Franz Schumi
1905
CRISTO E LA BIBBIA
Prove che non è mai esistito nessun altro Dio
all’infuori di Gesù
n. 71
Per l’edizione in lingua originale:
Verlag für geistige Literatur (attivo fino al 2015)
Rudolf R. Hoff / Mühlenweg 21, D 53902 Bad Münstereifel
Titolo originale:
Christus
und die Bibel
Opera dettata in
originale in lingua tedesca e pubblicata da:
Christlich-theosophische
Schrift Nr. 71
Traduzione dal
tedesco di Ingrid Wunderlich
Revisione di
Antonino Izzo
(prima parte)
۞
Il Padre Gesù discute con Franz
Schumi le condizioni del mondo, come si vive e si agisce qui contro la Sua
Dottrina e contro i Suoi Comandamenti e predice l’estirpazione della casa
d’Asburgo perché si è peccato più volte contro di Lui. Poi la distruzione delle
tipografie, delle biblioteche e di tutti gli stampati, esortando l’umanità che
percorre vie sbagliate al miglioramento e al pentimento e affidando l’incarico
di diffondere i Suoi libri, in cui si trova la pura Dottrina di Cristo, tra
tutti i popoli della Terra.
Zurigo, 2 agosto1904
(parla Gesù):
1. «Miei cari
figli! Con questo libro Io vengo davanti al mondo, il quale ha quasi
dimenticato che Io, il suo Dio, Signore, Re e Giudice del mondo, esisto ancora.
–
2. Per
diciannove secoli ho agito con i Miei figli nel mondo con amore, indulgenza e
pazienza, per portarli alla conoscenza che sopra di loro governa un amorevole
Padre che augura e fa loro nient’altro che solo del bene. Soltanto che gli
uomini hanno ignorato tutto questo e, invece di percorrere le Mie vie
prescritte mediante il dieci Comandamenti, hanno percorso le vie dell’abisso o
dell’inferno.
3. Come Dio
vidi questo in anticipo nella figura umana, e perciò predissi davanti a Caifa
il Mio ritorno sulla Terra nel tempo in cui gli uomini sarebbero capitati del
tutto su vie sbagliate. Questo tempo è ora iniziato, le nuvole sono visibili
già dall’anno 1840 attraverso le parole
che dissi ai Miei figli nei libri della teosofia cristiana, visibili a coloro
che sono umili di cuore e colmi d’amore per Me e per il prossimo. Questi pochi
riconoscono il loro sommo Pastore Gesù nella voce dell’Amore e della divina
verità, e si ristorano con i cibi spirituali della tavola che Io apparecchio
loro giornalmente.
Soltanto che di questi figli ce ne sono finora ancora
molto pochi, sebbene una grande quantità dei Miei angeli sia venuta con Me
sulla Terra attraverso la reincarnazione, per operare come Miei messaggeri e
capo lavoranti nella Mia vigna, per l’iniziato Regno millenario dello Spirito
Santo, Spirito che sono Io stesso, Gesù Jehova.
5. Ogni
epoca ha le sue caratteristiche, quindi essa ha anche la Mia: guardate i paesi
dell’Europa come le cose sono ora infernali! – Per nascita, con poche
eccezioni, sono tutti cristiani secondo il nome; invece secondo la vita e
l’operare sono il contrario! – Il popolo in generale, le Chiese, le sette, i
governi e gli intellettuali vivono contro i Miei Comandamenti e insegnamenti,
così che da ciò è diventato un completo inferno, il che è riconoscibile per
ognuno che può osservare il mondo spiritualmente oppure lo vede attraverso la
chiaroveggenza spirituale.
6. Sotto
l’aspetto spirituale gli uomini non sono più uomini, ma serpenti, tigri, iene e
miscugli di altri mostri feroci e pericolosi per gli stessi uomini. Se si
vedessero spiritualmente, rabbrividirebbero davanti alle bestie spiritualmente
brutte che essi stessi rappresentano, e tutto questo a causa delle grossolane e
bestiali cattive abitudini, cupidigie, voglie, passioni, vizi e delitti ai
quali si dedicano e indulgono.
7. Vi ho
fatto fare tante belle scoperte per mostrarvi grati dinanzi a Me, ma è sempre
successo il contrario. Così vi ho fatto inventare anche l’arte della stampa, il
che è stato il più grande beneficio e la più grande invenzione per diffondere
tra tutti i popoli della Terra la Mia divina Religione. E invece, cosa è
successo di questa? È successo proprio il contrario: aumenta il falso
pronosticare in tutti i ceti e classi degli uomini – e in prima linea la
letteratura, attraverso la quale Mi vogliono cancellare dai cuori dei Miei
figli!
8 Oh, voi,
poveri vermi della Terra polverosa! Voi volete cancellare Me, vostro Dio? Vi
sbagliate di grosso! RinnegateMi come volete e fate ciò che preferite, Io
rimango Colui che dall’eternità ero, sono e sarò in tutti i tempi eterni!
9. A lungo
sono stato a guardare ciò che scrivete, predicate e diffondete contro di Me.
Alla fine però terminerà anche la Mia divina Pazienza e Misericordia, perché
altrimenti la razza umana andrebbe in rovina, spiritualmente e fisicamente. –
Allora Io devo intervenire e fornirvi prove
che, di fatto, sono esistenti.
10. Vedete,
quest’opuscolo vi dimostra storicamente la Mia esistenza attraverso
l’insegnamento della Sacra Scrittura. Gli avvenimenti naturali, elementari e
mondiali, parlano invece esteriormente, cosicché sui Miei figli diventati
cattivi, di anno in anno brandisco in modo più forte la Mia verga punitiva! Ma
a cosa serve tutto questo? Gli uomini sono diventati ciechi, sordi e
scellerati, e non ammettono che è un castigo di Dio.
11. Nell’anno
1901 ho dettato, fatto scrivere e fatto pubblicare il libro: “La santa
Trinità”, nel quale rendo chiaro ai regnanti il Mio divino punto di vista;
solo che non ne hanno tenuto conto. Al contrario, l’Austria, a motivo del libro
‘La santa Trinità’ e degli altri libri, ha messo le mani addosso a Me, sul Mio
scrivano, e lo ha messo nell’ospedale psichiatrico, – sebbene Io avessi vietato
nel modo più severo di muovere il più piccolo dito contro i Miei strumenti! –
Sì, quando gli uomini sono diventati diavoli, allora naturalmente la Mia Parola
è per loro una vuota diceria. – E così ho deciso di estirpare del tutto la casa
d’Asburgo.
12. E che cosa
deve essere dell’arte della stampa, poiché è usata di solito per diffondere
insegnamenti anticristiani nella Chiesa e nello Stato? Il male è grande,
l’inferno diventa sempre più grande, perché i Miei figli, invece di eseguire i
Miei insegnamenti per diventare déi, fanno il contrario, per diventare
infernali spiriti cattivi. Io devo quindi distruggere, tranne la stampa dei
Miei libri, l’intera arte della stampa e tutto ciò che è stampato, e far
scomparire il preparato per la stampa che non corrisponde alla verità, e non
farò stampare più nulla che non sia approvato da Me, Gesù Cristo. Gli uomini
hanno messo troppo forte le mani contro di Me, per restaurare il male in altro modo.
13. Così vi
mostrerò che esiste un Dio che può punire le vostre cattive azioni. Ma anche le
chiese e le sette conosceranno la Mia sferza, perché in loro non c’è nessuno
Spirito cristico dell’amore e della comprensione per la Mia santa Parola! Una
buona volta voglio mettere ordine nel mondo e guidare gli uomini alla verità
della Mia Dottrina! – Perciò considerate queste Mie parole come serie, perché
provengono da Dio, dal vostro Creatore, Padre, Re e Giudice del mondo, e perciò
fate penitenza, finché c’è ancora tempo!
14. Voi, figli
Miei, badate però di diffondere questo libro: “Il libro della preghiera
cristiano-teosofica” tra tutti gli uomini, tra tutte le classi e tra tutte le
religioni, perché questi tre libri sono i più importanti di tutti i libri, per
guidare gli uomini sulla via della salvezza, solo allora viene la volta anche
degli altri libri, perché conoscere Me, Gesù, Chi sono Io veramente, conoscere
il pregare, vivere e operare secondo i Miei Comandamenti e Insegnamenti, è il
primo e principale compito di ogni uomo, – e questi tre argomenti sono
riportati assai chiaramente in questi tre libri.
15. Operate
secondo le Mie parole e diffondete i Miei libri, perché questo è ora il vostro
compito sulla Terra, se volete un giorno ottenere da Me la ricompensa per il
vostro lavoro.
Questo ve lo dice il Padre vostro Gesù. – Amen!»
*
(parla Gesù):
17. «Parole di
vita eterna scaturiscono dall’eterno Amore, Amore che si è umiliato per
rivelare agli uomini la salvezza dell’anima nella sua magnificenza, affinché
essi riconoscano che non vivono qui isolati come germogli viventi della Terra e
poi svaniscono dopo la morte del corpo, come l’erba in autunno davanti
all’intenso gelo dell’inverno imminente.
18. L’Amore divino ha pietà degli uomini che cominciano a credersi
abbandonati, perché incomincia loro a venir meno la convinzione che sopra di
essi si erge maestoso un Padre pieno d’Amore, il Quale veglia su di loro con il
Suo Amore paterno nella concezione celeste, come un gioielliere di corte che
veglia sulle sue preziose perle e brillanti, gioielli che occupano tutta la sua
vita interiore, poiché egli vede in questi gioielli il suo bene e la sua
fortuna.
19. Quindi Io,
il Padre Celeste, guardo sul male e sul bene dei Miei figli, i quali nel vasto
Universo si trovano nella scuola della prova di vita, perché essi sono in parte
pietre nobili, in parte non nobili, come pure, perle e brillanti nella
costruzione della Gerusalemme celeste, il cui costruttore sono Io, Gesù Cristo,
che rappresento l’eterno Amore nel cuore di Dio.
20. Gli uomini
rappresentano amore e vita nel cuore della divina Paternità, siano essi ora buoni
o cattivi, poiché l’Amore del Padre abbraccia tutti e li guida lentamente ma
sicuramente, anche se su spine e cardi, all’eterna salvezza e alla vita eterna
delle loro anime. Il Mio Amore, come Amore dell’eterno Padre, per vero conosce
la differenza tra uomini buoni e uomini cattivi, ma nessuna separazione
dall’Amore della Mia paterna benevolenza e grazia.
21. Passano
anni e gli uomini nell’aldilà invisibile per l’occhio carnale, uno dopo l’altro
camminano nel Regno dello spirito del loro grande e amorevole Padre, dove
giungeranno in quelle regioni della vita spirituale per le quali avevano già
cuore e sentimento in questo mondo, quindi ognuno andrà dietro alle sue idee e
studi preferiti, per i quali sulla Terra aveva amore e inclinazione. Soltanto
che qui, nel Regno degli spiriti, ognuno scorgerà ora le conseguenze del suo
diletto e amore per il bene o per il male, e in ciò consiste poi il bene o il
male per l’uomo, poiché secondo le sue idee preferite raccoglie le conseguenze
buone o cattive, nelle quali si rallegra e giubila nelle sue beatitudini,
oppure si affligge, maledice e accusa se stesso e altri, a causa delle vie
sbagliate e delle false conduzioni di vita che, spensierato, ha sciupato
giocandosi la felicità e il cielo, per i quali posò il piede sulla Terra nella
scuola di prova della vita.
22 Io,
l’eterno Amore in Dio, non lascio nessuno nella sua infelicità in eterno,
poiché secondo la Sacra Scrittura che contiene le Parole di vita eterna,
esistono certamente luoghi di eterna perdizione, di eterno fuoco infernale ed
eterno stridor di denti per mezzo dell’eterno verme della coscienza, ma non
eternamente dannati, perché l’eterno Amore non può essere allo stesso tempo
l’eterna vendetta oppure Dio e Satana nella stessa persona.
23 Si sa che
gli uomini terreni generano i loro figli solo per amore e, imperterriti in
quest’amore, finché vivono, vegliano sul bene e sulle pene della loro prole e
si rallegrano della loro felicità e si affliggono della loro sfortuna, e non
temono vie per cercare, secondo la loro possibilità, di riparare di nuovo la
triste sorte che li ha colpiti a causa di circostanze e avvenimenti infelici,
oppure per propria colpa attraverso un cammino di vita sbagliata, e fanno di
tutto per aiutare i loro prediletti affinché ottengano di nuovo la felicità e
il benessere sulla Terra. Se quindi, già i genitori terreni che hanno appena
una scintilla del Mio divino e universale Amore, sono così preoccupati e pieni
d’amore per i loro figli, quanto più Io – che vi posi fuori di Me essendo membra
nel Mio corpo dell’eterna perfezione del Mio Io – sono preoccupato per la
vostra prosperità spirituale e, nello stesso tempo, corporea, affinché l’uomo,
finché vive sulla Terra, debba provvedere per entrambi, per adempiere l’obbligo
che a lui è prescritto, e per vivere una vita felice qui, per l’aldilà.
24. Da ciò
vedete che l’insegnamento delle vostre Chiese sull’eterna dannazione è falso
oppure errato. Io stesso, infatti, dimoro nel cuore della vostra anima come
spirito di Dio e do all’anima, vita e intelligenza; allora vi deve essere
certamente chiaro e lampante che Io non condannerò Me stesso per eterno
all’inferno, dal momento che senza di Me l’anima non ha nessuna vita, e poiché
l’anima è appunto la vita nell’umano corpo di carne, allora essa, se Mi
separassi da lei, diventerebbe subito senza vita e perciò senza sentimento, e
poi per lei non potrebbe più esistere nessun inferno. Ora sorge la domanda: “Se
l’anima può diventare senza sentimento, chi espierebbe per lei i tormenti per i
peccati commessi?”.
25. Quindi voi
vedete che il vero insegnamento di Dio non corrisponde all’insegnamento della
Chiesa, perché i custodi dello stesso insegnamento non sono veri ecclesiastici
attraverso uno spirituale cammino di vita, bensì cavalcatori del morto senso
letterale, i quali afferrano ed interpretano la Sacra Scrittura non secondo lo
spirito che porta la Vita, ma secondo la lettera che porta la morte.
26. Nondimeno,
ora che le cose stanno così come Io le ho spiegate, converrà intraprendere uno
studio approfondito su questo vostro Spirito di Dio nel cuore dell’anima, per
sapere precisamente come stanno le cose per voi e dov’è questa scintilla del
grande Spirito di Dio tutto abbracciante, per non credere solo perché lo si
insegna, ma per ottenere anche una vivente convinzione proveniente da
dimostrazioni ineccepibili, come ve le presenta la storia del mondo con le
profezie basate sulla Bibbia. Questo formerà ora il compito dei prossimi
trattati, affinché il mondo sappia una buona volta che lo Spirito di Dio non è altro
che Gesù Cristo, e quindi proprio il Mio Spirito come Gesù-Spirito dimora in
voi e forma in voi il principio donante vita e, nello stesso tempo, anche
l’eterna vita».
*
Considerazione e avvertimento
dell’apostolo Giovanni
nella
comprensione della Parola divina della profezia
(parla Gesù):
27. «Giovanni,
l’evangelista, negli ultimi versetti ha espresso la seguente considerazione e
avvertimento verso le parole della profezia della Rivelazione di Dio:
28. “A chiunque ode le parole
della profezia di questo libro, io testimonio che se qualcuno volesse
aggiungere qualcosa, Dio gli aggiungerà le piaghe che sono scritte in questo
libro. E se qualcuno volesse portar via qualcosa dalle parole del libro di
questa profezia (della Rivelazione di Dio nella Bibbia), a questi, Dio toglierà
la sua parte dell’albero della Vita e della santa città Nuova-Gerusalemme”.
[Ap. 22,18]
29. Questo
passo dell’evangelista mette alla prova tutti i cristiani versati nelle Sacre
Scritture, e con ciò diventano essi stessi almanacconi molto aridi delle parole
della Bibbia, del cui morto senso letterale essi stessi diventano
spiritualmente morti, secondo la dichiarazione dell’apostolo Paolo [2° Cor.
3,6-10]: “Ma la nostra capacità viene da Dio che ci ha reso adeguatamente
capaci per essere ministri di un nuovo patto, non di lettera, ma di spirito;
perché la lettera uccide, mentre lo spirito rende viventi”.
30. Se i
versetti menzionati dall’evangelista fossero da intendere materialmente, allora
non dovreste avere nessun predicatore, nessun insegnante di religione, nessuna
pubblicazione, nessun trattato e proprio null’altro che solo la Bibbia, e
insegnarla precisamente, parola per parola, così come vi sta stampato, poiché
altrimenti Io, Gesù, quale vostro Dio e Creatore e Colui che ha da vegliare
sull’adempimento delle Parole della Bibbia, sarei costretto a punirvi tutti
senza eccezione e gettarvi all’inferno, perché nessuno di voi segue la citata
osservazione e l’avvertimento dell’evangelista Giovanni, e allora i sacerdoti,
gli insegnanti di religione, i redattori di periodici religiosi e gli autori di
trattati prima di tutti, sarebbero quindi per primi maturi per l’inferno,
perché, tanto da non credere, viene interpretato falsamente, aggiunto e levato
via. –
31. E perché
Io non vi punisco per questo, poiché voi tutti, senza eccezione, siete
trasgressori della Parola della Bibbia e della considerazione di Giovanni? –
Perché questi versetti sono da interpretare spiritualmente, e non ciò che voi
pensate, bensì vi si trova quanto segue:
32. L’aggiunta alla parola della profezia,
significa: l’interpretazione della parola secondo il vostro stesso punto di vista
e parere, così come vi conviene, per la qual ragione la verità viene distorta e
trascinata nel fango.
33. Il ‘portar via’ dalla parola della
profezia, invece, significa: l’inadempimento
dei dieci Comandamenti e degli insegnamenti che Io esposi nel tempo del Mio
magistero di tre anni. Ragion per cui aggiunsi un esplicativo chiarimento
ai dieci Comandamenti. Chi perciò non ne adempie le condizioni richieste,
costui diventa colui che riduce la pienezza della forza dei Miei insegnamenti e
dei Miei Comandamenti, quindi ne toglie, perciò si allontana da Dio come Albero
della Vita e così anche dalla santa Città della comunità dei beati, – e cammina
sull’ampia via che conduce all’inferno.
34. Quindi,
leggete spiritualmente la Bibbia, vivete e operate secondo le parole delle mie
profezie che in queste vi è detto ciò che dovete fare o non fare, allora avrete
fatto ciò che Io esigo da voi, cioè: dovete amare Me sopra ogni cosa e il
prossimo come voi stessi, quindi, adempiere di fronte a Me con rigore i
Comandamenti, ma non andare a prendervi la morte spirituale dell’anima nelle
morte lettere della Bibbia!
35. Dopo
quest’introduzione veniamo alle argomentazioni, dalle quali sarà accentuato
chiaramente come stanno le cose e che cosa dovete credere come verità divina».
*
(parla F.
Schumi):
Queste fonti e dati che qui riportiamo in modo
eccezionale, ma non sono nella Bibbia, sono stati comunicati da Dio al Suo scrivano,
poiché esiste ancor sempre lo stesso Dio che ha parlato attraverso i profeti,
gli apostoli e altri uomini, nella stessa occupazione per il bene dei Suoi
figli, come si è già detto: “Cristo è ieri, è oggi e lo sarà per tutta
l’eternità, sempre lo stesso amorevole Padre provvedente per i Suoi figli,
com’è sempre stato!”.
[indice]
۞
Zurigo, 17 luglio 1904
Il Padre Gesù si premunisce contro i tentativi di
rifiuto da parte dei falsi profeti, e attraverso differenti annotazioni
storiche dimostra la verità sulla Sua persona.
(parla Gesù):
1. «Tra la classe delle persone colte c’è una certa
progenie di pseudo filosofi che osano spargere ogni genere di menzogne per
eliminare la Mia Divinità, la Dignità e l’Onore della Mia persona. Tra queste
c’è anche quella che Io stesso non Mi sarei mai chiamato Cristo ovvero il
Messia, e perciò non sarei una persona storica, ma solo una persona poetica,
vale a dire che non sarei mai esistito, mentre sarei solo una persona inventata
dal nascente movimento religioso di quel tempo. Da ciò si vede tutta
l’ignoranza o incompetenza di tali falsi profeti, e nello stesso tempo anche la
loro cattiva volontà di agire contro di Me, per strapparMi dal cuore e dal
sentimento dei Miei figli, cosa che fanno tutti i collaboratori di Satana o del
Mio polo opposto. – Tuttavia, questa gioia porterà loro ancora tempi amari
nell’aldiquà, e nella tomba dell’’aldilà, essi in tal modo sapranno Chi hanno
pungolato con la loro cattiveria. Voglio mostrarvi alcune prove dalle quali
scorgerete ora che Io stesso Mi sono effettivamente chiamato Cristo ovvero il
Messia, il che significa ugualmente come Re della vita spirituale o come
Principe della pace, come sta scritto in Isaia, ovverosia:
2. – Quando Io, Gesù, venni nella regione di Cesarea Filippi,
interrogai i Miei discepoli e dissi: “Chi dice la gente che sia il Figlio
dell’uomo?”. – Essi dissero: “Alcuni dicono Giovanni il battista, alcuni Elia,
Geremia o altrimenti uno dei profeti”. Su questo, Io domandai loro: «Ma chi
dite voi che Io sia?”. – Allora rispose Simon Pietro: “Tu sei Cristo, il Figlio
del Dio vivente!». Ed Io, Gesù, affermai che ero veramente Io, il Cristo ovvero
il Messia, lo dissi ed elogiai Pietro in pubblico, per questa dichiarazione:
“Beato sei tu, Simone, figlio di Giona! Poiché questo non te lo ha rivelato la
carne o il sangue (cioè il cervello di carne), bensì il Padre Mio (vale a dire
il Mio Amore) nel Cielo (il tuo cuore che Mi ama)”. Ma poiché sotto il termine
Messia era inteso il potente Dio Jehova, proibii ai Miei discepoli di far
sapere questa verità al popolo, perché altrimenti i giudei, vivendo nei
peccati, per paura e sgomento avrebbero fatto penitenza in sacco e cenere,
poiché attraverso questa conoscenza sarebbero stati oppressi come schiavi nella
loro animica libertà di spirito. Invece agli uomini che amano Dio, questa
conoscenza non ha mai danneggiato.
3. – Nel tempo del Mio insegnamento, quando venni per la prima volta
con i Miei discepoli a Nazareth, Mi recai nella sinagoga, o scuola giudaica,
perché era sabato. Chiesi di leggere ad alta voce, dopo di che Mi si diede il
rotolo del libro del profeta Isaia. Quando lo srotolai, trovai proprio il
versetto che volevo, dove stava scritto: “Lo Spirito del Signore è su di Me!
Egli Mi ha unto (ovvero Mi ha fatto Messia) perché Io predichi ai poveri il
Vangelo. Mi ha inviato per guarire coloro che sono di cuore oppresso, per dare
la libertà ai prigionieri (che sono nella tenebra spirituale), per dare ai
ciechi (nello spirito) la vista (la verità), per mettere gli incatenati
(nell’istupidimento spirituale) nella libertà (dell’insegnamento di Dio); e per
proclamare l’anno ricco di grazia del Signore (come la riunificazione dei figli
con il loro Padre), e annunciare il giorno del giudizio (contro falsi
insegnanti di religione attraverso la diffusione della verità sulla Parola di
Dio)”. E quando riposi il rotolo, dissi ai Miei ascoltatori: “Oggi questo passo
della Scrittura si è adempiuto davanti ai vostri occhi”, con la qual cosa
dichiarai apertamente: “Io sono il Messia, del Quale parla qui Isaia”.
4. – Alla donna samaritana Mi dichiarai liberamente e al pozzo di
Giacobbe le dissi: “Il Messia sono Io che
ti parlo” [Gv. 4,25-26].
5. – Nella Mia paternale contro gli scribi e i farisei dissi al
popolo e ai Miei discepoli: “Non fatevi
chiamare maestri, poiché Uno solo è il vostro Maestro, cioè Cristo” [Matt.
23,10]. Quando Io, Gesù, parlai di Cristo come Maestro, allora Egli doveva
essere stato esistente, e che intendevo Me stesso quale Cristo ve lo dice la
prossima comunicazione.
6. – Quando profetizzai sulla distruzione di Gerusalemme, riferii
ai Miei discepoli sui futuri falsi cristi, dicendo: “Molti si presenteranno sotto il Mio nome e diranno: ‘Io sono Cristo!’,
e ne sedurranno molti” [Matt. 24,5 / 24,23-24].
7. – Quando il sommo sacerdote Caifa Mi sottopose la domanda
affinché rispondessi sotto giuramento se Io fossi il Messia, il Figlio
dell’Iddio vivente, gli assicurai che Lo ero, rispondendogli: “Tu lo dici!”, vale a dire, ‘non te lo
nego, perché è così’, su cui confermai la Mia breve risposta con una forte e
decisiva profezia del ritorno di Cristo e dissi: “… tuttavia vi dico: da ora in poi avverrà che vedrete il Figlio dell’uomo
sedere alla destra della potenza di Dio e venire nelle nuvole del Cielo”.
8. – Nella solenne preghiera che pronunciai all’ultima Cena, dissi:
“Questa è la vita eterna: che riconoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui che Tu
hai mandato, cioè Me, Gesù Cristo, che sono proceduto da Te” [Gv. 17,3-8].
9. – Secondo il modo di dire nel Vecchio
Testamento, l’Unto, il Cristo, ovvero il Messia, significava tanto quanto ‘il
Re’, come tale viene chiamato alcune volte il futuro Messia nella Bibbia, e che
questo fosse diretto a Me, Gesù Cristo, lo assicurai Io stesso, Gesù, davanti a
Pilato, che ‘Io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo’. Anzi, ancora di più, Io stesso entrai (in
groppa al puledro d’asina) come l’Unto, che è il Cristo ovvero il Re, in
Gerusalemme il 21 marzo nell’anno 33 con esaltazioni di osanna e alleluia del
popolo, e tuttavia si osa sfacciatamente sostenere che Gesù non si è mai
chiamato Cristo. Perciò i farisei con il loro seguito Mi derisero sulla croce
dicendo: “Scendi giù se sei il Re dei
giudei, allora crederemo in Te”.
10. – Dopo la Mia resurrezione accompagnai due dei Miei discepoli,
Cleofa e Barsaba Justus che andavano verso Emmaus, senza essere riconosciuto, e
dissi di Me stesso: “Non ha dovuto Cristo
soffrire questo per raggiungere la Sua magnificenza?” [Lc. 24,26]
11. – E quando di sera andai tra i discepoli radunati, Io dissi: “Così
sta scritto nei profeti e così doveva soffrire (Io come) Cristo e il terzo
giorno resuscitare dai morti” [Lc. 24,13-46]».
[indice]
۞
Le fonti sinottiche e sincroniche
(parla Gesù):
«Per quanto riguarda le fonti della Mia storia,
esse provengono dai Miei testimoni oculari e contemporanei che le annotarono,
in altre parole i Miei discepoli:
2. – 1° Giovanni e 2° Matteo – gli evangelisti – come
sinottici o testimoni oculari. Soltanto Matteo viaggiò in India e portò con sé
il suo Evangelo originale. – 3°
Marco, il figlio di Pietro e 4°
Luca, il medico.
3. – Oltre questi quattro c’è il pseudo-Matteo di nome l’Rabbas,
che fu uno scrittore di Sidone, il quale mise insieme le copie esistenti e ciò
che era stato raccontato dal popolo e fu pubblicato come Evangelo di Matteo.
Maggiori particolari su questo vi saranno dati nelle comunicazioni che
seguiranno sul tempo della formazione dei Vangeli (al cap. 22).
4. – Accanto a questi cinque evangelisti ci sono anche le lettere
aperte di Pietro, Paolo, Giacomo, Giuda e Giovanni, con ciò nove discepoli Miei
contemporanei, i quali, tra questi, sei testimoni oculari scrissero in un tempo
mentre tutto era ancora vivente nella memoria del popolo.
5. Tutte
queste molte dimostrazioni della Mia esistenza quale Cristo, come furono
tramandate in modo sinottico o sincronico, oppure da testimoni oculari o
contemporanei, dimostrano che gli odierni rinnegamenti della Mia esistenza come
Cristo e l’autenticità delle notizie evangeliche e apostoliche, si basano su
malintenzionati, perché malevoli distruttori della volontà che si estesero dai
giorni di Adamo fino all’anno 132 dopo Cristo. Come la tenebra esiste solo
finché l’annienta la Luce, così anche l’oscura menzogna si spinge avanti finché
non sorge la divina Luce della verità ed illumina la menzogna come tale.
6. Una
dimostrazione molto importante sull’esistenza dell’apostolo Giovanni – dal
momento che si rinnega anche l’esistenza di tutti gli apostoli ed evangelisti e
dai loro nomi si fanno delle immagini allegoriche dello spirito del tempo, – è
per voi la sua Rivelazione, la quale è certamente la testimonianza più vivente
di un linguaggio di rispondenza spirituale che sulla Terra non era usato né al
tempo degli apostoli né più tardi, e che abbraccia la storia religiosa del
mondo dei tempi futuri nelle rispondenze spirituali-celesti.
7. Contro
tali grandi dimostrazioni provenienti dai primi secoli, come sono qui citate,
c’è la fabbricazione storica negante il Cristo dal 18°, 19° e 20° secolo, senza
qualsiasi base o valore, perché viene sostenuto qualcosa senza produrre contro
dimostrazioni, il che è puramente inventato di sana pianta. – Come si può
eliminare dal mondo con una semplice negazione, una verità dimostrata da 6000
anni che giunge fino a voi attraverso patriarchi, profeti e apostoli, senza
indicare altrettante molteplici prove contrarie, oppure attraverso autentiche
notizie provenienti dal tempo del primo secolo?
8. Non oggi,
nel tempo del tenebroso rinnegamento di Dio, in questo vostro tempo
dell’offuscamento dello spirito per la verità, possono essere per voi decisive
le negazioni senza prove di tutta la verità! Esse devono provenire dalle fonti
del tempo degli apostoli, oppure fino al primo secolo, senza voler invece
sostenere, dopo circa 2000 anni, qualcosa che viene rappresentato solo come
malignità, come cattiva volontà, come tenebra spirituale, come ignoranza nella
scienza biblica, come negazione intenzionale della verità e come menzogna
profetica, contro invece un torrente di prove della verità provenienti dal
tempo della Mia esistenza come Cristo. Perciò, non lasciatevi sviare da falsi
profeti e da falsi cristi del tempo presente, perché essi stanno al servizio
dell’avversario della Mia Divinità, avversario che si chiama distruttore dell’umanità, e il suo suolo
è l’abisso dell’inferno, dove attira
i suoi credenti con sé nella profondità delle tenebre della vita spirituale,
dopo che li ha derubati della loro salvezza dell’anima».
[indice]
(parla Gesù):
1. «È
un fatto poco conosciuto che anche alcuni scrittori ebrei e pagani
registrarono, accanto ai Miei discepoli, notizie sul Mio tempo passato, le
quali ora serviranno a dimostrare il contrario di ciò che affermano i negatori
di Dio, i critici della Bibbia e i soppressori di Cristo.
2. Si deve
far luce una buona volta! Lottare contro di Me, vostro Dio, significa andare a
leccarsi il pungiglione. – Oh, voi poveri vermi di terra del figlio perduto.
Come volete sussistere nella vostra lotta contro di Me, contro Dio? Le vostre
frecce non colpiscono Me, ma voi stessi, perché quanto più infierite per la Mia
eliminazione, tanto più tenebroso si prepara l’inferno che vi accoglierà dopo
il vostro trapasso. Non crediate però che con ciò sia già tutto finito! – Oh,
no! La vostra infamia e le vostre sofferenze saranno spaventose! Perciò
allontanatevi in tempo dal vostro affaccendarvi infernale, per non diventare
completamente infelici!»
*
(parla Gesù):
3. «Le Sibille erano donne chiaroveggenti, alle quali spesso era
mostrata un’immagine del futuro, come accade ancora oggi con i chiaroveggenti,
e perciò giunse la profezia del Messia veniente che la sibilla eritrea vide in
anticipo nello spirito come un Fanciullo, e poi come un giovane Insegnante.
4. ‘Symmachia’, questo era il nome della Sibilla, nacque in Eritrea
nella provincia greca Böotia e profetizzò a Cuma[1]
in Campania nell’anno 1203 a.C. Fu la stessa Symmachia a profetizzare anche la
fine di questa città, quando i greci, nell’anno 1194 a.C andarono a Troia.
5 Testo
delle due profezie della Sibilla d’Eritrea sulla venuta di Gesù Cristo:
I. “Vedo
il Figlio di Dio che si è abbassato dalle altezze. Lo porterà una vergine ebrea
proveniente da una nobile stirpe, quando verranno gli ultimi tempi felici. Nei
suoi teneri anni soffrirà molto sulla Terra. Tuttavia questo Profeta sarà
grande attraverso la divina predizione, nascerà da una madre vergine e sarà
saggio e veritiero”.
II. “Verrà
un inviato dal Cielo che renderà felice il mondo con l’autentica conoscenza di
Dio; infatti, ho visto un Fanciullo scendere dal Cielo e farsi grande tra gli
uomini, poi l’ho visto come Giovinetto insegnare nel Tempio, e là tenere grandi
discorsi davanti al popolo. L’ho visto guarire molti malati e istruire gli
uomini ad amare Dio e il prossimo, e diffondere così solo del divino sulla
Terra, con cui potrebbe iniziare un’epoca d’oro se gli uomini Lo ascoltassero e
si orientassero secondo il Suo divino insegnamento. Tuttavia gli uomini si
allontanano da questo grande Figlio proveniente dal Cielo e preferiscono vivere
secondo la loro volontà terrena. Perciò, io ho visto come questo Spirito di
Luce lascia il mondo e, di nuovo, sale nel Cielo da dov’era venuto”».
*
(parla Gesù):
6. «Al concilio
di Nicea (325 d.C.) Costantino il grande dichiarò solennemente: “La Sibilla
d’Eritrea fu sicuramente influenzata da Dio, la quale annunciò ciò che doveva
avvenire, dichiarando anche in maniera chiara la storia della venuta di Gesù
Cristo in quell’incontro delle due prime lettere dell’alfabeto dei versetti che
si chiamano Acrostico[2]”.
Quest’ultimo contiene le seguenti parole: “Gesù
Cristo”, “Figlio di Dio”, “Salvatore”, “croce”.»
*
(parla Gesù):
7. «Anno 29
a.C., il 25 ottobre, Roma: “Già si avvicina velocemente l’ultima epoca secondo
la profezia cumana, e sorge nuovamente una gran filar di secoli. Ritorna anche
già la vergine, ritornano i regni di Saturno, già è inviato giù dall’alto Cielo
un nuovo germoglio. Tu, casta Lucina[3]
del nascituro fanciulletto, per mezzo del quale dapprima morirà l’epoca del
ferro e in tutto il mondo si leverà quella dell’oro; il tuo Apollo regna già. E
appunto con te, sotto il tuo consiglio, o Pollione[4],
comincerà questo tempo meraviglioso, e questi grandi mesi cominceranno a
comparire”. La profezia di Virgilio nell’egloga[5]
IV, 4 ff., il cui originale latino dello stesso tono suona come segue:
«Ultima Cumaei
venit jam carminis aetas;
Magnus ab integro
saeclorum nascitur ordo.
Jam reditet Virgo,
redeunt Saturnia regna;
Jam nova progenies
coelo demittitur alto.
Tu modo mascenti
puero, quo ferrea primum
Desinet ac toto surget gens aurea mundo.
Casta fave Lucina;
tuus jam regnat Apollo.
Teque adeo decus
hoc aevi, te consule, inibit,
Pollio, et incipient magni procedere
menses …»
8. Quello che il poeta romano Virgilio canta
nell’egloga del germoglio celeste che fonderà l’era d’oro, avvenne sotto
l’influenza della profezia cumana dall’idea, sostenuta in genere dai giudei,
dell’arrivo del Messia. Questa profezia poetica fa parte in ogni modo delle
fonti della storia cristiana, anche se intessuta con mitologie pagane».
*
(parla Gesù):
9. «Tacito (anno 102, il
5 ottobre, Roma). La storia dice (come Svetonio in Vespasiano 4): «…si sostiene
che in quel tempo, l’Oriente giungerà al dominio e verrà uno dalla Giudea che
sottometterà il mondo intero».
10. Svetonio (anno 132, il 6
settembre, Roma), si dice in Vespasiano 4: “…in tutto il paese d’Oriente regna
un’antica e costante opinione, secondo la quale è deciso che in quel tempo
verrà Uno nella Giudea che sarà Signore del mondo intero”.»
[indice]
۞
Sulla
morte di Giovanni Battista
Un’autenticità storica su Giovanni Battista da
parte di Giuseppe Flavio[6].
Nell’anno 30, Aretas, re dell’Arabia arenaria, combatté
contro il re Erode Agrippa II, perché quest’ultimo aveva respinto sua moglie,
figlia di Aretas, e distrusse tutto il suo potere.
(parla Gesù
citando una lettera di Giuseppe Flavio):
1. «“Alcuni
dei giudei hanno riconosciuto nella sconfitta dell’esercito di Erode la disposizione del
Signore che esigeva da Erode la giusta punizione a causa di Giovanni Battista.
Erode lo ha fatto giustiziare anche se era un uomo giusto, perché esortava i
giudei a tendere alle virtù, ad esercitare verso il loro prossimo la giustizia
e la devozione verso Dio e, così, giungere al battesimo; solo allora il
battesimo sarà compiacente a Dio, mentre loro lo usavano solo per la guarigione
del corpo, non per l’espiazione dell’anima che, secondo loro, sarebbe poi già
santificata attraverso una vita giusta. Giovanni era stato messo in catene per
aver rimproverato Erode a causa della sua vita da adultero, e lui lo mandò alla
fortezza di Macharaus e là (per via della nota causa con Erodiade) decapitato.
La sua morte, secondo la convinzione dei giudei (che consideravano Giovanni un
profeta – Matteo 14,1-11 e 21,26), è stata la causa del perché l’esercito di
Erode cadde vittima dell’ira di Dio”. [Giuseppe Flavio – Libro dell’antichità
giudaica, cap. 18, versetti 1,2]».
[indice]
۞
La dimostrazione di errate trascrizioni
tramite
una
descrizione della figura di Cristo
(il Padre Gesù ci rivela):
1. «Un monaco di nome Giacomo nel monastero di
Alessandria d’Egitto compone la descrizione della Mia figura come si era conservata fino a quel tempo nella tradizione popolare, ed attribuisce
la stessa, al fine di fornire ai posteri una paternità per la veridicità della
stessa, a un personaggio inventato di nome Publius Lentulo, quale governatore
della Giudea al tempo di Gesù, come scritto di suo pugno:
Alessandria, 15 maggio 1159
2. “Publius Lentulo scrive al senato e al popolo romano la seguente lettera:
3. «In questi giorni
è apparso un uomo molto virtuoso di nome Gesù Cristo che è ancora tra noi, e
dal popolo è chiamato profeta della verità, ma dai Suoi discepoli Figlio di
Dio. Egli risveglia i morti e guarisce ogni sorta di malattie. Un uomo di statura ragguardevole e prestante. Il
volto è venerabile, e al vederlo lo si può amare come anche temere. I capelli
hanno il colore di una nocciuola totalmente matura, lisci fino agli orecchi, ma
da lì in giù, riccioli, dal colore un po’ scuro e lucente distesi fino agli omeri,
divisi in due a metà del capo, secondo il costume dei Nazareni. La fronte è
liscia e aperta con il volto senza alcuna ruga ed è esente da macchie con un
moderato amabile rossore. Niente del naso e bocca è sporgente o incavato. La
barba è forte, copiosa e piena, ed è dello stesso colore dei capelli, non
lunga, ma divisa a metà. L’aspetto è semplice e maturo, gli occhi sono di un
grigio-blu e chiari. Nel rimprovero è terribile, nell’ammonire è gentile e
amorevole. È gaio, ma comunque serio. Non Lo si è mai visto ridere, ma spesso
piangere. È alto nella sua statura ed energico. Le Sue mani e braccia sono
molto dilettevoli. È piacevole ed aggraziato nel parlare, è raro (nel farsi vedere) e modesto. Le sue fattezze veramente belle,
superano quelle dei figli degli uomini”».
4. Ora
seguono tre copie latine dello stesso originale, delle quali ognuna è diversa,
poiché nessuna è stata copiata fedelmente secondo l’originale. – Queste tre
copie seguono qui affinché i critici degli Evangeli e della Sacra Scrittura
riflettano su quanto superficiali erano gli scrivani di un tempo, cosa che si
può vedere in particolare anche dal Nuovo Testamento nelle nuove edizioni in
greco e in latino, le quali, pur essendo tratte dagli stessi scritti e annotati
nello stesso tempo, mostrano comunque gigantesche differenze, come è dimostrata
l’incapacità in queste tre copie, – anzi, si può dire, ancora maggiori. –
Perché allora fare grandi studi, che diventano inutili, se non si conoscono i
motivi del perché di questo o di quello?
- - -
(I copia)
5. «Publius Lentulo in Giudea
praeses (tempore Cesaris) senati populoque – Romano hanc epistolam misit: Apparuit
temporibus istis nostris, et adhuc est, homo magnae virtutis, cui nomen Jesus
Christus, qui a gente dicitur propheta ueritatis; et a suis discipulis filius
Dei. Suscitans mortuos et sanans omnes languores. Homo quidam statura procerus
et spectabilis. Vultum habens uenerabilem quam intuentes facile possunt
dirigere et formidare. Capillos habens coloris nucis auellane prematura et
planos usque ad aures; ab auribus uero’crispos aliquantulum coeruliores et
fulgentiores; ab humeris uentilantes. Discrimen habens in medio capite iuxta
morem Nazareorum. Frontem planam serenissimam cum facie sine ruga aliqua, quam
rubor moderatus venustas. Nasi et oris nulla prorsus reprehensio. Barbam habens
copiosam et capillis concolorern, non longam, sed in medio birucatam. Aspectum
simplicem et maturum, oculis claucis uariis et claris. In increpatione
terribilis, in admonitione blandus et amabilis. Hilaris quidam seruata
gravitate. Nunquam uisus ridere, flere autem sepe. In statura corporis
propagatus et rictus. Manus habens in brachia uisu desertabilia. In colloquio
gratis, rarus et modestus. Forma certe speciosus prae filiis hominum».
6. Questo
rapporto di Publius Lentulo su Gesù, finora la migliore fu pubblicata da J. Ph.
Gabler [Piccoli scritti teologici, vol. II, 1831, pgg. 636, sq.] e si trova nel
cod. Harleianus 2729, sec. XII, che contiene altrimenti la strategia di Frontin
e di Eutrop su un foglio incollato all’inizio, da una mano del secolo XV,
quindi: come suona la registrazione in latino in alto:
[Comunicato
dal Dr fil. Gotthold Gundermann
nella rivista per teologie scientifiche
del Dr. Adolf
Hilgenfeld, 1886, pagina 241]
- - -
(II copia)
7. 7.a
epistola di Lentulo all’imperatore Tiberio: «Apparuit hjis temporibus ed ahuc est,
homo magnae virtutis, nominatus Christus Jesus, qui dicitur à gentibus
propheta, quern eius discipuli uocant filius Dei. Suscitans mortuos et sanans
omnes languores; homo sgtaturea procerae, mediocri set spectabilis, vultum
habens uenerabilem, quem intuentes possunt formidare et dirigere. Capillos habe
coloris nucis auellanae praematurae, et planos ferè usque ad aures. Ab auribus
cuntanos crispos aliquanto, caeruleores et subgemiores ab humeris uentilantes,
discrimen habens in medio capitis, iuxta morem Nazaraeorum; frontem planam et
serenissimam cum facie sine ruga aut macula aliqua, quem rubor moderatus
venustat Nasi et oris nulla reprehensio. Barbam habet copiosam et impuberem,
capillis con colorem, non longam, sed in medio bifurcatam. Aspetum habet
simplicem et maturum, oculis claris existentibus. Increpatione terribilis, in
admonitione blandus et amabilis, hilaris seruata gravitate; qui nunquam ridere,
flere autem saepe uisus est. In statura, corporis propagatus rictus. Manus habe
et brachia uisu delectabilia; in colloquio rarus et modestus, speciosus inter
filiu, hominum».
[Apokrypha hoc est nattiones
de Cristo,
extra Biblia apud Patres
reperta. Gr. et lat.
Protevangelion Jacobi grasce
primum editum etc.
Cur Michael Neander 8,
Basileae 1567, pagina 410-411]
- - -
(III copia)
8. «Lentulo
hierosolymitanorm praeses S. (enatui) P. Q. (ue. Roinano S. (cripsit): Apparuit
temporibus nostris, et adhuc est homo magnae virtutis, nominatus Christus
Jesus, qui dicitur a gentibus propheta ueritatis, quem eius discipuli uocant
filium Dei. Suscitans mortuos, et sanans languores. Homo quidam staturae
procedere, spectabilis, uultum habens uenerabilem, quem intuentes possunt et
dirigere et formidare. Capillos uerò circinos et crispos aliquantulum
ceruliores et fulgentiores, ad himeris uolitantes, discrimen habens in medio
capitis, iuxta morem Nazarennorum. Frontem planam et serenissimam cum facie
sine ruga, macula aliqua, quam rubor modratus uenustat. Nasi et oris nulla
prorsus est repehensio, barbam habens copiosam et rubram capllorium colore, non
longam, se bifurcatam. Oculis uariis et claris existentibus, In increpatione terribilis,
in admonitione placidus et amabilis, hilaris, seruata gravitate, qui nunquam
uisus est ridere, flere autem saepe. Sic in statura corporis propagatus, manes
habens et mebra uisu delsctabilia, in eloquio gratis, rarus et modestus,
speciosus inter filios hominum». Valete.
[Monumenta sanctorum patrum orthodoxographa, colectore
Joh.;
Jac. Gryyuaeo.
Brasileae 1569. Sub:
Epistolae
orthodoxographorum Theologorum latinorum. pag. 1]
[indice]
۞
Zurigo, 25 giugno 1904
Shumi riceve un chiarimento da Gesù sulla descrizione della
Sua figura trasmessa secondo le indicazioni verbali ‘tradizionali’ di allora,
indicate negli scritti rivelati in precedenza, illuminandoci oggi sul valore
storico degli stessi,.
(parla Gesù):
1. «Io, Gesù, dopo che il primo giugno nell’anno 30 (secondo
il presunto calcolo del tempo) Mi feci battezzare da Giovanni Battista e
radunai intorno a Me i Miei discepoli, comparvi e iniziai a predicare. Ma non è
ora il Mio compito di riferirvi come ho diffuso la Mia Dottrina, bensì quale
aspetto avevo come Uomo e com’ero animicamente costituito.
2. La Mia
comparsa fu allo stesso tempo la scala per i curiosi, per quale aspetto avessi,
chi fossi e cosa si raccontasse su di Me. Ero ben osservato dal popolo,
guardato da tutte le parti ed ero oggetto di discussione di bocca in bocca, a
tal punto che la Mia persona divenne nota in generale, e questa descrizione
verbale rimase esistente anche dopo la Mia ascesa al Cielo, da cui si formò la
trasmissione orale ed ha continuato a vivere nel popolo, ma non è mai stata scritta
perché era troppo nota. Successivamente, però, s’insinuarono comunque alcune
contaminazioni, ed è per eliminare queste che ora vi voglio comunicare la
verità.
3. Fu
nell’anno 1159 che un monaco di nome Giacomo, nel convento di Alessandria
d’Egitto, Mi descrisse così come era trasmessa la tradizione di Me nel popolo.
Questa tradizione o trasmissione verbale venne poi in mano a uno scrittore
mondano in Roma, al quale sembrò troppo semplice, perciò nell’anno 1236 fece
una traduzione della descrizione della Mia figura con diversi abbellimenti,
descrizione che si trova presso la famiglia nobile dei Cesarini in Roma e di
cui è stata stampata una libera traduzione in tedesco, su cui segue un esempio
di come si fabbricano le falsificazioni:
- - -
. Publius Lentulo, praeses Hierosolimitanoru
all’imperatore Tiberio:
5. “Ho
sentito, o Cesare, che Tu desideravi sapere ciò che io ti riferisco ora.
L’uomo, del quale mi domandi, vive qui in gran rispetto e si chiama Gesù
Cristo. Il popolo lo chiama profeta, i suoi discepoli lo considerano Figlio di
Dio, il Creatore del Cielo e della Terra e di tutte le cose che sono ed erano
nel mondo. In verità, o Cesare, su Cristo si sentono giornalmente cose
miracolose. Risveglia i morti alla vita, guarisce i malati con una sola parola.
È di statura media e di bell’aspetto. Il suo volto è così maestoso che coloro
che lo guardano lo devono amare e temere. I suoi capelli hanno il colore di una
nocciola molto matura, e fino agli orecchi è pettinato in modo liscio, dagli orecchi
in giù invece sono del colore della terra o ancora più chiari. Secondo il modo
dei Nazareni ha i capelli divisi a metà. La fronte è liscia e aperta, le guance
lisce, senza rughe e coperte di serietà. Il naso e la bocca sono regolari. La
sua barba è liscia, come i capelli, ma non lunga e divisa a metà. Il suo
sguardo è serio e penetrante; i suoi occhi somigliano a raggi del Sole, in modo
che nessuno li può guardare per via dello splendore. Quando minaccia, desta
timore; quando invece ammonisce, attrae. È anche lieto, ma con dignità. Si
afferma che nessuno lo abbia mai veduto ridere o piangere. Le sue mani e
braccia sono molto belle. I suoi discorsi soddisfanno molto gli ascoltatori. Lo
si vede di rado, ma quando lo si vede, è molto serio. Secondo l’aspetto, è
l’uomo più bello che si possa vedere e immaginare. Sua madre passa nel paese
come la donna più bella. Se la tua maestà, o Cesare, desidera vederlo, come mi
hai scritto prima, allora annunciamelo, ed io te lo manderò subito. Egli in
tutta Gerusalemme provoca l’ammirazione con i suoi insegnamenti. Non ha mai
studiato niente, ma conosce tutti gli insegnamenti a memoria. Cammina a piedi
scalzi e senza copricapo. Molti lo deridono, ma coloro che lo sentono insegnare
lo ammirano e tremano davanti a lui. Si dice che un uomo simile non sia mai
stato visto o udito in questa zona. Come mi raccontano i giudei, nessuno ha mai
elargito così saggi consigli quanto questo Gesù Cristo. Molti giudei lo
considerano come un Dio e credono in lui; ma ci sono anche molti che lo
accusano presso di me che sarebbe un avversario della tua maestà. Mi sono
avversi questi giudei che vogliono del male. Si sostiene che non avrebbe ancora
mai fatto a nessuno del male, invece molto del bene. Coloro che lo conoscono,
dichiarano di aver ricevuto da lui benefici, e sono stati guariti. Ma ciò
nonostante sono pronto ad obbedire ai tuoi ordini e farò ciò che tu mi
ordinerai. Addio! Dato in Gerusalemme nella settima ‘indizione’ dell’undicesimo
mese”.
Il
governatore della Giudea
più fedele e
più obbediente di tua maestà
Publius
Lentulo”
*
6. Su questo
documento falsificato voglio dirvi soltanto che non è mai esistito un
governatore Publius Lentulo della Giudea, oppure un praeses Hierosolimitanorum[7].
Ponzio Pilato dall’inizio dell’anno 29 fino all’anno 36 fu pretore o
governatore della Bassa Galilea, della quale faceva parte anche la Giudea, e
che la settima indizione[8]
appartiene all’anno 34, anno in cui Io non ero più nel mondo. Allora non
esisteva nessun calcolo secondo indizione, perché questo fu introdotto più
tardi. Anche il titolo ‘maestà’ a
quel tempo non era ancora in uso per gli imperatori romani.
7. Dopo che
vi ho dato queste dimostrazioni che entrambi gli originali furono falsificati
ed erano soltanto tradizione com’era tenuta nel popolo, voglio ora darvi la
rivelazione fedele alla verità sulla Mia figura, che è questa:
8. «Io, Gesù Cristo, ero un Uomo virtuoso, come si penserà non altrimenti
di Me come Dio in forma umana; i Miei discepoli Mi chiamavano “Signore”,
“Maestro” e “Figlio di Dio”, come profetato da Mosè. Ho risvegliato i morti ed
ho guarito tutte le malattie. La Mia altezza era di 180 centimetri ed era una
figura prestante, perché il corpo era formato senza difetti. Il Mio aspetto era
molto nobile, perché la Mia certa serietà era unita ad un’amabile gentilezza
che impressionava tutti, al punto che gli amici Mi amavano molto; i nemici,
invece, che Io guardavo in faccia con uno sguardo maestosamente serio, –
percepivano talvolta paura e timore di Me. I Miei capelli erano di un
biondo-rosso scuro, ma splendenti come seta e delicati come quelli di un
fanciullo che ha la crescita dei suoi capelli nella più prosperosa freschezza
dell’adolescenza. Quanto erano belli e prosperosi i capelli splendenti, non ve
lo potete immaginare, perché oggigiorno non lo si vede da nessuna parte; in
alto, dalla riga fino agli orecchi, erano lisci con una piccola interruzione
ondulata, dagli orecchi in giù cominciavano a formarsi in riccioli ondulati che
scendevano nei più bei riccioli sulle spalle fino a metà schiena. Si ammirava
quest’insolita bellezza dei Miei capelli, divisi in due parti che scendevano
ondulati dalla testa, come in quel tempo era la moda dei capelli tra nazareni e
galilei. La Mia fronte era alta e liscia e, come il Mio volto, senza macchie né
rughe, e questa si abbelliva di un piacevole rossore mediante una pelle fine e
delicata che aveva un aspetto flessibile e giovane, il che era amabile da
vedere. Il naso orientale era ben formato, senza alcuna incavatura agli occhi,
e una bocca dalle labbra corrispondenti a tutte le pretese del senso di
bellezza di un pittore, e queste abbellivano il Mio volto. La Mia barba non era
né troppo ruvida, né troppo fine, ma del tutto adeguata, come deve essere nella
miglior forma di un bell’uomo, il suo colore era lo stesso dei capelli; essa
non era lunga, ma cresciuta bene, a metà divisa in due parti e ben curata. Il
Mio sguardo era semplice, catturante e gentile, anche se non ridevo mai. I Miei
occhi erano né grandi né piccoli, ma splendenti, di un bel colore grigio-blu
circondato da un bel bianco. Nel rimprovero ero molto severo, mentre il Mio
sguardo penetrante metteva i nemici alle strette, tanto che scappavano presto;
– nell’ammonire ero gentile e amorevole, conservando però la necessaria
serietà. Non Mi si è mai visto ridere dal Mio dodicesimo anno, perché allora
cominciò la Mia istruzione spirituale dell’animo-carattere che, a differenza
dello Spirito d’Amore di Dio nel cuore, si chiama spirito umano. Anche se non
ho mai pianto, di tanto in tanto ero triste e sempre per via dell’ostinazione
dei farisei e dei loro seguaci, ciò perché delle lacrime negli occhi di un
adulto, senza pianto né grida, non è piangere! Le Mie mani e le braccia erano
ben adeguate e ben formate secondo la forma del corpo». Nel colloquio con gli uomini ero serio,
saggio e deciso, ma in ogni modo modesto, sempre conservando la Mia dignità;
nei discorsi pubblici ero pienamente serio, calmo e con una voce che suonava
maestosamente colma di forza e, nell’espressione, decisa e dimostrativa. Che il
Mio aspetto esteriore, come Dio in forma umana – poiché possedevo tutte le
perfezioni come una volta l’aspetto di Adamo che avevo formato secondo
l’immagine del Mio Io – superasse certamente tutti i figli degli uomini con
questa singolare bellezza, ve lo potete facilmente immaginare, per questo la
descrizione della Mia figura fu conservata tradizionalmente così bene fin nel
dodicesimo secolo, perché Mi consideravano come l’Uomo dei miracoli e ovunque
facevano delle osservazioni su di Me. In estate andavo a piedi nudi e sempre
senza copricapo, perché tutti gli uomini poveri andavano così. Su Maria non fu
conservata nessuna tradizione, è comunque vero che possedeva un aspetto
esteriore molto bello, ma non era la donna più bella della Palestina».
[indice]
(parla Gesù):
1. «Su questa faccenda esiste un profilo del Mio volto che una volta fu inciso
su uno smeraldo, di cui è raccontata la seguente storia, falsificata:
2 “L’unica
vera immagine del nostro Salvatore, è impressa in un’incisione su uno smeraldo
su ordine dell’imperatore Tiberio (regnante nel 14-37 dopo la nascita di
Cristo) e consegnata dalla tesoreria di Costantinopoli attraverso il sultano
dei turchi al papa Innocenzo VIII (reggente 1484-1492), per il riscatto di suo
fratello che allora era prigioniero dei cristiani”.
3. L’immagine
menzionata è un’incisione nello smeraldo che un intagliatore di smeraldi in
Roma fece nell’anno 1236, in parte sulla descrizione della Mia figura secondo
il manoscritto che si trova presso la nobile famiglia dei Cesarini in Roma, in
parte secondo l’antica moneta di Elis che rappresenta Giove di Fidia in Olimpia.
4. Quando il
pio Fidia scolpì la statua di Giove per Olimpia, nel suo spirito egli cercò il
vero Dio ed Io gli feci trovare appros-simativamente i Miei tratti. E quando,
dopo il completamento della sua imponente statua, come narra la saga corrispondente
alla verità, “egli avrebbe invocato il
Padre degli déi e degli uomini” e chiesto un segno se quest’immagine Mi
compiacesse, Io gli diedi la risposta attraverso un lampo di fulmine dal ciel
sereno che andò a colpire il terreno del Tempio.
5. L’immagine
intagliata nello smeraldo e riportata su carta, è di certo molto dissimile dal
Mio vero volto; invece quella nuova immagine data di nuovo nello spirito a un
disegnatore, è abbastanza simile alle fattezze di come Io apparivo al tempo del
Mio insegnamento terreno. Quest’Immagine compare nella tradizione
cristiano-teosofica».
[indice]
۞
Il
verdetto di morte di Ponzio Pilato il 25 marzo dell’anno 33
Accanto ai segni del tempo sulla Mia vita,
sugli insegnamenti e sulle Mie azioni, deve seguire qui per la prima volta il testo in tedesco secondo il
verdetto originale latino di Ponzio Pilato:
(parla
Gesù):
verdetto
Giudice: Pronunciato
da Ponzio Pilato, governatore nella Bassa Galilea.
Sentenza: Gesù di
Nazareth deve subire la morte sulla croce.
1. “Nel
diciassettesimo anno dell’imperatore Tiberio, nel 25° giorno del mese di marzo,
nella santa città di Gerusalemme, al tempo di Hanna, sacerdote, e Caifa, sommo
sacerdote di Dio:
2. ‘Io,
Ponzio Pilato, governatore nella Bassa Galilea, seduto sul seggio presidenziale
del pretorio, condanno Gesù di Nazareth a morire sulla croce tra due criminali,
perché così lo ha stabilito il consiglio del Tempio; ma in Lui non ho trovato
nessun crimine che lo renda colpevole secondo le nostre leggi romane, perciò da
parte mia non è condannato secondo le nostre leggi, ma secondo la volontà del
sacerdozio del Tempio, perché solo questo Lo ha accusato di crimini che io in
verità non ho trovato.
3. Io
ordino al primo centurione, Quirinius Cornelius, di condurLo sulla piazza del
giudizio e proibisco a tutte le persone ricche o povere, di impedire la morte
di Gesù’. Testimoni di questo mio verdetto sono: Daniel Robani, fariseo;
Giovanni Zaerbatel; Raphael Robani; Capet, scrivano. Gesù sia condotto fuori
città attraverso la porta Sruenea”.
*
4. Questo giudizio non piacque al Tempio, ma
con l’eccitato Ponzio Pilato non c’era da contendere, perciò il Tempio tacque, perché aveva ottenuto
la cosa più importante, e con ciò il sommo Consiglio si accontentò.
5. Soltanto che da tutte le parti arrivavano
notizie che il popolo imprecava e protestava vivamente di questo crimine dei
sacerdoti del Tempio, perciò il suo
Consiglio decise il sette maggio (il giorno dell’Ascesa al Cielo) di pubblicare
il giudizio di Ponzio Pilato, ma con l’esclusione del crimine d’accusa, nel
quale era inclusa la loro accusa contro Gesù, e questo verdetto fu ricopiato
incidendo dodici piastre di ferro, una per ognuna delle dodici tribù, e le
inviarono alle stesse, cosa che avvenne pure. Solo nelle persecuzioni postume
dei giudei, tutte le piastre andarono perdute. Alla fine ne fu ritrovata una
sola, la cui storia e il suo contenuto è riportato qui di seguito:
*
6. Nella Cappella[9]
di Caserta, in Italia, si trova una piastra di ferro sulla quale è inciso il
verdetto di morte del nostro divin Redentore in lingua ebraica. Al lato del testo sta scritta l’annotazione:
“Una piastra uguale a questa è stata inviata a ciascuna tribù”.
7. La piastra di cui si parla fu trovata
nella città dell’Aquila nell’allora regno di Napoli, e precisamente intorno
all’anno 1280 in occasione di alcuni scavi. Poi per lungo tempo fu conservata
nella sagrestia di un (ex) monastero nelle
vicinanze di Napoli, finché, chiusa in un cofanetto di ebano, la piastra fu
consegnata alla Cappella di Caserta. Al tempo di Napoleone corse il grave
pericolo di essere portata in Francia, e solo la circostanza che i frati del
monastero ‘Karthäuser’ in questione avevano fatto sacrifici non indifferenti
per l’esercito francese, diede il necessario peso alle loro richieste, vale a
dire di trattenere la memorabile piastra storica.
8. Nel frattempo la piastra fu accuratamente ispezionata dalla commissione
francese delle arti, fu fatta una traduzione in francese della sua iscrizione e
– cosa più importante – la sua autenticità non fu messa in dubbio in nessun
modo, e dopo quella traduzione il giudizio, tradotto in tedesco, fu il
seguente:
9. “Verdetto
pronunciato da Ponzio Pilato, governatore della Bassa Galilea, il perché Gesù
di Nazareth deve subire la morte sulla croce.
10. Nel
diciassettesimo anno dell’imperatore Tiberio e nel 25° giorno del mese di
marzo, nella santa città di Gerusalemme, al tempo di Hanna sacerdote e Caifa
sommo sacerdote di Dio:
11. Ponzio
Pilato, governatore della Bassa Galilea, sedendo sul seggio presidenziale del
pretorio, condanna Gesù di Nazareth a morire sulla croce tra due criminali,
poiché grandi e note testimonianze del popolo dichiarano: Gesù è un tentatore.
Egli è un sobillatore. Egli è un nemico della legge. Si fa chiamare falsamente
Figlio di Dio. Si fa chiamare falsamente re d’Israele. È entrato nel Tempio,
seguito dalla folla, portando nelle mani una palma. Ordina al primo centurione
Quirinius Cornelius di condurlo nel luogo d’esecuzione e di proibire a tutte le
persone ricche e povere di impedire la morte di Gesù. I testimoni che hanno
firmato il verdetto contro Gesù, sono: Daniele Robani, fariseo; Giovanni Zaerbatel;
Raphael Robani; Capet, scrivano. Gesù viene condotto fuori città dalla porta
Sruenea”.
[Secondo la rivista:
"La città santa di Dio", 1880, p. 145.
Pubblicato dalla casa della
missione "dei Santi Arcangeli" per Steyl]
*
12. Questa è la seconda testimonianza dell’importante verdetto, secondo il quale Gesù
dovette subire la morte sulla croce».
[indice]
۞
Una ulteriore testimonianza nell’anno 72
sull’operare e sulla morte di Cristo
(parla Gesù):
1. «Giuseppe Flavio, storico giudeo, nell’anno 72 d.C. nel
18° libro, 3° capitolo, 3° versetto, scrive nelle sue “Cronache giudaiche”
sulla Mia comparsa, sulla Mia morte e sulla continuità dei confessori di Cristo
le seguenti parole:
2. “Eodem tempore fuit Jesus, vir sapiens, si
tamen virum cum fas est dicere. Erta enim mirabilium operum patrator et doctor
eorum, qui lienter vera suscipiunt, plurimosque tam de Judaeis quam de gentibus
sectatores habuit. Christus hic erat, quem accusatum a nostrae gentis principus, Pilatus eum addixisset cruci. Nihilominus
non destierunt eum deligere, qui ab initio coepernat. Apparuit enim eis tertia
die vivus, ita ut divinitus de eo vates hoc et alia multa miranda praedixerunt.
Et usque in
hodierum, christianorum genus ab denominatum non deficit“.»
3. (traduzione): “In quello stesso tempo ci fu Gesù, uomo
sapiente che veniva considerato uomo dalle grandi virtù. Infatti, fu operatore
di grandi prodigi e loro maestro che, con entusiasmo, lo accolgono e venerano
molti tra i giudei e tra i
pagani. Questi era Cristo, accusato dai capi della nostra gente, Pilato lo
condannò alla croce. Nessuno di coloro che lo seguivano dall’inizio rimasero
con lui. Apparve loro il terzo giorno vivente, tanto che per questo lo invocano
come divino, attribuendogli molte cose mirabili preannunciate dai profeti. E
fino ad oggi i suoi discepoli sono nominati cristiani”.
[indice]
۞
(parla Schumi):
1. Sulla morte di Cristo, Ritter von Vesme che, ben inteso,
non è un credente della divinità di Cristo, riporta così alcuni punti
evangelici nel suo libro sulla storia dello spiritismo [1° vol. pag. 451]:
2. “La morte di Gesù Cristo fu il più grande
avvenimento che la storia del mondo ricordi, questo si dovrebbe poter dire
almeno in vista delle conseguenze che
l’avvenimento ha portato con sé. Seguendo le parole dell’Evangelo, il mondo
tremò in quel terribile momento e si avverarono straordinari miracoli”.
3. “In Matteo 14,45-46 / 14,50-54 si dichiara:
«Dall’ora sesta (mezzogiorno) si creò
un’oscurità su tutto il paese fino alla nona ora. Intorno all’ora nona (le tre del pomeriggio) Gesù esclamò ad alta voce: ‘Eli, Eli! Lama
sabachthanì?’», il che significa: ‘Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai
abbandonato?’. – «Poi esclamò ancora una volta e disse: ‘È compiuto!’, e morì.
Ed ecco che la cortina nel Tempio si squarciò in due dall’alto in basso. La
Terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono, molti corpi dei
beati dormienti si alzarono e uscirono dalle tombe, vennero nella Città santa e
comparvero a molti. Quando il comandante e coloro che erano con lui di guardia
a Gesù, videro il terremoto e gli altri avvenimenti, si spaventavano molto e
dissero: ‘In verità, Questi era il Figlio di Dio!’»”.
4.
“Marco dice solamente che il Sole si oscurò e la cortina del Tempio si
squarciò [Marco 15,33 / 15,38]. Lo
stesso dice Luca in 23,44”.
*
5. (Gesù spiega): «Che Marco non menzioni il terremoto, né la
spaccatura delle rocce, né la resurrezione dei beati, è perché suo padre Pietro
dimenticò di riferirgli il resto. – Il fatto che anche Giovanni non riferisca
né dell’oscurità, né della cortina, né del terremoto, né della spaccatura delle
rocce, né della comparsa dei defunti, è perché lui, come dice il Padre Gesù,
non dava importanza al materiale, ma solo allo spirituale, il che è la cosa più
importante.
6. Ritter von Vesme annotò su questo: «..nonostante ciò, gli autori pagani hanno
prestato più attenzione a questi ‘miracoli’, che a Luca e Giovanni. Così
Tertulliano († 240 d.C.) poté dire ai
suoi avversari pagani: “Indagate e
troverete riferito l’avvenimento nelle vostre stesse raccolte di documenti”».
7. Pure Rufinus mandò a dire ai pagani
attraverso un sacerdote di Antiochia di nome Lacianus: «Consultate i vostri annali e lo troverete» [libro n. 9, cap. VI].
*
Sul’eclisse
solare
(parla Gesù):
8. «Sull’eclisse solare
che sarebbe avvenuta dalle ore 12 alle 15 del pomeriggio. Matteo riferisce che (secondo il
tempo di Betlemme) si creò un’oscurità su tutto il paese dall’ora sesta all’ora
nona che, secondo il tempo europeo, è circa dalle ore 12 alle ore 15 del
pomeriggio. Su questa nota esistono però anche altre dimostrazioni che
confermano questo dato di fatto.
9. Ci sono due
lettere dello stesso Dionisio dell’Aeropagite, del quale è menzionato negli
Atti degli apostoli che, attraverso il celebre discorso dell’apostolo Paolo in
Atene, fu convertito al cristianesimo. Qui segue ora la prima che è rivolta a
Policarpo, di cui la seconda lettera appare soltanto come duplicato:
10.
“Apollofanes ed io (allora entrambi
ancora pagani) ci trovavamo ad Eliopolis,
quando abbiamo visto all’improvviso la Luna andare davanti al Sole e lo vedemmo
oscurato (sebbene non era il tempo della loro congiunzione). In seguito abbiamo notato – era circa l’ora
nona – come essa (cioè la Luna) abbandonò
nuovamente il posto sotto il Sole che aveva occupato, per posarsi sulla parte
diametralmente opposta. Questa
congiunzione cominciò dalla parte est. La Luna andò fino all’altro capo del
disco del Sole, dove rimase ferma e ritornò al posto precedente da dove era
venuta. Quindi il Sole cominciò ad oscurarsi nella parte est ed abbiamo
ricevuto nuovamente luce con il ritorno della Luna nella parte ovest. Puoi
farti raccontare il caso da Apollofanes così che non mi si può accusare
palesemente di menzogne” [St. Dionys, libro II, lettera 8].
11. Apollofanes non
lo accusò per nulla di menzogne, perché anche lui vide la stessa cosa – perché
questa lettera è e rimane autentica –
nonostante l’affermazione contraria di coloro che disconoscono Me, il Cristo. –
12. L’erudito
giudeo alessandrino Phlego, che nacque verso la fine del secondo secolo, ha
scritto la storia delle Olimpiadi dalla loro origine fin su all’anno 140 del
calcolo cristiano del tempo. Sebbene lui, come giudeo, non fosse in nessun modo
un amico dei cristiani, ha in ogni caso confermato: “Verso la metà del quarto anno della 202° Olimpiade (dell’anno 33,
secondo il calcolo cristiano del tempo) in
seguito alla più grande eclissi solare che sia mai stata osservata, sarebbe
subentrata un’oscurità così profonda, che si sarebbero viste le stelle in pieno
giorno”.
13. Ritter von Vesme annota: “Si osservi anche che con
questa oscurità non si poteva trattare di una normale eclissi solare, poiché
una tale eclissi può avvenire soltanto con la Luna nuova. Qui era il giorno 14
nel mese di Nisan (quindi in piena Luna piena), nel giorno prima della festa di
Passah, quando il Cielo si oscurò.
14. Questo è quindi un magnifico caso di chi cerca il
suo simile.
*
15. (chiarimento): Non fu un’eclissi solare materiale durante la
morte del Mio corpo carnale, bensì un oscuramento interiore spirituale in tutta
la Creazione, il che esteriormente si mostrò come un’eclissi solare, e
interiormente negli spettatori della Mia Crocifissione si mostrò come un
orrore, come circondati da spiriti, perché l’anima (di tutti i presenti), più
staccata dal corpo mediante la Mia Volontà, in effetti, si trovò in mezzo agli
spiriti che assistevano alla triste rappresentazione».
*
Sul
terremoto
(parla ancora Gesù):
16.
«Sul terremoto durante la morte di Gesù,
il giudeo alessandrino Phlego aggiunge alla sua narrazione ancora qualcosa
della grande eclissi solare: “…che allo stesso
tempo, in seguito a un tremendo terremoto, la città di Nicea è stata per la
maggior parte distrutta”.
17. Anche nella
cronaca di Alessandria lo storico greco Thallus si esprime similmente.
18. Ritter von Vesme dichiara inoltre: “Per quanto riguarda il terremoto, come
abbiamo già visto, di cui è menzionato da parte di Phlego, così Svetonio
riferisce che oltre a Nicea che fu totalmente distrutta, non meno di altre
dodici città dell’Asia andarono in macerie, e per la loro riedificazione
l’imperatore fu costretto ad imporre nuovi tributi”.
19.
«Riguardo lo squarcio delle rocce. – Sul monte Calvario ancora oggi si vede
una roccia che è spaccata a metà, e proviene dal terremoto che irruppe quando Io, Gesù, morii».
*
(parla Schumi):
20. Millard, Flemming, Maundrel e altri naturalisti
sostengono che questo squarcio è contro le leggi della natura. Flemming
menziona che perfino un appassionato di scienze è stato convertito con questa
dimostrazione! [Cristologia, vol. II.]
*
Sull’apparizione
dei defunti
21.
(continua Schumi): Sulla
resurrezione e la comparsa dei defunti. – Ritter von Vesme dice:
“Per quanto riguarda la tradizione che ‘…le tombe si sarebbero aperte e i corpi
dei santi sarebbero risorti e apparsi a molti’, [Matt. 27,52-53], per questo si
possono fornire alcune altre testimonianze (nello stesso tempo spirituali) e
sollevare la domanda: “Che cosa sarebbe capitato a questi risorti quando
sarebbero apparsi?”. Si potrebbe al massimo ammettere che in quel tempo si
sarebbero avverate alcune apparizioni di morti”.
(a questo, il Padre Gesù
dichiara):
«Allora non ne apparvero pochi, bensì 346 defunti».
*
(prosegue
Schumi):
22. Ritter von Vesme annota ancora: “In seguito a
questo rapporto nel Vangelo di Matteo si potrebbe anche attribuire fede a un
avvenimento di cui parla Plutarco. Plutarco riferisce che sotto il governo di
Tiberio, una nave veleggiava intorno all’isola di Patmos nel mare Egeo. Quando
tutti furono seduti a tavola, si sentì una voce che chiamava il capitano Tamo,
e così chiaramente che tutti s’indignarono. Allorché la voce chiamò per la
prima e per la seconda volta, il capitano non diede nessuna risposta, ma quando
alla terza volta il capitano rispose, la voce invisibile aggiunse: ‘Non appena sarai giunto all’altezza di
Palode, annuncia che il gran Pan è morto’. Allora presto avvenne uno
scambio di opinioni tra i naviganti, domandandosi se si dovesse eseguire la
richiesta, e se si decideva di farlo, era da vedere se il vento sarebbe stato
calmo sul promontorio Palode? Giunti a quel punto il capitano gridò a gran voce
che il Pan era morto. Le persone che erano a bordo udirono subito all’unisono
delle esclamazioni di stupore e di lamento di molti esseri invisibili. I
testimoni di questo fatto ne riferirono a Roma, e Tiberio che ne venne a
conoscenza e volle vedere il capitano Tamo. Per questo incaricò un sacerdote,
al fine di sapere chi sarebbe stato questo gran Pan che doveva essere morto.
Gli eruditi pagani di Dio erano dell’opinione che anche se non gli déi,
potevano comunque morire dei demoni, e diedero il loro giudizio che il morto
non sarebbe stato il Nume di Arcadia, bensì il figlio di Mercurio e di
Penelope, perché anche lui aveva questo nome. Plutarco mise questo stranissimo
racconto in bocca a Celombrotus, che lo doveva aver sentito dal suo lettore
Epiferse, un uomo né superficiale né menzognero che in quel viaggio era
presente sulla nave. E il suo rapporto si chiuse con queste parole: ‘Non c’è
nessun motivo di dar fede agli epicurei che negano la presenza dei demoni’.”
23. Io, Schumi, ho appreso questa notizia dal libro di
Ritter von Vesme: “Storia dello spiritismo, 1. vol. pag. 451-457” e l’ho
riportata corretta fin qui, fin dove mi è stata confermata dal Padre Gesù come
basato sulla verità, cioè le dimostrazioni: numero: 15-18, 20-23, e 25.
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Nell’anno
1902, fino all’8 ottobre, Io ho permesso che il missionario Ribbentrop della
nota missione di Groß, durante la sua permanenza su una nave nel porto di Città
del Capo attraverso la comparazione etimologica dei nomi dei primordiali dieci
patriarchi, facesse la scoperta sulla profezia della miseria e della
liberazione degli uomini attraverso Cristo.
2. L’interpretazione
dei nomi dal testo originale ebraico è questa:
3. Adamo “uomo”, – Seth “posto”, – Enos
“miseria”, – Kenan “lamento”, – Mahalaleel “gloria a Dio”, – Jared “egli discende”, – Enoch “consacrato”, – Methusalah “vincitore della morte” – Lamec “Forza” – Noé “quiete, pace”.
4. Questi
nomi, congiunti in una frase, rivelano il mistero di Cristo: “L’uomo,
posto in miseria e lamento, da’ gloria a Dio; Egli discende come consacrato
(Eletto=Unto, che in greco si esprime con
‘Χριστος’ e in latino “Cristo è”, mentre
secondo il Vecchio Testamento significa: ‘il
Re’ che ha vinto la morte e porta
Forza e Pace (alle anime)”.
5. I dieci
nomi dei primi padri primordiali, o patriarchi, da Adamo fino a Noè, contengono
racchiusa nella loro etimologia la Mia storia della redenzione della razza
umana attraverso di Me, Gesù Cristo, che sono disceso dal Cielo, secondo la
quale Paolo ha insegnato la dottrina della teosofia (1° Cor. 1,24), e poi ho
liberato la razza umana attraverso la morte sulla croce dal grande abisso che
il peccato della caduta di Satana ha provocato tra Dio, suo Padre e gli uomini,
quali figli di Dio».
(Qui di seguito, ai capitoli 13-14-15-16 alcune ricerche
storiche di Schumi)
[indice]
۞
Notizia
dal Talmud sulla morte di Cristo
Tutti i
rabbini israeliti riconoscono l’esistenza di Gesù Cristo.
Il Talmud ne parla con la seguente espressione: «Il giorno della preparazione (la sera
della vigilia) della festa di Pesach
(festa di Pasqua) si è giustiziato Gesù (…) poiché ha esercitato la magia, sedotto
Israele e allontanato da Dio».
Uno scrivano comunicò questa notizia il 22 ottobre
dell’anno 33 nel Talmud.
۞
«Giacomo, il più giovane dei cinque figli di
Giuseppe avuti dalla sua prima moglie di nome Tamar, dopo la morte di Gesù non
era tra gli apostoli, ma a Nazareth, dove esercitava il mestiere di carpentiere
e, occasionalmente, istruiva gli uomini in questa città e dintorni alla
religione cristiana, finché lo colpì il fatale destino».
Zurigo, 26 giugno 1904
Giuseppe Flavio riferisce
qui di seguito: «Anno 62 dopo Cristo, il sommo sacerdote
Ananus, figlio del sommo sacerdote Hanna (quello al tempo di Gesù) quando nel
paese non c’era un governatore, portò davanti al tribunale il fratello
(fratellastro) di Gesù, il cosiddetto Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri,
con l’accusa di aver violato la legge, facendoli lapidare. A causa di
quest’esecuzione fatta grazie al proprio potere, il sommo sacerdote fu accusato
dal popolo presso il nuovo governatore Albinus, e costui lo minacciò con una
meritata punizione. In seguito, il re giudeo Erode Agrippa II depose Ananus già
tre mesi dopo l’inizio della sua amministrazione, a causa di questo suo operare
in forza del proprio potere».
[Giuseppe Flavio “Cronache giudaiche”, 20° libro,
9° cap., 1° versetto, già scritto nell’anno 72]
[indice]
۞
Caio Cornelius Tacito riferisce nell’anno 102 (questa data mi è stata
riferita dal Padre Gesù) nel 15° libro, versetti 38-43 dei suoi annali, del
grande incendio di Roma avvenuto nell’anno 64 dopo Cristo, che riassumo come
segue:
Sotto il
governo dell’imperatore Nerone si manifestò il famoso incendio di Roma che ridusse
in cenere una gran parte della città, e certamente fu provocato da Nerone
stesso per poi ricostruirla più bella di prima. Era evidente che Nerone non
voleva far conoscere questa faccenda al popolo, e fece spargere la voce che gli
déi non si erano calmati nemmeno con quelle vittime.
Tacito al paragrafo 44 afferma che Nerone accusò di questo
fatto i cristiani che vivevano a Roma, il cui fondatore era Cristo, colui che
sotto il governo di Tiberio fu giustiziato a Gerusalemme dal procuratore Ponzio
Pilato. Il cristianesimo, che in un primo tempo era stato represso, si era
sviluppato e diffuso non solo in Giudea, ma anche a Roma. La conseguenza
dell’accusa di Nerone fu che i cristiani furono afferrati, torturati e uccisi
crudelmente, in un modo tale che perfino tra i pagani sorse della compassione,
giacché vedevano che quei poveretti cadevano vittime più per la voglia di
uccidere di Nerone, che non per il bene pubblico.
Per eliminare la maldicenza che erano stati gli dèi
infuriati ad aver causato l’incendio, Nerone s’inventò dei colpevoli, e impose
le punizioni più crudeli a coloro che, a causa del loro abominio, erano odiati
e chiamati dal popolo, cristiani. L’autore di questo nome, Cristo, era stato
giustiziato sotto il governo di Tiberio dal procuratore Ponzio Pilato.
L’infelice fanatismo, inizialmente represso, irruppe subito dopo non solo in
Giudea, dove era nato il cristianesimo, ma anche a Roma dove affluiva ogni
abominio e insulto. Quindi dapprima furono afferrati tutti quelli che avevano
avuto il coraggio di confessare la loro fede, poi, su loro indicazione, una
grande moltitudine, non solo a causa del presunto crimine dell’incendio, ma
anche consegnati per l’odio in generale che l’uomo ha contro il proprio simile.
La loro esecuzione veniva accompagnata con scherno,
mentre avvolti in pelli d’animale venivano scarnificati dai cani oppure
crocifissi, oppure coperti di pece e bruciati all’imbrunire come luci notturne.
Per questo spettacolo Nerone aprì al pubblico i suoi giardini e fece preparare
un gioco come in un circo, e con questo gioco egli stesso si mescolava tra la
plebe come conduttore di un carro, oppure si dilettava a condurre un cocchio
trainato da una coppia di animali. A causa di questo, tra i cittadini di Roma
si mosse la compassione verso costoro, che per loro certamente erano colpevoli
e, con ragione, dovevano essere puniti, ma tale sacrificio per il bene
pubblico, non doveva avvenire per la voglia di uccidere di uno solo (Nerone).
Svetonio scrive nell’anno 132 in Nerone 16: “Ai cristiani si applica il supplizio, essi
sono una razza umana con una nuova ma malefica superstizione”.
“Affliciti
suppliciis Christiane, genus homnium superstitionis noave et maelficae”.
[indice]
۞
Testimonianze sulla rapida diffusione del cristianesimo
nell’Asia Minore
Anno 111, 6 ottobre, Nicomedia[10]
nell’Asia Minore. Cajus Plinius Caecilius Secundus, il più giovane governatore della
Bitinia, dalla sua città di residenza, chiede all’imperatore Traiano come deve
trattare giuridicamente coloro che si dichiarano cristiani. Egli riferisce di
aver già interrogato e giustiziati alcuni a causa della loro disobbedienza;
altri che negavano di esserlo, sarebbero stati liberati. Inoltre, che noti
eretici hanno confessato di aver innalzato un inno a Cristo, per onorarLo come
un Dio e alla fine di essersi uniti a Lui con un giuramento di non commettere
nessun furto, rapina o adulterio, di non infrangere la parola data, di non
rifiutare su richiesta un bene risparmiato e che si erano radunati per un
innocente pasto d’amore. Plinius disse che il cristianesimo non sarebbe già
così tenacemente diffuso solo nelle città, ma anche nelle campagne e nei
villaggi, e che i templi degli déi pagani sarebbero già quasi abbandonati.
«Me ne faccio una legge, o signore, di riferire a te
tutti i casi per me dubbiosi, perché, chi mai potrebbe rimuovere meglio il mio
dubbio, oppure istruire meglio la mia ignoranza? Non ho ancora mai assistito
alle perquisizioni contro i cristiani e perciò non so con che cosa e come si
usa punire o perquisire. Non ho nemmeno avuto il minimo sentore se l’età
facesse una differenza oppure se non sarebbero da trattare in modo differente
tale gente di diversa età tra i più delicati o tra i più maturi, se si possano
perdonare i pentiti oppure coloro che prima erano cristiani. A questi, la
punizione può essergli risparmiata, se ha cessato di esserlo, oppure devono
essere puniti coloro i cui nomi sono tra i cristiani, anche senza ulteriore
crimine, oppure solo quelli che hanno commesso dei crimini, se collegati al
nome tra i cristiani?
Finora l’ho fatto con coloro che mi hanno segnalato, essendo
stati accusati come cristiani, e ciò nel seguente modo: domandavo loro se
fossero stati cristiani. Se lo ammettevano, domandavo per la seconda e terza
volta e li minacciavo con la pena di morte; se perseveravano, li facevo
giustiziare. Poiché ero convinto che, di qualunque cosa avessero confessato,
doveva essere punita almeno la loro disobbedienza e la loro irriducibile
ostinazione. Altri che erano contagiati dalla stessa pazzia, li ho fatti
contrassegnare perché erano cittadini romani, per mandarli a Roma. Presto però
mi sono stati mostrati parecchi gruppi degli stessi, perché il crimine si è
diffuso normalmente come attraverso una negoziazione: ho ricevuto uno scritto
anonimo che conteneva l’elenco di molti nomi. Questi però negavano di essere cristiani
o di esserlo stati, e tali, esortandoli, ho fatto loro invocare gli déi e la
tua immagine, che io avevo fatto portare a questo scopo finale insieme ad altre
immagini degli déi. Loro hanno sacrificato con vino e incenso, e oltre a ciò
hanno bestemmiato anche Cristo, cose alle quali, come si dice, gli autentici
cristiani non fanno nemmeno sotto costrizione. Ora, questi, io ho creduto di
poterli mettere in libertà.
Altri, indicati come cristiani da un delatore, si
dichiararono sì cristiani, ma presto lo rinnegarono di nuovo: lo sarebbero
stati un tempo, ma poi l’hanno abbandonato. Alcuni tre anni fa, altri perfino
vent’anni fa. Tutti hanno adorato la tua immagine e le immagini degli déi,
maledicendo anche Cristo, tuttavia hanno sostenuto che la loro colpa o il loro
errore è derivato principalmente dal fatto che una volta, in un determinato
giorno, prima dell’alba, si sarebbero incontrati e per onorare Cristo come un
Dio, avrebbero cantato un inno e attraverso un giuramento si sarebbero uniti
per non commettere nessun crimine, nessun furto, nessuna rapina, nessun
adulterio, e inoltre di non rompere la loro parola, né rifiutare a richiesta
nessun bene risparmiato. Dopo di ciò, in generale si sarebbero lasciati e poi
di nuovo ritrovati senza alcuna differenza, ma solo per un innocente pasto,
cosa che, tuttavia – dopo la mia ordinanza nella quale, in seguito al tuo
ordine, io ho vietato qualunque circolo privato – essi avrebbero cessato di
ripetere.
Tanto più l’ho ritenuto necessario per indagare la
verità attraverso la tortura con due schiave che erano chiamate servitrici. Non
ho scoperto però nient’altro che una superstizione falsa e smisurata, ed ho
rimandato la formale perquisizione per apprendere i tuoi ordini. La faccenda,
infatti, mi sembrava degna della tua riflessione, in particolare a causa del
numero dei compromessi. Infatti, molte persone di ogni età, di ogni condizione,
di entrambi i sessi, sono e saranno in pericolo. L’epidemia di questa
superstizione non si è diffusa solo nelle città, bensì anche nei villaggi e
nelle campagne. Io però credo che si possa dominare e rimuovere. Per lo meno è
certo che si è cominciato a visitare di nuovo i templi quasi abbandonati e
offrire nuovamente dei sacrifici solenni, smessi da molto tempo, e qui e là si
vendono di nuovo vittime sacrificali che da allora hanno trovato molto rari
compratori. Da ciò si può ben dedurre quale moltitudine potrà essere portata al
giudizio se si accetta il loro pentimento».
[Dall’opera più
recente di Plinio, 10° libro, 97° lettera,
dove si
trovano solo le comunicazioni che egli scrisse al tempo del suo governatorato
all’imperatore Traiano]
*
Risposta dell’imperatore
Traiano a Plinio
Anno 111, 15 novembre,
Roma
“Tu, mio
Secundus, col trattato della perquisizione verso le persone indicate a te come
cristiani hai imboccato la via adatta, poiché non si può disporre nulla di
generico, nulla che potrebbe servire, per così dire, come norma stabilita. Non
li si deve andare a cercare, ma quando vengono denunciati e consegnati, li si
deve punire in modo tale che se uno nega di essere cristiano e lo dimostra coi
fatti, cioè attraverso l’invocazione dei nostri déi, egli per via del suo
pentimento deve ottenere il perdono, anche se era sospettato già prima. Invece
accuse non sottoscritte non devono essere accolte per nessun crimine, perché
questo sarebbe l’esempio più pericoloso e contro lo spirito della mia età”.
[Dall’opera
più recente di Plinio, 10° libro, 98° lettera]
*
(parla Gesù):
«Questo resoconto di testimonianza che il Mio
servitore Schumi ha ricercato, sono le uniche fonti sicure del primo secolo,
sebbene ne esistano ancora di più che però non poggiano sulla verità e
indebolirebbero le osservazioni critiche dei combattenti contro Dio in Cristo,
poiché le testimonianze provengono appunto da tali opere essendo le fonti degli
scrittori classici della storia. Inoltre, a cosa vi servirebbe ribellarvi
contro Dio per eliminare Me, il Creatore dei mondi, degli angeli, degli spiriti
e degli uomini? Io rimango eternamente lo stesso Dio e conserverò la Mia
Santità con nuove dimostrazioni che in questo libro vi annuncio in anticipo,
mentre i Miei avversari scompariranno dal mondo e giungeranno nella profonda
tenebra, per la quale essi lavorano così diligentemente. Infatti, dove non c’è
Dio – quale Luce spirituale del mondo, oppure laddove non è desiderato, – là
domina la più profonda oscurità; dove uomini di scienza superiore mettono la
loro conoscenza per questo mondo, invece che per l’onore di Dio, lavorando solo
per il disprezzo della Sua Parola e per la Sua eliminazione, là essi dimorano
come cattivi spiriti mezzi pazzi oppure come diavoli! – La Parola di Dio non è
data per essere criticata, per disonorarla ed estirparla dai cuori degli
uomini, bensì è data per la vita e per l’operare di conseguenza! Perciò, voi,
non chiamati e nemmeno prescelti da Me, Dio in Cristo, – lasciate in pace le
Sacre Scritture del Vecchio e del Nuovo Testamento, affinché non venga su di
voi tanta più dannazione, poiché voi siete nella mano dell’eterno-giusto
Giudice della divina Sapienza Gesù Cristo».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Poiché
la presente ricerca su di Me, Gesù Cristo, poggia sulla verità (ovvero sulla
roccia), che le porte dell’inferno (ovvero gli assalti degli anticristiani) non
possono vincere, perciò il segno della croce è un segno d’onore per Dio, perché
è il Segno d’onore della vittoria di Cristo sul Satana del mondo. Perciò le
apparizioni della croce nel cielo sono segni di vittoria della divina
religione, attraverso di Me, Cristo, per tutti gli uomini, e perciò per ogni
tempo è un santo segno della testimonianza dell’autenticità della Parola di
Cristo. Considerato da questo punto di vista, leggete i seguenti dati di fatto
che qui parlano come dimostrazione della vostra autentica fede».
*
L’apparizione
della croce all’imperatore Costantino il Grande era falsa
(parla Gesù):
2. «La storia
dell’apparizione della croce nel Firmamento nell’anno 324 d.C. con la scritta
circolare: “In hoc signo vinces”, che
significa: “In questo segno vincerai”,
di cui Costantino il Grande riferisce, per incitare i suoi soldati, per la
maggior parte inclini al cristianesimo, al coraggio contro il nemico, è una
sfacciata bugia del carattere non bello di Costantino! Il suo modo di vivere e
le atrocità commesse nella sua stessa famiglia, vi devono svelare che Io, Gesù,
non renderei mai partecipe un tale uomo di una così grande Grazia, e poi, non
certo per il Mio onore, bensì per la strage dei Miei figli presso il suo
avversario! – Io sono il Principe della pace, e non un re assassino. Questo
sarebbe di certo contro l’insegnamento datovi: “Chi mette mano alla spada, perirà di spada!” [Mt. 26,52]. –
Costantino il Grande era invece un tiranno sanguinario, un assassino del suo
stesso figlio Crispus, in seguito alla calunniosa accusa da parte di Fausta che
dopo, lui stesso fece soffocare nel bagno, fece strangolare suo suocero e
torturare nel modo più atroce i capi dei Franchi vinti. Vedete, se Io, Gesù,
quale Dio dell’Amore, della Misericordia e dell’eterna Verità fossi venuto
incontro a un tale tiranno sanguinario che ha perpetrato questi crimini dopo la
bugia dell’apparizione della croce, con una così grande, immeritata Grazia,
allora voi, figli Miei, non avreste molto di sublime da pensare di Me! – Quindi
ricordatevi che è stata un’insolente e vile bugia, per sfruttare la leggerezza
di fede dei suoi soldati! La Chiesa lo ha ben dichiarato santo per se stessa,
ma non per Me, perché Santo sono unicamente Io, Dio, e nessun altro!».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Al
tempo in cui era dominatore del grande impero romano Costanzo II, figlio e
successore di Costantino il Grande, il patriarca di Gerusalemme Cirillo scrisse
a questi (nel 349 d.C.) una lettera, la quale fu conservata nelle opere dello
stesso. Dopo molti avvenenti elogi sul miracolo nel Cielo che dovevano servire
come sostegno dei predicatori del Vangelo, lo scritto continua nella maniera
seguente»:
2. “È
anche necessario, amato principe in Dio, che il tuo regno sia gradito agli
occhi dell’Altissimo, affinché il Signore non tema di onorarlo con così grandi
miracoli. Se quello (il regno) di tuo
padre Costantino è stato onorato con una memoria così cara e beata con la
scoperta del santo Legno della croce in Gerusalemme, ciò che è tuo è onorato
attraverso quel miracolo, anche se non più terreno, comunque celeste, poiché
una croce – il felice trofeo della Vittoria del Signore sulla morte – poco
tempo fa è apparsa in Gerusalemme.
3. In questi santi giorni della Pentecoste, infatti, intorno alla
terza ora (le
ore 9 del mattino) del nono giorno del
mese di maggio, è apparsa nel cielo la più grande croce, più splendente di ogni
cosa, sul nostro santo monte del Golgota, estendendosi da lì fino al monte
degli ulivi. Quest’apparizione non fu permessa di vedere magari a questo o a
quello dei nostri concittadini, ma si presentò in modo molto imponente a tutti
gli abitanti. Non è nemmeno scomparsa improv-visamente come attraverso una
momentanea allucinazione, ma l’apparizione è durata parecchie ore, oscurando,
lo splendore della croce, perfino i raggi del Sole. Sbalorditi e allo stesso
tempo giubilanti a causa di un miracolo così improvviso, l’intera città è corsa
subito nella nostra santa chiesa. In effetti, fu uno stupefacente spettacolo.
Quell’immensa folla di gente composta da giovani e vecchi, da uomini come da
donne e bambini, cristiani e pagani, vederla accorrere e mandare,
all’unanimità, come un cuore e un’anima sola, lodi a Cristo, al nostro Signore,
a Lui, al Creatore di questa meravigliosa dimostrazione per il nostro santissimo
dogma (…) perciò io considero
necessario, amatissimo signore e sovrano in Dio, di metterti a conoscenza e
sottoporre a tua riflessione un fatto osservato da tutti gli abitanti di
Gerusalemme, poiché tutti non erano certamente preparati, e difficilmente
lasceranno cadere nella dimenticanza quel miracolo. ecc. ecc.”.
4. «Il
patriarca Cirillo non ha tuttavia sentito nulla di un’apparizione celeste di
Costantino il Grande, “in hoc signo vinces”! Poiché egli sarebbe stato favorito
solo da miracoli terreni (come il ritrovamento del Legno della croce) e non da
segni celesti come quello di cui ci racconta Cirillo. Tanto è sicuro che
l’autenticità della lettera di Cirillo non è mai stata messa in dubbio da
nessuno scrittore. Tillemont[11]
lo considera innegabilmente al di sopra di ogni dubbio. Inoltre, anche Sozomeno[12], nel quinto
secolo, parla della croce apparsa in Gerusalemme e dice perfino che “la notizia
si è presto diffusa in tutte le province dell’impero romano e causò non poco
stupore”. [Vedi “Storia ecclesiastica”
Libro I cap. IX, e libro IV cap. XV]
5. Anche
Socrate lo storico (380-439), Philostorgius (368-425) e Rufinus (345-410)
menzionano la strana apparizione, così come la cronaca alessandrina e infine
Theodoretus (387-458). Quest’ultimo dice perfino: “Questa notizia venne da
Giuliano, soltanto che, come presso il faraone, così rimase ostinato anche il
suo cuore”».
*
Una seconda apparizione
della croce
(parla Gesù):
6. «Nell’anno
1826 un pio predicatore, passionista missionario, stava su una collina sulla
quale si trovava la chiesa del villaggio di Migné in Francia, e annunciava la
Parola di Dio.
7. Il Sole
era quasi scomparso dietro i monti e si era in procinto di erigere una croce
sul luogo, come era d’uso presso i passionisti ogni qualvolta tenevano una
predica. In quest’occasione il missionario parlò naturalmente dell’importanza
della croce per i cristiani, indicando quell’apparizione della stessa che si
era manifestata per Costantino. Allora le sue parole furono all’improvviso
interrotte da forti grida, provenienti dai suoi ascoltatori. Su una certa
altura al di sopra della chiesa era apparsa un’altra croce, una croce molto
regolare e ben disegnata, raggiante bianco-argentea e (secondo l’indicazione
del Padre), lunga 76 piedi e di volume corrispondente. Rimase sospesa nell’aria
per un intero tre quarti d’ora, immobile sull’edificio della chiesa, poi
scomparve. 4.336 persone che erano presenti, caddero sulle loro ginocchia
lodando Dio, colpiti dal miracolo.
8.
Naturalmente, la notizia degli avvenimenti si diffuse all’istante in tutto il
mondo civilizzato e fu nominata una commissione episcopale per sottoporre il
caso a un esame. A questa seguì una commissione indetta dal governo e una
quantità innumerevole di commissioni scientifiche, cui parteciparono
protestanti e professori di ogni facoltà. Con tutto questo si ottenne solo
pochissimo. Pochi, tra questi vi erano perfino alcuni cattolici, non hanno
creduto si trattasse di un autentico miracolo. D’altra parte, si accumularono
le ipotesi per la spiegazione del fenomeno, che tuttavia restarono quasi sempre
senza fondamento. Chi vuol procurarsi su ciò una più precisa informazione, sia
rimandato al libro di Wrindtz, La Croix de Migné, come alle riviste francesi di
quel tempo.
9. Nonostante
i dubbi di allora e di oggi se quest’apparizione sarebbe stata un’apparizione
autentica e se fu operata da Me stesso, Gesù, essa rimane in vigore come
autentica, poiché Io in futuro vi farò giungere spesso la conferma!». –
*
Una terza apparizione
della croce
30 giugno 1904
(parla Schumi):
10. “Quando
avevo tre anni e mezzo, nell’anno 1852, un mattino verso le 11, con un tempo
molto cupo e molto piovoso, stavo seduto davanti alla casa di mio padre presso
una scala che conduceva in una camera dell’abitazione sulla destra, un po’ più
in alto. Guardavo tranquillo nel fosco firmamento nuvoloso dal quale cadeva
copiosamente la pioggia, e mi rallegravo nell’infantile ingenuità sulla varietà
dei giorni che a me erano in un modo o nell’altro un divertimento, poiché
l’animo infantile vede tutto attraverso gli occhi della gioia e del piacere per
la vita. Così mentre guardavo da un po’ nel cielo nuvoloso, all’improvviso,
sulla sinistra dalle nuvole e descrivendo verso il basso un mezzo arco,
comparve una croce d’oro (come mi dice il Padre Gesù oggi, il 30 giugno 1904),
di circa 150 centimetri di lunghezza e 70 centimetri di larghezza, muovendosi
lentamente in avanti nel mio orizzonte, e librandosi quieta verso il punto più
basso vi rimase per circa 30 secondi, poi si mosse lentamente da sinistra a
destra verso l’alto nelle nuvole, dove scomparve. Questo fenomeno, dopo 52
anni, mi è oggi ancora così vivo nel ricordo, come se fosse accaduto da poco.
Che non sia stata nessuna fata morgana lo dimostra il fatto che questo può aver
luogo solo con un firmamento chiaro, completamente quieto, liscio e piatto come
uno specchio. Quel giorno, il 10 luglio (come mi dice il Padre), era invece
molto piovoso e cupo, perciò senza illusione attraverso una fata morgana. Quell’apparizione della croce, come mi dice il
Padre Gesù, avvenne affinché io vi possa dare qualcosa dalla mia stessa vita
come testimonianza delle summenzionate apparizioni. Le croci apparse in
Gerusalemme e a Migné furono raggianti bianco-argenteo, mentre quella che ho
visto io era del tutto giallo-oro e raggiante, quindi indicante la croce del
Padre o dell’Amore in Dio; le altre, invece, del Figlio o della Sapienza in
Dio, perché emananti luce elettrica».
*
(parla Gesù):
11. «Gli
scrittori amanti della verità hanno da tempo accettato come fatto
incontestabile che la storia della Mia vita, del Mio operare e la sua
conclusione come Gesù di Nazareth, secondo i resoconti del Vecchio e Nuovo
Testamento in cui viene autenticata la grande Dottrina di salvezza di Cristo, e
la sua diffusione attraverso una quantità di ispirati martiri della verità così
come nei libri storici cristiani e pagani, si basa sulla verità. Solo l’odio
contro l’esistenza di Dio e della verità divina non possono soffrire questa
sublime verità, poiché essa è in contraddizione alla menzogna spirituale.
Questo, infatti, è l’ultimo Giudizio del mondo, perché la verità lotta contro
la menzogna dei falsi profeti così a lungo, finché vince questa verità.
12. Nel mondo
non esiste una così grande battaglia nell’ambiente scientifico come contro di
Me, Gesù Cristo, che ero Dio! – Ogni parola del Nuovo Testamento viene messa su
una bilancia d’oro. Tutto viene criticato e giudicato sfavorevolmente e vengono
attribuiti falsi concetti alla verità. Le dimostrazioni, dove non possono
essere soffocate, o vengono completamente taciute oppure spiegate come senza
importanza (anche se non vengono fornite dimostrazioni per quest’affermazione).
Io definisco la menzogna, come il Satana! – Quindi, che il Satana lotta contro
la Verità, – contro di Me, il Cristo! Eppure, nella Rivelazione voi avete un testo in cui si afferma che la vittoria
appartiene a Cristo. E quale sarà la ricompensa dei combattenti contro Cristo?
– Probabilmente, la casa di colui per il quale lavorano, criticano e
combattono: – l’inferno!».
۞
(parla Gesù):
1. «Nel
corso del tempo la Chiesa ha portato all’accettazione una quantità di malintese
interpretazioni della Bibbia che si trascinano dal concilio di Nicea (anno 325)
fino ai nostri giorni. Attraverso questi sofismi[13]
e contraddizioni che si sono insinuati nell’autentica fede, si aprirono porte e
frontoni al pensiero libero, tramite cui cominciarono a formarsi le differenti
chiese e sette religiose poi affermatesi. Perciò si ritenne necessario che si
proclamasse un dogma, per catturare l’intelletto degli uomini, e così fu
pretesa l’obbedienza senza possibilità di critica della fede per tutto ciò che
avrebbe detto il sacerdote. In seguito fu sconsigliato di leggere la Bibbia, e
infine fu vietato di leggere ogni libro che non avesse l’approvazione
episcopale.
2. I sacerdoti
v’insegnano che nell’uomo lo spirito non è lo Spirito di Dio, ma un altro
spirito; ma con ciò fanno di Me, Cristo, e dell’apostolo Paolo, dei menzogneri.
Per togliere le accuse ho dato a questo riguardo dei chiarimenti nelle tante
Comunicazioni e vi consiglio di venire da Me nella scuola della teosofia
cristiana, se volete apprendere la verità.
3. Infatti,
adesso, prima dell’edificazione del Regno millenario, è giunto il tempo in cui
Io stesso, Gesù, istruisco i Miei figli, come si legge nei profeti Isaia e
Geremia, di cui parla anche Giovanni (6,45). Chi si lascerà istruire da Me,
diventerà un abitante della Terra mutata in un paradiso, chi no, non
raggiungerà questa Grazia.
4. Questi
fatti menzionati vi devono aprire gli occhi, illuminare la ragione e far ardere
il cuore nell’amore per Me, per il fatto che ora afferrate bene le Mie parole
d’Amore, poiché adesso avete già incominciato a comprendere le grandi
contraddizioni tra l’interpretazione umana e quella spirituale, e questo vi
dovrà convincere che dovete lasciarvi istruire da Me sulla Bibbia, e non dagli
uomini, se la volete comprendere!».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «La
storia della Mia vita è stata annunciata in anticipo attraverso il Vecchio
Testamento, mentre il Nuovo Testamento è lo scenario delle rivelazioni dei
profeti date in adempimento. Perciò è importante conoscere il tempo in cui
questi Miei strumenti hanno scritto, al fine di stimare il valore delle loro
antichissime testimonianze sulla storia della Mia vita. Dagli spazi di tempo
del passato la Luce della verità irradia sulla Mia esistenza, e voi la dovete
conoscere più precisamente di quanto è stato finora il caso».
1491 – 1451 operò Mosè
1055 – 1015 regnò re Davide
e scrisse dal 1043 i Salmi in Gerusalemme
1015 – 975 regnò Salomone:
ricevette il Cantico dei cantici nell’anno 984 a.C.
763 – 727 scrisse Osea
780 – 740 visse Gioele
come profeta, quello che si è conservato, lo scrisse nell’anno 770 a.C.
760 – 739 visse Amos
come profeta
759 – 714 operò il profeta Isaia in Nain
720 - 685 scrisse il profeta Michea
629 – 588 visse Geremia
come profeta in Gerusalemme. La prima metà del suo libro [cap. 1,39], il
secondo [cap. 40,52] lo scrisse nel tempo della cattività babilonese
620 – 615 scrisse il profeta Sofonia
606 – 539 scrisse il profeta Daniele
594 – 572 scrisse il profeta Ezechiele al fiume Chebar in Babilonia
576 – 554 scrisse il profeta Abdia
520 – 487 scrisse il profeta Zaccaria
450 – 427 scrisse il profeta Malachia
۞
Apprendiamo che il manoscritto più antico della Bibbia è stato scoperto
in Siria da poco. Là si è ritrovata una copia completa del testo dei primi
cinque libri del Vecchio Testamento, in lettere samaritane, scritto su una
pergamena di pelle di gazzella.
Gli esperti hanno constatato che il manoscritto
proviene dall’anno 735 prima della nascita di Cristo e quindi questo è il
manoscritto ebraico più antico di tutti quelli trovati finora. Si è potuto
constatare che il testo della Bibbia, come lo si conosce adesso, in molti casi
sembra essere incompleto. Al noto orientalista Georg Zeidun è stata affidata la
temporanea conservazione del prezioso ritrovamento e le ulteriori ricerche.
[Grazer Tagespost, 22 gennaio 1903 - quotidiano di Graz]
[indice]
۞
Ricerche e notizie critiche sul tempo delle origini degli
Evangeli
(parla Gesù):
1. «Giovanni,
apostolo ed evangelista, era figlio del pescatore Zebedeo e di Sara di
Capernaum. Egli venne da Gesù durante una pesca di Pietro, come riferiscono gli
stessi Matteo 4,21; Marco 1,19 e Luca 5,10, poiché quella volta Gesù chiamò lui
e Suo fratello Giacomo di seguirLo, ed essi abbandonarono il loro padre e Lo
seguirono.
2. Egli però
è anche l’unico evangelista il cui Vangelo è puro, poiché lui stesso fu
presente ovunque per tutto il tempo e perciò scrisse ciò che lui stesso ha
visto e vissuto. Scrisse dall’anno 30 al 33, quando veniva con Me, poiché Io
gli dicevo ciò che doveva mettere giù per iscritto in modo sommario e diede
quest’Evangelo, insieme al Mio discorso in occasione dell’ultima Cena nell’anno
70, per l’uso generale.
3. Giovanni motivò l’autenticità delle sue annotazioni con le
seguenti parole: “Quello che fu dal
principio, che noi abbiamo sentito, che abbiamo visto con i nostri stessi
occhi, che abbiamo contemplato e che le nostre mani han toccato, anche ve lo
annunciamo. Questo è il messaggio che abbiamo udito da Lui” [Giov. 1,1-5].
4. Giovanni
scrive in 19, 33-35: “Quando i soldati
vennero da Gesù e videro che era già morto, non Gli spezzarono le gambe; ma uno
dei soldati Gli trafisse il fianco con la sua lancia, e subito ne uscì sangue e
acqua. E colui che lo ha visto lo testimonia, e la sua testimonianza è verace,
e quest’uomo sa di dichiarare la verità, affinché voi pure crediate”.
5. E ancora
in 21,24 scrive: “Questo è lo stesso
discepolo che rende testimonianza di questo avvenimento (della vita e morte
di Gesù) ed ha scritto queste cose, e noi
sappiamo che la sua testimonianza è verace”.
6. Questo
testo viene considerato dai ricercatori critici come non scritto dal Mio
discepolo Giovanni, perché vi si legge: “e
noi sappiamo che la sua testimonianza è verace”, – e senza indugio è il
sacerdote Giovanni dell’Asia minore, che viene menzionato da Marco, lo scrivano
dell’Evangelo di Giovanni intorno all’anno 130 dopo di Me.
7. Se perfino
questo piccolo versetto provenisse da un’altra mano, allora direste che lo
scrivano degli avvenimenti era il sacerdote Giovanni stesso; solo che anche
questo testo proviene da Giovanni, perché lui aveva l’abitudine di non
affermare così apoditticamente[14],
bensì lo diceva con contorni, comunque in modo che un ricercatore avrebbe
scoperto presto come era da intendere il versetto.
8. L’Evangelo
di Giovanni e la Rivelazione furono scritti entrambi da lui stesso, e per
quest’ultima ricevette l’ispirazione di scriverla nell’anno 98 sull’isola di
Patmos[15], all’età di 91
anni».
*
(parla Gesù):
9. «Matteo, il
Mio secondo scrivano, era per l’addietro impiegato in una stazione doganale
romana tra Capernaum e una piccola città a quel tempo di nome “Kis” come
scrivano doganale, e perciò l’accusa che Io frequentavo doganieri e peccatori.
Egli scrisse per lo più quelle notizie comprendenti dati di fatto che mancavano
in Giovanni.
10. Egli
nacque nell’anno 5 in Arimatea da genitori giudei. Fino all’anno 50 girò come
gli altri apostoli e insegnò il Vangelo. Dal 29 settembre dell’anno 50 fino al
2 ottobre dell’anno 51 , si trattenne nella (nuova) Babilonia, come allora si
chiamava la città descritta in Siria, più tardi Bagdad, e dopo che ebbe
convertito il re e la sua corte, nell’anno 51, il 2 ottobre, continuò il
viaggio in India portando con sé le annotazioni fatte negli anni 30 – 33. Il 25
maggio dell’anno 56 cadde nelle mani dei bramini[16],
i quali lo uccisero con un pugnale e gli tolsero il suo Vangelo.
11. Quest’Evangelo
è l’unico originale che ancora esiste, ed è conservato come una grande reliquia
in una pagoda, il cui contenuto è scritto in lingua aramaica-ebraica».
*
(parla Gesù):
12. «Il
pseudo-Matteo, di nome l’Rabbas, un greco di nascita, era uno scrittore in
Sidone. Passò al cristianesimo nell’anno 50, quando aveva 42 anni, e cominciò
subito – come uomo pio e tendendo alla verità – a mettere giù per iscritto da
frammenti cercati e messi insieme e da quello che sentiva raccontare più o meno
da testimoni oculari amanti della verità, sulla vita, sulle opere e sugli
insegnamenti di Cristo. Egli scrisse parecchie relazioni, le quali deviavano
l’una dall’altra che corresse secondo le notizie che gli sembravano credibili.
Dagli originali 15 Evangeli che riuscì a mettere insieme, li riunì nel migliore
e più credibile Evangelo di Matteo che voi ora possedete. Egli scrisse solo in
ebraico (non in greco). La sua morte avvenne nell’anno 69 dopo di Me, Gesù.
13. Il fatto
che il pseudo-Matteo e Luca non fossero stati testimoni oculari, ma
raccoglitori tardivi di annotazioni e racconti esistenti, li scusa per il fatto
che alcune cose non sono vere. –
14. Poi si
deve anche considerare che gli apostoli erano giudei e perciò mischiavano
qualcosa dell’antico giudaico con il cristianesimo e con proprie buone intenzioni
lasciate come verità cristiane. Soltanto, che per voi è sufficiente conoscere
la verità solo per discernere il nocciolo dall’involucro. Per dare tuttavia
alcune dimostrazioni della verità di ciò che vi viene detto al loro interno,
alcuni di tali versetti dovranno essere discussi:
15. – L’Rabbas-Matteo (1,24-25) dice: “Giuseppe tuttavia non ha assistito Maria (non la conobbe), finché lei non partorì suo Figlio, al
Quale diede il nome Gesù”.
16. – L’Rabbas seppe questa notizia nell’anno 63, il 5 maggio in
Nazareth da gente alla quale non era nota la vera storia. Con questa notizia
dal doppio senso, Rabbas consegnò nella mano dei critici la fiaccola del dubbio
sulla verginità di Maria dopo la Mia nascita.
17. – Luca 2,7 dice: “Maria
partorì a Betlemme il suo primogenito Figlio”, e fece quindi lo stesso
dubbioso resoconto come Rabbas, poiché anche a lui questa notizia giunse da
gente che non conosceva il vero avvenimento.
18. – Io fui il primo e unico Figlio di Maria, come sta scritto nella
storia della Mia infanzia dettata[17]
da Me stesso.
19. – L’Rabbas-Matteo scrive in 13, 54-57: “Quando Gesù venne nella Sua patria (Nazareth) e insegnò nella loro scuola così che tutti si meravigliarono dicendo:
“Da dove Costui ha tale sapienza e forze prodigiose? Non è lui il figlio del
falegname (Giuseppe)? Sua madre non
si chiama Maria? E i sui fratelli Giosué, Simone, Giuda Samuele e Giacomo? E le
sue sorelle non sono tutte presso di noi? E s’irritarono in Lui ”.
20. – Giovanni vi riferisce in 6,42, che anche in Capernaum nell’anno
30, l’8 ottobre si disse: “Questi non è
Gesù, il figlio di Giuseppe, di cui conosciamo padre e madre? Come può allora
dire: Io sono venuto dal Cielo?”.
21. – Luca 3,23 dice: “E Gesù,
quando cominciò ad insegnare, aveva circa trent’anni ed era considerato per un
figlio di Giuseppe, il quale era un figlio di Eli”.
22. – Luca 4,22 racconta la stessa storia come l’Rabbas-Matteo
13,54-56, dove menziona solo brevemente le parole del popolo dove si diceva: “Non è questi il figlio di Giuseppe?”.
23. – Anche Marco 6,3 riferisce l’accaduto nella sinagoga di Nazareth,
come l’Rabbas-Matteo 13, 54-57, in cui vengono citate le stesse domande
sull’origine di Gesù.
24. Questi
rapporti menzionati diedero ad alcuni critici l’occasione di supporre che
Maria, oltre Me, avesse avuto ancora parecchi figli con Giuseppe, mentre gli
indicati figli erano effettivamente i figli di Giuseppe avuti dalla sua prima
moglie di nome Tamara. Essi in altre occasioni furono nominati anche da Matteo
12,46; Marco 3-32 e Luca 8-20.
25. Per quanto
concerne le sorelle nominate, esse non erano figlie di Giuseppe, bensì delle
sue parenti povere, le quali si consideravano Mie sorelle perché vivevano ed
agivano secondo il senso e la volontà di Giuseppe, come anche di Maria.
26. Se l’Rabbas,
Marco e Luca fossero stati testimoni oculari (in pratica sinottici), avrebbero
certamente fornito la verità come l’aveva annotato l’apostolo Matteo nell’anno
32, e ciò non avrebbe ammesso nessun doppio senso.
27. L’Rabbas-Matteo
e Luca, poiché non furono testimoni oculari, sono colpevoli del fatto che
moltissimi cristiani della Bibbia Mi ritengono di essere uno dei figli di
Giuseppe e che attraverso il Mio giusto cammino di vita Mi sarei innalzato ad
essere Uomo di Dio. Le seguenti dimostrazioni v’insegneranno il contrario:
28. Jehova, il
Padre-Iddio dall’eternità, il ‘Consiglio di Dio’ oppure ‘Sapienza di Dio’, cosa
che nel linguaggio spirituale significa ‘Figlio di Dio’ e ‘Forza di Dio’ oppure
‘Spirito Santo’ – e ciò nonostante, semplice ‘figlio di Giuseppe’, – cosa che
perfino i sacerdoti protestanti credono, – è un’insensatezza che fa drizzare i
capelli di superficialità biblica nelle loro funzioni religiose!
29. L’Rabbas
28,7 riferisce che l’angelo disse alle donne: “Egli vi precederà in Galilea, là Lo vedrete. Ecco! Io ve l’ho predetto”.
– Ma nessun versetto nel Nuovo Testamento convalida questa profezia
dell’angelo. Ci si domanda: ‘Ha mentito l’angelo, oppure il pseudo-Matteo?’.
Vedete, il l’Rabbas andò in giro e ciò che trovò di scritto e sentito dire lo
ha usato comunque tutto, e da ciò le contraddizioni.
30. In Matteo
10, 34-38 e Luca 14, 26-27 sono poste delle pretese all’uomo tali, che ogni
lettore della Bibbia si arresta e s’inquieta; i critici, invece, Mi gettano
sotto i piedi dei pezzi di legno da rogo e dicono che Io misi pretese agli
uomini che nessuno può adempiere, nessuno che abbia un cuore per i suoi
genitori, per sua moglie, per i suoi figli, ecc., cosicché Io non avrei nessun
cuore e nessuna comprensione sulla natura umana, quindi avanzerei pretese
spiritualmente malate ai cristiani. Perciò vale ben la pena che voi leggiate i
Miei chiarimenti nelle altre comunicazioni[18],
per comprendere il vostro Dio e ciò che Egli ha detto, invece di annunciare al
mondo le prove della vostra ignoranza sul senso spirituale del linguaggio
biblico.
31. In Matteo
19,29 si legge: “E chiunque avrà lasciato case, padre, madre, figli, fratelli, sorelle e
campi a causa di Cristo, riceverà il centuplo nel Regno degli spiriti”,
quindi, autenticamente, alla maniera turca, riceveranno 100 donne! – Inoltre,
essere uomo e avere 100 genitori, è tuttavia il più grande non senso che si
possa scrivere, e nondimeno è stampato così. I presuntuosi critici, che a causa
di tali versetti espressi spiritualmente mi aggrediscono e mi gettano sotto i
piedi il loro scherno, non sono da compiangere se da se stessi non trovano
tanto spirito di riflessione, per pensare che un uomo non può avere 100
genitori? – Quindi, questo versetto deve essere interpretato certamente in modo
diverso da quello che viene inteso materialmente».
*
Sul Vangelo di Marco
(parla Gesù):
32. «L’evangelista
Marco, nato nell’anno 14, fu l’unico figlio dell’apostolo Pietro. Marco,
24enne, accompagnò suo padre dall’anno 38 come discepolo. Ciò che egli scrisse
lo apprese da suo padre, perciò è anche l’evangelista più affidabile dopo
Giovanni e Matteo[19],
l’apostolo degli indiani (dell’India). Egli cominciò ad annotare le notizie
evangeliche nell’anno 45, che completò nell’anno 59 e le pubblicò nell’anno 60.
33. Dall’anno
57, il 17 maggio, Marco si trova con suo padre in (nuova) Babilonia, che solo
dal nono secolo porterà il nome di Bagdad. Pietro chiama Marco suo figlio nella
prima lettera da Babilonia che scrisse dal 26 al 28 luglio nell’anno 57 alla
comunità dell’Asia Minore [1° Pietro 5,13].
34. Dopo
l’assassinio di suo padre, avvenuto il 9 ottobre del 59, Marco rimase solo alla
corte del re della Siria nella Nuova-Babilonia come insegnante apostolico della
città e del paese. Egli morì nell’anno 65 il 15 giugno, ucciso da pagani, in
una grossa borgata con diritto di mercato non più esistente, durante un viaggio
missionario in Asia Minore, mentre teneva la predica dell’Evangelo, avendo
intrapreso spesso tali viaggi missionari da Babilonia.
35. Il suo
Evangelo fu scritto in un buon ebraico e rimase in Babilonia. La cattiva
traduzione greca che è rimasta, non è quindi originale. L’originale andò
perduto per un incendio nel palazzo reale nell’anno 78».
*
Giovanni e il suo presbitero
15 giugno 1904
(parla Gesù):
36. «Un giorno
un discepolo dell’apostolo Giovanni, nato da genitori giudei nell’anno 70 in un
luogo della Giudea non più esistente, al compimento del suo diciottesimo anno,
quindi dall’88, diventò suo discepolo, e più tardi, nell’anno 95, diventò
presbitero e si fermò stabilmente in Asia Minore, non lontano da Efeso, poiché
era in un buon punto centrale di cristiani. Morì nell’anno 147 all’età di 77
anni.
37. Quello che
Papia[20] riferisce
dell’evangelista Marco secondo le relazioni di questo presbitero di Giovanni,
si basa su una conoscenza troppo carente sull’origine di Marco; infatti,
Giovanni l’evangelista non era per nulla loquace alla sua (veneranda) età,
poiché era costantemente immerso in Dio, perciò dava solo brevi risposte alle
domande a lui poste, e perciò la falsa relazione del presbitero di Giovanni a
Papia (su Marco).
*
Su Papia
15 giugno 1904
(parla Gesù):
38. «Papia,
nato nell’anno 83, nella sua gioventù fino all’anno 95 sentì predicare
Giovanni, tuttavia da piccolo non frequentò questo evangelista. – Nell’anno 105
divenne seguace del cristianesimo. Nel suo libro: “Spiegazioni delle Rivelazioni
del Signore” egli riferisce che raccolse tutto ciò che gli comunicarono i
collaboratori degli apostoli sul fare e l’operare degli stessi. Morì come
celebre maestro ecclesiastico, e superiore, della comunità di ‘Gerapoli’
nell’anno 168 all’età di 85 anni.
39. Ritter von
Vesme [storia d. Spir.] riferisce che Papia sosteneva l’autenticità
dell’Evangelo di Marco e aggiunse ancora: “Egli (Marco) aveva preso a prestito
questa narrazione solo da Pietro, ci teneva comunque moltissimo che non fosse
dimenticato o falsificato”».
*
(parla Gesù):
40 «Conybeare
[Esposizione ottobre 1893, pag. 241] trovò in un manoscritto armeno la
conclusione di Marco [Cap. 16,9-20] con l’intestazione “secondo Aristion”.
41. Da ciò i
critici degli Evangeli dedussero che il capitolo 16 dal versetto 9 – 20 fosse
falso, perché sarebbe un inserimento di questo sacerdote dell’Asia Minore.
Quest’opinione è però non fondata, perché Marco stesso ha scritto il suo
Evangelo, mentre Aristion l’ha solo un po’ corretto nell’anno 120 d.C. nel
capitolo 16, versetti 9-20.
42. Tutto ciò
che solitamente alle revisioni e scritture degli Evangeli è definito da
ricercatori critici come provenienti da un’altra mano invece che dagli
evangelisti e apostoli stessi, non sono altro che ipotesi senza valore, perché
i critici non conoscono l’origine degli Evangeli».
*
Su Luca
(parla Gesù):
43. «Luca, un
medico di origine giudaica, era nativo di un luogo in Giudea non più esistente
. Studiò ad Atene dove conobbe e divenne amico di Teofilo, il quale studiava
come nativo ateniese nella scuola superiore. Più tardi Teofilo divenne
giureconsulto[21].
44. Luca, dopo
aver superato lo studio nell’anno 45 come giovane medico ventiduenne ritornò in
Giudea e nello stesso anno passò al cristianesimo, e da allora fu un allievo
degli apostoli. Egli scrisse il suo Evangelo a poco a poco tra gli anni 45 e
63. – Nello stesso tempo annotò i suoi Atti degli apostoli e morì nell’anno 63
come martire, essendo stato lapidato a Capernaum. Perciò i suoi Atti degli
apostoli cessano con l’anno 63.
45. Luca 1,2
riferisce perfino che lui stesso non aveva sentito ciò di cui scriveva: «Come ci hanno riferito coloro che Lo hanno
visto fin dal principio e divennero ministri della parola».
*
(parla Schumi):
46. Nell’Analecta
Anti-Niceana di Bunsen, secondo Ritter von Vesme, viene riferito: [Storia d.
Spir. 1,381], “Hegesippus, un altro
allievo di Giovanni e contemporaneo del Nazareno, dice da parte sua che Luca
non avrebbe mai visto Cristo, ma che aveva ricevuto il resoconto della Sua vita
da Paolo”. – Ireneo (sviato da questa falsa notizia) ripete lo stesso
nell’anno 148. – Clemente di Alessandria, suo contemporaneo (150-220 secondo
l’indicazione ecclesiastica, – ma giustamente dall’anno 138-220), cita sedici
volte gli Evangeli di Luca e di Giovanni[22].
– Clemente raggiunse i 105 anni d’età.
*
(il Padre Gesù
spiega l’errore):
47. «Hegesippus nacque nell’anno 43, visse fino
all’anno 137. Non fu un allievo di Giovanni ma un diligente lettore degli
scritti degli apostoli fin dall’anno 70. Su Luca egli poteva dire solo quello
che aveva sentito dire tra il popolo, perciò è anche falso che Luca avrebbe
ricevuto il suo Evangelo da Paolo.
48. È
sufficiente leggere solo il primo capitolo di Luca per trovare che egli
raccolse le notizie dagli apostoli tra quelle scritte tra il popolo fin
dall’anno 45; infatti, se Luca avesse ricevuto il suo Evangelo da Paolo, allora
esisterebbe anche un Evangelo di Paolo simile a quello di Luca. – Ben però
l’avvocato del popolo in Atene, Theophilus (Teofilo), menzionato da Luca,
inserì correzioni falsificate nell’Evangelo di Luca, poiché Luca non aveva
ricevuto autentiche notizie, bensì soltanto tradizioni popolari giunte fino ad
Atene in Grecia.
49. Che Ireneo
si sbagli su Luca, sul fatto che egli ottenne il Vangelo da Paolo, è dimostrato
in questa spiegazione:
50. Il
versetto negli Atti 16,10, sul quale si sentono chiamati i critici degli
Evangeli, che Luca (dall’anno 52 circa) sarebbe stato un allievo di Paolo, è
compreso erroneamente, se si confronta il versetto 16,10 con altri versetti
negli Atti 16,25; 17,4; 17,15; 19,22 ed è evidente che Luca non viene nominato
da nessuna parte, ma ben Sila, Timoteo, Barnaba ecc.. Luca andò da Paolo
soltanto quando questi fu mandato a Roma nell’anno 59, solo allora Luca viene
nominato da Roma nelle lettere ai Colossesi [4,14], a Timoteo [II° Tm 4,11] e a
Filemone [Fm 1,23].
51. In Luca
19,27 c’è un versetto[23]
che fa di Me, vostro Dio, Gesù Cristo, per un massacratore dei Miei avversari e
gli apostoli per Miei sgherri, i quali avrebbero dovuto sgozzare quegli uomini
che non Mi volevano riconoscere! – Vi piace ora la Bibbia accettata secondo il
senso letterale? – Quindi, il vostro caro e buon Gesù sarebbe un tiranno
sanguinario! – Un massacratore di uomini! – Un capo di sgozzatori di uomini!
52. Perciò Io
dico: venite a Me, vostro Dio, Padre e Salvatore Gesù, e lasciatevi istruire e
guidare da Me, affinché comprendiate le mistiche Parole della Bibbia, e ogni
ateo non vi possa gettare nel fango della sua raccapricciante dimostrazione
biblica. Il chiarimento su Luca 19-27 si può leggerlo nella rivista
cristiano-teosofica "Einst und Jetzt" [“Una volta e adesso” III, pag. 67]».
*
(parla Gesù):
53. «Le
differenze e le deviazioni dell’evangelo greco-luterano e della Vulgata
provengono prima di tutto dalla diversità dell’uso linguistico del greco e del
latino, dalla flemma degli scrivani al concilio di Nicea (anno 325), i quali di
quanto suddetto, annotarono e reso piacevole secondo il proprio parere ciò che
era da scrivere, poi dalle molte correzioni susseguenti attraverso i superiori
eletti, – e alla fine attraverso i successivi esemplari di cui danno
testimonianza le variazioni nelle differenti copie.
54. In seguito
a questa disuguaglianza e perciò spesse volte l’incomprensione dei versetti biblici,
sono stati preferiti i testi migliori dove è espresso meglio e più chiaramente,
perché non sono importanti le lettere, ma unicamente il senso spirituale della
Parola, se i versetti impiegati sono giusti e riguardano ciò che è inteso dire
con questi, dato che già Lucifero si considerava (come se fosse) Cristo (Isaia
cap. 14), perché non si poteva interrogare l’Autore della profezia senza avere
la Parola interiore.
55. La disputa
degli eruditi sull’autenticità degli Evangeli, quale di questi è stato
trascritto meglio o peggio, quale è il primo e quale è copiato dall’originale o
da un altro, e quando i Vangeli sono stati scritti, e altre critiche alle
parole e versetti, è del tutto infruttuosa secondo i dati storici presentati,
perché tutti compilati inscientemente[24]
e per pure ipotesi. I cristiani delle origini hanno diffuso le annotazioni che
in parte hanno trascritto dagli originali, in parte le hanno sentite predicare
loro stessi. L’uno è stato più attento, l’altro lo è stato molto meno. Luca e
l’Rabbas furono però solo degli Omeri cristiani, ovvero raccoglitori di
annotazioni, trascrizioni e dichiarazioni verbali. Quale critica di autenticità
e priorità deve essere esercitata allora a Luca e al pseudo-Matteo? Il testo
dell’autentico Matteo è ancora in India. Nemmeno Marco fu un testimone oculare,
bensì un successivo annotatore, il cui Evangelo è il migliore dopo Giovanni;
infatti, solo l’Evangelo di Giovanni è originale. Se in effetti, qua e là si
presentano contraddizioni, allora soltanto Io, Gesù, posso interpretarle
giustamente attraverso colui al quale è assegnata la Grazia di ricevere da Me
il chiarimento mediante la Parola interiore; altrimenti nessuno, poiché la
migliore dimostrazione non può essere sostenuta solo basandosi sulla verità nel
senso così come la sapienza dell’intelletto escogita la faccenda secondo il
proprio modo di vedere, cosa che tutti i ricercatori sono in grado di osservare
dai resoconti qui presentati secondo la provenienza degli Evangeli.
*
56. Una grande
ed importante dimostrazione che gli Evangeli furono scritti non molti anni più
tardi di quanto si creda che avvenne realmente – anche se i critici vorrebbero
dimostrare il contrario – ce la fornisce anche l’apostolo Paolo, la cui morte
avvenne nell’anno 65 a Roma.
57. Dopo che
la profezia del ritorno di Cristo (tramite Matteo che la registrò nell’anno 33,
e che il Rabbas trovò tra il popolo nell’anno 50, quindi anche quella stessa
annotazione che Luca aveva trovato lì pronta [Lc. 9,26-27; – Matt. 16,27-28; –
Marco 9,1][25] già nell’anno 45 e
la mise giù per iscritto), non volendo adempiersi per così troppo tempo si
cominciò già a dubitare dell’autenticità di tale profezia, allora si fece
sentire Paolo nell’anno 52 nella 2° lettera ai Tessalonicesi 2, 3-4 da Corinto,
che scrisse:
58. “Cari fratelli, non lasciatevi sedurre da
nessuno in alcun modo, poiché Gesù non verrà, prima che giunga l’apostasia e si
riveli l’uomo del peccato, il figlio della perdizione (che è l’avversario
che qui è sempre il diligente critico e bugiardo, e con ciò l’estirpatore della
verità di Cristo), colui che s’innalza al
di sopra di tutto ciò che è chiamato Dio, o che è oggetto di culto, fino a
sedersi nel Tempio di Dio (che con la sua arte di convincimento seduce gli
uomini che gli credono e li attira nella sua menzogna) proclamandosi Dio lui stesso”, e con ciò il falso profeta afferma
che la sua parola è verità dimostrata, mentre la Parola di Dio è menzogna!
59. Questo
testo del Nuovo Testamento è sommamente importante, dimostrando che, in
effetti, gli evangelisti Matteo e Luca hanno scritto prima di Paolo e che il
popolo credeva fermamente nelle loro parole. Per quale motivo, infatti, questo
testo sarebbe capitato nella lettera ai Tessalonicesi, riportando il popolo nel
giusto binario della fede nella profezia?
60. Questa
profezia di Matteo è stata mandata in copia in Grecia già nell’anno 36, quindi
tre soli anni dopo la Mia morte, che poi fu inviata a Paolo da Smirne.
61. Questa è
dunque una dimostrazione che gli evangelisti scrissero all’inizio nel primo
secolo, altrimenti Paolo non avrebbe discusso una profezia che il popolo
guardava già dubbioso, visto che non andò mai in adempimento quando la si
attendeva.
62. Una
conferma dell’autenticità degli Atti degli apostoli ve la dà la storia di
Pietro con Simone, il mago della Samaria (nell’anno 35), al quale Pietro
esclamò nel sacro fuoco dell’indignazione: “Che
tu sia maledetto insieme al tuo denaro! Credi che il Dono di Dio si possa
comprare col denaro?”. Infatti, se gli Atti degli apostoli fossero stati
scritti più tardi, non sarebbe stato menzionato Simone il mago, come
convertito.
63. Ritter von
Vesme nella sua storia dello spiritismo (1° vol. pag. 472-483) scrive su ciò:
Simone tuttavia non si fermò a lungo nel seno della sorgente Chiesa di Cristo.
Egli era troppo intraprendente, troppo ambizioso per adattarsi lì dentro ad
esservi attivo come secondo membro, dove sarebbe dovuto stare necessariamente
di fronte agli apostoli.
64. Durante il
suo viaggio in Alessandria egli elaborò dai suoi studi della filosofia
greca-copta un sistema teosofico che cercò di sostenere in un libro dal titolo
“La grande dimostrazione” (“Apophasis magna”) e che si ritenne per lungo tempo
perduto, oppure nemmeno scritto, dal momento che tutti i resoconti che
riguardavano il mago Simone, furono considerati dagli scettici solo come una
raccolta di leggende. Allora nell’anno 1862, per demolire completamente quel
ragguardevole slancio di nichilismo critico della storia, furono scoperti in
Grecia dei manoscritti che provenivano dall’inizio del terzo secolo con lo
strano titolo “Philosophumena”, scritti da un certo Ippolito, contenenti
violenti attacchi contro il papa Callisto. Molti credevano di attribuirli al
santo Ippolito, il quale visse proprio in quel tempo. Persino Renan ammette che
la scoperta di questi manoscritti dimostrerebbe che la leggenda di Simone il
mago sarebbe vera almeno a grandi linee. – Anche uno scrittore protestante, de
Pressensé, ha spiegato così: “Molti
teologi hanno escluso il mito della storia di Simone, presentando in quantità
innumerevole prove che questa storia sussisterebbe solo da leggende; invece
essa contiene solamente fatti positivi, di cui i padri della Chiesa danno
testimonianza unanime e trova conferma anche attraverso lo scritto di Ippolito
da poco scoperto”.
65. In questo Philosophumena sono menzionati diversi
testi della “grande dimostrazione” di
Simone. Da ciò si scorge che la religione fondata dal mago era un insegnamento
gnostico. Lo stesso si basava sull’accettazione di un unico Dio, al Quale stavano
a disposizione tuttavia Forze divine, le quali di tempo in tempo s’incarnavano.
Simone stesso si riteneva una tale forza. Quell’insegnamento conteneva, con un
eclettismo[26] esteso, tutte le
rivelazioni, cercando di risolverlo in un’unica legge di idee.
66. La cosa
più strana consiste nel fatto che Simone (il mago) fu accusato da altri autori
cristiani della relazione con una cortigiana di nome Helena che avrebbe
comprato al mercato di Tiro. I Philosophumena ci forniscono la chiave di questa
leggenda, documentando che dalle teorie simboliche di Simone, la “Grande Idea”
costituiva una parte, una Forza divina, alla quale attribuì il nome “Helena”
(cioè la splendente), poiché essa rappresenterebbe l’eterna causa delle contese
tra gli uomini. Sicuro è che la sua setta continuò ad esistere accanto al
cristianesimo fino nel terzo secolo.
67. Poiché la
maggior parte degli uomini sono diventati di spirito tenebroso, dicono: “Le
Sacre Scritture le hanno scritte gli uomini, e quindi sono una compilazione
umana; infatti, Dio e Cristo non hanno scritto nulla! Quindi, come si può
credere a tali opere che gli uomini scrivono e spacciano per origine divina? –
Essa è un’opera umana, un’opera umana fortemente contestabile come tutto ciò
che gli uomini scrivono, qualunque cosa possa essere. Così è anche con i
profeti e gli apostoli: essi erano uomini intelligenti che sapevano ben
valutare ciò che un giorno dovrà accadere, e quindi hanno scritto, ma solo
loro, non Dio, non Cristo!”.
68. A
quest’obiezione, attualmente usuale degli esperti del mondo, si può rispondere
che tutto ciò che questi uomini hanno scritto si è letteralmente adempiuto, e
ciò che essi insegnavano è la pura verità divina, poiché tutto porta l’impronta
della verità divina. – Perché allora sospettare di tali uomini d’onore? Perché
metterli davanti agli occhi degli uomini come scaltri e intelligenti mentitori?
Non mostra questo, la più bassa indole dell’animo di un uomo, se non può
soffrire l’onestà di un altro uomo che, senza motivo e causa, cerca di metterlo
in cattiva luce?
69. C’è una massima che dice: “Com’è
lo stolto, così pensa degli altri!”. E un’altra massima di superiore
elevazione suona così: “Uomini buoni
pensano solo al bene del prossimo”. – Abbiate queste due massime sempre
davanti agli occhi, perché i vostri giudizi sugli altri, se questi fluiscono
senza motivo e causa, accusano voi stessi e vi mettono davanti al mondo come
voi vorreste mettere gli altri.
70. La Mia
massima divina suona così: “Fa al tuo
prossimo ciò che vuoi che egli faccia a te”. E se non desiderate che vi si
descriva come mentitori, finti santi, ingannatori e simili, allora astenetevi
di togliere l’onore agli altri! –
71. Giudicate con
l’amore i Miei strumenti, poiché essi sono figli Miei e con i Miei figli potrò
ben parlare e dettar loro! Se Io non ho relazioni con chiunque, e chi nella sua
ambizione nega la Grazia anche agli altri che sono migliori di lui, allora
dovrebbe piuttosto vergognarsi di essere un uomo troppo malvagio, per poter
avere relazioni con Me, ma non sospettare e trascinare nel fango ciò che lui
non può afferrare nella sua tenebra spirituale.
72. Ogni
attacco ai Miei strumenti colpisce Me, perché in tal modo è contestata la Mia
santa Parola e la si trascina nel fango. Quale sarà la conseguenza di tale modo
d’agire contro di Me? Ve lo potete facilmente immaginare. – Perciò provvedete
dapprima ad essere onesti voi stessi, allora giudicherete così come vorreste
essere giudicati voi. Dove dimorano le tenebre e menzogna, là non vi è posto
per la Luce e la verità!»
*
(parla Gesù):
73. «Io, Gesù, dissi a Lorber: “Non devi diventar focoso e il richiedente
Ans. H. W. non sia timoroso, poiché ciò che tu ricevi è faccenda Mia, ed Io
saprò già portar cura in tutto, affinché tutto diventi come deve essere. Tu
però fai abbastanza se adempi la Mia Volontà.
74. Tuttavia, con l’intelletto ognuno rimanga
ben lontano dal Mio Dono, altrimenti somiglierà alla semenza che cadde dalla
mano del seminatore tra spine e cardi, perché nell’intelletto c’è la dimora di
ogni specie di preoccupazioni. Chi di conseguenza misura la Mia parola con il
suo intelletto, invece che con il suo cuore, difficilmente raccoglierà i frutti
della Mia semenza. Rifletti per esempio:
75. In Matteo [28,1-7] vengono
due donne al sepolcro; avviene un terremoto, appare un angelo, rotola la pietra
dal sepolcro, vi si siede sopra e dà alle due donne informazioni su di Me.
76. In Marco [16,1-7] vengono
tre donne, si preoccupano a causa della pietra, questa viene messa via
attraverso un potere invisibile e poi entrano nella tomba, qui trovano un
giovinetto con una veste bianca seduto alla destra che le consola e dà loro informazioni
su di Me!
77. In Luca [24,1-7] vengono
perfino parecchie donne non nominate con spezie e trovano la pietra già
rotolata via, entrano subito nel sepolcro ma non vi trovano nessuno; dopo un
po’, poiché si preoccupavano già, vengono da loro due uomini in vesti
splendenti e danno loro informazione su di Me!
78. In Giovanni
[20,1-4] viene solo una donna, vale a dire la Maddalena, trova la tomba aperta,
ma dentro nessuno; perciò corre da Pietro e Pietro viene di corsa alla tomba
con altri discepoli e non trovano niente all’infuori dei sudari piegati, e poi
vanno di nuovo a casa; solo dopo la piangente Maddalena sbircia nel sepolcro e
scorge due angeli in vesti bianche seduti uno alla testa e uno ai piedi dov’era
stato posto il corpo di Gesù, i quali domandano: “Donna, perché piangi?”. E
dopo la risposta a questa domanda Io sono già dietro di lei!
79. Chi qui giudica esteriormente in maniera
storica mondana secondo il suo intelletto, che cosa dovrà ben necessariamente
trovare con queste quattro dichiarazioni molto differenti, se vuol procedere
ben nell’opera con critica acuta?
80. Io ti dico: o la morte del suo intelletto,
oppure la morte della sua fede. La morte del suo intelletto, se egli qui
presume un Mistero divino e rimette questo alla Mia Sapienza e alla Mia
Onnipotenza; – la morte della fede se dice: “Se il fatto fosse autentico,
allora non soltanto quattro, ma cento storiografi dovrebbero coincidere
totalmente in tutto, nel numero, nel modo e nelle parole. Ma dei quattro autori
ognuno dice qualcosa del tutto diverso dall’altro. Chi ha ragione? – Nessuno! E
quindi neanche Io credo!”
81. Vedi, invece non dovrebbe essere ucciso né
l’intelletto, né la fede! Ma come può accadere questo? Io ti dico: soltanto
attraverso l’amore, l’umiltà, la mansuetudine e la pazienza.
82. Se queste quattro caratteristiche diventano
una cosa sola nell’uomo, allora anche la vivente Luce si raccoglierà nella più
grande quantità nel cuore, nel quale si scioglieranno tutte le contraddizioni!
Considerate questo, allora anche voi giungerete alla purezza e alla chiarezza.
Se invece con il vostro intelletto volete essere scavatori dei Miei tesori, in
verità non troverete altro che immondizia! Infatti, i Miei doni sono misurati
soltanto per il cuore, ma non qualcosa da misurare dapprima con l’intelletto! –
Invece, chi vuol risvegliare il suo cuore attraverso l’intelletto, costui sia
assicurato che questo lo ucciderà solamente, poiché nessun amore è
effettivamente più debole di quello dell’intelletto!
83. Chi invece vuol pervenire alla Vita, costui
ami e creda, sia mite e paziente e non esiga da Me, come da un cattivo
governante, un conto intempestivo, perché veri figli amano il Padre e non
disputano con Lui! Comprendilo bene questo! – Amen!».
[Doni del
Cielo vol. 2 cap. 64,9-22
Dettato a
Jakob Lorber il 30/10/1842]
[indice]
۞
Che
il mondo si scandalizzi ai dettati del Padre
Il Padre Gesù comunica tramite Ida Kg. che Egli stesso
concesse che i dettati contengano qualcosa di scandaloso, affinché il mondo si
urti e si scandalizzi di Lui, come un giorno i giudei,concludendo: “Ma beati
sono coloro che non si scandalizzano di Me!”
30 maggio 1893
(parla Gesù
tramite Ida Kg.):
1. «Per quanto
riguarda il tuo desiderio di servirMi con il fatto che vuoi sottoporre ad una
purificazione la Mia Parola data nuovamente e rivestirla in una forma più
compiacente, allora Io ti dico: la tua volontà è buona, ma non è la Mia
Volontà, perché se lo volevo, allora Io stesso l’avrei data così.
2. Io voglio
appunto che il mondo si debba urtare e scandalizzare di Me, – esso non Mi deve
riconoscere prima che Io lo voglia e prima che l’abbia preparato per la Mia
venuta. –
3. Finché ci
sono ancora esteriorità che separano i Miei da Me, essi non sono nemmeno degni
perché non maturi spiritualmente – di sentire direttamente da Me la Mia Parola
divina; perciò si urti sempre contro di Me chi si vuole urtare. Chi Mi conosce
e Mi ama non si urta in ciò che è umano e che Io ho concesso, affinché il mondo
non Mi riconosca prima del tempo, poiché se ascoltasse la Mia Parola e sapesse
che è proveniente da Me e tuttavia non vivesse ed agisse di conseguenza, allora
sarebbe già giudicato e troverebbe la morte spirituale nel Mio insegnamento,
che appunto deve annunciar la Vita!
4. E vedete,
come al tempo quando camminavo sulla Terra, parlavo in parabole a causa di
coloro che non credevano in Me affinché si dovessero scandalizzare di Me e
voltarMi le spalle (perché erano ancora immaturi per la Mia Parola), così anche
adesso questa Mia Parola è un incomprensibile mistero per il mondo, per il
fatto che tutta la sua sapienza non è in grado di risolvere, perché Io lo
voglio così!
5. Perciò anche
voi adesso non dovete cambiar nulla, ma lasciarla stare non alterata come ve la
do Io. La scabrosità è per il fatto che il mondo vi si urti! – Invece voi che
Mi avete già riconosciuto nella Mia paterna voce, rimanete fermi e riflettete
nel cuore sul senso delle Mie parole, accogliendo in voi lo Spirito nella pura
verità, ma non la semplice Parola patinata.
6. Questo ti
dico Io, figlio Mio, alle tue domande, ma anche a voi tutti che avete le stesse
sofferenze – fisiche, come spirituali, – e do a tutti voi la Mia benedizione. –
Amen!»
*
Un nuovo ammonimento tramite Ida Kg. di non criticare
le Sue sante parole, poiché non sono state date per criticare e costruirsi da
ciò l’inferno, ma per trovarci lo spirito della vita eterna.
4 dicembre 1903
(parla Gesù
tramite Ida Kg.):
7. «A tutti
coloro che leggono questo libro, sia ancora detto che queste non sono parole
umane, ma parole di Dio, perciò astenetevi dal giudizio, affinché non
giudichiate voi stessi. – A chi manca la giusta conoscenza per afferrare queste
Mie parole divine come tali, questi taccia e preghi Dio per la giusta
conoscenza, allora anch’essa gli verrà data presto (Sl. 36,10); a chi invece il
Padre ha aperto il cuore per afferrare il grande mistero di Dio, non si
accontenti del puro sapere, perché Dio non si rivela agli uomini a causa della
conoscenza, ma solo perché si convertano di tutto cuore e dispongano la loro
vita secondo la Sua Parola e la Sua Volontà. Chi ode questa Mia predica e la fa
sua, Io lo paragono a un uomo intelligente che ha costruito la sua casa sulla
roccia; così parla il Signore, che è Dio, il Quale si rivela ai Suoi figli come
Padre, ai figli che sono di buona volontà e di buon cuore.
8. Perciò
ognuno si esamini bene, se cerca con seria volontà e cuore sincero di diventare
un vero figlio di Dio, perché Dio si mostra come Padre solo a coloro che Lo
amano e fanno la Sua Volontà; invece a coloro il cui senso è ostinato, per loro
Egli rimarrà l’Iddio onnipotente e il Giudice di tutte le loro opere. –
9. Perciò, –
beati tutti coloro che si lasciano attirare dal Padre, il Quale è il più puro
Amore di Dio. Afferrate queste parole e ponderate precisamente il loro senso,
affinché su di voi non venga la perdizione, ma diventiate liberi dal giudizio
della morte spirituale e venga a tutti voi la vita eterna proveniente da Dio,
il Padre dell’eterno Amore! – Amen!»
[indice]
۞
Zurigo, 19 giugno 1904
(parla Gesù):
1. «Miei cari figli, nel
leggere i Miei libri, sia la Bibbia oppure dei libri cristiano-teosofici, vi
viene messo nel cuore che non vi dovete urtare al guscio che porta in sé il
nocciolo, perché è questa la Mia Volontà: che nel leggere i Miei Libri, voi
siate umili credenti come i bambini, poiché il Mio insegnamento vi dice: “Se non diventate come i fanciulli, non
entrerete nel Regno dei Cieli”. Un altro versetto vi dice ancora: “Se non strappate a voi con violenza il Regno
dei Cieli, non vi entrerete”. – Che cosa vuol dire questo? Vedete, questo
vuol dire che voi dovete accettare ciò che vi viene offerto con animo
infantile, animo che sia pienamente credente e di buona volontà.
2. Si domanda: “Come dovete godere quanto vi
viene offerto?”. – Ora domando Io: “Che cosa dice Paolo sul leggere i versetti
della Bibbia?”. Paolo insegna che la lettera, come involucro materiale
esteriore del nocciolo spirituale interiore, uccide; e solo lo spirito, come
nocciolo interiore, vivifica quanto viene offerto.
3. Io, Gesù, vi dico ancora di più: “Il
nocciolo, se è mangiato, vi nutre!”. Che cosa vuol dire questo di nuovo?
Vedete, questo vuol dire: l’involucro è il rivestimento del nocciolo che deve
essere gustato, il che significa: dovete mettere in vivente azione ciò che
avete trovato dallo spirito in senso letterale, soltanto per questo sarà data
la ricompensa, poiché né per il senso letterale, né per il senso spirituale
della Parola, ma soltanto per la vita e l’operare secondo il senso spirituale
dell’Insegnamento vi sarà data la vita eterna; invece per la lettura e la
comprensione dell’Insegnamento, mai!
4. Ora viene la seconda domanda: “Come dovete
afferrare l’Insegnamento affinché possiate guadagnare il Cielo?”. – Vedete,
questa domanda è sommamente importante e perciò degna di ogni considerazione.
Per sapere che cosa sia il nocciolo spirituale nel libro, è necessario che
consideriate l’Insegnamento con l’amore del cuore e cerchiate ciò che
nell’involucro, oppure nella lettera è il nocciolo celeste, nel quale giace il
cibo del Regno dei Cieli. Ma adesso, come si estrae questo nocciolo celeste?
Noi lo troviamo non nelle storie, non nei racconti paralleli, ma unicamente e
solo nel più grande Comandamento di Dio, che sta nell’amore! – Amate Dio sopra
tutto, allora vi sforzerete di non offenderLo mai, bensì adempirete sempre la
Sua Volontà. Così, attraverso questo amore per Dio, amerete anche i Suoi figli
come voi stessi, quindi cercherete sempre di far loro ciò che desiderereste
ragionevolmente che essi facciano a voi se aveste bisogno di loro, e quindi di
non far loro mai ciò che non desiderate sia fatto a voi. Questo è quindi il
nocciolo di ogni Insegnamento che racchiude in sé l’eterna vita per colui che
adempie l’insegnamento dei Miei dieci Comandamenti, le Mie restanti parole e il
Libro della preghiera. Per questo, infatti, vi ho fatto scrivere e pubblicare
"il Libro della preghiera", affinché vegliate e preghiate e non
giudichiate più da riflessivi i Miei doni, di quanto faccio Io stesso. Il
vostro sofisticare dalla Sacra Scrittura contro il Mio insegnamento – poiché
voi afferrate troppo materialmente la Bibbia – è rivolto contro il Mio Volere.
Perciò adesso farò pubblicare “il Libro della preghiera” nella terza edizione,
ampliato considerevolmente con ulteriori spiegazioni, affinché afferriate una
buona volta che cosa voglio avere da voi! Se vi avvicinate a Me nella preghiera
senza umiltà, nonostante vi sia ‘Padre’, vi divento anche un Dio
inavvicinabile, dal momento che non mostrate nessuna riverenza davanti alla Mia
sublime Santità! Adempiere i Miei Comandamenti e pregare Me in umiltà, a voi
tutti, senza eccezioni, è rivolto il Mio insegnamento.
5. Perciò non fatevi da voi stessi degli
insegnamenti! Non sofisticate voi stessi delle regole di comportamento contro
di Me dalle Sacre Scritture che voi interpretate troppo erroneamente; in altre
parole: non cogliete ciò che vi sta bene, e ciò che Io insegno particolarmente
lo lasciate tranquillamente stare, così come se nella Bibbia non ci fosse
proprio. Leggete l’insegnamento della ‘giustificazione[27] davanti a Dio’,
per vedere che Martin Lutero ha afferrato questa del tutto erroneamente! Siete
liberi di credere a Me, al Cristo, oppure a Martin Lutero, ma le conseguenze
saranno il vostro raccolto! – La conduzione di M. Lutero e di Swedenborg
nell’aldilà con la vera Dottrina della giustificazione dinanzi a Dio è, per i
protestanti, il libro per la conversione dei loro errati concetti della Bibbia.
Il libro è già stampato dall’anno 1902, ma se non ne avete nessun desiderio,
accusate Me, il Cristo, di eresia, supponendo che questo libro non è da Dio! –
E voi vorreste diventare figli di Dio e venire nel Cielo? No! Dico Io, dapprima
dovete diventare credenti e umili dinanzi a Dio, davanti al Padre vostro in
Gesù. Così è la Mia Volontà! Dovete comprare il Libro, poiché l’ho dettato e
fatto scrivere per voi, per portarvi via dal grande errore della falsa fede. –
Se non volete leggere le Mie parole, né ascoltarle né eseguirle, allora non Mi
potrete nemmeno vedere nel Regno degli spiriti. Ciò che seminate,
raccoglierete, poiché il Mio tempo è qui. – Voglio creare Ordine nel mondo,
voglio radunare il Mio gregge, ma chi non riconosce Me, il sommo Pastore, nella
voce, bensì Mi accusa di eresia, ebbene, costui andrà là dove si è messo in
cammino!
6. Tuttavia voglio aver compassione di voi se
prenderete a cuore le Mie parole, altrimenti diventate il vostro stesso
giudice, visto che non Mi riconoscete come Giudice, e allora con la migliore
Volontà non posso far nulla. La vostra fede vi giudicherà. – Amen!
*
7. Quindi, anche a voi cattolici-romani ho da
rivolgere una parola. Presso di voi è stato introdotto che se un libro del
vescovo non porta l’imprimatur del papa nel titolo in prima pagina, voi non
potete leggerlo, sia esso la Sacra Scrittura oppure un altro libro religioso.
8. Nelle Sacre Scritture, nel Nuovo
Testamento, ci sono degli estratti di insegnamenti e fatti dal Mio tempo dei
tre anni d’insegnamento che gli apostoli ed evangelisti hanno lasciato scritto.
Questi Miei fondamenti della religione cristiana un giorno insegnati da Me, dal
vostro Dio e Salvatore in Gesù stesso, ora vi vengono sconsigliati – e i Miei
attuali libri cristiano-teosofici, vietati di leggere poiché sarebbero eretici
secondo i dogmi papali oppure secondo gli ordinamenti umani, e perché? Perché
diffonderebbero la verità!
9. Bene, se il papa è il vostro infallibile
comandante, e invece Io, Gesù, vostro Dio e Salvatore del Golgota, sarei un
Eretico, allora non avete più nulla da cercare presso di Me! – Io dimoro con i
Miei figli nel Cielo. – Ma dove andranno coloro che tuonano contro di Me nei
libri, nelle riviste e dai pulpiti e pretendono l’autorità verso di Me, per
conservare le leggi ecclesiastiche fatte da loro stessi, cerimonie e
regolamenti umani contro di Me, l’eretico Gesù Cristo, non ho bisogno di
dirvelo. Da Me in nessun caso, poiché Io, come tali, non posso usarli, e dove
guidano voi, voi che siete i credenti dei loro regolamenti umani, visto che non
conducono da Me, lo potete facilmente indovinare, perché nel Regno degli
spiriti esistono soltanto il Cielo e l’inferno! – Vedete! Così stanno le cose
con la salvezza della vostra anima, se gli Insegnamenti che Io vi presento nei
libri cristiano-teosofici vengono considerati eretici. Ve l’ho detto!
Orientatevi di conseguenza, se non volete percorrere le vie che portano verso
il basso! – Amen!
10. È
vero che nella Bibbia sta scritto: “Dio
non giudica nessuno, Dio non punisce nessuno”, ma vi sta pure scritto, il
Padre (quale Amore in Dio) ha consegnato l’intero giudizio al Figlio, il Figlio
è però la Sapienza in Dio – ma questa ha messo nella stessa Parola la
ricompensa per l’adempimento, mentre la punizione è per l’operare contrario alla
Legge. – Che la Sapienza di Dio punisca, per questo esistono una quantità di
conferme nel Vecchio Testamento. Nel Nuovo Testamento esiste una gran quantità
di avvenimenti mondiali naturali ed elementari che Io ho lasciato sorgere nel
mondo come castigo, per migliorare gli uomini, e perciò anche adesso è così.
Guardate nel mondo quale quantità di disgrazie annunciano i giornali anche
quotidianamente! E nonostante ciò, non volete né vedere né udire nulla? Voi non
volete sapere nulla di tutto ciò che proviene da Me, perché voi preferite
credere ai falsi profeti e anticristi, …che a Me! – Ma Io verrò a voi in modo
assai grave, allora le cose cambieranno! Vedrò se riconoscerete ancora un Dio
sopra di voi oppure no! – Ricordatevelo! Queste sono parole provenienti da Me,
vostro Dio in Cristo, che molti fra di voi non vogliono più riconoscere come
Dio!»
[indice]
۞
Zurigo, 17 luglio 1904
(Franz Schumi):
Dopo aver appreso come stanno le
cose tramite le parole dell’eterna vita a noi presentate, allora nessuno si
irriti con i medium di Dio se questi portano una qualche inesattezza come
irrilevante seguito del nocciolo della verità della Parola di Dio.
Il
medium era forse del tutto innocente del perché qui o là – con la concessione
di Dio – ha riportato un’inesattezza. – Lo stesso caso è stato con gli apostoli
Pietro e Paolo che hanno riportato inesattezze religiose, come nel libro di
Lutero su Paolo; invece nel Libro “Cristo e le chiese” sotto la parola
“Battesimo” vengono mostrati enormi errori su Pietro. Come è il caso con Martin
Lutero – che rigettò perfino i Dieci Comandamenti di Dio, che Cristo venne a
completare (Matt. 5,17), e altrettanto rigettò l’amore per il prossimo, mentre
Gesù stesso disse allo scriba: “Va’ ed esercita l’amore per il prossimo come lo
ha fatto il samaritano”, anzi Egli ha definito questo Comandamento come il più
grande nella Legge di Dio attraverso Mosè.
Io,
Schumi, ho fatto ciò che potevo fare per diffondere il puro insegnamento, – ma
posso io qualcosa se i miei predecessori, siano questi nella Bibbia oppure i
medium di Dio, annotarono cose inesatte ed io le ho ripetute dopo, in bona
fide, ovvero in buona fede, perché è la pura verità? – Nelle Sacre
Scritture sta scritto: “Ai puri tutto è puro”. Ma poiché ci troviamo nel tempo
della lotta della verità contro la menzogna, è il nostro compito separare la
verità (ovvero il grano) dalla menzogna (ossia la pula), ed io, Schumi, mi
sforzerò di far questo dove posso e troverò possibile, poiché io sto sotto lo
stesso Comandamento della fede come stavano gli apostoli e Lorber, Mayerhofer e
molti altri.
Cercate
con Me il grano e nell’amore, nell’umiltà e con la comprensione, poiché nel
mondo nulla è perfetto, separate la pula da questo, e raggiungerete la vita
eterna. In ciò sta appunto la lotta, per strappare a sé con violenza il Regno
dei Cieli, perché attraverso la violenza della fede incrollabile ci si attiene
saldamente al nocciolo della verità e si può combattere pieni di forza contro
tutte le contraddizioni della sapienza intellettuale ribellandosi contro
queste, per uscir fuori da vincitori nella lotta.
Credete
a me, io stesso sto in questa lotta, poiché noto moltissimo ciò che qualcuno non
ha ancora notato, e nonostante ciò non cedo e faccio come un giorno Pietro,
quando Gesù chiese ai dodici discepoli che rimasero dei settanta, dopo il
discorso a Capernaum: «Mi abbandonerete
anche voi (poiché ho insegnato qualcosa di non conveniente per il vostro
intelletto mondano)?». – Cui Pietro Gli rispose: «Signore, dove vogliamo andare, poiché Tu sei Cristo, Colui che ha le
Parole dell’eterna vita e sei
l’eterna Vita stessa» [Giov. 11,27 / Mt.16,16].
[indice]
۞
Il
mezzo per giungere alla Luce della verità
Graz, 23 giugno 1902
(parla Gesù):
1. «Vi metto in guardia: non aggredite la Mia Dottrina con la vostra
sapienza, poiché essa vi porterà oscurità, perché tutti coloro che esaminano la
Mia Dottrina con la sapienza dell’intelletto e la criticano, mentre è da
intendere spiritualmente, incappano nel territorio delle tenebre spirituali,
che è lo spirito di Satana della mondanità, il quale suggerisce loro opinioni
completamente sbagliate.
2. Voi volete la verità sui singoli versetti
della Bibbia, e se i dettati dei medium cristiano-teosofici provengono da Dio;
se ciò è verità, allora sollevatevi da tutta la vostra sapienza intellettuale e
venite a Me, in umiltà e intimissimo amore, al vostro Padre in Gesù! Pregate e
chiedete tanto a lungo per l’illuminazione nella faccenda, finché l’avrete,
poiché la via della sapienza intellettuale conduce nelle tenebre dell’inferno.
Invece l’umile preghiera conduce a Me, nella divina Luce della verità.
3. In verità vi dico: “Diventano figli di Dio
solo coloro che, umili e pieni d’amore per Me, si lasciano condurre e guidare
da Me!”»
[“Proclamazioni di Gesù nostro Padre”, 1° vol. pag. 108]
*
(parla Gesù):
4.
Che la Dottrina che gli apostoli
hanno scritto, non siano state trascrizioni da altri libri, bensì rapporti
originali da quel tempo, ve l’assicura l’apostolo Pietro quando dice: «Noi non abbiamo seguito favole abilmente
concepite, noi vi abbiamo annunciato la potenza del nostro Signore Gesù Cristo,
e abbiamo visto perfino la Sua Magnificenza, poiché Egli ricevette da Dio, il
Padre, Onore e Gloria: “Questi è il Mio caro figliuolo nel Quale Io ho
compiacimento». [2° Pietro 1,16]
5.
«E
noi abbiamo udito questa Voce venuta dal Cielo, poiché eravamo con Lui sul
Monte santo» [2° Pietro 1,18].
6.
Inoltre, Pietro, sulla verità delle
annotazioni apostoliche, dice: «Noi
(apostoli) abbiamo rafforzato la Parola
profetica, e voi fate bene ad attenervi come a una Luce che splende in luogo
oscuro, finché non splenderà il giorno e sorgerà nel vostro cuore la stella del
mattino» [2° Pietro 1,19].
*
(parla Gesù):
7. Paolo giustifica
il suo insegnamento con le seguenti parole: «Vi dichiaro apertamente, fratelli,
che il Vangelo da me annunciato non è opera d’uomo, perché io non l’ho ricevuto
né imparato da uomini, bensì per rivelazione di Gesù Cristo (in pratica
ricevuto attraverso la parola interiore)» [Gal. 1,11].
8. Paolo
maledice ogni altro Evangelo che non proviene da Cristo, dicendo: «Ma
quand’anche noi stessi (Paolo e i miei co-diffusori del Vangelo a voi noti)
oppure un angelo dal cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che noi
vi abbiamo presentato, che sia maledetto. Come vi ho appena detto, ora ve lo
ripeto di nuovo: chi vi presenta un Vangelo diverso da quello che avete
ricevuto, sia maledetto!» [Gal. 1,8-9].
9. Con
questa dichiarazione, Paolo rimarcò con la maledizione non soltanto gli
insegnamenti errati sorti nel suo tempo, bensì anticipò perfino l’intera
fabbricazione dei falsi insegnamenti dello spirito anticristiano.
[indice]
۞
I servitori di Dio
confessarono pubblicamente che devono predicare l’Evangelo, perché a ciò li
spinge lo Spirito di Dio
(Gesù insegna):
1. «Che i profeti scrissero solo su Mio ordine, lo testimonia il seguente
versetto dal profeta Isaia 34,16: “Cercate
nel libro del Signore e leggete: non vi mancherà nemmeno uno di questi, perché
è Lui che attraverso la mia bocca ha così ordinato e il Suo Spirito li ha
radunati.
2. – Ezechiele: 12,8: “Presto al mattino venne a me la Parola del Signore e io feci come mi
fu comandato”.
3. – Ezechiele 24,18 e 20: “All’indomani feci come mi era stato
comandato (da Jehova). – Mi giunse la
parola del Signore”.
4. – Ezechiele 37,7 e 10: “Ed io profetizzai come mi era stato ordinato
(da Jehova)”.
5. La prova viene fuori particolarmente chiara
che Io, Gesù, come Jehova, comandai ai profeti di dire o fare questo o quello:
6.
– Geremia 26-2. Egli dice: “Così parla il Signore: ‘Entra nel cortile
della casa del Signore e parla a
tutte le città della Giudea che vengono a far orazione nella casa del Signore,
riferendo loro tutte le parole che ti ho comandato di dire; e non ne togliere
nemmeno una”.
7. – Geremia 50,21: “Sali contro il paese … (Babilonia) contro gli abitanti della tribolazione; devasta, distruggi e scaccia i
loro discendenti, dice il Signore, e fa tutto ciò che Io ti ho comandato”.
8. – Nella 1° lettera ai Corinzi, Paolo dice: “Cristo mi ha mandato a predicare il Vangelo”
[1° Cor. 1,17].
9. – In 1°Cor. 9, 16-17: Paolo ammette: “Se predico il Vangelo, non me ne devo
vantare, poiché è una necessità da fare … Se lo faccio volentieri, allora
meriterò una ricompensa, se invece lo faccio malvolentieri, vuol dire che compio
un incarico affidatomi”. Con ciò egli voleva dire che non predicava dalla
propria volontà, bensì perché lo spingeva lo Spirito di Dio.
10. – In 2° Cor. 5-20 Paolo dichiara
espressamente che Io, Cristo, li ho usati come Miei strumenti, tramite i quali
Io opero, poiché Paolo dice: “Così ora
noi siamo messaggeri al posto di Cristo, poiché Dio ammonisce (gli uomini) attraverso di noi”.
11. – Nella lettera ai Galati 1,1 sta scritto: “Paolo, un apostolo non da parte degli
uomini, nemmeno tramite gli uomini, bensì per mezzo di Gesù Cristo e da parte
di Dio il Padre”. Con la qual
cosa ha testimoniato che Dio stesso lo ha scelto e istruito affinché dovesse
predicare la vera Parola del Vangelo.
12. – In 2° Pietro 1,20-21, si dice: “E innanzitutto dovete sapere che nella
Scrittura nessuna profezia può essere oggetto di interpretazione propria, bensì
‘santi’ (i giusti servitori di Dio)
sono quegli uomini che hanno parlato mossi dallo Spirito Santo”».
*
13. “Io,
Schumi, ho già scritto parecchie profezie che sono stampate nei libri
pubblicati da me e vi faccio notare che ogni volta che le ho ricevute dettate,
esse furono date con una particolare enfasi e forza d’espressione”.
*
(riprende Gesù):
14.
«Questa dimostrazione dalle Sacre Scritture testimonia che questi uomini devoti
scrissero non per propria volontà e per propria sapienza, bensì che ero Io a
parlare attraverso di loro, e loro obbedivano, cosa che essi dovettero fare e
dovettero parlare.
15. – In 1° Cor. 2,4 Paolo dice: “La mia parola e la mia predicazione non sono
basate su persuasivi argomenti di sapienza umana, ma sulla dimostrazione dello
Spirito e della Potenza di Dio,
affinché la vostra fede non si fondi sulla sapienza degli uomini, ma sulla
Potenza di Dio”.
15. Le presenti dimostrazioni dagli scritti dei
profeti e apostoli vi danno la testimonianza della verità che avete davanti a
voi in questi uomini, con i quali Io, Dio, ho parlato ed ho ordinato loro di
compiere la Mia santa Volontà.
16. Se ora leggerete gli scritti che provengono
da loro, allora giungerete alla convinzione che essi superano ampiamente le
conoscenze umane, poiché sono di contenuto trascendentale che nessuno può
spiegare giustamente senza l’ispirazione dall’alto oppure dalla diretta Parola
divina, altrimenti, da dove avrebbero preso questi uomini tali parole che
spesso significano qualcosa del tutto diverso di quanto indica la lettera?
17. D’altra parte, sono scritti che spiegano la
storia del mondo con parole di rispondenze in anticipo di centinaia e migliaia
di anni, senza che voi riusciate a penetrare alla base del nocciolo delle
parole prima che si siano adempiute, ma poi risulta che tutto si è adempiuto
alla lettera come era scritto.
18. Vi bastino questi fatti per non negare il
dovuto rispetto al libro delle rivelazioni e profezie divine! Infatti, voi
sapete cosa significa questo o quello? Che cosa sapete voi del perché sta
scritto così e non diversamente? Chi vi dà l’assicurazione che i vostri giudizi
siano verità, se non potete interpretare un tale libro spiritualmente? “Noli me tangere!”, cioè “Non Mi
toccare!” dissi il giorno della Resurrezione. E al critico non autorizzato
esclamo: “Ne sutor suspra crepidam!”.
In altre parole secondo la traduzione tedesca: “Ciabattino, fa’ il tuo
mestiere!”. – Perciò, cari figli Miei, non criticate le parole della Sacra
Scrittura, esse, infatti, sono sante per colui che da Me ha la Grazia di
poterle interpretare. Dai versetti più difficili della Bibbia vengono fuori
spesso i misteri più belli e più grandi che Io ho avvolto nel buio più profondo
della rispondenza, per nasconderli davanti alla stoltezza degli ultrasaputelli,
i quali davanti a Me sono un abominio poiché sofisticano fuori solo inferno e
punizione per l’altro mondo, quando forniscono una piccola prova della loro
sapienza intellettuale! –
19. Si lasci in pace questo santo Libro, il cui
contenuto ha come soggetto per la maggior parte Me, Dio stesso; infatti, per
questo Mi son scelto altri uomini, per spiegarlo giustamente ai Miei figli,
come intelligenti e saggi del mondo [1° Cor. 1,19].
20. Tenete bene a mente che Io, Dio, non
pretendo da nessuna parte la frequentazione di una scuola superiore per il
conseguimento delle Grazie divine, bensì solo l’adempimento della Mia santa
Volontà. Alte conoscenze scolastiche sono da onorare, soltanto che davanti a
Dio non hanno il minimo valore se gli uomini non adornano le superiori virtù di
Gesù.
21. Guardate il discepolo Giovanni che Io, Gesù,
chiamavo il Mio prediletto. Egli era figlio di poveri genitori pescatori, la
sua istruzione scolastica era quella di un allievo della quarta scuola
elementare – nulla di più, e chi, dei saggi e intelligenti di questo mondo,
…può spiegare il linguaggio celeste della rispondenza della sua Rivelazione di
Dio? Nessuno! E qual è il contenuto di questo scritto misterioso? Vedete, la
storia e il suo sviluppo nei figli del mondo di allora fino ad oggi, ed oltre,
nel lontano futuro.
22. E in quale modo i profeti e Giovanni sono
giunti a questo linguaggio superiore? Essi adempirono la Volontà di Dio; essi
erano colmi d’amore, di umiltà e di virtù superiori, ed Io li ho guardati con
compiacimento ed ho parlato agli uomini attraverso di loro nel linguaggio celeste,
affinché non afferrassero la santità della Mia parola, se loro, morti nello
spirito, ardiscono di indagare in queste sublimi profezie e rivelazioni con la
loro sapienza tenebrosa, per criticare e, dall’oro, estrarre il letame che non
vi si trova».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «La parola
interiore è la cosiddetta ‘Parola profetica’ di cui parla Pietro [1° Tess. 2,13
/ 2° Pietro, 1,19]. Questa parola procede dal Padre e dal Figlio, e parla
attraverso lo Spirito Santo che oggigiorno detta i chiarimenti
sull’insegnamento divino e sulle profezie attraverso i medium di Dio ovvero del
Padre, e parla per mezzo di loro come parlava una volta per mezzo dei profeti,
che veniva conferito agli apostoli nel battesimo di Pentecoste. Di questo
forniscono dimostrazioni i seguenti versetti presi dalla Sacra Scrittura.
2. I profeti
hanno scritto le parole della Mia divina Sapienza già nei tempi più antichi,
perché a ciò li spingeva il Mio Spirito. Queste profezie si sono adempiute sui
paesi d’Egitto, Babilonia, Fenicia e Palestina, e anche durante la Mia vita voi
avete visto che ogni profezia si verificò letteralmente e andò in adempimento.
Molte profezie non sono invece mai state ancora prese in considerazione
precisamente, perché non le sapete interpretare. Per voi è certo che i profeti
erano uomini che vivevano molto devotamente, per il cui motivo Io, come Padre
degli uomini, potevo parlare con loro e dare tramite loro, per tutti gli
uomini, profezie e insegnamenti di vita. Essi erano quindi i rappresentanti
della Mia divina Volontà sulla Terra, poiché Io, Jehova, parlavo con il Mio
popolo attraverso di loro e lo governavo tramite loro. Che questo si basi sulla
verità lo testimoniano i seguenti estratti dalle lettere dei profeti.
3. Io, Gesù,
parlai ai discepoli Cleofa e Barsabba soprannominato il giusto: “O voi stolti che siete di cuore ozioso e
non credete a tutto ciò che i profeti hanno annunciato” [Luca 24,25].
Quest’ammonizione anche oggigiorno coglierà tutti coloro che non credono alle
parole dei profeti e degli apostoli e preferiscono percorrere la via verso
Emmaus, che è la via del dubbio e dell’incredulità.
4. – Nel Salmo 50,7 e 50,13-15 (anno 1043
a.C.) Io, Gesù, quale Jehova, dissi attraverso il profeta Davide: “Ascolta, popolo Mio, lasciaMi parlare,
Israele! Io, Dio, sono il tuo Signore!”. / “Credi forse che Io volessi mangiare
carne di bue oppure bere sangue di ariete? Offri a Dio il ringraziamento, e
sciogli all’Altissimo i tuoi voti! InvocaMi nei giorni dell’angustia, allora ti
libererò e tu Mi onorerai”.
5. – Il re e profeta Davide disse: “Lo Spirito del Signore ha parlato
attraverso di me, e la Sua predica è avvenuta attraverso la mia lingua”.
Inoltre disse ancora: “Il Dio d’Israele
mi ha parlato”, [2° Samuele 23,2-3] … il che significa: ‘Jehova ha parlato
con me’, come un uomo parla con un altro uomo. Nello stesso modo avviene anche
oggi, ogni volta che Io, Dio, parlo con il Mio strumento.
6. – Isaia 37,26-27: “Non hai udito che Io (Jehova)
da tempi lontani avevo preparato tutto ciò, e dai giorni antichi l’avevo
predisposto? Adesso l’ho realizzato, così che città fortificate sono distrutte
e diventano mucchi di macerie, e i loro abitanti sono paralizzati, tremano e
sono sconvolti”. – Questa profezia si avverò, affinché essi diventassero
credenti su ciò che Io, Jehova, annunciai in anticipo attraverso i profeti.
7. – In Isaia 48,3 Jehova parla attraverso la
bocca del profeta: “Gli avvenimenti
passati Io li avevo annunciati da lungo tempo, la Mia bocca li aveva annunciati
e li aveva proclamati; all’improvviso Io ho agito e si sono verificati”.
8. – In Isaia 51,16: In questo versetto Io,
Jehova, dissi al profeta: “Io metto le
Mie parole nella tua bocca”.
9. – Al profeta Geremia, Io, Jehova, dissi la
stessa cosa: “Ecco, Io metto le Mie
parole nella tua bocca”. [Ger. 1,9].
10. – Attraverso Matteo 10,20 dissi: “Non sarete voi che parlerete, ma lo Spirito
del Padre vostro parlerà in voi”.
11. – In Luca 10,16. Io, Gesù, Jehova, dissi: “Chi ode voi (quando annunciate il Mio
Vangelo), ode Me. Chi disprezza voi, disprezza Me, ma chi disprezza Me,
disprezza Colui che Mi ha mandato (cioè Dio, l’eterno Amore quale Padre nel
Mio Cuore)”.
12. – In Giovanni 14,16-18. Io, Gesù, dissi
all’ultima Cena: “Io pregherò il Padre (cioè
l’Amore in Dio) ed Egli vi darà un altro
Consolatore, che rimarrà sempre con voi; cioè lo Spirito di verità che il mondo
non può ricevere, perché non lo vede né lo conosce; ma voi lo conoscete perché
dimora in voi e sarà in voi. – Non vi lascerò orfani, (perché) Io (stesso) tornerò a voi”. Versetto 26: “Ma
il Consolatore, lo Spirito Santo (della verità), che il Padre (ovvero l’Amore in Dio) vi manderà nel Mio Nome (cioè la Sapienza in Dio), v’insegnerà ogni
cosa e vi ricorderà tutto quello che Io vi ho detto”.
13. – Giovanni 15,26: “Ma quando sarà venuto il Consolatore che Io (attraverso di Me) vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità
che procede dal Padre (ovvero dall’Amore in Dio), vi testimonierà di Me (con cui volevo dire: perché nel Mio Nome
guarirete i malati, scaccerete i demoni e opererete diverse cose che ad altri
uomini non è possibile)”.
14. – Giovanni 16,12-13: “Molte cose avrei ancora da dirvi, ma per adesso non le potete
sopportare. Ma quando verrà Lui, lo Spirito di verità, vi guiderà in tutta la verità.
Perché, non parlerà da Se stesso, ma di quello che sentirà (dal Padre e dal
Figlio, di cui Egli è l’efflusso) Egli lo
dirà, e ciò che sarà in futuro (ciò che è deciso in Dio e che deve
avvenire), Egli ve lo annuncerà
(ovvero profetizzerà).
15. – Secondo Luca 12,11-12 Io, Gesù, dissi ai
Miei discepoli: “Quando vi condurranno
davanti alle sinagoghe, davanti all’autorità e davanti ai magistrati, non
preoccupatevi di come o che cosa dovrete rispondere o che cosa dovrete dire,
perché lo Spirito Santo vi istruirà in quel momento stesso come bisognerà
parlare”.
16. – Atti 9,17-18. Nella storia della
conversione dell’apostolo Paolo leggete: “E
il discepolo Anania di Damasco andò e giunse nella casa e impose le mani su di
lui dicendo: ‘Caro fratello Saul, il Signore che ti è apparso sulla via, quando
venivi qua e ti ha risposto: “Io sono quel Gesù che tu perseguiti”, Egli mi ha
mandato affinché tu recuperi di nuovo la vista e sii colmo dello Spirito
Santo’. Allora Paolo ricevette il battesimo dello Spirito Santo e, con ciò, la
Parola interiore (la Parola del Padre Gesù)”».
[indice]
۞
Il
battesimo di fuoco dello Spirito Santo per avere la Parola divina
(parla Gesù):
1. «Il battesimo di fuoco dello Spirito Santo che fu dato agli apostoli a
Pentecoste, è descritto come segue: “E
all’improvviso venne dal Cielo un fruscio come di un vento che soffia impetuoso
e riempì tutta la casa, dove stavano seduti. E a loro apparvero delle lingue
divise come di fuoco e ognuna si posò sopra ciascuno di loro. Sicché tutti
furono ripieni dello Spirito Santo e cominciarono a parlare lingue diverse,
secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi. Gli uomini si
radunarono e rimasero confusi per il fatto che ognuno sentiva le parole nella
propria lingua madre. Poiché i predicatori erano soltanto della Galilea e
parlavano comunque in lingue straniere, gli ascoltatori erano tutti stupiti e,
non sapendo cosa pensare, si chiedevano l’un l’altro: ‘Che cosa significa
questo?’. A questo punto Pietro presentò loro le profezie provenienti dai
profeti le quali illuminarono quel grande avvenimento del giorno [Atti
2,2-12].
2. – Leggete in Atti 10,44-46: “Qui Pietro stava ancora esprimendo le
parole (al comandante Cornelius in Cesarea) che lo Spirito Santo scese su tutti coloro che le udivano. E i
cristiani giudei che erano venuti con Pietro si spaventarono, perché anche ai
pagani fu riversato il dono dello Spirito Santo; infatti, essi udirono che parlavano
in lingue straniere e lodavano sommamente Dio”.
3. – In 1° Cor. 2,10 Paolo dice: “A noi (gli apostoli) Dio le ha rivelate per mezzo del Suo Spirito
(le cose trascendentali – versetti
7-9), perché lo Spirito scruta tutte le
cose, anche le profondità della Divinità”.
4. – Sulla Parola interiore, Paolo scrive: “Ma io vi annuncio, cari fratelli, che
l’Evangelo che proviene da me, non è opera umana. Io, infatti, non l’ho
ricevuto né imparato da nessun uomo, ma lo possiedo attraverso la Rivelazione
di Gesù Cristo”. Perché la parola interiore sta più in alto
dell’illuminazione all’intelletto del senso spirituale delle parole della
Bibbia; Paolo perciò possiede i Doni e le Grazie dello Spirito Santo come li
possedevano gli altri apostoli, cosa che lo dimostrano le sue guarigioni
miracolose, ecc. Così è da intendere sotto ‘rivelazione’ il parlare di Dio
attraverso Paolo per mezzo della Parola profetica interiore.
5. – Paolo ricevette questa Parola di Dio, da
Me, Gesù, dopo la guarigione dalla sua cecità attraverso Anania. Della
genuinità della Parola interiore che egli
interpretava, Paolo ne era fermamente convinto, perché espresse le parole
determinanti: “Ma quand’anche noi stessi
o un angelo dal Cielo vi an-nunciasse un Vangelo diverso da quello che noi vi abbiamo
predicato, costui sia maledetto!” [Gal. 1-8]. Su ciò egli ripeté che il suo
Evangelo si basava sulla verità, dicendo: “Ma
quello che io vi dico (dell’Evangelo), ecco,
Dio lo sa che non mento” [Gal. 1, 20]. Questa osservazione di Paolo è
giusta, ma di tanto in tanto egli ha espresso anche qualcosa dalla propria
opinione, senza chiedere a Me, Gesù, per il chiarimento, e così anche Paolo
(come Pietro) non è nel puro in tutto (come io, Schumi, ho dimostrato
chiaramente nel libro di Lutero e lo dimostro anche nel battesimo). Tuttavia
per questa ragione, a causa di singole violazioni, non si deve gettare il
bambino con l’acqua del bagno, (come inutilizzabile, non affidabile), perché
nessuno è infallibile, solo Dio lo è!
6. – Nella lettera ai Galati 2,2 vedete che le
rivelazioni di cui parlava Paolo non sono altro che la Parola di Dio, il cui
Dio parla nell’interiore, nel cuore dell’anima (di cui io stesso, Schumi, sono
testimone della verità attraverso il Padre Gesù, poiché sento chiaramente in me
– come espressa a me da un’altra persona – la Parola di Dio, poiché io sono
passivo, non penso nulla, bensì ascolto soltanto e scrivo, quando la Parola
viene espressa o dettata per tutti gli uomini quali figli di Dio). Paolo, nel
luogo dove era stato attirato, disse: “Poi
salii di nuovo a Gerusalemme in seguito a una rivelazione” [Gal. 2,1-2].
Come avveniva questa rivelazione lo vedete negli Atti 23,11: “Ma il giorno seguente, nella notte, il
Signore stava presso di lui e gli disse: ‘Fatti coraggio, Paolo, perché come
hai reso testimo-nianza di Me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda
testimonianza anche a Roma’.”. – Qui, Luca l’evangelista, dice: “Il Signore
stava presso di lui”, ma in ciò Luca si sbaglia, poiché egli lo ha annotato in
un secondo tempo, non avendo nessuna parola interiore; invece Io, Gesù, parlavo
nell’interiore di Paolo.
7. – Nella lettera agli Efesini, Paolo scrive
sul mistero di Cristo, mistero che gli venne svelato tramite rivelazione, che
era sconosciuto nei tempi passati poiché solo adesso Gesù lo aveva rivelato ai
Suoi apostoli e profeti attraverso lo Spirito (Santo) [Efesini 3,2-5].
8. L’apostolo più illuminato di tutti e che
riusciva a penetrare più potentemente nelle profondità dei misteri di Dio, era
il discepolo Giovanni, il sommamente graziato a causa del suo grande amore per
Me, cosa testimoniata sia dall’inizio del suo Evangelo, come anche dalla
Rivelazione (l’Apocalisse) che solo Giovanni comprendeva nelle sue rispondenze,
essendogli toccato questo per via del suo grande amore per Me e per il prossimo
come premio della Grazia di Dio. Egli disse all’inizio della Rivelazione 1,1-3:
“Questa è la rivelazione di Gesù Cristo,
che Lui, Iddio, ha dato per far sapere ai Suoi servitori quelle cose che devono
accadere, e in breve l’ha fatta conoscere inviandola per mezzo del suo angelo
al Suo servo Giovanni. – Beato chi legge e ascolta le Parole di questa profezia
e osserva le cose che vi sono scritte”.
9. La grande rivelazione che Giovanni ha
avuto da scrivere, comprende 22 capitoli, la cui realizzazione è documentata da
quanto segue: “Io, Giovanni, che sono
anche vostro fratello e compagno nella tribolazione, e nel Regno e nella
nascita di Cristo, ero nello spirito nel Giorno del Signore, e sentii dietro di
me una grande voce che diceva: ‘Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo,
e quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle comunità in Asia, a
Efeso e a Smirne, a Pergamo e a Tiatira, a Sarde, a Filadelfia e a Laodicea’.
Io mi voltai per vedere da dove veniva la Voce che mi parlava. E quando mi
voltai, vidi Uno che era simile a un Figlio di uomo (cioè un profeta, come
annunciatore della Parola divina) vestito
con una lunga veste e cinto intorno ai fianchi con una cintura d’oro. Il Suo
capo, invece, e i Suoi capelli erano bianchi come lana, come la neve, e i Suoi
occhi come una fiamma di fuoco, i Suoi piedi simili al rame in una fornace
ardente, e la Sua Voce come grande scrosciare d’acqua, ed aveva sette stelle
nella Sua mano destra (cioè sette Caratteristiche divine nel Suo Ordine di
Governo); e dalla Sua bocca usciva una
spada a doppio taglio (cioè la Parola dell’eterna Verità proveniente
dall’Amore e Sapienza divina), e il Suo
volto splendeva come un sole sfolgorante. E quando lo vidi (vale a dire
Gesù), caddi ai Suoi piedi come morto
(oppure come “peccatore”); ed Egli mise
la Sua mano destra su di me e mi disse: ‘Non temere, Io sono il Primo e
l’Ultimo e il Vivente (cioè il Principio della Vita). Ero morto (sulla croce) ed
ecco, sono vivente da eternità in eternità, ed ho la chiave dell’inferno e
della morte. Scrivi ciò che hai visto e quello che è, e ciò che dovrà accadere
dopo’.” [Ap. 1,9-19]. Cosa che Giovanni mise giù nella scrittura
incomprensibile della ‘Rivelazione’.
10. Queste poche righe svelano molto
chiaramente da dove Giovanni ottenne il senso della Parola per la sua
Rivelazione; era l’Amore e la Sapienza divina in Me, Gesù, che gli fecero
giungere la Rivelazione in immagini di rispondenza divina, poiché è impossibile
che Giovanni avesse preso da se stesso questo linguaggio segreto, visto che non
l’aveva mai sentito in questa grande Luce del mistero di Dio, ed è appunto la
piena conferma che esso è sovrumano, perché fino ad oggi mai nessuno l’ha
ancora potuto interpretare nel modo giusto.
11. Pietro si esprime particolarmente chiaro
sulla Parola interiore, dicendo: “Noi
abbiamo una salda parola profetica, e fate bene ad attenervi come a una Luce
che splende in un luogo oscuro, finché non splenda il giorno e non sorga nei
vostri cuori la stella del mattino” (l’illuminazione interiore) [2° Pietro
1, 19].
*
(un inciso di Schumi):
12. “Quando io, Schumi, diedi alla stampa il
libro di Lutero, avevo ancora 20 corone (valuta austriaca) di debiti sul libretto ‘Le Comunicazioni’
dovendo ancora incassare soltanto 368 marchi; ma il 20 settembre 1902 il Padre
Gesù mi disse che il denaro (circa 1400 marchi) ci sarebbe stato prima che ne avessi avuto bisogno, e Jehova in Gesù
mantenne la Sua Parola. Infatti, accadde che ricevetti il denaro senza averne
sospettato prima da dove sarebbe venuto, e capitò precisamente così come il
Padre Gesù mi ebbe a ripetere la promessa il 19 dicembre”.
*
(riprende Gesù):
13. I
presenti estratti dagli scritti dei profeti e apostoli vi svelano che questi
uomini hanno scritto mediante la Parola interiore dello Spirito Santo, e non
per propria testa. Anche se qui e là s’inseriva una parola dura e sembrava come
non divina, questo è da mettere in conto al duro tempo delle condizioni di vita
di allora, ma non per questo schernire Dio, poiché anche i profeti erano
soltanto uomini normali, anche se fedeli e devoti a Dio.
14. Questi uomini, così come anche gli apostoli,
non avrebbero certamente osato scrivere la più piccola Parola consapevolmente
menzognera, cosicché, se avviene comunque che qualcosa non è giusta, allora non
la si deve attaccare, perché non si conosce la causa del motivo perché esiste
l’errore, in particolare negli evangelisti, perché nessuno, eccetto Giovanni,
fu testimone della Mia attività, il che vi è spiegato nelle informazioni che vi
vengono date.
15. Gli autori della Parola della Bibbia erano
puri uomini di serietà e di riverenza dinanzi a Dio, di umiltà e di un grande
amore per Dio e per gli uomini, perciò il fior fiore dell’umanità di quel
tempo. Voi li chiamate ‘uomini santi’, ma non erano santi, perché al di fuori
di Dio nessuno è santo, com’è da vedere da due versetti del Nuovo Testamento;
invece erano uomini che voi potete descrivere come veri servitori di Dio,
poiché nella loro intera vita miravano a servire Dio in tutto amore e umiltà.
16. Per quanto riguarda i versetti della Bibbia
che non sono di Dio, essi saranno rimossi nella Bibbia futura, come Io, Gesù,
ho promesso, oppure inseriti e descritti come non veri ecc., e verrà fatta
conoscere la verità come essa è da afferrare».
[indice]
۞
Le profezie adempiute come
sigillo sulla verità della Parola divina
(parla Gesù):
1. «Il Nome
dell’onnipotente Iddio è spiegato nella (nuova) Parola del tempo presente. Ci si
trova in un tempo di lotta tra Luce e tenebra; infatti, gli uomini hanno bevuto
del veleno nella sapienza intellettuale che rinnega Dio, e con ciò sono
diventati morti nello spirito del loro amore per Dio e per il prossimo, e
quindi sono decaduti in tutti i vizi che testimoniano la loro saccenteria[28].
2. Nondimeno
è ancora Dio che guida i destini del mondo; è ancora lo stesso Dio del Quale le
Sacre Scritture riferiscono prove così meravigliose del Suo Amore e della Sua
Sapienza. E perciò il compito degli uomini è di schierarsi intorno a questo
Dio, il Quale imprime alla storia del mondo l’impronta della verità, affinché
non ci sia più nessuna domanda se esiste un Dio, bensì possiate appellarvi a
dimostrazioni inconfutabili e dire: “Davanti
a noi ci sono prove che nessun uomo può estirpare e distruggere!”. Qui c’è
un santo Libro delle profezie divine, è la Bibbia col suo Vecchio e Nuovo
Testamento, è il Libro sul quale molti poteri oscuri hanno impiegato i loro
cervelli altrettanto oscuri contro la verità dimostrata, per spogliarlo e
derubarlo della sua santità. Tuttavia il loro spiegamento di poteri oscuri è
stato vano ed anche il loro sforzo contro questo santo Libro, poiché la verità
delle sue parole risplende davanti a voi in nuova magnificenza, e ora è giunto
il tempo per mostrare questa santità attraverso la storia e sollevare davanti a
voi il velo oscuro che è steso sulle profezie, e mostrare la verità nella sua
sublime inviolabilità.
3. La storia
di questo Libro è cominciata nel remoto tempo primordiale della razza umana.
Già all’inizio del decimo secolo esistevano registrazioni scritte che
trattavano della Creazione del mondo e della razza umana, poiché Jehova diede
agli adamitici dei segni per la scrittura. Tuttavia queste annotazioni sono
andate perdute nelle tempeste del tempo e giacciono nascoste nel suolo del
Giappone, le quali, però, nel prossimo futuro daranno testimonianza come
monumenti visibili del passato Governo divino sulla Terra.
4. Nondimeno,
nella memoria del popolo primordiale queste registrazioni non andarono
completamente perdute, bensì hanno continuato a vivere, anche se molteplici
volte furono alterate attraverso l’oscuramento dello spirito, e tramite questa
fonte le registrazioni furono fatte in scritti geroglifici e cuneiformi. Fino
all’anno 1854 gli assiriologi Layard, Loftus, Hormuzd Rassam e G. Smith nelle
rovine di Ninive (nell’attuale Kujundschik) trovarono la biblioteca degli
scritti cuneiformi incisi su terracotta che furono raccolti negli anni 668 fino
all’anno 626 a.C., dal re Assurbanipal dagli archivi del tempio dell’impero
babilonese. Secondo questi documenti di Babilonia e di Ninive si viene a sapere
che nell’anno 1656 dopo la creazione di Adamo, ovvero nell’anno 2495 prima di
Cristo, nel cui tempo i documenti incisi erano stati prodotti in Egitto, non
ebbe luogo un diluvio né nell’impero assiro né nell’impero babilonese, bensì,
secondo questi documenti, il diluvio ebbe luogo solo in Georgia[29] ed è descritto
proprio com’è riferito da Mosè».
*
(parla Schumi):
5. «Questi
scritti cuneiformi incisi su terracotta che furono ritrovati nella stanza dei
leoni del palazzo reale di Ninive, sono adesso conservati nel museo britannico
a Londra. – Ora dimostreremo una fonte che è la diretta Parola di Dio; questa,
però, non sta in nessuna relazione con la scienza degli eruditi sull’antichità
del mondo.
6. Negli
anni dal 1800 fino al 1864 visse in Graz un povero, ma eccellente musicista di
nome Jakob Lorber, in cui in lui era attivo l’arcangelo Raphael, e Raphael è
stato il sacerdote primordiale di Dio di nome Enoch, il quale, com’è noto[30], non morì, bensì
fu rapito in Cielo così come per Elia, e trasformato in spirito. Il padre di
Enoch fu il noto patriarca Jared al tempo di Adamo. Questo Jared è invece
l’arcangelo Gabriel[31]
che portò il divino messaggio a Maria, la madre di Gesù.
7. Fu questo
Lorber che, ricevette da Dio, tra il 1842 e il 1844 il ‘Governo della famiglia
di Dio’, ovvero gli eventi terreni da Adamo fino al Diluvio, cui dove si
comprende che questo venne sulla città primordiale Hanoch con i suoi 500
sobborghi e 12 milioni di abitanti, nel territorio in cui adesso si estende il
Mar Caspio e il Lago d’Aral (così è stata l’indicazione del Padre Gesù). Questo
lo scrisse Lorber quando non si conosceva ancora nessun’altra fonte storica al
di fuori della storia della Creazione di Mosè nella Bibbia. Tuttavia, il fatto
che tutt’e due i resoconti neghino il globale diluvio universale e lo
trasferiscono in una parte della Terra nella Russa asiatica, ha qualcosa in sé
che gli eruditi del mondo dovrebbero prendere in considerazione; infatti, il
Governo della Famiglia di Dio di Lorber è un libro del quale ogni uomo pensante
in modo logico dovrebbe dire: “Qualcosa
così sta molto oltre le facoltà della ragione umana; qualcosa di così insolito
e avvolto in così alte immagini di rispondenza, che la ragione umana senza
l’illuminazione divina non può afferrarlo, è possibile solo a Dio dettare e far
scrivere”.
8. Lorber
scrisse solo libri di contenuto esoterico e trascendentale direttamente dettati
da Dio. Dai molti magnifici scritti di Lorber, il cui Autore però è Dio, devono
essere rilevati particolarmente i seguenti: oltre al “Governo della Famiglia di
Dio” sta anche “il Sole naturale” con le sue sette zone parallele che, insieme
alla spiegazione della sua essenzialità spirituale con il successivo libro “Il
Sole spirituale”, con le spiegazioni sulla costituzione del Cielo spirituale e
dei Comandamenti come sono da intendere nell’aldilà, rappresenta l’immensa
Sapienza e Onnipotenza di Dio. Poi segue “Saturno” con la sua costituzione
fisica, inoltre altre opere ricche di insegnamenti elevatissimi, come
“L’infanzia di Gesù”, “LaTerra”, “La Luna”, “Il Glossglockner”, “Le 12 Ore”,
“Il vescovo Martino”, “Dall’inferno al Cielo”, “I tre giorni nel Tempio” e
altre piccole opere ma non meno significative, come “La mosca”, “il grande
Tempo dei tempi”, “Doni del Cielo e un “Supplemento”. Infine seguono 10 grossi
volumi del “Grande Evangelo di Giovanni” in cui sono riportati tutti i viaggi,
gli insegnamenti, gli avvenimenti e i miracoli dal tempo dell’inizio dei tre
anni di insegnamenti di Gesù.
9. Questi
libri sono di un contenuto così altamente spirituale e trascendentale, che ogni
lettore pensante razionalmente, nel giudicarli, non può che ammettere che essi
superano di gran lunga le più ragionevoli facoltà umane. In se stessi questi
libri sono dimostrazioni inconfutabili che la teosofia cristiana conferma non
solo che Dio stesso parla sempre agli uomini in prima persona in questo modo: “Io, Gesù, vostro Dio e Padre”, ma
principalmente attraverso il fatto constatato della soprannaturale ragione
dell’Autore, che è il puro e autentico insegnamento d’Amore di Dio, quale Padre
fattosi conoscere come Gesù Cristo. Se si accosta “Il Governo della Famiglia di
Dio” a Mosè e agli scritti cuneiformi egizi, si fornisce nel contempo una
magnifica dimostrazione che Jakob Lorber era un uomo del tutto normale e con
un’istruzione per niente scientifica, eppure egli è stato un autentico profeta
di Dio anche per ciò che riguarda le conoscenze scientifiche, oltre agli
approfondimenti sull’essenzialità di un Dio onnisciente. Egli ha saputo
riferire cose che nessun uomo ha mai sentito; infatti, Lorber terminò il
Governo della Famiglia di Dio dieci anni prima che si decifrassero con certezza
gli scritti cuneiformi egizi, e il libro, secondo Graßmann, fu stampato prima
che Loftus e Hormuzd Rassam trovassero in Ninive il maggior numero di scritti
cuneiformi.
10. Questa,
non è altro che una bella conferma che la letteratura cristiano-teosofica non è
una menzogna oppure un’eresia, ma un Insegnamento santo, dettato direttamente
da Dio e dato agli uomini per vivere e operare di conseguenza».
*
(parla Gesù):
11. «Adesso tocca
alle rivelazioni profetiche della Bibbia, le quali hanno annunciato in anticipo
di centinaia e migliaia di anni la storia della Fenicia, dell’Egitto, di
Babilonia e della Palestina.
12. Ora si
dirà: “Sì, queste profezie furono scritte allo stesso tempo di quando si svolse
la catastrofe, e poi si diede loro un’antica aureola così da spacciarla per una
Profezia di Dio, cosa che in un modo o nell’altro accadde molti anni prima”. –
Tuttavia, a questa irragionevole pretesa si può rispondere che settanta saggi
della scuola superiore di Alessandria negli anni 281÷277 prima di Cristo,
tradussero in greco le Sacre Scritture di tutti i profeti giudei da Mosè fino
ad allora, e le tramandarono al mondo sotto il nome di ‘Septuaginta’, e così
fecero valere la verità davanti alla cattiveria degli uomini, poiché non si può
accusare questa traduzione di inganno e menzogna. In questi scritti la verità
della Parola profetica di Dio splende con inestinguibile fiamma della storia
per tutti i tempi del mondo, ed è custodita in maniera incancellabile per gli
uomini, sulla cui verità ci si può basare in ogni tempo. Perciò queste sante
conferme della verità divina devono essere esaminate secondo il loro contenuto,
per porre una volta per sempre un solido fondamento dell’autentica fede, sulla
quale deve essere edificata la Salvezza dell’anima. – Ora passiamo all’indagine
della verità».
[indice]
۞
Dimostrazioni
territoriali e storiche nella Fenicia su Tiro e Sidone
(parla Gesù):
1. «Nella
Fenicia, che confinava con la Galilea e la Siria, sulla riva del Mar
Mediterraneo, c’era una volta la città di Tiro, della quale il profeta
Ezechiele ricevette, tra il 594 e 572 a.C.,
le profezie scritte nel suo libro, nel 26° capitolo nei versetti 13 e 14, le
seguenti Parole di Dio: “Io farò cessare
il frastuono dei tuoi canti, (…) e
non sarai più riedificata”. Questa profezia si è adempiuta letteralmente.
Tiro, infatti, è scomparsa senza lasciar tracce, tanto che perfino la sua vera
posizione passata è rimasta sconosciuta. Dapprima fu Nabucodonosor, il re di
Babilonia, a devastare la città, e ciò che ancora ne rimase, più tardi
Alessandro Magno lo spazzò via dalla Terra. Al tempo di Gesù, Tiro era abitata
come un insignificante luogo in rovina.
2. Da Tiro ci
rivolgiamo a Sidone, una città confinante e più antica che era già sprofondata
dalla sua altezza, quando Tiro era ancora nello splendore. – Questa città
esiste tuttora e possiede ancora circa diecimila abitanti[32]. Essa ha le sue
mura, il suo castello e i suoi mucchi di rovine.
3. – In Ezechiele al capitolo 28, i versetti dal 20 al 23
contengono una profezia su Sidone, nei quali si legge: “E manderò pestilenza e versamento di sangue per le sue vie, e in mezzo
ad essa dovranno cadere gli uccisi dalla spada, il che la sovrasterà da tutte
le parti; perché dovranno conoscere che Io sono il Signore”.
4. Questa
profezia contiene parole determinanti affinché la città fosse punita perché
essa dimenticò Dio, ma un giudizio di distruzione nella profezia non sta scritto.
In verità fu totalmente distrutta sotto Artaserse III Ochos, ma alcuni abitanti
assenti, tornati a casa dopo il disbrigo dei loro traffici commerciali la
riedificarono, ed esiste ancora oggi».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Ora
guardiamo a Tebe dalle cento torri. Essa era la città più antica d’Egitto,
ricca di tutti i beni e magnificamente costruita. Il numero dei suoi abitanti
nella massima fioritura ammontava a un milione e tre volte centomila persone.
Da sola aveva messo in campo 70.000 guerrieri, ma gli abitanti, accecati dalla
loro ricchezza, gozzovigliavano nel lusso e nello sfarzo come escogitavano
allora le loro teste ingegnose, così che la vita depravata si era molto
diffusa. Perciò il profeta Ezechiele verso l’anno 500 ricevette in anticipo la
seguente profezia.
2. – Ezechiele, capitolo 30, versetti 14-16: “Io Jehova, farò giustizia su Tebe. (…) Estirperò gli abitanti di Tebe. (…) E Tebe sarà distrutta”.
3. E, in
effetti, Tebe fu trasformata in rovine nell’anno 525 a.C. dal re di Persia
Cambise. La città fu ricostruita, ma nell’anno 85 a.C. seguì il secondo colpo
sotto il re egiziano Tolomeo Latiro, il nonno di Cleopatra, che la rase al
suolo.
4. Su
quest’enorme città vi è una bella dimostrazione della verità della Parola
divina delle Sacre Scritture. Il geografo romano Strabone che la visitò
nell’anno 25 a.C. trovò le rovine della città animata con villaggi predisposti
qui e là. Essa, che 60 anni prima era una regina dello sfarzo e magnificenza
dell’Egitto e dell’Oriente, giaceva lì distrutta e restavano solo alcuni
villaggi a dimostrazione della verità della Parola profetica della Bibbia.
Ancora oggi, infatti, c’è un gran numero di mucchi di rovine smembrate
dell’antica città, così come la Parola di Dio in anticipo aveva annunciato il
suo destino.
5. Dopo la
fine di Tebe si levò un’altra famosa città di nome Memphis che più tardi prese
il posto o il rango di Tebe come capitale, e nella sua massima fioritura contò
un mezzo milione di abitanti.
6. Essa è
nominata nel 30° capitolo, versetto 13° del profeta Ezechiele: “Distruggerò gli idoli e farò sparire le
immagini da Memphis”.
7. Questa
profezia fu emanata nell’anno 578 a.C. e Strabone[33], che visitò la
città nell’anno 25 a.C. la trovò grande e affollata e nell’estensione la più
simile ad Alessandria, che a quel tempo era la città più ricca e più splendida
dell’Egitto. Strabone parla dei suoi déi, templi e statue.
8. All’inizio
del settimo secolo dopo Cristo Memphis fu la residenza del sovrano d’Egitto, ma
quando nelle vicinanze fu fondata la città del Cairo, gli abitanti si
trasferirono a poco a poco dalla vecchia città e portarono con sé in parte il
suo materiale da costruzione, per ingrandire ed estendere la nuova città del
Cairo. Nell’anno 1277 la visitò il viaggiatore arabo Abd-ul-Latif e trovò
ancora il mucchio di rovine della città, di cui riferì come segue: “Le sue
rovine offrono all’occhio del contemplatore una continua concentrazione di
opere meravigliose le quali mettono l’intelletto in scompiglio (a causa della
grandezza e del fasto della sua ex esistenza) e per descriverla, l’uomo più
convincente si sforzerebbe invano”.
9. Questa è
la testimonianza che diede alla città il viaggiatore 600 anni fa. E che cosa
rimane oggi di questa? Vedete, la sentenza divina si è completamente adempiuta,
tanto che un secolo fa perfino il luogo dove un giorno stava Memphis diventò
una faccenda contesa. Ad eccezione di due residui, tutti gli idoli, tutte le
immagini, i templi e tutto ciò che conteneva la città, sono scomparsi».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Una
particolare valutazione merita la profezia sul paese d’Egitto. In Ezechiele, al
capitolo 29, è preannunciata la vicina conquista dell’Egitto per mezzo di
Nabucodonosor, re di Babilonia. Gli egiziani saranno portati in prigionia e il
paese reso deserto per 40 anni. Alla fine di questo tempo dovranno ritornare,
ma non dovrà essere restaurata nuovamente la sua grandezza.
2. Il giudizio della rovina è annunciato nel 46° capitolo dal
versetto 11 in Geremia, con le seguenti parole: “Sali a Galaad e prendi del balsamo, vergine, figlia d’Egitto; ma
invano moltiplichi i tuoi rimedi, non c’è guarigione per te”. In Ezechiele,
capitolo 29, versetto 15 sta scritto: “Sarà
il più umile tra gli altri regni e non s’innalzerà più sopra gli altri popoli…”.
Inoltre in Ezechiele, capitolo 30, versetto 4 e 6, sta scritto: “…le sue fondamenta saranno distrutte”.
(…) “…e sarà abbattuto l’orgoglio della
sua potenza”.
3. Nonostante
questa profezia, ancora all’inizio del settimo secolo, secondo il calcolo del
tempo cristiano, l’Egitto era così potente che gli eserciti maomettani, sebbene
pieni di sé dalle vittorie, indugiavano ad attaccare.
4. Fino
all’anno 638 dopo Cristo, quindi oltre 1200 anni d’anticipo, si è adempiuta la
profezia, l’Egitto, infatti, cadde sotto la devastazione maomettana e non si è
più ripreso. Lo sprofondamento procedette lento ma costante. Essi, in verità,
non dovevano essere cancellati e sterminati, bensì viene solo accentuata la
grande umiliazione dell’Egitto: “Essi
dovranno essere un regno inferiore. Dovranno essere un regno più basso e non
elevarsi più al di sopra dei popoli”.
5. L’ultimo
punto in questa profezia è il decisivo. Infatti in Ezechiele al capitolo 30
versetto 13, si legge che se anche continuerà ad esistere questo regno, non ci
sarà più nessun principe indigeno nella terra d’Egitto. Questa profezia si è
adempiuta completamente e alla lettera. Nell’anno 525 a.C. l’Egitto fu
conquistato dai persiani sotto Cambise e nei successivi 170 anni la sua storia
è solo un resoconto di ribellioni più o meno riuscite, finché nell’anno 350 fu
totalmente soggiogato da Ochos. Da questo tempo in poi fino al presente, nessun
principe autoctono ha governato il paese. Esso ha spesso cambiato i suoi
padroni, ma tra loro non c’è stato nessuno dei figli d’Egitto.
6. Il popolo,
sospirando, cercò la liberazione sotto la terribile oppressione dall’esterno,
ma mai dai suoi figli; poiché – secondo le parole della Bibbia – non è sorto
più nessun principe dal paese d’Egitto. Vedete, così la storia del mondo ha
impresso il sigillo della verità sulla divina Parola della Bibbia.
7. Nelle
mani della Bibbia e della storia, vogliamo prendere in considerazione ancora
altre profezie sull’Egitto che annunciano l’aspetto e il destino dell’intero
paese: doveva esser messo mano alla decadenza anche sui fiumi e sui canali. In
Ezechiele leggiamo nel cap. 30, versetto 12, l’importantissima profezia: “Farò seccare i fiumi”; e in Isaia,
capitolo 19, versetto 6: “Si
prosciugheranno le acque del mare e il Nilo si disseccherà e diventerà arido. E
i corsi d’acqua diventeranno infetti; i fiumi dell’Egitto diventeranno piccoli
e secchi”.
8. Omero
chiama il Nilo, Oceano, e gli antichi egizi, come i nuovi, lo hanno
semplicemente chiamato il mare o il mare del Nilo. I rivi, fiumi o canali, che
diventano asciutti e dovevano diventare puzzolenti, sono le braccia del Nilo
che scorrevano attraverso il delta, e l’acqua dell’imponente fiume versato nel
mare mediterraneo. La profezia ha impresso profondamente il timbro della verità
sui fiumi e canali d’Egitto. Il fiume era celebre per le sue sette braccia.
Erodoto ha fatto notare che due di queste, le attuali braccia di Damietta e
Rosetta, erano in origine artificiali e perciò parla di cinque sbocchi. Adesso,
come già da molto tempo, non esiste nessun altro braccio navigabile che questi
due che Erodoto descrive come “opera umana”. Perfino questi sono accessibili
solo per piccoli navigli. Gli altri cinque sbocchi del fiume già da lungo tempo
sono infangati, e il loro corso può appena essere seguito oltre la grande interrata
pianura, e attraverso la rete di canali e laghi che si trovano tra il mare e
questo punto. – I fiumi sono quindi diventati secchi, e invece di scorrere nel
loro antico letto, sono diventati puzzolenti pantani e paludi, come 2500 anni
fa la Parola divina l’aveva annunciato nella Bibbia in anticipo all’umanità.
9. I monumenti e le narrazioni di antichi scrittori vi mostrano
nel Nilo un fiume alle cui rive crescevano iris e canneti che era la dimora di
una moltitudine di uccelli selvatici e portava sulle sue acque i profumati
fiori di loto. Ora in Egitto si vedono pochissimi canneti o piante acquatiche,
il famoso papiro è quasi del tutto scomparso, e il loto è quasi sconosciuto,
eccetto che nelle paludi vicino al Mar Mediterraneo. Anche questo è profetato da
Isaia: “Canna e giunco appassiranno e
l’erba dispersa nelle acque e tutta la semenza sarà disseccata e distrutta
nell’acqua” [Is. 19,7]. Papiro e loto costituivano una parte della
ricchezza d’Egitto, questo paese è stato punito con la scomparsa di questa
ricchezza e la profezia è stata dimostrata come verità.
10. Una simile
previsione è stata pronunciata pure riguardo alla pesca. C’erano così tanti
pesci che la classe più povera degli abitanti viveva quasi completamente di
pesci, e i re ne traevano grandi introiti. In Isaia 19,8 però sta scritto: “I pescatori faranno cordoglio, e tutti
coloro che getteranno gli ami nel Nilo si lamenteranno, e coloro che
stenderanno le reti sull’acqua, saranno rattristati”. Con la decadenza
dell’Egitto furono trascurate le peschiere e le loro condutture dell’acqua, e
perciò i pescatori fecero cordoglio, si lamentarono e furono rattristati,
poiché avevano perduto il loro nutrimento e il loro guadagno.
11. Con la
decadenza e l’impoverimento dell’Egitto decaddero e scomparvero anche i loro
mestieri, e così accadde secondo le parole della profezia: “Sussisteranno con onta quelli che scardano e tessono il tessuto
bianco. E i pilastri (che qui sono i sostegni della società, i ricchi e
nobili, attraverso la cui protezione, erano favoriti i mestieri) saranno spezzati, e tutti coloro che
lavorano per il salario, si preoccuperanno (giacché non ci sarà nulla da
fare). – E l’Egitto non avrà nessun’opera
che capo o coda, ramo di palma o giunco possa eseguire [Is. 19, 9-10 e 15,
secondo la traduzione inglese].
12. I qui
menzionati capo e coda sono nomi nella rispondenza per indicare coloro che
dirigono e coloro che eseguono, come l’alto ramo di palma e il modesto giunco
dell’alto e del basso dell’aristocrazia e della massa del popolo. L’Egitto, il
cui artigianato era alla massima perfezione e compiutezza, è oggi ciò che la
profezia 2500 anni fa ha detto in anticipo, infatti, tutto è avvenuto proprio
così.
13. All’infuori
di questo, esiste ancora molto di cui parlano le profezie, ma sarebbe troppo
menzionare tutto. Questo dimostra per l’appunto che le profezie sono Parola
divina, perché si sono avverate: l’Egitto è ora un paese delle rovine, è un
immenso luogo sepolcrale di arte e grandiosità del passato, e le sue attuali
dimore, per così dire, sono dimore sotto le tombe. Non si può affermare che
un’unica antica città si sia conservata.
14. In quanto
al carattere dei suoi padroni è espressamente scritto in una chiara Parola: “cederò il paese nelle mani dei malvagi”
[Ezechiele 30, 12]. Poiché Dio non è un mercante, il vendere a gente cattiva
significa la consegna senza resistenza del paese nella mano di un nemico.
Scrittori più recenti dell’Egitto lo chiamano il paese della schiavitù e della
tirannia, e parlano del dispotismo dei brutali padroni dell’Egitto. Di Ali Bey[34] è rimasto il
detto: “Come i suoi predecessori, egli considerava l’Egitto come sua proprietà
privata e i nativi come bestie, sui quali poteva disporre secondo il suo
piacimento”.
15. La storia
dell’Egitto è quindi una vergogna della razza umana tra i dominatori come
popoli malvagi, e i loro sudditi che venivano considerati come schiavi.
16. Inoltre in
Ezechiele, cap. 30, versetto 12, si legge: “Voglio
devastare con mano di stranieri il paese e ciò che contiene”. E guardate,
dall’invasione dei persiani del 525 a.C. fino ad oggi ci sono stati differenti
stranieri che hanno devastato il paese, trattandolo male e portandolo
all’odierna profonda desolazione. Tutto è opera di cattiva gente straniera che
le profezie annunciarono precedentemente.
17. Oggi,
nell’epoca del rinnegamento intellettuale di Dio, non si riconosce più nessuna
punizione di Dio, bensì sono tutti soltanto avvenimenti storici, politici, naturali
ed elementari; – ma le Sacre Scritture, questa molto diffamata Bibbia, parla
attraverso irrefutabili dimostrazioni: solo Dio è la Verità, le Sue parole sono
sante e infallibili; gli uomini invece sono bugiardi, come lo testimoniano
Daniele, Davide e altri profeti.
18. Gli
egiziani nei tempi primitivi hanno avuto la stessa religione come gli adamiti
oppure più tardi i cristiani primitivi, poiché essi sono adamiti immigrati;
solo il benessere, il lusso, il potere e la grandezza li rese barbari brutali
sui poveri catturati stranieri pagani, i quali dovevano costruire ed erigere
come schiavi le loro opere d’arte e gli edifici che suscitano stupore. E come
un giorno agivano con i loro schiavi, lo stesso destino subirono fino alla
generazione attuale. Dio non lascia impunite le azioni di crudeltà che si
commettono sui Suoi figli, chiamati “uomini”, ma presto o tardi segue la
punizione. La Bibbia sta lì come testimone vivente che gli uomini si attirano
da sé attraverso l’adempimento o il non adempimento dei Comandamenti divini,
ovvero Protezione, Grazia e Favore di Dio, oppure spaventosi avvenimenti che si
tirano come un filo rosso attraverso la lunga storia egizia e giudaica per dare
testimonianza alla verità.
19. Si
avvicina però un tempo in cui Dio s’impietosirà del Suo povero popolo oppresso.
Egli manderà loro, come riferisce Isaia, cap. 19, versetti 20-25, un Salvatore
e Maestro che porti loro la salvezza, poiché il Signore sarà conosciuto agli
egizi e gli egizi allo stesso tempo riconosceranno il Signore. – A quel tempo
Israele sarà unito come terzo con Egitto e Assiria, e vi sarà Benedizione
all’interno del paese, paese che Jehova, il Signore del mondo, benedirà
dicendo: “Benedetto sia il Mio popolo d’Egitto e l’Opera delle Mie mani:
l’Assiria e il Mio popolo erede di Israele! E chi è questo popolo erede di
Israele? Lo è ogni uomo che adempie i Comandamenti di Dio e gli Insegnamenti di
Gesù, quale membro di questo popolo».
[indice]
(parla Gesù):
1. «Dall’Egitto
ci rivolgiamo alla pianura babilonese della Caldea. Le profezie sulla Caldea che
le sue città diventeranno deserti, il paese arido e spopolato, si sono
adempiute. Il bel paese fertile e ricco, dove il grano produceva chicchi dal
due fino al trecento percento, è adesso una desolazione. Tutto porta il sigillo
delle profezie letteralmente adempiute.
2. – “Babilonia, la più bella
città nei menzionati regni, il magnifico splendore dei Caldei, Dio promette di
rivoltarla così come Sodoma e Gomorra” [Is. 13,19].
3. – “Vi si raduneranno gli
animali del deserto e i pipistrelli riempiranno le sue case; vi dimoreranno gli
struzzi e i capri vi danzeranno; gli sciacalli si chiameranno nei castelli e le
iene staranno nei palazzi lussuosi” [Is. 13,21-22].
4. – “Babele dovrà diventare
un mucchio di rovine…” [Geremia 51,37].
5. – “Il nascondiglio della
torre di Nimrod sarà abitato da leoni”, ecc.
6. Isaia e Geremia profetizzano del suo luogo deserto,
spopolato e sterile. Proprio così come fu predetto è accaduto, lentamente ma
certamente; infatti, vi furono trovati bivacchi di leoni, come riferisce
Urquhart».
۞
(parla Gesù):
1. «Da
Babilonia ci rivolgiamo alla Palestina, dove esistono molte dimostrazioni della
Parola profetica andata in adempimento. Sì, si può dire che per caso una o due
profezie si sono avverate e perciò non vi è nulla di straordinario, ma se solo
si esaminano con cura le molte e voluminose profezie e il loro adempimento
attraverso la storia innegabile perché dimostrata, e si osservano le
dimostrazioni in innumerevoli e colossali dimensioni nel luogo, allora cessa
l’affermazione del caso e l’assennato pre-calcolo, poiché se uno dichiara se
stesso come altamente istruito e i popoli del tempo preistorico, invece, per
stupidi e barbari, come si può allora negare a un libro il più grande rispetto,
perché riferisce fatti in anticipo di centinaia e migliaia di anni che nessun
uomo poteva sapere e che si sono adempiuti parola per parola, mentre nonostante
l’alta erudizione non si può dire dall’oggi al domani: accadrà proprio così e
non diversamente? Come si potrebbe parlare di sano intelletto, se di fronte a
fatti dimostrati e visibili, viene negata la verità e, la stessa, falsata in
menzogna?
2. Parecchi
profeti hanno profetato sul futuro della Idumea ovvero Edom, con la città
rocciosa Petra che, secondo l’antichissimo linguaggio sanscrito (ςalia,
cioè “roccia”) si chiamava Sela [2° Re 14-7], in cui il numero delle città
distrutte mostra che il paese era fittamente popolato.
3. La
Filistea fu sterminata e devastata con i filistei e i cretesi, insieme alle
loro grandi città: Ecron, Asdod, Ascalon, Gath e Gaza e altre colonie molto
popolate; infatti, la Filistea era un paese con grandi città, celebre a causa
della sua ricchezza e splendore, della sua sapienza e valore guerresco del suo
esercito e della sua flotta, dei suoi nobili e dei suoi guerrieri, dei suoi
mercanti e dei suoi maestri artigiani».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Ora
lasciamo la costa del lago della Palestina e andiamo nel paese d’Israele. Il
profeta Mosè annunciò oltre 1500 anni prima la punizione d’Israele se non si
fosse uniformato [3° Lev. 26,27-34], e poiché non si uniformò, gli capitò
questo alcune volte, e se ciò non fosse servito a nulla gli Israeliti sarebbero
stati scacciati dal proprio paese e sparsi tra i pagani, il che è accaduto in
parte nel 70 dopo Cristo, – e poi, nell’anno 135, completamente.
2. Le loro
città dovevano essere rese deserte e, in effetti, l’intera Giudea divenne un
deserto nel 135 dopo Cristo, dove camminavano lupi e iene ululanti per le
strade delle città devastate.
3. Descrizioni
più antiche citano alcune parti più fertili e densamente popolate del paese
come segue: “Le rovine (della Giudea) giacciono accumulate su colline e valli,
così che in alcune parti le tre antiche città sono sparpagliate su due miglia
quadrate, così che davanti a tutti gli altri paesi del mondo questo paese è un
paese delle rovine”. – “Non c’è quasi una delle molte cime di colline che si
trovano all’interno dell’orizzonte che non siano coperte dai resti di un’antica
fortezza o città (della Giudea)”.
4. In molte
parti del paese non si vede altro che nude rocce, montagne spoglie, nude
voragini e campi pietrosi. Infatti, la terra promessa, il paese del benessere,
dove scorreva latte e miele, in seguito alla disobbedienza verso Dio è stato
trasformato in un rude, pietroso paese. Oggigiorno molti luoghi portano
l’immagine del paese di pietre: ‘Karst’ tra Crain e Triest».
*
(parla Schumi):
5.
“Il nome Canaan, secondo il linguaggio primordiale come me lo spiega il Padre
Gesù significa ‘il paese del benessere’. Se ora si osserva il paese di Canaan
in una panoramica, allora esso ha l’aspetto pietroso e triste in confronto a
una volta quando si trovava nel territorio del giardino paradisiaco presso il
Giordano. Non lontano da lì, infatti, dove il fiume di Giacobbe scorre nel
Giordano, venne la grande sventura su Adamo e i suoi discendenti. Così me lo ha
rivelato il Padre Gesù.
6. Sì, perfino i pellegrinaggi cristiani al
sepolcro del Redentore furono già menzionati in Deuteronomio [29,22-27]. ‘Verranno stranieri da paesi lontani che
faranno notare i visibili giudizi di Dio’. – La profezia derivò dalla
vittoria del cristianesimo che dopo 1800 anni sotto Costantino il Grande fece
della Giudea un paese santo della fede cristiana”.
*
(parla
Gesù):
7. «Del destino su Betel, uno dei più antichi santuari
nel paese della Giudea, ha profetizzato Amos (3,14 e 5,5).
8. – Il terribile giudizio sulla Samaria si legge nel profeta
Michea [1,5-6].
9. – Su Capernaum, Dio in Gesù espresse personalmente il giudizio
[Matt. 11,23]: “E tu Capernaum, sarai
forse esaltata fino al Cielo? Tu discenderai fino all’inferno!”. E
scomparve del tutto di scena, tanto che oggigiorno non si conosce nemmeno il
luogo dove sorgeva un giorno.
10. – Su Gerusalemme il profeta Michea portò lo spaventoso giudizio della
sua distruzione e annientamento 789 anni in anticipo con le seguenti parole: “Ascoltate, capi della casa di Giacobbe e
voi, principi nella casa d’Israele, che costruite Sion col sangue e Gerusalemme
con malefatte. Perciò Sion per causa vostra sarà arata come un campo e
Gerusalemme diventerà un mucchio di rovine e il monte del Tempio, un’altura
selvosa” [Mic. 3,9-12]. Il Tempio era una meraviglia del mondo, ma Gesù
profetizzò il suo destino quasi 40 anni prima, assicurando che di lui non
sarebbe rimasta neanche una pietra sull’altra [Matt. 24,2 / Luca 19,41-43 /
Marco 13,2].
11. L’attuale
città saracena Gerusalemme copre solo una piccola superficie più esterna della
regia città del passato con un milione di abitanti.
12. Quello che
accadde sotto Tito[35]
con Gerusalemme nell’anno 70 dopo Cristo è noto a tutti, e ciò che in quel
tempo avanzò della città, fu spazzato via dalla Terra e cancellato durante la
rivolta giudaica dell’anno 135».
*
(parla
Schumi):
13. “Sotto l’imperatore
d’Oriente, Giuliano l’apostata, nell’anno 363 Dio ha convalidato attraverso
delle eruzioni vulcaniche come adempiuta la Sua profezia, e non ha fatto più
costruire nessuna Gerusalemme nella sua vera antica posizione. Gerusalemme,
però, secondo molteplici profezie [Is. 2,3-4 / Zc. 2,16] sarebbe sorta in
futuro di nuovo e, come il Padre lo ha rivelato allo scrivano ed è da dedurre
anche dalla profezia in Geremia [3,17], sarebbe diventata un centro spirituale
dell’autentica fede in Cristo.
14. Un santo
timore reverenziale afferra l’uomo quando legge per intero le molte profezie
che sono diventate una portentosa verità, poiché a poco a poco si sono
adempiute letteralmente una dopo l’altra.
15. Perciò
tenete in onore la Bibbia. Essa, a parte la storia politica umana che ci rivela
le debolezze degli uomini, a parte alcuni errori fatti attraverso le
traduzioni, così come le proprie opinioni degli scrivani e le falsificazioni di
quegli uomini che ne traggono vantaggio in quanto contiene profezie e insegnamenti
divini dell’Amore, è un libro sacro, poiché glorifica Colui che la fece
scrivere, – e i chiarimenti storici sulle profezie adempiute di John Urquhart
sono, di fatto, il Sigillo di Dio che questo Libro è un Libro della verità
divina e oltre ai nuovi libri cristiano-teosofici, che sono la Parola dettata
personalmente da Dio Gesù Cristo, nessun degli altri libri hanno più lo stesso
valore”.
[indice]
۞
Le
grandi profezie su Gesù Cristo, il
perché Egli era
l’incarnazione
di Dio, il Padre e Creatore del mondo
(parla Gesù):
1. «Le
presenti profezie che si sono adempiute letteralmente sono per noi delle
dimostrazioni inconfutabili che la Bibbia è un sacro libro di profezie divine;
– che Mosè era il più grande profeta di Dio, poiché lui, come dimostra la
Bibbia, compì i più grandi atti meravigliosi della Volontà divina e scrisse in
simboli geroglifici le rivelazioni di Dio dall’antico passato di oltre 2600
anni prima di lui, che fino ad oggi, 1904, non sono ancora comprese, e mise giù
per iscritto profezie che giungono nel lontano futuro di oltre 1500 e 1800
anni, poiché si sono adempiute solo dopo la morte di Gesù nell’era cristiana.
2. La
questione su Cristo, se Egli era Dio o Uomo, è risolta inconfutabilmente
proprio attraverso le Profezie che si sono adempiute.
3. Jehova
diede le profezie attraverso i Suoi profeti. Come abbiamo visto, esse si sono
adempiute tutte letteralmente, e con ciò sono state fornite le dimostrazioni
che Egli ha profetato sotto il nome di Jehova, Dio e Padre degli angeli, degli
spiriti e degli uomini e Creatore del mondo, perché non si può confutare con
una semplice negazione le Sue profezie andate in adempimento. Ora, per il fatto
però che sotto Jehova abbiamo potuto riconoscere il Dio dei profeti, tutte le
Sue profezie ottengono anche il sigillo della verità e la piena fiducia, poiché
troviamo annotati gli adempimenti delle stesse negli Evangeli e presso
scrittori giudei e pagani.
4. Perciò,
dal momento che ogni profezia della Bibbia è intoccabile verità divina,
tuttavia nessuno che sia in grado di pensare logicamente ed è in grado di
percepire la verità delle profezie adempiute, può sostenere: “Sì, tutto è
dimostrato storicamente come verità, ma la storia di Gesù Cristo non è comunque
vera! Egli era un uomo come noi”. – O sconfinata oscurità della sapienza
intellettuale! Se tutto il resto corrisponde e costituisce un’inconfutabile
verità, quali motivi potrebbero esserci per dimostrare il contrario? Perché
proprio le più grandi profezie della Bibbia che fin dai giorni di Adamo sono
passate attraverso tutti i grandi profeti del Vecchio Testamento, non
dovrebbero essere verità? Perché proprio attraverso le più grandi profezie
della Bibbia, Dio e i Suoi profeti dovrebbero diventare all’improvviso dei puri
bugiardi, senza che si possano addurre dimostrazioni a questa negazione della
verità? Io domando: non si sono adempiute tutte le profezie su Gesù, profezie
che furono scritte in anticipo centinaia e migliaia di anni prima? Non dimostra
la Septuaginta greca, quando 280 anni
prima di Cristo si tradussero tutte le profezie dall’ebraico in greco, affinché
non si potesse parlare di nessun inganno o di una qualunque frode storica?
5. Dalle
ulteriori dimostrazioni che seguono sarà confermato chiaro come il Sole che
Cristo era Dio stesso in forma umana, e che solo così poteva venire nel mondo,
affinché gli uomini non avessero nessun timore davanti a Lui; e inoltre,
davanti al Suo insegnamento che Egli esponeva, doveva essere accettato solo
attraverso il proprio discernimento, poiché tale insegnamento è divino e perciò
racchiude in sé la vita eterna, in cui parla anche il Suo Amore per il prossimo
attraverso le guarigioni miracolose dei malati, tale per cui veniva
rappresentato come un Essere umano eccezionale, quindi poteva benissimo essere
il Messia. Se i giudei avessero saputo con determinazione che il loro
onnipotente Dio Jehova viveva nella persona di Cristo, allora sarebbero stati
oppressi dalla paura e riverenza nella loro personale libertà, e avrebbero
fatto tutto ciò che Cristo avrebbe detto. Però, poiché gli uomini provengono da
Dio e in loro vive lo Spirito di Dio, perciò sulla loro libera volontà non può
essere esercitata nessuna costrizione nella confessione di fede. Dio, sotto la
Sua Legge dell’obbligo ha piante e animali, ma ai Suoi figli lascia la libera
autodeterminazione. Essi per mezzo di cattive virtù e caratteristiche possono
diventare demoni; invece con buone virtù, con una vita secondo i Comandamenti e
Insegnamenti di Dio possono diventare figli di Dio e ultrafelici spiriti del
Cielo.
6. Poiché
sotto il nome ‘Cristo’, Dio–Jehova-Zebaoth del Vecchio Testamento è, di fatto,
venuto nella Carne, perciò quest’insegnamento che Jehova ha dato nel Vecchio
Testamento proveniente da Jehova nella persona di Gesù Cristo, è anche unico e
solo, di cui più avanti ulteriori profezie testimoniano l’autentico
insegnamento di Dio, insegnamento che fu dato agli uomini per vivere e operare
di conseguenza; tutte le altre religioni invece sono colorazioni mescolate con
ordinamenti umani filosofici-religiosi, che proprio a causa degli ordinamenti
umani che vi sono intrecciati e offuscano e deformano la verità, non conducono
mai e poi mai direttamente a Dio; poiché non può mai esistere più di una verità
e questa è da Dio, secondo le profezie adempiute della Bibbia. Perciò Cristo
disse: “Io sono la Via”, cioè
attraverso il Mio insegnamento dell’Amore e della Sapienza, secondo i quali Io
ho vissuto per voi come esempio. “Io sono
la Verità”, perché sono l’eterno e fedele Dio nell’adempimento delle Mie
parole, e “Io sono la Vita”, perché
lo Spirito dell’aria abbraccia il mondo, senza la quale nessuno può vivere,
poiché in essa c’è l’Amore della Vita, la Sapienza della formazione e la Forza
della perfezione – ovvero la santa Trinità di Dio: Padre, Figlio e Spirito
Santo come Dio Unico, vivente nella pienezza delle forze.
7. Cristo
disse: “Nessuno arriva alla
contemplazione di Dio, se non attraverso di Me”, il che significa arrivarci
soltanto quando Mi si riconosce come Dio personale, poiché il Padre, quale
Amore in Dio, dimora in Me, ed Io, la Sua Sapienza, dimoro in Lui attraverso il
Mio Amore. Io e il Padre siamo perciò una cosa sola; infatti, chi vede Me, vede
il Padre, poiché Io sono il personale Portatore dell’Amore divino che Si chiama
spiritualmente Dio Padre. Ora, secondo questi estesi chiarimenti e precedenti
motivazioni della verità divina, giungeremo all’indagine delle dimostrazioni
delle fonti profetiche-storiche, secondo le quali riconosceremo Cristo come Dio
Padre nella Sua santa Trinità, ovvero il Messia promesso».
[indice]
è
Gesù Cristo
۞
Dimostrazioni che Gesù era il Messia
ovvero il Cristo promesso
La prima promessa del Redentore nel
Messia
(parla Gesù):
1. «Dopo la
caduta nel peccato di Adamo, Jehova promise un Salvatore, Redentore o
Liberatore, il quale dopo profezie postume risultò come l’incarnazione di Dio
nel Messia, ovvero il Cristo. Il senso fondamentale di questa promessa è il
seguente:
2. – Genesi 3,15: “Porrò
inimicizia tra te, serpente (ovvero l’egoismo) e la donna (che rappresenta l’amore per il prossimo) e tra il seme tuo e il seme di lei. E questo
(il seme dell’amore per il prossimo) ti
schiaccerà il capo (del tuo egoismo) e
tu (egoismo) gli pungerai (il
seme dell’amore per il prossimo come Redentore in Cristo) nel calcagno (dell’umanità)”.
3. – Già nell’anno 919 dopo la creazione di Adamo, Io, Gesù quale
Jehova, poiché dimorai a quel tempo per un mese e mezzo presso gli adamiti
sotto il monte Libano nella Fenicia, profetizzai alla madre[36] di Noè che Io
stesso, come Salvatore nel Messia, sarei entrato nella carne attraverso una
discendente del suo sangue. Quella volta anche Maria visse la prima volta nel
mondo sotto il nome di “Pura”, e a questa Io dissi direttamente che proprio lei
sarebbe stata colei che avrebbe portato un giorno sotto il suo cuore Me stesso,
il Fondamento di ogni vita.
4. – Nell’anno 1657 Noé ottenne la promessa che dal suo seme, dal
popolo d’Israele, sarebbe venuto il Messia; nell’anno 2055 dopo Adamo, invece
Abramo [Gen. 11,19], poi il suo discendente Isacco [Gen. 24,4] e Giacobbe [Gen.
28,1-14]. Nell’anno 1866 a.C. il patriarca Giacobbe profetizzò in Egitto che il
Messia sarebbe venuto dalla tribù di Giuda [Gen. 49,10] ed infine, Io, Jehova,
nell’anno 1028 a.C. attraverso il profeta Natan [2° Sam. 7,12-16], profetizzai
che sarei venuto dalla casa e dal seme del re Davide.
5. – Sulla Mia origine carnale in Gesù ho profetizzato attraverso
il profeta Isaia 11,1-2: “Un germoglio
spunterà dal ceppo di Jesse (ossia di Davide) e un ramo dalla sua radice fiorirà. E si poserà su di esso lo Spirito
del Signore, Spirito della Sapienza e del Discernimento, lo Spirito del
Consiglio e della Potenza, lo Spirito della Conoscenza e del Frutto del
Signore”. E quando trascorsero 4120 anni dopo la prima promessa che fu
fatta un giorno ad Adamo, Io, Gesù, il grande Principe della Pace del Cielo e
della Terra [Is. 9,5] venni al mondo in una grotta, attraverso una casta
vergine di 15 anni, di nome Maria, nella città di Davide, Betlemme.
6. – Num. 24,17 porta la profezia del profeta Bileam sulla Stella
dei sapienti alla Mia nascita: “Io Lo
vedo (il Messia), ma non adesso; Lo
contemplo, ma non da vicino. Da Giacobbe uscirà una stella e uno scettro (spirituale)
sorgerà da Israele e distruggerà i Moabiti
(cioè coloro che rovinano il vero) ed
estirperà i figli del trambusto (vale a dire della mondanità)”.
7. In
seguito a questa profezia vennero i tre sapienti dall’Oriente a Gerusalemme e
chiesero: “Dov’è il neonato re dei
giudei? Poiché noi abbiamo visto la Sua Stella in Oriente e siamo venuti per
adorarLo” [Matt. 2,2]».
[indice]
۞
Varie profezie sul Messia
(parla Gesù):
1. «Nell’anno
1866 a.C. in Egitto il patriarca Giacobbe profetizzò che il Messia sarebbe
venuto allora, quando i giudei non avrebbero avuto più i propri re.
2. – Il profeta Daniele 543 anni prima di Cristo profetizzò che il
Messia sarebbe venuto dopo 490 anni dall’anno 458 a.C. calcolato da Pasqua, il
che corrisponde all’anno 33 dopo Cristo a Pasqua, in cui sarebbe stato unto o
avrebbe assunto il Suo dominio del nuovo Patto [Ebr. 9,15] e che con ciò,
attraverso il supremo Sacrificio dei sacrifici per il peccato ereditario del
mondo, sarebbero cessati i sacrifici materiali e le offerte sacrificali dei
giudei.
*
3. – Nell’anno 724 a.C., Isaia profetizzò su ‘una voce di un
predicatore nel deserto’ che avrebbe preparato la via a Jehova [Is. 40,3], e
440 anni prima di Cristo, Malachia profetizzò in 3,1-23 che l’angelo Elia sarebbe
comparso come precursore e avrebbe preparato la via per il Messia. Questo
predicatore nel deserto, come precursore di Jehova, era Giovanni Battista nel
deserto Bethabara al fiume Giordano.
*
4. – «Nell’anno 726 a.C. Isaia profetizza in 7,14 che il Messia
nascerà da una vergine.
5. – Nell’anno 719 a.C. attraverso il profeta Michea 5,1 è indicato
Betlemme come luogo di nascita del Messia.
6. – Il profeta Geremia in 31,15 riferisce 602 anni prima di Cristo
della strage degli innocenti perpetrata da Erode a Betlemme, a causa della
nascita del Messia.
*
7. – Io, Jehova, 1458 anni prima di Cristo, profetizzai attraverso Mosè che avrei
risvegliato un grande Profeta, e questo Profeta ero Io stesso, Jehova in
Gesù [Deut. 18,15-18].
*
8. – Io profetizzai: alla donna samaritana sul suo passato e il suo
modo di vivere. [Giov. 4,18-19]
9. – A Natanael la natura del suo carattere. [Giov. 1,47-49]
10. A Pietro della moneta nella bocca del pesce. [Matt. 17,27]
11. Sul destino futuro di Corazin, Betsaida e Capernaum. [Matt.
11,21-24]
12. Inoltre profetizzai che il Regno di Dio sarà tolto ai giudei e
consegnato ai pagani. [Matt. 21,43]
13. Sulla futura distruzione di Gerusalemme, sulla persecuzione dei
cristiani, sul destino dei giudei, sul ritorno di Cristo e sulla generazione
dei giudei che non passerà prima che tutto non si sia adempiuto.
14. Sulla Mia imminente sofferenza e resurrezione dai morti.
15. Sull’asina e il suo puledro.
16. Sui Miei discepoli e su Gerusalemme, etc..
*
17. Che Io,
Gesù, annunciassi Me stesso come il grande Profeta profetizzato da Mosè, di
questo parlano i seguenti versetti nel Nuovo Testamento:
18. – Io dissi nella sinagoga a Nazareth: “Un profeta è da nessuna
parte meno rispettato che nella sua patria e nella sua casa”.
19. – Un’altra volta dissi ai farisei: “Non è conveniente che un
profeta perisca fuori Gerusalemme”. [Luca 13,33]
20. – Con l’ingresso in Gerusalemme il popolo dichiarava giubilante:
“Questi è Gesù, il profeta di Nazareth in Galilea”. [Matt. 21,11]
21. – Dopo la predica del Monte andai a Capernaum, e poi venni a
Gerusalemme, istruii il popolo e parlai della Mia missione dal Padre, da cui
alcuni dicevano: “Questi è veramente il Profeta [Giov. 7,40] del quale parlò
Mosè”. [Deut. 18,15-19]
22. – Quando risvegliai dalla morte il giovane a Nain, tutti furono
colti dal timore, lodarono Dio e affermarono che un grande Profeta era sorto
tra loro». [Luca 7,16]
*
23. – Secondo Mosè, Io, Gesù, sono il Redentore dal peccato originale
del mondo;
24. – Secondo
Davide, Io sono l’Oratore nelle allegorie [Sl. 78];
25. – Secondo
Isaia verrò a quelli di Sion e stringerò un nuovo Patto con il popolo d’Israele
[Is. 59,20-21].
26. – Geremia
riferisce che sarò Io il Promotore di un nuovo Patto [Ger. 31,31-33];
27. – Isaia
riferisce che Io sarei stato Maestro del divino Evangelo [Is. 61,1], e che i
figli Miei sarebbero stati istruiti da Me stesso, come in effetti è ora il caso
nella teosofia cristiana. Io sono stato un Guaritore meraviglioso, di cui
riferiscono tutti e quattro gli Evangeli.
28. – In Isaia 52,6 Io, Jehova, profetizzai: “Nello stesso tempo il Mio popolo dovrà conoscere il Mio Nome, poiché
sono Io (Jehova) che parla (in
Gesù): “Eccomi!” (come quel Messia
annunciato anticipatamente).
29. – In Isaia 25,9: “A quel
tempo si dirà: ecco, Questi è il nostro Dio che noi attendevamo, ed Egli ci
aiuterà. Questi è Jehova che noi aspettavamo. Esultiamo e rallegriamoci nella
Sua salvezza”».
*
30. «Attraverso Isaia 42,1, Io, Jehova, ho
profetizzato questo come segue: “Ecco!
Questi è il Mio Servitore che Io ho mandato, Questi è il Mio amato Figliuolo,
nel Quale ho il Mio compiacimento. Io ho effuso il Mio Spirito su di Lui, Egli
porterà la giustizia tra i pagani. AscoltateLo!”.
31. – Isaia non ha accolto bene le Mie parole, e perciò il versetto non
è stato steso in modo giusto. La verità risulta dai seguenti passi: Matt.
12,18: – 2° Pietro 1,17; – Marco 9,7; – Luca 9,35.
32. – 1° Tim. 3,16: “Senza alcun
dubbio è grande il mistero della beatitudine di Dio; rivelato nella carne,
giustificato nello spirito, apparve agli angeli, fu predicato ai pagani, fu
creduto dal mondo, fu assunto nella Gloria”».
[indice]
۞
Dimostrazione
che Gesù Cristo era Figlio di Dio
(parla Gesù):
1. «Attraverso
il re Davide, nell’anno 1043 a.C. nel secondo Salmo, versetto 7 Io dissi: “Tu sei Figlio Mio, oggi ti ho generato”.
– Poiché il re Davide sedeva sul trono già dall’anno 1055 a.C. e non fu
generato soltanto il 24 gennaio 1043 e nemmeno Io, Jehova, ero il Padre suo
terreno, perciò sotto questa dichiarazione non poteva essere inteso Davide,
bensì Io, Jehova stesso secondo la Mia Sapienza come Figlio di Dio-Gesù.
2. – Dello stesso Figlio ho parlato Io, Jehova, nell’anno 1028 a.C.
attraverso il profeta Natan a Davide: “Quando
il tempo della tua vita sarà finito e giacerai presso i tuoi padri (in
pratica morto, putrefatto e marcito nel corpo carnale), risveglierò il tuo seme dopo di te (vale a dire mille anni più
tardi), e a questo discendente del tuo
corpo confermerò il Suo Regno (spirituale) in eterno. Io sarò Padre Suo, ed Egli dovrà essere Figlio Mio”
[2° Sam. 7,12-14]. – “…che tutti gli déi
(ovvero gli angeli), spiriti e uomini
dovranno adorare” [Sl. 97,7].
3. – L’annuncio del ritorno dello stesso Figlio (Gesù da Ostracine
in Egitto) lo portò il profeta Osea 763 anni prima di Cristo con le seguenti
parole: “Ho chiamato Mio Figlio
dall’Egitto” [Osea 11,1]. – Con l’annunciazione a Maria apparve l’angelo
Gabriel e le disse: “Su di te verrà lo
Spirito Santo e la Potenza dell’Altissimo ti adombrerà, perché il Santo che
nascerà da te, sarà chiamato il Figlio di Dio” [Luca 1,35].
4. – Quando i farisei scacciarono dal Tempio il guarito nato cieco,
Io Mi avvicinai a lui e gli chiesi: “Credi
tu nel Figlio di Dio?”. – Allora il guarito Mi domandò: “Signore, chi è, affinché io creda in Lui?”.
– Ed Io gli risposi: “Tu Lo hai visto, è
proprio Colui che adesso parla con te” [Giov. 9,35-37].
5. – Secondo l’annotazione in Giovanni Io dichiarai pubblicamente
ai giudei: “Perché Io sono il Figlio di
Dio!” [Giov. 10,36].
6. – Alla trasfigurazione sul monte Tabor una splendente nuvola
circondò i discepoli, e da questa parlò una voce: “Questi è il Mio amato Figliolo, nel Quale ho il Mio compiacimento,
ascoltateLo!”.
7. – La comunicazione in Matteo, Marco e Luca, che anche al
battesimo del Giordano si fece sentire questa voce, si basa su un errore
storico, e precisamente: dapprima fu Luca che ascoltò tra il popolo e scrisse,
poi venne il pseudo Matteo da Sidone, il Rabbas, al quale fu riferita la stessa
cosa; in Marco invece fu riportato ostinatamente da un copista dal racconto
popolare. Infatti, Marco non ha riportato questa notizia e la Chiesa romana non
ha mai avuto nelle mani il Vangelo originale di Marco evangelista. In Giovanni
il battesimo al Giordano è descritto giustamente. [Gv. 1,32]
8. – Nel Salmo 89,27-28 Io, quale Jehova, ho profetizzato della Mia
Sapienza in Cristo: “Egli Mi chiamerà
così: ‘Tu sei il Padre Mio, il Mio Dio e la Roccia della Mia salvezza’. Ed Io
lo dichiarerò Mio primogenito, il supremo tra i re della Terra”.
9. – All’ultima Cena Io dissi: “Quello
che chiederete al Padre nel Mio Nome, ve lo voglio dare (Io stesso), affinché il Padre sia glorificato
attraverso il Figlio” [Giov. 14,13].
10. – Dopo la domanda di scongiuro di Caifa, se Io fossi veramente
“Figlio di Dio”, affermai la stessa cosa, che Io, in effetti, Lo sono.
11. E perciò i
farisei Mi schernirono sulla croce dicendo: “Scendi
giù, Figlio di Dio”, poiché in altre occasioni avevo dichiarato apertamente
che Io ero il Figlio di Dio».
[indice]
۞
Dimostrazioni che ‘Figlio di Dio’
significa ugualmente
sia la Sapienza di Dio che la Parola di Dio
(parla Gesù):
«Le conferme su questo sono le seguenti:
1. – L’apostolo Pietro nell’anno 48 era presso Giuseppe di Arimatea
quando compilò la ‘lettera agli Ebrei’, nella quale subito all’inizio disse che
Dio creò i mondi attraverso Suo Figlio Gesù, il che contravviene decisamente a
Mosè, se si comprende materialmente la storia della Creazione di Mosè. Ma
l’indicazione Figlio di Dio è soltanto la rispondenza spirituale per la parola
materiale “Sapienza di Dio”. Se ora si sa questo e lo si afferra, allora
nessuno avrà qualcosa da ridire se Dio ha creato il mondo attraverso la
Sapienza del Suo Amore. La dimostrazione del fatto che l’interpretazione della
Parola sia giusta, ve la fornisce l’apostolo Paolo [Gal. 1,11-12] nella prima
lettera ai Corinzi 1,24, descrivendovi Cristo come la Sapienza e la Potenza di
Dio. Quindi fu la Sapienza che ideò le forme, colorazioni, assimilazioni,
generi e specie; e la Forza, come Onnipotenza di Dio, che altrimenti è chiamata
Spirito Santo, pose queste Creazioni nell’esistenza visibile.
2. – Ancora Paolo, nella lettera ai Colossesi 1,16-17 afferma che
attraverso Cristo tutto fu creato. Quindi nella persona di Cristo deve essere
stato contenuto a tenore di eternità, quello con cui Dio Padre ha creato il
mondo, come lo testimonia l’Amore in Dio, perciò la Sapienza e l’Onnipotenza
divina. Se si sa che Io, Gesù, sono la divina Sapienza, allora si
comprenderanno anche le Mie parole che Io espressi in occasione dell’ultima
Cena:
3. – In Giovanni 16,14-15 è scritto: “Il Padre Mi glorificherà; perché riceverà del Mio e ve lo annuncerà
(ciò che accadde a Pentecoste). Perché
tutto quello che il Padre ha, è Mio, per questo vi ho detto che riceverà del
Mio e ve lo annuncerà (in altre parole dalla Sapienza del Padre ovvero
dalla teosofia)”.
4. – Paolo scrisse ai Romani 1,19-20: “Quello che si sa di Dio, è rivelato (oppure visibile) agli uomini, infatti Dio lo ha messo davanti
ai sensi (e occhi), Egli lo ha loro
assicurato; – poiché l’invisibile (perché spirituale), vale a dire la Sua eterna Potenza e Divinità, sin dalla Creazione del
mondo (materiale) apparsero chiare
con la contemplazione delle Sue Opere (che l’Amore divino ideò attraverso
la sua Sapienza e lo pose nell’apparizione attraverso la Sua Onnipotenza), così (visibile) che gli uomini non si possono
scusare (se non Lo vogliono riconoscere)”.
5. – Altrettanto dice Isaia 9,5 che il fanciullo nato Gesù è
Consigliere dell’eterno Dio-Padre e quindi la Sapienza di Dio, poiché solo la
Sapienza di Dio deve essere stata Consigliere dell’eterno Dio-Padre nella Creazione,
poiché al di fuori di Dio non c’era ancora nulla.
6. – L’evangelista Giovanni chiama il Figlio di Dio ‘La Parola’,
infatti egli dice: “In principio era la
Parola, e la Parola era presso Dio e Dio era la Parola e la Parola divenne
carne e dimorò tra noi”, – “…e noi
scorgemmo (sul monte Tabor) la Sua
divina magnificenza” [Gio. 1,1-3 / 1,14]. La parola di Dio è quindi lo
stesso come dire l’insegnamento di Dio, ovvero la Sapienza divina denominata
teosofia greca, perciò l’espressione spirituale ‘Figlio di Dio’ vuol dire
ugualmente ‘Sapienza divina’ o ‘Parola di Dio’.
7. – Dice inoltre Giovanni nella sua prima lettera: “Ci sono tre testimoni in Cielo: il Padre,
la Parola e lo Spirito Santo [1° Giov. 5,7]”. – Ed Io, Gesù, dissi agli
apostoli: “…battezzateli nel Nome del
Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!” [Matt. 28,19]. Quindi, ‘parola di
Dio’ significa lo stesso come dire ‘Sapienza di Dio’ che, spiritualmente, si
chiama ‘Figlio di Dio’.
8. Questa
Parola però è stata rigettata dalla maggioranza dei giudei, proprio come Dio ha
detto in anticipo attraverso il profeta Isaia nell’anno 743: “Essi, infatti, hanno disprezzato la Legge
di Jehova Zebaoth e bestemmiano la Voce (o la Parola) del Santo d’Israele” [Is. 5,24].
*
Sulla santità della Sapienza parlano i seguenti
versetti della Bibbia:
9. – “La
Sapienza di Dio è il respiro della Potenza divina e un puro raggio della
magnificenza dell’Onnipotente, perciò non può giungere a Lei nulla di impuro (peccaminoso)”. – “Poiché Essa è uno splendore della Luce eterna e uno specchio senza
macchia della Potenza divina e un’immagine della Sua bontà, essa procede più
magnificamente del Sole e di tutte le stelle”.
10. – Isaia 9,7 profetizza
in anticipo quanto segue: “Il Signore ha
inviato una Parola (promessa) (secondo la profezia fatta in Gen. 49,10), su Giacobbe, ed è caduta sopra Israele
(cioè è stata annunciata a quel popolo)”.
11. – Isaia 10,17: “E la Luce
d’Israele (vale a dire la Luce del mondo [Gv. 8,12] cioè la Sapienza di Dio
chiamata Gesù [1° Cor. 1,24], diventerà
un Fuoco (cioè l’Amore di Dio), e il
suo Santo sarà una Fiamma (cioè Dio [Apoc. 15,4]), e incendierà le sue spine (gli abusi dei religiosi) e sterpi (il sacerdozio, dal quale
crescono le spine, cioè svelate pubblicamente) e li consumerà (cioè rivelerà al mondo i loro abusi religiosi) in un sol giorno (nel tempo previsto)”.
*
12. Sulla
Parola (ovvero il Logos) diventata carne come Gesù Cristo, il Quale è la
Sapienza di Dio, ve lo riferiscono alcuni versetti del cap. 8 dei Proverbi di
Salomone:
13. – 7.°La Mia lingua (o bocca) dice la verità e le Mie labbra odiano
l’ingiustizia senza Dio. – 12°
Io, la Sapienza (di Dio) possiedo Intelligenza e so dare un buon consiglio. – 14° Miei sono entrambi: consiglio e azione; Io
ho intelletto e potere – 22°
Jehova (o Dio Padre) Mi ha avuto nel principio delle Sue vie e
opere, prima che Egli creasse qualcosa, Io ero lì. 23° Io sono
insediato dall’eternità, dal principio primordiale, prima dell’origine della
Terra. – 24° Non c’erano ancora profondità né sorgenti
ricche d’acqua, poiché ero già nato (nell’Amore di Dio). – 25° Prima che fossero gettate le fondamenta per monti e colline, Io nacqui
(dall’Amore di Dio – perché in esso c’è il contenuto dell’eternità). – 27° Quando Egli preparò il Cielo e afferrò la profondità con il Suo scopo,
Io c’ero già. – 28° Quando Egli condensò il Cielo di nuvole e
fece scorrere le sorgenti della profondità. – 29° Quando Egli
determinò al mare le sue rive, affinché i flutti non sondassero i suoi sbocchi;
e quando pose il fondamento della Terra; – 30° Io ero presso
di Lui il più fidato, il Maestro d’opera, avevo la Mia gioia giorno per giorno
e giocavo (vale a dire, ideavo le forme, generi, assimilazioni e colori) sempre dinanzi a Lui; – 31° E giocavo (con i fulmini della profondità della Mia Sapienza) sul Suo suolo; e la Mia gioia è con i figli
degli uomini. – 32° Ora obbediteMi, figli Miei. Ben per coloro
che percorrono le Mie Vie! – 33°
Ascoltate la disciplina, diventate saggi
e non lasciatela andar via. – 34°
Ben per l’uomo che Mi obbedisce e veglia
alla Mia porta giornalmente (in pratica i Comandamenti dell’Amore) e custodisce gli stipiti della stessa (cioè
veglia sulle sue forze di virtù nei divini Comandamenti dell’Amore). – 35° Poiché chi Mi trova, trova la Vita (eterna) e raggiunge il compiacimento di Jehova. – 36° Ma chi pecca contro
di Me, cade nella morte della vita eterna. Invece, tutti coloro che Mi odiano,
amano la morte (della loro anima)».
(Sul “Figlio
primogenito Gesù”, segue il chiarimento al cap. 54)
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Queste dimostrazioni
si basano sulla seguente Dottrina rivelatavi da Me stesso, Gesù. In Me, Gesù,
come Sapienza di Dio s’intende l’Anima che in ogni uomo rappresenta la
sapienza, poiché è lei attraverso la quale lo Spirito del Padre Celeste vostro
‘Divino’ parla, perciò l’Anima di Gesù era la Sapienza personificata di Dio, la
Quale si rivelava attraverso la Dottrina dell’Amore, Amore che Io, Gesù,
insegnai durante i tre anni. Per questo, Giovanni chiamò appunto Me, Gesù,
‘Parola di Dio’, perché Io, Gesù, ero rappresentato attraverso la Mia Anima e
la Mia Dottrina come Sapienza proveniente da Dio.
2. – Poiché Io, Gesù, sono chiamato come ‘Consiglio dell’eterno Dio
Padre’ già come Figlio primogenito [Is. 9,5], quindi il Consiglio di Dio non
può essere altro che la Sapienza divina, dal momento che Dio non ha mai avuto
bisogno di un consiglio [Rom. 11,33-36], così la Mia Anima sarà stata ben
dall’eternità il Consiglio o la Sapienza di Dio Padre, perché il Mio corpo di
carne fu soltanto della materia vivificata attraverso la Mia Anima-Gesù.
3. – Io ho parlato del Mio Essere spirituale-divino e Mi annunciai
nella maniera seguente: “Il Padre è in Me
ed Io, Suo Figlio, sono in Lui”. – Infatti, Padre significa lo Spirito
dell’Amore in Dio [Giov. 14,8-16], mentre il corpo di Gesù rappresenta il
Tempio di Dio [Giov. 2,19-22], così la Mia Anima avrà ben significato ‘la
Sapienza di Dio’. –
4. – Poiché Dio Padre ha creato il mondo attraverso il Figlio e il
Figlio è chiamato la Sapienza di Dio [1° Cor. 1,24], quindi l’Anima del Figlio
sarà ben la Sapienza di Dio. – La Sapienza di Dio, infatti, è la Parola di Dio,
e attraverso questa è stato fatto il Cielo e tutto il resto [Sl. 33,6]. E
poiché Io, Gesù, sono chiamato ‘la Parola di Dio’ e quindi tale Parola di Dio
rappresenta la Sapienza divina, così l’Anima in Me, Gesù, sarà ben stata la
Sapienza di Dio, dal momento che essa non era né Dio Padre né il Mio
materiale-visibile corpo.
5. Perciò,
dato che la Mia Dottrina era la Sapienza divina (che in greco si chiama
teosofia), questa tuttavia era rappresentata attraverso la Mia figura
spirituale nel Corpo materiale. Con ciò la Mia Anima sarà stata ben la Sapienza
di Dio, ma non Dio Padre, che è l’Amore in Dio [Giov. 14,9-11] e nemmeno il Mio
corpo, corpo che Io chiamavo soltanto ‘il Tempio di Dio’ [Giov. 2,19-22],
poiché Io, Gesù, l’Amore e la Sapienza di Dio che significa Dio Padre e Dio
Figlio, in questo vi dimorai. Io, infatti, la Sapienza e la Forza, ovvero
l’Onnipotenza di Dio [1° Cor. 1,24], dissi apertamente che il Padre dimorava in
Me e non fuori di Me [Giov. 14,10-11].
*
6. In
occasione dell’ultima Cena Io dissi: “Padre,
tutto ciò che è Mio è Tuo, e quello che è Tuo è Mio” [(Giov. 17,10]. – Per
comprendere questo versetto si deve sapere che in Me l’indicazione “Dio Padre”
rappresentava l’Amore nel Mio Cuore, mentre “il Figlio dell’Amore”, che è la
Sapienza in Dio, consiste nella testa della Mia Anima; – tuttavia la Mia Anima,
come Sapienza di Dio, all’ultima Cena era già passata del tutto nell’amore per
i figli Miei che Io volevo redimere, perciò l’Amore del Padre divenne una cosa
sola con la Sapienza del Figlio e rappresentò la divina verità e santità. La
Sapienza invece rappresentava tuttavia l’Anima di Gesù, perché la Sapienza
dell’intelletto è la reggente di tutti i sensi e intelligenze nel corpo
dell’Anima, mentre l’Amore, che nella rispondenza spirituale si chiama Padre,
rappresenta lo Spirito dell’Amore di Dio nel Cuore della Mia Anima.
7. Che Io,
Gesù, fossi la Sapienza personificata di Dio, che altrimenti si chiama ‘la
Parola’ ovvero ‘la Dottrina di Dio’, lo scorgete dalle Mie stesse parole che Io
espressi ai giudei secondo il capitolo 6 dell’evangelista Giovanni in questi
versetti:
8. – Versetto 32°: “Non Mosè all’uscita dall’Egitto verso Canaan vi diede il (vero) Pane del Cielo, ma il Padre Mio (cioè il
Mio Amore per voi) vi dà il vero Pane
(quello spirituale) dal Cielo”. –
Versetto 33°: “Poiché questo è il Pane di
Dio che discende dal Cielo e dà al mondo la Vita (spirituale)”.
9. – Versetto 35°: “Io (Gesù), sono (appunto)
il Pane (spirituale) della Vita (che vi do la pura Dottrina
su di Me); chi viene a Me (come al
suo Dio), questi non avrà più fame
(spirituale e non materiale); e chi crede
in Me (Gesù come Dio), non avrà mai
più sete (spirituale)”.
10. – Versetto 47°: “In verità, in verità vi dico, chi crede in Me (che sono il Figlio
di Dio, cioè la Sapienza di Dio che vi presento e insegno), avrà la vita eterna”.
11. – Versetto 48°: “Io (come Figlio di Dio o la Sapienza di Dio) sono il Pane della Vita (spirituale)”.
12. – Versetto 49°: “I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e (nonostante ciò) morirono (corporalmente).
13 . – Versetto 50°: “Solamente questo è il Pane (come insegnamento spirituale di Dio) disceso dal Cielo, affinché nessuno, che
mangi di questo (cioè chi segue la Dottrina di Gesù ricevuta dagli
apostoli), muoia (spiritualmente,
cioè nei peccati)”.
14. – Versetto 51°: “Io (come la personificata parola di Dio) sono il Pane vivente disceso dal Cielo; chi mangia di questo Pane
(cioè chi segue questa Dottrina e vive di conseguenza) vivrà (spiritualmente) in
eterno. E il Pane (spirituale) che Io
darò, (ovvero espresso con altre parole spirituali corrispondenti) è la Mia carne per la Vita del mondo (la
nutriente spirituale)”.
15. – Versetto 53°: “In verità, in verità vi dico: se non mangerete la (spirituale) carne (o insegnamento di Dio) del Figlio dell’Uomo (cioè la Divinità
entrata nella carne) e non berrete il Suo
sangue (spirituale, che nel linguaggio spirituale significa per primo,
l’Amore di Dio per tutto; per secondo, l’amore dell’uomo per Dio e per tutti
gli uomini senza eccezione come per fratelli e sorelle; per terzo, l’amore per
l’intera Creazione), non avrete in voi
nessuna Vita (spirituale-eterna)”.
16. – Versetto 54°: “Chi mangia la Mia carne (cioè accetta la Mia Dottrina dai Cieli e
agisce di conseguenza) e beve il Mio
sangue (cioè risveglia e vivifica in sé il Mio Amore spirituale), avrà la vita eterna ed Io lo risusciterò
nell’ultimo giorno (della sua vita terrena per la celeste Vita
spirituale-eterna)”.
17. – Versetto 55°: “Poiché la Mia carne (ovvero la Dottrina spirituale) è veramente cibo (divino, ovvero
Ambrosia[37]
spirituale) e il Mio sangue (ovvero
il Mio Amore) è veramente bevanda
(divina, ovvero nettare spirituale)”.
18. – Versetto 56°: “Chi mangia della (questa) Mia
carne, e beve il (questo) Mio sangue,
rimane in Me ed Io in lui”.
19. – Versetto 57°: “Come il Padre che è il Vivente (cioè il Mio Amore vivente) ha mandato Me, ed Io vivo per il Padre
(ovvero attraverso questo Amore), così
anche colui che mangia Me (cioè Mi accetta con piena fede e con pieno
amore) vivrà anch’egli per Me (suo
Dio e Padre eterno)”.
20. – Versetto 58°: “(Vedete) Questo è il Pane disceso dal Cielo; questo
Pane non è come la manna che mangiarono i vostri padri e sono (comunque) morti. Chi mangia di questo Pane (cioè
chi Mi accetta attraverso la Dottrina rivelatavi da Me e va verso l’alto nel
pienissimo amore in Me), vivrà in eterno”.
21. Questi
versetti dall’Evangelo di Giovanni vi mostrano nell’illuminazione spirituale
che la Dottrina che Io, Gesù, esposi, era intesa come la Mia carne spirituale
che si deve mangiare. Nondimeno, questa carne non è comunque nient’altro che la
parola di Dio, della quale Giovanni dice nel primo capitolo del suo Evangelo
che è diventata carne nella persona di Cristo. Da ciò è chiaro che sotto la
“Mia carne” non intendevo la carne del Mio corpo materiale, bensì la Dottrina
proveniente dalla Luce della Sapienza divina, che è appunto il Pane dal Cielo
che Io portai come Cibo spirituale per i Miei figli, perché la Mia Anima è
formata dalla Luce dell’Amore divino, cosa che dimostrano anche le Mie parole “Io sono la Luce del mondo”, [1° Giov.
8,12]. La “Luce del mondo” in Cristo, di conseguenza, non può mai essere
qualcosa d’altro che la Dottrina dell’Amore di Dio, la quale nacque attraverso
la Sapienza di Dio, come Guida che porta al Padre».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Nella
storia di Abramo si nota che a Salem risiedeva un Re spirituale di nome
Melchisedec, che era un Sommo Sacerdote di Dio. Il nome Melchisedec significa
però “Re-della-Giustizia”. Questo nome indica Me, Gesù Cristo, perché Dio nel
Vecchio Testamento reggeva il mondo attraverso la Giustizia, che è la Sapienza
di Dio, che nel linguaggio spirituale è chiamato ‘Figlio di Dio’; e proprio
questo Figlio di Dio, Gesù Cristo, viene descritto nelle Sacre Scritture come un
Principe e Re della Pace dall’eternità.
2. – Pietro Mi chiama Gesù Cristo, il Figlio
di Dio, un Sommo Sacerdote dinanzi a Dio, il Quale ha penetrato i Cieli [Ebr.
4,14], – e dice ancora: “Ma Cristo non
s’arrogò da Se stesso la dignità di diventare Sommo Sacerdote, ma gli venne da
Colui che Gli disse: ‘Tu sei Mio figlio, oggi Ti ho generato’ (cioè
generato dall’eternità – [Sl. 2,7])”. Ora Pietro porta il seguente versetto dal
Salmo 110:
3. – Quando Dio indicò il supremo sacrificio
di Gesù sulla croce del Golgota, Egli disse attraverso il re Davide: “Jehova ha giurato (cioè detto
fermamente nel giuramento) che non si
pente: Tu (Gesù Cristo) sei Sacerdote
eternamente, alla maniera di Melchisedec” [Sl. 110,4].
4. Questo Melchisedec però è senza Padre, senza Madre, senza
tavola genealogica e non ha né un inizio di giorni, né una fine della vita,
bensì Egli è simile (vale a dire identico) al Figlio di Dio e rimane (perciò)
Sacerdote nell’eternità [Ebr. 7,1-3]. Che Pietro sapesse che Cristo e
Melchisedec fossero una e la stessa Persona ve lo dimostra la seguente notizia:
“Secondo il rapporto dell’Evangelo originale Io, Gesù, riferii ai Miei
ascoltatori che i primi uomini avevano una costante relazione con Me e che nessuno
al di fuori di Me stesso era Melchisedec, il Sommo Sacerdote di Dio, e come un
vero Re dei re dimoravo a Salem, dove ho risieduto da Noè fino alla morte di
Mosè, che è per 1043 anni, (Mosè morì 2700 anni dopo Adamo ovvero 1451 anni
prima di Cristo). Dopo questa spiegazione sulla figura di Melchisedec, del Re
di Salem, veniamo alla relazione di Mosè sulla vittoria di Abramo”.
5. – Nell’anno 2053 dopo Adamo, nel mese di
ottobre, Abramo sconfisse il re di Elam, Kedom Laomor che, con i suoi re
alleati, aveva fatto irruzione nel paese di Canaan e liberò Lot, il figlio di
suo fratello, insieme a tutti i prigionieri delle città di Sodoma e Gomorra.
Quando poi Abramo fece ritorno da vincitore nella valle del re, allora venne
Melchisedec, il Re di Salem e portò pane e vino per il rifocillamento per gli
uomini[38].
6. Poi
Melchisedec, come sacerdote dell’Iddio Altissimo, benedisse Abramo e disse: “Benedetto sia Abramo, dall’Iddio Altissimo,
il Signore del Cielo e della Terra. – E lodato sia Dio, l’Altissimo, che ha consegnato
i tuoi nemici nelle tue mani”. – Abramo sapeva che Melchisedec, il Re di
Salem, ero Io, Gesù, Jehova stesso, ma nessuno lo doveva sospettare all’infuori
di Abramo. Perciò Abramo, il glorioso vincitore sui re alleati di Sinear,
Elasar, Elam e sui pagani, s’inchinò fino a terra dinanzi a Me, Melchisedec, e
Mi diede volontariamente di tutto la decima parte. Io, Gesù, sono appunto
questo Melchisedec di cui parla Giovanni nell’Apocalisse 1,18, che gli parlò: “Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Ero
morto (ma dopo tre giorni resuscitai); ed
ecco, Io sono vivente per tutti i secoli dei secoli, ed ho la chiave della
morte e dell’inferno”. Salem, la sede di Melchisedec, fu chiamata più tardi
la città di Gerusalemme. Su questo vi riferisce la seguente profezia[39]:
7. – Il fanciulletto Gesù profetizza al
governatore romano della Siria, Quirino Cirenio sulla distruzione di
Gerusalemme sotto Tito nell’anno 70, dicendo: [16] “Il fico (cioè la stirpe del popolo) presso i figli (d’Israele), che Io piantai in Salem già ai tempi di
Abramo, una città che Io come Melchisedec ho costruito con la Mia stessa Forza,
la distruggerò, perché essa non porta altro che foglie. [17]In verità, ho sempre avuto fame; molte volte
ho fatto concimare l’albero in Salem e nonostante ciò non Mi portò nessun
frutto. [18]Perciò, prima
che passi un secolo, la città che la Mia Forza ha costruito per i Miei figli
dovrà anche cadere attraverso voi stranieri. Il figlio di uno dei successori
dopo Augusto nell’impero dovrà estrarre la spada contro Salem”.
8. Da questa
profezia del fanciullo Gesù vien fuori inequivocabilmente che Salem divenne più
tardi Gerusalemme. Questo risulta anche dal Salmo 76,3. La nuova scienza però
ha cominciato a dubitare su questo, che Gerusalemme sia più antica del tempo di
Davide. Questo dubbio è stato rimosso attraverso ritrovamenti in Assiria, come
lo dimostra la seguente notizia:
9. – Dice il Prof. Sayce: “L’origine del nome
Jerusalem è adesso chiarita. Esso non è un’invenzione dal tempo di Davide come
si credeva, ma al contrario risale al periodo della relazione babilonese con
Canaan. Nei documenti cuneiformi veniva scritto Uru-Salem, che significa la
‘città di Salem’ della Pace di Dio. Da una delle tavole lessicali nella
biblioteca di Ninive abbiamo già visto da tempo che nella lingua cananea uru significa ‘città’, la quale
nell’anno 1451 a.C. si chiamava nell’antico ebraico ieru (come anche secondo la
Rivelazione di Dio), perciò Jeru-Salem, la Città di Salem ovvero della pace.
10. – Urquhart, nel suo libro “Le scoperte più
recenti sulla Bibbia” al cap. 1,327 dichiara: “La scoperta dello scambio di
lettere tra il faraone egizio Amenophis III. (1492-1476 a.C. – secondo
l’indicazione confermata dal Padre Gesù) e Amenophis IV (1476-1452 a.C.) ha
riesumato la Palestina di Abramo. Tra le lettere scritte sotto il faraone
egizio Amenophis IV (negli anni 1476-1463) che adesso si trovano nei Musei di
Berlino e altrove, ce n’è un gran numero anche del re di allora di Gerusalemme.
Melchisedec, infatti, (come lo suppone Urquhart) è un Re sacerdote e le
comunicazioni di questo Re gettano una luce inaspettata su ciò che viene detto
dal suo predecessore (Amenophis IV).
11. – Nella lettera agli ebrei si legge che Egli
sarebbe ‘senza padre, senza madre, senza generazione’ [Eb. 7,1-3]. Le stesse
espressioni compaiono nelle lettere del suo successore”.
12. In tali
lettere, ‘Ebed-Tob’, che significa ‘il Servitore del Bene’, come viene espresso
il suo nome, dice: “Ecco, né Mio padre né
Mia madre Mi hanno elevato a questo posto; la Parola del potente Re Mi ha fatto
entrare nella Casa del Padre Mio”. – E ancora: “Ecco, Io non (sono) un
governatore, né portatore di autorità del Re, Mio Signore. Ecco, Io (sono) l’Alleato del Re, ed ho presentato tributo (riverenza) al Re. Né Mio padre, né Mia madre, (bensì) la Parola del potente Re (la Sapienza di Dio) Mi ha posto nella casa del Padre Mio” (descrivendo
di nuovo Se stesso come Figlio di Dio).
13. Sia Hommel
come Sayce hanno su ciò la chiarezza che ‘il Re potente’ di cui si parla,
Ebed-Tob, non è un monarca terreno, ma la Divinità alla Quale deve la Sua
(divina) posizione e a Cui Egli serve (così è l’opinione degli eruditi). A quel
tempo Gerusalemme era una potente fortezza. Il dominio di questo possesso si
era esteso su un vasto territorio. Ebed-Tob dice di Sé che aveva fatto riparare
le strade proprio nella ‘pianura’, dove stavano Sodoma e Gomorra.
14. Io, Gesù,
come Melchisedec, ovvero Ebed-Tob, non ero nessun dominatore sovrano cananeo
come suppone Urquhart, bensì Dio stesso: il Padre come Amore, la Parola come
Sapienza, il Re come Spirito Santo.
15. Com’è ora
da intendere che Io, Gesù, fossi Dio-Padre stesso, e che nello stesso tempo
sarei anche Sommo Sacerdote di Dio?
16. Su ciò
trovate il chiarimento nella 1° lettera di Pietro 2,5, in cui si apprende che
l’anima di ogni uomo deve essere l’eterno sommo sacerdote dello Spirito di Dio
dimorante nel proprio cuore, e se volete diventare sacerdozio regale di Dio,
ciò deve significare quanto segue: che l’anima, come sapienza nell’uomo, deve
sacrificare tutto per la gloria di Dio [1° Cor. 10,31]. – Melchisedec, l’Anima
di Gesù, era la Sapienza di Dio; perciò Io ero e sono, secondo l’Anima,
l’eterno Sommo Sacerdote del Mio Amore nel cuore, che Io chiamo “Jehova” ovvero
“Padre”».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Ora noi domandiamo: “Che cosa è lo Spirito
Santo di Dio?”. La risposta suona così: “Lo
Spirito Santo è la Forza interiore in Dio. Esso è la Volontà di Dio di mettere
in opera tutto ciò che hanno ideato l’Amore e la Sapienza”.
2. La Forza
di Volontà di Dio, però, sta nel magnetismo e nell’elettricità, le quali sono
una cosa sola con l’aria eterica, tanto come un’acqua colorata di arancio
riempita con il colore giallo e rosso è una cosa sola con questa. L’Amore è il
magnetismo, l’elettricità è la Sapienza. Se ora si riflette che attraverso questi
due tutto il mondo è messo in movimento e conservato, allora ne risulta che lo
Spirito Santo è il Rappresentante della Divinità stessa; poiché, cosa
servirebbe all’Amore e alla Sapienza se i loro pensieri e decisioni non
potessero essere trasformati in opera e in energia? Essi sarebbero uguali ai
desideri di un malato incurabile, – di diventar sano.
3. Lo
Spirito Santo, come visibile artefice di opere delle decisioni divine, è perciò
la suprema forza in Dio, e non esiste nulla che l’Amore e la Sapienza di Dio
volesse ideare che non potesse essere messo in opera tramite lo Spirito Santo,
poiché in Questo è inclusa tutta la Divinità, com’è visibile da tutte le
interconnessioni. Lo Spirito Santo è quindi, secondo il Nome, la Divinità
stessa, e Questa sono Io, Cristo, come riferisce Paolo nella 1° lettera ai
Corinzi, cap. 1, versetto 24.
4. Lo
Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, perciò dall’Amore e dalla
Sapienza di Dio.
5. Io, Gesù,
chiamai il Consolatore o Paracleto[40]
che promisi ai Miei discepoli per Pentecoste, lo Spirito Santo della verità.
Poiché Io stesso, Cristo, sono la divina Verità, come Mi chiamai all’ultima
Cena; perciò Io stesso, Gesù, sono lo Spirito Santo della verità.
6. Il giorno
dell’Ascensione, questo è il 7 maggio, Io chiamai questo Spirito Santo “la
Forza proveniente dall’Alto”. Quindi anche Luca chiama lo Spirito Santo come la
Forza dell’Altissimo. Secondo i chiarimenti che sono pubblicati nel libro “La
santa Trinità” e sostenuti con le notizie provenienti dal Nuovo Testamento, le
Grazie e i Doni dello Spirito Santo che gli apostoli ricevettero a Pentecoste
il 7 maggio, appaiono Doni dello Spirito, dell’Amore, della Sapienza e della
Forza di Dio.
7. Che Io,
Gesù, (secondo la Mia Anima) fossi la Forza divina ovvero lo Spirito Santo,
chiarisce particolarmente il fatto che, quando dopo la Mia resurrezione apparvi
di sera agli apostoli, Io stesso soffiai su di loro dalla Mia stessa
plenipotenza e dissi: “Ricevete lo
Spirito Santo”. Questo soffiare avvenne per la fortificazione dei discepoli
che avevano paura dei farisei, e con ciò seppero interpretare nel modo giusto
la Sacra Scrittura.
8. Che lo
Spirito Santo non sia un Essere indipendente, come detto, ma soltanto l’effetto
dell’Amore e della Sapienza in Dio, ve lo dimostra anche il versetto in
Giovanni dove dice che lo Spirito di verità non parlerà da Se stesso, ma dirà
ciò che ha sentito. Anche il nome “Spirito di verità” dimostra la stessa cosa,
perché la verità è in Dio, il pensare unito all’Amore e alla Sapienza in Dio
che, attraverso la loro Forza di Volontà, che è appunto lo Spirito Santo,
mettono i loro Pensieri operanti nell’esistenza.
9. Importanti sono le Mie parole della
promessa agli apostoli che suonano così: “Io
stesso manderò lo Spirito Santo, poiché non vi lascerò come orfani al vostro
destino, ma Io stesso verrò da voi” [Giov. 14,18]. Questo chiarimento vi
fornisce la dimostrazione che Io ero Dio stesso dell’Universo in Cristo. Perciò
all’ultima Cena dissi: “Se aveste
conosciuto Me conoscereste anche il Padre Mio; ma d’ora in poi voi Lo conoscete
e Lo avete visto” [Giov. 14,7]».
[indice]
۞
Dimostrazioni dell’incarnazione di Dio nella persona di Gesù Cristo e
che perciò Dio Padre, il Figlio di Dio e lo Spirito Santo, sono una e la
stessa Persona
(parla Gesù):
1. «Il 14 ottobre, 726 anni prima di Cristo, il profeta Isaia scrisse: “Dio stesso vi darà un segno; ecco, una vergine
sarà gravida e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuel” [Is. 7,14].
2. Isaia è
uno dei grandi profeti di Dio, e ci si domanda: “Quest’uomo assennato avrebbe
potuto scrivere qualcosa di così assurdo, se avesse scritto da se stesso?”,
poiché, essere gravida, partorire un figlio e tuttavia chiamarsi vergine, è
un’impossibilità per i concetti umani; diversamente per Dio, poiché lo stesso
Dio che ha creato Adamo ed Eva senza genitori, attraverso l’Anima di Gesù che
fu formata dalla Sapienza di Dio nella forma del corpo umano, poteva formare
secondo il suo aspetto il corpo umano del Messia dal sangue di Maria.
3. Per
quanto riguarda il nome Emmanuel, è noto dalla storia della Mia infanzia[41] che né Maria, né Giuseppe
né nessun altro, chiamò il fanciullo Gesù, Emmanuel, ben però Messia, cui
tuttavia sotto questo nome i giudei intendevano attraverso le profezie di
Davide, Isaia, Michea e Malachia, che il loro Jehova stesso sarebbe venuto
nella carne. Se dunque Maria e Giuseppe dicevano alla gente che il piccolo
taumaturgo Gesù era il Messia, allora essi dicevano tanto quanto: «Emmanuel ovvero ‘Dio è con noi’, oppure:
‘Jehova è con noi in Gesù’».
4. La
profezia del re Davide, indicando il Figlio di Dio – descrivendoLo come Dio e
chiamandoLo ‘Unto’ ovvero ‘il Messia’ è questa:
5. – “Il
tuo trono, o Dio, sussiste sempre e in eterno; lo scettro del Tuo Regno è uno
scettro di giustizia. Tu ami la giustizia e detesti l’essere empio, perciò Dio,
il tuo Dio, ti ha unto con l’olio della gioia davanti ai Tuoi compagni (del
tempo)”. E nel Salmo 24,7-10, Io, Jehova,
annunciai 1043 anni prima della Mia incarnazione in Cristo: “Spalancate le porte (che qui sono i
cuori ricettivi) e i frontoni del mondo (che
qui sono le nobili virtù dell’uomo), affinché
il Re della Gloria, Jehova Zebaoth, il Potente e Forte, (in pratica lo
Spirito Santo dell’Amore di Dio) entri
con tutti gli onori (nel mondo dei Suoi figli)”.
6. Nell’anno
725 a.C. Io, Jehova, attraverso il profeta Isaia 9,5 diedi la seguente profezia
che si riferisce alla nascita dell’incarnazione di Dio in Gesù: “Un Fanciullo ci è nato, un Figlio ci è
stato donato, e il dominio sarà sulle Sue spalle e il Suo nome è Magnifico,
Consigliere, Forza, Eroe, Padre eterno, Principe della Pace”. Questi nomi
sono le denominazioni di Dio nella loro pienezza delle forze come segue:
7. – Il nome del Fanciullo primogenito
Gesù è ‘il Padre dall’eternità’, con ciò
è fornita la conferma che nel Messia, Dio Padre stesso entrerà nella carne. Ma
con ciò c’è anche intitolato il secondo nome ‘Magnifico’, perché Dio è magnifico come Creatore del mondo, poiché
questa è la Sua particolare proprietà, che nessuno Lo può imitare
autonomamente, né si potrà mai imitare, perché nessuno è come lo Spirito di
Dio, come Spirito etereo dell’Universo, il Quale è rappresentato ovunque in
tutto il mondo sotto il semplice nome di aria eterica ed è operante come tale
nella sua divina Onnipotenza attraverso il magnetismo e l’elettricità, poiché
in questi due si trovano l’Amore e la Sapienza divina, velati ai vostri occhi.
8. Che, di
fatto, il magnifico Creatore del mondo fossi Io, Gesù Cristo stesso, ve lo dice
Pietro nella lettera agli Ebrei 1,2 e Paolo ai Colossesi 1,13-17. La Creazione
del mondo è sorta attraverso l’Onnipotenza di Dio che è lo Spirito Santo, e nel
Quale il Padre e il Figlio, ovvero l’Amore e la Sapienza sono compresi in Dio.
Questo ve lo insegna l’argomentazione che tratta e spiega la Mia Divinità in
Cristo. Non si deve però pensare che Pietro e Paolo, nella loro grande
predilezione per Cristo, Mi abbiano rappresentato per questo come il Creatore
del mondo. No! Non era insicurezza, bensì il suggerimento dello Spirito Santo
che ordinò a questi due maggiori apostoli di scrivere ciò che hanno scritto,
poiché in effetti, nel libro della Genesi trovate il nome “Elohim” che è lo
Spirito Santo in Dio, e che sono appunto Io, Cristo, chiamato da Mosè, il
Creatore del mondo.
9. – Il terzo nome del Fanciullo è ‘Consigliere’ dell’eterno Dio Padre,
quindi nessun altro che la Sapienza divina che ha ideato i colori,
l’assimilazione, le forme e le specie nella grande Creazione.
10. – Il quarto nome del Fanciullo è ‘la Forza di Dio’, la stessa cosa dice
anche Paolo ai Corinzi 1° 1,24, la Forza di Dio però è lo Spirito Santo o
Elohim secondo Giovanni 14,26, il quale scrive: “Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre Mio (in pratica
il Mio Amore), vi manderà nel Mio Nome
(cioè la Sapienza di Dio), Egli
v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto”. – Il
giorno dell’Ascensione al Cielo, Io, Gesù, dissi: “Ed ecco che mando su di voi il Promesso dal Padre Mio (cioè dal
Mio Amore). Voi però dovete rimanere
nella città di Gerusalemme fino a quando non sarete rivestiti di Potenza
dall’Alto” [Luca 24,49], il che fu il battesimo di Pentecoste dello Spirito
Santo. Con ciò è ora espresso chiaramente che lo Spirito Santo, attraverso il
Quale gli apostoli ottennero i Doni e le Grazie divine, è appunto l’Onniforza
ovvero l’Onnipotenza di Dio che procede dal Padre e dal Figlio, come il calore
procede dalla fiamma e dalla sua luce.
11. – Il quinto nome è che Gesù è ‘un Eroe divino’. Sotto questo Nome è da
intendere la Mia natura eroica, come del grande Uomo flagellato e rassegnato
del Golgota. Qui non vi dovete mettere davanti agli occhi il Figlio dell’Uomo
Gesù, ma l’onnipotente Iddio, davanti al cui lievissimo cenno tremano le
fondamenta della Terra. E vedete, questo Onnipotente Iddio, questa suprema
Santità – davanti alla Quale, prima
della Sua incarnazione, si avvicinavano soltanto i più alti arcangeli della
Sapienza e dell’Amore, chiamati cherubini e serafini, che nella loro più
profonda umiltà non poterono contemplare e osservare la divina suprema Santità
– nel Giardino del Getsemani si lasciò legare le mani dagli sgherri del Tempio,
si lasciò trattare come un’arcicriminale e condurre davanti al tribunale di
Caifa».
*
Il
martirio
(parla Gesù):
12. «Accompagnate Me, Gesù, dopo la scena del
giudizio, nel cortile di Caifa. Qui Mi furono bendati gli occhi e gli sgherri
cominciarono a sputarMi addosso, a prenderMi a schiaffi violentemente e a darMi
colpi sul volto, chiedendoMi con sorriso sprezzante, come fossi un mago, che
indovinassi chi Mi aveva fatto questo e quello. Io però tacqui come un agnello
e lasciai passare tutto su di Me.
13. La terza
grande scena si svolse nel cortile di Pilato. Legato nudo a un palo, i barbari
Mi colpirono crudelmente. Ogni colpo Mi penetrò profondamente nell’interiore
del sentimento dell’Anima! Il corpo cominciò a gonfiarsi, il sangue colato
rosso cominciò a diventar nero, la pelle qua e là si fece a pezzi e il sangue
scorse già a fiumi, in modo che Io ero una ferita unica, gonfiato e coperto di
sangue. Non soddisfatti della crudeltà diabolica, – poiché i soldati romani
udirono che ero stato designato re dei giudei, il mondo degli spiriti
infernali, che s’intratteneva accanto, ispirò il loro odio contro i giudei e li
portò alla raccapricciante idea di rafforzare i loro maligni sussurri di
incoronarMi con una corona di spine per la derisione del popolo giudaico.
Perciò s’intrecciò una corona di spine di rami d’acacia e Mi si mise questa
sulla testa. Mi batterono nel capo trenta delle settantadue spine con una
canna, e poi me la posero in mano come fosse uno scettro.
14. Dalle
trenta spine appuntite soffrii inesprimibili dolori; tre grandi Mi penetrarono
negli orecchi e furono mortali. Ma da Me stesso impedii di morire per questo,
perché dovevo gustare e bere fino all’ultima goccia al calice della sofferenza,
come fu preannunciato dai profeti Davide, Isaia e Daniele. Questa terribile
incoronazione di spine valse però molto più per l’inferno, che per gli uomini,
poiché furono proprio degli spiriti infernali a incitare i barbarici soldati a
quell’orribile delitto, e perciò furono nel massimo sgomento quando videro che
Io, Gesù, li accettai, affinché la vittoria contro Satana e contro i suoi
seguaci fosse combattuta fino all’ultimo e risultassi glorioso come vincitore,
perché attraverso gli spiriti celesti fu loro reso chiaro che con ciò era
inaugurata la futura fine dell’inferno terreno e spirituale.
15. Io, Gesù,
sarei stramazzato dai dolori, con questa terribile incoronazione di spine, se
non Mi avesse tenuto in piedi la Mia natura divina! – Il sangue dalla testa Mi
colava giù da tutte le parti, tanto che Io, quando Mi scese alla bocca,
l’assorbii avidamente per calmare la spaventosa febbre dovuta alle ferite e ai
dolori, che voleva consumare il Mio corpo come il fuoco.
16. Dopo che
gli sgherri Mi ebbero conficcato in testa la corona di spine con la canna e Mi
misero la stessa in mano come scettro regale, Mi costrinsero a stare lì come un
re con la corona di spine e lo scettro della vergogna, poi misero ai Miei piedi
le Mie vesti, vi s’inginocchiarono e Mi salutarono con infernale risata
sarcastica: “Salute a Te, re dei giudei! Ora non avrai più voglia di giocare il
ruolo di re, giacché speriamo che questa Ti sarà una sufficiente lezione per
capire come noi romani ce la sbrighiamo con un tale vagabondo quale sei Tu!”
17. Vedete,
questa fu per Me – l’onnipotente Iddio e Signore e Re del mondo – la più
profonda umiliazione e disprezzo, ma il divino Eroe rimase comunque quieto e
tacque nel Suo infinito Amore per la redenzione dei figli; infatti, la
grandezza della lotta nell’uomo, fluttuante con Satana, contro il quale Io
dovetti combattere ed uscirne vittorioso attraverso l’Amore, l’Umiltà e la
Pazienza con sforzo sovrumano, fu il grande premio dell’Eroe divino. – Ora
saliamo sulla collina del Golgota dove Io, il divino Eroe, dovetti morire per
il peccato primordiale dell’intera umanità. – Ad un tratto, voi udite le
potenti grandi martellate battere sui chiodi spuntati nelle mani e attraverso i
piedi messi sulla croce. In indicibili dolori, udite un ansimare, e nel Cuore
un esclamare le parole di compassione per i tormentatori e crocifissori della
Mia persona, per Amore dei figli: “Padre!
perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”. Questo atto è stato il più
nobile nella vita di Gesù; infatti, soffrire così terribilmente e chiedere
ancora perdono dei loro peccati e crimini, per quegli uomini sanguinari e iene
nella figura umana, questo è sovrumano, questo è l’atto di un Dio che è stato
il più grande atto eroico del Divino rassegnato.
18. Erano già
quasi le tre del pomeriggio, ed ecco che la Divinità, sotto l’involucro mortale
del Mio corpo, si respinse e consegnò il corpo alla morte materiale, perciò
esclamai a gran voce: “Mio Dio! Mio Dio!
perché Mi hai abbandonato?”. – I saggi intellettuali si urtano a queste
parole e dicono: “Sì, se Cristo era Dio, perché esclama: ‘Mio Dio, Mio Dio,
perché Mi hai abbandonato! Quale Dio invocava allora?’. – A questo, Io stesso,
Gesù, vi rispondo. Non era un altro Dio fuori di Me, che Io invocai, bensì la
Divinità in Me, lo Spirito-Dio o la Forza originaria nella sua pienezza; solo
l’involucro del corpo era di sostanza terrena, proprio come quella dei figli
degli uomini, e questa doveva essere sottomessa a Me. Perciò la materia cercò
aiuto nel suo abbandono, quando si avvicinò l’ora della morte, e lo Spirito
dovette separarsi dal corpo, per poter morire, come esempio che ogni uomo
terreno deve cercare aiuto solo presso Dio.
19. Sulla
croce Io pregai il Mio Amore nel Cuore di perdonare i peccati dei Miei nemici
mortali. E cosa fecero i nemici a quest’Amore?
Quando fui sollevato in alto già mezzo morto, allora cominciò di nuovo, come
risposta al Mio Amore e Compassione, lo spettacolo infernale dei farisei e del
loro popolo del Tempio: “Scendi giù,
Figlio di Dio! Scendi, se sei il re dei giudei! Allora crederemo in Te”. –
“Egli ha aiutato altri e non può aiutare Se stesso. Adesso lo aiuti Jehova, se
ha compiacimento in Lui!”. Vedete, queste furono parole decisive della più
profonda derisione che indignarono al massimo il Mio Cuore. Dovetti far ricorso
alla Mia ultima forza dell’Umiltà, dell’Amore e della Compassione, per
sopportare questa derisione, perché se non l’avessi sopportata, allora sarei
sceso dalla croce come se non Mi fosse successo nulla, e come potente Dio e
Giudice, avrei afferrato il mondo nelle sue fondamenta – e con esso l’intera
Creazione – e l’avrei mutato in atomi e distrutto. Ma perseverai e suggellai la
redenzione dell’umanità dal peccato originale con la Mia morte sulla croce,
subendo la morte da Eroe, come Vincitore del Golgota! –
20. Alla fine venne la terza ora del pomeriggio, ed Io esclamai la
settima e ultima parola sulla croce: “È
compiuto!”, chinai il capo e morii. Con questo fu suggellata la battaglia
eroica del Vincitore del Golgota, e ora una nuova vita dello spirito doveva
iniziare come continuazione dell’eroico lottare per l’esistenza e
l’applicazione della vita spirituale iniziata. Il terzo giorno, presto alle ore
tre, Io, l’Eroe creduto morto, risuscitai gloriosamente dai morti, e con ciò
suggellai la Divinità del Mio Essere, come della Mia Dottrina, per la quale
lasciai dei testimoni nella Vita, Dottrina che le porte dell’inferno non
vinceranno, e, in effetti, non hanno vinto, sebbene per tutti i secoli della
sua esistenza hanno infuriato contro e infuriano ancora oggi! –
21. – Il sesto nome del neonato Fanciullo significa ‘Principe della Pace’, cioè della vita
spirituale, come Io Mi rivelai a Pilato: “Io
sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo [Giov. 18,36-37].
*
Sulla
Sua venuta
(parla Gesù):
22. – Nell’anno 724 a.C. Isaia profetizzò che la voce di un predicatore
nel deserto (che era la voce di Giovanni il Battista) comparirà come precursore
e predicherà al mondo di convertirsi e far penitenza per l’accoglienza
dell’onnipotente Dio Jehova che entrerà nel mondo come Messia; e che i
subalterni, governanti e altolocati, devono essere posti in un’unica famiglia
umana come fratelli tra di loro, come uomini equiparati nei diritti dinanzi a
Dio [Is. 40,3-4].
23. – Il profeta Michea profetizzò 719 anni prima che in Betlemme, la
città di nascita e patria di Davide, sarebbe nato il Messia, il divino Sovrano
dall’eternità che, secondo il profeta Geremia, non è altro che Dio stesso
[Michea 5,1]. Perciò Io, Gesù, dissi ai giudei che ‘prima che Abramo fosse, Io ero’ [Giov. 8,58]. Quindi all’ultima
Cena parlò la Sapienza di Dio in Cristo al Suo divino Amore: “Padre, Io sulla Terra Ti ho glorificato;
ora, Padre, glorifica anche Tu, Me, con la Magnificenza che avevo già presso di
Te, prima che il mondo fosse” [Giov. 17,4-5]. Poiché la Sapienza di Dio,
chiamata spiritualmente ‘Figlio di Dio’,
è appunto il Sovrano dall’eternità, Re dei re e Signore dei signori del mondo,
che nacque a Betlemme per mezzo della vergine Maria.
24. – L’ultima profezia che Dio, Jehova stesso, ovvero il Padre e
Creatore del mondo, entrerà nella carne come il Messia o il Cristo, è per mezzo
del profeta Malachia 440 anni prima di Gesù con le parole decisive e chiare:
Mal. 3,1-24[42]. E questo Elia,
che nel Cielo è chiamato arcangelo Michael, era Giovanni Battista. Io, Gesù,
dissi ai giudei: “Voi scrutate
minuziosamente le Scritture, perché credete di aver per esse la vita eterna; e
sono proprio quelle che Mi rendono testimonianza” [Giov. 5,39]. – Un’altra
volta dissi: “Se rimarrete con la Mia
Dottrina, allora diventerete Miei veri discepoli, poiché riconoscerete la
verità, e la verità vi farà liberi” [Giov. 8,31-32]. – Daniele 4,34 dice
che Jehova è l’eterna Verità, come Tale Mi chiamai all’ultima Cena, perciò Io
sono Jehova e l’eterna Vita, e quindi come Tale anche Io stesso lo Spirito
dell’eterna Verità.
25. Queste
profezie menzionate suonano chiare che Io, Cristo, sono Dio stesso e nessun
altro, e che non è mai esistito un altro Dio che Gesù Cristo, anche se il Mio
Nome non fu mai nominato prima. Poiché nel Fanciullo Gesù sono riuniti tutti
gli attributi della Divinità, perciò è anche dimostrato con evidenza che Dio
stesso si è incarnato e rivelato nel Fanciullo Gesù. E in base alle ulteriori
dimostrazioni attraverso Davide, Isaia, Michea e Malachia, potete contemplare
l’oscurità spirituale degli uomini. Come hanno potuto non badare a tutto questo
fino al giorno d’oggi, per comprendere Me, Cristo, in modo giusto come Dio
Padre dall’eternità? – Così chiaro parla anche l’apostolo Giovanni, che Dio è
divenuto Uomo in Cristo stesso, dicendo “In
principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e Dio era la Parola, e la
Parola è diventata carne in Gesù ed ha dimorato in mezzo a noi”. Il senso
spirituale di questo versetto è il seguente: la Sapienza era la Parola di Dio,
questa Sapienza era Dio stesso, questa Sapienza, però, è diventata Uomo in
Cristo. Perciò la gente diceva: “Dio nel Vecchio Testamento ha governato il
mondo attraverso la Sua Sapienza o la Sua Giustizia. Dopo che la Sapienza in
Cristo è passata completamente nell’Amore, come dimostra la scena del Golgota,
la Sapienza di Dio, dopo la morte sulla croce, dopo che tutte le Condizioni
poste dall’Amore furono adempiute nella Sapienza, questa si è riunita con
l’Amore di Dio in un Essenza dell’Amore che spiritualmente si chiama Padre, e
perciò nel Nuovo Testamento, l’Amore di Dio che voi chiamate ‘nostro caro Padre Gesù’, governa il
mondo.
26. Oltre le
dimostrazioni presentate, ci sono ancora le seguenti:
27. – In Giovanni 10,30 Io, Gesù, dissi: “Io e il Padre siamo Uno”, così pure nel versetto 12,45: “Chi vede Me, questi vede il Padre che Mi ha
mandato”, e all’ultima Cena pure lo stesso nel versetto 14,9, risposi alla
semplice domanda di Filippo: “Da tanto
tempo cammino insieme a voi e non Mi avete ancora riconosciuto? Filippo! Chi
vede Me, vede Dio Padre, come puoi ancora domandare e dire: mostraci il Padre?”.
28. – Nella lettera ai Romani, Paolo 9,5 dice: “Cristo è Dio sopra tutto, e in Cristo dimora l’intera pienezza della
Divinità in carne ed ossa” [Col. 2,9]. – E più che un’intera pienezza della
Divinità non esiste. Perciò Io, Gesù, dissi: “Io sono la porta (per l’eterna vita), chi entra attraverso di Me (riconoscendo Dio Padre), diventerà beato, chi invece entra da qualche
altra parte, è un ladro e rapinatore” [Giov. 10,1-9].
29. – Io annunciai l’unità del Mio Io con Dio Padre con le seguenti
parole: “Io faccio le Opere del Padre, se
non credete che Io sono Figlio di Dio (secondo l’Anima), allora credete almeno nelle Opere (che
solo Dio può operare), affinché voi siate
illuminati dall’Alto e ammettiate e crediate che il Padre – come l’Amore in Dio
– è in Me e Io – la Sua Sapienza – sono nel Padre”. Perciò dissi
nell’ultima Cena: “Padre, tutto ciò che è
Mio è Tuo e tutto ciò che è Tuo è Mio”, poiché la Sapienza di Gesù era la
Sapienza di Dio Padre e l’Amore di Dio Padre era l’Amore di Gesù.
30. – Anche l’apostolo Giuda al versetto 25 dichiara apertamente: “Al Dio unico, Salvatore nostro per mezzo di
Gesù Cristo, sia gloria, maestà, forza e potestà, ora e per tutti i secoli.
Amen”.»
*
Sulla
santa Trinità
31. (continua
Gesù): «Oggigiorno esistono una quantità
di insegnanti religiosi che non riconoscono Me, Gesù, come Dio, ed hanno
l’ardire di sostenere che Gesù non ha mai parlato di un Dio personale. Io,
Gesù, ero comunque Dio stesso e lo ero personalmente, come v’insegna la storia
della Mia vita. Chi non comprende queste prove che sono qui raccolte, come può
allora essere un insegnante di altri? Egli sarà un falso profeta, anche se la
sua aspirazione può essere intesa sinceramente. Perciò ognuno deve dapprima
appropriarsi egli stesso della Mia vera Dottrina e riconoscerMi da questa, solo
allora sarà idoneo ad istruire gli altri.
32. – Nella prima lettera di Paolo a Timoteo, Paolo si esalta nel suo
amore per Me nell’esclamazione: “A Lui
(Gesù), l’eterno Re, l’Imperituro,
l’Invisibile, l’unico Dio, siano onore e gloria nell’eternità! Amen” [1°
Tim. 1,17]. Da ciò si scorge che Paolo conosceva alla fine precisamente
l’Essenza fondamentale di Dio in Cristo, anche se inizialmente qualche volta è
chiaro che Paolo separava Me, Cristo, da Dio Padre, e Mi considerava solo come
Figlio di Dio. Solo nell’ultimo tempo riconobbe il mistero di Dio in Cristo
precisamente, come dimostra il modo d’espressione qui sopra, e come anche altre
sue notizie lo dimostrano inequivocabilmente.
33. – Paolo nella prima lettera ai Corinzi 1,24 dice: “Cristo è la Sapienza e la Potenza divina”.
Ma se Cristo è la divina Sapienza e Forza ovvero Onnipotenza, allora anche
l’Amore divino, che si chiama Padre in Dio, non può esserne lontano, perciò Io
dissi all’ultima Cena che Dio Padre dimora in Me e Io stesso sono Dio Padre
[Giov. 14,6-9]. Se dunque in Gesù dimorava l’Amore divino come Padre, la divina
Sapienza come Figlio e la divina Potenza come Spirito Santo e formavano un
Essenza di Dio, allora è tuttavia chiaro che al di fuori di Cristo non esisteva
e non esisterà nessun altro Dio.
34. – L’evangelista Giovanni, che attraverso il suo amore è penetrato
più profondamente nel Mistero di Dio in Cristo, afferma chiaramente: “Cristo è il vero Dio e la Vita eterna”
[1° Giov. 5,20]. Con queste parole Giovanni escluse ogni falsa interpretazione
che al di fuori di Cristo possa esistere un altro Dio, un altro Creatore, un
altro Cielo che in Gesù Cristo, perché con le parole di cui sopra è detto tutto
ciò che avete bisogno di sapere. Infatti, voi dovete cercare solo il vero Dio,
Padre vostro, che è la Vita eterna e racchiude in Sé tutti i Cieli.
35. Quindi, in Cristo avete davanti a voi la santa
Trinità di Dio, perché Io, Cristo il Crocifisso, sono l’unico Dio su tutti i
Cieli e su tutto ciò che riempie lo Spazio infinito. Io soltanto sono il
Creatore primordiale di tutte le cose, di tutti gli angeli, uomini, animali,
piante e di tutta la materia (che racchiude tutto lo spirituale caduto). – Io
sono il Padre secondo la Mia eterna Essenza d’Amore, l’eterno Figlio della Mia
Sapienza, e il solo Spirito Santo secondo la Mia infinita Potenza, Forza e
Vigore. Perché non è mai esistito un Dio tri-personale! Infatti, né i
patriarchi, né i profeti, né gli apostoli sapevano qualcosa di questo. – Solo
in Me, Cristo, Dio si è creato un corpo umano contemplabile, nel quale Egli
dimora, governa il mondo e Si lascia contemplare dai Suoi figli nella Sua
celestiale Magnificenza e Santità, il che procura ai beati le più grandi gioie
e godimenti d’amore».
*
(parla Gesù):
36. – «Pietro nella lettera agli Ebrei 13,8 scrisse: “Gesù Cristo è Lo stesso ieri e oggi e anche
nell’eternità”.
37. Queste poche parole abbracciano l’eternità di
Cristo; perché ieri è il tempo passato;
oggi significa l’eterna presenza di Dio;
e nell’eternità questa Parola significa l’infinità
di Gesù Cristo, significa sempre lo stesso Dio da eternità in eternità, lo
stesso Padre degli uomini, lo stesso Creatore e lo stesso Governatore dai
giorni dell’eternità, come Io ho profetato attraverso il profeta Michea.
38. Da questi fatti è dimostrato ed è accertato, come
disse Pietro [Atti 4,12] al Consiglio radunato del Tempio: “Non vi è in nessun altro la salvezza. Non esiste, infatti, sotto il
Cielo altro Nome dato agli uomini, per mezzo del Quale noi dobbiamo essere
salvi, e questo nome è Gesù Cristo”».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «La
dottrina della santa Trinità è contenuta nelle argomentazioni avute finora e anche
nel libro “La santa Trinità”, nel quale in relazione all’impossibilità di un
proprio Dio tri-personale, ogni persona padrona di sé che lo rilegga, troverà
che costituisce una chiara illuminazione di quest’insensatezza di una mostruosa
fantasia degli uomini.
2. Il Padre
è l’Amore di base e la Potenza di base che mantiene il mondo; infatti, il
Figlio è soltanto la Sapienza del Padre, e lo Spirito Santo è la Forza di
Volontà del Padre che procede dall’Amore e dalla Sapienza, in altre parole dal
Padre e dal Figlio, e opera ciò che l’Amore e la Sapienza hanno deciso di
eseguire. I nomi in Dio sono: per l’Amore, Jehova o il Padre; – per la
Sapienza, il Figlio di Dio, e per la divina Forza di Volontà, la Forza di Dio,
la Forza dall’alto, lo Spirito di Dio, Spirito della Santità di Dio, lo Spirito
di Verità, Elohim, e nel Nuovo Testamento ‘Spirito Santo’, cioè l’Onnipotenza e
la Grazia di Dio.
3. – Al concilio di Nicea, nell’anno 325, la
Chiesa romana esordì con la novità che esiste una dualità – Padre e Figlio,
secondo le malintese parole di Gesù: “Io
ed il Padre Siamo Uno” [Giov. 10,30] e: “Chi
vede Me, vede Colui (il Padre) che Mi
ha mandato” [Giov. 12,45], perciò un Dio in due persone. Si parlò tuttavia
già allora della trinità, soltanto che a quel tempo non esisteva ancora il
chiaro concetto su che cosa sia veramente lo Spirito di Dio.
4. – Cinquantasei anni più tardi, ossia nell’anno 381, si tenne il
Concilio Ecumenico della Chiesa in Costantinopoli, e da allora la Chiesa romana
uscì fuori con la sua nuova scoperta, quella che Dio non è una persona duale,
bensì, di fatto, tri-personale. Quale trinità è chiamata Padre, Figlio e
Spirito Santo, e sono rigorosamente da separare uno dall’altro; poiché il Padre
è il Creatore, il Figlio il Redentore ovvero il Mediatore e lo Spirito Santo
l’Illuminatore, il Santo che opera negli uomini. Secondo la confessione di fede
di Nicea e di Costantinopoli fu poi scritta la confessione di fede atanasiana,
da cui derivarono le mostruose devastazioni del Nome divino.
5. – La Chiesa luterana insegna la stessa cosa, poiché ha accettato
dalla Chiesa romana questa stessa direzione, e così i luterani hanno ammesso
anche che senza la fede in tre Persone non si può diventar beati, ma si sarà
perduti in eterno. Comunque, né la Chiesa romana, né quella protestante, hanno
riflettuto che ancora nessuno ha mai visto Dio in tre Persone, ma soltanto in Una sola, nella quale Io, Gesù,
camminavo!
6. Non è stato detto nel Vecchio Testamento che chi ha
visto l’angelo di Jehova, oppure attraverso Jehova che si rivelava agli
israeliti, doveva morire, e che non si può vedere Jehova e continuare a vivere?
Si vedeva lo Spirito di Jehova come una Fiamma di un arbusto ardente, come una
Lingua di fuoco a Pentecoste, come una bianca Nuvola di giorno sul Tabernacolo,
come una Nuvola di fuoco di notte, e come una Colomba simile alla Nuvola al
Battesimo di Cristo nel Giordano.
7. Né Mosè sul Sinai, né qualcun altro ha mai visto lo
Spirito di Jehova nella Sua forma assoluta, ma solo parlando attraverso
l’aspetto di un angelo. Come si può allora sostenere l’insensatezza che al di
fuori di Me, Cristo, esistano ancora due altre Persone, quella del Padre e
dello Spirito Santo! Chi le ha viste? Dove sta scritto nelle Sacre Scritture
che Dio esiste in tre Persone? È un uomo ragionevole obbligato ad abbandonarsi
a quest’insensatezza, se una buona volta è venuto a conoscere la pura verità?
8. Perciò, non lasciatevi tenere più a lungo
nell’oscurità, poiché proprio la fede sarà il vostro giudice nell’aldilà, dal
momento che ognuno sarà felice (o infelice) secondo la sua fede, e poiché non
esiste nessuna persona trina in Dio-Cristo, perciò non potrà mai vedere Dio,
dato che non esiste nessun Dio tri-personale.
9. Io,
Cristo, sono la Sapienza divina [1° Cor. 1,24], chiamato, nel linguaggio
spirituale, Figlio di Dio. Io sono la Potenza divina, ovvero lo Spirito Santo e
Dio Padre è in Me; così sta scritto nelle Sacre Scritture. Secondo le
rivelazioni dei profeti e apostoli, Io sono Dio stesso e nessun altro, perciò
credete alle parole delle Sacre Scritture che Dio espresse attraverso i profeti
e gli apostoli, ma non agli uomini erranti dai secoli passati, i quali nella
loro tenebra spirituale hanno introdotto l’insensatezza del Dio tri-personale!
10. Le prove
come bisogna intendere la santa Trinità, sono date nel libro “La santa Trinità”
secondo le annotazioni della Bibbia. Quanto erroneamente è afferrata questa
importantissima Dottrina delle dottrine, ve lo dimostrano le esistenti
osservazioni fondate sulle prove di milioni di lettori delle Sacre Scritture e
di altrettanti milioni di spiriti oscurantisti! – Io, Gesù, vi domando: “È
giusto un solo unico concetto delle vostre supposizioni avute finora?”. No!
Nemmeno un solo concetto! È insensatezza tutto ciò che avete finora pensato,
creduto, scritto e insegnato su Dio! – Se quindi la Bibbia stessa vi fornisce
tali prove su di voi, per quale motivo volete ancora continuare ad aggrapparvi
alla vecchia interpretazione della Bibbia compiaciuta da sé? Leggete il libro e
voi stessi vi convincerete di quanto schiacciante vi giudica la Bibbia stessa!
11. Io sono il
vostro Dio, Creatore, Re e Giudice spirituale, dal Quale dipende la salvezza
della vostra anima e nello stesso tempo il vostro spirituale Padre e Salvatore,
perciò vi ho comunicato di occuparvi a conoscerMi, poiché Io nel contempo sono
anche il vostro Spirito e leggete i libri che Io vi ho fatto scrivere per il
vostro insegnamento e chiarimento, perché una falsa fede vi è un ostacolo nel
Regno degli spiriti, per giungere al godimento della vostra ricompensa. Per
l’illuminazione della questione Trinità, si esamini ancora quanto segue che non
è citato nel libro indicato:
12. Nel libro
della Genesi cap. 1, versetto 27 si legge: “Dio
creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza”. Dio però sussiste dalla santa
Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, i quali dalla Chiesa sono
caratterizzati come tre Persone. Dunque, se fosse esistito un Dio
tri-personale, allora Io, come Cristo – poiché Io stesso sono Dio Padre, Figlio
e Spirito Santo – sarei venuto nel mondo in triplice persona, giacché appunto
Pietro e Paolo insegnano che Io, Gesù, sono l’immagine di Dio. Ora ci si
domanda: “Quale figura dovrebbe avere
l’uomo, dal momento che Dio, il Padre primordiale, in realtà in principio ha
creato Adamo secondo la Sua immagine spirituale, mentre l’aspetto carnale
materiale si manifestò dopo la colpa?”.
13. Voi uomini
siete i figli e progenie di Adamo ed Eva secondo la carne, e poiché ogni padre
genera i suoi figli secondo la sua immagine carnale, perciò anche voi tutti
siete soltanto uni personali, come una volta il vostro patriarca Adamo era uni
personale. Se dunque la santa Trinità sussistesse, di fatto, di tre persone,
allora ogni uomo dovrebbe esistere come immagine di Dio, secondo Adamo, di tre
persone, perciò di tre corpi, tre teste, tre volti, tre nasi, tre bocche, sei
occhi, sei orecchi, sei mani e sei piedi. Ci si domanda: quale testa avrebbe da
pensare e quale bocca avrebbe il privilegio di parlare? – Quale, di mangiare? E
se la bocca di un corpo mangiasse, allora le altre due persone o corpi, non
morirebbero di fame? – Come potrebbero tre mani portare un cucchiaio alla
bocca? Come procederebbero in avanti i sei piedi? Come, tre uomini uno accanto
all’altro; oppure, come andrebbero tre uomini uno dietro l’altro? –
Soprattutto: quale aspetto avrebbe questo mostro di un Dio o uomo
tri-personale?
14. Con l’incarnazione di Dio in Cristo, voi uomini
siete un’immagine spirituale e carnale di Dio, poiché siete figli di Dio, ed
avete un solo corpo e perciò una sola persona, come Io, Gesù, vostro Padre
Celeste ho camminato visibilmente sulla Terra come una sola Persona, e non una
tri-Persona. I Miei discepoli Pietro, Giovanni e Giacomo Mi hanno visto durante
la trasfigurazione sul monte Tabor in forma divina, ma soltanto in una Persona
e non in tre. Da ciò ognuno può comprendere chiaramente la verità sulla santa
Trinità di Dio.
15. Si
consideri il fatto che Io, Gesù, vostro Dio e Padre spirituale, con
l’incarnazione sono diventato vostro Fratello, perché Uomo, ma in una, e non in
tre persone.
16. Per
illuminare ancora ulteriormente questa vostra insensatezza religiosa avuta
finora, vi rendo attenti sul fatto che la Figura umana era stata predestinata
dall’eternità per Me, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, perché il Figlio, in pari
tempo è l’eterno Dio Padre e Spirito Santo diventato Uomo. Si rifletta
ragionevolmente e si troverà che il vero Nome per tre Divinità uguali, è
impossibile altrimenti che tre déi, così come il nome per tre persone umane è
tre uomini. Che non ci si accorga, è il motivo del perché gli uomini sono già
tanto maturati che il Mio verdetto in Jehova risulta vero: “Ecco, la tenebra copre la Terra (che significa gli uomini) e l’oscurità i popoli” [Is. 60,2]. Sulla
trinità spirituale dell’uomo come figlio di Dio si rilegga quanto detto nel
libro ‘La santa Trinità’.
17. Nel Nuovo Testamento incontrate un versetto discutibile che
l’evangelista Giovanni annotò, e questo suona così: “Lo Spirito Santo non c’era ancora; poiché Cristo non era ancora
trasfigurato, affinché coloro che credevano in Lui Lo ricevessero” [Giov.
7,39].
18. Il senso di quest’annotazione dell’evangelista è il seguente:
“Che Io, Dio, non avevo ancora impartito le Grazie del Mio Spirito Santo su
coloro che credevano in Me, perché Io, Dio in Gesù, camminavo ancora tra gli
uomini e i Doni e le Grazie del Mio Spirito Santo subentravano e apparivano
attraverso i differenti miracoli stessi. La trasfigurazione di Cristo, come vi
presentano le fonti del Nuovo Testamento, era il grande Amore di Dio per i Suoi
figli, così che Io stesso lasciai passare su di Me la più grande umiliazione e
sofferenza, per cancellare la colpa del peccato originale attraverso il quale,
da Adamo, a tutti gli uomini quali suoi discendenti spirituali era chiusa la
via che porta al Padre. Attraverso la seguente gloriosa Resurrezione,
Ascensione e infusione dello Spirito Santo a Pentecoste, tutto ciò che
esprimono i versetti dell’evangelista è stato messo in opera. – Che lo Spirito
della Santità di Dio del Vecchio Testamento sia lo stesso dello Spirito Santo
del Nuovo Testamento, e che con ciò Questo fu nominato e descritto come tale
già prima dell’incarnazione di Dio in Cristo, lo vedete dai seguenti cinque
versetti delle Scritture:
19. L’evangelista Matteo al cap. 1,18 dice che Maria fu ingravidata
dallo Spirito Santo; – nel sogno a Giuseppe, l’angelo gli dice: “Ciò che è generato in Maria proviene dallo
Spirito Santo” [Matt. 1,20]. – Lo stesso angelo Gabriel disse a Maria: “Lo Spirito Santo verrà sopra di te e ti
coprirà con la sua ombra” [Luca 1,35].
20. – Luca 1,41 riferisce che Elisabetta fu colmata dallo Spirito Santo,
quando Maria andò a visitarla; e che Zaccaria fu colmo dello Spirito Santo alla
nascita di suo figlio (prima della Nascita di Gesù) [Luca 1,67].
21. – Secondo le Mie nuove Rivelazioni ‘la
Santità di Dio’ significa la Sapienza di
Dio, e questa sono Io, Gesù, secondo la Mia Anima. Io, Gesù, chiamai il Mio
Spirito Santo anche ‘lo Spirito di Verità’ e questo perché Io, Gesù, quale
l’incarnato Jehova, ero l’eterna Verità stessa e perciò ero Io stesso lo
Spirito della Verità e quindi lo Spirito Santo quale divina Forza e Onnipotenza
dell’eterno Padre nell’Universo.
[indice]
۞
Un versetto discutibile della Bibbia
dalla traduzione della Bibbia di Martin
Lutero
(parla Schumi):
1. In un chiarimento
sulla santa Trinità, a me, Schumi, mi fu fatta l’obiezione sul seguente
versetto della Bibbia contro il mio chiarimento basato sulla stessa che non
esiste nessun Dio tri-personale, vale a dire questo: “Allora il Signore fece piovere fuoco e zolfo su Sodoma e Gomorra, giù
dal cielo da parte del Signore” [Genesi 19,24].
2. Secondo
questo versetto della Bibbia, l’obiettore pensava che esistono comunque due
Signori nel Cielo: perché un Signore è solo Signore, il secondo invece è il
Signore del Cielo perché fece piovere giù dal cielo fuoco e zolfo. Questa
contraddizione esiste però solo grazie alla falsa traduzione della Bibbia,
traducendo Jehova con Signore, cosa che è ingiusto, poiché Jehova nell’ebraico
antico significa ‘Dio-Padre’, ma non ‘Signore’. Ora si legga lo stesso versetto
secondo un’altra traduzione più giusta, la quale suona così:
3. [Gen.
19,24]: “Allora Jehova fece piovere fuoco
e zolfo da Jehova (ovvero da Lui stesso),
dal cielo giù su Sodoma e Gomorra”. Poiché non sono mai esistiti due Jehova
o due Dio Padre, così è colpevole solo la traduzione inesatta e il collegamento
confuso delle parole, tanto che poi si comprende erroneamente la Bibbia e si
sostiene decisamente che esistono più Signori, anche se tutta la Bibbia
fornisce le prove contrarie. Anche i dubbi verso i tre angeli presso Abramo, di
cui Uno era Jehova, (che cosa erano poi gli altri due?) sono superflui, se si
tiene presente il fatto che nel Vecchio Testamento Jehova parlava attraverso il
corpo di un angelo che portava il nome Jehova e che solo attraverso
l’incarnazione di Jehova in Gesù, Dio si creò un corpo umano visibile.
(il
Padre Gesù dà il chiarimento sull’enigmatico Signore
che
sta tra Jehova e Davide
e
viene descritto come Signore su Davide).
Zurigo, 21 luglio 1904
(parla Gesù):
4. «Davide dice: “Jehova
disse al mio Signore: siediti alla Mia destra, finché Io porrò i tuoi nemici
come sgabello ai tuoi piedi” [Sl. 110,1]. Non tutti comprendono questo
versetto, perché è inteso spiritualmente e significa che Io, Gesù Cristo, come
la Sapienza in Dio, alla quale è stato dato il dominio del mondo dall’Amore in
Dio, afferra nell’amore Me come Sovrano e Giudice dell’umanità, finché tutti
gli uomini giungano alla comprensione che Io sono il Padre e il Figlio, e dopo
cesserà ogni dissidio tra le differenti opinioni religiose».
[indice]
Il Padre Gesù fa mettere insieme, tramite Franz
Schumi, quei versetti biblici che Lo annunciano anticipatamente, che Egli, come
Jehova Zebaoth, è appunto il Salvatore, il Redentore, il Guaritore, il Re (ovvero Cristo),
l’Emmanuel e Dio e Creatore dell’Universo, e che al di fuori di Lui, Gesù
Cristo, non esiste nessun Dio e nessun Salvatore.
Zurigo,
16 – 20 maggio 1904
(parla Gesù):
1. «Il senso
delle parole di Mosè, che egli scrisse sulla caduta nel peccato, è il seguente:
2. Gen. 3,15: “Io, Eloim, manderò un Salvatore che ti libererà dal peccato commesso”.
3. Isaia 59,20: dice: “Verrà a Sion il Salvatore (o Redentore)
per coloro che in Giacobbe o (in
Israele), si distoglieranno dal peccato,
dice Jehova”.
4. Isaia invoca Dio e dice [64,7]: “Jehova! Tu sei nostro Padre, noi siamo
argilla, Tu sei il nostro Vasaio (ovvero Creatore), e noi tutti siamo Opera delle Tue mani, (quindi figli di Dio)”.
5. Isaia 43,14 e 15: “Così parla Jehova, il vostro Redentore, il
Santo in Israele:”. – “Io sono Jehova, il vostro Santo, il Creatore d’Israele,
il vostro Re”.
6. Isaia 44,24: “Così parla Jehova, il tuo Redentore e il tuo Vasaio fin dal ventre materno:
‘Io sono Jehova che ha creato tutto, che da solo ha disteso il Cielo e fondato
la Terra’ ”.
7. Salmo 19,15: Davide disse: “… Jehova, mia Roccia e mio Redentore”.
8. Isaia 54,5: “Tu, (anima mia!) Colui che
ti creò, è tuo Sposo, Jehova Zebaoth è il Suo Nome ed è il tuo Redentore, il
Santo in Israele, Egli è chiamato Dio su tutta la Terra”.
9. Geremia 50,34: “Potente è il loro Redentore, Zebaoth è il Suo Nome”.
10. Isaia 44,6: “Così parla Jehova, il Re d’Israele e il suo Redentore, Jehova Zebaoth:
‘Io sono il Primo e l’Ultimo, e fuori di Me non c’è nessun Dio’ ”.
11. Salmo 130,7-8: “Spera in Jehova, o Israele, perché presso Jehova c’è Compassione e
potente Redenzione. Egli libererà Israele da tutti i suoi misfatti”.
12. Salmo 78,35: “Si ricordarono che Jehova era la loro Roccia, e Iddio altissimo il
loro Redentore”.
13. Isaia 54,8: “Solo per breve tempo (Israele) ti
ho abbandonato, ma voglio aver Pietà di te con eterna Grazia; così parla Jehova
il tuo Redentore”.
14. Isaia 49,7: “Così parla Jehova, il Redentore d’Israele, il suo Santo: i re vedranno
e si leveranno, e i principi si prostreranno a Jehova, perché Egli è fedele
come Santo d’Israele che ti ha eletto”.
15. Isaia 48,17: “Così dice Jehova, il tuo Redentore, il Santo in Israele, Io sono il
Signore Iddio tuo che ti insegna ciò che è utile e ti guida sulla via che
percorri”.
16. Isaia 47,4: “Il nostro Redentore è Jehova Zebaoth, il Santo d’Israele che dice: …”.
17. Isaia 41,14: “Io ti aiuto, dice Jehova; e il tuo Redentore è il Santo d’Israele”.
18. Isaia 45,11 e 15: “Così parla Jehova, il Santo in Israele e suo Creatore”. – ” In verità,
Tu sei un Dio nascosto, Tu, Dio d’Israele, Salvatore”.
19. 2° Samuele 22,2-3: Davide disse: “Jehova è la mia Roccia, il mio Rifugio e
il mio Salvatore. Iddio è la Roccia sulla quale io confido, Egli è lo Scudo e
il Corno della mia salvezza. Tu sei la mia difesa, il mio rifugio e il mio
Salvatore che mi liberi dal misfatto”.
20. Isaia 60,16: “Tu devi sapere che Io sono Jehova, tuo Salvatore e tuo Redentore, il
Potente in Giacobbe”.
21. Isaia 49,26: “Ogni carne deve sapere che Io sono Jehova, tuo Salvatore e tuo
Redentore, il Potente in Giacobbe”.
22. Isaia 43,1 e 3: “Così dice Jehova che ti ha creato o Giacobbe, ed ho formato te,
Israele: ‘Non temere, poiché ti ho salvato, Io ti chiamo col tuo nome, tu sei
Mio”. – “Poiché Io sono Jehova, tuo Dio, il Santo in Israele, il tuo Salvatore”.
23. Isaia 43,11: “Io sono Jehova, e fuori di Me non c’è nessun Salvatore (o
Redentore)”.
24. Isaia 45,21: “Io, Jehova, ho fatto tutto, e non c’è altro Dio fuori di Me; Io sono
un Dio giusto e Salvatore e non c’è nessun altro fuori di Me”.
25. Osea 13,4: “Io sono Jehova, tuo Dio, e non devi riconoscere nessun altro Dio che
Me, e non esiste nessun altro Salvatore che Me”.
26. Isaia 45,21-22: “Io, Jehova, sono un Dio giusto e Salvatore e fuori di Me non c’è
nessun altro Dio e nessun altro Salvatore. Rivolgetevi a Me, e sarete salvi voi
tutti dalle estremità della Terra, perché Io sono Dio e non ce n’è nessun altro”.
27. Isaia 45,14-15: “Jehova dice ad Israele: Essi ti diranno: presso di te c’è Dio, e al di
fuori di Lui non c’è nessun altro Dio. In verità, Tu sei un Dio nascosto
d’Israele, suo Salvatore”.
28. Malachia 3,1: “Ecco, Io (Jehova) voglio mandare
il Mio angelo Elia che dovrà preparare la via dinanzi a Me. E verrà al Suo
Tempio (spirituale) il Signore
Zebaoth che voi aspettate ed è il messaggero di Dio (come Messia) del Patto, messaggero che voi bramate, ecco,
Egli viene, Egli viene! Dice Jehova Zebaoth”.
29. Michea 5,1: “E tu, Betlemme di Efrata! In verità sei piccola (come luogo) tra le stirpi di Giuda, ma da te Mi uscirà
Colui che dovrà regnare su Israele. Le sue origini son dall’inizio dei giorni
antichi”.
30. Isaia 7,14: “Il Signore stesso darà alla casa di Davide e d’Israele un segno: Ecco,
la vergine sarà gravida e partorirà un figlio, e Lo chiamerà Emmanuel che
significa ‘Dio con noi’ ”.
31. Sofonia 3,16-17: “In quel giorno si dirà a Gerusalemme e a Sion: Jehova, il tuo Dio è
presso di te, Egli è un potente Salvatore”.
32. Zaccaria 12,1 e 10: “Le profezie di Jehova su Israele: così dice
Jehova che ha disteso i cieli, fondato la Terra e formato l’Odem (ovvero
spirito di Dio) nell’intimo dell’uomo”. –
“Sulla casa di Davide e su Gerusalemme Io effonderò lo Spirito (Santo) della Grazia e dell’adorazione; e
guarderanno a Me (Jehova), Colui che
essi hanno trafitto, e si affliggeranno per Me come si affliggono per un unico
figliuolo, e si tormenteranno per lui come ci si tormenta per il primogenito”.
33. Luca 1,46-47: “Allora Maria disse: ‘L’anima mia glorifica il Signore e lo spirito mio
esulta in Dio, mio Salvatore!’ ”.
34. Luca 2,10-11: “L’angelo disse ai pastori: ‘Ecco, vi porto una lieta novella che sarà
di grande gioia per tutto il popolo, perché oggi, nella città di Davide, vi è
nato il Salvatore che è Cristo, il Signore’ ”.
35. Giovanni 4,42: “I samaritani dissero alla donna: ‘Noi stessi abbiamo udito e
riconosciuto che Questi è veramente il Cristo (ovvero il Messia) il Salvatore del mondo’ ”.
36. L’evangelista
Giovanni vi riporta parecchie Mie enunciazioni, tra queste, le seguenti,
attraverso le quali Io, Gesù, designai Me stesso come Dio-Padre:
37. – Giovanni 10,30: “Io e il Padre siamo Uno”.
38. – Giovanni 12-45: “Chi vede Me, vede Colui (Padre)
che Mi ha mandato”.
39. – Giovanni 14, 8-10: “Il discepolo Filippo Mi disse: «Signore,
mostraci il Padre, del Quale Tu parli; ed Io gli risposi: già da tanto tempo
vado con voi e non Mi avete riconosciuto? Filippo, chi vede Me, vede il Padre, come
puoi allora dire: mostraci il Padre? – Non credi che Io (attraverso il Mio
Amore) sono nel Padre, e il Padre
(attraverso il Suo Amore) è in Me?
Gl’insegnamenti che Io vi espongo non sono da Me stesso (dalla Sapienza di
Dio, ma anche dal Padre come l’Amore in Dio); ma il Padre che dimora in Me è Lui che fa le opere attraverso il Suo
Amore (attraverso il Mio Amore per gli uomini).
40. Giovanni 1, 1-14: “Nel principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e Dio era la
Parola e la Parola è divenuta carne e dimorò in mezzo a noi e noi abbiamo
veduto la Sua divina Magnificenza (alla trasfigurazione sul monte Tabor)”.
41. 1° Cor. 1,24: “Cristo è la divina Sapienza e Potenza”.
42. 1° Giovanni 5,20: “Cristo è il vero Dio e la Vita eterna”.
43. Colossesi 2,9: “In Cristo dimora tutta la pienezza della Divinità”.
44. Atti 4,12: “Pietro disse al Consiglio
radunato degli scribi e farisei: “Non vi
è Salvezza in nessun altro, e anche nessun altro Nome sotto il Cielo è dato
agli uomini, nel quale dovremmo diventare beati, se non Gesù Cristo»”.
45 Dalle
citazioni menzionate risulta evidente che Jehova, come Padre, ovvero l’Amore in
Dio, porta tutti i titoli e dignità che attraverso le profezie andate in adempimento
Io, Gesù, quale personificata Sapienza dell’Amore di Dio, chiamato
spiritualmente Padre, portai; poiché Io, Gesù, sono chiamato ‘Redentore’,
‘Salvatore’, ‘Re’, ‘Dio Padre’, il che nell’ebraico antico significa ‘Jehova’.
Quindi anche ‘Roccia’ in molti versetti della Bibbia, poiché Roccia è chiamata
la verità e la Verità, Dio (Dan. 4,34); infatti, lo Spirito di Verità, come
rivelano i menzionati versetti dell’Evangelo di Giovanni, ero appunto Io,
Cristo, perché Dio stesso. Quindi Jehova nelle citazioni menzionate è chiamato
il Creatore d’Israele, e Giovanni, Pietro e Paolo vi affermano che Dio,
attraverso la Sua Sapienza (che Lui chiama spiritualmente Figlio o Parola di
Dio), ha creato il mondo e tutto ciò che vi esiste.
46. Che Io, Gesù Cristo, abbia creato il mondo, lo
dice anche Mosè, perché egli dice: “In
principio Elohim creò il Cielo e la Terra”. – Nell’ebraico antico, sotto
Elohim s’intendeva che era stata la Potenza di Dio a creare, e la Potenza di
Dio, secondo Paolo [1° Cor. 1,24], è chiamata ‘Cristo’. Questa Potenza compare
ora, secondo i fatti delle Sacre Scritture, come lo Spirito Santo, e lo Spirito
Santo è l’Esecutore dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza di Dio.
47. Swendenborg,
il chiaroveggente più importante del 18° secolo nella storia della Creazione,
annota che nel vero Cielo, dove vengono i figli di Dio, non si conosce nessun
altro Dio che Me, Gesù Cristo».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Che lo
Spirito di Cristo dimori in voi, lo testimonia un versetto di Paolo [Gal. 4,6]
che suona così: “Poiché voi siete
figliuoli di Dio, Iddio mandò lo Spirito del Figlio Suo nel vostro cuore, il
quale esclama: Abba, caro Padre!”. Paolo dice la stessa cosa nella lettera
ai Romani 8,15-17: “Voi non avete
ricevuto uno spirito di servitù (da Dio), per ricadere nella paura (della morte della carne nell’adempimento
della Volontà di Dio), ma avete ricevuto
uno spirito di figliolanza (dell’Amore di Dio), per questo esclamiamo: Abba, caro Padre. Questo Spirito (divino, Gesù) ci
dà la convinzione che siamo figli di Dio. Ma se siamo figli, allora siamo anche
eredi, eredi di Dio (dei Suoi mondi) e
coeredi di Cristo (quando camminiamo nelle Sue orme) attraverso la sofferenza per la Magnificenza del Cielo”. –
Ulteriori prove sulla dimora di Dio in voi le trovate nei seguenti versetti
delle Sacre Scritture:
2. – Tessalonicesi 4,8: “Chi
rigetta la (pura) parola di Dio
(come Cristo stesso la espose nei tre anni dei Suoi insegnamenti), non rigetta l’Uomo che la espone, bensì Dio,
di Cui possediamo lo Spirito”.
3. – Paolo disse agli Efesini in 4,6: “Egli è un solo Dio e un Padre di tutti noi, il Quale è al di sopra di
tutti voi e attraverso voi tutti e in voi tutti”.
4. – Qui fanno parte anche i versetti di Paolo che scrisse ai
Corinzi e ai Romani: “Non sapete voi che
siete il Tempio di Dio e lo Spirito di Dio dimora in voi? Se qualcuno rovina il
Tempio di Dio, Dio rovinerà lui, poiché il Tempio di Dio è santo e voi siete
questo Tempio” [1° Cor. 3,16-17].
5. – Inoltre: “Non sapete voi
che il vostro corpo è un Tempio dello Spirito Santo che dimora in voi, Spirito
che avete ricevuto da Dio, e che non appartenete a voi stessi?” [1° Cor.
6,19].
6. – Ai Romani 8,11, Paolo scrisse: “…che lo Spirito di Colui che ha risuscitato (spiritualmente) Gesù Cristo dai morti, renderà la vita anche
ai vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che dimora in voi”.
7. – Nella 2° lettera ai Corinzi 6,16, Paolo, sulla dimora di Dio
nell’uomo, dice: “Voi siete un Tempio del
Dio vivente, come disse Iddio: ‘Voglio dimorare in loro e camminare tra di
loro; Io sarò loro Dio, ed essi saranno il Mio popolo’ (se osserveranno i
Miei Comandamenti)”.
8. – Paolo domanda ai suoi seguaci: “Non sapete che Gesù Cristo è in voi?” [2° Cor, 13,5]. – E di se
stesso dice: “Cristo vive in me”
[Gal. 2,20].
9. Giacché
Io, Dio, Gesù Cristo stesso, dimoro in voi perciò in voi dimora l’eterna Vita
che è il Cielo, è giusto quello che dice Luca sul luogo dov’è il Cielo.
Infatti, non dice che il Cielo è al di sopra le stelle, bensì: “Il Regno di Dio è dentro di voi” [Luca
17,21]. Perciò Io, Gesù, dico nei libri dettati da Me stesso: “Io sono da trovare solo nel cuore, perché
è là dove Io dimoro”. Infatti, Dio è uno Spirito e dimora nel cuore degli
uomini, perciò Io, Gesù, insegnai: “Pregate
Dio nello Spirito (del vostro
amore nel cuore)” [Giov. 4,24], “perché
è là la silenziosa cameretta dove voglio essere adorato in amore e umiltà”
[Matt. 6,6].
10. In verità
voi adorate Dio attraverso le opere dell’amore e della misericordia verso il
prossimo, che Io spiego nel libro ‘La Guida di Martin Lutero nell’aldilà’
(accanto al samaritano misericordioso) in cui fornisco i più belli ed
eccellenti esempi. Da ciò è evidente che il Mio Spirito divino dimora in ogni
uomo, poiché senza di Me, l’uomo non sarebbe uomo, bensì un animale limitato
nel pensare, creare e perfezionarsi, come lo sono gli animali. E poiché lo
Spirito di Dio non è nessun altro Spirito che quello dell’uno e trino di Dio
Gesù Jehova Zebaoth, che rappresenta l’Amore, Sapienza e Onnipotenza come
Padre, Figlio e Spirito Santo nella rispondenza spirituale in Dio, è vostro
compito rendere vivamente attivo questo Spirito in voi attraverso l’amore,
umiltà, pazienza e adempimento della Parola divina.
11. I profeti
e gli apostoli avevano la Parola interiore. Non credete tuttavia che i profeti
e gli apostoli siano stati uomini più diversi di quanto lo siete voi, oh, no!
Essi erano uomini di carne come voi e perciò sottoposti a tutte le tentazioni
come voi, cosa che Paolo stesso lamenta amaramente, facendo egli il contrario
di ciò che avrebbe voluto fare. Pietro disse al miracolo della pesca: “Signore, allontanati da me, perché io sono
un uomo peccaminoso”; e quindi voi troverete anche tra i profeti dei grandi
peccatori, ma essi fecero penitenza ed Io perdonai le loro mancanze ed ebbi
nuovamente relazioni con loro».
*
12. (un’osservazione su ciò da Schumi):
Quindi anch’io ho dovuto lavorare attraverso il pentimento e un rigoroso
adempimento della Volontà divina, per ottenere la Parola profetica interiore,
attraverso la quale io ricevo dal Padre Gesù le profezie e le parole d’Amore
per i Suoi figli. E vedete, questo Padre Gesù dimora completamente in me, così
come disse Paolo di se stesso: “…e Questi è Colui che mi detta quale Gesù
Cristo e nessun altro”. – Si deve tuttavia distinguere rigorosamente il segno
caratteristico del medium di Dio o del Padre, dai medium spiritistici che
scrivono, come si distingue l’oro dall’argento, anzi ancora molto di più,
talvolta così forte come si distingue l’oro dal piombo.
13. Poiché ci
troviamo nel tempo del ritorno di Cristo, tutte le fazioni di fede sono
accerchiate da un impulso del cercare e indagare la verità, essendo spinti
dallo Spirito di Cristo che dimora in ciascuno! – Gli uomini sono però così
fortemente ottenebrati con le parole della Sacra Scrittura falsamente
interpretate, che non conoscono il santo Sole dell’eterna Vita, ‘Gesù Cristo’,
e quando si parla loro della Luce centrale cristiana-teosofica, dicendo che noi
tutti abbiamo i nostri Insegnamenti direttamente da Cristo, non ci credono e
accusano di eresia noi e Cristo nella Parola dal Suo Amore. Perciò il caro
Padre Gesù il 21 maggio 1904 alle 6 del mattino mi ha detto: «Finché non farete conoscere Cristo come Dio
Padre tra gli uomini, fino ad allora non succederà che Mi possiate proclamare
tra il popolo», vale a dire i nostri libri cristiano-teosofici che sono le
nuvole dalle quale Cristo stesso istruisce i Suoi figli, come sta scritto nei
profeti Isaia e Geremia: “Saranno tutti
ammaestrati da Dio stesso” [Giov. 6,45]. Alla mia domanda su cosa devo
fare, il Padre ha risposto: «Distribuisci
la prima metà del libretto “Cristo e la Bibbia!”». E così è sorta questa
piccola, ma, secondo il suo contenuto, importante opera.
[indice]
۞
Il Padre
Gesù ci illumina sulle cause del perché Egli fu crocifisso dai giudei, sebbene
fosse il loro Dio e Re spirituale.
Zurigo,
21 luglio 1904
(parla Gesù):
1. «La
domanda sul perché i giudei hanno crocifisso Me, Cristo, non è chiara a tutti,
perciò vi voglio rispondere brevemente:
2. Essi
erano il popolo eletto. Io, Jehova, loro Dio, avevo relazioni con loro e li
guidavo attraverso i Miei profeti e giudici. Diedi loro quelle profezie che
sarei venuto come Messia celeste o Re con grande magnificenza sulla Terra, e li
avrei liberati dalle loro catene. Essi erano mondani, perciò uomini di
sentimenti materiali, e per questo afferravano le semplici parole spirituali
delle profezie materialmente e speravano da Me, loro Jehova quale Messia, che
Io li avrei resi liberi dai Romani ed avrei fatto di loro i dominatori del
mondo. E poiché questo non si avverò in Me, non Mi riconobbero e pensarono che
Io fossi un falso profeta e sobillatore del popolo contro il Tempio e contro i
Romani, senza che Io stesso volessi stendere la mano contro i Romani. Perciò Mi
afferrarono e crocifissero nella loro cecità e tenebra spirituale. Ed Io
permisi che essi esercitassero su di Me il loro crimine, per mezzo del quale,
poi, il peccato originale[43]
di Adamo e di tutti gli uomini da lui provenienti furono cancellati sulla croce
mediante il Mio Amore, affinché i figli giungessero di nuovo al loro Padre
spirituale, dal Quale furono separati dal peccato originale fino alla Mia morte
sulla croce, poiché, tramite questa, ho cancellato il loro passato peccato ed
ho reso libera la via che porta a Me».
[indice]
۞
(parla Gesù):
1. «Si
domanderà incuriositi: “Sì, ma quale fu veramente la causa che proprio Dio
stesso doveva soffrire per i peccati degli uomini?”. Vedete, la causa della Mia
sofferenza per il peccato originale fu la seguente:
2. Quando
Io, Iddio, creai Adamo ed Eva, (per dare l’opportunità all’umanità di poter di
nuovo rientrare nella Patria di Luce), diedi loro un severo divieto verso
l’impudicizia, ma la forza di resistenza dei vostri progenitori fu debole, e
caddero. Appena fu commesso il peccato, la Sapienza s’infiammò nel fervore, che
è la Santità in Dio, la quale sapeva che, come in Adamo, tutti gli uomini
discendenti da lui e dopo di lui avrebbero commesso i peccati spiritualmente, e
poiché l’intera umanità discende dagli spiriti animici dei progenitori, anche
loro, ognuno per se stesso, avrebbe dovuto umiliarsi e percorrere la via della
croce, della sofferenza e del morire, per conquistare di nuovo la figliolanza
di Dio perduta attraverso il peccato originale, come Io, Gesù, lo feci più
tardi per tutti voi.
3. La
condizione della Sapienza non piacque all’Amore in Dio, poiché all’Amore
facevano pietà le povere creature, e perciò l’Amore si separò dalla Sapienza e
Le disse: “Fa’ Tu stessa questo, poiché
io non sono d’accordo!”. – E poiché alla Sapienza, senza il Suo Amore,
tutto era deserto e vuoto, prese su di Sé le condizioni poste da Se stessa e
comunque le portò in adempimento, perché ciò che l’Amore o la Sapienza in Dio
esprime una volta fermamente, non può più essere annullato, come sono soliti
fare gli uomini di debole volontà. Così la Santità di Dio in Gesù riconciliò i
Suoi figli con Se stessa, e aprì loro il
superiore, ovvero il Cielo dei figli. Perciò Io, Gesù, dissi sul Mio
mandato sulla Terra le seguenti parole: “Iddio
ha tanto amato il mondo che ha mandato il Suo unigenito Figlio sulla Terra,
affinché tutti coloro che credono in Lui non vadano in rovina
(spiritualmente), ma ottengano la vita
eterna” [Giov. 3,16]. Perciò Giovanni il Battista chiama Me, Gesù: “L’Agnello di Dio che porta i peccati del
mondo” (e li toglie - [Giov. 1,29]).
4. Sul perdono dei peccati (del primo legame
per mezzo di Cristo sulla croce), Davide nel Salmo 3,3-4 dice: “Jehova
perdona tutti i tuoi peccati e guarisce tutte le tue infermità. Egli libera la
tua vita dalla rovina e t’incorona con Grazia e Misericordia”. Prima che
Io, Jehova in Cristo, abbia permesso che Mi si potesse catturare e uccidere
secondo la carne, per il peccato originale, ci sono stati talvolta dei
tentativi per lapidarMi (nel Tempio di Gerusalemme e nella sinagoga a Nazareth)
o altrimenti, catturarMi [Luca 13,32]; ma il tempo non era ancora maturo per
questo, come lo riferisce il Salmo 21,12: “Essi
pensavano di farti del male, e facevano complotti che non potevano eseguire”.
– Ai farisei che dicevano: “Se fossimo vissuti
al tempo dei nostri padri, non ci saremmo resi complici nel versare il sangue
dei profeti, Io rinfacciai: “Ma così
testimoniate di voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i profeti”
[Matt. 23,30-32]. E poiché il popolo ammetteva apertamente: “Questi è il
profeta di cui aveva parlato Mosè”, Io, Gesù, feci una lieve allusione a Me
stesso, cosa che anche i farisei faranno di Me, esclamando loro: “E voi colmate la misura dei vostri padri! –
Voi, serpenti e razza di vipere! Come volete sfuggire alla condanna della
geenna?” [Matt. 23,33]. Dissi ancora: “Io
sono venuto a portare un fuoco sulla Terra (tra gli uomini) e quanto desidero che sia già acceso
(l’amore per Dio e per il prossimo)! Ma
devo prima farMi battezzare col battesimo (di cui profetizzai in anticipo,
che questo sarebbe avvenuto nel Mio stesso Sangue, e me ne andai); e quanto Mi sento angustiato, finché non sia
compiuto!”. [Luca 12,49-50]. – Cosa che alludeva ai Miei dolori, dei quali
alcuni pensano che Io, Gesù, non sentissi nessun dolore! Come Dio certamente
no, ma come Uomo, certamente del tutto; in caso contrario sarebbe stato un
inganno davanti agli occhi degli spettatori e una bugia nei confronti di tutti
gli uomini. In un’altra occasione Io, Gesù, dissi ai Miei discepoli: “Voi non sapete ciò che chiedete. Potete
anche voi bere il calice che Io berrò, e lasciarvi battezzare con il battesimo
col quale sarò battezzato Io?” [Matt. 20,22].
5. Pietro affermò che Gesù chiamava fratelli gli uomini, e non se ne
vergognava dichiarando: “Voglio
annunciare il Tuo Nome, Jehova, ai Miei fratelli, e nel mezzo della comunità
dei fedeli cantare lode a Te” [Sl. 22,23]. E un’altra volta: “Voglio confidare in Lui” [Is. 8,17]. –
E nuovamente: “Ecco, qui sono Io e i
figli che Dio Mi ha dato” [Is. 8,18]. Ora, dopo che i figli hanno lasciato
carne e sangue, Lui li riceverà ugualmente, affinché con la morte tolga il
potere a colui che aveva il potere della morte, e questi è il demone, e li ha
liberati, perché attraverso la paura della morte dovevano essere servitori per
tutta la vita (della morte dei peccati). Perciò Egli doveva essere uguale ai
Suoi fratelli, affinché diventasse misericordioso e un fedele Sommo Sacerdote
dinanzi a Dio, per riconciliare i peccati del popolo (dalla mancanza del primo
patto). Poiché dal fatto che Egli stesso ha sofferto ed è stato tentato, può
aiutare coloro che sono tentati.
6. Il
profeta Zaccaria riferisce oltre 500 anni prima del Mio ingresso in
Gerusalemme, ingresso che Io tenni il 21 marzo dell’anno 33 come Re spirituale
dei giudei [Zacc. 9,9], il che fu la causa principale della Mia crocifissione
avvenuta il 25 marzo. Lo stesso Zaccaria riferisce che il Messia diventò la
Vittima del peccato originale che Jehova con ciò rese nullo [Zacc. 11,10]. Alla
fine giunse il tempo in cui Io, Gesù, dovevo coronare la Mia missione. La
Dottrina era rivelata, ma era ancora da sopportare il più grande Atto d’Amore
di Dio per i Suoi figli, vale a dire il giudizio pronunciato da Dio attraverso
la sofferenza e la spaventosa morte della crocifissione da compiere su Lui
stesso, e con ciò riaprire la via che porta al Padre, via che il peccato
originale aveva sbarrato. L’adempimento di questo grande Atto d’Amore di Dio è
comunicato in anticipo attraverso i profeti nelle seguenti profezie: che sarà
Giuda Iscariota a tradire e vendere Me, Gesù, agli sgherri, quindi uno che
andrà in giro con Me, mangerà il pane con Me e con i Miei discepoli. Questi
versetti dai profeti, attraverso i quali Io stesso ho comunicato tutto ciò
prima, suonano così:
7. – Nel Salmo 41,9-10 si legge: “Essi hanno deliberato una cattiveria contro
di Me: quando Egli giacerà, non dovrà rialzarsi. Anche il Mio amico nel quale
confidavo, che mangiava il mio pane, ha alzato il calcagno contro di me”.
8. – In un altro versetto si legge: Salmo
55,13-15: “Se fosse stato un nemico a
volerMi oltraggiare, l’avrei potuto sopportare, e se da Me bussasse uno che Mi
odiasse, Mi nasconderei davanti a lui, ma sei tu, Mio compagno, Mio intimo
amico e Mio pari. Avevamo insieme dolce familiarità, e alla casa di Dio ce ne
andavamo insieme!”.
9. – Abdia, versetto 7, esprime la profezia a
questo tradimento: “Le persone sulle
quale hai posto la Tua consolazione, Ti inganneranno e Ti soggiogheranno;
mangeranno il Tuo pane e Ti tradiranno”. – Versetto 15: “Come hai fatto tu (o Giuda, poiché hai
consegnato Uno alla morte) dovrà accadere
di nuovo a te; e come hai meritato (uguale per uguale), così dovrà di nuovo venire sulla tua testa”.
10. Io, Jehova, ancora più chiaramente Mi sono
espresso sul tradimento di Giuda ed emisi su di lui il verdetto che si è
impiccato, nel Salmo 109,16-19: “Piuttosto,
non si è ricordato di usare benignità, bensì ha perseguitato un misero e
indigente (quale Uomo), che era
afflitto nel cuore, per farlo morire. Tanto amò la maledizione, poiché non
voleva la benedizione, allora la si allontani da lui!”. – Versetto 20: “Questa da Jehova è la ricompensa ai Miei
nemici, e a coloro che parlan male contro di Me”.
11.
– Salmo 71,10-11 menziona l’avvenimento
quando avvenne il tradimento e Caifa si consultò
con i suoi consiglieri, per mettere le mani addosso a Me, Gesù: “I Miei nemici parlano contro di Me, e
coloro che attentano all’Anima Mia, complottano l’un l’altro dicendo: Iddio Lo
ha abbandonato; inseguiteLo, prendeteLo, tanto non c’è chi Lo salva”.
12. – Zaccaria
nel 465 a.C. profetizza che il Messia sarà venduto per 30 monete d’argento, e
che questo denaro sarà poi gettato dal traditore nel Tempio, affinché sia dato
al pentolaio per il campo comprato come sepoltura per i forestieri [Zac.
11,12-13].
13. – Nel Salmo
31 è immortalata la scena fin dall’anno 1043 a.C., quando Caifa, davanti alla
domanda di congiura se Io, Gesù, fossi veramente il Figlio di Dio, si consultò
con i suoi consiglieri come si poteva catturare Me, Gesù, con accuse e
condannare a morte [Sl. 31,14].
14. – Isaia riferisce 723 anni prima di Cristo
che il Messia avrebbe sofferto per i peccati del primo patto, vale a dire per
il peccato originale.
15. – Isaia 50,6
riferisce 725 anni prima di Cristo in anticipo sulle percosse, ingiurie e sputi
nel cortile di Caifa.
16. – Isaia 53,7
profetizza 723 anni prima di Cristo sulla flagellazione di Cristo nel cortile
di Pilato.
17. – Isaia 5,7 profetizzò come i giudei
avrebbero ricompensato i Miei sforzi d’Amore: “… Egli sperava nel diritto, ed ecco: versamento di sangue
(attraverso la flagellazione) nella
giustizia; e le grida di accusa (crocifiggiLo!)”.
18. – Davide nel Salmo 42, versetto 10, parla di
quella scena quando Io, sotto la pressione dei nemici, percorsi la via da
Pilato al Golgota.
19. – Io, Jehova, 717 anni prima di Cristo, dissi
tramite Isaia: “Io la voglio alzare
(la croce), portarla (per voi) e salvarvi (dal grande abisso che esiste
tra voi e il Padre a causa del peccato originale). / “In verità, Io porterò aiuto a Sion e mostrerò ad Israele la Mia
Magnificenza” [Is. 46,4 e 13].
20. – Davide 1043 anni prima di Cristo, , e Isaia
718 anni prima di Cristo , riferiscono che al Messia saranno trafitti mani e
piedi, e che attraverso queste ferite procurate vi verrà la Salvezza. Che Isaia
non abbia copiato dalla notizia di Davide, lo dimostra il contenuto del testo.
–
21. – Isaia dice in un altro passo: “Ecco! Io Ti ho segnato nelle due mani
(il che significa appunto le ferite nelle due mani)” [Is. 49,16]. – Dice anche:
“E se qualcuno Gli domanda: «Che cosa
sono queste ferite nelle Tue mani? Allora Egli dirà: così sono stato messo
(sulla croce) nella casa di coloro che (ora)
Mi amano»”, il che indica il ritorno
di Cristo. Dell’innalzamento sulla croce oppure la crocifissione di Cristo
riferisce il profeta Isaia nell’anno 718 a,C. nel capitolo 52,13 con le
seguenti parole: “Ecco, il Mio servitore
(come Figlio dell’uomo) prospererà, si
eleverà e s’innalzerà molto in alto”.
22. Affinché a
nessuno, la cui Luce spirituale non splende ancora per afferrare le divine
rispondenze della Bibbia, venga l’idea errata che Io abbia preso
arbitrariamente i versetti e li abbia spiegati per essere questo e quello, vi
devo nel contempo far sapere che non vi spiego nulla senza ispirazione
superiore. – Anch’Io, Gesù, ho profetizzato in parecchi punti in tutti i
quattro Evangeli sulla Mia imminente elevazione sulla croce».
*
(parla Gesù):
23. «Sulle
false accuse davanti a Ponzio Pilato, come più sopra sono da leggere nell’imputazione
del verdetto di morte (vedi cap. 9), e che davanti a Pilato presentarono come
lagnanza, Io, Jehova, dissi attraverso il profeta Davide nel Salmo 109,2-5: “Perché una bocca empia e una bocca
fraudolenta hanno aperto contro di Me (Jehova) e parlano contro di Me con lingua di perfidia. Mi hanno circondato
con parole velenose e fanno guerra contro di Me senza motivo. In cambio del Mio
Amore mi muovono accuse, sono contro di Me e mi rendono male per bene e odio
per Amore”. – Anche versetto 24,25: “Le
Mie ginocchia tremano per il digiuno, e il Mio corpo è smagrito e scarno; son
diventato il loro scherno e quando Mi guardano scuotono il capo”.»
*
Sulle
sette parole dalla croce
(parla Gesù):
24. «Alle ore 12 di mezzogiorno
echeggiò la Mia prima parola dalla
croce nel momento di inconcepibili dolori, quando i chiodi spuntati penetrarono
la Mia carne tormentata ed Io, per il Mio Amore nel Cuore sopraffatto dal
dolore, implorai compassione per i Miei torturatori: “Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!”. Di
questa scena puramente divina riferiscono Davide e Isaia. Sulla derisione
presso la croce, dice Davide nel 1043 a.C.: “Io però sono un verme e non un uomo, una burla della gente e un disprezzo del popolo;
– tutti coloro che Mi vedono Mi scherniscono, spalancano la bocca e scuotono la
testa: ’Che si lamenti presso Jehova, Egli Lo salvi, Lo aiuti, se ha
compiacimento in Lui!’.” [Sl. 22,7-9]
25. Ed ora Io,
Jehova, attraverso il profeta Isaia 37,23-24 sollevai l’accusa e dichiarai loro
chiaramente: “Chi hai tu (popolo
d’Israele) deriso e diffamato e contro
Chi hai alzato la voce? Contro il Santo (ovvero Iddio) d’Israele hai drizzato i tuoi occhi! Attraverso i tuoi servitori hai
deriso il Signore!”.
26. – Il re Davide nel 1043 a.C. profetizza sulla seconda parola
dalla croce: “Ho sete”, cioè di
liberazione dai dolori e dal peccato originale, a cui Mi fu offerto da bere
fiele e aceto [Sl. 69,22].
27. – Davide sulla terza parola dalla croce, 1036 anni prima di
Cristo profetizza: “Mio Dio, Mio Dio,
perché Mi hai abbandonato?” [Sl. 22,2].
28. – La quarta parola:
“Donna, ecco tuo figlio e tu, Giovanni,
ecco tua madre”.
29. – La quinta parola:
“In verità ti dico, che oggi stesso sarai
con Me in paradiso”, queste due furono pure tra le profezie del profeta, ma
sono andate perdute.
30. – Davide nel 1043 a.C. annotò la sesta parola dalla croce: “Padre, nelle Tue mani raccomando il Mio
Spirito, Tu Mi hai liberato, Jehova, Tu Dio fedele” [Sl. 31,6].
31. – Isaia profetizzò 718 anni prima di Cristo la settima parola
dalla croce, che suona così: “È compiuto”,
attraverso la quale Io liberai Israele, che è ‘il genere umano’, con un’eterna redenzione dal peccato originale.
*
Sulla
flagellazione
(parla Gesù):
32. «La scena dolorosa della flagellazione fino
alla morte è in Isaia 63,1-9:
33. [Versetto 1]: “Chi è costui che viene da Edom, da Bozra con
vesti rossastre? Chi è costui, splendido nelle Sue vesti, che incede fiero
nella grandezza della sua grande forza (dell’anima)? Sono Io che insegno con Giustizia (Jehova in Gesù), e sono un Maestro per salvare” [Is.
63,1] .
34. [Versetto 2]: “Perché sono rosse le tue vesti, e perché i tuoi abiti sono come quelli
di chi pesta l’uva nel frantoio?”.
35. [Versetto 3]: “Io sono stato solo a pestar l’uva nel frantoio e nessuno tra i popoli
è stato meco. Li ho calcati nella Mia ira (nel fervore d’Amore), e calpestati nel Mio furore
(eliminato i peccati) e nella Mia collera
(fervore di verità). Perciò il loro
sangue (amore di tortura) è spruzzato
sulle Mie vesti ed ho macchiato tutti i miei vestiti”. –
36. [Versetto 4]: “Poiché è giunto il giorno della vendetta (della Misericordia), e l’anno della redenzione per i Miei”. –
37. [Versetto 5]: “Io guardai intorno, e non c’era nessun che Mi prestasse aiuto, e
guardai stupito, ma nessuno si unì a Me, bensì Mi dovette aiutare il Mio
braccio (forza dell’Anima), e il Mio
fervore d’Amore Mi sostenne ”.
38. [Versetto 6]: “Io li ho schiacciati nella Mia ira (liberati dai peccati nel Mio
Fervore d’Amore), e li inebrio nel Mio
furore (colmati con l’amore per Me) e
faccio scorrere il loro sangue sulla Terra (estinguo i peccati nelle
torture).
39. [Versetto 7]: (ora parla Davide) “Voglio ricordare della Grazia di Jehova e
della lode di Jehova in tutto ciò che Egli ha fatto, e la grande benignità
sulla casa d’Israele che Egli ha mostrato loro secondo la Sua Misericordia e
l’abbondante Grazia Sua”.
40. [Versetto 8]: “Poiché Egli dice: «veramente essi sono il Mio popolo, figli non
menzogneri (estranei). Perciò Egli
(Jehova) è il loro Salvatore in ogni
angustia»”.
41. [Versetto 9]: “Non un messaggero o un angelo, ma Egli stesso li salva nel Suo Amore e
nella Sua Longanimità. Egli li accolse (come figli Suoi) nell’Amore, nel Quale li portò fin
dall’eternità»”.
*
42. Sulla
spartizione delle Mie vesti tra i soldati romani e il tirare a sorte la Mia
sottoveste lo riferisce Davide nel 1043 a.C. nel Salmo 22,19.
43. Isaia
riferisce nel 717 a.C. che Io, Gesù, sarei morto tra due ladroni e sarei stato
sepolto nella nuova tomba del ‘ricco’
(Giuseppe di Arimatea) [Is. 53,9].
44. Zaccaria
513 anni prima di Cristo riferisce sul colpo di lancia; nella cui occasione il
soldato in questione percepì un indicibile dolore. (Sul Mio ritorno vi si
legge): “Essi guarderanno a Me, a Colui
che (un giorno) hanno trafitto e si
lamenteranno come sull’unico figlio e porteranno amara sofferenza per Lui, come
si porta la sofferenza amara per il primogenito”.
45. Che a Me,
Gesù, non furono spezzate le gambe, come era d’uso per i crocifissi, di questo
parlò specialmente Davide nel 1043 a.C. nel Salmo 34,21: “Egli (Jehova) Gli serba le
gambe, che non ne sia spezzata una”.
46. Davide nel
1025 a.C. profetizza che la pietra della fede divina, che i sacerdoti del
Tempio quali edificatori della fede hanno rigettato, è diventata davanti a
Jehova la pietra angolare [Sl. 118,22].
47. Circa 300
anni più tardi ovvero nel 723 a.C., Io, Jehova, dissi attraverso Isaia: “Io pongo come fondamento in Sion una
pietra, una pietra angolare, preziosa, fondamentale; chi confida in essa, avrà
ben costruito” [Is. 28,16].
48. Il Salmo
22 dell’anno 1043 a.C. e Isaia al capitolo 53 dell’anno 717 a.C., riferiscono
della sofferenza di Cristo e glorificano il Vincitore del Golgota, cui segue il
Salmo della vittoria 110, dove il Vincitore sul Satana del mondo, dal giorno
della morte del Suo corpo fino al giorno glorioso del ritorno e della Sua
assunzione del dominio spirituale del mondo, sarà celebrato e glorificato.
49. Il profeta
Isaia parla nel nome dell’uomo: “Jehova,
Tu stesso hai salvato amorevolmente la mia anima dalla fossa della rovina;
perché hai rigettato dietro di Te tutti i miei peccati” [Is. 38,17].
50. In Gal.
3,13 Paolo dice: “Cristo ci ha liberato
dalla maledizione della legge, poiché Egli stesso si è fatto maledizione per
noi; perché sta scritto (in Deut. v. 21-23): «Maledetto chiunque è appeso al legno»”.
51. Né Mosè né Paolo hanno compreso questo versetto,
perché se questo fosse da intendere materialmente, allora Io, Dio in Gesù,
sarei un maledetto, un condannato, perché per i vostri peccati fui appeso, per
Amore per voi! Quale sbadataggine – per l’inconcepibile Amore e Misericordia –
descriverMi ora come maledetto davanti a Dio e insegnate agli altri questa
sconfinata insensatezza!” – In verità vi dovete vergognare con il vostro
calcare la lettera della Bibbia! – La Parola è da intendere in modo puramente
spirituale e significa: separato da Dio è
ciascuno che, invece che allo spirituale, pende alla materia morta. In
altre parole, al mondano.
52. In un altro passo, Paolo dice ai Romani 10,4: “Termine della legge, infatti, è Cristo”.
Questo versetto, ‘la Legge’ che Io emisi sugli uomini,
significa: conquistarsi di nuovo il
diritto della figliolanza divina attraverso sofferenze e la morte sulla croce,
che mediante il Mio Amore per i figli l’ho abolita Io stesso.
53 Gli scritti dei profeti, al tempo del Mio cammino
di vita, erano esistenti ancora in originali; essi andarono perduti solo con
l’occupazione e la distruzione di Gerusalemme. Questo fatto mette fuori uso
ogni accusa dei Miei avversari di manipolazioni postume di frasi in questi
scritti antichi dalla vita di Gesù.
54. Soprattutto,
come avrei potuto raccontare ai due discepoli Cleopha e Barsaba Justus sulla
via che porta ad Emmaus tutti i versetti dai profeti, partendo da Mosè fino a
Giovanni, sulla Mia sofferenza e morte e sulla Mia resurrezione, e poterMi
appellare a questi, se non fossero già stati registrati da molti secoli, anzi
già da oltre mille anni? Perciò gli uomini che pensano in modo logico non si
dovrebbero porre tali osservazioni illogiche, poiché le dimostrazioni
dell’esistenza di questi uomini è fuori dubbio, esistendo ancora dimostrazioni
nascoste che vi metteranno in Luce la verità di questo fatto, poiché Io, Gesù,
vostro Dio, ve l’ho detto qui in anticipo! – Ma per dare comunque ancora una
parola di giustificazione per i Miei discepoli, i quali si appellarono proprio
a queste antiche profezie dei profeti su di Me, voglio rendervi attenti sul
fatto che il Talmud, come libro di storia dei giudei, avrebbe registrato
certamente il grande dissidio dei farisei contro gli apostoli e gli
evangelisti, se i versetti citati dai profeti non fossero stati nei Miei discepoli
e in Paolo, bensì inventati. Inoltre si deve considerare che i giudei dovevano
imparare a memoria la Bibbia, così come oggigiorno i protestanti. Come avrebbe
potuto allora aver luogo il pur minimo inganno e menzogna, senza essere notato
subito dai farisei e da tutto il popolo ed essere attaccati? – Quest’unico
fatto, che il Talmud non accusa gli apostoli e gli evangelisti di nessuna
falsificazione delle antiche Scritture, basta per riconoscere i Miei discepoli
come uomini di verità. Anzi, ancora di più, chiedo: “Come mai che proprio i
giudei ortodossi che ancora oggi non vogliono saper niente di Me, nel loro
Antico Testamento che essi hanno dai giorni del cristianesimo negli scritti in
originale, né nell’anno 70 dopo la distruzione di Gerusalemme, né più tardi,
sanno qualcosa di un inganno nella loro Bibbia?”. Questo fatto è tuttavia
chiaro come il Sole che non si deve parlare di un inganno o menzogna mediante
interpolazione o inserimento di profezie non esistenti prima e in così grande
quantità, per non essere derisi dai giudei ortodossi stessi. –
55. Potrebbe
però anche essere fatta un’obiezione dal fatto che qualcuno potrebbe sostenere:
“La storia di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento è un romanzo proveniente dalle
profezie sulla venuta del Messia nel Vecchio Testamento, quindi una favola
finemente ordita che si poggia sulle fonti del Vecchio Testamento, perciò
incontestabile o perlomeno non da considerare come romanzo”.
56. Quest’obiezione
si può confutare con questo: che le dimostrazioni incontestabili dalle profezie
adempiutesi parola per parola, furono date inizialmente già sui paesi d’Egitto,
Babilonia, Fenicia e Palestina; d’altra parte si deve prendere in
considerazione che un uomo onesto non ritiene Dio, i profeti e gli apostoli per
menzogneri e ingannatori di popoli, bensì per esseri della verità, in quanto si
tratta della salvezza dell’anima degli uomini.
57. Nel
Vecchio e Nuovo Testamento non sono forse dati insegnamenti che indicano Dio
come Autore, e sono affluiti per la salvezza animica dell’umanità? Solo degli
uomini ignoranti, sbadati e di spirito tenebroso negano il loro riconoscimento
alle parole della Bibbia del Vecchio e Nuovo Testamento! – Un illuminato dallo
Spirito di Dio, mai, perché egli penetra nelle profondità dei misteri di Dio che
si trovano nelle parole della Bibbia, e si delizia e rallegra nella loro Luce
divina.
58. Volete voi
rigettare le Sacre Scritture? Siete liberi di farlo, – ma facendo ciò avete
rigettato Me, Jehova in Cristo, e per il vostro inferno non avete bisogno di
nient’altro! – Amen!
59. C’è
tuttavia ancora un punto aperto, vale a dire: ci sono tali, che semplicemente
negano l’esistenza di Cristo e degli apostoli! – Ora vi domando: “Come poteva sorgere il Nuovo Testamento,
senza Cristo e senza apostoli? Come poteva svilupparsi una religione
completamente nuova sotto il nome di Cristo e cristianesimo? Chi furono i
protagonisti di questa religione che scosse il mondo, che riuscì a mettere in
opera qualcosa di così imponente contro gli déi pagani? Da dove provenne questa
illuminante convinzione per la verità della nuova Parola, tanto che si
presentarono a frotte i seguaci e sopportarono i tormenti più spaventosi fra le
torture e perfino con la morte, piuttosto che lasciarsi convincere e distrarre
da altro?”
60. Ogni
grande idea ha bisogno di sacrificio, quindi anche il cristianesimo è costato
circa due milioni di uomini, e dunque è stato proprio lo Spirito della potenza
proveniente dal Mio Spirito che infiammava i valorosi combattenti per la verità
e li faceva procedere impavidi alla morte per la fede! – I critici deboli di
spirito e sbadati dovrebbero tenere in considerazione che al vertice di ogni
grande movimento che scuote il mondo deve stare qualcuno, a motivo del quale il popolo si muova, si agiti e
s’infervorisca per la buona causa. Quindi là vi stavo Io, in verità, invisibile
all’occhio carnale, – ma in spirito, fortemente operante nei Miei figli, e
questo fu il fuoco spirituale che infiammò i coraggiosi combattenti per la
verità della fede e fece di loro i protagonisti della faccenda.
61. Sì, negare
si può, davanti a degli uomini stolti. – Dimostrare, però, no; poiché le
ipotesi non sono realtà, e il negare la verità senza poter dimostrare che essa
non è verità fa onore soltanto agli imbecilli, – mai però fa impressione agli
uomini di serietà, onestà e amore per la verità! –
62. Ci furono,
infatti, migliaia e migliaia di testimoni oculari in tutta la Palestina che Mi
videro personalmente, Mi udirono esporre la Mia Dottrina e videro perfino le
Mie meravigliose guarigioni, e alcuni le provarono su se stessi. Io ero l’Uomo
più conosciuto, il grande Profeta, il discendente del loro grande e famoso re
Davide, un Figlio di Dio, il Messia, sotto il cui Nome si celava la Forza del
loro Onnipotente Iddio Jehova! –
63. Vedete, la
Parola di un tale Uomo significava qualcosa, poiché operava esteriormente, e il
Mio Spirito di Dio operava interiormente, perciò quest’entusiasmo per la fede,
perché fluiva dalla potenza di Dio del Mio Spirito; da ciò questo coraggio che
disprezzava la morte, suppliva per la Verità, poiché la ricompensa era il
ritorno a casa del figlio quale eroe per la causa della Mia Casa. Questo fatto,
da uomini deboli, delicati giovinetti e giovinette, come anche da adulti ed
eroi vegliardi, formò leoni in fatto di coraggio e forza, tanto da non temere
la cosa più spaventosa delle crudeli torture e la morte, bensì capaci di
sacrificare pieni di gioia la loro vita per la fede. Se sorgerà la Verità come
una Luce dall’Alto, allora illuminerà il complesso della vostra essenza, tanto
che penserete così come pensa un uomo nel quale splende lo Spirito del Mio Io
divino, come Luce centrale di ogni vita, ed emanerà raggi alla Verità e all’Amore
per Colui che è vostro Dio e Padre, e vi riferirà queste Parole dell’Amore e
della Verità. – Amen!
64. Quindi,
voi vedete che quasi ogni punto nella storia della sofferenza fu profetizzato
in anticipo dai profeti, e questo è per voi una sufficiente dimostrazione che
Io, Cristo, ero Dio stesso, poiché non si può riferire qualcosa di simile di
nessun uomo al mondo, che la storia della sua vita fosse stata rivelata
centinaia e migliaia di anni prima, e in più in tutti i particolari. La
profezia fatta qui su di Me, Gesù, dovrebbe ben far riflettere gli uomini che
pensano logicamente, prima di dir qualcosa, per non essere successivamente
deferiti dell’inesattezza delle loro accuse; infatti, quanto più grande è la
lotta contro Cristo, tanto più grandi dimostrazioni contro gli avversari
saranno portate nel momento giusto alla luce del giorno!»
[indice]
۞
Profezia
sulla Risurrezione
(parla Gesù):
1. «Il re
Davide, 1043 anni prima di Cristo, profetizza che Io, Jehova, non avrei
lasciato il Mio Amato putrefarsi nella tomba, Amato che sul monte Tabor chiamai
“Mio amato Figlio”. In Matteo Io,
Gesù, profetizzai che sarei giaciuto tre giorni nella tomba, e in Marco, Luca e
Giovanni che il terzo giorno sarei risorto dalla morte.
2. Dal giorno della Mia resurrezione dai morti il Mio
corpo non fu più visibile agli occhi carnali degli uomini, all’infuori di
quella volta quando ai Miei discepoli e credenti aprii gli occhi spirituali.
Infatti, con la Resurrezione, la Mia divina Onnipotenza trasformò il corpo di
carne di Cristo nell’involucro spirituale dell’Amore e della Sapienza divina,
ovvero del Padre e del Figlio in Dio, da ora in poi invisibile. Il cui
Involucro, di conseguenza, fu occupato dallo Spirito dell’Amore in Dio con la
Mia Anima, che è ‘il Figlio’, ovvero la Sapienza in Dio, perché tramite la Mia
resurrezione, l’Iddio e Creatore del mondo diventato Uomo, rientrò nella Sua
divina Essenza primordiale, ma con la differenza che prima di questo, nessuno
poteva vedere Iddio nello stato assoluto.
3. Da questo momento in poi, invece, Mi lascio
contemplare nel Corpo di Cristo dai Miei amati figli, faccia a faccia, il che
procura ai prescelti i più grandi godimenti di beatitudine».
۞
Profezie
sugli effetti e conseguenze della comparsa del Messia
(parla Gesù):
1. «Il
profeta Daniele, 543 anni prima di Cristo, profetizza che a causa
dell’assassinio del Messia, Gerusalemme sarebbe stata distrutta, e che per
questo motivo sarebbe cessato una volta per sempre il sacrificio giudaico della
macellazione e aspersione.
2. – Isaia annunciò che attraverso il Messia il Regno di Dio
sarebbe stato tolto ai giudei e dato ai pagani, poiché i giudei Lo avrebbero
rigettato.
3. – Lo stesso profeta affermò che il Messia sarebbe stato accolto
dai pagani [Is. 65,1].
4. – Malachia profetizzò che il sacrificio sarebbe sussistito nel
nuovo Patto solo nell’amore per Dio e per il prossimo».
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۞
Dimostrazioni
che Gesù Cristo è il Creatore del mondo
(parla Gesù):
1. «Il profeta Isaia dice: “È Jehova
che dà a tutti la vita e lo spirito della Vita dalla pienezza di Dio”. –
Paolo, negli Atti 17,25 dice la stessa cosa: “È Cristo stesso che dà a tutti, vita e respiro per ogni dove”.
2. – In Matteo 11,27 Io, Gesù, dissi: “Tutte le cose Mi son consegnate dal Padre Mio”. Con ciò Io, Gesù,
volli dire: “Tutti i mondi, tutte le creature e tutta la Magnificenza celeste è
stata consegnata a Me, alla Sapienza, dal Mio Amore; poiché nessuno Mi conosce
(come Sapienza divina), che soltanto il Padre, perché sono Figlio Suo, e Colui
al quale lo voglio rivelare.
3. – Pietro, nella lettera agli Ebrei, 2,7-10 dice: “Jehova, Tu hai lasciato Tuo Figlio essere
più basso degli angeli per un breve tempo; poi Lo hai coronato di gloria e
onore, Lo hai posto sulle Opere delle Tue mani e Lui ha posto ogni cosa sotto i
Suoi piedi”. Noi vediamo Gesù attraverso la sofferenza della morte,
coronato con Gloria e Onore, dopo che Egli, secondo la clemente intenzione di
Dio, è andato alla morte per tutti. Ed è ben giusto, infatti, che Colui per il
Quale e dal Quale sono state create tutte le cose, avendo condotto alla gloria
molti figli, l’Autore della loro salvezza, fosse elevato alla Magnificenza, per
mezzo di sofferenze”.
4. – Ebrei 1,2-3: Pietro dice: “Iddio
ha parlato a noi in questi ultimi giorni per mezzo del Figlio che ha costituito
Erede di tutte le cose, e per opera del Quale ha anche creato il mondo; Egli,
essendo splendore della Sua Magnificenza e l’immagine della Sua Essenza,
sostenendo il tutto con la Sua potente parola, dopo aver compiuto la
purificazione dei nostri peccati, si è assiso alla destra (come giudice) della Maestà divina nel più alto dei Cieli”.
5. – La testimonianza di Paolo nella lettera ai Colossesi 1,15-17: “Gesù Cristo è l’immagine dell’Iddio
invisibile, il Primogenito di tutte le creature. – Perché per mezzo di Lui sono
state create tutte le cose, quelle nei Cieli e quelle che sono sulla Terra, le
visibili e le invisibili, siano essi troni, o dominazioni, sia principati o
potestà; tutto è creato per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutte le
cose, e tutte sussistono in Lui”».
[indice]
۞
Gesù
come Dio e come Uomo e la Sua glorificazione e divinizzazione
(parla Gesù):
1. «Lo
Spirito di Dio è il Mare infiammato dell’Amore divino, il quale rappresenta o
abbraccia l’intera aria eterica del Cosmo. Questo spirituale Mare infiammato
d’Amore è lo Spirito della Vita nell’Universo, e secondo la Sua caratteristica
d’Amore è la Forza fondamentale della Creazione, e poiché questa Forza
fondamentale è la Caratteristica creante in Dio, perciò essa è chiamata Padre,
perché tutto ciò che compie un essere libero, lo fa dal suo amore per la
(buona) causa, che è la volontà dell’amore per la procreazione, per la
produzione e per la generazione. Perciò l’Amore in Dio è chiamato
spiritualmente “Padre”, perché Esso è la Forza generante, poiché Padre
significa etimologicamente “Generatore”. Io, Gesù, ho chiamato questo Spirito,
“Padre Mio” o “Amore Mio”, poiché Esso era la Vita in Me.
2. La
Sapienza di Dio è l’Anima di Dio e nel linguaggio spirituale si chiama “Figlio
di Dio”, che altrimenti è chiamato “Parola di Dio”. Questa Parola di Dio come
Sapienza di Dio è innata nell’Amore divino, perciò Io, Gesù, Mi chiamo, secondo
la Mia Anima, ‘l’innato Figlio di Dio’,
perché la Sapienza di Dio è innata ovvero è contenuta nell’Amore di Dio. La Mia
Anima, ovvero Gesù, è perciò un deflusso di divini Raggi di Luce provenienti dalla
divina Fiamma d’Amore, chiamata spiritualmente “Padre”. I Raggi sono la
Sapienza divina, e questa è compresa nella Forma corporea che lo Spirito si è
scelto secondo la Sua Volontà e riposta nella Sua stessa immaginazione.
Quest’immaginazione, come prodotto spirituale, è quindi l’Anima di Gesù che lo
Spirito di Dio stesso si creò a Sua disposizione. E questo Spirito diede
all’Anima l’Intelligenza, affinché costruisse nel ventre materno il corpo
materiale precisamente secondo la sua Figura spirituale».
*
Magnetismo
ed elettricità, come Amore e Sapienza
(parla Gesù):
3. «Ora
vengo alla spiegazione fondamentale in cosa consiste l’Amore e la Sapienza
divina.
4. L’Amore di
Dio sta nel Magnetismo che abbraccia tutti i mondi, il cui magnetismo li
rappresenta; perciò gli uomini vengono guariti dalle malattie attraverso
l’afflusso del magnetismo, perché l’Amore di Dio è la vita, quindi anche la
salute.
5. Il
Magnetismo, come Padre ovvero l’Amore in Dio, come già dimostrato, è la Forza
fondamentale della Volontà in Dio tutto creante, ed essa è, nello stesso tempo,
la Potenza dominante nell’Universo, che l’elettricità, come Anima di Dio, ha
posto al di fuori di Sé, e significa la Sapienza e la Forza in Dio. Tuttavia il
magnetismo è molto più grande e più potente dell’elettricità, perciò Io, Gesù,
come Anima del Padre, dissi: “Il Padre è
maggiore di Me”, soltanto che finora non sono stato compreso su cosa volevo
dire con questo, perché questo è stato pubblicato solo attraverso il libro “La
santa Trinità”. I libri cristiano-teosofici finora sono stati riconosciuti
troppo poco, e che loro riferiscano la verità, troppo poco creduti.
6. Poiché il
magnetismo e l’elettricità non sono separati in Dio, bensì sono uno nell’altra,
perciò dissi nell’ultima Cena che Io sono nel Padre e il Padre è in Me, quindi
anche attraverso la Mia Sapienza, che quella volta era già passata del tutto
nell’Amore, altrimenti non avrei potuto soffrire e morire sulla croce per i
peccati del mondo, poiché ero Uno con l’Amore; e l’Amore, ovvero il Padre, era
Uno con la Sapienza passata del tutto nell’Amore. Così dovete comprendere le
Mie divine parole, allora non esisteranno più contraddizioni con la lettura di
tali versetti.
7. Ma come
il magnetismo è maggiore dell’elettricità, lo scorgete dal fatto che il
magnetismo è il Fuoco fondamentale e la Forza fondamentale in Dio. Questo Fuoco
fondamentale lo scorgete attraverso ogni fuoco nelle apparizioni materiali,
intanto, al più potente fuoco sotterraneo che si rivela attraverso vulcani o
montagne in eruzione, le quali talvolta annunciano agli uomini che non vivono
secondo la Mia Volontà, e quindi non sono sicuri un solo minuto della vita, e
perciò devono voltarsi e migliorarsi; soltanto che la maggior parte degli
uomini non crede a ciò che Io qui vi riferisco, perciò brandisco già fortemente
e sempre più forte la Mia verga sull’umanità che ossequia soltanto il peccato e
non vuol riconoscere che gli avvenimenti mondani, naturali ed elementari, sono
la Mia verga o il castigo di Dio! –
8. Vedete,
esistono due Soli: uno spirituale che si chiama Dio, dimorante nella Luce
inaccessibile, e un Sole materiale per gli abitanti della Terra. Il Sole
materiale riceve però dal Sole spirituale Fuoco, Luce e Calore, ed è quindi il
rappresentante materiale del Sole spirituale, che sono appunto Io, vostro Dio e
Padre. Il Fuoco e il Calore rappresentano l’Amore, la Luce irradiante
rappresenta invece la Sapienza in Dio, perciò Io, Gesù, come Anima di Dio,
dissi: “Io sono la Luce del mondo”,
come Sapienza e Dottrina di verità, perché proveniente dall’Amore e Sapienza di
Dio. Senza il Sole come irradiante dell’Amore e della Sapienza, oppure del
magnetismo e dell’elettricità, sulla Terra diventerebbe buio fitto e sarebbe
priva di qualsiasi vita e di ogni movimento; quindi tutto il Bene viene
dall’Alto, dal vostro, per voi provvidente, Padre Gesù, e da nessun’altra
parte! –
9. Come
detto: la Sapienza di Dio è la Luce spirituale elettrica ed è l’Anima di Dio
che in sé è l’infinità dello Spazio eterico. Se già un potente Sole elettrico,
come si chiama questa luce di un elettrico globo luminoso, diffonde una così
intensa luce bianca-azzurrognola che ci appare come una luce inaccessibile,
quanto più forte deve allora essere tutta la Luce dell’Anima di Dio, poiché è
l’infinità dello Spazio eterico! – Perciò si dice: “Dio dimora nella Luce inaccessibile”, il che è facilmente
comprensibile, perché la luce materiale elettrica è essenza della Luce
spirituale che si manifesta nel materiale.
10. Questa
luce elettrica che si manifesta nel materiale è, nello stesso tempo, una
minuscola dimostrazione dell’infinita somma Sapienza di Dio, contro la quale
alcuni uomini combattono con il loro spirito tenebroso. Nell’elettricità,
infatti, si trova la Sapienza e la Potenza di Dio, perciò le portentose folgori
e cadute, quando i maligni spiriti infernali del primo inferno nei giorni
temporaleschi tengono le loro guerre di spiriti nella regione delle nuvole,
perché le loro anime consistono, come l’Anima divina di Gesù, di elettricità,
quindi nel contempo sono forniti di una forza immensa, il che è spiegato
precisamente nel libro della Guida di Martin Lutero e Swedenborg nell’aldilà.
Da questi provengono anche gli spaventosi terremoti, quando gli spiriti terreni
diventano agitati, i quali spiriti sussistono nell’aria e nell’acqua. Da
questo, però, si vede il Governo della Sapienza di Dio nella natura e nello
spirito, perché il Magnetismo come
Padre ovvero l’Amore in Dio, e l’Elettricità
come Sapienza e Potenza in Dio, governano il mondo. Perciò si dice che lo
Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, ovvero dall’Amore e dalla
Sapienza, perché lo Spirito Santo non è altro che la Potenza esercitante ciò
che l’Amore e la Sapienza in Dio hanno deciso di realizzare.
11. Chi riesce
a pensare in modo chiaro, comprenderà ora facilmente e anche vedrà, comprenderà
e capirà il Padre suo spirituale dappertutto, perché tutto proviene da Dio ed è
in Dio, e tutto è Pensiero divino rappresentato nelle differenti apparizioni di
ciò che l’uomo vede, ode o altrimenti percepisce attraverso i suoi organi
sensori. Nondimeno, in questi Pensieri visibili è nello stesso tempo anche
rappresentato lo Spirito Santo in Dio, perché operandovi, si indica come
movimento, crescita o altro.
12. Chi ha
compreso una buona volta che Dio è lo Spirito dell’aria eterica, ovvero che
sono le Forze fondamentali del magnetismo e dell’elettricità che affluiscono
attraverso i mondi, che stabiliscono, mantengono e governano tutto questo, può
ancora dubitare che Dio è ovunque, sì, perfino nel più piccolo atomo? Anzi, non
solo, ma Egli è il cuore, la vita in ogni atomo, e così, salendo fino al più
grande Sole Centrale primordiale che orbita nell’Universo! – Senza Dio non esiste
nulla da nessuna parte, e non può esistere qualcosa da nessuna parte, perché
tutto è in Dio e nulla è al di fuori di Dio.
13. Può, chi
non riesce a comprendere questa verità, considerarsi figlio di Dio se in lui
non esiste amore, né sapienza né forza magnetica elettrica attraverso il
movimento dei pensieri? Naturalmente, qui, misurato alla forma umana; – mentre
in Dio è smisurato, perché tutto è in scala infinitamente grande.
14. Con
l’incarnazione dovevo crearMi un corpo materiale di carne, nel quale ho vissuto
per trentatré anni. Dovetti sempre più spiritualizzare questo Corpo con la
repressione di tutto il mondano, quindi spiritualizzarlo affinché fossero
distrutti tutti i vizi infernali del corpo materiale. Attraverso questa
spiritualizzazione sono stato liberato sempre più dall’umano che avevo ricevuto
attraverso la madre, in modo che per il tempo dei Miei tre anni d’insegnamento
era già stato eliminato da Me tutto l’umano. Io adesso ero solo uno Spirito
consolidato nel corpo carnale, perciò quella volta la madre Mia corporea non
era più madre, poiché avevo già espulso da Me tutto l’umano. Io ero uno Spirito
sommo anche carnalmente-corporeo, e quindi non ero più suo Figlio, perché in Me
non c’era più nulla proveniente da lei. Se si sa questo, allora si possono
anche comprendere le Mie parole e il Mio modo d’agire verso Mia madre passata,
poiché non l’ho più indicata come Mia madre secondo i concetti umani, come lo
dimostrano i seguenti versetti della Bibbia:
15. – Giov. 2,3-4: “Alle nozze di Cana in Galilea Maria Mi disse: “Non hanno più vino”, allora Io le
risposi: “Donna, che cosa ho a che fare
con te? La Mia ora non è ancora venuta (per rivelarMi)”.
16. – Luca 8,20-21: – Quando una volta venni nella vicinanza di
Nazareth, durante il Mio tempo d’insegnamento e Mi vennero a trovare Maria con
i figli di Giuseppe, durante la lezione Mi fu annunciato che Mia madre era
venuta con i Miei fratelli per vederMi. Allora risposi agli ascoltatori,
stendendo la Mano sui Miei discepoli: “Mia
madre e i Miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e
l’osservano” (Questo lo riferiscono anche Matt. 12,46-49 e Marco 3,31-35).
17. – Giov. 19,26-27: – Al tempo della Mia crocifissione, Maria e il
discepolo Giovanni stavano sotto la croce ed Io dissi a Maria: “Donna, ecco tuo figlio”; poi dissi a
Giovanni: “Ecco, tua madre”. Quindi
non ho chiamato più Maria Mia madre, poiché avevo separato da Me tutto l’umano
che proveniva da lei. Giovanni osserva a questo: “E da quell’ora egli (Giovanni)
la prese con sé”. Questa notizia è in verità giusta, solo che Maria non
rimase a lungo presso Giovanni, ma ritornò nella casa di Giuseppe.
18. – Giovanni cap. 20: – Altrettanto voi scorgete dalla scena della
Resurrezione che Io sono apparso prima a Maria Maddalena, e non a Mia madre
Maria.
19. Queste
dimostrazioni vi dovrebbero bastare per non mettere più in alto la madre Mia
corporea come uno degli spiriti superiori del Mio Cielo, poiché Io stesso già
in vita diedi notizia che Maria non stava più in alto di Me, come ogni altro uomo.
Bensì la riconosco per la madre Mia corporea, ma assolutamente non per santa, o
per madre di Dio o per regina del Cielo, cosa che la Chiesa romana ha fatto di
lei, perché queste parole, nel senso spirituale, significano come se Io, Iddio,
avessi ancora un Padre come Dio anziano che, quale Dio, Mi avrebbe generato con
Maria; – ‘santo’ significa tanto come ‘con-Dio’, perché nel Regno degli spiriti
nessuno è santo che unicamente Io, Gesù; mentre ‘regina del Cielo’
significherebbe che Maria è la moglie o la donna del Dio anziano, che sarebbe
Mio Padre. – Tale dottrina pagana anticristiana su Dio e su Maria può essere
solo una pietanza di richiamo per ignoranti, ma per Me, Gesù, è un abominio!»
*
Sull’essenza
di Maria
(parla Gesù):
20. «Affinché
sappiate quale regina del Cielo e madre di Dio è Maria, vi voglio dichiarare la
verità dalla Rivelazione di Gesù: Maria è adesso la compagna di un arcangelo.
Lei vive con questo giovane nella cerchia di spiriti molto alti che stanno con
lei su un gradino della stessa purezza di cuore e amore per Gesù. Infatti, nel
Cielo non esistono vergini solitarie e senza compagno, ma ogni vergine, oppure
anche una non vergine, riceve un compagno con il quale vive in coniugale
castità spirituale, perché uomo e donna formano un solo essere, anche se
consistono di due persone, perciò Paolo disse: “L’uomo è capo della donna”, [Ef. 5,23] e Dio, come parte
costitutiva di Adamo, ha preso la donna da lui, e la presentò a lui come un suo
secondo io, e non creò un nuovo uomo da qualcosa del tutto nuovo.
21. La
dottrina di caste vergini celesti che sarebbero le spose di Gesù, la dovete
però accogliere in modo che lo spirito di Dio è maschile, le anime degli
uomini, invece, sono tutte femminili e che in ogni anima c’è uno spirito a lui
simile proveniente da Dio, che è suo fratello ed è lo stesso come Gesù, la cui
sposa è ogni anima, perché in ogni anima vi è una scintilla dello spirito di
Dio; questo spirito, infatti, è la vita, è l’amore, e nell’uomo è tutto, perché
è la sua Guida attraverso eternità, finché l’uomo diventa ciò che è Gesù: Dio,
(restando) accanto a Gesù come Iddio Padre. Tuttavia, Gesù rimane sempre il
Padre ed ha ogni Potere nelle Sue mani, e tutto ciò che un Dio, rincorrendo un
Gesù, vorrà creare in milioni di anni, lo potrà fare soltanto in comunione con
la Forza di Gesù e con la Sua Volontà d’Amore, ma mai dalla propria pienezza di
forza.
22. Con
l’eliminazione di tutto l’umano, Gesù non è però nemmeno ‘Figlio di Davide’,
come insegna la seguente scena dai Suoi anni d’Insegnamento:
23. Matt. 22,41-46: “Gesù chiese
ai farisei e disse: «Che cosa voi pensate di Cristo? Di chi è Figlio?». Essi
Gli risposero: «Cristo è Figlio di Davide». E Gesù rispose loro: «In qual modo
dunque Davide, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: ‘Jehova parlò al mio
Signore: siedi alla Mia destra, finché io non faccia dei tuoi nemici lo
sgabello dei tuoi piedi’. Se dunque Davide Lo chiama suo Signore, in qual modo
è suo Figlio? E nessuno poté replicarGli una parola” (questo sta scritto
anche in Marco 12,35-37; Luca 20,41-44; Salmo 110,1).
24. Da ciò è
evidente che con l’eliminazione ed espulsione di tutto l’umano proveniente da
Maria, Io, Gesù, avevo espulso anche tutto ciò che proveniva da Davide; Io,
infatti, da Maria avevo ricevuto soltanto il corpo di carne, ma senza
l’ingrediente spirituale dello spirito materno, nel quale sarebbe stato anche
rappresentato insieme lo spirito di Davide, altrimenti avrei dovuto incorporare
di ritorno lo spirito davidico di Maria oppure tenerlo e divinizzarlo, cosa che
però non era fattibile per il motivo che gli uomini stessi devono divinizzare
le loro particelle animiche spirituali avute dai loro antenati.
25. Ma è
accaduta una cosa. Io, Gesù, sono spiritualmente il Re Davide stesso, perché
Io, Gesù, quale suo Dio e Creatore ed eterno Re, Mi son fatto ingenerare e
partorire per e nella sua stirpe, perciò si afferma che il trono del re Davide,
confermato in eterno – sussisterà – ma in Me, e non nella persona dell’ex re
Davide, su cui verrò a parlare ancora una volta».
*
Sulla
trasfigurazione
(parla Gesù):
26. «Che il
Mio corpo umano al tempo dei Miei anni d’insegnamento fosse già altamente
spiritualizzato, anzi quasi del tutto divinizzato, ve lo testimonia la scena
del monte Tabor in presenza dei discepoli Giovanni, Giacomo e Pietro. Lì
accadde la trasfigurazione del Mio Io, quale aspetto spirituale avevo, aprendo
ai discepoli la vista spirituale, affinché Mi potessero vedere e contemplare
nella Mia divina Magnificenza, di cui gli evangelisti vi riferiscono quanto
segue: “Il Suo volto splendeva come il
Sole e le Sue vesti erano come la luce, e sentirono una voce dalla nuvola
(la cui voce era da Me stesso) che
diceva: ‘Questi è il Mio amato Figliuolo nel Quale Io ho il Mio
compiacimento’.”
27. Una
seconda volta apparsi trasfigurato a Giovanni, quando scrisse l’Apocalisse,
splendendo il Mio volto come il Sole. [Ap. 1,16]
28. Nel
frattempo esistono ancora altri momenti nei quali ho parlato della
trasfigurazione, senza che qualcuno l’abbia notato; così per esempio
all’ingresso in Gerusalemme, quando si cominciò a contendere con Me nel Tempio,
poiché non Mi lasciai ungere e proclamare a re. Nella Mia tristezza sulle
opinioni sbagliate dei macchinatori di re sulla Mia missione terrena, esclamai
ad alta voce: “Padre, trasfigura il Tuo
Nome! Su cui feci giungere la Voce come dal Cielo, la quale disse: Io L’ho
trasfigurato e lo voglio trasfigurare ancora una volta” [Gv. 12,28]. – Ci
si domanda: che cosa e com’era questa trasfigurazione? Era spirituale? In altre
parole: Io ho rifiutato la dignità di re, con ciò glorificai il Divino. Questa
fu la trasfigurazione. – La successiva trasfigurazione fu all’ultima Cena,
quando Giuda si alzò e andò a tradirMi dal sommo sacerdote Caifa. Allora,
quando Guida andò fuori, Io dissi: “Ora
il Figlio dell’Uomo è glorificato e Dio è glorificato in Lui, anche Dio Lo
glorificherà in Se stesso e lo farà subito” [Gv. 13,31-32]. Il senso di questa
trasfigurazione è il seguente: avrei potuto sfuggire alla sofferenza e
all’infamia, ma questa era proprio la trasfigurazione, poiché non Mi tirai
indietro, bensì offrii Me stesso per i peccati del mondo e Mi recai al monte
degli ulivi dove Mi lasciai catturare per attuare la redenzione dal peccato
originale. La storia di sofferenza e morte fu la Mia trasfigurazione
principale, e da ciò la completa divinizzazione, poiché soffrii e morii per
l’intera umanità.
29. Perciò ai
due discepoli sulla via verso Emmaus Io dissi: “Non doveva soffrire Cristo tutto questo ed entrare nella Sua
Magnificenza?” [come Dio – Luca 24,26]. – Vedete, col trascurare tutto
l’umano, con sofferenze ed oltraggi ho divinizzato il corpo umano carnale in 21
anni (vale a dire dai 12 ai 33 anni), quindi ogni uomo avrebbe bisogno di quasi
innumerevoli anni per seguire Me, Padre suo, affinché egli riesca a diventare
puro in tutto come il cristallo.
30. Che il Mio
corpo terreno carnale si sia spiritualizzato completamente attraverso la Mia
sofferenza, sta nella dimostrazione che questo si è subito trasformato in
Spirito, quando con la Resurrezione alle tre del mattino del 27 marzo dell’anno
33, il Mio Spirito divino venne a prendere il corpo carnale e Mi riunii con
Lui, e da quell’ora nessun uomo Mi ha più visto, se non, solo quando gli ho
aperto gli occhi spirituali. Per questo motivo scomparvi all’istante davanti ai
discepoli in Emmaus, non appena Mi ebbero riconosciuto, chiudendo loro gli
occhi spirituali [Lc. 24,-31]. Quando poi i due discepoli ritornarono al monte
degli ulivi da Lazzaro, dove gli altri discepoli si erano nascosti e ai quali
avevano riferito l’avvenimento sulla via verso Emmaus e là, allo spezzare del
pane, all’improvviso entrai con le porte chiuse, per cui tutti si spaventarono
ritenendoMi in un primo momento uno spirito, allora Io tolsi loro subito la
paura, mostrando le Mie mani e i piedi trafitti, facendo capire che ero proprio
Io, e dissi loro: “Toccate e osservateMi,
poiché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che Io ho” [Lc. 37,39].
S’intende da sé che dovetti materializzare il Mio corpo spirituale con la
divina Forza di Volontà per il tempo che Mi sarei trattenuto presso di loro, ma
poiché per la gioia non riuscivano a credere veramente e consideravano questo
un inganno dei sensi, Io dissi: “Avete
qualcosa da mangiare?”. A ciò Mi misero davanti un pezzo di carne arrostita
e un po’ di miele. Lo presi e mangiai davanti ai loro occhi.
31. Quindi
venni otto giorni dopo a porte chiuse e convinsi l’incredulo Tommaso che, di
fatto, ero risorto dai morti. Dopo di che il discepolo esclamò: “Mio Signore e mio Dio!”. Con ciò egli
dichiarò apertamente che, per propria plenipotenza, soltanto Dio può risorgere
dai morti» [Gv. 20,26-28].
*
Sull’ascensione
(parla Gesù):
32. «Della Mia
Divinità lo testimonia anche l’Ascensione, allorquando Io, in presenza di 670
uomini ai quali tenni prima un discorso perché essi erano Miei amici e
credenti, fui avvolto da una nuvola bianca scesa giù dal firmamento, la quale
Mi avvolse e ascesi di nuovo, scomparendo da questa Terra davanti ai loro occhi
[Lc. 24,51].
33. Una cosa
simile non è ancora mai accaduta sulla Terra e, – davanti a una così grande
moltitudine di uomini [1° Cor. 15,6]. Ci si domanda: “Avrebbe questo potuto
accadere pubblicamente, se, in verità, non fosse accaduto, e davanti a una così
grande moltitudine di testimoni?”. Certamente no! E vedete, nonostante questo
fatto preponderante, il che non si sarebbe creduto se non ci fossero stati
dappertutto dei testimoni di questo avvenimento, i differenti falsi profeti
hanno davvero il coraggio di sostenere che non è stato vero, oppure lo
interpretano in modo che Dio in Cristo sia assolutamente rappresentato come una
menzogna. – Vedete, così fa il polo opposto di Dio, polo che si chiama
‘Satana’, – e chi si smarrisce in sua compagnia, questi è suo servitore e
complice, volendoMi sopprimere come Dio. – Presto però verrà il tempo in cui
l’ultimo soppressore di Cristo apprenderà nell’inferno i suoi peccati, mentre
il Mio santo Nome sarà sempre più riconosciuto, amato e adorato dappertutto
come Dio e Padre degli uomini.
34. Sul Mio
rimpatrio con la morte e l’Ascensione Io profetizzai già all’ultima Cena,
dicendo ai Miei discepoli: “Io sono
proceduto dal Padre e venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al
Padre”. – Ma non soltanto all’ultima Cena, bensì già prima parlai spesso
della Mia separazione da questo mondo e del rimpatrio nella Mia Essenza
originaria dell’Amore, ovvero del ritorno al Padre, come dimostrano i seguenti
rapporti dell’evangelista Giovanni:
35. – “Rimango ancora per un po’
presso di voi, e poi vado da Colui che Mi ha mandato” [Gv. 7,33]. Mi ha
mandato però il Mio Amore per la redenzione del genere umano a causa della
separazione del Padre dai figli.
36. – Dopo il discorso in Capernaum sul mangiare la Mia carne e bere
il Mio sangue, dissi ai borbottanti discepoli per renderli riflessivi sulla Mia
persona: “Che avverrà dunque, quando
vedrete il Figlio dell’Uomo ascendere dov’era prima?” [Gv. 6,62].
37. – Un’altra volta dissi: “Ora
nessuno è asceso al Cielo se non Colui che è disceso dal Cielo, vale a dire (Io)
il Figlio dell’Uomo (ovvero
l’Annunciatore della Parola divina) che
(nella Sua Essenza divina) è sempre nel
Cielo” [Gv. 3,13].
38. Queste
dichiarazioni fatte durante il tempo della Mia vita, confrontate con la
Sapienza e con l’Amore contenute nelle Mie parole della Dottrina divina e che
annunciano l’eterna Verità, vi mostrano che Io, l’Ineccepibile, perché stando
sulla vetta dell’intelletto umano esprimevo assiomi[44], profetizzai
certamente anche in queste parole la più alta Verità, anche se oggigiorno,
nell’era dell’oscuro e falso profetismo, molti uomini non comprendono le Mie
parole spirituali, perché portate dal Cielo, e le trascinano nel fango della
loro sapienza intellettuale insieme a Cristo, nelle tenebre del loro spirito».
*
Sull’immagine
di Dio
(parla Gesù):
39. «Ora
vogliamo ancora parlare del significato di Cristo come immagine di Dio. Vedete,
l’immagine di Dio è la stessa Essenza in senso spirituale, come Dio è il Padre,
perciò provveduto con le stesse Virtù e Caratteristiche come Dio stesso, e che
Io, Cristo, ero questo, ne parlano i seguenti versetti biblici:
40. “Per gli increduli, ai quali
il dio di questo mondo (che è l’egoismo) ha accecato le menti, affinché non rifulgesse loro lo splendore del
Vangelo della gloria del Cristo che è l’immagine di Dio” [2° Cor. 4,4].
41. Un secondo passo dice: “Coloro
che Jehova ha dapprima eletto, chiamato e scelto, li ha pure glorificati per
essere simili all’immagine di Suo Figlio, affinché egli sia il primogenito tra
molti fratelli” [Rom. 8,29-30]. –
42. – Il terzo passo descrive la Maestosità di Cristo tra i
figli Suoi che costituiscono il Suo Regno spirituale: “Ringraziate con gioia il Padre che ci ha resi forti per essere eredi
dei beati nella Luce; il Quale ci ha liberati dal potere della tenebra e ci ha
trasportato nel Regno del Figlio del Suo Amore, dal Quale abbiamo la redenzione
attraverso il Suo sangue, la remissione dei peccati (provenienti dal
peccato originale), Egli è l’immagine
dell’Iddio invisibile, il Primogenito davanti a tutte le creature” [Col.
1,12-15]. – Nel quarto passo viene fatto emergere che attraverso Cristo,
poiché Egli è la Sapienza e la Potenza di Dio, furono create tutte le cose,
quelle nei Cieli e quelle che sono sulla Terra,
43. “In questi ultimi tempi Jehova ha parlato
anche a noi per mezzo del Figlio che ha costituito erede su tutte le cose, e
per opera del quale Egli ha creato i mondi; poiché è lo splendore della Sua
magnificenza (della Luce o Santità di Dio), e l’immagine della Sua Essenza divina” [Ebr. 1,2-3]. Paolo si
esprime in maniera ancora più eccelsa nella lettera ai Colossesi, dicendo che
attraverso Cristo fu creato tutto ciò che è, il che è certamente la
dimostrazione più convincente che Io, Gesù Cristo, sono Dio Padre e Creatore
del mondo in una e la stessa Persona».
[indice]
۞
Gesù,
l’Eterno
Dimostrazione
che Gesù Cristo è l’eterna presenza di Dio nell’Universo,
era ed
eternamente sarà un Signore dei signori e il Re dei re del mondo
(parla Gesù):
1. «Che Io, Gesù,
non sia temporale, bensì dell’eternità, lo dimostrano parecchi passi delle Sacre Scritture, le quali
glorificano Me come l’Eterno, perciò senza inizio né fine. Questo fatto è già
dimostrato chiaramente dalle precedenti argomentazioni, perciò qui vi voglio
citare soltanto quei passi che confermano ulteriormente il già dimostrato:
2. – Giov. 1,27 – Giovanni Battista dichiarava di Me: “Questi (cioè il Messia) è Colui che verrà dopo di me, che era prima
di me, cui io non son degno di sciogliere neppure i legacci dei calzari”.
Giov. 1,30: “Egli è Colui del Quale ho
detto: «Dopo di me verrà un Uomo che è stato prima di me; perché era prima di
me»”.
3. – Il profeta Michea 5,1 di Me dice: “Tu Betlemme, Efrata, che sei piccola tra migliaia (di luoghi in
Giudea), ma da te uscirà Colui che dovrà
regnare in Israele, la Cui origine è dal tempo passato, dai giorni
dell’eternità”. Questa chiara profezia vi insegna che Io, Dio stesso,
l’eterno Sovrano e Re, nascerò in forma umana del Messia in Betlemme, il che
avvenne, di fatto, 700 anni più tardi.
4. – Giovanni 1,1 e 14 – Questo evangelista dice: “Io, la Parola, ovvero la Sapienza di Dio, ero già in principio in Dio come Sua Sapienza”.
/ “… e questa Sapienza di Dio prenderà ed ha preso carne in Gesù, poi abitò tra
gli uomini e Mi mostrai sul monte Tabor nella divina Magnificenza”.
5. – Giovanni 8,58 – In una disputa che Io ebbi con i giudei nel
Tempio, dissi loro: “In verità, in verità, vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono
(stato)”.
6. – Giovanni 16,28 – all’ultima Cena dissi: “Io sono proceduto da Dio Padre e di nuovo ritorno a Lui”.
7. – Proprio nello stesso luogo dissi anche: Giovanni 17,5. “E ora, Padre, glorifica Me al Tuo cospetto,
con quella Magnificenza che Io avevo presso di Te già prima che il mondo fosse”.
8. – Apoc. 11,5 – Nell’Apocalisse sono descritti gli avvenimenti
del mondo al tempo del tenebroso falso profetismo, che si abbatterà ai nostri
giorni e la cui Vittoria toccherà finalmente a Dio. Le parole suonano così: “Il governo del mondo spetta al nostro
Signore e al Suo Cristo (che è il portatore del Padre); Egli regnerà (in Cristo) di eternità in eternità”.
9. Tali
chiare espressioni su di Me v’insegnano abbastanza limpidamente che Io, Gesù
Cristo, sono Dio stesso. Vedete, quando ricevete la minima notizia di
un’esistenza storica su una famosa personalità dal passato finora sconosciuta,
allora lo gridate ai quattro venti e credete all’esistenza di questa persona
vissuta allora; di Me invece parla un grosso Libro, – le grandissime Sacre
Scritture scritte in migliaia e migliaia di versetti, perché ha Me, Gesù Cristo
Jehova Zebaoth, come argomento della sua storiografia, e voi in ogni modo non
lo credete! – Se si fosse in grado di leggere questo Libro dei misteri di Dio
spiritualmente e celestialmente, non Mi si rinnegherebbe l’esistenza e la
verità dei fatti! – Non dimostra questo, chiaramente e apertamente, di quale
spirito sono figli i Miei denigratori, rinnegatori, trascinatori nel fango,
mentitori, bestemmiatori e soppressori?
10. I Miei
avversari facciano quello che vogliono: “Io
sono l’Alfa e l’Omega”, / “l’Inizio e la Fine; poiché sono Colui che era e che
verrà, l’Onnipotente” [Ap. 1,8 e 11]. – Un Signore dei signori e Re dei re
del mondo. Le motivazioni sulla santa Trinità che Io sono il Padre, il Figlio e
lo Spirito Santo in una sola Essenzialità, e sono Io, Gesù stesso, lo si legge
nel libro “La santa Trinità”.
Ulteriori motivazioni sulla Mia persona li reca il libro: “Cristo, la Sua venuta e il Suo ritorno”. Oltre questi libri si
trovano in tutti i libri cristiano-teosofici i chiarimenti su di Me e sulla
condizione dei Miei figli con Me. In queste presenti dimostrazioni provenienti
dai profeti e dalle Mie stesse profezie nelle relazioni con gli evangelisti, è
dimostrato che Io, Gesù Cristo, sono stato annunciato in anticipo da tutti i
grandi profeti del Vecchio Testamento: come, quando, dove e per quale motivo Io
sarei venuto, e queste profezie si sono adempiute tutte letteralmente nella Mia
persona “Gesù di Nazareth”.
11. Non vi è una singola profezia che sia stata
enunciata come supposizione, dalla quale ciascuno riuscirà a convincersene
attraverso le citate fonti dimostrative; piuttosto, ogni profezia è espressa
apoditticamente[45] oppure inconfutabilmente
dimostrabile, ed è stata anche adempiuta incontestabilmente, cosa di cui ne
parlano i fatti tramite le registrazioni storiche citate qui sopra presso i
giudei, i cristiani e i pagani dell’impero romano.
12. La seconda (dimostrazione), come pagina di
chiusura per questa prova, chiarirà dalle profezie del Vecchio e del Nuovo
Testamento che sono tutte scaturite, o annotate da Dio, attraverso i profeti e
gli apostoli, chi Io, Gesù Cristo, ero veramente secondo la Mia persona umana e
come si deve interpretare giustamente il linguaggio spirituale delle
rispondenze nella Bibbia. Il che può avvenire solo attraverso la diretta
Rivelazione di Dio, che solo Lui le può interpretare, poiché le ha fatte
scrivere per porgere la salvezza, e non per la disgrazia dell’anima».
[indice]
۞
Gesù, il Re e Giudice del mondo
(parla Gesù):
1. «Molti passi della Bibbia parlano di Me, affermano che Io
sono un Re e Giudice degli uomini quali figli Miei. Il Vecchio Testamento deve
solo essere letto con calma e riflessività, allora si troverà sempre che in
questo, parlo Io come Dio e Signore del mondo. A dimostrazione di ciò che è già
qui citato e dimostrato, aggiungo ancora i seguenti passi che lo testimoniano:
2. Isaia
22,22: “Io, Jehova, metterò sulle Sue
spalle le chiavi della casa di Davide”, cioè voglio far di Lui il Sovrano,
il Re del mondo nel senso spirituale, – che penda in Lui ogni Magnificenza
della Sua Casa paterna (vale a dire che Lo si consideri come Dio regnante)».
*
Cristo
è il Signore del Cielo e della Terra
(parla Gesù):
3. «In
Giovanni 3,35 Io dissi di Me stesso: “Il Padre ama il Figlio e ha dato a Lui
tutto in Suo Potere”. Con ciò è detto che Io sono il Signore e Sovrano del
mondo, perché il mondo è governato attraverso l’Amore e la Sapienza di Dio che
sono in Me.
4. In Matteo
28,18-20 il giorno dell’Ascensione dissi: “A
Me è dato ogni Potere nel Cielo e sulla Terra. Perciò andate e insegnate a
tutti i popoli (il Mio Evangelo) e
battezzateli nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo”. Queste
parole però non significano un battesimo dell’acqua, ma sono espresse
spiritualmente e significano: ‘Iniziateli
nell’Amore del Padre, nella Dottrina del Figlio e nella Potenza di fede dello
Spirito Santo; voi, infatti, dovete essere come il Padre vostro nel Cielo, e
Questi è l’Amore’ [Gv. 4,8-16]. Dovete conoscere la Mia Dottrina, perché vi
è stata insegnata per questo, e perciò dovete credere fermamente in essa,
perché è vera, e perciò dovete vivere e operare di conseguenza, facendo tutto
ciò che vi ho insegnato. Per questo dissi ulteriormente agli apostoli: “E insegnate loro di osservare tutto ciò che
Io vi ho raccomandato”.
5. Giov. 5,22-24: Quando i giudei Mi perseguitarono per ucciderMi,
dissi loro: “Il Padre non giudica
nessuno, ma Egli ha dato ogni Giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il
Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che
Lo ha mandato. In verità, in verità, vi dico: chi ascolta le Mie parole e crede
in Colui che Mi ha mandato, questi avrà la vita eterna, e non viene nel
Giudizio, ma passa dalla morte alla Vita”.
6. Questo significa: l’Amore in Dio non giudica
nessuno, bensì questo ha messo il Giudizio della Sapienza in Dio (che è
Cristo), affinché tutti riconoscano Dio in Cristo. Chi quindi non riconosce la
Sapienza di Dio, non riconosce neanche l’Amore di Dio che ha mandato la Sua
Sapienza nel mondo nel Corpo di Cristo. Chi invece crede in questa Sapienza e
vive e opera secondo la Mia Dottrina, diventa figlio Mio e viene da Me nel
Cielo, nella Vita dell’Amore e delle gioie».
[indice]
۞
La
giustificazione dinanzi a Dio
Per questa parte si rimanda il lettore al libro
stampato in italiano: “Il peccato e la giustificazione, e il cammino spirituale
di Lutero e Swedenborg nell’aldilà”.
۞
Le opere dell’amore per il prossimo
(parla Gesù):
1. «Che le
opere non siano la base, ma solo il frutto della fede e così ricompensate, è il
perfetto equivoco della Mia divina Dottrina. Non ho forse detto: “Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta
l’anima e con tutto il sentimento”, e anche: “Questo è il più nobile e più grande Comandamento”? E ancora un
altro Comandamento: “Ama il prossimo tuo
come te stesso”, che è uguale al primo? [Matt. 22,37-40].
2. Quando hai
fame, sete, freddo, sei lacero o altrimenti hai un bisogno dove ti potrebbe
aiutare il prossimo, ma tu non puoi aiutare te stesso, cos’è il tuo desiderio,
se non quello che ti aiuti il prossimo che lo può fare? Ebbene, poiché questa è
una verità incontestabile, allora il Mio insegnamento delle opere dell’amore
per il prossimo: “Fa al prossimo tuo ciò
che vorresti che lui facesse a te”, non dovrebbe basarsi sulla verità? Ma
poiché l’opposizione verso l’insegnamento dell’amore per il prossimo e della
giustificazione dinanzi a Dio è stata sollevata contro il libro dettato da Me
stesso, Gesù: “Il cammino spirituale di Martin Lutero e Swedenborg nell’aldilà”
dalla parte dei protestanti e il libro è stato dichiarato eretico e proveniente
da Satana, perciò per la piena domanda devo presentarvi pure il Mio supremo
verdetto, e domandare: “Ciò che fate al
più piccolo dei Miei fratelli, che sono appunto gli uomini, lo avrete fatto a
Me stesso”. Non proviene il versetto anche da Me? Sì, secondo la vostra
dichiarazione è sicuro che tutte le Dottrine menzionate e supreme del Nuovo
Testamento dell’amore per Dio e per il prossimo sono eretiche, anzi sommamente
eretiche, giacché voi le contorcete, storpiate e deturpate, e le dichiarate per
menzogna, mettendo in prima linea non la Mia Dottrina, di Gesù, bensì le vostre
prescrizioni umane fatte da voi stessi, e le predicate al popolo come verità.
Attraverso questo vostro falso insegnamento proveniente dalla Bibbia falsamente
interpretata, fate della Bibbia stessa un libro del falso profetismo. E poiché
in base al vostro falso profetismo, dichiarate i libri cristiano-teosofici
dettati da Me stesso, Gesù, come eretici e dettati da Satana stesso, – perciò
dichiarate con questo anche Me, vostro Dio e Padre in Gesù, come eretico, falso
profeta e Satana, il principe della menzogna! – Questo perché Io, Iddio e la
Mia parola, siamo una cosa sola. –
3. Nessuno
che è dalla verità – ed esamina questi libri secondo la verità, che è l’Amore e
la Sapienza in Dio, e legge ed esamina questi Insegnamenti incomparabilmente
belli, predicando tutto solo secondo le Mie sette Virtù di Gesù quale Figlio
dell’Uomo, in amore e umiltà per Me, suo Salvatore del Golgota – leggerà l’alto
Carattere divino della Dottrina che vi è sviluppato, non diversamente che con
amore e gratitudine per Me e spesso con le lacrime agli occhi, poiché il Mio
Spirito Santo, così come lo Spirito del Mio angelo-Amore si riversa attraverso
di lui. Chi invece non è dalla verità, rinnega, accusa d’eresia, demonizza e
perseguita le Mie parole ivi contenute come una rovina per la salvezza
dell’anima! – Non sapete voi che cosa ha detto Giovanni l’evangelista sulla
parola di Dio? Se foste dalla verità, allora sapreste che la parola di Dio è
Iddio, ovvero Cristo stesso! E poiché trattate Lui come uno qualunque, allora
ascoltate che cosa Io, Gesù Cristo, ho deciso su di voi, come la prima e più
mite cosa!
4. Conoscete
la profezia su Gerusalemme? Anche là i farisei e i giudei del Tempio hanno
infierito così contro di Me, come fanno i pastori, insegnanti di religione e
protestanti che oggigiorno danno il tono contro i Miei libri
cristiano-teosofici! – Perciò, ascoltate anche voi, cristiani biblici, la Mia
profezia contro di voi!» –
*
La
profezia sul futuro della Bibbia
Zurigo, 22 luglio 1904
(parla Gesù):
5. «La Sacra
Scrittura è un libro di profezie, insegnamenti e Comandamenti divini, soltanto
che da molte parti è mal compresa perché falsamente interpretata. Pertanto, nel
tempo futuro nel giro di tre anni scomparirà completamente dal mondo, affinché
la riluttanza dei cristiani biblici verso la Mia santa Parola nella teosofia
cristiana, tramite la quale essi Mi criticano, accusano di eresia e calunniano,
ottenga la sua spettante riabilitazione, affinché poi nessuno possa più dire:
“Io non sapevo che nella teosofia cristiana fosse scritta la vera parola di
Dio, cosicché ho interpretato falsamente la Parola biblica”. – Chi nonostante
questo miracolo del mondo adempiutosi nel giusto tempo, insisterà ancora con la
vecchia interpretazione della Bibbia e non rispetterà la nuova interpretazione
che Io stesso, Gesù, darò nella nuova Bibbia, costui dopo il trapasso dalla
Terra giungerà nelle tenebre del secondo inferno, finché non sarà guarito dalla
sua ostinatezza, per accettare ciò che Io spiego come giusto e utile per tutti.
Con ciò cesserà ben quest’orribile diffamazione delle Mie parole nella teosofia
cristiana, poiché l’ostinatezza degli uomini non Mi costringerà ad andar dietro
alla loro volontà secondo i dogmi fatti da loro stessi, provenienti dalla falsa
interpretazione della Bibbia.
6. Non è
davvero piacevole sentire come Mi si crocifigge ovunque. Il biblico cristiano
Mi crocifigge con il suo falso profetismo fatto da lui stesso proveniente dalla
Bibbia falsamente interpretata secondo la sua morta lettera biblica che è il
suo papa, e non vuol sentire nient’altro che solamente ciò che ha preso dalla
Bibbia.
7. Il romano
cattolico Mi crocifigge per tale ragione: perché pone il papa, il vescovo e
ogni sacerdote, come giudici sulle Mie parole, i quali gli proibiscono
severamente di leggerle, perché eretiche. Critici, atei, soppressori di Cristo
e diversamente credenti e miscredenti non tendono ad altro che interpretare la
Parola divina come si adatta a loro, per vivere facilmente in maniera viscida,
ovvero senza Dio. Costoro Mi crocifiggono, giacché rovinano arbitrariamente
tutti i Miei piani che Io ho in animo con loro, rendendosi infelici da se
stessi, cosa che è contro la Mia Volontà, poiché Io amo i figli tutti alla
stessa maniera e vorrei renderli tutti felici e guidarli a Me. – Amen!»
[indice]
۞
Il sangue e l’anima
(parla Gesù):
1. «Lev. 17,11: “La vita del corpo è nel
sangue, ed Io (Jehova in Gesù) l’ho dato
per voi sull’Altare, affinché le vostre anime siano riconciliate. Il sangue,
infatti, è la riconciliazione, perché in esso c’è la vita”. / ([Vulgata]: “…poiché il sangue riconcilia la vita”).
2. Deut. 12,23: “Ricorda solamente di non mangiare il sangue, poiché il sangue è
l’anima, perciò non devi mangiare l’anima con la carne”. / ([Vulgata]: “Attieniti fermamente di non mangiare il
sangue, poiché il sangue stesso è la vita e tu non devi mangiare questa vita
con la carne”).
3. Spiegazione:
che la vita del corpo sia nel sangue, si basa sulla verità, perché l’anima
lavora principalmente con il sangue, essa vive con i suoi pensieri nel sangue,
perché si tratta di gelatinare e formare a massa solida la carne dal sangue
attraverso la sua intelligenza e forza di volontà, e di produrlo continuamente,
perché il vecchio continua a vivere fino in fondo e scompare. Il sangue è
quindi lo strumento e il materiale dell’anima, poiché essa lo dirige in tutte
le direzioni: per il riscaldamento dello stomaco, affinché digerisca; per
aiutare là dove s’indeboliscono e diminuiscono le forze. Così aiuta testa,
piedi, mani, e quindi tutto per la formazione della carne.
4. Il sangue però non è l’anima, perché se lo
fosse, allora non dovrebbe mai andare in putrefazione, bensì dovrebbe
spiritualizzarsi, in pratica dovrebbe diventare invisibile e scendere
all’inferno o salire al Cielo dopo la morte del corpo. La vita nel sangue, che
nella Bibbia greca-luterana è falsamente chiamata ‘anima’, è lo spirituale
sottile oppure il complemento spirituale del sangue, e questo è eccitato o
totalmente riprodotto attraverso le caratteristiche dell’indole spirituale
dell’anima secondo le sue inclinazioni e particolarità, poiché questo
complemento spirituale o integrazione del materiale, ha in sé le stesse
caratteristiche buone o cattive, come il carattere del sentimento dell’anima
stessa, perciò Io proibii attraverso Mosè di mangiare il sangue, affinché non
s’impadronisse degli uomini il bestiale degli animali da macello. In verità
anche nella carne c’è dello spirituale-bestiale, ma non compare più così
fortemente. Perciò permisi solo di mala voglia agli israeliti di mangiare la
carne. Così stanno le cose con la falsa opinione che il sangue sia l’anima
stessa. Il sangue è certamente la vita nell’uomo, ma solo così com’è spiegato
qui, cioè la vita materiale, la vita animata attraverso l’anima dal Mio Spirito
divino, e non diversamente; questo lo comprende ogni ragionevole uomo capace di
giudicare.
5. Visto che
l’insegnamento di Mosè è mal compreso, come avete visto qui sopra, tanto che ha
prodotto il falso insegnamento che l’anima sia nel sangue e il sangue sia
l’anima stessa, e di cui è talmente preso il Dowie[46]
di Chicago che, secondo le parole della Bibbia, afferrate in modo
materiale, ha introdotto un nuovo falso insegnamento, secondo il quale il corpo
muore insieme all’anima e che le tendenze e caratteristiche esteriori o virtù e
vizi dell’anima che si manifestano – che formano lo spirito nell’uomo o
carattere dell’indole dell’uomo a differenza dello spirito proveniente da Dio –
continuano a vivere dopo la morte del corpo e dell’anima, dal momento che anche
gli insegnanti protestanti hanno falsamente inteso la stessa dottrina, come
vedete qui sopra, voglio chiarivi la faccenda:
6. Come il
sangue attraverso l’amore o attraverso l’ira capita in agitazione e da ciò
genera una manifestazione della vita, quindi secondo la concezione di Mosè – il
quale insegnava “dente per dente, occhio per occhio, sangue per sangue o, vita
per vita” – il sangue concilia l’anima covante vendetta, solo nel Nuovo
Testamento, Io, Gesù stesso, vi ho annunciato il vero modo di riconciliazione
come lo voglio vedere eseguito, insegnandovi: “Se il fratello ti percuote su una guancia, porgigli pure l’altra,
affinché con ciò si riconcili con te, poiché egli vede che gli vuoi dare
soddisfazione”. Questo, secondo le Mie parole divine, significa: “Se tuo
fratello ti fa una richiesta irragionevole, concedigliela se puoi, e dagli
piuttosto ancora di più e pure buone parole per la riconciliazione”. Con ciò,
attraverso il tuo sangue, che secondo i Miei insegnamenti della Sacra Scrittura
sono da interpretare spiritualmente, significa (attraverso) ‘l’amore’,
riconcili la sapienza dell’anima la quale esige retribuzione, ed hai
conquistato il fratello per amico.
7. Questa è
la Mia divina Dottrina della riconciliazione attraverso il sangue. Poiché ‘sangue’ nella rispondenza celeste,
significa ‘amore’ per Me e per ogni
uomo, quale figlio Mio. Perciò il Sangue di Gesù Cristo che purifica gli uomini
da tutti i peccati, è appunto il trattamento amorevole che tende alla
riconciliazione e viene da Me considerato come la giustificazione secondo i
Miei insegnamenti. – Riflettete un po’ se non è pretesa da voi la stessa cosa?
Non volete essere giustificati attraverso la riconciliazione e l’attività
d’amore da parte dei vostri offensori o danneggiatori? Così pensate anche di
Me, poiché Io sono appunto il Padre spirituale vostro, il Mio spirito (come
scintilla) dimora in voi e voi siete figli Miei. Non deve dunque esistere la
parentela spirituale con Me, in voi?
8. La
remissione dei peccati e la giustificazione dinanzi a Me è intesa solo
attraverso l’amore nel modo indicato, e non diversamente. Se non fate come ho
insegnato, allora compare il Giudice della Preghiera del Padrenostro che dice: “Così come agite verso di Me e verso i figli
Miei quali vostro prossimo, così agisco Io, Gesù, verso di voi”, – infatti,
là significa chiaramente: “Rimetti a noi
i nostri debiti, come noi li rimettiamo al nostro prossimo!”».
[indice]
۞
L’Evangelo
dell’amore
Il Padre Gesù illumina il carattere
ostile di quegli uomini che si urtano in Lui, perché ci parla sempre dell’amore
e consiglia l’amore
Zurigo, 21 luglio 1904
(parla Gesù):
1. «Molti
uomini si urtano quando sentono che nella teosofia cristiana si parla tanto
dell’amore, cosa che a loro non piace e su questo si permettono di fare
osservazioni a doppio senso. Queste osservazioni provengono dalla carnale
debolezza umana; per questo una massima suona così: “Com’è il furfante, così
egli pensa degli altri”.
2. Se gli
uomini conducessero una vita spirituale, allora penserebbero e giudicherebbero
spiritualmente, e perciò non si urterebbero alle Mie parole spirituali nei
dettati per i Miei figli come morale insegnamento spirituale che Io ho
pronunciato dalla Mia primordiale Essenza spirituale, Essenza che consiste di
solo Amore. E poiché Io, Iddio, sono uno Spirito [Gv. 4,24], non si deve
proprio pensare che v’insegno ad amarvi carnalmente! – Inoltre in 1° Giovanni
4,8 e 4,16 si legge: “Dio è Amore”,
senza una maggiore osservazione, se Amore spirituale o carnale. – Se pensate
ragionevolmente, allora lo saprete certamente, poiché nel sesto Comandamento ho
proibito qualsiasi impudicizia, perché deve essere soltanto un amore
spirituale!
3. Quindi Io
pretendo, nel più grande Comandamento della Legge, che Mi si debba amare con
tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il sentimento, e il prossimo come
se stessi [Matt. 22,37-40]. Come vi potreste allora urtare alle Mie parole, se
pensaste e viveste in modo puro e spirituale? Perciò urtatevi piuttosto in voi
stessi che siete così carnali e lussuriosi, invece di urtarvi in Me, visto che
vi urtate nelle Mie parole! – Guardate il tredicesimo capitolo della prima
lettera ai Corinzi, dove Paolo nel fuoco dell’infervorato discorso parla
dell’amore[47], che esso è la
cosa più alta, e vedete, Paolo non era nemmeno sposato, anzi egli sconsigliava
perfino il matrimonio, per non servire l’amore carnale.
4. Perciò
siate spirituali, siate puri e santificatevi, affinché diventiate come Me, il
Padre vostro che è Puro e Santo, allora non vi urterete più in Me, vostro Dio –
perché predico sempre dell’amore – ma comprenderete che si tratta solo
dell’amore spirituale per Dio e per l’uomo come prossimo, affinché diventiate figli
Miei. E allora per costoro tutto sarà puro, perché al puro tutto è puro.
5. Questo
come risposta alla falsa sapienza di coloro che stanno ancora troppo in basso
per sapere che Dio è Amore, come Padre e Figlio. – Amen!»
[indice]
۞
Profezia
della fratellanza degli uomini
Il Padre Gesù
descrive le alte mete dell’affratellamento spirituale degli uomini, dei popoli
e delle classi degli uomini sotto il divino Sole Centrale, Gesù Cristo, e
profetizza dei futuri avvenimenti del mondo.
Zurigo, 19 luglio 1904
(parla Gesù):
1. «Alti
pensieri delle manifestazioni d’amore del cuore umano orbitano nelle eteree
arie celesti, dove gli spiriti dell’Amore del superiore o filiale Cielo
dimorano nella cerchia del loro Padre Gesù, e si riscaldano in inesprimibili
godimenti d’Amore del Sole divino “Gesù”. Sì, sono alti pensieri quando i figli
di Dio sulla Terra parlano dell’affratellamento degli uomini nel senso
spirituale d’amore che trova la loro risonanza nel Cielo superiore; poiché il Cielo
superiore consiste di spiriti di puro amore, di puri figli nello spirito delle
virtù, che Io 2000 anni fa ho vissuto per voi come esempio da imitare. La
parola ‘affratellamento’ è una parola spirituale, perché tutti gli uomini, che
altrimenti sono inconcepibilmente diversi e separati tra loro, devono avere per
oggetto l’Amore divino, la cui guida suprema dovevo essere e devo essere Io,
Gesù stesso, poiché altrimenti mai può aver luogo sulla Terra un
affratellamento degli uomini, perché ricchezza e povertà, potenza e impotenza,
cultura e grossolanità, nobiltà di cuore e cattiveria, nazionalità, lingua e
odio umano, hanno separato il mondo mediante profondità insuperabili in classi
e nazioni. Alti ideali trovano nell’etere superiore i loro amici, amatori e
rappresentanti spirituali, poiché solo là dove Io dimoro, splende il Sole
dell’eterno Amore, perché Io stesso sono questo Sole.
2. Se volete
diventare figli Miei, allora dovete lanciarvi in alto attraverso le Mie Virtù,
quale Figlio dell’Uomo, in quelle regioni di Luce dell’eterno giubilo,
dell’eterna gioia e degli inesprimibili godimenti del Mio Amore paterno, che il
Cielo o l’eterna Vita in Dio forma dai cuori umani. Cielo e Terra dovevano
congiungersi nel vero amore dell’uomo attraverso il vero amore umano che è
l’affratellamento di tutti gli uomini, sia che stiano in alto o in basso, siano
ricchi o poveri, fino a congiungersi in una famiglia spiritualmente amorevole
di figli di Dio. Uno per tutti ,e di nuovo, tutti per uno deve essere la parola
e il cuore di tutti.
3. Libertà,
uguaglianza e fraternità deve formare il vessillo del vero affratellamento
degli uomini, classi e nazioni, poiché senza questi non è pensabile la
realizzazione del Regno di Dio sulla Terra; – perché finché gli uomini si
separano in classi, società e nazioni, non è pensabile una realizzazione del
Mio piano divino per la fondazione del Regno dell’Amore sulla Terra, Terra che
doveva essere un paradiso terrestre.
4. Cari
figli! Pensate spesso a queste Mie parole, alle parole del vostro Padre Celeste
che vuol rendervi ultra felici, al Quale però, mettete sulla via tutti gli
ostacoli possibili, affinché le Mie divine Mete con voi, anche se non
frustrate, vengono comunque ritardate, se non voglio interferire con misure
forzate e, per mezzo delle vostre condizioni terrene, visitarvi all’improvviso
con avvenimenti mondiali distruttivi, per sottomettervi alla Mia Volontà. Ma
anche questo accadrà, perché la maggior parte degli uomini schernisce
unicamente le Mie parole e accusa i Miei strumenti scrivani, invece di
valutarli a loro vantaggio con amore e sapienza sulla Bilancia d’oro della
verità del divino Amore!
5. Mi è molto
difficile tenere su di voi la Mia mano da Giudice e mandarvi giornalmente tanti
disastri sulla Terra. Soltanto che oggigiorno le cose nel mondo vanno come al
tempo di Noé, quando il diluvio cominciò a mettere sott’acqua le strade della
gigantesca città di Hanoch. Si scherzava e si rideva, e allegri si remava
intorno nelle barche, finché la faccenda peggiorò sempre di più, e alla fine
annegarono tutti, di cui rimasero il Mar Caspio e il Lago d’Aral come testimoni
viventi della Mia punizione sugli incorreggibili. Giorno per giorno avvengono
una quantità di disgrazie, e qual è la conseguenza di questo? Essa stimola
soltanto la vostra curiosità di leggere qualcosa di ‘nuovo’! – Ma che a voi
vengano in mente che esse sono punizioni del Mio Amore, per rendere attenti gli
uomini sulla loro grande inclinazione al peccato, non è più pensabile! – Non Mi
rimane altro che aumentare e ingrandire gli avvenimenti!
6. Guardate
al colosso nordico! Ho risvegliato a lui molti spiriti della libertà, ma essi
diventano martiri della più grossolana barbarie, dell’inconciliabile
assolutismo! Io però non riposo e la barbarie è punita con infamia e vergogna,
finché la nave dell’impero si spaccherà in due e i flutti del Mio Spirito della
libertà sommergeranno il gigantesco impero e introdurranno la cultura
dell’Amore divino. Così dovrò procedere con tutti gli imperi che si comportano
contro i Miei piani civilizzatori nel senso dell’Amore divino, come sta scritto
nelle parole o profezie del Vecchio Testamento sul Mio attuale ritorno sulla
Terra, ritorno che è già cominciato.
7. Chi non
vuol comprendere con buona volontà il Mio linguaggio spirituale, lo comprenderà
mediante la verga, e sotto la sua forza andrà a fondo. Guardate ai paesi
dell’Europa dove i Miei figli sono stati forgiati per secoli nelle catene
dell’oppressione spirituale e del peggioramento dei costumi, quanto rapidamente
hanno fatto irruzione i cambiamenti! – Per non causare ferite visibili, per
mezzo delle quali la libertà della vita religiosa sarebbe stata messa in catene
da Me stesso, faccio attuare, attraverso differenti elementi, ciò che la
liberazione degli uomini dalle catene spirituali dei lupi in veste di pecore
non può altrimenti attuare. Di solito, infatti, è più facile convertire un
social democratico ateo, che un cristiano seduto nella lettera o
nell’istupidimento spirituale. Così stanno le cose con l’epoca d’oro della
civilizzazione del ventesimo secolo! In verità è scritto e predicato molto di
progresso, di religione e di affratellamento, ma – purtroppo – la maggior parte
di coloro che vogliono rendere felici gli uomini, essi stessi non hanno nessuna
vera Luce nello scopo, e perciò non funziona.
8. Cari
figli! Schieratevi intorno a Me, vostro Salvatore! Lasciatevi istruire da Me
attraverso i Miei libri che vi offrono i Miei strumenti della teosofia
cristiana, allora andrà bene se diventerete di cuore buono e umile, ed amerete
Me e i Miei figli, perché allora l’affratellamento superiore nella Luce
dell’Amore divino, il cui Sole centrale sono Io, Gesù stesso, vi invierà Raggi
celesti del calore d’Amore per la verità della Parola e del divino sentimento
nei vostri cuori, e vi vivificheranno per la Vita imperitura in Dio. – Amen!»
* * *
[indice]
Gesù Cristo secondo la Sua origine terrena
e la Sua parola divina
nella Sacra Scrittura
۞
Gli
avvenimenti e le condizioni religiose degli ultimi tempi
Graz, 16 luglio 1903
(parla Gesù):
1. «Miei
cari figli, Con le precedenti dimostrazioni della Divinità di Cristo, e con ciò
anche della Bibbia, avete ricevuto una solida base sulla quale si continua ad
edificare e si manifesta la Luce dall’Alto nella sua vera grandezza e santità.
2. In tutti
i tempi gli uomini che dimenticano Dio hanno osato toccare la Santità della
divina Parola della Bibbia, e ne hanno deformato il suo valore interiore oppure
hanno tentato di cancellarla completamente, di cui la storia del Nuovo
Testamento riferisce spaventosi fatti su come si maneggiava con la Dottrina
della salvezza e dell’Amore di Dio. Ora voi vi trovate alla conclusione della
grande lotta per la verità, e perciò l’agitazione febbrile, pro e contro
Cristo. Da un lato i ricercatori della Luce e della Verità, che sono Io,
Cristo; dall’altra parte il tenebroso operare dell’inferno e dei suoi spiriti.
L’orologio del tempo segna già l’Ora una, poiché la lotta fluttua come il mare
quando la tempesta accavalla le onde e vuole inghiottire tutto in sé. Il Mio
Spirito divino opera nei Miei figli e li agita così che non hanno più nessuna
quiete, poiché cercano la verità come Io stesso li ho istruiti e vi ho portato
come lieto messaggio dai Miei Cieli, affinché possiate diventare beati e
felici, e possiate un giorno venire da Me nella Casa del Padre Mio. Perciò
questa portentosa agitazione religiosa e formazione di centinaia di nuove
società e associazioni allo scopo di indagare la verità e la Luce. Perfino il
popolo degli israeliti, seppellito nel trafficare, si è all’improvviso risvegliato
ed ha fondato e attivato una quantità di scritti e associazioni ebraiche,
poiché non soltanto gli spiritisti, gli eserciti della salvezza e una
moltitudine di altre unioni, si sforzano di diffondere una Luce divina nel
mondo, ma perfino ai giudei è sorta la Mia Luce, tanto che il tempo della
venuta del Messia è ora imminente anche per loro.
3. Essi
sanno bene che i loro antenati hanno rigettato e crocifisso il Messia, ma alla
Sua attuale venuta Lo vogliono accogliere con amore. Perciò molti giudei sono
passati alla religione del Nuovo Testamento dei cristiani, di cui solo la
rivisita giudaico cristiana di Amburgo conta circa 10.000 abbonati. Le citate
società ebraiche sviluppano un grande e fervente movimento, per popolare di
nuovo la Palestina con la loro stirpe. Diversi decenni fa, prima dell’anno
1870, tutti i giudei erano ancora morti per l’idea della venuta del Messia,
vivevano solo per il loro commercio e benessere. Solo che le profezie del
ritorno di Cristo che si trovano numerosissime nel Vecchio e Nuovo Testamento,
vanno incontro al loro adempimento; perciò Io, Gesù-Jehova, ho acceso ai giudei
la Luce della conoscenza per la verità e l’amore per la patria degli antenati,
e perciò l’andare e lo stabilirsi dei giudei in Palestina, di cui ve ne sono
già oltre 70.000[48].
4. Così Io
guido gli uomini e li preparo al Mio ritorno. L’esercito della salvezza
possiede un enorme numero di seguaci. Lo spiritismo circa 20 milioni di
aderenti e così anche altri circoli religiosi in numero maggiore e minore. Tutto
si agita, tutto si muove, tutto cerca Luce e verità. Guardate in tutti gli
Stati europei, come ci si muove e ci si agita. Paolo scrisse ai Corinzi: “Dove c’è lo Spirito del Signore, là c’è
libertà” [2° Cor. 3,17], perciò tenete aperti i vostri occhi e i vostri
sensi! Lo Spirito di Dio nell’uomo non vuole più lasciarsi schiavizzare,
opprimere e sfruttare per scopi tenebrosi. Il dominio mondiale di Satana sta
andando alla fine, perciò ovunque ribellioni e rivoluzioni in Europa e ogni
specie di associazioni allo scopo della libertà del corpo e dell’anima. La
battaglia si è accesa, da un lato combatte lo Spirito di Cristo, dall’altro lo
spirito di Satana con i suoi collaboratori, perciò il tenebroso affaccendarsi
delle potenze spirituali, dove è combattuta la lotta tra Cristo e Satana.
Perciò ovunque entrano in scena falsi profeti che vogliono eliminare Dio e la
Sua santa parola della Bibbia. Qui si adempie la mia profezia in Matteo, cap.
24 e versetto 24, dove si legge: “In quel
tempo sorgeranno dei falsi cristi e dei falsi profeti che faranno grandi segni
e prodigi, così che se fosse possibile, da sedurre persino gli eletti”.
5. Aprite i
vostri occhi, adoperate la candida spada del vostro spirito e guardate
all’affaccendarsi dei partiti, associazioni, società e comunità religiose e ai
loro insegnamenti e sforzi pubblici, e se là non scoprite molti cristi come
falsi profeti, allora dite a voi stessi: “Non siamo avvolti soltanto da una, ma
da una settupla coltre di Mosè nella luce e nell’intelletto!”. Come menzionato
qui sopra, la lancetta dell’orologio religioso del tempo segna già l’Ora una.
Si entra già nel meglio, la vittoria si china dalla parte della Luce, poiché
tutte le lotte, tutto il tendere della resurrezione religiosa verso la tenebra
dei profeti al servizio di Satana, sono solo grossolani lavori preparatori per
il passaggio della divina Luce centrale dell’autentica Dottrina di Cristo nella
teosofia cristiana. La Luce dall’Oriente sono Io, Cristo, e nessun altro
maestro di religione. Perciò schieratevi intorno a questa Luce, poiché non ne
esiste un’altra né nel Cielo né sulla Terra, perché Cristo è la Luce di base
originaria di tutta l’infinita Divinità. Questa Luce della vita eterna vi viene
portata incontro nella teosofia cristiana. Ma la teosofia cristiana non si basa
soltanto sui suoi attuali libri dettati da Me, dal Padre Gesù, ma riconosce
anche la Bibbia, e perciò Io, il Padre vostro Gesù, per l’illuminazione della
verità nella Bibbia, procedo contro la babele del professor Delitzsch[49]».
[indice]
۞
Sulla
Bibbia incompresa
Graz, 16 luglio 1903
(parla Gesù):
1. «La
Bibbia è un Libro di simboli o di rispondenze spirituali, il cui senso
interiore o nocciolo, già da circa 2500 anni, non è chiaro agli uomini, perché
questi sono diventati spiritualmente decaduti e tenebrosi per il modo di
esprimersi spirituale più elevato. Tra tali oscurantisti si trova anche
l’assiriologo tedesco, il professor Friedrich Delitzsch di Berlino».
*
Sugli scritti cuneiformi
assiro-babilonesi
(parla Gesù):
2. «Gli scritti
cuneiformi dell’impero assiro-babilonese sono compilati in buon numero con
insegnamenti di rispondenze del linguaggio spirituale, e questo professor
Delitzsch non lo comprende, perciò egli non comprende in modo giusto neanche il
nocciolo interiore, bensì cavalca le lettere morte e i simboli che non sa
decifrare giustamente. – Quindi, è facilmente immaginabile che dovrà imbattersi
nelle più grandi contraddizioni ed errori, specialmente se si rivolge contro
Dio, per cancellarLo come Autore delle Sacre Scritture; allora gli rimane ben
la sapienza intellettuale che serve a Satana. Invece Io, lo Spirito di Dio che
dimoro nel suo petto e della Bibbia ne sono l’Autore, anche se non di tutto,
comunque di una parte rilevante, Mi sono tirato indietro e non lo illumino più,
perché Mi ha rinnegato con le sue spiegazioni antibibliche.
3. Il dono
dell’interpretazione delle Sacre Scritture è concesso soltanto agli uomini
timorati di Dio, amanti di Dio e del prossimo, ma non agli uomini presuntuosi,
ambiziosi e avidi di guadagno e di fama mondiale, di cui nel corso della
spiegazione fornirò alcune dimostrazioni molto marcate. Delitzsch è professore
di teologia e perciò ancor più da compiangere perché ha abbandonato la via
della verità e si è rivoltato contro di Me, suo Dio e contro la Mia santa
parola della Bibbia contro cui egli infierisce.
4. Il 12
febbraio 1903 egli ha tenuto una conferenza che ha suscitato una grande
sensazione e perciò fu discussa da tutti i giornali. Alla conferenza erano
presenti la coppia imperiale, il cancelliere dell’impero, i generali, i
ministri, dei professori e altre altolocate persone. Il giudizio del professore
fu sostanzialmente il seguente:
5. “Non
esiste nessuna confusione maggiore dello spirito umano, quanto la fede, quanto
la Bibbia che sarebbe una Rivelazione personale di Dio. Il contenuto della
Bibbia stessa contraddice molte volte quest’opinione. (…) Per il ricercatore la
Bibbia non è altro che un’opera umana, in molti casi un’opera umana
contestabile”. – Con questo, Delitzsch ha negato la comunicazione biblica che
Mosè abbia ricevuto i Dieci Comandamenti da Dio».
*
Delitzsch e la Bibbia
(parla Gesù):
6. «Inoltre, Delitzsch domanda: “Si crede
veramente che tutta la Legge mosaica provenga dalla Rivelazione divina?”
7. Poiché questi Dieci Comandamenti e questa Legge
mosaica esisteva già molti secoli prima di Mosè già in Babilonia e il professor
Winkler adorna uno dei suoi scritti che la società asiatica anteriore ha
pubblicato con l’illustrazione di un antico rilievo (Hammurabi riceve dal dio
Sole la sua legge. Hammurabi, re di Babilonia che visse intorno all’anno 2050
dopo Adamo al tempo di Abramo, ovvero 600 anni prima di Mosè) titolandolo “Mano
sul cuore”, così dice Delitzsch: “Al di fuori della Rivelazione di Dio che ogni
uomo porta in sé, questo significa la propria sapienza intellettuale, e non
abbiamo bisogno d’altro!”.
8. Con questo, Delitzsch dice che ogni uomo è un dio,
e quindi non esiste un tale Dio come se lo immagina il devoto cristiano, poiché
in questo senso la sua spiegazione atea abbraccia ogni uomo!». –
*
Chiarimenti
contro Delitzsch
Graz, 17 luglio 1903
(parla Gesù):
9. «Poiché
Delitzsch è tanto sicuro della vittoria per il fatto che ha innalzato la
sapienza intellettuale a sua divinità alla Nietzsche[50], allora appare
d’obbligo esordire subito con dei chiarimenti, i quali respingano questa
pretesa negatrice di Dio e la presentano con dimostrazioni scientifiche come
eresia.
10. È stato
constatato come, senza dubbio in tempi recenti (1897-1899), attraverso degli scavi
francesi in Susa sulle rovine di Ninive, in particolare attraverso il riuscito
ritrovamento di un monumento di Hammurabi[51],
come questo fosse provvisto di ricchi scritti cuneiformi, di cui la Bibbia in
Genesi 14,9 menziona con il nome Amraphel, come contemporaneo di Abramo
nell’anno 2055 dopo la creazione di Adamo, il quale circa a metà del 21° secolo
dopo Adamo riunì in un grande impero mondiale il nord e il sud di Babilonia.
11. Per quanto
riguarda il dio Sole, le cose stanno secondo le Mie rivelazioni nella teosofia
cristiana come segue: gli abitanti primordiali dell’Egitto, della Caldea, ecc.
erano immigrati adamitici, i quali portarono con loro la religione originale di
Dio, la quale in massima parte era uguale al puro insegnamento di Cristo. Prima
però che continuo a descrivervelo, deve precedere un chiarimento dalla teosofia
cristiana, al fine di comprendere meglio l’insieme».
*
L’origine
della Terra e degli uomini
Graz, 17 luglio 1903
(parla Gesù):
12. «In
quest’occasione voglio constatare il fatto che la Terra fu espulsa dal Sole
centrale primordiale 6,5 miliardi di anni fa attraverso un’eruzione vulcanica
come corpo incandescente, e che la creazione della Terra nell’attuale forma
comprende un periodo di sviluppo di 6 spazi di tempo. Invece le ipotesi di
quegli eruditi che stabiliscono la stirpe umana da 8000 fino a 250.000 anni
commettono il più grande errore, così come il più grande errore lo commettono i
filosofi religiosi indiano-buddisti, i quali credono che la stirpe umana sia
già vecchia di 900.000 fino a 1 milioni di anni. In quest’ipotesi non c’è
nessuna maha Atma, che significa:
“grande Luce di Dio”, bensì ara Atma,
che significa: “piccola Luce di Dio”, poiché secondo le dirette rivelazioni che
Io, Gesù vi ho dato, 4151 anni prima della Mia nascita, non esisteva nessun
genere umano con suoni finemente articolati oppure con strumenti linguistici
più altamente sviluppati».
*
I pre-adamitici
(parla Gesù):
13. «I
pre-adamitici sono certamente più vecchi di poche migliaia di anni, soltanto
che non avevano un linguaggio come l’avete voi. Gli eruditi credono che i
pre-adamitici si siano estinti e cercano i loro resti negli strati pietrificati
della Terra ecc., invece i pre-adamitici continuano a vivere negli ottentotti[52], nei pigmei e nei
papuasi, e le fondamentali dimostrazioni da Nippur[53] vecchie di 8000
anni e nei dipinti vecchi di circa 10.000 anni in una grotta del sud della
Francia, non sono altro che illusioni,
illusioni che Dio ha concesso per far urtare fortemente gli eruditi, perché
essi rinnegano Dio e innalzano se stessi a déi della scienza. – Dopo questa
divagazione nella faccenda, torno indietro all’origine della mitologia».
*
L’origine, i nomi e la
causa del sorgere della dottrina sugli déi
Graz, 27
ottobre 1903 e 24 marzo 1905
(parla Gesù):
14. «Gli antichi
progenitori dell’Egitto e della Caldea erano profondi poeti e cantori alle
corti degli antichi re di questi paesi, e personificavano in simboli o rispondenze,
fatte con buone intenzioni, le caratteristiche dell’unico vero Dio.
15. Così era Bel, dio del Sole dei Caldei o Babilonesi, poiché bel oppure bal significa, nelle lingue antiche, Signore, Sole e Fuoco, e vuol dire: “Il Signore su tutto, Colui che si personifica e si fa co