Rivelazioni

nel 1840/1844 al mistico e profeta

Jakob Lorber

 

 

Il governo della famiglia

di Dio

 

( vol. 3 )

 

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La grande città scomparsa                                          il Diluvio

 

 

Traduzione dall’originale tedesco “Die Haushaltung Gottes (1)” – in tre volumi

Traduzione dalla 5°. edizione tedesca 1981

Casa Editrice del testo originale: LORBER VERLAG - Bietigheim - Germania

Copyright © by Lorber Verlag

 

Testo in italiano - Copyright © by Associazione Jakob Lorber

“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber e.V., D-74321 /  Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”

Traduzione di Salvatore Piacentini (1925)

ISBN   987-88984-35-3

Il testo in PDF può essere scaricato sul sito: www.jakoblorber.it 

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Questa edizione in *.html è a cura del gruppo: “Amici della nuova Luce

 

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 [“Governo della Famiglia” vol. 1]

 [“Governo della Famiglia” vol. 2]

Vai all’ indice del vol. 3

 

Personaggi

Ada                  una delle due mogli del re Lamec

Adamo             il primo uomo

Agla                 figlia di Mahal e sorella di Waltar, poi regina di Hanoch

Aora                 una delle terre del Mattino, nipote di Purista

Arbial               il lavoratore di metalli

Arfacsad           figlio di Sem

Brudal              il direttore di mensa del re Lamec

Cam                 il secondogenito di Noè

Canaan            figlio di Cam

Chisarell           figlio di Mahal

Cus                  figlio di Cam – gemello a Misraim

Danel               uno degli ultimi cento dei mille consiglieri di Hanoch

Drohuit             il capitano fedele al re Gurat

Dronel              il figlio di Ohlad

Enoch              (la volontà di Jehova) figlio di Jared

Enoch              figlio di Jared, eletto a sommo sacerdote

Eva                  la prima donna

Fungar-Hellan   il generale delle truppe di Hanoch

Gella                sorella di Agla e di Pira

Ghemela           una delle cinque figlie di Zuriel, poi  moglie di Lamech e madre di Noè

Gurat                un sottosacerdote del gran Consiglio di Hanoch

Horadal            comandane delle truppe del re Lamec

Hored               fratello di Lamel e di Gabiel, poi poi marito di Naeme

Il Padre            il Signore, il Mago, l’Ospite, l’Oratore

Jabal                uno dei due figli del re Lamec

Jafet                il terzogenito di Noè

Japell               il figlio di Kincàr

Jared                figlio di Maalaleel e padre di Enoch

Jubal                uno dei due figli del re Lamec

Kenan              figlio di Set

Kincàr              il figlio di Dronel

Lamec              il re della pianura convertito

Lamech            figlio di Matusalem, nipote di Enoch

Mahal               fratello di Noè

Matulalem         figlio di Enoch

Midehal            il re di facciata dei mille consiglieri

Mira                 sorella di Aora, nipote di Purista, delle terre del Mattino

Misraim            figlio di Cam, gemello di Cus

Mutaele            uno dei figli delle terre del Mattino

Naeme             figlia di Lamec e Zilla, poi moglie di Hored

Nimrod             un gigante, figlio di Cus (fu fondatore di Babele)

Noè                  figlio di Lamech e di Ghemela

Ohlad               il consigliere valoroso dei mille

Pira                  sorella di Agla e di Gella

Pura                 una ragazza della pianura

Purista             figlia di Gabiel e di Aora

Put                   figlio di Cam

Sehel               il più giovane figlio di Set (uno dei dodici del Settentrione)

Sem                 il primogenito di Noè

Terhad              custode del tempio

Tubalcain          fratello di Naeme e figlio di Zilla e del re Lamec

Uraniel             figlio di Mutaele e Purista

Uranion            uno dei padri delle terre dell’Oriente (uno dei dodici, ma dalle terre del Mattino))

Waltar              figlio di Mahal e fratello di

Zilla                  una delle due mogli del re Lamec

Zuriel-Gabriel    il padre di Ghemela, figlio di Matusalem e nipote di Chiseel

Abramo            figlio di Tara, figlio di Nahor, figlio di Serug, figlio di Regu, figlio di Pelec, figlio di Eber, figlio di Sala, figlio di Arfacsad, figlio di Sem, figlio di Noè

Nahor               fratello di Abramo

Haran               fratello di Abramo

 

 

 

Cap. 1

Purista quale consigliera del Signore

La preghiera dell’uomo, come richiesta, è una specie di devoto consiglio a Dio

La Grazia e l’Amore del Padre per i Suoi figli

27 marzo 1843

1. Quando tutti, ad eccezione di Enoch e dei quattro puri esseri femminili che si trovavano benissimo a loro agio presso il Padre, anche con l’adorazione di Dio cominciarono a sentirsi invasi da forte spavento al cospetto di quell’Uomo che ancora se ne stava sulla collina erbosa perché pensavano che li avrebbe fatti svanire uno ad uno come era accaduto al grande Sehel, allora il Signore disse a Purista:

2. «Ascolta, o Mia diletta cuoca! Cosa credi che noi dovremmo fare ora per liberare gli stolti dal loro timore, e fare in modo che loro Mi riconoscano quale il loro unico vero Dio e Padre, senza intaccare la loro libertà? Poiché, se Io Mi faccio riconoscere improvvisamente da loro – in maniera particolare poi per quanto riguarda le donne – ne va di mezzo la loro vita, se non proprio per alcuni addirittura la loro intera esistenza! Dunque, dimMi tu, e damMi un consiglio riguardo a ciò che si potrà fare in simili circostanze»!

3. Questa domanda fece perdere ogni controllo alla splendida Purista, ed essa cominciò a piangere pensando che con ciò il Padre volesse infliggerle una punizione.

4. Ma il Signore rivolse subito uno sguardo amorevolissimo alla donna in lacrime e le disse: «O figlioletta Mia, guardaMi un po’, e quindi dimMi nel tuo cuore se qualcuno che è intenzionato a punire ha l’aspetto che ho Io adesso e che sempre e in eterno ho avuto al cospetto di coloro che, come te, Mi hanno sempre amato e Mi amano ancora e così Mi ameranno sempre! Ebbene, che risposta puoi dare a questa Mia domanda, o cara figlioletta Mia?»

5. Allora Purista riprese il coraggio di parlare e rispose con timorosa confidenza: «Oh, no, no, carissimo, migliore e santo Padre, Tu non puoi certo diventare cattivo o del tutto maligno, questa cosa io la vedo già ora in tutta chiarezza; ma per quanto riguarda la Tua domanda di prima, rivolta a me che sono debolissima, vedo pure in maniera anche troppo chiara come il Sole che, da parte mia, sarebbe la presunzione massima e degna del più duro castigo, se io volessi dare a Te, che sei la più infinita Sapienza, qualche consiglio per prescriverTi quello che dovresti fare!

6. Oh, io non posso affatto, senza tremare, neanche pensare a dare un consiglio a Te, a Dio, al Creatore onnipotente del Cielo e della Terra; perciò Ti prego, o mio migliore, carissimo e santo Padre, di risparmiarmi una tale costrizione!»

7. Ma allora il Padre disse a Purista: «Ascolta, Mia diletta figlioletta, tu ancora non Mi comprendi bene; fa dunque attenzione di tutto cuore a quello che ti dirò ora!

8. Vedi, tu ora temi di renderti degna di punizione al Mio cospetto se ora, per accondiscendere al Mio desiderio paterno, tu dovessi darMi un consiglio filiale, considerato che tu comprendi molto bene come la Mia divina Sapienza, eterna ed infinita, non ha affatto mai bisogno, in eterno, di un consiglio, e di conseguenza Io guido ogni cosa nel migliore dei modi, comunque la cosa possa apparire!

9. Ma se questo è incontestabilmente giusto, come si spiega allora che tu Mi hai già chiesto tante cose nelle tue preghiere e che anch’Io te le ho sempre concesse e date? Che cos’altro è una tale preghiera, se non un consiglio devoto sotto forma costumata e pia, col quale il supplicante Mi indica quello che dovrei fare?

10. Il supplicante non sa forse che Io sono supremamente sapiente e supremamente colmo d’amore? E se lo sa, come può pregarMi per ottenere qualcosa? Infatti egli deve necessariamente premettere che Io, quale la Sapienza e Amore supremi, farò al tempo più opportuno ogni cosa nel migliore dei modi e conformemente alla più alta sapienza certamente senza il suo consiglio-preghiera!

11. Ma quale grande e sacrilego peccatore deve essere poi colui che, mediante il suo consiglio-preghiera, vuole indurMi a concedergli qualcosa che è in opposizione alla Mia divina e suprema sapienza?»

12. A questo punto Purista ed anche le altre tre cominciarono a battersi il petto ed esclamarono tutte: «O Signore, sii misericordioso con noi tutte, perché da questo punto di vista noi siamo certo le più orribili peccatrici al Tuo cospetto!»

13. E il Signore disse nuovamente a loro: «Ebbene, ascoltate, figliolette Mie, se continuate così, non fate che aumentare di più ancora il vostro peccato, perché tu, o Purista, appunto ora Mi hai dato di nuovo, con la tua preghiera, un consiglio in base al quale Io dovrei essere misericordioso con voi!»

14. Allora Purista gettò un grande grido di angoscia e di tristezza, e disse: «Oh, per amore della Tua Divinità, che cosa ho mai fatto io, povera stolta?»

15. E Ghemela, piangendo, disse in modo altrettanto lamentosissimo: «Oh, noi siamo tutte perdute!»

16. E così pure Naeme e Pura non sapevano che fare dall’angoscia e dal dolore.

17. Ma il Signore le abbracciò tutte, le strinse al Suo petto santissimo e poi disse loro: «Figliolette, sul Mio petto siete proprio tanto infelici e perdute quando Io, vostro Creatore e Padre, amandovi ardentemente vi porto visibilmente sulle Mie mani e vi vezzeggio come può fare una madre col suo tenero e dilettissimo poppante?»

18. Questa domanda portò di nuovo in sé le quattro donne, e Purista, sorridendo tra le lacrime, rispose: «O Padre eccellente! Allora noi siamo certo, …non perdute! Ma – siamo noi – ancora – sicuramente – peccatrici – dinanzi – a – Te?»

19. E il Padre osservò loro: «Se voi foste peccatrici, non potreste stare presso di Me; ma siccome non siete tali, allora siete le Mie carissime figliolette che Io ora porto sulle Mie mani!

20. Io però, come Padre, voglio certo farMi consigliare dai Miei cari figlioletti come se Io avessi bisogno del loro consiglio, e voglio pure che siano attivi così come se la loro opera e il loro aiuto Mi fossero necessari!

21. Infatti Io, quale Padre, faccio tutto questo verso i Miei figlioletti a causa del Mio grande Amore, però poi dirigo il loro consiglio e la loro opera in modo da raggiungere sempre, alla fine, il Mio scopo.

22. Perciò anche tu, figlioletta Mia, questa volta devi darMi un consiglio riguardo a quello che devo fare adesso, ed Io non farò niente prima e non farò niente di diverso da quando e da quello che tu Mi consiglierai».

23. Solo dopo queste parole, Purista riacquistò di nuovo coraggio, gettò le braccia al collo del Padre, Lo baciò modestamente e poi disse: «Oh, allora concedi che anche tutte le donne, per amor Tuo, possano entrare nella mia cucina, e vieni anche Tu là dentro con noi tutte, e là, secondo il Tuo piacimento, lasciaTi riconoscere, amare e adorare da tutti quale il Padre caro e santo!»

24. E il Signore rispose: «Amen! Così sia fatto! E dunque, andiamocene nella capanna!»

25. Ma Ghemela chiese al Padre: «Padre, possiamo restarTi vicine anche nella capanna?»

26. E il Signore rispose: «Figliolette! Come avviene qui, così è anche nella capanna, poiché Io sono dappertutto e sempre Lo stesso Padre buono! E così seguiteMi confortate! Amen!»

 

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Cap. 2

Il Signore con Purista, Ghemela, Pura e Naeme nella capanna di Purista

Retrospezione sulle supposizioni dei curiosi rimasti fuori espresse a Enoch

Rispondenza spirituale sugli avvenimenti

28 marzo 1843

1. Quando il Signore fu giunto vicino ad Enoch con le quattro donne, gli disse passandogli accanto: «Enoch, predisponili bene tutti, e poi conducili nella capanna da Me; invece le donne, che vengano soltanto fin sulla soglia, ma che non entrino nella capanna finché Io vi rimarrò dentro, ad eccezione unicamente di Eva e di queste donne che Io conduco nella capanna con Me! Amen!»

2. A questo punto il Signore entrò nella capanna con le Sue quattro dilette figliolette e le intrattenne, finché non entrò tutta intera la compagnia, e con ogni tipo di divine rivelazioni di Grazia mostrò loro le Sue grandi vie sulle quali Egli procede per guidare la vita ai Suoi figli e a tutti gli altri esseri. Egli rivelò loro anche in maniera quanto mai evidente la grande destinazione degli uomini, ma anche le possibili e maligne intromissioni di Satana.

*

3. Questo era ciò che fece il Signore nella capanna. Ma che cosa era successo nel frattempo con Enoch al di fuori di essa?

4. Anzitutto si erano avvicinati a lui Hored e Lamech, che gli avevano domandato: «Padre Enoch, non vorresti dirci chi è quell’uomo che è entrato ora nella capanna tutto solo con le quattro donne, cioè con le nostre mogli e con Purista e la bella Pura, ed era tutto tranquillo nonostante agisse contro le norme prescritte dal Signore? Infatti, dietro a quell’uomo deve di certo nascondersi qualcosa di straordinario; e considerato che con te egli parla come con una vecchia e buona conoscenza, non c’è dubbio che tu lo conosci!

5. Se la trasfigurazione di Sehel non è stata un’illusione dei nostri occhi, allora egli appartiene certamente ad un mondo superiore, e perciò sarebbe per noi quanto mai desiderabile sapere qualcosa di più particolareggiato sul suo conto!

6. Noi abbiamo pensato che sia il Signore stesso; però ciò non concorda con la dichiarazione di Purista riguardo a quanto le era stato rivelato dal Signore, e cioè che quando tutti noi ci fossimo trovati radunati nella capanna e Lo avremmo atteso nella pace più profonda del nostro animo, Egli ci sarebbe apparso sul posto in maniera molto ben riconoscibile e a noi tutti avrebbe poi annunciato tutto quello che è accaduto nella pianura in questi giorni.

7. Quest’uomo invece non è venuto conformemente alla rivelazione, bensì si è liberamente presentato, e mentre noi nella capanna ci preparavamo alla venuta del Signore, egli, fuori, ha dato di sé uno spettacolo un po’ scandaloso con le donne, scegliendosi a suo visibile diletto proprio le quattro più belle!

8. Queste quattro sono ora certamente le stelle femminili più pure dell’altura e, caso strano, noi non possiamo serbare loro rancore, malgrado sembrino proprio perdutamente innamorate di quell’uomo. Ma da ciò, non risulta ancora che possa essere il Signore!

9. Infatti il Signore è sempre fedele in tutte le Sue promesse; dunque non può di certo apparire in modo diverso da come Egli l’ha fatto annunciare a noi tutti per mezzo di Purista! Dicci dunque, o caro padre Enoch, chi è quest’uomo e da dove è venuto!»

10. Così, pure gli altri si avvicinarono ad Enoch e gli rivolsero la stessa domanda.

11. Adamo però, dal canto suo, era d’altro parere; perciò egli disse anche, con un’espressione molto eloquente: «Enoch, quell’uomo mi sembra un po’ sospetto, perché lo spettacolo inscenato con quelle donne, che per il resto sono così virtuose e onestissime, io non riesco assolutamente ad interpretarlo in senso buono!

12. La sparizione, o propriamente il completo annientamento del figlio di Set, lo si può pure prendere come si vuole, poiché il Signore, allo scopo di sottoporci ad un’energica prova, potrebbe benissimo aver concesso per un certo tempo libertà d’azione in questo campo al nemico della Luce!

13. Sembra che tu conosca veramente quell’uomo, ma ciò non basta per tranquillizzarmi, dato che io non lo conosco ancora. Io però sono un figlio che è stato scottato già più volte, e perciò in simili occasioni ho un grande timore del fuoco!

14. Dacci dunque qualche precisa informazione sul conto di quell’uomo e facci entrare nella capanna, altrimenti il Signore indugerà ulteriormente!

15. D’altro canto, quell’uomo, sotto tutti gli aspetti già considerati, può essere il Signore altrettanto poco quanto lo potrebbe essere uno di noi, poiché, se Lo fosse, bisognerebbe concludere che Purista è stata ingannata! Di questa cosa tu devi rendertene conto altrettanto bene quanto ce ne rendiamo conto noi!

16. Che le quattro donne tengano così tanto a quest’uomo, ciò non prova proprio molto, poiché le donne sono frivole e tutte quante cieche, e anche se una ha pregato per dieci anni, basta che nell’undicesimo venga su di lei una tentazione un po’ forte, e lei si getta del tutto tra le braccia del seduttore! Infatti, anche la donna è libera e può fare quello che vuole.

17. Parla dunque tu ora, e dicci quello che sai; ma non dilungarti troppo, affinché noi possiamo entrare presto nella capanna per attendere là il Signore e così togliere a quell’uomo la possibilità di fare secondo il suo piacimento con le quattro giovani colombe! Noi non dobbiamo assolutamente essere così tiepidi nelle cose divine, altrimenti il mondo non durerà più mille anni e oltre, come pure è già durato tramite il mio zelo sempre attivo per Dio!»

18. Solo a questo punto Enoch poté prendere la parola e disse: «Udite voi tutti, miei cari padri, fratelli e figli! Voi avete certamente messo in grande attività le vostre lingue e i pensieri della vostra anima, ma avete lasciato del tutto inattivi i vostri cuori!

19. Sembra che voi abbiate completamente dimenticato tutti i miei sermoni del Sabato [ispirati] dal Signore se non comprendete la promessa fatta a Purista!

20. Ma che cos’è la capanna di Purista nella quale noi dobbiamo attendere sempre il Signore? Udite: il nostro cuore è la capanna di Purista, e il fuoco nella capanna è il nostro vivo amore per Dio!

21. Ma chi di voi finora è entrato in questa capanna? E chi ha finora accolto nella stessa i propri fratelli ed ha voluto essere il minimo e l’ultimo tra di loro?

22. Che nessuna donna, all’infuori di Eva e di Purista, deve entrare nella capanna, questo vuole dire, che quando ci troviamo e riposiamo nell’amore per Dio nei nostri cuori, allora noi non dobbiamo pensare alle donne e non dobbiamo turbare l’amore per Dio con l’amore per le donne, eccezion fatta per l’amore materno e per l’amore filiale, che è un tipo di amore che non turba l’amore per Dio, bensì ci dà soltanto la misura di come noi dobbiamo amare Dio. Comprendete voi questo?

23. Noi eravamo certo con i nostri corpi nella capanna di Purista, però i nostri cuori rimasero attaccati alle donne che si chiedevano: “Perché mai non è concesso a tutte le donne di entrare nella capanna?”. Nessuna meraviglia dunque se poi le donne ci hanno inscenato un simile spettacolo e alla fine ci spinsero perfino fuori dalla capanna! Comprendete voi questo?

24. Ma siccome il Signore è infinitamente più misericordioso e più fedele di noi, allora Egli è venuto a noi in seguito alla Sua Promessa; ma Egli è venuto così come noi eravamo costituiti nei nostri cuori. E siccome le donne erano nei nostri cuori, allora Egli venne anche dalle donne e le accolse, dato che noi non eravamo presenti nella nostra capanna di Purista! Comprendete voi questo?

25. Le quattro pure innamorate del Signore, invece, a nostra grandissima vergogna, Lo hanno atteso nella vera e viva capanna di Purista; perciò Egli è anche venuto anzitutto a loro, e mentre noi affiliamo ancora le nostre vuote lingue, esse godono già in ogni beatitudine i vivissimi efflussi della Sua grazia, misericordia e amore! Comprendete voi questo?

26. Voi non sapete ancora nulla riguardo alla pianura; invece il Signore, già da molto tempo, fa’ in modo che le quattro vedano il più chiaramente possibile le Sue meravigliosissime vie e i sistemi di governo! Comprendete voi questo?

27. Voi chiedete ancora e dite: “Chi è mai quell’uomo?”; ma le quattro donne pure già da diverso tempo stanno tra le Sue braccia e si rallegrano del Padre santo e amorosissimo! Comprendete voi questo?

28. Io però non vi dico che quell’Uomo è il Padre, bensì andate da Lui nei vostri cuori, e riuscirete a riconoscere Chi è quell’Uomo! Comprendete voi questo?

29. Sì, voi ormai dovreste comprenderlo, a meno che non siate più ciechi del centro della Terra! Ora ho finito di parlare. Fate come vi ho detto e riconoscerete la vostra grande cecità nel Nome del Signore! Amen!»

30. Solo a questo punto si dischiusero gli occhi a tutti e, battendosi il petto, essi riconobbero come stavano le cose.

 

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Cap. 3

Lo sbalordimento degli uomini

Le chiacchiere e i sospetti delle donne invidiose sulle quattro prescelte

Il buon parere di Aora

29 marzo 1843

1. Dopo un tempo di un quarto di giro d’ombra (circa un quarto d’ora), i padri e l’altra compagnia degli abitanti dell’Oriente si ripresero dallo sbalordimento, ma nessuno sapeva quale comportamento avrebbe dovuto tenere. Perciò si guardavano tutti sconcertati e si chiedevano, per così dire, in modo muto: «Che cosa vuol dire ciò? Che cosa sarà di noi? Che cosa mai abbiamo fatto?». Ma a tutte queste domande, poste in sé in modo muto, da nessuna parte sembrava voler venire una risposta!

2. Però anche il gruppo delle donne che si trovava ad una certa distanza osservò che tra gli uomini doveva essere accaduto qualcosa di importante, visto il loro comportamento alquanto misterioso e il fatto che tutti, stretti assieme, sembravano confabulare tra di loro. Per conseguenza, non già forse il loro lato debole, bensì il loro lato anche troppo forte, e conosciuto con il nome di ‘curiosità’, le spinse immediatamente tutte insieme ad avvicinarsi agli uomini per tentare di scoprire, ascoltando, che cosa mai di interessante fosse potuto accadere.

3. Una di loro però, strada facendo, domandò alla vicina: «Cosa pensi tu che possa preoccupare gli uomini?»

4. La vicina però, assumendo un’espressione che voleva essere importante ma che certamente – come al solito – non diceva nulla, rispose: «O sorella! Deve senza dubbio trattarsi di qualcosa di terribilmente singolare; è un miracolo in ogni caso. Se ci fosse almeno qualcuno disposto a dirci che cosa è avvenuto!»

5. E un’altra disse: «Senza dubbio ci deve essere di mezzo quell’uomo molto strano»

6. «Sì, sì», così l’interruppe immediatamente una quarta, «quell’uomo ripugnante si è ritirato del tutto solo, come sapete, nella capanna con le quattro false prostitute della castità! Egli, dunque, non essendosi azzardato a fare il comodo suo con le quattro qui fuori sotto i nostri occhi costumati, ha preferito ritirarsi là dentro!»

7. E una quinta aggiunse: «Hai ragione; là certo egli si trova molto più al sicuro ed anche parecchio di più a suo agio! Io del resto ho avuto già occasione di dire a Lamech e ad Hored, così, di sfuggita, come qualche volta succede: “Non voglio essere per voi un cattivo profeta, però state bene in guardia, perché di un sangue tanto bello, giovane e ardente, non ci si può di sicuro fidare in nessun caso!”

8. Ed ecco che ci siamo: e ben gli sta ai nostri saggi uomini, i quali vogliono sempre turare la bocca a noi, donne esperte!

9. No! C’è proprio da morire dalle risate oppure da morire dalla rabbia! Proprio sotto il loro sapientissimo naso questo incantatore del Mezzogiorno, del quale ho già sentito dire più di una cosa, si porta via le loro perle delle terre del Mattino, come le chiamano ormai loro!

10. E adesso, certo combattuti tra il timore e la gelosia, stanno confabulando senza sapere, nella loro alta sapienza, che pesci pigliare!

11. Il più forte di loro (Sehel) egli lo ha fatto sparire con le sue magie, e anche loro non potrebbero attendersi niente di meglio caso mai venisse loro in mente di opporsi con la violenza!»

12. Allora una sesta intervenne, e disse: «Si, è vero, tu hai certo ragione, perché io ho ben visto ed udito tutto, quando Enoch poco fa se ne andò per cacciare via quel mago dal luogo sacro! Il mago però non volle saperne di andarsene! E allora Enoch mandò Purista dal mago, probabilmente per intenerirlo e per allontanarlo, per così dire, per mezzo di una ontro magia; sennonché, fallito il tiro e battuto anche il signor Enoch! Il mago incantò subito anche la sacerdotessa Purista, e questa si precipitò subito dal mago

13. Ma una vicina a questo punto si fece pure lei innanzi e volle rettificare quanto asserito dall’altra, dicendo: «Sorella, io ho visto meglio quanto è avvenuto! Il signor Enoch aveva bensì l’intenzione di mandare là Purista, ma aveva scambiato appena qualche parola con lei a tale riguardo, che lei era già ammaliata, ed emise un grido – probabilmente nel momento stesso in cui fu catturata dalla magia – e poi naturalmente si precipitò di corsa incontro al mago, già del tutto fuori di sé e senza vedere nient’altro, stramazzando a terra vicino a lui come era appunto desiderio del mago

14. Allora l’oratrice di prima riprese la parola e osservò: «Sì, sì, hai ragione; le cose sono andate proprio così! Ma cosa volevo dire ancora? Ah, sì, ora ci sono! Dopo che fu accaduto questo, il saggio signor Enoch ha voluto mandare là il forte Sehel! Ma quando questi, afferrato il mago per la mano, volle trascinarlo giù dalla collina, allora il mago fece il suo incantesimo e Sehel scomparve, Dio sa dove! E adesso gli asini stanno sul monte e, a dirla sinceramente, con tutta la loro sapienza non sanno da che parte voltarsi!»

15. E ancora un’altra assidua ascoltatrice di simili edificanti commenti aggiunse, ridendo con ironia: «Ah, sarebbe davvero da ridere a crepapelle se questo passabile incantatore volesse soffiare via da sotto il naso dei sapienti signori queste quattro perle delle terre del Mattino, queste rose primaverili bagnate dall’eterna rugiada dell’aurora, e chi più ne ha più ne metta! Io credo che allora i signori si toglierebbero dagli occhi le perle e le rugiade!»

16. Inoltre, un’altra disse: «Se proprio adesso capitasse Jehova, il Signore, come Egli aveva annunciato a Purista, allora vorrei vedere il ‘piccolo’ imbarazzo dei sapienti signori!»

17. Vi fu però una pronta a ribattere: «Oh, possiamo stare certe; il Signore indugerà senz’altro alquanto a lungo! Infatti in simili circostanze scandalose Egli non verrà in eterno, a meno che non venga armato di una sferza punitrice di fuoco, che giungerebbe molto a proposito per il mago, per i quattro occhi del cielo ed anche per i signori traboccanti di sapienza!

18. La vecchia madre Eva, del resto quanto mai rispettabile, è tuttavia sempre interamente del parere degli uomini! Con lei non c’è niente da fare quando si tratta di lagnanze contro un qualche uomo; anzi, in un caso simile ci si rimette del proprio! L’abbiamo visto prima – e c’era davvero di che ridere – quando la moglie di Uranion le espose le sue lagnanze, che specie di lavata di capo dovette pigliarsi al posto di una consolante giustificazione (cfr: GFD vol.2 cap.280, 20-26)! E noi tutte dovemmo inghiottirci il nostro giusto sdegno e poi stare zitte come un topo davanti al gatto! No! In verità, chi trova che ciò sia giusto, costui deve avere attinto la sapienza, io non so proprio da quale sorgente!»

19. E un’altra ancora si intromise osservando: «Che cos’è accaduto ai nostri signori? Oh, questo io lo so perfettamente! Essi sono tutti innamorati cotti (delle quattro donne)! Il mago ha mandato tutti i loro piani a rotoli; perciò adesso confabulano tutti sconcertati!

20. Ebbene, sapete voi da quanto tempo l’antichissimo padre Adamo ha addirittura accolto in casa sua la bella e giovane Pura? E da quella volta egli si fa sempre accompagnare da lei sull’altura e si dice anche che è stato visto che la baciava!»

21. E una vicina aggiunse subito: «Eh, eh, questo che ora vi dico sarà qualcosa di nuovo! Infatti, io l’ho visto con i miei propri occhi! Non solo baciata, ma l’ha anche accarezzata, e questo chissà con quali pensieri certamente irrealizzabili! Oh, sì, i signori, i signori, c’è davvero da esserne contente! Di loro non ci si può fidare se non quando se li ha sott’occhio, ed anche così, appena, appena…»

22. Ma una che era dalle terre del Mattino, tra le più giovani sorelle di Aora, in età di circa sessant’anni – quindi per quei tempi ancora molto giovane e ancora nubile – avanzò nel mezzo del gruppo e disse: «I nostri discorsi mi fanno proprio l’impressione come se si volesse battere della paglia vuota per cavarne fuori dei chicchi di grano!

23. Da come vedo io le cose, sarei invece propensa a sostenere che in voi non parla che la più bruciante gelosia, e che siete voi ad aver la maggior parte della colpa di tutto ciò che vorreste attribuire ai signori, mentre questi sono sempre stati degli uomini saggi!

24. Io oso affermare con sicurezza che ciascuna di noi si sarebbe lasciata ammaliare dal magnifico uomo senza la minima obiezione, se solo l’uomo avesse voluto ammaliarla!

25. Ma siccome l’uomo non ha fatto così per delle buone ragioni, anzi vi ha mandato via dalla collina, ecco che ora egli deve anche essere per voi un uomo abominevole! Oh, questo lo trovo molto naturale!

26. Anche a me egli aveva fatto cenno di avvicinarmi a lui; però, se non avessi avuto tanto timore di voi, avrei fatto anch’io come mia nipote Purista!

27. Ma adesso, in seguito ai vostri discorsi, sono ormai libera da qualsiasi timore, e so bene quello che dico, né sono affatto impazzita. Però fate bene attenzione voi, del resto alte madri e sorelle: – quando il Signore Jehova verrà – se Egli non è già venuto – allora a voi andrà male, e chissà che le quattro perle non si trovino in condizioni migliori di tutte noi qui e degli stessi signori che sono là e che voi avete ingiuriato, poiché ho visto un forte splendore dietro a quell’uomo, e chi di noi può sapere se quell’uomo da voi schernito non sia forse invece il Signore stesso? E se fosse così, che cosa ne sarebbe poi di voi?».

28. A questo punto tutte le donne ammutolirono e furono colte da una grande paura.

 

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Cap. 4

Il colloquio dell’afflitta Mira con Enoch

30 marzo 1843

1. La giovane oratrice, che si chiamava Mira, si accorse ben presto quanta e quale sensazione lei avesse suscitato in tutte le donne con le sue poche parole, e tra sé pensò: «Come andrà a finire adesso? Le madri e le sorelle sono diventate all’improvviso tutte mute, e ciascuna faccia è rigida per la grande angoscia e per un indicibile spavento!

2. Qualcosa bisognerà pur fare; non si può lasciare in questo stato deplorevolissimo le madri, del resto degnissime, e le care sorelle!

3. Ma io so già quello che farò! Io me ne andrò tutta sola da Enoch, dato che le madri e le sorelle non si azzardano più a muovere un passo, e voglio intercedere per tutte; egli saprà bene appianare le cose con le madri che ora sono tanto spaventate! Sì, certo, questo mi pare un pensiero davvero assennato; mettiamolo perciò anche immediatamente in pratica!»

4. ‘Detto e fatto!’, questo era stato sempre il buon sistema di Mira; perciò lei andò immediatamente da Enoch e gli raccontò tutto quello che era accaduto.

5. Tuttavia Enoch, quasi chiamandola a rispondere di quanto è accaduto, le disse: «Ma perché hai parlato in modo così impertinente, suscitando con ciò tanta angoscia nelle madri e nelle sorelle?

6. Vedi, come ora hai trovato da sola la via per venire da me, così l’avresti dovuta trovare ancora prima di far precipitare le madri e le sorelle nell’angoscia, e venirmi a dire, nel Nome del Signore, dell’errore in cui erano cadute le madri e le sorelle, e così la cosa si sarebbe potuta appianare solo sulla via dell’amore; ma adesso, in seguito alla tua maniera un po’ troppo spiccia, purtroppo hai formalmente preparato alle madri e alle sorelle un vero giudizio, e non si può più appianare la questione così facilmente come forse tu credi!»

7. Quando Mira ebbe udito queste parole da Enoch, gli replicò senza paura: «Padre Enoch, tu certo sei un sapiente, e oltre a questo ancora l’unico e sommo sacerdote saldamente stabilito dal Signore stesso, ma nel mio caso non credo di avere proprio sbagliato, perché è doveroso badare senza dubbio più ai diritti di Dio che non a quelli degli uomini, quando questi non concordano con i diritti divini!

8. Le madri e le sorelle, si sono lasciate trascinare da un cieco zelo, come spesso avviene con le donne, e tra di loro hanno fatto delle asserzioni che sono false e contrarie ai diritti divini; considerato ora che ciò doveva necessariamente trovare in me opposizione e che per effetto del mio interiore sentimento di giustizia non potevo più sopportare che il santissimo e migliore Padre fosse ulteriormente dileggiato così gravemente nella Sua perfettissima Simmetria umana, allora anch’io mi interposi e dissi semplicemente la mia opinione. Ma del fatto che le mie poche parole possano aver turbato così tanto le madri e le sorelle, di questo non credo che la colpa possa essere attribuita a me!

9. Perciò, o caro padre Enoch, non devi serbarmi rancore, perché le mie intenzioni erano buone, e mai, neanche minimamente, cattive!

10. Vedi, io voglio bene di tutto cuore alle madri e alle sorelle, e tu questo lo puoi già dedurre dal fatto che io – nonostante quell’uomo magnifico avesse fatto anche a me cenno di raggiungerlo come con le altre quattro ed io avessi pure percepito all’istante in me un incitamento quasi irresistibile a fare così – tuttavia, per timore e rispetto, mi trattenni presso le madri e le sorelle!

11. Pertanto, o caro padre Enoch, adesso ti dico con totale fermezza, che se quell’uomo mi facesse ancora una volta cenno di andare da lui, allora non solo lascerei immediatamente tutte le madri e le sorelle, ma lascerei anche tutto il mondo e volerei senza esitazione incontro a lui, perché in quell’uomo si cela molto di più di un semplice uomo! Questa cosa io la so con tutta certezza!»

12. Allora Enoch disse a Mira: «Ascolta, tu sei davvero tremendamente assennata, come di raro è dato di riscontrare in un’altra persona del tuo sesso! Ma se proprio di tutto cuore vuoi bene alle madri e alle sorelle, allora forse non ti dovrebbe essere neanche troppo difficile aiutarle direttamente con la tua assennatezza!»

13. E Mira rispose ad Enoch: «Sì, caro padre Enoch, a giudicare dal tono sempre elusivo delle tue parole, non mi resterà infine davvero altro da fare! Veramente, già venendo qui mi si era affacciata alla mente la considerazione che presso di voi non avrei trovato proprio il grado massimo della misericordia! Se almeno potessi andare da quell’uomo; egli certamente mi esaudirebbe prima di voi!»

14. Allora Enoch le disse: «E sia pure! Ecco, l’Uomo è nella capanna, e la porta è aperta! Io non voglio impedirti di cercare aiuto presso di Lui; perciò tu puoi senz’altro entrare se credi che Egli ti esaudirà prima di me!»

15. E Mira disse: «Oh, basta che ciò mi sia concesso, dato che io non sento alcun timore!»

16. E a se stessa: ‘Rallegratevi, voi povere madri e sorelle; vi sarà dato aiuto anche senza l’intervento di Enoch!

17. Coraggio dunque; quell’uomo splendido ha certo un cuore migliore del vostro, o caro padre Enoch, e non mi passerà tanto al setaccio quando gli racconterò la mia necessità, ma invece mi aiuterà!’

18. E detto questo, entrò di proposito nella capanna.

 

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Cap. 5

Mira entra nella capanna ma rimane delusa dalle parole del Signore

Il perché della sua prova, poi la sua miliazione e l’accoglienza del Padre

31 marzo 1843

1. Ma quando Mira fu giunta sana e salva nella capanna presso il Signore, a lei non ancora del tutto conosciuto, Egli si alzò immediatamente e le disse con accento alquanto serio: «Come mai, o Mira, vieni ora che non ti ho fatto alcun cenno, mentre non sei voluta venire prima quando ti ho fatto un tale cenno? Oltre a ciò, Io ho dato pure ad Enoch un comandamento, secondo il quale nessuna donna avrebbe dovuto varcare la soglia di questa capanna, e nonostante questo tu sei entrata! Come è avvenuto ciò?»

2. Tali parole e tale tono alquanto inquisitorio, scosse da principio un po’ il coraggio della nostra Mira; tuttavia ben presto lei riacquistò animo, perché tra sé e sé pensava: ‘Se è il Signore, allora Egli certo non vorrà dare un’interpretazione tanto tremendamente seria alle Sue parole, e si lascerà senza dubbio commuovere dalla preghiera che sorge dall’intimo del mio cuore; e se invece egli non è che un rigido ed arido sapiente, allora, nel peggior dei casi, me ne andrò come sono venuta!’

3. E solo dopo queste riflessioni, lei aprì la sua bocca e disse un po’ timidamente, ma rincuorata: «È vero che io, tutto sommato, ho fatto male, ma se poi penso che a ciò mi costrinse la sofferenza del mio cuore e che Enoch non mi ha detto del comando di non dover venire qui dentro, allora trovo che non ho fatto male!

4. Poiché, chi potrebbe, chi vorrebbe biasimare uno che soffre se egli, nella sua grande sofferenza, invoca aiuto o se da sofferente cerca aiuto, e ciò poi del tutto particolarmente quando chi invoca e cerca aiuto è una povera e debole donna quale sono io?

5. Ma che male ho fatto io effettivamente? Non è bene se una donna ama e teme Dio di più che non tutti gli uomini, che, anche presi assieme, in rapporto a Dio sono senza dubbio meno che nulla?

6. Così è pure accaduto che alle madri e alle sorelle ho detto la mia opinione, ma io non potevo sapere in anticipo che le mie parole avrebbero avuto una ripercussione tanto dolorosa in loro! Se lo avessi saputo, certo avrei anche potuto tacere; ma adesso quello che è fatto è fatto! Ora però voglio risarcire mille volte il danno causato dal mio errore, e questo, credo che non possa assolutamente essere sbagliato!

7. Tutte queste cose le ho dette anche al padre Enoch, ma lui non ha avuto cuore per me e per la mia grande sofferenza. Perciò mi affrettai a venire da te, pensando che tu saresti stato più misericordioso di Enoch; però, a giudicare dalla tua prima accoglienza, non sembra che da te traspiri misericordia maggiore di quanta ne abbia dimostrata Enoch!

8. Del resto, devo dirti e confessarti apertamente che, dal tempo in cui il Signore per parecchi giorni sull’altura non insegnò nient’altro che l’amore, gli uomini mi sembrano diventati – e veramente anche lo sono – molto meno misericordiosi di quanto lo fossero prima; e questo secondo me non è affatto un buon segno.

9. Ma se invece dipendesse da me, io vorrei venire all’istante in aiuto a tutto il mondo, nonché a una povera e debole donna, la quale tanto da Dio quanto dalla natura è senza dubbio costituita sotto ogni aspetto in maniera incomprensibilmente più svantaggiosa e sofferente di qualsiasi uomo!

10. Vedi, ora io ho finito e ti ho parlato come mi ha suggerito il cuore! Se non approvi quello che ti ho detto e se forse, senza volerlo, ti ho in qualche modo offeso, allora tu hai potere sufficiente per mandarmi via o per fare di me quello che tu prima là fuori hai fatto di Sehel, perché certo è meglio ‘non essere’ che esistere in un mondo dove gli uomini hanno cuori di pietra e nei quali non vi è traccia di misericordia!»

11. Allora il Signore così le parlò: «Ma ascoltaMi un po’, Mira! Vedi, questa è stata una risposta davvero lunga alla Mia breve domanda! Una buona metà avresti potuto benissimo tenertela per te, e dell’altra non farne parola, perché Io so meglio di te qual è il punto che proprio veramente ti duole!

12. Ma perché tu possa convincerti che ho ragione, voglio dirti qual è la vera e propria causa della tua sofferenza; e dunque ascoltaMi:

13. Ecco, le tue madri e le tue sorelle sono gelose, e pure tu lo sei! Le tue madri, per gelosia, hanno parlato male di Me e del Mio comportamento, e poi tu, incitata dalla tua gelosia, le hai solennemente ammonite, poiché tu, forte del cenno che Io ti feci, ti attribuisti su di Me, in segreto, un diritto maggiore rispetto alle altre alle quali Io non avevo fatto alcun cenno.

14. In seguito a quel Mio cenno tu ti accendesti improvvisamente di un impetuosissimo amore per Me, ma quando poi udisti le parole oltraggiose rivolteMi dalle madri e dalle sorelle, allora con ciò si sentì offeso il tuo amore in te, e così ti vendicasti mediante la tua buona opinione detta alle madri e alle sorelle!

15. E visto che la tua vendetta ha ottenuto un effetto alquanto più grande di quello che veramente ti eri proposta di ottenere, allora adesso questo ti opprime e vorresti volentieri venire in aiuto delle sofferenti, ma poiché una cosa simile non ti è possibile, allora tu cerchi aiuto.

16. Io ti dico che l’aiuto verrà di certo, anzi prima di quanto avresti potuto immaginare. Tu però ora esci fuori, e nel frattempo medita sul tuo errore; poi fa’ ritorno, purificata in te, qui da Me, ed Io allora ti accoglierò e ti benedirò come ho fatto con queste quattro!»

17. A questo punto Mira divenne tutta rossa per la vergogna e disse: «Oh, se Tu fossi il Signore, il mio cuore non starebbe così aperto dinanzi ai Tuoi occhi; ma Tu, certo, sei il Signore, e perciò non vi è niente di nascosto dinanzi a Te, ed io me ne andrò confortata fuori dalla capanna nella quale non sono degna di restare, poiché Ti ho visto e Ti ho riconosciuto interamente!

18. Perdonami però il mio peccato, come io perdono completamente di tutto cuore a chiunque qualsiasi offesa che mai abbia potuto recarmi!»

19. Il Signore allora disse: «Sì, ti perdonerei infinitamente tanto, se tu fossi una peccatrice, poiché tu Mi ami così potentemente! Tu invece sei pura, e allora rimani qui con Me secondo il tuo cuore, ed Enoch rimetterà in ordine ogni altra cosa! Amen!»

 

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Cap. 6

L’ardentissimo impeto d’amore di Mira la rende esamine

Il Signore, commosso, sparisce per non recarle danno

Disposizioni a Purista sul modo di preparare la mensa

1 aprile 1843

1. Queste parole sarebbero quasi costate la vita a Mira se lei non si fosse trovata davanti al Signore della Vita. Infatti il suo amore per il Signore, da lungo tempo nascosto, irruppe ora completamente, e vi era stata troppa poca preparazione per reggere a tanto impeto; perciò la nostra Mira si accasciò come inanimata sul suolo della capanna.

2. Ma allora il Signore la toccò immediatamente con un dito, e una nuova vita cominciò a pulsare in tutto il suo essere che prima giaceva quasi inanimato.

3. Tale cosa però era buona e nel Mio Ordine, perché è proprio così che ciascuno, in primo luogo, deve morire del tutto per il mondo, prima che egli possa accogliere in sé e poi sopportare la pienezza della forza e della potenza viventi del Mio Amore!

4. Ma quando Mira, rinata fuori dal Mio Amore in lei, fu così risuscitata, lei si sciolse in lacrime ardenti per l’immenso amore per Me e non fu capace di parlare con la sua bocca, perché tutto il suo essere si era trasfuso in una parola, la cui parola aveva in sé un significato maggiore di tutti i libri del mondo, poiché questa parola, di un’importanza infinita, si chiama “Amore”, vale a dire il puro, vero e vivo amore per Dio.

5. Ed è appunto in questa Parola di ogni parola e di tutte le parole che era trapassato tutto l’essere di Mira, e perciò lei piangeva fuori dalla pienezza di questa Parola, e le sue ardenti lacrime, che brillavano come diamanti, con le quali essa bagnava i Miei piedi, avevano un significato maggiore della più grande biblioteca del mondo.

6. In verità, Io dico, che allo stesso modo, anche la lacrima di un peccatore pentito che Mi abbia afferrato con tutto il suo amore, è per lui un bene più grande, perfino di mille mondi ricevuti in dono per il proprio godimento eterno!

7. Mira però non era mai stata una peccatrice, quindi anche il suo amore era come l’ardore intenso di un Sole-centrale, e le sue lacrime erano Soli come quelli che illuminano i pianeti.

8. Dunque, in un tale amore risorse Mira, e rivolse a Me, al suo Padre santo e amorosissimo, uno sguardo che in quel momento nessuno, all’infuori di Me, avrebbe potuto sopportare, poiché perfino il Mio Cuore, a causa di un simile sguardo, fu indotto ad arretrare alquanto, e ciò dal saggissimo fondamento dell’Amore.

9. Poiché, se Io stesso avessi lasciato completamente libero campo al Mio Cuore, questo avrebbe afferrato Mira con la sua onnipotentissima contro fiamma e, quale l’afferrato oggetto del più potente Amore, l’avrebbe consumata.

10. Anche per questo motivo Io Mi celai per breve tempo, e intanto Me ne andai da Enoch rendendoMi visibile solo a lui, e gli suggerii quello che avrebbe dovuto dire alle donne affinché esse Mi riconoscessero, senza che il loro amore divampasse troppo violentemente.

11. Anche a causa dei padri Io Mi sottrassi per un po’ ai loro sguardi, perché pure in loro, l’amore, ancora un po’ immaturo, ardeva appunto con violenza eccessiva, nella cui fiamma essi non avrebbero sopportato bene la Mia presenza visibile.

12. Nondimeno, dopo che le Mie ardenti innamorate ebbero notato all’improvviso la Mia assenza, anche la tempesta delle fiamme d’amore si calmò in loro, ed esse si guardarono l’un l’altra meravigliate, e l’una chiedeva all’altra: «Che significa ciò? Dove se n’è andato? Perché è scomparso così inaspettatamente? Lui era ancora in procinto di rivelarci qualcosa riguardo al Sole, e ora, mentre i nostri cuori ardevano, ci ha lasciato! Oh, ma questa è una cosa assai strana! Quando Lo si avrebbe voluto stringere con tutta la forza, ecco che Egli scompare!»

13. E Mira allora disse: «Neppure i miei occhi Lo vedono più, ma il mio cuore è colmo di Lui, e ciò è infinitamente di più di quanto io, povera peccatrice al Suo cospetto, possa meritare neanche in minimissima parte!

14. Purché io possa e mi sia lecito amarLo, questo è già abbastanza per me, perché ad ogni modo io so che la Sua presenza visibile è una grazia necessariamente rara da parte Sua.

15. Infatti, se Egli si trovasse continuamente in modo visibile tra noi come un uomo qualsiasi, allora certamente l’amore per Lui diverrebbe sempre più crescente e alla fine non sapremmo più che cosa fare; oppure potrebbe darsi che la Sua presenza finirebbe col diventare tanto abituale da considerarLo del tutto come un qualsiasi altro uomo!

16. Per queste ragioni Egli sa già ciò che è buono e giusto, ed Egli se ne va al tempo opportuno come al tempo opportuno anche ritorna!»

17. A questo punto il Signore entrò di nuovo visibilmente nella capanna e disse a Mira: «Giusto! Tu hai completamente indovinato: Egli va’ e viene sempre quando è bene! Perciò Lui è anche già nuovamente qui, come vedete!»

18. Un grido della più evidente gioia fu la ripetuta accoglienza per il Signore, e tutte si prostrarono ai Suoi piedi.

19. Ma Egli le risollevò subito tutte e con loro si mise di nuovo a sedere alla mensa; poi disse a Purista: «Fa un po’ attenzione al focolare e vedi come vanno le pentole e regola un po’ di più il fuoco, altrimenti esso agisce in un punto con troppa forza e in un altro invece si fa più debole! Infatti, quando i padri entreranno nella capanna, la colazione deve essere già pronta; datti dunque da fare, Mia cara figlia!»

20. E Purista si accinse immediatamente al lavoro e fece secondo il comandamento del Signore. Dato però che la frutta era già molto tenera, lo fece sapere al Signore.

21. E il Signore allora disse: «Sta bene, servila pure sulla mensa, e intanto Mira andrà dai padri e annuncerà che la colazione è ormai pronta e che perciò essi possono entrare! Così sia fatto! Amen!»

 

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Cap. 7

L’inutile invito di Mira ai padri a prendere parte alla colazione nella capanna rimane infruttuoso

L’esortazione del Signore all’umiltà

Un rinnovato invito ai padri è coronato da successo

3 aprile 1843

1. Tale incarico colmò di grande allegria la nostra Mira, e lei uscì tutta lieta e disse ai padri che, essendo la colazione già pronta, entrassero nella capanna secondo la Volontà del Signore.

2. Ma siccome Enoch non era presente in quel momento, essendo ancora occupato a qualche distanza ad appianare la questione con le donne, allora Lamech fece osservare a Mira: «Vedi, Enoch non si è ancora sbrigato con le sue faccende, e senza di lui noi non possiamo certo entrare nella capanna, poiché lui è spiritualmente il più anziano di tutti noi!»

3. E Mira replicò a Lamech: «Oh, questo non è certo un ostacolo! Enoch è dunque più del Signore? Invece la mia opinione è che ogni uomo deve l’obbedienza al Signore prima e in misura maggiore che non al suo simile. Enoch saprà senza dubbio quello che dovrà fare!

4. Io ho adempiuto all’incarico verso di voi e questo basta; non posso tirarvi dentro a forza, né il Signore mi ha detto di farlo! Dunque, fate come volete! Io sono libera e perciò ritorno nella capanna!»

5. Ma allora Lamech la richiamò e le disse: «Ascolta, mia bella figlia dal Mattino, le tue parole sono un po’ mordaci! Ebbene, che ne diresti – dato che i tuoi piedi hanno così tanta fretta – se invece di fare ritorno subito alla capanna, facessi un salto da Enoch e gli riferissi la stessa cosa che hai detto a noi?»

6. E Mira rispose: «Ah, ecco! Ma cosa pretenderesti ancora da me? Io però ti dico che non ne facciamo nulla, dato che non sta bene servire due signori; il Signore mi ha mandato solo qui!

7. Se però Enoch ti sta più a cuore del Signore, allora – per questa tua richiesta che mi hai rivolto – i tuoi passi sono il doppio più lunghi dei miei, e perciò con i tuoi piedi puoi anche raggiungere Enoch prima che lo possa fare io con i miei; e questo, te lo dico io nella metà del tempo!

8. Ma tutto questo nostro chiacchierare mi fa l’effetto di un rimescolio di paglia vuota dal quale, alla fine, non si ottiene altro che paglia sminuzzata e nessun chicco di grano; perciò me ne vado; in quanto a voi, potete fare come volete!»

9. E così dicendo Mira si mosse per ritornare alla capanna. Ma Lamech la trattenne nuovamente facendole un’altra domanda, che fu questa: «Ma Mira, o perla soave del Mattino, se il Signore ti diede l’incarico di chiamarci, non vorrai certo ritornare senza di noi alla capanna? Cosa dirà il Signore quando ti vedrà fare ritorno da sola?

10. Non ti farà Egli una seria osservazione e ti dirà: “Ma Mira, come hai eseguito il Mio incarico che ti diedi per i padri, se poi nessuno vuole venire?”

11. E se il Signore ti parlasse così, cosa potrai allora risponderGli a tua giustificazione?»

12. E Mira rispose brevemente a Lamech: «Non mi risulta affatto che il Signore mi abbia detto di condurvi nella capanna, bensì soltanto di invitarvi a venire! Ora così io ho fatto, ma la buona riuscita dell’invito non è più mio compito, perciò me ne vado!»

13. E Adamo si avvicinò ora a Mira e le disse trattenendola così ancora un po’: «Sì, mia cara figlioletta, basta che l’invito non parta dalla tua iniziativa, poiché, se così non fosse sarebbe già tutto giusto!»

14. Questo infastidì perfino Mira, la quale esclamò: «Oh, ma questo è sicuramente un peccato grave che commettete voi tutti se, invece di adempiere la Volontà del Signore annunciatavi tramite la mia bocca, continuate a stuzzicarmi e a spettegolare in piena regola su di me! No, questo è il colmo, ed io devo subito riferirlo al Signore!»

15. E detto ciò, entrò di corsa nella capanna e voleva immediatamente esporre al Signore le sue lagnanze nei confronti dei padri.

16. Il Signore però la prevenne e le domandò: «Mira, com’è che ritorni da sola? Dove sono i padri?»

17. Mira all’inizio rimase alquanto imbarazzata, ma poco dopo rispose: «Ah, o mio migliore, santo ed amorosissimo Padre, i padri lì fuori sono molto cattivi e disobbedienti! Io ho fatto precisamente così come Tu avevi detto; essi però… no, io non voglio neppure dirlo!»

18. E il Signore disse: «Ma cosa mai avranno detto?»

19. Mira però replicò: «Se proprio vuoi assolutamente saperlo, Tu certo puoi saperlo senza che sia necessario apprenderlo da me!»

20. Ma il Signore allora le disse: «Vedi, tu poco fa hai esortato i padri all’obbedienza, e ora, vuoi essere tu disobbediente al Mio cospetto? Come si possono conciliare queste cose?»

21. E Mira rispose: «Signore, Tu certo leggi nel mio cuore, e vedi che in esso non c’è alcuna disobbedienza verso di Te!»

22. E il Signore le replicò: «Ecco, Io so che tu sei una creatura purissima! Tuttavia il tono delle tue parole ai padri è stato un po’ troppo brusco, perciò essi ti hanno fatto comprendere che ad una fanciulla non è mai lecito parlare a loro in tal modo, bensì sempre con la massima umiltà! Va’ perciò nuovamente fuori, e fa loro ancora una volta il tuo invito, e vedrai che poi essi ti seguiranno!»

23. A questo punto Mira uscì subito nuovamente e ripeté l’invito ai padri, ed essi risposero immediatamente a questa nuova chiamata; e siccome Enoch nel frattempo aveva sbrigato la questione con le donne, si mise alla testa dei padri e li condusse tutti nella capanna.

24. E Adamo cadde ai piedi del Signore e Lo ringraziò per tale grande Misericordia, perché non appena i padri ebbero varcato la soglia della capanna, fu loro aperta la vista interiore ed essi furono messi al corrente, in pochi istanti, degli avvenimenti e videro quali erano in quel momento le condizioni della pianura, e perciò glorificarono il Padre da ogni loro profondità della vita.

 

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Cap. 8

La colazione nella capanna di Purista

Il Patto d’amore con i figli della Terra e la comunione visibile tra Cielo e Terra

4 aprile 1843

1. Dopo che tutti i padri, i sette messaggeri e ancora altri padri e altri figli della regione del Mattino, avendo avuto la visione chiarissima della situazione della pianura, ebbero reso gloria e onore al Padre di ogni Amore e di ogni Santità dal più intimo fondamento della loro vita, il Signore disse loro di rialzarsi subito e, secondo la Sua promessa, li invitò a prendere posto per la prima volta alla mensa nella capanna di Purista per mangiare dei cibi cotti.

2. Allora si alzarono tutti immediatamente e presero posto alla mensa del Signore che era adeguatamente grande, poiché la capanna di Purista non era così piccola com’è nel vostro tempo attuale (1841)  la capanna di un contadino oppure come un rifugio di montagna, bensì era tanto spaziosa che dentro avrebbero certo potuto trovare posto sufficiente anche settemila persone. Malgrado ciò la capanna veniva chiamata piccola, ma non per indicarne un’eventuale carenza di spazio, bensì per significare soltanto la sua umiltà.

*

3. Quando tutti i padri si furono seduti alla grande mensa filiale del Padre santo nella capanna e si furono pure tutti ristorati con i cibi ben cotti, allora il Padre disse a tutti: «Ora il buon ordine è ristabilito su tutta la Terra; perciò anch’Io Mi trovo nuovamente con voi, e ora, mediante la Mia visibile presenza sostanziale, benedico in voi l’intero cerchio[1] della Terra!

4. Infatti ora è stabilita una nuova unione tra Me, i Miei angeli e la Terra; per questa ragione ho fatto preparare questo banchetto della gioia con frutta cotta, affinché con ciò diventi memorabile per tutta la Terra il fatto che Io, l’eterno Padre dei figli di questa Terra, sono ora diventato un Dio per loro, un Signore e un vero Padre, e che ora ho stabilito con loro un patto in modo che tutti debbano essere, conformemente a questo patto, in questo modo, Miei veri figli, come Io sempre e in eterno voglio essere il loro amorosissimo Padre santo.

5. Io però adesso dico a voi tutti: “Se voi rimarrete fedeli a questo patto, che è il Mio Amore per voi e il vostro amore per Me, anche la comunione visibile tra la Terra e i Cieli permarrà in modo continuo.

6. Ma se voi abbandonerete questo patto ed infrangerete questa sacra unione, allora la Terra si inabisserà di nuovo nella profondità di prima, e sarà avvolta da densissime nuvole, attraverso le quali nessuno sarà più in grado di vedere Me né i Miei Cieli.

7. E se la Terra in questo stato cadrà e si inabisserà sempre più, allora essa precipiterà nel suo proprio giudizio, e Io poi non parlerò più, come faccio adesso, con i suoi figli come un Padre colmo d’Amore e di Dolcezza, bensì come un Dio eterno Io tuonerò ad essa i Miei Giudizi nel Fuoco dell’ira!

8. E coloro che sopravvivranno dovranno attendere a lungo prima che un nuovo patto d’amore venga stabilito in maniera incruenta, e con una simile nuova istituzione Io Mi concederò così tanto tempo, che tutti i popoli languiranno prima che da parte Mia il patto sia completamente rinnovato!

9. Ma se questo patto sacro, adesso completamente concluso con voi, ora veramente figli Miei, non sarà infranto tramite un ripetuto passaggio alla morta esteriorità del mondo, allora Io rimarrò presso di voi come voi rimarrete presso di Me, e sulla Terra sarà così come nei Cieli, né tra di voi regnerà più la morte, bensì, come voi tutti avete visto che Io ho richiamato a Me Sehel, e prima di lui Zuriel, il genitore di Ghemela, similmente Io richiamerò voi tutti a Me, e farò poi di voi nello spirito dei potentissimi operatori d’amore su tutti gli esseri e su tutte le creature nelle Mie infinite regioni della Creazione!

10. Infatti laddove voi, con i vostri occhi, vedete sul firmamento forse solo un puntino, ebbene là, nella Mia Onnipotenza eterna, pullula un numero sterminato di mondi, tutti portatori [di esseri] della vostra specie. E al di là dei mondi vi sono, in spirito, infiniti luoghi spirituali dove dimorano gli spiriti, di cui una sola dimora abbraccia di più di quanto possa offrire l’intero, infinito e visibile spazio esterno!

11. Dunque voi ora vedete anche la vostra destinazione eterna e la facile via che vi conduce; nessuno però può giungere a tale destinazione finché egli, per tale scopo, non sia diventato completamente maturo fuori dal Mio Amore.

12. E quando Io chiamerò qualcuno, allora la Mia chiamata lo spoglierà del pesante carico dell’involucro materiale della carne, e poi egli stesso entrerà ben presto nella grande magnificenza dell’eterna, immortale Vita dello spirito d’amore.

13. Ma affinché voi possiate rendervi conto di come si vive nello spirito, Io voglio aprirvi del tutto la vostra vista interiore!

14. Guardate dunque i tre che sono qui con noi che sono trapassati nell’aldilà, e intrattenetevi voi stessi con loro, affinché con ciò possiate rendervi conto del fatto che la vostra esistenza in Me non avrà mai più fine in eterno, e nello stesso tempo anche del fatto che il drago è sempre un gran mentitore!

15. Intrattenetevi dunque, e fatevi raccontare come lo spirito viva, domini e dimori in eterno liberamente in perfetta beatitudine! Amen!»

 

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Cap. 9

L’apparizione di Abele, di Sehel e Zuriel grazie alla vista interiore aperta

Conversazione con gli spiriti

5 aprile 1843

1. Allora tutti i padri si rallegrarono oltre misura. Adamo ed Eva si affrettarono ad andare verso Abele, Set si avvicinò a Sehel, e Ghemela a Zuriel, e conversarono riguardo alle cose dello spirito e riguardo alla vita dello spirito al massimo grado libera e perfetta, e quindi anche supremamente beata.

2. E Set domandò a Sehel: «Figlio, quale impressione fu la tua quando il Signore ti ebbe sciolto dai lacci materiali di questo mondo?»

3. E Sehel rispose a Set: «Vita a te e vita nella tua domanda! Io ero nell’alito; un tremore percosse l’etere, la cintura del Sole si squarciò e così io mi trovai libero, una vita nell’infinito.

4. (ero) Una luce! Io penetrai l’Universo, e la luce tolse gli esseri; e gli esseri tolti diventarono un nuovo essere, e vidi una nuova vita nella nuova luce, e il Padre era dappertutto il Fondamento di ogni Luce e di ogni vita, la Luce fuor dalla Vita.

5. E ora io sono una perfetta Unità, e vivo in modo libero una vita possente, eterna e colmissima di luce (proveniente) dalla Vita di ogni vita in Dio.

6. Vedi, padre Set, così era, così è e così sarà e rimarrà in eterno, considerato che ogni secondo (di tempo) successivo, respira una vita veniente più perfetta di quella (del secondo) che l’ha preceduto!

7. Credilo, padre Set, perché quello che tu ora vedi e senti, non è affatto un’illusione ottica e nemmeno uno stordimento del tuo udito, bensì tutto è assoluta verità e pienissima realtà; ma quello che invece tu vedi nel mondo esteriore, non è che la corteccia dell’albero e la buccia della verità, e perciò, rispetto alla realtà, è come una regione il cui suolo sia ricoperto da fitta nebbia e da nuvole tenebrose.

8. Là, però», e dicendo ciò Sehel indicò il Signore, «là, o padre Set, si trova perfettamente la Vita della vita e la Luce della luce!

9. Ascolta la Sua Parola; essa è il fondamento di ogni esistenza! Dalla Sua Parola siamo proceduti io e te, ed ogni esistenza ha la sua origine nella Parola del Padre.

10. Quando Egli parla qui, da ciascuna Sua Parola sorgono realizzazioni sostanziali di infinite profondità, e nuove schiere di soli e di mondi iniziano il loro primo giro eterno lungo la loro orbita.

11. Perciò ascoltate quanto dice il Padre, e serbate in voi la Sua Parola, e voi tutti giungerete a comprendere che chi ha in sé la Parola del Padre, ha in sé anche la vita eterna!

12. Infatti la Sua Parola è sostanza, e il suono delle Sue parole è il fondamento di tutte le cose.

13. A Lui dunque sia reso in eterno ogni onore, ogni lode, ogni gloria e ogni amore! Amen!»

14. Queste parole di Sehel fecero grande impressione sull’intera compagnia, e tutti lodarono e glorificarono il Padre della vita per aver conferito agli angeli, nella Sua grazia, tanta alta sapienza e potenza.

15. E allora Adamo chiese ad Abele: «Mio dilettissimo figlio, che io ho tanto rimpianto, sei pure tu capace di tali parole quali sono appena sgorgate come un torrente impetuoso fuori dalla bocca di Sehel?»

16. Abele però rispose ad Adamo: «Padre della Terra dell’uomo, né Sehel, né io, bensì il Tutto nel tutto è Dio, il Padre eterno e santo; infatti la nostra parola è la Sua Parola, come il Suo santo Volere è sempre il nostro volere!

17. Infatti, per lo spirito non esiste altra parola all’infuori della Parola del Padre, come pure non esiste alcuna vita se non unicamente la Vita del Padre.

18. Ma chi vive (attingendo) da Dio, costui parla anche [attingendo] da Dio; quindi chiunque viva (attingendo) da Dio, può anche, (attingendo) da Dio, proferire parole di Dio, cioè parole di Vita!

19. Se qualcuno si alza e dice: “Io ho raccolto sul mio terreno!”, costui è un mentitore come il drago antico, il quale, appropriandosi della misericordia del Padre, così parla: “Io sono un signore del Signore e posso percuoterLo quando voglio”. Mentre egli in sé e per sé è certamente l’essere più percosso che vi sia.

20. Ecco, padre, così avviene che allo spirito puro riesce quanto mai facile parlare ed agire in tutta la forza e la potenza del Padre, perché nel Padre si ama, si vive e si respira liberissimamente! A Lui dunque vada ogni amore in eterno! Amen!»

21. Queste parole di Abele intenerirono Adamo e fecero piangere Eva, e Adamo esclamò ad alta voce: «O Dio, o Padre santo, io certo vivo ancora volentieri con i Tuoi figli su questa Terra, ma preferirei trovarmi dove si trova il mio e il tuo Abele!»

22. Ma il Signore gli disse: «Ancora un breve tempo, e tu verrai alla pace! Amen!»

23. E Adamo chiese: «Che cos’è la pace?»

24. E il Signore rispose: «La pace è la risurrezione dello spirito alla vita eterna proveniente da Me!

25. In verità, finché Io non risorgo in te, tu rimarrai; ma quando Io risorgerò in te, allora anche tu risorgerai alla luce della vita nella carne dell’Amore e della Parola proveniente da Me!

26. Sii dunque tranquillo, e mangia e bevi finché non siano la Mia Carne e il Mio Sangue a venirti a destare! Amen!»

 

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Cap. 10

Le domande di Ghemela sulla vita nell’aldiquà e nell’aldilà

La risposta dello spirito Zuriel: la vera morte è separarsi dal Signore

6 aprile 1843

1. Ma allora anche Ghemela domandò a suo padre Zuriel se vi fosse una grande differenza tra la vita di questo mondo e la vita dello spirito, e se l’uomo-spirito possa vedere anche il mondo naturale e gli uomini che vivono ancora nella carne in questo mondo.

2. E Zuriel le rispose: «Ascolta, o figlia del Signore, questa tua domanda è un po’ vana! La vita è dappertutto una e la stessa, e non vi può essere affatto differenza tra vita e vita quando essa è una vita proveniente dal Signore; ma se la vita non proviene dal Signore, allora essa non è più vita, bensì una perfetta morte, la quale è certo anch’essa conscia di se stessa. Nondimeno, una tale coscienza non è altro che un auto-inganno, in quanto tutto quello di cui è conscio un morto, è conformato come un sogno cattivo, nullo e vano, perché il suo mondo non ha alcun fondamento e tutto quanto egli possiede è più senza valore di una fuggevolissima schiuma!

3. Tu qui però non devi considerare la materia delle cose come se fosse morta per il fatto che di fronte a te essa non esprime nessuna coscienza per te, poiché questa non è morta – dato che in essa dimorano forze molto potenti ed essa, in sé e per sé, non è altro che un’espressione della forza e della potenza del Volere divino che si manifestano dappertutto – bensì per morto tu devi raffigurarti soltanto quello che, in seguito alla libertà di volere ricevuta dal Signore, ha avuto la possibilità di separarsi dal Signore e lo ha fatto con ostinazione, e poi in seguito vuole sussistere, per forza propria, senza Dio.

4. Certo che esso continua a sussistere per effetto dell’Amore e della Misericordia divini, ma in quale orribile maniera ciò avvenga, questa è tutta un’altra cosa.

5. Tu da tutto ciò, figlia mia nel Signore, puoi già dedurre che la vita vera e propria si esprime, dappertutto e in qualsiasi circostanza, in un modo unico e del tutto lo stesso.

6. Ma se tu non puoi ancora comprendere pienamente questa cosa, allora guarda un po’ il Signore! Vedi, Egli è in Sé e per Sé la vita perfettissima di ogni vita; tutta la nostra vita proviene da Lui! Trovi forse una qualche differenza tra Lui e me?

7. Tu rispondi: “Nessuna, in base a come si mostra visibilmente il Suo Essere!”

8. Bene, dico io a te, tuttavia in ciò che ora segue si trova la piena risposta alla tua domanda! Fa’ dunque bene attenzione: noi siamo quello che siamo da Dio, il Signore, e il nostro tutto è la Sua perfetta Simmetria!

9. Dunque, anche la nostra vita è del tutto sicuramente la Sua vita, e noi possiamo vivere, quando e dove vogliamo, non appena scorgiamo e comprendiamo il Fondamento della vita. Se noi teniamo rivolto il nostro cuore a Lui, allora conduciamo già una vita perfetta, ed è indifferente se siamo ancora nel corpo di carne oppure se siamo allo stato di spirito puro!

10. Chiedersi se poi lo spirito puro e sciolto (dalla carne) possa anche vedere il mondo naturale e tutto ciò che esiste su di esso, vedi, mia cara figlia nel Signore, questo è certo quanto mai superfluo! Se la vita vera e propria è dappertutto completamente uguale, allora vedere o no non farà certo alcuna differenza.

11. Chiediti invece se tu vedi il mondo con la tua carne, che in sé e per sé non è altro che materia del tutto insensibile, oppure se lo vedi con il tuo spirito fuori dalla tua carne!

12. Ecco, adesso si accenderà una luce in te! Dunque, se il tuo spirito, avvolto nella materia, può contemplare le cose, di altrettanto lo sarà certamente capace anche lo spirito libero e puro, purché il Signore lo voglia!

13. Ma se il Signore non vuole, allora né lo spirito libero, né quello in ceppi può vedere nulla, perché, come il Signore può togliere la vista al corpo, la stessa cosa Egli la può fare rispetto allo spirito.

14. Dunque, come tu ora, secondo la Volontà del Signore, vedi il mondo spirituale e quello naturale, così ugualmente vedo anch’io entrambi, ora come sempre, se tale è la Volontà del Signore, e se così è necessario!

15. Se noi spiriti abbiamo la missione di servire i mondi con grande potenza d’amore proveniente dal Signore, allora dimmi: come sarebbe possibile una cosa simile se noi non avessimo la precisa visione di ciò a cui noi dobbiamo servire?

16. Tu vedi adesso la materia da parte a parte, e puoi vedere me che sono uno spirito; ma così pure io posso vedere te, e così non c’è nessuna differenza tra la vera vita e la vita!

17. Certo, c’è differenza tra me e te, e questa è rappresentata dalla tua carne che non è capace di nessun moto spirituale, né può cambiare di luogo con tanta rapidità; tuttavia è facoltà del tuo spirito pensare a queste cose e percepirle in modo vivo!

18. Ecco, questo è ciò che ti è necessario sapere per il momento! Se tu stessa ti concentrerai sempre più profondamente nel tuo spirito, allora sperimenterai tutte queste cose in maniera vivissima, pur rimanendo ancora nel tuo corpo. E questo anche te lo auguro di tutto cuore nel Nome del Signore! Amen!»

 

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Cap. 11

L’appassionato rendimento di grazie di Ghemela

Una promessa del Signore a Ghemela quale futura madre di Noè, e a Pura quale futura madre di Gesù

Pura trapassa dalla Terra con la carne spiritualizzata

7 aprile 1843

1. E quando Ghemela ebbe appreso queste cose da Zuriel, ne fu immensamente lieta e andò subito vicino al Signore del Cielo e della Terra, e Gli rese gloria e lode nel suo cuore ardente per la grande Grazia concessale di aver potuto apprendere la beatificantissima notizia che la vita dello spirito è perfettamente simile alla vita di un uomo che vive ancora nella carne sulla Terra, che è nel pieno amore per Lui, il Padre santo colmo di ogni Amore e di Misericordia.

2. E il Signore, rivoltosi a lei, le disse: «Sì, così succede agli uomini: coloro che ricevono molto sono più ingrati di coloro che ricevono poco! Vedi, la Grazia che è stata concessa a te, è stata concessa pure in misura abbondantissima a tutti coloro che sono qui! Essi si sono ristorati alla Mia mensa, mentre tu con la tua piccola compagnia ti trovavi dall’altra parte, vicino al focolare, e finora non ricevesti nessun boccone dalla Mia mensa; tuttavia ancora nessuno è venuto da Me spintovi dall’amore come hai fatto tu!

3. Io però ti dico: – il Mio Cuore è la migliore delle mense! Se anche non ti sei ristorata alla Mia mensa, ora sarai ristorata con il Mio Cuore; e questo cibo è di certo incomparabilmente più buono e nutriente ancora di qualsiasi altro cibo, per quanto ben cotto!

4. In verità, Mia diletta figlia, Io ti dico che l’amore per Me, il Padre, nel cuore di un figlio ha un valore molto maggiore di tutta la sapienza, per quanto maestosa possa essere, e di tutta la scienza immaginabile!

5. Infatti chi possiede l’amore, costui possiede tutto; chi però ha l’amore soltanto a causa della sapienza, della scienza e della forza, anche costui avrà ciò che egli vuole, ma non avrà come te, ora e per sempre, il Mio Cuore!

6. O tu, stirpe umana della Terra, credi alle Mie parole: – se ti preme di più la conoscenza delle cose che non il Mio Amore paterno, allora di certo avverrà che tu, con la tua possente sapienza, soggiogherai il povero, ma poi anche tu sarai soggiogata da Me, ed Io non ti risparmierò e non ti accarezzerò!

7. Ma te, o Mia Ghemela, Io ti risparmierò e ti conserverò sempre e poi sempre; sì, il tuo frutto diverrà un nuovo padre degli uomini della Terra (Noè - cfr GFD cap. 3,34), e il tuo sangue (come seconda Eva) colmerà un giorno tutto il cerchio della Terra!»

8. A questo punto anche gli altri esseri femminili si precipitarono verso il Signore e Gli chiesero perdono per avere indugiato a fare come aveva fatto Ghemela.

9. Particolarmente la povera Pura scoppiò in lacrime e, tutta timorosa e addolorata, non sapeva che cosa fare.

10. Ma il Signore si chinò a terra, le risollevò tutte e, presa in braccio la povera Pura, così le parlò: «Oh, non piangere, figlioletta Mia, perché tu sei quella che meno degli altri ha ragione di piangere! Io so molto bene quanto tu Mi ami; perciò sii anche lieta, poiché tu e Ghemela Mi siete così vicine, come Mi è vicino il Mio proprio Cuore eternamente onnipotente!

11. A te, Ghemela, Io do una nuova stirpe, ed a te, Pura, Io do la Mia Parola vivente! Così tu sussisterai in spirito con una carne vivente, e nel grande Tempo dei tempi[2] non sarai più generata nella carne, bensì sorgerai da una carne generata quale carne non generata[3], e da te sorgerà una Carne vivente (Gesù) il Quale sarà un futuro Fondamento di ogni vita. Perciò tranquillizzati e rallegrati, poiché Mi sei cara in modo finito ed infinito, perché, all’infuori di Me, né nel Cielo né su nessun pianeta c’è qualcuno di più splendido e bello di te!

12. Ora però guarda: là sulla soglia della capanna c’è qualcuno che ti attende! Egli è colui che fu il tuo genitore terreno (il padre trucidato cfr GFD vol.2 cap.111); seguilo ora! Il suo nome è Gabriel. Egli ti condurrà nella Mia dimora Celeste dove tu rimarrai costantemente vicina a Me fino al Tempo dei tempi. Quello che poi accadrà, lo apprenderai nella Mia grande Casa paterna! Amen!»

13. Pura, però, allora si aggrappò con le sue braccia al Signore, e non voleva separarsi da Lui.

14. Il Signore le disse: «Figlioletta Mia, non ci sarà bisogno che Mi aspetti là dove ti porterà Gabriele, perché, prima che tu vi giunga, Io sarò là e ti verrò incontro, e poi Io stesso ti guiderò verso la Mia Casa. Va’ dunque pure rassicurata, perché Io manterrò sicuramente la Mia Parola! Amen!»

15. A questo punto, Pura premette ancora una volta visibilmente sul suo petto il capo del Signore, e poi non fu più vista, poiché l’angelo del Signore la portò nella Casa del Signore con la carne spiritualizzata. La Casa del Signore è l’Amore del Padre!

16. Anche Mira, Purista e Naeme piangevano rimanendo ancora in piedi; ma il Signore ben presto le saziò col Suo Amore e le benedisse.

17. Questo discorso e questo atto del Signore avevano suscitato una grandissima sensazione nei padri, per la qual cosa, ad eccezione di Enoch, erano rimasti tutti come statue inanimate e nessuno si azzardava a pronunciare nemmeno una sillaba; infatti tutti si erano sentiti colpiti, essendo cominciato in loro, nel contemplare la pianura, a sorgere ogni specie di piani segreti.

 

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Cap. 12

Le scuse di Adamo e la sua ingenua preghiera al Signore di ritirare il rimprovero

Il Signore sa esattamente come trasformare le Sue creature in veri figli Suoi

8 aprile 1843

1. Solo dopo un periodo discretamente lungo di tempo, Adamo riacquistò un po’ d’animo e, avvicinatosi al Signore, Gli disse nel più profondo timore reverenziale: «O Signore, Padre santo ed amorosissimo di tutti noi, vedi, per quanto io posso dire di noi tutti ed anche di me stesso, noi Ti abbiamo sempre amato, lodato e glorificato altamente, ciò che non si può affatto negare!

2. Noi certo non ci siamo affrettati a venire da Te, così come ha appena fatto la cara e grata Ghemela; ma questa cosa noi l’abbiamo fatta – almeno secondo quanto è nel mio sentimento – non forse in seguito ad un apprezzamento nullo o troppo scarso della Tua santa Grazia e immensa Misericordia verso di noi, bensì per effetto del massimo timore reverenziale, rispetto e amore possibili verso di Te.

3. Infatti noi vediamo e percepiamo completamente Chi sei Tu! Ma non è possibile che questo si renda tanto evidente alle fanciulle, data la loro natura; perciò esse devono anche avvicinarsi più esteriormente a Te per il fatto che sono per lo meno molto più incapaci dell’uomo a compiere un graduale avvicinamento spirituale e interiore a Te.

4. Se io dunque ora considero tutto ciò per bene, nonché il Tuo rimprovero infinitamente grave, eccezion fatta di Enoch, rivolto a tutti noi, allora il rimprovero è stato – a dirla apertamente – davvero un po’ troppo forte!

5. Io parlo così come sento; e come io sento deve essere vero per me finché un altro sentimento non mi convincerà del contrario!

6. Tu sei il Dio, l’Onnipotente dall’eternità, per Tua propria Forza; io invece non sono che una debole e caduca creatura della Tua Volontà, santa e potente sopra ogni cosa. Ma se Tu, quale mio Creatore, intendi parlare con me, allora anch’io parlerò con Te apertamente, così come liberamente e apertamente Tu Mi hai creato. Anche in conseguenza di ciò ora Ti dico apertamente e liberamente: “Creatore, Padre, questa volta a noi, Tuoi poveri figli, hai detto troppo con il Tuo rimprovero; la metà di quanto hai detto sarebbe già sufficiente per opprimerci a morte!”

7. Perciò, Te ne prego, ritira da noi questo rimprovero, in modo che noi possiamo amarTi nuovamente quale il Padre amorosissimo, perché nella Tua grande Severità non può amarTi nessuno, come hai insegnato Tu stesso a noi tutti sull’altura.

8. Se io dicessi ad uno dei miei figli: “Ascolta, figlio buono a nulla! Se tu non mi amerai sopra ogni cosa e qualora io dovessi accorgermi della benché minima carenza nel tuo amore, che deve essere il più grande possibile, io ti ucciderò immediatamente!”, io credo che sarebbe davvero strano domandarsi: “Come potrà amare me, quale padre, il figlio che avrò minacciato in questo modo?”

9. Dunque, o Dio, Creatore e Padre, ritira Tu pure le Tue minacce, in modo che noi possiamo amarTi liberamente secondo l’impulso del sentimento filiale che è nel nostro cuore, ma non perché dobbiamo amarTi per la paura delle Tue grandi minacce!

10. Oh, non minacciare, né promettere niente, ma sii invece unicamente Tu, quale Padre, ciò che deve essere sufficiente per noi e dacci anche la vita che proviene da Te, affinché noi, come figli viventi in eterno, possiamo anche in eterno amarTi sempre di più quale il Padre eternamente santo!

11. Tu certo sei libero di fare secondo il Tuo piacimento, perché Tu solo sei il Signore Dio Zebaoth e non hai bisogno di ricorrere a nessuno per avere un consiglio.

12. Tu possiedi la Vita; in Te non c’è la morte, e nessuno mai in eterno potrà toglierTi la Vita supremamente libera, supremamente onnipotente e meravigliosamente beata.

13. Tu, in eterno, non senti alcuna oppressione; ma non così è per noi, Tue creature! Ogni nostro respiro dipende da Te, e al Tuo paragone siamo così deboli che un Tuo semplice sguardo privo di dolcezza ci può già condurre tutti all’annientamento.

14. Tu non sei capace di provare nessun dolore; noi invece siamo così costituiti da Te, che possiamo essere aggrediti da dolori indicibili, perfino dalla morte, dall’annientamento stesso! E tuttavia vorremmo amarTi sopra ogni cosa, anche in preda a grandi dolori!

15. Ma se Tu vuoi ucciderci, o addirittura già ci uccidi, allora non vi è per noi più possibilità di amarTi, poiché, chi potrà mai amarTi nella Tua ira, oppure perfino nella morte?»

16. A queste parole di Adamo, il Signore si volse a lui e gli disse: «Tu parli a Me, il tuo Creatore, da uomo, e così facendo fai bene, perché risulta provata in te la Mia maestria nella riuscita dell’opera per cui tu appunto puoi così parlare liberamente con Me da te.

17. I figli del tutto veri che conoscono perfettamente il loro Padre e sanno quanto sia infinita la Sua bontà, parlano certo in tutt’altro modo con Lui, perché essi Lo amano, e perciò non hanno alcun timore di Lui, bensì essi fanno come hanno fatto e ancora fanno queste figlie.

18. Se però il padre volesse inculcare ai suoi figli l’amore per se stesso con le minacce, conformemente all’esempio da te citato a tuo riguardo, allora egli sarebbe di certo tutt’altro che un padre!

19. Ma quando Io, quale unico vero Padre, vedo che in voi dimora ancora un sciocco e stolto timore di Me, allora saprò ben Io come fare per afferrarlo e cacciarlo fuori da voi, cioè per spazzare via da voi, per una buona metà ancora creature, le caratteristiche della creatura e trasformarvi così in veri figli!

20. Se tu consideri un po’ quanto ti ho detto, allora non potrai fare a meno di persuaderti che, anche se Io, il Creatore e Padre, non sento alcuna oppressione, sarò tuttavia capace di vedere dove vi sentite oppressi, per portarvi aiuto là dove avete maggior bisogno di aiuto, e che sceglierò sicuramente i mezzi più adatti a questo scopo!

21. Vedi dunque di ridurre alquanto le tue pretese, e invece amaMi; allora avrai certamente l’esatta percezione se Io chiedo l’amore ai Miei figli con la morte o senza la morte!

22. Infatti vedi, la tua richiesta rivolta a Me è precisamente il contrario di quella che Io ho rivolto a voi! Queste cose considerale bene e soltanto dopo parla!

23. Io però so cosa devo dire quale Creatore e cosa devo dire quale Padre e cosa devo fare. Presta dunque grande attenzione a ciò! Amen!»

 

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Cap. 13

Adamo invoca il perdono

Significative parole del Signore sull’uomo quale cieco creatore del

proprio giudizio essendo pietra terminale della Creazione

10 aprile 1843

1. Queste parole da parte del Signore ricondussero il nostro Adamo ad un migliore stato d’animo; ed egli si avvicinò in grande umiltà al Signore e così Gli parlò: «O caro Padre santo! La Tua Parola ha posto le cose dinanzi ai miei occhi in un’altra luce, e in questa luce ora mi accorgo di avere peccato in modo rovente dinanzi a Te; perciò, o caro Padre santo, Ti prego di non mettere con troppa severità a mio carico questo mio errore che sarà certo l’ultimo dinanzi a Te e dinanzi a tutta la Tua Creazione, bensì perdona a me, debole e povero vecchio, questa mia ultima stoltezza!»

2. Allora il Signore, rivoltosi ad Adamo, disse a lui come pure a tutti coloro che prima avevano condiviso i suoi sentimenti: «Ascoltate dunque voi tutti, e in maniera del tutto particolare ascolta anche tu Adamo, figlio Mio; ora Io dirò qualcosa a Mia giustificazione dinanzi a voi tutti, o Miei figli, in modo che se in futuro, malgrado tutto, doveste forse dimenticare il Mio consiglio, allora sappiate anche che non Io, bensì voi stessi siete gli stolti e ciechi creatori del vostro giudizio, e conseguentemente pure della vostra rovina e della vostra morte, qualora, come detto, non vi manteniate su quella via che Io, vostro Creatore sommamente sapiente e Padre santo e amorosissimo, vi ho tracciato! E dunque ascoltateMi:

3. Voi, e tutta l’infinita Creazione, siete già dall’eternità necessariamente costituiti, da parte Mia, in modo tale da essere proprio voi gli scopi ultimi e quindi anche le più complete pietre terminali di tutto il mondo visibile ed invisibile. Ne consegue che tutto, nel modo più preciso, tanto nel suo complesso quanto nelle sue singole parti, deve certamente venire a trovarsi con voi nella corrispondenza più indivisibile.

4. Se le cose stanno innegabilmente così, allora la conseguenza di tali premesse si impone da sé, e questa suona così: “Se l’uomo esiste quale scopo finale di tutta la Creazione, e questa dunque sta in tutto con lui nella corrispondenza più intima, allora è chiaro che, altrettanto necessariamente, egli è posto come un signore sopra tutta la Creazione, dal cui punto di vista egli deve agire di riflesso sull’intera Creazione allo stesso modo come l’intera Creazione necessariamente agisce prima su di lui e influisce su di lui!”. E adesso fate bene attenzione a quello che seguirà.

5. Tutta la Creazione, prima di voi, non ha assolutamente la libera volontà, bensì in essa tutto è necessariamente giudicato per uno scopo utile per voi, e così in essa è tutto un obbligo totale.

6. Ma solo Io, quale il grande Artefice di tutte le Mie creature, so come sono costituiti tutti i processi in essa, e come l’uno si concatena con l’altro, e vi posso perciò anche fornire quei mezzi che unicamente sono i più utili ad indicarvi come dovete fare per affermarvi liberamente su questo gradino supremamente alto sul quale voi state quale ublimassimo scopo finale di tutta la Mia Creazione.

7. Se voi rimanete in quest’Ordine prescrittovi da Me, il Creatore, allora anche l’intera la Creazione, esistente prima di voi, rimarrà dietro di voi nel più bell’ordine, ma se non rimanete in quest’Ordine, anzi se ve ne formate e create arbitrariamente un altro, allora Io, quale Creatore e Padre santo di tutti voi, sono evidentemente del tutto fuori da ogni colpa se l’intera Creazione che vi precede si inverte nella sua azione giudicata, vi trascina poi nel suo eterno, necessario giudizio ed infine addirittura vi uccide.

8. Non deve infatti essere pesante la pietra, affinché essa rimanga una fermezza sulla Terra e dentro di essa? Vedete, questo è un giudizio della materia della pietra!

9. Finché voi camminate sopra la pietra secondo l’ordine prestabilito, siete voi i dominatori della pietra; ma se invece farete rotolare una pesante pietra su di voi, allora diventerà la pietra la vostra dominatrice e vi farà sentire la sua pesantezza, il suo giudizio e vi darà infine la morte.

10. Ma come tra voi e la pietra sussiste questo rapporto, così pure un uguale rapporto c’è tra voi e l’intera Creazione visibile ed invisibile.

11. Solo voi potete benedirla secondo il Mio Ordine, ma viceversa potete anche guastarla per la vostra sciagura fuori dal Mio Ordine.

12. L’amore per Me però è il compendio di tutto il Mio Ordine. Attenetevi dunque sempre in maniera vivente a questo amore, e così voi non ricadrete mai più in un giudizio; ma se voi abbandonerete questo amore, allora voi aprirete le cateratte del giudizio ed esso allora si precipiterà necessariamente su di voi come la pietra e vi seppellirà in sé!

13. Perciò badate a questo e fate sempre attenzione; ma sappiate anche che Io, il Padre, non giudico nessuno! Comprendetelo tutti! Amen!»

 

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Cap. 14

Uranion domanda al Signore se Egli può essere offeso dagli uomini

La risposta affermativa del Signore

11 aprile 1843

1. Dopo questo discorso del Signore, tutti ringraziarono il Padre per aver fornito loro la luce in tanta abbondanza, perché, ad eccezione di Uranion, ora tutti avevano perfettamente compreso come stessero le cose riguardo alla sublime posizione dell’uomo nell’incommensurabile serie della creazione degli innumerevoli esseri e cose di Dio.

2. Ma, come già detto, il vecchio padre dal Mattino non era proprio perfettamente sicuro riguardo ad un punto; perciò egli si avvicinò con la massima umiltà al Padre e Gli chiese il permesso di fargli ancora una domanda riguardo a un punto che gli era tuttora un po’ oscuro.

3. E il Signore gli concesse immediatamente quanto Gli aveva chiesto, dicendogli: «Sono stato Io, nella Mia amorevole Sapienza, a volere che ciò restasse nascosto a te per amore di tutti; ed anche perciò tu puoi domandare ora, per amore di tutti, come se Io ignorassi completamente quello che stai per domandarMi!»

4. Ed ottenuto così il permesso, Uranion espose subito la sua domanda che ora gli stava tanto più a cuore in quanto riconosceva che dal Padre essa era considerata come fatta per il bene di tutti.

5. E la domanda fu questa: «O Signore e Padre santo ed amorosissimo di tutti gli uomini! Se l’uomo dunque può peccare solo contro l’Ordine da Te costituito nella Creazione, qualora egli non viva in conformità e secondo la Tua santa Volontà riconosciuta, quindi soltanto secondo la propria stolta volontà, e per conseguenza peccando effettivamente solo contro la Creazione e contro se stesso, ebbene, come è possibile allora offenderTi e urtare il Tuo santo e amorosissimo Cuore paterno?

6. Infatti se l’uomo, nella Creazione giudicata degli esseri e delle cose, trova il suo inevitabile giudizio, dunque la sua punizione, allora a me sembra che in un tal caso Tu non dovresti più prendere nota di ciò che fa l’uomo, e inoltre, a me sembra che, date simili circostanze, Tu non potresti mai essere offeso o urtato da qualche figlio stoltamente e ostinatamente disobbediente.

7. Dunque, la successiva parte principale della domanda consiste nella questione se Tu, o Padre, puoi essere offeso oppure no dagli uomini. O Padre, Ti piaccia di concederci a questo riguardo ancora una piccola scintilla della Tua Luce di Grazia e di Amore! Che sia fatta la Tua santa Volontà!»

8. E il Signore così rispose ad Uranion: «Certo, la tua domanda l’hai esposta molto bene; tuttavia dietro a questa tua domanda non si trova veramente nulla di così profondamente nascosto come te lo immagini tu e, con te, più di qualcun altro ancora.

9. Vedi, tu pure sei un padre generatore dei tuoi figli e nella tua amministrazione della casa hai opportunamente disposto questa e quell’altra cosa utile, della quale, secondo il tuo buon piano, deve essere utilizzata in modo ordinatamente appropriato!

10. Ma supponiamo ora che l’uno o l’altro dei tuoi figli si serva di una cosa di questa specie, da te disposta per un determinato scopo di utilità, in un modo del tutto contrario, così da rovinarla o addirittura romperla, oppure che i tuoi figli non si curino affatto della buona cosa, o che la trovino soltanto sciocca e ridicolmente superflua, e che si mettano perciò addirittura a denigrare te e la tua disposizione, calpestandola perfino rabbiosamente sotto i loro piedi, ovvero che i tuoi figli, a causa di una buona cosa da te disposta unicamente per il loro bene sotto l’impulso del tuo grande amore, addirittura ti maledicano e ti evitino come la peste; ebbene, dimMi tu quale padre dei tuoi figli: “Come accoglierai un simile contegno da parte dei tuoi figli, anche se, a rigore di termini, essi non abbiano effettivamente peccato contro di te, bensì soltanto contro le tue cose?”

11. Oh, tu certo malediresti simili figli!

12. Ma allora, cosa posso dirvi Io, che sono il Padre santo, se, ostinatamente e senza rispettare l’ordine, persistete nell’offendere il Mio Ordine santo ed eterno, e così facendo vi dimenticate completamente di Me?

13. A Me, dunque, non può essere indifferente che voi vi comportiate in un modo oppure in un altro!

14. Quindi è certo che anch’Io posso essere offeso da voi, ma poi dipende da voi riconoscere la vostra colpa e fare ritorno da Me; in questo caso di certo Io sono migliore di voi uomini, perché in tali condizioni Io non respingo nessuno, bensì cerco con ogni premura di ricondurre sulla giusta via chiunque si sia smarrito e riaccolgo subito ciascuno, purché voglia fare ritorno da Me.

15. Vedi, così stanno le cose; perciò rimanete nel Mio Amore, e allora non peccherete contro le Mie cose che Io ho creato per voi!

16. Ma ora vedo che Chisehel ha ancora qualcosa sul suo cuore; che venga perciò qui e si liberi del suo peso dinanzi a Me, il Padre! Amen!»

 

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Cap. 15

L’intimazione a Satana sotto l’aspetto di drago di comparire alla presenza di Chisehel, di Enoch e di Lamech

Le sue sfrontate parole e la volontà di crocifiggere in futuro il Signore

12 aprile 1843

1. E Chisehel, avendo percepito la chiamata, si alzò e venne vicino al Signore in tutta fretta e con la massima umiltà.

2. Ma quando Gli fu vicino e voleva egli pure esporre il suo caso con una domanda, e precisamente nella presunta intenzione nella quale prima Uranion dovette esporre il suo argomento sotto forma di domanda al Signore, Egli gli fece cenno di tacere e gli disse interiormente, del tutto in segreto:

3. «Chisehel, va e prendi con te Lamech ed Enoch, perché ciò che ti opprime non opprime finora nessun altro. Per conseguenza non è neppure necessario che tutti vengano a conoscenza della tua richiesta.

4. A voi tre voglio tuttavia sciogliere il tuo nodo, però non qui, bensì fuori di qui e in modo che nessuno ci veda! Abbandoniamo dunque per breve tempo la compagnia! Dì però prima ai padri che a nessuno è lecito domandare dove noi ci rechiamo ora!»

5. E Chisehel fece immediatamente tutto ciò che il Signore gli aveva comandato.

*

6. E quando tali incombenze furono sbrigate, il Signore se ne andò subito con i tre in un luogo boscoso che ugualmente, dalla parte settentrionale, era delimitato da una parete di roccia scoscesa nella quale si apriva una grande caverna, proprio come l’altro luogo già noto nel quale ai messaggeri, che stavano tornando a casa dalla pianura verso l’altura in compagnia di Enoch, era apparso il drago che già conosciamo.

7. E non appena si trovarono radunati in quel posto, il Signore così parlò a Chisehel: «Vedi, Io sono stato gravemente accusato dinanzi a te da parte del Mio grande nemico! Se Io Mi giustificassi al tuo cospetto in assenza dell’accusatore, allora tu continueresti ancora a pensare in segreto e a dire: “Può essere benissimo, anzi è probabile, che sia come il Signore ci ha rivelato; ma nonostante ciò resta sempre molto strano quanto ha detto il drago, e la sua confessione non è affatto del tutto indegna di attenzione!”

8. Per questa ragione Io vi ho condotto qui, e noi una simile questione la tratteremo pienamente alla presenza del drago!»

9. E detto ciò, il Signore fece una chiamata così potente che l’intero cerchio della Terra ne tremò rombando.

10. E questa chiamata così suonò: «Satana! Il tuo Dio ed eterno Signore vuole che tu compaia qui al Suo cospetto!»

11. Immediatamente dopo questa potente chiamata, che sarebbe potuta costare l’esistenza quasi dell’intera Creazione, il drago, tremante di violento furore, comparve dinanzi al Signore onnipotente di tutte le eternità e domandò al Signore:

12. «Che cosa vuoi Tu da me, mio eterno carnefice? Hai forse bisogno del mio aiuto per far tramutare nel nulla, con maggiore facilità, tutta la Tua Creazione? Oppure hai progettato forse ancora una volta una nuova Creazione per la quale io dovrei scovarTi un luogo favorevole?

13. Ma io Ti dico che non mi avrai mai in eterno per un tale scopo, poiché io conosco la Tua grande incostanza e so che in Te non c’è continuità, e so che tutte le Tue promesse non sono altro che parole vuote e di poca durata. Perciò anch’io sono fermamente deciso a ribellarmi contro di Te e a perseguitarTi in eterno!

14. In verità, anche se Tu sei un Dio che signoreggia ancora sull’intera Infinità, non Ti sarà mai in eterno possibile nasconderTi, del tutto per prudenza, in un angolo dell’Infinità dinanzi ai miei occhi in modo tale che io non possa trovarTi! Tu non mi sfuggirai!

15. Minacciami pure come e quanto vuoi; già ben presto si vedrà chi di noi due è veramente il signore di tutto il mondo e di tutte le creature!

16. Prima che Tu mi costringa a qualcosa, io Ti giuro per tutta la mia vita che annienterò me stesso, lasciando poi a Te di vedere come si metteranno le cose con la Tua eterna esistenza!

17. Mi comprendi bene, o antico imbroglione di mondi, tu che giochi con l’onnipotenza a mie spese! Mi comprendi?

18. Tu sei venuto qui per intimarmi di ritrattare dinanzi a questi tre quello che io con buone intenzioni manifestai prima a loro! Oh, Ti dico che avrai un bell’aspettare finché io mi decida a consacrarmi più oltre come un Tuo infame strumento!

19. Guarda: spezza con tutta la Tua Onnipotenza questa mia corazza, se lo vuoi e ne sei capace!

20. Io però Ti giuro: “Non io, bensì i miei più deboli servitori dovranno farTi e anche Ti faranno prigioniero, Ti metteranno in ceppi come un antico malfattore e Ti appenderanno con chiodi al legno da dove Tu, invano, potrai chiamare aiuto per l’eternità!”. Comprendi Tu questo?

21. Io adesso Ti ho fatto la mia promessa; ma se forse vuoi avere ancora qualcosa di più da me, allora parla, e sarà fatto quello che Tu non vuoi! Amen da parte mia, il Tuo signore! Comprendimi: amen da parte mia!»

 

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Cap. 16

Lo zelo vendicatore di Chisehel

Satana si rifiuta di rispondere e vorrebbe aggredire

La punizione tramite Chisehel – Il drago trasformato in uomo

13 aprile 1843

1. Ma Chisehel, che era alquanto focoso, quando ebbe percepito tale sacrilegio dalla bocca del drago, si accese d’ira e un ardente stimolo di vendetta colmò tutto il suo essere in maniera tale, che si mise a gridare a voce altissima e con violenza:

2. «Ma Signore, Dio onnipotente dall’eternità, Padre santo e amorosissimo! Come è possibile che Tu possa stare ad ascoltare tale sacrilegio?

3. Fa’ che io abbia di nuovo quella forza che avevo da Te laggiù nella pianura, e preparerò a questo Satana una fine della quale tutte le eternità di eternità non riusciranno ad esaurire il racconto!”

4. Ma il Signore disse allora a Chisehel: «O figlio del tuono e del fuoco! Il sacrilegio del drago riguarda forse più te che Me? Eppure egli si esprime benignamente verso di te, mentre il suo sacrilegio è rivolto soltanto a Me!

5. Oppure, pensi forse che senza di te Io non sia capace di dominare questo spirito caduto? Oh, non darti alcun pensiero per questo, perché col Mio più lieve alito Io lo posso disperdere per l’eternità!

6. Ma se facessi così, dimMi: che cosa avresti guadagnato tu e che cosa Io?

7. Vedi, se questo drago potesse danneggiarMi in qualche modo o farMi prigioniero, allora egli già da lungo tempo lo avrebbe fatto, dato che non è più un fanciullino nel Mio regno della Creazione! Egli però si rende conto in sé anche troppo in modo giusto del fatto che non potrà mai fare nulla contro di Me in eterno, perciò aguzza così il suo becco, tentando con le parole di vendicarsi di Me, dato che gli sarà certo assolutamente impossibile per tutte le eternità vendicarsi con i fatti!

8. Lasciamo perciò che lui dica ciò che può e che vuole, e quando avrà terminato del tutto di parlare, allora anch’Io gli dirò qualcosa.

9. Quindi ritorna alla tua calma precedente. E tu, o Satana, continua a parlare, perché Io, tuo Dio e Signore, voglio che tu ti riveli completamente dinanzi a questi testimoni, precisamente così come sei, in modo che un giorno tutto il mondo possa riconoscerti tramite loro!

10. Prima di tutto, dimMi questo: – quante sono già state le Creazioni che Io avrei annientato secondo quanto hai detto?»

11. A queste parole il drago rimase colpito e non volle parlare.

12. Ma il Signore gli impose di parlare.

13. Allora il drago cominciò ad impennarsi e fece atto di volerli divorare tutti e quattro.

14. Ma il Signore disse: «Se tu ora non vuoi risponderMi, allora ti costringerò Io con la Mia ira!»

15. Il drago sputò fuori del fuoco e poi ruggì contro il Signore: «E che può farmi la Tua ira? È già da lungo tempo che la conosco, poiché io stesso sono la Tua ira!

16. Non sono io che Ti devo temere, bensì Tu devi temere il fatto che io mi scagli addosso a Te; e se facessi così, allora probabilmente sarebbe finita anche col Tuo Amore, e Tu stesso poi spazzeresti via dalla Terra, senza alcuna pietà, milioni dei Tuoi figli, e daresti alle poche mosche superstiti la prima prova di quanto ci tieni alla conservazione delle Tue creature!

17. Perciò è più saggio che Tu ti tenga lontano da me, altrimenti non garantisco che Tu non ti senta addirittura indotto oggi ad avvolgere la Terra fin oltre le montagne nel flutto mortale, cosa alla quale in segreto Tu ad ogni modo pensi continuamente!»

18. A questo punto il Signore gli parlò con una certa veemenza: «Satana, non spingere la Mia Pazienza e la Mia indulgenza agli estremi! Dà la risposta così come Io la voglio avere da te, e non diversamente, altrimenti ben presto ti succederà qualcosa di male!»

19. A queste parole il drago si voltò e parve voler vibrare un colpo ai quattro con la coda poderosa.

20. Ma il Signore porse a Chisehel una verga e gli disse: «Va’ e puniscilo!»

21. E Chisehel, presa in mano la verga, si accostò al drago e lo percosse violentemente.

22. Allora il drago, voltandosi di nuovo velocemente, emise urla e ruggiti, depose subito la sua orribile figura e ora era visibile come un uomo al pari degli altri. E come tale si prostrò immediatamente dinanzi al Signore e disse:

23. «Signore, Dio eterno e onnipotente! Se Tu vuoi proprio punirmi, allora puniscimi per la mia grande, ostinata malignità verso di Te, ma non senza il Tuo amore, poiché i colpi della Tua ira bruciano troppo insopportabilmente e sono infinitamente dolorosi!»

24. A questo punto il Signore disse: «Come mai, tu che pretendi di essere il Mio signore, puoi rivolgere a Me una simile preghiera? Tu stesso hai appena minacciato di punirMi. Come mai ora vuoi farti punire da Me?»

25. E Satana rispose: «O Signore, non punirmi troppo all’infinito, perché Tu sai certamente che io sono un mentitore per mia stessa volontà, dato che volli essere un signore senza di Te!

26. Concedimi piuttosto una nuova proroga, ed io mi rivolgerò a Te. Tuttavia toglimi tutta la mia grande potenza, in modo che io non venga nuovamente tentato da me stesso a ribellarmi contro di Te!»

27. E il Signore disse: «Esponi ora tutte le tue menzogne davanti a questi testimoni, e poi vedrò quello che sarà bene fare a te; ma non tenere niente di nascosto, altrimenti tutto il tuo implorare ti gioverà a poco! Amen!»

 

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Cap. 17

Satana, il primo essere femminile creato, confessa le sue menzogne

e riconosce l’ostinazione della sua malignità

14 aprile 1843

1. A questo punto Satana si alzò tremando e disse a Chisehel che ancora teneva solidamente impugnata la verga che il Signore gli aveva dato:

2. «Ascoltami, mio punitore per la potenza del tuo Dio che è pure eternamente un Dio dell’ira su di me e non vuole mai cessare di percuotermi con la Sua terribile sferza!

3. Nella mia orrenda e spaventosa forma assunta a mia protezione, ti ho detto molte cose poco fa riguardo al Signore, il Creatore onnipotente di tutte le cose, di tutti gli spiriti e di tutti gli uomini, che io adesso, in questa mia forma simile alla tua, ritiro completamente, perché sono un’assoluta menzogna!

4. Io ti ho certo detto delle cose vere, ma poiché le ho invertite in me, allora sono una menzogna, poiché tutto quello che ho asserito del Signore andava invece riferito soltanto a me; e quindi non il Signore, ma unicamente io sono il malvagio ingannatore del mondo già piuttosto antico, ed uno che, se non gioca proprio con l’onnipotenza, gioca però, in modo più che evidente e fortemente, con una grande potenza!

5. Non il Signore, bensì io soltanto ho già distrutto molti sistemi solari, e da parte mia essi si sarebbero inabissati nel loro eterno nulla se il Signore non avesse avuto misericordia di loro e se mediante i messaggeri della Sua potenza non li avesse fatti trasferire in un certo luogo dell’Infinità perché vi percorressero orbite nuove e tranquille, dove il mio alito pestilenziale non potrà mai raggiungerli.

6. Vedi, se dipendesse da me, ad ogni istante sorgerebbe una nuova Creazione e nessun essere avrebbe carattere permanente, perché vorrei creare soltanto per aver poi qualcosa da distruggere, e bramerei formare e generare creature umane della specie più bella e attraenti possibili, per poi tormentarle secondo la mia voglia maligna; e quando fossi del tutto sazio del loro tormento, per annientarle completamente subito dopo.

7. Vedi, io fui sempre un bugiardo, ed anche adesso vorrei mentire mille volte dinanzi a te, piuttosto che dirti la piena verità; ma io temo troppo la tua sferza per azzardarmi a mentire davanti a te come ho fatto la prima volta!

8. Tuttavia in me non si produrrà affatto alcun miglioramento, anche se adesso ti ho detto la verità, perché, finché mi verrà lasciata la grande potenza, ebbene, fino a quel tempo, dal punto di vista della materia, tutto il mondo visibile, vale a dire la Terra, il Sole, la Luna e tutte le innumerevoli stelle quali soli in numero sterminato, i mondi e gli esseri nella varietà infinita delle loro specie, mi deve restare interamente sottomesso e io devo esserne il signore.

9. Infatti, tale devo essere, perché io sono come un Dio creato, e ora, in questo universo materiale, sono come del tutto imprigionato, così che in eterno non posso strapparmi ad esso finché sussisterà anche soltanto un unico ed ultimo granellino del mondo, anche il più infimo. E questa è anche la ragione per cui io tendo costantemente all’annientamento delle cose che l’Onnipotente edifica, e ciò per poter giungere molto prima, secondo la mia ambiziosa opinione, ad una signoria universale esclusivamente mia e per poter possibilmente rovesciare il Signore della Magnificenza giù dal Suo trono eterno, poiché Egli si oppone sempre e continuamente ai miei piani di distruzione da quando fui chiamato alla mia esistenza (sorgendo) da Lui, divenendo sommamente potente e pressoché infinitamente grande, per essere come un secondo Dio accanto a Lui e per regnare con Lui, ma anche per amarLo con tutto l’amore sopra ogni cosa da tutto il mio profondo (essere), per diventare per Lui quello che una moglie fedele è per l’uomo, per l’eternità!

10. In verità, io fui creato splendido e grande! Bastava che io volessi, e tutto esisteva anche già; e il Signore non mi era di impedimento nel mio volere e nel mio creare.

11. Ma quando io volevo distruggere nuovamente qualcosa di ciò che avevo creato, allora il Signore me lo impediva. E in questo modo mi vidi limitato anche nella mia potenza di fronte a Dio.

12. Mediante l’astuzia io volli poi portarLo dalla mia parte e mi feci bello quanto più era possibile. A tale scopo mi accesi in tutta la mia luce per abbagliare il Signore.

13. Ma allora il Signore all’improvviso mi avvinghiò strettamente nella mia luce, creò poi dalla mia stessa luce la materia e, accanto a me, creò pure schiere di innumerevoli esseri di specie quanto mai magnifica e li amò di più di quanto avesse amato me, la Sua donna creata per prima.

14. Fu allora che io ciecamente trapassai nell’ira più pazza, e ora è già per tutta la durata dell’eternità che maledico il Signore, che certamente già più di una volta voleva salvarmi, ma la mia rabbia è troppo grande perché mi sia possibile lasciarmi salvare da Lui, non avendo Egli voluto lasciarmi regnare!

15. Ebbene, ora ha parlato Satana e non ha detto menzogne, bensì la verità. Perciò toglile, o Signore, la sua grande potenza in modo che lei non Ti possa più contrastare, dandoTi perciò motivo di punirla in modo sempre più aspro!

16. Concedimi una nuova proroga, ed io voglio convertirmi a Te entro questo tempo di proroga!

17. Se però la mia grande gelosia verso di Te dovesse mandarmi di nuovo in collera, dato che Tu rivolgi completamente il Tuo Cuore ai neo-creati ed io dovessi perseguitarli per tale motivo, allora toglimi addirittura ogni potere e rigettami per l’eternità, oppure fa’ di me quello che vuoi!

18. Appendimi tra Cielo e Terra in modo che la mia ira mi consumi al cospetto di tutta la Tua Magnificenza e al cospetto di tutti coloro che ami e ai quali è lecito ed è possibile amarTi! Sia fatta la Tua Volontà!»

 

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Cap. 18

L’eterna punizione di Satana: una menzogna!

La perfetta bellezza femminile della figura primordiale di Satana

Satana fu creata da Dio per essere una Sua cara figlia e sposa

La proroga concessa fino al Sacrificio sulla croce

15 aprile 1843

1. A questo punto il Signore si rivolse nuovamente a Satana e gli disse: «Satana, tu dici che Io sono per te soltanto un Dio dell’ira eternamente onnipotente e implacabile, e che già da eternità ti punisco continuamente nella maniera più indicibilmente e indescrivibilmente crudele! Allora, ora ti impongo di mostrare a questi testimoni, i segni delle percosse che tu già ricevesti da Me!»

2. A queste parole la grande Prostituta fu sorpresa e non seppe che cosa replicare al Signore della Magnificenza; infatti, riguardo alla presunta punizione non c’era molto da dire, dato che il Signore non le aveva mai tolto la ultrapotente libertà del volere, bensì gliela aveva lasciata allo scopo dell’operare potente e libero nello sconfinato spazio della Creazione.

3. Quello invece che Satana voleva indicare come la punizione più terribile, non era altro che il costante impedimento opposto dal Signore alla distruzione di tutte le cose secondo i piani sempre astutamente perseguiti da Satana.

4. E perché ciò? Perché Satana si è sempre fissata in questa idea: si tolga a Dio ogni sostegno e non Gli si lasci più alcun punto d’appoggio, allora tutta la Sua Onnipotenza non Gli gioverà più a nulla, e a lei, poi, quale nemica giurata, sarà estremamente facile trionfare su Dio e innalzare se stessa sul trono dell’onnipotenza, mettendo il Dio prima onnipotente e ora indebolito, ma tuttavia indistruttibile, sotto le proprie pantofole in modo che Egli debba poi ballare secondo il piacimento dell’infame vincitrice.

5. Ma siccome il Signore già dall’eternità aveva avuto chiarissima nozione di simili piani, perfidi e non ispirati ad alcun amore, e per conseguenza era sempre intervenuto in modo del tutto inatteso con la Sua onnipotente azione oppositrice là dove l’astuta nemica meno se l’aspettava, allora era avvenuto che il suo odio rabbioso contro Dio era andato crescendo sempre più e, in tali condizioni, arrivando al punto da attribuire al Signore la fama di crudelissimo punitore.

6. Invece Satana, dopo questa improvvisa richiesta (di mostrare i segni delle percosse), non avendo niente con cui poter provare una simile colpa a carico del Signore della Magnificenza, dovette quindi tacere all’intimazione fattale dal Signore, pur tradendo il suo intimo furore con un mal nascosto digrignare di denti. Ma il Signore la interpellò nuovamente e le disse:

7. «Perché non vuoi fare come Io ti ho comandato e non mostri ai testimoni le cicatrici delle ferite che la Mia eterna ira punitrice dovrebbe averti inferto, affinché con ciò risulti manifesta la Mia grave colpa verso di te ed Io possa poi risarcirti per ogni ingiustizia commessa con ogni crudeltà a tuo danno?

8. Tu sei ancora vestita dinanzi a noi, e i testimoni non vedono nessuna parte del tuo essere all’infuori dei tuoi capelli; perciò spogliati delle tue vesti, e mostrati interamente come sei, in modo che i testimoni ti vedano e constatino come tu fosti finora trattata da Me nonostante tutta la tua malignità!»

9. Nello stesso istante Satana si trovò spogliata dinanzi ai testimoni, e tutti dovettero ammettere, con la più grande meraviglia del mondo, di non aver mai visto un qualcosa di così infinitamente bello e perfetto, arrotondato in tutte le sue parti, e sano e vigoroso in una donna.

10. E Lamech per conto suo osservò: «O Signore e Padre, certo le nostre Ghemela, Naeme, Purista e Pura, che Tu accogliesti con Te, sarebbero a suo confronto – per quanto riguarda la bellezza esteriore – quello che un grossolano pezzo d’argilla è al paragone di uno splendidissimo e purissimo diamante quando il suo brillare è accresciuto dai raggi del Sole mattutino! E con un tale aspetto questo essere parla di una crudelissima punizione da parte Tua, o Signore, in tutta la Tua eterna santità, bontà, amore e una simile misericordia?»

11. E il Signore rispose: «Sì, ad eccezione dei colpi di Chisehel, lei non ha ancora avuto una punizione da Me, il suo Creatore, Dio, Padre e Sposo, e tuttavia Mi odia perché sono l’eterno e purissimo Amore, e vuole uccidere il Mio Cuore perché non vuole essere un distruttore uguale a lei!

12. Lei, illudendosi ancora, pensa di poterMi  togliere un giorno la Mia virilità, invece di fare ritorno a Me e di essere per Me in eterno una cara figlia, una cara sposa, potente sopra ogni cosa (attingendo) da Me, e di accogliere, al pari di Me, i Miei sette Spiriti della potenza.

13. Tutte le stelle, i soli e i mondi mostrano tutto quello che Io ho già fatto per amor suo e per ricondurla sulla retta via; ma finora non è servita nessuna cosa con lei, ed essa è rimasta sempre l’antica nemica del Mio Amore, colma di rabbia ed implacabile!

14. Perciò ora, Io voglio fare su questa Terra la cosa estrema! Voglio darMi prigioniero a lei fino alla morte, e le lascerò ogni potere su questa Terra, e tutte le stelle dovranno esserle sottomesse!

15. Lei dovrà poter, secondo la sua volontà, perfino ucciderMi, ma poi, per Mia potenza e senza alcun punto d’appoggio esterno, Io risorgerò vivissimo e potentissimo, e in questo modo le dimostrerò tutta la sua impotenza e la sua immensa cecità, e soltanto allora le toglierò il potere sulle stelle e le lascerò soltanto il potere di mezza Terra, e poi le darò ancora un tempo intero, mezzo tempo e un quarto di tempo di proroga!

16. Ma guai a lei qualora tutto ciò non dovesse ancora servire a niente, perché soltanto allora comincerà la punizione da parte Mia nei suoi confronti!

17. Fino al tempo della Mia prigionia – qualora dovesse insistere su questo punto – lei avrà pienissima libertà di fare ciò che vuole!

18. Ben per lei se farà buon uso di questa nuova proroga! Ma se persisterà nell’agire secondo la sua antica rabbia, allora un giorno lei troverà anche la sua ricompensa ben meritata già da molto tempo.

19. Queste cose però tenetele per voi fino al tempo della sua infamia! Amen!»

 

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Cap. 19

I timori di Chisehel vorrebbero dissuadere il Signore dalla Sua Misericordia

Il rimprovero meritato a Chisehel

Un’ultima esortazione a Satana per il suo ritorno

18 aprile 1843

1. Dopo tale potentissima decretazione del Signore, Chisehel disse al Signore: «O Padre santo e amorosissimo, io, come certamente anche è il caso di Enoch e Lamech, riconosco il fondamento della Tua infinita bontà e della Tua misericordia; ma se ora considero la terribile potenza da te concessa al Tuo nemico sopra l’intera Creazione, e per conseguenza anche sopra di noi, io ne resto immensamente spaventato e angosciato verso tutta l’umanità di questa Terra.

2. Se infatti questo nemico, già nella sua potenza spezzata ha arrecato dai primordi un così grave danno a Te, alla Terra e a tutti noi, cosa farà mai adesso, armato dei pieni poteri da Te accordatigli?

3. Io vorrei dunque pregarTi di riflettere sul futuro e non concederei al Tuo nemico un potere tanto terribilmente grande, perché altrimenti tutte le cose sante che Tu hai edificato, o Padre amorosissimo, gioveranno ben poco a noi!

4. Infatti, prima che Tu possa aspettartelo, egli avrà arrecato il maggior danno alla Tua Casa! E noi non siamo sicuri di fronte a lui neanche se Tu volessi restartene visibilmente tra di noi in modo continuo come avviene ora! Perciò, o Signore e Padre, rifletti su quello che fai!»

5. Allora il Signore, in tono abbastanza serio, rispose a Chisehel: «Io ti dico fermare la tua lingua, se con questa non sei capace di enunciare qualcosa di migliore; altrimenti Mi diventi più spiacevole di Satana!

6. Io so quello che faccio. Tu invece non sai quello che dici! Io provvedo per il mantenimento dell’Ordine eterno e di tutti gli esseri che sono sorti da lui e in lui. Tu invece ti preoccupi solo del mantenimento del mondo.

7. Credi forse che concederò al nemico di più di quanto concedo a ciascuno di voi? Come sarei allora un Dio santo?

8. Io vi dico: “Il più alto potere del nemico, nelle stelle, sopra la Terra e in voi, preso nel suo assieme, non è più grande di quello di ogni singolo tra di voi nell’amore per Me!”

9. Tale cosa Io te l’ho mostrata mediante la verga con la quale tu hai percosso il nemico. Questa verga resta presso di voi fino al grande Tempo dei tempi, nel quale Io erigerò un altro legno (la croce) che spoglierà il nemico da ogni potere sopra le stelle e sopra la mezza Terra; e poi gli accadrà secondo le sue opere!

10. Ed occorre che ora egli apprenda che tutti i figli che alla fine avrà catturato, non gioveranno a nulla; perché il nuovo legno glieli strapperà di nuovo, e a lui non resterà altro che la sua propria grande impotenza e, da questa, il Giudizio.

11. Voi siete perfettamente liberi, e questa libertà il nemico non può togliervela e non può nemmeno vincolarla in voi. Voi potete potentemente fare ciò che volete, ed egli può fare dal canto suo quello che vuole.

12. Tuttavia, dato che voi potete essere molto più potenti e ora anche lo siete dal fondamento, allora dipenderà da voi vincere il nemico, oppure lasciarvi stoltamente vincere da lui.

13. Quale uomo è più debole di sua moglie, se egli è un uomo giusto e saggio?

14. Se voi siete già i signori delle vostre donne, le quali possono essere sempre vicine a voi, allora potrete ben essere anche i signori di questa donna, la quale è molto più debole della più debole fra tutte le vostre donne!

15. Se tu avessi punito la tua donna, allora questa ti si sarebbe opposta; ma l’ha potuto fare questa donna (quando l’hai percossa con la verga)?

16. Così dunque deve restare anche per l’avvenire, e la Mia potenza non si scosterà mai da voi, se voi rimarrete nell’amore per Me.

17. Il patto è stretto tra Me e voi, e mai in eterno nessuna potenza di donna e di nemico sarà in grado di infrangerlo completamente!

18. Comprendi quello che ti ho detto e non parlare più di cose stolte dinanzi a Me! Amen!»

19. A questo punto Chisehel si trovò perfettamente rassicurato e supplicò il Padre di perdonargli la sua grande stoltezza.

20. E il Signore lo benedisse e poi disse: «Siate dunque veri signori sopra tutta la carne delle donne, e allora le vostre procreazioni non procederanno sulla Terra, bensì nei Cieli, affinché i vostri frutti diventino frutti della Grazia e della Forza, e siano sommamente piacevoli da guardare! Amen!»

21. A queste parole Satana trasse un profondo sospiro e disse: «O Signore, quali frutti allora sorgeranno da me? Devo languire eternamente e rimanere sterile come un pruno inaridito?»

22. E il Signore le rispose: «Ritorna a Me nel tuo cuore, e poi Mi renderai dei frutti che l’eternità non ha ancora mai visto; in caso diverso tu non porterai che frutti della morte eterna, che un giorno ti giudicheranno come la più grande Prostituta!

23. Comprendile queste cose, poiché d’ora innanzi Io terrò in considerazione solo ciò che è piccolo, e troverò eternamente il Mio compiacimento nella semplicità senza splendore!

24. Prendi dunque tutto questo a tua norma, e così ti sottrarrai al Mio Giudizio! Amen!»

 

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Cap. 20

La preghiera pretestuosa di Satana rivolta al Signore per riavere un cuore tale da poterLo amare

19 aprile 1843

1. Allora Satana si rivolse al Signore e così Gli parlò: «Signore, come posso rivolgermi a Te nel cuore? Non mi hai forse preso il cuore e con questo hai creato Adamo, la sua donna e tutti i suoi discendenti?

2. Vedi, io dunque non ho di certo più un cuore, ed anche perciò non mi è possibile accoglierTi in un cuore che non posseggo oppure rivolgermi a Te in tale cuore! Crea perciò nuovamente un cuore in me, ed io voglio fare come Tu dici!

3. Per quanto magnifici possano essere i frutti che io potrei portare a Te, se Tu però mi privi del seme della vita, dato che Tu non mi ridai il cuore di Adamo che è l’unico adatto alla fecondazione, per la qual cosa io sono del tutto senza vita in me, ebbene: – quali altri frutti si possono ottenere da me, se non quelli unicamente della morte e del giudizio che dovranno un giorno giudicarmi come la più grande prostituta?

4. A Te è facile parlare perché sei il Signore e fai quello che vuoi, e non devi domandare niente a nessuno, né permetti a nessuno che Ti dica qualcosa come consiglio.

5. Quello che Tu vuoi, alla fine deve accadere, e chi volesse qualcosa di diverso da quello che vuoi Tu, costui Tu lo puoi rovinare o per lo meno lo puoi tenere soggetto ad un qualche giudizio da parte Tua per tutto il tempo, finché non si sia lasciato del tutto inghiottire dalla Tua Volontà, come Tu stesso hai detto prima che, d’ora innanzi, avrai eternamente il Tuo compiacimento soltanto nel piccolo e nella semplicità completamente priva di splendore!

6. A Te, il Signore, questa cosa è certamente quanto mai facile, e chi è in grado di cambiare la Tua intenzione? Ma del tutto diversamente stanno le cose riguardo alla creatura, di cui io sono la prima [sorta] da Te! Questa creatura non è un signore e non ha potenza all’infuori di quella soltanto che Tu le vuoi concedere, con la quale potenza però essa non può fare nulla di notevole di per sé, bensì unicamente per mezzo Tuo, vale a dire che essa deve essere adoperata secondo la Tua Volontà; e se mai avvenga che essa agisca secondo la cosiddetta propria e libera volontà pure da Te conferitale, essa pecca, si allontana da Te e contemporaneamente anche subito si trova sottomessa ad un giudizio stabilito da Te sotto tutti gli aspetti!

7. Per Te è facile dire alla creatura: “Regola te stessa conformemente alla Mia volontà, e così sfuggirai al Mio giudizio!”. Questo però è anche giusto, poiché se qualcuna si togliesse la vita da se stessa, allora Tu non avresti poi più bisogno di mandare su di essa, in un modo o nell’altro, un’altra morte.

8. Tu di sicuro, come Dio e Creatore, Ti senti invincibile per l’eternità; ma puoi forse sentirTi anche come si sente una creatura? Puoi Tu, quale Vita eternamente indistruttibile in Te stesso, percepire mai la sensazione che prova la creatura morente, o che sta per trapassare, nel momento in cui muore?

9. Vedi, in quel momento la creatura soffre l’angoscia e il tormento più atroci, ed anche già trovandosi nelle condizioni di vita più belle, ha sempre in sé un sentimento che l’ammonisce e le dice: “Tu gioisci invano della vita, perché ben presto verrà un tempo nel quale dovrai espiare la vita come un sacrilego!”

10. Ma allora anche la gioia comunque, fievolissima, della vita, è come stroncata, dato che un’eventuale vita futura, di per sé, permette che ci si creda solo debolmente ma non permette di vederla; e per quanto anche discretamente vi si possa credere, tuttavia per arrivare a questa eventuale vita futura, prima è necessario che metà creatura vada completamente in rovina, e ciò spesso nella maniera più miserabile, come anche troppo spesso ho visto nella pianura.

11. Ma perché è così e perché non è altrimenti? Ebbene, succede così e non altrimenti perché sei Tu il Signore e puoi fare come vuoi, e perché Tu, quale Dio e Creatore, non puoi mai percepire, nella completa e viva pienezza della verità, come si venga a trovare la creatura quando, per effetto della Tua onnipotente Volontà, essa deve morire!

12. Se Tu almeno facessi in modo che il trapasso avvenisse senza dolori, allora io non direi ancora nulla; ma che vantaggio ne trai Tu, quando la creatura, per l’amaro dono della vita, deve essere martoriata fino ad essere annientata almeno per più della metà, quando non lo è del tutto e in eterno, se ci sono delle circostanze che non piacciono a Te, il Signore onnipotente?

13. Vedi, in tutto quello che ora Ti ho descritto francamente, essendo io senza cuore, per conseguenza non posso rivolgermi a Te con esso! Sii dunque un po’ più trattabile, e allora io prenderò di nuovo un cuore per Te!

14. Solo che nelle circostanze attuali io non potrò mai amarTi in eterno, perché da una parte Tu sei il puro Amore, ma dall’altra sei invece unicamente un Tiranno che vuole vedere uccisa ogni carne tra grandi angosce e tormenti, e solo dopo pretendi di dare una vita allo spirito, ma riguardo la costituzione della quale a nessuno è dato di vederci chiaro.

15. La carne è frutto mio; ma se Tu la uccidi, allora, come e perché dovrei o potrei io amarTi?

16. Sii perciò un po’ più trattabile, ed io poi Ti amerò!»

 

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Cap. 21

Chiarimenti del Signore alle falsità di Satana, che ribadisce ulteriori sforzi futuri per riconquistarla

La natura di Satana attraverso i corpi di Adamo e di Eva, e del serpente ingannatore

20 aprile 1843

1. Ma quando il Signore ebbe percepito simili espressioni da Satana, si irritò e disse: «Che cos’è questa accozzaglia di insensatezze mondiali che vai blaterando? E quali stoltezze maligne sfuggono, in modo tremendamente menzognero, fuori dalla tua bocca?

2. Se fosse così come dici tu, la Terra non esisterebbe di certo! Nessun Adamo potrebbe camminare su di essa, nessun Sole risplenderebbe sul firmamento e nessuna Luna, né alcun’altra stella ornerebbero l’infinito spazio della Creazione al cospetto della Terra!

3. Ma siccome sei costretta a ricorrere a maligne accuse e per conseguenza menti con ogni tua parola, allora esiste una Terra, e su di essa si trova un Adamo, e l’infinito spazio della Creazione è pieno del Mio Onore divino, del Mio amore, della Mia misericordia e grazia!

4. Tu parli come se Io non avessi il cuore, e dici che, attraverso Adamo, ti ho privata Io del tuo cuore che ora vorresti riottenere. Ma adesso, dichiara a Me, il tuo Creatore, se tu vivi oppure non vivi! – Tu rispondi: “Signore, io vivo!”

5. Ma potresti forse vivere anche senza il cuore, dal momento che il cuore stesso, in ciascun essere, deve pur costituire il fondamento di ogni vita, senza il quale non è immaginabile alcuna vita? Potresti respirare, pensare, percepire e parlare, senza avere in te il fondamento della vita? – Tu rispondi: “No, o Signore!”

6. Ebbene, dato che tutto ciò è incontestabilmente vero, come si mettono allora le cose con la tua accusa, secondo la quale Io ti avrei derubato del tuo cuore?

7. Vedi, ora tu stai già di nuovo muta dinanzi a Me e non sei capace di dire niente che sia giusto! Ma Io ti dico che tu sei sempre stata una mentitrice e non hai mai voluto dire la verità, nonostante essa non ti sia mai stata nascosta!

8. Non fosti tu anzitutto chiamata a modificare, nel corpo di Adamo da Me formato, la tua natura? Tu però – del tutto liberamente da te – non volesti quello che avrebbe potuto giovarti, bensì cercasti di diventare una donna!

9. Io allora ti resi ben presto libera e dal corpo di Adamo formai te, una carne con lui, mentre in Adamo Io alitai una nuova anima vivente e lo creai dunque spiritualmente secondo la Mia Misura.

10. Tu dovevi essere trasformata in Eva e vincere la tua natura, del tutto invertita da te e attraverso te stessa, della morte e del giudizio.

11. Sennonché tu disdegnasti queste Mie disposizioni misericordiose, ti staccasti e reputasti miglior cosa – sotto la forma di serpente ingannatore, in cui non c’è distinzione di sesso e che ha in sé il proprio zelo di riproduzione velenoso – ammaliare la tua carne di prima, così da corrompere Eva da Me neo-destata e, attraverso lei, sedurre anche Adamo!

12. Dimmi: ho forse tolto Io a te il cuore per mezzo di Adamo? – Adesso tu taci, colpita soltanto esteriormente. Però ben scorgo la tua rabbia interiore, la quale va dicendo: “Sì, io ho il cuore di Adamo e di Eva riuniti in me! E tuttavia, o Dio, non Ti voglio, perché Ti odio di mia iniziativa, dato che Tu non vuoi farmi diventare l’unica sovrana e una che gioca con l’onnipotenza!”. Ecco, queste sono le tue parole!

13. Tu inoltre, asserisci che è impossibile che Io ti ami, dato che non ti concedo quello di cui sei assetata.

14. Io però ti dico: “La Mia Intenzione è la conservazione eterna di tutte le cose, e questa è l’eterna opera del Mio Amore! Tu invece vuoi soltanto distruggere tutto!”. E in tali condizioni, non posso certo amarti in eterno nel modo quanto mai frivolo nel quale vuoi essere amata!

15. E tuttavia Io ti amo, poiché quello che ho fatto finora, Io l’ho fatto per amor tuo, e farò ancora il massimo!

16. Ma se poi, nonostante ciò, tu dovessi ancora non riconoscere il Mio eterno Amore, allora anche il Mio Amore per te avrà trovato una fine eterna, e Io poi ti mostrerò quanto può fare un Dio irato!

17. Il fuoco è il Mio elemento fondamentale. Tutte le cose sono state create attraverso la potenza del Mio fuoco; ed appunto in questo fuoco tu verrai allora gettata, e là ti sarà lasciato libero campo per tentare di sottometterlo, se ne sarai capace!

18. Se Io faccio morire la carne dell’uomo quando il suo spirito deve passare alla vita, allora questa è una morte ben piccola; tu però, nel Mio Fuoco, troverai una grande morte all’infinito, e allora si vedrà quanta parte di te non rimarrà uccisa nel Mio Fuoco!

19. Ma che cos’è il distacco della carne? Esso, non è nient’altro che una liberazione dello spirito, quindi la sua risurrezione dalla morte alla vita vera e perfettissima!

20. La tua grande morte e il distacco da Me nel Fuoco, ti daranno una nuova risurrezione? – Ebbene, ad una simile domanda Io non trovo in Me affatto risposta, perché in quel tempo Io ti abbandonerò del tutto a te stessa e non farò più niente per te, e poi, anche dopo delle eternità, si vedrà cosa sarà rimasto di te tramite il tuo atto arbitrario.

21. Invece la morte della carne e le sue sofferenze non sono opera Mia, bensì sono opera tua!

22. Io però saprò proteggere i Miei contro qualsiasi avversità, e toglierò loro il corpo in modo che essi non dovranno mai lamentarsene in eterno!

23. Lo stesso [elemento] creaturale Io lo saprò portare ad un tale equilibrio tra Me e loro, che dagli uomini sorgeranno per Me dei veri fratelli; ma allora per te sarà venuto anche l’ultimo tempo!

24. E affinché tu veda che Io posso mettere a profitto anche il tuo dannoso consiglio, allora consigliaMi dunque, ed Io farò secondo il tuo consiglio, senza perciò turbare il Mio Ordine, in modo che tu non possa mai più dire che Io non presto ascolto al consiglio degli altri, essendo l’unico Signore!

25. Parla dunque, affinché possa mostrarti del tutto come Io in eterno agisca per il bene di tutte le creature! Amen!»

 

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Cap. 22

Ulteriori egoistiche e arroganti accuse di Satana

La tristezza del Signore per l’ostinazione di tale creatura

22 aprile 1843

1. Satana tuttavia si rivolse nuovamente con arroganza contro il Signore e Gli disse: «Il Tuo modo di governare non consiste che nel comandare a ciò che hai creato (attingendo) da Te in modo che dovrebbe essere libero nell’azione, e nel giudicare quello che non ha in sé la libera coscienza!

2. Ma che Tu volessi conversare benevolmente, e non in modo autoritario, con una creatura libera, per conquistarla liberamente attraverso il puro amore, vedi, questo sembra che Ti sia del tutto estraneo dall’eternità!

3. E così pure Tu continui a comandarmi, ed io devo continuare ad obbedirti, per poi alla fine, come ricompensa di tutta la mia obbedienza, non ottenere altro che il Tuo costante ed evidentissimo disprezzo. Ma se è così, tante grazie in anticipo per tutte le eternità delle eternità!

4. Se Tu mi avessi detto: “O Mia diletta, graziosissima e splendidissima Satana! Vedi, Io voglio ascoltarti in tutto il Mio amore per te; consigliaMi dunque, ed Io farò secondo il tuo consiglio!”, allora sì che Ti avrei dato un consiglio! Ma ad una imposizione fatta in maniera tanto scortese e autoritaria, io non Ti do nessuna risposta come consiglio!

5. Ritieni Tu, dunque, che la Tua potenza Ti dia il diritto di comportarTi in questo modo con me? Oh, Ti inganni enormemente!

6. Se Tu sei un giusto e sapientissimo Creatore ed io sono la Tua prima creatura, allora vedi di onorare Te stesso in me attraverso un’adeguata distinzione da farsi a me, Tua creatura!

7. Ma se Tu non vuoi fare così, allora con ciò non mi dimostri altro, in primo luogo, che io sono una creatura del tutto rattoppata della Tua potenza e sapienza; e in secondo luogo, con ciò Tu dimostri di rendere inequivocabilmente testimonianza da Te stesso che nella Tua Creazione sei una specie di imbrattatore, e che per conseguenza io e l’intera Creazione non siamo e restiamo altro che un tentativo quanto mai mal riuscito della Tua caratteristica potenza creativa.

8. Perciò comportaTi un po’ diversamente verso di me, e non fare delle cattive figure al cospetto di coloro che dovrebbero essere Tuoi figli! Chi mai potrebbe avere stima di Te con questi Tuoi difetti?

9. Io però so che Tu sei realmente sapiente in modo estremamente divino e che sei anche buono; ma anche per questo mi irrita tanto infinitamente di più il fatto che Ti comporti verso di me come se io non fossi una Tua creatura, bensì una creatura di qualche estraneo.

10. Io sono senza dubbio l’unica Tua creatura, (sorta) da Te, che abbia il coraggio di parlarTi così, ed agli occhi dei vigliacchi deve certamente apparire un po’ strano che una creatura ispezioni il proprio Creatore. Io però domando: “Perché una creatura non dovrebbe avere questo diritto, se essa è una creatura libera?”

11. Infatti, poiché Tu mi hai creato, allora io, quale creatura, non Ti sono debitrice né di gratitudine, né di stima, dato che non è possibile che io, non essendo prima d’allora ancora affatto esistente, abbia pattuito in precedenza con Te delle condizioni per la creazione successiva, secondo le quali avrei poi dovuto diventare Tua debitrice quale creata!

12. Quale creatura, però, posso esserTi grata solo quando mi sia dato di apprendere da Te, quale Mio Creatore, che è realmente un grande beneficio essere una creatura libera, conscia di se stessa e felicissima, sorta da Te.

13. Ma finché io non sia tale, allora a me compete anche il diritto di contendere con Te, e per quanto mi riguarda mi compete anche il diritto di respingere tutto ciò che, con la Tua sapiente potenza creativa, Tu volessi forse addossarmi in cambio di nulla e ancora nulla.

14. Se io così come sono non sono giusta, allora, o mi annienti del tutto, oppure creami diversamente, però non in maniera così imperfetta come adesso, perché in queste condizioni non posso farTi onore in nessun modo per l’eternità!

15. Se come creatura devo adorarTi e pregarTi per ogni cosa, allora dallo Tu il buon esempio, e sii almeno cortese con me, e poi anch’io, quale Tua creatura, farò quello che sarà giusto. Ma con il Tuo comandare, non otterrai mai in eterno niente da me! Capiscimi!

16. E questo deve essere per il momento anche il consiglio vincolato che io rivolgo a Te, e se questo non sarà ottemperato, allora non ne avrai mai in eterno altri da me! Capiscimi ancora una volta! E per conto mio, amen!»

17. A questo punto il Signore si rivolse tutto triste ai tre testimoni e così parlò loro: «Figlioletti! Sono Io davvero così, e merito tutto questo?

18. O Mio eterno Amore! Quanto non ho fatto per salvare questo essere e per condurlo alla finale, difficile completezza. Solo che quest’opera non vuole riuscirMi!

19. Sì, nei riguardi di questo essere Io ho commesso un errore, e questo consiste nel fatto che Io l’ho creato troppo completamente perfettissimo, per renderlo, dopo la perfezione, tanto infinitamente beato quanto mai è possibile alla Mia eterna onnipotenza, sapienza, bontà, amore e misericordia!

20. Ma ecco che questo essere, non ancora giunto ad un quarto della sua maturità, proprio ora nei momenti più importanti e più delicati della formazione, si mette così tanto contro al Mio Ordine che tutto governa, al punto da farMi sul serio rattristare a causa di una simile ostinazione!

21. E siccome, a causa del Mio eterno Amore e della Mia misericordia, Io tuttavia non voglio dissolverlo, allora Mi vedo costretto ad iniziare di nuovo un procedimento infinitamente lungo, per indebolire gradatamente questa ostinazione fino ad un atomo e, d’altra parte, per cominciare a formare una creatura del tutto nuova da voi, figlioletti Miei, come voi siete, cioè, secondo il Mio Cuore!

22. O Satana, un giorno Io piansi quando la prima volta Mi fosti disobbediente. Ora Io piango e ancora una volta piangerò. Poi però Io mai più piangerò su di te, bensì darò a te secondo le tue opere e secondo il tuo volere! Allora tu vedrai a che cosa ti avrà formato la tua orgogliosa ostinazione e dove ti avrà condotta!

23. Ora ritiriamoci da qui, e lasciamo questo essere alla sua ostinazione!»

24. A questo punto Satana si gettò di nuovo a terra davanti al Signore e gridò: «O Signore, non abbandonarmi ed abbi pietà di me, misera! Tu sai di certo che io sono una povera stolta e perciò sono colma di ostinata malignità! Puniscimi per la mia malignità; ma adesso non abbandonarmi! Io farò certamente ciò che Tu vorrai!»

25. E il Signore disse: «Allora obbedisci e fa quello che Io ti chiederò per ciò che è migliore per te! Allora Io rimarrò ancora e ti ascolterò. Se però tu ti opporrai ancora una volta, allora non ti ascolterò mai più! E così, dunque, alzati e parla! Amen!»

 

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Cap. 23

Il desiderio di Satana di essere convertita in un uomo

Il Signore gli mette a fianco una pura donna del Sole, quale profezia

24 aprile 1843

1. Dopo tali parole del Signore, Satana si rialzò e, tremando, Gli disse: «O Signore, io so per certo che Tu in eterno non hai bisogno di consiglio né da parte mia né da quella di qualsiasi altro, perché Tu solo sei certamente la Sapienza suprema, perfettissima, eterna e infinita!

2. Ma dato che Tu hai concesso a tutte le Tue libere creature la libera volontà, e da questa la libera attività e, in aggiunta, anche il diritto di preghiera, e considerato che in fondo una preghiera non è altro che un umile consiglio da parte della creatura, certo libera ma tuttavia lasciata debole per una Tua disposizione estremamente saggia, mediante il cui consiglio essa espone a Te, o Signore, le proprie necessità, come se Tu quasi non ne sapessi nulla prima che Ti vengano esposte da parte della creatura stessa, e questa così Ti consiglia (certo in tutta umiltà) riguardo a ciò che Tu dovresti fare, – allora io vorrei formulare in questo modo il consiglio che dovrei dare a Te. Perciò vorrei esporTi la mia preghiera per dirTi ciò che ora vorrei, dato che Ti è piaciuto iniziare un Ordine del tutto nuovo nel governo delle Tue opere e dei Tuoi esseri.

3. E quello che io ora vorrei, consiste in ciò: – vedi, o Signore, così come ora sono, in verità sono quanto mai misera e n felicissima! Finché rimango sotto questa figura di essere femminile, io non posso mai rivolgermi interamente a Te, perché la più insopportabile gelosia rabbiosa mi cattura incessantemente e mi spinge a covare la vendetta contro di Te.

4. Perciò io ritengo – dato che a Te sono certo possibili tutte le cose – che Tu possa cambiare la mia natura, conferendomi invece un carattere maschile e quindi trasformarmi in un uomo dinanzi a Te e ai Tuoi figli!

5. Allora certamente e ben presto mi abbandonerebbe questa mia maligna passione che mi tormenta eternamente! Io poi potrei umiliarmi completamente al Tuo cospetto ed essere così come sono tutti i Tuoi eletti figli!

6. Ma permanendo come essere femminile, io vedo già anticipatamente e in maniera anche troppo chiara, quanto poco per tutte le eternità delle eternità mi gioveranno tutti i miei buoni propositi!

7. Dunque, Tu fa pure come vuoi, però, se fosse possibile, io vorrei tuttavia pregarTi, o Signore, di concedermi quanto ho chiesto!»

8. Ma il Signore così le rispose: «Ascolta, o essere eternamente mutevole e instabile, e dimMi in quanti esseri ti sei già fatta trasformare a questo scopo, dandoMi sempre in simili occasioni questa assicurazione: “O Signore, concedimi solamente che io assuma questa forma, e in essa troverò miglioramento per me!”

9. Io verso di te ho sempre fatto tutto quello che hai voluto; anzi, non ci sono sulla Terra tanti atomi quante sono le figure, le forme e i caratteri nei quali ti sei già fatta trasformare da Me agli scopi del tuo miglioramento adotto sempre come pretesto!

10. Ogni volta che per causa tua Io ho fondato un nuovo sistema solare e planetario, in cui tu hai voluto essere femmina sui Soli e maschio sui pianeti!

11. Io ti ho dato fino ad ora il potere di trasformarti anche da te stessa secondo il tuo piacimento. Ma dimMi adesso e confessa: di quanto ti sei migliorata con ciò? Io ti dico: “Nemmeno di un capello!”. Tu sei ancora rimasta l’antica mentitrice, e tutto quello che finora ho intrapreso solo e sempre secondo la tua volontà, non ha portato alcun frutto.

12. Ma se le cose stanno innegabilmente così, quale miglioramento ci si potrebbe mai aspettare con te da questa nuova trasformazione?

13. Perciò questa volta Io non farò per Mio volere quello che tu vuoi, bensì ti lascio del tutto libera, e tu puoi fare ciò che vuoi secondo la tua volontà!

14. Che tu voglia essere un uomo, una donna, un animale oppure un elemento, di ciò Io voglio occuparMene ben poco; tuttavia, ora farò da parte Mia anche soltanto secondo il Mio consiglio, e non lo chiederò affatto a te!

15. Se tu vuoi restare una donna, allora metterò al tuo fianco un principe della notte fuori da te; egli ti darà il potere di mettere alla prova la stirpe degli uomini.

16. Se però vuoi essere un uomo, allora Io ti metterò contro una pura donna del Sole, una seconda Eva, e questa calpesterà la tua antica ostinazione. E se tu anche la pungerai nel calcagno, vale a dire nella sua carne, ciò non la ferirà minimamente in maniera dannosa!

17. Ora tu sai come stanno le cose; fa dunque ciò che vuoi!»

18. Allora Satana si trasformò improvvisamente in un uomo dall’aspetto robusto e dalla faccia serena.

19. Il Signore mostrò immediatamente all’uomo la donna del Sole e disse: «Bene! Dunque: qui sei tu, e qui è lei! Perciò ora vattene da qui secondo la tua forza, ed Io farò secondo la Mia Forza! Amen!»

20. A questo punto Satana divenne invisibile, e con lui pure la donna del Sole.

21. E il Signore fece ritorno sull’altura con i Suoi.

 

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Cap. 24

Spiegazioni sulla costituzione di Satana, di Adamo, di Eva e sul serpente tentatore

25 aprile 1843

1. Strada facendo, il Signore domandò a Chisehel: «Ebbene, mio diletto Chisehel, tu che prima hai permesso che nel tuo cuore sorgesse qualche dubbio riguardo a questo essere rispetto a Me, cosa ne dici ora di questo generatore della menzogna e di ogni inganno?

2. Non vorresti forse anche adesso prestargli un po’ di fede e continuare a restare perplesso riguardo alla possibilità che vi sia in uno o nell’altro punto qualcosa di vero nel discorso indirizzato soltanto a voi tre e uscito fuori dalla bocca del drago?

3. Rendi dunque un po’ manifesto di fronte a Me qual è il tuo pensiero riguardo a questa Mia domanda molto importante!»

4. Ma Chisehel allora, con animo del tutto compunto[4], pregò il Signore di perdonargli la sua precedente stoltezza del cuore. E dopo che il Signore lo ebbe completamente rassicurato sul fatto che già da lungo tempo Egli gli aveva perdonato tutto, allora Chisehel, dopo una breve pausa, aprì la sua bocca e disse:

5. «O Signore, Tu Padre unicamente santo, buono e amorosissimo, per quello che riguarda l’evidentissima e autenticissima menzogna di questo essere, per me quasi inqualificabile, io ho ora le idee altrettanto chiare quanto è chiaro il Sole ancora discretamente alto sull’orizzonte vespertino (verso occidente), e dubito perfino di quelle parole che sono state pronunciate dinanzi a Te da un simile essere e di cui esso asserì che corrispondevano alla piena verità.

6. Infatti io mi accorsi molto bene che, quando era possibile, egli cercava di apparire continuamente degno di compassione e, sempre quando era possibile, sia apertamente o certo almeno velatamente, tentava di riversare ogni colpa su di Te; per la qual cosa io, spinto da un impulso che riuscivo a frenare a stento, fui anche più di una volta sul punto di assestare alla bellissima mentitrice una controprova davvero robusta, di traverso sulla bocca, con questa verga della potenza che Tu mi hai dato.

7. Ma da tutto ciò, è certo facile rilevare quale peso di verità abbiano ora presso di me le parole di questo essere!

8. Perciò – come già detto – a questo riguardo io sarei perfettamente sicuro; tuttavia in me c’è qualcos’altro che ancora si torce di qua e di là come un verme della terra calpestato! O Signore, questo qualcosa Tu certo lo vedi in me; perciò vorrei pregarTi di concedermi anche su questo punto un po’ di luce!»

9. E il Signore allora, voltosi verso Chisehel, gli disse: «AscoltaMi dunque!

10. Vedi, Satana, Adamo ed Eva sono come una cosa sola, e poi Caino e i suoi discendenti sono ugualmente di nuovo come una cosa sola, e questo perché in primo luogo, Satana avrebbe dovuto, del tutto per obbedienza a Me, imprigionarsi[5] in Adamo, da lui in Eva e da Eva nel figlio primogenito, affinché così lei potesse giungere alla piena completezza e, con ciò, poi, ogni ulteriore procreazione fosse sorta da lei completa come nei Cieli!

11. Questo essere però non volle questo, perché gli rincresceva il fatto di doverMi dimostrare spontaneamente tanta obbedienza.

12. In Adamo non volle essere secondo la Mia misura; perciò si concentrò nella contemplazione di se stessa. Trapassò ben presto nell’assoluto amore di se stessa, e l’uomo Adamo, quale una triste dimora di questo essere, se ne andò intorno e non pose attenzione alle cose che lo circondavano.

13. Allora Io dovetti procedere subito ad una divisione sostanziale: tolsi da Adamo ciò che in lui aveva assunto forma femminile, e in lui lasciai unicamente lo spirito maschile, ponendo lo spirito femminile, quale Eva, in una nuova e bella dimora fuori da Adamo.

14. Adamo però riconobbe ben presto in Eva il suo secondo io, ed ebbe così un grande compiacimento in esso [cfr GFD vol.1 – cap. 7,11].

15. Ma siccome il secondo essere notò ben presto in sé che esso ora era più debole del primo, allora meditò subito un’astuzia per innalzarsi possibilmente al di sopra del primo essere.

16. Ma l’astuzia non ebbe subito successo. Adamo rinfacciò virilmente ed energicamente ad Eva la sua brama, e la cosa finì lì.

17. Il secondo essere si raccolse nella sua parte maschile, lasciò in Eva la parte femminile ritenuta debole e si strappò da lei nella forma di un serpente quale un mostruoso essere ermafrodito, fuori dal quale esso poteva agire da maschio e da femmina contemporaneamente, come anche presto se ne ebbe la dimostrazione con la procreazione non benedetta di Caino, che a voi è nota.

18. Ecco, vedi, per questo motivo dovetti trasformare tutta la Creazione e, al posto della procreazione perfetta, dovetti benedire l’imperfetta con la riserva che tale procreazione non avrebbe potuto essere considerata da Me finché il male lasciato in eredità dall’essere fondamentale di Satana non fosse stato del tutto consunto attraverso il purissimo amore per Me, dato che tanto in Adamo quanto in Eva dovette necessariamente rimanere una parte di Satana, la cui parte deve continuamente scontrarsi reciprocamente e avidamente, perché deriva dalla particolare doppia natura di Satana, per quanto questa sia divisa.

19. Così dunque è avvenuto anche, che Adamo e Caino poterono parlare come Satana stesso in momenti lucidi; tuttavia né Adamo, né Eva e neppure Caino ne costituivano l’effettivo essere fondamentale stesso, nella stessa maniera di come voi, quali parti di Adamo e di Eva, non siete più parte dell’essere fondamentale di Adamo e di Eva.

20. Vedi, come è accaduto in Adamo e in Eva, così ora questo essere viene continuamente diviso in tante creature e viene indebolito finché esso, entro la fine dei tempi, si sarà suddiviso completamente e alla fine non resterà di lui altro, che la forma vuota e priva di vita, poiché tutta la sua vita d’amore trapasserà e deve trapassare in una creatura del tutto nuova in voi, ora già Miei figli!

21. Così stanno le cose; però di tutto ciò non dite assolutamente niente a nessuno! Io so il perché; perciò tacete di tutto questo! Amen!»

 

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Cap. 25

La domanda di Lamech: “Com’è possibile che Satana, pur essendo creata da Dio, sia tanto malvagia?”

La difficile risposta del Signore con una similitudine

26 aprile 1843

1. Ma allora anche Lamech si avvicinò al Signore e Gli chiese il permesso di potere egli pure liberarsi dinanzi a Lui di un nodo quanto mai aggrovigliato.

2. E il Signore gli disse: «Io so quello che ti opprime il cuore, ed Enoch pure lo sa! Però Chisehel non è ancora in grado di scorgere, nell’intimissima profondità della tua vita, quello che si cela in essa; perciò nell’interesse di Chisehel puoi formulare a voce alta la tua domanda, e così rendiMi dunque manifesto il tuo nodo aggrovigliato!»

3. A queste parole Lamech, con il cuore fiammeggiante d’amore, ringraziò per tale grazia elevata e poi formulò ad alta voce la sua domanda, che fu la seguente:

4. «Padre santo, amorosissimo e indicibilmente buono, Tu certo hai creato Satana (attingendo) da Te e non (traendola fuori) da qualche altro luogo! Ma com’è tuttavia ora possibile che questo essere creato (attingendolo) da Te sia tanto terribilmente maligno, considerato che in Te tutto dovette essere estremamente buono dall’eternità, perché Tu stesso sei così infinitamente buono e per conseguenza è certo impossibile che da Te possa sorgere qualcosa di maligno?

5. Ma dato che questa creatura, Satana, creata da Te è sul serio così estremamente maligna, allora io non so davvero che cosa pensare riguardo a questo punto. Ora io ritengo ed anche sento che, se potessi chiarirmi le idee, allora avrei tutto ciò che mi occorre per tranquillizzare completamente il mio spirito!»

6. A questa argomentazione validissima, il Signore rispose allora a Lamech: «Se tu consideri la cosa dal punto di vista umano, questo certo per te deve essere un nodo tra i più aggrovigliati; ma se riesci a considerarla invece dal punto di vista puramente spirituale, allora tutto il groviglio si scioglierà ben presto interamente, e tu contemplerai una tale soluzione delle cose che ti sarà innumerevoli volte più chiara della luce del Sole nel più puro e sereno mezzogiorno!

7. Una cosa simile però è difficile spiegarla con parole intelligibili per te, dato che essa giace nelle profondità più profonde di tutta la Mia infinita Sapienza divina.

8. Ma ugualmente ti illuminerò la cosa mediante una similitudine! Quanto più, con l’andare del tempo, tu considererai questa similitudine, tanto più penetrerai profondamente nello spirito di verità di questo mistero infinitamente profondo; e dunque ascolta.

9. Un uomo quanto mai saggio, buono ed amoroso ha concepito in sé il piano di prendersi una donna e di generare con lei dei figli, i quali devono somigliargli in tutto e in modo che, ciascuno nella sua specie, sia chiamato ad entrare in possesso delle ricchezze e dei tesori incommensurabili che egli possiede con pienezza infinita!

10. Questo certamente è un piano buono. Ma come lo si può attuare se in tutta la grande regione non esiste nessun essere femminile?

11. Che cosa fa allora l’uomo estremamente saggio? Egli non ci pensa troppo a lungo, bensì dice tra sé:

12. “A quale scopo cercare in questo mio infinito territorio quello che non si può trovare? Io ho certo in me quanto mi occorre: ho amore, ho tutta la sapienza ed ho la potenza da queste due!

13. Perciò vedrò se posso crearmi una donna (attingendo) da me stesso che sia corrispondente a me sotto ogni aspetto! Io infatti ho già chiamato (attingendo) da me delle altre cose che ora hanno piena esistenza; allora anche questa cosa mi riuscirà!

14. E così dunque voglio concepire un’idea completamente simile a me e sottoporla alla mia fermissima volontà, e allora ben presto si vedrà se ho proprio bisogno di cercare ancora quello che non è e che non può essere in qualche luogo fuori di me!”

15. Detto e fatto, ed ecco che la meravigliosa opera sta già davanti all’uomo! Con un compiacimento infinitamente grande il potentemente sapientissimo artefice la contempla.

16. L’opera però è ancora soltanto come una macchina morta della sua volontà, non si muove diversamente da come soltanto la volontà dell’artefice le imprime di fare ed essa parla solamente di ciò che l’artefice instilla con il pensiero dentro di lei e che lui vuole venga proferito dall’opera stessa.

17. Allora la sapienza del maestro si concentra e poi dice: “L’opera è pronta; ma in essa non vi è altro se non me stesso! Se la lascio così, ne ricaverò ben poco frutto; ma se io concedo all’opera una vita propria, libera e indipendente, allora devo poi essere pronto ad accettare l’eventualità che essa mi si rivolti contro e che faccia secondo la sua propria libera volontà.

18. Ad ogni modo io sono certamente potente sopra ogni cosa. Se essa vorrà sorpassare i limiti da me prescrittegli, allora saprò ben io come oppormi, poiché essa resta certo opera mia in eterno!”

19. Così parla in sé l’uomo sapientissimo, e così anche fa.

20. Ora l’opera è libera e si muove e parla ben presto diversamente da come l’uomo vorrebbe; e costituisce un grande trionfo dell’artefice il fatto che la sua opera cominci ad esprimere una libera attività in modo estremamente vivace, senza tuttavia poter mai uscire dalla sfera di volontà dell’artefice.

21. Ma l’uomo vuole ancora di più, cioè vuole la pienissima libertà di volere dell’opera; e a tale scopo l’opera necessita di un’educazione personale e poi di ogni possibile esperienza fatta dall’opera stessa.

22. Questa educazione però dura ancora adesso, mentre la creante procreazione si deve considerare, in aggiunta, come una parte principale di tale grande educazione. E l’uomo è ora, come sempre, sul punto di vedere con assoluta chiarezza la finale, sicurissima compiutezza della sua opera!

23. Vedi, questa è una similitudine quanto mai grandiosa, perché in essa sta completamente il Principio e la Fine! Queste cose osservale in te, e così si farà sempre più chiaro nelle tue profondità! Ora però procediamo di nuovo avanti! Amen!»

 

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Cap. 26

Le stolte idee di Chisehel sull’accoppiamento sessuale con Satana

Sul mantenimento della vita del primo spirito creato, e sulle sue creazioni secondarie

L’esempio di innumerevoli esseri umani creati all’istante

27 aprile 1843

1. Lamech e tutti gli altri ringraziarono per tale Grazia così grande e poi proseguirono il cammino.

2. Ma strada facendo, giunti nei pressi dell’altura dal Mattino, il Signore si fermò e si volse verso Chisehel senza dire una parola.

3. Costui però ne rimase tanto spaventato che quasi si accasciò rabbrividendo, e così non poté subito riflettere su cosa avrebbe potuto significare un simile sguardo rivoltogli dal Signore.

4. Il Signore però non lo lasciò per lungo tempo nell’incertezza, bensì gli indirizzò subito la seguente domanda: «Chisehel, perché permetti che nel tuo cuore sorgano pensieri così stolti?

5. Ritieni dunque, che Dio debba accoppiarsi sessualmente come un uomo, per generare il Suo simile? E ritieni tu che Dio debba avere una donna divina, per ottenere da lei dei figli generati sessualmente? Oh, come è grande il tuo errore!

6. Se tu hai una donna, puoi generare con lei quello che tu vuoi? Vedi, questo atto non seguirà la tua volontà, e neppure quella della tua donna, bensì è sempre la Mia divina ed onnipotente Volontà ad agire, e perciò ne risulta quello che voglio Io, e non quello che vorresti tu!

7. Se tu vuoi un figlio, allora Io ti do una figlia, e se è questa che vuoi, allora ti verrà dato un figlio, poiché unicamente Io sono il Signore sopra ogni vita.

8. Ma quando tu compi un atto di procreazione con la tua donna, che ne sai tu in che cosa consista quello che generi?

9. Io ti dico: – la conoscenza che tu hai del punto centrale della Terra è la stessa che hai di questo atto, e tu sai dell’uno tanto poco quanto dell’altra!

10. A Me soltanto sono ben note tutte le cose dall’eternità, perché soltanto Io sono il Signore, il Dio onnipotente ed infinitamente sapiente dell’eternità!

11. Ma per deporre, secondo il Mio Ordine, un frutto vivente nel grembo della donna con la quale ti sei congiunto, dimMi: ho Io bisogno di congiungerMi forse in segreto con la tua donna a Mia volta?

12. E quando i Soli partoriscono dei mondi da sé, e le piante e gli animali procreano il loro simile, non vorresti anche domandarti se Io forse Mi congiungo di nascosto con i soli, con le piante e con gli animali?

13. O tu, uomo stolto, di quali folli pensieri sei capace!

14. Vedi, la donna, ovvero il primo spirito creato da Me, non è simile a ciò che è una donna sulla Terra? E perciò, Io non ho bisogno di lei per generarMi dei figli da lei!

15. Infatti, se Io ho potuto far sorgere (attingendo) da Me il primo spirito in ogni perfezione, allora sarò certo anche in grado di farne sorgere innumerevoli altri pure senza il concorso di questo primo spirito creato!

16. E dunque, questo primo spirito non è stato certo creato da Me agli scopi dell’ulteriore procreazione, come se solamente col suo aiuto Io potessi riuscire a fare ulteriori esseri, bensì questo spirito è stato fatto sorgere da Me per lo stesso motivo per cui fosti fatto sorgere tu, e cioè: “Riconoscere Me quale l’unico Dio, Creatore, Signore e Padre amorosissimo, per amarMi e quindi poi per servire Me in ogni amore in maniera vivente per l’eternità”.

17. Che però da questo spirito siano poi sorti innumerevoli spiriti, ciò dipende dal fatto che Io lo formai perfettamente secondo la Mia misura, e poi perché gli infusi anche la Mia vita libera, potente e creatrice.

18. Ma siccome questo spirito scorse in sé tale immensa perfezione, allora egli cominciò anche a far sorgere (attingendo) da sé le cose più singolari, come anche il proprio simile.

19. Nondimeno Io, quale il supremo e potentissimo Amore e Sapienza, Bontà e Tolleranza e Mansuetudine, concessi a queste creature secondarie dello spirito di prosperare e feci per loro quello che Io faccio per quelli che sono (provenienti) da Me, ed ho cura di questi estranei come di quelli della Mia Casa paterna.

20. Ma dimMi adesso: “Ho forse bisogno a questo scopo di una qualche donna divina per generare – mediante un certo accoppiamento sessuale – cieli, angeli, soli, mondi, lune, piante, animali e uomini in un insieme caotico?”

21. Oh, vedi, l’eterno Creatore, in Sé e per Sé onnipotente, non ha bisogno di ciò! Infatti basta solo che Io voglia, e quello che Io voglio esiste già.

22. Ecco, Io ora voglio che qui dinanzi a noi sorgano innumerevoli schiere di persone di entrambi i sessi, e vedi, esse sono qui, ed Io non annienterò mai in eterno queste creazioni che ho fatto sorgere adesso, bensì le trasferirò sulle stelle ora dinanzi a te! Guarda, esse, lodandoMi, stanno già andando incontro al loro eterno e beato destino!

23. Tu adesso sei quasi irrigidito per lo stupore! Ma Io ti chiedo: “Per fare ciò, ho forse avuto bisogno di una donna?”

24. Tu ora rispondi di “no”, avendo visto la Mia potenza.

25. Ed Io ti dico: “Non lasciarti più sopraffare da simili pensieri stolti, se vuoi essere gradito a Me! Ma ora rifletti anche sul fatto che tra Me e te esiste una differenza immensa, la quale solo attraverso l’amore può essere diminuita il più possibile!”. E ora procediamo di nuovo avanti! Amen!»

 

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Cap. 27

Nella Sua essenza divina il Signore è Uomo e Donna

 La parte maschile in Dio è l’Amore, la forza e il vigore

La parte femminile in Dio è la luce della Sapienza derivata dall’more

Lucifero creato da un Raggio di grazia

28 aprile 1843

1. Poi essi continuarono il cammino e nessuno si azzardava a rivolgere una parola al Signore, sebbene questa volta tutti e tre – compreso Enoch – portassero un nuovo nodo trovato in se stessi; un nodo così inestricabile che gravava su di loro più che una pietra di parecchi mezzi quintali.

2. Ma poiché l’Onnisciente aveva scorto benissimo questa cosa, allora Egli si rivolse immediatamente a Enoch e gli disse: «Ma anche a te possono presentarsi ancora delle cose sulle quali puoi covare come una chioccia su delle uova vuote?

3. Io però ti dico che non accadrà che l’uomo penetrerà in ogni profondità della Mia Sapienza nel tempo, perché a questo scopo vi è già preparata una vita eterna da parte Mia!

4. A voi sì voglio sciogliere il nodo che pesantemente vi opprime, però lo dirò a voi e assolutamente a nessun altro! E così dunque ascoltateMi.

5. Nelle profondità della Mia Divinità Io sono contemporaneamente Uomo e Donna; tuttavia, non come voi siete soliti intendere questi concetti, bensì unicamente nel modo seguente:

6. Io, come Uomo, sono eternamente l’Amore stesso, la libera Vita stessa e tutta la Potenza e il Vigore stessi, ragion per cui in ogni uomo, quale piena simmetria del Mio Amore, si manifesta l’autentico amore di cui il vano petto della donna non sarà mai capace in eterno.

7. In tale Mia simmetria d’amore maschile, l’uomo è dunque anche vigoroso, similmente a Me, e più possente nel suo petto di quanto lo siano tutte le donne nei loro petti instabili, i quali sicuramente offrono alla carne del bambino il latte da succhiare, tuttavia non possono offrire allo spirito il latte della vita interiore, perché nel loro petto non dimora l’amore elevato e forte dell’uomo, quantunque potrebbe certo dimorarvi se la donna non fosse da sé così stoltamente vana!

8. Ebbene, Io sono costituito così, da Me stesso, come Uomo dall’eternità. Spero che voi possiate comprenderlo!

9. Ma poiché Io risiedo anche nella donna, allora non devo contenere totalmente e pienamente in Me anche la donna? – Io vi dico: “Certamente! Perché altrimenti, udite bene, come avrei potuto creare una donna?”

10. Ma come ciò sia possibile, voglio subito dirvi qualcosa di sapiente, poiché nella donna si trovano di certo, sotterrati astuzia e arguzia, acutezza di intuizione e furbizia; inoltre la donna non parla mai apertamente, ed ha sempre cura di celare la sua luce e il suo cuore. Per questo succede che chi si fida del cuore delle donne, costruisce sulla sabbia.

11. Ne consegue dunque che dalla Mia sfera femminile Io non posso parlare in modo così comprensibile come dalla Mia sfera maschile, poiché la parte femminile trae origine dalla Luce dell’Amore proveniente da Me, e quale Sapienza, sebbene non lo sia in sé, e tuttavia è simile alla luce irradiata che scaturisce sublimemente dalla Luce del ceppo originario.

12. Ecco quindi che la Donna in Me è la Luce eternamente radiosa della Sapienza, la quale viene eternamente e continuamente generata in uguale forza e vigore nell’Amore.

13. Questa Sapienza è la giusta Donna dell’Amore di Dio, a Lui peculiare e inseparabile in eterno, con la quale Io, Dio eternamente unico, ho generato e creato tutte le cose, e a tale scopo nessun’altra donna fu mai in eterno necessaria a Me, l’unico, eternamente vero Dio d’amore, Uomo fin dalle eternità, eternamente Primo ed eternamente Ultimo!

14. Io ho generato per tempi eterni con questa Mia fedelissima Donna (la Sapienza) innumerevoli miliardi di esseri, che erano a Me visibili, sebbene nessuno di essi potesse e dovesse guardare ancora in sé.

15. Però in Me era anche eternamente deciso di mettere un giorno in libertà tutti i molti, infiniti esseri generati nel Mio Spirito, affinché riconoscessero se stessi e Me!

16. E allora avvenne che una Volontà fu spinta fuori da Me, e un ultrapotente “Sia fatto!” [cfr. GFD vol.1 cap.5,7] la seguì attraverso tutte le profondità infinitamente vaste della potenza della Mia eterna Divinità e del Mio chiaro e luminoso operare.

17. Allora da tutti i raggi usciti, eternamente molti, sorse – udite e comprendete! – un Unico essere sostanziale, un Portatore di tutto ciò che dall’eternità da Me – uomo e donna eterni – sia mai confluito in uno (Satana-Lucifero) nei raggi sostanziali in modo spiritualmente profondo, infinito ed eternamente chiaro.

18. Questo Portatore è la Donna neo-creata, ed essa fu formata libera quale un grande punto di raccolta di ogni luce sostanziale che da Me scaturiva dall’eternità in sostanziale pienezza, affinché in lei la pienezza degli esseri fuoriusciti si maturasse sotto il calore perenne dei Miei raggi di Grazia, affrancata e libera, piacevolmente visibile al Mio cospetto mediante la vita libera, e così, Mi vedesse, per effetto della Luce dell’amore elargitagli da Me.

19. E udite! La procreazione è riuscita: voi già Mi vedete e Mi comprendete, quale vostro Creatore!

20. Tuttavia il tempo della completa maturità e della raccolta non è ancora giunto al pieno prosperare, e questo, perché le grandi cose richiedono anche lunghi tempi per il loro compimento!

21. Perciò comprendetele bene queste cose, ma tacete, poiché in questa contesa del divenire per la futura e grande maturità non è bene chiacchierare!

22. Infatti a suo tempo[6], come ora Io sto facendo con voi, queste cose le annuncerò di nuovo alla Mia Terra, e da voi le troveranno interamente in sé i vostri futurissimi figli[7] e le dispenseranno alla Terra! Amen!»

23. A questo punto i tre si batterono il petto e dissero: «O infinita Sapienza di Dio! Chi mai in eterno sarà capace di comprenderTi?»

24. Ma il Signore disse: «Tacete ora riguardo a tutto ciò che vi ho detto, poiché vedete, i figli già Mi corrono incontro a braccia spalancate! Perciò corriamo anche noi incontro a loro! Amen!»

 

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Cap. 28

Il comandamento per eccellenza è l’amore

Consigli e divieti per i successivi rapporti con gli uomini e le donne della pianura

29 aprile 1843

1. Non passò molto tempo che coloro che si affrettavano ad andarsi incontro s’incontrarono e si trovarono anche riuniti di nuovo nel più potente amore e si accolsero con estrema cordialità, e tutto il popolo che era lì presente offrì nei cuori un grande sacrificio d’amore al Signore della magnificenza.

2. E ben presto il Signore così parlò rivolgendosi a tutti: «Ascoltate, figlioletti Miei! Quello che ora annuncerò a voi tutti, osservatelo bene nei vostri cuori!

3. Finora Io non vi ho dato alcun comandamento all’infuori di quello, dolcissimo, dell’amore; dovrei forse darvene adesso un altro, in aggiunta a questo antico comandamento dei Comandamenti?

4. Udite: finché voi lo osservate nei vostri cuori, nessun altro comandamento vi legherà a Me, né vi obbligherà nelle vostre azioni!

5. Infatti il puro amore e ogni agire conforme a questo amore, sono già di per sé un verissimo ed assoluto cardine di ogni giustizia. Chi ha nel cuore il puro amore (proveniente) da Me, a costui rimarrà eternamente estranea ogni possibile tipo di ingiustizia.

6. Perciò non vi serve nessun altro comandamento, dato che, come detto, l’amore è il comandamento per eccellenza, che compendia in sé ogni vita e ogni verità.

7. Ed è proprio a causa di questo amore, che ora è tra di voi e in voi, Io, quale il vostro Padre santo e amorosissimo, voglio aggiungervi pure un buon consiglio che farete bene a prendervi molto a cuore ed anche a seguire in voi e tra di voi per la conservazione di questo santo amore (proveniente) da Me.

8. Tuttavia, questo consiglio non sarà difficile osservarlo, bensì, sarà tale che voi lo potrete osservare con tutta facilità. AscoltateMi dunque:

9. La pianura è ora aperta; in caso di bisogno voi potete scendere giù dai figli di Caino e questi possono a loro volta salire da voi, così che ora voi potete diffondervi di nuovo sopra tutta la Terra da un’estremità all’altra.

10. Io non vedrò volentieri che qualcuno di voi si stabilisca in una qualche città della pianura, perché in tali città si trova ancora molta immondizia del serpente, che talvolta colpisce con un fetore potentissimo le narici dello spirito e ne infetta la sua vita con velenose pestilenze.

11. Se però qualcuno vuole vedere ora i buoni frutti delle Mie Misericordie nella pianura, costui vada pure e veda quali sono i sistemi del Mio governo; ma che nessuno si trattenga laggiù nella pianura per più di tre volte in sette giorni al massimo, ad eccezione dell’eventualità di un espresso incarico da parte Mia. E tale consiglio abbia valore pure nel senso contrario!

12. Enoch e voi, figli della stirpe principale, dovrete fissare il tempo di permanenza per coloro che dalla pianura verranno da voi, limite che essi dovranno rigorosamente osservare.

13. Ma se qualcuno manifestasse il desiderio di trasferire la propria dimora in un qualche luogo qui sull’altura, allora converrà che in un caso simile venga sempre interpellato Io!

14. Voi potete concedere questo allo straniero anche di vostra propria iniziativa, ma in questo caso bisogna che badiate voi a non aver introdotto una vipera nel petto e nessun un serpente sul vostro capo!

15. Siate dunque assennati in ogni cosa; così nel vostro modo di gestire le cose non dovrete mai subire in eterno alcun danno disastroso, sia spiritualmente che corporalmente!

16. Così pure non vi dovete mai contaminare con una donna della pianura, per quanto seducente e attraentemente bella possa apparirvi, perché tale cosa potrebbe portare di nuovo ciascuno di voi subito nella massima schiavitù del serpente, dato che voi allora generereste frutti che si nutrirebbero del sangue degli uomini e della carne dei figli.

17. Ora il nemico della vita si è prefissato di ornare le sue donne della pianura di carne seducentissima per indurvi così in tentazione; per questo motivo Io vi dico questo in anticipo, affinché sotto ogni aspetto sappiate come comportarvi qualora dovesse verificarsi qualcosa di simile.

18. Se però qualcuno di voi venisse a trovarsi nel bisogno, allora che si rivolga a Me ed Io lo aiuterò.

19. Questo è il consiglio che devo darvi per il vostro proprio bene temporale ed eterno; osservatelo, e allora vi troverete sempre bene!

20. Io rimarrò visibilmente ancora tra voi fino a sera; se qualcuno di voi sente che in qualche punto gli manca la luce, che costui venga e parli, in modo che Io gli fornisca in breve tempo la luce che gli manca! Amen!»

 

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Cap. 29

Mutaele dubbioso sulla natura della donna

Le differenze sostanziali spirituali riguardo l’essenza dell’uomo e della donna

La donna reintegrata al livello dell’uomo

2 maggio 1843

1. In seguito a questo invito, tra i figli del Mattino si fece avanti, verso il Signore, un giovane uomo di circa cinquant’anni pieno di coraggio e di zelo, il quale domandò al Signore: «Creatore onnipotente, Dio, Padre santissimo di tutti noi! È lecito anche a me, un verme polveroso dinanzi a Te, porTi, con tutta l’umiltà del mio cuore sotto forma di preghiera, una domanda che almeno a me sembra essere di grande importanza?»

2. E il Signore rispose: «Mutaele, Io ti dico: parla, poiché vedo che tu custodisci nel tuo cuore una buona domanda»

3. Allora Mutaele ringraziò il Signore con tutto il fervore per questa benevolissima concessione, e poi espose la seguente domanda davvero notevole. E le sue parole furono queste:

4. «O Signore, Dio, Padre santissimo ed amorosissimo! Vedi, io ho già oltre i cinquant’anni e so che molti altri, di alcuni anni più giovani di me, si sono presi già delle mogli; solamente a me, finora, non fu dato di potermi avvicinare ad una creatura femminile.

5. Infatti, se io consideravo la loro carne che mi appariva morbida e attraente, allora la maggior parte delle donne mi apparivano molto dolci, sensibili, e per conseguenza anche estremamente seducenti, e allora mi veniva sempre un grande desiderio di una donna; ma quando poi, spinto da un simile impulso interiore, mi avvicinavo all’una o all’altra fanciulla per scambiare con lei le più dolci parole d’amore dal profondo del mio cuore, allora venivo colto sempre, finora, da un senso di raccapriccio, perché in nessuna io trovavo quello che mi immaginavo di trovare.

6. Io ho pensato spesso fra me e me: “Ma come è immaginabile una tale contraddizione in questo tenero essere? Esteriormente la sua morbidissima carne sembra accarezzata da una lieve brezza della sera, ma il suo interiore è invece insensibile perfino a una tempesta dello spirito, ed uragani maschili di sapienza non riescono a toccare il suo cuore, ma invece ben ci riescono le debolezze maschili per le donne, come lo sono l’amore carnale, la sciocca lode alla donna, il molto promettente soddisfacimento maschile-sensuale e poi una formale adorazione della sua carne, e altre cose del genere”.

7. Vedi, in seguito a tali esperienze è sorta in me una formale ripugnanza verso tutto il popolo delle donne, e ne provo sempre tanta nausea che non mi è più possibile avvicinarmi a nessuna di loro!

8. O Signore, Dio e Padre, ma questo è bene da parte mia? Ho io con ciò forse peccato dinanzi a Te? E qual è la ragione di questo fenomeno in me? Che cos’è dunque la donna, questo essere che esteriormente è vivo, ma interiormente è morto?»

9. Allora il Signore si volse verso di lui e gli disse: «Ascolta, Mio diletto figlio Mutaele, il fenomeno da te constatato ha più importanza di quanto tu possa credere!

10. La prima ragione di tale fenomeno sta nel fatto che tu sei dall’alto, mentre la donna (che tu hai contattato) è dal basso.

11. Tu sei colmo di ciò che è del vivo Spirito d’amore proveniente da Me, mentre la donna è colma di ciò che è dello spirito del mondo.

12. Per questo tu sei anche tenero e sensibile dall’interno, mentre la donna lo è solo dall’esterno.

13. Tu sei una creatura fondamentale proveniente dalle Mie profondità, mentre la donna è soltanto una creatura postuma, un compendio delle Mie irradiazioni.

14. Tu sei fatto dal nucleo del Sole, la donna è soltanto dai fuggevoli raggi del Sole.

15. In te c’è la piena verità, nella donna c’è soltanto la parvenza della verità.

16. Tu sei una esistenza proveniente da Me, la donna è soltanto una parvenza proveniente da Me.

17. Vedi, queste sono le ragioni principali del fenomeno da te constatato!

18. La domanda però, se tu con ciò hai peccato contro di Me, è vana. Infatti contro di Me tu puoi peccare soltanto quando Io ti abbia dato un comandamento che ti dica di fare o di non fare una data cosa; senza questo non è concepibile alcun peccato, dato che tu, senza comandamenti, procedi nella Mia direzione.

19. Ma ora ti dico che ho accolto anche le donne come Mie figlie, e le donne hanno in Purista un modello, dunque un comandamento da parte Mia, che indica loro come devono essere.

20. Due si sono unite strettamente a lei nei loro cuori, cioè Ghemela e Mira.

21. Quando però la donna è simile a queste, allora anche lei porta la Mia immagine in sé; e quando nella dignità del tuo cuore ti accosterai a una simile donna, allora il tuo piede non urterà più contro nessuna pietra.

22. E siccome tu hai il cuore più puro di quelli del Mattino, allora Io tra breve ti donerò anche la donna più pura, la quale certamente ti corrisponderà in tutto. Ma fino a quel tempo rimani così come sei stato finora! Amen!»

23. Allora si fece chiaro dinanzi agli occhi di Mutaele, ed egli poté vedere nelle profondità e lodò e glorificò il Signore nel suo cuore puro.

24. Il Signore chiamò a Sé anche altri e li invitò a fare domande riguardo a tutto ciò che avesse mai potuto esservi di oscuro nei loro cuori.

 

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Cap. 30

I padri sorpresi ed amareggiati dalla risposta del Signore riguardo alle donne

Significato dell’essere dall’Alto o dal basso

3 maggio 1843

1. Questa risposta del Signore fece un’enorme impressione a tutti, eccetto a Enoch, a Lamech e a Chisehel. Essi erano in preda al più grave imbarazzo e non sapevano cosa dire o fare, trovandosi straordinariamente oppressi nei loro cuori, poiché a quei tempi tutti i padri, e ciò sia detto a grande onore dei loro cuori, avevano quanto mai care le loro donne e le ritenevano il dono supremo dai Cieli, e moltissimi ritenevano le donne buone e brave quali esseri posti più in alto e molto più vicini a Me che non essi stessi, e ciò per la ragione, quanto mai facile da comprendere, che allora sia le ragazze che le donne erano assolutamente costumate, dolci, tolleranti, devote, obbedienti, tranquille, casalinghe e, oltre a ciò, nella loro costituzione fisica originaria, erano dotate di grazia e bellezza femminile in grado considerevolmente superiore che non in questo tempo attuale (1843), che è spiritualmente e corporalmente del tutto corrotto.

2. Quindi, per questo motivo tale risposta ebbe l’effetto di colpire tutti i padri in maniera molto profonda, ed essi allora si rivolsero tutti a Me e parlarono così nei loro cuori:

3. ‘O Signore, Padre amorosissimo, dà a noi tutti per nostra tranquillità una luce maggiore riguardo alla sublimissima risposta che hai dato a Mutaele, poiché in questa luce in cui ora sono poste le nostre donne migliori e più costumate, noi non possiamo essere felici, bensì quanto mai infelici, poiché, dopo di Te, esse sono certamente il nostro massimo bene, e noi per questo non potremo in eterno mai renderTi ringraziamenti sufficienti.

4. Se Mutaele, nella sua sapienza alquanto aspra, non ha finora imparato ad apprezzarle, tuttavia l’antico Ordine buono e splendido, proveniente da Te, posto nei nostri cuori non ne risulta certamente scosso! Al contrario, invece, nel nostro campo visuale il genuino senso femminile nelle donne viene appunto con ciò anzi a risaltare con maggiore vantaggio e si rende maggiormente degno di lode dato che precisamente, per effetto di una tale fermezza delle donne nella loro virtù, l’uomo deve essere umiliato prima che sia reputato degno di un simile dono di Grazia da parte Tua, o caro Padre!

5. Se l’uomo trova una durezza nella donna, questa è certamente soltanto la sua propria durezza, cioè la durezza dell’uomo; ma quando egli l’avrà addolcita, allora certo egli troverà nella donna soltanto lo splendidissimo opposto!

6. O Padre, fa dunque che le nostre care donne siano, insieme a noi, dall’alto, e non dal basso!»

7. E il Signore allora aprì la Sua bocca e disse ai padri: «Voi parlate come se foste ancora completamente ciechi riguardo al Mio Ordine!

8. Se voi non sapete ciò che significa in spirito “alto” e cosa significa “basso”, perché non chiedete spiegazioni su questo punto, invece di domandare che Io vi fornisca luce soltanto là dove non ne avete bisogno, mentre pretendete che Io rovesci tutto intero il Mio eterno Ordine a causa del vostro stolto desiderio?

9. DiteMi: “La donna perde forse qualcosa al Mio cospetto se Io asserisco che lei, rispetto all’uomo, è dal basso e che così, di fronte all’uomo, lei costituisce il necessarissimo polo contrario, senza il quale né l’uomo di per sé, né la donna di per sé, potrebbe esistere?”

10. Ma poi, che cosa direte se ora vi dico: “Voi di fronte a Me siete tutti dal basso, e soltanto e unicamente Io sono dall’alto!”

11. Ma per questo motivo cesso Io forse di essere il vostro Creatore e il vostro unico, eternamente santo Padre? Oppure: non ho Io creato te, o Adamo, dall’argilla della Terra, e non ho creato la tua donna, Eva, dalla tua costola?

12. Ma siccome voi tutti sapete che l’argilla indica il Mio Amore e la costola indica la Mia grazia e misericordia, dato che la Mia grazia e misericordia racchiudono la vostra vita appunto così come il solido scheletro racchiude e custodisce la