Franz Schumi

1905

 

 

CRISTO E LA BIBBIA

 

 

Contenuto teosofico spirituale

n. 71

 

Bibbia2

 

Parte I = Dimostrazioni che non è mai esistito nessun altro Dio all’infuori di Gesù

Parte II  = Helohim-Jehova è Gesù Cristo

Parte III = Gesù Cristo secondo la Sua origine terrena e la Sua Parola divina nella Sacra Scrittura

 

[2a revisione del testo. del 2022]

 

Per l’edizione in lingua originale:

Verlag für geistige Literatur  (attivo fino al 2015)

Rudolf R. Hoff / Mühlenweg 21, D 53902 Bad Münstereifel

 

Titolo originale: “Christus und die Bibel”

Opera dettata in originale in lingua tedesca e pubblicata da:

Christlich-theosophische Schrift Nr. 71

 

Traduzione e revisione testo a cura di:

Amici della Nuova Luce  /  www.legamedelcielo.it

 

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Date storiche citate

 

31 = caduta (spirituale) di Adamo ed Eva (il peccato originale)

919 dopo la creazione di Adamo = annuncio a Pura e a Ghemela del Salvatore

1657 dopo la creazione di Adamo = 2494 a.C. fine del diluvio, promessa a Noè del Messia

1978  dopo la creazione di Adamo = (2173 a.C.) nascita di Abramo

2053 dopo la creazione di Adamo = mese di ottobre Abramo sconfigge il re Elam

2055 dopo la creazione di Adamo = promessa ad Abramo

2495 a.C. = 1656 dopo la creazione di Adamo avvenne il Diluvio in Georgia

2050 a.C. = tempo di Hammurabi re di Babilonia (circa 600 anni prima di Mosè)

1866 a.C. = Giacobbe profetizza del Messia dalla Casa di Giuda (Gen. 49,10)

1458 a.C. = Mosè profetizza su un grande profeta (il Messia) (Dt. 18,15-18)

1451 a.C. = 2700 dopo la creazione di Adamo, per 1043 anni Melchisedec è a Salem

1203 a.C. = profezia della sibilla Symmachia sulla fine di Troia

1194 a.C. = caduta di Troia

1055 a.C. = Davide diventa re

1043 a.C. = 24 Gennaio salmo 2 a Davide

1043 a.C. = salmo 22 e 31 e 50 a Davide sulla spartizione delle vesti

1038 a.C. = il seme di Davide diventa realtà

1036 a.C. = Davide profetizza sulla 3° parola sulla croce (Sl. 22,2)

1028 a.C. = Natan profetizza del Messia dalla casa di Davide

1025 a.C. = Davide profetizza sulla ‘Pietra angolare’ rigettata dai sacerdoti (118,22)

743 a.C. = Isaia scrive 5,24

726 a.C. = Isaia profetizza il Messia che nascerà da una vergine (Is. 7,14)

725 a.C. = Isaia profetizza l’incarnazione di Dio in Gesù (Is. 9,5)

725 a.C. = Isaia profetizza la flagellazione di Gesù (Is. 50,6)

724 a,C. = Isaia profetizza sul precursore Giovanni Battista (Is. 40,3)

723 a.C. = Isaia profetizza la passione di Gesù (Is. 50,6 / 53,7)

723 a.C. = Isaia profetizza sulla ‘Pietra angolare’ (Is. 28,16)

719 a.C. = Michea indica in Betlemme il luogo di nascita del Messia (Mic. 5,1)

718 a.C. = Isaia profetizza il martirio di Gesù e la settima parola dalla croce (Is. 53,5 / 45,17)

717 a.C. = Isaia profetizza della croce (46,4 e 4613 e 53,9)

668-626 = re Assurbanipal raccoglie gli scritti cuneiformi dal tempio babilonese

602 a.C. = Geremia profetizza sulla strage degli innocenti (Ger. 31,15)

594-572 a.C. = Ezechiele cap. 26

578 a.C. = Ezechiele riceve il cap. 30

543 a.C. = Daniele profetizza del Messia veniente dopo 458 anni

525 a.C. = Tebe fu ridotta in rovine dal re della Persia, Cambise

513 a.C. = Zaccaria profetizza sul colpo di lancia a Gesù

500 a.C. = Zaccaria profetizza l’ingresso di Gesù in Gerusalemme (Zc. 9,9)

440 a.C. = Malachia profetizza su Giovanni Battista (Mal. 3,1-23)

85 a,C. = Tebe distrutta per la seconda volta da Tolomeo Latiro, nonno di Cleopatra

25 a.C. = lo storiografo Strabone visita le città di Tebe e Memphis

29 a.C. = 25 Ottobre: profezia di Virgilio nell’eglegola IV, 4 ff

Anno 0 (5039) = nascita di Gesù dopo 4120 anni dopo il 919 della promessa ad Adamo

30  = 1 Giugno: battesimo di Gesù                 

33 = 21 Marzo ingresso trionfale di Gesù in Gerusalemme

33 = 25 Marzo (ovvero 458 dopo la profezia di Daniele) – verdetto di Ponzio Pilato

33 = 7 Maggio: pubblicazione della sentenza nel Tempio

48 =  Pietro scrive la ‘Lettera agli Ebrei’

102 = 5 Ottobre: lettera di Tacito

132 = 6 Settembre: lettera di Svetonio

325 = Concilio di Nicea (dogma della dualità di Dio)

381 = Concilio di Costantinopoli (dogma della trinità di Dio)

1159 = 11 Maggio: falsa lettera di Publio Lentulo

1236 = traduzione e abbellimento falsa lettera di Publio Lentulo

1277 = il viaggiatore arabo Abd-ul-Latif descrive le rovine di Memphis

1280  = ritrovamento a l’Aquila di una delle 12 piastre della sentenza a Gesù

1854 = studi su Ninive (nell’attuale Kujundschik)

 

 

parte  I

 

Dimostrazioni che non è mai esistito nessun altro Dio all’infuori di Gesù

 

 

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Cap. 1

Motivazioni sull’origine della presente opera,  quale Giudizio di Dio nel mondo

 

Il Padre Gesù discute con Franz Schumi le condizioni del mondo, come si vive e si agisce contro la Sua Dottrina e contro i Suoi Comandamenti e preannuncia l’estinzione della casa d’Asburgo perché ha peccato più volte contro di Lui. Poi la distruzione delle tipografie, delle biblioteche e di tutti gli stampati, esortando l’umanità che percorre vie sbagliate, al miglioramento e al pentimento, ed affida l’incarico di diffondere i Suoi libri, nei quali si trova la pura Dottrina di Cristo, tra tutti i popoli della Terra.

 

Zurigo, 2 agosto1904

 

1. Miei cari figli! Con questo libro vengo davanti al mondo, il quale ha quasi dimenticato che Io, il suo Dio, Signore, Re e Giudice del mondo, esisto ancora.

2. Per diciannove secoli ho agito con i Miei figli nel mondo con amore, indulgenza e pazienza, per portarli alla conoscenza che sopra di loro governa un amorevole Padre che augura e fa loro nient’altro che solo del bene. Soltanto che gli uomini hanno ignorato tutto questo, e invece di percorrere le Mie vie prescritte mediante i Dieci Comandamenti, hanno percorso le vie dell’abisso, ovvero dell’inferno.

3. Essendo Dio, Io vidi questo nella figura umana in anticipo, e perciò predissi davanti a Caifa il Mio ritorno sulla Terra nel tempo in cui gli uomini sarebbero capitati del tutto su vie sbagliate. Questo tempo è ora iniziato, le nuvole sono visibili già dall’anno 1840 attraverso le parole che espressi ai Miei figli nei libri di Teosofia cristiana[1], a coloro che sono umili di cuore e colmi d’amore per Me e per il prossimo. Questi pochi riconoscono il loro sommo Pastore Gesù nella voce dell’Amore e della divina Verità, e si ristorano con i cibi spirituali della tavola che Io apparecchio loro giornalmente.

4. Tuttavia, di questi figli ce ne sono finora ancora molto pochi, sebbene una grande quantità dei Miei angeli sia venuta con Me sulla Terra tramite la reincarnazione, per operare come Miei messaggeri e capi lavoranti nella Mia vigna, per l’iniziato Regno millenario dello Spirito Santo, Spirito che sono Io stesso, Gesù Jehova.

5. Ogni tempo ha i suoi segni particolari, quindi porta anche i Miei: guardate i paesi dell’Europa come adesso le cose sono infernali! – Per nascita, con poche eccezioni, sono tutti cristiani secondo il nome; invece secondo la vita e l’operare, sono il contrario! – Il popolo in generale, le Chiese, le sette, i governi e gli intellettuali, vivono contro i Miei Comandamenti e contro i Miei insegnamenti, così che da ciò è diventato un completo inferno, il che è riconoscibile per ognuno che può osservare il mondo spiritualmente, oppure lo vede attraverso la chiaroveggenza spirituale.

6. Gli uomini sotto l’aspetto spirituale non sono più uomini, ma serpenti, tigri, iene e miscugli di altri mostri feroci e pericolosi per gli stessi uomini. Se si vedessero spiritualmente, rabbrividirebbero davanti alle bestie spiritualmente brutte che essi stessi rappresentano, e tutto questo a causa delle grossolane e bestiali cattive abitudini, cupidigie, voglie, passioni, vizi e delitti ai quali sono dediti e servono.

7. Vi ho fatto fare tante belle scoperte per mostrarvi grati dinanzi a Me, ma è sempre successo il contrario. Così vi ho fatto inventare anche l’arte della stampa, il che è stato il più grande beneficio e la più grande invenzione per diffondere tra tutti i popoli della Terra la Mia divina Religione. E invece, cosa è successo di questa? È successo proprio il contrario: si moltiplica il falso profetismo in tutti i ceti e classi degli uomini – e in prima linea la letteratura, attraverso la quale Mi vogliono cancellare dai cuori dei Miei figli!

8. O poveri vermi della Terra polverosa! Voi volete cancellare Me, vostro Dio? Vi sbagliate di grosso! RinnegateMi come volete e fate ciò che preferite, Io rimango Colui che dall’eternità ero, sono e sarò in tutti i tempi eterni!

9. A lungo sono stato a guardare ciò che scrivete, ciò che predicate e diffondete contro di Me. Alla fine, comunque, terminerà anche la Mia divina Pazienza e Misericordia, perché altrimenti il genere umano andrebbe in rovina spiritualmente e fisicamente. – Io devo intervenire, e fornirvi le prove che, di fatto, sono esistente.

10. Vedete, questo libro dimostra la Mia esistenza sia storicamente che attraverso l’insegnamento della Sacra Scrittura. Gli avvenimenti naturali, elementari e mondiali, parlano invece esteriormente, cosicché sui Miei figli diventati cattivi, di anno in anno brandisco in modo più forte la Mia verga punitiva! Ma a cosa serve tutto questo, se Gli uomini sono diventati ciechi, sordi e senza Dio, e non riconoscono che è un castigo di Dio?

11.    Nell’anno 1901 ho dettato, fatto scrivere e fatto pubblicare il libro: “La Santa Trinità”, nel quale rendo chiaro ai regnanti il Mio divino punto di vista; solo che non ne hanno tenuto conto. Al contrario, l’Austria, a motivo del libro ‘La Santa Trinità’ e degli altri libri, ha messo le mani addosso su di Me, al Mio scrivano, e lo ha rinchiuso nell’ospedale psichiatrico, – sebbene Io avessi proibito, nel modo più severo, di muovere il più piccolo dito contro i Miei strumenti! – Sì, quando gli uomini sono diventati diavoli, allora naturalmente la Mia Parola è per loro una vuota diceria – e così ho deciso di estirpare del tutto il casato degli Asburgo.

12. E cosa deve essere dell’arte della stampa, visto che è usata di solito per diffondere insegnamenti anticristiani nella Chiesa e nello Stato? Il male è grande, l’inferno diventa sempre più grande, perché i Miei figli, invece di seguire i Miei insegnamenti per diventare déi, fanno il contrario, al fine di diventare spiriti maligni infernali. Perciò devo distruggere l’intera arte grafica e tutto ciò che è stampato, tranne la stampa dei Miei libri, e far scomparire ciò che è preparato per quella stampa che non corrisponde alla verità, e non farò stampare più nulla che non sia approvato da Me, Gesù Cristo. Gli uomini hanno messo troppo potentemente le mani contro di Me, per restaurare il male in altro modo.

13. Così vi mostrerò che esiste un Dio che può punire le vostre cattive azioni, ma anche le chiese e le sette conosceranno la Mia sferza, perché in loro non c’è nessuno Spirito cristico dell’amore e della comprensione per la Mia santa Parola! Una buona volta voglio mettere ordine nel mondo e guidare gli uomini alla Verità del Mio insegnamento! – Perciò considerate serie queste Mie parole, poiché provengono da Dio, dal vostro Creatore, Padre, Re e Giudice del mondo, e perciò fate penitenza, finché c’è ancora tempo!

14. Voi, figli Miei, badate comunque di diffondere questo libro,  nonché “Il libro delle preghiere teosofiche-cristiane” e “La Teosofia cristiana” tra tutti gli uomini, tra tutte le classi sociali e tra tutte le religioni, perché questi tre libri sono i più importanti di tutti i libri, al fine di guidare gli uomini sulla via della salvezza. Solo dopo seguono anche gli altri libri, perché conoscere Me, Gesù, Chi sono Io veramente, conoscere il pregare, vivere e operare secondo i Miei comandamenti e insegnamenti, è il primo e principale compito di ogni uomo, – e questi tre argomenti sono riportati assai chiaramente in questi tre libri.

15. Operate secondo le Mie parole e diffondete i Miei libri, perché questo è ora il vostro compito sulla Terra, se un giorno vorrete ottenere da Me la ricompensa per il vostro lavoro.

16. Questo ve lo dice il Padre vostro Gesù. – Amen!

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1/1 - Parole dall’eterna Verità ai figli di Dio

17. Parole di vita eterna scaturiscono dall’eterno Amore che si è umiliato per rivelare agli uomini la salvezza dell’anima nella sua magnificenza, affinché essi riconoscano che non vivono qui isolati come germogli viventi della Terra e poi svaniscono dopo la morte del corpo, come l’erba in autunno davanti all’intenso gelo dell’inverno imminente.

18. L’Amore divino ha avuto pietà degli uomini che cominciano a credersi abbandonati perché comincia a venir meno la convinzione che sopra di loro si erge ancora un maestoso Padre pieno d’Amore che veglia su di loro con il Suo Amore paterno, nella concezione celeste, come un gioielliere di corte che veglia sulle sue preziose perle e brillanti, quei gioielli che occupano tutta la sua vita interiore, poiché costui vede in questi gioielli il suo bene e la sua fortuna.

19. Quindi Io, il Padre Celeste, guardo sul male e sul bene dei Miei figli che nel vasto Universo si trovano nella scuola di prova della vita, perché essi sono in parte pietre nobili, in parte non nobili, come pure, perle e brillanti nella costruzione della Gerusalemme celeste, il cui costruttore sono Io, Gesù Cristo, che rappresento l’eterno Amore nel cuore di Dio.

20. Amore e Vita nel cuore della divina Paternità rappresentano gli uomini, siano essi ora buoni o cattivi, poiché l’Amore del Padre li abbraccia tutti e li guida lentamente ma sicuramente, anche se su spine e cardi, all’eterna salvezza e alla vita eterna delle loro anime. Il Mio Amore, come Amore dell’eterno Padre, conosce certamente la differenza tra uomini buoni e uomini cattivi, ma nessuna separazione dall’Amore della Mia paterna benevolenza e grazia.

21. Passano gli anni e, nell’aldilà, invisibili all’occhio carnale, gli uomini uno dopo l’altro camminano nel regno spirituale del loro grande e amorevole Padre, dove giungono in quelle regioni della vita spirituale per le quali avevano già cuore e sentimento in questo mondo, quindi ognuno andrà dietro alle sue idee e studi preferiti, per i quali sulla Terra aveva amore e inclinazione. Soltanto che qui, nel regno degli spiriti, ognuno scorgerà ben le conseguenze del suo diletto e amore per il bene o per il male, e in ciò consiste poi il bene o il male per l’uomo, poiché secondo le sue idee preferite raccoglie le conseguenze buone o cattive, nelle quali si rallegra e giubila nelle sue beatitudini, oppure si affligge, maledice e accusa se stesso e altri, a causa delle vie sbagliate e delle false conduzioni di vita che, spensierato, ha sciupato giocandosi la felicità e il Cielo, per i quali posò il piede sulla Terra nella scuola di prova della vita.

22. Io, l’eterno Amore in Dio, non lascio nessuno nella sua infelicità in eterno, poiché secondo la Sacra Scrittura, la quale contiene le Parole di vita eterna, esistono certamente luoghi di eterna perdizione, di eterno fuoco infernale ed eterno stridor di denti per mezzo dell’eterno verme della coscienza, ma non eternamente dannati, perché l’eterno Amore non può essere allo stesso tempo l’eterna vendetta, ovvero, Dio e Satan nella stessa persona.

23. Si sa che gli uomini terreni generano i loro figli solo per amore e, imperterriti in questo amore, finché vivono, vegliano sul bene e sulle pene della loro prole e si rallegrano della loro felicità o si affliggono della loro sfortuna, e non temono alcuna via per cercare, secondo la loro possibilità, di riparare nuovamente la triste sorte che li ha colpiti a causa di circostanze e avvenimenti infelici, oppure per propria colpa attraverso un cammino di vita sbagliata, e fanno di tutto per aiutare i loro prediletti affinché ottengano di nuovo la felicità e il benessere sulla Terra. – Se quindi, già i genitori terreni che hanno appena una scintilla del Mio divino e universale Amore, sono così preoccupati e pieni d’amore per i loro figli, quanto più Io – che vi posi fuori da Me essendo membra nel Mio corpo dell’eterna perfezione del Mio Io – sono preoccupato per la vostra prosperità spirituale e, nello stesso tempo, corporea, affinché l’uomo, finché vive sulla Terra, debba provvedere per entrambi, per adempiere l’obbligo che a lui è prescritto, e per vivere una vita felice qui e nell’aldilà.

24. Da ciò vedete che l’insegnamento delle vostre Chiese sull’eterna dannazione è falso, ovvero, è errato, dato che Io stesso dimoro nel cuore della vostra anima come spirito di Dio e do all’anima, vita e intelligenza; allora vi deve essere certamente chiaro e lampante che Io non condannerò Me stesso per eterno all’inferno, dal momento che senza di Me l’anima non ha nessuna vita, e poiché l’anima è appunto la vita nell’umano corpo di carne, allora essa, se Mi separassi da lei, diventerebbe subito senza vita e perciò senza sentimento, e poi per lei non potrebbe più esistere nessun inferno. Ora sorge la domanda: “Se l’anima può diventare senza sentimento, chi espierebbe per lei i tormenti per i peccati commessi?”

25. Quindi voi vedete che il vero insegnamento di Dio non corrisponde all’insegnamento della Chiesa, perché i custodi dello stesso insegnamento non sono veri ecclesiastici con uno spirituale cammino di vita, bensì cavalcatori del morto senso letterale, i quali afferrano ed interpretano la Sacra Scrittura non secondo lo spirito che porta la Vita, ma secondo la lettera che porta la morte.

26. Nondimeno, ora che le cose stanno così come Io le ho spiegate, converrà intraprendere uno studio approfondito su questo vostro Spirito di Dio nel cuore dell’anima, al fine di sapere precisamente come stanno le cose con voi e dove si trova questa scintilla del grande Spirito di Dio tutto abbracciante, per non credere solo perché lo si insegna, ma per ottenere anche una vivente convinzione proveniente da dimostrazioni ineccepibili, come ve le presenta la storia del mondo con le profezie basate sulla Bibbia. Questo formerà ora il compito dei prossimi trattati, affinché il mondo sappia una buona volta che lo Spirito di Dio non è altro che Gesù Cristo, e quindi proprio il Mio Spirito come Gesù-Spirito dimora in voi e forma in voi il principio donante vita e, allo stesso tempo, anche l’eterna Vita.

*

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1/2 - Considerazione e avvertimento dell’apostolo Giovanni nella comprensione della Parola divina della profezia

27. Giovanni l’evangelista negli ultimi versetti ha espresso la seguente considerazione e avvertimento verso le parole della profezia della Rivelazione di Dio:

28. [Ap. 22,18]: «A chiunque ode le parole della profezia di questo libro, io testimonio che se qualcuno volesse aggiungere qualcosa, Dio gli aggiungerà le piaghe che sono scritte in questo libro. E se qualcuno volesse portar via qualcosa dalle parole del libro di questa profezia (della Rivelazione di Dio nella Bibbia), a questi, Dio toglierà la sua parte dell’albero della Vita e della santa città La Nuova-Gerusalemme».

29. Questo passo dell’evangelista mette alla prova tutti i cristiani versati nelle Sacre Scritture, e con ciò essi stessi diventano almanacconi molto aridi delle parole della Bibbia, del cui morto senso letterale essi stessi diventano spiritualmente morti, secondo la dichiarazione dell’apostolo Paolo [2° Cor. 3,6-10]: «Ma la nostra capacità viene da Dio che ci ha resi adeguatamente capaci per essere ministri di un nuovo patto, non della lettera, ma dello spirito; perché la lettera uccide, mentre lo spirito rende viventi».

30. Se i versetti menzionati dall’evangelista fossero da intendere materialmente, allora non dovreste avere nessun predicatore, nessun insegnante di religione, nessuna pubblicazione, nessun trattato e proprio null’altro che solo la Bibbia, e insegnarla precisamente parola per parola così come vi sta stampato, poiché altrimenti Io, Gesù, quale vostro Dio e Creatore, e Colui che ha da vegliare sull’adempimento delle parole della Bibbia, sarei costretto a punirvi tutti senza eccezione, e gettarvi all’inferno, perché nessuno di voi segue la citata osservazione e l’avvertimento dell’evangelista Giovanni; e allora i sacerdoti, gli insegnanti di religione, i redattori di periodici religiosi e, prima di tutti, gli autori di trattati, sarebbero essi per primi, maturi per l’inferno, perché viene così tanto interpretato falsamente, aggiunto e tolto.

31. E perché Io non vi punisco per questo, dal momento che voi tutti, senza eccezione, siete trasgressori della Parola della Bibbia e della conservazione giovannea? – Non lo faccio perché questi versetti sono da interpretare spiritualmente, e non come voi pensate. Piuttosto, in essi è contenuto quanto segue:

32. Un’aggiunta alla Parola della profezia, significa l’interpretazione della Parola secondo il vostro punto di vista e parere così come vi conviene, per la qual ragione la Verità viene distorta e trascinata nel fango.

33. Il “tolto” dalla Parola della profezia, significa invece: l’inadempimento dei Dieci Comandamenti e degli insegnamenti che Io esposi nel tempo del Mio triennale magistero. Ragion per cui aggiunsi un esplicativo chiarimento ai Dieci Comandamenti. Chi perciò non ne adempie le condizioni richieste, diventa colui che riduce la pienezza della forza dei Miei insegnamenti e dei Miei comandamenti, quindi ne toglie, perciò si allontana da Dio come dall’Albero della Vita e così anche dalla santa Città della comunità dei beati, …e cammina sull’ampia via che conduce all’inferno.

34. Quindi, leggete spiritualmente la Bibbia, vivete e operate secondo le parole delle Mie profezie che, in queste, vi è detto ciò che dovete fare o non fare; allora avrete fatto ciò che Io esigo da voi, in altre parole, che dovete amare Me sopra ogni cosa e il prossimo come voi stessi, quindi, adempiere di fronte a Me con rigore i Comandamenti, ma non per andare a prendersi la morte spirituale dell’anima nelle morte lettere della Bibbia!

35. Dopo questa introduzione veniamo alle argomentazioni, dalle quali sarà accentuato chiaramente come stanno le cose e che cosa dovete credere come Verità divina.

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(parla F. Schumi):

Queste fonti e dati che qui riportiamo in modo eccezionale, non stanno nella Bibbia, ma sono stati comunicati da Dio al Suo scrivano, poiché esiste ancor sempre lo stesso Dio che ha parlato attraverso i profeti, gli apostoli e altri uomini, nella stessa attività per il bene dei Suoi figli, come si è già detto: “Cristo è ieri, oggi e in tutte le eternità sempre lo stesso amorevole Padre provvidente per i Suoi figli, com’è sempre stato!”. Dopo questa introduzione veniamo agli argomenti, dai quali emergerà chiaramente come stanno le cose con la materia e cosa bisogna credere come verità divina.

 

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Cap. 2

Dimostrazioni che Gesù dichiarò Se stesso come Cristo ovvero il Messia

Zurigo, 17 luglio 1904

1. Tra la classe delle persone colte c’è una certa progenie di pseudo filosofi che osano spargere ogni genere di menzogne per eliminare la Mia Divinità, la Dignità e l’Onore della Mia persona. Tra queste c’è anche quella che Io stesso non Mi sarei mai chiamato Cristo o il Messia, e perciò non sarei una persona storica, ma solo una persona poetica, vale a dire che non sarei mai esistito, mentre sarei solo una persona inventata dal nascente movimento religioso di quel tempo. Da ciò si vede tutta l’ignoranza o incompetenza di tali falsi profeti, e nello stesso tempo anche la loro cattiva volontà di agire contro di Me, per essere strappato dal cuore e dal sentimento dei Miei figli, cosa che fanno tutti i collaboratori di Satan, ovvero del Mio polo opposto. – Tuttavia, questa gioia porterà loro ulteriori tempi amari nell’aldiquà, e nella tomba dell’aldilà essi in tal modo sapranno Chi hanno pungolato con la loro cattiveria. Voglio mostrarvi alcune prove dalle quali adesso scorgerete che Io stesso Mi sono effettivamente chiamato Cristo o il Messia, il che significa ugualmente come Re della vita spirituale o come Principe della pace, come sta scritto in Isaia, cioè:

I ) – Quando Io, Gesù, andai nel territorio di Cesarea Filippi, interrogai i Miei discepoli e dissi: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell’uomo?». – Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il Battista, alcuni Elia, Geremia o altrimenti uno dei profeti». Su questo, Io domandai loro: «Ma voi chi dite che Io sia?». – Allora rispose Simon Pietro: «Tu sei Cristo, il Figlio del Dio vivente!». Ed Io, Gesù, affermai che ero veramente il Cristo o il Messia, ed elogiai Pietro in pubblico per quella sua dichiarazione: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, poiché questo non te lo ha rivelato la carne o il sangue (cioè il cervello di carne), bensì il Padre Mio (vale a dire il Mio Amore) nel Cielo (il tuo cuore che Mi ama)». Ma poiché con il termine Messia era inteso il potente Dio Jehova, proibii ai Miei discepoli di far sapere questa verità al popolo, perché altrimenti i giudei, vivendo nei peccati, per paura e sgomento avrebbero fatto penitenza in sacco e cenere, dal momento che attraverso questa conoscenza sarebbero stati oppressi come schiavi nella loro animica libertà di spirito. Conoscenza questa, che invece non ha mai danneggiato gli uomini che amano Dio.

II ) – Nel tempo del Mio insegnamento, quando venni per la prima volta con i Miei discepoli a Nazareth, Mi recai nella sinagoga o scuola giudaica, perché era Sabato. Chiesi di leggere ad alta voce, dopo di che Mi si diede il rotolo del libro del profeta Isaia. Quando lo srotolai, trovai proprio il versetto che volevo, dove stava scritto: «Lo Spirito del Signore è su di Me! Egli Mi ha unto (ovvero Mi ha fatto Messia) affinché Io predichi ai poveri il Vangelo. Mi ha inviato per guarire coloro che sono di cuore oppresso, per dare la libertà ai prigionieri (che sono nella tenebra spirituale), per dare ai ciechi (nello spirito) la vista (la verità), per mettere gli incatenati (nell’istupidimento spirituale) nella libertà (dell’insegnamento di Dio), e per proclamare l’anno ricco di grazia del Signore (come la riunificazione dei figli con il Padre loro), e annunciare il giorno del giudizio (contro falsi insegnanti di religione attraverso la diffusione della Verità sulla Parola di Dio)». E quando riposi il rotolo, dissi ai Miei ascoltatori: «Oggi questo passo della Scrittura si è adempiuto davanti ai vostri occhi», con la qual cosa dichiarai apertamente: “Io sono il Messia del Quale parla qui Isaia”.

III ) – Alla donna samaritana Mi dichiarai liberamente e al pozzo di Giacobbe le dissi: «Il Messia sono Io che ti parlo» [Gv. 4,25-26].

IV ) – Nella Mia paternale contro gli scribi e i farisei dissi al popolo e ai Miei discepoli: «Non fatevi chiamare maestri (oggi teologi), poiché Uno solo è il vostro Maestro, cioè Cristo» [Mt. 23,10]. Quando Io, Gesù, parlai di Cristo come Maestro, allora questo doveva essere stato presente, e che intendevo Me stesso come Cristo ve lo dirà la prossima citazione.

V ) – Quando profetizzai sulla distruzione di Gerusalemme, riferii ai Miei discepoli sui futuri falsi cristi, dicendo: «Molti si presenteranno sotto il Mio Nome e diranno: ‘Io sono Cristo!’, e ne sedurranno molti» [Mt. 24,5 / 24,23-24].

VI ) – Quando il sommo sacerdote Caifa Mi sottopose la domanda affinché rispondessi sotto giuramento se Io fossi il Messia, il Figlio del Dio vivente, gli assicurai che Lo ero, rispondendogli: «Tu lo dici!», vale a dire, “non te lo nego, perché è così”, su cui confermai la Mia breve risposta con una forte e decisiva profezia del ritorno di Cristo e dissi: «… tuttavia vi dico: da ora in poi avverrà che vedrete il Figlio dell’uomo sedere alla destra della potenza di Dio e venire nelle nuvole del Cielo»[2].

VII ) – Nella solenne preghiera che pronunciai all’ultima Cena, dissi: «Questa è la vita eterna: che riconoscano Te, l’unico vero Dio, e Colui che Tu hai mandato, cioè Me, Gesù Cristo, che sono proceduto da Te» [Gv. 17,3-8].

VIII ) – Secondo il modo di dire nel Vecchio Testamento, l’Unto, Cristo o il Messia, significava tanto quanto “Re”, così come alcune volte viene chiamato il futuro Messia nella Bibbia, e che questo fosse diretto a Me, Gesù Cristo, lo assicurai Io stesso, Gesù, davanti a Pilato, con: «Io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo» (Gv. 18,37). Anzi, ancora di più, Io stesso entrai (in groppa al puledro d’asina) come l’Unto, che è il Cristo o il Re, in Gerusalemme il 21 marzo nell’anno 33 sotto esaltazioni di osanna e alleluia del popolo, e tuttavia si osa sfacciatamente sostenere che Gesù non si è mai chiamato Cristo. Perciò i farisei con il loro seguito Mi derisero sulla croce dicendo: «Scendi giù se sei il Re dei giudei. Allora crederemo in Te» [Mt. 27,42; Mc. 15,32].

IX ) – Dopo la Mia resurrezione accompagnai due dei Miei discepoli, Cleofa e Barsaba Justus che andavano verso Emmaus, senza essere riconosciuto, e dissi di Me stesso: «Non ha dovuto Cristo, soffrire questo per raggiungere la Sua magnificenza?» [Lc. 24,26].

X ) – E quando di sera andai tra i discepoli radunati, dissi: «Così sta scritto nei profeti e così doveva soffrire (Io come) Cristo e il terzo giorno resuscitare dai morti» [Lc. 24,13-46].

 

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Cap. 3

Le fonti sinottiche e sincroniche

1. Per quanto riguarda le fonti della Mia storia, esse provengono dai Miei testimoni oculari e contemporanei che le annotarono, in altre parole dai Miei discepoli: 1° Giovanni e 2° Matteo, gli evangelisti, come sinottici o testimoni oculari. Soltanto Matteo viaggiò in India e portò con sé il suo Vangelo originale. – 3° Marco, il figlio di Pietro e 4° Luca, il medico.

2. – Oltre questi quattro c’è il pseudo-Matteo di nome l’Rabbas, che fu uno scrittore di Sidone, il quale mise insieme le copie esistenti e ciò che era stato raccontato dal popolo, e fu pubblicato come “Vangelo di Matteo”. Maggiori particolari su questo vi saranno dati nelle comunicazioni che seguiranno sul tempo della formazione dei Vangeli (al cap. 20).

3. – Accanto a questi cinque evangelisti ci sono anche le lettere aperte di Pietro, di Paolo, di Giacomo, di Giuda e di Giovanni, con ciò nove discepoli Miei contemporanei, i quali tra questi, sei testimoni oculari scrissero in un tempo quando tutto era ancora vivente nella memoria del popolo.

4. Queste molte dimostrazioni della Mia esistenza come Cristo, come furono tramandate in modo sinottico o sincronico, oppure da testimoni oculari o contemporanei di allora, dimostrano che le odierne rinnegazioni della Mia esistenza come Cristo e l’autenticità delle notizie evangeliche e apostoliche, si basano su malintenzionati, perché malevoli distruttori della volontà che si estesero dai giorni di Adamo fino all’anno 132 dopo Cristo. Come la tenebra esiste solo finché l’annienta la Luce, così anche l’oscura menzogna si spinge avanti finché non sorge la divina Luce della verità ed illumina la menzogna come tale.

5. Una dimostrazione molto importante sull’esistenza dell’apostolo Giovanni – dal momento che si rinnega anche l’esistenza di tutti gli apostoli ed evangelisti e dai loro nomi si fanno delle immagini allegoriche dello spirito del tempo, – è per voi la sua Rivelazione, la quale è certamente la testimonianza più vivente di un linguaggio di rispondenza spirituale che, sulla Terra, non era usato né al tempo degli apostoli né più tardi, e che abbraccia la storia religiosa del mondo dei tempi futuri nelle rispondenze spirituali-celesti.

6. Contro tali grandi prove provenienti dai primi secoli come sono citate qui, c’è la fabbricazione storica negante il Cristo dal 18°, 19° e 20° secolo, senza una qualche base o valore, perché viene sostenuto qualcosa senza produrre contro dimostrazioni, il che è puramente inventato di sana pianta. – Come si può, con una semplice negazione, eliminare dal mondo una verità dimostrata da 6000 anni che giunge fino a voi tramite i patriarchi, i profeti e gli apostoli, senza indicare altrettante contro prove con le originali, o almeno attraverso notizie autenticate provenienti dal tempo del primo secolo?

7. Al giorno d’oggi, nulla dal tempo del tenebroso rinnegamento di Dio e dal vostro tempo dell’offuscamento dello spirito per la Verità, sono state influenti per voi le chiare negazioni di tutta la Verità! Esse devono provenire dalle fonti del tempo degli apostoli, oppure fin dal primo secolo, senza voler sostenere, dopo circa 2000 anni, qualcosa che viene rappresentato solo come malignità, cattiva volontà, tenebra spirituale, ignoranza nella scienza biblica, deliberata negazione della Verità e menzogna profetica, contro un fiume di prove della Verità provenienti dal tempo della Mia esistenza come Cristo. Perciò, non lasciatevi sviare dai falsi profeti e dai falsi cristi del tempo presente, perché essi stanno al servizio dell’avversario della Mia Divinità, avversario che si chiama distruttore dell’umanità, e il suo suolo è l’abisso dell’inferno, dove attira i suoi credenti nella profondità delle tenebre della vita spirituale, dopo averli derubati della salvezza della loro anima.

 

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Cap. 4

Profezie su Gesù Cristo da parte di autori pagani, giudei e cristiani

1. È un fatto poco conosciuto che anche alcuni autori giudei e pagani registrarono, accanto ai Miei discepoli, notizie sul Mio tempo passato, che ora serviranno a dimostrare il contrario di ciò che affermano i negatori di Dio, i critici della Bibbia e i soppressori di Cristo.

2. Si deve far luce una buona volta! Lottare contro di Me, vostro Dio, significa andare a leccarsi il pungiglione. – Oh, voi poveri vermi terreni del figlio perduto. Come volete sussistere nella vostra lotta contro di Me, contro Dio? Le vostre frecce non colpiscono Me, ma voi stessi, perché quanto più infierite per la Mia eliminazione, tanto più tenebroso si prepara l’inferno che vi accoglierà dopo il vostro trapasso. Non crediate però che con questo sia già tutto finito! – Oh, no! La vostra infamia e le vostre sofferenze saranno spaventose! Perciò allontanatevi in tempo dal vostro affaccendarvi infernale, per non diventare completamente infelici!

*

 

4/1 - Profezia della sibilla d’Eritrea

3. Le sibille erano donne chiaroveggenti alle quali veniva spesso mostrata un’immagine del futuro, come accade ancora oggi con i chiaroveggenti, e perciò giunse la profezia del Messia veniente che la sibilla eritrea vide in anticipo nello spirito, come un Fanciullo e poi come un Giovane insegnante.

4. “Symmachia”, questo era il nome della sibilla, nacque in Eritrea nella provincia greca Böotia e profetizzava a Cuma[3] in Campania nell’anno 1203 a.C. Quando i greci nell’anno 1194 a.C andarono a Troia, lei profetizzò anche la sua caduta.

5       Testo delle due profezie della Sibilla d’Eritrea sulla venuta di Gesù Cristo:

I ) « “Vedo il Figlio di Dio che si è abbassato dalle altezze. Lo porterà una vergine giudea proveniente da una nobile stirpe, quando verranno gli ultimi tempi felici. Nei suoi teneri anni soffrirà molto sulla Terra. Tuttavia questo Profeta sarà grande per profezia divina, poiché è nato da una madre vergine ed è saggio e veritiero” ».

II ) « “Verrà un inviato dal Cielo che renderà felice il mondo con l’autentica conoscenza di Dio, poiché ho visto un Fanciullo scendere dal Cielo e farsi grande tra gli uomini, poi l’ho visto come Giovinetto insegnare nel Tempio e là tenere grandi discorsi davanti al popolo. L’ho visto guarire molti malati e istruire gli uomini ad amare Dio e il prossimo, e così, diffondere solo del divino sulla Terra, con cui potrebbe iniziare un’epoca d’oro se gli uomini Lo ascoltassero e si orientassero secondo il Suo divino insegnamento. Invece gli uomini si allontaneranno da questo grande Figlio proveniente dal Cielo, e preferiranno vivere secondo la loro volontà terrena. Perciò ho visto come questo Spirito di Luce lascia il mondo e sale di nuovo in Cielo da dov’era venuto” ».

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4/2 - Profezia sul futuro nome Gesù mediante la sibilla d’Eritrea

6. Al concilio di Nicea (325 d.C.) Costantino il grande dichiarò solennemente: “La sibilla d’Eritrea fu sicuramente influenzata da Dio, la quale annunciò ciò che doveva avvenire, dichiarando anche in maniera chiara la storia della venuta di Gesù Cristo in quell’incontro delle due prime lettere dei versetti chiamato acrostico[4].

Ιησούς Χριστός, Θεού υιός, σωτήρ, σταυρός.

cioè:

Jesus Christus, Gottes Sohn, Heiland, Kreuz.

Queste contengono le seguenti parole: Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore, croce”[5].

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4/3 - Profezia di Virgilio[6] sulla venuta di Gesù

7. Anno 29 a.C., il 25 ottobre, Roma: « “Già si avvicina velocemente l’ultima epoca secondo la profezia cumana, e sorge nuovamente un gran filar di secoli. Ritorna anche già la vergine[7], ritornano i regni di Saturno, già è inviato giù dall’alto Cielo un nuovo germoglio. Tu, casta Lucina[8] proteggi il nascituro fanciulletto, per mezzo del quale dapprima morirà l’epoca del ferro e in tutto il mondo si leverà quella dell’oro; il tuo Apollo regna già. E appunto con te, sotto il tuo consiglio, o Pollione[9], comincerà questo tempo meraviglioso, e questi grandi mesi cominceranno a comparire” ». La profezia di Virgilio nell’egloga[10] IV, 4 ff., il cui originale latino dello stesso tono suona come segue:

*

«Ultima Cumaei venit jam carminis aetas;

Magnus ab integro saeclorum nascitur ordo.

Jam reditet Virgo, redeunt Saturnia regna;

Jam nova progenies coelo demittitur alto.

Tu modo mascenti puero, quo ferrea primum

Desinet ac toto surget gens aurea mundo.

Casta fave Lucina; tuus jam regnat Apollo.

Teque adeo decus hoc aevi, te consule, inibit,

Pollio, et incipient magni procedere menses …»

*

(traduzione) :

«Già l’ultima epoca della profezia cumana giunge,

un grande ordine di secoli comincia d’accapo;

già la vergine ritorna, i regni di Saturno ritornano;

dall’alto Cielo è fatto scendere un nuovo germoglio.

Tu, o casta Lucina, proteggi il fanciullo nascente

per mezzo del quale avrà fine l’epoca del ferro,

e in tutto il mondo sorgerà quella dell’oro, già governa

il tuo Apollo. E proprio sotto il tuo consiglio, Pollione,

avrà inizio quest’epoca splendente,

e i grandi mesi cominceranno a comparire…».

*

8. Quello che il poeta romano Virgilio canta nell’egloga del Germoglio celeste che fonderà l’epoca d’oro, avvenne sotto l’influenza della profezia cumana dall’idea, sostenuta in genere dai giudei, dell’arrivo del Messia. Questa profezia poetica fa parte in ogni modo delle fonti della storia cristiana, anche se intessuta con mitologie pagane.

*

 

4/4 - Relazioni di storici romani sull’arrivo del Messia dalle profezie

9. Tacito (Roma, 5 ottobre 102). Nella storiografia n. 13 dice (come Svetonio in ‘Vespasiano 4’): «…Si sosteneva che a quel tempo l’Oriente sarebbe giunto al potere e dalla Giudea sarebbe sorto qualcuno che avrebbe sottomesso il mondo intero».

10. Svetonio (Roma, 6 settembre 132), dice in ‘Vespasiano 4’: «…dominava in tutto l’Oriente un’opinione antica e persistente, secondo cui era destinato che in quel tempo in Giudea doveva venire Uno che sarebbe stato Signore sul mondo intero».

 

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Cap. 5

Sulla morte di Giovanni Battista

annotata dal fariseo Giuseppe Flavio[11] (nell’anno 72)

1. Nell’anno 30, Aretas, re dell’Arabia arenaria, combatté contro il re Erode Agrippa II, perché quest’ultimo aveva respinto sua moglie, figlia di Aretas, e distrusse tutto il suo potere.

*

(citazione di Schumi):

[Giuseppe Flavio – Libro dell’antichità giudaica, cap. 18, versetti 1,2]: «Alcuni dei giudei hanno riconosciuto nella sconfitta dell’esercito di Erode la disposizione del Signore che esigeva da Erode la giusta punizione a causa di Giovanni Battista. Erode lo fece giustiziare anche se era un uomo giusto, perché esortava i giudei a tendere alle virtù e ad esercitare verso il prossimo la giustizia e la devozione verso Dio e così giungere al battesimo[12]; solo allora il battesimo sarà compiacente a Dio, mentre loro lo usavano solo per la guarigione del corpo, non per l’espiazione dell’anima che, secondo loro, sarebbe poi già santificata con una vita giusta. Giovanni era stato messo in catene per aver rimproverato ad Erode la sua vita da adultero, e lui lo mandò alla fortezza di Macharaus e là (per via della nota causa con Erodiade) decapitato. La sua morte, secondo la convinzione dei giudei (che consideravano Giovanni un profeta – Matteo 14,1-11 / 21,26), è stata la causa del perché l’esercito di Erode cadde vittima dell’ira di Dio».

 

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Cap. 6

Una dimostrazione di errate trascrizioni tramite

la descrizione della figura di Cristo

Alessandria, 15 maggio 1159

1. Un monaco di nome Giacomo nel monastero di Alessandria d’Egitto compose la descrizione della Mia Persona come si era conservata fino a quel tempo nella tradizione popolare, e attribuì la stessa, al fine di fornire ai posteri una paternità per la sua veridicità, a un’autorità fittizia[13] quale governatore della Giudea[14] al tempo di Gesù, di nome Publius Lentulo. Egli scrisse:

2. “Publius Lentulo scrive al senato e al popolo romano la seguente lettera:

3. «In questi giorni è apparso un uomo molto virtuoso di nome Gesù Cristo che è ancora tra noi, e dal popolo è chiamato profeta della verità, ma dai Suoi discepoli Figlio di Dio. Egli risveglia i morti e guarisce ogni sorta di malattie. Un uomo  di statura ragguardevole e prestante. Il volto è venerabile, e a vederlo lo si può amare come anche temere. I capelli hanno il colore di una nocciuola totalmente matura, lisci fino agli orecchi, ma da lì in giù, riccioli, dal colore un po’ scuro e lucente distesi fino agli omeri, divisi in due a metà del capo, secondo il costume dei Nazareni. La fronte è liscia e aperta con il volto senza alcuna ruga ed è esente da macchie con un moderato amabile rossore. Niente del naso e bocca è sporgente o incavato. La barba è forte, copiosa e piena, ed è dello stesso colore dei capelli, non lunga, ma divisa a metà. L’aspetto è semplice e maturo, gli occhi sono di un grigio-blu e chiari. Nel rimprovero è terribile, nell’ammonire è gentile e amorevole. È gaio, ma comunque serio. Non Lo si è mai visto ridere, ma spesso piangere. È alto nella sua statura ed energico. Le Sue mani e braccia sono molto dilettevoli. È piacevole ed aggraziato nel parlare, è raro (nel farsi vedere) e modesto. Le sue fattezze veramente belle, superano quelle dei figli degli uomini»”.

4. Ora seguono tre copie latine dello stesso originale, delle quali ognuna è diversa, poiché nessuna è stata copiata fedelmente secondo l’originale. – Queste tre copie seguono qui affinché i critici dei Vangeli e della Sacra Scrittura riflettano su quanto superficiali erano gli scrivani di un tempo, cosa che si può vedere in particolare anche dal Nuovo Testamento nelle nuove edizioni in greco e in latino, le quali, pur essendo tratte dagli stessi scritti e annotati nello stesso tempo, mostrano comunque gigantesche differenze, come è dimostrata l’incapacità in queste tre copie, – anzi, si può dire, ancora maggiori. – Perché allora fare grandi studi, che diventano inutili, se non si conoscono i motivi del perché di questo o di quello?

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(I copia):

5. «Publius Lentulo in Giudea praeses (tempore Cesaris) senati populoque – Romano hanc epistolam misit:          “Apparuit temporibus istis nostris, et adhuc est, homo magnae virtutis, cui nomen Jesus Christus, qui a gente dicitur propheta ueritatis; et a suis discipulis filius Dei. Suscitans mortuos et sanans omnes languores. Homo quidam statura procerus et spectabilis. Vultum habens uenerabilem quam intuentes facile possunt dirigere et formidare. Capillos habens coloris nucis auellane prematura et planos usque ad aures; ab auribus uero’crispos aliquantulum coeruliores et fulgentiores; ab humeris uentilantes. Discrimen habens in medio capite iuxta morem Nazareorum. Frontem planam serenissimam cum facie sine ruga aliqua, quam rubor moderatus venustas. Nasi et oris nulla prorsus reprehensio. Barbam habens copiosam et capillis concolorern, non longam, sed in medio birucatam. Aspectum simplicem et maturum, oculis claucis uariis et claris. In increpatione terribilis, in admonitione blandus et amabilis. Hilaris quidam seruata gravitate. Nunquam uisus ridere, flere autem sepe. In statura corporis propagatus et rictus. Manus habens in brachia uisu desertabilia (delectabilia!). In colloquio gratis, rarus et modestus. Forma certe speciosus prae filiis hominum”».

 

(Traduzione I) :

«Publio Lentulo governatore in Giudea (al tempo di Cesare), inviò questa lettera al Senato e al popolo di Roma: “È apparso ai nostri tempi ed è vivo tuttora, un uomo di grandi virtù, chiamato Gesù Cristo che dalla gente è indicato ‘il profeta della verità’, e dai suoi discepoli  ‘figlio di Dio’. Resuscita i morti e sana qualunque malattia. Un uomo di giusta statura e di bell’aspetto. Il volto, guardandolo, è venerabile da ammirare facilmente e temere. I capelli hanno il colore di una nocciola matura e lisci fino agli orecchi; invece i capelli che cadono sulle spalle sono un po’ ricci e più luminosi e brillanti. Una riga li divide in mezzo al capo, secondo l’usanza dei nazareni. La fronte è piana con un viso liscio e senza rughe, oltre a un leggero rossore che lo rende piacevole guardare. Niente da dire sul naso e sulla bocca. Ha una barba folta e rossastra dello stesso colore dei capelli, non lunga ma divisa. L’aspetto è semplice e maturo con gli occhi appena chiusi e luminosi. Terribile nel rimprovero, mite ed amabile nell’ammonire. Allegro ma sorretto da una riservata gravità. Non è mai stato visto ridere, ma spesso piangere. La statura del corpo è elevata e retta. Ha mani e membra piacevoli; gradevole nell’espressione, umile e modesto. L’aspetto è certamente bello, in confronto ai figli degli uomini”».

 

6. Questo rapporto di Publius Lentulo su Gesù, finora il migliore, fu pubblicato da J. Ph. Gabler [Piccoli scritti teologici, vol. II, 1831, pgg. 636] e si trova nel cod. Harleianus 2729, sec. XII, che contiene altrimenti la strategia di Frontin e di Eutrop su un foglio incollato all’inizio da una mano del secolo XV, quindi: come suona la registrazione in latino in alto:

[Comunicato dal Dr fil. Gotthold Gundermann

nella rivista per teologie scientifiche

del Dr Adolf Hilgenfeld, 1886, pagina 241]

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(II copia)

7. 7a epistola di Lentulo all’imperatore Tiberio: «Apparuit hjis temporibus ed ahuc est, homo magnae virtutis, nominatus Christus Jesus, qui dicitur à gentibus propheta, quern eius discipuli uocant filius Dei. Suscitans mortuos et sanans omnes languores; homo sgtaturea procerae, mediocri set spectabilis, vultum habens uenerabilem, quem intuentes possunt formidare et dirigere. Capillos habe coloris nucis auellanae praematurae, et planos ferè usque ad aures. Ab auribus cuntanos crispos aliquanto, caeruleores et subgemiores ab humeris uentilantes, discrimen habens in medio capitis, iuxta morem Nazaraeorum; frontem planam et serenissimam cum facie sine ruga aut macula aliqua, quem rubor moderatus venustat Nasi et oris nulla reprehensio. Barbam habet copiosam et impuberem, capillis con colorem, non longam, sed in medio bifurcatam. Aspetum habet simplicem et maturum, oculis claris existentibus. Increpatione terribilis, in admonitione blandus et amabilis, hilaris seruata gravitate; qui nunquam ridere, flere autem saepe uisus est. In statura, corporis propagatus rictus. Manus habe et brachia uisu delectabilia; in colloquio rarus et modestus, speciosus inter filiu, hominum».

[Apokrypha hoc est nattiones de Cristo,

extra Biblia apud Patres reperta. Gr. et lat.

Protevangelion Jacobi grasce primum editum etc.

Cur Michael Neander 8, Basileae 1567, pagina 410-411]

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(traduzione II)

“È apparso ai nostri tempi ed è tuttora un uomo di grandi virtù, chiamato Gesù Cristo che, dalla gente, è chiamato profeta, e dai suoi discepoli indicato come figlio di Dio. Resuscita i morti e guarisce tutte le malattie. Un uomo di alta statura e mediocre (moderato)nell’aspetto, dal volto venerabile che, guardandolo, si è spinti ad ammirarlo e temerlo. I capelli hanno un colore di una nocciola o mandorla non matura, lisci fino agli orecchi. Da queste, diventano un po’ ricci tendenti al blu che gli ricoprono le spalle, con una riga che li divide in mezzo al capo, secondo l’usanza dei nazareni. La fronte è piana e serena con il volto senza rughe, o imperfezioni il cui leggero rossore esalta il naso e la bocca non criticabili. Ha una barba folta e matura, dello stesso colore dei capelli, non lunga ma divisa nel mezzo. L’aspetto è semplice e maturo, con gli occhi luminosi, terribili nel rimprovero, gentili ed amabili se ti ammonisce, gioiosi e di una riservata gravità, che non fu mai visto ridere, ma spesso piangere. Così elevato nell’altezza del corpo, ha mani e membra piacevoli; gradevole e modesto nella conversazione, bello tra i figli degli uomini”».

 

(III copia)

8. «Lentulo hierosolymitanorm praeses S. (enatui) P. Q. (ue. Roinano S. (cripsit): “Apparuit temporibus nostris, et adhuc est homo magnae virtutis, nominatus Christus Jesus, qui dicitur a gentibus propheta ueritatis, quem eius discipuli uocant filium Dei. Suscitans mortuos, et sanans languores. Homo quidam staturae procedere, spectabilis, uultum habens uenerabilem, quem intuentes possunt et dirigere et formidare. Capillos uerò circinos et crispos aliquantulum ceruliores et fulgentiores, ad himeris uolitantes, discrimen habens in medio capitis, iuxta morem Nazarennorum. Frontem planam et serenissimam cum facie sine ruga, macula aliqua, quam rubor modratus uenustat. Nasi et oris nulla prorsus est repehensio, barbam habens copiosam et rubram capllorium colore, non longam, se bifurcatam. Oculis uariis et claris existentibus, In increpatione terribilis, in admonitione placidus et amabilis, hilaris, seruata gravitate, qui nunquam uisus est ridere, flere autem saepe. Sic in statura corporis propagatus, manes habens et mebra uisu delsctabilia, in eloquio gratis, rarus et modestus, speciosus inter filios hominum”». Valete.

[Monumenta sanctorum patrum orthodoxographa, colectore Joh.;

Jac. Gryyuaeo. Brasileae 1569. Sub:

Epistolae orthodoxographorum Theologorum latinorum. pag. 1]

 

(traduzione III)

«Lentulo governatore in Gerusalemme (enatui) P. Q. (ue. Roinano S. (cripsit): “Egli è apparso al nostro tempo, ed è un uomo di grandi virtù, chiamato Gesù Cristo che, dai gentili è chiamato profeta della verità, e dai suoi discepoli è chiamato figlio di Dio che risuscita i morti e sana gli infermi. Un uomo di una certa levatura, di statura e di aspetto elevato, dal volto venerabile che, guardandolo, si è forzati a temerlo. I capelli fino al collo sono ricci e un po’ più chiari e più splendenti quelli che cadono sulle spalle, avendo una riga in mezzo al capo, secondo l’usanza dei nazareni. Una fronte liscia e serena con il volto senza rughe, né alcun inestetismo, favorito da un leggero rossore. Niente da dire sul naso e sulla bocca, avendo una barba folta e rossastra, non lunga, ma biforcuta. Gli occhi chiari e luminosi  terribili nel rimprovero, miti ed amabili nell’ammonimento, gioiosi e di una rispettata dignità, non avendolo mai visto ridere, ma piangere spesso. Così elevato nella statura del corpo avendo le membra piacevoli, gradevoli nel portamento, umile e modesto nell’espressione, speciale tra i figli degli uomini”».

 

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Cap. 7

Indicazioni più precise sulla descrizione della figura di Cristo

Zurigo, 25 giugno 1904

 

Schumi riceve un chiarimento da Gesù sulla descrizione della Sua figura trasmessa secondo le indicazioni verbali ‘tradizionali’ di allora, indicate negli scritti rivelati in precedenza, illuminandoci oggi sul valore storico degli stessi.

1. Io, Gesù, dopo che il primo giugno nell’anno 30 (secondo il presunto calcolo del tempo) Mi feci battezzare da Giovanni Battista e radunai intorno a Me i Miei discepoli, comparvi ed iniziai a predicare. Ma ora non è il Mio compito riferirvi come ho diffuso il Mio insegnamento, bensì quale aspetto avevo come Uomo e com’ero animicamente costituito.

2. La Mia comparsa fu allo stesso tempo il modello per i curiosi di come apparivo, chi ero e cosa si diceva di Me. Ero ben osservato dal popolo e guardato da tutte le parti, ed ero oggetto di discussione di bocca in bocca, a tal punto che la Mia persona divenne generalmente nota, e questa descrizione verbale rimase esistente anche dopo la Mia ascesa al Cielo, dalla quale si formò la tradizione orale che rimase nel popolo, tuttavia mai trascritta, essendo troppo nota. Successivamente s’insinuarono comunque alcune infrazioni, ed è per rimuoverle che ora voglio comunicarvi la verità.

3. Fu nell’anno 1159 che un monaco di nome Giacomo (vedi cap. 6), nel convento di Alessandria d’Egitto, Mi descrisse così come era stata trasmessa la tradizione su di Me nel popolo. Questa tradizione o trasmissione verbale venne poi utilizzata da un narratore mondano in Roma, al quale sembrò troppo semplice; perciò nell’anno 1236 fece una traduzione della descrizione della Mia persona con diversi abbellimenti, descrizione che si trova presso la famiglia nobile dei Cesarini in Roma e di cui è stata stampata una libera traduzione in tedesco, della quale segue un esempio di come si fabbricano le falsificazioni:

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4. « Publius Lentulo, praeses Hierosolimitanorum[15] all’impe-ratore Tiberio: “Ho sentito, o Cesare, che Tu desideravi sapere ciò che io ti riferisco ora. L’uomo del quale mi domandi, vive qui in gran rispetto e si chiama Gesù Cristo. Il popolo lo chiama ‘profeta’, i suoi discepoli lo considerano ‘Figlio di Dio’, il Creatore del Cielo e della Terra e di tutte le cose che sono ed erano nel mondo. In verità, o Cesare, su Cristo si sentono giornalmente cose miracolose: risveglia i morti alla vita, guarisce i malati con una sola parola, è di statura media e di bell’aspetto. Il suo volto è così maestoso che coloro che lo guardano lo devono amare e temere. I suoi capelli hanno il colore di una nocciola molto matura, e fino agli orecchi è pettinato in modo liscio, dagli orecchi in giù invece sono del colore della terra o ancora più chiari. Secondo il modo dei nazareni ha i capelli divisi a metà. La fronte è liscia e aperta, le guance lisce, senza rughe e coperte di serietà. Il naso e la bocca sono regolari. La sua barba è liscia come i capelli, ma non lunga né divisa a metà. Il suo sguardo è serio e penetrante; i suoi occhi somigliano ai raggi del Sole, in modo che nessuno li può guardare per via dello splendore. Quando minaccia, desta timore; quando invece ammonisce, attrae. È anche lieto, ma con dignità. Si afferma che nessuno lo abbia mai visto ridere o piangere. Le sue mani e braccia sono molto belle. I suoi discorsi soddisfano molto gli ascoltatori. Lo si vede di rado, ma quando lo si vede, è molto serio. Secondo l’aspetto, è l’uomo più bello che si possa vedere e immaginare. Sua madre passa nel paese come la donna più bella. Se la tua maestà, o Cesare, desidera vederlo, come mi hai scritto prima, allora annunciamelo, ed io te lo manderò subito. Egli in tutta Gerusalemme provoca l’ammirazione con i suoi insegnamenti. Non ha mai studiato niente, ma conosce tutti gli insegnamenti a memoria. Cammina a piedi scalzi e senza copricapo. Molti lo deridono, ma coloro che lo sentono insegnare lo ammirano e tremano dinanzi a lui. Si dice che un uomo simile non sia mai stato visto o udito in questa zona. Come mi raccontano i giudei, nessuno ha mai elargito così saggi consigli quanto questo Gesù Cristo. Molti giudei lo considerano come un Dio e credono in lui, ma ci sono anche molti che lo accusano presso di me che sarebbe un avversario della tua maestà. Mi sono avversi questi giudei che vogliono del male. Si sostiene che non avrebbe ancora mai fatto del male a nessuno, invece molto del bene. Coloro che lo conoscono, dichiarano di aver ricevuto da lui benefici o sono stati guariti, ma ciononostante sono pronto ad obbedire ai tuoi ordini e farò ciò che tu mi ordinerai. Addio! Dato in Gerusalemme nella settima ‘indizione’ dell’undicesimo mese” ».

Il governatore della Giudea

più fedele e più obbediente di tua maestà

Publius Lentulo

*

5. Su questo documento falsificato voglio dirvi soltanto che non è mai esistito un governatore[16] Publius Lentulo della Giudea, o un praeses Hierosolimitanorum. Ponzio Pilato dall’inizio dell’anno 29 fino all’anno 36 fu pretore o governatore della Bassa Galilea, della quale faceva parte anche la Giudea, e la settima indizione[17] appartiene all’anno 34, anno in cui Io non ero più nel mondo. Allora non esisteva nessun calcolo secondo l’indizione, perché questo fu introdotto più tardi. Anche il titolo “maestà” a quel tempo non era ancora in uso per gli imperatori romani.

6. Dopo che vi ho dato queste dimostrazioni che entrambi gli originali furono falsificati e fu soltanto una tradizione com’era tenuta nel popolo, voglio ora darvi la rivelazione fedele alla verità sulla Mia figura, che è questa:

7. «Io, Gesù Cristo, ero un Uomo virtuoso, come si penserà non altrimenti di Me come Dio in forma umana; i Miei discepoli Mi chiamavano “Signore”, “Maestro” e “Figlio di Dio”, come profetato da Mosè. Ho risvegliato i morti ed ho guarito tutte le malattie. La Mia altezza era di 180 centimetri, ed era una figura prestante perché il corpo era formato senza difetti. Il Mio aspetto era molto nobile, perché la Mia serietà era unita ad un’amabile gentilezza che impressionava tutti, al punto che gli amici Mi amavano molto; i nemici, invece, che Io guardavo in faccia con uno sguardo maestosamente serio, – percepivano talvolta paura e timore di Me. I Miei capelli erano di un biondo-rosso scuro, ma splendenti come seta e delicati come quelli di un fanciullo che ha la crescita dei suoi capelli nella più prosperosa freschezza dell’adolescenza. Quanto belli e prosperosi erano i capelli splendenti, non ve lo potete immaginare, perché oggigiorno non lo si vede da nessuna parte; in alto, dalla riga fino agli orecchi erano lisci con una piccola interruzione ondulata, dagli orecchi in giù cominciavano a formarsi in riccioli ondulati che scendevano nei più bei riccioli sulle spalle fino a metà schiena. Si ammirava quest’insolita bellezza dei Miei capelli divisi in due parti che scendevano ondulati dalla testa, come in quel tempo era la moda dei capelli tra nazareni e galilei. La Mia fronte era alta e liscia e, come il Mio volto, senza macchie né rughe, e questa si abbelliva di un piacevole rossore mediante una pelle fine e delicata che aveva un aspetto flessibile e giovane, il che era amabile da vedere. Il naso orientale era ben formato, senza alcuna incavatura agli occhi, e una bocca dalle labbra corrispondenti a tutte le pretese del senso di bellezza di un pittore, e queste abbellivano il Mio volto. La Mia barba non era né troppo ruvida, né troppo fine, ma del tutto adeguata, come deve essere nella migliore forma di un bell’uomo, il suo colore era lo stesso dei capelli; essa non era lunga, ma cresciuta bene, a metà divisa in due parti e ben curata. Il Mio sguardo era semplice, catturante e gentile, anche se non ridevo mai. I Miei occhi non erano né grandi né piccoli, ma splendenti, di un bel colore grigio-blu circondato da un bel bianco. Nel rimprovero ero molto severo, mentre il Mio sguardo penetrante metteva i nemici alle strette, tanto che scappavano presto; – nell’ammonire ero gentile e amorevole, conservando comunque la necessaria serietà. Non Mi si è mai visto ridere dal Mio dodicesimo anno, perché allora cominciò la Mia istruzione spirituale dell’animo-carattere che, a differenza dello Spirito d’Amore di Dio nel cuore, si chiama spirito umano. Anche se non ho mai pianto, di tanto in tanto ero triste e sempre per via dell’ostinazione dei farisei e dei loro seguaci, ciò perché delle lacrime negli occhi di un adulto, senza pianto né grida, non è piangere! Le Mie mani e le braccia erano ben adeguate e ben formate secondo la forma del corpo.

8. Nel colloquio con gli uomini ero serio, saggio e deciso, ma in ogni modo modesto, sempre conservando la Mia dignità; nei discorsi pubblici ero pienamente serio, calmo e con una voce che suonava maestosamente colma di forza e, nell’espressione, decisa e dimostrativa. Che il Mio aspetto esteriore, come Dio in forma umana – poiché possedevo tutte le perfezioni come una volta l’aspetto di Adamo che avevo formato secondo l’immagine del Mio Io – superasse certamente tutti i figli degli uomini con questa singolare bellezza, ve lo potete facilmente immaginare, per questo la descrizione della Mia figura fu conservata tradizionalmente così bene fin nel dodicesimo secolo, perché Mi consideravano come l’Uomo dei miracoli, e ovunque si faceva delle osservazioni su di Me. In estate andavo a piedi nudi e sempre senza copricapo, perché tutti gli uomini poveri andavano così. Su Maria non fu conservata nessuna tradizione, è comunque vero che possedeva un aspetto esteriore molto bello, ma non era la donna più bella della Palestina».

 

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Cap. 8

Il profilo del volto di Gesù

1. Su questa faccenda esiste un profilo del Mio volto che una volta fu inciso su uno smeraldo, di cui è raccontata la seguente storia, ma falsificata:

2. « L’unica vera immagine del nostro Salvatore, è impressa in un’incisione su uno smeraldo su ordine dell’imperatore Tiberio (regnante nel 14-37 dopo la nascita di Cristo) e consegnata dalla tesoreria di Costantinopoli tramite il sultano dei turchi al papa Innocenzo VIII (reggente 1484-1492), per il riscatto di suo fratello che allora era prigioniero dei cristiani».

*

3. L’immagine menzionata è un’incisione nello smeraldo che a Roma un intagliatore di smeraldi fece nell’anno 1236, in parte sulla descrizione della Mia figura secondo il (falso) manoscritto che si trova presso la nobile famiglia dei Cesarini in Roma, in parte secondo l’antica moneta di Elis che rappresenta Giove di Fidia in Olimpia.

4. Quando il pio Fidia scolpì la statua di Giove per Olimpia, nel suo spirito cercò il vero Dio ed Io gli feci trovare approssimativamente i Miei tratti. E quando, dopo il completamento della sua imponente statua, come narra la saga corrispondente alla verità, “egli avrebbe invocato il Padre degli déi e degli uomini” e chiesto un segno se quest’immagine Mi compiacesse, Io gli diedi la risposta attraverso un lampo di fulmine dal ciel sereno che andò a colpire il terreno del Tempio.

5. L’immagine intagliata nello smeraldo e trasferita su carta, è ben molto diversa dal Mio vero volto, mentre una nuova immagine data (in seguito) pure nello spirito ad un disegnatore, è abbastanza simile all’originale di come apparivo al tempo del Mio insegnamento (anno 30-33). Questa immagine compare nel commercio teosofico-cristiano.

 

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Cap. 9

L’inedito verdetto di morte di Ponzio Pilato del 25 marzo dell’anno 33

13.06.1904

1. Accanto ai segni del tempo sulla Mia vita, sugli insegnamenti e sulle Mie azioni, deve seguire qui per la prima volta[18] il testo in tedesco secondo il verdetto originale latino di Ponzio Pilato:

 

verdetto

 

Giudice:      Pronunciato da Ponzio Pilato[19], governatore nella Bassa Galilea.

Sentenza:    Gesù di Nazareth deve subire la morte sulla croce.

2. «Nel diciassettesimo anno dell’imperatore Tiberio, nel 25° giorno del mese di marzo, nella santa città di Gerusalemme, al tempo di Hanna, sacerdote, e Caifa, sommo sacerdote di Dio:

3. “Io, Ponzio Pilato, governatore nella Bassa Galilea, seduto sul seggio presidenziale del pretorio, condanno Gesù di Nazareth a morire sulla croce tra due criminali, perché così lo ha stabilito il consiglio del Tempio; ma in Lui non ho trovato nessun crimine che lo renda colpevole secondo le nostre leggi romane, perciò da parte mia non è condannato secondo le nostre leggi, ma secondo la volontà del sacerdozio del Tempio, perché solo questo Lo ha accusato di crimini che io, in verità, non ho trovato. Io ordino al primo centurione (comandante) Quirinius Cornelius, di condurLo nella piazza del giudizio e proibisco a tutte le persone, ricche o povere, di impedire la morte di Gesù. Testimoni di questo mio verdetto sono: Daniel Robani, fariseo; Giovanni Zaerbatel; Raphael Robani; Capet, scrivano. Gesù sia condotto fuori città attraverso la porta Sruenea”».

*

4. Questo giudizio non piacque al Tempio, ma con l’eccitato Ponzio Pilato non c’era da contendere, perciò il Tempio tacque, perché aveva ottenuto la cosa più importante, e con ciò il sommo Consiglio si accontentò.

5. Soltanto che da tutte le parti arrivavano notizie che il popolo imprecava e protestava vivamente di questo crimine dei sacerdoti del Tempio, perciò il suo Consiglio decise, il sette maggio (il giorno dell’Ascesa al Cielo), di pubblicare il giudizio di Ponzio Pilato, ma con l’esclusione del crimine d’accusa nel quale era contenuta la loro accusa contro Gesù, e questo verdetto fu ricopiato incidendo dodici piastre di ferro, una per ognuna delle dodici tribù, e le inviarono alle stesse, cosa che avvenne pure. Solo nelle persecuzioni postume dei giudei andarono perdute tutte le piastre. Alla fine ne fu ritrovata una sola, la cui storia e il suo contenuto viene riportato qui di seguito:

*

(Il verdetto di morte imposto a Cristo, ma falsificato dal Tempio il 7 maggio dell’anno 33)

6. Nella Cappella[20] di Caserta, in Italia, si trova una piastra di ferro sulla quale è inciso il verdetto di morte del nostro divin Redentore in lingua ebraica. Al lato del testo sta scritta l’annotazione:

“Una piastra uguale a questa è stata inviata a ciascuna tribù”.

7. La piastra di cui si parla fu trovata nella città dell’Aquila nell’allora regno di Napoli, e precisamente intorno all’anno 1280([21]) (storicamente nell’anno 1278) in occasione di alcuni scavi. Poi per lungo tempo fu conservata nella sagrestia di un (ex) monastero nelle vicinanze di Napoli, finché, chiusa in un cofanetto di ebano, la piastra fu consegnata alla Cappella di Caserta. Al tempo di Napoleone corse il grave pericolo di essere portata in Francia, e solo la circostanza che i frati del monastero ‘Karthäuser’ avevano fatto sacrifici non indifferenti per l’esercito francese, diede il necessario peso alle loro richieste, vale a dire di trattenere la memorabile piastra storica.

8. Nel frattempo la piastra fu accuratamente ispezionata dalla commissione francese delle belle arti, fu fatta una traduzione in francese della sua iscrizione e – cosa più importante – la sua autenticità non fu messa in dubbio in nessun modo, e dopo quella traduzione di quel giudizio, fu tradotto in tedesco, ed è il seguente:

9. «Verdetto pronunciato da Ponzio Pilato, governatore della Bassa Galilea, il perché Gesù di Nazareth deve subire la morte sulla croce. Nel diciassettesimo anno[22] dell’imperatore Tiberio[23] e nel 25° giorno del mese di marzo, nella santa città di Gerusalemme, al tempo di Hanna sacerdote e Caifa sommo sacerdote di Dio: Ponzio Pilato, governatore della Bassa Galilea, sedendo sul seggio presidenziale del pretorio, condanna Gesù di Nazareth a morire sulla croce tra due criminali, poiché grandi e note testimonianze del popolo dichiarano che Gesù è un tentatore, che  è un sobillatore, che è un nemico della legge, che si fa chiamare falsamente Figlio di Dio che si fa chiamare falsamente re d’Israele, che è entrato nel Tempio seguito dalla folla, e portando nelle mani una palma. Si ordina al primo centurione Quirinius Cornelius di condurlo nel luogo dell’esecuzione e di proibire a tutte le persone, ricche e povere, di impedire la morte di Gesù. I testimoni che hanno firmato il verdetto contro Gesù, sono: Daniele Robani, fariseo; Giovanni Zaerbatel; Raphael Robani; Capet, scrivano. Gesù viene condotto fuori città dalla porta Sruenea”».

[Secondo la rivista: "La città santa di Dio", 1880, p. 145.

Pubblicato dalla casa della missione "dei Santi Arcangeli" per Steyl]

*

10.    Questa è la seconda testimonianza dell’importante verdetto, secondo il quale Gesù dovette subire la morte sulla croce».

 

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Cap. 10

Un’ulteriore testimonianza nell’anno 72 sull’operare e sulla morte di Cristo

1. Giuseppe Flavio, lo storico giudeo, nell’anno 72 d.C.[24] nel 18° libro, 3° capitolo, 3° versetto, scrive nelle sue “Antichità giudaiche” sulla Mia comparsa, sulla Mia morte e sulla continuità dei confessori di Cristo le seguenti parole:

«“Eodem tempore fuit Jesus, vir sapiens, si tamen virum cum fas est dicere. Erta enim mirabilium operum patrator et doctor eorum, qui lienter vera suscipiunt, plurimosque tam de Judaeis quam de gentibus sectatores habuit. Christus hic erat, quem accusatum a nostrae gentis principus, Pilatus eum addixisset cruci. Nihilominus non destierunt eum deligere, qui ab initio coepernat. Apparuit enim eis tertia die vivus, ita ut divinitus de eo vates hoc et alia multa miranda praedixerunt. Et usque in hodierum, christianorum genus ab denominatum non deficitˮ».

 

(traduzione):

2. “In quello stesso tempo (30-33 a.C.)[25] ci fu Gesù, uomo sapiente che veniva considerato uomo dalle grandi virtù. Infatti, fu operatore di grandi prodigi e loro Maestro che, con entusiasmo, Lo accolsero e venerarono molto tra i giudei e i pagani. Questi era Cristo, accusato dai capi della nostra gente, Pilato lo condannò alla croce. Nessuno di coloro che lo seguivano dall’inizio, rimasero con Lui. Apparve loro il terzo giorno vivente, tanto che per questo Lo invocano come divino, attribuendoGli molte cose mirabili preannunciate dai profeti. E fino ad oggi i suoi discepoli sono chiamati cristiani”.

*

3. Questo passo è stato spesso attaccato come non autentico. Si chiede: “Davvero un fariseo avrebbe dovuto scrivere così su Gesù?”. Sì perché no? Che controprove ci sono? Nicodemo non era forse anche sacerdote superiore sotto Caifa e tuttavia non ebbe paura di accettare il Mio insegnamento e perfino stare sotto la croce aiutando a seppellirMi? Eppure è rimasto al suo posto come sacerdote superiore anche dopo la Mia morte. Giuseppe d'Arimatea non era un membro del consiglio del Tempio e cristiano allo stesso tempo? Non era sotto la croce e non ha dato la propria tomba per seppellirvi Me, Gesù? Come con Giuseppe Flavio, ci si potrebbe chiedere: Nicodemo era sacerdote superiore e Giuseppe d'Arimatea membro del consiglio, perché entrambi agirono contro la volontà del Tempio? – Tutti i manoscritti senza eccezione hanno questo passo, e questo fornisce la prova che è autentico, perché non tutti sono stati copiati, ma ne avevano di diversi dall'originale. Per vero, i soppressori di Cristo vogliono sostenere questo passo come inserito da Origene, † 254, solo che tali obiezioni sono prive di valore, – nulle, perché Origene era un uomo d'onore, e questo passo in realtà viene da Giuseppe Flavio. Fin dai tempi più antichi, anche scrittori ecclesiastici come Eusebio † 340, Girolamo 420, Ambrogio 397, Cassidor † 413 ecc. hanno fatto riferimento a queste parole di Giuseppe Flavio. Ma se Giuseppe Flavio elenca con grande precisione gli incidenti più insignificanti della capitale, come attestano le sue “antichità giudaiche”, come avrebbe potuto ignorarMi, dal momento che la Mia apparizione sconvolse l'intero paese?

 

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Cap. 11

Sul giorno della morte di Cristo avvenuta

il 25 marzo nell’anno 33 e sui fenomeni riportati nei Vangeli

 

(parla Schumi):

Sulla morte di Gesù Cristo, Ritter von Vesme che, ben inteso, non è un credente della divinità di Cristo, riporta così alcuni punti evangelici nel suo libro sulla storia dello spiritismo [1° vol. pag. 451]: «(14) “La morte di Gesù Cristo fu il più grande avvenimento che la storia del mondo ricordi, questo si dovrebbe poter dire almeno in vista delle conseguenze che l’avvenimento ha portato con sé. Seguendo le parole dell’Evangelo, il mondo tremò in quel terribile momento e si avverarono straordinari miracoli”.

*

 

(dice Gesù):

1. In Matteo 27,45-46 / 27,50-54 si dichiara: «Dall’ora sesta (mezzogiorno) si creò un’oscurità su tutto il paese fino alla nona ora. Intorno all’ora nona (le tre del pomeriggio) Gesù esclamò ad alta voce: “Eli, Eli! Lama sabachthanì?”[26], il che significa: “Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?”». – «Poi esclamò ancora una volta e disse: “È compiuto!”, e morì. Ed ecco che la cortina nel Tempio si squarciò in due dall’alto in basso. La Terra tremò, le rocce si spaccarono, le tombe si aprirono, molti corpi dei santi (beati)[27] dormienti si alzarono e uscirono dalle tombe, vennero nella Città santa[28] e comparvero a molti. Quando il comandante e coloro che erano con lui di guardia a Gesù, videro il terremoto e gli altri avvenimenti, si spaventavano molto e dissero: “In verità, Questi era il Figlio di Dio!”».

2. Marco dice solamente che il Sole si oscurò e la cortina del Tempio si squarciò [Mr. 15,33 / 15,38]. Lo stesso dice Luca in 23,44. Che Marco non menzioni il terremoto, né la spaccatura delle rocce, né la resurrezione dei beati, è perché suo padre Pietro dimenticò di riferirgli il resto. – Il fatto che anche Giovanni non riferisca né dell’oscurità, né della cortina, né del terremoto, né della spaccatura delle rocce, né della comparsa dei defunti, è perché lui, come dice il Padre Gesù, non dava importanza al materiale, ma solo allo spirituale, il che è la cosa più importante.

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(parla Schumi):

Ritter von Vesme annotò su questo: «(15) nonostante ciò, gli autori pagani hanno prestato più attenzione a questi ‘miracoli’, che a Luca[29] e Giovanni. Così Tertulliano († 240 d.C.) poté dire ai suoi avversari pagani: “Indagate e troverete l’avvenimento riferito nelle vostre stesse raccolte di documenti”».

Pure Rufinus mandò a dire ai pagani attraverso un sacerdote di Antiochia di nome Lacianus: «(16) Consultate dentro i vostri annali e lo troverete» [libro n. 9, cap. VI].

Sull’eclisse solare che sarebbe avvenuta dall’ora sesta all’ora nona, Matteo riferisce che (secondo il tempo di Betlemme) si creò un’oscurità su tutto il paese dall’ora sesta all’ora nona che, secondo il tempo europeo, è circa dalle ore 12 alle ore 3 del pomeriggio. Su questa nota esistono però anche altre dimostrazioni che confermano questo dato di fatto.

Ci sono due lettere dello stesso Dionisio dell’Aeropagite, del quale è menzionato negli “Atti degli apostoli” che attraverso il celebre discorso dell’apostolo Paolo in Atene fu convertito al cristianesimo. Qui segue ora la prima lettera che è rivolta a Policarpo, di cui la seconda lettera appare soltanto come duplicato: « (17) Apollofanes ed io (allora entrambi ancora pagani) ci trovavamo ad Eliopolis, quando abbiamo visto all’improvviso la Luna andare davanti al Sole e lo vedemmo oscurato (sebbene non era il tempo della loro congiunzione). In seguito abbiamo notato – era circa l’ora nona – come essa (cioè la Luna) abbandonò nuovamente il posto sotto il Sole che aveva occupato, per posarsi sulla parte diametralmente opposta. Questa congiunzione cominciò dalla parte est. La Luna andò fino all’altro capo del disco del Sole, dove rimase ferma e ritornò al posto precedente da dove era venuta. Quindi il Sole cominciò ad oscurarsi nella parte est ed abbiamo ricevuto nuovamente luce con il ritorno della Luna nella parte ovest. Puoi farti raccontare il caso da Apollofanes così che non mi si può accusare palesemente di menzogne » [St. Dionys, libro II, lettera 8][30].

*

(dice Gesù):

3. Apollofanes non lo accusò per nulla di menzogne, perché anche lui vide la stessa cosa – poiché questa lettera è e rimane autentica – nonostante l’affermazione contraria di coloro che disconoscono Me, Cristo.

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(parla Schumi):

L’erudito giudeo alessandrino Phlego, che nacque verso la fine del secondo secolo, ha scritto la storia delle Olimpiadi dalla loro origine fin su all’anno 140 del calcolo cristiano del tempo. Sebbene lui, come giudeo, non fosse in nessun modo un amico dei cristiani, ha in ogni caso confermato: « (18) Verso la metà del quarto anno della 202° Olimpiade (dell’anno 33, secondo il calcolo cristiano del tempo) in seguito alla più grande eclissi solare che sia mai stata osservata, sarebbe subentrata un’oscurità così profonda, che si sarebbero viste le stelle in pieno giorno ».

Ritter von Vesme annota: « (19) Si osservi anche che con questa oscurità non si poteva trattare di una normale eclissi solare, poiché una tale eclissi può avvenire soltanto con la Luna nuova. Qui era il giorno 14 nel mese di Nisan (quindi in piena Luna piena), nel giorno prima della festa di Passah, quando il Cielo si oscurò[31] ». – Questo è quindi un magnifico caso del simile che cerca il suo simile.

*

(dice Gesù):

4. Non fu un’eclissi solare materiale durante la morte del Mio corpo carnale, bensì un oscuramento interiore spirituale in tutta la Creazione, il che esteriormente si mostrò come un’eclissi solare, e interiormente negli spettatori della Mia Crocifissione si mostrò come un orrore, come circondati da spiriti, perché l’anima (di tutti i presenti), più staccata dal corpo mediante la Mia Volontà, in effetti si trovò in mezzo agli spiriti che assisterono alla triste rappresentazione.

*

(parla Schumi):

Sul terremoto durante la morte di Gesù, il giudeo alessandrino Phlego aggiunge alla sua narrazione ancora qualcosa della grande eclissi solare: « (20) “…che allo stesso tempo, in seguito ad un tremendo terremoto, la città di Nicea è stata per la maggior parte distrutta».

Anche nella cronaca di Alessandria lo storico greco Thallus si esprime similmente (21).

Ritter von Vesme dichiara inoltre: «(22) Per quanto riguarda il terremoto, come abbiamo già visto di cui è menzionato da parte di Phlego, Svetonio riferisce che oltre a Nicea, che fu totalmente distrutta, non meno di altre dodici città dell’Asia andarono in macerie, e per la loro riedificazione l’imperatore fu costretto ad imporre nuovi tributi».

*

(dice Gesù):

5. Riguardo lo squarcio delle rocce. – Sul monte Calvario ancora oggi si vede una roccia che è spaccata a metà, e proviene dal terremoto che irruppe quando Io, Gesù, morii.

*

(parla Schumi):

Millard, Flemming, Maundrel e altri naturalisti sostengono che questo squarcio è contro le leggi della natura. Flemming menziona che perfino un appassionato di scienze è stato convertito con questa dimostrazione! [Cristologia, vol. II][32].

Sull’apparizione dei defunti Ritter von Vesme dice: « (23) Per quanto riguarda la tradizione che “…le tombe si sarebbero aperte e i corpi dei santi sarebbero risorti e apparsi a molti”, [Mt. 27,52-53], per questo si possono fornire alcune altre testimonianze (nello stesso tempo spirituali) e sollevare la domanda: “Cosa sarebbe capitato a questi risorti quando sarebbero apparsi?”. Si potrebbe al massimo ammettere che in quel tempo si sarebbero avverate alcune apparizioni di morti ».

*

(dice Gesù):

6. Allora non ne apparvero pochi, bensì 346 defunti.

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(Schumi continua a citare) :

Ritter von Vesme annota ancora: « (24) In seguito a questo rapporto nel Vangelo di Matteo si potrebbe anche attribuire fede a un avvenimento di cui parla Plutarco. [De Orac. Deif 14] (25) Plutarco riferisce che sotto il governo di Tiberio, una nave veleggiava intorno all’isola di Patmos nel mare Egeo. Quando tutti furono seduti a tavola, si sentì una voce che chiamava il capitano Tamo, e così chiaramente che tutti s’indignarono. Allorché la voce chiamò per la prima e per la seconda volta, il capitano non diede nessuna risposta, ma quando alla terza volta il capitano rispose, la voce invisibile aggiunse: “Non appena sarai giunto all’altezza di Palode, annuncia che il gran Pan[33] è morto!”. Allora avvenne presto uno scambio di opinioni tra i naviganti, domandandosi se si dovesse eseguire la richiesta, e se si decideva di farlo era da vedere se il vento sarebbe stato calmo sul promontorio Palode. Giunti a quel punto il capitano gridò a gran voce che il Pan era morto. Le persone che erano a bordo udirono subito all’unisono delle esclamazioni di stupore e di lamento di molti esseri invisibili. I testimoni di questo fatto ne riferirono a Roma, e Tiberio, che ne venne a conoscenza volle vedere il capitano Tamo. Per questo incaricò un sacerdote al fine di sapere chi sarebbe stato questo gran Pan che doveva essere morto. Gli eruditi pagani erano dell’opinione che, anche se non gli déi, potevano comunque morire dei demoni, e diedero il loro giudizio che il morto non sarebbe stato il Nume di Arcadia, bensì il figlio di Mercurio e di Penelope, perché anche lui aveva questo nome. Plutarco mise questo stranissimo racconto in bocca a Celombrotus che lo doveva aver sentito dal suo lettore Epiferse, un uomo né superficiale né menzognero che in quel viaggio era presente sulla nave. E il suo rapporto si chiuse con queste parole: “Non c’è nessun motivo di dar fede agli epicurei che negano la presenza dei demoni”».

Io, Schumi, ho appreso questa notizia dal libro di Ritter von Vesme: “Storia dello spiritismo”, 1° vol. pag. 451-457” e l’ho riportata corretta fin qui, fino a dove mi è stata confermata dal Padre Gesù come basata sulla verità, cioè le dimostrazioni ai numeri: 15-19, 20-23, e 24-25.

 

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Cap. 12

La profezia della redenzione è anche nel significato dei nomi dei patriarchi

1. Nell’anno 1902, fino all’8 ottobre, ho permesso che il missionario Ribbentrop della nota missione di Großner, durante la sua permanenza su una nave nel porto di Città del Capo, mediante la comparazione etimologica[34] dei nomi dei primordiali dieci patriarchi, facesse la scoperta sulla profezia dell’infelicità e della liberazione degli uomini attraverso Cristo.

2. L’interpretazione dei nomi dal testo originale ebraico è questa:  Adamo “uomo”, – Seth “posto”, – Enos “afflizione”, – Kenan “lamento”, – Mahalaleel “gloria a Dio”, – Jared “egli discende”, – Enoch “consacrato”, – Methusalah “vincitore della morte” – Lamec “Forza” – Noè “quiete, pace”.

3. Questi nomi, congiunti in una frase, rivelano il mistero di Cristo: «“L’uomo posto nell’afflizione e nei lamenti, da’ gloria a Dio: Egli discende come consacrato” (Eletto = Unto, che è sinonimo col greco ‘Χριστος’ e in latino ‘Cristo’, e nel Vecchio Testamento significa qualcosa come ‘Re’), e come Colui che vince la morte e porta Forza e Pace alle anime».

4.      I dieci nomi dei primi padri primordiali, o patriarchi, da Adamo fino a Noè, contengono quindi, racchiusa nella loro etimologia, la Mia storia redentiva del genere umano attraverso di Me, Gesù Cristo che discesi dal Cielo, secondo l’apostolo Paolo insegnai la dottrina della Teosofia, e poi con la morte sulla croce ho liberato il genere umano dal grande abisso che il peccato originale in Adamo aveva aperto tra Dio, loro Padre, e gli uomini quali figli di Dio.

 

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Cap. 13

Notizia dal Talmud sulla morte di Cristo

Tutti i rabbini israeliti riconoscono l’esistenza di Gesù Cristo. Il Talmud[35], in “Sinedrio 43”, ne parla con la seguente espressione: «Il giorno della preparazione (la sera della vigilia) della festa di Pesach (festa di Pasqua) si è giustiziato Gesù (…) dato che ha esercitato la magia, sedotto Israele e lo ha allontanato da Dio».

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(dice Gesù):

Uno scrivano rese noto nel Talmud questa notizia il 22 ottobre dell’anno 33.

 

 

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Cap. 14

Lapidazione di Giacomo, il figlio più giovane di Giuseppe

Zurigo, 26 giugno 1904

Giacomo, il più giovane dei cinque figli di Giuseppe avuti dalla sua prima moglie di nome Tamara, dopo la Mia morte non era tra gli apostoli, ma a Nazareth dove esercitava il mestiere di carpentiere e, occasionalmente, istruiva gli uomini in questa città e dintorni alla religione cristiana, finché lo colpì il fatale destino.

*

 

(citazione di Schumi) :

Giuseppe Flavio riferisce qui di seguito:

- (Anno 62 dopo Cristo): «Il sommo sacerdote Ananus, figlio del sommo sacerdote Hanna (quello al tempo di Gesù) quando nel paese non c’era un governatore, portò davanti al tribunale il fratello (fratellastro) di Gesù, il cosiddetto Cristo, di nome Giacomo, e alcuni altri con l’accusa di aver violato la legge, facendoli lapidare. A causa di questa esecuzione, fatta grazie al proprio potere, il sommo sacerdote fu accusato dal popolo presso il nuovo governatore Albinus, e costui lo minacciò con una meritata punizione. In seguito, il re giudeo Erode Agrippa II depose Ananus già tre mesi dopo l’inizio della sua amministrazione, a causa di quel suo operare in forza del proprio potere».

[Giuseppe Flavio “Cronache giudaiche”, 20° libro,

9° cap., 1° versetto, già scritto nell’anno 72]

 

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Cap. 15

Anno 64: Inizio della persecuzione dei cristiani sotto l’imperatore Nerone

Caio Cornelius Tacito riferisce nell’anno 102 (questa data mi è stata riferita dal Padre Gesù) nel 15° libro, versetti 38-43 dei suoi annali, del grande incendio di Roma avvenuto nell’anno 64 d.C., che Io, Schumi, riassumo di seguito:

- - -

Sotto il governo dell’imperatore Nerone si manifestò il famoso incendio di Roma che ridusse in cenere una gran parte della città, e certamente fu provocato da Nerone stesso per poi ricostruirla più bella di prima. Era evidente che Nerone non voleva far conoscere questa faccenda al popolo, e fece spargere la voce che gli dèi non si erano calmati nemmeno con quelle vittime.

Tacito al paragrafo 44 afferma che Nerone accusò di questo fatto i cristiani che vivevano a Roma, il cui fondatore era Cristo, colui che sotto il governo di Tiberio era stato giustiziato a Gerusalemme dal procuratore Ponzio Pilato. Il cristianesimo che in un primo tempo era stato represso, si era sviluppato e diffuso non solo in Giudea, ma anche a Roma. La conseguenza dell’accusa di Nerone fu che i cristiani furono afferrati, torturati e uccisi crudelmente, in un modo tale che perfino tra i pagani sorse della compassione, giacché vedevano che quei poveretti cadevano vittime più per la voglia di uccidere di Nerone, che non per il bene pubblico.

Per eliminare la maldicenza che erano stati gli dèi infuriati ad aver causato l’incendio, Nerone s’inventò dei colpevoli e impose le punizioni più crudeli a coloro che, essendo considerati esecrabili, erano odiati e dal popolo chiamati “cristiani”. L’infelice fanatismo, inizialmente represso, irruppe subito dopo non solo in Giudea. dove era nato il cristianesimo, ma anche a Roma dove affluiva ogni abominio e insulto. Quindi dapprima furono afferrati tutti quelli che avevano avuto il coraggio di confessare la loro fede[36], poi, su loro indicazione, una grande moltitudine, non solo a causa del presunto crimine dell’incendio, ma anche consegnati per l’odio in generale che l’uomo ha contro il proprio simile[37].

La loro esecuzione veniva accompagnata con scherno, mentre avvolti in pelli di animali venivano scarnificati dai cani oppure crocifissi, oppure coperti di pece e bruciati all’imbrunire come luci notturne. Per questo spettacolo Nerone aprì al pubblico i suoi giardini e fece preparare un gioco come in un circo, e con questo gioco egli stesso si mescolava tra la plebe come conduttore di un carro, oppure si dilettava a condurre un cocchio trainato da una coppia di animali. A causa di questo, tra i cittadini di Roma si mosse la compassione verso costoro che, pur essendo per loro certamente colpevoli e, con ragione, dovevano essere puniti, tale sacrificio doveva avvenire tuttavia per il bene pubblico, e non per la voglia di uccidere di uno solo (Nerone).

Svetonio descrive i fatti storici nell’anno 132 (l’anno me lo ha comunicato il Padre Gesù) in “Nerone 16”: «Affliciti suppliciis Christiane, genus homnium superstitionis noave et malficae».

(traduzione):

«I cristiani furono colpiti dalla pena di morte, essendo una razza di una nuova e detestabile superstizione».

 

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Cap. 16

Sulla rapida diffusione del cristianesimo nell’Asia Minore

Anno 111, 6 ottobre, Nicomedia[38] nell’Asia Minore. Cajus Plinius Cacilius Secundus, il più giovane governatore della Bitinia[39], dalla sua città di residenza chiede all’imperatore Traiano (che governò dal 98 al 117) come deve trattare giuridicamente coloro che si dichiarano cristiani. Egli riferisce di aver già interrogato e giustiziati alcuni a causa della loro disobbedienza; altri che negavano di esserlo sarebbero stati liberati. Inoltre, che noti eretici hanno confessato di aver innalzato un inno a Cristo, per onorarLo come un Dio, e alla fine di essersi uniti a Lui con il giuramento di non commettere nessun furto, rapina o adulterio, di non infrangere la parola data, di non rifiutare su richiesta un bene risparmiato, e che si erano radunati per un innocente pasto d’amore. Plinius disse che il cristianesimo non sarebbe già così tenacemente diffuso solo nelle città, ma anche nelle campagne e nei villaggi, e che i templi degli dèi pagani sarebbero stati già quasi abbandonati.

*

 

Questo il testo:

« Me ne faccio una legge, o signore, di riferire a te tutti i casi per me dubbiosi, perché chi mai potrebbe rimuovere meglio il mio dubbio, oppure istruire meglio la mia ignoranza? Non ho ancora mai assistito alle perquisizioni contro i cristiani, e perciò non so con che cosa e come si usa punire o perquisire. Non ho nemmeno avuto il minimo sentore se l’età facesse la differenza oppure se non sarebbero da trattare in modo differente tale gente di diversa età tra i più delicati o tra i più maturi, se al pentito può essere perdonato o se a colui che una volta era cristiano, se ha cessato di esserlo, se già i nomi devono essere puniti anche senza ulteriori crimini, o solo quei crimini, se collegati al nome?

Finora l’ho fatto con coloro che mi sono stati segnalati, essendo stati accusati come cristiani, e ciò nel seguente modo: domandavo loro se erano cristiani. Se lo ammettevano, domandavo per la seconda e terza volta, minacciandoli con la pena di morte; se perseveravano, li facevo giustiziare. Infatti, ero convinto che di qualunque cosa avessero confessato, doveva essere punita almeno la loro disobbedienza e la loro irriducibile ostinazione. Altri che erano contagiati dalla stessa pazzia, li ho fatti contrassegnare perché erano cittadini romani, per mandarli a Roma. Ben presto però, poiché il crimine si è diffuso attraverso la discussione, se ne mostrarono di parecchie specie. Ricevetti uno scritto, senza nome, che conteneva l’elenco di molti nominativi. Questi però negavano di essere cristiani o di esserlo stati, e tali, esortandoli, ho fatto loro invocare gli dèi e la tua immagine che avevo fatto portare a questo scopo, insieme ad altre immagini degli dèi. Loro hanno sacrificato con vino e incenso, e oltre a ciò hanno bestemmiato anche Cristo, cose alle quali, come si dice, gli autentici cristiani non fanno nemmeno sotto costrizione. Ebbene questi, io ho creduto di poterli mettere in libertà.

Altri, indicati come cristiani da un delatore, si dichiararono sì cristiani, ma presto lo rinnegarono di nuovo: lo sarebbero stati un tempo, ma poi l’hanno abbandonato. Alcuni tre anni fa, altri perfino vent’anni fa. Tutti hanno adorato la tua immagine e le immagini degli dèi, maledicendo anche Cristo. Essi tuttavia sostenevano che la loro colpa, ovvero il loro errore consistesse principalmente dal fatto che in un determinato giorno, prima dell’alba, si sarebbero incontrati e per onorare Cristo come un Dio, avrebbero cantato un inno e, uniti da un giuramento, non avrebbero commesso nessun crimine, nessun furto, nessuna estorsione, nessun adulterio, e inoltre di non violare la parola data, né rifiutare nessun bene richiesto. Dopo di ciò, in generale si sarebbero lasciati e poi di nuovo ritrovati senza alcuna differenza, ma solo per un innocente pasto, cosa che, tuttavia – dopo la mia ordinanza nella quale, in seguito al tuo ordine, io ho vietato in qualunque circolo privato – essi avrebbero cessato di ripetere.

Ma ho ritenuto tanto più necessario indagare la verità attraverso la tortura di due schiave, che venivano chiamate “inservienti”. Non ho scoperto in ogni caso nient’altro che una superstizione falsa e smisurata, ed ho rimandato la formale indagine per apprendere i tuoi ordini. La faccenda mi è sembrata degna della tua riflessione, in particolare a causa del numero dei compromessi. Infatti, molte persone di ogni età, di ogni condizione, di entrambi i sessi, sono e saranno in pericolo. L’epidemia di questa superstizione non si è diffusa solo nelle città, ma anche nei villaggi e nelle campagne. Io nondimeno credo che si possa dominare e rimuovere. Per lo meno è certo che si è cominciato a visitare di nuovo i templi quasi abbandonati, ed offrire nuovamente dei sacrifici solenni, smessi da molto tempo, e qui e là si vendono di nuovo vittime sacrificali che da allora hanno trovato molti rari compratori. Da ciò si può ben dedurre quale moltitudine potrà essere portata al giudizio, se si accetta il loro pentimento. »

[Dall’opera più recente di Plinio, 10° libro, 97° lettera,

dove si trovano solo le comunicazioni che egli scrisse

al tempo del suo governatorato all’imperatore Traiano]

*

 

16/1 - Risposta dell’imperatore Traiano a Plinio

Anno 111, 15 novembre, Roma

« Tu, mio Secundus, col trattato della perquisizione verso le persone indicate a te come cristiani hai imboccato la via adatta, poiché non si può disporre nulla di generico, nulla che potrebbe servire, per così dire, come norma stabilita. Non li si deve andare a cercare, ma quando vengono denunciati e consegnati, li si deve punire in modo tale che se uno nega di essere cristiano e lo dimostra coi fatti, cioè attraverso l’invocazione dei nostri déi, egli per via del suo pentimento deve ottenere il perdono, anche se già prima era sospettato. Invece, accuse non firmate non devono essere accettate per nessun crimine, perché questo sarebbe l’esempio più pericoloso e contrario allo spirito della mia età ».

[Dall’opera più recente di Plinio, 10° libro, 98° lettera]

*

 

16/2 – Chiarimento di Gesù sulle fonti sicure

1. Questo resoconto di testimonianza che il Mio servitore Schumi ha ricercato, sono le uniche fonti sicure del primo secolo, sebbene ne esistano ancora di più che comunque non poggiano sulla verità ed indebolirebbero le osservazioni critiche dei combattenti contro Dio in Cristo, perché tali testimonianze provengono appunto da quelle opere che sono le fonti degli scrittori classici della storia.

2. Inoltre, a cosa vi servirebbe ribellarvi contro Dio per eliminare Me, il Creatore dei mondi, degli angeli, degli spiriti e degli uomini?

3. Io rimango eternamente lo stesso Dio e conserverò la Mia Santità con nuove dimostrazioni che in questo libro vi annuncio in anticipo, mentre i Miei avversari scompariranno dal mondo e giungeranno nella profonda tenebra, per la quale lavorano così diligentemente. Infatti, dove non c’è Dio – quale Luce spirituale del mondo – oppure laddove non è desiderato, là domina la più profonda oscurità. Dove uomini di elevata scienza mettono la loro conoscenza per questo mondo, invece che per l’onore a Dio, lavorando solo per il disprezzo della Sua Parola e per la Sua eliminazione, là essi dimorano come cattivi spiriti mezzi pazzi oppure come diavoli!

4. La Parola di Dio non è data per essere criticata, per disonorarla ed essere estirpata dai cuori degli uomini, bensì è data per la vita e per l’operare di conseguenza! Perciò voi, non chiamati e nemmeno prescelti da Me, Dio in Cristo, – lasciate in pace le Sacre Scritture del Vecchio e del Nuovo Testamento, affinché non venga su di voi tanta più dannazione, poiché voi siete nella mano dell’eterno-giusto Giudice della divina Sapienza[40] Gesù Cristo.

 

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Cap. 17

Chiarimenti sulle apparizioni della croce

1. Poiché la presente ricerca su di Me, Gesù Cristo, poggia sulla Verità (ovvero sulla roccia), che le porte dell’inferno (ovvero gli assalti degli anticristiani) non possono vincere, quindi il segno della croce è un segno d’onore per Dio, perché è il segno d’onore della vittoria di Cristo sul Satan del mondo. Perciò le apparizioni della croce nel cielo sono segni di vittoria della religione divina, attraverso di Me, Cristo, per tutti gli uomini, e perciò per ogni tempo è un santo Segno della testimonianza dell’autenticità della Parola di Cristo. Considerato da questo punto di vista, leggete i seguenti dati di fatto che qui parlano come dimostrazione della vostra autentica fede.

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17/1 - La falsa apparizione della croce all’imperatore Costantino il Grande

2. La storia dell’apparizione della croce nel Firmamento nell’anno 324 d.C. con l’iscrizione: “In hoc signo vinces”, che significa: “In questo segno vincerai”, di cui raccontò Costantino il Grande per incoraggiare i suoi soldati, per la maggior parte inclini al cristianesimo, al valore contro il nemico, è una sfacciata bugia del carattere non bello di Costantino!

3. Il suo modo di vivere e le atrocità commesse nella sua stessa famiglia vi indicano che Io, Gesù, non avrei mai reso partecipe un simile uomo di una Grazia così grande, non riguardo al Mio onore, ma per il massacro dei Miei figli da parte del loro avversario!

4. Io sono il Principe della pace, e non un re assassino. Questo sarebbe di certo contro l’insegnamento datovi: «Chi mette mano alla spada, perirà di spada!» [Mt. 26,52].

5. Costantino il Grande era un tiranno sanguinario, un assassino del suo stesso figlio Crispus, in seguito alla calunniosa accusa da parte di Fausta – che lui stesso fece soffocare dopo nel bagno – e fece strangolare pure suo suocero e torturare nel modo più atroce i capi dei franchi vinti.

6. Vedete, se Io, Gesù, quale Dio dell’Amore, della Misericordia e dell’eterna Verità fossi venuto incontro a un tale tiranno sanguinario che ha perpetrato questi crimini dopo la menzogna dell’apparizione della croce, con una così grande, immeritata Grazia, allora voi, figli Miei, non avreste molto di sublime da pensare di Me!

7. Quindi ricordatevi che è stata un’insolente e vile falsità, al fine di sfruttare la leggerezza di fede dei suoi soldati! La Chiesa lo ha ben dichiarato santo per se stessa, ma non per Me, perché Santo sono unicamente Io, Dio, e nessun altro! [Ap. 15,4]

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17/2 - Alcune citazioni storiche sulla falsa apparizione della croce

8. Al tempo in cui era dominatore del grande Impero Romano Costanzo II, figlio e successore di Costantino il Grande, il patriarca di Gerusalemme[41], Cirillo scrisse a questi (nel 349 d.C. – confermata dal Padre Gesù) una lettera[42], la quale fu conservata nelle opere dello stesso. Dopo molti avvenenti elogi sul miracolo nel cielo che doveva servire come sostegno ai predicatori del Vangelo, quello scritto continua nella maniera seguente:

9. «…È anche necessario, amato principe in Dio, che il tuo regno sia gradito agli occhi dell’Altissimo, affinché il Signore non tema di distinguerlo con miracoli così grandi. Se quello (il regno) di tuo padre Costantino è stato onorato con una memoria così cara e beata[43] con la scoperta del santo legno della croce in Gerusalemme, ciò che è tuo è onorato attraverso quel miracolo, anche se non più terreno, comunque celeste, poiché una croce – il felice trofeo della Vittoria del Signore sulla morte – poco tempo fa è apparsa in Gerusalemme. Infatti, in questi santi giorni della Pentecoste, intorno alla terza ora (le ore 9 del mattino) del nono giorno dalla stessa, ossia il sette del mese di maggio, è apparsa nel cielo la più grande più splendente di tutte le croci sul nostro santo Monte Golgota, estendendosi da lì fino al Monte degli ulivi. Quest’apparizione non fu permessa di vederla a questo o a quello dei nostri concittadini, ma si presentò in modo molto imponente a tutti gli abitanti. Non è nemmeno scomparsa improvvisamente come attraverso una momentanea allucinazione, ma l’apparizione della croce è durata parecchie ore, oscurando, col suo splendore, perfino i raggi del Sole. Sbalorditi e, allo stesso tempo, giubilanti a causa di un miracolo così improvviso, l’intera città è corsa subito nella nostra santa chiesa. In effetti, fu uno stupefacente spettacolo. Quell’immensa folla di gente composta da giovani e vecchi, da uomini come da donne e bambini, cristiani e pagani, vederla accorrere e mandare, all’unanimità, come un cuore e un’anima sola, lodi a Cristo, al nostro Signore, a Lui, al Creatore di questa meravigliosa dimostrazione per il nostro santissimo dogma (…) perciò io considero necessario, amatissimo signore e sovrano in Dio, di metterti a conoscenza e sottoporre alla tua riflessione il fatto osservato da tutti gli abitanti di Gerusalemme, poiché tutti non erano certamente preparati, e difficilmente lasceranno cadere nella dimenticanza quel miracolo. ecc. ecc.».

10. Il patriarca Cirillo non ha tuttavia sentito nulla di un’apparizione celeste di Costantino il Grande, “in hoc signo vinces”! Dal momento che egli stesso sarebbe stato avvantaggiato solo da miracoli terreni (come il ritrovamento del legno della croce) e non da segni celesti come quello di cui ci racconta Cirillo. Tanto è sicuro che l’autenticità della lettera di Cirillo non è mai stata messa in dubbio da nessuno scrittore. Tillemont[44] lo ha considerato innegabilmente al di sopra di ogni dubbio. Inoltre, anche Sozomeno[45], nel quinto secolo, parla della croce apparsa in Gerusalemme e dice perfino che «la notizia si era presto diffusa in tutte le province dell’Impero Romano e causò non poco stupore».

[Vedi “Storia ecclesiastica” Libro I cap. IX, e libro IV cap. XV]

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11.    Anche Socrate lo storico (380-439), Philostorgius (368-425) e Rufinus (345-410) menzionano la strana apparizione, così come la cronaca alessandrina e infine Theodoretus (387-458). Quest’ultimo disse perfino: « Questa notizia venne da Giuliano, soltanto che, come presso il faraone, così rimase anche ostinato il suo cuore ».

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17/3 - Una vera apparizione della croce

12. Nell’anno 1826 un pio predicatore, passionista missionario, stava su una collina sulla quale si trovava la chiesa del villaggio di Migné in Francia, e annunciò la Parola di Dio.

13. Il Sole era quasi scomparso dietro i monti e si era in procinto di erigere una croce sul luogo, come era d’uso presso i passionisti ogni qualvolta tenevano una predica. In quest’occasione il missionario parlò naturalmente dell’importanza della croce per i cristiani, indicando l’apparizione della stessa che si era manifestata[46] per Costantino. Allora le sue parole furono all’improvviso interrotte da forti grida provenienti dai suoi ascoltatori. Su una determinata altura, al di sopra della chiesa, era apparsa un’altra croce, una croce molto regolare e ben disegnata, raggiante bianco-argentea e (secondo l’indicazione del Padre), lunga 76 piedi e di volume corrispondente. Rimase sospesa nell’aria per un intero tre quarti d’ora, immobile sull’edificio della chiesa, poi scomparve. 4.336 persone che erano presenti, colpite dal miracolo, caddero sulle ginocchia lodando Dio.

14. Naturalmente la notizia degli avvenimenti si diffuse all’istante in tutto il mondo civilizzato e fu nominata una commissione episcopale per sottoporre il caso ad un esame. A questa seguì una commissione indetta dal governo e una quantità innumerevole di commissioni scientifiche, cui parteciparono protestanti e professori di ogni facoltà. Con tutto questo si ottenne solo pochissimo. Pochi, tra questi vi erano perfino alcuni cattolici, non credettero si trattasse di un autentico miracolo. D’altra parte si accumularono le ipotesi per la spiegazione del fenomeno, che tuttavia restarono quasi sempre senza fondamento. Chi vuol procurarsi su ciò una più precisa informazione, sia rimandato al libro di Wrindtz, “La Croix de Migné”[47], come alle riviste francesi di quel tempo.

15.    Nonostante i dubbi di allora e di oggi se quest’apparizione fosse stata un’apparizione autentica e se fu operata da Me stesso, Gesù, essa rimane in vigore come autentica, perché in futuro vi farò giungere la conferma!

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17/4 - Un’apparizione della croce a F. Schumi

30 giugno 1904

(parla Schumi):

Quando avevo tre anni e mezzo, nell’anno 1852, un mattino verso le 11, con un tempo molto cupo e molto piovoso, stavo seduto davanti alla casa di mio padre presso una scala che conduceva in una camera dell’abitazione sulla destra, un po’ più in alto. Guardavo tranquillo nel fosco firmamento nuvoloso dal quale cadeva copiosamente la pioggia, e mi rallegravo nell’infantile ingenuità sulla varietà dei giorni che a me erano in un modo o nell’altro un divertimento, poiché l’animo infantile vede tutto attraverso gli occhi della gioia e del piacere per la vita. Così, mentre guardavo da un po’ nel cielo nuvoloso, all’improvviso sulla sinistra dalle nuvole e descrivendo verso il basso un mezzo arco, comparve una croce d’oro (come mi dice il Padre Gesù oggi, il 30 giugno 1904), di circa 150 centimetri di lunghezza e 70 centimetri di larghezza, muovendosi lentamente in avanti nel mio orizzonte e, librandosi quieta verso il punto più basso, vi rimase per circa 30 secondi, poi si mosse lentamente da sinistra a destra verso l’alto nelle nuvole, dove scomparve. Questo fenomeno, dopo 52 anni, mi è ancora oggi così vivo nel ricordo, come se fosse accaduto da poco. Che non sia stata una “Fata morgana”[48] lo dimostra il fatto che questa può aver luogo solo con un firmamento chiaro, completamente quieto, liscio e piatto come uno specchio. Quel giorno, il 10 luglio (come mi indica la data il Padre), era invece molto piovoso e cupo, perciò senza l’illusione che fosse un fenomeno dovuto alla “Fata morgana”.

Quell’apparizione della croce, come mi dice il Padre Gesù, avvenne affinché io vi possa dare qualcosa dalla mia stessa vita come testimonianza delle summenzionate apparizioni. Le croci apparse in Gerusalemme e a Migné furono raggianti bianco-argenteo, mentre quella che ho visto io era del tutto giallo-oro e raggiante, quindi indicante la croce del Padre o dell’Amore in Dio; le altre, invece, del Figlio ovvero della Sapienza in Dio, perché emananti luce elettrica.

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(Gesù spiega):

13. I letterati, amanti della verità, hanno da tempo stabilito come fatto incontestabile che la storia della Mia vita, del Mio operare e la sua conclusione come Gesù di Nazareth, secondo i resoconti del Vecchio e del Nuovo Testamento in cui viene autenticata la grande Dottrina di redenzione di Cristo e la sua diffusione attraverso una quantità di ispirati martiri della Verità, così come secondo i libri storici cristiani e pagani, si basa sulla Verità. Solo l’odio verso l’esistenza di Dio e della Verità divina non possono soffrire questa sublime Verità, poiché essa è in contraddizione alla menzogna spirituale. Questo, infatti, è l’ultimo Giudizio del mondo, perché la Verità lotta contro la menzogna dei falsi profeti, affinché vinca questa Verità.

14. Nel mondo non esiste una così grande lotta nell’ambiente scientifico, come contro di Me, Gesù Cristo, che ero Dio! – Ogni parola del Nuovo Testamento viene (da loro) messa su una bilancia d’oro. Tutto viene criticato e giudicato sfavorevolmente e vengono attribuiti falsi concetti alla Verità. Le (Mie) dimostrazioni, dove non possono essere soffocate, o vengono completamente taciute oppure spiegate come senza importanza (anche se non vengono fornite dimostrazioni per quest’affermazione). Io definisco la menzogna come il Satan! – Quindi che il Satan lotta contro la Verità, – contro di Me, il Cristo! Eppure, nell’Apocalisse (cap. 12 e 19) voi avete un testo in cui si afferma che la vittoria appartiene a Cristo. E quale sarà la ricompensa dei combattenti contro Cristo? – Probabilmente, la casa di colui per il quale lavorano, criticano e combattono: – l’inferno!

 

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Cap. 18

Sulla costrizione di fede o dogma

1. Nel corso del tempo la Chiesa ha portato all’accettazione una quantità di malintese interpretazioni della Bibbia che si trascinano dal Concilio di Nicea (anno 325) fino ai nostri giorni. Con questi sofismi[49] e contraddizioni che si sono insinuati nell’autentica fede, si aprirono porte e frontoni al pensiero libero, tramite cui cominciarono a formarsi le differenti chiese e sette religiose poi affermatesi. Perciò si ritenne necessario che si proclamasse un dogma per catturare l’intelletto degli uomini, e così fu pretesa l’obbedienza senza possibilità di critica della fede per tutto ciò che avrebbe detto il sacerdote. In seguito fu sconsigliato di leggere la Bibbia, e infine fu vietato di leggere ogni libro che non avesse l’approvazione episcopale.

2. I sacerdoti v’insegnano che nell’uomo lo spirito non è lo Spirito di Dio, ma un altro spirito; ma con ciò fanno di Me, Cristo, e dell’apostolo Paolo, dei menzogneri. Per togliere le accuse ho dato a questo riguardo dei chiarimenti nelle tante comunicazioni e vi consiglio di venire da Me, nella scuola della Teosofia cristiana, se volete apprendere la verità.

3. Adesso, infatti, prima dell’edificazione del Regno millenario, è giunto il tempo in cui Io stesso, Gesù, istruisco i Miei figli, come si legge nei profeti Isaia e Geremia, di cui parla anche Giovanni [6,45]. Chi si lascerà istruire da Me, diventerà un abitante della Terra mutata in un paradiso; chi no, non raggiungerà questa Grazia.

4. Questi fatti menzionati vi devono aprire gli occhi, illuminare la ragione e far ardere il cuore nell’amore per Me, per il fatto che ora afferrate bene le Mie amorevoli parole, poiché adesso avete già iniziato a comprendere le grandi contraddizioni tra l’interpretazione umana e quella spirituale, e questo vi dovrà convincere che sulla Bibbia dovete lasciarvi istruire da Me, e non dagli uomini, se la volete comprendere!

 

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Cap. 19

L’epoca dei libri dei profeti

1. La storia della Mia vita è stata annunciata in anticipo attraverso il Vecchio Testamento, mentre il Nuovo Testamento è lo scenario delle rivelazioni dei profeti date in adempimento. Perciò è importante conoscere il tempo in cui questi Miei strumenti hanno scritto, al fine di stimare il valore delle loro antichissime testimonianze sulla storia della Mia vita. Dagli spazi di tempo del passato la Luce della Verità ha irradiato sulla Mia esistenza, e voi la dovete conoscere più precisamente di quanto è stato finora il caso.

*

 

19/1 - Periodo di attività dei profeti prima di Cristo

 

1491 – 1451

operò Mosè

1055 – 1015

regnò re Davide e scrisse dal 1043 i Salmi in Gerusalemme

1015 – 975

regnò Salomone: ricevette il Cantico dei cantici nell’anno 984 a.C.

763 – 727

scrisse Osea

780 – 740

visse Gioele come profeta, quello che si è conservato lo scrisse nell’anno 770 a.C.

760 – 739

visse Amos come profeta

759 – 714

operò il profeta Isaia in Nain

720 - 685

scrisse il profeta Michea

629 – 588

visse Geremia come profeta in Gerusalemme. La prima metà del suo libro [cap. 1,39], il secondo [cap. 40,52] lo scrisse nel tempo della cattività babilonese

620 – 615

scrisse il profeta Sofonia

606 – 539

scrisse il profeta Daniele

594 – 572

scrisse il profeta Ezechiele al fiume Chebar in Babilonia

576 – 554

scrisse il profeta Abdia

520 – 487

scrisse il profeta Zaccaria

450 – 427

scrisse il profeta Malachia

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19/2 - Una Bibbia del 735 a.C. la più antica

(parla Schumi):

[Grazer Tagespost, 22 gennaio 1903 - quotidiano di Graz]

« Apprendiamo che il manoscritto più antico della Bibbia è stato scoperto in Siria da poco. Là si è ritrovata una copia completa del testo dei primi cinque libri del Vecchio Testamento, in lettere samaritane, scritto su una pergamena di pelle di gazzella. Gli esperti hanno constatato che il manoscritto proviene dall’anno 735 prima della nascita di Cristo e quindi questo è il manoscritto ebraico più antico di tutti quelli trovati finora. Si è potuto constatare che il testo della Bibbia, come lo si conosce oggi, in molti casi sembra essere incompleto. Al noto orientalista Georg Zeidun è stata affidata la temporanea conservazione del prezioso ritrovamento e le ulteriori ricerche ».

 

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Cap. 20

Ricerche e notizie sul tempo delle origini dei Vangeli

 

20/I - Sul Vangelo di Giovanni

1. Giovanni, apostolo ed evangelista, era figlio del pescatore Zebedeo e di Sara (Salomè)[50] di Capernaum. Egli venne da Me, Gesù, durante una pesca di Pietro, come riferiscono gli stessi Matteo 4,21, Marco 1,19 e Luca 5,10, poiché quella volta chiamai lui e suo fratello Giacomo di seguirMi, ed essi abbandonarono il loro padre e Mi seguirono.

2. Egli in ogni caso è anche l’unico evangelista il cui Vangelo è puro, poiché lui stesso fu presente ovunque per tutto il tempo, e perciò scrisse ciò che lui stesso ha visto e vissuto. Scrisse dall’anno 30 al 33, quando stava con Me, poiché Io gli dicevo ciò che doveva mettere giù per iscritto in modo sommario e, nell’anno 70, diede questo Vangelo, insieme al Mio discorso in occasione dell’ultima Cena, per l’uso generale.

3. Giovanni motivò l’autenticità delle sue annotazioni con le seguenti parole: «Quello che fu dal principio, che abbiamo sentito, che abbiamo visto con i nostri stessi occhi, che abbiamo contemplato e che le nostre mani han toccato, anche ve lo annunciamo. Questo è il messaggio che abbiamo udito da Lui» [Gv. 1,1-5].

4. Giovanni scrive in 19, 33-35: «Quando i soldati vennero da Gesù e videro che era già morto, non Gli spezzarono le gambe; ma uno dei soldati Gli trafisse il fianco con una lancia, e subito ne uscì sangue e acqua. E colui che lo ha visto (io, Giovanni) lo testimonia, e la sua testimonianza è verace, e quest’uomo sa di dichiarare la verità, affinché pure voi crediate».

5. E ancora Giovanni in 21,24 scrive: «Questo è lo stesso discepolo che rende testimonianza di questo avvenimento (della vita e della morte di Gesù) ed ha scritto queste cose, e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace».

6. Questo testo viene considerato dai ricercatori critici come non scritto dal Mio discepolo Giovanni, perché la frase “e noi sappiamo che la sua testimonianza è verace”, – viene subito accreditata al sacerdote Giovanni dell’Asia minore – menzionato da Marco[51] – intorno all’anno 130 dopo di Me quale scrivano del Vangelo di Giovanni.

7. Se perfino questo piccolo versetto provenisse da un’altra mano, allora direste che lo scrivano degli avvenimenti era lo stesso sacerdote Giovanni, solo che anche questo testo proviene da Giovanni, perché lui aveva l’abitudine di non affermare così apoditticamente[52], bensì lo diceva con contorni, comunque in modo tale che un ricercatore avrebbe scoperto presto com’era da intendere il versetto.

8. Il Vangelo di Giovanni e la Rivelazione (l’Apocalisse) furono scritti entrambi da lui stesso, e per quest’ultima ricevette l’ispirazione di scriverla nell’anno 98 sull’isola di Patmos[53], all’età di 91 anni.

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20/2 - Sul Vangelo di Matteo, quello vero scomparso

9. Matteo, il Mio secondo scrivano, era precedentemente impiegato in una stazione doganale romana tra Capernaum e una piccola città come scrivano doganale (Mt. 9,9) a quel tempo di nome “Kis”, e per questo Mi accusavano che frequentavo doganieri e peccatori. Egli scrisse per lo più quelle notizie comprendenti dati di fatto che mancavano in Giovanni.

10. Nacque nell’anno 5 in Arimatea da genitori giudei. Fino all’anno 50 girò come gli altri apostoli e insegnò il Vangelo. Dal 29 settembre dell’anno 50 fino al 2 ottobre dell’anno 51, si trattenne in (nuova) Babilonia, come allora si chiamava la città descritta in Siria, più tardi Bagdad, e dopo che ebbe convertito il re e la sua corte, nell’anno 51, il 2 ottobre continuò il viaggio in India portando con sé le annotazioni fatte negli anni 30-33. Il 25 maggio dell’anno 56 cadde nelle mani dei bramini[54], i quali lo uccisero con un pugnale e gli tolsero il suo Vangelo.

11. Questo Vangelo è l’unico originale che ancora esiste, ed è conservato come una grande reliquia in una pagoda, il cui contenuto è scritto in lingua aramaica-ebraica.

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20/3 - Un altro Vangelo, diventato originale, di un altro Matteo chiamato ‘l’Rabbas’, e le sue contraddizioni

12. Il pseudo-Matteo, di nome l’Rabbas[55], un greco di nascita, era un letterato in Sidone. Passò al cristianesimo nell’anno 50 quando aveva 42 anni e cominciò subito – come uomo pio e tendente alla verità – a mettere giù per iscritto, da frammenti cercati e messi insieme e da quello che sentiva raccontare più o meno da testimoni oculari amanti della verità, la vita, le opere e gli insegnamenti di Cristo. Egli scrisse parecchie relazioni, le quali deviavano l’una dall’altra, che comunque corresse secondo le notizie che gli sembravano credibili. Dagli originali 15 Vangeli che riuscì a mettere insieme, li riunì nel migliore e più credibile Vangelo di Matteo che voi ora possedete. Egli scrisse solo in ebraico (non in greco né in aramaico). La sua morte avvenne nell’anno 69 dopo di Me, Gesù.

13. Il fatto che il pseudo-Matteo e Luca non fossero stati testimoni oculari, ma raccoglitori tardivi di annotazioni e racconti esistenti, li scusa per tutte quelle cose che non sono vere.

14. Poi si deve anche considerare che gli apostoli erano giudei e perciò mischiavano qualcosa dell’antico giudaismo con il cristianesimo e con proprie buone intenzioni lasciate come verità cristiane. Solo che per voi è sufficiente conoscere la verità unicamente per discernere il nocciolo dall’involucro. Per dare tuttavia alcune dimostrazioni della verità di ciò che vi viene detto al loro interno, alcuni di tali versetti dovranno essere discussi:

I ) L’Rabbas-Matteo (1,22-25) dice: «Giuseppe[56] tuttavia non coabitò con Maria (non la conobbe), finché lei non partorì suo Figlio, al Quale diede il nome Gesù». – L’Rabbas venne a conoscenza di questa notizia nell’anno 63, il 5 maggio in Nazareth, da gente alla quale non era nota la vera storia. Con questa notizia dal doppio senso, l’Rabbas consegnò nella mano dei critici la fiamma del dubbio sulla verginità di Maria dopo la Mia nascita.

II ) Luca 2,7 dice: «Maria partorì a Betlemme il suo primogenito Figlio», e quindi, come l’Rabbas, fece lo stesso dubbioso resoconto, poiché a lui anche questa notizia giunse da gente che non conosceva il vero avvenimento.  Io fui il primo e unico Figlio di Maria, come sta scritto nella storia della Mia infanzia dettata[57] da Me stesso.

III ) L’Rabbas-Matteo scrive in 13,54-57: «Quando Gesù venne nella Sua patria (Nazareth), li istruiva nella loro sinagoga così che tutti si meravigliarono dicendo: “Da dove Costui ha tale sapienza e forze prodigiose?[58] Non è Lui il figlio del falegname (Giuseppe)? Sua madre non si chiama Maria? E i Sui fratelli Joses (Gioele)[59], Simon, Giuda, Samuel e Giacomo? E le sue sorelle non sono tutte presso di noi?”. E s’irritarono in Lui».

IV ) Giovanni vi riferisce in 6,42 che anche in Capernaum nell’anno 30, l’8 ottobre si disse: “Non è questi Gesù, il figlio di Giuseppe, di cui conosciamo padre e madre? Come può allora dire: Io sono venuto dal Cielo?».

V ) Luca 3,23 dice: “E Gesù, quando cominciò ad insegnare, aveva circa trent’anni ed era considerato per un figlio di Giuseppe, il quale era un figlio (discendente)[60] di Eli”.

VI ) Luca 4,22 riferisce la stessa storia come su l’Rabbas-Matteo 13,54-57, dove si menziona solo brevemente le parole del popolo in cui si diceva: «Non è questi il figlio di Giuseppe?»

VII ) Anche Marco 6,3 riferisce l’accaduto nella sinagoga di Nazareth, come in Matteo-l’Rabbas 13,54-57 in cui vengono citate le stesse domande sull’origine di Gesù.

15. Questi rapporti menzionati diedero ad alcuni critici l’occasione di supporre che Maria avesse avuto oltre Me ancora parecchi figli con Giuseppe, mentre gli indicati (cinque) figli erano effettivamente i figli di Giuseppe, ma avuti dalla sua prima moglie di nome Tamara. Essi in altre occasioni furono nominati anche in Matteo 12,46, in Marco 3-32 e in Luca 8-20.

16. Per quanto concerne le sorelle nominate, esse non erano figlie di Giuseppe, bensì delle sue parenti povere[61], le quali erano considerate Mie sorelle perché vivevano e operavano secondo il senso e la volontà di Giuseppe, come anche di Maria.

17. Se l’Rabbas, Marco e Luca fossero stati testimoni oculari, avrebbero certamente fornito la verità come l’aveva annotata l’apostolo Matteo (quello originale) nell’anno 32, e ciò non avrebbe ammesso nessun doppio senso.

18. L’Rabbas-Matteo e Luca, poiché non furono testimoni oculari, sono colpevoli del fatto che moltissimi cristiani della Bibbia Mi ritengono di essere uno dei figli di Giuseppe, e che solo attraverso il Mio giusto cammino di vita Mi sarei innalzato ad essere Uomo di Dio. Le seguenti dimostrazioni v’insegneranno il contrario:

I ) Jehova, Dio Padre dall’eternità, ‘Consiglio di Dio’ ovvero ‘Sapienza di Dio’, che nel linguaggio spirituale significa ‘Figlio di Dio’ e ‘Potenza di Dio’ oppure ‘Spirito Santo’ – e ciò nonostante era ‘figlio di Giuseppe’, – il che perfino i sacerdoti protestanti credono, è un assurdità orripilante di superficialità biblica nelle loro attività religiose!

II ) L’Rabbas 28,7 riferisce che l’angelo disse alle donne: «Egli vi precederà in Galilea, là Lo vedrete. Ecco! Io ve l’ho predetto». – Ma nessun versetto nel Nuovo Testamento convalida questa profezia dell’angelo. Ci si domanda: “Ha mentito l’angelo, oppure il pseudo-Matteo?”. Vedete, il l’Rabbas andò in giro e ciò che trovò di scritto e di sentito dire lo ha usato comunque tutto, e da ciò le contraddizioni.

III ) In Matteo 10,34-38[62] e in Luca 14,26-27[63] sono poste delle pretese agli uomini che ogni lettore della Bibbia si blocca e s’inquieta; i critici, invece, Mi gettano sotto i piedi dei pezzi di legno da rogo e dicono che Io posi delle pretese agli uomini che nessuno può adempiere, nessuno che abbia un cuore per i suoi genitori, per sua moglie, per i suoi figli, ecc., cosicché Io non avrei nessun cuore e nessuna comprensione della natura umana, quindi avanzerei pretese spiritualmente folli ai cristiani. Perciò vale ben la pena che voi leggiate i Miei chiarimenti nel libro “Annunciazioni” 1-130 (dal primo all’ultimo)[64], per comprendere il vostro Dio e ciò che Egli ha detto, invece di annunciare al mondo le prove della vostra ignoranza sul senso spirituale del linguaggio biblico.

IV ) In Matteo 19,29 si legge: «E chiunque avrà lasciato, padre, madre, moglie, figli, fratelli, sorelle e campi a causa di Cristo, riceverà il centuplo nel Regno degli spiriti», quindi davvero alla maniera turca, riceveranno 100 donne!? – Ma essere un uomo e avere 100 genitori, è tuttavia il più grande non senso che si possa scrivere, e nondimeno è stampato così. I presuntuosi critici che a causa di tali versetti espressi spiritualmente Mi aggrediscono e Mi gettano sotto i piedi il loro scherno, non sono da compiangere se da se stessi, se non trovano tanto spirito di riflessione per pensare che un uomo non può avere 100 genitori? – Quindi, questo versetto deve essere interpretato certamente in modo diverso da come viene inteso materialmente. (vedi su “Annunciazioni” cap. 1,36)

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20/4 - Sul Vangelo di Marco

19. L’evangelista Marco, nato nell’anno 14, fu l’unico figlio dell’apostolo Pietro. Marco, 24enne, accompagnò suo padre dall’anno 38 come discepolo. Ciò che scrisse lo apprese da suo padre, perciò è anche l’evangelista più affidabile dopo Giovanni e Matteo[65], l’apostolo degli indiani (dell’India). Egli cominciò ad annotare le notizie evangeliche nell’anno 45, che completò nell’anno 59 e le pubblicò nell’anno 60.

20. Nell’anno 57, il 17 maggio, Marco si trovava con suo padre in (nuova) Babilonia, che solo dal nono secolo porterà il nome di Bagdad. Pietro chiama Marco suo figlio nella prima lettera da Babilonia che scrisse dal 26 al 28 luglio nell’anno 57 alla comunità dell’Asia Minore [1° Pietro 5,13].

21. Dopo l’assassinio di suo padre, avvenuto il 9 ottobre del 59, Marco rimase solo alla corte del re della Siria nella Nuova-Babilonia come insegnante apostolico della città e del paese. Morì nell’anno 65 il 15 giugno ucciso dai pagani in una grossa borgata non più esistente, durante un viaggio missionario in Asia Minore mentre predicava il Vangelo, poiché spesso intraprendeva tali viaggi missionari da Babilonia.

22. Il suo Vangelo fu scritto in un buon ebraico e rimase in Babilonia. La cattiva traduzione greca che è rimasta non è quindi originale. L’originale andò perduto per un incendio nel palazzo reale nell’anno 78.

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20/5 - Giovanni il presbitero[66]

15 giugno 1904

23. Un giorno un giovane nato da genitori giudei nell’anno 70 in un luogo della Giudea non più esistente, al compimento del suo diciottesimo anno, quindi nell’88, diventò un discepolo dell’apostolo Giovanni, e più tardi nell’anno 95 diventò presbitero e si fermò stabilmente in Asia Minore non lontano da Efeso, dato che là era in un buon punto centrale di cristiani. Morì nell’anno 147 all’età di 77 anni.

24. Quello che Papia[67] riferisce dell’evangelista Marco, secondo le relazioni di questo presbitero (omonimo di Giovanni), si basa su una conoscenza troppo carente sull’origine di Marco, poiché Giovanni non era per nulla loquace alla sua età, essendo costantemente immerso in Dio, perciò dava solo brevi risposte alle domande a lui poste, e quindi la falsa relazione (su Marco) del presbitero Giovanni a Papia.

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20/6 - Su Papia

15 giugno 1904

25. Papia, nato nell’anno 83, nella sua gioventù fino all’anno 95 sentì predicare (questo presbitero) Giovanni, tuttavia da piccolo non frequentò questo (seguace dell’) evangelista. – Nell’anno 105 divenne seguace del cristianesimo. Nel suo libro: “Spiegazioni delle Rivelazioni del Signore” riferisce che raccolse tutto ciò che gli comunicarono i collaboratori degli apostoli sul fare e l’operare degli stessi. Morì come celebre maestro ecclesiastico e superiore della comunità di ‘Gerapoli’ nell’anno 168 all’età di 85 anni.

26. Ritter von Vesme (libro 1 pag. 381) riferisce che Papia sosteneva l’autenticità del Vangelo di Marco ed aggiunse ancora: «Egli (Marco) aveva preso a prestito questa narrazione solo da Pietro; ci teneva comunque moltissimo che non fosse dimenticato o falsificato»[68].

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20/7 - Il sacerdote Aristion dell’Asia Minore (anno 120)

27. Conybeare [“Esposizione” ottobre 1893, pag. 241] trovò in un manoscritto armeno la conclusione di Marco [Cap. 16,9-20] con l’intestazione “secondo Aristion”.

28. Da ciò i critici degli Evangeli dedussero che il capitolo 16 dal versetto 9-20 fosse falso, perché sarebbe un inserimento di questo sacerdote dell’Asia Minore. Quest’opinione è in ogni caso non fondata, perché Marco stesso ha scritto il suo Vangelo, mentre Aristion l’ha solo un po’ corretto nell’anno 120 d.C. nel capitolo 16, versetti 9-20.

29. Tutto ciò che in termini di correzioni e modi di scrivere dei Vangeli, essendo definito dai ricercatori critici come aggiunte provenienti da un’altra mano invece che dagli evangelisti e apostoli stessi, non sono altro che ipotesi senza valore, perché i critici non conoscono l’origine dei Vangeli.

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20/8 - Su Luca

30. Luca, un medico di origine giudaica, era nativo di un luogo in Giudea non più esistente. Studiò ad Atene dove conobbe e divenne amico di Teofilo[69], il quale studiava come nativo ateniese nella scuola superiore. Più tardi Teofilo divenne giureconsulto[70].

31. Luca, dopo aver superato lo studio nell’anno 45 come giovane medico ventiduenne, ritornò in Giudea e, nello stesso anno, passò al cristianesimo, e da allora fu un allievo degli apostoli. Scrisse il suo Vangelo a poco a poco tra gli anni 45 e 63. – Nello stesso tempo annotò i suoi Atti degli apostoli e morì nell’anno 63 come martire, essendo stato lapidato a Capernaum. Perciò i suoi Atti degli apostoli cessano con l’anno 63.

32. Luca 1,2 riferisce perfino che lui stesso non aveva sentito ciò che scriveva: «Come ci hanno riferito coloro che Lo hanno visto fin dal principio e divennero ministri della Parola».

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(parla Schumi):

Nell’Analecta Anti-Niceana di Bunsen, secondo Ritter von Vesme, viene riferito: «Hegesippus, un altro allievo di Giovanni e contemporaneo del Nazareno, dice da parte sua che Luca non avrebbe mai visto Cristo, ma che aveva ricevuto il resoconto della Sua vita da Paolo». – Ireneo (sviato da questa falsa notizia) ripete lo stessa cosa[71] (nell’anno 148 mi riferisce il Padre Gesù). – Clemente di Alessandria, suo contemporaneo (150-220 secondo l’indicazione ecclesiastica, ma giustamente – dice Gesù – dall’anno 138-220), cita sedici volte i Vangeli di Luca e di Giovanni[72]. – Clemente raggiunse i 105 anni d’età.

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(il Padre Gesù spiega l’errore):

33. Hegesippus nacque nell’anno 43, visse fino all’anno 137. Non fu un allievo di Giovanni ma un diligente lettore degli scritti degli apostoli fin dall’anno 70. Su Luca poteva dire solo quello che aveva sentito dire tra il popolo, perciò è anche falso che Luca avrebbe ricevuto il suo Vangelo da Paolo.

34. È sufficiente leggere solo il primo capitolo di Luca per trovare che egli raccolse le notizie dagli apostoli tra quelle scritte tra il popolo fin dall’anno 45; infatti, se Luca avesse ricevuto il suo Vangelo da Paolo, allora esisterebbe anche un Vangelo di Paolo simile a quello di Luca. – È certo però, che Theophilus (Teofilo), l’avvocato del popolo in Atene, menzionato da Luca, ha riportato correzioni falsificate nel Vangelo di Luca, poiché Luca non aveva ricevuto autentiche notizie, bensì soltanto tradizioni popolari giunte fino ad Atene, in Grecia.

35. Che Ireneo si sbagli su Luca per il fatto che egli ottenne il Vangelo da Paolo, è dimostrato in questa spiegazione:

36. Il versetto negli Atti 16,10, sul quale si sentono chiamati i critici dei Vangeli, che Luca (dall’anno 52 circa) sarebbe stato un allievo di Paolo, è compreso erroneamente, se si confronta il versetto 16,10 con altri versetti negli Atti 16,25 / 17,4 / 17,15 / 19,22 ed è evidente che Luca non viene nominato da nessuna parte, ma ben Sila, Timoteo, Barnaba, ecc.. Luca andò da Paolo solo quando questi fu mandato a Roma nell’anno 59; solo allora Luca viene nominato da Roma nelle lettere ai Colossesi [4,14], a Timoteo [2° Tm 4,11] e a Filemone [Fm 1,23].

37. In Luca 19,27 c’è un versetto[73] che fa di Me, vostro Dio, Gesù Cristo, un massacratore dei Miei avversari e gli apostoli per Miei sgherri, i quali avrebbero dovuto sgozzare quegli uomini che non Mi volevano riconoscere! – Vi piace ora la Bibbia accettata secondo il senso letterale? – Quindi, il vostro caro e buon Gesù sarebbe un tiranno sanguinario! – Un massacratore di uomini! – Un capo di sgozzatori di uomini!

38. Perciò Io dico: venite a Me, vostro Dio, Padre e Salvatore Gesù, e lasciatevi istruire e guidare da Me, affinché comprendiate le mistiche Parole della Bibbia, e ogni ateo non vi possa gettare nel fango della sua raccapricciante dimostrazione biblica. (il chiarimento su Luca 19-27 si può leggere nella rivista teosofica-cristiana "Einst und Jetzt" [“Una volta e adesso” III, pag. 67]).

 

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Cap. 21

Chiarimenti alle critiche sui Vangeli

1. Le differenze e le divergenze del Vangelo greco-luterano e della Vulgata dipendono prima di tutto dalla diversità dell’uso linguistico del greco e del latino, dall’indolenza degli scrivani al concilio di Nicea (anno 325), i quali, di quanto suddetto annotavano e trascrivevano secondo il proprio parere quanto si doveva trascrivere, poi dalle molte correzioni successive apportate dai superiori nominati, – e infine attraverso le copie successive, di cui danno testimonianza le varianti nelle differenti riproduzioni.

2. In seguito a queste differenze, e quindi spesso l’incomprensione dei versetti biblici, sono stati presentati i testi migliori, dove è espresso meglio e più chiaramente, poiché nulla è messo nel senso letterale, ma unicamente nel senso spirituale della Parola, se i versetti a cui si fa riferimento sono corretti e riguardano ciò che s’intende sotto questi, dato che già Lucifero si riteneva (come se fosse) Cristo [Is. cap. 14], perché non si poteva domandare all’Autore della profezia, senza avere la Parola interiore.

3. La disputa degli eruditi sull’autenticità dei Vangeli, su quale di questi è stato trascritto meglio o peggio, su qual è il primo e qual è copiato dall’originale o da un altro, e quando i Vangeli sono stati scritti e altre critiche alle parole e ai versetti, secondo i dati storici presentati è piuttosto sterile, perché inconsapevole e messa insieme per pure ipotesi. I cristiani delle origini hanno diffuso le annotazioni che in parte hanno trascritto dagli originali, in parte le hanno sentite predicare loro stessi. L’uno è stato più attento, l’altro lo è stato molto meno. Luca e l’Rabbas furono però solo dei cristiani omerici[74], ovvero raccoglitori di annotazioni, trascrizioni e dichiarazioni verbali. Quale critica di autenticità e priorità deve essere esercitata allora a Luca e al pseudo-Matteo? Il testo dell’autentico Matteo è ancora in India. Nemmeno Marco fu un testimone oculare, bensì un successivo annotatore, il cui Vangelo è il migliore dopo Giovanni, poiché solo il Vangelo di Giovanni è originale. Se in effetti qua e là si presentano contraddizioni, allora unicamente Io, Gesù, posso interpretarle giustamente attraverso colui al quale è assegnata la Grazia di ricevere da Me il chiarimento mediante la Parola interiore; altrimenti nessuno, poiché la prova migliore non può essere affermata che sia basata sulla verità, nel senso che la sapienza intellettuale elabora la faccenda secondo il proprio modo di vedere, cosa che tutti i ricercatori sull’origine dei Vangeli vedono dai resoconti qui presentati.

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4. Una grande e importante prova che i Vangeli furono scritti non molti anni più tardi rispetto a quanto effettivamente avvenne – sebbene i critici vogliono dimostrare il contrario – è fornita anche dall’apostolo Paolo, la cui morte avvenne nell’anno 65 a Roma.

5. Dopo che la profezia del ritorno di Cristo tramite Matteo che la registrò nell’anno 33, e che il Rabbas trovò tra il popolo nell’anno 50, quindi anche quella stessa annotazione che Luca trovò lì pronta[75] già nell’anno 45 e la mise giù per iscritto, non volendo adempiersi per così troppo tempo, si cominciò già a dubitare dell’autenticità di tale profezia; allora si fece sentire Paolo nell’anno 52 nella 2° lettera ai Tessalonicesi 2,3-4 da Corinto, che scrisse:

«Cari fratelli, non lasciatevi sedurre da nessuno in alcun modo, poiché Gesù non verrà prima che giunga l’apostasia (dalla fede) e si riveli l’uomo del peccato, il figlio della perdizione (che è l’avversario che qui è sempre il diligente critico e bugiardo, e con ciò l’estirpatore della verità di Cristo), colui che s’innalza al di sopra di tutto ciò che è chiamato Dio (che con la sua arte di convincimento seduce gli uomini che gli credono e li attira nella sua menzogna), o che è oggetto di culto, fino a sedersi nel Tempio di Dio (cioè pretenderà di essere la verità) proclamandosi Dio lui stesso»,

6. In tal modo il falso profeta affermerà che la sua parola è verità dimostrata, mentre la Parola di Dio è menzogna!

7. Questo passo del Nuovo Testamento (del ritorno di Cristo) è sommamente importante, dimostrando che, in effetti, gli evangelisti Matteo e Luca scrissero prima di Paolo e che il popolo credeva fermamente alle loro parole. Per quale motivo, infatti, questo passo sarebbe capitato nella lettera ai Tessalonicesi, dal momento che indirizza il popolo nel giusto binario della fede nella profezia?

8. Questa profezia di Matteo è stata mandata in copia in Grecia già nell’anno 36, quindi tre soli anni dopo la Mia morte, che poi fu inviata a Paolo da Smirne.

9. Questa è dunque una dimostrazione che gli evangelisti scrissero all’inizio nel primo secolo, altrimenti Paolo non avrebbe discusso una profezia che il popolo guardava già in modo dubbioso, visto che non andò mai in adempimento allorquando la si attendeva.

10. Una conferma dell’autenticità degli Atti degli apostoli ve la dà la storia di Pietro con Simone, il mago della Samaria (nell’anno 35), al quale Pietro esclamò nel sacro fuoco dell’indignazione: «Che tu sia maledetto insieme al tuo denaro! Credi che il Dono di Dio si possa comprare col denaro?», poiché se gli Atti degli apostoli fossero stati scritti più tardi, non sarebbe stato menzionato Simone il mago, come convertito.

11. Ritter von Vesme nella sua “Storia dello spiritismo” (1° vol. pag. 472-483) scrive su ciò: «Simone tuttavia non si fermò a lungo nel seno della sorgente Chiesa di Cristo. Egli era troppo intraprendente, troppo ambizioso per adattarsi ad esservi attivo come secondo membro, dove sarebbe dovuto stare necessariamente di fronte agli apostoli».

12. Durante il suo viaggio ad Alessandria, Vesme elaborò un sistema teosofico dai suoi studi della filosofia greca-copta, che cercò di sostenere in un libro dal titolo “La grande dimostrazione!” (oppure “Apophasis magna”) e che per lungo tempo si è creduto fosse andato perduto, oppure nemmeno scritto, dal momento che tutte le narrazioni che riguardavano il mago Simone erano state considerate dagli scettici solo come una raccolta di leggende. Allora nell’anno 1862, per demolire completamente quel ragguardevole slancio di nichilismo critico della storia, furono scoperti in Grecia dei manoscritti che provenivano dall’inizio del terzo secolo con lo strano titolo “Philosophumena”, scritti da un certo Ippolito, contenenti violenti attacchi contro il papa Callisto. Molti credevano di attribuirli al santo Ippolito che visse proprio in quel tempo. Persino Renan ammette che la scoperta di questi manoscritti dimostrerebbe che la leggenda di Simone il mago sarebbe vera almeno a grandi linee. – Anche uno scrittore protestante, de Pressensé, ha spiegato così: «Molti teologi hanno escluso il mito della storia di Simone, presentando in quantità innumerevole prove che questa storia sussisterebbe solo da leggende; invece essa contiene solamente fatti positivi, di cui i padri della Chiesa danno testimonianza unanime e trova conferma anche attraverso lo scritto di Ippolito da poco scoperto».

13. In questo Philosophumena sono citati diversi testi della “grande dimostrazione” di Simone. Da ciò si scorge che la religione fondata dal mago era un insegnamento gnostico. Lo stesso si basava sull’accettazione di un unico Dio, al Quale stavano a disposizione Forze divine che s’incarnavano a tempo debito. Simone stesso si riteneva una di queste Forze. Quell’insegnamento conteneva, con un eclettismo[76] esteso, tutte le rivelazioni, cercando di scomporlo in un’unica legge delle idee.

14. La cosa più strana consiste nel fatto che Simone (il mago) fu accusato da altri autori cristiani della relazione con una cortigiana di nome Helena che avrebbe comprato al mercato di Tiro. I Philosophumena ci forniscono la chiave di questa leggenda, documentando che dalle teorie simboliche di Simone, la “Grande Idea” costituiva una parte, una forza divina, alla quale attribuì il nome “Helena” (cioè la splendente), poiché essa rappresenterebbe l’eterna causa delle contese tra gli uomini. Sicuro è che la sua setta continuò ad esistere accanto al cristianesimo fin nel terzo secolo.

15. Dal momento che la maggior parte degli uomini sono diventati di spirito tenebroso, dicono: “Le Sacre Scritture le hanno scritte gli uomini, e quindi sono una compilazione umana, poiché Dio e Cristo non hanno scritto nulla! Quindi, come si può credere a tali opere che gli uomini scrivono e spacciano per origine divina? – Essa è un’opera umana, un’opera umana fortemente contestabile come tutto ciò che gli uomini scrivono, qualunque cosa possano essere. Così è anche con i profeti e gli apostoli: essi erano uomini intelligenti che sapevano ben valutare ciò che un giorno sarebbe dovuto accadere, e quindi hanno scritto, ma solo loro, non Dio, non Cristo!”

16. A questa obiezione, attualmente usuale degli esperti del mondo, si può rispondere che tutto ciò che questi uomini (profeti) hanno scritto si è letteralmente adempiuto, e ciò che essi insegnavano è la pura Verità divina, poiché tutto porta l’impronta di questa Verità. – Perché allora sospettare di tali uomini d’onore? Perché metterli davanti agli occhi degli uomini come scaltri e intelligenti mentitori? Non mostra questo la più bassa indole dell’animo di un uomo se non può soffrire l’onestà di un altro uomo che, senza motivo né causa, cerca di metterlo in cattiva luce?

17. C’è una massima che dice: “Com’è lo stolto, così pensa degli altri!”. E un’altra massima di superiore elevazione suona così: “Uomini buoni pensano solo al bene del prossimo”. – Abbiate queste due massime sempre davanti agli occhi, perché i vostri giudizi sugli altri, se fluiscono senza motivo né causa, accusano voi stessi e vi mettono davanti al mondo come voi vorreste mettere gli altri.

18. La Mia massima divina suona così: “Fa al tuo prossimo ciò che vuoi che egli faccia a te”. E se non desiderate che vi si descriva come mentitori, finti santi, ingannatori e simili, allora astenetevi dal togliere l’onore agli altri!

19. Giudicate con amore i Miei strumenti, poiché essi sono figli Miei, e con i Miei figli potrò ben parlare e dettar loro! Se non ho relazioni con chiunque, e chi nella sua ambizione nega la Grazia anche agli altri che sono migliori di lui, allora dovrebbe piuttosto vergognarsi di essere un uomo troppo malvagio per poter avere relazioni con Me, ma non sospettare e trascinare nel fango ciò che lui non può afferrare nella sua tenebra spirituale.

20. Ogni attacco ai Miei strumenti colpisce Me, perché in tal modo viene contestata la Mia santa Parola e la si trascina nel fango. Quale sarà la conseguenza di tale modo d’agire contro di Me? Ve lo potete facilmente immaginare. – Perciò provvedete dapprima ad essere onesti voi stessi, allora giudicherete così come vorreste essere giudicati voi. Dove dimorano le tenebre e la menzogna, là non vi è posto per la Luce e la verità!

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21/1 – Osservazioni ironiche per i critici dei Vangeli

(rivelazione tramite Jakob Lorber il 30/10/1842)

 

[Doni del Cielo vol. 2 cap. 64,9-22]

 21. « 9) Io, Gesù, dissi a Lorber: “Non devi diventar focoso, e il richiedente Ans. H. W[77]. non sia timoroso, poiché ciò che tu ricevi è faccenda Mia, ed Io saprò già portar cura in tutto, affinché tutto diventi come deve essere. Tu comunque farai abbastanza se adempirai la Mia Volontà.

22. 10) Tuttavia, con l’intelletto ognuno rimanga ben lontano dal Mio dono, altrimenti somiglierà alla semenza che cadde dalla mano del seminatore tra spine e cardi, perché nell’intelletto c’è la dimora di ogni specie di preoccupazioni. Chi di conseguenza misura la Mia Parola con il suo intelletto invece che con il cuore, difficilmente raccoglierà i frutti della Mia semenza. Ad esempio:

I ) 11) In Matteo [28,1-7] vengono due donne al sepolcro; avviene un terremoto, appare un angelo, rimuove la pietra dal sepolcro, vi si siede sopra e dà alle due donne informazioni su di Me.

II ) 12) In Marco [16,1-7] vengono tre donne, si preoccupano a causa della pietra, questa viene rimossa attraverso un potere invisibile e poi entrano nella tomba, qui trovano un giovinetto con una veste bianca seduto alla destra che le consola e dà loro informazioni su di Me!

III ) 13) In Luca [24,1-7] vengono perfino parecchie donne non nominate con spezie e trovano la pietra già rimossa, entrano subito nel sepolcro ma non vi trovano nessuno; dopo un po’, poiché si preoccupavano già, vengono da loro due uomini in vesti splendenti e danno loro informazioni su di Me!

IV ) 14) In Giovanni [20,1-4] viene solo una donna, vale a dire la Maddalena, trova la tomba aperta, ma dentro nessuno; perciò corre da Pietro, e Pietro viene di corsa alla tomba con un altro discepolo e non trovano niente all’infuori dei sudari piegati, e poi vanno di nuovo a casa; solo dopo, la piangente Maddalena sbircia nel sepolcro e scorge due angeli in vesti bianche seduti uno alla testa e uno ai piedi dov’era stato posto il corpo di Gesù, i quali domandano: “Donna, perché piangi?”. E dopo la risposta a questa domanda, Io sono già dietro di lei!

23. 15) Chi qui giudica esteriormente in maniera storica mondana secondo il suo intelletto, cosa dovrà necessariamente trovare con queste quattro dichiarazioni molto differenti, se vuol procedere nell’opera con critica acuta?

24. 16) Io ti dico: “O la morte del suo intelletto, oppure la morte della sua fede!”. La morte del suo intelletto, se qui presume un Mistero divino e rimette questo alla Mia Sapienza e alla Mia Onnipotenza. – La morte della fede se dice: “Se il fatto fosse autentico, allora non soltanto quattro, ma cento storiografi dovrebbero coincidere totalmente in tutto: nel numero, nel modo e nelle parole. Ma dei quattro autori, ognuno dice qualcosa del tutto diverso dall’altro. Chi ha ragione? – Nessuno!”

25. 17) Vedi, invece non dovrebbe essere ucciso né l’intelletto, né la fede! – Ma come può accadere questo? Io ti dico: unicamente con l’amore, l’umiltà, la mansuetudine e la pazienza.

26. 18) Se queste quattro caratteristiche diventano una cosa sola nell’uomo, allora anche la vivente Luce si raccoglierà nella più grande quantità nel cuore, nel quale si scioglieranno tutte le contraddizioni! 19) Se considererete questo, allora anche voi giungerete alla purezza e alla chiarezza. Se invece con il vostro intelletto volete essere scavatori dei Miei tesori, in verità non troverete altro che immondizia, 20) poiché i Miei doni sono misurati solo per il cuore, ma non qualcosa da misurare dapprima con l’intelletto! –Chi invece vuol risvegliare il suo cuore tramite l’intelletto, sia assicurato che questo lo ucciderà, poiché nessun amore è effettivamente più debole di quello dell’intelletto!

27. 21) Chi invece vuol pervenire alla Vita, ami e creda, sia mite e paziente e non esiga da Me, come da un cattivo governante, un conto intempestivo, perché i veri figli amano il Padre e non disputano con Lui! 22) Comprendi bene questo! – Amen! »

 

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Cap. 22

Critiche ai dettati del Padre

Il Padre Gesù comunica tramite Ida Kg. che Egli stesso concesse che i dettati contenessero qualcosa di scandaloso, affinché il mondo si scandalizzasse e si urtasse in Lui, come un giorno i giudei, concludendo: “Ma beati sono coloro che non si scandalizzano di Me!”

 

30 maggio 1893

(rivelazione tramite Ida Kg.):

1. « Per quanto riguarda il tuo desiderio di servirMi con il fatto che vuoi sottoporre ad una purificazione la Mia Parola data nuovamente e rivestirla in una forma più compiacente, allora ti dico: “La tua volontà è buona, ma non è la Mia Volontà, perché se lo volevo, allora Io stesso l’avrei data così”.

2.    Io voglio proprio che il mondo si debba urtare e scandalizzare di Me, – esso non Mi deve riconoscere prima che Io lo voglia e prima che l’abbia preparato per la Mia venuta.

3. Finché ci sono ancora esteriorità che separano i Miei da Me, essi non sono nemmeno degni perché spiritualmente non sono maturi per sentire direttamente da Me la Mia Parola divina; perciò si urti sempre contro di Me chi si vuole urtare. Chi Mi conosce e Mi ama non si urta in ciò che è umano e che Io ho concesso, affinché il mondo non Mi riconosca prima del tempo, poiché se ascoltasse la Mia Parola e sapesse che è proveniente da Me e tuttavia non vivesse ed agisse di conseguenza, allora sarebbe già giudicato e troverebbe la morte spirituale nel Mio insegnamento, che appunto deve annunciare la Vita!

4. E vedete, come al tempo quando camminavo sulla Terra parlavo in parabole a causa di coloro che non credevano in Me affinché dovessero scandalizzarsi di Me e voltarMi le spalle (perché erano ancora immaturi per la Mia Parola), così anche adesso questa Mia Parola è un incomprensibile mistero per il mondo, per il fatto che tutta la sua sapienza non è in grado di risolvere, perché Io lo voglio così!

5. Perciò neanche voi adesso dovete cambiare nulla, ma lasciarla stare non alterata come ve la do Io. La scabrosità è per il fatto che il mondo vi si urti! – Invece voi che Mi avete già riconosciuto nella Mia paterna voce, rimanete fermi e riflettete nel cuore sul senso delle Mie parole, accogliendo in voi lo Spirito nella pura Verità, ma non la semplice Parola smussata.

6. Questa è la Mia risposta alle tue domande, figlia Mia, ma anche per voi tutti che avete le stesse sofferenze – fisiche, come spirituali – e a voi tutti do la Mia benedizione. – Amen! »

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22/1 - Rinnovato ammonimento ai critici della nuova Parola

Un nuovo ammonimento tramite Ida Kg. di non criticare le Sue sante parole, poiché non sono state date per criticare e costruirsi da ciò l’inferno, ma per trovarci lo spirito della vita eterna.

4 dicembre 1903

(dice Gesù tramite Ida Kg.):

7. « A tutti coloro che leggono questo libro, sia ancora detto che queste non sono parole umane, ma parole di Dio, perciò astenetevi dal giudizio, affinché non giudichiate voi stessi. – A chi manca la giusta conoscenza per afferrare queste Mie parole divine come tali, taccia e preghi Dio per la giusta conoscenza, allora anch’essa gli verrà data presto; a chi invece il Padre ha aperto il cuore per afferrare il grande mistero di Dio, non si accontenti del puro sapere, perché Dio non si rivela agli uomini a causa della conoscenza, ma solo perché si convertano di tutto cuore e dispongano la loro vita secondo la Sua Parola e la Sua Volontà. Chi ode questa Mia predica e la fa sua, Io lo paragono a un uomo intelligente che ha costruito la sua casa sulla roccia; così parla il Signore, che è Dio, il Quale si rivela ai Suoi figli come Padre, ai figli che sono di buona volontà e di buon cuore.

8. Perciò ognuno si esamini bene, se cerca con seria volontà e cuore sincero di diventare un vero figlio di Dio, perché Dio si mostra come Padre solo a coloro che Lo amano e fanno la Sua Volontà; invece a coloro il cui senso è ostinato, per loro Egli rimarrà Dio onnipotente e Giudice di tutte le loro opere.

9. Perciò, – beati tutti coloro che si lasciano attirare dal Padre, il Quale è il più puro Amore di Dio. Afferrate queste parole e ponderate precisamente il loro senso, affinché su di voi non venga la perdizione, ma diventiate liberi dal giudizio della morte spirituale e venga a tutti voi la vita eterna proveniente da Dio, il Padre dell’eterno Amore! – Amen! »

 

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Cap. 23

La divina Volontà del Padre Gesù per la lettura della Bibbia

Zurigo, 19 giugno 1904

1. Miei cari figli, nel leggere i Miei libri, sia la Bibbia oppure dei libri teosofici-cristiani, vi viene messo nel cuore che non vi dovete urtare al guscio che porta in sé il nocciolo, perché è questa la Mia Volontà: che nel leggere i Miei libri, voi siate umili credenti come i bambini, poiché il Mio insegnamento vi dice: «Se non diventate come i fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli». Un altro versetto vi dice ancora: «Se non strappate a voi con violenza il Regno dei Cieli, non vi entrerete». – Cosa vuol dire questo? Vedete, questo vuol dire che voi dovete accettare con animo infantile ciò che vi viene offerto, un animo che sia pienamente credente e di buona volontà.

2. Ma ci si chiede come si dovrebbe godere ciò che viene offerto. – Allora domando Io: “Cosa dice Paolo sul leggere i versetti della Bibbia?”. – Paolo insegna che la lettera, come involucro materiale esteriore del nocciolo spirituale interiore, uccide; e solo lo spirito, come nocciolo interiore, vivifica quanto viene offerto.

3. Io, Gesù, vi dico ancora di più: “Il nocciolo, se è mangiato, vi nutre!”. E ancora: cosa vuol dire questo? Vedete, questo vuol dire: l’involucro è il rivestimento del nocciolo che deve essere gustato, il che significa: dovete trasformare nella vivente azione ciò che avete scoperto dallo spirito del senso letterale; solo per questo ci sarà la ricompensa, poiché né per il senso letterale, né per il senso spirituale della Parola, ma soltanto per la vita e l’azione secondo il senso spirituale dell’insegnamento vi sarà data la vita eterna! Mentre per la solo lettura e la comprensione dell’insegnamento, mai!

4. Ora viene la seconda domanda: “Come dovete afferrare l’insegnamento affinché possiate guadagnare il Cielo?”. – Vedete, questa domanda è sommamente importante e perciò degna di ogni considerazione. Per sapere cosa sia il nocciolo spirituale nel libro, è necessario che consideriate l’insegnamento con l’amore del cuore e cerchiate ciò che nell’involucro, oppure nella lettera, è il nocciolo celeste, nel quale giace il cibo del Regno dei Cieli. Ma adesso come si estrae questo nocciolo celeste? Noi lo troviamo non nelle storie, non nei racconti paralleli, ma unicamente e solo nel più grande Comandamento di Dio che sta nell’amore! – Amate Dio sopra ogni cosa, allora vi sforzerete di non offenderLo mai, bensì adempirete sempre la Sua Volontà!

5. Così, attraverso questo amore per Dio, amerete anche i Suoi figli come voi stessi, quindi cercherete sempre di far loro ciò che desiderereste ragionevolmente che essi facciano a voi, se aveste bisogno di loro, e quindi, di non far loro mai ciò che non desiderate sia fatto a voi.

6. Questo è quindi il nocciolo di ogni insegnamento, il quale racchiude in sé l’eterna vita per colui che adempie l’insegnamento dei Miei Dieci Comandamenti, delle Mie altre parole e del “Libro delle preghiere”. Per questo, infatti, vi ho fatto scrivere e pubblicare questo “Libro delle preghiere”, affinché vegliate e preghiate, e non giudichiate i Miei doni (in modo) più saggio di Me stesso.

7. Il vostro sottilizzare dalla Sacra Scrittura contro il Mio insegnamento – poiché voi afferrate troppo materialmente la Bibbia – è rivolto contro il Mio Volere. Perciò adesso farò pubblicare “Il Libro delle preghiere” nella terza edizione, ampliato considerevolmente con ulteriori spiegazioni, affinché afferriate una buona volta cosa voglio avere da voi! Se vi avvicinate a Me nella preghiera senza umiltà, nonostante vi sia ‘Padre’, vi divento anche un Dio inavvicinabile, dal momento che non mostrate nessuna riverenza davanti alla Mia sublime Santità! Adempiere i Miei Comandamenti e pregare Me in umiltà, a voi tutti, senza eccezioni, è rivolto il Mio insegnamento.

8. Perciò non fatevi degli insegnamenti da voi stessi! Non cavillate voi stessi delle regole di comportamento contro di Me dalle Sacre Scritture che voi interpretate troppo erroneamente; in altre parole: non prendete solo ciò che vi sta bene, e ciò che Io insegno specificamente lo lasciate tranquillamente stare, come se nella Bibbia non ci fosse proprio.

9. Leggete l’insegnamento della ‘Giustificazione davanti a Dio’[78], per vedere che Martin Lutero ha afferrato questa del tutto erroneamente! Siete liberi di credere a Me, al Cristo, oppure a Martin Lutero, ma le conseguenze saranno il vostro raccolto! – La conduzione di M. Lutero e di Swedenborg nell’aldilà insieme alla vera Dottrina della giustificazione dinanzi a Dio è, per i protestanti, il libro per la conversione dei loro errati concetti della Bibbia. Il libro è già stato stampato dall’anno 1902, ma se non ne avete nessun desiderio, accusate Me, il Cristo, di eresia, supponendo che questo libro non provenga da Dio! –

10. E voi vorreste diventare figli di Dio e venire nel Cielo? No! Dico Io, dapprima dovete diventar credenti e umili dinanzi a Dio, dinanzi al Padre vostro in Gesù. Così è la Mia Volontà! Dovete comprare il libro perché l’ho dettato e fatto scrivere per voi, per allontanarvi dal grande errore della falsa fede. – Se non volete leggere le Mie parole, né ascoltarle, né seguirle, allora non Mi potrete nemmeno vedere nel Regno degli spiriti. Ciò che seminate, raccoglierete, poiché il Mio tempo è qui. – Voglio creare Ordine nel mondo, voglio radunare il Mio gregge; ma chi non riconosce Me, il sommo Pastore, nella voce, bensì Mi accusa di eresia, ebbene, costui andrà là dove si è messo in cammino!

11. Tuttavia voglio aver compassione di voi se prenderete a cuore le Mie parole, altrimenti diventerete il vostro stesso giudice, visto che non Mi riconoscete come Giudice, e allora con la migliore Volontà non posso far nulla. La vostra fede vi giudicherà. – Amen!

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12. Quindi anche a voi cattolici-romani ho da rivolgere una parola. Presso di voi è stato stabilito che se un libro non è stato approvato dal vescovo con il nome del papa apposto sul frontespizio, non potete leggerlo, sia che si tratti delle Sacre Scritture o di qualsiasi altro libro religioso.

13. Nelle Sacre Scritture, nel Nuovo Testamento, ci sono degli estratti di insegnamenti e fatti dal Mio tempo dei tre anni d’insegnamento che gli apostoli e gli evangelisti hanno lasciato scritti. Questi Miei fondamenti della religione cristiana, un giorno insegnati da Me, dal vostro Dio e Salvatore in Gesù stesso, ora vi vengono sconsigliati – e i Miei attuali libri teosofici-cristiani, vi si vietano di leggerli poiché sarebbero eretici secondo i dogmi papali, oppure secondo gli ordinamenti umani; e perché? Perché diffonderebbero la verità!

14. Ebbene, se il papa è la vostra infallibile guida, e invece Io, Gesù, vostro Dio e Salvatore del Golgota, sarei un eretico, allora non avete più nulla da cercare presso di Me!

15. Io dimoro con i Miei figli nel Cielo. – Ma dove verranno coloro che tuonano contro di Me nei libri, nelle riviste e sui pulpiti, e pretendono perfino l’autorità contro di Me, per portare le loro leggi ecclesiastiche, le cerimonie e gli statuti umani fatti da loro stessi contro di Me, l’eretico Gesù Cristo, non ho bisogno di dirvelo. Da Me in nessun caso, poiché Io, come tali, non posso usarli; e dove vi guidano, voi che siete i credenti dei loro regolamenti umani, visto che non conducono a Me, lo potete facilmente indovinare, perché nel Regno degli spiriti esistono soltanto il Cielo e l’inferno! – Vedete! Così stanno le cose con la salvezza della vostra anima, se gli insegnamenti che Io vi presento nei libri teosofici-cristiani vengono considerati eretici. Ve l’ho detto! Orientatevi di conseguenza, se non volete percorrere le vie che portano verso il basso! – Amen!

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16. È vero che nella Bibbia sta scritto: «Dio non giudica nessuno, Dio non punisce nessuno», ma vi sta pure scritto che il Padre (quale Amore in Dio) ha consegnato l’intero giudizio al Figlio, il cui Figlio è tuttavia la Sapienza in Dio, – e nondimeno, questa ha messo nella stessa Parola la ricompensa per l’adempimento, mentre la punizione è per l’operare contrario alla Legge. –

17. Che la Sapienza di Dio punisca, per questo esistono una quantità di conferme nel Vecchio Testamento (vedere la rivista "L'amore" n.1 a pag. 60). Nel Nuovo Testamento esiste una gran quantità di avvenimenti mondiali naturali ed elementari che ho fatto sorgere nel mondo come castigo per migliorare gli uomini, e perciò anche adesso è così. Guardate nel mondo quale quantità di disgrazie annunciano i giornali anche quotidianamente! E nonostante ciò, non volete vedere né udire nulla!

18. Voi non volete saper nulla di tutto ciò che proviene da Me, perché preferite credere ai falsi profeti e agli anticristi …che a Me! – Ma Io verrò a voi in modo assai grave, e allora le cose cambieranno! Vedrò se riconoscerete ancora un Dio sopra di voi oppure no! – Ricordatevelo! Queste sono parole provenienti da Me, vostro Dio in Cristo, che molti tra di voi non vogliono più riconoscere come Dio!

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23/1 - Schumi commenta la spiegazione sugli errori umani

Zurigo, 17 luglio 1904

Dopo aver appreso dal Signore come stanno le cose con le parole dell’eterna vita a noi presentate, allora nessuno si irriti con i medium di Dio se questi riportano una qualche inesattezza come irrilevante seguito del nocciolo della verità della Parola di Dio.

Il medium era forse del tutto innocente del perché qui o là – con la concessione di Dio – ha riportato un’inesattezza. Ugualmente è stato il caso con gli apostoli Pietro e Paolo che hanno riportato inesattezze religiose, tra cui, nel libro di Lutero "La giustificazione" su Paolo; invece nel Libro “Cristo e la Chiesa” (vol. 3) sotto la parola ad effetto 'Battesimo' vengono presentati madornali errori di Pietro[79]. Com’è in primo luogo il caso con Martin Lutero – egli respinse (nell’aldilà) perfino i Dieci Comandamenti di Dio, che Cristo venne ad adempiere, e altrettanto respinse l’amore per il prossimo[80], dove Gesù stesso disse allo scriba: «Va’ ed esercita l’amore per il prossimo come lo ha fatto il samaritano», anzi Egli ha definito questo Comandamento come il più grande nella Legge di Dio attraverso Mosè.

Io, Schumi, ho fatto ciò che potevo fare per diffondere il puro insegnamento, – ma posso io qualcosa se i miei predecessori, siano questi nella Bibbia oppure i medium di Dio, annotarono cose inesatte ed io le ho ripetute, in bona fide, ovvero in buona fede, perché pensavo fosse la pura verità? – Nelle Sacre Scritture sta scritto: “Ai puri tutto è puro”. Ma poiché ci troviamo nel tempo della lotta della verità contro la menzogna, è nostro compito separare la verità (ovvero il grano) dalla menzogna (ossia la pula), ed io, Schumi, mi sforzerò di far questo dove posso e troverò possibile, poiché io sto sotto lo stesso Comandamento della fede come stavano gli apostoli, Lorber, Mayerhofer e molti altri.

Cercate con Me il grano nell’amore, nell’umiltà e nella comprensione, poiché nel mondo nulla è perfetto, separate la pula da questo, e raggiungerete la vita eterna. In ciò sta appunto la lotta, per strappare a sé con violenza il Regno dei Cieli, perché attraverso la violenza della fede incrollabile ci si attiene saldamente al nocciolo della verità e si può combattere pieni di forza contro tutte le contraddizioni della sapienza intellettuale, ribellandosi contro queste, per uscir fuori da vincitori nella lotta.

Credete a me, io stesso sto in questa lotta, poiché noto moltissimo ciò che qualcuno non ha ancora notato, e nonostante ciò non cedo e faccio come un giorno Pietro, quando Gesù chiese ai dodici discepoli che rimasero dei settanta, dopo il discorso a Capernaum: «Mi abbandonerete anche voi (poiché ho insegnato qualcosa di non conveniente per il vostro intelletto mondano)?». – Cui Pietro Gli rispose: «Signore, dove vogliamo andare, poiché Tu sei Cristo, Colui che ha le Parole dell’eterna vita e sei l’eterna Vita stessa» [Gv. 11,27; Mt.16,16].

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23/2 – Schumi cita alcuni passi per giungere alla Luce della verità

 

I ) (Graz, 23 giugno 1902 da "Annunciazioni di Gesù Padre nostro”, 2° vol. pag. 19): «Vi metto in guardia: non aggredite la Mia Dottrina con la vostra sapienza, poiché essa vi porterà oscurità, perché tutti coloro che esaminano la Mia Dottrina con la sapienza intellettuale e la criticano, mentre è da intendere spiritualmente, incappano nel campo delle tenebre spirituali, che è lo spirito di Satan della mondanità, il quale suggerisce loro opinioni completamente sbagliate. Voi volete la verità sui singoli versetti della Bibbia e se i dettati dei medium teosofici-cristiani provengono da Dio; se ciò è verità, allora sollevatevi da tutta la vostra sapienza intellettuale e venite da Me, in umiltà e intimissimo amore, dal Padre vostro in Gesù! Pregate e chiedete tanto a lungo per l’illuminazione nella faccenda, finché l’avrete, poiché la via della sapienza intellettuale conduce nelle tenebre dell’inferno. Invece l’umile preghiera conduce a Me, nella divina Luce della verità. In verità vi dico: “Diventano figli di Dio solo coloro che, umili e pieni d’amore per Me, si lasciano condurre e guidare da Me!”»

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II ) (2° Pietro 1,16): Che la Dottrina scritta dagli apostoli non è stata una trascrizione da altri libri, bensì rapporti originali di quel tempo, lo assicura l’apostolo Pietro quando dice: «Noi non abbiamo seguito favole abilmente concepite, vi abbiamo annunciato la potenza del nostro Signore Gesù Cristo, e noi stessi abbiamo visto perfino la Sua Magnificenza, quando ricevette da Dio, il Padre, Onore e Gloria: “Questi è il Mio caro figliuolo nel Quale Io ho compiacimento».

III ) (2° Pietro 1,18): «E noi abbiamo udito questa Voce venuta dal Cielo, quando eravamo con Lui sul Monte santo».

IV ) Inoltre, Pietro, sulla verità delle annotazioni apostoliche, dice: (2° Pietro 1,19): «Noi (apostoli) abbiamo rafforzato la Parola profetica, e voi fate bene ad attenervi come a una Luce che splende in luogo oscuro, finché non splenda il giorno e sorga nel vostro cuore la stella del mattino».

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V ) (Gal. 1,11): Paolo giustifica il suo insegnamento con le seguenti parole: «Io vi attesto, fratelli, che il Vangelo da me annunciato non è opera d’uomo, perché non l’ho ricevuto né imparato da uomini, bensì per rivelazione di Gesù Cristo (in pratica ricevuto attraverso la Parola interiore)».

VI ) In Galati 1,8-9 Paolo maledice ogni altro Vangelo che non proviene da Cristo, dicendo: «Ma quand’anche noi stessi (Paolo e i miei co-diffusori del Vangelo a voi noti) oppure un angelo dal Cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che noi vi abbiamo presentato, che sia maledetto. Come vi ho appena detto, ora ve lo ripeto di nuovo: chi vi presenta un Vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia maledetto!».

Con questa dichiarazione, Paolo rimarcò con la maledizione non soltanto gli insegnamenti errati sorti al suo tempo, bensì anticipò perfino l’intera fabbricazione dei falsi insegnamenti dello spirito anticristiano.

 

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Cap. 24

Dimostrazioni che nella Bibbia le parole dei servitori sono parole provenienti da Dio

1. Che i profeti scrivessero solo su Mio ordine, è testimoniato dai seguenti versetti dei profeti:

I ) Isaia 34,16: «Cercate nel libro del Signore e leggete: nessuno di essi vi manca, poiché Egli è Colui che comanda attraverso la mia bocca, ed è il Suo Spirito che li raduna».

II ) Ezechiele: 12,8: «Al mattino presto si manifestò la Parola di Jehova ed io feci come mi fu comandato (da Jehova)».

III ) Ezechiele 24,18 e 20: «Ho fatto come mi è stato comandato (da Jehova)». – «Jehova mi ha parlato, ecc.».

IV ) Ezechiele 37,7 e 10: «Ed io ho profetizzato come mi è stato comandato (da Jehova)».

2. La dimostrazione particolarmente chiara che Io, Gesù, come Jehova, comandai ai profeti di dire o fare questo o quello, viene da questi versetti:

I ) Geremia 26,2. «Così parla Jehova: ‘Entra nel cortile della casa del Signore e parla a tutte le città della Giudea che vengono a far orazione nella casa di Jehova, riferendo loro tutte le parole che Io ti ho comandato di dire, e non ne togliere nemmeno una».

II ) Geremia 50,21: «Sali contro il paese … (Meratàim = Babilonia) contro gli abitanti della tribolazione (Pekòd); devasta, distruggi e scaccia i loro discendenti, dice il Signore, e fa tutto ciò che Io ti ho comandato».

III ) Nella 1° lettera ai Corinzi, Paolo dice: «Cristo mi ha mandato a predicare il Vangelo» [1° Cor. 1,17].

IV ) In 1°Cor. 9,16-17: Paolo dichiara: «Dato che io predico il Vangelo, non posso vantarmene, poiché devo farlo … Se lo faccio volentieri, allora sarò ricompensato; se invece lo faccio malvolentieri, allora è un incarico comandato». Con ciò egli voleva dire che non predicava dalla propria volontà, ma perché lo spingeva lo Spirito di Dio.

V ) In 2° Cor. 5,20 Paolo dichiara in modo esplicito che Io, Cristo, li ho usati come Miei strumenti, tramite i quali opero, poiché Paolo dice: «Così ora noi siamo messaggeri al posto di Cristo, poiché Dio ammonisce (gli uomini) attraverso di noi».

VI ) Nella lettera ai Galati 1,1 sta scritto: «Paolo, un apostolo non da parte degli uomini, nemmeno tramite gli uomini, bensì per mezzo di Gesù Cristo e da parte di Dio il Padre». Con la qual cosa ha testimoniato che Dio stesso lo ha scelto ed istruito affinché dovesse predicare la vera Parola del Vangelo.

VII ) In 2° Pietro 1,20-21, si dice: «E innanzitutto dovete sapere che nella Scrittura nessuna profezia può essere oggetto di interpretazione propria, bensì ‘santi’ (i giusti servitori di Dio) sono quegli uomini che hanno parlato guidati dallo Spirito Santo che ha parlato tramite loro».

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(Io, Schumi, ho già scritto parecchie profezie che sono stampate nei libri pubblicati da me, e vi faccio notare che ogni volta che le ho ricevute dettate, mi furono date con una particolare enfasi e forza espressiva.)

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3. Questa dimostrazione dalle Sacre Scritture testimonia che questi uomini devoti scrissero non per propria volontà e per propria sapienza, bensì che ero Io a parlare attraverso di loro, e loro obbedivano, cosa che essi dovettero fare e dovettero parlare.

4. In 1° Cor. 2,4-5 Paolo dice: «La mia parola e la mia predicazione non sono basate su discorsi ragionati di sapienza umana, ma sulla dimostrazione dello Spirito Santo e della Potenza di Dio, affinché la vostra fede non sia fondata sulla sapienza degli uomini, ma sulla Potenza di Dio».

5. Le presenti dimostrazioni dagli scritti dei profeti e degli apostoli vi danno la testimonianza della verità che avete davanti a voi in questi uomini, con i quali Io, Dio, ho parlato ed ho ordinato loro di compiere la Mia santa Volontà.

6. Se ora leggete gli scritti che provengono da loro, allora giungerete alla convinzione che essi superano ampiamente le conoscenze umane, poiché sono di contenuto trascendentale che nessuno può spiegare giustamente senza l’ispirazione dall’alto, oppure dalla diretta Parola divina, altrimenti, da dove avrebbero preso questi uomini tali parole che spesso significano qualcosa del tutto diverso di quanto indica la lettera?

7. D’altra parte, sono scritti che spiegano la storia del mondo con parole di rispondenze in anticipo di centinaia e migliaia di anni, senza che voi riusciate a penetrare alla base del nocciolo delle parole prima che si siano adempiute, ma poi risulta che tutto si è adempiuto alla lettera come era scritto.

8. Vi bastino questi fatti per non negare il dovuto rispetto al libro delle rivelazioni e delle profezie divine! Infatti, sapete voi cosa significa questo o quello? Cosa sapete voi del perché sta scritto così e non diversamente? Chi vi dà l’assicurazione che i vostri giudizi siano verità, se non potete interpretare un tale libro spiritualmente? “Noli me tangere!”, cioè «Non Mi toccare!» dissi il giorno della Resurrezione. E al critico non autorizzato esclamo: “Ne sutor suspra crepidam!”. In altre parole, secondo la traduzione tedesca: “Ciabattino, fa’ il tuo mestiere!”. – Perciò, cari figli Miei, non criticate le parole della Sacra Scrittura, poiché esse sono sante per colui che da Me ha la Grazia di poterle interpretare. Dai versetti più difficili della Bibbia vengono fuori spesso i misteri più belli e più grandi che Io ho avvolto nel buio più profondo della rispondenza, per nasconderli davanti alla stoltezza degli ultra saputelli, i quali davanti a Me sono un abominio perché sofisticano solo inferno e punizione per l’altro mondo, quando forniscono una piccola prova della loro sapienza intellettuale!

9. Si lasci in pace questo santo Libro, il cui contenuto ha come soggetto per la maggior parte Me, Dio stesso; infatti, per questo Mi son scelto altri uomini, per spiegarlo giustamente ai Miei figli, quali intelligenti e saggi del mondo [1° Cor. 1,19].

10. Tenete bene a mente che Io, Dio, non pretendo da nessuna parte la frequentazione di una scuola superiore per il conseguimento delle Grazie divine, bensì solo l’adempimento della Mia santa Volontà. Le alte conoscenze scolastiche sono da onorare, soltanto che davanti a Dio non hanno il minimo valore se gli uomini non adornano le superiori virtù di Gesù.

11. Guardate il discepolo Giovanni che Io, Gesù, chiamavo ‘il Mio prediletto’. Egli era figlio di poveri genitori pescatori, la sua istruzione scolastica era quella di un allievo della quarta scuola elementare – nulla di più, e chi, dei saggi e intelligenti di questo mondo, …può spiegare il linguaggio celeste della rispondenza della sua Rivelazione, di Dio? Nessuno! E qual è il contenuto di questo scritto misterioso? Vedete, la storia e il suo sviluppo nei figli del mondo di allora fino ad oggi, ed oltre, nel lontano futuro.

12. E in qual modo i profeti e Giovanni sono giunti a questo linguaggio superiore? Essi adempirono la Volontà di Dio; essi erano colmi d’amore, di umiltà e di virtù superiori, ed Io li ho guardati con compiacimento e, attraverso di loro, parlavo agli uomini nel linguaggio celeste, affinché questi [gli uomini] non afferrassero la santità della Mia Parola, se loro, morti nello spirito, avessero osato ricercare in queste sublimi profezie e rivelazioni con la loro sapienza tenebrosa, per criticare e portare alla luce del giorno dello sterco dorato che non c’è.

 

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Cap. 25

Dimostrazioni bibliche sulla Parola interiore

1. La Parola interiore è la cosiddetta ‘Parola profetica’ di cui parla Pietro [1° Tess. 2,13; 2° Pietro, 1,19]. Questa Parola procede dal Padre e dal Figlio, e parla attraverso lo Spirito Santo che, oggigiorno, detta i chiarimenti sull’insegnamento divino e sulle profezie attraverso i medium di Dio ovvero del Padre, e parla per mezzo di loro come parlava una volta per mezzo dei profeti, il che venne conferito agli apostoli in occasione nel battesimo di Pentecoste. Di questo forniscono dimostrazioni i seguenti versetti presi dalle Sacre Scritture.

2. I profeti hanno scritto le parole della Mia divina Sapienza già nei tempi più antichi, perché a ciò li spingeva il Mio Spirito. Queste profezie si sono adempiute sui paesi d’Egitto, Babilonia, Fenicia e Palestina, e anche durante la Mia vita avete visto che ogni profezia si verificò letteralmente e andò in adempimento. Molte profezie invece non sono mai state prese ancora in considerazione precisamente, perché non le sapete interpretare. Per voi è certo che i profeti erano uomini che vivevano molto devotamente, per il cui motivo Io, come Padre degli uomini, potevo parlare con loro e dare tramite loro, per tutti gli uomini, profezie e insegnamenti di vita. Essi erano quindi i rappresentanti della Mia divina Volontà sulla Terra, poiché Io, Jehova, parlavo con il Mio popolo attraverso di loro e lo governavo tramite loro. Che questo si basi sulla verità lo testimoniano i seguenti estratti dalle lettere dei profeti.

3. Io, Gesù, parlai ai discepoli Cleofa e Barsabba soprannominato il giusto: «O voi stolti che siete pigri di cuore a credere a tutto ciò che i profeti hanno annunciato» [Lc. 24,25]. Questo rimprovero anche oggi tocca a tutti coloro che non credono alle parole dei profeti e degli apostoli e preferiscono percorrere la via di Emmaus, la quale è la via del dubbio e dell’incredulità.

I ) Nel Salmo 50,7 e 50,13-15 (anno 1043 a.C.) Io, Gesù, quale Jehova, dissi attraverso il profeta Davide: «Ascolta, popolo Mio, lasciaMi parlare, Israele! Io, Dio, sono il tuo Signore!. ‒ Credi tu che Io mangi carne di bue oppure beva sangue di capra? Offri a Dio il ringraziamento, e tieni all’Altissimo i tuoi voti! InvocaMi nei giorni dell’angustia, allora ti libererò e tu Mi onorerai».

II ) Il re e profeta Davide disse: «Lo Spirito del Signore ha parlato attraverso di me, e la Sua predica è avvenuta tramite la mia lingua». Inoltre disse ancora: «Il Dio d’Israele mi ha parlato» [2° Sam. 23,2-3], … il che significa: ‘Jehova ha parlato con me’, come un uomo parla con un altro uomo. Nello stesso modo avviene anche oggi ogni volta che Io, Dio, parlo con il Mio strumento.

III ) Isaia 37,26-27: «Non hai udito che Io (Jehova) da tempi lontani avevo preparato tutto ciò, e dai giorni antichi l’avevo predisposto? Adesso l’ho realizzato, così che città fortificate sono distrutte e diventano mucchi di macerie, e i loro abitanti sono paralizzati, tremano e sono sconvolti». – Questa profezia si avverò, affinché essi diventassero credenti su ciò che Io, Jehova, annunciai in anticipo attraverso i profeti.

IV ) In Isaia 48,3 Jehova parla attraverso la bocca del profeta: «Gli avvenimenti passati li avevo annunciati da lungo tempo, la Mia bocca li aveva annunciati e li aveva proclamati; all’improvviso ho agito e si sono verificati».

V ) In Isaia 51,16: In questo versetto Io, Jehova, dissi al profeta: «Io metto le Mie parole nella tua bocca».

VI ) Al profeta Geremia, Io, Jehova, dissi la stessa cosa: «Ecco, metto le Mie parole nella tua bocca» [Ger. 1,9].

VII ) Attraverso Matteo 10,20 dissi: «Non sarete voi che parlerete, ma lo Spirito del Padre (Gesù) vostro parlerà in voi».

VIII ) In Luca 10,16. Io, Gesù, Jehova, dissi: «Chi ode voi (quando annunciate il Mio Vangelo), ode Me. Chi disprezza voi, disprezza Me, ma chi disprezza Me, disprezza Colui che Mi ha mandato (cioè Dio, l’eterno Amore quale Padre nel Mio Cuore)».

IX ) In Giovanni 14,16-18. Io, Gesù, dissi all’ultima Cena: «Io pregherò il Padre (cioè l’Amore in Dio) ed Egli vi darà un altro Consolatore che rimarrà sempre con voi; cioè lo Spirito di verità … e questo sarà con voi e in voi. – Non vi lascerò orfani, (perché) Io (stesso) tornerò a voi» (con ciò, Io, Gesù, volevo dire: poiché Io stesso, come Dio, sono lo Spirito della Verità, quella stessa Verità che denota come all’infuori di Dio non c’è nessun altro Spirito di Verità). Versetto 26: «Ma il Consolatore, lo Spirito Santo (della verità), che il Padre (ovvero l’Amore in Dio) vi manderà nel Mio Nome (cioè la Sapienza in Dio), v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che Io vi ho detto».

X ) Giovanni 15,26: «Ma quando sarà venuto il Consolatore che Io (attraverso di Me) vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre (ovvero dall’Amore in Dio), vi testimonierà di Me» (con ciò volevo dire: perché nel Mio Nome guarirete i malati, scaccerete i demoni e opererete diverse cose che ad altri uomini non è possibile).

XI ) Giovanni 16,12-13: «Molte cose avrei ancora da dirvi, ma per adesso non le potete sopportare. Ma quando verrà Lui, lo Spirito di verità, vi guiderà in tutta la verità. Perché, non parlerà da Se stesso, ma di quello che sentirà (dal Padre e dal Figlio, di cui Egli è l’efflusso) Egli lo dirà, e ciò che sarà in futuro (ciò che è deciso in Dio e che deve avvenire), Egli ve lo annuncerà (ovvero profetizzerà)».

XII ) Secondo Luca 12,11-12 Io, Gesù, dissi ai Miei discepoli: «Quando vi condurranno nelle loro scuole, davanti alle autorità e davanti ai violenti, non preoccupatevi di come o cosa dovrete rispondere o cosa dovrete dire, perché lo Spirito Santo vi istruirà in quello stesso momento ciò che dovrete dire».

XIII ) Atti 9,17-18. Nella storia della conversione dell’apostolo Paolo leggete: «E il discepolo Anania di Damasco andò, giunse nella casa e impose le mani su di lui dicendo: “Caro fratello Saul, il Signore (che ti è apparso sulla via, quando venivi qua e ti ha risposto: ‘Io sono quel Gesù che tu perseguiti’) mi ha mandato affinché tu recuperi di nuovo la vista e sii colmo dello Spirito Santo”. Allora Paolo ricevette il battesimo dello Spirito Santo e, con ciò, la Parola interiore (la Parola del Padre Gesù)”».

 

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Cap. 26

Il battesimo di fuoco dello Spirito Santo per avere la Parola divina

1. Il battesimo di fuoco dello Spirito Santo che fu dato agli apostoli a Pentecoste è descritto come segue: «E all’improvviso venne dal Cielo un rumoreggiare come di un vento che soffiava impetuoso e riempì tutta la casa dove stavano seduti. E a loro apparvero delle lingue come di fuoco che si dividevano e ognuna si posava sopra ciascuno di loro. Sicché tutti furono ripieni dello Spirito Santo e cominciarono a parlare lingue diverse, secondo che lo Spirito Santo dava ad essi di esprimersi. Gli uomini si radunarono e rimasero confusi per il fatto che ognuno sentiva le parole nella propria lingua madre. Dal momento che i predicatori erano soltanto della Galilea e parlavano comunque in lingue straniere, gli ascoltatori erano tutti stupiti e, non sapendo cosa pensare, si chiedevano l’un l’altro: ‘Cosa significa questo?’. A tal punto Pietro presentò loro le profezie provenienti dai profeti che illuminarono quel grande avvenimento del giorno» [Atti 2,2-12].

2. Leggete in Atti 10,44-46: «A questo punto Pietro stava ancora esprimendo le parole (al comandante Cornelio in Cesarea) che lo Spirito Santo scese su tutti coloro che le udivano. E i cristiani giudei che erano venuti con Pietro si spaventarono, perché anche ai pagani fu riversato il dono dello Spirito Santo; infatti, essi udirono che parlavano in lingue straniere e lodavano sommamente Dio».

3. In 1° Cor. 2,10 Paolo dice: «A noi (gli apostoli) Dio le ha rivelate per mezzo del Suo Spirito (le cose trascendentali – versetti 7-9), perché lo Spirito scruta tutte le cose, anche le profondità della Divinità».

4. Sulla Parola interiore, Paolo scrive: «Ma io vi annuncio, cari fratelli, che l’Evangelo che proviene da me non è opera umana. Io, infatti, non l’ho ricevuto né imparato da nessun uomo, ma lo possiedo attraverso la Rivelazione di Gesù Cristo». Perché la Parola interiore è superiore all’illuminazione per comprendere il significato spirituale delle parole della Bibbia; Paolo comunque possedeva i Doni e le Grazie dello Spirito Santo come li possedevano gli altri apostoli, il che è dimostrato dalle sue guarigioni miracolose, ecc., quindi sotto ‘rivelazione’ va inteso il parlare di Dio attraverso Paolo per mezzo della Parola profetica interiore.

5. Paolo ricevette questa Parola di Dio, da Me, Gesù, dopo la guarigione dalla sua cecità attraverso Anania. Della genuinità della Parola interiore che egli interpretava, Paolo ne era fermamente convinto, perché espresse le parole determinanti: «Ma quand’anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi annunciasse un Vangelo diverso da quello che noi vi abbiamo predicato, costui sia maledetto!» [Gal. 1-8]. Su ciò egli ripeté che il suo Vangelo si basava sulla verità, dicendo: «Ma quello che vi dico (del Vangelo), ecco, Dio lo sa che non mento» [Gal. 1, 20]. Questa osservazione di Paolo è giusta, ma di tanto in tanto egli ha espresso anche qualcosa dalla propria opinione, senza chiedere a Me, Gesù, il chiarimento, e così anche Paolo (come Pietro) non è puro in tutto (come io, Schumi, ho dimostrato chiaramente nel libro di Lutero e lo dimostro anche nel battesimo)[81]. Tuttavia per questa ragione, a causa di singole violazioni, non si deve gettare il bambino con l’acqua del bagno, (come inutilizzabile, non affidabile), perché nessuno è infallibile, ma solo Dio lo è!

6. Nella lettera ai Galati 2,2 vedete che le rivelazioni di cui parlava Paolo non sono altro che la Parola di Dio, il cui Dio parla nell’interiore, nel cuore dell’anima (di cui io stesso, Schumi, sono testimone della verità attraverso il Padre Gesù, poiché sento chiaramente in me – come espressa a me da un’altra persona – la Parola di Dio, poiché io sono passivo, non penso nulla, bensì ascolto soltanto e scrivo quando la Parola mi viene espressa o dettata per tutti gli uomini quali figli di Dio). Paolo, nel luogo dove era stato attirato, disse: «Poi salii di nuovo a Gerusalemme in seguito a una rivelazione» [Gal. 2,1-2]. Come avvenne questa rivelazione lo vedete in Atti 23,11: «Ma il giorno seguente, nella notte, il Signore stava presso di lui e gli disse: “Fatti coraggio, Paolo, perché come hai reso testimonianza di Me a Gerusalemme, così è necessario che tu mi renda testimonianza anche a Roma”». – Qui, Luca l’evangelista, dice: «Il Signore stava presso di lui», ma in ciò Luca si sbaglia, poiché egli lo ha annotato in un secondo tempo, non avendo nessuna Parola interiore; invece Io, Gesù, parlavo nell’interiore di Paolo.

7. Nella lettera agli Efesini, Paolo scrive sul mistero di Cristo, mistero che gli venne svelato tramite rivelazione, che era sconosciuto nei tempi passati poiché solo adesso Gesù lo aveva rivelato ai Suoi apostoli e profeti attraverso lo Spirito (Santo) [Ef. 3,2-5].

8. L’apostolo più illuminato di tutti e che riusciva a penetrare più potentemente nelle profondità dei misteri di Dio, era il discepolo Giovanni, il sommamente graziato a causa del suo grande amore per Me, cosa testimoniata sia dall’inizio del suo Vangelo, come anche dalla Rivelazione (l’Apocalisse) che solo Giovanni comprendeva nelle sue rispondenze, essendogli toccato questo per via del suo grande amore per Me e per il prossimo come premio della Grazia di Dio. Egli disse all’inizio della Rivelazione 1,1-3: «Questa è la Rivelazione di Gesù Cristo, che Lui, Dio, ha dato per far sapere ai Suoi servitori quelle cose che devono accadere, e in breve l’ha fatta conoscere inviandola per mezzo del suo angelo al Suo servo Giovanni. – Beato chi legge e ascolta le Parole di questa profezia e osserva le cose che vi sono scritte».

9. La grande Rivelazione che Giovanni ha avuto da scrivere, comprende 22 capitoli, la cui realizzazione è documentata da quanto segue: «Io, Giovanni, che sono anche vostro fratello e compagno nella tribolazione, e nel Regno e nella nascita di Cristo ero nello spirito nel Giorno del Signore, e sentii dietro di me una grande voce che diceva: ‘Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, e quello che vedi, scrivilo in un libro e mandalo alle comunità in Asia, a Efeso e a Smirne, a Pergamo e a Tiatira, a Sarde, a Filadelfia e a Laodicea’. Io mi voltai per vedere da dove veniva la Voce che mi parlava. E quando mi voltai, vidi Uno che era simile a un Figlio di uomo (cioè un profeta, come annunciatore della Parola divina) vestito con una lunga veste e cinto intorno ai fianchi con una cintura d’oro. Il Suo capo e i Suoi capelli erano bianchi come lana, come la neve, e i Suoi occhi come una fiamma di fuoco, i Suoi piedi simili al rame in una fornace ardente, e la Sua Voce come un grande scrosciare d’acqua, ed aveva sette stelle nella Sua mano destra (cioè sette Caratteristiche divine nel Suo Ordine di Governo); e dalla Sua bocca usciva una spada a doppio taglio (cioè la Parola dell’eterna Verità proveniente dall’Amore e Sapienza divina), e il Suo volto splendeva come un sole sfolgorante. E quando lo vidi (vale a dire Gesù), caddi ai Suoi piedi come morto (oppure come “peccatore”); ed Egli mise la Sua mano destra su di me e disse: “Non temere, Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente (cioè il Principio della Vita). Ero morto (sulla croce) ed ecco, sono vivente da eternità in eternità, ed ho la chiave dell’inferno e della morte. Scrivi ciò che hai visto e quello che è, e ciò che dovrà accadere dopo» [Ap. 1,9-19]. Cosa che Giovanni mise giù nella scrittura incomprensibile della “Rivelazione”.

10. Queste poche righe svelano molto chiaramente da dove Giovanni ottenne il senso della Parola per la sua Rivelazione; era l’Amore e la Sapienza divina in Me, Gesù, che gli fecero giungere la Rivelazione in immagini di rispondenza divina, poiché è impossibile che Giovanni avesse preso da se stesso questo linguaggio segreto, visto che non l’aveva mai sentito in questa grande Luce del mistero di Dio, il quale è appunto la piena conferma che esso è sovrumano, perché fino ad oggi mai nessuno l’ha ancora potuto interpretare nel modo giusto.

11. Pietro si esprime particolarmente chiaro sulla Parola interiore, dicendo: «Noi abbiamo una salda Parola profetica, e fate bene ad attenervi come a una Luce che splende in un luogo oscuro, finché non splenda il giorno e non sorga nei vostri cuori la stella del mattino» (l’illuminazione interiore) [2° Pietro 1, 19].

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(un inciso di Schumi):

Quando io, Schumi, diedi alla stampa il libro di Lutero, ebbi pure 20 corone (valuta austriaca) di debiti sul libretto ‘Le Comunicazioni’, dovendo incassare ancora soltanto 368 marchi; ma il 20 settembre 1902 il Padre Gesù mi disse che il denaro (circa 1400 marchi) ci sarebbe stato prima che ne avessi avuto bisogno, e Jehova in Gesù mantenne la Sua Parola. Infatti, accadde che ricevetti il denaro senza averne sospettato prima da dove sarebbe venuto, e capitò precisamente così come il Padre Gesù mi ebbe a ripetere la promessa il 19 dicembre.

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(riprende Gesù) :

12. I presenti estratti dagli scritti dei profeti e degli apostoli vi svelano che questi uomini hanno scritto mediante la Parola interiore dello Spirito Santo, e non per propria testa. Anche se qui e là s’inseriva una parola dura che sembrava come non divina, questo è da mettere in conto al duro tempo delle condizioni di vita di allora, ma non per questo schernire Dio, poiché anche i profeti erano soltanto uomini comuni, anche se fedeli e devoti a Dio.

13. Questi uomini, così come anche gli apostoli, non avrebbero certamente osato scrivere la più piccola parola consapevolmente menzognera, cosicché, se avviene comunque che qualcosa non è giusta, allora non la si deve attaccare, perché non si conosce il motivo del perché esiste l’errore, in particolare negli evangelisti, perché nessuno, eccetto Giovanni, fu testimone della Mia attività, il che vi è spiegato nelle informazioni che vi vengono date.

14. Gli autori della Parola della Bibbia erano puri uomini di serietà e di riverenza dinanzi a Dio, di umiltà e di un grande amore per Dio e per gli uomini, perciò il fior fiore dell’umanità di quel tempo. Voi li chiamate ‘uomini santi’, ma non erano santi, perché al di fuori di Dio nessuno è santo, com’è da vedere da due versetti del Nuovo Testamento; invece erano uomini che voi potete descrivere come veri servitori di Dio, poiché nella loro intera vita miravano a servire Dio in tutto amore e umiltà.

15. Per quanto riguarda i versetti della Bibbia che non sono di Dio, questi saranno rimossi nella futura Bibbia, come Io, Gesù, ho promesso, oppure inseriti e descritti come non veri ecc., e verrà fatta conoscere la verità come essa è da afferrare[82].

 

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Cap. 27

L’origine della Bibbia è nelle cronache del tempo, perdute e ritrovate[83]

1. Il Nome dell’onnipotente Dio è spiegato nella (nuova) Parola del tempo presente. Ci si trova in un tempo di lotta tra Luce e tenebra, poiché gli uomini hanno bevuto del veleno nella sapienza intellettuale che rinnega Dio, e con ciò sono diventati morti nello spirito del loro amore per Dio e per il prossimo, e quindi sono decaduti in tutti i vizi che testimoniano la loro saccenteria[84].

2. Nondimeno, è ancora Dio che guida i destini del mondo; è ancora lo stesso Dio del Quale le Sacre Scritture riferiscono prove così meravigliose del Suo Amore e della Sua Sapienza. E perciò il compito degli uomini è di schierarsi intorno a questo Dio, il Quale imprime alla storia del mondo l’impronta della verità, affinché non ci sia più nessuna domanda se esiste un Dio, bensì possiate appellarvi a dimostrazioni inconfutabili e dire: “Davanti a noi ci sono prove che nessun uomo può estirpare e distruggere!”. Qui c’è un santo Libro delle profezie divine, è la Bibbia col suo Vecchio e il Nuovo Testamento, è il Libro sul quale molti poteri oscuri hanno impiegato i loro cervelli, altrettanto oscuri contro la verità dimostrata, per spogliarlo e derubarlo della sua santità. Tuttavia il loro spiegamento di poteri oscuri è stato vano, e vano è anche il loro sforzo contro questo santo Libro, poiché la verità delle sue parole risplende davanti a voi in una nuova magnificenza, e ora è giunto il tempo per mostrare questa santità attraverso la storia e sollevare davanti a voi il velo oscuro che è steso sulle profezie, e mostrare la verità nella sua sublime inviolabilità.

3. La storia di questo Libro è cominciata nel remoto tempo primordiale della razza umana. Già all’inizio del decimo secolo esistevano registrazioni scritte che trattavano della Creazione del mondo e della razza umana, poiché Jehova diede agli adamitici dei segni per la scrittura[85]. Tuttavia queste annotazioni sono andate perdute nelle tempeste del tempo e giacciono nascoste nel suolo del Giappone, le quali, però, nel prossimo futuro daranno testimonianza come monumenti visibili del passato Governo divino sulla Terra.

4. Nondimeno, nella memoria del popolo primordiale queste registrazioni non andarono completamente perdute, bensì hanno continuato a vivere, anche se molteplici volte furono alterate attraverso l’oscuramento dello spirito, e tramite questa fonte le registrazioni furono fatte negli scritti geroglifici e cuneiformi. Fino all’anno 1854 gli assiriologi Layard, Loftus, Hormuzd Rassam e G. Smith[86] nelle rovine di Ninive (nell’attuale Kujundschik) trovarono la biblioteca degli scritti cuneiformi incisi su terracotta che furono raccolti negli anni 668 fino all’anno 626 a.C., dal re Assurbanipal dagli archivi del tempio dell’impero babilonese. Secondo questi documenti di Babilonia e di Ninive si viene a sapere che nell’anno 1656 dopo la creazione di Adamo, ovvero nell’anno 2495 prima di Cristo, periodo in cui furono realizzati documenti incisi in Egitto, non ebbe luogo un diluvio né nell’impero assiro né nell’impero babilonese, ma secondo questi documenti, il diluvio ebbe luogo solo[87] in Georgia[88] ed è descritto proprio com’è riferito da Mosè[89].

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(commento di Schumi):

Questi scritti cuneiformi incisi su terracotta che furono ritrovati nella stanza dei leoni del palazzo reale di Ninive, sono adesso conservati nel museo britannico a Londra. – Ora dimostreremo una fonte che è la diretta Parola di Dio, ma questa non sta in nessuna relazione con la scienza degli eruditi sull’antichità del mondo.

Negli anni dal 1800 fino al 1864 visse in Graz un povero, ma eccellente musicista di nome Jakob Lorber, in cui in lui era attivo l’arcangelo Raphael[90], e Raphael è stato il sacerdote primordiale di Dio di nome Enoch, il quale, com’è noto[91], non morì, bensì fu rapito in Cielo, come Elia, e trasformato in spirito. Il padre di Enoch fu il noto patriarca Jared al tempo di Adamo. Questo Jared è invece l’arcangelo Gabriel che portò il divino messaggio a Maria, la madre di Gesù.

Fu questo Lorber (della casa di Raphael-Enoc) che ricevette da Dio, tra il 1842 e il 1844 il “Governo della famiglia di Dio”, ovvero gli eventi terreni da Adamo fino al Diluvio, dove si comprende che questo venne sulla città primordiale Hanoch con i suoi 500 sobborghi e 12 milioni di abitanti nel territorio in cui adesso si estende il Mar Caspio e il Lago d’Aral (così è stata l’indicazione del Padre Gesù). Questo lo scrisse Lorber quando non si conosceva ancora nessun’altra fonte storica al di fuori della storia della Creazione di Mosè nella Bibbia. Tuttavia, il fatto che tutti e due i resoconti neghino il globale diluvio universale e lo trasferiscano in una parte della Terra nella Russa asiatica, ha qualcosa in sé che gli eruditi del mondo dovrebbero prendere in considerazione; infatti, il Governo della Famiglia di Dio di Lorber è un libro del quale ogni uomo pensante in modo logico dovrebbe dire: “Qualcosa così sta ben oltre le facoltà della ragione umana; qualcosa di così insolito ed avvolto in così alte immagini di rispondenza, che la ragione umana, senza l’illuminazione divina, non può afferrare, ma che è possibile solo a Dio dettare e far scrivere”.

Lorber scrisse libri dal contenuto unicamente esoterico e trascendentale, poiché dettati direttamente da Dio. Dai suoi molti magnifici scritti, il cui Autore però è Dio, devono essere rilevati particolarmente i seguenti: oltre al primo,  “Il Governo della Famiglia di Dio” c’è anche “Il Sole naturale” con le sue sette zone parallele che, insieme alla spiegazione della sua creazione introspettiva, rappresenta l’immensa Sapienza e Onnipotenza di Dio nella Sua Creazione. Poi "Il Sole spirituale" con la descrizione del cielo e delle condizioni spirituali nell'aldilà. "Il sole spirituale" mostra più che chiaramente che il suo contenuto supera di gran lunga l'immaginazione umana. Seguono infine 10 grossi volumi del “Grande Evangelo di Giovanni” in cui sono riportati tutti i viaggi, gli insegnamenti, gli avvenimenti e i miracoli dei tre anni di insegnamenti di Gesù.

Questi libri sono di un contenuto così altamente spirituale e trascendentale, che ogni lettore pensante razionalmente, nel giudicarli non può che ammettere che essi superano di gran lunga le più ragionevoli facoltà umane. In se stessi questi libri sono dimostrazioni inconfutabili che la Teosofia cristiana conferma non solo che Dio stesso parla sempre agli uomini in prima persona in questo modo: “Io, Gesù, vostro Dio e Padre”, ma principalmente attraverso il fatto constatato della soprannaturale ragione dell’Autore, che è il puro e autentico insegnamento dell’Amore di Dio, quale Padre fattosi conoscere come Gesù Cristo. Se si accosta “Il Governo della Famiglia di Dio” a Mosè e agli scritti cuneiformi egizi, si fornisce nel contempo una magnifica dimostrazione che Lorber era un uomo del tutto normale e con un’istruzione per niente scientifica, eppure alla stregua di un autentico profeta di Dio anche per ciò che riguarda le conoscenze scientifiche, oltre agli approfondimenti sull’essenzialità di un Dio onnisciente. Egli ha saputo riferire cose che nessun uomo ha mai sentito; infatti, Lorber terminò il Governo della Famiglia di Dio dieci anni prima che si decifrassero con certezza gli scritti cuneiformi egizi, e il libro, secondo Graßmann, fu stampato prima che Loftus e Hormuzd Rassam trovassero in Ninive il maggior numero di scritti cuneiformi.

Questa non è altro che una bella conferma che la letteratura teosofica-cristiana non è una menzogna oppure un’eresia, ma un insegnamento santo, dettato direttamente da Dio, e dato agli uomini per vivere e operare di conseguenza».

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(continua Gesù):

11. Adesso tocca alle rivelazioni profetiche della Bibbia, le quali hanno annunciato in anticipo di centinaia e migliaia di anni la storia della Fenicia, dell’Egitto, di Babilonia e della Palestina.

12. Ora si dirà: “Sì, queste profezie furono scritte allo stesso tempo di quando si svolse la catastrofe, e poi si diede loro un’antica aureola così da spacciarla per una profezia di Dio, cosa che in un modo o nell’altro accadde molti anni prima”. – Tuttavia, a questa irragionevole pretesa si può rispondere che settanta saggi della scuola superiore di Alessandria negli anni 281-277 prima di Cristo, tradussero in greco le Sacre Scritture di tutti i profeti giudei da Mosè fino ad allora, e le tramandarono al mondo sotto il nome di “Septuaginta”, e così fecero valere la verità davanti alla cattiveria degli uomini, poiché non si può accusare questa traduzione di inganno e menzogna. In questi scritti la verità della Parola profetica di Dio splende con inestinguibile fiamma della storia per tutti i tempi del mondo, ed è custodita in maniera incancellabile per gli uomini, sulla cui verità ci si può basare in ogni tempo. Perciò queste sante conferme della Verità divina devono essere esaminate secondo il loro contenuto, per porre una volta per tutte un solido fondamento all’autentica fede, sulla quale deve essere edificata la salvezza dell’anima. – Ora passiamo all’indagine della verità.

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27/1 - Dimostrazioni territoriali e storiche nella Fenicia su Tiro e Sidone

13. Nella Fenicia, che confinava con la Galilea e la Siria sulla riva del Mar Mediterraneo, c’era una volta la città di Tiro, della quale il profeta Ezechiele ricevette, tra il 594 e 572 a.C., le profezie scritte nel suo libro, nel 26° capitolo nei versetti 13 e 14, le seguenti parole di Dio: «Io farò cessare il frastuono dei tuoi canti, (…) e non sarai più riedificata». Questa profezia si è adempiuta letteralmente. Tiro, infatti, è scomparsa senza lasciar tracce, tanto che perfino la sua vera posizione passata è rimasta sconosciuta. Dapprima fu Nabucodonosor, il re di Babilonia, a devastare la città, e ciò che ancora ne rimase, più tardi Alessandro Magno lo spazzò via dalla Terra. Al tempo di Gesù, Tiro era vista come un insignificante luogo in rovina.

14. Da Tiro ci rivolgiamo a Sidone, una città confinante e più antica che era già sprofondata dalla sua altezza quando Tiro era ancora nello splendore. – Questa città esiste tuttora e possiede ancora circa diecimila abitanti[92]. Essa ha le sue mura, il suo castello e i suoi mucchi di rovine.

15. In Ezechiele al capitolo 28, i versetti dal 20 al 23 contengono una profezia su Sidone, nei quali si legge: «E manderò pestilenza e versamento di sangue per le sue vie, e in mezzo ad essa dovranno cadere gli uccisi dalla spada, il che la sovrasterà da tutte le parti; perché dovranno conoscere che Io sono il Signore».

16. Questa profezia contiene parole determinanti affinché la città fosse punita perché dimenticò Dio, ma nella profezia non sta scritto un giudizio di distruzione. In verità fu totalmente distrutta sotto Artaserse III Ochos, ma alcuni abitanti assenti, tornati a casa dopo il disbrigo dei loro traffici commerciali la riedificarono, ed esiste ancora oggi.

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27/2 - Dimostrazioni territoriali e storiche in Egitto su Tebe e Memphis

17. Ora guardiamo a Tebe dalle cento porte. Essa era la città più antica d’Egitto, ricca di tutti i beni e magnificamente costruita. Il numero dei suoi abitanti, nella massima fioritura, ammontava a un milione e tre volte centomila persone. Da sola aveva messo in campo 70.000 guerrieri; ma gli abitanti, accecati dalla loro ricchezza, gozzovigliavano nel lusso e nello sfarzo come escogitavano allora le loro teste ingegnose, così che la vita depravata si era molto diffusa. Perciò il profeta Ezechiele verso l’anno 500 ricevette in anticipo la seguente profezia.

– Ezechiele, capitolo 30, versetti 14-16: «Io Jehova, farò giustizia su Tebe. (…) Estirperò gli abitanti di Tebe. (…) E Tebe sarà distrutta».

18. E, in effetti, Tebe fu trasformata in rovine nell’anno 525 a.C. dal re della Persia, Cambise[93]. La città fu ricostruita, ma nell’anno 85 a.C. seguì il secondo colpo sotto il re egiziano Tolomeo Latiro, il nonno di Cleopatra, che la rase al suolo.

19. Su quest’enorme città vi è una bella dimostrazione della verità della Parola divina delle Sacre Scritture. Il geografo Strabone[94] che la visitò nell’anno 25 a.C., trovò le rovine della città animata con villaggi predisposti qui e là. Essa, che 60 anni prima era una regina dello sfarzo e magnificenza dell’Egitto e dell’Oriente, giaceva lì distrutta e restavano solo alcuni villaggi a dimostrazione della verità della Parola profetica della Bibbia. Ancora oggi, infatti, c’è un gran numero di mucchi di rovine smembrate dell’antica città, così come la Parola di Dio aveva annunciato in anticipo il suo destino.

20. Dopo la fine di Tebe si levò un’altra famosa città di nome Memphis che più tardi prese il posto o il rango di Tebe come capitale, e nella sua massima fioritura contò un mezzo milione di abitanti.

21.    Essa è nominata nel 30° capitolo, versetto 13° del profeta Ezechiele: «Distruggerò gli idoli e farò sparire le immagini da Memphis».

22. Questa profezia fu emanata nell’anno 578 a.C. e Strabone, che visitò la città nell’anno 25 a.C., la trovò grande e affollata, e nell’estensione, la più simile ad Alessandria che, a quel tempo, era la città più ricca e più splendida dell’Egitto. Strabone parla dei suoi déi, templi e statue.

23. All’inizio del settimo secolo dopo Cristo, Memphis era la residenza del sovrano d’Egitto. Ma quando la Città del Cairo fu fondata nelle vicinanze, gli abitanti si allontanarono gradualmente dalla vecchia città, portando con sé per la maggior parte il suo materiale da costruzione per ingrandire ed estendere la nuova Città del Cairo. Nell’anno 1277 la visitò il viaggiatore arabo Abd-ul-Latif il quale trovò ancora il mucchio di rovine della città, di cui riferì come segue: “Le sue rovine offrono all’occhio del contemplatore una continua concentrazione di opere meravigliose che mettono l’intelletto in scompiglio (a causa della grandezza e del fasto della sua ex esistenza), e per descriverla, l’uomo più convincente si sforzerebbe invano”.

24. Questa è la testimonianza che diede alla città quel viaggiatore 600 anni fa. E cosa rimane oggi di questa? Vedete, la sentenza divina si è completamente adempiuta, tanto che un secolo fa perfino il luogo dove un giorno stava Memphis è divenuta una faccenda contesa. Ad eccezione di due residui, tutti gli idoli, immagini, templi e tutto ciò che conteneva la città, sono scomparsi.

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27/3 - Profezie sul paese d’Egitto

25. Una particolare valutazione merita la profezia sul paese d’Egitto. In Ezechiele al capitolo 29 viene preannunciata la vicina conquista dell’Egitto per mezzo di Nabucodonosor, re di Babilonia. Gli egiziani saranno portati in prigionia e il paese reso deserto per 40 anni[95]. Alla fine di questo tempo dovranno ritornare, ma non dovrà essere restaurata nuovamente la sua grandezza.

26. Il giudizio della rovina è annunciato in Geremia 46° capitolo, versetto 11, con le seguenti parole: «Sali a Galaad e prendi del balsamo, vergine, figlia d’Egitto; ma invano moltiplichi i tuoi rimedi, non c’è guarigione per te». In Ezechiele, capitolo 29, versetto 15 sta scritto: «Sarà il più umile tra gli altri regni e non s’innalzerà più sopra gli altri popoli…». Inoltre, in Ezechiele capitolo 30 versetto 4 e 6, sta scritto: «…le sue fondamenta saranno distrutte (…) …e sarà abbattuto l’orgoglio della sua potenza».

27. Nonostante questa profezia, ancora all’inizio del settimo secolo (570 d.C.), secondo il calcolo del tempo cristiano, l’Egitto era tanto potente che gli eserciti maomettani, sebbene pieni di sé dalle vittorie, indugiavano ad attaccare.

28. Fino all’anno 638 dopo Cristo, quindi con oltre 1200 anni d’anticipo, si è adempiuta la profezia, l’Egitto, infatti, cadde sotto la devastazione maomettana e non si è più ripreso. Lo sprofondamento procedette lento ma costante. Gli egiziani, in verità, non dovevano essere cancellati e sterminati, bensì viene solo accentuata la grande umiliazione dell’Egitto: «Essi dovranno essere un regno inferiore. Dovranno essere un regno più basso e non elevarsi più al di sopra dei popoli».

29. L’ultimo punto in questa profezia è il decisivo. Infatti, in Ezechiele al capitolo 30 versetto 13, si legge che anche se questo regno continuerà ad esistere, non ci sarà più nessun principe indigeno[96] nella terra d’Egitto. Questa profezia si è adempiuta completamente e alla lettera. Nell’anno 525 a.C. l’Egitto fu conquistato dai persiani sotto Cambise e nei successivi 170 anni la sua storia è solo un resoconto di ribellioni più o meno riuscite, finché nell’anno 350 fu totalmente soggiogato da Ochos. Da questo tempo in poi fino al presente, nessun principe autoctono ha governato il paese. Esso ha spesso cambiato i suoi padroni, ma tra loro non c’è stato nessuno dei figli d’Egitto.

30. Il popolo, sospirando, cercò la liberazione sotto la terribile oppressione dall’esterno, ma mai dai suoi figli, poiché – secondo le parole della Bibbia – non è sorto più nessun principe dal paese d’Egitto. Vedete, così la storia del mondo ha impresso il suggello della verità sulla divina Parola della Bibbia.

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31. Con in mano la Bibbia e la storia, vogliamo prendere in considerazione ulteriori profezie sull’Egitto che hanno annunciato l’aspetto e il destino dell’intero paese, dovendosi metter mano alla decadenza anche sui fiumi e sui canali. In Ezechiele leggiamo al capitolo 30, versetto 12 l’importantissima profezia: «Farò seccare i fiumi»; e in Isaia, capitolo 19, versetto 6: «Si prosciugheranno le acque del mare e il Nilo si disseccherà e diventerà arido. E i corsi d’acqua diventeranno infetti; i fiumi dell’Egitto diventeranno piccoli e secchi».

32. Omero chiama il Nilo, “Oceano”, e gli antichi egizi, come i nuovi, lo hanno semplicemente chiamato “il mare” oppure “il mare del Nilo”. I rivi, i fiumi o i canali che sarebbero diventati asciutti e dovevano diventare puzzolenti, sono le braccia del Nilo che scorrevano verso il delta, e l’acqua dell’imponente fiume versato nel Mar Mediterraneo. La profezia ha impresso profondamente il suggello della verità sui fiumi e sui canali dell’Egitto. Il fiume era celebre per le sue sette braccia. Erodoto ha fatto notare che due di queste, le attuali braccia di Damietta e Rosetta, erano in origine artificiali, e perciò parla di cinque sbocchi. Adesso, come già da molto tempo, non esiste nessun altro braccio navigabile che questi due che Erodoto descrive come “opera umana”. Perfino questi sono accessibili solo per piccole imbarcazioni. Gli altri cinque sbocchi del fiume già da lungo tempo sono infangati, e il loro corso può appena essere seguito oltre la grande interrata pianura e attraverso la rete di canali e laghi che si trovano tra il mare e questo punto. – I fiumi sono quindi diventati secchi, e invece di scorrere nel loro antico letto, sono diventati puzzolenti pantani e paludi, come 2500 anni fa la Parola divina l’aveva in anticipo annunciato nella Bibbia all’umanità.

33. I monumenti e le narrazioni degli antichi scrittori vi mostrano nel Nilo un fiume alle cui rive crescevano iris e canneti, ed era la dimora di una moltitudine di uccelli selvatici e portava sulle sue acque i profumati fiori di loto. Ora in Egitto si vedono pochissimi canneti o piante acquatiche, il famoso papiro è quasi del tutto scomparso, e il loto è quasi sconosciuto, eccetto che nelle paludi vicino al Mar Mediterraneo. Anche questo è profetato da Isaia: «Canna e giunco appassiranno e l’erba dispersa nelle acque, e tutta la semenza sarà disseccata e distrutta nell’acqua» [Is. 19,7]. Papiro e loto costituivano una parte della ricchezza dell’Egitto. Questo paese è stato punito con la scomparsa di questa ricchezza e la profezia è stata dimostrata come verità.

34. Una simile previsione è stata pronunciata pure riguardo alla pesca. C’erano così tanti pesci che la classe più povera degli abitanti viveva quasi completamente di pesci, e i re ne traevano grandi introiti. Tuttavia, in Isaia 19,8 sta scritto: «I pescatori faranno cordoglio, e tutti coloro che getteranno gli ami nel Nilo si lamenteranno, e coloro che stenderanno le reti sull’acqua, saranno rattristati». Con la decadenza dell’Egitto furono trascurate le peschiere e le loro condutture dell’acqua, e perciò i pescatori fecero cordoglio, si lamentarono e furono rattristati, poiché persero il loro nutrimento e il loro guadagno.

35. Con la decadenza e l’impoverimento dell’Egitto decaddero e scomparvero anche i loro mestieri, e così accadde secondo le parole della profezia: «Sussisteranno con onta quelli che scardano e tessono il tessuto bianco. E i pilastri (che qui sono i sostegni della società, i ricchi e nobili, attraverso la cui protezione erano favoriti i mestieri) saranno spezzati, e tutti coloro che lavorano per il salario, si preoccuperanno (giacché non ci sarà nulla da fare). E l’Egitto non avrà nessuna opera che sia capo o coda, ramo di palma o giunco da poter eseguire» [Is. 19, 9-10 e 15, secondo la traduzione inglese].

36. I qui menzionati capo e coda sono gli equivalenti nomi di coloro che dirigono e di coloro che eseguono, come l’alto ramo di palma e il modesto giunco dell’alto e del basso, dell’aristocrazia e della massa del popolo. L’Egitto, il cui artigianato era alla massima perfezione e compiutezza, è oggi ciò che la profezia 2500 anni fa ha detto in anticipo, poiché tutto è avvenuto proprio così.

37. All’infuori di questo, esiste ancora molto di cui parlano le profezie, ma sarebbe troppo menzionare tutto. Questo dimostra proprio che le profezie sono Parola divina, perché si sono avverate: l’Egitto è ora un paese delle rovine, è un immenso luogo sepolcrale di arte e grandiosità del passato, e le sue attuali dimore, per così dire, sono dimore sotto le tombe. Non si può affermare che un’unica antica città si sia conservata.

38. In quanto al carattere dei suoi padroni è espressamente descritto in una chiara Parola: «venderò il paese nelle mani di gente malvagia» [Ez. 30, 12]. Dal momento che Dio non è un mercante, il vendere a gente malvagia significa la consegna senza resistenza del paese nelle mani di un nemico. Autori più recenti dell’Egitto lo chiamano il paese della schiavitù e della tirannia, e parlano del dispotismo dei brutali padroni dell’Egitto. Di Ali Bey[97] è rimasto il detto: “Come i suoi predecessori, egli considerava l’Egitto come sua proprietà privata e i nativi come bestie, sui quali poteva disporre a suo piacimento”.

39. La storia dell’Egitto è quindi un marchio d’infamia della razza umana tra i dominatori come gente cattiva e i loro sudditi che venivano trattati come schiavi.

40. Inoltre in Ezechiele, cap. 30, versetto 12, si legge: «Voglio devastare con mano di stranieri il paese e ciò che contiene». E vedete, dall’invasione dei persiani del 525 a.C. fino ad oggi, ci sono stati differenti stranieri che hanno devastato il paese, trattandolo male e portandolo all’odierna profonda desolazione. Tutto è opera di cattiva gente straniera che le profezie annunciarono precedentemente.

41. Oggi, nell’epoca del rinnegamento intellettuale di Dio, non si riconosce più nessuna punizione di Dio, bensì sono tutti soltanto avvenimenti storici, politici, naturali ed elementari; – invece le Sacre Scritture, questa molto diffamata Bibbia, parla attraverso irrefutabili dimostrazioni: solo Dio è la Verità; le Sue parole sono sante e infallibili. Sono, invece, gli uomini ad essere bugiardi, come lo testimoniano Daniele, Davide e altri profeti.

42. Gli egiziani nei tempi primitivi hanno avuto la stessa religione come gli adamiti oppure più tardi i cristiani primitivi, poiché essi sono adamiti immigrati; solo il benessere, il lusso, il potere e la grandezza li rese barbari brutali sui poveri stranieri pagani catturati, i quali dovevano costruire ed erigere come schiavi le loro opere d’arte e gli edifici che suscitassero stupore. E come un giorno agivano con i loro schiavi, lo stesso destino lo subirono fino alla generazione attuale. Dio non lascia impunite le azioni di crudeltà che si commettono sui Suoi figli, chiamati “uomini”, ma presto o tardi segue la punizione. La Bibbia sta lì come testimone vivente che gli uomini si attirano da sé, con l’adempimento o il non adempimento dei Comandamenti divini, protezione, grazia e favore di Dio, oppure spaventosi avvenimenti che si tirano come un filo rosso attraverso la lunga storia egizia e giudaica per dare testimonianza alla verità.

43. Si avvicinò tuttavia il tempo in cui Dio ebbe pietà del Suo povero popolo oppresso. Egli avrebbe mandato loro, come riferisce Isaia, cap. 19, versetti 20-25, un Salvatore e Maestro per portar loro la salvezza, poiché il Signore sarebbe stato conosciuto dagli egizi e gli egizi allo stesso tempo avrebbero riconosciuto il Signore. – A quel tempo Israele si sarebbe unito come terzo con Egitto e Assiria[98], e vi sarebbe stata benedizione all’interno del paese che Jehova, il Signore del mondo, avrebbe benedetto dicendo: «Benedetto sia il Mio popolo d’Egitto e l’Opera delle Mie mani: l’Assiria e il Mio popolo erede di Israele! E chi è questo popolo erede di Israele? Lo è ogni uomo che adempie i Comandamenti di Dio e gli insegnamenti di Gesù, quale membro di questo popolo».

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27/4 - Dimostrazioni territoriali e storiche su Babilonia

44. Dall’Egitto ci rivolgiamo alla pianura babilonese della Caldea[99]. Le profezie sulla Caldea, che le sue città diventeranno deserti, il paese arido e spopolato, si sono adempiute. Il bel paese fertile e ricco, dove il grano produceva chicchi dal due fino al trecento percento, è adesso una desolazione. Tutto porta il suggello delle profezie letteralmente adempiute.

I ) «Babilonia, la più bella città nei menzionati regni, il magnifico splendore dei Caldei, Dio promette di rivoltarla così come Sodoma e Gomorra» [Is. 13,19].

II ) «Vi si raduneranno gli animali del deserto e i pipistrelli riempiranno le sue case; vi dimoreranno gli struzzi e i capri vi danzeranno; gli sciacalli si chiameranno nei castelli e le iene staranno nei palazzi lussuosi» [Is. 13,21-22].

III ) «Babele dovrà diventare un mucchio di rovine…» [Ger. 51,37].

IV ) «Il nascondiglio della torre di Nimrod sarà abitato da leoni», ecc.

45. Isaia e Geremia profetizzano del suo luogo deserto, spopolato e sterile. Proprio così come fu predetto è accaduto, lentamente ma certamente; infatti, vi furono trovati bivacchi di leoni, come riferisce Urquhart.

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27/5 - Dimostrazioni territoriali e storiche in Idumea, sul paese dei filistei e dei cretesi

46. Da Babilonia ci rivolgiamo alla Palestina dove esistono molte dimostrazioni della Parola profetica andata in adempimento. Certo, si può dire che per caso una o due profezie si sono avverate, e quindi non vi è nulla di straordinario in essa, ma se esaminano attentamente le molte ed estese profezie ed il loro adempimento attraverso l’innegabile e provata storia, e le innumerevoli prove viste sul posto su scala colossale, allora cessa l’asserzione del caso e del calcolo intelligente, poiché se uno dichiara se stesso come altamente erudito e i popoli del tempo preistorico invece per stupidi e barbari, come si può negare a un libro il più grande rispetto perché riferisce fatti in anticipo di centinaia e migliaia di anni che nessun uomo poteva sapere e che si sono adempiuti parola per parola, mentre nonostante l’alta erudizione, non si può dire dall’oggi al domani “accadrà proprio così”, e non diversamente? Come si potrebbe parlare di sano intelletto se la verità viene negata di fronte a fatti dimostrati e visibili e la stessa viene distolta in menzogna?

47. Parecchi profeti hanno profetato sul futuro dell’Idumea ovvero Edom, con la città rocciosa “Petra” che, secondo l’antichissimo linguaggio sanscrito (ςalia, cioè “roccia”) si chiamava “Sela” [2° Re 14-7], in cui il numero delle città distrutte mostra che il paese era fittamente popolato.

48. La Filistea fu sterminata e devastata insieme ai filistei e ai cretesi, con le loro grandi città: Ecron, Asdod, Ascalon, Gath e Gaza e ad altre colonie molto popolate; infatti, la Filistea era un paese con grandi città, celebre a causa della sua ricchezza e splendore, della sua sapienza e valore militare del suo esercito e della sua flotta, dei suoi nobili e dei suoi guerrieri, dei suoi mercanti e dei suoi maestri artigiani.

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27/6 - Profezie storiche su alcune città nel paese d’Israele, poi realizzatesi

49. Ora lasciamo la costa del mare della Palestina e andiamo nel paese d’Israele. Il profeta Mosè annunciò oltre 1500 anni prima la punizione d’Israele se non si fosse uniformato [Lev. 26,27-34], e poiché non si uniformò, gli capitò alcune volte, e se ciò non fosse servito a nulla, gli israeliti sarebbero stati scacciati dal proprio paese e sparsi tra i pagani, il che è accaduto in parte nel 70 dopo Cristo, – e poi, nell’anno 135, completamente.

50. Le loro città dovevano essere rese deserte e, in effetti, l’intera Giudea divenne un deserto nel 135 dopo Cristo, dove andavano lupi e iene ululanti per le strade delle città devastate.

51. Descrizioni più antiche delle parti più fertili e densamente popolate del paese hanno testimoniato come segue: “Le rovine (della Giudea) giacciono accumulate su colline e valli, così che in alcune parti le tre antiche città sono sparpagliate su due miglia quadrate, così che davanti a tutti gli altri paesi del mondo questo paese è un paese delle rovine”. – “Non c’è quasi una delle molte cime di colline che si trovano all’interno dell’orizzonte che non siano coperte dai resti di un’antica fortezza o città (della Giudea)”.

52. In molte parti del paese non si vede altro che nude rocce, montagne spoglie, nude voragini e campi pietrosi. Infatti, la terra promessa, il paese del benessere, dove scorreva latte e miele, in seguito alla disobbedienza verso Dio è stato trasformato in un rude, pietroso paese. Oggigiorno molti luoghi portano l’immagine del paese di pietre: ‘Carso’ tra Carniola e Trieste.

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(Schumi commenta):

Il nome Canaan, secondo il linguaggio primordiale come me lo spiega il Padre Gesù, significa “Il paese del benessere”. Se ora si osserva il paese di Canaan in una panoramica, allora ha l’aspetto pietroso e triste in confronto a una volta quando si trovava nel territorio del giardino paradisiaco presso il Giordano. Non lontano da lì, infatti, dove il fiume Jabok[100] scorre nel Giordano, venne la grande sventura su Adamo e sui suoi discendenti. Così me lo ha rivelato il Padre Gesù.

Sì, perfino i pellegrinaggi cristiani al sepolcro del Redentore furono già menzionati in Deuteronomio [29,22-27]. «Verranno stranieri da paesi lontani che faranno notare i visibili giudizi di Dio». – La profezia dipese dalla vittoria del cristianesimo che dopo 1800 anni sotto Costantino il Grande fece della Giudea una Terra Santa della fede cristiana.

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(continua Gesù):

53. Del destino su Betel, uno dei più antichi santuari nel paese della Giudea, ha profetizzato Amos [3,14 e 5,5].

54. Il terribile giudizio sulla Samaria si legge nel profeta Michea [1,5-6].

55. Su Capernaum, Dio in Gesù espresse personalmente il giudizio [Mt. 11,23]: «E tu Capernaum, sarai forse esaltata fino al Cielo? Tu discenderai fino all’inferno!». E scomparve del tutto di scena, tanto che oggigiorno non si conosce nemmeno il luogo dove sorgeva un giorno.

56. Su Gerusalemme il profeta Michea portò lo spaventoso giudizio della sua distruzione e annientamento 789 anni in anticipo con le seguenti parole: «Ascoltate, capi della casa di Giacobbe, e voi, principi nella casa d’Israele che costruite Sion col sangue e Gerusalemme con malefatte. Perciò Sion per causa vostra sarà arata come un campo e Gerusalemme diventerà un mucchio di rovine, e il monte del Tempio un’altura selvosa» [Mic. 3,9-12]. Il Tempio era una meraviglia del mondo, ma Gesù profetizzò il suo destino quasi 40 anni prima, assicurando che di esso non sarebbe rimasta neanche una pietra sull’altra [Mt. 24,2; Lc. 19,41-43; Mar. 13,2].

57. L’attuale città saracena Gerusalemme copre solo una piccola superficie più esterna della regia città del passato con un milione di abitanti.

58. Quello che accadde sotto Tito[101] con Gerusalemme nell’anno 70 dopo Cristo è noto a tutti, e ciò che in quel tempo avanzò della città, fu spazzato via dalla Terra e cancellato durante la rivolta giudaica dell’anno 135.

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(Conclusione di Schumi):

Sotto l’imperatore d’Oriente, Giuliano l’apostata, nell’anno 363, Dio ha convalidato, attraverso delle eruzioni vulcaniche, come adempiuta la Sua profezia, e non ha fatto più costruire nessuna Gerusalemme nella sua vera antica posizione. Gerusalemme, però, secondo molteplici profezie [Is. 2,3-4; Zc. 2,16] sarebbe sorta in futuro di nuovo e, come il Padre lo ha rivelato allo scrivano ed è da dedurre anche dalla profezia in Geremia [3,17], sarebbe diventata un centro spirituale dell’autentica fede in Cristo.

Un santo timore reverenziale afferra l’uomo quando legge per intero le molte profezie che sono diventate una portentosa verità, poiché a poco a poco si sono adempiute letteralmente una dopo l’altra.

Perciò tenete in onore la Bibbia. Essa, a parte la storia politica umana che ci rivela le debolezze degli uomini, a parte alcuni errori fatti attraverso le traduzioni, così come le proprie opinioni degli scrivani e le falsificazioni di quegli uomini che ne traggono vantaggio, in quanto contiene profezie e insegnamenti divini dell’Amore, è un libro sacro, poiché glorifica Colui che la fece scrivere, – e i chiarimenti storici sulle profezie adempiute di John Urquhart sono, di fatto, il suggello di Dio che questo Libro è un Libro della Verità divina, ed oltre ai nuovi libri teosofici-cristiani, che sono la Parola dettata personalmente da Dio Gesù Cristo, nessun degli altri libri hanno più lo stesso valore.

 

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Cap. 28

Commento di Schumi sulla presentazione della seconda parte

Le presenti profezie che si sono adempiute letteralmente, sono per noi delle dimostrazioni inconfutabili che la Bibbia è un sacro Libro di profezie divine; – che Mosè era il più grande profeta di Dio, poiché lui, come dimostra la Bibbia, compì i più grandi atti meravigliosi della Volontà divina, e scrisse in simboli geroglifici le rivelazioni di Dio dall’antico passato di oltre 2600 anni prima di lui che, fino ad oggi, 1904, non sono ancora comprese, e mise giù per iscritto profezie che giungono nel lontano futuro di oltre 1500 e 1800 anni, poiché si sono adempiute solo dopo la morte di Gesù nell’era cristiana.

La questione su Cristo, se Egli era Dio o Uomo, è risolta inconfutabilmente proprio attraverso le profezie che si sono adempiute.

Jehova diede le profezie attraverso i Suoi profeti. Come abbiamo visto, esse si sono adempiute tutte letteralmente, e con ciò sono state fornite le dimostrazioni che Egli ha profetato sotto il nome di Jehova, Dio e Padre degli angeli, degli spiriti e degli uomini e Creatore del mondo, perché non si può confutare con una semplice negazione le Sue profezie andate in adempimento. Ora, per il fatto che sotto Jehova abbiamo potuto riconoscere il Dio dei profeti, tutte le Sue profezie ottengono anche il sigillo della verità e la piena fiducia, poiché troviamo annotati gli adempimenti delle stesse nei Vangeli e presso autori giudei e pagani.

Perciò, dal momento che ogni profezia della Bibbia è intoccabile verità divina, tuttavia nessuno che sia in grado di pensare logicamente ed è in grado di percepire la verità delle profezie adempiute, può sostenere: “Sì, tutto è dimostrato storicamente come verità, ma la storia di Gesù Cristo non è comunque vera! Egli era un uomo come noi”. – O sconfinata oscurità della sapienza intellettuale! Se tutto il resto corrisponde e costituisce un’inconfutabile verità, quali motivi potrebbero esserci per dimostrare il contrario? Perché proprio le più grandi profezie della Bibbia che fin dai giorni di Adamo sono passate attraverso tutti i grandi profeti del Vecchio Testamento, non dovrebbero essere verità? Perché proprio attraverso le più grandi profezie della Bibbia, Dio e i Suoi profeti dovrebbero diventare all’improvviso dei puri bugiardi, senza che si possano addurre dimostrazioni a questa negazione della Verità? Io domando: “Non si sono adempiute tutte le profezie su Gesù che furono scritte in anticipo centinaia e migliaia di anni prima? Non dimostra la Septuaginta greca,[102] quando 280 anni prima di Cristo si tradussero tutte le profezie dall’ebraico in greco, affinché non si potesse parlare di nessun inganno o di una qualunque frode storica?”

Dalle ulteriori dimostrazioni che seguono sarà confermato chiaro come il Sole che Cristo era Dio stesso in forma umana, e che solo così poteva venire nel mondo, affinché gli uomini non avessero nessun timore dinanzi a Lui; e inoltre, dinanzi al Suo insegnamento che Egli esponeva, doveva essere accettato solo attraverso il proprio discernimento, poiché tale insegnamento è divino e perciò racchiude in sé la vita eterna, in cui parla anche il Suo Amore per il prossimo attraverso le guarigioni miracolose dei malati, tale per cui veniva rappresentato come un Essere umano eccezionale, quindi poteva benissimo essere il Messia. Se i giudei avessero saputo con determinazione che il loro onnipotente Dio Jehova viveva nella persona di Cristo, allora sarebbero stati oppressi dalla paura e riverenza nella loro personale libertà, e avrebbero fatto tutto ciò che Cristo avrebbe detto. Nondimeno, poiché gli uomini provengono da Dio e in loro vive lo Spirito di Dio, allora sulla loro libera volontà non può essere esercitata nessuna costrizione nella confessione di fede. Dio, sotto la Sua Legge dell’obbligo ha piante e animali, ma ai Suoi figli lascia la libera autodeterminazione. Essi, per mezzo di cattive virtù e caratteristiche, possono diventare demoni; invece con buone virtù e con una vita secondo i comandamenti e gli insegnamenti di Dio possono diventare figli di Dio e ultrafelici spiriti del Cielo.

Poiché sotto il nome ‘Cristo’, Dio-Jehova-Zebaoth del Vecchio Testamento è, di fatto, venuto nella carne, perciò quest’insegnamento che Jehova ha dato nel Vecchio Testamento proveniente da Jehova nella persona di Gesù Cristo, ed è anche l’unico e solo, di cui più avanti ulteriori profezie testimoniano questo autentico insegnamento di Dio che fu dato agli uomini per vivere e operare di conseguenza; invece tutte le altre religioni sono colorazioni mescolate con ordinamenti umani filosofici-religiosi che, proprio a causa degli ordinamenti umani che vi sono intrecciati, offuscano e deformano la verità, non conducono mai e poi mai direttamente a Dio, poiché non può mai esistere più di una verità, poiché questa proviene da Dio secondo le profezie adempiute della Bibbia. Perciò Cristo disse: Io sono la Via, cioè: attraverso il Mio insegnamento dell’Amore e della Sapienza, secondo i quali ho vissuto per voi come esempio. Io sono la Verità, perché sono l’eterno e fedele Dio nell’adempimento delle Mie parole, e: Io sono la Vita, perché lo Spirito dell’aria abbraccia il mondo, senza il quale nessuno potrebbe vivere, poiché in esso c’è l’Amore della Vita, la Sapienza della formazione e la Forza della perfezione – ovvero la Santa Trinità di Dio: Padre, Figlio e Spirito Santo come Dio Unico, vivente nella pienezza delle forze.

Cristo disse: «Nessuno arriva alla contemplazione di Dio, se non attraverso di Me», il che significa, arrivarci soltanto quando Mi si riconosce come Dio personale, poiché il Padre, quale Amore in Dio, dimora in Me, ed Io, la Sua Sapienza, dimoro in Lui attraverso il Mio Amore. Io e il Padre siamo perciò una cosa sola; infatti, chi vede Me, vede il Padre, poiché Io sono il personale Portatore dell’Amore divino che si chiama spiritualmente Dio Padre.

Ora, secondo questi estesi chiarimenti e precedenti motivazioni della Verità divina, giungeremo all’indagine delle dimostrazioni delle fonti profetiche-storiche, secondo le quali riconosceremo Cristo come Dio Padre nella Sua Santa Trinità, ovvero il Messia promesso.

 

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parte  II

 

Helohim-Jehova è Gesù Cristo

 

 

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Cap. 29

Dimostrazioni che Gesù era il Messia, ovvero il Cristo promesso

La prima promessa del Redentore nel Messia

1. Dopo la caduta di Adamo nel peccato, Jehova promise un Salvatore, Redentore o Liberatore, il Quale dopo profezie postume risultò come l’incarnazione di Dio nel Messia, ovvero il Cristo. Il senso fondamentale di questa promessa è il seguente:

I ) Genesi 3,15: «Porrò inimicizia tra te, serpente (ovvero “egoismo”) e la donna (che rappresenta l’amore per il prossimo) e tra il tuo seme e il seme di lei. E il seme (dell’amore per il prossimo) schiaccerà a te la testa (al tuo egoismo) e tu (egoismo) lo pungerai (il seme dell’amore per il prossimo come Redentore in Cristo) nel calcagno (dell’umanità)».

II ) Già nell’anno 919 dopo la creazione di Adamo, Io, Gesù quale Jehova, poiché dimoravo a quel tempo per un mese e mezzo presso gli adamiti sotto il monte Libano in Fenicia, profetizzai alla madre[103] di Noè che Io stesso, come Salvatore nel Messia, sarei entrato nella carne attraverso una discendente del suo sangue[104]. Quella volta anche Maria viveva la prima volta nel mondo[105] sotto il nome di “Pura” e, a questa, Io dissi direttamente che proprio lei sarebbe stata colei che avrebbe portato un giorno sotto il suo cuore Me stesso, il Fondamento di ogni vita.

III ) Nell’anno 1657 a Noè, poi ad Abramo nell’anno 2055 dopo Adamo [Gen. 11,19], poi ai suoi discendenti Isacco [Gen. 24,4] e a Giacobbe [Gen. 28,1-14] fu data loro la promessa che dal loro seme, dal popolo d’Israele, sarebbe venuto il Messia.

IV ) Nell’anno 1866 a.C. il patriarca Giacobbe [figlio di Isacco, figlio di Abramo] profetizzò in Egitto che il Messia sarebbe venuto dalla tribù di Giuda [Gen. 49,10] ed infine, Io, Jehova, nell’anno 1028 a.C. attraverso il profeta Natan [2° Sam. 7,12-16], profetizzai che sarei venuto dalla casa e dal seme del re Davide.

V ) Sulla Mia origine carnale in Gesù ho profetizzato attraverso il profeta Isaia 11,1-2: «Un germoglio spunterà dal ceppo di Jesse (ossia di Davide) e un ramo dalla sua radice fiorirà. E si poserà su di esso lo Spirito del Signore, Spirito della Sapienza e del Discernimento, lo Spirito del Consiglio e della Potenza, lo Spirito della Conoscenza e del Frutto del Signore». E quando trascorsero 4120 anni[106] dopo la prima promessa che fu fatta un giorno ad Adamo, Io, Gesù, il grande Principe della Pace del Cielo e della Terra [Is. 9,5] venni al mondo in una grotta, attraverso una casta vergine di 15 anni, di nome Maria, nella città di Davide, Betlemme.

VI ) Numeri 24,17 porta la profezia del profeta Bileam sulla Stella dei sapienti alla Mia nascita: «Io Lo vedo (il Messia), ma non adesso; Lo contemplo, ma non da vicino. Da Giacobbe uscirà una stella e uno scettro (spirituale) sorgerà da Israele e distruggerà i Moabiti (cioè coloro che rovinano il vero) e sterminerà i figli della confusione (vale a dire della mondanità)». In seguito a quest’ultima profezia vennero i tre sapienti dall’Oriente a Gerusalemme e chiesero: «Dov’è il neonato re dei giudei? Poiché noi abbiamo visto la Sua Stella in Oriente e siamo venuti per adorarLo» [Mt. 2,2].

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[indice]

29/1 - Profezie sul Messia di Giacobbe e di Daniele

2. Nell’anno 1866 a.C. in Egitto il patriarca Giacobbe profetizzò che il Messia sarebbe venuto quando i giudei non avrebbero avuto più i propri re [Gen. 49,10][107]. Il profeta Daniele 543 anni prima di Cristo profetizzò che il Messia sarebbe venuto dopo 490 anni dall’anno 458 a.C. calcolato da Pasqua, il che corrisponde all’anno 33 dopo Cristo a Pasqua, in cui sarebbe stato unto o avrebbe assunto il Suo dominio del nuovo Patto [Ebr. 9,15] e che con ciò, attraverso il supremo Sacrificio dei sacrifici per il peccato ereditario del mondo, sarebbero cessati i sacrifici materiali e le offerte sacrificali dei giudei.

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29/2 – Profezie sull’invio di un precursore

3. Nell’anno 724 a.C., Isaia profetizzò “La voce di un predicatore nel deserto” che avrebbe preparato la via a Jehova [Is. 40,3], e 440 anni prima di Cristo, Malachia profetizzò in 3,1-23 che l’angelo Elia sarebbe comparso come precursore ed avrebbe preparato la via per il Messia. Questo predicatore nel deserto, come precursore di Jehova, era Giovanni Battista nel deserto Bethabara presso il fiume Giordano.

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29/3 – Profezie sulle circostanze della nascita del Messia

4. Nell’anno 726 a.C. Isaia profetizza in 7,14 che il Messia sarebbe nato da una vergine.

5. Nell’anno 719 a.C. attraverso il profeta Michea 5,1 è indicato Betlemme come luogo di nascita del Messia.

6. Il profeta Geremia in 31,15 riferisce 602 anni prima di Cristo della strage degli innocenti perpetrata da Erode a Betlemme, a causa della nascita del Messia.

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29/4 – Profezie sul Messia che sarebbe stato un grande Profeta

7. Io, Jehova, 1458 anni prima di Cristo, profetizzai attraverso Mosè che avrei risvegliato un grande Profeta, e questo Profeta ero Io stesso, Jehova in Gesù [Dt. 18,15-18].

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[indice]

29/5 – Profezie proferite da Gesù

8. Io profetizzai:

I ) alla donna samaritana sul suo passato e il suo modo di vivere [Gv. 4,18-19].

II ) A Natanaele la natura del suo carattere [Gv. 1,47-49].

III ) A Pietro della moneta nella bocca del pesce [Mt. 17,27].

IV ) Sul destino futuro di Corazin, di Betsaida e di Capernaum [Mt. 11,21-24].

V ) Inoltre profetizzai che il Regno di Dio sarà tolto ai giudei e consegnato ai pagani [Mt. 21,43].

VI ) Sulla futura distruzione di Gerusalemme [Lc. 21,6], sulla persecuzione dei cristiani, sul destino dei giudei, sul ritorno di Cristo e sulla generazione dei giudei, che non sarebbe passata prima che tutto non si fosse adempiuto.

VII ) Sulla Mia imminente sofferenza [Lc. 18,32] e resurrezione dai morti.

VIII ) Sull’asina e il suo puledro [Mt. 21,2].

IX ) Sui Miei discepoli [Mt. 26,34] e su Gerusalemme, etc..

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29/6 - Conferme che Gesù era quel grande Profeta preannunciato da Mosè

9. Che Io, Gesù, annunciassi Me stesso come il grande Profeta profetizzato da Mosè, di questo parlano i seguenti versetti nel Nuovo Testamento:

I ) Io dissi nella sinagoga a Nazareth: «Un profeta è da nessuna parte meno rispettato che nella sua patria e nella sua casa».

II ) Un’altra volta dissi ai farisei: «Non è conveniente che un profeta perisca fuori Gerusalemme» [Lc. 13,33].

III ) Con l’ingresso in Gerusalemme il popolo dichiarava giubilante: «Questi è Gesù, il profeta di Nazareth in Galilea» [Mt. 21,11].

IV ) Dopo la predica del Monte andai a Capernaum, e poi venni a Gerusalemme, istruii il popolo e parlai della Mia missione dal Padre, da cui alcuni dicevano: «Questi è veramente il Profeta [Gv. 7,40] del quale parlò Mosè» [Deut. 18,15-19].

V ) Quando risvegliai dalla morte il giovane a Nain, tutti furono colti dal timore, lodarono Dio e affermarono che un grande Profeta era sorto tra loro [Lc. 7,16].

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VI ) Secondo Mosè, Io, Gesù, sono il Redentore dal peccato originale del mondo.

VII ) Secondo Davide Io avrei parlato in parabole [Sl. 78].

VIII ) Secondo Isaia verrò a quelli di Sion e stringerò un nuovo Patto con il popolo d’Israele [Is. 59,20-21].

IX ) Geremia riferisce che sarei il Promotore di un nuovo Patto [Ger. 31,31-33].

X ) Isaia riferisce che Io sarei stato Maestro del divino Evangelo [Is. 61,1], e che i figli Miei sarebbero stati istruiti da Me stesso, come in effetti è ora il caso nella Teosofia cristiana. Io sono stato un Guaritore meraviglioso, di cui riferiscono tutti e quattro gli Evangeli.

XI ) In Isaia 52,6 Io, Jehova, profetizzai: «Nello stesso tempo il Mio popolo dovrà conoscere il Mio Nome, poiché sono Io (Jehova) che parla (in Gesù): “Eccomi!” (come quel Messia annunciato anticipatamente)».

XII ) In Isaia 25,9: «A quel tempo si dirà: ecco, Questi è il nostro Dio che noi attendevamo, ed Egli ci aiuterà. Questi è Jehova che noi aspettavamo. Esultiamo e rallegriamoci nella Sua salvezza».

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29/7 - La trasfigurazione sul monte Tabor

10. Attraverso Isaia 42,1, Io, Jehova, ho profetizzato questo come segue: «Ecco! Questi è il Mio Servitore che Io ho mandato, Egli è il Mio amato Figlio nel Quale ho il Mio compiacimento. Io ho effuso il Mio Spirito su di Lui, Egli porterà la giustizia tra i pagani. AscoltateLo!» Isaia non ha accolto bene le Mie parole, e perciò il versetto non è stato steso in modo giusto. La verità risulta dai seguenti passi: Matteo 12,18; 2° Pietro 1,17; Marco 9,7; Luca 9,35.

11. 1° Tim. 3,16: «Senza alcun dubbio grande è il mistero della beatitudine di Dio; rivelato nella carne, giustificato nello spirito, apparve agli angeli, fu predicato ai pagani, fu creduto dal mondo, fu assunto nella Gloria».

 

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Cap. 30

Dimostrazioni che Gesù Cristo era Figlio di Dio

1. Attraverso il re Davide, nell’anno 1043 a.C. nel secondo Salmo, versetto 7 Io dissi: «Tu sei Figlio Mio, oggi ti ho generato». – Poiché il re Davide sedeva sul trono già dall’anno 1055 a.C. e non fu generato il 24 gennaio 1043 e nemmeno Io, Jehova, ero il Padre suo terreno, perciò sotto questa dichiarazione non poteva essere inteso Davide, bensì Io, Jehova stesso secondo la Mia Sapienza come Figlio di Dio-Gesù.

2. Dello stesso Figlio ho parlato Io, Jehova, nell’anno 1028 a.C. attraverso il profeta Natan a Davide: «Quando il tempo della tua vita sarà finito e giacerai presso i tuoi padri (in pratica morto, putrefatto e marcito nel corpo carnale), risveglierò il tuo seme dopo di te (vale a dire mille anni più tardi), e a questo discendente del tuo corpo confermerò il Suo Regno (spirituale) in eterno. Io sarò Padre Suo, ed Egli dovrà essere Figlio Mio [2° Sam. 7,12-14]. che tutti gli déi (ovvero gli angeli), spiriti e uomini dovranno adorare» [Sl. 97,7].

3. L’annuncio del ritorno dello stesso Figlio (Gesù da Ostracine in Egitto) lo portò il profeta Osea 763 anni prima di Cristo con le seguenti parole: «Ho chiamato Mio Figlio dall’Egitto» [Osea 11,1]. – Con l’annunciazione a Maria apparve l’angelo Gabriel e le disse: «Su di te verrà lo Spirito Santo e la Potenza dell’Altissimo ti adombrerà, perché il Santo che nascerà da te, sarà chiamato Figlio di Dio» [Lc. 1,35].

4. Quando i farisei scacciarono dal Tempio il guarito nato cieco, Io Mi avvicinai a lui e gli chiesi: «Credi tu nel Figlio di Dio?». – Allora il guarito Mi domandò: «Signore, chi è, affinché io creda in Lui?». – Ed Io gli risposi: «Tu Lo hai visto, è proprio Colui che adesso parla con te» [Gv. 9,35-37].

5. Secondo l’annotazione di Giovanni dichiarai pubblicamente ai giudei: «Perché Io sono il Figlio di Dio!» [Gv. 10,36].

6. Alla trasfigurazione sul monte Tabor una splendente nuvola circondò i discepoli, e da questa parlò una voce: «Questi è il Mio amato Figliolo, nel Quale ho il Mio compiacimento, ascoltateLo!».

7. La comunicazione in Matteo, Marco e Luca, che anche al battesimo del Giordano si fece sentire questa voce, si basa su un errore storico, e precisamente: dapprima fu Luca che ascoltò tra il popolo e scrisse, poi venne il pseudo Matteo da Sidone, l’Rabbas, al quale fu riferita la stessa cosa; in Marco invece fu riportato ostinatamente da un copista dal racconto popolare. Infatti, Marco non riportò questa notizia e la Chiesa romana non ha mai avuto nelle mani il Vangelo originale di Marco evangelista. Il battesimo al Giordano è descritto giustamente in Giovanni [Gv. 1,32].

8. Nel Salmo 89,27-28 Io, quale Jehova, ho profetizzato della Mia Sapienza in Cristo: «Egli Mi chiamerà così: “Tu sei il Padre Mio, il Mio Dio e la Roccia della Mia salvezza”. Ed Io lo dichiarerò Mio primogenito, il supremo tra i re della Terra».

9.      All’ultima Cena dissi: «Quello che chiederete al Padre nel Mio Nome, ve lo voglio dare (Io stesso), affinché il Padre sia glorificato attraverso il Figlio» [Gv. 14,13].

10. Dopo la domanda di scongiuro di Caifa, se Io fossi veramente “Figlio di Dio”, affermai la stessa cosa, che Io, in effetti, Lo sono.

11. E perciò i farisei Mi schernirono sulla croce dicendo: «Scendi giù, Figlio di Dio», poiché in altre occasioni avevo dichiarato apertamente che Io ero il Figlio di Dio.

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30/1 - Dimostrazioni che ‘Figlio di Dio’ significa la Sapienza di Dio, ovvero “Parola di Dio”

12. Le prove su questo sono le seguenti:

I ) L’apostolo Pietro nell’anno 48 era presso Giuseppe di Arimatea quando compilò la ‘lettera agli Ebrei’, nella quale subito all’inizio disse che Dio creò i mondi attraverso Suo Figlio Gesù, il che contravviene decisamente a Mosè, se si comprende materialmente la storia della sua Creazione. Ma l’indicazione Figlio di Dio è soltanto la rispondenza spirituale della parola materiale “Sapienza di Dio”. Se ora si sa questo e lo si afferra, allora nessuno avrà qualcosa da ridire se Dio ha creato il mondo attraverso la Sapienza del Suo Amore. La dimostrazione del fatto che l’interpretazione della Parola sia giusta, ve la fornisce l’apostolo Paolo [Gal. 1,11-12] nella ‘Prima lettera ai Corinzi’ 1,24, descrivendovi Cristo come la Sapienza e la Potenza di Dio. Quindi fu la Sapienza che ideò le forme, colorazioni, assimilazioni, generi e specie; e la Forza, come Onnipotenza di Dio, che altrimenti è chiamata Spirito Santo, pose queste Creazioni nell’esistenza visibile.

II ) Anche Paolo nella ‘Lettera ai Colossesi’ 1,16-17 dice che attraverso Cristo tutto fu creato. Quindi deve essere stato contenuto nella persona di Cristo fin dall’eternità, attraverso cui Dio Padre, come Amore procreante in Dio, ha creato il mondo, da ciò la Sapienza e l’Onnipotenza divina. Se si sa che Io, Gesù, sono la divina Sapienza, allora si comprenderanno anche le Mie parole che Io espressi in occasione dell’ultima Cena:

III ) In Giovanni 16,14-15 è scritto: «Il Padre Mi glorificherà; perché riceverà del Mio e ve lo annuncerà (ciò che accadde a Pentecoste). Perché tutto quello che il Padre ha, è Mio, per questo vi ho detto che riceverà del Mio e ve lo annuncerà (in altre parole dalla Sapienza del Padre ovvero dalla Teosofia)».

IV ) Paolo scrisse ai Romani 1,19-20: «Quello che si sa di Dio, è rivelato (oppure visibile) agli uomini, infatti, Dio lo ha messo davanti ai sensi (e occhi), Egli lo ha loro assicurato; – poiché l’invisibile (perché spirituale), vale a dire la Sua eterna Potenza e Divinità, sin dalla Creazione del mondo (materiale) apparvero chiare con la contemplazione delle Sue Opere (che l’Amore divino ideò attraverso la sua Sapienza e lo pose nell’apparizione attraverso la Sua Onnipotenza), così (visibile) che gli uomini non si possono scusare (se non Lo vogliono riconoscere)».

V ) Altrettanto dice Isaia 9,5 che il neonato Fanciullo Gesù è consiglio dell’eterno Dio-Padre e quindi la Sapienza di Dio, poiché solo la Sapienza di Dio deve essere stata Consigliere dell’eterno Dio-Padre nella Creazione, nel fondamento primordiale del fondamento, quando non c’era ancora nulla al di fuori di Dio.

VI ) L’evangelista Giovanni chiama il Figlio di Dio “La Parola”, infatti egli dice: «In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e Dio era la Parola e la Parola divenne carne e dimorò tra noi, – …e noi scorgemmo (sul monte Tabor) la Sua divina magnificenza» [Gv. 1,1-3 / 1,14]. La Parola di Dio è quindi lo stesso come dire l’insegnamento di Dio, ovvero la Sapienza divina che i greci chiamavano Teosofia, perciò l’espressione spirituale ‘Figlio di Dio’ vuol dire ugualmente “Sapienza divina” ovvero “Parola di Dio”.

VII ) Dice inoltre Giovanni nella sua prima lettera: «Ci sono tre testimoni in Cielo: il Padre, la Parola e lo Spirito Santo» [1° Gv. 5,7]. – Ed Io, Gesù, dissi agli apostoli: «…battezzateli nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo!» [Mt. 28,19]. Quindi “Parola di Dio” significa lo stesso come dire “Sapienza di Dio” che, spiritualmente, si chiama “Figlio di Dio”.

VIII ) Questa Parola tuttavia è stata rigettata dalla maggioranza dei giudei, proprio come Dio ha detto in anticipo attraverso il profeta Isaia nell’anno 743: «Essi, infatti, hanno disprezzato la Legge di Jehova Zebaoth e bestemmiano la Voce (o la Parola) del Santo d’Israele» [Is. 5,24].

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13. Sulla santità della Sapienza parlano i seguenti versetti della Bibbia:

I ) «La Sapienza di Dio è il respiro della Potenza divina e un puro raggio della magnificenza dell’Onnipotente, perciò non può giungere ad essa nulla di impuro (peccaminoso). – E poiché essa è uno splendore della Luce eterna e uno specchio senza macchia della Potenza divina, e un’immagine della Sua bontà, essa procede più magnificamente del Sole e di tutte le stelle».

II ) Isaia 9,7 profetizza in anticipo quanto segue: «Il Signore ha inviato una Parola (promessa, secondo la profezia fatta in Gen. 49,10), su Giacobbe, ed è caduta sopra Israele (cioè è stata annunciata a quel popolo)».

III ) Isaia 10,17: E la Luce di Israele (vale a dire la Luce del mondo [Gv. 8,12] cioè la Sapienza di Dio chiamata Gesù [1° Cor. 1,24]), diventerà un Fuoco (cioè l’Amore di Dio), e il suo Santo sarà una Fiamma (cioè Dio [Apoc. 15,4]), e incendierà le sue spine (gli abusi dei religiosi) e sterpi (il sacerdozio, dal quale crescono le spine, cioè svelate pubblicamente) e li consumerà (cioè rivelerà al mondo i loro abusi religiosi) in un sol giorno (nel tempo previsto)».

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14. Sulla Parola (ovvero il Logos) diventata carne come Gesù Cristo, il Quale è la Sapienza di Dio, ve lo riferiscono alcuni versetti del capitolo 8 dei Proverbi di Salomone:

I ) «7La Mia lingua (o bocca) dice la verità e le Mie labbra odiano l’iniqua ingiustizia».

II ) «12° Io, la Sapienza (di Dio) possiedo Intelligenza e so dare un buon consiglio».

III ) «14° Miei sono entrambi: consiglio e azione; Io ho intelligenza e potere».

IV ) «22° Jehova (o Dio Padre) Mi ha avuto nel principio delle Sue vie e opere, prima che Egli creasse qualcosa, Io ero lì. 23° Io sono insediato dall’eternità, dal principio primordiale, prima dell’origine della Terra. – 24° Non c’erano ancora profondità né sorgenti ricche d’acqua, poiché ero già nato (nell’Amore di Dio). 25° Prima che fossero gettate le fondamenta per monti e colline, Io nacqui (dall’Amore di Dio – perché in esso c’è il contenuto dell’eternità).

V ) «27° Quando Egli preparò il Cielo e afferrò la profondità con il Suo scopo, Io c’ero già. – 28° Quando Egli condensò il Cielo di nuvole e fece scorrere le sorgenti della profondità. – 29° Quando Egli determinò al mare le sue rive, affinché i flutti non sondassero i suoi sbocchi; e quando pose il fondamento della Terra;30° Io ero presso di Lui il più fidato, il Maestro d’opera, avevo la Mia gioia giorno per giorno e giocavo (vale a dire, ideavo le forme, generi, assimilazioni e colori) sempre dinanzi a Lui;31° E giocavo (con i fulmini della profondità della Mia Sapienza) sul Suo suolo; e la Mia gioia è con i figli degli uomini. – 32° Ora obbediteMi, figli Miei. Ben per coloro che percorrono le Mie Vie!33° Ascoltate la disciplina, diventate saggi e non lasciatela andar via.34° Ben per l’uomo che Mi obbedisce e veglia alla Mia porta giornalmente (in pratica i Comandamenti dell’Amore) e custodisce gli stipiti della stessa (cioè veglia sulle sue forze di virtù nei divini Comandamenti dell’Amore). 35° Poiché chi Mi trova, trova la Vita (eterna) e raggiunge il compiacimento di Jehova. – 36° Chi invece pecca contro di Me, cade nella morte della vita eterna. Ma tutti coloro che Mi odiano, amano la morte (della loro anima)».

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30/2 - Dimostrazioni che Gesù Cristo, secondo la Sua Anima, era la Sapienza di Dio

15. Queste dimostrazioni si basano sul seguente insegnamento rivelatavi da Me stesso, Gesù. In Me, Gesù, come Sapienza di Dio s’intende l’Anima che in ogni uomo rappresenta la sapienza, poiché è essa attraverso la quale lo Spirito del Padre Celeste vostro parla, perciò l’Anima di Gesù era la Sapienza personificata di Dio, la Quale si rivelava attraverso l’insegnamento dell’Amore che Io, Gesù, insegnai durante i tre anni. Per questo, Giovanni chiamò appunto Me, Gesù, “Parola di Dio”, perché Io, Gesù, ero rappresentato attraverso la Mia Anima e il Mio insegnamento come Sapienza proveniente da Dio.

16. Poiché Io, Gesù, sono chiamato “Consiglio dell’eterno Dio Padre” già come Figlio primogenito [Is. 9,5], quindi il Consiglio di Dio non può essere altro che la Sapienza divina, dal momento che Dio non ha mai avuto bisogno di un consiglio [Rom. 11,33-36], così la Mia Anima sarà stata ben dall’eternità il Consiglio o la Sapienza di Dio Padre, perché il Mio corpo di carne era solo materia animata dalla Mia Anima-Gesù.

17. Io ho parlato del Mio Essere spirituale-divino e Mi annunciai nella maniera seguente: «Il Padre è in Me ed Io, Suo Figlio, sono in Lui». – Infatti, Padre significa lo “Spirito dell’Amore in Dio” [Gv. 14,8-16], mentre il corpo di Gesù rappresenta il “Tempio di Dio” [Gv. 2,19-22], così la Mia Anima avrà ben significato “la Sapienza di Dio”.

18. Infatti, Dio Padre ha creato il mondo attraverso il Figlio e il Figlio è chiamato la “Sapienza di Dio” [1° Cor. 1,24], quindi l’Anima del Figlio sarà ben la Sapienza di Dio. – La Sapienza di Dio, infatti, è la Parola di Dio, e attraverso questa è stato fatto il Cielo e tutto il resto [Sl. 33,6]. Dal momento che Io, Gesù, sono chiamato “la Parola di Dio”, la cui Parola di Dio rappresenta la Sapienza divina; allora l’Anima in Me, Gesù, sarà ben stata la Sapienza di Dio, poiché essa non era né Dio Padre né il Mio corpo materiale-visibile.

19. Poiché il Mio insegnamento era la Sapienza divina (che in greco si chiama Teosofia), questa tuttavia era rappresentata dalla Mia persona spirituale nel corpo materiale, quindi la Mia Anima sarebbe stata ben la Sapienza di Dio, ma non Dio Padre, che è l’Amore in Dio, e nemmeno il Mio corpo, che Io chiamavo soltanto ‘il Tempio di Dio’ [Gv. 2,19-22], perché Io, Gesù, come Dio Padre e Dio Figlio, quindi l’Amore e la Sapienza di Dio, vi dimoravo. Io, infatti, la Sapienza e la Forza, ovvero l’Onnipotenza di Dio [1° Cor. 1,24], dissi apertamente che il Padre dimora in Me e non fuori di Me [Gv. 14,10-11].

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20. In occasione dell’ultima Cena Io dissi: «Padre, tutto ciò che è Mio è Tuo, e quello che è Tuo è Mio» [Gv. 17,10]. – Per comprendere questo versetto si deve sapere che in Me l’espressione “Dio Padre” rappresentava l’Amore nel Mio Cuore, e “il Figlio dell’Amore”, che è la Sapienza in Dio, esisteva nella testa della Mia Anima; – tuttavia la Mia Anima, come Sapienza di Dio, all’ultima Cena era già passata del tutto nell’amore per i figli Miei che Io volevo redimere, perciò l’Amore del Padre divenne una cosa sola con la Sapienza del Figlio e rappresentava la divina Verità e Santità. La Sapienza invece rappresentava l’Anima di Gesù, perché la Sapienza dell’intelletto è la reggente di tutti i sensi e delle intelligenze nel corpo dell’Anima; invece l’Amore, che nella rispondenza spirituale si chiama “Padre”, rappresenta lo Spirito dell’Amore di Dio nel Cuore della Mia Anima.

21. Che Io, Gesù, fossi la Sapienza personificata di Dio, che altrimenti si chiama “la Parola” ovvero “la Dottrina di Dio”, lo scorgete dalle Mie stesse parole che Io espressi ai giudei secondo il capitolo 6 dell’evangelista Giovanni in questi versetti:

I ) Versetto 32°: «Non Mosè all’uscita dall’Egitto verso Canaan vi diede il (vero) Pane del Cielo, ma il Padre Mio (cioè il Mio Amore per voi) vi dà il vero Pane (quello spirituale) dal Cielo».

II ) Versetto 33°: «Poiché questo è il Pane di Dio che discende dal Cielo e dà al mondo la Vita (spirituale)».

III ) Versetto 35°: «Io (Gesù), sono (appunto) il Pane (spirituale) della Vita (che vi do la pura Dottrina su di Me); chi viene a Me (come al suo Dio), questi non avrà più fame (spirituale e non materiale); e chi crede in Me (Gesù come Dio), non avrà mai più sete (spirituale)».

IV ) Versetto 47°: «In verità, in verità vi dico, chi crede in Me (che sono il Figlio di Dio, cioè la Sapienza di Dio che vi presento e insegno), avrà la vita eterna».

V ) Versetto 48°: «Io (come Figlio di Dio o la Sapienza di Dio) sono il Pane della Vita (spirituale)».

VI ) Versetto 49°: «I vostri padri mangiarono la manna nel deserto e (nonostante ciò) morirono (corporalmente)».

VII ) Versetto 50°: «Solamente questo è il Pane (come insegnamento spirituale di Dio) disceso dal Cielo, affinché nessuno, che mangi di questo (cioè chi segue la Dottrina di Gesù ricevuta dagli apostoli), muoia (spiritualmente, cioè nei peccati)».

VIII ) Versetto 51°: «Io (come la personificata Parola di Dio) sono il Pane vivente disceso dal Cielo; chi mangia di questo Pane (cioè chi segue questa Dottrina e vive di conseguenza) vivrà (spiritualmente) in eterno. E il Pane (spirituale) che Io darò, (ovvero espresso con altre parole spirituali corrispondenti) è la Mia carne per la Vita del mondo (la nutriente spirituale)».

IX ) Versetto 53°: «In verità, in verità vi dico: se non mangerete la (spirituale) carne (o insegnamento di Dio) del Figlio dell’Uomo (cioè la Divinità entrata nella carne) e non berrete il Suo sangue (spirituale, che nel linguaggio spirituale significa per primo, l’Amore di Dio per tutto; per secondo, l’amore dell’uomo per Dio e per tutti gli uomini senza eccezione come per fratelli e sorelle; per terzo, l’amore per l’intera Creazione), non avrete in voi nessuna Vita (spirituale-eterna)».

X ) Versetto 54°: «Chi mangia la Mia carne (cioè accetta la Mia Dottrina dai Cieli e agisce di conseguenza) e beve il Mio sangue (cioè risveglia e vivifica in sé il Mio Amore spirituale), avrà la vita eterna ed Io lo risusciterò nell’ultimo giorno (della sua vita terrena per la celeste Vita spirituale-eterna)».

XI ) Versetto 55°: «Poiché la Mia carne (ovvero la Dottrina spirituale) è veramente cibo (divino, ovvero Ambrosia[108] spirituale) e il Mio sangue (ovvero il Mio Amore) è veramente bevanda (divina, ovvero nettare spirituale)».

XII ) Versetto 56°: «Chi mangia della (questa) Mia carne, e beve il (questo) Mio sangue, rimane in Me ed Io in lui».

XIII ) Versetto 57°: «Come il Padre che è il Vivente (cioè il Mio Amore vivente) ha mandato Me, ed Io vivo per il Padre (ovvero attraverso questo Amore), così anche colui che mangia Me (cioè Mi accetta con piena fede e con pieno amore) vivrà anch’egli per Me (suo Dio e Padre eterno)».

XIV ) Versetto 58°: «(Vedete) Questo è il Pane disceso dal Cielo; questo Pane non è come la manna che mangiarono i vostri padri e sono (comunque) morti. Chi mangia di questo Pane (cioè chi Mi accetta attraverso la Dottrina rivelatavi da Me e va verso l’alto nel pienissimo amore in Me), vivrà in eterno».

22. Questi versetti dall’Evangelo di Giovanni vi mostrano nell’illuminazione spirituale che la Dottrina che Io, Gesù, esposi, era intesa come la Mia carne spirituale che si deve mangiare. Nondimeno, questa carne non è comunque nient’altro che la Parola di Dio, della quale Giovanni dice nel primo capitolo del suo Evangelo che è diventata carne nella persona di Cristo. Da ciò è chiaro che sotto la “Mia carne” non intendevo la carne del Mio corpo materiale, bensì la Dottrina proveniente dalla Luce della Sapienza divina, che è appunto il Pane dal Cielo che Io portai come Cibo spirituale per i Miei figli, perché la Mia Anima è formata dalla Luce dell’Amore divino, cosa che dimostrano anche le Mie parole «Io sono la Luce del mondo» [1° Gv. 8,12]. La “Luce del mondo” in Cristo, di conseguenza, non può mai essere qualcosa d’altro che la Dottrina dell’Amore di Dio, la quale sorse con la Sapienza di Dio, come Guida che porta al Padre.

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30/3 - Dimostrazioni che Gesù Cristo era lo Spirito Santo di Dio

23. Ora domandiamo: “Che cosa è lo Spirito Santo di Dio?”. La risposta suona così: “Lo Spirito Santo è la Forza interiore in Dio. È la Volontà di Dio di mettere in opera tutto ciò che hanno ideato l’Amore e la Sapienza”.

24. La Forza di Volontà di Dio sta nel magnetismo e nell’elettricità, le quali sono una cosa sola con l’aria eterica, tanto come un’acqua colorata di arancio riempita con il colore giallo e rosso è una cosa sola con questa. L’Amore è il magnetismo, l’elettricità è la Sapienza. Se ora si riflette che attraverso questi due tutto il mondo è messo in movimento e conservato, allora ne risulta che lo Spirito Santo è il Rappresentante della Divinità stessa; poiché, cosa servirebbe all’Amore e alla Sapienza se i loro pensieri e decisioni non potessero essere trasformati in opera e in energia? Essi sarebbero uguali ai desideri di un malato incurabile … diventar sano.

25. Lo Spirito Santo, come visibile artefice di opere delle decisioni divine, è perciò la suprema Potenza in Dio, e non esiste nulla che l’Amore e la Sapienza di Dio volesse ideare che non potesse essere messo in opera tramite lo Spirito Santo, poiché in Questo è inclusa tutta la Divinità, com’è visibile da tutte le interconnessioni. Lo Spirito Santo è quindi, secondo il Nome, la Divinità stessa, e Questa sono Io, Cristo, come riferisce Paolo nella 1° lettera ai Corinzi, cap. 1, versetto 24.

26. Lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, perciò dall’Amore e dalla Sapienza di Dio.

27. Io, Gesù, chiamai il Consolatore o Paracleto[109] che promisi ai Miei discepoli per Pentecoste, lo Spirito Santo della Verità. Poiché Io stesso, Cristo, sono la divina Verità, come Mi chiamai all’ultima Cena; perciò Io stesso, Gesù, sono lo Spirito Santo della Verità.

28. Il giorno dell’Ascensione, che è il 7 maggio, chiamai questo Spirito Santo “la Potenza proveniente dall’Alto”. Quindi anche Luca chiama lo Spirito Santo come la Potenza dell’Altissimo. Secondo le spiegazioni pubblicate nel libro “La Santa Trinità” dove sono sostenute con le notizie provenienti dal Nuovo Testamento, si presentano le Grazie e i Doni dello Spirito Santo che gli apostoli ricevettero a Pentecoste, il 7 maggio, i Doni dello Spirito, dell’Amore, della Sapienza e della Potenza di Dio.

29. Che Io, Gesù, (secondo la Mia Anima) fossi la Potenza divina ovvero lo Spirito Santo, chiarisce particolarmente il fatto che, quando dopo la Mia resurrezione apparvi di sera agli apostoli, Io stesso soffiai su di loro dalla Mia stessa plenipotenza e dissi: «Ricevete lo Spirito Santo». Questo soffiare avvenne per la fortificazione dei discepoli che avevano paura dei farisei, e con ciò seppero interpretare nel modo giusto la Sacra Scrittura.

30. Che lo Spirito Santo non fosse un Essere indipendente, come detto, ma soltanto l’effetto dell’Amore e della Sapienza in Dio, ve lo dimostra anche il versetto in Giovanni dove dice che lo Spirito di Verità non parlerà da Se stesso, ma dirà ciò che ha sentito. Anche il nome “Spirito di Verità” dimostra la stessa cosa, perché la Verità è in Dio, il pensare unito all’Amore e alla Sapienza in Dio che, attraverso la loro Forza di Volontà, che è appunto lo Spirito Santo, mettono all’esistenza i loro Pensieri operanti.

9. Importanti sono le Mie parole della promessa agli apostoli che suonano così: «Io stesso manderò lo Spirito Santo, poiché non vi lascerò come orfani al vostro destino, ma Io stesso verrò da voi» [Gv.14,18]. Questo chiarimento vi fornisce la dimostrazione che Io ero Dio stesso dell’Universo in Cristo. Perciò all’ultima Cena dissi: «Se aveste conosciuto Me conoscereste anche il Padre Mio; ma d’ora in poi voi Lo conoscete e Lo avete visto» [Gv. 14,7].

 

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Cap. 31

Melchisedec, re di Salem

1. Nella storia di Abramo si nota che a Salem risiedeva un Re spirituale di nome Melchisedec, il quale era un sommo Sacerdote di Dio. Il nome Melchisedec significa comunque “Re-della-Giustizia”. Questo nome indica Me, Gesù Cristo, perché Dio, nel Vecchio Testamento, reggeva il mondo attraverso la Giustizia, che è la Sapienza di Dio che, nel linguaggio spirituale è chiamato ‘Figlio di Dio’; e proprio questo Figlio di Dio, Gesù Cristo, viene descritto nelle Sacre Scritture come il Principe e Re della Pace dall’eternità.

2. Pietro Mi chiama Gesù Cristo, il Figlio di Dio, un sommo Sacerdote dinanzi a Dio, il Quale ha penetrato i Cieli [Ebr. 4,14], – e dice ancora: «Ma Cristo non s’arrogò da Se stesso la dignità di diventare sommo Sacerdote, ma gli venne da Colui che Gli disse: “Tu sei Mio figlio; oggi Ti ho generato” (cioè generato dall’eternità [Sl. 2,7])”».

3. Ora Pietro riporta il seguente versetto dal Salmo di Davide 110: Quando Dio indicò il supremo sacrificio di Gesù sulla croce del Golgota, Egli attraverso il re Davide disse: «Jehova ha giurato (cioè detto fermamente nel giuramento) che non si pente: Tu (Gesù Cristo) sei Sacerdote eternamente, alla maniera di Melchisedec» [Sl. 110,4].

4. Questo Melchisedec nondimeno è senza Padre, senza Madre, senza tavola genealogica e non ha né un inizio di giorni, né una fine della vita, bensì Egli è simile (vale a dire identico) al Figlio di Dio e rimane (perciò) Sacerdote nell’eternità [Ebr. 7,1-3]. Che Pietro sapesse che Cristo e Melchisedec fossero una e la stessa Persona ve lo dimostra la seguente notizia: “Secondo il rapporto del Vangelo originale, Io, Gesù, riferii ai Miei ascoltatori che i primi uomini avevano una costante relazione con Me, e che nessuno, al di fuori di Me stesso, era Melchisedec, il sommo Sacerdote di Dio, e come un vero Re dei re dimoravo a Salem, dove sono risieduto dal tempo di Noè (dopo la fine del diluvio 1657 anni dopo Adamo) fino alla morte di Mosè, il che è per 1043 anni, (Mosè morì 2700 anni dopo Adamo ovvero 1451 anni prima di Cristo). Dopo questa spiegazione sulla figura di Melchisedec, del Re di Salem, veniamo alla relazione di Mosè sulla vittoria di Abramo”.

5. Nell’anno 2053 dopo Adamo, nel mese di ottobre, Abramo sconfisse il re di Elam, Kedom Laomor che, con i suoi re alleati, aveva fatto irruzione nel paese di Canaan e liberò Lot, il figlio di suo fratello, insieme a tutti i prigionieri delle città di Sodoma e Gomorra. Quando poi Abramo, da vincitore, fece ritorno nella valle del re, allora venne Melchisedec, il Re di Salem, e portò pane e vino per il rifocillamento degli uomini[110].

6. Poi Melchisedec, come sacerdote del Dio Altissimo, benedisse Abramo e disse: «Benedetto sia Abramo, da Dio Altissimo, il Signore del Cielo e della Terra. – E lodato sia Dio, l’Altissimo, che ha consegnato i tuoi nemici nelle tue mani». – Abramo sapeva che Melchisedec, il Re di Salem, ero Io, Gesù, Jehova stesso, ma nessuno lo doveva sospettare all’infuori di lui. Perciò Abramo, il glorioso vincitore sui re alleati di Sinear, Elasar, Elam e sui pagani, s’inchinò fino a terra dinanzi a Me, Melchisedec, e Mi diede volontariamente di tutto la decima parte. Io, Gesù, sono appunto questo Melchisedec di cui parla Giovanni nell’Apocalisse 1,18, che gli parlò: «Io sono il Primo e l’Ultimo e il Vivente. Ero morto (ma dopo tre giorni resuscitai); ed ecco, Io sono vivente per tutti i secoli dei secoli, ed ho la chiave della morte e dell’inferno».

7. Salem, la sede di Melchisedec, fu chiamata più tardi la città di Gerusalemme. Su questo vi riferisce la seguente profezia[111]: – Il Fanciulletto Gesù profetizza al governatore romano della Siria, Quirino[112] sulla distruzione di Gerusalemme sotto Tito nell’anno 70, dicendo: «[16] Il fico (cioè la stirpe del popolo) presso i figli (d’Israele) che piantai in Salem già ai tempi di Abramo, una città che Io, come Melchisedec, ho costruito con la Mia stessa Forza, la distruggerò, perché essa non porta altro che foglie. [17] In verità, ho sempre avuto fame; molte volte ho fatto concimare l’albero in Salem e nonostante ciò non Mi portò nessun frutto. [18] Perciò, prima che passi un secolo, la città, che la Mia Forza ha costruito per i Miei figli, dovrà anche cadere mediante voi stranieri. Il figlio di uno dei successori dopo Augusto nell’impero dovrà estrarre la spada contro Salem».

8. Da questa profezia del Fanciullo Gesù vien fuori inequivocabilmente che Salem divenne più tardi Gerusalemme. Questo risulta anche dal Salmo 76,3. La nuova scienza ha invece cominciato a dubitare su questo, che Gerusalemme sia più antica del tempo di Davide[113]. Questo dubbio è stato rimosso attraverso ritrovamenti in Assiria, come lo dimostra la seguente notizia:

– Dice il Prof. Sayce: “L’origine del nome Jerusalem è adesso chiarita. Non è un’invenzione dal tempo di Davide come si credeva, ma al contrario, risale al periodo della relazione babilonese con Canaan. Nei documenti cuneiformi veniva scritto Uru-Salem, che significa la ‘città di Salem’ della Pace di Dio. Da una delle tavole lessicali nella biblioteca di Ninive abbiamo già visto da tempo che nella lingua cananea ‘uru’ significa ‘città’ (da Urquart “Le nuove scoperte sulla Bibbia” vol. 1, 328 e 261), la quale nell’anno 1451 a.C. nell’antico ebraico si chiamava ieru (secondo la Rivelazione di Dio), perciò Jeru-Salem, la Città di Salem ovvero della pace”.

9. Urquhart, nel suo libro “Le nuove scoperte sulla Bibbia” al cap. 1,327 dichiara:

– “La scoperta dello scambio di lettere tra il faraone egizio Amenophis III. (1492-1476 a.C. – secondo l’indicazione confermata dal Padre Gesù) e Amenophis IV (1476-1452 a.C.) ha riesumato la Palestina di Abramo. Tra le lettere scritte sotto il faraone egizio Amenophis IV (negli anni 1476-1463), che adesso si trovano nei Musei di Berlino e altrove, ce n’è un gran numero anche del re di allora di Gerusalemme. Melchisedec, infatti, (come lo suppone Urquhart) è un Re sacerdote, e le comunicazioni di questo Re gettano una luce inaspettata su ciò che viene detto dal suo predecessore (Amenophis IV)”. – Nella “Lettera agli Ebrei” si legge che Egli sarebbe ‘senza padre, senza madre, senza generazione’ [Eb. 7,1-3]. Le stesse espressioni compaiono nelle lettere del suo successore. – In tali lettere, ‘Ebed-Tob’, che significa ‘il Servitore del Bene’, come viene espresso il suo nome, dice: “Ecco, né Mio padre né Mia madre Mi hanno elevato a questo posto; la Parola (cioè la Sapienza di Dio) del potente Re Mi ha fatto entrare nella Casa del Padre Mio”. – E ancora: “Ecco, Io non (sono) un governatore, né portatore di autorità del Re, Mio Signore. Ecco, Io (sono) l’Alleato del Re (perché la Sapienza e l’Amore in Dio sono alleati), ed ho presentato tributo (riverenza) al Re. Né Mio padre, né Mia madre, (bensì) la Parola del potente Re (la Sapienza di Dio) Mi ha posto nella casa del Padre Mio (descrivendo di nuovo Se stesso come Figlio di Dio)”.

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10. Sia Hommel che Sayce hanno su ciò la chiarezza che “il Re potente” di cui parla Ebed-Tob, non è un monarca terreno, ma la Divinità a Cui deve la Sua (divina) posizione e a Cui serviva (così è l’opinione degli eruditi). A quel tempo Gerusalemme era una potente fortezza. Il dominio di questo possesso si era esteso su un vasto territorio (rappresentava tutto il mondo abitato). Ebed-Tob (essendo ‘Servitore del bene’) dice di sé che aveva fatto riparare le strade proprio nella ‘pianura’ dove stavano Sodoma e Gomorra.

11. Io, Gesù, come Melchisedec, o come Ebed-Tob, non ero nessun dominatore sovrano cananeo come suppone Urquhart, bensì Dio stesso: il Padre come Amore, la Parola come Sapienza, il Re come Spirito Santo.

12. Com’è ora da intendere che Io, Gesù, fossi Dio-Padre stesso e, nello stesso tempo, sarei anche sommo Sacerdote di Dio?

13. Su ciò trovate il chiarimento nella 1° lettera di Pietro 2,5, in cui si apprende che l’anima di ogni uomo deve essere l’eterno sommo sacerdote dello Spirito di Dio dimorante nel proprio cuore, e se volete diventare sacerdozio regale di Dio, ciò deve significare quanto segue: che l’anima, come sapienza nell’uomo, deve sacrificare tutto per la gloria di Dio [1° Cor. 10,31] – e Melchisedec – l’Anima di Gesù, era la Sapienza di Dio; perciò Io ero e sono, secondo l’Anima, l’eterno sommo Sacerdote del Mio Amore nel cuore che Io chiamo “Jehova” ovvero “Padre”.

 

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Cap. 32

Emmanuel nel Messia e le sofferenze sulla croce

Dimostrazioni dell’incarnazione di Dio nella persona di Gesù Cristo e quindi che Dio Padre, il Figlio di Dio e lo Spirito Santo, sono una e la stessa Persona

1. Il 14 ottobre, 726 anni prima di Cristo, il profeta Isaia scrisse: «Dio stesso vi darà un segno; ecco, una vergine sarà gravida e partorirà un Figlio che chiamerà Emmanuel» [Is. 7,14].

2. Isaia è uno dei grandi profeti di Dio, e ci si domanda: “Quest’uomo assennato avrebbe potuto scrivere qualcosa di così assurdo, se avesse scritto da se stesso?”, poiché, essere gravida, partorire un figlio e tuttavia chiamarsi vergine, è un’impossibilità per i concetti umani; diversamente per Dio, poiché lo stesso Dio che ha creato Adamo ed Eva senza genitori, attraverso l’Anima di Gesù, che era formata dalla Sapienza di Dio nella forma del corpo umano, poteva formare, secondo il suo aspetto, il corpo umano del Messia dal sangue di Maria.

3. Per quanto riguarda il nome Emmanuel, è noto dalla storia della Mia infanzia[114] che né Maria, né Giuseppe né nessun altro, chiamò il fanciullo Gesù, Emmanuel, ben però Messia, cui tuttavia sotto questo nome i giudei intendevano, attraverso le profezie di Davide, Isaia, Michea e Malachia, che il loro Jehova stesso sarebbe venuto nella carne. Se dunque Maria e Giuseppe dicevano alla gente che il piccolo taumaturgo Gesù era il Messia, allora essi dicevano tanto quanto: «Emmanuel ovvero “Dio è con noi”, oppure: “Jehova è con noi in Gesù”».

4. La profezia del re Davide, indicando il Figlio di Dio – descrivendoLo come Dio e chiamandoLo ‘Unto’ ovvero ‘il Messia’ è questa: «Il tuo trono, o Dio, sussiste sempre e in eterno; lo scettro del Tuo Regno è uno scettro di giustizia. Tu ami la giustizia e detesti l’essere empio, perciò Dio, il tuo Dio, ti ha unto con l’olio della gioia davanti ai Tuoi compagni (del tempo)».

5. E nel Salmo 24,7-10, Io, Jehova, annunciai 1043 anni prima della Mia incarnazione in Cristo: «Spalancate le porte (che qui sono i cuori ricettivi) e i frontoni del mondo (che qui sono le nobili virtù dell’uomo), affinché il Re della Gloria, Jehova Zebaoth, il Potente e Forte, (in pratica lo Spirito Santo dell’Amore di Dio) entri con tutti gli onori (nel mondo dei Suoi figli)».

6. Nell’anno 725 a.C. Io, Jehova, attraverso il profeta Isaia 9,5 diedi la seguente profezia che si riferisce alla nascita dell’incarnazione di Dio in Gesù: «Un Fanciullo ci è nato, un Figlio ci è stato donato, e il dominio sarà sulle Sue spalle e il Suo nome è Magnifico, Consigliere, Forza, Eroe, Padre eterno, Principe della Pace». Questi nomi sono le denominazioni di Dio nella loro pienezza delle forze come segue:

I ) Il primo nome del Fanciullo primogenito Gesù è ‘il Padre dall’eternità’, con ciò è fornita la conferma che nel Messia, Dio Padre stesso entrerà nella carne.

II ) Ma con ciò c’è anche titolato il secondo nome ‘Magnifico’, perché Dio è magnifico come Creatore del mondo, poiché questa è la Sua particolare proprietà, che nessuno Lo può imitare autonomamente, né si potrà mai imitare, perché nessuno è come lo Spirito di Dio, come Spirito etereo dell’Universo che è rappresentato ovunque in tutto il mondo sotto il semplice nome di aria eterica, ed è operante come tale nella sua divina Onnipotenza attraverso il magnetismo e l’elettricità, poiché in questi due si trovano l’Amore e la Sapienza divina, velati ai vostri occhi.

7. Che, di fatto, il magnifico Creatore del mondo fossi Io, Gesù Cristo stesso, ve lo dice Pietro nella “Lettera agli Ebrei” 1,2 e Paolo nella “Lettera ai Colossesi” 1,13-17.

8. La Creazione del mondo è sorta attraverso l’Onnipotenza di Dio che è lo Spirito Santo, e nel Quale il Padre e il Figlio, ovvero l’Amore e la Sapienza sono compresi in Dio. Questo ve lo insegna l’argomentazione che tratta e spiega la Mia Divinità in Cristo.

9. Non si deve comunque pensare che Pietro e Paolo, nella loro grande predilezione per Cristo, Mi abbiano rappresentato per questo come il Creatore del mondo. No! Non era insicurezza, bensì il suggerimento dello Spirito Santo che ordinò a questi due grandi apostoli[115] di scrivere ciò che hanno scritto, poiché in effetti, nel libro della Genesi trovate il nome “Elohim”[116] che è lo Spirito Santo in Dio, e che sono appunto Io, Cristo, chiamato da Mosè, il Creatore del mondo.

III ) Il terzo nome del Fanciullo è ‘Consiglio’ dell’eterno Dio Padre, quindi nessun altro che la Sapienza divina che ha ideato i colori, l’assimilazione[117], le forme e le specie nella grande Creazione.

IV ) Il quarto nome del Fanciullo è ‘Potenza di Dio’, la stessa cosa dice anche Paolo ai 1° Corinzi 1,24, la Potenza di Dio è lo Spirito Santo o Elohim secondo Giovanni 14,26, il quale scrive: «Ma il Consolatore (in greco, ‘Paraclito’), lo Spirito Santo che il Padre Mio (in pratica il Mio Amore) vi manderà nel Mio Nome (cioè la Sapienza di Dio), v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che Io vi ho detto». – Il giorno dell’Ascensione al Cielo, Io, Gesù, dissi: «Ed ecco che mando su di voi il Promesso dal Padre Mio (cioè dal Mio Amore). Voi comunque dovete rimanere nella città di Gerusalemme fino a quando non sarete rivestiti di Potenza dall’Alto» [Lc. 24,49], il che fu il battesimo di Pentecoste dello Spirito Santo. Con ciò è ora espresso chiaramente che lo Spirito Santo, attraverso il Quale gli apostoli ottennero i Doni e le Grazie divine, è appunto l’Onniforza ovvero l’Onnipotenza di Dio che procede dal Padre e dal Figlio, come il calore procede dalla fiamma e dalla sua luce.

V ) Il quinto nome dice che Gesù è ‘un Eroe divino’. Sotto questo Nome è da intendere la Mia natura eroica, come del grande Uomo flagellato e rassegnato del Golgota. Qui non vi dovete mettere davanti agli occhi il Figlio dell’Uomo Gesù, ma l’onnipotente Dio, davanti al cui lievissimo cenno tremano le fondamenta della Terra. E vedete, questo Onnipotente Dio, questa suprema Santità – davanti alla Quale, prima della Sua incarnazione, si avvicinavano soltanto i più alti arcangeli della Sapienza e dell’Amore, chiamati cherubini e serafini che, nella loro più profonda umiltà, non potevano contemplare e osservare la divina suprema Santità – nel Giardino del Getsemani si lasciò legare le mani dagli sgherri del Tempio, si lasciò trattare come un’arcicriminale e condurre davanti al tribunale di Caifa.

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32/1 - Il martirio di Gesù

10. Accompagnate Me, Gesù, dopo la scena del giudizio, nel cortile di Caifa. Qui Mi furono bendati gli occhi e gli sgherri cominciarono a sputarMi addosso, a prenderMi a schiaffi violentemente e a darMi colpi sul viso, chiedendoMi, sghignazzando che indovinassi, come fossi un mago, chi Mi aveva fatto questo e quello. Io nondimeno tacqui come un agnello e lasciai passare tutto su di Me.

11. La terza grande scena si svolse nel cortile di Pilato. Legato nudo a un palo, i barbari Mi colpirono crudelmente. Ogni colpo Mi penetrò profondamente nell’interiore del sentimento dell’Anima! Il corpo cominciò a gonfiarsi, il sangue colato rosso cominciò a diventar nero, la pelle qua e là si fece a pezzi e il sangue scorse già a fiumi, in modo che divenni una ferita unica, gonfiato e coperto di sangue. Non soddisfatti della crudeltà diabolica – poiché i soldati romani udirono che ero stato designato re dei giudei – il mondo degli spiriti infernali che s’intratteneva accanto, ispirò il loro odio contro i giudei e li portò alla raccapricciante idea di rafforzare i loro maligni sussurri di incoronarMi con una corona di spine per la derisione del popolo giudaico. Perciò s’intrecciò una corona di spine di rami d’acacia e Mi si mise questa sulla testa. Mi batterono nel capo trenta delle settantadue spine con una canna, e poi Me la posero in mano come fosse uno scettro.

12. Dalle trenta spine appuntite soffrii inconcepibili dolori; tre grandi Mi penetrarono negli orecchi e furono mortali. Ma da Me stesso Mi impedii di morire , perché dovevo gustare e bere fino all’ultima goccia al calice della sofferenza, come fu preannunciato dai profeti Davide, Isaia e Daniele. Questa terribile incoronazione di spine valse comunque molto più per l’inferno che per gli uomini, poiché furono proprio degli spiriti infernali a incitare i barbarici soldati a quell’orribile delitto, e perciò furono nel massimo sgomento quando videro che Io, Gesù, li accettai, affinché la vittoria contro Satana e contro i suoi seguaci fosse combattuta fino all’ultimo e risultassi glorioso come vincitore, perché attraverso gli spiriti celesti fu loro reso chiaro che con ciò era inaugurata la futura fine dell’inferno terreno e spirituale.

13. Io, Gesù, sarei stramazzato dai dolori con questa terribile incoronazione di spine, se non Mi avesse tenuto in piedi la Mia natura divina! – Il sangue dalla testa Mi colava giù da tutte le parti, tanto che, quando Mi scese alla bocca, l’assorbii avidamente per calmare la spaventosa febbre dovuta alle ferite e ai dolori, febbre che voleva consumare il Mio corpo come il fuoco.

14. Dopo che gli sgherri Mi ebbero conficcato in testa la corona di spine con la canna e Mi misero la stessa in mano come scettro regale, Mi costrinsero a stare lì come un re con la corona di spine e lo scettro della vergogna, poi Mi misero ai piedi le Mie vesti, vi s’inginocchiarono e Mi salutarono con una infernale risata sarcastica: “Salute a Te, re dei giudei! Ora non avrai più voglia di recitare il ruolo di re, giacché speriamo che questa sia per Te una lezione sufficiente per capire come noi romani possiamo far fronte a un tale vagabondo quale sei Tu!”

15. Vedete, questa fu per Me – l’Onnipotente Dio, Signore e Re del mondo – la più profonda umiliazione e disprezzo, ma il divino Eroe rimase comunque quieto e tacque nel Suo infinito Amore per la redenzione dei figli, poiché la grandezza dell’onnipresente lotta con il Satan nell’uomo, contro il quale dovetti combattere ed uscirne vittorioso attraverso l’Amore, l’Umiltà e la Pazienza con sforzo sovrumano, fu il grande premio dell’Eroe divino. – Ora salimmo sulla collina del Golgota dove Io, il divino Eroe, dovetti morire per il peccato originale dell’intera umanità. – Ad un tratto, udite le potenti grandi martellate battere sui chiodi spuntati nelle mani e attraverso i piedi messi sulla croce. In inconcepibili dolori udite un ansimare e, nel Cuore, un esclamare le parole di compassione per i tormentatori e crocifissori della Mia persona, per Amore dei figli: «Padre! perdona loro, perché non sanno quello che fanno!». Questo atto è stato il più nobile nella vita di Gesù, poiché soffrire così terribilmente e chiedere ancora perdono per i peccati e crimini di quegli uomini sanguinari e iene nell’aspetto umano, è sovrumano; questo è l’atto di un Dio che è stato il più grande atteggiamento eroico del Divino rassegnato.

16. Erano già quasi le tre del pomeriggio e la Divinità si ritrasse da sotto l’involucro mortale del Mio corpo, e consegnò il corpo alla morte materiale, perciò esclamai a gran voce: «Mio Dio! Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?». – Gli eruditi intellettuali si urtano a queste parole e dicono: “Sì, se Cristo era Dio, perché esclama: “Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai abbandonato! Quale Dio invocava allora?”. – A questo, Io stesso, Gesù, vi rispondo: “Non era un altro Dio fuori di Me che Io invocai, bensì la Divinità in Me[118], lo Spirito-Dio ovvero la Potenza originaria nella Sua pienezza; solo l’involucro del corpo era di sostanza terrena, proprio come quella dei figli degli uomini, e questa doveva essere sottomessa a Me”. Perciò la materia cercò aiuto nel suo abbandono, quando si avvicinò l’ora della morte, e lo Spirito dovette separarsi dal corpo per poter morire, come esempio che ogni uomo terreno deve cercare aiuto solo presso Dio.

17. Sulla croce pregai il Mio Amore nel Cuore di perdonare i peccati dei Miei nemici mortali. E cosa fecero i nemici a quest’Amore? Quando fui sollevato in alto già mezzo morto, allora cominciò di nuovo, come risposta al Mio Amore e Compassione, lo spettacolo infernale dei farisei e del loro popolo del Tempio: “Scendi giù, Figlio di Dio! Scendi, se sei il re dei giudei! Allora crederemo in Te”. – “Egli ha aiutato altri e non può aiutare Se stesso. Adesso lo aiuti Jehova, se ha compiacimento in Lui!”. Vedete, queste furono parole decisive della più profonda derisione che indignarono al massimo il Mio Cuore. Dovetti far ricorso alla Mia ultima forza dell’Umiltà, dell’Amore e della Compassione per sopportare questa derisione, perché se non l’avessi sopportata, allora sarei sceso dalla croce come se non Mi fosse successo nulla, e come potente Dio e Giudice avrei afferrato il mondo nelle sue fondamenta – e con esso l’intera Creazione – e l’avrei mutato in atomi e distrutto. Ma perseverai e suggellai la redenzione dell’umanità dal peccato originale con la Mia morte sulla croce, subendo la morte da Eroe, come Vincitore del Golgota!

18. Alla fine venne la terza ora del pomeriggio, ed Io esclamai la settima e ultima parola sulla croce: «È compiuto!», chinai il capo e morii. Con questo fu suggellata la battaglia eroica del Vincitore del Golgota, e ora una nuova vita dello Spirito doveva iniziare come continuazione dell’eroico lottare per l’esistenza e l’applicazione della vita spirituale iniziata. Il terzo giorno, presto alle ore tre, Io, l’Eroe creduto morto, risuscitai gloriosamente dai morti, e con ciò suggellai la Divinità del Mio Essere, come della Mia Dottrina, per la quale nella vita lasciai i testimoni, Dottrina che le porte dell’inferno non vinceranno e, in effetti, non hanno vinto, sebbene per tutti i secoli della sua esistenza hanno infuriato contro e infuriano ancora oggi!

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VI ) Il sesto nome del neonato Fanciullo significa “Principe della Pace”, cioè della vita spirituale, come Mi rivelai a Pilato: «Io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo» [Gv. 18,36-37].

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32/2 - Sulla venuta di Gesù

19. Nell’anno 724 a.C. Isaia profetizzò che la voce di un predicatore nel deserto (che era la voce di Giovanni il Battista) sarebbe comparso come precursore ed avrebbe predicato al mondo per convertirsi e far penitenza per l’accoglienza dell’Onnipotente Dio Jehova che entrerà nel mondo come Messia; e che i subalterni, governanti e altolocati, devono essere posti in un’unica famiglia umana come fratelli tra di loro, come uomini equiparati nei diritti dinanzi a Dio [Is. 40,3-4].

20. Il profeta Michea profetizzò 719 anni prima che in Betlemme, la città di nascita e patria di Davide, sarebbe nato il Messia, il divino Sovrano dall’eternità che, secondo il profeta Geremia, non è altro che Dio stesso [Michea 5,1]. Perciò Io, Gesù, dissi ai giudei che «Prima che Abramo fosse, Io ero» [Gv. 8,58]. Quindi all’ultima Cena parlò la Sapienza di Dio in Cristo al Suo divino Amore: «Padre, Io sulla Terra Ti ho glorificato; ora, Padre, glorifica anche Tu, Me, con la Magnificenza che avevo già presso di Te, prima che il mondo fosse» [Gv. 17,4-5]. Poiché la Sapienza di Dio, chiamata spiritualmente “Figlio di Dio”, è appunto il Sovrano dall’eternità, Re dei re e Signore dei signori del mondo, che nacque a Betlemme per mezzo della vergine Maria.

21. L’ultima profezia che Dio, Jehova stesso, ovvero il Padre e Creatore del mondo, entrerà nella carne come Messia o Cristo, è per mezzo del profeta Malachia 440 anni prima di Gesù con le parole decisive e chiare: Mal. 3,1-24([119]). E questo Elia, che nel Cielo è chiamato arcangelo Michael[120], era Giovanni Battista.

22. Io, Gesù, dissi ai giudei: «Voi scrutate minuziosamente le Scritture, perché credete di aver per esse la vita eterna; e sono proprio quelle che Mi rendono testimonianza» [Gv. 5,39]. – Un’altra volta dissi: «Se rimarrete con la Mia Dottrina, allora diventerete Miei veri discepoli, poiché riconoscerete la verità, e la verità vi farà liberi» [Gv. 8,31-32].

23. Daniele 4,34 dice che Jehova è l’eterna Verità, come Tale Mi chiamai all’ultima Cena, perciò Io sono Jehova e l’eterna Vita, e quindi come Tale anche Io stesso lo Spirito dell’eterna Verità.

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24. Queste profezie menzionate suonano chiare che Io, Cristo, sono Dio stesso e nessun altro, e che non è mai esistito un altro Dio che Gesù Cristo, anche se il Mio Nome non fu mai nominato prima. Poiché nel Fanciullo Gesù sono riuniti tutti gli attributi della Divinità, perciò è anche dimostrato con evidenza che Dio stesso si è incarnato e rivelato nel Fanciullo Gesù. E in base alle ulteriori dimostrazioni attraverso Davide, Isaia, Michea e Malachia, potete contemplare l’oscurità spirituale degli uomini. Come hanno potuto non badare a tutto questo fino al giorno d’oggi, per comprendere Me, Cristo, in modo giusto come Dio Padre dall’eternità? –

25. Così chiaro parla anche l’apostolo Giovanni, che Dio è divenuto Uomo in Cristo stesso, dicendo «In principio era la Parola, e la Parola era presso Dio e Dio era la Parola, e la Parola è diventata carne in Gesù ed ha dimorato in mezzo a noi».

26. Il senso spirituale di questo versetto è il seguente: la Sapienza era la Parola di Dio, questa Sapienza era Dio stesso, questa Sapienza, tuttavia, è diventata Uomo in Cristo. Perciò la gente diceva: “Dio nel Vecchio Testamento ha governato il mondo attraverso la Sua Sapienza o la Sua Giustizia”. Dopo che la Sapienza in Cristo è passata completamente nell’Amore, come dimostra la scena del Golgota, la Sapienza di Dio, dopo la morte sulla croce, dopo che tutte le Condizioni poste dall’Amore furono adempiute nella Sapienza, questa si è riunificata con l’Amore di Dio in un Essenza dell’Amore che spiritualmente si chiama Padre, e perciò nel Nuovo Testamento l’Amore di Dio che voi chiamate “nostro caro Padre Gesù”, governa il mondo

27. Oltre le dimostrazioni presentate, ci sono ancora le seguenti:

I ) In Giovanni 10,30 Io, Gesù, dissi: «Io e il Padre siamo Uno», così pure nel versetto 12,45: «Chi vede Me, vede il Padre che Mi ha mandato», e all’ultima Cena pure lo stesso nel versetto 14,9, risposi alla semplice domanda di Filippo: «Da tanto tempo cammino insieme a voi e non Mi avete ancora riconosciuto? Filippo! Chi vede Me, vede Dio Padre, come puoi ancora domandare e dire: mostraci il Padre?»

II ) Nella lettera ai Romani, Paolo 9,5 dice: «Cristo è Dio sopra tutto, e in Cristo dimora l’intera pienezza della Divinità in carne ed ossa» [Col. 2,9]. – E più che un’intera pienezza della Divinità non esiste. Perciò Io, Gesù, dissi: «Io sono la porta (per l’eterna vita), chi entra attraverso di Me (riconoscendo Dio Padre), diventerà beato, chi invece entra da qualche altra parte, è un ladro e rapinatore» [Gv. 10,1-9].

III ) Io annunciai l’unità del Mio Io con Dio Padre con le seguenti parole: «Io faccio le Opere del Padre, se non credete che sono Figlio di Dio (secondo l’Anima), allora credete almeno nelle Opere (che solo Dio può operare), affinché voi siate illuminati dall’Alto e ammettiate e crediate che il Padre – come l’Amore in Dio – è in Me e Io – la Sua Sapienza – sono nel Padre». Perciò dissi nell’ultima Cena: «Padre, tutto ciò che è Mio è Tuo e tutto ciò che è Tuo è Mio», poiché la Sapienza di Gesù era la Sapienza di Dio Padre, e l’Amore di Dio Padre era l’Amore di Gesù.

IV ) Anche l’apostolo Giuda al versetto 25 dichiara apertamente: «Al Dio unico, Salvatore nostro per mezzo di Gesù Cristo, sia gloria, maestà, forza e potestà, ora e per tutti i secoli. Amen!»

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32/3 - Sulla Santa Trinità

28. Oggigiorno esistono una quantità di insegnanti religiosi che non riconoscono Me, Gesù, come Dio, ed hanno l’ardire di sostenere che Gesù non ha mai parlato di un Dio personale.

29. Io, Gesù, ero comunque Dio stesso, e lo ero personalmente, come v’insegna la storia della Mia vita. Chi non comprende queste prove che sono qui raccolte, come può allora essere un insegnante di altri? Egli sarà un falso profeta, anche se la sua aspirazione può essere intesa sinceramente. Perciò ognuno deve dapprima appropriarsi egli stesso della Mia vera Dottrina e riconoscerMi da questa; solo allora sarà idoneo ad istruire gli altri.

30. Nella prima lettera di Paolo a Timoteo, Paolo si esalta nel suo amore per Me nell’esclamazione: «A Lui (Gesù), all’eterno Re, all’Imperituro, all’Invisibile, all’unico Dio, siano onore e gloria nell’eternità! Amen!» [1° Tim. 1,17]. Da ciò si scorge che Paolo conosceva precisamente l’Essenza fondamentale di Dio in Cristo, anche se inizialmente talvolta è chiaro che Paolo separava Me, Cristo, da Dio Padre, e Mi considerava solo come Figlio di Dio. Solo nell’ultimo tempo riconobbe precisamente il mistero di Dio in Cristo, come dimostra il modo d’espressione qui sopra, e come anche altri suoi comunicati lo dimostrano inequivocabilmente.

31. Paolo nella prima lettera ai Corinzi 1,24 dice: «Cristo è la Sapienza e la Potenza divina». Ma se Cristo è la divina Sapienza e Potenza ovvero Onnipotenza, allora anche l’Amore divino, che si chiama Padre in Dio, non può essere lontano, perciò all’ultima Cena dissi che Dio Padre dimora in Me e Io stesso sono Dio Padre [Gv. 14,6-9]. Se dunque in Gesù dimorava l’Amore divino come Padre, la divina Sapienza come Figlio e la divina Potenza come Spirito Santo, e formavano un Essenza di Dio, allora è chiaro che al di fuori di Cristo non esisteva e non esisterà nessun altro Dio.

32. L’evangelista Giovanni, che attraverso il suo amore è penetrato più profondamente nel Mistero di Dio in Cristo, afferma chiaramente: «Cristo è il vero Dio e la Vita eterna» [1° Gv. 5,20]. Con queste parole Giovanni escluse ogni falsa interpretazione che, al di fuori di Cristo, possa esistere un altro Dio, un altro Creatore, un altro Cielo che in Gesù Cristo, perché con le parole di cui sopra è detto tutto ciò che avete bisogno di sapere. Infatti, voi dovete cercare solo il vero Dio, Padre vostro, che è la Vita eterna e racchiude in Sé tutti i Cieli.

33. Quindi, in Cristo avete davanti a voi la Santa Trinità di Dio, perché Io, Cristo, il Crocifisso, sono l’unico Dio su tutti i Cieli e su tutto ciò che riempie lo Spazio infinito. Io soltanto sono il Creatore primordiale di tutte le cose, di tutti gli angeli, uomini, animali, piante e di tutta la materia (che racchiude tutto lo spirituale caduto).

34. Io sono il Padre secondo la Mia eterna Essenza d’Amore, l’eterno Figlio della Mia Sapienza, e il solo Spirito Santo secondo la Mia infinita Potenza, Forza e Vigore, perché non è mai esistito un Dio tri-personale! Infatti, né i patriarchi, né i profeti, né gli apostoli sapevano qualcosa di questo. – Solo in Me, Cristo, Dio si è creato un corpo umano contemplabile, nel quale dimora, governa il mondo e Si lascia contemplare dai Suoi figli nella Sua celestiale Magnificenza e Santità, il che procura ai beati le più grandi gioie e godimenti d’amore.

35. Pietro scrisse nella “Lettera agli Ebrei” 13,8: «Gesù Cristo è Lo stesso ieri e oggi e anche nell’eternità». Queste poche parole abbracciano l’eternità di Cristo, perché ieri è il tempo passato, oggi significa l’eterna presenza di Dio, e nell’eternità questa Parola significa l’infinità di Gesù Cristo, esprimendo sempre lo stesso Dio da eternità in eternità, lo stesso Padre degli uomini, lo stesso Creatore e lo stesso Governatore dai giorni dell’eternità, come ho profetato attraverso il profeta Michea.

36. Da questi fatti è dimostrato ed è accertato, come disse Pietro [Atti 4,12] al Consiglio radunato del Tempio: «Non vi è in nessun altro la salvezza. Non esiste, infatti, sotto il Cielo altro Nome dato agli uomini, per mezzo del Quale noi dobbiamo essere salvi, e questo Nome è Gesù Cristo».

 

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Cap. 33

Supplemento al libro “La Santa Trinità”

1. La dottrina della Santa Trinità è contenuta nelle argomentazioni fin qui esposte e anche nel libro “La Santa Trinità”, che è da leggere riguardo all’impossibilità di un Dio tri-personale e indipendente in ogni persona, poiché costituisce una chiara illuminazione a questo non senso di una mostruosa fantasia degli uomini.

2. Il Padre è l’Amore di base e la Potenza di base che mantiene il mondo, poiché il Figlio è soltanto la Sapienza del Padre, e lo Spirito Santo è la Forza di Volontà del Padre che procede dall’Amore e dalla Sapienza, in altre parole ‘dal Padre e dal Figlio’, e opera ciò che l’Amore e la Sapienza hanno deciso di eseguire. I nomi in Dio sono: per l’Amore, Jehova o Padre; – per la Sapienza, il Figlio di Dio, e per la divina Forza di Volontà, la Potenza di Dio, la Potenza dall’Alto, lo Spirito di Dio, Spirito della Santità di Dio, lo Spirito di Verità, Elohim, e nel Nuovo Testamento ‘Spirito Santo’, cioè l’Onnipotenza e la Grazia di Dio.

3. Al concilio di Nicea, nell’anno 325, la Chiesa romana esordì con la novità che esiste una dualità – Padre e Figlio, secondo le malintese parole di Gesù: «Io ed il Padre Siamo Uno» [Gv. 10,30] e: «Chi vede Me, vede Colui (il Padre) che Mi ha mandato» [Gv. 12,45], perciò un Dio in due persone. Nondimeno già allora si parlò della Trinità, solo che a quel tempo non esisteva ancora il chiaro concetto su cosa fosse veramente lo Spirito di Dio.

4. Cinquantasei anni più tardi, ossia nell’anno 381, si tenne il Concilio Ecumenico della Chiesa in Costantinopoli, e da allora la Chiesa romana esordì con la sua nuova scoperta, quella che Dio non è una persona duale, bensì, di fatto, tri-personale, la cui trinità è chiamata Padre, Figlio e Spirito Santo, e sono rigorosamente da separare uno dall’altro; poiché il Padre è il Creatore, il Figlio il Redentore ovvero il Mediatore e lo Spirito Santo l’Illuminatore, il Santo che opera negli uomini. Secondo la confessione di fede di Nicea e di Costantinopoli fu poi scritta la confessione di fede atanasiana[121], da cui derivarono le mostruose devastazioni del Nome divino.

5. La Chiesa luterana insegna la stessa cosa, poiché ha accettato dalla Chiesa romana questa stessa direzione, e così i luterani hanno approvato anche, che senza la fede in tre Persone non si può diventar beati, ma si sarà perduti in eterno. Comunque, né la Chiesa romana, né quella protestante, hanno riflettuto che ancora nessuno ha mai visto Dio in tre Persone, ma soltanto in Una sola, nella quale Io, Gesù, ho camminato! Non è stato detto nel Vecchio Testamento che chiunque vedeva l’angelo di Jehova, oppure per mezzo del quale Jehova si rivelava agli israeliti, doveva morire, e che non si può vedere Jehova e continuare a vivere? Lo Spirito di Jehova si vedeva come una Fiamma di un arbusto ardente, come una Lingua di fuoco a Pentecoste, come una bianca Nuvola di giorno sul Tabernacolo, come una Nuvola di fuoco di notte, e come una Colomba simile alla Nuvola al Battesimo di Cristo nel Giordano. Né Mosè sul Sinai, né qualcun altro ha mai visto lo Spirito di Jehova nella Sua forma assoluta, ma solo parlando attraverso l’aspetto di un angelo. Come si può allora sostenere l’insensatezza che al di fuori di Me, Cristo, esistano ancora due altre Persone, quella del Padre e dello Spirito Santo! Chi le ha viste? Dove sta scritto nelle Sacre Scritture che Dio esiste in tre Persone? Come può un uomo ragionevole, essere obbligato ad abbandonarsi a questa insensatezza, se una buona volta è venuto a conoscere la pura verità? Perciò, non lasciatevi tenere più a lungo nell’oscurità, poiché proprio la fede sarà il vostro giudice nell’aldilà, dal momento che ognuno sarà felice (o infelice) secondo la sua fede, e poiché non esiste nessuna persona trina in Dio-Cristo, non potrete mai vedere Dio, dato che non esiste nessun Dio tri-personale.

6. Io, Cristo, sono la Sapienza divina [1° Cor. 1,24], chiamato, nel linguaggio spirituale “Figlio di Dio”. Io sono la Potenza divina, ovvero lo Spirito Santo, e Dio Padre è in Me; così sta scritto nelle Sacre Scritture. Secondo le rivelazioni dei profeti e apostoli, Io sono Dio stesso e nessun altro, perciò credete alle parole delle Sacre Scritture che Dio espresse attraverso i profeti e gli apostoli, ma non agli uomini erranti dei secoli passati, i quali nella loro tenebra spirituale hanno introdotto l’insensatezza del Dio tri-personale!

7. Le prove di come bisogna intendere la Santa Trinità, sono date nel libro “La Santa Trinità” secondo le annotazioni della Bibbia. Quanto erroneamente è afferrata questa importantissima Dottrina delle dottrine, ve lo dimostra questo: – le esistenti osservazioni fondate sulle prove di milioni di lettori delle Sacre Scritture e di altrettanti milioni di spiriti oscurantisti! – Io, Gesù, vi domando: “È giusto un unico concetto delle vostre supposizioni avute finora?”. No! Nemmeno un solo concetto! È insensatezza tutto ciò che finora avete pensato, creduto, scritto e insegnato su Dio! – Quindi, se la Bibbia stessa vi fornisce tali prove, per quale motivo vorreste ancora aggrapparvi ulteriormente alla vecchia interpretazione auto amata della Bibbia? Leggete il libro e vi convincerete perfino quanto la Bibbia stessa vi giudichi in maniera schiacciante!

8. Io sono il vostro Dio, Creatore, Re e Giudice spirituale, dal Quale dipende la salvezza della vostra anima e, nello stesso tempo, il vostro spirituale Padre e Salvatore, perciò vi ho comunicato di preoccuparvi di conoscerMi, poiché nel contempo sono anche il vostro Spirito, e leggete i libri che vi ho fatto scrivere per il vostro insegnamento e chiarimento, perché una falsa fede, nel Regno degli spiriti vi è d’ostacolo per giungere al godimento della vostra ricompensa.

9. Per l’illuminazione della questione Trinità, si consideri ancora quanto segue che non è citato nel libro indicato:

– Nel libro della Genesi capitolo 1, versetto 27 si legge: «Dio creò l’uomo a Sua immagine e somiglianza». Dio, però, sussiste della Santa Trinità: Padre, Figlio e Spirito Santo, i quali dalla Chiesa sono caratterizzati come tre Persone. Dunque, se fosse esistito un Dio tri-personale, allora Io, come Cristo – poiché Io stesso sono Dio Padre, Figlio e Spirito Santo – sarei venuto nel mondo in triplice persona, giacché appunto, Pietro e Paolo insegnano che Io, Gesù, sono l’immagine di Dio.

10. Ora ci si domanda: “Quale figura dovrebbe avere l’uomo, dal momento che Dio, il Padre primordiale, in realtà, in principio creò Adamo secondo la Sua immagine spirituale, mentre l’aspetto carnale materiale si manifestò dopo la colpa?”[122]

11. Voi uomini siete i figli e progenie di Adamo ed Eva secondo la carne, e poiché ogni padre genera i suoi figli secondo la sua immagine carnale, perciò anche voi tutti siete soltanto uni personali, come una volta lo era il vostro progenitore Adamo.

12. Se dunque la Santa Trinità sussistesse, di fatto, di tre persone, allora ogni uomo dovrebbe esistere come immagine di Dio, secondo Adamo, di tre persone, perciò di tre corpi, tre teste, tre volti, tre nasi, tre bocche, sei occhi, sei orecchi, sei mani e sei piedi. – Ci si domanda: “Quale testa avrebbe da pensare e quale bocca avrebbe il privilegio di parlare? Quale, di mangiare? E se la bocca di un corpo mangiasse, allora le altre due persone o corpi, non morirebbero di fame? Come potrebbero tre mani portare un cucchiaio alla bocca? Come procederebbero in avanti i sei piedi? Come, tre uomini uno accanto all’altro? Oppure, come andrebbero tre uomini uno dietro l’altro? Soprattutto: quale aspetto avrebbe questo mostro di un Dio o uomo tri-personale?”

13. Con l’incarnazione di Dio in Cristo, voi uomini siete un’immagine spirituale e carnale di Dio, poiché siete figli di Dio, ed avete un solo corpo e perciò una sola persona, come Io, Gesù, vostro Padre Celeste, ho camminato visibilmente sulla Terra come una sola Persona, e non una tri-Persona. I Miei discepoli Pietro, Giovanni e Giacomo durante la trasfigurazione sul monte Tabor Mi hanno visto in una forma divina, ma soltanto in una Persona, e non in tre. Da ciò ognuno può comprendere chiaramente la verità sulla Santa Trinità di Dio.

14. Si consideri il fatto che Io, Gesù, vostro Dio e Padre spirituale, con l’incarnazione sono diventato vostro Fratello, perché Uomo, ma in una, e non in tre persone.

15. Per illuminare ancora ulteriormente questa vostra insensatezza religiosa avuta finora, vi rendo attenti sul fatto che la Figura umana era stata predestinata dall’eternità per Me, Gesù Cristo, il Figlio di Dio, perché il Figlio, in pari tempo è l’eterno Dio Padre e Spirito Santo diventato Uomo.

16. Si rifletta ragionevolmente e si troverà che il vero Nome per tre Persone-Dio uguali, è impossibile in altro modo come tre déi, proprio come il nome per tre persone umane sarebbe per tre uomini. Il motivo per cui non lo si nota è perché gli uomini sono già maturati al punto che il Mio verdetto risulta vero in Jehova: «Ecco, la tenebra copre la Terra (che significa gli uomini) e l’oscurità i popoli» [Is. 60,2]. Sulla trinità spirituale dell’uomo come figlio di Dio si rilegga quanto detto nel libro “La Santa Trinità”.

17. Nel Nuovo Testamento incontrate un versetto discutibile che l’evangelista Giovanni annotò, e questo suona così: «Lo Spirito Santo non c’era ancora, poiché Cristo non era ancora trasfigurato, affinché coloro che credevano in Lui Lo ricevessero» [Gv. 7,39].

18. Il senso di quest’annotazione dell’evangelista è il seguente: “Che Io, Dio, non avevo ancora impartito le Grazie del Mio Spirito Santo su coloro che credevano in Me, perché Io, Dio in Gesù, camminavo ancora tra gli uomini, e i Doni e le Grazie del Mio Spirito Santo sarebbero subentrati e apparsi con i differenti miracoli stessi.

19. La trasfigurazione di Cristo, come vi presentano le fonti del Nuovo Testamento, era il grande Amore di Dio per i Suoi figli, così che Io stesso lasciai passare su di Me la più grande umiliazione e sofferenza, per cancellare la colpa del peccato originale attraverso il quale, da Adamo, a tutti gli uomini, quali suoi discendenti spirituali, era chiusa la via che porta al Padre. Attraverso la seguente gloriosa Resurrezione, Ascensione ed effusione dello Spirito Santo a Pentecoste, tutto ciò che esprimono i versetti dell’evangelista è stato messo in opera. –

20. Che lo Spirito della Santità di Dio del Vecchio Testamento sia lo stesso dello Spirito Santo del Nuovo Testamento, e che con ciò Questo fu nominato e descritto come tale già prima dell’incarnazione di Dio in Cristo, lo vedete dai seguenti cinque versetti delle Scritture:

I ) L’evangelista Matteo al cap. 1,18 dice che Maria fu ingravidata dallo Spirito Santo.

II ) Nel sogno a Giuseppe, l’angelo gli dice: «Ciò che è generato in Maria proviene dallo Spirito Santo» [Mt. 1,20].

III ) Lo stesso angelo Gabriel disse a Maria: «Lo Spirito Santo verrà sopra di te e ti coprirà con la sua ombra» [Lc. 1,35].

IV ) Luca 1,41 riferisce che Elisabetta fu riempita di Spirito Santo quando Maria andò a visitarla;

V ) e che Zaccaria fu colmo dello Spirito Santo alla nascita di suo figlio (prima della Nascita di Gesù) [Lc. 1,67].

21. Secondo le Mie nuove Rivelazioni “la Santità di Dio” significa la Sapienza di Dio, e questa sono Io, Gesù, secondo la Mia Anima. Io, Gesù, chiamai il Mio Spirito Santo anche “lo Spirito di Verità” e questo perché Io, Gesù, quale l’incarnato Jehova, ero l’eterna Verità stessa e perciò ero Io stesso lo Spirito della Verità e quindi lo Spirito Santo quale divina Forza e Onnipotenza dell’eterno Padre nell’Universo.

 

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Cap. 34

Un versetto discutibile della Bibbia dalla traduzione della Bibbia di Martin Lutero

(parla Schumi):

In un chiarimento sulla Santa Trinità, a me, Schumi, mi fu fatta l’obiezione sul seguente versetto della Bibbia contro il mio chiarimento basato sulla stessa che non esiste nessun Dio tri-personale, vale a dire questo: «Allora il Signore fece piovere dal cielo fuoco e zolfo su Sodoma e Gomorra, proveniente dal Signore» [Gen. 19,24].

Secondo questo versetto della Bibbia, l’obiettore pensava che esistono comunque due Signori nel Cielo: perché un Signore è solo Signore, il secondo invece è il Signore del Cielo perché fece piovere giù dal cielo fuoco e zolfo. Questa contraddizione esiste tuttavia solo grazie alla falsa traduzione della Bibbia, traducendo Jehova con Signore, cosa che non è giusto, poiché Jehova nell’ebraico antico significa “Dio-Padre”, non “Signore”. Ora si legga lo stesso versetto secondo un’altra traduzione più giusta, la quale suona così:

[Gen. 19,24]: «Allora Jehova fece piovere fuoco e zolfo da Jehova (ovvero da Lui stesso), dal cielo su Sodoma e Gomorra». Poiché non sono mai esistiti due Jehova o due Dio Padre, così è colpevole solo la traduzione inesatta e il collegamento confuso delle parole, tanto che poi si comprende erroneamente la Bibbia, e si sostiene decisamente che esistono più Signori, anche se tutta la Bibbia fornisce le prove contrarie.

Anche i dubbi sui tre angeli presso Abramo, di cui Uno era Jehova, (cosa erano poi gli altri due?) sono superflui, se si tiene presente il fatto che nel Vecchio Testamento Jehova parlava attraverso il corpo di un angelo che portava il nome Jehova e che solo con l’incarnazione di Jehova in Gesù, Dio si creò un corpo umano visibile.

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Zurigo, 21 luglio 1904

 

(il Padre Gesù dà il chiarimento sull’enigmatico Signore che sta tra Jehova e Davide e viene descritto come Signore su Davide).

 

1. Davide dice: «Jehova disse al mio Signore: siediti alla Mia destra, finché porrò i tuoi nemici come sgabello ai tuoi piedi» [Sl. 110,1]. Non tutti comprendono questo versetto, perché è inteso spiritualmente e significa che Io, Gesù Cristo, quale Sapienza in Dio, al Quale è stato dato il dominio del mondo dall’Amore in Dio, Mi ha afferrato nell’Amore come Signore e Giudice dell’umanità, finché tutti gli uomini giungano alla comprensione che Io sono il Padre e il Figlio, e dopo cesserà ogni discordia delle differenti opinioni religiose su di Me.

 

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Cap. 35

Jehova come Gesù Cristo

Il Padre Gesù fa mettere insieme, tramite Franz Schumi, quei versetti biblici che Lo annunciano anticipatamente, che Egli, come Jehova Zebaoth, è appunto il Salvatore, il Redentore, il Guaritore, il Re (ovvero Cristo), l’Emmanuel e Dio e Creatore dell’Universo, e che al di fuori di Lui, Gesù Cristo, non esiste nessun Dio e nessun Salvatore.

Zurigo, 16 – 20 maggio 1904

1. Il senso delle parole di Mosè che scrisse sulla caduta nel peccato, è il seguente:

I ) Gen. 3,15: «Io, Eloim, manderò un Salvatore che ti libererà dal peccato commesso».

II ) Isaia 59,20: dice: «Verrà a Sion il Salvatore (o Redentore) per coloro che in Giacobbe (o in Israele), si distoglieranno dal peccato, dice Jehova».

III ) Isaia invoca Dio e dice [64,7]: «Jehova! Tu sei nostro Padre, noi siamo argilla, Tu sei il nostro Vasaio (ovvero Creatore), e noi tutti siamo Opera delle Tue mani, (quindi figli di Dio)».

IV ) Isaia 43,14-15: «Così parla Jehova, il vostro Redentore, il Santo in Israele: – Io sono Jehova, il vostro Santo, il Creatore d’Israele, il vostro Re».

V ) Isaia 44,24: «Così parla Jehova, il tuo Redentore e il tuo Vasaio fin dal ventre materno: “Io sono Jehova che ha creato tutto, che da solo ha disteso il Cielo ed ha fondato la Terra”».

VI ) Salmo 19,15: Davide disse: «… Jehova, mia Roccia e mio Redentore».

VII ) Isaia 54,5: «Tu, (anima mia!) Colui che ti creò è tuo Sposo, Jehova Zebaoth è il Suo Nome ed è il tuo Redentore, il Santo in Israele; Egli è chiamato Dio su tutta la Terra».

VIII ) Geremia 50,34: «Potente è il loro Redentore, Zebaoth è il Suo Nome».

IX ) Isaia 44,6: «Così parla Jehova, il Re d’Israele e il suo Redentore, Jehova Zebaoth: “Io sono il Primo e l’Ultimo, e fuori di Me non c’è nessun Dio”».

X ) Salmo 130,7-8: «Spera in Jehova, o Israele, perché presso Jehova c’è Compassione e potente Redenzione. Egli libererà Israele da tutti i suoi misfatti».

XI ) Salmo 78,35: «Si ricordarono che Jehova era la loro Roccia, e Dio altissimo il loro Redentore».

XII ) Isaia 54,8: «Solo per breve tempo (Israele) ti ho abbandonato, ma voglio aver Pietà di te con eterna Grazia; così parla Jehova il tuo Redentore».

XIII ) Isaia 49,7: «Così parla Jehova, il Redentore d’Israele, il suo Santo: i re vedranno e si leveranno, e i principi si prostreranno a Jehova, perché Egli è fedele come Santo d’Israele che ti ha eletto».

XIV ) Isaia 48,17: «Così dice Jehova, il tuo Redentore, il Santo in Israele, Io sono il Signore Dio tuo che ti insegna ciò che è utile e ti guida sulla via che percorri».

XV ) Isaia 47,4: «Il nostro Redentore è Jehova Zebaoth, il Santo d’Israele che dice: …».

XVI ) Isaia 41,14: «Io ti aiuto, dice Jehova; e il tuo Redentore è il Santo d’Israele».

XVII ) Isaia 45,11 e 15: «Così parla Jehova, il Santo in Israele e suo Creatore». – «In verità, Tu sei un Dio nascosto, Tu, Dio d’Israele, Salvatore».

XVIII ) 2° Samuele 22,2-3: Davide disse: «Jehova è la mia Roccia, il mio Rifugio e il mio Salvatore. Dio è la Roccia sulla quale io confido, Egli è lo Scudo e il Corno della mia salvezza. Tu sei la mia difesa, il mio rifugio e il mio Salvatore che mi liberi dal misfatto».

XIX ) Isaia 60,16: «Tu devi sapere che Io sono Jehova, tuo Salvatore e tuo Redentore, il Potente in Giacobbe».

XX ) Isaia 49,26: «Ogni carne deve sapere che Io sono Jehova, tuo Salvatore e tuo Redentore, il Potente in Giacobbe».

XXI ) Isaia 43,1 e 3: «Così dice Jehova che ti ha creato, o Giacobbe, ed ho formato te, Israele: “Non temere, poiché ti ho salvato, Io ti chiamo col tuo nome, tu sei Mio, poiché Io sono Jehova, tuo Dio, il Santo in Israele, il tuo Salvatore”».

XXII ) Isaia 43,11: «Io sono Jehova, e fuori di Me non c’è nessun Salvatore (o Redentore)».

XXIII ) Isaia 45,21: «Io, Jehova, ho fatto tutto, e non c’è altro Dio fuori di Me; Io sono un Dio giusto e Salvatore e non c’è nessun altro fuori di Me».

XXIV ) Osea 13,4: «Io sono Jehova, tuo Dio, e non devi riconoscere nessun altro Dio che Me, e non esiste nessun altro Salvatore che Me».

XXV ) Isaia 45,21-22: «Io, Jehova, sono un Dio giusto e Salvatore, e fuori di Me non c’è nessun altro Dio e nessun altro Salvatore. Rivolgetevi a Me, e sarete salvi voi tutti dalle estremità della Terra, perché Io sono Dio e non ce n’è nessun altro».

XXVI ) Isaia 45,14-15: «Jehova dice ad Israele: “Essi ti diranno: presso di te c’è Dio, e al di fuori di Lui non c’è nessun altro Dio”. In verità, Tu sei un Dio nascosto d’Israele, suo Salvatore».

XXVII ) Malachia 3,1 / 3,23: «Ecco, Io (Jehova) voglio mandare il Mio angelo (Elia-Giovanni) che dovrà preparare la via dinanzi a Me. E verrà al Suo Tempio (spirituale) il Signore Zebaoth che voi aspettate ed è il messaggero di Dio (come Messia) del Patto, messaggero che voi bramate; ecco, Egli viene, Egli viene! Dice Jehova Zebaoth».

XXVIII ) Michea 5,1: «E tu, Betlemme di Efrata! In verità sei piccola (come luogo) tra le stirpi di Giuda, ma da te Mi uscirà Colui che dovrà regnare su Israele. Le Sue origini son dall’inizio dei giorni antichi».

XXIX ) Isaia 7,14: «Il Signore stesso darà alla casa di Davide e d’Israele un segno: ecco, la vergine sarà gravida e partorirà un figlio, e Lo chiamerà Emmanuel che significa “Dio con noi”».

XXX ) Sofonia 3,16-17: «In quel giorno si dirà a Gerusalemme e a Sion: Jehova, il tuo Dio è presso di te, Egli è un potente Salvatore».

XXXI ) Zaccaria 12,1 e 10: «Le profezie di Jehova su Israele: così dice Jehova che ha disteso i cieli, fondato la Terra e formato l’Odem (ovvero spirito di Dio) nell’intimo dell’uomo. – Sulla casa di Davide e su Gerusalemme Io effonderò lo Spirito (Santo) della Grazia e dell’adorazione; e guarderanno a Me (Jehova), a Colui che essi hanno trafitto, e si affliggeranno per Me come si affliggono per un unico figliuolo, e si tormenteranno per lui come ci si tormenta per il primogenito».

XXXII ) Luca 1,46-47: «Allora Maria disse: “L’anima mia glorifica il Signore e lo spirito mio esulta in Dio, mio Salvatore!”».

XXXIII ) Luca 2,10-11: «L’angelo disse ai pastori: “Ecco, vi porto una lieta novella che sarà di grande gioia per tutto il popolo, perché oggi, nella città di Davide, vi è nato il Salvatore che è Cristo, il Signore”».

XXXIV ) Giovanni 4,42: «I samaritani dissero alla donna: “Noi stessi abbiamo udito e riconosciuto che Questi è veramente il Cristo (ovvero il Messia) il Salvatore del mondo”».

2. L’evangelista Giovanni vi riporta parecchie Mie espressioni, tra queste, le seguenti, attraverso le quali Io, Gesù, designai Me stesso come Dio-Padre:

I ) Giovanni 10,30: «Io e il Padre siamo Uno».

II ) Giovanni 12,45: «Chi vede Me, vede Colui (Padre) che Mi ha mandato».

III ) Giovanni 14,8-10: «Il discepolo Filippo Mi disse: «Signore, mostraci il Padre, del Quale Tu parli; ed Io gli risposi: già da tanto tempo vado con voi e non Mi avete riconosciuto? Filippo, chi vede Me, vede il Padre, come puoi allora dire: mostraci il Padre? – Non credi che Io (attraverso il Mio Amore) sono nel Padre, e il Padre (attraverso il Suo Amore) è in Me? Gli insegnamenti che Io vi espongo non sono da Me stesso (dalla Sapienza di Dio, ma anche dal Padre come l’Amore in Dio); ma il Padre che dimora in Me è Lui che fa le opere attraverso il Suo Amore (attraverso il Mio Amore per gli uomini)».

IV ) Giovanni 1,1/ 1,14: «Nel principio era la Parola, e la Parola era presso Dio, e Dio era la Parola e la Parola è divenuta carne e dimorò in mezzo a noi e noi abbiamo veduto la Sua divina Magnificenza (alla trasfigurazione sul monte Tabor)».

V ) 1° Cor. 1,24: «Cristo è la divina Sapienza e Potenza».

VI ) 1° Giovanni 5,20: «Cristo è il vero Dio e la Vita eterna».

VII ) Colossesi 2,9: «In Cristo dimora tutta la pienezza della Divinità».

VIII ) Atti 4,12: Pietro disse al Consiglio radunato degli scribi e farisei: «Non vi è Salvezza in nessun altro, e anche nessun altro Nome sotto il Cielo è dato agli uomini, nel quale dovremmo diventare beati, se non Gesù Cristo».

3. Dalle citazioni menzionate risulta evidente che Jehova, quale Padre, ovvero l’Amore in Dio, portava tutti i titoli e dignità che, attraverso le profezie andate in adempimento, Io, Gesù, quale personificata Sapienza dell’Amore di Dio, chiamato spiritualmente Padre; poiché Io, Gesù, sono chiamato “Redentore”, “Salvatore”, “Re”, “Dio Padre” che, nell’ebraico antico, significa “Jehova”. Quindi anche “Roccia” in molti versetti della Bibbia, perché Roccia è chiamata la Verità, e la Verità, Dio (Dan. 4,34); poiché lo Spirito della Verità, come rivelano i menzionati versetti dell’Evangelo di Giovanni, ero appunto Io, Cristo, perché Dio stesso. Quindi Jehova nelle citazioni menzionate è chiamato il Creatore d’Israele, e Giovanni, Pietro e Paolo vi affermano che Dio, attraverso la Sua Sapienza (che Lui chiama spiritualmente “Figlio” o “Parola di Dio”), ha creato il mondo e tutto ciò che vi esiste.

4. Che Io, Gesù Cristo, abbia creato il mondo, lo dice anche Mosè, perché egli dice: «In principio Elohim creò il Cielo e la Terra». – Nell’ebraico antico, sotto Elohim s’intendeva che era stata la Potenza di Dio a creare, e la Potenza di Dio, secondo Paolo [1° Cor. 1,24], è chiamata “Cristo”. Questa Potenza compare ora, secondo i fatti delle Sacre Scritture, come lo Spirito Santo, e lo Spirito Santo è l’Esecutore dell’Amore, della Sapienza e dell’Onnipotenza di Dio.

5. Swendenborg, il chiaroveggente più importante del 18° secolo nella storia della Creazione, annota che nel vero Cielo, dove vengono i figli di Dio, non si conosce nessun altro Dio che Me, Gesù Cristo.

 

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Cap. 36

Lo Spirito Gesù Cristo come Spirito di Dio nell’uomo

1. Che lo Spirito di Cristo dimori in voi, lo testimonia un versetto di Paolo [Gal. 4,6] che suona così: «Poiché voi siete figli di Dio, Dio mandò lo Spirito del Figlio Suo nel vostro cuore, il quale esclama: Abba, Padre caro!».

2. Nella lettera ai Romani 8,15-17 Paolo dice la stessa cosa: «Voi non avete ricevuto uno spirito di servitù (da Dio), per ricadere nella paura (della morte della carne nell’adempimento della Volontà di Dio), ma avete ricevuto uno spirito di figliolanza (dell’Amore di Dio), per questo esclamiamo: Abba, Padre caro. Questo Spirito (divino, Gesù) ci dà la convinzione che siamo figli di Dio. Ma se siamo figli, allora siamo anche eredi, eredi di Dio (dei Suoi mondi) e coeredi di Cristo (quando camminiamo nelle Sue orme) attraverso la sofferenza per la Magnificenza del Cielo».

3. Ulteriori prove sulla dimora di Dio in voi le trovate nei seguenti versetti delle Sacre Scritture. Paolo dice: «Chi rigetta la (pura) parola di Dio (come Cristo stesso la espose nei tre anni dei Suoi insegnamenti), non rigetta l’Uomo che la espone, bensì Dio, di Cui possediamo lo Spirito» [Tess. 4,8].

4. Paolo disse agli Efesini in 4,6: «Egli è un solo Dio e un Padre di tutti noi, il Quale è al di sopra di tutti voi e attraverso voi tutti e in voi tutti».

5. Qui fanno parte anche i versetti di Paolo che scrisse ai Corinzi e ai Romani: «Non sapete voi che siete il Tempio di Dio e lo Spirito di Dio dimora in voi? Se qualcuno rovina il Tempio di Dio, Dio rovinerà lui, poiché il Tempio di Dio è santo e voi siete questo Tempio» [1° Cor. 3,16-17].

6. Inoltre: «Non sapete voi che il vostro corpo è un Tempio dello Spirito Santo che dimora in voi, Spirito che avete ricevuto da Dio, e che non appartenete a voi stessi?» [1° Cor. 6,19].

7. – Ai Romani 8,11, Paolo scrisse: «…che lo Spirito di Colui che ha risuscitato (spiritualmente) Gesù Cristo dai morti, renderà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del Suo Spirito che dimora in voi».

8. Nella 2° lettera ai Corinzi 6,16, Paolo, sulla dimora di Dio nell’uomo, dice: «Voi siete un Tempio del Dio vivente, come disse Dio: ‘Voglio dimorare in loro e camminare tra di loro; Io sarò loro Dio, ed essi saranno il Mio popolo’ (se osserveranno i Miei Comandamenti)».

9. Paolo domanda ai suoi seguaci: «Non sapete che Gesù Cristo è in voi?» [2° Cor, 13,5]. – E di se stesso dice: «Cristo vive in me» [Gal. 2,20].

10. Dal momento che Io, Dio, Gesù Cristo stesso, dimoro in voi, allora in voi dimora l’eterna Vita che è il Cielo, è giusto quello che Luca dice sul luogo dove si trova il Cielo. Infatti, non dice che il Cielo è al di sopra delle stelle, bensì: «Il Regno di Dio è dentro di voi» [Lc. 17,21]. Perciò Io, Gesù, dico nei libri dettati da Me stesso: “Io sono da trovare solo nel cuore, perché è là che dimoro”. Infatti, Dio è uno Spirito e dimora nel cuore degli uomini, perciò Io, Gesù, insegnai: «Pregate Dio nello Spirito (del vostro amore nel cuore)» [Gv. 4,24], «…perché è là la silenziosa cameretta dove voglio essere adorato in amore e umiltà» [Mt. 6,6].

11. In verità voi adorate Dio attraverso le opere dell’amore e della misericordia verso il prossimo, cosa che ho spiegato nel libro “La Guida del dr. Martin Lutero nell’aldilà” (accanto al samaritano misericordioso) in cui fornisco i più belli ed eccellenti esempi. Da ciò è evidente che il Mio Spirito divino dimori in ogni uomo, poiché senza di Me, l’uomo non sarebbe uomo, bensì un animale limitato nel pensare, nel creare e nel perfezionarsi, come lo sono gli animali. E poiché lo Spirito di Dio non è nessun altro Spirito che quello dell’uno e trino di Dio Gesù Jehova Zebaoth che rappresenta l’Amore, la Sapienza e l’Onnipotenza come Padre, Figlio e Spirito Santo nella rispondenza spirituale in Dio, è vostro compito rendere vivamente attivo questo Spirito in voi attraverso l’amore, l’umiltà, la pazienza e l’adempimento della Parola divina.

12. I profeti e gli apostoli avevano la Parola interiore. Non crediate tuttavia che i profeti e gli apostoli siano stati uomini diversi di quanto lo siete voi, oh, no! Essi erano uomini di carne come voi e perciò sottoposti a tutte le tentazioni come voi, cosa che Paolo stesso lamenta amaramente, facendo egli il contrario di ciò che avrebbe voluto fare. Pietro disse al miracolo della pesca: «Signore, allontanati da me, perché sono un uomo peccaminoso»; e quindi voi troverete dei grandi peccatori anche tra i profeti, ma essi fecero penitenza ed Io perdonai le loro mancanze ed ebbi nuovamente relazioni con loro».

*

 

(un’osservazione di Schumi):

Quindi anch’io ho dovuto lavorare attraverso il pentimento e un rigoroso adempimento della Volontà divina, per ottenere la Parola profetica interiore, attraverso la quale ricevo dal Padre Gesù le profezie e le parole d’Amore per i Suoi figli. E vedete, questo Padre Gesù dimora completamente in me, così come disse Paolo di se stesso: «…e Questi è Colui che mi detta, quale Gesù Cristo e nessun altro». – Si deve tuttavia distinguere rigorosamente il segno caratteristico del medium di Dio o del Padre, dai medium spiritistici che scrivono, come si distingue l’oro dall’argento, anzi ancora molto di più, talvolta così forte come si distingue l’oro dal piombo.

Considerato che ci troviamo nel tempo del ritorno di Cristo, tutte le fazioni di fede sono accerchiate da un impulso del cercare e indagare la verità, essendo spinti dallo Spirito di Cristo che dimora in ciascuno! – Gli uomini sono comunque così fortemente ottenebrati con le parole della Sacra Scrittura falsamente interpretate, che non conoscono il santo Sole dell’eterna Vita, “Gesù Cristo”, e quando si parla loro della Luce centrale teosofica-cristiana, dicendo che noi tutti abbiamo i nostri insegnamenti direttamente da Cristo, non ci credono ed accusano di eresia noi e Cristo nella Parola dal Suo Amore. Perciò il caro Padre Gesù il 21 maggio 1904 alle 6 del mattino mi ha detto: «Finché non farete conoscere Cristo come Dio Padre tra gli uomini, fino ad allora non succederà che Mi possiate proclamare tra il popolo», vale a dire i nostri libri teosofici-cristiani che sono le nuvole dalle quali Cristo stesso istruisce i Suoi figli, come sta scritto nei profeti Isaia e Geremia: «Saranno tutti ammaestrati da Dio» [Gv. 6,45].

Alla mia domanda su cosa devo fare, il Padre ha risposto: «Distribuisci la prima metà del libro “Cristo e la Bibbia!”. E così è sorta questa piccola, ma, secondo il suo contenuto, importante opera.

 

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Cap. 37

Il perché delle sofferenze di Gesù

Zurigo, 21 luglio 1904

1. La domanda sul perché i giudei hanno crocifisso Me, Cristo, non è chiara a tutti, perciò vi voglio rispondere brevemente:

2. Essi erano il popolo eletto. Io, Jehova, loro Dio, avevo relazioni con loro e li guidavo attraverso i Miei profeti e giudici. Diedi loro quelle profezie che sarei venuto come Messia celeste o Re con grande magnificenza sulla Terra, e li avrei liberati dalle loro catene.

3. Essi erano mondani, quindi uomini di sentimenti materiali e, per questo, afferravano le semplici parole spirituali delle profezie materialmente, e da Me, loro Jehova quale Messia, speravano che li avrei resi liberi dai Romani ed avrei fatto di loro i dominatori del mondo. E poiché questo non si avverò in Me, non Mi riconobbero e pensarono che Io fossi un falso profeta e sobillatore del popolo contro il Tempio e contro i Romani, senza che Io stesso volessi stendere la mano contro i Romani. Perciò Mi afferrarono e Mi crocifissero nella loro cecità e tenebra spirituale. Ed Io permisi che esercitassero su di Me il loro crimine, per mezzo del quale poi il peccato originale[123] di Adamo e di tutti gli uomini da lui provenienti fosse cancellato sulla croce mediante il Mio Amore, affinché i figli potessero giungere di nuovo al loro Padre spirituale, dal Quale furono separati da questo peccato originale, con la Mia morte sulla croce, poiché tramite questa ho cancellato il loro passato peccato ed ho reso libera la via che conduce a Me.

*

4. Si domanderà incuriositi: “Sì, ma quale fu veramente la causa che proprio Dio dovesse soffrire per i peccati degli uomini?”. – Vedete, la causa della Mia sofferenza per il peccato originale fu la seguente:

5. Quando Io, Dio, creai Adamo ed Eva, (per dare l’opportunità all’umanità di poter rientrare nella Patria di Luce), diedi loro un severo divieto verso l’impudicizia, ma la forza di resistenza dei vostri progenitori fu debole, e caddero. Non appena il peccato fu commesso, la Sapienza, che è la Santità in Dio, si accese nel fervore e pose la condizione che, come in Adamo, tutti gli uomini discendenti da lui e dopo di lui avrebbero commesso insieme i peccati spiritualmente, poiché l’intera umanità, discendendo dallo spirito animico dei progenitori, anche loro, ognuno per se stesso, avrebbe dovuto umiliarsi e percorrere la via della croce, della sofferenza e della morte, per riconquistare la figliolanza di Dio perduta con il peccato originale, come Io, Gesù, lo feci più tardi per tutti voi.

6. Le condizioni della Sapienza non piacquero all’Amore in Dio, poiché all’Amore facevano pietà le povere creature, e perciò l’Amore si separò dalla Sapienza e Le disse: “Fallo Tu stessa, poiché Io non sono d’accordo!”[124]. – E poiché alla Sapienza, senza il Suo Amore, tutto era deserto e vuoto, prese su di Sé le condizioni poste da Se stessa e le portò in adempimento, perché ciò che l’Amore o la Sapienza in Dio esprime una volta fermamente, non può più essere annullato, come sono soliti fare gli uomini di debole volontà. Così la Santità di Dio in Gesù riconciliò i Suoi figli con Se stessa, e aprì loro il Superiore, ovvero il Cielo dei figli.

7. Perciò Io, Gesù, riguardo il Mio invio sulla Terra, espressi le seguenti parole: «Dio ha tanto amato il mondo che ha mandato il Suo unigenito Figlio sulla Terra, affinché tutti coloro che credono in Lui non vadano in rovina (spiritualmente), ma ottengano la vita eterna» [Gv. 3,16]. Perciò Giovanni il Battista chiama Me, Gesù: «L’Agnello di Dio che porta i peccati del mondo» (e li toglie - [Gv. 1,29]).

8. Sul perdono dei peccati (del primo Patto attraverso Cristo sulla croce), Davide nel Salmo 3,3-4 dice: «Jehova perdona tutti i tuoi peccati e guarisce tutte le tue infermità. Egli libera la tua vita dalla rovina e t’incorona con Grazia e Misericordia».

9. Prima che Io, Jehova in Cristo, abbia permesso che Mi si potesse catturare e uccidere, secondo la carne, per il peccato originale, ci sono stati talvolta dei tentativi per lapidarMi (nel Tempio di Gerusalemme e nella sinagoga a Nazareth), o altrimenti, catturarMi [Lc. 13,32]; ma il tempo non era ancora maturo per questo, come lo riferisce il Salmo 21,12: «Essi pensavano di farti del male, e facevano complotti che non potevano eseguire»

10. Ai farisei che dicevano: «Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non saremmo stati loro complici nel versare il sangue dei profeti», Io li rinfacciai: «Ma così testimoniate di voi stessi che siete figli di coloro che uccisero i profeti» [Mt. 23,30-31]. E poiché il popolo ammetteva apertamente: “Questi è il profeta di cui aveva parlato Mosè”, Io, Gesù, feci una lieve allusione a Me stesso, cosa che anche i farisei faranno di Me, esclamando loro: «E voi colmate la misura dei vostri padri! – Voi, serpenti e razza di vipere! Come volete sfuggire alla condanna della geenna?» [Mt. 23,33].

11. Dissi ancora: «Io sono venuto a portare un fuoco sulla Terra (tra gli uomini) e quanto desidero che sia già acceso (l’amore per Dio e per il prossimo)! Ma devo prima farMi battezzare col battesimo (di cui profetizzai in anticipo, che questo sarebbe avvenuto nel Mio stesso Sangue, e me ne andai); e quanto Mi sento angustiato, finché non sia compiuto!» [Lc. 12,49-50]. – Il che alludeva ai Miei dolori, dei quali alcuni pensano che Io, Gesù, non sentissi alcun dolore! Come Dio certamente no, ma come Uomo, certamente del tutto; in caso contrario sarebbe stato un inganno davanti agli occhi degli spettatori e una bugia nei confronti di tutti gli uomini.

12. In un’altra occasione Io, Gesù, dissi ai Miei discepoli: «Voi non sapete ciò che chiedete. Potete anche voi bere il calice che Io berrò, e lasciarvi battezzare con il battesimo col quale sarò battezzato Io?» [Mt. 20,22].

13. Pietro affermò che Gesù chiamava fratelli gli uomini, e non se ne vergognava dichiarando: «Voglio annunciare il Tuo Nome, Jehova, ai Miei fratelli, e nel mezzo della comunità dei fedeli cantare lode a Te» [Sl. 22,23]. E un’altra volta: «Voglio confidare in Lui» [Is. 8,17]. – E nuovamente: «Ecco, qui sono Io e i figli che Dio Mi ha dato» [Is. 8,18]. Ora che i figli hanno carne e sangue, Egli ne è stato reso partecipe, affinché con la morte togliesse il potere a colui che aveva il potere della morte, e questi è il demone, e liberasse coloro che, per paura della morte, dovevano essere servitori per tutta la vita (della morte peccaminosa). Perciò Egli doveva essere uguale ai Suoi fratelli, affinché diventasse misericordioso e un fedele sommo Sacerdote dinanzi a Dio, per riconciliare i peccati del popolo (dalla mancanza del primo patto). Poiché per il fatto che Egli stesso ha sofferto ed è stato tentato, può aiutare coloro che sono tentati.

14. Il profeta Zaccaria riferisce oltre 500 anni prima del Mio ingresso in Gerusalemme che Io tenni il 21 marzo dell’anno 33 come Re spirituale dei giudei [Zacc. 9,9], il che fu la causa principale della Mia crocifissione avvenuta il 25 marzo. Lo stesso Zaccaria riferisce che il Messia diventò la Vittima del peccato originale che Jehova con ciò rese nullo [Zacc. 11,10].

15. Alla fine giunse il tempo in cui Io, Gesù, dovevo coronare la Mia missione. La Dottrina era rivelata, ma era ancora da sopportare il più grande Atto d’Amore di Dio per i Suoi figli, vale a dire il giudizio pronunciato da Dio attraverso la sofferenza e la spaventosa morte della crocifissione da compiere su di Lui stesso, e con ciò riaprire la via che porta al Padre, via che il peccato originale aveva sbarrato. L’adempimento di questo grande Atto d’Amore di Dio è comunicato in anticipo attraverso i profeti nelle seguenti profezie: che sarà Giuda di Kariot a tradire e vendere Me, Gesù, agli sgherri, quindi uno che andrà in giro con Me, mangerà il pane con Me e con i Miei discepoli. Questi versetti dai profeti, attraverso i quali Io stesso ho comunicato tutto ciò prima, suonano così:

I ) Nel Salmo 41,9-10 si legge: «Essi hanno deliberato una cattiveria contro di Me: quando Egli giacerà, non dovrà rialzarsi. Anche il Mio amico nel quale confidavo che mangiava il mio pane, ha alzato il calcagno contro di me».

II ) In un altro versetto si legge: Salmo 55,13-15: «Se fosse stato un nemico a volerMi oltraggiare, l’avrei potuto sopportare, e se da Me bussasse uno che Mi odiasse, Mi nasconderei davanti a lui, ma sei tu, Mio compagno, Mio intimo amico e Mio pari[125]. Avevamo insieme dolce familiarità, e alla casa di Dio ce ne andavamo insieme![126] (tutti e tredici)»

III ) Abdia, versetto 7, esprime la profezia a questo tradimento: «Le persone sulle quale hai posto la Tua consolazione, Ti inganneranno e Ti soggiogheranno; mangeranno il Tuo pane e Ti tradiranno». – Versetto 15: «Come hai fatto tu (o Giuda, poiché hai consegnato Uno alla morte) dovrà accadere di nuovo a te; e come hai meritato (uguale per uguale), così dovrà di nuovo venire sulla tua testa».

IV ) Io, Jehova, ancora più chiaramente Mi sono espresso riguardo al tradimento di Giuda ed ho pronunciato il giudizio su colui che si è impiccato nel Salmo 109,16-19: «Piuttosto, non si è ricordato di usare benignità, bensì ha perseguitato un misero e indigente (quale Uomo) che era afflitto nel cuore, per farlo morire. Tanto amò la maledizione, poiché non voleva la benedizione, allora la si allontani da lui!». – Versetto 20: «Questa da Jehova è la ricompensa ai Miei nemici, e a coloro che parlan male verso di Me».

V ) Salmo 71,10-11 menziona l’avvenimento quando avvenne il tradimento, e quando Caifa si consultò con i suoi consiglieri per mettere le mani addosso a Me, Gesù: «I Miei nemici parlano contro di Me, e coloro che attentano all’Anima Mia, complottano l’un l’altro dicendo: Dio Lo ha abbandonato; inseguiteLo, prendeteLo, tanto non c’è chi Lo salva».

VI ) 465 anni prima di Cristo, Zaccaria profetizza che il Messia sarà venduto per 30 monete d’argento, e che questo denaro sarà poi gettato nel Tempio dal traditore, che il Tempio lo usò per comprare il campo insanguinato del vasaio come sepoltura per i forestieri [Zac. 11,12-13].

VII ) Nel Salmo 31 è immortalata la scena fin dall’anno 1043 a.C., quando Caifa, davanti alla domanda di congiura se Io, Gesù, fossi veramente il Figlio di Dio, si consultò con i suoi consiglieri come si sarebbe potuto catturare Me, Gesù, con accuse e condannare a morte [Sl. 31,14].

VIII ) Isaia riferisce 723 anni prima di Cristo (Is. 53,4-7), che il Messia avrebbe sofferto per i peccati del primo patto, vale a dire per il peccato originale.

IX ) Isaia 725 anni prima di Cristo riferisce sulle percosse, ingiurie e sputi nel cortile di Caifa [Is. 50,6].

X ) Isaia profetizza 723 anni prima di Cristo sulla flagellazione di Cristo nel cortile di Pilato [Is. 53,7].

XI ) Isaia 5,7 profetizzò come i giudei avrebbero ricompensato i Miei sforzi d’Amore: «… Egli sperava nel diritto, ed ecco: versamento di sangue (con la flagellazione) nella giustizia; e le grida di accusa (crocifiggiLo!)».

XII ) Davide nel Salmo 42, versetto 10, parla di quella scena quando Io, sotto la pressione dei nemici, percorsi la via da Pilato al Golgota.

XIII ) Io, Jehova, 717 anni prima di Cristo, dissi tramite Isaia: «Io la voglio alzare (la croce), portarla (per voi) e salvarvi (dal grande abisso che esiste tra voi e il Padre a causa del peccato originale). In verità, Io porterò aiuto a Sion e mostrerò ad Israele la Mia Magnificenza» [Is. 46,4 e 46,13].

XIV ) Davide 1043 anni prima di Cristo (Sl. 22,17), e Isaia (Is. 53,5) 718 anni prima di Cristo, riferiscono che al Messia saranno trafitti mani e piedi, e che attraverso queste ferite procurate vi verrà la Salvezza. Che Isaia non abbia copiato dalla notizia di Davide, lo dimostra il contenuto del testo.

XV ) Isaia dice in un altro passo: «Ecco! Io Ti ho segnato nelle due mani (il che significa appunto le ferite nelle due mani)» [Is. 49,16]. – Dice anche: «E se qualcuno Gli domanda: «Che cosa sono queste ferite nelle Tue mani? Allora Egli dirà: così sono stato messo (sulla croce) nella casa di coloro che (ora) Mi amano» [Zc. 13,6], il che indica il ritorno di Cristo. Dell’innalzamento sulla croce oppure la crocifissione di Cristo riferisce il profeta Isaia nell’anno 718 a.C. nel capitolo 52,13 con le seguenti parole: «Ecco, il Mio servitore (come Figlio dell’uomo) prospererà, si eleverà e s’innalzerà molto in alto».

16. Affinché nessuno, la cui Luce spirituale non splende ancora per afferrare le divine rispondenze della Bibbia, incorra nell’idea errata che Io abbia preso arbitrariamente i versetti e li abbia spiegati per essere questo e quello, devo nel contempo farvi sapere che non vi spiego nulla senza una vostra ispirazione superiore. – Anch’Io, Gesù, ho profetizzato in parecchi punti in tutti i quattro Vangeli sulla Mia imminente elevazione sulla croce.

*

17. Sulle false accuse davanti a Ponzio Pilato, come più sopra sono da leggere nell’imputazione del verdetto di morte (vedi cap. 9), e che davanti a Pilato presentarono come denuncia, Io, Jehova, dissi attraverso il profeta Davide nel Salmo 109,2-5: «poiché hanno aperto la loro bocca empia e falsa contro di Me (Jehova) e Mi parlano contro con una lingua falsa. Parlano ostili contro di Me dappertutto, e litigano contro di Me senza motivo. In contraccambio del Mio Amore per loro, loro sono contro di Me. Mi dimostrano male per bene e odio per Amore». – Anche il versetto 24,25: «Le Mie ginocchia tremano per il digiuno, e il Mio corpo è smagrito e scarno; ed Io devo essere il loro scherno. (cosicché) Quando Mi guardano scuotano il capo».

 

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Cap. 38

Numerose profezie bibliche sulla passione di Gesù

 

38/1 – Profezie sulle sette parole dalla croce

1. Alle ore 12 di mezzogiorno echeggiò la Mia prima parola dalla croce nel momento di inconcepibili dolori, quando i chiodi spuntati penetrarono la Mia carne tormentata ed Io, al Mio Amore nel Cuore, sopraffatto dal dolore, implorai compassione per i Miei torturatori: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!». Di questa scena puramente divina riferiscono Davide [Sl. 109/4 e 28] e Isaia [Is. 53,12]. Sulla derisione presso la croce, dice Davide nel 1043 a.C.: «Io però sono un verme, e non un uomo, uno scherno della gente e un disprezzo del popolo; – tutti coloro che Mi vedono Mi deridono, spalancano la bocca e scuotono la testa (dicendo): “Si lamenti da Jehova, Lo salvi Lui, Lo aiuti Lui, se Lui ne ha compiacimento!”» [Sl. 22,7-9].

2. E ora Io, Jehova, tramite il profeta Isaia 37,23-24 sollevai l’accusa e dichiarai loro chiaramente: «Chi hai tu (popolo d’Israele) deriso e diffamato? E contro Chi hai alzato la voce? Contro il Santo (ovvero Dio) d’Israele hai drizzato i tuoi occhi! Con i tuoi servitori hai deriso il Signore!».

3. Il re Davide nel 1043 a.C. profetizza sulla seconda parola dalla croce: «Ho sete», cioè di liberazione dai dolori e dal peccato originale, a cui Mi fu offerto da bere fiele e aceto [Sl. 22,16 e 69,22].

4. 1036 anni prima di Cristo, Davide sulla terza parola dalla croce profetizza: «Mio Dio, Mio Dio, perché Mi hai abbandonato?» [Sl. 22,2].

5. La quarta parola: «Donna, ecco tuo figlio e tu, Giovanni, ecco tua madre».

6. La quinta parola: «In verità ti dico, che oggi stesso sarai con Me in paradiso», queste due furono pure tra le profezie del profeta, ma sono andate perdute.

7. Davide nel 1043 a.C. annotò la sesta parola dalla croce: «Padre, nelle Tue mani raccomando il Mio Spirito, Tu Mi hai liberato, Jehova, Tu Dio fedele» [Sl. 31,6].

8. Isaia profetizzò 718 anni prima di Cristo la settima parola dalla croce [Is. 45,17], che suona così: «È compiuto», attraverso la quale Io liberai Israele, che è “il genere umano”, con un’eterna redenzione dal peccato originale.

*

 

38/2 – Profezie sulla flagellazione

9. La scena dolorosa della flagellazione fino alla morte è in Isaia 63,1-9:

I ) «1 Chi è costui che viene da Edom[127], da Bozra[128] con vesti rossastre? Chi è Costui (Jehova in Gesù), splendido nelle Sue vesti, che incede fiero nella grandezza della sua grande forza (dell’anima)? Sono Io che insegno con Giustizia (Jehova in Gesù), e sono un Maestro per salvare» [Is. 63,1] .

II ) «2 Perché sono rosse le tue vesti, e perché i tuoi abiti sono come quelli di chi pesta l’uva nel frantoio?».

III ) «3 Io ho pigiato nel torchio[129] da solo, e nessuno tra i popoli è stato con Me. Li ho pigiati nella Mia ira (nel fervore d’Amore), e schiacciati (cancellato i peccati) nella Mia collera (zelo per la verità). Perciò il loro sangue (il loro desiderio di tortura) è spruzzato sulle Mie vesti ed ho macchiato tutti i Miei abiti». –

IV ) «4 Poiché Mi son prefisso un giorno della vendetta (della Misericordia); l’anno per redimere i Miei, è venuto».

V ) «5 Mi guardai intorno, e non c’era nessun che Mi prestasse aiuto, e guardai stupito, ma nessuno si unì a Me, ma dovette aiutarMi il Mio braccio (forza dell’Anima), e la Mia ira (il fervore del Mio Amore) Mi sostenne».

VI ) «6 Io li ho calpestati nella Mia ira (li ho liberati dai peccati con il fervore del Mio Amore), e li ho inebriati nel Mio furore (colmati con l’amore per Me) e ho versato il loro sangue sulla Terra (ho estinto i peccati di tortura)».

VII ) (si parla di Davide) «7 Voglio ricordare della Grazia di Jehova (a Davide) e della lode di Jehova in tutto ciò che Egli ha fatto, e la grande benignità alla casa d’Israele che Egli ha mostrato loro secondo la Sua Misericordia e l’abbondante Grazia Sua».

VIII ) «8 Poiché Egli disse: “…veramente essi sono il Mio popolo, figli non menzogneri (stranieri). Perciò Egli (Jehova) era il loro Salvatore in ogni angustia”».

IX ) «9 Chi li ha angosciati (per ciò che ancora seguirà), ha angosciato anche Lui, e l’angelo del Suo volto (l’alito di vita) li ha aiutati, li ha liberati. Nel Suo Amore e nella Sua tolleranza li ha salvati Lui stesso. Egli li accolse (come Suoi figli) nell’Amore, nel quale li portava fin dall’eternità».

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38/3 – Profezie sulla spartizione delle vesti, della lancia e delle gambe

10. Sulla spartizione delle Mie vesti tra i soldati romani e il tirare a sorte la Mia sottoveste lo riferisce Davide nel 1043 a.C. nel Salmo 22,19.

11. Isaia riferisce nel 717 a.C. che Io, Gesù, sarei morto tra due ladroni e sarei stato sepolto nel nuovo sepolcro del “ricco” (Giuseppe di Arimatea) [Is. 53,9].

12. Zaccaria 513 anni prima di Cristo riferisce sul colpo di lancia (Zc. 12,10); nella cui occasione il soldato in questione percepì un inconcepibile dolore: «Essi guarderanno a Me, a Colui che (un giorno) hanno trafitto e si lamenteranno come sull’unico figlio e porteranno amara sofferenza per Lui, come si porta la sofferenza amara per il primogenito».

13. Che a Me, Gesù, non furono spezzate le gambe, come era d’uso per i crocifissi, di questo ne parlò specialmente Davide nel 1043 a.C. nel Salmo 34,21: «Egli (Jehova) Gli serba le gambe, che non ne sia spezzata una».

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38/4 – Profezia sulla Pietra angolare

14. Davide nel 1025 a.C. profetizza che la pietra della fede divina, che i sacerdoti del Tempio, quali edificatori della fede hanno rigettato, è diventata davanti a Jehova la pietra angolare [Sl. 118,22].

15. Circa 300 anni più tardi ovvero nel 723 a.C., Io, Jehova, dissi attraverso Isaia: «Io pongo come fondamento in Sion una pietra, una pietra angolare, preziosa, fondamentale; chi confida in essa, avrà ben costruito» [Is. 28,16].

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38/5 – Profezie sulla vittoria di Gesù quale Cristo

16. Il Salmo 22 dell’anno 1043 a.C. e Isaia al capitolo 53 dell’anno 717 a.C., riferiscono della sofferenza di Cristo e glorificano il Vincitore del Golgota, cui segue il Salmo della vittoria 110, dove il Vincitore sul Satan del mondo, dal giorno della morte del Suo corpo fino al giorno glorioso del ritorno e della Sua assunzione del dominio spirituale del mondo, sarà celebrato e glorificato.

17. Il profeta Isaia parla nel nome dell’uomo: «Jehova, Tu stesso hai salvato amorevolmente la mia anima dalla fossa della rovina; perché hai rigettato dietro di Te tutti i miei peccati» [Is. 38,17].

18. In Gal. 3,13 Paolo dice: «Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, diventando Lui stesso maledizione per noi; perché sta scritto [in Deut. 21-23]: “Maledetto chi pende dal legno”».

19. Né Mosè né Paolo hanno compreso questo versetto, perché se fosse da intendere materialmente, allora Io, Dio in Gesù, sarei un maledetto, un condannato, perché per i vostri peccati fui appeso per Amore per voi! Quale leggerezza – per l’inconcepibile Amore e Misericordia – descriverMi ora come maledetto davanti a Dio, e voi insegnate agli altri questa sconfinata insensatezza! – In verità vi dovete vergognare con il vostro calcare la lettera della Bibbia! – La Parola è da intendere in modo puramente spirituale e significa: separato da Dio è ciascuno che, invece che allo spirituale, pende alla materia morta. In altre parole, al mondano.

20. In un altro passo, Paolo dice ai Romani 10,4: «Termine della Legge, infatti, è Cristo». Questo versetto, “la Legge” che Io emisi sugli uomini, significa: conquistarsi di nuovo il diritto della figliolanza divina attraverso la sofferenze e la morte sulla croce, che mediante il Mio Amore per i figli l’ho abolita Io stesso.

21. Gli scritti dei profeti, al tempo del Mio cammino di vita, erano esistenti ancora in originali, ma andarono perduti solo con l’occupazione e la distruzione di Gerusalemme. Questo fatto mette fuori uso ogni accusa dei Miei avversari di manipolazioni postume di frasi in questi scritti antichi provenienti dalla vita di Gesù. Soprattutto, come avrei potuto raccontare ai due discepoli Cleopha e Barsaba Justus, sulla via che porta ad Emmaus, tutti i versetti provenienti dai profeti, partendo da Mosè fino a Giovanni, sulla Mia sofferenza e morte e sulla Mia resurrezione, e poterMi appellare a questi, se non fossero già stati registrati da molti secoli, anzi, già da oltre mille anni? Perciò gli uomini che pensano in modo logico non si dovrebbero porre tali osservazioni illogiche, poiché le prove dell’esistenza di questi uomini sono fuori dubbio, esistendo ancora prove sepolte che vi metteranno in Luce la verità di questo fatto; poiché Io, Gesù, vostro Dio, ve l’ho detto qui anticipatamente!

22. Tuttavia, per dare ancora una parola di giustificazione per i Miei discepoli che si appellavano proprio a queste antiche profezie dei profeti su di Me, voglio rendervi attenti sul fatto che il Talmud, come libro di storia dei giudei, avrebbe registrato certamente il grande conflitto dei farisei contro gli apostoli e gli evangelisti, se i passi citati dai profeti non ci fossero stati ma inventati dai Miei discepoli e da Paolo. Inoltre, si deve considerare che i giudei dovevano imparare a memoria la Bibbia, come oggigiorno i protestanti. Come avrebbe potuto allora aver luogo il pur minimo inganno e menzogna, senza essere notato subito dai farisei e da tutto il popolo, ed essere attaccati? – Quest’unico fatto che il Talmud non accusa gli apostoli e gli evangelisti di nessuna falsificazione delle antiche Scritture, basta per riconoscere i Miei discepoli come uomini di verità. Anzi, ancora di più, domando: “Come avviene che proprio i giudei ortodossi, che ancora oggi non vogliono saper niente di Me, nel loro Vecchio Testamento, che essi hanno dai giorni del cristianesimo negli scritti in originale, né nell’anno 70 dopo la distruzione di Gerusalemme né più tardi, sanno qualcosa di un inganno nella loro Bibbia?”. Questo fatto è tuttavia chiaro come il Sole, che non si deve parlare di un inganno o menzogna mediante interpolazione o inserimento di profezie non esistenti prima e in così grande quantità, per non essere derisi dai giudei ortodossi stessi.

23. Potrebbe però anche essere fatta un’obiezione al fatto che qualcuno potrebbe sostenere: “La storia di Gesù Cristo nel Nuovo Testamento è un romanzo proveniente dalle profezie sulla venuta del Messia nel Vecchio Testamento, quindi un’invenzione finemente ordita sebbene si basi sulle fonti del Vecchio Testamento, quindi incontestabili o almeno non somiglianti ad un romanzo”.

24. Quest’obiezione si può confutare col fatto che le dimostrazioni incontestabili delle profezie adempiutesi parola per parola, furono date inizialmente già sui paesi d’Egitto, Babilonia, Fenicia e Palestina; d’altra parte si deve prendere in considerazione che un uomo onesto non ritiene Dio, i profeti e gli apostoli per menzogneri e ingannatori di popoli, bensì per essenze della verità, in quanto si tratta della salvezza dell’anima degli uomini.

25. Nel Vecchio e nel Nuovo Testamento non sono stati dati forse insegnamenti che indicano Dio come l’Autore, ed affluirono per la salvezza animica dell’umanità? Solo degli uomini ignoranti, sbadati e di spirito tenebroso negano alle parole della Bibbia del Vecchio e Nuovo Testamento il suo riconoscimento! – Un illuminato dallo Spirito di Dio, mai, perché penetra nelle profondità dei misteri di Dio che si trovano nelle parole della Bibbia, deliziandosi e rallegrandosi nella loro Luce divina.

26. Volete rigettare le Sacre Scritture? Siete liberi di farlo, – ma facendo ciò avete rigettato Me, Jehova in Cristo, e per il vostro inferno non avete bisogno di nient’altro! – Amen!

27. C’è tuttavia ancora un punto aperto, vale a dire: ci sono tali che, semplicemente, negano l’esistenza di Cristo e degli apostoli! – Ora vi domando: “Come poteva sorgere il Nuovo Testamento senza Cristo e senza apostoli? Come poteva svilupparsi una religione completamente nuova sotto il Nome di Cristo e cristianesimo? Chi furono i protagonisti di questa religione che scosse il mondo, che riuscì a mettere in opera qualcosa di così imponente contro gli déi pagani? Da dove provenne questa illuminante convinzione per la verità della nuova Parola, tanto che si presentarono a frotte i seguaci e sopportarono i tormenti più spaventosi tra le torture e perfino con la morte, piuttosto che lasciarsi convincere e distrarre da altro?”

28. Ogni grande idea ha bisogno di sacrificio, quindi anche il cristianesimo è costato circa due milioni di uomini, e dunque è stato proprio lo Spirito della potenza proveniente dal Mio Spirito che infiammava i valorosi combattenti per la verità, e li faceva procedere impavidi alla morte per la fede! – I critici deboli di spirito e sbadati dovrebbero tenere in considerazione che in cima ad ogni grande movimento che scuote il mondo, deve stare qualcuno a motivo del quale il popolo si muova, si sollevi e si infervorisca per la buona causa. Quindi là vi stavo Io, in verità, invisibile all’occhio carnale, – ma in spirito, fortemente operante nei Miei figli, e questo fu il fuoco spirituale che infiammò i coraggiosi combattenti per la verità della fede e fece di loro i protagonisti della causa.

29. Sì, negare si può, davanti a degli uomini stolti. – Dimostrare invece, no, poiché le ipotesi non sono realtà, e il negare una verità senza poter dimostrare che essa non è verità, fa onore soltanto agli stolti, – mai però questo sconcerta gli uomini di serietà, onestà e amore per la verità!

30. Ci furono, infatti, migliaia e migliaia di testimoni oculari in tutta la Palestina che Mi videro personalmente, Mi udirono esporre la Mia Dottrina e videro perfino le Mie meravigliose guarigioni, e alcuni le provarono su se stessi. Io ero l’Uomo più conosciuto, il grande Profeta, il discendente del loro grande e celebre re Davide, un Figlio di Dio, il Messia, sotto il cui Nome si celava la Forza del loro Onnipotente Dio Jehova!

31. Vedete, la Parola di un simile Uomo ha prodotto qualcosa, poiché operava esteriormente, e il Mio Spirito, di Dio, operava interiormente, perciò quest’entusiasmo per la fede, poiché fluiva dalla potenza di Dio, del Mio Spirito, da qui questo coraggio che disprezzò la morte, per battersi per la Verità, poiché la ricompensa era il ritorno in patria del figlio, come Eroe per la causa della Mia Casa. Questo formò, da uomini deboli, delicati giovinetti e giovinette, come anche da adulti ed eroi vegliardi, leoni in fatto di coraggio e forza, tanto da non temere la cosa più spaventosa delle crudeli torture e la morte, bensì capaci di sacrificare pieni di gioia la loro vita per la fede. Quando contemplerete con tali pensieri il movimento cristiano delle origini e la sua rapida diffusione, allora sorgerà la Verità come una Luce dall’Alto che illuminerà tutto il vostro essere, così che penserete come pensa un uomo in cui lo Spirito del Mio Io divino, come Luce centrale di ogni vita, brilla e si irradia alla Verità e all’Amore per Colui che è vostro Dio e Padre, e vi riferirà queste Parole dell’Amore e della Verità. – Amen!

32. Quindi, voi vedete che quasi ogni punto nella storia della sofferenza fu profetizzato in anticipo dai profeti, e questo è per voi una sufficiente dimostrazione che Io, Cristo, ero Dio stesso, poiché non si può riferire qualcosa di simile di nessun uomo al mondo, che la storia della sua vita potesse essere rivelata centinaia e migliaia di anni prima, e in più, in tutti i particolari. La profezia fatta qui su di Me, Gesù, dovrebbe ben far riflettere gli uomini che pensano logicamente, prima di dir qualcosa, per non essere successivamente deferiti per l’inesattezza delle loro accuse; poiché, quanto più grande è la lotta contro Cristo, tanto più grandi dimostrazioni saranno portate nel momento giusto alla luce del giorno contro gli avversari!

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38/6 - Profezia sulla Resurrezione

33. Il re Davide, 1043 anni prima di Cristo, profetizza che Io, Jehova, non avrei lasciato il Mio Amato putrefarsi nella tomba che sul monte Tabor chiamai “il Mio amato Figlio”. In Matteo, Io, Gesù, profetizzai che sarei giaciuto tre giorni nella tomba, e in Marco, in Luca e in Giovanni, che il terzo giorno sarei risorto dalla morte.

34. Dal giorno della Mia resurrezione dai morti il Mio corpo non fu più visibile agli occhi carnali degli uomini, all’infuori di quella volta quando ai Miei discepoli e credenti aprii gli occhi spirituali. Infatti, con la Resurrezione la Mia divina Onnipotenza trasformò il corpo di carne di Cristo nell’involucro spirituale dell’Amore e della Sapienza divina, ovvero del Padre e del Figlio in Dio, dall’ora in poi invisibile. Il cui involucro, di conseguenza, fu occupato dallo Spirito dell’Amore in Dio con la Mia Anima, che è il Figlio, ovvero la Sapienza in Dio, perché tramite la Mia resurrezione, Dio e Creatore del mondo diventato Uomo, rientrò nella Sua divina Essenza primordiale, ma con la differenza che prima di questo, nessuno poteva vedere Dio nello stato assoluto.

35. Da questo momento in poi, invece, Mi lascio contemplare nel Corpo di Cristo dai Miei amati figli, faccia a faccia, il che procura ai prescelti i più grandi godimenti di beatitudine.

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38/7 - Profezie sugli effetti e le conseguenze della comparsa del Messia

36. Il profeta Daniele [Dn. 9,24-27], 543 anni prima di Cristo, profetizza che a causa dell’uccisione del Messia, Gerusalemme sarebbe stata distrutta, e con ciò sarebbe cessato una volta per tutte il giudaico sacrificio cruento di animali e dell’oblazione[130].

37. Isaia disse che attraverso il Messia il Regno di Dio sarebbe stato tolto ai giudei e dato ai pagani, poiché i giudei Lo avrebbero rigettato [Is. 8,3 / 8,10 / 8,14].

38. Lo stesso profeta disse che il Messia sarebbe stato accolto dai pagani [Is. 65,1].

39. Malachia profetizzò che il sacrificio che esisterà nel nuovo Patto sarà solo nell’amore per Dio e per il prossimo [Mal. 1,10-11].

 

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Cap. 39

Dimostrazioni che Gesù Cristo è il Creatore del mondo

1. Il profeta Isaia dice: «È Jehova che dà a tutti la vita e lo spirito della Vita dalla pienezza di Dio».

2. Paolo, negli Atti 17,25 dice la stessa cosa: «È Cristo stesso che dà a tutti vita e respiro per ogni dove».

3. In Matteo 11,27 Io, Gesù, dissi: «Tutte le cose Mi son consegnate dal Padre Mio». Con ciò Io, Gesù, volli dire: “Tutti i mondi, tutte le creature e tutta la Magnificenza celeste è stata consegnata a Me, alla Sapienza, dal Mio Amore, poiché nessuno Mi conosce (come Sapienza divina) che soltanto il Padre, perché sono Figlio Suo, e (Mi conosce) Colui al quale lo voglio rivelare.

4. – Pietro, nella “Lettera agli Ebrei”, 2,7-10 dice: «Jehova, Tu hai lasciato Tuo Figlio essere più basso degli angeli per un breve tempo; poi Lo hai coronato di gloria e onore, Lo hai posto sulle Opere delle Tue mani e Lui ha posto ogni cosa sotto i Suoi piedi». Noi vediamo Gesù attraverso la sofferenza della morte, coronato con Gloria e Onore, dopo che, secondo la clemente intenzione di Dio, è andato alla morte per tutti. Ed è ben giusto, infatti, che Colui per il Quale e dal Quale sono state create tutte le cose, avendo condotto alla gloria molti figli, l’Autore della loro salvezza fosse elevato alla Magnificenza per mezzo delle sofferenze.

5. – [Eb. 1,2-3] Pietro dice: «Dio ha parlato a noi in questi ultimi giorni per mezzo del Figlio che ha costituito Erede di tutte le cose, e per opera del Quale ha anche creato il mondo; Egli, essendo splendore della Sua Magnificenza e l’immagine della Sua Essenza, sostenendo il tutto con la Sua potente Parola, dopo aver compiuto la purificazione dei nostri peccati (della prima alleanza), si è assiso alla destra (come giudice) della Maestà divina nel più alto dei Cieli».

6. – La testimonianza di Paolo nella “Lettera ai Colossesi” 1,15-17: «Gesù Cristo è l’immagine di Dio invisibile, il Primogenito di tutte le creature. – Perché per mezzo di Lui sono state create tutte le cose, quelle nei Cieli e quelle che sono sulla Terra, le visibili e le invisibili, siano essi troni, o dominazioni, sia principati o potestà; tutto è creato per mezzo di Lui e per Lui. Egli è prima di tutte le cose, e tutte sussistono in Lui».

 

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Cap. 40

Gesù come Dio e come Uomo, e la Sua glorificazione e divinizzazione

1. Lo Spirito di Dio è un Mare infiammato dell’Amore divino che rappresenta, ovvero abbraccia, l’intera aria eterica del Cosmo. Questo spirituale Mare infiammato d’Amore è “lo Spirito della Vita nell’Universo”, e secondo la Sua caratteristica dell’Amore è la Forza fondamentale della Creazione, e poiché questa Forza fondamentale è la Caratteristica creante in Dio, essa è chiamata “Padre”, perché tutto ciò che compie un essere libero lo fa dal suo amore per la (buona) causa, che è la volontà dell’amore per la procreazione, per la produzione e per la generazione. Perciò l’Amore in Dio è chiamato spiritualmente “Padre”, perché è la Forza generante, considerato che Padre significa etimologicamente[131] “Generatore”. Io, Gesù, ho chiamato questo Spirito, “Padre Mio” o “Amore Mio”, poiché era la Vita in Me.

2. La Sapienza di Dio è l’Anima di Dio e, nel linguaggio spirituale si chiama “Figlio di Dio”, che altrimenti è chiamato “Parola di Dio”. Questa Parola di Dio come Sapienza di Dio è innata nell’Amore divino, perciò Io, Gesù, Mi chiamo, secondo la Mia Anima, ‘l’innato Figlio di Dio’, perché la Sapienza di Dio è innata ovvero è contenuta nell’Amore di Dio. La Mia Anima, ovvero Gesù, è perciò un efflusso di divini Raggi di Luce provenienti dalla divina Fiamma dell’Amore, chiamata spiritualmente “Padre”. Questi Raggi sono la Sapienza divina, e questa è contenuta nella Forma corporea che lo Spirito si è scelto secondo la Sua Volontà ed era riposta nella Sua stessa immaginazione. Questa immaginazione, come prodotto spirituale, è quindi l’Anima di Gesù che lo Spirito di Dio stesso si creò a Sua disposizione. E questo Spirito diede all’Anima l’intelligenza, affinché costruisse nel ventre materno il corpo materiale precisamente secondo la sua Figura spirituale.

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40/1 - Magnetismo ed elettricità, come Amore e Sapienza

3. Ora vengo alla spiegazione fondamentale in cosa consiste l’Amore e la Sapienza divina.

4. L’Amore di Dio sta nel magnetismo che abbraccia tutti i mondi, il cui magnetismo li rappresenta; perciò gli uomini vengono guariti dalle malattie attraverso l’afflusso del magnetismo, perché l’Amore di Dio è la vita, quindi anche la salute.

5. Il magnetismo, come padre, ovvero come Amore in Dio, come già dimostrato, è la Forza fondamentale della Volontà in Dio tutto creante, ed essa è, allo stesso tempo, la Potenza dominante nell’Universo che l’elettricità, come Anima di Dio, ha posto al di fuori di Sé, e significa la Sapienza e la Forza in Dio. Tuttavia il magnetismo è molto più grande e più potente dell’elettricità, perciò Io, Gesù, come Anima del Padre, dissi: «Il Padre è maggiore di Me», soltanto che finora non sono stato compreso su cosa volessi dire con questo, perché questo è stato pubblicato solo con il libro “La Santa Trinità”. I libri teosofici-cristiani sono stati finora troppo poco riconosciuti, e troppo poco creduti che riferiscano la verità.

6. Poiché il magnetismo e l’elettricità non sono separati in Dio, bensì sono uno nell’altra, perciò nell’ultima Cena dissi che Io sono nel Padre e il Padre è in Me, quindi ero anche con la Mia Sapienza, che quella volta era già passata del tutto nell’Amore, altrimenti non avrei potuto soffrire e morire sulla croce per i peccati del mondo, poiché ero Uno con l’Amore, e l’Amore, ovvero il Padre, era Uno con la Sapienza, passata del tutto nell’Amore [Gv. 10,30]. Così dovete comprendere le Mie divine parole, e allora non esisteranno più contraddizioni con la lettura di tali versetti.

7. Ma come il magnetismo è maggiore dell’elettricità, lo scorgete dal fatto che il magnetismo è il Fuoco fondamentale e la Potenza fondamentale in Dio. Questo Fuoco fondamentale lo scorgete in ogni fuoco nelle apparizioni materiali, tuttavia più fortemente nel fuoco sotterraneo che si rivela attraverso vulcani o montagne eruttanti fuoco, le quali talvolta annunciano agli uomini che non vivono secondo la Mia Volontà, e quindi non sono sicuri un solo minuto della vita, e perciò devono cambiarsi e migliorarsi; solo che la maggior parte degli uomini non crede a ciò che Io qui vi riferisco, perciò brandisco già fortemente e sempre più forte la Mia verga sull’umanità, la quale ossequia soltanto il peccato e non vuol riconoscere che gli avvenimenti mondani, naturali ed elementari, sono la Mia verga, ovvero: il castigo di Dio!

8. Vedete, esistono due Soli: uno spirituale che si chiama Dio, dimorante nella Luce inaccessibile, e un Sole materiale per gli abitanti della Terra. Il Sole materiale riceve dal Sole spirituale fuoco, luce e calore, ed è quindi il rappresentante materiale del Sole spirituale, che sono appunto Io, vostro Dio e Padre. Il fuoco e il calore rappresentano l’Amore, la Luce irradiante rappresenta invece la Sapienza in Dio, perciò Io, Gesù, come Anima di Dio, dissi: «Io sono la Luce del mondo» [Gv. 8,12], come Sapienza e Dottrina di verità, perché proveniente dall’Amore e dalla Sapienza di Dio. Senza il Sole come irradiante dell’Amore e della Sapienza, oppure del magnetismo e dell’elettricità, sulla Terra diventerebbe buio fitto e sarebbe priva di qualsiasi vita e di ogni movimento; quindi tutto il Bene viene dall’Alto, dal vostro, per voi provvidente, Padre Gesù, e da nessun’altra parte!

9. Come detto: la Sapienza di Dio è la Luce spirituale elettrica ed è l’Anima di Dio che in sé è l’infinità dello Spazio eterico. Se già un potente Sole elettrico, come si chiama questa luce di un elettrico globo luminoso, diffonde una così intensa luce bianca-azzurrognola che ci appare come una luce inaccessibile, quanto più forte deve essere allora tutta la Luce dell’Anima di Dio, poiché è l’infinità dello Spazio eterico! – Perciò si dice: «Dio dimora nella Luce inaccessibile», il che è facilmente comprensibile, perché la luce materiale elettrica è essenza della Luce spirituale che si manifesta nel materiale.

10. Questa luce elettrica che si manifesta nel materiale è, allo stesso tempo, una minuscola dimostrazione dell’infinita somma Sapienza di Dio, contro la quale alcuni uomini combattono con il loro spirito tenebroso. Nell’elettricità, infatti, sta la Sapienza e la Potenza di Dio, perciò gli straordinari fulmini e i punti di impatto, quando i maligni spiriti infernali del primo inferno tengono le loro guerre spirituali nelle regioni delle nuvole nei giorni di tempesta, perché le loro anime consistono, come l’Anima divina di Gesù, di elettricità, quindi nel contempo sono forniti di una forza immensa, il che è spiegato precisamente nel libro sulla conduzione di Martin Lutero e Swedenborg nell’aldilà (cap. 50). Di qui provengono anche gli spaventosi terremoti quando gli spiriti della Terra che esistono nell’aria e nell’acqua[132] diventano agitati. Da ciò si vede il Governo della Sapienza di Dio nella natura e nello spirituale, perché il magnetismo come Padre ovvero come Amore in Dio, e l’elettricità come Sapienza e Potenza in Dio, governano il mondo. Perciò si dice che lo Spirito Santo procede dal Padre e dal Figlio, ovvero dall’Amore e dalla Sapienza, perché lo Spirito Santo non è altro che la Potenza esercitante ciò che l’Amore e la Sapienza in Dio hanno deciso di realizzare.

11. Chi riesce a pensare in modo chiaro, comprenderà ora facilmente e anche vedrà, comprenderà e capirà il Padre suo spirituale dappertutto, perché tutto proviene da Dio ed è in Dio, e tutto è Pensiero divino rappresentato nelle differenti apparizioni di ciò che l’uomo vede, ode o, altrimenti, percepisce attraverso i suoi organi sensori. In questi Pensieri visibili è, allo stesso tempo, rappresentato lo Spirito Santo in Dio, perché in esso è all’opera ciò che si denomina come movimento, crescita o altro.

12. Chi ha compreso una buona volta che Dio è lo Spirito dell’aria eterica, ovvero che sono le Forze fondamentali del magnetismo e dell’elettricità che affluiscono attraverso i mondi, che stabiliscono, mantengono e governano tutto questo, può ancora dubitare che Dio è ovunque, anzi, perfino nel più piccolo atomo? Non solo, ma Egli è il cuore, la vita in ogni atomo, e così, salendo fino al più grande Sole-centrale primordiale che orbita nell’Universo! – Senza Dio non esiste nulla da nessuna parte, e non può esistere qualcosa da nessuna parte, perché tutto è in Dio e nulla è al di fuori di Dio.

13. Può, chi non riesce a comprendere questa verità, considerarsi figlio di Dio se in lui non esiste amore, né sapienza né forza magnetica elettrica attraverso il movimento dei pensieri? Qui, naturalmente misurato alla forma umana; – mentre in Dio è smisurato, perché tutto è in scala infinitamente grande.

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40/2 – Il corpo di Gesù era spiritualizzato e Maria non più madre

14. Con l’incarnazione dovevo crearMi un Corpo materiale di carne nel quale ho vissuto per trentatre anni. Dovetti sempre più spiritualizzare questo Corpo con la repressione di tutto il mondano, quindi spiritualizzarlo affinché fossero distrutti tutti i vizi infernali del corpo materiale. Attraverso questa spiritualizzazione sono stato liberato sempre più dall’umano che avevo ricevuto attraverso la madre, in modo che per il tempo dei Miei tre anni d’insegnamento era già stato eliminato da Me tutto l’umano. Adesso ero solo uno Spirito consolidato nel corpo carnale, perciò quella volta la madre Mia corporea non era più madre, poiché avevo già espulso da Me tutto l’umano. Io ero uno Spirito sommo anche carnalmente-corporeo, e quindi non ero più suo Figlio, perché in Me non c’era più nulla proveniente da lei. Se si sa questo, allora si possono anche comprendere le Mie parole e il Mio modo d’agire verso la Mia ex madre, poiché non l’ho più indicata come Mia madre secondo i concetti umani, come lo dimostrano i seguenti versetti della Bibbia:

I ) [Gv. 2,3-4] Alle nozze di Cana in Galilea, Maria Mi disse: «Non hanno più vino», allora Io le risposi: «Donna, che cosa ho a che fare con te? La Mia ora non è ancora venuta (per rivelarMi)».

II ) [Luca 8,20-21] Quando una volta durante il Mio tempo d’insegnamento venni nelle vicinanze di Nazareth e Mi vennero a trovare i figli di Giuseppe con Maria, durante la lezione Mi fu annunciato che Mia madre era venuta con i Miei fratelli per vederMi. Allora risposi agli ascoltatori, stendendo la Mano sui Miei discepoli: «Mia madre e i Miei fratelli sono coloro che ascoltano la Parola di Dio e l’osservano» (questo lo riferiscono anche Mt. 12,46-49 e Mc. 3,31-35).

III ) [Gv. 19,26-27] Al tempo della Mia crocifissione, Maria e il discepolo Giovanni stavano sotto la croce ed Io dissi a Maria: «Donna, ecco tuo figlio»; poi dissi a Giovanni: «Ecco, tua madre». Quindi non ho chiamato più Maria Mia madre, poiché avevo separato da Me tutto l’umano che proveniva da lei. Giovanni osserva a questo: «E da quell’ora egli (Giovanni) la prese con sé». Questa notizia è in verità giusta, solo che Maria non rimase a lungo presso Giovanni, ma ritornò nella casa di Giuseppe (come riportato nel libro “Kundgaben”)[133].

IV ) [Gv. cap. 20] Altrettanto scorgete dalla scena della Resurrezione che Io sono apparso prima a Maria Maddalena, e non a Mia madre Maria.

15. Queste dimostrazioni vi dovrebbero bastare per non mettere più in alto la madre Mia corporea come uno degli spiriti superiori del Mio Cielo, poiché Io stesso già in vita diedi notizia che Maria non stava più in alto di Me, come ogni altro uomo. Bensì la riconosco per la madre Mia corporea, ma assolutamente non per santa, per madre di Dio e per regina del Cielo, cosa che la Chiesa romana ha fatto di lei, perché queste parole, nel senso spirituale, significano come se Io, Dio, avessi ancora un Padre come Dio anziano che, quale Dio, Mi avrebbe generato con Maria; – “santo” significa come qualcosa di simile a Dio, perché nel Regno degli spiriti nessuno è santo che unicamente Io, Gesù; mentre “regina del Cielo” significherebbe che Maria è la moglie o la donna del Dio anziano, che sarebbe Mio Padre. – Tale insegnamento pagano e anticristiano su Dio e su Maria può essere solo un esca per gli ignoranti, ma per Me, Gesù, è un abominio!

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40/3 - L’essenzialità spirituale di Maria

16. Affinché sappiate quale regina del Cielo e madre di Dio è Maria, vi voglio dichiarare la verità dalla Rivelazione di Gesù: Maria è adesso la compagna di un arcangelo. Lei vive con questo giovane nella cerchia di spiriti molto alti che stanno con lei su un gradino della stessa purezza di cuore e amore per Gesù. Infatti, nel Cielo non esistono vergini solitarie e senza compagno, ma ogni vergine, oppure anche una non vergine, riceve un compagno con il quale vive in coniugale castità spirituale, perché uomo e donna formano un solo essere, anche se consistono di due persone[134], perciò Paolo disse: «L’uomo è capo della donna» [Ef. 5,23], e Dio, come parte costitutiva di Adamo, ha preso la donna da lui e la presentò a lui come un suo secondo io, e non creò un nuovo uomo da qualcosa del tutto nuovo.

17. L’insegnamento delle caste vergini celesti, che sono spose di Gesù, dovete afferrarlo così: che lo Spirito di Dio è maschile, le anime degli uomini sono invece tutte femminili, e che in ogni anima c’è uno spirito simile a lui proveniente da Dio, che è suo fratello e il medesimo come Gesù, la cui sposa è ogni anima, perché in ogni anima c‘è una scintilla dello spirito di Dio; questo spirito, infatti, è vita, è amore e nell’uomo è tutto, perché è la sua Guida attraverso le eternità, finché l’uomo diventerà ciò che è Gesù: Dio accanto a Gesù come Dio Padre! Tuttavia, Gesù rimane sempre il Padre ed ha ogni Potere nelle Sue mani, e tutto ciò che un tale Dio, sulla scia di Gesù, vorrà creare in milioni di anni, lo potrà fare soltanto in comunione con la Potenza di Gesù e con la Sua Volontà d’Amore, ma mai dalla propria pienezza di forza[135].

18. Con l’eliminazione di tutto l’umano, Gesù non è comunque nemmeno “Figlio di Davide”, come insegna la seguente scena dai Suoi anni d’insegnamento:

– [Mat. 22,41-46] «Gesù chiese ai farisei e disse: “Che cosa pensate voi di Cristo? Di chi è Figlio?”. Essi Gli risposero: “Cristo è Figlio di Davide”. E Gesù rispose loro: “In qual modo dunque Davide, in spirito, lo chiama Signore, dicendo: ‘Jehova parlò al mio Signore: siedi alla Mia destra, finché io non faccia dei tuoi nemici lo sgabello dei tuoi piedi’, se in tal modo Davide Lo chiama suo Signore? In qual modo è suo Figlio? E nessuno poté replicarGli una parola» (questo sta scritto anche in Marco 12,35-37; Luca 20,41-44; Salmo 110,1).

19. Da ciò è evidente che con l’eliminazione e l’espulsione di tutto l’umano proveniente da Maria, Io, Gesù, avevo espulso anche tutto ciò che proveniva da Davide, poiché da Maria avevo ricevuto soltanto il corpo di carne, ma senza l’ingrediente spirituale dello spirito materno, nel quale sarebbe stato rappresentato anche lo spirito di Davide, poiché altrimenti avrei dovuto incorporare di nuovo lo spirito davidico di Maria oppure conservarlo e divinizzarlo, cosa che però non era fattibile, per il motivo che gli uomini stessi devono divinizzare le loro particelle animiche spirituali avute dai loro antenati.

20. Ma è accaduta una cosa: Io, Gesù, sono spiritualmente il Re Davide stesso, perché Io, Gesù, quale suo Dio e Creatore ed eterno Re, Mi son fatto ingenerare e partorire per e nella sua stirpe, perciò si afferma che il trono del re Davide, confermato in eterno – sussisterà, ma in Me, e non nella persona dell’ex re Davide, su cui verrò a parlare ancora una volta.

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40/4 - Sulla trasfigurazione

21. Che il Mio corpo umano al tempo dei Miei anni d’insegnamento fosse già altamente spiritualizzato, anzi quasi del tutto divinizzato, ve lo testimonia la scena del monte Tabor in presenza dei discepoli Giovanni, Giacomo e Pietro. Lì accadde la trasfigurazione del Mio Io, di quale aspetto spirituale avevo, aprendo ai discepoli la vista spirituale, affinché Mi potessero vedere e contemplare nella Mia divina Magnificenza, di cui gli evangelisti vi riferiscono quanto segue: «Il Suo volto splendeva come il Sole e le Sue vesti erano come la luce, e sentirono una voce dalla nuvola (la cui voce era da Me stesso) che diceva: “Questi è il Mio amato Figlio nel Quale ho il Mio compiacimento”» [Mt. 17,1].

22. Una seconda volta apparsi trasfigurato a Giovanni, quando scrisse l’Apocalisse, splendendo il Mio volto come il Sole [Ap. 1,16].

23. Tuttavia esistono ancora altri momenti nei quali ho parlato della trasfigurazione senza che qualcuno l’abbia notato; così per esempio all’ingresso in Gerusalemme, quando si cominciò a contendere con Me nel Tempio, poiché non Mi lasciai ungere e proclamare a re. Nella Mia tristezza sulle opinioni sbagliate dei macchinatori di re sulla Mia missione terrena, esclamai ad alta voce: «Padre, trasfigura il Tuo Nome! Su cui feci giungere la Voce come dal Cielo, la quale disse: Io L’ho trasfigurato e Lo voglio trasfigurare ancora una volta» [Gv. 12,28].

24. Ci si domanda: “Che cosa e com’era questa trasfigurazione?” – Questa era spirituale, cioè Io ho rifiutato la dignità di re, e con ciò glorificai il Divino. Questa fu la trasfigurazione.

25. La successiva trasfigurazione fu all’ultima Cena, quando Giuda si alzò e andò a tradirMi dal sommo sacerdote Caifa. Allora, quando Guida andò fuori, dissi: «Ora che il Figlio dell’Uomo è glorificato e Dio è glorificato in Lui, anche Dio Lo glorificherà in Se stesso, e lo farà subito» [Gv. 13,31-32]. Il senso di questa trasfigurazione è il seguente: avrei potuto sfuggire alla sofferenza e all’infamia, ma era proprio questa la trasfigurazione, poiché non Mi tirai indietro, bensì offrii Me stesso per i peccati del mondo e Mi recai al monte degli ulivi dove Mi lasciai catturare per attuare la redenzione dal peccato originale. La storia della sofferenza e della morte fu la Mia trasfigurazione principale, e da ciò la completa divinizzazione, poiché soffrii e morii per l’intera umanità.

26. Perciò ai due discepoli sulla via verso Emmaus dissi: «Non doveva soffrire Cristo tutto questo ed entrare nella Sua Magnificenza?» [come Dio – Lc. 24,26]. – Vedete, col trascurare tutto l’umano, con sofferenze ed oltraggi ho divinizzato il corpo umano carnale in 21 anni (vale a dire dai 12 ai 33 anni), a cui ogni uomo normalmente avrà bisogno di quasi innumerevoli anni per seguire Me, Padre suo, affinché riesca a diventar puro in tutto come il cristallo.

27. Che il Mio corpo terreno carnale si sia spiritualizzato completamente attraverso la Mia sofferenza, sta nella dimostrazione che questo si è subito trasformato in Spirito, quando con la resurrezione alle tre del mattino del 27 marzo dell’anno 33([136]), il Mio Spirito divino venne a prendere il corpo carnale e Mi riunii con Lui, e da quell’ora nessun uomo Mi ha più visto, se non quando gli ho aperto gli occhi spirituali. Per questo motivo scomparvi all’istante davanti ai discepoli in Emmaus non appena Mi ebbero riconosciuto, chiudendo loro gli occhi spirituali [Lc. 24,31].

28. Quando poi i due discepoli ritornarono al monte degli ulivi da Lazzaro dove gli altri discepoli si erano nascosti, e ai quali avevano riferito l’avvenimento sulla via verso Emmaus e là, allo spezzare del pane, all’improvviso entrai con le porte chiuse, per cui tutti si spaventarono ritenendoMi in un primo momento uno spirito, allora tolsi loro subito la paura, mostrando le Mie mani e i piedi trafitti, facendo capire che ero proprio Io, e dissi loro: «Toccate e osservateMi, poiché uno spirito non ha carne e ossa come vedete che Io li ho» [Lc. 24,39]. S’intende da sé che dovetti materializzare il Mio corpo spirituale con la divina Forza di Volontà per il tempo che Mi sarei trattenuto presso di loro, ma poiché per la gioia non riuscivano a credere veramente e consideravano questo un inganno dei sensi, dissi: «Avete qualcosa da mangiare?» [Lc. 24,41]. A ciò Mi misero davanti un pezzo di carne arrostita e un po’ di miele. Lo presi e mangiai davanti ai loro occhi.

29. Quindi venni otto giorni dopo a porte chiuse e convinsi l’incredulo Tommaso che, di fatto, ero risorto dai morti. Dopo di che il discepolo esclamò: «Mio Signore e mio Dio!». Con ciò egli dichiarò apertamente che, per propria plenipotenza[137], soltanto Dio può risorgere dai morti [Gv. 20,26-28].

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40/5 - Sull’Ascensione

30.    Della Mia Divinità lo testimonia anche l’Ascensione, allorquando Io, in presenza di 670 uomini ai quali tenni dapprima un discorso perché erano Miei amici e credenti, fui avvolto da una nuvola bianca scesa giù dal firmamento, la quale Mi avvolse e ascesi di nuovo, scomparendo da questa Terra davanti ai loro occhi [Lc. 24,51].

31. Una cosa simile non è ancora mai accaduta sulla Terra e, – davanti a una così grande moltitudine di uomini [1° Cor. 15,6]. Ci si domanda: “Sarebbe potuto accadere questo pubblicamente se, in verità, non fosse accaduto e davanti a una così grande moltitudine di testimoni?”. Certamente no! E vedete, nonostante questo fatto preponderante al quale non si sarebbe creduto se non ci fossero stati dappertutto dei testimoni di questo avvenimento, i differenti falsi profeti hanno davvero il coraggio di sostenere che non è stato vero, oppure lo interpretano in modo che Dio in Cristo sia assolutamente rappresentato come una menzogna. – Vedete, così fa il polo opposto di Dio, polo che si chiama “Satan”, – e chi si smarrisce in sua compagnia, è suo servitore e suo complice, volendoMi sopprimere come Dio. – Presto tuttavia verrà il tempo in cui l’ultimo soppressore di Cristo apprenderà nell’inferno i suoi peccati, mentre il Mio santo Nome sarà sempre più riconosciuto, amato e adorato dappertutto come Dio e Padre degli uomini.

32. Sul Mio rimpatrio con la morte e l’Ascensione profetizzai già all’ultima Cena dicendo ai Miei discepoli: «Io sono proceduto dal Padre e sono venuto nel mondo; ora lascio di nuovo il mondo e vado al Padre» (Gv. 16,28). – Ma non soltanto all’ultima Cena, bensì già prima parlai spesso della Mia separazione da questo mondo e del rimpatrio nella Mia Essenza originaria dell’Amore, ovvero del ritorno al Padre, come lo dimostrano i seguenti rapporti dell’evangelista Giovanni:

I ) «Rimango ancora per un po’ presso di voi, e poi vado da Colui che Mi ha mandato» [Gv. 7,33]. Mi ha mandato nondimeno il Mio Amore per la redenzione del genere umano a causa della separazione del Padre dai figli.

II ) Dopo il discorso in Capernaum sul mangiare la Mia carne e bere il Mio sangue, dissi ai mugugnanti discepoli per renderli riflessivi sulla Mia persona: «Che avverrà dunque, quando vedrete il Figlio dell’Uomo ascendere dov’era prima?» [Gv. 6,62].

III ) Un’altra volta dissi: «Ora nessuno è asceso al Cielo se non Colui che è disceso dal Cielo, vale a dire (Io) il Figlio dell’Uomo (ovvero l’Annunciatore della Parola divina) che (nella Sua Essenza divina) è sempre nel Cielo» [Gv. 3,13].

33. Queste espressioni fatte durante il tempo della Mia vita, confrontate con la Sapienza e con l’Amore contenute nelle Mie parole della Dottrina divina e che annunciano l’eterna Verità, vi mostrano che Io, l’Ineccepibile, perché stando sulla vetta dell’intelletto umano esprimevo assiomi[138], profetizzai certamente anche in queste parole la più alta Verità, anche se oggigiorno, nell’era del tenebroso e falso profetismo, molti uomini non comprendono le Mie parole spirituali, perché portate dal Cielo, e le trascinano nel fango della loro sapienza intellettuale insieme a Cristo, nelle tenebre del loro spirito.

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40/6 - Cristo come immagine di Dio

34. Ora vogliamo ancora parlare sul significato di Cristo come immagine di Dio. Vedete, l’immagine di Dio è lo stesso Essere in senso spirituale, come Dio è il Padre, perciò provveduto con le stesse virtù e caratteristiche come Dio stesso, e che Io, Cristo, fossi questo, ne parlano i seguenti versetti biblici:

I ) «Per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo (che è l’egoismo) ha accecato le menti, affinché non rifulgesse loro lo splendore del Vangelo della gloria del Cristo che è l’immagine di Dio» [2° Cor. 4,4].

II ) Un secondo passo dice: «Coloro che Jehova ha dapprima eletto, chiamato e scelto, li ha pure glorificati per essere simili all’immagine di Suo Figlio, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli» [Rom. 8,29-30]. –

III ) Il terzo passo descrive la maestosità di Cristo tra i figli Suoi che costituiscono il Suo Regno spirituale: «Ringraziate con gioia il Padre che ci ha resi forti, per essere eredi dei beati nella Luce, il Quale ci ha liberati dal potere della tenebra e ci ha trasportato nel regno del Figlio del Suo Amore, dal Quale abbiamo la redenzione attraverso il Suo sangue e la remissione dei peccati (provenienti dal peccato originale); Egli è l’immagine del Dio invisibile, il Primogenito davanti a tutte le creature» [Col. 1,12-15].

IV ) Nel quarto passo viene fatto emergere che attraverso Cristo, poiché Egli è la Sapienza e la Potenza di Dio, furono create tutte le cose, quelle nei Cieli e quelle che sono sulla Terra:  «In questi ultimi tempi Jehova ha parlato anche a noi per mezzo del Figlio, che ha costituito erede su tutte le cose, e per opera del quale ha creato i mondi, poiché Egli è lo splendore della Sua magnificenza (della Luce o Santità di Dio), e l’immagine della Sua Essenza divina» [Ebr. 1,2-3]. Paolo si esprime in maniera ancora più eccelsa nella ‘Lettera ai Colossesi’, dicendo che attraverso Cristo fu creato tutto ciò che è, il che è certamente la dimostrazione più convincente che Io, Gesù Cristo, sono Dio Padre e il Creatore del mondo in una e la stessa Persona.

 

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Cap. 41

Gesù, l’Eterno

Dimostrazione che Gesù Cristo è l’eterna presenza di Dio nell’Universo, era ed eternamente sarà un Signore dei signori e il Re dei re del mondo

1. Che Io, Gesù, non sia temporale, bensì dall’eternità, lo dimostrano parecchi passi delle Sacre Scritture, le quali glorificano Me come l’Eterno, perciò senza inizio né fine. Questo fatto è già dimostrato chiaramente dalle precedenti argomentazioni, perciò qui vi voglio citare soltanto quei passi che confermano ulteriormente il già dimostrato:

I ) Giovanni Battista ha dichiarato di Me: «Questi (cioè il Messia) è Colui che verrà dopo di me, che era prima di me, cui io non son degno di sciogliere neppure i legacci dei calzari» [Gv. 1,27].

II ) «Egli è Colui del Quale ho detto: «Dopo di me verrà un Uomo che è stato prima di me; perché era prima di me» (Giov. 1,30).

III ) Il profeta Michea 5,1 dice di Me: «Tu Betlemme, Efrata[139], che sei piccola tra migliaia (di luoghi in Giudea), ma da te uscirà Colui che dovrà regnare in Israele, la Cui origine è dal tempo passato, dai giorni dell’eternità». Questa chiara profezia vi insegna che Io, Dio stesso, l’eterno Sovrano e Re, sarei nato nella forma umana del Messia in Betlemme, il che avvenne, di fatto, 700 anni più tardi.

IV ) Giovanni 1,1 e 1,14 – Questo evangelista dice che Io, la Parola, ovvero la Sapienza di Dio, ero già in principio in Dio come Sua Sapienza, ‒ e questa Sapienza di Dio prenderà ed ha preso carne in Gesù, poi abitò tra gli uomini e Mi mostrai sul monte Tabor nella divina Magnificenza.

V ) In una disputa che Io ebbi con i giudei nel Tempio, dissi loro: «In verità, in verità, vi dico: prima che Abramo fosse, Io sono» [Gv. 8,58].

VI )– All’ultima Cena dissi: «Io sono proceduto da Dio Padre e di nuovo ritorno a Lui» [Gv. 16,28].

VII ) Proprio nello stesso luogo dissi anche: «E ora, Padre, glorifica Me al Tuo cospetto, con quella magnificenza che Io avevo presso di Te già prima che il mondo fosse» [Gv. 17,5].

VIII ) Nell’Apocalisse sono descritti gli avvenimenti del mondo (che avverranno) al tempo del tenebroso falso profetismo che si abbatterà ai nostri giorni e la cui Vittoria toccherà finalmente a Dio. Le parole suonano così: “Il governo del mondo spetta al nostro Signore e al Suo Cristo (che è il portatore del Padre); Egli regnerà (in Cristo) di eternità in eternità” [Apoc. 11,5].

2. Tali chiare espressioni su di Me v’insegnano abbastanza limpidamente che Io, Gesù Cristo, sono Dio stesso. Vedete, quando ricevete la più piccola notizia di un’esistenza storica su una famosa personalità dal passato finora sconosciuta, allora lo gridate ai quattro venti e credete all’esistenza di questa persona vissuta allora; di Me invece parla un grosso Libro, – le grandissime Sacre Scritture scritte in migliaia e migliaia di versetti, perché ha Me, Gesù Cristo Jehova Zebaoth, come argomento della sua storiografia, e voi in ogni modo non lo credete! – Se si fosse in grado di leggere questo Libro dei misteri di Dio, spiritualmente e celestialmente, non Mi si rinnegherebbe l’esistenza e la verità dei fatti! – Non dimostra chiaramente e apertamente di quale spirito sono figli i Miei denigratori, rinnegatori, trascinatori nel fango, mentitori, bestemmiatori e soppressori?

3. I Miei avversari facciano quello che vogliono: «Io sono l’Alfa e l’Omega, l’Inizio e la Fine; poiché sono Colui che era e che verrà, l’Onnipotente» [Ap. 1,8 e 11]. – Un Signore dei signori e Re dei re del mondo. Le motivazioni sulla Santa Trinità che Io sono il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo in una sola Essenzialità, e sono Io, Gesù stesso, lo si legge nel libro “La Santa Trinità”. Ulteriori motivazioni sulla Mia persona li reca il libro: “Cristo, la Sua venuta e il Suo ritorno”[140]. Oltre questi libri, in tutti i libri teosofici-cristiani si trovano i chiarimenti su di Me e sulla condizione dei Miei figli con Me.

4. In queste presenti dimostrazioni provenienti dai profeti e dalle Mie stesse profezie nelle relazioni con gli evangelisti, è dimostrato che Io, Gesù Cristo, sono stato annunciato in anticipo da tutti i grandi profeti del Vecchio Testamento: come, quando, dove e per quale motivo Io sarei venuto, e queste profezie si sono adempiute tutte letteralmente nella Mia persona, nella persona di “Gesù di Nazareth”. Non vi è una singola profezia che sia stata enunciata come supposizione, dalla quale ciascuno riuscirà a convincersene attraverso le citate fonti dimostrative; piuttosto, ogni profezia è espressa apoditticamente[141], oppure inconfutabilmente dimostrabile, ed è stata anche adempiuta incontestabilmente, cosa di cui ne parlano i fatti tramite le registrazioni storiche citate qui sopra presso i giudei, i cristiani e i pagani dell’Impero Romano.

5. La seconda (dimostrazione), come pagina di chiusura per questa argomentazione, chiarirà dalle profezie del Vecchio e del Nuovo Testamento che sono tutte scaturite da Dio attraverso i profeti e gli apostoli, o furono registrate chi Io, Gesù Cristo, ero veramente secondo la Mia Persona umana, e come si deve interpretare giustamente il linguaggio spirituale delle rispondenze nella Bibbia. Il che può avvenire solo attraverso la diretta Rivelazione di Dio che solo Lui può interpretare, poiché le ha fatte scrivere Lui, e può accadere che ritorna utile per la salvezza, e non per la disgrazia dell’anima.

 

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Cap. 42

Gesù, il Re e Giudice del mondo

1. Molti passi della Bibbia parlano di Me, affermano che Io sono un Re e Giudice degli uomini quali figli Miei. Il Vecchio Testamento deve solo essere letto con calma e riflessività, allora si troverà sempre che in questo parlo Io come Dio e Signore del mondo. A dimostrazione di ciò che è già qui citato e dimostrato, aggiungo ancora i seguenti passi che lo testimoniano:

I ) Isaia 22,22: «Io, Jehova, metterò sulle Sue spalle le chiavi della casa di Davide», cioè voglio far di Lui il Sovrano, il Re del mondo nel senso spirituale, – che penda in Lui ogni Magnificenza della Sua Casa paterna (vale a dire che Lo si consideri come Dio regnante).

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42/1 - Cristo è il Signore del Cielo e della Terra

2. In Giovanni 3,35 Io dissi di Me stesso: «Il Padre ama il Figlio e ha dato a Lui tutto in Suo Potere». Con ciò è detto che Io sono il Signore e Sovrano del mondo, perché il mondo è governato attraverso l’Amore e la Sapienza di Dio che sono in Me.

3. In Matteo 28,18-20 il giorno dell’Ascensione dissi: «A Me è dato ogni Potere nel Cielo e sulla Terra. Perciò andate e insegnate a tutti i popoli (il Mio Evangelo) e battezzateli nel Nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo». Queste parole tuttavia non significano un battesimo dell’acqua, ma sono espressioni spirituali e significano: “Iniziateli nell’Amore del Padre, nella Dottrina del Figlio e nella Potenza di fede dello Spirito Santo; voi, infatti, dovete essere come il Padre vostro nel Cielo, e Questi è l’Amore” [Gv. 4,8-16]. Dovete conoscere la Mia Dottrina, perché vi è stata insegnata per questo, e perciò dovete credere fermamente in essa, perché è vera, e perciò dovete vivere e operare di conseguenza, facendo tutto ciò che vi ho insegnato. Per questo dissi ulteriormente agli apostoli: «E insegnate loro di osservare tutto ciò che Io vi ho raccomandato».

4. Quando i giudei Mi perseguitarono per ucciderMi, dissi loro: «Il Padre non giudica nessuno, ma Egli ha dato ogni Giudizio al Figlio, affinché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che Lo ha mandato. In verità, in verità, vi dico: chi ascolta le Mie parole e crede in Colui che Mi ha mandato avrà la vita eterna, e non viene nel Giudizio, ma passa dalla morte alla Vita» [Gv. 5,22-24]. Ciò significa: l’Amore in Dio non giudica nessuno, ma questo ha dato ogni Giudizio di Sapienza in Dio (che è Cristo), affinché tutti riconoscano Dio in Cristo. Chi quindi non riconosce la Sapienza di Dio, non riconosce neanche l’Amore di Dio che ha mandato la Sua Sapienza nel mondo nel Corpo di Cristo. Chi invece crede in questa Sapienza e vive e opera secondo la Mia Dottrina, diventa figlio Mio e viene da Me nel Cielo, nella Vita dell’Amore e delle gioie.

 

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Cap. 43

L’errata giustificazione davanti a Dio

Il Padre Gesù nelle seguenti argomentazioni spiega che questi dogmi o statuti umani dei pastori protestanti e insegnanti di religione citati qui sotto al n. I-IX sono assolutamente falsi e completamente riprovevoli, perché sono eretici e profetizzano che Egli in tre anni farà scomparire le attuali Sacre Scritture in tutto il mondo, affinché s’impari come ci si deve esprimere e comportarsi verso Dio.

 

Zurigo, dal 20 luglio fino al primo agosto 1904

1. Gli insegnanti di religione protestante affermano: “La Teosofia cristiana fa dipendere la salvezza dell'anima dalla morte, dalle opere della fede, e queste opere dovrebbero essere perfette, anziché fare una distinzione come in questi”:

I ) Si è salvati sul principio di credere nel sacrificio sostitutivo di Gesù, senza le opere.

II ) Poiché il Signore ha compiuto l’opera attraverso la Sua sofferenza e la morte sulla croce per i nostri peccati.

III ) Le opere non sono fondamento, bensì frutto della fede, e come tali vengono ricompensate.

IV ) Chi crede, è giusto, poiché riconosce che, come peccatore merita il castigo e la morte, e ringrazia il Signore Gesù che è morto per lui (sic! sic!) [142].

V ) Il sacrificio di Gesù Cristo non è solo per il peccato originale, ma anche per il peccato attuale commesso volontariamente e per colpa sua.

VI ) Il sangue di Gesù Cristo ci purifica da ogni peccato, non solo perché corrisponde ed esprime l'amore rivelato di Dio,

VII ) ma perché l'anima è contenuta in questo (sic!)

VIII ) Cristo ha versato la sua anima (perciò l’avrebbe sparsa!?) nella morte per noi.

IX ) Il sangue espia attraverso l'anima ivi contenuta.

2. Quando Adamo ed Eva peccarono, Io, Jehova, promisi un Salvatore (nel Messia) che sarebbe venuto da Sion [Is. 59,20].

3. Questa promessa che sarei venuto a causa del peccato originale che Adamo ed Eva, e anche voi, come discendenti dallo spirito di Adamo ed Eva avete commesso, decide già perché Io, Gesù, ho sofferto e sono morto. Ma da nessuna parte sta scritto che il Salvatore (nel Messia) soffrirà anche per i peccati del Nuovo Testamento o del secondo patto. Paolo, e dopo di lui Lutero, hanno commesso quindi un grave errore nella dottrina della giustificazione, che viene ed è radicalmente spiegata ed illuminata nel libro di Lutero. Ma ciò che Paolo ha sbagliato nella “Lettera ai Galati”, lo ha compensato nella “Lettera ai Romani”, come segue:

4. Romani 3,25 Paolo scrive: «Dio ha posto Lui per il sacrificio espiatorio mediante la fede nel Suo sangue, per dare una prova della sua giustizia con l'allentamento delle mancanze passate». Purtroppo la Bibbia luterana in questo versetto è molto più incomprensibile di quella romana. Che il senso della Bibbia romana sia più corretto di quello luterano viene fuori dalla lettera di Pietro agli Ebrei 9,15.

5. Per comprendere il senso del versetto mistico nella lettera ai Romani, lo si legga con le spiegazioni connesse: «Dio (l’Amore) ha destinato Lui (Gesù Cristo) come sacrificio espiatorio (per il peccato originale e per i peccati da esso derivanti fino alla morte sulla crocifissione - secondo le dichiarazioni del Padre Gesù) mediante la fede (che Jehova ha risvegliato in loro attraverso le profezie sulla venuta del Salvatore nel Messia) nel Suo sangue (che spiritualmente significa l'amore di Dio per i Suoi figli), per dare una prova della Sua giustizia (verso i discendenti di Adamo, che nelle incarnazioni successive non sapevano nulla del peccato di una volta che avevano commesso insieme), con l’attenuare le trasgressioni precedenti (attraverso il sacrificio espiatorio sulla croce per la giustificazione del peccato originale)».

6. Già la designazione "attenuare le trasgressioni precedenti" dimostra che si tratta dei peccati del passato, che sono stati commessi prima della morte sulla croce. Questo emerge particolarmente chiaro dalla “Lettera agli Ebrei” che Pietro scrisse da Arimatea nell'anno 48, dove si dice (cap. 9,15):

7. «Cristo perciò è mediatore di un Nuovo Testamento (del Secondo Patto), affinché con la morte che è avvenuta per la redenzione dalle trasgressioni commesse sotto il Primo Testamento, coloro che sono stati chiamati, potessero ricevere la promessa dell'eredità eterna».

8. Questo è chiaramente detto che non sono intesi i peccati del Nuovo Testamento o del secondo patto. Una spiegazione fondamentale di ciò può essere letta nel libro “La conduzione di Lutero e Swedenborg nell’aldilà”, dove è anche illuminata la quintupla carica mediatrice di Cristo. Si tratta della salvezza delle anime dei luterani. Quindi leggete il libro di Lutero, …ma anche i romani impareranno moltissime cose nuove in questo.

9. In Isaia 43,25 sta scritto: «Io, Jehova, cancello le tue trasgressioni per amor Mio, cioè per redimere i Miei figli dal peccato originale, e non ricordare (più) i tuoi peccati (dell'Antico Testamento)».

10. Ho parlato inoltre tramite Isaia 44,22-23: «Io, Jehova, estirperò come una nuvola i tuoi misfatti, e i tuoi peccati come la nebbia. Rivolgiti a me affinché io ti redima. – (Perciò:) voi cieli giubilate, poiché Jehova (il Padre vostro) l'ha fatto, e voi uomini esultate dal profondo della Terra (a causa della grandezza di questo atto)». Si noti il fatto che sono sempre Io, Jehova ovvero Dio Padre che parlo in prima persona che lo faccio e lo farò, invece di dire: “Mio Figlio lo farà”. Io, Gesù, ero Jehova stesso come Luce primordiale di ogni luce, e potenza primordiale di ogni effetto, e la Mia Sapienza infinita, chiamata “Figlio di Dio” nella rispondenza celeste, come anima di Dio Padre, era proprio colei che lo ha reso possibile.

11. L'evangelista Giovanni nella “1° lettera” 1,5-8: «Questo è l'annuncio che abbiamo udito da Lui (Gesù), e vi comunichiamo che Dio è Luce (ovvero puro come cristallo), e in Lui non c'è nessuna tenebra (ovvero peccato). Quando noi diciamo che abbiamo comunione con Lui, e camminiamo nelle tenebre (ovvero nel peccato), mentiamo e non diciamo la verità. Ma se diciamo di essere nella luce (ovvero senza peccati, senza vizi, senza perpetrazione nelle concupiscenze della carne, senza cattiverie né passioni, senza egoismo né amor proprio nel sommo amore per Dio e nel perfetto amore completamente disinteressato per il prossimo, come Dio per l'uomo, o la madre per suo figlio, pieni di umiltà – come Gesù sulla via della passione – pieni di pazienza, pieni di misericordia verso l'amico e il nemico, come Dio che invia amorevolmente il Sole e la pioggia fecondatrice sui peccatori e giusti allo stesso modo, e camminiamo pieni d’amore per la pace, per la più seria castità e purezza, con spirito conciliativo, perdono e altruismo, come Dio è nella Luce, qui descritta spiritualmente) – allora siamo in comunione scambievole (come nel cristianesimo primitivo, dove il mio era tuo e il tuo era mio) e poi il sangue di Gesù ci rende puri da tutti i peccati (che è l'amore disinteressato, quindi il più puro Amore divino di Cristo per noi, figli Suoi, su desiderio del Padre Gesù così precisamente spiegato). Se invece diciamo che non abbiamo peccati (e che Cristo li ha cancellati una volta per sempre anche per noi nel Nuovo Testamento, quelli che commettiamo oggi, con il Suo sangue sparso sulla croce), allora inganniamo e traviamo noi stessi, e la verità non è in noi (bensì è una menzogna ostinata, perché i profeti e gli apostoli hanno insegnato contro questa, come mostrano le prove citate)”.

12. E Giovanni lo spiega ulteriormente e dice nella 1° lettera 2,1-4: «Figli miei, vi scrivo queste cose affinché non pecchiate. E se qualcuno pecca, abbiamo un intercessore presso il Padre, Gesù Cristo, che è giusto. Egli è la riconciliazione per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli del mondo intero. E in questo ci accorgiamo che Lo conosciamo se osserviamo i Suoi comandamenti. Chi dice: io Lo conosco e non osserva i Suoi comandamenti, è bugiardo, e in lui non c'è nessuna verità».

13. Questi quattro versetti vi insegnano che, se peccate, Io sono il vostro intercessore presso il Padre, poiché sono la riconciliazione per i vostri peccati; e allo stesso tempo, se non osservate i Miei comandamenti, siete bugiardi, quindi siete peccatori. Se giudicate questi versetti con un po' di intelletto, vedrete voi stessi che si tratta principalmente che non dovete commettere peccati. Tutto il resto ve lo insegna ora la seguente spiegazione. Paolo disse: «Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai beato» [At. 16,31]. E da questo, la maggior parte deduce che unicamente la fede rende beati!

14. Miei cari figli! Io vi domando: “Non ho forse detto, che non sono venuto per abolire Mosè e i profeti (cioè le leggi), ma per adempierle?”. Se volete diventare Miei figli, allora esaudite anche i Dieci Comandamenti! – Io ho insegnato: «Vegliate e pregate, poiché lo spirito è per vero volonteroso, ma la carne è debole». Non ho mai detto: “Sarete beati solo mediante la fede”, ma per tre anni ho insegnato al popolo cosa doveva fare per diventar beato. Non la fede soltanto, ma la stretta osservanza dei Dieci Comandamenti, gli insegnamenti che vi ho lasciato, secondo i quali dovete vivere e operare, così come il pregare ininterrottamente e l’adempimento del più grande comandamento della legge: «Ama Dio sopra ogni cosa e il tuo prossimo tuo come te stesso»! Questo è ciò che vi rende beati! Per i vostri peccati commessi oggi non ho versato alcuna goccia di sangue, ma solo per i peccati del Vecchio Testamento: per il peccato originale commesso nello spirito di Adamo e per i peccati che ne seguirono fino al tempo della Mia crocifissione. Per questa ragione vi ho insegnato la preghiera del Padrenostro nel Nuovo Testamento, in modo che sappiate di essere peccatori e dovete chiedere e pregare ogni giorno per il perdono dei peccati. Ebbene, state con la fede che vi ho lasciato! – Voi rendete l’esclusiva fede allo stesso Papa infallibile, come i Romani lo confessano, il che non vale nulla se l'uomo non cambia effettivamente nelle sue usanze, costumi e vita. Uno come l'altro è ugualmente inutile dinanzi a Me, vostro Dio.

15. Paolo era uomo, e precisamente un uomo peccaminoso, come ha confessato lui stesso. – Allora, come potete sostenere che Paolo e Lutero erano infallibili, dal momento che compaiono un quantità di contraddizioni nei confronti del Mio insegnamento? Leggete gli estratti dagli scritti di Lutero nel suo libro, al fine di riconoscere il vostro grande errore! Come Dio nel corpo di carne, Io stesso ho negato l'infallibilità dell'uomo dicendo: «Nessuno è buono», cioè infallibile, «se non Dio soltanto». Perciò ripeto: “Leggete la giustificazione davanti a Dio nel libro di Lutero, per sapere che voi stessi dovete espiare i vostri peccati, altrimenti con questo andrete all'inferno senza grazia!”. Ci si richiama alla Mio compito di Mediatore, da voi malinteso, per mezzo del quale si diventa “giusti e beati per grazia” dinanzi a Me [Ef. 2,5]. O voi incirconcisi nel senno e nel vostro cuore! Non vi manca nient'altro che l'assicurazione completamente sviante di Paolo, sul fatto che Io renda giusti gli scellerati per grazia, per formare il vero inferno come vostro presunto Cielo da meretrici, adulteri, ladri, assassini, ingannatori, rapinatori e ogni genere di altra plebaglia infernale associata con voi. Non vi sognate il Cielo, poiché verrà il contrario di ciò che vi aspettate, se non credete a ciò che Io, Gesù, vi dico qui.

16. Chi qui non Mi crede, …Mi dichiara per menzognero; e poi non avete più bisogno di niente per tenere insieme le vostre illusioni fatte da voi stessi da questa eresia, dove poi, ovviamente, se morite nel peccato, sarà inevitabile la profonda oscurità spirituale dell'inferno. – Chi ha orecchi per intendere, intenda, finché c’è ancora tempo.

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43/1 - Le opere dell’amore per il prossimo

17. Che le opere non siano la base, ma solo il frutto della fede e vengono quindi ricompensate, è il perfetto malinteso del Mio insegnamento divino. Non ho forse detto: «Ama Dio con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima e con tutto il sentimento», e anche: «Questo è il più nobile e più grande Comandamento»? E ancora un altro Comandamento: «Ama il prossimo tuo come te stesso», che è uguale al primo? [Mt. 22,37-40].

18. Quando hai fame, sete, freddo, sei lacero o altrimenti hai un bisogno dove ti potrebbe aiutare il prossimo, ma tu non puoi aiutare te stesso, cos’è il tuo desiderio se non quello che ti aiuti il prossimo che lo può fare? Ebbene, poiché questa è una verità incontestabile, allora il Mio insegnamento delle opere dell’amore per il prossimo: «Fa’ al prossimo tuo ciò che vorresti che lui facesse a te», non dovrebbe basarsi sulla verità?

19. Considerato che l’opposizione verso l’insegnamento dell’amore per il prossimo e della giustificazione dinanzi a Dio è stata sollevata contro il libro dettato da Me stesso, Gesù, con il libro “Il cammino spirituale di Martin Lutero e Swedenborg nell’aldilà” e da parte dei protestanti questo è stato dichiarato eretico e proveniente da Satan, perciò per il Mio supremo verdetto devo presentarvi pure la piena domanda, e chiedervi: “Il versetto «Ciò che fate al più piccolo dei Miei fratelli, che sono appunto gli uomini, lo avrete fatto a Me stesso», non proviene anch’esso da Me?” – Sì, secondo le vostre asserzioni, è sicuro che tutte le menzionate e supreme Dottrine del Nuovo Testamento dell’amore per Dio e per il prossimo sono eretiche, anzi sommamente eretiche, giacché voi le contorcete, le storpiate e le deturpate completamente, e le dichiarate per menzogna, mettendo in prima linea non la Mia Dottrina, di Gesù, bensì le vostre prescrizioni umane fatte da voi stessi, e le predicate al popolo come verità. Attraverso questo vostro falso insegnamento proveniente dalla Bibbia falsamente interpretata, fate della Bibbia stessa un libro del falso profetismo, e poiché in base al vostro falso profetismo, dichiarate i libri teosofici-cristiani dettati da Me stesso, Gesù, come eretici e dettati da Satana stesso, – perciò in tal modo dichiarate anche Me, vostro Dio e Padre in Gesù, come eretico, falso profeta e Satana, principe della menzogna! – Questo perché Io, Dio e la Mia Parola, siamo una cosa sola.

20. Nessuno che è dalla verità – ed esamina questi libri secondo la verità, che è l’Amore e la Sapienza in Dio, e legge ed esamina questi insegnamenti incomparabilmente belli, predicando tutto solo secondo le Mie sette Virtù di Gesù quale Figlio dell’Uomo, in amore e umiltà per Me, suo Salvatore del Golgota – leggerà l’alto Carattere divino della Dottrina che vi è sviluppato, non diversamente che con amore e gratitudine per Me, e spesso con le lacrime agli occhi, poiché il Mio Spirito Santo, così come lo Spirito del Mio angelo-Amore, si riversa attraverso di lui. Chi invece non è dalla verità, allora rinnega, accusa d’eresia, demonizza e perseguita le Mie parole ivi contenute come una rovina per la salvezza dell’anima! – Non sapete voi che cosa ha detto Giovanni l’evangelista sulla Parola di Dio? Se foste dalla verità, allora sapreste che la Parola di Dio è Dio, o Cristo stesso! E poiché trattate questa Parola così ordinariamente, allora ascoltate cosa Io, Gesù Cristo, ho deciso su di voi, come il Primo e il più mite!

21. Conoscete la profezia su Gerusalemme? Anche là i farisei e i giudei del Tempio hanno infierito contro di Me come fanno i pastori, gli insegnanti di religione e i protestanti che, oggigiorno, lo fanno contro i Miei libri teosofici-cristiani! – Perciò, ascoltate anche voi, cristiani biblici, la Mia profezia verso di voi:

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43/2 - La profezia verso i protestanti e i cristiani biblisti

Zurigo, 22 luglio 1904

22. La Sacra Scrittura è un libro di profezie, insegnamenti e comandamenti divini, solo che da molte parti è mal compresa perché falsamente interpretata. Pertanto, nel tempo futuro nel giro di tre anni scomparirà completamente dal mondo, affinché la renitenza[143] dei cristiani biblici verso la Mia santa Parola nella Teosofia cristiana, tramite la quale essi Mi criticano, Mi accusano di eresia e Mi calunniano, ottenga la sua spettante riabilitazione, così che poi nessuno potrà più dire: “Io non sapevo che nella Teosofia cristiana fosse scritta la vera Parola di Dio, perciò ho interpretato falsamente la Parola biblica”. – Chi, nonostante questo miracolo universale in adempimento al giusto tempo, insisterà ancora con la vecchia interpretazione della Bibbia e non rispetterà la nuova interpretazione che Io stesso, Gesù, darò nella nuova, costui dopo il trapasso dalla Terra giungerà nelle tenebre del secondo inferno finché non sarà guarito dalla sua ostinatezza, per accettare ciò che Io spiego come giusto e utile per tutti. Con ciò cesserà ben quest’orribile diffamazione delle Mie parole nella Teosofia cristiana, poiché l’ostinatezza degli uomini non Mi costringerà ad andar dietro alla loro volontà secondo i dogmi fatti da loro stessi provenienti dalla falsa interpretazione della Bibbia.

23. Non è davvero piacevole sentire come ovunque Mi si crocifigge. Il biblico cristiano Mi crocifigge con il suo falso profetismo fatto da lui stesso, proveniente dalla Bibbia falsamente interpretata secondo la lettera morta che è il suo papa, e non vuol sentire nient’altro che solamente ciò che ha preso dalla Bibbia.

24. Il cattolico romano Mi crocifigge perché pone il papa, il vescovo e ogni sacerdote, a giudici sulle Mie parole, i quali gli proibiscono rigorosamente di leggerle, perché eretiche. Critici, atei, soppressori di Cristo e diversamente credenti e miscredenti non tendono ad altro che a interpretare la Parola divina come si adatta a loro, per vivere facilmente in maniera ambigua, ovvero senza Dio. Costoro Mi crocifiggono, giacché rovinano arbitrariamente tutti i Miei piani che ho in animo con loro, rendendosi infelici da se stessi, il che è contro la Mia Volontà, poiché Io amo i figli, tutti alla stessa maniera e vorrei renderli felici e guidarli a Me. – Amen! (da confrontare “Il libro di Lutero”, il periodico “Amore” 1,16 e il dettato del 14 ottobre 1901 nel 9° Arco dell'amore)

 

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Cap. 44

Insegnamenti sul sangue e sull’anima

1. «La vita del corpo è nel sangue, ed Io (Jehova in Gesù) l’ho dato per voi sull’Altare, affinché le vostre anime siano riconciliate, poiché il sangue è la riconciliazione, perché in esso c’è la vita» [Lev. 17,11] ‒ (Vulgata: “…poiché il sangue riconcilia la vita”).

2. «Ricorda solamente di non mangiare il sangue, poiché il sangue è l’anima, perciò non devi mangiare l’anima con la carne» [Deut. 12,23]. ‒ (Vulgata: “Attieniti fermamente di non mangiare il sangue, poiché il sangue stesso è la vita e tu non devi mangiare questa vita con la carne”).

3. Spiegazione: che la vita del corpo sia nel sangue, si basa sulla verità, perché l’anima lavora principalmente con il sangue. Essa vive con i suoi pensieri nel sangue, perché si tratta di gelatinare e formare a massa solida la carne dal sangue attraverso la sua intelligenza e la forza di volontà, e produrlo senza sosta nuovo perché il vecchio perde continuamente la vita e scompare. Il sangue è quindi lo strumento e il materiale dell’anima, poiché essa lo dirige in tutte le direzioni: per il riscaldamento dello stomaco, affinché digerisca; per aiutare là dove s’indeboliscono e diminuiscono le forze, così aiuta testa, piedi, mani, e quindi tutto per la formazione della carne.

4. Il sangue non è l’anima, perché se lo fosse, allora non dovrebbe mai andare in putrefazione, bensì dovrebbe spiritualizzarsi, in pratica dovrebbe diventare invisibile e scendere all’inferno o salire al Cielo dopo la morte del corpo. La vita nel sangue, che nella Bibbia greca-luterana è falsamente chiamata anima, è lo spirituale sottile oppure il complemento spirituale del sangue, e questo è eccitato oppure completamente riprodotto attraverso le caratteristiche dell’indole spirituale dell’anima secondo le sue inclinazioni e particolarità, poiché questo complemento spirituale, o integrazione del materiale, ha in sé le stesse caratteristiche buone o cattive, come il carattere del sentimento dell’anima stessa, perciò Io proibii, attraverso Mosè, di mangiare il sangue, affinché non s’impadronisse degli uomini il bestiale degli animali da macello. In verità, anche nella carne c’è lo spirituale-bestiale, ma non compare più così fortemente. Perciò permisi solo di mala voglia agli israeliti di mangiare la carne. Così stanno le cose con la falsa opinione che il sangue sia l’anima stessa. Il sangue è certamente la vita nell’uomo, ma solo com’è spiegato qui, cioè la vita materiale animata dal Mio Spirito divino attraverso l’anima, e non diversamente; questo lo comprende ogni ragionevole uomo capace di giudicare.

5. Visto che l’insegnamento di Mosè è mal compreso come avete visto qui sopra, tanto che ha prodotto il falso insegnamento che l’anima sia nel sangue e il sangue sia l’anima stessa, e di cui è talmente preso Dowie di Chicago[144] che, secondo le parole della Bibbia, afferrate in modo materiale, ha introdotto un nuovo falso insegnamento, secondo il quale il corpo muore insieme all’anima, e solo le inclinazioni e le caratteristiche esteriori o le virtù e i vizi dell’anima che si manifestano – che formano lo spirito dell’uomo o il carattere dell’indole umana, a differenza dello spirito di Dio nell’uomo – continuano a vivere dopo la morte del corpo e dell’anima[145], dal momento che anche gli insegnanti protestanti hanno falsamente inteso la stessa dottrina, come vedete qui sopra, allora voglio chiarivi la faccenda:

6. Come il sangue attraverso l’amore o attraverso l’ira finisce nell’agitazione e da ciò genera una manifestazione della vita, quindi secondo la concezione di Mosè – il quale insegnava “dente per dente, occhio per occhio, sangue per sangue”, ovvero “vita per vita” – il sangue concilia l’anima covante vendetta. Solo che nel Nuovo Testamento, Io, Gesù stesso, vi ho annunciato il vero modo di riconciliazione come voglio vederlo attuato, insegnandovi: «Se il fratello ti percuote su una guancia, porgigli pure l’altra, affinché con ciò si riconcili con te», considerato che vede che vuoi dargli soddisfazione. Questo, secondo le Mie parole divine, significa: “Se tuo fratello ti fa una richiesta irragionevole, concedigliela se puoi, e dagli piuttosto ancora di più e pure buone parole per la riconciliazione” (una riconciliazione attraverso la rissa materiale non è intesa nelle Mie parole, poiché questa non mira all'amore, ma ad una soddisfazione cruda che si esprime facilmente nel contrario dell'intenzione). Con ciò, attraverso il tuo sangue, che secondo i Miei insegnamenti della Sacra Scrittura sono da interpretare spiritualmente, significa “l’amore”, riconciliando la sapienza dell’anima la quale pretende contraccambio, ed hai conquistato il fratello per amico.

7. Questa è la Mia divina Dottrina della riconciliazione attraverso il sangue. Poiché “sangue” nella rispondenza celeste, significa “amore” per Me e per ogni uomo, quale figlio Mio. Perciò il Sangue di Gesù Cristo che purifica gli uomini da tutti i peccati, è appunto il trattamento amorevole che tende alla riconciliazione e viene da Me considerato come la giustificazione secondo i Miei insegnamenti. – Riflettete un po’ se non è pretesa da voi la stessa cosa? Non volete essere giustificati attraverso la riconciliazione e l’attività d’amore da parte dei vostri offensori o danneggiatori? Così pensate anche di Me, poiché Io sono appunto il Padre spirituale vostro, il Mio spirito (come scintilla) dimora in voi e voi siete figli Miei. Non deve dunque esistere la parentela spirituale con Me, in voi?

8. La remissione dei peccati e la giustificazione dinanzi a Me è intesa solo attraverso l’amore nel modo indicato, e non diversamente. Se non fate come ho insegnato, allora compare il Giudice della Preghiera del Padrenostro che dice: “Come agite verso di Me e verso i Miei figli quali vostro prossimo, così agisco Io, Gesù, verso di voi”, – poiché là significa chiaramente: «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo al nostro prossimo!»

 

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Cap. 45

Dio è Amore e vuole essere amato

Zurigo, 21 luglio 1904

1. Molti uomini si urtano quando sentono che nella Teosofia cristiana si parla tanto dell’amore, il che a loro non piace, e su questo si permettono di fare osservazioni a doppio senso. Queste osservazioni provengono dalla carnale debolezza umana; per questo, una massima suona così: “Com’è il briccone[146], così egli pensa degli altri”.

2. Se gli uomini conducessero una vita spirituale, allora penserebbero e giudicherebbero spiritualmente, e quindi non si urterebbero alle Mie parole spirituali nei dettati che do per i Miei figli, come morale insegnamento spirituale che ho pronunciato dalla Mia primordiale Essenza spirituale, Essenza che consiste di solo Amore. E poiché Io, Dio, sono uno Spirito [Gv. 4,24], non si deve proprio pensare che v’insegno ad amarvi carnalmente! –

3. Inoltre, in 1° Giovanni 4,8 e 4,16 si legge: «Dio è Amore», senza una più dettagliata osservazione se questo è amore spirituale o carnale. – Se pensate ragionevolmente, allora lo saprete certamente, poiché nel sesto comandamento ho proibito qualsiasi impudicizia, perché deve essere solo un amore spirituale!

4. Quindi Io pretendo, nel più grande Comandamento della Legge, che Mi si debba amare con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutto il sentimento, e il prossimo come se stessi [Mt. 22,37-40]. Allora, come vi potreste urtare alle Mie parole, se pensaste e viveste in modo puro e spirituale?

5. Perciò urtatevi piuttosto in voi stessi essendo così carnali e lussuriosi, invece di urtarvi in Me, visto che vi urtate nelle Mie parole! – Guardate il tredicesimo capitolo della prima lettera ai Corinzi, dove Paolo, nel fuoco dell’infervorato discorso, parla dell’amore[147], che è la cosa più alta, e vedete, Paolo non era nemmeno sposato, anzi egli sconsigliava perfino il matrimonio, per non servire l’amore carnale.

6. Perciò siate spirituali, siate puri e santificatevi, affinché diventiate come Me, il Padre vostro che è Puro e Santo, allora non vi urterete più in Me, vostro Dio – perché predico sempre dell’amore – ma comprenderete che si tratta solo dell’amore spirituale per Dio e per l’uomo come prossimo, affinché diventiate figli Miei. E allora per costoro tutto sarà puro, perché al puro tutto è puro.

7. Questo come risposta alla falsa sapienza di coloro che stanno ancora troppo in basso per sapere che Dio è Amore, quale Padre e Figlio. – Amen!

 

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Cap. 46

Profezia sulla fratellanza degli uomini

Zurigo, 19 luglio 1904

1. Alti pensieri delle manifestazioni d’amore del cuore umano orbitano nelle eteree arie celesti, dove gli spiriti dell’Amore del superiore o filiale Cielo dimorano nella cerchia del loro Padre Gesù, e si riscaldano in inesprimibili godimenti d’Amore del Sole divino “Gesù”. Anzi, sono alti pensieri quando i figli di Dio sulla Terra parlano dell’affratellamento degli uomini nel senso spirituale dell’amore che trova la loro risonanza nel Cielo superiore, poiché il Cielo superiore consiste di spiriti di puro amore, di puri figli nello spirito delle virtù, che Io 2000 anni fa ho vissuto per voi come esempio da imitare.

2. La parola “affratellamento” è una parola spirituale, perché tutti gli uomini, che altrimenti sono inconcepibilmente diversi e separati tra loro, devono avere per soggetto l’Amore divino, la cui Guida suprema dovevo essere e devo essere Io, Gesù stesso, altrimenti mai può aver luogo sulla Terra un affratellamento degli uomini, perché ricchezza e povertà, potenza e impotenza, cultura e grossolanità, nobiltà di cuore e cattiveria, nazionalità, lingua e odio umano, hanno separato il mondo con profondità insuperabili in classi e nazioni.

3. Alti ideali trovano nell’etere superiore i loro amici, amatori e rappresentanti spirituali, poiché solo là dove Io dimoro, splende il Sole dell’eterno Amore, perché Io stesso sono questo Sole.

4. Se volete diventare figli Miei, allora dovete elevarvi attraverso le Mie Virtù, come figlio dell’uomo in quelle regioni di Luce dell’eterno giubilo, dell’eterna gioia e degli inesprimibili godimenti del Mio Amore paterno che il Cielo, ovvero l’eterna Vita in Dio, forma dai cuori umani. Cielo e Terra dovevano congiungersi nel vero amore dell’uomo attraverso il vero amore umano che è l’affratellamento di tutti gli uomini, sia che stiano in alto o in basso, sia che siano ricchi o poveri, fino a congiungersi in una famiglia spiritualmente amorevole di figli di Dio. Uno per tutti e di nuovo ‘tutti per uno’ deve essere la parola e il cuore di tutti.

5. Libertà, uguaglianza e fraternità devono formare il vessillo del vero affratellamento degli uomini, classi e nazioni, poiché senza questi non è pensabile la realizzazione del Regno di Dio sulla Terra; – perché fino a quando gli uomini si dividono in classi, società e nazioni, non è pensabile la realizzazione del Mio piano divino per la fondazione del Regno dell’amore sulla Terra, la quale doveva essere un paradiso terrestre.

6. Cari figli, pensate spesso a queste Mie parole, alle parole del vostro Padre Celeste che vuol rendervi ultra felici, al Quale tuttavia mettete sulla via tutti gli ostacoli possibili affinché le Mie divine mete con voi, anche se non sventate, vengano comunque ritardate, se non voglio interferire con misure forzate e, per mezzo delle vostre condizioni terrene, visitarvi all’improvviso con avvenimenti mondiali distruttivi, per sottomettervi alla Mia Volontà. Ma anche questo accadrà, perché la maggior parte degli uomini pur schernisce le Mie parole ed accusa i Miei strumenti scrivani, invece di valutarli a loro vantaggio con amore e sapienza sulla Bilancia d’oro della verità del divino Amore!

7. Mi è molto difficile tenere su di voi la Mia mano da Giudice e mandarvi giornalmente tanti disastri sulla Terra, solo che oggigiorno le cose nel mondo vanno come al tempo di Noè, quando il diluvio cominciò a mettere sott’acqua le strade della gigantesca città di Hanoch. Si scherzava e si rideva, e allegri si remava intorno con le barche, finché la faccenda peggiorò sempre di più, e alla fine annegarono tutti, di cui rimasero il Mar Caspio e il Lago d’Aral come testimoni viventi della Mia punizione sugli incorreggibili. Giorno per giorno avvengono una quantità di disgrazie, e qual è la conseguenza di questo? Esse stimolano solo la vostra curiosità al fine di leggere qualcosa di nuovo, – ma che a voi venga in mente che sono punizioni del Mio Amore per rendere attenti gli uomini sulla loro grande inclinazione al peccato, nessuno lo ammette! – Non Mi rimane altro che aumentare ed accrescere gli avvenimenti!

8. Guardate il colosso nordico![148] Gli ho risvegliato molti spiriti di libertà, ma essi diventano martiri della più grossolana barbarie, dell’inconciliabile assolutismo! Io comunque non riposo, e la barbarie è punita con l’infamia e la vergogna, finché la nave dell’impero si spaccherà in due e i flutti del Mio Spirito di libertà sommergeranno il gigantesco impero ed introdurranno la cultura dell’Amore divino. Così dovrò procedere con tutti gli imperi che si comportano contro i Miei piani civilizzatori nel senso dell’Amore divino, come sta scritto nelle parole ovvero nelle profezie del Vecchio Testamento sul Mio attuale ritorno sulla Terra che è già cominciato.

9. Chi non vuol comprendere con buona volontà il Mio linguaggio spirituale, lo comprenderà mediante la verga, e sotto la sua forza andrà a fondo. Guardate ai paesi dell’Europa dove i Miei figli sono stati forgiati per secoli nelle catene dell’oppressione spirituale e del peggioramento dei costumi, quanto rapidamente hanno fatto irruzione i cambiamenti! – Per non operare miracoli visibili, con i quali la libertà della vita religiosa sarebbe stata messa in catene da Me stesso, faccio compiere, attraverso differenti elementi, ciò che la liberazione degli uomini dalle catene spirituali dei lupi in veste di pecore altrimenti non può compiere.

10. Di solito è più facile convertire un social democratico ateo, che un cristiano seduto nella lettera o nell’istupidimento spirituale. Così stanno le cose con l’epoca d’oro della civilizzazione del ventesimo secolo! In verità, è scritto ed è predicato molto di progresso, di religione e di affratellamento, ma – purtroppo – la maggior parte di coloro che vogliono rendere felici gli uomini, essi stessi non hanno nessuna vera Luce nello scopo, e perciò non funziona.

11. Cari figli, schieratevi intorno a Me, vostro Salvatore! Lasciatevi istruire da Me attraverso i Miei libri che vi offrono i Miei strumenti della Teosofia cristiana, allora andrà bene se diventerete di cuore buono e umile, ed amerete Me e i Miei figli, perché allora l’affratellamento superiore nella Luce dell’Amore divino, il cui Sole-centrale sono Io, Gesù stesso, vi invierà i raggi celesti del calore dell’amore per la verità della Parola e del divino sentimento nei vostri cuori, e vi vivificheranno per la Vita imperitura in Dio. – Amen!

 

 

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parte  III

 

Gesù Cristo secondo la Sua origine terrena

e la Sua Parola divina nella Sacra Scrittura

 

 

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Cap. 47

Avvenimenti e condizioni degli ultimi tempi

Graz, 16 luglio 1903

1. Miei cari figli, con le precedenti dimostrazioni della Divinità di Cristo, e con queste anche della Bibbia, avete ricevuto una solida base sulla quale si continua a edificare e si manifesta la Luce dall’Alto nella sua vera grandezza e santità.

2. In tutti i tempi gli uomini che dimenticano Dio hanno osato toccare la Santità della divina Parola della Bibbia, e ne hanno deformato il suo valore interiore, oppure hanno tentato di cancellarla completamente, di cui la storia del Nuovo Testamento riferisce spaventosi fatti su come si maneggiava con la Dottrina della salvezza e dell’Amore di Dio.

3. Ora vi trovate alla conclusione della grande lotta per la verità, e perciò l’agitazione febbrile, pro o contro Cristo. Da un lato i ricercatori della Luce e della Verità, che sono Io, Cristo; dall’altra parte il tenebroso operare dell’inferno e dei suoi spiriti.

4. L’orologio del tempo segna già l’ora una, poiché la lotta fluttua come il mare quando la tempesta accavalla le onde e vuole inghiottire tutto in sé. Il Mio Spirito divino opera nei Miei figli e li agita, così che non hanno più nessuna quiete, poiché cercano la verità come Io stesso li ho istruiti e vi ho portato come lieto messaggio dai Miei Cieli, affinché possiate diventare beati e felici, e possiate un giorno venire da Me nella Casa del Padre Mio. Perciò questa portentosa agitazione religiosa e formazione di centinaia di nuove società e associazioni allo scopo di indagare la Verità e la Luce. Perfino il popolo degli israeliti, seppellito nel trafficare, si è all’improvviso risvegliato ed ha fondato e attivato una quantità di scritti e associazioni ebraiche, poiché non soltanto gli spiritisti, gli eserciti della salvezza e una moltitudine di altre unioni si sforzano di diffondere la Luce divina nel mondo, ma perfino ai giudei è sorta la Mia Luce, tanto che il tempo della venuta del Messia è ora imminente anche per loro.

5. Essi sanno bene che i loro antenati hanno rigettato e crocifisso il Messia, ma alla Sua attuale venuta Lo vogliono accogliere con amore. Perciò molti giudei sono passati alla religione del Nuovo Testamento dei cristiani, di cui solo la rivisita giudaico-cristiana di Amburgo conta circa 10.000 abbonati (anno 1903). Le citate società ebraiche sviluppano un grande e fervente movimento per popolare di nuovo la Palestina con la loro stirpe.

6. Diversi decenni fa, prima dell’anno 1870, tutti i giudei erano ancora morti per l’idea della venuta del Messia, vivevano solo per il loro commercio e benessere. Solo che le profezie del ritorno di Cristo, che si trovano numerosissime nel Vecchio e nel Nuovo Testamento, vanno incontro al loro adempimento; perciò Io, Gesù-Jehova, ho acceso ai giudei la Luce della conoscenza per la verità e l’amore per la patria degli antenati, e perciò l’andare e lo stabilirsi dei giudei in Palestina, di cui ve ne sono già oltre 70.000([149]).

7. Così Io guido gli uomini e li preparo al Mio ritorno. L’esercito della salvezza possiede un enorme numero di seguaci. Lo spiritismo circa 20 milioni di aderenti e così anche altri circoli religiosi in numero maggiore e minore. Tutto si agita, tutto si muove, tutto cerca Luce e Verità. Guardate in tutti gli Stati europei come ci si muove e ci si agita. Paolo scrisse ai corinzi: «Dove c’è lo Spirito del Signore, là c’è libertà» [2° Cor. 3,17], perciò tenete aperti i vostri occhi e i vostri sensi! Lo Spirito di Dio nell’uomo non vuole più lasciarsi schiavizzare, opprimere e sfruttare per scopi tenebrosi. Il dominio mondiale di Satana sta andando verso la fine, perciò ovunque ribellioni e rivoluzioni in Europa e ogni specie di associazioni allo scopo della libertà del corpo e dell’anima.

8. La battaglia si è accesa, da un lato combatte lo Spirito di Cristo, dall’altro lo spirito di Satana con i suoi aiutanti, perciò il tenebroso affaccendarsi delle potenze spirituali, dove è combattuta la lotta tra Cristo e Satana. Perciò ovunque entrano in scena dei falsi profeti che vogliono eliminare Dio e la Sua santa Parola della Bibbia. Qui si adempie la Mia profezia in Matteo, cap. 24 versetto 24, dove si legge: «In quel tempo sorgeranno dei falsi cristi e dei falsi profeti che faranno grandi segni e prodigi, così che se fosse possibile, da sedurre persino gli eletti».

9. Aprite i vostri occhi, adoperate la candida spada del vostro spirito e guardate all’affaccendarsi dei partiti, associazioni, società e comunità religiose e ai loro insegnamenti e sforzi pubblici, e se là non scoprite molti cristi come falsi profeti, allora dite a voi stessi: “Non siamo avvolti soltanto da una, ma da una settupla coltre di Mosè nella luce e nell’intelletto!”.

10. Come menzionato qui sopra, la lancetta dell’orologio religioso del tempo segna già l’ora una. Si entra già nel meglio, la vittoria si china dalla parte della Luce, poiché tutte le lotte, tutti gli sforzi della resurrezione religiosa contro la tenebra dei profeti al servizio di Satana, sono solo rozzi preparativi per il passaggio alla divina Luce centrale dell’autentica Dottrina di Cristo nella Teosofia cristiana.

11. La Luce dall’Oriente sono Io, Cristo, e nessun altro maestro di religione. Perciò schieratevi intorno a questa Luce, dal momento che non ne esiste un’altra né nel Cielo né sulla Terra, perché Cristo è la fondamentale Luce originaria di tutta l’infinita Divinità. Questa Luce della vita eterna vi viene portata incontro nella Teosofia cristiana. Ma la Teosofia cristiana non si basa soltanto sui suoi attuali libri dettati da Me, dal Padre Gesù, ma riconosce anche la Bibbia, e perciò Io, il Padre vostro Gesù, per l’illuminazione della verità nella Bibbia, procedo contro la babele del professor Delitzsch[150].

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47/1 - Spiegazioni sulla Bibbia incompresa da Delitzsch

Graz, 16 luglio 1903

12. La Bibbia è un Libro di simboli, ovvero di rispondenze spirituali, il cui senso interiore o nocciolo, già da circa 2500 anni non è chiaro agli uomini, perché gli uomini sono diventati spiritualmente decaduti e tenebrosi per quelle espressioni spirituali superiori. Tra tali oscurantisti si trova anche l’assiriologo tedesco, il professor Friedrich Delitzsch di Berlino.

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13. Gli scritti cuneiformi dell’impero assiro-babilonese sono compilati in buon numero con insegnamenti di rispondenze del linguaggio spirituale, e questo il professor Delitzsch non lo comprende, perciò non comprende in modo giusto neanche il nocciolo interiore, bensì cavalca la lettera morta e i simboli che non sa decifrare giustamente. – Quindi è poi facilmente immaginabile che dovrà imbattersi nelle più grandi contraddizioni ed errori, specialmente se si rivolge contro Dio per scartarLo come Autore delle Sacre Scritture; allora gli rimane ben la sapienza intellettuale che serve il Satan, mentre Io, lo Spirito di Dio che dimoro nel suo petto e nella Bibbia, essendone l’Autore, sebbene non della totalità, comunque di una parte rilevante, Mi sono ritirato e non lo illumino più, perché Mi ha rinnegato con le sue spiegazioni antibibliche.

14. Il dono dell’interpretazione delle Sacre Scritture è concesso soltanto agli uomini timorati di Dio, amanti di Dio e del prossimo, ma non agli uomini presuntuosi, ambiziosi, avidi di guadagno e di fama mondiale, di cui nel corso della spiegazione fornirò alcune dimostrazioni molto marcate. Delitzsch è professore di teologia e perciò ancor più da compiangere perché ha abbandonato la via della Verità e si è rivoltato contro di Me, suo Dio, e contro la Mia santa Parola della Bibbia contro cui egli infierisce.

15. Il 12 febbraio 1903 ha tenuto una conferenza che ha suscitato una grande sensazione, e perciò fu discussa da tutti i giornali. Alla conferenza erano presenti la coppia imperiale, il cancelliere dell’impero, i generali, i ministri, dei professori e altre altolocate persone. Il giudizio del professore fu sostanzialmente il seguente: “Non c’è aberrazione più grande dello spirito umano, come il credere che la Bibbia sia una rivelazione personale di Dio. Il contenuto della Bibbia stessa contraddice molte volte questa concezione. (…) Per il ricercatore, la Bibbia non è altro che un’opera umana, in molti casi un’opera umana contestabile”.

16. Con questo, Delitzsch ha negato il messaggio biblico che Mosè abbia ricevuto i Dieci Comandamenti da Dio.

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17. Inoltre, Delitzsch domanda se veramente può credersi che l’intera Legge mosaica provenga dalla Rivelazione divina, dal momento che questi Dieci Comandamenti e questa Legge mosaica esisteva già molti secoli prima di Mosè in Babilonia, e il professor Winkler fregia uno dei suoi scritti che la società asiatica anteriore ha pubblicato con l’immagine di un antico rilievo: (Hammurabi mentre riceve le sue leggi dal dio Sole. Hammurabi, re di Babilonia visse intorno all’anno 2050 dopo Adamo al tempo di Abramo, ovvero 600 anni prima di Mosè)[151]. Dice Delitzsch: “Sinceramente, a parte la Rivelazione divina che ogni uomo porta in sé, cioè la propria sapienza intellettuale, non abbiamo bisogno d’altro”. In tal modo, Delitzsch dichiarò che ogni uomo è un dio, e quindi non esiste un tale Dio come se l’immagina il devoto cristiano, poiché la sua spiegazione atea abbraccia in questo senso ogni uomo!

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47/2 - Chiarimenti contro Delitzsch

Graz, 17 luglio 1903

18. Poiché Delitzsch divenne tanto sicuro della vittoria con questo dio del Sole che innalzò la sapienza intellettuale a propria divinità alla Nietzsche[152], allora bisogna intervenire subito con dei chiarimenti che respingano questa pretesa negatrice di Dio e, con prove scientifiche, la presentino come eresia.

19. È proprio in tempi più recenti (1897-1899), attraverso degli scavi francesi in Susa[153] sulle rovine di Ninive, in particolare mediante il riuscito ritrovamento di una stele[154] provvista di ricche scritture cuneiformi di Hammurabi, di cui la Bibbia in Genesi 14,9 menziona con il nome Amrafel, come contemporaneo di Abramo nell’anno 2055 dopo la creazione di Adamo, il quale circa a metà del 21° secolo dopo Adamo riunì in un grande impero mondiale il nord e il sud di Babilonia.

20. Per quanto riguarda il dio Sole, le cose stanno secondo le Mie rivelazioni nella Teosofia cristiana come segue: gli abitanti primordiali dell’Egitto, della Caldea, ecc. erano immigrati adamitici, i quali portarono con loro la religione originale di Dio che, in massima parte, era uguale al puro insegnamento di Cristo. Prima però che continuo a descrivervelo, deve precedere un chiarimento dalla Teosofia cristiana, al fine di comprendere meglio l’insieme.

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47/3 - L’origine della Terra e degli uomini

Graz, 17 luglio 1903

21. In questa occasione voglio osservare il fatto che la Terra fu espulsa dal Sole-centrale primordiale 6,5 miliardi di anni fa attraverso un’eruzione vulcanica come corpo incandescente, e che la creazione della Terra, nell’attuale forma, comprende un periodo di sviluppo di sei spazi di tempo. Invece le ipotesi di quegli eruditi che stabiliscono la stirpe umana da 8000 fino a 250.000 anni, commettono il più grande errore, così come il più grande errore lo commettono i filosofi religiosi indiano-buddisti, i quali credono che la stirpe umana sia già vecchia di 900.000 fino a un milione di anni. In quest’ipotesi non c’è nessuna maha Atma, che significa: “grande Luce di Dio”, bensì ara Atma, che significa: “piccola Luce di Dio”, poiché secondo le dirette rivelazioni che Io, Gesù vi ho dato 4151 anni prima della Mia nascita, non esisteva nessun genere umano con suoni finemente articolati oppure con strumenti linguistici più altamente sviluppati.

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47/4 - I pre-adamitici

22. I pre-adamitici sono certamente più vecchi di poche migliaia di anni, soltanto che non avevano un linguaggio come l’avete voi. Gli eruditi credono che i pre-adamitici si siano estinti e cercano i loro resti negli strati pietrificati della Terra ecc., invece i pre-adamitici continuano a vivere negli ottentotti[155], negli uomini nani e nei papuasi[156], e le fondamentali dimostrazioni da Nippur[157] vecchie di 8000 anni e nei dipinti vecchi di circa 10.000 anni in una grotta del sud della Francia, non sono altro che illusioni (inganni) che Dio ha concesso per far urtare fortemente gli eruditi, perché essi rinnegano Dio ed innalzano se stessi a déi della scienza. – Dopo questa divagazione nella faccenda, torno indietro all’origine della mitologia.

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47/5 - L’origine, i nomi e la causa del sorgere della dottrina sugli déi

Graz, 27 ottobre 1903 e 24 marzo 1905

23. Gli antichi progenitori dell’Egitto e della Caldea erano profondi poeti e cantori alle corti degli antichi re di questi paesi, e personificavano in simboli o rispondenze, fatte con buone intenzioni, le caratteristiche dell’unico vero Dio.

24. Così era Bel, dio del Sole dei Caldei o Babilonesi, poiché bel oppure bal significa, nelle lingue antiche, Signore, Sole e Fuoco, e vuol dire: “Il Signore su tutto, Colui che si personifica e si fa comprendere in questo modo materiale attraverso la benefica forza del Sole, che è uguale al calore del fuoco, come Dio corrispondente all’Amore”. Attraverso i raggi del Sole viene rivelato l’Amore e la Sapienza di Dio in modo magnetoelettrico della natura, e da ciò, in tempi successivi, quando gli uomini oscurarono il loro spirito animico con i peccati, sorse il culto pagano del dio Sole in modo materiale attraverso il fuoco, in tedesco antico kratu-piru, valere a dire “Sacrificio del fuoco”, celebrato il giorno del solstizio[158].

25. La nuovissima ricerca, secondo (l’interpretazione di) Delitzsch, ha trovato invece di Bel, il Marduk[159] come il dio superiore dei Babilonesi. Questo Marduk viene scritto Ninib e chiamato come “detentore della forza”; – poi Nêrgal oppure Zamama come “signore della lotta” oppure della battaglia; poi Bel, come “detentore del potere”; – come Nebo (questo nome Delitzsch non seppe interpretarlo); – Nebo significa “Cielo”; – Sin, come “illuminatore della notte”; – Samaš come “signore di tutto ciò che è giusto”; – Addu come “dio della pioggia”, quindi Marduk è tanto Ninib che Nêrgal, tanto il dio Sole come il dio Luna ecc., tutti i nomi menzionati sono soltanto i differenti modi di denominazione del dio Marduk, essi sono tutti una cosa sola con lui e in lui. Delitzsch chiede: “Non è questo il monoteismo indo germanico[160], la dottrina dell’unità risultante solo dalla molteplicità?”. Quindi falso, pensa Delitzsch. Ebbene vi voglio illuminare la faccenda dal vero fondamento:

26. Mar-duk significa Spirito di Dio: mar è contenuto nel plurale e genitivo del nome “Merc-urius” che vuol dire “Messaggero degli déi”; – duk è la forma antica babilonese che nello slavo significa duh, quindi Marduk, nessun altro che il Santo Spirito di Dio che procede dal Padre (Jehova) e dal Figlio (Gesù Cristo). – Gli epiteti o soprannomi di Marduk sono riconoscibili come sopra: Ninib la Forza divina; – Nêrgal è uguale a Zebaoth “Signore degli eserciti”; – Bel come il Sole, come Padre del dominio, che è più grande del Figlio; – Nebo, è Jehova ovvero il Padre, o l’Amore ed è il Cielo stesso; – Sin è il dio della Luna come illuminatore della notte della vostra vita interiore; – Samâs “Il Signore della Giustizia, che sono Io, Gesù, la Sapienza di Dio; – Addu come “dio della pioggia” significa: tutto il bene viene dall’alto, tanto la mite luce solare che la feconda pioggia. – Vedete, questo è il Marduk, egli è l’Elohim, ovvero la divina totalità: Amore, Sapienza e Onnipotenza, ovvero Padre, Figlio e Spirito Santo. E così vogliamo considerare ancora l’ulteriore chiarimento dei soprannomi del Dio unico: Marduk, Elohim oppure Spirito Santo in Dio secondo il nocciolo interiore del Suo Nome.

27. Il nome (Jupiter) Giove, nel linguaggio primordiale, rappresenta la Bontà e l’Amore del Padre dall’eternità: ju come buono compare nella parola Ju-da (come Jehu-da) che significa “Il Buono”, quindi anche nel greco en, nell’irlandese eo e nell’ungherese io; – pitar come Padre è contenuto nel sanscrito. Tuttavia non vi voglio annoiare con la filologia, ma riferire i fatti compiuti:

I ) Apollo era la Sapienza del Padre e Minerva rappresentava la Potenza e l’impiego di questa Sapienza.

II ) Mercurio significava l’Onnipresenza del Dio unico mediante la Sua onnipotente Volontà, perciò chiamato messaggero degli déi.

III ) Venere rappresentava la Magnificenza, la Bellezza e l’eterna stabile giovinezza dell’Essenza di Dio.

IV ) Vulcano e Plutone rappresentavano i pieni poteri del Dio unico sulla Terra intera, i cui poteri consistevano nel fuoco sotterraneo e nella sua potenza che scuote il mondo, potenza che si rivela tramite il terremoto.

V ) Marte rappresentava la divina Serietà, e il giudizio e la morte per i giudicati.

VI ) Nettuno rappresentava l’operante Spirito del Dio unico in tutte le acque, come attraverso di esse Egli vivificava la Terra, quale onnipotente Signore e Dio dell’acqua.

VII ) Iside e Osiride rappresentavano la divina, intoccabile Santità, che è l’Amore e la Sapienza divina eternamente originaria in Sé.

VIII ) Quindi anche il greco Zeus (Giove) non significa altro che “Signore”, con il cui Nome si indica pure oggigiorno Dio.

28. E così tutti gli altri déi inferiori non rappresentavano nient’altro che le caratteristiche del Dio unico nelle corrispondenti immagini. Con il tempo, tuttavia, interessi personali, amor proprio e brama di dominio, accecarono e ottenebrarono gli uomini. Essi persero la Luce dello spirito, con ciò si perse la conoscenza del linguaggio delle rispondenze, divennero pagani, perché materialisti grossolani, persero Dio e cominciarono ad adorare i Suoi simboli ovvero le immagini delle Sue caratteristiche.

29. Così succede al professor Delitzsch. Egli è arrogante a causa dell’illusione della sua alta erudizione e della sua saccenteria[161]. L’arroganza è il più grande peccato dinanzi a Dio, e chi ne soffre diventa tenebroso, e nella sua tenebrosa sapienza intellettuale comincia a rinnegare e a trascinare nel fango le divine Verità e la Bibbia.

 

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Cap. 48

Invito di Schumi a riconoscere la Bibbia come Parola santa

Graz, 18 luglio 1903

Io, Schumi, presso gli uomini dell’alta scienza sono conosciuto come ricercatore critico. invece con la Bibbia non procedo con la sapienza intellettuale, bensì con l’amore, l’umiltà e riverenza dinanzi all’Onnialtissimo, il Quale in verità, come già menzionato, non l’ha fatta scrivere in tutto, ma in determinati capitoli. La Bibbia, infatti, è un Libro sacro che al sapiente intellettuale esclama il “noli Me tangere!”, ovvero: “non Mi toccare con la tua oltraggiosa furia critica, ma piega profondamente le tue ginocchia davanti al supremo santo Autore che l’ha fatta scrivere attraverso i Suoi strumenti prescelti, e pregaLo nella più profonda umiltà d’amore per il chiarimento del suo nocciolo interiore, poiché Lui soltanto ti può aprire le porte nei Suoi profondi misteri, quelli della Vita eterna, altrimenti nessun altro al di fuori di colui che Dio ha chiamato ed illuminato per questo”.

I popoli antichi nel loro oscurantismo adoravano i simboli delle divine Caratteristiche come déi, i quali attraverso la presunzione della grandezza scientifica si voltarono alla materia e, con ciò, diventarono tenebrosi liquidatori biblici del tempo attuale, idolatrando la loro stessa persona e parlando di Me, Dio e della Mia santa Parola, in maniera arrogante e degradante. Questa è appunto la differenza tra una volta e adesso, allo stesso tempo comunque è anche una dimostrazione clamorosa del grande progresso nell’oscurantismo dello spirito umano del presente.

 

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Cap. 49

I deprezzamenti della Bibbia da parte di Delitzsch

Graz, 1903

1. Il professor Delitzsch continua ad argomentare e domanda: “Come stanno le cose con i Dieci Comandamenti alla luce dell’indagine scientifica? Noi sappiamo da Dillmann[162] che esiste più di un testo dei Dieci Comandamenti, e certamente testi che nel tempo sono molto distanti l’uno dall’altro. In realtà le cose dei Dieci Comandamenti stanno così: da tempi antichi si erano formate usanze e leggi, c’erano norme per l’agire nella casa e nella comunità, verso il prossimo e verso la Divinità. Tutte queste norme furono messe insieme e attribuite a Mosè (sic!), in modo che nella tradizione lui appaia come l’autore spirituale di tutto ciò che è contenuto nelle leggi mosaiche. Ora sappiamo che in Babilonia, molto prima del tempo mosaico, esisteva uno Stato di diritto ben ordinato, con leggi nelle quali si trovano tutte le disposizioni che Mosè ha stabilito. In prima linea vi è la protezione degli orfani, delle vedove e dei deboli[163]. Ma chi in tutto il mondo vorrebbe credere che le leggi di Babele siano di origine divina? Così come sono buone quelle d’origine umana, lo sono anche quelle mosaiche”.

2. Anche nella Bibbia si può separare la pula dal grano, questa pula sono gli uomini che tendono al denaro, all’onore e al dominio; ma gettare l’acqua del bagno col bambino, non lo fanno gli uomini che pensano in modo logico e agiscono ragionevolmente, bensì solo coloro che, tenebrosi di spirito, tendono al denaro, alla reputazione mondana e all’autorità presuntuosa.

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49/1 - Chiarimenti sulle leggi di Mosè

Graz, 16 luglio 1903

3. La verità: – Le leggi che Mosè ha annunciato non furono in effetti rivelazioni di Dio, bensì fin dal tempo del genere umano fu un’antica giurisdizione sviluppatasi in tutti i rapporti della vita. Mosè visse alla corte del faraone e lì esistevano leggi per tutti i casi esistenti, e poiché alla corte la casta sacerdotale aveva il primo ruolo e Mosè fu allevato da questa e istruito in tutte le scienze, quindi era un uomo di legge e credeva che dovesse essere così, perché ciò aveva l’apparenza della correttezza. Quando fu chiamato da Me, Jehova, alla guida del popolo d’Israele, ricevette davvero i Dieci Comandamenti da Me sotto tuoni e fulmini affinché il popolo li rispettasse. Ma le restanti leggi non furono date direttamente da Me, ma Io posi Mosè come guida e gli dissi di istruire il popolo in tutto secondo la sua migliore sapienza e conoscenza per mettere ordine in ogni cosa.

4. In seguito egli sviluppò una grande attività e promulgò a Nome Mio tutte le conoscenze delle leggi imparate e conosciute, affinché il popolo le potesse osservare meglio. Di queste leggi alcune sono buone, altre invece sono di un’origine così barbara e vanno contro la Mia Divinità, il che ogni ricercatore critico del Mio divino insegnamento come Jehova in Gesù Cristo, riconoscerà subito che si adattano alla Mia Dottrina come un pugno nell’occhio. Se le leggi di Mosè fossero provenute direttamente da Me, allora avrei dovuto insegnare la stessa cosa che c’è nella legge di Mosè, ma non lo feci, bensì dopo la sua morte Io parlai attraverso altri profeti che i sacrifici di mattanza ed espiazione che Mosè aveva introdotto, erano un abominio, e quale Gesù con la Mia Dottrina ho mostrato com’è fatta la Mia Legge divina, Legge che si chiama “Amore”. Perciò è necessario indagare a fondo la Mia Dottrina come Gesù, e si troverà che Mosè ha certamente dato con la Mia autorizzazione delle leggi a Nome Mio, ma che qua e là si distaccano fortemente dalla Mia Dottrina, quella che Io, quale Gesù stesso, ho predicato come Legge dell’Amore di Dio.

5. Che Io sostenni Mosè e Aronne e i loro successori nella carica e nelle loro disposizioni, è vero, perché con ciò ho protetto la loro vita, perché altrimenti il popolo li avrebbe lapidati e, alla fine, sarebbe caduto nel paganesimo se la Mia mano protettrice non lo avesse visto così manifesto e spesso sperimentato. Come Gesù ho anche abolito dai Miei puri insegnamenti le cerimonie nel servizio divino e stabilito soltanto l’adorazione di Dio nello spirito tramite l’amore del cuore, e nella verità attraverso l’attività dell’amore per il prossimo verso i poveri e i bisognosi.

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49/2 - La Bibbia come Sacra Scrittura è Parola divina

Graz, 16 luglio 1903

6. La Bibbia si chiama Sacra Scrittura perché Io, Dio, nella Bibbia ho perpetuato attraverso i profeti e gli apostoli la Mia santa Parola, poiché tutte le profezie e insegnamenti hanno Me stesso per soggetto nella Mia amministrazione con gli uomini, quali figli Miei. Nella Bibbia è contenuta la Dottrina dell’Amore, e chi segue questa diventa fortunato. Il grande Comandamento dell’Amore unisce Me, Dio, con i Miei figli, quindi il Cielo con la Terra. Chi legge la Bibbia con amore, umiltà e riverenza verso Dio, vi trova la vita eterna; chi invece la legge solo per diventare più dotto e critico più assennato, legge da ciò la tenebra e l’inferno, e non la Luce né lo spirito della Vita.

7. La Bibbia fornisce una dimostrazione convincente che nei suoi versetti incomprensibili è Parola divina, i quali dimostrano che non sarebbero mai stati scritti se fossero opera umana, poiché uomini così pieni di spirito, sanissimi e pensanti ragionevolmente, com’erano tutti i Miei divini strumenti senza eccezione, mai avrebbero scritto qualcosa che si contemplasse con l’intelletto esteriore, spesso simile a una grande insensatezza, ma questi sono simboli corrispondenti, perché la Bibbia è avvolta nei simboli, come il corpo dell’uomo nel vestito. Perciò Io ho parlato con espressioni così mistiche, racchiudendo la verità divina con un duro involucro, come la noce in un duro guscio, perché non volevo che arrivisti ambiziosi, egoisti e amanti del mondo vi comprendessero le Mie parole, e questo per via del grandissimo pericolo della profanazione del Santo.

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49/3 - Le profezie adempiute sono riferite tramite i libri di John Urquhart

Graz, 16 luglio 1903

8. Se volete conoscere la verità sulle profezie adempiute della Bibbia che riguardano i paesi della Fenicia, dell’Egitto, di Babilonia, della Idumea e del paese d’Israele, così come sull’unicità linguistica primordiale dei babilonesi e degli ebrei, e sugli avvenimenti storici che dimostrano inequivocabilmente entrambi i popoli di un’origine primordiale comune dei figli di Noè, Sem e Cam, poiché dalla fine del diluvio (1657 anni da Adamo) fino alla nascita di Abramo in Ur della Caldea (1978 anni da Adamo) passarono soltanto 321 anni, nel cui breve tempo un popolo e la sua lingua può cambiare poco, specialmente se in mezzo a questi non capita uno speciale turbamento. Non leggete gli scritti dei tenebrosi soppressori di Dio o di uomini atei, ma leggete piuttosto il libro di John Urquhart intitolato: “Le profezie adempiute, ovvero il sigillo di Dio sulla Bibbia” e i due libri “Le più recenti scoperte e la Bibbia”[164].

9. Nell’erudito ricercatore biblico storico John Urquhart, infatti, Io ho fatto venire al mondo un uomo che tenesse alto il vessillo della Verità divina, e combattesse con successo contro le potenze oscure dell’inferno, assegnandole all’ignoranza e alla menzogna. Sotto l’impeto di quest’argomentatore vennero alla luce del giorno i falsi profeti con le loro false ipotesi ed esposizioni, e sfracellarono le loro vanterie di sapienza, rimbalzando sulla roccia della Verità che il potente combattente della Verità ha eretto contro di loro, come le impetuose onde del mare s’infrangono sulla rocciosa costiera.

 

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Cap. 50

L’espressività di Dio è come di un Padre che parla ai Suoi figli

Graz, 18 luglio 1903

1. Alcuni eruditi si urtano sulla semplicità della Parola di Dio, e dicono: “Dio è la suprema Sapienza, quindi quello che Lui detta, dovrebbe portare l’impronta della più perfetta purezza dell’espressione”. – Soltanto, essi non riflettono sul fatto che Dio parla ai Suoi figli, e non ai professori, ai dottori e ai filosofi del mondo.

2. Anche gli eruditi parlano ai loro figli nella semplice madrelingua, ma non nel linguaggio incomprensibile del guazzabuglio di latino, greco, inglese, arabo, sanscrito e cose simili. Essi inoltre non sanno come Dio detta.

3. Io detto in modo che lo scrivano Mi comprenda secondo la sua istruzione. La Mia santa Parola viene fuori ben dal cuore, ma è afferrata dalla ragione, consegnata all’intelletto e formata in un lampo già secondo la sua istruzione, e pronunciata per l’annotazione; tutto questo avviene con la rapidità con cui l’uomo pensa e parla velocemente.

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(un appunto di Schumi):

Quante volte io, Schumi, ho scritto nel dettato una parola latina o greca che corrispondeva al mio modo di esprimermi, più tardi però riflettevo se la terminologia straniera fosse comprensibile a ciascuno, e allora la frase mi sembrava troppo dotta, cancellavo la parola straniera e in sostituzione scrivevo quella tedesca che tutti comprendono, e questo semplice linguaggio lo comprende poi il campagnolo e il cittadino; e così lo pensa anche il sommo saggio Dio, perché Egli stesso mi disse: «Non conosco altri uomini che i Miei figli, e con questi Io parlo come Padre e non come filosofo.

 

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Cap. 51

L’uomo sensuale-materiale annulla in sé il divino

Graz, 19 luglio 1903

1. L’uomo che si ritrae dal Divino e preferisce il sensuale materiale, diventa animalesco, anche se per il decoro lo tiene segreto, perché la sua anima abbruttisce, essendo rivolta verso la materia e la sua caratteristica di polipo, lo attira solo al godimento, cosa che è una faccenda conosciuta da tempo, e tali uomini sono poi nemici del Divino e cercano di estirparLo con tutti i mezzi a disposizione.

2. Io ho profetizzato: «Cielo e Terra passeranno, ma le Mie Parole non passeranno», perciò serva come dimostrazione la profezia che la stirpe dei giudei della tribù di Giuda non si estinguerà finché non si sarà adempiuto tutto quello che ho preannunciato nella divina Parola della Bibbia. E vedete, di fatto, la tribù di Giuda vive ancora, e il tempo della sua liberazione dalla materia è già vicino.

3. La Bibbia è la storia antica di oltre 6000 anni del popolo d’Israele del Vecchio e del Nuovo Testamento, e le sue profezie si adempiono ancora oggi e domani e nei prossimi decenni.

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(parla Schumi):

Io ho riscontrato nella Bibbia ben qualche errore, ma non per questo l’ho rigettata, né l’ho considerata come un’opera umana, bensì ho separato la pula dal grano, il che è dovere di ogni ricercatore, che però si può fare solo con l’aiuto illuminante del nostro spirito divino. Il libro edito da me nell’aprile 1903 “La guida di M. Lutero nell’aldilà” tramite il Padre Gesù, fino al suo perfezionamento come grande e principe nella Nuova Gerusalemme, ci mostra cos’è la Bibbia e come si deve procedere con essa, affinché ci si attinga Luce, anziché tenebra.

 

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Cap. 52

La storia del popolo giudaico (ebraico)

Graz, 18 luglio 1903

1. La storia del popolo giudaico è la Luce centrale del governo di Dio con il genere umano. Dai giorni di Adamo ho scelto questo popolo come classe particolare di uomini, attraverso la quale ho voluto preservare il mondo dalla completa decadenza nel paganesimo. Infatti, nell’anno 919 dopo la creazione di Adamo, profetizzai a Ghemela, più tardi madre di Noè, che da una delle sue future discendenti sarebbe venuto il Salvatore dell’umanità, per redimerla dal peccato originale, vale a dire il Messia, ovvero Cristo; e a Maria, quella volta vivente sotto il nome di Pura[165], che questo sarei stato Io, Jehova stesso.

2. Quindi ho ripetuto questa profezia anche nell’anno 1657 (da Adamo) a Noè, e ad Abramo nell’anno 2055 (da Adamo) dissi che attraverso il suo seme sarebbero stati benedetti tutti i popoli della Terra, la stessa cosa avevo ripetuto ad Isacco e a Giacobbe, e nell’anno 1038 a.C. stabilii la casa di Davide come linea principale, dalla quale sarebbe venuto il Re spirituale sull’eterno trono di Davide, in altre parole l’incarnazione di Dio nel Messia attraverso una casta vergine dal seme di Davide.

3. Così avviai la Mia discesa sulla Terra dopo aver fatto descrivere da tutti i grandi profeti nel dettaglio la venuta e la continuazione della storia della Mia attività nel mondo, il che è andato in adempimento, parola per parola.

4. Ci si domanderà: “Perché Dio si è servito proprio di questo popolo ebraico, da noi tanto odiato, come Suo popolo eletto, per far tra questo popolo lo scenario delle Sue divine misericordie per l’umanità? Non lo avrebbe fatto meglio tra un altro popolo?”.

5. Questa opinione dell’umanità soffre di insensibilità verso il nemico che si è allevato da se stessa. Non si può giudicare sfavorevolmente l’amore di un popolo per la sua nazionalità e per la propria patria! Non ha il giudeo lo stesso diritto di amare il suo popolo e la propria patria d’origine così come il tedesco, il rumeno, lo slavo, il greco, ecc. la sua?

6. Vedete, il giudeo (l’ebreo) era orgoglioso della sua autentica fede, della propria storia e della patria. Esso edificava con fiducia su di Me, Jehova, che gli avrei inviato il Salvatore nel Messia, e perciò si ribellava verso i suoi nemici che lo volevano opprimere. La storia del giudaismo (ebraismo) è strettamente annodata con l’Amore di Dio, e nessun popolo della Terra si può misurare con i giudei per quanto riguarda la personale conduzione di Dio. Questo popolo si trova alla sommità del genere umano, e significherebbe odiare Me, Dio, e farMi dei rimproveri perché di questo popolo, tra tutti i popoli della Terra, un giorno ne ho fatto il popolo eletto del mondo, se non volete considerare anche i giudei come vostri pari, poiché Io, Cristo, ho sofferto proprio per tutti gli uomini del mondo, siano essi giudei, cristiani, maomettani, cinesi o pagani.

 

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Cap. 53

Sulle origini della Palestina

Graz, 20 luglio 1903

1. La Palestina è la terra promessa del popolo eletto, e in Canaan presso Betlemme, su un alto monte eruttante fuoco, che più tardi al tempo del diluvio sprofondò nelle profondità della Terra per un grande terremoto, stava la culla del genere umano, e al fiume Jabok accadde la grande colpa di Adamo, per mezzo della quale il genere umano perse la figliolanza di Dio.

2. Tuttavia la Palestina è stata anche lo scenario delle più grandi opere di Jehova. Qui avvenne la Mia incarnazione, come anche la più grande attestazione d’umiltà, poiché Dio stesso divenne un Fratello per gli uomini, Sue creature. Qui Io stesso predicai il Mio divino Vangelo nella persona di Gesù Cristo, e qui si svolse anche il Mio grande Atto d’Amore sul Golgota, dove riconciliai i Miei figli con la Santità di Dio in Me stesso, e con la redenzione sulla croce li liberai una volta per sempre dal peccato originale. Gerusalemme vide la gloriosa vittoria di Cristo sulla morte e sul Satan del mondo, che Io suggellai camminando tra i Miei eletti il terzo giorno, dopo aver dato il Mio sangue e la vita per i peccati dei Miei figli con la Mia resurrezione, in trasfigurata Magnificenza e Santità.

3. Io, Gesù, alla donna samaritana al pozzo di Giacobbe dissi: «Dai giudei uscirà la salvezza del mondo» e come ho detto prima, Io, l’Onnialtissimo e Onnisantissimo ho stabilito proprio nella tribù di Giuda la Mia incarnazione, e qui l’ho anche adempiuta. Io stesso ero quindi un Giudeo secondo la carne. Perciò non si disprezzino i giudei, bensì, colui che odia i giudei a causa dei loro attuali vizi commerciali, deve considerare che egli è un discendente di coloro che hanno rubato ogni cosa ai giudei e, con la loro durezza, li hanno fatti diventare ciò che sono oggi.

4. Come non volete poter amare il giudeo, giacché nel vostro petto vive il medesimo Spirito di Dio che un giorno, come Giudeo, soffrì sul Golgota per i vostri peccati, e morì nel corpo carnale? Io, Cristo, che un giorno visitai la Palestina e i paesi confinanti, ed istruii il popolo di Dio, dimoro appunto in voi e in ogni uomo, e parlo in voi con ispirazione attraverso la coscienza di ciò che è buono o cattivo. Questo Cristo è l’eterno e unico Dio, perché al di fuori di Cristo non esiste proprio nessun Dio.

5. È vero che il popolo eletto ha mancato spesso in modo grossolano su di Me, in particolare con la crocifissione del Messia, ma per questo è anche stato punito a dovere.

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53/1 - L’odierna crocifissione di Cristo

Graz, 20 luglio 1903

6. Io vi domando: “Tra i cristiani di oggi, non ve ne sono molti ancora ben peggiori come crocifissori di Cristo, di quanto lo furono un giorno i giudei?”. Essi, infatti, oggi conoscono Me, Cristo, chi ero; conoscono le Sacre Scritture e la Sua Santità attraverso le profezie adempiute, le quali furono portate dalla divina Luce primordiale del Cielo più alto da Me, Dio stesso, e nella Mia stessa suprema santa Persona ho predicato la Dottrina della salvezza e della vita eterna. E vedete, milioni e milioni di uomini gridano: “In croce!”, …in compagnia dei loro falsi profeti Darwin[166], Nietzsche e Delitzsch, poiché rinnegano e rigettano Dio, la divinità di Cristo e le Sacre Scritture!

7. Qui c’è il grande popolo della crocifissione del supremo Santo Dio in Cristo, una preda dell’inferno e di Satan. Perciò riconosciti, tu povero popolo accecato, cosa sei e cosa fai! Tu crocifiggi giornalmente e ad ogni ora il tuo Dio e Padre Gesù nel tuo tenebroso anticristianesimo!

8. Voi correte dietro ai tenebrosi spiriti infernali in forma umana e glorificate il loro falso profetismo come se fosse la luce del mondo, e dimenticate Me, vostro Dio e Padre; Me, che vi ho riscattato con il Mio sangue e con la stessa vita, accogliendovi come figli di Dio. Voi siete anche destinati da Me, dal Padre Gesù, per diventare figli di Dio, perché Io sono il vostro Dio Padre, e voi, un giorno, siete destinati a diventare eredi e principi celesti nei grandi mondi della Creazione che orbitano nel Firmamento. E invece, molti, anziché aspirare alla salvezza e alla gloria, rigettano Dio, rigettano le Sue sante Rivelazioni e corrono dietro al Satan e ai suoi collaboratori, glorificandoli, rigettando Dio, deridendo la Sua santa Parola e trascinandola nel fango secondo le loro formule.

 

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Cap. 54

I falsi profeti sono chiaroveggenti di falsità

Graz, 21 luglio 1903

1. Ci sono anche altri falsi profeti che con il loro dono della chiaroveggenza trascinano il mondo nella tenebra del loro falso vangelo.

2. Questi uomini credono che ciò che vedono sia la pura verità, ma che ognuno di questi chiaroveggenti vede ed insegna altre assurdità, lo dimostra il fatto che vedono solo ciò che credono, perché nello spirituale la fede dell’uomo è il suo inesorabile giudice, e perciò i chiaroveggenti del falso profetismo vedono i loro stessi fantasmi, ovvero le loro stesse immaginazioni di fede, ma non la verità.

3. La stessa cosa accade agli spiriti del primo inferno, i quali scorgono dinanzi a sé le immaginazioni della loro testa, ma quando vi tendono la mano, sono soltanto illusioni, e non verità.

4. Perciò, dai chiaroveggenti deviati dalla verità, non lasciatevi inculcare il loro falso profetismo come verità, perché le loro false relazioni saranno distrutte, …come anticristiane!

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54/1 - 144.000 giudei incarnati come cristiani

Graz, 21 luglio 1903

5. Dopo questa spiegazione vogliamo fare un passo indietro al nostro filo storico.

6. Il povero popolo giudaico ha punito duramente se stesso col camminare su false vie; nondimeno, Io non ho ritirato il Mio Amore da questo popolo, ma presto Mi muoverò a pietà per lui, poiché le profezie sono all’inizio del loro compimento.

7. Gerusalemme risorgerà sul suo antico luogo più splendida di quanto lo era un giorno; la Palestina sarà di nuovo la terra promessa dei giudei con la fede teosofica-cristiana. Scomparirà l’odio di fede e della nazionalità, e il giudeo si rallegrerà di suo fratello che fino ad allora non conosceva e non sapeva che tra i cristiani si sono reincarnati 144.000 giudei del Vecchio Testamento e del tempo di Gesù provenienti da tutte le dodici tribù d’Israele, i quali in futuro visiteranno i luoghi santi della Palestina con grande amore per Me, Gesù, e si rallegreranno della rinnovata magnificenza della patria di Gesù.

 

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Cap. 55

Dai giudei viene la salvezza

Graz, 22 luglio 1903

1. «Dai giudei viene la salvezza» [Gv. 4,22], dissi Io stesso davanti alla Samaria, e in verità questa è venuta per l’intero mondo e per l’intero regno degli spiriti, poiché Io, Gesù stesso, dissi che sono il Re dei giudei, il che significa, etimologicamente tradotto, Re degli uomini buoni, e cioè il Re spirituale sull’eterno trono di Davide, così come Io, quale Jehova, profetizzai, la Cui suprema Santità voi adorate ardentemente sulle ginocchia, come vostro Creatore, Padre e Sovrano dall’eternità, riconoscendoLo come vostro Onnipotente, Onnisciente, Onniveggente, perché onnipresente, infinito ed eterno, Uno e Trino Dio Padre, Figlio e Spirito Santo nella persona di Gesù Cristo.

2. Il Mio meraviglioso “(grande)Vangelo di Gesù Cristo”[167], che voi possedete in 10 grossi volumi, dettato da Me, dal Padre Gesù, per mezzo di Jakob Lorber, è un diamante della vostra letteratura teosofica-cristiana. Questo Vangelo è l’originale di come Io, Gesù, esposi un giorno la Dottrina dell’Amore di Dio davanti agli apostoli e ai Miei ascoltatori, – e secondo queste Mie parole originali, i religiosi uomini giudei, attraverso l’ispirazione dello Spirito Santo, scrissero in breve il Nuovo Testamento che finora ha formato il Libro della Luce del mondo.

3. Quindi sono stati di nuovo i giudei che hanno scritto e lasciato per voi la Dottrina della Salvezza e della Vita eterna, da Pietro fino a Paolo, le cui epistole e lettere le potete leggere ancora oggi con alta stima per la vostra edificazione e per la salvezza della vostra anima e l’acquisizione della propria vita eterna.

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55/1 - La casa di Davide reincarnata

Graz, 22 luglio 1903

4. Questi uomini giudei, ad esclusione di Giuda Iscariota, da Pietro fino a Paolo, provenivano tutti dalla tribù e dal seme di Davide.

5. E ai nostri giorni è ancora la casa di Davide considerevolmente rappresentata sulla Terra, poiché molti discendenti della tribù provenienti dal sangue regale di Davide sono reincarnati e devono compiere il loro alto compito nell’edificazione del Regno millenario di Dio sulla Terra, vale a dire il vessillo di Gesù, che è la pura Dottrina di Dio come la esposi Io stesso, per predicare e per conquistare vittoriosamente il mondo, per la verità nella lotta contro le sue menzogne; perché per questo sono chiamati ed eletti.

6. Non meravigliatevi dei segreti piani di salvezza del vostro Dio e Padre Gesù. Voi vedete che i cristiani per la maggior parte diventano anticristiani, considerato che vivono e operano contro gli insegnamenti di Cristo, perciò ho fatto venire ed incarnare tra i cristiani gli antichi rappresentanti dell’autentica fede in Dio di un tempo. Ma come un giorno in Me, Cristo, che ero Dio stesso, s’intravedeva soltanto il Figlio dell’Uomo, così anche negli uomini in questione vedete dei comuni cristiani che devono liberare e guidare alla Luce e alla Verità i poveri uomini bramosi, ambiziosi e avidi di potere del popolo istupidito, accecato e guidato nell’errore dal falso profetismo di questi uomini sciagurati.

7. In base alla Mia profezia che espressi dinanzi a Caifa, la Bibbia vi conserva il grande mistero del ritorno di Cristo, e l’inizio del Regno millenario dell’Amore di Dio sulla Terra.

8. Quella volta Io dissi: «D’ora in poi accadrà che vedrete il Figlio dell’Uomo sedere alla destra della Potenza di Dio e venire sulle nuvole del cielo in compagnia degli angeli; allora siederò sul Trono della Mia Magnificenza» [Mt. 26,64].

9. Vedete, questa profezia è già in corso dall’anno 1840, poiché nell’anno 1800 lo spirito dell’arcangelo Raphael venne sulla Terra e nella parrocchia Jaring della Stiria, della comunità Kaniža, operò attraverso Jakob Lorber[168]. Raphael è stato Enoch, il figlio del patriarca Jared al tempo di Adamo, il cui Jared – che era l’arcangelo Gabriel – aveva portato il Messaggio divino a Maria. Dall’anno 1840 fino al 1864 egli (Lorber) scrisse come profeta o come medium del Padre in Graz i libri teosofici-cristiani come dettati diretti del vostro Dio e Padre Gesù Cristo, la cui sostanza interiore viene subito riconosciuta come divina e giusta dagli ispirati o illuminati da Dio.

10. L’attività di Lorber fu grande, i libri da lui scritti sono di un contenuto sommamente spirituale e trascendentale, tra cui giganteggia specialmente il menzionato grande “Nuovo Testamento” in dieci volumi.

11. Oltre a questo “Vangelo di Gesù Cristo” sono dominanti particolarmente “Il Governo della famiglia di Dio”, “La storia della Mia infanzia”, “La scena dei tre giorni nel Tempio”, “Il Sole materiale” e “Il Sole spirituale” e molti altri liberi dettati di inestimabile valore spirituale che vi ho dato attraverso Lorber.

12 Dopo Lorber operò lo spirito dell’arcangelo Jafet, il figlio di Noè e padre caucasico degli europei di razza bianca. Egli si manifestò tramite Gottfried Mayerhofer, il quale fu un tedesco di Monaco (in Baviera) che dopo aver vissuto come Maggiore dell’esercito greco restò a Trieste come pensionato. Egli scrisse “Le Prediche”, i “Segreti della Vita”, e “Annunciazioni” (Segreti della Creazione), in particolare della Creazione[169],   e altre comunicazioni della Verità. Sono soltanto pochi libri, ma di inestimabile valore.

13. Così come anche Schumi (il vecchio medico Borus di Nazareth al tempo di Gesù)[170] proviene dal Cielo superiore ed ha il suo compito da adempiere, compito che gli ho assegnato Io.

14. Da ciò vedete che Io, Gesù sono già qui in compagnia dei Miei angeli, perché centomila di alti e altissimi spiriti, angeli e arcangeli e tutti gli apostoli vivono attualmente reincarnati nel mondo. Infatti, le nuvole del cielo nelle quali Io, Gesù, devo ritornare, sono i libri teosofici-cristiani nei quali udite la Mia Voce, dal momento che Io stesso parlo direttamente a voi attraverso la Dottrina contenuta in essi, solo che non vedete Me stesso, poiché il testo scritto Mi avvolge come nuvola celeste ai vostri occhi, sebbene sia Io stesso, in effetti, a parlavi.

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55/2 - Un adempimento della Bibbia in Zaccaria

Graz, 22 luglio 1903

15. Il ritorno di Cristo è quindi già qui, poiché la profezia del profeta Zaccaria 8,23, con il suo senso interiore, va in adempimento e suona in questi termini: «In quei giorni dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un lembo della veste del giudeo e diranno: “Vogliamo venire con voi perché abbiamo compreso che Dio è con voi”».

16. I dieci uomini qui significano i Dieci Comandamenti di Dio, che uomini buoni di tutte le popolazioni accoglieranno; – il lembo della veste del giudeo è la guida negli insegnamenti dell’Amore di Gesù, di un uomo speciale proveniente dalla tribù di Giuda e dalla casa reale di Davide, che adesso si è reincarnato sulla Terra.

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55/3 - La profezia di Gioele per il tempo del ritorno di Cristo

Graz, 22 luglio 1903

17. Come per il tempo degli apostoli, così vale anche per il presente ciò che un giorno feci scrivere tramite il profeta Gioele [Gioele 3,3-5] per la Mia venuta e il Mio ritorno. E vedete, ciò che sta scritto lì, si è già tutto adempiuto, – e voi aspettate imperterriti come le cinque vergini aspettano lo sposo Gesù, mentre Io sono già entrato qua e là, dove c’era abbastanza olio d’amore nelle lampade dei cuori dei figli umili e amanti di Me.

18. Voi vi aspettate sangue, fuoco e colonne di fumo nel cielo e sulla Terra, come segni del ritorno di Cristo. Solo che queste sono soltanto Parole spirituali di rispondenza nei loro seguenti significati: sangue nel cielo è “l’amore per Dio” e per gli uomini nel cuore degli uomini buoni; – il sangue sulla Terra è “l’oppressione e lo sfruttamento degli uomini”; – fuoco nel cielo è “il fervore d’amore” per lo spirituale divino tra gli uomini buoni; – il fuoco sulla Terra è “il fervore per il servizio di mammona” e i suoi neri piani e istigazioni. – Le colonne di fumo nel cielo sono le “preghiere amorevoli”, umili e ferventi per Dio nel cuore (come Cielo) dei figli di Dio per la salvezza del mondo dagli artigli di Satana, nei quali adesso si trova completamente; e le colonne di fuoco sulla Terra sono i “lamenti di dolore” dei poveri oppressi che formano la mucca da mungere del mondo. Queste due colonne di fumo gridano a Dio per pietà e compassione, per il cambiamento delle condizioni del mondo, poiché il Sole, come “amore per Dio”, si è oscurato nel cuore degli uomini ed è come morto; e la Luna, come “amore per il prossimo”, si è tramutata in sangue, e questo vuol dire in sanguinosa oppressione e sfruttamento degli uomini. Così è da comprendere l’interpretazione spirituale di queste parole della profezia altrimenti incomprensibili.

19. Particolarmente marcanti e da più parti confermate, si evidenzia la verità nelle seguenti parole in questa citata profezia: «Avverrà negli ultimi giorni, così parla il Signore: “Io effonderò del Mio Spirito su ogni carne; i vostri figli e le vostre figlie profeteranno, i vostri fanciulli avranno apparizioni e i vostri vecchi delle visioni; in quei giorni effonderò del Mio Spirito perfino sulle Mie ancelle, affinché profetizzino» [Gioele. 3,1-2].

20. Tutto il menzionato va attualmente in adempimento. Una moltitudine di profezie riempiono i libri teosofici-cristiani. Sentite raccontare spesso dei magnifici sogni per la vita spirituale del presente e del futuro. Alcuni teosofisti hanno visto Me, il Padre Gesù, nei sogni e in stato di veglia. Molti hanno la Parola interiore che Pietro chiama “La Parola profetica”.

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55/4 - Le rispondenze spirituali della Bibbia comprensibili solo ai chiamati

Graz, 22 luglio 1903

21. Quando venni a Capernaum dopo il satollamento dei 5000 uomini, e nella sinagoga espressi le parole spirituali: «Chi non mangia la Mia carne e non beve il Mio sangue, non avrà la vita eterna» [Gv. 6,53], allora molti Mi abbandonarono pensando che fossi un discepolo che si credeva assennato, ma che ora Mi ritennero per irragionevole e stolto; invece Pietro, che era preoccupato per la salvezza della sua anima, Mi disse rispondendo: «Signore, Tu hai la Parola di vita eterna; e noi crediamo e riconosciamo che Tu sei Cristo, il Figlio di Dio» [Gv. 6,68-69]. Questa fede, questa umiltà e riverenza di Pietro Mi piacque, e più tardi gli spiegai che il Pane del Cielo, ovvero la Mia carne, non è altro che una rispondenza per la Dottrina che Io esponevo, poiché Io ero la Parola, ovvero la Sapienza di Dio secondo l’Anima, e il Sangue, che paragonai al vino, è di nuovo solo la rispondenza del Mio grande Amore, perciò gli apostoli mangiarono e bevvero all’ultima Cena i simboli della Mia Dottrina e dell’Amore senza esitazione, poiché questo non era pane spirituale, e neanche vino spirituale, ancor meno la Mia carne o il Mio sangue, bensì soltanto immagini di rispondenze della Mia Dottrina e del Mio Amore.

22. Prendiamo dunque un altro esempio per quanto riguarda l’interpretazione delle parole della Bibbia, affinché non siano morte, bensì spirituali e viventi e portino frutto, e Luca 2,12 ci fornisce quest’esempio riportando: «E sia questo per voi il segno di riconoscimento: “Troverete un Fanciullo avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”». Fin qui Luca, ora procediamo all’utilizzo spirituale di questo versetto da applicare all’interpretazione della Sacra Scrittura, la quale suona così: la mangiatoia, come esempio, è come la lettera morta nella quale giace sì qualcosa, ma questo qualcosa è avvolto nel materiale, nell’esteriore, – nelle fasce, e questo esteriore è tuttavia ancora morto. Dentro queste fasce che si mostrano esteriormente e avvolgono un fanciullo, c’è però il Cristo, c’è lo Spirito di Dio Jehova Zebaoth, entrato nella carne! – Perciò non rosicchiate alle lettere morte, non accontentatevi del senso materiale delle fasce anziché dello spirituale, ma cercate il Fanciullo Gesù, lo Spirito di Cristo! Solo allora sarete veri teosofi nella lettura della Bibbia.

23. Nell’Apocalisse di Giovanni 19,11-13 e 19,16 sta scritto: «Poi io, Giovanni, vidi il Cielo aperto ed ecco, apparve un cavallo bianco come neve, e Colui che lo cavalcava è chiamato Fedele e Verace; Egli giudica e combatte con Giustizia. I Suoi occhi sono come fiamma di fuoco; sul Suo capo vidi molti diademi, e porta un Nome scritto che nessuno conosce se non Lui stesso; ed è vestito con una veste aspersa di sangue e il Suo Nome è Dio. ‒ Egli porta sul mantello e sul fianco un Nome scritto: “Re dei re, e Signore dei signori”».

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(Io, Schumi, venni ora umilmente a pregare per l’interpretazione, cui il Padre Gesù mi disse: “Scrivi!”, ed Egli mi dettò le seguenti parole):

 

24. Chi potrà interpretare questi versetti, affinché corrispondano alla verità? Nessuno, se non colui al quale Io, Gesù stesso, ne spiego il senso. Quindi ascoltate: “Ed io, Giovanni, vidi il Cielo aperto e lì c’era tutto secondo la Dottrina di Gesù, la quale è la Sapienza, ovvero la Teosofia di Dio. Egli stesso è il Maestro, il Fedele e il Verace, ed Egli giudica e ordina tutto con Giustizia. I suoi Occhi risplendono del Fervore d’amore e sul Suo capo ci sono molti diademi dell’ornamento regale. Il Suo Nome che portava significa l’Amore divino che nessuno ha, all’infuori di Lui, perché è Luce primordiale della Sua Divinità e, da Lui, questa affluisce nell’infinità di ogni Creazione. Ed era vestito con una veste intinta nell’Amore, il Suo Nome significa “la Parola di Dio”, come Anima di Gesù. E sulla Sua Parola divina e sulla Sua Forza interiore, che è lo Spirito Santo in Dio, sta scritto il santo Nome di Gesù: Re dei re, Signore dei signori”.

25. Le interpretazioni dei versetti incomprensibili della Bibbia vi hanno dimostrato che lo spirituale può essere spiegato soltanto dagli uomini chiamati da Dio, perché la Bibbia può spiegarla solo Colui che la fece scrivere. Così, Salomone comprendeva l’alto Cantico dei Cantici quanto lo comprendono gli uomini di oggi, sebbene fosse lui lo scrivano. E allora, come vogliono degli uomini spiritualmente tenebrosi, giudicare e interpretare ragionevolmente e in modo fedele alla verità i misteri della Bibbia che provengono dalla Sapienza di Dio? No! Questo è impossibile, così come se un cieco volesse guidare un altro cieco. Perciò non lasciatevi guidare dai ciechi, per quanto possano essere autorità superiori, dove si tratta del Divino e della salvezza della vostra anima.

26. Perciò vi voglio mostrare come il professor Delitzsch, il soppressore di Dio dalla Sacra Scrittura, interpreta materialmente il libro dei misteri divini di Mosè, scritto con simboli, ovvero con geroglifici spirituali, e invece del senso, ne estrae soltanto un non senso, ovvero Babele nella sua confusione biblica.

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55/5 - Un grande errore di Delitzsch

Graz, 23 luglio 1903

27. Il professor Delitzsch ha già dimostrato con un libro di 346 pagine, pubblicato nell’anno 1881, che Babilonia era la culla del genere umano, ovvero l’Eden. Nella storia della Creazione si parla di un Giardino di Eden nel quale scorreva un fiume principale, questo si divideva di nuovo in quattro fiumi principali, che avevano i nomi di Pison, Ghihon, Chiddekel (Hiddechel) e Phrat.

28. Il fatale fiume Phrat divenne per tutti gli eruditi l’Eufrate, e perciò anche per il professor Delitzsch, quindi anche i restanti fiumi dovevano trovarsi in Babilonia. Mentre Chiddekel (Hiddechel) venne chiamato davanti al fiume Phrat, perciò diventò il fiume Tigri, quindi anche il Pison e il Ghihon dovevano essere in Babilonia, e poiché non ci sono più grandi fiumi, allora essi dovevano essere piccoli canali o ruscelli. In questo modo alcuni soppressori di Dio, attraverso le loro opinioni completamente false, hanno scritto arbitrariamente la storia primordiale del genere umano. Ascoltate ora una buona volta come Dio, con il Suo suggerimento a Mosè, ha scritto e vi spiega spiritualmente il giardino dell’Eden:

29. Il nome “Eden” che porta il giardino del paradiso, nella lingua primordiale significa “deserto”, e questo è lo stato desertico dell’uomo primordiale Adamo, quando stava ancora solo e non aveva nessuno simile a lui intorno a sé, con cui si potesse intrattenere.

30. Il fiume principale nell’Eden dell’uomo-donna Adamo, era il suo amore per Dio, che era l’unico efflusso del suo interiore.

31. Dopo la creazione di Eva da Adamo, questo fiume principale si divise in quattro rami principali. Il primo fiume si chiamava Pison, questo non era né il piccolo fiume senza nome nell’altopiano dell’Armenia che sfocia nel Mar Nero, né un ruscello di Babilonia, come insegna Delitzsch, bensì era l’amore femminile infuocato generante in Eva. L’oro in lei è lo stato della procreazione umana. La pietra preziosa in Eva di nome Bdellium è la pietra dei saggi, ovvero il vivente Amore di Dio che vuol generare attraverso Eva, e la pietra preziosa Onice in Eva è il suo amore per l’uomo.

32. Ghihon è il nome del secondo fiume principale, ma Ghihon non è né l’Araxes degli antichi o Aras nell’altopiano dell’Armenia che sfocia nel Mar Caspio, né un canale d’acqua in Babilonia secondo Delitzsch, bensì l’Ordinamento divino che attraverso il sesso di Eva nasceranno tutti gli spiriti un giorno caduti con Satan-Lucifero, e questi sono tutti gli uomini.

33. Il terzo fiume principale si chiama Hiddekel e viene identificato col fiume Tigri in Babilonia, – mentre non è altro che l’Ordine divino, secondo il quale tutti gli uomini giungeranno alla rinascita dello spirito, in altre parole devono essere perfezionati nelle Virtù di Gesù, per diventare figli di Dio.

34. Il quarto fiume principale si chiama Phrat. Questo nome è stata la fatalità per la sapienza dei saggi e la saggezza dei perspicaci, che ora giacciono in macerie dinanzi alla verità della Mia Parola divina, perché molti eruditi di alto rango vogliono saper tutto meglio di Dio e di Mosè, e perciò con le loro notizie bibliche contraddittorie, a causa della loro tenebra spirituale, cercano di venirne a capo da soli senza Dio.

35. Phrat, secondo la loro opinione, era il fiume Eufrate in Babilonia, e perciò anche Pison, Ghihon e Hiddekel erano là e quindi anche l’Eden era in Babilonia; soltanto che il fiume Phrat non era l’Eufrate, ma il fuoco d’amore maschile di Adamo quale procreatore degli uomini.

36. Adesso, vedete da dove soffia il Vento divino e quale assurdità hanno commesso finora Delitzsch e tutti i ricercatori dell’Eden perché non sono stati chiamati a spiegare la Bibbia?

37. L’uomo si forma in se stesso il Giardino dell’Eden attraverso le divine Virtù di Gesù. Che l’albero della Vita nell’Eden fosse l’Adamo, e l’albero della conoscenza, vale a dire del concepimento, fosse la sua donna Eva, è ora per ognuno chiaro e lampante. Spiritualmente sono designati come la sapienza e l’amore; materialmente, invece, sono Adamo ed Eva. Da ciò si spiega la storia del serpente che sedusse Eva, – il serpente di Eva era il suo egoismo di godimento, e il seducente frutto dell’albero, adoperando una mela, come si parla mediante il fiore, era l’Adamo stesso. Il luogo dove avvenne il peccato ereditario era presso il fiume Jabok in Canaan.

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55/6 – Chi era il cherubino di Babilonia

Graz, 23 luglio 1903

38. Tra le immagini che decorano i fascicoli in cui sono raccolte le conferenze del professor Delitzsch, si trova anche ‘il cherubino di Babilonia’, la cui riproduzione in certo qual modo sembra interpretata secondo la Bibbia, mentre nel complesso è una figura grossolana che non corrisponde in nessun caso alla verità.

39. Ed è questa: i babilonesi vennero a sapere di questa figura dai giudei e la scolpirono nella pietra. Essi immaginarono questa figura con il corpo vigoroso significante la forza, considerando le ali come decorazione poetica, la testa umana come intelligenza, e la tiara[171] il potere dominante dell’insieme.

40. Il professor Delitzsch vide l’originale dalle imitazioni babilonesi secondo le indicazioni del profeta, secondo il quale i giudei avrebbero preso i loro cherubini (e serafini), ignorando però che l’allievo giudeo era un maestro, mentre il professore babilonese era l’allievo; – perciò l’assurdità delle ipotesi di Delitzsch. – Per tale motivo, ascoltate quale senso si trova nei leggiadri cherubini e nei serafini giudaici:

I ) I cherubini giudaici sono angeli della Sapienza, e i serafini sono angeli dell’Amore. La loro figura di genio angelica rappresenta la forma umana di Dio. Le loro ali sono il simbolo della libertà fluttuante dello Spirito di Dio.

II ) I cherubini e i serafini, secondo Isaia, nel 6° capitolo versetti 2-3 sono indicati come segue: «I serafini si tenevano sopra di Lui, ognuno fornito di sei ali, con due si coprivano il volto, con due si coprivano i piedi, e con due volavano e inneggiavano l’un l’altro dicendo: “Santo, santo, santo è il Signore, il dominatore dei mondi. La Terra è piena della Sua gloria”», ecc.

III ) Il profeta Ezechiele 1,4-14, descrive i serafini come segue: «Nel centro della nuvola di fuoco apparve la forma di quattro esseri animati; e questo era il loro aspetto: avevano sembianza umana. Ognuno aveva quattro facce e quattro ali. Le loro gambe erano diritte, e gli zoccoli dei loro piedi erano come gli zoccoli di un bue splendenti come lucido bronzo. Sotto le ali ai quattro lati, avevano mani d’uomo, e tutti e quattro avevano le medesime sembianze e le proprie ali. Quanto alla somiglianza delle loro fattezze, ognuno dei quattro aveva l’aspetto d’uomo, poi l’aspetto di leone a destra, l’aspetto di bue a sinistra, e tutti e quattro l’aspetto d’aquila. Queste le loro facce, e le loro ali erano spiegate verso l’alto. Nelle sembianze quegli animali apparivano come carboni ardenti, simili a torce che si muovevano in mezzo agli esseri viventi; era un fuoco sfavillante, e dal fuoco uscivano lampi, e gli esseri viventi andavano e venivano a guisa del baleno. Ed io udivo il rumore delle loro ali, come il rumore delle grandi acque, come la voce dell’Onnipotente; come il fragore della tempesta, come il tumulto di un accampamento; ecc. ecc.».

IV ) Nella seconda visione di Ezechiele 10,14 si legge parimenti che i cherubini avevano quattro facce, il primo la faccia di un cherubino, la seconda di un uomo, la terza di un leone, la quarta di un’aquila.

V ) Nell’Apocalisse di Giovanni 4-7 si legge che i quattro esseri viventi erano pieni di occhi, come le figure già descritte in Ezechiele.

41. Da questa descrizione voi scorgete che il cherubino babilonese non corrispondeva per niente all’indicazione fatta qui, e rappresentava solo un grossolano storpiamento della verità. Considerato che i giudei presero dall’intera descrizione della grandiosa immagine che Jehova mostrò attraverso il profeta il senso come erano da intendere materialmente le rispondenze delle Caratteristiche incorporate dell’Io divino, a loro non venne proprio in mente di imitare, per mezzo di figure dipinte o scolpite, l’impossibile del grandioso spettacolo che i profeti descrivevano, di cui viene qui comunicato soltanto un piccolo sunto che si riferisce alla figura del cherubino e del serafino.

42. I cherubini e i serafini delle visioni profetiche rappresentano nella loro figura le emanazioni delle Caratteristiche divine, in altre parole: l’uomo è il simbolo della potenza spirituale, il leone della forza ovvero dell’Onnipotenza di Dio, il bue la mansuetudine e l’aquila il dominio dell’Universo etereo. Le facce su tutti i quattro lati, secondo cui i cherubini andavano, significano gli efflussi dell’Amore divino verso tutte le contrade del mondo. Le quattro ali sono i portatori delle quattro immagini proclamate della Divinità. I piedi diritti significano fermezza, gli zoccoli come un piede di bue invece la perseveranza di Dio che è tenuta insieme attraverso l’Amore e la Sapienza. Le sei ali sono le sei Caratteristiche, poiché la testa, rappresentante la Sapienza, è la settima Caratteristica di Dio, essendo la Sapienza la dominante liberamente attiva che ognuno vede nella Creazione, quindi anche il creante Amore e la longanime Pazienza sono visibili attraverso le ali volteggianti come attive Caratteristiche, mentre la Volontà, l’Ordine, la Serietà e la Misericordia ben esistono, ma sono nascoste agli occhi umani, perché gli uomini nella loro sapienza osservano l’insieme nella Creazione, in cui scorgono soltanto l’Amore creante, la Sapienza ordinante e la grande Pazienza nella sua longanimità. I molti occhi dei cherubini significano l’Onniveggenza e perciò l’Onnisapienza di Dio.

43. Questi sono quindi i simboli della Divinità che sono rappresentati attraverso il cherubino e il serafino nella visione di Isaia, di Ezechiele e nell’Apocalisse di Giovanni, mentre i serafini adoranti davanti all’Arca dell’Alleanza nel Tempio di Salomone rappresentano gli angeli dell’Amore di Dio comunicati a Salomone da Jehova.

 

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Cap. 56

Il significato del Cantico dei Cantici di Salomone

Graz, 24 luglio 1903

1. Questo è uno dei più belli e più spirituali cantici del Vecchio Testamento che Io ho dettato e fatto scrivere a Salomone. Il significato, come essenza interiore del Cantico, suona così: che per voi uomini, il purissimo Amore di Dio è la stupenda sposa, la vera sorella dell’uomo e la sua cara amica. Questo divino Amore attraverso di Me, la Sapienza, come Parola di Dio “Gesù Cristo”, è entrato nella carne ed ha dimorato e vissuto tra gli uomini come Uomo. Io, Gesù, sono l’Amico menzionato come loro Sposo, avendo insegnato agli uomini la Sapienza di Dio o Teosofia proveniente dall’Amore di Dio, ed ho lasciato indietro un santo e sicuro bastone da viandante sulla via della purificazione, spiritualizzazione e divinizzazione dell’uomo nella Patria del suo eterno Padre.

2. Il professor Delitzsch ha descritto questo Cantico dei Cantici come un banale cantico nuziale, ovvero molto mondano perché non lo sapeva leggere spiritualmente, perciò ora Io, Gesù, voglio presentarvi quei versetti specifici letti spiritualmente, versetti che hanno così sconcertato il professore altamente dotto, ma spiritualmente tenebroso, tanto che nella seconda conferenza si è altamente indignato che qualcosa così, fosse considerata come Rivelazione di Dio. Questi versetti specifici sono particolarmente i seguenti:

I ) Nel capitolo 1, versetto 2, l’Amore di Dio parla alla Sua Sapienza di Dio, dal Nome Gesù Cristo: «Egli (vale a dire Gesù) Mi bacia con i baci della Sua bocca (che sono gli insegnamenti del Suo Amore). Poiché il Suo Amore (l’insegnamento) è più squisito del vino».

II ) Anche nel versetto 13 il divino Amore parla alla Sua Sapienza Gesù: «Tu sei il Mio (divino) amato!». Ora l’Amore divino rivolge la Sua Parola a tutti gli uomini e dice di Gesù: «Un (ben odorante) mazzo di mirra (è Lui) per Me, che giace soave (attraverso la Sua Sapienza passata all’Amore) al Mio Petto (d’Amore divino)».

III ) Anche nel versetto 15 Gesù parla alla Sua Dottrina dell’Amore di Dio: «Come sei bella, amica Mia, (sì), tu sei bella; i tuoi occhi (annunciando solo amore) sono come sguardi di colombi (quando vanno tubando)».

IV ) Anche nel versetto 16 parla la Dottrina d’Amore di Gesù: «Come sei bello, mio amato (Gesù), Tu sei così dolce, come il letto nell’erba verde».

V ) Nel cap. 2 versetto 2, l’Amore di Dio esprime l’esaltazione sulla Dottrina di Gesù: «Come un giglio tra le spine (dell’Amore divino) è la castità, questa è tra le fanciulle (che spiritualmente in rispondenza significano l’etica religiosa,) l’amica Mia (dalla bocca di Gesù, perciò la Dottrina di Dio di Gesù)».

VI ) Anche nel versetto 3 l’Amore di Dio parla alla Sapienza di Dio: «Ciò che è l’albero di melo (leggiadro) tra gli alberi del bosco, questo è l’amato mio tra i giovani (quale amato Gesù). Io bramo sedermi alla sua (rinfrescante) ombra (dell’amore), là io dimoro (al meglio); com’è dolce il suo Frutto (l’Amore) al mio palato (anelante d’amore)!».

VII ) Nel versetto 8 l’Amore di Dio dice della Sua Sapienza: «Questa è la voce (di Gesù) del Mio Prediletto! Eccolo! Egli (il Dio dell’Amore) oltrepassa i monti, (e) saltella sui colli perciò (a Me, poiché i principi dei popoli, chiamati spiritualmente “monti”, e i vertici dei popoli, chiamati spiritualmente colli, non Lo gradiscono, poiché sono pieni di arrogante sapienza; il mio cuore però è colmo di umile amore per Lui!)».

VIII ) Nel capitolo 4, versetto 5, l’Amore di Dio parla alla Dottrina di Gesù: «Le poppe del tuo seno (che qui sono l’amore per Dio e per il prossimo) somigliano a due giovani gemelle (come creature amabili) di gazzelle che pasturano tra (bianchi) gigli (della castità)».

IX ) Così nel versetto 9 Gesù parla all’Amore di Dio: «Tu mi hai rapito il cuore, o sorella mia, sposa mia (dai dieci comandamenti di Dio)! Tu mi hai rapito il cuore con un solo sguardo dei tuoi occhi (dell’amore di Dio come anche) attraverso una perla sola del tuo collo (dell’amore per il prossimo)».

X ) Nel capitolo 6, versetto 3, parla la Dottrina divina dell’Amore: «Io appartengo al Mio amato e il mio amato (Gesù che mi ha generato) appartiene a me; (perché) Egli pastura soltanto tra i gigli (della purezza dell’Amore)».

XI ) Anche nel versetto 10, l’Amore di Dio domanda agli uomini: «Chi è colei che avanza come l’aurora? Così bella come la Luna, così pura come il Sole, e fertile come le schiere d’armate?». – (Allora voi risponderete all’Amore di Dio come Dio Padre: “È la figlia divina di Gesù, è la religione dell’Amore. È l’Amore raggiante come l’aurora; l’oscurità illuminante come la Luna, che diffonde amore, calore e luce come il Sole, e contro la fredda durezza della Sapienza, come un’eroina, combatte con il vessillo del Regno”).

XII ) Nel capitolo 7, versetto 3, parla l’Amore di Dio alla Dottrina di Gesù: «Il tuo (vergineo) ombelico (nutrito col succhiare l’Amore) è come un coppa rotonda (tutto comprendente) della fede mai priva di vino temprato (dell’amore); il tuo corpo (costruito dall’amore) è come un mucchio di grano (corrispondente alla Sapienza divina), circondato con gigli (delle Virtù di Gesù)».

XIII ) Altrettanto nel versetto 4, l’Amore di Dio continua a parlare alla Dottrina di Gesù: «Le tue due mammelle (rappresentanti l’amore per Dio e per il prossimo) sono come due gemelli di una (amabile) gazzella (nati entrambi dalla Luce primordiale di Dio)».

XIV ) Nel capitolo 8 versetto 10, l’insegnamento di Dio parla di Se stesso: «Io sono (forte come) un muro, e come torri (alte) sono le Mie mammelle (l’amore per Dio e per il prossimo); perciò divenni (il divino nato) agli occhi Suoi come uno che ha trovato benevolenza».

XV ) Anche nel versetto 14, il divino nato dall’Amore di Gesù esclama al suo Portatore: «Fuggi, Amato mio (Gesù!), sii (veloce) simile alla gazzella, simile a giovani caprioli sopra i monti degli aromi! (e lasciami portare ed annunciare a tutti i popoli della Terra, perché io, figlio del divino Amore, l’eterno nato da Dio, mi spingo a cercare e a trovare le pecorelle del divino gregge – sparse nel mondo per valli e monti)».

3. Così suona questo Cantico considerato dal professor Delitzsch così comune e scurrile nei passaggi più bassi per i materialisti, ma nell’insieme questo è un Cantico sublime e magnifico, composto nel fiorito linguaggio orientale che nulla al mondo gli può essere paragonato. Si deve in ogni modo prendere in considerazione il Mio verdetto, dove dico: “Al puro tutto è (divinamente) puro”. Per il professor Delitzsch, invece, il sublime divino Cantico dei Cantici è un cantico nuziale così basso, che ha trovato bene di additare questo Cantico con particolare disprezzo, e perciò contrassegnare la Bibbia, anche a causa di questo Cantico, come un’opera umana e non come Rivelazione divina. Da ciò vedete che se volete avere una Luce dall’Alto, non dovete andare nella tenebrosa scuola degli eruditi materialisti, perché quella scuola uccide lo spirito.

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56/1 - Il pollo assennato e le false galline

Graz, 24 luglio 1903

4. La cosa più strana dei critici indagatori della Bibbia è il fatto che il giovane pollo, per il quale ritengono il popolo giudaico (ebraico), risulta essere singolare, molto intelligente e istruito con la Bibbia, mentre la gallina, da cui i giudei avrebbero ottenuto la loro intelligenza – vale a dire i babilonesi, gli indiani (dell’India), o gli egiziani, ecc. – hanno mescolato con molto non senso solo grossolane caricature e frammenti, cosa che nella Bibbia ebraica è depositato in puri simboli del divino linguaggio dello Spirito. Tale comprensione della verità, distorta dagli stessi assiriologi e archeologi, sembra così assurda, come se si volesse affermare che il professore universitario europeo (il Delitzsch) si è procacciato le sue conoscenze presso scalpellini, raccoglitrici di erbe e maestri di paese.

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56/2 - Il futuro destino dei grandi uomini negatori di Cristo

Graz, 24 luglio 1903

Quando io, Schumi, scrissi l’insegnamento cristiano del karma e della reincarnazione[172], chiesi al Padre Gesù informazioni su tutti i segnati e gli infelici nel corpo, da dove provenissero questi mali, e tra questi, anche ciò che sarebbe accaduto dopo la morte a quegli uomini come lo sono Darwin, Nietzsche, Delitzsch, ecc., coloro che inducono il loro prossimo all’eresia e, da ciò, al peccato, grazie alla loro grandezza di spirito dell’oscura pedanteria, tanto che ne giungono in gran numero all’inferno. La risposta fu la seguente:

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5. Tali massacratori spirituali di anime, avendo offuscato spiritualmente le loro anime rendendole morte nello spirito, hanno trascinato con sé una moltitudine di uomini all’inferno; nel Regno degli spiriti essi giungono nelle condizioni più tristi, e poiché hanno vissuto come animali senza Dio, la loro anima viene qui trasformata del tutto nella stessa forma animale secondo quei vizi animaleschi cui si sono abbandonati nel mondo. Dopo una vita lunga e tormentosa, vengono messi di nuovo sulla Terra come cretini attraverso quei genitori (anch’essi reincarnati) che, (nella vita precedente) hanno peccato contro tali creature con scherno e mancanza d’amore[173].

6. Qui vedete che gli imbecilli, o i cretini, sono quegli uomini che nella vita precedente, con la loro superiore erudizione, con lampi d’ingegno nei teatri e nei circhi, risvegliando lussuria nelle danze teatrali, ecc., con i loro insegnamenti, con i canti lussuriosi e le danze di coppie, hanno precipitato all’inferno in gran numero le anime degli uomini. Perciò non beffeggiate gli scimuniti o i cretini con il loro atteggiamento stolto e ghignante, perché avete davanti a voi uomini di cui un giorno si ebbe un alto rispetto e la più grande riverenza per la grandezza del loro spirito non comune e delle loro capacità, i quali però, invece di mettersi al servizio del loro Padre divino, preferirono mettersi al servizio di Satana, il principe dell’inferno.

7. La loro passata arroganza, megalomania, capacità tenebrosa e la loro dominante elevazione al di sopra degli altri, con tale reincarnazione, tramite la quale sono più animali che uomini e servono da scherno e derisione per giovani e vecchi, vengono assai profondamente umiliati, ma per mezzo di ciò, dopo un certo spazio di tempo – comunque sempre molto lungo che trascorrono nuovamente nell’inferno più basso, più tormentoso e completamente buio – se sono giunti alla comprensione da dove proviene la loro triste sorte ed hanno la buona volontà di vivere secondo le prescrizioni divine, vengono resi capaci di essere di nuovo reincarnati nel mondo con l’intelletto normale.

8. Uomini che hanno fatto cattivo uso dei loro talenti spirituali per l’infelicità spirituale di centinaia e a volte migliaia dei loro simili, non sono perciò da invidiare per via dei loro talenti e grandezza che dominano il mondo, ma già in questo mondo sono da compiangere profondamente, perché avete davanti a voi i futuri cretini con il loro balbettio, ghigno e animo spesso diabolicamente cattivo. Infatti, così questi uomini puniscono se stessi, questo è il loro Karma, ovvero il destino che si sviluppa da questo: come maledizione delle cattive azioni e crimini spirituali commessi un giorno verso il prossimo!

 

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Cap. 57

La Bibbia è una Luce spirituale proveniente da Dio

Graz, 25 luglio 1903

1. Coloro che insorgono contro la Bibbia e la vogliono privare del suo onore spirituale, vi trovano proprio quegli insegnamenti che non concordano con le loro caratteristiche non spirituali, essendo senza amore, arroganti, egoisti e con vizi animaleschi! – Perciò il loro infierire e strepitare contro il Divino di questo Libro.

2. La Bibbia è il Libro dei libri del mondo ed è superiore a tutti gli scritti degli uomini, perché vi sta scritta la Parola della Vita, mentre la parola dell’uomo, se si rivolge contro Dio, è la totale oscurità e la più palese morte dello spirito!

3. Io, il Padre Gesù, in un dettato che tratta la verità sulla Bibbia, ho già dato nell’anno 1870, per vostra conoscenza, il seguente: «Sappi che nella Bibbia, ciò che ho voluto depositare come Bene permanente per l’umanità e che doveva rimanere per l’umanità quale eterna linea di condotta in relazione alla sua destinazione, nel senso spirituale interiore – nonostante i molti cambiamenti nelle interpretazioni, traduzioni e spiegazioni del senso letterale, cui di questo gli uomini costantemente erranti e fallibili si sono resi colpevoli – è rimasta completamente intatta e pura, perché non può essere toccata». Infatti, per scoprire il senso spirituale interiore della Bibbia, ci vuole anche un uomo spirituale.

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57/1 - Scienza erudita e Sapienza di Dio

Graz, 25 luglio 1903

4. Non ci si lasci perciò ingannare dagli eruditi del mondo, poiché con le loro conoscenze della scienza naturale non si può penetrare nello spirito e nella vita della divina Parola della Bibbia. Al contrario, si deve procedere dall’Alto attraverso il divino chiarimento, ovvero la divina illuminazione, – e poiché certi eruditi con la loro furia critica spengono loro stessi la Luce dello spirito, allora non vedono il bosco a causa degli alberi e predicano la loro cecità spirituale come luce del mondo, presentando come insensatezza la Parola divina, nella quale c’è lo Spirito, la Luce, la Forza e la Vita proveniente da Dio. Su di loro si adempie chiaramente la parola di Paolo nella 1° lettera ai Corinzi 2,14, dove si legge: «L’uomo naturale non accetta le cose dello Spirito di Dio; per lui sono una stoltezza e non le può comprendere, perché vanno afferrate solo spiritualmente».

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57/2 - Dapprima i giudei sarebbero stati Eloisti e solo dopo sono diventati Jehovisti

Graz, 25 luglio 1903

5. Ci sono certi eruditi del mondo laico che annunciano, vantandosi esageratamente, di aver trovato le prove secondo le quali i giudei (gli attuali ebrei) in origine adoravano Elohim e solo più tardi vennero a Jehova. Elohim, però, secondo le loro nozioni linguistiche, significa “eroi” oppure “déi”, da cui risulterebbe che i giudei sarebbero stati originariamente pagani e dediti al politeismo, e il loro monoteismo o adorazione di un solo Dio deriverebbe dalla loro stessa cultura, quindi che sarebbero giunti lentamente dal politeismo ad un Dio-Jehova, e quindi essi stessi avrebbero purificato e semplificato la loro religione.

6. Soltanto che (gli eruditi) sono in grande errore, poiché Elohim, nella lingua ebraica primordiale, non significa né eroi, né déi, bensì ‘Potenza di Dio’ (l’etimologia di Elohim è nel libro: “Cristo, la Sua venuta e il Suo ritorno”[174]), ovvero Spirito Santo, il cui Nome, come già dimostrato, appare abbastanza spesso nella Bibbia, per ‘Cristo’. Jehova invece, nella lingua ebraica primordiale, significa “Padre”, perciò ancora “Cristo”, su cui nel libro “La Santa Trinità”[175] con tale ricerca viene dato un fondamentale chiarimento. Da questo, ognuno vedrà che non esistono due specie di insegnamenti di Dio nella Bibbia, vale a dire dei primitivi Elohisti e più tardi Jehovisti, ma che l’insegnamento errato degli eruditi poggia sull’ignoranza della lingua, poggia sulla diffamazione dei critici e sull’odio verso gli ebrei.

7. Altrettanto essi riferiscono, pieni di piacere del male altrui, che nella Bibbia si parla spesso dell’ira di Dio, mentre altrove è affermato: “Dio è Amore”. Tuttavia, ira, punizione e amore non si adattano, ma essi non comprendono la parola “ira di Dio”, perché è una rispondenza che significa “il fervore d’Amore in Dio”, dal momento che Dio non è iracondo né vendicativo, e non lo può essere, perché Io stesso ho dato all’uomo la libertà di agire secondo il suo arbitrio. Io, nondimeno, sono il Padre assoluto degli uomini, e nella Mia educazione, attraverso il fervore d’Amore, devo difendere l’Ordine divino, come il padre terreno difende i suoi figli, affinché non gli vadano in rovina e, attraverso brutti vizi, diventino una sciagura per loro stessi.

8. Così i critici che vogliono eliminare Dio, sperimentano perfino il Mio divino Amore e Pazienza, nonostante la loro presunzione verso di Me, sebbene dovrebbero veramente essere puniti subito, poiché con ciò verrebbero alla comprensione e preservati dall’inferno che a loro certamente non mancherà, perché gli uomini, con la loro vita e il loro operare in questo mondo, si costruiscono il Cielo oppure l’inferno per l’aldilà della tomba. Naturalmente, Cielo e inferno esistono solo nello stato d’animo dell’uomo, e da ciò seguono gioie e godimento, oppure collera e tormenti, ma esistono come inevitabile ricompensa per la vita e l’operare secondo le Mie Leggi o contro le stesse.

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57/3 - La punizione con la tenebra spirituale per i critici della Parola di Dio

Graz, 25 luglio 1903

9. È strano con questi critici che si credono di essere eruditi, che nella Bibbia non cerchino la Dottrina della vita eterna, bensì i versetti e le parole a loro incomprensibili dalle quali vogliono illuminare il mondo dalla sua morte spirituale, dalla sua profonda tenebra spirituale. Solo che a tali uomini la Luce di Dio non tocca, ma tocca agli umili e ai ferventi nell’amore, e perciò qui si avvera la Mia gioiosa chiamata: «Io Ti lodo, Signore del Cielo e della Terra, che hai rivelato queste cose superiori dello Spirito, agli umili e ai semplici, ma le hai nascoste ai savi e agli intelligenti» [Mt. 11,25; Lc. 10,21].

10. Questa Mia dichiarazione espressa come Gesù, è un Sole centrale proveniente dall’Amore di Dio, dato per quegli uomini ragionevoli che non devono cercare la salvezza della loro anima nelle critiche degli eruditi e nel loro falso profetismo!

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57/4 - I cristiani della lettera biblica

Graz, 25 luglio 1903

11. Quanto sia vera questa Mia osservazione, la potete cogliere dal fatto che nel Libro “La Santa Trinità” (cap. 5,23), dopo che ho spiegato l’Essenza della Mia Divinità così mal compresa, proferii il seguente responso all’intero cristianesimo: «Ai milioni di lettori della Sacra Scrittura e ai tanti milioni di oscurantisti spirituali, Io, Gesù, domando: “È giusto un solo unico concetto secondo le vostre supposizioni materiali? No! Non uno solo! Tutto ciò che avete pensato, creduto, scritto e insegnato finora su Dio, è assurdità!”

12. Può esserci parola più amara e piena di rimproveri di questa, parola che Io, vostro Dio e Padre in Gesù, ho gridato al mondo? Come possono gli uomini con il loro falso profetismo presentarsi e sussistere dinanzi a Me, Cristo, l’eterna divina Verità, se non percorrono la via per l’eterna Vita che Io stesso vi ho illuminato ed iniziato dalla Fiamma fondamentale del Mio Amore paterno?

13. La Teosofia cristiana è la Scuola centrale dell’autentica Dottrina di Cristo per quegli uomini che vogliono diventare figli di Dio, poiché essa soltanto e nessun’altra Dottrina di fede del mondo è dettata e data da Me stesso, Gesù Cristo, ed essa soltanto è stabilita da Dio stesso come religione dell’Amore del Regno millenario di Dio sulla Terra. Tutte le altre religioni alla fine saranno assorbite dalla Teosofia cristiana e perciò scompariranno dal mondo. Si possono ritenere felici coloro che l’ascoltano e l’accolgono vivendo e agendo di conseguenza, perché per loro non esisterà più nessun inferno.

14. Al figlio Mio Schumi, quando cercava la verità attraverso la preghiera colma di fede, gli fu dato come dono di Pentecoste, come un giorno agli apostoli, il battesimo dello Spirito. Cercate perciò anche voi, cari figli, cercate la Verità, poiché soltanto nella Teosofia cristiana e in nessun’altra religione del mondo essa vi è data pura e divina. – Amen!

 

 

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Allegato

Premessa

Tra le curiosità storiche degne di nota, quella dell’esistenza di una “Lettera di Ponzio Pilato” a Tiberio Cesare nella quale si parla di Gesù Cristo, può essere una curiosità, ma a nostro avviso, solo per ciò che riguarda la parte storica accreditata a Ponzio Pilato nella quale vengono citati gli eventi con Gesù, presentati con una qualche parvenza degli usi e costumi del tempo. Su questa, c’è da dire che nella Nuova Rivelazione non esiste (fino ad oggi – 2021) alcun cenno di un incontro di Gesù con Pilato. Inoltre che spezzoni di tale lettera tradotti dall’inglese, risultano pubblicati su diversi siti, e quindi non c’è un vero e proprio originale completo, sebbene ne venga citato l’originale che si troverebbe ben celato (non pubblico) nella libreria del Vaticano in Roma. Qui viene citata completa solo a titolo di curiosità.

Amici della Nuova Luce

 

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Nota storica:

La storia di Cristo, i Suoi tre anni di ministero, la causa, morte, sepoltura e risurrezione, scritta da Ponzio Pilato. Copiata il 7 Aprile 1897, tratta dall'originale copia in Greco, la quale si trova attualmente nella libreria del Vaticano a Roma. Questa libreria contiene 560.000 (cinquecentosessantamila) volumi nei quali si trovano molti ricordi che ancora non sono stati pubblicati, secondo l'attestato del Rev. W. D. Mahan, che spese cinque lunghi anni a Roma, e specialmente in Vaticano, dove investigò quei grandi volumi dai quali ne trasse questa lettera inviata da Pilato a Tiberio Cesare Imperatore Romano, e che dal greco la tradusse in lingua inglese. Qui di seguito, a beneficio di coloro che non conoscono l'inglese, e specialmente per gli italiani, troveranno la traduzione fatta nella nostra lingua da fra Girolamo Spallino.

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Così scrive Pilato:

 

Lettera scritta da Ponzio Pilato a Tiberio Cesare

 

A Tiberio Cesare, nobile Imperatore di Roma, saluti.

Gli eventi che si sono svolti nella mia provincia in questi ultimi giorni, sono stati di un carattere tale da vedermi costretto a dare notizia dei minimi dettagli di tutto quello che è avvenuto, e come non mi sorprenderà se nel termine di qualche tempo tali eventi potrebbero cambiare il destino della nostra nazione, poiché pare che in quest'ultimi tempi, tutti gli dèi hanno cessato di esserci propizi.

Io son quasi pronto a maledire il giorno in cui sono stato successore del valoroso Tlacio, nel governo della Giudea, perché da quel giorno la mia vita è stata di continuo in turbamento e in disgrazia. Al mio arrivo a Gerusalemme presi possesso della pretura, ed ordinai una festa speciale e un banchetto, al quale invitai il Tetrarca della Galilea e il sommo Sacerdote con i suoi ufficiali. Ma all'ora designata, quando tutto era pronto, gli invitati non si presentarono. Questo lo considerai un insulto fatto alla mia dignità e a tutto il governo del quale faccio parte.

Pochi giorni dopo, il sommo Sacerdote si degnò di farmi visita. Il suo comportamento era grave e un po' falsificato. Sosteneva che la sua religione gli proibiva di attendere a tali banchetti, di sedersi a tavola coi romani ed offrire libagione[176]; ma questa fu soltanto un'apparenza di santità, perché il suo contegno tradiva la sua ipocrisia. Tuttavia pensai bene di accettare le sue scuse. Da allora in poi fui convinto che questi conquistati, come si sono dichiarati loro stessi, erano nemici dei conquistatori, e che io dovrei avvisare i romani a guardarsi dai sommi Sacerdoti di questa nazione.

Questi tradirebbero la propria madre pur di avere un ufficio, e procurarsi una vita di lusso. Mi pare che di tutte le città conquistate, Gerusalemme sia stata la più difficile da governare. Il popolo è così turbolento che ho vissuto momenti di paura, pensando a qualche insurrezione; e non avevo neanche abbastanza soldati per poterli sopraffare. Avevo soltanto un centurione con cento soldati ai miei ordini. Allora chiesi rinforzi al prefetto della Siria, il quale mi informò che possedeva poche truppe e che erano insufficienti a difendere la propria provincia. L'insaziabile sete di conquiste per estendere il nostro Impero, senza nessun mezzo di difesa, mi fa aver paura che sarà la causa della caduta finale del nostro governo.

Sono vissuto nella completa oscurità della massa del popolo, perché non sapevo come e fino a qual punto questi sacerdoti potevano arrivare ad istigare la popolazione. Eppure ho cercato di indagare con molto studio per arrivare a conoscere i pensieri e la mente di questo popolo. Tra le tante risonanze che son pervenute ai miei orecchi, ce n'è stata una che particolarmente ha attratto la mia attenzione.

Si diceva che un giovane appariva in Galilea, predicando con nobile unzione una legge nuova nel Nome di Dio dal quale era stato mandato. Prima mi rattristai, pensando forse che il Suo disegno era di fomentare il popolo contro i romani; ma subito questa paura si dileguò. Gesù di Nazareth parlava più amichevolmente ai romani che ai giudei.

Un giorno, mentre passavo per la contrada di Siloe dove c'era una grande radunanza di popolo, vidi nel mezzo di quel gruppo un giovane appoggiato ad un albero che, con molta grazia e calma, parlava alla moltitudine. Mi fu detto che era Gesù. Facilmente lo potei riconoscere perché la differenza tra questo Gesù e coloro che l'ascoltavano era troppo grande. I suoi capelli biondi e la sua barba gli davano un'apparenza e un viso celestiale. Dall’aspetto sembrava avesse circa trent'anni. Mai in vita mia ho visto una serietà così dolce e tanto serena. C’era veramente un contrasto tra lui e i suoi ascoltanti con la loro barba nera e una costituzione fisica piuttosto fosca.

Non volendo interromperlo con la mia presenza, proseguii; però dissi al mio segretario di unirsi a quel gruppo ed ascoltare. Questo mio segretario si chiamava Manlius, ed era nipote del capo della cospirazione, il quale stava accampato in Etruria ed aspettava Catilina. Manlius era un vecchio abitante della Giudea, meritevole della mia fiducia. Quando mi recai in pretura, trovai Manlius che mi raccontò tutte le parole che Gesù aveva pronunziato in Siloe.

Non mi ricordo di aver mai letto nel lavoro dei filosofi una cosa tale da potersi uguagliare con la sapienza di questo Gesù. Uno dei ribelli giudei, così numerosi in Gerusalemme, si accostò domandandogli se era lecito pagare il tributo a Cesare, e Gesù gli rispose: "Date a Cesare tutto ciò che appartiene a Cesare, ma a Dio ciò che è di Dio". E fu appunto a cagion di questo suo parlare sapientemente che accordai a questo Nazareno cotanta libertà.

Anzitutto era in mio potere arrestarlo ed esiliarlo a Pontus; ma questo sarebbe stato contrario alla giustizia che è sempre stata uguale per tutti gli uomini in tutto l'Impero Romano. Questo Gesù non era ribelle e neanche sedizioso, cosicché a sua insaputa gli estesi la mia protezione. Egli aveva libertà di parlare, fare assemblea e predicare al popolo. Poteva anche scegliere i suoi discepoli senza essere limitato da un mandato pretoriale, se fosse stato il caso.

Volessero gli dèi prevenire le cose future se dovesse la religione dei nostri padri essere sostituita dalla religione di Gesù; sarebbe allora una tollerazione nobile per la quale Roma sarebbe debitrice di una premeditata riverenza. Mentre io, misero e deprecabile, ho dovuto essere lo strumento del quale i giudei chiamano provvidenza, ma che noi chiamiamo destino.

Questa libertà accordata a Gesù provocò i giudei, non i poveri, ma i ricchi e i potenti. È vero anche che Gesù negli ultimi tempi è stato severo, e credendolo nella mia opinione, questa è stata una ragione politica onde limitare la libertà che precedentemente gli era stata accordata. Agli Scribi e ai Farisei egli disse: "Voi siete una progenie di vipere; mi sembrate tanti sepolcri e comparite molto bene dinanzi agli uomini; ma siete molto vicino alla morte".

Altre volte si beffava delle offerte dei ricchi dicendo che il centesimo della vedova era molto più prezioso al cospetto di Dio. Nuovi rapporti venivano fatti giornalmente alla pretura contro l'insolenza di Gesù. Fui avvisato che qualche disgrazia doveva capitargli. Non era la prima volta che Gerusalemme lapidava coloro che si professavano profeti, e se il pretore si rifiutava di condannarli, veniva fatto un appello a Cesare.

In ogni modo, la mia condotta parziale fu approvata dal Senato e mi fu promesso un rinforzo alla fine della guerra. Cosicché essendo scarso di truppe ed inabile a poter reprimere sedizioni, adottai un mezzo per ristabilire la tranquillità di questa città, senza bisogno di sottomettere la pretura ad una concessione umiliante: scrissi a Gesù chiedendogli un colloquio nel palazzo della pretura. Egli venne.

Tu sai che nelle mie vene scorre quel sangue mescolato spagnolo e romano incapace di aver paura e provare emozione, ma quando questo Nazareno comparve, passeggiavo nella mia residenza (cioè nella stanza regale), ed i miei piedi li sentii come inchiodati sul quel pavimento di marmo tremando in tutta la mia persona come un colpevole di delitto. Eppure Gesù era calmo, e manifestava veramente una calma innocente.

Quando giunse a me, si fermò, e con qualche segno pareva dirmi: ‘Ecco io sono qui’, sebbene non proferì parola. Per un momento contemplai con ammirazione questo straordinario tipo di persona, sconosciutissimo tra i numerosi artisti e pittori che hanno dato forma e figura a tutti gli dèi ed eroi. Nulla si vedeva in lui che potesse indietreggiare nel suo carattere, eppure sentivo paura e tremavo nell'accostarmi a lui.

Con voce tremante gli dissi: "Gesù di Nazareth, per tre anni ininterrotti ti ho dato autorità e libertà di parlare, ma non perciò ne son pentito. Le tue parole son di sapienza e da uomini filosofi. Non so se hai udito parlare di Socrate o di Platone. Ma questo io vedo: che nei tuoi discorsi vi è un’eccellente semplicità che attira come un magnete, e ti eleva al di sopra di tutti i filosofi. L'imperatore è stato informato di tutto ciò, ed io, suo umile rappresentante in questa provincia, son molto contento di averti data codesta libertà, riconoscendo i tuoi meriti. Non di meno, non posso celarti che i tuoi discorsi ti abbiano creato potenti nemici. Nemmeno questo mi sorprende. Socrate ebbe i suoi nemici, ed è stato una loro vittima. I tuoi nemici son doppiamente irritati contro di te, perché hai parlato troppo duramente contro la loro condotta, e contro di me, a causa della libertà che ti ho concesso. Mi hanno accusato di essere stato in diretta alleanza con te, onde privare gli ebrei della poca facoltà civile che è stata lasciata loro da Roma. La mia domanda (non dico il mio comando) è che tu sia un po' più prudente e moderato nei tuoi discorsi, per non destare l'ira e l'arroganza dei tuoi nemici che possono eccitare la stupida cittadinanza contro di te, costringendomi poi ad usare gli strumenti della legge".

Gesù rispose: "Principe della terra, le tue parole non procedono dalla verità e da nessuna sapienza. Parla ai torrenti di fermarsi in mezzo ai monti, o di non sradicare gli alberi della valle; i torrenti ti risponderanno che debbono obbedire alla legge della natura e del Creatore. Dio solo sa dove scorrerà l'acqua dei torrenti. In verità Io ti dico che prima che fioriscano le rose di Sharon sarà sparso il sangue del Giusto".

"Giammai il tuo sangue si spargerà", risposi io con profonda emozione; "tu mi sei più caro e prezioso, per questa tua virtù e sapienza, che tutti i farisei che abusano della libertà che i romani hanno loro concesso. Hanno cospirato contro Cesare, cambiando la sua bontà in paura, inculcando agli ignoranti che Cesare è un tiranno e che cerca la loro rovina, Insolenti e miserabili, non si avvedono che il lupo del Tevere, talvolta si vestirà con pelle di agnello per portare a compimento il suo fine. Ma io ti proteggerò contro di loro. Per te la mia pretura sarà un sacro rifugio, tanto di giorno che di notte".

Gesù, noncurante, scosse la testa con un sorriso grave e divino, e disse: "Quando quel giorno verrà, non vi sarà nessun rifugio per il Figlio dell'uomo". Poi, guardando al cielo disse: "Ciò che è stato scritto nei libri dei profeti dovrà giungere a compimento".

"Giovanotto", gli risposi gentilmente, "tu mi forzi a cambiare la mia preghiera in un ordine incondizionato. La salvezza di questa provincia, che è stata affidata alla mia cura, richiede di far rispettare i miei ordini; tu sai quali saranno le conseguenze!"

Gesù rispose: "Principe della terra, Io non son venuto a portare la guerra in questo mondo, ma la pace, l'amore e la misericordia. Io sono nato nello stesso giorno in cui Cesare Augusto diede la pace al mondo dei romani. Da parte mia non vi sarà persecuzione, anzi l'aspetto dagli altri, e dovrò abbracciarla con ubbidienza per la volontà del Padre mio, il Quale mi ha mostrato la via. Quindi frena la tua prudenza mondana perché non è in tuo potere portare la vittima ai piedi del tabernacolo di penitenza".

Così dicendo, sparì come un'ombra luminosa dietro le cortine dell’edificio, sentendo un gran sollievo, perché mi pareva di portare un pesante carico del quale non potevo liberarmi in sua presenza. A quel tempo regnava Erode in Galilea, così i nemici di Gesù pensavano di vendicarsi, accusandolo. Se Erode si fosse attenuto alla sua inclinazione, avrebbe mandato Gesù immediatamente a morte; e malgrado la sua dignità regale, pure ebbe paura di commettere tale atto, il che poteva diminuire la sua influenza nel senato; eppure, come me, lui stesso temeva di Gesù. Ma non dovrà mai essere possibile che un ufficiale romano debba aver paura di un Giudeo.

Prima di questo fatto, Erode era venuto a farmi visita, e nell'accomiatarsi, dopo una conversazione piuttosto futile, mi domandò qual era la mia opinione riguardo a questo Gesù di Nazareth. Io gli risposi che Gesù, secondo il mio parere, era uno dei più grandi filosofi che le nazioni talvolta producono. Nessun sacrilegio nella sua dottrina; e l'intenzione di Roma era di lasciargli la libertà di predicare tale dottrina che giustificava le sue azioni. Erode sorrise maliziosamente e, salutandomi con rispetto piuttosto ironico, se ne andò.

Si avvicinava la grande festa dei giudei e questi pensarono di utilizzarla per l'esultanza del popolo, la quale sempre si manifestava alla solennità della Pasqua. Tutta la città era in fermento, e il popolo gridava affinché Gesù fosse messo a morte. I miei nemici mi fecero sapere che i fondi della tesoreria del tempio erano stati usati per corrompere il popolo, e questa fu la ragione per cui il popolo gridava. Il pericolo si appressava. Un centurione romano fu insultato.

Allora scrissi subito al prefetto della Siria affinché mi inviasse cento soldati di fanteria ed altrettanti di cavalleria. Ma non me li inviò. Mi vidi solo, con una masnada di vecchi incapaci senza forza per poter frenare quella ribellione e, non avendo altri mezzi, li lasciai fare.

Allora presero Gesù, non avendo nulla da temere dal pretore, come il loro capo aveva detto. Chiusi gli occhi per un momento. Il popolo continuava a gridare: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!". Tre potenti partiti in quel momento si unirono insieme (contro Gesù): prima gli erodiani e i sadducei, perché la loro sovversione guidata procedeva per un doppio motivo. Costoro detestavano il Nazareno ed avevano paura del potere romano. Essi non mi hanno mai perdonato il fatto di essere entrato nella Città santa con la bandiera portante l'immagine dell'Imperatore romano; e certamente avevo commesso quel grande errore, eppure quel sacrilegio ai loro occhi non era meno atroce di quell’altra ingiustizia che era già maturata nei loro cuori.

Avevo proposto di utilizzare una parte dei fondi del tempio per fabbricare edifici a beneficio del bene pubblico, ma questo mio proponimento fu deriso; i Farisei si dichiararono apertamente di essere nemici di Gesù. Essi s’interessavano poco al governo; nutrivano biasimo e amarezza per il fatto che il Nazareno, per tre anni ininterrottamente, aveva denunciato esplicitamente la loro condotta immorale dovunque andasse.

Ora non potendo agire per se stessi secondo la loro disonesta paura, si allearono con gli erodiani e i sadducei. Oltre a questi tre partiti, dovevo lottare anche contro la dissoluta condotta del popolino, sempre pronto ad unirsi alle sedizioni e al profitto che risultava da quel disordine e confusione.

Gesù allora fu trascinato d'innanzi a Caifa, il sommo sacerdote, il quale, come segno di sottomissione, mi mandò il prigioniero per emettere la sua condanna a morte.

Io gli risposi che siccome Gesù era un galileo, conveniva che questo caso fosse posto alla giurisdizione di Erode; e così ordinai che fosse mandato da Erode. E costui alla fine rimise il destino di quest'uomo nelle mie mani.

Subito il mio palazzo assunse l'aspetto di una città fortificata; in ogni momento cresceva il numero dei sediziosi. Gerusalemme era inondata di una folla tumultuosa che veniva dalle montagne di Nazareth. Tutta la Giudea parve di erompere nella Città santa. Mia moglie, che prevedeva il futuro, piangendo si accasciò ai miei piedi, dicendo: "Guardati! Guardati dal toccare quest'uomo, perché Egli è santo. La notte scorsa l’ho avuto in visione; Egli camminava sopra le acque e si librava sulle ali del vento. Parlava alla tempesta e ai pesci del mare, e tutti l'ubbidivano. Ed ecco, il fiume del monte Kedron era uno scorrimento di sangue. Ho visto gli statuti di Cesare pieni di gemonidi (animali), le colonne del tempio in frantumi e il Sole si era velato a lutto, come una veste funebre. O Pilato, molto male ti avverrà se non dai retta a questa visione grandiosa e alle preghiere di tua moglie. Fuggi dalla maledizione del Senato di Roma e dall'ira di Cesare".

Nel frattempo i gradini della scala di marmo parevano frantumarsi a causa della moltitudine. Il Nazareno fu condotto di nuovo dinanzi a me. Mi recai nella grande sala della giustizia. Seguito dalle guardie chiesi al popolo, in un tono assai severo, cosa volevano; e tutti gridarono: "La morte del Nazareno, il Re dei giudei".

"Oh, la giustizia romana, non può punire quest'innocente con la morte!", dissi io.

"Crocifiggilo! Crocifiggilo!", gridava senza tregua la moltitudine.

A causa delle grida inarrestabili di quel popolo infuriato, il palazzo tremò dalle sue fondamenta. Soltanto uno sembrava calmo… era il Nazareno. Dopo tanti inutili sforzi fatti per proteggerlo dalla furia dei suoi persecutori, in quel momento pensai che esistesse un solo mezzo che poteva salvargli la vita. Proposi, come era d’uso presso di loro, di liberare un prigioniero in tale occasione; cioè liberare Gesù e lasciarlo andare come il becco[177] carico dei peccati del popolo, ‘capro espiatorio’, come lo chiamavano a quel tempo. Ma loro insistettero che Gesù doveva essere crocifisso.

Cercai di far comprendere la loro inconsistenza e incompatibilità con la legge; mostrai anche che nessun giudice penale poteva emettere la sentenza senza aver digiunato tutto il giorno; e poi tale sentenza doveva essere approvata dal sinodo giuridico (composto da 71 sacerdoti e scribi, presieduti da un sommo sacerdote) e firmata dal presidente di quella corte, di conseguenza nessun criminale poteva essere messo a morte nello stesso giorno della sentenza. Poi l'indomani il concistoro doveva rivedere tutto il processo.

Secondo la legge, un uomo stava di guardia alla porta della corte con una bandiera; un altro giù più lontano montava a cavallo e doveva annunziare il nome del prigioniero e il suo misfatto commesso, il nome dei suoi testimoni, e se vi era qualcuno che poteva testimoniare in suo favore. In questo modo pensai che potevano impaurirsi ad una sottomissione; ma continuarono a gridare: "Crocifiggilo! Crocifiggilo!"

Allora ordinai che Gesù fosse frustato e battuto, sperando così che potessero rimaner soddisfatti; ma non feci altro che accrescere il furore. Allora ordinai che mi portassero una bacinella piena d'acqua per lavarmi le mani in presenza di tutta quell'orribile moltitudine, testificando così che, secondo il mio giudizio, Gesù di Nazareth non era meritevole di morte. Ma ogni tentativo fu vano, perché quei miserabili, assetati di vendetta, volevano ad ogni costo la morte di Gesù.

Spesso, nelle nostre sommosse civili sono stato spettatore di furie animose della moltitudine, ma nulla poté uguagliarsi allo spettacolo in quest’occasione. Forse in questo caso sarà stato vero che tutti gli spiriti indemoniati si erano radunati a Gerusalemme. Questa massa pareva che non camminasse, ma che si aggirasse come in un vortice, girando in onde viventi, dai portali della pretura fino al monte Sion, con grida e urla tali che mai si erano uditi nella sedizione della Pannonia, nei grandi tumulti della gran corte di Roma (Forum), quando a poco a poco il giorno si oscurò all’assassinio del grande Giulio Cesare. Era perfettamente come quel giorno del 15 marzo.

Io, governatore di quella provincia ribelle, ero appoggiato ad una colonna della mia residenza, contemplando quella malinconica oscurità. Questi indemoniati trascinarono l'innocente Gesù al supplizio. Tutto intorno a me divenne un deserto. Gerusalemme aveva già vomitato quel veleno e lo aveva sparso tra il corteo funereo che si dirigeva al Golgota.

Un'aria di desolazione si era avvolta intorno a me. Le mie guardie si erano aggiunte alla cavalleria; e il centurione si sforzava invano di mantenere un po' di ordine. Fui lasciato solo; ma nel mio cuore sentivo che quel che succedeva in quel momento apparteneva piuttosto alla storia di Dio, anziché degli uomini.

Un gran vociare fu udito proveniente dal Golgota (cioè dal Calvario) e nell'aria sembrava di udire un suono che annunziava qualcosa di terribile, un'agonia che mai fu udita da orecchio umano.

Nuvole scure si addensarono sopra i pinnacoli del tempio, avvolgendo la città come in un velo. Così terribili erano i segni che gli uomini videro nel cielo e anche sulla terra, che Dionisio, esclamando, disse: “O l'Autore della natura soffre o l'Universo sta per andare in pezzi!”. Vi fu pure un terremoto nel basso Egitto, tanto che tutti i superstiziosi giudei furono colti da una paura mortale. Si disse che Baltasar, uno dei vecchi eruditi giudei di Antiochia, fu trovato morto dopo che fu passato quell'eccitamento. Ora, se era morto dal gran dispiacere non si sa, poiché era un intimo amico del Nazareno.

Durante le prime ore della sera indossai il mio mantello e scesi in città verso la porta del Calvario. Il sacrificio era stato compiuto. La folla se ne tornava a casa, e sebbene ancora agitata, pure era mesta e taciturna. Lo spettacolo che si mostrava ai loro occhi la colpiva di rimorso e spavento.

Vidi la mia piccola schiera di soldati romani, cioè la decima parte di una legione, passare mestamente, e colui che portava la bandiera aveva posto un velo sull'aquila in segno di lutto; e udii alcuni soldati giudei che mormoravano parole strane che non compresi. Altri ancora riferirono cose quasi simili a quelle che molte volte hanno recato tanti danni ai romani, guidati dalla volontà dei loro dèi.

Altri gruppi di uomini e donne erano come attoniti e inerti, guardavano indietro verso il monte Calvario pensando che sarebbe potuto accadere qualche altro terribile disastro. Ritornai alla pretura, triste e malinconico.

Nel salire le scale, i cui gradini erano ancora imbrattati di sangue del Nazareno, vidi un vecchio in atto supplichevole e dietro di lui un certo numero di romani che piangevano. Si gettò subito ai miei piedi piangendo dirottamente. È veramente penoso vedere un vecchio piangere in quel modo, e siccome il mio cuore era già colmo di ogni tristezza e dolore, lasciai costui piangere, e in verità, quel giorno parve che le lacrime formassero un piccolo ruscello, come quello di quei molti che avevo visto tra la moltitudine del popolo. In verità non avevo mai visto tali sentimenti estremi.

Vi erano quelli che vendettero e tradirono Gesù, quelli che testimoniarono contro di lui, e quegli altri che gridarono: "Crocifiggilo! Crocifiggilo! Vogliamo il suo sangue!", tutti esaltati vigliaccamente e crudelmente, avendo pulito i loro denti nell'aceto. Siccome si diceva che Gesù aveva parlato di una resurrezione e separazione dopo la morte; se così fosse, son sicuro che è cominciata in questa grande moltitudine.

"Padre", gli chiesi dopo essermi rimesso un po', "chi sei tu? E cosa chiedi?"

Egli rispose: "Io sono Giuseppe di Arimatea, e son venuto a pregarti in ginocchio, affinché tu mi dia il permesso di seppellire Gesù di Nazareth".

"La tua preghiera è stato esaudita", gli dissi, e nel contempo tempo ordinai al mio segretario Manlius di prendere alcuni soldati con lui, attendere al rito funebre, affinché non fosse profanata la sepoltura di Gesù.

Pochi giorni dopo il sepolcro fu trovato vuoto. I suoi discepoli predicarono dappertutto che Gesù era resuscitato dalla morte, come lui aveva sempre detto. Quest'ultimo rapporto creò più eccitazione del primo. A dire il vero, non lo posso accertare, ma ho fatto alcune indagini che puoi esaminare tu stesso e vedere se ho trascurato qualcosa, come rappresentante di Erode.

Se Giuseppe portò Gesù nel suo sepolcro dove contemplò la sua resurrezione, oppure ne avrebbe scavata un'altra, non posso dirlo. L'indomani, uno dei sacerdoti venne in pretura dicendo che loro avevano dei presentimenti: “Chissà, forse i discepoli intendevano rubare il corpo di Gesù e nasconderlo, e poi far sembrare che era resuscitato dalla morte, come lui aveva annunciato e del quale erano tutti convinti”.

Allora lo mandai dal capitano delle guardie reali, Malco, dicendogli di prendere dei soldati giudei e metterli a guardia del sepolcro di Gesù. Così che se fosse successo qualcosa, potevano lamentarsi da loro stessi, e non dare la colpa ai romani. Quando all'improvviso sentii una profonda inquietudine, tanto che mai mi era accaduta qualcosa di simile.

Mandai a chiamare Malco, cioè il capitano delle guardie, il quale mi disse che aveva mandato il suo tenente con cento soldati, il cui nome era Ben Isam ed aveva posto i soldati attorno al sepolcro. Mi disse che Isam e i soldati furono molto terrorizzati da quel che era successo quella mattina. Mandai a chiamare questo Isam che mi raccontò pressappoco quanto segue:

Egli mi disse che verso la quarta vigilia vide una meravigliosa luce sopra il sepolcro. In un primo momento credette che forse erano venute le donne per imbalsamare il corpo di Gesù come era loro usanza, ma non poteva comprendere come erano potute passare in mezzo alle guardie.

Mentre questa luce risplendeva ancora nella sua mente, ecco che tutto quel luogo fu illuminato e pareva esservi una gran quantità di morti, con indosso le loro vesti funeree. Tutti sembravano gridassero e fossero pieni di gioia, mentre lì attorno si udiva una musica come mai se n’era sentita una tanto dolce e melodiosa, e quella contrada pareva piena di voci che davano gloria a Dio. A quel punto parve che la terra girasse sotto i suoi piedi, in un modo tale che si sentì essere vittima di uno svenimento. Aggiunse che la terra pareva mancasse sotto i piedi. I suoi sensi intellettivi l'abbandonarono e non si ricordò più di quel che era successo.

Gli domandai in quale posizione si trovò quando rinvenne. Mi rispose che si trovò con la faccia a terra. Gli chiesi ancora se non poteva essersi sbagliato intorno a quella luce. Non stava il giorno quasi per spuntare? Rispose che in un primo momento credeva così anche lui, ma ad un tiro di pietra era buio e così riconobbe che era ancora molto presto per essere la luce del nuovo giorno. Gli chiesi se il suo stato di svenimento non poteva essere stato causato dal sonno, ed essersi risvegliato e messosi subito in piedi come tante volte succede. Ma lui rispose che non aveva assolutamente dormito, e soprattutto perché vi era la pena di morte per colui che fosse stato trovato addormentato. Disse che in quel momento aveva visto altri soldati che dormivano.

“Allora alcuni dormivano?”, gli domandai. “Per quanto tempo durò quella scena?”. Rispose di non saperlo, però credeva che la durata fosse stata di un'ora circa. Gli chiesi ancora se andò al sepolcro dopo che fu rinvenuto, e mi disse di no, perché aveva paura: "…così non appena venne il cambio, tutti siamo tornati al nostro quartiere". Inoltre gli chiesi se era stato interrogato dai sacerdoti. Rispose di sì: "Essi volevano farmi dire che c’era stato un terremoto e che i miei stavano tutti dormendo, offrendomi anche un compenso in denaro se avessi detto che i discepoli erano venuti ed avevano rubato il corpo di Gesù".

Continuò dicendo che lui non vide nessuno dei discepoli e non sapeva neanche che il corpo di Gesù non era più nel sepolcro. Altri glielo dissero. Gli domandai se sapeva qual era l'opinione privata dei sacerdoti. Egli disse che qualcuno dei sacerdoti sosteneva che Gesù non era un uomo, neanche una creatura umana; e non era neanche il figlio di Maria. Costui non era lo stesso che si diceva essere, nato dalla vergine in Betlemme, la stessa persona era stata su questa terra molto tempo fa, assieme ad Abramo e Lot, e in altri tempi e in altri luoghi. Mi sembra che se la versione giudaica fosse vera, questa conclusione dovrebbe essere giusta, perché è precisamente in accordo con la vita di quest'uomo e di ciò che è stato accertato dagli amici e nemici; perciò gli elementi nella sua mano non erano niente più di ciò che è l'argilla nella mano del vasaio. Egli cambiava l'acqua in vino, risuscitava i morti, curava gli ammalati, quietava la tempesta e le acque del mare, chiamava i pesci e questi venivano con una moneta d’argento in bocca.

E ora io dico: se costui poteva fare tutte queste cose, perché crearono una terribile inimicizia contro di lui? Quest'uomo non fu accusato di alcun crimine né di aver violato nessun punto della legge, neanche individualmente di aver fatto male a qualche persona. Son quasi pronto a dire, come disse Manulas alla croce: "Veramente costui era il figlio di Dio".

Ebbene, nobile Imperatore, questo è il caso che pressappoco ho avuto cura di descriverti chiaramente, affinché tu possa giudicare sulla mia condotta a riguardo, perché ho saputo che Antipa ha detto molte cose contro di me in questa faccenda.

Con promessa di fede e buona fortuna al mio nobile regnante.

Io sono il tuo più ubbidiente servitore.

Ponzio Pilato

 

 

(poiché non è garantita l'autenticità di questo testo, si consiglia di consultare la fonte originale. - www.liberamenteweb.it )

 


 

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INDICE

 

 

 

 

 

prima parte

Dimostrazioni che non è mai esistito nessun altro Dio all’infuori di Gesù

 

Cap. 1

Motivazioni sull’origine della presente opera,  quale Giudizio di Dio nel mondo

2.08.1904

1/1

Parole dall’eterna Verità ai figli di Dio

 

1/2

Considerazione e avvertimento dell’apostolo Giovanni nella comprensione della Parola divina della profezia

 

Cap. 2

Dimostrazioni che Gesù dichiarò Se stesso come Cristo ovvero il Messia

17.07.1904

Cap. 3

Le fonti sinottiche e sincroniche

 

Cap. 4

Profezie su Gesù Cristo da parte di scrittori pagani, giudei e cristiani

(Ex cap.II)

4/1

Profezia della sibilla d’Eritrea

 

4/2

Profezia sul futuro nome Gesù mediante la sibilla d’Eritrea

 

4/3

Profezia di Virgilio sulla venuta di Gesù

 

4/4

Relazioni di storici romani sull’arrivo del Messia dalle profezie

 

Cap. 5

Sulla morte di Giovanni Battista annotata dal fariseo Giuseppe Flavio

 

Cap. 6

Una dimostrazione di errate trascrizioni tramite la descrizione della figura di Cristo

 

Cap. 7

Indicazioni più precise sulla descrizione della figura di Cristo

25.06.1904

Cap. 8

Il profilo del volto di Gesù

 

Cap. 9

L’inedito verdetto di morte di Ponzio Pilato il 25 marzo dell’anno 33

 

Cap. 10

Un’ulteriore testimonianza nell’anno 72 sull’operare e sulla morte di Cristo

 

Cap. 11

Annotazioni di Schumi sul giorno della morte di Cristo avvenuta il 25 marzo nell’anno 33 e sui fenomeni riportati nei Vangeli

 

 

Cap. 12

La profezia della redenzione è anche nel significato dei nomi dei patriarchi

 

Cap. 13

Il Talmud ha notiziato la morte di Cristo

 

Cap. 14

La lapidazione di Giacomo, il figlio più giovane di Giuseppe

26.06.1904

Cap. 15

Anno 64; Inizio della persecuzione dei cristiani sotto l’imperatore Nerone

 

Cap. 16

Sulla rapida diffusione del cristianesimo nell’Asia Minore

 

16/1

Risposta dell’imperatore Traiano a Plinius

 

16/2

Chiarimento di Gesù sulle fonti sicure

 

Cap. 17

Chiarimenti sulle apparizioni della croce

 

17/1

La falsa apparizione della croce all’imperatore Costantino il Grande

 

17/2

Alcune citazioni storiche sulla falsa apparizione della croce

 

17/3

Una vera apparizione della croce

 

17/4

Un’apparizione della croce a F. Schumi

 

Cap. 18

Sulla costrizione di fede o dogma

 

Cap. 19

L’epoca dei libri dei profeti

(Ex cap.III)

19/1

Periodo di attività dei profeti prima di Cristo

 

19/2

Una Bibbia del 735 a.C. la più antica

 

Cap. 20

Ricerche e notizie sul tempo delle origini dei Vangeli

(Ex cap.IV)

20/1

Sul Vangelo di Giovanni

 

20/2

Sul Vangelo di Matteo, quello vero scomparso

 

20/3

 Un altro Vangelo, diventato originale, di un altro Matteo chiamato ‘l’Rabbas’, e le sue contraddizioni

 

20/4

Sul Vangelo di Marco

 

20/5

Giovanni il presbitero

 

20/6

Su Papia

15.06.1904

20/7

Il sacerdote Aristion dell’Asia Minore

 

20/8

Su Luca

 

Cap. 21

 Chiarimenti alle critiche sui Vangeli

 

21/1

Brillanti osservazioni ironiche per i critici dei Vangeli

 

Cap. 22

Critiche ai dettati del Padre

30.05.1893

22/1

Rinnovato ammonimento ai critici della nuova Parola

4.12.1903

Cap. 23

La divina Volontà del Padre Gesù per la lettura della Bibbia

19.06.1904

23/1

Schumi commenta la spiegazione sugli errori umani

17.07.1904

23/2

Schumi cita alcuni passi per giungere alla Luce della verità

23.06.1902

Cap. 24

Dimostrazioni che nella Bibbia le parole dei servitori sono parole provenienti da Dio

(Ex cap.V)

Cap. 25

Dimostrazioni bibliche sulla Parola interiore

(Ex cap.VI)

Cap. 26

Il battesimo di fuoco dello Spirito Santo per avere la Parola divina

 

Cap. 27

L’origine della Bibbia è nelle cronache dl tempo, perdute e ritrovate

(Ex cap.VII)

27/1

Dimostrazioni territoriali e storiche nella Fenicia su Tiro e Sidone

 

27/2

Dimostrazioni territoriali e storiche in Egitto su Tebe e Memphis

 

27/3

Profezie sul paese d’Egitto

 

27/4

Dimostrazioni territoriali e storiche in Babilonia

 

27/5

Dimostrazioni territoriali e storiche in Idumea, sul paese dei filistei e dei cretesi

 

27/6

Profezie storiche su alcune città nel paese d’Israele, poi realizzatesi

 

Cap. 28

Le grandi profezie su Gesù Cristo, il perché Egli era l’incarnazione di Dio, il Padre e Creatore del mondo

(Ex cap.VIII)

 

Seconda parte

Dimostrazioni che Gesù era il Messia, ovvero il Cristo promesso

 

Cap. 29

- La prima promessa del Redentore nel Messia

(Ex cap.IX)

29/1

Profezie sul Messia di Giacobbe e di Daniele

 

29/2

Profezie sull’invio di un precursore

 

29/3

Profezie sulle circostanze della nascita del Messia

 

29/4

Profezie sul Messia che sarebbe stato un grande Profeta

 

29/5

Profezie proferite da Gesù

 

29/6

Conferme di Gesù quel grande Profeta preannunciato da Mosè

 

29/7

Sull’attività del Messia

 

29/8

La trasfigurazione sul monte Tabor

 

Cap. 30

Dimostrazioni che Gesù Cristo era Figlio di Dio

(Ex cap.X)

30/1

Dimostrazioni che 'Figlio di Dio’ significa la Sapienza di Dio ovvero “la Parola di Dio”

(Ex cap.XI)

30/2

Dimostrazioni che Gesù Cristo, secondo la Sua Anima, era la Sapienza di Dio

(Ex cap.XII)

30/3

Dimostrazioni che Gesù Cristo era lo Spirito Santo di Dio

(Ex cap.XIV)

Cap. 31

Melchisedec, re di Salem

(Ex cap.XIII)

Cap. 32

Emmanuel nel Messia e le sofferenze sulla croce

(Ex cap.XV)

32/1

Il martirio di Gesù

 

32/2

- Sulla venuta di Gesù

 

32/3

- Sulla Santa Trinità

 

Cap. 33

Supplemento al libro “La Santa Trinità”

(Ex cap.XVI)

Cap. 34

Un versetto discutibile della Bibbia dalla traduzione della Bibbia di Martin Lutero

21.07.1904

Cap. 35

Jehova come Gesù Cristo

(Ex cap.XVII)

16-20.05.1904

Cap. 36

Lo Spirito Gesù Cristo come Spirito di Dio nell’uomo

(Ex cap.XVIII)

Cap. 37

Il perché delle sofferenze di Gesù

21.07.1904

(Ex cap.XIX)

Cap. 38

Numerose profezie bibiche sulla passione di Gesù

 

38/1

 Profezie sulle sette parole dalla croce

 

38/2

Profezie sulla flagellazione

 

38/3

Profezie sulla spartizione delle vesti, della lancia e delle gambe

 

38/4

Profezia sulla Pietra angolare

 

38/5

Profezie sulla vittoria di Gesù quale Cristo

 

38/6

Profezia sulla Resurrezione

(Ex cap.XX)

38/7

Profezie sugli effetti e le conseguenze della comparsa del Messia

(Ex cap.XXI)

Cap. 39<