Rivelazioni

al mistico e profeta

Jakob lorber

 

Testimonianze dalla natura

O

Vangelo della natura

 

Come meravigliosa dimostrazione

 a conferma della santa verità di base, che in ogni cosa

“Dio è Amore!”

 

 

(Raccolta di rivelazioni su temi della natura)

 

Traduzione dall’originale tedesco “Natur Zeugnisse” del 1906

di Salvatore Piacentini (1932)

Revisione a cura di Massimo Teso (1992)

 

Copyright © by Lorber Verlag

Copyright © by Associazione Jakob Lorber

 

Casa editrice “GESÙ la Nuova Rivelazione” (BG)

Via Vittorio Veneto, 167, 24038 SANT’OMOBONO TERME (Bergamo)

www.jakoblorber.it

www.gesu-lanuovarivelazione.com

 

Questa edizione in lingua italiana è stata curata dal gruppo:

‘Amici della nuova Luce” – www.legamedelcielo.it

 

 

Presentazione

 

Caro lettore, è nostro dovere informarti che il presente testo è frutto di una raccolta del 1906 preparata in origine direttamente dal sig. Christoph Friedrich Landbeck, secondo direttore/editore della prima casa editrice ‘Nuova Salem’ che si occupò di diffondere gli scritti di Lorber. Successivamente, probabilmente poiché il testo era andato perduto durante le vicissitudini della 2° guerra mondiale, i dettati di questa importante opera furono presentati nei tre volumi di ‘Doni del Cielo’ e non più ri-assemblati a parte. Tuttavia, non siamo affatto convinti di questa scelta editoriale, poiché essendo stati dati questi dettati su elementi della natura in modo specifico, c’è molto da imparare, e anche da indicare ai saccenti scienziati, al fine di comprendere e far comprendere, come tutto ciò che fuoriesce dall’intelligenza o dalla mente dell’uomo, se non è guidato dallo spirituale e quindi da alcuna fede in sé, può solo essere frutto di un mercanteggiare di una filosofia umana basata su errori con errori, i quali ai nostri giorni, ben promulgati nei libri scolastici, non fanno altro che spingere l’uomo sempre più verso il materialismo, circuendolo già dalla sua tenera età per indurlo a credere nell’evoluzione spontanea delle varie specie esclusivamente sotto il profilo genetico, mai dimostrato, essendo il DNA immodificabile spontaneamente in natura, e perciò, così come questa viene spiegata da tutto il mondo scientifico, si dà man forte all’anticristo.

Ad una comparazione del testo dei singoli capitoli qui derivati dalla traduzione del testo del 1906, rispetto allo stesso testo dei dettati presentati su Doni del Cielo, si notano notevoli discordanze nella numerazione dei versetti/capoversi, probabilmente perché, senza avere più la base di quella edizione del 1906, furono desunti dagli originali manoscritti, nei quali, occorre considerare che gli originali di quest’opera non erano manoscritti  di J. Lorber, ma degli amici, i quali scrissero sotto dettatura e dei quali ciascuno deteneva la propria copia manoscritta. Copie, però, che sono sempre stati di esclusiva consultazione dalla casa editrice, ma nel cui testo non esisteva nessuna numerazione dei capoversi.

Un’ulteriore nota di discordanza in questa nostra edizione, desunta dalla 3° del 1996 edita dal gruppo ‘Amici di Lorber’, è la numerazione dei capitoli, poiché essi nel testo tedesco del 1906 questi sono presentati alla rinfusa senza alcun ordine cronologico, e ciò fa presupporre che da parte dei primi editori tedeschi vi è stata una certa superficialità e la totale mancanza di ordine nell’operare una così grossissima responsabilità nel servizio al Cielo che erano stati chiamati a compiere. Successivamente, già nella prima edizione del 1932 a cura degli amici del ‘Cerchio spirituale triestino’ furono ordinati cronologicamente, ma ciò, benché senza dubbio si operò nella Luce per dare a quest’opera la sua giusta importanza, da allora però, ciò ha comportato un aumento nella difficoltà dei revisori quando si necessita trovare velocemente sull’originale un qualsiasi punto del testo per una verifica della corretta traduzione, nonché, anche dell’impossibilità di una corretta citazione di particolari punti, quando su altre opere si fa riferimento a questa, e c’è discordanza con la numerazione dei capitoli nell’originale, la cui unica guida è la data del dettato.

In questa edizione del 2020 sono stati inseriti ulteriori sette capitoli attinenti concetti sulla natura non considerati nella prima edizione.

Un’ultima annotazione sulle comunicazioni in quest’opera, particolarmente importante poiché si riferiscono ai primi mesi in cui Lorber riceveva i dettati, e necessitava che avesse ‘amici’ che lo seguissero al fine di procedere in futuro in modo da prepararne la diffusione, è che nel periodo agosto 1840 – luglio 1841, oltre a questi dettati, furono dati a Jakob oltre 60 capitoli del “Governo della Famiglia” e oltre 40 capitoli vari pubblicati su D.D.C.

In questa edizione del 2020 sono stati inseriti ulteriori quattro capitoli come ‘bis’, aventi per tema concetti sulla natura.

 

Amici della Nuova Luce

 

* * *

 

Unità di misura nel testo

Klafter                 = 1,9 m.

Miglio austriaco   = 7,586 km.

Miglio tdesco      = 7,42 km.

Libbra                 = 560 g.

Linea                   = 2,2 mm.

Pollice                 = 2,63 cm.

 

 

 

INDICE

 

Introduzione

8.08.1840

 

Cap. 1

Immagine del Signore

1.06.1840

Cap. 2

La rupe sullo Schlossberg

26.07.1840

Cap. 3

Un Evangelo della sorgente – La fonte dell’Andritz

30.07.1840

Cap. 3 bis

A ciascuno il suo

2.08.1840

Cap. 4

Sulla vita dell'albero

6.08.1840

Cap. 5

“Amore Io voglio”

8.08.1840

Cap. 6

L’Evangelo della pianta della vite

9.08.1840

Cap. 7

Un (presunto) misfatto come parabola

9.08.1840

Cap. 8

L'Essenziale   (supplemento a “Il misfatto”)

11.08.1840

Cap. 9

La conchiglia perlifera e i primitivi stadi del mondo animale

15.08.1840

Cap. 10

Evoluzione delle anime naturali nel regno animale (polipo, calamaro, falco marino, colomba)

16.08.1840

(Cap. 10 - continuazione)

 

16.08.1840 (sera)

Cap. 11

Sullo scopo della nuova Rivelazione

21.08.1840

Cap. 12

La costituzione interiore della colomba e di altri uccelli

23.08.1840

Cap. 13

Qualcosa dalla sapienza

24.08.1840

Cap. 14

Spiegazione in rispondenza della parabola al cap. 7°

24.08.1840

Cap. 15

Intorno al monte "Strabengel” presso Graz (sulla tromba d’aria e turbini di fuoco)

29.08.1840

(Cap. 15 - continuazione)

 

29.08.1840 (sera)

Cap. 16

La Choralpe

13.09.1840

Cap. 17

Supplemento alla “Choralpe” – (accenni ai processi vulcanici sotto alcuni monti) 

20.09.1840

Cap. 18

I terremoti e le loro cause

27.09.1840

Cap. 19

Sui terremoti e sui fenomeni atmosferici

4.10.1840

Cap. 20

Il Polo Nord

11.11.1840

Cap. 21

Il Polo Sud

14.10.1840

Cap. 22

Un invito del Padre per la Kleinalpe

14.10.1840

Cap. 23

Sulle comunicazioni occorre ricondurre l’intelletto nella fede verso l’amore a Dio

16.10.1840

Cap. 24

Ancora qualcosa in aggiunta al Polo Sud

17.10.1840

Cap. 25

Fata Morgana

18.10.1840

Cap. 26

Alta e bassa marea

24.10.1840

(Cap. 26 - continuazione)

 

24.10.1840 (sera)

Cap. 27

Visita alla Kleinalpe

25.10.1840

Cap. 28

Chiarimento spirituale sulla visita alla Kleinalpe (la parabola del gran re)

29.10.1840

Cap. 29

Sul servitore Lorber ed un nuovo discepolo

30.10.1840

Cap. 30

Insegnamento delle rispondenze – Il mondo esteriore come scuola dello spirito

1.11.1840

Cap. 31

Sulla vita, amore e morte (un supplemento alla fonte dell’Andritz)

15.11.1840

Cap. 32

Sulla respirazione del mondo naturale e delle piante

22.11.1840

(Cap. 32 - continuazione)

 

22.11.1940 (sera)

32 bis

Guida per il viaggio

29.11.1840

Cap. 33

Sul viaggio verso Haberbach

1.12.1840

Cap. 34

Sulla compenetrazione dei regni della natura (supplemento sulla respirazione delle piante)

8.12.1840

(Cap. 34 - continuazione)

 

8.12.1840 (sera)

Cap. 35

Sui vermi viscerali

9.12.1840

Cap. 36

La Meta  (poesia)

17.02.1841

Cap. 37

Il monte Kulm

22.05.1841

Cap. 38

Sull’apparizione di spiriti alla cappella del monte Kulm

25.05.1840

(cap. 38 - continuazione) 

Sugli spettri, sugli atti eroici e d’amore

25.05.1841 (sera)

38 bis

Cause naturali e spirituali di una stagione insolitamente fresca

19.06.1841

Cap. 39

Sul segreto dei monti   (poesia dalla Kleinalpe)

15.07.1841

Cap. 40

Il meraviglioso scopo dei monti   (supplemento alla visita alla Kleinalpe)

17.07.1840

Cap. 41

Inno alla perla

31.01.1847

Cap. 42

Sull’etere solforico e sui suoi effetti

28.02.1847

42 bis

Escursione montana

18.06.1847

 

 

INTRODUZIONE

(dettato dall’Alto)

8 Agosto 1840

1. Vedete, se Io ora vi rivelo il mondo materiale, nel fare questo non Mi propongo altro scopo se non quello di mettere ben chiaro davanti agli occhi l’inutilità dell’amore per il mondo, o piuttosto per se stessi e per la carne da cui voi, comunque, alla fine riconoscerete e comprenderete gradualmente – ed anche (prima o poi) lo dovrete fare – come voi non dovete dare assolutamente nessuna importanza al mondo materiale, bensì tutto il vostro interesse sia soltanto verso di Me, verso il Mio Amore e nella Grazia che da questo sorge.

2. Vedete, altrimenti non potreste chiedere con una certa ragione: “Perché non dobbiamo amare il bel mondo e i suoi tesori, e tendere con tutte le nostre forze a possederlo completamente? Esso pure è stato creato da Dio; ma allora, perché questa richiesta contraria?”.

3. Se Io ora tuttavia tolgo dinanzi a voi i veli che coprono l’essenza del mondo e della materia in esso, allora dovete pensare che Io, nel Mio grande Amore, agisco così per risparmiarvi una grande lotta per la vostra piena rinascita; infatti, quanto più profondamente comincerete a conoscere la materia, tanto più chiaramente vi salterà agli occhi anche il suo meschino valore, e voi vedrete che nella morte non è bene dimorare. Amen!

4. Io, il vostro amorosissimo Gesù! Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 1

Immagine del Signore

(Inizio della nuova Luce)

 

1° Giugno 1840

(pomeriggio)

 

1. Per quanto riguarda il pio desiderio che già da qualche tempo il pittore W. nutre più nella testa che nel petto e nelle viscere sue, allora Io dico che a Me non è gradita nessuna immagine, né a colori, ancor meno di legno o persino di metallo o di pietra. Infatti, vedete, tutto questo non è altro che materia, e quindi, morto. Pertanto, se ora mi rappresentate figurativamente nella materia, allora Mi raffigurate nella ‘morte’ come un Essere simile alla Mia forma esteriore materiale, cosa che già spesso ha tirato fuori il Vivente dal vostro cuore, e in sua vece ha preso posto un’immagine morta dell’involucro Mio. Perciò dovete aspirare molto di più all'Immagine vivente del Mio Amore e della Mia Grazia nei vostri cuori, che alla riproduzione fedele del Mio involucro! Poiché proprio come la vostra vita non dimora nell’involucro, ma soltanto nel cuore, quindi anche per Me tutta la Vita non passa dal Mio involucro, ma dalla Mia abissale profondità in voi, così come tutta la luce e tutto il calore del Sole si dipartono dal suo centro, dove dimora quieta una piccola scintilla della Mia Grazia e Misericordia. Vedete, questa è la Verità!

2. Ma se tuttavia volete un’immagine delle Mie sembianze, allora Io voglio anche darvela come al popolo israelita diedi un re!

3. Guai però a coloro che vorrebbero osare adorarla! La loro anima diventerà debole, e difficilmente il loro spirito ritroverà pienamente in sé la Mia vita.

4. Nondimeno, questo è l’aspetto delle Mie sembianze, e precisamente quella del capo, dei capelli, degli occhi, del naso, della bocca, degli orecchi, del mento e del collo.

5. Il capo sia alto 10 pollici (26,3 cm.) senza i capelli, e 7 pollici (18,41 cm.) dove è più largo, senza i capelli. La fronte abbia 2/5 dell'intera lunghezza del volto (10,52 cm.), e sia poi dato al naso 1½ quinto (7,89 cm.), e dal naso fino alla fine del mento pure 1½ quinto (7,89 cm.). La fronte sia curvata a forma ovale, senza rughe, di colore molto chiaro, piena di magnificenza divina verso i capelli, che devono essere di un luminoso biondo oro. Gli occhi devono essere grandi. Azzurra l'iride. La pupilla molto nera proporzionata all’azzurro. Gli angoli puri. Le ciglia vigorose, le sopracciglia forti e di colore marrone scuro. Il naso sia diritto e nobile, dolce e non troppo largo, ma anche non troppo stretto. La bocca sia piena di grazia e dignità, mezza aperta come quella di un innamorato sul punto di parlare alla sua sposa, né troppo stretta, né troppo larga, ma giusta, così il labbro superiore come quello inferiore siano dolci negli angoli e soavi nel mezzo. Un mento alquanto sporgente, non troppo largo né troppo stretto, ben ornata da una barba tenuta poco più scura dei capelli, quest’ultima equamente separata a metà del mento. La barba deve disperdersi un po’ fuggevole lungo le due mascelle e deve occupare non più di 1/5 della guancia. Così devono anche essere equi i baffi, in modo che non siano pregiudicati né le labbra né i due angoli della bocca. 12. L'orecchio deve essere precisamente in proporzione al naso e deve essere libero [non coperto] dai capelli, i quali devono cadere dolcemente ondulati dietro lo stesso di un palmo sulla nuca. Il collo però sia di media lunghezza, perfetto come quello di una fanciulla.

6. L'espressione del volto deve essere come quello di uno sposo pieno d'amore nella contemplazione malinconica della sua sposa infedele, simile a colui che prende congedo con il cuore stracolmo d’amore, con una lacrima di puro e vero amore. La figura sia rivestita con un’ampia veste a pieghe, israelita, azzurro cielo, con bordi bianchi, larghi un dito, deve essere ritta, scalza, la mano destra, tesa verso voi peccatori, come per dire: “Venite tutti a Me, voi che siete stanchi ed aggravati! Io vi voglio ristorare!”, appoggiando la mano sinistra sul cuore, come per dire: "Figlioli, qui è la via della Vita, qui è la Porta per il Padre! Chi non l’attraversa, non giunge a Lui!".

7. Quest’immagine, ora descritta precisamente, deve stare come su una collina, dietro alla quale sorge una grande Gloria. Al Mio lato destro e sinistro devono esserci due grandi colonne, guarnite con due Cherubini fiammeggianti, e in mezzo alle colonne si trovi una tavola delle Leggi, portata da un serafino[1]. Da queste due colonne a sinistra e a destra si elevi un possente muro. Sotto la collina in pianura invece, devono essere rappresentati parecchi gruppi di uomini, pochi dei quali rivolgono i loro occhi a Me, ma la cui maggior parte, volgendosi all’opposto da Me, stanno su piccoli pezzi frantumati della tavola delle Leggi. Nell'angolo estremo a sinistra si trova una masnada che appoggia delle scale al muro e lo vuole espugnare, ma le scale sono troppo corte e troppo fragili, di questo ne devono testimoniare parecchi pezzi frantumati. Dietro al Mio Capo si mostrano molto debolmente – come avvolte da chiaro vapore – parti della nuova Città della Santità di Dio, la quale è appena cominciata a scendere dinanzi a voi.

5. Vedete, questa è dunque un’immagine completa, se diventa così come Io l'ho fedelmente indicata. Ma sarà difficile dipingerla senza la Mia Grazia. Se però il pittore W., zelante, la vuole dipingere per puro amore per Me, la Grazia non rimarrà a metà strada e il quadro sorprenderà tutti quelli che lo guarderanno, anche se soltanto per curiosità, e spezzerà qualche cuore pietrificato, perché non sarà un semplice quadro, ma come tale sarà una lettera iniziale ricca di contenuto della nuova Gerusalemme, come anche dovrebbe essere solamente riconosciuto! - Amen!

20. Io, Gesù, il vero Cristo pieno d’Amore e Sapienza! Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap 2

La rupe Schlobberg

 

      

 

Un’enorme rupe come unico spirito che spicca nella città di Graz, narra a Lorber di sé, e Jakob detta ciò che percepiva ai suoi cinque amici mattinieri che lo avevano accompagnato (Cristopher Landbeck - S. - Andreas Hüttenbrenner - D. - Hanselm Hüttenbrenner), i quali scrissero contemporaneamente cinque copie. Essa è lo Schlobberg. Gli amici si trovavano a destra del palazzo gotico nel giardino già del dr. Gödl’schen. Vi giunsero attraverso una porticina posteriore nelle vicinanze della torretta a forma di cono lì eretta. Da quel punto avevano una panoramica sulla zona occidentale di Graz.

26 luglio 1840

(ore 8.30 del mattino)

1. Secondo il sistema di calcolo adottato dagli umani, la Terra fu fondata sette milioni di anni prima della creazione dell’uomo ed orbitava confusamente nello spazio intorno al Sole dal fievole bagliore; essa era una sfera d’acqua, nel cui centro, secondo la Volontà del Creatore, cominciò a formarsi a poco a poco una massa solida. E questa massa solida andò sempre più aumentando in volume per effetto dell’attrazione insita in essa, così che un po’ alla volta cominciarono ad emergere dalla superficie dell’acqua cime scoscese, ancora unite, di natura cristallina.

2. Così la Terra divenne sempre più pesante, grazie alla sostanza nutriente che traeva dall’Amore misericordioso di Dio (tuttavia, dirvi in cosa consisteva questo nutrimento non è il tempo di comunicarlo). E quando la Terra cominciò in molte e molte parti a sporgere nella sua compattezza sulla superficie delle acque, allora cominciarono a soffiare dei venti sulla stessa e le onde iniziarono a bagnare i duri scogli, staccarono così pezzi su pezzi e depositarono gli stessi, le parti tenere, nei crepacci dei grandi cristalli. Solo a questo punto la Terra un po’ alla volta fu in grado di accogliere la vegetazione delle piante erbacee, erbe, cespugli ed alberi, e precisamente dapprima quelli sotto l’acqua, e solo dopo, quelli sulla terraferma; questo periodo di esclusivo sviluppo vegetale durò oltre settantamila anni, e solo dopo cominciò la creazione della classe più bassa di animali e poi sempre di 2000 anni in 2000 anni un gradino superiore, finché giunse alla fine il grande tempo per la creazione dell’uomo, creazione questa che fu piuttosto un parto dello stesso dalla materia.

3. Sennonché dopo il corso di alcuni anni l’uomo divenne disobbediente ai Comandamenti di Dio, ragion per cui nell’Ira della Divinità tutta la Creazione visibile venne sciolta fino a ridursi in piccoli pezzi di terra quasi completamente nel fuoco e nella tempesta di Dio, così che dal punto centrale della Terra fino alla superficie della stessa non rimase insieme nemmeno una pietra, ma venne sbriciolata in pezzi sempre più piccoli. E perfino questi stessi pezzi sarebbero stati distrutti se non fossero stati tenuti insieme dall’Amore.

4. Ma poiché l’Amore misericordioso divenne poi nuovamente una sola cosa con la Divinità mediante una preparazione conciliante dal Suo fondamento più intimo, allora piacque di nuovo alla Divinità, formare, dall’infinito caos mondiale, mondi, terre e soli; tuttavia, l’intera Creazione ha conservato in sé, della distruzione, tracce e segni chiaramente leggibili, come io mi mostro qui in vostra presenza. Ma milleottocento e precisamente anche 40 anni dopo la creazione (dell’uomo), uguale al numero di anni dopo l’Incarnazione del grande Iddio fino al vostro tempo presente[2], vedete, questo paese, o piuttosto tutta la parte della terra che voi chiamate Europa, era in gran parte ancora sepolta sotto i flutti tempestosi del mare. Nondimeno, l’Amore di Dio vide il futuro con grande chiarezza dinanzi a Sé, e ben sapeva che da questo periodo in poi, in un tempo altrettanto lungo, gli uomini si sarebbero moltiplicati sempre di più. Allora, a miglia di profondità sotto la Terra, il Fuoco divino accese, con il fuoco del Suo Amore qua e là la Terra, parti più grandi e più piccole della stessa, e il fuoco bruciò potentemente e sollevò verso l’alto gli strati solidi, lacerandoli. E poiché il fuoco, attraverso l’insita Forza di Dio, si procurò sempre maggiori spazi sotto gli strati della Terra, allora irruppe in molti punti con terribile potenza fino alla superficie e scagliò qui masse su masse sulla superficie delle acque e precisamente in tutte le direzioni possibili (beninteso, questo accadde nel tempo suddetto, vale a dire 1840 anni dopo la Creazione dell’uomo).

5. E vedete, come voi scorgete adesso le direzioni dei monti su questo continente, così vi potete immaginare anche i differenti flussi di fuoco sotterraneo, poiché lì il grande Amore del Signore si mosse in tutti i sensi nelle profondità della Terra e preparò una fertile dimora per gli uomini futuri. Tuttavia, non proprio allo stesso tempo, come tutti questi grandi innalzamenti che voi ora qui vedete sorgere in ogni luogo in alto sulle pianure, io ebbi la mia origine, ma quasi 1000 anni più tardi, quando la sovrabbondanza delle acque si perse un po’ alla volta nelle profondità aperte della Terra, e in questo punto dove mi vedete sporgere, solo la pianura era ancora coperta dall’acqua. Allora a 2000 Klafter (3800 m.) di profondità sotto terra si trovava ancora una rupe dura, e l’Amore del Signore si abbassò anche al centro della stessa.

6. In verità, fu soltanto una piccola scintilla di questo Fuoco della Potenza divina, ma fu abbastanza forte da sollevare questa massa dalla profondità come lo sono io dinanzi ai vostri occhi, e da farla sporgere all’attuale altezza oltre i flutti. Tuttavia non sorsi in una sola volta come sono adesso, ma ovviamente dopo ripetute esplosioni di tale Forza divina spingendomi man mano e sono venuta a stare ritta nel punto in cui mi vedete, altrettanto come tutto questo monte di cui io sono una piccola parte, monte che tuttavia gli uomini non molto tempo fa hanno abbassato di alcuni Klafter (pochi metri). Infatti nel punto più alto si ergevano quasi in cerchio delle rocce molto alte e ripide, che più tardi furono distrutte dagli uomini per formare una superficie più piana su questo monte.

7. Perfino io, nella parte inferiore dell’altura, certamente stando qui ancora dai tempi primordiali, ho perso parecchio della mia forma precedente sia ad opera del tempo come a causa delle mani degli uomini, poiché parecchie migliaia di anni fa le onde del mare lambivano ancora la mia fronte, anzi ha dimorato perfino qualche mostro marino nel mio grembo. Sennonché, secondo la Volontà del Creatore, nelle profondità delle regioni meridionali della Terra, avvenne, dalla profondità della stessa un gran sollevamento della terraferma, nello stesso modo attraverso il fuoco dell’Amore divino.

8. Vedete, allora il mare si abbassò a poco a poco in questo paese, tanto che qui sono rimasti come superstiti soltanto i grandi laghi che voi chiamate mari interni. E poi avvenne che, dopo che questi mari interni furono esistiti per alcune centinaia di anni, il Signore, nella Sua misericordiosa e amorevole Previdenza, fece uscire in questo modo sulla superficie delle acque tutta la parte meridionale che voi ora chiamate America, per cui questi mari interni vennero a stare talmente alti sopra la vera superficie del mare che il peso delle acque che erano bramose di congiungersi alla loro origine, cominciarono ad aprirsi la via attraverso le parti più tenere dei monti. E vedete, quando le acque frantumarono le parti più tenere dei monti, allora per 500 anni irruppero grandi flutti tempestosi passandomi vicino; poiché ciò che voi adesso chiamate altopiano, là in quella parte del paese dove avete costruito un ponte (Weinzerlbrücke) sul fiume e un vecchio castello (Rovine di Gösting) sul monte, monte che era più alto di circa 100 Klafter (190 m.) di come lo si vede adesso, venne aperto un varco dalla grande massa di acqua.

9. I flutti dell’altopiano si riversarono poi nel grande mare, e cui acque avevano lambito i miei piedi, e sollevarono gli stessi di nuovo fino alla mia fronte aumentando talmente l’acqua, che un monte che si trova alcune ore lontano da qui nel bassopiano – sul quale altrettanto più tardi fu costruito un castello (castello di Wildon) e vi si trova un mercato – venne squarciato a sinistra e a destra, e i flutti si spianarono la via nello stesso modo continuamente, e ovunque trovarono una resistenza, forzarono i punti più deboli e riempirono con gli stessi gli avvallamenti che prima erano nel mare.

10. Quanto in alto giunsero questi flutti, ve lo mostrano ancora ovunque le tracce delle pietre staccate che, col continuo rotolio in giù hanno preso una forma arrotondata.

11. La prima inondazione passò alta sopra il mio capo, e solo dopo un secolo il flusso ottenne un abbassamento e il suo livello arrivò alla mia altezza. Successivamente, dopo un secolo scese così in basso che restò solo di un Klafter (1,9 m.) al di sopra di tutta la pianura che vedete partendo da me, da un monte all’altro. E pure dopo un ulteriore secolo il flusso si disperse talmente, che aveva una larghezza di soli trenta volte maggiore dell’attuale fiume (Murbett).

12. Quando anche i monti furono completamente coperti con alberi ed erbe, allora una stirpe umana perseguitata si stabilì in questo paese e dimorò sulle alture che non si chiamavano ancora monti, bensì ‘Tauri’. E quando questo popolo fu scoperto da un altro che seguì più tardi, solo allora ricevettero il nome di ‘abitanti delle montagne’. Questo popolo alla fine fu cacciato a sua volta dalla sua sede da un altro popolo più forte che giunse da occidente, e sulle altezze quasi irraggiungibili di quella gente non rimasero che pochi individui fino al tempo attuale. E così, oggi già un terzo popolo è in questo paese da più di mille anni.

13. Tuttavia, come vi sto ora dinanzi, sono stata per lunghi e lunghi tempi un punto molto temuto e pericoloso in questo grande fiume, poiché su di me i flutti operavano spavaldi e sembravano suscitare paura e terrore a chiunque mi guardasse da lontano. Più tardi, quando gli uomini dell’altopiano inventarono una specie di imbarcazione che consisteva di alcuni alberi legati insieme, tra loro solo pochi furono così fortunati da non aver trovato l’affondamento contro la mia fronte, perché anche se la superficie del flusso bagnava il mio piede, le sue onde però sbattevano verso l’alto fino alla mia fronte, destando terrore nei mortali. E questa zona che voi adesso trovate così incantevole e bella, era allora un terrore per gli uomini.

14. Unicamente all’epoca in cui fu edificata una grande città chiamata Roma, i flutti del fiume si ridussero un po’ alla volta, e la marea su questo piccolo monte divenne sempre più piccola, e così l’acqua al mio lato orientale alla fine si perse del tutto, e solo rare volte il flutto si alzò fino all’altezza della mia parte orientale che voi adesso chiamate ‘Glacis’. E così, con questo – quand’ebbe cessato anche il fuoco che fino ad allora divampava ancora dal mio interno – divenni accessibile agli uomini.

15. Dato che la mia sommità divenne libera da ogni sorta di arbusti e di alberi, allora i romani che più tardi invasero questo paese mi usarono come punto da dove facevano le loro osservazioni su tutta la regione, e cercarono in questo anche delle vie per arrivare sull’altopiano, che allora non aveva più il nome dato dagli abitanti delle montagne, ma Norica’, pronunciato anche Noricum’ che significa: ‘uomini che abitavano già nelle pianure, stabiliti ora ai piedi dei monti’, poiché le sue cime erano ancora inospitali, per il fatto che le inondazioni di quel tempo avevano spazzato via tutto il terreno fertile, facendolo depositare nelle profondità (fenditure) o ai piedi dei monti.

16. Vedete, io sono stata testimone di come questi abitanti dell’altopiano, ed anche degli abitanti del bassopiano di questa regione, furono vinti nella maniera più crudele dall’audace popolo romano. Sulla mia stessa fronte più di cento fanciulli trovarono la morte scagliati su di me dalle loro stesse madri. Tuttavia, di ciò che su di me accadde soltanto nel piccolo, le rupi più grandi dell’altopiano, come anche nel bassopiano, potrebbero raccontarvi i più grandi assai orribili esempi, mentre io, in quanto rupe tozza, non sono chiamata né destinata a far per voi da storiografo, e voglio piuttosto illuminarvi ancora un po’ più da vicino i miei propri dintorni, per quanto possa giungere il mio orizzonte visivo.

17. Che tutto quello che voi chiamate Murboden sia soltanto una regione di origine alluvionale, potreste convincervene se scavaste a 100 Klafter di profondità, qua e là anche fino a 1000 Klafter (2000 m.), dove trovereste molte delle mie compagne che furono scagliate nei flutti dal fuoco. Anche voi, se foste in grado di sollevare tutta questa terra di deposito alluvionale, non scoprireste nient’altro che rocce e crepacci, nei quali trovereste molti mostri marini fossilizzati. Tuttavia, in questi punti situati sulla linea che va da qui, in alto, dove sta il vecchio castello, fino al monte dirimpetto, arrivereste subito ad una rupe che prima si trovava sul doro di una montagna sommersa dai flutti.

18. (si trova) Là più in basso, dove voi per alcuni anni avete spaccato pietre (cava di pietre), sulla linea dove si trova un piccolo monte (Kalvarienberg) sul quale avete innalzato il simbolo della Croce, e in questa linea avanti fino all’altro monte che voi chiamate ‘Plabutsch’; non dovreste nemmeno scavare troppo a lungo per giungere a questa rupe. Così anche ad alcune ore di cammino più giù, dove adesso sta un mercato che voi chiamate Wildon, trovereste presto anche della roccia a destra e a sinistra. Ma anche perfino in ogni parte di questo Murboden, nelle stesse valli in cui sboccano, voi trovereste e potreste trovare ugualmente presto della roccia che è segnata qua e là con gli stessi segni caratteristici del mare come ve l’ho già menzionato prima. E di tali posti potrei mostrarvene a centinaia lungo tutta la lunghezza del fiume.

19. Nondimeno, dovreste dare pure uno sguardo su questi vicini monti più piccoli e più grandi, e allora sapreste che non sono ancora trascorsi al massimo 2000 anni, da quando questi miei fratelli più piccoli e più grandi erano ancora nelle piene fiamme. E in questo paese non esiste nemmeno un monte che in origine non sia sorto in questo modo.

20. Solo ed unicamente nel paese che rappresenta la vostra culla e che voi chiamate Asia si trovano ancora delle montagne primordiali che furono destinate direttamente, subito dopo la distruzione principale (diluvio), come dimora agli uomini graziati. Invece qui in questo paese, se vi prendeste il tempo e faceste la fatica, trovereste su un’alpe alta (come la Choralpe presso Schwammberg) che sta da qui tra mezzogiorno e ponente, ulteriori altre pietre che hanno attinenza con la grande scena di distruzione, scena che avvenne dopo il passo falso della prima coppia umana. Esse furono scagliate fin qui, e vi si trovano anche massi di parecchi pianeti che sono essenzialmente differenti dalla mia specie.

21. Questo è ora tutto ciò che vi posso e che mi è permesso dire dalla mia sfera naturale. Invece, dell’ulteriore, profonda e più misteriosa mia essenza, non dovete e non avete da curarvi, poiché questi misteri giacciono nella profondità della Misericordia divina e vi riguardano poco o proprio per nulla, bensì tutto questo ve lo dovrete aspettare dalla Grazia del Signore per quanto vi necessita, al fine della nobilitazione e per l’immortalità del vostro essere dopo che sarà diventato libero. Amen!

 

(La comunicazione terminò 15 minuti dopo le undici del mattino)

 

 

[indice]

۞

Cap. 3

Un Evangelo della sorgente

La fonte Andritz

 

 

 

30 luglio 1840

 (alle 17,45)

 

Rivelazione sull’origine della piccola ‘fonte Andritz’[3], trovantesi nel bosco a nord di Graz nelle vicinanze di St. Veit.

Lorber esprime ciò che dice la sorgente, cioè il Signore nel nome della stessa.

(scriventi: K. G. L. – Andr. H. – Hans. H.)

 

1. Prima che io [la sorgente] vi mostri la mia natura, è innanzi tutto necessario sapere da dove e come venni [all'esistenza].

2. Alla profondità di 4000 klafter (7,6 km.) e in direzione obliqua verso oriente si trova un’ampia, grande fenditura che ha avuto origine con la formazione delle montagne mediante il fuoco divino. Proprio qui, in questa fenditura, si raccolgono tutte le acque che vengono aspirate dai monti raccogliendole dall'aria umida. E poiché questa grande, ampia fenditura è conservata quasi costantemente piena in questo modo e il peso delle masse montuose innalzate sopra questa fenditura preme (sulle acque), come anche l'aria già molto condensata in questa profondità, così quest’acqua sotterranea viene trasportata in superficie non soltanto in questo punto che voi vedete or ora, ma ben anche in molti altri punti sia attraverso piccole quanto attraverso grandi aperture e mediante corridoi vuoti dei monti. Poiché vedete, il fatto che io venga trasportata in su in questo modo alla superficie della terra sulla quale voi vi trovate, e non in giù nella profondità come qualcuno potrebbe pensare, avviene perché la base di questa mia dimora sotterranea, che voi chiamate letto, è una roccia compatta e molto solida, nella quale io poggio come in un bacino. Tuttavia in questo bacino esistono tre arterie grosse come il braccio di un uomo, arterie che si snodano in direzione nord est ad una profondità di più di tre miglia (austriaco = 22 km.) sotto il monte che voi chiamate “Schöckl”, sotto il quale esiste ancora un bacino e contenitore d'acqua ancora molto più grande che ebbe origine ugualmente con la formazione del monte sunnominato per mezzo del fuoco della Potenza divina, che qui è l'Amore del Padre!

3. In origine il fuoco dimorava in queste fenditure e continuò a dimorarvi per molti secoli ancora, e continuò a bruciare incessantemente all'interno. E quando l'acqua vi penetrava in massa attraverso i crepacci durante l'imperversare del fuoco, venivo già quasi evaporata e consumata strada facendo attraverso i crepacci bollenti. E la mia quieta potenza era destata attraverso il fuoco e doveva contribuire a trasportare le masse sotterranee alla luce del giorno (i vapori in pressione). Quando tuttavia questi crepacci diventarono un po’ alla volta sempre più grandi con lo staccarsi dei pezzi, ed io così potei cadere e penetrare in masse sempre crescenti per ammorbidire la grande baldanza del fuoco che, sebbene proveniente dall'Amore del Padre racchiudeva però in sé, in quanto fuoco, una parte considerevole dell’Ira divina[4], allora lo stesso si spense un po’ alla volta nelle parti inferiori del bacino e bruciò soltanto di tanto in tanto nelle regioni superiori delle masse sollevate, per due secoli ancora.

4. Finalmente, quando secondo la Volontà del Creatore i monti raggiunsero la giusta forma, altezza, larghezza e peso, l'eterno Amore inviò un piccolo e buono spirito angelico e fece soffocare completamente il fuoco.

5. Nessuno qui creda che un tale spirito dominante il monte sia una favola, poiché alla Potenza amorevole dell'Eterno sono sottoposti infiniti, innumerevoli eserciti di spiriti con amorevole volontà, e provano la massima gioia e beatitudine quando l'Amore del Signore dà loro qualcosa da fare in qualche parte; così, l'Amore del Signore concede anche volentieri ciò che amorevolmente questi spiriti desiderano.

6. Osservatemi: come voi mi vedete qui dinanzi ai vostri occhi, io penetro solo attraverso piccole arterie di cento klafter su fino a questo punto visibile. E vedete, se non fosse assegnato anche al mio condotto uno spirito benevolo e non pulisse le mie vie, queste si sarebbero già da molto tempo ostruite, oppure si sarebbero rovinate a causa del mio poco perspicace senso pratico. Ma proprio questo spirito a me assegnato che sorveglia le mie vie, conserva queste mie piccole vie quasi da mille anni nel medesimo, tranquillo, soave e bell’ordine, e non mi lascia divenir torbida per essere d'esempio eloquente, affinché gli uomini che mi visitano volentieri per la mia purezza e quieta solitudine e delizino i loro occhi nella mia serena freschezza e chiarezza, si ricordino e ben riflettano (se sono in qualche modo anche solo di un sentimento puro, degno di Dio) sul fatto che la purezza e la chiara visione può essere ottenuta fino in fondo al proprio essere, come anche in quello di un altro essere, solo ed unicamente attraverso un procedere calmo e modesto nella tranquilla solitudine di Dio ritirata in sé.

7. Un tempo dimoravano in questi dintorni parecchi uomini devoti, il cui sentimento era Dio e il procedere non era altro che amore. Questi uomini venivano quasi ogni giorno con il cuore pio e semplice in questo posto dove voi vi trovate adesso, e quando avevano qui compiuto in modo gradito a Dio la contemplazione, il raccoglimento e l’offerta del loro lavoro quotidiano al Signore, allora nello stesso punto, lì alla sinistra del monumento (che poco tempo fa è stato indegnamente eretto) usciva fuori questo stesso spirito buono e insegnava alla devota schiera, l'Amore e la Sapienza di Dio, l’obbedienza e l’umiltà, e in questi essi riconoscevano anche il grande Amore di Dio e perciò anche dei meravigliosi segreti della natura.

8. Allora questi uomini discutevano con questo spirito per ore e ore, ed egli li lasciava non appena lo chiamava un’azione necessaria. Avreste dovuto essere presenti e guardare il mio specchio, allora avreste visto che dinanzi a Dio tutto dà gioia ed è capace di ricevere gioia. Vi dico solamente questo, …ma non deve sembrarvi ridicolo: – io saltellavo come un’arzilla danzatrice nel mio piccolo bacino, e le pietre ridevano mostrando con l’applauso la loro approvazione piena di senno.

9. Invece gli uomini che vivono oggi, che sono diventati di gran lunga più materiali di queste pietre che mi circondano erose dal tempo, mai potrebbero sperimentare un simile sereno spettacolo dal punto di vista naturale e spirituale, poiché chi non ha reso vivente in sé la vita dello spirito sotto l'influsso degli spiriti del Cielo attraverso l'obbedienza e l'umiltà dinanzi all'onnipotente Creatore, la vita di costoro è solamente una vita materiale, ed è mantenuta dagli spiriti della materia che entrano in lui attraverso il cibo e le bevande.

10. Un tale uomo, poiché in questo modo diventa nuovamente materia, con i suoi sensi materiali non può nemmeno vedere, né sentire né percepire se non soltanto materia a cui appartiene in carne ed ossa. Del tutto diverso è con l'uomo di spirito umile e obbediente. Costui non vede solo la materia, bensì egli vede nella materia il primordiale essere vivente (spirituale) a lui affine, che gli insegna ad agire e da cui viene a sapere, attraverso un modesto colloquio con uno spirito simile, le più profonde informazioni su molte specie della materia più grossolana, qui e là intera, qui e là distrutta, come anche spesso in apparenza interamente disciolta. Egli potrebbe altresì mettersi in eloquente comunione non solo con uno spirito, bensì con molti spiriti per ogni regno del visibile, tanto della natura vivente quanto dell’apparentemente vivente, come anche di quella apparentemente morta del tutto, coi quali può intavolare un istruttivo discorso.

11. Vedete, se voi osservate il mio specchio, vi accorgerete di alcuni movimenti della mia superficie: uno ordinato, regolare e circolare che viene causato dal mio interiore, ed un altro, disordinato, irregolare ed informe, causato da circostanze esteriori, che disturbano la mia superficie.

12. Vedete, il (primo) movimento sarebbe per voi, se foste nella vita dello spirito, non soltanto un movimento causato da grossolane circostanze materiali, ma scoprireste con grande chiarezza una scrittura del tutto meravigliosa, ben leggibile, scritta dall’onnipotente dito di Dio. Soltanto, poiché non ne siete capaci, per concludere brevemente voglio farvi conoscere qualcosa di questo A B C spirituale e del suo profondo significato.

13. Questo movimento circolare nasce da una bollicina materiale-spirituale che sale dal mio interiore, attraverso la quale (non meravigliatevi di ciò che vi annuncerò) un essere spirituale reso più mite viene liberato dalla pressione troppo forte della materia morta; da questo, anche voi potete cogliere il seguente insegnamento, tramite la rispondenza spirituale, che anche il vostro spirito (ciòè l’animico) dapprima esso è stato liberato in modo simile dalla materia, e che esso, altrettanto in voi – dove è parimenti ancora legato alla materia – percorrerà la stessa via dall'interiorità del vostro essere fino alla vostra esteriorità; cosicché qui esso si deve manifestare pure in un tale ordinato effetto circolare affine a Dio, per mettere tutto il vostro essere, che in sé e per sé è materiale, in un ben ordinato movimento come accade alla mia superficie liscia come uno specchio. Tuttavia, la mia posizione vi dimostri anche un’immagine corrispondente al fatto che questa vita divina dello spirito diventa tanto più bella quanto più vi siete ritirati dal cattivo mondo che vi si precipita addosso dall'esterno.

14. Questo poco che qui avete appreso è tutto ciò che io posso e devo comunicarvi di me e da me per ora. Nondimeno, se sulla vostra superficie percepirete dal vostro spirito simili movimenti vitali come li vedete sulla mia superficie liscia come uno specchio, allora ritornate, ed imparate a conoscere più profondamente alla mia piccola e bassa sponda le meraviglie del divino Amore e della divina Potenza! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 3 bis

A ciascuno il suo

2 agosto 1840

(pomeriggio)

(D.d.C. vol.1 - cap.34)

1. Tra di voi ci sono alcuni che di fronte alle Mie Rivelazioni che avvengono attraverso cose della natura[5], si lasciano prendere da certi scrupoli e quindi da una crescente tristezza a causa della loro stoltezza, poiché essi non vedono e non sentono quanto il Mio servitore.

2. Io, per una loro grande consolazione, chiedo questo: “Perché non sono mai diventati veramente tristi quando hanno visto che sui salici non cresce l’uva?”. E tuttavia il salice non è un’opera minore della Mia onnipotente Santità di quanto lo sia la vite dolce e piena di spirito! Perché dunque gli apostoli non piansero e non si afflissero quando Io non Mi rivelai ad ognuno come a Giovanni?

3. Perciò siate sereni e lieti e colmi di gioia nei vostri cuori, poiché Io, il Padre vostro, vedo ciò che per il momento è necessario ad ognuno, e dono ad ognuno quel tanto che può facilmente sopportare.

4. Vedete, il Mio servitore è piccolo e semplice, ha un cuore mite ed ha rincorso già da parecchi anni l'umiltà e il Mio Amore. Se ora Io gli ho dato una piccola luce della Grazia Mia, allora credete che è vero in tutti i punti e campi, poiché tutto questo proviene in linea direttissima immediatamente da Me in lui, e questo, proprio perché egli ha voluto che fosse così, cosa che Mi è gradita al massimo grado!

5. Infatti, ciò che qualcuno chiede nel Mio Nome, questo gli è dato senza falsità ed inganno, certamente non dal giorno alla notte, ma solo poco a poco, secondo la sua forza e potere.

6. Perciò amateMi, e credete senza avere dubbi in ciò che Io vi comunico attraverso il Mio semplice servitore! Se già una pietra (lo Schlossberg) vi fa stupire, che cosa direte quando rivelerò dinanzi a voi fisicamente ed in spirito un sole intero?[6] Che direte poi, quando vi rivelerò un angelo?

7. Perciò siate sereni e lieti e colmi di gioia nel vostro cuore! Poiché Io, il Padre vostro, vedo ciò che per intanto necessita a ciascuno. Amen!


 

[indice]

۞

Cap. 4

Sulla vita dell'albero

 

  

 

Nel bosco di Freiberger presso St. Leonardt, a Graz, il quale comprende pini silvestri, pini rossi ed abeti, si ritrovano i quattro amici. Lorber ripete ciò il Signore dice attraverso di lui.

K. G. L. - Andr. H. e Hans. H. scrivono.

6 agosto 1940

 (dalle 15,45 fino alle 17,30)

1. Proprio qui in questo bosco dove or ora vi trovate e nelle cui profondità sostanziali originarie pensate di penetrare, si trova già per la decima volta un bosco, e proprio continuamente provveduto della stessa specie di alberi che sono in armonia con la natura del suolo, poiché qui un’altra specie di albero non potrebbe sussistere facilmente. Infatti, vedete, ogni albero si trova al suo posto e stende una gran quantità di grosse radici ed anche molte di piccole – le cosiddette radici capillari – nel soffice terreno sul quale si trova.

2. Ora ad ognuno di questi alberi viene data un’anima vegetativa, ovvero come per voi è più semplice da capire: in ogni albero dimora uno spirito silenzioso. Questo spirito possiede un’intelligenza molto semplice. Per mezzo di queste capacità concessagli da Me, egli riconosce nel terreno le particelle nutritive che gli si confanno e, secondo la Mia Volontà, si crea nelle radici nel luogo dove egli preferibilmente dimora, molte migliaia di tentacoli con i quali raccoglie, sotto il soffice terreno, gli umori e li spinge e guida attraverso dei tubicini e canali da lui formati, fino alle cime più alte e in tutti i ramoscelli dell'albero.

3. Tuttavia, gli umori che egli sotto il terreno riconosce adatti alla sua natura, li separa dapprima nei rami nelle differenti componenti. I più grossolani sono lasciati nel tronco, e da qui i più impuri sono spinti ancora oltre le sfere del tronco, e costituiscono la corteccia o, per così dire, la pelle, ovvero il rivestimento dell'albero.

4. Gli umori più fini sono utilizzati per la formazione dei rami. Poiché vedete, in qualunque punto  di un albero in cui è cresciuto un ramo dal tronco, proprio in questo punto scorgerete questo ramo compenetrato fin quasi al centro del tronco in una massa molto sottile e compatta. Che questo avvenga così, dipende dalla semplice intelligenza dello spirito dell'albero, che qui rende le fibre e i tubicini del legno dei rami dieci volte più sottili di quelli del tronco principale. Attraverso questi organi sottili possono di conseguenza essere spinti solo umori molto più sottili, i quali sono già molto più sostanziali.

5. Se ora osservate i rami, allora vedrete emergere dagli stessi rami ancora una maggiore quantità di ramoscelli.

6. Anche qui avviene ugualmente il partire dei ramoscelli da dentro i rami, così come i rami partivano da dentro il tronco. E così l’umore nei ramoscelli è nuovamente più di dieci volte più fine e sostanziale, e quindi anche più vigoroso di quello che dal tronco va nei rami.

7. Una quantità di piccolissimi tubicini sono lasciati aperti in molte migliaia di punti e in ottimo ordine, esclusivamente nei ramoscelli. Allo stesso modo, attraverso questi viene spinto un umore in una finezza decuplicata, oppure – come voi lo comprendete più facilmente – in decuplicato raffinamento ‘chimico’ (secondo la vostra erudita espressione). Da questo umore vengono formate dallo spirito, secondo la sua semplice intelligenza, le foglie o aghi che gli si confanno ad un tale determinato albero secondo l’Ordine Mio. E quando una tale foglia o un tale ago ha raggiunto la perfezione conforme all’ordine, allora i canali e gli organi, che dai rametti portano a queste ultime, vengono un po’ alla volta ostruiti o chiusi, al punto che, da mille tubicini portanti lì, ne viene lasciato aperto solamente uno, quello di mezzo, attraverso il quale la foglia riceve il suo nutrimento di conservazione.

8. Infine viene chiuso perfino questo canale, e poiché la foglia non riceve più nessun nutrimento di conservazione, allora essa cade dall'albero rinsecchita e morta. Tuttavia, alle diramazioni più esterne dei ramoscelli si trovano un milione di sottilissimi organi del diametro di un ago, i quali sono provvisti di una vita animale. Quando là giungono gli umori, allora accade una lotta o guerra vera e propria, poiché dalla sua prigionia (nell’albero) lo spirito nella sua impurità vuole afferrare la libertà e, per così dire, piantare in asso l’intero essere materiale dell'albero. Sennonché, con un’impresa simile, questi organi poi si restringono al punto che gli sbarrano il passaggio.

9. Poiché in questo modo nella sua semplice intelligenza esso si accorge della sua prigionia, allora a poco a poco desiste dai suoi infruttuosi tentativi e cerca rifugio nella modesta umiltà, cosicché poi, tutto il suo essere comincia a trasformarsi in amore.

10. Dunque, non appena questo accade, questi organi molto ristretti vengono inteneriti ed allargati dal suo calore d'amore, ed egli stesso in questo modo diventa eterico e, attraverso il suo amore, veramente vivente.

11. Quando questo è avvenuto, allora esso, nella sua intelligenza aumentata, si ricorda del corrispondente buono dell'amore, e si sviluppa operando qui con amore nelle più estreme propaggini di questi organi, come frutto dell'albero, e quindi, dopo che si è sviluppato come tale, operando con amore in una grandezza appena percettibile agli occhi vostri, allora Io lascio infondere una scintilla straordinariamente piccola dal Mio Amore misericordioso, attraverso il calore della Grazia e della luce del Sole.

12. In seguito, egli afferra avidamente questa piccola scintilla in molte centinaia di imboccature e di propaggini e la chiude accuratamente in un piccolo guscio. Pertanto, quando per così dire questo matrimonio naturale-spirituale si è svolto, allora viene presto il fiore, quale organo della procreazione, ed infine viene prodotto anche il frutto corrispondente all'albero e viene portato alla maturazione attraverso il calore della piccola scintilla che si estende sempre più.

13. Succede lì spesso, che per negligente pigrizia dello spirito, alcune propaggini presso tale albero vengono ignorate, e a causa di ciò, poi, dopo poco tempo, questa piccola scintilla fugge nuovamente alla sua origine. Allora i tubicini del ramoscello si stringono subito insieme e ad una tale imboccatura del frutto non porta più nutrimento. Succede poi che un tale frutto cade presto dall'albero appassito e morto.

14. Nel frutto che è diventato completo, invece, questa piccola scintilla di vita viene custodita bene ed accuratamente in un sottile baccello nel centro del seme. E poiché essa è una piccola scintilla di vita proveniente dal Mio Amore misericordioso, allora contiene in sé, conformemente alla sua Origine – che sono Io stesso – l'Infinito secondo la sua specie. Quindi da un seme simile, anche solo in mille anni possono formarsi altrettanti milioni di simili alberi e così via fino all'infinito. Poiché Io sono eterno ed infinito nel piccolissimo, come nel più grande e stesso infinito.

15. Ebbene vedete, qui avete ora un albero, oppure quanti ne volete in tutta la loro esistenza. Ora vi devo mostrare ancora la nascita, come la fine dello stesso.

16. La nascita di un simile albero è in sé e per sé molto semplice. Vale a dire che un tale seme cade o viene posto nel terreno.

17. Non appena esso si trova in questo terreno, chiama a sé e in sé uno spirito (spirito della natura) relegato nella materia. In questo modo un tale spirito ottiene il primo moto vitale e l'intelligenza estremamente semplice del suo essere. Ma poiché in fondo esso è maligno, vorrebbe ferocemente impadronirsi subito della piccola scintilla di vita [infusa nel seme dall'Amore Misericordioso di Dio]; sennonché questa piccola scintilla di vita sfugge continuamente al suo inseguimento. Perciò questo spirito cerca continuamente nel terreno delle parti simili a lui, oppure spiriti a lui somiglianti e s’ingrandisce, e con ciò si moltiplica a vista d’occhio, come potete convincervi in un albero che cresce. Infatti, questa crescita dell'albero avviene proprio con il micidiale inseguimento di questo spirito liberato, ovvero, se volete, da parte di un’intera legione di tali spiriti.

18. Nondimeno, la piccola scintilla di vita librandosi sempre più in alto, sfugge dalla sfera di un tale maligno inseguimento.

19. Nella loro furia molti milioni e milioni di tali spiriti [attirati dalla piccola scintilla di vita] s’induriscono di nuovo fino a diventare muta e morta materia, cosa che voi potete ben riconoscere nel legno e nella corteccia di un albero.

20. Con questo continuo inseguimento, che spesso prosegue per molti anni, tali spiriti (alla fine) vengono di nuovo umiliati e giungono successivamente alla loro necessaria corrispondente libertà, diventando alla fine una sola cosa con la piccola Scintilla di Vita.

21. Un tale spirito che in questo modo si è unito con amore alle imboccature con la piccola scintilla di vita, diviene etericamente libero dopo la piena maturazione del frutto, e viene guidato a costituire una entità superiore e più intelligente conformemente al Mio eterno Ordine, e così via fino a costituire, alla fine, voi stessi come uomini.

22. Se attraverso un tale albero, quale istituto materiale di redenzione, viene liberato un numero il più possibile sufficiente di spiriti (della natura), e se questi spiriti liberati si sono uniti con amore nella loro libertà eterea dai più svariati alberi e piante, così che essi rappresentano un unico spirito di intelligenza più elevata, allora tali spiriti vengono poi trasferiti nel mondo animale e quivi portati al secondo gradino. Se tutti gli spiriti del mondo animale si uniscono nuovamente con amore in un solo spirito, allora uno spirito simile è pronto a (salire) ad un gradino superiore, e ad essere posto, come uno spirito semplice [e cioè come 'anima'] nell'uomo, da dove poi egli, dopo la sua maturazione, operando liberamente nella sua indipendenza, può uscire per contemplare la sua Fonte primordiale eternamente amorevole. Un tale spirito non avrà mai qualcosa a che fare con la materia.

23. Unicamente gli spiriti diventati nuovamente malvagi nell'uomo, dove nessun mezzo dell'amore dà come risultato qualcosa di ben ragionevole, intraprendono di nuovo una simile, lunga via (relegazione).

24. Un tronco d'albero in tal modo fuori uso[7] muore, dissecca e marcisce, oppure, cosa che per esso sarebbe meglio, viene abbattuto e bruciato.

25. Ebbene vedete, questo è il segreto delle piante, degli arbusti e degli alberi dalla loro nascita fino alla loro fine!

26. Tuttavia, poiché subito all'inizio vi ho fatto notare che qui già per la decima volta esiste un bosco, voglio aggiungervi brevemente ancora qualcosa: vedete, altrettanto spesso questo terreno si è trovato di volta in volta in cento anni sotto un diluvio, esalando vapori del fuoco infernale prodotto della malignità satanica. Perciò, se in alcuni punti scavaste soltanto di alcuni klafter, trovereste presto dei singoli alberi carbonizzati giacenti da tempi remoti, dove trovereste in certi punti degli insetti ben conservati nella resina ancora trovabile di quel tempo. E questo lo trovereste a strati in profondità di dieci, venti, cinquanta, cento, cinquecento, mille e ancor più klafter.

27. Vedete che cosa faccio Io a causa di un unico, arrogante angelo? Io vi dico, che non sarebbe mai stata creata una Terra, né un Sole, né qualunque altra cosa materiale, se quest’unico essere fosse rimasto umile. Unicamente per Amore, Io, l'eterno Amore, riempii l'infinità con soli e mondi, per poter salvare anche la più piccola parte di questo essere caduto.

28. Perciò pensate anche voi a cosa ho fatto a causa vostra, cosa continuo a fare ancora e farò eternamente. Amen! Io, l'eterno Amore. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 5

“Amore Io voglio!”

 

(Qualcosa a tutti, e in primo luogo ad A. H.)

8 agosto 1840

 (pomeriggio)

                        1.

Se Io in un giorno di riposo

di dirvi ho cura di meraviglior cose

dalla malferma bocca dell’umile servitore,

e ad un nuovissimo Patto con costui voi invitare

che nell’amor vi deve d'ora innanzi vincolare,

per sulla Terra un regno santo edificare –

vedete, allora nella fede, deboli e avviliti divenite,

pensando: “Di certo non portan grappoli d’uva le spine!”

2.

Se nel futuro, dopo siffatte ore,

che nella Grazia Mia avete percepito

– poiché per troppo grande Amore Io solo

dagli occhi vostri il torbido velo

insieme alla gran massa di peccati vi levo –

nessuno deve portare un legaccio nel cuore.

Infatti, nessun nuovo comandamento Io voglio dare,

solamente, l’Amore a tutti voi non deve mancare!

                        3.

Vedete di quali cose qui vi viene dato annuncio,

come tutto procede dalla bocca Mia soltanto.

Se qui cose inaudite vi racconto,

quando Io stesso della grandezza Mia canto,

pensate allora che sono Io di Grazia pieno tanto,

mostrandovi dell'Amore il sentiero santo.

Poiché altrimenti nessuno sa cos’è il peccare,

se non soltanto a chi il Padre lo vuol comunicare.

4.

Io non voglio secondo la fede giudicar nessuno,

né mettere agli occhi un torchio costrittivo alcuno.

Ognuno creda secondo la forza della vista

del suo spirito. Tuttavia proprio ognuno ben capisca

cosa egli crede e come ama, appunto!

Altrimenti, Io vi dico che egli ne diventerà affranto

e presto o tardi ancora sulla Terra egli sarà

nel cuore fin nelle sue profondità.

                        5.

Solo amore Io vi ho comandato da ieri,

mai la fede, attraverso i celesti messaggeri.

Questo soltanto ho Io insegnato

per svegliarvi ad azioni nobili e consigliato.

Chi ama dalla vera profondità del cuore,

gli dono la luce della fede in quell’ora.

Poiché egli il suo cuore ha a Me voltato,

così nella Grazia Mia viene perfezionato!

                        6.

Dato che anche voi il cuore a Me avete voltato

e così dalla Luce alcune suppliche avete indirizzato,

Io vengo con amore nella notte oscura

 – ciò che dico, da voi sia ben ponderato con cura –

Io stesso a voi, come Maestro e come Consolatore

e come un vero, grande di Grazie accrescitore.

Ebbene, quand’è così, cosa rende cupo il vostro cuore?

Lo sapete? Soltanto il vostro debole amore!

                        7.

Amore Io voglio, poiché esso è Vita!

Amore alla croce ho sacrificato.

Io che ero l’eterno Amore stesso,

Amor vi offro ancora adesso.

Dunque, a ciò che Io dico, credete volentieri

sia che foste vicini o lontani allo spirito, ieri,

poiché ora vi dono a ricompensa questo, liberamente

ma nell'Amor la delizia celeste troneggia solamente!

 

8. Vedete, se ora Io vi svelo il mondo materiale, con questo non voglio mirare a nient'altro se non a mettere chiaramente dinanzi agli occhi vostri l’inutilità dell’amore per il mondo, o piuttosto per se stessi e della carne, da cui riconoscerete e comprenderete, ed anche lo dovete fare, un po’ alla volta finalmente, come nessuno deve dare alcuna importanza al mondo materiale, ma soltanto a Me, al Mio Amore e alla Grazia che ne deriva.

9. Non potreste altrimenti dire con ragione: "Perché non dovremmo amare dunque il bel mondo ed i suoi tesori ed aspirare con tutte le nostre forze al suo pieno possesso, certo essendo anch’esso creato da Dio, che cosa importa del Comandamento opposto?"

10. Se ora però vi svelo l'essenza del mondo e della sua materia, allora pensate che Io, dal Mio grande Amore, con ciò vi voglio dispensare con questo da una grande lotta per la vostra competa rinascita. Infatti, se voi conosceste soltanto più profondamente la materia, allora vi salterebbe anche tanto più chiaramente agli occhi il suo ignobile valore, e vedreste che nella morte non è bello dimorare. – Amen! Io, il vostro affettuosissimo Gesù! Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 6

L’Evangelo della pianta della vite

 

  

 

9 agosto 1840

 (alle 9,30 del mattino)

 

I sei amici sono nel vigneto di Andr. H. adiacente al convento delle carmelitane di S. Maria della neve.

J.L. parla. – K.G. L., S., D., Andr. H. e Hans. H. scrivono.

 

1. Nel punto dove vi trovate ora, alcuni secoli fa c’era ancora un folto bosco ed altre boscaglie e sterpaglie, e duemila anni fa enormi inondazioni fecero il loro gioco con la deviazione di piccoli monti  riempiendo in tal modo gli avvallamenti della pianura

2. Quest’altura, o piuttosto questa piccola prominenza sopra la pianura dove già da parecchi anni si coltivano vigneti, ebbe origine, come pure gli altri elevati monti secondo il decorso del tempo, dal fuoco interiore (vulcani della Terra). Tuttavia, per quanto riguarda il lato esteriore o il costone, questa altura è piuttosto il deposito che si è formato in parte attraverso il processo di formazione di un vicino più grande monte, in parte però si è formato anche con il terreno alluvionale depositato con le inondazioni, le quali furono ostacolate nel loro rapido fluire dall’opposizione dello “Schlobberg”. Vedete, questo per ora è quanto è necessario comunicare riguardo alla formazione di questo piccolo luogo.

3. Ebbene vedete, nel Mio Ordine le cose in genere sono disposte in modo che un gradino nobile di una pianta scacci sempre uno ignobile, e precisamente attraverso l'influsso, in parte del tempo e poi principalmente attraverso gli uomini. Infatti, dove in un qualunque luogo per lungo tempo sono esistiti, cresciuti ed hanno vegetato degli alberi infruttiferi, rovi e cardi, il suolo in questo posto viene proprio nobilitato in modo che il mondo degli alberi, rovi e cardi, che lì era inutile per il sussistere intelligente [superiore], muore di nuovo, marcisce e forma così una fertile regione. In seguito, attraverso il Mio Ordinamento avviene che in tali luoghi fertili si realizzino coltivazioni più nobili dalla mano degli uomini, con le quali poi viene aperto alle intelligenze spirituali decadute una nuova ed anche più completa via per la loro rinnovata liberazione.

4. La vite appartiene proprio a tale specie più nobile di vegetazione, che soltanto dopo il compassionevole diluvio universale ai tempi di Noè venne (per così dire) lavata e da Me trasformata e benedetta, e proprio per il motivo che essa, dalla sua prima esistenza, provenendo dalla volontà del Mio nemico, divenne per il primo uomo – che aveva dimenticato Me più di tutto e trascorreva la sua vita nella luce del giorno nei divertimenti suoi – la destante pietra d’inciampo, e costrinse in un certo modo il primo uomo, sebbene pesantemente carico dei suoi acini velenosi, a ritornare nella sua dimora[8].

5. Ebbene, vedete, proprio per questo motivo menzionato, Io, come già accennato, dopo il diluvio universale ho tolto il veleno alla vite e l'ho benedetta quattro volte, mentre ho benedetto l'acqua novantanove volte; e proprio per queste molteplici benedizioni la vite appartiene ora alla specie più nobile dei vegetali.

6. Tuttavia prima che Io vi possa dire e rivelare qualcosa dalla profondità più interiore di questa pianta, devo farvi ancora conoscere dapprima necessariamente la esteriore – come voi usate dire – essenzialità vegetale botanica.

7. Vedete, in ogni acino voi troverete uno, spesso anche più semi quasi a forma di cuore. Da un tale seme a forma di cuore potete dedurre sempre la perfezione superiore oppure inferiore di una pianta. Infatti così come il cuore degli animali, più diventano perfetti, tanto più diventa simile al vostro cuore, lo stesso è anche il caso con i semi del regno vegetale. E gli spiriti riuniti di tali piante nobili possono saltare, nel loro processo evolutivo, anche un gran numero di gradini animali, anzi spesso possono perfino essere accolti subito nella classe degli uomini. Ed essi hanno ancora anche questo vantaggio che, mentre la loro spiritualità procede tranquillamente per la sua strada, il loro involucro materiale, consistente di innumerevoli e piccoli involucri delicati, in ognuno dei quali è racchiusa una scintilla di nutrimento vitale superiore, serve ad esseri viventi più elevati, dapprima come nutrimento del corpo e, con questo, anche come nutrimento e formazione dell'anima.

8. Tali frutti, come per esempio i cereali ed altre specie di frutti più grossi, servono di preferenza per il nutrimento del corpo, ma il frutto della vite, nel consumo puro e misurato, serve più alla vivificazione dell'anima che a quella del corpo.

9. Ebbene vedete, il seme dell'uva è fatto in modo che cresca al centro dell’acino come un bambino cresce nel grembo materno, e matura con l’acino stesso. Allora avviene che, attraverso il midollo della vite, mediante un tubicino capillare davvero più sottile di una ragnatela, invisibile per i vostri occhi, sale un umore di fuoco etereo.

10. Se osservate la vite, vedrete che essa ha molte diramazioni. In ogni diramazione il tubicino si assottiglia e, nel punto dove si è formato il frutto del grappolo, si suddivide ancora in molti rami, cosa che voi potreste scorgere se contaste i semi in un grappolo d'uva; poiché ognuno di tali semi è collegato con un tale organo.

11. Tuttavia, non soltanto il solido seme che voi vedete viene formato da quest’umore di fuoco, e neanche il solo frutto oleoso racchiuso in questo solido seme, ma in questo frutto oleoso è racchiuso un baccello estremamente piccolo e delicato simile alla forma esteriore del seme, il quale è proprio così piccolo, che occupa soltanto la decimillesima parte della grandezza del frutto oleoso. Questo piccolo baccello ora viene riempito di questa infuocata sostanza di Grazia.

12. Una volta svoltosi questo processo, viene poi saldamente serrato il tubicino capillare al quale è legato questo baccello. Da questo tubicino si formano poi parecchi piccoli rami o canali laterali e, quasi avvolgendolo, circondano questo baccello con la sostanza oleosa menzionata, che in questo modo diventa proprio dolce-oleosa, perché viene formata dalle sostanze spirituali più nobili che sono maturate già prima nel mondo vegetale non nobile attraverso il Mio Amore misericordioso.

13. Una volta svoltosi questo secondo atto, per la seconda volta viene nuovamente stretto questo tubicino capillare che forma, quasi già nel contempo, il seme solido, e ciò avviene nel modo seguente: – poiché durante il breve periodo di tempo del restringimento gli umori si sono condensati in tutta la lunghezza di questo tubicino, avviene che gli umori lo fanno esplodere in molte parti, sempre sotto il punto del restringimento, là il tubicino è naturalmente più delicato e fragile. Da qui gli umori di fuoco condensati fluiscono intorno al frutto oleoso e si spingono, gareggiando amorevolmente, intorno al punto centrale del loro santuario vivente

14. Ebbene, quando il seme in un certo qual modo ha raggiunto la sua solidità e gli umori che vi affluiscono s’imbattono soltanto nel loro simile e non sentono più il calore della Scintilla interiore di grazia, allora questi umori forzano in un cerchio questo canale ed avvolgono il seme come il bruco avvolge la sua crisalide.

15. Nello stesso tempo però, dai canali esteriori più grezzi che salgono attraverso la vite, viene formato un guscio più grossolano, tutto ciò avviene naturalmente attraverso la semplice intelligenza degli spiriti dimoranti in una tale pianta.

16. Dunque, quando questo guscio più grossolano ha raggiunto una regolare, determinata solidità, allora i vasi più nobili che circondano il seme esplodono e si versano in questo guscio sotto forma di un dolciastro succo spirituale. Ma poiché in origine anche questo guscio viene formato da umori che devono essere aspri nella loro natura affinché il frutto o piuttosto il guscio ottenga una certa solidità, allora all'interno di questo guscio s’incontrano all'inizio due specie di umori, vale a dire uno aspro e uno dolce, da dove poi deriva anche il fatto che un chicco immaturo ha un sapore molto aspro ed astringente.

17. Con il tempo, tuttavia, l'aspro e il cattivo viene superato dal dolce e dal buono interiore, e viene sospinto al limite esteriore come massa di involucro solida. E così accade poi, e ciò diventa un buon esempio per voi, che la vita, che qui è costituita dal seme, in primo luogo viene conservata in una libertà non vincolata attraverso il bene che sale dall’interno, poiché tutti i succhi che circondano il seme diventano sempre più amabili e più leggeri e, così, anche più maturi e spirituali; e in secondo luogo accade che lo sconfitto aspro, e per così dire cattivo, diviene ugualmente buono, poiché diventa il contenitore generale di un simile santuario vegetale.

18. E adesso osservate ulteriormente: se guardate bene la vite, allora scoprirete in essa anche foglie e rami, ed invece dei ramoscelli scorgerete dei viticci che a voi sono ben noti. In questa pianta troverete in generale, se l'osservate assai accuratamente, già più vita animale che in qualunque altra pianta.

19. Questi rami si formano nello stesso modo proprio come i grappoli stessi, ma gli spiriti hanno ancora in sé troppo poco amore-bene, perciò anche troppo poca vita per formare un frutto.

20. Quando hanno raggiunto la loro piena grandezza e ora si accorgono che in essi non esiste nessuna vita per la formazione di un frutto, e questo, proprio a causa di una certa negligenza, allora nella loro semplice intelligenza credono che la piccola Scintilla di vita sia, in qualche modo scappata via da loro. Allora si estendono quanto più possibile, e non appena s’imbattono in un oggetto tangibile, credono nella loro cecità di aver trovato la vita, lo avvolgono nello stesso modo come i vasi più fini avvolgono il seme, e non lo lasciano uscire più. Solo il seguito dimostra che con la loro estensione, invece di stringersi intorno alla vita, si sono stretti con i loro rami soltanto alla morte, e periscono nella stessa morte.

21. Questo sia un piccolo avvertimento anche per voi! Se qualcuno, infatti, non tenendo conto del suo interiore crede di cercare la pienezza della vita soltanto negli estesi vasti spazi della Creazione, costui ha pure teso le sue braccia e gli occhi verso la morte, mentre Io insegno chiaramente ad ognuno, con l'esperienza giornaliera, che il mondo diventa sempre più bello, magnifico e trasfigurato quanto più vi allontanate dallo stesso. Di ciò vi dovrebbe dare un indizio non senza importanza già il panorama di una regione. Infatti una montagna lontana voi la contemplate spesso con religioso, entusiastico diletto. Com’è allora che, quando siete su questa montagna stessa, non trovate più nulla di bello ed anche nessun altro piacere in questo monte o montagna se non il panorama di altre regioni? Vedete, questo sta a significare anche che più vi discostate dal mondo e in un certo qual modo vi allontanate dallo stesso, tanto più esso vi apparirà bello, trasfigurato e trasparente; soltanto colui che considera e stima le Mie Opere avrà in queste una gioia pura. Infatti, vedete, la vita dimora nell'interiore, e la morte nell'esteriore!

22. Chi aspira alla vita e diviene vivente, per costui tutto diventa trasfigurato e vivente. Infatti, chi ha la vita la infonde a tutte le cose, e così diventano viventi davanti a lui ed attraverso di lui. Al vivente la morte deve consegnare i suoi prigionieri.

23. Ma chi tende verso l'esteriore, verso qualunque cosa essa sia, costui tende verso la morte afferrando anche la cosa più vicina che gli capita; uno afferra una cosa, quell’altro un’altra, ma di qualsiasi cosa si tratti, in sé e per sé non è altro che morte.

24. Un tale che si comporta così dissipa la sua vita, diventa sempre più debole ed infine muore del tutto. E quindi ,per lui tutto è anche morto, ed è proprio come se non esistesse. Ecco perché succede poi anche, che così tanti uomini perdono dai loro occhi e dal loro cuore perfino Me, quale onniviventissima Vita di ogni vita, come proprio non più esistente!

25. Vedete, già una volta vi ho fatto una piccola menzione dell’Evangelo della pianta; qui avete di conseguenza un piccolo Evangelo della vite! E così adesso vogliamo apprendere ancora una piccola considerazione progressiva sulla vite.

26. Una terza estremità della vite è la foglia. Questa viene formata da un triplice umore. Dal midollo del tralcio partono dei canali, e proprio nel punto dove il tralcio forma sempre un elemento.

27. Questo avviene nel modo seguente: – vale a dire, come vi ho già accennato con lo sviluppo dell'albero, anche qui avviene già un tendere più vivo verso la Mia piccola scintilla di Grazia, che è racchiusa nel seme. E quando gli spiriti maligni (della natura) avvertono l’ascesa di questa piccola scintilla nel sottile vaso centrale, allora rincorrono veloci in massa la piccola scintilla in questo piccolo tronco. Tuttavia, quando la piccola scintilla è salita ad una certa altezza, allora essa avvolge – cosa che voi non lo potreste credere – con velocità fulminea i vasi laterali degli irragionevoli spiriti, ma questi rincorrono incuranti (la piccola Scintilla) e nel movimento di mille curve dell'organo principale, non sanno quale direzione abbia preso. Perciò la cercano in questo punto [dove il tralcio forma un elemento] e si lanciano poi da qui, con potenza più raffinata, via dal tronco, e così formano su questa via il gambo di una foglia. Quando sono poi avanzati per un certo tempo in questo gambo e ciò nonostante non hanno trovato la piccola Scintilla di vita, allora si consultano nella loro semplice intelligenza e ora vorrebbero volgersi in tutte le direzioni per trovare l'oggetto del loro amore omicida. Perciò si stendono a rete in tutte le direzioni e, verso il basso, lasciano una quantità di uscite, le quali, per così dire, formano i peli nella parte inferiore della foglia, e gli interstizi del tessuto reticolare si riempiono poi con la loro sostanza in seguito all’affannosa ricerca.

28. Nient’altro se non la loro maligna speranza li costringe a correr fuori in grandi masse verso tali parti. E ora, quando la piccola scintilla di vita si accorge che è defluita una massa sufficiente, allora chiude strettamente i suoi canali ad eccezione di uno centrale con la stessa velocità come è già avvenuto nella precedente menzione.

29. Spesso però la piccola scintilla di vita stessa fuoriesce proprio nel centro di tali orde inseguitrici, dove avviene il già noto processo.

30. Nello stesso modo avviene poi un’azione simile ogni qual volta voi osservate sporgere un elemento in un simile tralcio.

31. La piccola scintilla di vita fa sorgere le foglie affinché in primo luogo possa intraprendere il suo perfezionamento sotto una dolce ombra, e in secondo luogo possa succhiare la sostanza eterica in sé dal mare di luce che sgorga in abbondanza dal Mio Sole di Grazia, per la formazione stessa del succo che circonda il suo seme nel quale esiste effettivamente la quadruplice benedizione.

32. Quando il grappolo è stato spremuto, questa quadruplice benedizione diventa poi lo spirito del vino. Tuttavia lo spirito del succo non si manifesta prima che questo abbia rigettato da sé tutta l'impurità.

33. Vedete, anche qui sta ancora una volta ugualmente un piccolo Evangelo su come la forza interiore della vita passa, con efficacia e in modo tangibile, nella materia purificata solo quando questa, agendo spontaneamente, ma anche con la Mia potente cooperazione, ha espulso i parassiti della morte. Allora la materia stessa diventa trasfigurata e pura, come il succo dell'uva nella botte oppure negli otri.

34. Attraverso una simile vita ritirata dal mondo nel vaso protettivo e solido dell'umiltà, anche il vostro essere materiale viene purificato mediante l’azione dello spirito emergente. In quest’umiltà avviene poi una simile fermentazione, in seguito alla quale tutte le impurità e le cose morte vengono nuovamente restituite al mondo. Ma la vita, unita alla sua santificata materia, rimane, come un buon vino, eternamente unita in tutta la forza nel vaso dell’umiltà.

35. Ebbene vedete, questo vi è dato dalla vite per quanto lo potete sopportare! Ma c'è ancora, come ovunque, occultato l'infinito, che voi per adesso non potreste sopportare. Tuttavia a suo tempo sentirete ancora parecchie cose su questo, in parte dal Mio servitore, in parte però, se volete fare attenzione al vostro interiore, anche in voi stessi. – Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 7

 

Un (presunto) misfatto come parabola

(continuazione)

9 agosto 1840

1. In conclusione (del dettato precedente) fine vi do ancora un piccolo nota bene relativo ad un misfatto che venne commesso qui più di trent’anni fa (nel vigneto di Andreas Hutt.),

2. ma di questo non ne dovete fare alcun uso ulteriore!

3. Un possidente di questi fondi aveva una moglie legittima secondo le vostre leggi,

4. con la quale egli viveva da tre anni in discordia a causa di una meretrice a lui piacente.

5. Egli aveva una casa in città e quivi era anche cittadino,

6. ma a causa della sua fornicazione lasciava abitare qui (nella proprietà terriera) sua moglie con il suo bambino.

7. Quando ebbe dilapidato il suo patrimonio con il suo dissoluto modo di vivere, voleva mettere le mani anche sul patrimonio della sua legittima moglie,

8. poiché l’attraente meretrice non voleva più soddisfarlo visto che si era ridotto in miseria anche se ne era stata lei la causa.

9. Perciò un giorno uscì e continuò a tormentare sua moglie ininterrottamente, affinché gli cedesse il suo patrimonio.

10. Ma poiché lei non lo voleva fare proprio a nessuna delle sue ipocrite condizioni,

11. allora egli alla fine pensò di estorcerglielo maltrattandola.

12. Era proprio quasi nella stagione attuale e verso le nove di sera quando cominciò a maltrattarla.

13. Ma anche lei si difendeva così come poteva.

14. Poiché tutto questo non servì a nulla, egli prese un laccio, glielo gettò intorno al collo e minacciò di strangolarla,

15. ritenendo che, costretta dalla paura della morte, lei gli avrebbe lasciato il suo patrimonio.

16. Ma lei, nella pia semplicità del suo cuore, aveva preso la ferma decisione di morire piuttosto che sostenerlo nella sua lussuria.

17. Per questo, il marito tentò di strangolarla fino a mezzanotte, fino a quando tra molti dolori, raccomandandosi a Me, lei esalò il suo spirito.

18. Non appena si rese conto che lei era veramente morta,

19. fu così spaventato che per un po’ di tempo perse i suoi sensi.

20. Alla fine però, afferrato dalla paura del giudizio prese un’astuta decisione,

21. prese lampada, piccone e pala,

22. scavò una fossa profonda cinque piedi (1,58 m.),

23. la gettò dentro così com’era vestita,

24. e lì dentro la seppellì.

25. E tutto questo accadde proprio sotto il torchio dell’uva,

26. dove meno di tutto qualcuno vi poteva arrivare a scoprirla.

27. Ai suoi conoscenti mentì e raccontò afflitto che sua moglie se n’era andata via.

28. Da quel giorno furono anche certamente richieste per iscritto delle indagini, effettuate ora qui e là dal tribunale in modo molto tiepido.

29. Soltanto che la morta non si poteva più trovare di certo tra i mortali,

30. e questo fatto a quel tempo fu possibile tenerlo nascosto tanto più facilmente,

31. in quanto, come voi usate dire, in questo paese non si sapeva bene chi era il signore o chi il servitore, oppure chi il cuoco o chi il cameriere.

32. Ebbene, qui avete voi anche quest’avvenimento!

33. Tuttavia, per quanto riguarda i nomi di queste persone deve importarvi poco,

34. poiché nel Mio Libro è annotato tutto,

35. ed anche le ali di una mosca non vanno perdute in eterno.

*

36. Queste righe contengono [come immagine rispondente alla cattiva essenza dell'anima umana] cose grandi. Tuttavia esse sono dure da masticare. Risparmiate perciò i vostri denti, e non precipitatevi su questa noce. Solo ancora un po’ di tempo, finché si rinforzeranno i vostri denti! Amen! Io, l'eterna Sapienza. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 8

L'Essenziale

Supplemento a "Il misfatto"

11 agosto 1840

(pomeriggio)

 

(Poiché dopo il dettato ‘Il misfatto’, qualcuno degli amici aveva cominciato ad indagare sul presunto omicidio, fremendo, essendo peraltro il vigneto di sua proprietà, allora questa ulteriore ‘parola’ dovette servire per rincuorare gli animi. E tuttavia, solo dopo altri 13 giorni, il 24 agosto, verrà data la spiegazione, in rispondenza, di ogni versetto.)

 

1. Poiché Io ben vi amo, un piccolo comando vi diedi da osservare,

ed Io comunque la vostra brama tra breve ve l’avrei fatta soddisfare,

ma poiché ben poco nel Mio Amore fattivo v’impegnaste,

così anche per vie da Me del tutto proibite la Luce a cercare andaste!

   Questo sia detto da Me ai vostri cuori per l’ultima volta,

   (poiché ho già detto che non gradisco scherzare, che una sola volta),

   se ancora talvolta vi lascerete guidar dall'insolenza,

   con le vostre mani profane e senza la Mia Sapienza

   a prendere anche solo una minima mela proibita,

   allora con la Mia Consolazione vi lascerò del tutto silenzioso.

Invano alzerete verso Me le vostre mani,

né il grido della vostra voce toccherà i Miei orecchi

come la luce del più lontano e del minimo fra i soli

non tocca la più tetra, fredda, nuda e muta zona dei Poli.

   Anche al Mio servo darò allora un altro posticino,

   ed anche punirò più che seriamente un tale desiderio meschino

   verso un frutto che Io non ho ancora benedetto per voi.

   notatelo molto bene, gatti, linci e addirittura astute volpi tra voi:

“Ben custodita entro un vaso d’oro sta la Sapienza,

né mai diverrà proprietà dell’altezzosa bramosia di conoscenza!”,

che Io, solo ai Miei piccoli la do come vero ornamento dell’anima.

   Chi qui sulla vostra Terra aspira unicamente ad un sapere vano,

   in verità, Io allora dico: “A questi la Mia Luce non verrà mai data!”

   E invece, alle anime miti e colme di umiltà ed amore

   Io, il buon Padre, chiarirò anche la minima cosa;

Perciò dunque, lasciatevi dire ancora una volta per avvertimento:

“In avvenire, mai dovete osare di far cose proibite!”

Io dico: “Amen!”. Imprimetevi bene chi è Colui che adesso vi ha parlato,

altrimenti verrà un tempo in cui al vostro spirito gli occhi gli saran cavati,

e allora voi, nella grande tenebra attraverso lunghe eternità

vi preparerete un destino assai terribile e doloroso, pieno di amenità!

 

2. Ebbene, osservate, voi muti, sordi e ciechi saputelli! Credete forse che Io sia un ‘racconta frottole’ come una vecchia comare oppure come uno sciocco chiacchierone come lo siete voi? Infatti, tra mille parole con le quali profanate l’aria, difficilmente una è utile a metà! Vedete, Io non Lo sono per niente, bensì le Mie parole sono Forza e Vita ed essenzialmente vere.

3. Se Io all'occasione vi do qualche immagine che ben si adatta e che corrisponde al vostro interiore, non dovete indagare per un fatto accaduto da lungo tempo, da più di settant'anni, e di cui deve interessarvi poco; bensì dovete soltanto tendere al Mio Regno che Io vi presento in ogni genere di forme, per rendere il vostro cuore più ricettivo, come lo facevo sotto forma di parabole al tempo degli apostoli.

4. Ma quanto siete stolti! Se vi offro aurei tesori del Cielo è perché non abbiate ancora desiderio di cercare escrementi ed addentare vermi putrefatti! O stolti! Credete che Io faccia una frivola esposizione di un crimine dinanzi a voi giudici mondani? Oh, vi sbagliate di grosso! Io stesso sono un Giudice giusto, e come Tale non ho bisogno del vostro giudizio, poiché ciò che viene giudicato da Me, rimarrà giudicato in eterno. Sono invece i vostri giudizi ad essere ingiusti e pieni di cattiveria [cioè senza amore], e corrompono [spiritualmente] tutto ciò che questi giudicano.

5. Invece Io giudico ciascuno secondo il suo amore, come voi nella vostra cecità emettete le vostre sentenze cattive e nefaste.

6. Perciò non dovete assolutamente giudicare, affinché non veniate voi giudicati, ma, …dovete solo insegnare, migliorare e rendere inoffensiva la cattiveria dei ladri, dei rapinatori e degli assassini.

*

7. E perciò, in chiusura, vi do questo consiglio: leggete questo misfatto come parabola e cercate voi stessi in esso, con umiltà e vero amore per Me. Allora vi verrò volentieri in aiuto e vi guiderò nella Grazia Mia, perché i vostri cuori devono essere plasmati e i sensi del vostro spirito devono essere comprensivi. E in tal modo tutto il vostro essere deve divenir vivente nel Mio Amore.

8. Lasciate quindi che i morti restino morti, e non curatevi dei loro nomi, ma piuttosto preoccupatevi che i vostri nomi vengano scritti nel Libro della Vita! Aspirate soprattutto al Regno Mio e alla sua eterna Verità! Tutto il resto vi verrà dato al tempo giusto. – Amen! Io, l'eterno Amore e Sapienza. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 9

La conchiglia perlifera e i primitivi stadi del mondo animale

 

 

 

15 agosto 1840

 (dalle ore 9 alle ore 12,30 del mattino)

 

«Il tema “Conchiglia perlifera” fu scelto solamente quando andammo alla scrivania. Il nostro Signore parlò attraverso la bocca del Suo servitore J.L.»

(scriventi: K.G.L. – S. – Andreas e Hanselm Hutt.)

1. Prima che Io vi dica qualcosa su questo argomento (conchiglia perlifera), è necessario per la vostra comprensione dare un piccolo sguardo retrospettivo, poiché un gradino più avanzato non può essere compreso prima che il precedente non abbia assunto una determinata chiarezza nell’animo vostro.

2. Dunque, vedete, tra tutti gli scienziati e cosiddetti naturalisti, nessuno sa, e difficilmente qualcuno arriverà a saperlo da sé, dove nella Creazione termina una classe (di esseri) e si passa nell’altra, né dove ha inizio la prima. Così nessuno sa dove inizia il minerale e dove finisce, tanto meno qualcuno conosce l’inizio del mondo vegetale e il termine dello stesso. E ancor meno qualcuno sa dove inizia il mondo animale e dove esso trova la sua fine. Infatti, al ricercatore tutto sembra mescolarsi nell’altro, mentre presso di Me le differenze hanno luogo più nettamente delimitate. Sì, Io vi dico, in tutta la Creazione non esistono due cose che ne fanno eccezione. All'occhio debole di un tale naturalista appare veramente che giorno e notte si uniscano in un impercettibile traboccante confluire. Ma vedete, quest’osservazione di un tale naturalista è motivata solo dalla straordinaria debolezza della sua vista interiore.

3. Nondimeno, affinché possiate afferrare e comprendere questo, necessariamente con più facilità, voglio darvi un paio di differenze molto evidenti.

4. Vedete, al cieco naturalista il giorno e la notte si fondono intimamente, ed egli troverà, tra la notte e il debole bagliore del giorno, una differenza appena percettibile. Ma se contemplate una montagna lontana, specialmente quando l'aria è ancora abbastanza fosca, allora scorgerete nella montagna nient'altro che una parete piana, mentre questa montagna non è per niente una parete piana, cosa di cui vi sarete già spesso accertati.

5. Lo stesso è il caso se osservate una superficie perfettamente piana, per esempio quella di un diamante ben tagliato. Se osservaste questa superficie con un microscopio che ingrandisse le linee dieci milioni di volte, allora scoprireste su una tale superficie piana interi crepacci e fenditure. Da questa osservazione comprenderete con molta facilità, dal punto di vista naturale, quanto i naturalisti, mezzi ciechi o completamente, si sbagliano sulla natura quando credono che le cose scorrano l’una nell’altra nelle loro classi, caratteri e forme.

6. Questo era necessario premetterlo, perché altrimenti vi sarebbe impossibile afferrare il seguito. È meglio non avere proprio nessuna idea di una cosa e dei suoi rapporti, che averne una errata. Infatti, chi si trova su un gradino marcio, questi non farà in tempo ad alzare il suo piede per raggiungere il secondo gradino perché il primo gradino sul quale si trova, sprofonderà nell’abisso insieme a lui.

7. Ebbene, osservate allora dove comincia il mondo animale!

8. Voi penserete che l'acqua sia la madre degli animali, ma non è così, poiché dove con il microscopio in una sola goccia d'acqua scoprite forme di vita animale, là il regno animale è già al millesimo gradino evolutivo.

9. La prima classe del mondo animale sono gli abitanti infinitamente piccoli dell'etere. Essi sono all’incirca quello che voi nel vostro linguaggio chiamate ‘atomi’, e questi sono così straordinariamente piccoli [ben inteso soltanto al vostro occhio] che in un punto, nel quale voi lo potreste scoprire come tale solo con un potente ingrandimento (microscopio elettronico), trovano spazio in abbondanza già parecchi trilioni.

10. Se voi vorreste scoprire animaletti simili con i vostri occhi, dovreste poter ingrandire un tale punto trilioni di volte, cosa che nella vita terrena non riuscirete mai a fare (1840!); un occhio mortale non potrà mai contemplare le cose nella loro verità, ma lo potrà fare solo con l'occhio spirituale.

11. Ora vi domanderete da dove vengono questi microscopici animaletti e come hanno origine. Allora Io vi dico: “Questi animali hanno origine dalla confluenza dei raggi della luce del Sole che si incontrano in ogni luogo nello spazio incommensurabile della Creazione!”. E perciò vi sarà anche comprensibilmente chiaro il perché tutta questa luce che fluisce dai soli nei vasti spazi apparentemente vuoti, viene adoperata da Me, certamente non senza Saggezza.

12. La forma di questi animaletti è quella di una sfera, la cui superficie è estremamente liscia. Il loro nutrimento è l'essenza della luce. E la durata della loro vita è la trilionesima parte di un secondo, dopo di che, unendosi a trilioni dopo la loro morte, cominciano a formare una seconda classe (di esseri) che, per quanto riguarda la grandezza, non si differenziano molto dai loro predecessori; solamente, che, la loro vita diventa tanto più concentrata, al punto che sentono già il bisogno di un nutrimento; perciò sono già provvisti di un organo apposito e vengono designati con il termine di ‘monadi’.

13. Questa specie animaletti ha il suo spazio vitale già nella sfera planetaria, ossia nella regione in cui i pianeti orbitano intorno al Sole. La loro durata di vita è la millebilionesima (1 bilione = mille miliardi) parte di un secondo. Vedete, per quanto sia grande anche la differenza tra la durata della vita di un atomo e quella una monade, tuttavia essa è certo per voi – secondo la vostra percezione naturale – del tutto impercettibile, perché non potrete mai distinguere con i vostri sensi la trilionesima e millebilionesima parte, eppure il calcolo vi dimostrerà un’immensa differenza. Ebbene, nello stesso modo viene formata una classe dopo l'altra quasi nella stessa forma con una vita sempre più potenziata, finché alla fine la vita di tali esseri è cresciuta ad una potenza tale, che questa vita comincia a stabilirsi nelle regioni superiori dell'atmosfera come un vapore bluastro, pieno di luce.

14. La durata di vita di questi esseri è poi già accresciuta a poco a poco fino ad una mille milionesima parte di un secondo. Allora accade poi spesso che, attraverso un impulso interiore, molti trilioni e trilioni di tali animaletti dalla luce bluastra si afferrano e si accoppiano per il perfezionamento di una classe superiore.

15. Un tale processo diventa poi visibile ai vostri occhi sotto forma di una cosiddetta stella cadente. La vita di molti animaletti simili esce dalle loro leggere larve e si unisce poi ad un’ulteriore vita. Invece le larve, in virtù della loro compressione di potenza vitale, cadono sulla Terra come cosiddetti apparenti ‘meteoriti’, spesso come tenere, spesso però anche già dure come pietre, e fertilizzano la terra con la loro sostanza morta.

16. Questi animaletti (= anime) divenuti ora liberi, si raccolgono poi in grandi masse proprio sulla superficie liscia come uno specchio dell'aria atmosferica e diventano visibili a voi come le cosiddette ‘nuvole a pecorelle’. In questi animaletti, che per i vostri occhi sono ancor sempre infinitamente piccoli, ha già luogo una riproduzione della loro specie, che però non è permanente (continua) ma intermittente (discontinua). Ciò poiché, quando si sono moltiplicati in una certa massa e grande numero, allora diventano sempre più pesanti grazie ai minuscoli involucri contenitori di vita diventati liberi, e scendono poi sotto la superficie del mare eterico (atmosferico). In questo modo avviene di nuovo una specie di matrimonio di masse di animaletti menzionati con la luce contenente calore concentrato nell’atmosfera; tale luce è designata con il termine ‘sostanza elettrica’.

17. In questo modo viene subito formata una classe già completa, molto animata, e questa riempie poi l'atmosfera sotto forma di nubi molto dense.

18. Quando poi – cosa che veramente accade solo periodicamente, secondo il flusso di luce più o meno forte del Sole [che proviene dai differenti grandi processi, a voi ancora sconosciuti, sui corpi solari] – secondo i vostri concetti, queste nuvole, grazie alla loro forza potenza di riproduzione, sono cresciute già nuovamente fino a formare una grande massa, lì avviene poi un ulteriore scambio di classe. La vita si libera dalle larve costantemente a forma sferica che ora sono già così grandi, possono essere già scorti sotto un potente microscopio, e scendono poi con improvvisa grande velocità e grande fragore sotto forma di fulmine visibile sulla Terra, spesso anche nelle parti umide dell'atmosfera, e sotto questa forma si divide con grande velocità, in parte in materia, in parte in vegetazione del mondo vegetale, soprattutto però, cosa più ovvia, anche in una classe animale ad essa più vicina nella sua sfera vitale.

19. Nelle larve svuotate, subito dopo l'uscita della vita dalle stesse, si accumula subito l'umidità dell'aria, e tale umidità è veramente una sostanza benedetta della Mia Misericordia, e poi, dopo l’unione di molte larve colme di benedizione, cade sulla Terra sotto forma di pioggia. Solo allora comincia una vita animale terrena, e precisamente negli interstizi di tali piccoli involucri colmi d'acqua, ed assorbe il nutrimento dal Mio Amore misericordioso.

20. Quando poi, a questo punto, gli spiriti liberati e divenuti liberi dal regno inferiore vegetale si accorgono di questo, escono subito dai loro involucri secondo il Mio Ordine, si uniscono con questa vita animale, per così dire ‘elettrica’ a milioni in un solo insieme, e formano i cosiddetti animaletti infusori a voi già noti; di ciò potete accertarvene se prendete pezzetto di qualunque pianta, lo mettete nell'acqua e la lasciate così per un po’ di tempo. Se poi mettete una grande goccia (di acqua) sotto un buon microscopio, scoprirete subito già in un solo punto grosso come un granello di sabbia moltissimi esseri formati che vivono e si muovono liberamente.

21. Questa è ora la prima specie animale che appare nella materia visibile all’attento osservatore.

22. Tuttavia, dopo che avete fatto passare un po’ più tempo, scoprirete in una tale goccia non soltanto una, bensì migliaia di specie di animali che si distinguono essenzialmente nella loro forma e nel loro modo di comportarsi. E non dovete credere che questi animali abbiano origine contemporaneamente, bensì una classe procede sempre da un’altra attraverso l'unione.

23. Se voi possedeste buonissimi strumenti che finora veramente non ce ne sono ancora da nessuna parte nella perfezione desiderata, nella formazione di una classe superiore scoprireste ancora e in modo chiaro, forme innumerevoli di una classe inferiore. Infatti, qui ha luogo una doppia specie di riproduzione: vale a dire, quella della propria specie e quella di una classe superiore, che avviene nel modo seguente:

24. Una classe di animali superiori divora assai voracemente una quantità innumerevole (di esseri) della classe inferiore. In questo modo avviene la riproduzione della propria specie dal substrato materiale e dalla costituzione individuale della classe superiore. Tuttavia, per ciò che riguarda le numerose potenze spirituali così liberate in una tale classe superiore, queste – unendosi di nuovo – formano sempre una classe ancora più elevata. Questo atto non potrà veramente mai divenir visibile all’occhio materiale, poiché esso è un atto spirituale. E così si procede verso l’alto di gradino in gradino, finché si attraversa un ciclo di mille specie. Lì avviene continuamente un’ulteriore, visibile nuovo grandioso processo, il quale si manifesta tramite le tempeste o altri grandi movimenti di acqua dove tali spiriti diventano già potenti e fanno sentire nei venti la loro presenza. Lì avviene poi una divisione. Alcuni si uniscono ad ogni genere di vermi della terra, altri però a quelli (vermi) dell'acqua, e quest’ulteriore riproduzione avviene poi attraverso il movimento di involucri visibili più grandi, che voi chiamate già ‘uova’, dove poi si riproduce di nuovo una e la stessa specie per l'accoglienza di una molteplice classe inferiore.

25. Vicinissimi a tali vermi sono già le specie più piccole dei crostacei, e precisamente in primo luogo quella delle chiocciole, ed a queste è in pari tempo anche quelle delle conchiglie. Queste due specie si formano quasi nello stesso tempo, con la sola differenza che la parte migliore, in certo qual modo maschile, diventa chiocciola, e la parte peggiore, in certo qual modo femminile, diventa conchiglia.

26. In questa specie di chiocciole e conchiglie avviene poi nuovamente un’evoluzione altrettanto progressiva lunga mille volte fino alla testuggine. Tuttavia non vogliamo seguire per questa volta ulteriormente gli ordini, bensì vogliamo fermarci alla cosiddetta ‘conchiglia perlifera’.

27. La conchiglia perlifera sta al novecentonovantesimo gradino dell’evoluzione, ed è proceduta dall'unione della conchiglia di madreperla a voi nota con la chiocciola di madreperla pure a voi nota. Qui si unisce sempre una duplice vita, una femminile e una maschile. La vita femminile si chiude in un doppio guscio esternamente ruvido, internamente però di un bellissimo splendore metallico e vegeta molto bene all’interno di esso. Si nutre delle larve di vermi ricchi di substrato, dai quali assorbe in sé il substrato. La larva completamente svuotata l’adopera per l’ulteriore costruzione della sua casa che avviene nel modo seguente:

28. – quando la conchiglia si è preso il suo nutrimento attraverso le sue numerose piccole proboscidi, essa trattiene in sé il sostanziale come suo cibo, e proprio attraverso queste proboscidi secerne gli involucri vuoti ed ammorbiditi vicino al suo guscio, dove poi si appiccicano e si consolidano con il contributo dell'acqua salata, divenendo, in questo modo, rigidi, concentrati e compatti.

29. Ebbene, quando una chiocciola perlifera si accorge di una simile conchiglia femminile, allora le striscia subito vicina, si posa sul guscio increspato e pratica dei fori oppure delle aperture nei punti dove la conchiglia è più sensibile e sottile.

30. Quando la conchiglia si accorge di una simile pressione di natura buona della chiocciola, allora comincia subito a deporre le sue parti nutrienti indigeribili, vale a dire le larve che sono state menzionate, in quei punti dove la chiocciola ha lavorato con cura per otturare per così dire le aperture. La chiocciola però, da parte sua, ne impedisce la riuscita per quanto le sia possibile. Poiché anch’essa secerne poi dentro in tali aperture le sue sporcizie, per cui è naturale che si venga a formare una specie di sfera all'interno di una tale apertura che assume la forma tanto degli escrementi della conchiglia perlifera quanto anche di quelli della chiocciola, e nella quale – specialmente quando è diventata più grande – sono osservabili svariatissime tracce di lotta.

31. In tal modo questa lotta continua spesso per molti anni. E quando poi è trascorso un determinato periodo di vita, la chiocciola lascia il suo posto e si avvicina alla cosiddetta bocca della conchiglia, dove trafigge la carne della stessa con un suo particolare pungiglione. Con questo apre la porta alla vita della conchiglia, per cui essa abbandona la sua dimora, si unisce con questa vita e poi procede in una più elevata specie di chiocciola, la cosiddetta chiocciola nautila, a questo punto è colma di gioia, edifica una bella casa, dipinge perfino la stessa esternamente ed internamente con magnifiche decorazioni, e in segno di vittoria – in particolare durante le burrasche, quasi a voler mostrare la sua vita più elevata – lascia spuntare una specie di vessillo.

32. Ebbene, vedete, questa è l'intera storia naturale evolutiva della conchiglia perlifera, e può servirvi quale immagine significativa di come, attraverso la perseveranza e la tenacia nel bene, scaturisce una vita più bella e più elevata per effetto dell'unione del bene e del vero proveniente da Me, ed usa, con forza e coraggio, perfino le tempeste del tempo per la gioia sua. Infatti, al vincitore il segno del potere è una corona, la quale gli procura una pacifica beatitudine nel vedere la sua perseveranza. Solo per il vinto la vista dei trofei della vittoria è un tormento. Perciò anche voi dovete scavare con il pungiglione della vostra umiltà nel vostro interiore, per aprire con questo al vostro spirito la porta della vita in voi. E come le preziose perle rimangono come segno della nobile aspirazione nella conchiglia morta, così le vostre opere, quando sono procedute dal Mio Amore e dalla Mia Verità, rimangono in modo duraturo nel mondo avvenire. E non ve ne sarà nessuna tra le vostre opere di così piccola, che non potrà essere infilata nel grande filo ornamentale della vita umana, per quanto sia piccolo il numero delle perle, portando frutto e salvezza.

33. Vedete, questo è di nuovo un piccolo Evangelo che vi predica una conchiglia perlifera. E come accade in essa, così sta nascosta in ogni cosa naturale una grande traccia, corrispondente al Mio eterno Amore ed alla Mia Sapienza.

34 Perciò siate diligenti, poiché nel frattempo tra di voi è diventato giorno, e raccoglietevi molto olio del Mio oleoso albero vivente, affinché, se dopo il giorno dovesse giungere di nuovo la notte, possiate accendervi una lampada per la notte ed aspettare Me, lo Sposo della vostra vita. Poiché quando Io vengo da qualcuno, non vengo mai di giorno, bensì sempre di notte, ma entro solo in una casa dove vedo ardere una dolce Luce del Mio Amore. Infatti l'Amore è il vero olio della vita. Quando voi versate quest'olio nella lampada del vostro cuore, Io l'accenderò con la Grazia Mia, e quando la notte della vostra anima ne sarà illuminata, solo allora Io verrò come vero Sposo della Vita e prenderò dimora nei vostri cuori.

35. Perciò siate solerti e diligenti! – Amen! – Io, l'eterno Amore e Sapienza, lo dico a voi! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 10

Evoluzione delle anime naturali nel regno animale

Il polipo, il calamaro, il falco marino, il gabbiano, la colomba

 

16 agosto 1840

 (dalle 9 alle 12 del mattino)

 

(scriventi: K. G. L. – S. – D. – Andr. e Hans. H.)

Il Signore parla attraverso Jakob Lorber come segue:

 

1. Affinché possiate comprendere il vostro tema odierno[9] che consiste nella descrizione interiore (spirituale) di una colomba, è necessario rivolgere un rapido sguardo a quanto vi è stato comunicato ieri (sulla conchiglia perlifera).

2. Sebbene gli abitori dell'aria occupino un grado di evoluzione superiore rispetto agli abitatori dell'acqua, è comunque necessario, quando si è usciti da questa, rivolgere prima uno sguardo alla superficie della Terra e solo dopo elevarsi nelle regioni eteree, per fare qui una conoscenza ravvicinata con i suoi abitatori alati.

3. Nell'acqua esiste un’insolita specie di esseri che ha una figura molto informe, figura che non ha l’aspetto migliore di come è un albero molto ramificato e che da voi è indicato con il nome di ‘polipo’.

4. Questo polipo si stabilisce come un albero in un posto qualsiasi, quivi si ramifica ed afferra nello stesso tempo, con le sue quattro, cinque, sei e spesso anche assai più numerose braccia o proboscidi, i vermi ed altri insetti acquatici che gli vengono vicino divorandoli, per la cui ragione – particolarmente nelle profondità del mare – cresce fino a raggiungere la grandezza di un albero.

5. Quando i suoi organi digerenti in questo modo sono diventati sempre più solidi, esso comincia, anche qui come un albero, in parte a morire, e continua a vivere ancora solo nelle sue proboscidi esteriori, cresciute per ultime. Tuttavia, ciò succede un po’ alla volta specialmente quando comincia a scarseggiare cibo sufficiente, muore poi completamente.

6. Una volta che gli è capitato questo, tutto il suo essere informe si trasforma in un’incalcolabile quantità di piccoli vermi rossicci. Questi vermi, moltiplicandosi enormemente, divorano ben con comodità un tale (enorme) polipo morto. E quando lo hanno mangiato, per così dire, a morte, la loro vita si unisce in modo da formare una sola vita (animica), la quale dà inizio poi una specie di pesci.

7. Questo pesce è lo stesso che vi è noto con il nome di ‘calamaro’ o ‘seppia’ e preferisce dimorare in grandi branchi nelle grandi profondità dei mari.

8. Il suo nutrimento consiste pure in una specie di vermi nero-marroni, i quali hanno all'incirca l’aspetto di un seme d’avena, e sono provvisti nella loro parte ventrale come lo è un pesce, di due pinne, e conoscono molto bene il loro nemico. Ebbene, quando la nostra seppia vuole ottenere il suo pasto, intorpidisce l'acqua con un liquido nero, il quale nello stesso tempo esercita un effetto narcotizzante sul piccolo mondo animale.

9. Ebbene, sempre in questo modo si prepara il suo pasto, e quando ha continuato a saziarsi in questo modo per anni con migliaia e migliaia di tali vermi, allora essa muore in modo naturale nel gran numero della sua specie, dopo aver assorbito in sé parecchi milioni di tali vite (di vermi). Ora queste vite di vermi così potenziate riunite[10] si uniscono poi a loro volta – come già noto – in una sola vita, della cui unione naturalmente nessun naturalista ha giammai ancor sognato qualcosa.

10. Tuttavia Io, in quanto Autore di ogni cosa, conosco bene tutte le vie che ho tracciato nelle Opere Mie, e quindi Io vi dico che dall'unione di tali vite esce fuori nuovamente un altro essere, e questo, precisamente, è il cosiddetto ‘falco marino’ oppure ‘pesce volante’.

11. Questo falco marino si nutre ora in parte degli insetti del mare, ma in parte anche di insetti che egli cattura in un rapido volo nell'aria; perciò esso, a seconda della sua conformazione interiore, ha anche una duplice disposizione, e cioè quella di un pesce e quella di un uccello.

12. Esso ha una vescica nel suo ventre che riempie subito di aria atmosferica e, secondo la sua intelligente facoltà, può anche di nuovo svuotarla a metà oppure completamente. Nondimeno, qui esiste un ulteriore nodo (gordiano) indissolubile per i naturalisti, poiché essi non sanno come il pesce arrivi dal centro dell'acqua all'aria atmosferica e da come la prenda. Nondimeno, se sarà difficile per i naturalisti, non lo sarà per Me svelarvi completamente anche questo mistero. Dunque, attenzione:

13. – il pesce lascia penetrare, attraverso uno speciale canale, alcune gocce d'acqua nella vescica. Sotto la vescica si trova però un tessuto scuro, dall'aspetto metallico. Questo tessuto ha la caratteristica di assumere immediatamente una temperatura calda di oltre 80 gradi non appena una goccia d'acqua di trova su di esso nella vescica. Mediante questo calore, sviluppatosi all'improvviso, l'acqua si scioglie in un attimo in vapore e riempie così la vescica con l’aria atmosferica.

14. Questo procedimento chimico è, conformemente alla Mia Volontà, così familiare ad ogni specie, secondo la sua necessità, come è a voi il movimento delle vostre mani e dei vostri piedi.

15. Ebbene, il nostro pesce volante ha dunque una tale costituzione. Ma vedete, così esso non potrebbe ancora volare, anche se le sue ali fossero larghissime. Nondimeno, oltre a questa vescica, esso, attraverso tutto il suo corpo, ha ancora una quantità di tubicini ovvero di organi che, se vuol volare, vengono subito riempiti con un gas estremamente leggero. Questo riempimento avviene nel modo seguente: – l'aria atmosferica è suddivisa mediante un proprio processo elettrico interiore, con il quale la pesantezza dell'aria atmosferica cade giù come liquido a forma di gocce nella vescica, e viene subito espulsa attraverso un proprio canale che si apre solamente in una tale occasione. Il gas molto leggero affluisce poi nei numerosi tubicini menzionati e toglie alla massa corporea del pesce il suo peso naturale in un giusto rapporto, e cioè il suo corpo assume (approssimativamente) lo stesso peso dell'aria atmosferica. Ora il pesce stende le sue ali e con esse, in modo naturale, può volare come un uccello. Oltre a ciò le sue pinne gli danno la direzione secondo la sua intelligenza, e le sue ali lo innalzano a qualsiasi altezza.

16. Vedete, questa è ora la costituzione meccanica di questo animale. Ma come quest’animale vive di due specie di cibo, così ha esso anche due specie di nemici; e cioè nel mare una specie più grande di pesci rapaci, e nell'aria una quantità di grandi uccelli d'acqua, i quali puniscono quasi sempre con la morte quest’usurpatore etereo per la sua audacia.

17. Dunque, poiché questo pesce è di una specie del tutto buona, allora, dopo la sua uscita da tale vita avviene il seguente processo di separazione:

18. La parte femminile, quindi anche la più sgradevole, si unisce e passa subito in una specie di uccello che tra di voi è nota con il nome di ‘gabbiano marino’ ed è sempre limitato al nutrimento di insetti acquatici. La parte maschile invece, altrettanto, si unisce (con molti del suo genere) e diventa l'argomento del vostro tema odierno, e quindi saremmo giunti alla molto importante ‘colomba’.

19. Io vi dico che, ciò che l'agnello è fra i quadrupedi, questo è la colomba tra gli abitanti dell'aria, per questo motivo essa viene da Me anche rappresentata, come è ben noto, quale immagine della mitezza, anzi spesso anche quale immagine della Santità di Dio. E così questo animale sta al primo posto di tutti gli abitanti dell'aria, e nello stesso tempo, a causa della sua mitezza e completa inoffensività, sta sull'ultimo gradino (cioè il più alto) dove i suoi spiriti[11], riuniti subito in modo dominante con innumerevoli spiriti di altre nobili creature, diventano anime umane.

20. La loro parte femminile corrisponde al tenero amore, la loro parte maschile alla grazia che vi fluisce.

21. In verità, poiché nel mare esistono una così enorme quantità di specie di animali, vi domanderete in quale modo tutte queste specie possono giungere fino alla (al gradino della) colomba. Io qui vi dico soltanto, che anche il cosiddetto polipo è proprio molto differenziato, e ci sono polipi corrispondenti quasi ad ogni specie animale dell'acqua. E questi polipi non sono assolutamente, come ritengono i vostri naturalisti, una specie del tutto inferiore del mondo animale, ma piuttosto placidi istituti di purificazione, i quali continuamente – senza interruzione – ingoiano in sé tutto ciò che capita loro a tiro. E così essi sono un gradino intermedio tra i vermi ed ogni possibile specie di pesce. Infatti, attraverso di loro il mondo dei vermi viene promosso ad un gradino superiore. Invece i pesci stanno completamente su questo gradino (superiore), poiché dopo l’unione delle loro vite diventano abitanti dell'aria. E così quasi ogni specie di pesce corrisponde ad una specie di uccello.

22. Nel mare esiste ancora un'altra specie di animali, i quali vengono perfezionati attraverso la vita dei crostacei a voi già nota, il cui ultimo gradino di formazione è costituito in modo che in parte possono vivere nell'acqua, in parte anche nell'aria atmosferica sulla Terra. Simili animali sono le tartarughe, come anche altre specie di rane oppure rospi sprovvisti di difesa; questi animali sono già tutti provvisti dei sensi della vista, dell'udito, dell'olfatto e del tatto così come anche di quello del gusto.

23. Inoltre la foca, il leone marino, il tricheco e così anche tutti gli animali corrispondenti ai quadrupedi, sono da considerare come abitanti per metà dell'acqua e per metà della terra, ed attraverso la loro unione di specie diventano corrispondenti quadrupedi della Terra (animali terrestri).

24. Esiste poi ancora un terzo grado evolutivo nel mare, che tuttavia è più raro, perciò anche più grandioso e meraviglioso, del quale vi comunicherò informazioni più dettagliate in un'altra occasione. Ora però ritorniamo alla nostra colomba, al fine di esaminarla ancora più da vicino.

 

 

(continuazione)

16 agosto 1840

 

25. Sebbene la colomba sia sorta dal mare nel modo che vi ho fatto conoscere, essa appartiene comunque, nella classe degli uccelli, a quella specie che può assumere in sé nutrimento da tutti i tre regni della natura, quasi nello stesso modo come succede nell'uomo. Essa può mangiare semi, erba, vermi, insetti e perfino piccoli sassolini; sotto questo aspetto è uguale alle vostre galline domestiche.

26. La colomba stessa si suddivide nella sua specie in parecchi generi, come accade poi anche con ogni altra specie di volatili. C’è quindi il cosiddetto palombo oppure colomba selvatica, la tortora, la tortora dal collare, la colomba campagnola, la colomba domestica, quest'ultima si differenzia a sua volta nella cosiddetta colomba gozzuta o colomba d'orata e nella colomba perlata e via di seguito. E così esistono ancora in altri paesi molte specie di colombi di differente natura, tuttavia la più nobile di tutte queste specie di colombi è la colomba domestica, detta anche ‘colomba domestica comune’ che è facilmente riconoscibile dal suo differente piumaggio colorato. Questo, infatti, nel mondo animale deve essere per voi soprattutto un segno principale di riconoscimento: ogni qual volta vi appare una classe di animali mansueti della stessa specie multicolore, allora essa sta anche già più vicina al vostro essere; poiché il colore esprime già una caratteristica [molteplice] della natura interiore, per questo motivo è da preferire il colore bianco da tutte le altre colorazioni, perché nel mondo animale esso corrisponde ad una specie di natura interiore senza macchia.

27. Qui abbiamo dunque una caratteristica secondo la quale voi potete ben calcolare il grado evoluivo di una specie animale in virtù di quanto detto in precedenza!

28. In questo modo, la colomba domestica comune, come già detto, è la classe più nobile degli uccelli ed è il compendio della vita di tutte le classi che precedono la sua come anche di altre specie quasi innumerevoli di abitatori dell'aria più mansueti. E così essa è anche un vaso ricettore della vita migliore del regno vegetale come anche talvolta addirittura del regno minerale.

29. Vedete, se adesso una colomba muore, la vita di qualunque specie possibile, sia degli uccelli che degli animali terrestri quanto anche delle piante e delle pietre, si congiunge con il suo principio vitale (il suo essere animico-spirituale) e passa così unificata quale vita spirituale nell'uomo. Tuttavia, non dovete credere che un passaggio di questo genere (al gradino dell’uomo) avvenga unicamente e solamente a partire dalla colomba, bensì esistono ancora migliaia di specie, sia di abitanti dell'aria che anche di quadrupedi che vivono sulla terra, attraverso i quali avvengono simili passaggi. E anche se questo vi può apparire così strano benché meraviglioso, è tuttavia proprio così. Infatti, nessuno conosce le Mie vie, nemmeno un angelo del Cielo, ma soltanto Io e il pio credente al quale lo voglio comunicare.

30. A colui che crede saranno dischiuse molte meraviglie. Invece l’incredulo non si può né consigliare né aiutare. Inutilmente egli guarderà con i suoi occhi ciechi nei Miei grandi laboratori della Vita.

31. Io vi dico: egli non vi troverà che gli escrementi della morte, poiché la vita è spirituale, e qui non serve nessun microscopio per indagare nella sua sfera d'azione, bensì, soltanto l'occhio dello spirito che è la fede può guardare nelle profondità delle meraviglie della Vita. E credetelo, per quanto vi è stato già mostrato e detto da Me, questo non è ancora la trilionesima parte anche soltanto della vita stessa di un acaro!

32. Perciò pensate che il Padre vostro ha nascosto ancora molte cose nelle profondità, e tutto questo vi sarà dato un po’ alla volta più completo e perfezionato quanto più vi sarete resi semplici e, con questo, anche più capaci attraverso la vera umiltà, che consiste nella più volonterosa obbedienza.

33. Vedete, la colomba è un animale molto semplice. Ma proprio in questa semplicità essa può anche innalzarsi con le sue due ali al di sopra di tutte le cose della Terra nell'aria piena di luce, e qui nel rapido volo, può volgere il suo sguardo in tutte le direzioni e farsi portare dai torrenti di luce per assorbire in sé, dalla sorgente eterna della vita, il cibo vitale sempre fresco.

34. Tale e quale anche voi! Se diventerete simili ad una colomba nella vostra mitezza ed onesta semplicità, allora il vostro spirito, simile a questo simbolo sensoriale, raggiungerà, nel veloce volo nel Regno della Vita proveniente da Me, altezze di cui a nessun mortale su questa Terra è mai venuta nemmeno la più pallida idea!

35. E così, ogni volta che contemplerete una colomba, ricordatevi nel vostro cuore di questo piccolo Evangelo! E pensate, se riuscite ad afferrare una cosa simile, che il grande Regno della Mia Grazia vi è venuto vicino e che è maturo il tempo in cui l'albero del fico è divenuto vivente e pieno di germogli.

36. Più avanti dovrete essere in grado di riconoscere la speciale natura di un uccello, e vedere come vola e come viene utilizzato al suo interno il suo nutrimento!

37. Con questa conoscenza potrete vedere cose straordinarie e riconoscerle bene in voi. Tuttavia, quando Io avrò dibattuto ed analizzato queste cose fin nei minimi particolari, allora ricordate che non voglio insegnarvi a volare in modo naturale, bensì in modo spirituale! Amen!

38. Io. l'eterno Amore e Sapienza! Amen!

 

[indice]

 

۞

Cap. 11

Sullo scopo della Nuova Rivelazione

21 agosto 1840

1. Per quanto concerne lo scopo di tutte queste Rivelazioni, esso consiste in questo:

2. In primo luogo per il fatto che viene mostrato al vostro intelletto mondano, assai istruito, quanto sia stolto il suo sforzo di voler indagare sulle cose e trascinarle nell’ambito del suo inesprimibile limitato rapporto che, a causa della loro profondità, grandezza e santità, rimarranno eternamente lontane oltre la propria sfera, poiché cose simili vengono poste solo nel devoto semplice cuore del credente, anzi, quale segno di vergogna della sapienza mondana, posso darle anche ai bimbi nella culla, come perfino alle pietre.

3. In secondo luogo, invece, anche per mostrare a voi e al mondo intero le veritiere vie del Mio Amore misericordioso, vie per fondare le basi all'eterna salvezza di tutti gli esseri, e mostrare come, quando e perché, tutto questo è ed avviene in questo modo, affinché tutti i dubbiosi mondani trovino una fine e le cose possano essere viste nei loro veri rapporti originari. Infatti, come un buon maestro costruttore sa certamente meglio di tutti a che cosa deve servire questo o quello per la realizzazione di una grande opera, così, solamente Io posso sapere il perché di questo, il perché di quello e il come, il quando e in che modo. Chi qui indaga e si lambicca il cervello senza la Mia Grazia, costui cade sempre in errore. Chi invece viene a Me ed apprende da Me in cuor suo, costui ha la Verità in pienezza, alla quale non verrà cambiata una virgoletta in tutta l'eternità.

3. E per terzo deve divenir chiaramente evidente la molteplice malignità degli uomini di tutte le classi e condizioni e, ben inteso, come questi uomini a causa della loro cieca cattiveria trascinano ostinati il santissimo e il purissimo nel loro sensuale fango mondano, e Lo sfigurano orribilmente per i loro condannabili egoistici scopi.

4. Insomma, tutto può e deve essere svelato dinanzi al mondo, affinché poi ognuno sappia come stanno con lui le cose. Sì, il punto centrale della Terra deve essere svelato dinanzi agli occhi di tutto il mondo, come una pietanza nascosta davanti agli ospiti per il loro nutrimento fortificante. E così anche nessun sole deve essere così lontano che non debba essere analizzato nelle più piccole parti sotto il microscopio della vivente fede della semplicità, anche se il suo volume fosse maggiore del vostro più grande pensiero che siete capaci d’immaginare. E non deve nemmeno esistere da qualche parte un filo così piccolo, per quanto possa essere filato finemente, che non venga fortemente ingrandito alla luce del Mio Sole di Grazia! Sì, Io voglio formare, partendo da puntini, dei corpi celesti trasparenti e scomporre i soli-centrali in punti svelati, affinché il mondo veda che alla fine sono sempre Io, Tutto in tutto.

5. Se in questo modo il mondo si renderà conto del fatto che non c’è da cercare né può essere trovata salvezza alcuna al di fuori di Me, allora la Pace bacerà la Terra e ad ognuno sarà assicurato il proprio compito per il tempo ed anche per l’eternità in tutto l'amore per Me! Solo allora l'imperatore sarà veramente imperatore, ben designato dalla Mia unzione, il re un re, il duca un duca e il principe un principe, senza tutte le abominevoli costituzioni, all’infuori della costituzione dell'Amore proveniente da Me e della Grazia traboccante su tutto. E allora il lupo dovrà fare all’agnello da infermiere! Con questo Io voglio appianare tutto, affinché non si presentino più ‘cascate’‘frane’, ma soltanto il mare dell’Amor Mio e torrenti della Grazia Mia. Tutto il resto deve diventar ‘territorio piano’.

6. E vedete, tutto questo deve accadere affinché la vera Chiesa sia purificata presso gli uomini e la sua vittoria splenda più della luce di tutti i soli riuniti in uno solo, e con questo vi possa essere poi «un solo Pastore e un solo Gregge», le cui pecorelle dovranno sentire sempre la Mia voce, fino alla fine di tutti i tempi, allorquando tutta la materia sarà distrutta nel fuoco del divino Amore, oppure, se queste Mie Parole ammonitrici dovessero imputridire infruttifere nel fango del mondo, presto essa sarà distrutta nel fuoco della Mia giusta Ira!

7. Vedete, ora è arrivato il tempo del ‘piccolo tempo!’[12]. Chi ne terrà ben conto, a costui accadranno grandi cose nell’eternità; chi però se ne scandalizzerà ed avrà dubbi sulla Mia fedeltà, a costui verrà presto sbarrato il ‘piccolo tempo’ e lo afferrerà ‘il grande tempo dell’ira eterna’! Perciò: o questo o quello! Come uno vuole, così egli fa! Noi però c’incontreremo sempre. Amen!

8. Questo dico Io, l’eterno Amore e Sapienza. Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 12

La costituzione interiore della colomba e di altri uccelli

 

 

23 agosto 1840

 (dalle 10 fino alle 12,30 del mattino)

 

Continuazione della comunicazione del 16 agosto 1840.

(scriventi: Andr. H. – S. – D.)

 

1. Per quanto riguarda la disposizione interiore di una colomba e il volo della stessa, tutto è uguale come in ogni altro abitante dell'aria, ossia il suo esteriore è coperto da peluria e da piccole e grandi piume.

2. Il suo interiore consiste in un cuore simile a quello umano, in uno stomaco particolare, in un intestino come anche in un polmone e fegato piuttosto ampi, le cui viscere sono circondate da parti necessariamente leggere dal lato superiore e a metà, e nella parte inferiore solamente da una morbida pelle.

3. Il cuore, dal punto di vista naturale, ha la stessa funzione del cuore umano, come pure il polmone comune a tutti gli animali a sangue caldo. Invece per quanto riguarda lo stomaco e il fegato, qui esiste una grande differenza tra quelli della colomba e quelli dell'uomo, così come degli altri animali a sangue caldo.

4. Per quanto concerne la restante massa carnosa di un uccello, la carne consiste per lo più di fibre tenere, leggere e bianchicce che sono collegate l’una all’altra da un fine tessuto simile ai nervi, grazie al cui collegamento essa è capace di una maggiore estensione e contrazione rispetto alla carne di altri animali.

5. Sul corpo (degli uccelli) si trova, per lo più su un collo lungo, una piccola testa provvista di sensi straordinariamente acuti. Infatti un’aquila, come anche quasi ogni uccello, con i suoi occhi vede meglio di voi attraverso un buon cannocchiale. Nello stesso modo il suo udito supera di gran lunga il vostro. I suoi organi dell’olfatto sono più acuti degli organi del miglior segugio. Infatti, con essi un’aquila percepisce una carogna giacente lontano alcune giornate di viaggio e conosce esattamente la direzione da cui giungono ai suoi nervi olfattivi le esalazioni maleodoranti della putrefazione. Similmente, anche il suo gusto è così forte che essa percepisce perfino gli aromi e il sale ad essa confacente nelle pietre più dure.

6. Proprio come i suoi organi dei sensi sono provvisti della massima eccitabilità, nello stesso alto grado è eccitabile e pieno di attività anche il suo cervello. E nello stesso c’è più intelligenza che in tutti gli altri animali, non escluso perfino il grande elefante. Per questo motivo parecchie specie di uccelli possiedono, più di tutti gli altri animali, una memoria di una potenza del tutto particolare, potenza che voi potete intuire in modo convincente anche dal fatto che qualche uccello può imitare perfino le cadenze dei canti umani come anche parole e spesso pure intere frasi, cosa che non è possibile a nessun altro animale, per quanto intelligente. Da ciò potete anche concludere, con ragione, che questa specie vi sta più vicina di un'altra che si muove, come voi, con i suoi piedi faticosamente sulla Terra.

7. Tutto questo proviene dal fatto che un uccello, grazie alla sua disposizione interiore, è così disposto che possiede la massima suscettibilità per le impressioni del mondo esteriore, e nel suo cervello molto eccitabile può farsi già una sicura rappresentazione ordinata di ciò che ha raccolto attraverso i sensi, per la qual ragione già nello stato naturale di un uccello la sua voce appare spesso assai ben articolata.

8. Ora ci si domanda: “Come avviene la riproduzione degli uccelli?”. La risposta sta nascosta nella loro procreazione e nelle uova.

9. La femmina ha la capacità, secondo la Mia Volontà, di riprodurre se stessa, attraverso l'inconscia intelligenza in essa dimorante, dal nutrimento assimilato nella cosiddetta ovaia a forma vescicolare – cosa che avviene nel modo seguente:

10. Dal suo cuore partono degli organi estremamente sottili, attraverso i quali viene fatta affluire una sostanza bianca. Sempre là dove sboccano gli organi, si forma da quest’umore un tessuto a forma reticolare, il quale comincia ad esistere subito fin dal principio. Quando questo tessuto ha raggiunto la sua forma adeguata, assumendo l'aspetto come se dei puri e semplici imbuti molti piccoli ed un po’ informi fossero allineati uno accanto all’altro, allora questo tessuto viene legato alla spina dorsale attraverso gli organi che lo compongono. Una volta avvenuto tale processo, questi organi si staccano e volgono i loro sbocchi in questi piccoli imbuti.

11. Dopo che le cose sono state così ordinate, allora anche nello stesso modo i vasi, partendo dallo stomaco, sono condotti attraverso il fegato proprio negli sbocchi di questi piccoli imbuti. Alla fine, quando tutti i vasi sono stati un po’ dilatati così dal cuore, allora si sviluppa in ognuno di questi vasi un ulteriore vaso e questo rivolge a sua volta il suo sbocco in uno di tali piccoli imbuti.

12. Quando tutto questo organismo, impiegando il tempo necessario secondo la natura e la grandezza dell'uccello, è stato completamente sviluppato, dagli umori dello stomaco viene poi deposta dapprima una gocciolina densa, in maniera tale che l'apertura dei due organi, spinti l’uno dentro l'altro, penetri nel mezzo di questa gocciolina.

13. Quando anche questo è compiuto, allora dapprima iniziano ad affluire dei liquidi bianchi acquosi dal cuore attraverso l'organo esterno, disperdendo così la piccola goccia esteriore proveniente dallo stomaco proprio come una bolla di sapone, e la riempiono fino alla grandezza di un seme di canapa, come anche a quella di una nocciola oppure persino di una mela, secondo la grandezza e natura dell'uccello. Poi gli umori, provenienti direttamente dal sangue, cominciano a penetrare in questo piccolo gomitolo bianco e formano il cosiddetto tuorlo.

14. Durante una tale formazione si sviluppano ugualmente, attraverso il canale intestinale, certi organi straordinariamente fini, i quali in un certo qual modo penetrano da parte a parte questo nuovo frutto. E ora fate bene attenzione:

15. La gallina, vale a dire la femmina, ha due canali d’espulsione, uno per l'espulsione delle feci e uno per l'espulsione dell'uovo maturato. Tuttavia questo secondo canale, prima dello sbocco del canale per le feci, si unisce con il detto canale mediante appunto gli organi summenzionati che escono dal canale intestinale. Questi, allineati l’uno accanto all’altro, formano un largo condotto che si suddivide nell'ovaia in altrettanti rami quanti sono i piccoli imbuti qui esistenti, ed attraverso questo condotto, durante l’atto dell’accoppiamento, viene guidata con gran velocità una sostanza eterea-spirituale nel centro del tuorlo.

16. Questa sostanza è ciò che Io ho già menzionato in precedenza riguardo all'unione della vita animale dalle acque come anche dalla terra[13].

17. Quando questo è avvenuto, ecco che poi l'organo mediano proveniente dal cuore cresce fino a diventare un tessuto straordinariamente sottile intorno a questo nuovo ospite della vita, e precisamente, sotto la forma primitiva di un uccello straordinariamente piccolo e completamente nudo si estende poi dal suo centro in tutte le direzioni dell'uovo e gli apre così le vie del nutrimento.

18. Avvenuto questo, allora l'organo secerne dallo stomaco, e precisamente da sassolini sciolti, una massa calcarea, la quale, grazie al calore interno, s’indurisce presto fino a formare un guscio solido intorno al tenero uovo.

19. Ora l'uovo è maturo e completato!

20. Questo maturare dell'uovo può procedere certo anche senza l’accoppiamento, solo che poi non è in grado di vivere.

21. Quando però è in grado di vivere, il frutto maturerà completamente attraverso il calore vegetativo [della covante mamma-uccello]. E dopo che ha consumato per la sua formazione tutta la provvista nell'uovo, allora rompe il guscio ed entra nel mondo esteriore come perfetto uccello, che per vero deve essere assistito ancora per un breve tempo dai suoi genitori, ma che è già dotato di tutte le facoltà degli stessi.

22. Ebbene, questa è quindi la formazione di un uccello!

23. Dato però che già prima abbiamo menzionato il suo stomaco, allora sappiate che lo stomaco di un uccello consiste di spesse lamine completamente smussate, di struttura muscolare.

24. Questo stomaco non è nello stesso tempo dispensa e laboratorio digestivo come negli animali (terrestri). Infatti, in primo luogo serve il gozzo, o almeno, come negli uccelli rapaci, un piccolo pre-stomaco; lo stomaco (vero e proprio) ha il solo compito della digestione, la quale avviene nei cosiddetti mangiatori di semi, ai quali appartiene anche la colomba, nel modo seguente:

25. Lo stomaco ha in sé sempre una piccola provvista di sassolini. Esso si apre e prende qualcosa dal pre-stomaco. Se ora questo cibo arriva tra le sue lamine, allora queste cominciano a strofinarsi come quando voi vi strofinate le mani. In questo modo il cibo viene triturato con l'aiuto dei sassolini che si trovano nello stomaco, con la quale occasione naturalmente anche i sassolini si consumano, poiché ne vengono continuamente staccate delle particelle, ma con questo sfregamento, nello stesso tempo viene anche liberato o prodotto un calore elettrico, mediante il quale queste particelle di pietre staccate vengono scomposte chimicamente. L’elemento calcareo viene distribuito per la destinazione a voi già nota (la buccia dell’uovo); l’elemento minerale gli serve invece per il nutrimento, la conservazione e il consolidamento di queste lamine dello stomaco, mentre il sedimento grossolano è rispedito con le feci.

26. Ora ci si domanda: “A che serve all'uccello questo nutrimento minerale?”. Il primo motivo è già stato indicato. Il nutrimento minerale serve, oltre al compito della digestione, esattamente come accade con una cosiddetta pila voltaica, anche per lo scioglimento del finissimo gas di idrogeno, che qui può essere sviluppato subito a discrezione dall'acqua accolta in sé frequentemente, e precisamente per via chimica come a voi già noto.

27. Vale a dire che l'ossigeno, o l'elemento aspro dell'acqua, si unisce con l’elemento minerale omogeneo delle pietruzze. Anche il caratteristico grasso pesante del gas viene separato attraverso un filtro organico straordinariamente sottile. Il purissimo gas, invece, affluisce in innumerevoli piccoli organi nei calami delle penne le quali vengono formate precedentemente attraverso gli organi secondari dal grasso separato e mescolato con gli altri umori provenienti dal sangue. Nel calamo si trova una cosiddetta ‘anima’ ovvero ‘penna madre’, la quale è formata da parecchie vescichette messe in fila l’una accanto all’altra.

28. Se ora l'uccello vuole volare, allora esso riempie all’istante queste vescichette come anche i suoi organi rimanenti con questo gas, ragion per cui l’uccello diventa considerevolmente più leggero. Subito stende poi le sue ali e si solleva con grande leggerezza, si dà la direzione con la sua coda e regge la sua massa agilmente con le sue due ali. Soltanto all'inizio del volo le ali gli servono per alzarsi, ma durante il volo diventa sempre più leggero, e quindi le sue ali non le usa più per sostegno, ma solo per l’avanzante movimento.

29. Quando un uccello vuole nuovamente atterrare, allora lascia fuoriuscire un po’ di gas secondo il bisogno e riempie in compenso il calamo con aria atmosferica.

30. Ebbene, questo è il segreto di come un uccello vola e come tutto questo viene determinato dalla sua disposizione interiore.

31. Dunque, adesso non ci rimane che il suo polmone e il suo fegato. Anche il polmone è così fatto, che la sua elasticità, in primo luogo è più grande di quella di tutti gli altri animali. Infatti un uccello può inspirare in sé, secondo la sua specie, in proporzione all’uomo cento volte più aria.

32. Con l'aria avviene un somigliante processo chimico come con l'acqua nello stomaco. Il gas dallo stomaco affluisce nelle ossa cave. L'ossigeno si unisce al sangue per la formazione dei nervi, dei muscoli, dei tendini e delle ossa. Solo l’azoto viene nuovamente espirato e può essere utilizzato a discrezione per la formazione della particolare voce di ogni uccello.

33. Il fegato nell'uccello è invece della stessa natura del tessuto cellulare che si trova sotto la vescica di un pesce. Esso consiste di una gran quantità di vescichette piramidali che sono consolidate l’una all’altra con piccole fibre mucose molto leggere e tenute insieme in modo molto attenuato.

34. Queste cellule piramidali oppure vescichette, hanno la caratteristica di piccole bottigliette elettriche; esse assorbono in sé il fluido elettromagnetico sviluppato attraverso l’attrito delle lamelle dello stomaco e vengono riempite una dopo l'altra come una batteria elettrica. Questo fluido elettromagnetico viene poi adoperato sempre, ogni qual volta l'uccello vuole volare, per la formazione del gas già noto. Ciò che tuttavia viene sciolto dal cosiddetto carbonio in un tale processo, si raccoglie in una propria piccola vescica biliare e viene nuovamente raccolto dallo stomaco, nel caso in cui arrivi qualcosa di difficilmente digeribile nello stomaco dell'uccello, il che avviene prevalentemente nella colomba.

*

35. Ebbene, qui dunque è stato spiegato anche l'uccello naturale dalla sua nascita fino al suo essere completo. Rimane quindi ancora da menzionare soltanto la causa del colore differente delle piume della colomba come anche il loro rapido volo.

36. Il colore diverso del piumaggio dipende in parte dal nutrimento vario, in parte però anche dalla Mia Volontà, al fine di annunciare così la maggiore docilità, e indicarvi quali sono gli animali che possono diventare per voi, prima di altri, tipici e familiari.

37. Per quanto riguarda la rapidità del volo, esso dipende dal maggiore quantitativo elettro-magnetico esistente in un uccello, il che si può desumere molto facilmente dal suo volo fulmineo.

38. Ora sapete tutto ciò che vi è necessario sapere per il momento nella vostra sfera naturale-spirituale.

39. Tuttavia, per ciò che riguarda gli ulteriori rapporti, questi sono ancora troppo al di là della vostra ottusa capacità concettuale per poterli afferrare. Perciò tutto a suo tempo!

39. Dapprima il seme, poi il germoglio, solo dopo la pianta, in seguito la radice, il tronco, le foglie, il fiore ed infine il frutto maturo del vostro spirito, sviluppato attraverso il calore vitale del Mio Sole di Grazia nel vostro cuore. Amen! – Io, il Maestro in tutte le cose, pieno d’Amore e Sapienza! Amen! Amen!

 

 

[indice]

 

Cap. 13

Qualcosa dalla Sapienza[14]

(24 Agosto 1840)

Lievi cose diventan gravi parole negli spazi

e spesso i più bei puri fiorellini fan capolino dalle pozze.

   L’occhio attrezzato vede chiare luci nel cielo lontano

   brontola la luce del Sole quando è più intensa al mattino,

scacciando l’opaco scintillio notturno delle lontane stelle al pascolo

che ben sorprende l’osservatore dei soli negli opachi eoni di pulviscolo!

   Il santuario del tempo presente, l’indagatore non l’osserva,

   guarda solo lontano il cieco ebbro osservatore, in su e in giù,

eppur giace vicino all’occhio miope l’unguento dei ciechi

come anche a un bimbo la Luna e una rondine volano alti.

   Pertanto, non tendete lontano e state quieti a casa;

   là prendete un setaccio e vagliate la farina dalla crusca,

poi annotatevi ciò che vi dico: preparate la farina e il forno,

dopo fate l’impasto e il pane, cuocendolo di giorno.

   Forse nel giorno della Grazia Mia, vedrete inondar le nubi,

là inonda Vita dalla Vita, dall’ardore del Sole.

 

 

[indice]

 

۞

Cap. 14

Spiegazione in rispondenza della parabola al cap. 7° (del 9.08.1840)

24 agosto 1840

1) Il nota bene dice: “Ricorda bene quanto ora dico: Notalo bene”, allora con questo Io non voglio dirigere la vostra attenzione su un qualche misfatto commesso da molto tempo, ma usare con utilità su di voi soltanto l’occasione e la somiglianza di un tale misfatto. Misfatto indica qui la vostra prima vita mondana che ha una grande somiglianza riferita al vostro spirito. Qui = si indica la vostra duplice presenza, cioè naturale e spirituale; 30 anni = indicano uno stato capace di intendere e di volere della vostra anima, alla quale viene aperta la porta della Vita come quella della morte, la quale consiste nel riconoscimento del bene e del vero e del male e del falso. Commesso = significa accogliere in sé il falso ed agire di conseguenza male; il tempo mezzo passato significa che non siete ancora in ordine.

2) Il versetto 2 indica = in primo luogo che nella parabola non c’è alcun valore naturale di giudizio, e in secondo luogo, che Io vi ho perdonato i vostri passi falsi.

3) Il possidente è il vostro intelletto mondano nel senso della parabola; con i fondi si intende = l’ecclesiastico dalla parola; con moglie s’intende = la religione; legalmente secondo il sistema giuridico significa = secondo l’equità della forma esteriore; affidata significa = legata nel cuore mediante la libera volontà.

4) Nota bene: Possibile che Hans. H. non si accorga di nulla dove in effetti si vuole arrivare? La meretrice è la mondanità; a lui piacente indica = qui il sensuale e il carnale mondano dell’amor proprio, discordia significa potente instabilità. Viveva significa: trovarsi in modo corrispondente alla condizione; moglie = come sopra.

5) Una casa in città è la filosofia del mondo; un cittadino della stessa indica = seguire la filosofia, e precisamente quella molto cattiva Kantiana.

6) Essere attaccati al mondo, significa: compiere lussuria. Quindi, a causa della lussuria significa = per amore del mondo. La moglie con il bimbo significa = l’ecclesiastico insieme all’attività come frutto della fede. Qui significa pure = l’ecclesiastico attuale; abitare equivale ad indicare come = esistere inosservato.

7) Dissoluto = essere inattivo dalla Parola; modo di vita indica = una condizione spiacevole derivante da questo; dissipare il patrimonio significa = distaccarsi completamente da tutto lo spirituale. Mettere le mani sul patrimonio della moglie significa = metter fuori l’ecclesiastico, in quanto non piace all’amor proprio, e precisamente per indignazione.

8) Il versetto 8 (il dissoluto modo di vivere) significa = con la sapienza del mondo non si arriva a nessuna quiete; e meretrice = ovvero il mondo, non resisterà più (a perseverare così) a nessun colpo. Condizione impoverita significa = la cecità attraverso la mondanità.

9) Venire significa = decidere da sé; giorno in generale significa = tempo terreno riferito ad uno stato interiore di fuoco fatuo. Tormentare significa = rigettare uno dopo l’altro; ininterrottamente significa = senza ogni riguardo. Cedere il patrimonio significa = voler trasformare la Chiesa secondo la propria opinione e comodità.

10) Il versetto 10 (lei non voleva cedere) significa = rendersi conto dell’impossibilità di quanto poco sia da ottenere con ogni ragionamento sotto una qualunque folle strategia intellettuale, poiché la Mia Volontà è più forte della debole corda dell’intelletto mondano, da cui poi sorgono anche spesso inopportune preghiere e invocazioni per raggiungere le intenzioni prefissate che un tale ritiene per le migliori, perché non conosce le Mie vie ben calcolate.

11) Il versetto 11 (il maltrattamento) significa = completo disprezzo e disconoscimento dei tesori interiori; con questo, inoltre, il ritenere se stesso senza colpa e indenne dalla sua migliore convinzione interiore, naturalmente soltanto dalla propria idea, ed attraverso il trovare se stessi in altre idee a causa della grande somiglianza.

12) L’attuale periodo estivo indica = un simile stato d’animo focoso. L’Anno indica = la vita naturale dell’uomo; la nona ora della sera significa = lo stato deplorevole di tutta l’esteriorità in questa parabola e mostra in questo modo il passaggio del crepuscolo nella notte vera. Maltrattare = come sopra, come anche cominciare.

13) Il versetto 13 (il difendersi) indica = il risveglio interiore della coscienza e la riluttanza della stessa.

14) Il versetto 14 (il perseverare) significa = l’ostinazione della coscienza; prendere una corda significa = quietarsi con false conclusioni. Gettare la stessa intorno al collo della moglie e strangolarla significa = voler completamente soffocare la propria coscienza al riguardo di tutto l’ecclesiastico, sotto il quale ci si trova necessariamente dal punto di vista politico, perché con collo vengono intesi = i rapporti Chiesa-Stato; strangolare significa = attenersi con riluttanza alla chiesa statale per considerazioni politiche esteriori.

15) Nell’opinione significa = condizione senza fede; paura della morte indica più da vicino la condizione; lasciare il patrimonio significa: liberarsi da tutte le accuse interiori e vedere di guadagnare dal mondano ecclesiastico.

16) Il versetto 16 (la decisione di morire) significa = dopo un esame più approfondito ci si accorge che tale ecclesiastico non è buono né per l’una né per l’altra cosa, quindi meglio buttar via tutto il ciarpame. Pia semplicità del cuore indica = lo spirituale, e lussuria = come sopra; sostenere significa = essere utile allo scopo.

17) Il versetto 17 (strangolare) significa: completa neutralizzazione della coscienza. Mezzanotte = interiore condizione quasi ateistica. Dolori = infruttuosi sforzi della coscienza. Raccomandarsi a Me significa = ammutolire; esalare lo spirito significa = mettersi completamente in pace.

18) Il versetto 18 (rendersi conto) significa = una breve soddisfacente condizione.

19) Spaventare significa = il completo strapparsi da tutto lo spirituale e mettersi per così dire al di sopra di tutto; lungo tempo = durata indeterminata della condizione; perdere i sensi significa = non sapere né supporre più nulla dello spirituale.

20) Alla fine significa qui = il sentimento della morte in sé; prendere una decisione significa = darsi una direzione; per paura del giudizio significa = per considerazioni politiche del tempo; astuto significa = pratico del mondo.

21) Il versetto 21 (lampada, piccone, pala) significa = intelletto, volontà, amore di ciò che è mondanamente in vista come qualcosa che produce un utile esteriore, e lampada qui è = capacità di giudizio mondano, perseverare diligente; badile =aiuto mondano attraverso qualunque cosa.

22) Il versetto 22 (scavare = indagare) significa proporzionata intelligenza in ciò per considerazioni di carattere poliziesco; infatti come i pollici indicano = una misura spirituale, così i piedi indicano = la misura nelle considerazioni di carattere mondano, come anche il numero cinque; fossa significa = una sicurezza.

23) Il versetto 23 (nasconderla) significa = mettersi al sicuro attraverso il diritto giuridico dall’oppressione poliziesca dovuta alle congetture eretiche da parte ecclesiastica.

24) Il versetto 24 (il seppellire) indica = confondere l’ecclesiastico col giudiziario-mondano e considerarlo come tale, per usarlo soltanto giuridicamente.

25) Il versetto 25 (il luogo del misfatto) significa = oppressione spirituale dello Stato. Proprio indica = per considerazioni Statali; sotto indica = legge politica; torchio dell’uva indica = convalidare il diritto giudiziario dello Stato per il popolo attraverso l’ecclesiastico.

(26) Il versetto 26 (il punto di sepoltura) significa la politica più bassa, dove lo Stato è più sensibile a causa del popolo e può peccare senza preoccuparsi, contando sulla stupidità dello stesso.

27) Il versetto 27 indica la bellettristica[15]; mentire e raccontare tristemente significa = farsi bello intellettualmente; far scomparire sua moglie significa = trasferire l’ecclesiastico o la religione nella bellettristica.

28) Il versetto 28 (richiesta di indagini) indica = frequente riflessione in se stessi e l’interrogarsi della tattica giuridica sullo scopo vero e proprio della religione; tribunale tiepido = la debolezza della coscienza giuridica; su richiesta significa = dal proprio bisogno mondano; qui e là significa = l’equivalente di ogni tanto; per lettera significa qui = poco vivamente preoccupato; fare indagini significa = qualche volta dare uno sguardo in sé.

29) La morta indica = la coscienza una volta spenta in tutto l’ecclesiastico; tra i mortali significa = tra il sapere mondano; da trovare significa = da ridestare spiritualmente.

30) Il versetto 30 (tenere nascosto il fatto) significa: questa condizione rimase così tanto più facilmente non animata da qualcosa di ecclesiastico;

31) Il versetto 31 indica = perché ecclesiastico e politico erano fusi l’uno nell’altro, così l’una cosa scusava l’altra, oppure uno dava giudizio all’altro, ed era una cosa come l’altra, poiché non vi era nessuno spirituale interiore, essendo (l’uno e l’altro) scadenti e senza utilità per qualcosa.

32) Il versetto 32 : Questo indica = di nuovo il risveglio spirituale attraverso la Mia Grazia, poiché non c’era nessuna grande cattiveria dietro il falso.

33) Il versetto 33 (i nomi) indica l’esteriore della Chiesa, i suoi servitori e il suo nome.

34) Il versetto 34 (nel Mio libro) significa = nello spirito riconoscerete tutte le cose.

35) Il versetto 35 (le ali di una mosca) indica = qui il più piccolo ha ancora un’importanza assai grande.

Amen!

 

[indice]

۞

Cap. 15

Intorno allo "Strabengel” presso Graz

Sulla tromba d’aria e i turbini di fuoco

 

  

 

Il 29 agosto 1840, allo "Strabengel”[16]

(dalle 15.45 fino alle 18.45 pomeridiane)

 

(scriventi K. G. L. e Hans. H.)

(“Le grandi diarie”)

1. Per quanto qualche formazione (montuosa) possa anche apparirvi sempre così disordinata e inadatta, oh credete, nemmeno un pulviscolo poggia o si muove dal suo posto tranne che per la Forza piena del Mio eterno Amore e Sapienza.

2. Vedete, questo luogo nel quale vi trovate ora è circondato tutt’intorno da monti e colline disordinate, ora più alte, ora più basse. Se doveste domandare ai vostri naturalisti: "Perché è così?", non vi potrebbero dare altra risposta se non una a cui voi avreste potuto arrivarci anche senza che lo dicessero loro: "Tutto questo è sorto attraverso le agenti rozze forze maldestre della natura, sorte per così dire per caso, ed anche si modificherà nuovamente in misura maggiore o minore attraverso le stesse". – E poi, altri diranno: "Questa specie di monti è sorta attraverso il fuoco (vulcani), un'altra specie attraverso un graduale deposito da sud ovest verso nord est". Altri ancora aggiungeranno: "Questo monte è sorto attraverso delle alluvioni”, e così parecchi simili originali motivi.

3. Ma se Io ora aprissi una simile collina nel mezzo e la dividessi fino alla superficie piana, e questo proprio verso diverse direzioni a partire dalla sua cima, e gli scienziati che sostengono la loro teoria del sistema alluvionale camminassero attraverso queste vie ora aperte ed osservassero le viscere della collina, allora questo rovinerebbe tutte le loro teorie sui sistemi di formazione, poiché le viscere conterrebbero, tra l’argilla e gli strati di sabbia, delle masse rocciose del peso di mezzo quintale, conterrebbero inoltre qua e là di nuovo ciottoli pietrosi, qua e là calce, qua e là carbon fossile, qua e là ossa fossilizzate di animali tanto di terra quanto anche di animali delle grandi acque; e qua e là si troverebbero perfino utensili nei quali esisterebbero ancora chiare tracce della diligenza delle mani degli uomini!

4. Che cosa credete che vi direbbero gli scienziati naturalisti? Io credo che essi scrollerebbero le spalle e scuoterebbero le loro teste, e riuscireste a tirar fuori da loro altrettanto poco quanto riuscireste a tirar fuori qualcosa da un albero. E vedete, questa collina è proprio un simile conglomerato. E perciò per primo è necessario sapere, per vostra conoscenza, com’è sorta una tale collina e, per secondo, perché? E per terzo, deve venir aggiunta ancora una piccola notizia storica.

5. Voi sapete già da precedenti Comunicazioni, e precisamente dal regno animale, da dove, come e perché questo si forma e sussiste. Ma nella vostra conoscenza c’è ancora una piccola lacuna, e questa deve essere colmata proprio in questa occasione. Voi sapete che la materia non è nient’altro che una grande scuola di umiliazione dello spirito superbo. Voi sapete che l'acqua, nei suoi elementi puri, è un flusso di Grazia proveniente dal Mio Amore misericordioso. Voi sapete che la luce del Sole proviene, secondo lo splendore dalla Mia Grazia e, secondo il calore proviene dal Mio Amore.

6. Per questo motivo quegli animaletti che provengono dalla luce[17], sono nient'altro che portatori del Mio misericordioso Amore e Grazia dalla Mia Altezza fino alla profondità materiale della Terra. Essi non sono altro che innumerevoli vivificanti particelle d'amore che, defluendo da Me, portano in questo modo di nuovo vita agli spiriti morti, come ve l’ho dimostrato di preferenza durante l’esposizione relativa al mondo vegetale e specialmente in occasione di quella riferita ad un albero.

7. Ebbene vedete, talvolta succede, specialmente nelle regioni dove si trovano grandi acque (tante più acque, tanta più Grazia!), che Io veda in qualche parte una grande maturazione della materia umiliata. Là Io lascio affluire poi anche un maggiore flusso di Vita proveniente da Me. Di questo se ne accorgono i buoni spiriti liberi dell'acqua e sentono perciò una grande gioia attraversare la loro vita collettiva. Allora si distaccano dalla loro comunità e fanno un gioco mobile con le acque, al punto che nel giro di un’ora mettono la stessa in un turbolento, saltellante movimento. Ma più il flusso di vita si avvicina dall'Alto, tanto più in alto essi portano gioiosamente anche i flutti.

8. Come però, perfino negli uomini, una grande gioia si esprime in un movimento roteante (N.B. con questo Io non vorrei di certo intendere le vostre danze durante i balli, bensì quelle dell'uomo secondo il Mio Cuore [Davide] davanti all'Arca dell’Alleanza!). Nello stesso modo si uniscono anche questi spiriti nell'acqua, spingendola con sé in un rapido circolo ondeggiante. E non appena poi vedono e percepiscono che la vita proveniente da Me ha teso dall’Alto ampiamente il braccio salvatore in una forma visibile di nuvole, allora gli spiriti vispi, nella loro gioia, raddoppiano il loro fluttuante movimento circolare e si alzano al di sopra dello specchio fino al braccio salvatore della Misericordia Mia. Vedete, un simile movimento viene sentito lontano da miriadi di spiriti circolanti ed affluiscono poi da sott’acqua da tutte le zone verso un tale gruppo principale.

9. Nello stesso tempo però avvengono simili partecipazioni anche dalla terra asciutta. E gli spiriti della natura fanno spesso dei viaggi lontanissimi in brevi spazi di tempo. E nella loro ebbrezza non risparmiano niente di ciò che viene loro incontro: alberi, case, suppellettili, uomini, animali. Tutto è portato via senza il minimo riguardo nella loro gioiosa frenesia. E lì simili fenomeni terrestri (che accadono sulla terraferma) presentano due caratteri essenzialmente differenti.

10. Ce ne sono alcuni che sono modesti nel loro fervore. Questi si esprimono in un cosiddetto turbine oppure in una vera e propria tromba d'aria. Gli altri però sono più indomiti nella loro gioia; questi si accendono nel loro fervore e si esprimono nel cosiddetto vortice di fuoco o turbine di fuoco.

11. Ebbene vedete, quando ora questi vortici si sono uniti con tutto quello che hanno preso con sé nei loro viaggi, ha luogo poi, attraverso tali moti vorticosi per voi inconcepibilmente veloci, un grande dissodamento della materia in un ampio cerchio, la cui materia, sia essa sabbia, sassi, animali acquatici, animali terrestri, suppellettili e simili altri, viene trasportata sul posto dove si svolge la liberazione principale, così da formare un monte (come è esattamente questa collina).

12. Qui ora avete voi il “Come?”. E poiché avete questo, allora non vi sarà più lontano nemmeno il “Perché?”

13. Infatti quest'unico ‘perché’ è già dato nella risposta del ‘come’. L'altro ‘perché’ concernente il modo in cui è sorta questa collina, vi diventerà chiaro se date uno sguardo retrospettivo all’esposizione dell'essenza di un albero osservando il legno dello stesso, nel quale la malignità di tali spiriti appare in forma nuovamente solidificata. Succede esattamente così anche in una simile grandiosa liberazione, poiché ovunque viene dato un banchetto, qui ci sono pure degli ospiti non invitati oppure anche tali che non hanno indossato nessuna veste nuziale (Mt. 22,11) e perciò non sono ancora maturi per la vita. Costoro vengono poi nuovamente spinti fuori in un modo per voi visibile per sostenere una prova umiliante nell'oscurità più estrema. Tuttavia, deve innanzi tutto essere rettificata in voi ancora un’immagine errata.

14. Voi non vi dovete immaginare che gli elementi che costituiscono la materia visibile, che qui sono le pietre, la terra, le piante, gli alberi e simili, siano gli spiriti stessi, bensì tutto questo è solamente una prigione degli stessi che recide loro il filo della Vita proveniente da Me. E solo nella misura in cui giunge la Mia Volontà, agli stessi viene aperta una piccola porticina per strapparsi un po’ alla volta dalla morte mediante una libera intelligenza della volontà insita in ogni spirito. Ma ciò che in sé e per sé è la materia, allora vi dico che essa non è altro che collera iraconda ammorbidita dal Mio Amore misericordioso.

15. Il perché la materia si esprime qua e là in questo modo, vi verrà spiegato chiaramente, oltre a parecchio altro, quando vorrete visitare l’Alpe in questione[18]; più chiaramente di tutto però vi verrà spiegato con la Rivelazione del punto centrale [e dell’ulteriore conformazione] della Terra[19]. Ma ora, ancora un po’ di storia!

 

 

 

(continuazione)

Storia del santuario Maria "Strabengel"

 

29 agosto 1840

 (la sera dopo il ritorno a Graz)

 

16. Nell'anno 1263, in questa regione quivi dimoranti c’era tra gli uomini il vizio del furto, dell'assassinio e della prostituzione, che si era accentuato a tal punto che fu necessario inviare qui un angelo sterminatore con una fiaccola iraconda nera, per dar fuoco in ogni dove alle viscere di tali uomini e rovinarli.

17. Esso era quel modo generale di morte che allora, non soltanto qui, ma quasi in tutta Europa, comparve nelle differenti zone sotto il nome di “la morte nera”.

18. In quel tempo, verso ponente, ai piedi di questa collina viveva una famiglia contadina, di cui Io Mi compiacevo molto. Al padrone di casa stesso fu dato da Me, per via della sua devozione, la vista interiore.

19. In un’afosa serata estiva si accumularono qui delle dense nuvole burrascose e presto le stesse si svuotarono proprio su questa collina, accompagnate da mille potenti fulmini con il più terribile tuono. Il contadino avvertì in questo straordinario temporale un significato diverso da come potrebbero avvertirlo i vostri odierni scienziati naturalisti, e così parlò ai suoi devoti lavoranti:

20. "Cari figlioli, non temete! Il Signore neanche nella Sua ira dimentica coloro che Lo amano con tutta l'anima, con tutto il sentimento e con tutte le forze. È vero che la potente, punitiva Destra dell'eterno Reggitore del mondo si posa pesantemente su queste nubi funeste, tuttavia posa la Sua Sinistra benedicente sul capo di coloro che Lo amano. E siate certi che il Signore invierà a noi l’angelo che Egli manda nel mondo come flagello, certamente e veramente come salvatore consolante!". – E vedi, quando il contadino ebbe pronunciato queste parole a Me compiacenti, ai cuori riconoscenti dei suoi congiunti, dalla strada che già allora passava da qui, sentì invocare aiuto da qualcuno che era oppresso dal fulmine, dalla tempesta e dalla grandine. In gran fretta lasciò la stanza, prese un solido bastone d’abete e corse in aiuto dell'oppresso, allora trovò un uomo quasi mezzo morto che giaceva sulla strada, lo caricò subito sulle spalle sue, lo portò in casa e si prese cura di lui per tutta la notte. – Il giorno dopo, questo forestiero disse al contadino: "Seguimi su per questa collina!". E il contadino lo seguì col suo bastone. – Dopo, il forestiero gli disse: "Conficca questo bastone nel terreno!". E il contadino fece come gli aveva ordinato il forestiero. Ed ecco che subito il bastone rinverdì fino a diventare un albero imponente! – E il forestiero disse ancora: "Vedi, questo ti sia un segno della mia missione e della tua fedeltà! Poiché io sono un messaggero del Signore per la Terra e devo sterminare l’arrogante razza umana. Ma poiché hai preso il bastone e sei corso in mio aiuto ed hai salvato, per così dire, nella tua pia semplicità la vita di un uomo, vedi, così io prendo da questa tua amicizia la metà, e in questo deve essere mitigata una parte considerevole dell’ira a me data!"

21. Allora l'angelo, ora riconosciuto, stese la mano verso il nuovo albero, lo spezzò a metà e disse al contadino: "Guarda qui, questa sia la fiaccola nera della morte, nella quale molte migliaia e migliaia di uomini troveranno la morte, sia temporale che per molti di essi anche quella eterna. Ma per tutto il tempo della mia opera voglio proteggerti, e secondo la Volontà del Signore non devi temere davanti a nulla, poiché ogni notte io dimorerò presso di te. Ma tu, di giorno, recati nelle differenti zone ed annuncia a coloro che sono duramente oppressi che, chi vuole essere salvato dalla morte, deve rifugiarsi sulla collina dove si trova l'albero che ora abbiamo piantato, e qui deve far penitenza e digiunare per tre giorni e tre notti. Poi deve prendere dall'albero un ramoscello, e così, con questo segno, sarà risparmiato dall’ira mia".

22. Ebbene, vedete, questa è la storia originale! E questo contadino da parecchi del vicinato che furono salvati così, fu chiamato ‘l’angelo della strada’. Tuttavia egli, a causa della sua devozione, non volle questo nome, ma lo diede invece al salvatore angelo sterminatore. Invece l’angelo, in presenza del contadino, diede a Me questo nome. Per questo motivo in seguito i discendenti, nella loro pia semplicità, posero la Mia immagine su questo albero spezzato, sopra il quale venne poi costruita ben presto anche quest’attuale chiesa[20] (Maria Strabengel). Ma per ciò che riguarda l'ulteriore storia di questo luogo, voi la potete trovare in ogni cronaca di questo paese, dove si trova comunque unicamente solo la storia senza nessun ulteriore valore morale. Vedete dunque qui le vicende di questo contadino, il cui bastone è visibile ancora oggi in questa chiesa. E siate ugualmente colmi d’amore e di semplicità! Allora anche voi troverete, ovunque e sicuramente sempre, in Me il vostro grande “Angelo Salvatore della Strada!”.

23. Amen! Io, l'eterno Amore e Sapienza. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 16

La Choralpe

 

 

13 settembre 1840

 (pomeriggio dalle 14.45 fino alle 20.15)

 

J.L., Andr. ed Hans. H. salirono il 9 settembre 1840 sulla cima della Choralpe (Koralpe)[21], di cui fa parte lo Speikkogel al confine tra la Stiria e la Carinzia. Il 13 settembre 1840 il Signore parlò di questo viaggio in montagna attraverso la bocca del Suo servitore J.L. come segue:

(scriventi: K. G. L. – S. – D. – Andr. e Hans. H.)

(“Le grandi diarie”)

1. Il viaggio già da lungo tempo pianificato sulla cosiddetta Choralpe un po’ lontana da qui, ora è stato compiuto da voi. Durante questo viaggio vi siete imbattuti in alcuni dubbi osservando attentamente quest’altezza montana e specialmente per il seguente motivo:

2. Voi avete visto che la roccia principale, dalla base fino alla massima vetta di questo monte, è uniformemente costituita, quasi di continuo, da una formazione a lastroni, tuttavia questi lastroni nella loro posizione non prendono sempre la stessa direzione. Infatti, vi sarete accorti che qui una simile direzione dei lastroni s’innalza una volta verso est, poi di nuovo verso ovest, e nuovamente i lastroni si introducono verticalmente nel terreno. Anzi, avrete visto che perfino diversi di tali lastroni, talvolta singolarmente, talvolta a gruppi, giacciono qui e là sulla superficie del monte. E così avete anche visto – sia nella casa contadina a voi ben nota come anche sulla parte posteriore dell'Alpe stessa – dei blocchi molto grandi giacere liberamente sulla superficie, blocchi che erano del tutto scoperti verso ovest, e soltanto verso est qua e là coperti da un po’ di terra. E non appena siete arrivati nelle vicinanze del cosiddetto ‘Speikkogel’ vero e proprio ed avete rivolto, stupiti, i vostri sguardi sui suoi spogli lastroni rocciosi, non avete nuovamente scoperto nient'altro che simili rocce a forma di lastre. E così anche la sua vetta più alta era cosparsa di simili rocce. Ebbene vedete, tutto questo lo avete più o meno scorto ed avete anche fatto sorgere in voi diverse supposizioni riguardo a questo. Sennonché, Io dico che con queste supposizioni non vi siete avvicinati per nulla alla verità. Perciò è dapprima necessario mostrarvi la causa di tali formazioni e soltanto dopo parlarvi di quella roccia che 6000 anni fa apparteneva ad un altro mondo.

 

 

3. La formazione di quest’alpe e la genesi della stessa è stata la seguente:

4. come vi è già stato comunicato una volta, non soltanto questa regione, bensì l'intero territorio dell'Europa era sepolto sotto i flutti del mare, così anche questo luogo, dove già da molte migliaia di anni si trova quest’Alpe, era nient'altro che un fondo piano, qua e là un po’ irregolare a causa dei flutti delle profondità del mare. Osservando i lastroni (tavolati di pietra) avrete notato che essi consistono di nient'altro che di mica sabbiosa, legata con calce. La formazione di questo scisto non è avvenuta quindi in nessun altro modo se non attraverso il deposito di uno strato di sabbia sull'altro, e questo precisamente in occasione dei cosiddetti periodici uragani equinoziali. Sullo strato di sabbia si formava poi, nella quiete dell'acqua, una (specie) di rivestimento limaccioso, sul quale si depositava di nuovo, in un susseguente uragano equinoziale, un altro strato sabbioso, e questo procedette continuamente in questo modo per lungo tempo, finché alla fine si sono trovate più di 26000 di tali lastroni sovrapposti l’uno sull'altro.

5. Voi forse vi chiederete da dove i flutti possono aver preso la sabbia costantemente, poiché continuamente uno strato sull'altro venne per così dire corazzato dal limo calcareo sopra menzionato, dalla cui corazza i flutti non riuscivano naturalmente a staccare molti granellini di sabbia.

6. Vedete, qui Io vi dico che la Terra è disposta così che, in primo luogo, quasi dal punto centrale del corpo terrestre sale in superficie un’innumerevole quantità di svariate sorgenti ed arterie in tutte le direzioni.

7. Voi però non dovete pensare che attraverso queste sorgenti ed arterie affluisca acqua pura, bensì lì esistono prevalentemente sorgenti sulfuree, attraverso le quali un fuoco sotterraneo di natura elettrica affluisce incessantemente in tutte le direzioni, e principalmente verso i poli della Terra. Poi esistono sorgenti minerali attraverso le quali sgorgano su metalli e minerali allo stato fluido. Inoltre esistono sorgenti untuose, attraverso le quali affluisce in tutte le direzioni il cosiddetto olio minerale. Esistono inoltre principalmente moltissime sorgenti di zolfo, poi sorgenti di bitume e simili, oltre alle sorgenti d'acqua in quantità innumerevoli di ogni specie immaginabile.

8. Vedete, quando queste sorgenti raggiungono la superficie della Terra, spinte dalla potenza interna degli spiriti e del fuoco che sta a loro disposizione, allora anch’esse diventano sempre più solide, vale a dire quando hanno interamente raggiunto la superficie della crosta terrestre e passano poi nella massa del mare.

9. Che sia così, ve lo potrebbe dimostrare attivamente nei fatti ogni separatore della materia, ovvero ogni chimico, come lo chiamate voi.

10. Ebbene, vedete, in questo modo si spiega questo incremento della sabbia ed ogni genere di altri conglomerati minerali.

11. E ora sapete e conoscete anche i magazzini dello scisto micaceo nominato in precedenza e della sabbia granulosa, come anche della calce che unisce il tutto.

12. Ora ci si domanda: “Poiché adesso vediamo formata in questo modo una crosta di lastra spessa più di duemila klafter (3800 m.), com’è sorta quest’Alpe con tutte le sue ramificazioni collaterali?”.

13. Ascoltate: parecchie migliaia di anni fa (un numero definitivo qui non è necessario per il motivo che il processo formativo di un’Alpe simile in sé e per sé va avanti già da parecchie migliaia di anni) venne da Me posta ad oltre sedicimila klafter (30,5 km.) di profondità sotto la superficie terrestre, una piccola Scintilla del Mio Amore misericordioso, e questa, per Volontà Mia, sollevò con vigore questa crosta in alto, facendo saltare la roccia da tutte le parti, proprio così come se voi foste sotto una coperta e la alzaste in alto con il dito sopra il vostro corpo. E precisamente questa crosta di lastre fu sollevata da est verso ovest e rimase ferma lì in un orientamento orizzontale, poiché essa allo stesso tempo venne sostenuta da altre masse spinte dall'interno della Terra.

14. Questa lastra spinta in tal modo in alto aveva quasi la forma di un fungo terrestre molto grande e crebbe mediante la forza motrice del fuoco, per così dire, costantemente sempre più in alto, al di sopra del livello del mare, e alla fine formò una considerevole isola sulla sua superficie. E come accadde a questa lastra principale, così furono spinte orizzontalmente in alto anche parecchie piccole lastre, che tuttavia non erano tutte alte allo stesso modo, e formarono in tal modo una grandiosa foresta di funghi terrestri (montuosi). Alla fine però i pilastri che sostenevano simili massicce lastre vennero erosi e logorati dai flutti. Per questo accadde poi che una simile lastra perse l'equilibrio, si rovesciò e si appoggiò sul suo pilastro. In questo modo una tale lastra prese una posizione obliqua, come avete osservato la piattaforma sul cosiddetto Speikkogel stesso. E allora occorsero poi, per la formazione di questa “Choralpe”, ben parecchie centinaia di lastre grandi e piccole, le quali hanno subìto necessariamente il medesimo destino. Solo di alcune poche ci sono qui ancora alcune tracce, ma di lastre intere non ce n’è più nessuna.

15. Se ora voi aveste dato uno sguardo al cosiddetto “Kumpfkogel”, avreste scoperto un ulteriore lastrone in posizione orizzontale, che tuttavia è già molto eroso dal tempo, consumato e sbriciolato da tutte le parti. Ripetutamente però avete visto lassù ancora un tale materiale roccioso orientato verso ovest, sul quale avreste potuto giungere facilmente da levante. Tuttavia verso ovest sarebbe apparso come spezzato (com’è infatti il caso), perché specialmente nei luoghi dove avete visto tali lastroni porgenti, essi mille anni fa sporgevano simili ad un semi tetto, a cento, a cinquanta, a trenta e a dieci klafter sopra gli altri strati montuosi, ma a causa di terremoti, di giganteschi uragani e di potenti fulmini, furono frantumati e caddero sul lato occidentale; questo voi lo potete facilmente rilevare dal fatto che quelle masse rocciose che si trovano sul versante occidentale, mostrano una disposizione delle lastre completamente opposta.

16. Per quanto riguarda il morbido (le parti friabili) di tali Alpi, non è altro che il prodotto alluvionale, in parte di sabbia, in parte però anche di lastre sbriciolate che erano più recenti e perciò anche più friabili, perché provenivano dalle ultime formazioni.

17. Vedete, un’Alpe simile non è effettivamente di origine vulcanica, ma è stata sollevata da un fuoco sotterraneo nella maniera che ora è stata resa nota.

18. Ebbene, vedete, questo è dunque il modo in cui è sorta e si è formata quest’Alpe! Qui e là avrete visto sparse disordinatamente delle pietre bianche, di cui alcune sono anche più marroni e grigie, ed alcune perfettamente bianche come la neve.

19. Queste pietre non sono sorte su questo sedimento e territorio, né sono cadute sull’Alpe, bensì sono sorte nel mare, ad eccezione di quelle completamente bianche.

20. Nell'ultimo periodo, quando venne iniziata da Me la formazione di quest’Alpe, con il sollevamento di questi lastroni furono sollevate anche queste pietre. E precisamente quelle che erano cadute in quel punto specialmente all'epoca di Adamo durante una generale rivoluzione (della natura) e che hanno un aspetto piuttosto bruniccio, ed infine quelle che, con la successiva distruzione di un grande pianeta che si trovava tra Marte e Giove, furono scagliate sull’Alpe già formata, e precisamente per il motivo che all'epoca della distruzione di questo pianeta, la Terra si trovava sotto di esso proprio su una traiettoria verso il Sole.

21. Questo accadde, secondo il vostro calcolo del tempo, cinquecento anni e qualcosa di più prima di Abramo. Da qui provengono questi blocchi completamente bianchi che avete visto qua e là giacere appunto sulla superficie di quest’Alpe.

22. Certamente voi domanderete: perché Io ho distrutto un simile corpo celeste? Vedete, veramente non l'ho proprio distrutto, bensì l'ho diviso in quattro mondi più piccoli a causa di una grande discordia sorta tra gli abitanti dello stesso. E vedete, come da voi l'oro, l’argento e i diamanti, così su questo pianeta queste pietre bianche erano vere pietre dello scandalo. Perché per una pietra simile, che voi avete visto lì giacere inutilmente, questi abitanti si sono strozzati a migliaia e migliaia e si sono suddivisi in quattro rami principali, i quali, nel modo più ostinato, si perseguitavano reciprocamente a causa di queste. E questo perché tra di loro si immaginavano che chi non avesse posseduto una pietra simile, non poteva essere intelligente e poteva essere soltanto un animale ignorante. Perciò i potenti raccolsero queste pietre in massa, anzi a montagne, e non lasciavano nulla di ciò ai più deboli, per poterli poi tiranneggiare tanto più facilmente. E così questa truffa ed avidità di possesso giunsero così lontano che i possessori di tali pietre si consideravano dèi e s’imponevano come tali al resto del popolo.

23. Tuttavia, tra tali ‘dèi’, uno voleva essere al di sopra dell’altro. Perciò ognuno scavava nelle viscere di questo corpo celeste per quanto fosse possibile, per fare del suo mucchio di pietre il più grande possibile e dimostrare con ciò la sua divinità. Che cosa successe poi? Tali dèi maltrattarono il popolo nel modo più crudele e lo costrinsero a scavare giorno e notte nelle viscere di questo pianeta. Altri ancora si dovevano radunare in grandi masse per diminuire con la violenza ad un altro ‘dio’ il suo cumulo di pietre. E così andò avanti, finché questi ‘dèi’, di cui ne esistevano a centinaia, si ridussero reciprocamente fino a quattro.

24. Dunque, questi quattro fecero raccogliere dai loro popoli, tali pietre da tutte le regioni del pianeta ed eressero addirittura delle montagne molto estese con le stesse.

25. Con tale coltura delle pietre le altre coltivazioni del paese passarono in seconda fila e i popoli, insieme ai loro dèi, furono a due passi dal morir di fame. Allora questi quattro dèi emanarono proprio una bella legge. Vale a dire: i popoli di un dio potevano catturare i popoli dell'altro dio e mangiarli, come voi fate con la selvaggina!

26. Vedete, questo fu il momento in cui questi dèi si permisero troppo. Ad un tale calcolo Io dovetti poi certo anche tracciare una potente linea.

27. Un Mio cenno, e un angelo frantumò l'intero corpo celeste in quattro parti e formò così quattro corpi celesti separati più piccoli. Tutte queste pietre vennero però scagliate fuori in una sola volta nel vasto spazio cosmico, alcune di esse poi, secondo la Mia segreta Volontà, caddero sulla Terra, altre sulla Luna, molte sul Sole. La maggior parte tuttavia sta ancora cadendo fino all’epoca attuale nello spazio infinito.

28. Vedete, questa è, in breve, la ben fondata causa della caduta di tali pietre in quantità maggiore e minore sul vostro corpo terrestre, da cui si è formata qui e là un’intera catena montuosa sulla Terra.

29. Io vi ho anche menzionato una volta che voi potreste trovare su una simile pietra pure delle piccole ‘dimore’ molto rovinate ed erose, solo che questo non è da prendere così alla lettera, ma solo come rispondenza. E allora qui ‘dimora’ indica una scritta, simile ai geroglifici dell'Egitto[22], la cui scritta difficilmente qualcuno sulla Terra, all’infuori di Me, potrebbe leggere, se non per Grazia Mia.

30. Tuttavia, là dove si trova una pietra simile che è munita con alcuni di questi segni, voi non siete arrivati. Poiché questa si trova quasi ad un’ora a nord-ovest dal cosiddetto ‘Kumpfkogel’. Soltanto che avevate troppa paura del vento e della pioggia, ed il vostro intelletto occupato più occupato di altre cose che dell’amore per Me. Eravate anche troppo impensieriti per lo stomaco, per il qual motivo non ho potuto condurvi dappertutto dove avrei voluto, poiché Io non sono ancora Signore della vostra volontà!

 

 (Da Graz alla Koralpe)

 

31. Ho voluto mostrarvi con grandi caratteri leggibili, mediante la foschia del mattino e il sereno del ponente, che il vostro amore era debole e offuscato, tanto più grande però era la vostra voglia di mangiare. Perciò vi feci anche dire di tanto in tanto, mediante una fredda corrente d'aria, quali sono le condizioni del vostro amore. Alla fine, quando già stavate correndo a casa, vi ho lasciato perfino percepire, attraverso una piccola pioggia ghiacciata, certamente tangibile, che Io non ero completamente contento del vostro viaggio d'affari. Poiché vedete, come avrei potuto anche esserlo? Voi siete andati lì solamente per mangiare e bere moltissimo! Ma ciò che era il Mio affare, l'avete preso alla leggera. Avete anche rivolto i vostri occhi a grandi distanze, ma di ciò che vi stava dinanzi, non ve ne siete occupati poi così tanto.

32. Vedete, per questo motivo Io vi ho anche privato delle due più grandi cose notevoli, vale a dire quella della pietra menzionata prima e quella del suono delle sfere sotto il cosiddetto “Speikkogel”, suono questo di cui vi comunicherò solo in seguito qualcosa in aggiunta, per voi ancora incomprensibile, quando l'uno o l'altro di voi correggerà, per amore per Me, l'errore menzionato con una nuova visita in questa zona.

33. Poiché vedete, questo non è comprensibile fino in fondo, se uno dapprima non ha rivolto un acuto sguardo alla materia e non ha osservato la stessa proprio nelle sue differenti forme. Infatti, per costui – particolarmente quando non è ancora completamente risvegliato nello spirito – una più accurata spiegazione è proprio così come se si desse a qualcuno il senso celeste di una parola, non avendo ancora mai visto la parola nel senso letterale. Vedete, la natura, ovvero il mondo è in sé e per sé un grande libro scritto interamente dalla Profondità della Mia Sapienza e del Mio Amore!

34. Chi vuole afferrare questo nel modo giusto, costui deve trovar diletto, per amore per Me, a sfogliar qualche volta in questo libro, certamente però soltanto nella misura in cui Io lo consiglio per Amore, poiché solamente Io conosco la giusta méta e misura e so che cosa ognuno può sopportare ed anche quanto è necessario per risvegliarlo.

35. Chi una volta si è risvegliato [spiritualmente], costui in verità non ha più bisogno di viaggiare, ma chi è ancora sonnolento nel suo amore, per costui Io conosco i mezzi migliori che lo preserveranno dal sonno eterno, purché egli li afferri per amore e volonterosa ubbidienza verso le Mie disposizioni e le applichi in sé.

36. Anche se giungono spesso piccole prove, ognuno deve superarle coraggiosamente avendo una salda fiducia in Me. Quando infatti, egli meno se l’aspetta, il Sole irromperà riscaldando e vivificando proprio là, dove le nuvole erano più fitte. Anche questo Io ve l'ho indicato ripetute volte simbolicamente. Solamente, che dove il cuore non comprende ancora, simili accenni passano di certo senza che si sia ottenuto nulla.

37. Questo ve lo dico affinché in futuro siate pieni d’amore e di fiducia. Poiché tutto quello che accade nel mondo esteriore, accade assolutamente ed unicamente per la Volontà Mia. Io però sono un Dio comprensivo, e perciò non cade nemmeno un venticello sulle teste dei fiorellini senza un grande, profondo senso della Mia infinita Sapienza. Ed ogni nuvoletta, ogni goccia che cade dal cielo, come anche ogni sassolino che rotola giù da uno scosceso pendio montano, tutte queste cose sono grandi lettere piene di contenuto della Mia onnimisericordiosa Scrittura di Grazia e Amore!

38. Vedete dunque, in futuro con questi occhi dovete osservare le cose che vi sono state su menzionate, e da ciò vedrete con grande chiarezza che Io sono, ovunque, ‘Tutto’ in tutto. Poiché voi vedrete la grande Azione della Mia Divinità, della Mia Potenza e dell’eterna Santità, e oltre a ciò riconoscerete assai bene il Mio sconfinato Amore, Grazia e Sapienza. Raccoglierete, come le api sul grande prato fiorito della natura, il miele del Mio Amore e la cera della Mia Grazia per l'eterno nutrimento del vostro spirito, e riconoscerete sempre di più che Io sono sempre ed ovunque il vostro buono, santo Padre, e in eterno Lo voglio essere. Amen!

39. Io, il vostro buono e santo Padre. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 17

Supplemento alla "Choralpe"

Accenni ai processi vulcanici sotto alcuni monti

 

20 settembre 1840

 (dalle 10.30 fino alle 12.45 del mattino)

 

J. L. parla. Andr. e Hans. H. scrivono.

(“Le grandi diarie”)

 

1. Ecco ancora una breve aggiunta, quale una piccola fiammella per illuminare così alcuni baratri ed intricate sterpaglie di questa “Choralpe” (Koralpe) da voi visitata!

2. Per quanto riguarda i periodi di formazione (di questo gruppo montuoso), questi iniziano solo dopo Adamo fino al vostro tempo in continua attività, ed agiscono ancora, e il modo con cui e stato menzionato nella precedente comunicazione è vero e il più giusto.

3. Il motivo vero del perché tutto ciò che esiste qui venne fatto da Me nelle prime origini, viene causato sempre soltanto da Me, così che nel luogo dove Io voglio sorga o un monte, o una sorgente, o un albero oppure un’altra pianta, e oltre a ciò Io scelgo, secondo il Mio eterno Ordine, sempre il mezzo più adatto per chiamare qualunque cosa all’esistenza, poiché questo mezzo dipende sempre dalla Mia somma e liberissima Volontà, così anche il modo menzionato della formazione di quest’Alpe è il più vero. Ed è anche il più giusto per il motivo che soltanto Io, Quale eterno Amore e Sapienza, so iniziare, eseguire e completare ogni Mia Azione, così che in tutte le cose deve essere compiuta appieno la Mia Santità, e perché oltre a ciò, mai è possibile un errore della grossezza di un capello.

4. Se stato comunicato che lì quest’Alpe è a forma di lastroni e oltre a ciò sono state indicate molte migliaia di lastre che sono apparentemente in contraddizione con lo spazio-tempo intercorso da Adamo in poi, non dovete pensare con questo che tali depositi avvennero solo da equinozio ad equinozio. Tali lastre da equinozio ad equinozio sono solo quelle separate da uno strato calcareo primordiale bruniccio simile al cristallo. Le altre lastre, che spesso sono appena di uno o due pollici di spessore, sono state prodotte dalla luce della Luna piena. E se aveste contato le lastre di un tale strato di calcare primordiale, avreste scoperto molto bene il cambio della luce lunare da equinozio ad equinozio, e ancor meglio di anno in anno.

5. Inoltre, è bene comprendere che simili lastroni non esistevano già prima di Adamo. Poiché la roccia della Terra prima di Adamo era (qui), per ogni dove, solida, ed aveva l’aspetto della pirite e lasciava passare la luce quasi come il vostro vetro. E dove le onde del mare scioglievano parti di queste pietre, là si formavano [s’intende da sé per Volontà Mia] piccoli granelli. E tra questi granelli si formava poi, attraverso la quiete dell’acqua penetrata, una sostanza appiccicosa che in tal modo legava tali granelli in un insieme. E così questo insieme diveniva altrettanto nuovamente solido, e in questo modo divenne pietra, e precisamente quella pietra che voi chiamate granito.

6. In questo modo, così come venne formato il granito, furono formate in tempi successivi pure altre pietre simili mediante ogni genere di eruzione degli elementi. Pietre simili voi le troverete dappertutto, come lo potete osservare per esempio nelle vostre macine, nelle quali si trova ogni genere di pietre unite in un insieme mediante la massa viscosa menzionata.

7. Pietre simili, come ad esempio quelle che vengono mostrate sul vostro Schlobberg, sullo Schöckl, sul Plabutsch e ancora su molti altri vicini monti e colline, esistevano già prima di Adamo, e durante la a voi nota distruzione avvenuta nei primi tempi di Adamo, furono ridotte in pezzi, corti e piccoli, ciò che voi potete molto bene rilevare osservando quelle linee e vene intersecantesi in tutti i sensi, di colore bianchiccio, giallastro e brunastro, nonché di vario altro colore.

8. Queste pietre nel terreno furono spinte fuori dall’interno della Terra attraverso lunghe e continue cosiddette eruzioni vulcaniche, e precisamente in quei punti nei quali non aveva potuto aver luogo nessuna formazione di lastre, a causa delle continue tempeste d’acqua dall’interno.

9. Voi chiederete come può avvenire che, in maniera naturale, nelle grandi profondità della Terra si formi un fuoco e questo dissolva poi l’acqua che circonda la pietra in vapori, e come attraverso la grande potenza di tali vapori spinga in superficie masse così grandi e solide dall’interno della stessa, spesso a miglia e miglia lontano! Allora Io vi do la seguente spiegazione: – nell’interno roccioso della Terra si trovano molti crepacci vuoti; con il tempo vi penetra acqua come anche aria attraverso questi pori. Un po’ alla volta in tali crepacci si raccoglie talmente tanta acqua da riempire tutti gli spazi vuoti. Ebbene, poiché uno strato d’acqua sopra l’altro, in virtù del suo insito peso naturale esercita una grande pressione che è tanto più grande quanto maggiore è la profondità, allora una tale acqua, che è racchiusa saldamente in tale spazio limitato, viene in un certo qual modo compressa da tutte le parti.

10. In seguito a tale compressione dell’acqua, avviene nelle sue parti un attrito sempre più grande. Ma poiché, come voi sapete, anche nell’acqua di tutta la Terra sono racchiusi degli spiriti, questi sentono assai bene una tale crescente pressione, e fanno esplodere i piccoli involucri dell’acqua uscendo poi dalle loro prigioni ed unendosi sotto la forma di un fuoco violento; così dissolvono l’acqua in vapore e rompono poi con facilità un simile crepaccio roccioso, spingendo tutto ciò che potrebbe ostacolarli alla superficie della Terra. E poiché in tal modo, in seguito a questa spinta, anche in altri strati della Terra si formano altre nuove cavità e con questo pure delle enormi pressioni delle acque che poi nuovamente vengono costrette ad una tale eruzione, così accade poi che tali eruzioni vulcaniche durano più o meno a lungo e formano in questo modo monti altissimi e catene montuose. E quando le basi di tali monti presentano lastre rocciose come sulla Choralpe, allora succede che hanno luogo eruzioni sotto la piattaforma, vengono rotte le lastre e spinte insieme ad altre pietre in superficie, della qual cosa vi può dare anche il vicino Schöckl una prova evidente.

11. Quando un tale fuoco irrompe dall’interno, allora con la sua violenza fonde con grande facilità le pietre che gli stanno vicine. E quando esso nel suo passaggio arriva anche, com’è il caso a Napoli e in Sicilia, alle sorgenti già note di resina e olio minerale, allora incendia le stesse. Queste bruciano poi molti anni qua e là quasi ininterrottamente. E quando ad una simile attività vi si aggiungono ancora delle sorgenti minerali, le quali portano su, dall’estrema profondità della Terra, specialmente zolfo, allora queste sorgenti sulfuree penetrano in tutte le cavità di tali monti, vi formano là grandi depositi di zolfo, i quali, impregnati con la resina e l’olio minerale, bruciano e fumano poi nei sotterranei quasi ininterrottamente.

12. Se poi accade che secondo la Mia Volontà un simile sbocco vulcanico principale viene ostruito e l’acqua viene fatta deviare un po’ alla volta da tale regione, allora anche il fuoco si spegne, le eruzioni vulcaniche cessano e un simile monte diventa poi calmo e tranquillo, e l’acqua che si è accumulata nelle sue vuote cavità attraverso le sue precedenti vene di fuoco viene trasporta alla luce del giorno. Tuttavia non è così con la ‘Choralpe’ a voi nota; certo, anche là si formò in modo simile un fuoco nella profondità della Terra, ma secondo la Mia Volontà, come già noto, sollevò soltanto i lastroni, spingendo in avanti sotto gli stessi, in alto, svariate altre masse di pietre, terra, calcare e parecchi simili insieme ai lastroni. Ora con ciò sorse ugualmente un grande spazio vuoto sotto una tale Alpe, nel quale penetrò subito all’interno l’acqua attraverso i crepacci, e in questo modo tutto un simile strato sollevato venne, per così dire, in parte a poggiarsi sulla superficie dell’acqua penetrata, e vi rimane fino al tempo odierno, per la cui ragione avviene che, con la pressione che tali masse esercitano sulla superficie dell’acqua, la stessa viene spinta attraverso le differenti cavità, arterie e piccole fenditure, spesso fino alle massime altezze.

13. Da qui provengono anche tutte le acque di un’Alpe come quella sulla quale siete saliti, ed esse sono pulite e fresche perché non sono state portate su dalle antiche sorgenti di fuoco. All’opposto, delle sorgenti su altri monti che sono sorte in maniera vulcanica, giungono spesso in superficie ancora caldissime, poiché nel loro passaggio all’interno di tali monti, devono superare pure svariati punti incandescenti.

14. Vedete, questa è ora la cosa più essenziale che era ancora necessaria per voi sapere riguardo alla formazione dei monti. Ci sarebbe perciò solamente ancora da accennare a come le pietre grigie e marroni sono arrivate tra i lastroni stratificati di quest’Alpe.

15. Vedete, queste pietre sono le vere pietre primordiali della Terra. Esse sono arrivate in superficie in molti punti della Terra in parte al tempo di Adamo e furono poi rinchiuse a poco a poco durante la formazione dei lastroni sotto l’acqua stessa. Le pietre del tempo di Noè però che, come già accennato (cap.16,18) hanno l’aspetto bianco-grigiastro, furono formate soltanto sott’acqua da Adamo fino a Noè e furono dapprima frantumate da una parziale eruzione di fuoco antidiluviana e scagliate in tutte le direzioni, come ancora adesso si possono incontrare spesso su tali Alpi in pezzi e masse più grandi e più piccole. Per ciò che riguarda alla fine i pezzi non terrestri completamente bianchi, questo ha la sua ragione in quello che è stato già detto, e quindi ora vi è stata ben spiegata l’intera formazione delle Alpi, e mai un erudito mondano riuscirà a trovarne un’altra. Infatti, nessuno sa il come, il quando, da dove, il perché e il per come, se non soltanto Io e colui al quale lo comunico, affinché egli creda che sono Io che ha ordinato e fatto tutto questo. Infatti, se qualcuno scavasse in profondità nella Terra solamente ad ottomila klafter, (15 km.) si convincerebbe presto che è solamente così come Io vi ho mostrato e detto. Ma nello stesso tempo verrebbe anche a sapere che tali arbitrarie ricerche sono contrarie alla Mia Volontà e che Io punisco le stesse, certamente sempre con la morte temporale, quando non perfino con la morte eterna.

16. Perciò, chi è alla Fonte (della Rivelazione divina) ed è assetato, costui beva l’Acqua della Vita a pieni sorsi, ma il frutto dell’albero della conoscenza deve mangiarlo solamente quando Io ho benedetto l’albero per lui. Allora egli si sazierà per l’eterna vita del frutto che pende abbondantemente al grande albero della Mia Creazione, ma, ben inteso, non prima che Io gli abbia benedetto l’albero, come lo faccio per voi proprio adesso davanti agli occhi vostri. In questo caso sentirete anche la Benedizione della vita, e oltre a ciò sarete deliziati e contenti, perché vi verrà dato più di quanto avreste potuto desiderare. Invece il naturalista (arbitrario), come un bue nel campo che divora il succoso trifoglio, ma poi si gonfia e va in rovina poiché mangiò il frutto per lui non benedetto.

17. Io dico: tali scienziati sono un abominio per Me, poiché essi non cercano il Mio, bensì il loro onore tra i rami di quest’albero.

18. A voi però Io do in tutta verità e Amore, affinché possiate riconoscere la grande Magnificenza del vostro Padre santo, come era, è e sarà in eterno. Amen!

19. Questo dico Io, Io che sono Verace e Fedele in ogni Mia Parola. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 18

I terremoti e le loro cause

 

 

27 settembre 1840

 (dalle 9,45 fino alle 12,45 del mattino)

(scriventi: K. G. L. ed Hans. H.)

Il Signore rivela, mediante il Suo servitore J.L quanto segue:

 

1. Esistono ancora molti fenomeni nella natura, tanto nel grande, quanto anche nel piccolo, del cui vero motivo nessun cosiddetto naturalista si è mai sognato qualcosa.

2. A tali fenomeni appartengono per esempio il magnetismo del Polo Nord, l’aurora boreale, il fulmine, come poi anche le cosiddette ‘formazioni improvvise’, qualcosa di simile sono le stelle cadenti, le nuvolette nel purissimo cielo blu, le formazioni cristalline, inoltre il flusso e riflusso del mare, le oscillazioni della Terra, un tremare prolungato della stessa, come anche delle violente scosse che, come ve lo dimostrano numerosi esempi ed esperienze, hanno già rovinato completamente intere regioni in pochi secondi. A questi fenomeni appartengono anche le frane, le grandi valanghe terrestri, spesso interi sprofondamenti di montagne ed isole, e ancora lo spaccarsi della terra, il disseccarsi delle sorgenti, l’esaurirsi dei pozzi, l’accentuato arretramento del mare e, in tali occasioni, il frequente prorompere di fumo e fuoco dagli abissi della Terra. E di simili fenomeni ve ne sono ancora d’innumerevoli, una parte dei quali è già stata osservata, un'altra parte invece non è ancora stata osservata da nessuno.

3. Tuttavia, di tutti questi fenomeni insoliti ed eccezionali appena menzionati, voglio oggi esaminare più da vicino solamente il terremoto come anche le oscillazioni della Terra e le scosse della stessa, come anche parecchie cose che hanno relazione con questi.

4. Il cosiddetto terremoto non è un fenomeno proprio esistente di per sé, ma è solo la conseguenza di una scossa tellurica formatasi in un qualche punto malfermo della Terra, il quale viene causato nel modo seguente:

5. – nelle profondità più interne delle formazioni della sostanza terrestre si trovano, proprio come nel corpo di un animale, per così dire, delle viscere. In esse però, come già menzionato, attraverso ogni parte della Terra fino al punto centrale della stessa, sono ovunque esiliati innumerevoli eserciti di spiriti una volta caduti, ai quali, secondo il Mio Ordine, è dato a tutti un certo tempo per la loro rinascita. Dunque, quando in un qualunque punto della Terra una qualsiasi razza umana diviene troppo sensuale e materiale, così che con la morte di tali uomini i loro spiriti non passano alla vita eterna (dello spirito) bensì nuovamente alla morte (della materia), allora proprio questi spiriti rientrano nelle profondità della Terra e vengono incatenati come lo erano prima che nascessero.

6. Vedete, se questo continua a durare a lungo, un tale punto all’interno della Terra diventa un po’ alla volta sovraccarico. Questi spiriti cominciano poi a spingersi, a sfregarsi e ad infiammarsi nelle loro brame maligne. Ma in questo modo anche quegli spiriti (della natura) che ancora non sono nati (come essere umani) vengono altrettanto risvegliati dallo stato della loro quiete, fanno esplodere le loro piccole prigioni e si scatenano poi nel loro offensivo fervore in poderose colonne di fuoco sugli altri spiriti che vorrebbero distruggere. Invece gli spiriti già nati e caduti nuovamente[23] si infiammano ancora di più, poiché essi credono che un fuoco simile provenga, come il cosiddetto fuoco infernale, come castigo direttamente da Me. Divampano allora d’ira contro di Me e vorrebbero distruggere ed annientarMi insieme a tutti gli angeli e al Cielo.

7. Quando poi comincia a crearsi una situazione simile, allora viene subito inviato da Me un angelo portatore di pace e tranquillità. Costui apre le cateratte di un qualsiasi grande serbatoio d’acqua sotterraneo, e l’acqua, diretta dall’angelo, precipita poi rapida come un lampo su un tale punto ardente d’ira della Terra. Dunque, quando l’acqua con i suoi spiriti della pace ha raggiunto un posto simile, questi escono subito fuori dal loro leggero involucro, si infiammano contro simili maligne frotte e le castigano con il fuoco della pace. Tuttavia l’acqua stessa si dissolve naturalmente nei vapori a voi noti ed esercita attraverso una simile improvvisa espansione, con l’aiuto dei suoi spiriti, una scossa così potente, che nel luogo situato proprio su un punto simile, monti, città, villaggi e borgate vengono scossi come pula e gettati l’uno sull’altro.

8. Di conseguenza, in seguito a ciò, all’interno della Terra sorgono nuove fenditure e crepacci che spesso giungono fino alla superficie della stessa, nei cui crepacci, in seguito, gli spiriti naturali non ancora nati, uniti agli spiriti pacifici dell’acqua, si lasciano guidare dall’angelo per l’ulteriore formazione. Invece i maligni spiriti caduti che erano già nati (e relegati), rimangono indietro placati nelle fangose paludi formatosi in questo modo.

9. Ebbene vedete, questo è il vero motivo delle origini di una tale scossa tellurica! – Invece per ciò che riguarda le cosiddette oscillazioni e vibrazioni che vengono qualificate anch’esse con il termine generico di terremoti (sciame sismico), queste non sono altro che piccole scosse della crosta terrestre necessariamente prodottesi in seguito all’apertura delle cataratte da parte dell’angelo, come anche attraverso la caduta dell’acqua negli strati di terra che in parte circondano un simile bacino e in parte però in questo modo vengono anche distolti dalla loro quiete, quando per prima cosa, mediante tale forza superiore, gli strati sotto il bacino vengono separati violentemente fino al punto più instabile; e per secondo vengono poi anche mantenuti in una lunga perdurante vibrazione a causa della potente, pesante caduta delle masse d’acqua. Questo movimento è dunque il motivo delle vibrazioni.

10. Ma per ciò che riguarda il tremare della Terra dopo una simile potente scossa, tutto questo è una conseguenza del fatto che gli spiriti dell’acqua, insieme agli spiriti non nati (della materia), si ritirano nei nuovi abissi e crepacci vari del corpo terrestre. Infatti la Terra è stata creata affinché porti nelle sue viscere una stirpe caduta di spiriti[24], così che alla fine essi risorgano in una libera, eterna vita in Me e da Me.

11. Finché esisterà da qualche parte sulla Terra una stirpe ribelle, allora tali fenomeni accadranno sempre più spesso e saranno tanto più frequenti, quanto più una qualsiasi stirpe umana sulla superficie della Terra diventerà sensuale e scellerata.

12. Poiché vedete, il fatto che tutto questo sia vero alla lettera, lo potete riconoscere molto facilmente quando voi, in primo luogo, rivolgete il vostro sguardo sull’intera superficie della Terra e percepite qui e là tali fenomeni in tutto l’orrore della loro furiosa grandezza, come per esempio la distruzione di Lisbona (1755), poi quella sull’isola della Giamaica (1692) e parecchie simili fino al tempo attuale nella regione del monte Ararat, la quale avvenne letteralmente, nel senso della Mia odierna comunicazione, e di cui quasi fino a voi sono state trovate alcune settimane fa delle tracce non senza importanza. Perfino in America furono sentite ripetute scosse, le quali vengono causate come segue:

13. – quando un continuo strato sotterraneo di pietre o terra si trascina via senza interruzione fino al punto malfermo, una simile scossa viene propagata molto in là, nello stesso modo come se voi collegaste insieme moltissime pertiche e le poteste posare in linea retta su una superficie estesa. Se poi esercitaste sul punto estremo A un potente colpo su queste pertiche comunicanti, allora si potrebbe percepire questo colpo nell’istante stesso ancora in modo molto considerevole sul punto estremo B, dove terminano le pertiche. In questo modo un colpo simile può essere percepito quasi nello stesso tempo perfino in regioni assai distanti.

14. Ma nonostante che tali percezioni sono conseguenze naturali, esse non sono comunque da considerarsi esclusivamente come tali; tuttavia, se fossero inopportune, allora potete ben immaginare che impedirle sarebbe per Me cosa facile. Ma poiché per il Mio Amore e la Mia Sapienza, esse sono utili, allora vengono piuttosto guidate in tali luoghi dove si trovano uomini che sanno di Me appena qualcosa di più che gli alberi in un bosco, come messaggeri ammonitori. Tali messaggeri dicono allora agli uomini dimentichi di Dio, che Io non sono ancora morto, ma esisto in tutta la Mia Potenza e Forza. E qui è sufficiente anche solo un cenno assai lieve da parte Mia, allora anche a tali luoghi della Terra a cui venne dato un simile avvertimento può capitare come è capitato alla regione dell’Ararat.

15. Poiché vedete, ad appena ventimila klafter (38 km.), anzi in alcuni luoghi ad una profondità di appena duemila klafter, il vostro paese, chiamato Stiria, è solcato da parte a parte da grandi e molto profondi bacini d’acqua. E così i vostri monti, tanto quanto la pianura poco estesa, poggiano, per così dire, galleggiando sulla superficie delle acque sotterranee, e vengono collegati qua e là con l’interno della Terra mediante masse rocciose simili a grandi pilastri.

16. Di conseguenza, basta solo che ci sia ancora un’ulteriore dimenticanza della Mia Essenza, dimenticanza che ora è già manifesta in alto grado, per poter essere certi del fatto che anche qui Io sono in grado di produrre subito per voi uno spettacolo degli elementi ancora più grande. Ma Io dico: Guai agli uomini che Io sono costretto a visitare con tali fenomeni! Questi potranno attendere certo una seconda Creazione prima che possa esser data loro di nuovo una qualsiasi via per una nuova prova della libertà di vita.

17. Ebbene vedete, come questi eventi procedono secondo i Miei eterni Decreti, altrettanto non cade nemmeno una gocciolina dalle nuvole che non sia stata prima pensata nel Mio Amore! E credeteMi, quando Io, come ieri, mando giù una pioggia sulla Terra dagli alti pascoli della Vita in divenire proveniente da Me, attraverso le regioni della Luce, allora la conservazione di tutta la Terra, anzi dell’intero universo, dipende in fondo da quella prima gocciolina che umidifica appena un granello di sabbia.

18. Allora voi certamente direte che questo è quasi inverosimile. Sennonché, Io vi dico: se questa gocciolina non avesse umidificato proprio questo granello di sabbia in quel precisissimo istante, allora lo spirito esiliato e adirato in questo granello lo avrebbe fatto esplodere, avrebbe risvegliato gli spiriti che lo circondano inducendoli a compiere un’azione simile, e questi lo avrebbero fatto a loro volta con i loro vicini, e così via fino all’ultimo pulviscolo della Terra! E potete essere completamente certi del fatto che, nell’attimo successivo, tutta la Terra sarebbe andata in fumo e fiamme distruttrici. E come qui un granello di sabbia avrebbe risvegliato l’altro inducendolo alla distruzione, così una terra ne risveglierebbe un’altra e un sole farebbe lo stesso con l’altro, e così via fino all’infinito. E tutto questo sarebbe l’opera quasi in uno e medesimo istante. Proprio così come se voi immaginaste un grande mucchio della maledetta polvere da sparo e qualcuno ne incendiasse soltanto un granello, ed anche se il mucchio fosse grande quanto la Terra stessa, certo nello stesso istante tutti i granelli verrebbero afferrati dal fuoco.

19. Ma se precedentemente un tale granello di polvere che era esposto proprio per la prima accoglienza del fuoco contenuto in una piccola scintilla, fosse stato inumidito da una tale gocciolina, che cosa sarebbe accaduto se la piccola scintilla fosse giunta in questo granello inumidito? Il granello inumidito ora non s’incendierebbe, e tutto l’altro grande ammasso sarebbe così risparmiato dalla distruzione.

20. Vedete, nulla dipende – qualunque cosa vogliate considerare, perfino nemmeno il movimento di un pulviscolo solare – da un cosiddetto caso cieco, ma tutto questo è già stato da Me calcolato e misurato con la massima precisione fin dall’eternità. E non è affatto possibile ad un uomo, oppure perfino ad uno spirito angelico, trovare in ciò un cambiamento. E se per un istante solo cessasse di cooperare la Mia eterna Cura, allora voi sperimentereste quali devastazioni accadrebbero dalla disordinata rotazione anche soltanto di un pulviscolo solare.

21. Io però vi dico: “Il centro di gravità di un Sole-centrale dipende, nel suo ordine, nella maniera più intima dalla rotazione di un pulviscolo non più visibile per i vostri occhi. Infatti il Mio Ordine è così ben calcolato ed i Miei sguardi (sono così precisamente) rivolti a tutto, che dal più grande fino al più piccolo una cosa esiste per la conservazione dell’altra”.

22. Ora voi direte anche: “Perché esistono questi grandi bacini d’acqua sotto le montagne e sotto le pianure, a causa dei quali la superficie terrestre non è sicura neanche un attimo dallo sprofondare nei flutti di tali acque profonde delle miglia?”. – Io vi dico solamente: “Tutto è disposto così, in modo da poter esistere eternamente, purché la volontaria malignità degli uomini non causi disturbi nel Mio eterno Ordine, disturbi che Io non posso impedire, poiché essi provengono dalla libertà del volere degli uomini e perché la libera volontà, anche di un uomo soltanto, [per Me] sta infinitamente più in alto che un intero sistema solare con tutti i suoi pianeti, satelliti e comete”.

23. E se Io togliessi l’acqua da questi bacini, allora dite, con che cosa potrebbe essere placato e mitigato il grande fuoco nei vani interni della Terra?

24. Se per voi è spaventoso un tale fenomeno come quello avvenuto nella regione dell’Ararat (il diluvio), d’altra parte esso è stato pure una nuova benedizione per la conservazione dell’insieme. Poiché se questo non fosse avvenuto nel modo già menzionato, allora nell’attimo seguente, invece della distruzione di una piccola regione, l’intera Terra avrebbe sperimentato un destino completamente distruttivo.

25. Perciò Io, in tutto ciò che il vostro occhio ed orecchio può toccare, sono nient’altro che sempre l’eterno Amore stesso. Come una volta il mondo è sorto dalla Misericordia del Mio Amore, così esso esiste nel Mio Amore, e così sarà anche dolcemente dissolto nello stesso. E benché la visibile materia sia l’Ira della Mia Divinità, la stessa viene dolcemente conservata dal Mio Amore finché il Mio eterno Ordine lo riterrà necessario.

26. E così potete anche essere completamente certi del fatto che se in un qualunque luogo, tra un milione di uomini ve n’è soltanto uno che Mi ha riconosciuto nel suo amore, allora questo luogo, anche se il suo sostegno fosse sottile come un foglio di carta, tuttavia esisterebbe solido e sicuro, come se il suo sottosuolo fosse una roccia solida e spessa molteplici miglia. Invece, dove anche tra un milione non se trova più nemmeno uno che voglia riconoscerMi come il più affettuoso Conservatore di tutti i mondi e di tutte le creature, qui una crosta di diamante spessa come un sole sarebbe troppo debole per trattenere la necessità distruttrice del Mio eterno Ordine. – Perciò vedete, se voi Mi amate veramente, allora non dovete temere proprio nulla, anche se la Terra dovesse andare in frantumi sotto i vostri piedi!

27. In verità vi dico: Anche sulle macerie fumanti di un mondo distrutto voi verreste a sapere che Io sono l’eterno Amore, ed un vero, unico Padre buono, per coloro che Mi hanno riconosciuto nello spirito e nella verità dell’amore del loro cuore”. Sì, vi dico, Io voglio distruggere dei soli e mettere sottosopra le macerie del mondo come fossero attraversate da fulmini, ed incendiare con il fuoco della Mia ira l’intera eterna infinità, e tuttavia non deve essere bruciacchiato un capello a coloro che Mi amano, poiché Io sono in tutti i tempi un affettuoso e santo Padre per i figli Miei! Amen!

28. Questo lo dico Io, il vostro amorevole Padre. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 19

Sui terremoti e sui fenomeni atmosferici

 

4 ottobre 1840

(dalle 9.45 fino alle 11.30 del mattino)

 

Il santo, affettuosissimo Donatore di tutte le cose buone, mediante il Suo servitore J.L. ci ha dato oggi  questo pezzo di Pane per l’eterna vita.

(scriventi: K.G.L. – Andr. ed Hans. H.)

 

1. Ciò che ultimamente (il 27 sett.) è stato riferito riguardo ai crepacci e alle fenditure della Terra, come anche delle vaste crepe della stessa, tutto ha una e la stessa causa con lo scomparire delle sorgenti e con l’esaurirsi dei pozzi, come anche del ritirarsi del mare e di alcuni laghi. Vale a dire, prima ancora che accada qualche simile violenta scossa tellurica, gli spiriti (umani malvagi) che dal mondo tornano indietro nuovamente (relegati nuovamente nella materia), si raccolgono in bande e grandi orde.

2. Quest’assembramento di spiriti in determinati punti della Terra presenta, al naturale intelletto umano, il seguente fenomeno: con l’unione di minerali con l’acqua, accade in un certo qual modo, una scomposizione chimica che voi definite comunemente col termine di ‘fermentazione’. In questo modo si sviluppano differenti gas i quali cercano una via d’uscita. Ed accade dunque che, in una tale occasione, essi giungono in uno spazio vuoto dove si radunano insieme per anni, spesso in modo così violento, che con la loro naturale forza di espansione cominciano a sollevare un po’ alla volta la zolla di terra che si trova sopra tali spazi. Ebbene, quando così la zolla di terra viene sempre di più sollevata, cominciano in maniera naturale a crearsi delle fenditure su di essa, le quali poi, a seconda della durata del sollevamento, diventano sempre più grandi e causano alla fine dei veri crepacci e profondi abissi.

3. Quando in questo modo i gas, ammassandosi nel sottosuolo, sono penetrati attraverso piccole fenditure fino ai grandi bacini d’acqua, essi, salendo attraverso le acque, riempiono così un po’ alla volta lo spazio che sovrasta la superficie liquida tanto violentemente che poi a queste acque, dalle quali hanno origine per lo più tutte le sorgenti sotterranee, vengono interrotti i collegamenti con le arterie superiori e questi gas sollevano poi la crosta terrestre esterna spesso fino a ottanta, cento, anzi spesso anche duecento klafter (400 m.), è ovvio che in questo modo vengono poi a mancare tutte le sorgenti che hanno qui la loro origine, come anche si esauriscono i pozzi e il mare che stanno sempre in collegamento con queste acque sotterranee, come anche altri grandi laghi che retrocedono notevolmente dalle loro rive, cosa che deve naturalmente accadere, poiché la grande riserva delle acque viene separata dalle acque in superficie da tali gas che si insinuano in mezzo.

4. Ebbene vedete, tutto questo fenomeno si presenta così all’occhio naturale, vale a dire al senso dell’intelletto naturale! Tuttavia in realtà non è così, ma quando – come è già stato accennato all’inizio – con l’accumularsi degli spiriti e con il loro folle movimento, gli altri spiriti che ancora riposano nella loro quiete vengono molestati e risvegliati, allora accade di solito che un angelo elargitore di pace viene inviato lì dai Cieli. Costui apre, dai grandi bacini d’acqua all’interno della Terra, dei canali che convogliano l’acqua verso quei luoghi i cui occupanti, nel loro micidiale fervore, sono diventati reciprocamente incandescenti. Allora gli spiriti della pace nascosti nelle acque cercano di placare simili orde infuriate, e allora durante tale attività questi spiriti della pace si raccolgono in grandi masse con il costante ingresso dell’acqua. E ciò che prima vi fu detto dei gas, vedete, questo avviene anche con l’enorme numero degli spiriti della pace, i quali, su costrizione dell’angelo, escono dall’acqua per placare le orde di spiriti infernali infuriati.

5. Se poi un simile ininterrotto soccorso degli spiriti di pace provenienti dall’acqua non porta a nessun risultato, allora l’angelo – com’è già noto dalla precedente comunicazione sul terremoto – traccia un potente limite al calcolo di tali spiriti furiosi, tra i quali i cosiddetti ‘grandi spiriti del mondo’ (nuovamente relegati) sono i peggiori. Questo limite a tali maligni calcoli degli spiriti, consiste nel fatto che il luogo viene afferrato da parte a parte dal possente angelo e frantumato in un attimo con grande potenza in piccolissime parti, dove dimorano spiriti oppressi non ancora nati.

6. Pertanto gli spiriti diventati ora liberi s’incendiano, perché essi stessi sono diventati completamente incandescenti, ed accendono anche gli spiriti della pace (oppure detto con l’espressione naturale ‘gas’) ammassati a miglia di distanza, e quest’attimo d’accensione è poi anche l’attimo della scossa tellurica a voi già nota.

7. Quali conseguenze hanno tali accensioni, vi è già sufficientemente noto. Ma affinché tali accensioni non accadano troppo spesso, poiché col tempo potrebbero provocare una completa distruzione del corpo terrestre, e precisamente attraverso l’effetto della libera azione dell’angelo secondo la Mia Volontà (il cui angelo, quando è armato con la Mia Potenza per l’esecuzione della Mia Volontà, si curerebbe poco se, per la glorificazione del Mio Nome, fossero polverizzati uno o mille mondi come pula al vento), Io in primo luogo ho costruito qui e là sulla Terra delle permanenti condutture della furia degli spiriti infernali, attraverso le quali viene continuamente portata acqua per sedare i punti incandescenti. E se anche avvengono degli accumuli di tali gas a voi ora noti, allora questi vengono deviati, come il fumo attraverso un camino, in un certo modo naturalmente, senza significative devastazioni.

8. Certamente gli uomini non dovrebbero erigere le loro dimore troppo vicine a tali luoghi, perché in tale vicinanza devono aver luogo necessariamente delle continue devastazioni, grandi o piccole, poiché la Terra è certo abbastanza estesa, e perciò non è necessario erigersi dimore proprio presso i camini dell’Inferno. Infatti, vedete, nel senso spirituale i vulcani sono nient’altro che conduttori di furia e collera dell’Inferno. Questi vulcani hanno nei sotterranei molte migliaia di passaggi e sbocchi che non sono dissimili dalle diramazioni delle radici di un grande albero. Cionondimeno, non possono certo toccare ogni immaginabile punto della Terra, altrimenti questa dovrebbe essere simile ad una spugna da bagno, cosa che certo non può essere se essa deve e può essere capace di reggere gli uomini, le montagne, i paesi e tutte le grandi acque, affinché la sua superficie sia una solida scuola per la libertà della vita in Me.

9. Dove tuttavia non arrivano i passaggi vulcanici, là avvengono per vero molto spesso tali sollevamenti dovuti all’ammasso di spiriti divenuti liberi. Tuttavia, per prevenire una simile enorme distruzione, da un secondo angelo vengono praticate delle aperture nei luoghi bassi della Terra, come spesso anche nei crepacci dei monti, e attraverso queste aperture essi fuoriescono poi sulla superficie della Terra come gas non incendiati, sotto forma di venti violenti come uragani.

10. Vedete, tali sollevamenti accadono quasi tutti i giorni. Basta solamente che osserviate il cosiddetto barometro e potrete costatare sufficientemente, nella discesa e nella salita del mercurio, il continuo assembramento di tali spiriti. Infatti, quando il mercurio scende di linea in linea, allora avviene l’assembramento sotterraneo. La zolla terrestre viene sollevata con la crosta. Con ciò voi, insieme alle vostre città, monti e fiumi, siete sollevati di klafter in klafter in alto nei più leggeri strati atmosferici. E poiché la colonnina d’aria che preme sul mercurio in questo modo diviene naturalmente sempre più corta, allora anche il mercurio nel tubicino si abbassa secondo la perdita di peso della colonnina d’aria sullo stesso.

11. Quando poi conformemente al Mio Amore per gli spiriti liberi, oppure usando termini naturalistici: per ‘i gas’, viene costruita una porta d’uscita ben calcolata e proporzionata, allora questi vi si riversano fuori proprio come l’aria da un camino. La zolla e la crosta terrestre sprofondano poi un po’ alla volta nuovamente nella loro precedente posizione. E nella misura in cui avviene la ricaduta, nella stessa misura sale anche nuovamente il mercurio nel tubicino, perché lo strato d’aria sopra lo stesso diventa naturalmente di nuovo più spesso, più intenso e più pesante.

12. Voi forse, anche se non adesso, dopo un po’ vi chiederete che cosa succede poi con questi spiriti (della pace, nell’acqua) liberati, ma allora Io non vi dico altro che questo: “Chiedete a voi stessi che cosa siete soliti fare voi dopo aver compiuto un lavoro! Vale a dire, vi recate nelle vostre dimore per riposarvi lì tranquillamente dalla faticosa opera giornaliera delle vostre mani”. Vedete, lo stesso è anche il caso di questi spiriti divenuti liberi, e questo accade tanto di più, perché ad essi è nota la via che devono percorrere per arrivare fino all’anima dell’uomo libero sulla Terra.

13. Vedete, questi spiriti si uniscono immediatamente con gli spiriti che provengono dalle sfere libere della luce, si attraggono reciprocamente, si congiungono sulla cosiddetta via elettromagnetica spesso a voi visibile, ma per lo più invisibile, che veramente sarebbe meglio chiamare ‘naturale via dell’amore’, e poi cadono di solito nuovamente giù sotto forma di pioggia, spesso anche in grandine e neve, fertilizzando la Terra.

14. Tra la pioggia, la grandine e la neve vi sono differenze minime, le quali hanno generalmente uno e lo stesso motivo. Nella grandine, agli spiriti liberi dell’acqua si accompagnano a volte anche i maligni spiriti ancora non nati. Pertanto, affinché questi spiriti non debbano causare ulteriori devastazioni, vengono catturati immediatamente dagli spiriti dell’acqua e legati, e quindi raffreddati e mitigati della loro furia; poi vengono guidati sotto forma di grandine di nuovo sulla Terra. Per questa ragione una simile tempesta di grandine procede di solito anche con maggiore violenza che qualsiasi altra pioggia o tempesta di vento.

15. Che sia così, ve lo dimostrano, prima di una simile tempesta di grandine, le nuvole che si spostano in tutti i sensi. Quando vedete questo, allora è l’attimo in cui tali spiriti maligni vengono imprigionati dall’impeto degli spiriti della pace in lungo e in largo, nella cui occasione tali spiriti maligni si manifestano sempre attraverso un adirato, percettibile brontolio e strepitio con frequenti tuoni e fulmini. Sennonché, tutto questo a loro serve poco o niente affatto. Alla fine vengono tutti comunque catturati e, come già noto, vengono guidati al luogo della loro destinazione. Quando raggiungono la Terra, vengono nuovamente accolti dalla materia ammorbidita, e gli spiriti pacifici (dell’acqua) si separano poi tranquillamente di nuovo dal loro piccolo compatto ammasso.

16. Se poi una tempesta di grandine ha qui e là fatto qualche danno ai vostri frutti, ciò nonostante non dovete preoccuparvene, poiché questa perdita non è nulla in confronto alle condizioni che si creerebbero se gli spiriti della pace, secondo la Mia Volontà, non mettessero così attivamente mano agli intempestivi distruttori del mondo. Perché altrimenti questi spiriti maligni nella loro libertà si incendierebbero subito, e alla Terra succederebbe (come già fatto osservare ultimamente con Mallona) come ad un grande mucchio di polvere da sparo. Perciò anche in futuro non dovete essere così angosciati quando vedete questo dinanzi ai vostri occhi, perché tutto ciò che accade qui, accade per amore per voi! E se anche qualcuno con questo verrà meritatamente un poco castigato, allora sappiate: “Se già voi castigate i vostri figli, sebbene siete cattivi, e lo fate comunque solo per amore, quanto più castigherò Io, l’unico Padre buono, i Miei figli soltanto per Amore!”

17. Vedete, così stanno le cose riguardo a ciò che finora è stato incomprensibile per ognuno! E come è con la grandine, così è, in un rapporto più piccolo, tuttavia con durata maggiore, il caso con la neve, e tale e quale anche con il ghiaccio. Poiché voi dovete sapere: “Quanto più a nord si trova un punto della Terra, tanto più scaltri e maligni sono i relativi spiriti (della natura) ivi dimoranti”.

18. Ma ora prendete nota anche di questo: dopo quello che siete venuti a sapere finora sulla natura delle cose dalla Grazia mia, vi potete già fare un piccolo concetto di quanto sia utile tutta la sapienza del mondo! Infatti, se qualcuno vuole apprendere un mestiere, costui deve andare da un maestro, altrimenti rimarrà per sempre un pasticcione e rappezzatore. Io invece sono un vero e proprio Maestro in tutte le cose. Chi perciò vuole imparare a conoscere, costui deve lasciarsi istruire da Me, l’Artefice di tutte le cose. Infatti, in nessun’altra maniera è possibile entrare nel Regno Mio se non solamente attraverso la porta che Io vi ho indicato. Guai ai ladri e ai rapinatori che vogliono entrare dal tetto furtivamente, a costoro accadrà come agli spiriti maligni tramite la grandine, infatti, essi verranno cacciati fuori nelle tenebre estreme per un’intera eternità.

19. Tuttavia, un giorno l’uomo comune dovrà essere istruito su tutto, secondo la capacità d’intendimento del suo amore (nella nuova Terra dopo il grande Giudizio). I sapienti del mondo dovranno invece essere svergognati da un guscio vuoto di lumaca e dalle larve partorite dagli infusori! Poiché, in verità vi dico: “Un giorno un lombrico svergognerà enormemente tali eruditi nella loro presunta sapienza!”. Perciò è un folle chi non impara da Me. Chi invece ha ricevuto da Me, per quanto piccolo sia stato il dono, costui non potrà tuttavia consumare quanto ha ricevuto, di eternità in eternità! Poiché Io sono in tutti i tempi Infinito, come nel più grande così nel più piccolo. E quindi, un pulviscolo solare, quale dono proveniente da Me, non è meno grande ed infinito del più grande dei soli che splende benedicendo in mezzo a innumerevoli eserciti di soli come una madre in mezzo ai suoi figli.

20. Quanto ora è stato detto afferratelo bene nel vostro cuore, poiché Io, il Donatore di tutte le cose buone, vi ho dato un buono, ben gustabile pezzo di Pane per la Vita eterna.

27. Perciò rallegratevi anche nel vostro cuore, poiché voi sapete che, se date il pane ai figli vostri, non siete lontani da loro. Vedete, lo stesso è con Me anche il caso!

22. Dove appare il Mio Pane della Vita, allora credete anche che Io, il vostro Padre buono, non sono lontano! Amen! Questo lo dico Io, il vostro affettuoso Padre. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 20

Il Polo Nord

 

11 ottobre 1840

1. Tra tutti i fenomeni che si verificano su di un qualche corpo mondiale, e quindi anche sulla Terra, non ce n'è nessuno che abbia tanto significato quanto i fenomeni che si verificano ai poli del corpo mondiale e che, partendo dai essi, hanno il predominio anche su tutti gli altri fenomeni su tutta la superficie di quel corpo terrestre.

2. Questi fenomeni che hanno la loro origine al Polo Nord – che meglio sarebbe chiamarlo il polo affermativo – sono, innanzitutto del polo stesso, le aurore boreali; inoltre la forza magnetica che agisce in tutti i punti della Terra. E ancora, vicinissimo al Polo, i ghiacci e il permanente regnante grande freddo; inoltre i cosidetti venti Alisei, come pure la formazione di qualche forte annuvolamento e temporali provenienti dalle regioni del nord, e dopo di questi, anche diversi altri fenomeni hanno più o meno la loro origine nelle forze polari di un qualsiasi corpo mondiale.

3. Prima però di passare a considerare con l'occhio dello spirito questa rigida regione della Terra, è necessario rischiarare prima essa stessa più da vicino con gli occhi fisici.

4. Un polo di un corpo mondiale è quel punto che gode la tranquillità maggiore fra tutti gli altri punti della Terra o di un qualsiasi altro corpo mondiale. Esso è situato sempre, così da essere il meno esposto alla luce e al calore del sole a cui esso è legato, e rispetto ad un sole sta quasi nel medesimo rapporto nel quale si troverebbe qualcuno che volesse situarsi davanti ad una luce, e precisamente in modo che la stessa venisse a trovarsi proprio di fronte al suo ventre.

5. In questa posizione il vertice del suo capo rappresenterebbe allora il Polo Nord, le piante dei suoi piedi il Polo Sud. e tale è poi precisamente anche la relazione tra un corpo mondiale e il suo sole. Considerate ora le posizioni del vertice del vostro capo e al suo opposto anche quella dei vostri piedi, e di conseguenza già potrete farvi una discreta idea del Polo Nord come pure del suo Polo opposto.

6. Dato, dunque, che in questa maniera né la luce può illuminare, né il calore può riscaldare i poli terrestri, si comprende da sé che in mancanza di questi due non vi possono regnare che il freddo eterno e con questo pure una notte ininterrotta, la cui notte viene rischiarata solo dal pallido bagliore delle stelle e dalle, quasi continue, aurore boreali in quei punti.

7. La regione del polo presenta un grande cratere imbutiforme (sotto il ghiaccio perenne), il cui diametro ammonta a centottanta miglia (1300 km).

8. Questo cratere è circondato tutto intorno da montagne assai dirupate e da scogli di ghiaccio in modo tale che mai nessun mortale riuscirà a penetrare in questa misteriosa regione della Terra, e ciascun esploratore, per quanto temerario, andrebbe incontro tre volte alla morte del proprio corpo. Per quanto egli vorrà anche premunirsi di provviste e mezzi di riscaldamento, tuttavia tutto ciò non gli gioverà a nulla, poiché là il freddo è così grande che qualunque alimento e materiale combustibile si solidificherebbero così tanto, da non essere più adatto all'uso; infatti, perfino gli oli eterei là si congelano in un secondo, diventando duri come la pietra, e il legno allo stesso modo viene compenetrato e ricoperto dal ghiaccio in un istante, così tanto che non può più essere utilizzato per bruciare. E quello che succede con il legno succede pure con qualsiasi altro materiale combustibile, perché se già nessuno di voi può resistere ad un freddo di -33° secondo le vostre misure, cosa farà egli allorquando il freddo avrà raggiunto i 90° ed oltre sotto lo zero?

9. Per conseguenza, come già menzionato, nessuno riuscirà mai a contemplare questa regione con gli occhi del proprio corpo, bensì, invece, colui che si trova nella Mia Grazia e nel Mio Amore con il suo occhio spirituale potrà gettare là uno sguardo in maniera chiarissima e …ancora più in là.

10. Dunque: - da dove proviene, ovvero, che cos’è veramente il freddo?

11. Vedete, tutte le definizioni e classificazioni che possono essere state formulate da un qualsiasi scienziato-naturalista, hanno altrettanto valore come se non fossero mai state enunciate da nessuno, poiché né il freddo è un vero e proprio fluido, quanto meno lo è il calore; ancor meno è la mancanza di calore, bensì esso non è altro che un effetto dello straordinario addensamento dell'aria, nella stessa maniera come il calore o calura non è precisamente altro che l'opposto, cioè una straordinaria rarefazione dell'aria. Si noti bene che qui si tratta di un addensamento dell'aria in tutte le sue parti.

12. Pertanto, questo effetto non si potrà mai ottenere con nessuno congegno meccanico (anno 1840), poiché alcune parti con cui l'aria è formata sono così compressibili, che si lasciano comprimere ad un minimo senza la più piccola resistenza, ma ulteriori parti dell'aria, all'opposto, sono così costituite che non tollerano affatto una pressione eccessiva senza essere immediatamente eccitate tanto da far esplodere subito, con la più grande facilità, anche l'apparato compressore più potente[25].

13. Anche così è il caso rispetto alla rarefazione dell'aria. Voi potete bensì a mezzo di una cosiddetta pompa pneumatica estrarre da un qualsiasi ambiente le parti eccitabili dell'aria, ma in quanto invece concerne le sottili particelle eteree dell'aria, queste non possono essere mai completamente estratte da un ambiente, né così tanto eccitate entro il loro minuscolo involucro al punto da farlo scoppiare e da apparire poi libere sotto la forma di un fuoco chiaro visibile; e qualora anche qualcuno vi riuscisse impiegando degli apparecchi di grande potenza, in questo scoppio che ne seguirebbe, poi avverrebbe istantaneamente anche l'annientamento totale di un simile strumento.

14. Tutto ciò lo può ottenere solo la luce, come pure la totale mancanza di luce. - Vedete, questa è la causa del freddo nelle regioni polari come pure nel caso opposto il grande calore all'equatore.

15. Per comprendere bene questo, voi dovete sapere che dal Sole si dipartono due tipi di raggi: anzitutto dei raggi tali che da ciascun punto del Sole si diffondono in tutte le possibili direzioni in tutte le angolazioni possibili, ma contemporaneamente, da ciascun punto del Sole parte pure un raggio in direzione parallela (alla sua superficie), e questo raggio è, come a dire, il nocciolo (il nucleo, l’essenza, il nerbo) del raggio solare, ed è unicamente questo che porta con sé quell'energia che voi chiamate calore, che però esso stesso non lo è, bensì essendo il più forte è quindi anche il più atto all'espansione (dove ricade) perché è il raggio essenziale. Dunque, i raggi obliqui possono cadere dove vogliono, ma tuttavia non potranno possedere, di fatto, che una minima forza d'espansione, dato che i raggi essenziali insiti in essi non potranno mai ottenere una maggiore rarefazione (dell’aria) in seguito alla obliquità della superficie sulla quale cadono. Quindi solo in quelle regioni che sono situate proprio sotto il Sole in cui i raggi vi cadono direttamente, viene provocata la rarefazione massima possibile dell'aria. Quando però l'aria delle regioni equatoriali viene continuamente rarefatta in tutte le sue parti, allora poi si verifica che tutta la massa dell'aria va, o piuttosto viene sospinta, verso le regioni dei poli della Terra, dove poi deve risultarne una condensazione massima dell'aria in tutte le sue parti; da ciò perciò proviene appunto il freddo ininterrotto, e precisamente, in certo qual modo, periodico, il che voi la potete rilevare dal fatto che quando innanzitutto la Terra ha spostato le sue regioni polari più sotto il Sole, allora anche l'aria nelle stesse si espande sempre più, ed anche nelle regioni polari diventa più sopportabile. Nondimeno, per ciò hce concerne il polo, precisamente là nel cratere stesso, il freddo raggiunge la massima intensità.  Quando invece il Sole viene a trovarsi di nuovo piuttosto al di sopra delle regioni australi, allora nelle regioni polari il freddo poi si fa, per la causa già nota, così intenso, che già all'80° grado di latitudine nord nessun essere vivente riuscirebbe più a sopportarlo.

16. Al polo stesso dove la pressione raggiunge il grado più intenso, l'aria si eccita, fa scoppiare i suoi minuscoli involucri e diventa un mare di fuoco; quando ciò inizia a svilupparsi, questo fuoco attacca con rapidità elettrica le regioni atmosferiche limitrofe ed accende le stesse a seconda della predisposizione della condensazione che hanno, e questo fenomeno costituisce poi la cosiddetta aurora boreale. Al di sopra del polo stesso questa luce arde di continuo durante il periodo invernale; tuttavia sulle regioni polari essa trabocca in un certo modo soltanto periodicamente, e precisamente dopo che certe diramazioni dell'aria si sono condensate sempre più fino al Polo Nord stesso, la cui condensazione ramiforme viene provocata dal differente movimento dell'aria dovuto a cause di qualunque tipo.

17. Che l'aurora boreale compia movimenti simili a quelli del lampo, ciò si spiega con la condensazione ramiforme dell'aria; il colore quasi sempre rossiccio dell'aurora boreale, come la luce bianco-verdastra o bianco-azzurrastra che l'accompagna, è una conseguenza dell'accensione eterea dei già noti minuscoli involucri elastici dell'aria al massimo grado.

18. Ora vedete, questo è l'aspetto e la natura del polo, e precisamente del Polo Nord, e non resterebbe adesso altro da considerare che i venti Alisei ed il fenomeno del magnetismo.

 

 

19. Per quanto concerne i venti Alisei, voi potete spiegarveli facilmente se considerate che l'aria, non appena il Sole inizia a salire al di sopra dell'equatore, viene gradatamente sempre più espansa per l'azione dei suoi raggi essenziali, ed essa non può più mantenere in equilibrio la grande pressione delle masse d'aria immagazzinate intorno al Polo Nord. Chiedete ora a voi stessi quale possa esserne la conseguenza!  Non altra se non che l'aria delle regioni polari incomincia a riversarsi là dove il processo di agglomerazione si compie, e questo affluire perdura fino a tanto che l'equilibrio non viene più o meno ristabilito.

20. Quando poi nel periodo dell'autunno il Sole retrocede di nuovo dall'equatore - cosa deve accadere? – Voi certamente direte che devono arrivare nuovamente i venti Alisei e precisamente dalla direzione opposta. Assolutamente la cosa non è così: i venti Alisei ritornano, ma non da sud, bensì un'altra volta di nuovo dal nord e ciò per queste ragioni: dato che il Sole con la sua potenza rarefatta retrocede sempre più, la massa d'aria che si era accumulata intorno al Polo Nord, e che durante il periodo dell'estate si era innalzata quasi in forma conica sopra il polo, deve di nuovo riversarsi necessariamente in tutte le direzioni verso l'equatore, perché uno scambio tra l'aria del sud e l'aria del nord non avviene, bensì l'aria del nord ha i suoi limiti già estremamente rarefatti all'equatore, e così allo stesso modo l'aria del sud; e se anche sotto all'equatore affluisce dell'aria del nord, essa tuttavia non è aria del nord, bensì del sud, e là viene costretta, ovunque come qui l'aria del nord, ad affluire in varie direzioni dal Sole per le cause già conosciute.

*

 

21. Avendo ora chiarito un po' da vicino la questione dei venti Alisei, non ci resta altro che considerare alquanto il magnetismo; ed appunto con la calamita viene a concludersi il momento trascendentale di tutte le proprietà e di tutti i fenomeni del Polo Nord finora esaminati.

22. Che cosa è veramente il magnetismo?  - Vedete, questa è una domanda che è stata posta da molte migliaia di scienziati ed alla quale sono state date anche molte migliaia di risposte inconcludenti, le cui risposte tutte insieme e senza eccezione erano sono e tuttora molto più lontane dalla verità, che non la domanda stessa.

23. Tuttavia, il fenomeno del magnetismo non lo si può spiegare direttamente in modo naturale, dato che in tutto il magnetismo, appunto, non è direttamente presente alcunché di una materialità naturale (come essenza magnetica).

24. Dunque: il magnetismo non è altro che la vita dell'amore degli spiriti che nella materia sono attaccati dappertutto, e poiché proprio verso le regioni polari ci sono degli spiriti che, di grado in grado, sono sempre più amanti della pace, così questa vita d'amore va moltiplicandosi.  Questi spiriti amanti della pace sono degli spiriti umili che hanno in orrore qualsiasi specie di ostentazione di superbia, né in questa superbia emergere tra gli altri spiriti che li circondano. Per conseguenza, essi fuggono anche immediatamente con ogni cura qualsiasi occasione che potrebbe servire a loro per innalzarsi l'uno al di sopra dell'altro, perciò schivano anche con cura ogni luce naturale e si ritraggono in certo qual modo il più possibile da questa. Cosicché, tutta la luce e tutto il calore che essi pur sempre accolgono in sé, li lasciano continuare a fluire subito verso quegli spiriti carenti di amore e di sapienza, e questo zelante passaggio di quanto ricevuto da Me è l'attrazione della forza magnetica che vi si rende manifesta.

25. Pertanto, quando poi avviene che tali spiriti della pace si raccolgono molto stretti nella loro attività d'amore, allora avviene quel fenomeno dell'aurora boreale che è già stato prima accennato per gli occhi del corpo, e ciò proprio per la ragione che essi per effetto del loro amore attraggono sempre a sé, fuori dalla materia, una quantità di spiriti irrequieti come, per così dire, in una scuola del migliorarsi, per prepararli ad entrare nella vita di prova della materia. Così avviene poi che in tale amorevole azione assieme alle schiere di spiriti simili esplicanti un’attività d'amore, anche alcuni spiriti corrotti di esseri umani defunti, principalmente di tali che durante la loro vita sono andati giocando con dei cosiddetti intrighi d'ogni specie, si elevano poi fra le schiere di questi spiriti operanti nell'amore, e vogliono poi portare gli stessi dalla loro parte nello stesso modo con ogni sorta d'intrighi e movimenti apparentemente amorevoli. - Sennonché, l'amore ha i sensi acuti, e nella sua purezza percepisce immediatamente i parassiti su di esso; di conseguenza tali spiriti maliziosi vengono allora, senza indugio, afferrati e, dagli spiriti della pace, vengono stretti sopra il Polo Nord così tanto, che gli stessi non possono sopportare più tale straordinaria pressione. Di conseguenza la cattiva volontà di simili spiriti si accende ed infuria poi frammezzo agli spiriti della pace come un grandioso fuoco come salente dal cratere di un vulcano; ciò si verifica sempre esattamente nel centro del Polo Nord, mentre altrettanto non vale per il Polo Sud, bensì riguardo a questo verrà fatta menzione prossimamente.

26. Voi ora sareste portati a chiedere: “Perché proprio sul centro del Polo Nord?”. Questo succede per il fatto che tali perversi spiriti si mantengono il più a lungo possibile oscuri nella loro malizia, per evitare che anche un solo pallidissimo barlume venga a rivelare la presenza nella loro ignominia[26], dato che appunto nell’incavatura del Polo Nord regna fisicamente, e quindi pure spiritualmente, la tenebra più grande.  Perciò, quando gli amorevoli spiriti (della pace) si accorgono ben presto che tra di loro si è insinuata una simile marmaglia, si raccolgono nella loro volontà di fattivo amore ed emanano poi la loro luce e il loro calore nella maniera già descritta, il che è però già stato osservato nella formazione dell'aurora boreale; con ciò, dunque, i malintenzionati vengono illuminati e non possono più affatto tenere celata la loro malvagità. Allora gli spiriti della pace si radunano e si scagliano giù a precipizio su quei parassiti, che svolazzano qua e là, con l'intenzione di ridurli tranquilli.  Sennonché, questi, poi, immediatamente, si accendono nella loro ira, sentendo che la loro perfidia è stata scoperta dagli spiriti della pace, ed irrompono poi come un poderoso torrente di fuoco e continuano ad ardere fino a tanto che si sono esauriti nel loro malvagio zelo. Allora, a motivo della loro furia, vengono all'istante circondati da parte degli spiriti della pace, e con l'acqua della loro amorevole volontà, ricongiunti alla regione polare come ghiaccio perpetuo. 

27. Per quanto riguarda il cratere del Polo Nord, questo più che ad altro assomiglia all'imboccatura di una mela quando il picciuolo le viene staccato, e una tale specie di imboccatura va in un canale che ha un diametro di mille tese (2 km.) che va sempre più restringendosi fino al centro della Terra e, in un certo modo, è la bocca della Terra, mediante la quale essa assorbe il cibo che le si confà dagli spazi infiniti che sono ricolmi del Mio Amore misericordioso. Cosicché, il Polo Sud, se lo volete credere, assomiglia di conseguenza ad un canale di scarico (ano della Terra); tuttavia, al riguardo, di che cosa consiste questo cibo vi verrà comunicato in un'altra occasione più tardi, quando si parlerà del Sole[27].

*

 

28. Dunque, non resterebbe altro che raccontare un poco la questione dell'ago magnetico scoperto dagli uomini. Vedete, la risposta a questa domanda, del perché l'ago si volge sempre verso nord, è più facile di quanto voi pensiate.

29. Un comune proverbio dice: «Simile e simile si accompagnano volentieri». Vedete, in ciò sta l'intera causa di questo fenomeno. Nel ferro, come in qualche altro metallo, si trovano degli spiriti della pace proprio allo scopo di moderare gli spiriti di natura maligna, e questi spiriti della pace hanno le medesime proprietà degli spiriti del polo.

30. Perciò, quantunque gli spiriti di questo metallo siano utili a preservarlo da effervescenze annientatrici, tuttavia, essi sono costantemente attratti verso i loro confratelli, e questa attrazione si manifesta poi nella stessa maniera come se voi metteste in moto una macchina elettrica con il cui moto, poi, allo stesso modo, vengono liberati degli spiriti che vanno dagli spiriti simili a loro avvinti ancora in qualche materia, come metalli od altri corpi conduttori dell'elettricità, e secondo il bisogno e la costituzione degli spiriti affini, colà trovantisi, vi si trattengono un tempo più o meno breve e fino a tanto che sono là presenti. – Essi, appunto, attraggono anche altri corpi, ciò che non è altro se non un destarsi di spiriti simili in un'altra materia, i quali poi non appena si accorgono della presenza dei loro simili negli altri – secondo il vostro linguaggio tecnico – corpi 'elettrizzati', si spingono anche immediatamente colà, o meglio si lasciano attrarre da quelli che là sono diventati liberi, nella cui occasione il loro involucro, naturalmente, condivide, oppure deve condividere la loro sorte.

31. Vedete, ora questo è tutto ciò che fino ad oggi era sconosciuto a voi e a tutti gli esseri umani, - e questo è pure quanto di essenzialissimo vi è rispetto alla polarità di un corpo terrestre, e ciò dal punto di vista della costituzione e delle proprietà.

32. Per quanto riguarda poi altri effetti che pure hanno la loro causa nel Polo Nord, dei quali nessuno ha ancora mai avuto un presentimento e quindi neppure voi, ciò verrà chiaramente spiegato quando tratteremo il Polo Sud.

33. Certamente, su tutto ciò che è stato detto si presenterà all'intelletto mondano più o meno come un’ipotesi astutamente inventata; sennonché, Io non ve l’ho affatto dato per l'intelletto del mondo, bensì per un cuore ricolmo d'amore, umile e credente; cosicché, non appena questo cuore avrà reso l'intelletto pienamente un volonteroso suddito, solo allora ci si renderà conto, in sé, di quanto grande sia il significato di ciascuna delle lettere alfabetiche di questa Comunicazione. Infatti, quello che l'intelletto umano vi dice e vi spiega, con la sua spiegazione, è già terminato tutto per sempre anche in un nulla per l'eternità, e in esso non c’è più niente, se non il nulla stesso! Invece, in questa Mia comunicazione ricolma d'Amore e di Grazia, si celano ancora, contemporaneamente, dei misteri in numero infinito, a svelare i quali un’eternità dopo l'altra sarebbero troppo brevi, poiché, ciascuna lettera alfabetica da Me, cela in sé cose infinite per la vita eterna, mentre ciascuna parola dell'uomo, come pure la più lunga frase, non contiene in sé nulla di più di quanto è essa stessa: – un circoscritto e completo nulla!

34. Vedete, questa è la differenza tra le Mie comunicazioni e le comunicazioni del dotto umano intelletto, e per conseguenza – come ora rileverete e potrete rilevare facilmente – anche tutta la sapienza umana non è altro che una tenebrosissima ed insipidissima stoltezza dinanzi ai Miei Occhi! Ed in verità vi dico: “Chiunque riconosce le cose soltanto seguendo il suo intelletto, e procede unicamente secondo il proprio conoscimento, è uno stolto, perché non è venuto da Me e non ha imparato da Me, e non passerà molto che si persuaderà della stoltezza nella quale si era fatto imprigionare!”

35. Ma considerato che Io ora vi offro questo e vado ammaestrandovi intorno al Mio Amore, credetelo che è così! E voglia pure il mondo criticare quanto gli pare e piace, perché tutto ciò Io l'ho nascosto ai sapienti del mondo e voglio invece annunciarLo fedelmente ai piccoli che Mi amano! E in questo modo avverrà che i semplici svergogneranno grandemente la sapienza del mondo.

36. Notate bene tutto questo che Io qui vi ho comunicato, e pensate nella piena umiltà dell'amore del vostro cuore, Chi è Colui che nel Suo sconfinato Amore va svelando queste cose. Certamente, …pensate chi Io sono! Sì, …Io stesso sono il vostro eterno, santo, amorosissimo Padre! Amen!

37. Io, il vostro Padre, …quale l'eterno Amore e Sapienza. Amen!

 

 

 [indice]

۞

Cap. 21

Il Polo Sud

 

         14 ottobre 1840

1. Dunque, uno dovrebbe essere proprio cieco, qualora, non appena avesse visto la testa di un essere, non avesse il desiderio di gettare uno sguardo anche ai suoi piedi. Ebbene, perciò vi è stato mostrato il capo della Terra, ma allo scopo di comprendere anche il tutto, è altrettanto necessario considerare attentamente pure i piedi.  “Ma” - voi direte – “la Terra non è che una palla e si libra nel libero etere, di conseguenza, a che cosa possono servirle dei piedi?”.  Sennonché, in questo caso non s’intendono i piedi per camminare, bensì con ‘piedi’ si vuol significare solamente la polarità opposta, la cui polarità opposta, come voi vedrete più tardi, a prescindere da ciò, in questo caso ha l'identica caratteristica dei vostri piedi.  Poiché, vedete, un verme non è di solito provvisto di piedi, e a prescindere da ciò, si muove da un luogo all'altro. Così è anche la situazione della stragrande maggioranza degli anfibi nei quali spesso, allo stesso modo, non si scorge quasi nessuna traccia di piedi, eppure alcuni degli stessi si muovono addirittura molto velocemente; di conseguenza la Terra non ha neppure affatto bisogno di autentici piedi, i quali del resto non le servirebbero a niente per compiere il suo viaggio introno al Sole e per girarsi ogni giorno regolarmente sul proprio asse. Tuttavia, deve già da principio riuscirvi evidente che, a prescindere da ciò, la Terra deve possedere in sé una forza motrice allo scopo di non doversi fermare piano piano nel suo moto, sia nell'uno che nell'altro movimento.

2. Per tutto questo, conviene che voi, innanzitutto consideriate le cose con gli occhi fisici, prima che possiate comprendere spiritualmente questo intero sistema di movimenti della Terra, …e così anche di tutti gli altri corpi mondiali.

3. Vedete, di tutti questi cosiddetti teoremi a voi noti, non ce n'è neppure uno che sia arrivato vicino alla verità, almeno tanto quanto un lontano sistema solare dall'altro. Infatti, se gli scienziati del mondo non riescono a dare neppure un giudizio giusto rispetto a fenomeni sui quali essi possono sbattere il naso fino a sanguinare, allora, come saranno poi – e per quanto anche suonino così altisonanti – le sentenze intorno a cose che non possono entrare, né entreranno mai nel loro campo visivo? Infatti, a questo riguardo vale questo con assoluta certezza:

4. Chi non impara da Me, a costoro resteranno eternamente nascoste cose che dovrebbero costituire proprio il punto di ancoraggio verso un pensiero e una percezione superiori dello spirito, quale base fondamentale. Se dunque, nella sfera naturale, tutti i fenomeni verificantisi su di un corpo mondiale simile alla Terra sono basati sulla polarità opposta, di conseguenza come si può dare degli stessi un giudizio giusto quando a coloro che sono chiamati a giudicare manca proprio la chiave fondamentale?  Vedete, per questa ragione, qui, Io vi rivelo tanto sotto l'aspetto naturale e spirituale, il secondo, ovvero l'opposto polo della Terra che voi chiamate Polo Sud.

5. Dunque: “Che aspetto ha veramente il Polo Sud?”. – Voi penserete che l'aspetto sarà precisamente come quello del Polo Nord; sennonché Io vi dico che esso ha invece un aspetto assai diverso, così tanto, che a voi costerà addirittura un po' di fatica farvi un'immagine di esso proprio bene, nonostante la descrizione assolutamente esatta che seguirà.

*

6. Per prima cosa dovete sapere che l'emisfero meridionale terrestre è costituito maggiormente da acqua e, soltanto qua e là vi sono delle isole più grandi e più piccole che emergono sulla superficie del mare.

7. Ma come si spiega poi che proprio la metà settentrionale della Terra consiste per lo più di terraferma, e la metà meridionale per lo più di acqua? Se voi considerate bene questo fenomeno, dovete tenere presente che la forza attrattiva deve essere propria soltanto al Polo Nord, come al Polo Sud la forza repulsiva. Infatti è proprio così, poiché a mezzo del Polo Nord la Terra riceve il proprio nutrimento, digerisce lo stesso nei suoi organi centrali, e i rifiuti vengono convogliati fuori attraverso il canale di scarico del Polo Sud.

8. Questo escremento viene in quel punto convogliato fuori periodicamente come la lava da un vulcano, soltanto che là è più fluido, dove esso poi nuovamente in certi periodi del disgelo di queste regioni polari meridionali, viene lavato via dal mare sempre tempestoso e, per mezzo della forza di attrazione dell'emisfero settentrionale della Terra, viene man mano congiunto, quale materia, ai continenti; ragione per cui nelle regioni meridionali si manifestano anche continuamente delle correnti d'aria più forti, come pure delle correnti sottomarine e anche marine in tutte le direzioni.

9. Secondo la misurazione discretamente inesatta della Terra per gradi, potete prendere a base all'incirca il 79° grado; là incomincia una terra ancora interamente sconosciuta (1840), ed è la stessa che gli antichi chiamavano terra incognita; tuttavia questa terra è fino al centro del polo interrotta in vari punti in profondità dall'acqua, e così questa regione intorno al polo Sud è simile ad un nastro tagliato in sette parti, e queste parti, ciascuna staccata dall'altra, sono situate in qualche modo attorno al suo polo.

10. Questa terra del Polo Sud è formata dai 7 crateri.

11. Ora vedete, innanzitutto, questo costituisce già un divario considerevole tra Polo Nord e Polo Sud.  Il Polo Nord ha soltanto un cratere, come vi è già noto; e il Polo Sud ne ha sette.

12. Tuttavia, per quanto concerne la località circondante il Polo Sud, ebbene, questa non è occupata da scogli di ghiaccio e di roccia tanto scoscesi come al Polo Nord, bensì voi dovete immaginarvi il circondario come composto da grandi palle semischiacciate costituite in parte da una certa massa calcarea, nella maggior parte da ghiaccio perpetuo.  Ci si chiede: “Come sono ordinati l'uno accanto all'altro questi crateri?”

13. Se ad un mortale fosse possibile abbracciare con uno sguardo questo grande polo terrestre, vi scoprirebbe nel mezzo un grande cratere, il quale, tramite due spirali a forma di chiocciola, sbocca in un grande imbuto; inoltre, è anch'esso circondato tutto intorno da quelle palle schiacciate e, oltre questo barricamento, si trovano sei crateri più piccoli quasi a mo’ di celle, i quali sono altrettanto circondati da palle schiacciate, delle quali pure è già stata fatta menzione prima, ed hanno i loro sbocchi a forma di corno rivolti verso l'esterno del cratere principale.

14. Il diametro del cratere principale misura 50 miglia tedesche (95 km.). Le zone intermedie misurano in media 10 miglia tedesche (19 km.) e il diametro dei crateri più piccoli è di 30 miglia tedesche (57 km.), dopo i quali viene subito il grande barricamento principale di cinta costituito dalle masse prima menzionate aventi un diametro di 40 miglia tedesche (.).

15. Se voi ora sommate assieme tutti questi diametri, arriverete anche a conoscere il diametro complessivo di tutto il polo. Tuttavia, per quanto concerne qui la luce, questa regione è straordinariamente povera, poiché le luci polari (le aurore) che sono visibili al Polo Nord si presentano qui soltanto molto raramente; e dato che appunto questa zona del Polo Sud, particolarmente durante l'inverno (ciò che per noi in Austria corrisponde proprio alla piena estate) è battuta da terribili uragani, questa regione è immersa di continuo in nebbie e vapori così densi, che nemmeno il più lieve raggio è capace di penetrarvi.

16. Quando in questo periodo anche l'aria si condensa molto, avvengono bensì anche delle accensioni; sennonché, la loro luce ha troppo poca intensità per essere atta ad illuminare la regione ricoperta dalla nebbia, e piuttosto assomiglia alla luce di una lampada a spirito. Oltre a ciò, quest’aria è per sua natura meno accendibile anche dandole una massima compressione, per il motivo che il contenuto di azoto è di gran lunga prevalente in confronto a quello dell'ossigeno, mentre nelle regioni polari settentrionali si verifica precisamente il caso opposto.

17. Per tale ragione anche al Polo Sud la temperatura è di molti gradi più fredda che non al Polo Nord, perché l'aria, essendo scarsa dell'elemento etereo dell'ossigeno, ovvero dell'elemento vitale, è molto più comprimibile che non quella del Polo Nord prima di arrivare ad una qualche accensione; per conseguenza, anche il ghiaccio del Polo Sud è più alto del ghiaccio del Polo Nord, e quindi pure il Polo Sud, molto meno ancora del Polo Nord stesso, non può essere mai raggiunto da un qualche temerario esploratore.

18. Quand'anche a qualcuno riuscisse di arrampicarsi fino all'orlo scoglioso del Polo Nord, tuttavia nessuno mai potrà anche soltanto raggiungere la terra incognita senza rimetterci sicuramente la vita del suo corpo, a meno che non dovesse viaggiare lì soltanto per Mio Ordine e sotto la Mia Tutela.

19. Ora voi avete all'incirca la raffigurazione il più possibile esatta di questo polo, e considerato che voi ora avete questo, passeremo a rischiarare più da vicino le funzioni di questo polo, che a voi appare un po' inquietante.  La prima domanda che qui deve necessariamente sollevare chiunque è di sicuro questa: “È anche questa regione, abitata da qualche specie di esseri?”.  Per quanto riguarda questa terra incognita, là si trova una grande quantità dei cosiddetti polli glaciali (pinguini), i cui uccelli nel periodo invernale abbandonano la loro patria per visitare in grandi stormi altre isole situate più a settentrione, qua e là già abitate, e colà cercarvi il proprio nutrimento. Per questo motivo, anche gli antichi, i quali questa terra non l'avevano vista se non nel loro spirito, le avevano dato il nome di ‘terra dei polli’.

20. Là, nelle regioni di questo territorio situate più a settentrione, ci sono pure dei quadrupedi non dissimili dagli orsi bianchi del territorio del nord; sennonché, fino al momento attuale, ancora nessun occhio mortale di un essere umano ha visto un tale esemplare; e così là ci sono quasi generalmente delle specie affini a quelle del Polo Nord, ma tutte sono in rapporto negativo. E com’è il Polo Sud rispetto al Polo Nord, così anche queste specie, in rapporto alle specie del nord, stanno tanto nelle acque quanto sulla terraferma. Tuttavia nelle zone al di là dell'82° grado, generalmente nessun essere vivente può più prosperare in via naturale, in parte a causa del freddo troppo intenso, in parte a causa della notte perpetua, e più che tutto a motivo dell'accumularsi dell'azoto.  Prima però di trattare più da vicino anche la particolarità agente di questo polo, deve essere ancora necessariamente trattato quello cui già da principio fu osservato riguardo all'imprecisione della suddivisione per gradi.

*

21. Voi sapete che la Terra gira intorno al suo asse; se però prendete una sfera cava di vetro e vi versate dentro un po' d'acqua e la portate poi in rotazione attorno al suo asse, l'acqua si porterà immediatamente all'equatore di questa sfera di vetro e, qualora poi in mezzo a quest'acqua vi fosse un polo fisso, allora l'acqua abbandonerebbe il polo ed esso emergerebbe nettamente dallo specchio dell'acqua fatta ruotare assieme in proporzione alla velocità di rotazione, e ciò tanto più quando si tratta non di un polo d'attrazione, bensì di un polo di repulsione.  Vedete, la stessa cosa succede anche rispetto al Polo Sud, il quale appunto perciò emerge per parecchie miglia sullo specchio d'acqua e di ghiaccio, ed ha l'aspetto piuttosto di una montagna mozza, straordinariamente alta ed eternamente invalicabile, e dà alla Terra, se lo volete accettare, la forma più di una pera che non quella di una mela; tuttavia, in rapporto al complesso sferico della Terra, ciò ha un’influenza pressoché nulla, dato che la sua sopraelevazione ammonta in tutto ad appena venti miglia (38 km.); certamente in rapporto a tale altezza qualsiasi altra montagna della Terra apparirebbe come un piccolissimo nano; tuttavia, questa sopraelevazione non dovete immaginarvela diritta ed erta, bensì, piuttosto, come innalzantesi gradatamente a somiglianza di come è formata una pera che sia piuttosto ottusa là dove è attaccata al picciuolo.

22. Ora, vedete, in conseguenza di ciò, verso il Polo Sud il numero dei gradi deve venire accresciuto non poco, perché i vostri geografi non hanno potuto finora conoscere questa deformazione della Terra, né, irretiti come sono nella loro ostinazione, neppure mai riconosceranno in eterno, come succede per la quadratura del cerchio.

23. Ora passiamo dunque ad esaminare la particolarità funzionale del cratere centrale.  Dunque, ora sapete che questo ha uno sbocco doppio a spirale a forma di chiocciola; pertanto: “A che serve poi precisamente questo?”

24. La questione vi sarà chiarita subito.  Per prima cosa, questo doppio sbocco che parte dal punto centrale della Terra e va man mano sempre più ingrandendosi come l'intestino partente dallo stomaco, per così dire, ne è il canale principale, attraverso il quale il fluido magnetico negativo viene convogliato fuori come un torrente ondeggiante di fuoco con grande velocità elettrica. Questa forza fumante, non appena raggiunge la superficie attraverso questa lunga spirale a chiocciola, si rende visibile sotto la forma di una fiamma luminosa di un colore giallo sporco, molto oltre nelle regioni dell'etere; e poiché, appunto, questo torrente di fuoco la spinge fuori continuamente contro l'etere che gli sta proprio di fronte, in seguito a tale incessante spingere e spingere attraverso queste due spirali a chiocciola, avviene una costrizione della Terra stessa, e da questa costrizione dipende poi la rotazione giornaliera della Terra sul proprio asse. Questa è dunque la particolarità funzionale di questo cratere principale.  Ma: “Quale attiva particolarità hanno poi i rimanenti sei crateri?”. Vedete, dal punto centrale della Terra, innumerevoli corridoi, come pori, vanno dal cratere principale in questi crateri secondari, o meglio detto, da questo organo centrale principale viene spinta nei sei organi secondari.  Questi sei crateri sono per conseguenza essi pure, come il cratere centrale, in continua attività e dallo stesso prendono le parti più gregge e difficili da espellere, come ad esempio il fumo che c’è colà, è molto più materiale e denso che non nelle regioni del nord, il quale potrebbe tutt'al più essere paragonato ai più densi vapori della calce e, oltre a ciò, questi crateri secondari accolgono ancora pure mille altre specie di precipitazioni formatesi in seguito a tali processi, e le convogliano assieme ai vapori con estrema violenza fuori verso la superficie.

25. Quando poi tutto questo ha raggiunto la superficie dell'aria, e cioè nello stato più rovente, questa massa infuocata si riversa poi nel mare attraverso le note sette fenditure, sempre in direzione settentrionale, e per questo motivo poi le stesse sono in continua ebollizione rumoreggianti, sibilanti e formanti vapori, la cui azione riempie anche questa regione con ininterrotte nebbie, già prima menzionate.  Affinché però, queste masse roventi possano riversarsi indietro verso il Polo Nord, questi crateri, proprio per questo motivo, hanno la curvatura dorsale, prima accennata, a mo’ di corno.

26. Di conseguenza, quale è la sfera d'azione di questo fenomeno?

27. Per comprendere questo, un piccolo esempio vi porterà più vicini a capire il tutto. Se avete osservato un razzo che sale (ad es. un fuoco d’artificio), allora domandatevi: “Cosa ha sollevato in aria questo razzo?”.  E dovrete poi rispondere a voi stessi: – l'aria sprigionatasi con veemenza dallo stesso, in seguito all'accensione della polvere, ha cominciato, nel momento della sua fuoriuscita, a formare una colonna di gas che si allunga sempre di più, e quanto più si è accresciuta in altezza questa colonna d'aria, tanto più in alto è stato sollevato continuamente anche il razzo, e se questa aria si fosse sprigionata continuamente dal razzo, il razzo allora non avrebbe neanche cessato di salire in eterno".

28. Cosa direte voi, e cosa piuttosto ne diranno gli scienziati del mondo se vi dichiaro che la Terra è anch'essa un simile razzo continuamente volante?  Ora vedete, affinché comprendiate a fondo questa cosa, dovete sapere che Io ho situato la Terra precisamente così che essa non sia in armonia con l'equatore del Sole, bensì che abbia più o meno ad intersecarlo in direzione obliqua a seconda della natura delle sue forze agenti.

29. Nello stesso modo il Sole ha come qualunque altro corpo mondiale le sue polarità, positiva e negativa, di costituzione e di effetto del tutto eguali.  In tal modo, dal Sole, attraverso il suo cratere, certamente alquanto più grande, fuoriescono pure continuamente sostanze simili a quelle della Terra. Quando dunque queste due correnti s'incontrano nell'eterea reciproca azione, allora avviene che, come voi usate dire, il più debole deve cedere.

30. La corrente eterea terrestre, sprigionandosi fino a grande distanza da questi sei crateri, si scontra con quella proveniente dal Sole e, attraverso ciò, accade poi che anzitutto la Terra viene costantemente tenuta alla giusta distanza dal Sole e, in secondo luogo, dato che in seguito al moto di rotazione della Terra sul proprio asse i sei crateri vengono a trovarsi alternativamente sotto la grande corrente eterea solare, in questo modo si verifica anche continuamente una regolazione del suo moto di rivoluzione intorno al Sole, per la cui ragione, ciò che di sicuro non è passato per la mente ad alcun naturalista-scienziato, il suo moto rivoluzionario avviene lungo una linea ondulata, giacché questo accade affinché la Terra non possa allontanarsi troppo dal Sole, né d'altra parte vi si possa avvicinare troppo. Infatti, quando una corrente da un cratere terrestre viene a scontrarsi regolarmente con la corrente del Sole, la Terra viene spinta più lontano dal Sole. E quando in seguito alla rotazione della Terra (rivoluzione) la colonna di corrente dal cratere terrestre ha oltrepassato la colonna di corrente del Sole, allora la Terra ricade di nuovo verso il Sole fino a tanto che la colonna di corrente di un secondo cratere non venga ad incontrarsi in posizione, a sua volta, colla corrente del Sole; e se a tal riguardo qualche scienziato venisse ad osservare il perché Io non abbia posto simili crateri intorno all'equatore, allora devo già rispondere che della costruzione dei mondi Io Me ne intendo un po' meglio di un qualche conduttore di macchine a vapore appartenente a qualsivoglia accademia scientifica del vostro impolverato angolo della Terra, poiché, vedete, se i crateri di questa specie li avessi situati all'equatore, in primo luogo avrei dovuto farne moltissimi, così che poi, data la veemenza della loro azione, la Terra sarebbe stata resa inabitabile del tutto a varie centinaia di miglia a sinistra e a destra dell'equatore, e tuttavia, ciò sarebbe stato ancora il meno importante, poiché con ciò essa avrebbe perso immediatamente anche la sua posizione obliqua che essa necessariamente deve avere, come pure il suo moto eclittico attorno al Sole.

31. Ma cosa ne sarebbe derivato da ciò? Anzitutto il cervello di tutti gli scienziati sarebbe stato già da lungo tempo bruciato e ridotto in purissima cenere, dato che il Sole nella sua massima forza del suo equatore, avrebe arso al di sopra delle loro teste, e se anche avessero voluto eventualmente sfuggire all’eccessivo ardore dei raggi solari, sarebbero stati poi, comunque, d'un tratto, prontamente accolti dall'irrigidissimo freddo perpetuo delle regioni polari. E poiché per effetto delle continue eruzioni all'equatore, la terra là si sarebbe accumulata, allora pure tutte le acque sarebbero poi affluite verso le regioni dei poli. E se poi tali super-scienziati non avessero voluto assumere la natura dei pesci anche per loro, sarebbe andata un po' male in questo immenso istituto di acqua da bere.

32. Per poco soltanto che vi diate a riflettere, potrete rendervi conto facilmente del perché Io abbia dotato il Polo Sud in maniera così strana. Adesso, prima di dare una breve occhiata al trascendentale, devo ancora rispondere per le rime ad un qualche scienziato di grosso calibro. C'è qualcuno che potrebbe dire: “Se la cosa si svolge così, la Terra deve incominciare a muoversi a capitombolo da polo a polo e con ciò assumere un ulteriore terzo movimento!”.  – Vedete, cosa non sanno gli scienziati, e come si preoccupano (malamente) della conduzione dei Miei corpi mondiali! Sennonché, le cure di questo genere già da lungo le ho prese su di Me, e non ho affatto bisogno dei loro consigli. Infatti, a tale scopo ho dotato un polo di altrettanta attrazione, quanto ne ho data all'altro di repulsione, affinché un simile corpo mondiale possa essere condotto in un ordine perfetto lungo la sua via come fosse tirato a mezzo d'un laccio che non si spezza mai.

*

33. Pertanto, ora un brevissimo cenno alla sola parte trascendentale. Vedete, come la sfera ultra sensibile del Polo Nord è costituita da spiriti amanti della pace e umili, così il Polo Sud è formato da spiriti che sono diametralmente opposti agli spiriti del nord.

34. Al Polo Nord appare tutto dirupato e pieno di punte; questa situazione corrisponde a quella di un uomo che stende lontano le sue braccia per abbracciare e stringere a sé tutto con amore. Il Polo Sud invece è dappertutto nodosamente gonfiato, ed è al massimo grado simile all'orgoglio e all'egoismo che bulbosamente si gonfia e non vuole essere accessibile a nessuno, e perciò si trincera da tutte le parti anche in un modo tale, che nessuno là può trovare anche solo il minimo punto d'appoggio.

35. Vedete, perciò, questa regione è la dimora permanente dell'orgoglio e del più tenebroso egoismo, e sia gli spiriti degli esseri umani defunti che hanno abbandonato il mondo in tali condizioni, sia anche quegli spiriti non ancora nati che in conseguenza della loro fondamentale perfidia sono stati man mano condotti in quei luoghi allo scopo di una lunga prova, tutti assieme vengono raccolti là come in un nodo, e affinché abbiano a rimanere nei limiti loro assegnati, anche colà vengono destinati degli spiriti della pace, i quali comprimono assieme questi spiriti così tanto, che questi ultimi, anche se si accendessero, ad un ulteriore propagarsi dell'accensione sarebbe assolutamente preclusa la via. Quantunque, anche quei pochi spiriti che ancora di quando in quando riescono a liberarsi dall’enorme pressione su di loro mediante l'accensione, vengono immediatamente afferrati dalla grande massa degli spiriti della pace e saldati nella loro forma di prima al ghiaccio perpetuo, e nello stesso vengono tenuti prigionieri fino a tanto che il loro orgoglio si sia completamente raffreddato. Solo poi, per Mia concessione, essi vengono staccati dal ghiaccio primitivo in enormi massi di ghiaccio per effetto di rivoluzioni sotterranee, provocate da altri spiriti, e come ghiacci galleggianti vengono spinti verso gli strati già un po’ più caldi del mare. Cosa accade in seguito a simili spiriti, vi verrà spiegato solo nella Rivelazione dell'intera Terra (“La Terra naturale, spirituale e religiosa”), e in parte man mano negli ulteriori straordinari fenomeni, menzionati già ultimamente nella Comunicazione riguardante i terremoti (cap. 18 e 19), come ancora in qualche altra occasione.

36. E così anche il fuoco dal canale principale non è altro che lo sfogo dello schiumante orgoglio degli spiriti colà confinati, il quale però viene continuamente mantenuto nell'ordine più rigido da un energico spirito angelico. E vedete, così sono sempre Io il Signore in tutte le cose.  Ciò che non vuole servire al Mio Amore, tanto più esattamente e con puntualità da schiavo deve servire eternamente alla Mia ira, né può il principe di tutti i demoni e il Satana dei satana torcervi neanche un capello contro l'Ordine della Mia Giustizia.

37. Certamente, invece, egli è andato a suo proprio eterno danno dall'Ordine dell'Amore nell'eterna dura servitù dell'Ira. Vedete, questa è la polarità opposta; ma voi, se volete essere Miei figlioli, restate costantemente nella polarità dell'Amore del vostro santo Padre. Amen!

38. Questo dico Io, il vostro Padre, quale l'eterno Amore e Sapienza.  Amen!

 

 

 [indice]

۞

Cap. 22

Un invito del Padre per la Kleinalpe

 

14 ottobre 1840

(“Le grandi diarie”)

 

1. Se può essere possibile – ma sia lasciato alla vostra libera volontà – Io non ve lo imputerò se lo avrete fatto oppure se l’avete lasciato stare; ma poiché siete divenuti figli ed amici Miei, allora lo potete fare già quest’anno, se potete e volete. Certo però, se lo fate, allora tutti voi cinque, incluso il Mio superficiale servitore, dovete essere al completo. Di certo Io vi aggiungerò un sesto discepolo molto utile e, un po’ più tardi ancora un settimo, i quali arrecheranno molta gioia a voi ed a Me. Non è forse vero, figli ed amici, che voi ora anche penserete: “Ma cosa vorrà adesso nuovamente il Padre Buono? Spunta certo fuori di nuovo qualcosa di straordinariamente grande”. – Sì, dico Io, spunta fuori nuovamente qualcosa di straordinariamente grande, ed è ciò che Io vorrei mostrarvi, ma non posso certo mostrarvelo senza questo piccolo sacrificio, poiché per questo scopo vi manca la naturale percezione. Veramente, in certe cose, dal momento che non siete completamente rinati nello spirito, è per voi oltremodo ancora necessaria una contemplazione naturale, se dovete essere iniziati in una goccia più grande del Mio Amore misericordioso. E questo è ora proprio il caso! Io voglio innalzarvi ancora di un gradino, e perciò faccio questa cosa con voi. Tuttavia la faccio (solamente), se per voi è facile averne la capacità e lo volete fare. Nessuno deve perciò trascurare qualcosa del suo! Quindi ascoltate: “Se ciò è possibile!”

2. Questa però non è la Mia Volontà, ma solamente il Desiderio del Mio Amore che voi, caso mai, in una domenica che Io vi concedo assai volentieri a questo scopo, possiate recarvi ai piedi della cosiddetta Kleinalpe, ma senza salirvi in cima, soltanto fino ai piedi della stessa, che fino alla località ‘Űbelbach’ non è lontano arrivare.

3. Ma se arriverete lì, allora dovete dirigere molto attentamente un occhio su tutto, e precisamente dapprima sulle alpi che stanno dinanzi a voi, alle loro alture ed abbassamenti, come e con quali alberi sono coperte, con quali arbusti, piante erbacee e specie d’erbe sono rivestite ai loro piedi, come appare lì il terreno, quali pietre vi si trovano, se e quali minerali sono quivi contenuti nelle viscere di questi monti. Tutto questo lo dovete osservare quanto più possibile voi stessi, oppure come minimo informarvene accuratamente in quel luogo. Soprattutto però in ogni cosa dovete dedicare la massima attenzione ai vostri sentimenti. Poiché questo è veramente il motivo principale per cui Io progetto questo per voi. Ed in quel luogo vi sentirete catturati, attraverso una Mia particolare concessione, da sentimenti mai immaginati e tanto meno ancora mai provati, che vi diranno più di quanto tutti i libri del mondo possano contenere!

4. Ma del perché Io v’indirizzo proprio in questa zona, vi verrà spiegato in una grande discussione supplementare, dettagliatamente.

5. Vedete, se un qualunque potente del mondo vi avesse proposto un incarico simile, voi avreste abbandonato tutto per adempierlo. Certamente ricevereste delle ‘diarie occupazionali’. Ma anch’Io vi provvederò con le diarie del Regno Mio, e allora non sarà a vostro danno, né nel tempo né nell’eternità. Perciò vi dovete esercitare un po’ già sul mondo, quale scuola preparatoria dell’eterna vita, per maneggiare nei Miei incarichi, poiché, se Mi rimarrete fermamente fedeli nell’Amore, allora nel mio Regno vi aspetteranno grandi incarichi, di cui adesso non avete nessun presentimento.

6. Vedete, una volta Io dissi ai Miei servitori e discepoli: «Andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura! Suggellatelo con il vostro sangue e la vostra vita! Poiché chi cerca ed ama la vita, costui la perderà, ma chi la detesta e l’aborrisce a causa del Nome Mio, costui la manterrà anche se morisse mille volte. E non temete coloro che possono uccidere solo il corpo, ma non possono fare nessun male all’anima, bensì temete piuttosto colui che può rovinare ed uccidere eternamente l’anima insieme al corpo». – Vedete, tutto questo Io non lo dico per voi, poiché riconosco bene la vostra debolezza; ma a voi dico: «Cosa fate qui in ozio tutto il giorno, nessuno dunque vi ha preso a servizio? Allora andate anche voi lì nella Mia Vigna, ed Io vi darò ciò che è giusto». Vedete, questo lo dico Io proprio in questa Parola supplementare! Perciò andate lì se volete e potete, e fate in tutto la vostra parte. Io verrò poi presto da voi e farò la Mia!

7. Perciò ben inteso ancora una volta: “Se è possibile!” – Amen! Questo lo dico Io, l’amabile Padre vostro. Amen! Amen! Amen!

 

(vi si recarono il 25 ottobre. Vedi il cap. 27)

[indice]

۞

Cap. 23

Sulle comunicazioni occorre ricondurre l’intelletto nella fede verso l’amore a Dio

16 ottobre 1840

1. Vedete, il cuore dell'uomo è bensì piccolo, ma tanto più grande è invece l'orizzonte del suo sentimento, qualora qualcuno sia nella forza della fede dal puro amore per Me. Io vi dico che nessuna cosa è tanto nascosta, da non poter essere raggiunta dai raggi del puro sentimento, e quando poi i puri raggi del sentimento hanno abbracciato qualcosa, allora domandate a voi stessi se fosse ancora possibile comprendere la cosa altrimenti da come essa, in sé e per sé, è realmente e sussiste.

2. Certamente del tutto diversamente si presenta la cosa trattandosi degli uomini limitati dal loro intelletto; questi ghermiscono con questa corta mano tutte le cose che stanno loro intorno, come fa l'infante verso la Luna e verso altri oggetti che gli sono molto lontani. Questi uomini portano poi il proprio sentimento entro il loro ristretto intelletto, e colà brancolano orgogliosamente in sé come un cieco seduto su un blocco di pietra scolpito con geroglifici che vi si protende intorno sullo stesso, senza che gli si possa sussurrare neppure che si tratti unicamente di geroglifici, e meno ancora che questa scrittura sia un misterioso linguaggio di rispondenza originantesi dai chiari raggi del puro sentimento. Vedete, ugualmente così avviene con queste Mie comunicazioni e rivelazioni della Mia Grazia che vi sono state date. Se voi le esaminerete e le illuminerete con i raggi del vostro sentimento, la loro verità vi risulterà subito evidente, e ben presto troverete anche come se la cosa vi fosse nota già da lungo tempo.

3. Lo stesso linguaggio, invece, se esaminato con l'intelletto, incomincerà a sembrarvi sempre più estraneo, poiché, come già è stato detto, l'intelletto ha braccia solo molto corte, le quali, oltre a questo, sono molto deboli, e perciò queste non sono capaci di raggiungere grandi cose, anche se fossero a loro molto vicine, né meno ancora possono raggiungere le cose più lontane ed attirarle poi a sé e addirittura spingere poi dei soli entro il loro stretto guscio di chiocciola per indurli ad un cieco tastare del loro oppresso sentimento. Vedete, questo non va assolutamente, e poiché l'intelletto deve invece con il tempo accorgersi anche che ciò non è possibile, esso si adira, lascia tutto in abbandono, sgombra il suo guscio di chiocciola di ogni materiale da esso ritenuto inutile e si accontenta delle sue proprie astrazioni. E infine, licenzia l'oppresso sentimento e si fa più freddo dello stesso Polo Nord, incominciando nella sua somma stoltezza ad ammirare se stesso come un dio, se non proprio ad adorare se stesso, per la ragione che finalmente è arrivato al punto d'incominciare a comprendere che egli non sa nulla; e in questa ‘non sapienza’ ritiene di sapere tutto. Questo è dunque poi il massimo trionfo, anzi un trionfo per il quale il bimbo più innocente non darebbe nemmeno un Heller (un centesimo della moneta corona austriaca) e ciascun spirito angelico, sia pure dei più piccoli, ne sarebbe nauseato.

4. Per conseguenza, anche voi dovete avvincere interamente il vostro intelletto verso l'obbedienza al puro sentimento della vivente fede nell'amore verso di Me! Solo così vedrete tutte le cose come esse sono, e solo allora comincerete a riconoscere chiaramente e distintamente dov’è che risplende l’eterno Sole della verità e della realtà. 

5. Queste poche parole vi siano dette affinché prendiate nota per il futuro, al fine di farvi comprendere con quale misura vanno valutate le Mie rivelazioni. Amen! Questo lo dico Io, il grande Maestro in tutte le cose.  Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 24

Ancora qualcosa in aggiunta al Polo Sud

17 ottobre 1840

1. Dunque, scrivi ancora qualcosa in aggiunta, e questa aggiunta serva a rischiarare vari angoli, per voi ancora oscuri, del Polo Sud.

2. Per quanto concerne le forze di attrazione, queste corrispondono all'Amore, il quale brama sempre l'unione pacifica, cosicché, ciò che esso una volta ha afferrato, non lo lascia più, bensì l'oggetto al quale si è attaccato viene da esso ripulito così a lungo da tutte le parti dure, che perfino il minimo granello di sabbia deve uscire dall'oggetto afferrato dall'amore. Ciò affinché l'oggetto si ammorbidisca in tutto il suo essere così come lo è appunto l'amore stesso, per essere, attraverso di ciò, capace dell'unione più intima possibile.

3. Ma che le cose stiano in questo modo, voi certo lo potete rilevare con molta facilità osservando una coppia di innamorati, i quali si abbracciano reciprocamente e si stringono premendosi l'un l'altro quanto più a lungo e più stretto sia possibile, e se tra i due non vi fosse la materia nemica e repulsiva, come sarebbe a dire la pelle, la carne e le ossa, i due amanti si unirebbero fino a diventare una unità. E se poi gli amanti si assomigliassero innanzitutto spiritualmente del tutto, l'unificazione tenderebbe ad una intimità ancora più grande.

4. Vedete, perciò da parte Mia sono sempre posti dei savi limiti ad ogni cosa e in ciascuno, affinché nonostante tutto l'amore, con questo, un’individualità non possa mai inghiottire eccessivamente l'altra. E questi provvedimenti, come limiti, sono le forze repulsive di ogni cosa e in ogni essere. Così avviene che perfino negli angeli, nel più umile supremo Cielo dell'innocenza, nel loro grande amore vengono concessi dei mutamenti di stato a salvaguardia costante della loro individualità; ciò che in senso spirituale ha una condizione simile come il rilassamento e la stanchezza della carne dopo l’atto della generazione. E se tutto ciò non fosse da Me così disposto, e cioè in conformità al Mio Ordine eterno, ogni carne e ogni spirito finirebbero con l'andare in rovina, poiché l'amore di per sé non avrebbe né meta né misura, in qualunque modo esso pure potesse essere costituito. Cose queste che, tutte, vi diverranno perfettamente comprensibili non appena nelle prossime Rivelazioni del mondo degli spiriti, del Cielo e dell'inferno saranno spiegate in maniera chiara, e precisamente quando tutti saranno già più profondamente compenetrati in sé, vale a dire: fino al centro della loro vita da Me[28].

5. Dunque, comprendete: l'identico rapporto sussiste fra la Terra e il Sole, i cui corpi mondiali appaiono tali soltanto agli occhi della carne. Invece, chi potesse contemplarli con gli occhi dello spirito, scorgerebbe subito al posto dei corpi mondiali, dei corrispondenti spiriti dalle gradazioni d'amore più svariate in ciascuna goccia di acqua, di aria e di etere; anzi, in un granello di sabbia egli scoprirebbe delle comunità intere di spiriti animati dallo stesso amore e, conseguentemente, da identici sentimenti.  Infine, egli si accorgerebbe addirittura di essere egli stesso pieno zeppo e circondato interamente da soli spiriti, i quali hanno con lui affinità di amore; nonché, nel Sole egli vedrebbe degli spiriti affini a quelli terrestri e anche viceversa (spiriti naturali o forze).

6. Vedete, su ciò è propriamente fondata ogni attrazione e ogni moto, e così pure ogni impulso alla repulsione e forza di lancio.

7. Così poi i poli contrari si attraggono, perché l'amore può afferrare soltanto quello che gli sta di fronte e lo attrae a sé a causa della bella somiglianza; ‘a causa della somiglianza’ perché l'amore si contempla nell'oggetto amato, e ‘bella’ perché ciascun oggetto, nel suo stato assoluto, assume una certa rotondità che lo rende piacevole al suo essere primitivo, dato che quest'ultimo percepisce il vuoto per il fatto che una parte del suo amore si è reso assoluto. E come l'essere primitivo percepisce il suo vuoto, così anche l'essere assoluto sente la sua solitudine indipendente ed instabile, e non si dà pace fino a tanto che non si è ricongiunto con la sua parte primitiva. Se poi a tali ricongiungimenti vengono posti determinati limiti, ne consegue il sorgere di differenziazioni polari ed anche sessuali, le quali tuttavia percepiscono costantemente il bisogno dell'unione e stabilmente tendono reciprocamente l'una verso l'altra.

8. Così come stanno le cose nei riguardi dell'amore, allo stesso modo stanno nei riguardi del suo contrapposto, poiché il simile si respinge e si detesta, perché esso è un simile astratto, e quindi può altrettanto poco unificarsi quanto lo può una botte uguale ad un'altra.

9. Vedete, questo poco ed altro ulteriormente vi serva nuovamente da piccola fiammella; accoglietelo nel vostro cuore, affinché possa rischiararvi i vari altri punti ancora oscuri del Polo Sud della Terra, e nondimeno, molto particolarmente quelli del carnale Polo Sud del vostro amore. Amen! Io, l'eterno Amore e la Sapienza. Amen! Amen! Amen!  Colui che si chiama Gesù-Jehova. Amen!

 

 

 

[indice]

۞

Cap. 25

Fata Morgana

 

 

Domenica, 18 ottobre 1840

(dalle 10.45 fino alle 13.30)

 

Il Signore ci ha dato oggi questo pezzo di ‘Pane’ spirituale tramite il Suo servitore J.L.

(scriventi: K.G.L. – S. – ed Hans. H.)

1. Allora prendete nota! Tra i molti fenomeni delle cui cause d’origine non ha ancora sognato qualcosa nessun erudito del mondo [ed anche se lo avesse sognato, poteva sognare di questo solamente la cosa più assurda], fanno parte anche quelli che gli scienziati chiamano, del tutto erroneamente, ‘miraggio’. Infatti, non soltanto queste formazioni nell’atmosfera, bensì ancora innumerevoli altri fenomeni nel campo della natura sono nella loro origine di una specie tale, che se tutti gli scienziati della Terra intera si occupassero per mille anni di seguito di nient’altro se non soltanto di questi fenomeni, alla fine di tale tempo ne saprebbero tanto quanto ne sapevano all’inizio delle loro folli ricerche.

2. Che cosa direste voi ad un uomo che cerca i suoi occhiali mentre li porta sul naso? Voi gli direste: “Amico, cosa cerchi?”. – E se egli rispondesse: “I miei occhiali!”, allora voi certo gli indichereste ridendo che li porta sul naso. Se però egli esplodesse in un eccesso di collera e di dispetto a causa della vostra opinione, da lui ritenuta “…completamente sgradevole sotto ogni critica” sulla posizione dei suoi occhiali, allora dite, con quale nome si potrebbe chiamare degnamente un tale uomo straordinario? Certamente, dopo una non lunga riflessione, prendereste la decisione di trasportare un simile uomo il più presto possibile in manicomio! E vedete, che cosa pensereste se però in aggiunta Io vi dicessi che un tale pazzo potrebbe essere ancora un bravo professore per quei grandi scienziati del mondo e della natura, i quali, quando hanno ‘ammazzato un moscerino’ per il fatto di aver calcolato l’orbita di un Sole-centrale fino ad un minimo, ed anche quando attraverso esperienze di molti anni riescono a trovare con precisione un’eclisse lunare o solare e gridano come se anche l’intero universo fosse svelato dinanzi ai loro occhi? Io dico: “Verrà ancora il tempo, anzi è già completamente venuto, in cui questi grandi naturalisti si dovranno ancora rassegnare, invece di attraversare le università con fronte baldanzosa, a recarsi con assoluta umiltà ad una semplice culla d’un fanciullo per riconoscere qui la grande quantità delle loro sciocchezze. Sì, in verità, Io dico: un fanciullo che con le lacrime agli occhi chiede un pezzo di pane ai suoi genitori, svela in questa balbettante richiesta più sapienza di tutti i sapienti del mondo a cominciare da Platone, Aristotele e Pitagora!”

3. Ebbene dunque, poiché in questo modo abbiamo fatto una piccola considerazione con la quale vi è stata messa dinanzi agli occhi l’insufficienza della sapienza mondana, allora Io farò un tentativo e vi dimostrerò che a Me non solo uno, bensì parecchi argomenti stanno sempre a disposizione per spiegare chiaramente la cosiddetta ‘Fata Morgana’.

4. Vedete, esistono tre specie di fenomeni di questo tipo, i quali nelle cause della loro origine si differenziano enormemente, sebbene nel loro modo di manifestarsi presentino quasi completamente una e la stessa forma. Il primo modo più comune del manifestarsi di questi fenomeni, è quello di presentare rovesciati gli oggetti che si trovano al di sotto dell’atmosfera, in cui l’immagine appare talvolta completamente pura, talvolta un po’ offuscata e deformata, talvolta ingrandita, talvolta rimpicciolita.

5. Questo avviene in modo del tutto naturale, ma sempre ad un livello barometrico molto basso e quando una completa quiete è subentrata nell’atmosfera. Poiché l’atmosfera, in virtù della sua specifica gravità, forma una superficie speculare distintamente definita, sulla quale l’etere si posa, così come l’aria si posa su un tranquillo specchio d’acqua.

6. Dunque, quando l’atmosfera ha preso una tale posizione, allora gli oggetti che si trovano al di sotto si riflettono proprio così come se aveste portato un grande specchio in direzione parallela con la superficie della Terra ad alcune centinaia di klafter (200 m.) nell’aria sopra l’oggetto. Se l’atmosfera è completamente quieta, allora anche l’immagine sarà perfettamente limpida, se però l’atmosfera ha qualche piccola ondulazione sulla sua superficie, allora l’immagine sarà indistinta ed offuscata, come un’immagine su un lago alquanto mosso. Se però accade che l’atmosfera formi una convessità verso la Terra, allora l’immagine viene rimpicciolita; al contrario, se lo specchio atmosferico viene sollevato verso l’alto, allora esso forma una concavità verso la Terra e rappresenta in questo modo uno specchio concavo, per la qual ragione poi gli oggetti che si trovano al di sotto appaiono, secondo il grado della concavità, più o meno ingranditi.

7. Anzi, può aver luogo addirittura pure un fenomeno di questo tipo: vale a dire che uno e lo stesso oggetto viene visto moltiplicato. Questo può accadere soltanto con i rimpicciolimenti. Quando cioè lo specchio atmosferico riceve parecchie convessità verso la Terra, allora ognuna di tale convessità forma uno specchio separato in cui ogni oggetto si presenta proprio così come se aveste parecchie sfere di vetro dinanzi a voi ed osservaste sulla curvatura di ogni singola sfera la vostra immagine, e precisamente, come già osservato, in rapporti rimpiccioliti sempre secondo il grado della convessità.

8. Vedete, questa è la causa dell’origine della prima specie di questo fenomeno.

9. Dal punto di vista spirituale, questa quiete (dell’atmosfera) proviene da una certa pacifica attesa degli spiriti, i quali intuiscono molto bene che, dato un simile lento e crescente sollevarsi della superficie terrestre, accadono grandi cose all’interno della Terra, e perciò stanno così quieti e in attesa, finché, ad un cenno dato da Me attraverso un angelo, essi devono irrompere con grande impetuosa potenza per ristabilire l’ordine turbato nelle camere interne della Terra. Questo è dunque tutto ciò che dal punto di vista materiale e spirituale presenta la prima specie di questo fenomeno.

10. Ma il fatto che gli oggetti appaiano sempre rovesciati, significa che gli spiriti vedono e percepiscono le cose della natura in via di rispondenza. E così un’immagine che sta diritta è il senso letterale; un’immagine rovesciata è invece il senso spirituale interiore.

11. A questa prima specie di fenomeni è completamente simile la seconda, in seguito alla quale degli oggetti che stanno molto lontani, quali sarebbero monti, città, fiumi e laghi, vengono presentati come molto vicini. La sola differenza consiste nel fatto che appaiono in posizione retta. – Ebbene: “Come avviene questo?”. Un esempio basterà a spiegare sufficientemente tutta la faccenda.

12. Se in un luogo lontano, come ad esempio Marburg, si formasse un riflesso atmosferico della prima specie, nello stesso tempo però, molti klafter più in alto, si fosse formata anche su Ehrenhausen una superficie simile, e ad alcune ore da qui una terza, ma molto bassa, tuttavia così che la linea d’angolo non venisse interrotta da alcun oggetto materiale, ebbene, che cosa succederebbe? La Marburg riflessa verrebbe accolta dal secondo riflesso dell’atmosfera, l’immagine raccolta, però, secondo l’inclinazione dello specchio atmosferico, verrebbe portata avanti nuovamente nello stesso angolo fino alla terza superficie a specchio, dove voi potreste scorgere poi in modo naturale quest’immagine in posizione retta. In questo modo potreste scorgere degli oggetti che spesso sono distanti giorni di viaggio, così vicini come se fossero distanti solo qualche ora di cammino.

13. Nel piccolo, i vostri cannocchiali sono quasi nient’altro che un simile riflesso dell’atmosfera, poiché in questo modo ognuno crede di vedere il vero oggetto, mentre scorge soltanto l’immagine sulla superficie a specchio delle lenti. È vero che (mediante tali riflessi atmosferici) oggetti molto lontani vi possono apparire spesso anche rovesciati, cosa che tuttavia può accadere molto raramente. Questo accadrebbe solamente se un più alto strato dell’atmosfera fosse altrettanto quieto. Poi potreste scorgere, in un certo qual modo, all’orizzonte, delle isole lontane, come ad esempio dell’Africa, però s’intende solo sotto una certa angolazione, mentre al di fuori oppure all’interno di questa non vedreste più niente. Un tale fenomeno accade nel modo seguente:

14. Immaginatevi che proprio sopra la Choralpe (Koralpe), ad un’altezza di parecchie centinaia di klafter, si fosse formata una simile quiete atmosferica, allora avreste scorto lì in questo specchio atmosferico, ad esempio, Klagenfurt, e precisamente in direzione rovesciata. Ciò che è la stessa cosa, se voi guardaste di lato in uno specchio, poiché, allo stesso tempo, scorgereste non proprio gli oggetti che stanno davanti ad esso, ma solo quelli che sono rivolti, proprio come voi, in direzione opposta obliqua rispetto alla superficie dello specchio.

15. Per quanto concerne la sfera spirituale in questo secondo fenomeno, esso ha completamente lo stesso motivo come con il fenomeno della prima specie. Soltanto, se l’ultima specie si trova a grandi altezze, allora l’attenzione degli spiriti è diretta su un disordine locale non proprio troppo in profondità: o all’interno dei monti oppure anche su singole isole (le quali non sono altro che montagne nel mare).

16. Ebbene vedete, per ciò che riguarda questi due fenomeni, qui e là anche alcuni onesti naturalisti hanno intuito simili ipotesi. Ora però viene la terza specie di tali riflessi atmosferici, con i quali davanti agli occhi del viandante vengono prodotti degli oggetti che non si trovano affatto sull’intera superficie della Terra.

17. Vedete, qui né gli onesti naturalisti, né ancor molto meno i sapientoni, hanno tirato fuori qualcosa credendo di sciogliere questo nodo gordiano come un Alessandro con un colpo solo, colpo che veramente non è costato grande fatica a simili ricercatori, poiché semplicemente negano tali fenomeni straordinari, oppure li fanno passare al massimo come visioni fantasiose di uno stanco viandante.

18. Vedete, questo è certamente il mezzo più facile per spiegare siffatti fenomeni! Ma come dovrebbe essere spiegata una cosa che non esiste affatto? Eppure Io dico che i grandi naturalisti non sono arrivati vicini alla verità con nessuna delle loro spiegazioni come proprio con questa. Con ciò hanno almeno dichiarato che non sanno nulla, mentre in altre loro spiegazioni risulta soltanto che sanno ancor meno di niente. Chi non parla perché non sa, non commette nessuna falsità; ma chi parla quando non sa e non vede, costui si rende colpevole di falsità, e quanto più parla, tanto più diventa un grande debitore verso la verità.

19. Io però dico che tali fenomeni della terza specie esistono di certo ed accadono più spesso nelle regioni meridionali, e precisamente subito dopo il tramonto e, di quando in quando, anche prima del levar del Sole.

20. Voi ora proprio vi stupirete spalancando gli occhi quando vi svelerò questo mistero con un colpo, diverso dai naturalisti! Vedete, gli uomini hanno già fabbricato i più grandi telescopi e, con gli stessi, intendevano sorbire con un solo sorso l’intero cielo stellato; soltanto che Io Mi sono sempre permesso di mandare a monte i loro calcoli, per la qual ragione alla fine han dovuto nuovamente riconoscere il fatto che la Mia Costruzione è più grandiosa dei loro strumenti, anzi che Io vi ho posto con il minimo sforzo dei corpi celesti così lontani che non riusciranno mai a portarli più vicini al pomposo naso loro, nemmeno con i telescopi mille volte più grandi.

21. Ma vedete, ciò che Io nascondo ai sapienti, spesso e in ogni tempo lo dono con grande chiarezza ai più piccoli pastori e viandanti. Così accade pure con questo fenomeno della terza specie. Vedete, quando in queste regioni meridionali l’atmosfera ha raggiunto la massima quiete spirituale e fisica per le cause già menzionate, e questo precisamente su grandi superfici sabbiose dove non vi è né una montagna né un qualche altro oggetto elevato, qui accade spesso che lo specchio dell’atmosfera venga a trovarsi così basso sulla superficie della Terra, che al viandante giunge appena oltre la metà del corpo, e costui, tra gli spasmi, invece dell’aria atmosferica deve accontentarsi di respirare solo l’etere che lo costringe veramente ad una respirazione molto veloce, e dopo poco tempo lo stordisce così da lasciarsi cadere necessariamente a terra.

22. Allora accade poi che un tale viandante scorga in questo specchio dell’atmosfera che si stende dinanzi a lui, cose mai sospettate.

23. Ebbene, cosa sono queste cose? Vedete, adesso assesterò Io il colpo: – esse non sono altro che immagini riflesse molto fedeli di regioni e di luoghi di altri pianeti e altri corpi terrestri.Qui gli scienziati si romperanno certamente la testa e diranno: “Com’è possibile questo, dato che noi non riusciamo a scorgere niente di simile attraverso i nostri migliori telescopi?”. Sennonché Io non posso rispondere qui in altro modo, se non, che essi di certo Mi permetteranno se oso sostenere di Me, che sono anche ‘un Ottico’ piuttosto migliore di loro.

24. Nello stesso tempo vorrei far loro una contro domanda: “Sono in grado di mostrare con una formula matematica (la legge di ingrandimento), con il quale Io, sicuramente con la massima facilità, ho costruito l’occhio di un’aquila, il quale è migliore di qualunque altro strumento ottico scoperto finora?”. Infatti essa vede dalla massima altezza, con la più grande facilità e precisione, i vermi che strisciano da qualche parte su una carogna giacente in un fossato. E se non dovessero essere in grado di scoprire questa formula con la quale un occhio è in grado di vedere con la stessa acutezza, tanto lontano quanto vicino, allora Io posso legittimamente sostenere d’altra parte, che a Me è pure cosa facile erigere sulla Terra, traendolo dall’atmosfera, un tale specchio riflettente che può riflettere fedelmente, ad una certa intensità di luce, una regione di un pianeta così lontano”.

25. Che questo sia possibile ve lo dimostrerò subito in modo evidente: – Prendete una qualsiasi casa che si trovi su una vasta superficie! Se ve ne allontanate sempre di più, allora l’immagine della stessa cadrà nel vostro occhio con un angolo sempre più acuto in proporzione alla grandezza dello stesso, e precisamente grazie ai raggi uscenti che cadono sul vostro occhio da tutti i punti di questa costruzione nella direzione menzionata. La percezione che ora l’edificio diventi sempre più piccolo, sta soltanto nei vostri occhi, con i quali voi, più vi allontanate dall’oggetto, tanto più potete accogliere una sempre minore quantità di raggi che ne escono.

26. Ora però mettiamo il caso che il vostro occhio non fosse convesso [soltanto grazie alla convessità una superficie molto piccola è in grado di accogliere un qualsiasi oggetto, mentre le altre superfici non rivolte all’oggetto sono già nuovamente pronte per altre percezioni, affinché possiate abbracciare con lo sguardo in una sola volta molte cose], dunque, come già detto, se il vostro occhio avesse una grande dilatazione e non fosse convesso, ma completamente piatto, vedete, allora potreste allontanarvi mille o milioni di miglia da questo edificio, e comunque continuereste a scorgerlo sempre nella stessa grandezza, poiché da ogni oggetto, oltre ad uscire verso tutte le direzioni dei raggi convergenti e divergenti, escono nello stesso tempo pure dei raggi paralleli, grazie ai quali l’immagine di un oggetto deve rimanere fedelmente la stessa, perfino alla più grande distanza.

27. Ebbene vedete, questo è appunto anche qui il caso! Questo grande specchio dell’atmosfera è uno strumento ottico di questo genere, il quale, grazie alla sua superficie lucida, straordinariamente limpida, accoglie i raggi paralleli. Se in aggiunta ancora l’occhio del viandante ottiene una giusta dilatazione nell’etere, allora egli scorge tali oggetti come fedeli immagini di regioni di altri corpi terrestri, ad esempio spesso di città dall’aspetto fiabesco, di grandiosi palazzi, di monti, foreste, fiumi e laghi, anzi a volte perfino di esseri viventi e parecchie cose simili che si trovano su un lontano corpo terrestre.

28. Vedete, qui ora avete tutto sulla Fata Morgana! Infatti, anche qui (nella terza specie) il motivo spirituale è lo stesso come nei precedenti; perciò non Mi rimane altro da dire se non che voi dovete fare in modo che anche l’atmosfera dei vostri desideri e cupidigie intorno a voi e in voi giunga al più presto ad una simile quiete. Dopo di che potrete sperimentare ben altre Fate Morgane rispetto a quelle che sperimentano gli stanchi viandanti nei roventi deserti di sabbia; poiché ogni visione è una irradiazione e contro irradiazione.

29. Perciò rendetevi presto capaci ad accogliere i raggi che scaturiscono dal Mio Sole, affinché possiate scorgere in voi la Fata Morgana della vita eterna! – Amen!

30. Questo lo dico Io, il grande Maestro di tutte le cose che si chiama Gesù Jehova. Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 26

Alta e bassa marea

Flusso e riflusso del mare

 

24 ottobre 1840

 (sabato dalle 17.45 fino alle 21.00)

 

Il Signore ci ha rivelato mediante il Suo servitore J.L. quanto segue dalla Sua Stanza dei tesori.

(scriventi: K.G.L. L. – D. – Andr. e Hans. H.)

1. Esistono molte opinioni sul fenomeno del regolare salire e scendere dei mari[29]. Soltanto che, come accade con tutti gli altri fenomeni, succede così anche con questo, e cioè che tutte le opinioni fino adesso conosciute e le cosiddette ‘ipotesi’ riguardo alla spiegazione di questo fenomeno, si comportano verso la verità, come un tiratore cieco rispetto ad un bersaglio messogli davanti e che nella sua notte procede sul vasto campo dove ne è stato messo uno. Egli procede sulla distesa e cerca il bersaglio sul quale vorrebbe scoccare le sue frecce. E vedete, quando è arrivato vicino a questo, si volta dall’altra parte e scocca le sue frecce nel vuoto. E se un altro tiratore, che è ugualmente cieco, avesse anche fatto una così fortunata voltata che, in un certo modo, come voi dite, avesse scoccato per caso una freccia al centro, non gli servirebbe tuttavia a nulla, poiché egli essendo cieco non può sapere dov’è caduta la sua freccia; ed anche se lo sapesse, a cosa potrebbe servirgli, visto che egli stesso non può vederne il centro, specialmente se il bersaglio, come qui in quest’occasione, è messo ancora così in alto da non poterlo nemmeno raggiungerlo con le mani per sentire se la sua freccia ha fatto centro? E quando egli poi predicasse con ogni eloquenza, ad una folla completamente cieca, di aver colpito esattamente il bersaglio, allora alcuni che sono ancora più ciechi di lui comincerebbero a meravigliarsi straordinariamente per il fatto che ha colpito il bersaglio con tale sicurezza, e direbbero: “Questo sarebbe stato impossibile a tutti noi mortali, essendo noi tutti, ciechi!”. – Ma egli replicherebbe, pavoneggiandosi: “Sì, a me è riuscito!”

2. Certo, i meno ciechi comincerebbero a poco a poco a sussurrarsi negli orecchi e direbbero: “Ma non è forse cieco, pure il tiratore? Come mai questo tiro sicuro? Non avrebbe potuto colpire altrettanto bene anche un albero vicino, come fosse il bersaglio conficcato più avanti?”

3. Ma (supponiamo) che a quest’operazione fosse presente anche un vedente, e dicesse: “Ascoltate amici! Io sono uno che ha occhi sani e vedo tanto bene in vicinanza come in lontananza”. – I ciechi però gli replicherebbero: “Che cosa c’interessa che tu ci veda, se noi siamo comunque ciechi? E così possiamo credere a te quanto crediamo ai ciechi, poiché non abbiamo la possibilità effettiva di accertarci se tu vedi”.

4. Il vedente allora direbbe: “Anche se voi non vedete, posso certo farvi comprendere che io vedo, e precisamente nel modo seguente: qualcuno di voi faccia un qualunque movimento con la sua mano, con il suo piede o con la sua testa, e se vi dico come vi siete mossi, allora credetemi se vi dico che io ci vedo”. – E se i ciechi gli dicessero: “Se tu potessi fare questo, allora noi potremmo credere che tu vedi e ci potresti anche dire dove è andata a finire la freccia di questo tiratore cieco [quanto lo siamo noi]”. – Poi il vedente farebbe anche questo. Ma se poi egli dicesse: “Vedete, il tiratore con la sua schiena era appoggiato, invece che ad un albero, proprio al bersaglio, quando ha scoccato la freccia, per la qual ragione era impossibile che la freccia potesse colpire lo stesso!”

5. Ebbene, vedete, che cosa ne risulterebbe? Credete che i ciechi gli crederebbero? Sì, Io dico, essi gli crederebbero nella misura in cui lo potessero toccare con mano. Ma poiché anche il tiratore si difenderebbe fortemente per il suo onore, così i più ciechi si atterrebbero alla eloquenza del tiratore, e gli altri vacillerebbero nella loro fede come in un’alta e bassa marea, e direbbero: “Sì, è vero, egli ci ha riferito bene i nostri movimenti, ma chi ci assicura che ci dice il vero anche sulle altre cose, cose di cui non possiamo accertarci se è così come egli ci dice?”

6. Ebbene, osservando questa piccola immagine voi potete scorgere quanto sia difficile predicare al mondo cieco, e viceversa, quanto sia difficile anche al mondo cieco afferrare e comprendere la verità predicata come tale.

7. Vedete, così anche voi, tutti insieme, siete ancora ciechi credenti, ed Io solo sono il Vedente! Se perciò vi svelo cose e vi mostro i colpi falliti dei tiratori mondani, allora credete che Io di certo vi dico sempre la purissima verità e inoltre vi fornisco in più, in ogni Mia rivelazione, anche una notevole quantità di unguento per gli occhi, mediante il quale potrete anche riottenere la luce degli stessi, purché voi utilizziate con regolarità l’unguento e vi atteniate di più alla bassa, che all’alta marea, poiché l’alta marea è il simbolo della superbia, invece la bassa marea lo è dell’umiltà! Oppure in altre parole: l’alta marea è un simbolo dell’abbondanza, della ricchezza e dell’inquietudine ad essa connessa, ma la bassa marea lo è della vita ritirata, della povertà e della silenziosa quiete.

8. Spesso al marinaio è certamente più gradita l’alta che la bassa marea, quando una qualsiasi bufera lo ha bloccato su un banco di sabbia, solo che quest’utilità non è una vera utilità. Infatti, è vero che la nave viene sollevata dall’alta marea e poi viene fatta proseguire, ma come è noto non si trovano forse degli scogli, prima oppure dopo il banco di sabbia? Vedete, se la nave non fosse stata messa in stato di riposo mediante la bassa marea sul soffice banco di sabbia, la bufera l’avrebbe scagliata su uno scoglio, ragion per cui tutto sarebbe andato in rovina. Perciò anche voi dovete scegliervi più la bassa che l’alta marea come specchio della vostra vita.

9. Dopo questa piccola, non errata considerazione preliminare, Io, quale unico tiratore vedente, voglio afferrare l’arco e lanciare la freccia nell’alta e bassa marea; e vogliamo vedere se anch’Io ho colpito un albero al posto del bersaglio.

*

10. Ma se voi chiedeste ad un costruttore di orologi: “Dimmi: perché questo perno è nel macchinario del tuo orologio?”. Non lo saprebbe subito il mastro costruttore il perché questo perno è messo qui oppure lì? Sì, dico Io, egli lo saprà e deve saperlo, altrimenti non sarebbe un maestro e l’orologio non sarebbe opera delle sue mani. Ma poiché Io sono il grande Maestro in tutte le cose eternamente ed infinitamente, allora credeteMi, che a Me l’alta e la bassa marea è precisamente ben conosciuta. – Ora voi penserete: “Allora vorrei proprio sapere: che cosa è dunque l’alta e bassa marea?”. – Io però dico: “Solo ancora un po’ di pazienza e presto lo scoprirete!”. Voi lo fate certo con i vostri figli quando avete l’intenzione di dar loro qualcosa, anche se spesso il dono consiste solo in qualcosa di molto insignificante. Se Io però vi dono qualcosa d’importante, come non dovrei prima farvelo un po’ anch’Io desiderare?

11. Ebbene vedete, tutto ciò che esprime anche solo una qualche vita, ha certo una sua particolare respirazione. E quando questa cessa, allora sono anche fuggiti gli spiriti vitali della materia, ma questa stessa si lascia cadere in uno stato di inerzia, muore, si decompone e passa così nella morte. Se per esempio voi osservate un qualunque animale, questo respirerà e deve respirare, perché se questo atto cessa, allora l’esperienza quotidiana vi insegna già che la morte è subentrata in questa forma (di vita). Voi dite anche che se qualcuno ha reso l’ultimo respiro, egli è morto; ed avete ragione, poiché con l’ultimo respiro è la fine della vita naturale (dell’uomo). Se però la vita fisica cessa nel suo centro, allora in un corpo cessa anche subito con la vita principale tutta l’esistenza vegetativa. Che cosa è dunque la respirazione e perché esiste?

12. Vedete, ogni essere forma una polarità o positiva oppure negativa. Ma come ogni polarità ha bisogno della polarità opposta e non può formarsi ed esistere di per sé un solo polo negativo o positivo, bensì solo uno attraverso l’altro, vedete, così è anche l’innata vita naturale! Anche la vostra vita consiste di un polo negativo che è dato per l’accoglienza del positivo.

13. Ma come può accadere ciò? Il motivo è questo: affinché il polo negativo venga continuamente stimolato con la respirazione, attraverso la quale viene messo in atto continuamente un bisogno proporzionato all’accoglienza del positivo.

14. Ebbene vedete: supponete di avere per esempio una macchina elettrica. Questa macchina può stare per anni in un qualsiasi luogo e non scorgereste alcun altro segno che la sua forma stessa. Ma se ora qualcuno mette in rotazione la puleggia della macchina, allora in questo modo viene provocata l’elettricità negativa e, in un certo qual modo, viene consumata in se stessa.

15. Nondimeno, ora essa, proprio attraverso questo suo stesso consumo, comincia a sentire un nuovo bisogno di satollamento. Che cosa può accadere adesso? Benché adesso lo possiate afferrare quasi con mano, ve lo voglio dire ugualmente cosa succede e deve succedere a causa dell’Ordine. Come la fame non può calmarsi da se stessa, così anche il polo, consumando se stesso, non può satollarsi da sé; proprio come se il vostro stomaco fosse diventato vuoto e voi non potreste saziarvi con il vuoto di un altro stomaco, bensì direste: “Signore, questo alimento negativo non ci è servito, abbiamo bisogno di un alimento positivo!”.

16. Vedete, proprio così è anche qui il caso! E così dunque l’elettricità positiva è un satollamento della negativa. Se questo satollamento ha avuto luogo, allora nel conduttore avverrà subito il satollante effetto nell’attività della vita. Dunque, e così anche la respirazione è ciò che mette in movimento la vostra macchina elettrica vitale, eccita la polarità negativa e rende affamato il vostro essere di polarità positiva. Poiché ad ogni respiro viene causato un attrito costante nelle parti del vostro corpo. Con questo attrito viene eccitata la vita negativa e questa comincia a sentire in sé la fame. E secondo il grado della necessità, la stessa viene satollata con ogni respiro, il cui satollamento consiste che l’azoto come polo negativo accoglie in sé l’ossigeno con grande avidità. Se ora questa respirazione cessa, allora la polarità negativa comincia a consumare se stessa, per la cui ragione ha subito fine la vita naturale.

17. Ora immaginatevi che ogni essere vivente sia ‘un mondo’ oppure ‘una terra’ in piccole proporzioni. Così come ognuno di tali esseri possiede una vita centrale e serba una vita vegetativa mediante quella centrale finché continua la respirazione, vedete, proprio questo è il caso non soltanto con la Terra, bensì con ogni corpo terrestre! Veramente non dovete immaginarvi che la Terra sia per questa ragione un animale perché respira altrettanto periodicamente; ciò nondimeno però è disposta nei suoi organi interni in modo tale che essa è capace di una respirazione. Di conseguenza, l’alta e bassa marea non è altro che la conseguenza della costante inspirazione ed espirazione della Terra.

 

 

Chiarimento spirituale della bassa e dell’alta marea

24 ottobre 1840 (sera)

 (continuazione)

 

18. Ma in che modo viene effettuata questa inspirazione ed espirazione (della Terra)? Proprio così come avviene con gli animali, vale a dire attraverso il continuo bisogno di alimento fresco che si rinnova costantemente quando il precedente è consumato e in questo modo è diventato nuovamente negativo.

19. Durante il consumo di viveri, gli organi si posano nuovamente l’uno vicino all’altro, fino ad un certo grado, dato che cominciano a frizionarsi l’un l’altro nella propria fame. Dopo subentra subito di nuovo un satollamento, attraverso il quale le parti si dilatano naturalmente sempre di più. Da ciò dunque proviene esattamente il fenomeno nel suo complesso: attraverso il bisogno di alimento positivo, la bassa marea, ed attraverso il satollamento, l’alta marea.

20. Voi certamente direte: “Se questo è così, allora dovremmo percepire questo fenomeno anche sulla terraferma e sulle montagne”. – Ma Io dico che questo non è così. Si dilatano forse la vostra testa, le vostre mani e i piedi quando respirate? E voi direte: “No, queste membra rimangono tranquille”. Allora Io vi dico che così possono rimanere ben tranquille anche le parti solide della Terra. Ma affinché ora possiate percepire in maniera più evidente questo fenomeno, allora entrate in una vasca da bagno ed osservate l’acqua che nella vasca vi deve avvolgere con misura, e vi accorgerete certamente che l’acqua salirà un poco ad ogni inspirazione e scenderà con l’espirazione.

21. Ora riflettete per bene su questo; allora vi convincerete molto facilmente che Io so perfettamente come fare affinché la Mia freccia colpisca il centro del bersaglio. Ma se qualcuno dovesse dirvi: “La Luna è la causa della bassa e dell’alta marea!”, allora domandategli come possa la Luna, quando si trova al lato opposto, in virtù della sua forza d’attrazione, causare un’alta marea direttamente sul lato della Terra ad essa voltata (parte opposta)?

22. Chi potesse e volesse sostenere questo, sarebbe ancora al di sopra del tiratore scelto che voltò le spalle al bersaglio e colpì per caso un albero di fronte, invece di questo. Oppure: a chi potrebbe venire in mente, se sta in una vasca da bagno, sostenere che l’acqua sale o scende perché parecchie klafter sopra di lui è sospesa una mela ad una corda, alla quale uno sfrenato ragazzino ha prodotto un’oscillazione? Costui, non dovrebbe guardare piuttosto sul suo ventre, da dove gli dovrebbe divenire, per usare un’espressione scientifica, “empiricamente” chiaro che non è la mela, bensì solo il suo ventre a provocare il sali e scendi dell’acqua?

23. Ebbene, così avremmo spiegato abbastanza chiaramente questo fenomeno, ma come già detto, tutto questo è soltanto un avvenimento esteriore che, considerato con gli occhi dello spirito, non sembra così com’è da vedere con gli occhi della carne. Bensì qui il polo positivo è: l’elemento spirituale, e il polo negativo: l’elemento naturale. Il polo positivo è: sostanza; e il polo negativo: vaso ricettore. Il positivo è: interiorità; e il negativo: esteriorità. Il positivo è uguale all’Amore ed alla Sapienza e il negativo uguale alla Misericordia e alla Grazia. Ora se il negativo non esistesse, allora l’Amore e la Sapienza non potrebbero rivelarsi che in se stesse.

24. Perciò gli esseri sorsero dalla Mia Misericordia, e gli esseri sono la Mia Misericordia stessa, e questa Misericordia è il vaso ricettore della Grazia Mia. Dunque, se non ci fosse l’Amore, non potrebbe esistere anche nessuna Misericordia. Ma poiché esiste l’Amore, così esiste anche la Misericordia. E così tutto esiste, vive e vegeta quale Misericordia proveniente dal Mio Amore!

25. Se ora volete sapere che cosa è la nutriente polarità positiva, allora Io vi dico: questa non è altro che il Mio Amore.

26. La Misericordia procedente da questo Mio Amore ha formato gli esseri per l’accoglienza dell’Amore proveniente da Me. E l’Amore nutre continuamente gli esseri e forma, sulla via del loro eterno ordine, un essere dopo l’altro, un essere per l’altro ed un essere dall’altro, e prepara così una graduatoria di vita sempre più perfetta, affinché l’Amore si possa rivelare continuamente in misura sempre più grande nella sua infinita Misericordia e, per così dire, sia in grado di contemplare Se stesso nella Sua Infinità sempre di più e diventi sempre più vivente.

27. Perciò tutto è disposto così ed accade così secondo l’Ordine Mio, affinché un giorno la morte venga annientata completamente e l’intera Infinità diventi un eterno perfetto Contenuto della pienezza di Vita proveniente da Me e in Me!

28. Ciò che Io ho comunicato ora, ponderatelo molto bene nel vostro cuore! Poiché anche se finora vi ho già comunicato e rivelato qualcosa di grande, non vi ho ancora permesso in nessuna parte di guardare profondamente nel Piano del Mio eterno Amore e Sapienza, proprio come adesso.

29. Perciò ancora una volta: “Prendete bene a cuore ciò che è stato detto qui!”. Poiché vedete, all’inizio vi ho fatto sorgere il desiderio, ed Io sapevo perché! Se avessi tenuto nascosto, dinanzi ai vostri occhi, nel Mio sacco soltanto una semplice pera, allora non vi avrei tenuto sulla corda così a lungo. Soltanto che questa volta ho tenuto nascosto un ricco tesoro, e perciò Mi sono anche fermato un po’ per rendervi con questo una gioia tanto più grande; nello stesso tempo però anche per lasciarvi sentire in modo molto forte che Io soltanto sono completamente l’unico e il solo vostro affettuoso, vero Padre santo.

30. Amen! Questo dico Io, il vostro amorevolissimo Padre santo. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 27

Visita alla Kleinalpe

 

 

25 ottobre 1840

(“Le grandi diarie”)

 

1. Il 25 ottobre 1840, col tempo piovoso, J.L. – K.G.L. – S. – Andr. ed Hans. H. andarono a Űbelbach e verso mezzogiorno, sotto un nevischio e vento gelido di ponente, si recarono ai piedi della Kleinalpe.

2.  Al punto dove l’Alpe apparve, si mostrò, in un nebbioso firmamento, il Sole come un pallido disco lunare, e divenne un po’ alla volta sempre più luminoso. Qui e là il cielo divenne azzurro e smise di nevicare. Anche il gelo e il vento diminuirono.

3. Un gioioso sentimento s’impadronì dei viandanti.

 

 

[indice]

۞

Cap. 28

Chiarimento spirituale sulla visita alla Kleinalpe

(La parabola del gran re)

 

 

29 ottobre 1840

 (giovedì dalle 14,45 alle 17,30)

 

L’amorevole Padre santo ha dato oggi attraverso il Suo servitore quale “Diaria”[30] quanto segue:

(scriventi: K.G.L. – Andr. ed Hans. Hutt.)

 

(“Le grandi diarie”)

 

1. Dopo che l’incarico (della visita alla Kleinalpe) è stato pressappoco adempiuto, voglio anche mantenere la Mia promessa ed aggiungervi una assai buona “indennità di viaggio”.

2. Già durante il vostro viaggio di andata vi dovete essere accorti, anche se non troppo, di certo un poco, delle nebbie costantemente ascendenti, poi avrete osservato che queste nebbie cominciavano a formarsi per lo più a metà di un monte e raramente arrivavano oltre la sua cima. In secondo luogo vi sarete accorti, soprattutto quando avete lasciato Murboden e vi siete incamminati all’interno verso il ben noto borgo con il nome “Űbelbach”, del fatto che avete visto questa valle circondata sia a sinistra che a destra da colline di altezza quasi uguale, come anche per lo più di forma uguale, e che queste colline sono coperte da ogni genere di ben note specie di alberi, erbe e cespugli dai piedi fino alla cima ed appaiono spoglie solo in quei punti dove l’attività dell’uomo ha denudato. Inoltre avete ancora scoperto che la valle, in modo simile come molte altre valli del genere, forma diverse svolte. E se avete osservato qua e là fugacemente la roccia, avrete anche scoperto nella stessa roccia, con poche eccezioni di singoli luoghi, la stessa formazione a lastre come sulla Choralpe, benché qua e là la struttura consiste di interruzioni più larghe che sulla Choralpe.

3. Se ancora avete osservato il ripido pendio abbastanza uniforme dei monti, allora dovete aver notato in questo anche una certa conformità, spesso però vi sarà saltato agli occhi in modo ancora del tutto particolare la forma piramidale dei colli. E quando col tempo abbastanza burrascoso avete raggiunto l’altezza per vedere la parte più alta della Kleinalpe stessa, allora vi soffiò contro un lieto, fresco vento, portandovi in viso alcuni leggeri fiocchi di neve, e poco dopo vi si mostrò all’improvviso il Sole, e dopo il suo apparire tutte le nebbie intorno al centro del monte vennero dissipate, così che avete potuto osservare completamente tutto il necessario per gli scopi prestabiliti.

4. Ebbene, queste sono le cose materiali che avete osservato. Sennonché, Io fin dal principio vi avevo anche anticipato che avreste provato certi sentimenti che fino allora vi erano ancora sconosciuti. Ora vi domando: “Avete percepito qualcosa anche di questo?”. Sì, dico Io, poiché quando prometto qualcosa, mantengo anche puntualmente la Mia Parola. E allora vi dico: “Voi avreste sentito ancora di più, se foste rimasti nei vostri sentimenti!”. Soltanto, che qui devo farvi notare un errore esistente generalmente negli uomini, a causa del quale essi si privano di una grande beatitudine nell’aldiquà, e questo errore consiste nel fatto che se gli uomini si aspettano qualcosa di straordinario, allora le loro aspettative li eccitano così tanto che in questo modo, in seguito a questa attività di attesa, tutto il magnifico e sublime che accade in loro viene lasciato inosservato, mentre i loro sguardi, gli orecchi e tutti gli altri sensi vogliono abbracciare in lungo e in largo con lo sguardo, e sentire, se fosse possibile, perfino l’Infinità.

5. Vedete, questo è stato anche presso di voi un piccolo errore. Voi avete rivolto i vostri sguardi a cose straordinarie esteriori, ed avete atteso, per così dire, che un tale sentimento summenzionato, simile ad un uccello invisibile, avrebbe dovuto volare dentro di voi e poi produrre in voi certi magici effetti. Perciò ricordatevi per una prossima volta questa piccola parabola:

6. «Un giorno un grande re andò in una città straniera. Tutto il popolo gli andò incontro fin molto lontano dalla città, per vedere qui il grande re e il suo magnifico ingresso. Il grande re però, in generale, non era amico dello sfarzo così maestoso e grandioso. Egli scese ancor lontano dalla città dalla sua carrozza dorata e prese a nolo un insignificante carro, ordinò al suo seguito di corte un’andatura lenta, mentre egli proseguì in fretta verso la grande città quasi vuota per causa sua, su questo carro poco appariscente senza essere notato da tutti gli uomini che gli correvano incontro. Quando vi giunse, volle rinfrescarsi un poco. Andò da una locanda all’altra e le trovò tutte vuote, finché alla fine entrò in una piccolissima taverna, dove gli venne incontro un servitore piagnucolante e gli domandò, quasi indignato, che cosa egli volesse. Il grande re gli chiese dapprima la causa del suo triste risentimento. E il servitore rispose di essere triste perché non aveva potuto andar fuori anche lui per vedere il grande re. Tuttavia il re gli rispose che, se si trattava soltanto di questo, allora doveva essere molto contento, poiché egli sarebbe stato certamente il primo di tutta la città a vedere il grande re. Questo, il povero servitore, non lo volle per nulla credere. Ma il grande re così parlò: “Se tu sarai il primo a vedere il grande re, allora ti dovrà toccare in sorte una grande ricompensa; al contrario però, avresti da soffrire una punizione ugualmente considerevole per la tua incredulità”. E mentre loro erano occupati nella conversazione sul vedere o non vedere il re, la popolazione cominciò a ritornare nuovamente in città, e ad essa seguì alla fine anche il trionfale seguito regale e precisamente senza re. Ora il povero servitore domandò: “Dov’è dunque il re, affinché io corra da lui e lo veda per primo?”.

7. Ma il re disse: “Se tu volessi cercare il re nella ressa, allora non sfuggiresti alla tua punizione, poiché vedi, tutto il popolo che è corso fuori lo avrebbe già visto molto prima di te! Ma ora guarda qui, noi stiamo nel piccolo ingresso della casa, e non un uomo ci ha ancora degnato di uno sguardo; poiché gli occhi di ciascuno sono rivolti allo splendore del seguito regale e aguzzano la vista per vedere il re! Ma ora guarda me!”. – E il povero servitore fece come gli ordinò il grande re. Ma costui non sapeva cosa ciò dovesse significare. E cominciando a guardare il suo uomo a bocca aperta, si accorse del fatto che il magnifico seguito trionfale si era schierato davanti all’ingresso della sua taverna e cominciava a salutare il grande re. Solo allora il povero servitore si accorse che quest’uomo era il grande re stesso, ma si pentì anche subito del tempo perduto, nel quale egli aveva aspettato il grande re con i suoi sentimenti fuori della città, mentre il re era completamente presso di lui e si lasciava servire da lui».

*

8. Vedete, proprio così è anche con voi il caso! Mentre aspettavate il re fuori della città nel grandioso sfarzo inaspettato, egli ha mandato a monte con un piccolo colpo le vostre aspettative troppo elevate e si è preso la libertà, mentre attendevate ardentemente il mormorio dell’invisibile uccello del sentimento, di introdursi di nascosto come un ladro nel vostro cuore e discutere lì col vostro spirito, per breve tempo, senza che voi ve ne rendeste conto. Tuttavia ho lasciato percepire in voi la Mia presenza con un lieve, trasfigurante presentimento.

9. Così ora la parte principale di questo compito sarebbe dunque assolta, poiché vi ho mostrato che ho mantenuto fedelmente la Mia Parola, benché non siate riusciti ad adempiere le condizioni stabilite nella premessa, cosa che veramente non poteva essere così semplice, perché in primo luogo voi siete uomini e perciò imperfetti come in una cosa così anche nell’altra, e in secondo luogo perché siete ancora molto deboli e, perciò, senza la Mia costante collaborazione, potete fare poco o addirittura nulla; e in terzo luogo perché voi siete figli Miei. Perciò devo accontentarMi anche con la volontà invece che con l’azione. E vedete, perciò è anche molto facile servirMi, poiché Io, anche per un’ora di metà lavoro, do l’intero salario giornaliero, ma ai figli dono gratuitamente vestiario e pane.

10. Poiché con ciò la parte spirituale che riguarda Me e voi è terminata, vogliamo dare una breve occhiata alla regione!

11. Per ciò che riguarda la formazione delle alpi circostanti, questo vi è già stato mostrato a sufficienza con la presentazione della Choralpe. Come è sorta una simile valle, non avete bisogno d’altro che prendere un pezzo di crosta di pane secco e spezzarlo lentamente dal basso verso l’alto a piacere, in modo che la rottura si trovi rivolta verso l’alto. E quando avrete fatto ciò, con questo è anche chiarito come è sorta una vallata simile, ovvero le potenze di fuoco sotterranee, a voi già note, sollevarono la crosta rocciosa piuttosto spessa. Questa crosta si ruppe in più parti formando una faglia, e lungo la vallata, la faglia continuò a formarsi senza interruzioni.

12. Ma poiché una tale faglia procedette allo stesso tempo verso l’alto, ne risulta da sé che, verso l’interno, ai due lati della faglia centrale, dovettero aver luogo due faglie laterali. Qui e là le parti laterali franarono in un certo senso ancora più profondamente a causa delle lastre rotte, qui e là però si sostennero a volta, a seconda delle circostanze di come era avvenuta la fenditura interna, se era a verticale oppure inclinata. Che col tempo, in parte attraverso il dilavamento della roccia più tenera, in parte attraverso l’espulsione di fango e di lava dai crepacci e dalle fenditure, in parte attraverso il sedimento di differenti sorgenti minerali, queste fratture scoscese siano state riempite di pietre e siano state ancora smussate ed arrotondate dalle acque esistenti da lungo tempo sulle stesse, come siano state ricoperte anche con ogni genere di terriccio, vi dovrebbe essere diventato già abbastanza chiaro dalla precedente comunicazione, anche se non completamente.

13. Che però la formazione di questa regione montana sia più vecchia di quasi mille anni rispetto a quella della Choralpe ed ancora di altri importanti monti nella parte inferiore del vostro paese, vedete, questo certo non vi poteva essere noto.

14. Ma voi vi chiederete: “Come si fa a riconoscere una cosa simile?”. La risposta è semplice e chiara! Infatti, quanto più un qualsiasi strato di pietra di una montagna è compatto e quanto più appare spezzato e mescolato con calcare, tanto più vecchia è una tale formazione, poiché porta in sé tracce e contrassegni chiaramente leggibili di scene di grandi distruzioni dei tempi primordiali, contro cui la formazione di tali monti come la Choralpe ed ancora parecchi altri monti uguali ad essa è più fine e più sabbiosa nei suoi tavolati. E poiché la stessa non ha da mostrare in nessun luogo importante dei punti significativi collegati con del calcare, bensì ogni faglia sembra essere una nuova faglia, e in effetti lo è, così anche la formazione è più recente e non può essere chiamata primordiale, ma solo preistorica.

15. La rupe del vostro Schlobberg è più vecchia di quella della Choralpe ed anche di quella della Kleinalpe, e così anche la roccia di altre piccole colline che si trovano nella vostra vicinanza, sebbene la formazione di queste colline sia molto più recente di quella di tutte le Alpi. Ma ciò che la formazione di queste piccole colline ha spesso in più rispetto alle Alpi è questo: che la loro roccia venne portata su violentemente da un punto molto più profondo dell’interno della Terra, che non la roccia delle Alpi.

16. Questa sarebbe ora la formazione naturale di questa montagna, di cui ancora alcune poche colline piramidali hanno la stessa origine, cosa che da Me vi è stato già reso noto chiaramente nello “Strabengel”. E di monti simili ne esistono molti per ogni dove, specialmente dove trovate presso tali piccole colline del carbon fossile; allora potete essere quasi sempre sicuri del fatto che un tale monte ha per fondamento per lo più un’origine simile, particolarmente dove si trova la cosiddetta lignite, poiché questo fornisce la prova del fatto che qua e là si vede ancora del legno intatto, mentre nella sola corteccia dello stesso sono visibili delle vere carbonizzazioni, le cui carbonizzazioni sono state causate da turbini di fuoco avvenuti in queste foreste. Invece per ciò che riguarda l’antracite, questo proviene in parte ancora dal diluvio di Noè, in parte da eruzioni vulcaniche avvenute successivamente, in parte però anche da frane di montagne e da grandi valanghe di terra che nei tempi primitivi ebbero luogo frequentemente, quindi quanto più in alto giungevano i flutti alle montagne, tanto più le privavano della loro vegetazione.

17. Il motivo per cui tutto questo è avvenuto, vi è in parte già stato annunciato e verrà ancora spiegato in modo assolutamente chiaro con l’intera rivelazione de “La Terra” (1846) e specialmente del suo punto centrale.

18. Tuttavia, per quanto concerne queste nebbie che vi accompagnano, vi ho solo voluto mostrare qualcosa di più grandioso e, per così dire, l’ho scritto sui monti con grandi caratteri gotici come stanno le cose con voi.

19. I ‘piedi’ dei monti erano, cosa che certo avrete notato, generalmente puliti, tale e quale anche la maggior parte delle vette innevate degli stessi. Sennonché, per Me non si trattava dei vostri piedi e delle vostre teste, perciò Io ho fatto sorgere le nebbie proprio nel luogo la cui regione vi sembrava ancora abbastanza nebbiosa, e questa regione è il petto. E man mano che vi siete inoltrati sempre più addentro secondo la Mia Volontà (perché altrimenti non sareste giunti in questa regione), avrete anche notato che le nebbie a poco a poco diminuivano sempre di più ed i petti dei monti diventavano liberi mostrando in modo molteplice una ricca vegetazione. Quando vi siete inoltrati ulteriormente, avete visto perfino un petto di un monte completamente verde, il cui scopo era quello di mostrarvi, che più la Mia Volontà viene eseguita, tanto più vivente diventa anche la speranza. E quando siete arrivati completamente alla quota stabilita tra tempesta e nevischio ed avete abbandonato quasi ogni speranza di vedere e sapere qualcosa secondo la Mia Volontà, vedete, allora Io, per amore della vostra perseveranza, feci spuntare il Mio Sole attraverso la cortina nuvolosa, per illuminarvi e rischiararvi la regione. Con questo ho voluto mostrarvi e farvi capire che Io vengo proprio quando meno ve lo aspettate. Che il Sole non si sia fatto vedere da voi in modo completamente chiaro, bensì soltanto sotto un costante leggero nevischio, ho voluto dirvi come stanno ancora le cose con il vostro amore. Se esso si scalderà sempre di più, allora si schiarirà certamente anche il Sole dello spirito, nei cui Raggi riconoscerete molto facilmente le vostre ombre. Ma quale significato abbia l’ombra, questo Io non ve lo dico, perché lo dovreste sapere già da voi stessi.

20. Infine avrete ancora notato, quando siete tornati a casa nella nottata molto nebbiosa, che alcune volte lampeggiava. E l’oscurità della notte era così ben illuminata che ve ne siete meravigliati, ed avevate anche ragione di meravigliarvene. Infatti, con questo Io vi ho voluto dire di proposito quali sono le effettive condizioni nel vostro petto, di cui potete anche essere molto contenti e pieni di gioia, vale a dire che la notte della vostra vita è già diventata illuminata così come la notte del vostro ritorno, poiché anche dietro le montagne della vostra conoscenza, attraverso le nebbie, ha cominciato un poco a lampeggiare.

21. Perciò riflettete bene su questo viaggio! Infatti ve l’ho ordinato Io, per delinearvi nella grande natura una fedele immagine di voi stessi.

22. Vedete, queste sono le ‘diarie’ promesse, le quali valgono più di un sole pieno d’oro. Poiché sono molti coloro che guardano con i loro occhi la natura a bocca aperta, ma sono pochi coloro che trovano se stessi nella medesima.

23. Amen! Questo lo dico Io, il grande Donatore di diarie! Amen!

 

[indice]

۞

Cap. 29

Sul servitore Lorber e su un nuovo ‘discepolo’

Lode alla mitezza

30 ottobre 1840

(“Le grandi diarie”)

 

1. Per la prossima Domenica ho l’intenzione che voi tutti vi raduniate già alle otto del mattino, nella cui occasione vi spiegherò dettagliatamente tutto ciò che avete osservato durante questo viaggio come continuazione delle ‘Diarie di viaggio’, in modo che la Comunicazione di ieri sia da considerarsi solo come un semplice indice. Ma beninteso, un linguaggio facile così come l’ho utilizzato nell’indice non lo userò lì, poiché ieri, l’uno o l’altro ha potuto pensare tra sé che dire qualcosa del genere sarebbe stato possibile anche al Mio servitore, che invece è soltanto un poveretto, il quale non sa niente se non quello che riceve da Me. Questo, lui lo sa. E infatti, egli non parla per sua iniziativa e neanche lo può fare, perché ha molta meno conoscenza scientifica di ognuno di voi. Proprio per questo egli è per Me uno strumento assai idoneo, perché nella sua testa non c’è dentro quasi nulla, ma nel contempo c’è tanto di più nel suo cuore che soltanto Io posso adoperare, poiché nello stesso non c’è memoria alcuna, ma ben un ricordo dell’amore in Me e per Me, e in questo ricordo la contemplazione di ciò che Io voglio e dico. Questa è la giusta condizione dell’uomo. La condizione delle ‘teste intelligenti’ è invece completamente rovesciata e ‘spesso’ non è nient’altro che un sogno assolutamente inutile di un cervello malato, innaturalmente usato. Quindi non userò la parola in modo così semplice. E il vostro intelletto non potrà mandarlo giù, ma tanto più se ne rallegrerà il vostro cuore.

2. Quando però questa Comunicazione sarà alla fine, allora K.G.L. potrà fare una prova a quattr’occhi con l’uomo [nuovo], senza tuttavia dire più di quanto qualcuno sia in grado, grazie alla vista interiore ed alla percezione letterale, senza avere alcuna preparazione ed altra formazione scientifica, di fare su richiesta, per iscritto o anche verbalmente, delle vere comunicazioni su ogni oggetto.

3. Quest’uomo è colui cui voi tutti avete già pensato, il quale, quando viene afferrato in modo avveduto, può diventare un utilissimo operaio nella Mia Vigna. Eppure alla sua libera volontà non dovrà essere fatta la minima costrizione, bensì deve assaporare a pezzettini il Pane della Vita, e presto comincerà ad averne molta fame. Inoltre egli non deve subito fare conoscenza con il Mio servitore, bensì solo quando la sua fame è diventata sempre più grande. E se gli verrà anche la sete per l’acqua vivente, solo allora gli devono essere aperti i fogli (scritti) del Mio grande “Governo della Mia Famiglia”[31] e così anche le “Parole supplementari”. Allora diventerà già un vero uomo e Mi ritroverà dove egli meno se lo aspettava. Ma quando dirà che ci sono parecchie cose molto strane in queste Mie Comunicazioni e che non vi regni nessun ordine[32] e nessun sistema, allora gli dovrete far notare che il Mio Ordine e il Mio Sistema sono completamente diversi da quelli degli uomini, i quali contano uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette, otto, nove, dieci, ma ciò nonostante non pensano che ognuna di queste cifre è soltanto un segno di demarcazione di una infinità. Ma ciò che sta fra l’uno, il due e il tre e così via, questo essi non lo immaginano! Io però possiedo e conosco il vero Ordine e perciò non dico uno, due e così via; perché prima che non sia colmato l’infinito abisso tra l’uno e il due, non si può procedere al tre.

4. A chi è noto l’inizio, il centro e la fine di tutte le cose? Io però sono l’Alfa e l’Omega e sono l’eterno Punto centrale stesso di tutte le cose. Per questo il Mio Ordine è anche quello giusto, poiché Io stesso sono l’Ordine eterno, e quando il nuovo uomo Mi ritroverà, allora gli diventerà chiaro anche il Mio Ordine e il Mio Sistema.

5. Se qualcuno però non potesse comprenderlo, costui deve soltanto osservare la Terra e la sua vegetazione! Allora gli sembrerà che ogni cosa cresca disordinatamente ‘tutto sottosopra’, e se alzerà il suo sguardo al cielo, non scorgerà qui le costellazioni come se fossero state, in un certo senso, spruzzate lì con leggerezza da qualcuno con un pennello fosforescente? Eppure Io dico: “C’è dappertutto l’Ordine più grande! Crescono erbe mediche e velenose in un posto, come anche cardi in mezzo al frumento, e tuttavia esiste ovunque l’Ordine più grande!”.

6. Così anche il muratore getta il suo sabbioso calcinaccio tra le pietre che egli ha posato, e si cura poco della posizione di ogni singolo granello di sabbia. Eppure, Io dico che nella posizione dei granelli di sabbia nel calcinaccio, esiste più ordine che nell’intero edificio. Gli scienziati sicuramente diranno che una simile asserzione sconfina nell’insensatezza, laddove, non sia l’insensatezza stessa. Vedete, se ogni uomo considera questo solamente un poco, allora un po’ alla volta ci riuscirà. Ma per riuscirci ci vuole intelligenza, molto amore e mitezza! – Ascoltate! – Specialmente, molta mitezza!

7.

Nella mitezza vi dovete comprendere,

tramite la mitezza sussurra un soffio santo,

solo la mitezza ergerà forza,

poiché questa non rimprovera mancanza.

   E così anche tutto attraverso di essa può sussistere

   dove essa vien posta nella costruzione per fondamenta,

   stringerà un solido legame.

Questo do Io, Padre vostro, adesso per lezione

vi rendo noto tutto cari figli Miei;

e poiché ognuno lo ha ben compreso,

dico “amen!” tramite la bocca del servitore.

 

 

[indice]

۞

Cap. 30

Insegnamento delle rispondenze

Il mondo esteriore come scuola dello spirito

 

Domenica di tutti i Santi, il 1° novembre 1840

 (dalle 8,30 alle 12,30 del mattino)

(scriventi: K.G.L. – Andr. ed Hans. H.)

 

(“Le grandi diarie”)

 

1. Prima di procedere alla particolare chiarificazione di quanto menzionato nella precedente Comunicazione, è necessario farvi notare un errore che tiene prigionieri così tanti uomini e fa perder loro, spesso perfino con violenza, una buona parte della loro beatitudine terrena come anche della loro futura. Quest’errore consiste nel fatto che gli uomini, quando è stato donato loro davvero molto, sono spesso dell’opinione di avere tutto; altri ancora sono dell’opinione di non avere ancora ottenuto nulla, e (perciò) somigliano ad una botte bucata, nella quale si attinge invano. Infatti, se qualcuno credesse d’aver tutto, quando gli ho donato l’Infinito, come potrei poi dargli ancora di più? Vedete, secondo i concetti umani questo suonerebbe veramente un po’ strano, e di conseguenza qualcuno potrebbe a ragione dire: “Se l’Infinità mi è diventata fedele, che cosa dovrei ricevere ancora che fosse di più?”. Questo è veramente giusto secondo l’apparenza esteriore, ma non così secondo la verità interiore proveniente da Me, poiché Io non sono soltanto il Signore dell’Infinità, bensì dell’Infinità di infinità, la qual cosa equivale a dire che tutto e ogni singolo, poiché proviene da Me, racchiude in sé l’infinito, poiché Io, quale l’eterna Causa prima di tutte le cose, sono infinito in tutto e in ciascuno.

2. Se un qualunque uomo avesse compiuto un’opera, per quanto grande essa fosse, sarebbe comunque un’opera finita, perché il suo autore è un essere limitato. Invec, se Io chiamo all’esistenza l’opera più piccola, ed anche se essa è, secondo il suo volume esteriore, finita e strettamente limitata da tutti i lati, è comunque infinita secondo il suo essere interiore, poiché racchiude in sé già l’Infinito della sua specie.

3. Vedete, per questo motivo anche gli uomini sbagliano quando hanno ricevuto davvero molto, cioè dell’Infinito proveniente da Me, e poi credono anche di avere già tutto, perché in questo modo l’infinito non è certo ancora il tutto.

4. Invece al contrario si manifesta un’evidente ingratitudine in coloro che, quando hanno già ricevuto davvero molto, cioè dall’Infinito proveniente da Me, credono continuamente di non avere ancora nulla. Questi uomini non hanno ancora la minima idea del valore interiore delle cose. Essi le contano solo secondo il loro volume esteriore, e si curano poco o niente affatto del prezioso essere interiore delle cose, ma così facendo non riflettono sul fatto che il guscio della noce non è commestibile, mentre lo è solo il frutto oleoso interno. Tali uomini sono avari e raggranellano tutto il possibile, e nonostante tutti i loro numerosi averi, patiscono la fame come quel taccagno molto rattrappito, il quale presso le sue botti piene d’oro rosicchia una mollica di pane secco, e perfino in questo suo rodere pensa ancora se non sia un peccato che egli consumi questa mollica di pane, poiché forse poteva esserci ancora qualche uomo che gli avrebbe potuto offrire, nella sua fame da lupi, volentieri un centesimo per un tale pezzo di pane.

5. Ebbene, poiché qui abbiamo imparato a conoscere due estremi, allora si domanda: “Che aspetto ha la giusta via di mezzo?”. Ovvero: “Come dev’essere, affinché sia giusta dinanzi a Me?”

6. Allora Io vi dico: “La giusta via di mezzo deve essere una via veramente infantile, la quale non giudica secondo la misura del dono, ma secondo il bisogno dello stesso e lo accoglie sempre con gratitudine, qualsiasi cosa il padre doni!”. Un fanciullo retto è allegro, grato e soddisfatto di ogni dono che riceve dalle mani del padre buono, e non ha bisogno di niente oltre al ricevuto, perché egli sa che il padre gli darà sempre quanto ha bisogno. Infatti egli sa che il padre è molto ricco ed è in grado di provvedere molto bene al figlio in ogni tempo, e anche questo figlio non sarà insoddisfatto del dono, poiché è sempre stato saziato a sufficienza; e poiché il padre nello stesso tempo è anche un padre molto saggio, allora egli dona al figlio sempre, anche soltanto quello e quanto gli serve per tutto il tempo.

7. Vedete, questo è l’aspetto della ‘giusta via di mezzo’. Così anche voi dovete trovarvi in questa giusta via di mezzo, e non dovete pensare di aver ricevuto tutto. Piuttosto, dovete pensare di aver ricevuto ancora troppo poco o proprio nulla, vale a dire, in confronto a quello che voi potete ancora ricevere da Me e riceverete, se rimarrete riconoscenti nella giusta via di mezzo. Nondimeno, dovete essere uguali al figlio menzionato, il quale è sempre soddisfatto e felice, poiché conosce bene il padre suo. Se anche voi Mi riconoscerete come il Padre migliore di tutti nel vostro cuore, allora sarete tutti veri figli di Uno e Lo stesso Padre santo e magnifico, che sono ora qui presente in mezzo a voi e vi dono questo nella penna attraverso la debole bocca del servitore.

8. Ebbene, dopo questa necessaria riflessione preliminare, deve ancora seguirne un’altra che è altrettanto necessaria ed importante, come lo è la discussione supplementare che deve aver luogo dopo questa riflessione.

*

9. Nella comunicazione precedente Io ho detto che dovete essere nuovamente elevati ad un gradino superiore. E questo gradino vi deve essere dato ora pienamente in questa seconda riflessione.

10. Vedete, di sera milioni di esseri umani coricano le loro membra sul giaciglio, e di nuovo, milioni di esseri umani al mattino seguente si alzano con le membra riposate, alcuni per il solito lavoro quotidiano, altri per il solito ozio quotidiano. E così si alzano migliaia di uomini, e di queste migliaia ognuno progetta qualcosa di diverso. Ma di questi uomini che si sono alzati, non ve n’è uno che si sia alzato come avrebbe dovuto, poiché ognuno ha trascurato completamente i fenomeni del mattino come anche del giorno che segue, ad eccezione del solo caso in cui qualche violento temporale lo abbia reso di malumore disturbando i suoi affari, oppure se un fulmine vicino, sfracellando un albero con il suo possente tuono rombante non gli avesse sussurrato un poco nell’orecchio: “Ascolta una buona volta, tu debole, affaccendato uomo! Se io, il fulmine fulgente, fossi venuto vicino di trenta braccia alla tua debolezza, allora in un colpo solo tutti i tuoi progetti mondani sarebbero andati a monte!”. Sennonché, in questo caso l’uomo è come un passero che si dondola su un ramo di salice: se lo sparo fallisce, allora se ne vola via cinguettando spaventato, come volesse dire con questo impaurito cinguettio: “Questo è stato certo un pericolo di morte! Io voglio fuggire questa zona, e mai il cacciatore dovrà trovare con il suo fucile il lontano ramo sul quale voglio nascondermi molto bene!”. Ma ecco che non molto tempo dopo, lo stesso passero si posa nuovamente sul ramo sul quale ha percepito la violenta voce della morte. Così lo sono anche gli uomini! Un pericolo rimane il loro maestro solo finché esso dura come tale. Quando è passato, allora tutto è finito! L’uomo ritorna alla sua vita quotidiana e rimane il medesimo uomo cieco come lo era prima, e somiglia ad un sordo-cieco in un teatro, il quale ci va senza né vedere né sentire qualcosa. Infatti, anche il mondo è un grande teatro nel quale vengono rappresentate innumerevoli scene ad ogni attimo, di cui ognuna è di valore infinito.

11. Chi qui non è sordo né cieco, costui di certo vi troverà un vano piacere. Ma chi è sordo e cieco, costui somiglia ad un polipo che si è stabilito in una tetra palude del mare e non sente nessun altro bisogno se non quello di divorare con mille bocche.

12. Se invece voi, al mattino, vi svegliate, osservate allora con cuore attento le cose intorno a voi! Abbiate cura dei vostri sentimenti, i quali appaiono continuamente modificati anche già quando una sola nuvoletta nel cielo cambia la forma precedente, anzi cambia nuovamente non appena volgete il vostro sguardo in qualche (altro) paesaggio del mondo.

13. Al mattino percepite in un modo, e la sera in un altro. E quando spira un venticello gradevole, non diventano i vostri sentimenti sereni ed amabilmente agitati? Quando soffia un vento caldo del sud che spinge magnifiche masse nuvolose attraverso il cielo azzurro e vedete gli uccelli dell’aria svolazzare allegramente gareggiando nelle forti onde dello stesso, allora non vengono risvegliati i vostri sentimenti e disposti eroicamente, al punto che spesso allargate le vostre braccia come ali per sollevarvi come gli uccelli nell’ondeggiante aria calda e, coraggiosi, lottate qui, come gli uccelli con le due ali, contro tali correnti alquanto violente del vento del sud? Invece, quando comincia a soffiare un vento umido dall’est oppure un violento vento dal nord, allora voi diventate molto afflitti nei vostri sentimenti e vi ritirate indietro con modestia da questi inclementi, molto impetuosi venti. E quando si alza l’alto vento dall’ovest, allora guardate in alto e i vostri occhi si deliziano a contemplare le formazioni delle nuvolette a pecorelle e i vostri sentimenti si allargano sempre più sotto l’ampia volta del cielo intessuto di bianco ed azzurro. E i vostri sentimenti, non diventano completamente diversi, quando nel sereno mattino vi viene incontro, dalle nuvolette rosse dell’aurora, un fresco venticello mattutino? Dunque: quando assistete ad un qualunque fenomeno da qualsiasi parte stiate viaggiando e in qualsiasi attività siate occupati, fate ben attenzione a qualunque manifestazione per quanto insignificante, e di certo vi renderete conto in ogni tempo di come i sentimenti si modificano sempre, anzi spesso così tanto, che quando entrate nuovamente nella vostra propria stanza, vi sembrerà come se entraste per la prima volta, oppure tutto nella stessa vi sembrerà un po’ strano.

14. Chi di voi non dovesse ancora aver mai percepito questo perché non gli è stato mai fatto notare, allora si sforzi solo una volta e vada a piedi o con qualche mezzo alla distanza di due sole ore di cammino da qui verso sud, per esempio verso il cosiddetto “Feldkirken” oppure “Strabgang” oppure “Fernitz”, e poi torni nuovamente indietro e annoti i sentimenti che si sono impadroniti di lui quando è rientrato nella sua stanza. Il giorno seguente però faccia il viaggio in condizione contraria, poi ritorni e faccia la stessa cosa nella sua stanza, e noterà certamente un’enorme differenza nei suoi sentimenti.

15. Perciò ora vi chiedo: “In che cosa sta dunque il motivo di questi fenomeni?”. – La risposta a questa domanda è la vera leva per un gradino superiore. Vedete? Così come voi durante una qualunque lezione, a seconda di come era suddivisa la stessa (sia che il suo argomento fosse storico, tecnico, geologico, matematico o religioso), certamente penserete e sentirete sempre diversamente, così qui è tanto più il caso, quando vi muovete nella Mia grande Sfera istruttiva, poiché allora Io parlo costantemente al vostro spirito attraverso tutti i fenomeni suddetti ed attraverso mille altri ancora.

16. Sennonché, come voi già sapete, è difficile predicare ai sordi e ai ciechi, poiché questi sentono al massimo l’odore del cibo, ma che aspetto esso abbia, questo non lo vedono. E allorquando si dicesse loro con che cosa e come è stato preparato, essi non lo sentono perché sono sordi.

17. Vedete, così anche con tutti questi fenomeni, i quali sono innumerevoli pietanze ben preparate per lo spirito! Tuttavia, in queste variazioni di sentimenti sopra citati, voi percepite soltanto l’odore di queste pietanze, ma non le potete vedere, perché anche voi siete ancora altrettanto ciechi. E come esse sono preparate, altrettanto, questo non lo potete intendere a causa della grande sordità ancora esistente.

18. Tuttavia, questo è il gradino più alto: che Io vi dia in questa riflessione preliminare un piccolo unguento per gli occhi, grazie al quale voi potrete un po’ vedere, e precisamente nel vostro cuore, per poi, essere resi capaci di comprendere da questi fenomeni, riflettere con giudizio nel centro dello stesso che cose simili non accadono per se stesse, ma accadono così come un professore non sale in cattedra per se stesso, ma a causa dei suoi scolari! Infatti, ognuno di questi fenomeni non è altro che un limpido specchio disposto con una tale abilità, che ogni uomo, per poco che sia risvegliato e non dorma troppo a lungo durante ‘il giorno’, può scorgere nello stesso il suo essere interiore modificato di attimo in attimo, come anche il quadro complessivo di tutti gli uomini e di ogni singolo in rapporto alla totalità.

19. Anzi, egli può scorgere nello stesso l’intera situazione dell’Inferno, del mondo degli spiriti redenti ed irredenti, come anche nella base più interiore di questo specchio il Cielo e tutto quello che è del Cielo. Ed egli, in tutto questo, può scorgere nello stesso nelle potenze infinite, poiché Io stesso, quale Concessore ed Interprete di tutto, come già detto, sono infinito.

20. Quando perciò in futuro vi capiterà di andar fuori, non considerate nessun fenomeno così insignificante da non esser degno della vostra attenzione. E credetelo, che Io non dico troppo quando faccio notare a voi stessi il più piccolo mutamento di un pulviscolo solare ed anche l’incessante sgambettare di qualsiasi minuscolo insetto, poiché anche questo non è senza importanza[33] per la ragione che non viene osservato o considerato da nessuno [essendo quest’insetto attivo solo in un modo che riguarda Me solamente], ma così non è quando i vostri occhi incontrano qualcos’altro. Infatti, allora un pulviscolo solare, come pure un acaro ed un qualunque fumo denso uscente da un camino, viene consacrato da Me come ‘un apostolo’ per l’osservatore, e si presenta in quell’attimo dinanzi ai vostri occhi come un maestro ben istruito nel Nome Mio.

21. Vedete, questo è il ‘gradino più elevato’ che vi ho promesso! Perciò già nella Comunicazione precedente Io vi ho detto preventivamente: “Ci sono molti che guardano a bocca aperta i fenomeni della natura, proprio così (come usate dire voi) come la mucca guarda un portone nuovo. Ma ce ne sono straordinariamente pochi che ritrovano se stessi nei fenomeni della natura”.

*

22. Nella notte precedente, quando vi siete recati, secondo la Mia riconosciuta Volontà, nel luogo stabilito della Kleinalpe, come voi sapete ha piovuto assai forte, così come ha pure molto nevicato sulle montagne. Questo è stato per voi un fenomeno completamente naturale. E non c’era nessuno tra di voi al quale sarebbe venuto in mente che questo è successo a causa vostra, anzi non soltanto a causa vostra, bensì a causa dell’intera umanità; anzi non a causa soltanto dell’intera umanità, bensì a causa dell’intera Creazione; anzi, non soltanto a causa dell’intera Creazione, bensì a causa dell’Inferno intero; e non soltanto a causa dell’Inferno intero, bensì a causa del redente ed irredente mondo degli spiriti; e ancora: non soltanto per questo, ma anche a causa del Cielo intero; ma pure: non soltanto a causa del Cielo intero, ma anche a causa Mia e vostra!

23. Allora voi e ancora molti altri ai quali verrà in mano questa ‘Benedizione’, direte: “Questo lo comprenda chi vuole e chi può, perché noi di certo non lo comprendiamo! Come può essere, infatti, che uno sia per uno soltanto e pure nello stesso tempo non per uno soltanto? E come può essere che sia uno e pure non è uno? Questo se lo spieghi chi può e chi vuole, poiché chi ha una mela, costui non può avere più di una mela!”

24. Questo è vero, dico Io, ma è altrettanto vero che colui che è cieco non vede niente, e il sordo non sente, e perciò non può neanche comprendere come uno possa essere nello stesso tempo molti e così anche viceversa, e né può comprendere come un’immagine possa essere completamente somigliante ad un uomo e nello stesso tempo però possa anche servire ad immagine e somiglianza di tutti gli uomini. E ancor meno può comprendere che ciò che non è, né sembra essere, certo è e può essere tutto, e che al contrario, ciò che è e che sembra essere tutto, in fondo non è nulla, o almeno, diventa nulla.

25. Così sarebbe dunque qui fabbricata una piccola vite intellettuale, nella quale l’intelletto trova sufficiente materia per soffocarsi enormemente. Invece il cuore si rallegrerà di questo, perché da ciò vedrà che la materia esteriore, che sembra essere tutto, in fondo non è nulla, mentre lo spirituale nella materia, che al cieco e al sordo non sembra esistere, alla fine è certamente tutto!

26. Sì, il cuore si rallegrerà quando dedurrà da questo, che alla fine Io soltanto sono ‘Tutto’ in tutto!

27. Così anche questa pioggia è stata un fenomeno molto importante, s’intende da sé, soltanto per l’uomo interiore, poiché attraverso di essa venne mostrata, e precisamente soltanto per voi, una corrispondente potente pioggia di Grazia dal Mio Cielo spirituale nel cuore del vostro spirito. Nondimeno, non soltanto per voi, ma in futuro questa pioggia deve valere per tutti, anzi non soltanto per tutti, ma, come già detto, questa pioggia è venuta anche per la conservazione della Terra, come anche, attraverso questa, per la conservazione dell’intera Creazione, perché voi già sapete che la conservazione della Terra e di tutta la Creazione dipende perfino dalla prima goccia, quando e dove essa cade.

28. Di nuovo però, come già detto, questa pioggia è venuta non soltanto per questa Terra e per la conservazione dell’intera Creazione, ma, per motivi a voi ben noti, è venuta anche, dal punto di vista spirituale, per il rimprovero dell’Inferno completamente ribelle; perché nulla avviene nel mondo dello spirito che non si manifesti nello stesso tempo anche in rispondenza naturale. E così anche in tutta la natura non accade altrettanto nulla senza un motivo sufficiente di rispondenza spirituale. E perciò, se vi rendete conto di questo, allora potete anche già sapere in futuro come e perché tale cosa è accaduta.

29. Ma questa pioggia è venuta ancora non soltanto per l’Inferno intero, bensì per tutto il mondo dello spirito redento e non redento; per il redento come un dono di Grazia spirituale per lo sviluppo nel Mio Amore, e per il non redento come un mezzo di redenzione dalla materia che in questo modo si è ammorbidita; qui infatti ogni goccia è una chiave d’oro per l’apertura di una prigione che dura da molti milioni di anni. Ancora però non soltanto unicamente per questo, ma anche per l’intero Cielo, affinché si liberi e si alleggerisca della sua sovrabbondanza di grazia; ma non soltanto per l’intero Cielo, ma anche per Me, affinché il Mio Amore possa ancora trovare dello spazio più grande per scaturire in torrenti sempre più potenti dal Mio Cuore di Padre; e certamente pure non soltanto per Me, bensì per voi, affinché possiate accorgervi sempre di più, quanto sia oltremodo buono il vostro Padre santo. E così come questa pioggia, anche ogni fenomeno successivo non è stato da meno per quanto riguarda la grandezza di significato. Ognuno infatti era così ben calcolato che non un lembo nuvoloso ha volteggiato invano oltre il pendio di una roccia ripida senza che vi avesse detto:

30. «Vedete, come il grande Amore dell’onnipotente Padre mi porta senza pericolo sull’erto mortale pendio di questa alta roccia, e come l’Amore premuroso proprio di questo grande Padre mi tira fuori della notte del mio eterno carcere attirandomi a poco a poco al Suo grande Cuore di Padre pieno di Luce e Vita; e come io, anche se ancora come una nebbia informe, mi levo sopra questo ripido pendio e non so ancora da dove venga questa grande Grazia, tuttavia io dico ora a voi uomini che state vagando e andate scrutando sotto la mia forma nebbiosa necessariamente triste:

31. “Una volta vi fu pure un tempo in cui a voi le cose andavano come vanno a me ora”. Riflettete su questo! E riflettete anche sul fatto che l’Amore del Padre santo mi farà giungere presto ad essere ciò che siete voi ora per poterLo lodare, poiché Egli fa cose così grandi per le Sue indegne creature, le quali nella loro libertà non hanno voluto riconoscere il grande Amore e l’inconcepibile Mitezza e Affabilità del così grande ed ultra santo Padre!».

32. Vedete, questo è ora un Vangelo di un simile lembo nuvoloso, che voi, se volete prendervi la briga, potete osservarlo in tutti gli ambiti ora a voi noti, e da lì potete salire fino al Mio Cuore, dal quale voi tutti un giorno siete proceduti, e da lì, completamente saturi d’amore, potete nuovamente tornare in voi stessi, e precisamente dinanzi al Volto del vostro Padre santo.

33. In questo vostro viaggio come si sono succeduti i fenomeni, così potete [come vostra via di perfezionamento spirituale] immaginare voi [e il vostro sviluppo spirituale] in quest’Ordine. Così il ciclo di tutto il vostro viaggio è stato proprio questo come ve l’ho appena comunicato, poiché in quel punto in cui avete scorto il Sole, lì eravate come nel Mio Cuore. E da lì siete nuovamente ritornati trasfigurati, saturi del mio Amore segreto, nel quale tutto intorno a voi si era trasfigurato, cosicché il Sole della Mia Grazia vi ha lasciato scorgere perfino la vostra ombra al di fuori di voi, il che vuol dire: come sotto i raggi del Sole l’ombra dell’uomo sulla Terra cade fuori da lui, così cade anche l’ombra, ovvero il male dell’anima, che sono i vostri peccati, sotto i raggi riscaldanti del Mio Amore fuori di voi, poiché [ora] siete riempiti fin nella più intima fibra con l’eterna Luce della Mia Grazia attraverso l’amore per Me.

34. Vedete, questa è dunque la grande ‘diaria supplementare’ promessa, della quale voi certamente non avete avuto nessun presentimento, ma da ciò vedete anche e dovete ben riconoscere che se Io prometto qualcosa, mantengo sempre la Mia Parola nel modo più puntuale. Ora però non dovete ancora credere che Io vi abbia dato tanto da non essere in grado di darvi ancora di più. Dunque, perseverate saldi nel Mio Amore ed esercitate questo in modo giusto anche verso tutti i vostri fratelli e sorelle a seconda del giusto bisogno, allora già quest’anno vi manderò da qualche altra parte[34], e precisamente elargendovi ‘diarie’ ancora maggiori di questa in un qualunque giorno libero dagli affari, nei quali dovrete essere elevati nuovamente ad un enorme gradino più alto, dove vi diverrà chiaro il perché la Terra sia un luogo di miglioramento e delle massime misericorde del grande Padre santo.

35. Vedete, Io ho conservato per voi molti pezzetti di ‘pane’ nell’ampia tasca del Mio Amore. Mangiate solo diligentemente, e non preoccupatevi per il pane quotidiano! Infatti, Io ho così tanto Pane che voi non sareste in grado di consumarlo mai in eterno. E il Mio pane ha ancora la qualità che chi ne ha mangiato anche solo poco, costui già se ne sazia. Nello stesso tempo però, questo pane stimola l’appetito oltre la sazietà, e lo stimola tanto che se ne vorrebbe mangiare continuamente ancora di più. E poi diventa anche sempre più dolce e saporito quanto più se ne mangia e quanto più a lungo lo si mangia. Perciò siate solo assai diligenti nel mangiare il Mio pane, e non preoccupatevi per il vino, perché pane e vino sono tanto per la fame quanto per la sete! Che questo sia così, lo vedrete sempre di più da voi stessi e giungerete così alla fine alla sublime chiarezza di questa verità.

36. Anche se la via qui e là è aspra e rocciosa, non preoccupatevi, perché non dovete andare a piedi, bensì avete e potete mettere, spiritualmente e naturalmente, un coraggioso cavallino dinanzi al vostro carro. E se poi anche qua e là per raggiungere completamente la méta dovete mettere in movimento i vostri piedi, credetelo: a nessuno di voi verranno per questo le gambe storte.

37. Ricordatevi bene di questo! Fate, operate e vivete in tutto e in ogni cosa secondo la Mia Volontà, allora presto anche il vero Sole interiore dissiperà in voi la cortina di nubi della vostra vita e v’illuminerà vivamente da cima a fondo. Amen! Questo lo dico Io, il vostro affettuosissimo Padre santo. Amen!

 

 

[indice]

 

۞

Cap. 31

Sulla vita, amore e morte

Supplemento alla fonte Andritz (del cap. 3)

 

Domenica, 15 novembre 1840

 (dalle 9,30  fino alle 12,45)

Il 13 novembre 1840 di pomeriggio, J.L. - Andr. e Hans. H. si erano recati alla sorgente Andritz e qui si erano trattenuti una mezz’ora, deliziandosi alla quiete e alla limpidezza della sorgente. Dopo due giorni, questo dettato.

 

1. Quello che ti ha detto, quale Mio servitore, la ‘vergine’ [la sorgente] visibile a te solamente, quando tu le hai chiesto in te presso il ponticello se avesse potuto comunicare ancora qualcosa sulla sorgente, questo serva anche qui come una buona introduzione. Vale a dire:

2. «Vi è soltanto Uno, e soltanto quest’Uno può parlare. E quando quest’Uno parla, tutta la natura tace piena di timore riverenziale; perché essa non comprende la parola di alcun essere, salvo le parole di quest’Unico».

3. Vedete, questa è un’introduzione assai buona ed opportuna, poiché niente che sia senza vita può usare un linguaggio, fare un discorso e rispondere in alcun modo ad alcuna domanda, ma Io soltanto che sono la Vita stessa, e quindi, essendo vivente da cima a fondo, posso rendere vivente quel che voglio, e posso dare perfino alla pietra, occhi ed orecchi, una bocca e una lingua sciolta per parlare il linguaggio che è ben comprensibile a Me come anche a colui al quale Io voglio dare la comprensione.

4. Ma poiché, come già una volta è stato osservato, per il vivente non esiste niente di morto, così per Me, quale il più vivente in assoluto, non può esistere nulla di morto e quindi anche nulla che non sia capace di parlare. Infatti, al Mio cospetto deve perfino risorgere la cenere di un corpo bruciato e rispondere ad ogni Mia domanda. Poiché: vi è forse qualcosa nell’intera infinità che non sia proveniente da Me?

5. Ma Io sono dall’eternità, come già detto, la Vita stessa, e Lo sarò anche eternamente. Come potrebbe dunque sorgere dalla Vita qualcosa di morto? Anche se una cosa dinanzi ai vostri occhi è senza vita, non lo è dinanzi agli Occhi Miei!

6. Ed anche se qualcuno è divenuto in sé e per sé morto a causa del peccato, non è certo divenuto morto al Mio cospetto! La prima cosa è ben possibile, ma la seconda è un’assoluta impossibilità. Ma perché questo possa essere afferrato esattamente come una premessa per il dibattito successivo, allora è necessario che voi otteniate una più precisa spiegazione sulla morte e sulla vita stessa.

*

7. Tutto ciò che è proceduto da Me, è proceduto vivente. Ma poiché la Mia Vita è in se stessa l’Amore e la Sapienza nell’Ordine più grande, così tutto doveva anche continuare ad esistere in quest’Ordine, nel quale e dal quale tutto fu costretto ad uscire da Me. Infatti, ciò che non era, non poteva procedere per propria volontà, bensì doveva dapprima essere creato da Me, e poi, come essere creato, uscire fuori da Me mediante la Potenza dell’Ordine Mio, secondo la Mia Volontà.

8. Quando però gli esseri uscirono fuori, allora dovettero essere anche forniti con la facoltà di potersi muovere liberamente secondo l’Ordine Mio, come il fanciullo assume presto un libero movimento con le sue membra appena è uscito dal grembo materno.

9. Finché il fanciullo è ancora fragile e piccolo, viene portato con le dande, ma quando un giorno è diventato forte, allora lo lasciate correre liberamente. E quando è diventato ancora più forte, allora gli date, con l’educazione che si esprime con ogni genere di leggi sanzionate, una direzione che per lo più corrisponde al vostro stesso ordine. Tuttavia, Io metto il caso che un figlio è così cattivo che non vuole adattarsi al vostro ordine ed è continuamente contro lo stesso. Che cosa fareste allora con lui? Io dico che voi lo castighereste, e lo fareste quanto più egli si opponesse al vostro ordine. E quando dopo tutti i vostri castighi, il figlio, nella sua libertà, invece di migliorare, diventasse sempre peggiore ed alla fine diventasse perfino pericoloso per il vostro ordine, allora dite: che cosa fareste con lui? Non direste voi stessi: “Se caccio mio figlio di casa, col tempo ritornerà; e di notte, vendicandosi nella sua malvagità, m’incendierà la casa sulla testa. E allora tutta la faccenda e il mio ordine domestico potrebbero fare una brutta fine. Perciò non voglio cacciar mio figlio di casa, ma gli legherò mani e piedi, lo chiuderò in una stanza con scarso cibo ed aspetterò pazientemente il tempo in cui egli forse rientrerà un giorno in sé pentito, e tornerà indietro all’ordine mio”.

10. Vedete, ciò che voi avreste fatto con i vostri figli, lo stesso ho fatto anch’Io con chi è proceduto da Me. Ma chiedete a voi stessi: “Avete per questa ragione ucciso il figlio al cospetto vostro, avendolo giustamente limitato soltanto nell’abusata libertà?”. – Certamente no! E come voi non avete ucciso vostro figlio, sebbene siate tutti quanti assai cattivi, quanto meno Io, l’eterna Bontà stessa, ucciderò qualcosa che è uscita da Me!

11. Infatti, Io sono vivente, nulla di morto potrebbe uscir fuori di Me; e poiché Io sono estremamente buono ed amorevole, allora nulla può essere ucciso. Ma ora voi domanderete: “Che cosa è dunque ‘morto’ e cos’è ‘la morte?’.”

12. Allora Io vi rispondo: morto in sé e per sé è soltanto ciò che è stato, con buone intenzioni, privato della facoltà di muoversi liberamente contro il Mio Ordine nell’ordine suo cattivo. E la morte stessa di conseguenza è null’altro che una perseveranza in tutto quello che è contrario all’Ordine Mio. La conseguenza di tale perseveranza è poi il vincolante giudizio con il quale ad un essere senza ordine vengono legati mani e piedi e poi gli viene preparata una stanza nella quale la creatura contraria all’Ordine viene rinchiusa finché, rientrando in sé con pentimento, volontariamente ritorni all’Ordine Mio.

13. Ma cosa poi sia la Vita, non ho bisogno certo dirvi di più, poiché, se sapete cos’è la morte in sé e per sé, così la vita si manifesta da sé. Ebbene, poiché adesso avete inteso questo e potete anche desumere da ciò il perché soltanto Io posso parlare e l’intera natura Mi comprende, allora potete anche comprendere che cosa ha detto l’invisibile vergine al Mio servitore presso la sorgente. Ma se voi aveste un figlio così rinchiuso, di cui ho prima menzionato, allora vi domando: “Chi può parlar col figlio ben custodito?”. – E voi direte: “Noi non lo permettiamo a nessuno se non a noi stessi di parlargli, affinché il figlio cattivo, in primo luogo non venga ancor più rovinato di quanto lo sia già da una misericordia intempestiva invocata da qualche bocca ipocrita, e in secondo luogo affinché attraverso la maligna bocca del figlio neanche un qualunque cuore ordinato venga indotto al disordine”.

14. Ma se un uomo sincero verrà da voi e dirà: “Padre, lasciami vedere il tuo figlio ribelle, perché io ho trovato nel mio cuore, nel nome tuo, una buona parola per lui. Perciò lasciami andare affinché possa vederlo e parlargli”. Allora il padre dirà all’amico: “Fammi dapprima sentire la parola, e poi voglio condurti da mio figlio e ti aprirò la sua stanza tenebrosa”. Vedete, anch’Io sono questo Padre! Chi viene a Me con un cuore sincero pieno d’amore e viene a Me nel Nome Mio, allora anch’Io lo riconoscerò ben presto, perché è venuto da Me per amor del Mio Nome, per glorificarLo in sé e in questo modo in tutte le Mie creature. Vedete, a costui Io poi dirò anche: “Vieni da Me, ed Io voglio condurti in tutte le stanze dei Miei prigionieri, mostrarti le loro prigioni e rivelare al tuo cuore la loro malignità, affinché si scontrino con la fedeltà del cuore di chi è a Me devoto e vedano da questo cosa è meglio: se essere amico o nemico dell’Ordine Mio”.

15. Vedete, con questo Io non voglio dirvi altro, se non che a colui che è perfettamente serio col suo amore e con la glorificazione del Mio Nome, verranno subito aperte un po’ alla volta tutte le stanze della Mia Creazione infinita. E neanche un punto gli deve rimanere morto ed estraneo, e gli devono essere aperte le stanze dell’aria, le stanze del regno terreno. E deve contemplare con un occhio il grande mondo degli spiriti e con l’altro, allo stesso tempo, il mondo dei corpi, affinché possa scorgere come uno procede dall’altro ed uno esiste per l’altro. Tuttavia, che sia ben chiaro, di questo non dovrà essere partecipe nessuno, anche se dovesse pregare giorno e notte, se prima non è diventato completamente serio col suo amore per Me.

16. Poiché il Regno dei Cieli subisce sempre violenza, e lo possiederanno solo coloro che lo attireranno a sé con violenza ferrea. Questa ‘ferrea violenza’ non è altro che la violenza dell’amore, poiché l’amore può tutto! Ma se qualcuno tra voi volesse dire: “Sì, io vorrei ben fare tutto e vorrei rinnegarmi fino all’ultima goccia di sangue, purché anche una sola volta potessi vedere o percepire qualcosa, affinché sappia se vi è in tutto questo, realmente qualcosa!”. – Io ad una tale dichiarazione dico solamente: “Per prima cosa: sicuro di non aver mai percepito veramente ancora nulla? Chi ti ha dato la luce degli occhi? Chi l’udito? E chi, tutti gli altri sensi? Chi ti ha dato un cuore per amare ed un intelletto per pensare? Se questo non l’hai ricevuto da te (stesso), poiché tu in modo a te visibile li possiedi, come puoi dire di non aver visto né percepito ancora nulla? Nel tuo intero essere, non sei tu stesso, piuttosto, una parola vivente proveniente da Me? Ma se leggessi un libro ed escludessi la prima parola, che è la più importante ed intorno alla quale girano tutte le parole dell’intero libro, come potresti pretendere di comprendere il resto del Libro della Vita? Vedete, voi stessi siete la prima parola nel Libro della Vita! Se volete leggerlo, e precisamente leggerlo in maniera comprensibile, allora dovete dapprima articolare completamente questa prima parola, parola che siete voi stessi, e solo dopo potrete articolare le restanti che nel libro sono tutte scritte per la spiegazione della prima parola fondamentale”.

17. Ma come suona questa parola? Questa parola è: “Amore!”. Di certo, l’amore è la vostra vita! Se volete scrutare nella vostra vita, allora scrutate il vostro amore, poiché si tratta dell’una e medesima cosa: la vostra vita o il vostro amore!

18. Ciò che il vostro amore ha afferrato, lo stesso afferrerà anche la vostra vita! Se il vostro amore ha afferrato se stesso, allora con questo avete fatto di voi stessi, schiavi della vostra vita. Ma poiché la vostra vita non è che il vostro amore stesso, allora il vostro amore in questo modo ha messo da se stesso i ceppi a mani e piedi, e si è rincantucciato nella camera oscura della sua stessa presunzione. Ma se il vostro amore ha afferrato Me, che sono la liberissima Vita stessa, allora esso ha anche afferrato la massima libertà e si è anche reso libero attraverso la più grande Libertà della Mia eterna, unica e verissima Vita, ed esso stesso diviene libero, così come è libera anche la Vita che esso ha afferrato.

19. Vedete: questa considerazione preliminare era necessaria per comprendere quanto segue.

20. Voi ultimamente siete andati ad una sorgente che chiamate la ‘fonte Andritz’. Ora si domanda: “Che cosa avete visto là?”. Avete visto uscire tranquillamente fuori della terra un’acqua veramente pura. Ed anche se non avete effettivamente notato dei fori considerevoli nel suolo dai quali esce l’acqua che sgorga alla superficie dall’interno della Terra, avete dovuto perlomeno pensare che questa filtri assai lievemente attraverso la sabbia ed altri sassi sbriciolati. Inoltre avete visto crescere assai spesso una particolare erbetta verde sotto l’acqua. Avete inoltre visto sassi e pesci, come ogni genere di altre cose a voi note. Comunque, tutto questo lo vogliamo per questa volta lasciar perdere, perché in primo luogo avete già ricevuto l’essenziale naturale di questa sorgente attraverso la Mia autorizzazione già dalla sorgente stessa, e in secondo luogo si parlerà dettagliatamente dell’acqua come degli altri oggetti naturali al momento opportuno.

21. Invece, per quanto riguarda la speciale utilità di questa sorgente, allora Io vi comunico che, se questa sorgente venisse trasformata in una decorosa stazione termale, essa avrebbe quasi la proprietà che aveva una volta il noto stagno presso Gerusalemme, e qui verrebbero guariti molti uomini malaticci e gottosi. Di Certo esistono molte sorgenti, ma non a tutte è assegnato stabilmente uno spirito angelico protettivo. Invece a questa sorgente – come già sapete – è stato dato uno spirito simile. E perciò in essa dimora anche una speciale forza guaritrice! Questa è dunque l’utilità naturale di questa sorgente!

22. L’utilità spirituale è invece che ciascuno deve uscire fuori di sé nello stesso modo quieto attraverso piccoli sbocchi, così non intorbiderà la vita in sé attraverso una folle violenza, e la Luce della Grazia lo potrà illuminare fin nel più intimo fondamento, e la sua vita sarà colma di speranze viventi, come il fondo di questa sorgente è coperto di vegetazione con delle belle erbette verde chiaro. E così anche le sue umili conoscenze si muoveranno, simili agli arzilli pesciolini, in questa sorgente in ogni direzione nelle acque limpide della sua libera vita. E il fragile canneto si presenterà nella sua esteriorità, mentre la profondità della sua vita sarà libera di accogliere incessantemente i raggi della Grazia fino al più intimo fondamento.

23. Ma anche l’intero corso di questa sorgente, deve mostrarvi che, se l’uomo impiega troppo le sue forze per il pane quotidiano, anche l’acqua della sua vita sarà con questo intorpidita sempre di più. Avrete anche notato che qui l’acqua, estremamente pura, non è di gran lunga più così pura dopo aver messo in movimento, nel corso di una breve mezz’ora, parecchi mulini. Voi certo direte: “Non è dunque giusto se s’impiegano utilmente le sue forze? Oppure: non è giusto che presso questo ruscello siano stati costruiti parecchi mulini?”.

24. Oh, a questo non ho nulla da obiettare, tranne alcuni pochi (mulini), nei quali non viene prodotta farina bianca, bensì una farina nera del diavolo. Io con ciò non voglio dire che non dovete impiegare le vostre forze per il bene temporale, bensì soltanto che dovete applicarle giustamente secondo la Mia Volontà, poiché, come alla sorgente è stata assegnata già in se stessa la sua utilità, così è stata anche assegnata ad ogni uomo, se soltanto vuole riconoscerla ed agire di conseguenza. Invece, impiegare delle forze concesse per cose superflue e perfino per cose cattive, vedete, questo è ciò che alla fine rende torbida l’acqua della vita. Per questo anche voi non dovete erigere presso il ruscelletto della vostra vita, troppi ‘mulini’, meno di tutti i ‘mulini di polvere’, così il ruscelletto rimarrà sempre limpido com’era all’origine. E quando poi si unificherà col fiume della Vita eterna, allora sarà limpido e puro come il fiume stesso, e si unirà con quest’ultimo affluendo al mare della Grazia della Mia stessa, limpidissima Vita eterna.

25. Amen! Questo dico Io, il vostro Padre, a voi per un piccolo ben ordinato insegnamento! Amen!

 

[indice]

۞

Cap. 32

Sulla respirazione del mondo naturale e delle piante

 

22 novembre 1840

 (dalle 8,45 fino alle 12,45)

 

Il Signore alla domanda: “Respirano anche le piante e come?” rivela quanto segue per mezzo del Suo servitore J.L.:

(scriventi: K. G. L. – S. – Andr. ed Hans. H.)

1. Non soltanto le piante, ma perfino le pietre respirano, ognuna secondo la sua specie!

2. Se voi passate in rassegna gli animali, troverete che ciascuno di loro respira. Tuttavia la respirazione avviene in un modo specifico che contraddistingue ogni animale, ed è anche condizionata dalla specie e dalla razza. Il cavallo respira in un modo, un toro in un altro, un cane in un altro ancora, un gatto in un modo ancora diverso, e così ogni animale quadrupede respira a modo suo. Poiché anche se la respirazione non consiste in altro che nell’inspirare ed espirare l’aria [atto durante il quale viene immessa continuamente la sostanza necessaria per la vita di un animale e successivamente viene espulsa quella inutile], tuttavia è diverso il modo in cui l’aria viene inspirata e scomposta chimicamente ed è pure diverso il modo in cui l’inutilizzabile viene nuovamente espulso fuori.

3. E così respirano poi gli anfibi, i vermi e gli insetti; ma quanto è differente la respirazione di queste specie di animali a sangue freddo e perfino senza sangue! Gli insetti, infatti, non hanno sangue, ma soltanto un umore corrispondente alla loro natura, umore che si trova in un costante movimento circolatorio di andata e ritorno, ed attraverso questa circolazione viene poi anche sviluppata nei vasi la necessaria elettricità per la vita di tali animali. E quanto completamente diversa è anche la respirazione di quegli animali che vivono nell’acqua! E poiché nell’acqua ne esistono straordinariamente molti, rispetto alla specie e razza, così potete ben immaginare che la respirazione è altrettanto varia quanto lo è la diversità degli animali stessi.

4. Vedete, queste domande che vengono qui poste, sono veramente degne di una risposta. Ma manca una domanda basilare, e mancando la risposta a questa, queste due domande non potranno mai ricevere una risposta completa per la profonda conoscenza degli uomini. Questa domanda di base è la seguente:

5. “Perché respirano gli animali, le piante e tutti i corpi terrestri?”.

6. Vedete, se non si comprende il perché la respirazione è necessaria per l’esistenza delle cose, allora non serve a nulla sapere se e come le cose respirano, perché questo atto non è percepibile con l’occhio. Ma se si sa il perché si deve respirare, allora al se e al come è già stato in ogni caso risposto. Infatti, è più difficile comprenderne la necessità, che il se e il come.

7. Dunque, per comprendere questo, vogliamo avvicinarci ed osservare dapprima non gli animali e le piante, ma una pietra, e vedere se questa ha bisogno di respirazione. E se riscontreremo che essa ne ha bisogno, allora troveremo certamente anche che respira. E inoltre, il modo in cui essa respira si mostrerà poi ben anche nella necessità del respiro stesso.

8. Ebbene, vedete: voi dite che la materia non è altro che l’espressione di due forze opposte, vale a dire la forza centripeta e centrifuga[35].

9. L’esistenza della materia ha dunque il suo fondamento nel fatto che la forza centrifuga agisce nello stesso grado contro la forza centripeta, nel costante sforzo di volersi espandere infinitamente lontano verso ogni direzione immaginabile, in questo rapporto la forza centripeta esprime lo sforzo completamente opposto e vuole contrarsi costantemente in un punto.

10. Ebbene, se la forza centripeta non venisse nutrita o sostenuta attraverso il costante supporto delle forze ausiliarie omogenee che la circondano, essa verrebbe immediatamente superata dalla forza centrifuga, e di conseguenza verrebbe poi anche annientata, e quindi la materia uscirebbe dalla sfera dell’esistenza. Perciò la pietra, di qualunque specie essa sia, deve attirare costantemente a sé dall’aria le particelle affini che la circondano, deve trattenere quelle che sono completamente uguali ad essa e, con queste, sostituire le parti consumate attraverso la reciproca lotta. Invece le particelle dissimili le deve espellere attraverso la forza centrifuga sempre operante verso l’esterno, affinché la pietra rimanga nella sua specie come fu formata. Di quando in quando accade però anche, che perfino la pietra, per così dire, può ammalarsi, quando troppo di frequente sono state inspirate, assieme alle particelle proprie ad essa, delle particelle estranee, e queste non sono state nuovamente espulse attraverso la forza centrifuga contrariamente operante; ed allora la pietra riceve poi in sé delle formazioni estranee. Per esempio si trovano in una o nell’altra pietra diversi minerali, oppure pietre preziose in una pietra non preziosa, oppure – cosa che ognuno di voi avrà potuto già spesso osservare – cristalli di solito trasparenti, oppure perfino i diamanti, contengono in sé certe particelle opache, simili a muschio e piume, le quali non sono certamente della natura di cui sono le pietre che le contengono.

11. Ebbene, come avviene, in effetti, l’atto della respirazione nelle pietre? La risposta a questa domanda si trova, a dir il vero, già a metà nella necessità della respirazione. Una pietra in primo luogo respira come gli animali, vale a dire con la ‘inspirazione’ ed ‘espirazione’, vale a dire che essa attira in sé, in virtù della sua formazione organica grossolana e della sua stessa proprietà ad essa legata, delle parti ad essa somiglianti dall’atmosfera che la circonda, e come negli animali la decomposizione chimica ha luogo soltanto nel corpo stesso, così questa decomposizione avviene nella pietra già sulla sua superficie; per questa ragione con il tempo la superficie della pietra viene ricoperta da una sottile crosta ad essa estranea di colore diverso, crosta che in masse pietre più grosse sarà spesso così forte, da formare secondo la sua specie, o una vera e propria roccia, oppure, a seconda delle particelle espulse, si sviluppa spesso anche come un’escrescenza simile ad una pianta sotto ogni genere di forme.

12. Vedete, questo non potrebbe certamente accadere se la pietra non inspirasse ed espirasse. Ma proprio questo fenomeno deve dar nell’occhio ad ogni ricercatore ancora prevenuto. Infatti, esso gli dice chiaramente: “La dura pietra che non contiene in sé né umidità né qualcos’altro per la crescita vegetale, come per esempio la liscia ghiaia montana. Come può questa, essere circondata, spesso per la grossezza di un pollice, da formazioni del tutto estranee sulla sua intera superficie che in quella determinata maniera non si possono trovare su qualsiasi altro corpo se non intorno ad essa, se essa con l’aspirare delle parti che le sono confacenti, non rilasciasse, eliminandolo nella regione aerea, quello che poi, in seguito ad un altro processo, si rende atto alla formazione delle forme estranee che circonda la pietra stessa?”. Infatti, qui accade lo stesso come se voi teneste immerso un qualunque corpo per un po’ di tempo in un’acqua minerale. Allora anche questo corpo accoglierebbe immediatamente in sé ciò che gli è confacente, e ciò che invece non gli è confacente, ma che pure lo circonda tutt’intorno, si poserebbe poi in una qualunque crosta salina intorno al corpo. Di questo può fornirvi una prova visibile il particolare fenomeno che si verificherà se voi prendete una barretta di zinco e la fate pendere in un bicchiere riempito con del piombo fuso. Che cosa accadrà qui? La barretta di zinco comincerà ad inspirare avidamente ed assorbirà dal liquido ciò che le è confacente. Invece il piombo che è stato sciolto in questo liquido diviene nuovamente visibile come elemento compatto intorno alla barretta di zinco, dopo essersi subito depositato sotto ogni genere di forme, si potrebbe dire casuali, intorno alla stessa.

13. Vedete, ciò che avviene in modo evidente in questo esperimento a voi mostrato, succede anche con tutti i minerali!

14. Ora avremmo anche visto come avviene questa respirazione. Ma oltre all’inspirazione ed espirazione esiste ancora una seconda ed una terza respirazione.

15. Vedete, questo è ancora qualcosa di nuovo, e poiché voi siete sempre bramosamente a caccia di novità, allora vi devo mettere in tavola pure qualcosa di nuovo. Infatti, Io penso che non sarà più necessario discutere ancora riguardo alla prima respirazione, sul fatto che le pietre respirano, dopo che comunque, avete visto che innanzi tutto, esse ‘devono’ respirare, e secondariamente avete anche visto ‘come’ respirano. Se ora si conoscono bene queste due condizioni principali necessarie, allora noterete voi stessi che il ‘se’ ha trovato la sua giusta via. E con ciò passiamo alla nostra ‘novità’!

16. La seconda respirazione è una respirazione elettrica. Questa respirazione elettrica non è altro che l’assorbimento del fluido magnetico, mediante il quale le due forze opposte si rafforzano nella loro perseveranza. Questa perseveranza ancora una volta è nient’altro che l’espressione visibile della reciproca polarità, e questo è di certo visibile perché, come voi si spera già saprete un poco, la materia nella sua manifestazione non è altro che la polarizzazione delle forze contrastanti.

17. Questa polarizzazione è dunque in un certo senso la vita della materia che dura finché la polarizzazione si esprime come ‘perseveranza delle forze contrastanti’. Se l’una o l’altra polarità viene disturbata nella sua perseveranza da una determinata circostanza qualsiasi, allora la materia si disgrega e alla fine si riduce in polvere, la cui polvere esiste come tale solo finché nelle sue particelle c’è ancora una qualche ‘polarità’, ma alla fine da quest’ultima esistenza passa ad un’altra, non appena, a causa di una circostanza qualsiasi, viene costretta a prendere una direzione completamente diversa.

18. Tuttavia, per quanto riguarda la terza specie di respirazione, avverrà una comunicazione più precisa in una prossima occasione. E su questo Mi limiterò a dire solamente: poiché voi sapete senz’altro bene, da un punto di vista diverso da quello degli eruditi mondani, cosa è e per che cosa esiste effettivamente la materia, allora dovete di certo immaginarvi che, se la materia con la quale è costruita la casa, deve necessariamente respirare per sussistere come tale, e la perseveranza della polarità necessaria per l’esistenza della materia può esprimersi nella stessa mediante la seconda respirazione, allora non staranno poi di certo senza respirare gli abitanti in questa casa.

19. Voi comprenderete di certo di quali abitanti s’intende parlare qui![36] Ma poiché abbiamo sentito “russare” perfino le pietre, allora sarà certamente una cosa molto più facile stare ad origliare il mondo vegetale molto più vivente nella sua necessaria inspirazione ed espirazione.

 

 

(continuazione)

Sulla respirazione delle piante

22 novembre 1840

(sera)

 

20. Vedete, una pianta, dall’albero fino all’erba, consiste, come voi sapete in generale, di una parte più bassa che si trova sempre nel terreno, ed è la parte radicale della pianta, la quale, in quanto parte radicale, è simile ad un piede sul quale la stessa si poggia. E nello stesso tempo questo piede molto ramificato è anche un vero polipo che assorbe in sé il nutrimento mediante mille proboscidi.

21. Su questa parte inferiore con cui è in collegamento organico con la stessa, si trova sopra il terreno il tronco che è come il corpo degli animali nel quale si trova lo ‘stomaco principale’ per la digestione del cibo ingerito; oltre a questo stomaco principale si trovano ancora naturalmente, come in ogni corpo animale, molte migliaia di piccoli ‘stomaci secondari’ di cui ognuno digerisce nuovamente il cibo ricevuto dallo stomaco principale trasformandolo in qualcosa d’altro.

22. Qui non è il luogo adatto per elencare tutti questi ‘stomaci secondari’ secondo l’ordine della loro funzione, ma deve intanto essere lasciato a voi stessi immaginarlo aguzzando la vostra forza mentale nell’Amore per Me. E così vediamo che cos’altro appare ancora oltre il ‘corpo’ della pianta, e precisamente la corona, nella quale il tronco, moltiplicato, si diparte in piccolissimi rami.

23. Ebbene, questa è dunque l’immagine organica della pianta!

24. Nella maggior parte delle piante avrete più o meno notato nel tronco stesso oppure anche nel gambo delle foglie oppure dei rami, uno spazio vuoto che non è riempito con alcun fluido, bensì soltanto con aria, quest’aria tuttavia non è la stessa aria atmosferica come quella esterna che circonda la pianta, ma corrispondente invece alla natura di ciascuna pianta. Che voi per esempio troviate un’aria simile nella cannuccia dello stelo della foglia di una pianta di zucca, certo nessuno di voi ne dubiterà. Ma come vi è entrata l’aria?

25. Vedete, a questo è già risposto, considerando il fatto che la pianta deve avere in sé la facoltà di assorbire l’aria, perché altrimenti quest’aria particolare non potrebbe essere facilmente presente qui, di questo fatto vi deve già convincere il vostro naso, quando recidete una tale cannuccia e poi la portate, con l’aria che vi si trova, vicino ad esso annusando. Che quest’aria sia presente nella pianta attraverso l’inspirazione della stessa, lo conferma anche il fatto che, se la strappate dalla terra quando è ancora viva e la mettete su un fuoco, nella combustione vi accorgerete subito, attraverso lo scoppiettio che si manifesta in soffi, che nella stessa è presente dell’aria. Infatti, se non ci fosse aria, la pianta brucerebbe senza scoppiettio e crepitio come un filo immerso nell’olio.

26. Allora senza dubbio un naturalista direbbe: “Sì, quest’aria può anche penetrarvi attraverso i pori!”. – “Oh, sì”, dico Io, ed aggiungo anche, che “…essa lo deve fare!”. Infatti, se la pianta fosse impenetrabile al punto tale da non avere in qualche modo anche i pori più fini, dite: come dovrebbe poi penetrare l’aria, anche quando la pianta dovesse esternare la sua facoltà respiratoria in modo più accentuato ancora di quanto non faccia un qualsiasi animale? Se per esempio a voi venissero chiusi naso e bocca, in che modo penetrerebbe l’aria nei vostri polmoni nella misura che vi è necessaria per vivere!?

27. E poiché i vostri due grandi pori boccali e nasali devono essere aperti se volete respirare, allora non avrete nulla in contrario se anche una pianta è provvista di pori attraverso i quali l’aria può penetrare in essa secondo il suo bisogno, e voi invidierete tanto meno la pianta per questa facoltà, poiché essa con il respiro è molto più economica di voi. Mentre, infatti, voi espirate ed inspirate ogni secondo, le piante respirano soltanto due volte al giorno. E precisamente, il processo di inspirazione avviene durante il giorno e il processo di espirazione durante la notte. Cioè l’aria atmosferica, secondo il bisogno della pianta, viene assorbita si sé attraverso i pori, anzi in alcune piante perfino attraverso canali espressamente stabiliti a questo, lentamente, durante tutto il giorno. Invece durante la notte, quando è avvenuto il processo chimico e la pianta ha assorbito ciò che le è confacente, il carbonio[37] superfluo non adatto alla pianta viene espulso con altre parti di gas non adatto alla stessa, e tale processo di espulsione dura ancora tanto quanto è durato il processo di inspirazione durante il giorno.

28. Ebbene dunque, qui avete la respirazione delle piante e il modo in cui ha veramente luogo! Perché accade questo è già stato detto con la pietra. Infatti, è sempre uno e lo stesso motivo [sia con la pianta come con la pietra]. Tuttavia in che modo la pianta respiri, questa è un’altra cosa, poiché, anche se nella pianta esiste lo stesso motivo come causa motrice primaria del respiro, la respirazione viene effettuata di certo attraverso mezzi corrispondenti all’organismo della pianta, completamente diversi da quelli dell’altra materia organica completamente rozza.

29. Innanzitutto, per comprendere giustamente il come, dovete sapere che la respirazione non è una funzione del tutto così semplice come essa si presenta all’osservazione esteriore. Bensì qui un respiro è sempre la conseguenza di un altro respiro precedente. Per esempio, se voi prendete in mano un doppio mantice e lo tirate con l’altra mano, allora l’aria viene spinta fuori dal mantice inferiore verso quello superiore. Non appena la parte inferiore viene rilasciata, essa accoglie nuovamente aria. E non appena voi lo premete nuovamente, quest’aria inspirata dentro viene spinta ancora in alto. Non appena la parte inferiore viene rilasciata un’altra volta, essa attinge ancora aria. E se lo premete nuovamente, allora l’aria raccolta dentro viene nuovamente spinta in alto. Ma dite: “Il mantice avrebbe potuto fare questo anche da solo, senza che una qualunque forza motrice lo avesse costretto a questa funzione?”. – “No”, dirà perfino il più cieco intelletto, “questo non è possibile!”

30. Se Io ora domando: “Quale forza motrice mette la pianta nel suo organismo per fare in modo che gli organi in essa si dilatino in proporzione ed assorbano con ciò in sé l’aria come un mantice?”. –Allora voi direte: “Questo è proprio il punto che ci manca ancora!”. – Allora dovete essere subito liberati della vostra ‘mancanza’, ma prima dovete dare un accurato sguardo alle innumerevoli piccole punte ruvide, a volte più piccole e a volte più grandi, le quali spesso riempiono completamente il tronco, in particolare però quelle sulla parte inferiore delle foglie. Vedete, queste piccole punte non sono altro che puri assorbitori di elettricità. Esse assorbono avidamente in sé questo fluido polare per tutto il giorno, e precisamente di giorno assorbono il positivo di questa polarità. Attraverso quest’assorbimento dell’elettricità positiva, che corrisponde alla forza centrifuga, poiché in sé esprime una pienezza, gli organi vengono dilatati, per la cui ragione gli spazi diventano sempre più grandi e devono necessariamente assorbire in sé l’aria attraverso i pori.

31. Durante la notte, invece, si modifica anche la polarità elettrica, e il fluido elettrico fuoriesce attraverso le punte o, come voi usate dire, si scarica, per la cui ragione gli organi poi si riavvicinano l’uno all’altro più strettamente, e attraverso la polarità della stessa elettricità espellono il carbonio e l’azoto non utilizzabili, che corrispondono a due specie d’aria della polarità negativa.

32. Ebbene, qui avete colmata quella ‘mancanza!’. Ora direte: “Adesso certo è colmata!”. Ma Io dico: È vero, l’avete colmata, ma ci manca ancora una cosa essenziale. E questa è la seguente: specialmente quelle piante che continuano a sussistere durante l’inverno, come lo sono certi alberi ed arbusti come anche alcune piante più basse che saranno ben conosciute al botanico, hanno ancora una respirazione periodica più grandiosa, la quale nel corso di un anno avviene una volta con l’inspirazione e una volta con l’espirazione. In altre parole, durante l’estate, insieme alla respirazione giornaliera ha continuamente luogo la respirazione principale, e precisamente nel modo seguente:

33. Un tale processo nell’organismo dell’albero avviene mediante ogni particolare respiro, in modo che a prescindere dal naturale consumo dell’aria inspirata, rimane ancor sempre qualcosa di quest’aria nell’organismo; con questo residuo d’aria l’albero, durante l’estate favorisce la sua crescita specialmente in volume. Ma se l’estate è passata, allora il considerevole residuo non consumato viene nuovamente espulso, ciò che diviene visibile in parte nella ruvida corteccia, in parte però anche nel muschio spesso formatosi sulla stessa. Quando cioè questo residuo d’aria, grazie al generale restringimento degli organi, nel periodo invernale viene pressato fuori attraverso i pori per ogni dove, allora potete anche immaginare facilmente il fatto che quest’aria, a causa della prolungata presenza nell’organismo dell’albero, non è rimasta completamente pura. Quando ora passa nuovamente nella libera aria atmosferica, allora, prima di essere assorbita dalla stessa, deve deporre, attraverso un particolare processo chimico, sulla corteccia o sul tronco, sotto una o l’altra forma, ciò che non le è proprio, per la cui ragione viene poi formata la ruvida corteccia stessa come anche il muschio presente sulla stessa.

34. Vedete, questa è dunque la grande respirazione periodica di piante simili! Che ciò debba avvenire da sé, di questo lo dimostra proprio l’esistenza di una tale pianta, e gli aspetti trattati garantiscono in modo evidente la verità di questa Rivelazione.

35. Ma che l’albero abbia ancora una quarta respirazione, come gli animali ne hanno una quinta e una sesta e gli uomini un’innumerevole quantità, discuterne qui non è il luogo, come sarebbe anche troppo presto per la debole comprensione del vostro animo. Tuttavia a suo tempo vi verrà dato tutto in sovrabbondanza, poiché quanto è stato qui detto è appena un granello di pulviscolo solare in confronto all’infinità di quanto ci sarebbe ancora da dire perfino soltanto di un pulviscolo solare. Sebbene, a dire il vero, in Me e per Me non esista nulla d’infinito e nulla di eterno, poiché Io stesso sono infinito ed eterno, così tutto (il Creato) racchiude in sé l’infinito, poiché racchiude in sé Me stesso. Infatti, come potrebbe esistere una cosa che stia fuori di Me e che non Mi porti in sé? Infatti, ciò che Mi porta in sé, porta in sé l’infinito, e perciò, anche l’essere finito non potrà mai essere considerato finito.

36. Perciò potete anche essere certi del fatto che Io, per coloro che Mi amano, per tutte le eternità ho nascosto l’infinito ancora in fondo, e che per coloro che vengono a scuola da Me, per tutta l’eternità mai finiranno di imparare. Infatti, quanto più uno riconoscerà, tanto più gli rimarrà ancor sempre da conoscere. Per questo nel Regno Mio non esisteranno mai gli ‘eruditi’. E lì mai nessuno potrà fare il ‘Rigorosum’[38] per ottenere la dignità del titolo di dottore, poiché lì si dirà sempre:

“Noi rimarremo eternamente allievi, e tutto il nostro conoscere e sapere non è altro che una semplice opera parziale, rispetto all’onnisapienza del Padre nostro!”

37. Vedete, perciò siate contenti e di animo pienamente lieto! Anche se non sapete tutto, sappiate però che a Me nulla può essere sconosciuto. E oltre a ciò sappiate ancora che a voi verrà dato tutto ciò che chiederete a Me, vostro Padre santo. Amen!

38. Questo lo dico Io, il vostro assai sapiente Padre!

 

 

[indice]

۞

Cap. 32 bis

Richiesta di un viaggio

29 novembre  1840

(dalle 10 fino alle 11,30 del mattino)

(D.d.C. vol.1 - cap.84)

Il Signore disse per mezzo di J.L. dal Suo Amore quanto segue:

(Scriventi: Andr. ed Hans. H.)

(“Le grandi diarie”)

 

1. Ieri, senza la Mia Volontà – a causa di un interesse mondano – due di voi si sono messi di mattino presto in viaggio, sebbene sarebbe stato conveniente che almeno il Mio servitore Mi avesse prima chiesto un consiglio per sapere se una tale impresa potesse essere vantaggiosa o no [visto che Io non sono mai stato reticente con il Mio consiglio in nessuna occasione!]. Tuttavia, Io volevo che una tale impresa non dovesse essere compiuta, poiché non sarebbe stata secondo la Mia Volontà – nella quale unicamente ed in ogni circostanza è sempre da trovare la vera felicità – e specialmente per coloro che hanno già trovato più o meno la via dove si comunica fedelmente la Mia Volontà, e precisamente, come sapete, sempre in Parole ben chiare e comprensibili.

2. Ma affinché sappiate anche il perché Io ho fatto in modo che i due fossero ostacolati nel loro viaggio, allora voglio comunicarvi che in questo modo vi ho dimostrato un gran beneficio. Infatti, entrambi non sarebbero ritornati con il corpo in buona salute.

3. Considerato che ogni uomo, sia egli buono o cattivo, ha sempre la libera volontà nel suo procedere, allora Io posso ostacolare nella sua azione, tanto poco il cattivo come il buono. E così sarebbe accaduto che voi, sulla via per Lebring [come voi chiamate quel luogo] fino a Strab [questo è il luogo dove pensavate di rimanere], sareste caduti nelle mani di gentaglia malvagia che sostava lì, ed avreste avuto molto da fare e da lottare per liberarvi di quei manigoldi, e in questo modo avreste anche subìto, a causa dei dispiaceri che ne sarebbero originati, dei danni spirituali.

4. Per risparmiarvi dunque un simile disagio, ho reso inutilizzabile solo una ruota [del vostro carro], e precisamente in un punto in cui non era possibile pensare a nessuna riparazione, per questa ragione foste poi costretti a ritornare nel vostro sicuro paese d’origine.

5. Vedete, chi non cammina costantemente con Me, costui va spesso a finire ciecamente nelle braccia della sua sventura e non sospetta nulla della stessa finché non ne è stato del tutto catturato! Se invece ci sono Io insieme a lui, in un qualunque viaggio oppure in qualunque altra impresa, allora mai permetterò che a colui che cammina al Mio fianco venga torto anche un solo capello!

6. E così anche l’esperienza vissuta ieri vi sia una potente dimostrazione! Infatti, sebbene non Mi avete chiesto consiglio, e non avete neanche espressamente pregato affinché vi accompagnassi lì, ciò nonostante Io non vi ho escluso dalla Mia attenzione, sempre beatificante.

7. Infatti, Io so certamente che dopo, riconoscerete che non abbandono coloro che hanno cominciato a cercarMi e ad amarMi e a restare fedeli con queste qualità. Così Io resto sempre presso di loro, sia che Mi pregano o non Mi pregano, poiché chi è affezionato a Me di sua spontanea volontà, a costui Io pure sono affezionato di Mia spontanea volontà.

8. Inoltre, vorrei tuttavia osservare ulteriormente [nondimeno, senza limitare minimamente la libera volontà] che, riguardo al vigneto abbandonato che è ancora esposto ad ogni possibile avversità del tempo, sarebbe piuttosto bene se lo stesso non venisse acquistato dal Mio amico e adoratore, bensì costui deve prima lavorare e preparare ben bene piuttosto la Mia vigna. E se egli è disposto ed ha gioia a coltivare una vigna terrena, allora con il tempo Io gliene mostrerò un’altra che gli procurerà più gioia che non questa, la quale verrebbe comprata con dei soldi che Io non voglio qualificare più precisamente. E quindi basta con questo!

9. Se voi però volete e potete, allora sarà possibile recarvi a tempo debito e con comodo in un altro luogo, e questo di certo lo dovete fare il più presto possibile. E non preoccupatevi se il tempo è bello e limpido oppure nuvoloso, poiché ci sarà proprio un tempo come dovrà essere per innalzarvi di nuovo di un gradino superiore molto importante.

10. E non preoccupatevi per la ‘diaria spettante’, poiché ultimamente vi ho di certo pagato bene, e precisamente con la moneta più giusta e più pura. Se questa moneta era solo una pura moneta d’argento, questa volta voglio pagare il vostro viaggio in oro. E come l’oro nella sua nobiltà sta sopra l’argento, allora anche questo pagamento sarà superiore a quello per il viaggio per la Kleinalpe.

11. Infatti, allora foste informati verso sera, ora però siete stati informati verso il mattino, e allora era un orario indifferente, ma ora celebrerete il tempo importante del Mio arrivo! E questo tempo non vi deve spettare in quest’occasione semplicemente nominandolo, bensì operando attivamente.

12. Ora voi chiederete: “Ma allora, dove dobbiamo andare effettivamente?”. – Io dico: “Non molto lontano! Poiché vedete, Io ho scelto due punti di cui uno è più vicino e l’altro sta a tre ore di distanza. Certo, pe Me sarebbe più giusto se voi faceste un sacrificio più grande e voleste andare in quel luogo dove c’è un monte dal nome Kulm. Tuttavia, se non avete abbastanza tempo di recarvi lì a causa dei vostri impegni, allora potete recarvi anche in un luogo presso il cosiddetto castello Lustbichel (Schlosse Lustbühel) dove nella stessa direzione, su una collina abbastanza importante, si trova un altro piccolo castello, presso il quale, un po’ più in pendio, sta ancora una cappella.

13. Ora dovunque vogliate andare, là badate bene a tutto, sia sulla terra sia nell’aria, sia vicino che lontano; ma soprattutto badate ai vostri sentimenti, poiché in essi, quando sarete in quel determinato luogo, comincerete a scorgere con precisa attenzione cosa significa far qualcosa nel Mio Nome!

14. Ed Io vi dico: “Cielo e Terra passeranno, ma le Mie parole sussisteranno in eterno, e ciò che viene stabilito con queste, sussisterà oltre ogni Creazione!”. Infatti, poiché la Mia Parola è scaturita dal Mio Amore, come potrebbe passare finché esiste l’Amore che ha fatto scaturire da Sé tali parole?

15. Tuttavia completamente diverso sta con le Creazioni che sono qui procedute dai Miei Giudizi, le quali sono avvenute solo attraverso l’Amore, ma non dall’Amore, e perciò sono anche effimere come i giudizi da cui esse sono sorte.

16. Il giudizio dura un solo tempo, poiché il tempo stesso è soltanto un giudizio. L’Amore invece sussiste in eterno, poiché l’eternità è l’Amore stesso, e in essa, tutto è pieno d’Amore.

17. Nel tempo, l’Amore opera attraverso il giudizio ed addolcisce nello stesso l’ira [ardore] di Dio. Invece nell’eternità è l’Amore il vincitore sull’ira [ardore] e quindi anche su tutto il giudizio. E perciò là è nient’altro che Amore e la sua corrispondente infinita Beatitudine.

18. Se Io però dico che queste parole non sono dirette a voi dal Mio Giudizio, ma dal Mio Amore, allora pensate anche che Esse si ergono eternamente al di sopra di ogni cosa temporale! Se dunque voi potete e volete, allora fate quanto vi ho detto il più presto possibile, poiché è il desiderio sempre più beatificante del vostro grande, santo Padre, che in tutto è l’eterno Amore e la Sapienza stessa. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 33

Sul viaggio verso Haberbach

 

 

1° dicembre 1840

 (dalle 17,15 alle 19,45)

 

Il Signore rivelava attraverso il Suo servitore sulla via verso Haberbach presso Lustbichel e sul cosiddetto Koppenhof la seguente considerazione.

(“Le grandi diarie”)

 

1. Avrete già notato, di quando in quando, che Io vi ho rivelato parecchie cose con parole assolutamente comuni e parecchio ancora con parole piene di forza e ricche di contenuto. Questo avvenne per il seguente motivo: a seconda di come era l’argomento e lo stato della vostra predisposizione, veniva anche regolata la parola da rivelare: – o alta o bassa.

2. Ma se salite su un monte, allora secondo la vostra opinione vi trovate più in alto che non se vi foste fermati in pianura. E così per voi c’è una bella differenza tra il trovarvi su un monte oppure in valle, poiché dal monte i vostri occhi vedono lontano in tutte le direzioni, e più il monte è alto, tanto più ampio è il campo visivo. Nella valle invece potete scorgere solamente quegli oggetti che circondano la stessa. E così, se scendeste in un pozzo, quanto piccolo sarebbe il vostro campo visivo!

3. Ma vedete, non è così presso di Me, perché per Me non esiste né qualcosa di alto, né qualcosa di basso, né altrettanto poco qualcosa di stretto. Perciò tutto quello che Io vi rivelo [sia con parole alte oppure basse] è ugualmente alto e in sommo grado sublime. Ed è ugualmente sublime perché proviene dalla stessa Fonte; ed è ugualmente sublime perché Io, il Donatore, sono ugualmente sublime sia nel più grande come nel più piccolo. Così la Mia più piccola parola non sarà e non potrà essere minimamente raggiunta nella Sua sublimità dai più sublimi canti dei più perfetti angeli nell’eternità. E così è anche indifferente se Io comunico qualcosa in frasi grandiose oppure in un comune linguaggio quotidiano, poiché, se voi credete nel vostro cuore che sono Io che vi rivelo cose simili, allora vi importi poco la forma della comunicazione, bensì tutto sarà nella comunicazione stessa, poiché voi sapete che sono Io soltanto al Quale tutti gli esseri sono ben conosciuti, sia dentro che fuori, anzi fin nell’infinito.

4. Nondimeno, l’unica cosa che voi potete notare nella differenza del linguaggio, è questa: se Io parlo nel linguaggio più alto, allora parlo più dalla Sapienza, e l’Amore è poi soltanto il postulato; ma se parlo nella vostra lingua di tutti i giorni, allora parlo di preferenza dall’Amore, e in questo caso è la Sapienza il postulato. E così Io parlo con i savi e con gli eruditi del mondo dalla Mia Sapienza eternamente irraggiungibile. Ma con i Miei figli che Mi sono diventati cari, Io parlo piuttosto come loro Padre buono nella loro lingua paterna più conosciuta di ogni giorno e d’uso comune. E di conseguenza vi sarà certo anche più gradito che Io parli con voi dal mio Amore paterno che non con alte Parole dalla Sapienza. Se Io dico parole elevate, le dico a causa del mondo; invece voi potete sempre essere certi che non parlerò mai diversamente con voi, se non come Padre.

5. In una Parola della Sapienza non c’è altro che la Sapienza stessa pronunciata, la quale non ammette più alcuna Sapienza superiore o inferiore. Ma non è così con la Parola dell’Amore, poiché ogni Parola proveniente dall’Amore è un frutto vivente, e poiché è un frutto vivente, allora in essa, come in ogni seme, sta dell’infinito, ed anche svariate infinità che non potranno mai essere afferrate completamente per l’eternità.

6. Vedete, questa è quindi la differenza tra il linguaggio superiore della Sapienza e quello inferiore dell’Amore! Nella Sapienza Io do soltanto quanto ognuno è in grado di sopportare; ma nell’Amore vi do un’infinità dietro l’altra, in cui anche la sublime sapienza angelica non giungerà mai ad una soluzione definitiva della sapienza nascostavi. E ora dipende da voi in quale modo volete essere informati sulla vostra escursione di ieri!

*

 

 

7. Dunque, voi siete andati giustamente là dove Io vi ho destinato, e qui avete osservato e visto differenti cose dappertutto, tanto sulla Terra intorno a voi, quanto quello che vi era vicino. Ed altrettanto avete osservato la formazione di nuvole e le nebbie dell’aria, in alto e in basso. Ma ciò che vi è stato evidente per primo è stato il monte a voi vicino, monte che voi chiamate ‘Schöckl’. Voi certamente – giacché Io lo so – vi sarete domandati: “Ci sono da vedere dappertutto in lungo e in largo dei monti alti; perché proprio questo nostro vicino, deve avere un così particolare appetito di nuvole e nebbie, al punto da attirare a sé, come un avaro, quasi tutte le nuvolette esistenti nell’aria, e solo dopo le manda, per così dire, in piccole dosi anche agli altri monti, quando esso se n’è saziato da capo a collo?”.

8. Vedete, un tale fenomeno è particolarmente importante, ma soprattutto allora, se è stato da Me disposto espressamente per voi. Tuttavia, per comprendere bene questa immagine, vi si deve far notare molto bene tutte le condizioni esistenti.

9. In primo luogo il monte da dove voi lo osservate si trova esattamente verso nord. In secondo luogo esso è il monte vicino più alto. E in terzo luogo esso ha una cima spoglia, sulla quale una vegetazione non può più sussistere, perché in quel luogo c’è troppo poca fertile umidità. E inoltre, deve essere ancora notato che soltanto i piedi di questo monte sono in un certo qual modo abitati. Il petto qui e là è abbastanza coperto di alberi improduttivi e nella stagione estiva il bestiame trova qui solo del magro foraggio e dell’acqua ancora peggiore per calmare la sete. Inoltre avete visto come da nessun’altra parte, se non proprio dal petto di questo monte, salivano dapprima delle nuvolette, e precisamente non verso la sua cima, ma una aspettava l’altra, si riunivano e coprivano così il petto del monte, mentre i piedi come la cima rimanevano liberi. Ed infine, avete pure visto come quasi ovunque nell’aria si formavano nuvolette più basse e, spinte da un fresco vento mattutino, s’innalzavano al petto di questo monte; e quando si erano raccolte in gran massa, solo allora salivano dal petto fino alla cima e la prendevano, per così dire, completamente prigioniera.

10. Oltre a queste nuvolette che stavano in basso ed erano guidate dal vento mattutino, avete anche visto qua e là verso il superbo ponente, in particolare sulla Choralpe come anche sulla Stubalpe e sulla Kleinalpe, delle alte strisce di nebbia completamente bianche, ed avete osservato che le pianure erano quasi ininterrottamente colme di una nebbia bluastra. Vedete, questo è ora tutto ciò che avete dovuto necessariamente notare.

11. Ma ora ci si domanda: “Che cosa vuol significare tutto questo spiritualmente”, oppure: “Che cosa ho voluto dirvi con questo?”. Uno di voi alla vista di questo monte vicino, quando vide il suo petto avvolto dalla nebbia, disse già ieri: “L’Amore qui zoppica ancora!”. – Sì, è vero, qui zoppica ancora veramente tanto! Ma non può nemmeno essere facilmente diverso, Io lo vedo bene. Infatti l’uomo nella sua natura non si può rovesciare così velocemente come la lavandaia rivolta un calzino. Invece a poco a poco con una buona e ferma volontà e con il Mio costante, potente Aiuto, tutto andrà bene. E, come detto, sebbene l’Amore zoppichi ancora, l’immagine di ieri non ha dimostrato lo ‘zoppicamento dell’amore’, bensì qualcosa del tutto differente.

12. Infatti, vedete, c’è differenza se le nebbie si sviluppano dal basso, dai burroni e dalle gole montane e salgono in su, e poi, guidate dal vento del nord, circondano fittamente il petto del monte mentre la cima rimane libera, oppure se tali nebbie vengono fuori dal petto del monte, attirano a sé un’intera legione di nuvolette omogenee che si sono formate altrove e dopo, in tale unione, catturano la cima.

13. Ma affinché lo comprendiate, allora cominciamo dal punto uno.

14. Lo “Schöckl” significa in ogni uomo la sua propria parte naturale, quando l’uomo, grazie alla sua posizione ‘nordica’ [vale a dire contraria alla vita], ha cominciato ad umiliarsi in se stesso. Infatti, come questo monte è in verità in sé e per sé sempre un monte alto, è comunque, rispetto ai suoi alti monti vicini, non molto più che solamente un colle. E così come esso deve costantemente umiliarsi non appena qualcuno traccia un parallelo sopra la sua cima rispetto ai suoi monti vicini, proprio così comincia anche l’umiltà nell’uomo quando egli scorge accanto a sé l’alto mondo e dice a se stesso: “Anch’io sono un uomo. – Perché questi uomini sono più alti di me? Se non posso diventare come loro, allora voglio essere quello che essi non sono e non possono neanche facilmente diventarlo!”. – Vale a dire: ‘Voglio essere umile, e nella mia umiltà voglio alimentare fattivamente il mio fuoco interiore dell’amore. E se lo stesso comincerà a bruciare, allora tutte le esalazioni maligne verranno spinte fuori dal fuoco interiore e copriranno a poco a poco la mia altezza, affinché essa non debba essere vista da uno alto con occhi adirati’.

15. Vedete, così è da intendere quest’immagine! Queste nebbie non sono un segno come se il vostro petto fosse ancora così fortemente annebbiato come lo era una volta. Ma esse, poiché sgorgate dal petto, sono un segno del fatto che il petto interiore ovvero il cuore, ha preso fuoco, e questo fuoco spinge fuori da sé tali vapori e li fa diventare visibili nei chiari raggi del Sole. – Ma che cosa fa poi il Sole? Poiché esso vede che il monte ha cominciato ad operare in sé del bene e vuole umiliarsi seriamente, allora concentra per ogni dove tali nuvolette e le fa portare qui attraverso il noto vento mattutino. E quando poi si sono ammassate, allora il Sole le spinge perfino su, oltre la cima del monte, e la tiene prigioniera.

16. Questo non vuol dire altro se non che anche il vostro amore ha già cominciato ad espellere da sé tali esalazioni, e per mezzo delle quali, in virtù della Mia assistenza di Grazia, fa prigioniero in questo modo il vostro intelletto, come con tutta evidenza vi ha mostrato l’immagine dello Schöckl.

17. Dunque vedete, poiché ieri vi siete sbagliati un poco nel credere che Io avessi voluto punzecchiarvi già nuovamente con lo ‘zoppicamento dell’amore’.

18. Tuttavia, per quello che concerne il rapporto con le altre montagne, queste non vi furono visibili quando volevate osservarle con un cannocchiale, e ciò a causa delle considerevoli vibrazioni dell’aria, e i loro spogli bordi vi apparvero come frastagliati. Questo dimostra la malignità degli uomini, avidi del mondo, i quali, se vengono osservati solo con occhi naturali, fingono una certa ostentata tranquillità; invece con il cannocchiale dello spirito vengono attirati più vicini all’occhio interiore, dove là si mostra poi subito qual è la vera natura della loro calma ostentata. E solo quando si avvicina del tutto la sera della loro vita, di questo, il servitore ieri ha potuto vedere l’esempio più evidente dal locale Schlobberg con il suo cannocchiale, quando cioè questi monti, continuando a fingere la stessa calma per l’occhio naturale, gli apparvero così tanto frastagliati dalle onde dell’aria, da non sembrare, per questo, più a nessun monte, ma piuttosto ad una superficie d’acqua fortemente ondulata, mentre il vicino Schöckl rimase avvolto nella sua umiltà, e già prima, quando vi trovaste al posto della vostra destinazione, lasciò giungere al suo alto monte vicino, qualcosa del suo amore ed incoraggiò altri piccoli monti, per così dire, ad imitarlo.

19. Ma che cosa avete visto oggi? La Terra vestita con l’abito dell’innocenza! Vedete, così anche voi che vi siete umiliati in voi stessi per amore per Me e per il Mio Nome, dopo la notte di questa vita terrena sarete vestiti con la veste dell’innocenza! Poiché, in verità vi dico: il peccatore può fare ciò che vuole, può osservare ancor più rigorosamente i comandamenti di quanto la Luna osservi i suoi quarti e la Terra le sue stagioni; egli può pregare giorno e notte e può far penitenza sul ferro rovente e può digiunare e macerarsi al punto che tutto il mondo cadrebbe nel massimo stupore se potesse vedere le straordinarie opere della sua penitenza, ma Io dico che egli può togliersi la pelle e rivestirne un morto, e può avere una fede tale, da poter perfino sottomettere le stelle, …ma se non ha l’amore, in verità, Io dico: egli riceverà [certo] la ricompensa per la quale ha lavorato ed ha fatto tutto questo, ma non verrà mai rivestito con la veste dell’innocenza, perché solo l’amore è unicamente quella veste vera. E sopra al suo capo si libreranno coloro che saranno rivestiti con la veste dell’innocenza simili alle chiare strisce di nebbia che avete visto ieri librarsi in alto sopra i monti.

20. Nondimeno, colui che invece di tutto questo, ha afferrato l’unico, infinito, soave comandamento dell’Amore e lo ha reso vivente nel suo cuore, costui ha espulso da sé ogni colpa mediante questo interiore, santo fuoco e si è completamente purificato nella sua umiltà attraverso il Mio Amore in lui. E le stesse ‘esalazioni’ espulse formatosi così, saranno purificate mediante la Grazia Mia e vivificate dallo spirito che spira dal Mio eterno Mattino. E così dalla stessa colpa purificata sarà preparata la veste dell’innocenza per coloro che non Mi hanno trovato nella loro fede, bensì nell’Umiltà e nell’Amore.

21. Infatti, quando si dice che deve essere cercato innanzi tutto il Mio Regno e tutto il resto viene poi aggiunto come dono libero, allora pensate che questo Mio Regno è proprio soltanto l’Amore! Chi dunque Mi cerca attraverso l’amore e nell’Amore, costui Mi cerca nello spirito e nella verità.

22. E questo è il ‘Mio Regno’. Chi poi Mi ha trovato in questo modo, costui ha anche trovato il Mio Regno con Me. E poiché egli ha trovato questo, dite voi stessi: “Che cosa dovrebbe, dopo, cercare ancora, che non avesse già trovato?”

23. Infatti, l’amore porta tutto con sé; invece la fede porta soltanto se stessa, e molti possono credere senza amore, ma non vi è possibile pensare che l’amore possa escludere la fede. Perciò Io dico adesso come sempre: “Crescete nell’amore, allora crescerete in tutto, poiché l’amore perdona tutto e l’amore dona tutto!”

24. Questo dico Io, il Padre vostro, quale l’eterno Amore stesso. Amen!

 

[indice]

 

۞

Cap. 34

(supplemento al cap. 32 sulla respirazione delle piante)

Sulla compenetrazione dei regni della natura

 

8 dicembre 1840

 (dalle 9,45 alle 12)

(scriventi: K. G. L. – S. – Andr. ed Hans. H.)

 

1. Per quanto riguarda gli organi di respirazione delle piante, in generale non ne esistono altri se non quelli che sono stati menzionati dettagliatamente nell’ultima Comunicazione (cap.32 – 8/11/1840). Tuttavia, come in tutte le cose di questo mondo (della natura), anche se nei loro estremi possono essere dissimili nella loro specie, esistono però tra tutti questi elementi dei punti particolarmente vicini così precisi, che poi nessuno più sa bene dove una classe di cose (specie) termini effettivamente e dove cominci l’altra.

2. Questa compenetrazione delle cose [nel mondo della natura] voi non la notate soltanto da una classe all’altra, ma perfino nelle cose della stessa specie, nei minerali oppure nelle piante e negli animali. Infatti, osservate soltanto la pietra calcarea, e scorgerete già in questa i più importanti gradini di transizione. Questa pietra nei primi inizi della sua esistenza era una pietra solida e dura, e in ciò non era molto differente dalla specie della selce. Essa si trasformò da questa sua forma più dura, finché alla fine divenne così tenera, che tra essa e una terra argillosa, solo relativamente solidificata, non c’era più nessuna rivelante differenza. E simili avvicinamenti esistono da una specie all’altra costantemente in tutti i minerali. E questo avvicinamento non avviene soltanto in modo specifico, bensì anche formale. E come è il caso nei minerali, così è anche nei vegetali e negli animali.

3. Osservate una volta soltanto anche le differenti specie dell’albero di melo! Chi può determinare dove inizia questa specie di alberi e dove finisce? Altrettanto vi risulterà evidente la quantità di specie di vite; ma chi sa dove inizia la vite e dove finisce? E certamente esistono tra queste specie, come già menzionato, continui passaggi dall’una all’altra. E non esiste alcuna specie a sé stante al punto che non sia in qualche relazione, dal punto di vista della composizione e delle proprie caratteristiche, con una precedente ed una seguente. Lo stesso è però anche il caso negli animali, se si osserva già solo tutte le razze di una e della stessa specie. Chi può qui affermare e mostrare dove una razza inizia, dove è il suo apice e dove essa finisce?

4. Prendete per esempio il cane e cercate di determinare dove questa razza prende il suo inizio e dove finisce, e determinate il punto culminante di questo animale ed indicate quale cane è ‘cane’ più di tutti gli altri.

5. Invece Io dico che tutte queste specie, classi e razze passano una nell’altra come le onde del mare, qui nessuno potrà stabilire quali di queste onde innumerevoli, che inquietano la superficie di queste grandi acque, sia la prima, l’intermedia e l’ultima.

6. Io però dico, ed anche un qualunque uomo comune lo dirà: qui una non è la prima, né un’altra l’intermedia e né un’altra ancora l’ultima! Bensì qui un’onda spinge l’altra e passa nell’altra ancora, senza che essa, in questo passaggio ondeggiante, sia qualcosa di diverso da ciò che era stata prima, cioè acqua. L’unica cosa diversa è che essa non si trova più nel (vecchio) posto, bensì, dopo che un’onda precedente l’ha spinta via, essa ondeggia ora al suo posto, mentre un’altra seguente la spinge ancora avanti.

7. Per comprendere ancora meglio quest’immagine, immaginatevi un cerchio che fosse precisamente suddiviso in gradi uguali. Ora dite voi stessi: che effetto farebbe l’affermazione se qualcuno volesse dire: “Questo, oppure quel grado, è il primo!”. – Io però dico: “Perché disputate sulla priorità di un grado?”. Infatti, certamente uno è come l’altro, ed è indifferente quale voi considerate il primo. E può essere facile che tutti riconoscano questo e dicano: “Poiché uno è come l’altro ed ognuno è separato dall’altro mediante un uguale spazio intermedio, così non diventeremo più saggi con una tale inutile contesa; bensì, qui il primo sia quello più vicino, e da qui partiamo a contare. Quando abbiamo indicato il primo, allora si determinerà anche qual è l’ultimo”.

8. Vedete, proprio così come sta con tutto questo, così sta con il circuito delle cose (nel mondo della natura). Una cosa passa sempre nell’altra inosservata, come un’onda passa nell’altra In virtù dei passaggi nel mondo della natura, voi troverete anche piante che si avvicinano al regno animale. E vedete, queste piante hanno poi nei loro organi, chi più chi meno, delle cose comuni con gli organi degli animali. E su questo gradino troverete anche delle piante che – quasi simili agli animali – con i calici dei loro fiori divorano letteralmente dei minuscoli animaletti, come si suol dire, con pelle ed ossa.

 

(continuazione)

8 dicembre 1840

(sera)

 

9. Simili piante che accolgono così in sé un nutrimento grossolano proveniente dall’esterno, devono possedere poi all’interno anche più stomaci ed altri organi digestivi. E così alcune possiedono – oltre ai piccoli stomaci particolari che si trovano sotto il calice del fiore – un ulteriore stomaco principale situato nel mezzo della pianta, mentre altre piante lo hanno nel punto in cui cominciano a sporgere dalla terra.

10. Con ciò, se una tale pianta è provvista di uno stomaco simile, vedete, allora deve essere provvista d’altra parte di un polmone corrispondente alla natura della pianta. Ma affinché voi comprendiate il perché questo deve essere così, allora dovete prima dare uno sguardo alla respirazione degli animali.

11. L’animale non respira solamente a causa del processo chimico, ma respira anche prevalentemente perché prende in sé il nutrimento più grossolano, affinché possa consolidarsi nella sua costituzione. Per conseguenza lo stomaco che si trova sempre non lontano dal polmone, deve essere eccitato continuamente con la dilatazione dello stesso e di altri organi collegati ad esso mediante le arterie e, in un certo modo, secondo il vostro termine tecnico, ‘frizionato’, affinché il cibo duro venga costantemente rimestato nel medesimo, si strofini nelle sue parti e con quest’attrito stesso generi il calore elettrico così necessario per la digestione.

12. Pure voi stessi dite: “Mi sono guastato lo stomaco con un cibo”, oppure: “Ho preso freddo allo stomaco”. Questo non vuol dire altro, se non che voi avete ingerito un cibo troppo duro per la natura del vostro stomaco e l’attività dei vostri polmoni; oppure che avete ingerito un cibo che in virtù del suo rapporto negativo è troppo poco positivamente elettrico e di per sé non può giungere facilmente ad una qualunque fermentazione; e cioè, per la fermentazione, l’elettricità positiva è inevitabilmente necessaria, e precisamente per il motivo che essa, in sé e per sé, non è altro che il liberarsi dell’elettricità, la quale, come principio di ogni vita organica, è esistente nelle cellule degli organi come in piccole bottigliette. Quando l’elettricità qui esistente viene potenziata dalle condizioni esterne, essa squarcia queste cellule e, unendosi quantitativamente sempre più, allora, o passa liberamente nella generale elettricità positiva dell’aria, oppure, con questa liberazione, passa in un corpo animale come anche in un corpo vegetale simile a quello animale, come nuova sostanza vitale nutritiva nelle cellule dell’organismo dell’animale o di una tale pianta simile all’animale.

13. Vedete, così come per questo motivo si deve trovare necessariamente negli animali, costantemente, gli organi respiratori ovvero i polmoni respiranti, proprio per lo stesso motivo essi devono esistere anche in tali piante, affinché portino qui gli organi digestivi in un costante movimento frizionante. Non è quasi più necessario menzionare ancora che in alcune piante le radici sono più di natura animale che la pianta stessa. Una tale specie di radice scava e fruga come i vermi all’interno della terra e cerca qui, ovunque, il nutrimento utile alla pianta. E lì dove queste piante esternano la loro somiglianza animale, si trovano poi anche quegli organi respiratori.

14. Tuttavia in questo clima, eccetto alcune pochissime piante acquatiche montane, non esistono piante che possiedano questa particolare somiglianza animale or ora spiegata, poiché tali piante si trovano per lo più solo nei climi molto caldi e torridi.

15. Se però qualcuno è dell’opinione che un microscopio di straordinario ingrandimento possa rendergli visibile questo in ogni pianta, allora Io dico che si procuri un microscopio sotto il cui punto focale egli possa scorgere un acaro ingrandito tanto quanto un mondo, ma in questo modo deve egli essere comunque certo che in una comune pianta non scorgerà mai nient’altro che i pori di respirazione più grandi e più piccoli già resi noti ultimamente, tipici di ogni pianta secondo la sua specie. E se un tale assiduo osservatore dovesse scorgere perfino qualche dilatazione e restringimento, allora sappia che un tale fenomeno è un’illusione ottica che viene causata da una così grande tensione dell’occhio umano attraverso ogni pulsazione – una circostanza che diventa particolarmente tanto più sensibile in un uomo, quanto più i suoi occhi vengono affaticati dalla lettura di piccole scritte ed altre molteplici osservazioni di piccoli oggetti, per la qual ragione poi tali uomini hanno di solito anche una estrema ‘vista corta’. Ed ancora ci si renda conto che quando si raggiunge una particolare eccitabilità – a causa di un’ardente passione – che si manifesta nel completo affluire del sangue, il sangue affluisce subito alla testa, e qui, attraverso l’afflusso, o dilata ancora di più la pupilla dell’occhio e con ciò la rende più convessa, motivo per cui poi l’oggetto osservato sembra ampliarsi da se stesso, oppure, quando il sangue ritorna nuovamente indietro attraverso la diminuzione della convessità della pupilla, l’oggetto osservato, in particolare nel caso di una tensione così fortemente ingrandente, diviene di nuovo necessariamente più piccolo, e sembra in un certo qual modo restringersi.

16. Ed inoltre, un tale restringimento e dilatazione di una tale particella vegetale inanimata che è stata osservata, possono derivare dal fatto che qui l’elettricità positiva, che è ancora costantemente presente finché la pianta appare verde e fresca, eccita ed ingrandisce ancora una qualunque parte osservata. Se poi un tale atomo elettrico ha preso congedo da una qualunque cellula vegetale (scomparendo), allora subito la pianta raggrinzisce là dove ha subito una tale perdita, e per questo attira anche più a sé le cellule vicine. Con questo può poi ancora accadere che l’elettricità che ora è ugualmente compressa in tali cellule, passi nel piccolo involucro vuoto, per cui questo viene di nuovo un po’ ampliato, e precisamente così a lungo, finché l’elettricità prende nuovamente congedo da esso. Per questo motivo in una parte della pianta staccata dal tronco diviene visibile quel fenomeno che voi chiamate il cosiddetto ‘appassire’. Lì la pianta, infatti, perde la sua elasticità e la sua freschezza che essa può salvare solo per poco tempo se è messa, non troppo tempo dopo la separazione, subito nell’acqua, in questo modo al fuoriuscire dell’elettricità viene recato un ostacolo e l’elettricità dell’acqua mantiene non soltanto l’equilibrio dell’elettricità della pianta, ma la può nutrire ancora perfino per un po’ di tempo, specialmente se la pianta non appartiene a quelle troppo affamate di elettricità (come ad esempio un cespuglio di bosso ed altre piante simili povere di elettricità) le quali poi si adattano più a lungo ad assumere questo nutrimento e continuano ad esistere quasi come nella radice, soltanto con la considerevole interruzione della vegetazione quantitativa.

17. Ebbene vedete, questo è tutto quello che c’è da osservare sulla respirazione e sui relativi organi nelle piante. Tuttavia, per ciò che riguarda la respirazione spirituale sarà rivelato in una prossima occasione, e precisamente, in modo sufficientemente chiaro soltanto per voi[39].

 

 

[indice]

۞

Cap. 35

Sui vermi viscerali

Educativo e salutare cenno per l’anima

9 dicembre 1840

 (pomeriggio)

[vedi D.D.C. vol. 1 cap. 91]

 

 

[indice]

Cap. 36

La Meta

17.02.1841

1.

Là negli estesi spazi del Creato

ancor ben molto indugia di non svelato.

   Dall’attività non lasciatevi ora angustiare,

   così nella Grazia Mia quel che è in voi liberare

   dalla barriera oscura che sta davanti all'occhio spirituale

   quel vuoto del cuore attraverso l'amore;

Poiché negli estesi spazi della Mia Creazione

ancor ben molte nascoste meraviglie indugiano,

nella vita dello spirito vi stanno i germogli,

già i sogni più chiari qualcosa ve l’annunciano.

 

2.

Se pur viaggiar su tutte le stelle voi potreste

secondo alcuni saggi vuoti di spirito,

se pur delle eternità allora impieghereste,

sarebbe il vostro saper completamente esaurito?

   Voi vedreste soltanto la superfice,

   ma nulla capireste della ragione interiore.

Per cui, lasciate che colà a distanza considerevole

scintillino tutte le stelle in quantità innumerevole.

   Se ben Mi avete in voi fedelmente trovato,

   tutte le meraviglie avrete voi anche liberato!

 

 

[indice]

۞

Cap. 37

Il monte Kulm

 

  

 

Il 22 maggio 1841

(dalle 15,30 fino alle 20,00)

 

Sul viaggio intrapreso Mercoledì 19 maggio 1841 da Jakob Lorber e da alcuni amici sul monte Kulm (1322 m.) presso Pischelsdorf nel distretto di Graz, il Signore rivelò benignamente quanto segue attraverso il Suo servitore:

(nota di Jakob Lorber: invece di andare da Graz a Waiz (Weiz) per giungere sul monte Kulm, abbiamo preso la deviazione per Gleisdorf. Ed invece di andare direttamente da Gleisdorf verso Pischelsdorf, siamo giunti sulla Ilzerstrabe, e precisamente a Sonnabendkirken (Sinabelkirken), da dove ci siamo diretti a Pischelsdorf. Il monte Kulm venne scalato solamente di sera alle 18,30).

(scriventi: K.G.L. – Andr. ed Hans. H.)

(“Le grandi diarie”)

 

1. Un’altra volta, quando salite su un’alta montagna nel Mio Nome, organizzatevi in modo da preoccuparvi in primo luogo in anticipo del percorso più breve, e in secondo luogo in modo da trattenervi su una simile altezza per lo meno tre ore. Infatti, quando si tratta di contemplare esteriormente una meraviglia, allora l’essere sensoriale deve dapprima essere in un certo senso pienamente saziato mediante un’ampia vista delle cose esteriori. Attraverso questo completo satollamento l’animo cade in una specie di stordimento che non è dissimile dalla condizione magnetica a voi nota.

2. Quando poi vi rivolgete a Me nello spirito dell’amore e di ogni verità, solo allora Io posso collegare l’occhio interiore dell’anima con l’occhio dello spirito e posso dirigere questa doppia vista interiore dinanzi all’occhio del corpo. Da ciò potete poi essere messi nella condizione di contemplare cose della natura in una luce completamente diversa e, in mezzo alle cose naturali, scorgere dello spirituale al punto che lo stesso, nello stretto rapporto con le cose naturali, in un certo senso si manifesta in modo chiaramente trasparente e quindi assume la sua posizione come da causa ad effetto.

3. Ma già quando voi prendete un cibo che è misurato solamente per lo stomaco, allora dopo il pasto rimanete a riposo per un breve tempo dicendo che questo è necessario a causa della digestione.

4. Credete forse che un tale riposo sia utile allo stomaco solamente quando ha ingerito il suo cibo? Io vi dico che voi avete ancora più bisogno di tale riposo quando lo stomaco del vostro spirito, ancora molto debole, ha gozzovigliato un poco, poiché, quando un simile riposo manca dopo il satollamento dello spirito, allora anche la digestione spirituale procede malamente. Invece ogni cibo deve sempre essere digerito prima che l’elemento che promuove la vita si sciolga e salga come nutrimento per la vita superiore. Infatti ogni sostanza alimentare nutre dapprima la potenza più bassa della vita. Una volta che questa è nutrita, allora la sostanza viene raffinata per servire una vita che si trova su un gradino di forze superiori, e così il procedimento continua finché la sostanza giunge alla sfera superiore della consapevolezza di sé e alla fine alla piena contemplazione e compenetrazione di se stessa.

5. Ora immaginatevi questa situazione: voi arrivate in una simile dispensa spirituale superiore e, affamati come siete, afferrate molte cose in un attimo, ma non appena vi sentite in un certo senso ‘satollati’ con un simile rapido pasto (spirituale), correte via come foste ladri! Chiedete a voi stessi: “Dove va a finire la digestione e il raffinamento ascendente della sostanza nutritiva?”

6. Perciò, come ho già detto, una prossima volta disponetevi meglio, e questo in verità a causa della vostra debole fede, grazie alla quale siete più o meno tutti dei ‘Tommaso’. Infatti, fintanto che non c’è nulla da guardare e da afferrare, in verità, voi avete ancora una mezza fede e così pure mezzo amore e mezza fiducia. Ma se qualcuno si benda gli occhi oppure si allontana dal luogo dove Io gli ho preparato uno scorcio di spettacolo, allora non sono Io ad avere colpa, ma è colpa sua se non ha visto nulla ed anche non ha provato proprio nulla.

7. Nondimeno, affinché perveniate, ciò nonostante, ad una contemplazione interiore attraverso la Parola, in virtù del Mio eterno, illimitato Amore e Misericordia, allora voglio mostrarvi – verso la fine di questo scritto – ciò che è stato perduto, e presentarvelo secondo l’Ordine. Ma prima vi deve essere chiarito e riferito più da vicino lo stato naturale di questo monte per quanto riguarda tanto il suo vasto ambiente e panorama, quanto anche le formazioni atmosferiche[40].

8. Per quanto concerne il monte stesso, esso ha la stessa origine della Choralpe e della Kleinalpe già mostratevi l’anno scorso. Infatti, la roccia ha la medesima formazione a strati come le due alpi già note. La sua inclinazione è da sud-est verso nord-est. Poiché la massa rocciosa stratificata che aveva uno spessore di oltre cento klafter, dopo l’innalzamento spugnoso dal fondo, venne ad appoggiarsi, sotto forma di periodiche precipitazioni consolidate del mare, sulla sua stessa massa sottostante dopo che questa massa sottostante era stata lavata dalle grandi correnti d’acqua di quel tempo, e questo è comprovato da tutte le piccole colline che, fino a un’altezza di cento klafter ed anche oltre, sono ricoperte, spesso per una profonda di parecchi klafter, da ciottoli arrotondati mescolati con sabbia trasportata dal vento.

9. Avrete scoperto due spiccate propaggini di questo monte, di cui una si estende verso sud, l’altra però più verso est con parecchie piccole diramazioni. Queste propaggini, nel punto dove stanno più in alto, sono d’origine simile. I bassopiani, ovvero le diramazioni di queste propaggini, non sono altro che depositi alluvionali; il pendio verso nord e la diramazione più piccola verso nord-est sono soltanto una conformazione della spaccatura originale che proviene dalla profondità, e il suo piede, che termina sempre più dolcemente, formatosi in parte con la rottura dei picchi rocciosi sporgenti in alto al di sopra della loro base, e in parte anche con depositi alluvionali e precipitazioni di sabbia e minuscoli sassolini che l’inondazione ha spesso portato con sé da molto lontano e depositato lì.

10. Vedete, questa è ora la formazione di base di questo monte! Se voi avete di tanto in tanto fissato i vostri occhi al suolo che avete calpestato, allora avrete notato per forza anche qui piccoli pezzetti di quarzo arrotondati, con la sola differenza che il loro colore non è bianco, ma rossiccio. Questo quarzo non ha la stessa origine del quarzo bianco sulla Choralpe, ma proviene dal tempo di Noè, quando – come vi è già stato comunicato un poco – prima della grande inondazione che allora si riversò quasi su tre quarti dell’Asia e sull’intera Europa e sulla metà nordica dell’Africa, avvenne un’eruzione di fuoco estremamente violenta soprattutto in Europa e nell’ovest dell’Asia, cioè circa 77 anni prima della successiva inondazione.

11. Che nei bacini d’acqua sotterranei, con le precipitazioni si formi una tale massa di quarzo, lo potete rilevare dal fatto che appunto questa massa di quarzo si forma anche nelle acque di superficie attraverso una precipitazione mucosa, se osservate soltanto un poco l’innumerevole quantità di quarzo presente lungo le rive dei fiumi.

12. Se prendete un tale ciottolo di quarzo arrotondato del peso di circa una libbra e lo mettete in una tinozza d’acqua, o alla sorgente oppure anche in qualunque altra parte dove tenete dell’acqua nell’eventualità che scoppi qualche incendio, lo lasciate giacere lì dentro per circa due anni e poi lo pesate su una bilancia di precisione, allora riscontrerete che, in primo luogo è diventato più pesante e, in secondo luogo è diventato visibilmente anche più voluminoso. Ma se già in così breve tempo, riguardo alla formazione del quarzo, si riscontra già un tale notevole aumento di volume, pensate a quali proporzioni deve procedere la formazione di queste masse rocciose nei grandi bacini d’acqua sotterranei in così tanti millenni!

13. Quando i fuochi (vulcani) irrompono da una profondità della Terra ancora maggiore e squarciano, nel loro fulmineo passaggio, i grandi bacini d’acqua che si trovano su di essi insieme alla crosta terrestre spessa più di mille klafter che si trova al di sopra delle acque, allora deve ben accadere che, in una simile eruzione, ogni genere di masse rocciose lacerate vengono catapultate, fuori dalla profondità della Terra, fin molto al di sopra delle nuvole, da dove poi naturalmente ricadono in parte nuovamente negli abissi e in parte sulla superficie della Terra, dove poi, se una qualche lastra montuosa non è ancora stata sollevata, vengono ben presto sollevate insieme alla crosta. Oppure cadono anche sulle alture montuose già formate, ciò che era il caso anche del monte Kulm. Infatti, esso era già lì quando sulla regione nordica, e precisamente tra la borgata Buch e il castello che Io non voglio nominare, avvenne una simile eruzione vulcanica sotterranea, da cui proviene il dislivello irregolare del suolo a voi noto.

14. Se avete rivolto soltanto un po’ di attenzione alla serie di vallate, avrete scorto con poca fatica che si protraggono tutte più o meno verso sud-est. Questo non rivela altro se non il passaggio di un’antica e grande corrente d’acqua che una volta aveva la sua sponda presso le alpi della Carinzia e dall’altra presso i Carpazi dell’Ungheria, e quindi aveva quasi tre volte la larghezza dell’insenatura del mare Adriatico, dove questa è più larga.

15. Successivamente l’acqua si disperse sempre di più e si resero visibili poi solo altrettanti singoli torrenti della stessa larghezza di come ora scorgete le singole vallate. E di tutti questi torrenti non è ora rimasto altro che i ruscelletti che si trovano nelle valli, i quali formano un fiume un po’ più considerevole solo dopo essersi riuniti a centinaia dopo un percorso piuttosto lungo.

16. Ebbene vedete, quando una prossima volta arrivate su una qualunque simile altezza – sia essa proprio questa oppure una scelta da voi, oppure una stabilita da Me – allora dovete destare la vostra fantasia e forza d’immaginazione in questo sentimento e contemplare i tempi remoti paragonandoli al presente, e precisamente, questo, sempre e solamente per ciò che la Terra stessa vi offre per la contemplazione, allora avrete posto il vero fondamento per la contemplazione interiore.

17. In questo scoprirete il Mio Lavoro ed ammirerete la Mia Architettura avvicinandovi a Me nel vostro sentimento sempre più risvegliato.

18. Ma se su una simile altura non avete altro da fare che guardare a bocca aperta dei mucchi di sassi e di legno imbiancato di calce, allora farete certo molto meglio se rimanere a casa nella vostra città; lì non dovete affaticare così tanto l’occhio per abbracciare con lo sguardo una quantità di mucchi di sassi imbiancati, i quali oltre tutto, per il grande piacere esteriore dell’occhio, sono costruiti con più arte e sfarzo delle camere di spremitura del paese (palmenti) che Mi ripugnano più di qualsiasi altra cosa, nelle quali dimorano uomini che si considerano più degli altri uomini, perché possiedono, oltre a molte caratteristiche animali, anche quelle delle sanguisughe e dei vampiri, e grazie a questi deplorevoli titoli essi possono, per nulla ed ancora per nulla, cavare ai loro presunti sudditi il sangue dei loro scarsi averi senza scrupolo alcuno.

19. Certo ogni monarca deve imporre ai suoi sudditi tasse proporzionate per i veri bisogni dello Stato, ma che anche un simile cosiddetto ‘padrone di una tenuta’ pretenda anche tasse dai suoi presunti sudditi, in verità, Io vi dico che questo è per Me un abominio. E se un tale cosiddetto ‘padrone’ non si sforza quanto più possibile di estinguere tale antico sacrilegio con frequenti benefiche elargizioni ai sui presunti sudditi, allora un giorno dovrà rendere un duro conto e dovrà dimostrare perfettamente fino all’ultimo centesimo per quale fine l’ha utilizzato. Guai a coloro che hanno dilapidato, sprecato e prostituito il loro capitale! In verità, Io li lascerò seppellire sotto le loro infernali camere di spremitura! E lì dovranno essere schiacciati dal materiale col quale furono costruite queste, finché l’ultimo sassolino sarà stato disciolto in rugiada e polvere dalla pioggia cadente!

20. Ebbene vedete, perciò da una simile altura dovete lasciar spaziare la vista di queste ultimissime cose fino all’ultimissimo tempo e disporvi poi sulla stessa al riposo digestivo di cui si parlava all’inizio. Allora avrete contemplato le cose nell’Ordine Mio, vi sarete nutriti come si deve alla Mia Tavola del mondo ed arriverete con questo anche alla digestione che favorisce qualcosa di utile.

21. Se avete con voi anche dei binocoli, allora usateli proprio secondo l’Ordine, ma non al contrario. E se già cominciate ad avvicinare ai vostri occhi delle lontane costruzioni, allora dirigeteli dapprima su povere capanne e casette rurali. Io vi dico che la vista di una simile dimora della povertà offrirà al vostro sentimento, per la vostra fantasia e forza d’immaginazione, più forza vivente di quanta ne possano offrire i molteplici sguardi ad una qualunque lontana, arrugginita città, oppure ad un castello mezzo diroccato oppure ad un campanile assolutamente insignificante presso una chiesa di pietre, mattoni e calcinacci!

22. Non è forse ogni albero, ogni pianta, altrettanto ed ancor di più un tempio vivente, attraverso il quale si manifesta fedelmente la Mia Potenza, Sapienza ed Amore a colui che, con lo spirito e col suo amore, contempla questo tempio che è certamente molto più artistico? Perciò per voi è dapprima più necessario contemplare questi templi viventi del Mio Amore e della Mia Misericordia e solo dopo, quelli con i campanili alti. Infatti presso gli alti campanili, Io là, in un certo senso, devo avere il singolare onore di star seduto, ed aspettare come un detenuto perpetuo in un qualche tabernacolo dorato, finché il prete, o con il suo ordine oppure talvolta anche costretto da una borsa sonante, Mi esponga al povero popolo semicredente, e spesso per nulla credente, popolo che per lo più è assai disinteressato, perché Mi contempli, borbotti e Mi invochi.

23. Dopo una semplice o duplice benedizione con accompagnamento del suono metallico e piagnisteo del coro, Mi devo però poi nuovamente lasciar rinchiudere ancora inoperoso. Che questa sia un’assurda insensatezza che ha escogitato il successivo desiderio di splendore, lo potrete scorgere, di primo acchito, anche senza cannocchiale, considerando il Mio Vangelo e le prime usanze della vera Chiesa ai tempi degli apostoli e dei loro successori attraverso parecchi secoli.

24. Dove Io Mi unisco con la materia, lì la materia diventa vivente, poiché il Vincitore vivente della morte non ha nulla a che fare con la stessa.

25. Chi però Mi cerca nel ‘pane’, costui creda che Io ho istituito il ‘pane’ e il ‘vino’ come monumento imperituro della Mia Incarnazione sulla Terra. Ma il pane e il vino devono essere quello che sono, e non devono essere rinchiusi, messi ed incastonati nel metallo morto, ma devono essere incastonati nella fede vivente e nel vero amore! E così come il ‘pane’ deve essere un vero pane con il quale ci si può saziare, e il ‘vino’ un vero vino per il ristoro della forza vitale e per spegnere la sete, così anche la fede deve essere uguale al pane e l’amore uguale al vino!

26. Ma in tali chiese fatte di pietra la fede è adesso uguale all’ostia nella quale c’è soltanto la forma del pane in una potenza estremamente non saziante, e nello stesso, l’amore è parimenti, o proprio nulla, perché non è vino, oppure è annacquato con interessi temporali, come nel cosiddetto ‘sacrificio della messa’.

27. Più di così non c’è bisogno che Io vi dica, poiché potete desumere molto facilmente da queste poche cose, se per lo spirito, un albero fiorito non offra più nutrimento di un simile tempio senza fede e freddo d’amore.

28. Ebbene, dopo che vi ho fatto conoscere, tanto per questo caso quanto per uno futuro, tutto quello che è veramente utile allo scopo, così Io voglio – come già menzionato all’inizio – mostrarvi anche quello che voi avreste dovuto provare in voi stessi se non aveste avuto tutto quel bisogno di ritornare di nuovo al vostro alloggio per la notte. – Quando vi trovate da qualche parte nel Mio Nome, allora fate molto male a preoccuparvi di qualcosa, sia per la salute del corpo oppure per i possibili pericoli del ritorno. Infatti, dove Io vi faccio da Guida, là siete ben protetti nel mezzo della notte, altrettanto come nel più chiaro mezzogiorno, sia che siate coricati, siate in piedi o camminiate. Oppure, potete forse rimproverarMi per il fatto che durante un vostro qualunque viaggio nel Nome Mio vi è stato torto anche un capello solamente? Che in questo viaggio vi siate un po’ scostati dalla via effettivamente più breve, questo non ha avuto altra ragione se non quella di rendervi una ‘testimonianza pratica’[41] dalla quale potete scorgere in modo assolutamente adeguato il fatto che l’uomo percorre, non tanto per cattiva volontà quanto per ignoranza, la via più lunga per arrivare alla méta stabilita, senza pensare che anche nello spirito – beninteso – la via diritta è la più breve. Infatti presso di Me non esistono assolutamente ‘cariche superiori’ e nessuna ‘chiesa sabbatica’ che dovete dapprima attraversare e superare per giungere a Me. E nella Mia grande Amministrazione di Stato, Io sono la più bassa e la più alta Istanza stessa.

29. Ma questo voi non lo avete notato e l’avete percepito soltanto molto debolmente. Invece sul monte, proprio sulla vetta dove si trova un’assai misera cappelletta, avrete percepito molto chiaramente nel corpo una corrente d’aria mattutina. In questa corrente d’aria Io ho alitato su di voi; da questo avete ottenuto sicuramente una disposizione d’animo di serena quiete ed un grande rafforzamento delle vostre membra stanche, ed un misterioso fruscio attraverso le cime dei graziosi alberelli vi ha fatto percepire un messaggio non minore, tanto che avreste certamente potuto dire: “In un santificato vento dal Mattino il Signore ha alitato su di me!”

30. Se voi foste rimasti lì oltre nel corso della settima ora ed aveste rivolto il vostro cuore e i vostri occhi Me, allora avreste visto, sul tratto che va dal monte fino al cimitero di questa zona parrocchiale dove siete rimasti, anche una resurrezione dei morti, nella misura in cui Io, per un minuto – con il divieto di darvi questa notizia – l’ho fatta vedere al Mio servitore. Quale immagine si sia mostrata là, dopo questa comunicazione ve la potrà dire a voce il Mio servitore, oppure, se lo volete, un giorno anche nella penna! Ci rimane dunque ancora da spiegare solo l’offuscamento serale dell’atmosfera.

31. La ‘sera’ è la sfera mondana dell’uomo. Quando l’uomo si avvicina al ‘mattino’ che comincia a schiarirsi sempre di più dinanzi a lui, allora sarà ancora necessario velare, per quanto possibile, la ‘sera” al viandante mattutino che ha sentimenti ancora molto serali, affinché i suoi occhi non debbano trovare nessun oggetto dilettevole che possa sottrarlo dalla contemplazione dell’eterno mattino della vita!

32. Vedete, per questo motivo la sera era anche così tanto piena di vapori dalla terra, e ciò per insegnarvi altrettanto che, se ad uno viene aperto il ‘mattino’ (anche se qui e là ancora un poco offuscato), egli non deve rivolgere i suoi sguardi alla ‘sera’ nebbiosa, bensì al ‘mattino della vita’, vale a dire non alla mondanità, ma a ciò che è dello Spirito e del Mio eterno Amore. Il giorno seguente – che era un giorno festivo o di riposo – avete visto tutto nella luce più pura, senza la più piccola foschia vaporosa. Questo vi deve significare che unicamente nella silenziosa festa della ‘digestione’ del Cibo offerto da Me, si schiarisce alla fine tutta la foschia e l’oscurità, e la chiara, consapevole contemplazione, entra poi in un’esistenza meravigliosa nella grande chiarezza proveniente dal mattino della vita da poco risvegliato.

33. Quindi ponderate anche voi quest’immagine nel vostro cuore! Percorrete la diritta via ed applicatevi per non dimenticare il ‘riposo digestivo’; allora contemplerete anche in voi il ‘nuovo mattino’ pieno di splendore e di luce, come anche la ‘sera’ della vostra vita in voi purificata ed assai ben rischiarata.

34. Rendetevi amiche le montagne, usate le valli per la contemplazione dell’umiltà e fate di Me la Guida attraverso le valli che vi conducono sui monti della quiete e della pace; allora riconoscerete, ora come sempre e in tutte le eternità, che soltanto Io, il Padre vostro, sono la vera Vita, la Luce e l’eterna Vita stessa in eterno!

35. Questo ve lo dico Io, Colui che indica la Via meglio di tutti. Amen!

 

[indice]

۞

Cap. 38

Sull’apparizione di spiriti alla cappella del monte Kulm

 

 

25 maggio 1841

(mattina)

 

Dono aggiuntivo per esporre agli amici la visione del servitore Jakob avvenuta al monte Kulm

(scriventi: K.G.L. – Andr. ed Hans. H.)

(“Le grandi diarie”)

 

1. Dopo il tramonto del Sole, e precisamente nell’ora in cui al ritorno avete scorto la prima stella nel cielo e, nello stesso tempo, avete visto anche il cimitero, sul cui punto più elevato si trova una cappella incompiuta, nella stessa ora al servitore fu aperto per alcuni minuti l’occhio dell’anima, affinché potesse dare uno sguardo là dove si decompongono i defunti e gli immortali risorgono a poco a poco.

2. Come vide dunque il servitore quest’apparizione? Affinché possiate farvi un chiaro concetto della visione, immaginatevi un bicchiere riempito d’acqua nel quale stanno alcuni pezzetti di zucchero. Osservate come dallo zucchero salgono continuamente delle bollicine che portano con sé minuscoli grumi dello stesso, i quali durante il percorso si sciolgono in parte e si lasciano dietro di sé una coda simile ad una stella cadente; invece la parte non sciolta, non appena la bollicina ha raggiunto la superficie dell’acqua, si separa nuovamente dalla bollicina e scende giù, e lì, o si scioglie molto lentamente, oppure più spesso si attacca anche ad una nuova bollicina e comincia con la stessa una nuova ‘resurrezione’.

3. La stessa cosa dovete immaginarvela anche per le anime il cui cuore è attaccato assai fortemente al mondo! Queste, ancora per molto tempo dopo la morte, sono attaccate alla terra materiale, e di preferenza al luogo dove si decompone il loro corpo. Ed alcune si trattengono così tanto nei cimiteri sulle tombe dei loro corpi, finché non rimane più un atomo dello stesso a causa del processo di decomposizione. Poiché l’anima dopo la morte rimane sempre unita con il suo spirito libero, il cui corpo perfetto è in effetti essa stessa, così anche in considerazione della libertà del volere, che è eternamente da rispettare, non viene fatta costrizione alcuna a questi esseri. Essi vengono di tanto in tanto soltanto istruiti, ma per il resto possono fare ciò che vogliono, proprio così come se vivessero ancora nel corpo sulla Terra.

4. Dunque, la causa principale del fatto che le anime si trattengono nei cimiteri, è di certo il falso insegnamento della resurrezione della carne. A dire il vero le anime sono sempre istruite sul fatto che il corpo morto proprio non le riguarda più; inoltre, che dallo stesso per tutte le eternità non uscirà fuori più nulla per loro, ed esso perciò non è da considerare più che una veste del corpo lacerata, dalla quale non può più risorgere una veste nuova, neanche per tutte le eternità.

5. Sennonché, l’effetto di tale insegnamento per questi esseri ha così poco successo, come ne avreste voi se voleste dimostrare con tutta la migliore buona volontà ad un arci monaco che Io volessi reggere e governare la Mia Chiesa anche senza un visibile capo supremo clericale; oppure se voleste dimostrargli che la sua tonaca non è migliore di un pelo della giacca del più infimo dei servitori; oppure, se voleste dimostrargli che una cosiddetta ‘reliquia’ non ha altro valore che un filo di paglia mezzo decomposto in un letamaio. Oppure, notate bene: se voleste dimostrargli che una breve preghiera in spirito e verità dal cuore di un fratello che Mi ama, anche se fosse lunga soltanto 10 parole, ha un valore infinitamente più grande di 10.000 messe solenni in un linguaggio per il popolo incomprensibile (nel 1840 era in latino), per quanto fossero pagate così bene dai credenti e lette presso i privilegiati altari della grazia.

6. Vedete, proprio quanto voi riuscireste ad ottenere a questo riguardo presso un simile arci monaco [che con la vostra spiegazione non verreste trattati meglio di come hanno trattato Me i giudei davanti al sommo sacerdote Kaifa, dato che Mi ritenevano il più grande eretico, ed Uno che aveva familiarità con tutti i diavoli], lo stesso effetto l’ottengono anche i maestri inviati dal Cielo, quando vogliono strappare tali anime dalla loro errata opinione e dimostrare che la carne del corpo non risorgerà di nuovo per tutte le eternità.

7. Quando i defunti trapassati da poco sentono quest’insegnamento, si terrorizzano e si rattristano oltremodo per il fatto che in futuro non debba essere loro più concesso di ritornare nei loro corpi che essi presumevano trasfigurati; per questo motivo, poi, anche nel mondo degli spiriti l’insegnamento principale viene attuato facendone fare direttamente l’esperienza.

8. Quando questi esseri un po’ alla volta vedono che da tutte le loro aspettative, derivanti dal falso insegnamento e della falsa fede, non esce nulla (di nuovo), allora chiedono di essere portati via dai maestri superiori, e precisamente in nessun altro luogo se non che ‘dritti dritti’ in Cielo.

9. E questo viene accordato loro anche subito. Solo che quando essi giungono qui nella Verità del Cielo, allora non credono affatto che questo sia il ‘Cielo’, perché esso non sembra così come essi se lo sono falsamente immaginato. Infatti, quando qui incontrano uomini occupati con ogni genere di lavori come sulla Terra, e precisamente per il motivo che la gioia del Cielo non consiste in nient’altro che in un’attività d’amore per gli altri e in un’attività utile dopo l’altra, quando allora vengono a scorgere questo in Cielo, spesso cominciano ad inveire violentemente contro lo stesso e dicono:

10. “Questo sarebbe davvero un bel Cielo per me, dove dovrei nuovamente lavorare! Questo l’ho dovuto fare sulla Terra con il mio più grande disgusto, e l’ho fatto solamente per amore del Cielo! Ma ora che sono arrivato sullo stesso, dovrei lavorare come prima sulla Terra e, in più, ancora per l’eternità? Allora è certamente molto più giudizioso che ritorni subito indietro sulla Terra ed aspetti sulla mia tomba fino al giorno del Giudizio, fin quando il mio corpo certamente risorgerà, perché così sta scritto e mi ha insegnato a crederci anche la santa romana Chiesa!”. E subito tali esseri ritornano nuovamente indietro in tutta serietà.

11. Tuttavia, non appena sono giunti di nuovo sul luogo da loro desiderato, allora lì vengono interrogati minuziosamente in tutti i sensi dagli altri in attesa su che cosa abbia detto loro San Pietro, se li aveva fatti entrare subito, oppure se avevano dovuto attendere a lungo su qualche panchina d’attesa, finché a Pietro fosse piaciuto lasciarli entrare.

12. E così questi spiriti si lasciano spesso interrogare su questo e su quello, finché non vengono fuori con una risposta ridicola che assume ogni genere di forme burlesche, quali per esempio: “Il cielo non è altro che una terra di contadini”; oppure: “Esso non è altro che un’azienda di domestici”; oppure: “Le gioie celesti consistono nel fatto che si deve nuovamente lavorare come un servo domestico”, e molte simili spiegazioni dei Cieli.

13. Tali spiegazioni, però, non trovano sempre – come è facilmente comprensibile – una grande credenza presso coloro che non sono ancora stati nel ‘Ciel’, e ciò nondimeno molti desiderano andare nel ‘Cielo dei contadini’. Coloro che desiderano questo, in seguito vengono portati via dai maestri (spiriti protettivi) e vengono istruiti sull’essenza del Cielo. Ad essi viene mostrato che il Cielo vero e proprio deve fuoriuscire da loro stessi, e che non possono affatto andare ‘nel’ Cielo, ma solo il Cielo può andare in essi attraverso la vivente seria volontà di fare sempre più del bene e, perciò diventare sempre più piccoli, per avere occasioni tanto più molteplici di poter servire qualcuno.

14. Quando poi un tale insegnamento ha messo radici in loro ed hanno poi una grande voglia di servire gli altri in ogni cosa e di far del bene, allora viene fatta nuovamente luce su di loro dai maestri, affinché essi si possano per primi scrutare completamente e possano esaminare sufficientemente la loro decisione celeste. Se in questo modo hanno autenticamente trovato in sé che il loro vero desiderio del Cielo si è manifestato in modo evidente, consumando del tutto ciò che di terreno era ancora attaccato a loro, allora questo desiderio celeste comincia in un certo qual modo ad espandersi meravigliosamente verso tutte le parti e, innanzi tutto, forma la via meravigliosa e , espandendosi sempre di più, forma infine anche il Cielo stesso. E questo Cielo si unisce poi con lo stesso Cielo degli spiriti già beati, come si unisce, per così dire, amore con amore, e come ‘il bene’ dell’amore si unisce con il puro ‘vero’ della fede e, viceversa, come il puro ‘vero’ della fede con il ‘bene’ dell’amore.

15. Vedete, così il servitore ha visto per alcuni minuti queste anime sollevarsi in un volo veloce verso l’alto e presto cadere nuovamente indietro. E questo spettacolo non era dissimile dal gioco di fuoco delle cosiddette “luci romane”[42] le quali pure si sollevano splendenti, però quando sono in alto, spegnendosi a metà o spesso completamente, si capovolgono e cadono nuovamente sulla Terra; soltanto che queste luci ascendenti [delle anime] non hanno l’aspetto così fiammeggiante come quelle delle candele romane, bensì la loro luce somiglia piuttosto a quella di una piccola nuvoletta illuminata dalla Luna.

16. Tuttavia non vi dovete immaginare come se il servitore abbia visto forme umane, poiché questo lo può fare soltanto l’occhio dello spirito, bensì ha visto semplicemente un tale gioco di prestigio del salire e scendere di fasci nuvolosi pallidamente splendenti. E questo l’avreste visto anche voi se vi foste trattenuti un po’ più a lungo sul monte.

 

 

(continuazione)

Sugli spettri, sugli atti eroici e d’amore

25 maggio 1841

 (pomeriggio)

 

17. Voi penserete nel vostro interiore: “Queste apparizioni (sulla via del ritorno dal monte ‘Kulm’ viste dal servitore nel cimitero), anche se spirituali, non hanno proprio nulla di tanto straordinariamente eccellente nel loro aspetto! È vero che spesso alcune apparizioni dal mondo dello spirito non offrono, nella loro possibile esteriorità, nulla d’eccezionale per l’occhio, ma con tutte le apparizioni spirituali funziona così:

18. – più grandi sono sotto l’aspetto spirituale, tanto più di poca importanza sono sempre nella loro manifestazione esteriore. Invece, più grandiosa si presenta una qualsiasi apparizione spirituale, tanto poco è nella sostanza.

19. Avrete spesso sentito e letto che in certi vecchi, decrepiti cosiddetti ‘castelli feudali’, hanno spesso luogo dei grandiosi fenomeni ed apparizioni di fantasmi, al punto che parecchie province e paesi, ne ottengono una conoscenza completamente poco rassicurante. E se aveste l’occasione di assistere voi stessi ad una simile apparizione di fantasmi notturna, allora esclamereste certamente: “Ah, questo è certo qualcosa di straordinario!”. E se, come molti altri uomini, vedeste come tali detestati principi castellani gettano o portano in giro di notte delle pietre ed altri oggetti, in verità, voi non sopportereste, dinanzi alla pura grandezza, la straordinarietà di tale apparizione per tutta la vostra vita!

20. Se invece Io in quei momenti vi aprissi il vostro occhio spirituale, allora giudichereste una simile apparizione non molto diversamente da come se aveste incontrato alcuni monelli per strada che si divertono a compiere alcuni insignificanti scherzi monelleschi! La minuscola apparizione di due moscerini che si accoppiano, di cui a voi non importa nulla, supera in grandezza ed importanza tutte le apparizioni di fantasmi nei castelli, dai tempi antichi fino a voi e ancora in avvenire!

21. La stessa cosa (del resto) succede anche con le gesta degli uomini! Tra questi ci sono degli ‘eroi’ che migliaia e migliaia di anni fa hanno compiuto le cosiddette gesta più grandiose e che ancora oggi vengono decantate e fatte rinascere da mille cantastorie per il misero ricordo. Invece, in verità, Io vi dico che quando un giorno vi verrà aperta la grande biblioteca nel Mio Regno, allora vi cercherete dentro con inutile fatica un po’ di questi ‘eroi dalle grandi gesta’! Invece vi meraviglierete molto di come in questi eterni libri della vita, si riferisca spesso, senza mai essere stato osservato da nessuno, di un atto d’amore compiuto completamente in segreto, segnato lì grandiosamente per tutti i tempi eterni da sempre nuove meraviglie!

22. Se ad uno di voi fosse per esempio capitato in qualche modo d’incontrare su una via qualsiasi un povero uomo tormentato oppure un povero fanciullo abbandonato – non importa di quale razza – e gli aveste dimostrato misericordia, in verità questo atto già da solo prevarrebbe su tutte le grandi gesta di tutti gli eroi del mondo, i quali fecero macellare uomini a migliaia ed ancora a migliaia, come se essi stessi fossero, come Me, signori sulla vita e sulla morte, mentre non possono di certo dar la vita neanche soltanto ad un filino d’erba secco. Ed anche se lo potessero, quanto piccola sarebbe una simile azione rispetto a quella attraverso la quale voi senza aver animato un solo filo d’erba, avete invece animato – Io ve lo dico – infinitamente più che un filino d’erba! Ascoltate e comprendete bene: attraverso tale azione, voi avete dato la vita ad uno dei Miei fratelli!

23. Se ora riflettete sulle infinite differenze che intercorrono tra una simile grandiosa mattanza di uomini e l’animare un filino d’erba, e da qui fino all’animare un fratello immortale, allora vi diverrà certamente chiaro il perché nella Mia Biblioteca non esistono affatto tali gesta eroiche terrene, e perché altri atti (d’amore) notati spesso così poco sulla Terra, suscitino nel Mio Regno una così straordinaria, dico, eterna meravigliosa sensazione.

24. Con questi atti d’amore apparentemente piccoli sulla Terra, accade proprio come se qualcuno con la punta di uno spillo avesse inciso il suo nome nella tenera corteccia di un giovane alberello, dove poi il nome cresce come lo stesso albero. E se l’albero potesse crescere all’infinito, come nel Regno Mio, allora anche il nome crescerebbe con lo stesso albero all’infinito, tanto che ogni singolo tratto inciso, alla fine diventerebbe un campo infinito, sul quale nuove ed innumerevoli meraviglie potrebbero avere un grande spazio per manifestarsi.

25. Perciò, Miei cari amici: ovunque voi andiate nel Mio Nome e qualsiasi cosa vediate ed osserviate in questo Nome, se volete osservare qualcosa di veramente grande allora rivolgete i vostri occhi su cose piccole e su avvenimenti apparentemente insignificanti!

26. In verità, sentirete senza sforzo nel vostro spirito cosa è più grande: un Sole-centrale splendente, oppure la lacrima di un povero fanciullo piangente? In verità, se avete asciugato quella lacrima ed avete offerto all’affamato anche soltanto un magro pezzetto di pane, allora avete fatto di più che se aveste creato un trilione di soli-centrali e li aveste nuovamente distrutti. Infatti, questi e tutti i mondi con le loro magnificenze, un giorno passeranno e saranno ridotti a nulla, ma dagli atti dell’amore usciranno, al loro posto, soli e mondi imperituri, e cresceranno e diventeranno sempre più incantevoli in tutte le eternità delle eternità, e voi scorgerete in questo la grande Magnificenza del ‘nuovo Cielo’ e della ‘nuova Terra’, i quali saranno e lo sono già adesso: imperiture, ulteriori opere dell’eterno Amore, come quelli attuali sono invece opere dell’ira e della Sua Potenza mortale.

27. Date perciò amore a tutti senza differenza e, secondo le possibilità, aiutate chiunque abbia bisogno del vostro aiuto, allora le vostre opere saranno perfette e voi lo sarete nelle vostre opere, come Io – il vostro amorevolissimo Padre nel Cielo – sono perfetto.

28. Questo lo dico Io, Colui al quale è più caro il piccolo che il grande. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 38 bis

Cause naturali e spirituali di una stagione insolitamente fresca

 

19 giugno 1841

(dalle 15.30 fino alle ore 19.15)

(D.D.C. vol.3 - cap.25)

(Scriventi: Andr. ed Hans., Guglielmina e Paolina Hutt.)

(“Le grandi diarie”)

 

1. Avrete osservato che quest’anno si è presentato già in modo prematuro un tempo insolitamente caldo ed asciutto.Aavrete anche notato che durante il persistente periodo caldo-asciutto soffiavano costantemente più venti meridionali e questi aiutavano a riscaldare l’aria oltre al raggio del Sole. Avrete anche notato che in questo periodo caldo sono comparsi temporali molto poco elettrici, e che dopo ognuno di questi temporali poco elettrici il cielo rimaneva coperto sempre per uno o anche due giorni e talvolta anche piovoso. Chi ha un cosiddetto barometro, se ha diverse familiarità con le regole di questo strumento, avrà certamente notato che ha piovuto in una posizione elevata della colonnina di mercurio, così come sia in una media che in una bassa, ed anche durante la risalita o la discesa.

2. Vedete, se qualcuno avesse osservato precisamente questo ed avesse così risvegliato il suo spirito indagatore, egli non sarebbe stato lontano dalla meta, poiché per primo, si sarebbe ben dovuto chiedere: “Da dove viene mai l’aria che scorre sempre da sud verso nord – nota bene – quando la stessa da tutte le regioni del mezzogiorno, affluisce intorno all’intera Terra proprio verso nord?”. E la risposta sarebbe altrettanto molto facile, specialmente quando si presuppone ancora, e si deve presupporre, che l’aria è un corpo pesante che è capace di un accumulo, ciò che di ogni mantice può esservi un insegnante, come lo possono essere il vostro polmone stesso con ogni singolo respiro.

3. Questo ricercatore dovrebbe ora necessariamente aver scoperto, dato che l’aria da tutte le regioni del mezzogiorno della Terra si muoverebbe verso nord, che con questo spostamento deve avvenire, proprio sull’importante Polo Nord, un grande accumulo e sovraccarico d’aria. Vedete, quante giuste scoperte il nostro ricercatore ha già fatto. Ora, se il ricercatore ha comunque anche solo un po’ di confidenza con gli esperimenti della pressione dell’aria, chiediamo: “Dunque: che cosa succederà adesso, se sul glaciale Polo Nord si accumulano tali masse d’aria l’una sopra l’altra e così uno strato comincia a comprimere l’altro sempre di più?”. – E il ricercatore, dopo una riflessione non troppo lunga, darà la seguente risposta: “Se del resto l’esperienza non m’inganna, cosa che sicuramente non sarà facilmente il caso, la stratificazione dell’aria sul Polo Nord, deve di certo produrre lo stesso effetto come quando si mettono due grandi mantici con le loro bocche di efflusso d’aria una di fronte all’altra, e nel punto dove s’incontrano forzatamente le due correnti d’aria, queste lasceranno gocciolare una certa acqua. Così la stessa si congela presto in una sferetta di grandine; e quando il reciproco flusso dell’aria aumenta ancora nella sua violenza, si vedrà presto una quantità di piccole scintille di fuoco, come quelle elettriche, guizzare in tutte le direzioni, e precisamente con un noto crepitio di scintille elettriche. Se dunque”, dice proseguendo il nostro ricercatore, “l’aria pressata produce sempre lo stesso fenomeno ed effetto, allora di certo sul Polo Nord, dall’inizio di tale accumulo dell’aria, il freddo deve anche aumentare sempre di più, e precisamente nello stesso rapporto in cui lo strato inferiore dell’aria viene sempre più schiacciato dagli strati superiori che si accumulano sempre più. E quando la pressione ha raggiunto il massimo grado, allora l’aria, proprio lì nella sua posizione inferiore, deve infiammarsi altrettanto bene, come nel piccolo tra i due grandi mantici”. Vedete, il nostro ricercatore è sul serio non irragionevole, perché giusta è la sua deduzione.

4. Così è stato anche dal punto di vista naturale. Il Sole col suo raggio ha spinto l’aria proveniente da tutte le regioni della Terra da sud verso nord, e questo perché proprio il Sole in questo periodo di caldo anticipato ha potenziato, attraverso i suoi grandi e numerosi crateri di fuoco neoformati, la sua luce più di mille volte, il che naturalmente non è il caso tutti gli anni. Ebbene, l’aria si è accumulata sul Polo Nord ed ha causato con questo il massimo freddo possibile, così che il mare, che scorre intorno al Polo Nord per oltre cento miglia giù verso sud, è diventato ghiaccio fin sul fondo e, per questo, in parecchi punti dove il mare è molto profondo, ha dato al ghiaccio una profondità spesso dell’estensione di più di mille klafter (1900 m.).

5. Ma ora vorrei farvi notare un ulteriore fenomeno. Potreste ancora ricordarvi il giorno quando nella stanza di Hans. H. Zelante, un piccolo pendolo, appeso liberamente, cominciò ad oscillare senza alcun motivo noto a qualcuno? Vedete, proprio in quel momento lo strato dell’aria sopra il Polo Nord si è incendiato con un esplosione naturale più grandiosa; questa esplosione fu di una tale violenza, che con un colpo mandò in frantumi quasi tutto il ghiaccio che circondava il Polo nord per centinaia e centinaia di miglia, e spinse, attraverso le successive accensioni permanenti, il ghiaccio dal Polo nelle regioni del sud in pezzi, non raramente grandi come paesi, alcuni dei quali fino ad ora hanno raggiunto perfino l’equatore. Una tale scena esplosiva, se poteste anche solo assistervi e sentire il suo grande scoppio tuonante da una lontananza piuttosto ampia, vi ucciderebbe nel corpo infallibilmente; infatti, non potete farvi un concetto di quali manifestazioni di forza della natura per voi incomprensibili si verifichino là.

6. In verità, se voi poteste riempire il vostro intero impero interamente per un’altezza di mille klafter con la vostra polvere da sparo e poi incendiarla, allora questo equivarrebbe, rispetto ad un tale fenomeno polare ed anche in rapporto all’intera Terra, proprio come se voi poteste incendiare su un tavolo un unico granellino di polvere. Proprio in questo rapporto sta l’effetto esplosivo del Polo Nord rispetto al grande mucchio di polvere incendiato, così come l’esplosione di questo mucchio sta rispetto all’esplosione del singolo granellino. E poiché ora in tal modo potete immaginare in una certa misura l’esplosione, allora potrete farvi anche un debole concetto dello scoppio generale che venne prodotto da più di un trilione di fulmini che hanno operato simultaneamente. Una tale scossa l’avverte la Terra intera, come l’ha avvertita anche il pendolo a voi noto.

7 Se ora riassumete questo e poi tirate le conclusioni, allora il freddo che vi si è manifestato subito dopo nelle vostre regioni già abbastanza meridionali (rispetto al Polo Nord) non vi sembrerà più sicuramente tanto misterioso. Infatti, quando in primo luogo la massa d’aria dal Polo Nord comincia a fluire su tutte le sue aree ghiacciate, che spesso hanno un’estensione di oltre cento miglia, nuovamente verso l’equatore e portano con sé durante il loro viaggio di ritorno anche parecchie migliaia e migliaia di pezzi grandi come montagne e paesi, allora vi sarà magari comprensibile che l’aria, ritornando così dal nord, non può essere calda come se venisse dal cocente equatore.

8. Per questo motivo da voi sono anche comparsi pochi temporali elettrici, e il salire e scendere del mercurio nel barometro fino ad ora non è ancora una conseguenza degli innalzamenti interni della crosta terrestre, ma viene causato soltanto dal fatto che una porzione di aria del nord – una volta maggiore ed una volta minore – viaggia sulla superficie della Terra e con questo, grazie alla sua pesantezza maggiore o minore, causa anche la caduta e la salita del mercurio nel tubicino.

9. Vedete, così può anche piovere continuamente e il mercurio può stare nel tubicino come vuole, può o salire o scendere, poiché l’aria è sempre fresca e la temperatura della Terra però è calda. E per questo c’è anche sempre il medesimo fenomeno che voi nel piccolo potete già notare sui vetri delle vostre finestre, quando fuori fa freddo e voi riscaldate le vostre stanze, proprio lì si combina anche l’ossigeno dell’aria fredda con l’azoto, che è una conseguenza del riscaldamento nelle stanze, e questa combinazione si manifesta sui vostri vetri come gocce d’acqua.

10. Quanto in alto l’aria si è accumulata sul Polo Nord, potete molto facilmente riconoscerlo dal lungo persistente crepuscolo, grazie al quale voi, proprio intorno alla mezzanotte, potete perfino scoprire verso il nord un considerevole chiarore, e questo chiarore non è altro che l’estesa colonna d’aria illuminata sopra il nord. Chi sa calcolare secondo la curvatura del circolo e secondo il numero dei gradi da voi fino al cosiddetto circolo polare, costui può determinare in miglia, con discreta sicurezza, l’altezza della colonna d’aria che si è accumulata sul Polo nord nella maniera già nota. Nondimeno, per ora Io vi dico che questa volta la colonna d’aria ha raggiunto un’altezza di settemila miglia (13,3 km.). Ora avreste il fondamento naturale di questo fenomeno, per quanto ve lo avesse potuto far conoscere anche un cosiddetto naturalista ben afferrato.

11. Ma come stanno le cose con il fondamento spirituale, che è il vero fondamento principale, dove ogni esperto della natura deve pronunciare il per lui triste: “Fin qui e non oltre!”? – Se volete esaminare la spiegazione sul Polo Nord, come anche qualche altra ancora, sia nel campo del regno minerale, vegetale e animale, come anche specialmente quella spiegazione sul terremoto, allora il fondamento spirituale vi dovrebbe essere così già abbastanza noto. Solo che qui è da tener conto della diversa circostanza che per questa volta, come certamente è solo raramente il caso, ha avuto luogo una generale cattura di spiriti – come anche la loro redenzione – che già da lungo tempo attendevano nel ghiaccio del nord. I prigionieri sono coloro che furono condotti da sud a nord, e furono condotti lì perché altrimenti avrebbero combinato sciagure troppo grandi su tutte le regioni meridionali della Terra.

12. Se volete dare uno sguardo a tutti i movimenti bellici e sovversivi di tutte le popolazioni del sud, allora il motivo di tale cattura generale non dovrebbe esservi del tutto incomprensibile. E se ora dite: “Questo è veramente molto verosimile in sé e ci appare estremamente probabile, ma d’altra parte tale motivo non può essere compreso ulteriormente altrettanto facilmente, perché poi, al contrario, essendo divenuti allo stesso modo nuovamente liberi anche molti spiriti fortemente raffreddati provenienti dal nord, questi vennero e vengono ancora adesso condotti nelle regioni più calde del sud, in parte in grandi masse di ghiaccio e in parte nell’aria stessa che affluiva di ritorno”. – Soltanto, che su questo Io vi dico, che chi comprende l’uno, può comprendere altrettanto facilmente anche l’altro.

13. Un piccolo esempio vi dovrà chiarire il tutto. – Quale credete sia il mezzo migliore per placare al più presto possibile degli attaccabrighe in una stanza riscaldata? Io vi dico: “Versate loro addosso acqua ghiacciata o portateli fuori in mezzo alla neve, e potete essere assolutamente sicuri che i raffreddati almeno per questo tempo non verranno più alle mani l’uno con l’altro. Così è il caso anche nel grande. Se Io ora non avessi permesso questo e in tal modo raffreddato le teste calde ed attaccabrighe [detentrici] del potere mondano mediante gli spiriti pacifici, allora l’intero emisfero terrestre meridionale sarebbe ora implicato da capo a collo in guerre, rivolte, fame e pestilenze. Così Io feci soffiare invece arie fredde. Queste però non rinfrescano solamente la vostra pelle, ma poiché in sé e per sé sono soltanto spiriti pacifici o almeno spiriti pacificati, così essi esercitano sugli animi la stessa cosa che il vento freddo opera esternamente sulla pelle. Sapete da quanti uomini dipende spesso che interi popoli vengano reciprocamente coinvolti in guerre?

14. Dovete soltanto dare uno sguardo al passato, e in origine incontrerete raramente più di due teste calde altolocate, una di fronte all’altra. Se queste si surriscaldano, allora si comportano rispetto al popolo proprio così come una scintilla rispetto ad un bosco secco che cade su un corpo facilmente infiammabile che presto s’incendia e brucia in breve tempo il bosco intero. La scintilla è per esempio un qualsiasi ministro surriscaldato, l’oggetto molto infiammabile è o il monarca stesso oppure il popolo militare, ed il bosco secco è l’intero popolo restante che langue spesso fisicamente e spiritualmente sotto la pressione di un qualsiasi governo troppo egoista. Il ministro attaccabrighe considera la guerra altamente necessaria, naturalmente secondo la propria avidità di dominio e di lucro. Il monarca e il popolo bellicoso vengono non meno trascinati dallo stesso movente, e il povero popolo deve bruciare con loro, che lo voglia o no, e di solito poi dice anche: “Tanto, in un modo o nell’altro sono rovinato lo stesso”, e così interi popoli si prendono mortalmente per i capelli a causa di due singole scintille. Ma se la scintilla incendiaria viene spenta da una goccia di pioggia cadente ancor prima d’aver toccato l’oggetto infiammabile del bosco, non rimane risparmiato il bosco intero?

15. Vedete, proprio così è fatto anche quest’attuale tempo atmosferico persistentemente fresco, e fa in modo che i grandi, invece di affrontarsi reciprocamente, muovano le mani, ma non la loro testa calda, e questo, tanto prima che possa divampare.

16. Da quest’esempio ora menzionato potete ben concludere come Io Mi intenda molto bene, attraverso ogni fenomeno che a voi appare solo naturale, trattenere così più di qualche male spirituale. Ma se riflettete più profondamente, allora troverete comunque in tutti i fenomeni naturali molto poco di naturale, dopo che Io, quale Autore di ogni fenomeno naturale, sono certamente nel senso più perfetto di ogni parola e di ogni significato, uno Spirito, ma nessuna natura sensuale esteriore che in sé e per sé non è nulla, se non, come vi è già stato annunciato, la Mia Idea trattenuta oppure il Mio Pensiero fissato.

17. Ma se ora sapete questo, allora dovete anche sapere e comprendere, oltre a ciò, che se Io in qualche modo metto in un piccolo movimento i Miei pensieri, non lo faccio per amor dei Pensieri, come se li volessi per così dire aerare e preservare dalle tarme come un pellicciaio le sue pelli, ma muovo questi Miei pensieri sempre e soltanto per amore di coloro che ora sono più dei Miei soli pensieri; questi sono ciò che siete voi, vale a dire esseri liberi, autonomi, che devono diventare figli Miei. Infatti, se l’uno o l’altro è un buon padre per i suoi figli, non guida egli tutta la sua economia domestica per amore dei suoi figli e lavora e governa e pensa e risparmia per loro?

18. Se voi che siete imperfetti, fate questo per i vostri figli, come potete allora pensare che Io, in quanto onnisapientissimo ed onniamorevolissimo Padre di tutti i figli dell’uomo, potrei lasciar portare dai venti attraverso l’aria anche soltanto una piccolissima nuvoletta per puro divertimento, per non parlare di effettuare una tale grandiosa esplosione del Polo Nord per niente, e ancora per nient’altro che per puro divertimento, e con ciò essere come voi che fate spesso delle cose per nulla e ancora per nulla, e talvolta non siete diversi da quei ragazzi giocherelloni che caricano la canna (il buchino) di una (grossa) chiave e si dilettano poi nel vedere il fumante saltellio della polvere, nel quale però, secondo il vostro giudizio, non c’è di certo posto niente di utile.

19. Per finire, in quest’occasione vi faccio ancora notare il risonante e schioccante culto di Dio che esiste presso di voi. Questo non è da paragonare alla nuvoletta portata dal vento, ancor meno con quel grandioso fenomeno del Polo Nord, bensì è ancora sette volte meno significativo del fumante scoppiettio di polvere nella chiave improvvisata a fucile dei ragazzi giocherelloni, i quali però con questo si divertono almeno in modo estremamente divertente, mentre con tali schioppi e colpi metallici ed altri suoni[43] che dovrebbero glorificare il Mio Nome, non rallegrano né divertono proprio nessuno, bensì, tutto ciò accade secondo una precisa prescrizione come per istinto, e l’uomo ne viene edificato esattamente come un albero accanto all’altro se, beninteso, dall’uno viene staccato un ramo;!

20. Vedete, tali fenomeni non provengono dai Miei Pensieri, ma da quelli insignificanti degli uomini. Tuttavia, affinché questi possano giungere a tale movimento di pensiero che sia degno del Mio, Io ben presto sarò costretto a mettere in movimento un Pensiero più grande! Comprendetelo bene! Amen! Questo lo dico Io, l’unico grande Agitatore di Pensieri. Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 39

Sul segreto dei monti

Poesia dalla “Kleinalpe”

 

 

 

15 luglio 1841

Il 14 luglio 1841 J.L. - G.B. Andr. - Jos. ed Hans.H. con un tempo favorevole salirono sulla vetta più alta della Kleinalpe presso Űbelbach e si trattennero – incuranti di una persistente, fredda tempesta dall’ovest – per tre ore sulla vetta, da dove potevano essere viste chiaramente le più importanti alte montagne dell’Alta Stira come anche le città di Judenburg e Leoben. Il 15 luglio venne poi comunicato al servitore del Signore J.L. la seguente comunicazione:

(“Le grandi diarie”)

 

Ora scrivi. Avrete da percepire una deliziosa Parola dalle altezze dei monti, sulla libera, bella vetta della Kleinalpe:

 

1.

Cosa fissi tu, lì a quei monti in fila, schiera stanca,

dove vette scoscese offrono a Me, al Creatore, la lor fragranza?

Riconosci la colpa tua, ed impara ben da questi eroi,

tutto ciò che del Padre tuo, t’annunciano del loro Creatore.

Come stanno lì arditi e potenti, questi testimoni grandi,

e mai, come fate voi, voglion tacere della grandezza Mia!

Intorno alle loro sacre vette spesso girano nebbie gioconde

e li aiutano silenziose ad esaltare ringraziando il Padre grande.

E gioiosi venti sulle alte vette stormiscono possenti,

per annunciar che là le rocce cominciano il Mio inneggiamento.

 

2.

Tu temi, debole veggente, dinanzi alle altezze imponenti,

rabbrividisci quando i puri spiriti delle Alpi ti spirano attorno,

quando venti freschi qualche lacrima dagli occhi tuoi carpiscono!

Ma se potessi tu vedere come eoni di fiocchi bianchi si foggiano

che solerti dalle stanche nuvole con gioia si modellano,

e poi con cura questi su tutti gli alti campi di muschio si cospargono,

e se potessi tutto questo con gli occhi del tuo spirito scorgere

e vedere a che fine possa tutto questo lavoro dello spirito valere,

allora gridar vorresti solamente: “Chi le Opere di Dio osserva attento,

ha godimento vero! Esse gli mostran la Potenza del Padre santo!”

 

3.

Avete visto i monti dell’altopiano disposti arditamente

ed avete anche nel loro grembo i bassi nani pietrosi contemplato.

Tutti avete visto l’alto ‘Schwab’ e il ‘Reiting’ profumati spiccare,

il ‘Prediger-Stuhl’ ed altri monti con le nuvole lottare.

Oh, udite parlare queste straordinarie formazioni montuose,

udite la loro voce nella debolezza sabbiosa del vostro cuore pietroso!

Così essa brevemente suona: “Tu, su questa Terra, o uomo delicato,

contempli ebbro di delizie, per la fatica nostra ammutolito,

la sublime magnificenza in noi. Eppur, se tu venissi avanti,

rabbrividir potresti, dinanzi alle catene nostre della prova pesanti!”

 

4.

Ed altre parole vi mettono nel cuore i monti ancora,

intelligibili così: “Guardateci ed osservate le antiche bare,

come nell’aria stiamo e imponenti svettiamo,

così anche in noi un gran numero di morti continuamente portiamo.

E se il misericordioso Amor divino non ci volesse raffreddare,

in verità, la furia tempestosa il territorio presto potrà colmare.

Infatti, coloro che dobbiamo saldi nei nostri corpi solidi trattenere

vorrebbero, infiammati, proprio in un’ora la Terra trasformare.

Ma per impedir questo e la pace a voi preservare,

dobbiamo al vostro posto il peso grande sopportare!”

 

5.

Oh, lasciatevi infondere nel cuore, le forti parole dei monti, profondamente

poiché ai vostri orecchi, essi pongono la lingua ulteriormente,

percepibili così: “Quando le nebbie leste ci circondano,

e le nostre alte sommità velando, vedete, là provano,

talvolta sublimi esseri assai potenti, già antichi guardiani dei morti,

con il loro amore gli spregiatori di Dio in noi acquietano

con quantità di lacrime infinite dagli occhi dell’Amore.

Quelli che in noi il dono dell’amore assorbono in sé premurosi,

anche per risorgere alla libera vita, questi saran poi svegliati,

e a poco a poco, come a voi uomini vien dato, saranno ancor più elevati”.

 

6.

E poiché per voi dei monti sta già la bocca aperta,

così ascoltate ciò che il soffio dall’altezza ancora vi sussurra:

“Quando sulle teste nostre spirano freschi, poderosi venti,

tanto che non potete restar più a lungo su di noi scrutando,

quello è il momento in cui s’innalzano legioni a nuova vita

e tendono, con premurosa fretta, verso le pianure del regno vegetale.

Per raggiunger quanto prima tale méta prestabilita,

si riuniscono in nebbie secondo antiche vecchie usanze

e poi come leggera pioggia cadono su vegetanti pascoli,

laddove tutti, rivivificando se stessi, si librano alla vita.

 

7.

E quando i primi fiocchi nel tardo autunno ci ricoprono

per cui ogni calda vita attiva ad evitarci ha cura,

anzi perfino qualche gaia fonte in caduta gelida si blocca,

e così tutto sulle nostre libere ampiezze della vita tace,

allora ti fa cenno, o esploratore, un nuovo tempo, di restare a lui fedele

col tuo orecchio ed occhio, poiché lì comincia ad agitarsi

verso l’alto e verso il basso, e in ogni luogo non vedi che il bramare

verso una forma solida, per annunciar se stessa come vita.

Infatti, è questo il tempo della nostalgia, in cui tutto vorrebbe ritrovarsi.

Per questo ogni spirito si lascia volentieri da altri vincolare.

 

8.

E quando poi il pieno, fedele inverno è arrivato,

allora non raramente il nostro solido petto viene angustiato,

poiché i giudici pacieri dell’alto nord ci raggiungono,

cospargendo presto i nostri profondi solchi con le loro canaglie

di profonda neve ed assai rigido ghiaccio, gravandoci per la prova.

Oh, vedete, non c’è allora diletto a camminar sulle nostre altezze,

perché ogni vita libera è poi così duramente afferrata

che mai potrà provare il dolce traboccare dell’Amore.

E quando anche il legame del nord strappa il soffio della primavera

allora non ritorna più nessuna vita alla terra natia primiera!

 

9.

Solo quando la muta canaglia di neve e ghiaccio ha ceduto,

quando la calda primavera ha l’inverno cancellato,

e allora la vita ritorna vegetale ben fortificata

ma mai più ritornano i canti degli uccellini congelati.

Perfino gli uomini, che il nord sul nostro dorso ha soverchiato,

difficilmente verranno più dai raggi del nostro Sole ristorati.

Tuttavia, se qui una vita libera è stata compromessa

ad opera di un operare troppo pacifico del nostro nord assai fedele,

per questo allora nessuno si deve troppo di noi monti lamentare

poiché per tali imprigionati un’altra vita comincia ad albeggiare!”

 

10.

E così può servirvi da ‘bandiera’ questa canzonetta,

con cui dai monti poter conseguire facilissimo senso

per comprendere quel che Io vi darò ben più che agevolmente

così che con tale ‘bandiera’ più di un dubbio eliminare.

Infatti, è più facile andar sui monti e gli altri da lì osservare

che capir da dove viene sugli stessi un tal delizioso albeggiare.

Per questo Io v’ho dato prima del più grande dono questa ‘bandiera’

nelle vostre mani affinché essa vi esorti dapprima fedelmente

del fatto che il Mio prossimo dono si riversi in Sapienza,

così che voi con questa ‘chiave’ potrete dischiudere facilmente.

 

Io, il Signore,

a voi la tonsura!

Se di più voi volete

allora qui pur venite;

 

volentier dona Colui

che le stelle conduce

nelle remote lontananze,

Questi dona volentieri!

 

Il Padre santo – buono

Ad ogni figlio fa volentier del bene,

poiché solo il Padre è buono

perché come Lui, opera nessuno.

 

Nel cielo dimorano molti soli;

angeli troneggiano nei soli,

sui soli, intorno ai soli,

poggiano le corone di tutte le regioni!

 

Perciò il Padre santo è buono e grande,

poiché vi fa annunciar tali cose grandi,

e dice anche in ogni tempo: amen!

Come un buon Padre.  -  Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 40

Il meraviglioso scopo dei monti

Supplemento alla visita alla Kleinalpe

 

 

 

17 luglio 1841 (dalle 15,45 alle 19,00)

 

In questo giorno ottennero dal Signore attraverso il Suo servitore J.L. quanto segue come dono concernente la Kleinalpe:

(scriventi: Andr. ed Hans. H.)

1. Cosa sono le Alpi, gli altissimi monti e le piccole colline che si innalzano sul parsimonioso piano della superficie terrestre? – Nient’altro che la polvere su una mela che è caduta giù da un albero su una strada polverosa. Ma la polvere è attaccata soltanto leggermente alla mela, mentre i monti sono solide escrescenze della Terra. Allora, con che cosa si dovrebbero paragonare i monti? Forse con la polvere sulla mela, oppure con le escrescenze di una noce, oppure magari con le piccole verruche sulla superficie di un guscio d’uovo? In sé e per sé l’una cosa equivale tanto poco quanto l’altra. Ma prendete tutte e tre le cose insieme, e riscontrerete che la mela impolverata, la noce e l’uovo troveranno ognuna la loro caratteristica corrispondenza alla Terra. Ma quale vogliamo prendere per prima? – Vedete, qui ci sarà poco da scegliere, ma se le prendete tutte e tre nello stesso tempo, allora avrete colpito la giusta misura. Ma una mela deve forse cadere dall’albero per essere impolverata? Oppure, non possono venire dei venti che sollevano la polvere dalla strada e così impolverano facilmente una mela, se essa pende vicino alla strada? Oppure, come stanno le cose con la noce? Il frutto interno si forma secondo le increspature del guscio, oppure non è piuttosto il guscio solido a ricevere le increspature dal frutto?

2. Qui è sicuramente meglio se si osserva la natura del frutto, poiché ognuno si fa cucire il suo abito secondo il corpo e non il corpo secondo l’abito. E così l’effetto procede dall’interno, e non dall’esterno verso l’interno, perché la forza agente della vita prende la sua dimora sempre nel centro e non nell’esterno, nella veste.

3. Ma come stanno le cose con le piccole verruche sul guscio dell’uovo? Come sono sorte e perché sono lì? Una gallina potrebbe certo deporre più facilmente un uovo liscio piuttosto che uno, la cui superficie è cosparsa con migliaia ed ancora migliaia di piccole verruche! Ma non potreste dire con altrettanta facilità e con la stessa motivazione: “A che scopo esistono i monti sulla superficie della Terra? Una Terra piatta evidentemente girerebbe di certo più facilmente intorno al suo asse che non una tempestata con così tanti monti!”. – Qui però è opportuno fare la seguente osservazione: “Chi potrebbe poi, sulla Terra, costringere l’aria e l’acqua alla rotazione insieme, dato che né l’una né l’altra è collegata in modo immutabilmente saldo con catene e funi con il corpo della Terra?”. Se l’uovo non avesse le piccole verruche, su cosa potrebbero appoggiarsi i nervi che hanno la funzione di spingere e di esercitare pressione, nervi che sono espressamente presenti nel canale genitale di una gallina, per aiutare a portare l’uovo alla luce del mondo esterno? E una volta che l’uovo si trova nell’aria atmosferica, se non avesse tali piccole escrescenze, con che cosa potrebbe assorbire poi, per l’ulteriore conservazione della sostanza vitale, il fluido vitale elettromagnetico ad esso affine, e con che cosa potrebbe poi attirare a sé, nel periodo di cova, la sostanza riscaldante dal petto della gallina oppure dai raggi del Sole oppure anche dalla sabbia riscaldata? Se la Terra fosse una sfera piatta, allora tutti i suoi punti, non esclusi perfino quelli sotto l’equatore, non se la passerebbero meglio della cima del Chimborazo oppure del Polo Nord stesso, dove neve e ghiaccio regnano eternamente.

4. I monti sulla Terra sono dunque ciò che sono le piccole verruche sull’uovo! Essi non sono soltanto conduttori di aria e di acqua, bensì essi sono ulteriori assorbitori di calore, e ciò che essi assorbono dalla sostanza termica, non lo possono distribuire naturalmente in nessun altro luogo se non soltanto nelle valli e pianure situate più in basso. Ma se in qualche luogo le pianure molto estese si trovano troppo lontane dai monti, allora là ovunque troverete altrettanta poca vegetazione, anzi spesso ancor meno di quella che c’è sulle cime più alte delle montagne, e questo per un duplice motivo! In primo luogo perché dette pianure sono troppo lontane dai monti e perciò hanno anche troppo poco fertile calore! Per quanto riguarda il calore ardente sulle lande, esso non è altro che azoto esalato su di essa dalle vicine regioni fertili, il quale certo raccoglie, concentrandoli, anche i raggi del Sole come l’aria atmosferica, ma, come detto, tale calore non è un calore fecondo, bensì è uguale a quello che proviene dai carboni ardenti in una stanza chiusa. Anche se non agisce in modo così distruttivo sulla vita animale, esso agisce però distruggendo tutta la vita del mondo vegetale. E non è affatto difficile da dimostrare il fatto che, dove in qualche modo la vita vegetale cessa, non rimane più lunga esistenza neanche per la vita animale.

5. Tuttavia esistono anche regioni, specialmente in Africa ed anche nell’America del sud, dove delle zone confinanti molto fertili esalano l’aria soffocante in modo così forte, che questa si riversa poi, come un mare di fiamme, su estese lande, steppe e deserti, e ciò che questo torrente di fiamme raggiunge, è nella sua sfera di vita naturale così ben annientato, come se fosse stato gettato in un poderoso ardente forno per la calce. Nondimeno, queste zone sono sterili ancora per un altro motivo: vale a dire, perché hanno una grande mancanza d’acqua. Voi però potete percorrere la Terra in lungo e in largo, e difficilmente riuscirete a trovare un qualche monte che non possa dare da sé, almeno alla sua base, parecchie sorgenti abbondanti e inesauribili.

6. Che cosa sono quindi ancora i monti, essendo essi comunque già dei ‘portatori d’acqua e di aria’ e, com’è ora noto, anche dei ‘produttori di calore vitale’? – Essi sono anche dei ‘conduttori d’acqua’. e precisamente in senso duplice. Infatti, poiché essi, come vi è già stato reso noto più volte, stanno tutti quanti sopra immensi bacini d’acqua, allora con la loro pressione costantemente uguale spingono in alto l’acqua non raramente fino ad altezze considerevoli. E questa conduzione dell’acqua alla superficie della Terra è il primo modo con il quale i monti sono ben in grado di dare da sé, nei punti più differenti, le sorgenti più abbondanti dell’acqua più pura.

7. Ma poiché l’aria atmosferica deve pur sempre essere impregnata di vapori che provengono in parte dall’incommensurabile mare dell’etere sulla via della produzione primitiva-animale, così i monti – come i polipi nei mari – sono sempre pronti, come veri ghiottoni, ad attirare a sé ogni umidità dall’aria che si avvicina a loro ed assorbirla in sé. Solo attraverso questa ‘acqua eterica’ viene poi vivificata quella sotterranea e, secondo la vostra espressione chimica, viene in un certo qual modo purificata, affinché poi sia sufficientemente adatta per il necessario uso della vita. Infatti, l’acqua dall’interno della Terra è così poco utilizzabile per la vita esattamente quanto lo è quella unicamente eterica.

8. Voi però non dovete considerare ‘l’acqua eterea’ magari come l’acqua piovana, la quale appare solamente quando alcune nuvole si sono prima saturate a sufficienza di ossigeno proveniente dai monti vicini, bensì la pura ‘acqua eterea’ non è gocciolabile nell’aria, ma è contenuta soprattutto nei monti.

 

 

9. La prima visibilità dell’acqua eterea si manifesta nelle cosiddette ‘nuvole a pecorelle’. Quando queste ultime un po’ alla volta diventano sempre più gravide di elettricità, allora si abbassano sempre di più, finché alla fine vengono tirate giù fino alla regione mediana delle nuvole, dove poi cominciano già ad assorbire l’ossigeno in sé. E quando poi in questo modo diventano in un certo senso anche più gravide di vita, allora si abbassano nella regione nebbiosa dei monti, i quali poi cominciano a togliere loro la sostanza elettrica. Allora cominciano poi di solito a soffiare sui monti dei venti molto impetuosi. E chi non volesse credere che simili venti non sono che elettricità che i monti assorbono dalle nuvole [che ora è meglio chiamare nebbie], basta che si rechi con un cosiddetto scudo elettro aspirante, oppure, detto comunemente ‘drago elettrico’ sulle Alpi, ed assicuri questo scudo ad una lunga pertica, o molto vitrea oppure almeno ben coperta di resina, e si avvicini poi, se ne ha il coraggio, ad un simile scudo. Allora gli verrà subito incontro, ad una velocità veramente fulminea, come insegnamento, una prova fortemente luminosa e perfino micidiale.

10. Dunque vedete, in questo modo i monti sono dei conduttori d’acqua anche nella seconda maniera. Che cos’altro sono ancora i monti? Non c’è bisogno che voi viaggiate troppo lontano nell’altopiano, che allora i molteplici e differenti minerali vi riveleranno chiaramente che cosa sono ancora i monti! Vale a dire che essi sono anche dei fabbricatori di ogni genere di metalli.

11. Dunque: da dove ha origine il metallo nei monti? Questo, come l’acqua, giunge nei monti dal basso e dall’alto ed è in fondo un prodotto dall’alto poiché proviene dagli innumerevoli raggi delle stelle; ed è un prodotto dal basso poiché è un prodotto in primo luogo dal fuoco sotterraneo, e in secondo luogo dalle polarità della Terra che s’incontrano costantemente e si alternano su tutti i suoi elevati punti. Certamente i metalli sono differenti, eppure hanno una e la stessa causa fondamentale, e non può essere diversamente! Infatti, anche su un prato esistono differenti erbe, eppure vi è dappertutto la stessa terra, la stessa luce del Sole e la stessa pioggia!

12. Gli uomini di certo non possiedono questa capacità e nessuno è in grado di produrre con lo stesso trapano dei fori di diversa grandezza, oppure sollevare tutti i pesi immaginabili con la stessa forza prodotta da una leva. Nessuno può fabbricare e adoperare un trapano immenso, la cui punta fosse più sottile di un pensiero e l’ultima tagliente spirale raggiungesse tutto lo spazio possibile immaginabile. Ed altrettanto nessuno è in grado di produrre una leva con la quale sia capace di rimuovere il Sole dal suo centro.

13. Vedete, poiché l’uomo già non è in grado di produrre neanche due utensili così semplici, dunque, come potrà essere in grado di spiegare come, dalla stessa causa, possano risultare realtà così infinitamente differenti? E come farà a dimostrare che tutti i metalli nei monti derivano da una e dalla stessa fonte e tuttavia nessuno è uguale all’altro? Solo Colui che voi conoscete, sa fare questo assai bene e conosce l’arte, non proprio insignificante, di preparare nello stesso calderone tutte le possibili tinture in modo che, se voi ne immergeste innumerevoli tessuti, non ne tirereste fuori nessuno che sia di uno e dello stesso colore. Di conseguenza la spiegazione è quindi semplice se qui si trova il ferro, là lo stagno, in un altro luogo piombo, argento, rame, zinco e molti altri simili, e ciò si spiega solo con il fatto che ad ogni monte, come ad un seme, è conferita una forma speciale ed una proprietà particolare, grazie alla quale esso può utilizzare facilmente uno e lo stesso materiale che assorbe in sé secondo la sua particolare natura, come ogni seme può impiegare una e la stessa sostanza per produrre quello che procede propriamente soltanto da esso.

14. Chi non lo può comprendere ancora, costui può fare il seguente esperimento, e gli si aprirà subito una consistente luce sulla sua ancora molto più considerevole mancanza di senno! Egli prenda un qualsiasi ampio vaso, per esempio un qualsiasi grande vaso da giardino, metta nello stesso della terra completamente omogenea, ma in questa terra metta dei semi differenti, li bagni con la medesima acqua e, per quanto riguarda l’omogeneità dei raggi solari, non si deve preoccupare, poiché questi sono ancora oggi gli stessi che erano alcuni trilioni di anni fa. Se egli osserva poi le piante che spunteranno dai differenti semi, allora dovrà convincersi del fatto che il suo lavoro e la sua preoccupazione erano puramente inutili. Infatti, nonostante tutto ciò, dal seme di garofano comparirà un garofano con tutte le sue caratteristiche, dal seme di violetta una violetta, dal seme di rapa una rapa, dal seme di grano uno stelo di grano, ecc.; cioè da ogni seme la pianta corrispondente con tutte le sue caratteristiche.

15. Chi pensa anche soltanto in una certa misura ed ha una piccola scintilla di vita nell’animo suo che lo spinge verso l’alto e non verso il basso, non sarà costui forse indotto a chiedere subito in silenzio almeno a se stesso: “Ma com’è possibile che da una e la stessa terra, da una e la stessa acqua e da uno e lo stesso caldo raggio di luce solare vengano fuori dei prodotti così estremamente differenti? Eppure, se esamino tutti questi semi chimicamente, allora io trovo in fondo sempre una e la stessa sostanza fondamentale! Anzi, perfino quando brucio ogni pianta singolarmente, mi resta poi sempre una e la stessa cenere! Quando io spremo la pianta verde, allora ottengo da ognuna un succo dal gusto e dal profumo un po’ differente. Sennonché, se scompongo i succhi di nuovo chimicamente, alla fine il risultato è che tutto confluisce di nuovo ad uno stesso elemento, e non appena sono giunto al mio ben noto carbonio ed ossigeno di base, allora ho anche finito il mio duro lavoro di ricerca e, alla fine, devo ammettere che nella mia arte, arte che mi rende così insigne, sono un purissimo ciarlatano!”

16. Vedete, chi dopo un simile esperimento è giunto a tale risultato, costui è già alla soglia del vestibolo! Se bussa, allora può essere fatto entrare, anche se non subito nel tempio, almeno nel vestibolo. Ed è meglio trovarsi con le membra dello spirito diritte nel vestibolo, che attendere, come quello dalla vista debole (il cieco) sull’arida sponda del Siloe, finché un angelo, rimestando l’acqua dello stagno, lo satolli con la forza salutare. Infatti, chi ha perduto qualcosa, per ritrovarla farebbe meglio a cercarla, che non aspettare noncurante in un punto, finché forse ritorni un onesto trovatore e gli consegni il tesoro perduto.

17. La Terra è un luogo pieno di monti, di crepacci, di abissi, fosse, valli e pianure e, qua e là, in lungo e in largo, ricoperta dappertutto di vegetazione con boschi e sterpaglie impenetrabili. Chi ha un tesoro e non lo custodisce saldamente, con quanta facilità potrà perderlo. E quando l’ha perduto, quanto difficilmente esso si farà ritrovare su una Terra che è così ricca di tenebrosi nascondigli! E chi ha perduto qualcosa e non considera degna la fatica di ritrovare la cosa perduta, come potrà costui mai ritrovarla, specialmente se oltre a ciò ha di per sé ancora la sventura di temere la luce?

18. In verità, uno simile non diventerà molto più capace, anche se avesse scalato tutte le montagne più alte della Terra, poiché, chiunque sale su un monte, fa una gran fatica prima di raggiungere la vetta. E quale sarà la ricompensa della sua fatica? Quella che egli ritiene sia l’unica cosa principale: e cioè un’ampia prospettiva panoramica sugli altri monti, paesaggi e borgate, ma il vero godimento, che consiste nell’inspirazione dell’aria pura vitale [che in effetti sarebbe da considerare la ricompensa principale per la sua fatica], egli lo prende soltanto con completa indifferenza. Allo stesso modo anche l’uomo naturale è un continuo arrampicatore di monti del suo stesso intelletto altamente elogiato, e si arrampica da un’altura dell’intelletto all’altra. Ogni volta che è salito su una qualche altezza apparente, s’immagina di essere sul punto più alto e più magnifico. Però, quando si è saziato gli occhi guardando da tutte le parti, gli viene il pensiero: “Se solo potessi salire anche su quelle lontane vette montane, allora soltanto potrei provare una vista che lacera ogni sentimento”. E secondo un antico detto latino di un astuto pagano, egli dice altrettanto: “L’uomo col suo ardimento può perfino espugnare il cielo! Che cosa dovrebbe impedirmi di salire anche sulla vetta di quel monte lontano? Poiché, di certo non arriva fino alla Luna o magari al Sole!”. – E così: detto, fatto!

19. Allora l’uomo scala anche quell’altra vetta con grandi difficoltà, ritenendo di poter vedere da lì in una volta almeno metà della Terra. Soltanto che anche lì le sue grandi aspettative vengono molto poco soddisfatte. Infatti, questo monte ha dietro di sé già di nuovo altre alte vette. E così il nostro assalitore di monti vede già nuovamente nient’altro che puri monti intorno a sé, sui quali, se fosse possibile, vorrebbe salire ora su tutti in una volta sola. – Così è anche con l’intelletto dell’uomo, egli sale da una vetta dell’intelletto all’altra. Ma che cosa scorge dappertutto? Nient’altro che monti e ghiacciai che si susseguono sempre più alti, tanto che per lui, giammai saranno scalabili! E buon per lui se è giunto con la sua prolungata arrampicata intellettuale così lontano da poter alla fine confessare a se stesso: “Non si può abbracciare con lo sguardo la Terra intera da nessun monte; e più si è visto, tanto più ad uno diviene chiaro che, rispetto a quanto ci sarebbe ancora da vedere, quanto si è visto equivale a non aver visto affatto niente!”, cosa che, interpretata, sta ad indicare che nella scienza intellettuale, ha fatto più strada di tutti, colui che riconosce di non sapere nulla.

20. A voi però Io dico: “Non è difficile pulire una mela impolverata dalla polvere, dato che quest’ultima aderisce soltanto alla buccia! Sarebbe più difficile pulire una noce in modo da renderla liscia, e sarebbe parecchio molto più difficile cancellare le piccole verruche dall’uovo, senza romperne il guscio!”

21. La Terra è in verità una ‘mela impolverata’, poiché su di essa giace una naturale, rovinosa polvere primordiale di altri mondi. Essa è ulteriormente una ‘mela impolverata’ perché intorno ad essa, per miglia e miglia, è accumulata un’eterea polvere di atomi. E in terzo luogo, dal punto di vista spirituale, essa è una mela così straordinariamente sporca di polvere, che solo qui e là può penetrare su di essa una scarsa luce del grande ‘Sole del mondo spirituale’ attraverso lo spesso velo di nuvole polverose.

22. La Terra è inoltre anche ‘una noce’, poiché in primo luogo, essa ha qualcosa di forte da rompere coi denti per ogni suo abitante. – E inoltre, essa è una noce in quanto la sua corteccia esteriore corrisponde fondamentalmente alla sua nodosa costituzione interiore. In seguito a questa costituzione nodosa le montagne primordiali sono ciò che sono le escrescenze esteriori in una noce. Ed è inoltre ancora una volta una noce, perché chiunque voglia penetrare in essa per ottenere l’interiore vita libera dello spirito, deve eliminare dapprima un involucro amaro e poi ancora un guscio duro, prima di giungere al frutto vivente della vita.

23. La Terra è anche ‘un uovo’, poiché chi vuol conoscere la costituzione interiore della Terra, costui ne porti uno ad ebollizione, lo tagli poi in due parti e lo studi con un potente microscopio; allora verrà a conoscere pressappoco la costituzione interiore della sua Terra. E ancora, la Terra è un uovo in cui, con il calore naturale del Sole, vengono fatti nascere differenti pulcini. E la Terra è ancora, sotto l’aspetto spirituale, uguale ad un uovo, perché come l’uovo porta alla luce il frutto della vita soltanto nel quieto, silenzioso calore, così anche l’uomo rinascerà come nuovo solo attraverso la silenziosa vita ritirata ed attraverso il calore del suo cuore verso di Me in se stesso, e in questa condizione all’uomo succede come ad un pulcino, il quale frantuma la sua propria prigionia, ne esce vivente e poi abbandona il guscio senza mai tenerne più conto.

24. Così dovrebbe essere anche per l’uomo sotto l’aspetto spirituale; allora egli abbraccerà con un solo sguardo, da ogni profondità come da ogni monte, nell’alto sentimento della vita libera, non soltanto la Terra intera, bensì un intero ammasso stellare materiale e spirituale.

25. Infine, però, la scalata dell’Alpe vi serve pure per capire che la via che conduce alla vita spirituale non è fatta molto diversamente dalla via che porta ad una simile Alpe. Infatti da lontano ognuno crede che l’Alpe non sia così alta. Ma quando egli arriva nelle vicinanze, perde sempre di più di vista la sua vetta. E quando comincia a salire dalla base, allora ritiene già che ogni seguente collina senza alberi sia il punto più alto dell’Alpe. Ma più egli sale, tanto più si convince del fatto che ci vorranno ancora abbastanza passi da fare in salita prima di scorgere, sulla vetta del monte, il radioso ‘Segno di triangolazione della vita eterna’, da dove soltanto egli giungerà a quella sublime meraviglia di cui prima non aveva alcun presentimento.

26. Osservate bene questa Parola aggiunta ben nei vostri cuori. Prendete in mano ‘la bandiera’, ed osservate lo spirituale che qui vi è stato dato in corrispondente pienezza di vita.

27. Rivoltatelo ed indagate in questo, e scoprirete non soltanto nei monti, ma anche nel più piccolo granello di sabbia, dei mondi perfettamente abitati! Amen!

 

 

[indice]

۞

 

[indice]

۞

Cap. 40 ter

 

 

[indice]

 

۞

cap. 41

Inno alla perla

Supplemento alla ‘conchiglia perlifera (cap. 9)

 

31 gennaio 1847

1.  Nel profondo fondale del mare, là dove l’onda potente agitata dalla terribile bufera del vento non scava mai nella sabbia che si trova nel mare profondo, né molto facilmente offusca il parco bagliore che, quale raggio di Sole, scompiglia ancora la parete umida del mare e l’ultimo frammento di luce s’immerge nell’occhio di falco del pescecane, là giace del tutto in silenzio, nella madre saldamente chiuso, un frutto sublime, il più nobile della profondità che, portato fuori alla luce del Sole, diventa uno specchio per il Sole, e splende e brilla subito con esso come il più nobile col più nobile! – Con esso il re adorna il suo trono da sovrano, la principessa il suo braccio, capo e collo. Il grande valore della grande perla non lo sa stimare abbastanza perfino un Salomone. Le pietre preziose devono essere dapprima sfaccettate, altrimenti non adornano le corone, ma la perla non ha più bisogno di nessun taglio; come l’ha data l’oscuro fondale profondo del mare, così essa è già il gioiello più splendente!

2.  O uomini! Anche in voi esiste un mare che, nelle sue pacifiche profondità, cela questo gioiello, affinché i principi del Cielo adornino assai riccamente le loro fronti, petto e lombi!

3.  Conoscete voi uomini la perla? Conoscete colei che il cuore della povertà racchiude nel misero fratello, e che diventa più splendida e più grande nel cuore caldo d’amore del donatore che pratica sempre del bene nel silenzioso fondale del mare della sua pace d’amore, – e diventa più nobile e sublime delle sfere del Sole colme di luce? Oh, guardate, questo è il divenire del Cielo, e il suo luminoso formarsi nel profondo fondale della vita. Di certo la Mia Parola divina è ancora coperta di carne, eppure opera in modo celeste perché essa stessa è Cielo su tutti i Cieli, quindi generatrice e creatrice di Cieli, partoriente Luce nella madre che è l’Amore, Amore per Dio, Amore per il fratello, Amore tutto abbracciante, tutto attraendo a sé, cercando nella sua nobiltà di trasformare pure perfino quel che è caduto più in basso, fin nel suo elemento nobile, come la perla attira il fango del mare profondo fin nella sua alta nobiltà e lo trasforma nella sua nobile essenza.

4.  La perla non giudica il fango che essa trasforma nella sua essenza attraverso la sua azione silenziosa che il mondo non vede e non nota, eppure viene generato così tanto del nobile, che il mondo non ne conosce nemmeno il grande valore e non lo sa stimare, …e là il più nobile e più prezioso viene generato nel più angusto spazio silenzioso.

5.  Così anche un vero uomo si deve riflettere nel proprio splendore della perla, il quale è ben più ameno della magnificenza del fuoco di Orione[44]; allora troverà in sé cosa cela la profondità del mare della sua vita.

6.  La via è aperta, la tempesta si è assopita. Chi potrà ancora esitare? – Operate! Operate secondo la Parola! Diventate veri pescatori di autentiche perle! – Fate scendere lo scafandro d’immersione della vostra volontà nel mare della misericordia del vostro cuore, e tendete la rete del vostro amore fraterno sul fango della povertà! – Allora farete una buona pesca, poiché Io stesso sarò tra le perle quale Perla delle perle che voi avrete pescato nella rete fraterna del vostro amore, poiché, come la perla cresce nella silenziosa profondità del mare, così Io cresco nel vostro cuore come una Perla di Vita che mai in eterno vi verrà presa. Questa Perla è una Luce, essa è una Vita, una Parola vivente, un Cielo, Io stesso, la Perla delle perle! Perciò andate e raccogliete le perle, e se trovate la grande, allora date via tutto e compratevi questa, perché Io stesso sono questa grande Perla. – Chi ha questa, costui ha tutto, perché il suo valore rimarrà in eterno, eternamente inestimabile! – Così parla un Dio di Dio, da quel Dio che divenne Uomo per fare gli uomini degli dèi. Diventate quindi voi stessi perle attraverso la Perla delle perle! Diventate dèi attraverso di Me, vostro Dio e Padre in eterno. Amen! Amen! Amen!

 

 

[indice]

۞

Cap. 42

Sull’etere solforico e sui suoi effetti

28 febbraio 1847

[vedi D.D.C. vol. 2 c. 147]

 

 

[indice]

۞

Cap. 42 bis

Escursione montana

18 giugno 1847

(D.d.C. vol.2 – cap.171)

1. Un amico della Creazione attraversò molte valli e vi trovò non raramente dei paesaggi particolarmente belli e parecchie parti incantevoli. Le più belle erano tuttavia per lui quelle che erano abbellite con laghi oppure con bei ruscelli o fiumi piuttosto considerevoli, e inoltre erano anche circondate da alte montagne. Al viandante non piacevano le pianure molto grandi, come neanche quei paesaggi il cui suolo era coperto da grandi città.

2. Ma per quanto il nostro viandante spesso desiderasse salire sull’una o sull’altra alta montagna e godere talvolta dalle loro vette una vista estremamente magnifica, non riuscì mai ad avere abbastanza coraggio per salire su una qualsiasi considerevole altezza. Infatti egli credeva che i suoi piedi quasi gli rifiutassero il servizio, poi ancora non trovava, secondo la sua idea, delle guide affidabili, altre volte per lui era un impedimento molto serio l’instabilità del tempo su tali altezze, altre volte degli irti sentieri non battuti, poi i vasti e folti boschi che di solito cominciano già ai piedi di queste Alpi e non raramente giungono fino a 5-6000 piedi, e simili altri impedimenti.

3. Nondimeno, una volta, quando giunse in una località piccola ma molto graziosa, località che si trovava proprio ai piedi di un’Alpe veramente bella e molto alta ed un tempo assolutamente bello che gli parve essere molto favorevole, ebbe una potente voglia di salire su quest’Alpe con guide scelte e molto ben esperte, per giungere finalmente una buona volta, nei suoi molti viaggi, a quell’elevato e vero godimento molto decantato che si presenta agli scalatori di montagna in un’indescrivibile maniera in sempre più entusiasmante pienezza, il che naturalmente il nostro viandante lo conosceva solo dal cosiddetto sentito dire e da alcuni abbozzi di viaggi in montagna che aveva letto.

4. Così fu presa fermamente la decisione, costi ora quel che costi, mai più quest’impresa doveva essere considerata come rinunciabile ed ineseguibile a causa di una qualunque calamità che poteva eventualmente verificarsi! – “Quindi animo!”, disse il viandante. “Presto! Presto, tu, orgogliosa vetta, dovrai essere umiliata dai miei deboli piedi! Un mortale sarà superiore a te che vuoi sfidare un’eternità, e da te affacciarsi verso vaste lontananze e godere una vista che ti era negata per molti millenni della tua superba esistenza e lo rimarrà in futuro!”

5. Le guide montane erano pronte, provviste di tutto il necessario. Il viandante si affidò completamente alla loro conduzione, e così il viaggio in montagna iniziò coraggiosamente. La prima ora andò bene, perché vi era ancora molta varietà, ora un rifugio, ora un gregge con il suo pastore e ora un prato attraverso il quale scorreva rapido un ruscelletto. Ma ecco che ebbe inizio il bosco; all’inizio solo apparentemente rado, ma quanto più in su un sentiero, che diventava più ripido e selvaggio, portava la nostra compagnia, tanto più diventava folto anche il bosco e tanto più era attraversato non raramente da una sterpaglia quasi impenetrabile.

6. I viandanti avevano trascorso tre ore con la scalata del monte solamente attraverso il bosco, ed ancora non se ne vedeva la fine. Allora il viandante domandò alle guide quanto tempo ancora sarebbe durato il bosco. – E queste risposero: “Ancora un paio d’ore di cammino!”. – A questo punto il viandante andò in collera e disse: “Ma questo è terribile! In verità, se questo bosco estremamente faticoso dovesse durare ancora un paio d’ore, allora preferisco tornare indietro e giù a valle voglio prestare un giuramento ufficiale – con questo tentativo estremamente faticoso – di aver raffreddato completamente per tutto il tempo della mia vita ogni futura voglia di salire sui monti!”

7. Ma le guide dissero: “Amico, non lo fare assolutamente! Noi siamo ora più vicini di quanto credi alla mèta che perseguiamo! Perciò sarebbe molto poco virile tornare indietro adesso a causa di questo piccolo tratto di bosco. Incamminiamoci perciò con rinnovato coraggio e presto raggiungeremo i liberi pascoli alpini, dove ogni passo sarà reso interessante da nuove meraviglie!”.

8. Questo discorso piacque al viandante che continuò coraggiosamente con le sue guide a camminare sul sentiero che ancora restava da percorrere. – Ora il bosco divenne più rado, gli alberi divennero minuscoli e distorti, e già si vedevano qui e là i vasti tappeti alpini verde pallido, ciottoli di pietra luccicanti e primordiali tronchi di alberi marciti uno sopra l’altro. – Alla fine anche l’ultimo residuo del bosco venne messo dietro le spalle, e la compagnia giunse ai pascoli alpini completamenti liberi, fece sosta e prese un po’ di ristoro per l’ulteriore, ancora più difficile, scalata della cima più alta.

9. Si sostò per una mezz’ora, poi ci si alzò e si voleva continuare a procedere in su; ma ecco che si levò – il che su certe altitudini non è per nulla insolito – all’improvviso un forte vento, e la cima più alta fu coperta da fitte nuvole. A questo punto le guide assunsero un’aria pensierosa e il viandante maledì ogni pensiero che lo aveva indotto a voler scalare questo monte, perché la vista già molto bella degli alti, liberi pascoli alpini, gli era una ricompensa troppo misera per la sua grande fatica. – Infatti, poiché il vento divenne sempre più forte e le nebbie scendevano sempre più in basso, la compagnia decise di ripercorrere a ritroso il sentiero dell’Alpe il più velocemente possibile per evitare un sicuro temporale degli altipiani.

10. Ora la discesa andò a passo veloce, e la valle fu raggiunta in metà del tempo che la compagnia aveva impiegato per la salita di quest’Alpe. Quando tutti, le guide e il viandante, arrivarono nuovamente all’abitato, ecco che venne un altro vento, e tutte le cime dei monti stettero nuovamente con una purezza cristallina davanti agli occhi degli stanchi viandanti.

11. Allora anche il nostro viandante si pentì di essersi lasciato intimorire e scoraggiare da un piccolo temporale, e decise di essere più assennato e perseverante in una futura occasione simile.

12. Invece un uomo anziano che aveva sentito come il viandante prima della partenza aveva rivolto con molto orgoglio la parola al monte, gli disse: «Se vuoi salire di nuovo su un monte, devi farti dapprima assai piccolo, ma non assai grande, poiché vedi, ogni altezza è pura e santificata! Perciò vuole anche essere scalata nell’umiltà, e mai nella superbia. – Guai però a colui che vi sale nella superbia; costui farà una potente caduta e si sfracellerà, e la sua carne rimarrà appesa alle punte scoscese delle rocce sporgenti!

13. Se invece vuoi essere un vero viandante, allora in futuro non lasciarti spaventare dalle alture e scalale a sazietà, allora soltanto ti renderai conto di quanto magnifico, grande e potente deve essere Colui al Quale fu così facile creare una così grande e meravigliosa Terra solo mediante il Suo “Fiat”! Anche le valli che tu hai già visitato abbondantemente sono germogliate dallo stesso onnipotente “Fiat”, ma c’è tuttavia una grande differenza tra queste e i monti. Il panorama nella valle è limitato e stretto, sui monti invece è libero e spesso sterminato. La valle somiglia ad un uomo completamente comune che, oltre ai naturali bisogni, non ne conosce nessuno di più elevato; invece i monti somigliano ad un saggio che leva in alto il suo cuore e capo su tutti i bisogni mondani, e volge i suoi occhi solamente là dove scorge i grandi sacri monumenti di Colui che il suo cuore, così pieno di profondo rispetto e con tutto ciò anche con altrettanta santa filiale letizia, chiama: “Caro Padre santo!”

14. Vedi, mio caro amico, viaggia pure e scala volentieri i monti, allora i tuoi viaggi ti porteranno un grande guadagno per la vita temporale e – comprendilo – con questo, anche in eterno! Infatti noi tutti siamo viandanti e percorriamo dalla culla fino alla tomba parecchi sentieri gravosi. Qualche volta va ripido, accidentato, qualche volta va come su uno strato di ghiaccio. La maggior parte dei viandanti della vita somigliano a te e preferiscono rimanere nelle valli del loro essere bestiale che prendersi una volta la briga di salire su un monte per ottenere, almeno da qui, la veduta su un vero uomo. – Ma così non deve essere!

15. Noi dobbiamo certamente dimorare nelle valli dell’umiltà, ma in tal modo non dobbiamo dimenticare che i monti sono da salire per il libero riconoscimento di Dio e degli uomini, …ciò che è prescritto da Dio stesso!».

16. Assai memore di questo, il nostro viandante continuò la sua via, trovò giuste le parole del vecchio saggio del paese e degne di essere imitate e, …trovò la vita!

17. Se anche voi la volete trovare, allora seguite l’esempio suo! Amen!

 

 

 

 

 

[indietro]

[home Lorber]  -  [home sito]

 

                                                                                                      

 

 

 

 

 



[1] Serafino è uno spirito angelico avente fattezze femminili, mentre un cherubino le ha maschili.

[2] NB. “Fino al vostro tempo presente” furono le ultime parole che Jakob Lorber disse presso la roccia; tutte le successive egli le disse nella stanza di C.L. nella piazza principale. Hans. H.

[3] La fonte Andritz: curioso il fatto che nel punto indicato a Lorber e agli amici dell’esistenza di questa piccola fonte, tutt’oggi esiste una grande azienda austriaca, creata nel 1852, la ‘Andritz AG’ che ha sede principale a Graz, attiva nel campo dell'ingegneria per la costruzione di impianti industriali per la produzione di energia e acciaio. Il gruppo prende il nome dal distretto di Andritz in cui è situata. Vi lavorano oltre 30.000 persone distribuite in 220 strutture di produzione e servizio in Europa con un fatturato utile di svariati milioni di €uro. Probabilmente, i proprietari di quel sito in cui c’era questa fonte, dopo aver letto questo dettato e il supplemento al cap. 31 su di essa, ed hanno saputo accettare la Benedizione e il dono delle proprietà taumaturgiche-spirituali che le erano state donate con il suo angelo affidatario (cap. 31,21), ne hanno goduto fino al giorno d’oggi.

[4] Ira divina: qui inteso è il coercizzare lo spirituale (caduto) che si era allontanato da Dio e relegato nella materia, nella quale, non volendosi fissare, si manifesta come un fuoco, opponendosi a tale relegazione.

[5] Per esempio la sorgente di Andritz

[6] Il Sole naturale dettato nel 1842.

[7] Cioè un tronco d’albero che nel modo citato ha ceduto i suoi elementi spirituali di vita a gradini spirituali superiori.

[8] Si riferisce ad Adamo, vedi “Il Governo della Famiglia di Dio” vol. 1, cap. 13,4

[9] Posto dagli amici di Lorber.

[10] Vale a dire il loro elemento animico. Si deve sempre pensare in queste unioni alle anime delle creature, meno al loro corpo. Poiché soltanto le prime continuano a vivere come anime parziali nelle creature più elevate. I corpi vengono scomposti nei loro atomi e servono alle creature più elevate soltanto parzialmente per la costruzione del corpo.

[11] Vale a dire i suoi elementi animici

[12] In contrasto al “Grande tempo dei tempi” con l’incarnazione del Signore.

[13] Vale a dire sostanze naturali-animiche viventi!-N.d.E.

[14] Da notare che sia Lorber che i suoi amici, nei giorni seguenti il dettato del 9 agosto erano rimasti sconcertati, ed Huttembrenner che aveva cominciato ad indagare, pur ammonito dal dettato in versi dell’11 agosto, era continuamente teso. Ecco che allora, poiché nessuno degli amici osava chiedere al Signore spiegazioni in merito, cosa che avrebbero potuto fare, ma invece avevano pensato di agire autonomamente per scoprire una verità supposta nascosta di quell’omicidio sconosciuto, allora un ulteriore poesia a Lorber la mattina del 24 agosto avrebbe dovuto chetare gli animi. Ma essi dovettero aspettare ancora fino al pomeriggio.

[15] Bellettristica: di poco conto. Indica di colui che si comporta da belletterista o bellettrista. Termine usato in letteratura per indicare in modo dispregiativo chi nei suoi scritti è da considerare come dilettante.

[16] Strassengel è un paesino a pochi km a nord-ovest di Graz, oltre la collina omonima nella quale spicca sul costone opposto il santuario Maria Strassengel (l’angelo della strada di Maria) immerso in un bosco, là dove si erano recati gli amici, probabilmente a piedi attraverso i sentieri direttamente dal costone di Graz.

[17] Atomi di luce e monadi di luce.

[18] La “Choralpe”, il comunicato ebbe luogo solo dopo un paio di settimane, il 13 settembre 1840.

[19] L’opera “La Terra” sarà dettata dopo sei anni nel 1846-1847.

[20] Certo è strano, come poi, di questa storia in cui l’angelo che ne fu il fautore, poi ne rimase solo il nome e il bastone, e ogni traccia è stata dedicata a Maria.

[21] Il Choralpe è un monte del Tirolo al confine con la Germania a circa 200 km a Ovest di Graz, utilizzato nel periodo invernale per le sue piste di sci e in estate per i suoi magnifici panorami. Invece, un’altra cima meno alta e poco conosciuta si trova a pochi km. a ovest di Graz, la Koralpe, al confine della Stiria con la Carinzia, dove probabilmente si intende in questo dettato.

[22] Dunque un disegno, nel quale “dimora” è per così dire il pensiero espresso.

[23] Già nati e caduti: sono coloro che si incarnano – non necessariamente sulla nostra Terra – ma non superano positivamente il loro percorso terreno e, comportandosi in modo contrario all’Ordine, diventano ancora una volta ‘caduti’, cioè lontani da Dio, e perciò nuovamente ‘relegati’ nella materia.

[24] Qui come ‘caduti’ sono intesi non solo i caduti dopo una incarnazione e poi relegati, ma soprattutto i caduti in genere, cioè i caduti originari all’epoca della ribellione di Lucifero che da quel tempo furono relegati nella materia di tutta la Creazione.

[25] Interessante una riflessione sugli strumenti costruiti dall’uomo per il sistema di raffreddamento di svariati tipi, utilizzando però le particolarità delle caratteristiche dei gas e non della sola aria (vedi i vari tipi). Il senso di questa rivelazione si riferisce alla densità delle particelle dell’aria per cmq, le quali in pianura essendo più calde risultano perciò dilatate e quindi anche rarefatte, mentre in montagna – o ai poli – essendo l’aria più fredda, le particelle sono estremamente rimpicciolite e perciò ve ne sono in grande abbondanza condensate. Ciò è confermato dal fatto che notoriamente l’aria fredda (più condensata), ad esempio dopo un temporale, oppure in ambienti rinfrescati, è più ossigenata della calda.

[26] Ignominia: bassezza, infamia, disonore, volgarità.

[27] Probabilmente era intenzione di parlare della Terra congiuntamente alla rivelazione sul Sole (1842), e tuttavia la rivelazione “La Terra” fu dettata a J. Lorber nel 1846.

[28] Le rivelazioni a Jakob Lorber proseguiranno per altri 23 anni!

[29] Con ‘marea’ si intende il regolare salire e scendere del mare che si manifesta in modo marcato solo in alcuni punti della Terra, e non l’alzarsi saltuario del livello di pochi centimetri non periodico, dipendente da altri fattori.

[30] Compenso giornaliero corrisposto ad un lavoratore quando presta servizio fuori sede.

[31] L’Opera principale e nello stesso tempo la prima della Nuova Rivelazione scritta mediante Jakob Lorber: “Il Governo della grande Famiglia di Dio” in tre volumi, che nel frattempo era stata dertata fino al cap. 42. Mentre le parole supplementari erano quelle raccolte poi su D.D.C.

[32] Ciò riferito al fatto che Lorber riceveva sia il G.F.D, sia gli altri dettati, sia ciò che dettava agli amici, e ad un osservatore esterno questo avrebbe potuto fargli pensare ad una mancanza di ordine. Né poteva supporsi che un tal modo di operare del Signore sarebbe continuato per altri 23 anni fino al 1864, con il dono delle meravigliose opere rivelate.

[33] A tal proposito, solo meno un anno più tardi sarà data l’opera “La mosca”, un insignificante insetto in cui si nasconde ‘la vita’.

[34] Ulteriori ‘diare’ oltre queste qui donate, furono quelle riportate nell’opera “Il Grossglokner”.

[35] Forza d’attrazione e repulsione

[36] S’intendono i comuni spiriti naturali imprigionati e giudicati nella materia, dai quali in ultima analisi è composta l’intera materia e che, come ogni essere spirituale, hanno bisogno per la loro conservazione vitale di una respirazione spirituale dall’onninutriente santo Spirito di Dio. (n.d.e.)

[37] Vale a dire l’acido carbonico superfluo, una combinazione di carbonio, idrogeno ed ossigeno. Questo processo di respirazione non è da confondere con quello del processo chimico dell’assimilazione che ha luogo nella parte verde delle piante sotto l’influsso della luce solare, in cui viene espulso l’ossigeno.

[38] L’esame di stato per il titolo di dottore.

[39] Questo ultimo accenno sulla ‘respirazione spirituale’, non ci è dato sapere, poiché il “…solo per voi”, forse era inteso proprio, per ‘voi attuali amici di Lorber’, e perciò poi non fu conservato tra i dettati.

[40] Questo monte Kulm, da non confondere con il Pilatus Kulm molto distante verso ponente e vicino Lucerna, si trova a pochi km a nord-est di Graz, con due cime denominate oggi ‘Kulm Bei Weiz’ e ‘Kulm Keltendorf,’ ma non propriamente vette montuose, ma promontori, come colline una volta boschive ma oggi sulle quali l’uomo ha modificato molto l’ambiente per renderlo consono allo sfruttamento della proprietà.

[41] Probabilmente una breve sosta in una chiesa.

[42] Sfere luminose.

[43] Scoppi metallici: ciò è riferito ai cosiddetti ‘fuochi d’artificio’, i quali in questa occasione il Signore ci fa sapere quanto siano deprecabili sotto il profilo spirituale, visto che li considera sette volte meno edificanti del gioco dei ragazzi che utilizzano una grossa chiave caricata nel buco della canna con della polvere da sparo a mo’ di stellina di Natale.

[44] Il fuoco di Orione: qui inteso l’immenso calore generato dalla stella Orione, essendo questo un sole-centrale di grandezza inimmaginabile.