1898-1905

 

Rivelazioni spirituali ricevute tramite la Parola interiore da

Franz Schumi

 

La Teosofia cristiana

ovvero

l’insegnamento rivelato all’umanità

per diventare veri conoscitori della Parola divina

 

n. 73

 

 

 

Titolo originale: „Die christliche Theosophie“

Traduzione dalla lingua tedesca a cura degli

“Amici della Nuova Luce”

 

Edizione in lingua originale da:

Rudolf R. Hoff

Verlag für geistige Literatur

Mühlenweg 21, D 53902 Bad Münstereifel

 


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Date bibliche importanti

 

Anno 30 (4121 a.C.) = caduta di Adamo; [cap. 30,43]

Anno 804 = distruzione della grotta di Adamo; [8,13]

Anno 919 = consacrazione del Sabato; [cap. 21,1]

Anno 919 = predizione a Lamech per il discendente Noè; [cap.58]

Anno 1056 = nascita di Noè; [24,56]

Anno 1657 = diluvio / venuta di Melkisedec a Salem; [103,73]

Anno 2666 (1485 a.C.) = 22 maggio / morte dei due figli di Aronne; [30,59]

Anno 2700 (1451 a.C.) = Melkisedec non più a Salem / israeliti entrano a Canaan; [103,73]

Anno 3626 (525 a.C.) = 19 marzo / A Belsasar sul muro: “Mene, Mene, Tekel, Upharsin”; [30,60]

2495 a.C. (1656 dopo Adamo) = inizio degli ammonimenti agli hanociti di redimersi; [30,47]

1682 a.C. = malattia di Giobbe (Gb.4,8) a 88 anni; (1770 – 1632 a.C.) [30,50]

1490 a.C. = Tavole della Legge (Es. 20,3-6 / Dt. 5,7-10); [19,1]

1490 a.C. = 30 marzo / istituzione del primo Sabato degli ebrei; [21/3,10]

1457 a.C. = 17 maggio / Mosè profetizza di Giovanni; [31,32]

1076 a.C. = il re Davide salmeggia; [cap. 10,9] / 1026 a.C. [31/2,15]

805 a.C. = 5 gennaio / Elia rapito in Cielo; [31/4,33]

760 a.C. = tempo di Osea (Os. 8,7); [30,61]

755  a.C = tempo di Isaia (Is. 3,10); [30,62]

743 a.C. = tempo di Isaia (Is. 26,19); [30,63]

726 a.C. = tempo di Isaia (Is. 40,3); [99,17]

725 a.C. = tempo di Isaia (Is. 35,5-6); [31,36]

723 a.C. = 17 maggio - tempo di Isaia (40,3); [31,34]

723 a.C. = 25 maggio - Isaia (54,13) profetizza di questo tempo; [42,2]

607 a.C. = tempo di Geremia; [30,65]

602 a.C. = 23 dicembre – Geremia (31,33-34) riceve la Parola; [42,3]

579 a.C. = tempo di Ezechiele; [30,67] / 587 a.C. [31,16-I]

440 a.C. = tempo di Malachia (Mal. 4,5); [31,16-II]

337 a.C. = tempo dei proverbi; [30,69]

Anno -1 (4150 a.C.) = annunciazione a Zaccaria per Giovanni; [30,35]

Anno 4151 = 17 dicembre / preannuncio della nascita di Gesù ai re magi; [8,14-I]

Anno 4152 = 7 gennaio (anno zero) = nascita di Gesù; [8/1,14-II]

Anno 4152 = 15 gennaio / circoncisione di Gesù; [8,15-II]

Anno 4152 = 17 gennaio / adorazione dei magi alla grotta; [8,15-III]

Anno 4152 = 19 gennaio / partenza della sacra Famiglia per Ostracine; [8,15-IV]

Anno 4152 = 13 novembre / ritorno della sacra Famiglia a Nazareth; [8,15-VI]

Anno 4164 = Gesù nel Tempio; [8,16-II]

Anno 4182 = 21 aprile / inizio del digiuno di 40 giorni di Gesù a 30 anni; [cap. 8/3,18]

Anno 4182 = l1 giugno / battesimo di Gesù; [cap. 8/3,19]

Anno 4182 = 2 giugno - 15 agosto / scelta dei 12 apostoli;

Anno 4182 = 2 giugno / Giovanni dichiara Gesù l’Agnello di Dio; [8/3,21]

31 d.C. = 5 febbraio / Giovanni è in prigione; [31,36]

32 d.C. = 9 settembre / Gesù espone i due Comandamenti dell’Amore; [29,1 e 10]

33 d.C. = 24 marzo / ultima Cena; [cap.63]

33 d.C. = 27 marzo / Gesù e i due discepoli di Emmaus; [cap.96]

51 d.C. = litigio di Paolo e Pietro ad Antiochia; [cap. 14,33-III]

57 d.C. = 26 luglio / Pietro scrive alle comunità in Asia; [34,1]

57 d.C. = 22 ottobre – 5 novembre / Paolo scrive la ‘Lettera ai Romani’; [31,44]

64 d.C. = 24 dicembre / su Patmos, Giovanni scrive il cap. 6,45; [42,1]

79 d.C.= eruzione del Vesuvio; [cap. 30,36]

321 d.C. = il rito del Sabato viene sostituito per il giorno della domenica; [21,12]

325 d.C. = concilio di Nicea; dualità di Dio; [5,14]

364 d.C. = concilio di Laodicea; [21,16]

381 d.C. = concilio di Costantinopoli; trinità di Dio; [5,16]

1200 d.C. = dottrina della reincarnazione; [31,27]

 

 

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Prefazione

Con la lettura di questo libro si noterà che le date non sono consequenziali, ma i dettati sono stati dati in tempi differenti. Questo perché nel giorno in cui ho ricevuto l’uno o l’altro dettato, mentre pregavo ed ero nella giusta disposizione d’animo per questo scopo, proprio in quel momento i dettati potevano fluire. Il ricevente, infatti, deve essere nel giusto stato d’animo per ottenere dettati amorevoli e puri da influenze estranee, come indicato nella parola del Vangelo: “Ciò che chiederete al Padre, ve lo darò”. Così è accaduto anche a me.

Adesso abbiamo finalmente messo insieme l’intero insegnamento della Teosofia cristiana, e in una luce così grande, come non è ancora mai stata data. Abbiamo avuto certamente molti libri, ma leggerli tutti per la maggior parte degli uomini è troppo perché manca loro il tempo necessario e il danaro per comprarli. Con questa raccolta di dettati n. 73, dopo il 71 e il 72 ci è stato donato il più importante. Perciò, cari fratelli e sorelle, diffondete questi tre libri com’è indicato più volte nei vari dettati, per l’elevato insegnamento contenuto in essi!

Dobbiamo conoscere precisamente la Volontà del Padre nostro Gesù, perché questo è il Suo desiderio, come ce lo insegna il libro “Cristo e la Bibbia” (n. 71). Inoltre dobbiamo vegliare e pregare, poiché il Padre pone una particolare importanza a far questo; e inoltre, perché per mezzo di ciò è necessario parlare anche con Lui, come più volte indicato nel Libro delle preghiere’ (n. 72). Con la presente raccolta “La Teosofia cristiana” (n. 73) abbiamo finalmente un considerevole numero di insegnamenti teosofici cristiani che ci sono stati dati in una Luce così chiara e altamente spirituale, da dover ringraziare continuamente il caro Padre nostro. Tuttavia sta a noi ora mettere in pratica questi insegnamenti, vivendoli ogni giorno nel modo che ci viene indicato.

 

Con amore e fedeltà dal fratello vostro Franz Schumi.

Zurigo, 19 gennaio 1905

 

 

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Cap. 1

Introduzione del Padre Gesù – Chiarimenti su quale fede sia la vera

Graz, 7 settembre 1902

1. Gli uomini vogliono avere una religione, poiché questo è fondato nel loro essere interiore, dal momento che il Mio Spirito divino li incita a ciò nel cuore dell’anima. Solo che gli uomini non devono costruire una religione da se stessi, ma questa deve essere data loro da Me. Allora è divina!

2. Se gli uomini stabiliscono una religione, allora essa è dogmatica[1], perché vi dominano ordinamenti umani che agli autori di dogmi rendono danaro, onore e dominio su coloro che sono influenzati da tali ordinamenti. Perciò dovete ben distinguere ciò che proviene da Me, da ciò che proviene dall’erudizione umana.

3. Le religioni di tutti i popoli hanno origine dall’uomo e perciò sono più o meno inattendibili. Certamente tra queste si trovano ordinamenti che corrispondono ai Miei principi divini, ma con questi buoni insegnamenti anche la scienza e la sapienza puramente umane sono state intrecciate artificiosamente ed elevate a insegnamento di Dio.

4. Vero è che in ogni religione fondata dall’uomo si trova anche l’etica, questa però è così schiacciata da altri principi morali, che la divina Maestà soffre attraverso l’umano, e non viene dovutamente valutata. Inoltre, in tutte le religioni fondate dagli uomini ci sono così grandi errori e lacune sulla generale vita occulta, che in moltissimi problemi o domande vaghe che voi ponete, non è possibile ottenere chiare e pure informazioni.

5. Su tutto questo sta la Teosofia[2] cristiana, la quale non è un’opera dogmatica dell’uomo, bensì è l’intera, molto importante letteratura teosofica cristiana pura e divina dettata direttamente da Me e messa per iscritto dai Miei scrivani mediani secondo i dettami di come deve essere compresa in base allo sviluppo spirituale interiore. – In tale insegnamento non viene riferito (solo) di uomini antichi, di cosa hanno vissuto, visto o sentito[3], ma in questi libri della nuova, meglio dire, Teosofia cristiana, giacché non è nuova ma proviene dai Miei anni di insegnamento e, come Me, dall’eternità – perciò antica – quindi parlo solo in prima persona, con “Io”. Da ciò ogni uomo ragionevole può scorgere che nella Teosofia cristiana deve esserci la perfetta e pura Verità. Infatti, chi si oppone alla riconosciuta Parola di Dio e dice: “Questo non è vero!”, oppure: “Dio non ha relazioni con uomini comuni”, e simili, deve anche negare ogni altra religione, e per vero, con diritti molto più grandi, a giustificazione della verità, perché in nessuna è tutto vero, ma in ognuna si trovano molte ipotesi e allusioni oscure.

6. Per quanto riguarda il campo teosofico che domina il Mio insegnamento divino, sono determinanti solo le parole dirette o i cosiddetti dettati di Dio o parole paterne, e su questa base vi viene presentato un vero insegnamento divino che certamente non corrisponde in tutto con quelli fondati dagli uomini, ma ha il vantaggio che l’uomo non viene ingannato nella sua salvezza animica in alcun modo, bensì gli viene versato un vino purissimo, ma offerto nella più completa libertà, bevendo dalla Sorgente dell’eterna Vita, poiché questa porta salvezza e benedizione. Se non lo vuole, allora Io aspetterò fino a quando verrà alla ragione, e riconoscerà e griderà: “Ahimè! La mia incredulità mi ha spinto lontano da Dio, lontano dal caro Padre Mio, e come il figlio perduto mi ha fatto soffrire fame e sete fino al mio attuale discernimento”. ‒ Ora passo alla seconda spiegazione.

7. Vi ho appena detto che se gli uomini vogliono avere la vera religione, essa deve essere trasmessa loro da Dio stesso, altrimenti è un ordinamento umano, e non una religione. Perciò devono anche esserci uomini con i quali Io possa frequentare come Dio allo stesso modo di come ho frequentato Mosè e i profeti nel Vecchio Testamento. Solo che voi siete falsamente istruiti attraverso i vostri sacerdoti, perché essi stessi non vivono secondo i Miei comandamenti e perciò non pratico nessun rapporto con loro, perché Dio non ha relazioni con uomini comuni.

8. Presso di Me non ci sono uomini comuni e non comuni, ma chi rispetta i Miei comandamenti, vive ed agisce di conseguenza, è figlio Mio, con il quale posso aver relazione e dargli parole d’amore ed esortazioni. Perciò a questo riguardo devo farvi pervenire un piccolo insegnamento:

9. Voi sapete che nessun padre si vergogna dei suoi figli, bensì ogni legittimo padre li ama e si sente fortunato se può avere gioiose relazioni con loro. Ma se già un padre terreno tratta così teneramente e saggiamente con i suoi figli, perché dovrei Io, quale vero Padre onnipresente dei figli umani, essere meno saggio, meno affettuoso di un padre terreno? Perché non dovrei aver relazioni con quelli che Mi seguono e adempiono le Mie Leggi dell’Amore? E perché non dovrei prenderMi cura dei restanti figli che Mi cercano o sono ancora in cerca di Me? Soprattutto, come potrei farMi chiamare “Padre” se i Miei figli fossero troppo piccoli per praticare con loro, per guidarli e parlare con loro?

10. Vedete, figli cari, non il vostro padre terreno è il vostro vero Padre, ma Io, il grande Jehova Zebaoth, sono il Padre spirituale dei vostri corpi, poiché Io ho creato le sostanze da dove il sangue è stato formato per il corpo di carne e l’ho fatto crescere per questo scopo, e inoltre non è stato lo stomaco il plasmatore o separatore delle linfe vitali per la formazione del sangue, ma un grande chimico che Io ho disposto a far questo, vale a dire ‘l’anima’. Se non avessi dato l’anima per il concepimento, nulla sarebbe potuto sorgere dal seme dei genitori; se questo non fosse il caso, allora anche ogni accoppiamento dovrebbe essere una procreazione! E in terzo luogo, la vera e propria essenza centrale dell’uomo è tuttavia lo spirito, poiché senza di questo nulla potrebbe sorgere né esistere. Nondimeno, questo spirito nell’uomo sono Io stesso!

11. Cari figli, vi domando: “Posso Io non parlare con Me nel vostro corpo? Posso non amare come Tale questo Figlioletto-Gesù in voi, che ho dato da Me, e guidarvi attraverso questo ‘Io’ e attirarvi a Me?”

12. Un giorno tali figli che obbedivano ai comandamenti di Dio e con i quali parlavo agli uomini, si chiamavano profeti; al giorno d’oggi si chiamano servitori, ancelle, medium paterni e medium di Dio (mediatori tra Dio e gli uomini). Essi sono spiriti elevati, angeli, arcangeli e, soprattutto, figli reincarnati provenienti dalla Mia figliolanza dal Cielo dell’Amore e da differenti mondi stellari e solari, i quali si sono distinti con uno speciale amore per Me, e per amore per Me hanno chiesto l’incarnazione o la reincarnazione per aspettarMi e salutarMi al Mio attuale ritorno, come strumenti del Mio Amore paterno per gli uomini.

13. I medium sono portatori del Mio Amore per tutti voi! Seguite gli insegnamenti che vi do attraverso di loro, affinché anche voi veniate a Me e vi rallegriate del Padre che provvede così amorevolmente per voi con la cura e la conduzione del vostro ‘io’ spirituale. Infatti, non il sapere, ma il vivere e l’operare secondo i Miei insegnamenti vi fa diventare Miei cari figli, con i quali voglio poi frequentare come con i medium.

14. Non dimenticate la Mia massima: ‘Nessuno viene al Padre, se non attraverso di Me!’. – Io, Gesù, quale la divina Sapienza, derivante dall’Amore divino, …vi splendevo attraverso l’Amore e l’Umiltà, e vi mostravo la via che porta al Padre attraverso mitezza, pazienza, castità, amore per la pace e altruismo: vale a dire “per l’amore in Dio”. Quindi, venite al Padre attraverso le Mie virtù, ma mai attraverso la sapienza intellettuale del mondo! Questo vi segnerà come ‘figli’ del grande Dio Gesù, Jehova Zebaoth. – Amen!

 

[indice]

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Cap. 2

 

Esortazioni a non interpretare arbitrariamente la Bibbia,

né aggiungere o togliere quanto rivelato ai veri profeti

Graz, 2 gennaio 1900

1. Ora vogliamo discutere alcuni passi della Bibbia che vengono compresi e interpretati unilateralmente in maniera errata. Inizieremo con Mosè e passeremo agli apostoli, al fine di promuovere la corretta comprensione della Bibbia, vale a dire:

- Deuteronomio 4,1-2: «Ascolta, Israele, i comandamenti e le direttive che v’insegno (che vi sono dati per questo), affinché le mettiate in pratica, affinché viviate ed entriate in possesso del paese (la terra promessa) che il Signore, il Dio dei vostri padri, vi dà. Non dovete aggiungere (ai Dieci Comandamenti e agli insegnamenti divini) né togliere nulla a ciò che Io vi comando, ma osserverete i Comandamenti del Signore vostro Dio che Io vi prescrivo».

*

2. Sorge la domanda: “Cosa voleva dire Mosè di spirituale in questi due versetti?”. Ebbene, poiché egli aveva attinto da Me, posso darvi su questo punto l’informazione desiderata, anzi, se leggete con attenzione i versetti e riflettete sul senso del comandamento, allora vi deve subito sorgere una chiara luce che qui non si tratta di nient’altro che dell’adempimento dei Dieci Comandamenti, ‘…affinché viviate nello spirito dell’amore per Dio e per il prossimo, in modo da poter guadagnare la Terra promessa’, che è il Cielo che ho preparato per voi.

3. Il secondo versetto vi dice che non dovete aggiungere né togliere nulla ai Dieci Comandamenti. Ciò significa chiaramente che non dovete interpretarli secondo la vostra falsa opinione e storcere il loro senso, bensì dovete adempierli rigorosamente! Ora però tutti voi, come ve l’ho messo in evidenza nella ‘Santa Trinità’[4] e anche qui nelle spiegazioni sui Dieci Comandamenti[5], poiché ne avete veramente tolto molto e aggiunto molto, state come pessimi trasgressori verso questi comandamenti. Nondimeno, come dissi un giorno ai farisei: «Chi si sente puro, scagli la prima pietra contro l’adultera»; e quindi dico a voi: “Chi si sente puro dalla trasgressione dei Dieci Comandamenti, deve nominare pubblicamente il suo nome dinanzi al mondo, affinché il mondo conosca l’eroe divino che cammina puro come camminavo Io, vostro Dio, in Cristo!”. Questo vuol significare di non aggiungere né togliere nulla nel senso spirituale.

4. Nel senso materiale, invece, significa che si deve adempiere la Legge fino agli ultimi punti com’è stata data e come ve l’ho messa qui chiaramente.

5. Se leggerete ‘Il libro delle preghiere teosofiche cristiane’, ‘La Santa Trinità’ e ‘La Teosofia cristiana’, nei quali i Miei comandamenti sono sommamente spiegati, allora scoprirete che siete tutti sotto accusa di grave violazione, in quanto avete fatto moltissimo (in contrasto) ai Miei Dieci Comandamenti e anche moltissimi di questi peccati che avete commesso, ne avete commessi così tanti, sebbene lì siano stati proibiti, comportandovi spensieratamente come se foste ineccepibili. Ne avete fatti in gran parte molti, perché non considerate i Dieci Comandamenti per adempierli; li avete in gran parte messi via, vivendo materialmente e nel peccato, il che contravviene ai Miei Comandamenti. Questo è il senso del divieto di Mosè nel quinto libro, quarto capitolo, primo e secondo versetto (Dt. 4,1-2).

6. Dopo aver afferrato Mosè secondo il suo senso fondamentale, vi guiderò fino ai comandamenti del Nuovo Testamento, e così ascoltate ciò che ho proibito attraverso i Miei apostoli:

- Matteo 5,17-20: «Non crediate che Io sia venuto ad abolire la legge o i profeti; non sono venuto per abolirli ma per completarli. In verità vi dico: finché non siano passati il cielo e la Terra, neppure uno iota o un apice della legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Chi dunque avrà trasgredito uno solo di questi comandamenti, e insegnerà agli uomini a fare così, sarà chiamato il più piccolo nel regno dei Cieli; chi invece li avrà messi in pratica e insegnati, sarà chiamato grande nel regno dei Cieli. Poiché vi dico: se la vostra giustizia non sarà maggiore di quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei Cieli».

*

7. Il primo versetto (17) vi dice che Io, come Messia, non sono venuto per abolire la legge data attraverso Mosè, bensì per adempierla. Se ora volete avere su questo una prova, leggete il Mio Vangelo originale n.11 fino al n.21 degli scritti cristiano-teosofici[6], o il piccolo estratto di questo nel Nuovo Testamento, poiché tutti questi insegnamenti che ho dato qui, non sono altro che spiegazioni dettagliate dei Dieci Comandamenti.

8. Il secondo versetto (18) vi dice che prima che il cielo e la Terra passino, neppure uno iota o un apice della Mia Legge passerà senza che tutto sia adempiuto. Anche l’evangelista Luca riferisce la stessa cosa: (Lc. 16,17): «Ma è più facile che cielo e Terra passino, piuttosto che cada un puntino della Legge».

9. Inoltre, anche in: Matteo 24,35; Marco 13,31; Luca 21,33: «Cielo e Terra passeranno, ma le Mie Parole non passeranno».

10. Questi passi del Vangelo vi svelano quanto seriamente ho dato la Mia Legge, e quanto seriamente insisto affinché la si adempia.

11. Il terzo versetto (19) vi ordina di afferrare, insegnare e adempiere i Miei comandamenti così come li ho dati Io! Solamente che questi, finora, sono stati difficili da comprendere, perché sono dati molto corti e spirituali, poiché gli evangelisti li hanno messi giù per iscritto nel senso del risveglio spirituale, e avrebbero dovuto spiegarli attraverso la profetica parola interiore (2° Pietro 1,19; Gal. 1,11-12; 1° Cor. 14). Questo versetto si rivolge a tutti coloro che finora hanno spiegato la Bibbia secondo la loro sapienza intellettuale, ma senza avere per questo la parola profetica interiore o il battesimo di fuoco del Mio Spirito. Tutti questi stanno sotto la legge come falsificatori e travisatori del senso fondamentale del Nuovo e del Vecchio Testamento, perciò l’interpretazione delle parole della Bibbia secondo la vostra spiegazione non si accorda con la Mia! E poiché non si accorda al vostro senso, alla vostra falsa spiegazione, vi appellate ai versetti della Bibbia da voi fraintesi, e chiamate Me, vostro Dio e Padre Gesù, un eretico, imbroglione, ingannatore, bestemmiatore e pazzo (che parlerei) attraverso i Miei medium scrivani; poiché, non vorrete di certo sostenere che i profeti, gli apostoli e gli evangelisti, intendessero anche Me quando parlavano di togliere, aggiungere e insegnare in altro modo? Questo riguardava solo e unicamente coloro che, dal tempo degli apostoli fino ad oggi, hanno compreso falsamente la Bibbia, falsamente l’hanno spiegata e falsamente hanno predicato gli insegnamenti. Io, come Dio, è impossibile che possa essere compreso così!

12. Qui il versetto 20 si adatta precisamente a tali profanatori verso di Me, i quali nella loro oscurità spirituale non distinguono più il nome ‘Dio’ o ‘Cristo’ che, negli scritti teosofici cristiani, parlo in prima persona ad un uomo che, in umiltà e amore, Mi serve e fa quello che gli dico. Anzi, in verità, in verità vi dico: “Se la vostra giustizia e il vostro modo di procedere d’ora in poi non migliorano da come è stato finora, allora condividerete il destino degli scribi e dei farisei, i quali hanno anche stravolto le Scritture come avete fatto voi e i vostri insegnanti biblici e i predicatori”. Non dico nulla se lo si fa inconsapevolmente; ma se lo fate consapevolmente, poiché le Mie parole sono chiare e intelligibili, la vostra opposizione sfiora già il peccato più grande: l’opporsi allo Spirito Santo della Verità!

13. Quando Io, Cristo, portavo la veste mortale di un uomo, i farisei dissero che con l’aiuto di Belzebù, il sommo del diavolo, scacciavo i demoni e operavo miracoli; – ora vi permettete di bollare i Miei scrivani, attraverso i quali Io opero e vi do istruzioni, per diavoli dell’inferno, osando etichettarli come grossolani profanatori nel Mio santissimo Nome, dal momento che li chiamate falsi profeti che avrebbero la sfacciataggine di predicare del falso profetismo con l’abuso del Mio Nome divino, adducendo citazioni della Bibbia contro di loro, che sono tutte rivolte contro il vostro stesso falso profetismo!

14. Ora andiamo oltre, per vedere cosa scrive il Mio prediletto a Mio favore. Le sue parole suonano in Giovanni 21,25:

- «Ci sono molte altre cose che ha fatto Gesù, le quali, se fossero scritte ad una ad una, non so se il mondo stesso potrebbe contenere i libri che si dovrebbero scrivere».

*

15. Questo versetto vi mette in chiaro che Io dissi agli apostoli e agli uomini spiritualmente progrediti qualcosa di completamente diverso da ciò che trovate nel Nuovo Testamento, ma ciò non significa che mi sia proibito rivelare anche ai miei figli, nel corso del tempo, cosa è stato rivelato agli apostoli, ai discepoli e a coloro che Mi ascoltavano a quel tempo, se diventano più progrediti spiritualmente di quanto era allora la grande massa del popolo.

16. Gli insegnamenti che diedi a quel tempo e i miracoli che operai, e quelli solo menzionati, ma che non sono registrati nel Nuovo Testamento (Gv. 20,30: «Gesù dunque fece in presenza dei Suoi discepoli anche molti altri miracoli, che non sono scritti in questo libro») li trovate registrati nel Grande Vangelo che Io feci scrivere attraverso Jakob Lorber, perché l’attuale generazione è spiritualmente superiore di quanto non fosse al tempo della Mia vita terrena.

17. Che voi riteniate questi insegnamenti del ‘Grande Vangelo di Giovanni’ per eresia, falso profetismo, truffa, inganno, comunicazioni spiritiche, bestemmia, follia, ecc., dimostra chiaramente che non siete ancora progrediti spiritualmente per poter digerire questo cibo, perché non siete in grado di distinguere la verità dalla menzogna, dal momento che ritenete la verità per menzogna e la menzogna per verità, e verso la verità fate decisa opposizione, …rifiutando le divine illuminazioni, mentre invece le false, da parte dei vostri insegnanti biblici, le ritenete per giuste e corrette.

18. Adesso, comunque, vogliamo ascoltare Paolo riguardo ai falsi insegnamenti. Egli dice in Galati 1,6-8:

- «Mi meraviglio di voi che in sì breve tempo abbiate abbandonato colui che vi ha chiamati nella grazia di Cristo per passare ad un altro vangelo, il quale non consiste in altro se non che vi sono taluni che vi confondono e vogliono pervertire il Vangelo di Cristo. Ma quand’anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, questi sia maledetto».

*

19. Vogliamo per prima cosa esaminare il versetto sei, nel quale Paolo rimprovera i Galati che si erano allontanati così presto dal vero Vangelo di Gesù Cristo adottandone un altro, il quale annunciava un falso profeta.

20. Questo rimprovero applicato al tempo presente, vi conferma il fatto che si dà piena fiducia agli insegnamenti di falsa interpretazione della Sacra Scrittura quando proviene da insegnanti della Bibbia che non hanno avuto la grazia e l'iniziazione né attraverso il Battesimo di fuoco dello Spirito Santo, né attraverso il dono dell'interpretazione della stessa. La Mia Propria (Sacra Scrittura), in quanto proveniente da Cristo e da Dio, invece, viene considerata e combattuta energicamente come falso profetismo.

21. Se ci fosse solo una piccola Luce spirituale nella testa di tali avversari, …allora sarebbe impossibile guardare il falso e il contraddittorio inculcato in tali pappagalli, …ritenendolo per verità; – ma purtroppo, questi sono per l’appunto i ‘morti nello spirito’ (Mt. 8,22; Lc. 9,60) ai quali il pappagallismo è impresso. Invece la verità di Dio è troppo alta per sopportare la Sua luce superiore e potersi soleggiare nei suoi santi raggi dell’Amore!

22. In verità, non c’è altro Vangelo che quello che ho insegnato Io stesso, come anche nessun’altra interpretazione è corretta che quella che do attraverso i medium scrivani da Me chiamati così, i quali una volta invece si chiamavano profeti. Tutte le altre interpretazioni sono incerte, perché sono spesso inattendibili e sbagliate.

23. Nel versetto otto il Mio Paolo si slancia nelle infocate altezze del fervore, e tuona ai Galati una formale maledizione contro i falsi profeti dicendo:

- «Ma quand’anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato noi, questi sia maledetto».

24. Vedete, Paolo non si sarebbe potuto infervorare ancora di più; poiché nelle ultime parole c’è già il massimo che un servitore di Dio può esprimere contro il suo avversario. Infatti, anche questo non è incluso nel Mio insegnamento d’amore e quindi non deve mai essere espresso contro il nemico o l’avversario, perché non si deve mai maledire un uomo, per quanto possa essere malvagio, scorretto o falso insegnante, perché Io dimoro anche in lui come Spirito della vita, e con questo allo stesso tempo si maledice e si condanna Me! Quindi qui, voi campioni della Bibbia, vedete Paolo come un delinquente contro di Me, e ciò perché non è ancora penetrato abbastanza a fondo nell’insegnamento, per essere libero dagli errori.

25. Egli ha fatto lo stesso nella “1° Lettera inviata ai Corinzi”, capitolo 16, versetto 22. ‒ Lì vedete che Paolo si definisce anche un padre spirituale attraverso il Vangelo nella 1° Lettera ai Corinzi, capitolo 4 e versetto 15, poiché lui non era presente quando dissi ai discepoli: «Non dovete chiamare nessuno di voi sulla Terra ‘padre’ (nel senso spirituale); poiché c’è un solo Padre vostro di tutti, ed Egli è nei Cieli» (Mt. 23,9). E così ci sono ancora errori qua e là che non conoscete, perché voi e i vostri interpreti della Bibbia non siete chiamati e scelti da Me per essere annunciatori delle verità bibliche! Cosa v’imponete ad essere difensori della Bibbia, dal momento che non la comprendete spiritualmente?

26. Dov’è l’unzione con i doni (1° Gv. 2,27) che avreste ricevuto da Me e con cui vi potete legittimare di essere Miei servitori, chiamati, prescelti o battezzati col Mio Spirito?

27. Sì, se voi foste Miei prescelti, Miei servitori, allora sareste umili e riconoscereste la voce del vostro Dio e Maestro! Ma dal momento che non Mi volete come Maestro di scuola biblica, allora state solo mostrando il vostro spiritualismo tenebroso, poiché chi ha in sé lo spirito della Bibbia è rinato spiritualmente e riconosce il suo Dio, il Re, il Giudice e il Padre nella voce del Suo Santo Amore; chi invece non Lo riconosce appartiene ai morti nello spirito, anche se vive nel corpo di carne.

28. Che Paolo, nonostante questi involontari e gravi errori verso di Me, abbia predicato un vero vangelo, è certo, perché sono stato Io stesso che glielo rivelavo ed è anche da riconoscere come proveniente da Me. Ma non vi dovete immaginare che Paolo guardasse anche Me, suo Dio, in qualche modo come eretico, impostore, ingannatore, falso profeta, bestemmiatore e pazzo, come i vostri insegnanti biblici, se avessi dato agli altri discepoli ulteriori insegnamenti che lui non conosceva. Se voi non foste tenebrosi, allora dalla differenza degli insegnamenti nel Nuovo Testamento dovreste vedere che Io non sono obbligato a rivelare i Miei insegnamenti solo secondo uno schema, bensì lo faccio come Mi garba, e non ho bisogno di nessun uomo errante come Mio maestro di scuola.

29. DiteMi, voi cavalcatori della lettera biblica: “Anche i Miei apostoli sono eretici, impostori, ingannatori, ecc., perché ognuno porta messaggi diversi o li interpreta in modo diverso, e che valgono come specialità dell’uno o dell’altro apostolo o evangelista? Perché non tutti portano le stesse notizie e gli stessi insegnamenti? Questo non v’insospettisce? E perché ora la Mia attuale Parola paterna vi è sospetta? Non vedete voi stessi che siete confusi e che, invece di accusarMi di falso profetismo, dovreste implorare pieni di pentimento e contrizione per la concessione del perdono della vostra presunzione?”.

30. Nondimeno, affinché non decadiate ancora più profondamente nell’impenitenza e nelle tenebre di quanto siete già, alla fine vi cito un altro passo dall’Apocalisse di Giovanni 22, 18-19, che suona così:

- «Io (Giovanni) testimonio a tutti coloro che ascoltano le parole della profezia in questo libro (della Bibbia): se qualcuno vi fa delle aggiunte, Dio gli metterà subito le piaghe descritte in questo libro. E se qualcuno toglie qualcosa dalle parole di questo libro profetico, Dio toglierà la sua parte dall’albero della vita e dalla città santa, descritti in questo libro».

31. Questi due versetti dell’Apocalisse non contengono sostanzialmente nulla di nuovo che non è già stato discusso prima[7], quindi con ciò deve essere data la conclusione, ed è da aggiungere il seguente ammonimento: “Leggete le Mie parole. Considerate che provengono da Dio, dal Signore e Giudice vostro. Se disputate con Me, meditate perciò bene con Chi avete a che fare, poiché il vostro destino spirituale dipende da Me!”. – Amen!

 

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Cap. 3

Il triplice significato della Bibbia

Graz, 27 agosto 1902

1. Ci sono già state molte controversie su come si deve interpretare e comprendere giustamente la Bibbia, ma nessuno è riuscito a scoprire l’unica vera interpretazione di questo libro spirituale, perciò ascoltate una buona volta Me, il Padre Gesù, per quello che dico ai Miei figli:

2. La Bibbia ha un triplice significato, e chi non lo riconosce non può comprendere il significato delle parole bibliche, poiché con l’azzuffarsi per il diritto non avrete nessun vantaggio da questo libro, bensì solo danno, e perciò voglio spiegarvi Io stesso il significato delle parole della Bibbia, e questo è:

- I ) le parole rappresentano il senso materiale (il senso letterale) che si legge o che si ascolta senza meditare oltre, senza prenderle in considerazione, e perciò rappresentano il senso morto.

- II ) il senso spirituale rappresenta l’indagine secondo il senso radicale nella parola e nella sua comprensione.

- III ) il senso celeste rappresenta invece tutto lo spirituale in esso, se lo si porta a compimento oppure si cerca di vivere e operare di conseguenza.

3. Vedete, figli Miei, il primo senso è morto; ‒ il secondo inizia ad ottenere una vita ma non è ancora amore, bensì solo la sapienza dell’indagine verso la verità, perciò non ha ancora nessuna vita; ‒ il terzo senso è invece celeste ed è pieno di vita, perché l’amore per Dio e per il prossimo è passato all’attività, e solo quest’ultimo senso ha valore, perché porta in sé la vita eterna dell’Amore. Regolatevi secondo quest’ultimo senso di una vita d’amore, e allora strapperete e conquisterete in voi il Regno di Dio dell’Amore, perché solo il terzo senso è determinante per Me. – Amen!

 

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Cap. 4

Perché credere nella Teosofia cristiana

1. La fede cristiana-teosofica è ‘Luce’ proveniente dalla Mia divina Sapienza in Cristo. Gesù disse: «Io sono la Luce del mondo» (Gv. 8,12), e Paolo scrisse: «Cristo è la Sapienza divina» (1° Cor. 1,24), che è l’insegnamento dell’Amore di Dio e un dono dell’illuminazione spirituale dell’intelletto umano, così che l’uomo riconosce la voce del Padre suo divino dalle parole dell’Amore come vere, salutari e divine.

2. Credere nella Teosofia cristiana significa quindi tener vero ciò che ho comandato nei Dieci Comandamenti ed ho insegnato a credere come Cristo; inoltre, ciò che ho rivelato attraverso i miei eletti del Vecchio e del Nuovo Testamento, e infine, ciò che Io, attraverso i Miei medium scrivani nei Miei dettati ho annunciato tra il XIX e il XX secolo come insegnamento cristiano-teosofico.

3. Tuttavia, la sola fede non basta per essere salvati, bensì l’uomo deve confermare la sua fede attraverso le opere dell’amore per il prossimo, di cui anche il Mio discepolo Giacomo scrisse:  «Cosa serve ai miei fratelli se uno dice che ha la fede ma non ha le opere? Può forse la fede renderlo felice?» (Giac. 2,14). – Sulla professione di fede dissi ancora: «Come il corpo è morto senza lo spirito, così anche la fede è morta senza le opere» (Giac. 2,17).

4. L’uomo tuttavia deve anche confessare pubblicamente la sua fede dinanzi al mondo, affinché anche gli altri siano stimolati a credere. Su questo Paolo scrisse ai ‘Romani’: «Col cuore si crede per la giustizia (attraverso la pratica delle opere dell’amore per il prossimo) e con la bocca si confessa per la salvezza» (Rom. 10,10). Sulla confessione pubblica Io dissi esplicitamente: «Chi Mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’Io lo riconoscerò davanti al Padre Mio che è nei Cieli» (Mt. 10,32).

5. Questa è un’eterna realtà, poiché la Mia divina Parola è l’eterna Verità, come vi annuncia il salmista Davide (Salmi 119,160): «Il principio della Tua Parola è la pura verità; e ogni decreto della Tua Giustizia è per i secoli». Così si esprime anche Isaia: «La Parola del nostro Dio rimane eternamente». – Questo lo conferma anche Daniele con le parole: (Dan. 4,34) «Lodo, esalto e glorifico il Re dei Cieli, poiché tutte le Sue Opere sono verità e le Sue Vie sono giuste». Perciò Io dissi: «Il cielo e la Terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno» (Mt. 24,35; Lc. 16,17; + 21,33). Ed è per questo che si deve credere a ciò che Io ho rivelato.

6. Ad alcuni uomini non è chiaro quale fede sia la vera, poiché esiste una fede cristiana, una musulmana, una buddista induista e una buddista cinese che ha fondato Confucio, ecc.

7. Le Sacre Scritture della Bibbia attraverso le profezie adempiute (Scritti cristiani Teosofici n. 71 – “Cristo e la Bibbia”), vi mostrano che attraverso la storia del mondo, attraverso le scritture cuneiformi assiro-babilonesi e dei fatti comprovati sul posto, dove le profezie richiamano l’attenzione che solo il Dio biblico, Jehova, che visse in Cristo come uomo e morì sulla croce per il peccato originale dei progenitori della razza umana, è il vero e unico Dio che ha creato il mondo e ogni cosa, ed ha fondato la religione cristiana. In tal modo tuttavia è stata fornita allo stesso tempo anche la prova che gli altri fondatori religiosi, Buddha Gautama, Confucio e Maometto, erano solo comuni uomini erranti, e poiché i loro statuti religiosi violano la religione di Cristo, allora per ogni uomo pensante logicamente diventa certa la prova che solo questa religione che Dio stesso ha insegnato è l’unica vera e autentica, non le religioni che sono statuti umani e violano l’insegnamento di Dio, poiché esiste una sola Verità, e questa è Dio (Dan. 4,34), mentre gli uomini sono bugiardi, come lo indica il profeta Davide (Salmi 116,11).

8. Con le profezie andate in adempimento è stato chiaramente dimostrato che la Mia divina Parola è l’eterna Verità, perché tutto è andato in adempimento fedele alla lettera com’è stato annunziato attraverso i profeti, centinaia e migliaia di anni in anticipo.

9. Le annotazioni dei profeti e degli apostoli che si possono leggere nella Bibbia, e i dettati che ho dato attraverso i Miei fedeli servitori e scrivani nel nuovo patto, vengono perciò chiamati ‘Teosofia cristiana’, perché rappresentano l’insegnamento della Sapienza divina ‘di Cristo’, la quale in greco si chiama Theosophia, e perché Io, in Cristo, sono lo stesso Dio che ha parlato attraverso Mosè e i profeti, e come Sapienza divina dettai e feci mettere per iscritto, dal 1840 fino al 1864, dal Mio scrivano Jakob Lorber in Graz, quell’insegnamento che un giorno ho presentato al popolo davanti ai Miei discepoli.

 

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Cap. 5

Sulla vera fede

 

5/1 - Domanda: “L’insegnamento cristiano nel Nuovo Testamento è il vero insegnamento di Cristo?”

1. L’insegnamento nel Nuovo Testamento è per vero il Mio insegnamento, ma non l’originale su tutti i miei viaggi, sui fatti quotidiani, sugli insegnamenti e sui miracoli, bensì è solo un estratto dal Vangelo originale che Jakob Lorber ha scritto, perciò è molto manchevole, e a causa delle correzioni non autorizzate, fatte alle edizioni esistenti prima del XX secolo da coloro che non erano illuminati da Dio, …non è affidabile in tutto.

2. Per quanto riguarda le cosiddette consegne orali o ‘tradizioni dei padri della Chiesa’ chiamati ‘scrivani della Chiesa’, questi sono in più parti inaffidabili, perché sono state annotate cento anni più tardi, quando gli insegnamenti erano già smussati con aggiunte inventate e secondo l’opinione umana. Esse sono perciò da considerare come verità solo nella misura in cui sono d’accordo con i Miei attuali comunicati originali.

3. Perciò l’uomo deve attenersi solo all’insegnamento cristiano-teosofico, poiché è dato da Me, il Padre, attraverso le Caratteristiche divine, ‘l’Amore unito alla Sapienza’, allorquando la Sapienza è confermata da Dio, e per il fatto che Io stesso  sui divulgatori del Mio autentico insegnamento espressi questa dichiarazione: «Chi ascolta voi, ascolta Me» (Lc. 10,16).

4. Queste persone intese con “voi” sono le prescelte, istruite e stabilite da Me stesso, con le quali ora frequento come un giorno frequentavo con i profeti e gli apostoli attraverso la parola profetica interiore (2° Pt. 1,19; Gal. 1,11-12). E attraverso questi prescelti ora faccio annotare il puro insegnamento per tutti per diffonderlo attraverso la stampa.

5. Sulla Chiesa, quella menzionata e pensata in Matteo che si deve ascoltare, è la comunità dei fedeli della vera fede cristiana, come Io, Gesù stesso, l’ho insegnata, quella degli apostoli e degli evangelisti che l’hanno annotata. Matteo 18,17 dice:

- «Se il fratello che ha peccato contro di te rifiuta di ascoltarti, dillo alla Chiesa, e se rifiuta di ascoltare anche la Chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano».

6. Con le annotazioni dei tre evangelisti, Matteo, Marco e Luca, le cose stanno nel modo seguente: le annotazioni di questi tre evangelisti provengono dal sentito dire dalla bocca degli altri; e fino a che punto le loro annotazioni si basano sulla verità, lo riferisce il libro “Cristo e la Bibbia”, che è da esaminare.

7. Sorge la domanda: “Ora che il mio Vangelo originale (il G.V.G. di Lorber) è presentato, si devono usare anche i brevi estratti del Nuovo Testamento?”. – Sì, si possono usare questi estratti, ma insieme alle spiegazioni che Io do attraverso i Miei insegnanti di religione chiamati da Me stesso.

8. Inoltre nel Nuovo Testamento ci sono annotazioni che stanno lì come originali, e perciò le Sacre Scritture sono da usare per tutti e per ognuno, perché si vengono a sapere fatti che non si trovano altrove, e che tuttavia sono necessari da conoscere. Chi comunque vuol leggere la Bibbia, venga da Me, dal Padre, con il cuore contrito in amore e umiltà, e chieda l’illuminazione mentre legge i versetti della Bibbia!

*

9. Una domanda della massima importanza consiste in questo: “Esiste un Dio che avrebbe creato il mondo e gli uomini? E chi è questo Dio?”. – Vedete, a questo vi rispondo Io stesso: sì, esiste un Dio; e questo Dio sono Io, Gesù, come quel Dio che non solo ha creato il mondo e gli uomini, ma ha anche dato i Dieci Comandamenti sul Monte Sinai e, come Cristo, ha confermato questi comandamenti attraverso il Mio insegnamento dell’Amore.

10. Ed Io sono Colui che ha imposto agli uomini la punizione che ognuno doveva soffrire per se stesso e morire sulla croce[8], per riguadagnare la figliolanza di Dio che andò perduta con il peccato originale, poiché ognuno di voi (spiritualmente) ha contribuito a peccare contro il preciso comandamento della castità che la Santità in Dio aveva imposto quando eravate ancora nello spirito di Adamo ed Eva.

11. Questa punizione inflitta a voi per riacquistare la figliolanza di Dio, l’ho sopportata Io, Gesù stesso, per salvarvi dal peccato originale, e per riconciliare di nuovo la Santità in Dio con i figli.

12. Che Io sia questo Gesù Cristo, il vero e unico Dio dell’Universo, lo dimostrano le profezie adempiute e tutte le molte argomentazioni spiegate e chiarite nei libri: Cristo e la Bibbia e Cristo, il Suo arrivo e ritorno[9], che si trovano come prova della verità alle domande qui poste.

13. La vera fede è una potenza di luce dello spirito, e quindi è assolutamente necessaria per l’uomo, poiché è proprio la fede il mezzo tramite il quale l’uomo può giungere nelle alte virtù spirituali dell’amore e, attraverso queste, giungere a Dio.

14. Pietro ha scritto nella ‘Lettera agli Ebrei’ 11,6: «Or senza la fede è impossibile piacere a Dio; poiché chi vuole venire a Dio deve credere che Dio esiste, e che dà la ricompensa a coloro che Lo cercano».

15. L’uomo maturo con l’uso della ragione deve ora credere quanto segue per giungere a Dio:

- I ) che c’è un Dio;

- II ) che Egli è un Dio giusto che punisce i malvagi (Genesi 13,13 / giudizio su Sodoma e Gomorra) e ricompensa il bene (Mt. 5,11-12/ le beatitudini);

- III ) che Dio consiste di caratteristiche trine, vale a dire: dall’Amore (1° Gv. 4,8 e 4,16) quale Padre; dalla Sapienza quale Figlio; e dall’Onnipotenza che nella rispondenza spirituale è lo Spirito Santo in Dio. L’evangelista Giovanni (1° Gv. 5,7) scrive:   «Poiché sono tre che rendono testimonianza nel Cielo: il Padre (lo Spirito), la Parola (l’Acqua, ovvero la ‘Sapienza di Dio’ indicata in Cristo ‘Figlio di Dio’), e lo Spirito Santo, (il Sangue, ovvero la Parola dell’Amore divino che predicò agli uomini)»;

- IV ) che Dio è diventato uomo nel corpo di Gesù e con la Sua sofferenza e morte sulla croce ha riscattato gli uomini dal peccato originale;

- V ) che attraverso l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, Dio è diventato un Dio personale visibile nelle sembianze umane. In precedenza Dio non aveva un corpo, perciò nessun Proprio aspetto personale, ma come Spirito parlava sempre unicamente attraverso il corpo di un angelo[10] proveniente dal Sole-centrale primordiale Urka[11], il quale era solo il portatore del Suo Nome, e Si faceva chiamare ‘Jehova’.

16. Invece, non c’è mai stato un Dio in tre persone, dal momento che né i patriarchi, né i profeti, né gli apostoli sapevano qualcosa di questo! Questa invenzione priva di senso di tre persone ha portato l’infallibile status della Chiesa romana. Nel 325 al Concilio di Nicea, il Dio bipersonale: “Padre e Figlio”; e dopo 56 anni, vale a dire nel 381 al Concilio di Costantinopoli, sulla base di una falsa interpretazione del Nuovo Testamento, si introdusse un Dio trino: “Padre, Figlio e Spirito Santo in tre differenti persone”.

 

 

5/2 - La vera enunciazione del testo del Credo apostolico

17. “Credo in Dio, il Padre onnipotente, Creatore del Cielo e della Terra. E in Gesù Cristo, Suo unigenito Figlio, nostro Signore che è concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria vergine; soffrì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morto e sepolto; ascese al limbo, il terzo giorno resuscitò dai morti; salì al Cielo, sedette alla destra di Dio Padre onnipotente, da cui verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo; la santa Chiesa di Cristo (cambiato poi con ‘cattolica’), la comunione dei beati (cambiato poi in ‘santi’); il perdono dei peccati; la resurrezione della carne spirituale (poi eliminato ‘spirituale’) e nella vita eterna. Amen!”

 

 

5/3 - La fede e l’amore nella piena verità[12]

Graz, 8 febbraio 1904

18. Miei cari figli, l’uomo crede e opera dalla fede; ama e opera dall’amore. Questa è un’antica verità che non può essere contrastata; solo che l’uomo deve credere a ciò che crede per convinzione vivente, e ciò che vuole deve volerlo per amore vivente. Allora è vero e buono, mentre superficialità e tiepidezza non sono mai buoni, e quindi neanche nella fede né nella volontà.

19. È ovvio che la fede senza amore è morta; ma anche l’amore senza fede è senza valore, perciò l’uomo deve credere in modo vivente ed essere attivo dal vivente amore spirituale, poiché la sua volontà deve discendere dalla fede e dall’amore e avere in Dio la sua origine, allora l’uomo è nella vera fede e nella vera attività dell’amore. – Amen!

 

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Cap. 6

Il primo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“Credo in Dio, il Padre onnipotente, creatore del Cielo e della Terra”

 

6/1 - La vera fede in Dio

1. Prima che l’uomo possa amare Dio, deve sapere che esiste un Dio, deve sapere che cos’è Dio per lui e perché deve amarLo. Per questa ragione la fede dell’amore viene prima; ma la fede non è la cosa principale, bensì è l’amore che diventa attivo dalla fede, come Paolo si è espresso chiaramente ai Galati: «In Cristo, …vale solo la fede che è attiva attraverso l’amore» (Gal. 5,6). Tuttavia l’amore attivo non può esprimersi a Dio, perché Dio è uno Spirito che non ha bisogno di nulla di materiale, inoltre Dio è proprio quell’invisibile Produttore delle grazie, dal Quale voi avete tutto. La fede attiva non può che volgersi ai Suoi figli, cioè agli uomini, per amore a Dio e, attraverso i benefici che deliziano il Padre loro nel Cielo, gli uomini si dimostrano come figli di Dio.

2. L’uomo tuttavia non deve mai fare tutto ciò a doppio senso, vale a dire non deve esserci in ballo nessuna ipocrisia, nessuna doppiezza; l’uomo interiore spirituale deve essere completamente compenetrato dalla faccenda, in senso nobile, ed esprimersi esteriormente così come pensa interiormente; allora l’uomo opera da Dio e Dio opera attraverso di lui, perché egli è diventato un cosa sola con Dio.

3. Se invece l’uomo agisce esteriormente in maniera differente di quanto pensa interiormente, allora agisce falsamente dal male, il che trova il suo eco nell’inferno; se agisce esteriormente solo a causa del mondo buono e nobile, mentre pensa interiormente in modo diverso, allora agisce dal falso, perché l’egoismo rappresenta il Satan nell’uomo, e così la sua vita e il suo operare è inganno, menzogna e illusione per il mondo esterno, il che significa nuovamente ‘operare nell’inferno’.

4. Nella Legge divina il giudice è l’interiore. Come uno agisce, così verrà giudicato, e così pure si costruisce il Cielo o l’inferno nella vita terrena. Il bene conduce verso l’alto, il male verso il basso; questa è la Legge spirituale, e questa è immutabile, come Io, Gesù, dissi: «È più facile che passi il cielo e la Terra, che cada un solo apice della Legge». (Lc. 16,17).

5. Dal momento che l’Amore è l’adempitore della legge della fede, e l’Amore rappresenta il santissimo Dio stesso, …pertanto, in questa direzione voglio darvi qui una spiegazione.

 

 

6/2 - Dio quale Padre

6. Cosa significa il nome ‘Padre’ in Dio?Il nome Padre significa Amore, poiché esso è il principio fondamentale in Dio, e questo è ‘il Padre’ come Creatore del mondo (1° Gv. 4,8-16). L’Amore, infatti, è sempre il Padre, l’Impulso, il Generatore, perché un essere completamente libero non farà mai qualcosa senza che l’amore lo spinga. Dio, quale l’Essere più libero, fa solo ciò che al Suo Amore è diletto e gioia; perciò il nome Jehova, secondo la lingua ebraica primordiale, significa ‘Padre’, dal momento che ‘il Padre’ è proprio l’Amore generante.

 

 

6/3 - Dimostrazioni che Dio è Amore e procede secondo l’Amore

7. L’Amore viene da Dio, perciò chi ha l’amore è nato da Dio e conosce Dio; invece chi non ha amore non conosce Dio, poiché Dio è Amore. Sì, Dio è Amore, e chi rimane nell’Amore rimane in Dio, e Dio in lui.

8. Chi però dice: “Io amo Dio!”, ma odia suo fratello nel quale vive il Mio Spirito divino (1° Cor. 3,16-17; - 6,19; 2° Cor. 6,16; Rom. 8,11), è un bugiardo! Infatti, chi non ama suo fratello che vede e del quale l’insegnamento dice che questi è figlio di Dio, ed Io stesso, lo Spirito di Dio, dimoro in lui, come può amare Me, suo Dio, dal momento che non Mi vede? Anche i discepoli avevano avuto da Me questo comandamento: «Chi ama Dio, deve amare anche suo fratello» (1° Gv. 4,7-21).

9. Come dice anche l’insegnamento, quando un maestro della legge proveniente dai farisei Mi chiese dicendo: «“Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Ed Io gli risposi: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il tuo sentimento; questo è il primo e il più grande comandamento. Il secondo è simile a questo: amerai il prossimo tuo come te stesso! In questi due comandamenti è compresa l’intera legge e i profeti» (Mt. 22,36-40).

10. Inoltre ho insegnato: «Chi crede in Me, come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno da lì» (Gv. 7,38). Questo però lo espresse il Mio divino Spirito d’Amore che dovevano riceverlo coloro che credevano in Me, poiché lo Spirito Santo del battesimo del fuoco (Gv. 3,3-7), ovvero della rinascita spirituale, non era ancora stato dato, perché Io, Gesù, essendo lo stesso Spirito, camminavo ancora sulla Terra e operavo personalmente le opere d’amore dello Spirito Santo nei malati, nei poveri e nei bisognosi dell’insegnamento (Gv. 7,38-39). Infatti, i flussi di acqua viva sono le molte e differenti opere d’amore per il prossimo.

11. All’ultima cena dissi: «Chi accoglie i Miei comandamenti e li osserva, è colui che Mi ama; e chi ama Me, sarà amato dal Padre Mio, ed Io pure lo amerò e Mi rivelerò a lui, verremo a lui e vivremo con lui». (Gv. 14, 21-23)

12. Paolo dice: «Dio ha dimostrato il Suo Amore per noi dal fatto che Cristo è morto per noi, poiché a quel tempo eravamo ancora peccatori (ereditari)» (Ebr. 9:15; Rom. 3,25; Rom. 5,8).

13. Continua ancora Paolo: «Il frutto dello Spirito è amore, gioia, pace, pazienza, affabilità, benevolenza, fede, dolcezza d’animo, castità» (Gal. 5,22).

14. Da altre annotazioni sull’amore come regole per la vita spirituale, imparate quanto segue: in ‘Proverbi’ si dice: “L’odio suscita discordie, l’amore copre ogni colpa” (Proverbi 10,12). Infatti, chi ama Dio sopra ogni cosa chiederà perdono per i suoi peccati attraverso un contrito pentimento; e per amore a Dio amerà quindi il prossimo come figlio di Dio e perciò come suo fratello, come se stesso, e farà a lui ciò che vorrebbe che il prossimo faccia a lui stesso.

15. Pietro scrisse ai credenti: «Ma soprattutto, perseverate nell’amore incessante; poiché l’amore copre il gran numero di peccati» (1° Pietro 4,8).

16. Ed Io stesso, Gesù, al Quirino Cirenio, governatore della Siria, e ai fratelli che mi amavano in Egitto, dissi sul grande valore dell’amore quanto segue:

- «Coloro che vengono a Me come col tuo grande amore, a costoro saranno perdonati tutti i peccati, anche se ne avessero tanti quanti i fili d’erba sulla Terra o i granelli di sabbia nel grande mare» (Infanzia di Gesù cap. 237,16).

 

 

6/4 - Gli attributi di Dio

17. Ora veniamo alla discussione dei Miei attributi divini, come sono riportati nelle Sacre Scritture. I Miei attributi in Dio sono comunque i seguenti:

- I ) Sono Santissimo, poiché tutte le opere che ho creato testimoniano di questo attributo, perché ‘Santo’ significa tanto quanto ‘infallibile’. (Lev.11,44)

- II ) Sono Eterno, poiché non ho nessun inizio e mai avrò una fine, perché Dio è il mondo stesso e tutto ciò che si trova in esso. (Sal. 89,2; 1° Tim 1,17)

- III ) Sono Giusto, perché così Mi chiamava il popolo di Israele, e aveva ragione, in quanto la Mia giustizia dura eternamente. (Dt. 32,4)

- IV ) Sono Buono perché tutto ciò che faccio proviene dalla Mia bontà, santità e infallibilità. (Lc. 18,19)

- V ) Sono Verace, perché tutto ciò che faccio, porta in sé il sigillo della verità. (Rom. 3,4; Salmi 119,151)

- VI ) Sono pieno d’Amore, poiché per amore è stata fatta la creazione del mondo, e il Mio governo in esso testimonia nient’altro che amore permanente. (1° Gv 4,8 e 16)

- VII ) Sono Onnisapiente, perché la Mia sapienza mette in vista la Creazione visibile, in quanto le specie, le forme, i colori e i generi sono i suoi prodotti. (Salmi 104,24)

- VIII ) Sono Onnipotente, perché la Mia Onnipotenza nel linguaggio spirituale si chiama Spirito Santo, ovvero l’effettiva forza di volontà del Mio Amore e della Mia Sapienza. (Salmi 135,6; Lc. 1,37)

- IX ) Sono Onnipresente, perché dal momento che sono lo Spirito dell’etere, per questa ragione non c’è da nessuna parte qualcosa dove Io non sarei presente né nella cosa stessa. (Ger. 23,23-24; Salmi 139,7-8)

- X ) Sono Onnisciente, perché già in seguito alla Mia Onnipresenza sono Onnisciente, poiché niente può accadere che Io non veda. (Ebr. 4,13; 1° Cronache 28,9; Es. 34,6)

- XI ) Sono Misericordioso, perché tutte le Mie opere che faccio a beneficio degli uomini quali figli Miei, testimoniano della misericordia verso le loro aberrazioni ed errori. (Es. 34,6)

- XII ) Sono Immutabile, perché il Mio Amore e la Mia Sapienza descrivono in anticipo la via della vita, del progresso e del completamento di tutte le creature, quindi mai qualcosa vi può essere cambiato, perché nel suo inizio primordiale spirituale sta lì come completo e immutabile, prima che Io lo faccia entrare nell’esistenza visibile. (Malachia 3,6)

 

 

6/5 - L’idea dell’uomo su Dio esistente nella Creazione e nella natura

Graz, 15 gennaio 1904

18. Spesso gli uomini dubitano che esiste un Dio, mentre voi non dovete dubitare di ciò, ma riflettere un po’ se è possibile che il mondo e tutto ciò che vedete con gli occhi e ascoltate con gli orecchi è diventato esistente consapevolmente solo da se stesso, e se si è formato dal nulla così ingegnosamente, così maestosamente e così stupendamente.

19. “Nulla viene dal nulla!”, lo dicono tutti gli eruditi; ma anche tutti gli uomini sanno che senza un maestro o un artista non si è ancora formato nulla di ciò che voi vedete e avete inventato, formato ed eretto come opera dell’uomo, di maestri e artisti, perciò è un’immaginazione del tutto senza fondamento pensare che la Creazione visibile, con la sua meravigliosa architettura e l’ordinata organizzazione, sia sorta e si sia formata da se stessa.

20. Gli eruditi sono pieni di stupore per tutto ciò che accade nella Creazione, specialmente nell’astronomia. Essi sono consapevoli che mai inventeranno strumenti tali da esplorare i misteri della Creazione più profondamente di quanto è possibile. Sono anche consapevoli che mai penetreranno nel mistero di come sorge e cresce il più piccolo filo d’erba, figuriamoci penetrare nell’artistica creazione della Terra intera, senza umiliarsi e riconoscere apertamente: «Noi in verità diciamo: ‘Questa è la natura!’, ma con ciò affermiamo solo che nella natura opera una misteriosa, invisibile forza che, nella sua sapienza, sta grandiosa al di sopra di ogni intelligenza e immaginazione umana, e rappresenta una forza a cui niente si può contrapporre, perché ha in mano gli elementi naturali, il magnetismo e l’elettricità come suoi strumenti».

21. Il mondo cerca Dio e non ne trova da nessuna parte Uno, perché non Lo cerca dove si deve cercare e trovare.

22. Gli uomini contemplano l’infinita splendente Creazione, la sua grandezza e la gravità dei corpi che si librano liberamente nell’aria, ed ammirano la forza che il mondo stesso riceve per fluttuare ininterrottamente e nell’ordine costante della sua orbita e rotazione, in modo che non subentrino disturbi, e il tutto si svolga nella totale perfezione.

23. Qui si tratta fondamentalmente di avere la prova da dove proviene l’invisibile Onnipotenza che tiene e fa ruotare tali corpi giganteschi come palle da gioco, leggeri come una piuma, nella loro potenza e forza, perché essi ovviamente non si mantengono da se stessi, bensì vengono mantenuti da una Onnipotenza invisibile.

24. Gli studiosi desumono da piccole prove quelle grandi; solamente che queste loro supposizioni sono problematiche oppure avvolte da misteriose tenebre, se la questione non si valuta più a fondo, e da questa non si giudicano e non si creano sistemi che siano validi.

25. Questi studiosi, per vero, dicono che l’elettricità e il magnetismo[13] sono ciò che si attrae e si respinge reciprocamente, e questo avviene con tutti i corpi celesti; così l’uno attrae l’altro, respingendosi e attraendosi di nuovo, e respingendosi e attraendosi continuamente, ripristinano un equilibrio per mezzo del quale viene mantenuto il corpo sospeso.

26. Questa ipotesi, o supposizione, manca però completamente della prova che avviene veramente qualcosa del genere, e quindi non è una prova, bensì è un punto di vista che non ha nessuna base.

27. Le considerazioni su questo concetto sono comunque le seguenti: il magnetismo e l’elettricità compenetrano l’intero universo e non c’è nulla nello spazio aereo ed etereo in cui queste due forze non siano rappresentate, quindi non esiste un atomo in cui mancherebbe il magnetismo e l’elettricità, e tuttavia queste due sono le forze di base di tutte le forze; esse sono la forza creante, la forza motrice, ordinante e sostenente il mondo, perché nel linguaggio divino viene chiamato Spirito Santo’, essendo l’Amore, la Sapienza e l’Onnipotenza in Dio!

28. Nel magnetismo sta il creante Amore, ovvero il Padre in Dio, nell’elettricità sta l’Onnisapienza di Dio, e ciò che queste due decidono viene messo in opera dall’infinita forza poderosa che sta in entrambi.

29. Se ora considerate che i mondi sono composti di puri atomi compenetrati di magnetismo ed elettricità, e questi sono la stessa Onnipotenza divina, allora è facilmente comprensibile che la Terra viene tenuta sospesa nell’aria da questa Onnipotenza, così che singolarmente e tutti insieme, come costituente il corpo terrestre, vengono manipolati da questa Onnipotenza.

30. Da ciò e da nessun’altra parte proviene la forza che mantiene i giganteschi mondi sospesi nell’aria e li fa roteare e percorrere le orbite secondo la loro intelligenza divina. Infatti, nelle Mie mani divine stanno tutti i fili del governo del mondo e là confluiscono, e da qui tutto viene guidato e tenuto nell’ordine.

 

 

6/6 - Chi ha conoscenza di Dio dalla Creazione?

31. Io, l’invisibile, operante attraverso il Mio eterno Amore, Sapienza e Onnipotenza come Dio dell’Universo, attraverso la contemplazione delle Mie inimitabili meraviglie della natura fin dalla creazione del mondo, sono così riconoscibile che nessuno può scusarsi dinanzi a Me e dire di non aver avuto nessuna prova e perciò di non sapere che esiste un Dio.

32. Purtroppo molti uomini laicizzati e ostinati credono di essere molto saggi. Invece sono caduti nell’oscurità spirituale a causa della loro presunta sapienza, e perciò hanno scambiato l’unica vera maestà dell’imperituro Dio, con l’immagine dell’uomo perituro, perché hanno fatto gli uomini per idoli sulla Terra, dal momento che conferiscono loro titoli che spettano solo a Dio. Altri cercano presso gli eruditi il giudizio e la testimonianza della Parola di Dio, se questa si basa sulla verità, e dicono: “Ma cosa dicono i dotti su questo?”. – Sorge però la domanda: “Che giudizio possono dare i dotti che negano Dio, oppure coloro che hanno falsi concetti di Lui?”

33. In tal modo gli uomini hanno trasformato le verità di Dio in menzogne, poiché mostrano più venerazione e servizio alle creature che al Creatore, al Quale solo è dovuta la lode per l’eternità. Perciò l’umanità è caduta in tutti i vizi e depravazioni, e per questo motivo viene tormentata e castigata – con il Mio permesso – con ogni tipo di afflizioni e tribolazioni.

34. Gli uomini non hanno ritenuto degno valesse la pena procurarsi la conoscenza di Dio; perciò anch’Io ho permesso che andassero in direzioni sbagliate, verso ciò che non è appropriato perché contravviene ai Miei comandamenti e ai Miei insegnamenti.

35. Da ciò proviene che gli uomini sono colmi di ogni ingiustizia, malignità, fornicazione, cupidigia, scelleratezza, pieni di odio, invidia, ambizione e sete di potere, ferocia sanguinaria, col carattere litigioso, colmi di astuzia, perfidia, prepotenza, megalomania e conseguente mania di persecuzione; quindi ci sono anche molti istigatori o traditori, diffamatori, bestemmiatori, prepotenti, millantatori, ideatori di ogni sorta di cattiveria e tracotanza verso i propri genitori.

36. Gli uomini sono diventati perversi, perfidi, spietati, implacabili e crudeli (Rom. 1,20-31), perché il timore di Dio si è estinto in loro a causa delle tenebre della sapienza intellettuale e, con ciò, sono diventati nel mondo, spiriti infernali nella carne.

37. Se chiedete ad un negatore di Dio e dell’anima in che modo si forma in natura questo e quello, dal momento che non lo si può esplorare, né copiarlo, né dimostrarlo, egli vi risponderà spensieratamente come uno che non ha mai studiato qualcosa, né compreso, né riflettuto: “Questa è la natura!

38. Tuttavia, poiché in questa natura ci sono e operano forze ed intelligenze così incomprensibili che superano di gran lunga la sapienza umana, non sarebbe meglio e più assennato se un tale campione del nichilismo spirituale dicesse: “Questi sono problemi non ancora investigati, essendo apparentemente trascendentali”, oppure: “Sono domande oscure per il debole intelletto umano!”

 

 

6/7 - L’uomo afferma che ciò che non vede o non sente, non esiste

Graz, 8 agosto 1903

39. Gli uomini che non conoscono la vita trascendentale, dicono: “Ciò che non vedo o non sento, non esiste!”. Questa opinione può essere facilmente confutata, poiché l’uomo non vede i pensieri del prossimo, sebbene questi li esprime proprio così, come lo farebbe con la bocca aperta, perché il pensare è un espressione spirituale, e tuttavia chi gli sta accanto non lo percepisce. Quindi questa è una prova che esistono cose della vita spirituale conosciute in generale, nelle quali anche tutti gli uomini credono che siano esistenti, perché ognuno è convinto di questo da se stesso, e tuttavia nessuno le percepisce, come anche nessuno sente i pensieri del prossimo. Al contrario, uno spirito elevato vede e sente i pensieri di ciascun uomo, e pertanto l’uomo è sempre accompagnato da spiriti ovunque si trovi, perché essi ascoltano il suo linguaggio del pensiero, che per loro è il ‘linguaggio dello spirito’.

40. Questa prova presentata qui che non si può vedere né sentire i pensieri, di fatto esistenti, confuta gli argomenti addotti dai negatori di Dio e delle anime.

41. Questi negatori di Dio e dell’anima, quindi scettici della fede, sono i poveri ciechi, sordi e idioti della vita spirituale, e perciò attraverso la Mia ispirazione a lui toccata, il grande poeta (Goethe), su tali modi di comprendere, disse del tutto squisitamente:

«ciò che non toccate, vi sta lontano miglia,

ciò che non afferrate, vi manca assolutamente;

ciò che non conteggiate, lo credete non vero;

ciò che non pesate, non ha per voi importanza alcuna;

ciò che non monetizzate, pensate che non valga»[14].

42. Jehova Elohim significa: lo Spirito Santo di Dio dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza, che rappresenta l’invisibile forza operante e creante nella materia, che genera la crescita, il movimento, le forme e le strutture, così come il linguaggio e i suoni ‒ e tutto ciò che si caratterizza come i cinque sensi e ancora di più ‒ non è altro che lo Spirito Santo proveniente da Dio, che è semplicemente chiamato lo spirito nerveo e i cinque sensi. Questa è la generale percezione dello Spirito Santo ovvero della ‘Divinità nella natura e nell’uomo’. Ora esaminiamo il grande miracolo quotidiano.

43. Poiché la Terra ha una circonferenza di 40.000 chilometri, allora ogni uomo percorre con essa 28 chilometri al minuto, ovvero 464 metri al secondo. Questa è comunque una tale incredibile velocità, che l’uomo, come alla velocità del fulmine, in ogni secondo, con la rotazione della Terra, percorre ininterrottamente circa mezzo chilometro, e questo nelle 24 ore in tutte le posizioni possibili, così che a mezzogiorno sta sui piedi, a mezzanotte sta invece con i piedi sulla Terra ma con la testa in giù (rispetto al Sole), come un pipistrello dormiente che ogni giorno pende in giù senza saper nulla di questo.

44. Sorge la domanda: “Se questo non è un miracolo trascendentale, perciò divino, di cui l’uomo non ne sa nulla, cos’altro potete ancora chiamare ‘miracolo’?”

45. Chi dovrebbe, all’infuori di Dio, operare questo miracolo, che l’uomo corre ininterrottamente alla velocità del fulmine, e tuttavia non ne sa nulla, e giornalmente adempie ancora ogni funzione immaginabile nelle posizioni più straordinarie del corpo? Non deve Dio, che è l’elettricità e il magnetismo stesso, operare giornalmente questo miracolo, incomprensibile per i concetti umani, che l’uomo si muove ininterrottamente e rotea alla velocità del fulmine? Se non Lui, chi altrimenti?

 

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Cap. 7

 Il secondo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

E in Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, nostro Signore…”

 

7/1 - La fede in Cristo

1. Con questo articolo di fede, Io, per primo, sono chiamato l’unico Figlio di Dio generato, e per secondo, il Signore degli uomini.

2. Che questo Nome sia l’espressione suprema, si può conoscere dal fatto che si dice che Io sia un “Figlio unigenito di Dio”, poiché nascere, riguardo al contenuto, significa essere nell’Essenza interiore di Dio, quindi Dio stesso; perciò anche il secondo nome “nostro Signore”, in quanto ‘Signore’ oppure ‘Dio’, è di nuovo un nome, è il Nome di Colui che è il Sovrano e il Signore, perché altrimenti Egli non sarebbe Signore sugli uomini, dal momento che questi sono proprio figli di Dio, sui quali nessun altro è Signore, se non Dio soltanto.

3. Il nome Gesù in ebraico significa: Salvatore, Soccorritore, Redentore oppure Liberatore.

4. Io sono chiamato Salvatore, perché per mezzo Mio la salvezza è venuta attraverso la redenzione sulla croce per due motivi:

- I ) dal peccato originale e dai peccati dell’Antico Testamento;

- II ) perché sono diventato Uomo, per mezzo del Quale gli uomini, quali figli di Dio, sono stati riscattati dalla separazione da Me, dal Padre loro spirituale.

5. Anche Isaia lo scrive:

- «Egli è trafitto per i nostri peccati, è colpito a causa dei nostri misfatti. Il castigo per la nostra salvezza sta su di Lui, per le sue piaghe noi veniamo guariti» (Is. 53,5).

6. La Mia morte ebbe luogo per la redenzione dalle trasgressioni degli uomini nel Primo Patto. (vedi Ebr. 9,15; Rom. 3,25)[15]

7. Accanto al nome Gesù come Salvatore, sono anche chiamato ‘Cristo’, perché fui menzionato frequentemente dai profeti come ‘Unto’, cosa che in ebraico significa ‘Messia’ (ebraico = Maschiach), in greco invece ‘Cristo’, particolarmente chiaro in Daniele: «…fino all’Unto, (Gesù) al principe (proveniente dalla tribù di Giuda) sono sette settimane e sessantadue settimane» (Daniele 9:25).

 

 

7/2 - Gesù Cristo chiamato l’unigenito[16] Figlio di Dio

8. Come accennato prima, Io sono chiamato Figlio unigenito di Dio, e questo secondo la Mia anima, perché la Mia anima, quale Sapienza di Dio, è ingenita o contenuta nell’Amore divino, come la luce è contenuta nella fiamma.

9. Che Io sia l’unigenito Figlio di Dio, lo riferiscono i seguenti passi delle Scritture che l’evangelista Giovanni ha registrato:

- I ) «Nessuno ha mai visto Dio (nel Suo aspetto primordiale), che il Figlio unigenito, il Quale è nel grembo del Padre, e Lui ce Lo ha fatto conoscere» (Gv. 1,18).

- II ) «Dio ha tanto amato il mondo che ha dato il suo Figlio unigenito affinché ognuno che crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna. Infatti, Dio non ha mandato Suo Figlio nel mondo perché condanni il mondo, ma perché il mondo per mezzo di Lui venga salvato. Chi crede in Lui non sarà condannato; chi invece non crede è già condannato, perché non crede nel nome dell’unigenito Figlio di Dio» (Gv. 3,16-18).

- III ) «Se non Mi credete che Io sia nel Padre e il Padre sia in Me, allora credetelo per le stesse opere» (Gv. 14,11).

- IV ) «L’Amore di Dio verso di noi si è dimostrato in questo: nell’aver Dio, mandato Suo Figlio unigenito nel mondo, affinché potessimo vivere per mezzo di Lui» (1° Gv. 4,9).

 

 

7/3 - Gesù, Figlio di Dio

10. Questo nome, come gli accennati passi mettono in evidenza sull’unigenito Figlio, è l’espressione spirituale della Sapienza, ovvero della Teosofia divina o Parola di Dio (vedi “La Santa Trinità” cap.5), che Io ho esposto come Parola di Dio. Perciò Paolo disse ai Corinzi: «Cristo è la divina Sapienza» (1° Cor. 1,24).

11. L’incarnazione di Dio in Cristo, sotto il nome spirituale “Figlio di Dio”, è avvenuta per annunciare al tempo stabilito il vero Vangelo di Dio ai poveri.

12. Quanto a questo, è scritto in Isaia 61,1: «Lo Spirito del Signore è sopra di Me, perciò mi ha unto e mandato per annunciare il Vangelo ai poveri (chi ha fame di pane spirituale)».

13. Oltre a ciò, per liberarli dal peccato originale e dai derivanti peccati del Vecchio Testamento (Gen. cap.3; Ebr. 9,15; Rom. 3,25), mediante la redenzione sulla croce e, per mezzo di questa, riguadagnare la figliolanza di Dio, della quale sono stati privati a causa del peccato originale.

14. Infatti, in Cristo, Dio ha riconciliato il mondo con Se stesso, non imputando più agli uomini i loro peccati del Vecchio Testamento (2° Cor. 5,19).

15. Le prove che Io, Gesù, nel linguaggio spirituale equivalgo a ‘Figlio di Dio’, e nel Quale ogni cristiano deve credere se vuol raggiungere la vita eterna mediante la figliolanza di Dio, sono le seguenti:

- I ) Luca 1,26-35: «L’angelo Gabriel disse a Maria: “Ecco, tu concepirai nel tuo seno e darai alla luce un figlio che chiamerai Gesù; Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo”; […] e Maria disse all’angelo: “Come potrà avvenir questo? Io non conosco uomo”. E l’angelo rispose: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la Potenza dell’Altissimo ti coprirà con la Sua ombra, perciò il Santo che nascerà sarà chiamato Figlio di Dio”».

- II ) Matteo 17,5 e Luca 9,35: alla trasfigurazione sul monte Tabor, una nuvola luminosa li avvolse e dalla nube una voce disse: «Questi è il Mio figlio prediletto, nel quale Mi sono compiaciuto; ascoltateLo!». La scena al battesimo è un erroneo scambio, e la duplicazione dell’evento sul monte Tabor. Lasciatevi guidare secondo la descrizione dell’evangelista Giovanni 1,29-34, il quale riferisce la verità su ciò che accadde quella volta.

- III ) In Matteo 16,13-18 Io chiesi ai Miei discepoli: «Chi dite voi che Io sia?». Al che rispose Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente»; ed Io dissi: «Beato sei tu Simone, figlio di Giona; Io ti dico: su questa roccia voglio edificare la Mia comunità, e le porte dell’inferno non prevarranno».

- IV ) La roccia sulla quale edificherò la Mia comunità significa la ‘Verità’ del riconoscimento che Io sono il Figlio di Dio. Infatti, la parola spirituale ‘roccia’ significa verità, e perché Io, come Dio, sono la Verità (Gv. 14,6-11), perciò anche in considerazione della Verità divina.

- V ) Quindi, chi non riconosce Cristo come Figlio di Dio, in questi non c’è la verità, poiché questa è la prima cosa della fede: credere in Me, Gesù Cristo, quindi nella Mia origine come Sapienza divina.

- VI ) In Giovanni 1,34, Giovanni Battista vide al Mio battesimo nel Giordano l’annunciato segno divino, e perciò ha testimoniato che Io sono il Figlio di Dio.

- VII ) In Giovanni 1,50, quando espressi a Natanael la sua fermezza di carattere (notata nel colloquio sotto il fico), egli Mi riconobbe e disse: «Tu sei il figlio di Dio, sei il Re d’Israele!»

- VIII ) In Giovanni 6,69-70, Pietro Mi disse a nome dei dodici discepoli: «Signore, Tu hai parole di vita eterna, e noi crediamo e riconosciamo che sei il Cristo, il figlio del Dio vivente».

- IX ) In Matteo 26,63-64, Io stesso confessai dinanzi a Caifa di essere il Figlio di Dio (lo stesso in Mc. 14,61-62 e Lc. 22,70), al che i farisei beffeggianti Mi spinsero poi alla croce (Mt. 27,43).

- X ) In Matteo 14,33, quando andai camminando sull’acqua e salii sulla barca, il vento si placò e tutti quelli che erano presenti vennero a Cafarnao per prostrarsi dinanzi a Me dicendo: «Tu sei veramente il Figlio di Dio».

- XI ) In Atti 8,37, il camerlengo[17] della regina Kandace a Mohrenland, che voleva essere battezzato, disse a Filippo: «Credo che Gesù sia il Figlio di Dio».

- XII ) Negli Atti 9,20 si dice: «Dopo che Paolo fu convertito, subito si mise a predicare Gesù, dicendo che Egli è il Figlio di Dio».

- XIII ) Secondo Giovanni 5,25 Io dissi: «Verrà l’ora in cui i morti (nello spirito) udranno la voce del Figlio di Dio e coloro che l’avranno ascoltata (cioè l’accetteranno) vivranno».

- XIV ) In Giovanni 20,31 si dice: «Queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Messia (ovvero Cristo), il Figlio di Dio , e affinché, credendo, abbiate la vita nel Suo Nome».

- XV ) Inoltre, in 1° Giovanni 5,13 lui dice: «Vi scrivo queste cose affinché sappiate di avere la vita eterna, voi che credete nel Nome del Figlio di Dio».

- XVI) Anche in 1° Giovanni 5,20-21 viene detto: «Sappiamo che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l’intelligenza per conoscere il vero, e noi siamo nel vero, cioè nel Suo Figlio Gesù Cristo, che è il vero Dio e la vita eterna».

- XVII ) In 1° Giovanni 4,15 è scritto: «Chi ha riconosciuto che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora il lui e lui in Dio».

16. Oltre ai passi citati, Io sono chiamato Figlio di Dio anche altrove, il che è indicato in queste note:  Mt. 8,29 / 27,40-43; Mc. 1,1 / 3,11; Lc. 8,28; Gv. 9,35 / 10,36 / 11,4,27 / 19,7; Rom. 1,4; 2° Cor.1,19; Gal. 2,20; Efes. 4,13; Ebr. 4,14 / 6,6 / 7,3 / 10,29; 1° Gv. 3,8 / 5,10; Ap. 2,18. In molti altri passi della Sacra Scrittura sono chiamato ‘Figlio di Jehova’, in altri passi Io stesso chiamo Jehova come Padre Mio, cioè l’Amore divino, perché Io non sono Figlio di Jehova, bensì sono la Sapienza di Jehova o Anima del Padre, il che è chiaramente dimostrato nei libri n. 37 e 71[18]. Del Padre e del Figlio viene menzionano anche nei seguenti passi:

– I ) Giovanni 5,19-27: «Qualunque cosa faccia il Padre, fa il Figlio; come il Padre risuscita i morti e li fa vivere, così pure il Figlio fa vivere quelli che vuole; come il Padre ha la vita in Se stesso, così ha dato anche al Figlio di avere la vita in Se stesso, affinché tutti onorino il Figlio, come onorano il Padre». Il Figlio molto spesso è menzionato anche altrove, così come anche in Davide:

- II ) Salmo 2,7 e 12: «Voglio darvi il decreto del Signore: Egli mi disse: “Figlio Mio sei tu, oggi ti ho generato». - «Baciate il figlio, affinché non si adiri e non smarriate la via; perché la sua ira (cioè lo ‘zelo’) presto s’accenderà: beato ognuno che a Lui si affiderà”».

 

 

7/4 - Gesù, Figlio di Davide

17. Io sono chiamato figlio di Davide perché attraverso i profeti Natan (2° Sam. 7,12) e Isaia (Is. 7,14; 9,5; 11,1) fui annunciato in anticipo come un figlio dal seme di Davide, e perché Maria, la madre del Mio corpo di carne (Lc. 1,26-56) era una discendente dalla tribù della casa di Davide.

18. Perciò Io, Gesù, ero un rappresentante spirituale della casa di Davide e i Miei seguaci di fede sono il popolo del Mio regno spirituale di Davide che esisterà eternamente (2° Sam. 7,12-13-16; Is. 9,6; Dan. 7,13-14; Michea 4,7).

 

 

7/5 - Gesù, Figlio dell’uomo

19. Secondo il corpo di carne, ero di fatto, Figlio dell’uomo, perché discendente dalla tribù e dal seme di Davide

20. D’altronde spiritualmente Figlio dell’uomo vuol dire profeta, quale annunciatore della Parola divina, perché Dio è l’Uomo primordiale di tutti gli uomini secondo la Sua figura; in senso spirituale i Suoi figli si chiamano ‘Uomini’; secondo la rispondenza del linguaggio spirituale-celeste, ‘figlio’ significa parola (si confronti Gv. 1,1-14; Mt. 28,19; 1° Gv. 5,7) e questa è la Sapienza di Dio (1° Cor. 1,24).

21. L’uomo come figura spirituale pensante, in lingua tedesca originaria si chiama: Man-isk-ku(s) che significa ‘essenza ‒ finale – pensante’ = ‘pensatore’. – In slavo (meglio di tutti, derivato dal russo): celovek (tschelowek) = ‘parlatore, oratore’.

 

 

7/6 - L’Uomo-Gesù è Dio

22. Io porto questo Nome secondo la Mia provenienza come Dio e secondo la Mia incarnazione proveniente da Dio.

23. Riguardo a questo, il profeta Isaia al cap. 9,5 scrive: «Un figlio ci è nato e il suo nome (secondo il Suo Spirito divino) è Dio, Padre dell’eternità e (secondo la Sua Anima, che consiste della Sapienza di Dio) Consigliere (del Padre Dio dell’eternità)».

24. Io, Gesù, come Uomo ero il corpo di Dio secondo l’involucro carnale.

 

 

7/7 - La fede in Dio come Persona visibile

25. Prima dell’incarnazione in Cristo, Dio era invisibile per tutte le creature nel Suo assoluto stato spirituale. In Mosè si dice espressamente: «Nessuno può vedere Dio e vivere, perché Egli è un fuoco consumante. Questo fuoco è l’Amore divino che, nello stato materiale, è il più vivente e quindi è un fuoco divorante (Es. 33,20; Dt. 4,24)». Nello stato spirituale, come nell’etereo, è nondimeno lo Spirito d’amore più fine e sensibile per l’anima, ma non può essere percepito dagli uomini nel corpo di carne senza il permesso di Dio. Quanto più beato è l’uomo nello spirito, tanto maggiori sono i godimenti nella condizione celestiale.

26. Nel Vecchio Testamento, la fede in Jehova era fondata solo sull’angelo sostituto, attraverso il quale parlava lo Spirito di Jehova. Nel Nuovo Testamento, Jehova, nel corpo di Cristo, è diventato per voi un Dio visibile.

27. La fede in un Dio visibile, in Cristo, che è Uomo e Dio allo stesso tempo, ha una benefica beatitudine per l’intelletto umano, perché corrisponde al vostro concetto di un Dio che è Padre vostro perché è presentato in modo naturale. Lo spirituale puro entra certamente negli uomini, ma non viene accolto come qualcosa di stabile, bensì è come un etere sfuggente che non stimola, perché non se ne accorge. Ma se lo spirituale viene accolto nel naturale e diventa una salda realtà di fede, allora lo spirituale con il materiale diventa una faccenda di convinzione e quindi di vera fede. Invece la fede in un Dio invisibile era in realtà una fede cieca, perché il sentimento umano non riesce a vedere il suo Dio, e la Luce di questa fede, per il fatto che non è una spiritualità naturale, non è un’autentica Luce.

 

 

7/8 - L’unica fede che rende beati è quella che Io sono Gesù Cristo, vostro Dio e Redentore

28. (Schumi riporta un insegnamento di Swedenborg)[19]: «L’unica fede che rende beati, per mezzo della quale l’uomo perviene alla più alta perfezione spirituale e giunge al concetto di Dio, Padre suo, è che voi crediate che Gesù Cristo è l’incarnazione di Dio Jehova Zebaoth, perché questo inequivocabile proviene dalle profezie dei profeti. In primo luogo perché tutte le profezie che Jehova diede sui futuri destini dei paesi di Babilonia, Fenicia, Egitto e Palestina sono andati tutti in adempimento alla lettera; in secondo luogo perché Lo stesso Jehova diede quelle profezie su Se stesso, le quali nella vita di Gesù Cristo andarono letteralmente in adempimento (testimone il Vecchio e il Nuovo Testamento); in terzo luogo, perché tutte le Sacre Scritture hanno spiritualmente solo Dio come soggetto nel governo della Sua casa sulla stirpe umana».

*

29. La beatitudine degli uomini dipende dalla fede in un Dio. Tutti gli uomini timorati diventano beati, sia che credano oppure no in un Cristo, ma diversamente, coloro che non credono in Me, in Cristo che è Dio, questi possono ben venire in condizioni di beatitudine, ma non possono mai giungere a Dio come Padre loro, essendo nella condizione di come erano i patriarchi e i profeti prima della redenzione sulla croce, da considerarsi per loro come limbo, perché i loro desideri non possono andare in adempimento per giungere al Padre loro.

30. Quelli che invece credono in Me, in Cristo come Dio, e conducono la loro vita secondo i comandamenti divini, a questi è riservato di diventare figli di Dio e di essere elevati al rango beatifico dell’Amore celeste, dove contempleranno Dio nella figura di Gesù Cristo e godranno di una inconcepibile beatitudine; mentre coloro che considerano Me, Cristo, solo come Uomo, sono come i domestici nella casa del Padre eternamente assente, perché per loro, Dio resta invisibile. Anche la loro felicità è incomparabilmente di grado inferiore, perché questi sono nella Sapienza, mentre i figli di Dio sono nell’Amore di Dio. Perciò insegnai Io stesso, e in seguito lo insegnarono gli apostoli, che si deve credere in Me se si vuol diventar beati nel senso dei figli come eredi di Dio, come espongono le seguenti prove:

- I ) Giovanni 3,15-16: «Giovanni ha testimoniato su di Me ciò che Io dissi con le seguenti parole: “La Mia sofferenza e morte accadrà affinché chiunque crede nel Figlio abbia la vita eterna; poiché Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio Suo unigenito, affinché chi crede in Lui non perisca, ma abbia la vita eterna”».

- II ) Giovanni 3,18: «E proseguì: “Chi crede nel Figlio non sarà giudicato, ma chi non crede sarà giudicato perché non crede nel Nome dell’unigenito Figlio di Dio”».

- III ) Giovanni 3,36 dice: «Chi crede nel Figlio ha la vita eterna (dei figli di Dio), chi invece non crede nel Figlio non vedrà la vita (cioè Gesù Cristo), bensì su di lui rimarrà l’ira di Dio (cioè la separazione dalla figliolanza)».

- IV ) Giovanni 6,28-29: «Essi Gli domandarono: “Che dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?”. Ed Io risposi loro: “Questa è l’opera di Dio: che voi crediate in Colui che il Padre ha mandato” (e viviate e operiate secondo il Suo insegnamento!)».

- V ) Giovanni 6,35: «Dissi ai giudei: “Io sono il pane della vita, chi viene a Me non avrà più fame e chi crede in Me non avrà più sete”».

- VI ) Giovanni 6,40: «Ancora dissi: “Questa è la volontà del Padre che Mi ha mandato, che chiunque conosce il figlio e crede in Lui abbia la vita eterna, ed Io lo risusciterò nell’ultimo giorno”».

- VII ) Giovanni 6,47-48: «In verità, in verità vi dico: chi crede in Me avrà la vita eterna, perché Io sono il Pane della vita (ovvero l’insegnamento spirituale, secondo il cui adempimento si viene a Me, al Padre suo, come “la vita eterna”)».

- VIII ) Giovanni 7,37-38: «Io esclamai e dissi: “Chi ha sete venga a Me e beva dalla sorgente del divino Amore; poiché chiunque crede in Me, dal suo corpo, come dice la Scrittura, scaturiranno fiumi d’acqua viva” (che sono le opere d’amore per il prossimo)».

- IX ) Giovanni 8.24: «Io dissi: “Se non credete che Io sia Jehova, il promesso Messia (Is. 9,5; Malachia 3,1-23; Michea 5,1), morirete nei vostri peccati».

- X ) Giovanni 11,25-26: «Dissi di Me stesso: “Io sono la resurrezione e la vita, chi crede in me, non morirà in eterno”».

- XI ) Giovanni 12,36: «Quando entrai in Gerusalemme, dissi agli ebrei nel Tempio: “Finché avete la luce, credete nella luce, affinché siate figli della luce”».

- XII ) Giovanni 16,8-9: «All’ultima cena dissi: “Quando verrà l’assistente (il consolatore), lo Spirito della verità, convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio; quanto al peccato, perché non credono in Me”».

- XIII ) Giovanni 20,31 scrisse: «Queste cose sono state scritte affinché crediate che Gesù è il Figlio di Dio, e credendo abbiate la vita nel Suo Nome».

31. Coloro che credono che sola la fede in Cristo sia beatificante senza le opere dell’amore per il prossimo, il che ovviamente è un’errata interpretazione del frainteso insegnamento biblico, trovano nel supplemento del libro di “Il dr. Martin Lutero nell’aldilà” l’esauriente chiarimento relativo a ciò, come anche nel libro: “Cristo e la Bibbia”.

 

 

7/9. La forza della fede

32. La fede in Me, Cristo, e da ciò l’osservanza del Mio insegnamento, è la forza fondamentale della vita spirituale. Questa è la fede con la quale si ottiene tutto, e in certe occasioni si ottengono perfino guarigioni miracolose. Perciò Io dissi:

- Giovanni 15,4-5: «Rimanete in Me ed Io in voi, perché senza di Me non potete far nulla».

33. La fede in Dio e in ciò che Egli ha comandato e insegnato, è propriamente il credere in tutto ciò che viene da Dio, poiché ciò che viene da Dio è divino, quindi è uguale a Dio, perché in Dio c’è solo del divino. Padre e Figlio, ovvero Amore e Sapienza, sono il loro effetto, e quindi la vera fede è in ciò che viene da Dio, e quindi è di nuovo Dio stesso, perché la fede è data e reclamata da Dio. Essa è una forza che viene da Dio ed è radicata in Dio, e questa forza è lo Spirito Santo in Dio, il che è la manifestazione esteriore della Divinità. Perciò chi ha una salda fede, ha in sé la forza di Dio ed è abilitato a compiere miracoli.

34. Perciò si dice in Marco 9,23: «Tutte le cose sono possibili a colui che crede (e quindi nulla è impossibile a colui che crede senza dubbio alcuno)». E su questo si basa anche la forza della grazia della rinascita dello spirito, di cui il libro “La Santa Trinità” fornisce ulteriori dettagli.

 

 

7/10 - La fede è l’eterna Verità nella Parola di Dio

35. La vera fede è la fede nella Parola di Dio; la Parola di Dio è di nuovo l’eterna Verità, perciò chi ha l’autentica fede, ha Dio il Padre suo Gesù, l’eterna Verità in sé, e con questa è protetto dagli attacchi dell’inferno. – Per questo motivo ognuno deve credere a ciò che viene offerto e insegnato qui, se vuole che Cristo viva e operi in lui. Poiché solo per questa fede, Io, Gesù, chiamai Pietro “una roccia”, ovvero la Verità su cui edifico la Mia Chiesa.

 

 

7/11 - La fede degli apostoli in Cristo

36. Che la fede degli apostoli si basi solo sulla Mia Persona come Dio Padre (Gv. 10,30 / 12,45 / 14,9; Is. 9,5) e Figlio, risulta chiaro dalle loro lettere, specialmente da quelle di Paolo il quale dice:

- I ) Galati 2,20: «Io vivo (di certo ancora nella carne), ma non io (secondo i desideri della carne), ma Cristo vive in me (secondo il Suo Spirito divino); per quello che ora vivo nella carne, vivo nella fede, che è nel Figlio di Dio».

- II ) Atti 20,21: Paolo ammonisce ebrei e greci alla penitenza verso Dio e alla fede nel Signore Gesù Cristo.

- III ) Atti 16,30-31: «Il carceriere che portò fuori Paolo domandò: “Cosa devo fare per essere salvato?”. E Paolo rispose: “Credi nel Signore Gesù Cristo, e (se adempierai i Suoi insegnamenti e comandamenti) sarai salvato insieme alla tua casa”».

- IV ) 1° Giovanni 5,12-13: «Chi ha il Figlio ha la vita, chi invece non ha il Figlio di Dio non ha la vita; vi scrivo queste cose affinché sappiate che voi che credete nel nome del Figlio di Dio, avrete la vita eterna».

- V ) Galati 2,15-16: «Noi che siamo giudei per nascita, e non peccatori provenienti dai gentili, sapendo che l’uomo non è giustificato mediante le opere della legge ma soltanto dalla fede in Gesù Cristo, così anche noi abbiamo creduto in Lui».

- VI ) Romani 3,22-26: «La giustizia di Dio viene per mezzo della fede (adempiuta attraverso le opere, come Paolo e Giacomo insegnano in altri passi della Bibbia)».

- VII ) Filippesi 3,9: «Paolo disse: “Egli ha la giustizia che deriva dalla fede in Cristo, la giustizia che, attraverso la fede (attiva), è concessa da Dio”».

- VIII ) Apocalisse 14,12: «Qui sono i santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù Cristo».

- IX ) 2° Timoteo 3,15: «Mediante la fede, che è in Gesù Cristo».

- X ) Galati 5,6: «In Gesù Cristo vale solo la fede che è attiva attraverso l’amore».

37. Che solo questa fede sia quella giusta, si confronti il supplemento a Martin Lutero; mentre i protestanti preferiscono attenersi all’interpretazione malintesa della Scrittura in ‘Romani’ 3,28[20], perché essi con questo (errore di Paolo), credono di essere esonerati da ogni attività nelle opere d’amore per il prossimo.

38. Che la sola vera fede sia una fede della verità, se è attiva tramite l’amore, viene dimostrato attraverso le sette virtù sotto amore, misericordia e amore per il prossimo (nel ‘Libro delle preghiere’). Anche la conduzione del dr. Martin Lutero nell’aldilà testimonia che la vera religione è solo quella che si manifesta nell’amore per Dio e per il prossimo.

 

 

7/12 - La roccia della fede è la verità in “Dio-Roccia”

39. La fede in un Dio è quella in cui l’uomo crede che Gesù sia questo Dio, questa fede è una roccia della vita eterna, che è la ‘Verità’ divina nella sua massima forza dell’Amore divino, perciò Jehova viene chiamato ‘Roccia’ dai profeti e dagli apostoli, come mostrano le seguenti prove:

- I ) Deut. 32,3-4: «Voglio lodare il nome del Signore, voglio dare l’onore solo al nostro Dio! – Egli è una Roccia, perfette sono le opere Sue; poiché tutto ciò che fa è giusto».

- II ) Deut. 32,15: «Ma poiché Jesurun[21] s’è ingrassato ed ha recalcitrato ... ed ha abbandonato il Dio che l’ha creato. Ha disprezzato la Roccia della sua salvezza».

- III ) Deut. 32,18: «Hai abbandonato la Roccia che ti ha generato, hai dimenticato il Dio che ti ha creato».

- IV ) Deut. 32,30: «In che modo uno solo può inseguirne mille, e due metterne in fuga diecimila, se la loro Roccia non li avesse venduti e se il Signore non li avesse abbandonati (al nemico)?»

- V ) Deut. 32,37: «E si dirà: “Dove sono i loro dèi (cioè le guide), la Roccia in cui cercavan rifugio?”»

- VI ) 2° Samuele 22,2: «Davide disse: “Signore, mia Roccia, mia Fortezza e mio Liberatore”».

- VII ) Salmo 18,3: «Signore, mia Roccia, mia Fortezza, mio Liberatore, mio Dio, mia Rocca in cui mi rifugio, mio Scudo e Corno della mia salvezza e mio Ricovero».

- VIII ) Salmo 31,3-4: «Signore sii per me una potente Roccia e una Fortezza per aiutarmi, perché tu sei la mia Roccia e la mia Fortezza, per amor del Tuo Nome accompagnami e guidami!»

- IX ) Salmo 42,10: «Io dico a Dio “O mia Roccia, perché mi hai dimenticato? Perché, mesto, devo camminare sotto l’oppressione del mio nemico?”»

- X ) Salmo 62,8: «In Dio la mia salvezza e il mio onore, Egli è la Roccia della mia forza, la mia fiducia è in Dio».

- XI ) Salmo 71,3: «Sii per me un potente Baluardo, in cui posso sempre rifugiarmi, hai promesso di aiutarmi, perché sei la mia Roccia e la mia Fortezza».

- XII ) Salmo 27,5: «Il Signore mi nasconderà nel Suo rifugio nel giorno della sventura, mi proteggerà all’ombra del Suo padiglione e mi solleverà in alto sulle rocce».

- XIII ) Salmo 40,3: «Il Signore mi ha tratto dalla fossa della perdizione e dal pantano, ed ha posto i miei piedi sulla roccia, assicurando così i miei passi».

- XIV ) Salmo 61,3: «Dai confini della Terra Ti chiamo nell’afflizione del mio cuore. Conducimi Tu su un’alta roccia».

- XV ) Isaia 17,10: «Perché ti sei dimenticato di Dio, della tua salvezza, e non hai pensato alla Roccia della tua forza. Perciò pianti piantagioni gradevoli e innesti piante straniere».

- XVI ) Isaia 26,4: «Confidate nel Signore in eterno; poiché Jehova è un’eterna Roccia».

- XVII ) Matteo 16,15-18: «Chiesi ai Miei discepoli cosa pensavano chi Io fossi, e rispose Simone: “Tu sei Cristo, il figlio del Dio vivente”. A questo risposi Io e gli dissi: “Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché non la carne né il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre Mio nel Cielo. Ed Io ti dico anche: tu sei Pietro (o roccia) e su questa pietra edificherò la Mia Chiesa (meam ecclesiam), e le porte dell’inferno mai prevarranno contro di essa”».

40. La Verità nel linguaggio spirituale è chiamata ‘Roccia’, e che sotto di essa sia inteso Dio lo scorgete dal discorso che ho espresso all’ultima cena, in cui compare il versetto:

- «Io (Gesù, attraverso i Miei comandamenti, insegnamenti e modo di vivere) sono la via per la vita eterna, perché sono la Verità (Me stesso, ovvero Dio) e (perciò Io stesso) la Vita eterna».

41. Perciò il profeta Isaia (Is. 8,14) scrisse su di me:

- «Ecco, Io poso in Sion una pietra d’inciampo e una pietra d’intoppo, ma chi crede in Lui (la pietra d’intoppo per gli scellerati) non deve essere oltraggiato».

42. Poiché Pietro attraverso di Me, come Amore nel suo cuore, apprese la verità sulla Mia provenienza, così Io ero la Roccia o la Verità nella quale credeva, e perciò Pietro fu solo portatore della Verità, ma non la Verità stessa, bensì una roccia di vera fede, un testimone del Mio Io, dell’eterna Verità (Dan. 4,34). Perciò a quel tempo Io dissi che avrei costruito la Mia comunità di fede su questa Roccia, quale eterna Verità; ma non su Pietro che, nel cortile di Caifa, Mi negò tre volte di seguito, e in Antiochia per la quarta volta non fu sincero (Gal. 2,14). Non era quindi su lui stesso che avrei costruito la Mia comunità di fede della Verità, bensì su Me stesso!

 

 

7/13 - Appellativo di Gesù “Signore”

43. Spesso nel Nuovo Testamento sono chiamato “Signore”. Il significato di questa espressione era un titolo elevato ai Miei tempi, titolo che si dava a Dio e al re oppure ad un personaggio di alto rango.

44. Perciò accadde che quando Maria andò in visita da Elisabetta, questa le diede il benvenuto con le seguenti parole: «Da dove mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?» (Lc. 1,43)

 

 

7/14 - Gesù, la “Luce del mondo”

45. Io dissi: «Io sono la Luce del mondo». Questo detto vuol dire che Gesù ‒ poiché l’Amore e la Sapienza erano uniti in una sola Persona ‒ nel senso divino ha ragione quando dice: “Io sono la Luce della fiamma dell’Amore divino che attraverso la Sua Sapienza è la Luce che illumina il mondo delle tenebre, e conduce alla conoscenza della Verità”.

 

 

7/15 - Gesù Cristo è il Primogenito di tutta la Creazione

46. Questa espressione che Io, Gesù Cristo, sono il primogenito di tutta la Creazione, vuol significare che, come Uomo, sono il primo di tutti i figli di Dio, e che ero lì già prima come Sua Sapienza, quando Dio intraprese la creazione del mondo.

47. Gli uomini, quali figli di Dio, consistono di amore, sapienza e forza. Tuttavia, questo è da comprendere così: dal momento che in Dio, Padre loro, c’è l’Amore per la Creazione, la Sapienza per l’ideare e la potenza per l’eseguire, allora queste caratteristiche di Dio Padre sono innate anche nei Suoi figli.

 

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Cap. 8

Il terzo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“…concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria vergine”

 

8/1 - Nascita e storia della vita di Gesù

1. Sebbene di solito fossi chiamato Figlio di Dio, tuttavia non ho mai avuto un Padre, poiché il Padre era il Mio Amore nel cuore, e Suo Figlio era la Sapienza del Mio Amore nella testa dell’Anima del Padre, poiché Io, come Figlio del Padre, ero la Sua Sapienza e, allo stesso tempo, la Sua Anima era in Uno, come lo sono e lo sarò in eterno.

2. Il Mio concepimento carnale in Maria avvenne mediante lo Spirito Santo. Questo deve essere inteso come segue: poiché lo Spirito Santo proviene dal Padre e dal Figlio, perciò l’Amore e la Sapienza in Dio erano in ‘Questo’ una cosa sola, poiché nel corpo di Maria fu formato l’involucro materiale, ovvero il corpo di Jehova, così la Parola divenne azione, cominciando la Parola a operare, per cui il Mio corpo materiale terreno si formò come fu scritto dagli evangelisti: «Ciò che in lei (in Maria) sarà generato, proviene dallo Spirito Santo (Mt. 1,20; Lc. 1,35)».

3. Se volete sapere esattamente se Maria è stata Mia madre oppure no, allora vi voglio chiarire a fondo la questione: – ciò che l’uomo non fa dalla propria messa in opera, non ne è il generatore; se ciò accade attraverso un forza estranea, allora non può dire che lo ha generato lui; Madre (dal tedesco antico matar, moutar, mueter e infine contorta in Mutter) significa tuttavia genitrice, e lei non lo era, poiché non ha avuto un uomo, bensì è stata solo uno strumento nella Mia mano, il cui strumento però non è stato il mastro o fabbricante, di conseguenza Maria, a rigor di termini, è stata solo la partoriente del Mio corpo di carne, ma non madre, ancor meno, madre di Dio.

4. Nel futuro regno dell’Amore non si verificherà nessuna procreazione carnale[22], e nondimeno nessuna donna potrà concepire senza uomo. Questa Mia chiarificazione dovrà illuminarvi, affinché afferriate la verità e non consideriate Maria madre di Dio secondo i canoni umani, e la collochiate più in alto di quanto corrisponda alla verità.

5. Maria proveniva dal seme di Davide ed era una delle sette vergini che vivevano nel mondo provenienti dalla casa reale di Davide (Storia della giovinezza di Gesù”; Luca. 1,31-33 e 37; 2,4).

6. Dopo che Maria dal Mio Amore divino fu destinata ad essere partoriente terrena, inviai il patriarca Jared, l’arcangelo Gabriel, e le feci annunciare che era stata scelta da Me per diventare la partoriente del Messia, affinché divenisse gravida e partorisse un figlio che avrebbe dovuto chiamare Gesù (Lc. 1,28-35).

7. Maria si spaventò e disse all’angelo: «Come accadrà questo, dal momento che non conosco uomo?» Su questo, l’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la Potenza dell’Altissimo ti adombrerà, perciò il Santo che deve nascere da te sarà chiamato Figlio di Dio» (Lc. 1,30-35).

8. L’angelo disse: “…la Potenza dell’Altissimo ti adombrerà”. L’Altissimo è Dio, quindi era questa la Potenza divina che qui viene chiamata Spirito Santo. L’apostolo Paolo dice anche che Io, Gesù Cristo, sono la Potenza divina (1° Cor. 1,24), quindi Io ero Gesù stesso, Colui che formai in Maria per avere il Mio corpo umano, perché altrimenti nessuno all’infuori della Potenza o dell’Onnipotenza divina può compiere questo, e poiché questo viene chiamato lo Spirito Santo che proviene dal Padre e dal Figlio, è quindi evidente che non ero né il Figlio di Dio né di Maria, perché Io stesso ho generato il Mio corpo e questo attraverso la Mia forza di Volontà in Dio, quindi con la stessa Potenza con la quale sono stati creati e ancora vengono creati gli innumerevoli mondi come soli, pianeti e stelle, e altrettanto gli angeli, gli spiriti e gli uomini.

9. Perciò non dovete definire Maria come madre di Dio, perché con questo termine la rendete sposa di Dio, del Padre, e quindi la vedete in questo alto rango divino come dea, come la moglie di un re che è chiamata ‘regina’, e questa è una grossa eresia che ha inventato la Chiesa romana.

10. Maria, per vero, viene chiamata la madre del Mio corpo, ma essa non era nemmeno questa, ma solo la sua partoriente. Se lo comprendete correttamente, allora afferrerete giustamente il Mio chiarimento nel libro ‘Cristo e la Bibbia’ e nel ‘Libro delle preghiere’.

11 Quindi Giuseppe era il marito di Maria, non Mio padre, come lo riteneva invece l’allora popolo ignorante, che non conosceva le Mie origini[23], bensì solo il padre Mio adottivo da Me designato, e perciò designato dal Tempio come marito di Maria, affinché fosse considerato il padre del Fanciullo, altrimenti Maria sarebbe stata lapidata.

12. La Mia nascita avvenne il 7 gennaio tra mezzanotte e mezzanotte e dieci minuti[24] secondo l’ora di Betlemme, in una grotta a 15 minuti fuori della stessa città, che i pastori del luogo non usavano come stalla per pecore o bestiame, bensì come luogo di riparo dal grande caldo per ristorarsi all’ombra fresca.

13. Questa grotta esiste ancora, ma fu sbarrata esternamente da un terremoto che ebbe luogo nell’anno 804, così che oggigiorno nessuno più ne conosce l’esistenza. Con l’inizio del manifestarsi del nuovo regno dell’Amore[25], la ripristinerò di nuovo a come era un giorno, perché allora regnerà la verità!

14. Quindi la Mia nascita fu preannunciata:

- I ) nel 4151 dopo Adamo il 17 dicembre attraverso una stella ai tre saggi astronomi della Persia (Mt. 2,2).

- II ) attraverso un angelo il 7 gennaio di buon’ora di notte ai pastori (Lc. 2,9).

- III ) attraverso Simeone e Hanna il 15 gennaio nel Tempio di Gerusalemme al Popolo (Lc. 2,25-38).

- IV ) attraverso i saggi della Persia il 16 gennaio al re Erode e agli scribi in Gerusalemme (Mt. 2,2 e 4-5).

15. Dopo l’annuncio della Mia nascita, accadde quanto segue:

- I ) i pastori si affrettarono e vennero a vedere e adorare il Messia appena nato (Lc. 2,9-20).

- II ) il 15 gennaio (anno 4152) che è l’ottavo giorno dopo la Mia nascita, fui circonciso secondo le prescrizioni del Vecchio Testamento, fui chiamato Gesù, e allo stesso tempo, Maria fu purificata e introdotta nel Tempio (Lc. 2,21-24).

- III ) il 17 gennaio di buon’ora vennero i tre saggi dalla Persia con la loro carovana davanti alla grotta, adorarono il Bambino e Gli offrirono, secondo l’usanza orientale, in dono come ad un re: oro, incenso e mirra (Mt. 2,11).

- IV ) il 19 gennaio, a causa della crudeltà di Erode che voleva ucciderMi, con i Miei genitori adottivi Maria, Giuseppe e i suoi cinque figli avuti dal primo matrimonio: Gioele, Joses, Simeone, Giuda e Giacomo fuggii a Ostracine[26] in Egitto (Mt. 2,13).

- V ) un’ora dopo la Mia fuga da Betlemme vennero gli sgherri di Erode e trucidarono tutti i bambini fino a due anni in Betlemme e nei suoi dintorni, perché Erode credeva in tal modo di colpire Me, il nuovo Re dei giudei (Mt. 2,16).

- VI ) dopo una permanenza di quasi tre anni, ritornai a Nazareth dall’Egitto il 13 novembre, dopo la morte di Erode, con la famiglia di Giuseppe, e in quel luogo sono stato allevato (Mt. 2,19-23).

 

 

8/2 - Dodicesimo anno di Gesù

16. Ciò che si sa di meraviglioso della Mia giovinezza, è quanto segue:

- I ) Che quando avevo dodici anni (anno 4164) venni a Gerusalemme per la prima volta con i miei genitori adottivi per la festa pasquale.

- II ) Che rimasi indietro a Gerusalemme; dopo tre giorni fui trovato nel Tempio dai genitori adottivi, dove Io stesso andavo tra gli scribi, parlavo con loro sulla venuta del Messia, poi Mi annunciai come Messia e vessavo talmente gli scribi che tutti si meravigliarono sommamente di Me (Lc. 2,41-50).

- III ) Che ritornai a Nazareth e rimasi lì.

- IV ) Che sono stato subordinato ai Miei genitori adottivi.

- V ) Che sono cresciuto in età e sapienza, amore e reputazione nella casa di Giuseppe così come in circoli ben noti (Lc. 2,51-52).

 

 

8/3 - Negli anni di insegnamento 30-33

17. Ciò che si sa di meraviglioso di Me prima di assumere il Mio compito di insegnante è questo:

18. A trent’anni, il 21 aprile andai nel deserto Bethabara alle rive del fiume Giordano e digiunai per 40 giorni fino al primo giugno. Qui fui tormentato dalla fame, e quindi per tre volte fui tentato dal Satan[27] della carne, che è il desiderabile nel corpo, cosa che però superai con fermezza, dove poi fui servito dagli angeli della Mia stessa forza vitale e umile virtù.

19. Il primo giugno Mi lasciai immergere (battezzare) da Giovanni nel fiume Giordano fino alla testa. (tedesco primitivo túpa, cioè immersione, che divenne ‘battesimo’ dal tedesco antico)

20. Lo Spirito Santo di Dio venne come una ‘nuvola bianca’, simile alla figura di una colomba, visibile in alto su di Me e si fermò sopra di Me, dal momento che Io stesso ero Dio, diedi come segno di riconoscimento che ero il Messia, che quale Spirito di Dio nell’Uomo, Giovanni aveva precedentemente indicato, tramite la parola profetica interiore[28], che Colui sul Quale avrebbe visto venire e trattenersi questo segno, sarebbe stato il Messia.

21. Il 2 giugno, Giovanni Mi vide camminare sulle rive del fiume Giordano e là disse ai suoi ascoltatori che Io ero l’Agnello di Dio che avrebbe preso su di Sé i peccati del mondo (Gv. 1,29-36; - parola del Padre).

22. Il 2 giugno al Mio trentesimo anno cominciai il Mio ministero (Parola del Padre: Lc. 3,23; Gv. 1,35-40).

23. Dopo aver iniziato il Mio ministero, quanto segue è da notare come le cose più importanti:

- I ) Dal 2 giugno fino al 15 agosto accolsi i discepoli, dai quali in seguito scelsi i dodici apostoli[29] (Gv.1,37-45; Lc. 5,1-13; Mt. 10,1-4).

- II ) Ho viaggiato da un posto all’altro nella Palestina, la Mia patria, e nei paesi limitrofi (Grande Vangelo di Giovanni 10 volumi).

- III ) Ho predicato il Vangelo del Regno di Dio attraverso la penitenza della vita, ho rivelato le verità sui misteri divini in cui si deve credere, ed ho insegnato le virtù dell’amore per Dio e per il prossimo (Mt 22,37-40), l’umiltà (Sermone del monte: Mt. cap. 5,6,7 e Grande Vangelo di Giovanni 10 volumi), la misericordia, la pazienza, la purezza del cuore e la riconciliazione dell’amore fraterno.

- IV ) Ho rimproverato l’incredulità e detestato i vizi del popolo; ho contestato gli errori di fede dei giudei, degli scribi e dei farisei.

- V ) Ho consolidato i Miei insegnamenti e le testimonianze delle Sacre Scritture attraverso miracoli ed esempi tratti dalla Mia stessa vita.

- VI ) Ho esercitato benedizioni ovunque, specialmente attraverso la guarigione dei malati.

- VII ) Ho profetizzavo eventi futuri.

24. In considerazione di questi fatti si potrebbe pensare che l’intero popolo credesse in Me, ma non era così. Molti credevano in Me, ma i sommi sacerdoti, gli scribi e i farisei non credevano, bensì Mi odiavano e cercavano di catturarMi con ogni specie di domande ingannevoli, per consegnarMi al tribunale e ucciderMi, poiché il Mio insegnamento non era adeguato a loro, bensì li illuminava su come erano fatti.

 

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Cap. 9

Il quarto articolo di fede nel Credo apostolico recita:

«…patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto…»

 

1. Quando il Mio tempo d’insegnamento finì, c’era ancora l’ultima cosa da fare, vale a dire sopportare la sofferenza annunciata attraverso i profeti, per suggellare la Mia missione come Redentore dal peccato originale (Eb. 9,15).

2. I Miei accusatori erano i sommi sacerdoti, gli scribi e gli anziani del popolo. E così ho sofferto sotto Ponzio Pilato, il procuratore dell’imperatore romano Tiberio (Mt. 26 e 27; Mc. 14 e 15; Lc. 22 e 23; Gv.18 e 19).

3. Tuttavia sono stato citato in giudizio per puro odio e invidia, col pretesto di essere un sacrilego, un profanatore del Sabato, un istigatore e sobillatore del popolo contro l’imperatore e contro il Tempio.

4. Sull’accusa del sommo Consiglio del Tempio, Ponzio Pilato sollevò l’obiezione che Io non appartenevo alla sua giurisdizione, quindi secondo il diritto romano non poteva trovare nulla di illegale in Me, per giunta subentrò il sogno di sua moglie Tullia Innocenzia, alla quale teneva molto, e Mi voleva mettere in libertà. Fece la prova con Barabba, il predatore assassino, per salvarMi, ma non funzionò, e nemmeno la terribile flagellazione con la quale rimasi livido dai colpi inferti e dalle ferite, col corpo dilaniato e sommerso dal sangue; pensando con ciò di poter quietare la bestiale sete di sangue di quelle tigri furiose in forma umana, che pretesero subito con impeto la Mia crocifissione, e alla fine minacciarono Pilato che, se non mi avesse lasciato crocifiggere, lo avrebbero accusato di essere nemico dell’imperatore a Roma; dopodiché si spaventò e cedette, sebbene con grande indignazione.

5. La croce sulla quale sono stato crocifisso, valeva presso i giudei e pagani come palo del disonore, come il patibolo oggi, quindi era la punizione più infamante. La crocifissione ebbe luogo su una piccola altura vicino alla città di Gerusalemme, che in celtico ed ebraico si chiamava Golgota, in latino Calvario, in tedesco invece “luogo del cranio”.

6. Molti uomini credono che Io, come Dio o uomo di spirito progredito, non abbia sofferto alcun dolore. Tuttavia questo non è stato il caso, bensì come uomo potevo e dovevo soffrire, per compiere la salvezza dal peccato originale, che naturalmente come Dio non avrei potuto soffrire.

7. Ho sofferto tuttavia animicamente e fisicamente. Nella Mia anima ho sofferto una grande tristezza, nel giardino del Getsemani ero in così grande angoscia, prima della sofferenza che previdi attraverso la chiaroveggenza, che sudai sangue. Lì ho sofferto fisicamente le sofferenze che i colpi e i maltrattamenti degli sgherri dell’imperatore mi avrebbero causato dal Getsemani fino alla restituzione a Ponzio Pilato, alla corte di giustizia di Ponzio Pilato la sanguinosa flagellazione e l’oltraggiosa incoronazione con la corona di spine; e dopo la condanna ho sofferto grandi dolori per il trasporto della pesante croce sul Mio corpo sfinito e privo di forze a causa della perdita di sangue, e infine le grandi dolorose ferite sulla croce fino alla morte (“La passione di Cristo” nr. 21)[30]. Oltre a ciò ho sofferto ogni sorta di ingiurie, calunnie, disprezzo, derisione e differenti altre offese dall’interrogatorio presso il sommo sacerdote Caifa, fino alla Mia morte.

8. La sofferenza sulla croce è durata due ore e mezza, dalle tre alle cinque e mezzo del pomeriggio. Poi Giuseppe di Arimatea e il sacerdote Nicodemo seppellirono il mio corpo in un nuovo sepolcro scavato nella roccia, nel quale ancora nessuno era stato posto.

9. Tuttavia la Divinità non si separò dall’anima dopo la Mia morte fisica, perché la Mia Anima umana era la Sapienza di Dio stesso (1° Cor. 1,24), e perciò la Divinità di Cristo non poteva separarsi dalla Sua Anima.

 

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Cap. 10

Il quinto articolo di fede nel Credo apostolico recita:

ascese al limbo, il terzo giorno resuscitò dai morti”

1. Il Mio viaggio all’inferno consistette in questo, che Io ho allietato le anime che Mi aspettavano, comparendo tra loro nella trasfigurazione celeste e annunciando come compiuta la Mia redenzione sulla croce. Le anime non erano nel regno dei morti, bensì nelle altezze del Firmamento, e il loro (pre) inferno era semplicemente il desiderio non adempiuto di poter giungere al Padre loro divino come figli, perciò un limbo, altrimenti chiamato “il Cielo dei profeti”, dove le anime pure dimoravano come beate e aspettavano la redenzione dal peccato originale.

2. Se l’eterna dannazione delle chiese cristiane fosse compresa così che l’uomo rimanga eternamente dannato, cosa avrei dovuto cercare poi all’inferno? Infatti, la dottrina della dannazione eterna è un’eresia, perciò contraddice se stessa col Mio viaggio all’inferno.

3. Poiché Io, Gesù, sono asceso al limbo con il Mio Spirito divino e la Mia Anima divina, allora la dottrina è basata su questo, che l’anima sopravvive dopo la morte, e solo lei è responsabile per tutto ciò che viene fatto nella vita terrena.

4. Tuttavia sono asceso al limbo per annunciare ai defunti, che Mi stavano aspettando dal tempo di Adamo fino alla morte sulla croce, la mia vittoria sul Satan e sulla morte, che il peccato originale un giorno commesso da loro nello spirito di Adamo era stato cancellato, e la via che porta al Padre era stata di nuovo spianata.

5. La vittoria sul Satan significa la vittoria sulle attrattive per il mondano e sul seduttore spirituale, il principe della menzogna Satana, il quale inspira nell’uomo ogni specie di voglie e desideri per il godimento del mondano e lo ottenebra spiritualmente.

6. La vittoria sulla morte significa invece la vittoria sui peccati del mondo, poiché il peccato è la morte spirituale dell’anima.

7. Fondamentalmente si è trattato comunque di un’eterna redenzione dal peccato originale degli antichi padri e di tutta la razza umana proveniente da Adamo ed Eva, che si identifica come ‘il peccato del primo patto’, come Pietro lo rende noto nella ‘Lettera agli Ebrei’ e Paolo nella ‘Lettera ai Romani’; perciò da Giovanni il Battista sono stato chiamato «l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo» (Gv. 1,29). In tal modo furono anche adempiuti i passi dei profeti del primo Patto, come viene detto attraverso Davide: (Sal. 68,19) «Tu sei salito in alto ed hai condotto i prigionieri (per il peccato originale) con Te (poiché essi da lì Mi accompagnarono in corteo trionfale in ogni direzione come loro Padre celeste)». Un altro passo da Zaccaria (Zac. 9,11) dice: «Sarai messo in libertà (dal peccato originale) dalla tua prigionia nel sangue del tuo (nuovo) patto».

8. C’erano gli antichi padri, che altrimenti si chiamano ‘patriarchi’, poi i profeti e i differenti altri devoti che morirono prima che Io salissi nel limbo.

9. Sulla redenzione dal limbo parla il re Davide (Salmi 16,9-10) 1076 anni prima, dicendo: «Il mio cuore si rallegra ed esulta l’anima mia, e anche la mia carne riposa sicura. Poiché Tu (Jehova) non lascerai l’anima mia nel (pre) inferno».

10. I motivi per i quali resuscitai dopo la morte del Mio corpo di carne sono i seguenti:

- I ) Perché i passi nei profeti e le Mie stesse profezie dovevano andare in adempimento, così:

- II ) Re Davide: «Tu Jehova non lascerai vedere ai Tuoi amati la putrefazione» (Salmi 16,10).

- III ) Osea: «Voglio redimerli dal (pre) inferno e salvarli dalla morte (spirituale, il peccato originale). Morte, Io (Jehova in Gesù) voglio essere per te un veleno; inferno, voglio essere per te il tuo sovvertitore» (Osea 13,14).

- IV ) Io, Gesù, dissi ai giudei in occasione della purificazione del Tempio (Gv. 2,19-21): «Abbattete questo Tempio, allora in tre giorni lo farò risorgere di nuovo», intendendo quella volta il Tempio del Mio corpo.

- V ) Dopo lo dissi anche agli evangelisti (Mt. 12,22-40) e a Luca (Lc. 13,31-33), che sarei di nuovo risorto il terzo giorno.

- VI ) Per dare al mondo una prova incontestabile della verità del Mio insegnamento e della Divinità della Mia Persona, come scrive Paolo: «Se Cristo non fosse risorto, ne conseguirebbe che sarebbe vano il nostro predicare e vana anche la vostra fede» (1° Cor.15, 14).

- VII ) Per rafforzare agli uomini la speranza e fornire la prove che la morte viene superata dall’essenza di peccati dell’uomo, poiché la morte è solo la conseguenza del peccato. Perciò Paolo scrive: «Ora però, Cristo è risorto dai morti, come Primizia di quelli che son morti; poiché tramite un uomo (il peccato = Adamo) è venuta la morte, così anche tramite un uomo (senza peccato = Gesù) è venuta la resurrezione dei morti» (1° Cor.15, 20-21).

11. La Mia resurrezione ebbe luogo il 27 marzo alle 3 del mattino[31].

12. Sono risorto dai morti per Mio stesso potere, immortale e trionfante come vincitore della morte e del diavolo, come dissi all’ultima cena: «Per questo il Padre Mi ama, perché sacrifico la Mia vita per riprenderla di nuovo. Nessuno Me la può togliere, ma la do da Me stesso; Io ho il potere di riprenderla» (Gv.10,17-18).

13. Pietro dice nella ‘Lettera agli Ebrei’: «Affinché Gesù per mezzo della morte (per il peccato originale) riducesse all’impotenza colui che aveva il potere della morte, cioè il diavolo» (Eb. 2,14).

 

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Cap. 11

Il sesto articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“salito al Cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente”

1. La Mia ascensione (Lc. 24,50-51) ebbe luogo il quarantesimo giorno dopo la Mia resurrezione, cioè il 7 maggio, alla presenza dei Miei discepoli e amici, e precisamente sul Monte degli ulivi (Atti 1,9; 1° Cor.15,6).

2. Paolo scrisse su questo nella ‘Lettera ai Colossesi’: «Se dunque siete resuscitati (spiritualmente) con Cristo (avendo lasciato il mondano), allora cercate le cose dell’Alto, dov’è Cristo, che siede alla destra di Dio (Col. 3,1)».

3. Gesù che siede alla destra di Dio significa che Io sono in possesso del supremo o del divino potere e signoria su tutto nel Cielo e sulla Terra, come dissi nel giorno dell’Ascensione:

- «A Me è dato ogni potere nel Cielo e sulla Terra» (Mt. 28,18).

 

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Cap. 12

Il settimo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“verrà per giudicare i vivi e i morti”

1. Questa profezia va ora in adempimento; infatti, il tempo del giudizio del mondo è già qui, perché gli uomini hanno dimenticato Dio, Lo negano e peccano scelleratamente verso tutti i Suoi comandamenti.

2. La Mia rinascita è avvenuta nelle nuvole del cielo, le cui nuvole sono le parole del Padre Mio attraverso le quali parlo personalmente, le quali però Mi nascondono e si odono solo le Mie parole, ma non Mi vedete; inoltre vengo con un grande potere negli eventi naturali, elementari e mondiali e (lo farò) in grande magnificenza coi Miei figli al seguito (Mt. 24,30 / 26,64).

3. Verrò per tenere il giudizio del mondo e per giudicare i vivi e i morti, come riferisce Pietro negli Atti degli apostoli (Atti 10,42). Con ‘vivi’ si comprendono i giusti, con ‘morti’ i peccatori.

4. Prima lascerò istruire gli uomini, affinché imparino a capire cosa è buono o cosa è cattivo, e poi li giudicherò secondo la loro vita e le loro azioni in seguito all’insegnamento, ricompensando con la vita eterna coloro che hanno accolto e seguito l’insegnamento (La Nuova Rivelazione), gli altri, che non soddisferanno in anticipo i requisiti della vita e dell’azione secondo l’insegnamento, li punirò con la morte del corpo e molto presto saranno presi in consegna nell’aldilà (2° Cor. 5,10; Mt. 25,46 può essere compreso solo spiritualmente, non materialmente), poiché essi non sono atti per il nuovo Regno celeste dell’Amore sulla Terra.

 

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Cap. 13

L’ottavo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“Credo nello Spirito Santo”

1. Lo Spirito Santo è la Forza di Volontà di Dio, quella che mette in opera tutto ciò che l’Amore e la Sapienza in Dio hanno deliberato di realizzare.

2. Per comprendere la funzione dello Spirito Santo in Dio, lo si deve paragonare con l’affine spirito nerveo nell’uomo, che per l’appunto è anche l’operante forza di volontà dell’uomo, per mettere in atto ciò che il suo amore e la sua sapienza hanno deciso.

3. Lo Spirito Santo procede nello stesso tempo dal Padre e dal Figlio, perché il Padre è una cosa sola col Figlio, ovvero perché l’Amore e la Sapienza sono uniti in Dio.

4. Lo Spirito Santo santifica l’uomo attraverso la Sua grazia:

- I ) affinché l’uomo possa far penitenza per i suoi peccati (Rom. 1,4),

- II ) affinché egli sia in grado di adempiere la Volontà di Dio (Filippesi 2,14),

- III ) così che Egli lo santifichi attraverso i doni e le grazie con la cosiddetta ‘rinascita dello spirito’, che è il battesimo di fuoco dello Spirito Santo di cui parla Giovanni il Battista, e con il quale anche i discepoli sono stati battezzati e graziati a Pentecoste (1° Cor. 12).

5. Le grazie e i doni nella rinascita sono i seguenti:

- l’insegnamento della sapienza;

- l’insegnamento della scienza;

- la forza della fede, solida come una roccia;

- il potere di guarire gli ammalati;

- il dono della forza miracolosa;

- il dono della profezia o della divinazione;

- il dono di differenziare gli spiriti;

- il dono del linguaggio;

- il dono dell’interpretazione delle Sacre Scritture;

- il potere della parola;

- il potere della preghiera;

- il dono della forza di volontà;

- il dono di insegnare agli altri;

- il dono dell’eloquenza;

- il dono della chiaroveggenza, chiaro udente e chiaro percepente;

- la grazia del potere di scacciare gli spiriti maligni (diavoli);

- la grazia che i veleni sono innocui;

- la parola interiore;

- il dono dei poteri spirituali;

- il dono delle virtù;

- la grazia e il dono dell’amore, della gioia e della delizia;

- la grazia della pazienza e della pace interiore;

- la grazia dell’umiltà;

- la grazia della libertà dal peccato.

 

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Cap. 14

Il nono articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“la santa Chiesa di Cristo (poi cambiato con ‘cattolica’), la comunione dei beati”

 

14/1 - L’unica Chiesa che rende beati

1. Come esiste un solo Dio in Cristo, così può esistere una sola vera Chiesa di Cristo, e se questa non è nel cuore degli uomini in cui vive il Mio Spirito, allora non è da nessuna parte, perché lo Spirito di Cristo, che è lo Spirito Santo (vedi “Cristo e la Bibbia” capitolo 49, lo “Spirito di Dio nell’uomo”) e si chiama il Dio vivente, vive solo nei cuori degli uomini pieni d’amore e opera attraverso di loro.

2. Perciò la vera e unica Chiesa che rende beati nel senso di Dio, è un puro cuore umano che ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stesso; infatti, un cuore simile è la vera e santa Chiesa di Cristo.

3. La prova che la santa Chiesa di Cristo è solo un cuore umano ricco d’amore, è basata sui Miei fatti divini, che sono il mistero rivelato attraverso di Me, Cristo nell’Amore di Dio per gli uomini, in relazione alla loro discendenza, alla loro spiritualizzazione e alla loro deificazione, su cui la verità dei fatti è illuminata dalle seguenti prove:

- I ) Io sono la vita spirituale del mondo, quindi nessuno deve cercare Dio nella materia morta delle chiese costruite dall’uomo, perché la vita solo con la vita può generare di nuovo vita secondo lo spirito.

- II ) Perché secondo la lettera aperta che Paolo scrisse nella Lettera ai Corinzi e nella Lettera ai Romani che ‘…Dio dimora solo nel cuore dei Suoi figli’.

- III ) Io sono Santo in conformità al Mio Amore, il quale è la Luce primordiale dell’Infinità, e perché solo questa Luce primordiale è il Sole centrale primordiale di tutti i soli spirituali dei Miei figli.

- IV ) Perché dimoro in questa Luce primordiale in una condizione assoluta, e perché sono oltremodo Santo e quindi inaccessibile (1° Tim. 6,16) e da lì faccio fluire il Mio Amore al mondo dei Miei figli.

- V ) Perché da questa Luce primordiale, che è l’infinito Amore di Dio per i Miei figli, attraverso di Me, Gesù, è avvenuta la redenzione dal peccato originale (Paolo scrive agli Efesini 5,25-27: «Cristo ha amato la Chiesa ed ha sacrificato Se stesso per lei [attraverso la sofferenza e morte] per santificarla e purificarla [dal peccato originale] in modo da presentarla a Se stesso [come] una Chiesa gloriosa, senza macchie o pieghe, o altri simili difetti, ma santa e immacolata») e dai peccati del Vecchio Testamento derivanti da questo, attraverso la sofferenza e la morte sul Golgota e, allo stesso tempo, è stata portata la salvezza della figliolanza di Dio agli uomini.

 

 

14/2 - Cosa dice Dio quando gli uomini si costruiscono templi idolatri, oggi chiamati ‘chiese’?

4. Io feci annotare, tramite il profeta Osea, che quando si dimenticano di Dio[32] gli uomini si costruiscono ogni sorta di cosiddette immagini sacre e statue sacre, che oggi vengono chiamate “chiese”.

5. Se i cristiani costruiscono tali chiese idolatre e pregano in esse secondo la dottrina sacerdotale, allora decadono nel paganesimo cristiano, perché accanto all’unico Santo (Giovanni l’Evangelista ha sentito cantare i beati nel Cielo in questo modo: ... «Signore Iddio! Onni Signore, Re dei popoli ... Tu solo sei Santo» – Apocalisse 15,4. – Se solo Dio è Santo, allora ovviamente non ci sono altri santi) si adora ancora una moltitudine di falsi santi, che i preti avidi hanno elevato a santi, il che significa che hanno stabilito a déi, arbitrariamente e contro il primo comandamento di Dio Non avrai altro Dio accanto a Me - Es. 20,3), affinché i creduloni offrano, per questi, sacrifici alla Chiesa!

6. Perciò Io dissi, tramite Osea, che gli uomini si costruiscono templi idolatri quando dimenticano Dio, perché era ed è stato severamente proibito da Me, tramite Mosè, di presentare accanto a Me immagini e statue Tu non devi avere altri dèi accanto a Me», il che significa anche santi). Non ti devi fare immagini scolpite, né riproduzioni di ciò che è sopra nel Cielo, sulla Terra o sotto la Terra, Non devi adorare tali cose, né pregare o chiedere loro aiuto, come accade nelle chiese cattoliche romane, poiché Io, Jehova, Dio tuo, punisco l’iniquità dei padri nei figli fino alla terza e quarta generazione (Es. 20,3-5).

 

 

14/3 - Chiesa e cerimonie

7. Le cerimonie della Chiesa sono paganesimo cristiano, perché Io, Cristo, come Dio, non ho introdotto nessuna cerimonia da praticare nel Mio insegnamento, bensì le cerimonie le ha trasferite e introdotte nel cristianesimo la Chiesa romana nei successivi secoli cristiani provenienti dalle cerimonie pagane nel Vecchio e Nuovo Testamento, arbitrariamente e contro la Mia divina Volontà.

8. Io, come ho detto prima, non ho mai ordinato di costruire templi o chiese, dal momento che non dimoro in nessun tempio e in nessuna chiesa, ma solo nel cuore degli uomini.

9. Sorge la domanda: “Come interpretare la dichiarazione di Jehova che il figlio di Davide doveva costruire a Lui una casa di preghiera?”

10. Questa dichiarazione è stata falsamente compresa, poiché Io, come Jehova, con questo non intendevo una casa di preghiera materiale, bensì una spirituale nel cuore degli uomini.

11. Cosa volevo dire a Davide attraverso il profeta Nathan (2° Sam. 7,12) con le seguenti parole della profezia: «Dunque, quando i tuoi giorni (terreni) saranno compiuti e tu giacerai con i tuoi padri (morti nel corpo di carne) Io susciterò un tuo seme dopo di te che uscirà dalle tue viscere e renderò stabile il suo regno».

12. Con questo non volevo dire che Salomone doveva costruire una casa di preghiera a Me, ma che questo rampollo di Davide (Gesù) in futuro sarebbe stato risvegliato dal seme di Davide (Maria).

13. Da questo ne consegue che, da un corpo di carne putrefatto che giace nella tomba tra i morti, non si possono far sorgere discendenti secondo i concetti umani; – e perché Salomone a quel tempo, quando suo padre morì, era già un uomo adulto di 38 anni (messaggio del Padre Gesù a Schumi il 21 gennaio 1903). Quindi la profezia non può essere riferita a Salomone, che salì al trono immediatamente dopo la morte di suo padre.

14. Il versetto 13 di questa profezia riporta: «Egli edificherà una casa al Mio Nome, ed Io confermerò il seggio del suo regno in eterno!»

15. Il senso di questo versetto è da interpretare così: – se sotto questa profezia fosse stato pensato il trono temporale di Davide o di Salomone, allora la promessa di Jehova, che avrebbe in eterno confermato il suo trono regale, sarebbe una bugia, perché il trono temporale della Casa di Davide già da lungo tempo scomparve dal mondo prima della venuta del Messia.

16. Il versetto 14 dice: «Voglio essere Suo Padre ed Egli Mi sarà Figlio», con cui viene detto che questo discendente di Davide non sarà veramente un figlio di Davide, bensì un figlio di Dio, poiché Jehova e non Davide sarà il suo vero e proprio Padre. – Da ciò si chiarisce il senso della profezia, che il profetizzato discendente di Davide non è nessun altro che Gesù Cristo, Dio stesso diventato Uomo che, secondo la Sua divina Sapienza, fu chiamato “Figlio di Dio” (1° Cor. 1,24).

17. Come deve essere compresa la Mia promessa nei versetti 12 e 13, dove si dice che Jehova vuol confermare in eterno il trono del Regno di Gesù?

18. Già come Figlio neonato, Io, Gesù, ho il nome di Principe della pace (Is. 9,5). E davanti a Pilato dissi apertamente che Io sono un Re, ma che il Mio regno non è di questo mondo (Gv. 18,36-37). Quindi la promessa di Jehova significa che Egli confermerà al figlio di Davide, Gesù, il Suo trono spirituale della pace nei cuori degli uomini, per l’eternità.

19. Il versetto 16 dice: «E stabile sarà la tua casa e il tuo regno per sempre davanti a te, e il tuo trono esisterà eternamente».

20. Poiché il trono temporale di Davide cessò di esistere già nel Vecchio Testamento, non poteva essere inteso questo, bensì il trono spirituale del figlio di Davide, Gesù Cristo, come principe spirituale della pace degli uomini. Dal momento che Io, Gesù, sono un discendente della casa di Davide, la casa e il trono di Davide continueranno ad esistere spiritualmente in eterno in Gesù Jehova Zebaoth.

21. Ma Io, Gesù, quale figlio di Davide menzionato nella profezia, non ho mai costruito o detto di costruire una casa di preghiera. Poiché Io, Gesù, come Rappresentante spirituale del trono spirituale di Davide, fui chiamato a costruire un trono spirituale nel cuore degli uomini, una dimora dell’amore per Dio e per il prossimo, attraverso il Mio divino insegnamento dell’Amore, e questa casa dell’Amore di Dio nel cuore degli uomini l’ho costruita attraverso l’insegnamento dell’Amore che esposi e insegnai.

22. Dalla profezia discussa segue che è storicamente dimostrato dalla Mia vita come Gesù, che Dio mai ha comandato di costruire una casa di preghiera di legno o di pietra, bensì che Salomone costruì il Tempio di Gerusalemme per un malinteso del senso letterale della profezia.

23. Dal momento che ho detto di non costruire nessuna chiesa, – allora non devono neanche più essere costruite?

24. Oh, sì, essa può essere costruita, ma solo come luogo di incontro dei fedeli, ma senza altari, né addobbi con immagini e statue che rappresentano i cosiddetti ‘santi’, poiché come luogo di incontro deve servire solo a scopi divino-spirituali, i quali sono: predicare, prendere l’Eucarestia, discutere e informarsi sulle questioni spirituali, pubblicamente e liberamente.

25. Poiché la vera Chiesa di Cristo si riconosce da sette caratteristiche e queste sono:

- I ) l’unità della fede come Paolo scrive nella Lettera agli Efesini (4,5-6): «Un solo Signore, una sola fede e un solo battesimo, (che è il battesimo dello Spirito Santo secondo l’insegnamento di Giovanni Battista, Gv. 1,33); e un solo Dio e Padre di tutti, il Quale è sopra a tutto, opera in tutto ed è in tutti noi». E ancora: «Egli non è un Dio di disaccordo, ma di pace» (1° Cor.14,33), come Io insegno in tutte le comunità dei fedeli.

- II ) l’amore per Dio e per il prossimo,

- III ) la pazienza verso le debolezze, gli errori e le mancanze del prossimo,

- IV ) la misericordia verso i poveri e verso i bisognosi,

- V ) una condotta di vita casta, nei pensieri, nelle parole e nelle opere,

- VI ) la cura della pace con ogni essere umano,

- VII ) l’altruismo nei grandi bisogni del prossimo.

26. La vera Chiesa di Cristo si chiama anche “Comunità di Cristo”, e questa è la comunità e l’unità dei seguaci della fede secondo il Mio vero insegnamento, che altrimenti si chiama Teosofia cristiana.

27. La santa Chiesa di Cristo è proprio una Chiesa universale, perché Io sono il suo Fondatore, un Re spirituale del mondo, ed Io stesso dissi ai Miei discepoli: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo del Regno di Dio a tutti gli uomini».

28. La vera Chiesa è santa:

- I ) perché Io, il suo fondatore, Gesù Cristo, sono lo Spirito Santo di Dio;

- II ) perché il suo insegnamento è la Sapienza di Dio;

- III ) perché essa santifica i credenti, seguaci del vero insegnamento;

- IV ) perché nella sua purezza dei principi è inattaccabile;

- V ) perché i divulgatori di questo insegnamento sono i veri servitori di Dio. Come Paolo scrisse nella Lettera agli Efesini (2,20): «Voi siete innalzati sul fondamento dei profeti e degli apostoli, mentre Gesù Cristo stesso è la pietra angolare principale»;

- VI ) perché essa è eterna, come Me, il suo Fondatore;

- VII ) perché forma gli uomini a figli di Dio, quindi a dèi.

29. Il Mio vero insegnamento si differenzia da quello delle Chiese e delle sette cristiane per la ragione che nelle Chiese e sette esistono dappertutto differenze nell’interpretazione delle Sacre Scritture, e nell’insegnamento e nei punti di vista diversi esse si contraddicono reciprocamente, perché ci sono così tanti capi quanti sono le Chiese e le sette cristiane, e perché ognuna insegna e rappresenta il suo punto di vista alla comunità o setta a lui sottostante, mentre nel vero insegnamento di Cristo sono Io, Gesù Cristo stesso l’Insegnante e il capo della Chiesa e della comunità (Efesini 5,23), che insegno e guido attraverso la Mia stessa Parola, e quindi l’unità della fede governa nel Mio puro insegnamento.

30. La differenza tra la religione delle Chiese e sette cristiane e il vero insegnamento di Cristo è anche che i primi si combattono, si calunniano e si perseguitano con grande violenza, mentre nell’autentica religione di Cristo non può e non deve mai sorgere discordia e separazione, se i seguaci si attengono al precetto che nessuno può introdurre e sostenere un nuovo punto di vista o insegnamento, se non è stato dettato da Cristo stesso, poiché secondo Matteo cap. 23,8-10 esiste un solo Maestro, e questo è Cristo, e poiché la Teosofia cristiana non riconosce un capo visibile e mondano della fede, bensì Gesù Cristo stesso è il Capo della comunità che insegna e li guida attraverso la Sua stessa Parola.

31. Il mio ordine a Pietro: «Pascola i Miei agnelli, pascola le Mie pecorelle» significa che Pietro deve insegnare e guidare il popolo giovane e vecchio, poiché i miei agnelli e le mie pecorelle sono figli e uomini adulti.

32. Ma con questo non fu concesso nessun privilegio a Pietro davanti agli altri apostoli, e non fece di lui un capo degli apostoli e della comunità, bensì è solo lo stesso ordine a Pietro che più tardi sul Monte degli Ulivi in occasione dell’Ascensione fu dato a tutti gli apostoli insieme a lui, il quale dice: «Andate in mezzo ai popoli e insegnate loro il Mio Vangelo, e iniziateli nell’amore del Padre, nell’insegnamento della Sapienza del Figlio e attraverso la potenza dello Spirito Santo, a una salda fede».

33. Le prove che mettono in evidenza che Pietro con le parole ‘pascola i Miei agnelli, pascola le mie pecorelle’ non fu nominato capo degli apostoli e della comunità, sono le seguenti (Gv. 21,15-17):

- I ) I Miei discepoli e apostoli non erano agnelli (cioè bambini o giovinetti), bensì erano pieni di vigore, e in parte erano uomini attempati; – non erano neppure pecorelle, perché le pecore devono avere un pastore che le pascoli. I Miei discepoli erano invece essi stessi pastori, essendo uomini istruiti nella religione di Cristo attraverso di Me, Gesù stesso.

- II ) Che Pietro non fosse un capo lo testimonia anche il fatto che Paolo nell’anno 51 parla delle tre colonne della comunità di Gerusalemme: Giovanni, Giacomo e Pietro, ma non di una (sola) colonna o di un (solo) capo.

- III ) Paolo non è stato preparato da Pietro come apostolo; al contrario, Pietro è stato biasimato perfino molto duramente da Paolo in Antiochia, per il fatto che lui stesso non faceva ciò che pretendeva dagli altri di fare, – e alla fine è Paolo che nell’anno 51, alla prima assemblea religiosa, debuttò contro tutti gli apostoli, li riprese assai duramente e li informò che la loro costituzione giudaica-cristiana proveniente dai pagani era un’eresia.

34. Da ciò risulta che Io non ho mai costituito Pietro a capo della comunità religiosa e degli apostoli. Come vanno le cose con le chiavi di Pietro, si legga sotto la parola ad effetto ‘peccati’[33].

35. La verità se un insegnamento finora sconosciuto sia autentico, ovvero dato da Me, dal Padre Gesù, si riconosce per mezzo di ciò: quando, dopo umili preghiere per chiarimenti sulla verità, ovunque si domandi presso un fidato scrivano di Dio, Io, Gesù stesso, spiego il fatto come vero e proveniente da Me.

36. Del resto, anche nella Teosofia cristiana ci sono guide della comunità di seguaci di questa confessione, e cioè sono i rinati, ovvero quelli giunti vicino alla rinascita che Dio stesso stabilisce come guide dei fratelli, in modo che questi si rivolgano sempre alla loro giuda e la possono consultare su l’una o l’altra cosa che non conoscono, se loro stessi la comprendono correttamente. Tuttavia la Guida principale sono Io, il Padre Gesù stesso, poiché anche la guida da Me stabilita deve chiedere a Me la spiegazione su cose dubbie.

37. Perciò nell’interpretazione delle Mie parole paterne, dove celano in sé un significato spirituale, dovete rivolgervi a Me attraverso un medium, poiché solo Io posso interpretarle attraverso il Mio Santo Spirito e dettarle attraverso i Miei medium scrivani, per farle pubblicare per la conoscenza generale della verità.

38. La Mia vera Chiesa e comunità è basata sulla fede incrollabile che essa è la verità, per il cui motivo chiamai il figlio di Giona, Simon Pietro o Cefa, una ‘roccia’, perché Simon, figlio di Giona, aveva una vera fede che Io, Gesù, ero il Figlio di Dio e il promesso Messia.

39. Perciò dissi a Pietro: «Simon, figlio di Giona, Io ti dico: tu sei la roccia (in ebraico Kephas, in latino Petrus) e su questa roccia voglio costruire la Mia Chiesa (o comunità) e le porte dell’inferno non la prevarranno (Mt.16,17-18)».

40. Le porte dell’inferno qui menzionate sono quegli uomini che nella loro tenebra spirituale combattono la vera Chiesa di Cristo, la diffamano, la denigrano e la perseguitano in parole e opere.

41. Sorge la domanda: “In quale casa di preghiera deve ora andare l’uomo a pregare? Chi è il sacerdote sacrificante?”. E ancora: “Dove dimora Dio?”

42. L’uomo deve andare a pregare nel luogo dove vuole e può, …ma sempre nella sua silenziosa cameretta del cuore; poiché:

- I ) il corpo dell’uomo è un Tempio vivente di Dio;

- II ) l’anima è il vero sacerdote sacrificante in esso, dal momento che lei, attraverso la penitenza della vita, l’abnegazione dinanzi al mondo e la rinuncia alle sue gioie in tutto ciò che pensa, desidera, parla e fa, deve sacrificarsi ogni giorno al suo Dio:

- III ) poiché il Santissimo o Dio stesso dimora come Spirito divino nel cuore dell’anima, perciò l’uomo ha Dio nello spirito proveniente dall’amore del suo cuore; e attraverso l’attività nell’amore per il prossimo, Lo adora nella verità.

 

 

14/4 - Non bisogna rivolgere preghiere a nessuna comunità di beati

43. I fervidi credenti cristiani hanno il collegamento con i beati attraverso la comunione, in quanto hanno tutti una fede che li istruisce e li guida alla pratica dell’unità pacifica, all’amore per Dio e per il prossimo, all’umiltà, alla pazienza, alla misericordia e alla purezza della vita.

44. I credenti sulla Terra hanno ancora questa comunione tra di loro, i quali pregano per la conversione di tutti gli uomini e compiono, con questa, opere compiacenti a Dio, cercando di incoraggiare il loro prossimo con buoni esempi, con insegnamenti spirituali e con indicazioni di buoni libri spirituali, per condurli alla verità del divino insegnamento.

45. Il valore della preghiera era già noto agli antichi, così Onia[34] accentuò dicendo: «Questi è l’amico dei suoi fratelli e del popolo d’Israele; è colui che prega molto per il popolo e per l’intera città santa di Gerusalemme, è Geremia il profeta di Dio» (2° Macc. 15,14).

46. Così dice anche il Mio discepolo Giacomo: «Pregate gli uni per gli altri, affinché possiate ottenere la salvezza; poiché la preghiera perseverante dei giusti può molto» (Giac. 5,16).

47. I fervidi credenti cristiani sono tra loro i membri della Chiesa di Cristo.

48. Il Capo dei membri della comunità di Cristo sono Io, proprio Gesù Cristo stesso. Segue ora una spiegazione sulla comunità originaria di Cristo. Io ne ho formati alcuni a discepoli attraverso l’autoapprendimento, da dove furono scelti i 12 apostoli. Più tardi dopo il battesimo di Pentecoste attraverso i prescelti, vale a dire i rinati, furono date profezie, insegnamenti e altri doni dello Spirito Santo, per cui le differenti denominazioni come apostoli, profeti, evangelisti, pastori e insegnanti, furono erroneamente accettate come se le avessi stabilite Io, Cristo, cosa che contraddice la verità.

49. Tutti i graziati furono chiamati a praticare la verità attraverso l’amore per il prossimo e a crescere nelle virtù in Me, dal momento che Io, Cristo, sono il capo da cui tutto il corpo è collegato e connesso, e che mediante l’aiuto fornito da tutte le articolazioni trae il proprio sviluppo secondo l’attività assegnata a ciascun singolo membro, per edificare se stesso nell’amore (Efes. 4,11-16).

50. Paolo scrive nella Lettera ai Romani: «Allo stesso modo come in un corpo abbiamo molte membra, ma non tutte le membra hanno la stessa e medesima funzione, così noi, sebbene in molti, formiamo un sol corpo in Cristo, ma siamo l’un con l’altro solo singole membra dell’insieme» (Rom. 12,4-5).

51. Gli uomini hanno comunione spirituale con gli spiriti beati e gli spiriti infelici dell’aldilà. – Gli spiriti beati sono quelli che dimorano nelle regioni paradisiache o celesti, mentre gli spiriti infelici sono quelli che dimorano nelle tenebre dell’inferno.

52. L’unione che congiunge gli uomini con i beati in paradiso e in Cielo consiste nel fatto che le persone si rivolgono a questi con ogni genere di richieste per indurre loro ad aiutarli nei bisogni terreni.

53. Gli uomini vengono ascoltati, ma a seconda di ciò che chiedono, se la richiesta riguarda faccende terrene le quali, se ascoltate, causerebbero loro danni spirituali, non saranno ascoltati; se invece riguarda il benessere spirituale, allora sono Io, Gesù stesso che li ascolto, non i beati. Si verificano comunque eccezioni, ma queste sono rare[35].

54. Solamente, che la preghiera agli spiriti beati non è giustificata dinanzi a Dio, perché i beati hanno altrettanto il loro compito, cioè quello di slanciarsi sempre più in alto per venire più vicini a Dio, come gli uomini. Con l’invocarli, invece, li si disturba nel loro compito e li si trascina negli affari della materia e del mondo.

55. Perciò non ci si deve rivolgere a nessuno che solo a Me, Gesù Cristo, poiché Io dimoro nel petto di ogni uomo e condivido con l’uomo la sua sofferenza e la sua gioia; per questa ragione, come cointeressato, ascolto anche per vedere se la preghiera viene portata avanti seriamente e adeguatamente e non vada contro la salvezza dell’uomo.

56. La comunione che avete con gli spiriti infelici dell’inferno, poiché questi sono gli uomini che hanno vissuto nel mondo in maniera non spirituale, è quella che voi preghiate per loro, affinché Dio li illumini e riconoscano i loro errori e i loro peccati, si convertano e comincino a condurre una vita spirituale, per mezzo della quale si liberano dall’inferno e vengono nel paradiso inferiore per l’ulteriore sviluppo della vita dello spirito.

57. La preghiera per i defunti è un’opera d’amore per il prossimo, perché soprattutto nel tempo presente tutti gli uomini giungono all’inferno, poiché hanno vissuto in modo sbagliato, quindi secondo l’insegnamento anticristiano e, con ciò, si procacciano l’inferno come patria nel regno degli spiriti.

58. Pregare per gli esiti salutari del defunto era già noto nel Vecchio Testamento, come riportato nei Maccabei (2° Mac. 12,46): «È un pensiero santo e salutare pregare per i defunti, affinché vengano liberati dai loro peccati».

 

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Cap. 15

Il decimo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“il perdono dei peccati”

 

15/1 – Solo l’offeso può perdonare i peccati

1. Con il termine ‘peccato’ sono comprese tutte le offese che l’uomo commette contro Dio o contro il prossimo.

2. Se però l’uomo commette su se stesso un misfatto, che si tratti di una mutilazione del corpo, ammalandosi o suicidandosi, davanti a Dio è lo stesso crimine come se lo avesse commesso sul suo prossimo.

3. L’anima commette ogni peccato perché il corpo di carne è solo uno strumento della sua attività animato attraverso di lei. Pertanto, solo l’anima deve espiare i peccati, perché è lei la gaudente del risultato, e perciò solo lei dopo la morte perviene nelle tenebre e nei tormenti dell’inferno, mentre il corpo, senza dolori, resta consegnato alla terra e marcisce.

4. Tuttavia, attraverso il pentimento, le ammende a Me e le penitenze della vita, tutti quei peccati che l’uomo commette dopo aver iniziato a distinguere tra ciò che è bene e ciò che è male, sono perdonati, cosa che però non è il caso prima dell’ottavo anno.

5. Il diritto di perdonare i peccati ce l’ha sempre colui che, attraverso il peccatore ha sofferto o sopportato insulti, offese, danni materiali o lesioni fisiche, dal momento che anche voi dovete sempre pagare colui al quale voi stessi siete debitori.

6. Io, infatti, non ho mai detto che delle persone estranee, alle quali i peccati commessi non le riguardano, sono i mediatori autorizzati che devono perdonare i peccati. Questa è una falsa interpretazione delle Mie parole, poiché allora, ciascuno, con lo stesso diritto, potrebbe dire che è autorizzato a perdonare i peccati ai sacerdoti, ed avrebbe il pieno diritto di pretendere che questi debbano andare da loro a confessarsi, perché essi (i sacerdoti) non sono stati istruiti e stabiliti da Me, Cristo, bensì vengono formati nei seminari mondani; perciò non sono Miei discepoli, né autorizzati, né graziati come lo erano i Miei a Pentecoste, bensì lupi infiltratesi con forza tra le Mie pecorelle.

7. Invece, le parole che pronunciai quando, dopo la resurrezione, andai dai Miei discepoli e dissi ‘ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati, saranno rimessi anche nel Cielo, e a chi li riterrete, saranno ritenuti anche nel Cielo’ (Gv. 20,22-23; Mt. 16,19 / 18,18), significa che essi, come fratelli di tutti gli uomini, avevano anche il diritto di perdonare l’ingiustizia cagionata loro, senza il sacerdote, perché nel regolamento del Tempio era previsto che nessuno poteva perdonare senza il permesso dei farisei. Di conseguenza, i sacerdoti confessori (odierni) sono i diretti successori dei farisei, dal momento che loro, come nel Tempio di Gerusalemme, hanno anche strappato (impropriamente) a sé la prerogativa che solo loro sarebbero autorizzati a perdonare i peccati.

8. La massima data a Pietro ‘ti darò le chiavi del Regno dei Cieli, e ciò che legherai sulla Terra dovrà essere legato anche nel Cielo; e ciò che scioglierai sulla Terra dovrà essere sciolto anche nel Cielo’, significa: Ciò che sulla Terra farai di male al tuo prossimo, sarà fatto di male nel Cielo anche a te Pietro, come tua intransigenza; ciò che invece gli perdonerai, sarà perdonato anche nel Cielo».

9. Le prove che la Mia massima è interpretata giustamente solo in questo modo, sono le seguenti:

- I ) né Io né gli apostoli abbiamo mai sentito una pubblica confessione auricolare;

- II ) non si è mai verificato che Pietro o gli altri apostoli abbiano interpretato questa massima alla maniera romana;

- III ) ho detto ed ho ordinato decisamente ai Miei discepoli e apostoli: «Non dovete chiamarvi ‘rabbi’  – cioè maestri – poiché uno solo è vostro Maestro (di tutti gli uomini) cioè Io, Gesù; invece voi uomini siete tutti fratelli, perché figli di Dio! – Non dovete neanche chiamare nessuno tra voi sulla Terra ‘padre’ (spirituale), poiché uno solo è Padre vostro (spirituale) che è nei Cieli, e voi, quali figli di Dio, siete fratelli e sorelle l’uno con l’altro. – Non fatevi chiamare ‘guide’, poiché uno solo è la vostra Guida, vale a dire: ‘Cristo’. – Il maggiore tra voi sia servitore di tutti» (Mt. 23, 8-11).

10. In queste Mie affermazioni è chiaramente espresso che gli uomini non devono elevare se stessi o chiunque altro, per arbitrarietà e abuso di potere, a signori sui loro fratelli per tiranneggiarli spiritualmente o materialmente, quindi neanche possono proporsi a insegnanti, né a padri spirituali, né a padri confessori, né a guide aventi potere, bensì chiunque voglia essere il più grande nel senso del Mio insegnamento, deve essere, attraverso il suo amore, umiltà e misericordia, un servitore di tutti.

11. Da queste Mie osservazioni, le chiavi di Pietro mettono chiaramente in evidenza che significano semplicemente l’amorevole riconciliazione e il reciproco perdono, ma non un primato di Pietro.

12. Che questo detto fosse stato espresso prima a Pietro e solo dopo agli altri discepoli, è accaduto per il fatto che Pietro, con solidissima fede, fu il primo a chiamarMi ‘Figlio di Dio’ e ‘Messia’. Nondimeno, chiunque Mi riconosce come Figlio di Dio e Messia, sinceramente e in maniera incrollabile, per amore e devozione a Me poiché Io sono il Figlio di Dio, ovvero la Sapienza di Dio e il Messia, il Re divinamente unto della vita spirituale del mondo, – anch’egli è abilitato a perdonare tutti i Suoi nemici come li ho perdonati Io sulla croce, dicendo: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!». ‒ Infatti, colui che offende il fratello o non lo perdona, pecca direttamente contro di Me, Cristo, perché il Mio Spirito, come il vivente Spirito Santo di Dio, dimora in ogni uomo e conduce al bene attraverso la coscienza.

13. Di conseguenza, nelle chiavi di Pietro da parte Mia non esiste né un’elevazione di Pietro a capo dei suoi fratelli quali uomini, né la Mia approvazione affinché gli uomini, per propria presunzione arbitraria, innalzino qualcuno a capo spirituale dei suoi fratelli che, dinanzi a Dio, sono dello stesso valore! -

14. Invece colui che Io stesso ho stabilito come guida, non opprimerà i suoi fratelli, né li sfrutterà, né attraverso mendaci miraggi li priverà fraudolentemente di tutti i loro averi, né impedirà in qualche modo la loro libertà personale né spirituale, né li maltratterà, dal momento che per questo non gli è stato concesso nessun diritto da parte Mia.

15. Sotto il nome ‘Regno dei Cieli’, per il quale Io, Gesù, ho consegnato le chiavi, si comprende un cuore pieno d’amore, poiché l’Amore dell’eterno Padre vostro, Gesù, dimora nel cuore dell’uomo come Spirito Santo di Dio, come insegna Paolo ai ‘Corinzi’ e ai ‘Romani’.

16. Il diritto di perdonare quei peccati che offendono direttamente Dio, non lo ha nessuno che Dio soltanto, perché nessuno può guardare nel cuore del peccatore per giudicare se il pentimento è abbastanza grande da riconoscere di aver offeso Dio; se il proposito è un proposito determinante di non offendere più Dio e condurre una vita di penitenza, allora viene perdonato, e poi Io non ho mai detto né insegnato che degli uomini peccaminosi abbiano il diritto di appropriarsi e abusare delle Mie speciali prerogative[36].

17. La penitenza della vita è la precisa vita di contrizione secondo i comandamenti e gli insegnamenti divini, che colloca la vita eterna sulla vita terrena.

 

 

15/2 - Il peccato originale

19 gennaio 1903

18. Il peccato originale è quel peccato che Adamo commise nel paradiso, e in lui tutti gli uomini perché discendono dal suo spirito animico.

19. Il peccato originale consiste nel fatto che, come Adamo ed Eva peccarono per orgogliosa disobbedienza verso il comandamento divino della castità, aprendo così la via a tutti gli altri peccati, anche i discendenti di Adamo, dopo la stessa disobbedienza, in seguito peccarono verso il comandamento divino della castità, perché col primo peccato è stato messo il germe per tutti i peccati.

20. Il peccato originale ha quindi il suo nome da questo, perché tutti gli uomini, dal momento che discendono da Adamo, hanno ereditato questo peccato animico.

21. Tuttavia, il peccato primordiale come peccato originale commesso in Adamo e i peccati commessi fino alla crocifissione di Cristo e derivanti dal peccato originale, non esistono più, perché Gesù li ha espiati una volta per sempre sulla croce.

- (a) «Come il peccato è venuto in questo mondo per mezzo di un uomo (Adamo), così anche per mezzo di Uno (Gesù) viene la giustificazione della vita come liberazione dal peccato originale» (Rom. 5,12-18).

– (b) «Gesù è perciò mediatore di un nuovo (secondo) patto, perché attraverso la redenzione sulla croce tutti gli uomini furono liberati dalle trasgressioni del primo patto (nel Vecchio Testamento), che erano la morte dell’anima, e così da allora in poi i chiamati, quali figli di Dio, ottengono la promessa dell’eterna eredità del Padre loro celeste (Rom. 3,25).

– (c) «Attraverso un unico sacrificio del Proprio Corpo, Gesù una volta per sempre ha purificato e redento gli uomini» (dal peccato originale commesso nel Vecchio Testamento - Ebrei 9,15 / 10,10-14).

22. Al contrario, i peccati commessi oggigiorno si devono pagare personalmente.

23. Le punizioni che seguirono al peccato originale furono: l’espulsione dalle felici condizioni del paradiso[37] (Genesi 3,23-24); l’esproprio dei doni e grazie spirituali e la morte della carne. [Con il peccato di Adamo la morte della carne è venuta su tutti gli uomini, ma anche la morte dell’anima, che è proprio la vita del peccato (Rom. 5,12-18). – Jehova disse ad Adamo: «Nel giorno che mangerai dell’albero della conoscenza (Eva), tu morirai» (Genesi 2,17)].

24. Le male conseguenze del peccato originale che rimasero attaccate ai discendenti di Adamo, sono la propensione e la voglia di commettere peccati, quindi la costante disobbedienza verso i comandamenti divini, come ripugnanza dinanzi al bene e dinanzi a molti travagli e tribolazioni [«…ma scorgo nelle mie membra un’altra legge che lotta contro la legge del mio spirito e mi rende prigioniero della legge del peccato che domina nelle mie membra» - Rom. 7,23. - Vedi anche: «Dio disse alla donna: “Moltiplicherò assai il tuo travaglio e le tue doglie; partorirai i figli nel dolore, e i tuoi desideri saranno rivolti a tuo marito, ed egli dominerà su di te. E ad Adamo disse: “Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie ed hai mangiato del frutto dall’albero (della conoscenza) di cui ti avevo comandato e detto: non ne mangerai, – maledetto sia il suolo a causa tua, ti nutrirai da questo con affanno per tutta la tua vita. Esso ti porterà spine e cardi, e mangerai l’erba dei campi. Nel sudore della tua fronte mangerai il tuo pane fino a quando non ritornerai alla terra, da cui sei tratto. Poiché tu sei terra e terra diventerai”» (Genesi 3,16-19)].

25. Nessuno è stato escluso dal peccato originale, quindi anche Maria ha altrettanto ereditato il peccato originale di Adamo ed Eva come tutti gli altri uomini, perché anche lei proveniva dallo spirito animico dei progenitori; di conseguenza a quel tempo anche lei era spiritualmente peccatrice, poiché nessun discendente di Adamo poteva essere senza il peccato originale, altrimenti non sarebbe stato un discendente dallo spirito animico dei progenitori della razza umana.

26. Da ciò ne consegue che Io, Gesù, ho sofferto e sono morto sulla croce per il peccato originale di Maria, come altrettanto per tutti gli altri uomini.

 

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Cap. 16

L’undicesimo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“la resurrezione della carne

1. Con resurrezione della carne è da intendere che nel giorno del giudizio l’uomo veste le opere fatte al tempo del suo cammino di vita terrena come corpo di resurrezione spirituale, e diventa felice o infelice secondo il premio spirituale di queste opere.

2. L’ultimo o il giorno del giudizio dell’uomo è quel giorno nel quale egli muore ed entra nel regno dello spirito; il giorno precedente non è il suo ultimo giorno, bensì il suo giorno che è stato.

3. In seguito l’uomo mette subito in moto il suo giudizio, poiché al tempo della sua vita terrena si è costruito il Cielo con le buone opere, invece con le cattive opere l’inferno, come dimora del suo futuro spirituale.

4. Tuttavia, un tale ultimo giudizio per tutti gli uomini defunti, come è stato descritto dal pseudo evangelista Matteo (l’Rabbas)[38] nel capitolo 25, versetti 31-46, non ci sarà mai, perché questo comunicato di Matteo sussiste sul malinteso del ritorno di Cristo e del giudizio del mondo che dominerà sulla Terra prima della realizzazione del Regno millenario dallo Spirito di Cristo, dove gli uomini, o si convertiranno a Cristo ed osserveranno i Suoi comandamenti, o dovranno morire.

5. La prova nelle Sacre Scritture, che i morti non risorgeranno con i loro corpi di carne materiale e non verranno all’ultimo giudizio, la fornisce l’apostolo Paolo nella 1° Lettera ai Corinzi al capitolo 15, versetto 50, in cui dice: «… ma Io dico questo, cari fratelli: che carne e sangue non possono acquisire il Regno di Dio, e che il terreno, come corruttibile, non può ereditare lo spirituale come incorruttibile».

6. Questo versetto dice chiaramente che non si può parlare di una resurrezione del corpo di carne materiale, perché allora lo spirito sarebbe di nuovo un uomo terreno esposto a tutte le difficoltà della vita umana che, al tempo della sua vita materiale, erano per lui un inferno.

7. Anche il lettore più perspicace riconoscerà presto che lo pseudo-Matteo stesso ha messo insieme il suo ultimo giudizio e che questo sta in forte contraddizione con l’eterno Amore e la Misericordia di Dio.

 

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Cap. 17

Il dodicesimo articolo di fede nel Credo apostolico recita:

“e la vita eterna. Amen!”

1. Con il dodicesimo articolo di fede l’uomo confessa che crede in un Dio eterno (Gen. 21,33; Sal.45,7; Ger. 10,10), che questo Dio è Cristo (Gv. 14,6), e che attraverso Cristo giungerà alla vita eterna (Mc. 10,30; Gv. 3,15-36 / 6,68 / 10,28), la quale è il Cielo con tutte le sue delizie e beatitudini.

2. Su questo, Pietro scrive (1° Pietro 1,8-9): «…esultante di una gioia indicibile e gloriosa, conseguendo il fine della vostra fede, vale a dire la beatitudine delle vostre anime».

3. Ancora meglio si esprime Paolo nella ‘Lettera ai Corinzi’ (1° Cor. 2,9): «Nessun occhio ha visto, nessun orecchio udito e nessun cuore dell’uomo ha mai percepito, ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano».

4. Che la confessione di fede si concluda con la parola ‘amen’, accade perché con questa parola termina qualcosa, si convalida o viene riconosciuta come vera. Quindi con la parola conclusiva ‘amen’ nella confessione di fede, voi confermate il vostro convincimento come se vorreste dire: in verità è così; quindi ci crediamo fermamente.

 

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Cap. 18

I Dieci Comandamenti di Dio

18/1 – Il Decalogo

1. I Dieci Comandamenti di Dio si riferiscono ai doveri verso Dio e verso gli uomini, doveri che voi siete chiamati ad adempiere se volete raggiungere la vita eterna. Questi comandamenti dicono (Es. 20; Dt. 5):

- I )      Io sono il Signore Dio tuo, non avrai altri dèi al di fuori di Me

- II )     Non nominare il nome del tuo Dio, invano.

- III )    Santifica il Sabato come giorno di riposo spirituale.

- IV )   Onora tuo padre e tua madre, affinché tu viva a lungo e sii felice sulla Terra.

- V )     Non uccidere.

- VI )   Non commettere adulterio e pratica la castità.

- VII ) Non rubare.

- VIII ) Non attestare il falso verso il tuo prossimo.

- IX )   Non desiderare la proprietà del tuo prossimo.

- X )     Non desiderare la moglie del tuo prossimo, il che significa: non abusare sfruttando la sua misericordia e la sua bontà.

2. I primi tre comandamenti contengono i doveri verso Dio, gli altri sette i doveri verso il prossimo.

 

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18/2 - Premessa di Schumi

Oltre alle spiegazioni che seguono qui sui Dieci Comandamenti di Dio, leggete ulteriori spiegazioni su “Il libro delle preghiere”, poi nel “Sole spirituale” di Lorber, nel “Decalogo” di A. Hedwig K.[39], nei “Dieci Comandamenti di Dio” di Swedenborg e “Una parola nella dodicesima ora al popolo tedesco” di E. Veith[40]. Veith è prezioso per le spiegazioni sullo stato del mondo al cospetto dei Dieci Comandamenti. In ognuno di questi libri c’è una variante alla compilazione qui presentata, uno completa l’altro, ma tutti insieme offrono una visione più profonda nella comprensione dei Dieci Comandamenti. Ho utilizzato intensamente le Sacre Scritture, in parte attraverso l’interpretazione letterale, in parte attraverso estratti, in parte attraverso migliori chiarimenti, poi l’indagine della Chiesa tratta dalle Sacre Scritture, dal “Sole spirituale”, e in particolare anche da Swedenborg, e quanto mi è stato dettato o comunicato dal Padre Gesù. Questa raccolta qui presentata è stata fatta secondo la Sua Volontà e in accordo con Lui, il Quale mi ha sostenuto con istruzioni e dettati, al fine di avere finalmente una spiegazione approfondita dei Dieci Comandamenti che finora ci mancava.

 

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18/3 – Necessità della purificazione per l’osservanza dei comandamenti

3. Dai Dieci Comandamenti voi apprendete che un cristiano non deve adempiere i doveri prescritti solo esteriormente, ma li deve adempiere anche interiormente, ovvero spiritualmente come sono spiegati lì dall’Amore e dalla Sapienza di Dio, poiché sono Divini e si deve evitare tutto ciò con cui li si trasgredisce e va contro Dio e contro il prossimo, poiché sono Comandamenti del Mio divino Amore, e dal momento che siete stati educati e viziati nella sapienza intellettuale mondana, vi è così difficile adempierli. Per questa ragione Io, Gesù, dissi:

- «Non chi dirà: Signore, Signore, entrerà nel regno dei Cieli, ma chi farà la volontà del Padre Mio che è nei Cieli» (Mt. 7,21).

4. Invece a coloro che osservano i Miei Comandamenti ho promesso la vita eterna dicendo: «Se vuoi entrare nella vita eterna, osserva i Comandamenti (Mt. 19,17)»; e a quelli che li osservano, ho promesso una benedizione multipla già in questo mondo, come sta scritto nel primo comandamento: «Io sono il Signore tuo Dio, che pratica la misericordia fino alla millesima generazione verso quelli che Mi amano ed osservano i Miei Comandamenti (Es. 20)».

5. Io, Gesù, ho insegnato che l’uomo esteriore sensuale non diventa interiore o spirituale, questo significa che non agisce in concordia con il più intimo spirituale puro, fino a quando non vengono rimossi i desideri, dicendo:

6 «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno della tazza e del piatto, mentre il di dentro è pieno di ladrocinio e immondizia; farisei ciechi, pulite prima il di dentro della tazza e del piatto, in modo che anche il di fuori diventi pulito (Mt. 23,25-27)», oltre a ciò, questo intero capitolo è dello stesso senso, dall’inizio alla fine. L’interno (l’interiore), che è il farisaico o sacerdotale, sono i desideri di fare secondo ciò che è proibito nei Dieci Comandamenti.

7. Io, Gesù, come Dio-Uomo, ho parlato in parabole e in maniera spirituale, perciò tutti i Miei insegnamenti sono stati dati per l’interiore dell’uomo. Se l’uomo metteva in ordine il suo interiore secondo i Comandamenti di Dio, allora purificava anche la sua carne, e così, con l’abbattimento di tutti i pensieri, parole e opere non spirituali, l’uomo rinasceva spiritualmente: la prima nascita era la nascita della carne nella quale c’è il male e il falso, la seconda, come rinascita, è l’esodo dal materiale allo spirituale, e se ciò si realizzava completamente e precisamente, allora seguivano le grazie e i doni dello Spirito Santo, come dissi a Nicodemo (Gv. 3,3; Atti 2,1-4; La Santa Trinità), e con il battesimo di Pentecoste questa dichiarazione si è dimostrata coi fatti.

8. I Dieci Comandamenti, secondo la loro essenza interiore, proibiscono tutte le trasgressioni, tutte le false vie, tutti i vizi, inclinazioni, passioni, desideri, brame e depravazioni dell’uomo sensualmente predisposto, che sono contro la volontà dello Spirito di Dio nell’uomo. Quindi anche per quanto riguarda la falsa fede e l’attività d’amore che contengono l’essenza del più grande comandamento nella legge.

9. I desideri della carne, degli occhi e dei restanti sensi, sono separati dai desideri, cioè dalle inclinazioni e dai desideri dello spirito, e sono completamente uguali ai desideri degli animali, per questa ragione essi hanno in sé la natura selvaggia; le inclinazioni dello spirito sono invece come quelle degli angeli, e perciò da chiamare veramente ‘umane’. Pertanto, fino a quando un uomo si presta ai desideri della carne, fino ad allora è un animale e una belva; all’opposto fino a quando rende omaggio ai desideri dello spirito, fino ad allora l’uomo è un angelo. Secondo Swedenborg i desideri della carne si possono paragonare alle stalle nelle quali si trovano asini, caproni e maiali, e le inclinazioni dello spirito con quelle stalle dove stanno i cavalli nobili e anche pecore e agnelli; essi si differenziano anche come asini e cavalli, come caproni e pecore, e come agnelli e maiali, in genere come poltiglia e oro, e come calce e argento, ecc. – Desiderio e azione sono uniti come carne e sangue, come fiamma e olio, poiché il desiderio è nell’azione, come il piacere è nei polmoni col respirare e il parlare.

10. Tramite Isaia ho insegnato che prima di tutto deve essere allontanato il male, prima che il bene che l’uomo fa, diventi bene dinanzi a Dio:

- «Lavatevi, purificatevi, togliete dinanzi ai Miei occhi la malizia delle vostre opere, imparate a fare il bene; allora i vostri peccati, fossero anche come scarlatto[41], diventeranno bianchi come la neve, e se fossero rossi come porpora diverranno come candita lana» (Is. 1,16-18).

11. Questo è anche simile al passo in Geremia: «Stai alla porta della casa di Jehova e là proclama questa parola: […] “Così parla Jehova Zebaoth, il Dio d’Israele: ‘Migliorate le vostre vie e le vostre opere”, […] non fidatevi delle parole menzognere di coloro che dicono: ‘Il Tempio di Jehova, il Tempio di Jehova, il Tempio di Jehova è qui!’; […]se ancora, dopo il rubare, l’uccidere, l’essere adulteri e giurando il falso, venite e state in preghiera dinanzi a Me, in questa Casa sopra la quale viene proclamato il Mio Nome e dite: ‘Siamo salvati’, mentre state compiendo tutte queste atrocità? È forse diventata una spelonca di ladri? Infatti Io vedo ciò che è diventata», come risuonò l’espressione di Jehova (Ger. 7,2-4 / 7,9 / 7,10-11).

12. Che colui che osserva le prescrizioni dei Dieci Comandamenti fugga il male, ma segue l’amore e l’attività dell’amore, risulta chiaro dalle seguenti parole che un giorno dissi a Giovanni:

- «Chi accoglie le Mie parole e le osserva, questi è colui che Mi ama, e chi ama Me sarà amato dal Padre Mio, e anch’Io lo amerò e Mi rivelerò a lui, e dimoreremo presso di lui» (Gv. 14,21-23).

13. Con l’evitare i peccati ci si allontana dall’inferno e ci si avvicina al Cielo. Questo però accade solo con l’adempimento dei Comandamenti e degli insegnamenti prescritti, i quali dichiarano esattamente cosa fare o non fare. Infatti, solo allora si può perseguire e fare il bene, se si evita il male e il falso, perché finché il male e il falso dominano nell’uomo, ciò non fa sorgere il bene e il vero, quindi l’uomo non prospera e non cresce. Perciò si deve evitare il male con tutte le forze e, nella lotta, pregare per l’aiuto, tendendo al vero amore, perché non si possono servire allo stesso tempo due padroni.

14. Swedenborg presentò due nuove regole basate sulla verità, perciò dovranno essere citate qui con un piccolo miglioramento:

- I ) «Nessuno può fuggire il male come peccato per propria forza di volontà, né fare il bene che è bene dinanzi a Dio da se stesso; bensì nella misura in cui uno fugge il male come peccato fino al punto in cui promuove il bene in se stesso, ma non da se stesso, bensì attraverso l’impercettibile aiuto di Dio sentendosi comunque come se avesse operato per propria forza».

- II ) «Luomo deve fuggire il male come peccato e lottare contro di questo come da se stesso, poiché chi lo fa per amore verso Dio, a lui viene l’aiuto di soppiatto ; se invece uno fugge il male per qualsiasi altra ragione, in quanto lo considera peccato e contro la volontà di Dio, allora egli non fugge dal vero proposito, che presso Dio è ben considerato, bensì fugge dal falso proposito affinché lo si elogi davanti agli occhi dei suoi contemporanei come un uomo puro, e tale fuggire dal peccato non ha alcun valore dinanzi a Dio. Lo stesso vale se si fugge il peccato solo a causa delle gioie del Cielo e per paura dei tormenti dell’inferno. In tal caso non si va nel Cielo perché il Cielo che è fuori di Dio e in Dio, non era il Punto centrale dell’amore e dell’aspirazione di chi perseguiva il Cielo. L’uomo deve fare tutto, solo per amore verso Dio, senza qualunque altra intenzione; allora è la cosa giusta che porta in sé il Cielo».

15. Swedenborg dice del tutto eccellentemente che il male e il bene non possono stare insieme, e che si ha la propria mira sul bene e lo si percepisce nella misura in cui il male viene rimosso. Il motivo di questo sta nel fatto che nel mondo spirituale da ciascuno fluisce una sfera del proprio amore che si diffonde e stimola tutt’intorno generando simpatia e antipatia; attraverso queste emanazioni il bene viene separato dal male.

16. Che il male debba essere rimosso prima che il bene sia riconosciuto, percepito e amato, può essere paragonato a molte cose nel mondo naturale, come per esempio i seguenti: Nessuno può subentrare ad un altro che custodisce un leopardo e una pantera nella sua stanza, ‒ poiché, chi dà loro da mangiare, vive al sicuro con loro ‒ se prima non ha rimosso questi animali feroci. – Chi è colui che, invitato alla tavola del re e della regina, non si lavi il viso e le mani prima di recarsi lì? ‒ Chi è che non purifica prima i minerali attraverso il fuoco separandoli dalle scorie, per procurarsi dell’oro e dell’argento puro? ‒ Chi non separa l’erba cattiva dal raccolto del grano, prima di portarlo nel granaio? ‒ Chi non stacca battendo le loppe[42] dal raccolto dell’orzo con i correggiati[43], prima di portarlo in casa? ‒ Chi non getta e allontana i bruchi dalle foglie degli alberi da frutta nel giardino, affinché le foglie non vengano consumate, e così il frutto non vada perduto? ‒ Chi ama una vergine ed ha intenzione di sposarla, se lei è affetta da piaghe maligne o è coperta di pustole e ulcere, per quanto possa truccarsi il viso, vestirsi magnificamente e cerchi di suscitare amore con parole insinuanti?

17. Il fatto che l’uomo si purifichi dal male e non deve aspettarsi che lo faccia direttamente il Signore, è paragonabile alla situazione in cui un servitore con la faccia e il vestito imbrattati di fuliggine e fango va’ dal suo padrone e dice: “Signore, lavami!”. ‒ Il padrone, non gli direbbe: “Servitore sciocco, cosa dici? Ecco, qui c’è l’acqua, sapone e asciugamano; non hai le mani e la forza in te? Lavati da solo!”. E così anche Dio, il Signore, dirà: “Ci sono mezzi di purificazione provenienti da Me, e anche la tua volontà e la tua capacità viene da Me; usa quindi queste Mie donazioni e doni come tuoi, allora diventerai puro!”, e così via. ‒Che l’uomo esteriore debba essere purificato, comunque, tramite il suo spirito interiore, Io, Gesù, l’ho insegnato in Matteo (capitolo 23 tutto).

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18/4 –  (allegato 1) tramite A.h. Kronstadt

23 gennaio 1903

18. Cari figli, diventate fautori dei Miei Comandamenti! Quanto più zelanti nel vostro modo di procedere cercherete di applicarli alla maniera da Me esposta, tanto più chiaro riconoscerete la Mia Volontà che vi mostrerà sempre solo la purezza celeste, nel qual modo beatificante Io, il Padre, cerco di rendere felici tutti gli uomini.

19. Oh, allora tutti che state nel Mio amore, venite a Me, al Padre, affinché vi benedica, per darvi tutta la spirituale forza di vita che vi affluisce dall’osservanza dei Miei Comandamenti d’amore in chiari torrenti di luce, al fine di scacciare l’oscurità che tiene prigioniera l’intera umanità. Il Mio Nome è altamente lodato, e voi dovete strappare questo Nome, per ritornare a casa da Me, dal Padre, come vincitori con un ricco bottino. Io aspetto tutti voi che Mi amate. Venite individualmente, venite in interi gruppi, proprio come vi è data l’opportunità attraverso di Me, il Padre. Ma venite! Infatti, Io vi aspetto per scendere in battaglia con voi stessi, perché dovete raccogliere e raccoglierete tutto ciò che un giorno è proceduto da Me stesso.

20. Il tempo stringe, non lasciatevi pregare, poiché il tempo in cui vi parlo in maniera così vivente attraverso la Parola dell’Amore, non verrà più, perché per tutti quelli che non hanno riconosciuto Me, il Padre, alla Mia seconda venuta nella Mia Luce, rimarranno per lungo tempo nelle tenebre, e nelle tenebre non vedranno come va a coloro che, nella loro felicità beatificante, si sono immedesimati nella via dei Miei Comandamenti.

21. O voi uomini che state così lontani da Me, dal Padre, ascoltate le Mie amorevoli parole che ogni comandamento vi esclama: “Diventate figli del Padre vostro che ha ammassato ricchi tesori per tutti voi, quelli che vi congiungono con Me, al Padre, per tutte le eternità, e per questa ragione entrate nella stessa proprietà spirituale che appartiene a Me, al Padre vostro.

22. O figli miei, voi che state nell’amore per Me, dimostrate il vostro amore cercando di adempiere i Miei Comandamenti con precisione, in modo che anche voi non siate come coloro, e come tanti altri che lo volevano tanto volentieri, ma oltre a ciò hanno sempre non soltanto Me, ma anche altri dèi (di genere materiale e sensuale) accanto a loro, che servono loro di tanto in tanto. Ognuno si attenga a questo primo comandamento dato, affinché diventi ciò che Io, il Padre, desidero: un figlio fedele che mi serve solo nell’amore.

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18/5 – (allegato 2) tramite A.h. Kronstadt

8 maggio 1903

23. Se ti rendi conto che non fai nessun progresso (nell’adempiere i Miei Comandamenti) nell’avanzamento spirituale, che si dà a riconoscere solo nell’amore pieno di abnegazione, allora devi sapere che ancora non progredisci fedelmente in una o nell’altra parte dei Miei Comandamenti. Perciò fa’ come dico Io: “Esaminati in tutte le tue azioni! Esamina ogni domanda, ogni condotta, se la sua realizzazione rimane nel piano del Mio Amore, affinché non ti smarrisca”.

24. Colui che Mi è stato fedele nel piccolo, lo metto al di sopra di molte cose, poiché l’amore per Me lo ha reso capace di servirMi nell’umiltà come un fedele affezionato figlio, e quindi di colmare di felicità tutti coloro che Io, il Padre, ho portato a lui vicino (per istruirli nella verità della religione).

 

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Cap. 19

Il 1° Comandamento

 [Es. 20,2-6; Dt. 5,6-10]: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dal paese d'Egitto, dalla condizione di schiavitù: [3]non avrai altri dei di fronte a me. [4]Non ti farai idolo né immagine alcuna di ciò che è lassù nel cielo né di ciò che è quaggiù sulla terra, né di ciò che è nelle acque sotto la terra. [5]Non ti prostrerai davanti a loro e non li servirai. Perché io, il Signore, sono il tuo Dio, un Dio geloso, che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla quarta generazione, per coloro che mi odiano, [6]ma che dimostra il suo favore fino a mille generazioni, per quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti».

 

19/1 - Credere in un solo Dio

1. Qui la spiegazione dei Comandamenti di Dio depositati nel ‘Libro dell’Esodo’ al capitolo 20, come in ‘Deuteronomio’ al capitolo 5, che Gesù quale Jehova il 30 marzo 1490 prima di Cristo sulla montagna Musa[44] appartenente al monte Sinai tra tuoni e fulmini ha dato al popolo d’Israele per vivere secondo questi e perciò adempierli nei fatti:

2. Esodo: 20, 3-6 e Deuteronomio: 5,7-10:

- «Non avrai altri dèi all’infuori di Me» (Es. 20,3; Dt. 5,7);

- «non ti fare nessuna immagine scolpita, né immagine di cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sopra la Terra o nelle acqua sotto la Terra» (Es. 20,4; Dt. 5,8);

- «non adorare tali cose né servir loro; poiché Io, il Signore Dio tuo sono un Dio geloso che punisce l’iniquità dei padri sopra i figli, fino alla terza e quarta generazione, per coloro che mi odiano» (Es. 20,5; Dt. 5,9);

- «ma uso clemenza fino alla millesima generazione verso coloro che Mi amano e osservano i Miei comandamenti» (Es. 20,6; Dt. 5,10).

3. Per comprendere più chiaramente il senso di queste parole, deve seguire un chiarimento adattato alla comprensione odierna, come di seguito:

4. Non ti devi erigere accanto a Me nessun idolo che tu ritieni santo, né adorarlo, né venerarlo né pregarlo per l’aiuto. Invece devi chiederlo a Me, poiché Io sono un Dio zelante e non tollero nessun Dio accanto a Me che decida per gli uomini, li beatifichi e li chiami al posto Mio.

5. Tali abusi sono il segno della decadenza della vera fede in un Dio e della degradazione della Mia Persona come unico Santo d’Israele del mondo.

6. Nessuno adori un altro Dio, né i servitori della Mia Santità, perché nessuno è santo al di fuori di Me, né nel Cielo né sulla Terra, né sotto la Terra. Perciò non vi costruite nessuna immagine intagliata né scolpita, né dipinta dei vostri pseudo santi, dal momento che proibisco perfino qualsiasi Mia immagine se con questa volete praticare l’idolatria e venerare l’immagine inanimata.

7. Pertanto, riconoscete la Mia Volontà e adoperatevi di adempierla pienamente, affinché Io non abbia motivo di punirvi, poiché punisco da due, tre, fino a quattro generazioni, mentre ricompenso l’adempimento dei Miei comandamenti fino alla millesima generazione. Questo è il comandamento e l’insegnamento che ora v’imprimo, come un giorno ho fatto con gli israeliti.

8. Sul contenuto del primo comandamento alcuni passi della Bibbia sono da prendere in considerazione, come questi:

- I ) Pietro scrisse nella ‘Lettera agli Ebrei’: «Senza fede è impossibile piacere a Dio; perché è necessario che chi vuol venire a Dio, deve credere che Dio esiste» (Eb. 11,6).

- II ) Mosè dice: «Temerai e servirai il Signore Dio tuo» (Dt. 6,13). ‒ Io, Gesù, diedi prova di umiltà nell’adorazione di Dio in occasione del digiuno di 40 giorni, superando il Satan della bramosa carne[45] e senza tener conto della Mia Divinità passai nell’umiltà sottomettendoMi al battesimo di penitenza come un peccatore, per dare agli uomini l’esempio che davanti a Dio ci si deve sempre considerare nel corpo di carne in umiltà come insignificanti e peccaminosi.

9. Si domanda: “Siete voi debitori di osservare i Miei Dieci Comandamenti?”

10. Sì, anche voi siete debitori di osservare i Dieci Comandamenti e precisamente così:

- I ) Perché Io non li ho dati solo per i giudei, ma per l’intera umanità, in quanto il loro senso interiore contiene precisamente i due Comandamenti dell’amore verso Dio e verso il prossimo, il che forma il precetto naturale per una vita spirituale, attraverso il quale l’uomo diventa un’immagine o figlio di Dio.

- II ) Perché Io, Gesù stesso, li ho confermati dicendo: «Non crediate che Io sia venuto per revocare la Legge o i profeti, ma son venuto per adempierli» (Mt. 5,17).

11. I Dieci Comandamenti di Dio si devono osservare perché furono dati da Me affinché fossero osservati, perché con questo do all’uomo la necessaria grazia e facoltà per fare ciò che riferiscono anche i seguenti versetti delle Sacre Scritture:

- I ) «Porrò in voi il Mio Spirito e farò in modo che camminiate secondo le Mie Leggi e osserviate e mettiate in pratica i Miei Comandamenti» (Ezechiele 36,27).

- II ) «È Dio che produce in voi il volere come l’esecuzione secondo il Suo compiacimento» (Filippesi 2,13).

- III ) «Io, Paolo, posso tutto attraverso Colui che mi dà forza, vale a dire Cristo» (Filippesi 4,13).

 

 

19/2 - Il 1° Comandamento dice: «Devi credere in un solo Dio. Devi amare, venerare e adorare solo quest’unico Dio, e non avere altri dèi accanto a Lui».

12. Io, come Dio, sono sommamente Santo, il Mio Amore è la Luce centrale primordiale nella Creazione, perché in essa c’è Padre e Madre. La Mia Essenza è l’infinito voler bene al cospetto di tutte le Mie creature, dal più alto cherubino e serafino fino al più basso e più piccolo essere vivente, perché il Mio Amore abbraccia tutto l’infinito del mondo. La Mia Sapienza è la profondità della divina Santità, e l’Onniscienza degli infiniti misteri dell’Amore in Dio sono incomprensibili per l’umana capacità di comprendere; ‒ inoltre, la Mia Onnipotenza creativa racchiude i misteri della profondità dell’Amore universale, e la suprema Santità della Sapienza in Dio, con la sua forza di volontà e potenza creativa, sono nelle Mie mani onnipotenti. Perciò Dio è l’indefinibile Santuario in Se stesso e nella Sua imponente Creazione.

13. Come da questo santissimo Dio, dal cui Amore, Sapienza e Onnipotenza è sorto tutto, Io menziono Me stesso, Padre degli uomini. Quanto altamente Santo deve essere l’Amore e quanto infinitamente sublime deve essere l’umiltà in Dio, per il fatto che Mi sono umiliato così profondamente e Mi definisco Padre degli uomini, i quali sono pieni di vizi e peccati a causa della loro disobbedienza!

14. Può l’uomo pensare qualcosa di più alto del suo Dio? No! Questo no. Può allora fare qualcosa di più umile per il fatto che Io, il santissimo Dio, Mi faccia chiamare dagli uomini, Padre loro? No! certamente no, perché la differenza tra la Santità di Dio e la peccaminosità dell’uomo ordinario è troppo grande.

15. E ciò nonostante, un sacro vincolo d’amore unisce il figlio col Padre, con Me, il santissimo Dio! L’intelletto umano non può afferrare del tutto la grandezza e la sublimità di questa realtà nella sua terrena capacità di comprendere, e per questa ragione gli uomini danno così poca importanza al fatto che Io stesso sono Padre loro.

16. Considerate l’Infinità, le inconcepibili dimensioni delle Mie creazioni e le incommensurabili meraviglie che vi accadono, poiché in ogni mondo della Creazione ci sono altre specie di pietre e minerali, e altre piante e animali, anzi perfino uomini in dimensioni tali da superare di gran lunga tutta la vostra immaginazione, e quanto è creato non può essere imitato da nessuno secondo la sua vera natura, per comprendere in certo qual modo il Mio Santo Spirito nella Creazione, Spirito che vi opera e crea in maniera magnetico-elettrico con il Suo Amore e Sapienza!

17. E vedete, tutto questo sono Io, vostro Dio e Padre; tutto è creato per voi. E voi, poiché siete figli Miei, siete chiamati a diventare gli eredi delle mie gigantesche Creazioni. Non per niente un giorno dissi: “Cercate di diventare perfetti com’è perfetto il Padre vostro nel Cielo”, cosa che può essere raggiunto solo attraverso lo sforzo di seguire le Mie virtù come Figlio dell’uomo (descritte nel “Libro delle preghiere); infatti, con la perfezione spirituale dell’uomo, queste virtù contengono in sé il premio della figliolanza di Dio, il battesimo dello Spirito Santo con tutti i doni e le grazie che sono descritti nella Santa Trinità. Se si sono conseguite queste grazie e doni, allora si è un figlio di Dio; e se questo è accaduto, allora vi è possibile tutto, il che è fondato in voi nel Mio Amore, perché Io stesso, lo Spirito dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza dell’Universo in voi, sono l’Adempitore dei vostri desideri.

18. Per raggiungere questo gradino della perfezione spirituale, vi dovete concentrare, affinché seguiate ed osserviate precisamente i Miei comandamenti e insegnamenti, poiché questo significa: strappare a sé il Cielo con violenza.

19. Dovete perciò innanzitutto credere in un solo Dio: «Senza fede è impossibile piacere a Dio, poiché chi si accosta a Lui, deve credere che Egli è» (Ebr. 11,6).

20. Inoltre dovete considerare questo Dio come l’amorevole Padre vostro che si prende cura di voi, perciò amateLo con tutto il vostro cuore, con tutta la vostra anima e con tutto il vostro sentimento (Dt. 6,4.5; Mt. 22, 37-38).

21. «Sperate in Lui, poiché coloro che amano il Signore, sperano nel Signore; Egli è vostro aiuto e vostro scudo (Salmi 115,11)». – «Confidate in Lui in ogni tempo, o popolo, versate il vostro cuore dinanzi a Lui! Dio è il nostro eterno rifugio» (Salmi 62,9), dice Davide.

22. E in ultimo dovete mostrare ogni rispetto e venerazione a questo Dio e adorare solo Lui, perché sta scritto: «Adorerai il Signore Dio tuo e servirai Lui soltanto» (Mt. 4,10; - Dt. 6,13).

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23. Anche il darwinismo[46] appartiene all’adorazione degli altri dèi, poiché il Mio divino insegnamento afferma che il primo uomo fu creato da Dio, perciò Dio era Padre suo, e l’uomo un figlio di Dio.

24. Darwin al contrario insegnò che Dio non era Creatore e Padre del primo uomo, bensì la scimmia primitiva; quindi il darwinismo è negazione di Dio e adorazione della scimmia primitiva come idolo, dal cui stato primordiale si dovrebbe essere sviluppato l’uomo divino. Una teoria molto triste proveniente dall’oscuramento dello spirito e dalla sua inclinazione alla scimmia o alla vita dei fauni[47].

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25. Così non dovete neanche chiamare i defunti, che spiritualmente sono vostri fratelli e sorelle, con il titolo ‘santo’ e ‘santi’, poiché Io solo sono Santo e nessun altro, né qui sulla Terra, né là nel regno degli spiriti; inoltre, non procedete verso questi uomini defunti, pregando, e considerandoli nelle vostre preghiere come vostri aiutanti o intercessori, recitando il Padrenostro e altre simili preghiere, il che appartiene all’idolatria o al politeismo[48], perché in tal modo pregate a questi vostri dèi che vi dovrebbero esaudire, invece di venire direttamente a Me nel vostro cuore, dove Io, il divino Amore e Misericordia, di nome Gesù Cristo, dimoro.

26. Inoltre, appartiene allo stesso politeismo, perché da esso derivante, il tenebroso paganesimo di mettersi lì davanti a statue e a immagini della Mia Persona e dei beati, osservarli come se ci fosse vita in loro e pregarli, poiché questo significa proprio l’idolatrico culto delle immagini, ovvero, culto religioso di adorazione di immagini. Vedete, così anche i pagani di una volta adoravano e idolatravano i loro dèi. ‒ Questo certamente non significa entrare nella silenziosa cameretta del cuore per pregare come un giorno insegnai agli uomini! Chiudere la porta della silenziosa cameretta significa: allontanarsi da tutto ciò che affascina i vostri sensi attraverso gli occhi! Pertanto, dov’è possibile, chiudete gli occhi per evitare distrazioni, in modo da ascoltare solo le vostre parole e con amore, umiltà e riverenza, con i vostri pensieri siete presso di Me.

27. Ogni specie di presentazione delle immagini di Dio e dei santi è rigorosamente proibita nel primo comandamento (Es. 20,3-5), come anche in Levitico e Deuteronomio come segue:

- Lev. 26,1: «Non fatevi idoli, né immagini scolpite, né simulacri eretti, e non collocate nel vostro paese pietre con figure scolpite per adorarle, poiché sono Io Jehova, il vostro Dio (che ve lo proibisce)».

28. Deut. 27,15: «Separato da Dio (l’espressione di Mosè tradotta con “Sia maledetto”, è sbagliata, perché Dio dimora in ogni uomo, quindi non è concepibile maledire la Sua dimora) è quell’uomo che fa un’immagine scolpita o di metallo fuso, opera della mano di un artigiano, cosa abominevole per il Signore, e la colloca in luogo occulto».

29. Il divieto di erigere idoli e adorarli era una cosa necessaria per la soppressione del culto dell’idolatria, il che durava da migliaia di anni prima di Me, Cristo, fino alla Mia venuta e fino ai vostri giorni, anche se in altra forma e sotto altro nome.

30. Il mondo antico adorava: Baal, Astarte (Astharot), Chemos, Milkom, Belzebù, Apis, Isis, Osiris, ecc., presso i greci e i romani: Giove, Saturno, Nettuno, Plutone, Pallade, Apollo, Minerva, Anfitrite e così via. Dapprima come rispondenze delle caratteristiche dell’unico Dio, poi, quando il popolo ottenebrò la sua luce interiore spirituale attraverso le cose del mondo, se le immaginò come santi, poi come poteri soprannaturali e alla fine come dèi sotto varie forme e statue.

31. Anche il popolo israelita al tempo nella sua permanenza in Egitto cadde nell’idolatria, cosa che si può vedere dalla storia del vitello d’oro che fu colato da Aronne nel deserto e venerato al posto di Jehova; e che il popolo cadde ancora spesso nell’adorazione degli dèi, anche la Bibbia lo dimostra in alcuni passi della storia ebraica e dei profeti.

32. L’idolatria nel Nuovo Testamento è tutto ciò che si mette davanti a Dio, si corre dietro, poi brama ed ha solo in ciò tutti i pensieri, siano essi denaro, ricchezza, donne, lusso, megalomania[49], arrogante presunzione, avidità di dominio, cupidigia e ambizione; inoltre, l’elevazione degli uomini ad esseri superiori e dar loro culto terreno oppure trascendentale.

33. All’idolatria appartiene anche il brutale innamoramento sensuale, dal momento che in tal modo entrate completamente al servizio di Satana, perché i vostri pensieri diventano appartenenti solo alla sua anima, la quale è materia consolidata[50].

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34. Anche l’amore esagerato delle madri per i figli è una pericolosa idolatria, perché in tal modo si guastano i Miei figli che Io, ai genitori, affido puri e innocenti dalla Mia mano, e da loro li richiedo indietro nobilitati e raffinati, mentre li corrompono e li educano a diavoli. Questa idolatria ha una pesante responsabilità davanti a Me. Ricordatevi questo, voi madri che avete più amore per i figli che per Me, perché così facendo agite contro i Miei Comandamenti!

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35. Voglio rendervi attenti anche sull’idolatria indirizzata all’amore per gli animali. Gli animali sono certamente affidati alle vostre cure e attenzioni, ma dovete considerarli solo come animali che sono stati creati e dati per il vostro beneficio. Ma non dovete praticare nessuna passione con loro e assisterli come fossero uomini, e per loro ricorrere ad ogni cura, o perfino stimarli più che i poveri uomini, nei quali, Io, vostro Dio Gesù Cristo, dimoro! – Gli uomini che praticano passione per gli animali, accarezzando cani, gatti, conigli, ecc. e si prendono cura e attenzione con cibo e alloggio come per gli uomini, praticano con questi la loro idolatria, a loro toccherà il secondo inferno, dove saranno trasformati nella stessa forma animale con i quali hanno praticato la loro passione idolatrica!

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36. Oltre a questo politeismo, anche nella vostra vita terrena avete ogni specie di dèi ai quali rendete omaggio, così per esempio: se bramate il denaro (mammona), o lo spendete per cose e oggetti non necessari o molto costosi, e in questi avete la vostra più grande gioia. Vedete, questi sono i vostri dèi materiali e morti per i quali spendete molti soldi – che all’opposto sottraete ai poveri e ai bisognosi – quando voi certamente sapete di poter comprare il Cielo solo attraverso le buone virtù e con l’attività nell’amore per il prossimo, ma non con il servizio a mammona, col lusso, lo sfarzo, il godimento ineffabile e il gozzovigliare in cose che dilettano gli occhi, solleticano la lingua, stimolano ed eccitano i sensi ed appagano la brama carnale e sensuale. Questo è per l’appunto il politeismo più pericoloso, al quale sono attaccati così tanti uomini con tutta la loro anima, ma tralasciano Me in molti modi nello spirito e nella verità e di quando in quando dimenticano completamente.

37. Da queste chiarificazioni risulta che se volete osservare precisamente il primo comandamento, dovete sempre esaminare se le vostre inclinazioni, pensieri, desideri, brame, voglie e azioni sono fondate in Me, se fate ciò che vi faccio insegnare e volete vederlo realizzato, oppure se avete più interesse per le vostre passioni. – Ma fino a che queste ultime predominano in voi, è una faccenda dubbia con il progresso spirituale e la rinascita dello spirito, perché vi ostacolano i molti dèi materiali da voi stessi creati e idolatrati.

 

 

19/3 - La disorientante credenza in Satana

38. Non dover avere altri dèi accanto a Me, consiste in questo: che voi credete che di fatto esiste ancora un principe dell’inferno o principe della menzogna, Satan oppure Satana, poiché Satana e diavolo sono uomini e spiriti maligni derivati spiritualmente e materialmente dall’anima di Satana-Lucifero trasformato in materia. Il divino Spirito di vita in Satana ero Io stesso, e quando Mi ritirai, allora la luce e la vita nell’anima di Satana si spensero, e da quest’anima creai il mondo materiale. – Lo spirito di Satana è il maligno e il falso della mondanità negli uomini, e da ciò il principe dell’inferno, il generale male e falso degli spiriti infernali[51].

39. Perciò gli scenari dove si parla di Satana, come nel libro di Lutero e altrove, sono solo rispondenze spirituali di un tempo e di adesso: – di un tempo, come appariva ed era realmente; – e di adesso, com’è la condizione satanica dell’uomo del peccato e la sua riluttanza verso il divino.

40. Vero è che nell’uomo esiste un piacere oscuro, fuorviante lo spirituale, che forma il male della materia nell’uomo; un residuo, questo, di un tempo nuovamente risvegliato. Nondimeno, vi avverto di prestare attenzione a questa ombra, o di credere in un ‘Satan’, perché credendo in un vero Satan o Lucifero [come divinità], attraverso la vostra fede dall’indicato piacere malvagio del vostro io, date forma allo spirito maligno, il Satan, che è poi il più grande spirito tormentatore nel corpo. – Quindi non credete in un vero spirito di Satana o di Lucifero, poiché con il credere in lui lo formate voi stessi, e poi diventa il vostro intralciatore nel bene, il risvegliatore di desideri e voglie innaturali e l’impedimento per poter avanzare spiritualmente. Perciò negate ogni credenza in un Satana che esisterebbe ancora ai vostri giorni!

41. Sì, questa credenza vi è anche un ostacolo per giungere alla rinascita, poiché credendo in uno spirito di Satana, voi credete e presentate un secondo essere accanto a Me come un potere spirituale. Via con queste due divinità, poiché il residuo di Satana siete voi stessi, e il male indicato in voi è lo spirituale della vostra carne, quindi voi stessi secondo la carne. Allora esaminate il Satan e dite: “Io stesso sono Satan secondo la carne e in parte secondo l’anima”. Allora il vostro credere non vi danneggerà.

 

 

19/4 - Proibizione nel 1° Comandamento

42. Con il primo comandamento viene proibito:

- I ) L’incredulità: «Chi non crede non sarà beato» (Mc. 16,16).

- II ) L’idolatria: Dio li lascia ai diletti del loro cuore: «…loro, che hanno scambiato la verità di Dio (l’insegnamento di Gesù) con la menzogna (degli statuti degli uomini) ed hanno venerato e adorato la creatura (ad es. Maria, defunta, la sua immagine e dei resti marci di defunti, come è spiegato ulteriormente sotto) più del Creatore che è glorificato nei secoli. Amen!» (Rom. 1,24-25). – «Non rivolgetevi agli idoli, e non fatevi dèi di metallo fuso! (scolpiti, intagliati o dipinti) Io sono il Signore, Dio vostro» (Lev.19,4). – «Non diventate neanche idolatri come lo erano un giorno alcuni dei nostri padri» (1° Cor. 10,7).

- III ) L’eresia: evitate un uomo eretico se, dopo ogni rimprovero, dichiara solo il suo pensiero come autentico, e contraddice il vostro.

- IV ) La chiromanzia, la superstizione e la stregoneria: «Non vi rivolgete ai negromanti e non consultate gli indovini, per non contaminarvi a causa loro! Io sono il Signore Dio vostro (Lev. 19,31)». – «Se uno si rivolge ai chiromanti e agli indovini (così facendo passa dalla credenza in Dio alle dichiarazioni degli spiriti e alle indicazioni, e altre superstizioni inventate dagli uomini), da questi Io volterò il Mio volto e lo lascerò al suo destino da lui stesso creato» (Lev. 20,6). – Così suona la citazione esatta in Mosè.

- V ) La disperazione e la sfiducia: poiché Pietro scrive: «Non perdete la vostra fiducia in Dio, la quale porta in sé una grande ricompensa!» (Ebr.10,35). – Infatti, solo colui che confida fermamente in Dio è meritevole della sua vittoria di fede, dice il Padre Gesù.

- VI )Presuntuosa fiducia nella misericordia di Dio: «Disprezzi tu la ricchezza della Sua divina bontà, pazienza e longanimità? Non sai tu che la bontà di Dio ti guida al pentimento?» (Rom. 2,4), (ma non alla pigrizia e alla presuntuosa fiducia nella misericordia di Dio).

- VII ) La negazione di Dio: è certamente male credere a differenti falsità, ma non credere affatto e negare l’esistenza di Dio è la cosa peggiore nella vita umana! Questo lo dico Io, il Padre Gesù.

 

 

19/5 - L’arbitraria recitazione dell’Ave Maria

43. Cos’è l’Ave Maria, come la Chiesa cattolica romana la insegna a pregare? L’Ave Maria, come la insegna a pregare la Chiesa cattolica romana è una degradazione di Dio ed elevazione di Maria a una divinità femminile e la si pone nella stessa posizione di Dio!

44. Come deve essere compreso questo? Secondo l’insegnamento altamente spirituale del Nuovo Testamento, questo deve essere compreso così:

45. Io, Gesù Cristo, quale Dio e Padre, ho detto di Me stesso che nessuno è buono, che Dio solamente. Dal momento che questa parola, come emerge dalla Mia massima, appare come un’espressione spirituale, perché la parola materiale ‘buono’ generalmente è in uso per ogni bene, allora è ovvio che la parola ‘buono’, secondo il Mio linguaggio divino, caratterizza il senso di una caratteristica divina, di cui nessun uomo è partecipe all’infuori di Dio. E tuttavia Dio ha questo vantaggio, in quanto è infallibile, perché è perfetto nel Suo Io e, con ciò, ‘Santo’, ovvero, di purezza cristallina in tutto.

46. Perciò ogni uomo, logicamente pensante, comprende allora il cantico di Mosè che i beati in Cielo cantavano: «Grandi e meravigliose sono le tue opere, Signore Dio, Sovrano universale! ... Re delle Nazioni. Chi non Ti temerà, o Signore, e non glorificherà il Tuo Nome? Poiché Tu solo sei Santo!» (Ap. 15,3-4).

47. Quando Mosè stesso nel suo cantico, e con lui tutti i beati (che la Chiesa cattolica romana chiama erroneamente ‘santi’), dichiarò apertamente che solo Dio è ‘santo’ (Dt. 32,36-39), e l’evangelista Giovanni nella sua ‘Rivelazione’ proveniente da Dio nel quindicesimo capitolo quarto versetto[52] rimarcò la stessa cosa, il che accadde solo nell’anno 98 per far conoscere a tutti, quando gli altri apostoli erano già morti, che gli errori umani con lo scorretto termine ‘santi’, invece di ‘beatificati’ o designati ‘puri’ (‘santi’ significa purificati spiritualmente nell’interiore), fossero eliminati con questo chiarimento, – allora, per ogni uomo pensante razionalmente è stato dimostrato chiaramente che, tramite il disconoscimento e la negazione della Mia rivelazione che Io ho dato attraverso Giovanni, il sacerdozio (cattolico) presenta Me, Gesù Cristo, il santissimo Dio, come un Dio mentitore!

48. Il loro peccato contro di Me consiste soprattutto nel fatto che essi disconoscono il contenuto della Mia rivelazione divina, senza riguardo verso questo Mio comandamento, anche tramite Matteo (Mt. 23,8-9)[53] e la dichiarazione tramite l’Apocalisse (Ap. 15,4), si sono costituiti un uomo peccaminoso per ‘santo padre’, che spiritualmente significa tanto quanto ‘Dio’, per loro capo sulla Terra. Questo dio terreno, creato dai sacerdoti a Roma, denominato ‘Papa’, ha l’ardire di abusare dei privilegi divini che, con la canonizzazione dei defunti, presenta se stesso come dio supremo e crea divinità secondarie con il termine “santo” per i suoi creduloni e stolte guide della Chiesa, affinché scorrano più generose offerte monetarie con un più grande istupidimento del popolo per l’idolatria della Chiesa romana.

49. Perciò, voi che credete nei sacerdoti e nelle false guide ecclesiastiche, ascoltate ciò che Io, Gesù Cristo stesso, vi dico:

50. All’infuori di Me non potete chiamare nessuno ‘santo’, né nel Cielo né sulla Terra; altrimenti profanate Me e il primo comandamento di Dio, dove si dice: devi credere in un solo Dio, e solo Lui adorare e venerare, altrimenti non comprenderete il Mio insegnamento che Io, come Dio incarnato in Cristo, ho predicato. Nondimeno, col disconoscimento del Mio insegnamento Io vengo dichiarato bugiardo, ovvero, ‘Dio mentitore’, se non seguite e osservate i Miei insegnamenti e comandamenti che sono annotati nel Nuovo Testamento.

51. Tuttavia, voi sacerdoti avete l’ardire di presentare al posto del Mio insegnamento la vostra umana dottrina menzognera, e invece di incoraggiare i credenti al Mio insegnamento, li impantanate con la vostra falsa dottrina e ingannatrice di popolo, e con ciò li derubate della salvezza della loro anima!

52. Io perciò alla fine vi dico: “O seguite il Mio insegnamento che vi consegno attraverso il Mio delegato terreno, oppure dopo la morte dovrete migrare nel tenebroso secondo inferno, per giungere con questo al discernimento che i sacerdoti romani non erano Miei sacerdoti!”

53. Perciò non recitate più l’Ave Maria, poiché al posto di questa vi ho dato la preghiera del Padrenostro. Toglietevi l’abitudine di chiamare Maria ‘santa Maria’; e pregate Me, ma non Maria né i beati, perché l’introduzione arbitraria della preghiera a Maria e ai beati della vostra Chiesa denominati “santi” è per Me un abominio, perché ciò è falso profetismo!

54. Io ho insegnato che si deve pregare solo Me, dicendo: «Venite a Me, voi tutti che siete affaticati e stanchi, Io (stesso) vi voglio ristorare» (Mt. 11,28).

55. Con questo, nego che si debba pregare Maria, altrimenti avrei insegnato questo, perché a quel tempo quando ero nel mondo come Uomo, ha vissuto anche Maria. Tuttavia, come Dio, non dissi: ‘Andate da Maria la madre del Mio corpo e, per voi, pregate lei invece di Me’, bensì:Dovete pregare solo Me, così che Io stesso vi ascolterò!”

56. La Chiesa romana nega Me, Cristo, come Dio, poiché per loro la Mia Parola non è Parola di Dio che si deve rispettare, e insegna il contrario, che si deve pregare Maria come mediatrice presso Dio (quindi a un altro Dio) ed ha introdotto la seguente preghiera anticristiana perché diretta contro l’insegnamento di Cristo: “Santa Maria, prega per noi poveri peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen!”.

57. Con questa preghiera la Chiesa romana ha negato Me, Cristo, come Dio, perché con ciò, per lei, ha dichiarato non valida la Mia Parola.

58. Il vero cristiano si deve attenere a ciò che Io, come Cristo, ho insegnato, ma deve esaminare e respingere ciò che la Chiesa ha arbitrariamente introdotto come anticristiano, come pagano ed eretico.

59. La conseguenza per colui che non vuol prendere in considerazione questa spiegazione, è poi che vuol servire due padroni: Dio e il paganesimo romano, che si combattono reciprocamente. Infatti, chi oltre al Mio insegnamento tiene anche agli ordinamenti umani dei papi, dichiara Me, Cristo, imperfetto, non onnisciente e non onnisaggio; poiché per i sacerdoti il Mio insegnamento non è divino, perché hanno avuto la sfacciataggine di correggere Me, Cristo, e mescolarlo con ordinamenti papali umani, e insegnare questo loro falso profetismo come autentico e il solo insegnamento che rende il popolo beato.

60. Domanda: “Com’è giustificata l’affermazione che Maria è la madre di Dio e quindi la più santa e più grande di tutti i santi e perciò la più potente mediatrice presso Dio?”

61. Questa affermazione pagana si mette in evidenza nel suo apprezzamento, come se Maria fosse la moglie di Dio Padre, con la quale Egli avrebbe generato il Figlio Gesù Cristo, e quindi lei sarebbe la più grande di tutti i beati, come una regina che è sempre la più grande dopo il re, essendo sua moglie.

62. O voi uomini, lenti nel pensare: quando Dio ha preso Maria per moglie Sua? ‒ Quando ha generato con lei un figlio? ‒ Quando è stata innalzata a regina del Cielo o allo stesso rango di sovrana del Cielo e della Terra e a creatrice del mondo e degli dèi?

63. O figli delle tenebre del pagano cattolicesimo romano, siate ragionevoli e non accettate tutto ciò che i papi romani, preti di mammona, vi gettano davanti come i cretini che, nella loro mancanza di giudizio, mangiano tutto ciò che si mette loro davanti!

64. Credete voi che con le vostre strappate argomentazioni eretiche, volete convertire Me, vostro Dio in Cristo, al vostro oscuro paganesimo? – Oh, no! Questo non accadrà, ma ben il tenebroso inferno vi accoglierà se persisterete nel vostro oscuro paganesimo, poiché Io  non vi posso usare, quali ostinati pagani, né nel paradiso, né nel Cielo! Ricordatevelo!

65. La Mia relativa spiegazione di ciò che Maria era ed è adesso, si può leggere nel ‘Libro delle preghiere’, e qui al capitolo 8,3.

 

 

19/6 - La venerazione dei santi

66. Sulla canonizzazione dei defunti è stato spiegato chiaramente nel trattato sull’Ave Maria, che non ci sono santi, ma solo beati, e che il pregare e implorare a questi dèi creati da uomini tenebrosi, è eretico, ovvero è pagano.

67. Le ulteriori spiegazioni su questo, si trovano sotto: “Adorazione di immagini, statue e reliquie morte”, qui di seguito.

 

 

19/7 - L’adorazione di immagini, statue, simboli e figure morte nella Chiesa cattolica romana come una volta presso i pagani

68. L’uso delle immagini nelle chiese e al di fuori di esse, sia in strade pubbliche, nelle vie di campagna e nelle case, non è contro il primo comandamento di Dio che proibisce di fare e produrre immagini, come dice Mosè in Levitico? (Lev. 26,1): «Non vi fate idoli, né sculture (o dipinti), né monumenti. Nel vostro paese non erigerete pietre scolpite per prostrarvi davanti a loro, poiché sono Io il Signore vostro Dio» (che ve lo proibisce).

69. L’uso delle immagini è contrario al menzionato divieto divino, e perciò è culto idolatro, poiché Io, Gesù Cristo, vostro Dio, conosco questo meglio di tutti, dal momento che vedo non solo la cerimonia esteriore e l’adorazione davanti a tali idoli, dentro e fuori della Chiesa, ma anche l’interiore stato d’animo degli adoratori, che è attivo in questo culto.

70. Voi vi levate il cappello davanti alle statue di pietra e di legno e davanti alle immagini dipinte, e con questo rendete loro venerazione come se fossero esseri viventi; fate il segno della croce davanti a loro e pregate dinanzi alle immagini di idoli morti; li invocate e fate loro anche genuflessioni; baciate le statue e alle immagini baciate i loro piedi, e così via; vi alzate o vi inginocchiate e recitate litanie davanti alle statue o davanti alle figure; accendete loro lampade o candele, recitate ad alta voce preghiere o cantate inni e laudi alle statue morte e fate ogni specie di grida pagane davanti a loro come se fossero viventi, quindi questo è il motivo del perché guardo nel vostro cuore retrocesso al paganesimo a causa dei sacerdoti, perché è la grossolana cerimonia pagana che Io aborrisco, il che è un abominio dinanzi a Me!

71. Io vedo bene che nelle statue venerate e adorate Maria e i santi romani, anche se i sacerdoti dicono che vale solo ciò che l’immagine o la figura rappresenta. Pur se questa è solo mezza verità, e tuttavia è un doppio paganesimo, perché venerate la figura morta, e con la preghiera adorate quello che la figura rappresenta. Questo lo dico Io che guardo nel vostro cuore, poiché dimoro in esso come vostro Spirito. Ricordatevi che tutte le preghiere, suppliche, canti e ogni adorazione, spettano solo a Me, al vostro Dio in Cristo, e a nessun altro.

72. Perciò vi dico: “Smettetela di crocifiggerMi col vostro paganesimo, e riferite la Mia Volontà a tutti gli uomini, i quali devono considerare le immagini, le statue e tutto ciò che finora hanno considerato santo – tranne la nuda croce – come semplici figure morte, oppure dovrò dichiarare pubblicamente la Mia indignazione e rimuovervi tutto personalmente, se non ve ne sbarazzerete voi stessi!”

73. La croce senza la Mia figura sofferente, come simbolo della redenzione, deve essere in onore per voi, ma è solo per ricordare che Io ho sofferto e sono morto sulla croce per voi. Però non dovete né togliervi il cappello né fare il segno delle croce davanti a questa, poiché essa è pietra morta, legno morto, immagine morta o simbolo morto, fatto da mani umane e pertanto un idolatrico pezzo da esposizione, simile a un idolo, non appena iniziate a mostrarle venerazione divina.

74. Quando passate davanti a una croce, ricordatevi di Me, vostro Padre Gesù, che per voi ho dato il Mio sangue e la Mia vita sul Golgota, e salutateMi: Lodato e glorificato sia il Padre nostro Gesù Cristo attraverso il simbolo della Sua redenzione sul Golgota!”. Vedete, basta questo, ma in quanto al resto, sbarazzatevi di tutte le immagini, statue e steli, distruggendo le immagini idolatre dei santi romani, poiché sono testimoni della vostra eterodossia[54] e paganesimo romano, in e fuori della Chiesa!

 

 

19/8 - L’insensata venerazione delle reliquie

75. I cristiani cattolici romani agiscono decisamente contro il primo comandamento di Dio, quando venerano le reliquie o i resti di un defunto, e ciò per questi motivi:

- I ) molti di questi cosiddetti santi romani non hanno mai vissuto, e tutto ciò che la Chiesa papale romana racconta di loro, si basa o sull’errore o sull’invenzione;

- II) perché non ci sono santi, non sono mai esistiti, perciò non possono neanche esistere delle reliquie sante;

- III) perché molte di queste persone che i Papi romani hanno dichiarato santi, sono ancora all’inferno;

- IV) perché le reliquie sono state trascinate da lontano, ma per lo più dalle catacombe, dove le ossa morte sono disposte in gran numero come il legno, per cui il popolo non verrà mai a sapere la verità da dove vennero veramente e come stanno le cose, bensì si dichiaravano quasi sempre storie di santi inventate che stupivano il popolo e poi lo mungevano nel portafogli;

-V) perché i presunti miracoli sono, o inventati e simulati, o sono accaduti (e concessi) solo grazie all’incrollabile fede della persona in questione affinché non perdessero ogni credenza nel divino con l’insuccesso, perché Io, come Dio, venivo raffigurato troppo Santo per loro, quali peccatori, e nascosto dietro tutte le stelle; ma Io, Gesù Cristo stesso, quale Spirito di Dio nell’uomo, li ho ascoltati, e non (da accreditare a) le venerate ossa putrefatte del defunto;

- VI) perché molte reliquie o resti di ossa putrefatte non provengono dallo stesso defunto, bensì sono state prese da un qualunque scheletro che i sacerdoti consideravano buono; poiché non si trattava del potere miracoloso delle ossa dei morti, ma dei molti profitti a Roma e delle ricche offerte alla chiesa dove venivano esposte tali ossa morte presentate per la venerazione;

- VII) è la più grande insensatezza e il più tenebroso paganesimo mostrare venerazione divina ai resti putrefatti dello scheletro di un uomo deceduto, che gli si preghi davanti, che si baci questi resti scheletrici e si preghi per l’esaudimento di una preghiera!

76. Paolo (1° Cor. 15,50) disse mediante la Mia illuminazione nella ‘1° Lettera ai Corinzi’: «Io però dico questo, fratelli, che carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, e che il corruttibile non erediterà l’incorruttibile». E oltre a ciò, Io, Gesù Cristo, dico: “Neanche le ossa putrefatte e marce dei morti!”

77. Se quindi il sangue, la carne, le ossa e i capelli, in quanto corruttibili, non erediteranno il regno dei Cieli, come potete allora mostrare divina venerazione a qualunque cadavere e marciume? Allora, a quale scopo praticare la grossolana idolatria pagana?

78. Gettate perciò le reliquie-marce e le cianfrusaglie nel fuoco, affinché il paganesimo cessi, poiché i Miei figli devono essere veri cristiani, e non tenebrosi pagani come siete diventati voi attraverso le eresie del credo cattolico romano!

 

 

19/9 - Una parola sui miracoli ai resti del corpo dei beati

79. È vero che Io, Dio, avrei fatto ripetuti miracoli attraverso i resti del corpo dei beati ed avrei dimostrato agli uomini molti benefici?

80. Io, per vero, ho fatto più di un miracolo ai resti dei beati, perché la fede era una fede incrollabile, in modo che il credente in questione, attraverso la sua grande e incrollabile fede, aveva afferrato la Divinità del suo spirito vivente in lui e l’aveva portata all’adempimento di ciò che voleva; ma con questo non è dimostrato che i resti del corpo marcente e decomposto di un beato, sia lui che ha fatto questo, ma l’ha fatto solo lo Spirito di Dio nell’uomo, e perciò a ‘Questo’ solo è dovuta la venerazione divina secondo il Mio primo comandamento, invece mai ai resti del corpo di una persona deceduta, o addirittura alle sue vesti, come mettono in evidenza le prove seguenti, che Dio ha fatto miracoli in base alla fiducia nell’incrollabile fede della persona interessata:

- I ) Filippesi 3,21: «Il Salvatore Gesù Cristo trasfigurerà il nostro corpo transitorio, in modo che diventi simile al Suo corpo trasfigurato secondo quel potere, attraverso il quale si possono sottomettere tutte le cose».

- II ) Siracide 48,14: «Nulla aveva potere su di lui (Eliseo) e anche nella morte il suo corpo lo mostrò come profeta. Nella sua vita fece cose inaudite e fece miracoli anche dopo la sua morte».

- III ) 2° Re 2,14: «Eliseo colpì l’acqua del Giordano con il mantello caduto d’addosso ad Elia, ma non si divise; e disse: “Dov’è ora il Signore, il Dio di Elia?”, e colpì ancora una volta nell’acqua. A questo punto il fiume Giordano si divise su entrambi i lati ed Eliseo lo attraversò».

- IV ) 2° Re 13,21: «Ed avvenne che mentre alcuni stavano seppellendo un morto, all’improvviso alcuni uomini ostili apparvero nelle vicinanze e, nel timore di questi, gettarono quel morto nella fossa ancora aperta di Eliseo. E non appena il morto toccò le ossa di Eliseo, l’uomo divenne nuovamente vivente, si alzò in piedi e uscì dalla fossa».

- V ) Atti degli apostoli 19,11-12: «Dio ha fatto non pochi miracoli attraverso le mani di Paolo, tanto che era sufficiente mettere sopra i malati qualche drappo sudato o una cintura del suo corpo, e (in seguito alla loro salda fede) le malattie cessavano e gli spiriti maligni se ne andavano (poiché Io, Gesù, lo volevo!)».

81. Gli ostinati difensori del paganesimo sacerdotale si richiamano a queste cose e dicono: “Sì, e nondimeno è accaduto; quindi la credenza nel potere miracoloso di queste reliquie o degli oggetti degli uomini in questione era giustificata, poiché i miracoli sono accaduti, e questo è determinante”.

82. Questa apparente risoluta difesa della legittimità concernente l’adorazione dei resti dei beati, si basa tuttavia su un grande errore; infatti, come può uno brandello o un osso marcio operare miracoli? Come può un beato operare miracoli senza di Me, Dio suo? Come può accadere un miracolo, dal momento che Io solo ho il privilegio nella Mia mano di operare miracoli? E se accade un miracolo, lo faccio sempre Io stesso, sebbene abbia l’apparenza di provenire dal venerato beato.

83. L’uomo è figlio Mio, ed ha in sé tutte le facoltà del Mio Io, dal momento che Io stesso dimoro in lui. Perché allora l’uomo non può far nulla di trascendentale da se stesso? Certamente non perché Io non sono così premuroso verso un uomo peccaminoso, come lo sono con uno che vive in maniera devota e credente. Questo fatto generalmente noto, vi deve essere determinante, e non i vostri stessi inventati statuti umani.

*  *  *

 

19/10 – (Annotazione di Schumi)

Swedenborg afferma che il senso spirituale di questo comandamento è che nessun altro Dio che Gesù Cristo è il nostro Creatore, Padre e Salvatore, e deve essere adorato perché non c’e nessun altro Dio che Gesù, solo il nome era diverso, vale a dire Jehova, che nell’antico ebraico significa ‘Padre’. Gesù, come dimostrano inequivocabilmente le profezie, è Colui che è venuto nel mondo e ha compiuto la redenzione della razza umana dal peccato originale, riconciliandosi con questa, l’ha ripresa per la figliolanza e gli ha aperto il Cielo dei figli. Che tutto questo si basi sulla verità, può essere osservato dalle argomentazioni nella “Santa Trinità” e nei libri “Cristo e la Bibbia”, e “Gesù Cristo, la Sua venuta e il Suo ritorno”. Sul senso celeste del primo comandamento, Swedenborg dice che questo ci mostra Gesù Cristo come Jehova Zebaoth, il Quale è il Signore e il Sovrano dell’Eternità, dell’Infinito, dell’Incommensurabile e del senza fine, che è l’Onnipotente, l’Onnisciente e l’Onnipresente, che è il primo e l’ultimo, o l’inizio e la fine, che era, è, e sarà in eterno, che è l’Amore e la Sapienza, ossia il Bene e la Verità stessa, quindi l’eterna vita, perciò è l’Unico da cui tutto è sorto.

 

 

19/11 - Come adempiere il 1° Comandamento

84. Di conseguenza devi amare Me, Dio Padre, con tutto il cuore, poiché Mi sono rivelato agli uomini in Gesù Cristo. Non devi mai e poi mai avere in te nient’altro che solo una cosa: amare Me, il Padre tuo Gesù. Se lo fai nella giusta fiducia, allora avrai riconosciuto tutti i Miei Comandamenti nella giusta luce, allora ti sarà cosa facile comprendere e adempierli fin nei minimi dettagli, ma come, ve lo voglio illuminare in poche parole:

85. Devi pensare sempre che Io sono il Padre tuo che, come Creatore, si prende cura di te, che vivo in te e sono il basamento di tutta la vita in te; perciò ti ho formato così come sei e ti ho dato i cinque sensi principali con tutti i sensi secondari, che anzi, condivido la vita con te e prendo parte a tutto ciò che incontri nella vita, e quindi sono il tuo unico Amico che non ti abbandona mai, bensì, come Padre e Madre, Mi prendo cura di te come figlio minorenne della divina Misericordia. Sono però anche al di fuori di te, ed ho creato tutto solo per la tua vita, affinché tu possa vivere della natura e godere delle sue bellezze e dei frutti che essa ti offre, e di tutto ciò che vedi nella manifestazione materiale della natura produttiva, così come anche di tutto ciò che, attraverso il Dono divino, produce l’intelligenza umana, la quale rappresenta l’attività spirituale del Padre nell’Universo. Tutto ciò che vedi è preso da Me ed è messo nell’esistenza da Me. Quindi, per ciò che rappresenta la ‘vita’ nell’infinito, Io, come Creatore di tutto questo, ne sono coinvolto, poiché vivo in te, ti guido e mi prendo cura dei tuoi progressi; ed è proprio per questo che il più grande comandamento nella legge suona così: “Ama Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il sentimento”. A questo punto non commetterai mai un peccato, perché adempierai tutto ciò che ho comandato ed ho insegnato di osservare. Presta particolare attenzione anche al secondo comandamento principale: “Ama il prossimo tuo come te stesso!”. Perciò fa’ al tuo prossimo quello che vuoi che lui faccia a te, perché egli è un figlio di Dio, perciò fratello tuo, e Dio, Padre tuo, dimora anche in lui.

 

 

19/12 – I peccati verso il 1° Comandamento

86. Superstizione, idolatria, servizio idolatro, cerimonie idolatre, soprattutto il servizio cerimoniale della Chiesa, lo sfoggio idolatro degli abiti per il servizio (sacerdotale), l’adorazione e le false dichiarazioni sull’insegnamento di Dio, l’ostentamento idolatro dello sfoggio del servizio (nelle funzioni religiose). Dichiarare gli statuti umani uguali ai Comandamenti di Dio e ritenerli per tali. La dimenticanza di Dio, la totale irreligiosità, la negazione di Dio; il commercio con cose cosiddette ‘consacrate’, che è una truffa dinanzi a Dio; l’indulgenza fraudolenta, l’assoluzione confessionale, perché è un inganno; la richiesta di offerte per Dio e adoperarle per gli stessi sacerdoti (perché Dio come Spirito non ha bisogno di nulla di materiale); la sovvenzione dei sacerdoti sfruttatori; scherno e disprezzo verso tutto il divino; il culto verso Satana, verso i patti satanici, verso le evocazioni e le preghiere ai defunti per il denaro, per la lotteria, per le vincite al lotto e per i vantaggi materiali; anche i patti con gli spiriti maligni, il fare del male con mezzi spirituali e volontari, e il sortilegio con mezzi diretti contro Dio.

87. L’incredulità verso le profezie di Dio; l’assassinio di profeti; le contraddizioni e le cattive calunnie sui medium a causa delle parole del Padre. Dubbi sulle parole di Dio, turbamento della quiete pubblica, ribellione verso le guide del popolo poste lì da Dio Padre, e la più totale disobbedienza. Il maledire o bestemmiare Dio, il deridere Dio con canzoni o immagini; oppure dare a Dio nomi di animali oppure oltraggiarLo oscenamente.

88. L’adorazione di Maria e dei santi con l’appellativo: “santa”, “santi” (confrontare Ap. 15,4). Adorazione degli spiriti protettori (patroni commemorativi) con l’appellativo: “santa”, “santi”. L’ingratitudine verso la bontà e la misericordia di Dio. Imprecare e bestemmiare, insultare e oltraggiare il Cielo, ecc.

 

 

19/13 - I sette peccati contro lo Spirito Santo

89. Quando i farisei Mi oltraggiarono dicendo che avevo uno spirito impuro, il che significava che Io ero posseduto da Belzebù, con il cui aiuto cacciavo gli spiriti maligni dagli uomini, risposi loro: «Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la maldicenza e il parlar contro lo Spirito Santo, all’uomo non sarà perdonato, né qui né là» (Mc. 3,22-30).

90. Con ciò dissi loro che questo peccato è il più grande fra tutti i peccati, e che si riceverà la più grande punizione. Ma qui voglio farvi pervenire una spiegazione che corrisponde al Mio divino Amore e Misericordia:

91. È vero che questo peccato è uno dei più grandi, ma anche questo sarà perdonato se il pentimento sarà poi abbastanza grande, ma in ogni caso non in modo così veloce come con gli altri peccati. – Con questo, volevo aprirvi gli occhi che è nell’indicazione: “Dio è l’eterno Amore, l’eterna Misericordia e l’eterna Grazia, nel Quale sta la garanzia come feci dire tramite il profeta Geremia: «Dì al popolo di Israele: “Io sono misericordioso e non voglio essere adirato in eterno”» (Ger. 3,12), quindi anche riguardo a questa bestemmia contro lo Spirito Santo, il Mio giudizio è da comprendere in eterno, se il peccatore non si converte e fa ammenda in eterno.

92. I peccati contro lo Spirito Santo, di cui il settimo è il più grande, sono i seguenti:

- I ) Peccare presuntuosamente sulla misericordia di Dio.

- II ) Disperare (perdere la speranza) nella grazia di Dio. – Questo peccato è molto grande e conduce gli uomini profondamente nell’inferno.

- III ) Opporsi alla ‘verità cristiana’ riconosciuta. – Qui in questo peccato si mostra la caratteristica infernale dell’uomo che vede e riconosce la verità, e tuttavia parla e vi agisce contro; ma così fa anche Satana, il principe dell’inferno.

- IV ) Avere irritazione per quel prossimo che ha la Grazia divina e invidiarlo per questo. – Nell’uomo vi è (tutta) la forza, cosicché ciò che uno può fare nello spirito, lo può acquisire anche l’altro. Chi perciò da se stesso non la vuole e comunque invidia gli altri e gli rode che abbiano la Grazia, fa la stessa cosa che fa Satana, poiché anche lui non ama la Grazia, e tuttavia invidia gli altri per questo, e pertanto non vuole che l’abbiano. Perciò egli fa ogni sforzo escogitabile per renderla inefficace agli uomini, attraverso l’infondere altri pensieri, così da distruggerla.

- V ) Perseverare deliberatamente nell’impenitenza[55]. – Tali con il tempo vengono comunque guariti, poiché nell’inferno essi vanno sempre più profondamente nella sofferenza e nel dolore, fino a quando la loro forza di resistenza viene spezzata.

- VI ) Avere un cuore ostinato verso salutari ammonizioni.

- VII ) Imporsi ed agire ostinatamente contro lo Spirito della Verità proveniente da Dio, il quale si rivela tramite la coscienza.

 

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Cap. 20

Il 2° Comandamento

[Es. 20,7; Dt. 5,11]: «[7]Non pronuncerai invano il nome del Signore, tuo Dio, perché il Signore non lascerà impunito chi pronuncia il suo nome invano».

 

20/1 – Non nominare il Nome di Dio

1.             Il Nome di Dio è sommamente Santo e inaccessibile per gli spiriti impuri; è l’energia interiore del più vivente convincimento per un puro figlio di Dio spiritualmente vivente. Nessuno deve pronunciare questo Nome in maniera sventata e scherzosa, poiché racchiude in sé il comandamento spirituale, cosicché il profanatore che Lo nomina inutilmente, pecca spiritualmente in sé e si ottenebra. Ogni parola che esprime questo Nome, sta nel piatto della bilancia, cosicché dopo la sua pronuncia eleva gli uomini verso l’alto o li getta verso il basso. Perciò tutte le volte questo Nome esprime l’Amore vivente, attiva l’umiltà ed è sempre pieno di forza, come una campana echeggiante nella vivente eccitazione d’amore del vostro cuore. L’uomo non deve mai pensare, esprimere o fare qualcosa senza portare onore a questo Nome sommamente Santo, iniziando e terminando tutto con questo Nome; anzi, l’uomo è chiamato ad essere nel suo cuore l’eterno sommo sacerdote del suo vivente Dio trino, Quale Amore, Sapienza e Onnipotenza, al Quale deve sacrificare tutto per l’onore e sacrificarlo con amore, in modo che diventi un vivente Tempio di Dio!

 

 

20/2 - Il divieto nel 2° comandamento

2. Nel secondo comandamento viene proibito di profanare il Nome di Dio.

3. Il Nome di Dio si profana nel modo seguente:

- I ) con l’uso improprio in differenti conversazioni, specialmente se si cita Dio come Testimone per falsità o menzogne; inoltre, con imprecazioni, sortilegi e scongiuri;

- II ) mediante tutti i peccati come scrive Paolo: «…ti glori della legge, ma disonori Dio, violando la Sua Legge» (Rom. 2,23).

- III ) con la bestemmia, parlando di Dio con disprezzo. – La religione di Cristo viene criticata e con lo stabilire dei dogmi filosofici è trascinata nel fango, perché con ciò si rigetta la Parola e il Comandamento divino.

- IV ) se si giura senza necessità o addirittura falsamente. – Su questo, Io, Gesù, dissi: «Io però vi dico di non giurare affatto, né per il Cielo, perché è il trono di Dio, né per la Terra, perché è lo sgabello dei Suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re» (Mt. 5,34). – Mosè scrive: «Non devi giurare il falso in Nome Mio (divino), e non profanare il Nome del tuo Dio (con giuramenti e invocazioni del Nome di Dio per faccende mondane); poiché Io sono il Signore» (Lev. 19,12). – A chiare lettere, l’apostolo Giacomo vi dichiara la Volontà di Dio, scrivendo: «Soprattutto, fratelli miei, non giurate, né per il Cielo, né per la Terra, né con altre forme di giuramento; ma il vostro sì, sia sì, e il vostro no, sia no, affinché non cadiate nel giudizio di Dio» (Giac. 5,12). Il giuramento è una faccenda sacra, se non è indirizzato contro i Dieci Comandamenti. Perciò ognuno rifletta su quello che fa! – Se chi giura non crede in Dio, allora il suo giuramento è un imbroglio e un’impostura; se crede in Dio e fa un giuramento contro i Dieci Comandamenti, allora è un oltraggio verso Dio. Infatti, come può uno chiamare Dio per Testimone, facendolo nella piena consapevolezza che certamente agirà del tutto contro di Me e calpesterà con i piedi i Miei divini Comandamenti? Gli uomini agiscono contro di Me, loro Dio, come contro un loro pari. Essi non pensano che Dio è estremamente Santo e che non si deve trascinare il Suo Nome nel sudiciume dei peccati del mondo. Il giurante crede che è del tutto uguale, cosa e come giura, e non rispetta il secondo comandamento di Dio, il quale vieta di nominare il Nome di Dio invano e trascinare Dio nel traffico mondiale dei peccati e dei misfatti. Si inciampa spensieratamente su tutto e non si riflette se è giusto inciampare. Quando giuri bada a non fare degli spergiuri, dal momento che non puoi assumerti la responsabilità, poiché per questo Dio ti ha dato il dono del giudizio, per giudicare ciò che è giusto o ingiusto. In genere deve essere tralasciato ogni giuramento, appena gli uomini sono onesti e timorati di Dio, poiché allora basterà il sì e il no.

- V ) se si infrangono i voti fatti a Dio. – Mosè si esprime su questo come segue: «Se fai un voto al tuo Signore, Dio tuo, non indugiare ad adempierlo, poiché il Signore, Dio tuo, pretenderà l’adempimento; e se te ne astieni, te lo conterà a peccato. – Se invece ti astieni dal far voti, allora non hai l’obbligo né fai peccato. – Ciò che una volta hai promesso, devi mantenerlo e adempierlo, come hai promesso di farlo al tuo Dio Jehova spontaneamente con la tua bocca» (Dt. 23,22-24).

- VI ) se si nomina il nome di Dio senza necessità né rispetto.

(a) Oggi si è arrivati al punto che gli uomini non hanno proprio nessuna notizia del secondo comandamento. Di chi è la colpa? Certamente di nessun altro che degli insegnanti religiosi del popolo. Se avessero detto alla gente e lo avessero ripetuto spesso che è un grossolano e grave peccato tenere il santissimo Nome di Dio sempre e per ogni cosa in bocca, allora gli uomini sarebbero stati attenti e si sarebbero sforzati di diventare migliori. Invece i sacerdoti, nella loro mondanità, hanno dimenticato il loro dovere e gli uomini non sanno nulla di meglio. – E perciò il Nome di Dio viene menzionato inutilmente o abusato, mentre Io voglio decisamente che il Mio Nome non venga profanato, bensì santificato, come l’ho insegnato nella preghiera del Padrenostro.

(b) I sacerdoti servono troppo il mondo, che è la brama di denaro, prestigio e potere, poiché chi usa le cerimonie per attirare il popolo a sé, per istupidirlo e rovinarlo spiritualmente, rendendolo servitore della credenza pagana cerimoniale e completamente dipendente dalla grazia e disgrazia della Chiesa e non da Dio – e tutto ciò per vantaggi personali ‒ tali servitori religiosi non sono Miei servitori, bensì servitori del Mio avversario. Ecco perché il mondo intero è in difficoltà, perché questi – non chiamati da Me – hanno preso le pecorelle della Mia stalla che non sospettavano nulla di male, le hanno già fatte a pezzi spiritualmente e le hanno portate all’inferno. Il popolo Mi bestemmia continuamente e non ne sa nulla del perché si è già ficcato in un maligno inferno ed è posseduto per la massima parte da spiriti infernali dei defunti. Se i sacerdoti fossero di fatto servitori di Dio, allora dovrebbero inorridirsi davanti al popolo che profana ogni giorno il Mio Nome sommamente Santo e inavvicinabile, dal momento che Io, come Dio, sono un Giudice severo, davanti al Cui volto l’umanità odierna, con poche eccezioni, è un’associazione delittuosa di lesa maestà al Mio santo Nome. Essi esclamano: ‘O Dio! O Gesù! O Cristo!’, e Mi portano in giro spensieratamente sulla loro lingua peccaminosa diffamandoMi ogni giorno, essendoci differenti modi di espressione per utilizzare tale esclamazione, nella gioia, nella sofferenza, nel dolore e nel peccato, come in Francia “Mon Dieu!”, che si utilizza giornalmente.

(c) Io dissi attraverso Mosè: «Non nominare il Nome di Dio invano, perché non lascerò impuniti coloro che proferiscono il Mio Nome invano e ne fanno un cattivo uso» (Es. 20,7). Sotto questi sono inclusi anche i nomi di Jehova, Zebaoth, il Santo di Israele e lo Spirito Santo. Su questa santa Legge i sacerdoti dovevano vegliare con tutta fermezza, poiché sono responsabili di fronte a Me. E cosa fanno loro? Tacciono e, in tal modo, approvano gli abusi del popolo, ma così facendo lo privano della sua salvezza animica, perché l’uomo deve deporre all’inferno tutti questi vizi, passioni e abusi, prima di poterlo far entrare nel paradiso, poiché questi vizi, passioni e abusi non vi possono comparire là. Nessuno, infatti, viene nel paradiso prima che non si sia sbarazzato del grande errore verso il Mio vero insegnamento cristiano, per fare la qual cosa sono però sempre necessari anni e anni, perché nessuno può abbandonare rapidamente i suoi vizi, desideri, brame e passioni.

(d) Come con il Mio divino Nome, così gli uomini praticano un grosso abuso con Maria e Giuseppe. Ricordatevi, voi uomini sconsiderati, che questi nomi sono troppo sacri per voi, per farli rivoltare sempre sulla vostra lingua peccaminosa. ‘O Maria! – Gesù, Giuseppe e Maria!’, è il vostro abituale grido ed esclamazione in ogni occasione, sia per scherzo o seriamente, oppure per stupore, anzi perfino se commettete i peggiori peccati!

(e) Perciò ascoltateMi! Proprio come ogni figlio è affezionato solo a quelle persone che nel mondo si prendono cura di loro e li provvedono, e non a coloro che non si preoccupano mai del loro benessere mondano, altrettanto sono anch’Io affezionato a Maria, all’amata madre del Mio corpo e al Mio caro padre putativo Giuseppe, per le loro passate cure che Mi concessero a quel tempo; e perciò non voglio che siano nominati inutilmente, beffeggiati oppure oltraggiati. Potete salutare Maria, ma non adorarla come avete fatto finora e costruirle templi (chiese); ‒ non dovete nemmeno dimenticarla, altrettanto come non dovete dimenticare Giuseppe, poiché essi stanno nella Mia grande grazia.

(f) Il molto bestemmiare Dio e il Cielo è un biglietto per il regno dell’inferno, poiché gli spiriti infernali fanno lo stesso; e se lo fate voi, allora siete subito circondati da una grossa schiera dei peggiori diavoli dell’inferno, i quali vi sostengono solleciti e vi incoraggiano a diventare infernali. Infatti, il secondo inferno è sulla Terra, e giorno e notte siete in questa compagnia, se agite contro i Miei Comandamenti.

(g) E ora guardate i paesi che sono ben noti a tutti, perché sono grandi e si trovano in Europa, dove Io vengo molto oltraggiato! – Lì ci sono certi tipi di uomini che la verga educativa di Dio deve lavorare molto per il popolo, perché piccoli o grandi, costantemente, bestemmiano, profanandoMi con la lingua o con le parole, dandoMi nomi che stanno sotto ogni censura; e altrettanto danno nomi alla madre del Mio corpo, nomi che Io non vi posso menzionare! ‒ Sì, dove il popolo non tratta molto meglio la santità del Divino in parole, come un giorno in Sodoma e Gomorra, per questa ragione qui è messo sotto la Mia ben meritata verga educativa, e una volta giunti nel regno degli spiriti, …tutti andranno là, dove nella vita hanno prestato il loro servizio spirituale. L’inferno è la loro patria, e tutto questo, per infernale prodotto dell’oltraggio del Mio santo Nome, e i sacerdoti del luogo tacciono e lasciano andare all’inferno, spensieratamente, il popolo loro affidato.

(h) Quanto più il popolo è scellerato, tanto più deve soffrire miseria, e tanto più vengono colpiti, sfruttati, truffati, ingannati e oppressi dalla Chiesa e dallo Stato, e se ciò non bastasse, lo saranno ancora da altre calamità e ciurmaglie in forma umana. Comprendete voi adesso da dove provengono le condizioni infernali del mondo nel quale vi trovate?

- VII ) quando si falsifica il nome di Dio: la falsificazione del Nome di Dio significa pronunciare il Suo Nome con spiritosaggini e battute.

- VIII ) quando si falsifica la Parola di Dio. (2° Cor. 2,17)[56] – Falsificare la Parola di Dio significa interpretarla consapevolmente per motivi egoistici in modo diverso dal senso di base, oppure interpretarla anche in modo diverso da falsi punti di vista, e in questa falsificazione persistere nell’ostinata illusione, e nonostante l’eloquente prova contraria, non ci si discosta.

- IX ) anche quando tramite un giuramento non si presta una testimonianza spettante e si chiama Dio per testimone per rendere credibile qualcosa.

(a) Invero, Mosè dice: «Temerai il Signore Dio tuo, a Lui solo servirai e giurerai nel Suo Nome» (Dt. 6,13). Unicamente questo (versetto) contraddice ciò che l’apostolo Giacomo disse secondo il Mio insegnamento: «Fratelli miei, soprattutto, non giurate, né per il Cielo, né per la Terra, né con altre forme di giuramento (quindi neanche giurate per Dio); ma il vostro ‘sì’ sia sì, che però deve essere un sì della verità; e il ‘no’, anche questo deve essere un no della verità, affinché non cadiate nel giudizio di Dio» (Giac. 5,12). Pertanto, il giuramento nel Mio santo Nome non è consentito, e ciò che dichiarò Mosè deve essere considerato un errore umano.

(b) Come considerare allora la testimonianza sia sul che sul no, se un uomo, mentendo, pensa: – ‘Non ho chiamato certo Dio come Testimone, bensì ho solo detto una bugia necessaria, per il cui perdono chiederò a Dio’, – dato che tra una bugia necessaria e il giuramento nel Nome di Dio, di certo (lui pensa) ci sarà una grande differenza?

(c) Una bugia necessaria (presunta), quando con ciò si causa all’avversario, quale innocente, un danno importante, ma il colpevole, o il delinquente che ha mentito, si alleggerisce, è un crimine così grande agli occhi divini, tanto da somigliare ad uno spergiuro, perché in questo caso il giudice cui si è detto delle bugie, deve emettere un giudizio equo, e in tal caso all’innocente capiterà un’ingiustizia, mentre il delinquente sarà riconosciuto innocente.

(d) Si rifletta che tutto questo accade alla presenza di Dio, dal momento che il Suo Spirito dimora nel petto di ogni uomo, quindi (Dio) è il testimone del misfatto, che Lo si chiami o meno per testimoniare.

4. In questi gravi peccati soffrono finora tutte le Chiese e le tutte le sette cristiane.

 

 

20/3 - La richiesta insita nel 2° Comandamento

5. Già nella preghiera del Padrenostro si dice: “Sia santificato il Tuo Nome!”. Perciò l’uomo deve fare tutto per la santificazione del Nome di Dio, e questo può avvenire solo attraverso il sacro della vita stessa dell’uomo, poiché l’uomo, secondo il corpo, è un Tempio di Dio, mentre secondo l’anima è un penitente sacerdote sacrificante di Dio, o dovrebbe esserlo. Pertanto, l’uomo deve santificare la sua vita facendo ciò che Io, Dio, Padre suo gli insegno e gli dico di fare, cosa che egli deve trasformare di fatto in verità.

6. Ogni uomo che ha conoscenza di questi Miei Comandamenti, deve sapere che ogni parola e ogni pensiero che non possono essere conciliati con il Mio Amore, è una trasgressione di questo Mio (secondo) comandamento dato, poiché così facendo fa un cattivo uso del Mio santo Nome. È il puro amore per Dio e per gli uomini, quali figli di Dio, che vi protegge, non violando questo comandamento, ma rispettandolo, perché l’amore della Legge è adempimento.

7. Devi amare, onorare e rispettare Me, il Padre tuo Gesù sopra ogni cosa, affinché tu non debba profanare il Mio Nome, ma presentare sempre solo lode, elogio e ringraziamento. Questo desidero da te e da ogni altro che Mi ha riconosciuto nel Mio Amore tutto felicitante, poiché è l’amore che vi redime dal giogo delle tenebre.

8. Il Nome di Dio è onorato e santificato:

- I ) quando si riconosce apertamente Dio dinanzi al mondo intero, – come dice il re Davide nel salmo: «Voglio esaltare il mio Dio e Re e lodare il Tuo Nome per sempre. Voglio lodarTi ogni giorno e glorificare il Tuo Nome continuamente in eterno» (Sal. 145,1-2), e così dissi Io, Gesù: «Chi Mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’Io lo riconoscerò davanti al Padre Mio che è nei Cieli» (Mt. 10,32).

- II ) quando si prega Dio per aiuto e assistenza nelle necessità spirituali e fisiche. – Davide dice in un salmo: «InvocaMi nel giorno della tribolazione, Io ti libererò e tu Mi onorerai» (Sal 50,15). – Giovanni scrive: «Ed è questa la fiducia che abbiamo in Gesù, che se noi domandiamo qualcosa secondo la Sua Volontà, Egli ci ascolterà» (1° Gv. 5,14; Gv. 16,23).

- III ) quando si adempie fedelmente il voto che si è fatto a Dio. – Davide esorta nel salmo: «Lodate e mantenete il voto al Signore, Dio vostro, e adempitelo, tutti voi che siete intorno a Lui, e portate al Terribile doni d’amore del cuore (preghiere d’amore in umiltà del cuore)» (Sal. 76,12).

- IV ) quando si ascolta diligenti e riverenti la Parola di Dio e si vive e si agisce di conseguenza. – Paolo scrive su questo: «La Parola di Cristo dimora riccamente in voi con tutta la Sapienza! Istruitevi ed esortatevi l’un l’altro con salmi, inni di lodi e soavi canti spirituali, e cantate a Dio in amore del vostro cuore» (Col. 3,16). – Luca: «Beati coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc. 11,28).

- V ) quando s’intraprende tutto per la lode e per l’onore del Nome divino o per sacrificare a Dio. Su questo, due passi dal Nuovo Testamento citano: «Rendete di continuo grazie di ogni cosa a Dio, il Padre, nel Nome del Signore nostro Gesù Cristo» (Efesini 5,20). – «Or dunque, sia che mangiate, sia che beviate o qualunque altra cosa facciate, fate tutto per la gloria di Dio e offritelo a Lui!» (1° Cor. 10,31).

9. Il Nome di Dio è Santo e quindi può essere menzionato e usato per tutte le sante funzioni, come per le preghiere, per i canti, con il tenere conferenze o lezioni spirituali e in tutti gli scritti che sono compilati per la gloria di Dio.

10. Così com’è proibito nominare il Nome di Dio invano, d’altra parte è santo nominare il nome “Dio”, Gesù, Cristo, Jehova, Zebaoth, specialmente se ha per argomento il Padre Gesù, e invocarLo con tutto l’amore.

11. Il nome ‘Jehova’ era considerato sacro presso gli ebrei, i quali non osavano nominarlo alla leggera, né osano pronunciarlo adesso. Perciò gli evangelisti e gli apostoli preferivano chiamarLo “Signore” al posto di “Jehova”, com’è evidente da vari passi e citazioni tratti dal Vecchio e dal Nuovo Testamento, in cui al posto di Jehova viene scritto ‘Signore’, come per esempio: Mt. 22,37; Lc. 10,27, confrontare con Deuteronomio 6,5 e altrove.

12. Gli apostoli ritenevano che il nome ‘Gesù’ fosse alto e santo come Jehova, così come lo esprime anche l’apostolo Paolo dopo Isaia (Is. 45,23; Rom. 14,11): «Che davanti al nome di Gesù s’inchinino tutte le ginocchia di coloro che sono nei Cieli, sulla Terra e sotto la Terra, e tutte le lingue riconoscano che Gesù Cristo è il Signore, per la gloria di Dio Padre», e inoltre che Egli non poteva essere nominato dai diavoli dell’inferno, il che è anche conosciuto nelle sedute spiritistiche.

 

 

20/4 – Il 2° Comandamento nel senso spirituale

13. Nel senso spirituale, con ‘Nome di Dio’, è inteso tutto questo, il che viene insegnato dalla Sua Parola e per mezzo della quale il Signore Gesù Cristo, ovvero Dio, è nominato, invocato e adorato, perché in genere tutto ciò che riguarda il Nome di Dio è compreso in questo, e quindi sotto ‘tirare il Nome di Dio nella vanità del mondo’ viene inteso il ricavare qualcosa da questo, sia con discorsi inutili e mondani che con bugie, imprecazioni, sortilegi e scongiuri; perché se ci si serve del Nome di Dio, allora si attira il Suo santo Nome nell’empio, e quindi significa profanarLo e bestemmiarLo.

14. Che tutto ciò che riguarda l’insegnamento di Dio, sia la santa Parola di Dio o di Cristo e ciò che si ha da essa, quindi tutti i chiarimenti e le istruzioni su come si deve servire Dio e come considerare il prossimo come figli di Dio, è l’insegnamento e la glorificazione del Nome di Dio, e questo lo testimoniano i seguenti passi delle Scritture:

- I ) Malachia 1,11-13: «Dall’Oriente all’Occidente, grande è il Mio Nome tra i popoli, e in tutti i luoghi è offerto incenso e oblazione pura al Mio Nome, poiché grande è il Mio Nome, dice il Signore, il Signore delle schiere degli eserciti. Ma voi Lo profanate e andate dicendo: ‘La tavola del Signore è impura e ciò che dà come cibo è spregevole’, e nondimeno credete di riconciliarvi col Mio Nome quando portate in sacrificio gli animali rubati, zoppi e malati».

- II ) Michea 4,5: «Tutti i popoli camminano nel nome del loro Dio, noi invece vogliamo camminare nel nome di Jehova, nostro Dio, sempre ed eternamente».

- III ) Deuteronomio 12,5-18: «Essi adoreranno Jehova in un luogo dovunque Egli stabilirà il Suo Nome, lì terranno il Suo sevizio divino».

- IV ) Giovanni 1,12: «A quanti Lo hanno accolto, ha dato loro il potere di essere figli di Dio, a coloro che credono nel Suo Nome».

- V ) Giovanni 3,18: «Chi crede in Lui non sarà condannato, chi invece non crede è già condannato, perché non crede nel Nome dell’Unigenito Figlio di Dio».

- VI ) Giovanni 20,31: «I credenti che Cristo è il Figlio di Dio hanno la vita nel Suo Nome».

- VII ) Giovanni 17,26: «Io dissi: ‘Ho fatto conoscere il Tuo Nome agli uomini, affinché il Tuo Amore rimanga in Me, ed Io in loro’».

- VIII ) Apocalisse 3,5: «Il vincitore dovrà essere adornato con vesti bianche! Io non cancellerò mai il suo nome dal libro della vita, e confesserò il suo nome dinanzi al Padre Mio e ai Suoi angeli».

15. Oltre ai passi citati, ce ne sono ancora molti in cui sotto il ‘Nome di Dio’ si deve intendere il divino nella Parola che procede da Dio e per mezzo della quale è adorato.

16. Sotto il nome ‘Gesù’, cioè Redentore, Salvatore, Liberatore o Medico, è inteso l’insieme della redenzione, la ri-acquisizione della figliolanza di Dio per tutti gli uomini attraverso la sofferenza e morte sulla croce.

17. Sotto il nome di Cristo invece, l’insieme della salvezza attraverso il Suo insegnamento, perché il nome Cristo significa ‘Unto’ o ‘Re’, con il cui insegnamento, legislazione e ordine statale i popoli devono diventar felici.

 

 

20/5 – Il 2° comandamento nel senso celeste

18. Nel senso celeste, con Nome di Dio’, il trascinarlo nel futile o nel mondano, è inteso ciò che Gesù disse ai farisei: «Ogni peccato e ogni bestemmia sarà perdonata all’uomo, solo la bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata» (Mt. 12,31-32). Con ‘bestemmia contro lo Spirito Santo’ s’intende la bestemmia contro la Divinità oppure la negazione della Divinità nell’Uomo Gesù, e gettare la Verità o la Santità della Parola divina nel fango. Soprattutto anche l’ostinata affermazione del contrario e il procedere contro lo Spirito della Verità proveniente da Dio, che si rivela attraverso la coscienza e rende nota la Verità attraverso l’ispirazione.

19. Che sotto il nome Jehova o Padre venga inteso Io stesso, Gesù, come Dio e Uomo o Dio-Uomo nel senso celeste o più alto, risulta chiaro dai seguenti passi delle Sacre Scritture:

- I ) «“Padre, glorifica il Tuo Nome!”. E dai Cieli si sentì una voce che disse: “L’ho glorificato e di nuovo lo glorificherò”» (Gv. 12,28).

- II ) «E ciò che chiederete in Nome Mio, lo farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio; se chiederete qualcosa nel Mio Nome, Io ve la concederò» (Gv. 14,13-14).

20. Nella preghiera del Padrenostro con ‘sia santificato il Tuo Nome’, anche nel senso celeste non significa nient’altro, anche se espresso in profonde differenti espressioni.

 

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Cap. 21

Il 3° Comandamento

[Es. 20,8-11; Dt. 5,12-15]: «[8]Ricordati del giorno di Sabato per santificarlo: [9]sei giorni faticherai e farai ogni tuo lavoro; [10]ma il settimo giorno è il Sabato in onore del Signore, tuo Dio: tu non farai alcun lavoro, né tu, né tuo figlio, né tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava, né il tuo bestiame, né il forestiero che dimora presso di te. [11]Perché in sei giorni il Signore ha fatto il cielo e la terra e il mare e quanto è in essi, ma si è riposato il settimo giorno. Perciò il Signore ha benedetto il giorno di Sabato e lo ha dichiarato sacro».

 

21/1 - Il perché fu introdotta la consacrazione del Sabato[57]

1. La consacrazione del Sabato prese il suo inizio già al tempo di Adamo (anno 919 a.C.), come lo riferisce il libro ‘Il Governo della Famiglia di Dio’.

2. Più tardi, quando il popolo d’Israele fu confinato in Egitto, con il tempo l’abuso fece uno strappo tanto forte che, come facevano i pagani, non vollero più consacrare nessun giorno, e trascorrevano spensieratamente tutti i giorni della vita.

3. Quando però il colloquio tra Me e Mosè sul Monte Sinai giunse alla spensieratezza degli israeliti, e poiché essi, come i pagani, passavano ogni giorno uguale, Mosè pensò che, come nel periodo della Creazione c’erano stati sette tempi, allora si poteva stabilire un settimo giorno in cui ogni lavoro doveva fermarsi e l’uomo doveva pensare solo a Dio e allo spirituale, ed Io ordinai la consacrazione del Sabato con le Mie stesse dita.

4. Per i cristiani la celebrazione del settimo giorno della settimana non solo è determinante, ma proprio come lo è per Me che lavoro ogni giorno e non festeggio mai – cosa che lo potete vedere giornalmente nel percorso del Sole, della Luna, delle stelle, della Terra, nel cambiamento della natura nella vostra vita, dal momento che mangiate, bevete, dormite e vegliate giornalmente, e quindi vivete ogni giorno nello stesso modo attraverso il Mio ordinamento – così è Mia Volontà, che anche voi serviate Me, Dio, giornalmente, Mi adoriate e veneriate attraverso l’auto-santificazione, viviate e cresciate nell’amore solo per Me e, attraverso di Me, nell’amore per il prossimo.

5. Tuttavia, il Sabato, come il settimo giorno, sebbene si deve adorare, venerare e glorificare Dio allo stesso modo di ogni giorno, non deve essere annullato, ma rimanere come un giorno di festa perfetto, dove il lavoro materiale riposa, e solo le cose spirituali devono essere pensate ed esercitate. Nondimeno, se le circostanze lo richiedono, anche le opere materiali dell’amore per il prossimo devono essere esercitate, così come Io, Gesù stesso, di Sabato guarii un uomo affetto da idropisia (Lc. 14,1-6) e dissi che nessun giorno deve essere escluso per fare del bene, perché ogni giorno è un giorno lavorativo nell’opera dell’Amore divino.

 

 

21/2 - Malinteso sulla celebrazione del Sabato presso gli ebrei

6. L’osservanza del Sabato presso gli israeliti spiritualmente morti era manipolata molto rigidamente. Nei seguenti passi viene comandato di osservare il Sabato: Es. 20,8-11; Es. 23:12; Is. 56,4-6; Ger. 17,22-27, e in questi altri tre passi si dice che chi profana il Sabato deve essere condannato a morte: Esodo 31,14-16; 35,2; Ez. 20,12-13.

7. Per dimostrarvi che né il popolo, né Mosè, né Aronne hanno compreso il senso del linguaggio spirituale di Dio nel terzo comandamento, in Numeri 15,32-36 sta la seguente storia: «Mentre i figli d’Israele erano nel deserto, trovarono un uomo della loro stirpe che raccoglieva legna nel giorno di Sabato. E quelli che lo avevano incontrato, mentre raccoglieva la legna, lo portarono davanti a Mosè, ad Aronne e a tutta la comunità, e lo imprigionarono perché non era espresso chiaramente cosa si dovesse fare con lui. Il Signore parlò a Mosè (spiritualmente): “L’uomo deve essere condannato a morte; l’intera comunità lo lapiderà fuori dal campo”. Quindi l’intera comunità lo condusse fuori dal campo e lo lapidò, finché morì, come il Signore aveva comandato a Mosè».

8. Così accadde a causa del fatto che quel tale aveva ignorato il comandamento della santificazione del Sabato. – Solamente che il senso delle parole di Dio era un altro, vale a dire: ‘L’uomo deve morire’, significa: = “Io gli annovero questo come peccato, che è la morte dello spirito”; e la frase ‘l’intera comunità lo deve lapidare fuori dal campo’, aveva invece questo senso: = “L’intera comunità deve indurire il cuore verso il trasgressore del comandamento, cioè non collaborare, bensì evitarlo a sua vergogna (fino a quando non si pentirà). I seguenti esempi dovranno chiarire il falso concetto della santificazione del Sabato presso gli ebrei:

- I ) Per il fatto che cucinare è lavoro, allora di Sabato non dovresti neanche mangiare, e dovresti soffrire la fame, visto che il mangiare è anche un lavoro dei piedi, delle mani, della bocca, dello stomaco e del basso ventre; – allo stesso modo è il lasciar soffrire fame e sete al bestiame, dal momento che foraggio e abbeveraggio sono lavoro.

- II ) In inverno non bisognerebbe raccogliere legna di Sabato e neanche accendere il fuoco, ma piuttosto morire di freddo con tutta la famiglia. Certamente saresti un uomo, ma anche un suicida e assassino, ma non hai infranto il Sabato, allora non gireresti all’inferno a causa della profanazione del Sabato, bensì solo a causa del ripetuto suicidio/omicidio umano.

- III ) Se tuo figlio cade nell’acqua e muore affogato senza il tuo aiuto, lo lasceresti annegare? Infatti, così facendo non avresti santificato il Sabato, ma saresti un assassino e l’inferno starebbe aperto per te.

- IV ) Se una tempesta minaccia di danneggiare o perfino distruggere la tua casa, staresti a guardare ciò che accade e lo lasceresti accadere, e non infrangeresti il Sabato, ma saresti un delinquente e un criminale spietato della tua famiglia, perché con ciò li avresti precipitati nella disgrazia.

- V ) Se tua moglie è sul punto di concepire e c’è il pericolo che madre e figlio periscano senza aiuto, li lasceresti tranquillamente perire, pur di non infrangere il riposo del Sabato, ma piuttosto infrangeresti il quinto comandamento e diventeresti doppio assassino, pur di non aver profanato il Sabato?

9. Questi esempi ti devono servire come migliore illuminazione del malinteso nella profanazione del Sabato. Non devi riposare e oziare di Sabato, ma vegliare e pregare, santificare te stesso, praticare e produrre opere d’amore per Dio e per il prossimo, dove sai e puoi, e dove ti sta aperto l’altare sacrificale di Dio che qui sono i poveri, gli ammalati e i bisognosi, per essere d’aiuto con consigli e azioni, ed alleviare i loro bisogni, e se puoi aiutare a guarire le loro malattie, allora santificherai il Sabato come ho fatto Io, il Padre tuo Gesù, poiché Io stesso di Sabato ho guarito l’uomo affetto da idropisia ed ho tenuto una predica ai campioni dell’attuazione letterale della Legge di Mosè, i quali dovettero tacere per la loro falsa interpretazione della stessa (Lc. 14,2).

 

 

21/3 - Perché i cristiani delle origini abbandonarono il Sabato ebraico e introdussero la domenica?

10. Il legittimo Sabato ebraico, secondo Mosè, esiste dal 30 marzo 1490 prima di Cristo, ma i cristiani delle origini, poiché si radunavano per la maggior parte dai pagani, erano più propensi per la loro domenica (dies solis)[58] e quindi iniziarono a santificare anche la domenica già nell’anno 120 dopo Cristo.

11. L’obiezione qui posta ci fu perché Io, Cristo, sono risorto dalla morte di domenica. Solamente che questo non era un motivo valido, poiché Io sono certamente risorto (il giorno) dopo il Sabato, ma avvenne in modo molto diverso, poiché il 27 marzo[59] come giorno della resurrezione, essendo alla fine di un Sabato, vale come domenica, seguente il 27 marzo. Nondimeno, la divisione rimase, dal momento che il vero e proprio giorno del mese della resurrezione non si conosceva più, pertanto non poteva neanche essere introdotto, e quindi avvenne che il senso del paganesimo servì da base altrettanto significativa per il cristiano.

12. Nell’anno 321, l’imperatore Costantino il Grande emanò alla fine un decreto, secondo il quale in generale la celebrazione della domenica venne stabilita al posto del Sabato ebraico. Egli detestava gli ebrei e tutto ciò che stava in relazione con loro, e disse:

- “Questo giorno deve essere considerato come un’occasione speciale per il meglio, perché è il giorno del Sole, il giorno di nostro Signore”.

13. La Chiesa, poiché a quel tempo i vescovi romani erano ancora sudditi obbedienti degli imperatori, dovette accettare questo decreto, sebbene fosse il giorno degli adoratori del Sole presso i pagani, ma allora non si osava contraddire l’imperatore o addirittura opporsi, e così è rimasto fino al giorno d’oggi.

14. Nell’anno 325 dopo Cristo, il 20° anno del dominio di Costantino il Grande, fu convocato il noto concilio di Nicea. A questo concilio il clero romano si presentò con l’asserzione che esiste un Dio bipartito, ma nondimeno unificato: Padre e Figlio, a Questi, dopo 56 anni, al concilio di Costantinopoli, associarono ancora lo Spirito Santo, e così inventarono il Dio tri-personale.

15. Fu Costantino il Grande che decise la professione di fede della Chiesa; egli cioè ordinò ai vescovi riuniti di considerare i decreti del concilio di Nicea come ispirazione dello Spirito Santo. Da questo tempo in poi la Chiesa ha dichiarato questa professione di fede, la quale viene ripetuta quasi ogni domenica in tutta l’ortodossia delle chiese come autentica, il che però non è assolutamente vero, perché proprio in quel concilio l’ispirazione dello Spirito Santo è rimasta fuori, poiché i sacerdoti romani si schierarono per il primato della Chiesa di Cristo per Roma e lottarono per questo.

16. Coloro che hanno letto la biografia di Costantino il Grande si ricorderanno quanto fosse particolare il carattere di questo cosiddetto timorato sostenitore dei dogmi ecclesiastici o degli ordinamenti umani. Egli condannò a morte il suo stesso figlio e sua moglie Fausta su un sospetto infondato, scacciò suo cognato Licinio e l’innocente figlio suo, e fece trucidare ogni suo avversario. Nonostante ciò, la Chiesa greca lo ha dichiarato santo e venerato con la Chiesa romana come ‘San Costantino’. – La Chiesa romana cominciò un po’ alla volta a diventare molto violenta ordinando, nell’anno 364 al concilio di Laodicea[60], che tutti dovessero osservare la domenica, e pronunciarono l’anatema su tutti coloro che intendevano aderire all’osservanza del Sabato del Signore, obbligando tutti, sotto quel castigo della maledizione, a svolgere di Sabato il lavoro quotidiano.

17. Così la Chiesa romana respinse il Sabato ordinato da Dio a Mosè, maledisse coloro che lo celebravano e lo approvavano secondo la Volontà divina, e introdussero solennemente il giorno dei pagani, adoratori del Sole! – In tutte le Sacre Scritture non si trova una parola per la giustificazione di questo scellerato e sacrilego atto violento verso la divina istituzione del Sabato che Jehova, spontaneamente, incise col Suo dito divino: «Tu devi santificare il Sabato

18. La Chiesa dapprima fece i cristiani dai pagani, poi i cristiani li fece diventare cristiani pagani; quindi lo sviluppo delle domeniche e dei giorni festivi fiorì un po’ alla volta fino a diventare giorni usati per mangiare, sbevazzare, praticare fornicazione e commettere ogni specie di cose anticristiane.

19. Quando gli uomini giungeranno al discernimento e all’amore, all’umiltà e alla venerazione per Dio, celebreranno di nuovo e veramente il Sabato per tutta la vita, con l’adempimento dei Comandamenti divini, e poi anche la Mia divina benedizione starà sul mondo.

 

 

21/4 – Chiarimenti a uno scritto di Swedenborg sul ‘Sabato’

20. Swedenborg scrive: «Non si deve insistere sul senso letterale, ma si deve afferrare la parola nel più ampio senso spirituale, poiché il vero Sabato del cristiano non è né un giorno stabilito della settimana, come se ci fosse il Sabato o la domenica, né una qualche festività, possa chiamarsi Natale, Capodanno, Epifania, Pasqua, Pentecoste, Festa dei Tabernacoli o un altro giorno di festa, ma piuttosto deve essere considerato come il giorno dello spirito nell’uomo, la Luce divina nello spirito umano, il Sole nascente della vita nell’anima umana, in breve, il giorno vivente del Signore nell’uomo, che egli riconoscerà e santificherà sempre di più, quanto più le sue azioni scaturiranno dal vero amore per Dio e per il suo prossimo».

*

21. Per raggiungere questo (quanto citato da Swedenborg), dovete stare attenti ai vostri vizi, desideri, voglie, cattive caratteristiche e depravazioni, giorno per giorno e continuamente fino alla rinascita e al battesimo del fuoco con lo Spirito Santo dell’Amore, Sapienza e Potenza, e con la rinuncia alle differenti gioie del mondo, con lo spogliarvi di tutto ciò che vi attira alla materia, sopprimendolo e sradicandolo in voi completamente, affinché poi siate graziati con i doni e le grazie dello Spirito Santo, per diventare figli di Dio.

22. Questa è la vera e propria santificazione del Sabato come era intesa dagli adamiti e nei Dieci Comandamenti sul Sinai.

23. La santificazione del settimo giorno è tuttavia solo un pausa dal lavoro dopo sei giorni, nella quale ottenere più tempo per pensare a Me e per santificarvi spiritualmente, ovvero per purificarvi spiritualmente dai peccati che vi attirano alla materia, e santificare tutti i vostri pensieri, cioè voltarli completamente dalla materia a Me, poiché Io sono uno Sposo appassionato della vostra anima e non tollero il vagheggiare con la materia del peccato! O servite completamente Me, o completamente la materia, perché non si può servire Me e Satan allo stesso tempo, dal momento che Io sono il Signore nello spirito, Satan invece è il signore nella materia.

24. Ma poiché oltre al costante Sabato è tuttavia desiderabile anche il settimo giorno della settimana come giorno di riposo, ristoro e santificazione dell’anima, allora è Mia Volontà che voi dobbiate trasferire il settimo giorno (utilizzato) come giorno di riposo, di nuovo indietro al Sabato, e invece della domenica festeggiarlo allo stesso modo ovunque attraverso l’amore per Me e l’attività nelle opere dell’amore per il prossimo. Come dovete santificare il Sabato ve l’ho spiegato nel supplemento alla ‘Santa Trinità’ sulla frequentazione delle chiese.

 

 

21/5 - La santificazione del Sabato presso gli israeliti

25. Il Sabato presso gli israeliti era un giorno sommamente santo perché rappresentava il Signore; i sei eoni o spazi di tempo erano processi e lotte con gli spiriti primordiali nella creazione del mondo, il settimo eone rappresenta la vittoria spirituale di Jehova su di loro, e così il riposo del Signore, quindi un giorno diventa ideale per ciascun eone come giorno di lavoro, e il settimo eone rappresenta il Sabato, il giorno di riposo, in cui deve essere provveduta solo la salvezza dell’anima. Tuttavia la Legge fu osservata solo esteriormente nel materiale e, su questa, via alla fine fu portata così lontano che non si poté più riconoscere il Signore del Sabato, Lui, il Padre Santo, quando fu spinto da un amore infinito, venne dai Suoi figli sulla Terra. Egli venne certamente dai Suoi, solo che i Suoi non erano più religiosi, perciò non Lo accolsero, lottarono con Lui, testimoniarono falsamente di Lui, Lo attentarono alla vita e, quando il Suo tempo fu trascorso e Lui lo permise, Lo afferrarono e Lo crocifissero!

26. Il Sabato rappresentava anche l’istruzione preparatoria del tempo nel quale doveva prevalere il riposo dal quotidiano, ma tanto più doveva essere curato e raccolto per l’eterno, fino a quando non fosse avvenuta la redenzione dal peccato originale sulla croce.

27. Questa istruzione preparatoria trovò la sua conclusione con la Mia morte sulla croce, come espiazione e redenzione dalle trasgressioni dell’Antico Testamento, (Ebr. 9,15; Rom. 3,25), sotto cui è da intendere il peccato originale.

28. Come il Sabato doveva essere d’ora in avanti celebrato, l’ho dimostrato Io con il Mio modo di vivere, con parole e opere; poiché con la Mia comparsa l’istruzione preparatoria era cessata, e da allora la celebrazione del Sabato doveva iniziare nello spirito e nella verità, cioè attraverso il raccoglimento spirituale e la nutrizione animica attraverso le opere d’amore per Dio e per il prossimo.

29. Che il Sabato sia diventato un giorno di istruzione nelle cose divine, lo potete vedere dal fatto che ho insegnato nel Tempio e nelle sinagoghe nei giorni di Sabato (Matt: 21,12; Mc.. 14,49; Gv. 8,2; Mc. 6,2; Lc. 4,31-33 / 13,10).

30. Come rispondenza della raccolta e satollamento spirituale dalla dispensa divina, c’è da considerare l’avvenimento storico che, quando Io un giorno ero con i miei discepoli abbiamo attraversato un campo seminato, e i discepoli, poiché erano affamati, strapparono le spighe e mangiarono i chicchi di frumento, ciò che spiritualmente significa che si deve andare nel divino campo di grano dell’Amore, lì raccogliere e prendere l’insegnamento celeste come cibo dell’anima, per soddisfare con questo la fame spirituale con un buon cibo per l’anima, secondo il quale poi si può vivere e operare (Mt. 12,1-8; Mc. 2,23-28; Lc. 6,1-5).

31. Nel giorno di Sabato ho anche guarito parecchi malati, cosa che presso gli ebrei era rigorosamente proibita, e su cui si soffermavano vigorosamente; ma Io posi loro tali domande e chiarimenti sul loro falso modo di vedere e modo di fare che riguardava il Sabato da santificare, contro il loro borbottare e altercare, che non Mi poterono controbattere niente. Invece mostrai loro che il Sabato esisteva per fare del bene al prossimo, e dissi loro che Io ero anche il Signore sul Sabato, il che significa che sono il Signore che ha comandato di santificare il Sabato (Mt.12,8; Mc. 2,28; Lc. 6,5). Ma essi non capirono bene come santificarlo; e non capirono che Io ero il loro Jehova. Pertanto, mostrai loro con insegnamenti e con la guarigione dei malati come intendevo veramente che il giorno del Sabato dovesse essere santificato (Mt.12,10-13; Mc. 3,1-5; Lc. 6,6-10; 13,10-17; 14,1-6; Gv.5,9-19; 9,14-15).

 

 

21/6 - Il Sabato nel senso spirituale

32. Sotto santificare il Sabato deve essere compreso anche quanto segue: attraverso i sei giorni lavorativi si deve lottare contro la carne e i suoi desideri, in cui il male e il falso devono essere sconfitti e repressi, e tutto il carattere dell’animo deve essere ordinato e familiarizzato per il bene e il vero. Il settimo giorno è quando il collegamento col Signore è chiamato rinascita o battesimo del fuoco con lo Spirito Santo, perché quando questo segue, la lotta con la materia cessa, e infine subentra la quiete dell’anima e del sentimento.

33. Le lotte dell’uomo contro la carne e i suoi desideri, se vengono guidate correttamente e ben eseguite, corrispondono alle guerre di Jehova nella Creazione (Numeri 21,14-15; reso chiaro in G.V.G. VII cap.17-21) così come le lotte della stessa carne in Me, Gesù, contro il male e il falso della carne e del mondo.

 

 

21/7 - Il Sabato nel senso celeste

34. Sotto questo comandamento deve essere compreso quanto segue: il collegamento dell’uomo con Dio e Padre suo, ovvero il raggiungimento della grazia per l’ingresso nel Cielo, dove poi la pace e l’armonia regnano nell’uomo. Questo è il motivo per cui sono stato nominato Gesù il Rappacificatore, perché Io sono il fondamento dello stato celeste nell’uomo, dove domina una benefica pace e la soddisfazione nell’uomo. Jehova (Gesù) come Principe della pace viene indicato in parecchi passi dei profeti come Tale:

- I ) Isaia 9,5-6: «Un fanciullo ci è nato, un figlio ci è stato dato, e il dominio sarà sulle Sue spalle, il Suo nome sarà indicato mediante sei attributi della Divinità: meraviglioso, consiglio, forza (o Spirito di Dio), eroe, Padre dell’eternità e Principe della pace; il Suo dominio e la Sua pace non avranno in eterno nessuna fine».

- II ) Salmo 85,9-11: «Il Signore parlerà di pace al Suo popolo, giustizia e pace si baceranno».

- III ) Salmo 55,19: «Nella pace il Signore redimerà l’anima mia».

- IV ) Isaia 52,7: «Quanto soavi sul monte sono i piedi di coloro che portano il lieto messaggio e proclamano la pace dicendo: il tuo Dio è Re!».

- V ) Isaia 32,17-18: «L’opera del Signore è pace, prodotto della giustizia, quiete e sicurezza per l’eternità, in modo che dimorino nelle tende della sicurezza e nella pacifica quiete».

- VI ) Matteo 10,12-14 e Lc. 10,5-6: «Io, Gesù, dissi ai settanta che inviai: “Quando entrate in una casa, prima salutateli dicendo: pace a questa casa, e se in questa c’è un figlio della pace, allora la vostra pace sarà su di lui”».

- VII ) Giovanni 14,27: «Io dissi: “Vi lascio la pace, vi do la Mia pace”».

- VIII ) Giovanni 16,33: «Dissi inoltre: “Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in Me”».

- IX ) Giovanni 20,19-26: «Quando Io, Gesù, apparvi ai Miei discepoli nel giorno della resurrezione, dissi: “La pace sia con voi!”»

35. Oltre a questi passi delle Sacre Scritture, lo stato di pace nel quale voi, attraverso di Me, dovete venire al Signore, è trattato in Isaia, capitoli 65 e 66 e altrove.

 

 

21/8 - Come si santificano oggigiorno la domenica e i giorni di festa

36. Ora veniamo alla riflessione come l’odierno mondo cristiano santifica le sue domeniche e giorni di festa, al fine di conoscere la differenza tra il Mio spirituale perpetuo Sabato espiativo e quello pagano introdotto dai sacerdoti, cioè i giorni di culto del Sole o ‘domeniche’, come ordinamenti umani.

37. Le domeniche e gli odierni giorni di festa come vengono ora celebrati, specialmente nella Chiesa cattolica romana, sono veri giorni di dolore per Me e giorni di gioia per Satana e per i suoi diavoli infernali. L’intera cerimonia ecclesiastica è pagana e perciò anticristiana, per questo è un abominio ai Miei occhi, come ho dichiarato in alcuni passi del Vecchio Testamento.

38. Si va in chiesa di mattina, alcuni anche di pomeriggio in maniera sontuosa e altezzosa, vestiti come pavoni si assiste alla cerimonia ammazza spirito, si crede, come cristiani credenti di aver fatto il proprio dovere, e si va a casa morti nello spirito così come si è andati in chiesa, perché si avevano sì i pensieri e gli occhi sul sacerdote che officiava la cerimonia, ma anche agli abiti sfarzosi dei presenti, e non assorti verso di Me nello spirito.

39. Quanto più grande è la festa, tanto maggiore è la cerimonia pagana e il lusso degli abiti profumati nelle chiese romane; questo è il motivo per cui poi all’inferno si va in giro in stracci puzzolenti e abbigliati mezzi nudi. – Le messe dove si trova l’haute volée[61], sono per la maggior parte solo messe di abbigliamenti di lusso, dell’ostentamento, appuntamenti e millanteria[62] dei possessori dell’abbigliamento.

40. Una volta usciti dalla chiesa, non ci si pensa più (a questa), ma solo come si deve trascorrere la mattinata e il pomeriggio. Si pensa alle visite, alle escursioni e alle passeggiate, dove si parla veramente molto di peccaminoso, ma raramente di qualcosa di spirituale. Si pensa inoltre a mangiare, bere, guidare, cavalcare, si pensa alla musica, al ballo, al gioco e allo sbevazzare, al mentire, all’imbrogliare, alle riunioni di circoli politici e a ogni possibile intrattenimento, con la qual cosa il giorno viene consacrato al male.

41. Eseguire un lavoro necessario è peccato; ma non per offendere Dio. – Il giorno del Signore doveva servire all’accensione della Luce divina nello spirito umano, come il Sole nascente della vita nell’anima umana. Invece proprio questo stesso giorno viene usato per il corteggiamento, e quando alla fine gli animi sono infiammati, subentra l’osceno spirito depravato e le azioni che trovano il loro eco all’inferno. – Io vi dico: “Non c’è giorno di perdita più triste per Me, di come sono le vostre domeniche e giorni di festa, e nessun giorno vittorioso è più grande per l’inferno, come lo sono i giorni che dovevano essere vissuti e celebrati solo per Me!”. Ecco perché dovrò gettar via tutto per cambiarvi questi giorni nei quali vi mettete al servizio di Satana e vi precipitate all’inferno, affinché vi diventi impossibile celebrarli solo per la gioia e per riempire completamente l’inferno.

42. Avrei ancora molto da dire su questo, in particolare sul gioco, sull’imprecare e bestemmiare Me e commettere ogni genere di misfatti verso il prossimo in tali turbolenti giorni infernali; – nondimeno, la cosa migliore è tuttavia che Io agisca, invece di tener prediche morali su questo, altrimenti non riuscirò a cambiarvi!

43. È noto da molto tempo che la maggior parte dei peccati viene commessa di domenica; infatti, quando gli animi sono eccitati, allora nell’ebbrezza viene in risalto il carattere emotivo dell’uomo interiore, e lì si riconosce nella trasgressione, brutalità, ingiurie, litigi, tafferugli, tumulti, misfatti e altri peccati e depravazioni, il che rivela che specie di spirito infernale risiede in lui che, in condizione sobria, viene tenuto a freno dalla legge e dalla forzata buona creanza. In tal caso si riconosce anche se c’è uno spirito superiore in lui, poiché nell’ebbrezza l’uomo si dà così com’è, e là si riconosce presto il carattere prevalente dell’animo e in quale sfera spirituale egli appartiene, se in quella buona o in quella infernale! – L’ebbrezza è la traditrice dell’uomo spirituale interiore, perché l’uomo si comporta poi così com’è interiormente, se non ha un motivo particolare per tenersi a freno.

 

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Cap. 22

Il 4° Comandamento

 

[Dt. 5,16; Es. 20,12]: «[16]Onora tuo padre e tua madre, come il Signore Dio tuo ti ha comandato, perché la tua vita sia lunga e tu sia felice nel paese che il Signore tuo Dio ti dà».

 

22/1 - I doveri prescritti nelle Scritture sul 4° Comandamento

1. I profeti e gli apostoli hanno scritto sui doveri dei figli verso i genitori e questi sono insegnamenti da tenere e da adempiere nei genitori, come segue:

2. Il primo comandamento della promessa è questo: «Onora tuo padre e tua madre» (Efesini 6,2), poi seguono:

- I ) «Onora tuo padre con tutto il cuore, e non dimenticare i dolori di tua madre!» (Sir. 7,29).

- II) «Chi teme il Signore, onora i suoi genitori e li serve come suoi signori che lo hanno creato. Con parole e opere (e in tutta pazienza) onora tuo padre!» (Sir. 3,8-9).

- III ) «Voi figli, siate obbedienti ai vostri genitori in tutto (ciò che non è contro il comandamento di Dio), poiché in questo, il Signore ha il Suo compiacimento» (Col 3,20). – «Voi figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore; perché questo è giusto» (Ef. 6,1). – «Si deve obbedire più a Dio che agli uomini» (Atti 5,29). «…ed Egli ordinò di obbedire anche ai genitori» (Es. 20,12).

- IV ) «Ma se una vedova ha figli o nipoti, allora lei (la vedova) deve prima imparare a governare la propria casa divinamente e a ricambiare ai propri genitori il bene ricevuto, poiché questo è ben fatto e gradito dinanzi a Dio» (1° Tim. 5,4). – «Figlio Mio, prenditi cura di tuo padre nell’età avanzata e non affliggerlo finché vive, e se le sue facoltà diminuiscono, perdonalo e non disprezzarlo nelle tue forze; poiché i benefici che dimostri a tuo padre non saranno mai dimenticati» (Sir. 3,14-15).

- V ) «Raccomando dunque che innanzitutto voi facciate per primo preghiere, suppliche, intercessioni ed espressioni di gratitudine per tutti gli uomini» (I° Tim. 2,1).

 

 

22/2 - Il comportamento proibito verso i genitori

3. Nel quarto comandamento viene proibito di essere disobbedienti ai genitori, di odiarli, disprezzarli, deriderli, denigrarli o maledirli, lasciarli nel bisogno o danneggiarli, su cui ci sono i seguenti responsi:

- I ) 2° Timoteo 3,2-5: «Gli uomini saranno egoisti, avidi di danaro, vanagloriosi, superbi, blasfemi, disobbedienti ai genitori, ingrati, perversi» – «…state lontano da costoro!».

- II ) 2° Samuele, cap. 15-18: leggete la storia di Assalonne, il figlio malvagio di Davide.

- III ) Proverbi 23,22: «Ascolta tuo padre che ti ha generato e non disprezzare tua madre quando sarà invecchiata».

- IV ) Proverbi 30,17: «Un occhio che deride il padre e disprezza di obbedire alla madre, sia accecato dai corvi dei ruscelli e divorato dagli aquilotti».

- V ) Levitico 20,9: «Chi maledice suo padre o sua madre, deve morire di morte (spirituale). Il suo sangue (cioè il misfatto) sia su di lui, perché ha maledetto suo padre o sua madre».

- VI ) Esodo 21,15: «Chi colpisce suo padre o sua madre deve morire di morte (spirituale)».

- VII ) Proverbi 28,24: «Chi prende qualcosa a suo padre o a sua madre e dice che non è peccato, è compagno di un ladro».

 

 

22/3 – La promessa di Dio ai bravi figli

4. Ai figli che adempiono questo comandamento è promessa lunga vita e lungo prosperare:

- Deuteronomio 5,16: «Onora tuo padre e tua madre, come ti comanda il Signore Dio tuo, affinché tu viva a lungo e ti vada bene nel paese che il Signore, tuo Dio, ti darà».

 

 

22/4 – Come i genitori devono allevare i figli

5. I figli che non osservano questo quarto comandamento devono temere punizioni temporali e ultraterrene. – Deuteronomio 27,16: «Senza onore[63] sia l’uomo che non rispetta suo padre e sua madre, e tutto il popolo deve dire: “Amen!”»

6. Questa prescrizione è un sacro precetto per ogni uomo! – Si rifletta cosa devono fare i genitori dalla nascita del figlio fino al suo mantenimento e come devono affaticarsi e preoccuparsi! – I figli non potranno mai indennizzare i genitori di questi sforzi, delle angosce e delle costanti apprensioni.

7. I sacerdoti romani si occupano del matrimonio degli sposi ben a causa del denaro, ma per tutto ciò che riguarda l’educazione dei figli già dal grembo materno, è per loro una questione secondaria; solo quando i bambini iniziano la scuola, l’insegnamento su Dio viene propinato ai piccoli come ne hanno bisogno i sacerdoti, per aver frequentatori di chiesa uccisi spiritualmente che devono credere solo a ciò che dicono loro, i quali però spiegano tutto il resto come anticristiano, anche se portasse il più alto marchio della Verità, se questa non coincide con i loro insegnamenti. Gli uomini vengono uccisi spiritualmente dai sacerdoti già dalla tenera giovinezza, impedendo loro di pensare dal proprio cuore e testa, e li sottomettono alla Chiesa spiritualmente morti. La Chiesa, infatti, per i suoi scopi può usare solo dei simili credenti, ma non degli esseri pensanti spiritualmente, risvegliati e indipendenti. Ecco perché essa pretende un credo incondizionato e senza pensieri nell’infallibilità delle parole sacerdotali.

8. I genitori hanno ricevuto da Me un alto grado di responsabilità nei figli, ed Io reclamerò da loro degli esseri incontaminati che siano stati nobilitati da buoni insegnamenti spirituali. Tuttavia sorge la domanda: “Come Mi restituiranno i genitori morti spiritualmente, dei figli spiritualmente viventi, illuminati e nobilitati?”

9. Inoltre si domanda: “Come possono i genitori, la cui vita e opere contravvengono al Mio insegnamento, educare e formare per Me i loro figli a diventare angeli?”. Essi ricevono ben degli esseri innocenti dalla Mia mano, solo che il modo di vivere dei genitori non corrisponde ai Comandamenti divini, e perciò educano i loro figli invece che ad angeli, …a diavoli maligni. E ciò che i genitori non fanno, a questo aiutano ad ottenerlo alcuni (deplorevoli) statuti umani nell’insegnamento spirituale, così come la grande mondanità nelle scuole, nei precetti e nelle istituzioni.

10. In senso più ampio, se i genitori del bambino sono morti, i tutori ai quali i pupilli[64] sono subordinati, devono essere onorati e dare a loro ubbidienza.

11. Politicamente è l’amore e la venerazione della propria patria che vi nutre e vi protegge, allora ci includiamo anche l’obbedienza verso le buone autorità che si preoccupano paternamente dei loro sudditi, dal momento che Io, Gesù, ho insegnato così, perché ciò che è buono viene da Dio, invece ciò che non è buono non viene da Dio.

*

12. Rifiutare l’obbedienza ai genitori timorati di Dio; concedere tutto ai figli; tollerare di farli innamorare da adolescenti; obbedire ai genitori che insegnano ai figli a fare il male o a rubare, a fare del male ai genitori, a maltrattare, ferire, uccidere i genitori; far soffrire fame e miseria alla propria famiglia per causa propria, per dipendenza da alcol o da gioco, per riluttanza al lavoro e simili vizi. Tutto ciò vuol dire peccare contro il quarto comandamento.

 

 

22/5 - Il significato spirituale del 4° Comandamento

13. Il quarto comandamento suona molto materiale con la promessa di una lunga vita e un prosperare solo sulla Terra, solo che queste parole hanno un senso doppio: per vero, vale solo per la vita terrena, ma il principale e reale significato del comandamento è puramente spirituale, perché proviene dallo Spirito di Dio. Il cui significato spirituale suona così:

- “Figli! Obbedite all’ordine di Dio che proviene dal Suo Amore e dalla Sua Sapienza (in altre parole, padre e madre), affinché viviate a lungo sulla Terra e su di essa prosperiate”.

14. Cosa s’intende sotto ‘lunga vita’ e cos’è nel confronto la ‘vita eterna’? – La lunga vita significa = la vita nella sapienza; e sotto ‘lunga’ non deve essere intesa la durata, bensì = l’ampliamento e il sempre maggiore potenziamento della vita. Infatti, la parola o il concetto ‘vita’ include già per sé la durata eterna. Invece la parola ‘lunga’ non significa affatto nessuna durata, bensì solo un ampliamento della forza vitale con la quale l’essere vivente giunge sempre di più nelle profondità della Vita divina, e con ciò rende la sua stessa vita sempre più perfetta, più salda e più vitale. – Se questo è chiaro, cosa significa il ‘prosperare sulla Terra’? Nient’altro che questo = far propria la vita del divino, poiché sotto la parola ‘Terra’ viene qui inteso = il proprio essere, e il prosperare in questo essere è nient’altro che l’essere libero in se stesso secondo l’Ordine divino completamente acquisito da sé. Da ciò si può vedere che questa legge è del tutto di specie puramente spirituale.

 

 

22/6 – Il 4° Comandamento nel senso spirituale

15. Secondo la Teosofia cristiana nel senso spirituale Io sono Gesù, Dio e Padre vostro, perché creo l’anima come deve essere, e solo Io le do l’intelligenza di riprodurre il corpo umano secondo la sua stessa forma e secondo quelle caratteristiche principali dei genitori, in particolare il volto della madre e del padre con la sua forza di volontà.

16. Nondimeno Dio è anche la Madre dell’uomo, perché l’uomo attraverso il Suo insegnamento viene edificato spiritualmente e formato a uomo spirituale, proprio come attraverso il sangue e le cure della madre terrena viene formato a uomo di carne.

17. Perciò Io, Gesù, dissi ai Miei discepoli: «Non dovete chiamare nessuno sulla Terra Padre vostro (spirituale), poiché uno solo e il Padre vostro, Quello che è nei Cieli» (Mt. 23,9). Che ciò sia corretto lo dimostra la preghiera del Padrenostro: «Padre nostro che sei nei Cieli (dei nostri cuori che Ti amano), sia santificato (con l’osservanza dei Tuoi comandamenti e con l’amore dei nostri cuori) il Tuo Nome».

18. Che sotto ‘madre’ nel senso spirituale-terreno sia da intendere la conduzione dei credenti, la quale analizza e insegna la Parola di Dio e dà spiegazioni spirituali, potete apprenderlo dai seguenti passi della Bibbia:

- I ) Osea 2,2-5: (dice Jehova) «Emettete un giudizio su vostra madre (falsa), ella non è mia moglie ed Io non sono suo marito» (lei non insegna il Mio insegnamento divino, bensì i suoi statuti sono stabiliti dagli uomini, che lei pretende di insegnare ispirata dallo Spirito Santo).

- II ) Isaia 50,1: «Così dice il Signore: “Dov’è la lettera di ripudio di vostra madre che Io ho messo alla porta? (poiché anche lei ha insegnato falsamente). ... Ecco, a causa dei vostri peccati siete stati venduti, e vostra madre (che vi insegna falsamente) vi è rimasta a motivo delle vostre trasgressioni».

- III ) Ezechiele 16,45: «Tu sei la degna figlia della tua (falsa) madre (ovvero il cattivo insegnamento), che abbandonò il marito (Dio come guida) e i suoi figli (insegnamenti divini), e sei sorella di tua sorella (un ordinamento umano degli statuti umani) che abbandonarono i mariti (conduzioni di Dio) e i loro figli (cioè gli insegnamenti divini che non rispettano)».

- IV ) Ezechiele 19,10: «Tua madre (ovvero la chiesa conducente) era come una vite (come l’insegnamento generante il bastone della vita) piantata vicino alle acque (all’insegnamento della sapienza di Dio); e le sue vigne (i discepoli) e i frutti (le loro opere d’amore) crescevano dall’abbondanza dell’acqua (dall’insegnamento dell’Amore della Sapienza di Dio-Gesù)».

19. Anche prove determinanti dagli evangelisti: – Io, Gesù, stesi la mano sui Miei discepoli e dissi: «Mia madre e i Miei fratelli e sorelle sono coloro che fanno la volontà del Padre Mio nel Cielo» (Mt. 12,48-50; Mc. 3,33-35; Lc. 8,21).

 

 

22/7 - Il Sole e la Terra, quali genitori materiali

20. Swedenborg scrive: «Si deve tener presente che dal Signore si irradia continuamente una sfera divina di celeste Amore verso tutti coloro che accettano l’insegnamento della Sua Chiesa (la Chiesa del Signore nella quale Egli dimora non è altro che l’amore nel cuore degli uomini; – 1° Cor. 1,13; 1° Pietro 4,8; 1° Gv.5,2; Lc. 7,47; Mt. 22,37-40) e che, come i figli nel mondo verso il padre e la madre, obbediscano a Lui, si attengano e si nutrano di Lui, in altre parole devono essere istruiti; da questa sfera celeste sorge la sfera naturale, cioè quella dell’amore per i figli piccoli e grandi, che in generale abbraccia tutto, e non solo gli uomini, ma anche gli uccelli e gli animali feroci, arrivando giù fino ai serpenti, circondando non solo l’animato, ma anche l’inanimato».

21. Con questo, affinché il Signore possa operare su questi come sullo spirituale, ha creato il Sole che, nel mondo naturale, doveva essere come il padre, la Terra invece come la madre; infatti, il Sole è come il padre comune, e la Terra come la madre comune, e dal loro matrimonio hanno origine tutti i semi e i germogli che adornano la superficie della Terra. Dall’influsso di quella sfera celeste sorgono quei meravigliosi sviluppi della vegetazione, dal seme al frutto e ai nuovi semi, perciò avviene anche che ci sono diverse specie di piante che di giorno, per così dire, voltano la loro faccia al Sole e la volgono via quando il sole tramonta; perciò avviene anche che ci sono fiori che si aprono al sorgere del Sole e si chiudono al suo tramonto, per questa ragione avviene inoltre che gli uccelli canori cantano deliziosamente al mattino presto, e allo stesso modo, dopo che sono stati nutriti dalla Terra, la madre loro, onorano questa e quello, il loro padre e la loro madre.

22. Tutte queste cose sono testimonianze che il Signore, attraverso il Sole e la Terra nel mondo naturale, provvede a tutte le necessità dei viventi e dei senza vita. Ecco perché in Davide si dice: «Lodate il Signore dal Cielo, lodateLo, Sole e Luna, lodateLo dalla Terra, voi mostri marini e voi tutti o abissi; lodateLo alberi fruttiferi, e voi tutti o cedri, belve e animali d’ogni specie, rettili e uccelli alati, re della Terra e tutti i popoli, giovinetti e fanciulle» (Salmi 148,1-12). – E in Giobbe: «Chiedi pure agli animali feroci e te lo insegneranno, gli uccelli del cielo te lo mostreranno, oppure parla alla Terra, ed essa te lo insegnerà, e i pesci del mare te lo faranno sapere. Chi non sa, tra tutte queste creature, che la mano del Signore ha fatto ogni cosa?» (Giobbe 12,7-9). ‒ ‘Domandate, ed essi insegneranno’, vuol dire: guardare, prestate attenzione, e giudicare da ciò, che Jehova li ha creati.

 

 

22/8 – Padre e madre nel senso celeste

23. Nel senso celeste, sotto ‘Padre’ è inteso = Dio Creatore Gesù Cristo Jehova Zebaoth, e sotto madre = la comunità dei figli di Dio sotto la quale il Suo vero insegnamento si è diffuso in tutto il mondo ed è intesa la sua rappresentanza (come vera Chiesa). I seguenti passi dalla Sacra Scrittura mostrano che Gesù è il Padre:

- I ) Isaia 9,5: «Un figlio ci è nato, un figlio ci è stato dato, il suo nome è: Creatore, Consigliere di Sapienza, Potenza di Dio, Eroe, Padre dell’eternità e Principe di pace».

- II ) Isaia 63,16: «(Jehova) Tu sei Padre nostro, poiché Abramo non ci conosce, e Israele non si ricorda di noi; allora Tu, o Signore, sei nostro Padre, nostro Redentore, e il tuo Nome è dall’eternità».

- III ) Giovanni 14,7-11: «Filippo disse a Gesù: “Signore, mostraci il Padre” (Dio), e Gesù gli disse: “Chi vede Me, vede il Padre, come puoi dire mostraci il Padre, crediMi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me”».

- IV ) Giovanni 12,45: «Chi vede Me (Gesù), vede Dio Padre che Mi ha mandato».

- V ) Giovanni 10,30: «Io (Gesù) e il Padre (Jehova) siamo un cosa sola».

24. Che sotto l’espressione ‘madre’ nel senso spirituale sia inteso la comunità d’amore dei figli di Dio, risulta chiaro dai seguenti passi della Sacra Scrittura:

- I ) Apocalisse 19,7-9: «Giunge il tempo delle nozze dell’Agnello, e la sua sposa (l’Amore) si è già preparata; beati coloro che sono invitati al banchetto di nozze dell’Agnello».

- II ) Apocalisse 21,2: «Io (Giovanni) vidi la Città santa, la nuova Gerusalemme (la comunità d’Amore dei figli di Dio), preparata come una sposa agghindata per il suo sposo».

- III ) Apocalisse 21,9-10: «L’angelo disse a Giovanni: “Vieni! Voglio mostrarti la sposa, la consorte dell’Agnello” (che è il divino Amore), e mi mostrò la Città santa di Gerusalemme (che è la comunità d’amore degli altamente beati ovvero dei figli di Dio)».

25. Che sotto ‘la nuova Gerusalemme’ venga intesa la comunità d’amore degli eletti o dei figli del Cielo, risulta dagli evangelisti: «Vennero i discepoli di Giovanni da Gesù e dissero: “Perché noi e i farisei digiuniamo così spesso e i Tuoi discepoli non digiunano?”. E Gesù rispose loro: “Possono gli invitati al matrimonio digiunare e affliggersi mentre lo sposo è con loro? Verrà già un tempo in cui lo sposo sarà loro tolto, allora digiuneranno”» (Mt. 9,14; Mc. 2,18; Lc. 5,33; Gv. 14,20).

26. Io, Gesù, ho chiamato qui Me, lo Sposo, come nella nuova Gerusalemme, quindi erano giustamente i Miei discepoli che rappresentavano la comunità dell’Amore o Nuova Gerusalemme. Questi erano i figli dell’Amore, ovvero figli di Dio, come Mi espressi nell’ultima cena: Allora comprenderete che Io sono in Mio Padre (ovvero, nel Mio Amore), e voi siete in Me, ed Io sono in voi, vale a dire che i discepoli sono nel Mio Amore e che Io dimoro in loro di fatto come Spirito dell’Amore di Dio.

27. Con l’espressione ‘Nuova Gerusalemme’ è intesa la comunione del Mio insegnamento dell’Amore in questa comunità, ovvero nei figli, i quali attraverso il Mio insegnamento dell’Amore sono diventati figli di Dio, a prescelti come lo erano un giorno i Miei discepoli, come Io dissi che ero in loro. – Essi sono la Mia dimora, ovvero la casa del Signore o vera Chiesa di Dio. Io, Cristo, non dissi mai che dimoro in una chiesa costruita, bensì negli uomini, come in una casa dell’amore.

28. Per questa ragione spiego qui il significato della parola ‘Chiesa’: la parola originale è ‘kiri-ka’ e questa significa = ‘Casa del Signore o di Dio’; Kyrios in greco = ‘Signore’, metateticamente[65] ‘Dio’; ka = ‘casa’, poi in irlandese o in celtico (tedesco primitivo) = ‘Haus’; e ka in Kota (sanscrito) = casetta, cioè ka-uta = ‘piccola casa’, e etta suffisso italiano per il comparativo di minoranza della parola.

29. Da questo risulta chiaro che la vera Chiesa di Dio è l’Amore, così come lo è un cuore che arde d’amore per Dio e per il prossimo. Questa Chiesa, e non una costruita in pietra o legno, è la sposa, consorte e madre di Gesù in senso celeste. I figli spirituali che sono nati da questo amore di Gesù, cioè attraverso il Mio autentico insegnamento, diventano una casa di Dio, dell’amore nei loro cuori, essendo chiamati ‘figli delle nozze’, figli di Dio nati da Gesù.

 

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Cap. 23

Il 5° Comandamento

[Dt. 5,16; Es. 20,12]: «Non uccidere!»

 

23/1 - Le proibizioni del 5° Comandamento

1. Il quinto comandamento dichiara: «Non devi uccidere!», né uomini, né te stesso con il suicidio, quindi neanche per diletto, né per divertimento o per cattiveria, neanche la vita di animali e piante, poiché li ho creati Io, vostro Dio e Padre, li mantengo e sono rappresentato ovunque.

2. Cosa viene proibito col 5° Comandamento? – Il quinto comandamento proibisce di nuocere, uccidere o assassinare chiunque altro o se stessi!

3. In Dio c’è l’eterna conservazione degli spiriti creati, l’immutabile condizione principale di tutto l’Ordine divino. ‒ Se ora sapete questo, allora date uno sguardo al suo contrario, vale a dire alla distruzione, ed avrete il comandamento spirituale e materiale pieno di significato dinanzi a voi. – Per conseguenza, ‘non devi uccidere’ significa: non devi distruggere né te stesso né tutto ciò che è di tuo fratello, poiché la conservazione è l’eterna legge fondamentale in Dio stesso; di conseguenza Egli è eterno e infinito nella Sua potenza.

4. Ma poiché sulla Terra anche il corpo dell’uomo è necessario per l’eterna costante formazione dello spirito fino al tempo stabilito da Dio, allora nessuno, senza un esplicito ordine di Dio, ha il diritto di distruggere ostinatamente né il proprio corpo né quello di suo fratello.

5. Nel quinto comandamento viene vietato ogni tipo di uccisione materiale e spirituale, ma non l’uccisione della carne a favore dello spirito, poiché le animazioni (i desideri) della carne che si verificano molto spesso dappertutto nel tempo presente, non sono altro che le uccisioni dello spirito e il suo offuscamento, per mezzo del quale l’uomo si volta da Dio alla materia. Tuttavia, qui non s’intende lo spirito di Dio nell’uomo, bensì lo spirito dell’uomo o la compiacente tendenza animica dell’uomo. A favore di ciò, i desideri e le brame devono essere repressi e, se necessario, la carne deve essere uccisa dalla sua impetuosità con il frequente digiuno, affinché lo spirito venga ridestato.

 

 

23/2 - Le minacce agli assassini indicate nelle Scritture

6. Nelle Scritture gli assassini sono minacciati come segue:

- I ) Genesi 9,5: «Del sangue vostro, ossia della vostra vita, certamente Io chiederò conto; ne chiederò conto ad ogni essere vivente; chiederò conto della vita dell’uomo all’uomo».

- II ) Genesi 9,6: «Chiunque spargerà il sangue dell’uomo, avrà il proprio sangue sparso dagli uomini; poiché l’uomo è creato ad immagine di Dio».

- III ) Apocalisse 13,10: «Se uno uccide con la spada, di spada dovrà essere ucciso».

7. Anche in Matteo 26,52[66]. Tuttavia si tenga conto che sopra (in Genesi) il giudizio proveniva da Mosè, qui da Dio, e la parola ‘spada’ è da intendersi spiritualmente così: “Chi perciò attraverso le parole e gli insegnamenti sbagliati conduce gli altri su false vie, deve essere portato sulla via del miglioramento e del pentimento attraverso il vero rimprovero e la vera istruzione”.

 

 

23/3 - Cosa viene proibito ulteriormente dal 5° Comandamento?

8. Nel quinto comandamento viene proibito anche l’ira, l’odio, il risentimento e ogni oltraggio al prossimo:

- I ) Matteo 5,22: «Ma Io vi dico: chi si adira con il proprio fratello sarà sottoposto a giudizio; chi invece dice a suo fratello ‘stupido’ sarà sottoposto al Sinedrio! E chi gli avrà detto ‘pazzo’ sarà sottoposto al fuoco infernale!»

- II ) 1° Giovanni 3,15: «Chi odia suo fratello è un omicida, e voi sapete che un omicida non ha la vita eterna dimorante in sé».

- III ) Matteo 18,6-7: «Chi scandalizza uno di questi piccoli (fratelli) che credono in Me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina e sommerso nelle profondità del mare. – Guai al mondo a causa degli scandali! È necessario che vi siano gli scandali, ma guai a quell’uomo per cui questi accadono».

- IV ) Luca 6,31: «E ciò che volete che gli uomini facciano a voi, così fate voi a loro».

9. Questo divieto stabilito è radicato nel fatto che nell’ostilità, nell’odio e nella vendetta, si respira la morte, perché in queste sta nascosto l’omicidio, come il fuoco nel bosco sotto la cenere. Infatti, il fuoco infernale non è nient’altro; ecco perché si dice bruciare dall’odio ed essere accesi di vendetta. Questi, nell’intenzione sono omicidi, sebbene non nei fatti; se però si togliesse loro la paura della legge, della rappresaglia e della vendetta, allora metterebbero in pratica l’intenzione, specialmente se questa è perfida o brutale.

10. Si tratta in genere di capire cosa significa ‘uccidere’. Anche qui, nessuno è escluso, quindi né il sovrano, né il giudice, né il macellaio, né l’uomo comune possono uccidere fisicamente o spiritualmente, poiché nessuno di voi può dare una vita all’infuori di Me, perciò neanche nessuno ha il diritto di prenderla, dal momento che interferisce nei Miei diritti e uccide e distrugge ciò che Io ho creato e chiamato in vita, sia che si tratti di vita umana, animale o vegetale.

11. Vi meraviglierete a causa del divieto di peccare contro la vita vegetale. Ebbene, su ciò vi darò una spiegazione esauriente nel ‘Libro delle preghiere’ di come, quando e perché. Vi sembrerà anche strano che non dovete uccidere animali selvaggi e dannosi.

12. A tal proposito vi do la seguente spiegazione: – gli animali selvaggi e dannosi sono messi nel mondo da Me per colmare una certa serie (l’evoluzione animica) di vite spirituali, e da parte Mia avrei già provveduto affinché non avesse luogo una propagazione dannosa e pericolosa, se gli uomini vivessero secondo i Miei Comandamenti.

13. Ma per quanto riguarda la vita umana, voi sapete che gli uomini sono figli di Dio, ed Io stesso, come Spirito di Dio dell’uomo, dimoro in voi. Ora si domanda: “Con quale diritto avete l’ardire di uccidere i Miei figli, il cui io spirituale sono Io, Dio, il Sovrano e Creatore dell’Universo stesso? Voi uccidete direttamente lo ‘strumento’ con cui Io lavoro spiritualmente e materialmente, e nello stesso tempo uccidete anche i vostri fratelli e sorelle.

14. Attraverso il quinto comandamento viene comandato:

- I ) Di mantenere pace e unità con tutti, perfino con coloro che ci insultano. – Romani 12,18: «Se è possibile, per quanto sta in voi, vivete in pace con tutti gli uomini!»

- II ) Di dare buoni esempi a tutti. – Matteo 5,16: «Quindi fate risplendere la vostra Luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e lodino il Padre vostro nei Cieli».

- III) Di mostrare al prossimo i benefici spirituali e materiali. – 2° Tessalonicesi 3,13: «Quanto a voi, o fratelli, non siate svogliati (o stanchi) di fare del bene».

- IV) Di essere sempre affabili nei rapporti col prossimo. – Decalogo: “Devi presentare i più intimi sentimenti di vita con un modo di procedere amabile e sempre premuroso, poiché con un comportamento scortese, tu, in coloro ai quali dimostri ostilità, provochi automaticamente sentimenti che stanno in contraddizione con i Miei divini desideri d’amore e, con questo, diventi un uccisore dei più intimi sentimenti spirituali del tuo prossimo, perché le ostilità sono piante velenose per il terreno spirituale dell’amore fraterno”.

 

 

23/4 - Il mangiar carne è vietato!

15. Adesso vogliamo esaminare anche la professione del macellaio. Nella Legge ‘tu non devi uccidere’ è incluso anche questo. Voi direte: “Se non è giusto che mangiamo carne, perché Dio stesso ha permesso agli ebrei di mangiarla?”. Qui c’è un malinteso tra la Mia intenzione e il permesso dato. Non avrei mai permesso al popolo di mangiar carne, se non avesse avuto nostalgia delle pietanze di carne dell’Egitto e non Me lo avesse chiesto, così come non avrei nemmeno creato Eva per darla ad Adamo, se egli non l’avesse cercata con impeto, dal momento che sapevo bene che poi sarebbe seguita la caduta nel peccato; ma chi lo vuole avere, a questi non accade nessuna ingiustizia. (“Volenti non fit injuria!”[67], dicevano i romani)

16. Il mangiar carne vi rende spiritualmente simili agli animali di cui vi nutrite, perché non mangiate solo carne, ma anche lo spirito delle caratteristiche provenienti dal sangue dell’animale, perché la carne è composta dal sangue e, di conseguenza, in esso vi è anche lo stolto e il malvagio del bue, e attraverso la cottura gli spiriti della carne vengono eccitati, e in tal modo diventate più libidinosi.

17. Sebbene la carne sia molto nutriente, d’altra parte vi accumula sostanze patogene[68], particolarmente per la gotta, e oltre a questa, ancora per parecchie altre malattie. – Che mangiando carne anche voi diventiate animali, lo scorgete nei cani, i quali mangiano la lussuria surriscaldata che è rappresentata più fortemente nelle ossa, in questo modo diventano sensuali. Le persone che mangiano molta carne sono quasi sempre libidinose. – Perciò in futuro[69]vi sarà vietato mangiar carne di animali, per proteggervi fisicamente e spiritualmente dalle malattie. Chi da questo punto di vista vuol vivere già adesso in maniera vegetariana, avrà guadagnato un grande vantaggio davanti ai consumatori di carne.

18. Comunque, nel quinto comandamento è inteso non solo la proibizione di uccidere quegli animali di cui mangiate la carne, ma l’uomo in genere non deve uccidere intenzionalmente gli animali né grandi, né piccoli, né quelli molto piccoli, se non quelli come i granchi di terra, poiché questi mangiano le radici delle piante e sono dannosi, oppure quelli come le pulci, i pidocchi, insetti, cimici, piattole, grilli domestici, topi e scarafaggi, così che questi vi incitano all’attività, in modo che l’uomo pulisce frequentemente un’abitazione e la protegge da tali animali e insetti nocivi. Invece i restanti animali non li dovete né uccidere né martoriare, perché essi sentono il dolore altrettanto quanto voi, e perché li ho chiamati Io in vita e anche in loro vivo come il principio donante vita, e perciò tutti voi dovete considerarli, con riguardo a Me, con pietà e riverenza dinanzi a Me, perché ogni animale colma uno spazio spirituale nella migrazione delle anime fino all’uomo.

 

 

23/5 –  Schumi riceve ciò che Ch. H.S. aveva ricevuto sull’alimentazione con il pesce o la carne

28 febbraio 1899

19. Il medium scrivano (Ch. H.S.) ha letto nella “Storia della Mia giovinezza” (“Il Vangelo di Giacomo”) che Io, Gesù, mangiavo volentieri il pesce. Su sua richiesta, poiché lui è vegetariano e non mangia neanche il pesce, ha ricevuto da Me, Gesù stesso, la seguente risposta:

*

20. «La tua domanda Mi piace, perciò ti do volentieri alcuni chiarimenti su questo. Voi dovete vivere senza carne perché questo è necessario per la formazione del vostro spirito. Ma chi, come Me, ha lo Spirito del Padre, può anche assimilare in sé qualsiasi alimento, poiché vedete, è così: lo spirito che è racchiuso nel cibo, satura lo spirito animico degli uomini. Se ora prendete per voi questo nutrimento carnale, allora assorbite anche gli spiriti dalla carne. Io invece ero in grado, mediante la forza del Mio Spirito Santo proveniente dal Padre, di redimere gli spiriti della carne, in modo che anche loro potessero arrivare a Dio Padre.

21. Quanto migliore, quanto più fine è la carne del pesce, tanto più puri sono gli spiriti nella carne dei pesci. Io mangiavo di preferenza il tonno, perché la carne del tonno contiene spiriti molto puri. Io li ho redenti tutti mentre ne mangiavo la loro carne.

22. Se gli ebrei, come anche il padre Mio putativo Giuseppe, mangiavano pesce, assorbivano anche gli spiriti dei pesci, ma non potevano redimere quegli spiriti, poiché gli spiriti dei pesci rimanevano negli ebrei; perciò essi hanno ancora molti spiriti di questi in sé. A quel tempo non potevo insegnare questo agli uomini, perché non lo avrebbero capito. Invece posso dirvelo adesso. Perciò fate bene se non mangiate pesce.

23. Anche tu, Mio strumento (medium), non hai il potere di redimere gli spiriti dei pesci, quindi non mangiare pesce. Sì, è esattamente lo stesso con lo spirito della carne degli altri animali, così come con lo spirito della carne del pesce. Devi dire ai fratelli di non mangiare più carne (questa ammonizione l’hanno ricevuta differenti strumenti), affinché il loro spirito non assorba più gli spiriti della carne. Essi non possono redimere gli spiriti, tuttavia il loro spirito diventa sempre più affine allo spirito di quell’animale, quanto più mangiano carne. Questo è abbastanza per la tua domanda. Amen!»

*

24. Certamente Io ho anche mangiato carne d’agnello, ma anche qui è uguale come con gli spiriti della carne del pesce. Meglio se non mangiate affatto carne, anche se gli spiriti della carne d’agnello sono già molto tolleranti. – Gesù, Padre tuo!

* * *

 

(Qui Schumi aggiunge all’argomento alcuni appunti tratti dalle sue conferenze) :

 

25. Finché l’uomo non avrà raggiunto la seconda rinascita, non sarà in grado di redimere lo spirito animale che, con il mangiar carne, assume in sé; questo significa convertire l’animale in spirito umano, quindi nobilitarlo in modo che l’uomo possa assorbirlo nel suo io senza che questo lo possa danneggiare.

26. Le seguenti spiegazioni dal punto di vista umano, vi dovranno mettere in chiaro le ragioni contro il consumo di carne e di alcol anche riportato nei brani biblici, per mezzo dei quali vi sarà fornita una chiara illuminazione da tutti i lati.

27. Dal punto di vista del vero, determinato cristianesimo, il consumo di carne è da rifiutare per i seguenti motivi:

- I ) perché Dio ha creato l’uomo affinché mangiasse frutta, e gli ha ordinato per nutrimento i frutti commestibili e le piante (Genesi 1,29)[70], quindi è un pregiudizio supporre che la carne sia indispensabile per l’alimentazione umana;

- II ) perché il permesso di mangiar carne (Genesi 9,2-4) è da intendere come conseguenza del peccato originale e come punizione per la disobbedienza verso la volontà di Dio; quindi, essendo da quel tempo diminuita la forza spirituale e fisica, la durata e la salute degli uomini diminuirono di secolo in secolo;

- III ) perché nostro Signore e Maestro (Mt. 23,8) si è liberato della lettera e della costrizione della Legge, che prescriveva il sacrificio di animali e il consumo di carne (Levitico e Mt. 5,17), e desidera che noi Lo serviamo unicamente nello spirito (Gv. 4,24), e attraverso la misericordia e l’amore (Mt. 9,13) verso gli uomini e verso gli animali, attraverso la purezza di cuore e verità, dobbiamo raggiungere la perfezione divina (Mt. 5,48; Lc. 6,36);

- IV ) perché possiamo diventare perfetti solo nella misura in cui pratichiamo l’amore e la misericordia, e questo amore deve estendersi a tutte le creature di Dio (Salmo 145,15-16). Con il comandamento dell’amore, tuttavia, questo non si concilia col tormentare, ingrassare e macellare le creature di Dio contro la loro volontà, per mangiarli (Esodo 20,13; Rom. 13,10);

- V ) perché il mondo animale brama la libertà e la redenzione (Rom. 8,19-22) dalla pressione della servitù (vanità) transitoria gravante su di esso, e tende alla massima perfezione. È necessario comprendere il mondo animale – corrispondente allo spirito della nuova alleanza – come una ‘compagna creatura animata’, in opposizione alla concezione come ‘merce’ che predomina nel Vecchio Testamento (Is. 66,3);

- VI ) perché il consumo di carne, come in generale la disobbedienza alla volontà di Dio, rappresenta nella legge naturale la causa di malattie e pestilenze (Num. 11-1; 1° Cor. 10,6-9) e per vero induce alla lussuria e alla fornicazione (Num. 25);

- VII ) perché il naturale modo di vivere, la vita consapevole secondo le leggi naturali date da Dio, rende gli uomini spiritualmente e fisicamente più perfetti e più sani, più giudiziosi e migliori, li abilita a nobili aspirazioni verso i beni spirituali e risveglia il desiderio verso l’infinita perfezione, come vediamo in Daniele e nei suoi (due) amici (Dan. 1,8 e 1,12);

- VIII ) perché il consumo di carne induce e stimola al consumo di alcool, mentre i cristiani devono essere sempre sobri e pieni di spirito (Giudici 13,14; Lc. 1,15; Gal. 5,16; Ef. 5,18), quindi dovete evitare bevande inebrianti e quelle paralizzanti le cellule cerebrali (birra, vino, grappa);

- IX ) perché la Sacra Scrittura rifiuta direttamente e indirettamente qualsiasi stile di vita innaturale, tutte le voglie, desideri e peccati carnali, ed esorta all’autocontrollo, al cambiamento di pensiero e al cambiamento spirituale (Rom. 8,13-14 / 12,1-2; 1° Cor. 3.16 / 6.19 / 9.24-27 / 10.5-6; Gal. 5,16-24; 1° Pietro 4,1-5; 2° Pietro 1,5-6), il mangiare la carne e il bere alcolici tuttavia rende suscettibili i cattivi pensieri e predispone ai peccati carnali;

- X ) perché contamina il corpo dell’uomo, lo rende libidinoso e malato, prematuramente fragile e cadente, indebolisce e oscura l’intelletto e accorcia la vita. Un accorciamento consapevole della vita, anche se dovuto a uno stile di vita innaturale, è suicidio;

- XI ) perché le promesse della veniente età ‘dell’oro’ della pace (Osea 2,18; Is. 2,4 / 11,1-10 / 35,5-10 / 65,17-25; Michea 4,3-4) nella quale, guerre e spargimenti di sangue, assassinio di animali e consumo di carne non ci saranno più, devono ancora adempiersi, e i cristiani sono chiamati a prender parte attivamente alla preparazione e alla fondazione di questo regno della pace[71];

- XII ) perché essere devoti senza che sia vero, esprimere devozione senza un amore interiore di verità, è nient’altro che ipocrisia! Se vogliamo essere devoti, dobbiamo anche essere veri, e per questo motivo applicare un modo di vivere naturale senza carne, vero, semplice, voluto da Dio e fondato nella nostra natura, riconoscerlo come giusto e vivere di conseguenza;

- XIII ) perché le rivelazioni di Dio, della natura e delle Sacre Scritture, non si contraddicono, ed entrambi confermano in modo uniforme e inconfutabile la giustezza dell’alimentazione dell’uomo senza assumere la carne.

 

* * *

(Continua il Signore)

 

23/6- Uccidere in senso spirituale

28. Con ‘uccisione’ viene inteso qualunque modo di uccidere e rovinare le anime degli uomini; uccisioni che sono molteplici e di molte specie, come ad esempio: esse allontanano da Dio, dalla religione e dal servizio divino, con spargimento di scandali contro di loro, e convincimenti di cose non vere che causano avversione, anzi perfino riluttanza.

29. Perciò: non devi uccidere il bene e il vero, ovvero la fede e l’amore nell’uomo, inculcando in lui il male e il falso attraverso parole, libri, riviste, ecc.; né devi limitargli la libertà dello sviluppo spirituale per tutto ciò che è buono e nobile. Di questa specie sono tutti i diavoli e i satana nell’inferno, con i quali gli offensori e i profanatori della santità della vera Chiesa di Cristo sono connessi globalmente in questo mondo.

30. Coloro che mandano in perdizione le anime attraverso il ‘falso’, sono da intendere ‘il re dell’abisso’, il cui nome in ebraico è ‘Abaddon’ ovvero in greco ‘Apollion’; questo è ‘il corruttore’ in Apocalisse 9,11 e nella parola profetica (quelli danneggiati nell’anima) con ‘gli assassinati’, come nei seguenti passi:

- I ) Zaccaria 11, 4-7: «Pasci quelle pecore da macello che i loro padroni sgozzano impunemente» (in senso spirituale).

- II ) Salmo 44,23-24: «Ogni giorno siamo assassinati, siamo considerati come pecore da macello. ... Signore, non ci respingere eternamente!» (aiutaci

- III ) Isaia 27,6-7: «Giacobbe metterà radici, e Israele fiorirà ... Egli non sarà colpito, come furono colpiti i suoi nemici, e non saranno strangolati come furono strangolati i suoi nemici».

- IV ) Giovanni 10,10: «Lo sconosciuto non viene che per rubare e macellare le pecore; Io Mi sono opposto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».

- V ) Oltre a questi passi, ne parlano ancora Isaia (Is.14,21 / 26,21), Geremia (Ger. 4,31 / 12,3) e Apocalisse (Ap. 9,4 / 11,7).

31. L’uccisione spirituale è quindi tutto ciò che trascina gli uomini da Dio alla materia. Questo capitolo comprende tutti i molti peccati elencati nel ‘Libro delle preghiere’.

32. Secondo i peccati elencati nel ‘Libro delle preghiere’, l’uccisione spirituale può essere compiuta attraverso se stesso o attraverso altri. Perciò esaminate in voi questo precisamente, perché rappresenta la somma dei peccati del Vecchio e del Nuovo Testamento, in cui ognuno troverà i sui vizi e le cattive caratteristiche ‒ che deve evitare ed estirparle da se stesso ‒ e deve farlo, se vuol giungere alla rinascita dello spirito.

 

 

23/7 – Uccidere in senso celeste

33. Con ‘omicidio’ viene inteso che vogliamo essere sfacciatamente in collera col Signore, odiarLo ed estirpare il Suo nome. Tali sono coloro di cui si dice che crocifiggono Cristo, poiché con ‘crocifissione di Cristo’ oggigiorno, in senso celeste, viene inteso: l’intenzionale opposizione alla verità su Cristo e sulle Sue parole, e la persecuzione della verità con la prigione e l’ospedale psichiatrico. – Su questo la Bibbia parla nel senso dell’Agnello che nell’Apocalisse stava ‘come ucciso’ (Ap. 5,6; 13,8), e ancora, in Apocalisse con ‘crocifisso’ (Ap. 11,8) e nella ‘Lettera agli Ebrei’ (Eb. 6,6) e nella ‘Lettera ai Galati’ (Gal. 3,1).

 

 

23/8 - Come il suicida si ritrova nell’aldilà

34. Il suicidio dell’uomo è un’intromissione nella mia Creazione, e quindi, un grande peccato che è punito con l’inferno più basso. Il suicida uccide un essere umano. Che lo faccia a se stesso o al suo prossimo, è sempre l’assassinio di un uomo.

35. Con il suicidio l’uomo crede di sbarazzarsi di tutte le preoccupazioni e dei tormenti della vita, invece s’imbatte nelle tenebre del più profondo inferno e in compagnia di pari malfattori com’è lui stesso, dove i grandi tormenti dell’inferno formano per lui l’inizio; con questi tormenti dell’inferno si uniscono i suoi propri che ha portato con sé, e così ha accumulato due e più volte tale grande sofferenza.

36. Nel mondo lascia i parenti tristi ai quali aveva causato vergogna, derisione e dolore, e ad alcuni lascia i più strazianti disfacimenti delle condizioni della vita; ‒ e lui stesso, come dall’acqua dove nuotava, anche se gravosamente, si è precipitato nel fuoco del più insopportabile stato infernale.

37. Le sofferenze, le preoccupazioni e le passioni non risolte, attraverso le quali è stato spinto al suicidio, inoltre la consapevolezza di averle rese fatali e averle lasciate nel mondo, spesso gli fanno torcere le mani per la disperazione a causa di quell’atto, e alla fine la nuova grande sofferenza per il grande peccato commesso lo tormenteranno terribilmente, tanto che talvolta imprecherà delirando come un pazzo a causa della sua via sbagliata e dell’atto che ha commesso su sé con il suicidio.

38. Nello spirito incontrerà delle figure tristi e tenebrose intorno a sé, le quali, come lui, non sapranno darsi nessun aiuto per poter uscire dal tormento eterno secondo l’ingannevole insegnamento della Chiesa. Così tali infelici devono spesso passare molti, molti anni; anzi, alcuni devono gustare l’intero orripilante fetore del corpo che si dissolve, come punizione per il loro grave peccato, prima che vengano al settore dei disperati suicidi.

39. Chi conosce quanto è terribile l’odore della carne in decomposizione, che nessun uomo vivente può sopportare anche solo per un breve tempo senza rigettare per la grande nausea, può immaginarsi lo stato delle cose, se egli, come spirito, con un raffinato senso dell’olfatto, deve assistere e assaporare questo orribile fetore pestifero e puzzo durante i lunghi mesi della putrefazione! Questo sfugge ad ogni immaginazione! E vedete, non appena ha provato questo tormento infernale, s’imbatte in altri tormenti che, sotto altri aspetti, suscitano ulteriore orrore e provocano in lui nuova disperazione; e così continua in differenti gradi, a seconda di quali moventi lo spirito è ricorso al suicidio, poiché ogni suicida ha differenti motivi per suicidarsi, e perciò deve anche sopportare altre punizioni.

40. Così vedete che il suicidio è uno dei rimedi più nefasti per la liberazione dalla vita terrena, e quindi ognuno se ne astenga, per non diventare terribilmente infelice. Infatti, ci vogliono lunghi anni di gemiti e lamenti prima che avvenga una redenzione; ecco perché ogni candidato al suicidio deve riflettere al massimo, prima di commettere la più grande sciocchezza di assassinare se stesso, perché invece di migliorare o annullare la terribile situazione, la porta da dieci fino a cento volte più grande e più terribile di come era quella terrena.

41. La sua liberazione da lì, in seguito all’intercessione dei suoi parenti o amici, o dopo lunghissime preghiere e implorazioni a Dio, avviene attraverso un messaggero che gli viene inviato, che gli viene aggiunto come spirito protettivo e che d’ora in avanti lo guiderà e lo accompagnerà.

*

42. I crimini verso il quinto comandamento sono:

- La volontaria e maliziosa offesa al prossimo; ‒ congiura, ribellione, violenza; ‒ assassinare, uccidere, ammazzare, accoltellare, strangolare, impiccare, abbattere, massacrare; ‒ omicidio preterintenzionale, assassinio premeditato, guerra, conflitto; ‒ qualsiasi atto di violenza se non è giustificato dalla verità contro un regime non autorizzato o contro il dispotismo; ‒ avvelenamento, automutilazione, accorciamento della vita attraverso l’autorigenerazione della malattia.

43. A questi ultimi appartiene anche il duello come questione d’onore tra due diavoli orgogliosi, …come se un diavolo orgoglioso avesse un qualche onore! ‒ Non è abbastanza l’essersi insultati a vicenda? Si deve ancora uccidere l’offeso, spesso innocente? Questa è la prova che in tali uomini domina lo spirito di Satana, e perciò sono spiriti infernali.

 

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Cap. 24

Il 6° Comandamento

[Dt. 5,18 / Es. 20,14]: «Non commettere adulterio!»

 

24/1 – Non praticare l’impudicizia!

1. Miei cari figli, l’impudicizia come peccato originale è il peccato dell’arrogante disobbedienza della prima coppia di genitori verso di Me, quale loro Creatore e Signore. Infatti, Adamo ed Eva volevano diventare uguali a Me attraverso la seduzione del serpente (dell’egoismo), e quindi non più sottomessi, e perciò venne la caduta.

2. La parola ‘matrimonium’ significa soprattutto ‘legge’, non solo matrimonio di due persone unite dalla Chiesa o dall’ufficiale di stato civile allo scopo di vivere insieme. Pertanto, sotto ‘rompere il matrimonio’ non significa solo il comune adulterio, bensì ogni impudicizia o fornicazione, sia nel o fuori dal matrimonio.

3. Adamo ed Eva non erano uniti né da sacerdoti né dall’ufficiale di stato civile, bensì solo dall’amore del cuore; questo, tuttavia, è chiamato spiritualmente ‘Cielo’ perché l’uomo sente e può sentire l’amore solo nel cuore, che per lui è un Cielo, perciò il vero matrimonio spirituale è chiamato ‘contratto nei Cieli’, perché qui dimora anche lo spirito di Dio, quale vita nell’uomo.

4. Sebbene il matrimonio di Adamo con Eva si fondasse sul puro amore, ovvero nel Cielo dei loro cuori, Io, Dio, diedi loro comunque la Legge di non profanarsi attraverso la fornicazione. E la stessa legge della castità esiste ancor sempre per tutti gli uomini.

5. Sotto castità s’intende tuttavia la totale temperanza per amore verso Dio.

6. Nondimeno, a pochi è conosciuto quando l’impudicizia non esiste come tale e quando comincia, perciò qui deve essere mostrato il limite secondo cui ognuno può indirizzarsi, per non peccare:

- I ) Efesini 5,3-4: «La fornicazione e l’impurità di ogni specie non siano neppure menzionate in mezzo a voi, come si addice ai viventi in maniera pura (originale: ‘santi’, il che è sbagliato); non devono esserci né spudoratezza né discorsi stolti».

- II ) Galati 5,19-21: «Io vi dico che coloro che compiono le opere della carne, non erediteranno il regno di Dio».

- III ) 2° Pietro 2,9-10: «Il Signore riserba gli ingiusti nel giorno del giudizio (che è il giorno della morte) per la punizione, specialmente per quelli che camminano nel desiderio della carne».

- IV ) Matteo 5,27-28: «Voi avete sentito che presso gli antichi si diceva “Non devi commettere adulterio”. Io invece vi dico, che chiunque avrà guardato una donna con desiderio, ha già (spiritualmente) commesso adulterio con lei nel suo cuore».

- V ) Siracide 9,5-9: «Non mettere i tuoi occhi su una vergine, che la sua bellezza non sia per te causa di caduta! […] A causa della bellezza di una donna, molti sono già andati in rovina».

- VI ) Ezechiele 16,49: «Ecco, questa fu l’iniquità di tua sorella Sodoma: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio, nell’abbondanza di pane e nell’ozio indolente, ma non stesero la mano verso il povero e verso l’indigente».

- VII ) Efesini 5,18: «Non ubriacatevi! Il vino porta alla dissolutezza, ma siate ricolmi dello Spirito Santo».

- VIII ) Giobbe 31,1: «Io avevo stretto un patto con i miei occhi, che non avrei mai fissato lo sguardo su una vergine».

- IX ) Siracide 9,8: «Distogli il tuo sguardo dalle belle donne e non badare all’aspetto di altre donne».

7. I libri immorali includono alcuni romanzi e simili pubblicazioni, come altri testi che deteriorano i buoni costumi.

8. L’adulterio in questo comandamento è proibito particolarmente ed esplicitamente, perché le persone che commettono adulterio, insieme al vergognoso vizio dell’impudicizia, commettono anche il vizio dell’ingiustizia verso il prossimo, perché fanno al prossimo ciò che essi non vogliono venga fatto a loro (Mt. 7,12), cioè cadere nel peccato attraverso il quale diventano spiritualmente tenebrosi, malvagi e talvolta anche malati fisicamente, come lo mettono in evidenza le prossime citazioni. Le cattive conseguenze del vizio dell’impudicizia sono:

- I ) 1° Re 11,1-10: l’allontanamento di Salomone da Jehova in seguito alla predilezione per le donne.

- II ) Siracide 19,3: «Putrefazione e vermi (all’impudico) sarà la sua ricompensa. Egli servirà da grande avvertimento e la sua anima sarà tolta dal numero (dei viventi)».

- III ) La distruzione delle città di Sodoma e Gomorra, di Pompei, di Ercolano e Stabia[72].

 

 

24/2 - Comportamenti per adempiere il 6° Comandamento

9. Dovete essere casti nel corpo e nell’anima, e certamente anche con i pensieri, i desideri, sia nelle parole e nel comportamento, sia nel cercare di evitare ogni occasione peccaminosa.

- I ) 1° Tessalonicesi 4,3-5: «Questa è la volontà di Dio: “Che vi santifichiate, che vi asteniate dalla fornicazione, che ciascuno di voi sappia mantenere il proprio corpo in purezza e onore, senza abbandonarsi a passioni disordinate come fanno i gentili che non conoscono Dio”».

- II ) 2° Corinzi 7,1: «Poiché ora abbiamo queste promesse, amatissimi, purifichiamoci da ogni contaminazione della carne e dello spirito, compiendo la nostra santificazione nel timore di Dio».

- III ) Matteo 5,29-30: «Se il tuo occhio ti stimola al peccato, volgilo via dalla tentazione (non ‘cavarlo’!) e fa così se la tua mano ti incita a fare qualcosa di peccaminoso».

10. Il sesto comandamento pretende la purezza del cuore, poiché Io, Gesù, ho esaltato solo questo nel ‘sermone del monte’: «Beati sono coloro che hanno un cuore puro, perché vedranno Dio» (Mt. 5,8). ‒ Per questa ragione vi è comandato di domare i vostri desideri malvagi, come dice Paolo nella ‘Lettera ai Romani’: «Non regni dunque il peccato nel vostro corpo mortale, così che obbediate alle sue brame» (Rom. 6,12). Nella ‘Lettera ai Galati’ egli si esprime ancora più precisamente, dicendo: «Quelli che sono di Cristo hanno crocifisso la loro carne insieme ai vizi e ai desideri» (Gal. 5,24).

11. La vita dell’amore cerca di servire la sua soddisfazione molto volentieri nelle creature minorenni che sono ancora inesperte nella faccenda e perciò facili da persuadere. Per tali seduttori Io dissi che per loro sarebbe stato meglio mettersi al collo una macina da mulino e gettarsi in fondo al mare, (Mt. 18,6; Mc. 9,42; Lc. 17,2) perché trascinano l’innocenza dal Cielo della purezza (di tali creature immature all’amore) all’inferno del peccato. Da ciò risulta che non dovete profanare l’innocente amore per Dio e per il prossimo, per mezzo dell’amore sensuale!

12. Oggigiorno l’atto dell’ordinaria procreazione si differenzia dal passato per il fatto che una volta si desideravano le creature per amore verso Dio, e le mettevano al mondo dal momento che molti bambini significava molto onore e potere, perché erano una benedizione di Dio.

13. Oggi invece è determinante solo il serpente di Eva ovvero l’egoismo dei genitori; e se questi bambini si desiderano, allora accade solo per scopi e vantaggi personali, ma non per amore verso Dio.

14. Ebbene, il peccato consiste dunque in questo: perché viene preso in considerazione solo l’egoismo del godimento e del vantaggio, e nello stesso tempo ciò rende l’uomo del tutto materiale e corrotto per il divino, particolarmente verso l’amore per Dio. Quindi in questo sta il pericolo e il peccato dell’uomo, perché egli si volge completamente da Dio alla materia e quindi a Satana!

15. Ora vogliamo esaminare un’importante domanda vitale, vale a dire: “Da dove proviene l’impulso per la voglia riproduttiva?”, e inoltre: “Chi pecca in questo: il corpo o l’anima?”

16. Considerato esteriormente, all’uomo sembra che sia la materia del corpo a provare il piacere; tuttavia non è così, bensì il corpo è materia grezza, animato dall’anima senza un proprio impulso di gioia per la vita, e serve l’anima solo perché questa possa mettersi in azione materialmente.

17. Tutta la gioia di vivere risiede nell’anima, lei sola è la gaudente, perché lei è la vita, ovvero il vero e proprio uomo-spirituale nel corpo; è lei che pensa, vuole e opera nella carne, perciò dopo la morte del corpo è anche lei l’unica penitente per tutti i peccati commessi nel mondo verso i divieti, mentre il corpo comincia a passare indolore nella putrefazione, e quindi, secondo l’usanza del paese, per la distruzione della carne viene messo o nella tomba o nel loculo o nella cripta, o consegnato alla cremazione.

18. Il fatto vi mostra assai chiaramente quanto siano sbagliate le concezioni della vita degli uomini, i quali tributano alla materia morta grandi onoranze con le pompe funebri, mentre per l’anima vivente non hanno proprio nessun senso. Si rendono atti d’omaggio al corpo morto, ma per la continuazione della vita di questa persona si è tuttavia inconsapevoli e indifferenti, perché in quanto a ciò non si conosce nulla di certo o di positivo con l’attuale prevalente dottrina di fede, mentre è solo l’anima per la quale si dovrebbe essere particolarmente interessati, prima e dopo la morte del corpo, in modo che lo sbagliato e il trascurato qui sulla Terra possa essere riparato e recuperato nell’aldilà; il che è ovviamente molto difficile, ma nondimeno un giorno dovrà pur accadere.

19. Invece di adempiere questo dovere cristiano, si è ciechi e sordi per illuminazioni migliori, si crede solo ai falsi insegnamenti su cui ci si è basati dalla giovinezza, e per questo i vostri cari estinti devono languire all’inferno, mentre pensate che siano nel Cielo e felicissimi, solo perché avete adempiuto le disposizioni mondane per i loro cadaveri.

20. Si dovrebbe conoscere più seriamente le reali condizioni dell’aldilà, per potersi costruire qui la dimora per quel luogo, e per sapere cosa si deve fare là, se sulla Terra si ha sbagliato o si ha tralasciato qualcosa, altrimenti si starà da ignoranti come qui, perché l’uomo, non avendo imparato nulla, durante la morte passa dall’altra parte, e per lui diventa vera la massima di Paolo: «Come l’albero cade, così rimane a giacere».

21. Quando l’uomo muore ed entra nel regno dello spirito, porta con sé la sua conoscenza religiosa terrena che, nel tempo attuale della degenerazione della religione e dei costumi, di solito gli apre le condizioni spirituali dell’inferno. Infatti, con una falsa dottrina religiosa, e quindi un falso stile di vita, nessuno viene nel Cielo.

22. Perciò preoccupatevi del vero insegnamento di Cristo e della vera fede che viene insegnata negli scritti teosofici cristiani.

23. Io ho messo nel mondo Adamo ed Eva nella stessa veste naturale, come ancora oggigiorno ogni uomo. Per questa ragione non è peccato se una persona guarda e contempla l’altra in questa veste naturale, solo che non deve abbandonarsi ai pensieri sensuali. Inoltre, non deve praticare alcun tipo di contatto carnale con il corpo, perché questo genera eccitamento. Neanche si deve guardare una seconda persona con pensieri sensuali, oppure guardare negli occhi in modo libidinoso, perché questo passa nell’eternità. Ciò che si vede nella veste naturale senza una propria cooperazione e non ci si abbandona alla seduzione sensuale, è senza alcun danno per l’anima. Se invece una persona, qualunque essa sia, costringe un’altra a vederla nella veste naturale (cioè senza veli), allora questo appartiene alla fornicazione. Qui esiste un ammonimento: “Non mi toccare, perché altrimenti pecchi!”

24. Che l’impudicizia sia un grande peccato, può essere facilmente dedotto dal fatto che attraverso questo peccato, Adamo, il cui spirito era uno dei più grandi spiriti dopo Dio, pervenne alla caduta, perse tutte le grazie e i doni divini, e per gli uomini si aprirono le vie a tutti i malanni e alle malattie corporali, creò la morte carnale e spirituale, e l’inferno; Eva ottenne da ciò il ciclo mensile, Gesù Cristo dovette provare la crocifissione con tutte le sofferenze connesse, per riportare alla stirpe adamitica la figliolanza di Dio, la cui figliolanza andò perduta con il peccato originale, quindi essa (l’impudicizia) è una delle colpe più grandi, perché l’uomo, attraverso questa, diventa del tutto materiale e degenerato.

25. Oggigiorno, con poche eccezioni, il mondo intero percorre le vie dell’impudicizia, e le sue conseguenze sono i terribili avvenimenti naturali e le calamità che si ripetono sempre più frequentemente, le quali mostrano agli uomini che non sono al sicuro neppure per un istante della loro vita, e perciò devono svegliarsi e riflettere, perché questa è ‘la caduta’.

26. Nondimeno, il mondo dorme nel suo sonno peccaminoso, e in tal modo esige che la Mia sferza venga brandita più forte che mai.

27. Il peccato dell’impudicizia viene commesso in differenti modi, e precisamente:

- I ) attraverso pensieri e sensazioni, e con ciò, immergersi nel godimento di questo peccato;

- II ) nel prestarsi a questo peccato attraverso il desiderio dell’emozione per poterlo godere, cosa che ovviamente fa la differenza, come e con chi si vuol peccare;

- III ) attraverso movimenti e differenti segni per mezzo degli organi del corpo e atteggiamenti al cospetto di una seconda persona, per rivelare con ciò desideri segreti. Allo stesso tempo i baci d’amicizia tra persone di sesso diverso non devono mai avvenire sulle labbra, ma sulla fronte o sulla guancia. Stringere a sé una seconda persona per amore o affetto, per vero, non è un peccato, ma questo non deve accadere così che venga notato il dominante stato d’animo dell’una o dell’altra persona;

- IV ) con discorsi e parole con cui rendete gli altri consapevoli di questo peccato, o inducendoli a commetterlo, inoltre con sguardi maliziosi, proposte, parole spudorate che fanno perdere gli scrupoli delle conseguenze, inoltre attraverso l’arte della persuasione, con l’attirare attenzione, con immagini di generanti desideri che perciò si deve fuggire per non guardare nella misura del possibile, e tante altre cose ancora sulle quali non c’è da discutere;

- V ) attraverso azioni, specialmente con la promessa di matrimonio, dove le fanciulle, come le api, anelano al miele. Chi promette ad una povera fanciulla il matrimonio, a questi più d’una si dà con anima e corpo. ‒ Oltre a ciò, questo peccato viene commesso nella maniera assai molteplice che è meglio non citare;

- VI ) con il ricco ed intelligente lavorio con doni, intrattenimenti, romanzi lussuriosi, adulazioni, o con l’umiliare fino allo sfinimento (la vittima), in questo modo essi praticamente si adoperano a sondare portamenti e contegni, e a riempire completamente – lontano dagli occhi e dai discorsi (sani) – i pensieri dei cosiddetti adorati (da renderli succubi).

28. Il più fine discorso da salotto viene usato con cupidigia, pronunciato con i fiori, come un alito, che però produce il veleno per la casta riproduzione, per rendere la vittima pensierosa e sognante. Il mondo intelligente parla in maniera raffinata, l’ordinario parla il giornaliero, ma in compenso il mondo intelligente è più lascivo dell’ordinario, e alla fine entrambi sono deboli; e quanto più fine è l’alimento, tanto più intensive sono le abilità concettuali, quanto più rilassato e ben curato è il corpo, tanto più sensibile sono anche i sensi per i peccati e i piaceri non casti. Le invenzioni dei ricchi per correre dietro a questo godimento sono di specie differenti, ‒ e la conclusione del tutto è che oggigiorno giovani e vecchi, ricchi e poveri si abbandonano e vivono il più possibile secondo questo pericoloso peccato. Essi inventano ogni specie di misurate scuse, che però presso di Me non trovano alcun valore e nessun consenso!

29. Io ho dato i Dieci Comandamenti per l’obbedienza, e non per eluderli con sofisticherie intellettuali! I Miei Comandamenti sono il vostro ordine e il vostro giudizio punitivo! Chi agisce contro questo ordine, crea disordine per se stesso, e diventa il suo stesso portavoce del giudizio e il suo stesso contabile della punizione per la vita spirituale! Infatti, Io non giudico nessuno, bensì l’inosservanza di questo ordine è la condanna di se stesso.

30. Con questo, figli Miei, sapete che l’impudicizia davanti ai Miei occhi è un peccato molto grande. Quindi cercate di evitarla e fuggirla con tutte le vostre forze, poiché non appena si presta gli orecchi e i sensi, essa è già operante in voi e vi trascina nell’abisso. Non porgete ascolto ai discorsi lusinghieri, e non date spazio ai pensieri seducenti per spargerli nel vostro animo. Non guardate cose che eccitano i vostri sensi, e fuggite da queste azioni come davanti al vivente Satana, e troverete in Gesù un Giudice e un Padre giusto, ma benevolo.

31. La vita degli uomini del mondo, con la procreazione, è in sommo grado non spirituale. Essi credono che in questo debbano avere veramente molto godimento, ma proprio questo è ciò che crea i mostriciattoli spirituali o i (cosiddetti) caini nel mondo, particolarmente utile per questo lo opera la frequente ripetizione durante la gravidanza, per mezzo del quale il frutto già nel ventre materno viene posseduto da spiriti libidinosi, così viene al mondo un posseduto[73], com’è stato il caso presso Adamo ed Eva con Caino, il quale fu concepito nell’eccitazione dei sensi, perciò gli fu immesso un germe maligno. Oggigiorno, poiché il mondo spiritualmente è pieno di libidine, un’idea procreativa non può nemmeno aver luogo, senza che una schiera di spiriti infernali, in parte stando a guardare, in parte entrando nella carne, ne godano con questa. Perciò ognuno si può immaginare cosa accade lì, dove la libidine è la forza motrice dell’abbraccio, e che qui si commette molto peccato materialmente, ma soprattutto spiritualmente.

32. Gli eruditi e i dottori mondani sostengono che se un uomo, nei migliori anni della procreazione, si astiene da questo, diventa facilmente demente. Questa affermazione è così mondana, quanto lo sono i maestri di questa opinione i quali dicono:

33. “Quando mai qualcuno ha sentito che Io avrei lasciato diventar dementi gli uomini che, per puro amore, venerazione e devozione per Me, tenevano ai Miei Comandamenti?”

34. Tali affermazioni traggono certamente la propria origine del tutto dalla mondana sapienza intellettuale, e non hanno alla base nessuna verità spirituale! Demente può diventare solo colui che in apparenza vive casto per la forma, ma in segreto coltiva diligentemente le più lascive fantasie lussuriose, e con ciò attira una quantità di spiriti libidinosi nella sua carne, che poi continuamente gli portano immagini sensuali davanti agli occhi e non lo lasciano giungere alla quiete.

35. Guardatevene, poiché voi siete sempre circondati ed ascoltati di nascosto da spiriti defunti, e se scoprono in voi delle caratteristiche che a loro piacciono, allora rimangono come abitanti del vostro corpo e fanno il loro maligno gioco con voi, e voi non sapete che siete posseduti da spiriti che utilizzano ogni occasione per stimolarvi alla fornicazione e precipitarvi nel peccato.

36. Perciò i vostri occhi e sensi non devono coltivare né pensieri né desideri impudichi, perché facendo ciò avete già peccato spiritualmente, cosicché, come detto, venite ascoltati di nascosto da molti spiriti e questi ne prendono parte. Perciò già peccate fortemente senza che ve ne rendiate conto, poiché, come già osservato prima, l’atto libidinoso della procreazione è un peccato che viene goduto insieme agli spiriti di cui si è posseduti, così come anche dagli spiriti che son d’intorno a voi che, stando a guardare, ne prendono parte.

37. Per scacciare via da sé questi ospiti non invitati, aiuta nient’altro che il sapere che Dio ha dato a qualcuno la grazia di scacciare i demoni (Mc. 16,17: «E questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel Mio Nome scacceranno i demoni…»), e quindi di rivolgersi a costoro. Se si è liberati dagli spiriti, allora la lotta contro lo stimolo per la vita sessuale sarà più facile, altrimenti sarà molto difficile, perché gli spiriti insinuatisi lavorano contro con tutta violenza. Solo attraverso un persistente grande amore per Dio e attraverso la preghiera, il digiuno e la lotta contro il male, con il tempo se ne diventa liberi; infatti, gli spiriti maligni non possono sopportare l’amore per Dio, e quando vedono che non li si accondiscende, si saziano di noia e uno dopo l’altro lasciano colui che non vuole più condividere il loro amore per il peccato.

38. Io, Gesù, dissi che fornicatori e meretrici non perverranno nel regno dei Cieli, …ma non si riceverà neanche la ‘parola vivente interiore’ finché si continuerà a vivere in maniera impudica nel senso spiegato sopra.

 

 

24/3 – Imparare a combattere la natura umana e le sue esigenze

39. L’amore cerca il suo appagamento, e non è schizzinoso. La sapienza esamina i mezzi che vuole usare per il suo vantaggio. La lotta tra amore e sapienza termina di solito nell’accordo di entrambi. Chi disputerà lì? La sapienza è di certo orgogliosa, ma viene sopraffatta dall’amore ed è soggetta al suo impeto. L’amore trionfa su intelletto, ricchezza, orgoglio, vanità e raffinatezza. Tuttavia l’uomo è uno strumento nella mano di Dio, e deve essere consapevole del suo compito nel mondo e non lasciarsi catturare né dall’amore né dalla sapienza.

40. Voi credete che nelle eccitazioni dei sensi del corpo avete il Cielo sulla Terra e potete goderlo. Questo era (per voi) corretto finché non avevate una conoscenza sicura di Dio e della continuazione della vita dopo la morte della carne; ora però il mondo degli spiriti vi è diventato una scienza universale e convincente attraverso lo spiritismo (1900!) e attraverso questa Mia infinita bontà di ammissione a questa scienza, e questo risveglia in voi il dovere crescente di farvi violenza per non vivere infelici e morire ancora più infelici. Infatti, Paolo disse: «Come l’albero cade, così rimane a giacere».

41. Non è Dio che vi giudica oltre la tomba, ma siete voi stessi (si veda “Hephata” di Fassbender). Qui (sulla Terra) vi accumulate, per la vita spirituale ultraterrena, o le gioie paradisiache o i tormenti dell’inferno.

42. Secondo le affermazioni contenute in questo libro (Hephata), al lettore e adepto-cristiano gli tocca la grazia di potersi convincere come va con la vita spirituale. Perciò state sempre all’erta sulle vostre voglie carnali, poiché come una volta cadde Adamo ed Eva, così cadete anche voi se commettete lo stesso peccato alla maniera animale del satollamento del vostro appetito carnale. Il peccato rimane peccato, come il Mio divino divieto rimane eternamente immutabile come tale. Per la prima volta, poiché voi come seme spirituale nell’anima di Adamo avete peccato insieme, ho sofferto Io, Cristo, per tutti voi; ma per quelli successivi e per gli attuali, commettendo lo stesso peccato farete solo voi la penitenza che vi è stata prescritta. Perciò rinunciate al frutto proibito, quando deve servire unicamente ai vostri desideri animaleschi, altrimenti voi stessi ne porterete le conseguenze.

43. Nessuno può evitare le lotte contro le tentazioni della carne. Io, Gesù stesso, quale Spirito di Dio portatore di carne, ho dovuto sopportare grandi tentazioni che ho dovuto combattere, per essere un esempio vivente per voi. Ho pregato e digiunato per riportare la vittoria contro l’impeto della carne. Infatti, sebbene secondo lo Spirito e l’Anima ero Dio, dovevo creare a Me stesso le tentazioni, attraverso stimoli, per essere per voi d’esempio, per combattere e vincere in un modo completamente umano, su cui Io stesso vi ho reso noto con la “Storia della Mia giovinezza”. Quindi anche voi dovete venire a Me, al Padre, attraverso la preghiera e il soccorso nelle tentazioni; e solo attraverso l’astinenza dalle immagini fantasiose e dagli stimoli troppo esuberanti, potrete indebolire e combattere l’impeto della carne.

 

 

24/4 - Matrimonio o l’essere sposato

44. Il matrimonio è un sacro vincolo tra due esseri che, nell’amore, si sono giurati fedeltà per la vita, quindi un tale vincolo è sacro, perché l’amore costituisce in Me il fondamento.

45. Se un tale amore, che nella santità dei sentimenti interiori si è promesso l’un l’altro fedeltà, non viene mantenuto, allora una tale slealtà è un grave peccato e viene severamente punito da Me, quando si verifica per cause che non possono essere giustificate dinanzi a Me.

46. Ecco perché i Miei verdetti, che nei tre anni dell’Insegnamento ho dato all’umanità per la riflessione e l’osservanza, li diedi anche in riferimento al sesto comandamento, quando dissi che fornicatori e adulteri non otterranno il Regno dei Cieli, prima che non abbiano soddisfatto la Mia giustizia attraverso un grande pentimento e penitenza.

47. L’adulterio viene di solito commesso in considerazione della fornicazione, dell’impudicizia o della prostituzione, perciò questi vizi sono inclusi nel sesto comandamento. Chi pratica l’impudicizia non è migliore di colui che si prostituisce. Ma affinché Mi comprendiate cos’è la prostituzione, vi voglio mettere davanti chiaramente questo:

48. Gli sposati credono che con il vincolo matrimoniale hanno ricevuto l’attestato per la libera pratica del godimento a più non posso. In questo ne sono colpevoli i sacerdoti, per il fatto che questa concezione assolutamente errata del matrimonio, è diventata generalmente d’uso comune perché non istruiscono gli sposi a tale riguardo; perciò la fornicazione coniugale viene indicata con il grandioso titolo: “Adempiere i doveri coniugali!”, ‒ e guardano sprezzanti ogni altra vita sessuale che non si svolge all’interno del matrimonio. E poiché tali esseri non sono secondo l’ordine di Dio, accade di solito che specialmente le donne sposate conducono esse stesse una vita impura, essendo fondamentalmente nell’opinione sbagliata che il connubio tra gli uniti in matrimonio concede e santifica tutto! ‒ Altre persone nubili, che per lo più peccano per un impulso d’amore, come un giorno Adamo ed Eva, sono considerate fuori dall’ordine di Dio, ritenendo giuste, caste e sante solo i rapporti attraverso il matrimonio. Invece, presso di Me esiste esattamente l’opinione opposta, poiché quelle che peccano per impeto d’amore sono considerevolmente meno peccatrici di quelle sposate, le quali a sazietà si abbandonano al godimento.

49. Se l’opinione degli sposati fosse giusta, allora Adamo ed Eva non avrebbero mai commesso un peccato davanti agli occhi Miei, poiché si amavano intimamente ed erano stati da Me stesso uniti e legati nell’amore.

50. Se però un matrimonio che consisteva nell’amore e fu concesso da Me ‒ ascoltate bene, voi mogli e mariti che vi credete casti ‒ dato che ho creato Eva e l’ho data ad Adamo come sua metà, hanno potuto allontanarsi così infinitamente da Me a causa del troppo sensuale godimento e sprofondare nell’inferno più tenebroso, – dico a voi sposati che vi credete casti: quanto profondamente deve stare dinanzi a Me la vostra vita matrimoniale, dal momento che vi godete la vita spensieratamente e dove i vostri matrimoni sono stati contratti raramente senza secondi fini come: a causa del profitto di un patrimonio, o per motivi politici e posizione sociale? Vedete, tali matrimoni presso di Me furono chiamati matrimoni mondani già prima di essere conclusi, perché sono matrimoni di profitto, proprio come anche la donna di mala vita è una meretrice tenendo conto del mestiere. Tali matrimoni non sono conclusi nel Cielo, bensì nel mondo del godimento e del profitto, perché il loro motivo principale è la dipendenza dal denaro, dal prestigio, dall’impiego e da cose simili, il che gioca il ruolo principale nel mondo.

51. Se si vuol contrarre un matrimonio che viene concluso in Cielo, allora il suo motivo deve essere il puro amore, perché unicamente un tale matrimonio viene approvato da Me.

52. Non crediate però che un tale matrimonio sia un matrimonio solo se è contratto davanti all’altare e davanti al sacerdote o all’ufficiale di stato civile! Io vi domando: “Quale sacerdote e davanti a quale altare o ufficiale di stato civile furono legati in matrimonio Adamo ed Eva? Oppure pensate che Io abbia fatto una cerimonia alla celebrazione del matrimonio di Adamo ed Eva?”. ‒ Oh, se credete questo, allora siete in errore! Adamo ottenne Eva come la metà della sua vita. Lui l’amava e lei amava lui, e questo amore fu il matrimonio. ‒ E quando nel Mio futuro Regno dell’Amore sulla Terra gli uomini si troveranno attraverso l’amore, allora un tale amore sarà un matrimonio permanente e lo rimarrà valido in tutte le eternità senza sacerdote e senza nessun ufficiale di stato civile, ma puramente solo per l’affetto amorevole tra due che si troveranno insieme nel cuore, perché sacerdoti e ufficiali di stato civile non esisteranno!

53. Oggigiorno un matrimonio legalmente costituito deve certamente essere concluso o registrato davanti al sacerdote o davanti all’ufficiale di stato civile, ma questo perché gli uomini non sono immagini di Dio secondo le virtù provenienti dall’amore, ma degenerati servitori del mondo, spiritualmente e sensualmente, il quale è il Mio polo opposto.

54. Qualsiasi fornicazione che gli uomini commettono è un peccato, e qui non c’è nessuna differenza tra sposati e non sposati. Per vero, attenua la gravità del peccato se è presente l’amore spirituale; ma se il motivo o il movente del peccato è solo l’amore carnale, allora non c’è nessuna differenza se è stato commesso nel o al di fuori del matrimonio.

55. L’unione matrimoniale tra un uomo e una donna che si amano, non esiste per prestarsi poi liberamente al godimento, ma per promuovere la redenzione degli spiriti legati nella materia della Creazione primordiale. Perciò l’unione sessuale tra due esseri fu concessa dopo la caduta nel peccato, ma solo allora, quando volevano avere un figlio, per cui la purificazione spirituale dell’anima era preceduta dall’intimo amore per Me e dalla preghiera, ma non come presso di voi, che questo atto sacro sia fatto del tutto in maniera animale per destare un figlio di Dio. In questa maniera voi spesso rendete i bambini posseduti dagli spiriti maligni già nel grembo materno, cosa che di solito avviene attraverso il godimento peccaminoso dell’abbandonarsi, perché voi, senza aver purificato prima l’anima attraverso l’amore per Me attraverso la moderazione e la preghiera, con ogni godimento che assimilate dall’amore materiale attirate una quantità di spiriti libidinosi che vi stanno a guardare, i quali entrano in voi ed accrescono il vostro appetito carnale, perché godono insieme a voi; ‒ e le madri, che durante la gravidanza sono bramose e coltivano diligentemente tale pratica, di solito mettono al mondo figli posseduti da spiriti fornicatori, i quali dimorano in loro per il resto della vita; e quando tali figli saranno cresciuti, li ecciteranno alla lussuria e formeranno da questi, libidinosi e adulteri.

56. Dopo avervi dimostrato che non dovete generare figli senza essere stati benedetti da Me, come per esempio furono benedetti Abele e Set, o come lo è stato Noè, poiché nel 919 diedi Ghemela, la figlia del patriarca Zuriel, come moglie a Lamech, figlio di Methusalah , e proibii loro qualsiasi accoppiamento[74] fino a quando non l’avessi permesso Io; il che avvenne solo nel 1056, quindi dopo un matrimonio di 137 anni, e il frutto fu Noè, un uomo del Mio Amore.

57. Io vi domando: “Chi di voi prega per un certo tempo e purifica l’anima dall’animalesco appetito carnale, prima dell’atto della procreazione?”. Nessuno! Bensì tutti i figli vengono generati nella lussuria, perché procreati nella libidine animale, e ora Io sono qui a dimostrare a voi sposati che indicate un bambino generato fuori dal matrimonio immediatamente con adulterino (pankert) [75] e bastardo, che la razza umana di oggi non consiste altro che di soli adulterini o bastardi, perché i bambini di oggi non vengono generati con una grande preparazione attraverso la preghiera e dopo la Mia Parola rivolta a voi: “Adesso è il momento”, dopo che l’anima si è purificata nell’amore per Me, come accadeva presso gli Adamiti nel tempo primordiale.

58. L’etimologia delle espressioni preistoriche, come ‘bastardo’ e ‘pankert’ è la seguente: bas e ban preistorico significa = ‘fornicazione’; ‒ ta e ka = ‘piccolo’; ‒ ard, art sono espressioni celtiche per il significato di ‘essere maschio’ in un nome composto che il latino celtico francese e i loro soprannomi vi mostrano chiaramente. Ora guardatevi i nomi analizzati: bas - t’— ard, ban - K’‒ art e bais t’ruk. Vedete, queste sono genuine parole preistoriche composte che non significano altro che ‘figlio della fornicazione’. Dal momento che adesso il mondo intero è gremito di autentici figli della fornicazione, per questa ragione in futuro vi potete risparmiare la derisione dei figli illegittimi con bastardo e pankert. Ognuno per prima strappi la trave dai suoi occhi, poi cerchi di rimuovere le pagliuzze dagli occhi del prossimo!

59. Sì, voi sposati che vi ritenete casti, pensate che a Gerico (Gs. cap.6) c’erano donne oneste perché erano maritate? ‒ No, poiché nessuna di loro fu salvata, ma la pubblica meretrice Rahab fu considerata da Me migliore di tutte le donne maritate di Gerico; lei soltanto, la ‘meretrice’, è stata salvata (Ebr. 11,31; Giac. 2,25).

60. E cosa fece Gesù con l’adultera? Io scrissi i suoi peccati sulla sabbia, poiché sapevo che non lei era colpevole di questi[76], e dissi ai farisei ammogliati: Chi si sente puro, sia il primo a scagliare la pietra su di lei (Gv. 8,6-7). E perché Io, quale Dio, feci questo? Perché prendo sotto la Mia protezione gli oppressi e i disprezzati, i quali non sono da incolpare, …ma lo sono gli arroganti e coloro che si ritengono migliori, e vogliono solo bruciare la loro arroganza e megalomania interamente attraverso i tormenti dell’inferno.

61. La donna è la metà della vostra vita, perciò ogni persona in anni maturi deve avere per propria la metà della sua vita e con lei generare figli per amor Mio.

62. Ben ogni Adamo viene tentato per mezzo della Eva, ma l’uomo non commette nessun peccato se nei pensieri tratta castamente con la sua dolce metà.

63. L’amore tra due coniugi, tra due innamorati, non deve in nessun caso essere rotto a causa del mondano egoismo e avidità di piaceri o vantaggi materiali, poiché l’amore è il più grande santuario dinanzi a Dio e agli uomini.

64. I matrimoni sterili, dove minacciano di sorgere dispute e discordie, non devono ricorrere a mezzi da Me non approvati, come fecero alcuni patriarchi che, con il consenso delle loro legittime mogli, si fecero ereditare figli dalle donne di servizio (Abramo), ma devono rivolgersi a Me con la relativa preghiera di benedire il loro matrimonio e dar loro dei figli. ‒ È quindi un tradimento, se le donne sposate si ingravidano figli attraverso vie adultere, a motivo della pace matrimoniale. ‒ Io posso dare figli, se scorgo che saranno ben educati. Si impieghi la seria preghiera a Me per avere figli, ma non vie proibite di adulterio! ‒ Dove una deformazione fisica non consente un concepimento, si adotti un bimbo estraneo senza madre! In tal modo non si pecca in nessun caso.

65. Se un uomo ha molti appetiti carnali e di nascosto va fuori per soddisfarsi e sollazzarsi per mezzo di ciò, allora commette sicuramente un grave peccato perfido verso la natura dell’ordine matrimoniale.

 

 

24/5 - Tradimento nel matrimonio e pentimento

66. Il tradimento nel matrimonio è un grave peccato, ma non inferiore è la seduzione della moglie di un altro uomo, che poi equivale a qualcosa di simile all’adulterio, poiché questo riguarda il desiderio della donna del prossimo.

67. L’adulterio, insieme alla seduzione per stimolare l’adulterio, è un grave peccato ai Miei occhi divini, perché dove non domina amore e pace, l’inferno con tutto il suo seguito si è annidato, e l’intera famiglia precipita nella miseria. Perciò l’adulterio può essere guarito solo attraverso un grande pentimento e penitenza.

68. Il pentimento deve venire da un completo e vero convincimento interiore, che l’uomo ha commesso un grave peccato. Naturalmente, l’uomo Mi deve pregare così intimamente e così a lungo con le mani alzate per il perdono, fino a quando gli faccio un qualche segno, o sensazione al corpo come segno di riconciliazione, per esempio attraverso brividi del corpo, scosse nel corpo, segnali luminosi nella stanza dove mi prega per il perdono, ecc.. Poi però deve far penitenza, mai più fare qualcosa del genere, e cercare di osservare i Miei comandamenti. Così il peccatore si purifica lentamente e viene di nuovo in grazia presso di Me. E da ciò, potete apprendere che questo peccato non è un peccato piccolo, bensì uno grande.

69. Ogni uomo deve amare sua moglie, ma questo amore deve corrispondere all’Ordine divino, quindi deve essere spirituale e non materiale. Solo che le altre donne non devono esistere per i suoi occhi; può ben guardarle, ma in modo così indifferente come guarda sua madre o sua sorella, e deve avere, in riferimento alla condotta morale, lo stesso rispetto verso di loro nel cuore, come se parlasse con sua madre. Secondo ciò, anche la donna ha le stesse regole verso gli altri uomini, come l’uomo verso le altre donne, cioè lei deve considerarli con lo stesso rispetto morale come se fosse di fronte al padre suo terreno.

70. L’amore forma nell’uomo il seme dell’affetto e della procreazione. Questo seme è santificato dallo scopo per il quale deve servire, e questo scopo è l’animazione degli spiriti primordiali, è la redenzione e il ritorno dell’anima di Satana ridotta da Dio, in atomi nella materia. Per questo motivo l’uomo non deve abbandonarsi all’avidità del piacere, perché in questo caso l’empio disperderà ciò che l’Amore di Dio ha creato per un santo scopo. La forza della pianta dipende dalla forza del seme, quindi dell’essenza che deve sorgere da questo. Pertanto, custodite ciò che è santificato da Dio e non profanatelo con l’uso improprio, affinché non vi venga a mancare come parte costitutiva del vostro io, perché disperso, poiché già chi non raccoglie disperde ciò che prima ha sparso davvero spensieratamente. Vedete, un giorno lo spirituale gli mancherà, e quindi non lo avrà, come lo sprecone che disperde il suo patrimonio in mani sbagliate, …da dove non riceverà più né interessi né capitale.

 

 

24/6 – I peccati sessuali da considerare tali

71. Cominciamo adesso con l’enumerare i peccati che gli uomini commisero una volta e ancora commettono, per avere una chiara immagine delle molteplici aberrazioni della razza umana, vale a dire:

- Fornicazione o impudicizia, smania di lussuria, macchinazione di libidine attraverso le parole, immagini, stimoli o azioni, opposizione e insegnamento che non è un peccato, gelosia esagerata che irrita e conduce il ferito al peccato, lenocinio[77], prostituzione, illecita relazione con persone sposate e non sposate, adulterio, divorzio a causa della fornicazione, deflorazione e profanazione violenta o violenza carnale a maggiorenni e minorenni, profanazione di ragazzi, masturbazione, discorsi immorali, pensieri, desideri, parole e canti osceni. ‒ Peccati sodomitici (brama di animali e pederastia).

72. I restanti peccati che appartengono al sesto comandamento, si vadano a vedere nel Libro delle preghiere teosofiche cristiane (al cap. 9), i quali sono tutti un grave peccato, perché uccidono lo spirito ed attirano gli uomini nel fango infernale.

73. I peccati menzionati sono per voi i mezzi per andare, con assoluta certezza, all’inferno, poiché lussuriosi e adulteri non vengono nel Cielo ma nelle tenebre dell’inferno, e rimangono lì finché, o cambiano vita e fanno penitenza, oppure tramite la violenza dell’estremo consumante fuoco della passione che li brucia attraverso le concupiscenze e i desideri, li porta nella situazione più disperata dei dolori e delle sofferenze, dove poi alla fine del tracollo di tutte le forze della vita, si arrendono decidendosi alla penitenza.

74. La situazione di una simile anima è terribile, poiché essa viene bruciata spiritualmente come un ceppo e soffre dolori indescrivibili, e tuttavia ha voglia di commettere peccati ancora più grandi, e nonostante non abbia naso, orecchi, volto umano ecc., indossa il divorante fuoco del piacere per peccare di più. ‒ Il fuoco spirituale fiammeggia da tutto il corpo, come il calore incandescente da un ammasso di carboni roventi. ‒ (Io, Franz Schumi, ho visto una tale anima dal terzo inferno intorno a mezzogiorno nell’anno 1895 in una piena giornata di Sole, ma non era un’allucinazione, dal momento che su questo non ci pensavo affatto)

75. Come prevenzione contro la tentazione alla fornicazione è raccomandata la vita vegetariana. Si eviti perciò tutte le bevande alcoliche (vino, birra, liquore, acquavite); poi caffè, tè, tabacco, carne e ogni fermentazione naturale e artificiale, perché se ne viene gustato molto è dannoso, e il sangue diluisce e indebolisce. ‒ Anche l’anemia (clorosi[78]) tende fortemente alla stimolazione della fornicazione, e perciò deve essere curata.

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76. Nel senso spirituale, nelle profezie divine e nelle rivelazioni dei profeti, sotto adulterio, prostituzione e fornicazione, s’intende profanare il bene della Parola di Dio e falsificare le Sue Verità.

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77. Nel senso celeste, sotto adulterio s’intende il negare la santità della Parola, cioè il profanarla e deriderla nel cuore.

 

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Cap. 25

Il 7° Comandamento

[Dt. 5,19; Es. 20,15]: «[Non rubare]»

 

25/1 - Le proibizioni del 7° Comandamento

1 . Attraverso il settimo comandamento viene proibito:

- I ) Il furto - Matteo 19,18: «Non devi rubare!»

- II ) La rapina - Amos 3,9-10: «I ricchi e i potenti non rispettano la giustizia, dice Jehova, raccolgono e accumulano tesori nei loro palazzi attraverso crimini, violenza, estorsione e rapina». ‒ Isaia 3,14: «Il Signore va in giudizio con gli anziani e con i principi del Suo popolo; poiché avete devastato la vigna (del Signore, che è la Guida spirituale dei Suoi figli); e la rapina dei poveri è nelle vostre case».

- III ) La truffa in pesi e misure - Levitico 19,36: «Dovete avere bilance giuste, pesi giusti, staio giusto e misura giusta».

- IV ) Il possesso del bene estraneo - Levitico 5,21-24: «Se uno pecca ed agisce con frode di fronte al Signore, negando al suo prossimo un deposito ricevuto, o un pegno messo nelle sue mani, o una cosa che ha rubato o estorto con violenza, oppure defraudata in qualsiasi modo al suo prossimo; o anche se trova un oggetto smarrito e nega d’averlo trovato, o giura il falso, o avrà commesso qualunque altra colpa di cui gli uomini sogliono rendersi colpevoli; se egli avrà così peccato e si sarà reso colpevole, restituirà la cosa rubata o estorta con frode, o il deposito a lui affidato, o l’oggetto smarrito da lui trovato; o qualsiasi altro oggetto per cui avrà giurato il falso, lo restituisca per intero e vi aggiunga un quinto in più».

- V ) Il ritenere i salari - Geremia 22,13: «Guai a chi costruisce la sua casa con l'ingiustizia e le sue alte camere senza diritto, che fa lavorare il prossimo per nulla senza dargli la sua mercede».

- VI ) L’usura - Esodo 22,24: «Se presti del denaro al mio popolo, al povero che è con te, non essere usuraio con lui, e non applicargli interessi».

- VII ) Ogni danneggiamento del prossimo al suo patrimonio e ai suoi diritti - Levitico 19,13-35: «Non opprimere il tuo prossimo e non derubarlo; non trattenere il salario dell’operaio a giornata durante la notte fino al mattino. ‒ Non commettere ingiustizie nei giudizi, né con le misure di lunghezza, né con i pesi né con le misure di capacità».

 

2. Le trasgressioni verso il settimo comandamento sono:

- I ) furto, saccheggio, rapina, possesso di strade e pirateria, ogni appropriazione furtiva o con violenza degli averi e dei beni estranei.

- II ) La richiesta d’imposta al prossimo, e con pretese violente prendere le tasse attraverso pignoramento e svendita;

- III ) Trufferia; gli artigiani peccano verso questo comandamento se compiono il loro lavoro in modo disonesto e truffaldino. Oppure, gli ufficiali che decurtano la paga dei soldati, i giudici che a causa di amicizia, regali, parentado o per altri riguardi, argomentano ingiustamente la legge, falsando la legge o le richieste, e così derubano altri dei loro beni che posseggono legittimamente. Così anche i procacciatori di eredità a discapito dei legittimi eredi.

 

 

25/2 – Ciò che viene comandato dal 7° Comandamento

3. Al settimo comandamento viene comandato:

- I ) Lasciare, dare e rendere a ciascuno il suo. - Romani 13,7: «Rendete a ciascuno quel che gli è dovuto; a chi è dovuta l’imposta, l’imposta; a chi è dovuta la gabella, la gabella». ‒ Matteo 22,21: «Rendete a Cesare quel che è di Cesare, e a Dio quel che è di Dio». Confrontate queste parole con il quinto, settimo e nono comandamento di Dio, cosa Io pretendo da voi anche come Dio; e ciò che pretendo dai regnanti, allora afferrerete il vero significato di queste Mie parole.

- II ) Restituire l’alienato - Ezechiele 33,14-15: «Se dico all’empio, "Morirai!” e lui si pente della sua empietà e compie ciò che è retto e giusto, rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato, osserva i precetti della vita senza commettere il male, egli vivrà e non morirà».

- III ) Riparare di nuovo il danno fatto - Esodo 22,5: «Se uno danneggia un campo o un vigneto, o lascia andare il suo bestiame a pascolare nel campo altrui, risarcirà il danno con il meglio nel suo campo e con il meglio della sua vigna».

*

4. Per argomentare meglio il settimo comandamento, devono essere ripetuti qui alcuni punti estrapolati da quanto è stato detto nel libro "Il Sole spirituale" (rivelazione comunicata a J.Lorber - vol. 2 cap. 82-84):

- I ) «Il furto avviene materialmente e spiritualmente. Chiunque accumula capitali a spese del suo prossimo, ruba, sia con l'usura, con l'industria o con un'altra attività o mestiere, attraverso il quale il pane viene chiaramente rubato dalla bocca del prossimo, perché, Io, Dio, non ho creato un diritto di proprietà, né una preferenza di classe».

- II ) «Ma è altrettanto peccato togliere qualcosa ai ricchi, agli usurai, ecc. senza estrema necessità. I ricchi godono il loro cielo in questo mondo e verranno nell'altro nudi e assai miseramente».

- III ) «Per i poveri che portano devotamente il loro destino, c'è la consolazione che Io, Gesù stesso, espressi: ‘Il Mio Regno non è di questo mondo’. Chi ha qui il suo Cielo e nessun occhio né cuore per la sofferenza del prossimo, non avrà nell'aldilà nessun Cielo, e qui dura solo pochi anni, là invece innumerevoli anni. Chi è ragionevole, cerca il regno del Signore, poiché il terreno è pieno di bugie e inganni, e i ricchi stessi sono di solito assai infelici, ma del tutto soddisfatti mai, perché il mondo non dà loro nessuna soddisfazione».

- IV ) «Io, quale Maestro divino, dissi ai Miei discepoli: ‘Non preoccupatevi di cosa mangerete e come vestirete il vostro corpo; tutto questo, infatti, è faccenda dei pagani. Cercate dapprima il regno di Dio, tutto il resto vi verrà da sé’. ‒ Dissi inoltre: ‘Gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, il Figlio dell'Uomo invece non ha una pietra come propria dove mettere il Suo capo!’ ‒ Con questo ho chiaramente detto che non si devono accumulare beni terreni, se si vuol ereditare beni celesti».

- V ) «Non si devono perciò fare azioni che non concordano con l'Ordine di Dio, poiché Io, in verità, dissi: ‘Date all’imperatore ciò che è dell’imperatore; ma dissi anche: ‘…e a Dio, ciò che è di Dio’. ‒ E cosa deve significare questo comandamento? Questo significa: ‘Non devi mai abbandonare l'Ordine divino, né metterti all’infuori di questo e volerti impadronire dei diritti di Dio’».

- VI ) «Ma cosa sono questi diritti e in cosa consistono? Dio solo è Santo e a Lui solo spetta tutto il potere! Chi Dio stesso santifica e a lui conferisce il potere, lo possiede legittimamente; chi invece santifica se stesso e in tal modo strappa a sé il potere divino, per dominarlo nello sfarzo arbitrariamente e avidamente, questi nel vero senso della parola non è dalla grazia di Dio, ma è un ladro, un rapinatore e un assassino!»

*

5. Chi dunque si eleva al di sopra dei suoi fratelli, secondo la propria autorità ed egoismo con qualunque parvenza esterna e inganno, siano essi terreni o spirituali, è colui che trasgredisce del tutto questo comandamento. Nessuno spirito, medium o uomo, deve mai usare arbitrariamente la forza e il potere insiti in lui, ma sempre solo nell'Ordine divino.

 

 

25/3 – Il 7° Comandamento nel senso spirituale

6. Nel senso spirituale, con rubare è inteso il derubare gli altri della verità del loro credo, cosa che accade attraverso falsi o eretici insegnamenti.

7. I sacerdoti che servono solo a causa del guadagno o per ottenere onori, e insegnano cose di cui vedono o possono vedere dalla ‘parola’ che non sono vere, sono ladri spirituali, perché essi, essendo dei mezzi di salvezza, sono verità di fede sottratte al popolo. Anche costoro si chiamano ladri della parola nei seguenti passi:

- I ) Giovanni 10,1-10: «Chi non entra nell'ovile per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un assassino; il ladro viene solo per rubare, assassinare e rovinare».

- II ) Matteo 6,19-20: «Non accumulate tesori sulla Terra, ma nel Cielo, dove i ladri non vengono e non li rubano».

- III ) Abdia 1,5: «Se i ladri o i briganti venissero da te di notte, come saresti rovinato! Non ruberebbero forse a loro piacimento?»

- IV ) Gioele 2,9: «Irrompono sulla città, si precipitano sulle mura, salgono per le case, entrano dalle finestre come ladri».

- V ) Osea 7,1: «Essi praticavano menzogna, e venne il ladro, e la massa si riversò fuori».

8. Il furto spirituale si applica a tutti i comandamenti, se non si adempiono come sono prescritti. Anzi, questi devono essere adempiuti precisamene e non solo approssimativamente o solo pressappoco; poiché, se non lo fate, allora derubate Me, il Padre, per l'amore che mi dovete dare; derubate però anche quelli che vi sono vicini per il mezzo che dà loro l'opportunità di poter venire a Me, al Padre; e in terzo luogo derubate voi stessi, sbarrandovi la suprema felicità molto a lungo non seguendo i Miei Comandamenti, fino a quando non sarete finalmente giunti alla comprensione di adempiere ognuno dei Miei comandamenti fin nei più piccoli dettagli con tutta diligenza in ogni momento della vostra esistenza. Perché Io, il Padre, vi amo. Io, il Padre, amo tutti gli uomini, e per questo voglio anch’Io essere amato, perché unicamente il Mio Amore realizza la felice unione.

 

 

25/4 – Il 7° Comandamento nel senso celeste

9. Nel senso celeste, per ladri sono intesi coloro che derubano al Signore il potere divino, presumendo di insegnare per aver ricevuto il potere di Dio attraverso gli apostoli, e perdonare i peccati o non perdonarli, e concedere ai credenti, grazie e privilegi divini attraverso assoluzioni e cose simili, il che compete solo a Dio. Questi, sebbene adorino Dio, non danno a Lui l’onore, ma a se stessi, perché si arrogano privilegi divini e li usano per la devastazione della salvezza dell’anima dei credenti, perché non è verità, bensì inganno, perciò rapina della salvezza dell'anima.

10. Coloro che insegnano le eresie e il falso, e persuadono il popolo che ciò che dicono è vero e giusto, sebbene leggano la Parola e possono sapere da questa ciò che è falso e ciò che è vero, allora costoro che giustificano il falso della religione con verità ingannevoli e seducono gli uomini con dottrine errate, possono essere paragonati ai mistificatori e agli impostori di ogni tipo; e poiché questi in sé sono furti in senso spirituale, allora si possono paragonare ai truffatori che coniano monete false, a coloro che le indorano o le danno il colore dell'oro, mettendole in circolazione come autentiche; poi anche a coloro che sanno intagliare e produrre a dovere i cristalli, per dar loro splendore e durezza, e poi venderli come diamanti. Essi somigliano anche a quelli che mettono maschere imbellettate su volti viventi e naturali, nascondendo la loro forma naturale. Sono inoltre uguali a coloro che mostrano selenite[79] e mica[80], che splendono come oro e argento e le vendono per cose preziose. Possono anche essere paragonati a coloro che, attraverso rappresentazioni teatrali del vero servizio religioso, dai templi vengono attirati nelle case degli attori. Coloro che attestano falsità di ogni tipo, senza badare per nulla alle verità, e amministrano la funzione spirituale solo a scopo di profitto e di onore, e quindi sono ladri spirituali; possono essere paragonati a quei ladri che portano con sé le chiavi con le quali possono aprire le porte di tutte le case; ma poi scrutano anche intorno come leopardi e aquile che, con occhi acuti, vedono dove c'è una grassa preda adatta a loro.

 

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Cap. 26

L’8° Comandamento

[Dt. 5,19; Es. 20,16]: «Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo»

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26/1 – Ciò che è proibito dall ‘8° Comandamento

1. Con l'ottavo comandamento vengono proibite:

- I ) Falsa testimonianza - Proverbi 19, 5-9: «Il falso testimone non resterà impunito, e chi diffonde menzogne non la scamperà. - Chi diffonde menzogne (spiritualmente) perirà».

- II ) False accuse - Proverbi 19,28: «Il testimone iniquo si fa beffa della giustizia, e la bocca degli empi divora l'ingiustizia».

- III ) Tutte le menzogne, anche scherzi menzogneri e bugie dette a fin di bene - Levitico 19,11: «Non dovete mentire». - Efesini 4,25: «Lasciate quindi la menzogna, e parli ciascuno al suo prossimo secondo verità, perché siamo membra gli uni degli altri».

- IV ) Calunnia - Giacomo 4,11: «Non dite male gli uni degli altri, o fratelli! Chi calunnia il fratello o lo giudica, calunnia la legge e giudica la legge. E se giudichi la legge, non sei un osservante, ma un giudice della legge».

- V ) Malignità - Proverbi 4,24: «Sia lungi la malignità dalla tua bocca e l’inganno dalle tue labbra».

- VI ) Falsificatore sospetto - Zaccaria 8,17: «Nessuno trami in cuor suo il male contro il suo prossimo».

- VII ) Giudizio malvagio - Romani 14,4: «Chi sei tu che giudichi il servitore altrui? Se sta in piedi o cade riguarda il suo padrone; ma egli rimarrà in piedi; perché Dio è potente da farlo stare in piedi».

- VIII ) Sussurri all’orecchio - Siracide 28,15: «Sussurri all’orecchio e lingua biforcuta sono maledetti, poiché tra molti che vivono in pace provocano turbamento».

 

 

26/2 – Ciò che è comandato con l’8° Comandamento

2. Con l'ottavo comandamento viene comandato:

- I ) La verità - Efesini 4,25: «Lasciate quindi la menzogna e ciascuno parli al suo prossimo secondo verità»

- II ) La sincerità nei vostri discorsi e azioni - Filippesi 1,9-10: «E per questo prego che il vostro amore aumenti sempre più in conoscenza e in ogni discernimento, affinché possiate esaminare il meglio, così che siate puri e irreprensibili fino al giorno di Cristo». – 1° Pietro 2,21-22: «Cristo ha sofferto per noi e ci ha lasciato un esempio per seguire le Sue orme. – Egli non aveva commesso peccato, e non si trovava inganno nella sua bocca».

- III ) La revoca della diffamazione - Proverbi 31,8-9: «Apri la bocca in favore del muto, in giudizio contro tutti i trasgressori della legge. Apri la bocca e procura giustizia e diritto agli oppressi e ai bisognosi».

3. Nel più ampio senso naturale, sotto queste caratteristiche vengono intese: slealtà, perfidia e congiure malvagie contro qualcuno per differenti motivi; ad esempio: per ostilità, odio, invidia, gelosia, ecc., poiché questa cattiveria nasconde un’attestazione del falso in sé.

4. Ora segue ciò che Io ho dettato nel “Sole Spirituale” (vol.2 cap. 85-86) sul “dare falsa testimonianza” attraverso l'apostolo Giovanni:

- I ) Questo comandamento è estremamente importante e comprende tutti i peccati e le debolezze umane: non si deve parlare diversamente da come si pensa, ed agire diversamente da come si parla.

- II ) Preso spiritualmente: se si conosce la verità o la legge di Dio, allora non si deve agire diversamente con il prossimo, da come si agisce con Dio. Dio dice: "In questo caso, chi prega, preghi nello spirito e nella verità ", chi invece prega ed agisce contro la conoscenza della verità, questi con la bocca dà una falsa testimonianza di fronte a Dio. Chi commette i peccati che sono elencati in questo libro, non prega nello spirito e nella verità, bensì mente, poiché la preghiera ha un valore dinanzi a Dio solo quando ci si protegge dai seguenti peccati che Dio aborrisce:

- III ) insensibilità, crudeltà, intolleranza, brutalità verso il prossimo e verso gli animali, inoltre: sentimenti ostili, egoismo, ipocrisia, arroganza, avidità di dominio, atteggiamenti autoritari, oppressione del prossimo (anche delle persone di servizio), inganno, impostura, imbroglio, maledizioni, collera, sentimento di vendetta, odio, litigiosità, diffamazione, oltraggio, orientamento e giudizio sul prossimo (predisposizione bigotta), indifferenza nelle cose divine, amore per il lusso, passione per il ballo e del vizio del bere, presunzione, autoesaltazione, mania di vantarsi, esteriorità nelle opere d'amore affinché il mondo ne parli e ne scriva, egocentrismo e avidità di piaceri, voluttuosità, amore per il mondo, soprattutto ciò che non è fatto per amore verso Dio, ma per amor proprio.

 

 

26/3 – L’8° Comandamento in  senso spirituale

5. Nel senso spirituale, sotto falsa testimonianza viene inteso: non devi privare il tuo prossimo o tuo fratello della sua salvezza dell’anima con falsi insegnamenti, e quindi non devi indurlo a credere che il falso della fede sia il vero nella fede e che il male della vita sia il bene e il giusto nella vita; è inteso tuttavia così che questo e quello accade per premeditazione (o per iniquità), ma non per ignoranza della verità, di conseguenza accade dopo che si ha riconosciuto ciò che è vero e buono, non prima, poiché il Signore dice:

- Giovanni 9,41: «Se foste ciechi, non avreste nessun peccato, ora però dite: “Noi vediamo!”, allora il vostro peccato rimane».

6. Questa falsità è intesa nella parola sotto la menzogna, ed è premeditata sotto l’inganno nei seguenti passi:

- I ) Isaia 28,15: «Abbiamo fatto un patto con la morte, e con gl’inferi abbiamo stretto un’alleanza, (nell'opera del male), abbiamo posto nella menzogna la nostra certezza e ci siamo messi al sicuro dietro l’inganno».

- II ) Isaia 30,9: «Essi sono un popolo della ribellione, figli menzogneri, non vogliono obbedire alla legge del Signore».

- III ) Geremia 8,10: «Dal profeta al sacerdote, tutti compiono azioni menzognere».

- IV ) Michea 6,12: «I suoi abitanti affermano il falso e la loro lingua non è che inganno nella loro bocca».

- V ) Salmo 5,7: «Distruggerai coloro che dicono menzogne, il Signore detesta l'uomo dell'inganno».

- VI ) Geremia 9, 4-5: «Esercitano le loro lingue a mentire, e si affannano a fare il male».

7. Poiché la menzogna è intesa come il falso, perciò il Signore dice in Giovanni 8,44: «Il diavolo parla di quel che gli è proprio, perché è bugiardo e padre della menzogna».

8. La menzogna significa discorso falso e mendace, anche nei seguenti passi presso il profeta Geremia (Ger. 9,4;23,14-32), Ezechiele (Ez. 13,15-19 / 21,34), Osea (Os 7,1 / 12,1) Nahum (Nah. 3,1) e Davide (Salmo 120, 2-3).

9. Non dovete dare false testimonianze. È semplicemente espresso che dovete cercare in ogni momento di mantenervi sinceri nella verità, perché solo in e attraverso la verità potete esistere per dare al vostro prossimo ciò che introduce anche lui nella verità, e poi con questo poter servire Me, Padre suo.

 

 

26/4 – L’8° comandamento in senso celeste

10. Nel senso celeste sotto falsa testimonianza è inteso: tu non devi trasformare l’amore per Dio e per il prossimo, fratello tuo, in falso amore attraverso discorsi malvagi e falsi con empietà e falsità, oltraggiando il Signore e la Sua santa Parola, e così la Verità, che è Gesù stesso nella Sua Parola e nel Suo insegnamento, viene distorta in menzogna, e in questo modo scacciata dal cuore degli uomini.

11. Viceversa, con testimonianza è inteso esprimere la verità e testimoniare la verità stessa; da dove proviene anche che i Dieci Comandamenti significano testimonianza (Es. 25,16-21-22 / 31,7-18 / 32,5-16 / 40,20; Numeri 17,19-25). E poiché il Signore è la Verità stessa, così dice Lui di Sé, il quale testimonia che il Signore è la Verità stessa (Gv. 14,6), e che è testimone di Se stesso (Gv. 3,11 / 8,13-19 / 15, 26 / 18, 37-38).

12. Ogni uomo desidera che il suo prossimo lo tratti in tutto nell’ordine, che non gli dica delle bugie, non sparli di lui spiacevolmente, non lo calunni, non gli attribuisca azioni che non ha commesso, non lo prenda in giro mentendo, non lo inganni con false affermazioni, non lo privi dell’onore e della proprietà o libertà personale attraverso un falsa testimonianza, non lo privi di reputazione, credito e dignità umana attraverso cattiva maldicenza.

13. Vedete, tutto questo e parecchio altro è vietato fare al prossimo nell'ottavo comandamento, perciò state in guardia e non dite mai qualcosa al prossimo o del prossimo che gli procuri danno, disonore e disprezzo davanti agli altri uomini, poiché Io, vostro Dio e Giudice, dimoro tanto in voi, quanto nel prossimo, ed ho messo in ogni comandamento la punizione e la ricompensa, e nessuno ne viene escluso, perché in ogni comandamento è già contenuto il giudice, perché nell’azione sta la punizione o la ricompensa.

14. Quelli che dicono il falso per inganno o per premeditazione e lo espongono col tono simulato della predisposizione spirituale, e più ancora quando mescolano le verità provenienti dalla Parola, e così le falsificano, dagli antichi furono chiamati ‘maghi’, poi anche ‘pitoni’ e ‘serpenti’ dell'albero della conoscenza del bene e del male. Tali ipocriti o falsi predicatori sono uomini che alle spalle meditano il male, mentre nel volto lusingano e seducono.

 

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Cap. 27

Il 9° Comandamento

[Es. 20,17; Dt. 5,21]: «Non devi desiderare il bene del tuo prossimo come: la casa, né il suo campo, né il suo servo, né la sua serva, né il suo bue, né il suo asino, né cosa alcuna che il tuo prossimo possiede».

 

27/1 – Il perché del 9° Comandamento

1. Dio ha subordinato i vostri desideri e le vostre brame alla legge per mostrarvi:

- I ) che Io sono il Signore del vostro cuore. - Proverbi 21,1-2: - «Il cuore del re è nella mano del Signore, come un canale d'acqua che lo dirige ovunque Egli vuole. Il Signore mette alla prova i cuori».

- II ) che nulla di tutto ciò che è nascosto nel vostro cuore è nascosto a Me. - Proverbi 24,12: «Colui che mette alla prova i cuori lo sa; e chi guarda attraverso la tua anima lo sa».

- III ) che la Mia Legge è impareggiabilmente superiore a tutte le leggi umane, le quali possono solo regolare le vostre azioni esteriori, ma non anche le vostre interiori. - Deuteronomio 4,8: «E qual è la nazione così grande che abbia leggi e prescrizioni giuste com’è tutta questa Legge che Io oggi vi presento?». – Romani 7,14: «Sappiamo molto bene che la legge è spirituale; ma io son fatto di carne, quindi uno schiavo del peccato».

- IV ) che per estirpare il peccato è necessario sopprimerlo alla sua radice, il che è la maligna brama. – Giacomo 1,14-15: «Ognuno è tentato dalla propria brama, attratto e allettato da essa; poi, quando ha concepito, partorisce il peccato; e il peccato una volta commesso produce la morte (dell'anima)».

2. Il Mio comandamento stabilisce ciò che si deve raccogliere e quindi anche produrre in sovrappiù come proprietà, perché altrimenti al prossimo viene sminuito il diritto d’usufrutto come anche lo smercio, oppure viene talmente ridotto che esso (il prossimo) non può sopravvivere. Altrettanto vieta al pigro di vivere pigramente nel corso della giornata e poi di appropriarsi della proprietà del prossimo per acquisirla senza sforzo e senza diritto o di pretenderla. Il comandamento racchiude in sé il rispetto, unito all'amore, per i giusti bisogni naturali del prossimo.

3. Perciò coloro che hanno ottenuto una grande quantità di danaro con la speculazione monetaria, utili e profitti, acquisizioni commerciali ecc. e lo accrescono attraverso la corresponsione d’interessi oppure fanno speculazioni finanziarie di ogni tipo senza dare, di questo, il tributo caritatevole al prossimo, questi dinanzi a Me, Dio, stanno nella stessa abbondanza illegittima, perché hanno tratto a sé questo profitto e guadagno a spese degli svantaggiati, per lo più lavoranti a giornata, mentre gli altri devono penare e soffrire per questo, perché c’è troppo poco per loro, e troppo per i ricchi. Ecco perché nel libro “Il Sole spirituale” tali grandi possidenti sono definiti con nomi di delinquenti quali proprietari illegittimi.

4. Quando Io, il Signore, dissi al giovane ricco, come sta nel Vangelo: “Distribuisci tutto il tuo patrimonio ai poveri e seguiMi”, il giovane abbandonò il Signore e preferì tornare a casa dai suoi beni; perciò Io dissi: È più facile che una gomena[81] (‘camel’ in ebraico significa gomena) passi attraverso la cruna di un ago, che un ricco venga nel Cielo”. Così anche oggigiorno i ricchi possidenti preferiscono rimanere presso il loro patrimonio, piuttosto che aiutare i veri bisognosi con la loro sovrabbondanza. Ci sono certamente anche eccezioni, ma sono rari quelli che operano in silenzio e di nascosto. Si fanno lodare dal mondo attraverso la pubblicità e quindi perdono qualsiasi ricompensa nell'aldilà, …perché danno più importanza e valore all'onore pubblico del mondo che alle parole di Gesù: «La sinistra (o sapienza intellettuale) non deve sapere cosa fa la destra” (ovvero l'amore per Dio e per il prossimo).

5. Quindi, il ricco Epulone[82] andò all'inferno; il povero Lazzaro invece nel Cielo. Perché la ricchezza è per la maggior parte il fondamento di tutti i vizi e di tutte le depravazioni; perciò la ricchezza (se viene gestita male) è un abominio agli occhi di Dio. E per questa ragione anche Dio, nella persona di Cristo, scelse la vita povera, perché come modello la povertà protegge dal peccato più della ricchezza; e poi anche per mostrare la grandezza della Sua umiltà.

6. Gli avvenimenti evangelici mostrano che Io, il Signore del Cielo e della Terra, sono un nemico giurato dell’avidità di denaro. In ogni altra cosa il Mio Amore divino parla di pazienza, indulgenza e misericordia; ma sul vizio del desiderio morboso di ricchezza parlano la Mia ira e la Mia collera. Infatti, qui ho barricato l'ingresso a Me attraverso la nota cruna dell’ago, ho aperto chiaramente l'abisso dell'inferno ed ho mostrato in questo un vero dannato avido di danaro; di conseguenza Mi espressi terribilmente contro gli avidi e rapaci farisei, avendo dato loro chiaramente da riconoscere che i fornicatori, gli adulteri, i ladri e ancora altri peccatori, sarebbero entrati nel regno di Dio prima di loro.

7. Anzi, nell’ardore per la purezza del Tempio quale casa di preghiera, impugnai perfino un'arma castigante[83] e scacciai senza pietà tutti gli speculatori di qualsiasi tipo definendoli come assassini del Regno divino, avendo fatto del Tempio, che rappresenta per l’appunto il Regno di Dio, un covo di delinquenti delle speculazioni monetarie (spiritualmente sotto Tempio s’intende il corpo umano).

8. Chi in certo qual modo è in grado di pensare, da ciò scorgerà che Io, Gesù, in nessun’altra situazione umana, in nessun’altra occasione e funzione, ho proibito perfino il desiderio, come in questa occasione usuraia, a Me più di tutto disgustosa. – Ovunque proibii esplicitamente questa attività; ma qui già il desiderio di ricchezza è dannoso, perché il pericolo che ne deriva per lo spirito è troppo grande, sottraendolo profondamente da Dio e rivolgendosi del tutto all’inferno, il che si può scorgere anche dal fatto che sicuramente ogni altro peccatore prova rimorso dopo un’azione peccaminosa, mentre il ricco speculatore esulta e trionfa su una speculazione felicemente riuscita! – E questo è il giusto trionfo dell'inferno; e perciò il suo principe cerca principalmente di riempire gli uomini con l’amore per la ricchezza mondana in ogni modo possibile. Essi in questo modo soccombono alla vana passione e si allontanano da Me più facilmente, mentre la via del ritorno a Me viene mostrata loro solo attraverso povertà e privazioni, dinanzi alle quali si spaventano e fuggono. – Ben a colui che prenderà profondamente a cuore queste parole; poiché esse sono l'eterna incontestabile Verità divina!

9. Il comandamento in origine era solo spirituale, e solo nel corso del tempo si svilupparono i diritti di proprietà (prima inesistenti), e quindi anche le condizioni servili nel mondo, a seguito delle quali il comandamento fu compreso solo materialmente e il popolo fu subordinato ai ricchi possidenti, fino a quando non giunse nelle condizioni dei paragrafi della legge, e da allora il desiderio dei beni del prossimo venne portato via con la parola giuridica ‘pegno’, o con la forza se non si può pagare; – questo si comprende da sé.

 

 

27/2 – Il 9° Comandamento nel senso spirituale

10. Secondo la Mia divina disposizione, il senso spirituale del nono comandamento è il seguente:

- I ) Non devi desiderare la casa del tuo prossimo, cioè l'amore nel quale egli dimora e lo eleva, per amare Dio e il suo prossimo in maniera altruistica.

- II ) Oltre a ciò, ti è proibito bramare il campo del tuo vicino, cioè la sua conoscenza appresa, attraverso la quale guadagna il suo pane.

- III ) Non bramare il servitore del prossimo, il quale è al suo servizio a beneficio del fratello.

- IV ) Quindi non bramare neanche la sua ancella, che è la pacifica sottomissione del prossimo verso suo fratello, al fine di vivere in pace e quiete con lui.

- V ) Così come il suo bue, che rappresenta la mancanza di volontà contro il desiderio.

- VI ) Infine, neanche il suo asino o la bonarietà, cioè tutto ciò che si desidera dal prossimo senza un bisogno urgente, è uno sfruttamento disonesto dell’altruistico amore per il prossimo del fratello.

11. Questo comandamento contiene in sé anche la seguente spiegazione: “Rispettatevi l'un con l'altro per reciproco vero amore fraterno, e nessuno invidi l'altro, se lui, da Me, dal Creatore, a causa del suo più grande amore, è stato graziato di più; il più graziato lasci tuttavia arrivare il suo vantaggio che ne deriva a tutti i suoi fratelli quanto più è possibile. In questo modo stabilirete tra voi un legame di vita eterna che nessun potere sarà mai in grado di distruggere".

 

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Cap. 28

Il 10° Comandamento è solo in senso spirituale

[Es. 20,17; Dt. 5,21]: «Non desiderare la donna d’altri»

1. Questo comandamento ‘non devi desiderare la donna del tuo prossimo’ è puramente spirituale, e perciò finora è stato compreso del tutto falsamente, poiché in generale nel sesto comandamento è già stato dato un accenno sulla fornicazione, perciò qui ci sarebbe solo una ripetizione del sesto comandamento se la parola spirituale ‘donna’ fosse riferita a una donna fisica. Solo che in questo caso non è veramente così, anche se, in verità, sotto questo concetto si potrebbe capire la donna materiale, come spiegato una volta nel Sole spirituale (vol.2 cap. 93-97), ma Io diedi quella volta la spiegazione che sotto questo si deve comprendere principalmente l'amore del prossimo, senza abusarne.

2. L'amore del prossimo è la sua benevolenza, la sua misericordia, la sua compassione, la sua sollecitudine per te, la sua fede e la sua fiducia nelle tue parole; queste sono virtù che non devi desiderare, o non ne devi abusare con l’intenzione di un guadagno o per il desiderio di goderne (del suo amore per te), se non ne hai proprio bisogno, il che ti costringe a prendere lo slancio verso il fratello tuo caritatevole. Infatti, se lo fai, e non hai bisogno di doverlo fare, allora abusi del suo amore per te e commetti un peccato che ti attira verso il basso, poiché ti metti nella categoria dei peccatori, i quali si chiamano bugiardi, truffatori e impostori, e anche vili sfruttatori del prossimo, e per tali non c'è né paradiso né Cielo.

3. Si lasci operare liberamente l'amore per il prossimo, e la caritatevole benevolenza non deve essere in alcun modo pretesa o abusata; perciò questa non deve neanche essere esercitata e carpita con raggiri attraverso adulazioni, discorsi di elogi sulla persona o in un altro modo disonesto.

4. Che qui sotto ‘donna’ in effetti non debba essere intesa la donna del prossimo, lo si vede dal fatto che questo comandamento è stato dato insieme al nono, e perciò qui non ci può essere il discorso della fornicazione, perché casa, donna, campo, servo, asino, ancella e bue sono descritti insieme, così che nel nono comandamento sono spiegati secondo il loro significato spirituale; infatti, la fornicazione è già proibita sotto ogni aspetto nel sesto comandamento, quindi non può essere ripetuta qui.

5. La separazione di questo comandamento dal nono e la sua disposizione in un decimo è perché questi comandamenti sono chiamati le Dieci Parole o Decalogo (Es. 34,28; Dt. 4,13 / 10,4).

6. Il settimo, il nono e il decimo comandamento proibiscono il desiderare e l’innamorarsi dei beni altrui e di appropriarsi arbitrariamente di tutto quello che è del prossimo, perché ciò è illegittimo.

 

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Cap. 29

I due Comandamenti dell'Amore

 

29/1 - Il 1° Comandamento dell'Amore

Graz, 24 gennaio 1902

1. Gerusalemme, 9 settembre dell’anno 32. Io, Gesù, spiegai il più grande e più esclusivo comandamento nella Legge di Mosè, dicendo: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il tuo sentimento» (Mt. 22,37-38).

2. Dio in Sé è l'Amore più puro, e questo Amore è il riverbero della Sua divinità. L’intera Creazione è il riflesso del Suo Amore, poiché essa viene dall'Amore e viene preservata dall'Amore.

3. L'uomo, quale figlio di Dio, è un’essenza del Suo Amore e proviene da Lui come corona della Creazione ed è cresciuto in Lui come una pietra preziosa del Suo Amore nel Suo Cuore paterno.

4. Perciò l'uomo deve amare Me, suo Dio e Padre, con tutte le sue forze e sopra ogni cosa. Egli Mi deve vedere dappertutto, Mi deve avere dappertutto davanti ai suoi occhi, non deve mai dimenticare che sono il suo vero affezionato Padre. Perciò deve stimare tutto, meno di Me, ed Io devo essere la cosa più cara che egli possiede, senza escludere moglie e figli.

5. Se l'uomo mi amerà così, allora si adopererà a fare solo ciò che riterrà giustamente gradito a Me; e il Mio Amore dimorerà presso di lui e lo condurrà oltre tutti gli abissi e gli ostacoli della vita terrena al Mio Cuore di lui amante.

6. Perciò amateMi sopra ogni cosa, affinché siate fortificati attraverso questo Amore, resistendo a tutte le tentazioni della vita, e quindi nulla vi devierà dalla via dell'Amore. Nondimeno, l'Amore vi guiderà in tutti i misteri della vita e starete sempre preparati contro tutti i peccati che ai Miei occhi proveranno la giusta disapprovazione.

7. Se state preparati verso tutto ciò che non Mi è gradito, allora il Mio Amore sarà sempre con voi e sentirete la Mia vicinanza, la Mia benevolenza e la Mia benedizione, che continuamente vi rafforza nella bontà e vi stimola al meglio. Tenetevi sempre degni di questa santa benedizione che si riversa su di voi, per lasciarla operare, affinché perveniate presto, dal mondo del peccato, della morte e dell'inferno, a Me, al Padre dell'Amore, della santità del Cielo e prendiate posto nel Mio cuore che vi ho già preparato dal Mio Amore come figli del Mio cuore da tempi immemorabili.

8. Perciò non dovete far nulla che non corrisponda all'amore per Me e per il prossimo, oppure ciò che Io proibisco di commettere, poiché è di danno fisico e spirituale dell'uomo. E l'uomo, quale figlio Mio, deve seguire Me, poiché Io sono il suo Creatore e Padre, e non deve agire contro la Mia Volontà, perché è contro il suo interesse temporale e spirituale!

9. Tutti i peccati menzionati nel Libro delle preghiere’ riguardo alla profezia di Daniele, sono anche diretti contro di Me.

 

 

29/2 - Il 2° Comandamento dell'Amore

Graz, 24 gennaio 1902

10. Gerusalemme, 9 settembre dell’anno 32. In questo giorno, Io, Gesù, spiegai il secondo sommo comandamento nella Legge di Mosè, dicendo: «Il secondo comandamento è simile al primo:  “Devi amare il tuo prossimo come te stesso”. E menzionai inoltre: “In questi due comandamenti è contenuta l'intera legge e i profeti» (Mt. 22, 39-40).

11. Figlio Mio, credilo! L'amore che dimostri al fratello tuo più vicino proveniente dal popolo, vale tanto per lui che per Me. Anche per Me, perché dimoro in lui come Spirito di Dio; poiché se non apri il tuo cuore al prossimo, lo tieni chiuso anche verso di Me.

12. Puoi amare Me personalmente, ma se non ami tuo fratello o tua sorella, allora non ami neanche Me. Infatti, tuo fratello nasconde Me, dal momento che Io sono in lui e sono il suo io dell'amore spirituale che tu devi sempre prendere in considerazione; anche se la veste materiale nella quale Io sono avvolto non corrisponde alle tue opinioni.

13. Vedi, tuo fratello è ancora un (arbusto) selvatico, ed Io sono il suo giardiniere che lentamente lo guido e lo innesto per ottenere un giorno da lui un frutto nobile. E come non si rigetta un giovane melo selvatico anche se è incolto e ancora infruttifero, così neanche si respinge un fratello che non è ancora innestato con il Mio insegnamento e il Mio Amore, affinché porti dei nobili frutti dell’amore per il prossimo!

14. Pensa che tuo fratello desidera da te, se è nel bisogno, la stessa cosa che vorresti tu da lui, quando sei nella necessità, perciò vieni incontro a lui affabilmente e fa’ il tuo dovere cristiano, poiché Io, Cristo, come Spirito di Dio in ogni uomo, …sono il destinatario simultaneo del tuo misericordioso amore per il prossimo.

15. Se vai incontro a tuo fratello con amore, allora gli hai fatto del bene, ed egli ringrazierà te e Me, e tu proverai una soddisfazione in te che ti eleverà ben oltre la vita di tutti i giorni. Ma perché questo? Vedi, figlio Mio, questo deriva dal Mio Amore in te, il quale si sente felice di vedere da te un segno di intuizione filiale verso Mio figlio che è tuo fratello e quindi merita il tuo amore e considerazione in piena misura.

16. Se Mi ami, puoi amarMi veramente solo se pratichi le opere d’amore per il prossimo, poiché devi amarMi con tutta la forza del tuo spirito; tuttavia non devi dimenticare che ogni uomo è un figlio di Dio e che tutto ciò che sottrai a te per amore e misericordia e lo dai al fratello tuo bisognoso, anch'Io sono lì presente e, benevolmente pieno di gioia, prendo in consegna l'amore spirituale e la misericordia che viene offerta con il dono materiale.

17. Perciò siate amorevoli l'uno con l'altro e riflettete sempre, prima di intraprendere qualcosa contro un vostro fratello, se sia gradito e soddisfacente anche ai Miei occhi, come Padre di questo vostro fratello.

18. L’amore per il prossimo è caratterizzato perfettamente dal comandamento: «Fa’ al prossimo tuo la stessa cose che tu vuoi che egli faccia a te», poiché, se ogni uomo facesse al suo prossimo ciò che desidera che il prossimo faccia verso di lui, allora il Cielo sarebbe sulla Terra, perché ognuno desidera solo il bene, ma il male nessuno.

19. Se adempite tutti i comandamenti di Dio, allora non sarà necessario dire: “La ricompensa seguirà dopo la morte, nel regno dello spirito!”, ma in quel caso il Regno di Dio si farà da se stesso, e più nessuno potrà opprimervi, né soggiogarvi, né sfruttarvi o tiranneggiarvi, perché vivendo secondo i comandamenti di Dio, l'uomo, quale figlio di Dio, si eleva a figlio Suo sotto il governo del Padre.

20. Paolo scrisse ai romani citando i Dieci Comandamenti, alla fine disse: «Chi ama il suo prossimo, a questi non fa del male, poiché l'amore è l'adempimento della Legge» (Rom. 13,8-10).

21. Quindi anche i peccati citati nel ‘Libro delle preghiere’, che non sono diretti contro Dio o contro se stessi, sono proprio i peccati contro il prossimo.

 

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Cap. 30

Il karma[84]

30/1 – Origine della denominazione ‘karma’

1 Kar oppure Kri in sanscrito significa: fare, realizzare, creare. Da questa radice della lingua sanscrita si trovano in altre lingue le seguenti parole: - in sloveno: mojškra [mois-karâ] ir. = str. ‘moda-autrice’ e questo significa cucitrice; – il soprannome Mojškarc [mois-kart] ‘autore di moda’ un tempo significava sarto. – kri in latino si trova cre-are creare, realizzare. – Si confronti karma con il poema greco e sloveno ‘pesma’, ‘canto’ da cantare; – così anche crema ‘Obers[85]’ ‘Sahne’ da ‘kri-ma’, il creato, il fatto (da sé). – Confronta: ‘carl’, contadino in inglese antico, ‘rusticus’, perché kar e [bhu] in sanscrito significa fare, realizzare, costruire, operare, creare, perciò nel tedesco antico è ‘karlus’ o ‘bhûrius’ [bhû-uri] da cui nel nuovo alto tedesco suona contadino, una e la stessa parola, ‘ahd’, ‘charl’, ‘karl’, nell’antico islandese karl significa contadino, agricoltore, come anche karl in svedese significa un uomo (cioè autore, contadino).

2. Il futuro dell'uomo dipende dal karma, poiché ciò che l'uomo semina, raccoglierà. (come scrive Paolo nella ‘Lettera ai Galati’: «Non vi fate illusioni! Dio non si lascia beffare; ciò che ognuno avrà seminato, raccoglierà, poiché chi semina nella propria carne, dalla carne raccoglierà corruzione; chi invece semina nello spirito, mieterà la vita eterna dallo spirito» Gal. 6,7-8). La semina è su questo mondo; il raccolto nel regno degli spiriti. Perciò è della massima importanza che l'uomo semini una buona semenza e in un buon campo, affinché abbia un buon raccolto.

3. La parola karma viene usata nella teosofia induista, perciò Io l'ho mantenuta perché non è importante ciò che vi è posto nella parola, ma solo ciò che vi è nella verità. Tuttavia, poiché la teosofia induista non chiarisce il karma secondo la verità, allora ritengo necessario spiegarla Io stesso, affinché tutti sappiano e credano la stessa cosa, e così tutti i libri ingannevoli devono scomparire dal mondo, e quindi anche il buddismo, perché ci sono in esso troppe falsità ed errori.

4. Gli induisti vennero a conoscenza del karma, delle sue cause ed effetti sulla Terra, attraverso i mercanti ebrei alla fine del 19° secolo dopo la creazione di Adamo, e precisamente dalla Persia e dall'Afghanistan, in quel territorio che all’epoca del diluvio era inondato solo nelle valli, e quindi gli altopiani erano popolati da quegli uomini che non furono sterminati dall'inondazione.

 

 

30/2 – Cos’è effettivamente il karma

Graz, 8 giugno 1901

5. Se consideriamo il significato originario del karma, esso appare come l'intera catena della vita umana dalla sua nascita fino alla sua morte. Infatti, l'uomo opera sul suo destino spirituale per tutta la sua vita, sia per l’aldiquà fino alla tomba, come anche per l’aldilà.

6. Se le opere o le azioni dell’uomo sono buone, allora egli ha la sua gioia in queste, e se ne rallegrano anche coloro per i quali furono operate. Se invece sono cattive o addirittura maligne, allora non rallegrano né l'autore né coloro verso i quali erano dirette. Nondimeno, tanto le buone, quanto anche le cattive azioni dell'uomo, vanno con lui nell'aldilà con l’abbandono della Terra, e formano il suo mondo spirituale, il suo museo, nel mezzo del quale egli si muove sempre ed esamina il suo passato. Infatti, nulla va perduto, come ve lo insegna la preghiera per la ‘spiritualizzazione’: ciò che l'uomo aveva pensato, visto, ascoltato, espresso, cantato, fiutato, gustato o in un modo o nell'altro, e provato durante la sua intera vita, viene conservato tutto spiritualmente. Da ciò potete apprendere quanto insolitamente ben provvista è una tale dispensa o magazzino (‘Akascha’ in indiano, ‘Kaschta’ in sloveno)!

 

 

30/3 - Come produce l’uomo un buon karma?

Graz, 9 giugno 1901

7. L'educazione dell’uomo è spesso e per la maggior parte la causa del destino della sua vita, infatti, l'educazione grossolana porta di solito ad azioni grossolane; – l’educazione fine o nobile porta invece ad azioni nobili. Tuttavia si deve afferrare questo nel senso cristiano, poiché Io non parlo dell'educazione da salotto del sistema educativo finora in uso, il cui sistema prepara gli uomini al Mio avversario che dimora all'inferno, ma solo di un'educazione il cui punto culminante è l'amore per Dio e per il prossimo.

8. Sulla Terra l'uomo è messo da Me solo allo scopo di superare felicemente la sua prova nella carne, al fine di trasferirsi, dopo questa vita, in un regno spirituale più felice, dove si trova la sua vera patria.

9. Se ora ci addentriamo nel tema e domandiamo: "Come produce l'uomo il suo karma?", allora non voglio ripetere ciò che vi ho comunicato dettagliatamente nel ‘Libro delle preghiere’, e in quell’altro libro ‘L’adepto cristiano’[86], che contengono il puro insegnamento di Dio per una vita virtuosa, e inoltre comprendono insegnamenti e mezzi per esercitare l'amore per il prossimo e le necessarie preghiere a Dio come triplice operare l’uno nell’altro, per mezzo dei quali potete farvi strada fino agli uomini spiritualmente più elevati, illuminandovi nuovi punti di vista della vostra vita. Ora afferrate questi mezzi spirituali indicati e usateli, ognuno secondo le sue migliori comprensioni, conoscenze e capacità.

10. Nessuno può scusarsi di non sapere cosa dovrebbe fare; nessuno può lamentarsi del fatto che gli mancano i mezzi per praticare l'opera dell’amore per il prossimo; – chiunque, dagli insegnamenti, vede cosa deve fare e cosa tralasciare, e ognuno sa che vorrei vedervi pregare, altrimenti non vi avrei fatto scrivere il ‘Libro delle preghiere’. D’ora in poi abbandonate la vostra intelligenza, la sapienza e il saper meglio di Me, affinché non arrechiate molti danni a voi stessi. Quello che vi ho dato è accaduto dal Mio Amore e vale per il mondo intero. Se agirete diversamente da come v’insegnano i Miei libri, allora dovete ascrivere a voi stessi se, nonostante il volere, non ci saranno progressi! – Infatti, solo colui che farà la Mia Volontà potrà sperare nel Mio Amore e nella Mia Misericordia, ma non colui che avanzerà le sue regole di conoscenza migliori ed agirà di conseguenza.

11. Da questa spiegazione vedete che vi ho messo a disposizione i migliori mezzi per educarvi molto velocemente nello spirituale e per formarvi verso l’alto, al fine di giungere presto al Mio amorevole Cuore paterno attraverso la rinascita dello Spirito, e così, come figli Miei, diventare dèi in divenire.

12. Le religioni che fino ad oggi son durate, vi hanno ben insegnato che si deve essere buoni, solo che non avete mai avuto un tale pratico e determinante insegnamento insieme ai mezzi per poter essere buoni, poiché tutte le religioni durate finora sono state afflitte dal male dell'impurità, dalla multilaterale falsità, dall'egoismo dei sacerdoti e cose simili; perciò nessuno poteva venire a Me fino a quando non avesse abbandonato le sue opinioni precedenti ed accettato quelle che i Miei inviati gli hanno spiegato come vero insegnamento.

 

 

30/4 - Come produce l'uomo il suo cattivo karma?

Graz, 9 giugno 1901

13. Nei capitoli precedenti sono stati menzionati gli insegnamenti e i mezzi attraverso i quali l’uomo può e deve produrre un buon karma; ora saranno discussi i peccati con i quali l'uomo si costruisce qui il suo inferno per l'aldilà. Pertanto si deve avere una particolare attenzione a menzionare i fatti che creano felicità o infelicità, poiché dalla corretta comprensione degli insegnamenti dipende la vita e l’operare, affinché sia raggiunto felicemente l'obiettivo che attende l’uomo alla fine della sua vita.

14. Come si sviluppa il cattivo karma lo scorgete dai Dieci Comandamenti e dagli altri insegnamenti, se vivete e operate in conformità ad essi. Invece, tutto ciò che contravviene ai Miei comandamenti e insegnamenti costituisce il cattivo karma.

15. Non c’è bisogno di studiare come si produce il buono o il cattivo karma, poiché il bene viene prodotto con l’osservanza dei Miei comandamenti e insegnamenti dell’Amore; il male, col trascurare o addirittura con l’agire contro di essi. Io ve li ho messi qui tutti insieme e chiaramente in fila, e ognuno potrà trovare i suoi errori o i suoi peccati che deve cercare di estirpare.

 

 

30/5 - Il motivo della necessità del karma e i suoi effetti

Graz, 9 giugno 1901

16. Il karma è la catena di connessione agente tra la causa come inizio, e l’effetto come fine. – Per afferrare questo nel vero senso della parola e del suo significato, un esempio qui di seguito dovrà renderlo comprensibile:

17. Due persone si congiungono attraverso l'amore per uno scopo di vita. In seguito a questa congiunzione traggono origine i figli, quindi la congiunzione coniugale è la causa per l’origine dei figli.

18. Non appena il figlio si affaccia alla vita, inizia il suo karma separato. Prima c'è la preoccupazione e il lavoro dei genitori, per crescerlo e formarlo in tutti i lati; poi si uniscono anche la scuola, la Chiesa e lo Stato, e alla vita in via di sviluppo vengono date le basi per l’ulteriore sviluppo spirituale e mondano per il futuro di quell’uomo. Quindi i genitori, la Chiesa e lo Stato nell'adolescenza influiscono sullo sviluppo del giudizio e dell'intelletto, e questo è il karma-separato, perché produce del separato nell’uomo, per procurargli le conoscenze necessarie alla vita nel mondo, da cui spesso dipenderà il suo futuro.

19. Da allora comincia l’attività e il procedere indipendente, ovvero il proprio karma, ed egli va per l’intera vita, che può essere buona o cattiva come l'uomo l’ha compresa mediante la conoscenza acquisita, al fine di sfruttare le condizioni che gli si presentano per il suo ‘io’. Dal momento della vita indipendente, il karma-personale inizia nella grande motivazione per cui l'uomo è venuto sulla Terra. Questa motivazione richiede l’attività per tutta la vita, al fine di nobilitare e spiritualizzare gli uomini. Da una parte c'è il mondo della materia, dall'altra il mondo dello spirito. Qui dipenderà da come utilizzerà questi due per la sua vita terrena e per quella futura.

20. Alla fine della vita del karma, ovvero della vita e delle sue azioni umane, subentra la morte, a cui segue il salario per il lavoro. Il risultato gli apparirà in una forma visibile: ciò che l'uomo ha elaborato da se stesso! E cioè: o è uno spirito benedetto, al quale come ricompensa gli sarà assegnato il paradiso o il Cielo; oppure è un diavolo, al quale sarà assegnato l’inferno come futura dimora.

21. L'ingresso dell'uomo nel mondo è quindi l’origine della motivazione dell'amore tra due persone; – da quel momento in poi comincia lo sviluppo spirituale e materiale della vita del karma, e per il quale percorre l’intera vita fino alla sua conclusione. – L'effetto finale del grande dramma della vita umana è però l'ingresso, felice o infelice, nell’eterna patria degli spiriti.

 

 

30/6 - Esempi per comprendere il senso del karma

Graz, 18 giugno 1902

22. Per comprendere ancor meglio la parola karma, devono seguire qui alcuni esempi storici di come Io punisco gli uomini che agiscono contro la Mia Volontà, poiché, come detto, ‘karma’ significa opera o azione. Tuttavia, nell'azione c'è sempre il motivo come causa, e l’effetto come conseguenza; il ‘perché’ e il ‘perciò’ del karma. Tutto ha un inizio e una fine, lo sforzo e la meta dello scopo. In questo senso risuonano i seguenti esempi.

23. Primo esempio: un tizio intraprende un viaggio, ma è abituato a camminare solo due ore al giorno, e adesso cammina ininterrottamente per dieci ore senza riposarsi, senza prestare attenzione alla stanchezza. Tornando a casa, si mette a letto stanco e si sveglia dopo otto ore di sonno. Tuttavia nota che le sue ossa sono ancora stanche, e che non sarebbe in grado di fare subito un ulteriore viaggio più lungo, perché le sue gambe gli fanno male e le piante dei piedi sono sensibili al dolore o gli bruciano. – Risultato: il grande insolito e affaticante viaggio come karma, è la causa dell'effetto, e quest'ultimo è ancora la persistente stanchezza, nonostante il riposo e il sufficiente dormire.

24. Secondo esempio: se uno conduce una vita disordinata, la conseguenza di questo è solitamente una malattia. – Quindi la vita così disordinata ne è la causa; invece la malattia è l'effetto del karma.

25. Terzo esempio: se si parla a qualcuno, allora c’è una causa affinché la persona ascolti il pronunciato; l’ascoltato è allora l'effetto del pronunciato, che ridonda a proprio vantaggio o a vantaggio dell'ascoltatore o della persona in primo luogo interessata.

26. Quarto esempio: se si respira, allora c'è una causa in questo karma. E qual è l'effetto del karma? Respirare! – Il mantenimento della vita.

27. Quinto esempio: quando l'uomo è assonnato, va a dormire. L’essere assonnato è la causa del karma; – l’andare a dormire e dormire è il karma o l'azione stessa; – Il ristorato e fresco risveglio è l'effetto del karma.

28. Sesto esempio: un contadino negligente prende in prestito del denaro, lo spende e perciò gli viene pignorata la casa: l’essere negligente è la causa; – il prendere denaro in prestito e spenderlo è il karma stesso; – il levargli la casa e diventar mendicante è invece l'effetto del karma.

29. Settimo esempio: un uomo dissoluto della carne giunge nell'aldilà e continua a vivere come un selvaggio e non c’è nessuna salvezza con lui, perciò viene afferrato da Dio e deve ritornare nella carne come ermafrodito[87], col quale gli viene messo un certo argine per migliorarsi. – La dissolutezza è il karma; – il dover tornare indietro nel mondo è la causa; – l’ermafroditismo è l'effetto della causa karmica, per migliorarlo.

30. Ottavo esempio: nel terzo articolo di fede apostolica il cristiano credente confessa: "Credo nella resurrezione della carne". Tuttavia Paolo nella prima lettera ai Corinzi (15,50) insegna espressamente che la carne e il sangue materiale, i quali marciscono nella tomba, non erediteranno il Regno di Dio, bensì sono piuttosto le buone opere prodotte nel corpo di carne che formeranno il corpo della resurrezione dell'anima, perciò Paolo dice contestualmente:

- I ) «Così anche con la resurrezione dei morti: si semina il corpo corruttibile e risorge incorruttibile» (1° Corinzi 15,42);

- II ) «Io però dico questo: chi semina magro raccoglierà anche magro, chi invece semina abbondantemente raccoglierà anche abbondantemente» (2° Corinzi 9,6);

- III ) e l’Apocalisse insegna che le opere dell’uomo lo accompagneranno nell'aldilà (Apocalisse 14,13). E queste sono quindi la resurrezione del corpo animico nell'aldilà.

31. Se le opere sono abbondanti e buone, allora formeranno un celeste abito da sposa per l'anima; – se invece sono cattive, formeranno un sudicio abito infernale. Questa è quindi la resurrezione della carne secondo verità, poiché si dice che essi saranno giudicati secondo le loro opere (Apocalisse 20,12-13). Perciò qui il karma è la causa dell'effetto.

32. Nono esempio: (2088 dopo Adamo – 2063 prima di Cristo, il 7 ottobre). Sodoma, Gomorra, Adama, Zeboim e in altre città limitrofi gli uomini vivevano in maniera più animalesca degli animali e, per giunta, perversi. Io però non ho messo l’uomo nel mondo per farlo diventare qui un animale e nell’aldilà per farlo dimorare all'inferno come diavolo, ma affinché si sbarazzasse di tutte le cattive caratteristiche e diventasse un uomo spirituale per giungere in condizioni felici. I sodomiti erano così degenerati che Io ritenni ogni avvertimento fuori luogo, e perciò permisi lo sterminio di oltre due milioni di uomini con la pioggia sulfurea. La vita abbruttita fu quindi la causa del loro karma, mentre lo sterminio fu l'effetto a causa di questo karma o di questo comportamento.

33. Decimo esempio: (2666 dopo Adamo – 1485 prima di Cristo, il 9 dicembre). Quando la masnada di Core, con Datan e Abiram in testa mormorò e si oppose al divino profeta Mosè, Dio punì 250 uomini spalancando la terra, e il fuoco li inghiottì (Num. 16, 1-35). Tuttavia il giorno seguente i figli d'Israele si assembrarono a causa di questo sterminio di Core contro Aronne e Mosè, e allora la terra inghiottì 14700 israeliti[88], perché procedettero con ribellione contro gli uomini di Dio (Num. 17,12-15). Qui la ribellione fu la causa nel karma e lo sterminio degli israeliti l'effetto del karma, poiché con le loro azioni, o karma, cagionarono la causa per l’operante karma stesso.

34. Undicesimo esempio: (2700 dopo Adamo – 1451 prima di Cristo, il 25 giugno). Quando decisi di consegnare la fortificata città di Gerico ai figli d’Israele sotto la loro guida di Giosuè perché avevo promesso di dar loro il paese Kanani (Canaan) come proprietà, il settimo giorno le mura di Gerico caddero al suono delle trombe e gli israeliti irruppero nella città e la conquistarono. – Qui la causa fu la promessa di Jehova, che gli israeliti venissero in possesso di Kanani, e l'effetto fu lo squillo delle trombe con il quale Jehova fece capitolare le mura di Gerico.

35. Dodicesimo esempio: nell’anno 4150 dopo Adamo, l'arcangelo Gabriel portò la notizia a Zaccaria che sua moglie, sebbene fosse già oltre il tempo della femminilità, avrebbe ancora dato alla luce un figlio, ma Zaccaria dubitò, e poiché dubitava fu punito con la cecità, finché gli nacque suo figlio Giovanni, il futuro battezzatore al Giordano. Per il concetto del Karma la profezia è l'azione. In seguito alla profezia sorse il dubbio come causa nell'azione, poiché a Zaccaria la notizia sembrava troppo inverosimile. Allora seguì la cecità come effetto dell'azione causale. Il karma o l'azione è tutto dall'inizio alla fine, ma nell'azione si sviluppa la causa o il motivo per l’effetto.

36. Tredicesimo esempio: Pompei, Ercolano e Stabia erano tre città nei pressi di Napoli, e queste conducevano una vita così brutale e sfrenata, come un giorno era stato il popolo di Sodoma; la conseguenza fu che, nel 79 dopo Cristo, le feci completamente distruggere dalla lava del Vesuvio. La vita animalesca fu la causa, e la distruzione fu l'effetto del karma.

 

 

30/7 - Insegnamento del karma nel Vecchio Testamento

Graz, 20 settembre 1902

37. La scienza del karma come insegnamento causale della Bibbia e le sue effettive conseguenze sono molto antiche presso gli ebrei, poiché non gli ebrei hanno ricevuto i suoi insegnamenti da altri popoli, bensì i popoli pagani li hanno ricevuti dagli ebrei, popoli che si armonizzavano in certo qual modo con l’ebraismo e con (il successivo) cristianesimo, ma tuttavia sono meno autentici degli insegnamenti ebraici, e più precisamente fino alle irriconoscibili caricature di alcuni popoli.

38. Questo deve essere lampante ad ogni uomo pensante logicamente, perché presso gli ebrei, Io, il loro stesso Dio, ero l'Insegnante, e i loro insegnamenti, per quanto derivassero da Me e non dall'Egitto, dovevano essere giusti, mentre altri popoli avevano per lo più filosofie religiose nelle quali, pur riconoscendo il bene e il giusto, predicavano queste al popolo secondo le loro vedute come insegnamenti della Sapienza di Dio. Solo che in tal modo si annidò anche il seme della malerba tra il popolo e perciò le assurdità delle altre religioni.

39. Le notizie di causa ed effetto nel karma presso gli israeliti sono noti dai primordi del genere umano e così andando in avanti, poiché ho sempre annunciato la punizione in anticipo, per cui poi, quando gli uomini non hanno seguito il Mio avvertimento, l'effetto è arrivato.

40. Quindi l'effetto era dovuto alla violazione del Mio comandamento, e nel comandamento c’era la punizione annunciata in anticipo contro l’infrazione. Quindi nelle profezie storiche del Vecchio Testamento e nei suoi adempimenti ci sono le notizie della causa ed effetti del karma del popolo che violano i comandamenti.

41. Attraverso queste notizie storiche della punizione profetizzata contro la trasgressione, poi la seguente violazione del comandamento e la punizione che subentrò effettivamente più tardi, la dottrina del karma con la sua causa ed effetto si è formata dai giorni di Adamo, come lo potete scorgere da Giobbe, da Mosè, in Osea, in Isaia, in Geremia, in Ezechiele e nei Proverbi.

*

42. Dopo questo chiarimento sul karma che la più antica notizia al riguardo compare nelle Scritture, passiamo ai fatti storici:

43. Quattordicesimo esempio: (30 anni dopo la creazione di Adamo – 4121 prima di Cristo, sul fiume di Giacobbe in Palestina). Il più grande esempio di causa ed effetto o della causa e dell’effetto nel karma, costituisce la colpa di Adamo verso il comandamento della continenza e della conseguente diseredazione[89] sua e della sua discendenza dai doni spirituali, perché Adamo, quale figlio di Dio, prima del peccato era dotato di doni divini che poteva guardare fino all'ultima stella della Creazione con i suoi occhi spirituali, e il più grande spirito angelico gli dava prontamente ogni informazione.

44. Egli poteva, come figlio del Creatore, parlare con l’intera Creazione, poiché a lui ogni spirito delle pietre, dei minerali, delle piante e dagli animali rendeva noto il suo nome e la sua utilità. Quindi Adamo prima di peccare era un essere divino; quando poi le grazie gli furono portate via, diventò un uomo come lo sono gli uomini oggi.

45. La sua colpa e la sua disobbedienza furono così grandi, che quella volta la Creazione sarebbe stata presto distrutta per effetto della volontà di Dio; e questa disobbedienza fu la causa del fatto che la Sapienza di Dio – in Cristo – dovette penare e compiere la terribile sofferenza e morte sulla croce. Qui, in questo karma della disobbedienza, stava la causa più grande e anche il più grande effetto che si verificò su questa Terra.

46. Adamo fu messo in guardia in anticipo che non doveva mangiare dall'albero della conoscenza (o Eva), ma Adamo (il melo o l'albero della vita) mangiò e quindi per questo seguì prima la morte dello spirito, e con esso la morte del corpo di carne. Per questo motivo ogni discendente di Adamo seppe che la morte è la conseguenza del peccato originale, di cui Adamo era stato avvertito e, in anticipo, gli era stata annunciata la morte. Da ciò è dimostrato che gli ebrei hanno avuto l'insegnamento più antico e più autentico del karma.

47. Quindicesimo esempio: anno 1656 dopo Adamo – 2495 prima di Cristo – Nella grande città primordiale di Hanoc, viveva il popolo cainita molto materialmente e perverso. Lo ammonii e, nel corso di 120 anni, furono inviati messaggeri che rivelarono la volontà di Dio, e che avrei distrutto la città se non fosse tornata all'ordine.

48. Gli hanochiti invece derisero gli inviati di Dio, e alla fine minacciarono di far saltare per mezzo della polvere che avevano già inventato, l'alta montagna su cui Noè dimorava con la stirpe di Adamo vivendo secondo i Comandamenti divini, per distruggere così Noè e tutto il resto. Ora osserviamo questo karma:

49. Il modo di vita scellerato, come karma, era la causa dell'ammonimento e della profezia minacciante la punizione; solo che l’inosservanza dell'ammonizione e il proseguimento nell'impenitenza richiedevano l'esecuzione della punizione profetizzata, e perciò la punizione fu l'effetto dalla causa. Quindi: profezia come avvertimento, trasgressione come karma, punizione come effetto.

50. Sedicesimo esempio: Giobbe 4,8: (parla Elifaz) «Per quanto io abbia visto, coloro che coltivano sofferenza e seminano sventura, anche le raccoglieranno» (anno 1682 a.C. – Giobbe visse 138 anni: dal 1770 al 1632 prima di Cristo. La sua malattia sopravvenne nel suo 88° anno). Con quanto enunciato, Elifaz, l'amico di Giobbe, voleva dire: “Ciò che hai causato di male, ti sarà ripagato col male”. Quindi: karma – causa – effetto.

51. Diciassettesimo esempio: Giobbe 19,25-26: «Ma io so che il mio Redentore vive e in seguito sarà sulla Terra; e dopo che questa mia pelle sarà distrutta, contemplerò Dio senza la mia carne». La causa fu quindi la morte del corpo di carne; invece l'effetto fu l'apertura della vista spirituale, con la quale soltanto si può vedere Dio.

52. Diciottesimo esempio: Esodo 20,5 - 34,7 (Anno 1490 a.C.): la conoscenza di Mosè della giustizia di Jehova si rivela quando scrive: «Signore, dimostri grazia fino alla millesima generazione ai giusti e perdoni iniquità, trasgressione e peccato, e dinanzi ai quali nessuno è innocente; – e affliggi l'iniquità dei padri sui figli e sui figli dei figli fino alla terza e quarta generazione» (si confronti anche numeri 14,18).

53. Qui il karma è evidenziato con causa ed effetto, e c’è solo una debole immagine della realtà dell'Amore e della giustizia caratterizzata in Dio, come si è mantenuta nella storia mondiale dei popoli e dei paesi del mondo successivo.

54. L’ereditarietà di malattie e disturbi sessuali e altro, attraverso la terza, la quarta fino alla quinta generazione e il loro riapparire, è ben nota, senza che si conosca una soluzione a questa oscura domanda.

55. Vedete, qui la punizione del peccato è molto accentuata e scientificamente provata, poiché chi contamina se stesso, contamina anche i suoi discendenti, perché la contaminazione sta nel sangue e così l’infermità va avanti, sempre più avanti, come detto, fino alla millesima generazione, perché uno contamina l'altro.

56. La punizione dell'iniquità dei padri sui figli vi viene mostrata nelle comunicazioni della storia dell'Egitto, della Palestina, ecc.. Finora però vi era ignoto il perché degli innocenti discendenti devono espiare i misfatti dei loro antenati. – Ciò accade perché questi discendenti, apparentemente innocenti, sono gli stessi malfattori reincarnati che Io, per questa ragione, faccio reincarnare nel loro paese e nel loro sangue, affinché debbano espiare completamente per quello che un giorno hanno fatto ai poveri schiavi, – perciò il mondo dei filosofi Mi ha accusato ingiustamente dell’ingiustizia, perché sono i colpevoli (a reincarnarsi), e non gli innocenti a subire la punizione fino alla millesima generazione. – Infatti, questi figli e i figli dei figli sono puri ex delinquenti reincarnati, quindi, non innocenti. – Le loro anime ne sono consapevoli.

57. Il ripetersi di un gobbo in una famiglia deriva dal fatto che, nonostante questa reincarnazione punitiva, il gobbo non desiste dai suoi peccati, i quali sono la causa dall’essere gobbo. A volte una generazione viene risparmiata, ma alla terza o alla quarta generazione appare di nuovo un gobbo che, per la maggior parte, è una reincarnazione dell’appartenente alla famiglia (padre, madre, ecc.). Ci sono indizi segreti che lì non tutto era nell’ordine.

58. La ripetizione dei suicidi in una famiglia in diverse generazioni soggiace anche alle pene spirituali che Io conosco bene. – Per questo motivo anche il ripetersi dei delinquenti in una famiglia sono una punizione, e così anche dei dementi, pure questi una realtà sulla quale non voglio entrare nei dettagli, – ma che esse siano punizioni, lo potete dedurre facilmente in quanto ogni effetto ha una causa.

59. Diciannovesimo esempio (2666 dopo Adamo – 1485 prima di Cristo, il 22 maggio): Aronne fu il primo sommo sacerdote di Dio degli israeliti nel deserto, ma i suoi figli Nahab e Abihu ebbero la sfacciataggine di portare in sacrificio dinanzi a Jehova un fuoco ardente non consacrato, ed entrambi morirono improvvisamente (Lev. 10,1-2). La trascurata venerazione dinanzi a Jehova provocò la punizione improvvisa di Dio, e questa fu l'effetto dalla causa del karma.

60. Ventesimo esempio (3626 dopo Adamo – 525 prima di Cristo, 19 marzo, Babilonia): Belsasar, re di Babilonia, viveva arrogantemente e malvagiamente come suo padre Nabucodonosor, ma apparve la mano che scrisse «"Mene, Mene, Tekel, Upharsin"» mentre in un grande banchetto questo re insieme ai suoi ospiti, bevevano oltraggiosamente dalle coppe che suo padre aveva rubato dal Tempio di Gerusalemme, e dopo la spiegazione di Daniele (Dan. 5,1-30), gli annunciò la sua caduta e quella del suo regno, e la notte stessa il re fu ucciso, e Dario, il re dei Medi, ricevette il regno. Quindi il karma fu la vita scellerata quale causa della comunicante mano spirituale che gli annunciò la caduta. – L'adempimento della profezia da parte della mano spirituale scrivente fu invece l'effetto del karma.

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61. - Osea 8,7. (anno 760 a.C.): «Coloro che seminano vento raccoglieranno tempesta» (vale a dire chi sulla Terra fa del male, riceverà nell’aldilà l'inferno come ricompensa delle sue azioni).

62. - Isaia 3,10 (anno 755 a.C.): «Dite al pacifico che (un giorno) sarà felice e (nell'aldilà) godrà il frutto delle sue buone azioni terrene».

63. - Isaia 26,19 (anno 743 a.C.): «Ma i tuoi morti vivranno e risorgeranno col corpo».

64. In queste citazioni viene apparentemente rappresentata la dottrina della reincarnazione, solo che il profeta non si riferiva alla reincarnazione, bensì alla resurrezione della carne spirituale dell'anima, il che significa le opere d’amore per il prossimo compiute nella vita terrena carnale; in queste parole s’intendono esattamente le parole di Giobbe 19,25-26 sopra (al capoverso 51).

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65. Geremia 32,18 (anno 607 a.C.): «(o Signore) A loro fai grazia a mille e ripaghi l'iniquità dei padri in seno ai figli che saranno dopo di loro, Dio grande e potente; il Tuo nome è Signore Zebaoth».

66. Questa ripetizione dell'amore e della giustizia divina è il karma dell’uomo sulla Terra, che diventa la causa per l'effetto nei parenti e nei figli, e nei figli dei figli, poiché i padri come benefattori o malfattori devono vedere il loro karma espresso nei loro cari figli, il che accresce le loro gioie o i loro dolori nel regno dello spirito.

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67. Ezechiele 37,5-6. (anno 579 a.C.): «Così dice il Signore a queste ossa (i morti nello spirito): “Ecco, voglio portare in voi un respiro (spirituale) affinché diventiate viventi (nello spirito). – Voglio darvi vene (del senso spirituale) e (attraverso opere d’amore per il prossimo) farò crescere su di voi carne animica spirituale e la rivestirò con pelle (spirituale dell'amore), e voglio darvi (amore) del Mio respiro, affinché voi (morti nello spirito) diventiate di nuovo viventi (attraverso l'amore per Dio e per il prossimo)”».

68. Qui, in questi versetti di Ezechiele c'è l'accenno alla conversione degli ebrei al cristianesimo per il tempo del ritorno di Cristo, ed è identico al capitolo 7 dell'Apocalisse di Giovanni. Quindi sono inclusi karma e reincarnazione.

69 Proverbi 22,8. (anno 337 a.C.): «Chi semina l’ingiustizia (sulla Terra) raccoglierà sofferenza (nell'aldilà), poiché sarà castigato per la sua malvagità».

 

 

30/8 - La legge della causa riflette il cattivo karma nella reincarnazione

Graz, 15 giugno 1902

70. Ogni cattiva azione, fatto o vizio che non può essere punito e migliorato in nessun altro modo, viene punito con la reincarnazione. Perciò non si deve credere sempre che questa o quella disgrazia sia accidentale, mentre di solito è la conseguenza dei peccati e dei vizi di cui i genitori si sono resi colpevoli nella loro vita e i figli nella loro vita precedente. Infatti, Io non punisco nessuno che sia innocente! Certamente i genitori per la maggior parte dimenticano i peccati che hanno commesso una volta nella loro (precedente) vita su animali o sugli uomini. Io invece non li dimentico e li punisco quando è il momento giusto.

71. Una prova particolarmente importante che il karma e la reincarnazione erano generalmente noti presso gli ebrei, la potete scorgere dal 9° capitolo dell'evangelista Giovanni ai versetti 1-3, dove si dice che in seguito all’episodio con i giudei in cui Mi volevano lapidare perché avevo detto che Io ero prima che Abramo fosse, e Mi ero nascosto all’improvviso scomparendo ai loro occhi carnali, mentre ero visibile solo ai discepoli perché i loro occhi furono aperti in quell’istante e uscimmo dal Tempio, lì vedemmo all’esterno del cortile un uomo nato cieco, cosicché quando venimmo nelle vicinanze, i discepoli mi domandarono: «Maestro, chi ha peccato: lui o i sui genitori, per essere nato cieco?»

72. La domanda se il nato cieco abbia peccato egli stesso, oppure se hanno peccato i suoi genitori, vi rivela la precisa conoscenza di questa legge della causa (ed effetto) tra gli ebrei che ci credevano saldamente. Che questa credenza fosse basata sulla verità, risulta dalla conferma attraverso la Mia risposta, avendo detto: né lui ha peccato, né i suoi genitori, ma è accaduto affinché le meraviglie di Dio fossero rivelate in lui; vale a dire che con quell’atto attraverso di Me, Io dovevo essere glorificato come Guaritore meraviglioso.

73. D'altra parte, in tal modo è provato che a causa della trasgressione nella sua vita precedente – poiché un figlio non può certamente commettere peccato nel grembo materno – il neonato figlio venne al mondo cieco.

74. Nondimeno, anche i genitori devono aver commesso una mancanza verso gli animali o gli uomini, danneggiando loro malignamente gli occhi; poiché né il figlio né i genitori sono puniti immeritatamente.

75. Che Giovanni abbia scritto solo che Mi nascosi e uscii al Tempio, il motivo è perché egli continuò a vederMi e non sapeva che ero scomparso fisicamente solo agli occhi dei farisei.

76. La dimostrazione che il karma della vita precedente trova molteplici punizioni nella reincarnazione, potrà essere visto su questa dissertazione nella ‘dottrina della reincarnazione’ che seguirà. Là voi vedrete che l’essere nato cieco è una punizione per essere stato spietato; – l’aspetto nano è la punizione per l'orgoglio della superiorità fisica; – lo storpiato è la punizione per l’abuso del talento della sapienza congiunta all'incredulità; – il gibboso[90] è la punizione per l'uso improprio del suo bell’aspetto che usava come richiamo per le sue azioni non spirituali; – i cretini come punizione per quegli uomini altamente istruiti che usavano le loro conoscenze per il peggioramento dei propri simili; – i nati sordi come punizione per l'arrogante invidia verso gli uomini istruiti; – il muto come punizione per aver soppresso delle opinioni giuste e corrispondenti alla verità nei discorsi pubblici; – i sordomuti puniti per aver espresso scherno e oppressione verso altri poveri sordi e i muti; – gli ermafroditi come punizione e profilassi verso la scandalosa vita sessuale nella loro vita antecedente.

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77. Matteo 7,12 / 22,39-40 «Tutto ciò che volete che gli uomini facciano a voi, fatelo anche voi a loro,  perché questa è la legge e i profeti».

78. Matteo 12,35-37: «L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone; il malvagio trae cose malvagie. Io però vi dico: “Nel Giorno del Giudizio gli uomini dovranno render conto di ogni parola inutile che esprimeranno”. In base alle vostre parole (e azioni) sarete giustificati, e in base alle vostre parole (e azioni) sarete giudicati. Non giudicate (qui ingiustamente), affinché non siate giudicati (nell'aldilà a causa della vostra ingiustizia)».

79. Matteo 7,1-2: «Con la misura con la quale (qui buono o cattivo) misurate, sarete misurati (nell'aldilà) come ricompensa poiché deve esserci giustizia».

80. Nel sermone del Monte, nella continuazione dell'insegnamento, dissi: «In verità, nessuno uscirà dalla prigione fino a quando non avrà pagato fino all'ultimo centesimo» (Mt. 5,26).

81. Quest’ultima citazione deve essere compresa spiritualmente: che nessuno verrà fuori dalla prigione spirituale dei suoi peccati, finché non si sarà sbarazzato completamente di questi, poiché i peccati sono la causa per l'effetto della sua morte spirituale, che è una prigione dell'anima.

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(parla Schumi): Come completamento del pentimento e della penitenza per la spiegazione di cui sopra, prendo la seguente dichiarazione secondo il Padre Gesù da un dettato di Ida K. in F. dell'11 maggio 1904, dove dice tra le altre cose:

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82. «In verità vi dico: "Non uscirete da lì finché non avrete pagato fino all'ultimo centesimo"», voglio dire che Dio non giudica i peccatori (né personalmente né specificamente) se giungono nell'aldilà senza aver conseguito il perdono. Sono loro a portare con sé il proprio giudice, e questo è la loro volontà non piegata e il loro cuore duro; questi li giudicherà così, come in passato avevano giudicato il loro prossimo e, con quella stessa durezza e inflessibilità, avanzerà poi verso di loro come un giudice egoista, percuotendoli con le loro stesse armi. La prigione è la notte nella quale l'anima (immatura) si troverà fino a quando non sarà pervenuta al completo riconoscimento dei suoi peccati, e con ciò al vero pentimento ed espiazione, questo è ciò che s’intende col pagare fino all'ultimo centesimo. Solo allora (l’anima) sarà liberata dalla sua notte e affidata alla bontà e alla misericordia di Dio; poiché Io come Padre non Mi posso impietosire di nessuno prima che non si rivolga a Me e cerchi il suo aiuto solo presso di Me. Vedi, così suona il senso di queste parole, ed è già spiegato spiritualmente in questa parola: «Non giudicate, affinché non siate giudicati!», e in un’altra: «Con la misura con la quale misurate, così sarete anche voi misurati». Perciò sta in voi stessi essere del tutto liberi di scegliere il taglio della spada, così la legge secondo la quale voi stessi giudicate, o di scegliere l'amore che è libero dal potere della legge e libero dal suo fare e lasciare. Per cui amate i vostri nemici, poiché l'amore è il divino in voi; – fate del bene a coloro che vi fanno del male, perché allora sarete perfetti come il Padre vostro nel Cielo è perfetto; – e pregate per i vostri persecutori e calunniatori (Mt. 5,44), perché con ciò saranno ben disposti e li convertirete, dal momento che riceveranno al posto del male, solo amore. Se in questa maniera con il modo di fare divino trasformate in bene il cattivo karma del nemico, l'effetto di questo karma per il vostro nemico diventerà redenzione dall'inferno; per voi invece la conquista del Cielo.

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83. Giovanni 5,28-29: «Viene il tempo in cui tutti coloro che sono nelle tombe (cioè nei peccati) ascolteranno la voce del Figlio di Dio (vale a dire saranno istruiti sulla legge dell'insegnamento divino da Cristo) – e il bene fatto (qui o là) verrà fuori per la resurrezione della vita; chi ha fatto del male, per la resurrezione del giudizio».

84. Giovanni 6,39-40: «Tuttavia, la volontà del Padre (o l'Amore di Dio) che Mi ha mandato, è questa: che Io non perda nulla di tutto ciò che il Padre mi ha dato, ma che lo resusciti all'ultimo giorno (o al giorno della morte, quando entra nel regno dello spirito). ‒ Sì, questa è la volontà del Padre Mio che Mi ha mandato, affinché chiunque conosce il Figlio (cioè ascolta l'insegnamento di Cristo) e crede in Lui, abbia la vita eterna (se adempie i Suoi insegnamenti e i comandamenti) ed Io (per questo) lo risusciterò all'ultimo giorno».

85. Paolo nella ‘Lettera ai Galati’ (Gal. 6,7-8) riassume l’intera legge della causa (ed effetto) dicendo: «Cari fratelli, non vi fate illusioni. Dio non si lascia beffare, poiché ciò che l'uomo semina, raccoglierà. Chi semina nella propria carne, raccoglierà dalla carne la corruzione. Chi invece semina nello spirito, raccoglierà dallo spirito la vita eterna».

86. Alla lettera ai Galati si aggiungono i seguenti passi nella ‘Lettera ai Corinzi’ (2° Corinzi 9,6): «Fratelli, chi qui semina misero, raccoglierà miseramente (nell'aldilà), e chi (qui) semina nella benedizione, raccoglierà anche (là) in benedizioni». E la stessa cosa ai romani: (Rom. 8,13) «Se vivete secondo i desideri della carne, allora morirete (spiritualmente); se invece per mezzo dello spirito dominerete gli impulsi (desiderosi) della carne, allora vivrete (spiritualmente)».

87 Consideriamo ancora un’altra espressione di Paolo. Egli scrisse ai romani (Rom. 6,23): «La morte è la paga del peccato».

88. Questa espressione rischiara il fatto che Adamo ed Eva hanno cagionato la morte del corpo di carne attraverso il peccato originale, poiché prima erano entrambi immortali perché senza colpa, ovvero più spiriti che uomini.

89. Questa espressione, applicata alle condizioni attuali degli uomini, significa semplicemente questo: che l'uomo diventa morto nello spirito attraverso il peccato, perché attraverso il peccare è diventato disobbediente al suo Spirito divino e si è voltato da Lui per la mortale materia della vita carnale, quindi è diventato morto nello spirito. Essere morti nello spirito significa comunque che l’uomo in questa condizione entra nell'aldilà e diventa un abitante dell'inferno. L’essere morto nello spirito è la causa per l'effetto per diventare un abitante dell’inferno.

90. Come esempio finale deve servire il seguente passo dall'Apocalisse di Giovanni (Ap. 3,12): «Del vincitore ne farò un pilastro nel Tempio del mio Dio, e non dovrà più uscire».

91. Questo versetto significa = chi una buona volta si è sbarazzato di tutti i peccati con il costante contrito proposito di non commetterli più, diventerà un degno portatore e Tempio dello Spirito di Dio che dimora nel suo petto, e perciò con la vera conoscenza di Dio non peccherà più. – In questo karma il proposito penitente e costante di non peccare più è la causa per l'effetto, cosicché un uomo diventa un campione delle virtù e un puro Tempio di Dio.

92. Giovanni 4,36-37: «Chi raccoglie (nello spirito) riceve la sua ricompensa (per ciò che ha fatto nell'amore) e raccoglie i frutti per la vita eterna, cosicché, tanto il seminatore (nella carne) quanto (dopo) il raccoglitore (nello spirito) si rallegreranno, poiché qui c’è la vera massima: uno semina (quando ancora vive nel mondo) e l'altro raccoglie (come spirito, quando è tornato a casa)».

93. Non appena entrerete nell'aldilà, riceverete la vostra ricompensa spirituale come mietitori della vostra stessa semina sulla Terra, e raccoglierete il frutto per la vita eterna, in modo che chi semina qui e chi di là raccoglie, si rallegrino insieme in una sola persona. – Infatti, qui c’è la vera massima, cosicché c'è un altro che qui semina e un altro che lì raccoglie (Gv. 4,36-37) perché l'uomo, come persona corruttibile, semina sulla Terra, e come incorruttibile, ma è la stessa individualità, raccoglie nell'aldilà. (1° Cor. 15,52-54)

94. La dottrina del karma, sebbene non sotto questo nome, è sempre stata insegnata nella religione cristiana, poiché si insegnava che il credente andrà in paradiso o nel Cielo, il malvagio invece nell'inferno, e vedete, questa è certamente la dottrina del karma, ovvero causa ed effetto.

 

 

30/9 - Controllare i pensieri negativi che attirano spiriti negativi e peggiorano il karma

Graz, 10 giugno 1902

95. Se l'uomo produce opere d’amore per il prossimo, allora attira a sé gli spiriti dell'amore, poiché tutto ciò che l'uomo fa per amore trova risonanza nel Cielo dell'Amore, laddove Mi ergo Io maestosamente. Da lì attira a sé gli spiriti dell'amore dal Cielo supremo, perciò c’è quel senso di gioia dopo un atto d’amore, se è stato effettuato nel Mio Nome, dal momento che Io stesso Mi rallegro e anche gli spiriti trovano in questo la loro soddisfazione, se vedono che è stato fatto o è stato dato per amor Mio.

96. Se invece l'uomo pratica delle opere che sono uguali a quelle che gli spiriti infernali hanno praticato e stanno ancora praticando, allora attira nel suo circondario gli spiriti infernali, e perciò anche i sentimenti opposti dell'uomo con l’operare azioni malvagiamente peccaminose.

97. Non si creda che alcuni peccati siano piccini e insignificanti. Io vi dico: in verità, in verità, non c'è nessun peccato che non troverà la sua risonanza all'inferno. Le buone azioni continuano a operare del bene attraverso i secoli, i millenni e nei tempi eterni, poiché rimangono eternamente come modello di nobili sentimenti e azioni esemplari. Altrettanto le opere malvagie e peccaminose operano continuamente del male e del peccaminoso, poiché, come le azioni, così i suoi frutti, dal momento che le azioni peccaminose sono accompagnate dagli spiriti maligni e vengono trapiantate inoltre nel regno degli spiriti, e quindi generano molte cose peccaminose che sono sorte da un singolo peccato.

98. Ora voglio mettervi in chiaro in quale modo gli spiriti ottengono la conoscenza del vostro buono e peccaminoso karma. Questo avviene attraverso differenti luci, vale a dire:

- I )      L'amore mostra una luce giallo fuoco; – l’odio una luce cupa, visibile solo spiritualmente.

- II )     L'umiltà mostra una luce giallo-bianca; – l’orgoglio una luce rosso scuro.

- III )    La pazienza mostra una luce violetta; – l’ira una luce rossa.

- IV )   La misericordia mostra una luce arancio chiaro; – la spietatezza, come l'odio, mostra una luce scura, visibile solo spiritualmente.

- V )     La pudicizia mostra una luce bianca come la neve; – l’impudicizia, i pensieri e le azioni impudiche, hanno una luce giallo scuro.

- VI )   La natura pacifica consiste principalmente di amore, umiltà e pazienza, e il suo colore è luce violetto chiaro; – invece la smania di litigare mostra una luce rosso scuro come la superbia.

- VII ) L'altruismo mostra una luce di colore arancione chiaro; – l’egoismo una luce arancione scuro.

- VIII ) La sapienza mostra una luce azzurro chiaro.

99. Ai colori dei vizi si dispongono le caratteristiche congiunte. Così ad esempio l'egoismo è il punto centrale dell’avidità, dell’usura, del furto, della rapina e così è anche con altri peccati o vizi congiunti, cosa che poi attira gli spiriti che ossequiano questo o quel genere di vizio.

100. Così gli spiriti vengono attratti e si avvicinano dalle più vaste lontananze alla velocità del pensiero, perciò il rapido montare dell’ira, dell’arroganza, dei pensieri impudichi e altri vizi, se si comincia a pensare ad essi, perché gli spiriti s’intromettono come eccitatori con la loro forza spirituale e si sforzano di imporre la loro volontà. Per questo motivo l'uomo spesso va completamente fuori di testa, tanto che nella sua collera non è più padrone dei suoi sensi e della sua ragione per commettere le passioni più basse, non essendo più in grado di pensare alle conseguenze dell'azione.

101. Quindi già qui sulla Terra il pensiero diventa la causa per l'azione dell’atto; e così i pensieri malvagi dell'uomo sono la causa per l’attrazione di quegli spiriti affetti dagli stessi pensieri, i quali sono attratti a perpetrare quei peccati che aggiungono cattive conseguenze tanto agli uomini come anche agli spiriti: innanzitutto perché l'uomo ha peccato contro il prossimo, e poi contro se stesso, poiché si è seppellito più profondamente nei peccati; inoltre ha attirato gli spiriti affinché anche questi peccassero. E così ha commesso continuamente una triplice violenza, poiché è anche responsabile della perpetrazione dei peccati attraverso gli spiriti, perché ha dato e concesso loro l'occasione di commettere altri peccati e quindi è stato mediatore e compagno dei peccati in ciascuno.

102. È quindi la più grande missione soffocare sul nascere tutti i pensieri impuri e senza amore, affinché non sorgano dalle cause quegli effetti e conseguenze che difficilmente si potranno rendere di nuovo buone. Perciò curate il vostro giardinetto del cuore con ogni precauzione, e non lasciate venir dentro animali selvatici e irruenti di dispotica sapienza intellettuale, affinché il seme buono e nobile possa germogliare, crescere e svilupparsi a fiore; altrimenti non raccoglierete frutti con i quali procurarvi il Regno di Dio.

 

 

30/10 - La giusta ricompensa delle opere buone o cattive nell'aldilà

Graz, 19 agosto 1902.

103. Paolo scrisse nella ‘Lettera ai Galati’: «Ciò che l'uomo semina sulla Terra, lo mieterà nell'aldilà» (Gal. 6,8). E in effetti questo è vero, se l'uomo non si sforza di distruggere già nella vita terrena gli effetti e le conseguenze che si sviluppano dalle cause dei peccati commessi, che nel regno dello spirito appaiono come salario se al momento giusto, con la preghiera, non chiede perdono di tutto il male commesso al prossimo dopo il risarcimento del danno, e l’estingue chiedendo ammenda a Dio, il cui effetto, però, lo avrà solo se ciò avviene con il vero proposito di non commetterli più e attraverso il corrispondente pentimento.

104. Se invece non si chiede perdono, non si risarcisce e non si sconta la penitenza prescritta, allora l’evento grava come causa per l’effetto e le sue conseguenze, fino a quando non troverà il suo adempimento nel regno dello spirito. E di fatto, l’adempimento avverrà lì, poiché deve esserci una giustizia, e quindi anche una punizione per i misfatti e per i peccati commessi.

105. Se nella legge non ci fosse allo stesso tempo la ricompensa per le opere buone e la punizione per quelle cattive, si potrebbe sostenere con pieno diritto: o non c'è nessun Dio, oppure Egli non è onnisaggio. Quindi sta proprio nell’adempimento del bene o del male, per la ricompensa o per la punizione.

106. Io, quale Legislatore e ‘la vita’ nell’uomo, so esattamente come ogni azione nel regno dello spirito deve essere ricompensata o punita. Certamente non esiste una pubblica corte di giustizia come davanti a un giudice sulla Terra, ma le condizioni nelle quali l'uomo viene trasferito dopo la sua morte carnale, sono appunto (l’ultimo) giudizio, o di ricompensa o di punizione per i peccati e le azioni commesse.

107. Ovviamente, gli effetti del giudizio non si vedono molto esteriormente, ma tanto più sono rappresentati interiormente. E quanto più l'effetto si propaga, tanto più lo spirito soffre dolori interiori, tanto più è tenebroso e furibondo, e quindi tanto più pericoloso è quando si attacca a un uomo vivente, il che significa che lo rende posseduto. Guardate gli effetti di un tale spirito infernale sul folle, sul pazzo furioso e sull'epilettico, poiché questi sono quasi tutti posseduti da spiriti che nella loro vita terrena hanno condotto una vita di senso grossolano o peccaminosa e delinquenziale. Considerate inoltre le scene infernali che si svolgono in alcuni circoli spiritici quando, alle sedute, partecipano persone grossolane, perverse, lascive, delinquenti, altezzosi, egoisti e simili.

108. Tali diavoli terreni attraverso il loro fluido luminoso attirano vicino a sé gli spiriti infernali di pari sentimenti, e poi con lo scrivere (il ricevuto medianico) si evidenziano epiteti[91] di asino e bue. – Nella catena volano anche ceffoni, percosse, rottura di mobili e utensili, lo sparpagliare qui e là di oggetti pericolosi, il rotolare qui e là del medium per terra, gli stravolti storcimenti della faccia del medium, poiché talvolta egli viene completamente posseduto da tali spiriti, e altri simili danni cagionati dagli effetti degli spiriti attratti lì. Tali fatti sono noti nei circoli spiritici. Nondimeno, non si vorrà certamente sostenere che qualcosa del genere derivi dagli spiriti buoni?

109. Spiriti buoni e progrediti non mentono. Cosa sono allora gli spiriti bugiardi, forse diversi dagli spiriti maligni o infernali, dal momento che vi raccontano differenti bugie? Anzi, con la cultura del XIX e XX secolo si è arrivati al punto che quasi tutti gli uomini sono in qualche modo posseduti da spiriti affini, anche se non mostrano i sintomi della possessione o della follia.

110. Guardate le opere della cultura del presente, e riconoscerete che solo dei diavoli maligni in forma umana hanno creato nel mondo tali condizioni di oppressione, di sfruttamento e di bavaglio del popolo, come anche insegnamenti e condizioni scellerate. E questi, non dovrebbero essere diavoli quando entreranno nel regno degli spiriti? Certamente non sono nient’altro che diavoli maligni che, se rendono gli uomini posseduti, li raddoppiano nella malvagità di praticare la mancanza d'amore.

 

 

30/11 - Il luogo di dimora degli spiriti  nell’aldilà in rapporto alle opere

Graz, 8 giugno 1902

111. Un uomo che ha vissuto qui come peccatore o criminale, nel frattempo può anche aver praticato opere d’amore per il prossimo, ma giunto nel regno dello spirito la bontà in lui non può essere separata dalla cattiveria, ma rimane legata a lui fino a quando non si è liberato del male attraverso penitenza e opere d’amore per il prossimo. Quindi il bene non può ottenere la ricompensa finché l'intero uomo non diventa puro e nobilitato.

112. I chiaroveggenti vedono corpi simili ai cadaveri e credono che i cadaveri siano di spiriti, di cui buona parte vive nel Devachan[92] o ‘Regno di Dio’. Questa opinione è completamente falsa, perché questi cadaveri sono gli stessi spiriti maligni che giacciono tranquilli in una condizione simile agli idioti, e questi sono simili agli spiriti del secondo inferno. Se questi vengono animati col richiamo in se stessi, allora uno può diventare pazzo, epilettico, soprattutto non completamente normale, bensì impazzito. – Tuttavia ci sono eccezioni anche nel secondo inferno, perciò lì c'è solo una piccola parte di tali diavoli, mentre i restanti sono solo arcimaligni.

113. Nessuno spirito è diviso, bensì ogni spirito, dove si trova, lì è intero. Come potrebbe, secondo l'insegnamento buddista, una parte dell'uomo essere in Cielo o nel cosiddetto Devachan, e l'altro nell’Avitchi o inferno? Tentare di dividere un uomo, come potrebbe allora vivere? L'uomo ha un solo corpo spirituale, e non due. Come potrebbe dimorare questo ‘corpo’ in due regioni del tutto differenti?

114. Certamente lo spirito dell'uomo che dimora nel cuore dell'anima è lo Spirito di Dio stesso, ma questo rimane in tutte le eternità unito all'anima, sia che dimori all'inferno, nel paradiso o nel Cielo, perché Egli forma la vita dell'anima, dal momento che prende origine dall'Amore fondamentale di Dio, il cui Amore è il Padre in Dio.

115. Questo Dio per Se stesso è sempre in condizioni uguali a Dio, ovunque possa essere, non così l'anima, poiché questa è del tutto e perfettamente lì dove essa è, sia nella sofferenza che nella gioia.

116. Se si vuol immaginare chiaramente l’essenza di uno spirito, allora deve essere presa la regola e presentata in base ai fatti a voi noti sulla Terra, e questa è:

117. “Se il servitore di un ricco signore serve il suo padrone con fedeltà e diligenza per trenta o quaranta anni instancabilmente, il ricco signore quando vede che il servitore ha sacrificato per lui l’intera vita, alla fine lo ricompenserà rendendolo libero da tutte le preoccupazioni dell’esistenza, così che potrà godersi tranquillamente la sua vita e dilettarsi nella natura di Dio, secondo gioia e piacimento”.

118. Questo piccolo esempio mostra da un lato come Io, il Signore, ricompenso un fedele e diligente servitore che è vissuto come Me nell’amore e nella gioia, mentre dall’altro lato, se un servitore è infedele, corrotto e malizioso, certamente alla fine il suo padrone non ricompenserà il tempo di servizio con la donazione di una casa o qualcosa di simile, ma piuttosto lo lascerà andare al suo destino. Dunque, quando il servitore è vecchio e incapace di lavorare, allora passa nel bisogno, nella miseria, con fame, freddo e in ogni possibile inconveniente, e deve soffrire continuamente.

119. Così anche un'anima vissuta nel mondo in modo non spirituale deve passare nell'aldilà nella punizione e rimanervi fino a quando, dopo lunghe sofferenze e privazioni, diventerà matura per fare il bene e per disporre la vita secondo i Miei comandamenti.

120. Se (l'anima) è tanto maturata, cosa che spesso il processo dura molti secoli nell’effettiva miseria, fame, sete e sofferenza dei più differenti dispiaceri, e nell’infuriare piena di disperazione, nella collera e nel risentimento per lo stato doloroso senza fine per l’oscurità e per i differenti avvenimenti infernali che qui si ripetono sotto (ulteriori) rabbiosi spiriti infernali, allora le viene un aiuto solo attraverso insegnamenti su cosa lei (l’anima) deve fare per liberarsi dalle sue tristi condizioni.

121. Ogni altra informazione sull'aldilà non è corrispondente alla verità. La verità posso darla solo Io, poiché Io vivo in ogni anima, e non gli osservatori da lontano o dal di fuori.

122. Dalle presenti spiegazioni si rivela che, come l'albero cade, così rimane a giacere (una massima dell'apostolo Paolo); ovvero, come l'uomo ha vissuto, così muore, e che le sue azioni lo seguono nell'aldilà. Se sono buone, allora raccoglierà del buono; se sono cattive, lo aspetterà solo del cattivo. Come sono fatti i suoi peccati, incapperà in siffatta compagnia.

123. Diventare un angelo tra i diavoli è ben difficile, perciò è anche lento il procedere delle anime nel regno degli spiriti. – Quindi ognuno cerchi di essere buono, affinché non debba mai pentirsi del suo modo di vivere.

124. Come va agli spiriti nell'aldilà fino a quando non raggiungeranno la loro meta spirituale, ve lo insegnano i Miei relativi libri che vi danno informazioni sulle conduzioni di quegli spiriti; quindi rileggete i dettagli in questi.

 

 

30/12 - Il karma della fede in Dio-Gesù

Graz, 18 maggio 1902

125. Se l’uomo è pieno di fede che questo o quello sia giusto e poi non esamina se il suo credo si basa anche sul fondamento della verità, allora nell’uomo si sviluppa un corpo di fede, il che diventa per lui un vincolo e quindi un giudice della sua fede. Qui si conferma la massima di Paolo: «Ciò che semini sulla Terra, raccoglierai nell'aldilà» (1° Corinzi cap.15).

126. Tutti quei popoli e uomini che conoscono il Mio insegnamento ma non credono, decadono nel giudizio della loro stessa fede, specialmente quelli che non riconoscono Me, Gesù, come Dio Padre.

127. È noto che ogni buon padre ama i suoi figli e che per lui è la più grande gioia quando siede in mezzo a loro, quando s’intrattiene con loro ed accoglie le loro parole e le loro carezze. E così anche i figli hanno la più grande gioia quando possono intrattenersi col padre loro, stringersi affettuosamente a lui, sedersi in grembo, abbracciarlo e accarezzarlo.

128. Solo il padre con i suoi figli e i figli con il loro padre hanno tale diletto; servitori ed estranei non hanno nessun diritto a questa grande gioia, anche se dimorano nella casa ed hanno determinati diritti domestici.

129. Nel Vecchio Testamento si diceva: «Nessuno può vedere Dio e vivere, perché Egli è un fuoco divorante», vale a dire l'Amore; infatti, Dio in Sé è il più puro Amore, che è un fuoco spirituale, e questo Amore nello stato assoluto ha un effetto distruttivo per il materiale corpo di carne, perché nessuno può sopportare la beatitudine dello sconfinato godimento dell'Amore divino, se non è convenientemente mitigato, senza il rischio di fatali perdite di sensi.

130. Secondo questo fatto, sarebbe impossibile per l'uomo vedere Dio nella carne; ma a Dio tutto è possibile, perciò nel Vecchio Testamento sono apparso cinque volte nella persona di un angelo, attraverso il quale ho parlato ed ho annunciato agli uomini la Mia Volontà.

131. Con l’incarnazione nella persona di Gesù Mi son creato un proprio corpo, attraverso il quale Io stesso ho vissuto e operato come Uomo, e con la resurrezione ho trasformato questo corpo di carne in corpo spirituale, e da quel momento sono un perfetto Dio-uomo spirituale, uguale alle forme dei Miei figli dimoranti presso di Me.

132. Ecco perché ho chiamato tutti coloro che adempiono la volontà dello Spirito di Dio d'Amore, Miei fratelli e sorelle.

133. Io, Gesù, ero formato altrettanto come ogni uomo, tuttavia con la differenza che ero spiritualmente un perfetto Dio-uomo, e quindi Uno con Dio, per cui gli uomini avranno bisogno di milioni e milioni di anni per diventare in ogni cosa, Uno con Me. La Sapienza e l'Onnipotenza sono proprietà speciali della Mia Paternità divina, le quali sono irraggiungibili, ma in caso di bisogno possono comparire unite con Me anche attraverso un ‘figlio’, perché in Me (Gesù) la Divinità si è incorporata personalmente così che Io stesso sono Dio, ma dimorante in quel corpo umano.

134. Io sono quindi il portatore della Divinità stessa e con ciò la Santa Trinità di Dio di nome “Amore”, “Sapienza” e “Onnipotenza” che, nella rispondenza spirituale, è chiamato Padre, Figlio e Spirito Santo. E poiché ora come portatore di Dio Padre, come l'essere fondamentale in Dio, sono Io stesso, e come Spirito appaio come ogni altro uomo in Cielo, sebbene incomparabilmente più alto nelle caratteristiche divine, allora è evidente che con ciò, Dio attraverso di Me è diventato un Dio visibile, poiché Io, quale Suo portatore, sono un rappresentante di Dio e Dio stesso.

135. Da ciò, segue ed è fondato in Me, che chi crede in Me, Gesù, come Dio Padre, chi Mi ama come Tale con tutte le forze e fa la Mia Volontà, come spirito avrà la grazia di vederMi e, come figlio Mio, se le virtù sono abbastanza progredite, dimorerà presso di Me nel Cielo supremo, perché questo è il Cielo dei figli dove Io soggiorno e dimoro come Padre tra loro.

136. La grazia di dimorare nel Cielo dei figli e guardarMi faccia a faccia, è inconcepibilmente superiore nel godimento, beatitudine e gioia deliziosa, che nel primo e secondo Cielo, perché in alto sui due Cieli della sapienza vengono quei popoli e quegli uomini che non Mi conoscono, o che non possono credere che in Cristo, Dio stesso è diventato un Uomo che ha dimorato tra gli uomini, che ha insegnato la Dottrina dell'Amore e alla fine ha dato il Suo sangue e la sua vita sulla croce per loro, per liberarli dallo strazio della sofferenza e della morte sulla croce che la Santità o la Sapienza in Dio avevano inflitto all’intera razza umana in seguito alla colpa di Adamo.

137. Quindi i credenti in Cristo, come Dio, sono chiamati a diventare figli di Dio ed eredi dei regni celesti che vedete nel cielo stellato di notte. La fede li rende dèi e re di mondi giganteschi e, allo stesso tempo, creatori di nuovi mondi; e quanto più felici sono le condizioni, tanto più si uniscono con Me attraverso l'Amore.

138. Quei popoli e uomini che non Mi conoscono o non vogliono credere che in Me (Gesù) sono Dio, questi, in rapporto alla beatitudine, sono come i servitori di un alto signore, che però non vedono mai personalmente. Essi non hanno diritti come i figli. In Cielo sono i diseredati dell'eredità del loro alto Signore, fino a quando non crederanno in questo Signore in Gesù Cristo come loro Dio e Padre e lo ameranno. Tutti coloro che considerano Me, Gesù Cristo, solo per un insegnante di religione e saggio dell'Oriente, riflettano bene come sono al riguardo!

139. Essi vengono ben istruiti su questo per un certo tempo, e tuttavia non si voltano volentieri alla verità loro presentata; perciò nei rapporti rimangono come servitori o come le donne di servizio, e non hanno i vantaggi che vengono concessi ai figli del Padre Celeste.

140. Qui la fede è il grande karma con la sua causa ed effetto, dove l’uno degrada se stesso a ‘domestico’, mentre l'altro diventa ‘figlio’ super felice. La fede dell'uno come dell'altro è per lui l'effetto più determinante per l'oracolo, perciò ognuno, per diventare un figlio di Dio, viene messo in guardia a non sbarrarsi la propria via con certe credenze sbagliate, poiché, come detto sopra, i servitori non hanno diritti come li hanno i figli, e quindi sono esclusi dall'eredità fino a quando non avranno raggiunto la figliolanza attraverso la fede in Me, Gesù, come Dio Padre.

141. Io come Dio Padre distribuisco i Miei doni e le grazie paterne solo a coloro che Mi considerano come Padre loro e Mi amano intimamente. A quelli che invece non Mi riconoscono come loro Padre o Creatore spirituale, non posso dare nessuna figliolanza, poiché oltre a Me, non c’è nessun’altro Dio Padre, ed essi, non riconoscendoMi come Tale, neanche Mi considerano come Padre e quindi neanche Mi amano, e di conseguenza non c'è neanche figliolanza di Dio per loro.

142. Questo è dunque il grande oracolo del karma della fede, per cui la causa mostra il gigantesco effetto che, come un giudice inesorabile, separa gli uomini dagli uomini, dove gli uni stanno nella posizione dei godimenti e diritti sull’eredità come i figli del Padron di casa, gli altri stanno invece tanto in basso nei godimenti e nei diritti, come lo sono i domestici nei confronti dei figli.

143. Cari figli, prendetevi a cuore questa rivelazione così eccezionalmente alta, affinché in futuro sappiate come determinare e formare il vostro destino, poiché ciò che seminate qui, raccoglierete nell’aldilà. Amen!

 

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Cap. 31

Insegnamenti sulla reincarnazione

 

31/1 - L’insegnamento induista della reincarnazione

1. Gli induisti[93] vennero a conoscenza della reincarnazione nel 22° secolo dopo la creazione di Adamo e precisamente dai discendenti di Noè che si diffusero in India.

2. I maestri induisti sono servitori formati verso l’alto attraverso l’ascetismo dello spirito del loro io, mortificando i loro corpi per tutto ciò che è terreno con l’ascetismo o l’uccisione della brama della carne, rendendola docile allo spirito. Essi sono instancabili in questa mortificazione, che è la missione della loro vita. Per mezzo di ciò l’anima viene resa vivente e si può estendere oltre la vita ordinaria, e così diventano chiaroveggenti, chiaro udenti e chiaro percepenti, una conseguenza naturale della mortificazione della carne di lunga durata a favore dell’animazione dell'anima.

3. Se l'anima ha raggiunto il perfetto predominio sulla carne, allora emerge la sua assoluta attività e peculiarità, poiché l’anima nello stato assoluto è creativa, e ciò che essa vuole irrevocabilmente, accade. Inoltre, tali adepti della formazione spirituale vengono istruiti da coloro che sono già iniziati in tutti i misteri, e così giungono a tutti gli artifici immaginabili del mondo degli spiriti. Però, non tutti sono ugualmente progrediti, bensì ci sono alcune differenze tra loro.

4. Il loro progresso spirituale conseguito forzatamente attraverso l'ascetismo, è privo di purezza della conoscenza in tutti i misteri spirituali; allora un cristiano rinato è molto migliore in questo, perché in ciò possiede la Mia grazia speciale per la spiritualizzazione effettuata che si è ottenuta senza ascetismo, quindi con uno sforzo molto maggiore, mentre in India esiste un'auto-costrizione che Io non approvo.

5. Anche i Mahatma induisti hanno la parola interiore, come i medium cristiani del Padre, ma è non così efficiente, perché il loro modo di vita rende più omaggio alla sapienza, mentre quello dei medium del Padre all'Amore, e l'Amore è il Padre in Dio.

6. Infatti, essi attendono troppo poco all’amore, perciò sono più indirizzati alle proprie osservazioni, che però diventano in molteplici modi molto ingannevoli. Essi conoscono ciò che vedono e ascoltano loro stessi, ma chiedono molto poco la Mia illuminazione, perciò le falsità nell'insegnamento induista. Verità e menzogne si mischiano, e perciò le assurdità di alcuni insegnamenti e disposizioni.

7. I maestri della religione induista insegnano che l'uomo deve entrare nella carne (reincarnazione) tanto spesso, finché non ha raggiunto il suo scopo. Secondo il loro insegnamento ogni incarnazione è la conseguenza dell'azione di come ha vissuto nella sua ultima incarnazione, il che nel linguaggio induista è chiamato ‘karma’,

8. Il karma deve quindi essere la causa per cui l'uomo viene di nuovo nel mondo, per portare la sua vita dall'ultima incarnazione in una migliore formazione spirituale, e così slanciarsi più in alto.

9. Ad esempio, se l'uomo nell'ultima incarnazione era un sovrano e quindi una persona altamente altezzosa che considerava i suoi sudditi come suoi schiavi, allora desidera diventare l'opposto in seguito a questo karma, e quindi si reincarna come lavoratore, al fine di opprimere, diventando sottomesso, la sua alterigia e la sua prepotenza. E così va in sempre peggiori condizioni di come erano le precedenti.

10. Se invece era un artista, un erudito, un dottore, ecc., allora vorrebbe ri-dedicarsi nelle stesse posizioni, ma… s’imbatterà in genitori giusti? Questa è la domanda; quindi diventerà una faccenda rischiosa.

11. Ora si pensi alla reincarnazione che si deve ripetere ogni 1000-1500 anni per essere finalmente felice, allora si potrà contare lunghi millenni fino a quando qualcuno avrà raggiunto la sua fortuna!

12. Che il Dio cristiano sia lo stesso dell’induista, nessuno lo metterà in dubbio; ma un dato di fatto è questo: la religione buddista-induista l’ha fondata un uomo peccaminoso! La cristiana, invece, Dio stesso, e in questa è l’Amore il comandamento principale, e chi adempie gli ordinamenti dell'Amore può giungere in pochi anni là dove i buddisti avrebbero bisogno di molte migliaia di anni.

13. Nel regno degli spiriti c'è la continuazione della vita come sulla Terra, ma senza (il corpo di) carne. Gli stessi vizi, brame carnali e passioni che il defunto coltivava nella carne, li porta con sé e continua a vivere in questi.

14. Queste caratteristiche si devono sopprimere e mutarle in amore, umiltà, pazienza, altruismo, misericordia e castità, e allora il Cielo si conquisterà. L'unica condizione accanto a questa, è che là va molto, molto più difficile e più lentamente, perché là ci sono parecchi ostacoli spirituali che non sulla Terra.

 

 

31/2 – La dottrina della reincarnazione nel Vecchio Testamento

Graz, 20 maggio 1902

15. Le più antiche testimonianze bibliche, come lo potete notare nella discussione sull'insegnamento della cabala[94] ebraica, sono di una data molto posteriore, sebbene gli ebrei ne abbiano avuto notizie antichissime che gli uomini muoiono e rinascono. Questi passi sono:

16. Salmo 90, 2-3 (anno 1026 a.C.): «Signore Dio, tu sei il nostro rifugio di generazione in generazione! Tu che lasci morire gli uomini e dici: tornate di nuovo, figli degli uomini». – Qui David presenta la reincarnazione di se stesso, vedi Ezechiele!

- I ) Ezechiele 34,23 (anno 587 a.C.): «Allora Io (Jehova) susciterò loro un solo pastore che li pascolerà, vale a dire il Mio servitore Davide; egli li pascolerà e dovrà essere il loro pastore». – Questa notizia sulla reincarnazione di David è stata data solo simbolicamente sul seme di David in Gesù, come rappresentanti spirituali e pastori delle anime di tutti gli uomini.

- II ) Malachia 4,5 (anno 440 a.C.): «Ecco, Io vi mando il profeta Elia, prima che venga il grande e terribile giorno del Signore». – Questo passo indica la venuta del Messia, su cui forniscono i dettagli relativi a ciò i passi in Matteo, Marco, Luca e Giovanni.

- III ) 2° Maccabei 7,23-29 (anno 184 a.C.) «Colui che ha creato il mondo e tutti gli uomini, vi restituirà benignamente il respiro e la vita». – Così parlò la madre ai suoi sette figli, che Antioco martirizzò. E quando fu la volta del figlio più giovane, disse: «Perciò non ti spaventare dinanzi al carnefice, ma muori volentieri come i tuoi fratelli, che il misericordioso Dio ti renderà di nuovo vivente insieme a loro e vi darà di nuovo a me».

17. In queste poche parole si scorge che la dottrina della reincarnazione ebraica non è di origine induista, poiché gli induisti posero lo spazio di 1000 fino a 1500 anni tra una reincarnazione e l’altra, mentre in ‘Maccabei’ (2° Maccabei cap.7) la madre sperava di riavere subito i suoi figli ancora nella sua vita, e questo insegnamento è più corretto di quello induista, poiché per Me, che lascio rientrare l'anima nella carne, nessun tempo è determinante, ma tutto accade secondo le circostanze, quindi qualcuno può morire e subito rinascere, oppure solo dopo molti anni, o anche mai più. – Io non Mi lascio fare dagli uomini nessuna prescrizione, e nessuno senza la Mia Volontà e il Mio permesso può entrare di nuovo nella carne. Questo è il vero insegnamento del karma e della reincarnazione, e nessun altro!

18. Dal momento che gli ebrei riconoscevano pubblicamente la dottrina della reincarnazione, essa era ovviamente insegnata dai sacerdoti del Tempio, e quindi era ben nota al popolo. Pertanto, nel suo insegnamento segreto denominato ‘Cabala’ (quello ebreo), trovate due insegnamenti molto accentuati stabiliti quale tesi, vale a dire:

() «Che l'uomo viene portato davanti al giudizio di Dio, già prima di entrare nel mondo».

19. Questo insegnamento contiene il karma come presso gli induisti, poiché in queste parole è chiaramente espresso che l'uomo è un peccatore, un delinquente, dal momento che prima della nascita viene portato davanti al giudizio di Dio, e in questo sta la prova che egli deve già aver vissuto e peccato prima come uomo, poiché un essere trasformato dall'anima di un uccello in un'anima umana, colui che entra nella carne (umana) non avrebbe peccati, per essere portato davanti a un giudizio. – Questa tesi nella cabala come scuola esoterica degli ebrei, contiene in sé il senso di una precedente azione o karma, che per l’appunto è la causa all’effetto, così che il peccatore venga portato dinanzi a un giudizio.

20. Con l’insegnamento del karma si collega naturalmente la reincarnazione, poiché è questo che la cabala indica in una frase insegnandolo ulteriormente:

() «Tutte le anime sono assoggettate alla migrazione e gli uomini non conoscono le vie del Santo (Jehova Zebaoth); esse non sanno che saranno portate davanti al giudizio prima di entrare in questo mondo, come neanche dopo averlo lasciato; esse non conoscono le molte trasformazioni e le prove segrete che devono sostenere» (Sohar II,99b e 199b).

21. Sebbene i farisei e i maestri segreti tra gli ebrei, detti ‘cabalisti’, credessero nel karma e nella reincarnazione, il loro insegnamento non era tuttavia così chiaro come l'ho annunciato agli uomini nei dettati teosofici cristiani attraverso Jakob Lorber[95].

22. Lo potete vedere dagli scritti dello storico ebreo Giuseppe Flavio, il quale, dopo la distruzione di Gerusalemme scrisse e intitolò l’argomento ‘Antichità giudaiche’[96].

23. In questo testo (18,1-3) sta scritto: «Secondo l'insegnamento dei farisei le anime sono immortali, e dopo la morte li attende uno stato di retribuzione : ricompensa per le virtù, e punizioni per i vizi. Per i virtuosi c’è il facile ritorno alla vita [...] essi passano solamente in un altro corpo; al contrario, le anime dei viziosi vengono martoriati con la pena eterna».

24. Anche Giuseppe Flavio, che era lui stesso un ebreo, credeva in questo insegnamento e trasmise alle generazioni future queste sue convinzioni nei suoi scritti sulle guerre che i romani intrapresero contro i giudei (de bello Jud. III. 5).

25. L'affermazione che i depravati vengono tormentati nell'eterno martirio, è compresa in maniera non giusta, poiché non appena lo spirito malvagio modifica il suo modo di pensare e fa contrizione e penitenza in tutta serietà, viene liberato dal tormento eterno attraverso se stesso, dal momento che in quel caso gli offro la mano soccorritrice attraverso i Miei angeli, i quali lo istruiscono e lo guidano verso l'alto in condizioni sempre più elevate e migliori.

26. C'è eterno affanno, ma non eterno tormento, perché questo contraddirebbe l'eterno Amore e la misericordia in Dio, e si farebbe di Dio un eterno spietato tiranno. Eterno Amore e misericordia, ed eterna spietata tirannia sono due concetti decisamente inconciliabili in Dio, perciò quest'ultima non esiste.

27. La dottrina della reincarnazione karmica presso gli ebrei è datata dal 12° secolo dopo la creazione di Adamo, perché la reincarnazione iniziò allora, laddove gli adamiti come Lamech, il padre di Noè, sua moglie Ghemela e altri, come un giorno Enoch, avevano la parola interiore. Con Noè questo è dimostrato perfino biblicamente, quando s’informarono sul soggiorno dei loro defunti; e allora accadde che anch’essi domandarono di quelli che già ri-vivevano tra loro, anche se con un’altra fisionomia, poiché l’uomo di solito mescola il precedente viso con quello dei suoi (nuovi) genitori e così si rende irriconoscibile. Questo deriva dalle impronte dei genitori sull'anima, la quale forma il corpo di carne nell’uomo. L'anima riceve l'intelligenza dallo spirito di Dio, che di solito riproduce il differente aspetto e il volto secondo i genitori, e precisamente i fanciulli secondo la madre, invece le fanciulle secondo il padre, con ciò sorgono le diversità delle fisionomie, ma non tutte le volte, perché dipende proprio dalla volontà di Dio. – Anche il reciproco stato d'animo dei genitori gioca spesso un ruolo determinante nella formazione del viso. – Invece l'anima conserva sempre la sua fisionomia originaria, indipendentemente da quante reincarnazioni possa aver attraversato.

 

 

31/3 - La reincarnazione è una dottrina confermata

Graz, 17 settembre 1902

28. Dalla diffusione dei messaggi spiritistici e del movimento buddista-teosofico, la conoscenza della re-incorporazione o reincarnazione è penetrata nei vasti strati del popolo, – ma anche le Mie parole paterne v’insegnano che hanno luogo reincarnazioni dei defunti. Quindi questo è un fatto da ogni parte confermato, a cui bisogna credere, dal momento che Io stesso ve lo insegno e lo confermo.

 

 

31/4 – La dottrina della reincarnazione è espressa nel Nuovo Testamento

Graz, 22 maggio 1902

29. La dottrina della reincarnazione presso gli ebrei era una faccenda nota tra il popolo, poiché tutti la conoscevano, e un insegnamento specifico della stessa sarebbe stato inutile.

30. Anche nel cristianesimo non fu particolarmente insegnato, perciò la sua conoscenza si perse sempre di più nel corso dei tempi tumultuosi delle persecuzioni cristiane, finché non fu bandita dall'insegnamento come eretico, perciò rimase completamente sconosciuto tra i cristiani fino alla seconda metà del XIX secolo; ma fu insegnato sotto un’altra forma, sebbene sbagliata, vale a dire con la credenza nella resurrezione della carne all’ultimo giorno prima del giudizio universale.

31. Anno 30, il 25 maggio. – Quando Io ero nel deserto di Betabara, i giudei in Gerusalemme mandarono i loro sacerdoti e leviti da Giovanni il Battista e gli chiesero: «Chi sei tu? Ed egli disse apertamente e liberamente: "Io non sono Cristo"».

32. Gli domandarono: «Dunque, sei tu il grande profeta? (riferendosi a Mosè che nel 1457 a.C., il 17 maggio, nel deserto, Jehova gli aveva riferito di profetizzare: «Io susciterò loro un profeta come te dal mezzo dei loro fratelli, e metterò le Mie parole nella sua bocca, e dovrà dire a voi tutto ciò che gli ordinerò» [Dt. 18,15-18]), ma Giovanni rispose negativamente a questa domanda; poiché il grande Profeta ero solo Io stesso relativamente alla distruzione di Gerusalemme e all'annientamento del regno ebraico.

33. Ancora gli domandarono: «Sei tu Elia?». E poiché egli non era stato reincarnato nella percezione del profeta Elia, rispose negativamente anche a questa domanda. (Elia si separò dalla Terra il 5 gennaio dell’anno 805 a.C.).

34. Messi in imbarazzo dal fatto che Giovanni rispondeva negativamente ad ogni domanda, gli dissero: «“Dunque: chi sei tu? Che risposta dobbiamo dare a coloro che ci hanno inviato? Cosa dici tu di te stesso?”. Ed egli rispose loro: “Io sono la voce di un predicatore nel deserto: preparate la via al Signore!”». Come aveva scritto il profeta Isaia (Is. 40,3) nell’anno 723 a.C. il 17 maggio (rif: Gv. 1,19-23; Mt. 3,3; Mc. 1,3; Lc. 3,4).

35. Dalla domanda se egli fosse Elia, il quale si era separato dalla Terra 805 anni prima, si conferma la salda convinzione dei farisei che i defunti dopo un certo tempo tornano di nuovo nella carne e vivono come uomini.

36. Anno 31, 5 febbraio. – Al tempo in cui Giovanni era in prigione, Io insegnavo al popolo, guarivo gli ammalati e facevo differenti miracoli. Allora Giovanni il 5 febbraio dell’anno 31 mandò a Me due dei suoi discepoli e Mi fece chiedere se Io fossi il promesso Messia o se si dovesse aspettarne un altro. Su questo diedi ai discepoli la seguente risposta: «Andate da Giovanni e riferitegli ciò che vedete e udite: i ciechi vedono e gli zoppi camminano, i lebbrosi sono mondati, i sordi odono, i morti risorgono e il Vangelo viene annunciato ai poveri» (Mt. 11,2-14 come in Isaia nell’anno 725 a.C. ‒ Is. 35,5-6).

37. Profetizzai di Me, poi dissi ai Miei discepoli: «Giovanni è più che un profeta, poiché questi è colui di cui è scritto: “Ecco: Io, Jehova, manderò il Mio angelo a preparare la via davanti a Me”, (Anno 440, 17 maggio: Malachia 3,1) poiché tutti i profeti e la legge hanno profetizzato (di Me) ad eccezione di Giovanni. – E se lo volete accettare, egli è Elia che deve venire prima del giorno del Signore» (Mal. 3,23).

38. Come testimone della notissima dottrina della reincarnazione tra il popolo d’Israele, il nato cieco sta particolarmente dominante davanti al Tempio, poiché i Miei discepoli mi chiesero: «Maestro, chi ha peccato, questi o i suoi genitori, per il fatto che è nato cieco?» (Gv. 9,1-2). – In questa domanda c’è proprio la prova che doveva aver vissuto già una volta, se aveva peccato prima della nascita.

39. Quando venni nel territorio di Cesarea Filippi (Mt. 16,13-14; Mc. 8,27-28), per mettere alla prova la fede dei miei discepoli, chiesi loro: «“Chi dice la gente che sia il figlio dell’Uomo?” – Essi Mi risposero: “Alcuni dicono che sei Giovanni Battista che Erode prima ha fatto decapitare; altri Elia; altri ancora Geremia, o comunque uno dei profeti”».

40. Da questo vedete che la reincarnazione, come si può scorgere nei passi menzionati, era generalmente conosciuta e accettata presso gli ebrei, ed Io non ho confutato questa credenza, ma l'ho confermata a causa della reincarnazione di Elia come Giovanni il Battista.

41. Nel frattempo tra il popolo sorsero ogni genere di voci su di Me e giunsero al re Erode, e il 24 marzo egli si espresse: «Giovanni è resuscitato dai morti; ecco perché compie tali azioni. – Alcuni invece dissero: Elia è apparso; altri ancora: è risorto uno degli antichi profeti» (Mc. 6,14-16; Lc. 9,7-9).

42. Questi discorsi vi mostrano chiaramente che si credeva in maniera salda nella reincarnazione.

43. Dopo la trasfigurazione sul monte Tabor (Mt. 11,14; 17,1-13; Mc. 9,10-11) scesi giù dal monte con i Miei discepoli i quali Mi domandarono: «Perché dunque gli scribi dicono che prima deve venire Elia?», pensando in silenzio: ‘…prima del Messia come lo abbiamo visto oggi’. Ed Io risposi: «È vero, Elia deve venire prima e ristabilire tutte le cose, ma vi assicuro che Elia è già venuto e non l'hanno voluto riconoscere, ma gli hanno fatto tutto quello che han voluto. Così anche il Figlio dell'Uomo dovrà soffrire da parte loro» (Is. 53). Allora i discepoli compresero che stavo parlando di Giovanni Battista.

 

 

31/5 - La dottrina della reincarnazione dalle lettere degli apostoli, e tramite Lorber

44. Che Paolo abbia di fatto accennato alla reincarnazione, lo dimostra la sua ‘Lettera ai Romani’, scritta nell’anno 57 dal 22 ottobre al 5 novembre, in cui (Rom. 3,25) dopo il chiarimento conosciuto tra parentesi dalle parole mistiche riportate nel libro “Il peccato e la giustificazione” cap. 4,9 in cui si dice: «Dio (l’Amore) ha destinato Lui (Gesù Cristo) per il sacrificio (per il peccato originale [Gen. 3,15]), mediante la fede (che Jehova ha risvegliato in loro attraverso le profezie del Salvatore veniente nel Messia) nel Suo sangue (che significa l’Amore di Dio per i Suoi figli, risvegliato in loro), per dare una prova della Sua giustizia (verso i discendenti di Adamo che, nelle incarnazioni successive, non sapevano nulla dei peccati passati che essi stessi avevano commesso) con l’alleviare le trasgressioni precedenti (con l'espiazione sulla croce per la giustificazione del peccato originale)».

45. Nella ‘Lettera agli Ebrei’, Pietro[97] vi dimostra che con i precedenti peccati non sono intesi i peccati del Nuovo Testamento, poiché in questa si esprime molto chiaramente: «Per questo, Gesù è mediatore di un nuovo patto. Quindi la Sua morte è avvenuta per redimere dalle trasgressioni commesse sotto il primo (o vecchio) patto, affinché i chiamati ricevessero l’eterna eredità promessa» (Ebr. 9,15).

46. Qui si parla solo di coloro che hanno peccato nel Vecchio Testamento. Tuttavia, nel capitolo 10, versetto 10, sembra come se Pietro avesse sbagliato, avendo espressamente detto: «Secondo la volontà divina noi siamo purificati una volta per tutte mediante il sacrificio del corpo di Gesù Cristo». Nondimeno, questo contraddice ciò che egli stesso scrive nel capitolo 9 versetto 15.

47. Che Pietro abbia esteso il senso ‘una volta per tutte’ non ai peccati commessi nel Nuovo Testamento, lo dimostra il fatto che lui al capitolo 10 versetto 26 afferma che non si può più peccare intenzionalmente o volontariamente dopo che si è giunti alla conoscenza della verità, poiché per tali peccatori non c'è più nessun sacrificio di Dio!

 

* * *

 

(Parla Schumi)

48. Secondo la dichiarazione del Padre celeste a me, (Franz), Pietro ha pensato al peccato originale e a tutti i peccati del Vecchio Testamento derivati da questo, ma aveva in mente anche la reincarnazione, poiché questo senso è chiaramente espresso, e perciò è anche degno di fede, perché al tempo degli apostoli la dottrina della reincarnazione era generalmente conosciuta e creduta. Paolo ha scritto un’ottima parola relativamente al karma e alla reincarnazione nella ‘1° Lettera ai Corinzi’, dove presenta gli stolti e i deficienti. Egli dice: (1° Corinzi: 3,18-19): «Nessuno s’inganni! Se qualcuno di voi presume di essere un saggio di fronte a questo mondo, diventi stolto, affinché diventi saggio. – Infatti, la sapienza di questo mondo è stoltezza dinanzi a Dio». Considerando che i saggi rimangono saggi fino alla loro morte, così questa osservazione accenna alla sola reincarnazione, allorquando essi verranno al mondo come stolti e deficienti, per essere spiritualmente umiliati, altrimenti non rinunceranno alla loro falsa sapienza. Che ci siano reincarnazioni, e che la Teosofia cristiana negli scritti di Lorber possieda la dottrina della reincarnazione, si può apprendere dalle spiegazioni di Gesù nel Grande Vangelo di Giovanni: vol. I cap. 213 – vol. IV cap. 34 e 138 – vol. V cap. 232 e 237 – vol. VI cap. 61 – vol. VII cap. 217 – vol. VIII cap. 16.

 

 

31/6 - Lo Spirito di Dio è esistente prima dell'incarnazione

Graz, 2 novembre 1902

49. Anche la Mia stessa incarnazione in Cristo vi fornisce la prova che l’uomo, con la personificazione nella carne, deve esistere spiritualmente già lì (nello spirito) prima della generazione, poiché vi sarà certo ovvio che Io, come Spirito di Dio, ero lì dall'eternità, e quindi è lo stesso Spirito di Dio, i cui giorni secondo il profeta Michea, provengono dall'eternità (Mic. 5,1), che è entrato nella carne ed è diventato un Uomo come lo sono tutti gli uomini.

50. Questo fatto parla comunque così esplicitamente, che un uomo con uno spirito luminoso non può sollevare nessuna obiezione logica, poiché se il corpo di carne di Gesù ha attraversato la stessa formazione umana verso l'alto come quella di ogni altro uomo, allora diventa certamente comprensibile che anche per tutti gli uomini lo spirito animico deve essere lì prima del corpo in cui dimora, così come un costruttore è sempre lì, prima della casa da costruire, essendo l'anima, per l’appunto, l’architetto della sua dimora dove essa vive e lavora al tempo della sua vita.

51. Il fatto che l'anima possa essere lì già molto prima che venga nella carne, ve lo dimostra ancora una volta la Mia stessa incarnazione, poiché Io ero lì non solo dall’eternità, bensì dove occupavo l'intero incommensurabile firmamento con i suoi mondi giganteschi che Io creai dal corpo animico di Satana, completando così quelle opere colossali ancor prima che nascessi come Uomo in Cristo.

52. Con questo, però, è fornita anche la prova che l'uomo, quale figlio Mio, e quindi come un essere fatto ad immagine Mia, precedentemente può anche aver attraversato molte e differenti cose prima di entrare nella carne, poiché, come il figlio di un padre terreno nella sua piena maturità è dotato degli stessi sensi e facoltà come suo padre, così anche l'uomo spirituale, come figlio di Dio, è dotato di tutto per diventare un giorno, nella piena maturità, ciò che sono Io, il Padre suo spirituale. Nel frattempo egli matura lentamente, per diventare ciò per cui è destinato.

53. Questo fatto della Mia stessa incarnazione come Dio in Cristo, dice chiaramente che lo spirito umano deve essere esistente già molto prima di essere generato, la cui differenza tra un'anima e un’altra è ben esistente, ma doveva essere stata esistente come spirito umano finito, poiché dove non c’è un architetto, lì non può essere costruito un edificio con milioni di artistici elementi, e il corpo umano è una tale struttura che deve essere definita come meraviglia, considerato che presenta in sé cose, in cui l’ordinaria ragione erudita può solo constatare che sono esistenti, ma non imitarle; per tale ragione voi avete un grandissimo presentimento della capacità della vostra anima già nel corpo di un fanciullo, come l'irrazionale che osservate nella sua vita di fanciullo. Infatti, l'intelligenza e gli effetti in loro sono doni dello Spirito Santo di Dio, il Quale dimora nel cuore della loro anima.

 

 

31/7 - Nei sogni  l’apparizione di animali denota l’essenza animalesca di spiriti

Graz, 2 novembre 1902

54. Ci sono pochi uomini che non hanno mai avuto sogni in cui sono stati perseguitati e spaventati da cani, cavalli o altri animali cattivi, ma questi non sono animali naturali, ma autentici uomini trasformati nella forma di quegli animali ai cui vizi si sono prestati come uomini.

55. Considerato che tali sogni veritieri succedono in ogni casa, perciò sono un fatto noto a tutti, cosa che qui richiede solo il chiarimento necessario per capirli.

56. Nel libro ‘Il mondo degli spiriti’ (“Il regno dello spirito” al cap. 106,17 di questo libro) sono menzionati i differenti animali e si descrive quale specie di uomini nel regno dello spirito rappresenta il serraglio[98] spirituale; perciò qui voglio solo far conoscere il fatto che il secondo inferno è molto affollato da persone sotto la forma di animali, e questi sono uomini che hanno assunto forme di animali perché una volta nel mondo si comportavano con caratteristiche animalesche come gli stupidi e gli imbecilli che ghignano in faccia agli altri, e ancora parecchi altri, come per esempio coloro che imprecano grossolanamente contro i loro sottoposti, come anche quelli di natura maligna, furtiva, crudele, mordente, sarcastica, immorale, ingrata, corrotta, avida, selvatica, ecc.

57. Che tali uomini-animali abbiano vissuto precedentemente sulla Terra, è proprio la prova che (dopo) sono stati trasformati in animali, quindi hanno di certo peccato talmente, da essere trasformati in quelle stesse forme animalesche.

58. Da adesso in poi questo fatto potrà essere fatto notare dappertutto, perché i defunti vi si mostreranno in quell’aspetto che si sono guadagnati con la loro vita sulla Terra; perciò questa diventa di fatto l'ultima prova della verità, e quindi non è necessario motivare il fatto con le parole, bensì voglio fornirvi prove sicure della verità, e questo vi servirà come esempio di come dovete vivere e operare, affinché non vi capiti la stessa sorte.

 

 

31/8 - La dottrina della reincarnazione insegnata fino  al 5° secolo e poi maledetta

Graz, 2 novembre 1902

59. Oltre ai sogni veritieri, anche gli uomini dotati di chiaroveggenza vedono di quando in quando degli animali domestici e animali selvatici che incutono loro paura. Vedete, anche questi animali sono gli stessi che si vedono nei sogni, cioè defunti trasformati di là in animali, i quali nel mondo avevano vizi animaleschi.

60. Dal momento che ogni uomo porta con sé nell’altro mondo le sue buone e le cattive caratteristiche, quindi egli vive anche nell'aldilà nelle stesse condizioni dei suoi vizi o virtù, come nel mondo, ma con la differenza che, entrato nell'aldilà, perviene nella sfera dove appartiene con le sue caratteristiche, e così il chiaroveggente lo vede poi nella forma delle sue virtù come effetto della causa, come voi sapete e conoscete dalla vita della veggente di Prevorst[99].

61. Se si migliora, allora è bene per lui. Se non si migliora, se è dedito alle cattive virtù, allora con il tempo dovrà attraversare di nuovo una vita di prova nella carne, e così slanciarsi in regioni più alte, come ho spiegato su questo.

62. Come detto sopra, la credenza nella reincarnazione era supposta anche nel primo cristianesimo, ma più tardi, nel settimo secolo, scomparve completamente tra il popolo.

63. Come vi conferma Hieronymus[100] († 420), tale dottrina fu tramandata ai suoi tempi solo come insegnamento esoterico dei prescelti alle prime comunità cristiane.

64. Alcuni dei più eminenti, i cosiddetti ‘padri della Chiesa’, la portarono avanti del tutto apertamente, come Basilide († 235), Carpocrate († 317), Epifanio († 403), Tatiano († 330), Athenagoras († 430), Clemente di Alessandria († 320), Origene vescovo di Alessandria nato nel 185 († 254). Anche Tertulliano († 240) nelle sue argomentazioni si avvicinò molto a questo insegnamento e perlomeno l'accettazione della preesistenza non fu respinta nemmeno dai più giovani maestri della Chiesa. Cosi in Sinesio di Cirene († 317), Ilario di Poitiers († 367), Nemesio di Emesa († 430) e altri, perfino Agostino († 437). – Solo sotto Giustiniano nel quinto concilio ecumenico di Costantinopoli del 553 questa conoscenza esoterica fu accusata di eresia; e tuttavia il suo apprezzamento rimase per tutto il Medioevo sostenuta da molte sette eretiche e da singoli mistici.

65. In ultimo, da Hübbe-Schleiden (1846-1916)[101], in un suo libro negò l'insegnamento della reincarnazione nel cristianesimo, confermando la negazione di tale dottrina che era stata maledetta con queste parole: «Chi insegna la leggendaria preesistenza dell'anima con tutte le conseguenze, e la sua mostruosa restaurazione (della reincarnazione), che sia maledetto» (1° canone contro Origene al quinto concilio ecumenico svolto a Costantinopoli nell’anno 553).

 

 

31/9 - L’errata credenza di infinite reincarnazioni nella religione induista

Graz, 23 maggio 1902

66. La Teosofia induista, quale giusta filosofia religiosa, insegna molto, ma considerato che essa applica erroneamente l’intero progresso spirituale dell’uomo sul karma e sulla reincarnazione, il che non corrisponde alla verità, quindi voglio illuminarvi Io stesso la faccenda, per quanto vi è necessario sapere su ciò.

67. Le reincarnazioni delle anime provengono dal primo e dal secondo inferno, il terzo ne è escluso perché là ci sono anime troppo maligne. Le ragioni del perché vengono reincarnate sono:

- I ) stoica[102] indifferenza per tutto, quindi non c'è né progresso né regresso nello spirituale, e così devo mandarli di nuovo sulla Terra per iniziare una nuova vita.

- II ) Alcuni chiedono loro stessi la reincarnazione, perché si sentono troppo deboli per procedere in avanti.

- III ) Altri continuano a vivere così come hanno vissuto sulla Terra, in modo veramente malvagio e incorreggibile, ma neanche così tanto da retrocedere per il terzo o più basso inferno. Quando vedo che dopo centinaia di anni, nulla si guadagna e nulla si perde, allora decido Io stesso e li lascio reincarnare.

68. Molti hanno un tale ardente desiderio di vivere di nuovo sulla Terra, che Io lo percepisco senza che loro ne sappiano qualcosa. Allora viene intrapreso un nuovo corso di prova di vita nella carne. Talvolta c'è da intraprendere una via migliore, talvolta no. – Alla fine è una misericordia da parte Mia reincarnare all’improvviso tali anime che si considerano maledette e condannate per l’eternità secondo i falsi insegnamenti ecclesiastici.

69. Quando un (Mio) ‘figlio’ si reincarna, il ricordo della sua vita passata gli viene tolto, compare sulla Terra come privo di peccato e deve cominciare completamente di nuovo il suo karma. Tuttavia nessun peccatore viene reincarnato prima di aver trascorso un corrispondente tempo nella sfera del tormento, poiché in ciò deve esserci una punizione per i peccati commessi, il che di solito dura parecchie centinaia di anni, talvolta anche da 1000 a 2000 anni.

70. Se lo spirito reincarnato vive una vita virtuosa, allora tutto il precedente viene dimenticato, poiché cammina secondo i Miei comandamenti, e in tal modo si elimina i vizi precedenti; se al contrario vive di nuovo una vita peccaminosa, allora la sua reincarnazione è una rinnovata continuazione dei peccati e un peggioramento degli antichi vizi risvegliati, perciò quando muore si procaccerà una sofferenza maggiore per l'aldilà.

71. Le reincarnazioni avvengono anche dal paradiso e dai Cieli. Tali anime sono poi occupate più per lo spirituale, rispetto a quelle che sono venute qui dall'inferno. Infatti, alcune di queste ultime ripetono più volte la prova della reincarnazione, ma questa non avviene mai più di venti volte, poiché tra l'una e l'altra scorrono parecchie centinaia di anni, talvolta mille e ancora di più.

72. Ora sorge la domanda: “Perché si reincarnano gli spiriti dal paradiso, dal momento che a loro di certo va molto meglio che sulla Terra?”. – Vedete, questa domanda è importante e perciò merita tutta l’attenzione. Gli stessi spiriti del Cielo pregano per la reincarnazione, perché sono della buona opinione che con il discernimento che ora hanno, desiderano svilupparsi ulteriormente per avanzare più velocemente, e di fatto avanzeranno. Essi chiedono di avere quei genitori che li alleveranno bene e li faranno anche formare attraverso la scuola. E questa richiesta vien loro concessa. Solo che ora viene la Chiesa con il suo istupidimento, e lo Stato con le sue istituzioni infernali, e rovina gli uomini da cima a fondo. E così accadde spesso che gli spiriti scesero dal paradiso sulla Terra per avanzare più velocemente  e… il risultato è stato l'inferno.

73. Ora veniamo a parlare ulteriormente delle reincarnazioni dai tre Cieli. – In tutti e tre i Cieli gli spiriti vivono in una beatitudine mai presentita. Nel terzo, come il più alto, là i figli del Cielo sono già dèi, essendo in grado di compiere tutto, quindi anche di creare mondi e popolarli con spiriti provenienti dalla loro sfera, ma ovviamente, sempre in accordo e tramite la cooperazione della Mia Volontà. E anche questi vedete scendere sulla Terra lasciandosi reincarnare, ma quasi sempre in famiglie molto povere, affinché attraverso le fatiche di tutta la vita, tribolazioni, privazioni e sofferenze, dopo si creino in tal modo nuove acquisizioni spirituali che sono incomparabili in bellezza e splendore.

74. Certamente ce ne sono alcuni che anche qui falliscono la via e finiscono per diventare infelici, ma Io soccorro il più possibile, affinché giungano su vie migliori. Ma se stupidamente percorrono le loro false vie e non si lasciano risvegliare da nulla e non si lasciano distogliere dalle opinioni e dai percorsi di vita sbagliati, allora dopo la morte, attraverso la Mia misericordia, diventano consapevoli per quale intento andarono sulla Terra, come hanno vissuto e percorso quelle vie sbagliate, e che invece di guadagnare hanno solo perduto.

75. Alcuni si accusano terribilmente, altri afferrano la mano offerta dagli amici spirituali e si adoperano a rimediare presto a ciò che ha avuto un esito infelice; altri invece maledicono se stessi e vanno incontro al proprio destino.

76. Così vedete com’è provveduto con le reincarnazioni, poiché sono derivanti da cause differenti. In una riescono ad andare avanti, in un’altra invece no, dal momento che si tratta di questo: se l’uomo afferra oppure no l'aiuto offerto.

77. Se uno spirito altamente progredito si reincarna, i suoi meriti finora posseduti saranno per il momento messi in serbo e li riotterrà solo quando sarà risalito nuovamente allo stesso gradino, raddoppiando così i suoi meriti e quindi anche i suoi godimenti spirituali.

78. Gli spazi di tempo tra una reincarnazione e l'altra sono differenti: alcuni hanno la grazia di reincarnarsi subito, poiché dipende dalle circostanze, poi da preghiere inflessibili, inoltre da coincidenze che essi stessi non hanno causato, altrimenti il tempo si può presumere tra subito e fino a 2000 e più anni, poiché sono sempre determinanti le circostanze quando devono e possono aver luogo. Se uno spirito progredito non vuole più andare sulla Terra, nessuno lo costringe a farlo.

79. Che il progresso degli spiriti sia promosso solo attraverso la reincarnazione è un’opinione completamente errata, poiché sarebbe una triste testimonianza della Mia divina Onnipotenza, se non sapessi portare in avanti gli spiriti in nessun altro modo! – Io vi dico: questa credenza disastrosa non è venuta da Me, dall’eterna Verità, ma dalla sapienza (falsa) dei maestri induisti (Mahatma), con la quale hanno prestabilito di raggiungere il progresso in un’eternità, vale a dire in innumerevoli milioni di anni! Invece, un figlio che crede in Me, Cristo, questo progresso lo compie in pochi anni di vita terrena, e questo attraverso l'amore.

80. I suicidi, i quali costretti dagli eventi ricorrono addirittura ad uccidere se stessi, prima o poi, in base alle circostanze, avranno la grazia di ritornare nella carne e rimediare a ciò che hanno sbagliato.

81. L'opinione che si possa avanzare spiritualmente solo attraverso frequenti reincarnazioni sulla Terra, è un errore madornale! Certamente viene ammessa, ma non è un presupposto affinché la reincarnazione debba aver luogo per la nobilitazione dell’io peccaminoso e per il progresso nello spirituale, dal momento che si può procedere nel regno dello spirito anche senza reincarnazione sulla Terra. Quindi il karma non è un motivo per la reincarnazione.

82. Se la reincarnazione fosse un presupposto senza il quale nel regno degli spiriti non si avanzerebbe, allora i reincarnati in Europa nel diciannovesimo e all'inizio del ventesimo secolo (tempo di Schumi) avrebbero acquisito perlopiù l'inferno come loro progresso, poiché in questo tempo l'Europa era ed è il centro culturale della diavoleria infernale o dei facitori demoniaci.

83. Che la religione induista, la quale fa dipendere l'intero progresso dell'uomo nello spirituale solo da frequenti reincarnazioni, sia molto disastrosa per il credente, lo si può vedere dal fatto che egli spera di progredire (solo) da una reincarnazione all'altra, altrimenti vivacchierebbe senza speranza. Perciò c’è anche il lento progresso degli indiani nel regno dello spirito, poiché considerano l'intera eternità come un lento progredire nello spirituale.

84. Per quanto riguarda la scala della reincarnazione, ciò che qualcuno era prima e cosa vuol essere sulla Terra adesso, non si può dare una risposta prestabilita. Alcuni vivono secondo le loro passioni e tornano sulla Terra con queste per riaverle così di nuovo; – altri che vogliono progredire spiritualmente, scelgono una posizione umile rispetto a come era precedentemente, per umiliarsi di più; – i re diventano contadini e artigiani; – gli eruditi che vogliono umiliare la loro erudita arroganza, chiedono di essere generati in una famiglia che non li possa far studiare; – i sacerdoti che prima predicavano eresie, dopo la conversione chiedono anche condizioni molto povere per sopprimere la loro cupidigia, ambizione e avidità di dominio, e non venire in condizioni tali da diffondere di nuovo insegnamenti erronei; – i patriarchi, i profeti e simili uomini altamente spirituali, di solito scelgono la povertà per non capitare nelle tenebre spirituali, ma non sempre riesce loro, perché ciò che non vogliono essi stessi, lo vogliono i loro genitori o i loro protettori, e talvolta anche il loro impulso verso l’istruzione superiore, e allora capitano spesso nel branco di lupi, dove decadono spiritualmente.

85. I peccatori incorreggibili vengono solitamente portati in condizioni di vita miserabile, in modo che non trovano così facilmente l'occasione di risvegliare di nuovo quei vizi e quelle depravazioni latenti, e costruirsi un nuovo inferno, più grande di quanto era il primo.

86. Le reincarnazioni avvengono in tutti i popoli e in tutte le religioni, non solo presso alcuni, ma non così marcatamente come presso i cristiani e i buddisti. La ragione per cui hanno luogo le reincarnazioni anche presso i pagani e nelle nazioni arretrate, è l’intenso desiderio di vivere di nuovo come uomo tra i propri discendenti. – Altrimenti di solito si reincarnano in migliori condizioni religiose per conseguire con ciò un progresso.

 

 

31/10 - La reincarnazione come punizione di precedenti vite vissute nel peccato

Graz, 26 aprile 1901

87. Ogni uomo è un prodotto delle sue stesse azioni provenienti dalla sua vita passata, che gli induisti chiamano ‘karma’, vale a dire ‘azione’. Tuttavia queste azioni non sempre hanno bisogno di provenire da un fatto precedente, a causa del quale ci si reincarna in condizioni sempre più misere, ma è dipendente da varie circostanze, le quali perfino ai Mahatma induisti non sono note, perché essi, senza credere in Gesù, non posso salire al Cielo supremo.

88. Le reincarnazioni sono provenienti da differenti punti di vista che conosce solo Colui che le governa, poiché le anime non possono entrare nella carne da sé, ma questa è un'autorizzazione di Dio. Se le anime potessero reincarnarsi da sé, allora un neonato avrebbe lo stesso giudizio, le stesse conoscenze e facoltà, come uno spirito che è creativo nel regno degli spiriti.

89. Se uno o entrambi i genitori peccano in un modo o nell'altro contro Dio, contro gli uomini e gli animali, il che richiede una severa punizione dell’arroganza, cattiveria o durezza di cuore, allora accade che tali creature sfortunate vengono date loro come figli che essi vedono e, in tal modo, ne sopportano le conseguenze per tutta la vita e, di fatto, questa è poi una punizione di Dio.

90. Per quanto riguarda i figli venuti al mondo subito dopo la nascita, ciechi, sordomuti o affetti da altri mali, non sono vittime innocenti di genitori puniti con tal mezzo, ma tali figli sono prigionieri per la loro vita passata nella carne e nello spirito, e quindi soffrono per i peccati della loro vita precedente e così vengono migliorati e purificati per una superiore futura vita spirituale.

91. Da questa Mia illuminazione pienamente vera su come punisco genitori e figli per i loro peccati, dovete imparare a comprendere come si deve vivere per apparire giusti ai Miei occhi, e per essere protetti dai mali della punizione.

 

 

31/11 - I cosiddetti ‘segnati’, come puniti, da non deridere

Graz, 30 ottobre 1902

92. L’espressione popolare “è un segnato”, caratterizza quelle persone che hanno sul corpo un qualche segno o difetto. Io non vi renderei noti questi sfortunati, ma lo faccio come esempio di avvertimento per tutti voi, sia per i segnati che per i non segnati, affinché i primi riconoscano che vivono una reincarnazione punitiva, gli altri invece si prendano un esempio per proteggersi dai peccati che stanno nel ‘Libro delle preghiere’ e qui nella Teosofia cristiana, per non comparire in una prossima reincarnazione di nuovo come ‘segnato’, come visibile detenuto della vita passata. – Allo stesso tempo vi ammonisco seriamente di non rinfacciare a tali segnati le loro imperfezioni fisiche in modo beffardo o malizioso, né di parlarne in questo modo, poiché facendo ciò sappiatelo subito: nella prossima reincarnazione voi stessi verrete al mondo come tali ‘segnati’, per i peccati ora commessi.

 

 

31/12 - I genitori riflettano sui loro peccati, se hanno avuto un figlio segnato

Graz, 30 ottobre 1902

93. Alcuni genitori non sanno da dove deriva il fatto di essere stati beneficiati con un figlio ‘segnato’, pensando di non aver mai peccato. Tali genitori devono indagare precisamente la loro intera vita, e facilmente troveranno i peccati, e quando e come li hanno commessi. Ma se non ne vengono a capo di niente, allora è la prova che li hanno dimenticati; ma non Io, che sono stato deriso in un tale povero essere! – Infatti, ciò che fate ai Miei figli, lo fate a Me che sono la vita nel figlio! – Perciò riflettete bene prima di deriderMi e beffeggiarMi come vostro Dio e Giudice inavvicinabile nei più poveri! Vi troverò sicuramente al tempo giusto.

 

 

31/13 - Dai frutti si riconosce l’albero

Graz, 30 ottobre 1902

94. La vita umana è la lotta tra il bene e il male, e a seconda cui l'uomo s’inclina, di questa riceverà i segni caratteristici spirituali e visibili.

95. Un uomo che s’inclina al bene, il suo volto diventa uno specchio dell’anima benevola, e dai suoi occhi irradia la Luce divina del bene e dell’affabilità. Corrispondente a questo sono anche le sue virtù, poiché di tutto parlerà solo di bene e di essere ben disposto.

96. All’opposto, il volto di un uomo malvagio, come i suoi occhi, sono il segno di riconoscimento esteriore del suo disvalore interiore e delle sue cattive virtù, e non è difficile indovinare di quale spirito è figlio. Perciò nobilitate la vostra anima, affinché la Luce divina dell'Amore splenda dai vostri occhi verso tutti gli uomini, e li accogliate con amore nella vostra cerchia, e li rendiate felici con la vostra bontà! Amen!

 

 

31/14 -Il perché dei nati ciechi

Graz, 23 giugno 1902

97. Il venire al mondo ciechi è una punizione di Dio agli uomini che hanno commesso essi stessi una crudeltà rendendo ciechi gli animali o gli uomini, e questo tocca a loro come compensazione divina nella reincarnazione. Oppure, se tali uomini come genitori hanno dei figli, questi ultimi nascono ciechi; ovviamente un tale bambino nato cieco nella sua vita passata non era stato della migliore qualità, per il cui motivo deve provare una punizione che punisce la crudeltà del suo passato.

 

 

31/15 - I ciechi di un occhio, strabismo, sguardo maligno

Graz, 30 ottobre 1902

98. L’essere ciechi da un occhio non è un difetto di nascita, tuttavia di solito è acquisito più tardi in seguito ad una disgrazia, ciononostante è una punizione con la reincarnazione per un'offesa nella vita passata ad un uomo, o anche ad animali che, per mezzo di ciò, perse un occhio, accecandolo con perfidia!

99. Lo strabismo, è la punizione per l'impiego degli occhi per impulsi peccaminosi.

100. Lo sguardo maligno deriva dalla malvagità dell'anima di uno spirito reincarnato dal secondo inferno, il quale nella vita passata era stato spietato e impassibile verso il prossimo.

 

 

31/16 – I nani

Graz, 13 marzo 1901

101. I nani sono uomini la cui vita passata era stupenda. Essi erano figure prestanti, grandi e ben formate in tutte le parti, perciò per queste loro superiorità fisiche divennero orgogliosi e, allo stesso tempo, arroganti.

102. Nel regno degli spiriti portano la forma del serpente o del leone, e quando vengono reincarnati devono assumere la forma opposta della vita precedente, in modo da umiliarsi.

103. La forma gigante di un uomo non è una punizione, bensì una comparsa naturale; anche le grandezze disuguali dei bambini non sono una punizione.

 

 

31/17 - Gli storpi

Graz, 13 marzo 1901

104. Uomini con talenti encomiabili, con molta sapienza, con poca o addirittura nessuna fede, quando muoiono pervengono nel secondo inferno. Lì assumono la forma di quegli animali che ossequiano più di tutto le passioni, e vivono per secoli in questa loro povera vita infernale.

105. Tali uomini sono storpi spirituali, e nonostante la loro sapienza e il forte talento, sono esseri molto ripugnanti; gli altri spiriti si allontanano da loro, perché sono di comportamento perfido, falso e disgustoso. Schiacciano gli altri con la loro fragile sapienza e sono molto saggi e arguti in tutti i loro discorsi.

106. Essi non si migliorano, bensì rimangono nel loro essere. Per questa ragione li lascio reincarnare, per provare con loro una nuova prova della vita. Alcuni si migliorano, altri no. La loro tagliente sapienza, spesso accompagnata dall’ateismo, è il contrassegno del loro spirito interiore.

107. Nondimeno, questo spirito (interiore) non è né lo spirito di Dio né lo spirito dell'anima, ma un fluido di sapienza proveniente dalla vita precedente, il quale resta appiccicato all'anima e la controlla. – Si domanderà: “Come mai ciò? Tutta la sapienza mondana non marcisce con il cervello carnale, dal momento che in esso non c’è nulla dello spirito d’amore?”. A questo punto devo rivelarvi un segreto, affinché evitiate la ‘sapienza’.

108. Nell’uomo, la sapienza senza amore è una tenebrosa aria spirituale e rappresenta il Satan, il quale è padre suo. Questo Satan con la sua sapienza è un polo opposto in voi verso di Me, e lo rimane, perché è essenza spirituale dimorante nella parte della testa dell'anima. Non appena il bambino inizia a svilupparsi spiritualmente, allora in lui si risveglia anche la sapienza ed inizia a rigenerarlo rapidamente secondo questa sapienza; e poiché i vecchi vizi e le passioni della sapienza intellettuale sonnecchiano ancora in questa sapienza offuscata, allora non c’è bisogno di molto e l’uomo diventa di nuovo straordinariamente perspicace con parole pungenti e mentalità ateistica, così che non si può trovare facilmente il punto debole dove prenderlo.

109. Io faccio crescere tali uomini come storpi nello spirito dell'amore, – anche fisicamente brutti, e con piedi piccoli e il corpo lungo, oppure con i piedi lunghi e il corpo piccolo, con il volto deforme con una grande testa, ecc.; quindi con i segni fisici degli storpi, quei segni di come appaiono nell’intimo, spiritualmente dinanzi a Me.

110. Avrei ancora altro da comunicare, ma a quale scopo? Riflettete che gli storpi spirituali vi compaiono come storpi fisici, e allora diventerete saggi nello spirito dell'amore, affinché diventiate immagini spirituali di Dio.

 

 

31/18 - Il perché degli zoppi e degli arti contorti

Graz, 30 ottobre 1902

111. Zoppicare. – Questa punizione della reincarnazione colpisce coloro che nella vita precedente, per cattiveria o per un qualunque motivo, sono stati responsabili del fatto che il loro prossimo è diventato zoppo.

112. Piedi o mani contorte. – Questi difetti e imperfezioni non compaiono come difetti di nascita, perché i bambini vengono al mondo senza difetti, ma sorgono più tardi per un motivo o per l’altro; e tuttavia sono sempre punizioni per i peccati commessi nell'ultima incarnazione.

113. Tali difetti fisici sono debiti da saldare per derisioni maligne, attraverso mutilazioni dolose di una persona, di un bambino o di un adulto, questo è di poco importanza, quindi anche la crudeltà verso gli animali in questa direzione. Perciò da esseri umani siate misericordiosi e compassionevoli, in modo da non subire tali punizioni con la reincarnazione! Insegnate ai vostri figli ad essere delicati, compassionevole e caritatevoli con ogni animale e bestiola, e siate voi stessi il modello dell’amore e della misericordia per i vostri figli, affinché s’indirizzino secondo la vostra vita e siano felici nel mondo.

 

 

31/19 - Il perché dei gobbi

Graz, 26 aprile 1901

114. Oggigiorno si vedono molti uomini gobbi, ma una volta questo non era il caso, perché le cause non erano così fortemente esistenti com’è il caso adesso.

115. Dal punto di vista medico, ci sono differenti cause alle quali si attribuisce l’essere gobbi. Dal Mio punto di vista, invece, le cause sono spirituali, sulla base delle quali sorgono quelle materiali. Io conosco precisamente tutto ciò che attende l’uomo nella carne, e quindi a questo scopo aggiungo la gobba a tali anime, le quali devono espiare i peccati della vita passata attraverso danni fisici.

116. I genitori che hanno figli gobbi non si devono affliggere per questo, poiché, o sono colpevoli loro stessi di questo, o tali figli sono per loro una grazia in uno o nell’altro rapporto. In verità, nessun bambino viene al mondo gobbo, perché le anime non sono gobbe, ma ‘non vi è effetto senza causa’, e così è anche qui, e solo Io so a chi lascio manifestare l'effetto.

117. Ci sono anime che, nel corpo di carne, utilizzano la bellezza del loro aspetto come richiamo per le loro azioni non spirituali, e quindi sono completamente cariche di peccati, e oltre a ciò immaginandosi qualcos’altro e… così pervengono nel regno dello spirito. Tali anime, successivamente non possono essere guarite con parole assennate, perché sono piene di vana immaginazione sulla loro bellezza fisica. Cos’altro si può fare con loro se non lasciarle entrare di nuovo nella carne, ma in condizioni tali che faccia provar loro esattamente il contrario della vita precedente? Con il corpo sfigurato sono una beffa per gli altri e un ostacolo per se stesse, cioè quello di rappresentare qualcosa di particolare, e in tal modo imparano soprattutto l'umiltà, e per questo si è stabilito per loro la reincarnazione.

118. Se tuttavia tali anime punite non diventano umili, bensì orgogliose, allora dopo la loro morte devono ritornarvi di nuovo, ma entrare nella carne in condizioni ancora più misere, perché adesso dovranno espiare i peccati per due incarnazioni. Così punisco le anime senza presentarMi a loro con il potere della parola della legge e annunziare il giudizio. Esse devono espiare così spesso il giudizio, …la punizione, e così a lungo, …fino a quando non si saranno umiliate. Perciò tenetevi lontani dalla vanità, dalle vostre superiorità fisiche, in modo da non diventare prigionieri della vostra vanità e altezzosa immaginazione!

 

 

31/20 – Il perché dei cretini

Graz, 23 ottobre 1900

119. All'uomo è data la libertà nella vita, cosicché può diventare buono o cattivo. Pertanto, ad ogni uomo, secondo la deliberazione divina, viene data quella libertà che, a suo piacimento, gli consente di elevarsi a una divinità o degenerare a un diavolo.

120. Molti uomini (spiriti-figli) vengono sulla Terra per trovare Me, il Padre loro e Creatore, e qualcuno Mi trova veramente; tuttavia alcuni decadono nella materia, non credono a nulla, diventano atei e, con ciò, ‘animali’ attraverso la durezza (di cuore) e le passioni, tanto che degradano peggio degli animali. Esistono due specie di vie attraverso le quali un uomo diventa un animale spirituale:

- I ) alcuni vengono reclutati da quegli uomini che in altri tempi hanno vissuto come grandi spiriti nobili in altri mondi stellari oppure (da uomini) che hanno già vissuto sulla Terra una o due volte;

- II ) i secondi, da uomini che per la prima volta si son fatti strada sulla Terra attraverso il regno minerale, vegetale e animale, e sono giunti alla dignità di un essere umano.

121. Se tali uomini sulla Terra si sono sbarazzati di ogni fede e a questo hanno ancora accolto caratteristiche animali e non spirituali, ad esempio nella vita sessuale, come crapuloni, bevitori, ecc., oppure hanno condotto perfino una vita pubblicamente immorale a scandalo degli altri, sia come danzatrici o ballerini, cacciatori di canzonette con contenuti che inducono al peccato, scrittori di libri moralmente corrotti, o tali pittori, artisti, ecc., questi uomini quando muoiono assumono sembianze di animali nel regno degli spiriti, spesso con indole maligna, – dopo un lungo tempo li faccio nuovamente incarnare, e qui vengono al mondo quei cretini che sono metà animali e metà uomini, perché in loro dimora troppo poco o addirittura nessuno Spirito di Dio. Se quest'ultimo è il caso, allora sono ad un gradino più basso degli animali e non possono emettere un suono ragionevole da sé, perché in loro manca Dio come donatore di parole. Essi sono un trastullo per tutti, un peso per se stessi e spesso pericolosi per gli uomini.

122. I genitori che ricevono tali cretini sono molto infelici, ma essi stessi sono colpevoli in questo: o con la derisione (in vite precedenti) di tali poveri esseri, o con qualche altra mancanza verso Dio o verso gli uomini o verso tali esseri infelici. Genitori che non hanno mai peccato contro questi, non vengono puniti con tale mezzo.

123. Dopo la sua morte, un cretino deve essere reincarnato di nuovo dopo un certo tempo , per diventare un uomo dotato di intelletto e formazione, poiché la reincarnazione come cretino era stata una punizione per l'anima, che è per lo scherno degli uomini, la reincarnazione successiva gli riporta la dignità di uomo. In Stiria, la patria dei cretini, là essi si chiamano ‘todel’, in Carinzia ‘tocker’.

 

 

31/21 - Gli idioti e gli scimuniti

Graz, 30 ottobre 1902

124. Di queste povere creature menzionate, che spesso ridono guardandovi ghignando, nelle Alpi orientali tedesche ce ne sono molte. Le loro origini sono molto tristi. – Se davanti a voi aveste l’immagine dell’ultima incarnazione di un tale idiota mezzo animale, allora vedreste un uomo eccellente, altamente istruito, tanto che un giorno impressionava il mondo con il suo talento, con i suoi lampi d’ingegno e le sue capacità intellettuali. Infatti, la sua intellettuale vita precedente è stata simile o quasi uguale a quella di un cretino (spirituale), e lì trovereste ulteriori e più precise informazioni su questo. Un giorno colui che saltellava con piedi delicati sul palcoscenico teatrale o nei salotti da ballo, ora cammina miseramente e con piedi pesanti, e spesso balbetta parole appena comprensibili; essendo vissuto come un animale, è morto come un animale, ed è diventato spirito animale ritornato di nuovo al mondo reincarnato come uomo-animale!

 

 

31/22 - I pagliacci terreni diventano di là dei sorridenti ghignanti idioti

Graz, 30 ottobre 1902

125. Le ghignanti risate si trovano per lo più tra i cretini e gli idioti, ed essi rappresentano l'ex stupido Augusto dei circhi[103] e degli scherzi di teatro, che una volta solleticava ed eccitava i muscoli del ridere degli spettatori, e adesso invece, ridono ghignanti, per cui ogni uomo ragionevole si gira rapidamente da loro, in modo che non vengano vicini a lui con la loro stupidità ghignante. – Da questo potete apprendere quanto sono soddisfatto di voi quando applaudite tali burloni nel teatro, nel circo o nel cantare pubblicamente le canzonette, e li aiutate a diventare uno dei più grandi animali dell’inferno dopo la loro morte del corpo, poiché tali svaghi, scherzi e canzonette scherzose, sono le più alte scuole del deterioramento morale.

 

 

31/23 – Idioti e geni nella stessa famiglia e la causa degli stupidi

Graz, 30 ottobre 1902

126. Idioti e geni nella stessa famiglia. – Questa eccezione deriva da ciò:

- I ) l'idiota è una colpa dei genitori, quindi una punizione, sia della vita precedente che della presente. Anche nell’ebbrezza vengono generati figli idioti per punizione, poiché la generazione di un bimbo è la generazione di un figlio di Dio, quindi un atto sacro. Invece voi praticate spesso questo atto più brutalmente del più comune animale, e perciò la punizione!

- II ) il genio è invece un progredito spirituale proveniente dal tempo passato che è stato reincarnato nella stessa famiglia; il che accade spesso su preghiera di quello spirito.

127. La stupidità è una punizione per il trattamento troppo sfacciato e sprezzante delle persone del vicinato con la cosiddetta lingua lunga e pungente che tratta il prossimo con sapienza raffinata, con cui viene preso in giro, deriso e maltrattato (con la diceria) come un essere inferiore attraverso la sapienza spiritosa, che poi viene trasformata in idiotismo nella successiva incarnazione.

 

 

31/24 – Il perché di chi ha la testa grande o il gozzo

Graz, 30 ottobre 1902

128. Grande testa. – Gli uomini con una testa proporzionalmente troppo grande sono di solito puniti per i peccati della vita precedente nell'attuale reincarnazione. Il deridere e il beffeggiare di un tempo, vengono adesso alla punizione. – Il collo grosso non è una punizione.

129. Gozzuti. – Il gozzo viene scientificamente considerato come causa della mineralizzazione dell’acqua. Questa opinione è certamente corretta, ma pone anche una punizione spirituale per i peccati commessi, e precisamente per derisione e insulti, sia a causa dei genitori o attraverso se stessi. Però, anche il peccato della vita precedente viene punito come pena nella reincarnazione, se non è stato espiato al tempo della vita (precedente).

 

 

31/25 - I duri d’orecchio o sordi

Graz, 27 maggio 1901

130. Gli uomini che invidiano agli altri la loro conoscenza che questi hanno acquisito per meriti spirituali attraverso la scuola e l'educazione, o attraverso l’acquisizione spontanea della stessa, sono uomini orgogliosamente invidiosi e pieni di gioia maligna, poiché invidiano agli altri ciò che essi non hanno o non possono avere.

131. Tuttavia, poiché la conoscenza può essere acquisita solo attraverso gli insegnamenti scolastici o l’educazione che si ascolta dal parlare e poi si riferisce agli altri parlando, da qui il karma che un uomo così invidioso debba essere privo di quell'organo che lo abiliterebbe ad ascoltare la conoscenza degli altri o di esporre la propria agli altri.

 

 

31/26 – Il perché dei muti

Graz, 27 maggio 1901

132. Molti uomini hanno quella grande scortesia di non concedere a nessuno il diritto di parlare o di esprimere la propria opinione, e vogliono essere dappertutto dominanti e padroneggianti delle opinioni. Sia che questa corrisponda alla verità oppure no, egli la opprime ferocemente, essendo per loro una questione di minore importanza, mentre la loro opinione personale viene esaltata ovunque, e la superiorità oratoria è la cosa principale. Tali campioni di parole e di linguaggio vengono puniti con una reincarnazione come muti, in modo che la loro arroganza di sentirsi primi, predominanti e padroneggianti ovunque, devono stare lì come ultimi e muti. Tali muti hanno una grande voglia di parlare, ma sono costretti ad espiare la loro sapienza intellettuale che un giorno trionfava arrogantemente sui loro simili, attraverso l'avvilente umiltà del mutismo e di accettare tutto. Per mezzo di ciò vengono curati dalla loro arroganza che vorrebbe dominare l'opinione umana, e così vengono resi adatti al progresso spirituale.

 

 

31/27 – Il perché dei sordomuti, da non disprezzare mai

Graz, 27 maggio 1901

133. L'uomo non deve mai includere i poveri che sono sordi o muti nella propria sfera d’azione di disprezzo, permettendosi di fare scherzi, battute e ogni genere di stupidità con tali uomini viventi in una punizione divina, o altrimenti di opprimerli incessantemente.

134. La Mia mano punitiva è certamente indulgente verso tali malvagi senza amore, ma non rimane inattiva. O vengono puniti già in questa vita, o nella reincarnazione, affinché debbano soffrire essi stessi delle medesime colpe durante la loro vita, a causa del disprezzare, denigrare e opprimere gli altri per qualsiasi motivo, sia per scherzo o per tornaconto personale.

135. Perciò ognuno rifletta bene su cosa fa, affinché come ricompensa non raccolga ciò che ha seminato.

 

 

31/28 - Corresponsabilità della madre e del padre nello sviluppo dei figli e della fisionomia

Graz, 30 ottobre 1902

136. Un importante ruolo lo gioca il comportamento della madre nel primo periodo di gravidanza, poiché il bimbo è ancora in formazione. L'anima del bimbo è come un essere in contatto spirituale con l'anima della madre, quindi la madre deve avere la massima attenzione su se stessa durante la gravidanza, in modo che non commetta errori, errori che poi diventano visibili sul bimbo materialmente all’esterno, oppure innati, operanti spiritualmente e animicamente.

137. Il bambino attraverso il sangue di cui è costituito, riceve le caratteristiche e le passioni della madre; le caratteristiche e le passioni del padre (le ha avute) perlopiù attraverso lo spirito dell’effusione dal padre nell’accostamento alla madre, poiché l'anima del bimbo assorbe tutto e lo utilizza per la costruzione del corpo del bambino e di se stessa!

138. Se però la madre s’infatua molto significativamente di una persona e vi si sofferma a lungo col suo sguardo, allora l'anima del bimbo viene come ipnotizzata dai pensieri e dai sensi della madre, e dal momento che i pensieri e i sensi formano corpi spirituali nel cervello della madre, allora sull'anima del bimbo viene più o meno l'impressione di imitare questa figura così acutamente fissata, che essa considera come modello della madre, e così i bambini ottengono il volto di persone rinomate, o con il labbro leporino[104], con il volto simile ad animali, e con differenti malformazioni che potrebbero facilmente essere evitate, ma anche con le più magnifiche formazioni di testa e volto, se l'oggetto di cui ci si è infatuati è un altro bimbo oppure anche un’immagine dipinta.

139. Le formazioni del corpo sono spesso responsabilità della madre. Perciò, o madri: state in guardia, affinché viviate in condizioni tali, secondo le Mie direttive, e lasciate pascere i vostri occhi solo nel meraviglioso e sublime! L'estrema tristezza dei “Sette dolori di Maria”[105] ha già dato a molti bambini la sua fisionomia di tristezza. – Perciò attenzione! Poiché la testa, occhi, orecchi, naso, viso, ecc., possono diventare belli o brutti col guardare, a seconda di ciò in cui la madre si è assorta. La madre è il disegnatore, l'anima del bimbo è l’architetto secondo il disegno.

140. Anche per la formazione del cervello e per l'intelligenza del bimbo, i genitori sono il modello animico dei figli. – Come viene riferito nel libro “Il trionfo della procreazione” (cap.24), il bambino riceve una parte dello spirito del padre e una parte di quello della madre, e con questi due, l'anima del bimbo è in costante collegamento elettrico con la madre e con il padre, e con quello che la madre e il padre si occupano spiritualmente, cosicché arriva all’anima attraverso tale collegamento elettrico. Ecco perché accade che da genitori, dove ad esempio il padre si sforza particolarmente nella scienza, il bambino ne ottiene il flusso spirituale dell'intelligenza, quindi di solito figli intelligenti da genitori intelligenti, a meno che, tra stupidaggini o errori dei genitori, non si pregiudica o addirittura si distrugge in qualche modo anche il buono. Particolarmente efficace è l'intelligenza del padre sul bambino quando il padre vive vicino alla madre, perché l'anima del bimbo, con ciò, elettricamente e contemplando (coscientemente e incoscientemente), attira a sé la struttura dell'intelligenza del padre e, assimilandola, la incorpora.

141. Se invece i genitori al tempo della gravidanza commettono errori della vita, allora non si parla più di un'intelligenza innata dei figli. Essi diventano prodotti ordinari, nei quali il germe per il male è già stato posto.

142. Ci sono comunque eccezioni, ma queste sono nuovamente di natura spirituale, e queste avvengono o attraverso uno dei genitori, o attraverso un ambiente intelligente dove l'anima del bimbo vede solo del nobile e del sublime, oppure più tardi attraverso l’inconscio e ininterrotto risveglio dell’intelletto del fanciullo, per mezzo del quale diventa un bambino intelligente. Ciò perché l'uomo assorbe continuamente per il suo spirito animico ciò che gli viene offerto, dal primo giorno del concepimento fino alla fine della sua vita.

143. Pertanto, se volete avere dei bambini bellissimi e intelligenti, allora dovete voi stessi precedere così come lo richiede la formazione spirituale del fanciullo, poiché tutto dipende dai genitori come saranno i loro figli. Se i genitori vivono secondo i Miei precetti divini e sanno usare correttamente questi precetti, avranno figli come li desiderano essi stessi, perché i sentimenti dei genitori dell'anima del figlio sono il modello della loro stessa formazione; e se i genitori d’aspetto e di fattezze non sono belli, la madre, attraverso una bella immagine e il suo costante desiderio e approfondimento o immaginazione, può accogliere spiritualmente in sé questa immagine, e nella ferma convinzione che avrà un figlio com’è l’immagine che desidera, può portare a termine un fatto compiuto, poiché procedendo in questo modo, dei genitori brutti possono ricevere un figlio bellissimo. Naturalmente, la madre, nel suo desiderio e approfondimento, non deve fare affidamento su se stessa, ma anche pregarMi per l’adempimento del suo desiderio, e questo desiderio si avvererà.

 

 

31/29 – La cleptomania è limitata con incarnazioni in famiglie ricche

144. Alcuni uomini dicono: “Se la madre durante la gravidanza ruba qualcosa, allora suo figlio diventerà un ladro!”

145. Questa opinione è falsa! Che genitori ladri allevino i loro figli a ladri, è qualcosa di naturale; e che genitori a cui piace rubare non puniscano i loro figli se si appropriano qualcosa di estraneo, è nella natura delle cose. Piccola abitudine, vecchio fatto, già fondato e noto a tutti nel proverbio.

146. Solo la cosiddetta cleptomania si basa su un altro motivo, e questo è dovuto al fatto che alcune persone ladre non riescono a rinunciare alla loro abitudine, né come persona né come spirito, perciò di quando in quando sono reincarnate in famiglie ricche dove hanno di tutto in abbondanza, per cui non li stimola il desiderio al furto dal momento che possono comprare e avere tutto col denaro. Se allora accade ancora, c'è una smania così grande al rubare, che perfino la sovrabbondanza non è in grado di impedirlo del tutto, e tuttavia, ad ogni modo, la brutta passione viene abbassata.

 

 

31/30 - La reincarnazione è concessa se ultra desiderata

Graz, 23 aprile 1903

147. Ci sono spiriti che hanno un impulso così intenso, corrispondente alle loro voglie e brame impetuose di reincarnarsi in una (certa) famiglia, che non nutrono né hanno un desiderio per nessun’altro pensiero e scopo. E dal momento che con tali spiriti non c’è niente da fare, allora il loro impeto viene esaudito ed essi entrano di nuovo nella carne. Talvolta presso tali soggetti viene continuata la vecchia vita una volta condotta, mentre altri trovano un altro indirizzo subentrato dalle circostanze che li guida su vie migliori, e in tal modo viene raggiunto un progresso attraverso la reincarnazione. Perciò nessuno deve giudicare falsamente la questione, poiché non dipende da Me, ma dall’esplicito e persistente desiderio e impulso di uno spirito, di cosa lui decide, se migliorare o peggiorare, dal momento che Io prendo il più possibile in considerazione la libertà dello spirito.

 

 

31/31 - Il terzo sesso: l’amore ellenico

Graz, 13 marzo 1901

148. Gli uomini con il sangue caldo e tendenti all'amore sessuale contro natura si trovano nei paesi caldi. Nei paesi freddi, una persona del genere c’è raramente , perché lo influenza il clima.

149. Persone in cui l'uomo desidera l'uomo ed è fervidamente innamorato di lui, sono il prodotto di una pazzia spirituale. Esteriormente non si nota nulla di speciale in loro, ma diverso è interiormente. Essi sono voluttuosi, sfrenati ed hanno un disgustoso impulso verso la congiunzione carnale, e precisamente nella direzione opposta, perché per loro, il naturale non ha stimoli, e alcuni hanno anche paura delle conseguenze (ovvero, della procreazione).

150. Tali uomini sono difficili da curare, perché sono troppo presi dall’impeto selvaggio e caldo per questo. Essi hanno bisogno di una reincarnazione sotto condizioni che possano condurli presto a un amore naturale con il diventare presto maturi (sessualmente), disabituandosi completamente, per mezzo di ciò, della vita innaturale precedente, e diventando persone normali.

 

 

31/32 - Perché vengono al mondo gli ermafroditi?

Graz, 13 marzo 1901

151. Ogni uomo deve frenare i propri desideri libidinosi per quanto possibile, e non lasciarli correre liberi affinché non degenerino.

152. Gli ermafroditi[106] sono uomini che hanno condotto una vita sessuale scandalosa nelle loro vite precedenti e, in tali vite, si sono degradati a maiali umani. Giunti nel regno degli spiriti, continuano a fare quella stessa vita con spiriti consenzienti e precisamente nella maniera più abominevole. La loro forma fisica diventa per metà scimmia e per metà serpente in seguito alla rappresentazione del degenerato peccato ereditario della fornicazione: scimmia come animale lascivo, serpente come analogia del serpente paradisiaco di voluttuoso egoismo.

153. Considerato che l'anima di una persona licenziosa[107] non è così facile da domare, il sesso doveva essere mutilato con la reincarnazione, al fine di mettere un grande argine all'impetuoso impulso verso la lascivia.

154. Questa è quindi la causa delle nascite ermafrodite, e sarebbe opportuno istruire tali uomini come stanno con questa faccenda, per non giungere ancora una volta infelici nell'aldilà. Meglio di tutto è se si dà loro questa spiegazione da leggere.

155. Il fatto che appaiano così differenti in relazione allo stimolo maschile o femminile, è di nuovo la causa se erano di discendenza maschile o femminile. L’inclinazione dà il tratto alla bilancia, poiché la mutilazione non si estende oltre il limite del sesso.

156. Per quanto riguarda l’impedimento artificioso (con l’ipnotismo), questo non è permesso davanti a Me, poiché con la violenza posso cambiarli da solo, e non ho bisogno di aiutanti. Io voglio che ognuno si guadagni il suo Cielo, altrimenti non entrerà. Perciò non derubate loro il Cielo!!! – Gli insegnamenti devono aver luogo in stato di veglia!

157. Le predisposizioni di un uomo a maschio-femmina oppure di una donna a femmina-maschio, sono entrambi libertini ellenici.

 

 

31/33 - Reincarnazione di un’anima maschile a donna ermafrodita[108]

158. Una tale donna (ermafrodita) è animicamente un uomo, ed è femminile solo il corpo carnale, per sfruttare per mezzo di ciò il piacere.

159. Tutte costoro sono libertini (ex spiriti maschili lussuriosi) invasati dagli spiriti della lussuria. Il loro miglioramento è per lo più possibile solo nel mondo (terreno), perché qui li tengono a freno la decenza e la legge morale. Nel regno degli spiriti dove c'è totale libertà, è messa male con il miglioramento di tali anime. Questo è il motivo per cui si deve rendere attenti tali donne-uomini sulla Terra, sul pericolo della loro attività e istruirle in tutto, affinché non giungano nuovamente infelici nell'aldilà.

 

 

31/34 - Una valida prova dell’esistenza dell'aldilà

160. La storia in cui Io, Gesù, volevo scacciare gli spiriti maligni dai posseduti nel paese dei gadareni[109] (Mt. 8,28-32), vi mostra che gli uomini libidinosi anche nel regno dello spirito hanno gli stessi vizi, e si distinguono poco dalle anime degli animali. Essi Mi pregarono di lasciarli entrare in un branco di porci, affinché potessero continuare a vivere secondo le loro inclinazioni e desideri sensuali; solo che i porci erano più puri di questi spiriti, perciò i porci divennero furibondi quando gli spiriti entrarono in loro, corsero direttamente nel mare e vi annegarono, per cui gli spiriti maligni furono di nuovo liberi e senza patria, e dovettero cercare nuovamente da qualche altra parte il loro alloggio, perché con l’annegamento dei porci non trovarono sollievo dai loro vizi.

 

 

31/35 - La trasformazione dell'anima nella reincarnazione

161. Le reincarnazioni dell'anima di un uomo come donna, o viceversa, dell'anima di una donna come uomo, non accadono abitualmente; un'eccezione è dovuta solo al terzo sesso, come è stato spiegato sopra (l’amore ellenico - cap. 31,31 di questo libro).

 

 

31/36 - Sulle false affermazioni di reincarnazioni di spiriti-parziali

Zurigo, 23 agosto 1904

162. Miei cari figli, ci sono alcuni dei Miei figli che non comprendono giustamente l'insegnamento della reincarnazione e pensano che ci siano anche reincarnazioni parziali, cioè che gli spiriti elevati rimangono in Cielo nella loro parte principale e si reincarna solo una parte del loro io, e questa viene sulla Terra; anzi, che tali spiriti elevati reincarnano le loro anime in molti uomini come spiriti-parziali, oppure che uno spirito-parziale viene come guida di un uomo e si reincarna in lui.

163. Questo insegnamento è assolutamente falso, perché è un’eresia scaturita dagli spiriti o da Satana, cosa che ve l’insegnerà la seguente spiegazione.

164. Ogni uomo è per se stesso un io completo, e due uomini non possono essere uniti in un solo corpo, perché ciascuno ha organizzazioni diverse che non corrispondono alle organizzazioni del secondo, perciò due uomini non possono mai prendere il proprio diritto in un solo corpo, ovvero, essere uniti in una sola anima.

165. D'altra parte è la regola che ogni uomo deve diventare da se stesso ciò che vuol diventare, e che ciascuno è responsabile del fare e del non fare dinanzi a Me. Come andrebbe poi a uno spirito-parziale di un elevato spirito celeste, se l'anima di un reincarnato andasse su una via sbagliata, in modo che anche lo spirito-parziale di un arcangelo fosse rovinato e trascinato insieme all'inferno?

166. Lo spirito-parziale di un arcangelo, non subirebbe un grande danno che spesso non potrebbe essere riparato per centinaia di anni? Anzi, egli sarebbe decisamente in grande svantaggio, perché lo spirito-parziale si dovrebbe riacquistare di nuovo il perduto solo dopo molto tempo, dopo migliaia di anni, e rendere di nuovo buono ciò che era diventato cattivo!

167. Se tuttavia in un altro caso l'anima del reincarnato procedesse in avanti bene e quindi raggiungesse il suo perfezionamento, ma alla fine lo spirito-parziale fosse separato da lei e di nuovo incorporato nel proprietario, allora il reincarnato avrebbe finito di covare un Kukuksei[110], perché si sarebbe tormentato a formare anche lo spirito-parziale che a sua insaputa sarebbe stato incorporato in lui in maniera altamente spirituale, ma non come il proprio io, bensì come schiavo di un altro, – poiché ogni incarnato o reincarnato inizia a svilupparsi e a formarsi del tutto di fresco, perché il precedente resta velato e conservato; perciò il reincarnato sarebbe un lavoratore felice di un altro.

168. Che tali concetti sulla reincarnazione siano completamente falsi, lo potete facilmente comprendere, perché si tratterebbe di una storia truffaldina; in primo luogo da parte Mia che permetterei una cosa del genere, in secondo luogo da parte dello spirito angelico, che avrebbe intrapreso un tale traffico illecito così fraudolento con il suo spirito-parziale.

169. Voi sapete che al giorno d’oggi molti arcangeli sono reincarnati, e tuttavia vedete che esteriormente non si differenziano affatto dagli altri uomini, anzi, non c'è da notare proprio nessuna differenza dove in un figlio c'è uno spirito infernale e dove uno spirito angelico. Molti spiriti angelici e spiriti elevati provenienti da altri mondi sono perfino così fortemente oscurati dal metodo educativo di oggi, da libri che negano Dio e da letteratura che trascina tutto il superiore e lo spirituale nel fango, che guastano se stessi negando Dio e la sopravvivenza dell'anima.

170. Sorge la domanda: “Che tipo di vantaggio avrebbe un tale spirito angelico parziale, negli uomini che sono diventati diavoli?”. Perdita e nient'altro che perdita e danno alle sue qualità, perché nessuno dei reincarnati sa qualcosa della sua vita precedente, ma ognuno deve svilupparsi delle basi nuovamente da sé.

171. Quindi vedete che stanno aperte due sole vie se ci fossero spiriti-parziali reincarnati come incorporazione in un'anima reincarnata: o inganno nel reincarnato che presterebbe servizi per un altro, o perdite in qualità spirituali dello spirito-parziale.

*

172. Ci sono anche quelli che pensano che uno spirito elevato non discenda dal Cielo, ma lascia reincarnare la sua anima sulla Terra solo da uno spirito-parziale.

173. Anche questa opinione è completamente falsa, perché il centro dell'anima è la parte determinante delle particelle animiche, perché esse sono solo i corpi del pensiero dell'anima e dipende completamente da questo, come quando voi inviate i vostri pensieri in qualche luogo conosciuto della Terra. Finché vi trattenete lì (col pensiero), anche voi siete lì con il vostro sosia come un corpo di pensiero, ma non appena dirigete i vostri pensieri altrove, anche il sosia-corpo, che non è nient’altro che un corpo animico del pensiero, scompare alla velocità del lampo, come l’immagine riflessa quando ci si discosta da uno specchio.

174. Così è con gli spiriti-parziali nella reincarnazione: o è l'anima della persona in questione completamente incarnata o reincarnata, o non è affatto incarnata. Annotatevi questo come chiarimento dal Padre vostro Gesù. Amen!

 

 

31/37 - Ad un’incarnazione terrena segue una reincarnazione sulla Terra o sulla Luna come punizione

Graz, 3 novembre 1902

175. La reincarnazione di un'anima che già una volta era incarnata in questo mondo, ha luogo di nuovo ancora su questa Terra. La Luna costituisce un'eccezione come istituto di pena per quelle anime disposte troppo mondanamente[111] che s’infatuano completamente nella materia della Terra ed hanno in testa solo i suoi beni, le sue case, i suoi beni mobili e immobili. Costoro non vengono reincarnati sulla Terra, ma sulla Luna, dove ci sono condizioni patrimoniali molto misere, e in tal modo si pone fine all'adorazione dei beni terreni, diventando a loro chiaro che sono stati reincarnati nella scuola punitiva della vita, sulla Luna, proprio a causa della loro predilezione per i visibili beni terreni.

176. Questa disposizione li porta a un giudizio, e per mezzo di questo iniziano a odiare la materia che li ha resi infelici.

177. Allo stesso tempo ci sono quelli che, oltre ai beni terreni, hanno anche mostrato una predilezione particolare per le loro donne e non hanno pensato molto a Dio. Come punizione devono ora (sulla Luna) con il loro nuovo matrimonio, portare continuamente le loro mogli sulle spalle, cosa a cui viene loro insegnato a fare già da bambini.

178. Gli abitanti provenienti da altre stelle, dai soli e dai pianeti, vengono incarnati sulla Terra, ma dalla Terra non altrove che sulla Luna, poiché essa è una sua parte planetaria ed è il suo istituto di pena per le anime mondane.

 

 

31/38 - La Terra è l'ultimo mondo per le incarnazioni delle anime

179. C’è un insegnamento riportato nei circoli spiritistici, che gli spiriti che una volta erano incarnati sulla Terra, dopo la morte vengono incarnati anche su altri corpi celesti.

180. Questo insegnamento non è vero, poiché la Terra è l'ultimo corpo celeste per quanto riguarda l’importanza spirituale per l'anima. Io, Gesù, con la Mia incarnazione ho fatto della Terra la prescelta di tutti i mondi stellari, e perciò chi viene incarnato una volta sulla Terra non verrà più al mondo in nessun'altra stella se l'anima procede normalmente in avanti, poiché la Terra costituisce l'ultimo e il principale gradino nella migrazione delle anime, perché solo da qui, con la sofferenza e la morte sulla croce, è stata acquisita e stabilita la figliolanza di Dio.

181. Chi non ha ancora messo il piede su questa Terra non viene alla figliolanza di Dio, perché qui devono passare combattendo i compiti più grandi e più difficili della prova della carne, dopo di che può essere raggiunta la rinascita dello spirito.

 

 

31/39 - Reminiscenza discontinua nelle incarnazioni

Graz, 3 novembre 1902

182. Che l'uomo non si ricordi della sua vita precedente, sia nel mondo che nel regno dello spirito, dipende dal fatto che con l'incarnazione o la reincarnazione vengono tolti all’uomo tutti i suoi precedenti ricordi, e così perde tutti gli avvenimenti che aveva vissuto in passato.

183. Questa disposizione accade perché l’uomo ogni volta che mette piede di nuovo nella carne, deve passare ancora l'intero sviluppo della vita in modo che si raccolga in tutto i nuovi meriti, poiché con ogni reincarnazione, se è stata vissuta felicemente, si aggiungono nuove acquisizioni di vita dall'amaro e dall’aspro a quello già acquisito dalla vita precedente.

184. La dimenticanza o il non-sapere nulla della vita precedente all'ingresso in una nuova reincarnazione, somiglia allo stato di risveglio dalla condizione di sonno ipnotico o magnetico, dove il risvegliato non ha nessuna idea e nessun ricordo di ciò che ha detto o fatto e di ciò che gli è capitato nello stato di sonno. Nella reincarnazione il ricordo della vita precedente in lui viene rimosso da Me. – Col sonno ipnotico il violentamento dell'anima rimuove il collegamento tra lei e il suo cervello. Nel sonno magnetico, invece, il magnetismo che c’è tra l'anima e lo spirito nerveo si presenta come mediatore col cervello[112].

 

[indice]

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cap. 32

Insegnamenti sull’anima

 

32/1 - Il corpo di carne è l'immagine e dimora dell'anima

Graz, 7 maggio e 10 ottobre 1901

1. Come risulta dai sogni, dove non si vede mai il (proprio) corpo dormiente, ma sempre l'operosa anima vivente, allora non è il corpo l'uomo stesso, bensì questo è solo la figura riprodotta dalla materia morta sull'immagine dell'anima. Per questa ragione nell’antico tedesco il corpo si chiamava likinama, vale a dire ‘imitazione’ o ‘copia’, oppure ‘forma dell'anima’ riprodotta fotograficamente in modo preciso. Tuttavia, poiché questa copia materiale dell'anima non è la vita stessa, ma questo senza l'anima è morto, fino al tempo presente il termine likinama era usato per rappresentare la parola e il significato di ‘cadavere’ che, nel Medioevo era pure chiamato lichnamo, che significa ‘corpo’ o ‘materia’, ma ora nel senso spirituale significa solo ‘cadavere’ o ‘corpo morto’.

2. Il corpo dell’uomo è la dimora materiale dell'anima, la quale vive in esso come uomo spirituale eternamente vivente, e con questo corpo si manifesta esteriormente, ovvero si rivela in maniera attiva, poiché il corpo di carne è il suo involucro materiale e strumento visibile operante, con cui entra in azione, perché l'anima, come spirito, non lo può.

 

 

32/2 - L'origine della Creazione materiale e dell’uomo

3. L'intera creazione dell'Universo consiste dell'anima del gigantesco spirito di Lucifero-Satana un giorno caduto, trasformata e solidificata nella materia, e quindi anche la Terra[113].

4. L'uomo è un prodotto proveniente dalla Terra, formato verso l’alto secondo la Mia forza di volontà dalla combinazione dei pensieri e dei processi di purificazione naturale.

5. L'anima è presa dallo spirituale più fine, mentre il corpo è preso dallo spirituale più grossolano della materia.

6. Di conseguenza, gli uomini, secondo l’anima e il corpo, sono l'anima di Satana fatta tornare in vita dallo Spirito di Dio. Per questa ragione, mediante la purificazione delle caratteristiche animiche, l'anima di Satana ritorna a Dio in atomi.

7. L'uomo stesso è il "Figlio perduto", il Satana, il Lucifero nominato nel Vangelo, poiché attraverso l’uomo che ha nobilitato, spiritualizzato e divinizzato le sue caratteristiche animiche e i suoi desideri d'amore, l'anima di Satana ritorna a Dio in atomi.

 

 

32/3 - L'uomo come Tempio di Dio

8. Io, Gesù, quale Sapienza divina, definii il Mio corpo come ‘Tempio di Dio’, dicendo: «Distruggete questo Tempio, e in tre giorni lo faro risorgere» (Gv. 2,19). E i giudei lo distrussero davvero con la morte sulla croce; tuttavia il terzo giorno la Divinità in Cristo risorse dal corpo morto, lo guarì, lo invigorì e lo trasformò in spirito, così che da quel momento in poi fu visibile solo allora, quando Io, Cristo, aprivo gli occhi animici spirituali degli apostoli e dei discepoli. (Lc. cap. 24)

9. Come Io, Cristo, attraverso la Mia incarnazione ho portato un corpo di carne e lo definii come Tempio di Dio, così è anche il caso con il vostro corpo, come scrisse Paolo nella ‘Prima lettera ai Corinzi’: «Non sapete che voi siete Tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio dimora in voi?» (1° Cor. 3,16).

10. Se qualcuno guasta il Tempio di Dio (spiritualmente o fisicamente), perderà il favore di Dio, poiché il Tempio di Dio è santo, e questo siete voi (1° Cor. 6,19). – Paolo si esprime ancor più precisamente nel sesto capitolo dicendo: «O non sapete che il vostro corpo è Tempio dello Spirito Santo che dimora in voi e che avete da Dio e quindi non ne siete padroni?»

*

11. (dice Schumi): “Inoltre, in modo particolarmente approfondito lo dice Paolo nella ‘2° Lettera ai Corinzi’: «Voi siete un Tempio del Dio vivente» - 2° Cor. 6,16”).

*

12. E nella ‘Lettera ai Romani’, Paolo afferma: «…che in voi vive lo stesso Spirito di Dio che resuscitò Cristo dai morti» (Rom. 8,11).

13. Queste prove menzionate sono così chiaramente espresse, che non possono più esserci dubbi sull'esistenza di Dio in voi.

14. Lo spirito che si presenta nel vostro cuore come coscienza è uguale all’alito che Io insufflai in Adamo, e in tal modo lo animai, e questo è il vivente Spirito Santo del divino Amore, Sapienza e Onnipotenza stessa.

15. Il Mio Spirito divino che dimora in questo Tempio vivente, non è nessun altro Spirito che il Creatore dell'Universo, il Dio vivente Gesù Cristo, come dice il Mio Paolo (Gal. 2,20): «Io vivo, ma non io vivo, bensì Cristo vive in me». Con questo, Paolo ammise di aver subordinato in umiltà il suo io alla Sapienza, sotto l’Io di Dio dell’Amore, per mezzo del quale l'uomo pensa, desidera, parla e fa solo ciò che è divino e corrisponde all'amore.

16. Infatti, l'Amore è l'adempimento della Legge di Dio (Rom. 13,10) e chi ha l'Amore è così ricco da poter comprare l'intero Regno dei Cieli, perché il Cielo supremo è la Mia sede, ed Io, Dio, sono il puro Amore (1° Gv. 4,8-16) e perciò il Mio divino responso è: «Se tu avessi tanti peccati come la sabbia nel mare o come l'erba sulla Terra e avessi amore per Dio e per ogni uomo, poiché è figlio di Dio, allora ti saranno perdonati tutti i peccati» (Lc. 7,47).

17. Con Tempio di Dio è inteso il materiale corpo di carne che è edificato secondo l’immagine del corpo spirituale dell'anima.

18. Il Tempio materiale di Dio viene purificato con la santificazione dell'anima mediante le virtù divine, e formato a un degno Tempio della Mia dimora dell'Amore, in quanto questo corpo viene santificato attraverso la consacrazione, cioè con la purificazione del cuore dell'anima stessa, perché l'anima non lo usa più come strumento peccaminoso delle sue brame e desideri.

 

 

32/4 - La creazione dell'anima

Graz, 17 dicembre 1903

19. Da dove proviene l'anima? Chi la forma e le dà l’intelligenza?

20. La risposta suona così: “L'anima dell'uomo è un’emanazione di divini Raggi di luce provenienti dalla divina Fiamma dell'Amore che spiritualmente viene chiamata Padre in Dio”. Solo che questi Raggi di luce, adesso non provengono direttamente da Dio, ma dal fine spirito dell'anima di Satana consolidata nella materia, perciò l'anima umana non è originaria dai puri Raggi di luce, come l'anima di Gesù che era la pura Sapienza proveniente da Dio, ma sono discendenti dai Raggi di luce impuri. Questi Raggi di luce sono stati un giorno la Sapienza divina che, nello spirito di luce di Satana (Sadhana-Lucifero), illuminava raggiante l'infinità dello spazio nella più alta luce elettrica, e tuttavia, con la caduta di Lucifero-Satana sono stati alquanto ottenebrati. Da questi Raggi di luce debolmente splendenti di materia spirituale più fine, lo Spirito di Dio si crea, secondo la Sua Volontà e la Sua immaginazione, dopo molte trasformazioni della forma del corpo, delle anime che vagano attraverso il regno minerale, vegetale e animale, e alla fine perviene alla forma fisica dell'anima umana e le dà l'intelligenza di costruire il corpo materiale dal sangue nel corpo materno, esattamente secondo la sua forma spirituale, che poi usa come dimora e strumento, per rendersi con questo operante in modo materialmente visibile!

 

 

32/5 - L'uomo come Dio e Satana in una persona

Graz, 5 ottobre 1902

21. Cari figli, l'uomo unisce nel suo corpo il suo Dio con l'anima di Satana.

22. È vero che Io come Dio sono l’etere tutto comprendente che, dal punto di vista altamente spirituale è un mare di fiamme, goduto in modo altamente spirituale, un indescrivibile godimento dell’Amore che supera di gran lunga ogni concetto umano!

23. Nessuno può godere nella carne questo godimento altamente spirituale, tranne che nella prima rinascita, in maniera molto più alta nella seconda (rinascita), tuttavia solo animicamente, non fisicamente, perché con un tale godimento altamente spirituale, la carne cadrebbe nell’impotenza mortale. Quindi un rinato può, per un certo tempo, giungere a questo godimento, quando il corpo dorme.

24. È ovvio che Io, come etere tutto comprendente, non posso essere rappresentato interamente in un singolo uomo; ma questo non è neanche necessario, poiché in primo luogo nell’intero etere è rappresentato lo stesso Amore, Sapienza, Onnipotenza, Magnetismo, Elettricità e Divinità, come nelle piccole parti dello stesso. In secondo luogo lo spirito umano si può manifestare come una Divinità; in terzo luogo egli è congiunto e tutt'uno con l’etere dell'Universo, quindi è potente e pieno di vigore come l'intera Divinità, perché non è separato, bensì congiunto con la Divinità dell'Universo.

25. La Divinità nell'uomo rappresenta tutto ciò che è spirituale in lui e non può essere visto con gli occhi e afferrato con le mani, come: l’intelletto, la ragione, i pensieri, i desideri, il linguaggio, il sentimento, il gusto, il fiuto, l'udito, la volontà e tutto ciò che può e viene messo in relazione a questi, quindi l’intera vita e movimenti, pensieri e opere.

26. Il Satan nell'uomo è il corpo animico spirituale, il materiale corpo di carne e il suo spirito carnale; l'anima può vedere con i suoi occhi spirituali con la Mia Volontà il suo corpo animico, e sentire con le sue mani animiche; mentre voi potete vedere con i vostri occhi carnali il vostro corpo di carne e potete afferrarlo e sentirlo con le vostre mani carnali. Perciò nel sonno profondo non potete distinguere il vostro corpo animico, che non è il corpo di carne, poiché nel sonno vive e opera solo il corpo animico, mentre durante questo tempo il corpo di carne riposa e riceve le sue impressioni solo attraverso lo spirito nerveo. Lo spirito nerveo, durante il tempo in cui l'anima al di fuori del corpo si muove e va in giro e opera, rimane nel corpo. Durante questo tempo l'uomo non sogna, perciò non sa nulla di dove sia l'anima e cosa stia facendo.

27. L'anima non Mi può vedere come suo Spirito senza la Mia Volontà, e se Mi faccio vedere in lei, mi vede come una nuvola ardente di luce. Io, nondimeno, sono Colui che vitalizza l'anima, e attraverso di essa animo il corpo di carne che le conferisce tutti i sensi e le forze spirituali, poiché senza di Me, lei e il corpo sono senza vita propria e senza alcun proprio sentimento.

28. Io, come Spirito divino dell’uomo, rappresento tutto ciò che viene percepito di divino-spirituale nell'uomo, poiché sono Dio, perciò tutto quello che è divino nell'uomo, quindi la Fiamma dell'Amore di Dio.

29. Il Mio polo opposto nell'uomo è l'anima proveniente da Satana, contaminata da Satana nel suo (egoismo) amor proprio, di cui consiste il corpo animico e carnale dell'uomo[114].

30. Tutto ciò che ho creato nell'uomo, è buono e puro, se viene usato del tutto altruisticamente al servizio dell'amore per Dio e per il prossimo. Al contrario, se si usa la libertà dello spirito nell'amor proprio e nell'egoismo, allora si può invertire tutto il bene spirituale attraverso la sapienza e l'egoismo del mondo, e a questo punto diventa peccato, e l'uomo diventa Satan in se stesso. Io poi Mi ritiro e l'uomo diventa tenebroso, arrogante, egocentrico ed egoista, quindi conoscerà solo se stesso e attraverso questo egoismo commetterà tutti i peccati e i crimini immaginabili, perché cosi facendo diventa scellerato e temerario. Vedete, questo è l’uomo!

31. Tramite Gesù, quelle virtù del Padre vostro spirituale, poste al servizio altruistico e facendo tutto per amore per Dio e per il prossimo, l’uomo più malvagio può tuttavia apparire di nuovo come figlio di Dio e cancellare tutto il male fatto.

32. Come detto, l'uomo consiste di spirito, anima e corpo. Lo spirito è Dio, e sono Io, Gesù stesso; – l'anima con il suo corpo insieme al suo spirito carnale sono invece il vivente Satan stesso in miniatura, perché entrambi derivano dall’anima consolidata di Satana.

33. Questa contraddizione nell'uomo è ciò che s’innalza, è ciò che si ribella alla Volontà di Dio ed agisce sempre diversamente da quello che voglio Io.

34. Io sono Amore puro, mentre l'uomo spiritualmente incolto è l’odio, perché egoista; – Io sono umiltà, l'uomo invece è orgoglio e arroganza; – Io sono pazienza o longanimità, l’uomo è impazienza e collera; – Io sono la carità e la misericordia, l'uomo invece è insensibilità e spietatezza; – Io il perdono amorevole, l'uomo la vendetta meditata e le ritorsioni; – Io sono la costumatezza cristallina, mentre l'uomo nel fango della lussuria si sente a suo agio; – Io sono la generosità, l'uomo l’avidità; – Io l’altruismo, l’uomo l’egoismo; – Io auguro e faccio del bene a tutti, l'uomo è invidioso ed ama solo se stesso; – Io sono il servitore e il benefattore di tutti gli uomini, l'uomo si fa servire e opprime, inganna, imbroglia e razzia il fratello, dove e come può.

35. Così nell'uomo, finché non viene guidato nella verità e nello spirito tramite la Mia cultura divina, può essere formato o non formato, voi vedete il puro Satana secondo il suo modo di agire. Anzi, egli (l’uomo) è il rappresentante di Satana nel mondo, secondo le sue passioni; ma in realtà è ancora il Satan vero e pieno di vita secondo l'anima e il corpo, poiché è chiamato a redimere negli atomi l'anima universale di Satana e riportarla alla magnificenza di Dio, al fine di diventare così, da Satan, un figlio di Dio, e alla fine un Dio stesso, stando sotto la guida di Dio Padre.

36. Considerato che adesso dalle contraddizioni che esistono in voi verso il nobile, il sublime e il divino, avete riluttanza verso ciò che è preteso dall'Amore, e dove si tratta di sviluppare il divino veramente santo in voi, vi innalzate nel selvaggio egoismo, nell’arroganza e nel sentimento di vendetta, rivoltandovi contro, e vorreste lasciare andare alla vostra natura satanica le briglie selvagge della presunzione, oppressione e annientamento contro il prossimo, – dite: “Non si manifesta qui il Satan vivente nel vostro sentimento sbuffante collera? E cosa faccio Io, quale Spirito dell'Amore contro di voi, voi spiriti dall’infernale sentimento di vendetta?”. – Io non faccio altro che applicare l'amorevole pazienza e tolleranza, preferendo subire tutto, piuttosto che rendere i meritati salari infernali.

37. Cari figli, come portatori del Mio Spirito d'Amore nel vostro cuore, che non è mai d’accordo con le vostre azioni malvagie e si annuncia e si oppone sempre contro tramite la coscienza quando tramate di fare del male, riconoscetevi chi siete! Piegate il vostro satanico in voi e, attraverso le Mie virtù, trasformatelo in divino-spirituale, affinché, da figli di Satana, diventiate figli dell’Amore divino!

38. Nota bene: ‒ Dovete unire insieme tutta la vostra forza animica per formare da voi, che siete Satan stesso in miniatura, un essere spiritualmente divino e, come figli di Dio, diventare perfino dèi; pertanto, passare dalla sapienza che rappresenta il Satan in voi, in quell’Amore che rappresenta Dio in voi!

 

 

32/6 - L'uomo come un dio originato da Satana – Gesù come Figlio dell’uomo con tutte le virtù divine

Graz, 2 marzo 1903

39. La vita umana nella sua natura è una lotta tra Dio e Satana; poiché nel cuore dell'uomo dimora il vivente Santo Spirito di Dio nella sua Trinità: Amore, Sapienza e Onnipotenza, e questo Spirito di Dio si chiama Gesù Cristo, Jehova Zebaoth.

40. Se ora riflettete su questo santissimo Nome, allora troverete che l’onnipotente Dio, creatore del Cielo e della Terra, come Padre, Figlio e Spirito Santo, è rappresentato in piena potenza e magnificenza nell'uomo, poiché vi ho creati come Padre, riscattati come Figlio dal peccato originale, e come Spirito Santo sono il Sovrano del mondo, nelle cui mani stanno i fili del destino dell’intera infinità; – e invece come Dio sono Giudice vostro e di tutte le creature.

41. In te, o uomo, dimora il Santissimo, l’Onnipotente, il Meraviglioso, l’Amorevolissimo e l'infinita Sapienza di Dio, perciò tu sei una meraviglia nella Creazione, perché come infinito nei tuoi pensieri, attraverso la grazia di Dio attingi alla fonte della Sapienza divina, e perciò crei e concepisci costantemente del nuovo.

42. La tua sfera d’azione è inesauribile, perché Io, Dio, sono il tuo Maestro, cosicché ti permetto, dalla Mia infinita Sapienza, di andare a prenderti i doni di grazia del Mio paterno Amore per i figli.

43. Se però tu fossi una cosa sola con Me nell'amore, nell’umiltà, pazienza, purezza, altruismo e pieno di compassione, allora tu, al quale Io parlo dal Mio Amore come Padre Gesù, saresti il figlio Mio maggiore e quindi un Dio in Me, Padre tuo Gesù e, nello stesso tempo, saresti un abitante della Creazione mondiale, poiché dove i tuoi pensieri si fissassero, lì potresti anche essere spiritualmente e personalmente con i tuoi occhi, orecchi, sentimenti e sensi.

44. Come abitante della Terra creeresti invece il mondo in modo meraviglioso per quanto ti serve, per dimorare e vivere in condizioni paradisiache. – Non sarebbe mai un tempo diverso da quello che tu stesso ti creeresti, poiché, come figlio di Dio, tu sei un dio in condizioni assolute e creatore delle tue circostanze e condizioni, e nessun potere opposto ti potrebbe limitare o addirittura esordire contro di te e distruggere la tua volontà divina, perché nel tuo intimissimo sei come Dio, creatore e sovrano dell'eternità nello Spirito di Gesù Cristo Jehova Zebaoth stesso.

45. Ma poiché la tua anima e il tuo corpo di carne discendono dall'anima dello spirito caduto di Satana consolidato nella materia, sei quindi un rappresentante di Satan in miniatura, e perciò la tua renitenza verso la Volontà di Dio, la quale, attraverso la tua coscienza, ti incita continuamente al bene e ti mette in guardia dal male.

46. Secondo la tua anima e il tuo corpo di carne, perché entrambi provengono dallo spirito sottile e grossolano del Satana caduto, tu sei il corpo animico di Satana rianimato in atomi, dal cui incommensurabile corpo animico è costituita l'intera Creazione materiale visibile. Da questo corpo esistono tutti gli uomini, quindi sono tutti uguali finché non si piegano alla Volontà di Dio.

47. Considerato che tu sei una parte di Satana stesso, e nel mondo hai il compito di purificarti come la ravvivata anima di Satana, riportandoti alla sua primordiale magnificenza e beatitudine in Dio, perciò in te c’è un così grande e renitente spirito oppositore verso l'adempimento della Volontà divina, poiché tu sei proprio il Satan come polo opposto di Dio. Ecco perché proprio la propensione e il desiderio di fare esattamente ciò che Dio non vuole e quindi la lotta permanente tra il tuo intelletto mondano e la tua coscienza, perché ci sono solo due spanne tra l'inferno nel tuo intelletto mondano e il Cielo nel tuo cuore.

48. Nel tuo cervello colmo di sapienza mondana c’è il Satan con tutte le sue contraddizioni verso quello che Dio vuole nel tuo cuore, e ti parla attraverso la coscienza. Considerato che Dio dimora nel cuore, quindi c'è il Cielo nel cuore umano dovunque l'amore troneggia con tutte le sue universali virtù della Divinità, così d'altra parte il cervello è l'inferno nell'uomo, in cui risiede l’egoistica sapienza intellettuale, e all’uomo, se non vive ancora spiritualmente, infonde i seguenti pensieri:

- I )    mangiare e ingrassare;

- II )   il denaro è il potere del mondo;

- III ) la giustizia deve essere esercitata, affinché trionfi il mio onore;

- IV ) io sono il prossimo di me stesso, quindi, prima io, …poi il prossimo.

49. Questi quattro vizi sono gli stessi che formano il Satan nell'uomo, poiché con questi è reso saggio il mondano, l’insensibile verso i propri simili, come se camminasse sui cadaveri per il trono del suo io, – così da non vedere né la miseria dei suoi concittadini, né di provare un sentimento per il prossimo, tranne che se spera di guadagnare qualcosa da lui, di cavar denaro e mantenere il proprio io intellettuale.

50. L'uomo diventa un animale violento se la sua anima non sta nella luce della nobilitazione divina attraverso un vero addestramento spirituale, perché altrimenti vede, sente, percepisce e considera come essere umano solo se stesso, mentre osserva i suoi simili unicamente se lo sostengono nella sua esistenza spensierata nel mondo, …che si ha il diritto di sfruttare sia attraverso il lavoro, il commercio o in qualsiasi altro modo. – Se però un tale campione intellettuale è un negatore di Dio e nega il proseguimento della vita dopo la morte, allora approva anche le opere delle tenebre spirituali se queste gli portano solo denaro, onore e potere su coloro che vengono oppressi tramite lui.

51. Ora veniamo alla domanda e alla risposta: “Come deve essere fatto l'uomo, quale figlio di un amorevole Padre celeste di tutti gli uomini, affinché come tale corrisponda alle richieste dell'Amore divino?”

52. L' uomo è chiamato a sviluppare in sé le Virtù divine secondo il modello del Padre suo spirituale Gesù, attraverso il quale il Figlio di Dio, Gesù, è stato il Portatore dell'eterno Dio Padre, come il profeta Isaia si esprime spiritualmente su questo nel capitolo 9 versetto 5, dicendo: «Gesù Cristo, come Figlio neonato è, secondo lo Spirito, l’eterno Dio Padre stesso, perciò il neonato è un'incarnazione o l’incarnazione di Dio»; – inoltre, Isaia dice con parole profetiche che questo Fanciullo è il Creatore del mondo, quindi è meraviglioso nelle Sue opere creative dell'Amore e della Sapienza divina, che nessuno Gli può imitare; – questo Fanciullo Gesù è «…il Consigliere», poiché è la Sapienza di Dio Padre secondo la Sua anima, la quale è formata dalla Sapienza divina, ed è chiamato, nella rispondenza spirituale, ‘Figlio di Dio’, perché la Sapienza di Dio Padre è derivata dall'Amore divino; – inoltre, si chiama ‘la Forza dell'eterno Dio Padre’, perciò ‘Spirito Santo’ pieno di forza, potenza e magnificenza in Dio; – Egli è il campione delle virtù, caratteristiche e qualità divine, quindi il Portatore della Divinità stessa; – infine, Egli è il «…principe spirituale del regno della pace» nel cuore umano, e allo stesso tempo un rappresentante spirituale dell'eterno trono spirituale di Davide, poiché secondo il profeta Michea (5,1), Egli come ‘Sovrano dell'eternità’ può essere solo Dio come questo eterno Re spirituale, considerando che all’infuori di Gesù Cristo, poiché Cristo significa l’unto Re divino il cui regno non proviene dal mondo peccaminoso, – non vi è nessun altro Dio, né ci sarà, sia che la tenebrosa sapienza mondana lo creda o lo neghi. Infatti, Io, Cristo, sono l'eterno, vivente e visibile Dio per tutti coloro che Mi riconoscono e Mi amano; – mentre per coloro che non Mi vogliono e ancora non Mi possono riconoscere come Dio, la loro stessa fede sarà anche il loro giudice.

53. Io, Gesù, come Figlio dell'Uomo, poiché il Mio corpo di carne era composto di sangue umano, vi splendevo davanti con un Amore universale secondo il quale si ama Dio più di ogni altra cosa e il prossimo come se stesso, secondo l'esempio del misericordioso samaritano nel Vangelo; – nelle gravi necessità, tuttavia, ancora dieci volte di più come se stesso, poiché Dio pone già qui richieste speciali agli uomini, e quindi nei casi gravi tutte le barriere dell’egoismo devono scomparire; – inoltre, la Mia vita è stata contrassegnata da grande pazienza con le debolezze e vizi degli uomini; – Io ero l'umiltà stessa, sebbene in Me fossi l’Altissimo e il Santissimo; – la purezza della Mia vita vi testimonia la Mia divina trasfigurazione sul monte Tabor; mai invece la tenebrosa sapienza del mondo che, dalla sua tenebra spirituale, Mi riproduce in narrazioni menzognere; – la divina misericordia del Mio cuore non sono solo le Mie miracolose guarigioni, ma particolarmente il Mio sacrificio mortale sul Golgota per i Miei figli, ai quali ho riportato la figliolanza perduta attraverso Adamo ed Eva, che essi hanno perduto con il peccare insieme nel loro spirito verso l'inaccessibile santità in Dio, il quale diede il comandamento della castità; – inoltre il Mio Amore per la pace, poiché Io sono il Principe della pace, perciò il Mio continuo saluto: «La pace sia con voi»; e così anche quando, dopo la resurrezione, venni tra i Miei discepoli, aprii loro la vista spirituale affinché Mi potessero vedere nel Mio spirituale corpo carnale e dissi loro: «La pace sia con voi! Non temete, sono Io, Gesù»; – e infine il Mio altruismo, poiché Io, al quale appartenevano tutti i tesori del mondo, Mi feci dare alla luce nelle condizioni più povere del mondo, e poi vissi come i poveri e predicai nient’altro che l'Amore per Dio e le opere dell’amore per il prossimo, che Io stesso esercitai costantemente.

54. E vedete, Miei cari figli, queste sono le Mie divine Virtù in Gesù, sulla base delle quali Io vi esclamo: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro Gesù nei Cieli», allora diventerete dèi, perché il Padre vostro è Dio e quindi un regale sacerdozio di Dio, un popolo santificato che loda e glorifica la magnificenza e la santità di Dio dimorante e vivente nel grembo dell'Amore di Dio. Amen!

 

 

32/7 - L'anima come eterno sommo sacerdote di Dio

Graz, 7 febbraio 1902

55. Dopo aver saputo che Io stesso dimoro in voi, allora sapete anche che la vostra anima è l'eterno sommo sacerdote della Mia divina Santità nel vostro corpo materiale; sapete che Io vivo nel vostro corpo come in un vivente e unico vero Tempio di Dio, e che l'anima, attraverso la continua rinuncia alle gioie del mondo e il rinnegamento di se stessa, dei suoi privilegi e conoscenze, e la sottomissione della sua volontà alla volontà del Mio Io divino, è lo stesso sommo sacerdote che deve sacrificarsi continuamente attraverso questa vita penitente a Me, al vostro Dio, fino a quando non ha raggiunto il grado di perfezione attraverso la rinascita spirituale del battesimo del fuoco dello Spirito Santo, come la ottennero un giorno gli apostoli a Pentecoste.

56. Come ogni padre genera materialmente i suoi figli secondo la sua somiglianza, così Io creo spiritualmente i Miei figli secondo la Mia immagine divina. – Solo che gli uomini vengono poi guastati con l'educazione del mondo e camminano nel mondo con il serpente dell’orgoglio e dell’egoismo.

57. Ora veniamo al compito che l'anima dell'uomo deve compiere, se vuol raggiungere velocemente il suo scopo ed essere felice, poiché ogni uomo si affanna per raggiungere il suo scopo molto presto, perché un’attesa troppo lunga lo rende stanco, tiepido, guasto e indifferente.

58. Certamente il compito che dovete prendere in considerazione, vivere ed agire di conseguenza, è grande, ma la ricompensa è così inconcepibilmente alta che, se gli uomini sapessero cosa li aspetta, se volessero adempiere la Mia Volontà, allora non troverebbero nessun peso troppo pesante e nessun carico troppo grande. Anzi, nulla li distoglierebbe di giungere a questo scopo con tutta l’energia, volontà e perseveranza ferrea.

59. Il compito che Io pretendo da voi è contenuto negli insegnamenti che vi sono dati nei Miei libri. Dunque: ‘Devi sentirti come straniero sulla Terra, un servitore di tutti secondo la volontà di Dio!’, allora diventerai un regale sacerdote di Gesù. Questo sia adesso il tuo unico desiderio nella vita sulla Terra!

 

 

32/8 - Con la vita terrena l’anima deve tendere alla penitenza

Graz, 13 gennaio 1904

60. Ogni uomo ama ciò che lo rende felice, perciò si sforza di possedere ciò che ama e desidera ardentemente, e per raggiungere questo non demorde a rinunciare a nessuna fatica né affanni finché non ha raggiunto il suo scopo. Così deve essere anche con il progresso nella vita spirituale! Perciò l'uomo deve inseguire la penitenza in ogni disperazione, al fine di soddisfare le esigenze della vita spirituale.

61. Queste richieste sono depositate proprio in questo libro; esse sono gli insegnamenti che l'uomo deve considerare come Comandamenti divini, in modo da raggiungere il suo scopo della vita.

62. «Vegliate e pregate, perché lo spirito è volenteroso, la carne invece è debole!», così dissi ai Miei discepoli nel giardino del Getsemani. E lo stesso dico anche a voi. Per questo il ‘Libro delle preghiere’ è stato pubblicato; in esso potete vedere le Mie sette virtù come Figlio dell'uomo, lì avete stupendi insegnamenti e preghiere. Cercate di usarli e adempierli secondo il Mio desiderio.

63. Senza adempiere i Dieci Comandamenti e i Miei Insegnamenti, senza pregare e senza vivere secondo le Mie virtù, Io non sono per voi né la via, né la verità, né tanto meno la vita, poiché tutto ciò Io lo sono solo per coloro che ascoltano le Mie parole, che le accettano e le portano a compimento, perché le Mie pecorelle Mi riconoscono dalla voce. Chi invece gira le Mie parole solo secondo la sua sapienza intellettuale e nello stesso tempo le critica, non appartiene al Mio gregge, anche se, secondo la sua opinione, crede di essere nel giusto.

64. Seguite il Mio consiglio con amore filiale, con umiltà, riverenza e fedeltà, e questa è la penitenza della vita che Io pretendo da voi. Non inutili digiuni e mortificazioni, ma solo adempiendo ciò che vi dico e vi ordino, e questo è: “Conducete una vita da figli di Dio, una vita piena d’amore, una vita secondo le Mie virtù, insegnamenti e comandamenti, e se avrete fatto ciò vi renderà a spiriti superiori, a figli del Mio Amore”. Questo è lo scopo e la meta per la quale vi ho messi nel mondo, e se adempirete questa penitenza nell’amore per Me con le opere d'amore per il prossimo, diventerete eredi dei Miei Regni celesti.

65. I Miei Comandamenti e Insegnamenti si basano sul pentimento dell'anima, cioè sul fuggire da quei peccati che desiderano solo i piaceri mondani, ma proprio su questo punto il Mio verdetto va in adempimento: «Chi vuol trovare la sua anima nei trastulli del mondo, la perderà per il Cielo, e chi perderà la sua anima davanti al mondo per amor Mio, la troverà trasfigurata nel Cielo!» (Mt. 10,39).

 

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Cap. 33

Chi confessa Cristo davanti agli uomini ha la Sua figliolanza

Graz, 15 maggio 1900

1. A causa del peccato dovuto all'arrogante disobbedienza di Adamo verso Dio, né lui né i suoi discendenti potevano venire a Dio, ma soprattutto per il fatto che Dio era impersonale, perciò invisibile.

2. Con l'incarnazione in Cristo Mi son creato un corpo umano, in questo adesso Io dimoro, e perciò Mi si può vedere solo nella Persona di Gesù Cristo. Chi invece non riconosce Me, Cristo (o Messia), come Dio, finché insiste in questo errato punto di vista, mai potrà venire a Me, a Dio, e vederMi. Così suonano le seguenti parole del Nuovo Testamento che Io espressi ai Miei discepoli:

- I ) Matteo 10,32-33: «Chi mi confesserà davanti agli uomini, anch’Io lo confesserò davanti al Padre Mio che è nei Cieli; chi invece Mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’Io lo rinnegherò davanti al Padre Mio che è nei Cieli».

- II ) Marco 8,38: «Chi in questa generazione adultera e peccaminosa si vergognerà di Me e del Mio insegnamento, di questi, anche il Figlio dell'uomo si vergognerà quando verrà nella gloria del Padre Suo con i Suoi angeli».

- III ) Luca 9,25-26: «Cosa giova all'uomo se guadagna il mondo intero, se perde se stesso e si procura la dannazione? Poiché, chi si vergognerà di Me e dei Miei insegnamenti, di lui si vergognerà anche il Figlio dell'Uomo quando verrà nella Sua gloria e in quella del Padre e dei Suoi angeli».

 

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Cap. 34

Con le sofferenze subite ingiustamente si ottengono grazie

Anno 57, 26 luglio, (Nuova) Babilonia (ovvero Baghdad). L'apostolo Pietro scrisse alle comunità in Asia Minore e Asia, che accolsero la fede in Gesù, quanto segue in relazione alle sofferenze che si devono sopportare innocentemente.

1. «Miei cari fratelli, se per motivi di coscienza dinanzi a Dio si sopportano sofferenze subite ingiustamente, si acquisiscono grazie» (1° Pietro 2,19).

2. In tali occasioni alzate lo sguardo al Golgota, al Redentore del mondo che soffrì le terribili sofferenze e la morte più atroce sulla croce, e tutto questo da innocente Agnello che venne condotto al macello per i vostri peccati, per i quali voi stessi avreste dovuto soffrire. Seguite perciò le Sue orme e vivete secondo il Suo esempio, come Egli vi ha preceduto con la Sua vita.

3. Non è gloria se si deve subire il castigo per i peccati commessi, ma con questo si acquista grazia presso Dio, se si agisce correttamente e tuttavia si deve soffrire.

4. A voi, come prescelti e divulgatori dell'insegnamento di Cristo, Io vi dico: fa parte del dovere e lo porta con sé che anche voi, ‒ come Cristo ha sofferto per voi e vi ha lasciato in eredità l'esempio che si passa alla gioia attraverso la sofferenza, ‒ camminiate sulle Sue orme e Lo seguiate in ogni cosa.

5. Vedete, Egli non aveva commesso nessun peccato, non si trovava inganno nella Sua bocca o nel Suo insegnamento, e tuttavia fu oltraggiato e non rispose per difendersi; fu maltrattato ma non minacciò di punire i malfattori, bensì rimase in silenzio e si lasciò mettere alla croce dal giudice ingiusto affinché i Suoi figli fossero liberati dal peccato del primo patto (Eb. 9,15). Dunque, conformi a ciò, vogliate vivere secondo la volontà della Giustizia divina, poiché attraverso le Sue ferite i peccati commessi in Adamo ed Eva sono stati cancellati per voi (Rom. 3,25).

6. Infatti, voi foste separati da Dio, Padre vostro, attraverso il peccato originale, ‘come pecore erranti senza pastore’, ma con l’estinzione dei peccati attraverso Gesù ‘…siete stati ricondotti al vero Pastore e Guida delle vostre anime’, poiché Egli è Dio e Padre vostro (1° Pt. 2,19-25, con il testo rivisto e migliorato come mi ha approvato il Padre Gesù).

 

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Cap. 35

Il perché delle sofferenze terrene

Graz, 5 settembre 1903

1. Il massimo dell'uomo nella sua vita spirituale è la conoscenza tra giusto e ingiusto, buono e cattivo, gioia e sofferenza, luce solare e pioggia, inverno ed estate, affinché afferri tutta la conoscenza nella sua vera natura, e tutto per la luce dell'amore e della vita elevata al Sole della Divinità, la Quale getta sempre la Sua luce d'Amore nel suo cuore, lo riscalda e lo incita a tendere alla vera umanità.

2. Chi non ha mai provato e gustato la sofferenza, non sa apprezzare il bene, non sa giudicare la differenza tra benessere e dolore, quindi è bene se l’uomo, attraverso l’esperienza, diventi avveduto e saggio nel suo fare e non fare, affinché sia sempre entusiasta a perseguire la verità, perché nella vita è grande la differenza tra la verità e la menzogna, le quali sono preparate per guidarlo verso l'alto o verso il basso.

3. Senza sofferenza non c'è nessuna vera gioia, perché senza sofferenza non si può giudicare il valore della gioia. Ecco perché ci sono innumerevoli esperienze amare e prove aspre nella vita umana, affinché l'uomo conosca il loro potere ostile e distruttivo sull’animo e, con ciò, impari a fuggire dal loro avvicinamento, se dovessero essere formati e allevati col suo modo di vivere.

4. La vita è la scuola di prova dell’animo umano, poiché nella vita sulla Terra l’animo umano deve essere provato, affinché diventi idoneo per la vita eterna. L'uomo deve conoscere il male, per saper apprezzare poi il bene, altrimenti non darebbe alcun peso al bene se non conoscesse il male, il penoso, l’inappagato dell’opposto. Nondimeno, la conoscenza del male che forma l'inferno nell'uomo, è ciò che lo rende capace di evitarlo e perseguire il bene.

5. Se l’uomo non assapora il dolore delle malattie, allora non sa apprezzare la delizia della salute.

6. Se l'uomo non ha mai provato la sofferenza nella vita, non apprezza il benessere; perciò un ricco che si è fatto strada per uscire dalla povertà è un attento custode del suo patrimonio, perché egli sa com’è stato faticoso uscire dalla povertà e dalla miseria e arrivare alla prosperità.

7. L'uomo che vive sempre in discordia e si irrita tutti i giorni, deve saper apprezzare la pace e la quiete come un Cielo di beatitudine sulla Terra, una volta che si è fatto strada da uomo comune a uomo spiritualmente felice.

8. Nessuno è in grado di apprezzare la gioia più dell’infelice, se all’improvviso il riscatto dal suo triste destino nella lotta per l'esistenza sorge all’orizzonte della sua vita interiore come il Sole dopo una notte tenebrosa che, improvvisamente, gli illumina tutti gli spazi oscuri delle tenebre animiche e accende in lui una Luce e una gioiosa esultanza di vita.

9. L'uomo, solo attraverso le proprie esperienze nei grandi contrasti tra luce e tenebra, gioie e sofferenze, salute e malattia, felicità e sventura, danni e vantaggi, amore e odio, ira e quiete, guerra e pace, inferno e Cielo, può distinguere correttamente le grandi contraddizioni tra bene e male, e imparare ad apprezzare il loro grande valore nella luce della verità.

10. Perciò siate sottomessi al vostro destino che vi faccio pervenire Io, affinché impariate a conoscere ed apprezzare ciò che è giusto nella vita spirituale e ciò che è sbagliato o maligno nella vita materiale mondana, poiché dovete essere istruiti in tutto, affinché poi siate rafforzati sulla via della salvezza e, nonostante tutti i tipi di ostacoli e inconvenienti della vita, non abbandoniate con disprezzo la cosa giusta tornando alla materia dalla quale avete faticosamente lavorato per trovare la via d’uscita. La vita, infatti, è un potente banco di prova della vostra forza animica e della vostra resistenza contro il male che, per vero, si mostra per un breve tempo come piacevole, ma poi si rivela funesto per la vostra vita spirituale.

11. Così vedete che tutte le esperienze tristi e amare della vita servono solo a risvegliare e a sviluppare le vostre forze animiche, a rendervi vincitori contro le tentazioni della materia che vi si gettano addosso continuamente, essendo il Satan nella carne che vuol trascinarvi nel suo regno delle tenebre.

12. Se gli uomini potessero guardare con occhi e orecchi aperti l’interiore e l’esteriore nelle loro vite, vedrebbero quali influenze maligne ed esseri infernali vorrebbero insinuarsi e utilizzarvi per i loro tenebrosi scopi; allora si sentirebbero estremamente infelici in questo guazzabuglio di tendenza a servire come strumento dell’inferno. Nondimeno, l'uomo possiede l’intelligenza, la conoscenza e la forza per resistere e combattere contro le tenebrose potenze dell'inferno, e per uscire come eroe e vincitore dalla lotta, per ricevere poi la ricompensa che è ‘la vita eterna in Dio’, come corona della lotta e vittoria della vita terrena destinata a tutti coloro che hanno combattuto coraggiosamente ed hanno perseverato vittoriosamente.

13. Perciò siate sempre memori di questo chiarimento, il quale vi deve essere una Luce sulle vie oscure della lotta per l'esistenza della vostra natura divina che dovete raggiungere da voi stessi, per dimorare un giorno come esseri felicissimi, come figli Miei presso di Me e per godere la vita delle beatitudini celesti che sono preparate per voi come premio della vittoria, e affinché sappiate poi apprezzare il premio che vi verrà assegnato dopo quelle gravose conquiste nella valle delle lacrime, dove Luce e tenebre, ovvero Dio e Satana, combattono per il dominio nell'uomo, poiché da lì sono provocati i grandi e impressionanti avvenimenti mondiali tra popoli e nazioni, che in modo alternato provocano benessere e guai, in parte nel singolo, in parte in misura più grande, in parte su interi popoli e paesi.

14. Così vedete la lotta che gli uomini combattono in sé e tra sé, e bramano la redenzione dalle loro spiacevoli condizioni. Solo che la vittoria appartiene sempre a coloro che perseguono scopi più elevati, ma non a coloro che aspirano unicamente ai piaceri terreni e alle soddisfazioni dei propri desideri. Perciò combattete in tutte le situazioni della vita solo per un scopo, che è la nobilitazione, spiritualizzazione e divinizzazione del vostro io dalla materia che, con l’Io della Mia divinità, si unisce in voi in una luce d’amore, sapienza e onnipotenza nel vero, nobile e divino, e si congiunge in un’essenza della Luce divina del vostro essere proveniente da Me, vostro Dio e Padre, affinché siate una cosa sola con Me nell'Amore e nella Verità! Amen!

 

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Cap. 36

Parola del Padre sulla Teosofia

Graz, 10 agosto 1902

1. La Teosofia[115] è una parola greca che, tradotta letteralmente, significa: ‘Sapienza di Dio’.

2. Chi segue la Teosofia si chiama teosofo, cioè seguace o confessore dell'insegnamento della Teosofia o dell'insegnamento divino. La Teosofia, nondimeno, è ciò che è più sacro e inaccessibile in Dio! – Quindi il nome teosofo è la qualificazione di un uomo che vive secondo l'insegnamento, ossia la Sapienza nata dall'Amore di Dio, che in Gesù è l'insegnamento dell'Amore divino come Lui ha rivelato all'umanità.

3. Infatti, non è il leggere né il sapere o la conoscenza del Mio insegnamento che vi porta più lontani nello spirituale, e neanche vi dà il diritto di portare questo alto nome onorario di ‘teosofo’, se non vivete e operate secondo l’insegnamento, ma solo l’adempimento della divina legge dell'Amore è l’autorizzazione a portare il nome ‘teosofo’, perché un teosofo non deve essere solo un conoscitore dell'insegnamento della Teosofia, ma deve adoperarsi a raggiungere le più alte vette per frequentare con Dio, per farsi guidare da Lui attraverso la profetica parola interiore, per ricevere alla fine il battesimo del fuoco dello Spirito Santo dal Padre suo Gesù, come un giorno gli apostoli. Solo allora si è un vero teosofo e si entra nel rango di ‘teosofo’ ovvero ‘sapiente di Dio’, perché attinge la sua sapienza direttamente da Dio e la rivela agli uomini.

4. Molti uomini usano l'alto titolo di teosofo, solo che per portare questo nome con diritto e onore, si deve anche cercare di adempiere le condizioni che la Sapienza divina in Gesù vi prescrive. È quindi compito di un vero teosofo vivere secondo l'insegnamento della Verità in Gesù e praticarlo in atti di amore per il prossimo.

5. Il vero teosofo baderà al mondano solo nel senso che scambierà il mondano con lo spirituale, esercitando diligentemente l’usura con i doni terreni e raccogliendo interessi, e questo consiste nel suo coinvolgimento misericordioso e altruistico verso i bisognosi e i malati, e nell’alleviare afflizione e indigenza dovunque può.

6. Accrescerà l’amore, l’umiltà e la tolleranza in se stesso verso tutti gli uomini; rinuncerà a tutti i piaceri e ai vantaggi del mondo che lo attirano dallo spirituale al materiale; e si spoglierà di tutti i vizi, passioni, desideri e voglie che formano l'uomo ad abitante dell'inferno.

7. Ogni uomo deve leggere l’insegnamento della Teosofia, la quale abbraccia le parole dell'Amore divino, e deve cercare di metterla in atto affinché tutti gli uomini diventino di un solo sentimento e di un solo operare.

8. Perciò leggete questi insegnamenti ed esaminate se corrispondono all'Amore e alla Sapienza in Dio, e se poi, …sono avvolti dalla Verità ovvero da Cristo (Gv.14,6) in parole materiali-spirituali, allora non avrete bisogno di altro per essere felici secondo la vostra perfezione spirituale.

9. I seguaci della Teosofia hanno la missione di presentare questa vita spirituale a tutti gli uomini, e di operare attraverso buoni esempi, in modo che tutti i suoi aderenti percorrano la via che è tracciata nell'insegnamento della Teosofia, poiché essa è il puro insegnamento religioso spirituale che è chiamato a formare gli uomini a ‘figli di Dio’. Per questo si chiama "Teosofia", perché è fondata in Dio, perché è scaturita dalla Sapienza divina del Padre vostro, Cristo, e quindi è soprattutto l’insegnamento religioso del mondo, perché nulla di umano vi è mischiato in esso, perché proviene direttamente dalla penna di un medium chiamato da Dio, mentre altri insegnamenti religiosi sono stati fondati da uomini imperfetti e peccaminosi.

10. Come esiste una sola Sapienza divina, vale a dire Gesù Cristo, così c’è un solo teosofo o vero cristiano che vive, opera e cammina esattamente secondo l'insegnamento divino di Gesù Cristo. – La differenza tra il vero cristiano e il cristiano di nome, è che il vero cristiano vive ed agisce secondo l'insegnamento di Cristo; il cristiano di nome, invece, agisce come conviene al suo egoismo o al suo egocentrismo.

11. Ogni teosofo deve rivolgere i suoi occhi su se stesso, e se in verità è convinto di camminare puro dinanzi a Me, convinzione che deve essere confermata da doni spirituali, …solo in quel caso può rivolgere gli occhi sugli altri, se camminano rettamente dinanzi a Me e dinanzi agli uomini.

12. L'unzione (Es. 40,15; 1° Gv. 2,20-27; Gv. 14,26; Lc. 24,49) attraverso il battesimo del fuoco dello Spirito Santo che Io, Gesù, Dio Padre dall'eternità (Is. 9,5), feci ottenere ai Miei veri discepoli, avviene attraverso quei doni e quelle grazie che il graziato ha proprio bisogno per camminare rettamente dinanzi a Me ed essere una Luce per i suoi fratelli che si indirizzano a lui ed hanno da imparare da lui. Infatti, chi attinge da Me, attinge dalla verità, e in lui non c’è menzogna (1° Gv. 2,27; Gv 14,6).

13. Definirsi teosofo lo può solo colui che è già rinato ed ha dentro di sé i doni dello Spirito Santo che sono pubblicati nella "Santa Trinità", perché un saggio figlio di Dio deve condurre una vita divinamente saggia, tanto da poter essere definita senza peccato. Questo però non è possibile prima che la rinascita dello spirito sia stata raggiunta, perché la rinascita dello spirito porta proprio quella grazia che consente all'uomo di camminare dinanzi a Me senza peccato.

14. Dal momento che Io, Cristo, sono la Sapienza di Dio (1° Cor. 1,24; “La Santa Trinità”), ovvero, sono la Teosofia, allora è ovvio che il teosofo intende vivere in un modo divino, ossia vivere secondo il Mio passato modo di vita. Dunque, a voi peccatori Io chiedo: “Non vi sembra presuntuoso definirvi ‘teosofi’ o ‘cristiani’?”

15. Come tutto deve pervenire nei suoi veri limiti e posizione, allora Io penso che dovete fare una differenza tra Me e voi! – Dal momento che non potete raggiungere né Dio Padre né Cristo, non usate titoli che non vi spettano e che, fintanto non sarete rinati, non vi sono concessi da Me.

16. Titoli (che vi accreditate) come: ‘Padre’, ‘Santo Padre’, ‘Reverendissimo’, ‘Cristo’, ‘Messia’, sono arroganze verso la santità di Dio e quindi una grande oscurità dove tali termini vengono ancora usati con serietà. Abbiate in onore i Miei santi Nomi, e non permettetevi di applicarli a voi stessi o di auto denominarveli, oppure dare tali definizioni a qualcuno.

17. Ho ritenuto darvi questa spiegazione conformemente allo spirito del tempo, affinché d’ora in poi sappiate qual è la Mia Volontà. Essa significa certamente che voi ‘dovete calcare le Mie orme e seguirMi’, ma ve l’ho fatta conoscere nella spiegazione sul battesimo che si trova nel libro “Cristo e la Chiesa”, cosa s’intende sotto questo e cosa significa ‘calcare le Mie orme’. Leggete lì la spiegazione, dove si spera che capirete che esiste un solo vero Cristo, e nessun altro più.

18. Le conseguenze di una vita puramente teosofica, come ve l’ho comunicato attraverso i Miei comandamenti e insegnamenti, sono preferenze speciali di un tale figlio del Mio Amore attraverso le grazie e i doni del battesimo del fuoco dello Spirito Santo, il che abilita gli uomini a chiedere con la preghiera, e di ottenere da Me molto di ciò che agli altri che vivono ancora nel peccato, è negato.

 

19. I doni e le grazie dello Spirito Santo per la prima rinascita, sono tuttavia i seguenti:

- la Parola interiore;

- il dono dell’insegnamento della sapienza;

- il dono dell’insegnamento delle scienze;

- il dono della forza della saldissima fede;

- il dono del potere di guarire i malati;

- il dono della forza miracolosa;

- il dono della profezia;

- il dono del discernere gli spiriti;

- il dono delle interpretazione delle Sacre Scritture;

- il dono di scacciare gli spiriti maligni;

- il dono delle lingue;

- il dono del potere della parola;

- la forza della preghiera;

- il dono della forza di volontà;

- il dono di insegnare agli altri;

- il dono dell’eloquenza;

- il dono della chiaroveggenza e chiaro udenza;

- il dono che i veleni non danneggiano;

- il dono di poteri spirituali;

- il dono delle virtù;

- la grazia e il dono dell'amore, della gioia e della delizia;

- la grazia della pazienza e della pace interiore;

- la grazia dell'umiltà;

e molto di più, anzi a seconda della Grazia di cui si ha bisogno.

20. Queste grazie sono menzionate e descritte più dettagliatamente nel libro “La Santa Trinità”; ma non sono ripartite in ordine, bensì secondo la Mia visione divina. Ci sono comunque molti altri doni che vengono dati in base al progresso della persona, poiché ognuno riceve ciò che ha bisogno o che merita. Chi ha questi doni e grazie, può dire a pieno diritto di essere un teosofo o uno divinamente saggio.

21. Qui in questo libro è posto essenzialmente l'insegnamento teosofico, attraverso il quale voi ricevete le più alte regole di vita ora possibili, e attraverso il quale è possibile giungere alla rinascita dello spirito il più velocemente possibile. “Il libro delle preghiere”, “La Teosofia cristiana”, “Cristo e la Bibbia”, “Le prediche” e i libri ai numeri 74 e 75[116], sono prontuari che ognuno dovrebbe avere e usare così come vi sta indicato.

22. Oh, non dovete credere che ci possa essere qualcosa che non provenga da Me, da Dio e Padre vostro! Il fatto che non Mi trovate dappertutto, in questo è colpevole il falso profetismo delle vostre chiese, dei vostri insegnamenti dei differenti ‘Cristi’ che ora affiorano qui e là e predicano e diffondono la loro sapienza teologica e intellettuale. Non credete loro, poiché c'è un solo Rabbi, un solo Maestro (Mt. 23,8-10) e questi sono Io, Cristo, e il vero insegnamento può venire solo da lì, dove Io stesso lo detto, ma non da dove ognuno si condisce il suo insegnamento di Cristo secondo le sue vedute e lo insegna agli altri. Leggete cosa ho detto su “Il vero insegnamento”[117] nelle rivelazioni volume primo, pagina 108, affinché veniate fuori dal labirinto dei molti ‘Cristi’, poiché è già tempo!

23. Con tutto ciò conoscete la Mia Volontà e così vi potete indirizzare di conseguenza per essere in attesa della Mia benedizione.

 

[indice]

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Cap. 37

Insegnamenti comportamentali per diventare un vero teosofo

Graz, 22 maggio 1901

37/1 – I Miei insegnamenti: vecchi e nuovi

1. Leggete i seguenti passi:

- I ) «Ogni albero (vale a dire l'uomo) che non porta buoni frutti, viene tagliato (scartato) e gettato nel fuoco (del giudizio); perciò dovete riconoscerli dai loro frutti» (dalle loro opere) (Mt. 7,19-20).

- II ) «Non chiunque Mi dice: Signore, Signore (che Mi riconosce come Cristo) entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre Mio (che osserva i comandamenti e gli insegnamenti divini) che è nei Cieli» (Mt. 7,21).

- III ) «Chi ascolta le Mie parole e le mette in pratica (le prende secondo il senso fondamentale e le segue), lo voglio paragonare ad un uomo prudente che ha costruito la sua casa sulla roccia; chi invece ascolta le Mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia» (Mt. 7,24-26).

- IV ) Io dissi: «Un seminatore uscì per seminare, alcuni semi caddero sulla dura strada, alcuni su luoghi rocciosi, alcuni tra le spine e alcuni su della buona terra. Quello seminato sulla buona terra è colui che ascolta la parola e la prende a cuore e poi porta frutto ed è attivo, l’uno porta cento volte, l’altro sessanta volte, il terzo trenta volte». Quando espressi questo insegnamento altamente importante, esclamai e dissi: «…chi ha orecchi per intendere intenda!» (Mt. 13,3-23).

- V ) «Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno rende onore a Dio e fa la Sua volontà, Egli lo ascolta» (Gv.9,31).

- VI ) «Sapendo queste cose, sarete beati se le metterete in pratica (Gv. 13,17). Chi ha i Miei comandamenti e li mette in pratica è colui che Mi ama, ed Io lo amerò, e Mi rivelerò a lui, andrò da lui e dimorò presso di lui. Chi non Mi ama, questi non tiene alle Mie parole» (Gv. 14, 15-24).

2. Giovanni scrisse nella rivelazione divina:

- I ) «E sentii una voce dal Cielo che mi diceva: “Scrivi: beati sono i morti che fino a ora sono morti nel Signore!”. “Sì”, dice lo Spirito: “essi riposano dalle loro fatiche, le loro opere li seguono”» (Ap. 14,13).

- II ) «Fu aperto un libro, che è quello della vita, e i morti furono giudicati secondo ciò che c’era scritto nel libro, secondo le loro opere» (Ap. 20,12-13).

- III ) «Ecco, Io vengo presto e la Mia ricompensa è con Me per dare a ciascuno secondo le opere sue» (Ap. 22-12).

3. Il Vecchio Testamento ha spiegazioni simili in parecchi passi:

- I ) «Li ricompenserò secondo le loro azioni e secondo le opere delle loro mani» (Ger. 25-14).

- II ) «Jehova, i cui occhi rimangono aperti su tutte le vie degli uomini, per dare a ciascuno secondo la sua condotta di vita e il frutto delle sue opere» (Ger. 32,19).

- III ) «Io voglio visitare il popolo secondo le sue vie e le sue opere lo ricompenseranno» (Osea 4,9).

- IV ) «Jehova fa con noi secondo il nostro modo di vivere, secondo le nostre opere» (Zacc.1,6).

4. Che l'uomo debba osservare i comandamenti e gli insegnamenti divini, è il compito della sua vita come sta scritto nelle Sacre Scritture: «Osservate i Miei statuti e i Miei decreti, poiché chiunque li metterà in pratica, vivrà attraverso di loro» (Lev. 18,5).

5. Jehova disse: «Dovete osservare tutti i Miei statuti e tutte le Mie leggi, facendole vostre» (Lev. 19,37 / 20,8 / 22,31).

6. Jehova agli israeliti promette benedizioni se avessero osservato i comandamenti, mentre avrebbero avuto travagli e tribolazioni se non ne avessero tenuto conto (Lev. 26,3-46).

7. Ai figli d'Israele fu ordinato di mettersi delle nappe[118] agli angoli delle vesti, affinché si ricordassero e potessero osservare tutti i comandamenti del Signore (Num. 15,38-39). E queste prescrizioni, che bisogna attenersi ai comandamenti, si ripetono spesso.

8. Io, Gesù, in differenti passi del Nuovo Testamento ho insegnato che sono essenzialmente le opere d’amore per il prossimo e la misericordia che rendono gli uomini felici, il che mette in evidenza che chi fa del bene viene accolto e chi fa del male viene rigettato; così per esempio nelle seguenti parabole: Dei lavoratori nella vigna (Mt.21,33-44). – Dell’albero di fico che non portava frutti (Lc. 13,6-35). – Dei talenti e dei tesori che dovevano fruttare (Mt. 25,14-31; Lc. 19,13-25). – Del samaritano che fasciò le ferite del colpito dai rapinatori (Lc. 10,30-37). – Del ricco e del povero Lazzaro (Lc. 16,19-31). – Delle dieci vergini (Mt. 25,1-12).

9. La fede cristiana insegna che l'uomo viene ricompensato oppure punito secondo le sue opere, perché nei comandamenti divini dimora il Giudice della vita, e l'uomo consegue il giudizio su se stesso con l’adempimento o con la sua mancanza.

10. È un’eterna verità il fatto che solo coloro che fanno del bene possono diventar beati, poiché il Cielo è il luogo degli uomini buoni, mentre l'inferno è il luogo dei cattivi, di quelli che fanno del male.

11. Questo fatto deve chiarire a tutti coloro che si basano sulla verità, il perché il male e il bene non si accordano, perciò neanche il Cielo e l’inferno, né gli angeli e i demoni.

12. Io, Gesù, dissi al giovane ricco: “Vendi tutto, distribuiscilo tra i poveri e seguiMi!”. E ciò nel significato spirituale significa: “Adempi la legge dell'Amore! Ama soprattutto Dio; e ama il tuo prossimo come te stesso!”.

13. In tal modo ti innalzi al di sopra della Legge, perché la adempi, e questo ti nobilita e ti rende ‘figlio di Dio’:

- I ) Sii timorato di Dio per amor Mio e serviMi per amore e riverenza, e non per ipocrisia, altrimenti t’inganni e raccoglierai solo del falso, perché hai seminato bugie.

- II ) Ama tutti gli uomini per amore verso Dio, perché sono figli di Dio e lo Spirito del Padre dimora in loro, ma non per motivi terreni.

- III ) Vivi in modo che nessuno debba aver motivo di lamentarsi della tua condotta di vita.

- IV ) Diffida delle persone malvagie e non frequentare con loro ‘senza necessità’; poiché esse sono possedute e circondate da spiriti maligni, dai quali tu stesso puoi essere posseduto se frequenti molto con loro.

- V ) Guardati anche dagli animali malvagi, poiché sono gonfi di fluido maligno che fluisce da loro e viene facilmente assorbito da te. Dove ci sono uomini malvagi, là ci sono anche cani e animali malvagi, perché assorbono in sé il fluido maligno di tali uomini posseduti.

- VI ) Fuggi da tutte le persone dove percepisci che vi sono spiriti maligni intorno a loro. Solo lì, dove pratichi l’amore per il prossimo, sia attraverso l’insegnamento o facendo l'elemosina, non devi aver paura, perché allora ti proteggerò dagli ospiti indesiderati.

- VII ) Apprezza l'amicizia di uomini altamente nobili e spiritualmente progrediti, perché in loro compagnia tu stesso vieni nobilitato, poiché intorno a buoni uomini si schierano buoni spiriti.

- VIII ) Non prendere mai in giro e non scherzare con le verità spirituali come se non fossero da prendere sul serio, ma dedica tutta la tua attenzione ad osservarle, poiché per questo sono state rese note.

- IX ) Scegli sempre per tua compagnia quegli uomini nella cui società puoi solo guadagnare spiritualmente; invece quelli a cui piace confabulare troppo volentieri mondanamente, cerca tu stesso di guidarli allo spirituale e di tenere con loro conversazioni spirituali.

- X ) Non trascurare mai i tuoi doveri verso di Me e verso il prossimo! – E metti subito in atto tutti i tuoi buoni pensieri e propositi, cercando che in tutto agisca solo l'amore come somma guida delle tue azioni.

- XI ) Vivi sempre fedelmente dinanzi al tuo Dio, la cui dimora è nel tuo cuore, e rimani sempre con Lui con i tuoi pensieri, affinché il mondo non ti tiri a sé con le sue attrattive e ti rovini spiritualmente, il che sarebbe la tua morte spirituale.

- XII ) Non scegliere uomini mondani per tuoi amici, perché ti trascinano nella cerchia del loro mondo peccaminoso e ti rovinano moralmente. Infatti, se una singola mela marcia contagia già tutte quelle sane, come vorresti tu solo rimaner sano tra molte marce?

- XIII ) Vivi in maniera sobria con quello che hai, perché gli altri hanno ancor meno e devono comunque vivere. Quando l'uomo ha molto, diventa di solito presuntuoso, quindi sii soddisfatto con poco, affinché tu non subisca danno nella tua anima.

- XIV ) Impara a trattare i tuoi fratelli e sorelle come vorresti essere trattato tu da loro, poiché è in questo che consiste la sapienza dei saggi, i quali lasciano splendere la loro sapienza attraverso l'amore e si sentono fratelli dei fratelli.

- XV ) Mai dire: “Questo non va! Non posso e non devo farlo!”, ma se con questo viene glorificato il Mio Nome, allora fallo!

- XVI ) Non ti vergognare di confessare pubblicamente il tuo Dio in Cristo davanti agli uomini del mondo, altrimenti neanche Io un giorno ti riconoscerò davanti al Padre Mio, vale a dire davanti al Mio Amore misericordioso.

- XVII ) Non chiedere mai a qualcuno la propria opinione sulle questioni religiose, se pensi di aver capito tutto giusto e bene, perché in tal modo le controversie sorgono certamente.

- XVIII ) Se tuttavia qualcuno chiede il tuo parere in materia religiosa, allora dagli la tua opinione calmo e paziente, affinché non produca nessuna impressione, come se si volesse sostenere “È così, e non diversamente!”

- XIX ) Non ti affliggere mai con persone che non condividono le tue opinioni religiose, per convincerle con le tue ampie discussioni che hanno torto, perché con ciò verranno piuttosto offese, che convertite.

- XX ) Quindi non imprecare sulla Chiesa e sui credenti di altre religioni, poiché essi non sanno di non sapere tutto bene.

- XXI ) Quando istruisci qualcuno, non inveire né trovare da ridire con parole taglienti la religione alla quale finora apparteneva, poiché egli non è colpevole che la sua Chiesa non gli ha insegnato il giusto, ma insegna con calma e pazienza solo il Mio vero insegnamento dicendo: “Così il Signore e Padre Gesù ha insegnato”.

- XXII ) Non lasciare che in qualsiasi modo passi un'opportunità che ti si offre per un vantaggio per la tua salvezza, e usala al meglio delle tue conoscenze e abilità.

- XXIII ) Non lasciarti mai attrarre dal desiderio di beni altrui, da ricchezza, conoscenza e vantaggi che non contengono in sé nessun valore e nessun vantaggio spirituale.

- XXIV ) Rifletti molto spesso a quanto Io ho sofferto per te e quanto sei negligente nel fuggire i peccati.

- XXV ) Non dimenticare di osservare rigorosamente i Miei comandamenti, affinché Io non abbia nessun motivo di lamentarMi di te.

- XXVI ) Adempi volontariamente e umilmente tutto ciò che ho comandato.

- XXVII ) Chi guarda ciò che fanno gli altri, rischia di incappare su vie non spirituali, e chi imita gli altri, di solito rimane l'ultimo. Perciò cerca di andare avanti, e non guardarti attorno di cosa fanno gli altri.

- XXVIII ) Non dubitare mai delle Mie parole, poiché esse vanno in adempimento quando, per questo scopo, è giunto il momento.

- XXIX ) Stima molto i Miei insegnamenti e cerca di vivere e operare rigorosamente, ovvero secondo la miglior conoscenza e la forza corrispondente a questi.

- XXX ) Ognuno guardi di amministrare bene i talenti che Io gli ho dato, e riportarli un giorno a Me accresciuti con interessi, vale a dire: cammina nelle Mie virtù, se vuoi che ti riconosca come figlio Mio.

- XXXI ) Chi fa solo ciò che è giusto e gradito agli altri, cercherà e riceverà il salario presso gli uomini.

- XXXII ) Ama solo lo spirituale e il sublime che ti conduce a Me, al tuo Dio, ed evita tutte le cose del mondo come fossero peste e colera, perché portano in sé l'inferno, che poi non ti mancherà.

- XXXIII ) Se qualcuno ti vuol traviare, sii schietto e digli subito in faccia la verità, in modo da liberarti dalle sue insidie e tentazioni.

- XXXIV ) Se uno brama la musica da ballo, il canto mondano, il teatro e altri intrattenimenti che nascondono e diffondono solo il peggioramento del mondo, allora deve ricordarsi di Me e fuggire da questi, sacrificandoli per dare l’onore a Me.

- XXXV ) Non è compito tuo essere il servitore di quegli uomini che vogliono usarti per servizi e azioni anticristiane. Fuggi da tale inferno!

- XXXVI ) Se sei servitore di altri, allora non sei loro schiavo, perciò abbi il cuore presso di Me e le mani in un lavoro onesto; evita invece il disonesto!

- XXXVII ) “Chi Mi segue, non cammina nelle tenebre”, dico Io, il Padre Gesù. Il seguire Cristo consiste tuttavia nell'adempimento dei Dieci Comandamenti, nell’evitare i peccati e nel camminare nelle sette virtù di Gesù come Figlio dell'Uomo, così come sono insegnate nel “Libro delle preghiere teosofiche cristiane”.

- XXXVIII ) Sicuramente la Bibbia è un libro sacro dell'insegnamento di Dio, e le massime del filosofo suonano belle e nobili, ma se tu sapessi tutto questo a memoria, tutto ciò non ti aiuterebbe senza l'amore e la grazia di Dio.

- XXXIX ) La via per l'inferno è lastricata con molte promesse e buoni propositi che si fanno a Dio, ma non adempiuti!

- XL ) La via per il Cielo è invece lastricata di pietre preziose dell'amore adempiuto per Dio e per il prossimo, la quale è un nobile giardino fiorito nel santuario più interiore dello spirito.

- XLI ) Fino a che punto l'uomo può venir fuori dal mondo e dalle sue allettanti attrattive, così può entrare in Cristo, poiché il mondo è l’inferno dei peccati, mentre Cristo è il Celo, ovvero la vita eterna.

- XLII ) Se tuttavia lo Spirito di Dio dimora nel tuo cuore, allora sentirai la libertà della tua anima e del tuo corpo, poiché Dio è Amore, e questo vuole la libertà. Ecco perché Paolo disse: «Dove c'è lo Spirito di Dio, là c'è libertà».

- XLIII ) Cerca di adempiere il tuo dovere verso di Me e verso il prossimo, e in tal modo contribuirai affinché l’enorme somma della miseria umana si riduca da tutte le parti, così che gli uomini si aiutino e si sostengano l’un l’altro amorevolmente e quindi aiutino a stabilire il Regno di Dio sulla Terra: “Uno per tutti, tutti per uno!”. – Nell’unione e nell’affratellamento c’è la forza; e nel reciproco amore e nell’umiltà c’è la diffusione della Divinità in mezzo agli uomini.

14. Ancora una parola importante: colui che ha una migliore sussistenza, o altrimenti che ha risparmiato denaro o possiede perfino più grandi ricchezze dei suoi fratelli e sorelle, non deve mai sfruttare la bontà dei meno salariati o dei meno agiati, facendosi prestare i libri da leggere dai più poveri, e lui stesso non ne compra nessuno! E invece con il suo danaro, mangia e beve bene e si acquista l’arredamento per la casa, mentre per la Parola divina non ne ha! – Tale comportamento denota lo sfruttamento dei fratelli, perché i ricchi devono sostenere i poveri, e non i poveri i ricchi, vale a dire i benestanti.

15. Considerato che questa cattiva abitudine esiste già e si svilupperebbe ancora di più, perciò la verità deve essere espressa chiaramente qui. Infatti, vivere spiritualmente a spese dei poveri, cioè sfruttarli, non è prescritto da nessuna parte nel Mio insegnamento.

 

 

37/2 - Nell’aldilà non c’è più la maschera della falsità

16. L'uomo vive nel mondo la vita esteriore, una vita di istruzione delle instabilità religiose e politiche, legali e sociali, quindi una vita di menzogne e di inganni verso il prossimo, come dice il profeta Davide (Salmi 116,11)[119].

17. La vera vita dell'uomo è la vita spirituale interiore, e solo questa, dopo la morte della carne, va nell'aldilà con lo spirito. Come pensava nel mondo per se stesso, che era giusto ed equo per la sua visione della vita, questa diventa poi la sua vera vita nel regno dello spirito, perché lì non c'è più la maschera per mostrarsi diversamente da come si è nella verità.

18. Nel mondo si fanno i complimenti: “Noblesse oblige”[120], borbotta simulando un ipocrita mentitore, falso e adulatore davanti ai superiori e a quelli posti più in alto, verso i quali il suo cuore ha spesso del rancore e medita vendetta, perché spiritualmente per lui sottomettersi è insopportabile. Altrettanto ci si comporta esteriormente con la buona creanza, e spesso con l’affabilità mendace verso il prossimo. Invece, una volta che (di là) la maschera è scomparsa, allora avrete il diavolo vivente, il coniato Satana davanti a voi, poiché ci si deve mostrare e parlare così come si pensa, perché il tempo dell'arte della simulazione è finito, dal momento che chiunque guarda all’altro nel cuore, vede come pensa ed esamina cosa dice.

19. Perciò nel mondo abituatevi a mettere in vista l’esteriore, a parlare e a fare ciò che pensate veramente nel cuore, e questo da un cuore nobilitato, puro e amorevole. Allora nell'aldilà sarete angeli di luce, e non tenebrosi spiriti infernali.

 

 

37/3 - I due differenti valori nel fare del bene

20. L'uomo può operare del bene in due differenti modi. Un modo è il suo operare dalla propria buona volontà, e questo modo può essere paragonato a un metallo non nobile, come l’ottone, il rame, il ferro e, sì, anche il piombo, se accanto è in gioco l’altezzoso egoismo che vuole onorare se stesso, che fa del bene agli altri ed accetta compiaciuto quelle espressioni di gratitudine, baci di mano e notizie sui giornali dove viene nominato il nome del generoso benefattore dei poveri e dei bisognosi e, inoltre, anche somme per donazioni a chiese, ospedali e ad altre istituzioni caritatevoli, come per la patria e per i concittadini.

21. Invece, fare il bene da paragonare all'argento e all'oro, in quanto è un metallo puro e nobile, è quando l'uomo lo fa per puro amore per Dio e per l’altruistico amore per il prossimo, e sacrifica tutto per l’onore di Dio, senza tenere in considerazione se stesso, poiché allora è gradito a Dio e a vantaggio per l'uomo per la vita eterna.

 

 

37/4 - Le tre specie di bene

22. Nella vita umana esistono tre specie di bene: – Ci sono uomini che si piegano alla legge e non cercano mai di agire contro; questo si chiama ‘bene civico’, perché l'uomo agisce in tutto secondo la legge. Una persona del genere è quindi un onesto cittadino del mondo, sebbene in un’arida forma di sapienza. Se lo fa per amore verso Dio, il Quale disse che si deve essere buoni, quindi essere obbedienti alle autorità operando secondo l'insegnamento divino, allora è meritevole dinanzi a Dio; ma se lo fa solo perché si deve piegare dinanzi alla legge, allora è doppio, perché il suo essere spirituale, ovvero la sua anima, pensa diversamente da ciò che fa l'uomo di carne.

23. ‘Bene morale’ è ciò che l'uomo esegue secondo le leggi morali religiose e statali. Se lo fa per considerazioni politiche, per non andare in nessun punto in contraddizione con la legge ed essere considerato dinanzi al mondo come una persona morale, allora la sua purezza morale di valore qualitativo dinanzi a Dio non à affatto né argento né oro; ‒ se invece lo fa per amore verso Dio e per il prossimo e lo sacrifica per l’onore di Dio, allora è buono e puro ed attira a sé la ricompensa davanti a Dio.

24. Il ‘bene spirituale’ è ciò che l'uomo fa per puro amore verso Dio e per amore altruistico verso il prossimo, e vive e opera solo per questo amore. Tali uomini diventano cittadini del Cielo, i quali, nel senso spirituale, adempiono tutte le prescrizioni religiose e statali che indirizzano al Cielo.

 

 

37/5 - L'uomo come strumento di Dio non può far nulla da se stesso

25. La maggior parte degli uomini crede di pensare e di agire da se stessi, ma non è così. L'uomo ha ben la facoltà di pensare e operare come dal proprio io, ma non sa che questa facoltà proviene dallo Spirito di Dio che dimora in ogni uomo, e che è il principio donante la vita in lui.

26. L' uomo può agire da se stesso per il bene o per il male, avendone inoltre la capacità. Che però l’uomo non possa fare niente di veramente buono da se stesso, lo insegna Gesù tramite l'evangelista Giovanni, il quale scrisse: «L'uomo non può ricevere nulla, se non gli è dato dal Cielo» (Gv. 3,27). Ancora più chiaramente, Gesù in un altro passo parla attraverso lo stesso Giovanni: «Chi rimane in Me ed Io in lui, porta molti frutti, perché senza di Me non potete far nulla» (Gv.15,5).

27. La valutazione di questo versetto è la seguente: finché l'uomo fa tutto per amore verso Dio, allora lo Spirito di Cristo vi partecipa e l'uomo porta molti buoni frutti spirituali; se invece l'uomo abbandona Dio ed agisce senza di Lui, opera dalla propria sapienza, e questa conosce solo il proprio io. L'altare dei sacrifici di tale spirito di sapienza è l'egoismo, e questo è il Satan nell'uomo perché è ambizioso; perciò l'uomo non può far nulla di gradito a Dio dalla sapienza dell'egoismo, laddove nega e rifiuta Dio e l'effetto divino nell'uomo, perciò le sue opere non sono buone, bensì senza valore.

28. Coloro che invece credono in Cristo e fanno il bene da Lui, sono chiamati:

- «figli della luce» (Gv. 12,36; Lc. 16,8);

- «amici dello sposo» (Mc. 2,19);

- «figli della resurrezione» (Lc. 20,36);

- «figli di Dio» (Gv. 1,12);

- «nati da Dio» (Gv. 1,13);

- «che vedranno Dio» (Mt. 5,8);

- «che il Signore prenderà dimora presso di loro» (Gv.14,23);

- «che hanno fede in Dio» (Mc.11,22);

- «che le loro opere provengono da Dio» (Gv. 3,21).

29. Il valore della professione di fede che Gesù è Dio Padre dall'eternità (Is. 9,5) viene dimostrato nel seguente versetto in Giovanni: «A quanti l’accolsero (Gesù), dette il potere di essere figli di Dio, i quali credono nel Suo Nome, che non sono nati da sangue, né dal volere della carne, né dal volere dell’uomo, ma da Dio» (Gv.1,12-13).

30. Credere nel ‘Nome di Gesù’ significa quindi credere nella Parola che Egli ha portato dal Cielo come felice ambasciata o Vangelo, ed ha predicato affinché si vivesse e si agisse di conseguenza.

31. Coloro che fanno ciò che è prescritto nel Vangelo, saranno figli di Dio, perché non sono nati da sangue oppure secondo una ‘debolezza umana’ in riferimento alle inclinazioni dell'uomo, nemmeno secondo la volontà della carne, che è propria nella volontà dell'uomo, il che in sé è il male, né secondo la volontà dell'uomo, il che è il proprio (male) nel suo intelletto, che in sé è il falso proveniente dal maligno, poiché coloro che sono nel male e nel falso, vogliono, fanno, pensano e dicono tutto dal proprio io, mentre i figli di Dio fanno tutto da Dio e perciò sono nati da Dio, cioè significa ‘che sono rinati nello Spirito’.

32. Quindi, ne consegue che ciò che l'uomo fa secondo la sua sapienza intellettuale, non è buono, ma è buono solo ciò che è prodotto ed è eseguito nel senso dell’insegnamento di Gesù.

 

 

37/6 - L’amore per il prossimo può essere di tre specie

33. Ciò che l’uomo fa al prossimo di bene per amor del bene senza avere secondi fini in se stesso, è buono, anche se l'uomo è un peccatore. Infatti, è cattivo solo quando per egoismo, ambizione, interesse, arroganza o altre speculazioni, (ciò che fa) si riferisce alla propria persona.

34. Invece è divina, perché legata alla rimunerazione della vita eterna, quell’opera dell’amore per il prossimo che viene fatta specificamente per amore verso Dio e sacrificata per il Suo onore.

35. La differenza tra queste due specie di opere è quindi questa: che un’opera fatta secondo (la buona) l’intenzione, perché è buona e nobile, è come l’argento; invece l’operare per amore verso Dio e sacrificarla per onore a Lui, è invece come il diamante.

36. Chi esercita le opere dell’amore per il prossimo per egoismo, per amor proprio, ambizione, arroganza e per amore dei propri vantaggi, non esercita nessuna opera per aspettarsi una ricompensa nel regno dello spirito, perché ha cercato il vantaggio per la sua persona qui sulla Terra, e su questa, in un modo o nell'altro, l'ha trovata.

 

 

37/7 - Non si può agire in maniera doppia

37. Se l’uomo visita le chiese, ascolta le prediche in raccoglimento, legge la parola dai libri per la crescita (spirituale), va all’eucarestia e alla comunione, prega ogni giorno, e pensa perfino molto a Dio e alla beatitudine, e tuttavia considera insignificante sia il male che il peccato, ad esempio l'impostura, l'adulterio, l'odio, la bestemmia, l'invidia, l'arroganza e altre cose simili, e deliberatamente pecca per il proprio tornaconto, allora la devozione che fa non gli serve a niente, perché ciò appare come ipocrisia, finzione e presunzione verso l'Amore e la Misericordia di Dio, e perciò non ha alcun valore dinanzi a Lui.

38. Se invece un sacerdote fa il contrario di ciò che insegna e predica, allora è ancora peggiore del devoto sopra menzionato, e allo stesso tempo è un grossolano peccatore, perché egli, essendo sacerdote, è un ipocrita e falso! E se lui stesso non crede a ciò che insegna agli altri di fare, allora è anche un truffatore del popolo. E se la sua falsa vita viene alla pubblica opinione e diventa uno scandalo per gli altri, allora il suo destino è profondamente triste nel regno dello spirito, perché ha operato solo come un predicatore per guadagnare il suo pane in modo facile.

 

 

37/8 - Non si possono servire due padroni

39. Io, Gesù, dissi: «Nessuno può servire due padroni; perché, o disprezzerà l'uno e amerà l'altro, o si aggrapperà all'uno ed eviterà l'altro. Non potete servire Dio e mammona» (Mt. 6,24).

40. Questo versetto significa che non si possono servire due padroni, e che sotto questi due padroni sono intesi, spiritualmente, Dio e il mondo, che altrimenti si chiama anche Satan, perché entrambi non possono mai essere rappresentati uguali su due facciate, poiché: o si trascurerà Dio, oppure il mondo! È impossibile servire entrambi allo stesso tempo, perché Satana è il polo opposto di Dio, e Dio è il polo opposto di Satana.

 

 

37/9 - Ipocrisia e finzione sono infernali

41. Se esteriormente l'uomo si mostra diverso da ciò che è interiormente, allora è uguale agli scribi, ai farisei e ai giudei, ai quali feci la seguente ramanzina:

- «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, perché siete simili a sepolcri imbiancati, i quali visti di fuori appaiono splendidi, ma dentro son pieni d’ossa di morte e ogni putredine! Così anche voi apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e ingiustizia. Guai a voi, perché pulite il di fuori della tazza e della ciotola, mentre il di dentro è pieno di rapina ed intemperanza. Ciechi farisei! Pulite prima l'interno della tazza e della ciotola, affinché anche l'esterno diventi pulito» (Mt. 23,25-28).

42. Da ciò si vede che l'ipocrisia e la finzione sono virtù dell'inferno e trovano anche là il loro posto.

 

 

37/10 - L'amore buono e l’amore vero nell'uomo

43. Ci sono due tipi di uomini di vita spirituale: gli uni sono più umili e prendono dal bene dell'amore; gli altri sono più attaccati alla sapienza e preferiscono prendere il vero dell’amore. In altre parole, nell’uomo ci sono spiriti sia dell’amore che della sapienza, come nel regno degli spiriti dove questi si dividono in ‘figli di Dio’ o ‘angeli dell’Amore’, e in ‘beati’ come ‘spiriti della sapienza’, ai quali anche la loro beatitudine è così differente.

44. Ci si deve dedicare all’amore e all'umiltà, soprattutto alle virtù di Gesù, e alla verità solo quanto è necessario per percorrere la via della verità, affinché con la sapienza non s’incappi alla fine nel falso o nell'inferno. Infatti, la sapienza è buona solo nella misura in cui è accoppiata con l'amore, altrimenti essa è l'opposto, ovvero è l'inferno. Amore e sapienza non devono mai essere soli, ma sempre una cosa sola, ovvero uniti, affinché l'uomo viva nella verità, che è Cristo (Gv.14,6).

 

 

37/11 - Chi ha amore per Dio?

45. Riguardo l’amore verso Dio, Mi sono già espresso dicendo: «Chi accoglie i Miei comandamenti e li osserva (cioè che vive ed agisce di conseguenza e quindi li porta a compimento), è colui che Mi ama; chi invece non Mi ama, non osserva le Mie parole» (Gv. 14,21-24), e in altri passi: «Se osservate i Miei comandamenti, rimarrete nel Mio Amore» (Gv. 15,10).

46. È un fatto noto che l'uomo può adempiere i comandamenti e gli insegnamenti di Dio solo se ama Dio sopra ogni cosa, perché solo un grande amore per Dio è in grado di proteggere l'uomo dalle trasgressioni, ma non la proibizione verso il peccato.

 

 

37/12 - La fede in Gesù

47. Quando gli ebrei a Cafarnao chiesero a Me, Gesù: «Cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Io risposi loro e dissi: «L'opera di Dio è questa: “Che crediate in Colui che Egli ha mandato”» (Gv. 6,24-29).

48. Questa fede abbraccia tutte le profezie dei profeti, secondo cui il Messia è l'incarnazione di Jehova, che Jehova-Cristo è Dio ed è il Redentore, cosicché Cristo è il divino Maestro della fede, e il credente in Cristo deve credere a tutto ciò che Cristo insegna, che è vero ed è destinato alla vostra salvezza animica. Quindi, voi non solo dovete credere a tutti gli insegnamenti di Cristo, ma vivere e operare secondo questi come ho insegnato Io, Gesù stesso (Gv.14,21-24 / 15,10), se volete raggiungere la vita eterna, che è Cristo (Gv. 14,6).

 

 

37/13 - La fede interiore ed esteriore

49. In verità, l’uomo che crede nelle verità cristiane ma non vive secondo queste, ha fede esclusivamente nel cervello di carne, ma non nel suo spirito.

50. Quando un tale credente intellettuale muore, la sua fede rimane nell’intelletto materiale. Solo che nello spirito non ha nessuna fede nella verità. Infatti, se avesse avuto una qualche fede spirituale, sarebbe vissuto secondo i comandamenti e gli insegnamenti divini. E poiché non l’aveva nello spirito, quando morì era poi senza fede, ne aveva solo una mondana o materiale, ma non nello spirito, e quindi non la poteva neanche ricevere nel regno dello spirito. La vera fede è quindi solo ciò che si manifesta attraverso le opere dell’amore per Dio e per il prossimo. Tuttavia, poiché gli uomini ossequianti il peccato non sfuggono il male e il falso, perciò in questi c'è poca o proprio nessuna vera fede, perché la fede vera o spirituale si manifesta solo attraverso l'amore per Dio e per il prossimo, che consiste nel fuggire il peccato e nell’agire nelle opere dell'amore per il prossimo.

 

 

37/14 - La tolleranza flemmatica[121] se non si è in quella giusta

Graz, 28 maggio 1903

51. C’è differenza tra tolleranza e tolleranza nelle questioni religiose, il che non viene giustamente compreso da tutti, perché gli uomini non hanno nessuna formazione adeguata nelle cose divine.

52. L'uomo pratica l’amore per il prossimo quando riferisce a suo fratello la verità dei fatti che lo riguardano. Ogni avvertimento che si fa pervenire al prossimo quando si caccia in un pericolo, è un atto d’amore. Ma se questo amore si preoccupa del tutto particolarmente della salvezza dell'anima del suo prossimo, allora persegue il raggiungimento di scopi superiori attraverso i quali il prossimo dovrebbe essere guidato da una dottrina erronea alla verità, per cui viene innalzato alle opere dei figli della luce dell'Amore divino, nella cerchia del suoi fratelli eletti della Gerusalemme celeste operanti sulla Terra.

53. La conoscenza immatura nelle questioni di fede predica la tolleranza flemmatica o tolleranza indifferente verso i credenti di un’altra fede, e ciò è giusto, poiché fino a quando non si è in chiaro e non si ha certezza sulle dottrine della propria fede, se queste sono buone e autentiche, allora non si deve fare nessuna propaganda per queste, perché la semplice opinione non è ancora nessuna luce nella faccenda. Diverso è con la Teosofia cristiana, poiché qui ognuno che si occupa per un po' di questa, vede che essa è l'unica Luce proveniente dall'Alto che splende chiara e luminosa; perciò tutti devono essere il più solleciti possibile a diffondere questa Luce divina della fede, al fine di mettere in guardia e possibilmente salvare i propri fratelli e sorelle dal pericolo dell'inferno o del falso profetismo.

54. Qui la tolleranza flemmatica sarebbe come se si volesse stare a guardare indifferentemente il ladro che deruba un povero, invece di intervenire per scacciarlo e così salvare il povero dalla miseria e dai danni.

55. Tutto ha i suoi limiti, quindi anche la tolleranza verso credenti di un’altra fede. Perciò, salvate ciò che è da salvare, tuttavia con amore e armonia, ma non volendosi imporre con violenza. Questo vi serva come regola, affinché non siate indifferenti dove invece dovete essere estremamente attivi e lasciare che l'amore spirituale per il prossimo diventi un atto vivente, in modo che la vostra stessa eredità non vada perduta nei beni che sono riservati a voi!

 

 

37/15 - Fanatismo religioso nella conversione

Graz, 23 novembre 1901

56. Accade spesso che le persone che afferrano il Mio insegnamento, non capiscono che Io voglio diffondere solo amore tra gli uomini e nessuna conversione forzata, cosicché essi incorrono in un religioso zelo ardente e credono di servirMi per il fatto che vogliono fare degli uomini figli Miei con freddi e violenti indottrinamenti.

57. Tale procedere non è secondo il Mio Amore né secondo l’insegnamento, bensì senza amore sfiora il campo del Mio polo opposto. Se volevo convertire gli uomini con la forza, sarei in grado di cambiare il mondo intero in un momento, così che non possa pensare e fare nient'altro che quello che voglio Io. Solamente che dagli uomini non voglio fare animali o macchine, perciò con l’insegnamento e la conversione siate pieni d’amore, umiltà e pazienza, e astenetevi da qualsiasi eccitazione o violenza! Poiché Io stesso sono nell'uomo e perciò non siate brutali e spietati verso il prossimo, perché state di fronte a Me. Riflettete in un'occasione simile: il fratello non può ancora afferrare la questione, perciò la sua opposizione e resistenza.

58. Perciò pregate, prima di iniziare ad insegnare e convertire gli altri, affinché Io vi sostenga e vi conferisca la grazia di trovare le parole giuste per l’animo e l’intelligenza, per l’istruzione del vostro prossimo, mettendovele sulla lingua. Poi andrà molto meglio, poiché senza di Me non potete far nulla, ma con Me potete compiere tutto.

59. Gli uomini hanno differenti doti e necessitano di differenti trattamenti, e quindi dovete cercare l'aiuto presso di Me e non fare assegnamento sulle vostre conoscenze e capacità, in modo da non essere sconfitti. Tuttavia, se qualcuno viene a voi periodicamente o con sofismi[122] neganti Dio, lasciatelo stare finché non cambia opinione, poiché non si devono mettere le perle dinanzi ai porci. Quindi siate miti e pregate per coloro che volete convertire, affinché vi possa venire in aiuto Io.

 

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Cap. 38

Lo scopo della Teosofia cristiana

Graz, 14 novembre 1901

1. Ogni uomo ha il compito di vivere così che in ogni momento sappia dove sta andando e cosa gli accadrebbe se dovesse morire all’istante. Ecco perché deve sempre essere in apprensione di condurre una vita che appaia giusta dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini.

2. La Teosofia significa insegnamento della Sapienza divina, che è Gesù Cristo secondo la Sua Anima, perché l'Anima di Cristo è stata formata direttamente dalla Sapienza divina attraverso l'Onnipotenza di Dio in forma umana (Santa Trinità cap. 3), poiché ogni anima è formata della Sapienza di Dio, ma solo l'anima di Cristo è stata formata direttamente dalla Sapienza puramente cristallina di Dio. – Invece le anime degli uomini derivano da quella Sapienza di Dio che Satana un giorno ha contaminato con la sua mancanza d’amore e disobbedienza verso i Suoi comandamenti, e che adesso forma il sottile spirito dell'anima di Satana consolidato nella materia. – Questa è la differenza tra l’anima di Cristo e quella dell’uomo.

3. Poiché l'anima di Cristo è stata formata dalla Sapienza di Dio, quindi è la Sapienza personificata di Dio che è entrata nella carne (Gv. 1,1-14) ed ha insegnato la dottrina della Sapienza o ‘Teosofia’ divina, e quindi è l’insegnamento della Teosofia della Fonte originaria della Verità divina che è stata predicata agli uomini da Dio stesso (la Santa Trinità) nel corpo di Cristo (Gv. 14,10).

4. Questo insegnamento abbraccia in sé tutto ciò di cui l'uomo terreno ha bisogno per diventare un giorno felice. Un inganno è qui da escludere, perché le parole sono date pure da Me, l'Amore divino nel Padre, perciò è l'unica vera e genuina religione di Dio che rende gli uomini per figli del Cielo dell'Amore.

5. La dignità di un uomo consiste in questo: fare tutto per amore per Dio e per gli uomini! Questo modo di agire nobilita l'uomo e lo rende per un essere superiore tra i suoi simili.

6. Perciò ognuno si sforzi di seguire rigorosamente i doveri dell'insegnamento divino, affinché diventi già sulla Terra un cittadino del Cielo, e per tutti un esempio di comportamento virtuoso di un uomo puro che, entrato nella carne, adempie i precetti che un giorno si era prefisso, per adempierli e così guadagnarsi il Cielo sulla Terra.

7. Per il fatto che il silenzio favorisce il progresso, perciò sii prudente quando qualcuno ti riferisce dei vizi, caratteristiche e passioni del prossimo; ascoltalo con calma e, se non puoi portarlo su un altro discorso o se non puoi andar via dall'oratore, taci. Ma non lasciarti indurre di intervenire nell'ingiuriare continuamente e di aiutare a rendere più grandi le chiacchiere inutili, poiché Io, il Giudice, ascolto ciò che dici. Nella Predica del Monte ho insegnato: “Non giudicate, affinché non siate giudicati da Dio; con la misura con la quale misurate gli altri, sarete misurati!”. Quindi pensa sempre a cosa ti aspetta, quando agisci contro il Mio insegnamento!

8. Voi siete pieni di errori e di peccati, e non li vedete! Purificatevi, diventate umili e perdonate amorevolmente; allora gli errori degli altri non vi morderanno negli occhi! Se però vedete gli errori solo negli altri, invece i propri no, allora c'è molta impazienza, arroganza e mancanza d’amore in voi, e questo è un grosso male!

9. Tacete sugli altri, i quali possono (ben) vivere senza il vostro orientamento, e dopodiché sforzatevi continuamente di eliminare i vostri errori, allora maturerete rapidamente nello spirituale. Se invece vedete solo gli errori degli altri, li criticate e parlate di loro giudicando, allora la vostra chiara visione su voi stessi si ottenebra e fate un passo indietro nello spirituale, poiché il silenzio favorisce il progresso, invece il parlare vi porta un passo indietro nello spirituale. Questa è una regola celeste che vi dovete imprimere bene!

10. L’interpretazione filosofica della teosofia (umana), secondo cui ogni membro avrebbe la libertà di credere, pensare, dire e scrivere ciò che vuole o ritiene per buono ‒ dal momento che in tale teosofia (umana) non esiste nessun dogma di cui si possa essere avversari ‒ ovviamente non è nessuna Teosofia o Sapienza divina, bensì è una sapienza del mondo odierno, secondo la quale uno può essere teosofo, pur essendo cinese, o pagano, o maomettano, o ebreo, o cattolico, o ateo, o darwinista o socialista democratico negatore di Dio. Tutti questi pseudo credenti e partiti, che si contraddicono e si combattono reciprocamente sul piano spirituale e politico, se non avranno una particolare compenetrazione etica del loro giudizio ottenuto con l’amore, l’umiltà e la tolleranza reciproca e l’accettazione di una fede culminante in una di queste tre virtù che dovrebbero riunire in un solo gregge, dal nome ‘Teosofia’, sotto di Me, il Capo Pastore spirituale Gesù Cristo, – è assolutamente inconcepibile, anzi è del tutto impossibile!

11. Ognuno ha certamente il diritto e la libertà di credere, pensare, dire e scrivere ciò che vuole o trova per buono, poiché la Sapienza divina a nessuno mette alcun ostacolo sulla via; tuttavia egli stesso deve gustare fino in fondo le conseguenze, se non vive ed agisce secondo l'insegnamento divino. E nessuno, su questo, ha il diritto di chiederne conto al prossimo o perfino perseguirlo fanaticamente.

12. Ciò che viene presentato al fratello con l'amorevole indottrinamento del Mio autentico insegnamento è buono, se lui lo accetta. Ogni costrizione in faccende religiose, oppure ostilità, diffamazione e disprezzo, proviene dall'inferno e conduce all'inferno, poiché Io non ho bisogno di zelo maligno e dispotismo nel Mio insegnamento dell'Amore. Nondimeno, la Teosofia cristiana è solo ed esclusivamente il Mio puro insegnamento spirituale; tutto il resto sono sistemi di credenze filosofiche fondate dagli uomini.

13. Pertanto, chi vuol portare l’appellativo di ‘teosofo’ con qualche diritto, deve anche adempiere le condizioni che si congiungono a questo termine. Io, Gesù, quale Sapienza divina, ‘Teosofia greca’ secondo l'apostolo Paolo nella ‘1° Lettera ai Corinzi’ (1,24), splendevo davanti a tutti voi come Maestro di virtù morali.

14. E come Tale ho condensato i Dieci Comandamenti di Dio in due Comandamenti dell'Amore, dicendo: «Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso, poiché in ciò sono inclusi Mosè e i profeti», con questo volevo dire:

15. = “Se ami Dio sopra ogni cosa, allora penserai sempre a Lui e, da questo alto amore spirituale, cercherai di non offenderLo con alcun peccato; e se ami il tuo prossimo come te stesso, allora cercherai di fare a lui, tutto ciò che vuoi che lui faccia a te, quando sarai nel bisogno”.

16. Come puoi dire: “Io amo Dio!”, se non ami il prossimo, considerando che, come in te, anche nel prossimo vive il Mio Spirito che ti osserva con la bilancia d'oro, e pesa ed apprezza le tue azioni che fai o non fai?

17. Questa lezione è quindi la Verità divina e la luce della vita spirituale secondo l'insegnamento dei Dieci Comandamenti, secondo la predica del Monte e secondo tutte le direttive che avete da Me, da Dio, Gesù, Padre vostro, contenute nel senso puramente spirituale di queste istruzioni.

18. Essa ha quindi il compito di confutare la falsa interpretazione dell’insegnamento di Dio e di operare e combattere contro l'anticristianesimo attraverso l'illuminazione e l'istruzione spirituale, poiché tutto ciò che non è secondo l'insegnamento di Cristo, è anticristiano.

19. Perciò non aspettatevi la personale apparizione dell'anticristo, poiché questo è contenuto in milioni di teste nella società di tutte le classi degli uomini che non vivono e non agiscono secondo l'insegnamento di Cristo.

20. La Teosofia cristiana abbraccia l'insegnamento che d'ora in poi sarà insegnato in tutto il mondo, e in tal modo gli uomini avranno dappertutto le stesse opinioni, gli stessi costumi e usanze di una vita morale che hanno la loro origine, progresso e perfezione in Dio, e con ciò a poco a poco scompariranno tutte le differenze che riguardano la religione, i costumi, le usanze, le opinioni religiose e politiche, sia per la nazionalità che per la lingua, come anche per la formazione del corpo, per mezzo del quale una nazione si separa rigorosamente dall'altra, come ad esempio i mori dai bianchi e i bianchi da altri popoli.

21. Questa parificazione dell'umanità in un'unica razza è il punto culminante dell’affratellamento degli uomini e delle nazioni in tutto il mondo. Allora nessuno troverà più qualcosa di repellente, di estraneo e di sconveniente, come gli europei negli africani, nei mongoli, nei turbolenti asiatici, negli indiani d'America e negli australiani. Questo deve essere il risultato dell’osservanza del puro insegnamento di Dio attraverso il mondo intero, in modo che tutti gli uomini di ogni orientamento, tanto nella formazione religiosa quanto in quella terrena, diventino un affratellato popolo civile di Dio, e quindi ogni differenza dell'insegnamento di Dio, della lingua, della foggia degli abiti, della costituzione del corpo e del viso, diventi lo strumento per il lavoro per l'educazione scolastica, per la formazione degli artigiani, e tutto ciò che separa i popoli l’uno dall’altro scompaia un po’ alla volta, poiché la Teosofia è l'insegnamento dell'Amore di Dio, il quale sarà determinante solo nel ‘regno millenario’ dello Spirito Santo di Cristo sulla Terra e, attraverso di questo, tutto quanto annunciato attraverso di Me sarà introdotto e messo in opera.

22. Oggigiorno ci sono grosse differenze tra i popoli della Terra, tanto che un affratellamento dell'umanità è impraticabile per differenti motivi; perciò il Mio scrivano Mi ha pregato per queste alte grazie tra le lacrime, affinché Io le introduca e le attui, e l'amore si diffonda attraverso tutti i popoli della Terra e li abbracci come un (solo) popolo divino dell’amore e dell’affratellamento attraverso tutti i cinque continenti in un popolo affratellato (come nei Miei Cieli), dove ogni differenza cessi di divedere reciprocamente gli uomini sulla Terra secondo la lingua, il costume, la nazionalità, la fisionomia, la politica e la formazione scolastica e religiosa.

23. Così vedete, cari figli, mentre alcuni di voi percorrevano nella direzione sbagliata le vie del Mio Amore, il Mio scrivano lavorava ai grandi problemi, ovvero alle domande irrisolte, per trasformare il mondo in un paradiso. E se ve lo dico Io, Dio, Padre vostro, allora potete ben credere che tutto ciò che sarà del mondo in futuro, emergerà dalle preghiere del suo amore, preghiere che Io esaudisco.

24. Il Mio insegnamento dell'Amore ha quindi il compito di trasformare gli uomini in idealisti spirituali, così da non fare più differenze tra di loro come figli di un solo Dio, ma stabiliscano l'uguaglianza e la fratellanza e si nobilitino completamente attraverso l'amore, così che tutti gli uomini debbano unirsi come fratelli e sorelle sotto un unico eterno Padre, poiché è questo il loro sforzo e il loro spirituale obiettivo finale: che l'insegnamento divino della Teosofia tenda ad unirvi con Me, col Padre vostro.

 

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Cap. 39

Tra le prescrizioni per diventare teosofi, la prima è la castità

Graz, 5 febbraio 1903

1. È compito di ogni uomo che vuol portare onore al Mio Nome, soddisfare le condizioni che gli sono prescritte. Queste condizioni risiedono nelle seguenti virtù: amore, umiltà, pazienza, dolcezza d’animo, misericordia, amore per la pace, castità e altruismo pieno di abnegazione che la Sapienza divina, secondo la quale tu come teosofo porti il nome, richiede da te di usarle nei fatti, per vivere ed agire in conformità.

2. Non potrai mai chiamarti ‘teosofo’ con diritto, se non pratichi la castità! Infatti, a causa del peccato originale dell’impudicizia, Io, il Figlio di Dio, scesi dalle altezze del Cielo sulla tenebrosa Terra, al fine di cancellare il peccato originale come Vincitore del Golgota, e rendervi di nuovo libera la via che porta al Padre, via che vi era stata sbarrata dal peccato originale, perché voi, come spiriti provenienti dallo spirito di Adamo ed Eva, un giorno l’avete condiviso.

 

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Cap. 40

L'uomo e la materia

Graz, 23 maggio 1901

1. La vita umana è una lotta tra spirito e materia. Lo spirito tende allo spirituale, la materia al materiale.

2. L' uomo nel corso della vita si affanna per ottenere il più possibile dalla materia, solo che la materia non riconosce l'uomo come suo pari, bensì, in un modo o nell'altro, lo respinge continuamente come se volesse dirgli: «O uomo, cosa cerchi presso di me? Tu sei l’abitante di un mondo spirituale, perciò, provvedi di conquistarlo e di ottenere quanto ti è necessario, poiché vedi, io ti offro solo inganni, apparentemente ti offro prosperità e ricchezza, ma nonostante ciò non ti rende neppure completamente felice, perché sei afflitto da preoccupazioni, malattie e ogni possibile inconveniente, così che tu vedi chiaramente che la Terra non è la tua vera patria della felicità, ma piuttosto scorgi che tutto è solo una bugia che per un lungo tempo ti tiene nel laccio dell’inganno».

3. Perciò non preoccuparti del mondano, poiché questo è passeggero, è solo la tua disgrazia, esso ti attira alla materia che è il consolidato corpo animico di Satana. Come puoi sperare davanti al Satan una felicità che possa essere permanente e veramente soddisfacente? Come puoi cercare la tua felicità nell'inferno? Come puoi trovare la tua beatitudine nel Satan?

4. Vedi, o uomo, tutto è solo inganno, tutto è illusione, tutto è apparenza, perché nulla c’è di veramente vero che ti possa rendere felice per sempre! Perciò non cercare la tua felicità e il tuo Cielo nella materia, poiché ti spinge spietatamente verso di sé esclamandoti: «Tu sei spirito e il regno dello spirito è la tua patria. Cosa cerchi tu, straniero, presso di me che appartengo a un altro mondo, dal momento che io stessa sono una schiava vincolata di un padrone che mi domina a causa delle mie bugie ed inganni e mi raffina dalle mie maligne esalazioni?

5. Ecco perché tu, come abitante di un mondo di Luce, sei infelice qui, considerato che io non posso darti nessuna vera felicità, non conoscendone io stessa nessuna! Non arraffare né raccogliere i miei tesori terreni, poiché essi sono miei e me li lascerai quando verrà l’ora della tua morte, ma non troverai nulla là dove andrai, perché invece di acquisire la felicità spirituale e il tuo Cielo, hai adoperato il tuo tempo per il conseguimento di bugie e inganni materiali.

6. Lì dove andrai, invece di incontrare luce, gioia e beatitudine, per le quali sei stato messo sulla Terra per acquisirle, troverai tenebre, morte e delusione che ti aspetteranno come ricompensa dei tuoi sforzi sulla Terra, perché hai cercato e raccolto nella materia solo per la tua morte, invece che per la vita nello spirito. Perciò strappati da me e raccogli i tesori della vita eterna per la tua patria nel regno dello spirito, poiché qui tu sei solo un viaggiatore provvisorio che deve formarsi e temprarsi nelle tribolazioni della vita terrena, per essere campione delle virtù della vita eterna. Amen!»

 

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Cap. 41

Desideri della carne e aspirazione dello spirito

Graz, 28 agosto 1903

1. Lo sforzo della carne desiderosa dei piaceri mondani, porta con sé la morte spirituale dell'anima, perché essa (l’anima) si preoccupa solo di ciò che la carne desidera, la cui morte spirituale dell'anima, è proprio la tenebra spirituale nell'uomo, nella quale egli si costruisce qui su questo mondo l'inferno per il regno spirituale, perché dimentica Dio. Sicché, la sua anima si pasce solo dei desideri della materia portanti la morte, quella stessa materia che è l'anima consolidata di Satana-Lucifero. Sorge la domanda: “Cosa può acquisire l'uomo, se si cura solo di Satana, intrattenendolo e rimpinzandolo come suo caro ospite con pensieri, parole e opere?”. – La risposta è ovviamente questa: “Chi ha cura di soddisfare solo la sua carne-satan, a questi l'inferno non mancherà, perché Satana e inferno, con i loro tormenti, sono due concetti inseparabili!”

2. L'aspirazione dello Spirito di Dio nell'uomo è tuttavia la libertà, la liberazione dalla materia e l'ingresso nella vita spirituale, dove amore e pace rallegrano il cuore e lo portano a quelle altezze di Luce dove vivono uomini concordi nella Luce dell'Amore divino e si beano in gioie e delizie imperituri, quindi nella patria delle beatitudini, perché qui hanno combattuto con il Satan della carne, hanno soppresso i suoi desideri e voglie, ma in compenso si sono costruiti il Cielo sulla Terra per l'eterna dimora dello spirito e, in tal modo, hanno acquisito Dio come premio della vita eterna.

 

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Cap. 42

L’istruzione da Dio nel nuovo regno di Dio sulla Terra

1. Giovanni 6,45: anno 64, 24 dicembre, Patmos. «Così sta scritto nei profeti: "Saranno tutti ammaestrati da Dio"»,

2. Isaia 54,13 anno 723 prima di Cristo, 25 maggio, Naim[123]. – Jehova parla al popolo d’Israele e promette: «Tutti i tuoi figli saranno istruiti dal Signore e grande sarà la loro pace».

3. Geremia 31,33-34 anno 602 prima di Cristo, 23 dicembre. – Jehova dice: «Questo deve essere il () Patto che Io voglio fare dopo questo tempo (un giorno nel futuro) con la casa (reincarnata) d’Israele: voglio mettere la Mia legge nel loro cuore e scrivere nel loro sentimento; e saranno il Mio popolo, così sarò il loro Dio. E nessuno insegnerà all'altro, né un fratello all'altro e dirà: “Conosci e adora il Signore”, ma tutti Mi dovranno conoscere, piccoli e grandi”, dice il Signore, “poiché voglio perdonare i loro misfatti e non ricordare mai più i loro peccati».

4. Ma perché il Signore vuol perdonare i loro misfatti e non ricordare mai più i peccati? – Il Signore non vuole ricordare mai più i peccati e i misfatti perché i figli avranno solo l'amore come loro compagno, ed è l'amore che cancella tutti i peccati (1° Pietro 4,8 carità=amore).

5. Tuttavia, questo accadrà con l'inizio del regno di Dio sulla Terra (nel regno millenario – cap. 38,21 di questo libro), il quale è già davanti alla porta. E questi sono i libri teosofici cristiani da Me dettati, attraverso i quali tutti i Miei figli saranno istruiti direttamente da Me.

 

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Cap. 43

La necessità dell'istruzione spirituale

Graz, 9 settembre 1901

1. Ogni uomo può istruirsi, ammaestrarsi, auto educarsi o allenarsi, poiché la capacità di farlo è innata in lui e perciò voglio darvi le regole per questo addestramento spirituale, affinché tutti i Miei figli godano di un’unica e stessa scuola, e nessuno ne sia limitato. Infatti, il vostro progresso spirituale dipende dall’adeguata istruzione spirituale, e per questo motivo ognuno deve afferrare con gioia i mezzi offerti, impiegandoli a proprio vantaggio e per il proprio progresso, in modo che nessuno rimanga indietro, ma prosegua in avanti e porti buoni frutti. – Le regole sono le seguenti:

- I ) Vivi in modo tale che, con ogni essere umano, sei sempre in pace e amicizia, e che nessuno possa renderti qualcosa di male.

- II ) Sforzati di completare la tua conoscenza nello spirito sotto tutti i punti di vista, soprattutto devi appropriarti di tutto ciò che ti può distinguere come persona istruita. Perciò leggi e impara anche da tutti i libri che abbracciano la Mia nuova Scuola del mondo, poiché devi cercare di ottenere la completa perfezione della conoscenza in te, in modo che il restante dei tuoi fratelli se ne appropri, per stare lì come uomo pienamente formato.

- III ) Non disprezzare nessuno a causa della sua limitata istruzione e preparazione; piuttosto istruiscilo, in modo che possa proseguire in avanti.

- IV ) Sforzati di fare tutto ciò che l'amore, la sapienza e l’educazione richiede da te come un anello nella catena dell'umanità, e sii sempre amichevole e premuroso anche con coloro che sono meno di te, poiché anche in loro dimora lo Spirito del Padre Gesù, come in te.

- V ) Non essere unilaterale[124] né flemmatico[125] nell’incoraggiamento del bene e dell'utile, sia verso i singoli che verso tutti.

- VI ) Non devi mai dimenticare il fatto che, dal momento che hai gli stessi diritti come i tuoi fratelli, devi anche sforzarti di adempiere gli stessi doveri.

- VII ) Considera ogni uomo come tuo fratello e come figlio di Dio, del Padre tuo spirituale, e quindi cerca di trattarlo come ti prescrive l’amore per Dio e per il prossimo.

- VIII ) Prenditi a cuore gli insegnamenti spirituali della Teosofia cristiana, tienili a mente, affinché tu li possa ricordare sempre, poiché sono i segnavia per la rinascita e la guida per il progresso nell’eternità. Perciò non essere disinteressato, poiché Io non li ho dati per la conoscenza, ma per l’adempimento, ovvero, per vivere e per agire di conseguenza!

2. «Vegliate e pregate» vale anche per te, come dissi ai Miei discepoli nel giardino del Getsemani. Perciò ‘Il libro delle preghiere’ è una parte essenziale ed indispensabile dell'insegnamento della Teosofia cristiana. Finora molti se la son presa ben comoda nel rivolgere a Me la preghiera secondo la loro opinione oppure secondo l’opinione dei falsi interpreti della Mia Dottrina, perché il pregare non è una faccenda di tutti.

 

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Cap. 44

I peccati degli uomini

Graz, 13 maggio 1903

1. Nessuno è puro o senza peccato, quindi nessuno è infallibile, né è santo’, questo è il senso della parola ‘buono’ che Io un giorno espressi al giovane scriba.

2. Considerato che, in effetti, nessun uomo terreno è infallibile e di conseguenza non ci sono eccezioni, quindi ognuno è un peccatore dinanzi a Dio, perciò è anche compito principale dell'uomo conoscersi com’è fatto e riconoscere i peccati ai quali è ancora assoggettato e che gli impediscono di raggiungere un gradino superiore nella vita spirituale.

3. Nondimeno, per l’uomo è difficile riconoscere i suoi vizi e le sue cattive caratteristiche, perché spesso queste prosperano con lui dall’età giovanile e diventano abitudini di vita, tanto che non immagina proprio di violare i Miei comandamenti e insegnamenti divini. Perciò ognuno deve leggere per intero più spesso i peccati annotati nel ‘Libro delle preghiere’ (al cap. 9), e riflettere se ha già superato tutto ciò che lì è annoverato come peccato!

 

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Cap. 45

L’indispensabilità della preghiera

Graz, 12 settembre 1901

1. Senza preghiera (non avrete) nessun ascolto, perciò ho insegnato: «Chiedete e vi sarà dato». Chi si avvicina a Me, deve avvicinarsi sommesso, amorevole e in stato d’animo supplichevole! – Sapete cosa fanno i Miei cherubini e serafini? Essi adorano la Mia Santità! E voi, invece, volete venire da Me senza pregare? Figlioli, non siate i vostri stessi nemici! Umiliatevi e fate ciò che vi insegno sulla preghiera nel ‘Libro delle preghiere’, e non opponetevi alla Mie comunicazioni! Infatti, quanto più a lungo prenderete posizione contro determinati libri che sono stati pubblicati a nome Mio e li criticherete come non provenienti da Me, tanto più a lungo sarete ripetutamente esaminati e, per vero, fino a quando non vi familiarizzerete con tutti i libri pubblicati a nome Mio, poiché criticando come saputelli non si può giungere a nessuna rinascita.

2. Se avete dubbi su questo o su quello, allora sapete già come potete procuravi la certezza: senza chiedere né pregare, non si raggiunge nulla! – ‘Incessantemente’ dico che dovete pregare, e tuttavia la vostra natura carnale è contraria! Nel ‘Libro delle preghiere’ vi è detto tutto così chiaramente, e molti di voi si otturano gli orecchi verso il Mio insegnamento! – Svegliatevi una buona volta, e pregate affinché non cadiate continuamente nelle tentazioni della vostra carne.

3. Il fatto che siate ascoltati solo attraverso la preghiera, vi è dimostrato con la supplica (che si fa) per i malati che stanno in una grande sofferenza, poiché solo con la preghiera viene il sollievo quando già nessuna medicina aiuta più.

 

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Cap. 46

“Ora et labora”

Prega e lavora.

Eleva sempre a Dio il tuo cuore.

Egli lenisce il bisogno e dà lavoro,

libera dalla prigionia del peccato.

Dà forza nell’amorevole preghiera,

essa è colei che crea i figli di Dio.

Sei nato come cittadino della Terra,

per onorare Dio nel fedele amore,

scelto dalla grazia per adorare Lui,

come figlio di Dio nella consacrazione del cuore.

La fedeltà dell’amore adorna il tuo petto!

La forza della fede rafforza il tuo coraggio!

Volgiti in alto, al santo trono di Dio,

dal quale, Dio ti porge la ricompensa del tuo amore.

Adora senza limiti l’eterno Amore,

poiché nel tuo stesso petto esso è Dio!

Non chiedere cosa Io intraprendo, o povero figlio,

ma sii ben consapevole della figliolanza tua in Dio.

Il Padre Gesù ti ha dato tutto per amore,

esso è il massimo, pensaci, a ciò che Io ho.

Adora il Padre, sempre nell’amore;

poiché nel mondo, Gesù è il tuo tutto.

Lavora con tutte le tue forze per questo (amore),

così che tu rimanga figlio Suo, come ti ha scelto,

e mantieniti come erede del Suo santo Amore.

Perciò piega le tue ginocchia in Suo onore,

per venerare il Padre da un amante cuore.

 

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Cap. 47

Io sono Spirito e chi Mi adora deve adorarMi in spirito e verità

Graz, 7 ottobre 1901

1. Molti uomini Mi amano, ma sono pochi che comprendono veramente cosa vuol dire ‘adorarMi’ nel senso delle parole espresse dall'evangelista Giovanni, perché per questo manca loro la vera comprensione per comprendere come Io la penso. Perciò voglio spiegarvi la questione del tutto secondo la vostra comprensione materiale, poiché altrimenti siete troppo deboli per capire le Mie parole ‘nello Spirito’, come ve le esporrei.

2. Alcuni figli Mi amano così forti ‘nello spirito’, ma molto poco o niente affatto nella verità; altri Mi testimoniano il loro amore nella verità e non sanno amarMi nello spirito, e tuttavia l'amore procede ‘nello spirito’, solo in seguito si viene ‘nella verità’ e, nondimeno, si deve essere amati insieme nello spirito e nella verità. Come questo può essere compreso, voglio rendervelo chiaro, affinché la luce della verità nell'amore vi sorga come un Sole-centrale e risplenda e illumini tutto, – e quindi anche l'angolo più remoto del vostro essere.

3. Se vuoi adorarMi nello Spirito, allora i tuoi pensieri devono essere sempre presso di Me; devi essere tanto pieno d’amore e assorto in Me, che tutto il tuo fare e non fare sia iniziato, continuato e completato con pensieri d'amore per Me. – PregaMi nell’amor Mio per avere le Mie benedizioni; sacrifica il lavoro o qualunque cosa tu faccia, incessantemente in Mio onore, e poi inizia a lavorare, e durante il lavoro pensa a Me il più possibile. PregaMi con parole d'amore per il felice andamento del tuo sforzo, e quando lo hai completato, ringraziaMi umilmente per la Mia benedizione e per il buon completamento del lavoro e dello sforzo, e offri questo ringraziamento in Mio onore pregando per la spiritualizzazione del tuo sacrificio.

4. Fa’ così ogni volta, sempre e ovunque sei e qualunque cosa fai. Non precipitare nella fretta, perché il tempo che impieghi per adempiere il tuo amorevole e umile dovere verso di Me posso accorciartelo con l’accelerazione del lavoro, e così non perderai nulla con il sacrificio del tuo amore per Me, perché in tal modo non desidero da te una lunga preghiera, ma solo poche parole d'amore, come lo insegna il ‘Libro delle preghiere’. Sacrificare alcuni secondi per amore e onore a Me, non può essere chiamato una trascuranza e perdita di tempo per il lavoro; piuttosto trascura e sperpera il tempo colui che lavora e opera senza di Me, poiché si procaccia le tenebre dell’inferno, perché preferisce portare il suo amore invece che a Me, all’eterna Luce, alla materia, quindi all'eterna oscurità, e ciò che qualcuno semina qui, raccoglierà di là nel regno dello spirito.

5. E se nel Mio regno millenario cesserà anche la morte, cesserà solo per coloro che cammineranno sulla Terra nello Spirito dell’amore e della verità, …finché inizierà il momento in cui tutti rinasceranno, puri dal peccato e liberi dalla morte.

6. Tutto ciò che fate e sacrificate in Mio onore sono perle di vita eterna, con le quali adornerò e glorificherò la vostra anima come Mia cara sposa. – Io stesso di certo non ho bisogno di niente da voi, poiché sono Io stesso il Dispensatore delle grazie, e tutto ciò che avete vi è stato dato da Me; tuttavia si tratta di voi stessi, essendo voi, poveri, nudi, svestiti e niente senza il Mio aiuto. Io solo sono il Padre che provvede, cura e porta insieme le ricchezze per la vita eterna. Tuttavia non lo faccio Io stesso, bensì dovete farlo voi. Io sono comunque il Maestro e il Promotore della buona volontà per far questo, e cioè nel modo come lo trovo buono Io, affinché cresciate nelle virtù e vi formiate spiritualmente sempre più perfetti.

7. Se volete essere seri e conformi alla situazione, siate sempre in guardia sul vostro fare e non fare, affinché camminiate attraverso la vita puri dal peccato; perciò non dovete mai dimenticare che Io sono sempre presente presso di voi, ed osservo il vostro fare e non fare con l'occhio del Padre, ma peso la giustizia con la bilancia di un giudice.

8. Perciò portateMi sempre con voi come Compagno! – Non smarrite mai i vostri pensieri nel mondo delle debolezze terrene, ma percorrete le vostre vie sprofondati in costanti amorevoli pensieri in Me, vostro inseparabile, eterno Compagno, accarezzandoMi nello spirito e adorandoMi con amorevoli parole filiali che Mi porterete incontro dal ‘Libro delle preghiere’, o improvvisandole!

9. Dovete parlare come parlano i figli con i loro amorevoli genitori e come si stringono sempre affettuosamente intorno a loro, per ottenere spiegazioni su questo o su quello. Così trattenetevi anche con Me, e tutto ciò che non ha alcun valore spirituale e nessun bisogno necessario per la vostra vita quotidiana, ignoratelo, poiché seduce i vostri sensi che si trattengono con la materia a spese dello spirituale, e lo trascurano.

10. Se invece concentrate i vostri pensieri continuamente sul fatto che Io sono presso di voi e vado con voi, allora diventerete solenni e sempre pieni di riguardi verso di Me e verso il vostro prossimo, poiché nei pensieri penserete sempre a Me in questo modo: “Cosa devo dire? Cosa rispondere? Cosa fare affinché al santo Padre Gesù che mi ascolta e mi sta a guardare sia giusto?”

11. Vedete, figli Miei, questa è la scuola superiore dello spirito! E questa scuola deve essere frequentata se volete raggiungere la rinascita dello spirito. – Infatti, se non penserete assiduamente a Me, allora i Miei insegnamenti non potranno mettere radici in voi, perché il mondo vi attira alla materia e all'egoismo. Se invece avrete sempre i vostri pensieri rivolti a Me, il vostro cuore sarà sempre pieno di umiltà, riverenza, spirito di sacrificio, modestia, misericordia e amore per la pace, e il mondo non avrà nessun potere su di voi.

12. Queste virtù fuoriusciranno da voi secondo l'attività nell’opera dell’amore per il prossimo, poiché solo attraverso questa attività Io vengo adorato giustamente nella verità, e attraverso nient’altro!

13. Ci sono figli che Mi accarezzano ‘nello spirito’ del loro amore, ma nella verità patiscono la fame e la sete, e soffrono ogni genere di disagio e afflizione. Altri mi amano ‘nella verità’ soprattutto attraverso delle opere di misericordia, essendo essi molto caritatevoli, ma poiché non Mi amano nello spirito, in altre occasioni si dimenticano e Mi crocifiggono con la mancanza d'amore e durezza, tanto nelle persone della casa quanto anche negli altri e nel prossimo, e si lamentano unicamente delle pagliuzze dei loro vicini; – mentre i propri errori e le loro travi non li vedono e non vogliono vederli affatto! – Questi, dal vero seguire le Mie orme, sono ancora lontani.

14. Tuttavia ci sono anche quelli che adorano ‘nella verità’, che comprendono perfettamente bene e fanno tutto ciò che è prescritto, ma non comprendono la preghiera nello spirito! Anche questi non sono sulla strada giusta; poiché Mi si deve adorare in spirito e verità, e non solo in modo parziale! – Ora voglio descrivervi la questione in modo molto chiaro e, secondo la vostra comprensione materiale, in cosa consiste la vera adorazione ‘nello spirito e nella verità’. E così ascoltate diligenti al fine di comprenderMi finalmente bene.

15. Riflettete: Io sono il vostro Amore e, di fatto, sono l'Amore stesso. Dimoro presso di voi e sapete che sono Amore, e voi Mi amate pieni di riverenza, Mi procurate da mangiare e da bere ciò che potete (facendo del bene al prossimo) e sapete che ciò Mi compiace. Mi procurate (al prossimo) una magnifica dimora, le vesti più belle, Mi adorate e Mi amate tanto (nel vostro prossimo) che non sapete più cosa poter fare ancora per Me, per guadagnare da Me, gioia e soddisfazione, quindi la vostra adorazione è costituita ‘nella verità’, contro cui non ho niente da obiettare; nonostante ciò, non ne sono soddisfatto ed ho fame e sete, e presso di voi patisco la miseria, nonostante il vostro esuberante amore per il prossimo, e non pensate che l'Amore (divino) desidera ancora il personale, spirituale amore!

16 Vedete, Mi manca il vostro amore ‘nello spirito’ nella carezza e nell’abbraccio che voi non Mi offrite, e nel costante pensare, parlare, accarezzare premendo al cuore, come siete in grado di comprenderlo materialmente. Questo voglio averlo altrettanto nello spirito del vostro amore, perché ciò che fate nei pensieri è fatto spiritualmente nel materiale, per lo spirito! Solo che non lo vedete con i vostri occhi carnali, ma spiritualmente procede così come vi rappresentate l’immagine nel pensiero, perché i pensieri sono parole, immagini e azioni materiali-spirituali!

17. Perciò vi dico: “In verità, in verità, chi mi adorerà in spirito e in verità ha raggiunto la vita eterna e cammina senza peccato dinanzi agli occhi Miei!”. Tuttavia, quello che ci vuole per adempiere questo grande compito, è stabilito nei tre libri interdipendenti della Teosofia cristiana (‘Il libro delle preghiere’ per l'adepto cristiano). Siate perciò non solo lettori, ma soprattutto esecutori dei Miei insegnamenti, poiché chi non attirerà a sé il Cielo con la violenza del suo amore e l'adempimento inflessibile dei Miei comandamenti, neppure vi entrerà.

18. Si badi però bene a non passare nell'amore sensuale della carne, cosa che è il caso presso le persone non ancora pure, poiché allora, all’inverso, passerebbero al servizio di Satana.

19. L'amore con il quale Dio deve essere amato soprattutto anche spiritualmente e personalmente, cessa là dove si risvegliano accanto i sentimenti sensuali. Le eccezioni al rapimento spirituale nell'Amore divino, le godono solo i graziati.

*   *   *

(un’ulteriore raccomandazione):

20. (Parla il Signore): Io ti domando figlio Mio: “Hai dunque mai sentito che la preghiera rivolta a Me dà conforto, forza, beatitudine e un sentimento di delizia, se questa Mi è rivolta dal profondo del cuore? E chi causa questo sentimento?”. – Vedete, quello sono Io attraverso il Mio affluire rinforzante nell’anima ferita. Dove c'è una forza magnetica che, nel suo effetto, potrebbe essere paragonata a questo sentimento di beatitudine?

21. Devi provare ed elevare il tuo cuore a Me, al Padre tuo nella più profonda umiltà; e l'anima deve riferirMi le sue sofferenze e preoccupazioni. Deve, dinanzi al Mio trono, crollare nella polvere della nullità, e quando poi giacerà lì, impotente e contrita, rimettendo tutto a Me, se si è umiliata fin nel più piccolo punto, allora Io la solleverò, poiché è nella sua più profonda umiltà che Mi è più vicina; allora lascerò versare in lei consolazione, amore e forza spirituale, per guardare, per primo, i suoi presunti dissensi, non così neri; e per secondo, per poterli sopportare anche più facilmente.

 

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Cap. 48

Come adorare Dio in spirito e in verità

Graz, 5-7 luglio 1902

1. Miei cari figli! La vita degli uomini è una scuola di prova della loro carne e del loro spirito, e questa avviene nella carne solo perché si può diventar felici rapidamente solo se si inizia ad estirpare da sé i mali alla radice, e questo può accadere solo nella vita carnale, perché è stato disposto così, e perché per mezzo di ciò anche la materia, poiché essa è l'anima solidificata di Satana, si redime, si spiritualizza e viene di nuovo divinizzata.

2. Ora sorge la domanda: “Come deve vivere l'uomo che, (essendo) come Satan rianimato, raggiunga attraverso l'anima e la carne (con la sua incarnazione), la meta che eleva gli uomini, come il Satana animato in atomi, a figli di Dio e quindi a dei?”

3. Considerato che l'anima dell'uomo consiste di spirito sottile – mentre il suo corpo materiale è di spirito grossolano derivato dall'anima di Lucifero-Satan che sussiste nella materia – allora l'uomo, finché non ha ancora ricevuto il battesimo del fuoco dello Spirito Santo, come un giorno gli apostoli a Pentecoste, è nient'altro che un rianimato Satan in miniatura, e perciò pieno di cattive inclinazioni, di caratteristiche, di passioni e desideri libidinosi che, da Dio, lo attirano alla materia ovvero al Satan, e lo rendono infernale.

4. Secondo lo spirito dell'Amore nel vostro cuore voi siete certamente figli di Dio, perché lo Spirito di Dio dimora nell'anima dell'uomo e lo guida al bene attraverso la coscienza, se si lascia guidare. Un tale uomo è Mio fratello e, allo stesso tempo, figlio proveniente da Me, perché preso direttamente da Me. Ecco perché dico sempre: “Miei cari figli”. Però non sta così con la vostra anima e con il vostro corpo. Questi due sono entrambi presi dall'anima di Satana, quindi voi, secondo questi due, siete suoi figli, perché è lo stesso Satana rianimato.

5. Vedete, questo fatto ve lo dovete imprimere del tutto particolarmente e ricordatevi continuamente chi siete, affinché vi sia sempre chiaro dinanzi agli occhi il perché obbedite così malvolentieri e falsate continuamente il Mio divino insegnamento secondo la sapienza intellettuale, il che è il vero e proprio rappresentante di Satana nella vostra testa, rielaborato secondo le vostre opinioni, in modo da potervi muovere più comodamente e liberamente, e così indebolire i Miei comandamenti e insegnamenti attraverso le vostre interpretazioni abilmente e saggiamente frammischiate, spogliandole della loro serietà interiore e degradandole a precetti senza valore secondo la vostra opinione.

6. Questo vostro modo di interpretare i Miei comandamenti e insegnamenti a vostra discrezione, è lo spirito di Satana in voi, il quale vi influenza in tutti i modi possibili per allevare la sua proprietà, vale a dire l'anima e il corpo che son presi da lui, quindi dalla sua essenza, al fine di allontanarvi da Me e attirarvi alla materia sensuale, dove lui, il principe della menzogna, governa dall'inferno.

7. Con ciò vi ho rivelato il male fondamentale che domina ed agisce in voi, cosicché interpretate le Sacre Scritture, specialmente il Nuovo Testamento, sempre in modo tale da ignorare la verità ed elevare la menzogna a verità, perché la menzogna comporta pochi doveri, molte comodità e grandi promesse. In poche parole, vi trovate così felici nelle vostre interpretazioni e, secondo le vostre idee, giustificati così tanto davanti a Me, da non voler sentire nient’altro che ciò che avete riconosciuto voi come buono e beatificante, mentre tutto il resto è eretico e proveniente da Satana!

8. Al fine di guidare questo male fondamentale del vostro errore, ho deciso di fornirvi i mezzi attraverso i quali potete convincervi se interpretate correttamente le Sacre Scritture e se i libri della Teosofia cristiana, in cui Io stesso parlo in prima persona, sono provenienti da Me oppure no. Il primo mezzo è nel “Primo libro delle Comunicazioni” e depositato nella scuola esoterica ‘Adept’[126] della Teosofia cristiana, il quale recita: «…chiarimenti di come si giunge alla convinzione se l'insegnamento nella Bibbia è stato interpretato correttamente e se i dettati nella Teosofia cristiana provengono da Dio e dal Padre Gesù!»[127]

9. Il secondo mezzo è la grazia di poter parlare con i defunti personalmente visibili in qualsiasi momento del giorno nelle importanti questioni di fede, singolarmente o in compagnia, al fine di convincersi da dove sono venuti i defunti con le loro opinioni di fede e la loro vita dopo la morte nel regno dello spirito. Di più, al riguardo, si legga nel libro “Der Mensch”[128] (l’uomo). Ora diamo alla discussione le singole istruzioni nella Teosofia.

10. Le singole istruzioni della Teosofia cristiana si trovano sporadicamente qua e là in tutti i libri teosofici cristiani, e questi sono stati dati adesso in modo più completo e riassunti nei libri: “Il libro delle preghiere”, “La Teosofia cristiana”, “La Santa Trinità”, e nella scuola esoterica “Adept” dove si trovano spiegati precisamente i doveri di un’autentica vita cristiana.

11. Quindi l'adorazione di Dio in spirito e verità è che si adempiano tutte le prescrizioni verso di Me e verso il prossimo, così come verso l'intera Creazione – animata e guidata da Me – secondo questi insegnamenti altamente spirituali, dati specialmente nel ‘Libro delle preghiere’ e nella ‘Teosofia cristiana’. Questo significa, per quanto è possibile, vivere ed agire di conseguenza. Di seguito, numerosi insegnamenti.

 

 

48/1 - Il molto sapere non rende felici

Graz, 14 gennaio 1904

12. Molti uomini sanno cos'è il peccato perché possiedono una grande cognizione nelle verità religiose, ma non digeriscono la loro conoscenza; essi vivono come quel personaggio della libbra nell’Evangelo, o come le cinque vergini stolte perché corrotte e rivolte al mondo. Queste persone non si esaminano mai, vivono nei loro peccati, e per vero insegnano agli altri come devono vivere, ma essi stessi non osservano i comandamenti. Questi sono sottoposti a responsabilità molto maggiori, perché hanno conosciuto la verità, ma ossequiavano la menzogna e vivevano secondo questa. Il molto sapere non rende felici, bensì lo si è con la vita e con l’agire secondo i comandamenti e gli insegnamenti (biblici-spirituali).

 

 

48/2 - Il tacere fa tendere al dono della rinascita

Graz, 22 luglio 1903

13. Gli uomini, che parlano molto, devono anche avere molto materiale di cui discutere. Se si tratta di parlare di verità divine, allora se ne può parlare quando queste verità vengono insegnate e discusse per la vita e per l’agire di conseguenza, poiché l'uomo deve sempre avere nei pensieri la Parola divina, al fine di aver sempre davanti agli occhi il suo significato e applicazione pratica, perché il compito della vita è di ponderare la Parola divina e ravvivarla, spiritualizzarla e divinizzarla in sé, mettendo in pratica il suo nocciolo interiore.

14. Il tacere è sempre da osservare quando il pensiero non porta a parlare di cose morali, spirituali o superiori, poiché il tacere sottrae dall'opportunità di parlare di chiacchiere mondane, oppure, come ci si esprime altrimenti, di cicalecci[129] mondani.

15. Con il tacere, l'uomo guadagna tempo per pensare a Dio e al divino, mentre con il parlare perviene a ogni specie di tentazioni, perché gli uomini parlano solo di cose mondane, sensuali e peccaminose, al fine di essere della partita, per illustrare meglio questo o quello, e renderlo ancora più mondano di quello che è già. Ne consegue che l'uomo stesso presta orecchio al mondano, al sensuale e al peccaminoso, e con ciò decade nel vortice della vita quotidiana che politicizza, inveisce, si allinea su tutto, trova da ridire sugli errori degli altri, li calunnia e spesso, consapevolmente o inconsapevolmente, giunge anche a parlare falsamente sul prossimo, e inizia a trattare con cose che non lo riguardano, il che colora la sua veste animica con dello sconveniente grigio marrone, il quale lo rende uno spirito infernale nella carne.

16. Chi invece tace quando sa che non ha nulla di assennato da dire, si sottrae da tutte queste tentazioni mondane, guadagna tempo e amore per dilettarsi nelle verità spirituali, e nel suo intero essere cresce a vista d’occhio a un puro vaso di Dio, perché amore, umiltà, pace e quiete, come anche le rimanenti virtù, crescono in lui e lo rendono sempre più felice, più buono e di disposizione d’animo più gentile.

17. Perciò l'uomo deve tacere quanto più possibile esteriormente, ma tanto più cercare di parlare spiritualmente con Me, il suo Spirito divino, perché questo lo renderà soddisfatto e felice del suo destino.

18. D'altra parte, tacendo, ci si sottrae dal ridere, dallo scherzare e dal fare battute, cose che devono essere energicamente combattute e tralasciate prima di poter giungere alla rinascita dello spirito, perché il mondano non va d’accordo con il dono della rinascita; perciò, se si trova compiacenza nel mondano, la rinascita dello spirito non può essere raggiunta!

19. Pertanto, taci quando non c'è nulla di spirituale da dire o da insegnare, poiché ciò che l'uomo ha da dire per la vita ordinaria, è presto fatto. Invece, tutta la vita che ha ancora da vivere, deve condurla in senso spirituale, e questa promuoverà la sua redenzione dalla materia e l’unione con Me, con il suo Dio, Gesù.

 

 

48/3 - Il parlare di cose mondane vi attira alla materia

Zurigo, 12 ottobre 1904

20. Miei cari figli, il mondo è materia, e se ci si prende cura della materia, allora si viene trascinati da essa e catturati. Perciò preoccupatevi solo quel tanto di cui dovete preoccuparvi, altrimenti fuggitela il più possibile.

21. Il molto parlare di cose materiali vi spinge alla materia e quindi lontano dallo spirituale, perciò vi porta da Dio a Satana. Infatti, la materia, ovvero il mondano, è il regno di Satana, e quindi fuggite da questo il più possibile e nel modo più opportuno.

22. Nello spirituale, il Regno di Dio consiste nell'adempimento dei Dieci Comandamenti e dei due comandamenti dell'Amore di Gesù. Nella vita, secondo le sette virtù di Gesù come Figlio dell'Uomo, essi consistono nel vegliare, nel pregare, nel vivere e nell’agire secondo il Suo insegnamento.

23. Chi parla molto, se parla in modo mondano, dice molto di ciò che non coincide con le disposizioni menzionate, perché il molto parlare è un enorme sconnesso pettegolare, il che è molto dannoso per l'anima, perché, per la maggior parte, va contro l'insegnamento di Dio.

24. Voi sapete che Io ho insegnato che non si possono servire due padroni allo stesso tempo, cioè Dio e il Satan. Considerato che il Satan rappresenta tutto il materiale, il mondano e il sensuale diretti contro i Miei comandamenti e insegnamenti, quindi rappresenta il non spirituale; perciò guardatevi il più possibile dal parlare di ciò che va contro la vita spirituale, il che vi allontana da Me e vi trascina alla materia, e in tal modo vi allontana da Me.

25. Quando discutete di cose mondane, allora diventate di spirito mondano e quindi dimentichi di Me e senza amore verso il vostro prossimo. – Questo dovete impedirlo, evitando tutto ciò che vi allontana da Me e che vi dispone in modo tale da farvi agire materialmente.

26. Riflettete: “Per quale scopo siete nel mondo?”. Voi non siete nel mondo per considerarlo patria vostra. No! Bensì voi dovete spiritualizzare il mondo intorno a voi e in voi, perciò riscattarlo e ricondurlo alla luce e alla verità. Infatti, la materia, ovvero il mondo visibile, un tempo era Luce e Vita divina, ma con la separazione da Me è diventata tenebra e racchiude in sé la morte, e quindi è il Mio polo opposto e sta in perenne lotta con Me.

27. Se vi occupate della materia, allora siete preda della sua tenebra e della sua morte, e quindi vi allontanate da Me, dal Padre vostro, e passate al Satan!

28. Cosa sarà poi della vostra vita, del vostro destino, se non rimarrete con Me, col Padre? Io vi offro in cambio l’ineffabile[130], se prestate attenzione alla Mia Parola e la osservate. O preferite piuttosto andare nelle tenebre e nella morte e cercare lì, nell'inferno, la vostra salvezza dell’anima?

29. Perciò, cari figli, ascoltate le parole del Padre vostro che teme per la vostra salvezza, e rimanete in pensieri, in parole e in opere presso di Me, affinché Io possa considerarvi figli Miei e un giorno rendervi ultra felici. Tendete alla Luce, tendete a Me che sono l’eterna Luce dell'Amore e della Vita. Poiché solo in questa Luce c’è la vita, c’è la beatitudine, c’è la gioia della vita.

30. Lassù, dove Io dimoro circondato dai Miei figli, là deve essere sempre il vostro pensiero, dove vi aspettano gioie e beatitudini indescrivibili. Là Io vi aspetto, là vi ho preparato una casa dell’amore e della pace, là vorrei avervi, poiché vi ho comprato con il Mio prezioso sangue sulla croce, e perciò il Mio cuore sanguina quando disprezzate indegnamente il Mio Amore e occhieggiate gradevolmente la materia che non vi offre nient’altro che l'inferno con le sue tenebre e i suoi tormenti.

31. Dovete elevarvi a Me, alle luminose altezze dello Spirito, perché voi siete Miei dalla Mia morte sul Golgota, e quindi dovete rimanere Miei e servire Me, l'eterno Padre, il Quale vi aspetta a braccia aperte per elevarvi a eredi del Regno divino come figli Suoi, dove vivrete ed agirete come sovrani e re dell'Amore di Dio. Amen!

 

 

48/4 - I peccati verso il prossimo

Graz. 14 gennaio 1904

32. Il Mio insegnamento dice: «Ama Dio sopra ogni cosa, e il tuo prossimo come te stesso, perciò fa’ al tuo prossimo ciò che desideri che lui faccia a te».

33. Questo insegnamento è il principale, perché è l'insegnamento fondamentale in Dio. Io sono l'Amore, ovvero il Padre di tutti, perciò tutti gli uomini sono figli Miei, ma poiché questa è la piena verità, allora è ovvio che chi Mi ama sopra ogni cosa cercherà anche di fare tutto per amor Mio. Infatti, Mi si ama solo allora, quando si adempiono i Miei comandamenti!

34. Chi non ama il prossimo come suo fratello, se questi non è un trasgressore del comandamento, comprende di non amare neanche Dio, perché così non ama suo fratello quale figlio di suo Padre. Infatti, gli uomini, quali figli di Dio, sono fratelli e sorelle tra di loro senza differenza di rango e di classe ovunque si trovino, poiché queste differenze non hanno alcun valore dinanzi a Me.

35. Considerato che l'uomo, sia buono o cattivo, è un figlio di Dio e lo Spirito di Dio dimora in lui, allora se non ama i figli di Dio o addirittura li disprezza, non ama Dio sopra ogni cosa. Ecco perché ogni peccato che l’uomo commette verso il prossimo è anche un peccato verso Dio, a meno che non è il prossimo stesso a dare motivo per un’avversione e l’avvio a raffreddare nel fratello l’amore verso di lui.

36. Cercate di tenere sempre i vostri pensieri, occhi e orecchi aperti su questo comandamento principale, in modo da non agire contro, poiché tutto il male che fate al prossimo, lo fate anche verso di Me, come Spirito in ogni uomo, come figlio Mio e come Mio strumento tramite il quale opero spiritualmente. Io vi vengo incontro in ogni uomo, perciò verso ogni uomo comportatevi così che il vostro atteggiamento lo nobiliti nelle sue maniere e nelle sue azioni, allora avrete vissuto e praticato secondo la Mia Volontà.

37. L’inosservanza dei Miei comandamenti è il disprezzo della Mia divinità, e fare del male al prossimo è quindi un doppio peccato: per primo verso di Me, e per secondo verso Mio figlio! Questo dovete sempre averlo dinanzi agli occhi, al fine di vivere ed agire di conseguenza, e in tal modo raggiungere la salvezza della vita eterna. Amen!

 

 

48/5 - I peccati intenzionali non sono perdonati

Graz, 14 gennaio 1904

38.          Nel mondo spirituale vengono attribuiti all’essere umano (alle anime) solo quei peccati che si sa essere peccati, ma negati intenzionalmente che lo siano, e fondamentalmente contrari, come per irriverenza verso Dio. Chi agisce in questo modo, pecca contro tutti i comandamenti, perché Dio nei Dieci Comandamenti è incluso in ciascuno come Giudice.

39. Chi invece agisce contro i comandamenti senza rendersene conto e senza un’intenzionale motivazione contraria che è peccato, bensì lo fa per insufficiente istruzione o mancata conoscenza della verità ed è disposto ad agire diversamente non appena apprende la verità, a costui i peccati vengono perdonati con il pentimento e il proponimento di evitarli in futuro.

40. Nell'aldilà, infatti, tutto viene esaminato secondo il proposito, l'intenzione e lo scopo finale, se si commette il peccato allo scopo di trarne e di avere un vantaggio egoistico. Se invece il peccato è commesso senza premeditazione, senza intenzione né scopo egoistico, bensì per la mancanza di educazione religiosa o di conoscenza e per spensierata vita mondana dove lo spirito è ottenebrato, allora è scusabile. Quindi l'uomo nell'aldilà viene condannato o scusato solo secondo lo scopo finale della meta.

41. Lo scopo finale dell'azione è determinante, poiché se si fa qualcosa per buona intenzione, allora troverà riconoscimento in Cielo; se invece lo si fa per egoismo, come ha sempre fatto, allora ciò sarà riconosciuto e stimato nell'inferno, e l'uomo, dopo la morte fisica, và verso ciò per cui ha servito nella vita, perché è il suo amore, buono o cattivo, ad attirarlo là.

 

 

48/6 - La sorte dei suicidi nell’aldilà

Graz, 17 settembre 1901

42. Il triste fenomeno degli scellerati e dei negatori di Dio dei tempi moderni, è il suicidio. Molti uomini che non credono in nessun Dio e in nessuna continuazione della vita, si decidono per il suicidio, se non va tutto secondo i loro desideri.

43. Per mezzo di ciò essi credono di sbarazzarsi di tutte le preoccupazioni, delle tribolazioni e di ogni sapere dell'esistenza. Pensano che la morte sia il sonno eterno, un entrare nel nulla, come se l'uomo fosse sorto dal nulla. Quanto però sia insensata una tale visione, non hanno nessuna idea. Niente è dal nulla, così come non ho creato il mondo dal nulla. Quindi qualcosa di esistente non può in alcun modo diventar nulla, può avvenire una trasformazione delle sostanze, ma un annientamento è una faccenda dell’impossibilità. Questa trasformazione passa attraverso l’intera creazione, lo spirituale indossa una veste materiale e diventa visibile, e quando è trascorso il tempo nel quale è avvenuta la maturazione di ciò che è consolidato nella materia, allora lo spirituale abbandona la materia e questa va alla putrefazione, ossidazione o combustione, e da ciò si forma una nuova vita materiale o spirituale, la quale, raffinata, riceve un gradino superiore dell’esistenza.

44. Così è anche con l’uomo se vive secondo i Miei comandamenti; allora raggiungerà la maturità della sua anima e del suo corpo, a seconda di come ha vissuto.

45. Con il suicidio, invece, l'uomo si accorcia la vita, non lascia diventar matura né l’anima né il corpo, e su se stesso commette un crimine brutale e pesante. Voi considerate un omicidio o un assassinio per rapina un crimine grave se è stato commesso con intenzione. Allora, il suicidio, non dovrebbe essere un crimine altrettanto grave? Certamente! Esso è un assassinio per rapina a se stesso, poiché si rapina l'anima del suo corpo, di cui essa deve invece prendersene cura e portarlo spiritualmente ad un gradino superiore, perché anche il corpo di carne ha il suo complemento[131] spirituale, proprio come ogni cosa in natura ha il suo analogo complemento spirituale che non può andar perduto. Con l’abbandono del corpo, l'anima prende questo complemento come un abito saldamente aderente, ma ovviamente si modella del tutto facilmente come fosse fuso interamente su di essa nel regno dello spirito. Quanto più devota e spirituale la persona ha vissuto, tanto più bianco e bello è questo abito come copertura spirituale al suo corpo animico; se invece l'uomo vive una vita sbagliata o si suicida, allora il corpo di carne spirituale è sudicio, di colore grigio-scuro, nel quale si riconosce la bassa qualità spirituale dell'anima.

46. Oltre a questa privazione dell'anima del suo corpo e all’oscuramento della carne spirituale con il crimine dell’omicidio di se stessa, l'anima è il vero e proprio delinquente nell'omicidio del suo corpo di carne, che le è stato congenito[132] per grazia, per manifestarsi materialmente in questo, e passare la spirituale scuola di prova della vita tramite il corpo materiale; perciò essa incorre nella punizione spirituale, il che consiste nell'essere immersa come grossolano delinquente nel punto centrale della Terra, quindi nelle tenebre del più basso inferno. Se il suicida è di buon carattere, allora può avere una penombra di luce un po’ tenue, se invece è anche un grossolano peccatore, allora è completamente privo di qualsiasi luce, quindi è nella più profonda e più totale oscurità.

47. Arrivato qui, entra nella cerchia degli stessi delinquenti che lo accolgono con un’espressione più triste, ma per la maggior parte maliziosa e, preso in mezzo a loro, iniziano a domandare cosa lo ha portato al suicidio. Se riferisce tutto, allora rimane nella triste e maliziosa compagnia dei diavoli della specie più bassa che prova piacere del male altrui, senza sapere né essere in grado di aiutare se stesso solo minimamente.

48. Considerando che il terzo inferno contiene in sé la gentaglia più cattiva, più brutale, più rozza e più selvaggia, allora potete farvi un’immagine dell'esistenza tristissima di un suicida. Ma cosa succede poi, se un tale suicida viene privato dei sensi[133] durante il suicidio? Allora guai a quella persona così disgraziata! – Essa rimane nella visione di quel momento mentre si sta uccidendo, e ripete continuamente questo omicidio di se stesso, e sente in se stesso continuamente il dolore che ha provato all'ultimo istante, e questo dura spesso molto tempo, prima che diventi consapevole che è stato solo un demente nel suo modo d’agire. Le preghiere dei propri parenti aiutano alcuni a venire alla chiara consapevolezza della sua situazione. Alla fine, dopo 10, 20, 30, 50 o più anni, se non riesce a giungere da se stesso alla chiara consapevolezza, viene portato alla consapevolezza da spiriti compassionevoli, facendogli capire che vive solo in una follia, e questi gli danno suggerimenti come salvarsi da questa situazione. Fortunato quel suicida che non ha perduto la sua chiara ragione nell'atto, perché i suicidi, di solito, al momento dell'atto, passano nella pazzia attraverso il turbamento dell'anima.

49. Se ora un suicida perviene al più basso o terzo inferno con una chiara ragione, di solito rimane lì per molti anni, poiché si ritiene privo di ogni illuminazione e come ‘abbandonato’ all'inferno – secondo gli insegnamenti della Chiesa ancora vigenti – e deve rimanere nell’eterna dannazione. Allora la sua situazione è ovviamente e insolitamente triste, tenebrosa e infernale! Egli, che voleva sbarazzarsi di un piccolo dispiacere transitorio (sulla Terra) con il suicidio, invece è incorso nel terribile inferno con tutte le sue oscurità, con il rimorso di coscienza, il risentimento, la collera e l’atroce disperazione, nella sua tristissima e più spaventosa situazione senza fine! – Questo è il destino dei suicida dopo aver commesso il fatto.

50. Tuttavia, anche a questa folle attività degli uomini Io voglio, da misericordioso, mettere una barriera, in modo che d'ora in poi, ad ognuno che vuol commettere un suicidio gli aprirò in anticipo gli occhi spirituali, affinché possa vedere la situazione nella quale si precipiterebbe con questo atto. Chi considererà questo fatto come un’immagine fantastica e tuttavia commetterà il suicidio, a questi non accadrà nessuna ingiustizia, poiché è stato avvertito, e comunque ha commesso senza riguardo l'atto: "volenti non fit injuria"[134].

 

 

48/7 - L’importante introspezione giornaliera interiore

Graz, 8 maggio 1902

51. Ogni uomo pecca, quindi ogni uomo ha anche il dovere di riflettere sui propri peccati ed esaminare le dimensioni e soppesare la gravità di questi. Ciò avvenga nel modo seguente:

52. Dopo il lavoro svolto, preferibilmente prima di andare a dormire, sedetevi, staccate tutti gli altri pensieri e preoccupazioni e, immersi nell’interiore, nella vita spirituale, esaminatevi scrupolosamente indagando tutti i punti in cui è immagazzinato qualcosa che avete commesso durante il giorno contro Dio o contro gli uomini. Questa introspezione è molto salutare perché l’uomo giudica ciò che ha fatto di bene e cosa di male. Una volta effettuata scrupolosamente questa introspezione, allora si devono anche considerare le conseguenze del male commesso, poiché non si deve prendere in considerazione e soppesare la sola colpa attuale, bensì anche le sue conseguenze, perché con ciò si evidenzia la gravità dei peccati e si possono prestare le dovute scuse a Me e agli uomini coinvolti, perché tutto deve essere riparato attraverso il pentimento, le scuse, il risarcimento e la penitenza.

53. Tale introspezione è molto benefica, perché rende l’uomo più prudente durante il giorno, e commetterà sempre meno peccati, umiliandosi come uomo peccaminoso. Infatti, se l'uomo deve riparare spesso i suoi misfatti spirituali davanti al prossimo con le scuse, sarà imbarazzato e cercherà in futuro di essere più assennato con la condotta verso il suo prossimo!

54. Così commetterà sempre meno peccati anche verso di Me, poiché ogni giorno giungerà alla conclusione che è un ripetitore negligente degli stessi peccati, e questo lo accuserà dell’inosservanza delle Mie prescrizioni.

55. Una tale introspezione sul fare e non fare deve avvenire possibilmente ogni giorno, dal momento che ogni giorno Mi si deve pregare per il perdono dei peccati, e perché altrimenti si dimentica molto, se si trascura di farlo per svariati giorni.

 

 

48/8 - Tendere sempre al dominio di se stessi

Graz, 10 ottobre 1902

56. Il dominio di se stessi è il compito più difficile per l'uomo. È una lotta più ardua che con gli animali predatori.

57. Se ti capita un'ingiustizia che grida al Cielo, …che ti stringe il cuore, e se la maligna vendetta s’insinua in te, allora immaginati quale orribile ingiustizia ha sopportato il tuo onnipotente Dio, il Creatore e Redentore, ed ha perdonato in silenzio il giorno della Sua crocifissione. Allora ti calmerai, poiché se perdoni i tuoi malfattori, ti frutterà un eterno vantaggio per l'aldilà. Invoca il nome ‘Gesù’ tre volte con piena umiltà e amore, per avere l’aiuto contro la maligna tentazione, e l’aiuto ti sarà concesso!

58. Se sei nel pericolo di una lussuria, interrompi senza indugio, con disprezzo e ripugnanza, i pensieri insinuanti, e pensa a ciò che Dio desidera da te! E prega con amore il Padre Gesù che ti aiuti a superare questo pericolo, e se lo hai superato, allora ringrazia pieno d’affetto il tuo Dio per questa grazia.

59. Se questi o quei pensieri perversi ti molestano, allora nella tentazione, rivolgiti sempre a Dio per aiuto, e pensa alle conseguenze di un atto sconsiderato!

60. Nella preghiera c’è la meravigliosa forza con la quale ci si deve fortificare costantemente ogni giorno, poiché altrimenti si può ricadere molto presto. Se qualcuno cade ripetutamente, non deve disperarsi, bensì deve pregare sempre più fervidamente Dio e indignarsi sempre più appassionatamente contro le basse passioni, se alla fine vuol vincerle. Deve nondimeno fuggire da tutte le tentazioni; e se non può evitarle, allora chiami in anticipo l'aiuto di Dio, in modo da uscire sano e salvo dalla lotta. Ma non fugga senza necessità dalla lotta, perché senza lotta non c’è vittoria, senza alcuna vittoria non c’è nessun merito per l'aldilà! – Esaminate le virtù di Gesù.

 

 

48/9 - Sopprimere sul nascere i pensieri peccaminosi

Graz, 25 maggio 1902

61. Cari figli, il compito più difficile per liberarsi dal peccato sta nella sua radice, cosicché, se per prima cosa lo si lascia sbocciare, crescere e mettere radici fino a diventate un possente albero, una volta che è prosperato poderosamente come una quercia secolare ed è profondamente radicato nel fondo del cuore, allora è un compito molto arduo diventare padroni di questo albero. E tuttavia lo si può ancora governare, e per vero molto facilmente:

62. Ci si eserciti nell’amore, nell’umiltà e nella pazienza verso il prossimo, e non appena si nota una qualche tendenza a sbocciare al peccato, si sopprima e si distrugga subito questo germe, sacrificando tutto per amore a Me, al vostro Padre, in Gesù, allontanando i pensieri di odio, orgoglio e collera, diventando flemmatici, minando ogni motivo verso il peccato, evitando gli stimoli, accondiscendendo, tacendo, e cose simili.

63. Vedete, cari figli, questo è l'insegnamento secondo il quale maturerete più velocemente per poter ottenere da Me dei doni spirituali. Perciò seguitelo, e maturerete all'eterno Amore del Padre per essere presto chiamati figli Suoi spirituali. Questo ve lo dice il Padre vostro Gesù. Amen!

 

 

48/10 - Le offese vanno sempre pareggiate con la richiesta del perdono

Graz, 29 gennaio 1901

64. Vivere in pace con tutti gli uomini è l’ordine di Dio, ma se gli uomini, nonostante questa prescrizione incorrono in litigi e si inimicano, allora devono legarsi di nuovo nell’amicizia, chiedere perdono l'un l’altro e vivere in pace l'un con l'altro.

65. Quando l'offeso perdona, e colui che offende per un qualunque motivo non chiede perdono, allora colui che offende e l'offeso devono fare di tutto per armonizzare tra loro. Se però colui che offende non si umilia e non chiede perdono all'offeso, allora presso di Me la questione non è pareggiata né perdonata, poiché con ciò vi è l'arroganza di colui che offende che, per vergogna di aver agito ingiustamente oppure per arroganza, crede che questo non sia più necessario, perché l’offeso lo avrebbe perdonato; e se poi si frequentano di nuovo amichevolmente, ciò non è secondo la Mia Volontà, perché Io come Dio, essendo la vita nell’uomo, sono il vero e proprio Offeso, e se l'offeso si umilia per amore per Me e perdona per proprio impulso colui che offende, allora è più che mai un motivo per colui che offende a chiedere perdono all'offeso, sia prima che dopo la riconciliazione. Chi quindi agisce in modo diverso, è arrogante dinanzi a Me, Dio suo, al Quale era rivolta l’offesa, perché Io sono Tutto in tutto nell’uomo, considerando che in tal modo egli mantiene l’offesa con la sua arroganza nel credere di aver ragione.

66. Tali persone non possono contare sulla rinascita dello spirito fino a quando non avranno umiliato questo grossolano orgoglio dinanzi a Me, all’offeso Spirito di Dio nell'uomo. Animicamente la questione sarebbe pareggiata attraverso il ricollegamento dell'amicizia, ma divinamente solo allora, quando alla disposizione viene data soddisfazione attraverso l'umiliazione personale davanti all'offeso.

67. Se l'offesa avviene in presenza di testimoni, allora non è necessario umiliarsi davanti a questi, ma solo davanti all’offeso, come già è stato detto.

68. Se invece qualcuno offende il suo prossimo con un rimprovero, ma cerca di soddisfare subito la persona offesa con una gentile cortesia o col far del bene, e questa persona offesa si trova di nuovo a suo agio con l’offensore, allora l'autore dell’offesa si è alleggerito con la sua condotta nell’amore per il prossimo, così che non ha bisogno di chiedere perdono dopo la riconciliazione, perché questo è avvenuto attraverso l’opera d’amore.

 

 

48/11 - L’indispensabile perdono verso i nemici

Graz, 29 gennaio 1901

69. Ogni uomo ha dei nemici ed egli stesso è irritato verso il suo prossimo, perché gli uomini, come vivono al giorno d’oggi, sono più cattivi che buoni. Invece la mitezza o il perdono nobilita l’uomo, perché lo fa procedere elevandolo spiritualmente e lo avvicina a Dio.

70. Se tuo fratello o il tuo prossimo ti offende o ti ferisce in un modo o nell'altro, allora il tuo compito è quello di non essere in collera con lui, bensì perdonargli tutto, come fratello errante, nell’amore per Me, poiché, se sapesse cosa sta facendo, non te lo avrebbe fatto. Perciò agisci verso di lui come ho fatto Io quando gli sgherri mi trafissero le mani e i piedi per i peccati farisaici, poiché nei terribili dolori pregai: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!», e rifletti che quella volta ho sofferto e sono morto al posto tuo!

71. Così ho insegnato nel sermone del Monte: "Amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi fanno del male e pregate per i vostri calunniatori e persecutori!". – Infatti, se non aveste avversari, con chi vorreste lottare, e come vincereste per guadagnarvi la ricompensa della vita eterna? I vostri avversari sono il polo opposto, nel quale dovete trasformare i vostri vizi e le passioni attraverso le lotte per il superarmento delle stesse, in virtù dell’amore per il prossimo.

72. Nella preghiera del Padrenostro Mi chiedete espressamente: "Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori!". Ecco la preghiera del Padrenostro per la vostra sentenza, con cui pronunciate il giudizio su voi stessi: “Non ci perdonare i nostri debiti o i peccati, se non li perdoniamo ai nostri debitori o nemici!” – Sì, figlioli, se non volete perdonare, allora appartenete al Satan e al suo inferno! – Infatti, se Mi pregate così attraverso il Padrenostro, allora dovrei essere proprio un tale diavolo verso di voi, come voi lo siete verso il fratello o la sorella vostra! Io credo che questa spiegazione vi esprima abbastanza chiaramente come dovete procedere ed agire verso i vostri nemici! – Sì, perdonate! Dovete fare del bene e pregare per i vostri nemici, affinché Io dia loro la comprensione del loro comportamento e una buona volontà per riabilitarli nel senso divino.

 

 

 

48/12 - Pretendere di aver ragione è un grande difetto

Graz, 7 ottobre 1902

73. Gli uomini vogliono aver ragione sempre e in tutto, e dimenticano che questo vizio è un peccato di orgoglio che, da un lato priva il fratello dei suoi diritti e l’opprime con tutte le forze del presunto privilegio, e dall'altro, dovunque c’è sempre l’orgoglio in gioco, provoca auto elevazione di sé e arroganza sul fratello, perché dopo aver ottenuto la vittoria, l’auto compiacimento trionfa sull’ingiustizia del prossimo!

74. Dal momento che questo è uno dei peccati più pericolosi, perciò deve anche essere applicato e praticato un energico rimedio, perché l’uomo, dopo una tale sconfitta fatta subire al prossimo, di fronte agli altri uomini ha i pensieri di auto soddisfazione, avendo ottenuto una vittoria morale, scientifica, giudicante o sentenziante, per cui agli occhi dei presenti s’immagina e si lusinga come vincitore. Attraverso questo effetto nel trionfo della vittoria, sta il grossolano peccato dell'orgoglio, per il fatto che il prossimo è stato umiliato, e il prepotente è stato elevato!

75. Perciò, figlio Mio, non trionfare nel cuore a causa del tuo presunto aver ragione, bensì rammenta la Mia persona come tuo Giudice disciplinante che vede i tuoi pensieri interiori con occhi acuti e mette la gravità del tuo peccato sul piatto della Giustizia divina, annotandolo nel tuo libro della vita, per la punizione!

76. Disilluditi rapidamente e, prima di attaccare il fratello, correggendolo, pensa a questo Mio chiarimento, affinché tu proceda secondo la regola prescritta sotto ‘abnegazione di se stessi’ pensando rapidamente a Me, alla Mia presenza da Giudice e al tuo procedere a Mio onore, come viene indicato sotto ‘orgoglio’, umilmente sacrificato. Se penserai rapidamente così, alla Mia presenza giudicante e sacrificherai tutto per il Mio onore procedendo secondo le disposizioni, allora darai il tuo chiarimento col cuore tranquillo e, invece del giudizio, guadagnerai solo ricompensa. Rifletti, che se hai messo in imbarazzo e umiliato il fratello, lo hai ferito nel suo onore, altrettanto come se un uomo violento abbatta fisicamente il suo avversario e lo malmeni con mani e piedi.

77. Nell’uomo è congenito il fatto di sostenere volentieri il diritto in ogni cosa. Qui c’è il campo di Satana nell'uomo, poiché ciò che crede giusto e pensa di conoscere bene, non se lo lascia negare, bensì mantiene il suo ‘aver ragione’ finché non gli si mostra la prova di natura spirituale o tangibile. – Solo che lo strappare con ostinazione l’aver ragione è sempre il più grande peccato di orgoglio e trionfo, e da questo si deve fuggire come dalla peste, perché porta alla morte dello spirito!

78. Non è stabilito che un uomo debba sempre aver ragione, …anche se ce l'ha, perché la cara armonia con il fratello ha più valore dell’aver ragione carpita con l’ostinazione. Perciò siate amorevoli, umili e arrendevoli, affinché anch'Io possa dimorare tra di voi, poiché Io non sono tra chi vuol aver sempre ragione, né tra gli arroganti, gli adirati e i litiganti. Questo vi deve servire come ammonimento che si deve patire e sopportare parecchio per amor Mio, per essere trovati giusti dinanzi a Me.

 

 

48/13 - La lotta contro la lussuria

Graz, 8 giugno 1899

79. Senza lotta non c'è vittoria e senza vittoria nessun merito. Uno dei peggiori nemici dell’anima e più difficili da combattere è la lussuria. L'uomo è stato creato per la procreazione dell'umanità, però, secondo le leggi di Dio, …non secondo la lussuria carnale, poiché il primo uomo soggiacque a quest’ultima!

80. La lussuria si può vincere durante il giorno, ma ci si deve guardare ad iniziare con questa una lotta ostinata, poiché il maligno inizierà la lotta anche nel sonno quando si è completamente impotenti, e lì può esercitare tutti i tipi di peccati lussuriosi nel modo più vivo, indifferentemente se si sa che non è giusto, e può procurare forti eccitamenti e godimenti senza che ci si possa difendere o fuggire, poiché la volontà nel sonno è impotente, come è impotente nello stato di veglia quando è troppo tardi.

81. Perciò, reprimi ogni voluttuoso impulso con la massima energia, finché c'è ancora tempo, se non vuoi soccombere, poiché, cosa puoi fare se capiti indifeso tra lupi affamati? Perciò devi solo evitare la lotta auto stimolata, cioè non eccitare te stesso durante il giorno, poiché, con l’auto eccitazione e poi nel combatterla, il maligno alla fine può sopraffarti attraverso la lotta nel sonno. Invece, puoi affrontare tranquillamente le piccole lotte non auto stimolate, poiché, se ti nascondi davanti al mondo, allora non avrai lotte, né vittorie, né meriti.

82. “I deboli evitano la lotta, ma anche i forti evitano prudentemente il pericolo. Tuttavia, chi è in pericolo, digiuni e preghi, poiché digiunare indebolisce la carne[135], e pregare dà forza allo spirito”. Amen!

83. L’impudicizia è uno dei più potenti stimolanti peccati nell'uomo, e guai a colui che se ne dedica fortemente! Costui ne avrà abbastanza da combattere contro di essa, e solo difficilmente ne uscirà vittorioso, poiché non combatte solo contro la sua carne, ma contro la pretesa impetuosa di una moltitudine di spiriti lussuriosi che si sono annidati nella sua carne, e con ciò lo hanno invasato e reso voluttuoso.

 

 

48/14 - La lotta contro gli spiriti lussuriosi

84. La lotta contro questi spiriti è disuguale, e raramente se ne esce vincitori, ma per lo più sconfitti. Perciò il seguente potente rimedio vi presterà abbondanti servizi se lo userete energicamente.

85. Questo rimedio è: – Se ricordi vividamente le tentazioni attraverso pensieri e immagini o atti passati, e questi iniziano ad eccitarti, allora hai in te già attivi una moltitudine di spiriti lussuriosi dai quali sei posseduto, ovvero, che hai attirato con le tue immagini dei pensieri. Cacciarli via è difficile, poiché non cedono, ma vogliono farti accettare la loro volontà per godere. Se preghi, di solito stanno tranquilli; se smetti, non ci vorrà molto, e i pensieri, le immagini e gli stimoli si ripresenteranno. E se porgi loro per un po’ le tue volenterose considerazioni, allora l’impeto può spezzare all’improvviso la tua resistenza, perché con il potere dello stordimento che essi provocano, tu sei irrimediabilmente perduto per il momento, se non combatterai a lungo contro questi ospiti non invitati.

86. I propri spiriti della carne non sono violenti, ma se intervengono gli spiriti della lussuria, allora un buon consiglio non è facile da dare.

87. C’è comunque un mezzo che agisce energicamente ed è pieno di forza se lo si usa correttamente. Si dice nell'insegnamento: ‘Verso i tuoi fratelli devi procedere con amore, umiltà e pazienza!’, – ma verso gli spiriti lussuriosi, l’insegnamento suddetto non può applicarsi, al contrario, – non appena sorgono delle tentazioni ed eccitamenti, allora indignati con ogni avversione davanti alla questione e, nell’intimo, (con la bocca chiusa!) tuona e inizia a chiamarli con il loro giusto titolo: “Fuori! Voi rozzi straccioni! Andate da dove siete venuti! Chi vi ha chiamati di venire da me? Quindi fuori! Fuori da qui, grezza gentaglia infernale!”. Siate però veramente indignati e seri, come se voleste colpire con lo scudiscio con il più grande desiderio per scacciarli!

88. Trattateli così questi ospiti selvaggi, se non vi danno riposo, ed essi si ritireranno, poiché voi stessi in questo modo diventate riluttanti verso la lussuria. Una volta che l’avrete superato, allora cercate di soffocare subito il minimo pensiero che si potrebbe innalzare a lussuria, in modo che le eccitazioni non guadagnino in forza. Perciò bisogna prestare attenzione che gli occhi e gli orecchi non si dilettino in eccitamenti e parole seducenti, bensì si eviti tutto ciò che suscita pensieri e stimoli, distogliendovi e allontanandovi dal luogo della tentazione, volgendo i sentimenti alla sofferenza che Io ho dovuto sopportare fino in fondo a causa di questo peccato, e immergetevi con tutta la forza dei sensi nel dolore che ho sofferto Io; allora potrete fermarli e proteggervi da queste tentazioni che vi inducono al peccato.

 

 

48/15 - La lotta contro il dubbio sulla Parola di Dio

Graz, 14 gennaio 1898

(Parla Schumi) : Quando si hanno dei dubbi sulla Parola di Dio ricevuta, è come se ci si trovasse in un serraglio[136] spirituale, dove l’estremo timore ci farebbe sentire come una volta il caro Padre ebbe a dire:

89.Il dubbio sulla parola di Dio è simile ad un pugnale conficcato nel Mio petto”.

*

(Parla Schumi) : Alla domanda di cosa si deve fare quando sorge un tale dubbio, il caro Padre risponde:

90. «Il dubbio deve essere respinto con indignazione non appena sorge. Non ci si lasci assolutamente ingannare quando sorgono dei dubbi, ma si resti con la propria ferma convinzione che la prima interpretazione (o comprensione) che si ha della questione, sia quella giusta e la si segua con tutta l’energia. Allora il dubbio passerà senza danni per la vita spirituale. Questo, come linea di condotta in tutti i dubbi dal vostro caro padre Gesù.

91. Nondimeno, un rimedio radicale contro il dubbio esiste, e quindi, non appena il dubbio sorge, ci si inorridisca, si assuma una disposizione d’animo molto seria e si dica con tutta determinazione: “Dio non mente! Questo è indubbiamente vero, poiché il caro e ultrasanto Padre e Dio mi ha detto questo. Perciò è vero!”. Se si pensa in questo modo con la massima seria determinazione per la verità o per l'attuazione di una guarigione, ecc. e si è in un certo grado di fede e d’amore per Me come v’insegno, allora accadrà ciò in cui si crede così fermamente, come se Io stesso dovessi operare quel miracolo! Amen!»

 

 

48/16 - La potenza della parola

Graz, 5 agosto 1902

92. La vita dell'uomo risiede nei suoi pensieri, parole e opere. Egli con questi tre pensieri si costruisce il Cielo o l'inferno già sulla Terra, perciò ogni uomo deve ben riflettere prima di pronunciare una parola, se questa produrrà amore oppure odio.

93. L'uomo deve quindi cercare sempre di pronunciare parole d'amore che manifestano amore, gioia, delizia, soddisfazione, bonarietà, e devono compiacere al prossimo che le ascolta o a quelli cui sono destinate.

94. Se al contrario vengono pronunciate parole di odio, di invidia, di gelosia, di afflizione, di malvagità, di male e di danno, allora queste allietano solo gli uomini malvagi e gli spiriti infernali, perché solo questi hanno una gioia nel danneggiamento che un secondo uomo ha da queste parole.

95. Perciò, per il vostro prossimo, impegnatevi a pensarlo e a parlargli, sempre e solo in modo divino, amorevole e benevolo, affinché voi e lui ne abbiate la benedizione, poiché buona parola trova buon posto, anzi una buona parola disporrà pacificamente perfino il nemico, e vi renderà ben disposti perché diffonderete del divino intorno a voi attraverso parole affabili, e quindi non potrete mai seminare né raccogliere dell’infernale. Infatti, ciò che seminate, lo mieterete spiritualmente; perciò fate attenzione a seminar zizzania invece del grano, affinché non siate voi stessi gli ingannati e i danneggiati.

 

 

48/17 - La vita e le opere secondo la parola

96. La Parola, come eterna Verità proveniente da Dio, ha la forza in sé solo quando l'uomo vive ed agisce di conseguenza. Le Mie parole si basano su questo fatto attraverso gli evangelisti, tramite cui Mi espressi:

- I ) Giovanni 13,17: «Sapendo queste cose, (che dovete essere umili e come fratelli l'un con l'altro), sarete beati, se le metterete in pratica».

- II ) Matteo 13,23: «Chi ha seminato sul buon terreno, è colui che ascolta la Parola, la osserva, e su questa porta frutto» (il che viene detto nella Parola).

- III ) Matteo 7,24-26: «Chi ascolta le Mie parole e le mette in pratica, sarà paragonato ad un uomo prudente che ha costruito la sua casa sulla roccia; chi invece ascolta le Mie parole e non le mette in pratica, sarà simile ad un uomo stolto che costruisce la sua casa sulla sabbia».

 

 

48/18 - Aver cura dei propri pensieri

Graz, 20 dicembre 1901

97. Figlio Mio, i pensieri rappresentano il tuo mondo di luce o di ombra, e in quali pensieri ti muovi, porti quella sfera spirituale nel tuo ambiente e nei tuoi movimenti, poiché i tuoi pensieri sono il tuo Cielo oppure il tuo inferno, perché con buoni pensieri dimori con Dio, con i cattivi con Satan, il quale rappresenta il mondo.

98. CrediMi: i tuoi pensieri costruiscono il tuo Cielo o il tuo inferno, poiché ciò che pensi rappresenta poi i tuoi desideri, da questi seguono le parole e le azioni, e queste sono sempre le conseguenze dei tuoi pensieri, perché senza pensieri non desidereresti né faresti nulla.

99. Prestare attenzione ai tuoi pensieri è quindi il tuo costante e perseverante compito, così da trarne poi le giuste conseguenze.

100. Se hai buoni pensieri compiacenti a Dio e li coltivi diligentemente, allora entri nelle armonie celesti dei buoni spiriti e degli angeli, poiché questi sono sempre immersi nei buoni e nobili pensieri d'amore su come possono servire al meglio Dio e, da questo amore, anche i Suoi figli. Allora puoi immaginarti che se dimori nei buoni pensieri, nell’amore per Dio e per il prossimo, sarai sempre circondato da spiriti superiori di pari sentimento. Infatti, qualunque corda musicale dell'amore del tuo cuore tocchi, le stesse armonie risuonano poi negli spiriti affini che ti circondano.

101. Nel mondo dei pensieri degli spiriti è come in una banda musicale: se la musica suona una melodia elevata che ti innalza in regioni superiori, allora sei completamente devoto e immerso in Dio; – se invece suona un allegro valzer o polka, allora è destata la passione per il ballo; – se si suona una melodia la cui base è un canzonetta oscena, allora i tuoi pensieri, se sei dedito alla lussuria, sono nel fango dei peccati della fornicazione; – se si suona una marcia allegra, allora sei propenso a marciare al ritmo della musica; – se si suona una melodia funebre, allora sei triste tu stesso; – se si suona qualcosa di veramente divertente e allegro, anche tu sei allegro. Così è anche con i tuoi pensieri, essi sono musica per il mondo degli spiriti, e risvegliano quegli spiriti che armonizzano con i tuoi pensieri, mentre gli altri sono passivi o si comportano perfino al contrario, poiché se coltivi pensieri peccaminosi, allora non puoi attirare nessun abitante dal Cielo, considerato che essi fuggono da questi pensieri. – Se invece hai pensieri altamente spirituali-celesti, allora gli spiriti malvagi fuggono da te, perché il divino è noioso e sgradevole per loro.

102. Ogni pensiero peccaminoso risveglia gli spiriti di uguale sentimento nel mondo degli spiriti, i quali sono presso di te alla velocità della luce, per rafforzarti nei tuoi pensieri, per vedere e godere con te le conseguenze delle azioni che sono state prodotte da questi pensieri. – Se incorri in pensieri impudichi, allora hai subito una grande moltitudine di fornicatori intorno a te, i quali agiscono su di te incoraggianti, per godere con te i frutti, poiché essi sono in grado di entrare nella tua carne e goderne insieme. – State perciò in guardia dai pensieri impudichi, poiché fornicatori e lussuriosi non verranno nel Cielo (Ef. 5,5). Chi ossequia la fornicazione è posseduto da spiriti fornicatori, i quali mantengono presso di lui una dimora permanente.

103. Se stai meditando vendetta, attiri a te vendetta e spiriti iracondi che agiscono furibondi su di te, per mettere in atto il tuo immaginario diritto. Chi è di natura collerico è sempre posseduto da spiriti collerici, i quali presso di lui hanno la miglior dimora delle loro virtù infernali. Pertanto, guardati dai pensieri e, ancor più, dagli atti di collera, questo grave peccato di orgoglio ti rende del tutto infernale, poiché con la collera e con i pensieri di vendetta, soprattutto con quei pensieri che contengono in sé durezza di cuore, sei sempre all'inferno e in collegamento con gli spiriti infernali. Perciò, quando sei in una collera prepotente, quando sei con dei pensieri di rivincita e per giocare un tiro all’odiato, e quindi sei sempre così furioso e irascibile, è perché sei già uno spirito infernale se ti lambicchi il cervello su come potresti danneggiare il tuo prossimo e fargli del male. Infatti, non sei mai solo, bensì, non appena ti rechi nell'inferno, cioè non appena ti rechi nei pensieri per disputare con il tuo prossimo o contro il fratello e – secondo il tuo cuore covante la rivincita – ripagarlo, sei invasato e preso in possesso dagli spiriti dell'inferno che ti incitano continuamente contro il fratello tuo spirituale, per cercare il tuo diritto e ripagarlo con mezzi maligni.

104. Così è anche con tutti gli altri pensieri che sono assoggettati al peccato; si attirano sempre degli spiriti affini a sé, nella cui compagnia e con l’instillazione dei loro pensieri si viene incitati e spronati a commettere cose peccaminose e infernali.

105. Se invece qualcuno coltiva solo amorevoli pensieri spirituali, allora attira a sé gli spiriti dell'amore dai Cieli e vive nelle celesti armonie degli angeli e dei buoni spiriti benevoli. Quanto più cresce una vita amorevole per Dio e nell'attività delle amorevoli opere per il prossimo, tanto più gli spiriti superiori si riuniscono intorno, e tanto più si sale nelle regioni dell'amore in quelle altezze luminose dove il Padre dimora con i Suoi figli, e Lo si contempla Faccia a faccia lasciandoSi amare con i più alti sentimenti di delizia.

106. Lo sforzo decisivo che un uomo deve compiere per liberare la propria anima dalla materia, specialmente dalla fornicazione e dai pensieri immorali, consiste nel sopprimere già sul nascere ogni pensiero che gli si erge, e nell’evitare ogni occasione in cui la materia lo attira a sé, quindi deve distogliere gli occhi da dove essi trovano ed hanno compiacenza negli stimoli lussuriosi.

107. È vero che non si pecca con gli occhi se i pensieri e i sensi non si deliziano facendo ciò, e non si creano pensieri di piacere, tuttavia, (facendo ciò) gli stimoli si fanno più intensi e si viene sempre più attratti potentemente per ulteriori delizie degli occhi, e certamente così tanto, finché non si pecca. E poi è troppo tardi!

108. Finché gli occhi sono bramosi di tali stimoli, ancora non è il caso di parlare di assegnazione di doni spirituali superiori, sia materiali che spirituali; non si possono servire due padroni.

109. E così ogni stimolo che hai è un ostacolo per il proseguimento nello spirituale. Perciò, se vuoi giungere spiritualmente verso l'alto, rinuncia a tutto ciò a cui gli occhi e i pensieri ti attirano con impeto, e nei quali pensi a questi e non a Dio. Infatti, dove sono i tuoi pensieri, là c’è il tuo tesoro. Ricordati bene questo. Perciò, pensa sempre in maniera logica e morale, e percorrerai la via della salvezza e del progresso nello spirito.

110. Attraverso i tuoi pensieri ti formi le qualità interiori, ovvero la figura spirituale della tua anima, poiché attraverso i pensieri l'uomo forma il suo ambiente, il suo mondo, anzi perfino la salute e anche la malattia. – Uno che ha un’inflessibile volontà di pensieri è un taumaturgo[137], un creatore, attraverso la cura continua di uno e dello stesso pensiero: “Questo io voglio, quindi lo deve diventare!”.

111. Custodite perciò i vostri buoni pensieri che conducono a Dio, come le perle e le pietre preziose più costose, affinché attraverso di essi diventiate abitanti del Cielo!

 

 

48/19 - Conclusione di come adorare in spirito e verità

Graz, 8 maggio 1901

112. Nelle spiegazioni precedenti, di come l'uomo deve vivere ed agire per diventare felice, è posta la base sulla quale l’uomo si forma ad essere spirituale. Nondimeno, questa formazione è la soppressione delle forze impetuose della natura umana, le quali si esternano con l’arroganza, collera, odio, invidia, lussuria, fornicazione, egoismo e amore per se stessi. Ogni uomo deve dominare queste forze naturali, altrimenti non avanzerà nello spirituale. Se invece l'uomo è diventato un dominatore delle sue forze naturali, non ci sono più ostacoli per lui sulla via per ottenere i doni dello Spirito Santo, sempreché sia esistente in lui abbastanza amore e forza di fede.

 

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Cap. 49

L’elevato esempio dell’umiltà di Dio in Gesù

Graz, 17 maggio 1901

1. Io, Gesù, quale Sapienza di Dio entrata nella carne, splendevo dinanzi a voi con i Miei esempi di vita, (per indicare) come dovete vivere per soddisfare in voi le richieste divine.

2. Io, l’unico Dominatore dei mondi dall'eternità (Michea 5,1) e Re di tutti i re, (Is. 9,5; Mt. 2,2; Ap. 17,14) sarei dovuto venire al mondo in uno splendido palazzo reale, se la Sapienza divina fosse identica alla sapienza del mondo. – Ma cosa è successo? Il Mio palazzo nativo è stato una buia grotta di montagna che serviva da stalla per gli animali. Quella fu certamente un'umiltà e un abbassamento che il mondo non potrà mai pareggiare, poiché i discendenti regali dei re nascono in palazzi reali, e non nelle grotte montane. Questo potete anche prenderlo ad esempio per la più grande umiliazione e abnegazione, il che vi mostra l’impronta più alta del progresso spirituale.

3. Io, il grande Re della vita spirituale, ho vissuto una vita di povertà, e andavo in giro a piedi nudi come i poveri. Gli uomini del mondo badarono poco a questo, così come ancora oggigiorno è il caso. Ma tanto più grande apparve questo al mondo degli spiriti, ai miei angeli e agli arcangeli; questi non riuscivano abbastanza a meravigliarsi della Mia sublimità e grandezza spirituale, irraggiungibile per la loro chiara sapienza, piccola davanti agli uomini, divinamente alta davanti al mondo degli spiriti. E tutto questo vale per voi, per mostrarvi come si deve essere il più grande, il più umile, il più semplice, il più amorevole e un servitore di tutti, come Lo sono anch’Io quale vostro Dio e Padre ogni giorno, sebbene nei vostri concetti mondani non pensate mai al fatto che la vostra intera vita ed esistenza la dovete a un servizio eterno da parte Mia.

 

 

49/1 - L’umiliarsi dinanzi a Dio

Graz, 5 marzo 1901

4. Sull’umiliazione che gli uomini devono dimostrare dinanzi a Me, gli esseri umani accompagnano la considerazione sul perché l’uomo, come figlio di Dio, deve umiliarsi davanti al Padre suo divino, considerando questo come strano: “Perché il figlio deve mostrare una così alta umiltà e riverenza, dal momento che una tal cosa non sta in nessun rapporto con i concetti terreni tra padre e figlio?”

5. A questa considerazione, che Io desidererei così tanto dai Miei figli, voglio darvi una risposta chiara, in modo che non abbiate alcuna opinione particolare, vale a dire che la differenza tra la santità del Mio Io e il vostro essere è così grande, come è la differenza tra la luce del Sole e una candela, e anche questa minuscola luce è un raggio della Mia grazia, affinché abbiate soprattutto una Luce spirituale!

6. Inoltre voi, secondo l’anima e il corpo, siete stati presi dall'anima di Lucifero-Satana consolidato nella materia. Io invece sono l'Eterno e inaccessibile, perché sono la Luce fondamentale sommamente santa dell'Amore in Dio, l'Onnipotente-Creatore; – voi siete minuscoli esseri, come atomi nell'Universo; Io, lo Spirito universale, nel Cui grembo si trova l'intera gigantesca Creazione. – Io il sommamente Santo e di purezza cristallina in ogni cosa; voi, peccaminosi in tutto e pieni di vizi. E considerato che voglio elevarvi a Me, dovete anche fare il massimo nell'umiltà e… farvi violenza, al fine di distruggere completamente l'orgoglio. In questo consiste l’inginocchiarsi, il gettarsi sul viso dinanzi a Me, come estrema umiliazione e quindi per la purificazione dall'orgoglio. In tal modo adesso anche voi vi purificate in maniera puramente cristallina per diventare una cosa sola con Me. Quindi non a causa Mia, ma a causa vostra chiedo la massima riverenza dinanzi a Me! – Quanto più a lungo temporeggiate dal rendervi puramente cristallini, tanto più a lungo durerà il tempo per la riunificazione con Me.

 

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Cap. 50

Il comportamento degli uomini che non tendono a Dio

Graz, 5 novembre 1901

1. Non devi considerare l'ateo e l’eretico inferiori a te stesso dinanzi a Dio, poiché anch’essi sono Suoi figli come te. Anzi, dipende solo da questo: “Provi tu, un amore più grande per il prossimo, nel dare e nel fare del bene, oppure l'ateo o l’eretico?”. Chi fa maggiori opere d’amore per il prossimo con pari condizioni patrimoniali, ha un cuore più nobile, e quindi è più cristiano del più noto cristiano di nome il cui cuore, però, non mostra nessun amore, considerando che la sua mano non pratica nessuna opera d’amore. Il tempo della conversione di un uomo con un nobile cuore fraterno, è solo un attimo del divino raggio d’Amore nel suo cuore.

2. Molti uomini, se non offendono, se non ingannano, se non truffano, se non derubano, se non assassinano o non danneggiano nessuno, credono di vivere senza peccato. Questi compiaciuti di sé non sanno affatto che l'uomo non è al mondo solo per astenersi dall'offendere, dall’ingannare, dal truffare, dal derubare, dall’assassinare o dal danneggiare il prossimo, ma devono sapere che chi non raccoglie, disperde, e quindi tali uomini disperdono il poco di buono che hanno, con lo spreco del tempo, perciò la massima evangelica: «Chi ha poco, perderà anche quel poco», se non cerca di raccogliere e portare continuamente del nuovo nel mucchio. Con questo si vuol dire che voi siete nel mondo per raccogliere i frutti per la vita eterna. Infatti, chi non porta con sé alcun frutto quando entra nel regno dello spirito, non potrà acquistarsi la vita eterna della beatitudine e le gioie deliziose del Cielo, e questi frutti sono quelle opere che si praticano per amore e misericordia verso il prossimo povero e malato. Per questo si ottiene la vita eterna, ovvero il Cielo come ricompensa.

3. Con il semplice credere in Dio e chiamarLo buon Padre, non aiuta né Me né te. Io voglio vedere da te l'adempimento dei Miei comandamenti e insegnamenti; solo allora sarai giustificato dinanzi a Me, …ma non con la tua immaginaria giustizia.

4. Molti uomini derubano le vedove, gli orfani e il prossimo dei loro legittimi beni (Zacc. 7,10); – quanti gozzovigliano nella sfrenatezza con il loro patrimonio e lo sprecano nel modo più peccaminoso, lasciando soffrire i loro fratelli e sorelle nella miseria e nella povertà, e questi invocano l’aiuto dal Cielo, pieni di disperazione. – Quanti uccidono i giovani con i cattivi esempi della loro vita, e quanti, avari dei doni spirituali avuti, che dovrebbero utilizzare per il bene di tutti gli uomini, li tengono solo per sé e per i loro pari, invece di renderli proprietà comune di tutti gli uomini e così favorire la prosperità spirituale e materiale. Tutti questi uomini percorrono vie sbagliate della vita, e non quelle tracciate loro da Dio.

5. Il numero 666 in Apocalisse capitolo 13, versetti 11-18, indica l'amore della bestia proveniente dalla terra. Io vi ho già spiegato questo numero nei dettati attraverso Jakob Lorber, quindi voglio accennare e menzionare qui, solo il più importante[138].

6. La bestia proveniente dalla terra si chiama "Industria", e il suo numero è 666, che si distribuisce nel modo seguente, quindi è così:

600 = l’amor proprio del fabbricante,

60    = l’amore per il lavoratore,

6      = l’amore per Dio.

Invece deve essere così:

600 = l’amore per Dio,

60    = l’amore per il prossimo,

6      = l’amore per se stesso.

7. L'ignoranza spirituale della classe colta, dei materialisti e dell'intera massa dell'umanità è colpevole di questo, cosicché tutta l’umanità ha lottato e combattuto finora l’un con l’altro: i ricchi hanno oppresso i poveri e vissuto a spese di questi ultimi; i poveri, invece, hanno serbato sentimenti di vendetta verso i loro oppressori.

8. I poveri, ai quali vien meno la civilizzazione, sono stati sfruttati dai più assennati, e quindi i poveri disprezzavano le leggi perché queste salvaguardavano contro natura i ricchi e gli avveduti, e coloro che volevano ottenere giustizia per avere un proprio schieramento per il potere, venivano giudicati o condannati come malfattori o criminali.

9. Voi, finora, avete avuto da ogni parte e in tutte le classi umane nient’altro che egoismo e arroganza, perciò guerre, inganni, ipocrisia, falsità, vanità, invidia, odio, gelosia, passione, erudizione orgogliosa, megalomania[139], smania di persecuzione, finzione e bigotto sfruttamento dell'umanità sepolta o bloccata nell'ignoranza spirituale.

10. Se però singolarmente o universalmente crederanno a ciò che insegna la dottrina dell'Amore di Dio, allora i morti (nello spirito) risorgeranno dalle tombe (dei peccati) e si porgeranno la mano per un’amichevole affratellamento.

11. Invece finora hanno prestato orecchio alla dottrina di un Dio giusto e di un Padre pieno d’Amore come a una favola religiosa, perciò non hanno seguito l'insegnamento biblico di Gesù; – essi devono ascoltare la natura, e questa parlerà loro. – E allora gli uomini senza cuore si convinceranno che, come figli del Creatore della Terra, l’hanno ricevuta ben per goderla, ma solo come fratelli e sorelle sulla proprietà del loro vivente eterno Padre e Creatore spirituale.

12. Gli uomini sono i poveri ciechi! Essi cercano la verità e sono pieni di oscurità, perché la verità verso la quale tendono le mani è elaborata dall’intelletto umano e depositata nei libri filosofici. Io solo sono la Verità, Io, Gesù Cristo, perché sono Dio stesso, e chi non cercherà la verità presso di Me, non la troverà, poiché gli uomini sono bugiardi! Perciò non andate a cercare la Luce dove troneggia l'oscurità della sapienza intellettuale, ma venite a Me, all’eterna Verità; venite a Dio, al Padre vostro in Gesù, ed Egli vi diventerà Luce e Verità nella pienezza dell'Amore divino.

 

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Cap. 51

Nessuna auto mortificazione della carne è richiesta da Dio

Graz, 25 gennaio 1902

1. L'uomo non deve mai imporre al proprio corpo delle mortificazioni che non sono prescritte nell'insegnamento divino, ma deve fare solo ciò che il Mio insegnamento gli ha prescritto.

2. Non è necessario che l'uomo faccia più di quanto Io prescrivo, piuttosto deve cercare di realizzare scrupolosamente solo ciò che chiedo di adempiere da parte Mia, e questo sarà sufficiente.

3. Se è necessario Io invio già le sofferenze e le malattie che ricordano Me agli uomini, e queste purificano la loro anima dalla sporcizia mondana e li elevano a Me, in modo che Io possa riconoscerli di nuovo come figli Miei e prenderli nella Mia Grazia.

4. Pertanto, ognuno deve volgere la sua attenzione solo a ciò che Io desidero che faccia, poiché se egli lo ha assolto coscienziosamente e bene, a che scopo dovrebbe fare ancora di più in modo diverso di quanto è necessario?

5. Queste poche righe dovrebbero bastarvi affinché non vi dobbiate preoccupare di nient’altro che di adempiere ciò che Io stesso desidero da voi, e se ora vi mando cose che vi sembrano amare e dolorose, allora non borbottate, e sopportatele volentieri e per amor Mio, e sarà per la vostra salvezza, poiché vi addosso tanto quanto vi è necessario in proporzione, al fine di attuare la purificazione della vostra anima.

 

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Cap. 52

La deviante lettura di libri e giornali non teosofici

Graz, 25 luglio 1901

1. Non leggete libri diversi di quelli dal contenuto spirituale-divino! Leggete soprattutto quei libri che sono dettati da Me, poiché da nessuna parte che solo in questi si trova la pura verità. In altri, invece, ci sono per lo più molte bugie e cose mondane o sbagliate, immaginate dagli uomini, il che è la pula nel grano.

2. Infatti, la lettura di ogni genere di libri di fede, se non si è del tutto istruiti e preparati mediante e attraverso i Miei insegnamenti, può facilmente indurre qualcuno a ritenere per giusto ciò che trova per buono e vero secondo la comprensione del mondo, ma proprio con il raccogliere e il mettere insieme dei dogmi di differenti religioni ci si imbatte nella natura dogmatica o in quei dogmi emessi dagli uomini che presso di Me non hanno alcun valore, poiché non sono di una religione proveniente da Me, vostro Dio, ma sono una sapienza religiosa messa insieme dalla sapienza dei saggi del mondo, perché non rivelata né data da Dio.

3. Essi sono sistemi di credenze filosofiche con le quali non si può mai giungere a Me, fino a quando non le si rigetta completamente e si accetta la Mia pura religione dell’Amore che Io ho dettato e rivelato agli uomini.

4. Perciò non fabbricatevi filosofici ordinamenti umani per la vostra religione, perché dentro non c’è la Mia divina luce dell’Amore, bensì la sapienza umana senza il divino Amore né Verità, e non importa quanto ragionevole e buona possa apparire alla sapienza intellettuale.

5. Guardatevi anche dall’assidua lettura dei giornali politici, poiché essi, come pagine dei partiti, sono pieni di bugie e inganni, e colmi di veleno verso la vita spirituale di Dio, e vi trascinano nella morte della materia; in altre parole, vi rendono parziali, vi fanno fantasticare per il mondano e vi spingono ad odiare il partito avverso, perché i partiti s’infangano a vicenda.

6. Ogni giornale persegue i suoi scopi, odiando e calunniando il partito opposto, considerandolo colpevole di tutti i mali. L'odio e la calunnia non provengono dal Cielo, bensì dall'inferno, e portano all'inferno i lettori che rendono omaggio a questa o a quella corrente di partito. Con pochissime eccezioni, tutti i giornali vivono di questo veleno, nel quale i lettori muoiono per lo spirituale e per il divino, e fanno rotta verso l'inferno.

 

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Cap. 53

Riflessioni sulla ‘predica del monte’

Graz, 10 gennaio 1896

(parla Schumi): “La predica del monte è pubblicata nel Nuovo Testamento in Matteo, capitolo 5,1-12. Io non l'ho trasmessa perché frammenti di questa sono ripresi nei seguenti insegnamenti, anche perché il Padre mi ha detto che devo citare solo il punto in cui sono pubblicati”.

1. Mio caro figlio, oggi voglio farti conoscere del grande per tutti i figli, e tu devi dare questo dettato a tutti, poiché Io voglio che sia letto e seguito. E così scrivi:

2. Nella Mia predica del monte ho detto:

- beati i poveri in spirito, perché di loro è il Regno dei Cieli;

- beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio;

- beati gli afflitti, perché saranno consolati;

- beati i puri di cuore, perché vedranno Dio;

- beati i miti, perché possiederanno la Terra;

- beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perché saranno saziati;

- beati coloro che Mi hanno nel loro cuore, perché possiedono il Regno dei Cieli!

3. In queste parole il Regno dei Cieli sta chiaramente dinanzi a voi, e solo queste vi indicano in cosa consiste il Cielo e la vera beatitudine. Il Cielo lo portate in voi se adempite le richieste che vi ho posto nella predica del monte. Se siete poveri in spirito, vale a dire se riconoscete che non siete nulla in voi e che ciò che siete proviene solo da Me, allora avrete trovato Me e, con Me, anche il Regno dei Cieli.

4. Siate pacifici, poiché, come la vera pace e la quiete eterna dimorano in Dio nell’eterna beatitudine, e proprio in questa quiete sta la grande conservazione dell'intero Universo, così anche gli spiriti provenienti dallo Spirito di Dio devono lottare per la vera quiete e per la pace nella loro anima, cose che il mondo non dà, ma le dà solo lo Spirito divino; allora saranno anche ‘figli’, proprio di questo Spirito.

5. Beati gli afflitti, perché saranno consolati; vale a dire, beato è colui che riconosce i suoi peccati e ne prova vera afflizione, non perché egli stesso ha perso la vera felicità, ma perché ha offeso Me. Da una persona simile Io Mi lascio ritrovare presto, e per lui, perfino nella sofferenza che deve sopportare, sono il miglior supporto e la più preziosa consolazione.

6. Beati anche coloro che subiscono persecuzioni per amor della giustizia, poiché chi dà il benservito al mondo e si aggrappa a Me, ha l’intera masnada del mondo alle calcagna ed è provato da questa in ogni modo affinché gli sia impedito il progresso spirituale, e solo con tutte le sue forze se ne può liberare un po’ alla volta. Il Cielo è difficile da raggiungere, e proprio per questo c’è anche la massima ricompensa del combattente spirituale.

7. Beati anche coloro che hanno un cuore puro, poiché solo in un tale cuore Io posso essere trovato.

8. Beati anche coloro che cercano la verità, poiché mantengono sempre fluente la fonte della loro acqua spirituale (che significa ‘spirito dell'amore’) la quale non può fermarsi né diventare stantia e insipida, ma rimane nella fresca forza vitale finché alla fine irrompe al fiume dello Spirito e in questo trova quello che cercava.

9. Beati anche coloro che sono miti e perdonano volentieri il loro prossimo, poiché in questo si mostra il vero amore, l’umiltà e la pazienza.

10. “Beati”, questa parola è il compendio di tutti coloro che Mi amano in eterno e hanno eretto unicamente a Me il Tempio nel loro cuore. Infatti, lì c'è l'Arca dell'Alleanza del Nuovo Testamento dell'Amore che ora si avvicina e scuote l’intero mondo con il suo potente alito. L'Arca dell’Alleanza deve risorgere come una volta, ma spiritualizzata. Essa deve essere il cuore, e in esso deve star scritta la Legge, non con lo stile del rigore, ma con le lettere d'oro dell'amore: “Ama Dio, poiché Egli ti ama! Ama il tuo prossimo, poiché proviene dal Padre tuo che si chiama Dio, Jehova Zebaoth!”. Amen!

 

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Cap. 54

Chiarimento sull’obbligo della Legge al tempo di Gesù

26 maggio, anno 32 del tempo di Gesù

(parla Schumi):“Il Padre Gesù riporta le parole che aveva espresso nel Suo tempo terreno quando con i Suoi insegnamenti aveva spiegato che, come Dio, non aveva mai dato agli uomini delle leggi dell’obbligo, bensì solo del dovere morale, e quindi, con l’insegnamento dei comandamenti di Dio, a ciascuno deve essere data la piena libertà di accettarli o rifiutarli”.

*

1. (tempo di Gesù): «Io (Dio) non ho mai dato i Miei comandamenti e i Miei consigli paterni tramite un: ‘devi!’, bensì in ogni tempo solo con quel libero: ‘dovresti’! – Infatti, tutti i comandamenti che ho dato agli uomini non sono mai stati alla stregua di vere e proprie leggi, ma solo consigli che il Mio eterno Amore e la Mia Sapienza davano agli uomini liberi.

2. Dai Miei consigli dati agli uomini, essi ne hanno fatto poi delle leggi da osservare in modo severissimo, la cui non osservanza la sanzionavano con punizioni temporali ed eterne, nell’opinione di renderMi con ciò il più grande onore. – Mosè stesso ha contribuito molto a procurare agli ebrei un maggior rispetto della volontà di Dio rivelatagli! Altri, …hanno fatto lo stesso. Che la questione del cristianesimo si trovi ora in condizioni indescrivibilmente cattive, è una necessaria conseguenza che, da ciò, gli uomini, dei Miei consigli dati liberissimamente, ne hanno fatto delle leggi dell’obbligo.

3. Ma come si concilia una legge dell’obbligo con la liberissima volontà e con la comprensione altrettanto libera e illimitata degli uomini?

4. La libera volontà accetterà certamente volentieri una chiara illuminazione del suo intelletto e sempre con il più grande ringraziamento come una grazia dall'alto, ma maledirà nella sua volontà e nel sentimento una rigida legge dell’obbligo! – Perciò ogni uomo che sta sotto una legge dell’obbligo è subito come giudicato, e con ciò, anche come maledetto! – Chi quindi darà agli uomini delle leggi dell’obbligo nel Mio Nome, darà loro, al posto della Mia benedizione, solo il duro giogo e il pesante fardello della maledizione, e li renderà per nuovi schiavi del peccato e del giudizio!

5. Pertanto, la vostra preoccupazione con l’ulteriore diffusione, sia mirata soprattutto a garantire di non appesantirli a portare un nuovo e difficile giogo sul collo, bensì che in tal modo siano liberati da quello vecchio! – Se un uomo dal libero sentimento riconoscerà e comprenderà la chiara verità del Mio insegnamento e la Mia migliore Volontà paterna, allora si farà già da se stesso, con la sua libera volontà, anche una libera legge dell’obbligo e, di conseguenza, agirà liberamente, e questa sola volontà gli basterà per il vero benessere dell'anima. Invece una legge dell’obbligo data a lui dalla libera volontà di un (qualunque) uomo, è completamente contro il Mio Ordine divino, considerando che oscura solamente e non illumina mai l'uomo! E in secondo luogo, perché con le leggi dell’obbligo i legislatori si arrogano subito un potere superiore che apparterrebbe solo a loro, per cui presto diventano arroganti, orgogliosi e avidi di dominio, e agli statuti dichiarati come puramente divini, anche da una presunta detenzione di autorità davanti alla quale i loro credenti devono tremare e trepidare come davanti a Dio stesso, aggiungono i loro cattivi statuti come volontà divina appena rivelata loro, e insistono sulla loro osservanza come se questi fossero comandamenti puramente divini.

6. Da questo, emerge poi la più tenebrosa superstizione, l’idolatria, l’odio verso altri credenti, persecuzioni, omicidi e le più disastrose guerre. Gli uomini si giustificano con ogni sorta di tenebrose assurdità che, alla fine, li porta all’opinione e alla convinzione di rendere un servizio gradito a Dio, anche quando commettono i più grandi crimini e misfatti sul loro prossimo di altra fede. E in questo sono debitori solo i legislatori dell’obbligo. Perciò anche nell’aldilà occuperanno sicuramente il primo posto sotto le più inesorabili leggi dell’obbligo, cioè nell’inferno, di cui sono stati qui i servitori zelanti! Infatti, nei Miei Cieli domina solo la massima libertà, ma in tal modo anche la massima armonia realizzata attraverso il puro Amore e la più grande Sapienza.

7. Ora che ve l’ho presentato fedelmente e apertamente e l’ho spiegato con piena luce, sapete anche apertamente e senza la minima costrizione interiore ciò che dovete osservare con la diffusione del Mio Vangelo. Se però qualcuno di voi o dei vostri discepoli vorrà agire in modo diverso, allora sarà certamente messo in guardia, ma per questo non gli sarà imposta da Me nessuna costrizione interiore. Nondimeno, nei frutti marci e cattivi gli uomini migliori noteranno ben presto di quale spirito sia figlio un tale seguace.

8. Dal momento che adesso vi rendo noto questo, non dovete tuttavia credere come se con ciò volessi revocare la legge data attraverso Mosè, poiché è esattamente la medesima, restituita nella sua originaria purezza. – Io raccolgo solo il vecchio obbligo arrugginito e vi restituisco la vecchia piena libertà, e principalmente in questo consiste l’opera di redenzione della vostra anima dal duro giogo del giudizio e del vero e proprio Satana, del principe della notte e delle tenebre che già conoscete, cosicché d'ora in poi non dovrete più sottostare ad alcuna legge dell’obbligo nel Mio Nome! – Come però Io do a tutti di nuovo la piena libertà da Me stesso, allora nel Mio Nome fate lo stesso ai vostri fratelli!»

*

9. Battezzateli nel Nome del Mio eterno Amore, che è il Fratello della Parola, che è il Figlio del Padre fatto carne e del Suo Spirito di ogni Verità, e in tal modo estinguerete in loro l’antico male ereditario, quello che ora è il ben noto e condannabile dovere della legge.

 

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Cap. 55

L’esagerato zelo dei martiri non è utile

Lo zelo esagerato per la fede può essere paragonato con quegli uomini che nei tempi antichi morirono come martiri a causa del Mio insegnamento. Io non pretesi da loro questo sacrificio, perché mi sarebbero stati molto più utili se fossero rimasti in vita. – Essi certamente stanno lì come esempi dell’estremo sacrificio per se stessi, ma di più, anzi molto di più Mi avrebbero servito se non fossero andati troppo oltre nel loro zelo servizievole e attraverso un più lungo tempo avrebbero un po’ alla volta dimostrato ciò che han voluto realizzare in un sol colpo con la loro morte eroica. - (Questo è un importante avvertimento per i fanatici).

 

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Cap. 56

Il digiuno materiale frena gli stimoli carnali

Graz, 25 aprile 1901

1. Il difficile nei Miei dettati è che ognuno vorrebbe interpretarli secondo la sapienza del proprio ‘io’ a lui conveniente, e quindi sorge continuamente la discordia e la divergenza di opinioni.

2. Miei cari figli, lasciatevi guidare, perché non siete maturi per afferrare sempre chiaramente le Mie parole. Non affermate la vostra opinione presa (solo) dalla vostra sapienza! Come può, un normale lettore, conoscere meglio di un medium, anzi, perfino di un medium che è pure saggio, anche se non (completamente) affidabile perché manifesta le proprie opinioni? Pensateci un po’ su e indagate dove potreste trovare un medium affidabile che non lasci valere il proprio io, bensì soltanto il Mio anche quando sarebbe contro la sua opinione.

3. Quindi, anche per voi che non siete in chiaro con la parola ‘digiuno’, voglio spiegarvi Io stesso la verità:

4. C’è un digiuno spirituale che è il vivere secondo le Mie sette Virtù, quale Gesù nella forma umana, dove l'anima deve crocifiggere le sue brame, desideri e passioni, e negare a se stessa tutto ciò che vorrebbe gustare e godere spiritualmente attraverso i cinque sensi, ma che è dannoso per la sua vita spirituale e per il suo progresso.

5. Esiste però anche un digiuno materiale, un astenersi dal ‘mangiar’ carne secondo il sesto comandamento, e questo è il digiuno col non ingrassare la carne, quando si diventa voluttuosi mangiando bene e molto, che così vi stimola all’infrangere questo comandamento (non commettere atti impuri). Certamente dovete nutrire e curare il vostro corpo per far fronte alle esigenze quotidiane che vi vengono poste, ma se vi tormentano i pensieri lussuriosi a causa di una carne ben nutrita o ingrassata, allora dovete pregare ed effettivamente digiunare materialmente, cibandovi nella misura moderata e necessaria, al fine di portare alla quiete gli spiriti lussuriosi della carne, poiché così feci Io stesso come Figlio dell’uomo[140]. Perciò rivolgetevi a Me, e sarete aiutati secondo la ‘carne’ e la sapienza. Amen!

 

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Cap. 57

L’indispensabile pentimento e la necessaria penitenza

Graz, 5 gennaio 1901

1. Ogni uomo commette peccati nella sua vita terrena, quindi tutti devono anche far penitenza. Tuttavia ci sono opinioni differenti sul far penitenza, e perciò c’è discordanza tra gli uomini che vi si orientano. Ecco perché voglio farvi conoscere qui la Mia Volontà, così che ognuno che si sforza di vivere spiritualmente deve portarla in adempimento.

2. È già stato spiegato altre volte che se qualcuno offende Me ed ha offeso il prossimo, bisogna chiedere perdono, e si deve fare al prossimo tutto il bene di ciò che si è fatto di male. Così è anche il caso presso di Me: il pentimento e la corrispondente penitenza materiale e spirituale mostrano proprio che all’uomo dispiace averMi offeso, e ognuno sa cosa deve fare per predisporMi benevolmente.

3. Che Io non sia soddisfatto col solo smettere di peccare, lo potete facilmente apprendere dalla vostra stessa vita. – Siete forse soddisfatti se uno smette di essere in collera, di offendervi, di maledirvi, avendovi dato ogni appellativo, danneggiandovi, derubandovi, calunniandovi e avendo fatto tutto l’immaginabile che vi è stato sommamente sgradevole? Non vorreste il suo pentimento, le scuse e la ferma promessa che il peccatore non vi farà più questo? Sicuramente lo pretenderete, prima di perdonarlo per i suoi peccati commessi contro di voi!

4. Se pretendete tanto riguardo e rispetto per voi, come potete presentarMi per Un ingenuo, da ritenerMi soddisfatto se solo non peccate più? Ciò non sarebbe in sintonia con quella parola (Lc. 12,59) che dice: «…non ne uscirai, finché non avrai pagato l'ultimo centesimo!». In relazione ai peccati commessi contro di Me, significa = non ti sarà perdonato ‘prima’, finché non avrai pareggiato la tua colpevolezza fino all'ultimo punto! Quindi confessaMi i tuoi peccati con pentimento contrito, mostra che ti spiace veramente di averli commessi, perché sono stato offeso Io! Imponiti penitenza sia materiale che spirituale corrispondente ai peccati, prendi una ferma decisione di non peccare più, passa all'amore, ama Me al di sopra di ogni altra cosa che finora ti è stata cara e prediletta, e ama il tuo prossimo come te stesso, adempiendo la legge dell'amore secondo tutti i precetti presentati, e non peccare più, e ti sarà perdonato!

5. L'adempimento della legge dell'Amore ti porterà il perdono di tutti i peccati, e il fuggire dai peccati promuoverà la tua crescita spirituale. Quindi, questo è il digiuno-spirituale e il far penitenza-spirituale come la pretendo da ogni essere umano e come Mi aspetto che sia verso di Me e verso il prossimo.

6. Chi poi, dopo il pentimento e il perdono dei peccati, vivrà secondo i Miei Dieci Comandamenti dati attraverso Mosè e secondo i Miei Due Comandamenti dell'Amore, nella rinuncia a tutto il mondano e nel rinnegamento di se stesso davanti al mondo, terrà alle norme speciali che Io ho dato nella Teosofia cristiana, e poi praticherà il pentimento per tutta la vita, e oltre a ciò camminerà nelle orme delle Mie sette Virtù come Gesù quando ero in forma umana, avendo sacrificato tutto il mondano per amore e per la gloria di Dio, tenendo e adempiendo tutto ciò che pretendo da lui, allora non è necessario fare di più per raggiungere la vita eterna, se tutto questo lo si fa per puro amore per Me, per il Padre Gesù!

7. Il solo rimorso che nasce unicamente a causa della paura della punizione imminente, non ha alcun valore dinanzi a Me, perché un vero valido pentimento deve nascere per puro amore per Me, ma non dalla paura che si andrà all'inferno dopo la morte.

8. Così è anche il caso con la penitenza. L’uomo che vuol fare penitenza deve farlo per libera fede vivente e per vero amore e riverenza per Me, e per causa Mia deve farlo anche di fronte agli uomini offesi, poiché solo un tale pentimento ha valore dinanzi a Me come Dio. Se invece l'uomo fa penitenza solo per paura dell'inferno, allora non è per la vivente convinzione e amore per Me, bensì per paura servile, e quindi è senza utilità e valore, anche se consistente in lunghe preghiere, auto mortificazioni e pene corporali.

 

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Cap. 58

Il ringraziamento a Dio nel più grande amore

 

(parla Schumi): Il caro Padre spiega un insegnamento che nell’anno 919, al tempo di Adamo, aveva dato a Lamech, il futuro padre di Noè, il quale aveva chiesto come avrebbe potuto ringraziarLo convenientemente dopo la promessa del suo futuro discendente.

1. (G.F.D. vol.2 cap,4): «Ascolta, Mio amato Lamech! Se uno riconosce in sé la grandiosità della Mia misericordia e grazia, in modo talmente vivente che poi si accende, per sempre nel suo cuore, d’amore per Me, al punto che si sente addirittura incapace di esprimere il ringraziamento a motivo della grandezza dei Miei benefici a lui, e non trova nemmeno parole con le quali esprimere il suo ringraziamento, per cui egli, in tutto il suo interiore si trova nella suprema e purissima fiamma d'amore del suo cuore per Me, …vedi, proprio questo è il ringraziamento più gradito a Me!» (questo è uno stato dell'anima nel quale si è incapaci di trovare ed esprimere delle vere parole di gratitudine a causa del riconoscente rapimento del cuore).

* * *

(risposta a Schumi):

2. Tutto ciò accade molto raramente che un uomo capiti in un tale alto grado d’amore, tanto da non riuscire più a ringraziarMi a causa della grandiosità del suo amore, e poiché questa è una realtà, ogni uomo deve – finché non si infiamma in un tale amore per Me, tanto da passare in estasi – ringraziarMi sempre di più con tutto l’amore e umiltà, sia con parole interiori oppure espresse con la bocca, poiché ciò che viene dal cuore è amore, e in esso devono essere espresse le parole, sia che ciò accada con la bocca aperta o chiusa, è la stessa cosa.

3. Come però è con la parola di ringraziamento che si erge da voi per l’amore e per l’umiltà, così è anche con l’azione. Nessuno Mi può ringraziare con un’azione, come si ringrazia un uomo con il compimento di un lavoro, e in tal modo rimborsa il beneficio attraverso l'azione, ma ciò che l’uomo fa per essere riconoscente a Me, deve esplicarsi attraverso il risveglio di un grande amore, e quando poi questo amore lo spingerà a operare per Me e a promuovere in questo amore solo il Mio regno, sia con la diffusione del Mio insegnamento d'amore, insegnando a coloro che cercano la salvezza, sia procedendo con delle opere d’amore per il prossimo, e questo solo per amore per Me e, attraverso di Me, per il prossimo, perché Io dimoro nel prossimo essendo anch’egli figlio Mio, …vedete, un tale atto di ringraziamento, per il fatto che è per amore e non per arida gratitudine di un uomo, Mi è sempre caro, e presso di Me è ben considerato.

4. Infatti, il vero intimo amore non si accontenta di amarMi solamente, bensì il cuore si espande verso l’esterno e cerca un campo più ampio per l’attività d’amore, perché quello semplice e le parole d'amore non lo soddisfano più, ma vuole accrescerlo, il che può accadere solo all’esterno per il prossimo, sia esso materiale che spirituale, …vedete, allora un tale amore è celestiale, è divino, poiché Io faccio la stessa cosa, giorno dopo giorno e incessantemente!

 

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Cap. 59

Nella libera scelta di seguire i comandamenti c’è l’azione della giustizia

Graz, 3 giugno 1901

1. È cominciato il tempo del Mio intervento nei destini del mondo e degli uomini. Nel libro ‘La Santa Trinità’ (cap.12) ho annunciato il Mio ritorno e il giudizio del mondo che deve precedere come purificazione della Terra prima che la trasformi in un paradiso.

2. Il mondo è il puro inferno e gli uomini sono i diavoli in esso. Secondo la carne voi avete certamente ancora l’aspetto umano, però in confronto ai Miei figli altamente spirituali, vedo voi – con l’eccezione di coloro che formano il Mio nuovo vivaio – che siete bestie feroci e serpenti pieni di vizi e passioni malvagie.

3. Io non vengo a voi come Giudice punitivo, ma come Padre amorevole con il Mio puro e autentico insegnamento di Cristo. E qui comincia il giudizio per voi: se accetterete volentieri l'insegnamento con fede, umilmente e per amore verso di Me, e vivrete ed agirete di conseguenza, allora posso benedirvi, donarvi la grazia e accettarvi come figli Miei, creando in voi e intorno a voi un paradiso. Questa sarebbe la ricompensa e la benedizione per il vostro procedere.

4. Se invece diventate riluttanti, maledicendo e borbottando, ribellandovi ai Miei ordinamenti, allora voi stessi calpestate con i piedi la Mia grazia offerta, e le conseguenze saranno che non posso provvedere a voi, e in tal modo voi stessi evocherete su di voi la maledizione e la punizione come risultato delle azioni malvagie, guadagnandovi voi stessi il purgatorio sulla Terra e, dopo la morte, l'inferno. Invece i figli obbedienti si acquistano il paradiso spirituale e materiale, e non gusteranno più la morte, poiché con la cessazione del peccato, anche la morte cesserà. Voi siete liberi di scegliervi il bene o il male, il cui giudice e l’artefice della vostra causa siete voi stessi!

 

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Cap. 60

Gesù, lo Sposo dell'anima

«Io, come Sposo della tua anima, sono molto geloso, e quindi guardo molto a malincuore quando parli delle cose del mondo, invece che di Me».

1. Miei cari figli, la suddetta massima la trovate già riportata nei libri del Mio nuovo insegnamento ridato a voi. Ma, a cosa Mi serve il fatto che conoscete il Mio insegnamento ma non lo seguite e non volete renderlo vitale?

2. Nel libro del Mio evangelista Matteo (18,20) sta scritto: «Poiché dove due o tre sono riuniti nel Mio nome, Io sono in mezzo a loro».

3. Vedete, cari figli, l'insegnamento che ho dato a quel tempo è lo stesso che vi ripeto adesso: “Quando vi riunite, dovete riunirvi a causa Mia, e non a causa del mondo o della conversazione mondana!”. E cosa fate voi? Di solito, il contrario! Io sono menzionato solo come di sfuggita, ma non sono l'argomento principale della vostra conversazione, e conseguentemente è impossibile colmarvi di felicità finché non sarò il vostro Amore. Perciò devo essere il vostro argomento principale nei pensieri, nei desideri, nelle parole e nelle azioni dell’amore per il prossimo attraverso di Me.

4. Cari figli, siate una buona volta molto seri nel considerarMi come il vostro Amore, poiché fino a quando non Mi amerete, il vostro interiore non vi spingerà ad indirizzare la conversazione su di Me, e questa è per voi una misura secondo la quale potete giudicare voi stessi e i vostri fratelli e sorelle. Dovete veramente essere tristi se pensate a questa misura! Io non sto dicendo che non dovete discutere di nient'altro, ma il mondano non deve essere la vostra conversazione principale, perché così facendo Io sarei considerato come un figliastro, tanto meno poi, come il vostro Amore. E … cari figli, sapete voi se vi metterò in conto anche questo, come una mancanza d'amore verso di Me?

5. Oltre ad essere miti, siate anche avveduti per la vostra esistenza spirituale. Il tempo della prova e della grazia è breve, ma il pentimento è lungo! Perciò prendete a cuore queste parole di ammonimento del vostro fedele Sposo dell’anima, e diventate diligenti fautori dell'amore, e non accompagnatori indifferenti e pigri nel cammino spirituale verso un futuro migliore, affinché non vi debba scartare a causa della vostra tiepidezza e pigrizia, invece di colmarvi di felicità.

 

 

60/1 - Il rapporto dell'anima con lo spirito di Dio come Sua sposa

Zurigo, 24 agosto 1904

6. La meravigliosa massima che l'anima dell'uomo è una sposa di Cristo, dovrebbe riempire ogni uomo di gioia nel suo interiore, poiché il significato di questa massima eleva gli uomini molto al di sopra di tutto il mondano, e certamente in quelle elevatezze della luce dove inizia la Nuova Gerusalemme, perché là vi è la dimora della Mia santissima Divinità.

7. Miei cari figli, questo onore di essere una sposa di Cristo, oltrepassa tutti i concetti umani, perché si erge ben oltre la facoltà concettuale dell'uomo terreno, ed è per questo che gli uomini pongono così poco peso su questo termine altamente rilevante.

8. L'anima, come prodotto dello spirito di Dio, formata dallo spirito più fine della materia, si diletta di molteplici denominazioni spirituali: l'antico germanico la chiamava silâ, cioè la "luce" o "il luminare"; ‒ lo slavo chiamava lo spirito Duh ("fiato" o "alito"), l'anima invece il femminile Duša, che significa "spirito"; ‒ i greci la chiamavano psiche, che significa anche "spirito"; – i romani la chiamavano anima da "amare" e imâ suffisso sostantivato femminile, insieme a animâ in latino antico "amore", quindi il femminile dell'animo nell'uomo, il che significa coraggio, ardimento, sapienza del potere dell'anima.

9. Vedete quindi che l'anima è stata caratterizzata in tutte e quattro le principali lingue dell'Europa antica, il senso come essere femminile, come spirito di fronte allo spirito, come amore, come luce dell'amore verso la sapienza o verso l’intelletto nell'uomo.

10. Questa chiarificazione è corretta, poiché da questo voi vedete che i popoli antichi avevano una visione molto più profonda e più spirituale della caratteristica dell'anima, che al giorno d’oggi.

11. Ora chiediamo: “Perché l'anima, tanto dell'uomo come anche della donna, viene indicata al femminile, considerando che certamente, l'anima dell'uomo è formata in modo del tutto diversamente e dotata con sentimenti diversi?”. Vedete, questo accade perché l'amore, quale scopo principale della vita è inserito in entrambi, poiché entrambi sono chiamati a procreare per amore, per amare il prossimo e per glorificare e magnificare amorevolmente Dio sopra ogni cosa nei loro cuori.

12. In questo consiste il valore principale dell'anima, perché essa deve includere tutto nella sfera dell'amore per Dio, nell’amore per il prossimo e per la propria procreazione, così come nell'accrescimento amorevole spirituale del suo io personale, e cercare di portarlo alla perfezione, nobilitandolo e spiritualizzandolo.

13. È con l'adempimento di questi compiti che l’uomo viene spiritualizzato e divinizzato nella forza animica. Dal momento che ora lo Spirito di Dio è nel cuore dell'anima come suo Creatore, Dio, Padre e Salvatore Gesù, al Quale essa deve tutto e la istruisce anche, la guida e si sforza di portarla sempre più in alto nello spirituale, perciò è anche suo compito e suo dovere di riconoscenza di amare questo Spirito dell'Amore di Dio, il Quale l’ama inconcepibilmente e le conferisce amore, intelligenza e forza vitale.

14. Questo è quindi il rapporto tra lo Spirito di Dio e la Sua sposa, l'anima-spirito (femminile) o ‘amore’.

 

 

60/2 - Uno per tutti, e tutti per Uno

Graz, 2 marzo 1901

15. Tra gli uomini, è il serpente dell'egoismo e dell'amor proprio che ha soffocato il più nobile proposito dell'Amore divino, perché l'anticristianesimo della Chiesa e dello Stato lo ha soffocato già sul nascere.

16. Ora però è cominciato il tempo in cui Io, Gesù, quale vostro Dio, che oltre ad essere Guida spirituale sono anche vostro Re e Signore, e l’idea “Uno per tutti, e tutti per Uno” – dato che essi sorgono da Me attraverso i Miei figli – …ora entrerà nella realtà!

17. Io sono la Vita e l'Idea primordiale da cui emergono tutte le idee buone e oneste degli uomini, e quindi anche la verità che nessuno dei Miei figli gode ed ha un qualche vantaggio, per quanto riguarda gli interessi dell’intera l'umanità.

18. Già le massime divine: uguaglianza (Is. 40,3; Lc. 3,5) e fratellanza (Mt. 23,8-9) contengono il senso che tutti gli uomini devono considerarsi come un solo corpo nel santo Amore, e porgersi le mani l’un l'altro, affinché tutti stiano bene e nessuno soffra mancanze.

19. Orbene, il mondo potrebbe diventare un paradiso e tutti gli uomini si sentirebbero felici, poiché solo l'amore unito con la sapienza è la Verità divina. Pertanto, unite l'amore e subordinate a voi la sapienza, e da entrambi fate che la verità vi abbracci, e i vostri cuori s’infiammeranno nell'Amore divino, così che voi, come figli di un Dio, vi eleviate al di sopra di tutta la materia con le Virtù divine che stanno nel Figlio Mio manifesto, il Quale dimora nel cuore della vostra  anima, affinché il Regno dell’eterno Amore dal Cielo del vostro cuore possa entrare nelle apparenze materiali attraverso di voi, e ristori il mondo con il suo soffio divino.

20. La collaborazione di tutti verso un unico obiettivo, che renda l'amore e la sapienza per verità, sia il pensiero e il desiderio di tutti gli uomini sulla Terra; allora la Mia mano benedicente si stenderà sui campi della Terra e grazierà il vostro operare e le vostre aspirazioni, e questa vostra Terra si eleverà dai tenebrosi miasmi degli spiriti degli egoistici serpenti dell'inferno e diventerà un mondo di luce dei figli di Dio, così che l’Amore, che è il vostro Dio e Re, Gesù, abbracci tutti!

 

 

60/3 - “Io sono la Via, la Verità e la Vita!”

Graz, 27 novembre 1901

21. Io pronunciai queste parole (il 24 marzo dell’anno 33) ai Miei discepoli quando ancora non mi conoscevano abbastanza (Gv. 14,6), poiché mi consideravano come il ‘Figlio di Dio’, ma non come il Padre stesso che, in questa forma umana carnale, si chiamava Gesù, invece di Jehova. Perciò dai Miei discepoli pretesi di ricordarsi il nome di Gesù come il principio fondamentale dell'Amore divino. Il nome di Gesù è quindi l'Amore interiore di Dio che è venuto nel mondo sotto questo Nome, per redimere i Suoi figli dai peccati dell’inferno, anteriori (alla Mia venuta, quelli del vecchio Testamento).

22. Ogni uomo che vuol giungere alla figliolanza di Dio – al Cuore di Dio Padre – deve riconoscere Gesù Cristo come l'Amore redentivo di Dio, quindi riconoscerLo per lo stesso Dio Padre, altrimenti mai potrà diventare figlio di Dio, bensì solo uno spirito beato, ma solo come figlio di Dio, potrà vedere Dio Padre in Gesù.

23. Chi invece considera Gesù solo come un Saggio del mondo, non potrà mai vedere Dio, poiché “…nessuno può vedere Dio e vivere” (Es. 33,20), ma certamente nel Mio Amore nella forma di Gesù, il Quale fu generato a questo scopo per avvicinarMi ai Miei figli e renderli felici attraverso la forma del corpo di Gesù.

24. Perciò, figlioli, riconoscete bene che Io, come Gesù, sono la via che porta al Padre, alla Verità, e quindi alla Vita, e di conseguenza sono anche la Via, la Verità e la Vita stessa, perché il Mio Spirito è “…tutta la pienezza dello Spirito di Dio” (Col. 2,9). – Perciò non affaticate il vostro intelletto mondano, bensì credeteMi e vivete secondo le Mie rivelazioni che Io vi rendo note; esse vi conducono a Me, e quindi all'Amore tutto beatificante di Dio. Amen!

 

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Cap. 61

Lusso, arroganza e maltrattamento dei servitori domestici

Graz, 5 ottobre 1902

1. Cari figli, ci sono famiglie dove c'è un gran lusso, sale e saloni e una grande arroganza. In tali famiglie, se hanno poca ricchezza e sono molto altezzosi, i domestici hanno l’inferno, poiché i ‘gentili’, spesso per pura nobiltà e arroganza, non sanno che anche i domestici sono uomini, e certamente dinanzi a Me sono uguali a loro. I poveri domestici sono guardati e trattati come schiavi del lavoro, e se si assume un domestico perché due non si possono mantenere e pagarli, allora quest’uno è costretto a lavorare per due, spesso per tre, e di certo, dalla mattina presto fino a tarda notte.

2. Ogni giorno il pavimento deve essere strofinato o lucidato; il vasellame deve essere lustrato altrettanto ogni giorno, deve brillare come nuovo, anzi spesso più bello del nuovo; – il ‘gentilissimo’ deve essere trattato con pura gentilezza col ‘bacio della mano!’ dal mattino presto fino a tardi, quando va a dormire; il servitore deve sorvegliare la ‘gentile signora’ passo passo, nel timore e apprensione, affinché nulla manchi e venga dimenticato!

3. Ad ogni ingresso nella stanza dove siede la ‘gentile signora’, si deve bussare, perché ciò appartiene alla nobiltà della signoria, mentre la ‘gentile signora’ non ha mai la buona creanza che anche lei bussi quando entra nella camera da letto della domestica, che spesso è solo una buia cucina. – I ‘gentilissimi’, sono ancora oggi come gli antichi romani: "Quod licet Jovi non licet Bovi"[141] il che significa: “Noi siamo déi, invece i domestici sono animali domestici. Ciò che è permesso a noi, non è permesso ai buoi”.

4. Non si ha mai lavorato abbastanza, non si ha mai strofinato abbastanza, non si ha mai pulito abbastanza i vestiti, le scarpe e le stanze, mai abbastanza si è tolta via la polvere fin nell'angolo più estremo, continuamente la ‘gentile signora’ trova qualcosa da criticare e insultare, chiamare e punzecchiare i domestici come pigri, negligenti, sporchi, e chi più ne ha più ne metta!

5. Se il domestico ha il coraggio di rispondere qualcosa in sua difesa, allora ‘apriti cielo’! A questo punto viene insultato, al poveretto viene fatta una lavata di capo; ci si lamenta dell’uomo; alle pettegole amiche in visita per il caffè si racconta e si inveisce sui cattivi servitori, dicendo che sono privi di ogni virtù e pieni di malizia e viltà!

6. I ‘gentili’ sono puri angeli di bontà; mentre i domestici sono pura perfida gentaglia che non vuol lavorare ed è dedicata a questo o a quel vizio.

7. Ci sono famiglie dove i domestici ricevono da mangiare solo ciò che l’egregio padrone ha lasciato d’avanzo per gli schiavi di casa, – talvolta riversando le zuppe avanzate dai piatti dei bambini e degli adulti nella zuppiera, insieme ai pezzi di carne scadente e alle ossa mezzo rosicchiate, poiché tutto è buono per la servitù, ‘loro non se lo meritano nemmeno’, pensano ‘i gentili’.

8. Quanto spesso alcuni servitori devono salire e scendere le alte scale di casa per svolgere tutti i capricciosi servizi dei ‘gentili’? Dalla mattina presto fino a tarda notte gli schiavi dei lavori domestici si devono tormentare, devono strofinare e lavare, e alla fine arriva la ‘gentile signora’ che, nella sua illimitata pretesa, trova da ridire sulle carenze e gli errori del lavoro svolto, mentre il servitore è lì inginocchiato o piegato in avanti, con le mani e il corpo sfinito dalle spietate pretese del ‘troppo buono’, dove i poveretti nella loro disperazione pensano: ‘All'inferno non può essere peggio!’

9. Ancora peggio eccedono le dame arroganti (Dam-e è una parola sanscrita francese, significa "donna di casa") che però non sono dame, ma tiranne adottate dall'arroganza, le quali fanno digiunare troppo i poveri servitori, perché c’è troppo poco da mangiare, e per ogni infrazione dell’ordine introdotto nel loro governo della casa, infliggono ceffoni, colpi di pugni e li chiamano coi nomi degli animali domestici! Infatti, con il servitore non si parla e non si devono avere relazioni, ma lo si comanda e lui deve obbedire tacitamente, anche se spesso viene pagato troppo poco, e questa paga viene diminuita con la detrazione per ogni danno causato dal caso o dalla sfortuna.

10. Con ciò ho descritto le sofferenze dei servitori, anche se non completamente, ma comunque abbastanza precisamente. Ora però tocca a Me dirvi la verità da parte Mia, come tale trattamento fatto al prossimo viene visto e considerato ai Miei occhi divini:

11. Ai Miei occhi, il lusso e l'arroganza, specialmente quando l'arroganza poggia sul lusso, sono due vizi che trovano la punizione nel secondo o addirittura nel terzo inferno. Le vostre lussuose cianfrusaglie che appendete al vostro corpo addobbato e profumato, e con questo andate impettiti intorno come pavoni, nell'inferno viene sostituito da stracci sudici e strappati su un corpo sporco e ripugnante, i quali difficilmente coprono la nudità o neanche quello che deve essere coperto. A questo punto, tutto il decoro, l’arroganza e il lusso sono trasformati in sporcizia, stracci strappati e fetore[142], in modo che l'arroganza e la megalomania sulla Terra vengano ben castigate con la meritata punizione.

12. Per quanto riguarda il trattamento del servitore, questo adesso è accaduto direttamente a Me, perché Io, come Spirito di Gesù Cristo, dimoro nel petto di ogni uomo. A Me importa ciò che avete fatto ai poveri servitori ingiustamente e in maniera infernale, poiché Io Mi ergo maestoso come Giudice giusto in ogni uomo dove posso dimorare come Padre amorevole. Guai a voi, gentili infernali, se non presterete attenzione alle Mie spiegazioni date qui e non vi impegnerete a procedere con Me, col giusto Giudice, verso i Miei figli maltrattati, diversamente, vale a dire, umanamente! – L'inferno diventerà la vostra dimora futura, e i diavoli diventeranno i vostri padroni, e i servitori da voi maltrattati, nella loro vendetta e collera, vi ripagheranno in piena misura tutto il capitale insieme all’interesse, perché li avete trasformati voi in spiriti vendicativi dell'inferno, trattandoli in modo infernale che loro ricambieranno con la stessa ingiustizia che è stata fatta loro.

13. Vedete, così è il Mio impiego di Giudice! Dovete imparare a conoscerMi che sono giusto in ogni cosa, e perciò affido il giudizio e il compenso a coloro che hanno ricevuto prima la stessa cosa da voi. Io non punisco nessuno, ma lascio esercitare la giustizia divina così che né il malfattore né il maltrattato possano lamentarsi del fatto che Io sia ingiusto. – Quindi, in conclusione dico: “Convertitevi e fate penitenza, prima che sia troppo tardi!”

14. Perciò trattate i servitori come vostri fratelli e sorelle, e riflettete sempre che essi sono figli Miei divini, ed Io, vostro Dio e Padre, dimoro in loro e, con gli occhi del Giudice, scruto come trattate i servitori!

15. E voi servitori! La stessa norma vale anche per voi come per i datori di lavoro. Anche davanti a voi sto come Giudice e valuto come servite i vostri datori di lavoro, e Mi renderete conto del vostro fare e non fare. Infatti, sia i datori di lavoro che i servitori stanno davanti al Mio verdetto di Giudice: «Ciò che avete fatto di bene o di male al più piccolo (o al più grande) è come se lo aveste fatto personalmente a Me, dal momento che Io stesso sono in ogni persona come beneficiario, ma nello stesso tempo anche come giudice e ricompensatore».

 

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Cap. 62

L’apparizione della croce

Con quelle persone che si sforzano di vivere spiritualmente, accade talvolta, se esasperano Dio con un agire direttamente contrario, col criticare o col sofisticare sulla ‘parola’ o sul suo significato fondamentale tratto dalla loro sapienza intellettuale, oppure con maltrattamenti del prossimo o dei domestici, per cui la divina Parola dell'insegnamento d'amore viene calpestata nel fango, che quell’uomo che aveva agito nel torto, veda all’improvviso una croce, con o senza il corpo di Gesù, sul muro o in qualunque altro posto, la quale però, scompare altrettanto rapidamente. Questo significa che Dio comunica a quell'uomo che in tal modo egli Lo crocifigge, perché così facendo, nella sua vita e nel suo operare, contravviene ai Comandamenti e agli Insegnamenti divini.

 

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Cap. 63

Tendere alla materia, è la morte dell'anima

Graz, 4 luglio 1902

1. Miei cari figli, è Mia Volontà che voi abbiate una giusta luce in tutto ciò che riguarda la vita spirituale, e così ascoltate:

2. Ogni uomo ha due lati nella vita: l’uno è materiale, l'altro è spirituale; il lato materiale lo attira alla materia, lo spirituale allo spirito; nell'uomo c’è una lotta costante tra queste due nature.

3. Il lato materiale è tutto ciò che la materia attira a sé, e questo è: – l'uomo vuol godersi il mondo, nel mangiare, nel bere e in ogni specie di intrattenimento e comodità che gli si offre; egli proprio non vuole negar nulla al corpo di ciò che è piacevole, e questa è la sua peggiore trasgressione verso se stesso, perché la materia è nemica dello spirituale. Questa trasgressione verso se stesso consiste nel fatto che l’uomo, attraverso i desideri carnali, rende l'anima completamente materiale e muore per lo spirituale, perché lo spirituale è esattamente l'opposto del materiale.

4. Se ora l'uomo brama solo la materia, in lui tutto lo spirituale muore, e con ciò diventa tenebroso e mal disposto verso tutto ciò che non porta vantaggi materiali. A spese di questi desideri materiali viene poi ciò che l’uomo elaborerà da se stesso, e proprio questa unilateralità, in relazione alla vita, è la morte dello spirito nell'uomo.

5. Quindi, quando un uomo del genere muore, nel regno spirituale giunge come un accattone in fuga, e non ha proprio nulla in sé che abbia per lui un valore spirituale. In ogni cosa è un estraneo nel regno dello spirito, poiché la carne, per la quale ha così diligentemente provveduto e curato generosamente, giace nella tomba e marcisce, e l'anima, che divenne del tutto una cosa sola con la carne nella vita terrena, sta lì senza luce, senza conoscenza e senza forza per diventare qualcosa da se stessa. Essa è come un neonato inconsapevole e non sa aiutarsi in nessun modo.

6. In questa solitudine si aggrappa a tutto ciò che ha sentito e vissuto, e riflette su cosa deve fare e intraprendere, poiché nulla vuol venir fuori che le vada bene. Per questa ragione è in sommo grado compassionevole, e quindi non vuol sentire né sapere nulla dello spirituale, bensì è ancor sempre la stessa, come era nella vita, e questa condizione dell'anima è la vera morte, nella quale essa stessa si è seppellita. Amen!

 

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Cap. 64

La vera pietra filosofale è l‘amore

Graz, 24 novembre 1902

1. L'amore appassionato da un cuore altamente fluttuante, è una ‘pietra filosofale’ se cerca e trova in Dio il suo ideale, poiché l'amore rende la vita felice e fa’ dai cuori umani un Cielo di giubilo e di delizie. Chi non dovrebbe individuare e cercare questa pietra filosofale? Chi vorrebbe rimanere nella tenebra dell'inferno che si sviluppa dalle preoccupazioni quotidiane per la vita materiale?

2. Spiriti elevati di tutte le zone ardono nell'amore che portano al loro Padre Gesù, e con la loro radiosa luce d'amore rendono felice il loro intero ambiente. Tutto ciò che alita l'amore rende felice il loro territorio, e non c'è nulla che l'amore non voglia rendere felice.

3. Ognuno può formare in sé questa pietra filosofale, ognuno la può perfezionare finché da questa si formi una pietra preziosa, anzi una pietra sfolgorante. In questo modo l'uomo col suo amore può diventare una stella splendente nella Creazione, poiché l'uomo, proprio attraverso l'amore deve diventare un dio, poiché Dio è il puro Amore e riconosce solo l'amore come Sua eguale essenza.

4. Trasforma perciò la tua anima del tutto nell’amore, nell’umiltà e nella mitezza, poiché questa trasformazione ti porta la pace divina, la spirituale quiete del cuore e la beatitudine celeste, perché Io, Gesù, dimoro nel tuo petto. Quindi, se vuoi giungere a Dio, allora va’ all’Amore, va’ umilmente e col tuo cuore colmo di certezza all’Amore, laddove c’è Gesù, il Padre dell'Amore!

 

 

64/1 - Senza amore, l’anima rimane tenebrosa

Graz, 5 febbraio 1903

5. L’illuminazione (spirituale) dell'anima umana avviene attraverso l'amore per Dio e per il prossimo quando la stessa vi giunge attraverso l’insegnamento divino, perché l'Amore spirituale forma anche la luce spirituale nell'uomo. Se invece l'uomo riceve lo sviluppo della sua anima attraverso gli insegnamenti della sapienza mondana dei filosofi, allora la sua anima è certamente molto saggia alla maniera del mondo, ma la sapienza del mondo ottenebra tutto il suo amore, quindi anche tutta la sua luce, e da questa sua formazione mondana egli crescerà come un tenebroso spirito infernale.

 

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Cap. 65

Tendere alla beatitudine nel giusto tempo della maturazione

Graz, 2 ottobre 1851

1. Un cuore pieno d’amore per Dio e per i fratelli e le sorelle, che ha un animo sempre gioioso nell'attività e volenteroso nell’operosità, crede in Me (Gesù), crede che Io, per ogni individuo, come anche per tutti gli uomini singolarmente, fonderò la vera eterna beatitudine.

2. Il vostro Cielo sta nel vostro cuore, ed esso vi sarà dischiuso quando, e ancor più, avrete fatto propri i principi fondamentali di tutta la vita su esposti.

3. Vedete, nella testa dell’anima risiede il freddo intelletto calcolatore, e il suo manovale è la ragione, che qui è come un braccio di lunga portata pieno di occhi e orecchi nel corpo intellettuale animico.

4. L’intelletto allunga sempre più questo braccio, e in tal modo alla fine vuol trascinare a sé l’intera infinità.

5. Questo sforzo del tutto vano dell’intelletto è certamente proprio quella pericolosa caratteristica dell’anima la quale porta morte e giudizio a sé e per sé, il che viene definito con la parola ‘arroganza’.

6. Nel cuore giace invece l'amore, come spirito preso dallo Spirito del Mio Cuore.

7. Nondimeno, questo Spirito, come il Mio stesso, ha in ogni caso già innumerevoli volte in sé tutto ciò che contiene l'infinità dal più grande fino al più piccolo.

8. Se ora l’intelletto altezzoso, riconoscendo la vanità dei suoi folli sforzi, invece di stendere nell’infinità il suo braccio sopra indicato, che qui è il suo intelletto, oppure, espresso più chiaramente, la sua capacità di comprensione e, nel voler raggiungere l'irraggiungibile, lo guida e lo dirige nel cuore, quale dimora del Mio Spirito nell'uomo, allora si faccia un viaggio lungo due o tre spanne, dalla testa al cuore, e su tale via giungerà alla vera eterna vita, alla vera beata quiete della stessa, e allora troverà là, insieme, tutto ciò che contiene l’intera infinità.

9. Ovviamente, questo diventa poi evidente solo un po’ alla volta, come uno dopo l’altro, proprio come le piante dal piccolo germoglio che è nascosto al centro del seme.

10. Se però i semi delle Mie opere, da questo germoglio giacente alla base dello spirito, prima o poi germoglieranno, se più ricchi o meno ricchi nel pieno sviluppo e maturazione, dipenderà esclusivamente dalla forza dell'amore per Me, come anche dall'amore per il prossimo. Infatti, per Me l'amore del cuore è uguale alla luce e al calore del Sole, e l'amore per il prossimo è la necessaria prolifera pioggia.

11. Se tuttavia, Sole e pioggia operano insieme nel giusto ordine, allora ogni seme prospererà sicuramente al meglio e giungerà presto alla maturazione. Per una migliore comprensione di questo fatto, voglio tuttavia darvi ancora un'immagine facilmente comprensibile!

12. A tal proposito è come se un padre portasse i suoi figlioletti in estate nel suo giardino, il quale è pieno di alberi carichi di frutti maturi. I figlioletti sono ora pieni di desiderio e vorrebbero salire subito sugli alberi e cogliere i frutti con grande fretta e mangiarne in eccesso.

13. Invece il saggio padre dice ai bambini inesperti: “Figlioli, rimanete tranquilli presso di me; se doveste salire sugli alberi con la sola vostra debole forza e prendervi i frutti, cadreste facilmente, rompendovi mani e piedi, o addirittura trovereste la morte. Invece io e i miei servitori siamo abbastanza grandi e forti e sappiamo come si raccolgono i frutti dagli alberi. Perciò aspettate tranquilli, ed io stesso li raccoglierò dagli alti alberi e li metterò nel vostro grembo; solo allora potrete gustarli senza sforzo e del tutto sereni. Nel futuro, quando voi stessi sarete grandi e forti, allora diventerete già padroni degli alti alberi”.

14. Comprendete questa immagine?

 

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Cap. 66

Il Padre e i Suoi figli

Graz, 17 novembre 1902

1. Il magnifico Sole preannuncia la santità dell'Amore divino per i Suoi figli, i quali nella valle di lacrime percorrono i sentieri dei loro pensieri e delle loro opere, conducendoli su due vie differenti. Gli uni camminano nello spirito dell'amore per il loro Padre che li guarda amorevolmente dalle altezze della Sua grazia; gli altri percorrono le vie del proprio intelletto e vanno in giro come le pecore smarrite senza il pastore tra i molti animali rapaci in forma umana, minacciandole ad ogni istante di prenderli in mezzo a loro e ucciderle spiritualmente con i pugnali dei loro discorsi e delle loro opere velenose, che essi ostentano nella cerchia del loro ambiente.

2. Guai alle pecore che non sospettano nulla di male, che si perdono in questa specie di branco di animali furiosi, poiché esse sono perdute se non si allontanano il prima possibile da questi, perché altrimenti, assorbendo la stordente esalazione velenosa, come nell’ebbrezza da oppio, vi gozzoviglierebbero e, per l'offuscamento della loro anima, presso di questi andrebbero miseramente in rovina.

3. O figli, quanto dolorosamente Io guardo alla vostra confusione nella cerchia di tali lupi rapaci provenienti dalle profondità dell'inferno! Come vi sentite spensierati e bene esteriormente, mentre la tenebra dell'inferno si avvicina di soppiatto alla vostra anima e si propaga sempre più potentemente intorno a voi, avvolgendovi.

4. Sì, se poteste guardarli con gli occhi spirituali in voi stessi, fuggireste come si fugge da un brigante che volesse uccidervi e derubarvi dei vostri averi. – Solamente che voi siete spiritualmente accecati dalla casa, dalla Chiesa e dalla scuola del mondo, e non vedete l'abisso dell'inferno che minaccia di afferrarvi nella sua sfera e rendervi infelici.

5. Cari figli, voi dovete pensare sempre: “Da dove veniamo? A quale scopo siamo al mondo? Dove andremo dopo la morte del corpo?”. Infatti, al giorno d'oggi ci sono abbastanza mezzi per giungere al convincimento che avete un'anima immortale che continuerà a vivere dopo la morte del corpo, e gusterà la ricompensa dei piaceri o dei dolori, come essa ha vissuto nel mondo e si è resa matura per il Cielo o per l'inferno.

6. Voi siete uomini che, nel linguaggio tedesco antico man-isk-ki significa ‘pensatore, ragionevole’ oppure, essere pensante, e dovreste essere fedeli a questo nome elevato, e pensare come esseri superiori nella Creazione, il che è lo scopo del vostro venir qui, il vostro essere qui e l’andar via, affinché siate in chiaro riguardo alla vostra condotta nel mondo e percorriate le vie che sono degne della vostra alta discendenza.

7. Come pensatori dovete pensare principalmente di quale origine voi siete e cosa potete diventare, se combattete valorosamente attraverso i pericoli della vita, contro gli abbordaggi del male che è posto nella vostra carne e vi distrugge, e che minaccia di tirarvi nella sua tenebrosa rete dell'inferno.

8. Voi sapete che siete composti dall'anima di Satana, e perciò siete pieni di cattive caratteristiche e vizi che sonnecchiano in voi, le quali si risvegliano alla minima occasione prendendo il dominio su di voi. Ecco perché dovete stare sempre all'erta e stroncare ogni pensiero sul nascere, affinché non sorgano desideri, parole e azioni che vi attirano dalla luce alle tenebre.

9. Nonostante la vostra anima e il vostro corpo di carne siano costituiti dall'anima di Satana consolidata nella materia, siete comunque anche Mia proprietà, perché l'anima di Satana è stata presa da Me, ma poi, per la disobbedienza e la mancanza d’amore, si è resa maligna e tenebrosa; perciò, voi siete chiamati, attraverso la conduzione del Mio Spirito divino che dimora nel cuore dell'anima, a riportarMi l'anima di Satana (più giusto, Sadhana) attraverso la nobilitazione, la spiritualizzazione e la deificazione e, quindi, anche come figli provenienti dall'anima di Satana, slanciarvi personalmente in alto a figli di Dio, e conquistare di nuovo l'alto filiale rango divino che esisteva una volta nelle profondità primordiali dei tempi.

10. Per questa ragione vi chiamo con l’affettuoso “figli Miei”, perché siete provenuti da Me e ritornerete a Me, per giungere nella casa del Creatore e Padre vostro. Perciò vi chiamo sotto il velo del linguaggio metaforico orientale, come il ‘figliol prodigo’ che s’incammina verso casa, per essere accolto di nuovo nella casa del Padre.

11. Il figliol prodigo rappresenta l'intera Creazione mondiale degli innumerevoli soli, pianeti e mondi stellari, e finché anche questi non restituiranno tutti i loro spiriti consolidati nella carne, la riconduzione del figliol prodigo continuerà ininterrottamente, e per questo saranno necessari innumerevoli milioni di anni.

12. Sapendo che voi stessi siete il Satan in miniatura, lasciatevi quindi guidare, affinché vi possiate redimere secondo le divine regole della vita che Io vi metto qui davanti soprattutto attraverso la Teosofia cristiana, per mezzo della quale potete uscire delle tristi condizioni della materia e raggiungere le luminose altezze dello spirito dell'Amore divino, e così vi liberiate dalla materia che per voi costituisce l'inferno.

13. L'eterno Amore opera e crea nella cerchia dei Suoi figli che hanno già percorso fino alla fine la via della nobilitazione, della spiritualizzazione e della deificazione, e questi si trovano già nelle condizioni ultra felici del Cielo supremo, e dimorano intorno al loro Padre e Creatore, dove sono nell’abbondanza del più grande godimento dell'Amore divino.

14. Che voi nel corpo di carne non notiate nulla dello spirituale, è dovuto al fatto che la materia è così grossolana e consistente, da non permettere allo spirito animico di svilupparsi ed espandersi verso l'esterno. Questo fatto lo notate presso i malati, i quali pur essendo molto dimagriti ma di buon spirito, in tali condizioni patologiche sono spesso chiaroveggenti, e vedono cose che non vedevano prima della malattia, e neanche vedranno più dopo, quando saranno di nuovo sani e ben in carne. Perciò dovete regolarvi di conseguenza e pensare a come stanno le cose.

15. Tuttavia, questo stato di ignoranza e di incertezza, d’ora in poi finirà, perché dove la Luce del mondo (Gv.8,12) diventa sovrana e dominante, deve anche dominare la luce. Perciò vi lascio pervenire con i libri che consegno attraverso Schumi tante nuove grazie, tanto che tutte le tenebre scompariranno e voi riconoscerete che siete spiriti circondati dagli spiriti, e siete nella carne solo per raggiungere più facilmente il vostro scopo e, allo stesso tempo, di redimere l'anima di Satana, per riportarla al Creatore e Padre come vostra proprietà.

16. Lo scopo dell'uomo è la deificazione di se stesso, formarsi verso l’alto dalle profondità dell'abisso, risorgere dall'anima di Satana ed essere preso e guidati dal Mio Spirito nella sfera della sua attività. E in questa andrà su avversità e tortuosità, su spine e cardi e vie scabrose della vita, sempre lottando per l'esistenza.

17. Io, quale Vita in voi, devo prendervi parte, considerando che non agisco come Giudice e Dio, ma solo come Padre e Guida, e attraverso la coscienza vi rendo noto il Mio consiglio o la Mia indignazione.

18. Così l'uomo va avanti nella vita carnale e spirituale, e spesso sa a malapena che esiste un Dio, spesso neanche quando aveva allontanato i suoi orecchi e i sensi dai buoni insegnamenti della fede. Tuttavia, Io non Mi arrendo e vago perfino nell'inferno più profondo con il malfattore, e lo metto in guardia come l’ho messo in guardia sulla Terra in occasione dei suoi orribili atti infernali.

19. Presto o tardi egli si sveglia dalla sua morte spirituale e dal sonno e inizia a prestare gli orecchi volenterosi ai Miei delicati sussurri della coscienza; e una volta che ciò è accaduto, allora risale dalle profondità alle altezze, dalle tenebre dell’abisso della Terra alla Luce dello spirito, in alto, verso Dio, verso la Luce della Vita e dell'Amore.

20. L'uomo come spirito riconosce in Dio la sua Luce centrale e il suo Creatore, e quindi lotta per Lui, Colui che è tutto per lui, Colui che è diventato la sua unica speranza nella tempesta del rumoreggiante mare della vita. Da Dio passa al Padre, e alla fine riconosce se stesso come ‘figlio’ del Dio onnipotente, che per lui è diventato un Padre pieno d’amore.

21. Il nome ‘padre’ e ‘figlio’ lega entrambi in un'intima catena d’amore. L'uomo riconosce che deve essere qualcosa di elevato, qualcosa di grande, perché Dio stesso da lui si fa chiamare Padre.

22. Sì, figlioli, in effetti c'è qualcosa di così elevato in questi due nomi, ‘padre’ e ‘figlio’, che lo potete appena sospettare, ma in nessun caso riuscirete ad afferrarlo giustamente. Riflettete voi su cos'è Dio! Riflettete sulla Sua Onnipotenza considerando la gigantesca Creazione mondiale che Egli ha creato da Se stesso ed ha portato all’esistenza tenendola nelle Sue mani. ‒ Pensate allo splendore della Sua Santità e Amore, che dà luce a tutti i soli e ai mondi stellari affinché risplendano, e pensate anche all'infinito Amore di Dio che crea ed agisce eternamente, e tutto quello che Satana rovina Egli lo riconduce alla magnificenza celeste.

23. E voi, da questo Eterno, Onnipotente, Onnisciente, Onnisapiente, ultra Santo e amorevole Dio Padre, siete chiamati figli. Può esserci qualcosa di più elevato dall'essere chiamati ‘figli’ dell'onnipotente Dio?

24. Dio è Padre vostro, quindi siete chiamati a diventare un giorno ciò che è Dio Padre vostro, perciò déi, perché figli di Dio. Questa eredità è la cosa più alta che possa esprimere la lingua dell'uomo, è qualcosa di così sublime che nessun uomo la può afferrare e nessuna penna può descrivere ciò che vi aspetta se Mi seguirete e farete ciò che v’insegno qui.

25. Quale intelletto umano può comprendere la grandezza dei regni immensi sui quali voglio designarvi come eredi, quali figli Miei? Cos’è la minuscola Terra rispetto alle altre gigantesche creazioni? E quale sforzo un uomo non farebbe per essere l’assoluto sovrano su questa con una lunga vita? Sui regni al di sopra dei quali vi stabilirò, sarete eterni signori e re, e opererete come déi![143]

26. Perciò figlioli, fate che la vostra preoccupazione sia quella di adempiere la Mia divina Volontà al meglio delle vostre conoscenze e capacità, in modo che anch'Io possa mantenere un giorno la Mia promessa. Amen!

 

 

66/1 - Saper diventare figli del Cielo

Graz, 6 aprile 1902

27. Io dissi: «Se non diventerete come bambini, privi di malizia, puri dal peccato e con un filiale buon sentimento, non entrerete nel Regno dei Cieli!» – Questa verità che espressi agli apostoli, rimane eternamente vera e in vigore.

28. Gli uomini non comprendono che per essere ‘figli del Cielo’, si deve essere solo amorevoli e di sentimento filiale. Essi purtroppo non vogliono mostrarsi bambini, ed Io voglio solo fanciulli nel Cielo, cioè uomini con un buon sentimento filiale, dal momento che ho aperto unicamente il Cielo dei bambini, non un Cielo dei dotati e dei saggi!

29. In questo libro vi ho dato gli insegnamenti che mirano a far di voi ‘figli dell'Amore’, poiché se non vi convertite dalla vostra sapienza intellettuale e non diventate piccoli nel sentimento come i bambini, non potrete raggiungere il vostro scopo spirituale! ‒ Pertanto, dovete fare ogni sforzo per diventare semplici nella fede, e non vacillare se le Mie parole non vanno subito in adempimento, poiché non conoscete affatto come stanno le cose con voi – se non vi sto mettendo alla prova – se la risposta che vi è stata data era una risposta sconveniente, perché spirituale, oppure se era una risposta estranea e non Mia[144].

30. Qui si tratta, nonostante essa (la richiesta) non vada in adempimento nel tempo in cui l’avete supposto e creduto, …se non vacillate e non perdete la fede in Me. In questo senso dovete essere bambini, ma anche campioni nella fede, e mai esitare o perdersi d’animo, perché Io voglio avere figli e campioni nella fede. ‒ Il figlio di Giona, Simone, era un campione della fede, perciò gli diedi il soprannome di ‘Cefa’, che significa ‘pietra’ oppure ‘roccia’. E così anche voi dovete diventare credenti come la pietra, saldi come la roccia, e non abbandonare la salda convinzione, indipendentemente se accade oppure no, quando vi aspettate che debba accadere.

31. I vostri pensieri devono essere di sentimento innocenti come quelli dei bambini che non hanno ancora nessuna conoscenza dei peccati del corpo e della carne, e dovete diventare come loro nell'innocenza, soffocando sul nascere i pensieri che spingono al peccato, e non dovete iniziare a soffocarli solo quando avete già prestato loro volentieri i vostri sentimenti da lungo tempo, perché in tal modo i peccati sono già stati commessi spiritualmente.

32. Dovete essere amorevolmente infantili e tolleranti, e non portare alcuna collera, neanche fare rappresentazioni avvedute di voi stessi, bensì, non dovete neanche pensare a nulla di male, e volervi bene l’un l’altro. Inoltre, non dovete neanche dare mai un’impressione diversa da come è fatto il vostro interiore, affinché l’infantile in voi possa svilupparsi. Perciò ognuno deve riflettere bene cosa dice, affinché corrisponda alla verità, poiché chi non dice la verità, commette sempre due peccati: la bugia e l’inganno verso quel suo fratello che non pensa niente di male.

33. Dovete quindi comportarvi privi di malizia, pieni di fede, affettuosi l’un l’altro nella semplicità infantile, e dovete essere pieni d’amore, di fede e di speranza al Mio cospetto, in modo che la Mia benedizione d'amore raggiunga in voi il vero effetto, poiché solo allora, quando diventerete come bambini – credenti senza malizia, con pensieri casti, pieni d’amore, senza cattiveria e senza portar rancore ‒ come lo sono i bambini verso i loro genitori – così da essere in grado di ereditare e conquistare il regno di Dio; altrimenti no! Perciò prendete a cuore le Mie parole e diventate ciò che voglio fare di voi!

 

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Cap. 67

Riconoscere nella Creazione le leggi e le forze spirituali superiori

Graz, 25 marzo 1901

1. Quando gli uomini contemplano l’intera Creazione universale, se non sono ottenebrati spiritualmente, allora devono scorgere e riconoscere che in essa esistono leggi e forze spirituali superiori, le quali si manifestano nei generi e nei modi più differenti.

2. Queste sono tuttavia proprio i portatori dell’intera vita spirituale che voi notate nella Creazione. Se ora notate e riconoscete queste leggi e queste forze che, come tali, guidano la Creazione universale, allora vi deve sorgere il pensiero: “Cosa sono queste leggi e queste forze spirituali superiori? Chi è il suo promotore e conduttore?”. E se poi riflettete calmi e riflessivi, allora vi deve venire in mente che esse sono solo macchine e strumenti di un'intelligenza e una forza superiore che guida il tutto, come un meccanico esperto costruisce una macchina e la conduce, affinché esegua i compiti per i quali è stata costruita.

3. Così è anche nella natura. Io sono il Legislatore e il Conduttore supremo del tutto, e la natura è la macchina con la quale lavoro con la Mia Forza di volontà e le conferisco l'intelligenza necessaria nei singoli componenti, affinché germogli, cresca, costruisca, si trasformi, fiorisca e porti frutti maturi. Chi considera la natura in questo modo, la considera come strumento dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza divina che si manifesta materialmente in essa.

 

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Cap. 68

“Adottate la serietà della vita, prima che sia troppo tardi!”

Graz, 7 ottobre 1903

1. Io, l'eterno conservatore di ogni vita, sono sempre in apprensione per il fatto che i Miei figli ricevano gli insegnamenti necessari affinché siano guidati a Me. Quanto più in alto vi elevate spiritualmente o volete elevarvi, tante più grandi pretese vi vengono poste da Me, poiché la ricompensa che vi attende, se eseguite la Mia Volontà e il Mio desiderio, non può essere paragonata alle pretese che vi pongo, per cogliere dalla Mia mano la ricompensa. Tuttavia, il premio è talmente grande che non potete farvi nessun concetto, finché non verrete in possesso di questa ricompensa o di questo premio.

2. Quello che cerco di ottenere da voi con il presente dettato è il seguente: “Dovete prendere la vita così seriamente, come se vi fosse continuamente imminente il passaggio nell'aldilà, ovvero, dinanzi a Me!”

3. Riflettete: “Cosa fareste se davanti a voi ci fosse la certezza che adesso dovete entrare nell'aldilà per prendere in consegna da Me la ricompensa per la vostra vita?”

4. Non riflettereste, pieni di paura e sgomento, sulla vostra vita vissuta finora e direste: “Ahimè, non sono preparato per questo! Non ho mai pensato seriamente a prepararmi per l'aldilà!”. – Ebbene, vedete, figli Miei, questo è solo il passaggio nell’aldilà. Ma come andrebbe con la vostra serietà con il Mio ritorno sulla vostra Terra? Come andrebbe con la vostra preparazione per la vostra rinascita? – Male! Non è vero? Anzi, voi rispondereste: “Malissimo!”. Ed Io confermo che la vostra risposta è molto giusta, poiché il solo leggere e avere conoscenza dei Miei dettati vi serve a poco e anche a niente, se non avete la serietà di vivere e operare di conseguenza.

5. La serietà del tempo preme che Io venga da voi con la più seria richiesta: “Figlioli, non scherzate con la Mia pazienza, poiché da voi voglio serietà!”. E perciò vi dico seriamente:

6. Cari figli, cominciate a diventar seri, non fate più scherzi e spiritosaggini per divertimento, poiché ciò è immorale! Perciò evitate anche luoghi e persone dove tali intrattenimenti e sollazzi sono di uso comune. Voi, quali figli Miei, dovete imitare le Mie Virtù, e lì, nella Mia immagine personale, c’è quello che corrisponde alla verità che, come Uomo adulto, nessuno Mi ha visto ridere, ‒ neanche nessuno ha visto e sentito da Me che avrei fatto uno scherzo o una spiritosaggine!

7. Io ero gentile ed avevo uno sguardo benevolo e conquistabile, ma nessuna faccia ridente nei confronti di chi Mi circondava, e questo defluiva in tutti con un grande rispetto, poiché la serietà è un segno caratteristico della ragione ed è la corrispondente comprensione della situazione.

8. Il tempo stringe, dovete diventare più spirituali, dovete avere le virtù che ho Io, affinché vi riconosca come figli Miei pari quando verrò sulla Terra per tutti i Miei figli.

9. Perciò applicatevi del tutto seriamente, al fine di utilizzare nel miglior modo possibile il vostro breve tempo che vi è ancora concesso per recuperare il trascurato, affinché vi possa usare come Miei messaggeri tra i restanti figli del mondo, e in modo che voi stessi non abbiate da lavorare su di voi per purificarvi, quando vi dovrò avere già puri.

10. Fuggite ogni occasione che produce su di voi effetti non spirituali, poiché la rinascita è uno dei compiti più grandi, e non può essere raggiunta con la minima negligenza verso i Miei comandamenti.

11. Da ciò potete scorgere quanto siete negligenti, poiché se non sentite progressi, ciò dimostra chiaramente che non agite, non vivete né camminate secondo i Miei comandamenti.

12. Scuotetevi una buona volta con tutta serietà, e seguiteMi! È Mio desiderio che dobbiate maturare per il nuovo regno; perciò leggete i Miei corrispondenti dettati e riflettete se siete adempienti alle Mie richieste!

13. Voi, considerando la vostra negligenza, dite: “Sì, il Padre è misericordioso, ci perdonerà e ci prenderà con Sé nella Sua grazia!”.

14. No, figli Miei, non sarà così! – Io posso perdonare i vostri peccati, tuttavia nel nuovo Regno, nel vestibolo del Cielo, non vi posso prendere, poiché gli eccitamenti a commettere gli stessi peccati, peccati che Io vi perdono, aderiscono a voi come la pece, e li commetterete anche dopo. Perciò, o rimanete fino alla fine dove dovrete passare tutti i dispiaceri, o vi devo lasciare nei sobborghi purificativi del nuovo regno (in zone deserte, desolate e infruttifere), dove dovrete prepararvi lentamente, per essere finalmente accolti nel regno dell'amore o della rinascita dello spirito, dopo che avrete accettato tutte le buone virtù. ‒ Così stanno per voi le speranze future! Ve lo ripeto: sforzatevi a trarre pieno profitto dal tempo di grazia che vi è concesso, per diventar poi, subito felici. Amen!

 

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Cap. 69

Lo spirito umano da educare affinché si perfezioni

Graz, 12 luglio 1902

1. Miei cari figli, gli uomini si educano dagli inizi più bassi della vita fino ad un perfezionamento che troverà il culmine in Dio, il Padre loro.

2. Cominciamo con un uomo – di cui ce ne sono già molti ‒ da citare come esempio, come da un diavolo si formi un figlio divino, per comprendere il grande compito in cui l'uomo è posto dalla sua nascita, e che un giorno gli servirà per diventare un perfetto uomo spirituale nel verso senso della parola, e per superare tutte le tentazioni del mondo nel quale è posto come in una scuola di prova della carne, e per farsi strada un po’ alla volta da uomo carnale a uomo di luce spirituale.

3. Supponiamo che uno abbia gettato via tutto ciò che è divino in sé a causa della sapienza intellettuale ed è diventato un deciso negatore di Dio. Se però uno nega Dio, allora nega anche l'esistenza dell'anima, così come la sopravvivenza della stessa dopo la morte. Per lui non c'è nient’altro che pura materia, alla quale si aggrappa e vuole sfruttare il più possibile per vivere bene e prender parte a tutto ciò che il mondo gli offre in piaceri e fascini della vita. In tal modo è diventato un uomo del tutto carnale e materiale, e non conosce nessun io superiore che se stesso. Il ventre è un dio, il mondo invece è la mucca da mungere, da sacrificare a questo dio e farlo gozzovigliare in tutte le agiatezze della vita.

4. Allora vive alla giornata, diventa sempre più tenebroso nello spirito e più impetuoso nei piaceri della carne, e di conseguenza nessun mezzo è troppo ordinario e troppo comune per lui, per afferrarlo e sfruttarlo per il proprio vantaggio. Né furto, né saccheggio, né assassinio, né impostura, né qualunque altro mezzo infame è per lui vile, se con questo ha l'opportunità di poter continuare a mantenere la sua piacevole vita a spese dei poveri afflitti, degli oppressi, degli sfruttati, dei derubati o addirittura dei rapinati o assassinati.

5. Una volta che quest’uomo ha raggiunto il punto in cui non esita a mettere in pratica alcun mezzo se si tratta di guadagnar denaro e cose con cui può prestare la sua vita in orge, allora è un diavolo bello e pronto, una creatura dell'inferno che, per dominarla, devono essere messi in pratica dei mezzi ben potenti. Infatti, la voce della coscienza ammonitrice l'ha già da lungo tempo soppressa, ignorandola e considerandola come la tormentatrice della sua vita libera e senza vincoli, infusagli dai genitori, dalla scuola e dalla Chiesa, e quindi rigettata.

6. Così vive un uomo del genere senza Dio, sebbene dotato dei suoi modi e delle sue esteriorità, …ma, in segreto, vive una terribile vita di depravazioni e di maliziosa volgarità, progettando solo di derubare il prossimo in segreto, e riconoscendo solo la propria vita come la sola qualificata all'autoconservazione.

7. Se una simile persona ha raggiunto l’apice dell’empietà ed Io ho un motivo speciale per salvarlo per tempo dal suo inferno, allora comincia la Mia conduzione, ed irrompe un guaio dopo l'altro che lo afferra senza pietà, lo punisce e lo perseguita così a lungo, finché non perviene al discernimento di essere perduto, e per lui non c'è più nessuna guarigione nel mondo.

8. Allora gli vengono inviate malattie dolorose, subisce perdite durevoli nei suoi progetti finanziari finché il suo patrimonio è perduto. I suoi amici lo abbandonano, poiché senza soldi non è più un loro pari; la sua famiglia subisce questo e quel colpo: disgrazie, morte, malattie e disagi, finché la disperazione è pronta. La gentile signora, che un giorno andava in giro in carrozza, che vessava e maltrattava i servitori e si faceva baciare la mano per avarizia e dando incessante lavoro, deve prendere lei stessa il secchio e sfregare i pavimenti, per guadagnarsi il pane con il duro lavoro per sé e per i suoi. L'uomo si lamenta nel letto; i bambini patiscono la fame e adesso soffrono di questa malattia e poi di quell’altra malattia, perché hanno accumulato in sé sostanze patogene tramite una falsa educazione e uno stile di vita sbagliato; in una parola, dove prima c'era ricchezza, dove si viveva nei salotti, dove si mangiavano prelibatezze e c’era abbondanza in tutto ciò che rende la vita piacevole e felice, adesso regna povertà, necessità, miseria e fame, e ora possiedono solo un misero alloggio sotto il tetto o in cantina. Tutto è perduto! Solo la nuda verità fissa spietata in faccia a chi si guarda dentro disperato.

9. Dove prima non si parlava mai di Dio, dove il nome ‘Dio’ era considerato qualcosa di insignificante e solo come un deterrente per i servitori, per tenerli abbastanza buoni affinché non diventassero ladri e ribelli, ora Lui viene spesso chiamato, e ci si lamenta della miseria e Gli si chiede aiuto nella grande necessità. Dove prima la preghiera veniva derisa, ora si sente dire: “Bambini, venite e preghiamo Dio che ci dia lavoro e salute, così che possiamo guadagnare qualcosa e non si debba soffrire la fame!”. L'arroganza dovuta alla ricchezza si è trasformata in timidezza e umiltà, perché dappertutto è possibile andare avanti solo tramite l'umiltà (riconoscendo): ‘Dio non ascolta se non si prega e non si chiede umilmente! E il prossimo non dà né lavoro né pane se il lavoro non lo si chiede umilmente e non si lavora in modo sodo, e ogni tanto non si sopporta anche un'ingiustizia”. La vita è diventata amara e acida, e nessuna stella splende nella più grande sventura.

10. Così la trasformazione per il bene è già avvenuta. – Invece della ricchezza che aveva creato l'arroganza e l'ozio con tutte le sue passioni e depravazioni senza virtù e senza morale, ora la vita si è trasformata in povertà, umiltà e duro lavoro, dove non c'è più né il tempo né l’occasione né denaro per il godimento del mondo.

11. Ora, come per caso, faccio trovare a questa famiglia un amico dell’umanità che le porta il vero insegnamento del Mio Vangelo, spiegandolo con entusiasmo. I componenti della famiglia, umiliati dai colpi del destino e convinti del Mio Amore e della Mia misericordia dalle preghiere esaudite, comprendono presto la cosa giusta, e iniziano a leggere diligentemente i Miei libri. Specialmente il padre si accorge di quanto ha mancato, e che solo a causa di questo operare contrario verso i Comandamenti di Dio era capitata all’improvviso l’intera sciagura sulla famiglia. Questo lo rende morbido e ricettivo per la verità, e inizia un'altra vita, una vita opposta alla precedente, diventando un timorato penitente nel senso di Cristo; in altre parole inizia ad evitare il male e a fare il bene, diventando lui stesso una guida religiosa nella sua famiglia.

12. Tali convertiti, ai quali anch'Io al tempo giusto ridò anche la salute, ottengono poi una qualche occupazione appropriata, attraverso cui avranno ancora abbastanza tempo per prendersi cura della salvezza animica della loro famiglia. É così che si vive in una pia famiglia cristiana.

13. Invece della ricchezza è subentrata una vita dignitosa; ‒ invece dell’orgoglio, domina l'umiltà; – invece dell'odio sprezzante verso gli uomini comuni, vedono solo i loro simili e si sentono una cosa sola con loro, quindi l’amore per il prossimo viene curato e mantenuto; ‒ al posto dello spreco e dell’avidità dei piaceri, l'ordine e la prudenza si manifesta in tutto. – Dal momento che tutti loro devono servire, è una regola dell’autoconservazione che sopportino pazientemente gli umori e le parole mordaci degli altri uomini e, …tacere! – Infatti, essi stessi hanno provato molta fame, miseria e indigenza, sanno quanto male porta il diventare poveri e affamati, e quindi non hanno bisogno di sapere niente di più che l'amore misericordioso del prossimo è il più alto dei comandamenti di Dio, e quindi condividono volentieri ciò che hanno di più con i più poveri di loro; – nella pudica vita ricordano i comandamenti di Dio e le proprie esperienze, il mantenimento della pace tra di loro in famiglia e verso il prossimo viene richiesto dagli insegnamenti cristiani. È così che poi vive e procede una tale famiglia, convertita attraverso le amare esperienze nella vita, convertita alla vita spirituale.

14. La lettura diligente dei Miei insegnamenti, la preghiera, il vivere e procedere secondo i Miei comandamenti, spiritualizzerà questa famiglia; si rivolgeranno al bene e, se continua così, allora sperimenteranno sempre più prove della Mia benevolenza. Il cadere spesso e il risorgere dal peccato rafforzerà i loro propositi, finché si arriverà al punto che l'uno o l'altro peccato non sarà più commesso, poiché l'uomo non deve mai perdersi d’animo nella propria forza e capacità, in modo da poter superare qualcosa che si è prefissato di conquistare lottando. – Pertanto, non deve nemmeno dubitare della Mia eterna ed infinita Misericordia, perché Io gli perdono ripetutamente i peccati commessi, se ha la ferma intenzione di eliminarli da se stesso, quindi di non commetterli più. Ogni nuova caduta nel peccato richiede un pentimento profondamente contrito, nonché la preghiera per il perdono insieme al fermo proposito di prendersi ancor più la briga di non commetterlo più, bensì di evitarlo per quanto è possibile e fuggire da esso. Infatti, solo un tale (che procede così) viene perdonato presso di Me, ma non gli irresponsabili peccatori renitenti! Questo, ognuno deve ricordarselo bene!

15. Così l'uomo procede in avanti nella famiglia oppure singolarmente, finché un po’ alla volta non ha rimosso tutti i vizi, le passioni e le depravazioni sensuali.

16. Tuttavia non si deve pensare che questo possa essere realizzato in pochi mesi o in un anno; per questo ci vogliono anni di assidui sforzi e il nutrimento ripetuto dell'anima con buone letture, altrimenti una tale famiglia diventerà nuovamente dimentica e guasta, e ricadrà nei peccati e negli errori.

17. Se invece l'uomo ha soppresso in sé tutti i vizi e le passioni, allora la ricchezza spirituale, le grazie e i doni del Mio Amore si accresceranno in lui, diventerà grande ai Miei occhi e sarà ben accetto da tutti, perché il suo comportamento gli dimostrerà gioia e buoni sentimenti, ed egli stesso troverà una pace interiore, soddisfazione e piacere in tutto, mentre lo spirituale e il divino saranno l’oggetto di discussione e meditazione.

18. Così qualcuno è già diventato felice in questo mondo, avendo goduto del Mio Amore e della Mia benevolenza tramite esperienze personali; ma quanto più lo è stato per lui là, dove c’è il luogo della ricompensa per le fatiche e le tribolazioni terrene.

19. Vedete, vi ho mostrato la vita di un uomo come esempio, affinché vediate dalla vita naturale come si sviluppa davanti a voi il modo in cui guido gli uomini per salvarli dal fango dei peccati e dell'inferno, e portarli alla magnificenza della figliolanza di Dio.

20. Ora avete il ‘Libro delle preghiere’ e la ‘Teosofia cristiana’ come scuola esoterica, il Vangelo e altri libri che contengono per voi i più alti insegnamenti di vita cristiana. Leggete tutto attentamente, con grande attenzione e, ove possibile, ripetutamente; vale a dire che i libri che vi sono dati da Me, dovete certamente comprarli, poiché dovete pensare che provengono da Me e che perciò sono gli strumenti con i quali dovete lavorare nella vostra vita! Come volete esercitare un mestiere senza strumenti? E come volete lavorare spiritualmente nella costruzione del vostro Cielo, senza usare continuamente gli strumenti che vi insegnano come dovete vivere e operare?

21. In questi strumenti ci sono gli insegnamenti per spiccare il volo verso gli spiriti più alti, ma dovete leggerli più spesso e metterli in pratica; allora la vita in voi si spiritualizzerà e si divinizzerà e, in tal modo, vi riconoscerò come figli Miei, per i quali ho preparato il Cielo e creato mondi come questa Terra. Amen!

 

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Cap. 70

Dio è Padre e Madre degli uomini

Graz, 14 aprile 1902

1. Grande è il significato che contiene questo titolo, il quale testimonia che voi siete figli di un Dio e destinati a diventare dèi, se volete percorrere le vie che vi rendo note attraverso il Mio Ordine nell'insegnamento divino dell'Amore.

2. Il significato della parola che Dio è Padre vostro, è difficilmente comprensibile per i vostri concetti terreni, racchiudendo in sé l'infinito, ed è elevato oltre tutte le fantasie della più ardita immaginazione di un uomo.

3. Pensate alla Mia infinita Grandezza, Santità, Amore, Onnisapienza e Onnipotenza! Io sono tutto ciò che esiste nel mondo materiale e spirituale. Sono il Creatore, il Re, il Sovrano, il Conduttore, il Giudice e il Signore, Dio e Padre sopra ogni cosa.

4. Nessuno può calcolare e comprendere la Mia Grandezza e infinità; potreste riempire il mondo della vostra Terra con i numeri, se voleste rappresentare Me coi numeri ciò che la ragione e l’intelletto non possono afferrare, ed Io vi dico che la Terra non è abbastanza grande per contenerli, anche se fossero piccoli come le lettere di un libro stampato, per esprimere in numeri la grandezza del Mio Spirito infinito!

5. Potete di certo stupirvi su queste imponenti dichiarazioni, ma afferrarle non le potrete mai! E vedete, questo Dio infinito è Padre vostro, anzi, Egli e Padre e Madre vostra, poiché Io rappresento i vostri genitori spirituali, e se non fossi Io i vostri genitori spirituali, allora non ci sarebbero mai stati e non ci sarebbero neppure adesso dei genitori materiali terreni, poiché devo prima crearli e formarli, affinché diventino i vostri genitori carnali. Però, neppure lo sono, poiché se non operasse la Mia Volontà attraverso l'anima, allora la carne e le ossa non si potrebbero mai formare da se stesse dal sangue. Dunque, anche là dove credete di essere voi stessi i creatori del corpo di carne, Lo sono Io stesso, poiché senza di Me l’intera natura sarebbe immobile e morta. Questo potete vederlo dal fatto che non potete carpire nulla alla natura: se Io lo voglio, allora potete ricevere figli; se non lo voglio, non ce ne sono! Altrettanto poco potete determinare il sesso dei bambini, poiché non ne avete né la conoscenza né il potere; tutto questo dipende da Me.

6. E vedete, questo Dio santissimo e onnipotente è Padre vostro. Egli vi ama e si prende cura di voi giorno e notte, e vuole tirarvi fuori dal vostro inferno, vuole accogliervi nel Suo Cielo e far di voi déi dell’amore, della sapienza e dell’onnipotenza, come lo è Lui stesso.

7. Riuscite voi figli ad afferrare cosa vuol dire: ‘Il Padre vostro è Dio, l'onnipotente Creatore del Cielo e della Terra!’? E dal momento che Io sono Padre vostro, Mi prendo cura di voi come si prende cura un padre terreno, per provvedere i figli maggiorenni con un'eredità, affinché diventino indipendenti, e così Mi prendo cura di voi, ma con questa differenza: poiché Io sono Dio, allora i Miei figli sono dèi, perciò devono ricevere mondi come eredità, sì, mondi in dimensioni crescenti, della cui grandezza non vi potete fare nessun concetto. Là essi creeranno e governeranno come dèi e re, e lì gioiranno in una beatitudine indescrivibile.

8. Cari figli, dovete usare la ragione che vi è stata data, e invece di agire contro le Mie leggi dell'Amore, dovete fare tutti gli sforzi possibili per adempiere la Mia Volontà, affinché Io possa rendervi felici e unirmi alla compagnia dei Miei figli beati. Amen!

 

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Cap. 71

L’immenso valore di un’anima umana

Graz, 2 dicembre 1899

1. L'amore deve essere il motivo del reciproco trattamento degli uomini, quindi è estremamente deplorevole che ci siano uomini che maledicono e condannano il prossimo, se questo non agisce secondo le loro opinioni manifestando i loro pensieri, come purtroppo è il caso con gli insegnanti degli statuti umani.

2. L'uomo è un figlio del Mio Amore e il Mio Spirito divino vive in lui. Pertanto, se si maledicono e condannano gli uomini all'inferno, per bruciare nelle fiamme eterne, allora si maledice e si condanna Me, Dio e Padre vostro.

3. Nessuno può afferrare l'Amore che Io ho per i Miei figli, poiché esso è divino, e questo significa qualcosa di molto elevato che va al di sopra di tutti i concetti umani.

4. Preferirei dissolvere dieci mondi in atomi piuttosto che lasciar andare in rovina una singola anima umana. Da questo potete comprendere quanto è grande il Mio Amore per ciascuno dei Miei figli. Perciò l'uomo deve fare il massimo sforzo per essere all’altezza di questo Mio divino Amore, poiché Io voglio renderlo ultra felice, voglio averlo accanto a Me e farlo governare con Me sui mondi che stabilisco per lui – essendo questi la sua eredità.

5. Amate l’Amore, o figli, poiché esso vive, pensa e opera solo per voi, e vuol vivere e amare con voi nell’eternità. Amen!

 

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Cap. 72

Tendere alla Verità divina come fece Gesù

Graz, 27 maggio 1903

1. Per i teosofi, l'Amore e la Sapienza divina sono uniti a quella verità di cui Io parlai dinanzi a Pilato, e questa verità include in sé quella forza che da sola realizza l’unione spirituale degli uomini con Dio e con la natura. Questa verità produce in voi uno spirito d’amore, di umiltà, di tolleranza reciproca e quindi di concordia e armonia, nonostante le molteplici imperfezioni delle vostre virtù, opinioni ed educazione, come sono ancora manchevoli qui e là anche le concezioni di fede.

2. Solo nell’ambito della Verità divina c’è la via per la nobilitazione, la spiritualizzazione e la deificazione dell'umanità, poiché la Verità è il più grande comandamento nella legge che Io ho definito dinanzi a Pilato nel modo seguente: «La Verità è l'Amore congiunto alla Sapienza, e questa si rivela nell'amore più sincero per Dio e nelle altruistiche opere d’amore verso il prossimo» (Gv.18,38). Io, Gesù, ho adempiuto questo comandamento della Verità tramite il Mio divino insegnamento dell'Amore e con il Mio operare nell’amore per il prossimo. Quegli stessi compiti e doveri sono prescritti anche nell'insegnamento della Sapienza di Dio, ovvero nella Teosofia, come riflesso del Nome Gesù che, secondo l'Anima, Io sono la Sapienza divina, mentre secondo lo Spirito rappresento Dio Padre, ovvero l'Amore in Dio. Il contenuto dell'insegnamento della Teosofia è quindi nient’altro che l'adempimento dell'insegnamento di Dio che voi trovate nelle Sacre Scritture come prescritto da Gesù Jehova Zebaoth.

 

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Cap. 73

I cinque segni della presenza di Dio

 

(Parla Schumi): In un momento di preghiera avevo chiesto al Signore di darmi un visibile segno della Sua presenza, ed Egli mi rispose con quanto segue, che poi, ad un confronto, risultò identico alle parole date a Lorber nel 1863 e riportate nel Grande Vangelo di Giovanni nel volume IX al cap. 43

1. Anno 32, 15 ottobre. Un greco pregò Me, Gesù, per avere un segno, e disse: «Signore, Signore, Dio e Maestro dall’eternità nel Tuo Spirito! È vero che ora ci lasci nella Tua personalità visibile, ma noi Ti preghiamo di voler restare presso di noi col Tuo sommo Spirito divino, e darci solo di quando in quando un segno che ci garantisca che Ti ricordi di noi, e dunque che in Spirito sei anche presso di noi»

2. Dissi Io: «Sì, sarà anche così fino alla fine dei tempi di questo mondo visibile! Tuttavia non un segno solo, ma parecchi dovete sempre averne, per dimostrare che Io, in spirito, sono presente presso di voi, tra di voi e in voi! Nondimeno, i segni sicuri e mai ingannevoli saranno sempre ed eternamente i seguenti:

3. Primo, che Mi amiate più di ogni cosa al mondo! Infatti, se qualcuno ama una qualsiasi cosa al mondo più di Me, costui non è degno di Me; chi invece Mi ama veramente sopra ogni cosa, proprio con tale vero amore egli è in Me ed Io in lui.

4. Un secondo segno della Mia presenza presso di voi sia anche questo: che per amor Mio amiate il vostro prossimo e le persone accanto a voi altrettanto quanto voi stessi! Infatti, chi non ama il suo prossimo che egli vede, come può amare Dio in Me, che non vede? Se voi adesso anche Mi vedete e udite, tuttavia in seguito non Mi vedrete più su questo mondo, e quando non Mi vedrete più, resterà il vostro amore così com’è ora che Mi vedete? Sì, presso di voi l’amore di certo resterà, ma fate in modo che rimanga così anche presso i vostri successori, poiché se uno Mi amerà veramente nel cuore sopra ogni cosa, vivendo e agendo secondo la Mia Volontà a lui rivelata, a questi verrò Io stesso personalmente in spirito, e Mi rivelerò a lui come pienamente presente.

5. Un terzo segno della Mia presenza presso di voi, in voi e tra di voi sarà anche questo: che vi sarà sempre dato tutto quello che chiederete seriamente al Padre in Me, pregandoLo nel Mio Nome. Ma si capisce da sé che non dovete chiederMi sciocche e futili cose di questo mondo; se, infatti, faceste così, dopo tutto mostrereste chiaramente di amare simili cose più di Me, e questo, in verità, non sarebbe un segno della Mia presenza presso di voi, in voi e tra di voi.

6. Un quarto segno della Mia potente presenza presso di voi, in voi e tra di voi, sarà anche questo: che se per vero amore per il prossimo imporrete le mani nel Mio Nome alle persone fisicamente ammalate, esse dovranno star meglio, se lo star meglio sarà utile alla salvezza della loro anima.

7. Anche qui, tuttavia, si capisce da sé che diciate sempre nel vostro cuore: “Signore, sia fatta non la mia, ma solo la Tua Volontà!”, poiché non potete sapere se e quando lo star meglio del corpo sia utile alla salvezza di quell’anima, e un’eterna vita su questa Terra nel corpo, non è assegnata a nessun uomo. Perciò, anche l’imposizione delle mani non sempre e non a ciascuna persona può procurare la liberazione dai suoi mali fisici, ma non commetterete peccato se dimostrerete amore ad ogni ammalato nel modo che vi ho indicato; farò ben Io il Soccorritore quando sarà utile alla salvezza dell’anima di quella persona, cosa che solo ed unicamente Io posso sapere.

8. Se avete sentito da un qualche luogo lontano che là, l’uno o l’altro vostro amico giace ammalato, pregate allora per lui, e imponetegli le mani spiritualmente (verso il cielo dove lui è), ed egli dovrà anche star meglio!

9. Tuttavia, la preghiera che sarà da pronunciarsi unicamente nel cuore, consiste nelle seguenti poche parole: “Gesù, il Signore, voglia aiutarti! Lui ti rinvigorisca, Lui ti guarisca con la Sua Grazia, il Suo Amore e la Sua Misericordia!”. Se voi, pieni di fede e di fiducia in Me, la pronuncerete per un vostro amico o amica ammalati, per quanto lontano possa trovarsi, tenendo spiritualmente le mani sopra di lui, egli in quel momento starà meglio, se ciò è utile alla salvezza della sua anima.

10. Un ulteriore quinto segno della Mia presenza presso di voi, in voi e tra di voi sarà anche questo: che, se farete sempre la Mia Volontà, conseguirete in voi la rinascita dello spirito. Questo sarà un vero battesimo di vita, poiché in esso sarete riempiti con il Mio Spirito e, con ciò, introdotti ad ogni sapienza.

11. A questo quinto segno aneli ciascuno prima di tutto! Infatti, colui nel quale si attuerà questo segno, avrà già in questo mondo l’eterna vita, e potrà fare e compiere quello che Io faccio e compio; egli, infatti, sarà allora una cosa sola con Me.

12. Ora vi ho mostrato i segni della Mia presenza; agite di conseguenza, così percepirete quanto prima, nel modo più vero, il Mio Spirito presso di voi, in voi e tra di voi!».

 

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Cap. 74

Consigli per la rinascita vincendo le tentazioni

Graz, 3 novembre 1898

1. Cari figli, vi ho fatto pervenire molti consigli che vi permetteranno il raggiungimento della rinascita, e tuttavia ci sono ulteriori importanti insegnamenti che posso presentarvi per analizzare meglio e più profondamente, tanto da essere decisivi per la vostra sconsiderata sbadataggine nella vita. E così vengo da voi con il primo chiarimento sulle tentazioni che irrompono continuamente su di voi.

2. Le tentazioni nella vita sono tanti compiti spirituali che finiscono o con la vittoria o con la sconfitta. Tra queste due c'è la seria, decisiva volontà di lottare e vincere, con il Mio aiuto; oppure il risentimento, con l'accompagnante impazienza, borbottii e collera. La lotta seria ed energica contro le tentazioni, siano esse spirituali o materiali, porta alla vittoria e quindi al progresso spirituale; il risentimento, l’impaziente afflizione e lamento, i mormorii e lo stare in collera, portano alla sconfitta e quindi alla regressione. Da questo potete valutare come state con la vostra vita, e se andate avanti o indietro spiritualmente.

3. Cari figli, tutta la vostra vita è una lotta, e sta a voi se volete avvicinarvi a Me o procedere verso il basso allontanandovi da Me. Io, come vostro premuroso, sincero, amorevole e misericordioso Padre, vi consiglio di accogliere ogni tentazione con calma, pazienza e umiltà, rivolgendovi a Me e pregarMi per la forza e la perseveranza nella lotta, e di non lasciarvi sopraffare nemmeno un momento dalla debolezza della volontà (impazienza) o pigrizia in tali prove spirituali! La lotta della vita è seria e nessuno viene nel Cielo se non lo strappa a sé con violenza.

4. Perciò, per primo considerate il motivo della tentazione, e riflettete: ‘Essa è una pietra di prova per la vita e il progresso spirituale!’. E quindi pensate a come sopportare questa prova con la calma, la pazienza, l’umiltà e l’amore per Me; e se essa proviene dal prossimo che è un fratello (o sorella) vivente ancora nelle tenebre, e non volete stare in collera con lui perché non volete ripagare con la sete di vendetta, ma vi decidete con amore e venite da Me con un umile preghiera affinché vi conferisca forza, allora la tentazione o la prova, sia che venga da Me o dal vostro prossimo, potete sopportarla pazientemente con l’umile sottomissione alla Mia Volontà.

5. Non lamentatevi e non lagnatevi impazientemente sulle vostre sofferenze come prove, ma riflettete: “Ahimè, cos’è questa sofferenza, rispetto alla sofferenza del mio caro Padre Gesù, il Quale ha preso sulle Sue sante spalle, per amore per me, ciò che avrei dovuto soffrire e sopportare io stesso, per dare soddisfazione alla Giustizia divina per la mia precedente arroganza e disobbedienza sotto Lucifero contro il Mio Dio e Creatore, il Padre Gesù? Ma dal momento che io ho commesso e commetto ancora gli stessi peccati di arroganza, allora è giusto che soffra e assaggi un po' come se la passava il mio caro Padre quando ha dovuto sopportare nella carne le terribili sofferenze, dolori e scherni per me, l’ingrato spirito orgoglioso caduto”.

6. Quindi, pensa a Mio Figlio quando le tentazioni ti perseguitano, e pensa sempre a te stesso: “Adesso è il momento e l'occasione di lottare, ed io voglio lottare e vincere con l'aiuto del mio caro Padre Gesù che può darmi forza, pienezza di volontà e perseveranza”. – Allora guarderò su di te con amore, figlio Mio, dalla Mia altezza di grazia, e ti benedirò, affinché, quando arriverà il tempo del compenso, te lo possa consegnare a piene mani. Allora, cari figli, prendete sul serio questo Mio insegnamento, e prendetelo a cuore nel momento delle tentazioni in modo che esso vi diventi vantaggioso per la benedizione e il progresso spirituale, riflettendo che tutto accade solo per il vostro meglio, e Mi dovete ringraziare per il fatto che vi permetto di avanzare spiritualmente. Amen!

 

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Cap. 75

Subordinare sempre la propria volontà alla Volontà divina

Graz, 23 settembre 1900

1. La sapienza dell’intelletto mondano spinge gli uomini ad impiegare la propria sapienza intellettuale come mezzo di lotta contro le disposizioni della Sapienza di Dio, a combattere quest'ultima e a credere di essere più assennati.

2. Che però la Sapienza divina e l'ordine da essa stabilito non si possa indirizzare secondo la crepuscolare[145] sapienza di un uomo, lo dice l’intera Creazione, la quale ha messo visibilmente all'esistenza ciò che considerava come buono, utile e corrispondente allo scopo. La sapienza umana vede e comprende che tutto il Creato sta lì nella sua perfezione, ma essa stessa non può né creare qualcosa di nuovo, né imitare l’esistente, perciò un uomo ragionevole, se davvero allo stesso tempo vuole essere saggio, è costretto a riconoscere, da questa prova inconfutabile, che la Sapienza e l'Onnipotenza divina stanno al sommo di tutta la sapienza mondana.

3. Prendiamo un esempio dalla vita quotidiana per comprendere che l'uomo deve posporre la sua volontà e la sua sapienza a favore della Volontà e della Sapienza divina, e considerare ed accettare come buono solo ciò che Dio vuole:

4. Un fanciullo, secondo la sua volontà e il suo intelletto, ha in mente solo questo: correre nel bosco, arrampicarsi sugli alberi e prendere giovani scoiattoli o giovani uccelli dai loro nidi, come gioia, piacere e sapienza intellettuale, …che per lui è la cosa migliore; invece a scuola il maestro non chiede altro che seguire la noiosa e antipatica lezione, deve stare seduto immobile e imparare, sopprimendo così tutta la propria sapienza intellettuale, e fare ciò che l'insegnante richiede. E vedete, quanto più il fanciullo segue l'insegnante, tanto più intelligente, brillante e assennato diventa. E come qui è il caso con i giovani scolari, così è anche con la subordinazione della propria volontà e della sapienza intellettuale alla Volontà e alla Sapienza di Dio.

5. Ovvero, non deve passare ogni propria volontà in ogni insegnamento, in ogni formazione, nella volontà di una persona estranea che è il maestro di una scienza? Sì, deve passare completamente nella volontà come vuole questa persona estranea, altrimenti non verrebbe mai fuori qualcosa dall'insegnamento. Se però lo scolaro ha completamente collegato la propria volontà con la volontà del suo maestro, il che significa che lo scolaro è diventato attento e non pensa ad altro che procedere precisamente secondo gli ordinamenti dell'insegnante o del maestro, allora ha tutti i suoi pensieri a favore della formazione imposta, e si trasferisce nella elevata arte e scienza del maestro. Vedete, un tale scolaro, che ora non ha più in testa nient’altro che vivere secondo la volontà del suo maestro, diventerà presto lui stesso un maestro dell'arte e della vita del suo maestro.

6. Nondimeno, dal momento che Dio è il Maestro di tutti i maestri, la Sapienza di ogni sapienza, è ovvio che voi diventerete saggi solo quando opererete secondo la volontà che scaturisce dalla Sapienza di Dio, e non secondo la vostra sapienza intellettuale, la quale davanti alla Sapienza di Dio è così tenebrosa che Io l'ho definita una follia (1° Cor. 1,19).

7. L'uomo è un perfetto vaso raccoglitore della Volontà divina, e solo con l’accoglienza di questa volontà diventa un signore veramente potente su tutte le altre creature del mondo, come lo può diventare sul mondo stesso. L'uomo può entrare completamente in possesso della Volontà divina attraverso l’adempimento della stessa, perciò deve averla prima accolta perfettamente in sé. Tuttavia nessuno può accogliere la Volontà divina in sé finché non rinuncia alla propria apparente volontà. Ma come fa l'uomo a rinunciare alla propria volontà?

8. L' uomo rinuncia alla propria volontà quando la usa per lo scopo per il quale è stata presentata dal Creatore. – Ma qual è lo scopo? – Ebbene, esso sentenzia: “L'uomo deve voler adempiere la Volontà di Dio con la propria volontà e deve volerla riconoscere per questo scopo!”. Chi prende questo molto sul serio, a costui Dio farà anche presto riconoscere nella giusta misura la Sua Volontà; fin dove però qualcuno riconosce poi la Volontà di Dio ed agisce di conseguenza secondo la propria volontà per quanto ha riconosciuto quella di Dio, unisce poi la sua propria con quella divina, e solo allora viene realizzato un vero ricollegamento, il che è la vera religione tra Dio e l'uomo.

9. Di conseguenza, nello stato di cose della religione, quanto più l'uomo si sforza di riconoscere la Volontà divina ed agisce di conseguenza, tanto più si unisce anche alla forza di questa Volontà; e se qualcuno ha fatto propria questa Volontà a tal punto da non averne più una propria, se non quella di adempiere la Volontà divina, allora ogni volontà in lui è già diventata puramente divina, così l'uomo non solo si è collegato con Dio, bensì si è unito a Lui; – e questo è lo scopo della religione, che l'uomo deve unirsi a Dio, cioè non deve avere nessun’altra volontà che quella di procedere prontamente, conseguentemente, unicamente verso quella divina.

10. Chi ha solo la Volontà divina come motivo di tutte le sue azioni, agisce agevolmente e in maniera estremamente efficiente, poiché l'onnipotenza della Volontà divina si conferma dappertutto e in ognuno, quando questa volontà si presenta come pura motivazione in una o nell'altra azione.

11. Chi ama i suoi fratelli e sorelle, vive già nei loro cuori, ed essi nel suo! Chi invece ama Dio, vive in Dio e Dio in lui! – Tuttavia nessuno può amare Dio al di fuori del proprio amore, perché Dio è la pienezza della Vita. Se però qualcuno con il suo amore ha accolto in sé in modo vivente i suoi fratelli e le sorelle, ha ampliato la sua stessa sfera di vita, così che poi può assorbire in questa la pienezza della Vita divina, …poiché la propria vita attraverso il proprio amore è troppo impotente per sostenere la pienezza della Vita divina; invece una vita unita ai fratelli e alle sorelle in un cuore umano attraverso l'amore, può ancora essere rafforzata, così che poi sarà in grado di accogliere in sé la pienezza della Vita divina. – Amate perciò i fratelli e le sorelle, affinché possiate amare Dio, poiché senza l’amore dei fratelli e delle sorelle, nessuno può amare Dio.

 

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Cap. 76

“Siate soddisfatti in tutto!”

Graz, 18 maggio 1903

1. Gli uomini desiderano ogni cosa possibile. L’uno vorrebbe avere soldi per amministrarli secondo le proprie voglie, l'altro vorrebbe brillare dappertutto ed essere molto stimato; un terzo vorrebbe dominare tutti e trattare con gli uomini come se fossero suoi servitori, e così ognuno ha desideri e voglie diverse che raramente a qualcuno si adempiono.

2. Se vuoi essere felice e soddisfatto, allora immaginati gli uomini con una filosofia prosaica[146]in cui l’uno desidera avere la luce del Sole, l'altro una pioggerellina. Io sono contento in ogni caso e dico ad entrambi: “Per Me è uguale!”

3. Siate quindi sempre soddisfatti e concordi con il Padre celeste vostro su tutto ciò che fa per il meglio dei Suoi figli, poiché solo Lui sa come deve essere, affinché la cosa giusta accada a tutti, anche se non lo comprendono nel loro intelletto limitato.

4. Come la luce del Sole e la pioggia non possono esistere allo stesso tempo perché sarebbe un miracolo, e sarebbe perfino dannoso per lo sviluppo e la salute degli uomini, perciò non può accadere a tutti gli uomini secondo i loro desideri personali, e quindi, spesso degli innocenti devono soffrire a causa dei colpevoli, mentre le manifeste ‘eccezioni’ che si vorrebbe vedere subito come ‘miracoli’, non possono avvenire, perché ciò apparterrebbe all’obbligo della fede cui fossero rivolti, e gli uomini non avrebbero nessuna libertà di decisione di essere buoni o cattivi, quindi non diventerebbero meglio degli animali, i quali stanno sotto il Mio divino Giudizio del ‘devi’, e possono e devono fare solo ciò che Io permetto loro.

5. Gli uomini sono liberi da questo giudizio del ‘devi’, perché Io, la libertà illimitata, dimoro in loro ed Io stesso rispetto la loro libertà, affinché possano elevarsi a ciò che vogliono essere: o a figli Miei, oppure a figli del Mio polo opposto.

6. Se volete avere un Cielo terreno in voi e intorno a voi, allora siate senza pretese, soddisfatti in tutto, vivendo in pace con tutti gli uomini, siate pazienti e concilianti con i vostri nemici, adirati con nessuno, non rinfacciando a nessuno le sue debolezze, desiderando per tutti solo del bene, benedicendoli e pregando per loro, non chiedendo mai privilegi davanti agli altri, ma accontentandovi per amor Mio della situazione data e cercando soddisfazione solo in Me, il che consiste in questo: che voi per amor Mio abbiate sempre i vostri pensieri rivolti presso di Me, e vediate tutto come un’autorizzazione da parte Mia, che sia buona o cattiva..

7. Se è buona, allora ne avrete gioia, se è cattiva è per la vostra prova e purificazione, quindi ancora per il vostro meglio, affinché progrediate spiritualmente. Se considererete tutto in questo modo e praticherete così con il vostro prossimo, sempre con amore e armonia, allora vi creerete soddisfazione, e questo renderà gli uomini felici dappertutto, perché essi, vedendo la Mia guida e approvazione in ogni luogo e sentendosi uniti con Me, non desidereranno più niente che unicamente ciò che Io lascio pervenir loro, per purificarli spiritualmente, nobilitarli e spiritualizzarli, per essere accolti, un giorno, come perfetti nella Mia santa casa dell'Amore, ed essere assai felici.

 

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Cap. 77

Concentrare tutti i pensieri in Dio

Graz, 13 luglio 1901

1. Miei cari figli, la più alta perfezione dell'uomo sulla Terra è quando raggiunge la rinascita dello spirito, perciò l'uomo deve fare ogni sforzo per raggiungerla.

2. Nelle seguenti spiegazioni voi scorgerete la luce più alta che vi viene data per la nobilitazione e la spiritualizzazione proveniente dal Mio Amore:

- I ) Con ogni pensiero concentrato in Dio si apre un mondo pieno di meraviglie della più bella magnificenza. I pensieri portano mondi in sé, perciò si può conquistare un nuovo mondo con ogni pensiero. Per questa ragione si devono rivolgere tutti i pensieri dal mondo a Dio, e portare tutto il mondano che non sta sotto il peccato, in collegamento con Dio, coltivando dei pensieri che si occupino di queste cose così altamente spirituali, come gli inventori e gli esploratori che immergono profondamente i loro pensieri nell'oggetto del loro amore che essi cercano di conoscere, e così facendo vogliono effettuare l'invenzione o la scoperta.

- II ) Chi insegue un pensiero e tiene lontano da sé qualunque pensiero secondario, gli si aprirà sempre qualcosa di nuovo al pensiero principale e lo perfezionerà; perciò si deve tener stretto a quest’unico pensiero, muovendosi e impegnandosi solo in questo.

- III ) Se in questo modo si concentrano i pensieri in Me, allora Io divento l'invenzione che si vuol fare, e poiché ogni invenzione superiore richiede l’intera concentrazione dei sensi e dei pensieri, allora è ovvio che l'invenzione suprema richiede anche il massimo sforzo per raggiungere lo scopo che ci si è prefissi.

- IV ) Tu potrai metterMi in collegamento con tutto ciò che non contiene in sé, né peccato né cattivi pensieri, poiché devi sempre tener presente che Io, sebbene sono il Creatore di tutto, sono tuttavia altamente Santo ed elevato oltre tutto il materiale, e quindi significa aver rispetto e timore dinanzi a Me, dove il peccato e i pensieri cattivi Mi vorrebbero mettere in rapporto alla materia.

- V ) Ognuno può concentrare i propri pensieri quando comprende qualcosa con amore, e così anch’Io divento l'oggetto che deve essere afferrato da ognuno che si accinge ad ottenere la rinascita dello spirito con tutto l'amore e la concentrazione dei pensieri, se vuol raggiungere il suo scopo.

- VI ) Puoi indirizzare i tuoi pensieri al regno minerale, al vegetale o a quello animale, ma devi sempre metterMi in relazione con tutto e quindi anche con gli uomini. Infatti, non c'è nessun posto dove non sarei presente anch’Io, né da nessuna parte dove non sarei il Creatore e il Conduttore dell'oggetto o dell'essere, o da nessuna parte dove non sarei la linea di collegamento dall'uno all'altro. Ma perché questo è così, non avete bisogno di nient’altro che riflettere su cosa sia l'oggetto o l’essere, da dove proviene, per che cosa è lì, quale utilità porta all’uomo o al mondo, oppure quale compito deve assolvere nel mondo, e qui avrai abbastanza materiale per pensare. Tutti questi pensieri devono essere in collegamento con Me e devono essere esaminati profondamente, perché Io stesso creo tutto questo, guido ed è Mia proprietà ed è preso da Me; perciò Io stesso sono in ogni soggetto e in ogni essere come Colui che crea tutto, che guida ed è in questa o quella forma.

- VII ) Se ora sai tutto questo, allora sai cosa devi fare per adempiere la Mia Volontà, perché se sai che Io dimoro nell’interiore di ogni cosa e di ogni essere vivente come il Maestro che ha creato l’oggetto o l’essere, allora sai anche come devi trattare con l'oggetto o con l’essere, per non suscitare il Mio disgusto.

- VIII ) Proteggi perciò ogni oggetto e ogni essere così come se tu stesso ne sei il creatore, poiché nei fatti il tuo spirito è ben il creatore, ma la tua ragione e l’intelletto non ne sanno nulla finché pensano ancora materialmente. Nessuna anima umana può afferrare questo fino a quando non sarà completamente pura e trasparente. – La ragione materiale deve tuttavia accogliere questo in sé attraverso l'apprendimento, perché essa non è capace di una comprensione spirituale. Se però l'anima e il cervello materiale sono entrambi maturi per comprenderlo, allora c'è un'armonia reciproca complementare tra lo spirituale e il cerebrale, ovvero l’intelletto materiale, e quindi anche con la ragione, e questa comprensione spirituale, nel vero senso della parola, significa poi, l’uomo armonico.

3. Oltre a ciò, confronta e utilizza quanto è stato detto nel Libro delle preghiere’ sulla guida per la rinascita dello spirito.

4. Se tu concentrerai i pensieri su di Me e in Me nel modo sopra descritto, allora la sapienza e i pensieri materiali, come i carnali, un po’ alla volta moriranno in te e, quanto più ti immergerai in Me, tanto più i pensieri del polo opposto ti abbandoneranno, e alla fine scompariranno completamente, e in tal modo diventerai maturo per la rinascita.

5. Questa è la chiave principale per la rinascita. Oltre a questa, ci sono ogni genere di chiavi secondarie che appartengono alla chiave principale come completamento, come le differenti lezioni messe in evidenza.

 

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Cap. 78

La motivata sferza di Dio

Zurigo, 9 marzo 1905

1. Miei cari figli, un giorno nei Miei insegnamenti dissi: “Io non punisco nessuno, bensì l'uomo punisce se stesso con la non osservanza e con il mancato adempimento dei Miei comandamenti”. Un'altra volta si è parlato ancora della Mia sferza e delle punizioni che Io mando agli uomini. Ma qual è la verità?

2. Vedete, figli Miei, qui sono vere entrambe le cose, poiché i figli malvagi, scapestrati e depravati devono essere puniti, altrimenti vanno in rovina per Me.

3. C’è quindi solo un malinteso tra l’espressione ‘punizione’ e ‘correzione’. Gli uomini sulla Terra puniscono i malfattori secondo gli articoli di legge con le prigioni e le punizioni fisiche, facendo la qual cosa, però, alla fine non vien fuori nulla di buono, bensì il prigioniero o il punito diventa solo più temerario, più cattivo, più astuto, più prudente, e spesso anche vendicativo verso coloro che lo hanno castigato.

4. Presso di Me invece non ci sono punizioni secondo gli articoli di legge, bensì autorizzazioni ben ponderate delle condizioni, attraverso le quali l’uomo viene migliorato, e non punito alla maniera terrena. Questo lo si vede molto chiaramente nell'insegnamento sulla reincarnazione.

5. Ci sono però anche delle trasgressioni straordinarie contro di Me, il santissimo, inavvicinabile Dio per i grossolani peccatori, come anche contro la salvezza della propria anima, con le quali l'uomo si spoglia di tutto l’umano e diventa animalesco, infernale e diabolico, e quanto più a lungo viene lasciato in questo stato, tanto più cattivo, più insolente e perciò anche più satanico, diventa, così da diventare un essere completamente inservibile per i sacri scopi dei Miei figli.

6. Talvolta tali soggetti infernali devono lasciare all’improvviso la scena della loro attività, per non diventare ancora più cattivi, oppure per non portare anche altri alla caduta. Potete vedere questi casi dalle Sacre Scritture che sono annoverati nel libro "Amore" volume 1, pagina 60[147].

7. Sorge la domanda: sono Io un giudice punitivo, oppure no, dal momento che gli incarcerati ricevono il loro salario? – Voi dite: "Quel padre che non punisce i suoi figli quando meritano una punizione, non è un padre, bensì un educatore buono a nulla che, invece di educare i figli a uomini buoni, li educa solo a cattivi". Perciò Io devo anche punire, ma non nel falso senso terreno, bensì nel senso divino. Io allevo e miglioro i Miei figli depravati anche se con mezzi differenti, spesso molto amari e dolorosi; mentre gli uomini, specialmente i giudici degli articoli di legge, puniscono ma non li migliorano, e perlopiù li peggiorano solamente.

8. La Mia ira è ‘zelo d’Amore’; – la Mia collera è ‘zelo per la verità’; – le Mie punizioni sono ‘punizioni per amore affinché gli uomini non periscano’, e sono queste le Mie amorevoli conduzioni per il discernimento dei figli che percorrono vie sbagliate, affinché non peggiorino sempre di più e diventino più tenebrosi e più diabolici nei loro vizi. Quindi, comprendete le Mie punizioni e la Mia sferza, e allora riconoscerete la differenza tra la punizione di Dio e quella dell’uomo, e capirete la Mia massima "Io non punisco nessuno", sebbene vediate giornalmente punizioni e prigionieri del Mio Amore che Io guido e miglioro tramite le molteplici vicende della vita, e così li educo a diventare uomini. Amen!

 

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Cap. 79

Amore, umiltà e pazienza in Gesù

Graz, 5 gennaio 1903

1. È soprattutto l'Amore che ha il suo punto focale in Dio, perché Dio è l'Amore e, in altre parole, è un Amore così consumante, che brucia tutto, sia come fuoco materiale e se ne appropria, sia anche spirituale che brucia tutto il resto nell'uomo, e lo subordina al suo amore.

2. Così vedete Me, vostro Padre Gesù che, per amore di tutti voi, ho rinunciato alla Mia divinità e sono diventato Uomo per rendervi uguali a Me. Il Mio Amore vi abbraccia e vuole attirarvi a sé, perché l’Amore è proprio il Padre vostro.

3. Con questo Amore Io ho creato il mondo e l’ho coltivato e nobilitato fino a quando non è diventato adatto per voi per farvi dimorare. Ho sacrificato milioni di anni a questo processo del ‘divenire’, fino a quando non si è nobilitato per diventare un luogo di dimora per i Miei figli. Da ciò potete valutare la pazienza e la perseveranza del Mio Amore. – Esso non ha limiti, e quando i figli iniziarono ad allontanarsi da questo Amore e a percorrere vie sbagliate, allora ebbe pietà di loro, discese dalla Sua magnificenza celeste e si umiliò, insegnò loro a percorrere le vie della salvezza eterna, e poiché tutto questo non era ancora abbastanza, intraprese la cosa più estrema, si lasciò crocifiggere per i Suoi figli, da un lato per conseguire la loro conoscenza e gratitudine come reciproco amore, e dall'altro per espiare per loro il peccato originale che fu commesso attraverso l'arrogante disobbedienza al comandamento divino della castità, e render loro, nuovamente libera, la via che porta al Padre .

4. Questo atto della crocifissione è stato qualcosa di così infinitamente grande, che non lo afferrerete mai come Mi è stato possibile prendere su di Me, il supremo Dio, il Creatore e Signore dell’Universo, questa sconfinata umiliazione, cosa che voi avreste dovuto fare per voi stessi, per riconquistare la figliolanza di Dio. Sì, Io vi dico che i dolori dell'incoronamento (di spine) furono così terribilmente dolorosi e penetranti, che l'intero inferno ne tremò, perché ciò valeva per la sua distruzione. L’incoronamento lo ha elevato ed ha dovuto percepire che (un tale dolore) era stato accettato e sofferto per il suo annientamento, cioè per la liberazione degli spiriti infernali.

5. Quale umiliazione sia stata per Me di fronte agli arroganti farisei, non lo potete valutare; lo comprenderete solo non badando alla magnificenza e alla Santità della Mia divinità come conoscitori approfonditi di tutto ciò che sono Io. Tuttavia, questo si può fare solo quando ci si è elevati tanto in alto, da comprendere Me, l'inafferrabile Dio infinito, quindi solo con la terza rinascita, che avrà luogo dopo un periodo infinito di eternità, quando diventerete puri in tutto come il più puro cristallo.

6. Il Mio Amore è la più pura Luce spirituale primordiale, e da questa, tutte le altre virtù e caratteristiche in Dio sono cresciute e si sono legate reciprocamente. Guardate solo quale pazienza ho con voi, e tuttavia il Mio Amore non si è mai offeso a causa vostra, sebbene Mi causiate molte avversità, considerando che non Mi seguite e continuate a percorrere vie sbagliate.

7. Ma per sapere come potete camminare dinanzi a Me giustamente e secondo la Mia Volontà, la prossima volta voglio darvi alcune indicazioni speciali.

 

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Cap. 80

Quale comportamento verso il prossimo

Graz, 3 e 5 febbraio 1901

1. CredeteMi: come procedete verso gli altri nonostante le Mie chiare parole, così procedete verso di Me, considerando che al momento giusto non riflettete ancora che Io stesso sono il vostro prossimo, il Quale vi giudica secondo i vostri pensieri e le vostre azioni. – Chi altri, se non Io, devo ascoltare tutto quello che dite su questo o su quello? E tuttavia sono Io stesso Colui che ascolta secondo lo spirito, quand’anche non secondo l'anima, e questa è comunque la Mia sposa, e uno sposo non vuol sentire insulti sulla sua sposa. Perciò lasciate in pace gli uomini, e ognuno guardi i propri errori, debolezze e mancanze, affinché siano eliminati!

2. Chi vuol essere Mio discepolo deve rispettare le Mie parole come sacre, e vivere e operare sempre di conseguenza, e non solo per un certo tempo.

3. Chi procede verso la rinascita ed ha o riceve la ‘Parola interiore’, deve tacere su ciò che gli dico, che gli prometto, che faccio, oppure gli do specificamente, e… non deve spifferare tutto, poiché, a che serve? Perché deve essere così? Se nessuno glielo chiede, allora neanche racconti senza che gli venga chiesto e senza il Mio permesso.

4. Sii sempre accorto a quello che dici e fai, onde non risvegliare in te i vizi mondani.

5. Considera che tutto ciò che è fatto da mani umane o dagli animali, sono Io l’Architetto e il Maestro dell’opera, dal momento che ho dato Io l'intelligenza e la forza per fabbricarlo, per costruirlo, ovvero organizzarlo, e quindi sono Io il Maestro che lo ha prodotto compiutamente attraverso i suoi strumenti, perciò tutto ciò che è prodotto è opera Mia, una creazione tramite i Miei strumenti.

6. Tuttavia, tutto ciò che qui cresce o si muove, perché creato, è da considerare come creatura, e certamente Io stesso ho dato ai pensieri la forma della creatura: spirito, anima e corpo, tanto nella pianta come nell’animale; che si tratti di un fiore, di un albero, di un'erba o di qualsiasi altra pianta, e così anche negli animali bipedi, nei quadrupedi e in quelli con più zampe, come anche striscianti o nuotanti, dappertutto c’è la trinità: la forma visibile dell'oggetto o dell’essere, in questa vi è l'anima (cioè lo spirito animico), e nel cuore di questa sono Io stesso come Spirito e Conduttore della vita, come nell’intero Universo. Perciò considera tutto ciò che cresce o si muove, come pensieri divini in questa forma, nella quale Io Mi rappresento, come Guida, in ciò che ancora deve essere coltivato e nobilitato.

7. L'acqua, la terra, le pietre e i minerali, invece, sono la materia spirituale grossolana, che viene coltivata, nobilitata e raffinata da Me, per essere alla fine trasformata in spirituale.

8. Vivi così da diventare un modello di vita per te stesso e per tutti gli uomini. – E tuttavia, per vivere in questo modo, è assolutamente necessario considerare il mondo sul quale vivi com’è nella verità primordiale e quindi: Ogni uomo è tuo fratello ed è una divinità nell’essenza del suo io, perché Io stesso sono il suo spirito!

9. Consideralo come Padre tuo Gesù che, come Portatore della materia, è la sua guida e il santificatore. Pertanto, abbi rispetto di ogni essere umano, mostragli rispettosa riverenza nel senso del suo io interiore, sii cortese e comportati virtuosamente dinanzi a lui come se Io stesso, Gesù, fossi dinanzi a te, poiché effettivamente Lo sono, ma invisibile agli occhi carnali.

10. Qualunque essere umano è il tuo prossimo ed è il tuo Dio, Gesù, Jehova Zebaoth, anche se l’involucro esterno è rozzo, brutale, malvagio e affetto da tutti i vizi. Questo, nella preparazione, trasformazione, nobilitazione e spiritualizzazione, è proprio solo materia animata, mentre l’essenza della persona è il vivente Dio stesso che vive e tesse, diviso in innumerevoli persone nell'Universo, ed è tuttavia un solo Spirito dell'Universo, essendo solo la moltiplicazione dell'unico Dio che nobilita, spiritualizza e divinizza l'anima caduta dello spirito primordiale Satana, e quindi la riconduce allo stato originario.

11. Se vedrai così in ogni uomo la rappresentazione materiale e spirituale del tuo Dio, allora ti sarà possibile trattare amorevolmente e voler bene tutti gli uomini, anche se, a causa della loro ignoranza, non vivono e non agiscono secondo l'insegnamento. Tutto ha il suo tempo, e quindi anche gli uomini malvagi diventeranno un giorno angeli e arcangeli. Mostra loro rispetto e venerazione, perché Io sono la Vita della loro essenza, perché solo a Me deve essere mostrato il rispetto e la venerazione attraverso le persone.

12. Certamente ci si deve guardare dagli uomini malvagi, ma non dimenticare mai che Io in loro sono la Vita interiore, che vedo e osservo tutto ciò che accade.

13. Ai figli si deve voler bene come l’io futuro, guidarli, indirizzarli a Me e trattare con loro onestamente, senza mai dimenticarli né maltrattarli, né abusare di loro o far loro del male senza motivo, poiché Io sono lo stesso Dio anche in loro, come Lo sono in un arcangelo o negli uomini migliori, che vedo e guido tutto.

14. Non si deve mai dire qualcosa di spiacevole o addirittura di cattivo agli uomini quando loro sono assenti, poiché non soltanto l’ascolto Io, come lo ascolta lo spirito dell’uomo stesso, bensì lo ascolta anche l'anima di un simile uomo, perché l'anima di ogni uomo vede e sente tutto ciò che la riguarda. Pertanto, guardati dal criticare e dire qualcosa di spiacevole nei confronti di una persona, poiché questo non è carino né piacevole, né a Me, né allo Spirito, né all'anima della persona interessata, e porta alla freddezza spirituale, all’incontro spiacevole, al fuggire dalla persona, alla discordia, all’odio e alla vendetta, perché l'anima vede e sente ciò che la persona in questione dice e fa contro di essa. Se questo fosse noto anche al cervello, allora il mondo sarebbe il più puro inferno della discordia, della vendetta, della persecuzione e dell’oppressione. Questo è stato risparmiato al mondo. Nell’aldilà, oltre la tomba, dove tutto viene alla luce del giorno, c'è poi il salario e il pareggiamento per le colpe nascoste e palesi fatte al prossimo.

 

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Cap. 81

I sette spiriti dell'umiltà

Graz, 8 dicembre 1901

1. L'umiltà è una superiore virtù divina[148], essa è il fondamento per l’edificazione di tutte le virtù, specialmente dell'amore, nel quale il Padre tuo spirituale ti riconosce come figlio Suo. Senza umiltà non c'è progresso nello spirituale, perché la virtù opposta all'umiltà è l'arroganza, e questo è il peccato principale di tutti i peccati.

2. Nel ‘linguaggio dei fiori’ l’umiltà è rappresentata dalla violetta. Osservate una violetta, essa è un fiorellino ordinario, ma il suo profumo è molto apprezzato da tutti. Così è anche il caso con l'umiltà, poiché con questa, l'uomo conquisterà dappertutto il cuore degli uomini come lo conquista la violetta. Perciò coltivate l'umiltà, poiché è la violetta celeste nel cui colore, forma e profumo, voi tutti riconoscete che siete figli dell'eterno Amore e Umiltà. Ora separiamo questo fiorellino celeste nei sette spiriti dell’umiltà:

I )       L’umiltà verso Dio.

II )      L’umiltà verso il prossimo.

III )    L’umiltà verso i superiori.

IV )    L’umiltà verso coloro che sono meno elevati di te.

V )     L’umiltà verso i nemici.

VI )    L’umiltà verso i tuoi pari.

VII )   L’umiltà verso Dio nelle avversità della vita.

3. Primo: l’umiltà verso Dio. = Abbi cura di fare questo con tutta diligenza, poiché devi somigliare a Me, al tuo celeste Padre spirituale. Devi diventare perfetto come Lo sono Io, altrimenti rimarrai indietro nello spirituale e non potrai ereditare tutto ciò che ho preparato e destinato per te. O figli! Il vostro compito è grande, voi dovete diventare déi, creatori e principi, ma non vi posso stabilire nella vostra eredità prima che ne siate capaci, perché voi, quali strumenti inadatti, invece di rendere felici, rendereste solo infelici le creature affidate a voi. Coltivate perciò l'umiltà, questo fiore celeste così meravigliosamente profumato, affinché Io possa avere gioia in voi e beneficiarvi con doni e grazie.

4. Leggete i capitoli 298 e 299 nella storia della Mia giovinezza[149], con cui vi ho dato l'esempio della Mia vita per farvi sapere come si deve combattere contro i vizi.

5. Secondo: l’umiltà verso il prossimo. = Vi ho dato una grande luce su differenti lati dell'umiltà nel ‘Libro delle preghiere’, pertanto, vogliate rileggere anche questo libro, per sapere tutto ciò che il Mio Amore vi lascia pervenire. Nondimeno, poiché sono inesauribile in tutto, ascoltate da Me ciò che ho ancora da comunicarvi:

6. «Il vostro prossimo non è nessun altro se non Io stesso, sebbene la veste animica di Satana Mi nasconde dinanzi a voi. Una volta che ho riscaldato questa tenebrosa veste con il Mio santo Sole che dimora nel cuore della vostra anima, e attraverso l'amore e l'umiltà verso di Me nel prossimo, esso compenetra tutta la nebbia e le nuvole scure della vostra inclinazione al peccato, allora vedrete che il paradiso si mostrerà nel vostro cuore già sulla Terra e invierà i suoi impulsi felici verso l'esterno, e così l'uomo sarà felice e tornerà di nuovo alla Casa paterna che egli, nel suo mondanismo, ha lasciato come una parte del figliol prodigo Satan, di cui egli porta la veste animica, e lo riporterà spiritualizzato e nella luce della Divinità!».

7. Terzo: l’umiltà verso i superiori. = È molto difficile all’uomo abbassarsi dinanzi ai suoi superiori e umiliarsi, ma questa umiliazione è una scuola per chi è disposto a coglierla. Certamente ogni uomo, dal più alto fino all'ultimo, è tuo fratello, ma vedi: ci devono essere anche dei superiori a guidare i meno progrediti e condurli a Me. Al tempo attuale ci sono diversi superiori che amministrano la propria professione o le loro faccende con superbia, e chi deve servire deve far loro umili apprezzamenti ed eseguire i loro ordini senza obiettare né replicare.

8. Questa umiltà che necessita dimostrar loro, si deve sacrificare umilmente a Mio onore, e fare in silenzio e devozione ciò che si deve fare. Per quest’umile comportamento da parte vostra siete visti volentieri dai vostri superiori e ben accreditati e retribuiti. Questa è quindi la ricompensa terrena. – Se però sopportate tutto per amor Mio, e in umiltà verso di Me accettate ogni inconveniente con pazienza sacrificando la vostra condizione per onor Mio, vedete, allora avrete prenotato la ricompensa spirituale secondo la misura divina preparata da Me per voi, la quale non vi mancherà quando il vostro tempo dell’umile tolleranza sarà passato e verrete da Me per ottenerla.

9. Ci saranno dei superiori come guide dei fratelli e delle sorelle, sia nel materiale che nello spirituale, come anche nel regno di Dio dell'Amore sulla Terra[150], poiché, dove deve esserci un ordine, là deve esserci anche l’ordinatore, altrimenti ognuno farebbe ciò che pensa sia buono. Considerato che le vostre attitudini sono di sette specie, perciò devono anche esserci dei non principianti che guidino ciascuno e tutti, secondo la Volontà del Mio Amore, altrimenti sorgerebbe presto discordia, contrasti e mancanza d’amore.

10. Perciò siate umili già adesso, affinché possiate costruirvi il Cielo nel cuore. Infatti, fino a quando non imiterete le Mie Virtù divine e non seguirete le Mie parole, non posso venire da voi per rendervi felici!

11. Quarto: l’umiltà verso coloro che sono meno elevati di voi. = Portare costoro in una vera relazione è possibile solo a chi osserva i Miei insegnamenti di vita spirituale e si sforza con tutto l’ardore di metterli in pratica. – Non dovete mai valutare il meno elevato di voi secondo l’abito, secondo il corpo e l’educazione, bensì secondo lo spirito che ha stabilito la sua dimora in lui. E questo Spirito sono Io, il vostro Dio, il Creatore, Giudice, Signore e Padre. Considerate i poveri e gli ammalati da questo punto di vista come ve l’ho reso noto così meravigliosamente nel ‘Libro delle preghiere’ (cap. 18 e 19). Colui che guarda la vostra umiltà e pesa e annota tutto sulla bilancia d’oro, vuol darvi la ricompensa secondo la vostra opera, quando arriverete a questo Spirito lasciando il temporale.

12. Quinto: l’umiltà verso i nemici. = Vedete, cari figli, questo è un capitolo della vita spirituale; umiliarsi perfino verso i nemici! – E questo accade quando l’uomo si schiera in modo indipendente contro il nemico e tuttavia lascia prevalere anche l’umiltà, invece di opprimere l'avversario con la forza dell'evidenza e della superiorità spirituale, per svergognarlo. Qui non si tratta di bravura, bensì della maturazione della virtù dell'umiltà, per elevarsi più rapidamente nelle regioni spirituali superiori e venire più vicino a Me.

13. L'amore in voi sia umile, perché Io, vostro Dio e Padre, vivo là dentro. – Invece la sapienza è altezzosa, e quindi è il Mio polo opposto, il Satan in voi! Siate perciò umili e pieni d’amore in ogni occasione, anche se la vostra carne satanica dovrà soffrire un po' per la vergogna; tuttavia, in cambio, la Divinità trionferà in voi, e solo Questa dovete servire, e crocifiggere costantemente il Satan in voi.

14. Sesto: l’umiltà verso i tuoi pari. = Considera il tuo prossimo che ricopre la stessa carica, che ha la stessa fede e, come te, sta nella stessa posizione in tutto, non indifferente, ma benevolo, premuroso e umile! Non a causa sua, bensì è a causa della tua umiliazione dinanzi a Me che vivo in lui, parlo e opero (verso di te) in tutto ciò che è buono.

15. Settimo: l’umiltà verso Dio nelle avversità della vita. = Vedete, figli Miei, Io vi mando alcuni inconvenienti nella vita per sopprimere la vostra ostinazione e rendervi più spirituali. In realtà, non Io mando malattie e disgrazie agli uomini, bensì, sono le conseguenze di uno stile di vita disordinato. Nondimeno, il fatto che lo permetta, è perché in tal modo l’uomo viene nella Mia scuola spirituale, dove lo purifico e lo faccio riflettere sulle cause della malattia e dell’avversità, ed egli, legato al letto, guadagna tempo per pensare a Me, ai Miei insegnamenti e alle conseguenze di una vita impenitente, dove una morte temuta, il giudizio e l’inferno, mostrano le loro fauci per divorare il peccatore.

16. Siate sempre umili verso di Me, invece di mugugnare, poiché è una grande grazia da parte Mia proteggervi dall'abisso dell'inferno. Che ora si tratti di malattia, di perdita di denaro o di un’altra avversità, perché tutto questo appartiene alle prove della carne e alla scuola della purificazione degli uomini nel mondo, voi non ne vedete le cause spirituali, e vi adirate, mormorate e vi lamentate per il vostro destino, mentre Io non permetto nulla che non sia per il vostro vantaggio.

17. Molti uomini vengono sulla Terra da altri mondi stellari, planetari e solari, per cercarMi e trovare il Padre loro; invece qui incappano nella scuola di Satana e diventano essi stessi diavoli e arcidiavoli e corrotti da cima a fondo. E qui accade spesso che lascio venir su di loro ogni possibile afflizione per salvarli dall'inferno.

18. Perciò rimanete quieti, pensate a Me quando non vi accade secondo la vostra volontà e, umilmente, sacrificate tutto per l’onore a Me, e un giorno, per la vostra glorificazione, nella luce dell'Amore divino in voi e intorno a voi, (ri)sorgerete al trono della Mia Santità in Dio.

 

 

81/1 - Ulteriori insegnamenti sull'umiltà – L’esempio dei cretini

Graz, 16 febbraio 1901

19. Se l'uomo riconosce di essere un fratello per ogni suo simile, allora è sviato da opinioni dissidenti che la sapienza gli procura volentieri. L'uomo, come figlio di Dio, dato che Io sono Dio, il Padre spirituale di tutti voi, è fratello di tutti gli uomini nel mondo, siano essi ricchi o poveri, istruiti o non istruiti, belli o brutti nell’aspetto, poiché l’aspetto brutto è la conseguenza della poca cura dell'amore e della sapienza nella sua vita precedente. E come l'uomo era interiormente prima della sua reincarnazione, ora gli mostra sul suo corpo gli stessi segni caratteristici della bruttezza spirituale. – Come esempio di questa triste verità, vi serva il seguente fatto:

20. In Stiria ci sono molti cretini o idioti, in carinziano sono detti "tocker", che in parte vengono derisi, e in parte compatiti. Questi poveri idioti nella loro vita precedente, quando vissero nel mondo l'ultima volta, erano molto apprezzati come scrittori, come ballerini, come attori e come uomini facoltosi orgogliosamente talentati, e in genere erano uomini di spirito e di una cultura superiore. Tali individui, invece di utilizzare questi talenti per il bene e per la felicità degli uomini, per guidarli spiritualmente a Dio, li hanno fatti maturare solo per l'inferno. Alla fine venne la morte, li seppellirono con grande onore e grande sfarzo e si parlò e si scrisse molto dei loro talenti e delle loro virtù.

21. Diversamente andò nell'aldilà per questi defunti: giunti là, essendo privi di tutte le virtù che portano a Me, ma pieni di peccati e crimini che avevano commesso ai loro simili con le loro vite, furono condotti all'inferno. Vissuti qui sulla Terra come animali, morirono come animali, perciò all’inferno furono trasformati in animali, perché nella vita erano dediti ai loro vizi, dal momento che in essi non era presente nulla di divino.

22. Dopo una straziante lunga vita nell’infernale regno dello spirito, Mi impietosii nuovamente di loro e li lasciai provare una nuova reincarnazione, nella quale essi han potuto vivere più come animali che come uomini: derisi e bistrattati dai piccoli, evitati e compatiti dai grandi e anche temuti.

23. E vedete, un tale cretino nella vita precedente era un talentato, una persona molto in vista, ma che aveva usato male i suoi talenti nell’arrogante sapienza per la rovina spirituale del prossimo. Egli deve attraversare una nuova reincarnazione per diventare nuovamente una persona normale, per raggiungere il suo scopo spirituale che conduce a Me.

24. L' umiltà è quella virtù che vi è prescritta, tanto quanto l'amore, poiché l'umiltà è una delle principali virtù che richiedo da voi, perché la sua virtù opposta, come osservato sopra, è l'arroganza o il Satan in voi. Si badi perciò che in Cielo l'amore e l'umiltà pervadono tutti gli uomini e li rendono reciprocamente cari e preziosi. Coltivate quindi l'umiltà, poiché è il fondamento dell'amore che vi innalza in quelle regioni luminose dello spirito, dove Io, Padre vostro Gesù, troneggio come Re degli spiriti dell'Amore.

 

 

81/2 - La lotta della vita ottiene la vittoria se fatta con l’umiltà

 

(parla Schumi): “Dopo la lettura del dettato a Gottfried Mayerhofer del 11.12.1871 qui di seguito, anche noi abbiamo avuto un dono di Natale da parte di Dio”

*

25. [“Giardino dei giorni di festacap. 5,3]: «Non senza motivo avete intitolato questa festa "Natale"[151]. – Sì, fu una notte consacrata in cui Mi sono consacrato a voi e all’intera umanità troppo amata come vittima dell'umiliazione, rivestendo Io, l'infinito Signore della Creazione, una fragile veste corruttibile che, tra milioni di altri esseri viventi, è molto inferiore al più alto tipo di una forma umana, poiché negli altri mondi – per quanto riguarda l'esteriore – molti sono così dotati, che l'uomo terreno appare solo come una lieve, debole imitazione di coloro che, come immagine del Mio proprio Io, ho effettivamente messo in questa forma. E tuttavia, anche se gli uomini viventi su altri mondi superano di molto gli abitanti della Terra, solo questi ultimi sono destinati, sotto l’aspetto spirituale, a qualcosa di molto più grande, rispetto a quelli viventi nei mondi e nei soli paradisiaci, – poiché mentre a quelli sorride un'eterna primavera, vivendo in condizioni che la vostra forza d’immaginazione terrena non è in grado di raggiungere – a loro manca comunque la chiara conoscenza del Mio Io, della Mia Creazione spirituale e del Mio Amore paterno. Essi sono buoni, perché nulla di cattivo li induce al contrario; riconoscono un essere supremo, sprofondano di riverenza dinanzi a Lui, ma nessuno di loro osa pensare che quell'Essere superiore possa stringere un essere da Lui creato al Suo petto paterno e dargli il dolce nome di ‘figlio’! Questo è stato riservato solo a coloro che si devono conseguire tale posizione attraverso la lotta e la vittoria, affinché possano diventare un giorno, figli di un Dio. Quindi, dove c’è questa scuola di formazione di tali figli, accanto alla massima possibile elevazione spirituale, doveva esserci anche l'opposto, l’umiliazione più grande possibile oppure la caduta dal bene, affinché tra tali estremi fosse possibile un procedere verso il miglioramento, una vittoria su tutti i possibili ostacoli…».

*

26. La base dell'amore è l'umiltà, attraverso la quale non vi vanterete o vi stimerete mai altamente, bensì per amore concederete sempre il diritto al prossimo e, dov’è possibile, un privilegio; in tal modo li attirerete al vostro cuore quali vostri ben affezionati amici e fratelli, i quali poi faranno la stessa cosa verso di voi.

27. Come però viene imitato tutto il male, anche tutto il bene lo è, e così attraverso di voi essi risplenderanno tramite il vostro buon esempio, e li renderete benefattori inconsapevoli per voi e per il prossimo.

28. Una volta che avrete raggiunto questo, allora è tempo di avvicinarvi a loro e insegnare come possono portare il bene per l'utile, per il raggiungimento della beatitudine, il che toccherà poi a voi come insegnanti, e a loro come seguaci, per la vita eterna.

29. Voi domandate: “Padre, dicci: come e dove dobbiamo umiliarci?”. – Bene, voglio mettervi in chiaro dove l'umiltà prende il suo inizio. Voi pensate che Io pretenda l’umiltà e la subordinazione solo davanti ai vostri superiori o davanti alle personalità elevate? Oh, no, poiché a questo siete costretti per i vostri vantaggi personali o politici, o per sentimenti doverosi di sottomissione o meschinità. Come potete vedere, l'umiltà non comincia lì, bensì da qualche altra parte, vale a dire, dove pensate che vi si debbano presentare i complimenti, adulazioni e ringraziamenti per ciò che è buono e nobile fatto al vostro prossimo, lì dovete confessare pubblicamente che voi siete solo strumenti dell'Amore divino agli uomini, e che ogni onore ed espressione di gratitudine deve essere data solo a Dio, poiché in voi Egli ha versato dei nobili pensieri per operare attraverso di voi. Vedete, cari figli, se fate diversamente, allora i pensieri mondani e le opinioni sono dell’orgoglio, i quali non si uniscono con il Mio insegnamento dell’Amore sull'umiltà.

30. Se incontrate un mendicante per strada o in qualsiasi altro luogo, e vi chiede qualcosa, non consideratevi come coloro che hanno e che perciò possono anche dare, ma considerate i poveri come fratelli nello spirito e fate loro del bene come se lo faceste a Me, ma in maniera così umile tanto da immaginarMi in questo aspetto lacero e povero. Allora avrà un valore completamente diverso presso di Me, poiché di fatto, Io dimoro nel cuore dei poveri e guardo attentamente le vostre azioni e il vostro cuore quando li beneficiate, e vedo con quali sentimenti di compassione e di umiltà donate agli stessi!

31. Se un mendicante, un nomade o una qualsiasi altra persona poco simpatica vi chiede un’informazione per strada o in qualsiasi altro luogo, e se ci sono persone intorno a voi oppure no, è lo stesso, dovete ascoltare la persona e rispondere con tutta la necessaria cortesia alla domanda a voi posta, e aiutarla ad uscire dalla difficoltà al meglio delle vostre conoscenze e capacità, poiché dovete pensare che anche questa persona è vostro fratello o vostra sorella, perché è figlia Mia, e che Io, il supremo Signore e Dio, non Mi vergogno di dimorare in lei. Di conseguenza, anche voi non dovete avere nessun motivo a considerarla più insignificante di voi stessi. Così dovete trattare il vostro prossimo e adempirete il Mio comandamento dell’amore verso il prossimo e verso l’umanità, se accanto a questo seguite anche il dovere della carità già noto dalla Bibbia (Mt. 25,35-40).

32. Se si conduce una vita bella e irreprensibile, non ci si deve mai ostentare dinanzi al mondo e farsi lodare, perché questo passa facilmente nell'orgoglio e sopravvalutazione di se stessi.

33. Non far notare che puoi, che comprendi e sei in grado di fare di più dei tuoi fratelli, bensì considerali uguali a te, alla tua conoscenza e al tuo sviluppo, affinché l'orgoglio e la megalomania non ti afferrino e ti scaraventino poi nell’inferno spirituale.

34. Sii soddisfatto di tutto ciò che il tuo prossimo fa a te, e giudica le sue opere non con la sapienza dell’intelletto mondano, bensì con l'amore del cuore e dell'umiltà, poiché le spiacevolezze del prossimo sono per te le tentazioni per temprarsi in buone virtù.

35. Non badare mai alle lusinghe dei fratelli o delle sorelle, se queste non sono conformi alle richieste dell'amore per Me.

36. Sopprimi il sorgente orgoglio quando gli altri apprezzano e riconoscono il tuo lavoro, la conoscenza, la sapienza e le tue buone qualità, o addirittura ti lodano o ti lusingano. Un teosofo deve essere umile, e ogni lode che gli vien fatta deve sacrificarla subito in onore a Me, e inoltre deve pensare: ‘Io non sono niente senza di Te! Tu invece, sei tutto in me come Spirito di Dio. Quindi, ogni lode e ogni elogio valgono solo per Te, di cui io ho tutto e sono per quello che Tu mi hai fatto diventare’.

37. Non considerare le tue conoscenze, le buone qualità e i progressi con la sensazione di essere più del debole e del peccaminoso fratello tuo. – Potresti aver pregi e vantaggi, ma non farglielo notare! Al contrario, le tue virtù spirituali devono trasparire nel fatto che sei il fratello più affabile, più umile, più premuroso, più misericordioso, più altruista e più amorevole per attitudine interiore, e non per costrizione, poiché la costrizione non deriva né dall'amore né dalla libertà, le quali devono governare il cuore dell’uomo.

38. Nessuno si deve sognare di valere presso di Me forse più degli altri Miei figli, non importa quanto siano ancora mondani, perché un tale pensiero approda già nell’orgoglio.

39. L'umiltà è quando qualcuno riconosce i suoi errori commessi, si pente e, per amore per Dio, non li commette più.

40. Non aver voglia di dominare sugli altri, poiché il dominare genera orgoglio e presunzione, e questo ti porta all'inferno, ma prega Dio, il Padre, per l'umiltà di servire gli altri e di essere subordinato a loro.

41. Non bramare le ricchezze, perché queste attirano gli uomini troppo volentieri al mondo, all’avidità dei piaceri e quindi all’effeminatezza[152], per mezzo delle quali l’uomo diventa incapace di combattere contro il mondo e contro le sue tentazioni, le quali erigono per l'aldilà l'inferno nel mondo; bensì, accontentati di poco, affinché tu venga dispensato dalle tentazioni, poiché è meglio camminare povero nel Cielo, che ricco nell'inferno.

42. Il denaro è la base per tutti i tipi di debolezze umane, perché per soldi si può avere tutto, perciò il suo nome è “mammona”, il secondo dio o il vero anticristo nel mondo.

43. Chi ha del denaro e sa di averlo, sa di avere la precedenza ovunque, sa che tutti gli fanno i complimenti a causa dei soldi e lo preferiscono in tutto. Tuttavia, questo rende l’uomo presuntuoso, poi arrogante, prepotente, vendicativo, se non è il primo e altri sono preferiti a lui. Inoltre, la ricchezza non rende soddisfatti; al contrario, rende insoddisfatti, perché i ricchi desiderano sempre più denaro, e la ricchezza del mondo intero non li soddisferebbe. Perciò non auguratevi molto denaro o ricchezza senza necessità; siate soddisfatti con poco, affinché possiate servirMi più facilmente e prendervi cura della salvezza della vostra anima, così che un giorno non vi vada come al ricco del Vangelo, al quale Io dissi: «È più facile che una gomena[153] passi dalla cruna di un ago, che un (tale) ricco entri nel Regno dei Cieli».

44. È certamente gradevole possedere ricchezza, ma di solito in essa s’introduce la morte dello spirito, ovvero l'inferno; quindi è meglio rimaner poveri nelle ricchezze del mondo, ma ricchi nelle opere d'amore, poiché le prime passeranno, le seconde dureranno eternamente. Tuttavia, nessuno può servire due padroni, dal momento che ognuno pone una richiesta diversa al servitore, poiché l’unico Padrone sono Io, Gesù, l'altro è Satan, ovvero il mondo coi suoi stimoli e diletti materiali che portano all'inferno. Questo vi deve essere detto affinché non siate avidi di danaro, non siate attratti dalla mondanità e vi rendiate morti per lo spirituale, vale a dire per il Cielo, essendo messi nel mondo proprio per questa ragione: per guadagnare il Cielo!

45. Non farti largo per splendere come primo, ma occupa piuttosto il posto più basso, perché chi innalza se stesso sarà abbassato, chi invece abbassa se stesso sarà innalzato.

46. Cerca sempre di portare in adempimento la Volontà di Dio in te; poiché il Signore tuo Dio deve dominare in te e con te, affinché ti renda idoneo a diventare un giorno un erede dei Suoi beni e dei Suoi mondi.

47. Cerca sempre di adempiere la Volontà divina, allora la quiete e l’armonia faranno il loro ingresso in te, perché lo spirito del Padre tuo in te e con te si compiacerà e diventerà una cosa sola con te.

48. Esaminati precisamente se hai già superato abbastanza la scuola dell'umiltà, se ti trovi nelle condizioni di stare accanto all’uomo offensivo come un piccolo dio (perché anche lui porta in sé una scintilla divina) – per amor Mio e amarlo a causa Mia – e in caso di necessità ripagare il male col bene, perfino se costa sacrificio e rinnegazione di te stesso, per puro amore per Colui che per voi ha sacrificato la Sua vita terrena sulla croce con tutto il disprezzo del mondo.

49. Vedete, Miei cari figli, innanzitutto dovete esaminare attentamente la scuola dell'umiltà; Io desidero tutto questo! Sì, non è così facile diventare ‘figlio Mio’, – le migliori medicine sono quelle amare, ma con il Mio aiuto, l'uomo supera tutto, e se oltre a ciò c'è la ferma volontà, allora la Mia benedizione non è mancante!

50. L'umiltà del cuore, Miei cari figli! La prima cosa di cui l'amore ha bisogno come fondamento è la vera umiltà del cuore, la quale inizia prima in se stessi (con l’auto conoscenza), per cui il cuore sente la sua totale incapacità di volere fuori da sé, di raggiungere ciò che è buono senza l’assistenza dall'Alto. Il vero umile sa che la sua volontà non vuole essa stessa la cosa giusta, bensì viene guidata dalla grazia come se fosse egli stesso; perciò tutto accade sotto la Mia influenza.

51. Chi quindi in futuro è giunto alla comprensione che tutta la crescita spirituale avviene tramite la Mia influenza, e chi, attraverso dei mezzi esteriori, sia con l'insegnamento o con le relazioni con i figli di Dio, è giunto prima a questo punto di vista, e quindi si sente spinto a rivolgersi a Me, lo illuminerò sulla sua stessa incapacità, e perciò gli sarà data la prima parte della grazia, la quale costituisce l'inizio per ulteriori conoscenze e la resa della volontà.

52. Una volta che questo è accaduto, anche se manchevole presso un'anima, spesso sono necessari dei mezzi per guidarla ulteriormente nel suo sforzo, mezzi che vi sono del tutto incomprensibili, considerando che solo Io, come Padre, so per quale ragione devo agire così, perché nessuno di voi può guardare attraverso l'altro e sapere che cosa deve spesso essere raggiunto o anche allontanato prima; perciò la fiducia in Me è così necessaria, tramite la quale potete anche raggiungere la vera umiltà.

53. L'amore per il prossimo cresce con la vera umiltà, in quanto, chi si trova ancora debole e imperfetto, neanche pretenderà di più dal suo prossimo, ma la pazienza e più spesso la compassione saranno i sentimenti con i quali sopporterà e agirà, il che sarà poi accolto come amore per il prossimo.

54. Per questo, l'umiltà è il fondamento dell'amore! Adoperatevi perciò in questa indispensabile virtù, affinché anche le altre virtù che sono congiunte all’umiltà come una catena, diventino proprie. Cominciate ad assimilare saldamente l'umiltà e l'amore nel vostro cuore, ed Io voglio illuminarvi tutto il resto che è necessario per il vostro perfezionamento.

55. Queste Mie parole come ve le faccio pervenire qui, sono una pietra di paragone (dell’umiltà), se con la vostra conoscenza riflettete su queste, o se le trovate del tutto adatte per voi con gioia filiale, indirizzandovi di conseguenza! Amen! – Il vostro Gesù.

*

(Parla schumi):“Così dobbiamo parlare ed agire anche noi, come riportato in un colloquio tra Maria ed Elisabetta, dettato a Jakob Lorber nel 1843 nel libro “Infanzia di Gesù” al cap. 6,20-28

 

56. «Quando Maria, la madre del corpo di Gesù, fu interrogata da sua cugina[154] Elisabetta sulle condizioni del Tempio di Gerusalemme, Maria le rispose nella sua umiltà: “Mia cara cugina, ... dispensami dai pettegolezzi del Tempio, poiché quanto a questo non si diventa migliori e neanche peggiori; ma se sarà giusto al Signore, allora già al tempo opportuno castigherà il Tempio”. Elisabetta in queste parole riconobbe la profonda umiltà e modestia di Maria e le disse: – “Si, vergine piena delle grazie di Dio! Con tali sentimenti si deve trovare la più alta grazia dinanzi a Dio! Poiché come parli tu, può parlare solo la più pura e sublime innocenza; e chi vive conforme a ciò, sicuramente vive in maniera giusta dinanzi a Dio e dinanzi a tutto il mondo”. – Rispose Maria: “La vita giusta non è nostra, bensì del Signore, ed è una grazia! Chi crede di vivere giustamente da se stesso, vive sicuramente meno rettamente dinanzi a Dio; chi invece riconosce sempre la propria colpa dinanzi a Dio, è colui che vive rettamente dinanzi a Lui…».

 

 

81/3 - Chiunque s’incontri, deve essere salutato e considerato con umiltà

57. Se uno dei tuoi fratelli o sorelle ti incontra, salutalo con tutto rispetto, poiché sai che Io sono in sua compagnia come Spirito dell’Amore e della Vita in lui, al Quale vanno gli umili saluti.

58. Togliti il cappello dinanzi ad ogni persona conosciuta, perché anch'Io sono dappertutto l’Accompagnatore, e rifletti che tu, mentre saluti riverente il fratello o la sorella con il capo scoperto, rendi unicamente a Me l’atto del saluto, non al fratello o alla sorella, poiché a questi non occorre venire incontro diversamente da come vieni incontro al tuo fratello naturale. Solo dopo averlo salutato col Mio saluto in tutta serietà, puoi chiedergli cosa fa, cosa legge e come sta. Lascia però da parte tutte le questioni materiali, e cerca di parlare solo di cose spirituali.

 

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Cap. 82

Come attuare il vero amore per il prossimo

Graz, 18 novembre 1901

1. Sia ogni essere umano un prossimo a te gradito, e rendi ad amici e a nemici dei servizi d'amore! Allora conquisterai per te tutti i cuori, ovviamente, sempre quei servizi d'amore che possono includersi nelle opere dell’amore per il prossimo.

2. Vivi preoccupato solo per il benessere spirituale del tuo prossimo e, ove necessario e ti è possibile, anche di quello materiale, e lascia che di te Mi prenda cura Io. Infatti, anche se non avrai abbondanza, non soffrirai certamente la fame; ma ben starai altamente segnato presso di Me, e presto raggiungerai il tuo scopo.

3. È tuo dovere, infatti, preoccuparti del benessere del tuo povero fratello e aiutarlo secondo le tue forze, poiché tutto ciò che fai per lui, lo hai fatto a Me, al Padre tuo Gesù, avendo ricevuto i tuoi benefici nei poveri e nei bisognosi.

4. Rifletti molto in che condizioni è il tuo amore e la tua umiltà per Me e per il prossimo.

5. Perciò guardati dai vestiti e dai mobili di lusso! Devi essere vestito ben pulito e a modo, ma non comprare cose che ti rendono ‘nobile’, perché in tal modo ti preoccupi troppo per la materia e troppo poco per lo spirito, – di conseguenza hai disperso, invece di raccogliere, perché per questa ragione furono trascurate le opere dell’amore per il prossimo verso i poveri e i bisognosi.

6. Ogni denaro che viene sperperato senza necessità, ti mancherà per praticare le opere dell’amore per il prossimo. Ma dal momento che solo con queste opere si può acquistare il Regno dei Cieli, come vuoi allora entrare in questo Cielo?

7. Nei proverbi di Salomone è detto: «Chi ha misericordia del povero, fa un prestito al Signore, e il Signore lo ricompenserà per la buona azione» (Prov. 19,17).

8. Proprio in questi si legge ancora: «Chi oltraggia il povero, calunnia il suo Creatore. Chi invece ha pietà del misero, onora Dio» (Prov 14,31).

9. Nei Salmi del profeta David sta scritto: «Beato colui che si prende cura dei bisognosi! Questi, il Signore lo salverà nei tempi cattivi» (Sal. 41,2).

10. Allo stesso modo l'evangelista Matteo lo riporta nella sua narrazione sul Giudizio Universale: «E il Re (Gesù) risponderà loro: “In verità vi dico, che quello che avete fatto a uno dei Miei fratelli più piccoli, lo avete fatto a Me» (Mt. 25,40).

11. Non accettate alcun compenso per le opere rese per amore per il prossimo, altrimenti presso di Me perderanno ogni diritto di compenso, perché il mondo le ha (già) pagate.

12 Ritieniti fortunato di attingere alla sorgente del Padre e dà volentieri della tua conoscenza spirituale al tuo prossimo per il suo bene, affinché anche loro ricevano il pane dalla tavola del Padre.

13. Pensate molto ai poveri, ai bisognosi e ai sofferenti! Visitateli e date loro del nutrimento spirituale e materiale. Infatti, questi sono l'altare sacrificale del vostro amore per il prossimo dinanzi a Me, Dio e Padre vostro.

14. Se appartieni alla classe delle persone che valutano il loro lavoro, allora sii cristiano e, nei tuoi calcoli, non un indegno cristiano!

15. Cerca, secondo la possibilità, di non farti pagare il tuo lavoro più del giusto, poiché ciò che qui hai calcolato troppo, nell’aldilà dovrai scontarlo con grande sforzo e dolore, perché nei poveri dovrai rimborsare quanto hai preso loro qui.

16. Guardati da ogni oppressione e sfruttamento del prossimo! È denaro insanguinato, e quindi dovrà essere ripagato con quanto guadagnato da sé in modo cento volte più difficile!

17. Ognuno cerchi di sapere com’è il suo amore per Me, per il prossimo e per se stesso! Fa’ il confronto con il numero 666 o 111, vale a dire 600 per Me, 60 per il prossimo (se è nel bisogno) e 6 per te, oppure 100 per Me (poiché dovresti amarMi sopra ogni cosa), 10 per il prossimo e 1 per te, e cerca di portare questi numeri nel giusto adeguato rapporto; allora avrai raggiunto lo scopo della vita.

18. Molti uomini gozzovigliano nella sovrabbondanza del proprio introito e non sanno come devono consumarlo e sperperarlo attraverso differenti divertimenti, mentre centinaia e migliaia di povere famiglie devono provare terribili miserie, fame e mancanze. Qui, figli Miei, c’è l'unico altare sacrificale che Io, come Dio, ho stabilito nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, mentre tutti gli altri sacrifici e cerimonie materiali, dinanzi a Me sono un abominio, come ho già reso noto ed ho dimostrato attraverso i profeti nel Vecchio Testamento.

19. Rifletti a quanto sprechi mensilmente per te stesso, e quanto del tuo eccesso dai ai poveri, e come lo dai loro, se per amore o per puro senso del dovere! Quest'ultimo è di valore molto discutibile. – Chi invece offre il cibo spirituale proveniente dal Mio insegnamento, fa il meglio.

20. Non verificare quanto dai ai poveri nel Mio Nome, affinché Io non abbia il motivo di metterti davanti il numero dei tuoi peccati e dirti quanti benefici ti mostro giornalmente, per i quali non Mi ringrazi!

21. Se qualcuno dà un banchetto e vi invita i suoi ricchi vicini e gli amici, allora certamente non ha peccato per questo, ma in Cielo non dovrà neanche aspettarsi alcun compenso, perché i suoi amici possono ricompensarlo qui. – Perciò invitate i poveri per ospiti e sarete ricompensati in Cielo; perché i poveri non possono ricompensarvi qui.

22. Così è anche con coloro che prestano molti soldi a interesse, e dopo un certo tempo rivogliono indietro il capitale. – Con ciò se non praticano l’usura, non commettono proprio nessun peccato, ma nel Cielo non avranno nessun interesse da rimediare. – Tuttavia possono di certo aspettarsi degli interessi nel Cielo se prestano ai poveri del denaro nel loro bisogno senza interessi, e anche senza richiedere la restituzione del capitale. – Quindi, aiutare i poveri di tutti i tipi in ogni modo possibile è la vera opera dell’amore per il prossimo.

23. Rinuncia ai salari del mondo e al transitorio onore del mondo, bensì accumula tesori per l'eternità! Non lasciare che i funzionari e le associazioni caritatevoli clericali ripetano elogi in ricordo del tuo senso di carità, poiché tutto questo è contrario al Mio insegnamento divino. Doni in silenzio chi vuol donare qualcosa, e controlli che il donato sia stato certamente portato a destinazione.

24. Chi invece lascia strombazzare le sue donazioni sui giornali con il nome, questi già nel mondo riceve non solo l'inutile onore effimero in pubblico (Mt. 6,1-4), ma c'è nascosto anche un po' d’amor proprio e d’arroganza, per aver reso noto il proprio nome ovunque, affinché il mondo sappia che lui ha, può farlo e lo fa; mentre gli altri che anche hanno, non lo fanno perché (secondo lui) sono egoisti e spietati. – Non fatevi accrescere i peccati dell'orgoglio col dare l’elemosina, come accadde col fariseo!

25. Gli aiuti a parenti, agli amici e ai conoscenti poveri sono una specie di senso del dovere, al quale il soccorritore non può sottrarsi, se non vuole essere sbandierato come spilorcio. Pertanto, questa specie di dare elemosina non è lo stesso come quando si dà a persone completamente estranee, perché verso queste ultime non c'è nessun senso del dovere, ma subentra solo pietà e compassione, e il prossimo viene aiutato per amore per Me. Questo donare ha un valore incomparabilmente maggiore rispetto a quello dove ammonisce e preme il senso del dovere, e quindi una tale donazione presenta un valore molto basso. Certamente anche qui può essere dato con vero amore, ma quanti lo fanno?

26. Fa’ sempre del bene ovunque sia necessario. Per chi lo riceve è un balsamo; per te una benedizione e una miniera di grazie con cui ti procuri il Cielo. Quindi, devi fare il bene, perché gli uomini sono figli di Dio e Dio stesso dimora in loro.

27. Quando l'uomo spartisce ai poveri e ai bisognosi della sua abbondanza, allora entra nell’ambito della sua divinità, poiché fa la stessa cosa che fa il Padre suo nel Cielo. Egli viene trasferito dalla sua agiata speciale condizione dell’umanità, dove finora per lo più si tratteneva lo spiritismo infernale, alle vette luminose degli spiriti celesti, se il suo far del bene proviene dal vero amore per Dio e per il prossimo, e viene fatto in silenziosa segretezza.

28. Con l’operare silenzioso nell’amore per il prossimo, l'uomo diventa uno spirito celeste, un figlio del Padre suo nel Cielo, e si sottrae alle profondità terrene che lo attirano solo alla materia, la cui conseguenza è la morte e l'inferno. Solo con il silenzioso operare nell’ambito della povertà e della miseria si raccolgono i tesori attraverso i quali si schiude per voi la porta celeste e viene acquistato il Cielo. Chi non ha niente di questi tesori spirituali, anche se avesse abbastanza in tesori terreni nella vita materiale, nel regno spirituale diventerà un abitante dell'inferno, nudo, affamato, assetato e tormentato dalla sofferenza spirituale, secondo la misura del proprio avere attuale e del non aver fatto del bene.

29. Fortunato è l'uomo che afferra giustamente il compito della sua vita secondo i divini precetti e li mette in opera, poiché riceverà la ricompensa della vita, la quale è la conquista del Cielo con le sue bellezze, le sue magnificenze e le delizie trascendentali.

30. Il pubblico soccorso operato ai poveri non deve portare l’impronta della pubblicità, poiché Io ho insegnato che la sinistra non deve sapere cosa dà la destra, e questa massima dell’eterno Padre vostro rimarrà in vigore eternamente.

31. Secondo le Mie più recenti comunicazioni viene detto: – ‘se fate strombazzare pubblicamente ciò che avete dato ai poveri, allora l'umanità sa di questo attraverso i giornali, parla delle vostre donazioni benefiche e loda la vostra misericordia’; ma così avete sminuito la vostra ricompensa presso di Me, Dio vostro, se non completamente persa.

32. Chi dà l’elemosina, dà se stesso; oppure, se dà, e questo deve essere trasmesso al pubblico sui giornali, allora non deve essere rivelato il suo nome pubblicamente, ma solo la somma che ha donato sotto uno pseudonimo; allora il suo far del bene ai poveri e ai bisognosi sarà ricompensato nel Cielo centinaia e migliaia di volte, poiché la sinistra, il che significa ‘il mondo’, non sa niente di ciò che fa la destra, vale a dire, ciò che l'amore ha fatto nella sua compassione e nella sua misericordia (Mt. 6,1-4). Perciò dovete dare le elemosine in modo da non nutrire né l'orgoglio del donatore, né che il ricevente sia toccato nella sensibilità del suo onore, oppure che, come uomo alla pari, ne sia ferito.

 

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Cap. 83

L’amore verso il prossimo

 

Dimostrazioni tramite le parole di Gesù, che l'uomo, attraverso l'amore fattivo, ottiene come ricompensa la vita eterna, la cui Vita è Dio, ovvero il Cielo.

 

83/1 - Praticare l’amore fattivo

1.  Alcune citazioni sull’amore fattivo:

- I ) Gesù disse ai giudei che non volevano fare la Sua Volontà: «Il Regno di Dio sarà tolto a voi e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti migliori» (Mt. 21,43).

- II ) «Portate degni frutti di penitenza, poiché la scure è già posta alla radice degli alberi; ogni albero che non porta buoni frutti sarà abbattuto e gettato nel fuoco» (Lc. 3,8-9).

- III ) «Gesù disse: “Perché Mi chiamate Signore, Signore, e poi non fate quello che dico? Ognuno che viene a Me, che ascolta le Mie parole e le mette in pratica, somiglia ad un uomo che ha costruito la sua casa sulla roccia; chi invece le ascolta e non le mette in pratica, somiglia ad un uomo che ha costruito la sua casa sulla terra senza solide fondamenta”» (Lc. 6,46-49).

- IV ) «Gesù parlò ai Suoi ascoltatori e disse: “Mia madre e i Miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica”» (Lc. 8,21).

- V ) «Noi sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma se uno ha il timor di Dio e fa la Sua Volontà, Egli l’ascolta» (Gv. 9,31).

2. Il lavaggio dei piedi da parte di Cristo ai Suoi discepoli (Gv. 13,1-17) fu un atto simbolico d’amore e umiltà, ove con la rispondenza del lavaggio fu indicato il perdono dei peccati e, in tal modo, la purificazione del prossimo dalla colpa commessa, indipendentemente dal fatto che anche la persona che si umilia è più alta dell'altra, e Gesù lo accentuò così: «Se sapete questo, sarete beati se lo fate anche voi!»

- I )  «Chi accoglie i Miei Comandamenti e li osserva, è colui che Mi ama, e Io pure lo amerò e Mi rivelerò a lui» (Gv. 14,15-21).

- II ) «Il Padre Mio sarà glorificato in questo: che voi portiate molti frutti» (di vita eterna dall'attività dell’amore per il prossimo - Gv. 15,8).

- III )  «Sarete Miei amici se fate ciò che vi comando; Io vi ho scelti affinché portiate frutto e il vostro frutto sia duraturo» (Gv. 15,14-16).

- IV ) «Voi rendete l'albero buono, affinché produca buoni frutti; poiché dal frutto si riconosce l'albero» (Mt. 12,33).

- V )  «(voi peccatori) …portate degni frutti di pentimento»;– «… poiché ogni albero che non porta buoni frutti, sarà tagliato e gettato nel fuoco» (Mt. 3,8+10).

- VI ) «Chi ha seminato nel buon terreno, è colui che ascolta la Parola e porta frutto» (Mt. 13,23).

- VII ) «Chi qui raccoglie (nello spirito) riceve la mercede e raccoglie frutti per la vita eterna» (da questa parte e nell’aldilà - Gv. 4,36).

- VIII ) «Lavatevi, purificatevi, togliete dinanzi ai Miei occhi la malizia delle vostre opere e imparate a fare il bene» (Is. 1,16-17).

- IX ) «Il Figlio dell'uomo verrà in tutta la gloria di Suo Padre e renderà a ciascuno secondo le sue opere» (Mt. 16,27).

- X ) «E risulterà che coloro che hanno operato il bene verranno alla resurrezione della vita» (Gv. 5,29).

- XI ) «Poiché le loro opere li seguiranno e saranno giudicati ciascuno secondo le opere sue» (Ap. 14,13; 20,23).

- XII ) «Ecco, Io vengo presto e la Mia ricompensa con Me, per dare a ciascuno secondo le sue opere» (Ap. 22,12).

- XIII ) «Tutto ciò che Jehova Zebaoth intendeva farci secondo le nostre vie e secondo le nostre azioni, l’ha eseguito sopra di noi» (Zc. 1,6).

3. Da tutte queste citazioni si può vedere che Dio premia o punisce ogni essere umano secondo il suo modo di vivere e secondo le sue azioni. Anch’Io, Gesù, ho insegnato la stessa cosa nelle parabole, delle quali molte contengono in sé il fatto che coloro che fanno il bene vengono accolti, e coloro che fanno il male vengono respinti; come ad esempio nella parabola dei lavoratori nella vigna (Mt. 21,33-44), dei talenti e delle mine, con cui dovevano proliferare (Mt. 25,14-31; Lc. 19,13-25) altrettanto nella fede.

- I ) «Gesù disse: “Chi crede in Me (e quindi nei Miei Insegnamenti e Comandamenti e li porta in adempimento) non morirà in eterno, ma vivrà, sebbene muoia fisicamente”» (Gv. 11,25-26).

- II ) «Questa è la Volontà del Padre: che chi crede nel Figlio (e adempie ciò che Lui ha insegnato di fare) abbia la vita eterna» (Gv. 6,40 / 6,47).

- III ) «Chi crede nel Figlio (e nel Suo insegnamento del manifestante amore per il prossimo) ha la vita eterna; chi invece non crede nel Figlio (cosicché tutto ciò che Egli ha insegnato deve essere fatto) non vedrà la vita, ma l'ira di Dio rimane su di lui» (Gv. 3,36).

- IV ) «Poiché Dio ha tanto amato il mondo che ha sacrificato l’unigenito Figlio Suo affinché chiunque creda in Lui (attraverso l’adempimento della Sua Dottrina) non si perda, ma abbia la vita eterna» (Gv. 3,15-16).

- V ) «Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso; facendo a lui ciò che tu vorresti che egli facesse a te in caso di bisogno» (Mt. 7,12 / 22,35-40).

- VI ) «Badate di non fare del bene davanti alle genti per essere visti da loro; altrimenti non avrete nessuna ricompensa presso il Padre vostro nel Cielo» (affinché facendo così, gli estranei vi lodino per i vostri benefici - Mt. 6,1).

- VII ) «Amate i vostri nemici; fate del bene e prestate dove non avete nulla da sperare in cambio; allora la vostra ricompensa sarà grande e voi sarete figli dell'Altissimo che è caritatevole anche verso gli ingrati e malvagi. Siate quindi misericordiosi, come è misericordioso anche il Padre vostro» (Lc. 6,35-36).

- VIII ) «Chi accoglie un profeta come profeta, riceverà la ricompensa di un profeta; e chi accoglie un giusto perché è giusto, sarà trattato come il giusto. E chi avrà dato da bere a uno di questi piccoli un solo bicchiere d’acqua fresca in quanto discepolo, in verità vi dico che non perderà la sua ricompensa» (Mt. 10,41-42).

- IX ) Gesù disse: «Per un soldo che si dà ai poveri nel Nome Mio, Io do al donatore una Terra come ricompensa, e per un sorso d’acqua fresca, un sole. In verità, in verità ti dico: il più piccolo servizio d’amore per il prossimo sarà ricompensato nella maniera più alta e più indescrivibile» (Sal.147,4-5)

- X ) Io dissi: «In verità, in verità vi dico che ciò che avete fatto ad uno dei Miei più piccoli fratelli, l'avete fatto a Me» (Mc. 9,37).

4. Comportati a fare sempre del bene in modo che il beneficiario non venga umiliato, ma ciò che dai, dallo quanto più possibile in segreto e non ti aspettare speciali espressioni di ringraziamento, e se comunque arrivano, allora offrile subito a Me; altrimenti non porterai alcun beneficio spirituale al tuo bene, perché hai serbato per te la ricompensa mondana, invece di sacrificarla subito a Me.

5. Ciò che fai ai poveri, agli ignudi, agli affamati, agli assetati e ai prigionieri per amore verso Dio, ha il giusto valore e sarà ricompensato secondo il Giudizio divino, poiché ha così tanto valore come se lo avessi fatto direttamente a Dio.

6. Se fate qualcosa di buono per il vostro prossimo, allora fatelo come se vorreste farlo direttamente a Me, al vostro Dio, Gesù, poiché ricordatevi bene: Gesù è il Padre celeste, a Lui è data la potenza e l’onore nel Cielo e sulla Terra; tutto ciò che c’è lì appartiene a Lui, perciò se date qualcosa ai poveri, allora la date a Gesù, e per questa ragione dovete darla, memori di Lui; – se invece date per amor vostro, e per questo il mondo vi guarda come benefattori, allora avete ricevuto la ricompensa in questo mondo, mentre nell'altro sarà buio e vuoto per voi, perfino se avrete speso milioni per i poveri su questo mondo. Date quanto potete, ma la sinistra non sappia ciò che dà la destra, tanto meno calcolate il dono, poiché se Io, Gesù, sono il vostro Amore, allora fate tutto dal vostro amore per amor Mio, e non fate calcoli, poiché Dio sa cosa riceverete per questo. Quale vero amante farebbe regali alla propria fanciulla amata per averli da lei indietro centinaia e migliaia di volte? Non direbbe ogni fanciulla intelligente ad un tale amante: ‘Tu amoreggi solo per i miei soldi, io invece sono per te il mezzo per lo scopo; perciò vattene, miserabile ingannatore!’. E così anche Cristo dichiarerà nulli tutti i vostri atti mondani, se non Lo amate come si ama una povera fanciulla, e se il vostro patrimonio e la vostra vita sono pronti a sacrificarsi per lei. Questo è il vero amore! Questo, Io, Gesù, pretendo da voi! E chi Mi cerca in questo modo e, come si dice, ne è ‘innamorato a morte’ solo per il possesso della persona amata senza calcolare alcun vantaggio, – avrà una tale inestimabile preziosità, e quindi avrà tutto ciò che c’è in essa.

7. Dimenticate tutti i vantaggi mondani! Otturatevi gli orecchi e bendatevi gli occhi davanti a quei libri che vi spiegano l'amore per Gesù in maniera diversa; dovete rinunciare al cuore e alla ragione, cioè a tutto, solo per guadagnare questo inconcepibile alto Amore nel Padre Gesù, perché nel possesso di questo Amore tutti i vostri pensieri e i vostri sensi si schiuderanno come una divorante fiamma d'amore che non vede né sente più nulla. Oppure volete pretendere ancora di più? – Potete sopportare di più? Avete mai sentito sulla Terra un amore perfettamente casto e assoluto nel cuore? Allora Mi avrete compreso, altrimenti no. Amate Gesù come una vera madre ama suo figlio, la quale è pronta in ogni momento a sacrificare le sue sostanze e la sua vita per la conservazione della vita del figlioletto.

8. (Dolci doni) : – Paolo scrisse ai Corinzi nell’anno 58 (2° Cor. 9,6-15): «Aggiungo anche questo: 6 chi semina magro, mieterà anche magro, chi invece semina abbondante, raccoglierà anche abbondantemente. 7 Ciascuno dia secondo il libero impulso del cuore, non con indignazione o per costrizione, poiché Dio ama chi dà con gioia. 8 Dio è abbastanza potente da benedirvi generosamente con molteplici benefici, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quello che vi è necessario, abbondiate in ogni opera buona. 9 Come sta scritto che Egli sparse e diede ai poveri, la Sua giustizia continua in eterno. 10 Infatti, Colui che dà il seme al seminatore e il pane per il nutrimento, moltiplicherà pure la vostra semenza e accrescerà i frutti della vostra giustizia. 11 Così, arricchiti in tutto, potrete esercitare un’abbondate generosità che produrrà il rendimento di grazie a Dio per mezzo nostro. 12 Perché, attraverso questa (mite) assistenza, non solo si provvede alle necessità dei viventi in maniera pura (Paolo dice: "santa"), ma si portano anche ricchi frutti attraverso i molti ringraziamenti a Dio, 13 perché la prova pratica fornita da questa provata e benefica carità, li porta a glorificare Dio per l'obbedienza che voi professate al Vangelo di Cristo e per la generosità della vostra comunione con loro e con tutti; 14 e attraverso la loro preghiera per voi viene manifestato il vivente affetto che essi vi portano a causa della sovrabbondanza di grazia che Dio ha sparso in mezzo a voi. 15 Sia grazie e lode a Dio per il Suo ineffabile dono».

9. Quello che fate per Dio, fatelo per libero amore per Lui, e non per paura, altrimenti non ha nessun valore, né per Lui né per voi. Il Padre vostro vuole che voi siate figli ubbidienti per amore per Lui, e non come timorosi servitori.

* * *

(inciso di Schumi):

10. «Mi è più caro un libero inadempiente della Mia Volontà, piuttosto di uno che obbedisce senza volontà per paura e per il senso servile» (rif. vers.48 – in un dettato del 2 ottobre 1894).

11. «Chi ama la vita mondana, perderà la vita dello spirito, chi invece ama la vita dello spirito e disprezza la vita del mondo, riceverà anche la vita dello spirito. Chi quindi ama la vita dello spirito e la riceve, ha elevato se stesso (come un albero) ed ha aperto la sua vita più intima alla luce proveniente da Me; e questa Luce è il vero perforatore della Verità che compenetra tutto, e questa risorge da quel punto dove convergono tutte le cose e gli esseri in Uno, – in Dio» (rif. cap. 21,11 di questo libro).

- parole, queste, espresse di certo abbastanza chiaramente, affinché si pensi e si agisca di conseguenza.

 

* * *

(riprende il Signore):

12. L'amore per Dio e per il prossimo viene assai splendidamente menzionato nel linguaggio spirituale nell’Apocalisse di Giovanni vers. 12,1 come segue:

– «Poi un grande segno apparve nel cielo (= nel cuore): una donna magnificamente vestita di sole (= l’amore per Dio), sotto i suoi piedi la luna (= l’amore per il prossimo) e sul suo capo una corona di dodici stelle» (i Dieci Comandamenti di Dio e i due di Gesù dell’amore per Dio e per il prossimo; – vedi Es. 20; Mt. 22,37 – spiegati secondo le nuove comunicazioni di Dio).

13. Impara dall'ape la diligenza nel lavoro, e come lei raccoglie il dolce miele, tu raccogli l'Eterno-Amore proveniente da Dio tramite l'adempimento del più grande Comandamento nella Legge dell’amore per il prossimo.

14. E impara dai bambini la semplicità e l'amore per i loro genitori, così da risvegliare la stessa cosa per il Padre tuo celeste, poiché la semplicità cerca Dio, e la purezza filiale del cuore Lo afferra e si rallegra del Suo Amore che rinfresca e rende felice il cuore e i sensi. Infatti, proprio i bambini semplici che amano Dio adempiono quella massima della sapienza che dice: «Ciò che nessun intelletto dell'intelligente vede, un animo infantile lo pratica nella semplicità».

15. Non calcolare la grande somma che distribuisci per scopi d’amore per il prossimo, poiché non la grandezza della somma ha importanza, ma il nobile sentimento col quale offri qualcosa, e questo è ciò che Dio guarda e ti ascrive a bene. Tuttavia, aver molto e dar poco, non è secondo la Volontà divina, perché non si deve essere avari con la ricchezza, ma si deve metterla su buoni interessi spirituali. Con il tuo patrimonio del mondo non puoi comprare nessun Cielo, perché lo lascerai nel mondo, ma puoi farlo sicuramente, se hai cercato che questa ricchezza ti abbia portato molto interesse spirituale che porterai con te nell'aldilà. Infatti, le tue opere ti seguiranno e ti formeranno la veste della resurrezione del corpo (spirituale) dopo la morte, che è il tuo giorno del giudizio finale.

16. Io vi dico: "Un singolo cuore che sulla vostra Terra Mi ama veramente, ha più valore di ogni immaginabile bellezza di un’intera galassia (che è lo stesso paradiso); anzi, vi dico ancora di più: un tale cuore è in sé inconcepibilmente più bello dell’intera sapienza celeste degli angeli, ed è anche più bello del secondo Cielo della Sapienza dell'amore celeste degli spiriti angelici superiori!" Di più non ho bisogno di dirvi.

17. L'Amore divino è l'esempio per gli uomini di come deve essere provveduto il loro amore per il prossimo.

18. Quando nella Mia totalità primordiale avevo in Me l'intera Creazione ancora come atomi del divenire, sapevo molto bene come questa si sarebbe formata, anzi, la vedevo nello spirito dinanzi a Me; ma questo, a Me, all’onnipotente Creatore, non Mi dava nessuna gioia, dal momento che Io stesso avrei dovuto ammirare Me stesso nelle opere prodigiose della Mia potenza creativa, ma Io volevo che ci fossero degli esseri che si rallegrassero e dilettassero nella Mia Opera e nel Mio Amore, per il fatto d’aver creato per loro così tante bellezze e tante cose buone, e questa gioia e diletto delle Mie creature che ho messo al mondo fuori di Me e quindi come figli del Mio Amore, doveva essere la ricompensa per il Mio Amore che volevo operasse nel prossimo, al fine di essere Io stesso completamente felice e beato nella felicità e nella beatitudine di coloro che si sarebbero dilettati nel Mio Amore e satollati nella gioia.

19. Per questa ragione echeggiò la Parola onnipotente "Sia", affinché il Mio Amore passasse nell’attività per il prossimo, nella cui esistenza, nelle gioie e beatitudini, si potesse stimare beato il Mio Io, per aver fatto e creato tutto per la felicità del prossimo. Il Mio Amore personale trovò la sua soddisfazione, delizia e appagamento, solo nell’altruistica opera dell’amore per il prossimo.

20. Quindi, sia anche il vostro amor proprio nell'amore per il prossimo, l’espressione principale “Sia”, poiché nel divenire e nel crescere in questo amore, voi stessi troverete la soddisfazione che creerà una beatitudine che nel Cielo maturerà la sua bellezza come un rigoglioso fiore. Se volete essere figli del Mio Amore ed essere perfetti come lo sono Io, allora agite come agisco Io continuamente per gli altri, e cercate la vostra delizia e la beatitudine d'amore nella felicità degli altri!

 

 

83/2 - Sette vie della compassione verso il prossimo con la mitezza

Graz, 2-20 dicembre 1901

21. La mitezza (mansuetudine). Questo termine è una definizione collettiva per indicare amore e umiltà, anche per indicare compassione e misericordia, e infine per indicare benevolenza e pietà, e in questo ultimo senso viene qui preso in considerazione il termine mitezza (sotto questo sono da intendere le opere dell’amore per il prossimo − vedi il “Libro delle preghiere” cap. 17,7). Come figlio di Dio l'uomo è chiamato a operare nel senso del Padre suo spirituale, affinché gli uomini si amino reciprocamente e, in tutte le circostanze della vita, vadano per mano e si sostengano amorevolmente. Questo è particolarmente comandato come dovere dell’amore per il prossimo verso i poveri e gli ammalati.

 

 

22. Nel linguaggio dei fiori la mitezza della compassione e dell'amore misericordioso è rappresentata dal bellissimo narciso bianco. – E questo si divide in sette spiriti, come segue:

I )      Mitezza verso il prossimo.

II )     Mitezza verso la creazione di Dio.

III )    Mitezza verso gli animali.

IV )   Mitezza verso i tuoi simili.

V )    Mitezza verso gli inferiori a te.

VI )   Mitezza verso i nemici.

VII ) Mitezza verso i tuoi malfattori.

23. Primo: mitezza verso il prossimo è il fiore esercitante la misericordia, è anche la perla proveniente dalla corona dell’amore per il prossimo. Chi pratica l’amore per il prossimo è un principe del Regno celeste, se ciò viene esercitato spiritualmente su vasta scala; chi lo pratica materialmente, quando riesce a farlo in grande misura, è un principe dell'amore fraterno. Tuttavia è vietato fare del bene con mezzi disonesti e fraudolenti. Perciò aprite gli orecchi e ascoltate ciò che dice lo Spirito della Verità.

24. Secondo: mitezza verso la Creazione di Dio, la quale comprende in sé propriamente tutto ciò che si vede. Io, quale Padre, ho creato tutto e sono la vita dappertutto nella natura. Perciò non lasciarti mai prendere dal desiderio, né per scherzo né per passatempo, di danneggiare e distruggere qualcosa che Io ho creato, a meno che non sia imposto da altre circostanze, perché tu (uomo) interferisci sempre come scellerato nel regno della Creazione.

25. Terzo: mitezza verso gli animali. − Gli animali sono nel mondo per colmare una successione di esseri viventi che appartengono al complesso delle specifiche animiche umane, ma non che l'uomo debba ucciderli e tormentarli.

26. Negli animali il Mio Spirito è rappresentato ed è operante altrettanto come nell'uomo, e Io sono Colui che li ha creati e messi nel mondo, perciò è vostro compito considerare gli animali del bosco, del campo e quelli domestici come un bene estraneo che voi non avete il diritto di dar la caccia, di trattare crudelmente, torturare e uccidere a vostro piacimento, dal momento che il Creatore di questi sta accanto a voi e guarda il vostro fare e disfare o con piacere o con dispiacere.

27. Gli animali hanno il loro ordine di vita, la cui durata esistenziale che devono passare nel mondo è misurata da Me, e nessuno ha il diritto di interferire nel Mio Ordine e maneggiarlo a suo piacimento, poiché sono Io il Signore sull’ordine, come Dio e suo Creatore, e non voi.

28. Gli animali hanno il loro istinto, la loro gioia della vita, il loro amore per vivere, per moltiplicarsi e rallegrarsi della vita, come voi, quali uomini. Perché non volete permetterglielo? Quanto v’irritate prontamente se l'animale irragionevole va in qualche modo contro il vostro ordine e il vostro amore! – E Io dovrei accettare tutto calmo e tranquillo quando torturate e uccidete le Mie creature? Credete che qualsiasi animale potrebbe vivere, se Io stesso non dimorassi in lui e lo guidassi? Se questo è comunque pienamente vero, allora in futuro riflettete prima di trattare con i Miei animali come trattano i ladri, i rapinatori e gli assassini con i beni altrui!

29. Non è bello da parte vostra che, quali creature intelligenti, vi degradiate a barbari, a tormentatori di animali, ad assassini e a mangiatori degli stessi, poiché con il mangiar la carne animale voi assumete le caratteristiche dell'animale, perché gli umori della carne animale diventano il vostro sangue, lo spirituale in esso diventa un miscuglio della vostra anima, perciò poi la vostra selvatica natura animale, – la vostra barbarie verso gli uomini e verso gli animali. Se doveste mangiare solamente carne di lupo e di tigre, allora la vostra crudeltà e spietatezza sarebbero mostruose, insopportabili.

30. L'uomo è stato creato per mangiare vegetali tanto nel sud come anche nel nord del mondo, ovvero, come dite voi, che sia vegetariano! Infatti, solo questo cibo, se preparato adeguatamente (e non rovinato con spezie e altri ingredienti piccanti), rende gli uomini sani nel corpo e nell'anima.

31. Come vi addolora se qualcuno vi danneggia e vi causa dolore! E vedete, magari talvolta tormentate spietatamente gli animali e non avete né orecchio né cuore per le grida di terrore del povero animale torturato, che spesso deve dissanguarsi tra le vostre mani per servire da leccornia per la vostra voglia di scorpacciata di carne! No! Non per questo Io ho creato gli animali! E vi dico che il consumo di carne dovrà cessare, altrimenti non vi concederò la rinascita dello spirito! – Io sto a guardare calmo e sono paziente, ma anche la Mia pazienza ha i suoi limiti.

32. Voi, sull’alimentazione degli ebrei, protestereste. – Lo potete fare poiché erano altri tempi, in cui e con speciali istruzioni l'uomo non era ancora così sviluppato spiritualmente. Allora ho permesso loro di mangiare la carne solo su richiesta, e doveva essere resa pura (o monda) secondo particolari prescrizioni. Voi invece la mangiate impura, e oltre a ciò con il sangue sul quale giace la Mia maledizione, perché Caino ha ucciso Abele per egoismo, così come voi uccidete gli animali, per ‘egoismo’.

33. Ora riflettete a quanto grandi trasgressori siete verso i Miei Comandamenti, e con quanta avidità tendete le vostre mani verso la carne di maiale, la quale è una carne impura, incompatibile con la natura umana nello stato naturale; perché il maiale e l’uomo, secondo la carne e il sangue – e quindi anche secondo lo spirito, tutto ciò che l’uomo col mangiar carne accoglie e assimila nel suo io come proprio – formano in sé delle specifiche animiche del tutto incompatibili. E così è anche con il grasso di maiale, perché il maiale è di tutt’altra origine che l’uomo in riferimento alla formazione del sangue, il che potrete comprenderlo giustamente solo dopo la rinascita dello Spirito.

34. Lo spirituale della carne di maiale diventa idoneo al passaggio nell'anima umana solo attraverso la purificazione, per adattarsi alla transizione nella trasmigrazione delle anime.

35. Gli uomini si permettono di trattare gli animali come se fossero lì solo per soddisfare i loro desideri, ma non è questo il caso, bensì essi sono lì solo perché vi siano utili, ma non che abbiate il diritto di tormentarli chiedendo più di quanto la loro forza permetta di eseguire.

36. Qui sono particolarmente intesi i buoi, i cavalli, i muli, gli asini e anche le mucche. Questi poveri esseri vengono spesso percossi e tormentati così spietatamente dall'uno o dall'altro uomo brutale, come se gli animali fossero puramente malvagi, mentre lo sono proprio gli uomini. Imparate voi stessi per primi a trattare giustamente l’animale, ed egli obbedirà e farà ciò che può.

37. Gli animali sono creati per formare in anticipo una sequenza di specifiche animiche per voi; ma se un tale brutale tormentatore di animali in aggiunta è anche un essere spietato senza Dio, allora accade che dopo la morte la sua anima assuma le sembianze di un bue o di un cavallo, affinché lei stessa assapori le frustate che un giorno aveva inferto a questi animali da soma tormentandoli. Allora un’anima umana trasformata in un animale da soma e riprovata in un animale da soma, conserva il ricordo dei maltrattamenti passati che essa una volta come uomo aveva inflitto agli animali, ma non potrà opporvisi, perché tranne la memoria, essa (come anima) è dotata solo di intelligenza e di caratteristiche animalesche.

38. Vedete, questa è una punizione certamente amara, ma meritata per un tale infernale tormentatore. Essa adesso per molti secoli dovrà elevarsi a fatica attraverso il regno animale e gustare a fondo tutto lo spiacevole che ha inferto a questi, sempre con la memoria che ciò è la conseguenza dell’insensibilità verso queste creature quando aveva vissuto come uomo sulla Terra. Così accade anche agli spietati professori nelle università che torturano gli animali viventi nel modo più spietato, noto come vivisezione. Anche questi vivisezionisti, perché di solito sono negatori di Dio, a causa della loro insensibilità verso gli animali innocenti retrocederanno nel regno animale (di là come anime), e con la memoria umana, cosa erano e cosa hanno fatto, gusteranno a fondo (animicamente) la vita animica animale per lunghi periodi di tempo!

39. La punizione è certamente amara, ma è colpa loro. Chi vi ha insegnato ad essere brutali, malvagi e spietati? I Miei Insegnamenti divini non sono stati dati anche a voi? Perché avete rigettato Me e il Mio insegnamento e siete diventati animali feroci? Spiritualmente non siete uomini, bensì animali malvagi, e non appena lascerete il corpo umano, vi colpirà la ben meritata e giusta, ma terribile punizione! – Cercate di diventare uomini, finché c'è ancora tempo, altrimenti, guai a voi ‘anime animalesche’ in forma umana! Solo una grande penitenza potrà ritrasformare la vostra anima animalesca in un’anima umana!

40. Si obietterà: “A cosa serve questa punizione all’uomo, anche se ben meritata? Se dovesse reincarnarsi come uomo, non saprà più nulla di ciò, e quindi potrà diventare di nuovo uno spietato tormentatore di animali e così, commettere di nuovo lo stesso peccato”.

41. Questa opinione non è valida, poiché l'anima dell'uomo ne conserva il ricordo, perciò allora un tale reincarnato sarà una persona compassionevole verso gli animali, senza che il cervello carnale sappia qualcosa di questo, sul perché e da dove provenga.

42. Quarto: mitezza verso i tuoi simili. − Ogni persona è un par tuo come uomo nel senso generale, pur se tuttavia c’è differenza tra ‘il tuo prossimo’ e ‘un par tuo’. Il prossimo è per te ogni uomo nel mondo; il par tuo è invece colui che è solo ciò che sei tu – che è tuo pari, al quale però devi essere conciliante come verso il prossimo, affinché il vincolo dell’amore, dell’umiltà, della compassione e della misericordia sia intrecciato intorno all’intera umanità, e ogni uomo, senza eccezioni, ti sia messo nel cuore, perché talvolta l'invidia o altrimenti un vizio, ti rende più freddo verso i tuoi pari, come al tuo prossimo del mondo intero.

43. Quinto: mitezza verso gli inferiori a te. − L’uomo, secondo l'educazione di oggi, è un essere viziato che si vergogna del suo prossimo inferiore e tiene poca considerazione di lui. Questo difetto non dovrebbe accadere, e l'uomo non dovrebbe mai vergognarsi di suo fratello, e quindi dovrebbe aiutarlo in ogni necessità e cercare di tirarlo fuori dalla sua bassezza, rialzandolo, e quindi usargli compassione e misericordia.

44. Sesto: mitezza verso i nemici. − È facile aver compassione e misericordia verso coloro che non ti hanno mai fatto qualcosa di male, mostrare invece compassione e misericordia verso i nemici, questo è difficile, e chi può realizzarlo, esercita la mitezza nel senso divino, perché Io sono compassionevole e misericordioso verso i Miei nemici e tale sforzo sarà ricompensato divinamente nel Mio Regno, perché il figlio ha spiccato il volo fino al Mio cuore.

45. Settimo: mitezza verso i tuoi malfattori. − Vedi, figlio Mio, questo gradino è il più alto che un uomo possa conquistare, perché tutto si ribella verso una tale condotta, cioè, soccorrere il malfattore che in una necessità ti ha fatto molto male, e nel bisogno, aiutarlo pieni di compassione assistendolo. Chi riesce a far questo, si avvicina alla perfezione del Padre suo Gesù, ed ha una convinzione ben fondata che Io lo riconoscerò come figlio Mio, lo accoglierò e lo ricompenserò divinamente per questo.

 

 

83/3 - Regole per una giusta attività nell’amore per il prossimo

27 ottobre 1902, Graz.

46. Molti uomini leggono i Miei Insegnamenti sull’operare nell’amore per il prossimo, ma pochi sanno come usarli correttamente. Perciò voglio darvi qui in breve un piccolo manuale, secondo il quale vi potete indirizzare.

47. Nel Vangelo si legge: «Siate semplici come colombe e astuti come serpenti», e questa massima vale anche qui. Perciò fate ciò che vi indica l'insegnamento e ciò che vi riscalda il cuore, ma fatelo sempre in modo da non spogliarvi completamente, poiché oggi nessuno vi ricompenserà per questo, se domani non avrete nulla per voi stessi, bensì date secondo la vostra migliore conoscenza e capacità, così che possiate fare del bene (anche) domani e dopodomani.

48. Non è neanche bene dare troppo in una sola volta ad un uomo povero, perché con ciò può facilmente allontanarsi dalla vera via, dal momento che all’improvviso si sbarazzerebbe di tutte le preoccupazioni e le condizioni che lo spingevano a rivolgersi ogni giorno a Me. Date spesso e in vario modo, ma mai troppo in una volta e in unico luogo, per non provocare più male che bene.

49. Dei poveri e bravi uomini sono Miei allievi, e questi percorrono la loro via prescritta. Ma se li si trasferisce all’improvviso nella prosperità, allora ci si intromette nella Mia scuola e si rovinano tali Miei allievi; di conseguenza si agisce piuttosto male con il troppo bene, e private i Miei allievi della buona educazione e direzione portandoli su cattive strade.

50. Fate del bene quando è al giusto posto e ben collocato, ma siate prudenti a non agire contro i Miei insegnamenti, e non fatevi raggirare e ingannare nel vostro amore per il prossimo da uomini scaltri e astuti attraverso molti piagnistei, facendovi credere che sia bianco, dove invece è nero o marrone.

51. Perciò, dove volete dar molto, informatevi prima ben accuratamente da tutte le parti, se mettete il vostro dono nel giusto rapporto con i bisognosi, in modo da non dare troppo a uno, poi però troppo poco o addirittura nulla a parecchi altri.

52. Chi con i suoi talenti li prolifica in modo sconsiderato, può, piuttosto che una ricompensa, incorrere in una punizione! Perciò siate prudenti! Certamente misericordiosi, ma solo in modo tale da sapere, che ciò che avete fatto di bene, in realtà sia stato fatto anche giustamente.

53. È bene aver riguardo a tutto, ma non pensare di aver fatto del bene senza bisogno di preoccuparsi d'altro. No! Con tale senso letterale del Mio comandamento dell’Amore per il prossimo, talvolta viene causato più danno spirituale che aver operato del bene; perciò osservate i Miei insegnamenti con cura e vivete e operate rigorosamente, affinché con l’adempimento dei consigli otteniate benefici, e non danni.

54. La maggior parte degli uomini sotto il termine ‘prossimo’ intende qualcuno che gli sta vicino per consanguineità, amicizia e conoscenza o ceto sociale. No! Tutti questi non sono intesi in primo piano, perché a tali persone si fa volentieri pervenire qualcosa per affetto personale se capitano nel bisogno, perciò un tale venire incontro per amicizia, consanguineità o ceto sociale è un cosiddetto ‘noblesse oblige’[155] ovvero, il senso del dovere, che dinanzi a Me ha meno valore. Invece il prossimo è ogni uomo, amico o nemico, che è in difficoltà ed ha bisogno del vostro aiuto, come era il caso nella storia con il buon samaritano (Lc. 10,29).

55. Agite verso il vostro prossimo in ogni situazione in modo che l'amore per Dio sia sempre la ragione, e l’amore per il prossimo sia l'espressione di questo amore per Dio. – Non è l'atto stesso che nobilita ed eleva il sentimento, – ma è la nobile volontà con il quale è stato compiuto.

56. Se riconoscete e amate Me come Dio, il Signore, sopra ogni cosa, e il vostro prossimo, se possibile ancor più di voi stessi, allora avete già il vero amore, come vera Vita e vera Luce, come eterna Verità per il tempo e per l'eternità in voi; e secondo lo spirito, già qui, …siete dove sono Io, poiché in questo modo rimango con voi fino alla fine del mondo! Questo ve lo dico Io, Colui che potete ben riconoscere dal Suo linguaggio e dal senso di ciò che dice. Amen!

57. A chi è stato dato da Dio, questi dia. Con saggio amore amministri i tesori che Dio gli ha dato, ma dia in abbondanza del tesoro spirituale. La misericordia cristiana non consiste tanto nel diffondere denaro nel bisogno, quanto nello spargere amore. Al contrario, il denaro deve essere distribuito con più sapienza che amore.

58. In verità vi dico: "Chi farà qualcosa di buono a uno dei suoi bisognosi vicini per il vero, puro amore per Dio e per il prossimo, lo avrà fatto a Me, e sarà ricompensato mille volte! – Ma allo stesso modo anche il cattivo e il male che qualcuno commetterà al suo prossimo!"

 

83/4 - A chi dare la decima?

59. Mosè al popolo Ebraico pose solo questo nel cuore, che con la sua abbondanza dovesse soprattutto prendersi cura delle vedove e degli orfani; ma di un mantenimento di una qualche casa di preghiera (chiesa o sinagoga o tempio) e di insegnamento (scuole di qualunque genere) Mosè non ha mai detto alcunché, tranne di dover stabilire la decima per la tribù di Levi!

 

83/5 - Agire sempre con le opere dell'amore

60. Cercate innanzitutto di formare e rafforzare il vostro sentimento della vita secondo i Miei Insegnamenti: sentite con i poveri i suoi bisogni, e alleviateli secondo le vostre forze e secondo le vostre possibilità, consolate gli afflitti, vestite gli ignudi, nutrite gli affamati, date da bere agli assetati, aiutate gli ammalati dove potete, liberate i prigionieri e predicate il Mio Vangelo ai poveri in spirito. – Questo eleverà il vostro sentimento e il vostro animo fino al Cielo, e la vostra anima, in questa verissima via della vita, diventerà presto e facilmente una cosa sola con il proprio Spirito proveniente da Dio, e così parteciperete anche a tutta la Sua Sapienza e Potenza, e questo sarà certamente più che il molto sapere nel mondo. Essere invece una persona insensibile verso il prossimo e dare a se stessi la testimonianza attraverso il proprio sentimento troppo poco animato, …si sta ancora molto lontani dalla vera vita nello spirito!

61. Io, Gesù, vi dico: l'unico spirito vivente nell'uomo è solo l'amore e il proprio sentimento più tenero ed eternamente benevolo; chi di conseguenza si sforza sempre di più di accogliere tale suo amore e il suo sentimento più tenero ed eternamente assai benevolo nella sua anima amante di sé, e nella stessa diventa anche sempre più forte, più vigoroso, più coraggioso e più arrendevole, favorendo in tal modo la piena unità dello spirito con l'anima, – e allora l'anima diventa puro amore e sapienza secondo i suoi sentimenti più teneri e benevoli. Allora una tale anima è già completamente una cosa sola col suo spirito, e in tal modo è anche nel più vivente possesso di tutta la vita meravigliosa e delle facoltà del suo spirito, e questo vale sicuramente di più, che aver passato tutte le scuole dei saggi del mondo sulla Terra. In questo stato, può un uomo rimanere severo e senza sentimento?

 

 

83/6 - Anche i poveri devono compiere le opere dell’amore per il prossimo

Graz, 3 novembre 1901

62. Chi non ha nulla, non può dar nulla”, è una massima vera, ma questo non è sempre e ovunque determinante. Apparentemente l'opera dell’amore per il prossimo sembra prescritta solo per coloro che possono farlo, ma in realtà le cose hanno un altro aspetto, ed è per questo che voglio darvi una spiegazione, tramite la quale vi diventerà chiaro che anche i poveri possono praticare l’amore per il prossimo in differenti modi, poiché da ognuno viene preteso solo ciò che può fare, e non di più, e sarebbe ingiusto da parte Mia se volessi prendere in considerazione solo i benestanti che danno qualcosa ai poveri e ai bisognosi attraverso denaro, capi di vestiario e viveri, mentre i poveri e i bisognosi non verrebbero nel Mio Regno perché non possono farlo. – Perciò voglio darvi alcuni cenni che sono validi per i ricchi e per i poveri, ed entrambi possono trarne vantaggio.

63. Si rifletta cosa può essere fatto riguardo le opere dell’amore per il prossimo o della misericordia (si legga sul Vangelo della vedova che diede il suo ultimo centesimo, ma con ciò diede più di tutti gli altri che diedero del loro superfluo. – Mc. 12,42-44), poiché ognuno può fare qualcosa secondo le proprie forze materiali o spirituali. Inoltre, queste si possono fare attraverso dei favori, o con l’operare servizi d'amore guidando altri alla verità della fede. Anche queste sono opere d’amore per il prossimo. Tuttavia, opere che non si possono fare né fisicamente né spiritualmente e tuttavia si vogliono compiere per misericordia, si possono fare per amorevole benevolenza, in quanto si sacrifica la buona volontà come atto, per Mio onore, e poi Io le accolgo come un atto compiuto, poiché chi vorrebbe farle e non può, la sua buona volontà vale tanto quanto l’azione di colui che l’ha deciso e le fa.

64. Così molti poveri possono praticare delle opere d’amore per il prossimo attraverso la magnetizzazione o attraverso l’apprendistato nella formazione delle malattie, per mezzo di consigli su come si può curare la malattia con medicine o altri medicamenti, esercitando opere di carità. I modi per farlo, il tempo che si ha bisogno per questo, possono essere sacrificati in onor Mio. Ci sono migliaia di opportunità che stanno a disposizione di un uomo, tramite le quali può operare le opere dell’amore per il prossimo e guadagnarsi il Regno dei Cieli.

65. Operare con l’amore per il prossimo è quindi di tre specie:

I)     materiale: tramite opere materiali.

II)    spirituale: tramite opere spirituali.

III)   benevolo: il voler fare con buona volontà, quando si può.

Tutte queste specie di procedere con l’amore per il prossimo sono buone, e dovrebbero essere sacrificate a Mio onore, affinché Io ve le possa mettere in conto come ricompensa.

66. Perciò nessuno può lamentarsi che gli mancano i mezzi per praticare delle opere d’amore per il prossimo; solo i malati ne sono esclusi, ma questi in compenso possono fare qualcosa per Me: sacrificare la loro sofferenza, i dolori, per l’onore a Me, e ciò sarà anche messo in conto a bene nella sofferenza paziente. Quindi ciascuno ha l'opportunità e i mezzi per servire Me e il prossimo, se ha la sola buona volontà per questo, poiché ciò che si fa al prossimo lo si fa a Me, il Donatore della vita nell'uomo (Mt. 25,40).

 

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67. (Indicazioni di Schumi) : Sull’amore per il prossimo si legga anche il capitolo 58 di Isaia; – La predica sul buon samaritano; – il cap. 19,7-9 nel ‘Libro delle preghiere’; – e i tanti esempi nell’opera ‘Il dr. Martin Lutero nell’aldilà’.

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Cap. 84

La virtù della pazienza

Graz, 10-17 ottobre 1901

1. La più bella virtù di un uomo è l'amore, e in questo troneggia la pazienza come una regina della vittoria (vedi anche nel ‘Libro delle preghiere’, cap. 19,10-13). Essa, che è in grado di creare il più profondo inferno se si trasforma in male, produce al vincitore, come figlia spirituale del Cielo e dell’Amore, la corona della vita eterna. Essa è la compagna costante dell'Amore divino, poiché è Sua figlia e adempitrice di ciò che l'amore ha generato in sé per il prossimo, secondo le parole dell'insegnamento divino: “Fa’ al tuo prossimo ciò che tu vorresti che egli facesse a te”, per incontrarlo e trattarlo come fratello.

2. Essa è altamente al di sopra delle debolezze e degli errori umani, perché voi, se la usate correttamente, vi eleva a quelle altezze luminose dove Mi ergo Io maestosamente. − Ma come? − Vedete, Miei cari figli, questo accade perché Io, nonostante la Mia santità e intangibilità, vengo bestemmiato e trascinato ogni giorno nel fango da uomini scellerati. E cosa faccio Io, che in un attimo potrei ridurre l'uomo nel suo nulla? Io, l'Onnipotente, tratto la follia dell’uomo, che è solo un verme nella polvere della sua nullità dinanzi a Me, con la Mia divina Pazienza facendolo sfuriare e rivolgere all'inferno stesso, perché, così come l'uomo si allontana da Dio, allo stesso modo si avvicina all'inferno. In Dio c'è luce e felicità; all'inferno c'è invece tenebra e tormento, quando si entra come spirito nell’aldilà.

3. Lo spirito floreale della pazienza, nel profondo linguaggio dei fiori, è il tulipano dai colori così meravigliosi, le cui rispondenze: speranza, innocenza, amore e potenza di fuoco nelle sue meravigliose armonie, deliziano gli occhi di chi li contempla. E sette spiriti meravigliosi, puri figlioletti che, con la madre rappresentano uno spirito di grandezza mondiale nell'uomo, governano l'anima umana posta nel mondo. Ora esaminiamo i singoli operanti figli spirituali della pazienza:

I )        Pazienza verso il prossimo.

II )       Pazienza verso coloro che ti hanno fatto o che ti fanno del male.

III )      Pazienza verso l'ignoranza del prossimo.

IV )     Pazienza verso i poveri in spirito.

V )       Pazienza verso l’inferiore rispetto a te.

VI )     Pazienza verso le disposizioni della Provvidenza di Dio su di te.

VII )    Pazienza verso gli animali irragionevoli.

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4. Primo: pazienza verso il prossimo = Gli uomini, la cui anima e corpo sono presi dal Satan, portano in sé del satanico; essi sono sempre pieni di pazienza verso le proprie debolezze, e pieni di impazienza e di senso di giustizia verso il prossimo, il che, alla luce dell'Amore divino, nell’uomo dovrebbe essere esattamente l'opposto. Perciò uno sguardo di benevolenza e d’amore splenda sempre dai vostri occhi! Allora la pazienza troneggerà sulle debolezze dello spirito dell’uomo alla giustizia amante di sé.

5. Di conseguenza, non tormentare mai i tuoi debitori, se non possono pagare al tempo giusto e tu sei convinto della loro integrità e buona volontà. Infatti, voler fare e non potere, fa male, è un martirio per una persona onesta.

6. Esercita la pazienza, il perdono e la dimenticanza verso i tuoi nemici, gli offensori, i persecutori e gli oppressori!

7. Perché dovete perdonare il prossimo?

I) Perché Dio è Padre vostro e perciò voi tutti siete figli Miei, quindi fratelli e sorelle l'un con l'altro (Mt. 23,8-9).

II) Perché se non perdonate il vostro prossimo, allora anch’Io non vi posso perdonare. Infatti, nella preghiera del Padrenostro voi invocate: ‘Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori’ (Mt. 6,12).

III) Perché secondo il giudizio col quale giudicate, sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate nell’aldilà, sarete misurati (Mt. 7,1).

IV) Perché Io, Gesù, vi ho insegnato: «Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano e vi fanno del male, e pregate per i vostri calunniatori e persecutori» (Mt. 5,44).

V) Perché intransigenza e vendetta sono infernali; invece riconciliazione e perdono sono divini (Lc. 23,34).

8. Con la pazienza verso le debolezze del prossimo risuonano in voi le armonie dell'Amore e dell'Umiltà divina, nella cui dimora si trova la pace del cuore, un paradiso di soddisfazione e gioia. Con la pazienza sconfiggete il nemico dei vostri sforzi spirituali e lo inducete alla tolleranza nei vostri confronti, poiché con ciò voi operate in modo tranquillizzante sul suo animo che è in una direzione diversa dalla vostra, e risvegliate in lui il rispetto davanti alla vostra superiorità spirituale, il che nobilita il suo punto di vista e opera l’amore per il prossimo (la pazienza è una delle più grandi virtù dello Spirito dell’Uomo-Dio, Gesù, Padre nostro, di cui parla il ‘Libro delle preghiere teosofiche cristiane’ al capitolo 19, riferito così meravigliosamente).

9. Con l'impazienza invece accendete le fiamme spirituali dell'inferno nel vostro cuore, poiché l'impazienza incita all’ira, e da questa sorgono parole e insulti spietati, e spesso anche atti di violenza o gioia maligna scatenante vendetta, e vi trovate nelle tenebre spirituali dell'inferno, dal momento che non avete più nessuna luce per venir fuori dalla vostra triste situazione, dal vostro scompigliato labirinto spirituale.

10. Allora la Luce di Dio cessa di esistere in voi, dal momento che in tali occasioni lo spirito di Dio si ritira e incorrete in una schiera di concordi spiriti infernali, i quali prendono possesso di voi, vi spronano e vi rendono ancora più diabolici di quanto siete già. Il vostro stato d’animo si urta contro il presunto nemico, e fa anche di lui un concorde spirito infernale, e così avete gettato voi stessi e vostro fratello, come avversari, nell'inferno, dal quale è molto difficile uscire. Entrare lì è una strada larga; venir fuori dopo un lungo ricercare è una strada più stretta, pietrosa, accidentata e spesso molto spinosa di mortificazioni e richieste di perdono, a parte il grande danno che nel frattempo l'anima ha sofferto quando si trovava nell’inferno della durezza e della maligna attività, nel quale essa ha attinto la giusta sapienza della ragione per fare opere dell'inferno e per l'inferno.

11. Guardatevi dall'impazienza e dalle sue derivanti conseguenze, affinché, invece di diventare figli di Dio – non diventiate uomini che si formano a spiriti infernali dell’ira e della vendetta.

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12. Secondo: pazienza verso coloro che ti hanno fatto o che ti fanno del male = Nello spirito della divina Luce dell'Amore questa virtù è la degna compagna dell’amore, dell’umiltà e della dolcezza d’animo, le quali personificano in essa il fiore regale, il meraviglioso tulipano, e lo fa discendere nella visibilità dalla sua patria spirituale alla profondità della vita terrena nella lotta per l'esistenza e nell'esistenza.

13. Perciò abbiate cura di questa celeste figlia regale con tutto il fervore, poiché è chiamata, procedendo dalla mano dell'Amore, ad aprirvi il cuore dell'Amore primordiale e introdurvi nelle delizie e nelle magnificenze celesti. Infatti, cosa c'è di più bello del non essere in collera col fratello che ti fa del male nella scelleratezza dell'inferno, ma benedirlo, pregare per lui e porgergli del bene per (il compiuto) male?

14. O figli, raccoglietevi qui perle e diamanti per vostri gioielli celesti che vi rimarranno in eterno e caratterizzeranno il vostro passato come avete vissuto e operato nella vita infernale della tenebrosa Terra, la quale vi serve come scuola di prova, per riportare l'anima di Satana nella sua magnificenza originaria alle altezze celesti, nobilitata, spiritualizzata e divinizzata nella sua luce ed essenza primordiale.

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15. Terzo: pazienza verso l'ignoranza del prossimo = Capita spesso che la persona sensata, amante la precisione e la comprensione per la materia, voglia insegnarla a suo fratello, il quale però non la può afferrare ed ha concetti completamente diversi da quelli che l'insegnante vuole addurre, e qui l'impazienza si agita nell'uomo e vorrebbe sfogarsi con parole, nomi ed espressioni sconvenienti verso il fratello debole.

16. Vedete, qui subentra in voi una grande prova tramite la quale vi si ordina di rimaner calmi e tranquilli sulla debolezza del comprendonio del vostro fratello, per spiegargli la faccenda così spesso e in così tanti differenti aspetti, fino a quando non l’afferrerà. Ma se non riesce ad afferrarla, allora si mantenga la calma e lo si consoli dicendo che forse la prossima volta vedrà meglio la faccenda, – e se poi verrete da Me con la fervida preghiera e Mi pregherete affinché Io lo illumini, allora la prossima volta afferrerà la cosa sicuramente bene, poiché Io sono l’Insegnante superiore di tutti gli insegnanti, e a Me tutto è possibile. – Perciò, non disperate.

17. Ciò che voi non potete con le vostre forze di sapere e volere, lo posso Io molto facilmente, – perciò venite da Me ed Io potrò aiutarvi; invece al fratello dite che deve riflettere molto sulla questione, e forse la luce della conoscenza sorgerà a lui da sola. – Vedete, se procedete così verso il fratello, il vostro interiore si purificherà, e voi, esercitandovi nella pazienza, vi spiritualizzerete e vi preparerete a diventare cittadini del Mio Cielo.

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18. Quarto: pazienza verso i poveri in spirito = Il termine che Io ho usato sul monte Garizim presso Sichar "Beati sono i poveri in spirito" (Mt. 5,3), di solito non è compreso. E perciò devo chiarirvi questa espressione prima di parlare dell’atteggiamento verso questi poveri. Spiritualmente poveri sono coloro che nell’umiltà del loro cuore non sfoggiano mai e non vogliono mettersi in mostra attraverso la sapienza intellettuale.

19. Se spiritualmente, con ‘poveri’ avessi indicato gli stupidi e gli ignoranti, allora i cretini, che sono metà uomini e metà animali, sarebbero i prescelti del Cielo, e un Cielo così non potrebbe essere attraente per un uomo assennato. – Vedete, tali poveri in spirito sono di solito quegli uomini pacifici e silenziosi che, ascoltano il discorso, ma di solito non lo criticano, ma cercano di adempiere la legge dell'amore, dell'umiltà, della pazienza e della pace, anche se non tutto è secondo il loro senso e discernimento, e tali uomini sono beati perché vivono e agiscono nel senso del Mio insegnamento.

20. Succede però anche che tali uomini siano sotto il vostro insegnamento o discussione su un oggetto, di qualunque vedute e opinioni esse siano, e voi volete da loro determinate risposte. E se tali uomini vi danno solo delle risposte imprecise, allora abbiate pazienza con loro, poiché questa è la loro disposizione del cuore all’umiltà che essi non sacrificano per un granello di sapienza dell’intelletto.

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21. Quinto: pazienza verso l’inferiore rispetto a te = Alcune persone hanno un’elevata capacità di comprensione, una luce penetrante nello spirituale e possono anche trovarsi in una posizione migliore rispetto al proprio fratello o al suo prossimo. Ora succede che, per esempio, in una conferenza pubblica, il meno intelligente e il meno agiato o addirittura ‘subordinato’ ha il coraggio di esprimere anche la sua opinione che non corrisponde alla luce spirituale delle tue esposizioni; allora deve subentrare la pazienza che devi esercitare nei suoi confronti.

22. Se vedi che tuo fratello non ha afferrato il senso del tuo discorso, spiegaglielo ancora una volta, ovvero ripetilo, e se non riesce ad afferrarlo, allora sii paziente e digli qualcosa del genere: “Ascolta fratello, oggi non ci accordiamo sulla questione, – perciò pazienza, forse riusciremo ad intenderci prossimamente!”

23. Mai però devi prendere in considerazione la sua istruzione o educazione inferiore o posizione sociale inferiore in maniera sprezzante, e trattarlo con sdegno o addirittura offenderlo con parole sgarbate, poiché allora l'inferno è già in piena attività. Perciò abbi pazienza con l’inferiore nello spirito e nella vita pubblica, quindi sii un figlio del Padre proveniente dalle altezze celesti, il Quale osserva amorevolmente il tuo fare e non fare e, con gioia, nel tuo ritorno a casa, attende quel figliol prodigo nella Sua casa paterna.

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24. Sesto: pazienza verso le disposizioni della Provvidenza di Dio su di te = L’uomo vive volentieri libero e non si pone barriere nella sua vita per raggiungere tutto ciò che può essere raggiunto, e godere tutto ciò che le sue passioni e voglie o brame gli suggeriscono.

25. Se l’uomo nella vita è in una posizione che gli permette di ottenere tutto, allora con ciò diventa uno spirito tenebroso, dal momento che si preoccupa solo della materia, e mangiando ogni sorta di cibo e bevande dannose attira a sé ogni genere di sostanze patogene[156], le quali compaiono nell'una o nell'altra occasione.

26. Una volta che ci sono, allora in ogni caso non sono lì contro la Mia Volontà, e sebbene non le ho inviate direttamente Io, le uso comunque per frenare lo spirito mondano di quell’uomo per farlo riflettere da dove e perché gli è venuto tutto quello.

27. Attraverso malattie e sgradite tribolazioni, lo spirito mondano dell'uomo diventa del tutto abbattuto e riflessivo, e se la situazione o il pericolo è molto opprimente e allarmante, allora si ricorda nuovamente di Me e Mi prega per l’aiuto e liberazione dalla spiacevole situazione. Se l'uomo è progredito tanto che è stata raggiunta la guarigione spirituale in lui, allora lascerò volentieri che accada anche la guarigione materiale, se il proposito di diventar migliore è serio.

28. Così traggo a Me molti uomini dal fango mondano del peccato, poiché vedono che la preghiera a Dio aiuta; mentre il mondano è transitorio e dannoso per il corpo e per l'anima.

29. Perciò, se v’imbattete in ogni genere di dispiaceri e nell’insinuarsi di malattie, pensate a questo chiarimento e siate pazienti e umili verso tutti, perché ciò accade per il vostro bene. Infatti, quello che Io non punisco mai nella vita, e questo è infernale, è già giudicato e attende solo la morte per passare nelle tenebre, nei rimorsi e nell'angoscia per aver percorso vie e azioni di vita sbagliate.

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30. Settimo: pazienza verso gli animali irragionevoli = Accade spesso che un animale domestico commetta qualcosa che vi indigna o vi scandalizza sommamente. Vedete, l'animale ha il suo istinto, la sua intelligenza e le sue caratteristiche animali, e voi, quali creature ragionevoli, dovete sempre riflettere prima cos’è un animale, e perciò dovete essere indulgenti verso di loro se, secondo il loro istinto, commettono qualcosa che vi muove a sdegno. Ad esempio, il gatto vi mangia il vostro uccellino canoro al quale pendeva la vostra anima, e poi date al povero animale innocente un carico di legnate secondo la vostra furia selvaggia.

31. Ora vi domando: “Ho creato gli uccelli come vostri prigionieri da incarcerare nelle gabbie e come schiavi canterini? oppure vorreste bastonare anche Me con lo scudiscio (se Mi poteste avere) per il fatto che ho introdotto nel gatto l'istinto di mangiare topi e uccelli?”. – O irragionevoli! Voi non dovete bastonare il gatto, ma (dovete bastonare) voi stessi che agite contro i Miei Comandamenti e contro gli ordini del Creatore!

32. Se Io fossi come voi, allora dovrei punire anche voi meritatamente per tali oltraggi, poiché siete voi colpevoli se il gatto ha mangiato l’uccello e siete andati contro il Mio ordine in natura doppiamente verso gli animali; ma soprattutto avete peccato verso di Me!

33. Di questi o di simili casi ce ne sono molti, perciò siate pazienti verso gli animali irragionevoli, e riflettete che la loro ragione, il loro istinto e le loro caratteristiche sono state date loro da Me, perciò non dovete scaricare la vostra collera sui poveri e innocenti animali a causa della vostra brutalità, insensatezza e ignoranza, poiché con ciò peccate direttamente contro di Me!

 

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Cap. 85

La pazienza di Gesù

Graz, 6 maggio 1901

1.             Il sole della vita (nell’uomo), all’orizzonte delle debolezze umane, sorge dalle Azioni della Divinità e si manifestano nell’effetto umano, per dare un segno dell’ultraterreno che è posto nell'uomo quando l’uomo compie azioni che lo elevano ad eroe della vita spirituale.

2. Anch'Io, l’Onnipotente e Creatore nell'Universo, un giorno sono stato Uomo tra gli uomini ed ero sottoposto a tutto ciò a cui gli uomini sono sottoposti. Io ero certamente Dio nel Mio Spirito interiore, ma esteriormente indossavo la veste di Satana come la portate voi, perciò ero un Uomo col corpo carnale come voi e sentivo il bene e il male altrettanto come voi.

3. Già in vita ho dovuto inghiottire molte pillole amare dai Miei avversari, senza affrontarli con la Mia preponderanza come Dio, ma il più terribile e il più amaro avvenne alla conclusione della Mia vita, che ho dovuto superare con uno sforzo sovrumano, per mettere alla prova estrema la Mia pazienza.

4. All’interno del giardino del Getsemani nel momento in cui gli sgherri di Erode Mi misero le mani addosso e Mi legarono, avrei potuto impedirlo, solo che le Scritture dei profeti dovevano essere adempiute, perciò rimasi in silenzio come un Agnello e Mi lasciai legare come se fossi stato un pericoloso delinquente tra gli uomini.

5. Fui scortato attraverso la città e portato da Hanna, cognato del sommo sacerdote Caifa, con le mani saldamente legate, il quale cominciò ad interrogarmi, ma Io rimasi in silenzio, poiché sapevo che lui non aveva niente a che fare con Me.

6. Portato davanti a Caifa fui accusato e calunniato per aver fatto questo e quello, cosa che non corrispondeva ai fatti, e tacqui su tutto. Infatti, cosa avrei potuto contrastare alla malvagità e alla gioia maligna con la quale egli mentiva non per convinzione, bensì per ipocrisia, malvagità e servilismo e Mi rinfacciò parole e azioni che non avevo mai pronunciato né fatto?

7. E quando il servitore, alla Mia risposta che non si doveva chiedere a Me ma a coloro che Mi avevano ascoltato, Mi colpì con un pugno sul viso, di cui divenni poi completamente gonfio, Io non dissi parole malevoli, sebbene la Mia testa fosse in un calore febbrile per il dolore, ma chiesi allo scellerato con decise parole pacate: «Se ho detto una cosa non vera, allora dimostramelo! Ma se non puoi, perché Mi colpisci?». Questo colpo fu così potente, che pose fine all'interrogatorio di Caifa, poiché ero vicino al vacillamento per l’impeto del colpo che quel robusto uomo Mi aveva inferto nella sua brutalità.

8. Secondo la grande profezia sul Mio ritorno sulla Terra, che ha luogo proprio adesso, venni consegnato ai rozzi servitori del Tempio per la sorveglianza, i quali Mi presero in consegna nel cortile di Caifa e lì praticarono con Me la loro brutalità e malvagità. Poi Mi bendarono gli occhi, Mi sputarono in faccia, infersero schiaffi sul Mio sofferente viso, che si gonfiò ancora di più e, schiaffeggiando, chiedevano: «Se sei il figlio di Dio, dicci: chi ti ha colpito? Chi ti ha sputato addosso, chi ti ha schiaffeggiato?». E vedete, Io osservavo tutto con i Miei occhi spirituali più chiaramente del Sole a mezzogiorno. E cosa dissi e risposi? Niente! Rimasi in silenzio, il che li incoraggiò ancora di più, perché Io (per loro) nulla vedevo e nulla sapevo.

9. Sì, figlioli, queste sono state per Me ore terribili come uomo, dal momento che avevo la forza con la Mia potenza creatrice, di ridurre i Miei nemici e maltrattatori in atomi, e nondimeno Mi lasciai maltrattare così terribilmente rimanendo in silenzio come un agnello, per risparmiarvi tutto questo e liberarvi dal peccato originale!

10. Dunque, ci recammo da Erode. Questi Mi derise e Mi fece indossare una veste bianca, poi Mi rimandò da Pilato, e lasciai che tutto accadesse in maniera tranquilla e in silenzio.

11. Qui avvenne la flagellazione e poi l'incoronazione di spine, la quale fu così inconcepibilmente dolorosa che nessuno può riferirla o descriverla, ma si può provare solo se ci si imbatte in una situazione del genere. Ben gemevo dai dolori lancinanti, – ma rimasi pazientemente in silenzio, anche quando gli sgherri Mi deridevano come Re dei giudei.

12. E di nuovo s’innalzò la malvagità, invece di aver compassione di Me. Essi gridarono: "Alla croce!", quando Pilato voleva metterMi in libertà, e addussero contro di Me ogni sorta di diffamazioni, che Io non avevo commesso, né avrei voluto commettere. E cosa feci a tutto questo? Rimasi in silenzio come un agnello che viene portato al macello.

13. Quando gli sgherri Mi gettarono come un grande criminale sulla dura croce e Mi penetrarono mani e piedi con chiodi smussati con la forza di potenti colpi di martello, un dolore inconcepibile vibrò attraverso il Mio interiore, poiché tre grandi chiodi allo stesso tempo, specialmente attraverso i piedi, l’uno sopra l'altro, penetrarono tanto che Io, torcendoMi dal dolore, gridai: «Padre perdona loro! Perché non sanno quello che fanno!»[157]

14. Alla fine ebbe luogo l'elevazione della croce, e allora lo spettacolo infernale dei farisei e dei loro seguaci ricominciò, e disprezzo e scherno furono gettati su di Me – spingendo questo al massimo – e così fui deriso il più possibile. E cosa feci Io a tutte queste ingiustizie e maltrattamenti?

15. Rimasi in silenzio e permisi di praticare su di Me la più grande ingiustizia, malvagità e depravazione, per risparmiarvi la stessa sofferenza e salvarvi dall'orribile via del supplizio e morte sulla croce, cosa che era stata imposta su tutti voi dalla Santità divina, quando un giorno avete commesso il peccato originale nello spirito di Adamo ed Eva, agendo contrariamente ai divini Comandamenti dell’obbedienza e della purezza del corpo[158].

16. Qui dalla Mia pazienza apprendete cosa deve fare l'uomo se vuole raggiungere le mete celesti, e che nessun dolore, nessun insulto è così grande tramite cui l'uomo non possa dimostrare la sua pazienza. Leggete anche il percorso della sofferenza nel ‘Libro delle preghiere’, per richiamarvi alla memoria cosa ho dovuto soffrire e sopportare per liberarvi dalle terribili sofferenze che vi erano state imposte, e per riacquistarvi la figliolanza che avete perso col peccato originale (Gen. 3,15; Ebr. 9,15; Rom. 3,25; 1° Tim. 2,14).

 

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Cap. 86

Come vivere la castità

Graz, 20 -25 luglio 1901

1. Nell'uomo non c’è nessuna caratteristica così impetuosa e persistente come l'amore, poiché questo è derivante dal fuoco fondamentale della Divinità e lo stimola continuamente dalla tenera giovinezza fino alla vecchiaia. Guai però all'uomo se non sta attento a questo re del Cielo, perché si trasforma facilmente in amore sensuale, e per l’uomo, invece di essere benedizione e felicità, diventa infelicità e profonda trappola spirituale. Perciò coltivate solo l'amore spirituale, affinché in questo amore vi nobilitiate e spiritualizziate, e nessuna macchia di impudicizia imbratti la veste della vostra anima.

2. Nel linguaggio dei fiori il giglio bianco corrisponde alla castità e si divide in sette virtù spirituali, di cui ognuna uguaglia un giglio, e queste sono:

I )      Virtù dell'amore spirituale per le donne.

II )     Amore virtuoso verso i bambini e i giovani.

III )    Pudore di fronte agli animali.

IV )   Pudore verso te stesso e con quelli del tuo stesso sesso.

V )    Pudore dei pensieri.

VI )   Pudore delle parole.

VII ) Pudore delle opere.

3. Primo: virtù dell'amore spirituale per le donne = Questo racchiude la grande decenza e la virtù della castità, al fine di non coltivare il peccato originale e generare figli simili a Caino.

4. Secondo: amore virtuoso verso i bambini e i giovani. = Chi molesta i bambini e quelli in tenera giovinezza è un ladro del loro amore spirituale! Nondimeno, c'è anche una grande differenza in queste aberrazioni, e non si deve rompere il bastone su una persona secondo la giustizia umana, ma su questa faccenda lasciare il giudizio a Me, al solo Giudice. Voi uomini non conoscete il potere dell'amore in un uomo, e non conoscete neanche le predisposizioni che sono nascoste in un uomo.

5. Io certamente dissi: «Chi molesta uno di questi piccoli che credono in Me, a questi sarebbe meglio che si appendesse una pietra da macina al collo e annegasse nel mare, dov’è più profondo». Solo che con questo non significa che voi stessi dobbiate evocare un giudizio sul fratello o sulla sorella e bandirli, ma, al contrario, Io vi dico: “Chi di voi si sente giusto in questa direzione dinanzi a Me, Mi deve chiamare come Giudice tra lui e il peccatore, e vedremo presto le conseguenze del Mio giudizio!”.

6. Ascoltate, voi che vi ritenete giusti! Quand’è che avete scontato la punizione della Via Crucis, della crocifissione e della morte che vi sono state imposte, punizioni che la Giustizia divina pronunciò su di voi? Non sono stato Io a dover espiare per voi la punizione della vostra fornicazione? E perciò, poiché voi stessi eravate peccatori (quali stirpe di Adamo) e non avete scontato la punizione, …neanche voi dovete condannare e scacciare un povero peccatore o una povera peccatrice che cammina su vie sbagliate nell'impeto del suo amore, e non odiarlo, dal momento che in tal modo odiate Me, considerando che Io sono la Vita nell'uomo, ed egli non potrebbe peccare se Io non glielo permettessi per il motivo dell’intoccabile volontà, quindi ne è responsabile solo dinanzi a Me.

7. Voi odiate, calunniate e scacciate una simile persona, nella quale tuttavia dimoro Io, vostro Dio e Giudice, e (comunque) pregate “Padre nostro! Perdona i nostri debiti come noi li perdoniamo ai nostri debitori!”. Così, voi miscredenti, invocate l'inferno su voi stessi secondo la vostra mancanza d’amore e di giustizia, invece di dare parole amorevoli e istruttive al fratello vostro smarrito o alla sorella smarrita con amore, umiltà, pazienza e dolcezza e, attraverso la preghiera, volerli portare alla decenza e all’ordine per la loro conversione.

8. Mio è il giudizio, e non degli uomini, poiché essi stessi stanno dinanzi a Me nel giudizio pieni di errori e peccati. Come volete aspettarvi da Me la remissione dei peccati, se agite spietatamente verso il vostro prossimo, dal momento che avete già fatto a Me stesso ciò che fate al prossimo, fratello o sorella che sia?

9. Le madri e i genitori in genere devono adoperarsi affinché i loro figli vengano allevati in modo costumato e morigerato[159], e non pensare che il bambino sia troppo giovane per coprire la nudità del suo corpo. Bene, se è troppo giovane, allora i genitori devono fare camicette e vestitini tali che i bambini non abbiano le loro parti del corpo scoperte ad ogni movimento, e quando si siedono, specialmente le fanciulle, devono quindi indossare gonnelline lunghe fino in fondo, raggiungendo le articolazioni del piede (caviglie). – Se sono già sviluppate e un po' più giudiziose, allora le si deve rendere attente sull’indecenza, affinché si coprano sempre.

10. La maggior parte dei genitori dice: “Sono tuttavia bambini innocenti. Chi li prenderà così sul serio?”. − Io però dico: “Non a causa dei bambini, ma a causa degli adulti è stato ordinato di rispettare ciò che Io, come Dio e Padre degli adulti, pretendo per amor vostro. Io conosco meglio di tutti le dannose conseguenze di tale spudoratezza tra fratelli e sorelle – come anche considerando gli adulti – come voi. Se vi dico apertamente che i genitori sono (proprio loro i) grandi promotori di impudicizia e fornicazione a causa di questi vestitini urbani e antiestetici dei bambini piccoli, allora vi ho detto la piena verità.

11. Proteggete da insidie e seduzioni anche i giovani inesperti, dove potete, poiché essi non sanno proteggere se stessi quando sono ancora troppo giovani e privi di esperienza.

12. Terzo: pudore di fronte agli animali = Questo peccato viene anche chiamato ‘il peccato sodomitico’[160], poiché include in sé anche la pederastia[161]. Che sia un abbruttimento e depravazione sensuale del tutto grossolana lo si può vedere dal fatto che dodici città, tra le quali le più importanti erano Sodoma, Gomorra, Adama e Zeboim, con una popolazione totale di oltre due milioni di persone, furono distrutte con fuoco e zolfo, che venne su di loro dall'alto e dal basso. Perciò guardatevi da tale peccato!

13. Quarto: pudore verso se stessi e con quelli dello stesso sesso = È dovere dell'uomo stare attento a tutti i suoi sentimenti e mantenerli nella decenza affinché non degeneri nell’imbarbarimento dell’auto appagamento delle sensazioni corporee con la masturbazione. Conseguentemente, l’uomo non deve mai coltivare un amore ermafrodito con esseri dello stesso sesso, perché questo è un grossolano imbarbarimento dei sentimenti sessuali, il quale dopo la morte si attira una rigorosa separazione e trova il suo status nel secondo inferno. Perciò tenetevi lontani da questi due grossolani peccati sessuali.

14. Pertanto, ‘togliti le scarpe’ (Es. 3,5), cioè purifica il tuo cuore dai peccati, prima di comparire dinanzi a Me e chiederMi di ascoltare la tua preghiera, poiché nessun padre ascolta volentieri un figlio disubbidiente. – Perché dovrei Io, agire in maniera più irragionevole di un padre terreno? Io certamente esaudisco spesso visibilmente anche i peccatori, ma questo dipende dalle circostanze, dalla fiducia in Me e dalla preghiera più profonda.

15. Quinto: pudore dei pensieri = I tuoi pensieri sono il tuo mondo, il tuo inferno, il tuo paradiso o Cielo. Perciò bada ai tuoi pensieri, poiché se non penserai niente di sbagliato, neanche può seguire niente di sbagliato.

16. Sesto: pudore delle parole = Pensieri casti hanno parole caste al seguito e ...

17. Settimo: pudore delle opere, perché quando si nobilitano i pensieri, si esprimono parole caste e si producono spirituali opere della Luce e del Cielo, invece che delle tenebre dell'inferno.

18. La castità o la perseveranza è quella virtù verso la quale tutti voi un giorno avete peccato con Adamo ed Eva, perché siete spiriti discendenti dai vostri progenitori.

19. Quanto grande e determinante è questo peccato per la vostra esistenza spirituale e materiale, l’avete appreso sopra al cap. 24-24 dalle comunicazioni che vi ho rivelato dalla storia dei tempi primordiali adamitici; perciò cercate di opporvi a questo peccato con tutte le vostre forze, e liberatevi completamente dalle sue seduzioni, altrimenti non potete giungere alla rinascita dello spirito.

20. Chi è debole per ciò che concerne il sensuale amore carnale, in tale debolezza viene provato fino a quando non avrà eliminato da sé l'ultima goccia di tale amore impuro; e finché questo non è accaduto, non può entrare nel suo più intimo, dove lo attende il Regno di Dio.

21. Perciò gli occhi non devono mai dilettarsi in quegli stimoli che sono dannosi per la vita spirituale, bensì vivere casti nei pensieri, nei desideri, nelle parole e nelle azioni.

 

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Cap. 87

Avere sempre la pace nel cuore

Graz, 6-8 novembre 1901

1. Amore per la pace. − Questo è il paradiso dell'uomo, se sa custodire sempre la pace del cuore. Infatti, fino a quando l'uomo vive in pace con se stesso e con ciò che lo circonda, ha un piccolo paradiso nel mondo ed è felice di tutto, trovando ogni cosa nel suo ordine, perché con la soddisfazione nel cuore trova amore e soddisfazione in tutto ciò che la luce del giorno può e deve illuminare liberamente.

2. Sì, la pace nel cuore è una regina sulla vita, un principe dell'amore, perciò Io stesso sono chiamato il ‘Principe della pace’ e il ‘Re di ogni vita’, e per questo motivo il Mio costante saluto era “La pace sia con voi!”, poiché se si ha la pace nel cuore, si è felici e sempre pieni di gioia e voglia di vivere.

3. Di conseguenza, custodite la pace e non fatevi prendere dall’inquietudine, perché con ciò si va dal paradiso all'inferno, e lì si rimane finché con la controcorrente non sarà eliminato di nuovo l'inferno dal cuore .

4. Nel linguaggio dei fiori, la pace viene caratterizzata con il rosmarino, perché questo fiore possiede un profumo particolarmente forte che fa bene a tutti, come la pace nel cuore. – Sette spiriti della pace formano qui un insieme che consistono dalle seguenti formazioni:

I )      Pace col volere di Dio.

II )     Pace col prossimo.

III )    Abbi pace con coloro che ti fanno del male.

IV )   Pace coi subalterni.

V )    Abbi pace col prossimo che pretende da te l’irragionevole.

VI )   Mantieni la calma e la concordia con tutti.

VII ) Abbi pace verso i superiori.

5. Primo: pace col volere di Dio = L'uomo deve accettare silenziosamente e sopportare con calma tutto ciò che lo colpisce, umilmente e nella pace del suo cuore come qualcosa che Dio ha disposto per la salvezza della sua anima, perché tutto ha uno scopo e nulla rimane senza ricompensa di ciò che è accettato con amore e sopportato nella pace del cuore, ed è stato sacrificato per la gloria di Dio.

6. Secondo: pace col prossimo = Vivi sempre in rapporti pacifici col tuo prossimo, affinché tu stesso possa avere pace e tranquillità da lui. Perciò, sii premuroso e amichevole con tutti, e non ascoltare se il tuo prossimo ti parla alle spalle spiacevolmente. E se senti qualcosa di sgradevole, non dare alcun valore a questo e non ritenere responsabile nessuno, poiché se è la verità, allora devi tacere e riparare ciò che c’è da migliorare in questo; se invece è una bugia, allora col tempo la verità verrà fuori e si vedrà l’ingiustizia che ti è stata fatta. Tu comunque hai mantenuto la pace e la quiete nel cuore e col tuo prossimo, e se hai sacrificato tutto a Me, allora da questo avrai anche ricavato un grande beneficio. Questa è la regola d'oro della tua vita, se vuoi vivere felicemente tra gli uomini.

7. Vivi col tuo prossimo nella migliore amicizia, ma sempre in quella che ti eleva nello spirituale e ti porta a Me.

8. È bene che tratti il prossimo gentilmente, affinché non ti mettano nessun ostacolo sulla via e tu mantenga la pace e la soddisfazione nel tuo cuore, perché questo ti rende felice sulla Terra.

9. Trasferisciti da quella situazione dove non hai la pace col tuo prossimo, perché questo ti rende insoddisfatto e ti attira all'inferno.

10. Se vuoi vivere in pace con tutti gli uomini, allora taci e non parlare di cose di cui non si deve parlare.

11. Ricordati: ogni discussione sulle debolezze e sui difetti del prossimo, è uno di quegli argomenti con cui tu non devi discutere, perché se il tuo prossimo apprende che hai parlato di lui e dei suoi vizi, sarà in collera con te e anche lui parlerà ancora di più su di te ove possibile, e questo non ti andrà bene, ne sarai sdegnato, quindi non fare anche tu ciò che non vuoi che il prossimo faccia a te, quindi non dargliene motivo.

12. Se vuoi vivere in pace e in armonia con te stesso e col tuo prossimo, devi imparare a far crescere molto l’amore, l’umiltà e la pazienza dentro di te, e non sentirti ferito con nulla nel tuo amor proprio o nella tua personalità.

13. La salvezza della tua anima la trovi solo in Dio; la vita del mondo ti porta tribolazione e morte dello spirito.

14. Terzo: abbi pace con coloro che ti fanno del male = Gli uomini sono malvagi per la natura della loro origine, essi vengono spesso fortemente influenzati dalla loro maligna sfera spirituale nella quale si trovano secondo le loro disposizioni del cuore, e spesso sono le opinioni e i vantaggi personali il motivo per il quale vivono in disaccordo con te. Se vuoi essere liberato dall'inferno nel quale ti vogliono trascinare facendoti del male, calunniandoti in modo menzognero, il che ovviamente li caratterizza come stando in compagnia degli inferi, allora rifletti a come pensavo Io quando dissi: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno», quando mi causarono i più terribili dolori con quei chiodi smussati, e quando Mi percossero nella Mia carne. Infatti, se avessero saputo cosa stavano facendo, non l'avrebbero certamente fatto. E così è anche con voi il caso.

15. Se il prossimo sapesse che mentre ti fa del male ha a che fare con il suo Dio e Giudice che dimora nel cuore del maltrattato, e scruta ed osserva attentamente le azioni dell’uomo malvagio, e che costui poi le ripagherà al malvagio stesso, allora di certo non lo farebbe!

16. Tu invece devi tollerare ciò che non puoi impedire bonariamente. Devi sacrificare al Mio onore l’ingiustizia a te inflitta, e tacere, e se ti si offre l'opportunità di ripagare al tuo nemico il male con il bene, allora non astenerti dal farlo, poiché in questo caso avrai fatto splendere il Sole dell'Amore sul suo cuore immerso nel ghiaccio; questo lo scioglierà e farà emergere dal nemico, un amico.

17. Infatti, i raggi del Sole dell'Amore sciolgono i blocchi di ghiaccio del cuore di un malfattore indurito dal freddo. E poi, quale valore spirituale avrà la tua azione ai Miei occhi, ti diventerà chiaro solo quando otterrai da Me la tua ricompensa, la quale non potrà essere paragonata alla ricompensa terrena, dal momento che è piacevolmente celestiale.

18. Quarto: pace coi subalterni = L'uomo diventa superbo quando è padrone o è il superiore di un servitore a lui subordinato. Questo non deve essere, ma devi considerare ogni uomo come tuo fratello. Abbi pazienza con le sue debolezze e digli con calma che il suo comportamento non corrisponde alle regole del decoro e del suo rapporto con te, e quindi deve guardare al suo stesso interesse, affinché non si perda per leggerezza la posizione del servizio, dal momento che tu vuoi vivere in pace. E se non si migliora, allora licenzialo rassegnato senza litigare a causa del suo essere riluttante, in modo che la pace sia preservata da entrambe le parti.

19. Quinto: abbi pace col prossimo che pretende da te l’irragionevole = Gli uomini di oggi sono in molti modi viziati e maliziosi; perciò cercano di sfruttare il più possibile il prossimo, se questo si lascia sfruttare. Per questo motivo siate semplici come colombe, ma anche astuti come serpenti; perciò siate prudenti, guardate a chi prestate fede! È meglio dire di no in anticipo, che piangere dopo. – Così mantieni in te su questa Terra la tua pace tra gli sfruttatori. Il mancato pagamento è di solito affar loro, perciò tieni d'occhio accuratamente la tua tasca!

20. Sesto: mantieni la calma e la concordia con tutti, anche se non è secondo i tuoi concetti = C'è sempre qualcosa nella vita dell'uomo che non corrisponde alla sua volontà e al suo volere, poiché gli uomini hanno disposizioni differenti, perciò sono differenti anche le loro azioni e i loro modi di agire. Non lasciarti turbare da questo, ma piuttosto sopporta lo spiacevole, tollerandolo e sacrificandolo in Mio onore, e pian piano ti abituerai a camminare tranquillo su tutti gli ostacoli del tuo percorso di vita, e verrai sempre più vicino a Me.

21. Che tu diventi impaziente con questo e con quello, è ancora l'eredità proveniente da Satana, perciò cerca di sopprimere completamente questa eredità, in modo da diventare un figlio di Dio Padre tuo, Io, che non Mi adiro mai, perché Io non ho nulla di satanico in Me! – Ricordati questo, e non dimenticarlo in nessuna occasione in cui significa sopportare pazientemente, per guadagnare in tal modo il Cielo.

22. Settimo: abbi pace verso i superiori = Gli uomini sono obbligati a mostrare rispetto verso i loro superiori, poiché così è usanza e consuetudine nel mondo. Anch’Io resi chiaro questo punto di vista agli arroganti farisei, con il tributo a Cesare (Mt. 22,21), così che si devono rispettare le autorità quando queste vengono trovate giuste dinanzi a Me.

23. Con questo, però, non deve essere intesa l’autorità di oggi, bensì quella di allora e quella futura che stabilirò o approverò Io stesso[162]. Tuttavia non lasciatevi trasportare dalla Mia disapprovazione attuale per intraprendere una sollevazione contro i superiori, poiché il Re del mondo, che nello stesso tempo è anche il Giudice, sono Io, Dio Padre, Gesù stesso, e non ho bisogno di aiuto, se ‘la chiamata’ non proviene da Me.

24. Perciò state tranquilli e pacifici e obbedite solo a Me; allora disporrò già Io il necessario per far di voi i Miei unici sudditi e liberarvi da ogni pressione e sfruttamento.

25. La palma della pace (come dono di Natale) è il simbolo della vita umana. Come la palma si sviluppa fino al frutto, così si sviluppa anche l'uomo fino alla sua piena età.

26. La palma era anche il segno della pace; con questo segno salutavano Me (Gesù) gli abitanti dei villaggi e delle città, e con questa palma o con rami di palma il popolo Mi accompagnò quando entrai in Gerusalemme.

27. La pace volevo portar loro! ... Riflettete sul fatto che il Mio insegnamento, basato sulla pace, può prosperare solo nella pace. – Cercare di procurarvi pace nell’interiore, e mantenete la pace con il mondo esterno. Nella notte Santa questo grido penetrò in tutti gli spazi celesti: "Pace sia sulla Terra e nei Cieli!". – "La pace sia con voi!", – così esclamo a te e a tutti: “Mantenete la pace, e la palma della pace un giorno farà parte di tutti coloro che qui hanno lottato coraggiosamente ed hanno ottenuto la vittoria". – Quindi: "Pace a te e a tutti!" – La pace senza amore non è possibile, perciò: "Amatevi l’un l’altro, amate gli uomini e amate Me!".

 

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Cap. 88

Nutrire altruismo verso chi è di più ed ha di più

Graz, 20-23 ottobre 1901

1. Nella vita ci sono molte occasioni in cui l'uomo può guadagnarsi il Cielo, ma gli uomini ignorano queste opportunità, perché non seminano; e poiché prima dovrebbero seminare, questo a loro non piace. Ebbene, sulla Terra si deve seminare, se si vuol raccogliere nel Cielo!

2. Chi qui non vuol seminare, non avrà nulla da raccogliere nell’aldilà e quindi non verrà né nel paradiso né nel Cielo. Su questo, ognuno deve riflettere bene, affinché sappia dove verrà quando entrerà nel regno degli spiriti ed otterrà la ricompensa per la sua terrena attività spirituale.

3. Utilizzate il breve tempo della vostra scuola di prova terrena per vivere qui felicemente, per morire in maniera confortante e giungere nell’aldilà molto felici, così da formare il vostro stesso destino come figli di Dio. Questo, infatti, è il vostro compito sulla Terra, che vi esercitiate a diventare altruisti come lo sono Io, il Padre vostro nel Cielo, affinché vi riconosca come figli Miei ed Io vi accolga nella Mia casa paterna, poiché, se non coltiverete l'altruismo nel modo come ve l’ho raccomandato nel ‘Libro delle preghiere’, la vostra vita sarà inconsolabile quando entrerete nel Regno degli spiriti. Perciò leggete nel ‘Libro delle preghiere’ le informazioni riguardanti.

4. Nel linguaggio dei fiori il garofano bianco rappresenta il fiore corrispondente all'altruismo, perché questo fiore possiede un potere speciale se si sapesse come usarlo in medicina; quindi è una grande pianta medicinale, come l'altruismo è un grande medicamento in quei pazienti denominati poveri e bisognosi.

5. Come tutte le precedenti virtù del Mio Io sono state divise finora in sette spiriti della virtù, così anche questo si divide in sette altruistici spiriti aiutanti del Mio Amore per gli uomini, come segue:

I )      Altruistico amore verso i poveri e i bisognosi.

II )     Disinteresse verso coloro che si fanno largo e vogliono essere i primi.

III )    Disinteresse verso chi vuol saperne di più.

IV )   Disinteresse verso i possidenti.

V)     Disinteresse verso i più colti nel loro campo.

VI )   Disinteresse verso i meglio pagati.

VII ) Altruismo verso i più avanzati nello spirito.

6. Primo: Altruistico amore verso i poveri e i bisognosi = Il più importante e più determinante riguardo a ciò è menzionato nel ‘Libro delle preghiere’ cap. 19,21-26 (l’altruismo), quindi da leggere lì.

7. Secondo: disinteresse verso coloro che si fanno largo e vogliono essere i primi. = I Miei figli devono splendere tramite l'amore fraterno, l'umiltà, la pazienza e, in determinati eventi, il disinteresse, e lasciare che gli orgogliosi ottengano il privilegio preteso, in cui, invece della felicità, viene servita loro solo infelicità. Ciò perché l'orgoglioso che vuol splendere nel mondo, nel regno degli spiriti sarà molto infelice, dal momento che là, nel mondo delle tenebre, raccoglierà solo derisione e beffa tra i suoi di pari grado.

8. Terzo: disinteresse verso chi vuol saperne di più = Ci sono uomini che sanno tutto meglio e vogliono splendere dappertutto con la loro sapienza. Tuttavia, dal momento che questa è la contro-virtù di fronte all'umiltà, umiltà che Io ho designato nella ‘predica del monte’ per la povertà nello spirito e l'ho lodata come benedetta, definendo la sapienza del mondo come arroganza e Satan, allora sapete cosa dovete fare se volete essere e rimanere figli Miei. Lasciate l'inferno a coloro che vogliono entrarci! Voi, invece, rimanete presso di Me, siate umili ed estremamente disinteressati in tali occasioni.

9. Quarto: disinteresse verso i possidenti = Il possesso nelle mani dell'uomo può essere una benedizione o una maledizione, quindi non invidiate ai ricchi il possesso e le proprietà, perché è molto più difficile servirMi ed essere rispettati come ricchi, che nella povertà. Le preoccupazioni di amministrare bene il patrimonio e, accanto a questo, l'egoismo, sono raramente separati. – Perciò chi non ha un sentimento altruista, dovrebbe lodarMi ed elogiarMi se è povero, perché difficilmente si può essere egoisti nella povertà, dove al contrario, nella ricchezza ci vuole un carattere deciso per essere amorevoli e generosi.

10. Quinto: disinteresse verso i più colti nel loro campo = È compito di ogni uomo coltivare i talenti a lui conferiti ed amministrarli bene a beneficio dell'amore fraterno e del prossimo, affinché il capitale e l'interesse dei talenti si accresca, si nobiliti attraverso l’amore per il prossimo e si ritorni spiritualizzati a Me, al Signore dei talenti prestati. Perciò siate disinteressati e non invidiate le persone più istruite di voi, poiché esse hanno di più e per questo sono responsabili di più.

11. Ogni uomo sente in sé l’impulso verso l'una o l'altra scienza o formazione in un settore (della vita), perciò imparate e sviluppatevi continuamente nelle vostre idee preferite, e in tal modo, …servite Me e il vostro prossimo, e allora avrete amministrato bene i talenti, perché avrete investito sull'interesse dell’amore per il prossimo; in altre parole, quando con i guadagni aggiuntivi, mediante la maggior conoscenza, avrete sostenuto i poveri e gli ammalati.

12. Quanto più sarete istruiti, tanto maggiori saranno le richieste che vi faranno per amministrare i vostri talenti a beneficio del prossimo. E quindi dipenderà solo da voi stessi se vorrete diventare dei fedeli servitori della casa del Padre Mio, perché dipende solo da voi, se siete istruiti e vorrete gestire bene la conoscenza che vi è stata conferita, perché Io sono in ogni uomo la Sorgente fondamentale dell'Amore, dalla quale si può attingere per amore per Me e per il prossimo, ciò che si vuol diventare.

13. Sesto: disinteresse verso i meglio pagati = Anche verso questi siate disinteressati, poiché essi hanno un dovere maggiore nei Miei confronti, perché sono più istruiti, e se sperperano i loro maggiori guadagni per se stessi, hanno maggiori responsabilità di coloro che guadagnano di meno, poiché dove non c'è nulla non si può pretendere nulla.

14. Settimo: altruismo verso i più avanzati nello spirito = Cari figli, avete tutti le stesse istruzioni e lo stesso insegnamento del Mio Amore, e quindi nessuno può dire che sia svantaggiato. Cercate di risvegliare in voi le Mie Virtù, di farle crescere, fiorire e maturare, allora anche i frutti saranno lì per la vita eterna, e non avrete bisogno di più. Quanto più accoglierete e adempirete in voi la Legge dell'Amore con le sue figlie virtuose e i suoi nipoti, tanto più avanzerete.

15. L’abnegazione disinteressata. Questa capitale virtù del Padre vostro Gesù è stato il Mio ultimo divino atto d'Amore, come voi sapete dalla storia della Mia sofferenza.

16. Non c'è niente di più bello al mondo di questa grande virtù, la quale eleva l'uomo alle regioni superiori della Divinità, perché per mezzo di ciò, Io, quale Dio stesso, attraverso i Miei figli diventati uguali a Me, esercito benefici agli uomini.

 

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Cap. 89

Ammonizioni, proverbi, consigli e insegnamenti per vivere con sapienza e giustizia

Graz, 3-5 marzo 1901

1.            Il compito dell'uomo è quello di dominare i propri vizi, in modo che nel suo pieno diritto nei confronti del suo prossimo, non lasci andare le redini dei vizi del suo ego personale di sapienza intellettuale, e non dica al fratello o alla sorella liberamente in faccia la nuda e cruda verità.

2. Tuttavia, questo si ottiene ponendo davanti agli occhi la verità spirituale che l'anima e il corpo sono strumenti innocenti di un'educazione e di una preparazione falsa o manchevole che, invece di agire sull’animo nobilitandolo, riempie la testa di sapienza, perciò la colma di vizi, di false opinioni e di presunzione che, a spese del prossimo, scaglia nel mondo le sue frecce e offese pungenti o anche aspre. Perciò bisogna compiangere un uomo simile, poiché la sua cattiveria e il suo malvagio agire provengono solo dalla sua istruzione umana che, in sé, gli ha portato tutte le sue carenze, ma non dall'io personale che rappresenta l'anima, la quale è l’allieva innocente della sapienza del Satan nella testa.

3. Si separi quindi rigorosamente la persona, o l'io visibile attraverso il quale l'anima si manifesta, dalla sapienza nella testa che ha acquisito le sue conoscenze nell'istruzione mondana, la quale non serve a nulla per la nobilitazione dell'uomo, bensì rappresenta solo l’abbruttimento dell’animo, o attraverso una raffinata ipocrisia dell'educazione, o attraverso la sottile finzione, insistendo sui propri diritti e mettendo in moto tutte le sapienti frasi per distruggere l'avversario.

4. Si aborriscano ben i vizi del prossimo, si escluda però il personale io e non gliene si voglia male quando, sedotto dal suo Satan della sapienza intellettuale, egli ha agito male verso di te.

5. Perciò non si giudichi l'uomo secondo le caratteristiche del suo io esteriore che è ancora pieno di errori e debolezze, ma si rifletta che Io dimoro anche nel cuore di un uomo malvagio e che la sua anima è la Mia sposa che Io cerco di nobilitare, di spiritualizzare, divinizzare e istruire, e che un giorno, come te, diventerà una divinità insieme a Me.

6. Dal momento che voi stessi siete pieni di errori e vizi, non dovete avere pretese troppo rigide dal fratello che è alla ricerca di ‘pane’ e ‘luce’ spirituale, bensì dovete sforzarvi di mettere in chiaro e insegnare il vero insegnamento dell'Amore e della Sapienza divina e aver con lui pazienza, fino a quando non sarà giunto al fondamento della verità e sarà in grado di afferrarla.

7. Il progredito, quindi, non deve essere un ostacolo allo sviluppo del fratello meno dotato, meno avveduto e debole con pretese troppo critiche, poiché non l'uomo, non la causa dei seguaci della Teosofia, ma Io, vostro Dio, sono lo scopo dello sforzo della Teosofia, ed Io considero tutti gli uomini come Miei figli e non escludo nessuno dall'Amore del Mio cuore Paterno, tanto nell’aldiquà come anche nell’aldilà della fossa.

*

8. Il ridere è una manifestazione dell'anima e della sapienza intellettuale. La caratteristica è impiantata nell'uomo che, in differenti disposizioni del sentimento interiore, porta all’espressione esteriore questo sentimento attraverso il ridere. L’uomo ride per gioia, per malizioso piacere, per malizia, sarcasmo, piacere infantile, gratitudine, affabilità, amor proprio soddisfatto, consuetudine, volubilità, maliziosità, furbizia, speranza gioiosa e gioie del cuore, ecc.

9. Il ridere è soprattutto per auto soddisfazione, per il fatto che si è giocato al prossimo un tiro con bugie, malizia, inganno, impostura, danni e differenti artifici, e in questo sta il male del ridere; perciò l'inferno è sempre pieno di risate e burle maligne.

10. Come sapete dalla storia della Mia vita, Io non ho mai riso come Uomo adulto, perché la risata forte e chiassosa si addice molto male all’uomo, mentre una natura seria e amichevole procura qualcosa di imponente alla persona, tanto che si ha un certo rispetto dinanzi a lei.

11. "Lo sciocco si riconosce dal ridere" è il proverbio nella vita, quindi abituatevi ad un comportamento serio; nondimeno, sorridete amichevolmente nei confronti del vostro prossimo. Invece la risata chiassosa controllatela con tutta serietà, poiché è rozza ed è poco bello per una persona adulta se nel suo circondario si fa riconoscere con molte risate sonore.

12. Ricordate che la risata sonora e chiassosa rivela la vostra bassa educazione ed esuberanza dell’animo, il che dà una bassa opinione di voi presso una persona educata, che vi considererà come un essere interiormente incolto, mentre voi pensate che abbia compiacimento nelle vostre spiritosaggini e risate.

13. Perciò non lasciate mai farvi venir la voglia di fare scherzi in maniera maliziosa ai vostri conoscenti, amici e fratelli nello spirito, né con parole né con azioni. – La vita è troppo seria per perdere inutilmente tempo con scherzi, risate e prese in giro.

14. Allo stesso modo non si deve mai canzonare un sempliciotto; mai si deve ridere per divertimento o per gioia maligna se a qualcuno succede una disgrazia di qualsiasi tipo possa essere, dal momento che ciò proviene direttamente dall'inferno, perché solo un uomo rozzo, incolto e malvagio può ridere quando succede qualcosa di brutto al suo prossimo che, attraverso Dio, è fratello suo.

15. Non ridere quando tuo fratello o tua sorella scivolano e cadono, e cose simili, ma sii come una madre per suo figlio, sia buono o cattivo, considerando che lei balza piena di preoccupazione e paura andando a vedere cosa è successo, ed aiuta dove è possibile aiutare. Fa’ anche tu la stessa cosa al tuo prossimo, e poi agisci secondo l'insegnamento di Gesù:

16. «Fa’ al tuo prossimo ciò che vuoi egli faccia a te», e pensa alla seconda massima principale: «ciò che avete fatto al più piccolo, vale come se lo aveste fatto a Me», a Gesù, a Dio Padre.

17. In generale gli uomini non devono affatto ridere, o farlo solo molto raramente, poiché la risata proviene dal risveglio di spiriti maligni che si trovano nel corpo umano.

18. Un’affabile movenza dei muscoli facciali, da cui si può riconoscere l'espressione di una particolare benevolenza, è celestiale; tutte le altre risate provengono invece per la maggior parte dall'inferno. Infatti, i diavoli ridono sempre quando riescono a fare un brutto tiro; invece nei Cieli nessuno ride mai, bensì si è sempre colmi solo della più cordiale e più amabile benevolenza verso tutte le povere creature ancora tanto misere, e si è colmi di compassione per ogni fratello sofferente che deve ancora passare il suo tempo sulla Terra! Ricordatevi sempre questo in futuro!

19. Oggigiorno gli uomini ridono molto sulle debolezze dei loro fratelli, perché la vera fede in Dio è scomparsa come il Sole dopo il tramonto, e con ciò l’amore nel cuore degli uomini è diventato freddo come una fredda notte, e quindi c'è afflizione e necessità sulla Terra, che un giorno non esistevano quando gli uomini avevano la fede e l’amore per Dio e per gli uomini.

20. Ricordatevi questo insegnamento proveniente dal Cielo! – Punite i vostri figli se ridono in maniera male educata, poiché in questo caso è meglio che piangano che sentirli ridere! Infatti, la risata sorge dall'inferno, che è sempre pieno di risate beffarde!

21. Ci sono certamente situazioni in cui gli uomini hanno il diritto di ridere di una cosa stupida o di una stupidità ostinata, ma allora la risata è una meritata punizione per coloro di cui val la pena deridere.

22. Se invece qualcuno ride solo per divertimento e sceglie cose, avvenimenti e discorsi ridicoli, affinché venga stimolato alla risata, questi è uno sciocco! Infatti, solo il cuore di uno sciocco può essere stimolato alla risata, mentre ogni uomo, solo in un certo qual modo saggio, comprende facilmente e presto la santa serietà della vita, e difficilmente gli verrà in mente di ridere su qualcosa!

23 Perciò in futuro non ridete più, e volgete via lo sguardo dai buffoni e dai commedianti, i quali si fanno pagare allo scopo di prepararvi per l'inferno! Siate sempre sobri di cuore, in modo da avere la compiacenza di Dio, e con ciò il vero onore!

*

24. Guardatevi dall'orgoglio, dall’ira, dall’invidia, dall’odio, dalla gelosia e dall’egoismo, in modo da non essere posseduti dagli spiriti maligni, i quali si sforzano di accrescere i vostri difetti e i vostri vizi in ogni occasione, così che diventiate spiacevoli per voi stessi e per il vostro prossimo.

25. Molti uomini credono di vantarsi quando si elevano sommamente sapienti al di sopra dei loro fratelli più piccoli e si fanno molto onorare. Questo vizio si vendicherà terribilmente nell'aldilà. Là si viene trattati nel modo peggiore dai fratelli offesi nel proprio interiore, dal momento che là non esiste nessuna polizia, ma per tutti c’è una perfetta libertà, e verranno trattati nel modo più brutale e considerati come un rifiuto, come una carogna della società, dove ogni offeso gli farà tanto male quanto lo desidera.

26. Là c’è il pagamento per le umiliazioni e per gli affronti subiti in ogni modo possibile. Là non c'è nessuna pietà, ma solo gioia maligna: “Al cane altezzoso ben gli sta! Sulla Terra egli ci ha calpestati, ora tocca a noi ripagarlo a nostro piacimento!”.

27. Oltre a ciò, il fatale è che colui che pensa in modo altamente saggio, insieme all’umiliato sbuffante vendetta, giungono entrambi all'inferno e là vivono insieme e si danno poi ceffoni, colpi nei fianchi, sputi in faccia e si contrassegnano con tutti i nomi di animali poco belli, ecc. Sì, guai all'uomo dopo la morte del corpo, se qui si è collezionato dei nemici con il suo comportamento arrogante e scortese verso i fratelli! Lì, nel regno degli spiriti, c'è per lui una rappresaglia infernale bestiale per tutte le ingiustizie commesse sulla Terra.

28. L’insensibilità sulla Terra diventa per lui l'inferno marcato, perché all’uomo, tutto ciò di cui si è appropriato qui per il cervello, quindi per il mondo, marcisce nella tomba, e si porta dietro solo ciò che ha accolto per amore per Dio e per il prossimo ed ha realizzato nella vita attraverso l'azione. – Se un uomo è separato dal mondo senza attività d’amore, allora è uno spirito infernale bello e pronto, un diavolo che ha in mente di fare agli altri solo del male.

29. Gli uomini renderanno conto del loro fare e lasciare, poiché tutto ciò che l'uomo fa nel corpo di carne, rimarrà un’eterna proprietà della sua anima.

30. Quando l'uomo muore, le sue opere prodotte nella vita carnale lo seguono e formano là il corpo spirituale della resurrezione dell'anima. Perciò ognuno cerchi di fare solo ciò che è buono e giusto. Nulla va perduto all'uomo di ciò che ha pensato, desiderato, discusso, cantato, visto, fiutato, sentito e fatto. Se dimora nel paradiso, a poco a poco gli verrà purificato e riordinato tutto per sua proprietà, il che accade tra i 200 e i 1000 anni.

31. Se un'anima è progredita in modo particolarmente elevato, allora questo avviene ancor prima; se è trasfigurata, seguirà molto presto. Con Enoch, Elia, Maria, il patriarca Zuriel[163] ecc., ora arcangeli con questo nome, il corpo fu trasfigurato e portato con sé senza morire, poiché queste quattro persone, e ancora molte altre, raggiunsero la seconda rinascita (cap.104) dello spirito sulla Terra nel tempo antico e, invece di morire, furono trasformate in spirito, come il corpo del vostro Dio Padre, Gesù, il Quale dopo la resurrezione nessun occhio di carne vide più, ma solo l'occhio spirituale, quando Io lo aprivo ai Miei discepoli e amici.

*

32. Non andare da un amico all'altro per interrogarli su un comportamento scorretto di un fratello o di una sorella, se a te questo difetto non ti ha causato nessun danno personale, perché con ciò ti riterresti perfetto (cioè santo, divino), – invece di pensare ai tuoi difetti e lavorare (su di te) alla loro soppressione.

33. Non portare gli errori degli altri alla luce del giorno, se questi non causano un danno a nessuno, poiché così facendo offendi lo Spirito di Dio nell'uomo, il quale, sommesso, degna di abitare questo tempio del peccato, e chiamare il peccatore ‘figlio Suo’!

34. Se vi sentite offesi quando qualcuno vi ripete una verità o una falsità, invece di riconoscere l'errore e in seguito cercate di correggerlo, oppure su una falsità che è stata espressa su di voi non ne discutete con calma, bensì con sgarbatezza e non vi volete riconciliare con l'offensore, allora in voi sta dell'orgoglio!

35. Se qualcuno al quale avete dimostrato un atto di carità, pecca, non rimproveratelo e non raccontatelo in giro agli altri. Chi lo fa, si vanta e rimprovera Me, il Padre vostro Gesù, che Mi ergo maestosamente nelle braccia di chi Mi ha mostrato benefici!

36. Chi pensa alla vendetta, all’azione legale giudiziaria, e danneggia il prossimo col quale è venuto in disputa per appianare la contesa, sta al servizio del Mio polo opposto. Consultatevi con calma con lui! Forse, non lui ha commesso l’ingiustizia, ma un altro; oppure l’interessato è stato ingannato da altri, oppure non ha saputo che in tal modo ha peccato contro Dio e contro il prossimo, quale figlio di Dio.

37. Se a causa degli errori del prossimo separate da voi questo fratello o sorella (i quali errori non vi causano danni) e non volete più frequentarlo come peccatore, allora siete orgogliosi, poiché in tal modo vi ponete più in alto di Dio, il Quale degna il peccatore della Sua personale permanenza in lui.

38. Non vantatevi per il fatto che non avete commesso questo o quel peccato, e quindi nessuno può rinfacciarvi qualcosa. Proprio perché ve ne vantate – come il fariseo del Vangelo verso il pubblicano – commettete il più grande di tutti i peccati: il peccato dell’orgoglio!

39. Non vantatevi di ciò che eravate o cosa siete diventati, oppure di cosa avevate oppure avete ancora, o di ciò che avete compreso o ancora comprendete.

40. Non pretendete mai e non esigete alcuna pretesa di ossequio, di rispetto e di tacito ascolto su ciò che dite perché forse siete i più anziani, i più colti e i più saggi, poiché questo privilegio vi sarà assegnato volentieri (solo) se sarete amorevoli e umili con tutti.

41. Colui che indaga sulla vita passata di una persona, che gli rinfaccia gli errori commessi molto tempo fa, ne parla con gli altri e, in quanto a questo, si esprime sdegnosamente, e d'ora in poi evita quel fratello, vive in una detestabile arroganza. Egli esercita una specie di spionaggio poliziesco su suo fratello e su sua sorella, e riporta lui stesso i peccati che forse Io gli ho già perdonato! – Non ho forse insegnato: «Non fare al tuo prossimo ciò che non vuoi venga fatto a te!»?

42. Non occuparti mai delle faccende del tuo prossimo, ma prenditi cura solo delle virtù del tuo giardino, e sta a guardare di far fiorire e portare a maturazione i fiori celesti, poiché solo questi saranno ciò che ti porteranno in Cielo.

43. Se vedi che i tuoi fratelli non si conformano alle richieste del Mio insegnamento, non essere tentato di agire come critico e giudice su di loro, e in tal modo seminare del male invece che del bene.

44. Guardati da qualsiasi incontro spiacevole col tuo prossimo, sia che abbia ragione o torto, sia che sia teosofo o mondano.

45. Non è compito tuo criticare il mondo, finché tu stesso stai sotto il peccato. Migliora te stesso, diventa il modello di vita per gli altri, per poter poi fungere da maestro per i tuoi fratelli e prega perfino per la loro conversione, allora andrà meglio.

46. Perciò il mondo non vuole diventare migliore, perché ognuno vuole essere pieno di sé e accusare solo il suo prossimo dei peccati del mondo.

47. Astieniti da qualsiasi espressione spiacevole nei confronti del tuo prossimo, quindi anche che lui è posseduto e pazzo, poiché è come se tu gli dicessi: – “Pazzo! Sarai punito col fuoco infernale!”, poiché ‘pazzo’ o ‘posseduto’, e anche ‘matto’, sono concetti ed espressioni identiche.

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48. La Verità – Io Gesù Jehova sono la Verità, e nessuno viene a Dio se non per mezzo Mio, poiché con il vivere e operare secondo il Mio insegnamento, e camminando sulle Mie orme come Verità personificata, significa che è l'Amore e la Sapienza uniti che si mettono in azione attraverso l’altruistico amore per il prossimo (Gv.14,6).

49. Ora sorge la domanda: possono esserci due o più verità? Può lo Spirito di Dio trattare due verità differenti, di cui l’una contraddice l'altra e la caratterizza come bugie?

50. Ogni statuto della Chiesa che contraddice la Verità di Dio, l'insegnamento rivelato da Gesù, non è da Dio, quindi dal Suo polo opposto, e questo è il Satan, l'Anticristo, il principe delle menzogne (Gv. 8,44).

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51. L'agitazione e l’impetuosità dell’animo sono un vizio dannoso, esso è figlio dell’orgoglio e dell’ira, e guai all’uomo che non se ne può liberare. L’uomo agitato nel sentimento del suo diritto, difende tutto ciò che riguarda il diritto con violenta energia, e s’infervora oltre ogni misura per questo diritto, ed è pienamente consapevole che solo così viene espiato il sentimento di giustizia. Egli diventa un giudice severo della giustizia senza amore né misericordia, cioè un puro cavalcatore della legge e del suo adempimento.

52. Tali uomini, finché non combattono seriamente questo stato del loro sentimento di giustizia, non possono giungere alla rinascita dello spirito. Perciò ognuno cerchi di combattere la violenza dell’animo e di parlare con calma e pazienza del diritto legale, anche se viene contestato dalla controparte che non è vero e che non è così (come egli asserisce).

53. Nella vita si dice: “Il ragionevole cede”. Nello spirituale, invece, si dice: “L'umile e il paziente cedono per amore per Dio e per la concordia!”. Fa’ così anche tu che percorri la via dell'amore e dell'umiltà, e giungerai alla rinascita dello spirito.

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54. L’inimicizia – Se qualcuno vi colpisce sulla guancia, cioè vi fa del male in un qualsiasi modo, non ripagatelo con la stessa misura com’è usuale secondo la visione del mondo di quegli uomini che non vivono secondo l'insegnamento di Dio, ma invece di praticare la giustizia del mondo, porgetegli piuttosto l'altra guancia per vivere di nuovo in armonia col vostro prossimo (Mt. 5,39), il che significa = Siate indulgenti, dategli ragione e sopportate piuttosto voi stessi l’ingiustizia.

55. Se qualcuno contende con voi in giudizio e vuole avere qualcosa da voi, anche se a torto, allora, per amor della cara pace, dategli piuttosto volontariamente ancora qualcosa di più (Mt. 5,40).

56. Se qualcuno vi costringe ad andare con lui un miglio, allora andate insieme volontariamente per due miglia. Questo significa: “Fa’ ancora più di quanto il suo ingiusto desiderio racchiude in sé” (Mt. 5,41).

57. «Fa’ al tuo prossimo ciò che tu desideri che egli faccia a te» (Lc. 6,31).

58. «Come fate sulla Terra verso il vostro prossimo, la stessa cosà toccherà a voi anche in Cielo» (Mt. 7,2; Lc. 6,37).

59. Voi pregate: “Padre, perdona a noi i nostri debiti, come noi li perdoniamo ai nostri debitori!” (Mt. 6,12-14; Lc. 11,4). Riflettete cosa significa questo!

60. «Ciò che avete fatto ad uno dei Miei figli, questo vale come se lo aveste fatto direttamente a Me» (Mt. 25,40).

61. Appena ti accorgi delle cattive caratteristiche nel tuo prossimo, allora, nel modo più delicato, più gentile, cerca di esprimerle nel modo più amorevole possibile, affinché tuo fratello colpevole non si accorga nemmeno che riguardano lui, piuttosto mettile in relazione a te stesso, oppure desidera che il vizio in questione non si manifesti da nessuna parte.

62. È anche appropriato far giungere anonimamente nelle mani del consapevole fratello quei libri o riviste in cui viene biasimato il suo difetto. Se vuole migliorarsi, allora verrà a conoscere ciò che non è giusto; se non lo vuole, allora evita la sua presenza, perché gli spiriti malvagi che vanno in sua compagnia, spesso passano anche sugli altri e li rendono viziosi.

63. Dovete essere prudenti con chi praticate, poiché voi non vedete lo spirituale, e questo talvolta può essere fatale anche per una brava persona. Gli spiriti maligni, che ronzano intorno alle persone malvagie, sono soddisfatti nella loro malvagità solo facendo del male, perciò tanto spesso capitano disgrazie, di cui prima non si aveva nessun presentimento.

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64. I sicuri di sé – Gli uomini vogliono sempre essere migliori di quanto sono – perciò tanta freddezza, arroganza, presunzione ed egoismo. La falsa dottrina delle vostre chiese vi ha portato così lontani nelle opinioni religiose, che molti soffrono dei peccati grossolani di cui sopra.

65. Così è anche con l’opinione della vita dell’aldiquà e dell’aldilà. Molti credono che se hanno vissuto bene sulla Terra, questo significa che non hanno commesso rilevanti peccati esteriori, allora saranno gli unici preferiti nel regno dello spirito, mentre coloro che qui sulla Terra non hanno vissuto secondo i Miei comandamenti, nell'aldilà sono perduti per sempre e condannati all'inferno. Anzi, ancora di più, essi si oppongono all'Amore divino, pensando che un peccatore non convertito, di là non può e non giungerà mai alla grazia, poiché dicono: “Dov'è allora la giustizia divina, se colui che qui sulla Terra non ha commesso altro che peccati, venire nell'aldilà con me che mi son affannato per tutta la vita, cercando di vivere secondo la giustizia divina e proteggendomi dai peccati, e costoro dovrebbero ottenere lo stesso destino e, nel contempo, venire con me nel Cielo?

66. Questi punti di vista sulla giustizia divina, altamente coltivati dai vostri anticristiani statuti ecclesiastici, sono assai spietati e crudeli ed appartengono al basso, non al Mio Cielo, dove amore, umiltà, pazienza, compassione, misericordia e altruismo, sono il movente di ogni pensiero e di ogni opera. Con tali opinioni presuntuose, invidiose, spietate, arroganti, egoistiche e intolleranti, voi siete già diavoli marchiati! Non vi sognate di poter giungere nel Cielo con tali opinioni infernali!

67. Non sapete che Io dimoro in ogni uomo? E voi condannate Me, essendo Guida delle anime umane, all’inferno, e non avete nessuna compassione per quel vostro fratello che è ancora sepolto nel peccato e non ha la giusta Luce per percorrere le vie secondo i Miei Comandamenti? Voi permettete a Me, al vostro Dio e Padre, insieme al Mio figliol prodigo, che noi due dovremmo eternamente essere arrostiti nelle fiamme infernali nell'inferno secondo lo spietato insegnamento dei vostri sacerdoti?

68. Ricordatevi: “Con la misura con la quale misurate il vostro prossimo, nell'aldilà, con la stessa misura sarete misurati da Me!”

69. Dopo aver ascoltato il Mio chiarimento e vi siete rischiarati con la luce del Mio Sole per pensare, giudicare, vivere ed agire diversamente, dovrei ancora trattarvi secondo i vostri precedenti sentimenti di giustizia e gettarvi nell'inferno? Vedete, questo vi apparirebbe come un'ingiustizia. Così è anche con i peccatori nell'aldilà se si sono convertiti ed hanno fatto penitenza, e se sono stati trovati migliori di voi con il vostro senso della giustizia di fronte a Me. Prendete a cuore molto seriamente il Mio chiarimento, che vi proteggerà dall'inferno, se lo riconoscerete e poi vi indirizzerete di conseguenza.

70. La Mia giustizia è l’amorevole pazienza. Fino a quando il peccatore stesso riconosce il suo inferno ed inizia a lavorare per uscirne, Io sarò il suo aiutante. – Egli, infatti, è figlio Mio, e un buon amorevole padre cerca solo di migliorare suo figlio e portarlo sulla buona strada, ma non di ripudiarlo e stare a guardare insensibile, mentre soffre per i terribili dolori, afflizione e povertà e non sa come aiutarsi. Se Io fossi un tale Padre della giustizia, come ho detto nel ‘Libro delle preghiere’, allora non sarei un Dio, ma un puro Satan.

71.  Paolo scrive: «O uomo, chiunque tu sia, non hai assolutamente scuse se giudichi, poiché giudicando pronunci il giudizio su te stesso, perché tu che giudichi commetti le medesime azioni!» (Rom. 2,1). – Come dire: “Perché pretendi di giudicare tuo fratello, quale figlio di Dio, sul quale Dio solo, quale Padre, Signore e Giudice, ha il diritto di giudicare, mentre tu presumi di anticipare il giudizio di Dio, invece di fare ciò che ti viene ordinato di fare secondo il più grande comandamento nella legge dell'Amore?” (Mt. 22,37-40).

72. Paolo dice inoltre: «Non realizzate le vostre vendette, miei cari, ma cedete il posto all’ira di Dio, poiché sta scritto: ‘A Me la vendetta; darò Io la retribuzione’, dice il Signore!» (Dt. 32,35; Rom. 12,19).

73. Pertanto, se il tuo nemico ha fame, dagli da mangiare; se ha sete, dagli da bere! Se lo fai, allora raccoglierai carboni ardenti (di amicizia) sul suo capo. – Non lasciarti vincere dal male, ma vinci tu il male col bene (Rom. 12,20-21), poiché noi tutti dovremo comparire dinanzi al tribunale di Cristo (Rom. 14,10).

74. «Chiunque odia il proprio fratello, vale a dire il suo prossimo, è un omicida (della sua stessa anima); e voi sapete che un omicida non può avere l’eterna vita dimorante in lui» (1° Gv. 3,15).

75. Io come Gesù ho insegnato nel Sermone sul Monte: «Non giudicate, affinché non siate giudicati, poiché come giudicate, così sarete giudicati; e con la misura con la quale misurate, così sarete misurati» (Mt. 7,1-12; Luca. 6,37).

76. «Non ritenete per vostro nemico colui che non vuol vivere secondo i vostri insegnamenti e le vostre opinioni, ma correggetelo come un fratello» (2° Tess. 3,15). Il cristiano, infatti, deve condurre il suo prossimo sulla via della salvezza, e non cercare di perseguitarlo e abbatterlo.

77. «Non condannate, allora neanche voi sarete condannati; perdonate, così anche voi sarete perdonati» (Lc. 6,37).

78. «…ma il giudizio sarà senza misericordia per coloro che non hanno avuto misericordia; d'altra parte, la misericordia trionfa sul giudizio» (Giac. 2,13). – Poiché così parla Jehova, il Sovrano del mondo, Dio e Padre: «Fate giustizia secondo verità, e mostrate mitezza e misericordia l'uno verso l'altro» (Zac. 7,9). – «Poiché chiunque fa tali cose, chiunque commette ingiustizia, è un abominio dinanzi al Signore, Dio tuo» (Dt. 25,16).

79. Matteo 5,11-12: «Beati sarete voi quando vi oltraggeranno e vi perseguiteranno, e falsamente diranno di voi ogni male per causa Mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande sarà la vostra ricompensa nel Cielo! Così, infatti, hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi» (la stessa cosa dice Luca nel capitolo 6,22-23).

80. 1° Pietro 4,14: «Beati sarete voi, quando sarete insultati per il Nome di Cristo, poiché allora tutto l'onore, la magnificenza e la potenza di Dio e del Suo Spirito starà sopra di voi». Da loro Egli è bestemmiato; da voi è lodato.

81. Il Mio vero esercitante insegnamento è elevato oltre le leggi e i giudizi terreni, poiché il suo manto è l'amore, dal momento che l'amore è il compimento della legge (Rom. 13,10); poi l'umiltà, perché voi Mi potete servire solo attraverso l'umiltà (Atti 20,19). Alla fine la pace, perciò Paolo salutava i romani con un saluto stupendo: “Vivete in pace con tutti gli uomini!” (Rom.12,18-19).

82. Perciò non indignarti mai per gli errori e le trasgressioni di tuo fratello, poiché nulla è più contagioso della mancanza d'amore, che dar sfoggio alla propria presunzione ed esercitarla contro gli errori degli altri. Perciò ricordati ciò che Io, Gesù, ho rivelato: «Nell'inferno l’ardore della superbia è al massimo, mentre in Cielo splende solo la luce della massima umiltà e modestia, e il dolce fuoco dell'amore riscalda e ravviva tutto» (Michea 6,8).

83. Come già accennato sopra al capoverso 71, Paolo scrisse ai ‘Romani’ (2,1) quanto segue a causa del giudizio sul fratello: «O uomo, chiunque tu sia, non hai assolutamente scuse se giudichi, poiché giudicando pronunci il giudizio su te stesso, perché tu che giudichi, commetti le medesime azioni».

84. Questo passo di Paolo si chiarisce nella ‘Lettera agli Ebrei’ di Pietro (Eb. 10,30), dove si dice: «A Me appartiene il diritto penale, Io voglio ripagare, dice il Signore!» E ancora: «Il Signore giudicherà il suo popolo».

85. Per il teosofo c’è qui l'ammonimento che non deve sfiorare con il suo intelletto umano lo spirito del giudizio in suo fratello, poiché nella ‘Lettera ai Romani’ (Rom.14,12) si dice: «Ognuno di noi renderà conto a Dio di se stesso».

86. Ogni critica, sospetto, calunnia, ripudio e maldicenza alle spalle, e l'accusa delle debolezze e degli errori di tuo fratello, non è teosofico. Perciò non criticare mai le debolezze e gli errori del prossimo, ma se si nota qualcosa nel prossimo che è indecente, allora volgi immediatamente gli occhi su di te ed esamina attentamente te stesso se non possiedi gli stessi difetti, simili o anche peggiori; e se li trovi, allora cerca prima di liberartene, poi agisci secondo la Teosofia o secondo Cristo, quando disse: «Prima togli la trave dai tuoi occhi, e se sei puro dinanzi a Dio, allora agisci in modo gentile e indulgente con le pagliuzze negli occhi di tuo fratello, come Dio fa verso i Suoi figli, lasciando costantemente venire il riscaldante Amore del Suo Sole e la fertilizzante pioggia della Sua Paterna bontà e misericordia  sul male e sul bene».

87. Ogni uomo, quando muore, è obbligato a rendere conto di ogni parola; quindi ognuno prima di esprimere una parola, rifletta sulle conseguenze che ne possono derivare, affinché sussista quando suonerà l'ultima ora. Infatti, Io, Gesù, dissi:

– «Io vi dico che nel giorno del giudizio gli uomini dovranno render conto di ogni parola inutile che avranno proferito, poiché come dalle tue parole sarai giustificato, dalle tue stesse parole sarai condannato» (Mt. 12,36-37).

88. Considerando che il corpo di carne dell'uomo è semplicemente uno strumento animato dallo spirito e dall’anima per l’attività materiale visibile degli stessi, la parte godente e sofferente è invece solo l'anima. Perciò dopo la morte del corpo nel regno dello spirito solo questa dovrà espiare per tutto ciò che ha commesso nel corpo di carne, mentre quest’ultimo è abbandonato indolore al suo destino. Quindi, curate l'anima con ogni premura, e mantenete l'amore per Me e per il prossimo, affinché non abbiate mai da lamentarvene.

89. La Mia Sapienza divina è strettamente unita al Mio Amore divino, perché la Sapienza è usata come sua saggia Guida per guidarlo nella sua esuberanza e metterlo in guardia dalla massima generosità. Lo stesso vale per la Sapienza. Essa è solo orgogliosa e repulsiva; vuol solo dominare e, nel suo egoismo si dimentica così tanto, che non riconosce nient’altro che se stessa, e qui subentra l'Amore che ammorbidisce l’arrogante altezzosità della Sapienza e la rende sopportabile, e attraverso l’amabile cooperazione dell'Amore la rende gradevole e piacevole.

90. Perciò non dovete mai coltivare solo l’amore o solo la sapienza, ma entrambi insieme, poiché se i due sono uniti, allora la Verità, ovvero Cristo, è in voi! – Quindi non dovete mai, mai, procedere ed agire sbadatamente verso il prossimo, né con l'amore esuberante né con la fredda sapienza calcolatrice!

 

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Cap. 90

L’Amore per Dio e per il prossimo

Graz, 5 ottobre 1901

90/1 - Le dieci tavole della legge dell'amore per Dio e per il prossimo

1. I tavola: “Venite tutti a Me, voi che siete affaticati e stanchi, Io vi voglio ristorare”. – Attenetevi al solo amore, poiché, in verità, se il numero dei vostri peccati fosse numeroso come quello della sabbia del mare e dell'erba sulla Terra, allora l'amore li cancellerà completamente; e se la vostra infamia dinanzi a Dio fosse uguale al sangue dei capri espiatori, devono essere lavati dall'amore e diventar bianchi come candida lana e come il bisso più fine.

2. II tavola: “L'amore è la vita, la legge, l’ordine, la forza, il potere, la mitezza, l'umiltà, la pazienza e, con ciò, il nocciolo di ogni sapienza!”. – Alla sapienza non sono possibili tutte le cose, perché essa va solo in un certo modo e non può occuparsi di ciò che è impuro. Invece all’amore è possibile tutto, poiché esso afferra anche ciò che è rigettato con la stessa tenerezza di ciò che in se stesso è già il più puro. – L'amore può maneggiare qualsiasi cosa; la sapienza, invece, solo ciò che l'amore ha purificato.

3. III tavola: “Chiedi al tuo cuore: è in grado di amare molto? Può amare Dio sopra ogni cosa, senza interesse, (ben) oltre il più dolce dell'amore stesso!”. – Chiedi al tuo cuore se è in grado di amare il fratello più di se stesso per amore verso Dio come a un secondo piccolo dio. – Chiedi al tuo cuore se può amarlo veramente e del tutto in modo puro. – Può, perciò, amare Dio, …perché Dio è Dio e, (allo stesso tempo) amare il fratello come proveniente da Dio, per Dio e, dal puro amore a Dio, amarlo come un dio? – Se il tuo cuore lo può, allora la putrefazione del tuo corpo è alla fine, e tu stesso stai in modo perfetto dinanzi a Dio, dinanzi al tuo Signore, Padre e Fratello!

4. IV tavola: “Dio stesso è l’eterno primordiale più puro Amore, e il Suo fuoco è la Vita e la Sapienza in Lui; e quindi, da Dio, come in Dio è la vita e la luce di tutti gli esseri, le scintille provenienti dall'essenza di fuoco del più puro Amore di Dio in Dio sono i Suoi figli, esseri della stessa Origine provenienti dall'unico Cuore di Dio!”. – Anche tu sei una tale scintilla. Attizzati all’incendio vivente, e vedrai Dio nel tuo cuore!.

5. V tavola: “La parola proveniente dal cuore di Dio è l’onnipotenza dell'Amore, quindi la Parola è l'eterno ‘Figlio’ proveniente da Dio; sì, Dio stesso è divenuto la Parola completa, concepita nel Fuoco dell'Amore!”. – Considerato che anche tu sei ‘una Parola’ di Dio, generato nel cuore di Dio, perciò ridiventa una completa Parola di Dio, diventa completamente amore, colmo d’amore in Dio, allora arriverai al Figlio di Dio e sarai una cosa sola con Lui. Tuttavia, non giungerai a Lui se non attraverso il Padre, che è l’Amore e la Parola stessa in sé, sempre uguale da eternità in eternità.

6. VI tavola: “Solo Cristo è il mediatore tra Dio e la natura umana; con la morte della Sua carne e con il Suo sangue versato, ha spianato la via ad ogni carne, che è l’antico peccato di Satan, per la resurrezione e il ritorno a Dio! – Cristo è l'Amore fondamentale in Dio, la Parola principale di tutte le parole che è diventata carne, e in tal modo, Carne di ogni carne e Sangue di ogni sangue. Questa Carne prese volontariamente su di Sé tutti i peccati del mondo e il peccato originale per tutti i tempi (precedenti) fino al tempo della Sua crocifissione (cap.15,21), e li purificò dinanzi a Dio col Suo santo sangue. – Renditi partecipe di questa grande opera di redenzione di Dio attraverso la carne, cioè vivendo e agendo secondo l'insegnamento di Cristo, e attraverso il sangue, vale a dire attraverso l'Amore spirituale di Cristo, allora sarai puro dinanzi a Dio! Infatti, nessun essere poteva diventar puro da se stesso dal peccato originale commesso in Adamo, ma solo attraverso i meriti di Cristo, meriti che sono stati acquisiti attraverso la via della sofferenza e della morte sulla croce, e questi sono la suprema grazia e la misericordia di Dio. Tu non puoi far nulla da te stesso, ma lo Spirito di Cristo può fare tutto in te, se Lo risvegli attraverso l’amore nel tuo cuore e lo rendi operante in te.

7. VII tavola: “La tua dimora terrena, che qui è il corpo di carne, è piena di sudiciume: chi la pulirà? Chi unicamente ne ha la forza e il potere?”. – Vedete, è Cristo, l'eterno sommo Sacerdote dinanzi a Dio, il Suo eterno Padre, Colui che è chiamato davanti al Suo eterno Amore! Infatti, Cristo (quale divina Sapienza) e il Padre (quale divino Amore) sono una cosa sola dall'eternità (Gv. 10,30). Unicamente in Cristo dimora ogni pienezza della Divinità (spiritualmente); e questa pienezza è il Padre, quale puro Amore di Dio. Afferra questo con il tuo amore, e ciò purificherà e risveglierà la tua carne come ha risvegliato la carne di Cristo e l’ha trasfigurata, la quale portava in sé la Sapienza e l'Amore come Verità di Dio (Gv. 1,14 / 14,6).

8. VIII tavola: “Considerato che sei spaventato dal gran numero dei tuoi spiriti maligni che nel mondo dominano la tua carne e il tuo sangue, e insieme a Paolo chiedi: ‘Chi mi salverà dalla mia carne e mi libererà dai lacci della morte?’ (Rom. 7,24), …ecco, vedi, è Cristo che fu ucciso, Egli è risorto e vive, ed è un Signore dell'eternità!”. – Se fosse rimasto nella morte, se mai fosse stato possibile, allora per te sarebbe certamente sicura la morte eterna, ma poiché Cristo è risorto, come ora lo sai tu stesso, è impossibile che qualcuno possa essere lasciato nella tomba dei suoi peccati. Infatti, come attraverso l’unico serpente venne la morte su tutta la carne, così anche la vita è venuta attraverso l'unico Dio-Uomo su tutta la carne degli uomini della Terra. Tuttavia, (giunse) anche un nuovo giudizio, quantunque il vecchio giudizio che in sé conteneva la morte, fu distrutto per sempre da quest’unica resurrezione; ma questo nuovo giudizio è tuttavia anche una morte, ma non una morte per la morte, bensì una morte per la vita. – Datti all’amore per il tuo amore, così che questo nuovo giudizio della tua carne tramite l’opera dell’Uno, diventi una vera vita, e tu, stando alla Fonte, ne bevi l'acqua vivente, il che significa ‘l’Amore in abbondanza’!

9. IX tavola: “Il puro amore per le donne è amor proprio, poiché chi si lascia piegare dall’amore per le donne fino al punto che, accanto a lui, l’amore per il prossimo, e da questo, l’amore per Dio, diventa un peso, costui ama se stesso nella natura delle donne!”. – Perciò non lasciarti catturare dall’aspetto seducente della donna oltre la giusta misura, altrimenti perirai nella sua debolezza, mentre la donna deve sorgere solo nella tua forza a un’essenza con te e in te! Come però ami l'uno o l'altro membro del tuo essere, così ama anche la donna, affinché diventi una cosa sola con te; ama però Dio sopra ogni cosa, in modo che in tale possente amore tu possa rinascere in un vero e liberissimo cittadino del Cielo di Dio in eterno, e la tua donna come un solo essere con te!

10. X tavola: “Cerca, cerca, cerca, così da non sovraccaricarti troppo quando diventerai grande!”. – Guarda all'umiltà, alla dolcezza d’animo e alla bontà del Signore! Vedi, Egli è il Signore dell'eternità. Tutto ciò che comprende l'infinito, dal più grande fino al più piccolo, dall’atomo più spirituale fino al più materiale, è tutta opera Sua, e la Sua forza è così grande, che tutte le incalcolabili opere dell'infinità, già davanti al più lieve soffio della Sua bocca, dovrebbero ricadere in un eterno nulla. E nondimeno, sta con i Suoi figli in modo semplice e del tutto senza alcuna pretesa, come se fosse vicino al più piccolo tra loro, e li ama e s’intrattiene come se avesse solo loro in tutta l’infinità, la quale brulica di miriadi di esseri più puri, più meravigliosi e più amorevoli. – Quindi cerca, cerca, cerca di essere il più piccolo, e diventalo e vedi di rimanerci (attraverso l'amore) per l’eternità!

 

 

90/2 - L’alto valore dell’amore per Paolo

11. Per l’alto valore dell'amore, Paolo (1° Cor. 13,1-13) scrisse ai Corinzi: «Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi l’amore (a Dio e al nostro prossimo secondo l'insegnamento di Gesù - Mt. 22,37-40), sarei un bronzo echeggiante o un cembalo squillante, (il che significa qualcosa come un vaso incavato ma vuoto, nel quale non c'è niente di valore). – E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri, tutta la scienza, e possedessi una fede tanto forte da spostare le montagne, ma non avessi l'amore, …non sarei nulla. Anzi, se distribuissi tutti i miei beni per nutrire i poveri, e dessi il mio corpo a bruciare, ma non avessi l'amore, non mi gioverebbe a nulla. – L'amore è paziente, mite e benevolo; l'amore non invidia, non si vanta, non si gonfia, non si comporta in modo sconveniente, non cerca il proprio interesse, non si adira, non addebita il male, non gode dell'ingiustizia, ma gioisce della verità. Per amore si soffre ogni cosa, si crede ogni cosa, si spera in ogni cosa, si sopporta ogni cosa. – L'amore non verrà mai meno! Le profezie saranno abolite, le (diverse) lingue cesseranno e la conoscenza verrà abolita, poiché noi conosciamo solo in parte e in parte profetizziamo, …ma quando la perfezione (della conoscenza) sarà venuta, quello che è solo in parte sarà abolito. – Qui sulla Terra rimangono la fede, la speranza e l’amore, ma di questi il più grande è l’amore».

 

 

90/3 - I sette spiriti dell’amore nel linguaggio dei fiori

10 ottobre 1901

12. L'Amore è uguale alla Luce della verità percepita nel più interiore, direttamente da Dio, attraverso gli infiniti eterni spazi.

13. L'Amore è Dio nell’aspetto spirituale; esso, spiritualmente, è la Luce fondamentale proveniente dalle profondità del Cuore divino, perciò è il Supremo in Dio.

14. Nel linguaggio dei fiori corrisponde alla stupenda e benefica rosa rossa, che va incontro tanto piacevolmente a tutti gli uomini e li invita a dilettarsi e a ristorarsi nella sua bellezza e fragranza. L'amore si divide in sette spiriti, e questi sono:

- I )      Ama Dio sopra ogni cosa, perché Egli ti ama sopra ogni cosa.

- II )     Ama il prossimo tuo come te stesso.

- III )   Ama gli animali.

- IV )   Ama le piante e i vegetali.

- V )    Ama la pace con tutti gli uomini.

- VI )   Ama la tua anima.

- VII )  Ama il tuo corpo.

15. Primo: “Ama Dio sopra ogni cosa, perché Egli ti ama sopra ogni cosa”. – Tu sei figlio Mio, perciò Mio prediletto e Mio erede. A causa tua ho creato i mondi per tenerli pronti per te e consegnarteli in proprietà per governarli come una divinità e re, e per dirigere tutto in amore, in modo che si elevi alle regioni supreme della Luce dell'Amore e raggiunga in Me, l'Amore fondamentale, la Meta finale.

16. Perciò, figlio Mio, hai ben un motivo di amarMi, sebbene Io ti conduca su ciottoli di pietra e grovigli di spine delle amarezze della vita terrena, per purificarti nelle tribolazioni della vita della materia che ti attrae per inghiottirti e seppellirti nelle profondità degli abissi delle tenebre spirituali, dove soffrendo dolori e bisognoso d’aiuto, eleveresti ripetutamente le mani supplicanti con affanno e afflizione a Me, implorando misericordia e redenzione, e tuttavia non potresti ricevere aiuto, perché il tuo tenebroso interiore non ti lascerebbe raggiungere le altezze luminose della casa del Padre Mio.

17. Giubila ed esulta nel cuore, quando vedi che ti faccio provare molto di amaro sulla Terra, e pensa: ‘Il Padre mi ama molto, poiché mi corregge molto per rimuovere da me le mie scorie terrene, per portarmi al Suo cuore affettuoso e felicitarmi con gioie e grazie celesti’.

18. Secondo: “Ama il prossimo tuo come te stesso”. – Perciò fa’ al tuo prossimo ciò che vorresti che egli facesse a te, se dovessi aver bisogno di aiuto da lui; e quindi non fare a lui ciò che non vuoi che egli faccia a te (Mt. 7,12). Se il prossimo è in gran bisogno, allora sia il tuo amore per lui dieci volte più grande che l’amore di te stesso; allora sarai divino nel tuo amore (1° Gv. 4,8-21; Mt. 22,37-40; 1° Cor.13; Dt.11,1; Lev.19, 18-34; Atti 4,32).

19. Terzo: “Ama gli animali”. – perché li ha creati il tuo Dio e Padre, al Quale tu, come creatura, devi la più profonda riverenza, e perché essi sono creazioni del tuo amorevole Padre, al Quale devi mostrare tutto l'amore e, come figlio Suo, renderLo felice, perché tutto ciò che è stato messo all’esistenza dal Padre tuo celeste appartiene alla tua eredità terrena. ‒ Per tua gioia guarda il donato con amore, prenditi cura, e non abusarne o distruggerlo in alcun modo, se non ti è permesso dal Padre tuo che l'ha creato. Soprattutto, non ti permettere di tormentare gli animali se non vuoi suscitare la Mia decisa repulsione. Nondimeno, il tuo amore per loro non deve degenerare in carezze, affinché il magnetismo animale non fluisca in te, il che ovviamente renderebbe poi la tua anima, in un modo o nell'altro, animale! È troppo volgare e grossolano ovvero incolto che l'uomo si degradi in qualche modo per cani, gatti, galline e altri amanti di animali, e il suo cuore si lega a loro, poiché questo non fa parte dell'educazione e del decoro di un figlio di Dio! Riflettete chi voi siete e cos'è un animale! ‒ Ma altrettanto, nessuno deve inveire contro gli animali, poiché sono creature di Dio.

20. Quarto: “Ama le piante e i vegetali”, e considerali come dono d'amore del tuo Dio Padre che le ha create per te, per tuo uso e utilità, ma per nessun abuso da parte tua.

21. Quinto: “Ama la pace con tutti gli uomini”, poiché la pace nel cuore è il fondamento della soddisfazione e di una vita piena di gioia. La pace nel cuore è il Cielo sulla Terra, poiché con la pace nel cuore puoi praticare tranquillamente con l’amico e il nemico, e trasformare il nemico in tuo amico. Vivi perciò in pace e diventa tu stesso pieno di pace e soddisfazione, allora edificherai il Regno di Dio sulla Terra e in te stesso. Infatti, se non coltivi la pace con tutti, non avrai pace neanche in te stesso, e di conseguenza non potrai giungere alla rinascita dello spirito.

22. Sesto: “Ama la tua anima”, provvedi al suo nutrimento spirituale, affinché riceva quel cibo dell’autentico insegnamento di Cristo che la nobilita, la spiritualizza e la divinizza. Infatti, se non ti curerai di lei, allora andrà in rovina e percorrerà vie che alla fine la renderanno tenebrosa ed estremamente infelice.

23. Settimo: “Ama il tuo corpo”, curandolo con ciò che è necessario per il suo sostentamento e la sua salute, affinché tu possa adempiere il tuo dovere di uomo verso Dio e verso il tuo prossimo. Il corpo è dato all'uomo come strumento di prova della sua forza spirituale, affinché in lui egli nobiliti e spiritualizzi l’anima e la carne e, come una volta Enoch, Elia, Maria e altri spiritualizzati e perfezionati, possa mostrare al Padre, quando ritorna a casa, che ha superato felicemente il tempo di prova della sua carne, ed ha raggiunto lo scopo della vita nella carne, il che è la spiritualizzazione della stessa.

 

 

90/4 - “Procedete sempre nell’amore per Dio e per il prossimo!”

24. L'amore per Dio e per il prossimo sia la vostra stella mattutina e il segnavia per il bene, ‒ e quando il giorno volgerà alla fine, dovrà essere la vostra stella vespertina e il guardiano notturno dinanzi al male. Pertanto, amate Dio sopra ogni cosa e il prossimo come voi stessi, allora la stella dell'amore mattutino vi guiderà l’intero giorno al bene e al nobile, e allora l'amore, al declinar del giorno, risplenderà nel vostro cuore come stella dell'amore vespertino, e quando andrete a riposarvi, vigilerà affinché il male non abbia nessun potere su di voi.

25. L'amore è un raggio proveniente dal Cuore divino, il quale illumina e riscalda la vostra anima per il bene e il nobile, ed è un segnavia sul sentiero che porta all’eterna vita, ovvero a Dio, cioè all'Amore.

26. Questo Amore è un fuoco spirituale, quando nella sua esuberanza di gratitudine afferra il cuore e lo eleva alle altezze celesti, dove l'uomo si delizia nell’emozione più intima e, pieno d’amore, diventa incapace di esprimere una sola parola e, nello spirito di questo amore, guarda il Padre suo con gli occhi bagnati di lacrime, cercando di stringerLo al cuore e baciarLo. Vedete, questo amore è l'elemento fondamentale in Dio, e perciò questa muta esuberanza dell'uomo quando questi due poli s’incontrano nel fuoco dell'Amore.

27. In tale Amore l'uomo è impotente ad esprimere parole di ringraziamento, poiché assorto nello spirito si libra dal terreno alle luminose altezze di Dio e sente l'inesprimibile, ‒ egli sente l'Amore nella sua potenza fondamentale che lo vince e lo fa gioire nelle delizie di questo Amore. Vedete, un tale Amore è il più grande ringraziamento, è il Bacio dato all'uomo dal Padre suo all’entrata nella vita eterna dell’Amore, della Gioia e della Beatitudine, anche se per pochi minuti; ‒ e tuttavia è un presentimento della futura realizzazione della Verità e dell’eterna continuità.

28. Mantenete l'amore e la concordia l'uno con l'altro, e vogliate bene a tutti; anche se non procedono con voi, procedono tuttavia con Me, e quindi siete tutti ‘figli Miei’, e l’un l’altro siete ‘fratelli’ e ‘sorelle’, perché avete un unico Padre. Perciò non tiratevi indietro da nessuno, lasciate che il vostro amore e il vostro cuore siano aperti per tutti, e andate incontro ad ognuno con uguale amore e cordialità; infatti, chi non è troppo piccolo per Me, non dovrebbe essere neanche per voi troppo piccolo, se volete che Io vi ami.

29. Davanti a Me non c'è differenza di classe né di religione, ma solo il cuore di colui che Mi ama; questo è ciò che vale dinanzi a Me, sia egli un re o un mendicante, un peccatore o un giusto, un signore o un servitore, tutto ciò non ha nessuna importanza! L'amore solo compensa tutto, e rende tutto uguale.

30. Tutto ciò che tu ami del mondo è presuntuoso egoismo. Solo amare Dio sopra ogni cosa non è né presunzione né egoismo, ma suprema sapienza; e se ami tutti gli uomini spiritualmente come te stesso, allora ami Dio e i Suoi figli, e vivi nell'Amore di Dio e sei vincitore su Satan.

31. Non il sapere tutto e il conoscere tutto sia il corso della tua vita e il tuo impegno, poiché la suprema conoscenza dell'uomo è, e sia, solo questa: ‘Che Gesù per amore a Dio e per il prossimo vi ha promesso il Regno dei Cieli’.

32. Segui Cristo nella vita e nell'azione, allora percorrerai le vie dei figli di Dio, acquisirai i tesori nascosti dell'Amore divino ed erediterai la Sapienza e la Scienza proveniente da Dio, in questo sia il tuo desiderio di essere veramente grande, saggio ed erudita, e aspira ad ottenere questo da Dio nel vero amore e umiltà.

33. Molti uomini stimano la sapienza come il più alto bene spirituale sulla Terra. Solo che non è la sapienza terrena bensì è la Sapienza divina alla quale l'uomo deve tendere, poiché questa si volta da tutto ciò che è mondano, volgare, ignobile e animale, e tende solo verso gli obiettivi superiori dell'Amore divino che dimorano nelle luminose altezze della Santità divina. Il Re dell'Amore e della Sapienza divina è tuttavia Gesù, lo Spirito della Verità, come Egli stesso si denominò all'ultima cena. Gesù è quindi lo Spirito della Santità dell'Amore e della Sapienza divina, che insieme formano la Verità in Dio.

34. Voi stessi dovete giungere alla libertà del vostro spirito attraverso la continua indagine e ricerca della Verità e della Luce, per giungere in tal modo all’amore sempre più per Dio e per gli uomini. L'amore è l'unico segnavia e la più sicura guida per la vita eterna.

 

 

90/5 - “Abbiate saggezza nell’amore!”

35. L'amore è il fondamento di tutto l'essere e di tutta l'essenza, poiché abbraccia il mondo intero.

36. Ciò che si ama, si attrae; ciò che si odia (ovvero non si ama) si respinge.

37. Se Io, Dio, non fossi il puro Amore, allora a quegli uomini che odiano Dio andrebbe male, essi farebbero a meno di tutto ciò che gli amanti di Dio ottengono da Me, anzi non potrebbero esistere affatto, perché se volessi mostrare il loro amore per Me in modo comprensibile, allora dovrei lasciarli senza luce e senza il calore del Sole, senza pioggia e senza benedizioni, e non dovrei concedere loro un minuto di gioia dovendoli abbandonare alle loro condizioni che corrispondono ad un totale inferno!

38. Tuttavia, poiché Io sono il più puro Amore, lascio che anche i Miei nemici e coloro che odiano notino nient’altro che amore, affinché vengano al discernimento di quanto bene Io faccio a loro; solo per questo dovrebbero essere riconoscenti e obbligati a Me.

39. Io, Gesù, quale Divinità di Jehova entrata nella carne, perciò insegnai: «Siate perfetti come perfetto è il Padre vostro nel Cielo (Mt. 5,48); amate i vostri nemici; fate del bene a coloro che vi odiano, e pregate per i vostri persecutori e calunniatori» (Mt. 5,43).

40. Io vi ho sempre preceduto con il più bell’esempio dell’Amore, e quando questo Amore sanguinò alla croce per i vostri peccati, pregò dalla Sapienza, allorquando i dolori del corpo, già del tutto martoriato dai chiodi spuntati oltre la sopportazione, aumentarono terribilmente: «Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno!»

41. Se ora volete diventare perfetti come perfetto è il Padre vostro nel Cielo, allora dovete imparare da Me, innanzitutto l’Amore.

42. Ma nell'amore è determinante anche la prudenza, così che chi non raccoglie, già disperde, e precisamente per questa ragione: perché non raccoglie!

43. Chi vuol essere grande e potente nell’amore, raccolga affinché il tesoro diventi più grande e più ricco, poiché chi non raccoglie e risparmia il raccolto, non arriverà mai alla ricchezza. Perciò dovete raccogliere e, …risparmiare, se volete giungere ad una grande ricchezza.

44. Questo paragone apparentemente materiale è tuttavia anche puramente spirituale, ed estremamente saggio se lo si lascia far valere nell'amore.

45. Chi perciò vuol sviluppare un amore oltremodo grande, deve concentrarsi su un punto, e l’intera anima sua deve solo vivere, riflettere, desiderare e tessere solo per quest’unico amore.

46. Infatti, un amore che è stato suddiviso in parecchi intrighi amorosi o in relazioni amorose, non è in nessun luogo intenso e forte, perché è stato disperso.

47. Quindi, se vuoi essere grande nell’amore per Me, tuo Dio, allora ama solo Me, e quest’unico amore ti renderà ricco nell’affetto, nella sapienza e nella beatitudine.

48. Da questo amore agirai poi in tutto come un segnavia primario, poiché il Comandamento dell'Amore, come Io, Gesù, l’ho stabilito, riporta: "Ama Dio sopra ogni cosa"; da questo e attraverso questo amore sorge poi l’altro: Ama (attraverso e a causa di Dio) il tuo prossimo come te stesso”, ma nel bisogno opera dieci volte di più, perché un ulteriore comandamento d'amore di Gesù risuona così: Quello che avete fatto al più piccolo dei Miei figli, lo avete fatto a Me (Mt. 25,40), poiché Io dimoro nei poveri (‘Libro delle preghiere’ cap. 9-10).

49. Chi dunque Mi vuole afferrare nell’amore, ami solo Me e tutto il resto solo da e attraverso Me, perché tutto proviene da Me e perciò è di Dio; allora si diventerà saggi, avveduti, ricchi, felici e beati.

50. E di conseguenza si adempirà in lui anche la Mia promessa, la quale risuona: «Cercate innanzitutto il Regno di Dio e la Sua giustizia, tutto il resto vi sarà dato poi gratuitamente» (Mt. 6,33).

51. Se però l'amore che hai nel tuo cuore è un amore elevato, nobile e casto, allora può essere solo un amore in grado di offrire senza riflettere, per la gloria di Dio, poiché, come hai un solo cuore, allora puoi anche avere un unico autentico amore, tanto per Dio, come anche per il prossimo.

52. Che Mi si possa amare già nel corpo di carne così ardentemente come un amato, ve lo dimostra l’apostolo Giovanni, il quale da questo amore ha descritto la grande Sapienza in Dio con l’Apocalisse, che nessuno può decifrare giustamente senza la Mia concessione.

53. Maria di Magdala (Maddalena) per prima Mi ha amato fino alla più impetuosa gelosia, ma non appena riconobbe il suo errore, allora amò il suo Gesù Jehova Zebaoth con il puro ardente amore angelico, e tuttavia non raggiunse l'amore di Giovanni.

54. Ogni amore che invece non si concentra su un unico punto e non viene fissato con tutta la forza dell'anima, non è perfetto, tanto meno un amore che somiglia a quello di Giovanni.

55. Se si ama una creatura per via delle sue buone qualità, della sua bellezza, ecc., allora in questo amore c’è già l'amor proprio, e questo non è buono nel Regno di Dio, perché non è un amore puro e autentico, bensì è risultante per via dei propri vantaggi.

56. Per il fatto che l'uomo ha un solo cuore, allora può avere un solo vero amore, dal quale poi, tutti gli altri tipi di amore secondario possono risultare nel più puro Ordine divino, se è diventato maturo l'amore principale che deve essere solo per Me; e perciò si deve prima star saldi nell’amore per Me, solo allora tutto il resto si lascerà cogliere nell'ordine più bello.

57. Se invece si è ancora vacillanti nell'amore per Me e a malapena si sa qualcosa di come si deve amare Dio più di (come si può amare) una donna dall’aspetto molto bello, …considerato che la giusta sapienza dello spirito è ancora un po' lontana, allora ci si deve applicare in tutto, per entrarne in possesso.

58. Nel tuo amore, o uomo, non lesinare, poiché è unicamente ed attraverso questo, che il sangue di Gesù Cristo ti libera da tutti i peccati. ‘Il Mio sangue’ significa: “l'Amore di Dio per gli uomini”, ma questo viene assegnato solo a coloro che portano nel cuore l’amore per Me, e questo è dimostrato dalle opere dell’amore per il prossimo ai fratelli e alle sorelle, nel cui cuore Io sempre dimoro.

59. Tuttavia, dal momento che Io dimoro eternamente nell’uomo come Spirito di Dio, quindi la grazia della mediazione esiste ogni volta che tu ardi nell'amore per Me, tendendo le mani caritatevoli a Me attraverso la compassione e la misericordia che Mi offri donando viveri, vestiti e denaro ai poveri, ai bisognosi e ai malati, …qui c’è la costante mediazione misericordiosa da parte Mia, quando Mi ami veramente. Infatti, puoi dire che Mi ami solo quando pratichi le opere dell’amore per il prossimo in Me, nei poveri, nei bisognosi e nei malati. Un’altra mediazione che ti toccherebbe solo per un certo tempo, non esiste! Ogni volta che riempi il tuo cuore moderatamente compassionevole attraverso dei veri fatti – che sono le opere d’amore per il prossimo – tante volte la Mia Grazia ti fluirà incontro. Tante volte ti apri alla mediazione clemente e ti metti nella Grazia divina, tante volte Mi renderai partecipe nella verità attraverso la pratica dell’amore per il prossimo ai poveri e agli ammalati.

60. Io, come Dio, sono l'Amore centrale. Quanto più l'uomo si avvicina a Me attraverso l'amore, tanto più il Mio Calore d'amore gli irradia incontro. Questo rapporto è proprio come quando si viene in una stanza riscaldata da una stufa nel freddo invernale. Quanto più lontani ci si tiene dalla stufa che emana il suo calore dappertutto, tanto meno si sentirà questo calore; invece, quanto più le si va’ vicino, tanto più il calore si percepirà meglio.

61. Così fate anche voi al Mio cospetto: il vostro amore diventi il desiderio di venire verso di Me! Quanto più amore avete tanto più vicini venite a Me, e tanto più vicino vi vengo incontro anch’Io irradiandovi con la Mia benedizione d'amore e col Mio amorevole calore che è il fondamento della vita spirituale e della prosperità, e sul quale i frutti della vita eterna giungono a maturazione.

62. Ama tutti i tuoi fratelli e sorelle, tutti a Me troppo cari, allo stesso modo, perché sono tutti figli Miei, siano essi belli o brutti, buoni o cattivi, sciocchi o sensati. Infatti, se li devo tollerare e sopportare Io come loro Spirito, Padre e Dio, perché non puoi e non vuoi poterli sopportare tu? Come puoi allora dire che Mi ami, se non riesci e non vuoi amare Me allo stesso modo dappertutto?

63. Considera perciò ogni uomo come fratello, sia ricco o povero, erudito o ignorante, dall’aspetto piacevole o ripugnante, affinché tu sia in tutto uguale a Me, il Padre tuo, e che Io ti riconosca come un figlio pari alle Mie virtù.

64. Nel Cielo, tutti devono essere di un solo cuore e di un solo sentimento. Non ci devono essere contrasti, nessuna divergenza d’opinioni, nessuna permalosità, nessun muso duro, nessuna cosa spiacevole, nessuno sgradevole allontanamento della persona con cui si discute qualcosa che non è del tutto di un unico sentimento, altrimenti dal Cielo, con il proprio carico di colpa in opposizione alla socievolezza, si va giù: o in paradiso o addirittura all'inferno! ‒ Perciò ognuno badi a ciò che è stato detto qui, altrimenti mai giungerà all'elevato scopo del suo perfezionamento animico nel Regno degli spiriti.

 

 

90/6 - Differenza tra l’amore spirituale e quello materiale

65. L'amore è la vita, ma la differenza che esiste tra l'amore spirituale e quello materiale è così grande, che vi ha posto il grande spazio tra Cielo e inferno.

66. L'amore spirituale comprende tutte le sette virtù di Gesù, i Dieci Comandamenti, i due Comandamenti dell'Amore e tutti gli insegnamenti che un giorno presentai al popolo. Perciò questo amore deve comprendere tutto, affinché si abbia in sé il mondo intero, se deve essere adempiuto. Si deve però amare innanzitutto il prossimo come se stessi, e in questo è contenuto tutto ciò che abbraccia l'infinità, poiché Dio riempie l'infinità, e chi ama Dio sopra ogni cosa deve amare allora tutto, perché Dio è l’universalità e l’infinità nel mondo.

67. Chi ama Dio deve però amare anche il suo prossimo come se stesso. Preso nel giusto senso, l’uomo difficilmente può amare qualcuno più di se stesso, ma se nel prossimo dimora ugualmente lo spirito di Dio e questo è tutt'uno con Dio che deve essere amato sopra ogni cosa, allora l'uomo, se è nel gran bisogno, deve amare il suo prossimo dieci volte più di se stesso, perché con ciò ottiene l'opportunità di amare Dio nella verità, il che può avvenire solo nell’altruistica attività nelle opere dell’amore per il prossimo.

68. Vedete, questo è l'amore spirituale che ogni uomo deve mostrare nei fatti, affinché l'adorazione di Dio venga alla luce nella più vera riverenza ed elevazione, come lo richiede la santità dell'amore spirituale.

69. L’amore materiale è l'egoismo, ovvero il serpente di Eva. Esso è l’infernale nell'uomo, perché l'uomo agisce e vive disobbediente verso i Dieci Comandamenti, disobbediente verso i due Comandamenti dell'amore, senza rispetto verso le sette virtù di Gesù e incurante verso tutti gli insegnamenti divini. Perciò la grande differenza tra l'amore spirituale e l’amore materiale-sensuale, nel quale l'uomo ama e conosce solo se stesso, ma disconosce e disprezza tutto il resto, perché l'egoismo e l'amor proprio danno solo l’illusione di considerare Dio e il prossimo come se stessi.

70. Queste sono quindi le differenze tra l'amore spirituale e l’amore materiale. Perciò cercate di liberarvi dalle braccia del serpente di Eva e tendete solo allo spirituale; poiché Io, Padre vostro, sono Amore universale solo nello spirituale; ‒ il Satan invece è solo nel materiale amor proprio. La conclusione della vita è poi il Cielo o l'inferno. Decidetevi ed agite per voi, e non per il Satan, affinché diventiate figli di Dio, e non del Satan!

71. Le disposizioni sul più grande comandamento della Legge: ‘Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo come te stesso’, sono mostrate in maniera molteplice nel libro “Amore” (n.38) che può leggere chiunque volesse saperne di più sull'amore per Dio e per il prossimo. Perciò qui non necessita ripetervi ciò che sta già scritto lì, bensì vi mostro solo di andar lì! Qui vi espongo solo ciò che era necessario dire. Una luce migliore viene diffusa da entrambe le fonti, poiché l’una completa l'altra.

72. Io dissi: «Vi do un nuovo comandamento: che vi amiate l’un l’altro! Da questo si riconoscerà che siete Miei discepoli, se vi amate l’uno con l’altro» (Gv. 13, 34-35). «Come il Padre ha amato Me, così Io ho amato voi; perseverate nell’Amor Mio» (Gv. 15,9). «…poiché il Padre stesso vi ama, avendo voi amato Me e creduto che Io son venuto dal Padre» (Gv. 16,27).

 

 

90/7 - Il perché è necessario amare Dio sopra ogni cosa

73. L'uomo può amare Dio sopra ogni cosa solo quando ha compreso quanto altamente elevato è Dio al di sopra di tutto ciò che è stato creato. Egli rappresenta proprio quelle caratteristiche che costituiscono la più alta nobiltà spirituale, e dove è possibile ben un costante avvicinamento, ma giammai un raggiungimento.

74. Il vero amore è quello che non ha nessun altro scopo che vedere l'oggetto o la persona amata nel modo più perfetto o più felice possibile. ‒ Il vero amore è quindi quella caratteristica capace di dare tutto all'amato e di non tenere nulla per sé, che solo la consapevolezza che ha reso il suo oggetto amato così felice come glielo permettono le proprie forze.

75. Quando l'uomo ha compreso ed afferrato Dio come questo Amore, allora è tempo che si immerga profondamente nell’essenza del suo Dio e Padre, e si sforzi di capire tutto ciò che Dio è per lui e cosa ha fatto per lui.

76. Per comprenderlo, voglio richiamarvi alla memoria i più importanti atti d'amore del Mio Amore per voi, affinché possiate comprendere ed apprezzare giustamente la grandezza di questo amore. E così ascoltate:

77. Il Mio Amore si è privato di tutto ciò che possedeva come proprio e lo ha posto in vita come natura visibile per rendervi felici sotto ogni aspetto. Innumerevoli forme nel mondo minerale, vegetale e animale deliziano i vostri occhi, le quali rappresentano i pensieri della Mia Sapienza e vi furono consegnati per farne uso.

78. Esistono in queste forme i colori più differenti che occupano e deliziano i vostri occhi e i vostri sensi, così come sono anche le differenti fragranze che producono un piacevole effetto sui vostri nervi olfattivi.

79. Ogni creatura adempie il suo scopo e sta al vostro servizio negli innumerevoli utilizzi, ma per questo ricordatevi quanto paternamente ho disposto e preparato tutto per voi. Tutte le arti e le scienze sono piene del Mio Amore che ho messo in esse per voi, per farvi felici.

80. Voi stessi siete la corona della Creazione e siete dotati con facoltà divine per penetrare un po’ alla volta in tutti i segreti della Creazione e farne uso, poiché in voi stessi ho posto la Sorgente originaria di ogni arte e scienza e ogni amore, sapienza e onnipotenza, elevando Me stesso in voi per guidarvi e, un giorno, rendervi ultrafelici.

81. Dovete contemplare la Creazione e le creature che si trovano sulla Terra secondo le loro doti spirituali e fisiche, e poi prendere in considerazione la vostra superiorità su tutto, per poter scorgere la grande differenza tra voi e le restanti creature nella vera luce.

82. Voi soltanto avete la libertà di fare e disfare come volete. Solo voi avete il linguaggio attraverso il quale potete dire tutto e comunicarlo agli altri. Solo voi avete un giudizio e un’intelligenza che possono essere chiamate divine, perché sono infinite nelle indagini, nell’invenzione e nel perfezionamento. Tutto questo non ce l’ha il regno minerale, il vegetale e l’animale.

83. L'unica cosa che vi è stata rifiutata è che non potete librarvi nell’aria e volare come un uccello finché non vi sarete slanciati abbastanza in alto (spiritualmente). Tuttavia, in pochi decenni si andrà tanto lontano, che gli uomini non invidieranno più gli uccelli a causa del privilegio del volo, perché essi stessi, attraverso la seconda rinascita, staranno in questo incomparabilmente meglio, scomparendo qui alla velocità del lampo e comparendo lontano nello stesso istante[164]. Un viaggio dall'Europa all'America, all'India, all'Australia o verso Giove, verso Urano, alla Luna o al Sole, richiederà un solo istante, e così sarà con la chiaroveggenza, con l’udir chiaramente e parlar chiaramente.

84. Vedete, tali vantaggi di infinita grandezza e magnificenza stanno in voi, ma questi è possibile risvegliarli solo attraverso le Mie sette virtù, per entrare nel potere e, operare.

85. Tutto questo e ancora molto altro vi toccherà per rendervi felici e per elevarvi alla più alta dignità; e per tale motivo Io stesso ho dovuto subire per voi la sentenza della sofferenza e della morte sulla croce, per farvi riottenere la figliolanza di Dio, e anche per lasciarvi l'insegnamento dell'amore proveniente dal Mio Cielo.

86. Ora sono qui di nuovo per chiarirvi questo Insegnamento nel modo più approfondito, e quindi alla fine anche per raggiungere lo scopo con la rimozione di tutti gli ostacoli che vi ho indicato. Io faccio tutto il possibile per rendervi ciò per cui vi ho messi al mondo, per essere figli di Dio, …per rendervi dèi dell’amore, della sapienza e dell’onnipotenza nel Padre, ovvero, sotto la Mia conduzione superiore.

87. DiteMi: “Non è ragionevole e giusto che Mi amiate sopra ogni cosa, dal momento che vi faccio ottenere del così grande, sublime e alto, e queste cose le farò diventare sempre più alte?”

88. Sì, se usate solo un po' il vostro intelletto per riflettere con calma su tutto quanto menzionato, allora dovrete rendervi conto che non potrete mai amarMi abbastanza per queste grandi opere del Mio Amore, e mai abbastanza potrete ringraziarMi nell’amore per Me, perché questo sorpassa di gran lunga la vostra immaginazione.

89. Con il più intimo amore per Me, l'uomo oltrepassa tutte le Leggi di Dio e della Chiesa, poiché chi ama Dio in modo filiale, per questi non esiste più nessuna legge, perché allora il Padre dimora nel cuore di Suo figlio. Che tipo di legge potrebbe ancora esistere? Proprio per questo motivo Io respinsi dal Mio Cuore perfino gli esecutori letterali della legge, vale a dire gli scribi e i farisei, elogiai il peccaminoso gabelliere a causa della sua umiltà e resi il Regno dei Cieli accessibile prima ai ladri, alle meretrici e agli adulteri che si convertono e fanno vera penitenza, che agli aridi cavalcatori della lettera. Il vero, profondo, altruistico amore del cuore per Me, è l'unico mezzo per giungere come con un salto a Gesù. L'adempimento delle acquisite leggi dell’obbligo, il digiuno, la mortificazione della carne, i pellegrinaggi, la distratta preghiera con le labbra, ecc. è vita secondo la sapienza delle persone religiose, e perciò di minor valore.

90. Il profondo contrito pentimento, riparare secondo possibilità ogni torto commesso, la seria intenzione di non commettere più peccati e la più alta presa di Gesù nel cuore, come la più intima adorazione nello spirito e nella verità attraverso la compassionevole e altruistica attività nell’amore per il prossimo, è il servizio supremo che l'uomo Mi può dimostrare.

91. L'amore rappresenta l'essenza fondamentale che è il pilastro della creazione del mondo. È stato l'amore che mosse in Me la divina Santità, per chiamare l'universo all’esistenza materiale. È l'amore che anche mantiene tutto, anima, guida e conduce alla più elevata nobilitazione e spiritualizzazione.

92. Come però l’Amore forma l'essenza fondamentale del Mio Io divino, così è anche l'essenza fondamentale e l’elemento base di tutto l'essere e il divenire dell’uomo. ‒ La sapienza, quale polo opposto di Dio nella testa dell'uomo contro l'amore nel cuore, si sforza di nobilitare gli uomini attraverso il suo alto chiarimento dei principi della natura e dello spirito, e formarli a portatori di cultura. Essa, sulla base della scienza naturale e delle opinioni morali, si sforza di formare e innalzare gli uomini a pilastri di un nuovo ordine mondiale; tuttavia i risultati di questo tipo di formazione umana mostrano che la scienza non ha colto nel segno, poiché da quando il mondo è popolato di uomini, non ci sono ancora mai state mostruosità così feroci di barbarie, di degenerazione umana nello spirito, di oppressione popolare e sfruttamento sotto il mantello dell'educazione da parte di furfanti egoisti ed astuti come ce ne sono oggigiorno nell'era del dominio della sapienza mondana.

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93. Diamo un’occhiata all'era dell'amore. – Gli uomini che avranno stabilito l'amore come fondamento della loro vita, potranno sopportarsi con tutte le persone del mondo. Per loro non esisterà odio né per il linguaggio né per la nazionalità, perché Dio, in quanto Amore fondamentale e Padre di tutti gli uomini, neanche nutre odio verso i Suoi figli per il fatto che formano nazioni diverse e parlano lingue diverse. Chi nutre odio per i popoli e per le lingue, non sta al servizio del suo Dio e Padre.

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94. La sapienza forma orgoglio, egoismo, odio, invidia, discordia, disprezzo per gli inferiori meno abbienti e bassi d’ingegno, e separa popoli, famiglie e singoli uomini. ‒ Anzi, la sapienza senza amore è il Satan del mondo, essa è la madre delle condizioni odierne, dove l’arguto, con la sua superiorità, fa dell'uomo comune il suo sostentatore (schiavizzandolo).

95.L’amore, al contrario, poiché il suo fondamento sta in Me, è l’affratellamento dei popoli, delle famiglie e delle singole persone. Esso non conosce né stato, né ricchezza, né istruzione, ma è il magnete che attira tutto a sé e, amorevolmente, preme tutto al suo cuore.

96. Solo quei matrimoni che nascono dall'affetto più ideale e più amorevole si concludono nel Cielo, cioè nel cuore, dove Io, l'eterno Amore, ho stabilito il Mio trono che dura eternamente. Invece i matrimoni che si concludono per riguardo politico, sociale o per denaro, sono convenzionali, non basati sul puro amore, perciò non conclusi neanche in Cielo, e raramente sono felici nel senso della vera armonia familiare.

97. Una madre che ama veramente suo figlio, lo allatta lei stessa, lo lava lei stessa, e passa l’intera notte vegliando presso il letto del suo pargoletto malato, sacrificandosi per il suo amato; anzi, una vera madre non fugge davanti alla natura feroce del leone, se vede suo figlio in pericolo di essere sbranato dalla bestia feroce, in tal caso lei non vede altro che suo figlio, per il quale mette in gioco la sua vita prendendolo dalle fauci del leone e portarlo via.

98. Quando Salomone pronunciò il saggio giudizio sul possesso contestato di un bambino tra due donne, la saggezza spietata della falsa madre avrebbe preferito vedere l’innocente pargoletto diviso in due con la spada, e quindi assassinato, piuttosto che darlo alla madre vera (1° Re 3,16-28). Unicamente l'amore che la vera madre portava nel cuore rinunciò al suo diritto sul bambino, salvando con ciò la vita del suo prediletto. ‒ Vedete, questa è la virtù fondamentale proveniente da Me, poiché Io sono puro Amore e non riconosco nulla che non sia messo in opera dal puro altruistico amore per Me e per il prossimo.

99. Sì, l'amore riesce a fare matrimoni tra persone che la sapienza scaccerebbe, è quello che placa la respingente sapienza e la rende sommessa. L'amore corrisponde al magnetismo che attrae; la sapienza corrisponde all’elettricità che respinge. Perciò è impossibile che la sola sapienza possa rendere felici gli uomini, ben però l’amore; infatti, nell'alto cantico di Salomone[165] questa è la figlia di Sion, è la regina del Cielo e la sposa dei popoli, è la sposa del Re celeste, è il bellissimo fiore di Saron, il narciso bianco in veste virginea, destinato ad essere l'eterna regina dei popoli.

100. Ora segue il chiarimento su di Me, Cristo, come Sapienza di Dio rivelata a voi.

 

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Cap. 91

L’uomo deve tendere alla sua vita interiore

Graz, 24 luglio 1899

1. Figlio Mio, diventa da te stesso ciò che devi diventare!

2. Rifletti: “Il mio più interiore è Dio! – Padre, Tu che dimori in tutti i Cieli e anche in me nella Tua piena potenza, fammi sentire con piena forza che vivi in me, che sei il mio Spirito divino e il mio io più interiore!”. Rifletti in tutta serietà a questo riconoscimento pienamente vero, poiché esso ti porterà la salvezza e, con ciò, sarai elevato oltre tutta la materia.

3. Lasciati guidare dalla tua vita interiore, poiché è Dio, è Lui l'onnipotente Jehova Zebaoth, è Lui il Padre Gesù, Colui che guida la tua vita, che ti conduce alla perfezione spirituale e ti darà la corona della salvezza se tu, attraverso la tua vita che avrai crocifisso per amor Suo e per Lui ti sei ritirato dalla vita del mondo, l’avrai meritata.

4. Sì, pienamente vero, Io l’onnipotente Dio, sono il tuo Io più interiore, perciò volgi i tuoi occhi all'amore per Me nella silenziosa cameretta del tuo cuore, e ascolta molto seriamente la Voce del tuo Dio, che è il tuo stesso Spirito, poiché dove ti trattieni, lì sono i tuoi pensieri e i tuoi sentimenti, quindi volgi via i tuoi occhi, i tuoi pensieri, i tuoi sentimenti, i tuoi discorsi e il tuo fare e lasciare dal mondo, che sono il Satan per la tua anima e il tuo corpo, e vieni completamente a Me in umiltà e amore del tuo cuore; solo allora posso ristorarti e operare attraverso di te come Dio e Padre!

5. Quindi ascolta figlio Mio, tu che indossi la veste dell'anima di Satan su di Me, umilia questa anima satanica e sottomettila al Mio Amore e alla Mia misericordia. Sei nato da Dio, perciò lo Spirito di Dio è il Padre tuo spirituale, il tuo io. Abbi cura di quest’io affinché diventi pieno di forze e operante in te, attraverso te e fuori di te! Finché i tuoi occhi vagano per il mondo, non vedranno la loro vita più interiore, il loro Dio! Perciò abbandona il mondo della sapienza intellettuale e ritorna a Me nella silenziosa cameretta del tuo cuore, poiché Io dimoro lì e lì Mi ergo maestosamente, e lì prendo parte alla tua vita.

6. La tua volontà sono Io! Io ti lascio fluttuare liberamente nella vita del tuo destino, poiché guido la tua volontà come tu la vuoi usare. Pertanto, due sono i poli nel tuo corpo: uno di questi sono Io come Amore in Dio che vive nel tuo cuore e s’intreccia nel tuo futuro, scelto e voluto da te stesso; il secondo polo è il tuo esteriore, ovvero l’intelletto mondano, il quale si sforza in te di costruire tutto contro di Me. Con la calma e la tranquillità per la tua vita sensoriale carnale, con la Mia Volontà a te messa a libera disposizione, costruisci a te stesso il regno dell'amore, che rappresenta il Regno dei Cieli, o il regno della sapienza intellettuale, che è il regno di Satana, quindi il più puro inferno.

7. Vieni da Me caro figlio, abbandona il mondo e la sua vita sensuale rivolgendo i tuoi occhi a Me nella tua vita interiore, affinché ti renda felice e, come una divinità come lo sei qui, perché figlio dell'onnipotente Dio dall’eternità, possa portarti alla perfezione.

8. Breve è il tempo della tua vita di prova, e questa sarebbe sufficiente a completarti come un giorno avvenne con Gesù; esso sarebbe sufficientemente lungo da fare di te un figlio di Dio sulla Terra. Perciò afferra gli stessi strumenti con i quali Io, Jehova, ho lavorato nel corpo di Gesù! Afferra le Sue virtù, perché queste sono quelle che un po’ alla volta ti formeranno e ti completeranno da figlio dell'uomo, da figlio della sapienza del mondo, a figlio di Dio.

9. Così figlio Mio, afferra questo bastone della vita spirituale e cammina con salda fede e fiducia, con la più profonda umiltà e amore per Me nella tua silenziosa cameretta dell'amore nel cuore, e destaMi alla vita in Dio; poiché solo la tua piena convinzione che veramente sono Io Colui che Mi rivelo a te, Mi desta e risveglia Me, l'Amore, per condividerlo con te, e per unire il Mio Io divino con il tuo corpo animico umiliato e fermentato nell'amore. Amen!

10. La Teosofia cristiana è la quintessenza di una fratellanza umana come figli di un Dio, quale Creatore e Padre di tutti gli uomini, che abbraccia con Amore tutto il Creato; ‒ essa v’insegna inoltre a considerare gli animali, le piante e tutto ciò che è stato chiamato all’esistenza da Me, dal Padre, con riverenza dinanzi a Me che ho dato la vita a tutto e guido tutto, e ad accogliere e curare secondo la Mia divina prescrizione con amore e gratitudine, come una Grazia dell'eterno Padre.

11. Gli uomini hanno in Me il Padre loro, Colui che li ha creati e messi al mondo, quindi è loro compito sopportare tutto a causa Mia, e sottomettersi in tutto alla Volontà di Dio, affinché Io, come Padre, possa formare i Miei figli a pari spiriti superiori come sono Io stesso.

12. La divinità di Cristo è l'incarnazione di questo Dio Padre e Creatore dell'universo. In Cristo la magnificenza e la santità di Dio è scesa sulla Terra per i Suoi figli e, con ciò, la Santità stessa è divenuta Uomo e, per vero, un perfetto Dio-Uomo. Tuttavia, questa Santità divina non è venuta sulla Terra perfetta, ma ha indossato la veste del peccato di Satan, ovvero la materia della carne, ed ha percorso la via verso la perfezione, dall'infanzia fino al Suo trentesimo anno, rinnegandoSi e spogliandoSi costantemente di tutto ciò che Lo attirava al mondo e al peccato. Ogni uomo deve fare altrettanto come ho fatto Io, il Padre suo, come ho vissuto Io dandogli l'esempio di come deve vivere un autentico uomo, in modo da raggiungere quel grado sul quale, come figlio, può venire a Me, al Padre.

13. Nell'Uomo Gesù è stato effettuato il collegamento tra Dio e l'uomo e tra l'uomo e Dio, attraverso la redenzione dal peccato ereditario (Gen. 3,15; Ebr. 9,15; Rom. 3,25; 1° Tim. 2,14), affinché ognuno possa avvicinarsi alla Santità di Dio tramite l'amore attraverso questo sommo santo Nome.

14. Con il concetto della vera umanità di Cristo è stato dato anche il concetto della Sua vera Divinità. Cristo è il personale Punto centrale dell'umanità che era stato determinato dall'eternità, al fine di rivelare in modo umano l'infinita magnificenza di Dio, per aprire al mondo l'inesauribile salvezza di Dio. Nell’Uomo Gesù-Cristo con questa incarnazione ho suggellato nell’eternità la Sua relazione con i Miei figli. ‒ Attraverso Cristo il rapporto di Dio verso gli uomini è diventato un rapporto veramente personale, indissolubile, allo stesso tempo eterno, poiché Dio si è posto per tutte le eternità come Uomo verso gli uomini nell’Uomo-Gesù attraverso una auto-rivelazione personale, e l'idea dell'umanità com’è vissuta eternamente e personalmente in Dio, Egli l’ha impiantata nella consapevolezza dell'umanità dalla Sua stessa consapevolezza personale-umana, affinché un giorno potesse evolvere ed evolverà alla piena auto-realizzazione dell'umanità all’umanità divina, come è stata vissuta tramite Gesù e vivificata con i Suoi esempi.

15. In Cristo, infatti, la vera ed eterna Divinità è entrata nella forma di umanità veramente personale, attraverso Cristo c’è l'immagine di Dio come l’ho già creata in Adamo ed è stata realizzata grazie ai Miei sforzi. E questo fatto è determinante per tutti gli uomini, perché attraverso le virtù di Gesù, se vivono ed agiscono in conformità, possono salire all'altezza dell'umanità di Dio e governare il mondo con Me, loro Dio e Padre, poiché Io sono il grande Spirito dell'Universo e il Fondamento originario di tutte le cose, e un perfettissimo Uomo di tutti gli uomini e Padre dei figli umani in Gesù Cristo.

16. Dal momento che Io, Dio, vivo in voi, allora ogni uomo nel santuario interiore del suo cuore ha la suprema corte di giustizia ‒ accusatore, difensore, giurato e giudice ‒ la cui sentenza è santa, e quindi è unica e senza appello, poiché nessuno può conoscervi meglio come voi stessi. Perciò ciascuno deve esaminare il suo io alla luce dell'amore del proprio cuore, come sono state le opere dell’amore per il prossimo da lui praticate, perché lo stesso Dio che dimora nel vostro cuore è il giudice della prima e dell’ultima istanza, verso la quale non c'è appello. Gli uomini devono tuttavia procedere verso i loro fratelli solo attraverso l'amore del loro cuore, e mai emettere un giudizio attraverso il quale viene privata al fratello la possibilità del miglioramento. Infatti, nel cuore dell'uomo si decide cosa ne sarà del fratello, perché solo lo spirito dell'Amore di Dio che dimora nel cuore di ogni uomo conosce le caratteristiche dell'uomo.

17. La profondità dell'amore di un essere umano per Dio si può misurare dalla sua avversione verso tutto ciò che è iniquo; tuttavia, un uomo che ama Dio non deve mai odiare la persona empia, perché comunque anche questa è un Tempio dello Spirito di Dio in essa dimorante, bensì solo l’empietà in essa!

18. "Perché...

- I ) Perché Dio è il più alto di tutti, e noi dobbiamo essere i più bassi di tutti.

- II ) Perché solo Dio è onnipotente; allora noi dobbiamo sempre riconoscere la nostra impotenza dinanzi a Lui.

- III ) Perché Dio è colmo del più alto onore; allora noi dobbiamo essere sempre colmi della più profonda umiltà.

- IV ) Perché Dio è Santo sopra ogni cosa; allora si devono sempre piegare le nostre ginocchia davanti al Suo Nome.

- V ) Siccome unicamente a Dio appartengono tutte le cose, allora noi non dobbiamo mai appropriarcene e dobbiamo sempre essere grati a Lui per ogni dono, fosse anche di un’unica goccia d'acqua, poiché l’uomo non può creare neanche una singola goccia d'acqua.

- VI ) Siccome solo in Dio c’è ogni forza e potenza, allora ognuno deve sapere che anche la sua forza e potenza provengono da Dio, e perciò nessuno può fare qualcosa senza Dio. Invece, a chi Dio presta la Sua potenza, questi può tutto. Inoltre, Dio a nessuno rifiuterà un potere implorato, se vorrà usarlo solo in Suo onore.

- VII ) Il più grande onore che possiamo mostrare a Dio consiste nel fatto di amarci e rispettarci l'un l'altro, e per questo amore e rispetto, osiamo poi anche amare Lui stesso nel Suo santuario in tutta l'umiltà del nostro cuore".

Vedete, così risuona e in questo consiste l'intera essenza spirituale della religione degli abitanti della sesta fascia del Sole[166], alla quale corrisponde il pianeta Urano.

19. Considerato che ogni persona viene guidata da Me come spirito nel cuore dell’uomo, perciò è compito di ogni uomo prendere ben in considerazione questa verità e questo fatto, e volgersi poi come alla più alta e più santa Legge dell'amore per il prossimo e rispetto dinanzi a chi ci è vicino. Perciò non lasciatevi mai vincere dalla vostra opinione religiosa, e non arrogatevi mai il diritto di parlare in modo sprezzante sull’opinione di un vostro fratello, giudicandolo o attaccandolo secondo la vostra valutazione!

20. Nel momento in cui l’uomo si erge disputando e giudicando il fratello senza motivo e giustificazione, non ha più a che fare col fratello, poiché egli stesso è già nel giudizio come colui che vuol giudicare, ma avendo a che fare con lo spirito del fratello, il quale è Dio, mette quindi le mani addosso alla Divinità che è sacra e intoccabile, e in tal modo il giudicante e disputante stesso diviene il condannato, perché ha giudicato la Divinità nell'uomo che è l’Unico che rappresenta tutto nell'uomo.

21. Io, Gesù, quale Anima di Dio, sono il responsabile Conduttore animico e Rappresentante di tutte le anime dinanzi a Dio come Padre, il Quale dimora in Me con piena potenza e magnificenza, e con ciò sono anche il Rappresentante di Dio e Dio stesso, e come Tale, nel contempo, il Giudice, essendo la Sapienza di Dio e, da ciò, la risultante Giustizia su quell’uomo che ha l’ardire di attaccarMi senza diritto nel prossimo, il cui Spirito e Dio sono Io stesso. Infatti, come Spirito nell'uomo, Io sono puro Spirito, quindi sacro e intoccabile, e come Spirito sono Gesù, Uno nell'Amore, Uno nella Giustizia e Uno nella Potenza.

22. Né il buono ha il diritto di giudicare il cattivo, né il cattivo ha il diritto di giudicare il buono a causa del suo punto di vista religioso, e quindi neanche dove non è stabilito come giudice della legge. Poiché ogni uomo vive ed agisce secondo la sua formazione e il suo progresso spirituale, ogni insulto e calunnia, in presenza o assenza del fratello, è una grossolana insolenza verso di Me come Dio e Giudice nell’uomo, e perciò Io permetto che ogni uomo, pur essendo a migliaia di miglia lontano da chi parla di lui, deve sentire e sapere cosa dice di bene o di male su di lui suo fratello o sua sorella. Ognuno, infatti, deve pagare a Me la propria colpa verso il prossimo fino all'ultimo centesimo nel modo in cui l'ha commessa, e quindi avendo insultato il prossimo, egli ha insultato e attaccato Me come Dio, poiché Io non ho concesso a nessuno il diritto sul fratello, ma il Giudice sono Io, Dio e Padre vostro stesso attraverso il prossimo, al quale si vorrebbe mettere le mani addosso, … e con ciò si offende Me stesso.

23. L'uomo, secondo lo spirito, è fratello a Dio, ma Dio è puro Amore. – Quando vi rivolgete al fratello e alla sorella, allora parlate dal vostro spirito d'amore allo spirito d'amore nel prossimo, poiché questo è suo fratello, non la loro anima o il loro corpo di carne. Perciò, se vi definite ‘fratelli’ o ‘sorelle’, dovete farlo con amore, concordia e affetto, ma mai con ira, oppure con odio o risentimento.

24. Perciò nella vostra auto legittimità state attenti a non agire verso il fratello e la sorella giudicando e in maniera autoritaria o perfino senza amore, poiché non potete mai essere sicuri di agire giustamente, ma sono sempre determinanti due possibilità: o c’è guerra tra le due anime, entrambe provenienti dall'anima di Satan, quindi guerra tra sapienza intellettuale e sapienza mondana, oppure più chiaramente definita, tra Lucifero e Satan, ‒ o permane la presunzione giudiziale di Satana sullo Spirito di Dio nel prossimo! ‒ In entrambi i casi lo sprofondare del vostro io all'inferno è inevitabile, anche se non lo notate nella vita fisica. Questo vi sia ora per avvertimento di non procedere giudicando e disputando col vostro prossimo. Le vostre armi con le quali vi dovete difendere non devono essere impazienza, ira, diffamazione, derisione e aggressioni grossolane, bensì amore, umiltà, tolleranza e pacatezza. Nelle questioni religiose, il silenzio è spesso oro, invece il parlare è piombo.

25. Lo spirito umano è Dio, l'onnipotente Creatore del Cielo e della Terra, Lui stesso è il Padre degli uomini, degli angeli e degli spiriti, Egli è lo Spirito dell'Universo, certamente diviso in innumerevoli spiriti, ma non separato dallo Spirito universale, bensì Uno e lo stesso con Lui.

26. Questo Spirito è il Mio divino Spirito primordiale dell'Amore, e non conosce virtù più elevata che l'Amore, perché questo è il Suo Io personale. Tutte le altre virtù sono nulle e sono niente dinanzi a Me, se il loro motivo non è l'Amore per Me, rivelato nelle opere d’amore per il prossimo. La fede è certamente un fondamento per l'amore, però, si può anche avere una fede con la quale si potrebbero spostare le montagne, ma se non si può dimostrare l'amore e le opere dell’amore per il prossimo, tale fede non ha valore, poiché anche i diavoli nell'inferno credono in Dio e tremano dinanzi a Lui, ma rimangono ancora diavoli (Giac. 2,19).

27. Nessuno può dire: “Non c'è nessun Dio!”, dal momento che Io Mi rappresento spiritualmente e materialmente, e non c'è un atomo nell'intera infinità che non sia una parte costitutiva del Mio Io, poiché tutto ciò che gli uomini, gli angeli e gli spiriti vedono, è una componente proveniente dall'Anima di Dio, ed è lo Spirito del Mio Io come Essenza globale che l'intera infinita Creazione non ha al di fuori di Sé ma ce l’ha nel Suo grembo, poiché Egli l’abbraccia da parte a parte e tutt’intorno.

28. Se Io non fossi l'Essenza tutto abbracciante nella Creazione, allora non potrebbe esistere, poiché Io solo sono la Vita in essa, e con la Mia Volontà tengo l’intera Creazione sospesa nell'aria, perché magnetismo ed elettricità sono lo Spirito Santo ovvero l’onnipotente Volontà in Me.

29. Chi potrebbe vivere senza aria? E vedete, l'aria è Dio, Io sono il vostro Creatore, e quindi un Essere che riempie lo spazio cosmico. Chi potrebbe dire che Dio non è dappertutto, dal momento che Io sono l'aria eterica dell'universo?

30. Non c'è nulla nell'intera infinità dove non ci sarei Io, e senza di Me non esiste alcun essere materiale né spirituale visibile. L'intera Creazione visibile è l'anima solidificata di Satana, e in questa anima solidificata il Mio Spirito è come l’Animatore e Guida, ed è rappresentato ovunque, poiché Io, come Dio e Vita in ogni cosa, sono proprio Colui che dà la vita a tutto ciò che si muove, che germoglia, cresce, si sviluppa, fiorisce e matura. L'anima dell'uomo vede, sente, percepisce, odora, gusta e parla, ma tutto questo è l'effetto dello Spirito che dimora nel suo cuore. Senza di Lui sarebbe cieca, sorda e insensibile, non gusterebbe niente, né sentirebbe odore, né penserebbe, né parlerebbe, anzi non esisterebbe affatto, poiché essa (l’anima) è un passato efflusso dei Raggi di Luce spirituale provenienti dalla Fiamma dell'Amore di Dio, che lo Spirito di Dio scelse e le diede forma nella Sua stessa immaginazione, ma fu profanata e ottenebrata dalla caduta di Satana. ‒ Questa immaginazione è proprio l'anima dell'uomo che il Mio Spirito si creò per propria disposizione, che ora guida, nobilita, spiritualizza e conduce alla perfezione divina. Questo è lo Spirito santissimo di Dio che dimora nell'anima umana e, allo stesso tempo, guida e governa l'universo.

31. Lo Spirito di Dio non è una persona, bensì, com’è già stato detto nel ‘Libro delle preghiere’, è una Fiamma spirituale come lo è lo spirito dell’uomo, come lo stesso spirito del mondo che diffonde un mare di fiamma fluttuanti attraverso il mondo intero, oppure, detto con altre parole, è l'aria eterica nell’Universo, perciò è rappresentato dappertutto, compenetrante tutto, quindi compenetra anche tutto ciò che si conosce, che si vede, si sente, si percepisce e si odora come l’uomo percepisce, perché tutti questi sensi nell’uomo non sono altro che espressioni e doni dello Spirito di Dio nell’uomo attivi nell'anima e, mediante questa, sono operanti tramite il corpo.

32. Questa fiamma eterea del fuoco dell'Amore è l'essenza fondamentale nell'uomo, e senza questo spirito egli non potrebbe vivere, perché questo fuoco è allo stesso tempo l'aria respirabile di cui l'uomo ha bisogno per la sua vita.

33. Questa fiamma d'Amore spirituale esiste anche materialmente, ed è il fuoco tutto consumante, perciò ora dovrà seguire una chiarificazione materiale-spirituale che vi dovrà aprire gli occhi su ciò che sono Io come Amore materiale, e così ascoltate:

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(Nota per il lettore: – Il proseguimento dell’insegnamento, si trova probabilmente nel libro “Amore” (n. 38) il cui originale non è ancora stato trovato)

 

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Cap. 92

L’essenza della fiamma, della luce e del calore

Graz 18 luglio 1899

1. La fiamma del legno sono gli animaletti di fuoco del raggio del Sole fissati al tronco dell'albero, i quali approfittano con grande gioia dell’occasione di essere liberati da questa prigionia dopo molti anni di dura segregazione, nella quale lo spirito dell'albero li ha attirati e fissati con la sua volontà. Voi vedete la fiamma divampare dal legno, e svanire dopo che il fuoco ha consumato tutto il legno.

2. La fiamma dal legno ardente che svanisce ai vostri occhi, o è diventata invisibile, si trasforma ora in una luce del mondo spirituale del Mio operare nella direzione spirituale, che Io utilizzo per differenti nuove creazioni.

3. La fiamma che viene portata alla combustione con mezzi chimici o altri mezzi, è l'amore spirituale che era entrato nell'esistenza materiale. Da questo riconoscete tuttavia la forza dell'Amore spirituale, perché esso vi viene incontro nella forza materiale attraverso il calore, attraverso la fiamma ardente e la brace. Adesso ascoltate cari figli: – Questa fiamma del fuoco dell'Amore spirituale con il suo calore inavvicinabile, sono Io, Lo stesso vostro Dio e Padre, Gesù spiritualmente, perciò in Mosè si dice (Es. 33,20; Dt. 4,24): «Nessuno può vedere Dio nella Sua Essenza primordiale e vivere, poiché Egli è un fuoco consumante dell'Amore, che afferra in Sé tutto ciò che raggiunge».

4. S’intende da sé che questo ‘fuoco’ può essere afferrato solo secondo il grado del progresso spirituale, perciò a nessuno accade del male, poiché la fiamma spirituale è una fiamma d'Amore, e quanto più grande è l'amore, tanto più grande è la forza di sopportare il fuoco dell'Amore spirituale, poiché agli altamente spirituali genera inconcepibili godimenti. Infatti, esso in lui brucia come un mare di fiamme del più puro Amore divino. Se un uomo dovesse assaporare ciò che gode uno spirito elevato, precipiterebbe in uno svenimento mortale.

5. La luce: – Dalla fiamma si diffonde la luce, la quale diventa più debole o più forte secondo le dimensioni della fiamma. Questa luce è la manifestazione materiale della luce spirituale, che è la Sapienza in Dio; è questa che illumina gli spazi nell'infinità, come la luce materiale illumina le vostre dimore.

6. E in effetti voi vedete dinanzi a voi, materialmente, ciò che Io sono spiritualmente. Ogni luce è una rappresentazione di Me stesso in forma materiale nelle più disparate conformazioni e modi.

7. Il calore scaturisce dalla fiamma e dalla sua luce, e rappresenta l'effetto spirituale dei due. Quindi è anche lo ‘Spirito Santo’ in Dio. Esso è l’efflusso proveniente dalla divina fiamma dell'Amore e della sua Sapienza raggiante Amore, cioè viene dal Padre e dal Figlio ed è il Loro onnipotente effetto dell’Amore, Sapienza, Onnipotenza, Forza e Grazia proveniente da Dio, che è la vita nell’Universo.

8. La fiamma materiale, la sua luce e il calore irradiante da entrambi sono, sotto l’aspetto spirituale, come lo è l’aria, il mare spirituale dell'Amore, poiché l'Amore è il Calore e la Luce spirituale; quest'ultima, come Sapienza in Dio, unita all'Amore, è l’espressione della Volontà o lo Spirito Santo in Dio che, nelle Sue caratteristiche sa tutto e può realizzare tutto. E come tale, Io dimoro nel vostro cuore come vostro Spirito divino.

 

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Cap. 93

La divina Trinità nella natura

Graz, 8 febbraio 1901

1. Con ogni dettato si allarga il cerchio della comprensione e dell’intendimento del Mio governo nella natura. E così vi do qui un’ulteriore più grande ‘Luce’ del Mio Io per la conoscenza generale del Mio Amore, Sapienza e Onnipotenza tra voi, e della producente materia che vi circonda e dalla quale siete sorti.

2. Il Mio Amore è il Padre, e questo è il Creatore dell'Universo; la Mia Sapienza ha creato le forme e l’aspetto per ogni cosa, e la Mia Onnipotenza, come Spirito Santo che procede dall'Amore e dalla Sapienza ovvero dal Padre e dal Figlio e rappresenta la Forza di Volontà del Mio Spirito divino, consolidò queste forme e strutture e determinò le vie della loro propagazione nell'infinito, in cui allo stesso tempo furono tracciati i percorsi secondo i quali l'intera Creazione si orienta nelle sue innumerevoli differenze e forme delle sue formazioni esterne nel procedere verso maggiori nobilitazioni e raffinazioni.

3. La Mia Trinità è un’essenza che abbraccia il mondo nello stesso modo in cui lo spirito umano abbraccia l’intero corpo insieme all'anima. Lo spirito dell'uomo con la seconda rinascita si riversa nell’intera anima ed irradia da parte a parte come nella luce elettrica, ma solo spiritualmente, non materialmente; e quindi lo spirito con l'anima è una e la stessa cosa, poiché in tal modo lo spirito infiamma del tutto l'anima da capo a piedi e fino al suo lembo più esterno, così che essa diventa incandescente e splende insieme, e tutto diventa un unico corpo, e così la potenza di Dio penetra nell'anima attraverso lo Spirito che diventa anch’esso ‘uno’ con l'anima, perciò si dice che lo Spirito Santo, che è la Forza di Volontà di Dio, procede dal Padre, ovvero dall'Amore di Dio. Quando però l'Amore e la Sapienza diventano una cosa sola, come lo Spirito e l'anima attraverso la seconda rinascita, allora l’emanazione dello Spirito Santo viene da entrambi, perché l'anima come sapienza, nella seconda rinascita non fa più nulla da sé, ma pensa e vuole per amore, e con ciò non sorge mai una disarmonia.

4. Come l'unione dell'anima con il suo Spirito forma nella seconda rinascita un solo essere, e quindi anche la forza di volontà che viene chiamata spiritualmente “lo Spirito Santo”, procede da entrambi come ‘uno’, così anche la Trinità divina nell'Universo è un corpo eterico, il quale però, dal momento che è proprio ‘etere spirituale’ sommamente fine, penetra e guida l'intera Creazione fino alla pietra più dura senza opposizione, e la sviluppa ulteriormente fino alla più alta spiritualizzazione.

5. L'aria che vi circonda è ugualmente ‘la Divinità’, poiché è proprio l'aria eterea tutto abbracciante che permea la Terra attraverso l'aria terrestre, ed è più pesante dell'etere nelle regioni più alte.

6. Nessuno può vivere senza aria, perciò dissi in occasione nell'ultima cena: «Io sono la Vita» (Gv.14.6). Anzi, in verità, Io, il Padre vostro Gesù, sono la Vita della materia e dell'anima, e opero affinché tutto ciò che è stato creato da Me, debba un giorno ritornare a Me.

7. La più grande sapienza sta quando Mi si afferra come ‘Amore’ in Dio, quando Mi si afferra con l’amore del cuore e si considera ciò che sono, vale a dire quell'Amore che richiede ancora e, dai Suoi figli, si aspetta di nuovo, amore! Figlioli, applicatevi all'amore e a quella sapienza che mette tutto ai piedi dell'Amore e, altruisticamente, Lo serve tramite le opere dell'amore per il prossimo. Amen!

 

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Cap. 94

La fiamma spirituale quale il “Santissimo Sacramento”

1. L‘espressione “il Santissimo” indica un luogo, come un giorno nel Tempio di Gerusalemme, dove la fiamma di Jehova bruciava alta due metri e mezzo, dalla quale in Egitto parlò a Mosè dal roveto ardente: «Togliti i calzari! Poiché il luogo dove tu stai è santo». Quindi lo stesso Dio che parlò a Mosè dal roveto ardente esclama anche a voi: ‘Togliti i calzari dei tuoi pensieri, desideri, parole e azioni irriverenti, e avvicinati in santa umiltà d’amore al tuo Dio nel Padre, la cui santissima fiamma abbraccia il mondo, e il cui Amore brucia e divampa spiritualmente nel tuo cuore’.

2. Essa ti esclama: “O uomo, pondera Chi sono Io! Eppure ho umiliato Me stesso dimorando nel tuo cuore, per far di te, da figlio di Satan, un figlio di Dio e, un giorno, essere una Divinità, attraverso cui Io creerò nuovi mondi e li animerò con esseri di ogni specie, popolandoli con nuovi esseri umani, come ho dovuto fare su ogni sole, su ogni pianeta e su ogni mondo stellare”. – Infatti, sono Io il potente e onnipotente Dio e Creatore dell'Universo che vi dico questo e vi parlo qui!

 

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Cap. 95

L’immenso etere spirituale-materiale

L’essenza della Divinità – L’originario sole della Divinità

1. I momenti sacri di uno dei Miei figli ravvivano in lui il profondo pensiero nel Mio governo e sviluppo divino. Quindi anche voi avete qui un tale profondissimo momento d'amore, per comprendere, nello spirito, il Mio infinito ed eterno Essere, perché il Mio scrivano si è immerso nel Mio incomprensibile Essere fondamentale e lo ha portato a una soluzione che srotola davanti ai vostri occhi il mistero del Mio Io fondamentale.

2. E questo mistero è: “Perché sono infinito? Come si può comprendere che sono eterno e non ho nessun inizio?”. Egli (Franz) ha spiegato queste due domande con la massima correttezza ed approvazione da parte Mia. E così ascoltate, figli Miei, cosa può fare l'amore quando si sviluppa in maniera abbastanza intensamente:

3. Perché sono Io infinito? E perché non ho un inizio e, quindi, sono dall'eternità? – Vedete, cari figli, lo spazio dell’Universo non ha fine, ma per immaginarsi uno spazio infinito, deve essere presente in questo spazio anche un'aria infinita, poiché senza un'aria infinita non potrebbe esistere vita in questa infinità. Inoltre, quest’aria non può essere in alcun modo limitata, perché essa si diffonde dappertutto dove esiste uno spazio vuoto. Se rendete un spazio vuoto d’aria, non c'è vita in esso, bensì la morte più perfetta, perché in questo spazio non può vivere e crescere proprio nulla. Tuttavia questo può essere ottenuto solo per spazi molto piccoli, ma non appena è concesso un qualche ingresso dell'aria, l'intero spazio, finora completamente vuoto d’aria, si riempie con l'aria affluente. Invece l’Universo non ha muri, non ha pareti, non ha confini e nessuna fine, e quindi non c’è nessun ostacolo per trattenere l'aria (l’etere) dall’infiltrazione e diffusione, e quindi essa è rappresentata illimitatamente nello spazio infinito.

4. Dal momento che uno spazio infinito non ha nessun inizio né fine in se stesso, di conseguenza questo spazio non poteva cominciare a formarsi dagli atomi o da qualsiasi inizio, perché una cosa del genere non può esistere se non esiste già da eternità, poiché dove non c'è spazio, questo non-spazio non può diventare più grande ed espandersi all'infinito. Se però lo spazio è lì per l'infinito, allora un inizio di questo spazio infinito è inconcepibile e non esistente. Inoltre, uno spazio infinito non può esistere senza aria, e se questa fosse solo aria eterica, non esisterebbe, perché per una tale esistenza devono esistere delle connessioni che riempiano questo spazio come aria, quindi l'esistenza di un mondo vuoto d’aria, che è infinito in tutti i punti, è impensabile, perché uno spazio vuoto d’aria attira l'aria affluente con forza, cosa che vi può convincere con le palle di gomma e gli otri quando togliete l’aria. E quindi, se da qualche parte fosse esistente uno spazio vuoto d'aria nel mondo infinito, l'aria verrebbe attirata da dove già esiste. Da ciò potete riconoscere, come già v’insegnano gli astronomi, che se l’Universo è infinito, anche l'aria è infinita, perché riempie l’infinità, e come c'è un mondo infinito, c'è anche un'infinita estensione d'aria (eterica) in questa infinità. E come un'infinità non ha da nessuna parte né un principio né una fine, così anche l'aria infinita non ha nessun inizio e nessuna fine.

5. Veniamo ora alla domanda: “Cos'è l'aria infinita?”. Vedete, qui veniamo alla domanda principale, e a questa deve essere risposto adeguatamente come l’ha afferrata lo scrivano, considerando che Io presento le sue profondità all’indagine amorevolmente spirituale, solo perché sono corrette.

6. L'aria è Dio, poiché essa è la vita, perché nulla può esistere senza aria, dal momento che appena non avete aria da respirare, dovete morire all'istante. Ma poiché l'aria è la vita, allora deve contenere tutti i componenti della vita che voi avete scoperto finora sia nel regno minerale, vegetale e animale, sia nell'acqua e nell'aria, attraverso la vostra ricerca della natura e della chimica, in cui vi sono ancora innumerevoli sostanze imponderabili o indefinibili, dalle quali tutto sussiste e viene mantenuto, di cui voi sapete bene che sono esistenti, o devono esserci, ma che non sono più raggiungibili con i vostri strumenti e alambicchi. Voi sapete dalla ricerca della natura, che il mondo materiale si è formato successivamente, e che la Mia Parola divina "Sia fatto!" è stato il ‘divenire’ successivo; questa è e creerà eternamente, perché tutto si deve nobilitare, spiritualizzare ed elevarsi a Me.

7. L'aria, che riempie lo spazio infinito, è quindi la Divinità stessa. Ma effettivamente è lo Spirito dell'aria che racchiude il tutto in Sé, come una fragranza racchiude la sua essenza, dalla quale si diffonde e l’avvolge, quindi l’ha in sé e la penetra anche da parte a parte. Questo è quindi l'etere, lo Spirito della Divinità nell'aria infinita!

8. Questo spirito è un intenso spirito etereo ed è l'aria stessa nel suo stato etereo più fine e imponderabile. – Tuttavia è anche fisicamente visibile per gli occhi spirituali, ma si può vedere visibilmente attraverso strumenti per elementi microscopici. Quest'aria eterica non è tuttavia così quieta come voi presumete, poiché con gli occhi, gli orecchi e le sensazioni fisiche voi percepite solo il vento, ma non l'aria vera e propria di cui stiamo parlando qui; quest'aria eterica è spiritualmente un fluttuante, eternamente attivo e creante mare di fuoco (invisibile) nell'Universo, e si comporta in un modo come se accendeste uno spirito di altissimo grado che ora bruciasse con ogni diletto e gioia, e fluttuasse su e giù, fino a consumarsi materialmente per continuare a vivere e muoversi spiritualmente con la sua fiamma spirituale, invisibile per i vostri occhi, nel mare di fuoco dell’Universo.

9. Questo mare di fiamma eterica spirituale ha ora in sé la più alta intelligenza, irraggiungibile per i vostri concetti. La forza di questo fuoco spirituale è di una forza così intensa nello spirituale, per quanto il medesimo è entrato nel materiale, che è l’immenso fuoco di base dell'interno della Terra, della cui potenza i vulcani forniscono una prova approssimativa. Quindi è l'Amore, come fuoco fondamentale in Dio, e quindi, nella rispondenza, è anche il calore dell'Amore spirituale e materiale da esso emanante, come derivante da questo fuoco fondamentale dell'Amore divino, sommamente inteso, vigoroso e operante.

10. Considerato però che quest’immensa forza di base sta in questo divino Fuoco fondamentale, allora è facile comprendere che tutto deve obbedire a questa forza fondamentale in maniera fulminea! – E questa forza fondamentale è il magnetismo e l'elettricità[167], che sono rappresentati dall’intero infinito mondo, e sono il cosiddetto Spirito Santo nella Divinità, che procede dal Padre e dal Figlio.

11. Il ‘Figlio’ - di Dio Padre - è la Sapienza in Dio, come trovate spiegato nella Santa Trinità[168]. Questa Sapienza è nata dalla forza fondamentale dell'Amore divino e quindi da una forza della Sapienza così immensamente spirituale che voi non la potete afferrare, ma il Mio scrivano l’ha compenetrata e definita come segue:

12. «Nel buio della notte, col movimento dei vostri occhi, voi vedete dei cerchi spirituali di fuoco che si muovono intorno agli occhi, specialmente quando premete al bordo degli stessi, nei quali notate la luce spirituale della vostra sapienza (anima)». Dal momento che la Sapienza in Dio è, allo stesso tempo, elettricità, da ciò egli (lo scrivano) ha scoperto che come il confronto con il lampo dei cerchi sotto gli occhi è per un grande fuoco elettrico, così è anche tra la sapienza umana e la Sapienza di Dio, e quanto enormemente intensa è la luce e la forza di una grande fiamma di fuoco elettrico a confronto dei lampeggianti cerchi degli occhi, così è enormemente differente la Forza della Sapienza di Dio al confronto della forza della sapienza umana, e quindi anche enormemente potente la forza per formare i pensieri, svilupparli e indagare tutti i misteri portandoli alla luce: negli uomini lentamente, con grande perdurante sforzo, e questo, tanto quanto Io ancora lo permetto; – presso di Me, come Dio, avviene con la velocità dell’elettricità e con una forza di luce della Sapienza così fortemente differente, come il lampo dei cerchi dell’occhio con la più grande potenza di luce elettrica, e questo paragone è il più riuscito che si possa fare.

13. Così ora sta dinanzi a voi rivelata la comprensione dell’intendimento della Divinità nel Suo Essere fondamentale. Voi conoscete la Sua infinità e la Sua eternità, il Suo Amore spirituale e materiale come un fuoco tutto divorante; conoscete anche l'enorme forza della Sapienza spirituale e materiale, poiché la luce elettrica è la Sapienza di Dio che è entrata nel suo effetto materiale. – E così comprenderete anche cos’è il magnetismo, quale Amore divino, e cos’è l'elettricità, quale Sapienza divina, e che il magnetismo e l'elettricità insieme, sono ‘la volontà di Dio’, con la qual cosa vengono creati e governati i mondi.

14. Inoltre sapete che il magnetismo e l'elettricità sono rappresentati in tutta la Creazione, di conseguenza la Volontà di Dio è rappresentata dappertutto nel Suo Amore e nella Sua Sapienza, e poiché l'aria è la Divinità stessa, quindi Dio è rappresentato dappertutto. In quest’aria c’è la vita, poiché senza questa non esiste nessuna vita, perciò è chiaro che Dio guida la vita attraverso il Suo Amore e la Sua Sapienza, ovvero attraverso la Sua Volontà creante tutto, perché Egli vive spiritualmente e, attraverso la materia, vi appare come azione e realtà, presentandosi agli occhi come natura in innumerevoli forme, generi e specie, poiché tutto è da Lui e in Lui.

15. L'Amore è gravido d'amore e vuol generare, la Sapienza escogita le forme, i colori, le specie e i generi, e la Forza di Volontà, ovvero lo Spirito Santo in Dio, rafforza l’escogitato e lo lascia venire all’esistenza e alla comparsa attraverso il “sia fatto!”, e così la Divinità si presenta ai vostri occhi nel Suo Amore, Sapienza e Onnipotenza.

*

16. Dio è onnivedente. – “Come può Dio vedere tutto?”. Vede tutto perché è rappresentato dappertutto; vede tutto perché la Sua vista spirituale è un occhio tutto abbracciante e, con questo, per il fatto che vede tutto, è anche onnisciente.

17. Il Suo onniudito è un orecchio onniudente perché è rappresentato ovunque come Potenza spirituale, ed è operante elettricamente come Spirito Santo in Sé, accogliendo tutto con sentimento, anche udendo dappertutto. Così come l'uomo ha la sensibilità in tutto il corpo, così Dio ha rappresentato l'occhio, l'udito, la percezione, l'olfatto, il pensiero, dappertutto e in tutto e per tutto, come una goccia d'acqua è la stessa di un intero mare.

18. Quindi, figli Miei, la magnificenza del Mio eterno ‘Io’ sta dinanzi a voi rappresentata in semplici parole del linguaggio umano. Figli Miei, sono certamente parole semplici, ma rappresentano i misteri della Divinità, e perciò sono sacre nella loro essenza interiore, poiché rivelano la Santità di Dio, dove il vostro essere fondamentale, la vostra originaria luce centrale dell’Amore, della Sapienza e la Forza del Suo Spirito Santo riposa; perciò prendete a cuore l’alta rivelazione e cercate di accoglierla nel vostro amore. Infatti, l'Amore è il Tempio di Dio, è il Suo stesso ‘Io’ in Sé, e se venite nell’amore per l’amore in Dio, forma in voi la Santità dell'unione di due estremi in un (solo) Essere, in Dio, che è l'Amore dell'Amore e crea eternamente, e non dimentica mai gli uomini, finché l'uomo è pieno d'amore.

19. Il Mio centro da dove governo il mondo è nella stella Regulus[169]; da lì i raggi del Mio Amore vanno nell’infinità, e da lì sono anche unito con lo Spirito che dimora in ogni uomo come Spirito di Dio.

20. Vedere la Mia Essenza, la luce-centrale-primordiale, non è possibile a nessuno spirito nel senso perfetto, perché è una Luce di fuoco d'Amore talmente potente, che nessun essere vivente, anche il più elevato, può sopportarla per qualche istante. Perciò in Mosè si dice: «Nessuno può vedere Dio e vivere», perché Egli è un fuoco divorante tutto. Sopportare questa luce agli uomini diventerà possibile, solo quando arriveranno là dopo una lunga eternità, per diventare una cosa sola con Me.

21. Finché l'uomo porta l’involucro terreno, è impossibile per lui comprendere la Mia Essenza; invece come spirito, se è progredito, questo avviene un po’ alla volta, ed otterrà ciò per cui si è affaticato. Tuttavia nessuno riceverà qualcosa gratuitamente, se non ha lottato per questo con tutte le forze e con tutto l’amore. Amen!

 

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Cap. 96

Cristo, la Sapienza di Dio che si fece crocifiggere

Anno 33, 27 marzo, verso sera, tra Gerusalemme ed Emmaus. Gesù non riconosciuto va verso Emmaus con i suoi discepoli Cleofa e Giuseppe Barsaba detto Justus, parla loro della crocifissione di Cristo e pone la domanda: «Non doveva Cristo soffrire una cosa del genere, e così entrare nella Sua magnificenza?» (Lc. 24,26)

[nota del revisore: – Questa rivelazione a Schumi è un concetto già comunicato nel 1844 a Jakob Lorber e riportato al cap. 17 del libro “Supplemento”, ma qui ripreso/ri-dettato in modo più approfondito ed ampliato]

1. In questo testo sta del tutto evidente che la magnificenza della vita eterna non può essere raggiunta tramite la grande erudizione e la conoscenza, ma esclusivamente mediante l'azione dell'amore.

2. Certamente qui si dirà: “Cristo era in ogni caso la Vita eterna stessa e possedeva in Sé tutta la magnificenza della stessa. Perché allora dovette soffrire per entrare in questa magnificenza?”

3. Cristo era Dio stesso incarnato, quindi, secondo lo spirito, il divino era l’Amore fondamentale ovvero il Padre; e secondo l'Anima era la Sapienza divina, nel linguaggio spirituale chiamato “Figlio di Dio”, perché la Sapienza divina ebbe origine dall'Amore divino. Tuttavia, secondo il corpo era solo un Uomo come ogni altro uomo, perciò si definiva “Figlio dell'Uomo”, e come tale Si doveva render Propria la magnificenza perfetta di Dio come Primo modello fondamentale solo attraverso le Sue amorevoli opere, poiché, se non l'avesse fatto, ciò sarebbe dovuto accadere per l’intera Creazione, poiché solo in Lui, il Padre e il Figlio sarebbero stati di nuovo ‘Uno’; oppure, il che è lo stesso, come dire: l'unione dell'Amore divino con la Sapienza divina.

4. Infatti, all’inizio l'Amore si era ritirato dalla Sapienza, perché la Sapienza nella Sua Santità si era eretta più in alto, fin troppo inaccessibile, e le Sue richieste erano state al di sopra di tutte le possibilità di adempimento, vale a dire: "Per il fatto che, come in Adamo, tutti gli uomini che son venuti da lui e dopo di lui hanno peccato insieme spiritualmente, quindi anche loro dovevano umiliarsi e percorrere la via della croce, della sofferenza e della morte, come l’ha poi percorsa Gesù” (vedi nota 7).

5. La condizione della Sapienza non piacque al divino Amore, poiché Le rincresceva per le povere creature, e quindi l’Amore si separò dalla Sapienza e Le disse: “Fallo Tu stessa, perché Io non sono d'accordo con questo!”. E la Sapienza raccolse la condizione stabilita da Lei stessa e la realizzò attraverso Gesù.

6. Nondimeno, la Sapienza era desolata senza l'unione più intima col Suo Amore, come l'anima umana lo è prima dell'unione col suo spirito, ovvero prima della rinascita spirituale; per cui, come poteva riunirsi con l'Amore?

7. Essa, nell’uomo Gesù, doveva adempiere le condizioni della riconciliazione da Lei stessa poste; doveva umiliarsi fino al punto più piccolo, e solo per mezzo di ciò ridivenire una cosa sola con il Suo Amore, che è il Padre in Dio!

8. Ecco perché Cristo, quale eterna, onnipotente Sapienza fondamentale del Padre, disprezzava tutta la sapienza dei saggi del mondo (Is. 29,14; Abdia 8; Mt.11,25; 1° Cor. 1,19) e tutti gli scribi dovevano essere un abominio per Lui, se le loro azioni non erano secondo la vita delle Scritture, o secondo l'amore e l'umiltà.

9. Egli, come eterna Sapienza del Padre (1° Cor. 1,24) doveva compiere le opere dell'Amore e insegnare agli uomini la sola Legge dell'Amore (Mt. 22,37-40); anzi, alla fine doveva lasciarSi catturare e crocifiggere dalla sapienza dei dotti sacerdoti, e in questo modo, come eterna Luce spirituale (o Sapienza) del Padre o dell'Amore (1° Gv. 4,8-16) doveva subire la più grande ignominia e, in Se stesso, il più grande oscuramento.

10. Perciò esclamò anche: «Padre, perché Mi hai abbandonato?». – A ciò, i saggi mondani ribattono: “Sì, ma se Cristo era Dio, come poté esprimere quella volta tali parole? A quale Dio si rivolse allora?”. Su questo, nella Mia Rivelazione sta quanto segue: “Non c’era nessun altro Dio al di fuori di Me al Quale Mi riferii, ma alla Divinità in Me, allo Spirito di Dio e alla Forza primordiale della vita nella Sua piena misura, poiché l’involucro del corpo, che fu preso dalla sostanza terrena, proprio come con i figli degli uomini, anche questo doveva essere subordinato in Me”. Per questa ragione, quando venne l'ora della morte e lo spirito dovette separarsi dal corpo per poter morire, la materia nel suo abbandono cercò aiuto, come esempio che ogni uomo terreno deve cercare aiuto solo presso Dio.

11. Ma che Egli (lo Spirito), quale primordiale eterna-Luce dell'intera infinità, dovette subire un completo oscuramento in Se stesso, dimostra quel momento finora non compreso ancora da nessuno, nel quale dopo le differenti cose di Cristo sulla croce, subentrò un perfetto oscuramento dell'intera infinita Creazione, e la luce, non solo del Sole terrestre, ma di tutti i soli nell'intera infinità, cessò per un periodo di tre ore![170]

12. Queste parole pronunciate spiritualmente secondo il senso del vostro linguaggio risuonano così: “Subentrò un perfetto oscuramento interiore dello spirito”, con ciò una sensazione interiore di orrore, come se, in tutta la Creazione infinita, tutti gli uomini e tutti gli esseri fossero stati attorniati da spiriti, e la luce non solo del Sole dell'Amore dello Spirito di Dio nei cuori degli uomini della Terra, ma anche dei Soli dell'Amore dello Spirito di Dio di tutti gli uomini e di tutti gli esseri che vivevano nell'intera infinita Creazione dei mondi stellari, planetari e solari, si spense per un tempo di tre ore, quando il corpo di Cristo pendette sulla croce.

13. E fu questo momento di oscurità corrispondente a quello di cui viene riferito, che l'anima di Cristo, dopo la morte, ascese al limbo per liberare gli spiriti che erano ancora catturati nella vecchia sapienza e per guidarli alla nuova Luce dell'Amore, la quale iniziò a riempire tutta l'infinità proveniente dalla riunificazione del Figlio con il Padre.

14. Cristo dovette quindi adempiere in se stesso fino a una virgoletta la vecchia legge della sapienza, per espiare in tal modo tutti gli errori verso la stessa davanti al volto del Padre, ovvero, doveva essere crocifissa tutta la sapienza, affinché con ciò l'Amore del Padre fosse giustificato!

15. Ebbene, questo è ciò che Dio stesso ha fatto! E allora, cosa volevano fare gli uomini? Oppure supponevano che con la giustificazione della loro sapienza: “A che scopo Dio ce l'ha data, se non per l'uso?”, sarebbero entrati nella magnificenza della vita eterna?

16. Se Cristo, come la stessa divina Sapienza, doveva predicare e compiere in modo assai vivente le opere dell’amore, e doveva crocifiggere tutta la Sua Sapienza facendola passare nella più grande oscurità, al fine di entrare di nuovo perfettamente nella magnificenza del Padre, che era l'Amore separato in Cristo stesso, allora anche gli uomini avrebbero dovuto percorrere altrettanto questa via, e seguire Cristo nelle Sue virtù d'Amore, se avessero voluto entrare con Lui nella magnificenza del Suo Amore paterno.

17. Nella religione originaria del mondo al tempo di Adamo si diceva: “Voi uomini potete pervenire alla Sapienza divina, altrimenti irraggiungibile, solo attraverso l'Amore di Dio!”. Con Cristo, invece, si dice: “Ora sono Io, come la stessa divina Sapienza, come la Via e la Vita, la Porta che conduce all'Amore, ovvero al Padre”. Vale a dire: attraverso la fede che Cristo è Dio, e col seguir le Sue amorevoli virtù si perviene alla personale contemplazione della magnificenza in Dio, poiché Dio si è creato in Cristo un corpo visibile, altrimenti sarebbe un fuoco consumante dell'amore, e senza quella fede che nel corpo di Cristo dimora Dio, Egli non può essere visto personalmente, poiché la fede dell'anima è anche il suo giudice.

18. Chi ora vuol venire al Padre, ovvero alla contemplazione di Dio, il che rappresenta la più grande beatitudine del Cielo, deve arrivarci attraverso Cristo, o non vi verrà in tutta l'eternità.

19 Ma come? Forse attraverso la Sapienza, perché Cristo, quale porta, …è la divina Sapienza stessa?

20. Oh, no! Infatti, fu proprio questa Sapienza che si lasciò umiliare fino all'ultimo atomo. Essa, come l’inviolabile santità di Dio, discese profondamente tra tutti i peccatori; quella stessa Sapienza che una volta nessuno spirito angelico più perfetto poteva contemplare nella Sua Luce fondamentale, adesso trattava con i peccatori e mangiava sotto il loro tetto, e alla fine si lasciò crocifiggere dai soldati e dagli sgherri pagani!

21. Da questa infinita umiliazione della divina Sapienza stessa, emerge tuttavia più chiaramente della luce del Sole, che nessuno, senza l’amore, raggiungerà la magnificenza della vita eterna con la sua sapienza.

22. Né i libri, né degli scritti studiati a fondo, per nessuno diventeranno gradini nel Regno dei Cieli, ma solo la vera umiltà e le vere e proprie opere dell’amore per il prossimo compiute per amore del Padre.

23. In Cristo, tutta la primordiale Sapienza divina si trasformò nell'Amore per il Padre, per mezzo del quale il Figlio e il Padre divennero una cosa sola. Ugualmente deve essere il caso anche presso l'uomo, se non si umilia fino all'ultima goccia nel suo orgoglioso intelletto e in tutti i desideri dello stesso, i quali fuoriescono da ogni sorta di pensieri coltivati dalla sapienza per gli onori, anzi, se prima, egli non mette tutto ai piedi dell'amore, e quindi se non soffre un breve oscuramento di tutta la sua sapienza mondana, in verità, non entrerà nella magnificenza del Padre!

24. Cristo ha dovuto soffrire e fare tali cose per entrare nella magnificenza del Padre, quindi anche ogni uomo deve farlo e deve prontamente seguire Cristo, se vuol giungere alla magnificenza del Padre.

25. Cristo non ha frequentato alcuna scuola; la sua scuola era l’umiltà e l’amore operoso, e questa scuola sta davanti ad ognuno, se vuol giungere alla magnificenza del Padre e alla personale contemplazione della divina Santità e Maestà.

26. Se tuttavia, Cristo ha dato questa scuola come esempio per tutti, allora, come vogliono gli uomini giungere nel Regno di Dio in un’altra maniera?

27. Spiegare ancora di più su questo, sarebbe certamente inutile, poiché questa comunicazione non ve l’ha rivelata una bocca umana, ma è fluita dalla Fonte dell'eterna Verità dell’Amore e della Sapienza divina.

 

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Cap. 97

Gesù è morto per i peccati precedenti, non per i susseguenti

1. Gli uomini non devono comunque imitare nessuna espiazione materiale della Mia crocifissione e morte, dal momento che ho sofferto e sono morto Io per tutti; ma devono provare una crocifissione spirituale del loro essere, il che consiste nel crocifiggere spiritualmente tutte le loro voglie, desideri, cattive caratteristiche e vizi, attraverso il costante pentimento e la lotta contro questi vizi con tutta la forza e potenza.

2. Così osservate nelle Mie virtù, come Figlio dell'uomo (‘Libro delle preghiere’ cap. 19), e nei molti peccati che sono enumerati nelle profezie di Daniele (‘Libro delle preghiere’ cap. 9), ciò che dovete crocifiggere in voi attraverso la costante lotta della penitenza, per effettuare spiritualmente la Mia crocifissione materiale; poiché a causa dei peccati materiali commessi Io ho dovuto soffrire e morire materialmente, affinché voi ne foste risparmiarti. Tuttavia, dal momento che peccate continuamente, allora in voi sorge la legge a causa dell'azione, affinché intraprendiate la lotta contro il peccato in pensieri, desideri, parole e azioni peccaminose, e li combattiate con tutte le forze, rendendoli (tutti i fatti peccaminosi) inefficienti e innocui verso la vita spirituale. E se continuate nella lotta a crocifiggere la vostra carne e tutto ciò che appartiene al peccato, non acconsentendo a ciò che vi stimola al peccato, allora un po’ alla volta diventerete insensibili alle voglie, alle brame, alle cattive caratteristiche, ai pensieri peccaminosi, ai desideri e alle parole, e così non si verrà più a nessuna azione peccaminosa.

3. Questo compito rimane per voi come conseguenza del vostro peccare per tutta la vita, mentre Io, attraverso la Mia sofferenza e morte sanguinosa sulla croce, vi ho liberati dal peccato originale adamitico che avete co-commesso, e per i peccati che ne sono seguiti nella vostra vita precedente (Ebr. 9,15; Rom. 3,25; 1° Tim. 2,14).

4. Così sta il vostro rapporto con Me, poiché per i peccati che commettete adesso dovete soffrire voi stessi all'inferno, se non volete soffrire la crocifissione spirituale e l’estinzione del peccato nel mondo. Lo dovete pensare voi stessi che Io non sono morto per i vostri peccati attuali, perché altrimenti potreste peccare perfino secondo la gioia e il piacere, …e sareste tuttavia senza peccato! Pietro dice esattamente la stessa cosa in Ebrei 10,26[171].

5. La legge della giustizia di Dio esisterà per sempre e ognuno dovrà rendere conto delle proprie azioni, nell’al di qua o oltre la fossa. Tuttavia, per sfuggire tutti i peccati, …qui dinanzi a voi stanno gli insegnamenti più meravigliosi. Leggeteli frequentemente, vivete ed agite di conseguenza, e il Regno di Dio vi starà poi aperto per accogliervi come figli di Dio.

 

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Cap. 98

Buddha ha già riconosciuto Cristo

Graz, 18 marzo 1901

1. Il mondo sta lì nella sua grandezza e testimonia del grande Amore, Sapienza e Onnipotenza di Chi lo ha creato. Non un uomo mortale ha realizzato il grande mondo, l'Universo della Creazione, ma Io, l’onnipotente Dio nelle cui mani sono riunite tutte le forze dell'infinità.

2. Come però l'uomo, senza di Me, nella polvere della sua nullità è un nulla, deve quindi dimostrarMi la sua sottomissione nell’umiltà e nell’amore del suo cuore, e non pensare mai di essere qualcosa da se stesso, bensì deve mettere tutte le sue opinioni del suo personale presuntuoso io, ai piedi di quella Divinità che lo ha creato e posto nell’esistenza.

3. Il Buddha Gautama[172] era un uomo umile che mise tutto il suo sapere e conoscenza, e tutte le sue ricchezze ai Miei piedi, si umiliò e chiese l'illuminazione del suo essere interiore, per raggiungere lo scopo divino dell'uomo sulla Terra.

4. Io ebbi pietà di lui, illuminai il suo essere interiore e gli parlai come un padre parla al bravo figlio suo: «Abbandona il mondo e sacrificalo a Me, va’ in regioni deserte e vivi solo per Me, e la Luce dell'eterno Amore in Dio sarà il tuo segnavia attraverso la vita dell’aldiquà e dell’aldilà della tua esistenza spirituale, e ti condurrà sul sentiero verso quelle altezze luminose dove inizia la vita in Dio.

5. Tu sei un precursore di un Essere superiore che, attraverso il Suo insegnamento divino, porterà il mondo nelle armonie celesti della riunificazione della caduta del genere umano con il suo Dio e Creatore.

6. Adempi il dovere che Io ti pongo verso di Me e verso il prossimo, e diventa un maestro del tuo popolo. Passeranno ben lunghi periodi di tempo prima che l'insegnamento purissimo proveniente dal Cielo dell'Amore si diffonda su tutti gli uomini del mondo, ma questa è faccenda Mia, poiché Io stesso guiderò i suoi destini e porgerò loro del vero pane dal Cielo, che è il puro insegnamento proveniente da Dio. Tu comunque fa’ ciò che ti dirò Io, e così rimani devoto a Me nell’umile amore, poiché Io stesso voglio essere il tuo Maestro e Guida, affinché tu nel frattempo, finché una Luce superiore verrà dall'alto, possa diffondere l'insegnamento di Dio come si adatta per il tuo popolo, tra i tuoi compagni di stirpe».

7. Questa fu l'istruzione a Buddha da parte Mia, Dio e Padre vostro che vi rende nota questa ‘comunicazione’ mediante il Suo scrivano. Non credete che non sia Io, il vostro Dio e Creatore stesso che vi annuncia questo, poiché se dubitate che in Europa frequenti uomini comuni, come potete dire che non frequentavo Buddha Gautama e i maestri induisti? Questi erano e sono, tuttavia, solo uomini! Io vi dico che un teosofo cristiano perfetto, presso di Me, sta molto più in alto di un maestro induista, poiché i teosofi cristiani, che sono i Miei medium, provengono dal più alto dei Cieli, dal Cielo dove Io stesso Mi ergo maestosamente, e i Miei figli in spirito sono sempre raccolti intorno a Me, mentre i maestri induisti non possono pervenire al secondo Cielo finché non accolgono l'insegnamento e credono fermamente che Io, come Dio e Creatore dell'Universo in Gesù, intrapresi l’incarnazione per redimere i Miei figli dal peccato originale e riconciliarsi con Dio.

8. I maestri induisti hanno tutti la parola interiore, solo che gli attuali medium della Teosofia cristiana hanno un grande privilegio davanti ai maestri induisti, perché quelli che sono avanzati, a volte mi vedono anche nell’aspetto di Cristo e Mi parlano ad alta voce. Non si creda però che ciò avvenga attraverso un esperimento spiritico, poiché attraverso il fluido magnetico vitale si materializzano, e quindi si manifestano, solo gli spiriti puri; questo per gli spiriti celesti è già di materiale troppo basso, troppo grossolano. Quindi anch’Io, come Dio e Re dell'Universo, non Mi lascio provare sperimentalmente attraverso il fluido peccaminoso degli uomini, ma solo attraverso una grande esercitazione nelle virtù dell'amore, dell'umiltà, dolcezza d’animo, indulgenza, abnegazione, altruismo, castità, pacificità e rinuncia alle gioie del mondo e attraverso un amore particolarmente ardente per Me, ‒ Mi possono smuovere ad apparire. Si deve essere virtuosi ed affabili, anche se si è senza istruzione scolastica, né ingegno né danaro, e ciò funzionerà, perché presso di Me non esiste alcun privilegio per i Miei figli spirituali, al fine che qualcuno debba avere preferenze dinanzi all’altro, come deve essere il caso con ogni buono, amorevole e sensibile padre terreno verso i suoi figli.

9. Lo sviluppo sapientissimo dell’Europa è responsabile del fatto che finora non si è sentito nulla di maestri cristiani (1900!). Se al giorno d’oggi, dal tempo dei maestri induisti, dei profeti, degli apostoli o dei rinati, cioè dei battezzati con il fuoco dello Spirito Santo dell’Amore, Sapienza e Forza, fossero apparsi e avessero esposto la divina Verità sulle religioni odierne ed esercitato le opere dell’amore per il prossimo come facevano un giorno gli apostoli, allora sarebbero stati rinchiusi, messi sotto osservazione se per caso non avessero bevuto troppo, e da lì rinchiusi in manicomio come pazzi. Per questo motivo in Europa per il momento i doni spirituali più importanti non sono stati dati ai maturi spirituali, per non metterli in conflitto, nel loro fervore per Me, con il clero, con i psichiatri e col governo.

10. Che i maestri induisti non credano in Cristo come Dio, sebbene frequentino Me nel loro cuore, è colpa della loro ferma opinione che Cristo sia stato solo un perfetto Buddha o un Illuminato. ‒ Io però non comunico nulla per ciò che non Mi si prega o che si dubiti della Mia persona, e quindi la fede dei maestri induisti, sotto questo aspetto, è anche il loro inesorabile giudice delle tenebre spirituali (in cui si trovano).

11. Se si dovesse porre un maestro induista nel sonno magnetico e porgli la domanda: “Alto Spirito divino, Tu che sei Dio e Creatore e dimori nel petto di ogni uomo come uno Spirito dell’uomo, Ti prego umilmente, dimmi il Tuo vero Santo Nome!”. E la risposta suonerebbe: “Gesù Cristo Jehova Zebaoth”. Questo è quindi l'esperimento per mezzo del quale da un maestro induista si potrebbe apprendere il vero nome del suo Spirito divino. La stessa cosa accadrebbe anche se si trasferisse un cristiano medium di Dio (i riceventi della Parola interiore di queste rivelazioni) nel sonno magnetico, e per ragioni spirituali-scientifiche, per apprendere la verità, fosse posta loro la domanda sopra descritta. Solamente che questo accadrebbe solo attraverso il sonno magnetico, poiché nel sonno ipnotico non si ottiene nessuna risposta, perché è un abominio dinanzi agli occhi Miei[173].

12. A Buddha Gautama ci vollero circa 1900 anni prima di sopprimere il suo essere sapiente, per riconoscerMi, ora sono passati 500 anni da quando anche lui ha raggiunto il suo scopo riconoscendo in Gesù il suo Dio, e lo contempla faccia a faccia come Padre, godendo sentimenti ultra beati in questa contemplazione di Dio.

13. Io non costringo nessuno affinché debba credere in Me come Dio, poiché dove opera il Mio Spirito, là c'è perfetta libertà. Comunque vi dico questo: “La vostra fede è il vostro giudice, …e senza Cristo non c'è nessun Dio visibile!”. Perciò ancora nessun maestro induista ha mai visto Dio! I teosofi cristiani, che sono spiriti perfetti, ma tutti, in un modo o nell'altro, sono spiriti elevati provenienti dal terzo Cielo dove dimoro Io stesso, sono quindi spiriti dell’Amore, poiché come Dio, Io stesso sono puro Amore. E solo tali uomini verranno nel terzo Cielo alla contemplazione di Dio, i quali riconoscono, credono e amano Me come Dio in Gesù Cristo. Contemplare Dio faccia a faccia è la più grande beatitudine che Io possa dare ai Miei figli. Perciò potete stimare quanto in alto un perfetto teosofo credente in Cristo stia al di sopra dei maestri induisti, i quali finora non hanno avuto nessun presentimento della beatitudine e della gioia deliziosa del Cielo supremo, dove i figli dell'Amore per Me, loro Dio e Padre, sono uniti; mentre i maestri induisti soggiornano nel primo e nel secondo Cielo della sapienza, e non hanno la minima idea di un Cielo dove Mi faccio contemplare personalmente, e come un Padre amorevole parlo con i Miei figli e governo i mondi con loro. Questi sono già veramente déi, per quanto nessuno di loro sta più in alto, all’infuori di Me, loro Dio e Padre Gesù.

14. Con questo vi ho spiegato il Mio governo tra i Miei figli, e Mi sarebbe molto caro se voleste credere e riconoscere la voce del vostro Dio e Padre, in modo da potervi rendere tanto felici, quanto è il Mio Amore per voi. Se non lo volete, allora voi stessi vi separate dall’essere Miei veri figli, rendendovi figliastri. Perciò abbandonate la sapienza intellettuale del mondo, credete e seguite Me, vostro Padre che qui vi parla e vi invita a mangiare alla Sua tavola.

15. Credete che sono Io stesso Colui che vi parlo così! E se non credete al vostro Dio e Padre Gesù, allora domandate al medium che ha scritto le Mie parole, se non ha sperimentato molte prove pienamente valide che Io, Gesù, sono suo Dio e Padre!

 

[indice]

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Cap. 99

Ultime chiarificazioni e conclusive indicazioni

 

Graz, 5 giugno - 10 luglio 1901

99/1 - Diventare veri teosofi perseverando nell’umiltà e nella conoscenza

1. Dalle presenti spiegazioni risulta ora chiaro che la Teosofia è il puro insegnamento divino dell'Amore che si deve osservare. Si comincia dal gradino più basso e ci si fa strada attraverso tutti gli ostacoli, fino a diventare uomini spirituali che guardano le debolezze e gli errori del prossimo con gli occhi dell'amore e della pazienza.

2. Si può operare in posizioni o in funzioni diverse, ma non si deve mai lasciar fuori dai pensieri e dagli occhi il più grande comandamento della legge ‘Ama Dio sopra ogni cosa, e il prossimo tuo come te stesso’, ma vivere ed agire sempre di conseguenza. Si può essere ricchi o poveri, istruiti o non istruiti e tuttavia essere teosofi, se si adempie la legge dell'Amore.

3. Io, Gesù, ero povero, ma non vivevo di elemosine altrui, come credono gli eruditi intellettuali, bensì guarivo gli ammalati e gli uomini ospitavano Me e il Mio grande seguito gratuitamente, per riconoscenza. In effetti è così come vi riferisce l'evangelista Giovanni, che operai molti più miracoli e impartii insegnamenti superiori, i quali però, a causa della loro straordinarietà, a quel tempo non furono registrati (Gv. 20,30 / 21,25), ma adesso potete stamparli per la lettura[174].

4. Che Io, Gesù, non volessi aver niente a che fare con i ricchi, è un errore; solamente, non amavo quei ricchi che non avevano cuore per i poveri. Però Mi comportavo diversamente con gli uomini buoni. Così per esempio, Lazzaro di Betania possedeva una grande fortuna, e molti poveri avevano pane e ricovero tramite i suoi beni. Tuttavia Lazzaro non sperperava l'abbondanza dei suoi introiti per i suoi diletti, ma li spendeva per l’assistenza degli orfani, delle vedove e dei poveri, e perciò era il Mio favorito.

5. Nicodemo era un sacerdote superiore (nel rango di un odierno prevosto di cattedrale), e molto ricco; parecchi sacerdoti superiori, come sovrintendenti di sinagoghe in Nazareth, in Capernaum (come Giairo) e in altri luoghi, coltivavano amicizia con Me. Oltre a questi, c'erano ancora diversi nobili, ricchi ed eruditi che spesso avevano relazioni con Me, come lo dimostra la "Storia della giovinezza di Gesù" di Giacomo e il "Grande Vangelo di Giovanni", nei quali è registrata tutta la vita, tutti gli insegnamenti, le opere, i miracoli e i viaggi durante i tre anni di insegnamenti, dettati da Me stesso.

6. Da quest’opera di dieci volumi imparerete a conoscere Me, Cristo che, come Dio, dall’alto erudito fino al più basso proletario e peccatore, frequentai pieno d’amore con tutti come un padre terreno con i suoi figli. ‒ Tutti coloro che entravano in rapporto personale con Me, Mi amavano; solo il Tempio di Gerusalemme, il cui protettore era Erode, il che lo faceva per denaro, Mi odiava, perché davanti al popolo sferzavo la cupidigia, l'ambizione e l’avidità di dominio dei sacerdoti.

7. Voi uomini siete ‘chiamati’, se osservate i precetti divini, a diventare figli di Dio, ma dal momento che secondo l'anima e la carne siete spiriti provenienti dall'anima del gigantesco spirito di Satan caduto, trasformato in materia, il quale deve essere di nuovo redento attraverso di voi e riportato a Dio, per tale motivo il vostro animico è così adirato e riluttante ad adempiere i comandamenti di Dio; all’opposto, c’è il vostro spirito della coscienza, lo Spirito del Padre vostro, Gesù, Jehova Zebaoth stesso. Perciò Egli vi esorta sempre ad evitare il male.

8. Per il fatto che Io sono il Padre vostro spirituale, allora come figli Miei dovete cercare di sconfiggere il satanico della vostra anima nella sua sapienza intellettuale, poiché allora diventerete déi, perché Io, Padre vostro, sono Dio, ma con la differenza che il Padre rimane eternamente Padre e il vostro Capo e Signore, e anche se conquisterete il più alto gradino della divina umanità e interi mondi possono essere creati, non potrete mai fare questo dal proprio potere di perfezione, ma solo attraverso la perfetta sottomissione del vostro io all’Io del Padre vostro Gesù; ‒ quindi solo con l’unione del vostro amore con l'Amore e la Volontà del vostro Dio Padre. Ognuno di voi, come figlio di Dio, dopo un grande progresso spirituale, è chiamato a diventare erede di giganteschi mondi divini, a diventare un dio, un re e una guida in uno, come anche di parecchi di questi mondi giganteschi che voi chiamate soli, pianeti e stelle, se adempirete la Volontà dell’amorevole Padre nel Cielo del vostro cuore. Perciò dovete raccogliere tutte le vostre forze spirituali per raggiungere questo obiettivo secondo la vostra perfezione, poiché per diventare un dio e un re di un mondo gigantesco, vale la pena sacrificare alcuni anni della vostra vita, così che possiate vivere l'uno con l'altro come uomini d'amore e, in tal modo, elevarvi nelle regioni superiori dello spirito.

9. La Teosofia cristiana, come insegnamento puramente spirituale è stata insegnata da Me, Cristo stesso, rigettando in tal modo il Tempio insieme ai dogmi dei sacerdoti (Gv. 2,21; Mt. 23) e non ho istituito né chiesa né sacerdoti. Infatti, la parola greco-latina ‘ecclesia’, che a Roma fu erroneamente tradotta in ‘chiesa’, significa solo una comunità di seguaci di una determinata religione i cui maestri non vengono stabiliti dagli uomini, bensì sono dei padri di famiglia chiamati e guidati da Dio, e uomini scelti da Dio, ma non devono essere una casta speciale di sacerdoti, come scrivono Mosè e Paolo (Es. 28,1; 1° Tim. 3 e 4; Tito 1, 5-6; Atti 1,15-26).

 

 

99/2 - L’autenticità della fede nella Teosofia

10. La Teosofia cristiana non è una cieca fede di credenza sacerdotale nella costrizione cerimoniale, bensì è fondata su una base scientifico-trascendentale, ma convincente, sulle adempiute profezie di Dio attraverso i profeti, i quali concordano precisamente con i fatti della storia scientificamente fondata, ‒ con i fatti degli spiriti: manifestazioni, materializzazioni, esperimenti fisici, riproduzione di scritti spirituali che sono legalmente autenticati che la persona, durante la vita, aveva effettivamente una tale scrittura – confrontata con altri facsimili ‒ su rivelazioni e comunicazioni divine che stanno lì dimostrate come tali, perché sono altamente elevate al di sopra della conoscenza umana. E oltre a ciò, è dimostrato dalle Sacre Scritture che Io, come Dio, non frequentavo solo con i patriarchi, i profeti e gli apostoli, bensì con differenti uomini, oltre a messaggi meravigliosi nel sonno magnetico, ‒ su visioni chiaroveggenti che sono state dimostrate biblicamente come vere, ‒ su suggestioni, ‒ sul sonnambulismo, ‒ su sogni veri, ‒ su dimostrazioni della profetica parola interiore, che è la Parola divina, ‒ su numerose guarigioni di fede e preghiere da vicino e da lontano, ‒ su rivelazioni in trance di Dio e degli spiriti, ‒ e su molte prove della vita dell'anima nello stato fisico di veglia e di sonno, ecc.

11. Sulla base di queste prove, potete quindi sostenere fermamente e comprovare con fatti convincenti che la Teosofia cristiana non è la credenza di un popolo religiosamente istupidito, bensì che è accessibile e convincente ad ognuno, perché è ‘Rivelazione’, e le percezioni trascendentali sono scientificamente fondate.

12. Lo Spirito di Dio lotta in voi per la libertà da qualsiasi influenza religiosa e dai tenebrosi ceppi e catene del vostro attuale modo di vedere spirituale che degli uomini egoisti hanno forgiato su di voi. Dovete perseguire la libertà e unire la formazione del vostro essere nello spirito dell'Amore e della Sapienza divina.

13. Lo spirito di Dio in voi nega qualunque dominio di una monastica vita da schiavo spirituale e di ogni pubblica vita penitente nel senso dell'insegnamento fanatico e intollerante della Chiesa. Infatti, libertà, la perfetta libertà è il motto del vostro spirito, quando si tratta della vita spirituale. Egli vuole che vi muoviate liberamente tra gli uomini, e intraprendiate la lotta contro il Satan dei vostri vizi e delle cattive caratteristiche nel mondo dell'egoismo e delle depravazioni umane, combattendo liberamente e al cospetto del maligno oppositore, per vincere e ottenere la ricompensa dell’eterna vita di gioie e beatitudini imperiture.

14. Paolo scrisse ai Corinzi: «Dove c'è lo Spirito del Signore, là c’è libertà!» (2° Cor. 3,17). Perciò liberatevi da qualsiasi tutela religiosa nello Spirito della Verità del divino Amore e Sapienza, e camminate alla Luce dell'insegnamento divino, come Io, Cristo, l’ho insegnato in modo puramente spirituale, ed Io stesso ho vissuto ed ho agito di conseguenza. Via da voi qualsiasi schiavitù spirituale, poiché nella costrizione religiosa non c’è lo Spirito di Dio, …come secondo l'apostolo Paolo che ha scritto quello che gli fu dettato da Me (Gal. 1,11-12).

15. Cristo era Uomo e visse per la generalizzazione dell'umanità. Questa visione socialistica su di Me, Cristo, è abbastanza corretta. Io, quale Dio Padre entrato nella carne, non avrei mai potuto procedere diversamente che in maniera socialistica, perché, come Padre dell’intera umanità, non avrei potuto preferire nessuno dei Miei figli, ma tutti sarebbero stati provveduti allo stesso modo, sia spiritualmente, attraverso il Mio insegnamento dell'amore, come fisicamente attraverso lo stesso diritto sull’usufrutto della Terra, della quale non voglio saper altro che averla consegnata a tutti gli uomini, ma a nessuno come proprietà separatamente o specificamente.

 

 

99/3 - L’uguaglianza tra tutti i fratelli

16. L'uguaglianza è il secondo motto dello Spirito di Dio in voi. Sì, tra di voi dovrà esserci l’uguaglianza attraverso il nobilitamento, la spiritualizzazione e la divinizzazione di tutte le vostre virtù. Nobilitate, spiritualizzate e divinizzate voi stessi, nel cuore del vostro amore e nella testa della vostra sapienza, allora anche il governo politico si nobiliterà, si spiritualizzerà e si divinizzerà; poiché esso è il corrispondente riflesso delle vostre virtù e caratteristiche spirituali interiori, né migliori né peggiori di queste, poiché come sono gli uomini nella vita spirituale, così vengono trattati da Me, Dio vostro, attraverso i loro superiori[175], e a causa della massa di uomini malvagi, devono soffrire sotto questi anche i buoni, fino a quando non avrà luogo una generale conversione al bene.

17. L’evangelista Luca (cap. 3,5) scrisse dopo Isaia (cap. 40,3) che ricevette queste parole da Me nel 726 a.C., come segue: «La voce di un predicatore nel deserto, dice: ‘Appianate la via al Signore! Raddrizzate i Suoi sentieri! Ogni valle deve essere colmata, ogni monte e colle deve essere rimosso, ciò che è storto deve essere raddrizzato, ciò che è aspro deve diventare una via più pianeggiante, e ogni carne dovrà vedere la salvezza di Dio».

18. Con queste parole è intesa l’uguaglianza materiale e spirituale tra gli uomini. Queste parole del profeta, alludendo al Mio avvento, non hanno valore solo per il tempo di Giovanni il battezzatore, ma valgono anche per il vostro tempo. L'interpretazione spirituale di queste profetiche parole suona così: «La voce dello Spirito di Dio, dell'Amore nel mondo spietato, dice: ‘Osservate la legge dell'Amore! Amatevi l'un con l'altro come fratelli! Gli spregevoli devono essere considerati come uomini dello stesso valore, perché sono figli di uno e dello stesso Padre spirituale; l'orgoglio e l'egoismo devono scomparire tra gli uomini; ciò che è disonesto deve essere onesto; ciò che è spietato deve essere misericordioso, e quindi tutto deve diventare amorevole e buono!’. ‒ E tutti gli uomini devono camminare nella Luce dell'insegnamento divino e riscaldarsi e ristorarsi l’un l’altro nel divino Sole dell'Amore del loro cuore».

19. Attraverso l'adempimento spirituale di questo insegnamento, in seguito l'interpretazione materiale ha luogo da sé, perché gli uomini stessi sono i creatori delle loro condizioni spirituali e materiali. Il senso materiale è comunque il seguente:

20. «Forte, grida la voce di un predicatore nel deserto (= quella di Elia come Giovanni Battista nel deserto spirituale del mondo peccaminoso): preparate al Signore Jehova la via, fate nel campo un sentiero pianeggiante al nostro Dio (= quale Messia o Cristo). ‒ Tutte le valli (= che qui sono gli abietti, i poveri e gli oppressi) devono essere innalzate, e tutte le montagne (= che qui sono i regnanti, i principi e i re) e tutte le colline (= che sono gli alti dignitari e i potentati) devono essere abbassate, e ciò che è ineguale, (= attraverso classi e caste tra gli uomini), deve essere livellato (= e ugualmente con gli abietti), e ciò che è gobbo (= ovvero piegato e oppresso) deve diventare semplice» (= e uguale con gli altri). Infatti, la magnificenza di Jehova (= che qui sono i figli di Dio viventi secondo i divini comandamenti dell'Amore) deve essere rivelata, e tutti la vedranno (= vedranno adempiuta questa profezia col ritorno di Cristo) [Is. 40,3-5; Lc. 3,4-6].

21. Le valli, le montagne e le colline devono essere uguali, ogni differenza di classe deve cessare, e il più grande non deve essere il servitore di tutti secondo la lettera, bensì secondo le opere dell’amore per il prossimo (Mt. 23,11). Cosi dice l'ordinamento di Jehova per il Mio ritorno come Gesù – che è già per strada per stabilire il millennio, cioè il futuro Regno dello Spirito di Cristo sulla Terra.

22. Il Mio Paolo (2° Cor. 8,13-14) ricevette da Me le seguenti parole per i chiarimenti sull'introduzione dell'uguaglianza: «…con la vostra abbondanza dovete compensare la mancanza e il bisogno degli indigenti, con ciò siano elevate le valli e abbassate le altezze». Questo è il senso di Isaia, e non un’assurda rimozione materiale delle colline per colmare le valli. Qui starebbe l'ammonimento del Mio insegnamento: «Tutto ciò che voi volete che gli uomini facciano a voi, quando siete nel bisogno e nella necessità, fatelo anche voi a loro; e tutto ciò che desiderate che gli altri non facciano a voi, non fatelo neanche voi a loro» (Mt. 7,12; 23,8-9), e la vostra vita e le azioni saranno giuste dinanzi a Me!

 

 

99/4 - Perseguire la fratellanza

23. La fratellanza è il terzo avanzamento dello Spirito di Cristo in voi. Secondo il suo spirito, l'uomo è un fratello di Dio; mentre secondo la sua anima è invece di Satan. Perciò la ribellione nell'uomo, se non gli va secondo la volontà della propria sapienza, perché l'anima, nella sua sapienza, porta ancor sempre il serpente di Eva, il che significa l'orgoglioso egoismo, il quale è il polo opposto dello spirito dell'amore nel vostro cuore. Qui oscilla sempre la lotta spirituale tra l’arrogante sapienza e l’amorevole altruismo. – Nella testa c'è l'inferno, dove c’è la sapienza satanica; nel cuore il Cielo, dove lo Spirito d'Amore di Gesù si erge maestoso. Perciò avete solo due spanne di lontananza tra Cielo e inferno, ovvero tra amore e sapienza, che sono separati dalle continue contraddizioni e lotte.

24. Il termine ‘fratellanza’ vi sembra strano perché siete separati in chiare caste e sette che non si vogliono bene e perciò guerreggiano tra di loro perché non provengono da Me, Cristo, bensì dall'anticristo. Che sia così, lo potete vedere dalle Mie parole che proferii ai Miei discepoli: «C'è un solo Padre spirituale che è nei Cieli; voi invece siete tutti fratelli (Mt. 23,8-9) perché figli di Dio e quindi déi» (Ebr.12,7; 1° Gv. 4,4; Gv. 10,34-36).

25. Dal momento che Io stesso, Dio-Gesù, dimoro in voi come vostro spirito (si veda “La Santa Trinità”), per questa ragione il vostro spirito deve vivere in libertà e non essere tenuto nei vincoli spirituali dalla Chiesa e dallo Stato! – E poiché siete figli Miei, allora deve regnare tra di voi anche l'uguaglianza come fratelli e sorelle in tutto, e senza eccezioni. Finora avete invece vissuto sotto la legge della sapienza (invece che dell'amore), perciò nell’asservimento, nello sfruttamento e nell’oppressione, perché nei vostri superiori non c'era lo Spirito del Signore, Padre e Dio vostro, e così la massima “la voce del popolo è la voce di Dio” quando grida e implora la liberazione dalle catene dell’asservimento, trova qui la sua piena giustificazione. Infatti, libertà, uguaglianza e fraternità, sono la voce del vostro Dio dimorante in voi, al Quale l'odierno ordinamento mondiale è un abominio e adesso Lui vuol porre fine[176]. Con ciò sorgerà un nuovo regno, il regno dell'Amore spirituale del Sovrano dell'eternità (Michea 5,1), dove ci sarà un pastore (Gesù) e un gregge (dei figli che vivono nella libertà, uguaglianza e fraternità nell'Amore di Dio) [Gv.10,16].

 

 

99/5 - Tutti gli uomini sono con pari diritti

26. Pari doveri, pari diritti. – Io non ho creato gli uomini di due origini diverse, affinché gli uni lavorassero per nutrire gli ozianti, ma tutti sono chiamati a lavorare insieme, ognuno secondo il suo modo, secondo la propria professione e le proprie conoscenze.

27. Tuttavia, nessuno pensi che all’infuori degli agricoltori, degli artigiani e degli insegnanti del popolo, furono previsti da Me anche padroni, funzionari, soldati, pensionati e sacerdoti, come appartenenti all'ordinamento mondiale. Tutte queste alte posizioni sociali sono aberrazioni al di fuori dell'Ordine divino.

28. Tutti questi sono inutili, se gli uomini vogliono vivere precisamente secondo i Miei Comandamenti, Insegnamenti e Virtù, come fece un giorno il Padre Gesù. ‒ Ma poiché gli uomini non Mi vogliono seguire, perciò brandisco su di loro la mia sferza attraverso le suddette categorie privilegiate, e lascio vegetare la servitù di ogni tipo e forma tra gli uomini. E tuttavia questa sferza non proviene da me, bensì dagli uomini stessi, perché non rispettano il Mio Ordine divino; e la conseguenza è che l’inosservanza di quest’ordine primordiale proveniente da Me, si infligge terribilmente nei trasgressori, così che l'umanità senza di Me non si può più liberare dalla servitù spirituale e corporale, che essa stessa aveva lentamente sviluppato verso l’alto.

29. O uomini! Riconoscete Me, Gesù, come Padre vostro, Dio, Giudice e Re, ed Io vi ascolterò amorevolmente e vi salverò.

30. Ciò che in generale non avete fatto voi, né avete voglia di fare perché siete troppo deboli nella fede e nella fiducia in Dio, lo hanno fatto molte persone pie per voi, e per amore di questi figli riscatterò l’intera umanità e la riporterò nell'adamitico ordine primordiale. Allora non ci saranno che ‘pari doveri e pari diritti’, da ciò l'intera umanità sarà altamente istruita e formerà un popolo del Regno dello Spirito Santo di Dio, con Me, il Padre Gesù Jehova Zebaoth, come Giudice, Re e Dio all’apice dell’ordinamento mondiale spirituale.

31. L'Amore è Dio, la sapienza è Satan. Se però la sapienza subordina il suo arrogante egoismo all'Amore, allora sorge la Verità, ovvero Cristo.

32. L'amore viene ora saggiamente guidato nella sua esuberanza attraverso la sapienza, ma la sapienza nella sua repulsiva arroganza viene ammorbidita e resa sopportabile tramite l'amore. Entrambi adesso camminano insieme come uomo e donna, il che significa, Sapienza e Amore, mano nella mano, formando la Verità, figlia altamente divina, e abbracciano il mondo come un sovrano amorevole e, allo stesso tempo, altamente saggio, unito in un essere spiritualmente divino, e guidano e conducono gli uomini a Dio, come fratelli e sorelle.

33. Così l'Amore e la Sapienza sono uniti, la vivente Verità è in voi, e voi, come padroni e servitori, ricchi e poveri, istruiti e non istruiti, potete considerarvi come uomini dello stesso valore dinanzi a Dio, e attraverso l’amore e la sapienza, l’umiltà e la pazienza, potete sopportarvi facilmente ed apprezzarvi l’un l’altro sostenendovi a vicenda amorevolmente nel materiale e nello spirituale come figli di un eterno Padre, perché in tal modo adempite continuamente il più alto comandamento della Legge. Qui vale la massima del vostro Padre Gesù: «Se non diventate come bambini, credendo senza dubitare, perdonando senza falsità e pieni d’amore, umilmente compassionevoli e tolleranti gli uni con gli altri, non verrete nel Regno dei Cieli!»

 

 

99/6 - Insegnamenti conclusivi

34. Ora veniamo alla conclusione dei Miei insegnamenti. ‒ Le Mie spiegazioni valgono per tutti e per ognuno che porta un desiderio nel cuore: essere felice dopo la deposizione del corpo dalla propria anima, che voi chiamate ‘la morte del corpo di carne’.

35. E quindi, in particolare, desidero mettere in rilievo che l'insegnamento della Verità nella Teosofia cristiana è di fondamentale importanza, sia per l'intelligenza superiore che per ogni uomo. È particolarmente ragguardevole per l'intelligenza superiore, perché in questo tempo attuale sta già su un gradino di formazione che non accetta più nulla che non porti in sé il senso e lo spirito della vita. ‒ Ed è proprio la Teosofia cristiana che implica in sé il massimo, il fatto che l'amore e la sapienza tendono ad unirsi; e questa è la nobilitazione, la spiritualizzazione e la divinizzazione di voi stessi. Ecco perché vi ho presentato queste meravigliose perle del Mio autentico Insegnamento, per risvegliare e stimolare l’interesse per l'elevatezza della Teosofia cristiana, poiché solo così verrà promossa la causa di Gesù, Padre vostro, che vuol far di voi, ‘figli’ del Suo Amore e, come Dio, a ‘divinità’ della Sua magnificenza e santità.

36. Ciò che qui nello spirito potete ottenere in un anno, nel regno degli spiriti, perché lì esistono condizioni diverse, dura parecchie decine di anni, in alcuni uomini anche diverse centinaia e anche migliaia di anni.

37. Vero è che non si può essere subito teosofi o rinati, ma quando siete venuti al mondo non avete neanche portato subito con voi la stessa formazione che avete oggi. Perciò dovete iniziare lentamente ad istruirvi come un apprendista, e raffinarvi in quest’arte spirituale fino a diventarne maestri. Voi tutti siete chiamati a partecipare al governo dell'universo del Padre vostro, quindi dovete esercitarvi nelle stesse virtù che Io pretendo da voi, per questo scopo e meta. Infatti, come sovrano e guida di un mondo, grande come la vostra Terra, e così ascendenti fino ad un Sole-centrale-primordiale, che è milioni di volte più grande del vostro Sole, si deve essere ben attivi nell'amore e nella sapienza, per tutte le miriadi di esseri che abitano questi mondi giganteschi, per governare come un dio e abbracciare e compenetrare con gli occhi spirituali dappertutto.

 

 

99/7 - Con la Teosofia tendere al Cielo e non all’inferno

38. L’inferno. – Gli uomini sono educati spiritualmente per governare insieme a Me, Padre loro, i mondi come déi, e per godere tutte le gioie e le beatitudini della vita celeste. Se non vogliono lasciarsi guidare spiritualmente, allora verranno nell'inferno, dove essi, posti nelle tenebre, si adireranno continuamente per il fatto che hanno sprecato con il mondo il loro tempo della vita terrena che è stato dato loro come tempo di grazia per la loro formazione. Là il verme del pentimento sul mancato non diminuisce; la collera e la conseguente furia, a causa delle tenebre e del tormento dei desideri insoddisfatti, consumano gli esseri come fuoco bruciante e non dà loro quiete, né riposo, perché la situazione è troppo deplorevole e miserabile. E lì nessun aiuto si avvicina, nessuna istruzione viene da qualche parte su cosa si deve fare e come ci si deve atteggiare per migliorare il proprio terribile destino, perché nel regno dello spirito tutto deve trovare ‘in sé’il modo di uscire e deve essere posto da se stesso in vita. Terribile è lo stato dell’infelice. Le ore diventano giorni, settimane e mesi, perché è troppo penoso, in quanto l’ardente desiderio di redenzione non cessa, e tuttavia non avviene nessuna redenzione. In questo stato gli infelici rimangono spesso per centinaia di anni, finché non vengono liberati. Certamente non dura in eterno, perché non esiste una condanna eterna, ma solo un'eterna condanna del peccato dinanzi al volto di Dio. Tuttavia ci vuole un tempo terribilmente lungo prima che l’uomo raggiunga tanto discernimento e conoscenza da potersi aiutare ad uscire nuovamente da quella situazione per giungere in regioni più elevate, più sopportabili e, alla fine, in quelle paradisiache, e questo deve essere considerato come punizione per i trascorsi e i peccati di omissioni terrene. ‒ Questo è l’inferno in generale; nello specifico ci sono molte differenze nelle varie sofferenze, quanto differenti sono i misfatti e i peccati degli uomini, dall'inferno più basso fino all'entrare nel paradiso.

39. La scelta tra Cielo e inferno sta liberamente ad ognuno. Tuttavia, a causa di un breve tempo di vita terrena, non dovete mancare assolutamente la vostra missione spirituale, per non diventare alla fine, infelici!

40. Molti uomini sono già diventati felici con il Mio puro insegnamento della Teosofia, perciò il Mio ammonimento è questo: “Ognuno cerchi la salvezza per l'eternità al momento giusto!”. Sì, ancor prima si inizia, tanto prima si raggiungerà la meta. Perciò ognuno che legge queste parole è esortato a partecipare all’opera del proprio nobilitamento, perfezione e divinizzazione spirituale, e quindi ad associarsi alla Teosofia cristiana!

41. Nessuno ne è escluso, se ha la buona volontà di vivere secondo il Mio semplicissimo insegnamento, che tuttavia è l’unico vero e puro. ‒ Nel senso delle Mie parole presso l'evangelista Matteo al capitolo 22, l'amore attraverso il quale Mi amate sopra ogni cosa e il prossimo come voi stessi, appare come l’unica ‘Chiesa’ che rende beati. ‒ La perfetta libertà dello spirito deve essere la sua bandiera! ‒ Secondo le Lettere dell'apostolo Paolo ai Corinzi e ai Romani, Io come Dio dimoro nel cuore di ogni uomo come suo spirito, e ogni anima umana è stabilita da Dio ad essere l'eterno sacerdote sacrificante nel Tempio vivente del proprio corpo, attraverso la rinuncia e il rinnegamento di se stessa su tutto ciò che contravviene ai comandamenti di Dio. Io, Cristo, ho insegnato: «Dio è Spirito, e chi vuole adorarLo deve adorarLo nello spirito d’amore del proprio cuore, e inoltre, soprattutto nella verità» , il cui unico altare sacrificale sono i poveri e i bisognosi.

42. Questo è il fondamento del Mio puro insegnamento spirituale. Ciò che è di più, non l’ho insegnato né Io, né l’hanno scritto i Miei apostoli, quindi non è rilevante per coloro che desiderano un insegnamento di Cristo del tutto puro e pienamente vero, al fine di trovare e percorrere la via migliore e più breve che conduce direttamente a Me, al vostro Dio e Padre.

43. Qui menziono un’altra massima dalla Mia vita: «Lasciate che i morti (nello spirito), seppelliscano i loro morti (nella carne)». Così anche voi dovete abbandonare le cerimonie ai morti nello spirito e camminare nei campi luminosi dell'Amore divino della vita nella Teosofia; in questa ognuno può trovare la sua salvezza perché questa è la religione del futuro Regno dello Spirito Santo di Cristo sulla Terra.

44. Questo Regno sarà un Regno dell’Amore per Dio, e attraverso questo amore rivelato, sarà nelle opere dell'amore per il prossimo, dove tutti gli uomini vivranno liberamente, uguali, e come fratelli e sorelle, l’un con l’altro in pace.

45. Quanto in alto metto l'Amore sulla Sapienza, lo potete desumere dal Mio discorso che feci al Mio padre adottivo Giuseppe sull'amore del governatore imperiale della Siria. Là Io dissi: «Il Quirino[177], qui è più di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, e più di Mosè e dei profeti, e più di David e di Salomone, poiché le loro azioni erano giuste per la fede e per il grande timor di Dio nel loro cuore; ‒ Quirino, invece, è un primogenito che il Mio Amore ha risvegliato, e questo è più che l'intera vecchia alleanza che è morta. Quirino è del tutto vivente attraverso l'amore per Me. Tu conosci lo splendore del Tempio in Gerusalemme, esso è opera della sapienza salomonica. Questo Tempio però è morto, come il suo maestro artigiano che Mi ha sacrificato alle donne, poiché c'è stato un momento della sua debolezza in cui Mi dimenticò e divenne sensuale. Invece Quirino con grande abnegazione ha costruito a Me, nel suo cuore, un nuovo Tempio vivente attraverso il suo grande amore per Me, nel quale Io dimorerò eternamente come suo Spirito, e questo è più che tutta la sapienza di Salomone» (L’infanzia di Gesù” cap.189,17-22).

46. In occasione dell’ultima Cena dissi: «Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene a Dio Padre se non per mezzo Mio». – Vale a dire: che Io sono la Via delle Virtù dell'Amore, nella quale Mi si deve seguire; Io sono l'eterna Verità dell’esercitante Amore e Sapienza, ovvero Dio Padre; e solo Io sono il Donatore della vita eterna, delle beatitudini dell'anima nella sua crescente perfezione spirituale; e siccome sono Tutto in tutto, pertanto nessun altro viene alla contemplazione di Dio, il che rappresenta la più grande beatitudine di delizie e gioie celesti dell'anima, la quale – attraverso la completa fede in Me, che sono Dio, il Creatore del mondo, il Signore dell'infinità, il Re degli angeli, degli spiriti e degli uomini e sono un amorevole Padre di tutti, e ancor più, tramite il più umile e più vivente amore per Me con il quale allo stesso tempo si ama anche il prossimo attraverso l'amore per Me – senza eccezione scorgerà in ogni uomo un figlio di Dio, perché in lui dimora il Mio stesso Spirito d’Amore, Sapienza e Onnipotenza.

47. La rinascita dello Spirito si basa sui presenti insegnamenti della Teosofia cristiana, e la raggiungerà solo colui che si disporrà rigorosamente secondo questi insegnamenti, adoperandosi ad estirpare tutti i vizi fino all'ultimo atomo.

 

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Cap. 100

Cosa s’intende con l’espressione "rinascita dello Spirito"?

Zurigo, 14 dicembre 1904

1. Molte persone pensano che quando l'uomo comincia a vivere devotamente, sia rinato nello spirito. Questa opinione è tuttavia sbagliata, poiché il salario del peccato è la morte, il che equivale alla morte ‘dell’anima, che però la stessa è immortale, e tuttavia è l'anima immortale che pecca. Ma se l'anima è immortale, allora ‘la morte’ non significa nient’altro che il peccato stesso, perché proprio il peccato è la morte dell’anima immortale.

2. Se l'anima si converte iniziando a fuggire dal peccato, e attraverso questa vita di espiazione estirpa le passioni peccaminose, allora, ovviamente, passa dalla morte alla vita, per cui una pia vita dell’anima è una vita dello spirito, un risveglio, un ridestarsi dalla morte alla vita, ovvero dal peccato alla vita spirituale.

3. Questa, comunque, non è la rinascita dell'anima, poiché questa è: la rinascita dello spirito dell'anima umana, ovvero, dello spirito del sentimento, del temperamento dell'uomo. – Questa rinascita (dello spirito) dell'anima significa ‘il battesimo dello Spirito Santo’, ovvero la resurrezione dell’uomo, il quale, con ciò, riceve le Grazie e i Doni spirituali del Battesimo di fuoco dello Spirito Santo, così che poi, come gli apostoli, compie guarigioni miracolose, vede chiaramente, sente chiaramente, percepisce chiaramente, ecc.

4. I tre stadi della vita umana sono questi:

I )    La vita peccaminosa o morte dell’anima.

II )   La vita spirituale, ovvero la vita dell'anima risvegliata.

III ) La rinascita dello spirito dell’anima.

Voi dovete distinguere bene la devota vita dell'anima risvegliata, dalla rinascita dello Spirito, perché nella rinascita, la diretta attività dello Spirito di Dio avviene attraverso l'uomo.

5. Tuttavia, significa anche: la rinascita dello Spirito divino nell'uomo! Questo Spirito è il Mio stesso Spirito Santo dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza. – E quindi sorge la domanda: “Perché questo Spirito dovrebbe conseguire un rinnovamento o una rinascita?”

6. La risposta a questa domanda sui misteri teosofici è la seguente: lo Spirito  proveniente da Dio nell'uomo è una forza dormiente, la quale insieme a Me, l'Onnispirito nell'Universo è ‘Uno’ in tutto ed è attivo e convivente, ma con l'anima, esso (lo Spirito) è in collegamento solo in quanto le dà tutte le facoltà e l’intelligenza necessaria di cui lei ha bisogno o che cerca in lui, affinché tenga conto del suo modo di vivere e delle sue virtù e si rallegra con lei nel bene, ma nel male  leva contro di lei anche la sua voce ammonitrice oppure di rimprovero per far sorgere dei rimorsi di coscienza.

7. Invece, non appena ha avuto luogo la (prima) rinascita, allora il suo collegamento con l'anima diventa intimo e amorevole, e lui (lo Spirito) prende parte in tutto, e da quieto osservatore e guida dell'anima, diventa il suo sposo, il suo tenero amante. Quindi ha avuto luogo una trasformazione, come una ‘nuova nascita’ o ‘rinascita’, che nella vita dell’uomo inizia ad avere un ruolo del tutto nuovo, perciò si chiama  ‘la rinascita dello Spirito’.

8. La seconda rinascita dello Spirito è l’unificazione dello Spirito con l'anima, perché adesso lo Spirito si diffonde in tutta l'anima e la pervade completamente, e quindi è del tutto divinizzata; in tal modo non solo le toglie qualunque pensiero e tutti quelli particolari, ma la rende uguale a lui in conoscenza e capacità, perché essa pensa, desidera e fa unicamente ciò che è l'Amore e la Volontà dello Spirito di Dio in lei. Da ciò è evidente che c'è solo una rinascita dello Spirito, perché lo Spirito le cambia il suo modo di vivere e, attraverso di lui, cambia innanzitutto l'anima; perciò c'è una rinascita (dello Spirito) dell'anima in primo luogo attraverso il Battesimo di fuoco con lo Spirito Santo, e non prima. La vita precedente dell'anima è solo una vita pia, ma non una rinascita dell'anima, come solitamente la si interpreta falsamente.

 

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Cap. 101

La Teosofia quale vero insegnamento per gli uomini-figli

1. L'insegnamento della Teosofia comprende in sé tre specie di concetti:

I )    alla portata di tutti ovvero essoterico[178];

II )   altamente spirituale ovvero esoterico;

III ) metafisico o trascendentale;

pertanto non è un insegnamento semplice, bensì è altamente spirituale, perché con ciò viene teso a ravvivare, nobilitare e alla fine divinizzare lo spirituale nell'uomo.

2. Questo Insegnamento proviene dall'Amore e dalla Sapienza di Dio, quindi è divino, perché tende solo al divino e mira ad allevare gli uomini a figli di Dio, quindi a una divinità, per cui diventa un erede del divino Amore, Sapienza e Onnipotenza attraverso la grazia e i doni spirituali, e cresce fino a diventare dominatore in uno o più regni della Creazione, creati e destinati ai figli di Dio. Perciò non esiste nessuna preferenza nella Teosofia, perché tutti, siano essi filosofi, eruditi o gente comune, sono uguali figli di Dio per nascita e quindi tutti devono essere istruiti nello stesso insegnamento che si può spiegare e insegnare attraverso ogni comprensibile situazione della vita quotidiana.

3. Questo libro, “La Teosofia cristiana”, è la porta per entrare nel divino Santuario, se ci si attiene agli insegnamenti come vengono insegnati qui.

4. I libri:

N. 71 - “Cristo e la Bibbia”

N. 72 - “Il libro delle preghiere teosofiche cristiane”

N. 73 - “La Teosofia cristiana”

N. 74 - “L'adepto”[179]

N. 75 - “Farmacopea”[180]

sono cinque libri che mirano particolarmente a raggiungere la rinascita dello Spirito attraverso un ‘Amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo come se stessi’, mediante la vera conoscenza della realtà nell'insegnamento puro-celestiale percorrendo la via della salvezza nel modo più veloce.

5. Se ami Dio sopra ogni cosa, allora eviterai tutto ciò con cui Mi offendi; se ami il prossimo come te stesso, allora farai a lui tutto ciò che ti è possibile. In questi cinque libri citati troverai le istruzioni e i mezzi per diventare un ‘figlio di Dio’, quindi uno spirito superiore nell'Universo dopo Dio, Padre tuo.

6. Qui tutto viene insegnato in un modo facilmente comprensibile, perciò nessuno può dire: io non lo capisco. Poiché l'insegnamento dato con espressioni segrete è solo per i più avanzati, e questo non è stato dato qui, dal momento che si tratta di comprendere l'insegnamento, se lo si vuole applicare come regola di vita.

7. L’insegnamento segreto insegnato nella lingua segreta, appartiene ai rinati battezzati con il battesimo del fuoco dello Spirito Santo, dal momento che l’uomo comune, il laico, non lo capisce, né lo afferra.

8. La vera religione deve essere rivelata da se stessa ai suoi figli, ovvero agli uomini, altrimenti è una dottrina filosofica o una teoria dogmatica calcolata sullo sfruttamento umano, la quale non conduce mai direttamente a Dio, perché non è data da Dio stesso, bensì è stabilita dagli uomini secondo le loro opinioni umane o da intenzioni riprovevoli, ed è prescritta per quegli uomini che non pensano nulla di male e nella faccenda non sono iniziati a vivere di conseguenza.

9. La Santa Trinità è la quintessenza di tre caratteristiche in Dio, che sono: Amore, Sapienza e Onnipotenza, oppure, nella rispondenza spirituale: Padre, Figlio e Spirito Santo.

 

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Cap. 102

Il più grande comandamento nella Legge:

l’amore per Dio e per il prossimo!

1. L’amore per Dio. – Il più grande comandamento nella Legge che Io ho dato attraverso Mosè, abbraccia solo l'amore per Dio e per il prossimo. Il comandamento dell’amore per Dio suona così: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta l’anima tua e con l’intero tuo sentimento». Questo è il primo e il più grande comandamento (Dt. 6-5; Mt. 22, 37-38).

2. L’amore per il prossimo. – Il secondo è uguale a questo comandamento per Dio: «Amerai il prossimo tuo come te stesso» (Lev. 19,18; Mt. 22,39-40; Rom. 13, 9; Gal. 5,14; Giac. 2,8). In questi due comandamenti è compresa l'intera Legge e i profeti. Perciò: “Tutto ciò che volete che le persone facciano a voi, fatelo anche voi a loro” (Mt. 7,12).

3. ‘Se non diventate come fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli’ (Mt. 18, 2-3), in altre parole, se non credete all'insegnamento di Dio con semplicità e innocenza infantile, e questo significa vivere secondo le virtù di Gesù (‘Libro delle preghiere teosofiche cristiane’) e seguire bonariamente Dio, Padre vostro, adempiendo i Suoi comandamenti come i bravi figli seguono i loro genitori, non entrerete nelle promesse celesti dell’Amore, delle gioie e delle delizie della vita eterna.

4. Beati sono coloro che ascoltano e custodiscono la Parola di Dio (Lc. 11,28), vivendo e agendo di conseguenza, poiché altrimenti non hanno forza né merito per la spirituale vita eterna.

5. Davanti a Dio non c'è preferenza di persona (Rom. 2,11) perché tutti gli uomini sono uguali figli di Dio.

6. Chi ama Dio, Egli lo corregge (Ebr. 12,6) se ha lasciato quelle vie che ha dovuto percorrere attraverso uno stile di vita sbagliato ed è capitato su vie sbagliate, cosa che lo avevano portato in basso alla rovina. Perciò viene corretto e quindi purificato da vizi e peccati.

7. «Che giova all’uomo se ha guadagnato il mondo intero, ma, con ciò, ha danneggiato la sua anima?» (Mc. 8,36)

8. «Non fate assegnamento sugli uomini, ma confidate in Dio, Padre vostro» (Sal. 118,8), il Quale vi può aiutare in qualsiasi momento. Perciò: «…mettete tutte le vostre preoccupazioni su di Lui, poiché Egli si prende cura di voi» (1° Pietro 5,7).

9. «Non vi è in nessun altro la salvezza, non vi è altro Nome dato agli uomini sotto il cielo nel quale sia stabilito che possiamo essere salvati, che in Cristo» (Atti 4,12).

10. I chiarimenti dall'alto li ricevono solo quegli uomini che cercano e tendono alla verità dell’insegnamento divino, se loro stessi vivono secondo i comandamenti e gli insegnamenti divini e desiderano proclamare la conoscenza conseguita al loro prossimo per condurli alla luce della verità.

11. Tali uomini erano i profeti, giudici del popolo, insegnanti religiosi, apostoli e alcuni altri uomini devoti di tutti i tempi e di tutti i popoli, i quali avevano una seria volontà attraverso l'amore per Dio e per gli uomini, e si sforzavano di promuovere la felicità spirituale del prossimo, tendendo e vivendo solo verso questo scopo.

12. Un locale o un edificio in cui molto seriamente, fermi nella fede, confidando in Dio e pregando Dio con grande amore, umiltà e profondo rispetto, senza mai coltivare pensieri non divini, né pronunciare parole comuni, né compiere azioni non spirituali, soprattutto senza mai commettere qualcosa contro i comandamenti e gli insegnamenti divini, ma sono proprio questi che ci si sforza di adempiere precisamente, un tale luogo è santificato, in esso aleggia un'aria benefica di emanazione magnetica da parte degli uomini che pensano solo a cose spirituali, pregano intimamente e si aspettano con ferma fiducia una risposta da Me.

13. Tali luoghi hanno un effetto tranquillante sull’animo, elevano il cuore ad altezze spirituali soprannaturali e dispongono ogni buona persona a punti di vista più alti delle cose terrene, ‒ anzi, spiritualizzano l’uomo devoto nel suo atteggiamento e nelle sue parole, guidandolo a Dio e all’amore per il prossimo, come il più alto scopo dell'insegnamento divino, il quale vuole allevare gli uomini a figli di Dio.

 

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Cap. 103

Piccoli misteri altamente spirituali

 

I misteri o segreti nell'insegnamento di Gesù Cristo, sono rivelazioni altamente spirituali e trascendentali di Dio, i quali chiariscono all'uomo la sua relazione con Dio, Padre suo, con la Creazione e col prossimo.

 

103/1 - Il motivo dei piccoli misteri

1. Dal momento che all’origine del cristianesimo l'insegnamento si divideva in tre classificazioni, c'erano quindi anche tre specie di conoscenza riguardo lo stesso. I piccoli misteri sono in verità degli insegnamenti altamente spirituali che stanno tra l'insegnamento dello spirito generale, comprensibile ad ognuno, e la trascendentale scienza occulta.

2. I piccoli misteri come insegnamenti altamente spirituali sfociano spesso nel trascendentale, poiché difficilmente si possono separare in modo così preciso, che perfino nell'insegnamento generale le cose altamente spirituali e trascendentali non possono essere toccate, poiché Dio, l’anima, il regno dello spirito e tutto ciò che viene insegnato e che li riguarda, in realtà appartengono al regno del trascendentale.

 

 

103/2 - Il mistero del Regno di Dio nelle parabole di Gesù

3. Sta scritto: «E quando fu solo, i discepoli che erano intorno a Lui insieme ai dodici, Lo interrogarono. Ed Egli disse loro: “A voi è stato dato di conoscere il mistero del Regno dei Cieli, ma per quelli che son di fuori, tutto si dà attraverso le parabole”». ‒ E attraverso molte di queste parabole Io proferii loro la Parola (del Regno di Dio), poiché potevano ascoltarla. E senza parabola non parlai loro, ma particolarmente spiegai tutto ai Miei discepoli (Mc. 4,10-11 e 33-34; Mt. 13,11 e 34-36; Lc. 8,10).

4. Le parabole che esposi al popolo non erano destinate al popolo, bensì ai farisei, ai quali Io, attraverso il velo della parabola, facevo comprendere il loro modo di vivere e il modo di pensare, perché vivevano fuori, cioè contro gli insegnamenti di Mosè, mentre ai discepoli presentavo in chiare parole l'insegnamento contenuto nelle parabole sul Regno di Dio.

5. Non date le cose sacre ai cani, né gettate le vostre perle dinanzi ai porci, affinché non le calpestino con i loro piedi e, rivoltandosi, vi sbranino (Mt. 7,6).

6. Le cose sacre sono le rivelazioni superiori per le quali un uomo mondano non ha nessun apprezzamento. In quel tempo i pagani, a causa della loro sconcezza nei costumi, erano chiamati ‘cani’. Le ‘perle’ sono i più nobili insegnamenti di Dio; i ‘porci’ sono quegli uomini mondani che perseguono solo la sensualità mondana e cercano la loro soddisfazione unicamente nella vita di piaceri. ‘Calpestare con i loro piedi’ significa che sotto i loro pessimi costumi e vizi, riducono gli insegnamenti in pezzi. Per questi uomini significa trascinare l'insegnamento negli escrementi e insozzarlo e deriderlo con false, ingiuste attribuzioni.

 

 

103/3 - I cosiddetti santi al tempo del primo cristianesimo

Graz, 1 settembre 1903

7. Nel tempo del primo cristianesimo i credenti erano molto più zelanti nella religione di quanto lo siano oggi, motivo per cui alcuni di loro si sbarazzarono di tutte le loro sostanze; in primo luogo per non lasciarsi sedurre e tentare dalla ricchezza, in secondo luogo per poter parare ogni attacco da questa parte, poiché chi non ha nulla, questi è reso immune dalle tentazioni di andar dietro alle voglie e ai desideri carnali (non tutti lo fecero, come si crede generalmente, sebbene gli apostoli insistettero sul fatto che non doveva esistere una proprietà privata, ma che tutto doveva essere messo in comune. Pertanto, ci furono anche eccezioni).

8. Con una tale rinuncia di ogni proprietà, essi stessi erano destinati a lavorare, oppure, in mancanza di lavoro o quando erano anziani, vivevano di elemosine tramite la cassa comune dei fedeli. Ma se la cassa comune era fornita debolmente, talvolta dovevano vivere molto parcamente, anzi, a volte anche patir la fame, perché di solito (tra loro) si reclutava la classe più povera del popolo alla fede cristiana, e perciò era necessario sostenere l’uno o l’altro disoccupato, o altrimenti vittima di una disgrazia.

9. Tra la classe dei sostenitori c'erano tuttavia tali che venivano chiamati ‘santi’ a causa della loro condotta di vita casta e devota, perché serbavano il loro cuore e il loro corpo puri dal mondo, e si sforzavano di purificarsi sempre di più, oppure, di santificare nel cuore il sentimento e il corpo, in modo da vivere come una classe di astenenti spirituali e corporali, vale a dire che rifiutavano a se stessi tutto ciò che contravveniva alla santificazione della loro anima e del loro corpo; quindi conducevano una costante vita di penitenza, e per questa ragione si diede loro il soprannome di ‘santo’ o ‘venerando’, che veramente si sarebbero dovuti chiamare ‘santificanti’ o ‘consacranti’, o più correttamente: ‘viventi in maniera pura’.

10. Questa era quindi la classe dei primi cristiani che, nel Nuovo Testamento, sono spesso menzionati come santi. Essi erano penitenti che, attraverso molte preghiere e digiuni, e mediante rifiuti al corpo, rinnegavano ogni comodità della vita, e negando il loro io dinanzi al mondo, rinunziavano completamente al mondo e alle sue comodità, perseguendo unicamente la salvezza animica della loro vita.

11. Essi per vero non vivevano come gli eremiti o i monaci, ma neanche si vedevano da qualche parte dove un trattenimento e svago potesse essere dannoso al loro proposito di vita, e perciò li si considerava, con pieno diritto, come penitenti o santificanti della vita, poiché vivevano precisamente secondo i più alti precetti spirituali e cercavano solo di adempierli secondo la presentazione del ‘Libro delle preghiere’ e della ‘Teosofia cristiana’.

12. Per questa ragione erano tenuti in grande considerazione presso i primi cristiani, e spesso si raccoglievano offerte indulgenti per loro, affinché non fossero deviati o addirittura distolti dalla loro vita contemplativa col servire gli ebrei o i pagani. Essi furono anche intercessori per la diffusione del cristianesimo e per il benessere di coloro che si professavano per la religione cristiana.

 

 

103/4 – Cos’è l’insegnamento trascendentale

13. L'insegnamento metafisico o trascendentale abbraccia quei concetti che non si possono afferrare con la ragione materiale, bensì solo con la forza spirituale dell'amore e della forza della fede che la Teosofia cristiana di contenuto esoterico[181] ed essoterico[182] richiede come premessa necessaria, perché la scienza trascendentale esige la più alta formazione dell’intelligenza, per non rimanere nel dubbio sui grandi misteri della Teosofia.

14. Questo insegnamento segreto o cabala[183] era noto ai profeti e agli apostoli, essendo adepti della Teosofia, come viene data qui, e nella corrispondente formulazione della loro forza concettuale spirituale.

15. Sebbene Io abbia predicato apertamente i Miei Insegnamenti a tutti coloro che avevano la pura intenzione di ascoltarli e crederli, i Miei successori nell'ufficio di insegnanti, sull’esempio degli egiziani, degli esseni, dei sacerdoti e dei filosofi ebrei e pagani, li separarono in triplice classe, introducendo così un ceto sacerdotale, secondo le usanze tradizionali, anche nel cristianesimo. Questo serbò per sé i segreti o i misteri del Regno di Dio, ovvero gli insegnamenti spirituali e trascendentali come sua proprietà speciale e, secondo la tradizione, li propagava solo tra gli iniziati, mentre il popolo riceveva insegnamenti più semplici, e i segreti erano dati in grossolani o velati abbozzi.

16. Per menzionare qui tutti questi insegnamenti separatamente, sarebbe necessario scrivere un grosso libro; in compenso vi ho spiegato cosa c’è di popolare, di altamente spirituale e trascendentale nell’insegnamento. Tuttavia, dal momento che ora avete "Il Grande Vangelo"[184] completo nelle vostre mani, come l'originale dei Miei semplici discorsi davanti al popolo e ai Miei discepoli, e inoltre pure i differenti altri libri, tutti tenuti in un libero linguaggio popolare che contengono il semplice insegnamento e spiegazioni altamente spirituali e trascendentali, perciò potete leggerli attentamente, e perfino le analisi di cose di facile comprensione, altamente spirituali e trascendentali, vi renderanno consapevoli, senza fare nessuna differenza, insegnando tutto di tutto, perché tutti i Miei figli devono avere la stessa parte nel Mio Amore e Grazia paterna, non solo i più assennati e più obbedienti. Nei libri della Teosofia cristiana tutti i misteri o segreti della fede e del Regno di Dio, che una volta si tenevano ‘segreti’, sono spiegati, descritti e accessibili a tutti.

 

 

103/5 - Il termine ‘mistero’

17. Questo termine è stato dato ai segreti dell'insegnamento dei primi cristiani quando si riferivano alle questioni trascendentali. In particolare, sotto questo termine era intesa la chiaroveggenza, con la quale si otteneva uno sguardo nei segreti della Creazione, e quindi si veniva informati della vera scienza occulta. In tal modo si poteva vedere l’attività delle forze spirituali del regno dello spirito nei tre gradi (materiale-vegetale-animale), così come degli uomini, come erano fatti spiritualmente, cioè interiormente.

 

 

103/6 - Richiedere la benedizione su tutto

18. La preghiera per la benedizione a tavola e le preghiere del giorno non devono mai essere dimenticate, perché dovete iniziare tutto nello spirito dell'amore per Me e quindi pregarMi per benedire tutto, affinché tutto venga teso per il vostro profitto e per la vostra salvezza eterna.

19. Altrettanto, il ringraziamento per ogni cosa è una dote per la vostra futura eredità della spirituale vita eterna, quindi non siate incuranti del dovere, poiché ciò che non accade per amore per Me, ciò che non è benedetto con la Mia benedizione e non è pensato a Me per la benedizione dovuta, Satan ha una parte in esso, poiché allora vivete e operate nel suo senso, e questo non vi frutterà un’eredità celeste, bensì un’eredità infernale .

20. La benedizione del pane e del vino, così come di ogni cibo e di ogni bevanda per mezzo delle mani tese o per mezzo del segno della croce, come è stato insegnato nel ‘Libro delle preghiere’ (cap. 46,2-3), è il grido della benedizione divina che torna a vantaggio per la salvezza e la prosperità, quindi non deve mai essere dimenticata!

21. Tutto ciò che qualcuno fa per amore per il prossimo, viene santificato da Me con la Mia benedizione, perché l'amore proviene da Me e perciò il materiale, è accompagnato dall'Amore divino (non si deve però ,sotto questo, supporre subito i misteri della trasformazione spirituale del corpo, come i sacerdoti l’hanno escogitato assurdamente nella messa!).

22. «Il calice della benedizione che noi benediciamo, non è forse la comunione del sangue di Cristo? E il pane che noi spezziamo, non è forse la comunione del corpo di Cristo?» (1° Corinzi 10,16).

23. Con ciò Paolo ha illuminato la comunione dei cristiani con Me attraverso l'insegnamento dell'Amore e della Sapienza di Dio, la quale viene rivelata attraverso il sangue e il pane, come simbolo delle rispondenze spirituali.

 

 

103/7 - Il mistero della rivelazione di Dio su Se stesso

24. L'Amore divino, la Sapienza e l'Onnipotenza si rivelano nell'Universo attraverso lo spirito e la materia. Attraverso lo spirito, perché lo spirituale è la sostanza originaria e la base dell’intera Creazione; attraverso la materia, perché lo spirituale si rivela visibilmente agli occhi materiali carnali attraverso la materia come appare spiritualmente, perché lo spirituale entra nella visibile apparenza attraverso di questa. Infatti, le caratteristiche e i pensieri dello Spirito divino vengono materialmente alla luce nelle forme, specie, colori ed associazioni spirituali che dilettano i vostri occhi, deliziano il cuore e soddisfano l’intelletto.

25. La Creazione vi mostra la Sapienza infinita, l'Amore, il piacere generante, l'Onnipotenza, le effusioni rappresentate al vivo dell’Amore e della Sapienza divina nella materia e nella natura.

26. L'Amore appare spiritualmente attraverso la generante forza del Sole, e la sua tenerezza attraversa l'Amore paterno. La Pazienza dell'Amore attraverso la longanimità lotta contro la malvagità e i contrasti dello spirito umano verso la Parola divina. Là si manifesta anche la sua umiltà mediante il riconciliante amore con l’uomo che si rivolta tanto volentieri contro il suo Dio e Creatore, o altrimenti diventa ricalcitrante in qualsiasi modo. La Misericordia nella perdonante caratteristica del suo Spirito divino che non punisce, ma vuole solo migliorare, e la Sua bontà, si caratterizza attraverso l'altruismo e l'imparzialità nel dare beni terreni.

27. La Sapienza divina è la portatrice di infiniti pensieri che rappresentano le bellezze e le magnificenze, così come le meravigliose profondità delle composizioni e armonie attraverso le loro forme, specie e realizzazioni nella Creazione, il suo meraviglioso splendore è reso particolarmente sublime dal Sole, attraverso il quale l'intera divinità del Mio Io appare visibile materialmente e operante nella manifestazione.

28. La Sapienza di Dio vi è rivelata attraverso il Vangelo di Gesù Cristo, in cui Dio rappresenta la Sapienza attraverso l'Amore, e fa governare il mondo; poiché se questo non fosse il caso, il mondo non potrebbe esistere a causa della sua malvagità e riluttanza verso la Volontà di Dio, se fosse chiamato alla responsabilità visibile.

29. La Sorgente della vita, Luce della luce. – Salmo 36,10: «Poiché presso di Te c’è la Sorgente della vita; nella Tua Luce noi vediamo la luce».

30. La Sorgente della vita è l'insegnamento di Dio, attraverso il quale si giunge alla vita, ovvero a Dio; la Luce di Dio, nella quale si vede lo splendore, è il Suo Amore che, con il suo effetto, annuncia l'Amore di Dio a tutte le creature.

31. La Mia Divinità è l'aria eterica universale dello spazio infinito (cap. 96,6). Visto spiritualmente è come un calore vibrante, un potente grande fuoco di carbone, come un fluttuante mare di fiamme d’amore che non si ferma mai che, goduto spiritualmente, opera gioie d’amore e piaceri inconcepibili, mentre allo stato materiale è il fuoco divorante con cui alimento i vulcani. Ecco perché nel Vecchio Testamento si dice: «Nessuno può vedere Dio e vivere!», perché Egli è un fuoco divorante. Che questo sia vero anche spiritualmente, è rivelato dalla storia della trasformazione di Pura, Zuriel, Enoch, Elia e Maria, quando afferrarono il Mio puro Amore e consumò il loro corpo di carne, veloce come un lampo – come nel cratere di una montagna sputa-fuoco – e lo trasformò in spirito.

32. L'Amore sta nel magnetismo universale. Il suo colore corrisponde al rosso, come a volte le nuvole illuminate dal Sole del mattino sembrano incandescenti.

33. La Sapienza, invece, sta nell'elettricità che compenetra il mondo (1° Cor.1,24; Cristo è la Sapienza divina e la potenza elettrica). La sua essenza sapienziale vi è rappresentata da fiamme elettriche veramente grandi, la sua forza sapienziale come dal lampo accecante della folgore.

34. Il mondo è compenetrato da Dio; il magnetismo e l'elettricità[185] sono le Sue essenze primordiali, nelle quali è contenuta operante la Santa Trinità: Amore, Sapienza e Onnipotenza. Il versetto di Giovanni si adatta alla suddetta spiegazione:

35. Giovanni 1,18 scrive: «Nessuno ha mai visto Dio, l’Unigenito figlio che è nel seno del Padre, che ce l’ha rivelato».

36. Perché nessuno ha mai visto Dio? – Perché Dio è uno Spirito etereo, perciò non si può vedere. L'unigenito[186] Figlio che è nel seno del Padre, significa proprio ‘la Luce della Sapienza di Dio’ indicata come ‘Figlio’, ed irradia dal Padre, essendo ingenito[187]. Quella Luce, come Gesù ha riferito agli apostoli il rapporto tra Padre e Figlio, dove il Padre è l’Amore, invece il Figlio è la Sapienza in Dio.

37. Il divino Amore paterno per i figli vi racconta la storia della sofferenza della ‘Sapienza’ di Dio, Gesù, sul Golgota, dove Dio si sacrificò per i Suoi figli, dove soffrì e morì per preservarli dallo stesso sanguinoso dramma, soffrendo come Cristo a causa della disobbedienza di Adamo verso un preciso dovere divino. Infatti, il primo comandamento della castità fu dato sotto l'incondizionato: ‘Dovete ubbidire!’, e poiché fu disubbidito, Dio stesso, che aveva dato il comandamento, o doveva soffrire per tutti, oppure ogni singolo disobbediente – poiché tutti son provenuti dallo spirito animico di Adamo – doveva provare la via della sofferenza e della morte sulla croce per riguadagnare la figliolanza di Dio.

38. La forza della Mia Onnipotenza ve la rivelano i vulcani, le torreggianti onde del mare, gli uragani che abbattono tutto, e la folgore distruggente; tutti provengono dalla forza della divina Onnipotenza.

39. Il firmamento costellato di innumerevoli soli, pianeti e mondi stellari vi annuncia l'infinità del Mio Spirito creativo e l'inconcepibile grandezza della Creazione, sulla quale si erge il Mio Spirito e l’abbraccia la Mia divina Onnipotenza.

40. La Voce della Mia spirituale Parola d'Amore è come il rumoreggiare di grandi acque, e la sua bellezza, considerata spiritualmente, somiglia a una cascata che scende tuonante da alte rocce montane, apparendo di un bianco argenteo che esce fuori gorgogliando come una pioggia di polvere, diffondendo amore. Invece la voce della Mia Serietà è come il potente tuono di un grande temporale!

41. «Il Cielo è il Mio trono, la Terra lo sgabello dei Miei piedi» (Is. 66,1); le vette delle montagne più alte corrispondono alla Mia alta Sapienza, e le loro cime innevate corrispondono alla purezza e alla bellezza dei suoi pensieri.

42. Il carattere pacifico della Mia Essenza amorevole corrisponde al quieto e al chiaro specchio d'acqua di un lago montano, la cui profondità è sconfinata e sulla sua superficie, quieta e fresca, il Sole celeste manda i suoi gradevoli raggi.

43. La purezza, ovvero la Santità della Mia Essenza, corrisponde al puro cristallo di rocca[188] o alla chiara aria eterea, perciò nell’Apocalisse di Giovanni si dice «Nessuno è santo se non Dio soltanto» (Ap. 15,4), e quindi anch’Io, quale Maestro divino, dissi al ricco che faceva domande nella rispondenza spirituale «Nessuno è buono se non Dio soltanto» (Mt. 19,17; Mc. 10,18; Lc. 18,19), cioè nessuno è infallibile che Dio soltanto, perché in Lui tutto è purezza cristallina o chiarezza eterea. Perciò Giovanni disse «Dio è Luce e non v'è alcuna tenebra in Lui» (1° Gv. 1,5) perché Lui stesso è la Luce fondamentale della luce. Considerate ora la luce bianca e chiara di una grande fiamma elettrica, poi guardate la Mia vera Essenza originaria, e da ciò vi è comprensibile la Mia inavvicinabile Santità nello stato assoluto, poiché vedreste materialmente la Mia Luce della Sapienza come la vedono spiritualmente gli abitanti della ‘Nuova Gerusalemme’[189].

44. Dio non punisce nessuno, ma nel Suo comandamento c’è la ricompensa per l'ubbidienza oppure la punizione per aver fatto qualcosa contro, vale a dire, che se l'uomo adempie rigorosamente il Comandamento divino, allora purifica il suo essere interiore e con ciò si avvicina a Dio, e Dio prende possesso del suo essere interiore; se invece agisce contro, allora profana la sua vita interiore, si allontana da Dio e si avvicina al Satan, al quale consegna il suo cuore e il suo intelletto per dimora.

45. In questo sta il segreto della parola: «Il Padre non giudica nessuno, bensì ha lasciato ogni giudizio al Figlio», perché il Figlio è la Parola dei Comandamenti di Dio, nei quali è compreso il giudice.

 

 

103/8 - Il mistero della Luce di Dio

Graz, 6 settembre 1903

46. L'evangelista Giovanni scrisse nella sua prima lettera: «…Dio è Luce e in Lui non v’è tenebra alcuna» (1° Gv.1,5)

47. La Luce in Dio è il Suo Amore, poiché l'Amore è il Padre, ovvero la Vita in Dio, perché attraverso l'amore, che è la Luce fondamentale in Dio, Dio è la creante Forza nell'Universo, perché tutto ciò che Egli vuol creare deve avere in sé l'Amore per la creazione, che è una Luce che illumina tutte le tenebre, e quindi la vita germoglia dall'uomo, come il fiore dalla terra quando la illumina la luce del Sole, quando la riscalda con la sua forza vitale e risveglia così la gioia di vivere in essa, per germogliare dalla terra, per crescere, per svilupparsi, per fiorire e portare i semi alla maturazione.

48. Il versetto successivo di Giovanni dice: «Se camminiamo nella Luce, come Dio è nella Luce, allora siamo in comunione l'uno con l'altro, e il sangue di Gesù Cristo, Figlio Suo, ci purifica da ogni peccato» (1° Gv.1,7).

49. Sì, certo, se l'uomo cammina nella Luce dell'Amore di Dio, che è il fuoco fondamentale di tutta la vita in Dio e nell'uomo, allora ha la comunione con il Padre suo celeste che crea e opera tutto solo per Amore, poiché la Vita in Dio è il più puro Amore, il cui Amore, tuttavia, pervade l’intera Creazione infinita nell'Universo che, unito con la sua Sapienza, è il padre e la madre della natura tutto vivificante.

50. Chi quindi ha fatto del puro amore la guida della sua vita, sta nella Luce di Dio, e pertanto il sangue di Gesù Cristo, che è per l’appunto questa Luce dell'Amore di Dio, lo rende puro da ogni peccato. Tuttavia, per comprendere cos'è questa Luce in Dio e capire quando l'uomo cammina nella divina Luce dell'Amore, si consideri la vita dell'uomo alla luce dell'Amore divino, affinché l'uomo sappia se sta nell'autosuggestione o se sta veramente in questa Luce. Perciò agli uomini si pone la domanda:

51. “Ami tu anche i tuoi nemici? Preghi tu anche per loro affinché giungano al discernimento della loro ingiustizia? Puoi astenerti dal deplorare i tuoi nemici, diffamatori e malfattori, senza accusarli mai pubblicamente per la loro malvagità? Desideri del bene anche ai tuoi malfattori?” (Mt. 5,44). ‒ Infatti, nel tuo animo non devi assolutamente conoscere dei nemici, perché allora cammini nelle tenebre dell'inferno, e non nella Luce di Dio! (1° Gv. 2,11). ‒ “Fai tutto per amore e con lo sguardo in alto a Dio? Tutti i tuoi pensieri, parole e opere provengono dalla Luce dell'Amore per Dio e per il prossimo, in modo da poterli sacrificare in onore a Dio in qualsiasi momento? Ami veramente il tuo prossimo come te stesso, ma se fosse nella necessità e avesse bisogno della tua attività d’amore, gli daresti pure dieci volte più che a te stesso?”. In altre parole, per amore per Dio e per il prossimo, ti priveresti anche di qualcosa di cui tu stesso ne hai bisogno, purché non sia assolutamente necessario? Puoi perdonare subito e spontaneamente se il prossimo ti offende, ti danneggia e ti fa del male? Puoi fargli subito del bene se improvvisamente ha un infortunio in questa (sua) opera del male e avesse bisogno del tuo aiuto? Può un’umiliazione ferirti nell’amor proprio e nel tuo io personale?

52. Vedi, se riesci a fare tutto questo e niente ti porta fuori dalla tua pacata padronanza del tuo sé e dalla quieta armonia quando il prossimo ti fa del male, allora stai camminando veramente nella Luce di Dio, poiché in questo caso operi effettivamente come opera Dio stesso, poiché Egli non fa nessuna distinzione tra bene e male, bensì il Suo Amore affluisce uguale a tutti gli uomini, come la luce del Sole, siano essi buoni o nobili, oppure cattivi e malvagi e operano del male.

53. Egli non è in collera, Egli non punisce, bensì l'uomo punisce se stesso quando cammina nei vizi e nelle passioni malvagie, poiché in quel caso cammina nelle tenebre di Satan o dell'inferno, e lì non c'è il sangue di Gesù Cristo che lo possa rendere puro da ogni peccato, ma le tenebre dell'inferno circondano il suo cuore, perché là si vive alla giornata senza amore e senza virtù, e si tende all’interesse privato nell’amor proprio.

54. Pertanto, è questa la differenza tra Luce e tenebra, ed è il grande segreto della Luce di Dio nell'uomo. Chi si sforza di accendere questa Luce in sé per innalzarla affinché splenda non solo nella propria vita interiore, ma scorra in un amore beneficamente anche nel proprio ambiente esterno verso l’amico e il nemico, questi vive nella Luce come Dio, e in tal modo è in comunione con Dio, e il sangue di Gesù Cristo lo rende puro da ogni peccato, poiché in questa Luce divina adempie i Dieci Comandamenti, le sette Virtù di Gesù e il grande comandamento della Legge «Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso» (1° Gv. 2,5 / 5,3).

 

 

103/9 - Il mistero di Dio in Cristo

55. Paolo sul mistero di Dio come mistero di Cristo in senso pieno, scrive nella ‘Lettera agli Efesini’ quanto segue (Ef. 3,5-12):

– «Questo mistero ai figli degli uomini era sconosciuto nei tempi passati, come è stato ora rivelato ai Suoi apostoli e profeti per mezzo dello Spirito di Dio».

56. Questo mistero, tuttavia, è che anche i pagani, quindi tutti gli uomini, sono uguali agli ebrei, – essendo coeredi, membri dello stesso corpo (spirituale) e compartecipi della Sua promessa attraverso Gesù Cristo, quale Salvatore dal peccato originale (Gen. 3,15), per mezzo del Vangelo, attraverso il cui insegnamento Dio stesso nel corpo di Gesù Cristo si è rivelato agli uomini come loro Dio e Padre (Gv. 10,30 / 12,45 / 14,9) chiamandoli tutti ‘figli di Dio’.

57. Questo ordinamento (disposizione/progetto) era racchiuso in Dio dall’eternità. ‒ Quando però si appressò il tempo per l’adempimento delle profezie che Egli diede attraverso i profeti del Vecchio Testamento (tutte elencate nel libro “Gesù, la Sua venuta e il Suo ritorno” cap.23)[190], Jehova eseguì la sua decisione presa dall’eternità[191] attraverso Gesù Cristo nostro Signore, riconciliando Egli, attraverso la sofferenza e la morte sulla croce (2° Cor. 5,18), la Divinità con Se stesso e con gli uomini, e liberò tutti gli uomini, con la redenzione sulla croce, dal peccato originale e da tutti i peccati del Vecchio Testamento fino alla Sua morte sulla croce.

58. E con ciò fu fornita una gioiosa fiducia e l’accesso fiducioso a Dio attraverso la fede in Gesù Cristo come Dio diventato uomo, per cui la parete divisoria che separava Dio dai Suoi figli a causa del peccato originale, fu levata, e a tutti gli uomini in ugual misura è stata concessa la via per la figliolanza di Dio (Efes. 3,4-12).

59. Per fare emergere il chiaro significato a cui Paolo alludeva nella ‘Lettera agli Efesini’, si dovevano mettere insieme differenti passi della Bibbia, e in tal modo il versetto agli efesini poteva essere illuminato.

 

 

103/10 - L’intero insegnamento di Gesù è stato adempiuto

60. L’intera profezia del Vecchio Testamento sull'incarnazione di Dio in Cristo, la Sua vita, il Suo tempo di insegnamento di tre anni con gli alti insegnamenti spirituali, e i miracoli trascendentali, lo scopo della sofferenza e della morte sulla croce, la resurrezione, l'ascensione e tutti gli avvenimenti e fatti dalla Sua venuta fino alla Sua ascensione al Cielo, sono narrazioni che si occupano di cose altamente spirituali e trascendentali e sono già state rivelate.

 

 

103/11 - Il mistero della beatitudine di Dio nell’incarnazione

61. Paolo scrisse a Timoteo nella prima lettera: (1° Tim. 3,16) «Grande è riconosciuto il mistero della beatitudine di Dio; rivelato nella carne, giustificato nello spirito, visto dagli angeli, annunciato ai pagani, creduto nel mondo, elevato alla gloria».

62. Questo versetto, con le spiegazioni, recita come segue: “Grande è riconosciuto il mistero della beatificazione dell'uomo attraverso Cristo; il Quale, rivelato nella carne come Dio e come Uomo, giustificato nello spirito dell’Amore di Dio per gli uomini, da allora in poi, visto dagli angeli come uomo, ai quali prima non era permesso guardare in faccia la Santità (Cristo) in Dio, ora però viene annunciato ai pagani dagli apostoli e creduto nel mondo; il Quale attraverso la resurrezione dalla morte e l'ascensione è asceso alla gloria della Sua Essenza primordiale in Dio”.

 

 

103/12 - Il grande mistero tra Cristo e la comunità dei fedeli

63. Paolo paragona l'Amore di Dio per i Suoi figli con l'amore dell'uomo per la sua donna, e lo dice nelle seguenti parole: «Questo mistero è grande. Dico questo, riguardo a Cristo e alla Chiesa! Del resto, ciascuno ami la propria moglie come se stesso, e la moglie faccia altrettanto» (Efes. 5,32-33).

64. Con ciò, Paolo voleva dire che Cristo ama la comunità dei suoi figli credenti come l'uomo ama la donna, alla quale per amore lascia suo padre e sua madre e si unisce a lei.

65. Per comprendere giustamente questo mistero, si deve spiegare e render chiaro il significato del nome Cristo e della Sua comunità dei fedeli, perché da questo dipende la corretta comprensione del mistero.

66. Cristo, quale incarnazione di Dio, rappresenta l'Amore, la Sapienza e l’Onnipotenza di Dio nella Persona di Cristo, ma in Lui è inclusa la potenza creativa ordinante e operante di Dio, che però, come Tale, quale Amore e Sapienza con la Sua Onnipotenza creativa, è spiritualmente Padre e Madre dell'uomo, e quindi l'uomo è un figlio di Dio. Con ciò si spiega l'Amore di Dio per gli uomini più o meno somigliante all’amore dei genitori terreni per l'uno o per l'altro dei loro figli, i quali fanno e sacrificano tutto per loro. Quindi Dio fa anche tutto per i Suoi figli nella direzione spirituale. Ma poiché Cristo è proprio questo Dio, per questa ragione sussiste da Lui lo stesso Amore per gli uomini, perché secondo lo spirito e l'anima sono i Suoi figli spirituali, come lo sono secondo la carne dei genitori terreni per l’uno e per l’altro dei loro figli, ma da Dio in scala molto più alta rispetto a quella dei genitori terreni, perché Dio è la Forza primordiale di ogni Amore nell'infinità e tutto questo Amore fluisce da Lui ai Suoi figli.

67. In questo si trova il grande mistero in relazione a Cristo e alla comunità dei fedeli, come Paolo ha indicato, ma non ha spiegato, poiché il vero Padre, che allo stesso tempo è anche Madre degli uomini del mondo, è Dio, perché solo l'anima e lo spirito rappresentano il vero uomo, mentre il corpo è solo la dimora temporale e lo strumento calcolato per la vita terrena, cioè l’involucro dell'uomo interiore spirituale che dura solo fino alla morte del corpo, mentre l'anima con lo spirito vive in eterno come Dio!

 

 

103/13 - Cristo come capo della comunità dei fedeli

Graz, 3 settembre 1903

68. La magnificenza di Dio è Cristo negli uomini, quindi sono Io la Guida della vostra vita, il che avviene attraverso l'ispirazione, cosa che si chiama semplicemente ‘coscienza’.

69. Cristo è la Santità in Dio che non si può comprendere con la ragione umana, né la si può avvicinare senza venerazione e umiltà. Nondimeno, questa Santità in Dio ha indossato la veste della mortalità umana e così è divenuto un ‘Fratello’ per gli uomini, perché attraverso l'incarnazione di Dio nel corpo di Cristo, Dio stesso è diventato un Fratello per l'uomo, figlio Suo.

70. Dio ha realizzato l’incarnazione allo scopo di aiutare l'uomo a redimerlo dal peccato originale, peccato che un giorno ha commesso spiritualmente nello spirito di Adamo, e fargli riconquistare il paradiso andato perduto.

71. Perciò ho dovuto soffrire come Cristo e morire sulla croce; e attraverso questi grandi meriti sono Io, il Primogenito proveniente dell'Amore divino, ovvero la Sapienza in Dio, diventato il Capo di tutti i figli di Dio.

72. Io sono stato l’Inviato dell'Amore divino per i suoi figli; sono stato il Redentore degli uomini da tutti i peccati che hanno commesso nel Primo Patto fino al giorno della crocifissione, quella crocifissione che fu il massimo sacrificio per i peccati del mondo. Perciò, Io, Cristo, sono chiamato il Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec (Sal. 110,4).

73. La Sapienza divina, chiamata Melch-i-sedek, ovvero "Re della Giustizia" che a (Jeru-) Salem ovvero nella "Città della Pace" (Jeru, ebreo antico = città; salem = pace) è stata per 1043 anni, dall’epoca di Noè (1657) fino all'immigrazione degli israeliti a Canaan (anno 2700, ovvero 1451 prima della nascita di Cristo”).

74. Dalla chiarificazione presente è evidente che ‘Melchisedec’ era un soprannome della Sapienza divina del Vecchio Testamento, che ora Io chiamo Gesù Cristo, e quindi l’espressione ‘Sommo Sacerdote nell’ordine di Melchisedec’ è giustificato. Infatti, Melchisedec, quale Sapienza divina, ovvero anima di Dio, era ed è il supremo rappresentante di tutte le anime nell'Universo, un Re di giustizia, e quindi anche dei corpi degli uomini quali figli di Dio, di cui per l’appunto gli ebrei chiamavano il loro Creatore ‘Dio dei giusti’.

75. Quando Io, questo ‘Dio dei giusti’ in Cristo scesi sulla Terra, ho liberato gli uomini dal peccato originale e da tutti i peccati del Primo Patto provenienti dal peccato originale, col sacrificio del Mio stesso corpo, per riconciliare la Divinità in Me (2° Cor. 5,19), come Io, Cristo, dissi spesso: «Il Padre è in Me», «Io (la Sapienza in Dio) e il Padre (ovvero l'Amore in Dio) siamo Una cosa sola», vale a dire: – di un solo Sentimento, di una sola Sostanza, di una sola Persona e di un solo Dio dell’Amore, Sapienza e Onnipotenza!

76. Come in Melchisedec ero un Sommo Sacerdote dell'Amore divino, attraverso la regale rappresentazione divina degli uomini come figli di Dio secondo l’anima, così sono Cristo attraverso la rappresentanza degli uomini, perché Io presi su di Me tutti i loro peccati del Vecchio Testamento, e attraverso la grande sofferenza e morte sulla croce ho sacrificato Me stesso a Dio per i peccati degli uomini. In tal modo sono diventato un Sommo Sacerdote davanti a Dio con il sacrificio di Me stesso sul Calvario, e il supremo rappresentante di tutte le anime degli uomini e, allo stesso tempo, anche il loro Re per i Miei stessi meriti sulla croce (Michea 5,1).

77. Vero è che Dio era Re e Sovrano dall'eternità, tuttavia qui sono entrato nella natura umana ed ho acquisito l’alta dignità di essere un Re di tutti gli uomini dal punto di vista terreno, poiché ho sofferto e sono morto come figlio dell'uomo per tutti gli uomini. (a Schumi: “Questo è il sacrificio offerto una volta per sempre, di cui Pietro suppone in Ebrei 8,3”).

78. La divina Luce dell'Amore di Dio è la Luce del mondo e la magnificenza in Dio, e questa Luce sono Io, Cristo, il Capo della comunità dei fedeli, ovvero il Confessore della fede cristiana. Tutti gli uomini provengono certamente dalla Sapienza, ovvero dalla Luce di Dio, ma non direttamente, bensì indirettamente, perché provengono dall'anima di Satana, quindi contaminata dai peccati; mentre Io, Cristo, sono la santissima Sapienza stessa di Dio che una volta, prima dell'incarnazione, l’angelo più alto dell’Amore e della Sapienza non poteva guardare, e per mezzo di Gesù Cristo sono diventato vostro Dio, Padre, Redentore, Re e Capo, davanti al Quale si dovranno piegare tutte le ginocchia e adorarLo, quando gli uomini raggiungeranno le luminose altezze dell'Amore divino e le avranno fatte proprie.

 

 

103/14 - Il mistero del Cielo ovvero della vita eterna

Graz, 9 settembre 1903

79. La vita eterna è la magnificenza del Cielo, la gioia, il godimento e l'infinita beatitudine dei prescelti.

80. La vita del Cielo è tuttavia Dio stesso, poiché Dio è l'eterno e purissimo Amore nell'infinità.

81. Da Lui scorre ogni vita, perché la vita sta proprio nell'Amore, ma l'Amore è il fondamento e la forza primordiale della vita che muove tutto, spinge all'attività e così porta all'effetto della vita.

82. Nell'ultima cena dissi: «Io sono la Via, la Verità e la Vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo Mio» (Gv.14,6).

83. La via di Cristo è l'adempimento di tutti i Comandamenti che Io, come Dio in Jehova, ho dato a Mosè, e come Cristo, attraverso gli apostoli, per vivere e operare di conseguenza (Gv.17,3).

84. Il mistero della vita eterna si chiama così perché dura eternamente; Io l’ho rivelato nell’ultima cena con le seguenti parole: «Questa è la vita eterna: che gli uomini riconoscano Te, il Padre, l’unico e vero Dio. E riconoscano Colui che ha mandato, vale a dire Me, Gesù Cristo» (Gv.17,3).

85. Nelle Sacre Scritture c’è una grande quantità di passi che parlano della vita eterna, tra cui i seguenti:

- I ) «Chi trova Dio, trova la vita, e otterrà il favore del Signore» (Proverbi 8,35).

- II ) «Il vero Dio e la vita eterna è Cristo» (1° Gv. 5,20); ‒ quindi: «Colui che ha il Figlio di Dio nella sua fede, nel suo amore e attività d’amore, ha la vita eterna» (1° Gv. 5,12); ‒ «Poiché la promessa di Cristo è la vita eterna» (1° Gv. 2,25).

- III ) «La vita in Dio è la Luce degli uomini (Gv. 1,4), […] che è Cristo quale Luce del mondo (Gv. 8,12), che è l'Amore fondamentale in Dio per i Suoi figli».

- IV ) Dissi a Capernaum: «Io sono il pane della vita» (Gv. 6,35). ‒ «…e do ai Miei figli la vita eterna» (Gv. 10,28) ‒ «Chi mangia questo pane della vita, cioè osserva i Miei Comandamenti, vivrà in eterno» (Prov. 4,4; Gv. 6,58).

- V ) «Ma sul sentiero della vita è colui che tiene una rigida disciplina verso i desideri e le voglie della carne, poiché stretta è la via che conduce all’eterna vita» (Ebr.12,28).

- VI ) «Con la pazienza e le buone opere nell’amore per il prossimo si viene alla vita eterna» (Rom. 2,7; Lc. 10,25-37).

- VI ) Oltre ai citati passi della Bibbia, si prenda nota anche di questi: «Nel primo fondamento del fondamento era la Parola, in essa era la vita e la luce degli uomini» (Gv. 1,1-4). ‒ «Proprio come il Padre risuscita i morti (nello spirito) e li rende viventi, così anche il Figlio fa vivere chi vuole» (Gv. 5,21). ‒ «Come il Padre ha la vita in Se stesso, così pure ha dato al Figlio il potere di avere la vita in Se stesso» (Gv. 5,26). ‒ «Il pane di Dio è quello che discende dal Cielo e dà la vita al mondo» (Gv. 6,33). ‒ «Le parole che ti dico sono spirito e vita» (Gv. 6,63). ‒ «Chi Mi segue avrà la Luce della vita» (Gv. 8,12). ‒ «Io sono venuto perché abbiano vita e l’abbiano in sovrabbondanza» (Gv.10,10). ‒ «Chi crede in Me anche se fosse morto (nello spirito) vivrà» (Gv. 11,25). ‒ «Io sono la Via, la Verità e la Vita» (Gv. 14,6). ‒ «Poiché Io vivo, anche voi dovete vivere» (Gv. 14,19). ‒ «Questo è stato scritto affinché crediate che Gesù è il Cristo, Figlio di Dio, e credendo, abbiate la vita nel Suo nome» (Gv. 20,31). ‒ «Gesù Cristo è il vero Dio e la Vita eterna» (1° Gv. 5,20).

86. Il termine ‘Cielo’ ovvero ‘l’eterna vita’, comprende in sé gioie e godimenti inconcepibili per i concetti umani. Solamente che il Cielo non è da nessuna parte un luogo determinato esteriormente, ma è dentro nell’uomo (Lc. 17,21: il Regno di Dio è dentro di voi).

87. Esso è il rispettivo stato spirituale delle virtù alla Luce dell'amore per Dio e per gli uomini. Una effusione dell'Amore dello Spirito di Dio nell'uomo, quando l'uomo si eleva tanto in alto nel divino Sole dell'Amore attraverso il suo modo di vivere, che in tal modo tocca il polo celeste del suo spirito e lo porta nelle vibrazioni d'amore della sua anima. Infatti è scritto:

- I ) «La morte del corpo è la mercede (salario) del peccato originale. Invece il dono di Dio per l’assenza del peccato è l’eterna vita in Cristo Gesù nostro Signore» (attraverso il battesimo spirituale o rinascita - Rom. 6,23).

- II ) «Il sentimento della carne è la morte dell'anima; mentre quello dello spirito è la vita e la pace» (Rom. 8,6).

88. In occasione del richiamo in vita di Lazzaro, dissi a Marta: «Io sono la resurrezione  e la vita» (Gv. 11,25), ovvero: Io sono la Forza primordiale che dà la vita, e questa Forza primordiale è l'Amore che crea la vita, la sviluppa e la conduce a Me, Dio.

- I ) Pietro scrisse nella sua prima lettera: «Dio ci ha chiamati attraverso Gesù Cristo all’eterna Sua gloria» (1° Pietro 5,10).

- II ) Nella ‘Lettera agli Ebrei’ scrisse: «Attraverso la Sua sofferenza e morte, Gesù è il promotore dell'eterna beatitudine per tutti coloro che Gli obbediscono» (Eb. 5,9).

89. Dai passi biblici citati ne consegue che il Cielo da nessuna parte è un determinato luogo, perché l'uomo può avere l’amore e la gioia solo nel cuore, dal momento che può sentirli e goderli solo interiormente, e questo significa ‘la vita nell'uomo’, che viene chiamata ‘Dio’ oppure ‘Gesù’, cosicché allora il Cielo dell'uomo diventa il suo cuore, nel quale Io, Gesù, dimoro come Spirito di Dio nell'uomo e Mi ergo maestosamente (1° Cor. 3,16 / 6,19; 2° Cor. 6,16; Rom. 8,11; 2° Cor. 13,5; Gal. 2,20).

90. Perciò l'evangelista Giovanni scrisse: «Dio è Amore. Chi rimane nell’amore, rimane in Dio, e Dio in lui» (1° Gv. 4,8).

91. L'Amore è la via per il Regno dei Cieli (Gv. 14,6), poiché l’amore cancella tutti i peccati, anche se qualcuno ne avesse tanti quanti sono i fili d'erba nel mondo o i granelli di sabbia nel mare, perché attraverso il vero amore (Mt. 22, 37-40) l'uomo non commette più peccati, poiché rinuncia ed evita i vecchi vizi e passioni.

92. Ecco perché nel ‘Libro delle preghiere’ si dice: ‘…chi ha l'amore è smisuratamente ricco, tanto da poter pagare l'intero Regno dei Cieli’.

93. Paolo scrive sul Cielo, nel quale (in vita) venne posto lui stesso: «Nessun occhio ha mai visto le magnificenza che vedrà in Cielo» (2° Cor. 12,2-4).

94. Nessun orecchio ha mai sentito i suoni benefici del canto celeste e i toni della musica angelica che elevano al sommo diletto, i quali oltrepassano tutti i concetti del sentimento umano, com’è scritto: «E nessun cuore umano ha mai provato le delizie e le beatitudini altamente spirituali che Dio ha preparato per coloro che Lo amano» (1° Cor. 2,9).

95. Perciò Pietro scrive: «Gli eletti si diletteranno in Cristo con gioia inesprimibile e gloriosa» (1° Pietro 1,8).

96. Da ciò risulta che le delizie celesti, le gioie e le beatitudini cagionate nell'uomo dallo Spirito divino di Gesù Cristo, sono indescrivibili, …si possono solo percepire.

97. Per procurarsi un pallido concetto sulle verità delle gioie e delle beatitudini celesti, si pensi a una dolorosa malattia che dura da tanto tempo, che all’improvviso cessa. ‒ Quale gioia, quiete e soddisfazione concede all'anima.

98. Si pensi alle delizie travolgenti che a volte capitano nella vita.

99. Si pensi alla gioia indescrivibile di un poveretto che, in un inverno gelido, non avendo un vestito che lo protegge dal freddo e che, oltre a soffrir la fame, deve anche soffrire tutto il pungente freddo, e deve lottare con tutte le tribolazioni e le avversità della vita, quando all’improvviso, per una grande eredità, viene trasferito nei piaceri e nelle comodità di gran classe della (nuova) vita!

100. Questi tre esempi della vita terrena presi come un piccolo e pallido confronto con le gioie e delizie celesti, vi danno un debole concetto di queste gioie del Cielo dell’eterna vita.

101. Tutto questo è comunemente indicato come la vita e la vita eterna nelle Sacre Scritture, e questa vita eterna sono Io, Dio, il Padre vostro Gesù.

102. Da ciò si può facilmente apprendere che tutto questo non è proprietà dell'uomo, bensì l'effetto dello Spirito di Dio nel cuore dell'anima umana.

103. E di fatto è così: Io sono la Luce primordiale ovvero il Fuoco fondamentale di ogni amore. Ma è l'Amore che provoca questi godimenti e gioie esuberanti.

104. Ora però la vita dell'uomo è nel costante ondeggiare dell’incostante vita, che passa tutti gli inimmaginabili gradini delle gioie e delle sofferenze dell'anima.

105. Di ciò, ogni persona ragionevole capisce che potrà godere una vera e somma felice beatitudine solo allora, quando si troverà nel più alto amore.

106. Pertanto, dal momento che Io sono il più puro e sommo Amore dell'amore e lo posso comunicare ad ogni essere attraverso il Mio Spirito, allora ne consegue che Io, di fatto, sono la Vita eterna del Cielo.

107. Ciò perché l'Amore fluisce da Me e si genera attivamente, così che solo l'Amore è e rimane l'impulso per ogni vita e il tendere in avanti nell'uomo.

108. Quindi si osservi il Cielo, ovvero la vita eterna, e si troverà che solo Io stesso, nella Mia Essenza d’Amore che scorre agli uomini e agli spiriti, sono l’unico e il solo Cielo nell'Universo, e che colui che non Mi riconosce e non Mi ama, sarà impossibile che abbia un’eterna vita celeste piena di soavità d'amore e gioie della vita.

 

 

103/15 - Il mistero di Gesù Cristo, Dio, in noi

109. Il più grande mistero della religione è quella verità che all'uomo indica che nel suo più interiore c’è Dio stesso, e che questo Dio ‒ Gesù Cristo – è il Creatore del mondo, il Padre spirituale nell'infinità.

110. Questa verità non si lascia percepire esteriormente, ma si può afferrare di sicuro spiritualmente, se l'uomo non è pigro di mente ma accessibile alla verità, perché l'uomo è al di sopra e si erge oltre tutte le creature, e forma la corona e la perfezione della Creazione.

111. Si consideri solo il fatto che tutto ciò che è creato ha per base una legge fissa, oltre la quale non si può andare, e che ogni determinazione nella creatura è un ordine innato, oltre il quale nulla può andare, poiché tutto ha i suoi limiti, e non va più in alto, anche se ci si adoperasse con molta fatica e sforzo, perché tutto sta sotto l'ordine del Creatore e deve obbedire a questo, sia nel regno minerale, nel vegetale o nell’animale.

112. Ora si consideri l’uomo nel suo spirito: – a lui non sono posti limiti, il suo sviluppo è infinito, la sua formazione è crescente senza fine, egli si perfeziona ed assimila continuamente senza sosta nuove acquisizioni, dentro e fuori di sé, per la sua nobilitazione e formazione superiore e, instancabile, porta le pietre da costruzione della sua esperienza e del suo impegno per il perfezionamento del suo io, il quale persegue l'eterno e l’inesauribile nella sua essenza per la formazione della più alta perfezione, e lavora instancabilmente su questa.

113. Questo infinito che si sviluppa continuamente, non si ferma mai, non vuol finire mai, preoccupandosi sempre dell'arricchimento della conoscenza che non vede mai come perfetta, ma la raccoglie continuamente, nobilitandola, salendo più in alto spiritualmente, ergendosi maestoso nello spirituale. Sì, nello spirito dello sviluppo e nelle profondità delle profondità interiori, si sente inesauribile, ‒ e ciò perché è lo Spirito proveniente dallo Spirito primordiale dell'eternità di origine e discendenza divina.

114. Questo Spirito è lo Spirito di Gesù Cristo, lo Spirito dell'eterno sviluppo, delle nuove creazioni, del nobilitamento, della spiritualizzazione e divinizzazione dell'uomo; è il Santuario interiore del Tempio vivente della dimora divina sulla Terra, che si chiama ‘uomo’, cioè: il pensante e creante essere primordiale dello spirito, la sostanza animica spirituale che una volta era stato il grande spirito primordiale, attraverso la cui Luce e Amore la Divinità si perpetua nei Suoi figli.

115. In virtù di questo infinito sviluppo dell'Amore divino, come Forza creante nella grande Creazione mondiale, l'uomo sta lì come un gioiello, intorno al quale l'Amore della divina Luce primordiale ha diffuso la Sua santità e lo ha scelto come ‘figlio’ dell'Amore divino.

116. L'uomo vede certamente il suo aspetto carnale e conosce le sue facoltà dello spirito, ma non considera che in lui dimora un essere spirituale completamente diverso che nelle restanti creature del mondo, poiché in lui non c'è nulla di immutabile, nulla di obbligo in un comandamento del “devi”, in lui c'è del divino, perché volubile, formando sempre l'ordine di se stesso come base dell’esistenza, è come disse un giorno l'apostolo Paolo: «Dove governa lo Spirito di Dio, lì c'è libertà», perché Dio è l'Essenza più libera dell’auto creata libertà.

117. Sorge la domanda: “Quand’è che lo spirito zelante dell'uomo è soddisfatto di sé e smette di lavorare su e in se stesso e di perfezionarsi? Mai va perso in eterno il suo impulso a creare, a seminare e a raccogliere, poiché in lui c’è lo spirito dell’infinito sviluppo e della nuova formazione.

118. Perciò si dice che l'uomo non potrà mai, mai raggiungere Dio, Padre suo, quantunque progredirà eternamente, si svilupperà, nobiliterà e s’innalzerà in alto spiritualmente, perché (anche) Dio si sviluppa eternamente (sempre) più in alto e, nella Sua infinità, agli esseri creati quali figli Suoi, servirà come specchio per l’emulazione della propria deificazione.

119. E questo Spirito infinito, questo specchio fondamentale della divina Santità in Sé e nei Suoi figli, è il Padre vostro pieno d’Amore, è il vostro Salvatore, il vostro Redentore, perché vincitore del Calvario su Satan e sulla morte.

120. Io, Gesù, il vostro Spirito, sono l'ineffabile nella Santità dell'Amore in Dio. Io stesso sono Tutto in tutto in voi, sono il Maestro, e voi siete i Miei strumenti viventi con i quali lavoro. Nulla potete chiamar proprio in voi che non sia Mio, tranne la vostra libera volontà, che Io vi lascio, liberi di governare e disporre da voi stessi.

121. Guardatevi dalla nascita fino alla vecchiaia! Cosa sareste se il Mio Spirito non fosse in voi? Vedete, l'anima del bimbo neonato ha la stessa forma e le stesse capacità intellettive come sono quelle di un uomo di quarant'anni, e ciò lo puoi riconoscere dal fatto che essa dispone il corpo umano nel corpo materno dal sangue della madre in modo così ingegnoso. Sarebbe questo possibile se l'anima non avesse la necessaria intelligenza per questo?

122. L' uomo entra nel mondo e non si nota proprio nessuna intelligenza né abilità in lui, e tuttavia in lui vive quella stessa anima che lo ha costruito e perfezionato in maniera altamente artistica attraverso la sua creativa forza di volontà.

123. Nondimeno, le facoltà dell'anima dipendono dal Mio Spirito, il Quale ha creato l'anima e le ha dato le capacità di svilupparsi in tutti i lati. Riflettete un po' quale intelligenza sovrumana è necessaria per produrre in maniera così perfetta il corpo umano con le sue ingegnose disposizioni e sezioni! ‒ Un'anima così intelligente non dovrebbe essere in grado di creare altre opere d'arte non appena il bimbo viene al mondo, come un grande artista? Certamente potrebbe farlo, se fosse indipendente e non completamente dipendente da Me, dal Suo spirito; ma proprio questa dipendenza per lo sviluppo e l’applicazione della sua intelligenza e capacità, e il lento perfezionamento e sviluppo, vi mostra che deve essere matura nel momento in cui lo ritengo opportuno Io, e non prima.

124. Ogni intelligenza, ogni facoltà che l'uomo si appropria dopo la sua nascita, deve acquisirla lentamente da Me, dal suo Spirito, ovvero assimilarla in sé attraverso la scuola e gli influssi esterni e portarla alla validità; egli si deve sviluppare da se stesso, crescere e imparare ad utilizzare, migliorare e nobilitare l’appreso, per la qual cosa gli ho dato i cinque sensi principali e molti sensi secondari come strumenti per la sua attività nella materia e nello spirito del suo io personale, quindi la base per lo sviluppo e la perfezione di se stesso.

125. Ecco perché tutto ciò che nell'uomo si chiama ‘vita’, ‘spirito’, ‘intelligenza’, ‘i cinque sensi’ e ‘le facoltà mentali’, è un dono del Mio Io. Ed Io stesso, …se non fossi in voi, allora sareste morti, come un cadavere che si mette nel sepolcro, poiché è veramente questo, l’uomo esteriore, se Io esco da lui con l'anima e lo spirito nerveo!

126. E altrettanto l'anima sarebbe priva di spirito e senza vita se volessi ritirare le Mie intelligenze che vi ho dato: – essa non penserebbe, né vedrebbe, né sentirebbe, né percepirebbe, né parlerebbe, né fiuterebbe, né proverebbe ancora una qualche altra vita in sé. Perciò considerate la vostra vita e riflettete ogni giorno e sempre Chi dimora in voi e Chi è!

127. Non dimenticatevi mai di pensare come se foste indipendenti e aveste perfino la vita in voi, ma conservate il grande mistero della Mia Rivelazione come la cosa più nobile e più preziosa che avete, quella che voi stessi siete déi nel più intimo vostro, e siate sempre d’orecchio attento alla voce di questo Dio, e di senno umile e pieni di riverenza portando obbedienza a questa Voce!

128. Ma neanche dimenticate che voi siete figli Miei e quindi obbligati ad adempiere la Mia Volontà, se volete essere liberati dalla materia ed elevati a ciò che siete stati creati e per che cosa siete al mondo.

129. Il Cielo ha bisogno di violenza, e chi non lo conquisterà come un eroe combattendo con violenza, non vi entrerà, perché il Mio Nome significa ‘eroe’, perciò dovete seguirMi come Io un giorno ho combattuto contro l'assalto del mondo come ‘Figlio dell'uomo’. Io ho vinto il mondo (Gv. 16,33), perciò dovete seguirMi nella lotta per diventare un giorno maturi e perfetti, e quindi entrare come eroi che hanno vinto il mondo e Satan, nella Mia casa paterna.

130. Pertanto il grande mistero dei misteri dell'esistenza e della vita umana è questo: Io sono il Maestro, voi la macchina attiva che è composta dalla materia grezza, animicamente e carnalmente presa dall'anima solidificata di Lucifero-Satan, e voi siete tenuti e chiamati, secondo i divini principi dell'amore, a riportare a casa in atomi l'anima solidificata di Lucifero-Satan al suo precedente stato di santità in Dio.

131. Questa è la meta e lo scopo della vostra esistenza e della vita! Voi camminate in maniera animica spirituale e materiale come il figlio perduto Lucifero-Satan ridotto in atomi di ritorno a Me, ed Io sono il Maestro, Colui che dimora e opera nel mezzo di questo atomo e da lì governo anche il mondo intero.

 

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Cap. 104

Gli effetti e i doni della seconda rinascita

Graz, 12-13 luglio 1902

1. «Nulla è impossibile a colui che crede» (Mc. 9,23; Mt. 17,20), così risuona la Mia massima che un giorno espressi e che ha incessantemente la stessa forza in sé, se l'uomo corrisponde alle richieste che sono poste qui.

2. S’intende da sé che l'uomo, quale figlio di Dio, porta in sé quelle forze creative divine che lo abilitano a compiere tutto ciò che è compreso in questa Forza onnipotente, perché questa forza dell’Onnipotenza di Dio, vive e opera nell'uomo, vale a dire lo Spirito di Dio nel cuore dell'anima.

3. In tutte le epoche ci sono stati uomini che conoscevano questa Forza spirituale interiore e la usavano anche per questi e quegli scopi che servivano loro, e si erano posti il compito di sostenere questi scopi e portarli allo sviluppo e al perfezionamento per mezzo delle loro forze e virtù spirituali.

4. Risvegliare queste forze in sé e usarle per buoni scopi, è il primo compito dell'uomo se obbedisce ai Comandamenti e agli Insegnamenti dell'Amore divino che sono dati nei Miei differenti libri, specialmente nel ‘Libro delle preghiere’, nella ‘Teosofia cristiana’ e nel ‘Vangelo’, se seguiti il più possibile precisamente e puntualmente e adempiuti nei fatti. Poiché, se questi sono adempiuti precisamente secondo gli insegnamenti, un po’ alla volta vi portano al conseguimento delle differenti grazie del battesimo spirituale, le quali sono menzionate nel libro ‘La Santa Trinità’, finché alla fine le forze miracolose dello Spirito Santo vengono risvegliate in voi e messe in azione.

5. Ognuno che progredisce nello spirituale ottiene sicuramente grazie e doni non appena ne ha bisogno. E adesso il deposito delle grazie è aperto a tutti, poiché sapete cosa desidero da voi e sapete in quale modo potete giungere ai grandi doni spirituali. Il ‘Libro delle preghiere’ e ‘La Teosofia cristiana’ v’insegnano a condurre la vera vita cristiana, al fine di nobilitarvi e perfezionarvi spiritualmente, mentre la scuola esoterica ‘L’adepto’, vi conduce nella vita pratica, per afferrare le vostre forze spirituali interiori secondo gli insegnamenti come vi vengono presentati, per trasformarli in azioni e fatti.

6. Dal momento che siete figli Miei, allora è ovvio che a Me sta a cuore tutto, al fine di insegnarvi un'educazione e una formazione spirituale-celeste. Tuttavia, questo è possibile solo se vi sforzate con tutta serietà di portare in adempimento gli insegnamenti e le grazie offerte.

7. Non è una novità quello che vi dico qui, poiché in ogni tempo ci sono stati uomini che, attraverso l’adempimento dei Miei Comandamenti, si sono slanciati in alto per ottenere da Me grazie e miracoli, in particolare Mosè, Elia, gli apostoli e certi beati del periodo cristiano.

8. È cominciato tuttavia un tempo in cui la nobilitazione e la spiritualizzazione dell'uomo andrà molto più in alto di quanto era il caso una volta, perché con l'imminente trasformazione della razza umana in una razza spirituale, l’uomo attraverso la sua purezza, dall'inizio fino al più lontano, non gusterà più il pungiglione della morte, ma vivrà eternamente.

9. Una volta raggiunta la prima rinascita, l'uomo continuerà a perfezionarsi in tutte le virtù, fino a quando non si sarà completamente trasformato in amore, e allora seguirà la seconda rinascita dello spirito.

10. La seconda rinascita si differenzia molto dalla prima. Nella prima, il Mio Spirito si unisce all'anima solo nella misura in cui l'uomo diventa puro dal peccato e partecipa a differenti grazie e doni, per quanto ne ha bisogno per condurre già qui una specie di vita celeste, ed essere in grado di operare molte cose buone com’è riportato nella descrizione dei doni spirituali nel libro “La Santa Trinità”. Nondimeno, l'uomo è ancora assoggettato alle differenti tentazioni, e non è ancora onnisciente, onnipotente, onnivedente, onniudente e onnipresente. Ad esempio, gli apostoli erano rinati, solo che non sapevano cosa era stato pianificato con loro. Essi furono perseguitati, gettati in prigione, e tutti, tranne Giovanni, furono uccisi, e nessuno poté aiutarsi da solo, nessuno sapeva, nessuno vedeva, nessuno sentiva in anticipo ciò che lo minacciava. Tali privilegi sono comunque in attività solo quando vengono riconosciuti da Me come necessari o quando viene richiesto. E tuttavia esiste una differenza tra le grazie e i doni ripartiti, poiché ognuno li riceve nella misura in cui è progredito spiritualmente, e vanno ad effetto non appena si prega seriamente per perseguire o raggiungere l’uno o l’altro scopo.

11. I successivi rinati saranno più grandi di molto di quanto lo erano gli apostoli, perché saranno stati accumulati quei guadagni precedenti che ognuno ha acquisito nella sua vita precedente sulla Terra o nel Regno degli spiriti.

- I ) La seconda rinascita spiritualizza completamente l'uomo. Qui lo Spirito di Dio si riversa attraverso l’intero corpo animico e lo illumina da parte a parte; il corpo di carne è certamente visibile, ma spiritualmente è etereo, poiché attraverso la seconda rinascita dello spirito, l'uomo diventa allo stesso tempo, uomo e spirito. Nulla più gli impedisce di far scomparire il proprio corpo in un batter d’occhi e farlo apparire a piacere come un lampo in un’altra parte del mondo.

- II ) Egli con il suo spirito è presente dappertutto ed è pienamente cosciente, qualunque sia l’argomento della conversazione. Perciò nulla gli sfugge dove vuole avere il suo io, per sapere se si pensa o si parla di lui di bene o di male, in pensieri o in parole, quindi sa già in anticipo cosa deve fare se il pericolo lo minaccia, poiché egli sa cosa la gente intende fare contro di lui e può quindi prevenire i loro intrighi o evitarli del tutto.

- III ) Egli è onnipotente, poiché è una cosa sola con Dio; tuttavia non fa nulla da se stesso, ma solo ciò che sente che è la Volontà di Dio, ovvero ciò che gli viene direttamente detto di fare.

- IV ) Dove sono i suoi pensieri, là è pienamente cosciente, poiché vede, sente e percepisce cosa succede lì, e può, se necessario, essere lì anche fisicamente in un lampo, altrimenti va lì non fisicamente ma solo spiritualmente vedendo, ascoltando e percependo, dove vuole col pensiero.

- V ) Può essere fisicamente visibile o invisibile in qualsiasi luogo. Il suo corporeo può essere visibile, e tuttavia a piacimento, o come corpo solido come ogni uomo, oppure solo come ombra, cioè intangibile, stando lì come l'aria.

- VI ) Quello che lui vuole che accade, quello accade, poiché possiede in sé la potenza di Dio, con la quale è diventato una cosa sola. Ecco il punto dove in effetti è in vigore la Mia Parola che Io espressi: «In verità, in verità vi dico: se aveste tanta fede quanto un granello di senape, e diceste a questa montagna ‘levati da lì e va là’, così accadrebbe, poiché nulla vi sarebbe impossibile» (Mt. 17,20; Lc. 17,6). A questo versetto devo ora spiegare che un tale rinato non fa nulla dalla propria volontà, ma tutto dalla volontà del suo Spirito divino, e quindi lascia stare le montagne là dove le ho messe Io. Lo spostamento delle montagne vuol qui significare qualcos'altro, cioè che l'uomo è perfettamente anche pieno di vigore delle grazie di Dio, ma questo, solo nella seconda rinascita, perché si sente una cosa sola con Dio e quindi conosce la Sua forza universale. ‒ Nella prima rinascita questa convinzione non è ancora vivente in lui, ciononostante i miracoli avvengono dove è necessario. I doni e le grazie del battesimo dello spirito, come sono menzionati nel libro “La Santa Trinità”, sono conformi ai tempi attuali, perché gli attuali rinati sono progrediti considerevolmente più in alto, di quanto lo erano gli apostoli, poiché essi uniscono per l’appunto le grazie che avevano prima della reincarnazione, con i nuovi meriti acquisiti, e quindi avranno una forza incomparabilmente superiore di quella che avevano gli apostoli. Quindi gli apostoli, dal momento che vivranno tutti reincarnati sulla Terra, questa volta possiederanno grazie e doni molto più grandi di prima, vale a dire quelli che la Santa Trinità indica per la prima rinascita.

- VII ) Un rinato della seconda rinascita ha onnipotenza sulla materia che gli obbedisce come un uomo vivente, perché egli la compenetra col suo spirito, che è una cosa sola con Dio.

- VIII ) Lui può, unito allo Spirito universale, creare nuovi fiori o nuove piante e animali che ancora non esistono sulla Terra.

- IX ) Lui vede ovunque vuol vedere, e quindi all'interno del Sole, dei pianeti e delle stelle, e può trasferirsi lì in un baleno col suo io, in carne e ossa.

- X ) Lui comprende ogni lingua che esiste sulla Terra e può parlarla senza averla mai imparata, e quindi può anche parlare qualsiasi lingua dei mondi stellari, perché lo Spirito di Dio è una cosa sola con lui, il Quale conosce, capisce e può tutto.

- XI ) La sua chiaroveggenza, l’udito fine e la preveggenza sono chiare e una cosa sola con Dio, e il suo cervello, perché il suo corpo è solo uno spirito solidificato, vede, ascolta e sente il presente, il passato e il futuro, e quindi nulla gli è nascosto di quello che vuol sapere, vedere, ascoltare o sentire.

- XII ) Lui vede dinanzi a sé vividamente nello spirito le passate immagini di città, luoghi, uomini ecc. e, con la sua forza di volontà, può fissare fotograficamente le immagini e farle apparire per gli occhi materiali.

- XIII ) Può ripristinare all’istante tutte le annotazioni identiche alle originali che un giorno esistevano, ma che andarono in rovina nel tempo delle tempeste del mondo.

- XIV ) Un rinato della seconda rinascita, come può guardare in ogni mondo stellato, così può guardare anche attraverso la Terra e quindi vedere precisamente la sua costituzione interiore, e cosa e come tutto esiste dentro.

- XV ) Può andare in altri mondi e portar con sé avvenimenti senza perdere più tempo, per quanto queste cose siano nei suoi pensieri.

- XVI ) Per lui non c'è né tempo né spazio, perché tutto accade alla velocità del pensiero. Può stare e parlare qui ed essere attivo nei pensieri in un'altra regione, oppure andare a prendersi alla velocità del pensiero da uno all’altro luogo, libri o qualunque altra cosa.

- XVII ) Non ha bisogno del treno per andare da qualche parte, né delle poste per inviare lettere, né del telegrafo o del telefono, se vuol intraprendere qualcosa velocemente ed eseguirlo, può fare tutto personalmente, poiché si può spostare ovunque in un baleno e apparire vivente, visibile e personalmente, e concludere là la faccenda. Però può anche agire come una persona normale, perché ha la libertà di vivere e operare come uomo o come spirito.

- XVIII) Frequenta tanto Me, suo Dio e Padre, come anche tutti i beati in ogni momento. Penetra però con lo sguardo anche l'inferno, e quindi anche molte cose brutte e malvagie; per questo ha una forza sul suo io personale, cosicché nulla lo può danneggiare, inquietare o impossessare.

- XIX ) Può comunque frequentare anche ogni spirito infernale! In una parola: dall'inferno più basso al più alto dei Cieli con tutti gli spiriti, quelli beati e quelli infelici! Quindi può anche istruire i maligni spiriti stessi e render loro tutto chiaro, rispondere alle loro domande e illuminare le contraddizioni, e così operare molto del bene.

- XX ) Può conoscere il potere di ogni medicina, vale a dire che sa per cosa è buono questo o quello, e quale risultato se ne ottiene.

- XXI ) Può anche vedere nella materia lo spirituale e il materiale, e in ogni cosa sa cogliere il giusto.

- XXII ) Nessuno può nascondergli qualcosa, né mentirgli, poiché penetra tutto con lo sguardo e quindi anche i pensieri dell'uomo, e se vuole, anche il passato e il futuro.

- XXIII ) Dal momento che penetra con lo sguardo la Terra, sa esattamente cosa e dove si trova qualcosa, sia minerale, carbone o acqua, ecc., e com’è fatta qui e là la sua formazione.

- XXIV) Un rinato della seconda rinascita conosce tutte le arti e le scienze che devono essere ancora scoperte o inventate, perché può contemplare il mondo nel futuro.

- XXV) La forza del suo spirito giunge così lontana che niente è impossibile per lui di ciò che scorge per buono e benefico, poiché può vedere in anticipo le conseguenze nel futuro.

- XXVI ) A lui non c'è niente nel mondo materiale, così come in quello spirituale, che gli sarebbe impossibile da raggiungere.

- XXVII ) Attraverso la sua onnipotenza spirituale può ispirare e infondere illuminando il suo insegnamento e opinione nella testa di un uomo; ciò significa, allentare i vincoli delle tenebre, destando e suscitando, con l'intuizione illuminata, la fede desiderata, se ciò è assolutamente necessario, perché ha il predominio sullo spirito animico dell'uomo e gli può insegnare la sua volontà in modo così lampante e convincente che l'ascoltatore esamina, comprende e accetta la verità, ma non lo fa perché è qualcosa di forzato o di inculcato, perciò estraneo e non auto convincente, poiché se si trattasse di portare gli uomini alla vera fede in questo modo, allora Io, come spirito di Dio nell’uomo, dovrei solo volere, e l'intera umanità avrebbe una fede e un’opinione spirituale e divina della fede, così che potrei fare degli uomini, macchine credenti della Mia Volontà. Invece nulla viene ispirato e insegnato attraverso la superiorità spirituale, ma solo con la pura spiegazione della verità. L'uomo deve accettare o rifiutare tutto da se stesso, «Poiché dove il Mio Spirito divino insegna e governa, là non c'è costrizione, ma la più perfetta libertà!». Essa viene insegnata e spiegata, e all’uomo viene lasciata la libertà di giudicare la verità da se stesso, quindi di esaminarla se l'esperienza gliela dimostra come tale oppure no. Infatti, attraverso la propria indagine e la propria esperienza si diventa avveduti e saggi, perciò a nessuno deve essere imposto qualcosa con la forza o costretti con la violenza.

12. Così stanno le cose con la seconda rinascita, che d’ora in poi raggiungerà un po’ alla volta tutti gli uomini che abiteranno il Regno millenario sulla Terra.

 

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Cap. 105

 

La vita spirituale come un Sole-centrale primordiale

Graz, 25 ottobre 1902

1. L'uomo nella sua perfezione spirituale è figlio di Dio, essendo fuoriuscito dalla luce primordiale dell'Amore divino, così come l'aurora emerge dalla profondità della luce solare.

2 La magnificenza dell’operante Amore divino risplende nella sua potenza spirituale in un amore fondamentale che, nella Sua Santità, non è mai stato nell'essenza più interiore della profondità del mondo dei pensieri del cuore dell’uomo.

3. Simile ai raggi del Sole la sua attività sfreccia nell'infinità della Creazione, la quale opera e crea unita al Padre dell'Eternità nell'esistenza umana, ed è attiva nel completamento della magnificenza dei pensieri divini che si stanno incarnando.

4. La Santità delle idee dell'Amore fondamentale della Luce centrale primaria divina è come un Sole-centrale primordiale con la sua immensa luce di fuoco originario che viene alimentato dall'Amore fondamentale della divina Santità.

5. Quindi un uomo spiritualmente perfetto è un sole-centrale primordiale di Luce centrale primaria divina, poiché collega il fuoco del suo amore con il fuoco fondamentale del divino Amore di base e vive e tesse amorevolmente come un Dio, creando e realizzando con suo Padre i pensieri e le idee, salendo all’Amore spirituale, il quale fa emergere da Sé l'infinità della Creazione divina.

6. Gravido d’amore nel fare il bene come il Padre suo spirituale Gesù, pensa solo alle idee, manifestando nei fatti, l’amore, facendole emergere da lui nella Luce divina, come i profumi dei fiori nelle altezze celesti chiamandole all’esistenza da sé.

7. La magnificenza dei suoi pensieri splende come splende la rugiada del mattino nel Sole nascente nella luce dell'Amore divino, il quale pervade il suo essere e, come stelle scintillanti, illumina il cuore dell'uomo di Luce divina per la vita nello spirito dell'amore del suo eterno primordiale Padre Gesù, il Principe della pace dell'Amore spirituale, dell'umiltà e della tolleranza verso i suoi fratelli e le sue sorelle nell’ambito amorevole della sua influenza.

8. Il Cielo risplende nella luce più eccelsa dell'Amore divino, dove i figli del Padre, con il Suo Amore primordiale, che un giorno nei tempi dell'eternità ha generato da Sé e li ha chiamati all’esistenza, appaiono attivi nell’amore nella cerchia dei loro fratelli e sorelle, che l'Essenza primordiale in Dio, nella forma dell’Umiltà, dell’Amore e della Misericordia, li ha fatti sorgere da Sé.

9. Qui entra in attività la Luce spirituale primordiale, che un giorno proclamò la parola del divino Creatore: “Sia!”. Questa grande parola d’Amore, Sapienza e Onnipotenza si riversò a quel tempo in tutti gli spazi infiniti del Creato, e da ciò si formò il perfezionamento di questa parola fondamentale dalla Santità delle idee dell’Amore divino di base “…e divenne!”

10. Tutto si mosse, tutto divenne, tutto viveva, tutto amava, si divideva e si congiungeva con la sua specie formando nuovi pensieri e nuove idee, facendole apparire; e nuovi mondi sorsero, nuovi soli splendettero in una divina Luce meravigliosa, dispensando luce e vita.

11. Così in seguito al fuoco dell'Amore divino, tutto ha passato il suo piano di progresso indicato attraverso eoni (ovvero enormi spazi di tempo) di eternità, e un giorno ritornerà indietro al Padre dell'Amore, a Gesù, spiritualizzato, migliorato, nobilitato e trasfigurato con l'esclamazione:

12. “Padre, Tu un giorno esclamasti: ‘Sia!’. Ebbene vedi, i Tuoi figli hanno risposto a questa chiamata, sebbene per lunghi periodi di tempo attraverso il regno minerale, il vegetale e quello animale sono andati sempre più in alto nobilitandosi e spiritualizzandosi, quindi hanno risposto a questa chiamata che Tu facesti echeggiare nel fondamento primordiale delle Tue ragioni, e ora stanno dinanzi a Te giubilando e benedicendo il loro grande e potente Creatore e Padre, poiché qui noi stiamo come prova vivente del perfezionamento del Tuo sfolgorante Amore di Creatore ‘…e divenne!’, poiché siamo proceduti dalla Parola, e ora siamo ritornati alla Parola, e così il ciclo del periodo della Creazione è stato completato, e ne inizia uno nuovo, divino, spirituale ed eterno, in Te e con Te!”. Amen!

13. L’Amore[192], questa splendida figlia e sposa di Gesù nell'uomo, è l'Essenza primordiale proveniente da Dio e in Dio, ed è una degna regina delle virtù divine nell'uomo che, nato da lei e in lei, si sviluppa e, stando nel fasto dei fiori più meravigliosi, produce in sé e da sé i frutti della vita divina, e sotto forma di opere di compassione, di amore, di umiltà e misericordia nel fratello e nella sorella, chiama all’esistenza la perfezione spirituale.

14. L'Amore splende, accarezzando il fratello, abbracciando la sorella attraverso le opere d’amore, premendoli al proprio cuore ed esclamando spiritualmente: “Oh, io Ti conosco, Tu sei il fratello mio Gesù, sebbene la nuvola di luce della Sapienza Ti irradia all’intorno, ma l'umanità guarda fuori dai Tuoi occhi, nella quale io scorgo la mia immagine. ‒ Tu sei il Padre, Tu sei il mio Amore, Tu sei il mio Gesù!”.

15. E l'Amore si slancia alle altezze celesti riconoscendo in suo fratello e in sua sorella un figlio di Dio, il cui Punto centrale è il Padre Gesù, e l’involucro è un figlio dell'Amore divino.

16. E di nuovo, l'amore cerca in sé e fuori di sé le caratteristiche della Divinità nel suo prossimo, quale figlio di Dio, e giunge a questa conclusione: «Tu sei preso (derivato) da Dio; solo la forma umana nasconde il tuo radioso Essere divino». Perciò, cosa dovresti essere qualcosa di diverso, se non Dio stesso? Quindi non mi urto nel tuo aspetto incompiuto nella forma attuale, poiché esso proviene da Dio e un giorno diventerà di nuovo divino.

17. Quindi, cari figli, guardatevi l'un l'altro! Riflettete sempre così: “Mio fratello è figlio di Dio, quindi devo considerarlo e trattarlo come tale con ogni rispetto. ‒ Mio fratello è, nello spirito, lo Spirito di Dio, di Gesù stesso, che l’involucro esteriore nasconde ai miei occhi. ‒ Questo spirito è Dio, Creatore e Padre di tutti gli uomini, degli angeli e degli spiriti e di tutta la Creazione nell'infinità. ‒ Anch’io sono figlio di Dio, e come figlio di Dio sono fratello per il fratello mio nel prossimo, e sono Dio nel mio più interiore, perché il Padre Mio spirituale è Gesù, il Quale dimora in me come mio spirito, e quindi è mio dovere considerare tutto ciò che è stato chiamato all'esistenza dal Padre come mia proprietà ed eredità dal Padre mio spirituale. Perciò (tale proprietà) devo proteggerla, curarla e guardarla con rispetto e amore, come pensieri e idee prese da Dio e poste nell'esistenza materiale, rappresentando i pensieri divini del Padre mio nella natura, e quindi considerarli come opera Sua nella natura, dove Egli opera spiritualmente e crea da Se stesso cose materialmente visibili.

18. Perciò io devo vedere Dio spiritualmente e materialmente dappertutto, poiché tutto è proceduto da Lui, e ogni cosa si trova in Lui, e quindi anch'io sono in Dio e Dio è in me, poiché Egli, quale Amore in me, è il Padre; ed io, la Sapienza personificata del Suo Amore, sono Suo figlio. E così il Padre-Dio è in me, ed io, figlio Suo, sono in Lui, come Padre mio spirituale e come Dio”.

 

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Cap. 106

Dieci piccoli doni

 

106/1 - L'immagine e il ritratto di Dio

1. "L'uomo è un vaso di accoglienza di Dio, e poiché è un vaso di accoglienza di Dio è anche immagine di Dio; e poiché Dio è l'Amore stesso e la Sapienza stessa, allora l'uomo è il vaso di accoglienza della stessa.

2. E tale vaso diventa un'immagine di Dio in quell'uomo che in se stesso sente che ciò che è di Dio in lui è come suo. Ciononostante, da questa somiglianza diventa un'immagine di Dio solo nella misura in cui riconosce che l’Amore e la Sapienza, cioè il buono e il vero, non è suo, e quindi non è da lui, ma solo da Dio, e quindi anche, di Dio”.

 

 

106/2 - L'albero della vita

3. L'albero della vita è quell’uomo che considera l'amore e la sapienza che risiede in lui come proprietà divina. Infatti, l'amore e la sapienza sono la vita in Dio, e chi li considera come Libre o Talenti presi in prestito da Dio con i quali deve sostenere e anche promuovere l'amore per Dio e per il prossimo attraverso se stesso e attraverso gli altri, è un albero della vita, perché (ora) un vero uomo, a cui gli saranno assegnati il Cielo e la vita eterna.

 

 

 106/3 - L'albero della conoscenza

4. L'albero della conoscenza, o della conoscenza del bene e del male, è quella persona che conosce il bene e il vero della vita, ma non lo considera come divino, bensì come sua proprietà umana, e quindi permane nell'espressione di sé e nella convinzione che la vita dell'uomo, che consiste di amore e sapienza, non è Dio in lui, bensì il suo io personale.

 

 

106/4 - Il matrimonio, la procreazione, l’anima

5. Il matrimonio comprende in sé del divino, dello spirituale e del materiale. L'uomo come figlio di Dio è una parte del Suo corpo nell'Universo e, nella sua caratteristica, rappresenta lo stesso stato che in generale rappresento Io.

6. Lo spirito dell'uomo è uscito dal Mio Amore ed è quindi per nascita, pari a Me, uguale a Me, perché sorgente dallo stesso corpo della Mia originaria Luce d'Amore. Perciò è uguale a Me ed è lo stesso in tutto, perché è una cosa sola con Me, quindi è anche onnipotente, onnisaggio e onnisciente, dal momento che è una parte del Mio Io ed è collegato al Mio tutto, e quindi con Me è ovunque ed è onnioperante, anche se la ragione carnale dell'uomo non lo nota e non lo sa.

7. L’uomo fin dai primordi di Adamo era chiamato a vivere e a governare nel mondo con Me.

8. Dopo aver commesso il primo errore, perché lui stesso voleva procreare alla maniera degli animali, mentre Io volevo avere tutti senza generazione, volevo avere solo figli spirituali, come un giorno con Sadhana[193], presi l'amore e la bellezza, che biblicamente viene chiamata “costola” e ne formai una seconda persona spirituale, come Adamo l’aveva concepita nella sua immaginazione.

9. Adamo (spirito), in origine era asessuato, poi ha cambiato il modo di raffigurarsi l’immagine di un uomo procreante, questo significa nella Genesi: «…e quindi richiuse la carne» (Gen. 2,21). Quindi Adamo ed Eva erano inizialmente solo persone spirituali, senza corpi materiali. La biblica storia della Creazione dice che «… essi furono formati dall’impasto (Gen. 2,7) o polvere della terra», ma con ciò è inteso solo lo spirituale fine, invisibile agli occhi umani, il quale è il complemento[194] spirituale della terra, da cui vengono formate le anime dal regno minerale, vegetale e animale e, infine, degli esseri umani.

10. Se Adamo ed Eva non avessero infranto il comandamento della castità, sarebbero rimasti spiriti, e la procreazione sarebbe stata un atto di volontà e non un atto carnale, e di conseguenza gli uomini non sarebbero mai diventati materiali, bensì sarebbero stati spiriti felicissimi e si sarebbero procreati solo spiritualmente. Con la procreazione animalesca, Io risvegliai in loro fame e sete di cibo materiale, da cui si formò il sangue e da ciò sorse il corpo materiale; inizialmente consumavano solo cibi e bevande spirituali[195].

11. L'amore è il fondamento dell’unione coniugale. Come però Io Mi unisco in un essere attraverso l'Amore e la Sapienza, così l'uomo, diviso in due parti, come uomo rappresenta il governo della sapienza, e come donna, l'amore e la bellezza. L’unione tra i due è evidente attraverso la bipartizione, e solo attraverso l’unione dei due in un solo essere sorge lo sviluppo della forza chiamante in vita. Per mezzo di ciò l'uomo diventa creatore, come lo sono Io attraverso la Mia Trinità: Amore, Sapienza e Onnipotenza creativa, perché sono l’operante Forza nell’Universo.

12. Il vincolo del matrimonio è sacro, perciò nella vita deve procedere unicamente attraverso l'amore, poiché solo i matrimoni d’amore sono conclusi in Cielo e solo questi durano eternamente. Perciò si è introdotto l'anello nuziale nel matrimonio come simbolo dell’eternità.

13. Nei tempi primitivi (adamitici), quando si procedeva secondo i Miei precetti, gli sposi s’inginocchiavano davanti al padre del promesso sposo, in mancanza di questo, davanti a quello della sposa, in mancanza di entrambi, davanti alla madre, la quale stendeva le mani su di loro e, implorando pubblicamente la Mia benedizione, pregava su di loro. Questa era l'intera cerimonia: inginocchiati con le mani tese l'uno verso l'altra, aspettavano la preghiera di benedizione dei loro genitori, con la quale veniva conclusa l’unione e li univano in un corpo e un cuore per la vita.

14. Attraverso l’unione coniugale di due persone diventate una cosa sola nel cuore, è rappresentato anche un simbolo del Governo divino, come Io opero con il Mio Amore e la Mia Sapienza con la materia o con la natura, unendoMi con questa, e attraverso di essa opero spiritualmente per gli occhi spirituali, e materialmente per quelli materiali, ed eternamente Mi rinvigorisco e Mi accresco infinitamente secondo il Mio Amore e la Mia Sapienza. Così accade anche con l'uomo, o più correttamente detto: il Mio Spirito opera spiritualmente nell'uomo e crea continuamente del nuovo suo pari, aumentando senza numero e senza fine la procreazione spirituale. ‒ L'uomo materiale crea semplicemente il corpo materiale per il tempo della sua vita e poi lo lascia alla morte, poiché il corpo materiale è l'acquisizione attraverso la procreazione animalesca; esso è il rappresentante visibile del peccato originale e della sua morte spirituale, quindi questo corpo, poiché trae origine dal peccato originale, deve essere spiritualizzato o attraverso la seconda rinascita, o attraverso l'uscita dell'anima da questo corpo peccaminoso, tornando indietro alla sua vera e propria essenza come spirito, perché questo corpo viene lasciato alla Terra per la putrefazione, quando l'uomo-spirito entra nel regno degli spiriti.

15. Paolo scrisse: «Cristo è il Capo della comunità, come l'uomo è il capo della donna» (Efes. 5,23; confronta la stessa cosa in Is. 54,5 e 62,5). E come la comunità deve indirizzarsi completamente secondo il suo Capo, così anche la donna deve indirizzarsi completamente secondo la volontà dell'uomo, se l’unione è stata conclusa secondo i precetti divini.

 

 

106/5 - Il teurgo e la teurgia dei grandi misteri

16. Teurgia[196] significa ‘la scienza dei misteri dello spirito umano’, con cui uno viene dotato delle grazie e dei doni del mondo trascendentale; perciò la teurgia si chiamava anche magia o arte magica, ovvero il potere sugli spiriti e sulle forze naturali. Quindi un ‘teurgo’ era come un taumaturgo[197], un evocatore di spiriti, un mago chiamato generalmente ‘occultista’, che poteva operare misteriosamente. E quindi la teurgia dei primi secoli del cristianesimo primitivo era un segreto dei sacerdoti, come in genere i sacerdoti dell’antichità erano i curatori e i detentori delle scienze segrete spirituali, con cui operavano padroneggiando sul popolo.

17. Il teurgo era uno che viveva esattamente secondo i Miei divini Comandamenti, quindi era beneficiato di questo o quel dono; inoltre, una tale persona spiritualmente progredita era ricercata nella cerchia degli insegnanti di religione ed era iniziata in tutti i segreti della vita spirituale. Tutto ciò che un tale teurgo doveva sapere, oggi si chiama ‘Teosofia’, come ora viene insegnata nei libri “L’adepto”, “Il Regno dello spirito” (“Il mondo degli spiriti” al cap. 31,56 di questo libro), “La Teosofia cristiana” e nei restanti libri, perché adesso tutti ricevono la stessa e più alta istruzione nel Mio divino insegnamento, e nessuno, purché lo voglia, ne è escluso; mentre nel primo cristianesimo esisteva con questo un’eccezione, considerando che si aveva cura di indirizzarsi secondo i sacerdoti egiziani ed esseni e si nascondeva agli uomini comuni l'insegnamento superiore e trascendentale, per godere più rispetto in mezzo al popolo. Ecco perché i misteri o segreti non sono rimasti registrati, poiché furono insegnati oralmente agli iniziati, i quali li hanno tenuti segreti e dati solo ai loro simili.

18. La frequentazione con gli abitanti del mondo degli spiriti superiori fu resa possibile tramite la chiaroveggenza. Perciò Jamblichus[198], il grande teurgo del terzo e quarto secolo dopo Cristo, scrisse da “Esoterico” pag. 17-18:

«Dal momento che gli dèi sono benevoli e benigni, conferiscono ai teurghi la loro luce in pienezza senza invidia, attirando le loro anime in alto a sé, fornendo loro un'unione con sé e abituandoli, mentre sono ancora nel corpo, a separarsi dal corpo, affinché si lascino guidare al loro eterno e intelligibile principio. Infatti, dal momento che l'anima ha una duplice vita, ‘una’ in collegamento con il corpo, ma anche ‘una’ completamente separata dal corpo, allora è assolutamente necessario imparare come separarla dal corpo, affinché, in forza del suo lato intellettuale e divino, possa unirsi con Dio e riconoscere i principi veri della conoscenza e delle verità del mondo intelligibile (ovvero altamente istruito). […] La presenza degli dèi ci dà nei fatti, salute del corpo, virtù dell'anima e purezza dell'intelletto; in breve, in noi eleva tutto alla sua vera e propria natura. Essa mostra agli occhi dell'anima come corporeo ciò che non è corporeo per gli occhi carnali. Quando compaiono gli dèi, l'anima ottiene una liberazione dalle passioni, una perfezione elevata e una forza che supera ogni cosa, e prende parte all'amore divino e all’incommensurabile gioia. In tal modo otteniamo una vita divina e diventiamo difatti, dèi. […] La separazione dell'anima dal corpo, dice il Padre, avviene attraverso la pura conoscenza di se stessi, dalla chiara trasparenza di se stessi, perché abbiamo due corpi e non cresciuti l'uno nell'altro, bensì ogni corpo è a se stante. Con ciò l'intelligenza cerebrale carnale acquisisce il discernimento e la forza di operare sull'anima spirituale, per separarsi liberamente dal corpo, il che non è possibile senza una chiara illuminazione di se stessi. L'anima deve acquisire una più chiara illuminazione e indipendenza; solo allora può separarsi consapevolmente dal suo corpo».

 

 

106/6 - Il significato del termine ‘la vita eterna’, di Dio

19. Nel Nuovo Testamento questa espressione ricorre alcune volte anche in relazione a Me, che Io, Gesù, sono la ‘Vita eterna’. Quest’ultima dichiarazione che Dio è la Vita eterna, diviene parte di coloro che sono innocenti, credenti e di buon carattere, come i bambini nei loro costumi e nelle loro virtù, che percorrono lo stretto e spinoso sentiero del sacrificio e dell'abnegazione, e così, attraversando la porta stretta delle esperienze e delle virtù, passano alla vita eterna, ovvero alle gioie e alle delizie celesti che traboccano in Dio stesso, e da Lui, in tutti coloro che sono spiritualmente perfetti. – Questo è il grande mistero del Regno di Dio, perché proprio Dio ha il Cielo e tutti i celesti godimenti e gioie in Se stesso, e poiché queste dimorano nell'uomo, perciò il Cielo è il cuore dell’uomo.

 

 

106/7 - Un rinato genera spiritualmente i figli incarnati dal Cielo

20. L'uomo, quando un giorno ‘rinasce’, allora spiritualmente appare simile a Dio, quindi completamente bianco e chiaramente splendente, perché l'amore smuove la sua vita interiore.

21. Un rinato non ha bisogno di generare i suoi figli carnalmente, perché questo è animalesco, bensì, considerato che l'uomo e la donna devono rinascere, e il loro desiderio di avere figli deve basarsi su un'espressione simultanea del desiderio, desiderio che deve accendersi nell’amore, pregando Dio, – il concepimento avverrà spiritualmente, come avvenne con Anna, la moglie di Gioacchino quando concepì Maria[199]. Le anime degli spiriti celesti, che normalmente si chiamano dèi, sorgono in tali corpi casti, poiché il Padre loro è Dio, e si creano il corpo carnale come loro futuro strumento e dimora della vita terrena.

 

 

106/8 - L'uomo quale telegrafo spirituale

22. L'uomo sta in collegamento spirituale col mondo intero come attraverso un telegrafo mondiale. Quando pregate per qualcuno, sia vivente o morto, egli ascolta la vostra preghiera con i suoi orecchi spirituali; lo stesso è il caso per quello che dite su di lui, e sa anche cosa fate a favore o contro di lui. Se qualcuno vuol ricevere uno scritto da un parente o da una persona conosciuta, può oppure no, sapere dove si trova la persona in questione, ma riceverà un messaggio se la persona che si ha in mente viene sempre portata nel pensiero, e spesso ardentemente chiamata e invitata che deve scrivere o notificarsi, perché l'anima non ha riposo finché non comunica al cervello che deve soddisfare il suo desiderio e scrivere alla persona pensata. Se la persona pensata è già morta, allora accade spesso che lei si annunci attraverso il sogno.

23. Ciò che l’uomo parla di bene o di male sul prossimo, oppure fa qualcosa contro di lui, l'anima della persona interessata lo percepisce, perché Dio cede il giudizio alla persona interessata alla quale interessa il parlare e l'operare del suo prossimo su di lei; e perciò nell'aldilà ci sono spesso terribili scene di battibecco e rappresaglie tra ex amici, conoscenti e altre persone che, nel mondo, parlavano male alle spalle del prossimo, o gli infliggevano del male in segreto. Perciò Paolo disse: «Ciò che l'uomo semina qui, mieterà di là» (Gal. 6,7). Si legga attentamente la legge segreta del karma (cap.30), in modo da essere preservati dal male. – Perciò parlate con prudenza e possibilmente solo di bene sul vostro prossimo, poiché il risentimento dell'anima si manifesta spesso attraverso il reciproco raffreddamento esterno dell'amicizia e della vendetta meditata per la futura rappresaglia spirituale!

24. Non pensate in modo peccaminoso! Nulla produce un effetto così determinate sulla sfera della lussuria del regno degli spiriti come i pensieri impudichi. Non appena l'uomo è entrato in tali pensieri, telegrafa già alla sfera della lussuria e, in quel momento, è già invasato dagli spiriti dell’impudicizia che si avvicinano alla velocità del lampo, i quali lo incitano nei suoi pensieri e voglie, e danno l’illusione di immagini deliziose, per cui si viene attratti dal peccato da una forza invisibile, perché gli spiriti, in parte in lui, in parte intorno a lui, e attraverso la loro grande forza di volontà, immobilizzano la forza di volontà dell'uomo nella sua resistenza contro il peccato, e così lo portano alla perpetrazione del peccato, al quale questi spiriti partecipano e godono.

25. La stessa cosa accade quando l'uomo incorre nell’arroganza, nell’ira, nel sentimento di vendetta, nel desiderio di furto, di rapina o omicidio, oppure in altri vizi criminali; allora viene posseduto dagli spiriti infernali di uguale sentimento, che egli stesso informa attraverso i suoi pensieri, e con ciò li attira a sé, i quali poi entrano il lui e cercano di far valere la loro volontà. Perciò coltivate solo pensieri buoni e graditi a Dio, in modo da non diventare una preda degli spiriti maligni!

 

 

106/9 - La necessità di disporre di molteplici categorie di uomini

26. Io dispongo i Miei figli secondo la loro conoscenza e le loro capacità spirituali e materiali, e rendo l’uno obbligato a servire l'altro, così che ciascuno, dalla Mia inesauribile fonte, ottenga tanto amore e sapienza, quanto ne ha bisogno per diventare nel mondo un valido strumento del Mio Amore.

27. Così voi notate i filosofi che con la loro sapienza vi spiegano questo e quello; gli eruditi che hanno studiato da cima a fondo l'uno o l'altro ramo della scienza mondiale da tutti i lati e vi servono come insegnanti e guide. Il medico studia le forze della natura e delle piante, e vi sa consigliare o prescrivere un rimedio per ogni malattia, poiché conosce la struttura interna e la caratteristica del corpo e le cause da cui sorgono le malattie che sono da combattere.

28. Il giudice deve sempre essere una persona molto saggia che ha molta conoscenza della natura umana e di puro discernimento, in modo che consigli e decida giustamente secondo le circostanze, poiché i paragrafi legali sono unilaterali e spietati, quindi non appaiati dal Mio Amore e Sapienza, che si chiama Verità.

29. Gli uomini che hanno una profonda comprensione del Mio insegnamento e grande amore per Me esordiscono volentieri come insegnanti del Vangelo, poiché il Mio Amore li spinge a chiarire ai loro fratelli la verità del Vangelo e i suoi profondi misteri della vita spirituale.

30. L’ufficio di insegnante della gioventù è difficile e quindi non particolarmente allettante, ma è questa categoria che deve essere educata nel mondo, affinché l'umanità possa essere formata e allevata; perciò devo suscitare negli uomini il desiderio per questa classe, altrimenti ci saranno molto pochi educatori di popolo, e senza questi non c’è progresso, mentre il Mio Ordine della Creazione esige e genera un eterno progresso, un'educazione e una nobilitazione superiore del genere umano.

31. Lo stato intelligente e colto degli uomini di questo mondo si recluta attraverso l'ingenerazione o incarnazioni dai mondi solari, planetari e stellari della grande Creazione mondiale, perciò questa grande varietà delle attitudini umane. Si legga “il Sole materiale”[200] e scoprirete da dove discende la vostra classe erudita e i vostri ingegneri edili, i costruttori meccanici e gli altri profondi artisti, studiosi, ricercatori e inventori.

 

 

106/10 - Il mistero della coscienza continuamente stimolante

32. L’inquietudine e la ricerca di Dio sono la conseguenza del linguaggio della coscienza, perché questo linguaggio viene ravvivato continuamente dallo Spirito di Dio nel cuore di ogni anima, poiché lo Spirito di Dio non lascia in pace l'uomo finché non si risveglia ed inizia a cercare e ad investigare molto seriamente ciò che non gli lascia quiete spingendolo alla conoscenza e al credere tramite la ricerca e l’indagine. Infatti, questo è lo scopo dell'uomo sulla Terra come nel Regno dello spirito, perché lo Spirito in lui, come Padre suo e Creatore spirituale, persegue questo scopo al fine di redimere l'uomo dalla materia e allevarlo a figlio Suo.

 

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Cap. 107

La Creazione ringrazia riconoscente, l’uomo no!

Zurigo, 6 luglio 1904

1. Il santo Amore dell'eterno Padre produce continuamente opere d'amore per i Suoi figli, ed essi godono con queste opere, senza pensare che è stato solo l'Amore che voleva dotarli di benedizioni.

2. Non c'è nulla nell'infinità che non porti il marchio dell'Amore del Padre Gesù, poiché tutto ciò che l’uomo vede è un efflusso del Mio eterno Amore per loro. Purtroppo, in cambio di questo, i figli sono così ingrati e indifferenti!

3. Cari figli, tutto ciò che vi circonda e i vostri occhi vedono, che i vostri orecchi ascoltano e i vostri sensi provano o percepiscono, è un efflusso del Mio Amore sempre compassionevole per voi. Perciò non siate ciechi, né sordi, né insensibili verso tutto ciò che il Mio paterno Amore vi mette in grembo senza vostri meriti!

4. Esaminate la natura dei tre regni quanto è molteplice, quante cose dilettevoli essa vi offre senza che voi la ringraziate per questo. – Quanto spesso Io guardo con gioia il vostro piacere nella Mia Creazione, ma alla fine Mi assale la tristezza, poiché non provate nessun interesse né sentimenti nel vostro cuore per tutto quello che vi metto in grembo gratuitamente, ed aspetto in silenzio se direte una parola riconoscente e piena d’amore in Mio onore.

5. Al mattino presto guardo giù alla vostra tenebrosa Terra splendendo con il Mio occhio amorevole e la illumino benedicendola col Mio Amore paterno, risvegliando e vivificando la vita su di lei e in lei, e la faccio muovere per la gioia dei Miei figli. Il Sole, quale strumento del Mio Amore paterno, sorge e tramonta ogni giorno, per trasformarvi la vita uniforme in innumerevoli scene di gioia. Infatti, non appena esso appare, tutto diventa vivente; gli uccellini Mi cantano un inno di lode, gli animali si muovono in gioiosa eccitazione, e così, ognuno nella sua specie, dà l’annuncio del suo ringraziamento per il grande beneficio del piacevole calore ed elargizione della luce. I fiori e le piante si voltano verso la luce del benefico calore del Sole e annunciano diligenti dalle loro foglie e dai calici dei fiori i ringraziamenti della loro riconoscenza verso di Me, perché i loro pensieri si rivolgono solo a Me e s’intrattengono con Me l’intero giorno, poiché nel Sole splendente e riscaldante vedono l'Amore e la Grazia del loro Creatore, al Quale in tal modo portano il loro amore col cuore riconoscente, volgendo su di Lui i loro occhi spirituali come i cherubini e i serafini.

6. L'Amore del Mio cuore li attrae, così che hanno sempre rivolto il loro cuore a Me, poiché gli spiriti dei fiori e quelli delle altre piante hanno la loro pulsante organizzazione fisica proprio come gli uomini, e sanno bene qual è il loro compito.

7. Così vedete anche gli animali piccoli e grandi, come sono soddisfatti quando vengono illuminati e riscaldati dal Sole, poiché li irradia da parte a parte un senso di benessere interiore che ogni animale esprime a modo suo, il che naturalmente solo Io lo posso comprendere.

8. Solo che l'uomo non è né pianta né animale, bensì un essere dotato di grande senno che si eleva al di sopra di tutta la Creazione col suo intelletto e con la sua ragione, e quindi il suo compito è presentare ciò che gli animali e le piante nella loro gratitudine presentano solo istintivamente, e dopo la sua formazione spirituale, con l'amore più vivente e con cuore grato, onorare con parole elevate il Mio Amore! –Fa egli questo? Sì, viene fatto, …ma da pochi!

 

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Cap. 108

Praticare l’amore nella vita

Graz, 5 ottobre 1902

1. Miei cari figli, gli insegnamenti precedenti sviluppano i singoli casi della vita e come l’uomo deve comportarsi in ogni occasione. Ora, per chiudere, voglio render chiaro il contenuto complessivo di tutti gli insegnamenti precedenti, come sono da comprendere.

2. Io intervengo nella vita di tutti i giorni per mostrarvi che non chiedo nulla di straordinario, nulla che non sia possibile adempiere, ma ciò che pretendo da voi esiste già nella vita, ma solo in casi isolati, limitati, ma non generali, e questo è ciò che Io pretendo, vale a dire che tutte le barriere devono cadere e tutte le differenze tra gli uomini devono cessare.

3. Dunque, vi guido a scene provenienti dalla vita di tutti i giorni, e dal singolo al generale. E così ascoltateMi: – quando due si amano intimamente e l'uno pensa sempre cosa potrebbe rallegrare l’altro, essi si servono e dipendono l'uno dall’altro cercando di intuire i pensieri dagli occhi, dai gesti e dai movimenti di cosa sarebbe all’uno e all’altro, carino e gradevole, e così cercano di servirsi, di rallegrarsi e sorprendersi a vicenda. Dalla loro bocca traboccano solo parole amabili, dai loro occhi solo sguardi raggianti d’amore, dalle loro decisioni solo opere d’amore per il prossimo. L’uno si priva volentieri di qualcosa per darlo all'altro e renderlo felice, e si rallegra del ringraziamento e degli sguardi amichevoli della persona che è sorpresa di quanto ha ricevuto in dono, e il destinatario è pieno di gioia e di amore, e riflette come anche lui potrebbe farsi notare e, attraverso un contraccambio, sorprendere il caro donatore o la persona amata.

4. Vedete, queste sono prove di come il vero amore pensa e opera; esso non pensa a se stesso, ma sempre al soggetto amato, e la gioia e gli sguardi amorevoli per la sorpresa sono i più grandi ringraziamenti che il donatore, ovvero l’operatore dell'amore, desidera e aspetta di ottenere. Ogni persona adulta conosce questi esempi dalla vita di tutti i giorni, e li adempie anche nei fatti se ha un po' di cultura e un cuore nobile. Quindi amate e fate anche voi secondo gli esempi indicati, ed esercitatevi a diventare cordiali, amorevoli, altruisti e umili, e a sopportare pazientemente le debolezze del prossimo, come fanno i teneri amanti tra di loro. E come tali, potete sopportare anche le amarezze e le debolezze dell'altro e non andar subito via l’uno dall’altro; quindi, non allontanatevi subito dal vostro prossimo se è colpevole di qualcosa verso di voi o diventa maleducato, bensì abbiate pazienza con le sue debolezze e pregate per lui, affinché riconosca i suoi errori e si migliori, in modo che il legame fraterno dell’amore reciproco e dell’armonia non diventi lacero.

*

5. Ora passiamo al secondo esempio. – Gli uomini finemente formati si comportano l’un l’altro sempre con rispetto e stima, e quindi discutono con la massima gentilezza, evitando pieni di riguardo tutto ciò che potrebbe offendere o ferire il prossimo nel suo onore e nella sua reputazione. Sui suoi errori viene tenuto il silenzio e non si nota nulla che sia spiacevole, per non offuscare la sua buona disposizione d’animo e farlo fuggire.

6. Se in una famiglia educata viene un ospite che si conosce, allora lo si accolga sempre con gioia e gradita gentilezza, si prenda a lui cappello, bastone e gli abiti superflui, e li si metta sull’attaccapanni accompagnando il caro ospite nella stanza, accogliendolo lì con ogni riguardo e cortesia, e dopo che gli è stata offerta una sedia per sedersi subito dopo l’accoglienza e il saluto, ci si sieda accanto a lui e si parli di faccende per le quali è stata fatta la visita, e si cerchi di mettergli davanti qualcosa da gustare.

7. Quindi un ospite educato come visitatore non si fermerà mai più a lungo di quanto è necessario per sbrigare la sua faccenda, poiché sa che ogni uomo deve svolgere il suo lavoro quotidiano, e quindi non deve diventar fastidioso per lui e impedirgli di attendere ai suoi doveri del giorno. Ci sono comunque tempi e circostanze in cui non si diventa molesti e noiosi, ovvero tediosi col trattenersi a lungo, perciò non si devono annoiare gli uomini con la visita, poiché diventano sonnolenti e iniziano a sbadigliare! Una persona finemente educata non fa una cosa del genere, e tali ospiti squisitamente educati vengono trattati anche con cura ed educazione.

8. Comportatevi così anche voi, come beneficiari della visita o come ospiti, e cercate di parlare di Me e del Mio Amore quali figli Miei; tuttavia mai di cose che non sono piacevoli neanche per voi, se gli altri dovessero parlare di ciò a voi.

9. Fate sempre (agli altri) ciò che fa bene a voi, tanto quanto gli altri ve lo fanno, ma mai il contrario! Questa è la massima educazione e il più grande amore che potete mostrarvi l'un l'altro!

*

10. Osservate una buona madre con quale amore e premura assiste i suoi figli, e come sta attenta che ognuno sia vestito, ben nutrito e trattato adeguatamente! Lei è sempre l'ultima, dona tutto l'amore alla sua famiglia, e se questa è servita in tutto, solo allora si prende cura di se stessa. Prendetevi anche in questo un esempio di come dovete agire verso il vostro prossimo!

*

11. Ora passiamo tra una schiera di bambini e osserviamoli. Guardate: qui vedete amore, e precisamente l'affetto infantile l'uno per l'altro, essi parlano in maniera infantile ma confidenti, e gli ascoltanti accettano tutto per buono, senza criticare o trovar da ridire. Un'osservazione sgradita viene presa sorridendo e non come offesa, e viene gettata nel flusso della dimenticanza; nessuno è in collera e medita vendetta, ma si rimane insieme e si cerca di passare il tempo piacevolmente. La separazione di uno dall’altro non accade nei bambini piccoli, ma ogni inconveniente che accade tra loro viene rimosso con poche parole e dopo vanno di nuovo a giocare insieme.

12. Ciò che dicono loro i genitori è pura verità, senza mai dubitarne; quindi anche voi dovete prendere un esempio nei bambini su come dovete fidarvi di Me! E dovete amarMi così come i bambini amano i loro genitori, poiché Io sono il Padre vostro spirituale e la Madre vostra spirituale.

13. Da questi quattro esempi potete apprendere come dovete essere nel vostro amore per Me e per il prossimo. In questi esempi si trova l'intero precedente insegnamento della Teosofia, e da questi avete la forma dell’amore, dell’umiltà, della pazienza, della pace, dell’altruismo, della concordia e della riconciliazione, e di essere anche costumati nel pensare, nel parlare e nel fare, allora avrete raggiunto ciò che Io pretendo da voi attraverso gli insegnamenti precedenti, quale più alta formazione nella Teosofia, poiché non c'è qualcosa di più alto di quello che questi esempi vi mostrano, e quindi non pretendo niente di nuovo, niente di impossibile, niente di sgradevole da voi, ma solo la massima formazione attraverso l'amore, poiché è la formazione proveniente dall'Amore che può rendervi uguali a Me. L'Amore è la Vita in Dio, è la forza primordiale che crea e sostiene tutto, esso è la cosa più sacra, perché è il massimo nella formazione dell'uomo per diventare figli di Dio; esso è ciò che vi rende déi uguali a Me e vi eleva per diventare una cosa sola con Me.

14. Perciò unite insieme tutti i quattro esempi menzionati provenienti dall'amore della vita quotidiana come modello: come la madre si prende cura in maniera altruistica dei suoi appartenenti con il suo amore; come due uniti nell’amore si rallegrano e si servono l’un l’altro attraverso l’attività d’amore; come le persone finemente o altamente educate si trattano reciprocamente; e come i bambini ubbidienti si amano e si sopportano gradevolmente tra loro; applicate questi esempi nella vita pratica con l’attività dell’amore per il prossimo, e presto raggiungerete il più alto scopo, ovvero la corona della vita.

 

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Cap. 109

Tre brevi note da Schumi

(parla Schumi)

1) Sul battesimo, la confessione, la comunione, la messa, la cresima, il rito nuziale, il funerale, il rituale della funzione religiosa, le cerimonie, il sacerdozio, ecc. si legga il libro “Cristo e la Chiesa”.

2) La partecipazione attiva nell’amore per il prossimo è spiegata in tutti i libri, ma con il libro “L'adepto della Teosofia cristiana” si ottiene un’alta formazione pratica.

3) I cristiani che seguono esclusivamente la Bibbia (gli evangelici o evangelisti) che credono ed hanno confermato la dottrina della giustificazione attraverso la semplice fede in Cristo, pensando che la redenzione avvenga per ‘grazia’, per la sofferenza e il sacrificio di Cristo sulla croce per tutti gli uomini nel mondo, su questo errato insegnamento trovano la verità nel chiarimento supplementare “La giustificazione” e nel libro "La conduzione di Lutero e Swedenborg nell'aldilà" e nei libri “Cristo e la Bibbia”, e nell’opuscolo “Dieci contraddizioni religiose”.

 

* * *

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Allegato 1

 

A Gottfried Mayerhofer: Una parola di verità sulla reincarnazione – (inedito)

Trieste, 16 giugno 1874

1. Già spesso Mi hai chiesto cosa ci sia veramente di vero in questo insegnamento presentato dagli spiriti (specialmente nell’orientamento spiritistico della scuola romantica fondata da Allan Kardec[201] a Parigi in Francia), dal momento che si trovano esempi perfino nel Mio ‘Governo della Famiglia di Dio’ e nel Mio ‘Il Grande Vangelo di Giovanni’, i quali accennano a una re-incorporazione dell'anima di un uomo deceduto in un corpo sulla vostra Terra. Io non vi ho mai dato una spiegazione su questo punto, tutto nel tuo cuore è rimasto silenzioso, ma oggi voglio darti alcuni accenni su questa parola senza che Mi venga chiesto, poiché Io so proprio meglio di tutti quando è il momento in cui voi, e soprattutto i ricercatori, dobbiate apprendere qualcosa di certo e chiaro, affinché le dottrine erronee non si propaghino ulteriormente.

2. Ebbene, per quanto riguarda una reincarnazione in generale, come alcuni spiriti ne hanno annunciato nelle sedute spiritiche e ne hanno fatto una necessità come se non si potesse procedere in avanti senza di essa, allora devo dirvelo Io, che certamente so meglio di tutti gli spiriti che quest’idea è umanamente molto debole, che questi spiriti di defunti o ‘trapassati’ si son portati dietro da qui a lì.

3. Infatti, significherebbe possedere pochissima conoscenza della Sapienza e Onnipotenza di Dio se si volesse credere che Dio non ha altri mezzi per migliorare le sue particelle spirituali poste nel mondo, che attraverso una nuova incorporazione in corpi terreni, e inoltre senza alcuna consapevolezza di una vita vissuta precedentemente.

4. Quale nonsenso hanno diffuso questi spiriti corti di vista che, se fosse vero, non avrebbero condotto a nessun fine, poiché, se la reincarnazione deve essere una punizione, allora colui che viene punito dovrebbe saperne qualcosa, altrimenti non è una punizione per lui. Cosa ne sa il contadino del perché è nato ed è stato allevato come contadino, che forse una volta era un re o un cannibale? Egli vivrà e morirà come un contadino nella sua posizione e nelle sue condizioni, e poiché di là l'anima non diventa subito neanche onnisciente né onnivedente, continuerà a vivere lì ancora a lungo come ‘anima contadina’ finché i suoi limitati concetti di ‘mondo’, di ‘uomo’ e ‘spirito’ non saranno stati purificati tramite altri spiriti.

5. Vedete, figli Miei, questa idea che un uomo nella sua limitata posizione terrena, dove sempre, anzi perfino nei vostri insegnamenti religiosi Io stesso vengo rappresentato come Giudice punitivo, con la resa dei conti, ossia la punizione, che (per voi) gioca un ruolo importante, è un’idea del tutto infantile! Infatti, l'uomo miope e uno spirito miope dell’aldilà, credono così: “Aspetta solamente, tirannica anima regale, adesso devi diventare un contadino per riparare tutte le sofferenze che tu, avida di dominio, una volta hai causato ai contadini!”. – Ma come si concilia una tale idea con un Dio dell’Amore, della dolcezza d’animo e della grazia illimitata?

6. Se gli uomini riflettessero solo un poco a questi comunicati degli spiriti, dovrebbero vergognarsi di avere dinanzi a sé un tale ‘dio della vendetta’ come l'Essere supremo, dinanzi al Quale essi dovrebbero aver paura; tuttavia mai un amore che un figlio non proverebbe già per suo padre.

7. Oltre a ciò, nell’insieme si mostra ancora quale idea limitata e meschina gli uomini hanno di Me come Creatore, se presumono che Io, che ho creato quest’Universo con tutte le sue meraviglie, non avessi nessun altra via per punire o migliorare le anime smarrite, che la reincarnazione terrena.

8. Basta guardare un acaro, un animaletto infusore, quali milioni di leggi han dovuto cooperare in un tale microscopico organismo, per creare questi animaletti così che con il primo ne venne fissato il loro intero ciclo, la loro riproduzione e il loro ulteriore sviluppo per i gradini superiori nei milioni di anni.

9. Io ho creato il mondo materiale una volta sola! Solo una volta ho pronunciato la parola: “Sia!”. Con questa parola stabilii le leggi che mantengono sempre efficiente il mondo, riproducono le generazioni e guidano tutto da un gradino all'altro, fino a quando il materiale sarà spiritualizzato, ripetendo le stesse leggi nel mondo degli spiriti, ma solo in senso spirituale, continuando il processo crescente di purificazione che deve completare nello spirituale tutto ciò che è stato creato, a partire dalla materia.

10. Vedete, nella natura visibile potete percepire come prevale una certa graduazione dalla roccia apparentemente morta fino all’uomo, come si sviluppa l'uno dall'altro, come gli organismi si perfezionano gradualmente.

11. Tutte queste anime legate nella materia spingono verso uno sviluppo superiore, e proprio perché spesso da un gradino all'altro le particelle di intelligenza (animica) di un singolo animale non sono sufficienti per colmare l'anima di quello (del gradino) successivo, allora è proprio la rapida produzione di animali inferiori che è necessaria per avere sempre il materiale (animico) per gli elementi fisici che stanno più in alto.

12. Così, a cominciare dall'anima terrena che lavora come impulso, nel più piccolo come nel più grande secondo le stesse leggi, al fine di liberare i prigionieri (spiriti) nella materia, per svilupparli e guidarli più in alto, si forma la grande scala progressiva che, perlomeno sulla vostra Terra, si chiude con l’uomo come visibile chiave di volta.

13. Pertanto, questi uomini formati da milioni di specifiche animiche secondarie, sono nel loro viaggio occupati nel ‘andare avanti’, e secondo le regole di vita ordinate, non tornano mai indietro per prendere un gradino inferiore. Infatti, quando vengono nell'altro mondo come spiriti, trovano nel loro intimo la propria legge, il proprio giudice, il quale li mette lì dove hanno posto se stessi con l’adempimento o con l’omissione dei precetti divini.

14. Di là devono continuare a ‘lavorare’, e precisamente con la piena consapevolezza del proprio io, siano essi buoni o cattivi, fino a quando non avranno completato il cammino della purificazione come una volta i loro specifici animici han dovuto fare dall'animale più basso fino all'uomo, cioè percorrere spiritualmente la via delle tenebre e la non chiara propria posizione fino alla più pura, più alta consapevolezza della discendenza divina ed eterna continuità.

15. Come le leggi nel materiale, così anche le leggi nello spirituale sono sempre le stesse, sempre ripetendosi, adeguate solo alle circostanze e alle situazioni, e diverse a seconda dell'individualità.

16. Se, come ho detto all'inizio, si sono verificate e ancora si verificano delle ‘reincarnazioni’ di spiriti defunti, cioè delle anime umane, questo ha un motivo e uno scopo diverso che ben esiste nelle Mie leggi, ma tuttavia non deve essere accettato come norma che questo debba ripetersi sempre continuamente! – Su questo vi ho già dato comunicazione in altri dettati, e qui non voglio discuterne ulteriormente.

17. Il Mio scopo con questa parola, in verità, è proprio per questi cosiddetti ‘spiritisti’, i quali vorrebbero accettare tanto volentieri come ‘Vangelo’ o come purissima ‘verità’ tutto ciò che gli spiriti dicono loro, per renderli attenti su quali false deduzioni e conclusioni errate essi giungono, se accettano alcuni messaggi spirituali come moneta sonante!

18. Gli ‘spiritisti’ sono altrettanto buoni ‘figli Miei’ come voi, ed Io vorrei, dal momento che loro vogliono imparare veramente a conoscere Me e il Mio mondo degli spiriti, che non vadano a tastoni a lungo nelle tenebre, ma il più presto possibile vengano nel giusto, per riconoscere anche la via più breve che conduce a Me.

19. Io vorrei essere riconosciuto da tutti gli uomini, perciò alla fine tu hai ricevuto alcune parole anche su questo punto dubbioso della ‘reincarnazione’, per incoraggiare i buoni pensatori a riflettere; altrimenti sono facilmente fuorviati dagli spiriti che ‘vogliono fare gli istruiti’.

20. Vedete, in questo mondo tra voi uomini dovete essere prudenti ogni giorno, e non credere a tutte le sciocchezze che l'uno o l'altro vi racconta. Dovete ponderare bene tutto, sia di vero che di non vero, proprio perché sapete che gli uomini in generale vanno all’opera in maniera falsa, scaltra e bugiarda per nascondere i propri interessi.

21. Ebbene, se lo ammettete, perché non volete accettare la stessa regola nel mondo degli spiriti che si stringe intorno a voi, per farvi conoscere le loro impressioni e idee?

22. Cosa sono davvero gli spiriti, se non ‘uomini defunti’, anime passate dall’altra parte, le quali hanno certamente lasciato indietro i loro corpi materiali, ma non le loro passioni, non le loro opinioni, dalle quali lì è molto più difficile sbarazzarsene, da come sarebbe stato facile qui sul mondo.

23. Riflettete cosa vi dico, siate prudenti, e non vogliate presentare come dogma ciò che non ha un ragionevole motivo, bensì è solo una debole ‘supposizione’ umana.

24. Perché già da molti anni vi do ‘parole’ e ‘spiegazioni’ su così tanti argomenti terreni e ultraterreni? Perché vi voglio mostrare dal più piccolo, come dal più grande, dal più vicino, come dal più lontano, ciò che Io sono e cos’è il Mio mondo? – Perché da tutto questo dovete riconoscere che esiste un Dio dell'Amore, il Quale ha creato tutto per il vostro sviluppo e per la più grande beatitudine, se siete in grado di comprenderla e, un giorno, sopportarla.

25. Tutto ciò che vi ho comunicato finora, costituisce un insieme spirituale che, come una catena, agganciando un anello all'altro, un giorno costituirà il Mio vero insegnamento, la Mia religione spirituale, la Mia professione di fede, per mezzo della quale tutte le generazioni, perseguendo il loro scopo, verranno nel Mio Regno spirituale molto più maturi e più purificati di come adesso i nuovi venuti vi giungono con concetti così semplicemente infantili, di Me, del Mio mondo e di se stessi.

26. Una volta pronunciai questa parola: “Sia Luce!”, e luce deve essere! Luce nel vostro cuore! Come il vostro Sole scalda giornalmente la Terra e tutti i pianeti che gli orbitano attorno stimolandoli all’ulteriore sviluppo, così la Mia Luce spirituale deve e potrà un giorno infiammare, illuminare e riscaldare tutti i cuori degli uomini mediante la divina Scintilla dell'Amore, sia per tutte le creature, sia per gli uomini, ovvero alla fine, per Me stesso!

27. Gli uomini devono riconoscere il loro Dio con tutti i Suoi attributi, devono vedere chiaramente e imparare a comprendere qual era la Sua Volontà quando creò l'Universo, qual era il Suo scopo quando lo popolò di esseri viventi, e questi dovevano imparare a leggere tra le righe, in e dalle Sue opere, dalla Sua infinita grazia, amore e dolcezza d’animo, affinché idee e concetti falsi non oscurassero la grande Luce della Verità che può condurvi a Lui, e un giorno non diventare Sue creature senza volontà, bensì Suoi figli che un giorno Egli ha creato secondo l’immagine Sua, così che voi, per quanto vi è possibile come esseri creati, diventiate come Lui!

 

* * *

 

 

Allegato 2

A Franz Hedwig: La Parola interiore. Reincarnazione. L'Amore come Scintilla di Dio

Kronstadt (Transilvania), 23 novembre 1889

1. «Vedi, figlio Mio, già da una serie di anni ti do la Parola proprio attraverso l'Amore posto nel tuo cuore; resta saldo in questo amore, poiché è un bene permanente che Io stesso ti ho affidato. L'amore è la ‘libbra’ che distribuisco ai Miei, e precisamente nella giusta quantità. Tu Mi devi solo comprendere giustamente, come e in che modo Io desidero vedere moltiplicata questa libbra affidatati. Io da nessuno pretendo che debba fare cose straordinarie, piuttosto desidero solo che ognuno amministri bene il talento affidato e Me lo riporti con buon interesse, quando lo esigerò. La libbra d'amore che ho affidato ad ognuno dei Miei, deve innanzitutto essere conservata nella stessa purezza di come l'ho messa Io stesso nel cuore dei Miei figli. Ognuno di voi potrebbe facilmente sollevare qui la domanda: “Sì! Come e quando ci hai consegnato questa libbra? E a quale scopo?”. – Ebbene, Io dico a tutti voi che avete un concetto della vita spirituale più intima, riflettete un po' più profondamente sullo scopo della Mia incarnazione, e ognuno troverà in questa, dentro di sé, perfino il vero senso della risposta. Sì, Miei cari figli, con il primo passo che Io ho fatto nel mondo materiale, per porMi come il Dio veritiero, come Uomo carnale tra i Miei figli, ho messo una particella del Mio Amore in ogni cuore umano, affinché giungesse alla conoscenza del Mio Amore per gli uomini, quali figli Miei. Allo stesso tempo ho anche beneficiato con queste Mie particelle d’Amore tutti coloro che sono già stati, così che nemmeno uno è stato dimenticato».

 

* * *

 

 

Allegato 3

Zurigo, 16 settembre 1904

(La risposta esplicativa del Padre Gesù a Franz Schumi su quanto rivelato a F. Hedwig)

2. Questo Amore è stato posto e risvegliato in voi attraverso il discernimento, perché avete visto quello che ho fatto per voi, dal momento che Io, con la Mia sofferenza e morte sulla croce, vi ho riscattati dalla stessa sofferenza e morte destinata a voi, per mezzo della quale vi ho riportato alla figliolanza di Dio perduta a causa del peccato originale, e con ciò siete giunti al concetto di Dio nella Mia Persona, tramite cui vi ho aperto la più grande beatitudine del Cielo, e voi Mi avete riconosciuto come l’amorevole Padre in Gesù, al Quale vi potete rivolgere pieni di fiducia in qualsiasi momento, e Lui pensa per voi con divino Amore paterno, si prende cura di voi e vi conduce a Sé sulla via della salvezza.

3. Quindi la Mia incarnazione è e rimane il vero e proprio giorno fondamentale per tutti coloro che sono risvegliati a nuova vita, anzi, per gli uomini vissuti prima e dopo la Mia incarnazione e per quelli ancora viventi.

4. In queste parole troverai il giorno e l'ora in cui anche tu sei stato colmato con la particella di vita del Mio Amore, – sebbene tu stesso non potrai neanche afferrarlo, poiché i tuoi sensi e le tue mire non vanno ancora tanto lontane da poterti essere chiaramente evidente dove tu stesso a quel tempo avevi la tua dimora, quando Io, come Neonato, ho calcato la Terra materiale. Io ti dico solo questo: – tutti voi, che proprio adesso in questo tempo avete in voi l’aspirazione di abbracciarMi in maniera veramente affezionata nel vostro cuore, voi stessi siete stati testimoni della Mia incarnazione, voi tutti foste afferrati dallo Spirito dell'Amore, tanto che anche la vostra più intima vita del cuore aderì al coro giubilante delle Mie grandi schiere angeliche.

5. Sì, tutti voi siete stati testimoni della Mia discesa su questa tenebrosa parte della Terra, e i grandi e potenti sentimenti che hanno colmato il vostro intero essere proprio di quel tempo, vi sono rimasti; ognuno di voi ha dovuto solo attendere il tempo susseguente, fino a quando si sarebbe avvicinato per ognuno il momento della reincarnazione, come anche il tempo decisivo per iniziare il lavoro spirituale in se stesso, affinché poi lo rendesse abilitato ad essere attivo nella Mia vigna.

6. Anzi, ognuno di voi è un lavoratore chiamato che si è posto da se stesso il momento del suo amore per Me, per procedere da quel tempo, operando silenziosamente per Me e per il suo prossimo, nell'amore a lui da Me proceduto.

7. Ognuno di voi conosce precisamente il Mio desiderio riposto in lui, e lo riconoscerà sempre più chiaramente se soltanto segue la brama che si fa riconoscere nella profondità del suo cuore, secondo l’amore che porta in sé.

8. Questo desiderio d'amore  è un comportamento silenzioso e quieto in tutte le condizioni della vita, ed è una ferma fiducia in Me, poiché l'amore dimorante in voi è un parte del Mio Io. E questo amore, quale Scintilla del Mio Spirito, è ciò che vi attira a Me. Perciò tutti voi dovete lasciarvi guidare dal desiderio secondo il bene spirituale solo attraverso Me stesso in voi. Anche se a volte il che accade molto spesso, appare come se vi trovaste sulla via sbagliata, non dovete disperare. Allora guardate in su a Me altrettanto pieni di fiducia, e in breve ogni vero ricercatore dovrà riconoscere chiaramente che ha ragione.

9. Nel cuore di ogni uomo si trovano quelle inclinazioni che conducono a differenti vie della vita, e tuttavia non è difficile rimanere sulla via veramente giusta e più sicura, poiché è questa la sola vera via sulla quale ci si può appoggiare, solo su di Me, vostro Padre Gesù. – Nello sforzo spirituale è comunque molto facile appropriarsi anche di forze spirituali; nondimeno, un figlio appartenente veramente a Me, non deve mai dimenticare che tutto appartiene unicamente a Me, e nel Mio Amore Io distribuisco ai Miei, solo singole parti di ciò che è Mio.

10. Chi è consapevole di questo, crescerà nell’amore, la libbra data a lui si moltiplicherà, anche senza che abbia un solo presentimento, così che, quando verrà il momento della separazione, egli stesso non sa come è accaduto questo. Infatti, la vita nell'amore è una vita silenziosa, una vita così poco appariscente procedente in avanti, ma oltre a ciò così estesa, che nessuno di voi può farsene neanche il più piccolo concetto. Io lo rivelo solo a colui che ha un vago sentore di come sia; tuttavia, così com'è, è buono per tutti voi. Credetelo fermamente, e siate fiduciosi sulla Mia assistenza, e sicuramente percorrerete la via della Luce.

11. Io, vostro Padre Gesù, vi dico: siate di buon animo. Per ognuno di voi è ora il tempo in cui vi trovate sul terreno che avete desiderato alla Mia umanizzazione. – Nessuno si lamenti di questo o di quello, poiché molto vi è ancora nascosto e vi deve solo essere dato. Lo ripeto ancora una volta: “Vivete nel silenzioso, eterno crescente Amore che Io stesso vi ho dato, così che possa darvi cose ancora più grandi!”. Amen!

 

* * * * * * *

 

 

 

Indice

 

Cap.

Titolo

data

 

Prefazione

 

Cap. 1

Introduzione del Padre Gesù – Chiarimenti su quale fede sia la vera

7.09.1902

Cap. 2

Esortazioni a non interpretare arbitrariamente la Bibbia, né aggiungere o togliere quanto rivelato ai veri profeti

2.01.1900

Cap. 3

Il triplice significato della Bibbia

27.08.1902

Cap. 4

Perché credere nella Teosofia cristiana

 

Cap. 5

Sulla vera fede

 

5/1

- Domanda: “L’insegnamento cristiano nel Nuovo Testamento è il vero insegnamento di Cristo?”

 

5/2

- Il testo del Credo apostolico

 

5/3

- La fede e l’amore nella piena verità

8.02.1904

Cap. 6

Il primo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “Credo in Dio, il Padre onnipotente, creatore del Cielo e della Terra”

 

6/1

- La vera fede in Dio

 

6/2

- Dio quale Padre

 

6/3

- Dimostrazioni che Dio è Amore e procede secondo l’Amore

 

6/4

- Gli attributi di Dio

 

6/5

- L’idea dell’uomo su Dio esistente nella Creazione e nella natura

15.01.1904

6/6

- Chi ha conoscenza di Dio dalla Creazione?

 

6/7

- L’uomo afferma che ciò che non vede o non sente, non esiste

8.08.1903

Cap. 7

Il secondo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “E in Gesù Cristo, Suo Figlio unigenito, nostro Signore…”

 

7/1

- La fede in Cristo

 

7/2

- Gesù Cristo chiamato l’unigenito Figlio di Dio

 

7/3

- Gesù, Figlio di Dio

 

7/4

- Gesù, Figlio di Davide

 

7/5

- Gesù, Figlio dell’uomo

 

7/6

- L’Uomo-Gesù è Dio

 

7/7

- La fede in Dio come Persona visibile

 

7/8

- L’unica fede che rende beati è quella che Io sono Gesù Cristo, vostro Dio e Redentore

 

7/9

- La forza della fede

 

7/10

- La fede è l’eterna Verità nella Parola di Dio

 

7/11

- La fede degli apostoli in Cristo

 

7/12

- La roccia della fede è la verità in “Dio-Roccia”

 

7/13

- Appellativo di Gesù “Signore”

 

7/14

- Gesù, la “Luce del mondo”

 

7/15

- Gesù Cristo è il Primogenito di tutta la Creazione

 

Cap. 8

Il terzo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “…concepito dallo Spirito Santo, nato da Maria vergine”

 

8/1

- Nascita e storia della vita di Gesù

 

8/2

- Dodicesimo anno di Gesù

 

8/3

- Negli anni di insegnamento 30-33

 

Cap. 9

Il quarto articolo di fede nel Credo apostolico recita: “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto”

 

Cap. 10

Il quinto articolo di fede nel Credo apostolico recita: “ascese al limbo, il terzo giorno resuscitò dai morti”

 

Cap. 11

Il sesto articolo di fede nel Credo apostolico recita: “salito al Cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente”

 

Cap. 12

Il settimo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “verrà per giudicare i vivi e i morti”

 

Cap. 13

L’ottavo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “Credo nello Spirito Santo”

 

Cap. 14

Il nono articolo di fede nel Credo apostolico recita: “la santa Chiesa di Cristo (poi cambiato con ‘cattolica’), la comunione dei beati”

 

14/1

- L’unica Chiesa che rende beati

 

14/2

- Cosa dice Dio quando gli uomini si costruiscono templi idolatri, oggi chiamati chiese?

 

14/3

- Chiesa e cerimonie

 

14/4

- Non bisogna rivolgere preghiere a nessuna comunità di beati

 

Cap. 15

Il decimo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “il perdono dei peccati”

 

15/1

- Solo l’offeso può perdonare i peccati

 

15/2

- Il peccato originale

19.01.1903

Cap. 16

L’undicesimo articolo di fede nel Credo apostolico recita “la resurrezione della carne

 

Cap. 17

Il dodicesimo articolo di fede nel Credo apostolico recita: “e la vita eterna. Amen!”

 

Cap. 18

I Dieci Comandamenti di Dio

 

18/1

- Il Decalogo

 

18/2

- Premessa di Schumi

 

18/3

- Necessità della purificazione per l’osservanza dei comandamenti

 

18/4

- (Allegato 1) - tramite A.h. Kronstadt

23.01.1903

18/5

- (Allegato 2) - tramite A.h. Kronstadt

8.05.1903

Cap. 19

Il 1° Comandamento

 

19/1

- Credere in un solo Dio

 

19/2

- Il 1° Comandamento dice: «Devi credere in un solo Dio. Devi amare, venerare ed adorare solo quest’unico Dio, e non avere altri dèi accanto a Lui».

 

19/3

- La disorientante credenza in Satana

 

19/4

- Proibizione nel 1° Comandamento

 

19/5

- L’arbitraria recitazione dell’Ave Maria

 

19/6

- La venerazione dei santi

 

19/7

- L’adorazione di immagini, statue, simboli e figure morte nella Chiesa cattolica romana come una volta presso i pagani

 

19/8

- L’insensata venerazione delle reliquie

 

19/9

- Una parola sui miracoli ai resti del corpo dei beati

 

19/10

- Annotazione di Schumi

 

19/11

- Come adempiere il 1° Comandamento

 

19/12

- I peccati verso il 1° Comandamento

 

19/13

 - I sette peccati contro lo Spirito Santo

 

Cap. 20

Il 2° Comandamento

 

20/1

- Non nominare il Nome di Dio

 

20/2

- Il divieto nel 2° Comandamento

 

20/3

- La richiesta insita nel 2° Comandamento

 

20/4

- Il 2° Comandamento nel senso spirituale

 

20/5

- Il 2° Comandamento nel senso celeste

 

Cap. 21

Il 3° Comandamento

 

21/1

- Il perché fu introdotta la consacrazione del Sabato

 

21/2

- Malinteso sulla celebrazione del Sabato presso gli ebrei

 

21/3

- Perché i cristiani delle origini abbandonarono il Sabato ebraico ed introdussero la domenica?

 

21/4

- Chiarimenti a uno scritto di Swedenborg sul ‘Sabato’

 

21/5

- La santificazione del Sabato presso gli israeliti

 

21/6

- Il Sabato nel senso spirituale

 

21/7

- Il Sabato nel senso celeste

 

21/8

- Come si santificano oggigiorno la domenica e i giorni di festa

 

Cap. 22

Il 4° Comandamento

 

22/1

- I doveri prescritti nelle Scritture 4° comandamento

 

22/2

- Il comportamento proibito verso i genitori

 

22/3

- La promessa di Dio ai bravi figli

 

22/4

- Come i genitori devono allevare i figli

 

22/5

- Il significato spirituale del 4° comandamento

 

22/6

- Il 4° Comandamento nel senso spirituale

 

22/7

- Il Sole e la Terra, quali genitori materiali

 

22/8

- Padre e madre nel senso celeste

 

Cap. 23

Il 5° Comandamento

 

23/1

- Le proibizioni del 5° Comandamento

 

23/2

- Le minacce agli assassini indicate nelle Scritture

 

23/3

- Cosa viene proibito ulteriormente dal 5° Comandamento?

 

23/4

- Il mangiar carne è vietato!

 

23/5

- Schumi riceve ciò che Ch. H.S. aveva ricevuto sull’alimentazione con il pesce o la carne

28.02.1899

23/6

- Uccidere in senso spirituale

 

23/7

- Uccidere in senso celeste

 

23/8

- Come il suicida si ritrova nell’aldilà

 

Cap. 24

Il 6° Comandamento

 

24/1

- Non praticare l’impudicizia!

 

24/2

- Comportamenti per adempiere il 6° Comandamento

 

24/3

- Imparare a combattere la natura umana e le sue esigenze

 

24/4

- Matrimonio o l’essere sposato

 

24/5

- Tradimento nel matrimonio e pentimento

 

24/6

- I peccati sessuali da considerare tali

 

Cap. 25

Il 7° Comandamento

 

25/1

- Le proibizioni del 7° Comandamento

 

25/2

- Ciò che viene comandato dal 7° Comandamento

 

25/3

- Il 7° Comandamento nel senso spirituale

 

25/4

- Il 7° Comandamento nel senso celeste

 

Cap. 26

L’8° Comandamento

 

26/1

- Ciò che è proibito dall’8° Comandamento

 

26/2

- Ciò che è comandato con l’8° Comandamento

 

26/3

- L’8° Comandamento in  senso spirituale

 

26/4

- L’8° Comandamento in senso celeste

 

Cap. 27

Il 9° Comandamento

 

27/1

- Il perché del 9° Comandamento

 

27/2

- Il 9° Comandamento nel senso spirituale

 

Cap. 28

Il 10° Comandamento è solo in senso spirituale

 

Cap. 29

I due Comandamenti dell’Amore

 

29/1

- Il 1° Comandamento dell’Amore

24.01.1902

29/2

- Il 2° Comandamento dell’Amore

24.01.1902

Cap. 30

Il karma

 

30/1

- Origine della denominazione ‘karma’

 

30/2

- Cos’è effettivamente il karma

8.06.1901

30/3

- Come produce l’uomo un buon karma

9.06.1901

30/4

- Come produce l’uomo il suo cattivo karma?

9.06.1901

30/5

- Il motivo della necessità del karma e i suoi effetti

9.06.1901

30/6

- Esempi per comprendere il senso del karma

18.06.1901

30/7

- Insegnamento del karma nel Vecchio Testamento

20.09.1902

30/8

- La legge della causa ripercuote il cattivo karma nella reincarnazione

15.06.1902

30/9

- Controllare i pensieri negativi che attirano spiriti negativi e peggiorano il karma

10.06.1902

30/10

- La giusta ricompensa delle opere buone o cattive nell’aldilà

19.08.1902

30/11

- Il luogo di dimora degli spiriti nell’aldilà in rapporto alle opere

8.06.1902

30/12

- Il karma della fede in Dio-Gesù

18.0.1902

Cap. 31

Insegnamenti sulla reincarnazione

 

31/1

- L’insegnamento induista della reincarnazione

 

31/2

- La dottrina della reincarnazione nel Vecchio Testamento

20.05.1902

31/3

- La reincarnazione è una dottrina confermata

17.09.1902

31/4

- La dottrina della reincarnazione è espressa nel Nuovo Testamento

 

31/5

- La dottrina della reincarnazione dalle lettere degli apostoli e, tramite Lorber

 

31/6

- Lo spirito di Dio è esistente prima dell’incarnazione

2.11.1902

31/7

- Nei sogni l’apparizione di animali denota l’essenza animalesca di spiriti

2.11.1902

31/8

- La dottrina della reincarnazione insegnata fino al 5° secolo e poi maledetta

2.11.1902

31/9

- L’errata credenza di infinite reincarnazioni della religione indiana

23.05.1902

31/10

- La reincarnazione come punizione di precedenti vite vissute nel peccato

26.04.1901

31/11

- I cosiddetti ‘segnati’, come puniti, da non deridere

30.11.1902

31/12

- I genitori riflettano sui loro peccati

30.10.1902

31/13

- Dai frutti si riconosce l’albero

30.10.1902

31/14

- Il perché dei nati ciechi

23.06.1902

31/15

- I ciechi da un occhio, strabismo, sguardo maligno

30.10.1902

31/16

- I nani

13.03.1901

31/17

- Gli storpi

13.03.1901

31/18

- Il perché degli zoppi e degli arti contorti

30.10.1902

31/19

- Il perché dei gobbi

26.04.1901

31/20

- Il perché dei cretini

23.10.1900

31/21

- Gli idioti e gli scimuniti

30.10.1902

31/22

- I pagliacci terreni diventano di là dei sorridenti ghignanti idioti

30.10.1902

31/23

 - Idioti e geni nella stessa famiglia e la causa degli stupidi

30.10.1902

31/24

-  Il perché di chi ha la testa grande o il gozzo

30.10.1902

31/25

- I duri d’orecchio o sordi

27.05.1901

31/26

- Il perché dei muti

27.05.1901

31/27

- Il perché dei sordomuti, da non disprezzare mai

27.05.1901

31/28

- Corresponsabilità della madre e del padre nello sviluppo dei figli e della fisionomia

30.10.1902

31/29

- La cleptomania è limitata con incarnazioni in famiglie ricche

 

31/30

- La reincarnazione è concessa se ultra desiderata

23.04.1903

31/31

- Il terzo sesso: l’amore ellenico

31.03.1901

31/32

- Perché vengono al mondo gli ermafroditi?

13.03.1901

31/33

- Reincarnazione di un’anima maschile a donna ermafrodita

 

31/34

- Una valida prova dell’esistenza dell’aldilà

 

31/35

- La trasformazione dell’anima nella reincarnazione

 

31/36

- Sulle false affermazioni di spiriti-parziali

23.08.1904

31/37

- Ad un’incarnazione terrena segue una reincarnazione sulla Terra o sulla Luna come punizione

3.11.1902

31/38

- La Terra è l’ultimo mondo per le incarnazioni delle anime

 

31/39

- Reminiscenza discontinua nelle incarnazioni

3.11.1902

Cap.32

Insegnamenti sull’anima

 

32/1

Il corpo di carne è l’immagine e dimora dell’anima

7.05.1901

32/2

L’origine della Creazione materiale e dell’uomo

 

32/3

L’uomo come Tempio di Dio

 

32/4

La creazione dell’anima

17.12.1903

32/5

L’uomo come Dio e Satana in una persona

5.10.1902

32/6

L’uomo come un dio originato da Satana – Gesù come Figlio dell’uomo con tutte le virtù divine

2.03.1903

32/7

L’anima come eterno sommo sacerdote di Dio

7.02.1902

32/8

Con la vita terrena l’anima deve tendere alla penitenza

13.01.1904

Cap. 33

Chi confessa Cristo davanti agli uomini ha la Sua figliolanza

15.05.1900

Cap. 34

Con le sofferenze subite ingiustamente si ottengono grazie

26.07.0057

Cap. 35

Il perché delle sofferenze terrene

5.09.1903

Cap. 36

Parola del Padre sulla Teosofia

10.08.1902

Cap. 37

Insegnamenti comportamentali per diventare un vero teosofo

 

37/1

- I Miei insegnamenti: vecchi e nuovi

22.05.1901

37/2

- Nell’aldilà non c’è più la maschera della falsità

 

37/3

- I due differenti valori nel fare del bene

 

37/4

- Le tre specie di bene

 

37/5

- L’uomo come strumento di Dio non può fare nulla da se stesso

 

37/6

- L’amore per il prossimo può essere di tre specie

 

37/7

- Non si può agire in maniera doppia

 

37/8

- Non si possono servire due padroni

 

37/9

- Ipocrisia e finzione sono infernali

 

37/10

- L’amore buono e l’amore vero nell’uomo

 

37/11

- Chi ha amore per Dio?

 

37/12

- La fede in Gesù

 

37/13

- La fede interiore ed esteriore

 

37/14

- La tolleranza flemmatica se non si è in quella giusta

28.05.1903

37/15

- Fanatismo religioso nella conversione

23.11.1901

Cap. 38

Lo scopo della Teosofia cristiana

14.11.1901

Cap. 39

Tra le prescrizioni per diventare teosofi, la prima è la castità

5.02.1903

Cap. 40

L’uomo e la materia

23.05.1901

Cap. 41

Desideri della carne e aspirazione dello spirito

28.08.1903

Cap. 42

L’istruzione da Dio nel nuovo regno di Dio sulla Terra

 

Cap. 43

La necessità dell’istruzione spirituale

9.09.1901

Cap. 44

I peccati degli uomini

13.05.1903

Cap. 45

L’indispensabilità della preghiera

12.09.1901

Cap. 46

“Ora et labora”

 

Cap. 47

Io sono Spirito e chi Mi adora deve adorarMi in spirito e verità

7.10.1901

Cap. 48

Come adorare in spirito e in verità

5-7.07-1902

48/1

- Il molto sapere non rende felici

14.01.1904

48/2

- Il tacere fa tendere al dono della rinascita

22.07.1903

48/3

- Il parlare di cose mondane vi attira alla materia

12.10.1904

48/4

- I peccati verso il prossimo

14.01.1904

48/5

- I peccati intenzionali non sono perdonati

14.01.1904

48/6

- La sorte dei suicidi nell’aldilà

17.09.1901

48/7

- L’importante introspezione giornaliera interiore

8.05.1902

48/8

- Tendere sempre al dominio di se stessi

10.10.1902

48/9

- Sopprimere sul nascere i pensieri peccaminosi

25.05.1902

48/10

- Le offese vanno sempre pareggiate con la richiesta del perdono

29.01.1901

48/11

- L’indispensabile perdono verso i nemici

29.01.1901

48/12

- Pretendere di aver ragione è un grande difetto

7.10.1902

48/13

- La lotta contro la lussuria         

8.06.1899

48/14

- La lotta contro gli spiriti lussuriosi

 

48/15

- La lotta contro il dubbio sulla Parola di Dio

14.01.1898

48/16

- La potenza della parola

5.08.1902

48/17

- La vita e le opere secondo la parola

 

48/18

- Aver cura dei propri pensieri

20.12.1901

48/19

- Conclusione di come adorare in spirito e verità

8.05.1901

Cap. 49

L’elevato esempio dell’umiltà di Dio in Gesù

17.05.1901

49/1

- L’umiliarsi dinanzi a Dio

5.03.1901

Cap. 50

Il comportamento degli uomini che non tendono a Dio

5.11.1901

Cap. 51

Nessuna auto mortificazione della carne è richiesta da Dio

25.01.1902

Cap. 52

La deviante lettura di libri non teosofici e giornali

25.07.1901

Cap. 53

Riflessioni sulla ‘predica del monte’

10.01.1896

Cap. 54

Chiarimento sull’obbligo della Legge al tempo di Gesù  (26.05.0032)

 

Cap. 55

L’esagerato zelo dei martiri non è utile

 

Cap. 56

Il digiuno materiale frena gli stimoli carnali

25.04.1901

Cap. 57

L’indispensabile pentimento e la necessaria penitenza

5.01.1901

Cap. 58

Il ringraziamento a Dio nel più grande amore

 

Cap. 59

Nella libera scelta di seguire i comandamenti, c’è l’azione della giustizia

3.06.1901

Cap. 60

Gesù, lo Sposo dell’anima

 

60/1

- Il rapporto dell’anima con lo spirito di Dio come Sua sposa

24.08.1904

60/2

- Uno per tutti, e tutti per Uno

2.03.1901

60/3

- “Io sono la Via, la Verità e la Vita!”

27.11.1901

Cap. 61

Lusso, arroganza e maltrattamento dei servitori domestici

5.10.1902

Cap. 62

L’apparizione della croce

 

Cap. 63

Tendere alla materia, è la morte dell’anima

4.07.1902

Cap. 64

La vera pietra filosofale è l’amore

24.11.1902

64/1

- Senza amore, l’anima rimane tenebrosa

5.02.1903

Cap. 65

Tendere alla beatitudine nel giusto tempo della maturazione

2.10.1851

Cap. 66

Il Padre e i Suoi figli

17.11.1902

66/1

- Saper diventare figli del Cielo

6.04.1902

Cap. 67

Riconoscere nella Creazione le leggi e le forze spirituali superiori

25.03.1901

Cap. 68

“Adottate la serietà della vita, prima che sia troppo tardi!”

7.10.1903

Cap. 69

Lo spirito umano da educare affinché si perfezioni

12.07.1902

Cap. 70

Dio è Padre e Madre degli uomini

14.04.1902

Cap. 71

L’immenso valore di un anima umana

2.12.1899

Cap. 72

Tendere alla Verità divina come fece Gesù

27.05.1903

Cap. 73

I cinque segni della presenza di Dio  (G.V.G. IX,43)

 

Cap. 74

Consigli per la rinascita vincendo le tentazioni

3.11.1898

Cap. 75

Subordinare sempre la propria volontà alla Volontà divina

23.09.1900

Cap. 76

”Siate soddisfatti in tutto!”

18.05.1903

Cap. 77

Concentrare tutti i pensieri in Dio

13.07.1901

Cap. 78

La motivata sferza di Dio

9.03.1905

Cap. 79

Amore, umiltà e pazienza in Gesù

5.01.1903

Cap. 80

Quale comportamento verso il prossimo

3 e 5.02.1901

Cap. 81

I sette spiriti dell’umiltà

8.12.1901

81/1

- Ulteriori insegnamenti sull’umiltà - L’esempio dei cretini

16.02.1901

81/2

- La lotta della vita ottiene la vittoria se fatta con l’umiltà

 

81/3

- Chiunque si incontri, deve essere salutato e considerato con umiltà

 

Cap. 82

Come attuare il vero amore per il prossimo

18.11.1901

Cap. 83

L’amore verso il prossimo

 

83/1

- Praticare l’amore fattivo

 

83/2

- Sette vie della compassione verso il prossimo con la mitezza

2 e 20.12.1901

83/3

- Regole per una giusta attività nell’amore per il prossimo

27.10.1902

83/4

- A chi dare la decima?

 

83/5

- Agire sempre con le opere dell’amore

 

83/6

- Anche i poveri devono compiere le opere dell’amore per il prossimo

3.11.1901

Cap. 84

La virtù della pazienza

10-17.10.1901

Cap. 85

La pazienza di Gesù

6.05.1901

Cap. 86

Come vivere la castità

20-25.07.1901

Cap. 87

Avere sempre la pace nel cuore

6-8.11.1901

Cap. 88

Nutrire altruismo verso chi è di più ed ha di più

20-23.10.1901

Cap. 89

Ammonizioni, proverbi, consigli e insegnamenti per vivere con sapienza e giustizia

3-5.03.1901

Cap. 90

L’amore per Dio e per il prossimo

 

90/1

- Le dieci tavole della legge dell’amore per Dio e per il prossimo

5.10.1901

90/2

- L’alto valore dell’amore per Paolo

 

90/3

- I sette spiriti dell’amore nel linguaggio dei fiori

10.10.1901

90/4

- “Procedete sempre nell’amore per Dio e per il prossimo!”

 

90/5

- “Abbiate saggezza nell’amore!”

 

90/6

- Differenza tra l’amore spirituale e quello materiale

 

90/7

- Il perché è necessario amare Dio sopra ogni cosa

 

Cap. 91

L’uomo deve tendere alla sua vita interiore

24.07.1899

Cap. 92

L’essenza della fiamma, della luce e del calore

18.07.1899

Cap. 93

La divina Trinità nella natura

8.02.1901

Cap. 94

La fiamma spirituale quale il santissimo Sacramento

 

Cap. 95

L’immenso etere spirituale-materiale – L’essenza della Divinità - L’originario sole della Divinità

 

Cap. 96

Cristo, la Sapienza di Dio che si fece crocifiggere

 

Cap. 97

Gesù è morto per i peccati precedenti, non per i susseguenti

 

Cap. 98

Buddha ha già riconosciuto Cristo

18.03.1901

Cap. 99

Ultime chiarificazioni e conclusive indicazioni

5.06/10.07.1901

99/1

- Diventare veri teosofi perseverando nell’umiltà e nella conoscenza

 

99/2

- L’autenticità della fede nella Teosofia

 

99/3

- L’uguaglianza tra tutti i fratelli

 

99/4

- Perseguire la fratellanza

 

99/5

- Tutti gli uomini sono con pari diritti

 

99/6

- Insegnamenti conclusivi

 

99/7

- Con la Teosofia tendere al Cielo e non all’inferno

 

Cap. 100

Cosa s’intende con l’espressione “rinascita dello spirito”?

14.12.1904

 

Supplemento

 

Cap. 101

La Teosofia quale vero insegnamento per gli uomini-figli

 

Cap. 102

Il più grande comandamento nella legge: l’amore per Dio e per il prossimo!

 

Cap. 103

Piccoli misteri altamente spirituali

 

103/1

- Il motivo dei piccoli misteri

 

103/2

- Il mistero del Regno di Dio nelle parabole di Gesù

 

103/3

- I cosiddetti santi al tempo del primo cristianesimo

1.09.1903

103/4

- Cosa è l’insegnamento trascendentale

 

103/5

- Il termine ‘mistero’

 

103/6

- Richiedere la benedizione su tutto

 

103/7

- Il mistero della rivelazione di Dio su se stesso

 

103/8

- Il mistero della Luce di Dio

6.09.1903

103/9

- Il mistero di Dio in Cristo

 

103/10

- L’intero insegnamento di Gesù è stato adempiuto

 

103/11

- Il mistero della pietà beatitudine di Dio nell’incarnazione

 

103/12

- Il grande mistero tra Cristo e la comunità dei fedeli

 

103/13

- Cristo come capo della comunità dei fedeli

3.09.1903

103/14

- Il mistero del Cielo ovvero della vita eterna

9.09.1903

103/15

- Il mistero di Gesù Cristo, Dio, in noi

 

cap. 104

Gli effetti e i doni della seconda rinascita

12-13.07.1902

cap. 105

La vita spirituale come un Sole-centrale primordiale

25.10.1902

cap. 106

Dieci piccoli doni

 

106/1

- L’immagine e il ritratto di Dio

 

106/2

- L’albero della vita

 

106/3

- L’albero della conoscenza

 

106/4

- Il matrimonio, la procreazione, l’anima

 

106/5

- Il teurgo e la teurgia dei grandi misteri

 

106/6

- Il significato del termine “la vita eterna”, di Dio

 

106/7

- Un rinato genera spiritualmente i figli incarnati dal Cielo

 

106/8

- L’uomo quale telegrafo spirituale

 

106/9

- La necessità di disporre di molteplici categorie di uomini

 

106/10

- Il mistero della coscienza continuamente stimolante

 

Cap. 107

La Creazione riconoscente ringrazia, l’uomo no!

6.07.1904

Cap. 108

Praticare l’amore nella vita pratica

5.10.1902

Cap. 109

Tre brevi note da Schumi

 

 

Allegati

 

n. 1

A Gottfried Mayerhofer: Una Parola di verità sulla reincarnazione  (inedito)

16.06.1874

n. 2

A Franz Hedwig: La Parola interiore – Reincarnazione – L’amore come Scintilla di Dio

23.11.1889

n. 3

Risposta esplicativa del Padre Gesù a F. Schumi su quanto rivelato a F. Hedwig

16.09.1904

 

 

 

 

 

 

seconda edizione: Febbraio 2023

a cura di

“Amici della nuova Luce”

 



[1] Dogmatica: che non ammette discussioni, è categorica.

[2] Teosofia: scienza concernente la Divinità e tutto ciò che con la Divinità è in stretto rapporto. Forma di conoscenza superiore, a carattere mistico, partecipata da Dio direttamente a certi individui privilegiati ai quali si dà a conoscere nelle Sua vera natura. Theosofia, comp. di Theos «Dio» e sophia «sapienza».

[3] Ciò si riferisce ai tanti libri già ricevuti da altri mistici.

[4] La Santa Trinità, altro libro (n. 37) ricevuto da Schumi e pubblicato nel 1901.

[5] Qui inteso che la spiegazione dei Dieci Comandamenti era già stata data a Schumi, anche se poi qui inseriti in capitoli successivi.

[6] Il riferimento di quanto citato, di scritti dal n. 11 al 21, forse di ulteriori dettati a Schumi, non sono stati trovati, come altri mancanti tra i suoi libri numerati.

[7] Ulteriori spiegazioni spirituali su questo sono già state date al n. 71 ossia nel libro “Cristo e la Bibbia” degli scritti Cristiano-Teosofici.

[8] A conferma di ciò, un’ulteriore spiegazione del perché gli uomini avrebbero dovuto soffrire il supplizio della croce, vedi la rivelazione “Autobiografia della passione di Cristo” cap.1,6.

[9] Il libro di Schumi “Cristo, il Suo arrivo e ritorno” non è in nostro possesso.

[10] Ulteriori spiegazioni sul ‘corpo’ di Dio visibile, vedi “La santa Trinità” cap. 7,5 e 11,2

[11] Urka è il nome della stella denominata Regulus.

[12] Un’ulteriore spiegazione che vale come anticipazione al concetto della vera fede, può essere appreso in un’altra rivelazione tramite Jakob Lorber nel testo “Dall’inferno al Cielo” – vol. 1 cap. 35 del 25.01.1849.

[13] Il magnetismo e l’elettricità sono trattati ampiamente nel libro “Segreti della Creazione” di Gottfried Mayerhofer al capitolo 2 e 3, gestito dalla Casa editrice Gesù la Nuova rivelazione”.

[14] Dal Faust di Goethe.

[15] Vedi la spiegazione approfondita nel libro “La Giustificazione” – cap. 4.

[16] Unigenito: che si è per natura; congenito, connaturato: tendenza ingenita nell'uomo.

[17] Camerlengo: amministratore delle finanze. Si chiamava Themann. Una rivelazione del 1935 a Max Seltmann presenta quell’evento. (vedi “Il camerlengo proveniente dal paese dei mori”)

[18] Libro 37: “La Santa Trinità”; libro 71: “Cristo e la Bibbia” sempre di Franz Schumi.

[19] (Stoccolma 1688 - Londra 1772) teosofo svedese. Figlio di Jesper Swedberg, vescovo luterano di Skara, studiò a Uppsala filosofia e scienze, e si perfezionò a Londra, poi in Olanda, Francia e Germania. Nel 1716 fu nominato assessore nel Collegio reale delle miniere. Attratto sin dall’infanzia dalle manifestazioni soprannaturali e metapsichiche, coltivò inizialmente interessi filosofico-naturalistici e solo in un secondo tempo si volse decisamente verso la riflessione teologica e l’esperienza mistica. Una «visione» del Cristo fu alla base del nuovo orientamento formulato nel “De cultu et amore Dei” (1744), che è una rielaborazione mistica della Genesi. Una seconda «visione» (1746) portò un cambiamento radicale nella sua vita. Abbandonò il suo ufficio, si ritirò in solitudine a Horngata, e qui trascorse in disciplina ascetica quasi tutto il resto della sua esistenza, sforzandosi, anche con procedimenti psicofisici («respirazione interna»), di entrare in contatto con gli esseri soprannaturali, per trarne luce sul senso recondito della Scrittura, sotto l’influsso del neoplatonico Filone di Alessandria e di Origene. Sulla Bibbia e sulle «visioni» dell’aldilà è dunque fondato il sistema teosofico che elaborò, in stretta connessione con la sua idea di una «nuova chiesa» secondo modelli pietistici che espose nelle opere “Arcana celeste” (8 vol.: 1747-58), “Cielo e inferno” (1758), “La vera Chiesa cristiana” (1771).

[20] In questo passo Palo sostiene: «Infatti, noi pensiamo che l’uomo sia giustificato dalla fede senza le opere della Legge».

[21] Jesurun: nome poetico d’Israele.

[22] Vedi anche altra rivelazione a Jakob Lorber su G.V.G. vol.8 cap.48,11: “Sulla nuova Terra felice verranno conclusi anche matrimoni, però secondo il Mio Ordine, così come in Cielo, e saranno anche generati figli in gran numero, ma non per pura libidine, bensì attraverso la vera serietà dell’amore, e ciò fino alla fine di tutti i tempi di questa Terra”.

[23] Gesù quando iniziò ad insegnare aveva circa trent'anni e si pensava fosse un figlio di Giuseppe, il quale era figlio di Giacobbe come è detto in Luca 3,23 e in Matt. 1,16.

[24] Ulteriori notizie sul Grande Vangelo di Giovanni volume VIII capitolo 116 capoverso 10.

[25] Il nuovo regno dell’Amore: trattasi del ‘regno dei mille anni’, profetizzato nell’Apocalisse cap. 20 che si attuerà dopo il grande Giudizio.

[26] Ostracine: identificabile con Zaraniq, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Augustamnica, prima nella diocesi civile d'Egitto. Faceva parte del patriarcato di Alessandria ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Pelusio.

[27] Seppur così è indicato notoriamente dalle S.Scritture, nella realtà spirituale quello spirito dell’inferno che tentò Gesù nel deserto non fu Satana, ma il Satan, cioè un subordinato tra i potenti demoni dell’inferno, spiegato a Jakob Lorber in un’annotazione del 22 marzo 1864 (“Spiegazioni di testi biblici” cap. 8,39), e cioè lo spirito ovvero l’anima del re babilonese Nabucodonosor.

[28] Spiegazione del Padre a Schumi: - Matteo 3,13 e 16, ma al 14,15 e 17 è un errore, una tradizione falsa e inventata, che Luca annotò nell’anno 54, cioè 24 anni dopo la morte di Giovanni, dove il versetto 17 appare scambiato con la scena del monte Tabor. Il giusto è solo ciò che è stato rivelato qui dal Padre stesso.

[29] Gli apostoli che il Signore scelse: «Tu Simon Pietro sei il primo, e tu Andrea, fratello di Simone, il secondo; Giacomo, figlio di Zebedeo, tu sei il terzo; e tu Giovanni, suo fratello, il quarto; il quinto sei tu Filippo, e tu Bartolomeo il sesto; tu Tommaso il settimo; e tu Matteo, il pubblicano, sei l’ottavo; tu Giacomo, figlio di Alfeo, sei il nono; e tu Lebbeo, che ti chiami anche Taddeo, sei il decimo, tu Simone di Cana sei l’undicesimo; e tu Giuda Iscariota, il dodicesimo» (GVG. vol. 1° cap. 134).

[30] “La passione di cristo” è un libro non in nostro possesso, ma un’idea della sofferenza sulla croce può essere compresa tramite un’altra rivelazione del 1934 “Autobiografia di Cristo” data a una persona rimasta anonima .

[31] Quindi, secondo il conteggio moderno del tempo che inizia dopo la mezzanotte, la resurrezione avvenne il 28 marzo alle 3 del mattino.

[32] Osea 8,14. Maggiori particolare nel libro “La Santa Trinità.

[33] Si veda il capitolo 15,8.

[34] Onia: sommo sacerdote, tendeva le mani e pregava per tutto il popolo dei giudei.

[35] Di più sull’argomento nel “Libro delle preghiere”.

[36] Prerogativa: privilegio, diritto speciale concesso per legge o per consuetudine.

[37] “Governo famiglia di Dio” volume primo cap. 13.

[38] Un breve resoconto sulla persona di Matteo, non quello che seguiva Gesù, ma di un altro Matteo di Sidone, successivo, denominato l’Rabbas, l’autore del Vangelo attuale accreditato dalla Chiesa cattolica nel 1° Concilio, ci è stato donato il 18.03.1864 tramite Jakob Lorber (vedi “Spiegazioni di testi biblici” cap. 6).

[39] Questo libro è pubblicato da questa stessa Casa Editrice sotto il titolo “I Dieci santi Comandamenti”.

[40] Eduard Veith (1820-1883)

[41] Scarlatto: di colore rosso vivo splendente.

[42] Loppa: l’involucro dei chicchi di grano e di altri cereali.

[43] Correggiato: arnese rustico, formato da due bastoni snodati tra loro e tenuti insieme da una breve striscia di cuoio o da una corda; era usato, prima delle trebbiatrici, per battere il grano, l’orzo e simili.

[44] Musa significa = “montagna”; – Sina-i invece = “monte” o montagne Sinai interpreta spiritualmente il celestiale, ma significa = “le montagne dell’Amore di Dio”, vale a dire = ‘si’, “montagne”, come plurale di ‘sa’, “montagna”; ‘na’, “i”; ‘a-i’ significa = “suolo primordiale del divenire” ovvero l’Amore divino, poiché ‘i’ significa l’Io divino, che è l’Amore che crea eternamente.

[45] Una particolare rivelazione del 1932 a Max Seltmann (Libro VII), presenta il tempo dei 40 giorni nel deserto.

[46] Darvinismo: dottrina dell’inglese Ch. Darwin sulla naturale evoluzione degli organismi viventi, da semplici forme primitive, al grado in cui oggi sono pervenuti, mediante la selezione e la lotta per la vita.

[47] Fauno: secondo l’antica mitologia romana, divinità protettrice degli armenti; in età meno antica lo si immaginò con una figura mezzo uomo e mezzo animale (piedi caprini, piccole corna in testa, coda).

[48] Politeismo: adorazione, culto di molti dèi.

[49] Megalomania: desiderio smodato di avere tutto ciò che c’è di meglio per un esagerato concetto di sé e delle proprie capacità; mania di grandezza.

[50] In quanto a ciò segue una maggiore spiegazione nel libro “Gesù Cristo, la Sua venuta e il Suo ritorno” (testo non ancora trovato).

[51] Su questo argomento si invita il lettore alle opere di Lorber: Grande Vangelo di Giovanni vol. I cap. 217; vol. V cap. 70; vol. V cap. 94; vol. V cap. 220,2; vol. VI cap. 10,12; vol. VIII cap. 34,12 e 21; – La Terra cap. 56; – Doni del Cielo vol. 3,520-12; – Governo Famiglia di Dio vol. II cap.158.

[52] «Chi non ti temerà, o Signore, e non glorificherà il Tuo Nome? Tu solo, infatti sei Santo e tutti i popoli verranno e si prostreranno davanti a Te, perché i Tuoi giudizi son divenuti manifesti».

[53] «Ma voi non dovete farvi chiamare maestri, perché uno solo è il vero Maestro, e voi siete tutti fratelli. Non chiamate nessuno sulla Terra padre vostro, perché uno solo e il Padre vostro, quello che è nei Cieli».

[54] Eterodossia: la mancanza di conformità dottrinale rispetto alle verità ritenute patrimonio assolutamente certo e intangibile di un credo religioso.

40 Impenitenza: rifiuto di pentirsi.

[56] «Noi non siamo come quei molti che falsificano la Parola di Dio, ma parliamo mossi da sincerità, da parte Dio e in presenza di Dio in Cristo».

[57] Il nome Sabato = ‘Sabbata’ nel linguaggio ebraico, significa ‘riposo’, quindi il giorno di riposo dal lavoro materiale.

[58] Dies solis: il giorno del Sole.

[59] Il calcolo delle ore ancora al tempo di Gesù era diverso, di conseguenza il giorno iniziava dal sorgere del Sole e finiva al tramonto , quindi la resurrezione di Gesù avvenuta la notte del Sabato, secondo il conteggio moderno fa parte del giorno successivo dopo la mezzanotte, quindi il 28 marzo alle 3 del mattino, ma essendo prima del sorgere del Sole, secondo il conteggio antico fu il 27 marzo (vedi anche il cap. 10,11).

[60] Il concilio di Laodicea fu un sinodo locale a cui parteciparono 32 vescovi. Tra i 60 canoni furono trattati vari argomenti: le caratteristiche degli ordinandi chierici, il loro stile di vita, la celebrazione della domenica e della Quaresima, le restrizioni verso i non cristiani, il canone della Bibbia, ovvero la lista dei libri considerati ispirati e dunque validi per il culto, comprendente tutti e 22 i libri del canone ebraico, tra i deuterocanonici si citò solo il Libro di Baruc e il Libro di Geremia, e del Nuovo Testamento si omise l’Apocalisse.

[61] Haute volée: Termine francese che significa = l’alta volata.

[62] Millanteria: ostentazione eccessiva, vanagloria.

[63]  Senza onore: in Mosè il termine scritto è ‘maledetto’, ma ciò è decisamente errato, perché nell’uomo dimora lo Spirito di Dio, la cui sposa (l’anima) non si può maledire!

[64] Pupilli: minorenni, orfani dei genitori.

[65] Metateticamente: da metatesi, trasposizione, inversione di lettere o fenomeni all’interno di un vocabolo.

[66] «Rimetti la spada al suo posto, perché tutti quelli che prenderanno la spada, periranno di spada».

[67] A chi vuole non è fatto un torto.

[68] Patogene: che è causa, che è portatore di malattie.

[69] In futuro: nel nuovo regno millenario [n.d.r.]

[70] «Ecco io vi do ogni pianta che fa seme, su tutta la superficie della Terra e ogni albero fruttifero che fa seme; questi vi serviranno per nutrimento».

[71] La nuova Terra: il fascicolo/raccolta n. 45 di dettati tra il 1945-1963 a Bertha Dudde, sono specifici sull’argomento ‘nuova Terra’.

[72] Un ulteriore accenno nel libro “La Santa Trinità” cap. 14,91.

[73] Vedi anche in Jakob Lorber il G.V.G. vol.4 cap.231,4: “Chi disturba la propria donna durante la gravidanza, guasta il frutto già dentro il corpo materno e gli inocula lo spirito della lussuria, perché quello spirito che incita e costringe i coniugi a compiere l'atto carnale oltre alla misura prescritta dalla natura, trapassa poi potenziato nel frutto”.

[74] Vedi di J.Lorber G.F.D. vol.3 cap.91,6.

[75] In tedesco è adoperata la parola Pankert che non trova riscontro in nessun dizionario.

[76] Una rivelazione del 1959 data a A.Wolf, dà un esauriente spiegazione sull’adultera. (vedi “Maria Maddalena”)

[77] Lenocinio: turpe attività di chi induce o costringe alla prostituzione, per ricavarne lucro.

[78] Clorosi: forma di anemia, accompagnata da alterazione del colore della pelle, assai diffusa in passato tra le giovani durante il periodo della pubertà.

[79] Selenite: nome dato a una varietà di gesso o pietra lunare.

[80] Mica: denominazione generica di vari minerali silicati, sfaldabili in lamine sottilissime, di lucentezza perlacea, talvolta vitrea.

[81] Gomena: grosso cavo una volta usato per le ancore, oggi per ormeggiare le navi.

[82] Il ricco Epulone: Luca 16, 19-31.

[83] Trattasi di una piccola frusta fatta da Gesù. (vedi la rivelazione data a J. Lorber  nel 1851 – “Il grande Vangelo di Giovanni” - vol. 1 cap13)

[84] Karma o karman: termine sanscrito che indica l’azione e i suoi effetti. (Encicl.) In epoca vedica, karman indica l’atto rituale; nel brahmanesimo indica l’atto che genera la trasmigrazione, e anche nel buddhismo e nel giainismo ha analogo significato. Nella religione e nella filosofia induista il karman non solo è ogni atto compiuto dall’individuo nel corso della sua vita presente, ma è anche la somma, il risultato degli atti compiuti nelle sue esistenze precedenti, assumendo il carattere di una sorta di predestinazione che graverebbe pesantemente sul suo avvenire escatologico.

[85] Obers in austriaco significa panna, crema del latte.

[86] ‘L’adepto cristiano’: è probabilmente un libro comunicato a Schumi, del quale però non ne siamo a conoscenza.

[87] Ermafrodito: In botanica è il fiore che in sé ha stami e pistilli, cioè organi maschili e femminili. E’ il nome dato alla divinità mitologica quale figlio di Ermete e Afrodite che aveva il carattere bisessuato cioè dei due sessi. (vedi il dettato al capitolo 31/32 del 13 marzo 1901)

[88] Riguardo questo numero dei morti in alcune edizioni della Bibbia è scritturato in 14700 in altre i versetti dal 14 al 28 sono mancanti.

[89] Diseredazione: il privare qualcuno dell’eredità; il ritrovarsi senza eredità.

[90] Gibboso: che presenta la gobba.

[91] Epiteto: attributo, aggettivo che si pone dinanzi a un nome per esprimerne o per rilevarne una caratteristica essenziale.

[92] Il Devachan (dal sanscrito = "posto felice") è un termine usato dalle filosofie orientali, particolarmente nel Buddhismo, per indicare una dimensione temporanea degli spiriti puri, un piano mentale di soggiorno di beatitudine tra la morte terrena ed un nuovo ciclo di rinascite. Gli studi esoterico-astrali teosofici considerano il Devachan come il luogo dove andrebbero la maggior parte delle anime subito dopo la morte terrena.

[93] L’induismo è la religione del popolo dell’India, esistente da 4000 anni per mantenere divise quattro caste: i sacerdoti, i guerrieri, gli artigiani e i contadini cui si aggiunse un ultimo gruppo dei più miseri. Tali caste abolite dal 1950 sono però mantenute nella loro cultura legata all’idea della reincarnazione, al fine di mantenere i privilegi delle caste privilegiate.

[94] Cabala: presso gli Ebrei, dottrina tradizionale per l’interpretazione del senso mistico e allegorico della Bibbia.

[95] Grande Vangelo di Giovanni, volume 5° cap. 232.

[96] Giuseppe Flavio: (Gerusalemme 37-100). Storico di grande importanza per la storia ebraica. Condotto prigioniero a Roma per aver partecipato alla ribellione contro i romani, fu liberato da Vespasiano. La guerra giudaica, - Antichità giudaiche, - Contro Apione, - Opuscolo apologetico del giudaismo; autobiografia.

[97] La ‘Lettera agli Ebrei’ è stata erroneamente accreditata a Paolo, ma con gli insegnamenti del Signore tramite Schumi, più volte nei diversi testi viene ribadito che fu Pietro a scriverla.

[98] Serraglio: gabbia, recinto nel quale si tengono chiusi gli animali.

[99] La veggente di Prevost: uno dei libri del paranormale che ebbero più larga diffusione nel XIX secolo, affascinando migliaia di lettori e suscitando accese discussioni, fu Die Seherin von Prevorst del dottor Justinus A. C. Kerner, dedicato a un caso notevolissimo di facoltà chiaroveggenti e medianiche, da parte di un soggetto femminile altamente sensitivo. Fu un'opera che fece epoca, spingendo il pubblico delle persone colte a prendere posizione pro o contro la veridicità degli straordinari fenomeni in esso riferiti con abbondanza di particolari. Poi, dopo alcuni decenni di appassionati dibattiti, l'interesse per quel «caso» andò gradualmente smorzandosi e alcuni studiosi del paranormale, che inizialmente si erano mostrati possibilisti sulla sua serietà, finirono per bollarlo come una gigantesca cantonata, e vi misero una pietra sopra.

[100] Hieronymus: San Girolamo (347-420), dottore della Chiesa.

[101] Hübbe-Schleiden fu uno studioso, scrittore, teosofo, avvocato, e occultista. Nativo in una famiglia protestante a 46 anni fondò a Berlino ‘L’associazione teosofica’ e poco dopo il ‘Circolo esoterico’.

[102] Stoica: da stoicismo, è quella dottrina e quella tradizione che, rifacendosi ai principi di Zenone di Cizio (sec. III-II a.C.), considerava il cosmo come un ordine razionale e provvidenziale, identificando la vera felicità nella virtù, e la sapienza nella serena accettazione degli eventi e specialmente del dolore e della morte, la quale poteva essere volontariamente ricercata quale mezzo per l'affermazione della dignità e della libertà spirituale individuale.

[103] L’Augusto dei circhi è il nome antico accreditato a quel personaggio circense che ha il compito di divertire gli spettatori. Generalmente vestito in modo buffo viene indicato col nome anche di clown o pagliaccio, ma anche con il sinonimo di buffone.

[104] Labbro leporino: malformazione per lo più congenita del labbro superiore che presenta una fenditura verticale nella sua parte mediana; raramente interessa il labbro inferiore.

[105] I sette dolori di Maria è un culto alla Madonna Addolorata originato già alla fine dell’undicesimo secolo e autorizzato nel 1904 da papa Pio X, con l’uso di sette scene dolorose del Vangelo indicate nella recitazione del Rosario cattolico.

[106] Ermafroditismo: presenza nello stesso individuo dei caratteri dei due sessi.

[107] Licenzioso: si dice di persona improntata a disprezzo delle norme del pudore e del ritegno.

[108] Una donna ermafrodita può presentare contemporaneamente gli organi sessuali femminili e maschili ben definiti, o in una condizione intermedia tra i due generi sessuali con uno dei due più marcato dell’altro.

[109] Gadareni: abitanti dell’antica città di Gadara, nella Palestina. Fece parte della Decapoli (confederazione di dieci città formata dopo la campagna di Pompeo nel 65-62 a.C. sotto il controllo romano come difesa contro gli arabi e gli ebrei); fu distrutta da Vespasiano.

[110] Kukuksei: un uovo di cuculo.

[111] Su questo argomento c’è un’ampia rivelazione del 1842 a Jakob Lorber “La Luna”.

[112] Vedi nota al cap. 98,11.

[113] Vedi il libro n. 70 – “L’insegnamento iniziale della Teosofia”

[114] Ulteriori definizioni sull’essenza dell’anima in altre rivelazioni: – (a Jakob Lorber): «… l’anima che dimora in un corpo, all’inizio non è, naturalmente, tanto più pura del proprio corpo, perché anch’essa trae origine dall’impura anima primordiale del caduto Satana. Per l’anima ancora impura il corpo, per vero, non è altro che una macchina di depurazione costruita in modo supremamente sapiente, eccellente ed opportuno. Ma nell’anima vi è già anche la Scintilla pura dello Spirito di Dio, dalla quale a detta anima deriva una giusta consapevolezza di se stessa e dell’Ordine divino nella voce della coscienza» [G.V.G. vol. 2, cap. 210,2-3]. – (a Gottfried Mayerhofer): «Dalla sua parte esteriore, o rivestimento etereo, gli furono e sono prese giornalmente delle particelle, tolte dagli spiriti legati a lui e prese ed impiegate per i corpi materiali come vostro rivestimento. – Dalla sua anima provengono tutti gli esseri creati in riferimento alla loro vita animica, e solo la sua parte di eredità divina gli fu lasciata da Me, perché è appunto questa che, come presso di voi la coscienza, lo stimola e lo sprona costantemente a ritornare da Me». [Segreti della Creazione cap. 34,6].

 

[115] Teosofia: scienza concernente la Divinità e tutto ciò che, con la Divinità, è in stretto rapporto. Dal greco Theos “Dio” e sophias “Sapienza”.

[116] Questi libri ai n. 74 e 75 non sono in nostro possesso. [n.d.r.]

[117] Il libro “Il vero insegnamento” non è in nostro possesso. [n.d.r.]

[118] Nappa: piccolo mazzo di fili di seta o di lana che si pone come ornamento alle estremità di cordoni, tende, frange ecc.

[119] «Io dissi nel mio smarrimento “ogni uomo è bugiardo”» (Sal. 116,11)

[120] Nobles oblige: “La nobiltà comporta degli obblighi”, cioè il privilegio di essere nobili vincola all’ottemperanza di certe convenienze e di particolari comportamenti, dai quali può esimersi chi non è persona di alto rango.

[121] Flemmatica: con calma, pacatezza talvolta eccessiva. Lentezza nei riflessi e nelle reazioni.

[122] Sofisma: argomentazione cavillosa apparentemente vera e logica, ma sostanzialmente falsa. Dal greco sophisma “trovata ingegnosa”.

[123] Naim: cittadina della Palestina, attuale Nein.

[124] Unilaterale: che riguarda un solo lato, cioè schierato verso una sola delle parti.

[125] Flemmatico: pigro, indolente.

[126] Scuola ‘Adept’ è l’indicazione ad una scuola esoterica nascente evidentemente in quel periodo storico a seguito delle rivelazioni a Lorber 1800-1864), a G. Mayerhofer (1807-1877), a F. Schumi (1848-1915), a L. Engel (1858-1931), a G. Riehle (1872-1962) e ad altri mistici rimasti sconosciuti, riceventi pochi o molti dettati dallo Spirito di Gesù. Potrebbe trattarsi della scuola esoterica ‘Società Teosofica’ di Adyar di cui fece parte anche Rudolf Stainer (1861-1925), prima di fondare nel 1907 la sua ‘Società Antroposofica’, scuola nella quale il credente nelle nuove Rivelazioni veniva indicato come ‘Adept’ (seguace/iniziato).

[127] Il libro citato, “Kundgaben” (Notificazioni/Illuminazioni/Rivelazioni) non è in nostro possesso, né è certo se sia un libro di F. Schumi tra quelli andati perduti.

[128] Questo è uno dei libri di Schumi non in nostro possesso.

[129] Cicaleccio, da cicalare: parlare di cose frivole e troppo a lungo.

[130] Ineffabile: che non si può esprimere a parole.

[131] Complemento: tutto ciò che si aggiunge a una cosa per renderla compiuta.

[132] Congenito: che è in noi fin dalla nascita.

[133] Privato dei sensi: si intende che il suicida sviene con il suo atto, ma la morte avviene dopo senza un risveglio, cosicché non si rende conto dell’atto compiuto, come ad esempio con il taglio delle vene e la fuoriuscita del sangue, che nella condizione di svenuto (perdita dei sensi) porta solo successivamente alla morte.

[134] A chi vuole non è fatta ingiustizia.

[135] Così come il digiunare rende deboli nel corpo, alla stessa maniera il digiuno dai desideri carnali indebolisce il corpo animico dai suoi stimoli verso la lussuria.

[136] Serraglio: Una serie di gabbie a scopo espositivo di animali feroci o esotici, a volte addestrati a vari esercizi come quelli circensi.

[137] Taumaturgo: chi opera miracoli o compie azioni che hanno del miracoloso.

[138] L’argomento è trattato in Jakob Lorber: Doni del Cielo Vol. primo 149-13 e nel Grande Vangelo di Giovanni volume due Cap. 77, 1-6.

[139] Megalomania: desiderio smisurato di avere tutto ciò che c’è di meglio per un esagerato concetto di sé e delle proprie capacità; mania di grandezza.

[140] Vedi nell’opera comunicata a J. Lorber “L’infanzia di Gesù”, al cap. 300: “La vita piacevole la combatté con frequentissimi digiuni, il desiderio delle donne lo combatté con il lavoro non di rado pesante, con una parca alimentazione, con la preghiera e frequentando uomini savi”.

[141] Quello che è concesso a Giove non è concesso al bove.

[142] Fetore: puzzo forte e disgustoso.

[143] Un esempio di questa promessa può essere compresa con l’anticipazione presentata con la vita del vescovo Martino nell’opera omonima dettata a Jakob Lorber nel 1847 nella quale, come premio della sua crescita spirituale, egli diviene ‘il signore’ di un sole della Creazione a cui tutti gli esseri gli sono subordinati. (vedi “Il vescovo Martino” cap. 128-204). Oppure anche nell’opera “Dall’inferno al Cielo” (dal cap. 296 del vol.2) viene presentato un concetto simile in modo ancora molto più marcato, poiché lo spirito di Robert Blum è molto più elevato, a cui sott’intendono soli-centrali di grandezze infinite.

[144] Per una migliore comprensione del concetto sulle comunicazioni vere e quelle false, vedi i molti esempi nel libro “Spiritismo nella Bibbia e nella Chiesa

[145] Crepuscolare: da crepuscolo, quella luminosità limitata molto fioca prima del sorgere del Sole.

[146] Prosaico: chi ha interessi limitati esclusivamente alla vita quotidiana.

[147] Libro “Amore”: probabilmente un altro dei primi libri di Schumi in più volumi contenente spiegazioni sulla Sacra Scrittura, ma che è andato perduto dopo le vicissitudini della sua vita terminata in modo tragico.

[148] Vedi nel “Libro delle preghiere” sotto umiltà e arroganza.

[149] Si tratta del libro “L’infanzia di Gesù” di Jakob Lorber (cap. 298-299).

[150] Il regno di Dio dell’amore (il regno millenario nell’Apocalisse cap. 20), qui appena accennato a Schumi, poi spiegato qualche anno dopo in un’altra rivelazione del 1905 ad una ricevente rimasta anonima dal titolo “Il futuro regno della pace e dell’amore”.

[151] In tedesco Natale è "Weihnachten", letteralmente „Notte consacrata“.

[152] Effeminatezza: fiacchezza, mollezza d’animo e di costumi.

[153] Gomena: grosso cavo una volta usato per le ancore, oggi per ormeggiare le navi.

[154] Cugina: il termine ‘Muhme’ nella lingua tedesca significa ‘parente’, interpretabile come ‘cugina di 2° o 3° grado’, come anche a volte ‘zia di 2° o 3° grado’.

[155] Noblesse oblige: «la nobiltà comporta degli obblighi».

[156] Patogeno: che è causa, che è portatore di malattie.

[157] Ulteriori precisazioni sulla ‘passione di Gesù’, furono dati in un'altra rivelazione “Autobiografia di Cristo” il cui autore e l’epoca sono rimasti anonimi. [n.d.r.]

[158] (vedi nel “Libro delle preghiere” cap. 3,25, e nel libro “Autobiografia di Cristo” cap. 1,6)

[159] Morigerato: moderato nei costumi. Onesto, misurato, temperato.

[160] Sodomia: rapporto sessuale contro natura. Dal nome di Sodoma, città biblica, i cui abitanti erano estremamente dissoluti.

[161] Pederastia: perversione sessuale per cui l’uomo indirizza la sua attrazione sessuale verso i giovinetti.

[162] Asserzione questa da ragionare, poiché allora l’autorità dei romani era subordinata da leggi rigide ma giuste, come lo saranno quelle che si adotteranno in futuro nel ‘nuovo regno millenario dopo il giudizio’; mentre quelle per il tempo di questa rivelazione fino all’avvento del nuovo regno, essendo certamente ingiuste e imposte da governanti asserviti all’anticristo che governerà tale tempo fino a quello della fine, dovranno essere considerate diversamente. [n.d.r.]

[163] Il patriarca Zuriel: benché citato solo nell’opera “Il Governo della Famiglia” al cap. 5,34, Zuriel è il nome terreno di Gabriel, l’arcangelo della Misericordia di Dio, uno dei sette arcangeli primordiali creati insieme a Sadhana, il quale non assaporò la morte, ma fu trasformato spiritualmente e il suo corpo non ci fu più. [n.d.r.]

[164] Ciò è riferito ad un vicino tempo futuro in cui gli uomini avranno la capacità di entrare in uno stato trascendentale, e con il corpo astrale andare in luoghi diversi dalla realtà, nel cui stato (animico) è possibile l’osservazione del luogo anche in un tempo diverso da quello reale, come ad esempio, fu possibile ad Emanuel Swedenborg. [n.d.r.] (un esempio può essere percepito tramite una sessione di ipnosi investigativa sulle ‘Pleiadi’)

[165] Cantico di Salomone cap. 2,1.

[166] Una rivelazione a Jakob Lorber del 1842 “Il Sole naturale” cap. 44 capoverso 36.

[167] Questo argomento è trattato ampiamente nel libro “Segreti della Creazione” dettato a Gottfried Mayerhofer, cap. 2 e 3.

[168] “La Santa Trinità” è il libro n. 37 di F. Schumi.

[169] Regulus è il primo Sole-centrale degli infiniti globi-involucro da cui viene inviata la luce eterna, come indicato nelle varie rivelazioni col nome “Urka”, cioè ‘fuoco’ (vedi “Il grande Tempo dei tempi” strofa 71 di J.Lorber / “Spiritismo nella Bibbia e nella Chiesa” cap. 2 di F.Schumi) [n.d.r.]

[170] Sull’oscuramento del Sole per tre ore, così come viene riportato qui per essere in linea con il Vangelo di Luca (cap.23,44), c’è una spiegazione rivelata attraverso J.Lorber il 7/04/1864 (“Spiegazioni di testi biblici” cap.12,15) nella quale viene spiegato che un tale oscuramento deve intendersi esclusivamente sotto l’aspetto spirituale. [n.d.r.]

[171] Ebr. 10,26 = «Se infatti pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati, ma solo una terribile attesa del giudizio e la vampa di un fuoco che dovrà divorare i peccatori.»

[172] Buddha: (in sanscrito l’illuminato), nome dato a colui che, secondo i precetti del buddismo, si elevò tramite l’ascesa alla conoscenza perfetta. Il buddismo è la denominazione con la quale si accreditò la dottrina dell’asceta induista Sakyamuni Gautama (560-480 a.C.), comunemente chiamato Buddha, di nobile casato, il quale a 29 anni lasciò gli agi familiari e si diede a una vita ascetica e di penitenza. Dopo sette anni, in una notte di meditazione, gli fu svelato il mistero della vita, e da allora cominciò la predicazione della dottrina che da lui prese il nome.

[173] La differenza tra sonno ipnotico e sonno magnetico risulta perciò evidente. Nel sonno ipnotico è la volontà dell’ipnotizzatore che subentra nel soggetto, il quale non ha più una propria volontà e deve sottomettersi a quella dell’ipnotizzatore. Nel sonno magnetico o ipnosi, la volontà del terapeuta è quella di stimolare all’addotto un sonno cosciente, nel quale permane la volontà del soggetto che viene invitato a parlare dal suo subconscio, detta anche psicanalisi o ipnosi regressiva. [n.d.r.]

[174] Ciò si riferisce ai numerosi dettati ai vari ‘medium di Dio’ a cominciare da Jakob Lorber che dal 1840 ricevette tutte quelle rivelazioni denominate “!La nuova Rivelazione”, come ad esempio ’Il grande Vangelo di Giovanni’ di oltre 10000 pagine nel quale sono stati riportati gli eventi più importanti della vita di Gesù durante i Suoi tre anni di insegnamenti. [n.d.r.]

[175] Da qui la massima: «Ogni popolo ha il governo che si merita»

[176] …adesso vuol porre fine: Considerando che all’epoca del dettato era il 1902, e sono passati quasi 120 anni, potrebbe sembrare che tali parole profetiche non siano da prendere in considerazione. Invece, proprio per il fatto che le vicissitudini di quel tempo capitate al ‘servo’ F. Schumi, fecero sì che tutti i libri rivelati restarono sconosciuti ai più, e che solo adesso cominciano ad essere diffusi, quel tempo indicato è oramai alle porte. [n.d.r.]

[177] Quirino: il Quirino era il braccio destro dell’imperatore, al tempo di Gesù era Cirenio, fratello dell’imperatore Cesare Augusto.

[178] Essoterico: che è destinato a tutti. Esoterico invece è diretto a una ristretta cerchia di persone.

[179] Adepto: è un iniziato, un discepolo, o anche seguace di una dottrina, indipendentemente se religiosa, politica o filosofica.

[180] Farmacopea: è un codice farmaceutico di disposizioni tramite il quale il farmacista si serve per il controllo della qualità dei medicamenti.

[181] Esoterico: che è diretto a una ristretta cerchia di persone; in particolare, dell’insegnamento che alcuni filosofi dell’antichità riservavano solo a quelli che facevano parte della loro scuola.

[182] Essoterico: che è destinato a tutti; gli insegnamenti che gli antichi filosofi riservavano anche a quelli che non facevano parte della loro scuola.

[183] Cabala: presso gli ebrei, dottrina tradizionale per l’interpretazione del senso mistico e allegorico della Bibbia.

[184] “Il Grande Vangelo di Giovanni” dettalo dal Signore a Jakob Lorber, composto da 10 volumi oltre un undicesimo comunicato a Leopold Engel.

[185] Si veda nel libro “Segreti della Creazione” di Gottfried Mayerhofer, il capitolo 2 e 3.

[186] Unigenito: che è unico generato, riferito quasi esclusivamente a Gesù, il Figlio.

[187] Ingenito: congenito, innato, connaturato, ingenerato; far nascere dentro.

[188] Cristallo di rocca (o di monte), varietà di quarzo, duro e trasparente, per lo più incolore.

[189] La nuova Gerusalemme: è la città santa di Dio nel Cielo dei beati, a cui vi accedono tutte le anime che, dopo aver percorso almeno un cammino terreno, quando sono cresciuti nella loro spiritualità, ottengono in premio l’ingresso nella Città santa.

[190] Questo libro “Gesù, la Sua venuta e il Suo ritorno”, è uno dei libri di Schumi non ancora trovati. Tuttavia, crediamo utile indicare al lettore di leggere l’estratto “Profezie su Gesù” presentato insieme alla “Preghiera del Padrenostro” al n.77, il cui riferimento al cap. 26 del libro citato non in nostro possesso, potrebbe essere comunque, in parte, adempiuto. [n.d.r.]

[191] La decisione dall’eternità: trattasi di un ‘Testamento’ che Dio stipulò, controfirmandolo, con i primi creati: con Sadhana non ancora caduta e i sette spiriti delle sette Caratteristiche di Dio. (vedi l’opera “Eternità-ur in Spazio e Tempo - cap.4,246” dettata ad A.Wolf nel 1949).

[192] In tedesco l’amore è di genere femminile “Die Liebe”, mentre in italiano è di genere maschile.

[193] La prima coppia di figli di Sadhana prima della caduta, rivelata nel 1950 nell’opera “Eternità-ur” al cap.6,433.

[194] Complemento: Elemento idoneo ma non essenziale per il funzionamento o la configurazione di un oggetto o di un fenomeno.

[195] Questo concetto è trattato nel G.V.G. di J. Lorber volume 2 cap. 224-6: «Se Adamo avesse osservato il comando positivo, allora l’umanità, ossia l’anima perfetta dell’uomo, non si sarebbe trovata a dover dimorare nel corpo di carne molto compatto, pesante e debole che ora è pieno di tanti acciacchi e difetti».

[196] Teurgia: una sorta di magia dell’ultimo periodo del paganesimo dell’antichità classica, alla quale si attribuiva la possibilità di entrare in contatto con la Divinità e operare miracoli col Suo aiuto. Da Theos “Dio”, e ergon “opera”.

[197] Taumaturgo: colui che opera miracoli, o comunque, azioni che hanno del miracoloso.

[198] Giamblico: (Calcide 250-330) filosofo; discepolo di Porfirio e iniziatore della scuola neoplatonica in Siria. [Vita di Pitagora, Esortazioni alla filosofia, Dei misteri].

[199] Il concepimento di Maria da Gioacchino e da Anna tramite un abbraccio d’amore. (vedi “Libro delle preghiere” cap.3,23)

[200] Una delle Rivelazioni date dal Signore attraverso Jakob Lorber.

[201] Allan Kardec, pseudonimo di Hippolyte Léon Denizard Rivail (Lione, 3 ottobre 1804 – Parigi, 31 marzo 1869), è stato un pedagogista e filosofo francese conosciuto per essere stato il fondatore e codificatore dello spiritismo, dottrina filosofica di cui fu il principale divulgatore a livello mondiale. La pratica dello spiritismo ha oggi valenza pseudoscientifica.