Rivelazioni
nel 1840/1844 al mistico e profeta
Jakob Lorber
Il governo della famiglia
di
Dio
( vol. 3 )
La grande città scomparsa il
Diluvio
Traduzione dall’originale tedesco “Die
Haushaltung Gottes (1)” – in tre volumi
Traduzione dalla 5°. edizione tedesca 1981
Casa Editrice del testo originale: LORBER VERLAG - Bietigheim -
Germania
Copyright © by Lorber Verlag
Testo in italiano - Copyright © by Associazione Jakob Lorber
“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione
Jakob Lorber e.V., D-74321 /
Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo
volume”
Traduzione di Salvatore Piacentini (1925)
ISBN 987-88984-35-3
Il testo in PDF può essere scaricato sul sito: www.jakoblorber.it
in questa
pagina: Libri
in PDF
Questa edizione in *.html è a cura del gruppo: “Amici della
nuova Luce”
Copyright © by “Casa editrice GESÙ La Nuova
Rivelazione”
Via Vittorio Veneto, 167
24038 Sant’Omobono Terme (Bergamo)
Tl. 347.1041176 –
fax. 035.851163
E-mail: damianofrosio@tiscali.it
Sito internet:
www.gesu-lanuovarivelazione.com
Libri della casa editrice: Catalogo – richiesta
libri
[“Governo della Famiglia” vol. 1]
[“Governo della Famiglia” vol. 2]
Vai all’ indice del vol. 3
Ada una delle due
mogli del re Lamec
Adamo il primo uomo
Agla figlia di Mahal e
sorella di Waltar, poi regina di Hanoch
Aora una delle terre
del Mattino, nipote di Purista
Arbial il lavoratore di
metalli
Arfacsad figlio di Sem
Brudal il direttore di mensa
del re Lamec
Cam il secondogenito
di Noè
Canaan figlio di Cam
Chisarell figlio di Mahal
Cus figlio di Cam –
gemello a Misraim
Danel uno degli ultimi
cento dei mille consiglieri di Hanoch
Drohuit il capitano fedele
al re Gurat
Dronel il figlio di Ohlad
Enoch (la volontà di
Jehova) figlio di Jared
Enoch figlio di Jared,
eletto a sommo sacerdote
Eva la prima donna
Fungar-Hellan il generale delle
truppe di Hanoch
Gella sorella di Agla e
di Pira
Ghemela una delle cinque
figlie di Zuriel, poi moglie
di Lamech e madre di Noè
Gurat un sottosacerdote
del gran Consiglio di Hanoch
Horadal comandane delle
truppe del re Lamec
Hored fratello di Lamel
e di Gabiel, poi poi marito di Naeme
Il Padre il Signore, il
Mago, l’Ospite, l’Oratore
Jabal uno dei due figli
del re Lamec
Jafet il terzogenito di
Noè
Japell il figlio di
Kincàr
Jared figlio di
Maalaleel e padre di Enoch
Jubal uno dei due figli
del re Lamec
Kenan figlio di Set
Kincàr il figlio di
Dronel
Lamec il re della pianura
convertito
Lamech figlio di Matusalem,
nipote di Enoch
Mahal fratello di Noè
Matulalem figlio di Enoch
Midehal il re di facciata
dei mille consiglieri
Mira sorella di Aora,
nipote di Purista, delle terre del Mattino
Misraim figlio di Cam, gemello di Cus
Mutaele uno dei figli delle terre del
Mattino
Naeme figlia di Lamec e
Zilla, poi moglie di Hored
Nimrod un gigante, figlio
di Cus (fu fondatore di Babele)
Noè figlio di Lamech
e di Ghemela
Ohlad il consigliere
valoroso dei mille
Pira sorella di Agla
e di Gella
Pura una ragazza della
pianura
Purista figlia di
Gabiel e di Aora
Put figlio di Cam
Sehel il più giovane
figlio di Set (uno dei dodici del Settentrione)
Sem il primogenito di
Noè
Terhad custode del tempio
Tubalcain fratello di Naeme e
figlio di Zilla e del re Lamec
Uraniel figlio di Mutaele
e Purista
Uranion uno dei padri delle
terre dell’Oriente (uno
dei dodici, ma dalle terre del Mattino))
Waltar figlio di Mahal e
fratello di
Zilla una delle due
mogli del re Lamec
Zuriel-Gabriel il padre di Ghemela,
figlio di Matusalem e nipote di Chiseel
Abramo figlio di Tara,
figlio di Nahor, figlio di Serug, figlio di Regu, figlio di Pelec, figlio di
Eber, figlio di Sala, figlio di Arfacsad, figlio di Sem, figlio di Noè
Nahor fratello di Abramo
Haran fratello di Abramo
Purista quale consigliera del Signore
La preghiera dell’uomo, come richiesta, è una specie di
devoto consiglio a Dio
La Grazia e l’Amore del Padre per i Suoi figli
27 marzo 1843
1. Quando tutti, ad
eccezione di Enoch e dei quattro puri esseri femminili che si trovavano
benissimo a loro agio presso il Padre, anche con l’adorazione di Dio cominciarono
a sentirsi invasi da forte spavento al cospetto di quell’Uomo che ancora se ne
stava sulla collina erbosa perché pensavano che li avrebbe fatti svanire uno ad
uno come era accaduto al grande Sehel, allora il Signore disse a Purista:
2. «Ascolta, o Mia diletta cuoca!
Cosa credi che noi dovremmo fare ora per liberare gli stolti dal loro timore, e
fare in modo che loro Mi riconoscano quale il loro unico vero Dio e Padre,
senza intaccare la loro libertà? Poiché, se Io Mi faccio riconoscere
improvvisamente da loro – in maniera particolare poi per quanto riguarda le
donne – ne va di mezzo la loro vita, se non proprio per alcuni addirittura la
loro intera esistenza! Dunque, dimMi tu, e damMi un consiglio riguardo a ciò
che si potrà fare in simili circostanze»!
3. Questa domanda fece
perdere ogni controllo alla splendida Purista, ed essa cominciò a piangere
pensando che con ciò il Padre volesse infliggerle una punizione.
4. Ma il Signore rivolse subito uno sguardo amorevolissimo alla donna in lacrime e le disse:
«O figlioletta Mia, guardaMi un po’, e quindi dimMi nel tuo cuore se qualcuno
che è intenzionato a punire ha l’aspetto che ho Io adesso e che sempre e in
eterno ho avuto al cospetto di coloro che, come te, Mi hanno sempre amato e Mi
amano ancora e così Mi ameranno sempre! Ebbene, che risposta puoi dare a questa
Mia domanda, o cara figlioletta Mia?»
5. Allora Purista
riprese il coraggio di parlare e rispose con timorosa confidenza: «Oh, no, no,
carissimo, migliore e santo Padre, Tu non puoi certo diventare cattivo o del
tutto maligno, questa cosa io la vedo già ora in tutta chiarezza; ma per quanto
riguarda la Tua domanda di prima, rivolta a me che sono debolissima, vedo pure
in maniera anche troppo chiara come il Sole che, da parte mia, sarebbe la presunzione
massima e degna del più duro castigo, se io volessi dare a Te, che sei la più
infinita Sapienza, qualche consiglio per prescriverTi quello che dovresti fare!
6. Oh, io non posso
affatto, senza tremare, neanche pensare a dare un consiglio a Te, a Dio, al
Creatore onnipotente del Cielo e della Terra; perciò Ti prego, o mio migliore,
carissimo e santo Padre, di risparmiarmi una tale costrizione!»
7. Ma allora il Padre disse a Purista: «Ascolta, Mia diletta figlioletta, tu ancora non Mi
comprendi bene; fa dunque attenzione di tutto cuore a quello che ti dirò ora!
8. Vedi, tu ora temi di
renderti degna di punizione al Mio cospetto se ora, per accondiscendere al Mio
desiderio paterno, tu dovessi darMi un consiglio filiale, considerato che tu
comprendi molto bene come la Mia divina Sapienza, eterna ed infinita, non ha
affatto mai bisogno, in eterno, di un consiglio, e di conseguenza Io guido ogni
cosa nel migliore dei modi, comunque la cosa possa apparire!
9. Ma se questo è
incontestabilmente giusto, come si spiega allora che tu Mi hai già chiesto
tante cose nelle tue preghiere e che anch’Io te le ho sempre concesse e date?
Che cos’altro è una tale preghiera, se non un consiglio devoto sotto forma
costumata e pia, col quale il supplicante Mi indica quello che dovrei fare?
10. Il supplicante non
sa forse che Io sono supremamente sapiente e supremamente colmo d’amore? E se
lo sa, come può pregarMi per ottenere qualcosa? Infatti egli deve
necessariamente premettere che Io, quale la Sapienza e Amore supremi, farò al
tempo più opportuno ogni cosa nel migliore dei modi e conformemente alla più
alta sapienza certamente senza il suo consiglio-preghiera!
11. Ma quale grande e
sacrilego peccatore deve essere poi colui che, mediante il suo
consiglio-preghiera, vuole indurMi a concedergli qualcosa che è in opposizione
alla Mia divina e suprema sapienza?»
12. A questo punto
Purista ed anche le altre tre cominciarono a battersi il petto ed esclamarono tutte: «O Signore, sii
misericordioso con noi tutte, perché da questo punto di vista noi siamo certo
le più orribili peccatrici al Tuo cospetto!»
13. E il Signore disse nuovamente a loro: «Ebbene, ascoltate, figliolette Mie, se
continuate così, non fate che aumentare di più ancora il vostro peccato, perché
tu, o Purista, appunto ora Mi hai dato di nuovo, con la tua preghiera, un
consiglio in base al quale Io dovrei essere misericordioso con voi!»
14. Allora Purista gettò un grande grido di angoscia e di tristezza, e disse: «Oh, per amore
della Tua Divinità, che cosa ho mai fatto io, povera stolta?»
15. E Ghemela, piangendo, disse in modo altrettanto lamentosissimo: «Oh, noi siamo tutte
perdute!»
16. E così pure Naeme e
Pura non sapevano che fare dall’angoscia e dal dolore.
17. Ma il Signore le abbracciò tutte, le strinse al Suo petto santissimo e poi disse loro:
«Figliolette, sul Mio petto siete proprio tanto infelici e perdute quando Io,
vostro Creatore e Padre, amandovi ardentemente vi porto visibilmente sulle Mie
mani e vi vezzeggio come può fare una madre col suo tenero e dilettissimo
poppante?»
18. Questa domanda portò
di nuovo in sé le quattro donne, e Purista, sorridendo tra le lacrime, rispose:
«O Padre eccellente! Allora noi siamo certo, …non perdute! Ma – siamo noi –
ancora – sicuramente – peccatrici – dinanzi – a – Te?»
19. E il Padre osservò loro: «Se voi foste peccatrici, non potreste stare presso di Me;
ma siccome non siete tali, allora siete le Mie carissime figliolette che Io ora
porto sulle Mie mani!
20. Io però, come Padre,
voglio certo farMi consigliare dai Miei cari figlioletti come se Io avessi
bisogno del loro consiglio, e voglio pure che siano attivi così come se la loro
opera e il loro aiuto Mi fossero necessari!
21. Infatti Io, quale
Padre, faccio tutto questo verso i Miei figlioletti a causa del Mio grande
Amore, però poi dirigo il loro consiglio e la loro opera in modo da raggiungere
sempre, alla fine, il Mio scopo.
22. Perciò anche tu,
figlioletta Mia, questa volta devi darMi un consiglio riguardo a quello che
devo fare adesso, ed Io non farò niente prima e non farò niente di diverso da
quando e da quello che tu Mi consiglierai».
23. Solo dopo queste
parole, Purista riacquistò di nuovo coraggio, gettò le braccia al collo del Padre, Lo
baciò modestamente e poi disse: «Oh, allora concedi che anche tutte le donne,
per amor Tuo, possano entrare nella mia cucina, e vieni anche Tu là dentro con
noi tutte, e là, secondo il Tuo piacimento, lasciaTi riconoscere, amare e
adorare da tutti quale il Padre caro e santo!»
24. E il Signore rispose: «Amen! Così sia fatto! E dunque, andiamocene nella capanna!»
25. Ma Ghemela chiese al Padre: «Padre, possiamo restarTi vicine anche nella capanna?»
26. E il Signore rispose: «Figliolette! Come avviene qui, così è anche nella capanna,
poiché Io sono dappertutto e sempre Lo stesso Padre buono! E così seguiteMi
confortate! Amen!»
[indice]
Il Signore con Purista, Ghemela, Pura e Naeme nella
capanna di Purista
Retrospezione sulle supposizioni dei curiosi rimasti
fuori espresse a Enoch
Rispondenza spirituale sugli avvenimenti
28 marzo 1843
1. Quando il Signore fu giunto vicino ad Enoch con le quattro donne, gli disse passandogli
accanto: «Enoch, predisponili bene tutti, e poi conducili nella capanna da Me;
invece le donne, che vengano soltanto fin sulla soglia, ma che non entrino
nella capanna finché Io vi rimarrò dentro, ad eccezione unicamente di Eva e di
queste donne che Io conduco nella capanna con Me! Amen!»
2. A questo punto il
Signore entrò nella capanna con le Sue quattro dilette figliolette e le
intrattenne, finché non entrò tutta intera la compagnia, e con ogni tipo di
divine rivelazioni di Grazia mostrò loro le Sue grandi vie sulle quali Egli
procede per guidare la vita ai Suoi figli e a tutti gli altri esseri. Egli
rivelò loro anche in maniera quanto mai evidente la grande destinazione degli
uomini, ma anche le possibili e maligne intromissioni di Satana.
*
3. Questo era ciò che fece
il Signore nella capanna. Ma che cosa era successo nel frattempo con Enoch al
di fuori di essa?
4. Anzitutto si erano
avvicinati a lui Hored e Lamech, che gli
avevano domandato: «Padre Enoch, non vorresti dirci chi è quell’uomo che è entrato ora nella capanna
tutto solo con le quattro donne, cioè con le nostre mogli e con Purista e la bella
Pura, ed era tutto tranquillo nonostante agisse contro le norme prescritte dal
Signore? Infatti, dietro a quell’uomo
deve di certo nascondersi qualcosa di straordinario; e considerato che con te
egli parla come con una vecchia e buona conoscenza, non c’è dubbio che tu lo
conosci!
5. Se la trasfigurazione
di Sehel non è stata un’illusione dei nostri occhi, allora egli appartiene
certamente ad un mondo superiore, e perciò sarebbe per noi quanto mai
desiderabile sapere qualcosa di più particolareggiato sul suo conto!
6. Noi abbiamo pensato
che sia il Signore stesso; però ciò non concorda con la dichiarazione di
Purista riguardo a quanto le era stato rivelato dal Signore, e cioè che quando
tutti noi ci fossimo trovati radunati nella capanna e Lo avremmo atteso nella
pace più profonda del nostro animo, Egli ci sarebbe apparso sul posto in
maniera molto ben riconoscibile e a noi tutti avrebbe poi annunciato tutto
quello che è accaduto nella pianura in questi giorni.
7. Quest’uomo invece non è venuto conformemente
alla rivelazione, bensì si è liberamente presentato, e mentre noi nella capanna
ci preparavamo alla venuta del Signore, egli, fuori, ha dato di sé uno
spettacolo un po’ scandaloso con le donne, scegliendosi a suo visibile diletto
proprio le quattro più belle!
8. Queste quattro sono
ora certamente le stelle femminili più pure dell’altura e, caso strano, noi non
possiamo serbare loro rancore, malgrado sembrino proprio perdutamente
innamorate di quell’uomo. Ma da ciò, non risulta ancora che possa essere il
Signore!
9. Infatti il Signore è
sempre fedele in tutte le Sue promesse; dunque non può di certo apparire in
modo diverso da come Egli l’ha fatto annunciare a noi tutti per mezzo di
Purista! Dicci dunque, o caro padre Enoch, chi è quest’uomo e da dove è venuto!»
10. Così, pure gli altri
si avvicinarono ad Enoch e gli rivolsero la stessa domanda.
11. Adamo però, dal canto suo,
era d’altro parere; perciò egli disse anche, con un’espressione molto
eloquente: «Enoch, quell’uomo mi sembra
un po’ sospetto, perché lo spettacolo inscenato con quelle donne, che per il
resto sono così virtuose e onestissime, io non riesco assolutamente ad
interpretarlo in senso buono!
12. La sparizione, o
propriamente il completo annientamento del figlio di Set, lo si può pure
prendere come si vuole, poiché il Signore, allo scopo di sottoporci ad
un’energica prova, potrebbe benissimo aver concesso per un certo tempo libertà
d’azione in questo campo al nemico
della Luce!
13. Sembra che tu
conosca veramente quell’uomo, ma ciò
non basta per tranquillizzarmi, dato che io non lo conosco ancora. Io però sono
un figlio che è stato scottato già più volte, e perciò in simili occasioni ho
un grande timore del fuoco!
14. Dacci dunque qualche
precisa informazione sul conto di quell’uomo e facci entrare nella capanna,
altrimenti il Signore indugerà ulteriormente!
15. D’altro canto,
quell’uomo, sotto tutti gli aspetti
già considerati, può essere il Signore altrettanto poco quanto lo potrebbe
essere uno di noi, poiché, se Lo fosse, bisognerebbe concludere che Purista è
stata ingannata! Di questa cosa tu devi rendertene conto altrettanto bene
quanto ce ne rendiamo conto noi!
16. Che le quattro donne
tengano così tanto a quest’uomo, ciò
non prova proprio molto, poiché le donne sono frivole e tutte quante cieche, e
anche se una ha pregato per dieci anni, basta che nell’undicesimo venga su di
lei una tentazione un po’ forte, e lei si getta del tutto tra le braccia del
seduttore! Infatti, anche la donna è libera e può fare quello che vuole.
17. Parla dunque tu ora,
e dicci quello che sai; ma non dilungarti troppo, affinché noi possiamo entrare
presto nella capanna per attendere là il Signore e così togliere a quell’uomo
la possibilità di fare secondo il suo piacimento con le quattro giovani
colombe! Noi non dobbiamo assolutamente essere così tiepidi nelle cose divine,
altrimenti il mondo non durerà più mille anni e oltre, come pure è già durato
tramite il mio zelo sempre attivo per Dio!»
18. Solo a questo punto Enoch poté prendere la parola
e disse: «Udite voi tutti, miei cari padri, fratelli e figli! Voi avete
certamente messo in grande attività le vostre lingue e i pensieri della vostra
anima, ma avete lasciato del tutto inattivi i vostri cuori!
19. Sembra che voi
abbiate completamente dimenticato tutti i miei sermoni del Sabato [ispirati]
dal Signore se non comprendete la promessa fatta a Purista!
20. Ma che cos’è la
capanna di Purista nella quale noi dobbiamo attendere sempre il Signore? Udite:
il nostro cuore è la capanna di Purista,
e il fuoco nella capanna è il nostro vivo amore per Dio!
21. Ma chi di voi finora
è entrato in questa capanna? E chi ha finora accolto nella stessa i propri
fratelli ed ha voluto essere il minimo e l’ultimo tra di loro?
22. Che nessuna donna,
all’infuori di Eva e di Purista, deve entrare nella capanna, questo vuole dire,
che quando ci troviamo e riposiamo
nell’amore per Dio nei nostri cuori, allora noi non dobbiamo pensare alle donne
e non dobbiamo turbare l’amore per Dio con l’amore per le donne, eccezion fatta
per l’amore materno e per l’amore filiale, che è un tipo di amore che non turba
l’amore per Dio, bensì ci dà soltanto la misura di come noi dobbiamo amare Dio. Comprendete voi questo?
23. Noi eravamo certo
con i nostri corpi nella capanna di Purista, però i nostri cuori rimasero
attaccati alle donne che si chiedevano: “Perché
mai non è concesso a tutte le donne di entrare nella capanna?”. Nessuna
meraviglia dunque se poi le donne ci hanno inscenato un simile spettacolo e
alla fine ci spinsero perfino fuori dalla capanna! Comprendete voi questo?
24. Ma siccome il
Signore è infinitamente più misericordioso e più fedele di noi, allora Egli è
venuto a noi in seguito alla Sua Promessa; ma Egli è venuto così come noi
eravamo costituiti nei nostri cuori. E siccome le donne erano nei nostri cuori, allora Egli venne anche dalle
donne e le accolse, dato che noi non eravamo presenti nella nostra capanna di
Purista! Comprendete voi questo?
25. Le quattro pure innamorate del Signore, invece, a
nostra grandissima vergogna, Lo hanno atteso nella vera e viva capanna di
Purista; perciò Egli è anche venuto anzitutto a loro, e mentre noi affiliamo
ancora le nostre vuote lingue, esse godono già in ogni beatitudine i vivissimi
efflussi della Sua grazia, misericordia e amore! Comprendete voi questo?
26. Voi non sapete
ancora nulla riguardo alla pianura; invece il Signore, già da molto tempo, fa’
in modo che le quattro vedano il più chiaramente possibile le Sue
meravigliosissime vie e i sistemi di governo! Comprendete voi questo?
27. Voi chiedete ancora
e dite: “Chi è mai quell’uomo?”; ma
le quattro donne pure già da diverso tempo stanno tra le Sue braccia e si
rallegrano del Padre santo e amorosissimo! Comprendete voi questo?
28. Io però non vi dico
che quell’Uomo è il Padre, bensì andate da Lui nei vostri cuori, e riuscirete a
riconoscere Chi è quell’Uomo! Comprendete voi questo?
29. Sì, voi ormai dovreste
comprenderlo, a meno che non siate più ciechi del centro della Terra! Ora ho
finito di parlare. Fate come vi ho detto e riconoscerete la vostra grande
cecità nel Nome del Signore! Amen!»
30. Solo a questo punto
si dischiusero gli occhi a tutti e, battendosi il petto, essi riconobbero come
stavano le cose.
[indice]
Lo sbalordimento degli uomini
Le chiacchiere e i sospetti delle donne invidiose
sulle quattro prescelte
Il buon parere di Aora
29 marzo 1843
1. Dopo un tempo di un
quarto di giro d’ombra (circa un quarto d’ora), i padri e l’altra compagnia degli abitanti dell’Oriente
si ripresero dallo sbalordimento, ma nessuno sapeva quale comportamento avrebbe
dovuto tenere. Perciò si guardavano tutti sconcertati e si chiedevano, per così dire, in modo
muto: «Che cosa vuol dire ciò? Che cosa sarà di noi? Che cosa mai abbiamo
fatto?». Ma a tutte queste domande, poste in sé in modo muto, da nessuna parte
sembrava voler venire una risposta!
2. Però anche il gruppo
delle donne che si trovava ad una certa distanza osservò che tra gli uomini
doveva essere accaduto qualcosa di importante, visto il loro comportamento
alquanto misterioso e il fatto che tutti, stretti assieme, sembravano
confabulare tra di loro. Per conseguenza, non già forse il loro lato debole,
bensì il loro lato anche troppo forte, e conosciuto con il nome di ‘curiosità’,
le spinse immediatamente tutte insieme ad avvicinarsi agli uomini per tentare
di scoprire, ascoltando, che cosa mai di interessante fosse potuto accadere.
3. Una di loro però, strada facendo, domandò alla vicina: «Cosa pensi tu che possa
preoccupare gli uomini?»
4. La vicina però, assumendo
un’espressione che voleva essere importante ma che certamente – come al solito
– non diceva nulla, rispose: «O sorella! Deve senza dubbio trattarsi di
qualcosa di terribilmente singolare; è un miracolo in ogni caso. Se ci fosse
almeno qualcuno disposto a dirci che cosa è avvenuto!»
5. E un’altra disse: «Senza dubbio ci deve essere di mezzo quell’uomo molto strano»
6. «Sì, sì», così
l’interruppe immediatamente una quarta, «quell’uomo
ripugnante si è ritirato del tutto solo, come sapete, nella capanna con le
quattro false prostitute della castità! Egli, dunque, non essendosi azzardato a
fare il comodo suo con le quattro qui fuori sotto i nostri occhi costumati, ha
preferito ritirarsi là dentro!»
7. E una quinta aggiunse: «Hai ragione; là certo egli si trova molto più al sicuro ed
anche parecchio di più a suo agio! Io del resto ho avuto già occasione di dire
a Lamech e ad Hored, così, di sfuggita, come qualche volta succede: “Non voglio essere per voi un cattivo profeta,
però state bene in guardia, perché di un sangue tanto bello, giovane e ardente,
non ci si può di sicuro fidare in nessun caso!”
8. Ed ecco che ci siamo:
e ben gli sta ai nostri saggi uomini, i quali vogliono sempre turare la bocca a
noi, donne esperte!
9. No! C’è proprio da
morire dalle risate oppure da morire dalla rabbia! Proprio sotto il loro
sapientissimo naso questo incantatore del Mezzogiorno, del quale ho già sentito
dire più di una cosa, si porta via le loro perle delle terre del Mattino, come le
chiamano ormai loro!
10. E adesso, certo
combattuti tra il timore e la gelosia, stanno confabulando senza sapere, nella
loro alta sapienza, che pesci pigliare!
11. Il più forte di loro
(Sehel) egli lo ha fatto sparire con le sue magie, e anche loro non potrebbero
attendersi niente di meglio caso mai venisse loro in mente di opporsi con la
violenza!»
12. Allora una sesta intervenne, e disse: «Si, è vero, tu hai certo ragione, perché io ho ben
visto ed udito tutto, quando Enoch poco fa se ne andò per cacciare via quel mago dal luogo sacro! Il mago però non volle saperne di
andarsene! E allora Enoch mandò Purista dal mago,
probabilmente per intenerirlo e per allontanarlo, per così dire, per mezzo di
una ontro magia; sennonché, fallito il tiro e battuto anche il signor Enoch! Il
mago incantò subito anche la
sacerdotessa Purista, e questa si precipitò subito dal mago!»
13. Ma una vicina a questo punto si fece pure lei innanzi e volle rettificare quanto
asserito dall’altra, dicendo: «Sorella, io ho visto meglio quanto è avvenuto!
Il signor Enoch aveva bensì l’intenzione di mandare là Purista, ma aveva
scambiato appena qualche parola con lei a tale riguardo, che lei era già
ammaliata, ed emise un grido – probabilmente nel momento stesso in cui fu
catturata dalla magia – e poi naturalmente si precipitò di corsa incontro al mago, già del tutto fuori di sé e senza
vedere nient’altro, stramazzando a terra vicino a lui come era appunto desiderio del mago!»
14. Allora l’oratrice di prima riprese la parola e osservò: «Sì, sì, hai ragione; le cose sono andate
proprio così! Ma cosa volevo dire ancora? Ah, sì, ora ci sono! Dopo che fu
accaduto questo, il saggio signor Enoch ha voluto mandare là il forte Sehel! Ma
quando questi, afferrato il mago per
la mano, volle trascinarlo giù dalla collina, allora il mago fece il suo
incantesimo e Sehel scomparve, Dio sa dove! E adesso gli asini stanno sul monte
e, a dirla sinceramente, con tutta la loro sapienza non sanno da che parte
voltarsi!»
15. E ancora un’altra assidua ascoltatrice di simili edificanti commenti aggiunse, ridendo con
ironia: «Ah, sarebbe davvero da ridere a crepapelle se questo passabile
incantatore volesse soffiare via da sotto il naso dei sapienti signori queste
quattro perle delle terre del Mattino, queste rose primaverili bagnate
dall’eterna rugiada dell’aurora, e chi più ne ha più ne metta! Io credo che
allora i signori si toglierebbero dagli occhi le perle e le rugiade!»
16. Inoltre, un’altra disse: «Se proprio adesso capitasse Jehova, il Signore, come Egli aveva
annunciato a Purista, allora vorrei vedere il ‘piccolo’ imbarazzo dei sapienti
signori!»
17. Vi fu però una pronta a ribattere:
«Oh, possiamo stare certe; il Signore indugerà senz’altro alquanto a lungo!
Infatti in simili circostanze scandalose Egli non verrà in eterno, a meno che
non venga armato di una sferza punitrice di fuoco, che giungerebbe molto a
proposito per il mago, per i quattro
occhi del cielo ed anche per i signori traboccanti di sapienza!
18. La vecchia madre
Eva, del resto quanto mai rispettabile, è tuttavia sempre interamente del
parere degli uomini! Con lei non c’è niente da fare quando si tratta di
lagnanze contro un qualche uomo; anzi, in un caso simile ci si rimette del
proprio! L’abbiamo visto prima – e c’era davvero di che ridere – quando la
moglie di Uranion le espose le sue lagnanze, che specie di lavata di capo
dovette pigliarsi al posto di una consolante giustificazione (cfr: GFD vol.2 cap.280, 20-26)! E noi tutte dovemmo inghiottirci il nostro giusto
sdegno e poi stare zitte come un topo davanti al gatto! No! In verità, chi trova
che ciò sia giusto, costui deve avere attinto la sapienza, io non so proprio da
quale sorgente!»
19. E un’altra ancora si
intromise osservando: «Che cos’è accaduto ai nostri signori? Oh, questo io lo
so perfettamente! Essi sono tutti innamorati cotti (delle quattro donne)! Il mago ha mandato tutti i
loro piani a rotoli; perciò adesso confabulano tutti sconcertati!
20. Ebbene, sapete voi
da quanto tempo l’antichissimo padre Adamo ha addirittura accolto in casa sua
la bella e giovane Pura? E da quella volta egli si fa sempre accompagnare da
lei sull’altura e si dice anche che è stato visto che la baciava!»
21. E una vicina aggiunse subito: «Eh, eh, questo che ora vi dico sarà qualcosa di nuovo!
Infatti, io l’ho visto con i miei propri occhi! Non solo baciata, ma l’ha anche
accarezzata, e questo chissà con quali pensieri certamente irrealizzabili! Oh,
sì, i signori, i signori, c’è davvero da esserne contente! Di loro non ci si
può fidare se non quando se li ha sott’occhio, ed anche così, appena, appena…»
22. Ma una che era dalle terre del
Mattino, tra le più giovani sorelle di Aora, in età di circa sessant’anni – quindi per quei tempi
ancora molto giovane e ancora nubile – avanzò nel mezzo del gruppo e disse: «I
nostri discorsi mi fanno proprio l’impressione come se si volesse battere della
paglia vuota per cavarne fuori dei chicchi di grano!
23. Da come vedo io le
cose, sarei invece propensa a sostenere che in voi non parla che la più
bruciante gelosia, e che siete voi ad aver la maggior parte della colpa di
tutto ciò che vorreste attribuire ai signori, mentre questi sono sempre stati
degli uomini saggi!
24. Io oso affermare con
sicurezza che ciascuna di noi si sarebbe lasciata ammaliare dal magnifico uomo senza la minima obiezione, se solo
l’uomo avesse voluto ammaliarla!
25. Ma siccome l’uomo non ha fatto così per delle buone
ragioni, anzi vi ha mandato via dalla collina, ecco che ora egli deve anche
essere per voi un uomo abominevole!
Oh, questo lo trovo molto naturale!
26. Anche a me egli
aveva fatto cenno di avvicinarmi a lui;
però, se non avessi avuto tanto timore di voi, avrei fatto anch’io come mia
nipote Purista!
27. Ma adesso, in
seguito ai vostri discorsi, sono ormai libera da qualsiasi timore, e so bene
quello che dico, né sono affatto impazzita. Però fate bene attenzione voi, del
resto alte madri e sorelle: – quando il Signore Jehova verrà – se Egli non è
già venuto – allora a voi andrà male, e chissà che le quattro perle non si
trovino in condizioni migliori di tutte noi qui e degli stessi signori che sono
là e che voi avete ingiuriato, poiché ho visto un forte splendore dietro a
quell’uomo, e chi di noi può sapere se quell’uomo da voi schernito non sia
forse invece il Signore stesso? E se fosse così, che cosa ne sarebbe poi di
voi?».
28. A questo punto tutte
le donne ammutolirono e furono colte da una grande paura.
[indice]
Il colloquio dell’afflitta Mira con Enoch
30 marzo 1843
1. La giovane oratrice,
che si chiamava Mira, si accorse ben presto quanta e quale sensazione lei
avesse suscitato in tutte le donne con le sue poche parole, e tra sé pensò:
«Come andrà a finire adesso? Le madri e le sorelle sono diventate
all’improvviso tutte mute, e ciascuna faccia è rigida per la grande angoscia e
per un indicibile spavento!
2. Qualcosa bisognerà
pur fare; non si può lasciare in questo stato deplorevolissimo le madri, del
resto degnissime, e le care sorelle!
3. Ma io so già quello
che farò! Io me ne andrò tutta sola da Enoch, dato che le madri e le sorelle non
si azzardano più a muovere un passo, e voglio intercedere per tutte; egli saprà
bene appianare le cose con le madri che ora sono tanto spaventate! Sì, certo,
questo mi pare un pensiero davvero assennato; mettiamolo perciò anche
immediatamente in pratica!»
4. ‘Detto e fatto!’,
questo era stato sempre il buon sistema di Mira; perciò lei andò immediatamente
da Enoch e gli raccontò tutto quello che era accaduto.
5. Tuttavia Enoch, quasi
chiamandola a rispondere di quanto è accaduto, le disse: «Ma perché hai parlato
in modo così impertinente, suscitando con ciò tanta angoscia nelle madri e
nelle sorelle?
6. Vedi, come ora hai
trovato da sola la via per venire da me, così l’avresti dovuta trovare ancora
prima di far precipitare le madri e le sorelle nell’angoscia, e venirmi a dire,
nel Nome del Signore, dell’errore in cui erano cadute le madri e le sorelle, e
così la cosa si sarebbe potuta appianare solo sulla via dell’amore; ma adesso,
in seguito alla tua maniera un po’ troppo spiccia, purtroppo hai formalmente
preparato alle madri e alle sorelle un vero giudizio, e non si può più
appianare la questione così facilmente come forse tu credi!»
7. Quando Mira ebbe udito queste
parole da Enoch, gli replicò senza paura: «Padre Enoch, tu certo sei un sapiente,
e oltre a questo ancora l’unico e sommo sacerdote saldamente stabilito dal
Signore stesso, ma nel mio caso non credo di avere proprio sbagliato, perché è
doveroso badare senza dubbio più ai diritti di Dio che non a quelli degli
uomini, quando questi non concordano con i diritti divini!
8. Le madri e le sorelle, si sono
lasciate trascinare da un cieco zelo, come spesso avviene con le donne, e tra
di loro hanno fatto delle asserzioni che sono false e contrarie ai diritti
divini; considerato ora che ciò doveva necessariamente trovare in me
opposizione e che per effetto del mio interiore sentimento di giustizia non
potevo più sopportare che il santissimo e migliore Padre fosse ulteriormente
dileggiato così gravemente nella Sua perfettissima Simmetria umana, allora
anch’io mi interposi e dissi semplicemente la mia opinione. Ma del fatto che le
mie poche parole possano aver turbato così tanto le madri e le sorelle, di
questo non credo che la colpa possa essere attribuita a me!
9. Perciò, o caro padre
Enoch, non devi serbarmi rancore, perché le mie intenzioni erano buone, e mai,
neanche minimamente, cattive!
10. Vedi, io voglio bene
di tutto cuore alle madri e alle sorelle, e tu questo lo puoi già dedurre dal
fatto che io – nonostante quell’uomo
magnifico avesse fatto anche a me cenno di raggiungerlo come con le altre
quattro ed io avessi pure percepito all’istante in me un incitamento quasi
irresistibile a fare così – tuttavia, per timore e rispetto, mi trattenni
presso le madri e le sorelle!
11. Pertanto, o caro
padre Enoch, adesso ti dico con totale fermezza, che se quell’uomo mi facesse ancora una volta cenno
di andare da lui, allora non solo lascerei immediatamente tutte le madri e le
sorelle, ma lascerei anche tutto il mondo e volerei senza esitazione incontro a
lui, perché in quell’uomo si cela
molto di più di un semplice uomo! Questa cosa io la so con tutta certezza!»
12. Allora Enoch disse a Mira: «Ascolta,
tu sei davvero tremendamente assennata, come di raro è dato di riscontrare in
un’altra persona del tuo sesso! Ma se proprio di tutto cuore vuoi bene alle
madri e alle sorelle, allora forse non ti dovrebbe essere neanche troppo
difficile aiutarle direttamente con la tua assennatezza!»
13. E Mira rispose ad Enoch: «Sì,
caro padre Enoch, a giudicare dal tono sempre elusivo delle tue parole, non mi
resterà infine davvero altro da fare! Veramente, già venendo qui mi si era
affacciata alla mente la considerazione che presso di voi non avrei trovato
proprio il grado massimo della misericordia! Se almeno potessi andare da quell’uomo; egli certamente mi esaudirebbe prima di voi!»
14. Allora Enoch le disse: «E sia pure!
Ecco, l’Uomo è nella capanna, e la porta è aperta! Io non voglio impedirti di
cercare aiuto presso di Lui; perciò tu puoi senz’altro entrare se credi che
Egli ti esaudirà prima di me!»
15. E Mira disse: «Oh, basta che
ciò mi sia concesso, dato che io non sento alcun timore!»
16. E a se stessa: ‘Rallegratevi, voi povere madri e sorelle;
vi sarà dato aiuto anche senza l’intervento di Enoch!
17. Coraggio dunque; quell’uomo splendido ha certo un cuore migliore del
vostro, o caro padre Enoch, e non mi passerà tanto al setaccio quando gli
racconterò la mia necessità, ma invece mi aiuterà!’
18. E detto questo,
entrò di proposito nella capanna.
[indice]
Mira entra nella capanna ma rimane delusa dalle parole
del Signore
Il perché della sua prova, poi la sua miliazione e
l’accoglienza del Padre
31 marzo 1843
1. Ma quando Mira fu giunta
sana e salva nella capanna presso il Signore, a lei non ancora del tutto
conosciuto, Egli si alzò immediatamente e le disse con accento alquanto serio: «Come mai, o
Mira, vieni ora che non ti ho fatto alcun cenno, mentre non sei voluta venire
prima quando ti ho fatto un tale cenno? Oltre a ciò, Io ho dato pure ad Enoch
un comandamento, secondo il quale nessuna donna avrebbe dovuto varcare la
soglia di questa capanna, e nonostante questo tu sei entrata! Come è avvenuto
ciò?»
2. Tali parole e tale
tono alquanto inquisitorio, scosse da principio un po’ il coraggio della nostra
Mira; tuttavia ben presto lei riacquistò animo, perché tra sé e sé pensava: ‘Se è il Signore, allora Egli certo non
vorrà dare un’interpretazione tanto tremendamente seria alle Sue parole, e si
lascerà senza dubbio commuovere dalla preghiera che sorge dall’intimo del mio
cuore; e se invece egli non è che un rigido ed arido sapiente, allora, nel
peggior dei casi, me ne andrò come sono venuta!’
3. E solo dopo queste
riflessioni, lei aprì la sua bocca e disse un po’ timidamente, ma rincuorata: «È vero che
io, tutto sommato, ho fatto male, ma se poi penso che a ciò mi costrinse la
sofferenza del mio cuore e che Enoch non mi ha detto del comando di non dover
venire qui dentro, allora trovo che non ho fatto male!
4. Poiché, chi potrebbe,
chi vorrebbe biasimare uno che soffre se egli, nella sua grande sofferenza,
invoca aiuto o se da sofferente cerca aiuto, e ciò poi del tutto
particolarmente quando chi invoca e cerca aiuto è una povera e debole donna
quale sono io?
5. Ma che male ho fatto
io effettivamente? Non è bene se una donna ama e teme Dio di più che non tutti
gli uomini, che, anche presi assieme, in rapporto a Dio sono senza dubbio meno
che nulla?
6. Così è pure accaduto
che alle madri e alle sorelle ho detto la mia opinione, ma io non potevo sapere
in anticipo che le mie parole avrebbero avuto una ripercussione tanto dolorosa
in loro! Se lo avessi saputo, certo avrei anche potuto tacere; ma adesso quello
che è fatto è fatto! Ora però voglio risarcire mille volte il danno causato dal
mio errore, e questo, credo che non possa assolutamente essere sbagliato!
7. Tutte queste cose le
ho dette anche al padre Enoch, ma lui non ha avuto cuore per me e per la mia
grande sofferenza. Perciò mi affrettai a venire da te, pensando che tu saresti
stato più misericordioso di Enoch; però, a giudicare dalla tua prima
accoglienza, non sembra che da te traspiri misericordia maggiore di quanta ne
abbia dimostrata Enoch!
8. Del resto, devo dirti
e confessarti apertamente che, dal tempo in cui il Signore per parecchi giorni
sull’altura non insegnò nient’altro che l’amore, gli uomini mi sembrano
diventati – e veramente anche lo sono – molto meno misericordiosi di quanto lo
fossero prima; e questo secondo me non è affatto un buon segno.
9. Ma se invece
dipendesse da me, io vorrei venire all’istante in aiuto a tutto il mondo,
nonché a una povera e debole donna, la quale tanto da Dio quanto dalla natura è
senza dubbio costituita sotto ogni aspetto in maniera incomprensibilmente più
svantaggiosa e sofferente di qualsiasi uomo!
10. Vedi, ora io ho
finito e ti ho parlato come mi ha suggerito il cuore! Se non approvi quello che
ti ho detto e se forse, senza volerlo, ti ho in qualche modo offeso, allora tu
hai potere sufficiente per mandarmi via o per fare di me quello che tu prima là
fuori hai fatto di Sehel, perché certo è meglio ‘non essere’ che esistere in un mondo dove gli uomini hanno cuori
di pietra e nei quali non vi è traccia di misericordia!»
11. Allora il Signore così le parlò: «Ma ascoltaMi un po’, Mira! Vedi, questa è stata una
risposta davvero lunga alla Mia breve domanda! Una buona metà avresti potuto
benissimo tenertela per te, e dell’altra non farne parola, perché Io so meglio
di te qual è il punto che proprio veramente ti duole!
12. Ma perché tu possa
convincerti che ho ragione, voglio dirti qual è la vera e propria causa della
tua sofferenza; e dunque ascoltaMi:
13. Ecco, le tue madri e
le tue sorelle sono gelose, e pure tu lo sei! Le tue madri, per gelosia, hanno
parlato male di Me e del Mio comportamento, e poi tu, incitata dalla tua
gelosia, le hai solennemente ammonite, poiché tu, forte del cenno che Io ti
feci, ti attribuisti su di Me, in segreto, un diritto maggiore rispetto alle
altre alle quali Io non avevo fatto alcun cenno.
14. In seguito a quel
Mio cenno tu ti accendesti improvvisamente di un impetuosissimo amore per Me,
ma quando poi udisti le parole oltraggiose rivolteMi dalle madri e dalle
sorelle, allora con ciò si sentì offeso il tuo amore in te, e così ti
vendicasti mediante la tua buona opinione detta alle madri e alle sorelle!
15. Ma visto che la tua
vendetta ha ottenuto un effetto alquanto più grande di quello che veramente ti
eri proposta di ottenere, allora adesso questo ti opprime e vorresti volentieri
venire in aiuto delle sofferenti, ma poiché una cosa simile non ti è possibile,
allora tu cerchi aiuto.
16. Io però ti dico che
l’aiuto verrà di certo, anzi prima di quanto avresti potuto immaginare. Tu però
ora esci fuori, e nel frattempo medita sul tuo errore; poi fa’ ritorno,
purificata in te, qui da Me, ed Io allora ti accoglierò e ti benedirò come ho
fatto con queste quattro!»
17. A questo punto Mira divenne tutta rossa per
la vergogna e disse: «Oh, se Tu fossi il Signore, il mio cuore non starebbe
così aperto dinanzi ai Tuoi occhi; ma Tu, certo, sei il Signore, e perciò non
vi è niente di nascosto dinanzi a Te, ed io me ne andrò confortata fuori dalla
capanna nella quale non sono degna di restare, poiché Ti ho visto e Ti ho
riconosciuto interamente!
18. Perdonami però il
mio peccato, come io perdono completamente di tutto cuore a chiunque qualsiasi
offesa che mai abbia potuto recarmi!»
19. Il Signore allora disse: «Sì, ti perdonerei infinitamente tanto, se tu fossi una
peccatrice, poiché tu Mi ami così potentemente! Tu invece sei pura, e allora
rimani qui con Me secondo il tuo cuore, ed Enoch rimetterà in ordine ogni altra
cosa! Amen!»
[indice]
L’ardentissimo impeto d’amore di Mira la rende esamine
Il Signore, commosso, sparisce per non recarle danno
Disposizioni a Purista sul modo di preparare la mensa
1 aprile 1843
1. Queste parole
sarebbero quasi costate la vita a Mira se lei non si fosse trovata davanti al
Signore della Vita. Infatti il suo amore per il Signore, da lungo tempo
nascosto, irruppe ora completamente, e vi era stata troppa poca preparazione
per reggere a tanto impeto; perciò la nostra Mira si accasciò come inanimata
sul suolo della capanna.
2. Ma allora il Signore
la toccò immediatamente con un dito, e una nuova vita cominciò a pulsare in
tutto il suo essere che prima giaceva quasi inanimato.
3. Tale cosa però era
buona e nel Mio Ordine, perché è proprio così che ciascuno, in primo luogo,
deve morire del tutto per il mondo, prima che egli possa accogliere in sé e poi
sopportare la pienezza della forza e della potenza viventi del Mio Amore!
4. Ma quando Mira,
rinata fuori dal Mio Amore in lei, fu così risuscitata, lei si sciolse in
lacrime ardenti per l’immenso amore per Me e non fu capace di parlare con la
sua bocca, perché tutto il suo essere si era trasfuso in una parola, la cui
parola aveva in sé un significato maggiore di tutti i libri del mondo, poiché
questa parola, di un’importanza infinita, si chiama “Amore”, vale a dire il puro, vero e vivo amore per Dio.
5. Ed è appunto in
questa Parola di ogni parola e di tutte le parole che era trapassato tutto
l’essere di Mira, e perciò lei piangeva fuori dalla pienezza di questa Parola,
e le sue ardenti lacrime, che brillavano come diamanti, con le quali essa
bagnava i Miei piedi, avevano un significato maggiore della più grande
biblioteca del mondo.
6. In verità, Io dico
che similmente, anche la lacrima di un peccatore pentito che Mi abbia afferrato
con tutto il suo amore, è per lui un bene maggiore perfino di mille mondi che
egli avesse ricevuto in dono per il suo godimento eterno!
7. Mira però non era mai
stata una peccatrice, quindi anche il suo amore era come l’ardore intenso di un
Sole-centrale, e le sue lacrime erano Soli come quelli che illuminano i
pianeti.
8. Dunque, in un tale
amore risorse Mira, e rivolse a Me, al suo Padre santo e amorosissimo, uno
sguardo che in quel momento nessuno, all’infuori di Me, avrebbe potuto
sopportare, poiché perfino il Mio Cuore, a causa di un simile sguardo, fu
indotto ad arretrare alquanto, e ciò dal saggissimo fondamento dell’Amore.
9.Poiché, se Io stesso avessi
lasciato completamente libero campo al Mio Cuore, questo avrebbe afferrato Mira
con la sua onnipotentissima ontro fiamma e, quale l’afferrato oggetto del più
potente Amore, l’avrebbe consumata.
10. Anche per questo
motivo Io Mi celai per breve tempo, e intanto Me ne andai da Enoch rendendoMi
visibile soltanto a lui, e gli suggerii quello che avrebbe dovuto dire alle
donne affinché esse Mi riconoscessero, senza che il loro amore divampasse
troppo violentemente.
11. Anche a causa dei
padri Io Mi sottrassi per un po’ ai loro sguardi, perché pure in loro, l’amore,
ancora un po’ immaturo, ardeva appunto con violenza eccessiva, nella cui fiamma
essi non avrebbero sopportato bene la Mia presenza visibile.
12. Nondimeno, dopo che
le Mie ardenti innamorate ebbero notato all’improvviso la Mia assenza, anche la
tempesta delle fiamme d’amore si calmò in loro, ed esse si guardarono l’un
l’altra meravigliate, e l’una chiedeva all’altra: «Che significa ciò? Dove se n’è andato? Perché è
scomparso così inaspettatamente? Lui era ancora in procinto di rivelarci
qualcosa riguardo al Sole, e ora, mentre i nostri cuori ardevano, ci ha
lasciato! Oh, ma questa è una cosa assai strana! Quando Lo si avrebbe voluto
stringere con tutta la forza, ecco che Egli scompare!»
13. E Mira allora disse: «Neppure
i miei occhi Lo vedono più, ma il mio cuore è colmo di Lui, e ciò è
infinitamente di più di quanto io, povera peccatrice al Suo cospetto, possa
meritare neanche in minimissima parte!
14. Purché io possa e mi
sia lecito amarLo, questo è già abbastanza per me, perché ad ogni modo io so
che la Sua presenza visibile è una grazia necessariamente rara da parte Sua.
15. Infatti, se Egli si
trovasse continuamente in modo visibile tra noi come un uomo qualsiasi, allora
certamente l’amore per Lui diverrebbe sempre più crescente e alla fine non
sapremmo più che cosa fare; oppure potrebbe darsi che la Sua presenza finirebbe
col diventare tanto abituale da considerarLo del tutto come un qualsiasi altro
uomo!
16. Per queste ragioni
Egli sa già ciò che è buono e giusto, ed Egli se ne va al tempo opportuno come
al tempo opportuno anche ritorna!»
17. A questo punto il Signore entrò di nuovo visibilmente nella capanna e disse a Mira: «Giusto! Tu hai
completamente indovinato: Egli va’ e viene sempre quando è bene! Perciò Lui è
anche già nuovamente qui, come vedete!»
18. Un grido della più
evidente gioia fu la ripetuta accoglienza per il Signore, e tutte si
prostrarono ai Suoi piedi.
19. Ma Egli le risollevò subito
tutte e con loro si mise di nuovo a sedere alla mensa; poi disse a Purista: «Fa
un po’ attenzione al focolare e vedi come vanno le pentole e regola un po’ di
più il fuoco, altrimenti esso agisce in un punto con troppa forza e in un altro
invece si fa più debole! Infatti, quando i padri entreranno nella capanna, la
colazione deve essere già pronta; datti dunque da fare, Mia cara figlia!»
20. E Purista si accinse
immediatamente al lavoro e fece secondo il comandamento del Signore. Dato però
che la frutta era già molto tenera, lo fece sapere al Signore.
21. E il Signore allora disse: «Sta bene, servila pure sulla mensa, e intanto Mira andrà
dai padri e annuncerà che la colazione è ormai pronta e che perciò essi possono
entrare! Così sia fatto! Amen!»
[indice]
L’inutile invito di Mira ai padri a prendere parte
alla colazione nella capanna rimane infruttuoso
L’esortazione del Signore all’umiltà
Un rinnovato invito ai padri è coronato da successo
3 aprile 1843
1. Tale incarico colmò
di grande allegria la nostra Mira, e lei uscì tutta lieta e disse ai padri che,
essendo la colazione già pronta, entrassero nella capanna secondo la Volontà
del Signore.
2. Ma siccome Enoch non
era presente in quel momento, essendo ancora occupato a qualche distanza ad
appianare la questione con le donne, allora Lamech fece osservare a Mira: «Vedi, Enoch non si è ancora
sbrigato con le sue faccende, e senza di lui noi non possiamo certo entrare
nella capanna, poiché lui è spiritualmente il più anziano di tutti noi!»
3. E Mira replicò a Lamech: «Oh,
questo non è certo un ostacolo! Enoch è dunque più del Signore? Invece la mia
opinione è che ogni uomo deve l’obbedienza al Signore prima e in misura
maggiore che non al suo simile. Enoch saprà senza dubbio quello che dovrà fare!
4. Io ho adempiuto
all’incarico verso di voi e questo basta; non posso tirarvi dentro a forza, né
il Signore mi ha detto di farlo! Dunque, fate come volete! Io sono libera e
perciò ritorno nella capanna!»
5. Ma allora Lamech la richiamò e le disse:
«Ascolta, mia bella figlia dal Mattino, le tue parole sono un po’ mordaci! Ebbene,
che ne diresti – dato che i tuoi piedi hanno così tanta fretta – se invece di
fare ritorno subito alla capanna, facessi un salto da Enoch e gli riferissi la
stessa cosa che hai detto a noi?»
6. E Mira rispose: «Ah, ecco! Ma
cosa pretenderesti ancora da me? Io però ti dico che non ne facciamo nulla,
dato che non sta bene servire due signori; il Signore mi ha mandato solo qui!
7. Se però Enoch ti sta
più a cuore del Signore, allora – per questa tua richiesta che mi hai rivolto –
i tuoi passi sono il doppio più lunghi dei miei, e perciò con i tuoi piedi puoi
anche raggiungere Enoch prima che lo possa fare io con i miei; e questo, te lo
dico io nella metà del tempo!
8. Ma tutto questo
nostro chiacchierare mi fa l’effetto di un rimescolio di paglia vuota dal
quale, alla fine, non si ottiene altro che paglia sminuzzata e nessun chicco di
grano; perciò me ne vado; in quanto a voi, potete fare come volete!»
9. E così dicendo Mira
si mosse per ritornare alla capanna. Ma Lamech la trattenne nuovamente facendole un’altra domanda,
che fu questa: «Ma Mira, o perla soave del Mattino, se il Signore ti diede
l’incarico di chiamarci, non vorrai certo ritornare senza di noi alla capanna?
Cosa dirà il Signore quando ti vedrà fare ritorno da sola?
10. Non ti farà Egli una
seria osservazione e ti dirà: “Ma Mira,
come hai eseguito il Mio incarico che ti diedi per i padri, se poi nessuno
vuole venire?”
11. E se il Signore ti
parlasse così, cosa potrai allora risponderGli a tua giustificazione?»
12. E Mira rispose brevemente a
Lamech: «Non mi risulta affatto che il Signore mi abbia detto di condurvi nella
capanna, bensì soltanto di invitarvi a venire! Ora così io ho fatto, ma la
buona riuscita dell’invito non è più mio compito, perciò me ne vado!»
13. E Adamo si avvicinò ora a Mira
e le disse trattenendola così ancora un po’: «Sì, mia cara figlioletta, basta
che l’invito non parta dalla tua iniziativa, poiché, se così non fosse sarebbe
già tutto giusto!»
14. Questo infastidì
perfino Mira, la quale esclamò: «Oh, ma questo è sicuramente un peccato grave che
commettete voi tutti se, invece di adempiere la Volontà del Signore
annunciatavi tramite la mia bocca, continuate a stuzzicarmi e a spettegolare in
piena regola su di me! No, questo è il colmo, ed io devo subito riferirlo al
Signore!»
15. E detto ciò, entrò
di corsa nella capanna e voleva immediatamente esporre al Signore le sue
lagnanze nei confronti dei padri.
16. Il Signore però la prevenne e le domandò: «Mira, com’è che ritorni da sola? Dove sono
i padri?»
17. Mira all’inizio rimase
alquanto imbarazzata, ma poco dopo rispose: «Ah, o mio migliore, santo ed
amorosissimo Padre, i padri lì fuori sono molto cattivi e disobbedienti! Io ho
fatto precisamente così come Tu avevi detto; essi però… no, io non voglio neppure
dirlo!»
18. E il Signore disse: «Ma cosa mai avranno detto?»
19. Mira però replicò: «Se
proprio vuoi assolutamente saperlo, Tu certo puoi saperlo senza che sia
necessario apprenderlo da me!»
20. Ma il Signore allora le disse: «Vedi, tu poco fa hai esortato i padri all’obbedienza, e
ora, vuoi essere tu disobbediente al Mio cospetto? Come si possono conciliare
queste cose?»
21. E Mira rispose: «Signore, Tu
certo leggi nel mio cuore, e vedi che in esso non c’è alcuna disobbedienza
verso di Te!»
22. E il Signore le replicò: «Ecco, Io so che tu sei una creatura purissima! Tuttavia il
tono delle tue parole ai padri è stato un po’ troppo brusco, perciò essi ti
hanno fatto comprendere che ad una fanciulla non è mai lecito parlare a loro in
tal modo, bensì sempre con la massima umiltà! Va’ perciò nuovamente fuori, e fa
loro ancora una volta il tuo invito, e vedrai che poi essi ti seguiranno!»
23. A questo punto Mira
uscì subito nuovamente e ripeté l’invito ai padri, ed essi risposero
immediatamente a questa nuova chiamata; e siccome Enoch nel frattempo aveva
sbrigato la questione con le donne, si mise alla testa dei padri e li condusse
tutti nella capanna.
24. E Adamo cadde ai
piedi del Signore e Lo ringraziò per tale grande Misericordia, perché non
appena i padri ebbero varcato la soglia della capanna, fu loro aperta la vista
interiore ed essi furono messi al corrente, in pochi istanti, degli avvenimenti
e videro quali erano in quel momento le condizioni della pianura, e perciò
glorificarono il Padre da ogni loro profondità della vita.
[indice]
La colazione nella capanna di Purista
Il Patto d’amore con i figli della Terra e la
comunione visibile tra Cielo e Terra
4 aprile 1843
1. Dopo che tutti i
padri, i sette messaggeri e ancora altri padri e altri figli della regione del
Mattino, avendo avuto la visione chiarissima della situazione della pianura,
ebbero reso gloria e onore al Padre di ogni Amore e di ogni Santità dal più
intimo fondamento della loro vita, il Signore disse loro di rialzarsi subito e,
secondo la Sua promessa, li invitò a prendere posto per la prima volta alla
mensa nella capanna di Purista per mangiare dei cibi cotti.
2. Allora si alzarono
tutti immediatamente e presero posto alla mensa del Signore che era
adeguatamente grande, poiché la capanna di Purista non era così piccola com’è nel vostro tempo
attuale (1841) la capanna di un contadino oppure come un
rifugio di montagna, bensì era tanto spaziosa che dentro avrebbero certo potuto
trovare posto sufficiente anche settemila persone. Malgrado ciò la capanna
veniva chiamata piccola, ma non per indicarne un’eventuale carenza di spazio,
bensì per significare soltanto la sua umiltà.
*
3. Quando tutti i padri
si furono seduti alla grande mensa filiale del Padre santo nella capanna e si
furono pure tutti ristorati con i cibi ben cotti, allora il Padre disse a tutti: «Ora il buon ordine è ristabilito su tutta la Terra; perciò
anch’Io Mi trovo nuovamente con voi, e ora, mediante la Mia visibile presenza
sostanziale, benedico in voi l’intero cerchio[1]
della Terra!
4. Infatti ora è stabilita una nuova unione tra Me, i
Miei angeli e la Terra; per questa ragione ho fatto preparare questo banchetto
della gioia con frutta cotta, affinché con ciò diventi memorabile per tutta la
Terra il fatto che Io, l’eterno Padre dei figli di questa Terra, sono ora
diventato un Dio per loro, un Signore e un vero Padre, e che ora ho stabilito
con loro un patto in modo che tutti debbano essere, conformemente a questo
patto, in questo modo, Miei veri figli, come Io sempre e in eterno voglio
essere il loro amorosissimo Padre santo.
5. Io però adesso dico a
voi tutti: “Se voi rimarrete fedeli a
questo patto, che è il Mio Amore per voi e il vostro amore per Me, anche la
comunione visibile tra la Terra e i Cieli permarrà in modo continuo.
6. Ma se voi abbandonerete questo patto ed infrangerete questa sacra
unione, allora la Terra si inabisserà di nuovo nella profondità di prima, e
sarà avvolta da densissime nuvole, attraverso le quali nessuno sarà più in
grado di vedere Me né i Miei Cieli.
7. E se la Terra in questo stato cadrà e si inabisserà sempre più, allora
essa precipiterà nel suo proprio giudizio, e Io poi non parlerò più, come
faccio adesso, con i suoi figli come un Padre colmo d’Amore e di Dolcezza,
bensì come un Dio eterno Io tuonerò ad essa i Miei Giudizi nel Fuoco dell’ira!
8. E coloro che
sopravviveranno dovranno attendere a lungo prima che un nuovo patto d’amore
venga stabilito in maniera incruenta, e con una simile nuova istituzione Io Mi
concederò così tanto tempo, che tutti i popoli languiranno prima che da parte
Mia il patto sia completamente rinnovato!
9. Ma se questo patto
sacro, adesso completamente concluso con voi, ora veramente figli Miei, non
sarà infranto tramite un ripetuto passaggio alla morta esteriorità del mondo,
allora Io rimarrò presso di voi come voi rimarrete presso di Me, e sulla Terra
sarà così come nei Cieli, né tra di voi regnerà più la morte, bensì, come voi
tutti avete visto che Io ho richiamato a Me Sehel, e prima di lui Zuriel, il
genitore di Ghemela, similmente Io richiamerò voi tutti a Me, e farò poi di voi
nello spirito dei potentissimi operatori d’amore su tutti gli esseri e su tutte
le creature nelle Mie infinite regioni della Creazione!
10. Infatti laddove voi,
con i vostri occhi, vedete sul firmamento forse solo un puntino, ebbene là,
nella Mia Onnipotenza eterna, pullula un numero sterminato di mondi, tutti
portatori [di esseri] della vostra specie. E al di là dei mondi vi sono, in
spirito, infiniti luoghi spirituali dove dimorano gli spiriti, di cui una sola
dimora abbraccia di più di quanto possa offrire l’intero, infinito e visibile
spazio esterno!
11. Dunque voi ora
vedete anche la vostra destinazione eterna e la facile via che vi conduce;
nessuno però può giungere a tale destinazione finché egli, per tale scopo, non
sia diventato completamente maturo fuori dal Mio Amore.
12. Ma quando Io
chiamerò qualcuno, allora la Mia chiamata lo spoglierà del pesante carico
dell’involucro materiale della carne, e poi egli stesso entrerà ben presto
nella grande magnificenza dell’eterna, immortale Vita dello spirito d’amore.
13. Ma affinché voi
possiate rendervi conto di come si vive nello spirito, Io voglio aprirvi del
tutto la vostra vista interiore!
14. Guardate dunque i
tre che sono qui con noi che sono trapassati nell’aldilà, e intrattenetevi voi
stessi con loro, affinché con ciò possiate rendervi conto del fatto che la
vostra esistenza in Me non avrà mai più fine in eterno, e nello stesso tempo
anche del fatto che il drago è sempre
un gran mentitore!
15. Intrattenetevi
dunque, e fatevi raccontare come lo spirito viva, domini e dimori in eterno
liberamente in perfetta beatitudine! Amen!»
[indice]
L’apparizione di Abele, di Sehel e Zuriel grazie alla
vista interiore aperta
Conversazione con gli spiriti
5 aprile 1843
1. Allora tutti i padri
si rallegrarono oltre misura. Adamo ed Eva si affrettarono ad andare verso
Abele, Set si avvicinò a Sehel, e Ghemela a Zuriel, e conversarono riguardo
alle cose dello spirito e riguardo alla vita dello spirito al massimo grado libera
e perfetta, e quindi anche supremamente beata.
2. E Set domandò a Sehel:
«Figlio, quale impressione fu la tua quando il Signore ti ebbe sciolto dai
lacci materiali di questo mondo?»
3. E Sehel rispose a Set: «Vita a
te e vita nella tua domanda! Io ero nell’alito; un tremore percosse l’etere, la
cintura del Sole si squarciò e così io mi trovai libero, una vita
nell’infinito.
4. Io, quale luce,
penetrai l’Universo, e la luce tolse l’essere agli esseri; e gli esseri
spogliati dell’essere diventarono un nuovo essere, e una nuova vita scrutò
nella nuova luce, e il Padre era dappertutto il Fondamento di ogni Luce e di
ogni vita della Luce fuori dalla Vita.
5. E ora io sono una
perfetta Unità, e vivo in modo libero una vita possente, eterna e colmissima di
luce (proveniente) dalla Vita di ogni vita in Dio.
6. Vedi, padre Set, così
era, così è e così sarà e rimarrà in eterno, considerato che ogni secondo (di tempo) successivo, respira una vita veniente più perfetta di quella (del secondo) che l’ha preceduto!
7. Credilo, padre Set,
perché quello che tu ora vedi e senti, non è affatto un’illusione ottica e
nemmeno uno stordimento del tuo udito, bensì tutto è assoluta verità e
pienissima realtà; ma quello che invece tu vedi nel mondo esteriore, non è che
la corteccia dell’albero e la buccia della verità, e perciò, rispetto alla
realtà, è come una regione il cui suolo sia ricoperto da fitta nebbia e da
nuvole tenebrose.
8. Là, però», e dicendo
ciò Sehel indicò il Signore, «là, o padre Set, si trova perfettamente la Vita della
vita e la Luce della luce!
9. Ascolta la Sua
Parola; essa è il fondamento di ogni esistenza! Dalla Sua Parola siamo
proceduti io e te, ed ogni esistenza ha la sua origine nella Parola del Padre.
10. Quando Egli parla
qui, da ciascuna Sua Parola sorgono realizzazioni sostanziali di infinite
profondità, e nuove schiere di soli e di mondi iniziano il loro primo giro
eterno lungo la loro orbita.
11. Perciò ascoltate
quanto dice il Padre, e serbate in voi la Sua Parola, e voi tutti giungerete a
comprendere che chi ha in sé la Parola del Padre, ha in sé anche la vita
eterna!
12. Infatti la Sua
Parola è sostanza, e il suono delle Sue parole è il fondamento di tutte le
cose.
13. A Lui dunque sia
reso in eterno ogni onore, ogni lode, ogni gloria e ogni amore! Amen!»
14. Queste parole di
Sehel fecero grande impressione sull’intera compagnia, e tutti lodarono e
glorificarono il Padre della vita per aver conferito agli angeli, nella Sua
grazia, tanta alta sapienza e potenza.
15. E allora Adamo chiese ad Abele: «Mio
dilettissimo figlio, che io ho tanto rimpianto, sei pure tu capace di tali
parole quali sono appena sgorgate come un torrente impetuoso fuori dalla bocca
di Sehel?»
16. Abele però rispose ad Adamo:
«Padre della Terra dell’uomo, né Sehel, né io, bensì il Tutto nel tutto è Dio,
il Padre eterno e santo; infatti la nostra parola è la Sua Parola, come il Suo
santo Volere è sempre il nostro volere!
17. Infatti, per lo
spirito non esiste altra parola all’infuori della Parola del Padre, come pure
non esiste alcuna vita se non unicamente la Vita del Padre.
18. Ma chi vive (attingendo) da Dio, costui parla anche [attingendo] da Dio; quindi chiunque viva (attingendo) da Dio, può anche, (attingendo) da Dio, proferire parole di Dio, cioè parole di
Vita!
19. Se qualcuno si alza
e dice: “Io ho raccolto sul mio terreno!”,
costui è un mentitore come il drago
antico, il quale, appropriandosi della misericordia del Padre, così parla: “Io sono un signore del Signore e posso
percuoterLo quando voglio”. Mentre egli in sé e per sé è certamente
l’essere più percosso che vi sia.
20. Ecco, padre, così
avviene che allo spirito puro riesce quanto mai facile parlare ed agire in
tutta la forza e la potenza del Padre, perché nel Padre si ama, si vive e si
respira liberissimamente! A Lui dunque vada ogni amore in eterno! Amen!»
21. Queste parole di
Abele intenerirono Adamo e fecero piangere Eva, e Adamo esclamò ad alta voce:
«O Dio, o Padre santo, io certo vivo ancora volentieri con i Tuoi figli su
questa Terra, ma preferirei trovarmi dove si trova il mio e il tuo Abele!»
22. Ma il Signore gli disse: «Ancora un breve tempo, e tu verrai alla pace! Amen!»
23. E Adamo chiese: «Che cos’è la
pace?»
24. E il Signore rispose: «La pace è la risurrezione dello spirito alla vita eterna
proveniente da Me!»
25. In verità, finché Io
non risorgo in te, tu rimarrai; ma quando Io risorgerò in te, allora anche tu
risorgerai alla luce della vita nella carne dell’Amore e della Parola
proveniente da Me!
26. Sii dunque
tranquillo, e mangia e bevi finché non siano la Mia Carne e il Mio Sangue a
venirti a destare! Amen!»
[indice]
Le domande di Ghemela sulla vita nell’aldiquà e
nell’aldilà
La risposta dello spirito Zuriel: la vera morte è
separarsi dal Signore
6 aprile 1843
1. Ma allora anche Ghemela domandò a suo padre Zuriel se vi fosse una grande differenza tra la vita
di questo mondo e la vita dello spirito, e se l’uomo-spirito possa vedere anche
il mondo naturale e gli uomini che vivono ancora nella carne in questo mondo.
2. E Zuriel le rispose: «Ascolta, o
figlia del Signore, questa tua domanda è un po’ vana! La vita è dappertutto una
e la stessa, e non vi può essere affatto differenza tra vita e vita quando essa
è una vita proveniente dal Signore; ma se la vita non proviene dal Signore,
allora essa non è più vita, bensì una perfetta morte, la quale è certo
anch’essa conscia di se stessa. Nondimeno, una tale coscienza non è altro che
un auto-inganno, in quanto tutto quello di cui è conscio un morto, è conformato
come un sogno cattivo, nullo e vano, perché il suo mondo non ha alcun
fondamento e tutto quanto egli possiede è più senza valore di una
fuggevolissima schiuma!
3. Tu qui però non devi
considerare la materia delle cose come se fosse morta per il fatto che di
fronte a te essa non esprime nessuna coscienza per te, poiché questa non è
morta – dato che in essa dimorano forze molto potenti ed essa, in sé e per sé,
non è altro che un’espressione della forza e della potenza del Volere divino
che si manifestano dappertutto – bensì per morto tu devi raffigurarti soltanto
quello che, in seguito alla libertà di volere ricevuta dal Signore, ha avuto la
possibilità di separarsi dal Signore e lo ha fatto con ostinazione, e poi in
seguito vuole sussistere, per forza propria, senza Dio.
4. Certo che esso
continua a sussistere per effetto dell’Amore e della Misericordia divini, ma in
quale orribile maniera ciò avvenga, questa è tutta un’altra cosa.
5. Tu da tutto ciò,
figlia mia nel Signore, puoi già dedurre che la vita vera e propria si esprime,
dappertutto e in qualsiasi circostanza, in un modo unico e del tutto lo stesso.
6. Ma se tu non puoi
ancora comprendere pienamente questa cosa, allora guarda un po’ il Signore!
Vedi, Egli è in Sé e per Sé la vita perfettissima di ogni vita; tutta la nostra
vita proviene da Lui! Trovi forse una qualche differenza tra Lui e me?
7. Tu rispondi:
“Nessuna, in base a come si mostra visibilmente il Suo Essere!”
8. Bene, dico io a te,
tuttavia in ciò che ora segue si trova la piena risposta alla tua domanda! Fa’
dunque bene attenzione: noi siamo quello
che siamo da Dio, il Signore, e il nostro tutto è la Sua perfetta Simmetria!
9. Dunque, anche la
nostra vita è del tutto sicuramente la Sua vita, e noi possiamo vivere, quando
e dove vogliamo, non appena scorgiamo e comprendiamo il Fondamento della vita.
Se noi teniamo rivolto il nostro cuore a Lui, allora conduciamo già una vita
perfetta, ed è indifferente se siamo ancora nel corpo di carne oppure se siamo
allo stato di spirito puro!
10. Chiedersi se poi lo
spirito puro e sciolto (dalla carne) possa anche vedere il mondo naturale e tutto ciò che
esiste su di esso, vedi, mia cara figlia nel Signore, questo è certo quanto mai
superfluo! Se la vita vera e propria è dappertutto completamente uguale, allora
vedere o no non farà certo alcuna differenza.
11. Chiediti invece se
tu vedi il mondo con la tua carne, che in sé e per sé non è altro che materia
del tutto insensibile, oppure se lo vedi con il tuo spirito fuori dalla tua
carne!
12. Ecco, adesso si
accenderà una luce in te! Dunque, se il tuo spirito, avvolto nella materia, può
contemplare le cose, di altrettanto lo sarà certamente capace anche lo spirito
libero e puro, purché il Signore lo voglia!
13. Ma se il Signore non
vuole, allora né lo spirito libero, né quello in ceppi può vedere nulla,
perché, come il Signore può togliere la vista al corpo, la stessa cosa Egli la
può fare rispetto allo spirito.
14. Dunque, come tu ora,
secondo la Volontà del Signore, vedi il mondo spirituale e quello naturale,
così ugualmente vedo anch’io entrambi, ora come sempre, se tale è la Volontà
del Signore, e se così è necessario!
15. Se noi spiriti
abbiamo la missione di servire i mondi con grande potenza d’amore proveniente
dal Signore, allora dimmi: come sarebbe possibile una cosa simile se noi non
avessimo la precisa visione di ciò a cui noi dobbiamo servire?
16. Tu vedi adesso la
materia da parte a parte, e puoi vedere me che sono uno spirito; ma così pure
io posso vedere te, e così non c’è nessuna differenza tra la vera vita e la
vita!
17. Certo, c’è
differenza tra me e te, e questa è rappresentata dalla tua carne che non è
capace di nessun moto spirituale, né può cambiare di luogo con tanta rapidità;
tuttavia è facoltà del tuo spirito pensare a queste cose e percepirle in modo
vivo!
18. Ecco, questo è ciò
che ti è necessario sapere per il momento! Se tu stessa ti concentrerai sempre
più profondamente nel tuo spirito, allora sperimenterai tutte queste cose in
maniera vivissima, pur rimanendo ancora nel tuo corpo. E questo anche te lo
auguro di tutto cuore nel Nome del Signore! Amen!»
[indice]
L’appassionato rendimento di grazie di Ghemela
Una promessa del Signore a Ghemela quale futura madre
di Noè, e a Pura quale futura madre di Gesù
Pura trapassa dalla Terra con la carne spiritualizzata
7 aprile 1843
1. E quando Ghemela ebbe appreso queste cose da Zuriel, ne fu immensamente lieta e andò subito
vicino al Signore del Cielo e della Terra, e Gli rese gloria e lode nel suo
cuore ardente per la grande Grazia concessale di aver potuto apprendere la
beatificantissima notizia che la vita dello spirito è perfettamente simile alla
vita di un uomo che vive ancora nella carne sulla Terra, che è nel pieno amore
per Lui, il Padre santo colmo di ogni Amore e di Misericordia.
2. E il Signore, rivoltosi a lei, le disse: «Sì, così succede agli uomini: coloro che
ricevono molto sono più ingrati di coloro che ricevono poco! Vedi, la Grazia
che è stata concessa a te, è stata concessa pure in misura abbondantissima a
tutti coloro che sono qui! Essi si sono ristorati alla Mia mensa, mentre tu con
la tua piccola compagnia ti trovavi dall’altra parte, vicino al focolare, e
finora non ricevesti nessun boccone dalla Mia mensa; tuttavia ancora nessuno è
venuto da Me spintovi dall’amore come hai fatto tu!
3. Io però ti dico: – il Mio Cuore è la migliore delle mense! Se anche non ti sei ristorata alla Mia mensa, ora
sarai ristorata con il Mio Cuore; e questo cibo è di certo incomparabilmente
più buono e nutriente ancora di qualsiasi altro cibo, per quanto ben cotto!
4. In verità, Mia diletta figlia, Io ti dico che l’amore per
Me, il Padre, nel cuore di un figlio ha un valore molto maggiore di tutta la
sapienza, per quanto maestosa possa essere, e di tutta la scienza immaginabile!
5. Infatti chi possiede l’amore, costui possiede tutto;
chi però ha l’amore soltanto a causa della sapienza, della scienza e della
forza, anche costui avrà ciò che egli vuole, ma non avrà come te, ora e per
sempre, il Mio Cuore!
6. O tu, stirpe umana
della Terra, credi alle Mie parole: – se ti preme di più la conoscenza delle
cose che non il Mio Amore paterno, allora di certo avverrà che tu, con la tua
possente sapienza, soggiogherai il povero, ma poi anche tu sarai soggiogata da
Me, ed Io non ti risparmierò e non ti accarezzerò!
7. Ma te, o Mia Ghemela,
Io ti risparmierò e ti conserverò sempre e poi sempre; sì, il tuo frutto
diverrà un nuovo padre degli uomini della Terra (Noè - cfr GFD cap. 3,34), e il tuo sangue (come seconda Eva) colmerà un giorno tutto il cerchio della
Terra!»
8. A questo punto anche
gli altri esseri femminili si precipitarono verso il Signore e Gli chiesero
perdono per avere indugiato a fare come aveva fatto Ghemela.
9. Particolarmente la
povera Pura scoppiò in lacrime e, tutta timorosa e addolorata, non sapeva che
cosa fare.
10. Ma il Signore si chinò a terra, le risollevò tutte e, presa in braccio la povera Pura,
così le parlò: «Oh, non piangere, figlioletta Mia, perché tu sei quella che
meno degli altri ha ragione di piangere! Io so molto bene quanto tu Mi ami;
perciò sii anche lieta, poiché tu e Ghemela Mi siete così vicine, come Mi è
vicino il Mio proprio Cuore eternamente onnipotente!
11. A te, Ghemela, Io do
una nuova stirpe, ed a te, Pura, Io do la Mia Parola vivente! Così tu
sussisterai in spirito con una carne vivente, e nel grande Tempo dei tempi[2] non sarai più
generata nella carne, bensì sorgerai da una carne generata quale carne non
generata[3], e da te sorgerà
una Carne vivente (Gesù) il Quale sarà un futuro Fondamento di ogni vita.
Perciò tranquillizzati e rallegrati, poiché Mi sei cara in modo finito ed
infinito, perché, all’infuori di Me, né nel Cielo né su nessun pianeta c’è
qualcuno di più splendido e bello di te!
12. Ora però guarda: là
sulla soglia della capanna c’è qualcuno che ti attende! Egli è colui che fu il
tuo genitore terreno (Zuriel – cfr GFD vol.2 cap.5,34); seguilo ora! Il suo nome è Gabriel. Egli ti
condurrà nella Mia dimora Celeste dove tu rimarrai costantemente vicina a Me
fino al Tempo dei tempi. Quello che poi accadrà, lo apprenderai nella Mia
grande Casa paterna! Amen!»
13. Ma Pura allora si
aggrappò con le sue braccia al Signore, e non voleva separarsi da Lui.
14. Il Signore però le disse: «Figlioletta Mia, non ci sarà bisogno che Mi aspetti là
dove ti porterà Gabriele, perché, prima che tu vi giunga, Io sarò là e ti verrò
incontro, e poi Io stesso ti guiderò verso la Mia Casa. Va’ dunque pure
rassicurata, perché Io manterrò sicuramente la Mia Parola! Amen!»
15. A questo punto Pura
premette ancora una volta visibilmente sul suo petto il capo del Signore, e poi
non fu più vista, poiché l’angelo del Signore la portò nella Casa del Signore
con la carne spiritualizzata. La Casa
del Signore è l’Amore del Padre!
16. Anche Mira, Purista
e Naeme piangevano rimanendo ancora in piedi; ma il Signore ben presto le saziò
col Suo Amore e le benedisse.
17. Questo discorso e
questo atto del Signore avevano suscitato una grandissima sensazione nei padri,
per la qual cosa, ad eccezione di Enoch, erano rimasti tutti come statue
inanimate e nessuno si azzardava a pronunciare nemmeno una sillaba; infatti
tutti si erano sentiti colpiti, essendo cominciato in loro, nel contemplare la
pianura, a sorgere ogni specie di piani segreti.
[indice]
Le scuse di Adamo e la sua ingenua preghiera al
Signore di ritirare il rimprovero
Il Signore sa esattamente come trasformare le Sue
creature in veri figli Suoi
8 aprile 1843
1. Solo dopo un periodo
discretamente lungo di tempo, Adamo riacquistò un po’ d’animo e, avvicinatosi al Signore,
Gli disse nel più profondo timore reverenziale: «O Signore, Padre santo ed
amorosissimo di tutti noi, vedi, per quanto io posso dire di noi tutti ed anche
di me stesso, noi Ti abbiamo sempre amato, lodato e glorificato altamente, ciò
che non si può affatto negare!
2. Noi certo non ci
siamo affrettati a venire da Te, così come ha appena fatto la cara e grata
Ghemela; ma questa cosa noi l’abbiamo fatta – almeno secondo quanto è nel mio
sentimento – non forse in seguito ad un apprezzamento nullo o troppo scarso
della Tua santa Grazia e immensa Misericordia verso di noi, bensì per effetto
del massimo timore reverenziale, rispetto e amore possibili verso di Te.
3. Infatti noi vediamo e
percepiamo completamente Chi sei Tu! Ma non è possibile che questo si renda tanto
evidente alle fanciulle, data la loro natura; perciò esse devono anche
avvicinarsi più esteriormente a Te per il fatto che sono per lo meno molto più
incapaci dell’uomo a compiere un graduale avvicinamento spirituale e interiore
a Te.
4. Se io dunque ora
considero tutto ciò per bene, nonché il Tuo rimprovero infinitamente grave,
eccezion fatta di Enoch, rivolto a tutti noi, allora il rimprovero è stato – a
dirla apertamente – davvero un po’ troppo forte!
5. Io parlo così come
sento; e come io sento deve essere vero per me finché un altro sentimento non
mi convincerà del contrario!
6. Tu sei il Dio,
l’Onnipotente dall’eternità, per Tua propria Forza; io invece non sono che una
debole e caduca creatura della Tua Volontà, santa e potente sopra ogni cosa. Ma
se Tu, quale mio Creatore, intendi parlare con me, allora anch’io parlerò con
Te apertamente, così come liberamente e apertamente Tu Mi hai creato. Anche in
conseguenza di ciò ora Ti dico apertamente e liberamente: “Creatore, Padre, questa volta a noi, Tuoi poveri figli, hai detto
troppo con il Tuo rimprovero; la metà di quanto hai detto sarebbe già
sufficiente per opprimerci a morte!”
7. Perciò, Te ne prego,
ritira da noi questo rimprovero, in modo che noi possiamo amarTi nuovamente
quale il Padre amorosissimo, perché nella Tua grande Severità non può amarTi
nessuno, come hai insegnato Tu stesso a noi tutti sull’altura.
8. Se io dicessi ad uno
dei miei figli: “Ascolta, figlio buono a
nulla! Se tu non mi amerai sopra ogni cosa e qualora io dovessi accorgermi
della benché minima carenza nel tuo amore, che deve essere il più grande
possibile, io ti ucciderò immediatamente!”, io credo che sarebbe davvero
strano domandarsi: “Come potrà amare me,
quale padre, il figlio che avrò minacciato in questo modo?”
9. Dunque, o Dio,
Creatore e Padre, ritira Tu pure le Tue minacce, in modo che noi possiamo
amarTi liberamente secondo l’impulso del sentimento filiale che è nel nostro
cuore, ma non perché dobbiamo amarTi per la paura delle Tue grandi minacce!
10. Oh, non minacciare,
né promettere niente, ma sii invece unicamente Tu, quale Padre, ciò che deve
essere sufficiente per noi e dacci anche la vita che proviene da Te, affinché
noi, come figli viventi in eterno, possiamo anche in eterno amarTi sempre di
più quale il Padre eternamente santo!
11. Tu certo sei libero
di fare secondo il Tuo piacimento, perché Tu solo sei il Signore Dio Zebaoth e
non hai bisogno di ricorrere a nessuno per avere un consiglio.
12. Tu possiedi la Vita;
in Te non c’è la morte, e nessuno mai in eterno potrà toglierTi la Vita
supremamente libera, supremamente onnipotente e meravigliosamente beata.
13. Tu, in eterno, non
senti alcuna oppressione; ma non così è per noi, Tue creature! Ogni nostro
respiro dipende da Te, e al Tuo paragone siamo così deboli che un Tuo semplice
sguardo privo di dolcezza ci può già condurre tutti all’annientamento.
14. Tu non sei capace di
provare nessun dolore; noi invece siamo così costituiti da Te, che possiamo
essere aggrediti da dolori indicibili, perfino dalla morte, dall’annientamento
stesso! E tuttavia vorremmo amarTi sopra ogni cosa, anche in preda a grandi
dolori!
15. Ma se Tu vuoi
ucciderci, o addirittura già ci uccidi, allora non vi è per noi più possibilità
di amarTi, poiché, chi potrà mai amarTi nella Tua ira, oppure perfino nella
morte?»
16. A queste parole di
Adamo, il Signore si volse a lui e gli disse: «Tu parli a Me, il tuo Creatore, da uomo, e
così facendo fai bene, perché risulta provata in te la Mia maestria nella
riuscita dell’opera per cui tu appunto puoi così parlare liberamente con Me da
te.
17. Ma i figli del tutto
veri che conoscono perfettamente il loro Padre e sanno quanto sia infinita la
Sua bontà, parlano certo in tutt’altro modo con Lui, perché essi Lo amano, e
perciò non hanno alcun timore di Lui, bensì essi fanno come hanno fatto e
ancora fanno queste figlie.
18. Se però il padre
volesse inculcare ai suoi figli l’amore per se stesso con le minacce,
conformemente all’esempio da te citato a tuo riguardo, allora egli sarebbe di
certo tutt’altro che un padre!
19. Ma quando Io, quale
unico vero Padre, vedo che in voi dimora ancora un sciocco e stolto timore di
Me, allora saprò ben Io come fare per afferrarlo e cacciarlo fuori da voi, cioè
per spazzare via da voi, per una buona metà ancora creature, le caratteristiche
della creatura e trasformarvi così in veri figli!
20. Se tu consideri un
po’ quanto ti ho detto, allora non potrai fare a meno di persuaderti che, anche
se Io, il Creatore e Padre, non sento alcuna oppressione, sarò tuttavia capace
di vedere dove vi sentite oppressi, per portarvi aiuto là dove avete maggior
bisogno di aiuto, e che sceglierò sicuramente i mezzi più adatti a questo
scopo!
21. Vedi dunque di
ridurre alquanto le tue pretese, e invece amaMi; allora avrai certamente
l’esatta percezione se Io chiedo l’amore ai Miei figli con la morte o senza la
morte!
22. Infatti vedi, la tua
richiesta rivolta a Me è precisamente il contrario di quella che Io ho rivolto
a voi! Queste cose considerale bene e soltanto dopo parla!
23. Io però so cosa devo
dire quale Creatore e cosa devo dire quale Padre e cosa devo fare. Presta
dunque grande attenzione a ciò! Amen!»
[indice]
Adamo invoca il perdono
Significative parole del Signore sull’uomo quale cieco
creatore del
proprio giudizio essendo pietra terminale della
Creazione
10 aprile 1843
1. Queste parole da
parte del Signore ricondussero il nostro Adamo ad un migliore stato d’animo; ed egli si avvicinò in
grande umiltà al Signore e così Gli parlò: «O caro Padre santo! La Tua Parola
ha posto le cose dinanzi ai miei occhi in un’altra luce, e in questa luce ora
mi accorgo di avere peccato in modo rovente dinanzi a Te; perciò, o caro Padre
santo, Ti prego di non mettere con troppa severità a mio carico questo mio
errore che sarà certo l’ultimo dinanzi a Te e dinanzi a tutta la Tua Creazione,
bensì perdona a me, debole e povero vecchio, questa mia ultima stoltezza!»
2. Allora il Signore, rivoltosi ad Adamo, disse a lui come pure a tutti coloro che prima
avevano condiviso i suoi sentimenti: «Ascoltate dunque voi tutti, e in maniera
del tutto particolare ascolta anche tu Adamo, figlio Mio; ora Io dirò qualcosa
a Mia giustificazione dinanzi a voi tutti, o Miei figli, in modo che se in
futuro, malgrado tutto, doveste forse dimenticare il Mio consiglio, allora
sappiate anche che non Io, bensì voi stessi siete gli stolti e ciechi creatori
del vostro giudizio, e conseguentemente pure della vostra rovina e della vostra
morte, qualora, come detto, non vi manteniate su quella via che Io, vostro
Creatore sommamente sapiente e Padre santo e amorosissimo, vi ho tracciato! E
dunque ascoltateMi:
3. Voi, e tutta
l’infinita Creazione, siete già dall’eternità necessariamente costituiti, da
parte Mia, in modo tale da essere proprio voi gli scopi ultimi e quindi anche
le più complete pietre terminali di tutto il mondo visibile ed invisibile. Ne
consegue che tutto, nel modo più preciso, tanto nel suo complesso quanto nelle
sue singole parti, deve certamente venire a trovarsi con voi nella corrispondenza
più indivisibile.
4. Se le cose stanno
innegabilmente così, allora la conseguenza di tali premesse si impone da sé, e
questa suona così: “Se l’uomo esiste quale scopo finale di tutta la
Creazione, e questa dunque sta in tutto con lui nella corrispondenza più
intima, allora è chiaro che, altrettanto necessariamente, egli è posto come un
signore sopra tutta la Creazione, dal cui punto di vista egli deve agire di
riflesso sull’intera Creazione allo stesso modo come l’intera Creazione
necessariamente agisce prima su di lui e influisce su di lui!”. E adesso fate bene attenzione a quello che seguirà.
5. Tutta la Creazione,
prima di voi, non ha assolutamente la libera volontà, bensì in essa tutto è
necessariamente giudicato per uno scopo utile per voi, e così in essa è tutto
un obbligo totale.
6. Ma solo Io, quale il
grande Artefice di tutte le Mie creature, so come sono costituiti tutti i
processi in essa, e come l’uno si concatena con l’altro, e vi posso perciò
anche fornire quei mezzi che unicamente sono i più utili ad indicarvi come
dovete fare per affermarvi liberamente su questo gradino supremamente alto sul
quale voi state quale ublimassimo scopo finale di tutta la Mia Creazione.
7. Se voi rimanete in
quest’Ordine prescrittovi da Me, il Creatore, allora anche l’intera la
Creazione, esistente prima di voi, rimarrà dietro di voi nel più bell’ordine,
ma se non rimanete in quest’Ordine, anzi se ve ne formate e create
arbitrariamente un altro, allora Io, quale Creatore e Padre santo di tutti voi,
sono evidentemente del tutto fuori da ogni colpa se l’intera Creazione che vi
precede si inverte nella sua azione giudicata, vi trascina poi nel suo eterno,
necessario giudizio ed infine addirittura vi uccide.
8. Non deve infatti
essere pesante la pietra, affinché essa rimanga una fermezza sulla Terra e
dentro di essa? Vedete, questo è un giudizio della materia della pietra!
9. Finché voi camminate
sopra la pietra secondo l’ordine prestabilito, siete voi i dominatori della
pietra; ma se invece farete rotolare una pesante pietra su di voi, allora
diventerà la pietra la vostra dominatrice e vi farà sentire la sua pesantezza,
il suo giudizio e vi darà infine la morte.
10. Ma come tra voi e la
pietra sussiste questo rapporto, così pure un uguale rapporto c’è tra voi e
l’intera Creazione visibile ed invisibile.
11. Solo voi potete
benedirla secondo il Mio Ordine, ma viceversa potete anche guastarla per la
vostra sciagura fuori dal Mio Ordine.
12. L’amore per Me però
è il compendio di tutto il Mio Ordine. Attenetevi dunque sempre in maniera
vivente a questo amore, e così voi non ricadrete mai più in un giudizio; ma se
voi abbandonerete questo amore, allora voi aprirete le cateratte del giudizio
ed esso allora si precipiterà necessariamente su di voi come la pietra e vi
seppellirà in sé!
13. Perciò badate a
questo e fate sempre attenzione; ma sappiate anche che Io, il Padre, non
giudico nessuno! Comprendetelo tutti! Amen!»
[indice]
Uranion domanda al Signore se Egli può essere offeso
dagli uomini
La risposta affermativa del Signore
11 aprile 1843
1. Dopo questo discorso
del Signore, tutti ringraziarono il Padre per aver fornito loro la luce in
tanta abbondanza, perché, ad eccezione di Uranion, ora tutti avevano
perfettamente compreso come stessero le cose riguardo alla sublime posizione
dell’uomo nell’incommensurabile serie della creazione degli innumerevoli esseri
e cose di Dio.
2. Ma, come già detto,
il vecchio padre dal Mattino non era proprio perfettamente sicuro riguardo ad
un punto; perciò egli si avvicinò con la massima umiltà al Padre e Gli chiese
il permesso di fargli ancora una domanda riguardo a un punto che gli era
tuttora un po’ oscuro.
3. E il Signore gli
concesse immediatamente quanto Gli aveva chiesto, dicendogli: «Sono stato Io,
nella Mia amorevole Sapienza, a volere che ciò restasse nascosto a te per amore
di tutti; ed anche perciò tu puoi domandare ora, per amore di tutti, come se Io
ignorassi completamente quello che stai per domandarMi!»
4. Ed ottenuto così il
permesso, Uranion espose subito la sua domanda che ora gli stava tanto più a cuore in quanto
riconosceva che dal Padre essa era considerata come fatta per il bene di tutti.
5. E la domanda fu
questa: «O Signore e Padre santo ed amorosissimo di tutti gli uomini! Se l’uomo
dunque può peccare solo contro l’Ordine da Te costituito nella Creazione,
qualora egli non viva in conformità e secondo la Tua santa Volontà
riconosciuta, quindi soltanto secondo la propria stolta volontà, e per
conseguenza peccando effettivamente solo contro la Creazione e contro se
stesso, ebbene, come è possibile allora offenderTi e urtare il Tuo santo e
amorosissimo Cuore paterno?
6. Infatti se l’uomo,
nella Creazione giudicata degli esseri e delle cose, trova il suo inevitabile
giudizio, dunque la sua punizione, allora a me sembra che in un tal caso Tu non
dovresti più prendere nota di ciò che fa l’uomo, e inoltre, a me sembra che,
date simili circostanze, Tu non potresti mai essere offeso o urtato da qualche
figlio stoltamente e ostinatamente disobbediente.
7. Dunque, la successiva
parte principale della domanda consiste nella questione se Tu, o Padre, puoi
essere offeso oppure no dagli uomini. O Padre, Ti piaccia di concederci a
questo riguardo ancora una piccola scintilla della Tua Luce di Grazia e di
Amore! Che sia fatta la Tua santa Volontà!»
8. E il Signore così rispose ad Uranion: «Certo, la tua domanda l’hai esposta molto bene;
tuttavia dietro a questa tua domanda non si trova veramente nulla di così
profondamente nascosto come te lo immagini tu e, con te, più di qualcun altro
ancora.
9. Vedi, tu pure sei un
padre generatore dei tuoi figli e nella tua amministrazione della casa hai
opportunamente disposto questa e quell’altra cosa utile, della quale, secondo
il tuo buon piano, deve essere utilizzata in modo ordinatamente appropriato!
10. Ma supponiamo ora
che l’uno o l’altro dei tuoi figli si serva di una cosa di questa specie, da te
disposta per un determinato scopo di utilità, in un modo del tutto contrario,
così da rovinarla o addirittura romperla, oppure che i tuoi figli non si curino
affatto della buona cosa, o che la trovino soltanto sciocca e ridicolmente
superflua, e che si mettano perciò addirittura a denigrare te e la tua
disposizione, calpestandola perfino rabbiosamente sotto i loro piedi, ovvero
che i tuoi figli, a causa di una buona cosa da te disposta unicamente per il
loro bene sotto l’impulso del tuo grande amore, addirittura ti maledicano e ti
evitino come la peste; ebbene, dimMi tu quale padre dei tuoi figli: “Come accoglierai un simile contegno da
parte dei tuoi figli, anche se, a rigore di termini, essi non abbiano
effettivamente peccato contro di te, bensì soltanto contro le tue cose?”
11. Oh, tu certo
malediresti simili figli!
12. Ma allora, cosa
posso dirvi Io, che sono il Padre santo, se, ostinatamente e senza rispettare
l’ordine, persistete nell’offendere il Mio Ordine santo ed eterno, e così
facendo vi dimenticate completamente di Me?
13. A Me dunque non può
essere indifferente che voi vi comportiate in un modo oppure in un altro!
14. Quindi è certo che
anch’Io posso essere offeso da voi, ma poi dipende da voi riconoscere la vostra
colpa e fare ritorno da Me; in questo caso di certo Io sono migliore di voi
uomini, perché in tali condizioni Io non respingo nessuno, bensì cerco con ogni
premura di ricondurre sulla giusta via chiunque si sia smarrito e riaccolgo
subito ciascuno, purché voglia fare ritorno da Me.
15. Vedi, così stanno le
cose; perciò rimanete nel Mio Amore, e allora non peccherete contro le Mie cose
che Io ho creato per voi!
16. Ma ora vedo che
Chisehel ha ancora qualcosa sul suo cuore; che venga perciò qui e si liberi del
suo peso dinanzi a Me, il Padre! Amen!»
[indice]
L’intimazione a Satana sotto l’aspetto di drago di comparire
alla presenza di Chisehel, di Enoch e di Lamech
Le sue sfrontate parole e la volontà di crocifiggere
in futuro il Signore
12 aprile 1843
1. E Chisehel, avendo
percepito la chiamata, si alzò e venne vicino al Signore in tutta fretta e con
la massima umiltà.
2. Ma quando Gli fu
vicino e voleva egli pure esporre il suo caso con una domanda, e precisamente
nella presunta intenzione nella quale prima Uranion dovette esporre il suo
argomento sotto forma di domanda al Signore, Egli gli fece cenno di tacere e gli disse interiormente,
del tutto in segreto:
3. «Chisehel, va e
prendi con te Lamech ed Enoch, perché ciò che ti opprime non opprime finora
nessun altro. Per conseguenza non è neppure necessario che tutti vengano a
conoscenza della tua richiesta.
4. A voi tre voglio
tuttavia sciogliere il tuo nodo, però non qui, bensì fuori di qui e in modo che
nessuno ci veda! Abbandoniamo dunque per breve tempo la compagnia! Dì però
prima ai padri che a nessuno è lecito domandare dove noi ci rechiamo ora!»
5. E Chisehel fece immediatamente tutto ciò che il Signore gli aveva comandato.
*
6. E quando tali
incombenze furono sbrigate, il Signore se ne andò subito con i tre in un luogo
boscoso che ugualmente, dalla parte settentrionale, era delimitato da una
parete di roccia scoscesa nella quale si apriva una grande caverna, proprio
come l’altro luogo già noto nel quale ai messaggeri, che stavano tornando a
casa dalla pianura verso l’altura in compagnia di Enoch, era apparso il drago che già conosciamo.
7. E non appena si
trovarono radunati in quel posto, il
Signore così parlò a Chisehel: «Vedi, Io sono
stato gravemente accusato dinanzi a te da parte del Mio grande nemico! Se Io Mi giustificassi al tuo
cospetto in assenza dell’accusatore, allora tu continueresti ancora a pensare
in segreto e a dire: “Può essere
benissimo, anzi è probabile, che sia come il Signore ci ha rivelato; ma
nonostante ciò resta sempre molto strano quanto ha detto il drago, e la sua
confessione non è affatto del tutto indegna di attenzione!”
8. Per questa ragione Io
vi ho condotto qui, e noi una simile questione la tratteremo pienamente alla
presenza del drago!»
9. E detto ciò, il Signore fece una chiamata così potente che l’intero cerchio della Terra ne tremò
rombando.
10. E questa chiamata
così suonò: «Satana! Il tuo Dio ed eterno Signore vuole che tu
compaia qui al Suo cospetto!»
11. Immediatamente dopo
questa potente chiamata, che sarebbe potuta costare l’esistenza quasi
dell’intera Creazione, il drago,
tremante di violento furore, comparve dinanzi al Signore onnipotente di tutte
le eternità e domandò al Signore:
12. «Che cosa vuoi Tu da
me, mio eterno carnefice? Hai forse bisogno del mio aiuto per far tramutare nel
nulla, con maggiore facilità, tutta la Tua Creazione? Oppure hai progettato
forse ancora una volta una nuova Creazione per la quale io dovrei scovarTi un
luogo favorevole?
13. Ma io Ti dico che
non mi avrai mai in eterno per un tale scopo, poiché io conosco la Tua grande
incostanza e so che in Te non c’è continuità, e so che tutte le Tue promesse
non sono altro che parole vuote e di poca durata. Perciò anch’io sono
fermamente deciso a ribellarmi contro di Te e a perseguitarTi in eterno!
14. In verità, anche se
Tu sei un Dio che signoreggia ancora sull’intera Infinità, non Ti sarà mai in eterno
possibile nasconderTi, del tutto per prudenza, in un angolo dell’Infinità
dinanzi ai miei occhi in modo tale che io non possa trovarTi! Tu non mi
sfuggirai!
15. Minacciami pure come
e quanto vuoi; già ben presto si vedrà chi di noi due è veramente il signore di
tutto il mondo e di tutte le creature!
16. Prima che Tu mi
costringa a qualcosa, io Ti giuro per tutta la mia vita che annienterò me
stesso, lasciando poi a Te di vedere come si metteranno le cose con la Tua
eterna esistenza!
17. Mi comprendi bene, o
antico imbroglione di mondi, tu che giochi con l’onnipotenza a mie spese! Mi
comprendi?
18. Tu sei venuto qui
per intimarmi di ritrattare dinanzi a questi tre quello che io con buone
intenzioni manifestai prima a loro! Oh, Ti dico che avrai un bell’aspettare
finché io mi decida a consacrarmi più oltre come un Tuo infame strumento!
19. Guarda: spezza con
tutta la Tua Onnipotenza questa mia corazza, se lo vuoi e ne sei capace!
20. Io però Ti giuro: “Non io, bensì i miei più deboli servitori
dovranno farTi e anche Ti faranno prigioniero, Ti metteranno in ceppi come un
antico malfattore e Ti appenderanno con chiodi al legno da dove Tu, invano,
potrai chiamare aiuto per l’eternità!”. Comprendi Tu questo?
21. Io adesso Ti ho
fatto la mia promessa; ma se forse vuoi avere ancora qualcosa di più da me,
allora parla, e sarà fatto quello che Tu non vuoi! Amen da parte mia, il Tuo
signore! Comprendimi: amen da parte mia!»
[indice]
Lo zelo vendicatore di Chisehel
Satana si rifiuta di rispondere e vorrebbe aggredire
La punizione tramite Chisehel – Il drago trasformato
in uomo
13 aprile 1843
1. Ma Chisehel, che era alquanto focoso, quando ebbe percepito tale sacrilegio dalla
bocca del drago, si accese d’ira e un ardente stimolo di vendetta colmò tutto
il suo essere in maniera tale, che si mise a gridare a voce altissima e con
violenza:
2. «Ma Signore, Dio
onnipotente dall’eternità, Padre santo e amorosissimo! Come è possibile che Tu
possa stare ad ascoltare tale sacrilegio?
3. Fa’ che io abbia di
nuovo quella forza che avevo da Te laggiù nella pianura, e preparerò a questo
Satana una fine della quale tutte le eternità di eternità non riusciranno ad
esaurire il racconto!”
4. Ma il Signore disse allora a Chisehel: “O figlio del tuono e del fuoco! Il sacrilegio
del drago riguarda forse più te che Me? Eppure egli si esprime benignamente
verso di te, mentre il suo sacrilegio è rivolto soltanto a Me!
5. O forse pensi che
senza di te Io non sia capace di dominare questo spirito caduto? Oh, non darti
alcun pensiero per questo, perché col Mio più lieve alito Io lo posso
disperdere per l’eternità!
6. Ma se facessi così,
dimMi: che cosa avresti guadagnato tu e che cosa Io?
7. Vedi, se questo drago
potesse danneggiarMi in qualche modo o farMi prigioniero, allora egli già da
lungo tempo lo avrebbe fatto, dato che non è più un fanciul
8. Lasciamo perciò che
lui dica ciò che può e che vuole, e quando avrà terminato del tutto di parlare,
allora anch’Io gli dirò qualcosa.
9. Quindi ritorna alla
tua calma precedente. E tu, o Satana, continua a parlare, perché Io, tuo Dio e
Signore, voglio che tu ti riveli completamente dinanzi a questi testimoni,
precisamente così come sei, in modo che un giorno tutto il mondo possa
riconoscerti tramite loro!
10. Però dimMi prima: –
quante sono già state le Creazioni che Io avrei annientato secondo quanto hai
detto?»
11. A queste parole il drago rimase colpito e non volle
parlare.
12. Ma il Signore gli
impose di parlare.
13. Allora il drago cominciò ad impennarsi e fece
atto di volerli divorare tutti e quattro.
14. Ma il Signore disse: «Se tu ora non vuoi risponderMi, allora ti costringerò Io con la
Mia ira!»
15. Il drago sputò fuori del fuoco e poi ruggì contro il Signore:
«E che può farmi la Tua ira? È già da lungo tempo che la conosco, poiché io
stesso sono la Tua ira!
16. Non sono io che Ti
devo temere, bensì Tu devi temere il fatto che io mi scagli addosso a Te; e se
facessi così, allora probabilmente sarebbe finita anche col Tuo Amore, e Tu
stesso poi spazzeresti via dalla Terra, senza alcuna pietà, milioni dei Tuoi
figli, e daresti alle poche mosche superstiti la prima prova di quanto ci tieni
alla conservazione delle Tue creature!
17. Perciò è più saggio
che Tu ti tenga lontano da me, altrimenti non garantisco che Tu non ti senta
addirittura indotto oggi ad avvolgere la Terra fin oltre le montagne nel flutto
mortale, cosa alla quale in segreto Tu ad ogni modo pensi continuamente!»
18. A questo punto il Signore gli parlò con una certa veemenza: «Satana, non spingere la Mia Pazienza e
la Mia indulgenza agli estremi! Dà la risposta così come Io la voglio avere da
te, e non diversamente, altrimenti ben presto ti succederà qualcosa di male!»
19. A queste parole il
drago si voltò e parve voler vibrare un colpo ai quattro con la coda poderosa.
20. Ma il Signore porse a Chisehel una verga e gli disse: «Va’ e puniscilo!»
21. E Chisehel, presa in mano la verga, si accostò al drago e lo percosse violentemente.
22. Allora il drago, voltandosi di nuovo velocemente, emise urla e
ruggiti, depose subito la sua orribile figura e ora era visibile come un uomo al pari degli altri. E come tale si prostrò immediatamente dinanzi al
Signore e disse:
23. «Signore, Dio eterno
e onnipotente! Se Tu vuoi proprio punirmi, allora puniscimi per la mia grande,
ostinata malignità verso di Te, ma non senza il Tuo amore, poiché i colpi della
Tua ira bruciano troppo insopportabilmente e sono infinitamente dolorosi!»
24. A questo punto il Signore disse: «Come mai, tu che pretendi di essere il Mio signore, puoi rivolgere
a Me una simile preghiera? Tu stesso hai appena minacciato di punirMi. Come mai
ora vuoi farti punire da Me?»
25. E Satana rispose: «O Signore,
non punirmi troppo all’infinito, perché Tu sai certamente che io sono un
mentitore per mia stessa volontà,
dato che volli essere un signore senza di Te!
26. Concedimi piuttosto
una nuova proroga, ed io mi rivolgerò a Te. Tuttavia toglimi tutta la mia grande
potenza, in modo che io non venga nuovamente tentato da me stesso a ribellarmi
contro di Te!»
27. E il Signore disse:
«Esponi ora tutte le tue menzogne davanti a questi testimoni, e poi vedrò
quello che sarà bene fare a te; ma non tenere niente di nascosto, altrimenti
tutto il tuo implorare ti gioverà a poco! Amen!»
[indice]
Satana, il primo essere femminile creato, confessa le
sue menzogne
e riconosce l’ostinazione della sua malignità
14 aprile 1843
1. A questo punto Satana si alzò tremando e
disse a Chisehel che ancora teneva solidamente impugnata la verga che il
Signore gli aveva dato:
2. «Ascoltami, mio
punitore per la potenza del tuo Dio che è pure eternamente un Dio dell’ira su
di me e non vuole mai cessare di percuotermi con la Sua terribile sferza!
3. Nella mia orrenda e
spaventosa forma assunta a mia protezione, ti ho detto molte cose poco fa
riguardo al Signore, il Creatore onnipotente di tutte le cose, di tutti gli
spiriti e di tutti gli uomini, che io adesso, in questa mia forma simile alla
tua, ritiro completamente, perché sono un’assoluta menzogna!
4. Io ti ho certo detto
delle cose vere, ma poiché le ho invertite in me, allora sono una menzogna,
poiché tutto quello che ho asserito del Signore andava invece riferito soltanto
a me; e quindi non il Signore, ma unicamente io sono il malvagio ingannatore
del mondo già piuttosto antico, ed uno che, se non gioca proprio con
l’onnipotenza, gioca però, in modo più che evidente e fortemente, con una grande
potenza!
5. Non il Signore, bensì
io soltanto ho già distrutto molti sistemi solari, e da parte mia essi si
sarebbero inabissati nel loro eterno nulla se il Signore non avesse avuto
misericordia di loro e se mediante i messaggeri della Sua potenza non li avesse
fatti trasferire in un certo luogo dell’Infinità perché vi percorressero orbite
nuove e tranquille, dove il mio alito pestilenziale non potrà mai raggiungerli.
6. Vedi, se dipendesse
da me, ad ogni istante sorgerebbe una nuova Creazione e nessun essere avrebbe
carattere permanente, perché vorrei creare soltanto per aver poi qualcosa da
distruggere, e bramerei formare e generare creature umane della specie più
bella e attraenti possibili, per poi tormentarle secondo la mia voglia maligna;
e quando fossi del tutto sazio del loro tormento, per annientarle completamente
subito dopo.
7. Vedi, io fui sempre
un bugiardo, ed anche adesso vorrei mentire mille volte dinanzi a te, piuttosto
che dirti la piena verità; ma io temo troppo la tua sferza per azzardarmi a
mentire davanti a te come ho fatto la prima volta!
8. Tuttavia in me non si
produrrà affatto alcun miglioramento, anche se adesso ti ho detto la verità,
perché, finché mi verrà lasciata la grande potenza, ebbene, fino a quel tempo,
dal punto di vista della materia, tutto il mondo visibile, vale a dire la
Terra, il Sole, la Luna e tutte le innumerevoli stelle quali soli in numero
sterminato, i mondi e gli esseri nella varietà infinita delle loro specie, mi
deve restare interamente sottomesso e io devo esserne il signore.
9. Infatti, tale devo
essere, perché io sono come un Dio creato, e ora, in questo universo materiale,
sono come del tutto imprigionato, così che in eterno non posso strapparmi ad
esso finché sussisterà anche soltanto un unico ed ultimo granel
10. In verità, io fui
creato splendido e grande! Bastava che io volessi, e tutto esisteva anche già;
e il Signore non mi era di impedimento nel mio volere e nel mio creare.
11. Ma quando io volevo
distruggere nuovamente qualcosa di ciò che avevo creato, allora il Signore me
lo impediva. E in questo modo mi vidi limitato anche nella mia potenza di
fronte a Dio.
12. Mediante l’astuzia
io volli poi portarLo dalla mia parte e mi feci bello quanto più era possibile.
A tale scopo mi accesi in tutta la mia luce per abbagliare il Signore.
13. Ma allora il Signore
all’improvviso mi avvinghiò strettamente nella mia luce, creò poi dalla mia
stessa luce la materia e, accanto a me, creò pure schiere di innumerevoli
esseri di specie quanto mai magnifica e li amò di più di quanto avesse amato
me, la Sua donna creata per prima.
14. Fu allora che io
ciecamente trapassai nell’ira più pazza, e ora è già per tutta la durata
dell’eternità che maledico il Signore, che certamente già più di una volta
voleva salvarmi, ma la mia rabbia è troppo grande perché mi sia possibile
lasciarmi salvare da Lui, non avendo Egli voluto lasciarmi regnare!
15. Ebbene, ora ha
parlato Satana e non ha detto menzogne, bensì la verità. Perciò toglile, o
Signore, la sua grande potenza in modo che lei non Ti possa più contrastare,
dandoTi perciò motivo di punirla in modo sempre più aspro!
16. Concedimi una nuova
proroga, ed io voglio convertirmi a Te entro questo tempo di proroga!
17. Se però la mia
grande gelosia verso di Te dovesse mandarmi di nuovo in collera, dato che Tu
rivolgi completamente il Tuo Cuore ai neo-creati ed io dovessi perseguitarli
per tale motivo, allora toglimi addirittura ogni potere e rigettami per
l’eternità, oppure fa’ di me quello che vuoi!
18. Appendimi tra Cielo
e Terra in modo che la mia ira mi consumi al cospetto di tutta la Tua
Magnificenza e al cospetto di tutti coloro che ami e ai quali è lecito ed è
possibile amarTi! Sia fatta la Tua Volontà!»
[indice]
L’eterna punizione di Satana: una menzogna!
La perfetta bellezza femminile della figura
primordiale di Satana
Satana fu creata da Dio per essere una Sua cara figlia
e sposa
La proroga concessa fino al Sacrificio sulla croce
15 aprile 1843
1. A questo punto il Signore si rivolse nuovamente a Satana e gli disse: «Satana, tu dici che Io sono
per te soltanto un Dio dell’ira eternamente onnipotente e implacabile, e che
già da eternità ti punisco continuamente nella maniera più indicibilmente e
indescrivibilmente crudele! Allora, ora ti impongo di mostrare a questi
testimoni, i segni delle percosse che tu già ricevesti da Me!»
2. A queste parole la
grande Prostituta fu sorpresa e non seppe che cosa replicare al Signore della
Magnificenza; infatti, riguardo alla presunta punizione non c’era molto da
dire, dato che il Signore non le aveva mai tolto la ultrapotente libertà del
volere, bensì gliela aveva lasciata allo scopo dell’operare potente e libero
nello sconfinato spazio della Creazione.
3. Quello invece che
Satana voleva indicare come la punizione più terribile, non era altro che il
costante impedimento opposto dal Signore alla distruzione di tutte le cose
secondo i piani sempre astutamente perseguiti da Satana.
4. E perché ciò? Perché
Satana si è sempre fissata in questa idea: si tolga a Dio ogni sostegno e non
Gli si lasci più alcun punto d’appoggio, allora tutta la Sua Onnipotenza non
Gli gioverà più a nulla, e a lei, poi, quale nemica giurata, sarà estremamente
facile trionfare su Dio e innalzare se stessa sul trono dell’onnipotenza,
mettendo il Dio prima onnipotente e ora indebolito, ma tuttavia
indistruttibile, sotto le proprie pantofole in modo che Egli debba poi ballare
secondo il piacimento dell’infame vincitrice.
5. Ma siccome il Signore
già dall’eternità aveva avuto chiarissima nozione di simili piani, perfidi e
non ispirati ad alcun amore, e per conseguenza era sempre intervenuto in modo
del tutto inatteso con la Sua onnipotente azione oppositrice là dove l’astuta
nemica meno se l’aspettava, allora era avvenuto che il suo odio rabbioso contro
Dio era andato crescendo sempre più e, in tali condizioni, arrivando al punto
da attribuire al Signore la fama di crudelissimo punitore.
6. Invece Satana, dopo
questa improvvisa richiesta (di mostrare i segni
delle percosse), non avendo niente con
cui poter provare una simile colpa a carico del Signore della Magnificenza,
dovette quindi tacere all’intimazione fattale dal Signore, pur tradendo il suo
intimo furore con un mal nascosto digrignare di denti. Ma il Signore la interpellò nuovamente e le disse:
7. «Perché non vuoi fare
come Io ti ho comandato e non mostri ai testimoni le cicatrici delle ferite che
la Mia eterna ira punitrice dovrebbe averti inferto, affinché con ciò risulti
manifesta la Mia grave colpa verso di te ed Io possa poi risarcirti per ogni
ingiustizia commessa con ogni crudeltà a tuo danno?
8. Tu sei ancora vestita
dinanzi a noi, e i testimoni non vedono nessuna parte del tuo essere
all’infuori dei tuoi capelli; perciò spogliati delle tue vesti, e mostrati
interamente come sei, in modo che i testimoni ti vedano e constatino come tu
fosti finora trattata da Me nonostante tutta la tua malignità!»
9. Nello stesso istante
Satana si trovò spogliata dinanzi ai testimoni, e tutti dovettero ammettere,
con la più grande meraviglia del mondo, di non aver mai visto un qualcosa di
così infinitamente bello e perfetto, arrotondato in tutte le sue parti, e sano
e vigoroso in una donna.
10. E Lamech per conto suo osservò:
«O Signore e Padre, certo le nostre Ghemela, Naeme, Purista e Pura, che Tu
accogliesti con Te, sarebbero a suo confronto – per quanto riguarda la bellezza
esteriore – quello che un grossolano pezzo d’argilla è al paragone di uno
splendidissimo e purissimo diamante quando il suo brillare è accresciuto dai
raggi del Sole mattutino! E con un tale aspetto questo essere parla di una
crudelissima punizione da parte Tua, o Signore, in tutta la Tua eterna santità,
bontà, amore e una simile misericordia?»
11. E il Signore rispose: «Sì, ad eccezione dei colpi di Chisehel, lei non ha ancora avuto
una punizione da Me, il suo Creatore, Dio, Padre e Sposo, e tuttavia Mi odia
perché sono l’eterno e purissimo Amore, e vuole uccidere il Mio Cuore perché
non vuole essere un distruttore uguale a lei!
12. Lei, illudendosi
ancora, pensa di poterMi togliere un
giorno la Mia virilità, invece di fare ritorno a Me e di essere per Me in
eterno una cara figlia, una cara sposa, potente sopra ogni cosa (attingendo) da Me, e di accogliere, al pari di Me, i Miei sette Spiriti della
potenza.
13. Tutte le stelle, i
soli e i mondi mostrano tutto quello che Io ho già fatto per amor suo e per
ricondurla sulla retta via; ma finora non è servita nessuna cosa con lei, ed
essa è rimasta sempre l’antica nemica del Mio Amore, colma di rabbia ed
implacabile!
14. Perciò ora, Io
voglio fare su questa Terra la cosa estrema! Voglio darMi prigioniero a lei
fino alla morte, e le lascerò ogni potere su questa Terra, e tutte le stelle
dovranno esserle sottomesse!
15. Lei dovrà poter,
secondo la sua volontà, perfino ucciderMi, ma poi, per Mia potenza e senza
alcun punto d’appoggio esterno, Io risorgerò vivissimo e potentissimo, e in
questo modo le dimostrerò tutta la sua impotenza e la sua immensa cecità, e
soltanto allora le toglierò il potere sulle stelle e le lascerò soltanto il
potere di mezza Terra, e poi le darò ancora un tempo intero, mezzo tempo e un
quarto di tempo di proroga!
16. Ma guai a lei
qualora tutto ciò non dovesse ancora servire a niente, perché soltanto allora
comincerà la punizione da parte Mia nei suoi confronti!
17. Fino al tempo della
Mia prigionia – qualora dovesse insistere su questo punto – lei avrà pienissima
libertà di fare ciò che vuole!
18. Ben per lei se farà
buon uso di questa nuova proroga! Ma se persisterà nell’agire secondo la sua
antica rabbia, allora un giorno lei troverà anche la sua ricompensa ben
meritata già da molto tempo.
19. Queste cose però
tenetele per voi fino al tempo della sua infamia! Amen!»
[indice]
I timori di Chisehel vorrebbero dissuadere il Signore
dalla Sua Misericordia
Il rimprovero meritato a Chisehel
Un’ultima esortazione a Satana per il suo ritorno
18 aprile 1843
1. Dopo tale
potentissima decretazione del Signore, Chisehel disse al Signore: «O Padre santo e amorosissimo, io,
come certamente anche è il caso di Enoch e Lamech, riconosco il fondamento
della Tua infinita bontà e della Tua misericordia; ma se ora considero la
terribile potenza da te concessa al Tuo nemico
sopra l’intera Creazione, e per conseguenza anche sopra di noi, io ne resto
immensamente spaventato e angosciato verso tutta l’umanità di questa Terra.
2. Se infatti questo nemico, già nella sua potenza spezzata
ha arrecato dai primordi un così grave danno a Te, alla Terra e a tutti noi,
cosa farà mai adesso, armato dei pieni poteri da Te accordatigli?
3. Io vorrei dunque
pregarTi di riflettere sul futuro e non concederei al Tuo nemico un potere tanto terribilmente grande, perché altrimenti
tutte le cose sante che Tu hai edificato, o Padre amorosissimo, gioveranno ben
poco a noi!
4. Infatti, prima che Tu
possa aspettartelo, egli avrà arrecato il maggior danno alla Tua Casa! E noi
non siamo sicuri di fronte a lui neanche se Tu volessi restartene visibilmente
tra di noi in modo continuo come avviene ora! Perciò, o Signore e Padre,
rifletti su quello che fai!»
5. Allora il Signore, in tono abbastanza serio, rispose a Chisehel: «Io ti dico fermare la tua
lingua, se con questa non sei capace di enunciare qualcosa di migliore;
altrimenti Mi diventi più spiacevole di Satana!
6. Io so quello che
faccio. Tu invece non sai quello che dici! Io provvedo per il mantenimento
dell’Ordine eterno e di tutti gli esseri che sono sorti da lui e in lui. Tu
invece ti preoccupi solo del mantenimento del mondo.
7. Credi forse che
concederò al nemico di più di quanto
concedo a ciascuno di voi? Come sarei allora un Dio santo?
8. Io vi dico: “Il più
alto potere del nemico, nelle stelle,
sopra la Terra e in voi, preso nel suo assieme, non è più grande di quello di
ogni singolo tra di voi nell’amore per Me!”
9. Tale cosa Io te l’ho
mostrata mediante la verga con la quale tu hai percosso il nemico. Questa verga resta presso di voi fino al grande Tempo dei
tempi, nel quale Io erigerò un altro legno (la croce) che spoglierà il nemico da ogni potere sopra le stelle e sopra la mezza Terra; e poi
gli accadrà secondo le sue opere!
10. Ed occorre che ora
egli apprenda che tutti i figli che alla fine avrà catturato, non gioveranno a
nulla; perché il nuovo legno glieli strapperà di nuovo, e a lui non resterà
altro che la sua propria grande impotenza e, da questa, il Giudizio.
11. Voi siete
perfettamente liberi, e questa libertà il nemico
non può togliervela e non può nemmeno vincolarla in voi. Voi potete
potentemente fare ciò che volete, ed egli può fare dal canto suo quello che
vuole.
12. Ma dato che voi
potete essere molto più potenti e ora anche lo siete dal fondamento, allora
dipenderà da voi vincere il nemico,
oppure lasciarvi stoltamente vincere da lui.
13. Ma quale uomo è più
debole di sua moglie, se egli è un uomo giusto e saggio?
14. Se voi però siete
già i signori delle vostre donne, le quali possono essere sempre vicine a voi,
allora potrete ben essere anche i signori di questa donna, la quale è molto più debole della più debole fra tutte le
vostre donne!
15. Se tu avessi punito
la tua donna, allora questa ti si sarebbe opposta; ma l’ha potuto fare questa
donna (quando l’hai percossa con la verga)?
16. Così dunque deve
restare anche per l’avvenire, e la Mia potenza non si scosterà mai da voi, se
voi rimarrete nell’amore per Me.
17. Il patto è stretto
tra Me e voi, e mai in eterno nessuna potenza di donna e di nemico sarà in
grado di infrangerlo completamente!
18. Comprendi quello che
ti ho detto e non parlare più di cose stolte dinanzi a Me! Amen!»
19. A questo punto
Chisehel si trovò perfettamente rassicurato e supplicò il Padre di perdonargli
la sua grande stoltezza.
20. E il Signore lo benedisse e poi disse: «Siate dunque veri signori sopra tutta la carne
delle donne, e allora le vostre procreazioni non procederanno sulla Terra,
bensì nei Cieli, affinché i vostri frutti diventino frutti della Grazia e della
Forza, e siano sommamente piacevoli da guardare! Amen!»
21. A queste parole Satana trasse un profondo
sospiro e disse: «O Signore, quali frutti allora sorgeranno da me? Devo
languire eternamente e rimanere sterile come un pruno inaridito?»
22. E il Signore le rispose: «Ritorna a Me nel tuo cuore, e poi Mi renderai dei frutti che
l’eternità non ha ancora mai visto; in caso diverso tu non porterai che frutti
della morte eterna, che un giorno ti giudicheranno come la più grande
Prostituta!
23. Comprendile queste
cose, poiché d’ora innanzi Io terrò in considerazione solo ciò che è piccolo, e
troverò eternamente il Mio compiacimento nella semplicità senza splendore!
24. Prendi dunque tutto
questo a tua norma, e così ti sottrarrai al Mio Giudizio! Amen!»
[indice]
La preghiera pretestuosa di Satana rivolta al Signore
per riavere un cuore tale da poterLo amare
19 aprile 1843
1. Allora Satana si rivolse al Signore e
così Gli parlò: «Signore, come posso rivolgermi a Te nel cuore? Non mi hai
forse preso il cuore e con questo hai creato Adamo, la sua donna e tutti i suoi
discendenti?
2. Vedi, io dunque non
ho di certo più un cuore, ed anche perciò non mi è possibile accoglierTi in un
cuore che non posseggo oppure rivolgermi a Te in tale cuore! Crea perciò
nuovamente un cuore in me, ed io voglio fare come Tu dici!
3. Per quanto magnifici
possano essere i frutti che io potrei portare a Te, se Tu però mi privi del
seme della vita, dato che Tu non mi ridai il cuore di Adamo che è l’unico
adatto alla fecondazione, per la qual cosa io sono del tutto senza vita in me,
ebbene: – quali altri frutti si possono ottenere da me, se non quelli
unicamente della morte e del giudizio che dovranno un giorno giudicarmi come la
più grande prostituta?
4. A Te è facile parlare
perché sei il Signore e fai quello che vuoi, e non devi domandare niente a
nessuno, né permetti a nessuno che Ti dica qualcosa come consiglio.
5. Quello che Tu vuoi,
alla fine deve accadere, e chi volesse qualcosa di diverso da quello che vuoi
Tu, costui Tu lo puoi rovinare o per lo meno lo puoi tenere soggetto ad un
qualche giudizio da parte Tua per tutto il tempo, finché non si sia lasciato
del tutto inghiottire dalla Tua Volontà, come Tu stesso hai detto prima che,
d’ora innanzi, avrai eternamente il Tuo compiacimento soltanto nel piccolo e
nella semplicità completamente priva di splendore!
6. A Te, il Signore,
questa cosa è certamente quanto mai facile, e chi è in grado di cambiare la Tua
intenzione? Ma del tutto diversamente stanno le cose riguardo alla creatura, di
cui io sono la prima [sorta] da Te! Questa
creatura non è un signore e non ha potenza all’infuori di quella soltanto che
Tu le vuoi concedere, con la quale potenza però essa non può fare nulla di
notevole di per sé, bensì unicamente per mezzo Tuo, vale a dire che essa deve
essere adoperata secondo la Tua Volontà; e se mai avvenga che essa agisca
secondo la cosiddetta propria e libera volontà pure da Te conferitale, essa
pecca, si allontana da Te e contemporaneamente anche subito si trova sottomessa
ad un giudizio stabilito da Te sotto tutti gli aspetti!
7. Per Te è facile dire
alla creatura: “Regola te stessa
conformemente alla Mia volontà, e così sfuggirai al Mio giudizio!”. Questo
però è anche giusto, poiché se qualcuna si togliesse la vita da se stessa,
allora Tu non avresti poi più bisogno di mandare su di essa, in un modo o
nell’altro, un’altra morte.
8. Tu di sicuro, come
Dio e Creatore, Ti senti invincibile per l’eternità; ma puoi forse sentirTi
anche come si sente una creatura? Puoi Tu, quale Vita eternamente
indistruttibile in Te stesso, percepire mai la sensazione che prova la creatura
morente, o che sta per trapassare, nel momento in cui muore?
9. Vedi, in quel momento
la creatura soffre l’angoscia e il tormento più atroci, ed anche già trovandosi
nelle condizioni di vita più belle, ha sempre in sé un sentimento che
l’ammonisce e le dice: “Tu gioisci invano
della vita, perché ben presto verrà un tempo nel quale dovrai espiare la vita
come un sacrilego!”
10. Ma allora anche la
gioia comunque, fievolissima, della vita, è come stroncata, dato che
un’eventuale vita futura, di per sé, permette che ci si creda solo debolmente
ma non permette di vederla; e per quanto anche discretamente vi si possa
credere, tuttavia per arrivare a questa eventuale vita futura, prima è
necessario che metà creatura vada completamente in rovina, e ciò spesso nella
maniera più miserabile, come anche troppo spesso ho visto nella pianura.
11. Ma perché è così e
perché non è altrimenti? Ebbene, succede così e non altrimenti perché sei Tu il
Signore e puoi fare come vuoi, e perché Tu, quale Dio e Creatore, non puoi mai
percepire, nella completa e viva pienezza della verità, come si venga a trovare
la creatura quando, per effetto della Tua onnipotente Volontà, essa deve
morire!
12. Se Tu almeno facessi
in modo che il trapasso avvenisse senza dolori, allora io non direi ancora
nulla; ma che vantaggio ne trai Tu, quando la creatura, per l’amaro dono della
vita, deve essere martoriata fino ad essere annientata almeno per più della
metà, quando non lo è del tutto e in eterno, se ci sono delle circostanze che
non piacciono a Te, il Signore onnipotente?
13. Vedi, in tutto quello
che ora Ti ho descritto francamente, essendo io senza cuore, per conseguenza
non posso rivolgermi a Te con esso! Sii dunque un po’ più trattabile, e allora
io prenderò di nuovo un cuore per Te!
14. Solo che nelle
circostanze attuali io non potrò mai amarTi in eterno, perché da una parte Tu
sei il puro Amore, ma dall’altra sei invece unicamente un Tiranno che vuole
vedere uccisa ogni carne tra grandi angosce e tormenti, e solo dopo pretendi di
dare una vita allo spirito, ma riguardo la costituzione della quale a nessuno è
dato di vederci chiaro.
15. La carne è frutto
mio; ma se Tu la uccidi, allora, come e perché dovrei o potrei io amarTi?
16. Sii perciò un po’
più trattabile, ed io poi Ti amerò!»
[indice]
Chiarimenti del Signore alle falsità di Satana, che
ribadisce ulteriori sforzi futuri per riconquistarla
La natura di Satana attraverso i corpi di Adamo e di
Eva, e del serpente ingannatore
20 aprile 1843
1. Ma quando il Signore ebbe percepito simili espressioni da Satana, si irritò e disse: «Che cos’è
questa accozzaglia di insensatezze mondiali che vai blaterando? E quali
stoltezze maligne sfuggono, in modo tremendamente menzognero, fuori dalla tua
bocca?
2. Se fosse così come
dici tu, la Terra non esisterebbe di certo! Nessun Adamo potrebbe camminare su
di essa, nessun Sole risplenderebbe sul firmamento e nessuna Luna, né
alcun’altra stella ornerebbero l’infinito spazio della Creazione al cospetto
della Terra!
3. Ma siccome sei
costretta a ricorrere a maligne accuse e per conseguenza menti con ogni tua
parola, allora esiste una Terra, e su di essa si trova un Adamo, e l’infinito
spazio della Creazione è pieno del Mio Onore divino, del Mio amore, della Mia
misericordia e grazia!
4. Tu parli come se Io
non avessi il cuore, e dici che, attraverso Adamo, ti ho privata Io del tuo
cuore che ora vorresti riottenere. Ma adesso, dichiara a Me, il tuo Creatore,
se tu vivi oppure non vivi! – Tu rispondi: “Signore,
io vivo!”
5. Ma potresti forse
vivere anche senza il cuore, dal momento che il cuore stesso, in ciascun
essere, deve pur costituire il fondamento di ogni vita, senza il quale non è
immaginabile alcuna vita? Potresti respirare, pensare, percepire e parlare,
senza avere in te il fondamento della vita? – Tu rispondi: “No, o Signore!”
6. Ebbene, dato che
tutto ciò è incontestabilmente vero, come si mettono allora le cose con la tua
accusa, secondo la quale Io ti avrei derubato del tuo cuore?
7. Vedi, ora tu stai già
di nuovo muta dinanzi a Me e non sei capace di dire niente che sia giusto! Ma
Io ti dico che tu sei sempre stata una mentitrice e non hai mai voluto dire la
verità, nonostante essa non ti sia mai stata nascosta!
8. Non fosti tu
anzitutto chiamata a modificare, nel corpo di Adamo da Me formato, la tua natura?
Tu però – del tutto liberamente da te – non volesti quello che avrebbe potuto
giovarti, bensì cercasti di diventare una donna!
9. Io allora ti resi ben
presto libera e dal corpo di Adamo formai te, una carne con lui, mentre in
Adamo Io alitai una nuova anima vivente e lo creai dunque spiritualmente
secondo la Mia Misura.
10. Tu dovevi essere
trasformata in Eva e vincere la tua natura, del tutto invertita da te e
attraverso te stessa, della morte e del giudizio.
11. Sennonché tu
disdegnasti queste Mie disposizioni misericordiose, ti staccasti e reputasti
miglior cosa – sotto la forma di serpente
ingannatore, in cui non c’è distinzione di sesso e che ha in sé il proprio zelo
di riproduzione velenoso – ammaliare la tua carne di prima, così da corrompere
Eva da Me neo-destata e, attraverso lei, sedurre anche Adamo!
12. Dimmi: ho forse
tolto Io a te il cuore per mezzo di Adamo? – Adesso tu taci, colpita soltanto
esteriormente. Però ben scorgo la tua rabbia interiore, la quale va dicendo: “Sì, io ho il cuore di Adamo e di Eva
riuniti in me! E tuttavia, o Dio, non Ti voglio, perché Ti odio di mia
iniziativa, dato che Tu non vuoi farmi diventare l’unica sovrana e una che
gioca con l’onnipotenza!”. Ecco, queste sono le tue parole!
13. Tu inoltre,
asserisci che è impossibile che Io ti ami, dato che non ti concedo quello di
cui sei assetata.
14. Io però ti dico: “La Mia Intenzione è la conservazione eterna
di tutte le cose, e questa è l’eterna opera del Mio Amore! Tu invece vuoi
soltanto distruggere tutto!”. E in tali condizioni, non posso certo amarti
in eterno nel modo quanto mai frivolo nel quale vuoi essere amata!
15. E tuttavia Io ti
amo, poiché quello che ho fatto finora, Io l’ho fatto per amor tuo, e farò
ancora il massimo!
16. Ma se poi,
nonostante ciò, tu dovessi ancora non riconoscere il Mio eterno Amore, allora
anche il Mio Amore per te avrà trovato una fine eterna, e Io poi ti mostrerò
quanto può fare un Dio irato!
17. Il fuoco è il Mio
elemento fondamentale. Tutte le cose sono state create attraverso la potenza
del Mio fuoco; ed appunto in questo fuoco tu verrai allora gettata, e là ti
sarà lasciato libero campo per tentare di sottometterlo, se ne sarai capace!
18. Se Io faccio morire
la carne dell’uomo quando il suo spirito deve passare alla vita, allora questa
è una morte ben piccola; tu però, nel Mio Fuoco, troverai una grande morte
all’infinito, e allora si vedrà quanta parte di te non rimarrà uccisa nel Mio
Fuoco!
19. Ma che cos’è il
distacco della carne? Esso, non è nient’altro che una liberazione dello
spirito, quindi la sua risurrezione dalla morte alla vita vera e perfettissima!
20. Ma la tua grande
morte e il distacco da Me nel Fuoco, ti daranno una nuova risurrezione? –
Ebbene, ad una simile domanda Io non trovo in Me affatto risposta, perché in
quel tempo Io ti abbandonerò del tutto a te stessa e non farò più niente per
te, e poi, anche dopo delle eternità, si vedrà cosa sarà rimasto di te tramite
il tuo atto arbitrario.
21. Invece la morte
della carne e le sue sofferenze non sono opera Mia, bensì sono opera tua!
22. Io però saprò
proteggere i Miei contro qualsiasi avversità, e toglierò loro il corpo in modo
che essi non dovranno mai lamentarsene in eterno!
23. Lo stesso [elemento]
creaturale Io lo saprò portare ad un tale equilibrio tra Me e loro, che dagli
uomini sorgeranno per Me dei veri fratelli; ma allora per te sarà venuto anche
l’ultimo tempo!
24. Ma affinché tu veda
che Io posso mettere a profitto anche il tuo dannoso consiglio, allora
consigliaMi dunque, ed Io farò secondo il tuo consiglio, senza perciò turbare
il Mio Ordine, in modo che tu non possa mai più dire che Io non presto ascolto
al consiglio degli altri, essendo l’unico Signore!
25. Parla dunque,
affinché possa mostrarti del tutto come Io in eterno agisca per il bene di tutte
le creature! Amen!»
[indice]
Ulteriori egoistiche e arroganti accuse di Satana
La tristezza del Signore per l’ostinazione di tale
creatura
22 aprile 1843
1. Satana tuttavia si rivolse
nuovamente con arroganza contro il Signore e Gli disse: «Il Tuo modo di
governare non consiste che nel comandare a ciò che hai creato (attingendo) da Te in modo che dovrebbe essere libero nell’azione, e nel giudicare
quello che non ha in sé la libera coscienza!
2. Ma che Tu volessi conversare
benevolmente, e non in modo autoritario, con una creatura libera, per
conquistarla liberamente attraverso il puro amore, vedi, questo sembra che Ti
sia del tutto estraneo dall’eternità!
3. E così pure Tu
continui a comandarmi, ed io devo continuare ad obbedirti, per poi alla fine,
come ricompensa di tutta la mia obbedienza, non ottenere altro che il Tuo
costante ed evidentissimo disprezzo. Ma se è così, tante grazie in anticipo per
tutte le eternità delle eternità!
4. Se Tu mi avessi
detto: “O Mia diletta, graziosissima e
splendidissima Satana! Vedi, Io voglio ascoltarti in tutto il Mio amore per te;
consigliaMi dunque, ed Io farò secondo il tuo consiglio!”, allora sì che Ti
avrei dato un consiglio! Ma ad una imposizione fatta in maniera tanto scortese
e autoritaria, io non Ti do nessuna risposta come consiglio!
5. Ritieni Tu, dunque,
che la Tua potenza Ti dia il diritto di comportarTi in questo modo con me? Oh,
Ti inganni enormemente!
6. Se Tu sei un giusto e
sapientissimo Creatore ed io sono la Tua prima creatura, allora vedi di onorare
Te stesso in me attraverso un’adeguata distinzione da farsi a me, Tua creatura!
7. Ma se Tu non vuoi
fare così, allora con ciò non mi dimostri altro, in primo luogo, che io sono
una creatura del tutto rattoppata della Tua potenza e sapienza; e in secondo
luogo, con ciò Tu dimostri di rendere inequivocabilmente testimonianza da Te
stesso che nella Tua Creazione sei una specie di imbrattatore, e che per
conseguenza io e l’intera Creazione non siamo e restiamo altro che un tentativo
quanto mai mal riuscito della Tua caratteristica potenza creativa.
8. Perciò comportaTi un
po’ diversamente verso di me, e non fare delle cattive figure al cospetto di
coloro che dovrebbero essere Tuoi figli! Chi mai potrebbe avere stima di Te con
questi Tuoi difetti?
9. Io però so che Tu sei
realmente sapiente in modo estremamente divino e che sei anche buono; ma anche
per questo mi irrita tanto infinitamente di più il fatto che Ti comporti verso
di me come se io non fossi una Tua creatura, bensì una creatura di qualche
estraneo.
10. Io sono senza dubbio
l’unica Tua creatura, (sorta) da Te, che abbia il coraggio di parlarTi così, ed
agli occhi dei vigliacchi deve certamente apparire un po’ strano che una
creatura ispezioni il proprio Creatore. Io però domando: “Perché una creatura non dovrebbe avere questo diritto, se essa è una
creatura libera?”
11. Infatti, poiché Tu
mi hai creato, allora io, quale creatura, non Ti sono debitrice né di
gratitudine, né di stima, dato che non è possibile che io, non essendo prima
d’allora ancora affatto esistente, abbia pattuito in precedenza con Te delle
condizioni per la creazione successiva, secondo le quali avrei poi dovuto
diventare Tua debitrice quale creata!
12. Quale creatura,
però, posso esserTi grata solo quando mi sia dato di apprendere da Te, quale
Mio Creatore, che è realmente un grande beneficio essere una creatura libera,
conscia di se stessa e felicissima, sorta da Te.
13. Ma finché io non sia
tale, allora a me compete anche il diritto di contendere con Te, e per quanto
mi riguarda mi compete anche il diritto di respingere tutto ciò che, con la Tua
sapiente potenza creativa, Tu volessi forse addossarmi in cambio di nulla e
ancora nulla.
14. Se io così come sono
non sono giusta, allora, o mi annienti del tutto, oppure creami diversamente,
però non in maniera così imperfetta come adesso, perché in queste condizioni
non posso farTi onore in nessun modo per l’eternità!
15. Se come creatura
devo adorarTi e pregarTi per ogni cosa, allora dallo Tu il buon esempio, e sii
almeno cortese con me, e poi anch’io, quale Tua creatura, farò quello che sarà
giusto. Ma con il Tuo comandare, non otterrai mai in eterno niente da me!
Capiscimi!
16. E questo deve essere
per il momento anche il consiglio vincolato che io rivolgo a Te, e se questo
non sarà ottemperato, allora non ne avrai mai in eterno altri da me! Capiscimi
ancora una volta! E per conto mio, amen!»
17. A questo punto il Signore si rivolse tutto triste ai tre testimoni e così parlò loro: “Figlioletti!
Sono Io davvero così, e merito tutto questo?
18. O Mio eterno Amore!
Quanto non ho fatto per salvare questo essere e per condurlo alla finale,
difficile completezza. Solo che quest’opera non vuole riuscirMi!
19. Sì, nei riguardi di
questo essere Io ho commesso un errore, e questo consiste nel fatto che Io l’ho
creato troppo completamente perfettissimo, per renderlo, dopo la perfezione,
tanto infinitamente beato quanto mai è possibile alla Mia eterna onnipotenza,
sapienza, bontà, amore e misericordia!
20. Ma ecco che questo
essere, non ancora giunto ad un quarto della sua maturità, proprio ora nei
momenti più importanti e più delicati della formazione, si mette così tanto
contro al Mio Ordine che tutto governa, al punto da farMi sul serio rattristare
a causa di una simile ostinazione!
21. E siccome, a causa
del Mio eterno Amore e della Mia misericordia, Io tuttavia non voglio
dissolverlo, allora Mi vedo costretto ad iniziare di nuovo un procedimento
infinitamente lungo, per indebolire gradatamente questa ostinazione fino ad un
atomo e, d’altra parte, per cominciare a formare una creatura del tutto nuova
da voi, figlioletti Miei, come voi siete, cioè, secondo il Mio Cuore!
22. O Satana, un giorno
Io piansi quando la prima volta Mi fosti disobbediente. Ora Io piango e ancora
una volta piangerò. Poi però Io mai più piangerò su di te, bensì darò a te
secondo le tue opere e secondo il tuo volere! Allora tu vedrai a che cosa ti
avrà formato la tua orgogliosa ostinazione e dove ti avrà condotta!
23. Ma ora ritiriamoci
da qui e lasciamo questo essere alla propria ostinazione!»
24. A questo punto Satana si gettò di nuovo a
terra davanti al Signore e gridò: «O Signore, non abbandonarmi ed abbi pietà di
me, misera! Tu sai di certo che io sono una povera stolta e perciò sono colma
di ostinata malignità! Puniscimi per la mia malignità; ma adesso non
abbandonarmi! Io farò certamente ciò che Tu vorrai!»
25. E il Signore disse: «Allora obbedisci e fa quello che Io ti chiederò per ciò che è
migliore per te! Allora Io rimarrò ancora e ti ascolterò. Se però tu ti
opporrai ancora una volta, allora non ti ascolterò mai più! E così, dunque,
alzati e parla! Amen!»
[indice]
Il desiderio di Satana di essere convertita in un uomo
Il Signore gli mette a fianco una pura donna del Sole,
quale profezia
24 aprile 1843
1. Dopo tali parole del
Signore, Satana si rialzò e, tremando, Gli disse: «O Signore, io so per certo che Tu in
eterno non hai bisogno di consiglio né da parte mia né da quella di qualsiasi
altro, perché Tu solo sei certamente la Sapienza suprema, perfettissima, eterna
e infinita!
2. Ma dato che Tu hai
concesso a tutte le Tue libere creature la libera volontà, e da questa la
libera attività e, in aggiunta, anche il diritto di preghiera, e considerato
che in fondo una preghiera non è altro che un umile consiglio da parte della
creatura, certo libera ma tuttavia lasciata debole per una Tua disposizione
estremamente saggia, mediante il cui consiglio essa espone a Te, o Signore, le
proprie necessità, come se Tu quasi non ne sapessi nulla prima che Ti vengano
esposte da parte della creatura stessa, e questa così Ti consiglia (certo in tutta umiltà) riguardo a ciò che Tu dovresti fare, – allora io vorrei formulare in
questo modo il consiglio che dovrei dare a Te. Perciò vorrei esporTi la mia
preghiera per dirTi ciò che ora vorrei, dato che Ti è piaciuto iniziare un
Ordine del tutto nuovo nel governo delle Tue opere e dei Tuoi esseri.
3. E quello che io ora
vorrei, consiste in ciò: – vedi, o Signore, così come ora sono, in verità sono
quanto mai misera e n felicissima! Finché rimango sotto questa figura di essere
femminile, io non posso mai rivolgermi interamente a Te, perché la più
insopportabile gelosia rabbiosa mi cattura incessantemente e mi spinge a covare
la vendetta contro di Te.
4. Perciò io ritengo –
dato che a Te sono certo possibili tutte le cose – che Tu possa cambiare la mia
natura, conferendomi invece un carattere maschile e quindi trasformarmi in un
uomo dinanzi a Te e ai Tuoi figli!
5. Allora certamente e
ben presto mi abbandonerebbe questa mia maligna passione che mi tormenta
eternamente! Io poi potrei umiliarmi completamente al Tuo cospetto ed essere
così come sono tutti i Tuoi eletti figli!
6. Ma permanendo come
essere femminile, io vedo già anticipatamente e in maniera anche troppo chiara,
quanto poco per tutte le eternità delle eternità mi gioveranno tutti i miei
buoni propositi!
7. Dunque, Tu fa pure
come vuoi, però, se fosse possibile, io vorrei tuttavia pregarTi, o Signore, di
concedermi quanto ho chiesto!»
8. Ma il Signore così le rispose: «Ascolta, o essere eternamente mutevole e instabile, e
dimMi in quanti esseri ti sei già fatta trasformare a questo scopo, dandoMi
sempre in simili occasioni questa assicurazione: “O Signore, concedimi solamente che io assuma questa forma, e in essa
troverò miglioramento per me!”
9. Io verso di te ho
sempre fatto tutto quello che hai voluto; anzi, non ci sono sulla Terra tanti
atomi quante sono le figure, le forme e i caratteri nei quali ti sei già fatta
trasformare da Me agli scopi del tuo miglioramento adotto sempre come pretesto!
10. Ogni volta che per
causa tua Io ho fondato un nuovo sistema solare e planetario, in cui tu hai
voluto essere femmina sui Soli e maschio sui pianeti!
11. Io ti ho dato fino
ad ora il potere di trasformarti anche da te stessa secondo il tuo piacimento.
Ma dimMi adesso e confessa: di quanto ti sei migliorata con ciò?
Io ti dico: “Nemmeno di un capello!”. Tu sei ancora
rimasta l’antica mentitrice, e tutto quello che finora ho intrapreso solo e
sempre secondo la tua volontà, non ha portato alcun frutto.
12. Ma se le cose stanno
innegabilmente così, quale miglioramento ci si potrebbe mai aspettare con te da
questa nuova trasformazione?
13. Perciò questa volta
Io non farò per Mio volere quello che tu vuoi, bensì ti lascio del tutto
libera, e tu puoi fare ciò che vuoi secondo il tuo volere!
14. Che tu voglia essere
un uomo, una donna, un animale oppure un elemento, di ciò Io voglio occuparMene
ben poco; tuttavia, ora farò da parte Mia anche soltanto secondo il Mio
consiglio, e non lo chiederò affatto a te!
15. Se tu però vuoi
restare una donna, allora metterò al tuo fianco un principe della notte fuori
da te; egli ti darà il potere di mettere alla prova la stirpe degli uomini.
16. Se però vuoi essere
un uomo, allora Io ti metterò contro una pura donna del Sole, una seconda Eva,
e questa calpesterà la tua antica ostinazione. E se tu anche la pungerai nel
calcagno, vale a dire nella sua carne, ciò non la ferirà minimamente in maniera
dannosa!
17. Ora tu sai come
stanno le cose; fa dunque ciò che vuoi!»
18. Allora Satana si
trasformò improvvisamente in un uomo dall’aspetto robusto e dalla faccia
serena.
19. Il Signore mostrò
immediatamente all’uomo la donna del Sole e disse: «Bene! Dunque: qui sei tu, e
qui è lei! Perciò ora vattene da qui secondo la tua forza, ed Io farò secondo
la Mia Forza! Amen!»
20. A questo punto
Satana divenne invisibile, e con lui pure la donna del Sole.
21. E il Signore fece ritorno
sull’altura con i Suoi.
[indice]
Spiegazioni sulla costituzione di Satana, di Adamo, di
Eva e sul serpente tentatore
25 aprile 1843
1. Strada facendo, il Signore domandò a Chisehel: «Ebbene, mio diletto Chisehel, tu che prima hai
permesso che nel tuo cuore sorgesse qualche dubbio riguardo a questo essere
rispetto a Me, cosa ne dici ora di questo generatore della menzogna e di ogni
inganno?
2. Non vorresti forse
anche adesso prestargli un po’ di fede e continuare a restare perplesso
riguardo alla possibilità che vi sia in uno o nell’altro punto qualcosa di vero
nel discorso indirizzato soltanto a voi tre e uscito fuori dalla bocca del
drago?
3. Rendi dunque un po’
manifesto di fronte a Me qual è il tuo pensiero riguardo a questa Mia domanda
molto importante!»
4. Ma Chisehel allora, con animo del tutto compunto[4],
pregò il Signore di perdonargli la sua precedente stoltezza del cuore. E dopo
che il Signore lo ebbe completamente rassicurato sul fatto che già da lungo tempo
Egli gli aveva perdonato tutto, allora Chisehel, dopo una breve pausa, aprì la sua bocca e disse:
5. «O Signore, Tu Padre
unicamente santo, buono e amorosissimo, per quello che riguarda l’evidentissima
e autenticissima menzogna di questo essere, per me quasi inqualificabile, io ho
ora le idee altrettanto chiare quanto è chiaro il Sole ancora discretamente
alto sull’orizzonte vespertino (verso occidente), e dubito perfino di
quelle parole che sono state pronunciate dinanzi a Te da un simile essere e di
cui esso asserì che corrispondevano alla piena verità.
6. Infatti io mi accorsi
molto bene che, quando era possibile, egli cercava di apparire continuamente
degno di compassione e, sempre quando era possibile, sia apertamente o certo
almeno velatamente, tentava di riversare ogni colpa su di Te; per la qual cosa
io, spinto da un impulso che riuscivo a frenare a stento, fui anche più di una
volta sul punto di assestare alla bellissima mentitrice una controprova davvero
robusta, di traverso sulla bocca, con questa verga della potenza che Tu mi hai
dato.
7. Ma da tutto ciò, è
certo facile rilevare quale peso di verità abbiano ora presso di me le parole
di questo essere!
8. Perciò – come già
detto – a questo riguardo io sarei perfettamente sicuro; tuttavia in me c’è
qualcos’altro che ancora si torce di qua e di là come un verme della terra
calpestato! O Signore, questo qualcosa Tu certo lo vedi in me; perciò vorrei
pregarTi di concedermi anche su questo punto un po’ di luce!»
9. E il Signore allora, voltosi verso Chisehel, gli disse: «AscoltaMi dunque!
10. Vedi, Satana, Adamo
ed Eva sono come una cosa sola, e poi Caino e i suoi discendenti sono
ugualmente di nuovo come una cosa sola, e questo perché in primo luogo, Satana
avrebbe dovuto, del tutto per obbedienza a Me, imprigionarsi[5]
in Adamo, da lui in Eva e da Eva nel figlio primogenito, affinché così lei
potesse giungere alla piena completezza e, con ciò, poi, ogni ulteriore
procreazione fosse sorta da lei completa come nei Cieli!
11. Questo essere però
non volle questo, perché gli rincresceva il fatto di doverMi dimostrare
spontaneamente tanta obbedienza.
12. In Adamo non volle
essere secondo la Mia misura; perciò si concentrò nella contemplazione di se
stessa. Trapassò ben presto nell’assoluto amore di se stessa, e l’uomo Adamo,
quale una triste dimora di questo essere, se ne andò intorno e non pose
attenzione alle cose che lo circondavano.
13. Allora Io dovetti
procedere subito ad una divisione sostanziale: tolsi da Adamo ciò che in lui
aveva assunto forma femminile, e in lui lasciai unicamente lo spirito maschile,
ponendo lo spirito femminile, quale Eva, in una nuova e bella dimora fuori da
Adamo.
14. Adamo però riconobbe
ben presto in Eva il suo secondo io, ed ebbe così un grande compiacimento in
esso [cfr GFD vol.1 – cap. 7,11].
15. Ma siccome il
secondo essere notò ben presto in sé che esso ora era più debole del primo,
allora meditò subito un’astuzia per innalzarsi possibilmente al di sopra del
primo essere.
16. Ma l’astuzia non
ebbe subito successo. Adamo rinfacciò virilmente ed energicamente ad Eva la sua
brama, e la cosa finì lì.
17. Il secondo essere si
raccolse nella sua parte maschile, lasciò in Eva la parte femminile ritenuta
debole e si strappò da lei nella forma di un serpente quale un mostruoso essere
ermafrodito, fuori dal quale esso poteva agire da maschio e da femmina
contemporaneamente, come anche presto se ne ebbe la dimostrazione con la
procreazione non benedetta di Caino, che a voi è nota.
18. Ecco, vedi, per
questo motivo dovetti trasformare tutta la Creazione e, al posto della
procreazione perfetta, dovetti benedire l’imperfetta con la riserva che tale
procreazione non avrebbe potuto essere considerata da Me finché il male
lasciato in eredità dall’essere fondamentale di Satana non fosse stato del
tutto consunto attraverso il purissimo amore per Me, dato che tanto in Adamo
quanto in Eva dovette necessariamente rimanere una parte di Satana, la cui
parte deve continuamente scontrarsi reciprocamente e avidamente, perché deriva
dalla particolare doppia natura di Satana, per quanto questa sia divisa.
19. Così dunque è
avvenuto anche, che Adamo e Caino poterono parlare come Satana stesso in
momenti lucidi; tuttavia né Adamo, né Eva e neppure Caino ne costituivano
l’effettivo essere fondamentale stesso, nella stessa maniera di come voi, quali
parti di Adamo e di Eva, non siete più parte dell’essere fondamentale di Adamo
e di Eva.
20. Vedi, come è
accaduto in Adamo e in Eva, così ora questo essere viene continuamente diviso
in tante creature e viene indebolito finché esso, entro la fine dei tempi, si
sarà suddiviso completamente e alla fine non resterà di lui altro, che la forma
vuota e priva di vita, poiché tutta la sua vita d’amore trapasserà e deve
trapassare in una creatura del tutto nuova in voi, ora già Miei figli!
21. Così stanno le cose;
però di tutto ciò non dite assolutamente niente a nessuno! Io so il perché;
perciò tacete di tutto questo! Amen!»
[indice]
La domanda di Lamech: “Com’è possibile che Satana, pur
essendo creata da Dio, sia tanto malvagia?”
La difficile risposta del Signore con una similitudine
26 aprile 1843
1. Ma allora anche Lamech si avvicinò al Signore
e Gli chiese il permesso di potere egli pure liberarsi dinanzi a Lui di un nodo
quanto mai aggrovigliato.
2. E il Signore gli disse: «Io so quello che ti opprime il cuore, ed Enoch pure lo sa! Però
Chisehel non è ancora in grado di scorgere, nell’intimissima profondità della
tua vita, quello che si cela in essa; perciò nell’interesse di Chisehel puoi
formulare a voce alta la tua domanda, e così rendiMi dunque manifesto il tuo
nodo aggrovigliato!»
3. A queste parole Lamech, con il cuore
fiammeggiante d’amore, ringraziò per tale grazia elevata e poi formulò ad alta
voce la sua domanda, che fu la seguente:
4. «Padre santo,
amorosissimo e indicibilmente buono, Tu certo hai creato Satana (attingendo) da Te e non (traendola fuori) da qualche altro luogo! Ma com’è tuttavia ora
possibile che questo essere creato (attingendolo) da Te sia tanto
terribilmente maligno, considerato che in Te tutto dovette essere estremamente
buono dall’eternità, perché Tu stesso sei così infinitamente buono e per
conseguenza è certo impossibile che da Te possa sorgere qualcosa di maligno?
5. Ma dato che questa
creatura, Satana, creata da Te è sul serio così estremamente maligna, allora io
non so davvero che cosa pensare riguardo a questo punto. Ora io ritengo ed
anche sento che, se potessi chiarirmi le idee, allora avrei tutto ciò che mi
occorre per tranquillizzare completamente il mio spirito!»
6. A questa
argomentazione validissima, il Signore rispose allora a Lamech: «Se tu consideri la cosa dal
punto di vista umano, questo certo per te deve essere un nodo tra i più
aggrovigliati; ma se riesci a considerarla invece dal punto di vista puramente
spirituale, allora tutto il groviglio si scioglierà ben presto interamente, e
tu contemplerai una tale soluzione delle cose che ti sarà innumerevoli volte
più chiara della luce del Sole nel più puro e sereno mezzogiorno!
7. Una cosa simile però
è difficile spiegarla con parole intelligibili per te, dato che essa giace
nelle profondità più profonde di tutta la Mia infinita Sapienza divina.
8. Ma ugualmente ti
illuminerò la cosa mediante una similitudine! Quanto più, con l’andare del
tempo, tu considererai questa similitudine, tanto più penetrerai profondamente
nello spirito di verità di questo mistero infinitamente profondo; e dunque
ascolta.
9. Un uomo quanto mai
saggio, buono ed amoroso ha concepito in sé il piano di prendersi una donna e
di generare con lei dei figli, i quali devono somigliargli in tutto e in modo
che, ciascuno nella sua specie, sia chiamato ad entrare in possesso delle
ricchezze e dei tesori incommensurabili che egli possiede con pienezza
infinita!
10. Questo certamente è
un piano buono. Ma come lo si può attuare se in tutta la grande regione non
esiste nessun essere femminile?
11. Che cosa fa allora
l’uomo estremamente saggio? Egli non ci pensa troppo a lungo, bensì dice tra
sé:
12. “A quale scopo
cercare in questo mio infinito territorio quello che non si può trovare? Io ho
certo in me quanto mi occorre: ho amore, ho tutta la sapienza ed ho la potenza
da queste due!
13. Perciò vedrò se
posso crearmi una donna (attingendo) da me stesso che sia corrispondente a me sotto ogni
aspetto! Io infatti ho già chiamato (attingendo) da me delle altre cose
che ora hanno piena esistenza; allora anche questa cosa mi riuscirà!
14. E così dunque voglio
concepire un’idea completamente simile a me e sottoporla alla mia fermissima
volontà, e allora ben presto si vedrà se ho proprio bisogno di cercare ancora
quello che non è e che non può essere in qualche luogo fuori di me!”
15. Detto e fatto, ed
ecco che la meravigliosa opera sta già davanti all’uomo! Con un compiacimento
infinitamente grande il potentemente sapientissimo artefice la contempla.
16. L’opera però è
ancora soltanto come una macchina morta della sua volontà, non si muove
diversamente da come soltanto la volontà dell’artefice le imprime di fare ed
essa parla solamente di ciò che l’artefice instilla con il pensiero dentro di
lei e che lui vuole venga proferito dall’opera stessa.
17. Allora la sapienza
del maestro si concentra e poi dice: “L’opera
è pronta; ma in essa non vi è altro se non me stesso! Se la lascio così, ne
ricaverò ben poco frutto; ma se io concedo all’opera una vita propria, libera e
indipendente, allora devo poi essere pronto ad accettare l’eventualità che essa
mi si rivolti contro e che faccia secondo la sua propria libera volontà.
18. Ad ogni modo io sono certamente potente sopra ogni cosa. Se essa vorrà
sorpassare i limiti da me prescrittegli, allora saprò ben io come oppormi,
poiché essa resta certo opera mia in eterno!”
19. Così parla in sé
l’uomo sapientissimo, e così anche fa.
20. Ora l’opera è libera
e si muove e parla ben presto diversamente da come l’uomo vorrebbe; e
costituisce un grande trionfo dell’artefice il fatto che la sua opera cominci
ad esprimere una libera attività in modo estremamente vivace, senza tuttavia
poter mai uscire dalla sfera di volontà dell’artefice.
21. Ma l’uomo vuole
ancora di più, cioè vuole la pienissima libertà di volere dell’opera; e a tale
scopo l’opera necessita di un’educazione personale e poi di ogni possibile
esperienza fatta dall’opera stessa.
22. Questa educazione
però dura ancora adesso, mentre la creante procreazione si deve considerare, in
aggiunta, come una parte principale di tale grande educazione. E l’uomo è ora,
come sempre, sul punto di vedere con assoluta chiarezza la finale, sicurissima
compiutezza della sua opera!
23. Vedi, questa è una
similitudine quanto mai grandiosa, perché in essa sta completamente il Principio
e la Fine! Queste cose osservale in te, e così si farà sempre più chiaro nelle
tue profondità! Ora però procediamo di nuovo avanti! Amen!»
[indice]
Le stolte idee di Chisehel sull’accoppiamento sessuale
con Satana
Sul mantenimento della vita del primo spirito creato,
e sulle sue creazioni secondarie
L’esempio di innumerevoli esseri umani creati
all’istante
27 aprile 1843
1. Lamech e tutti gli altri
ringraziarono per tale Grazia così grande e poi proseguirono il cammino.
2. Ma strada facendo,
giunti nei pressi dell’altura dal Mattino, il Signore si fermò e si volse verso
Chisehel senza dire una parola.
3. Costui però ne rimase
tanto spaventato che quasi si accasciò rabbrividendo, e così non poté subito
riflettere su cosa avrebbe potuto significare un simile sguardo rivoltogli dal
Signore.
4. Il Signore però non lo lasciò per lungo tempo nell’incertezza, bensì gli indirizzò
subito la seguente domanda: «Chisehel, perché permetti che nel tuo cuore
sorgano pensieri così stolti?
5. Dunque, ritieni che Dio si debba accoppiare
sessualmente come un uomo, per generare il Suo simile? E ritieni tu che Dio
debba avere una donna divina, per ottenere da lei dei figli generati
sessualmente? Oh, come è grande il tuo errore!
6. Se tu hai una donna, puoi generare con lei quello che
tu vuoi? Vedi, questo atto non seguirà la tua volontà, e neppure quella della
tua donna, bensì è sempre la Mia divina ed onnipotente Volontà ad agire, e
perciò ne risulta quello che voglio Io, e non quello che vorresti tu!
7. Se tu vuoi un figlio, allora Io ti do una figlia, e se
è questa che vuoi, allora ti verrà dato un figlio, poiché soltanto Io sono il
Signore sopra ogni vita.
8. Ma quando tu compi un atto di procreazione con la tua
donna, che ne sai tu in che cosa consista quello che generi?
9. Io ti dico: – la conoscenza che tu hai del punto
centrale della Terra è la stessa che hai di questo atto, e tu sai dell’uno
tanto poco quanto dell’altra!
10. A Me soltanto sono ben note tutte le cose
dall’eternità, perché soltanto Io sono il Signore, il Dio onnipotente ed
infinitamente sapiente dell’eternità!
11. Ma per deporre, secondo il Mio Ordine, un frutto
vivente nel grembo della donna con la quale ti sei congiunto, dimMi: ho Io
bisogno di congiungerMi forse in segreto con la tua donna a Mia volta?
12. E quando i Soli partoriscono dei mondi da sé, e le
piante e gli animali procreano il loro simile, non vorresti anche domandarti se
Io forse Mi congiungo di nascosto con i soli, con le piante e con gli animali?
13. O tu, uomo stolto, di quali folli pensieri sei capace!
14. Vedi, la donna, ovvero il primo spirito creato da Me,
non è simile a ciò che è una donna sulla Terra? E perciò, Io non ho bisogno di
lei per generarMi dei figli da lei!
15. Infatti, se Io ho potuto far sorgere (attingendo) da Me il primo spirito in
ogni perfezione, allora sarò certo anche in grado di farne sorgere innumerevoli
altri pure senza il concorso di questo primo spirito creato!
16. E dunque, questo primo spirito non è stato certo
creato da Me agli scopi dell’ulteriore procreazione, come se solamente col suo
aiuto Io potessi riuscire a fare ulteriori esseri, bensì questo spirito è stato
fatto sorgere da Me per lo stesso motivo per cui fosti fatto sorgere tu, e
cioè: “Riconoscere Me quale l’unico Dio,
Creatore, Signore e Padre amorosissimo, per amarMi e quindi poi per servire Me
in ogni amore in maniera vivente per l’eternità”.
17. Che però da questo spirito siano poi sorti
innumerevoli spiriti, ciò dipende dal fatto che Io lo formai perfettamente
secondo la Mia misura, e poi perché gli infusi anche la Mia vita libera,
potente e creatrice.
18. Ma siccome questo spirito scorse in sé tale immensa
perfezione, allora egli cominciò anche a far sorgere (attingendo) da sé le cose più
singolari, come anche il proprio simile.
19. Nondimeno Io, quale il supremo e potentissimo Amore e
Sapienza, Bontà e Tolleranza e Mansuetudine, concessi a queste creature
secondarie dello spirito di prosperare e feci per loro quello che Io faccio per
quelli che sono (provenienti) da Me, ed ho cura di questi estranei
come di quelli della Mia Casa paterna.
20. Ma dimMi adesso: “Ho
forse bisogno a questo scopo di una qualche donna divina per generare –
mediante un certo accoppiamento sessuale – cieli, angeli, soli, mondi, lune,
piante, animali e uomini in un insieme caotico?”
21. Oh, vedi, l’eterno Creatore, in Sé e per Sé
onnipotente, non ha bisogno di ciò! Infatti basta solo che Io voglia, e quello
che Io voglio esiste già.
22. Ecco, Io ora voglio che qui dinanzi a noi sorgano
innumerevoli schiere di persone di entrambi i sessi, e vedi, esse sono qui, ed
Io non annienterò mai in eterno queste creazioni che ho fatto sorgere adesso,
bensì le trasferirò sulle stelle ora dinanzi a te! Guarda, esse, lodandoMi,
stanno già andando incontro al loro eterno e beato destino!
23. Tu adesso sei quasi irrigidito per lo stupore! Ma Io
ti chiedo: “Per fare ciò, ho forse avuto
bisogno di una donna?”
24. Tu ora rispondi di “no”,
avendo visto la Mia potenza.
25. Ed Io ti dico: “Non
lasciarti più sopraffare da simili pensieri stolti, se vuoi essere gradito a
Me! Ma ora rifletti anche sul fatto che tra Me e te esiste una differenza
immensa, la quale solo attraverso l’amore può essere diminuita il più
possibile!”. E ora procediamo di
nuovo avanti! Amen!»
[indice]
Nella Sua essenza divina il Signore è Uomo e Donna
La parte
maschile in Dio è l’Amore, la forza e il vigore
La parte femminile in Dio è la luce della Sapienza
derivata dall’more
Lucifero creato da un Raggio di grazia
28 aprile 1843
1. Poi essi continuarono
il cammino e nessuno si azzardava a rivolgere una parola al Signore, sebbene
questa volta tutti e tre – compreso Enoch – portassero un nuovo nodo trovato in
se stessi; un nodo così inestricabile che gravava su di loro più che una pietra
di parecchi mezzi quintali.
2. Ma poiché
l’Onnisciente aveva scorto benissimo questa cosa, allora Egli si rivolse
immediatamente a Enoch e gli disse: «Ma anche a te possono presentarsi ancora
delle cose sulle quali puoi covare come una chioccia su delle uova vuote?
3. Io però ti dico che
non accadrà che l’uomo penetrerà in ogni profondità della Mia Sapienza nel
tempo, perché a questo scopo vi è già preparata una vita eterna da parte Mia!
4. A voi sì voglio
sciogliere il nodo che pesantemente vi opprime, però lo dirò a voi e
assolutamente a nessun altro! E così dunque ascoltateMi.
5. Nelle profondità della Mia Divinità Io sono
contemporaneamente Uomo e Donna; tuttavia, non come voi siete soliti intendere
questi concetti, bensì unicamente nel modo seguente:
6. Io, come Uomo, sono eternamente l’Amore stesso, la
libera Vita stessa e tutta la Potenza e il Vigore stessi, ragion per cui in
ogni uomo, quale piena simmetria del Mio Amore, si manifesta l’autentico amore
di cui il vano petto della donna non sarà mai capace in eterno.
7. In tale Mia simmetria d’amore maschile, l’uomo è
dunque anche vigoroso, similmente a Me, e più possente nel suo petto di quanto
lo siano tutte le donne nei loro petti instabili, i quali offrono bensì alla
carne del bambino il latte da succhiare, tuttavia non possono offrire allo
spirito il latte della vita interiore, perché nel loro petto non dimora l’amore
elevato e forte dell’uomo, quantunque potrebbe certo dimorarvi se la donna non
fosse da sé così stoltamente vana!
8. Ebbene, Io sono costituito così, da Me stesso, come
Uomo dall’eternità. Spero che voi possiate comprenderlo!
9. Ma poiché Io risiedo anche nella donna, allora non
devo contenere totalmente e pienamente in Me anche la donna? – Io vi dico: “Certamente! Perché altrimenti, udite bene,
come avrei potuto creare una donna?”
10. Ma come ciò sia possibile, voglio subito
dirvi qualcosa di sapiente, poiché nella donna si trovano certo sotterrati
astuzia e arguzia, acutezza di intuizione e furbizia; inoltre la donna non
parla mai apertamente ed ha sempre cura di celare la sua luce e il suo cuore.
Per questo succede che chi si fida del cuore delle donne, costruisce sulla
sabbia.
11. Ne consegue dunque che dalla Mia sfera
femminile Io non posso parlare in modo così comprensibile come dalla Mia sfera
maschile, poiché la parte femminile trae origine dalla Luce dell’Amore
proveniente da Me, e quale Sapienza, sebbene non lo sia in sé, e tuttavia è
simile alla luce irradiata che scaturisce sublimamente dalla Luce del ceppo
originario.
12. Ecco quindi che la Donna in Me è la Luce
eternamente radiosa della Sapienza, la quale viene eternamente e continuamente
generata in uguale forza e vigore nell’Amore.
13. Questa Sapienza è la giusta Donna
dell’Amore di Dio, a Lui peculiare e inseparabile in eterno, con la quale Io,
Dio eternamente unico, ho generato e creato tutte le cose, e a tale scopo
nessun’altra donna fu mai in eterno necessaria a Me, l’unico, eternamente vero
Dio d’amore, Uomo fin dalle eternità, eternamente Primo ed eternamente Ultimo!
14. Eternamente Io generai con questa Mia fedelissima
Donna innumerevoli miliardi di esseri, che erano a Me visibili, sebbene nessuno
di essi potesse e dovesse guardare ancora in sé.
15. Però in Me era anche eternamente deciso di mettere un
giorno in libertà tutti i molti, infiniti esseri generati nel Mio Spirito,
affinché riconoscessero se stessi e Me!
16. E allora avvenne che una Volontà fu
spinta fuori da Me, e un ultrapotente “Sia fatto!” la seguì attraverso tutte le
profondità infinitamente vaste della potenza della Mia eterna Divinità e del
Mio chiaro e luminoso operare.
17. Allora da tutti i raggi usciti, eternamente molti,
sorse – udite e comprendete! – un Unico essere sostanziale, un Portatore di
tutto ciò che dall’eternità da Me, Uomo e Donna eterni, sia mai confluito in
Uno nei raggi sostanziali in modo spiritualmente profondo, infinito ed
eternamente chiaro.
18. Questo Portatore è la Donna neo-creata e fu formato
libero quale un grande punto di raccolta di ogni luce sostanziale che da Me è
scaturita dall’eternità in sostanziale pienezza, affinché in lui la pienezza di
esseri uscita si maturasse sotto il calore perenne dei Miei raggi di Grazia,
affrancato e libero, piacevolmente visibile al Mio cospetto mediante la vita
libera, e così anche vedendoMi per effetto della Luce d’amore elargitagli da
Me.
19. E udite! La procreazione è riuscita, poiché voi già
vedete e comprendete Me, il vostro Creatore!
20. Tuttavia il tempo della completa maturità e della
raccolta non è ancora giunto al pieno prosperare, e questo, perché le grandi
cose richiedono anche lunghi tempi per il loro compimento!
21. Perciò comprendetele
bene queste cose, ma tacete, poiché in questa contesa del divenire per la
futura e grande maturità non è bene chiacchierare!
22. Infatti a suo tempo[6], come ora Io sto
facendo con voi, queste cose le annuncerò di nuovo alla Mia Terra, e da voi le
troveranno interamente in sé i vostri futurissimi figli[7]
e le dispenseranno alla Terra! Amen!»
23. A questo punto i tre si batterono il petto e
dissero: «O infinita Sapienza di Dio! Chi mai in eterno sarà capace di
comprenderTi?»
24. Ma il Signore disse: «Tacete ora riguardo a tutto ciò che vi ho detto, poiché vedete, i
figli già Mi corrono incontro a braccia spalancate! Perciò corriamo anche noi
incontro a loro! Amen!»
[indice]
Il comandamento per eccellenza è l’amore
Consigli e divieti per i successivi rapporti con gli
uomini e le donne della pianura
29 aprile 1843
1. Non passò molto tempo
che coloro che si affrettavano ad andarsi incontro s’incontrarono e si
trovarono anche riuniti di nuovo nel più potente amore e si accolsero con
estrema cordialità, e tutto il popolo che era lì presente offrì nei cuori un
grande sacrificio d’amore al Signore della magnificenza.
2. E ben presto il Signore così parlò rivolgendosi a tutti: «Ascoltate, figlioletti Miei! Quello che
ora annuncerò a voi tutti, osservatelo bene nei vostri cuori!
3. Finora Io non vi ho dato alcun comandamento
all’infuori di quello, dolcissimo, dell’amore; dovrei forse darvene adesso un altro, in aggiunta a questo antico
comandamento dei Comandamenti?
4. Udite: finché voi lo osservate nei vostri cuori, nessun altro
comandamento vi legherà a Me, né vi obbligherà nelle vostre azioni!
5. Infatti il puro amore
e ogni agire conforme a questo amore, sono già di per sé un verissimo ed
assoluto cardine di ogni giustizia. Chi ha nel cuore il puro amore (proveniente) da Me, a costui rimarrà eternamente estranea ogni possibile tipo di
ingiustizia.
6. Perciò non vi serve
nessun altro comandamento, dato che, come detto, l’amore è il comandamento per
eccellenza, che compendia in sé ogni vita e ogni verità.
7. Ma appunto a causa di
questo amore, che ora è tra di voi e in voi, Io, quale il vostro Padre santo e
amorosissimo, voglio aggiungervi pure un buon consiglio che farete bene a
prendervi molto a cuore ed anche a seguire in voi e tra di voi per la
conservazione di questo santo amore (proveniente) da Me.
8. Tuttavia questo
consiglio non sarà di difficile osservanza, bensì sarà tale che voi lo potrete
osservare con tutta facilità. AscoltateMi dunque.
9. La pianura è ora aperta;
in caso di bisogno voi potete scendere giù dai figli di Caino e questi possono
a loro volta salire da voi, così che ora voi potete diffondervi di nuovo sopra
tutta la Terra da un’estremità all’altra.
10. Io però non vedrò
volentieri che qualcuno di voi si stabilisca in una qualche città della
pianura, perché in tali città si trova ancora molta immondizia del serpente, che talvolta colpisce con un
fetore potentissimo le narici dello spirito e ne infetta la sua vita con
velenose pestilenze.
11. Se però qualcuno
vuole vedere ora i buoni frutti delle Mie Misericordie nella pianura, costui
vada pure e veda quali sono i sistemi del Mio governo; ma che nessuno si
trattenga laggiù nella pianura per più di tre volte in sette giorni al massimo,
ad eccezione dell’eventualità di un espresso incarico da parte Mia. E tale
consiglio abbia valore pure nel senso contrario!
12. Enoch e voi, figli
della stirpe principale, dovrete fissare il tempo di permanenza per coloro che
dalla pianura verranno da voi, limite che essi dovranno rigorosamente
osservare.
13. Ma se qualcuno
manifestasse il desiderio di trasferire la propria dimora in un qualche luogo
qui sull’altura, allora converrà che in un caso simile venga sempre
interpellato Io!
14. Voi potete concedere
questo allo straniero anche di vostra propria iniziativa, ma in questo caso
bisogna che badiate voi a non aver introdotto una vipera nel petto e nessun un
serpente sul vostro capo!
15. Siate dunque
assennati in ogni cosa; così nel vostro modo di gestire le cose non dovrete mai
subire in eterno alcun danno disastroso, sia spiritualmente che corporalmente!
16. Così pure non vi
dovete mai contaminare con una donna della pianura, per quanto seducente e
attraentemente bella possa apparirvi, perché tale cosa potrebbe portare di
nuovo ciascuno di voi subito nella massima schiavitù del serpente, dato che voi allora generereste frutti che si
nutrirebbero del sangue degli uomini e della carne dei figli.
17. Ora il nemico della vita si è prefissato di
ornare le sue donne della pianura di carne seducentissima per indurvi così in
tentazione; per questo motivo Io vi dico questo in anticipo, affinché sotto
ogni aspetto sappiate come comportarvi qualora dovesse verificarsi qualcosa di
simile.
18. Se però qualcuno di
voi venisse a trovarsi nel bisogno, allora che si rivolga a Me ed Io lo
aiuterò.
19. Questo è il
consiglio che devo darvi per il vostro proprio bene temporale ed eterno;
osservatelo, e allora vi troverete sempre bene!
20. Io però rimarrò
visibilmente ancora tra voi fino a sera; se qualcuno di voi sente che in
qualche punto gli manca la luce, che costui venga e parli, in modo
che Io gli fornisca in breve tempo la
luce che gli manca! Amen!»
[indice]
Mutaele dubbioso sulla natura della donna
Le differenze sostanziali spirituali riguardo
l’essenza dell’uomo e della donna
La donna reintegrata al livello dell’uomo
2 maggio 1843
1. In seguito a questo
invito, tra i figli del Mattino si fece avanti, verso il Signore, un giovane uomo di circa cinquant’anni pieno di coraggio e di zelo, il quale domandò al
Signore: «Creatore onnipotente, Dio, Padre santissimo di tutti noi! È lecito
anche a me, un verme polveroso dinanzi a Te, porTi, con tutta l’umiltà del mio
cuore sotto forma di preghiera, una domanda che almeno a me sembra essere di
grande importanza?»
2. E il Signore rispose: «Mutaele, Io ti dico: parla, poiché vedo che tu custodisci nel
tuo cuore una buona domanda»
3. Allora Mutaele ringraziò il Signore con tutto il fervore per questa benevolissima
concessione, e poi espose la seguente domanda davvero notevole. E le sue parole
furono queste:
4. «O Signore, Dio,
Padre santissimo ed amorosissimo! Vedi, io ho già oltre i cinquant’anni e so
che molti altri, di alcuni anni più giovani di me, si sono presi già delle
mogli; solamente a me, finora, non fu dato di potermi avvicinare ad una
creatura femminile.
5. Infatti, se io
consideravo la loro carne che mi appariva morbida e attraente, allora la
maggior parte delle donne mi apparivano molto dolci, sensibili, e per
conseguenza anche estremamente seducenti, e allora mi veniva sempre un grande
desiderio di una donna; ma quando poi, spinto da un simile impulso interiore,
mi avvicinavo all’una o all’altra fanciulla per scambiare con lei le più dolci
parole d’amore dal profondo del mio cuore, allora venivo colto sempre, finora,
da un senso di raccapriccio, perché in nessuna io trovavo quello che mi
immaginavo di trovare.
6. Io ho pensato spesso
fra me e me: “Ma come è immaginabile una
tale contraddizione in questo tenero essere? Esteriormente la sua morbidissima
carne sembra accarezzata da una lieve brezza della sera, ma il suo interiore è
invece insensibile perfino a una tempesta dello spirito, ed uragani maschili di
sapienza non riescono a toccare il suo cuore, ma invece ben ci riescono le
debolezze maschili per le donne, come lo sono l’amore carnale, la sciocca lode
alla donna, il molto promettente soddisfacimento maschile-sensuale e poi una
formale adorazione della sua carne, e altre cose del genere”.
7. Vedi, in seguito a
tali esperienze è sorta in me una formale ripugnanza verso tutto il popolo
delle donne, e ne provo sempre tanta nausea che non mi è più possibile
avvicinarmi a nessuna di loro!
8. O Signore, Dio e
Padre, ma questo è bene da parte mia? Ho io con ciò forse peccato dinanzi a Te?
E qual è la ragione di questo fenomeno in me? Che cos’è dunque la donna, questo
essere che esteriormente è vivo, ma interiormente è morto?»
9. Allora il Signore si volse verso di lui e gli disse: «Ascolta, Mio diletto figlio Mutaele,
il fenomeno da te constatato ha più importanza di quanto tu possa credere!
10. La prima ragione di
tale fenomeno sta nel fatto che tu sei dall’alto, mentre la donna (che tu hai contattato) è dal basso.
11. Tu sei colmo di ciò
che è del vivo Spirito d’amore proveniente da Me, mentre la donna è colma di
ciò che è dello spirito del mondo.
12. Per questo tu sei
anche tenero e sensibile dall’interno, mentre la donna lo è solo dall’esterno.
13. Tu sei una creatura
fondamentale proveniente dalle Mie profondità, mentre la donna è soltanto una
creatura postuma, un compendio delle Mie irradiazioni.
14. Tu sei fatto dal
nucleo del Sole, la donna è soltanto dai fuggevoli raggi del Sole.
15. In te c’è la piena
verità, nella donna c’è soltanto la parvenza della verità.
16. Tu sei una esistenza
proveniente da Me, la donna è soltanto una parvenza proveniente da Me.
17. Vedi, queste sono le
ragioni principali del fenomeno da te constatato!
18. La domanda però, se
tu con ciò hai peccato contro di Me, è vana. Infatti contro di Me tu puoi
peccare soltanto quando Io ti abbia dato un comandamento che ti dica di fare o
di non fare una data cosa; senza questo non è concepibile alcun peccato, dato
che tu, senza comandamenti, procedi nella Mia direzione.
19. Ma ora ti dico che
ho accolto anche le donne come Mie figlie, e le donne hanno in Purista un
modello, dunque un comandamento da parte Mia, che indica loro come devono
essere.
20. Due si sono unite
strettamente a lei nei loro cuori, cioè Ghemela e Mira.
21. Quando però la donna
è simile a queste, allora anche lei porta la Mia immagine in sé; e quando nella
dignità del tuo cuore ti accosterai a una simile donna, allora il tuo piede non
urterà più contro nessuna pietra.
22.
E siccome tu hai il cuore più puro di quelli del Mattino, allora Io tra breve
ti donerò anche la donna più pura, la quale certamente ti corrisponderà in
tutto. Ma fino a quel tempo rimani così come sei stato finora! Amen!»
23. Allora si fece
chiaro dinanzi agli occhi di Mutaele, ed egli poté vedere nelle profondità e lodò e
glorificò il Signore nel suo cuore puro.
24. Il Signore chiamò a
Sé anche altri e li invitò a fare domande riguardo a tutto ciò che avesse mai
potuto esservi di oscuro nei loro cuori.
[indice]
I padri sorpresi ed amareggiati dalla risposta del
Signore riguardo alle donne
Significato dell’essere dall’Alto o dal basso
3 maggio 1843
1. Questa risposta del
Signore fece un’enorme impressione a tutti, eccetto a Enoch, a Lamech e a
Chisehel. Essi erano in preda al più grave imbarazzo e non sapevano cosa dire o
fare, trovandosi straordinariamente oppressi nei loro cuori, poiché a quei
tempi tutti i padri, e ciò sia detto a grande onore dei loro cuori, avevano
quanto mai care le loro donne e le ritenevano il dono supremo dai Cieli, e
moltissimi ritenevano le donne buone e brave quali esseri posti più in alto e
molto più vicini a Me che non essi stessi, e ciò per la ragione, quanto mai
facile da comprendere, che allora sia le ragazze che le donne erano
assolutamente costumate, dolci, tolleranti, devote, obbedienti, tranquille,
casalinghe e, oltre a ciò, nella loro costituzione fisica originaria, erano
dotate di grazia e bellezza femminile in grado considerevolmente superiore che
non in questo tempo attuale (1843), che è spiritualmente e corporalmente del tutto
corrotto.
2. Quindi, per questo
motivo tale risposta ebbe l’effetto di colpire tutti i padri in maniera molto
profonda, ed essi allora si rivolsero tutti a Me e parlarono così nei loro cuori:
3. ‘O Signore, Padre
amorosissimo, dà a noi tutti per nostra tranquillità una luce maggiore riguardo
alla sublimissima risposta che hai dato a Mutaele, poiché in questa luce in cui
ora sono poste le nostre donne migliori e più costumate, noi non possiamo essere
felici, bensì quanto mai infelici, poiché, dopo di Te, esse sono certamente il
nostro massimo bene, e noi per questo non potremo in eterno mai renderTi
ringraziamenti sufficienti.
4. Se Mutaele, nella sua
sapienza alquanto aspra, non ha finora imparato ad apprezzarle, tuttavia
l’antico Ordine buono e splendido, proveniente da Te, posto nei nostri cuori
non ne risulta certamente scosso! Al contrario, invece, nel nostro campo
visuale il genuino senso femminile nelle donne viene appunto con ciò anzi a risaltare
con maggiore vantaggio e si rende maggiormente degno di lode dato che
precisamente, per effetto di una tale fermezza delle donne nella loro virtù,
l’uomo deve essere umiliato prima che sia reputato degno di un simile dono di
Grazia da parte Tua, o caro Padre!
5. Se l’uomo trova una
durezza nella donna, questa è certamente soltanto la sua propria durezza, cioè
la durezza dell’uomo; ma quando egli l’avrà addolcita, allora certo egli
troverà nella donna soltanto lo splendidissimo opposto!
6. O Padre, fa dunque
che le nostre care donne siano, insieme a noi, dall’alto, e non dal basso!»
7. E il Signore allora aprì la Sua bocca e disse ai padri: «Voi parlate come se foste
ancora completamente ciechi riguardo al Mio Ordine!
8. Se voi non sapete ciò
che significa in spirito “alto” e
cosa significa “basso”, perché non
chiedete spiegazioni su questo punto, invece di domandare che Io vi fornisca luce soltanto là dove non ne avete
bisogno, mentre pretendete che Io rovesci tutto intero il Mio eterno Ordine a
causa del vostro stolto desiderio?
9. DiteMi: “La donna perde forse qualcosa al Mio
cospetto se Io asserisco che lei, rispetto all’uomo, è dal basso e che così, di
fronte all’uomo, lei costituisce il necessarissimo polo contrario, senza il
quale né l’uomo di per sé, né la donna di per sé, potrebbe esistere?”
10. Ma poi, che cosa
direte se ora vi dico: “Voi di fronte a
Me siete tutti dal basso, e soltanto e unicamente Io sono dall’alto!”
11. Ma per questo motivo
cesso Io forse di essere il vostro Creatore e il vostro unico, eternamente
santo Padre? Oppure: non ho Io creato te, o Adamo, dall’argilla della Terra, e
non ho creato la tua donna, Eva, dalla tua costola?
12. Ma siccome voi tutti
sapete che l’argilla indica il Mio
Amore e la costola indica la Mia grazia
e misericordia, dato che la Mia grazia e misericordia racchiudono la vostra
vita appunto così come il solido scheletro racchiude e custodisce la vita del
corpo, allora voi stessi dovete evidentemente riconoscervi quali ultraciechi se
in ciò trovate un divario inconsolabile, laddove voi invece dovreste trovare
soltanto un divario quanto mai consolante!
13. DiteMi che cosa è
più degno di lode: il luminoso Sole
stesso, oppure la luce uscente da lui? Quale delle due ponete più in alto?
14. Voi rispondete
interiormente: “O Signore, certo l’una è
tanto buona e necessaria quanto l’altra!”
15. Bene, dico Io; ma se
il Sole in sé è da considerarsi come la cosa posta in alto, in quale rapporto
allora verrà a trovarsi la luce che esce dallo stesso?
16. Voi dite: “Essa deve certo necessariamente trovarsi
dappertutto sotto il Sole!”
17. Bene, dico Io; ma se
il Sole in sé e per sé non possiede nessun maggior valore della luce che esce
da lui, dato che il Sole senza luce emanata non sarebbe affatto un Sole e anche
non avrebbe assolutamente alcun valore, allora di sicuro non sarà neanche
dannoso per la donna, né il suo valore sarà minimamente pregiudicato, se lei
rispetto all’uomo viene necessariamente a trovarsi in basso.
18. Io però dico: “Se la
donna è così come deve essere, allora lei davanti a Me ha il valore dell’uomo
giusto ed è altrettanto una cara figlioletta dinanzi a Me come l’uomo; e se la
donna si smarrisce, allora Io la cerco come faccio con l’uomo.
19. Una donna maligna,
invece, è altrettanto maligna quanto maligno lo è l’uomo, poiché il raggio
uscente dal Sole è come il Sole stesso!
20. Nondimeno, verrà un
tempo nel quale Io raccoglierò il raggio nella donna per illuminare il Sole
spento nell’uomo!
21. Comprendete queste
cose, e liberatevi una buona volta dalla vostra antica stoltezza! Amate in
giusta misura le vostre donne, ma non fate di loro né più né meno di quanto
esse sono da parte Mia! È sufficiente se le stimate come stimate voi stessi; il
di più e il di meno sarà un peccato!
22. Chi di voi però ha ancora
qualcosa da chiedere, venga avanti e parli. Amen!»
[indice]
Kenan vorrebbe maggior luce riguardo la visione della
decima colonna
Il saggio consiglio del Signore è di attendere,
sforzandosi di amare per ottenere maggiore luce
4 maggio 1843
1. Dopo quest’ultimo
invito da parte del Signore, si fece innanzi a Lui Kenan e Gli rese onore. E
dopo che ebbe reso onore al Signore di ogni Magnificenza, egli voleva formulare
apertamente una domanda.
2. Ma il Signore lo prevenne e gli disse: «Figlio Mio Kenan, l’argomento riguardo al quale
vorresti invocare una luce maggiore da Me, è già conosciuto qui quasi da tutti
ed a Me poi fin dall’eternità; perciò non è il caso che tu lo enunci ad alta
voce!
3. Infatti Kenan e la
sua visione (cfr GFD vol.1 cap.42) delle dieci colonne sono ormai diventati, tra i
padri, già del tutto identici!
4. E quando tu vuoi
domandare a qualcuno, come pure a Me, una cosa molto importante e profondamente
nascosta, ecco già comparire costantemente le tue dieci colonne fuori dal tuo
animo melodico!
5. Io però ti dico: “Nella tua visione si nasconde certamente
qualcosa di importante; tuttavia le parole di Mutaele abbracciano di più della
tua visione, la quale non include affatto in sé il messaggio proprio più
consolante!”
6. Ad ogni modo la piena
soluzione della tua visione Io te l’ho già indicata nel tuo spirito; dunque,
perché non ti attieni più al tuo spirito?
7. Ma comunque, le dieci
colonne sono simili a coloro che vi stanno sopra, per quanto la decima non sia
ancora presente tra di voi nella carne!
8. Giudica quanto è
avvenuto finora in base a questo, e paragonalo punto per punto alla tua visione
sulla via della vera rispondenza interiore e spirituale, e tu giungerai così al
fondamento della tua visione!
9. È quanto mai
sicuramente vero che la tua visione non era un sogno comune, bensì era qualcosa
di più ed aveva dei grandi segni spirituali.
10. Ma accanto ad essa
esamina la realtà che sta dinanzi a te, e poi dì a te stesso se questa non è,
sotto ogni aspetto, molto più importante e considerevolmente più ricca di
significato nella sua rivelazione di quanto lo sia la tua intera visione nella
sua torbida confusione!
11. Vedi, la tua visione
è dunque certamente facile da comprendere, e non occorre che tu venga sempre
fuori con una e la stessa storia, come fanno le donne!
12. Io so benissimo che
quello che ti opprime particolarmente è soltanto la decima colonna, ma ti dico:
“Accontentati per il momento delle altre
nove, ma per quanto concerne la decima non pensarci su tanto, ma invece di
pensare a questo, raccogli il tuo cuore nell’amore per Me, e così ti troverai
molto meglio che non avventurandoti sul rozzo ed oscuro sentiero delle tue
speculazioni infruttuose riguardanti la tua decima colonna!”
13. Vedi, il puro
pensiero della testa su cose che dinanzi al tuo spirito stanno ancora velate da
un tenebroso futuro, è da considerarsi allo stesso modo come se un uomo volesse
generare un frutto vivente con un uomo come egli può fare nella donna, cosa che
nello stesso tempo sarebbe anche la massima forma peccaminosa di prostituzione!
14. Ma se invece tu,
dall’amore del tuo cuore per Me, imprigioni i tuoi pensieri, allora tu avrai
fatto, rispetto allo spirito, come quando, lasciandoti imprigionare
dall’avvenenza di una donna, l’abbracci e poi le fai secondo il tuo modo
vivente!
15. In questo modo il
tuo pensiero ancora muto diventa poi, nel tuo amore per Me, simile ad un frutto
vivente generato nella donna, e soltanto dopo che il pensiero rinasce fuori
dall’amore, esso diventa per te, nella viva pienezza dell’eterna verità, quello
che per te doveva essere effettivamente la reale causa prima, cioè una luce vivente scaturita da Me!
16. Così considera e
così intendi la tua vita, e allora lo scrosciare delle acque sulla tua decima
colonna e la grande notte che la circonda non ti opprimeranno più!
17. Ora però Io dico a
voi tutti: “Perseverate sempre nell’amore
e considerate bene tutte queste Mie parole indirizzate a voi, e così la decima
colonna di Kenan sarà svelata in un senso del tutto differente da come dovrebbe
essere svelata nel caso voi foste disobbedienti!”
18. Infatti il Mio
Ordine ha moltissime vie, molte delle quali sono migliori di altre! Il Giudizio
è sempre l’ultima via tra tutte, dato che esso scocca sempre per la vita e per
la morte; guardatevi perciò da qualsiasi giudizio!
19. E ora Io vi lascio
di nuovo, per quanto riguarda la Mia visibilità, per qualche tempo, tuttavia
rimango continuamente con voi nel vostro amore per Me! La Mia benedizione
scenda su tutti voi, uomini e donne! Amen!»
20. A questo punto il
Signore scomparve, mentre il Sole era al tramonto. Tutti i presenti si
prostrarono con le loro facce a terra e piansero, lodarono e glorificarono il
Padre durante tutta la notte, finché di nuovo si fu fatto giorno, e solo al
mattino ritornarono alle loro case.
[indice]
L’astuto piano di Satana di sedurre gli uomini
mediante la bellezza delle donne
La Voce dall’alto – La delegazione di Horadal presso
Adamo ed Enoch
5 maggio 1843
1. Ora su tutta la Terra
era stabilito il perfetto Ordine, e il Cielo e la Terra erano strettissimamente
congiunti, e lo stesso Satana diceva tra sé:
2. ‘Dunque, che cosa devo fare adesso? Il Signore stesso ha istruito i
Suoi figli degli uomini e si è strettamente legato a loro; sì, Egli si è
perfino impossessato delle mie pianure ed ha dato a molti e in tutti i campi
una grande potenza, contro la quale io non ho né la possibilità né la capacità
di fare niente!
3. Io ho certo potere nelle stelle, come pure ho potere sulla Terra sopra
tutti gli elementi; ma a che mi serve ciò, se i figli degli uomini hanno la
potenza di Dio nel cuore, e con questa possono opporsi dappertutto a me con
terribile potenza, laddove io intendessi insorgere?
4. Tuttavia io so quello che farò: ben presto preparerò un’esca per il
genere umano, dato che ho il diritto di tentare. E in breve si vedrà se i figli
del Signore sono così ben fermi e imperturbabili come si è constatato ora sotto
la guida personale-sostanziale del Signore!
5. Voglio essere presente alle procreazioni delle figlie nella pianura, e
voglio renderle così belle e seducenti nella loro carne, che chiunque guarderà
una tale figlia delle città della pianura debba rimanere del tutto imprigionato
dal suo immenso fascino! Questo posso farlo e mi è lecito farlo, visto che la
carne sta ancora in mio potere!
6. Ma se faccio così, che cosa faccio! Faccio bene, o faccio male?
Infatti, se faccio male, allora il Signore questionerà con me; ma se faccio
bene, allora il Signore dirà: “Il bene è soltanto in Dio!”
7. Io so come mi comporterò: ecco: mi terrò nel mezzo; dunque né male né
bene!
8. E le belle figlie saranno precisamente così; accanto a loro, qualcuno
che sia forte e virtuoso potrà sempre ancora benissimo procedere in maniera
gradita a Dio!
9. Se però egli non è né forte né virtuoso, allora è necessario che egli,
nelle bellissime figlie, trovi almeno una notevole pietra di prove e una
potente occasione o di rafforzare la sua virtù, oppure di indebolirla, per
venire a trovarsi dinanzi a Dio e a me così come egli è, e non come egli, senza
fatica e senza il dominio di se stesso, vorrebbe essere, e cioè un signore
perfino sopra di me e un principe, potente nei Cieli!
10. Che attraverso tale prova, più di un debole cada nella rete, questo è
certo; ma che attraverso ciò avverrà pure che più di uno diventerà un grande
eroe di virtù, anche questo si può sicuramente ammettere!
11. La cosa dunque – ben vagliata da entrambi le parti – non è, in sé e per
sé, né da considerare cattiva né però neanche buona, ma tutto ciò sta nel
mezzo, quindi un pendolo tra
il bene e il male!
12. Perciò resti decisamente stabilito così, e si passi all’esecuzione in
tutta brevità!
13. Ma c’è ancora un dubbio: e se la cosa alla fine risultasse avere
conseguenze peggiori di quelle da me ora previste? Allora io avrei nuovamente a
che fare con l’ostilità del Signore!
14. Io però anche su questo punto so cosa fare! Enoch è il braccio destro
del Signore qui sulla Terra; io andrò da lui e gli esporrò il mio piano! Che
lui si consigli su ciò con il Signore, e poi mi annunci se ciò è di gradimento
al Signore!
15. Questa sarebbe certo una buona idea, ma se poi Enoch mi respingesse del
tutto terribilmente con la sua grande potenza? Allora cosa farei poi nella mia
ridestata rabbia?
16. E come sarebbe se io stesso osassi rivolgermi al Signore? Questa
sarebbe certamente la via più breve!’
17. A questo punto una Voce dall’alto giunse all’orecchio di Satana, che brevemente parlò così: «Che
cos’è questo tuo prendere consiglio nel male?»
18. Satana rispose: «Signore, io
non voglio fare nulla di male, bensì vorrei solamente erigere un pendolo per i
Tuoi figli, senza però che nessuno fosse pregiudicato neanche minimamente nella
propria pienissima libertà; permettimi dunque che io faccia così!»
19. E la Voce dell’alto replicò in questo modo: «Satana, siccome tu hai voluto essere
uomo, allora sei libero; fa quello che vuoi nei tuoi elementi, e il Signore
farà pure ciò che è la Sua Volontà! Enoch, però, lasciamelo in pace!»
*
20. E Satana fu
perfettamente soddisfatto di questa decisione, e pose ben presto mano all’opera
premeditata, la quale tuttavia per lungo tempo non volle riuscirgli, poiché
finché quella generazione si mantenne nella pianura così come è ora
sull’altura, egli ottenne poco con il suo artificio, ma egli ebbe invece tanto
maggiore successo con i successori, come purtroppo si potrà rilevare nel corso
di questa narrazione!
21. Subito dopo questi
avvenimenti, degli inviati di Horadal vennero da Adamo e, nel Nome del Signore,
lo nominarono guida suprema di tutto il popolo dimorante tra la Mezzanotte e il
Mattino. La delegazione si componeva di dieci uomini alla testa dei quali
stavano i due figli di Lamec.
22. Adamo però indirizzò
la delegazione da Enoch, ed Enoch disse loro, nel Nome del Signore, di
esercitare anche su di essi il sommo sacerdozio in cambio di un’offerta della
decima dei migliori frutti al Signore; poi li congedò, ma trattenne con sé i
due figli di Lamec e li accolse in casa sua.
[indice]
Vari incarichi di Enoch ispirato da Dio, da svolgere
presso il re Lamec
Partenza per la città di Hanoch
8 maggio 1843
1. Dopo trenta giorni il
Signore annunciò ad Enoch che Lamec nella pianura aveva condotto a termine
l’opera della costruzione del secondo tempio.
2. Allora Enoch sapeva
cosa avrebbe dovuto fare; egli perciò fece immediatamente chiamare le due mogli
di Lamec, cioè Ada e Zilla, nonché Hored con sua moglie Naeme.
3. E quando tutti
costoro furono giunti in casa di Enoch, la quale era sempre ancora una casa di Jared, il
sommo sacerdote del Signore presentò loro i due figli di Lamech, Jabal e Jubal,
e poi parlò così:
4. «Ascoltatemi, nel
Nome del Signore, il nostro onnipotente Dio e Padre santissimo ed amorosissimo!
Questa è, e così suona, la Sua santissima Volontà: “Tutto si adegui liberamente
al Suo Ordine eterno e santo.
5. Dunque, anche voi
dovete adeguarvi a tutto ciò che il Signore vi dirà ora tramite la mia bocca e
che fedelmente ve lo annuncerà!
6. Ecco quello che il Signore vi fa’ annunciare: “Il sommo
sacerdote Lamec, ora nella pianura della Terra e stabilito dal Signore sopra il
popolo della Terra, ha bisogno di voi secondo la Volontà del Signore, essendo
egli, del tutto liberamente da sé, diventato ora un perfetto servitore del
Signore, simile a me, tramite l’infinita grazia e misericordia del Signore.
7. Sul monte dei serpenti, a voi ben noto e ora purificato, egli aveva
visto il Signore per la prima volta, e quindi, su questo monte egli è stato
chiamato ad edificarGli uno splendido monumento.
8. Tale opera Lamec l’ha ora anche compiuta, e così adesso vogliamo
nuovamente discendere alla pianura e là, come qui, ci disporremo con fedeltà
assoluta alla Volontà del Signore!
9. Adesso però voi non dovete avere più paura di lui, perché ora Lamec è una
vera guida del suo popolo, poiché egli, come me, è nel Signore e vi accoglierà
col cuore colmissimo d’amore, e vi conserverà nella sua grande grazia che a lui
è venuta dal Signore. Preparatevi dunque a mettervi in cammino con me, nel Nome
del Signore!”
10. Tu, Hored, sei di
certo un figlio generato sull’altura del Mattino; ora però devi andare in
pianura con tua moglie ed essere di sostegno nella casa di Lamec in tutte le
sue faccende e per avere cura, dall’Amore del Signore in te, del bene
spirituale dei poveri figli di Caino!
11. Quando tu però
vorrai visitare l’altura, essa deve stare aperta e libera per te giorno e
notte, ma non devi mai più dimorare permanentemente qui, dato che ti sei preso
una donna dalla pianura della Terra e per conseguenza appartieni in modo
permanente ed efficace là da dove proviene la tua donna. Però la forza dei
figli di Dio ti resterà fino alla fine della tua vita terrena!
12. Non chiedere però se
il Signore sarà presso di te anche nella pianura come lo è stato qui
sull’altura dei figli di Dio!
13. Infatti laddove qualcuno ama il Signore sopra ogni cosa nel
suo cuore, là anche il Signore è del tutto presso di lui; ma laddove egli non Lo ami in questo modo, là anche
il Signore è lontano da lui, dovesse egli pur trovarsi mille volte ancora più
in alto di quanto ci troviamo noi qui rispetto alla pianura!
14. Questo è dunque il
motivo per il quale il Signore vuole procedere in questo modo nei tuoi
riguardi; tutto il resto sarà il Signore ad annunciartelo giornalmente.
15. Voi due figli (di Lamec), verrete bene istruiti da vostro padre riguardo a ciò che in futuro
dovrete fare in casa sua.
16. Voi, mogli di Lamec
(Ada e Zilla), invece, dovrete nuovamente essere per lui quello che eravate prima, però
ora non più nella grande paura dei vostri cuori, bensì nella grande gioia degli
stessi!
17. E tu, Naeme, dovrai
restare fedele a questo nuovo marito (Hored) che il Signore stesso ti ha donato, e dovrai
considerare Tubalcain come niente di più che tuo fratello!
18. Ora voi siete a
conoscenza di tutto quello che dovrà accadere adesso; mettetevi dunque senza
ritardo in cammino con me!
19. E tu, nipote mio
Lamech, questa volta verrai anche tu con me, ma tua moglie rimanga qui con
Jared e Matusalem!
20. Ma come voi vi
trovate qui, così anche seguitemi; e nessuno di voi porti qualcosa con sé!
Questa è la Volontà del Signore. Amen!»
21. E detto questo,
Enoch uscì dalla casa paterna, benedisse l’altura e così pure la pianura,
nonché la via che vi conduceva, e si avviò poi verso la pianura con coloro che
erano stati chiamati.
22. E i chiamati lo
seguirono come gli agnelli seguono il loro pastore.
[indice]
Viaggio verso la città di Hanoch
Lamech sbalordito dai sontuosi edifici della città,
viene ripreso da Enoch
9 maggio 1843
1. Man mano che la
compagnia si avvicinava alla grande città di Hanoch, Lamech, quello dell’altura, si
meravigliava per la grande sontuosità e per l’arditezza degli edifici che si
mostravano dalla posizione in cui egli si trovava, e disse ad Enoch:
2. «Ascolta, padre
Enoch, qui uno può dire quello che vuole! Se si considerano questi numerosi
edifici, allora bisogna apertamente riconoscere che i figli della pianura non
sono affatto degli sciocchi; infatti la cosa, vista da qualsiasi lato, non è
sciocca, ed io non posso che guardare con compiacimento tutte queste cose e non
assolutamente con dispiacere.
3. Se si pensa che
questi uomini hanno portato a compimento tutto ciò con la loro sola forza
naturale, dato che la potenza dello spirito era loro estranea, allora ci si
deve sul serio meravigliare notevolmente alla vista di opere così possenti!»
4. Ma quando poi scorse
il nuovo tempio sul monte, cioè quello che una volta era chiamato il monte dei
serpenti, allora il nostro Lamech rimase completamente sbalordito. Egli rimase immerso
per qualche tempo e del tutto muto nella sua contemplazione, e dopo una lunga
pausa riaprì la sua bocca per chiedere ad Enoch:
5. «Ma padre Enoch, che
cos’è mai questo? È stato anch’esso eseguito dalle mani dell’uomo?»
6. Allora Enoch si fermò un momento e
rispose a Lamech: «Ascolta, mio caro figlio (nipote) Lamech, io ti dico questo: – non trovare
eccessivo compiacimento in queste cose, altrimenti ti troverai costretto a fare
molte altre domande ancora, perché a tutte queste cose vi è ancora attaccato il
mondo in quantità tremendamente grande!
7. Ma a seconda della
misura nella quale tu ti compiaci di tali cose, secondo l’identica misura tu
avrai anche ottenebrato il tuo spirito, e perciò questo può poi elargirti
pochissima luce nel tuo cuore, e per conseguenza ti trovi costretto a fare
ricorso, come ora, a domande sull’esteriore, dato che il tuo spirito, come già
detto, non può darti la risposta.
8. Quindi è meglio se tu
distogli i tuoi occhi da queste cose e non contempli più a lungo quello che ti
seduce così tanto; in questo modo il tuo spirito ben presto otterrà di nuovo la
sua giusta luce, e allora troverai di nuovo in te stesso la risposta a ciascuna
domanda!»
9. A questo punto Enoch si volse verso gli
altri che lo seguivano e disse loro: «Voi però dovreste rallegrarvi giustamente
nel Nome del Signore, il Quale per il vostro bene temporale ed eterno ha fatto
cose tanto prodigiose, dal Suo amore e dalla Sua misericordia infiniti, che voi
non potete eternamente stupirvene abbastanza con animo quanto mai grato!»
10. Allora Naeme, come
pure le due mogli e i due figli di Lamec, si prostrarono immediatamente a terra
e cominciarono a rendere lode e gloria ad alta voce al Dio infinitamente buono
e Padre di tutti gli uomini, il Quale aveva mostrato tanta grazia e
misericordia alla pianura.
11. E Naeme si meravigliò in misura
tanto maggiore in quanto a lei era dato di contemplare ora nella realtà con gli
occhi della carne quello che il Signore le aveva già mostrato in spirito
sull’altura, e perciò lei lodò e glorificò il Signore amando con più forza e
vigore in modo molteplice che non gli altri che stavolta non avevano visto il
Signore.
12. Ed Enoch, avendo osservato ciò,
disse a Naeme: “Alzati ora, poiché, guarda là, una schiera giubilante ci viene
già incontro dalla città!
13. Fa’ però che anche i
tuoi si alzino e dì loro: “Il Signore ha avvertito Lamec nella pianura che noi
lo stiamo attendendo davanti alla città! Egli perciò ci viene già incontro a
braccia aperte per accoglierci nel suo potente amore derivato dal Signore!”»
14. A queste parole non
soltanto Naeme si alzò immediatamente, ma pure tutti gli altri che avevano ugualmente
udito quanto Enoch aveva detto; ciononostante Naeme si avvicinò immediatamente
a loro e li incoraggiò nei cuori, poiché alla vista della schiera che veniva
loro incontro, essi erano stati tutti colti da un senso di angoscia, di paura
e, contemporaneamente, di gioia.
15. Allora Enoch lodò molto Naeme per
questo, poiché lei aveva seguito, con tanta fedeltà e buona comprensione, il
suggerimento del suo spirito.
16. E Naeme rispose: «O Enoch,
tutto il mio amore sia perciò rivolto al Signore, perché Egli soltanto ha
concesso a me, n degnissima, di comprendere le tue parole!»
17. E come Naeme ebbe fatto questa
confessione, lei percepì in sé come un dolce soffio e perciò esclamò: