Rivelazioni

nel 1841/1842 al mistico e profeta

Jakob Lorber

Uno dei pianeti più belli del nostro sistema solare presentato meticolosamente nel suo aspetto. Quest’opera è frutto di una domanda, e il dettato, agli occhi del lettore, svela un mondo paradisiaco, e gli fa capire quanto amore c’è nel Creatore ad aver inventato le meraviglie più sublimi già nella creazione di un pianeta, dove la vita del regno vegetale e quello animale e quello degli abitanti è talmente meravigliosa, che la vita sulla nostra Terra sembra all’opposto quella di un inferno.

 

SATURNO

 

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Traduzione dall’originale tedesco "Der Saturn dalla 4a. edizione tedesca 1969

Traduzione di Salvatore Piacentini (1932)

Revisione a cura della Associazione Jakob Lorber (1997)

Edizione con immagini a colori ideata da Giuseppe Vesco (2007)

Disegni di Chiara Baruzzo e Cinzia Preo

Il testo in PDF può essere scaricato sul sito: www.jakoblorber.it 

– in questa pagina: Libri in PDF

“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber

e.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”

 

Questa edizione in *.html è a cura del gruppo: “Amici della nuova Luce

ISBN  978-88-88984-30-8

Copyright © by “Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione”

Via Vittorio Veneto, 167 – 24038 Sant’Omobono Terme (Bergamo)

Tl. 347.1041176 – fax. 035.851163

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Caratteristiche del pianeta

-         significato spirituale del nome Saturno:   ‘Riposo’ oppure ‘Oziosità planetaria’

-         orbita ellittica:     min: 1392.875.870 Km – med: 1.476.462.289 km – max: 1.560.048.707

-         diametro:             128.091 km

-         circonferenza:      404.516 km

-         rivoluzione:         29 anni e 164-166 giorni terrestri

-         diametro anello:  296.845 km

-         spazio tra i due aelli:                    4844 km

-         larghezza anello piccolo esterno:  10.017 km

-         larghezza anello grande interno:   28567 km

-         spessore anello esterno:               964 km

-         spessore anello interno:               2820 km

-         anello interno con tre fenditure da   148-222 km

-         1° luna:               Diametro = 890 km / distanza dal pianeta (L) = 221.412 km

-         2° luna:               D = 1.780 km  /  L = 300.628 km

-         3° luna                D = 4.942 km  /  L = 448.910 km

-         4° luna                D = 4.964 km  /  L = 652.366 km

-         5° luna                D = 5.669 km  /  L = 1.409.800 km

-         6° luna                D = 6.678 km  /  L = 2.061.870 km

-         7° luna                D = 8.310 km  /  L = 2.678.026 km

-         diametro atmosfera:     742.000 km

-         un anno di Saturno = 30 anni sulla Terra

-         Altezza della donna      25-28 metri

-         Altezza dell’uomo        30-42 metri

-         Civiltà dell’uomo iniziata circa un milione di anni prima che sulla Terra

 

 

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(Scrivente: Andr. H. – Il servitore di Dio, Jakob Lorber, dettava. – Con questo dettato cominciò la grande comunicazione sulla natura e destinazione del pianeta Saturno appartenente al nostro sistema solare e sulla vita del mondo vegetale, animale ed umana che si trova su questo grande corpo mondiale. Questa descrizione si ampliò in 51 singoli dettati per più di un anno fino al 29 luglio 1842.)

 

Cap. 1

Il vero nome di Saturno

Piano di esposizione di questa descrizione

Grandezze del pianeta, del duplice anello, delle lune

5 luglio 1841

pomeriggio dalle 16,30 alle 19,30 di sera

1) Per farsi un concetto chiaro di questo corpo mondiale che voi chiamate Saturno, mentre il suo vero nome significa propriamente “Riposo” oppure “Oziosità planetaria”, è anzitutto necessario conoscere la sua sfera naturale, la sua distanza dal Sole e la sua grandezza, come pure quella delle sue lune, la sua costituzione, i suoi abitanti sia sul pianeta come tale, sia sui suoi anelli e sulle sue lune, la sua molteplice flora in rapporto alle condizioni climatiche quanto mai varie, e così pure anche la totalità della fauna su questo pianeta, nonché sui rispettivi anelli e lune.

2) Quando tutto ciò sarà conosciuto, solo allora si potrà fare luce sulla storia di questo pianeta, sulla sua costituzione e disposizione interiore, sui rapporti di polarità con altri pianeti, ed infine sulla sua sfera spirituale.

3) Per quanto concerne la sua distanza dal Sole, la cosa si può considerare da tre punti di vista, e ciò per il fatto che, come vi è già noto, nessun pianeta percorre intorno al Sole un’orbita perfettamente circolare, bensì esso si muove lungo una linea di forma ovale, cosicché allora il Sole, rispetto all’orbita di un pianeta, viene a trovarsi esattamente nella situazione come se voi prendeste un uovo e lo teneste con l’estremità più ottusa all’ingiù e quella più appuntita all’insù, nel qual caso il tuorlo non si trova nel centro preciso dell’intero uovo, bensì di gran lunga più vicino alla punta inferiore. Nel nostro caso il centro del tuorlo rappresenta il Sole, e la linea del guscio bianco l’orbita del pianeta. Se voi ora misurate le distanze fra questa linea e il centro del Sole nel tuorlo, giungerete alla seguente constatazione: che la parte inferiore dell’orbita è la più vicina al centro del Sole, la zona centrale si trova ad una distanza media, mentre la parte superiore, più appuntita, viene certamente a trovarsi alla massima distanza dal centro. Vedete, così stanno le cose anche riguardo all’ampia orbita di questo nostro pianeta. Quando esso viene a trovarsi, per dir così, nel punto più basso, la sua distanza dal Sole è di 187.719.120 miglia geografiche[1] (1.392.875.870 km). Se si trova su uno dei due lati allungati dell’orbita, la distanza è in media di 198.984.136 miglia geografiche (1.476.462.289 km); quando infine si trova nel punto alto, tale distanza è di 210.249.152 miglia geografiche (1.560.048.707 km) dal centro solare, distanza questa che è anche la massima.

4) Tali distanze, però, voi non dovete considerarle rispetto alla vostra Terra, ma solo rispetto al Sole, perché la distanza della Terra, in rapporto a questo secondo pianeta, può variare di molto, e precisamente in modo tale che questi due corpi mondiali possono spesso sia avvicinarsi tra di loro fino ad un milione di miglia geografiche e più, sia anche allontanarsi l’uno dall’altro, poiché, qualora avvenga che ambedue i pianeti si trovino da una medesima parte rispetto al Sole e cioè ambedue in vicinanza del Sole, allora essi vengono a stare fra di loro di gran lunga più vicini che non quando si trovano fra di loro, per dir così, in opposizione, quando cioè può accadere che Saturno si trovi alla massima distanza dal Sole, mentre invece la Terra nella vicinanza massima a questo; allora il divario è non più solo di un milione, ma spesso dai due ai tre milioni di miglia. La cifra della distanza è espressa qui in maniera imprecisa, dato che nessun pianeta circola con esattezza matematica sempre ad una determinata distanza dal Sole, bensì qualche anno se ne allontana di più ed altre volte, invece, nuovamente gli si avvicina di più. Da questa maggiore o minore vicinanza dipendono poi anche le variazioni della temperatura, e voi, a questo riguardo, potete ammettere con sicurezza che su 77 giri intorno al Sole, non ce ne sono neanche due che siano perfettamente uguali per quanto concerne la distanza.

5) E ora, considerato che l’argomento delle distanze è esaurito, passeremo ancora a determinare il diametro di questo pianeta, la sua circonferenza, la sua superficie in miglia quadrate e il suo volume in miglia cubiche.

6) Per quanto riguarda il diametro, esso è di 17.263 m.g. (128.091 km) , poiché quello della Terra non misura che 1.719 m.g. (12.754 km), voi potete farvi una idea, con tutta facilità, di quanto questo pianeta sia più grande della Terra. La sua circonferenza massima è di 54.517 m.g. (404.516 km). In quanto alla sua superficie, questa è di 936.530.820 miglia quadrate. Il volume poi è di 2.757.547.946.775 miglia cubiche. Date queste dimensioni, questo pianeta risulta dunque essere, in cifra tonda, quasi esattamente 1.037 volte più grande della Terra. A percorrere la sua orbita intorno al Sole esso impiega 29 anni, da 164 a 166 giorni, 2 ore e 2 secondi.

7) Così dunque risulta definito sotto ogni aspetto quanto ha a che fare con i numeri riguardo al pianeta stesso. Ma siccome questo pianeta possiede ancora intorno a sé un doppio anello, dobbiamo fissare con i numeri anche le dimensioni di questo.

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8) Il diametro di tutto l’anello è di 40.006 m.g (296.845 km). Ma, dato che l’anello è formato veramente da due anelli, la distanza dalla superficie dell’anello interno fino alla superficie interna dell’anello esterno ammonta a 545 m.g. (4844 km – il vuoto tra i due anelli). La larghezza dell’anello esterno, dall’esterno all’interno, è di 1.350 m.g. (10.017 km) e la larghezza dell’anello interno, misurato nello stesso modo, è di 3.850 m.g. (28.567 km) Siccome però questo anello (tanto l’esterno che l’interno) è di forma ovale, cioè, se si volesse tagliarne la sezione, essa avrebbe una forma ovale, il diametro dell’ovale misurato dal punto della massima ampiezza della cintura, quale espressione dello spessore dell’anello, e precisamente di quello esterno, è di 130 m.g. (964 km) e 380 m.g. per quello interno (2.820 km). L’anello interno ha per altro in sé pure tre semi-fenditure, ciascuna delle quali misura da 20 a 30 miglia geografiche (148-222 km). Sono chiamate semi-fenditure per la ragione che non corrono ugualmente lungo tutto lo sviluppo del secondo anello e perciò non lo suddividono così completamente come l’anello esterno è separato da quello interno, bensì queste tre semi-fenditure sono riempite di tante ellissi che hanno un diametro tale, per cui, per effetto di queste ellissi che si trovano fra l’una e l’altra suddivisione, i tre anelli interni non costituiscono in realtà che un anello solo. Nella zona delle fenditure si trova quindi, lungo tutto lo sviluppo dell’anello, uno spazio libero come una piramide curvata verso di loro, sia dal basso verso l’alto che viceversa. Queste ellissi, situate in fila l’una accanto all’altra in tali tre fenditure, hanno già fatto sorgere in più di un astronomo dalla vista acuta l’erronea opinione che questo anello fosse composto esclusivamente di moltissime lune, perché esso, visto attraverso i forti telescopi, ha l’aspetto come di un cosiddetto rosario, il quale è formato appunto anch’esso da tante palline, e non da rose.

 

9) Per quanto concerne le ulteriori caratteristiche dell’anello, come già detto, l’argomento verrà fatto oggetto di spiegazioni più tardi e perciò ora daremo ancora uno sguardo ai satelliti di questo pianeta.

10) Intorno a questo pianeta circolano sette lune di varia grandezza e a varie distanze da esso.

- La prima, la più vicina e nello stesso tempo la più piccola, non misura che 120 miglia di diametro (890 km) e dista dal pianeta 29.840 m.g. (221.412 km - la distanza va certo intesa come distanza media).

- La seconda ha un diametro di 240 m.g. (1.780 km) e dista dal pianeta 40.516 m.g (300.628 km).

- La terza ha 666 m.g. di diametro (4.942 km) ed è situata a 60.500 m.g. (448.910 km) dal pianeta.

- La quarta misura 669 m.g. (4.964 km) di diametro ed è situata a 87.920 m.g. (652.366 km) dal pianeta.

- La quinta luna ha un diametro di 764 m.g. (5.669 km) distando dal pianeta 190.000 miglia (1.409.800 km).

- La sesta ha 900 m.g. (6.678 km) di diametro e si trova a 277.880 miglia (2.061.870 km) dal pianeta.

- La settima luna ha un diametro di 1.120 m.g. (8.310 km) e dista dal pianeta 360.920 m.g (2.678.026 km).

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11) Da questi dati potete facilmente già ora concludere che questo corpo mondiale, in virtù della sua grandezza, della sua molteplice costituzione ed anche grazie alle sue sette lune, non ha una destinazione insignificante nell’universo.

12) Infatti, quanto più elaborata è l’opera realizzata da un qualsiasi meccanico, tanto più svariato deve essere anche lo scopo di un’opera simile. E così, come un meccanico ad un’opera elaborata da’ una destinazione tanto più varia per il raggiungimento di scopi diversificati, così anch’Io, quale il sommo Meccanico di mondi, avrò collocato un simile corpo mondiale in modo così elaborato non senza un’importante grande destinazione nel vasto spazio cosmico, poiché Io non ho l’abitudine di giocare nemmeno con un pulviscolo solare, tanto meno allora con un simile corpo mondiale, come proprio il soprannominato pianeta sarà stato creato da Me come un inutile strumento da gioco.

13) Il seguito di questa Rivelazione su questo corpo mondiale v’insegnerà a conoscere la sua destinazione da un lato così grandioso, che oserete appena respirare su ciò. Infatti se già alla rivelazione sulla Luna (La Luna” - 1841) avete spalancato gli occhi ed avete fatto nell’animo un gran baccano, cosa succederà allora se percorrerete un po’, tenuti da Me per mano, questo corpo mondiale? – Sì, Io vi dico di predisporvi a cose molto grandi, e preparate bene il vostro animo! Poiché quasi non lo sopporterete. Dove così grandi cose vengono da Me rivelate, là ci vogliono anche grandi animi per afferrarle e sopportarle. E quando avrete accolto l’interezza di questo corpo mondiale, per quanto vi sarà possibile sopportare, solo allora comincerete un po’ a comprendere che cosa dice il passo nel Vangelo: «Nessun occhio umano ha mai visto, nessun orecchio umano ha mai udito, e non è ancora mai giunto nel cuore e nella mente di un uomo ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano!»

14) Ciò che qualcuno riceve da Me, è sempre il massimo Dono del Cielo, poiché Io stesso sono il Sommo del Cielo, come di tutti i mondi. E se Io vi voglio svelare il Cielo oppure l’inferno, allora vi giungerà sempre sia l’una che l’altra cosa per la massima beatitudine. Poiché qualsiasi cosa dica la Mia Parola, essa è comunque completamente vivente e rende eternamente vivente colui che la riceve e l’accoglie in tutto amore, gratitudine, umiltà e vivente fede, e quindi sommamente beato in Me già qui come di preferenza nell’aldilà.

 

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Cap. 2

 

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La superficie di Saturno è ricca d’acqua

Grandi isole, enormi zone di ghiaccio ai poli, zona mediana mite sempre illuminata

Grande atmosfera e l’anello come regolatore e riflettore

Magnificenza delle stelle

 

1) E adesso, dopo questa necessaria introduzione, possiamo già azzardarci a gettare uno sguardo a questo pianeta.

2) Vedete, così si presenta la superficie: la massima parte è ricoperta da acqua. Su questo corpo mondiale non ci sono veri e propri continenti, bensì delle isole di considerevole grandezza situate per lo più sotto la zona equatoriale, le quali, ciascuna presa a sé è certamente più grande della vostra Europa, dell’Asia, Africa, America ed Australia. Però, data la grandezza di questo pianeta, non sono da considerarsi come continenti, bensì solo come isole, le quali sono molto più distanti l’una dall’altra che non l’Asia e l’America nelle latitudini vicino all’equatore terrestre. Senza dubbio, fra una grande isola e l’altra si trova pure una quantità di isole minori, le quali in rapporto alle grandi stanno come le isole della Terra rispetto ai continenti di questa.

3) Verso i poli questo corpo mondiale è ricoperto da nevi e ghiacciai perenni, ghiacciai che là cominciano già ad una latitudine di 40 gradi, prima che non sulla Terra. E per quanto riguarda la vostra cosiddetta zona temperata, questa su Saturno rappresenta già il regno delle nevi; quello poi che per voi è la zona fredda, là è il regno dei ghiacciai perenni. La zona torrida, infine, corrisponde su Saturno veramente soltanto alla zona temperata ed anche alla zona più chiara e pura sulla quale ben di rado si sollevano nubi e nebbie, mentre ambedue le altre zone giacciono perpetuamente sotto cumuli di nebbie e di nubi.

4) E quanto desolanti ed aspre si presentano le zone della neve e del ghiaccio sia a nord che a sud, altrettanto serena, dolce e nitida è la zona mediana che è pure la sola abitabile. In questa zona, dunque, si trovano ben 77 grandi isole, tra le quali quelle di media grandezza sono più grandi delle vostre Americhe; e tuttavia ciascuna isola, tanto per quanto riguarda la struttura quanto i prodotti, si differenzia dall’altra di gran lunga di più che non la vostra Lapponia dalle regioni tropicali più a sud.

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5) Voi certo penserete che, ad una distanza così grande dal Sole, là vi sarà già una oscurità abbastanza accentuata e nello stesso equatore non farà troppo caldo; però, pensando così, cadreste in un grosso errore, perché questo pianeta, nella proporzione in cui è più grande della Terra, possiede anche una più forte luce propria. Inoltre, questo pianeta è circondato da un’atmosfera mille volte più grande, che arriva a grandissima distanza dalla superficie del pianeta, atmosfera che ha un diametro di circa 100.000 miglia (742.000 km), mentre quella della Terra non ne misura neppure 2.000 (14.840 km) calcolate insieme al diametro della Terra. Data una simile dimensione così straordinariamente grande del diametro dell’atmosfera di Saturno, voi potete immaginarvi quale quantità di raggi solari sia capace di accogliere questa immensa sfera d’aria, per poi, in linea convergente, condurli sempre più concentrati sulla superficie del pianeta; perciò anche ai suoi abitanti il Sole appare molto più grande che non da voi. Ed appunto perciò all’equatore di questo pianeta il calore sarebbe insopportabile se questo non fosse mitigato dall’anello, dato che quest’ultimo accoglie i raggi solari più concentrati utilizzandone per sé una parte ed irradiando un’altra parte a sua volta in tutte le regioni dello spazio. Perciò, se osservato al telescopio, esso appare anche più brillante del pianeta stesso, mentre la sua ombra proiettata sul pianeta esercita un’azione quanto mai benefica conferendo alla zona torrida le caratteristiche di zona temperata.

6) Per effetto di questo anello su questo corpo mondiale, non fa mai notte come da voi; là è continuamente giorno a causa dell’azione diretta del Sole da un lato, mentre sul lato opposto a causa di questa forte luce dell’anello la cui superficie interna viene illuminata dal Sole, e a causa della luce delle lune circolanti intorno al pianeta in svariate orbite.

7) A questa vera luce notturna, ovvero, se a voi riesce più chiaro, a questo giorno notturno, bisogna aggiungere ancora una terza luce e questa è la luce delle stelle fisse, le quali, viste da questo pianeta, la cui atmosfera è pura ed altissima, appaiono dieci volte più grandi ed hanno in proporzione tanto maggior splendore che non da voi Venere, la stella della sera, nel suo massimo fulgore.

8) E ora trasportatevi in spirito su una qualunque terra della zona mediana di questo pianeta e considerate da lì la magnificenza grandiosa del cielo stellato! In verità, voi potete potenziare al massimo la vostra fantasia, e tuttavia non riuscirete a farvi un’idea neanche della milionesima parte dello spettacolo immenso che si offre là alla vista, perché là le notti sono più chiare che non da voi di giorno. E durante il giorno stesso, all’ombra benefica dell’anello, non mancano mai di farsi vedere le belle stelle; particolarmente a chi sale sulle montagne, dalle quali si gode un panorama sterminato, l’effetto della luce stellare sotto l’anello è così molteplice nello splendore dei colori, che voi non potete farvene la minima idea.

9) Per quanto riguarda le ulteriori particolarità delle regioni di questa zona mediana, le montagne e i fiumi, la vegetazione, la fauna e gli uomini, tutto ciò vi sarà fatto conoscere durante la prossima comunicazione. Per oggi intanto accontentatevi di quanto vi è stato dato e rifletteteci sopra, allora troverete in ciò una grande porzione della quale il vostro spirito può e deve ricavare un buon nutrimento. Tutto il rimanente, come già detto, vi verrà dato prossimamente in quantità sovrabbondante al massimo, naturalmente fino a dove potrà essere accessibile al vostro intelletto; però voi dovete applicarvi grandemente ed intendere tutto ciò, perché il materiale che verrà accumulandosi sarà piuttosto considerevole; perciò, come già accennato, siate diligenti. Per oggi, amen!

 

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Cap. 3

La terra Herrifa con il monte della guarigione Girp

L’albero del sole, l’albero della pioggia, l’albero capelluto, l’albero muro e l’albero radiale

 

1) Dunque, per ciò che riguarda i paesi e la loro struttura, è da notare che essi, come già detto in principio, si differenziano talmente, tanto l’uno dall’altro, sia nella forma che nella costruzione interiore, sia perfino nelle piante e negli animali, nelle acque, nei metalli e nelle pietre, che non si può trovare in nessun punto del pianeta un paese che assomigli in qualcosa ad un altro. Di uguale in tutti i paesi non vi è che l’essere umano e l’aria che circonda il pianeta; tutto il resto si presenta con la massima varietà.

2) E così considereremo subito un paese che là viene chiamato Herrifa.

3) In quanto ad estensione, questo paese è più grande della vostra Asia, Europa ed Africa prese assieme, e precisamente così come se il cosiddetto mare Mediterraneo situato fra queste parti del vostro mondo fosse anch’esso terreno asciutto. Questo paese giace un po’ obliquamente sull’equatore del pianeta e il suo contorno esteriore somiglia circa a quello di un uovo alquanto allungato.

4) Esso è il paese nel quale si trovano le montagne più alte, e nel suo complesso è più montuoso di tutti gli altri paesi. La sua montagna più alta viene chiamata da quegli abitanti Girp e, secondo le vostre misure, raggiunge l’altezza di 243.150 piedi (74.112 m), ma nonostante ciò, questa montagna è ricoperta fino alla sua massima vetta dappertutto di erba e da altre pianticelle molto profumate. Da ogni parte essa non è affatto ripida in nessun punto e invece ha dolcissimi pendii; perciò quegli abitanti possono salirvi senza nessuna fatica e con la massima facilità come voi salite sulla vostra cosiddetta “Hochplatte”. Questa montagna è nello stesso tempo anche la farmacia di tutti gli abitanti e così pure degli animali di questo paese, perché, come già osservato, là si trovano le erbe più profumate, e quindi ciascuno è in grado di trovarvi l’erbetta curativa per qualunque malattia. Per tale ragione, anche questa montagna, con le regioni circostanti che insieme occupano una superficie di oltre 100.000 miglia quadrate (5.497.711 kmq), è la parte maggiormente popolata di questo paese.

5) Per passare ora agli alberi, va osservato che qui non se ne trovano che di dieci specie; però ciascuna specie è così costituita che non porta frutto solamente una o due volte all’anno come i vostri alberi, bensì fiori e frutta mature sono sempre presenti qui.

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6) Fra gli alberi si distingue particolarmente il cosiddetto ‘albero del Sole’ che là viene chiamato Gliuba. Questo albero raggiunge spesso un’altezza di più di 100 tese (190 m); il suo tronco è qualche volta così grosso, che cento dei vostri uomini non arriverebbero ad abbracciarlo. E, secondo il vostro sistema di misurare, non di rado i suoi rami si estendono fino a una distanza di un quarto d’ora di cammino dal tronco. Per evitare che possano spezzarsi a causa del peso, questi rami, nella loro parte inferiore, spingono fuori verticalmente dei rami di sostegno fin sul terreno nello stesso modo come l’albero terrestre che voi denominate Bahahania[2] (albero del pane), rami che, quando sono ben cresciuti, offrono l’aspetto di un bellissimo colonnato. Questi rami di sostegno scendono a terra perfino dai rami più alti, in modo che, quando un simile albero è nel suo pieno sviluppo, assomiglia ad un piccolo monte di basalto sulla vostra Terra, con la differenza soltanto che fra i rami di sostegno, scendenti perpendicolarmente a terra, rimane sempre tanto spazio libero da poter accostarsi da tutte le parti con la massima comodità al tronco.

7) Una foglia di questo albero è così grande che qui sulla Terra un vetturino potrebbe coprire interamente con essa la sua carrozza, per quanto grande potesse essere; il suo colore è azzurro come le penne di pavone; la sua foglia stessa è ornata di bellissimi disegni e mantiene la sua freschezza e il suo colore perfino quando è secca, uno stato questo che somiglia a quello di una foglia matura sulla vostra Terra quando cade dall’albero, ciò che certo avviene anche su Saturno, con la sola differenza però che su quest’ultimo pianeta un simile albero non appare mai spoglio di foglie, bensì, quando una qualche foglia matura cade a terra, in un altro ne cresce un’altra in sostituzione di quella caduta. Gli abitanti del menzionato paese raccolgono queste foglie e, considerato che esse sono molto resistenti e non si lacerano tanto facilmente, vengono adoperate per confezionare una specie di sopravvesti che riescono molto eleganti e che rappresentano per quegli abitanti ciò che sono per voi i mantelli. Tali vestiti possono essere portate benissimo anche sulla pelle nuda, poiché sono molto soffici e morbidi; la superficie di queste foglie, infatti, non è così liscia come quella di alcune foglie dei vostri alberi, bensì ha l’aspetto del vostro velluto. Queste foglie, quando sono esposte alla luce del Sole, offrono all’occhio una varietà meravigliosa di colori, all’incirca così come le penne della coda di uno dei vostri pavoni; solamente i colori di tali foglie sono più marcati e più brillanti di quelli delle penne di pavone. Quando essa è sbocciata da poco, appare come d’oro brunito ricoperto da un lieve strato di azzurro chiaro.

8) “Ma quale aspetto ha ora il fiore di questo albero?”. – Trattandosi del fiore si potrebbe senz’altro ribadire l’asserzione: «Salomone in tutta la sua maestà reale non era così vestito come lo è questo fiore per sua natura». Il fiore di quest’albero assomiglia più di tutto alla vostra rosa con la differenza soltanto che questa rosa di Saturno non è ripiena di petali, bensì forma un ampio calice all’incirca come le rose selvatiche delle vostre siepi. I petali sono interamente di color rosso chiaro ed ogni fiore porta trenta di questi petali, grandi ciascuno all’incirca quanto un vostro foglio di carta di gran formato. L’orlo dei petali è listato di color oro che trapassa sempre più nel rosso scuro quanto più va verso l’interno del calice. Dal mezzo del calice sporgono due filamenti, grossi quanto un braccio d’uomo e lunghi qualche tesa, i quali sono perfettamente trasparenti ed hanno l’aspetto come da voi i ghiaccioli durante l’inverno. Nel punto, dove nei vostri fiori lo stame termina solitamente con la cosiddetta antera, questi due filamenti finiscono in due caratteristici fiori, i quali risplendono come fossero di fiamma, e precisamente l’uno di color verdognolo e l’altro rosso; tuttavia questo rosso appare molto più chiaro di quello del fiore vero e proprio. Il fiore, ovverosia i petali diffondono un profumo quanto mai delizioso ed i petali, come pure i filamenti vengono accuratamente raccolti dagli abitanti; i petali vengono adoperati poi come un medicamento corroborante, i filamenti invece servono agli abitanti da cibo preferito.

9) Tale è l’aspetto di questo fiore! Ma che frutto si sviluppa da esso? – Qui sarà un po’ difficile raffigurarvelo con tutta precisione, dato che sulla vostra Terra non esiste qualcosa di simile. Tuttavia affinché possiate formarvene una qualche idea, immaginatevi un lungo fusto a sezione esagonale, grosso come un braccio d’uomo e di color rosso infuocato, il quale termina in molti altri fusti. Alla base invece dove esso è attaccato al ramo, finisce in un grosso nodo il quale però, alla distanza di due palmi dal tronco, va trasformandosi nel fusto prima indicato. Da questo fusto pende un frutto nodoso così grande che quattro uomini terrestri, anche robustissimi, avrebbero un bel da fare a portarlo. All’interno di questo frutto nodoso si trova un piccolo seme insignificante, grande quanto una vostra noce, di color verde e duro come la pietra. La polpa di questo frutto ha il preciso sapore che vi rivelerebbe il palato qualora mangiaste pane e mandorle un po’ zuccherato. Però ciascuno dei nodi che si trovano in uno di questi frutti nodosi è cavo e riempito a metà di un succo dal sapore uguale a quello del vostro migliore idromele. Riguardo al colore di questo succo, esso è giallo come presso di voi lo è un buon vino vecchio. La polpa del frutto è bianchiccia; la buccia esterna del frutto appare invece di color grigio, talvolta anche di una tinta argentata smorta.

10) Tutti i bisogni degli uomini che vivono sotto ad un simile albero vengono soddisfatti ed essi non possiedono alcun altro fondo o appezzamenti, bensì il loro possesso è costituito appunto da un simile albero il quale non perisce, ma cresce invece continuamente, e precisamente più in larghezza che in altezza. – E qui adesso si domanda: “Considerato che questo albero cresce fino ad una tale altezza, come vi si può salire su da ogni parte per cogliere la frutta?”. Vedete, si provvede anche a ciò! Tanto il tronco, quanto ciascun ramo è munito a destra e a sinistra di certe sporgenze spinose, per mezzo delle quali sia il tronco che i rami assumono l’aspetto di ciò che voi chiamate una scala a pioli, mediante i quali, senza il benché minimo pericolo, essi possono salire fino alla massima cima dell’albero, nonché montare sui rami più distanti dal tronco. E se anche qualcuno scivolasse o cadesse, non ne riporterebbe affatto alcun danno, perché sia gli uomini che gli animali possono su questo pianeta, nel caso di estremo bisogno, mantenersi liberamente per un po’ di tempo nell’aria. Perciò per divertirsi possono saltare giù volontariamente perfino dalla cima più alta dell’albero, esercizio questo che viene praticato non di rado particolarmente dai giovani. Che una simile cosa sia là possibile, lo potete arguire con discreta facilità se considerate che l’anello distante qualche migliaio di miglia divide la forza d’attrazione fra esso e il pianeta, in modo che il rapporto viene a stare come 1 a 3/5. Se a questo rapporto citato per chiarire la cosa si aggiunge ancora una particolare e opportuna disposizione organica, questa differenza viene facilmente eliminata e l’uomo viene messo in grado di mantenersi liberamente nell’aria per un tempo considerevole.

11) Così noi avremmo imparato a conoscere una specie di albero, e quindi ce ne rimangono ancora nove da esaminare, che di per sé non sono però di tanta importanza e utilità agli uomini, bensì agli animali di quel pianeta, particolarmente a quelli che somigliano ai vostri uccelli.

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12) Specialmente degno di nota, in quanto è destinato a servire anche all’uomo, è il cosiddetto ‘albero della pioggia’ che là viene chiamato Briura. Questo albero, come i vostri abeti, non ha che un tronco, il quale non di rado raggiunge l’altezza di 40 tese (297 m) ed è spesso grosso quanto uno dei vostri campanili di media grandezza. Anch’esso stende i suoi rami molto lontano e quasi nello stesso ordine come da voi l’abete. Le sue foglie però non sono altro che tubetti di color verde biancastro dai quali stilla continuamente l’acqua più pura. Per questo motivo gli uomini scavano intorno ad un simile albero una specie di bacino del diametro di 100 tese (742 m), ciò che dà all’albero l’apparenza di essere collocato in mezzo ad un grande stagno. Nondimeno, questi bacini essi li costruiscono allo scopo di raccogliere l’acqua che cola abbondantemente da tali alberi, in modo che serva a loro e ai loro pochi animali domestici.

13) A questo punto voi domanderete: “Non ci sono su quel pianeta, particolarmente nelle regioni montuose, delle sorgenti come se ne trovano nelle nostre montagne?”. Ed Io vi rispondo che anche là di sorgenti ce ne sono in grande quantità; alcune di queste danno tanta acqua che al paragone la vostra Mur (fiume della Stiria) dovrebbe andare a nascondersi, solo che quest’acqua di sorgente non viene adoperata dagli abitanti di Saturno perché troppo grezza. L’acqua dell’albero rappresenta invece per loro qualcosa di purificato e di cotto; per la qual cosa ne fanno uso in qualsiasi faccenda richieda impiego dell’acqua, perché essi dicono così: “L’acqua di sorgente è fatta soltanto per gli animali acquatici e per abbeverare il terreno, ma per gli uomini e per gli animali più nobili il grande Dio ha creato un apposito albero affinché fornisca un’acqua già ben preparata”.

14) Ecco, questa è una seconda specie d’albero, specie che, certamente in stato molto più imperfetto, si trova qua e là sulla vostra Terra particolarmente nelle zone tropicali.

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15) Dopo di questo albero sarebbe da notare il ‘bianco albero capelluto’ che su Saturno si chiama “Kiup”. Anche quest’albero ha un tronco diritto che non di rado arriva a 30 tese di altezza ed è in proporzione anche grosso a sezione perfettamente rotonda. Esso non ha rami, bensì dalla cima del tronco cresce una specie di filamenti bianco-argentei i quali, essendo molto abbondanti, formano come un grandissimo ciuffo. Questi capelli ovvero fili pendono spesso fino alla metà del tronco e lo circondano fino ad uno spessore di parecchie tese. Quando spira vento, come del resto anche quando l’aria è calma, questi alberi offrono uno spettacolo immensamente bello e allora un bosco di questi alberi dà l’impressione come se gli alberi stessi fossero del tutto coperti di neve. I fili che cadono a terra vengono raccolti con ogni cura dagli uomini che ne intessono una specie di tela, la quale è molto elastica, soffice e durevole. Questa è più o meno tutta l’utilità che quegli esseri umani traggono da un simile albero.

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16) Dopo di questo, è da notare il cosiddetto ‘albero muro, chiamato là “Brak”. Quest’albero non trova riscontro in nessun albero della vostra Terra, perché là esso cresce come una parete rosso-dorata fuori dal terreno, e precisamente, all’inizio, in tanti tronchi rotondi collocati in una linea, i quali però successivamente presto si serrano in maniera così stretta l’uno all’altro in modo da formare un’unica parete. Una parete di questo genere raggiunge non di rado una lunghezza di parecchie centinaia di tese (1 tesa = 1,9 m) ed un’altezza talvolta dalle venti alle venticinque tese (40÷50 m). La parete non ha rami principali, né secondari, né foglie; invece il margine superiore di questo albero si presenta come una spalliera spessa, di tinta azzurro-verdognola, le cui foglie non sono dissimili da quelle dei vostri platani. Dal mezzo di questa spalliera sporgono spesso, fino ad una discreta altezza, dei ramoscelli appuntiti che portano fiori ed anche il frutto vero e proprio. Tuttavia il frutto non serve da cibo all’uomo, bensì solamente agli uccelli e consiste in una specie di bacca di color rossiccio e di forma allungata; i fiori che cadono vengono però raccolti dagli uomini, che ne colmano dei sacchi sui quali essi sono soliti coricarsi per riposare a causa del profumo ristoratore che emanano. Un bosco di simili alberi somiglia spesso ad un immenso labirinto e, quando gli uomini vi si recano per raccogliere i fiori, fanno qua e là dei segni per non smarrirsi e poter far ritorno alle loro dimore. Particolarmente bello si presenta un simile raggruppamento di alberi quando esso è illuminato dal Sole; quando cioè la parete riflette fortemente la luce, così come farebbe da voi una superficie dorata.

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17) Da notarsi ancora è il cosiddetto ‘albero radiale’, chiamato Bruda. Quest’albero è tutto di colore giallo ed ha un tronco diritto dal quale si dipartono soltanto a destra e a sinistra dei rami e ramoscelli sempre in linea retta. (La parte inferiore dei rami possiede una corta peluria bianca; la parte superiore invece rimane nuda). Le parti inferiori dei rami possiedono una specie di stelle, dall’aspetto verdastro, le quali abbastanza regolarmente finiscono in sei punte. Su ciascuna punta cresce un piccolo fiore blu somigliante alle vostre campanule, ad esso poi segue un frutto di colore rosso simile alle coccole di certi vostri arbusti da siepe.

18) Se volete farvi un’idea discretamente esatta di quest’albero, pensate ad un cosiddetto ostensorio, con la sola differenza che l’albero in questione costituisce un ostensorio proporzionatamente gigantesco. Da parte degli abitanti non viene utilizzato quasi niente di quest’albero, bensì esso serve loro unicamente per formare degli incantevoli viali.

19) Per quanto concerne gli altri alberi, nonché qualche altra pianta di specie particolarmente notevole, tutto ciò vi verrà esposto dettagliatamente come finora nella prossima comunicazione, quindi per oggi Amen!

 

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Cap. 4

L’albero imbuto, l’albero piramide e l’albero specchio

 

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1) Come sesta specie fra gli alberi si deve nominare il cosiddetto ‘albero imbuto’, chiamato “Kibra”. Quest’albero ha un tronco dal diametro di circa tre tese (6 m) ed ha anch’esso una corteccia molto liscia di colore azzurrastro. Alla sommità del tronco, alto all’incirca 20 tese (40 m) e in ogni suo punto ugualmente grosso, si dipartono in tutte le direzioni, con un angolo di 45 gradi secondo il vostro modo di calcolare, dei rami diritti, lunghi 10 tese (20 m). Questi rami hanno a sinistra e a destra dei ramoscelli paralleli tra di loro come i ramoscelli del vostro abete, i quali, quanto più sono distanti dal tronco, tanto più si presentano lunghi e larghi. Tali ramoscelli in realtà non sono altro che rami e anche foglie di questo albero. All’estremità dei rami sta il fiore, cui poi succede anche il frutto; perciò un tale albero non porta più frutti di quanti sono precisamente i suoi rami.

2) Il fenomeno più particolare di quest’albero si presenta nel periodo della sua fioritura: prima che sia spuntato il fiore, l’estremità di ciascun ramo si accende automaticamente; tuttavia qui si tratta di un fuoco, per così dire, freddo, che somiglia al luccicare delle lucciole e del legno fradicio, con la differenza soltanto che questo fuoco che precede la fioritura diffonde una luce di gran lunga più intensa di quelle summenzionate che si possono osservare sulla vostra Terra. Uno spettacolo di luci particolarmente splendido l’offre un intero bosco di questi alberi-imbuto, perché nemmeno là gli alberi cominciano a fiorire esattamente nella stessa ora, e così il fuoco che precede la fioritura si manifesta in qualche albero prima e in qualche altro più tardi. Ora, siccome questo fuoco ha il suo inizio sempre sette giorni prima della fioritura e a cominciare dal detto giorno arde, cambiando continuamente di colore, avviene che il gioco delle luci in sette giorni rivela anche tutti i sette colori fondamentali, nonché tutte le variazioni prodotte dal passaggio da un colore all’altro.

3) Immaginatevi ora anche un solo di questi alberi prossimi alla fioritura, considerando oltre a ciò che mai su nessun albero tutti i rami cominciano a fiorire nel medesimo giorno e per conseguenza anche il fuoco che precede la fioritura si manifesta multicolore già nello stesso albero! Quando poi tutto un bosco di questi alberi imbuto comincia a fiorire in questo modo, voi potete, anche solo con un minimo di fantasia, farvi una discreta idea dello spettacolo meraviglioso che deve offrire, contemplato da una qualche altura, un simile bosco, che talvolta ha una estensione di parecchie centinaia di miglia quadrate, nel suo stato di fioritura, o meglio, del fuoco che precede la fioritura.

4) Dopo questo fuoco che precede la fioritura dell’albero imbuto, appare il fiore, il quale è esso pure stranissimo. In verità, da voi non sarebbe tollerato in tutti gli stati, perché esso si presenta così: su di un fusto di color giallo dorato, lungo da due a tre tese e grosso più di un braccio d’uomo, cresce ad una ampiezza fino a sei tese (11 m) un nastro tricolore, largo da uno a due tese e questo nastro è di tre colori sempre uguali, cioè rosso chiaro, azzurro chiaro e bianco niveo. E quanti sono i fiori di un simile albero, precisamente altrettanti nastri colorati sventolano intorno ad esso.

5) E ora potete nuovamente formarvi una piccola idea della magnificenza dei fiori di questo albero. Trascorso il tempo della fioritura, fusto e bandiere cadono ben presto dall’albero e gli esemplari più belli vengono anch’essi raccolti dagli uomini. Dato che questi nastri, se disseccati, perdono molto del loro splendore, quegli uomini li adoperano solo arrotolandoli, facendone dei mucchi e, finché sono ancora freschi e soffici, vi si stendendono sopra per rinvigorire le loro membra. Quando poi diventano più secchi e rigidi, si dà loro fuoco e, ardendo, sviluppano un fumo di odore gradevolissimo; le ceneri di color bianco-argenteo servono poi da eccellente concime per il terreno. Gli esemplari meno belli di questi fiori vengono invece lasciati sotto l’albero dove sono caduti; là marciscono e così servono pure per concimare il terreno.

6) La cosa però più meravigliosa in quest’albero è il frutto che si sviluppa subito dopo la fioritura. Per quanto riguarda l’aspetto esteriore questo frutto assomiglia all’incirca alle vostre zucche d’acqua, solo con la differenza che la canna propriamente detta, non di rado, raggiunge la lunghezza da 4 a 5 tese (8-10 m), e il diametro di 2 piedi (63 cm). Invece la testa all’estremità della canna è formata sempre da una sfera perfetta del diametro di una tesa e mezza e talvolta anche due (3-4 m). A rigor di termini, la scorza esterna di questo frutto ha l’aspetto dell’oro puro e lucidato. E ora interrogate di nuovo un po’ la vostra fantasia e dite poi quale spettacolo non debba offrire all’occhio un bosco di simili alberi quando è illuminato dal Sole.

7) Ma adesso voi vorreste certamente sapere a cosa serve questo frutto. La risposta è molto facile, e precisamente, serve allo stesso uso al quale per voi servono le vostre zucche d’acqua: in parte per poter attingere liquidi da qualche piccola profondità, e in parte anche come recipienti allo scopo di serbarvi dentro dei succhi ottenuti dalla spremitura di varie piante. Su questo pianeta simili frutti vengono accuratamente raccolti nel più gran numero possibile per farne oggetto di scambio con altri prodotti ed a tale scopo vengono anche ben conservati.

8) Voi vorreste forse sapere ancora la ragione per la quale quest’albero ha propriamente una simile forma a imbuto. La forma ad imbuto è tipica di questo albero affinché in questo suo imbuto possa, con tanta maggiore efficacia, accogliere la luce del Sole, nonché il fluido elettromagnetico. Nel mezzo dell’imbuto sbocciano dei canaletti midollari i quali, particolarmente di notte, esalano una vera nebbia. Questa nebbia,  per l’altra vegetazione e così anche per l’uomo che l’inspira, è di natura un po’ velenosa e distruttiva, finché non viene scomposta e dispersa dalla luce solare. Ma questo imbuto è costituito in modo da non lasciar trapelare la menzionata nebbia in nessun altro modo, né mai in quantità maggiore di quanto sia precisamente necessario alla fecondazione dell’albero durante la notte, e anche ciò solamente finché il frutto non sia giunto a mezza maturazione. Dopo che la maturazione è iniziata, i canaletti midollari nell’imbuto si chiudono e l’esalazione di cui abbiamo parlato viene invece diretta ed impiegata al regolare rigonfiamento del frutto; per questa funzione questo imbuto si trova a contenere una aria vitale tanto nutriente, che molti uomini vi salgono su servendosi di certe scale, si fanno dei giacigli in questi imbuti e vi pernottano per un lungo periodo di tempo.

9) Ecco, questo dunque è quanto di notevole può essere narrato di un simile albero! Di utilizzabile per il corpo umano esso non ha niente all’infuori della sua aria vitale; i semi, che non sono dissimili da quelli delle vostre zucche, vengono mangiati solo dagli animali domestici.

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10) E ora passiamo ancora alla settima specie di albero: cioè al cosiddetto ‘albero piramide’, chiamato Uhurba.

11) Questo albero è certamente il più grande e alto di tutti su questo corpo mondiale, ed ha all’incirca le caratteristiche dei vostri abeti nobili dal tronco bianco. Esso cresce non di rado fino ad una altezza tale che sulla vostra Terra potreste trovare a mala pena un monte capace di misurarsi con lo stesso in questo campo. Anche quest’albero non ha che un tronco solo, il quale nella sua parte più bassa vicino alle radici misura spesso 80, 90 ed anche 100 tese di diametro (150-200 m). I suoi rami si dipartono dal tronco già vicino a terra in tutte le direzioni possibili e quelli più bassi, in un albero piramide già perfettamente sviluppato, non di rado hanno la lunghezza di 1.000 tese (2 km). Quanto più poi ci si avvicina alla sommità, tanto più i rami si fanno regolarmente più corti, in modo che infine un tale albero viene ad assumere, nel suo complesso, veramente l’aspetto di un’immensa piramide a base circolare, vale a dire di un immenso cono, al paragone del quale tutte le vostre grandi piramidi egiziane devono considerarsi dei veri gusci di chiocciola, giacché, se vi fosse possibile trasferirvi corporeamente su questo pianeta, vi parrebbe di trovarvi di fronte alle più grandi montagne contemplando simili alberi.

12) Quest’albero appartiene al genere delle conifere e le sue foglie ci assomigliano discretamente, salvo certamente le proporzioni di gran lunga maggiori alle foglie aghiformi dei vostri abeti; soltanto, è da notarsi, che il colore non è non verde, bensì azzurro. L’utilità di quest’albero riguardo alla depurazione dell’aria ed alla saturazione della stessa con elementi vitali è tanto straordinaria, che la potenza salutifera che si diffonde dalle sue cime e dai rami, arriva perfino sulla vostra Terra, ed è di preferenza da qui che le vostre conifere dall’odore balsamico traggono la loro sostanza eterea.

13) Questi alberi vengono anche piantati dappertutto con la massima cura, e a tale scopo altro non occorre che staccare un ramoscello da qualche albero di questa specie e piantarlo in qualche luogo dove vi sia del buon terreno; poi il ramoscello comincia ben presto a crescere ed entro pochi anni di Saturno diventa già un albero di grandezza assolutamente rispettabile; l’albero può raggiungere l’età di parecchie centinaia d’anni di Saturno. Ma quando un simile albero con l’andar degli anni muore, comincia anzitutto a marcire dalle radici e si consuma successivamente da se stesso fino ai rami estremi; sul posto dove si trova un simile albero che si è consunto da sé, gli abitanti spargono immediatamente della terra magra, e in pochi anni hanno a loro disposizione il terreno più fertile che si possa immaginare per coltivarvi le loro predilette erbe succose. Anche qui voi potete far ricorso alla vostra fantasia e considerare l’uno dopo l’altro alcuni di questi alberi, allora la vostra grandezza terrena ne risulterà alquanto sminuita.

14) Anche di quest’albero voi conoscete ormai già le caratteristiche essenziali e per conseguenza possiamo passare ad un’ulteriore ed ottava specie di albero, la quale dovrà senza dubbio apparirvi quanto mai straordinaria, perché di nuovo sulla vostra Terra non è possibile trovare la benché minima traccia di qualcosa di simile.

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15) Ora quest’albero dell’ottava specie, quanto mai degno di nota, è il cosiddetto ‘albero vitreo’ oppure ‘albero specchio’, che gli abitanti di Saturno chiamano “Ubra”. Quest’albero ha un tronco quadrangolare perfettamente regolare, il quale tronco è trasparente così come lo è per voi un vetro un po’ verde. Il tronco che finisce appuntito si sviluppa fino ad una altezza dalle venti alle trenta tese e non ha affatto rami, bensì un po’ più oltre alla metà di questo tronco dell’albero specchio sbocciano come nei vostri cactus dei grandi fiori penzolanti, i quali, salvo le dimensioni molto più grandi, hanno all’incirca l’aspetto dei vostri gigli; un divario c’è soltanto nel colore, perché questo fiore ha la particolarità che ciascuno dei dieci petali che lo formano è di colore differente dall’altro. Quando in questo albero dopo mezzo anno la fioritura è terminata, subito su un fusto nodoso di sostanza simile a cristallo si sviluppa un frutto per voi certamente assai degno di nota. Questo frutto da principio consiste unicamente in una vescica d’acqua molto trasparente, la quale va man mano facendosi sempre più grande e, quando è matura, ha l’aspetto di un pallone del diametro da una ad una tesa e mezza.

16) Quando questo frutto è giunto allo stato d’una simile prima maturazione, allora il liquido in questa vescica comincia a condensarsi in maniera tale che la vescica si raggrinzisce e gradatamente poi si stacca dal liquido rappresosi internamente. Tale liquido condensato poi cade spesso a terra assieme al rispettivo fusto; allora gli abitanti arrivano, raccolgono questo succo indurito, lo tagliano con esattezza da tutti i lati e ne formano delle speciali tavole quadrangolari perfettamente regolari; queste tavole essi le adoperano all’incirca allo stesso scopo come voi sulla Terra adoperate gli specchi. E proprio a nessun altro uso serve loro quest’albero se non a quello soltanto dell’abbellimento dei giardini come fate voi con certi alberi, perché, quando viene piantato un filare di simili alberi, esso costituisce per gli abitanti di questo pianeta un viale quanto mai lussuoso, ed essi si servono molto volentieri di questo albero, perché esso, come l’albero piramide, è molto facile da trapiantare, certo non per mezzo dei rami, in quanto non ne ha affatto, bensì per mezzo dei semi i quali però non si trovano nel frutto, ma nel fiore.

17) La trasparenza di quest’albero ha le sue origini nel fatto che il suo organismo consiste unicamente di canaletti quadrangolari, attraverso i quali si diffondono salendo i succhi che si confanno alla sua natura, perché, se gli organi sono a sezione circolare, nessun raggio può oltrepassarli, dato che nella forma rotonda il raggio stesso viene a frangersi ripetute volte; in questa forma quadrangolare invece il raggio non è esposto a venire spezzato se non in minimissime proporzioni e perciò anche può passarvi attraverso quasi senza alcun impedimento. E poiché tutti gli alberi di questo pianeta, e specialmente quelli di questo paese, hanno una corteccia completamente liscia, la superficie di un simile albero, per voi davvero meraviglioso, risplende come quella delle vostre lastre da specchio; perciò chi passeggia davanti a un filare di tali alberi può rimirarsi perfettamente da capo a piedi.

18) Questo è tutto ciò che si può dire di questo albero! Destate anche qui un po’ la vostra fantasia ed allora voi con non molte difficoltà potrete cominciare a persuadervi che Io, anche facendo a meno delle città e dei palazzi costruiti dagli uomini, so molto bene come si fa ad abbellire un mondo. E con ciò per oggi fermiamoci qui. Tutto il rimanente, per quanto concerne gli alberi, sia rimandato ad una prossima occasione! Amen!

 

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Cap. 5

L’albero della varietà, l’albero fuoco e l’arbusto dell’olio

Forma fisica, possedimenti terrieri e animali domestici degli uomini di Saturno

 

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1) L’albero che ci accingiamo a descrivere come il numero nove porta il nome di Ahaharke. Il voler tradurre questo nome in una lingua di questa Terra o meglio l’interpretare con una certa esattezza il concetto che esprime usando le vostre forme di linguaggio, sarebbe cosa molto difficile, dato che su tutta la superficie terrestre non è facile trovare qualcosa di simile per poter mettere insieme un nome conveniente a questo albero. Meglio di tutto ancora lo si potrebbe definire dandogli il nome di ‘albero della varietà’.

2) Questo albero sorge dal terreno con un tronco fondamentale con circa 16 tese (30 m) di circonferenza. Dunque, dal tronco si dipartono in tutte le direzioni dei rami dei quali i più lunghi arrivano fino a 10 tese (19 m) di distanza dal tronco. Da ciascuno di questi rami si innalzano regolarmente in linea verticale tre tronchi che raggiungono non di rado l’altezza di 12, 13, 14 ed anche 15 tese (22-30 m). All’estremità di questi tronchi si diramano nuovamente in tutte le direzioni altri rami di grandezza proporzionale. Da tutti i rami poi, che si dipartono da ciascuno di questi tre tronchi, s’innalzano di nuovo altri tre tronchi fino all’altezza di 10 tese (19 m), che a loro volta finiscono col suddividersi proporzionalmente in una grande quantità di nuovi rami. Al di sopra di questa terza corona ancora una volta si elevano dei rami verticali e diritti, dai quali all’estremità si dipartono altri rami e ramoscelli proporzionalmente più piccoli, in modo che quest’albero, quando è nel suo pieno sviluppo, è anche formato da sette fino a dieci di simili ripiani e precisamente sempre nell’identico ordine, cioè da ciascun ramo se ne innalzano sempre tre di nuovi, e per conseguenza un tale albero al suo ultimo e più alto ripiano viene a rappresentare veramente un bosco intero di alberi.

3) E ora, allo scopo che possiate farvene una idea, chiedete il perché questo albero si chiama l’albero della varietà. Il motivo è quanto mai facile ad esporsi, ma non altrettanto facile ne è la comprensione, poiché ciascuno dei ripiani produce frutta differente, e conseguentemente, certo anche il fogliame e i fiori sono differenti fra un ripiano e l’altro. Ciò che in questo albero vi è di meraviglioso e per voi addirittura d’incredibile, è che lo stesso solo dopo 10 anni riproduce i medesimi frutti, perché a questo riguardo esso varia continuamente da un anno all’altro, e precisamente in modo che da un anno all’altro nessuno può prevedere quali frutti porterà. E come i frutti sono vari, ugualmente vari sono anche le foglie e i fiori. Quando ci si trova di fronte a parecchi di tali alberi, in nessun caso la frutta di un albero è uguale a quella dell’albero vicino. Ma affinché nonostante tutto questo, gli abitanti possano disporre continuamente di tutti i prodotti di quest’albero, essi lo coltivano a serie di dieci, piantandone ogni anno uno nuovo; e chi sul proprio terreno possiede dieci di tali alberi, quegli può fruire di tutti i prodotti dell’albero stesso, perché allora ciascun albero produce altri frutti e varia fino al decimo anno e solo all’undicesimo ritorna nel suo ordine iniziale.

4) Dato però che i prodotti di ciascun albero variano da un anno all’altro, avviene che un primo albero nel secondo anno porta bensì frutti del tutto nuovi, ma l’albero successivo porta in quell’anno gli stessi frutti che il primo albero aveva portato nel primo anno. E, quando il primo albero nel terzo anno produce nuovamente un’altra qualità di frutti, il secondo albero nel terzo anno produce gli stessi frutti che il primo albero aveva prodotto nel secondo anno, mentre il terzo albero produce gli identici frutti prodotti dal primo albero nel primo anno e dal secondo albero nel secondo anno. E così in questo ordine la produzione del frutto si mantiene sempre continuamente. Se nel frattempo un simile albero deperisce o muore, al suo posto, o meglio per questo albero ne vengono piantati altri dieci, affinché nessuna quantità di frutta venga completamente a mancare per diversi anni. Per quanto riguarda la frutta di questo albero, essa è distribuita in modo che la più grande e pesante cresce naturalmente sempre nei ripiani inferiori e salendo si fa man mano sempre più piccola e leggera.

5) Il modo in cui la frutta di quest’albero è costituita e quale uso ne venga fatto da quegli abitanti non possono essere esposti qui dettagliatamente, per la ragione che una descrizione particolareggiata di tutto ciò non troverebbe posto neppure in 100 dei vostri fogli di carta. Soltanto in generale, vi sia detto che quest’albero è, nella espressione più nobile, il rappresentante di tutte quelle specie di alberi da frutto che nella vostra Terra prosperano nella zona temperata, e i cui frutti portano nel loro mezzo uno o più semi ben sviluppati. Così, ad esempio, il ripiano più basso sarebbe in un anno quello di tutte le specie di mele, in un altro quello di ogni qualità di pere, nel terzo di tutte le prugne, nel quarto di tutte le pesche, nel quinto di tutte le albicocche, e così di seguito. Per quanto riguarda poi i ripiani più alti essi producono ugualmente frutta simile; tutti, però, in proporzione di qualità molto più nobili, ed anche di forme del tutto diverse e di sapore quanto mai più delicato, in modo che le frutta del ripiano più alto sono veramente già di natura, per così dire, eterea; perciò anche la loro forma e il loro sapore si differenziano da quelli della frutta di un ripiano inferiore, come presso di voi si differenzia un’uva ben matura da una mela mezza matura.

6) Ecco, così stanno le cose nei riguardi di questo albero. E se voi destate un po’ la vostra fantasia, non vi sarà difficile completare in discreta misura la raffigurazione per quanto concerne quello che qui per ragioni di tempo può venire solamente toccato alla lontana, ma non esaurientemente descritto. Per conseguenza di quest’albero diremo ancora soltanto che anche i suoi frutti servono da cibo agli abitanti di questo pianeta, e precisamente per lo più quelli dei ripiani superiori, mentre quelli dei ripiani inferiori vengono adoperati di frequente quale foraggio per i loro animali domestici. S’intende però da sé che in generale tutte queste frutta sono all’incirca dieci volte più grandi delle frutta simili sulla vostra Terra. La scorza di quest’albero più che ad altro somiglia a quella di un vostro melo ed è ugualmente ruvida; soltanto il colore della scorza non è grigio come quella del vostro melo, bensì rosso cupo che ad ogni superiore ripiano va facendosi però sempre più chiaro.

7) E ora da questo albero noi passeremo all’ultima specie nell’ordine dei dieci, per prendere visione di un albero che sotto molti aspetti si può considerare il più meraviglioso di questo paese.

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8) Quest’albero viene colà denominato “Fehura”, ciò che tradotto nella vostra lingua significherebbe ‘l’albero del fuoco’. Nel suo modo di crescere quest’albero ha una certa somiglianza con i vostri cosiddetti fiori di Marte (aragonite coralloidale), ed è quasi di natura perfettamente minerale. Il tronco è simile ad una colonna di marmo bianco con circa sei tese di circonferenza, la quale sorge dal terreno sempre ugualmente grossa fino a raggiungere un’altezza dalle 15 alle 20 tese (30-40 m); da questo punto poi va suddividendosi come un alberello di corallo in vari rami e ramoscelli che alle loro estremità terminano in tanti sottili canaletti. I ramoscelli si curvano uno sopra l’altro con tanta molteplicità appunto come i cosiddetti fiori di Marte sopra menzionati. Quest’albero non ha né foglie né fiori né frutta di alcuna specie, bensì il suo compito è unicamente quello di produrre del fuoco. Il fuoco dunque corrisponde al suo frutto che esso produce di solito in quel luogo e in quel periodo di tempo quando una qualche parte del paese si trova dentro la zona d’ombra dell’anello. Su questo pianeta, infatti, il tempo non viene definito come da voi secondo l’estate e l’inverno, bensì secondo il periodo dell’ombra, e secondo il periodo di luce. Quest’albero supplisce, nel periodo dell’ombra, alla mancanza di luce attraverso la sua luce completamente bianca. Le sue radici, che propriamente non sono altro che dei canaletti, hanno la capacità di assorbire dal suolo del pianeta i più puri gas sviluppatisi dal petrolio e spingerli poi attraverso i numerosi tubicini fino ai rami estremi. Arrivato a questo punto, quando il gas viene a contatto con l’aria atmosferica locale – che nel periodo dell’ombra contiene abbondante ossigeno – si accende immediatamente e continua ad ardere finché non sia ritornata la luce solare. Quest’ultima dilata l’aria atmosferica, fa precipitare l’ossigeno, perciò quest’albero del fuoco si spegne gradatamente e poi riposa e non cresce ulteriormente finché non sia ritornato il tempo dell’ombra. Il periodo dell’ombra dura però là pure mezzo anno, come da voi l’inverno, se misurato secondo la temperatura.

9) E questo albero comincia a crescere come da voi i funghi, cioè senza sementi; però non come questi che crescono dove la terra è più magra, bensì l’albero del fuoco s’incontra con maggior frequenza dove il terreno di Saturno è più ricco di nafta. Gli abitanti usano anche trapiantarlo in questo modo: al tempo dell’ombra recidono un ramoscello dal tronco e lo conficcano in un qualche punto di un terreno dove la nafta abbonda, e lì continua ad ardere, e con ciò anche cresce tanto nella parte inferiore mettendo radici, quanto nella parte superiore sviluppando rami.

10) Il fuoco di questo albero non è di per sé bruciante, tuttavia per effetto dei suoi raggi di colore intensamente bianco ha ad una certa distanza un’azione calorifica, o meglio ancora sprigiona la sostanza calorifica, perciò anche per quel pianeta si provvede affinché durante il periodo dell’ombra non faccia molto più freddo rispetto all’effettivo periodo della luce solare. E così avviene che ciascuna famiglia cerca sempre di piantare tutto intorno alle proprie dimore e ai propri terreni una quantità adeguata di tali alberi, ottenendo così il vantaggio che, nel periodo dell’ombra non si risente del freddo, né si soffre mancanza di luce.

11) Ora considerando anche questo albero, chiamate un po’ in aiuto la vostra fantasia e poi certamente non mancherete di rilevare che, a prescindere dalla grande magnificenza di un tale albero, la sua luce ottiene un effetto maggiore di tutta la vostra illuminazione a gas, se voi voleste accumularla in un posto solo su un qualche faro appositamente costruito. E veramente, qualora vi fosse possibile piantare un albero di questa specie su un monte vicino, illuminerebbe non soltanto la vostra città con altrettanta luce, quanto quella di dieci lune piene, bensì tutto il vostro intero circondario potrebbe godere anch’esso di un sufficiente bagliore. Immaginatevi adesso invece molte migliaia di tali alberi sparsi qua e là in un paese e quale effetto possono fare con la loro luce! Se già la luce rossastra e di natura maligna del vostro fuoco vi ristora nella profonda oscurità della notte, quanto maggior diletto non dovrebbe procurarvi una simile luce bianca e mite! Tuttavia tali alberi non sono destinati per la Terra, quantunque nell’Oriente, e precisamente in varie località del Caucaso, si verifichino dei casi nei quali basta conficcare nel terreno una canna palustre qualche pezzo di legno molto poroso e darvi fuoco alla estremità superiore, e allora succede che l’estremità accesa continua sempre ugualmente ad ardere come una fiaccola, senza che però il legno o la canna siano consumati dal fuoco; soltanto con la differenza che tali fiamme sono rossastre ed estremamente brucianti.

*

12) Con ciò noi avremmo, riguardo a questo paese, imparato a conoscere gli alberi e possiamo quindi dare adesso una occhiata in generale agli arbusti.

13) Tutti gli arbusti su Saturno hanno la particolarità di non essere così bassi come da voi, bensì essi costituiscono semplicemente una classe più piccola di alberi, la quale tuttavia si differenzia molto dai veri alberi. Ad ogni modo il più basso ed insignificante arbusto su Saturno è sempre più alto e meglio sviluppato dei vostri alberi più importanti. Già nel solo paese di cui stiamo parlando si possono riscontrare più di 12.000 specie di arbusti, le quali sono tutte ben differenti l’una dall’altra. Ciascuna specie porta il suo particolare frutto, del quale però, all’infuori dei numerosi abitanti dell’aria, nessuno trae propriamente un vantaggio. Fra questi moltissimi arbusti ce n’è uno che s’incontra con maggior frequenza degli altri e che da quegli abitanti viene curato con particolare attenzione; il far menzione di un tale arbusto dovrebbe essere di qualche interesse per voi, dato che assomiglia perfettamente al vostro ‘ulivo’, con la sola differenza che anch’esso su quel pianeta è sotto ogni aspetto molto più grande dell’ulivo sulla vostra Terra. Le bacche in stato di maturità sono così grandi che ciascuna rende, secondo le vostre misure, un buon litro di olio purissimo. Se dunque un simile arbusto non di rado porta a maturazione sui rami dalle 20.000 fino alle 30.000 bacche, voi potete già farvi un’idea della ricchezza di una tale raccolta di olio, tanto più poi se considerate ancora che sui terreni di una sola famiglia non di rado crescono parecchie migliaia di questi arbusti, o meglio alberelli d’olio.

14) Certamente il possedimento terriero di una famiglia di Saturno non dovete raffigurarvelo forse così piccolo come quello di un dei vostri più grossi possidenti di campagna, bensì senz’altro grande come tutto il vostro paese e talvolta anche qualcosa di più. Contemporaneamente però è necessario pure che voi non vi rappresentate gli uomini estremamente ben formati di Saturno così piccoli come siete voi, perché là la donna misura in altezza da 80 a 90 piedi (25-28 m)e l’uomo poi da 95 a 135 piedi[3] (30-42 m), e in questa proporzione sono formati anche i loro molti animali domestici.

15) Se dunque voi ora conoscete in anticipo tutto ciò, tanto più chiaro vi riuscirà tutto quello che ancora verrà detto della vegetazione fruttifera, ciò che, come più volte preannunciato, seguirà nel dovuto ordine; quindi per oggi amen!

 

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Cap. 6

Le erbe e le piante utili di Saturno

Il mais, la botte sgorgante e la zucca d’acqua vagante

 

1) Quanto dunque di notevole c’era da dire riguardo agli arbusti, noi l’abbiamo già appreso nelle sue linee principali, e perciò adesso rivolgeremo la nostra attenzione alle erbe e alle altre piante (utili) di questo paese.

2) Questo paese è uno fra i più montuosi di questo pianeta e perciò possiede anche il numero maggiore di piante ed erbe di ogni specie immaginabili fra le più utili e dotate di potere curativo.

3) Piante delle specie dei vostri cereali, come ad esempio il grano, il frumento, l’orzo, non crescono qui, ma in compenso vi si trova un’altra e più nobile qualità di cereale che ha quasi l’aspetto del vostro granturco, con la differenza che la pianta cresce fino a un’altezza dalle 20 alle 30 volte maggiore del vostro granoturco. Le sue foglie sono spesso lunghe dai 2 ai 3 klafter (tese) e mezzo, e larghe dai 2 cubiti buoni (1,55 m) fino a 3 cubiti e mezzo (2,72 m). Le foglie stesse hanno un colore perfettamente celeste e ai margini appaiono listate per la larghezza di un palmo in color rosso carminio chiaro, mentre la costa mediana, larga anch’essa un palmo alla base e che va diminuendo fino ad un pollice verso la cima, è di color oro tendente al verdastro. Lo stelo, il quale nella parte inferiore diventa spesso grosso come il tronco di una vostra quercia nel suo pieno sviluppo, vicino al terreno appare di color oro scuro opaco e quanto più lo stesso sale, tanto più chiaro si fa il colore; la corona dei fiori, la quale non di rado ha dei rami dall’una all’una tesa e mezza di lunghezza, ha precisamente l’aspetto che ha da voi un lampadario del più bello e lucente cristallo molato e ciò per la ragione che su quel pianeta tutto si presenta in proporzioni maggiori. Se voi vi deste la pena di osservare un fiore del vostro granturco attraverso un buon microscopio, scorgereste pressoché lo stesso gioco di luci brillantissime sul polline che altrimenti appare di tinta biancastra chiara!

4) Per quanto però concerne il frutto di questa pianta, esso rispetto alla forma è bensì simile a quello della vostra pianta terrestre corrispondente, certo in proporzione molto più grande, ma tale non è invece il caso riguardo all’uso che se ne fa ed al suo sapore, perché su Saturno questo frutto fornisce il boccone assolutamente più saporito e delicato e sotto questo aspetto assomiglia alquanto al vostro cosiddetto ananas, con la differenza soltanto che là i singoli grani si possono liberare con tutta facilità dai semi quando il frutto è giunto a maturazione e se ne può anche subito mangiare, e non sono farinosi, ma ripieni di succo come da voi l’uva. Una di queste bacche pesa, secondo il vostro modo di misurare, non di rado da due fino a tre libbre (1 libbra = 560 g.). Dato che in un simile cosiddetto grappolo si trovano poi dalle trecento, quattrocento ed anche fino a cinquecento di tali bacche e che un solo arbusto produce dappertutto spesso da venti a trenta di questi grappoli voi potete già farvi un’idea di quanto ricco riesca spesso un simile raccolto.

5) “Ma dove conservano poi gli abitanti questo raccolto?”. – Voi avete già fatto la conoscenza dei buoni vasi forniti dall’albero imbuto. È appunto dentro questi vasi che le bacche in questione vengono conservate, una parte come bacche e un’altra parte come succo spremuto. Questo frutto cresce quattro volte all’anno, è quanto mai sano e corroborante e il suo succo rallegra il cuore degli abitanti di Saturno altrettanto e meglio anche della vostra uva e del suo succo ristoratore.

6) Dopo aver levato il frutto, gli abitanti ne lasciano giacere la foglia sul campo finché è diventata completamente secca; poi essi fanno venire i loro grandi animali da tiro nei campi dove si trovano queste piante disseccate e gli animali mangiano allora le foglie mentre lasciano intatti gli steli. Questi steli vengono poi segati a pezzi dagli abitanti con uno speciale strumento e con quanto ne risulta vengono formati dappertutto sul campo dei mucchi ai quali infine viene dato fuoco, e con ciò il campo stesso viene a trovarsi concimato nel miglior modo possibile per un prossimo raccolto.

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7) Un campo simile ha bisogno di un terreno umido, se si vuole che il frutto prosperi bene. Dato però che in quel paese, come quasi del resto in tutta la zona temperata del pianeta, non vi sono mai, o rarissime volte soltanto, delle precipitazioni di pioggia e di rugiada e che neppure le sorgenti in terraferma sono proprio molto frequenti, – come si comportano allora gli abitanti e come fanno per irrigare un simile campo, il quale secondo le vostre misure ha non di rado un’estensione dalle 30 alle 40 miglia quadrate? Ecco, a ciò ho di nuovo provvisto Io con un’altra pianta meravigliosa, la quale s’incarica di curare in maniera eccellente il faticoso lavoro dell’irrigazione e che viene all’occasione anch’essa coltivata con tutta diligenza.

8) Questa pianta viene chiamata “la botte sgorgante” ed è molto somigliante alla vostra zucca, solamente con la differenza che una tal zucca cresce non di rado tanto grande che un uomo di Saturno ha un bel da fare se vuol vedere cosa c’è dall’altra parte del frutto. La pianta come tale cresce spesso per parecchie migliaia di tese in estensione sul terreno, con un tronco la cui circonferenza si misura a tese e si sviluppa dalla sua radice in molte centinaia di diramazioni che vanno strisciando in tutte le direzioni possibili. Le sue foglie sono perfettamente simili a quelle della vostra pianta di zucca, soltanto esse sono cento volte più grandi e il loro colore non è verde, bensì azzurro-violaceo, inoltre sono tutte disseminate di stelline bianco-argentee. Il picciolo è lungo dalle due alle tre tese, rotondo e misura non di rado parecchie tese di diametro. Internamente è cavo; dentro le pareti però corrono molte migliaia di canaletti i quali nutrono la foglia con un succo di sapore dolciastro e poi, attraverso i molteplici pori delle punte che si trovano alla parte inferiore della foglia, lasciano colare questi umori come liquidi gocciolanti, e in tal modo inumidiscono il terreno sottostante come per effetto di una pioggerella permanente. Tuttavia, per quanto concerne la funzione irrigatrice principale, questa viene propriamente effettuata dal frutto, giacché, quando il frutto arriva anche a metà della sua maturazione, allora precisamente durante la notte si aprono i pori, che si trovano sulla sua superficie, ed i tubetti formatisi appositamente che sporgono dalla superficie ed attraverso questi, poi, viene spinto fuori, come da una fontana, da tutte le parti un liquido limpido e dolciastro e con ciò ogni notte il terreno viene regolarmente innaffiato a sufficienza.

9) E qui voi vi domanderete: “Ma da dove prende questo frutto tanta abbondanza di acqua?”. Ed Io a questo riguardo vi rispondo che una simile pianta funziona come una vera trivella da pozzi artesiani, perché essa spinge le sue radici così lontano e così profondamente all’ingiù, finché incontra un qualche bacino d’acqua sotterraneo. Arrivata a questo punto, essa si mette con la massima assiduità a succhiare l’acqua individuata e la spinge e conduce, come il migliore degli acquedotti, depurata verso tutte le direzioni possibili del suo territorio esteriore che si sviluppa con molta rapidità.

10) Ma questo frutto, all’infuori della funzione dell’innaffiamento, non ha altro scopo od impiego presso gli abitanti? – Certo che ce l’ha e gli abitanti adoperano questa zucca ancora ad altri scopi! Quando il frutto ha raggiunto la piena maturità, allora viene segato via dal picciolo e viene trasportato dagli abitanti alle loro case e viene tagliato nel mezzo in due parti nel senso della lunghezza, ne vengono estratti i semi e la polpa; i primi sono destinati naturalmente all’ulteriore semina e la polpa serve da foraggio agli animali domestici locali, come pecore, capre e mucche; la buccia, però, che è grossa circa una tesa, viene poi lasciata seccare e così acquista grande durezza e solidità. Quando è completamente asciutta, la parte inferiore viene adoperata comunemente come una specie di battello, mentre la parte superiore, che è molto porosa e costituita da un complesso di canaletti, trova impiego come carro e ciò in una maniera quanto mai facile.

11) Nel mezzo, da ambedue le parti, viene praticato un foro, attraverso il quale è fatto poi passare un asse ben lavorato e relativamente grosso e resistente e sulle due estremità che sporgono vengono fissate due ruote proporzionate alla grandezza del veicolo. Così pure poi viene praticato un secondo foro nella parte anteriore, attraverso cui viene fatto passare, fino a raggiungere l’asse delle ruote, un altro asse come timone; questo timone lo si fissa all’asse delle ruote con un chiodo e lo si provvede dalla parte opposta d’una sbarra trasversale proporzionalmente lunga e robusta. In questo modo allora il carro è già bell’e pronto e ciò tanto più rapidamente se voi in aggiunta ancora pensate che là le ruote non vengono fabbricate dalle mani dell’uomo, bensì vengono prodotte tramite l’arte della natura e ciò dalla pianta stessa, poiché a ciò non occorre altro che segare quante volte si vuole il fusto perfettamente rotondo appunto di questa zucca per ottenere altrettante ruote solide e già pronte con un diametro da tre a quattro e non di rado anche da cinque a sei tese.

12) Se infine alla traversa fissata sul timone si attacca un bue, o trattandosi di un viaggio più rapido, uno di quei cani o cervi da tiro, tutto il veicolo risulta compiuto e pronto, e su di esso possono viaggiare comodamente quattro abitanti di Saturno e farsi trasportare dove vogliono.

13) Certamente, questa specie di carri vengono adoperati solo come un mezzo leggero di trasporto; perché anche quegli abitanti dispongono di carri molto più grandi e pesanti che essi fabbricano usando il legno e che rivestono e guarniscono diligentemente, come fate voi con i vostri carri, di un metallo molto malleabile e solido, il quale non è dissimile dal vostro ferro; soltanto qui si tratta di un metallo più compatto e durevole, che non si arrugginisce come il vostro ferro, bensì mantiene continuamente splendente la propria superficie come avviene nell’oro. Esso ha un colore simile a quello del vostro cosiddetto platino, che è una miscela di oro puro e di ferro puro. Certamente, sarà quanto mai difficile che uno dei vostri chimici riesca mai a ricostruire una tale miscela usando procedimenti scientifici.

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14) E ora, poiché abbiamo fatto la conoscenza di queste due piante, passiamo a considerare un’altra pianta di Saturno stranissima nel suo genere e nello stesso tempo anche molto utile.

pianta_vagante.JPG15) Questa pianta rappresenta per voi senz’altro qualcosa d’incredibile, perché sulla Terra non si può trovare niente di simile, e la cosiddetta pianta vagante che si trova nell’America meridionale non è veramente una pianta, bensì un animale. Invece la pianta di questo pianeta che ora ci accingeremo a considerare, è effettivamente una pianta vagante, la quale, come fa un animale, si sposta da un luogo all’altro. La forza che le conferisce il moto risiede nella sua radice, la quale ha l’aspetto all’incirca come di un piede umano molto deformato; soltanto che, naturalmente, non possiede delle vere dita, un calcagno o quant’altro mai appartiene ad un piede, bensì il tutto si riduce ad un tronco nudo lungo circa dieci tese (19 m), che si stacca ad angolo retto e dal quale si dipartono in tutte le direzioni una quantità di radici aspiranti e da presa, le quali si appiccicano dappertutto come i viticci di una vite, con la sola differenza che queste radici rimangono afferrate ad un determinato punto del terreno finché esse vi trovano nutrimento sufficiente. Quando però hanno assorbito ogni umore da un luogo, allora si sradicano nuovamente dal terreno, si tendono in avanti e continuano a procedere finché hanno raggiunto un altro punto del terreno ricco di umori. Qui penetrano di nuovo attivamente nel terreno, perforandolo; si attorcigliano nel suolo umido intorno ad altre erbe e piante e, mediante tale attorcigliamento, si traggono dietro tutta la pianta; attraverso questa attività delle radici una tale pianta fa nel corso di un anno non di rado un viaggio di parecchie miglia, secondo i vostri calcoli e il vostro sistema di misura.

16) Ma quale è veramente l’aspetto della pianta stessa? Ecco la pianta come tale ha un tronco alto dalle 4 alle 5 tese (8-10 m) che già all’altezza di una tesa dal terreno manda fuori dei rami, dei quali alcuni, dipartendosi da ogni parte del tronco, crescono all’ingiù fino a raggiungere il terreno proteggendo così tutta la pianta da un possibile rovesciamento. Questi rami sono di solito nudi e privi di foglie; soltanto quelli che crescono all’insù con svariate sinuosità portano foglie, fiori e frutto, tutte cose queste che hanno una discreta somiglianza con le corrispondenti parti della vostra vite; le foglie sono però, naturalmente, molto più grandi e di color azzurro chiaro e la parte inferiore delle stesse è disseminata di bitorzoli rossi. Il frutto poi è perfettamente simile a quella specie delle vostre viti che voi chiamate “Gaisdutte”; solamente il loro colore non è azzurro, bensì giallo arancio, ed i grani sono semitrasparenti come quelli delle vostre uve bianche. La differenza sta soprattutto nella grandezza, poiché una bacca non di rado contiene un litro (secondo le vostre misure) di puro succo, un grappolo non di rado dalle cinquanta alle cento di queste bacche e qualche pianta fa maturare spesso dai dieci ai venti di tali grappoli. Il sapore di questo frutto è uguale a quello dell’uva che voi chiamate moscato (purché sia giunta a pienissima maturazione!).

17) Ecco, così si presenta dunque questa pianta meravigliosa di Saturno! Essa ha oltre a tutto il vantaggio di non aver affatto bisogno di essere coltivata, bensì si coltiva da sola e prospera nel miglior dei modi. Ma affinché presso gli abitanti di questo pianeta non sorgano litigi per la proprietà di una simile pianta che ciascuno ha molto cara, qualora cioè essa accennasse a voler dirigere i suoi passi verso i terreni di un vicino – poiché anche lì il diritto di proprietà viene rigidamente osservato – gli abitanti stessi la piantano per lo più nel mezzo dei loro possedimenti oppure la collocano intorno ai loro alberi della pioggia, dove poi essa si stabilisce tranquillamente e non si muove più né di qua, né di là, considerato che le sue radici si trovano provviste là di nutrimento. E quando anche si desse di quando in quando il caso che fosse costretta ad emigrare, non potrebbe passare così presto sui terreni di qualche vicino, perché, situata com’è nel mezzo di un tale possedimento, le sarebbe alquanto difficile varcare i lontani confini, considerato che, come abbiamo osservato prima, un tale possesso fondiario supera non di rado in estensione due volte il vostro stato.

18) Gli abitanti usano il succo nel modo in cui voi usate il succo della vostra vite. Questo succo contiene però elementi di energia maggiori ancora di quelli contenuti nel succo che già prima abbiamo menzionato; esso non viene conservato nei recipienti a cui si è fatto cenno prima, bensì allo scopo della sua conservazione cresce là un particolare frutto da bottiglia il quale non è dissimile da quello prodotto da certe vostre piante che ugualmente si presta a servire da recipiente, come la vostra cosiddetta zucca d’acqua; con la differenza soltanto che una simile zucca di Saturno supererebbe di molto in grandezza la vostra famosa botte di Heidelberg. Una tale zucca, quando è perfettamente sviluppata, potrebbe contenere con tutta comodità 1.000 emeri (1 emero = 56 litri). Tali zucche sono anche là straordinariamente solide; le loro pareti hanno lo spessore di una buona mezza tesa e, nella parte inferiore, lo spessore raggiunge anche una tesa intera. Una volta poi che siano state vuotate a dovere, lavoro che là viene compiuto da un certo animale, il recipiente è anche bell’e pronto.

19) Per quanto concerne la descrizione delle ulteriori piante ed erbe più degne di nota, ciò sia riservato alla prossima comunicazione! E per conseguenza, per oggi amen!

 

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Cap. 7

Ricchezza del mondo floreale di Saturno – Il colore principale non è il verde, ma il blu

Erbe curative aromatiche – L’arbusto d’oro – Piante metalliche

Fiori di prato che cambiano forma – Muschio d’alghe profumato – Monti e valli di Saturno

 

1) Fra le piante, delle quali alcune utili sono state già menzionate, Io dovrò limitarMi a dare un’occhiata generale con voi, perché far menzione speciale e particolareggiata di ciascuna pianta degna di nota su quel pianeta, non lo permetterebbe né il tempo né lo spazio, specialmente se considerate che noi abbiamo da visitare ancora circa 76 continenti così grandi, alcune centinaia di isole più piccole, le vastissime regioni glaciali tanto meridionali che settentrionali, poi i paesi, molto più grandi ancora, dell’anello e delle sette lune. Perciò dobbiamo soffermarci dappertutto soltanto su ciò che è d’interesse massimo, ed accontentarci, riguardo a tutto il rimanente, di accennare semplicemente a quanto vi è di più o di meno simile ai prodotti della vostra Terra. E così appunto anche in questo paese di cui ora parliamo vi sono infinite specie di piante, le quali in parte sono simili a quelle del vostro pianeta, e in parte invece sono per voi del tutto estranee, o meglio ancora, sono talmente una particolarità di Saturno, che di simili non se ne trovano su nessun altro pianeta.

2) Per ciò che concerne le piante simili a quelle del vostro pianeta, il divario in generale sta solamente nel fatto che esse, senza eccezione, sorpassano le vostre di cento volte in grandezza e in rigogliosità, per la qual cosa anche avviene che quelle meraviglie della vegetazione delle quali voi sulla Terra potete accorgervi appena facendo uso del microscopio, là si rendono benissimo visibili, liberamente e senza l’ausilio del microscopio, in tutta la loro molteplice magnificenza.

3) Il secondo divario è quello del colore, perché là invece del vostro verde domina per lo più un colore azzurro chiaro e brillante in tutte le sue gradazioni, all’incirca come si riscontra nella vostra America, dove, pure in più d’una pianta l’azzurro si rende più visibile del verde, e lo stesso color verde si avvicina di più all’azzurro che non al giallo; quest’ultimo colore è propriamente il più lontano dal colore della vita.

4) Un terzo divario sta inoltre nel fatto che i fiori di queste piante di Saturno sono molto più grandi e più ricchi di contenuto, e che la vivacità dei colori, non di rado, è aumentata per effetto di una trasparenza brillante provocata da un substrato metallico pulito.

5) Riguardo al frutto di simili piante, la differenza consiste anche nel fatto che, per esempio, un grano di mais su Saturno si sviluppa così grosso da farne cento ed anche qualche volta fino a mille dei vostri e che il numero dei grani di una spiga è oltre a ciò da dieci fino anche a cento volte maggiore che nelle vostre. Un simile maggiore rendimento è anche necessario su quel pianeta, considerato che un raccolto di mezzo anno ha lì il medesimo significato di quindici anni sulla Terra, per il cui motivo anche un ragazzetto di dieci anni di Saturno rappresenterebbe per voi un vecchio eccezionalmente decrepito.

6) Questi sono dunque i divari essenziali che si possono constatare in quelle piante di Saturno che, seppure in proporzioni molto ridotte, prosperano pure sul vostro pianeta. Se voi volete un po’ destare la vostra fantasia, basta che prendiate una pianta terrestre; raffiguratevela in ciascuna sua parte cento volte più grande, di colore diverso come prima descritto e adorna di tutte le altre magnificenze di una pianta come vengono rivelate da un microscopio, e in questo modo potrete formarvi una idea, certo ancora assai vaga, della vegetazione di questo corpo mondiale.

7) Però là, particolarmente nelle regioni montane più alte, si trovano ancora altre piante ed erbe medicinali di natura straordinaria, il cui potere curativo etereo-aromatico è così forte e il suo influsso arriva così lontano, che non solo mantiene quegli abitanti sempre nelle migliori condizioni di salute, ma influisce anche con le sue emanazioni salutifere a distanza di più di mille milioni di miglia attraverso l’etere, in modo che, ad esempio, le vostre piante medicinali, specialmente il vostro ginepro, il vostro sambuco ed altre piante del genere munite di aculei, attingono a quella fonte una parte considerevole del loro aroma curativo etereo.

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8) È necessario che Io vi descriva un po’ più dettagliatamente una specie di tali erbe saturnine d’alta montagna! Questa erba viene chiamata là “Hellatharianga”, che corrisponde ad ‘arbusto d’oro dalle mille foglie’. Essa su Saturno cresce immediatamente sulla nuda roccia e il suo gambo raggiunge non di rado l’altezza dalle 3 alle 4 tese (6-8 m). Intorno a questo gambo si trovano, disposte a spirale come le volute di una chiocciola, comunemente mille foglie di color rosso chiaro di forma ovale allungata, lunghe non di rado dai 5 ai 6 piedi e larghe 2, qualche volta anche 3 piedi. Gli orli delle foglie non sono lisci, ma da questi si dipartono invece delle punte lunghe qualche spanna, precisamente in modo che dalla base della foglia fino alla sua cima ne sono poste regolarmente cento, per conseguenza da ambo i lati della foglia duecento in tutto. Tali punte sono di colore azzurro assai cupo che verso le estremità va facendosi sempre più chiaro e quella punta più lunga delle altre che si trova all’estremità della costa mediana porta nella sua cima un fascetto di aculei il quale è rosso come lo è la foglia stessa. La parte superiore della foglia ha la tinta rossa quale da voi l’ha un ferro arroventato, o un carbone ardente sotto l’azione d’una lieve corrente d’aria ed emana anche in realtà un tale splendore come il fuoco. La parte inferiore della foglia è ricoperta da peli lunghi un mezzo palmo, i quali, staccandosi dalle foglie, assumono successivamente tutti i colori dell’iride, in modo che sotto ciascuna foglia, guardando a qualche distanza, già si scopre un brillante arcobaleno il cui splendore, avvicinandovisi, deve naturalmente aumentare, dato che lo scintillio dei colori colpisce sempre più concentrato gli occhi. Il fusto o tronco della pianta appare come fosse fatto d’oro di tinta opaca e s’innalza al di sopra della zona delle foglie spesso ancora per una mezza tesa e là poi appaiono vari fiori già appassiti e, d’altro canto, dei nuovi boccioli che subentrano continuamente.

9) Il fiore non ha alcuna somiglianza con nessun fiore della vostra Terra, bensì esso si presenta così come se ad una palla di color rosso dorato con una circonferenza corrispondente al diametro di mezza tesa fossero state appiccicate delle braccia umane perfettamente formate; soltanto che dall’estremità del braccio invece di cinque dita disuguali si dipartono dieci raggi appuntiti dall’apparenza dell’oro, che hanno quasi un tale aspetto come se qualcuno, avendo voluto disegnare una mano distesa, vi avesse aggiunto invece delle dita la metà di un disco solare con dieci raggi che da questo si dipartono. Di tali petali intorno ad un simile bocciolo ce ne sono cinque, i quali spuntano diritti dalla cintura mediana di questo bocciolo sferico già menzionato, in modo che una mezza sfera viene a trovarsi nel calice del fiore. Dal mezzo di questo emisfero si dipartono due filamenti, l’uno grosso quanto la metà di un braccio umano e l’altro non avente più di un pollice di diametro, e il più sottile rappresenta l’organo femminile, mentre l’altro, l’organo maschile; il femminile è di color bianco, e il maschile di color rosa. Ambedue sporgono dal calice per oltre mezzo metro e pendono verso terra, ben inteso senza toccarla.

10) L’organo femminile termina con una specie d’imbuto rivolto all’insù, al disopra del quale si china quello maschile provvisto all’estremità di un’apertura. L’organo maschile lascia cadere sempre, cadenzialmente, una goccia di umore profumatissimo in quello femminile e questo costituisce propriamente l’atto generativo del fiore; l’organo femminile assorbe poi in sé quest’umore e in seguito a ciò genera il seme di questa pianta che è quanto mai saturo di energia, mentre quello maschile riceve tale umore etereo dai petali, che a loro volta lo ricevono dalle foglie della pianta di cui è già stata fatta menzione.

11) Per quanto concerne il colore dei fiori, i petali sono perfettamente bianchi, più ancora del vostro giglio; il mezzo disco, attaccato all’estremità dei petali, corrispondenti alla mano distesa nel braccio, ha però l’aspetto come se fosse fatto di rubino lavorato ed un po’ solcato da vene; i raggi appaiono perfettamente come d’oro trasparente.

12) Questo fiore, o meglio questa pianta medicinale fiorisce e cresce ugualmente in qualsiasi stagione, in modo che non viene a mancare mai; se qua o là una pianta o l’altra viene levata via dagli abitanti, ben presto al suo posto ne cresce un’altra. Quando è in piena fioritura, questa pianta diffonde intorno a sé un profumo così delizioso, che non riuscireste mai a farvene nemmeno una lontanissima idea, perché sulla vostra Terra non esiste niente che abbia un profumo simile ed al paragone perfino il profumo della vostra rosa risulta poco intenso.

13) Se una simile pianta medicinale in piena fioritura potesse fare anche una volta sola la sua comparsa in qualche luogo della Terra, in seguito all’intensità del suo straordinario profumo essa otterrebbe il risultato di saturare dell’odore più delizioso tutta una regione com’è la vostra provincia; perché se così non fosse, come potrebbe l’influenza aromatico-curativa di un simile fiore estendersi perfino a lontane regioni planetarie? Ma per convincersi che effettivamente è così, basta che interroghiate una persona provvista di capacità medianiche, quando si trova in rapporto animico d’influsso reciproco con questo pianeta, ed essa vi dirà apertamente come percepisce molto marcatamente il benefico effetto d’una tale pianta medicinale che cresce su quel lontano pianeta.

14) Questa pianta viene custodita con la massima cura dagli abitanti del pianeta, ma la raccolgono poco, perché essi fruiscono del potere benefico e ristoratore principalmente dall’atmosfera che circonda queste piante; soltanto quando qua o là una simile pianta si è fatta già molto vecchia ed è prossima a morire, ciò che si riconosce dal colore bianchiccio che cominciano ad assumere i peli delle foglie, solo allora essi spargono la semente della pianta stessa sulle rupi vicine. La semente di questo fiore è minutissima e somiglia ad una polvere dal delicato olezzo piuttosto che ad una vera semente. Questa polvere viene poi assorbita dai pori delle rocce ed allora qua e là spunta nuovamente una simile pianta.

15) Una sola cosa ancora deve essere qui menzionata, e precisamente come sia possibile che questa pianta metta radici sulla nuda pietra. La questione si spiega nel modo seguente: la pianta protende per un vasto tratto da tutte le parti le sue radici, in maniera non dissimile dal vostro cosiddetto lichene delle rocce; partendo da queste radici principali che si estendono ampiamente tutto all’intorno, una quantità innumerevole di sottilissime radici filiformi s’insinuano con azione perforatrice dentro i pori della pietra e tengono il tronco di questa pianta tanto saldamente fisso sulla nuda roccia che non vi è singola forza umana capace di strapparlo via. Ma ora si domanda: “Che cosa possono succhiare queste radici dalla pietra arida e nuda?”. – La risposta è molto facile! Esse traggono, succhiandolo, una specie di olio di pietra. – “Ma come lo liberano dalla pietra?”.  – Ciò accade grazie ad una particolare forza propria a tale pianta, che è come un vero fuoco dissolvente e che si manifesta con delle minutissime scintille elettriche certamente invisibili a occhio nudo, le quali hanno precisamente la forza che occorre per dissolvere gli atomi della pietra che si trovano in immediata vicinanza e per trasformarli in un olio etereo; quest’olio viene poi immediatamente assorbito dalle radici, e quindi più purificato viene condotto al gambo, nelle foglie, nei fiori e finalmente nel seme etereo.

16) Eccovi così ormai esposto tutto quanto vi è di essenziale in questa pianta medicinale del pianeta Saturno, pianta quanto mai notevole! Destate anche qui un po’ la vostra fantasia, e in base a questa veritiera descrizione voi potete raffigurarvi un tale fiore, per dire così, materialmente dinanzi ai vostri occhi e deliziarvi in spirito considerando la sua magnificenza e il suo potere curativo.

17) Sennonché questa non è la sola pianta medicinale, bensì ce ne sono varie altre ancora che hanno efficacia benefica e curativa, che agisce non soltanto sul pianeta dove prosperano, ma che si estende, per le vie dell’etere, ad altre zone planetarie.

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18) Eminentemente poi degne di nota sarebbero dappertutto su quel pianeta tutte le cosiddette ‘piante del metallo’, che là si chiamano Kibri, perché per mezzo di questa vegetazione gli abitanti di Saturno arrivano a disporre dei più puri metalli senza bisogno di far ricorso ad alcun processo chimico di fusione e di depurazione, dato che appunto i metalli stessi in stato puro vengono forniti da tali piante dalle forme più meravigliose che crescono nelle varie regioni montuose del pianeta. Ci sono bensì anche qui da voi qua e là delle piante che contengono una certa quantità di metallo, però in nessun luogo potreste trovare una qualche pianta che avesse le radici, il tronco e le foglie assolutamente di puro metallo. Qualcosa di simile lo potete produrre artificialmente tenendo una verghetta di zinco dentro al piombo fuso, tramite ciò in breve tempo va formandosi il cosiddetto albero di Saturno, chiamato altrimenti anche albero del piombo. Ad ogni modo, quello che qui voi potete produrre soltanto artificialmente e con fatica, e per di più ancora nella massima misera uniformità, là le energie naturali riccamente dotate ottengono tutto ciò liberamente e nella maniera più abbondante, svariata e grandiosa senza che la scienza umana vi contribuisca minimamente; per questo anche gli antichi savi denominarono Saturno quel pianeta, giacché Saturno significa ‘stella sazia’, considerato che la parola saturn quasi in tutti gli idiomi principali rende il senso della sazietà.

19) Vedete, così stanno le cose su quel pianeta il quale è, sotto ogni aspetto, un corpo mondiale quanto mai benedetto.

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20) Per quello poi che concerne la vegetazione corrispondente all’erba sulla vostra Terra, essa è su Saturno naturalmente molto più rigogliosa e grandiosa che non sul vostro pianeta. Il colore dell’erba è dappertutto azzurro e precisamente con tendenza piuttosto al violetto. I gambi destinati a portare la semente che si elevano spesso di due tese al disopra del terreno, sono per lo più di un bianco abbagliante, qua e là però tendono al verdastro e in questi casi anche i grappoli della semente sono spesso di color verde chiaro. Data la varietà della specie d’erba, c’è là conseguentemente anche una varietà straordinaria nella forma delle spighe e dei grappoli, nonché nel colore e nella formazione delle foglie.

21) Particolarmente ricchi, tanto in fatto di varietà quanto di sfarzo meraviglioso dei fiori, si presentano quei prati, perché su un pascolo grande soltanto un miglio quadrato un botanico appassionato avrebbe il suo bel da fare per sbrigare in cinquant’anni il solo lavoro di classificazione delle specie.

22) Specialmente degni di nota sono quei fiori che su Saturno vengono chiamati Briden; questi sono delle specie di fiori da prato che in un anno mutano fino a dieci volte di forma, poiché quante volte la luna di Saturno più lontana compie il suo giro intorno al pianeta e così pure le altre lune, altrettante volte anche simili piante cambiano la loro forma e riassumono la forma precedente solo quando tutte le lune sono ritornate nella posizione precedentemente occupata, ciò che durante un anno di Saturno si verifica all’incirca appunto dieci volte; e ciò giustifica anche il nome con cui questi fiori vengono chiamati, il quale nel vostro linguaggio significa fiori lunari.

23) Dopo tutte le specie di erbe e di fiori dei prati particolarmente degne di attenzione sono ‘le molte specie di muschi alpini’ che vengono là chiamati Tirbi, perché ad una zona montana priva di alberi questi muschi conferiscono sotto la luce del Sole letteralmente un tale aureo splendore, che è difficile contemplarla a lungo. Queste piante di muschio di genere quanto mai vario crescono fitte l’una accanto all’altra, sono alte circa un braccio sul terreno pietroso delle montagne ed hanno generalmente l’aspetto di un tappeto multicolore cosparso di sabbia d’oro rilucente ed emanante un profumo alpino fra i più meravigliosi. Chi là si dedica alle salite in montagna, viene a trovarsi continuamente all’incirca in quella atmosfera profumata in cui verrebbe a trovarsi chi di voi potesse salire in un boschetto di soli alberelli del balsamo, precisamente nel tempo della fioritura in Libano, in Oriente, nella quale occasione anche chiunque intento a raccogliere tali fiori ha l’impressione di trovarsi nell’anticamera del Paradiso.

24) Delle alture e delle montagne di questo pianeta è stata fatta menzione già da principio; tuttavia va osservato ancora che su Saturno perfino le più alte vette dei monti sono atte a dar vita a qualche vegetazione, ciò che sulla vostra Terra, in conseguenza dello spessore necessariamente minore dell’atmosfera, costituisce un’assoluta impossibilità. Le montagne di laggiù non si elevano così ripide, bensì uguali a piramidi regolari. Esse non si estendono in formazioni a catena ininterrotta, bensì sorgono sulla pianura all’incirca come su un vostro prato falciato sorgono i covoni di fieno e si fanno sempre più alte quanto più vicine s’innalzano al centro del continente, in maniera che, se qualcuno salisse sulla massima cima del paese, della quale abbiamo già detto, egli potrebbe godere tutto l’intero panorama e spaziare con l’occhio comodamente oltre a tutte le altre vette.

25) Le rupi di queste montagne che qua e là s’incontrano, non appaiono così squarciate come da voi, bensì s’innalzano da una e dall’altra parte del monte come dei pani di zucchero messi l’uno accanto all’altro in file, dei quali più d’uno raggiunge non di rado l’altezza di 30, 40 e anche fino a oltre 100.00 piedi (32 km); tuttavia anche questi sfigurano al paragone di qualche albero piramide nel suo completo sviluppo che pure spesso domina dalla sua cima le vette di montagne anche considerevoli. Basta che voi paragoniate la sua altezza già indicatavi con quella della più alta montagna e ben presto vi convincerete come quest’albero dovrebbe venir chiamato una montagna crescente piuttosto che un albero.

26) Del resto questo paese va veramente annoverato fra i più montuosi del pianeta. Nonostante ciò, esso è pure ricco di estesissime pianure, le quali sono solcate in tutte le direzioni da fiumi bellissimi dal corso quanto mai placido, che trovano tutti sbocco nel gran mare di Saturno.

27) Come questi vengano utilizzati e quali piante si riscontrino ancora sulle loro rive, tutto ciò vi verrà chiarito la prossima volta, e quindi per oggi amen!

 

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Cap. 8

La pianta nave “Chaiaba

Il suo frutto: una nave

 

1) Considerato che ci siamo già intrattenuti riguardo alla vegetazione di quel pianeta e ne abbiamo considerato le varie specie di alberi e di arbusti, prima di passare a trattare dei fiumi e dei laghi di questo paese sarà necessario fare la conoscenza ancora di una pianta delle riviere, la quale prospera abbondantemente dappertutto lungo le rive dei fiumi e dei laghi all’incirca come da voi crescono le canne palustri e le altre piante acquatiche.

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2) La pianta in questione viene chiamata “Chaiaba” ovvero ‘la pianta nave’. Questa pianta appartiene al genere delle cucurbitacee, con la differenza soltanto che ogni qualvolta il fusto durante il suo continuo crescere sulla superficie del terreno va formando un qualche nodo, in questo punto si sviluppano una quantità di radici di colore bianchiccio che penetrano nel terreno e con queste succhiano così nuovi umori e nuove energie, per diffondersi in tale maniera con tanta maggiore vitalità e sempre più oltre in tutte le direzioni, particolarmente poi in quella segnata dalle rive dei corsi di acqua di quel pianeta.

3) “Che aspetto ha dunque questa pianta? Che frutto produce e a che cosa serve quest’ultimo?” – Tale pianta, non appena appare fuori del terreno, getta un fusto alto e solidissimo all’incirca nel modo delle vostre canne palustri che voi adoperate nella costruzione delle vostre case a muratura e specialmente nei cosiddetti lavori di stuccatura. Il fusto qui non di rado cresce fino all’altezza da quindici a venti tese, cresce senza alcuna foglia come una pertica di color verde dorato; soltanto in cima porta, da principio, un bottone azzurro, dal quale sboccia poi gradatamente un fiore di specie particolare che dà un aspetto tale, come se voi ad un obelisco a sezione trasversale rotonda voleste applicare tutto intorno dieci bandiere bianche e rosso chiaro.

4) Queste bandiere, che all’inizio sono arrotolate, si svolgono lungo le aste degli steli diritti, lunghi due tese e di color giallo biancastro e pendono da questi, quando sono pienamente mature, sventolando per una lunghezza da quattro a cinque tese. Questo fiore, che si diparte da un simile lungo stelo, è così costituito che esso, in certo qual modo, viene a formare in sé e di per sé già una specie di frutto di questa pianta e che perciò non appassisce naturalmente, ma permane solido nel medesimo stato per degli anni.

5) Il fusto stesso, o per meglio dire il tronco, che vicino a terra ha spesso un diametro da uno, due e fino a tre braccia, è di dentro perfettamente cavo, ma nonostante ciò è solido come se fosse fatto di metallo. Quando questa pertica ha raggiunto uno stato di consolidamento corrispondente a mezza maturazione, allora alla radice cominciano subito a svilupparsi delle protuberanze che poi crescono rapidamente ed abbondantemente serpeggiando sul terreno e che sono esse pure di color verde dorato, soltanto un po’ più pallido. Da questi rami serpeggianti e rotondi si dipartono ad ogni tratto delle foglie grandi e larghe su degli alti piccioli. Il picciolo di queste foglie è azzurro verdastro, rotondo e cavo ed è lungo non di rado una, due ed anche tre tese. La forma della foglia è ovale ottusa ed ha una lunghezza di cinque ed una larghezza di tre tese. Il colore è così rosso come quello delle vostre più belle rose; solamente agli orli la foglia è per l’ampiezza di circa due braccia listate come da voi appare un bell’arcobaleno dalle tinte vivide. La superficie di questa foglia splende come fosse di oro brunito e ben levigato, e particolarmente maestosi rifulgono i suoi orli. La superficie inferiore della foglia è completamente di color azzurro cupo e totalmente ricoperta da una peluria come di finissima seta, lunga un palmo, pendente dalla foglia stessa e della tinta come è un vostro indaco di qualità purissima, soltanto che è alquanto più chiara di come è questo colore da voi. Il picciolo di questa foglia è esso pure di color verde dorato e precisamente così come se voi ricopriste una foglia ben levigata d’oro con un lieve strato di color verde pallido; è perfettamente liscio e là dove si stacca dal fusto ha non di rado un diametro da uno fino a due braccia. Ma nel punto dove spunta fuori dal fusto, è circondato da una specie di corona a punte all’incirca come è formata da voi una cosiddetta corona ferrea; soltanto tali punte sono piuttosto numerose e tutte d’una forma rotonda perfetta e di color bianco abbagliante. Circa all’altezza del terzo segmento del picciolo sboccia poi su un gambo lungo e robusto un singolarissimo fiore. Questo fiore assomiglia perfettamente ad una vostra grande campana che avesse all’apertura un diametro dalle quattro fino a cinque tese e di circa una ed una tesa e mezza alla parte inferiore dove la campana si chiude.

6) Questo fiore cresce in tutte le sue parti in forma perfettamente rotonda come se fosse stata lavorata dal più esperto tornitore. Esso differisce da una campana soltanto nel fatto che l’ampio orlo è guarnito con delle punte lunghe qualche braccio che crescono all’insù, situate regolarmente l’una accanto all’altra come i denti di pettine. Il fiore è di color giallo chiaro, mentre le punte hanno una tinta di un rosso intenso.

7) Dal mezzo di questo calice a campana si eleva una colonna d’un bianco abbagliante che sporge fuori dal calice ed è alta quanto due volte il fiore-campana stesso, tenuto conto anche delle punte di cui fu detto sopra. Questa colonna è lo stame e l’organo maschile del fiore, mentre le punte sull’orlo della campana ne costituiscono propriamente i pistilli ed organi femminili. Quando lo stame ha raggiunto lo stato perfetto di maturità, esso comincia a lanciare delle stelline luminose, le quali poi vengono attratte ed assorbite, come fossero delle scintille elettriche, da queste punte femminili e tal processo costituisce anche veramente l’atto fecondatore di questa pianta.

8) Quando il processo della fecondazione è arrivato ad un grado di maturazione sufficiente, questo fiore massiccio appassisce e cade giù dallo stelo senza cambiare nulla della sua forma; poi viene raccolto spesso perché, essendo di una materia molto elastica e soffice, quegli abitanti se ne servono per imbottire ogni specie di sedili e giacigli. Le punte però vengono levate e, poiché sono estremamente dure e solide, vengono adoperate come chiodi.

9) “Che specie di frutto ne viene fuori?”. – Ve lo dico Io: “Il frutto più meraviglioso del mondo”. Perché, per quanto inverosimile e sciocca possa apparirvi la cosa, resta tuttavia il fatto che questa pianta produce infine come frutto una vera nave, ma non dovete pensare che si tratti di una nave come le vostre che possono colare a picco con l’equipaggio e il carico, cosa questa che costituisce un’impossibilità assoluta per tali navi naturali, e voi potrete convincervene quando vi saranno chiarite, con maggiore precisione, le particolarità di un simile frutto. Dopo la caduta del fiore che, come è il caso delle vostre zucche, viene a trovarsi veramente già appiccicato al frutto visibile, il frutto stesso comincia a svilupparsi con grande rapidità e in proporzione colossale, precisamente così come se voi faceste confezionare un grande uovo in lamina metallica molto sottile, e poi lo comprimeste dal di sopra, non però nel senso di una punta verso l’altra, bensì in quello della larghezza; tuttavia sempre in maniera che la parte superiore compressa non venisse a toccare l’inferiore, ma invece che fra l’uno e l’altra parete restasse ancora un relativo spazio vuoto.

10) E adesso immaginatevi applicata questa forma al nostro frutto, il quale appunto cresce avendo l’aspetto di un uovo compresso e che, allo stato di completa maturità, raggiunge non di rado una lunghezza dalla trenta alle quaranta tese ed una larghezza dalle quindici alle venti tese. La distanza fra la parete superiore compressa e quella inferiore è di solito di una, due fino a due tese e mezza. Quando il frutto si è perfettamente maturato, ognuna di queste pareti ha un diametro dalle due alle tre braccia e sono resistenti più che se fossero di metallo. Una volta maturato, il frutto si stacca da sé dal suo stelo, nel quale si cela il vero e proprio seme di forma circolare. Nel frutto stesso non è contenuto niente all’infuori di un fluido gassoso molto sottile, e perciò avviene anche che un simile frutto acquista una leggerezza tale che perfino un fanciullo può portarlo via con un minimo sforzo. L’orlo di questo frutto è provvisto tutto intorno di un fregio di fattura particolarissima che sporge spesso per circa due tese oltre al frutto propriamente detto e che ha press’a poco l’aspetto delle pinne dei vostri pesci; però esso è in ciascun punto del frutto ugualmente formato a raggiera ed elastico, ma in pari tempo resistente, cosicché a nessuno è possibile strapparne via con facilità alcun pezzo.

11) Ecco, questo frutto, nel modo in cui giace, viene subito collocato sull’acqua e adoperato come nave non facilmente distruttibile. Ed affinché gli abitanti di Saturno possano governare in qualsiasi direzione sull’acqua questa nave a loro piacimento, impiegano il fusto mediano di cui abbiamo fatto menzione prima, mediante il quale essi dirigono la nave all’incirca così come voi guidate la vostre barche fluviali; solamente il fusto in questione ha il vantaggio di essere molto leggero e, poiché è cavo, non vi è alcuna necessità per muoversi di puntarlo contro il fondo, bensì l’acqua stessa oppone resistenza, poiché la quantità d’acqua spostata diventa ben presto più pesante dello spazio cavo del fusto. Così è l’acqua stessa a resistere all’impatto con un tale fusto. Certamente, a questo scopo dal fusto vengono segate via le bandierine di cui è stato detto prima, bandierine che quegli abitanti sanno adoperare con arte come leggiadro ornamento fissandole tutto intorno sull’orlo di queste navicelle naturali.

12) Un altro sistema per mettere in moto la nave è poi il seguente: essi prendono le belle foglie di questa pianta, già prima descritta e ne fanno delle vele; per ottenere questo scopo essi altro non hanno da fare che segare una simile foglia assieme al suo picciolo ed alla corona a punte che si trova al disotto e, servendosi del succo vischioso di un’altra pianta, fissarla sul fondo della nave tanto solidamente che perfino un uragano sul tipo di quelli del vostro pianeta non sarebbe in grado di spezzarla. Vedete, in questo modo la nave risulta ormai pronta e questa, in caso di necessità estrema, è capace di portare da dieci fino a venti abitanti di Saturno.

13) Però quegli abitanti riuniscono abilmente molte di simili navi e ne fanno un’immensa nave composta, al paragone della quale i vostri vascelli di linea farebbero la figura di veri giocattoli per bambini, perché sui fiumi più larghi, sui laghi e sui mari non di rado vengono messe e legate assieme migliaia di queste navi. Su queste navi vengono poi costruiti degli edifici molto leggeri e dalla struttura veramente meravigliosa, tanto anzi che un simile gruppo di navi ha poi l’aspetto piuttosto di una città che non di una nave vera e propria.

14) E così voi avete tutto quanto vi occorre per conoscere questo frutto meraviglioso! Destate anche qui un po’ la vostra fantasia e voi certo ne rimarrete altamente e quanto mai gradevolmente sorpresi. Una cosa soltanto ancora è necessario aggiungere, e cioè per quanto concerne il colore di questo frutto che è davvero fra tutte le sue particolarità la più inimitabile, giacché esso è a squame come la pelle di un vostro luccio ed anche dello stesso colore. Dunque, per oggi amen!

 

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Cap. 9

Ancora notizie sulla nave-pianta

Costituzione dei fiumi di Saturno e il loro regolare deflusso

La costituzione della calotta di Saturno e di tutti gli altri corpi mondiali

Ricchezza di forme della creazione

 

1) Considerato che l’ultima volta abbiamo fatto la conoscenza di una fra le più meravigliose piante di questo pianeta, non ci resta che poco ancora da menzionare a suo riguardo, e precisamente con quanta frequenza essa s’incontri e quanti simili frutti possa portare in una stagione.

2) Questa pianta prospera con straordinaria frequenza in prossimità dei fiumi e dei laghi, e specialmente lungo la estesissima riva del mare; entro il periodo di un anno di Saturno essa fruttifica due volte, rendendo ciascuna volta dai quattrocento ai cinquecento frutti. Ma su questo pianeta, e più particolarmente in questo paese del pianeta, nessuno può vantare in linea amministrativa un diritto di proprietà su questa pianta, bensì a tale riguardo è normativa una vostra antica sentenza, la quale dice: “Primo occupanti jus (il diritto spetta a chi se n’è impossessato per primo!). Chi dunque ha bisogno di una o più di simili piante, va nel luogo dove crescono e ne raccoglie quante gliene occorre; e quello che ha raccolto è sua assoluta proprietà, né vi è alcuno disposto a contendergli tale proprietà, per la ragione supremamente morale che là, dappertutto, ciascuno si considera sempre il minimo e il più piccolo fra tutti, cosa questa che verrà trattata più da vicino quando parleremo del genere umano su Saturno.

3) E ora passeremo a dare un’occhiata alle acque del pianeta e in particolare a quelle di questo continente.

4) In questo paese ci sono alcune migliaia di fiumi molto grandi e larghi, e quasi tutti traggono origine comune dalla montagna massima già da noi menzionata che si trova nel mezzo del paese stesso. Ma per poter rendere comprensibile una tale possibilità, bisogna che voi non v’immaginiate il piede di questa montagna così piccolo come quello di un monte della vostra Terra, bensì dovete calcolare che il piede di questa montagna copre in tutte le direzioni una superficie quasi maggiore di quella di tutta la vostra Europa intera. E adesso potrete certo ben comprendere quante sorgenti possa alimentare un simile colosso di montagna.

5) Siccome essa, nonostante tutta la sua altezza ed estensione, alla base ha la forma di un cono quasi perfetto, interrotto nella regolarità della sua linea soltanto dalle rupi già menzionate prima ed emergenti qua e là dai fianchi del monte, nonché da incavature formate dalle numerose ed abbondanti sorgenti, si può ben comprendere come l’acqua sgorgante da una simile montagna debba defluire in tutte le direzioni possibili e, giunta alla pianura, ingrossata oltre a ciò dal contributo copioso delle sorgenti di altre montagne, debba poi riversarsi placidamente negli oceani. Il divario tra i fiumi della terra e quelli di Saturno consiste anzitutto nel fatto che quest’ultimi hanno tutti un’uguale velocità di deflusso, ovverosia una medesima pendenza, cosa questa che trova la sua ragione nel fatto che là non esistono in nessun luogo dei cosiddetti altipiani, bensì non si trovano che montagne, valli più o meno larghe ed infine anche estesissime pianure, le quali, senza eccezioni, sono allo stesso livello sul mare e l’inclinazione del terreno, a cominciare dalle spiagge fino al piede della montagna centrale, raggiunge dappertutto ugualmente al massimo le mille tese; perciò, grazie a questa inclinazione assai lieve, anche i fiumi devono aver tutti la medesima velocità di corrente.

6) Di tutti i molti fiumi e torrenti di questo pianeta Io intendo attrarre la vostra attenzione solamente su quattro e ciò per il motivo che questi quattro sono i più grandi fra tutti ed hanno segnato il loro letto fino al mare in linea tanto diritta da sembrare che il loro corso sia stato regolato con il sussidio di un cordino teso dal piede della montagna al mare.

7) Già nel punto dove nascono, sono più grandi del vostro Danubio nel punto dove sfocia nel mar Nero, e poi vanno continuamente aumentando in ampiezza. Quando arrivano infine al mare, ciascuno di questi fiumi raggiunge la larghezza di 200 delle vostre miglia (1.484 km), tutti si differenziano dai vostri fiumi e torrenti solo per il fatto che il loro letto è di uguale profondità lungo tutto il percorso, perciò le acque di un simile fiume non sono in nessun luogo più alte, né più basse di quanto non siano nel punto dove iniziano, vale a dire dove cominciano ad allontanarsi dal piede della montagna, poiché, quando anche più tardi vengono ingrossate dalle acque di varie altre provenienze, il fiume va semplicemente allargandosi, ma mai facendosi più profondo.

8) In voi certo sorgerà qui il pensiero e domanderete: “Com’è possibile un fenomeno di questa specie”. – Ed Io vi rispondo che non vi è possibilità più facile a realizzarsi di questa! Giacché, se il fondo è costituito da una superficie diritta ed intatta declinante dappertutto con il medesimo angolo, sulla quale è depositato uno strato di terra dappertutto perfettamente uguale dovuto al graduale lavorio delle acque, come potrebbe verificarsi una qualche disuguaglianza nella profondità del letto del fiume, data una simile uniformità di condizioni?

9) Affinché voi osserviate con più attenzione e capiate più a fondo il rapporto a voi ancora incomprensibile (riguardo alla profondità uniforme dei fiumi), è necessario accennarvi brevemente al fatto che questo pianeta è rimasto intatto nelle sua costituzione originaria, cioè in quello che ancora è rimasto di esso, nonostante la distruzione generale dei mondi a voi nota che avete conosciuto nella caduta di Adamo (vedi “Il Governo della Famiglia di Dio”, vol.1, cap.9), solo che esso, prima di questo periodo, era molto più grande.

10) Quale grandezza però esso abbia avuto, ve lo dimostrano i suoi attuali anelli, perché la superficie dell’anello esterno segnava allora il limite della superficie di questo pianeta. Sennonché in quell’epoca il pianeta venne tagliato ugualmente a sinistra ed a destra (o a Sud e a Nord), in modo tale che tanto la calotta settentrionale che la meridionale vennero scaraventati nello spazio siderale sconfinato come due immensi gusci cavi, per la ragione che su ambedue queste parti il perfido serpente aveva pure generato la sua mala progenie abbondante. Soltanto la zona mediana torrida era rimasta pura e venne conservata a perenne ricordo che il grande Architetto dei mondi può mantenere un corpo mondiale anche quando esso non si trovi più nello stato della sua iniziale perfezione planetaria.

11) E ora certo voi vorreste sapere come sia sorto il presente corpo planetario, molto più piccolo, che si trova all’interno dell’anello. Ed Io vi dico in risposta, di aprire molto bene i vostri occhi e i vostri orecchi e così potrete gettare un’occhiata molto profonda non solo sul pianeta di cui stiamo parlando, ma anche su tutti i corpi mondiali. Questo attuale corpo planetario dentro l’anello esisteva già prima dello scupolamento, precisamente come sarebbe il caso della vostra Terra, qualora le venissero levate le sue calotte, poiché anche dentro la vostra Terra si cela un’altra sfera più piccola, e in questa piccola una terza più piccola ancora, le quali sono collegate tra di loro soltanto con aria, acqua o fuoco. L’attuale pianeta Saturno rappresenta veramente già la terza sfera, dato che l’anello testimonia della passata esistenza già di due sfere più esterne e precisamente dove esso si presenta diviso in due anelli concentrici perfettamente staccati l’uno dall’altro.

12) E così in Saturno voi avete in certo qual modo l’occasione di osservare un corpo mondiale come potreste all’incirca fare con una mela che fosse stata tagliata per metà. Le parti, resesi visibili con il taglio, vi mostrano anche la costruzione meccanica interiore di un corpo mondiale; solamente per quanto riguarda l’attuale pianeta stesso, questo certamente non è visibile fino al suo centro, tuttavia il rapporto resta sempre il medesimo, perché anche questo pianeta visibile presenta ulteriormente nel suo interno l’identica costruzione, e precisamente nello stesso rapporto come appare nel tratto della superficie dell’anello più esterno dell’attuale pianeta visibile. Se il pianeta perdesse ancora una volta le sue calotte, verrebbe formato un ulteriore anello ancora più piccolo sotto al più grande, dentro il quale rimarrebbe sospeso un pianeta perfettamente rotondo, che si libra liberamente come è il caso dell’attuale pianeta dentro l’anello più grande.

13) Per poco che voi cerchiate di acuire il potere del vostro intelletto e del vostro sentimento, questa cosa non mancherà di diventare sempre più chiara ed evidente, ma da ciò voi riconoscerete pure quanto riesca facile alla Mia Potenza, qualora si renda necessario, rimpicciolire o ingrandire un simile corpo mondiale.

14) Se voi poteste osservare tutti i corpi mondiali che esistono nello spazio infinito della Creazione, in verità v’imbattereste in forme che il vostro spirito anche in pienissima luce, non sarebbe capace di comprendere affatto, perché, se già voi uomini, con le limitatissime forze spirituali che sono a vostra disposizione, potete conferire una considerevole varietà alle vostre stentate creazioni, sarò pure Io capace di fare lo stesso, nei Miei immensi spazi della Creazione, ed a questo riguardo la Mia grande Fantasia non avrà certo bisogno, come forse qualcuno fra i vostri scienziati crede, di venire a scuola da voi, né avrà la necessità di frequentare addirittura qualche cosiddetto corso di estetica.

15) Quanto ricco di fantasia sia il vostro Creatore, ve ne forniscono la prova già tutte le piante, gli animali e i minerali della vostra Terra, prova che certo è quanto mai misera e magra. Sul nostro Saturno voi potrete constatare qualcosa di più variato, ed Io dico che qualcosa di immensamente più variato si trova in un Sole! Infatti, se anche su Saturno le cose devono apparirvi quanto mai meravigliose, cosa direste poi e che occhi fareste qualora Io vi concedessi di gettare uno sguardo al Sole!

16) Perché, fate bene attenzione, noi abbiamo cominciato da Saturno che perciò rappresenta per noi il numero uno, e voi sapete che Io offro sempre il vino migliore per ultimo; non come usano fare gli osti disonesti da voi, i quali al primo bicchiere inebriano la fantasia degli ospiti assetati e per ultimo, invece di un vino migliore, servono loro dell’aceto fortemente annacquato; comprendete quindi bene quale significato abbiano le Mie parole quando vi dico: “Abbiamo cominciato dal numero uno!”. Quando avremo finito con il nostro pianeta, allora dalla vostra fantasia e migliore immaginazione ben si vedrà se esse sono atte a voli ancora più alti, poiché presso di Me l’elevato e l’ancora più elevato fino all’infinito non ha mai fine. E non esiste in nessun luogo un terzo grado di comparazione, bensì dappertutto solo il secondo, il che vuol dire che una cosa è sempre situata più in alto dell’altra ed è dotata di maggior splendore dell’altra. E in nessun luogo esiste qualcosa di magnificentissimo, tale cioè da non poter mai venir superato in magnificenza da qualcos’altro, poiché Io stesso soltanto sono l’irraggiungibilmente Supremo. Quando dunque avrete già ammirato questo e quella magnificenza dei corpi mondiali, solo allora vi verrà concesso di dare una brevissima occhiata al Cielo e questa occhiata, malgrado la sua brevissima durata, sarà tale da annientare completamente il ricordo di tutte le magnificenze mostratevi sui corpi mondiali. Perché, se le Mie opere si rivelano in tanta infinita maestà già nella materia rigida e morta, come non si riveleranno sublimi nello Spirito, in cui tutto è Luce e Vita!

17) Adesso però facciamo ritorno al nostro pianeta e misuriamo la profondità dei fiumi, dei laghi e anche quella dei mari e tale scopo ci sarà sufficiente dappertutto una lunghezza di cinquecento delle vostre tese. Poiché, vedete, il mare là è profondo cinquecento tese quasi dappertutto, soltanto che l’altezza delle acque va regolarmente diminuendo alquanto man mano che esse si avvicinano alla terra. Per quanto concerne poi i fiumi, nel mezzo della loro larghezza la profondità dell’acqua è dappertutto ugualmente di dieci tese () e diminuisce naturalmente sempre di più verso le rive; soltanto vicino alle foci i letti dei fiumi vanno lentamente abbassandosi fino a raggiungere il livello generale del fondo del mare.

18) In seguito all’uniformità e all’uguale profondità dei letti dei fiumi e torrenti avviene poi anche che ciascun fiume o torrente offre all’occhio meravigliato l’aspetto di uno specchio quasi perfettamente liscio nel quale si riflettono in maniera sorprendente le immagini del paesaggio immediatamente vicino, come da voi succede in qualche lago dalle acque molto tranquille, ciò che offre uno spettacolo meraviglioso oltre ogni dire particolarmente di notte, quando tutti gli astri si specchiano nelle acque di tali fiumi che ne riverberano la luce, quasi per niente indebolita.

19) Per quello che ulteriormente riguarda i quattro fiumi principali dei quali abbiamo già detto, essi dividono in quattro parti questo paese partendo dalla nota montagna centrale e precisamente cosicché, se qualcuno si trova sulla sommità di questa montagna, seguendo con l’occhio il corso dei quattro fiumi principali, può poi vedere anche gli estremi limiti di questo grande paese. Certamente, voi con i vostri occhi non arriverete a tanto; però gli abitanti di Saturno lo possono fare benissimo, dato che i loro occhi di per sé vedono molto meglio dei vostri anche se armati del più potente cannocchiale; ciò che del resto è loro necessario, perché, se qualcuno là vuole sorvegliare i suoi possedimenti, è bene che abbia anche dei buoni occhi capaci – data la purezza dell’atmosfera – di spaziare con facilità su un territorio grande quanto tutto il vostro paese standosene su un alto monte della vostra Terra. Gli esseri di Saturno hanno la loro maggiore forza sensoriale negli occhi all’incirca nel rapporto in cui la possiede da voi un’aquila, la quale pur da considerevolissima altezza può con facilità distinguere un minimo insettuccio sulle foglie delle vostre piante.

20) Per quanto ancora concerne le altre particolarità di questi fiumi e laghi come pure dei mari, rimandiamo la cosa ad una prossima volta! E quindi, per oggi amen!

 

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Cap. 10

Il fiume d’oriente e i suoi residenti nelle immense abitazioni-albero

La forza di volontà per dominare la natura e la capacità di comunicare col mondo spirituale

Alcuni contatti con spiriti provenienti dalla Terra

 

1) Uno di questi quattro fiumi principali, che ha il suo corso esattamente in direzione di oriente, è il più largo di tutti e per così dire anche il maggiormente popolato. Voi non dovete certo pensare che sulle sue rive siano costruite città e castelli come su quelle dei vostri fiumi, dal momento che qualcosa di simile non lo si trova in alcun luogo su tutto il pianeta Saturno.

2) La migliore dimora degli abitanti di quel pianeta è costituita invece dall’albero che voi già ben conoscete, sotto ai cui moltissimi rami e ramoscelli trova ricovero un’intera famiglia. Le famiglie dimorano tuttavia divise all’incirca come da voi, cosicché in parte abitano le pianure, di preferenza le rive dei fiumi, mentre un’altra parte predilige le montagne. Per conseguenza anche le rive di questo fiume che scorre verso oriente sono occupate molto spesso, tanto a destra che a sinistra, da simili alberi, sotto i quali è stabilita la dimora permanente delle varie famiglie. Io parlo qui di ‘dimora permanente’ per la buona ragione che su quel pianeta un simile albero non muore così facilmente, bensì continua a crescere e ad estendere i suoi rami in maniera tale da offrire ricovero ad una famiglia che, unitamente alle parentele collaterali, conta non di rado da dieci fino a ventimila persone.

3) I fiumi, specialmente questo d’oriente, rappresentano per quegli abitanti una necessità molteplice, e ciò per le seguenti ragioni che esporrò in ordine di importanza: in primo luogo tutti gli abitanti di Saturno amano quanto mai bagnarsi; non sono rari coloro che si lavano fino sette volte al giorno; in secondo luogo il nuoto rappresenta per loro un divertimento particolarmente salutare, perché in questo ramo degli esercizi fisici essi sono tutti, senza eccezione, dei veri artisti, dato che non soltanto possono agilmente nuotare sulla superficie come voi, bensì possono anche camminarvi sopra molto facilmente. Perciò con tanta maggiore facilità essi sono in grado di eseguire anche tutti gli altri esercizi di bravura particolari del nuoto, per esempio restare coricati sull’acqua, rimanervi seduti oppure fare capovolte a piacimento.

4) Se vogliono immergersi, possono fare anche questo; tuttavia la cosa non riesce loro molto meglio di quanto possa riuscire alle oche da voi, considerato che in rapporto alla densità dell’acqua di Saturno i loro corpi sono del quaranta per cento più leggeri dei vostri in rapporto alla densità delle vostre acque. Come già dettovi in precedenza, gli abitanti di Saturno possono, con certa facilità, sostenersi liberi nell’aria, specialmente i giovani; ad ogni modo perfino i vecchi possono saltare giù dalla più grande altezza senza danno al loro corpo; tuttavia non si dedicano troppo volentieri a questo esercizio, perché, dopo una simile escursione per l’aria, vengono di solito colti da una specie di vertigine poco piacevole.

5) In terzo luogo essi dimorano di preferenza vicino ai corsi d’acqua perché, come fu già menzionato, di notte questi offrono uno spettacolo incantevole per effetto della riflessione delle varie luci; in quarto luogo dai fiumi di Saturno spira un’aria generante una frescura particolarmente piacevole alla quale quegli abitanti si deliziano immensamente. E in quinto luogo essi dimorano di preferenza lungo le rive di questi fiumi anche a causa dei loro animali domestici, che impareremo a conoscere più tardi, affinché questi possano venire abbeverati con maggiore facilità. Sulle montagne, invece, le specie più grandi di animali domestici ben di rado possono venir mantenute a causa della mancanza di acqua nella quantità richiesta, perché le sorgenti di tali fiumi si trovano più verso le basi dei monti e coloro che dimorano più in alto devono allora accontentarsi dell’albero della pioggia o del frutto ricco d’acqua a voi già noto. A questo riguardo conviene notare che il più grande fra gli animali domestici di Saturno consuma in una giornata, calcolato secondo la vostra misura, non di rado fino a mille startine d’acqua per estinguere la sua sete, cosa questa che dovrebbe apparirvi alquanto enigmatica; sennonché questa mucca supera in grandezza i vostri elefanti tanto che quest’ultimi sulla sua schiena potrebbero senz’altro assumersi la parte di parassiti. In seguito alla straordinaria utilità di questo animale, appunto gli abitanti di Saturno dimorano particolarmente volentieri lungo le rive dei torrenti, dei fiumi e dei laghi, affinché questo prezioso animale non venga a mancare di quanto più gli è necessario, dato che esso ha la particolarità di bere in volume cinque volte più di quanto mangia, cosa della quale si parlerà con maggior precisione più tardi, quando cioè passeremo a trattare più specialmente degli animali.

6) Quantunque gli uomini qui non costruiscano né città, né case, essi tuttavia sanno disporre le piantagioni dell’albero parete a voi già noto con tanta arte e leggiadria che, se vi fosse possibile ammirare un simile luogo di dimora, esso vi apparirebbe incomparabilmente più bello della vostra più grande città, perché, al vederlo, il primo vostro pensiero sarebbe quello che quegli abitanti si costruiscono le loro mura d’oro pulito.

7) In sesto luogo infine essi vivono volentieri lungo le rive dei fiumi anche a motivo della navigazione che a loro piace immensamente, giacché essi si dedicano al navigare non tanto per questione di profitto, quanto invece per loro diletto e per ragioni di salute e, se qualcuno di loro desidera visitare altre isole o paesi confinanti, che si trovano a notevole distanza, essi preferiscono la via d’acqua a qualunque altra.

8) Voi qui vi domanderete: “Che scopo ha, per gli abitanti di Saturno, navigare se comunque possono camminare sulla superficie dell’acqua?”. – La risposta soddisfacente a questa domanda non è difficile a darsi. Essi possono certo mantenersi sulla superficie dell’acqua e camminarci sopra, se non sono gravati da qualche peso, ma se invece lo sono sia pure minimamente, allora subito si immergono, giacché il rapporto di densità fra l’acqua e il corpo umano è per dir così calcolato fino ad una minuta frazione; oltre a ciò, benché essi possano camminare sull’acqua, tuttavia lo possono soltanto lentamente e in certo qual modo anche procedendo con molta precauzione; e tale capacità là viene acquisita dappertutto solo dopo un esercizio molto maggiore di quello che occorre qui a voi per pattinare sul ghiaccio. Invece, sulle loro navi, unite l’una all’altra, scivolano con rapidità grandissima sulla superficie dell’acqua, cosicché essi percorrono, con tutta facilità, da trenta a cinquanta miglia in una delle vostre ore. Eppure essi non dispongono né di caldaie a vapore, né di ruote a pale, bensì la forza motrice che loro serve sta unicamente nella loro ferma volontà e nella loro fede incrollabile, per la quale ragione essi dispongono anche, lungo i bordi delle loro navi, di quelle punte vegetali che voi già conoscete, le quali poi mediante la loro volontà vengono per così dire magnetizzate e traggono perciò la nave in quella direzione dove il navigatore ha indirizzato il polo della propria volontà rivolto alla meta.

9) E vedete, una simile forza motrice è senz’altro migliore delle vostre terribili macchine a vapore che costituiscono continuamente una minaccia per la vita naturale dell’uomo. Se Io non ne avessi cura per mezzo dei Miei angeli tutelari, in verità, sciagure, causate dai vapori d’acqua liberati, si verificherebbero ancora più di quanto sia accaduto finora. Non vi è niente di più stolto di quando gli uomini mettono a profitto delle forze naturali che essi non conoscono per niente, perché non basta sapere soltanto in base all’esperienza che il vapore acqueo disciolto possiede un’immensa forza di pressione, ma è bene anche sapere cosa vi sia nascosto dentro il vapore e che cosa effettivamente costituisce questa grande forza di pressione.

10) Forze morte non sono veramente delle forze, ma le forze che agiscono sono sciolte e viventi. Dunque: “Chi conosce quanta energia sia insita negli spiriti liberati nei vapori acquei?”. – In verità, se non vi fossero gli angeli di cui ho detto, a tenerli in freno, i presuntuosi fautori delle macchine a vapore si persuaderebbero ben presto a loro spese su che terreno molto friabile siano fondati tutti i loro calcoli, perché gli spiriti liberati anche solo da un mab d’acqua, una volta scatenati, basterebbero per trasformare delle intere catene di montagne in polvere e cenere in un solo istante. Da ciò voi potete rilevare con molta facilità in quale grado sia necessario che venga esercitata la tutela celeste, affinché l’intera umanità non cada vittima delle proprie stolte imprese.

11) Di queste pazzie gli abitanti di Saturno non sanno nulla e, a prescindere da ciò, sono incomparabilmente più saggi di tutti gli eruditissimi fratelli del vapore e dominatori del mare sul vostro corpo terrestre. Essi, oltre ai molti vantaggi, hanno anche questo, inestimabile: essi durante la loro vita possono coltivare spesso un rapporto con Me Personalmente e così anche con gli angeli del Cielo, per mezzo del quale essi, nella loro sfera della sapienza e conoscenza, anche soltanto in un breve colloquio possono guadagnare più che non voi attraverso il chiacchierio, spesso più che stoltissimo, fra eruditi.

12) Qui Io trovo altresì opportuno menzionarvi di sfuggita come non di rado degli spiriti della vostra Terra vengono in contatto con gli abitanti di Saturno, ciò che viene sempre concesso loro, specialmente quando essi ne hanno un gran desiderio, nelle cui occasioni gli abitanti di Saturno si fanno gran risate a spese di simili spiriti che pretendono di essere dei pozzi di scienza e rimproverano loro la loro pessima fede, in seguito alla quale essi non sono a conoscenza nemmeno del fatto che il Signore, Quale Creatore del Cielo e di tutti i mondi, è perfettamente un Uomo. Perché questo fatto sulla Terra non è certo conosciuto che a pochissima gente e così pure a pochissimi cristiani soltanto, e la maggior parte di loro Mi raffigura nelle maniere più ridicole ed insensate, considerato che per alcuni Io devo finire con l’assumere tutte le figure possibili.

13) Per alcuni devo aver l’aspetto di un Gerarca, altri invece Mi fanno apparire quasi nudo, seduto su una nuvola e con in mano una croce, di solito a destra del Gerarca; altri ancora Mi rappresentano come una colomba volante, nel qual caso Mi tocca librarMi al di sopra delle due anzidette Persone, sul Gerarca cioè e sul Cristo nudo che porta la croce. Poi non mancano coloro che Mi collocano in tutte e tre le Persone contemporaneamente; allora vengo ridotto ad un assurdo matematico, perché Io vengo rappresentato in tre persone, due soltanto delle quali hanno figura d’uomo, mentre la terza ha forma d’animale, e poi perché queste tre persone, differenti l’una dall’altra, non dovrebbero costituire che una divina Persona, formata da un Gerarca, un Cristo nudo e una colomba.

14) Su tutto l’intero pianeta di Saturno, invece, non c’è essere umano che si sia mai fatto di Me altra raffigurazione se non quella che Io sono completamente un Uomo come qualsiasi altro uomo, con l’unica differenza che Io sono l’Uomo assolutamente perfetto, vale a dire un Uomo nel Quale dimora corporalmente la pienezza della Divinità. Qualora non poteste comprendere una simile cosa, basta che rivolgiate le vostre considerazioni alla materia ed essa vi dirà da dove viene e che cosa è, anzi essa ve l’ha già detto. Per conseguenza non vi riuscirà tanto difficile comprendere cosa voglia dire che in Me, Quale l’Uomo perfettissimo, dimora corporalmente la pienezza della Divinità.

15) Vedete dunque, quando gli abitanti di Saturno vengono fuori con un discorso di simile genere di fronte a qualche presuntuoso spirito di questa Terra, egli ne resta scandalizzato e si adira e vorrebbe, per vendicarsi, scagliarsi su quegli abitanti per inculcare loro con la violenza un’altra fede; sennonché gli abitanti di Saturno allora si rivelano subito così pieni d’umiltà, ma nello stesso tempo anche così fermi nella loro fede, che gli spiriti di questa Terra, per effetto del loro orgoglio, se ne sentono completamente nauseati, in modo che a loro non è più possibile reggere entro la sfera degli abitanti di Saturno e se ne allontanano volontariamente.

16) Di scene simili che si svolgono su questo corpo celeste Io Mi riservo di rappresentarne agli occhi vostri con certa chiarezza solo quando tratteremo delle regioni delle nevi e dei ghiacci del corpo stesso dove sono soliti trattenersi ed esercitare il loro influsso gli spiriti degli abitanti deceduti di Saturno. Perché è bene che voi sappiate che gli spiriti di ciascun pianeta, particolarmente quando non sono compiutamente purificati, si trattengono per lo più ancora entro la sfera del pianeta stesso sul quale sono prima vissuti in un corpo di carne.

17) Frattanto, però, abbandoneremo questo argomento e riprenderemo a considerare i fiumi di Saturno.

 

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Cap. 11

Splendido paesaggio rivierasco delle zone fluviali

Il fiume verso nord, quello dell’ovest, quello del sud

 

1) Se voi volete raffigurarvi proprio bene un simile fiume, immaginatevi una superficie liquida tranquilla che si estende in linea retta a perdita d’occhio fino al mare. Raffiguratevi in aggiunta un simile fiume che scorre in una pianura estesissima interrotta soltanto qua e là da gruppi regolari di montagne che voi già conoscete. Immaginatevi ancora la meravigliosa fertilità lussureggiante di queste regioni rivierasche! Raffiguratevi i viali interi, lunghissimi dei cosiddetti alberi-piramide fra le montagne, tutti i giardini incantevoli adorni di viali con gli alberi-specchio, boschi interi enormemente vasti di alberi-imbuto lungo le rive di questi fiumi e tutte le altre specie di alberi, arbusti, piante ed erbe d’un rigoglio straordinario. Pensate oltre a ciò alla popolazione animale meravigliosissima di questi fiumi ed agli uccelli acquatici bellissimi di tutte le specie, i quali spesso volteggiano a schiere al di sopra dell’ampia superficie di tali fiumi in tutte le direzioni e che sono tutti, senza eccezione, soggetti alla volontà dell’uomo! E con l’aiuto della vostra fantasia cercate di completare il quadro raffigurandovi oltre a tutto ciò, specialmente presso le famiglie che dimorano lungo le rive dei fiumi, la presenza non rara di figure celestiali, vale a dire di angeli del Cielo, e come detto, fra loro anche di Me stesso!

2) Se voi dunque vi rappresentate tutto ciò assieme alla vostra mente, potete già farvi una discreta idea della magnificenza immensa di un simile paesaggio lungo un fiume e, come già detto, particolare attenzione a questo riguardo va fatta al gran fiume dalle rive amplissime che scorre verso oriente. Tuttavia, specialmente per quanto concerne la vegetazione, non dovete raffigurarvi la cosa come fosse una mescolanza caotica, bensì tutto disposto secondo un piano al massimo dell’ordine possibile, perché là non si provvede solamente alla necessità animale attraverso una vegetazione per così dire gettata lì a caso, bensì da parte Mia è già provvisto in modo da tenere conto del miglior ordine e dell’estetica, di cui avete potuto farvi una qualche idea, quando si è trattato degli alberi e in generale della vegetazione di Saturno.

3) Come però si presenta questo “fiume d’oriente”, in maniera non differente si presentano pure tutti gli altri tre; soltanto che essi non hanno la larghezza del primo, né hanno una popolazione così densa, ma ad ogni modo, per quanto riguarda la magnificenza, non hanno nulla da invidiare al primo.

4) Quel fiume che porta le sue acque verso settentrione, dal punto di vista del passaggio, ha per lo più in sé qualcosa di ciò che voi chiamate “romantico”. Perché la valle dentro cui scorre non di rado è qua e là ristretta dalle montagne, anche lo spettacolo si presenta come qualcosa di raro, dato che lungo tutto il versante dei monti l’occhio scopre numerosissimi picchi o meglio torri di roccia che sembrano innalzarsi fino al cielo d’un colore bianco abbagliante, le quali non di rado sono adorne di quella pianta medicinale che vi ho già descritta e che appunto attecchisce là di preferenza, quantunque essa si trovi anche altrove, anche se non con tanta frequenza.

5) Anche qui raffiguratevi le rive animate e fornite di tutto quanto è stato detto che si trovava su quelle del fiume d’oriente. Una eccezione solamente va fatta per quanto concerne i cosiddetti viali di alberi-piramide, perché a causa del terreno un po’ più roccioso simili alberi non prosperano bene in quelle regioni. Così ora avete un quadro perfetto di questo fiume e delle sue rive.

6) Il fiume che scorre verso occidente è invece rinomato per i suoi molti uccelli canori che sono dei veri artisti della melodia. Se vi fosse possibile trascorrere una serata in quei luoghi, vi abituereste così bene che poi la vostra musica vi farebbe all’incirca la medesima impressione come un gracidio di rane in una pozzanghera dopo uno splendido concerto o una gran sinfonia di un qualche famoso musicista, come ad esempio di un Händel o di un altro compositore di pari valore.

7) Vedete, in questo modo Io su quel pianeta sono per gli uccelli anche un maestro di musica! E voi potete esser certi che, se i vostri migliori artisti di canto potessero udire anche una volta sola la voce di un simile pennuto cantare, non si azzarderebbero più per tutto il tempo della loro vita ad emettere nemmeno una nota sola. (Notabene. Anche presso gli abitanti di quel pianeta la musica è una facoltà preminente; tuttavia essi non dispongono affatto di strumenti musicali, invece essi coltivano di preferenza il canto nel quale eccellono e anche con il canto essi rendono in maniera bellissima grazie e lode a Me durante i loro servizi divini, ciò che verrà più precisamente chiarito quando parleremo con maggiori particolari dell’uomo sul pianeta in questione e delle condizioni in cui vive).

8) Il fiume che scorre in direzione di mezzogiorno è a sua volta grandemente rinomato a causa dello splendore delle sue acque, perché la superficie liscia, in particolare di giorno, riluce continuamente, cosicché a voi apparirebbe come una distesa disseminata di grossi diamanti ben sfaccettati e questo è dovuto al fatto che l’acqua, specialmente alla superficie, è di una purezza e limpidezza eccezionali. Su Saturno tutte le acque sono in generale molto più limpide che non la vostra acqua di sorgente più pura; l’acqua di questo fiume è talmente chiara che anche dove essa è profonda al massimo si può sempre scorgere qualsiasi oggetto con indiminuita precisione e tutto ciò produce il fenomeno per cui la superficie, specialmente quando è sia pure soltanto lievemente increspata, scintilla e getta bagliori tali che voi non potreste farvene mai la benché minima idea, perché un arcobaleno da voi è al paragone di quello spettacolo qualcosa di estremamente semplice e meschino.

9) Per quanto poi concerne la popolazione che vive lungo le rive di questo fiume, va osservato che essa è in certo qual modo la più povera di tutte e ciò per il motivo che in quella regione la vegetazione non prospera così bene come in altre regioni a causa dell’acqua eccessivamente dura; quantunque, come già detto, l’acqua sia là di una limpidezza assolutamente straordinaria, essa è tuttavia più dura di quella degli altri fiumi, caso questo che si riscontra anche nella vostra Terra, dove pure quanto più limpida e fredda sgorga un’acqua da una sorgente, tanto più essa è dura e scarsa di energia fecondatrice. Non dovete però affatto pensare che le rive di questo fiume abbiano perciò forse un aspetto da deserto, perché anzi nonostante tutto superano in opulenza anche le più lussureggianti regioni della vostra Terra; tuttavia, limitando il paragone a quel pianeta, esse non possono gareggiare in bellezza con altri paesi, particolarmente con quelli situati lungo le rive del fiume che scorre verso oriente.

10) Così dall’alto della nostra montagna centrale noi ormai avremmo preso sufficiente visione dei quattro fiumi principali. Questi che abbiamo finora menzionati non sono gli unici territori abitati e in cui vi sia vita su quel pianeta, è invece vero che anche le montagne sono proporzionalmente non meno popolate e così pure le rive di tutti gli altri fiumi, che in parte sboccano direttamente al mare dopo un corso più o meno variamente tortuoso, ma che per lo più si riversano o nei quattro fiumi principali già nominati, oppure anche in altri fiumi secondari.

11) E ora non ci resta da considerare che i molti e grandi laghi di Saturno per quanto concerne gli scopi loro assegnati, il loro splendore, nonché le condizioni di abilità delle loro sponde piane ed ampiamente estese; cose tutte queste che ci riserviamo di trattare ad una prossima occasione! Per oggi, amen!

 

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Cap. 12

I laghi e i loro splendidi paesaggi con la densa popolazione rivierasca

I collegamenti con i fiumi e con gli altri laghi

Stupende formazioni coniche al centro dei laghi come luoghi di divertimento

La navigazione con i cigni

 

1) Per ciò che riguarda i laghi di cui abbiamo parlato ieri, devo dirvi anzitutto che essi differiscono molto dai laghi che si trovano sul vostro corpo terrestre e che sono, in verità, dei bacini irregolarmente profondi nei quali si raccoglie l’acqua. Certo, questo carattere l’hanno anche i laghi di Saturno, dato che essi pure sono formati dalle depressioni del terreno piano nelle quali si raccolgono le acque sorgive scorrenti da tutte le parti giù dalle montagne; però questi laghi hanno un letto molto meno profondo di quello dei fiumi in generale, ed un lago di Saturno è raramente più profondo di al massimo quattro, cinque fino a sei tese, profondità questa che per quel pianeta è da considerarsi come insignificante ed infatti ciascun abitante di Saturno, data la minima profondità di un simile lago, può comodamente attraversarlo a guado, poiché l’acqua gli giunge a mala pena fino a metà della coscia sopra il ginocchio. Malgrado ciò però l’acqua è abbastanza profonda per rendere possibile il perfetto galleggiamento delle navi che voi già conoscete.

2) Ora si domanda: “Che cosa sono propriamente i laghi su quel pianeta?”. – Ecco, tutto ben considerato essi non sono altro che quello che da voi sono i canali artificialmente scavati. Un simile lago ha non di rado all’incirca cento punti di scarico e canali di deflusso discretamente larghi verso vari altri fiumi, e precisamente così che, seguendo la via d’acqua attraverso simili laghi e sbocchi di scarico, si può con tutta comodità arrivare a tutti i quattro fiumi principali menzionati prima. Il fatto si spiega in questo modo: se un qualche lago di questa specie si trova, ad esempio, tra il fiume d’oriente e quello del mezzogiorno, è sicuro che esso ha uno ed anche più sbocchi nel primo ed anche nel secondo fiume; ed appunto nelle stesse condizioni viene a trovarsi anche un qualche lago situato tra il fiume del mezzogiorno e dell’occidente, fra quello dell’occidente e del settentrione, e tra quello del settentrione e dell’oriente, in modo che le comunicazioni per via d’acqua sono rese possibili non solo in una, bensì in cento direzioni. Ma come la comunicazione con i fiumi principali è stabilita per mezzo di questi laghi, ugualmente anche tutti i fiumi e le acque minori sono in comunicazione tra di loro, per la qual cosa su tutto questo immenso continente non esiste nessun fiume e quasi nessun lago al quale non si possa pervenire da tutte le parti per via d’acqua.

3) Questi laghi interni sono spesso di una notevolissima estensione ed anche i minimi hanno non di rado una grandezza pari a quella del vostro cosiddetto Mar Caspio nell’Asia. Ce ne sono alcuni di una grandezza di gran lunga superiore e che, in quanto a superficie, potrebbero competere con il vostro Mare Mediterraneo. Tuttavia di questi laghi molto estesi non ce ne sono proprio molti e si trovano di preferenza soltanto nelle regioni situate più vicino al mare; di laghi più piccoli, particolarmente verso la parte centrale del continente, ce ne sono in gran quantità, perché su tutto questo vastissimo continente intero non c’è pianura, per poco vasta che sia, nel cui mezzo non si trovi un qualche lago importante, e perciò anche lo spettacolo formato da questi laghi, se visto da una qualche altezza, è talmente pittoresco, per usare una vostra frase, che voi qui sulla Terra difficilmente potete farvene una conveniente idea.

4) Se anche qui da voi ci sono delle regioni ricche di laghi, questi anzitutto sono di forma irregolare e in un certo modo sono quasi sorti a caso ed altrettanto si può dire del paesaggio che limita i laghi, costituito ora da una rupe corrosa, ora da un versante boscoso di montagna, ora da una sudicia pianura e da altre formazioni irregolari e non molto significative; invece tale non è il caso nelle regioni lacustri su Saturno! Là i laghi, infatti, hanno sempre più o meno una forma perfettamente ovale, dalla quale poi si dipartono, per così dire a raggiera, in tutte le direzioni, degli sbocchi ancora significativamente ampi, o in altri laghi, o in fiumi e in altri corsi d’acqua. Ora immaginatevi così una superficie liquida tranquilla che occupa uno spazio di almeno da dieci a cento, da cento a mille, da mille a tremila miglia quadrate secondo le vostre misure, e potrete già farvi una idea della maestà di un simile lago. Figuratevi poi i molti e larghi sbocchi per lo più rettilinei, e la maestà di un simile lago vi apparirà aumentata ancora, specialmente se pensate che gli sbocchi stessi hanno di rado una, due, tre e così via fino a quaranta miglia di larghezza, ciò che conferisce a sua volta maggior splendore al paesaggio.

5) Ma non sono solamente queste cose a donare imponenza ad una simile regione lacustre, a ciò anzi concorrono in maniera preminente le sponde dei laghi che offrono dimora ad una popolazione molto densa, nonché l’eccezionale magnificenza della vegetazione che in nessun altro luogo fa tanto sfoggio di sé come appunto nelle regioni situate intorno ai laghi. Là prosperano particolarmente gli alberi-piramide che voi già conoscete e che, almeno dal vostro punto di vista relativo, non di rado raggiungono un’altezza favolosa, perché essi talvolta con le loro cime superano i monti di una discreta altezza.

6) Allo scopo di abbellire maggiormente le rive dei laghi, questi abitanti coltivano molto di frequente, com’è naturale, la nota ‘pianta-nave’. Dietro ai vasti campi sui quali queste piante crescono vengono piantati e ben curati, di preferenza i cosiddetti ‘alberi parete’ che spesso si sviluppano ad un’altezza che supera la misura prima indicata, giacché in qualche regione vicina alle rive la parete dorata formata da tali alberi arriva qualche volta ad una altezza di 500 tese (950 m) dal suolo. Questo risultato viene ottenuto da quegli abitanti ricorrendo ad un certo artificio consistente anche là in una specie d’innesto. Essi, cioè, quando gli alberi-parete sono cresciuti circa un paio di tese fuori dal terreno, li mozzano e, praticativi dei tagli, v’innestano dei rami dello stesso albero-parete ricoprendo le ferite con della terra, in seguito a ciò, dato anche il continuo sviluppo naturale, il tronco di un simile albero si trova allungato già di una buona metà. Tale operazione viene ripetuta da loro finché vi è la possibilità di farlo. E così, per aumentare l’imponenza di una simile regione dei laghi, essi promuovono la crescita di questi alberi all’altezza sorprendente di cui abbiamo detto prima, e che sorpassa di molto quella normale corrispondente alla loro natura. Dietro queste pareti viene di preferenza piantato anche il cosiddetto ‘albero della varietà’ dall’aspetto di una colonna che voi già conoscete e che, data la straordinaria diversità dei suoi prodotti, contribuisce non poco alla magnificenza, che sempre più accresce, del paesaggio sulle sponde dei laghi.

7) Che, naturalmente, anche qui non ci sia quasi altra abitazione ad uso degli uomini all’infuori del primo albero principale a voi già noto, questa cosa è già stata sufficientemente chiarita, allorché si è parlato della popolazione che vive lungo le rive del fiume d’oriente, quando cioè Io vi ho detto che là non esiste alcuna città, né una fortezza, né un altro qualsiasi luogo di dimora che non sia quest’albero; soltanto che, riguardo a quest’albero, che si trova nelle regioni delle rive dei laghi, va osservato ancora che esso supera di molto in altezza e in estensione i suoi congeneri lungo le rive dei fiumi ed anche sulle montagne, e per conseguenza è anche atto ad offrire dimora e ricovero ad una famiglia tanto più numerosa.

8) Con non minore attenzione ed ordine vengono qui curate anche tutte le altre specie di alberi, arbusti, erbe e vegetali in genere, e così avviene che un simile passaggio dei laghi finisce con l’apparire, nel senso più vero della parola, un perfetto paradiso. Non bisogna però che vi raffiguriate che in queste regioni dei laghi di simili alberi principali, che formano quasi l’unica dimora degli uomini, se ne trovino ad ogni piè sospinto, bensì nel modo che, se voi doveste portarvi da una abitazione di questo genere fino alla prossima, impieghereste un tempo discretamente lungo per compiere il viaggio, perché la minima distanza fra un albero all’altro varia al minimo dalle dieci alle venti miglia, ma qualche volta anche dalle cinquanta alle cento miglia, dato che, come osservato già da principio, là un singolo appezzamento di terreno non di rado è tanto vasto, quanto tutto il vostro stato. Ora su un terreno di questa specie cresce raramente più d’uno di simili alberi, e in casi eccezionali soltanto da cinque a dieci al massimo; ad una nuova piantagione si procede solamente nel caso in cui una famiglia non trovi più posto sufficiente sotto uno stesso albero e, data una simile eventualità, per i membri in eccesso della famiglia viene piantato un nuovo albero in qualche altro luogo nelle vicinanze.

9) In seguito ad un tale stabilirsi altrove delle famiglie, vengono poi man mano popolate anche le regioni montuose, decisione che però gli abitanti di Saturno non prendono mai troppo volentieri, giacché, prima che qualcuno pianti il suo albero su una montagna, fa ogni sforzo possibile per trovare un’ubicazione lungo qualche riva per potervi erigere la sua arborea dimora. Solamente qualora ciò non sia affatto possibile, ha luogo l’emigrazione verso i monti, ed anche là si va in cerca di quelle località della montagna dove esistono una o più sorgenti d’acqua e dove almeno vi sia possibilità per l’albero della pioggia e per la pianta irrigatrice di prosperare rigogliosamente. Certamente, là sulle montagne essi non possono più tenere alcun esemplare delle grandi mucche di Saturno che forniscano loro un latte caldo, e devono accontentarsi del latte meno dolce delle capre domestiche che sui monti sono molto numerose.

10) Se poi ci tengono proprio a gustare il latte delle grandi mucche, allora certo non rimane loro altro che andarsene dai loro parenti al piano e là, in certo qual modo, ottenere un simile latte prezioso, sia mediante uno scambio con erbe salutifere della montagna, sia mediante qualche prestazione di lavoro. Poi essi riempiono i loro vasi che già conoscete; quindi fanno ritorno alle loro dimore a piedi oppure avvalendosi di qualche mezzo di trasporto. A questo proposito basta che vi ricordiate di quella specie di carro che vi ho già menzionato, carro che viene allestito facilmente mettendo a profitto il frutto della nota pianta irrigatrice e che dagli abitanti delle pianure viene non di rado chiamato “la nave della montagna”.

11) Quantunque però questi alberi d’abitazione siano, per voi ben s’intende, situati molto distanti l’uno dall’altro, per gli abitanti di Saturno si trovano invece abbastanza vicini, giacché essi, nonostante la grande distanza, possono sempre distinguere benissimo l’albero-abitazione dei loro prossimi vicini, dato che possiedono una vista acutissima, e le loro lunghe gambe li mettono in grado di percorrere comodamente una distanza ad esempio di 10 miglia circa nel tempo di un quarto d’ora; se poi la dimora dei vicini è situata proprio molto lontana, allora si fa ricorso alle navi. Con quale rapidità venga compiuto un simile viaggio piuttosto lungo, di ciò è già stato detto nella comunicazione di ieri.

12) Resta ancora da menzionare se l’acqua di tali laghi interni sia ferma o se scorra. Già in precedenza è stato detto che l’acqua dei laghi non è un’acqua ferma, bensì corrente; però essa non scorre in una direzione sola, bensì in tutte le direzioni possibili, solo che l’acqua ha un moto alquanto più lento che non nei fiumi e nei torrenti. Tuttavia, per comprendere bene lo scorrere dell’acqua in un simile lago, voi dovete immaginare che l’acqua del centro del lago va versandosi a raggiera in tante direzioni quanti sono gli sbocchi del lago e i canali che si dipartono da esso e per mezzo dei quali le sue acque sono poste in comunicazione con quelle di altri laghi e fiumi e torrenti; sennonché qui è necessario accennare ad un’altra differenza. In quei canali mediante i quali un lago è congiunto con un altro lago, l’acqua scorre in modo che, per esempio, essa si riversa dal lago A al lago B seguendo la riva sinistra e, arrivata a quest’ultimo, si confonde con le acque di questo formando come un ampio vortice per effetto del quale l’acqua compie, all’altezza della riva destra, movimento retrogrado, cosicché un navigante ad esempio può giungere dal lago A al lago B in direzione di oriente seguendo la corrente di sinistra, mentre un altro può contemporaneamente arrivare dal lago B al lago A seguendo la corrente che risale lungo la riva destra. Certamente, produrre un simile movimento dell’acqua dovrebbe riuscire abbastanza difficile anche ai vostri migliori ingegneri idraulici. Nei canali che si riversano da un lago in un fiume o in un torrente, le acque non hanno questo doppio movimento, bensì scorrono o da un lago in un fiume, o anche da un fiume in un lago. Ciò non ostacola affatto la navigazione, dato che tutti i movimenti delle acque sono molto lenti su Saturno, e la corrente più rapida non percorre mai più di 10 tese al minuto (19 m), mentre le correnti più lente spesso non raggiungono che cinque e fino anche ad una tesa. Del resto anche il moto delle acque in se stesso non viene provocato là agli scopi della navigazione, bensì affinché le acque non imputridiscano e possano diffondere tutt’intorno, grazie a questo moto lento, un alito benefico di vita.

13) Quello che poi conferisce maestà molto maggiore ancora a simili laghi, è costituito dalle formazioni coniche di roccia bianca che sorgono di frequente per lo più nel mezzo di tali bacini acquei e ciò per la ragione che l’acqua di un lago è in certo qual modo più tranquilla nel mezzo che non in qualsiasi altro punto, e quindi è in questo, più che in un altro punto, che sarebbe portata ad imputridire. Per mezzo dunque di queste rupi emergenti dalle acque si provvede in maniera eccellente ad ovviare ad un tale inconveniente, giacché, per minimo che sia il movimento dell’acqua, questa, urtando contro la roccia, produce una lieve risacca e in seguito allo sfregamento riacquista freschezza destando l’elettricità insita nell’acqua stessa. Simili formazioni coniche di roccia sono oltre a ciò ricoperte spesso da quelle piante salutifere che voi già conoscete, le quali, con la loro esalazione vitale eterea e con il loro straordinario profumo, donano alla superficie di un simile lago una facoltà ristoratrice immensa, e perciò anche assai di frequente gli abitanti di Saturno si trattengono con le loro navi in vicinanza di questi isolotti.

14) Uno spettacolo particolarmente magnifico viene offerto da queste rocce quando si presentano a gruppi in numero anche di qualche migliaia. Se voi poteste vederli, molte volte vi accadrebbe di pensare di trovarvi dinanzi ad una città immensa costruita sull’acqua, al paragone della quale la vostra Venezia farebbe la figura di un balocco da bambini, giacché una simile formazione rocciosa conica ha non di rado una circonferenza alla base di una, due fino a tre miglia ed un’altezza di 2.000, 3.000 fino a 4.000 tese (7,6 km), in modo che, troncando ad una certa altezza il cono, sulla superficie così ottenuta potrebbe trovare posto sufficiente anche una grande città. Immaginatevi adesso un gruppo addirittura di simili formazioni coniche, e poi potrete già farvi un’idea della grandezza di una città di questo genere emergente dalle acque di un lago.

15) Gli abitanti di Saturno, dal canto loro, non lesinano fatiche a questo riguardo, e a suon di scalpello rendono l’uno o l’altro cono abitabile; oppure vi praticano dei gradini fino alla cima e si dilettano passando intere giornate su quelle formazioni rocciose così lavorate. Se le formazioni sono molto grandi, a forza di scalpellare vi vengono praticati addirittura parecchi piani che sono abitabili. La via ai piani superiori è costituita da una specie di scala a chiocciola, costruita esteriormente mediante lo scalpellamento di gradini sulla roccia, sui quali poi si sale ai piani superiori. Quegli abitanti però adattano così ad abitazioni solamente le formazioni prive di vegetazione, perché una rupe di questa fatta, se fornita di vegetazione, la considerano come una specie di santuario e riterrebbero senz’altro di commettere peccato se vi lavorassero con lo scalpello, qualora da parte di qualche spirito angelico non venisse loro di quando in quando l’ammaestramento che una tale azione non è affatto peccato, bensì un’imprudenza, se cioè volessero distruggere con i loro scalpelli quelle nobili piante. Conseguentemente, rendendo omaggio ai dettami di modestia e di prudenza, si astengono dal toccare simili formazioni rocciose, ricche di vegetazione ed emergenti dai laghi. Le cime, e in generale l’esterno delle formazioni coniche rese abitabili, vengono poi adornate con molto buon gusto con ogni tipo di fogliame e con quelle tali bandiere di cui vi è già stato parlato. E così un gruppo di queste formazioni coniche nel mezzo di uno specchio d’acqua tranquillo viene ad assumere anche per gli stessi abitanti di Saturno un aspetto oltre ogni dire, maestoso. In quanto a voi, un simile spettacolo vi lascerebbe certo per lungo tempo incapaci di esprimere le vostre sensazioni.

16) Quello, poi, che contribuisce maggiormente ad aumentare l’incanto di una simile regione dei laghi o meglio di una simile città di montagna in mezzo all’acqua, è il numero assai grande di navi che frequentano quei luoghi e l’animazione che viene promossa nei rapporti tra le varie famiglie, poi la stragrande quantità dei grossi uccelli acquatici dalle piume variopinte che, come i cigni da voi, rendono animati gli specchi d’acqua fra le formazioni coniche e che con il loro variato canto conferiscono speciale attrazione per un tratto estesissimo a quelle località dei laghi. Non dovete però raffigurarvi questi uccelli della grandezza dei vostri cigni, bensì un tale uccello su Saturno ha le dimensioni di un vostro piccolo bastimento; per la qual cosa anche non di rado quegli abitanti montano per diletto sulla schiena di simili uccelli e si fanno portare così intorno per qualche tempo in tutte le direzioni. Avviene altresì spesso che gli abitanti di Saturno ammaestrano questa specie di uccelli come animali da tiro sull’acqua, i quali vengono per così dire aggiogati alle loro navi, e così lo spettacolo di una nave trainata sulla superficie liquida da qualche centinaio di simili uccelli, non potrebbe non suscitare nella vostra fantasia la visione di un qualche viaggio in un paese incantato. Tuttavia una navigazione di questa specie appartiene sempre soltanto alla classe degli svaghi che quegli abitanti si concedono, né viene mai impiegata nel campo comune dei trasporti o delle comunicazioni, perché gli abitanti di Saturno sono troppo misericordiosi verso qualsiasi creatura, per assoggettarla a un qualche duro lavoro, tanto più che con la forza della loro volontà e della loro fede ottengono sempre e dappertutto ciò che loro occorre.

17) E così questo è tutto per quanto concerne i laghi, salvo, bene inteso, il regno animale e specialmente gli animali dell’acqua dalle forme spesso meravigliose, dei quali si comincerà a trattare prossimamente. Basterà che anche qui destiate un po’ la vostra fantasia e del prodigioso vi sarà dato di vederne a sufficienza. Altre cose, dunque già come detto, vi saranno comunicate prossimamente. Quindi per oggi, amen!

 

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Cap. 13

La caratteristica riva del mare con il pericolo delle mareggiate

Luna e anello come smorzatori del flusso e riflusso

La catena alimentare microscopica in mare

La conchiglia gigante azzurra

 

1) Considerato che ormai abbiamo potuto farci una discreta idea del paese riguardo a tutto quello che concerne la conformazione del paese stesso, nonché la sua ricca vegetazione e la sua costituzione idrografica e che abbiamo potuto convincerci di come tutto ciò torni a suo vantaggio, noi adesso distoglieremo la nostra attenzione dal regno della sfera elementare-metallica dei vegetali e delle acque, che costituiscono il primo fondamento del regno animale, per farla convergere appunto su questo ultimo regno.

2) Prima però di passare a considerare il regno animale propriamente detto, sarà necessario ancora dare di sfuggita un’occhiata alle regioni lungo le rive del mare che sono la dimora principale del più svariato regno animale. Sulla vostra Terra le regioni situate lungo le rive dei mari sono per lo più, salvo rare eccezioni, le parti più densamente popolate dei vari paesi, perché il mare e le sue coste si prestano maggiormente all’esercizio del commercio e dei traffici in generale, purché naturalmente non si tratti di coste disseminate in tutta la loro estensione di scogli oppure formate da bassifondi sabbiosi o da melma. Tali invece non sono le condizioni delle regioni costiere sul pianeta Saturno, dove, procedendo per 40 miglia (300 km), secondo le vostre misure, dalla costa verso l’interno del paese, non abita nessun uomo, e ciò per il motivo che in tali regioni basse del paese, fino a 40 miglia procedendo dalla costa verso l’interno del paese, nessuno sarebbe al sicuro da un’improvvisa inondazione. Infatti, come il mare sulla vostra Terra è soggetto ai movimenti periodici del flusso e del riflusso[4], tanto più questo fenomeno si verifica nel caso di un pianeta tanto più grande della Terra e, di conseguenza, su di esso il flusso si manifesta in modo proporzionalmente tanto maggiore, e talvolta anche di più, quanto questo pianeta e tutte le cose che si trovano su di esso sono più grandi della Terra.

3) Che il flusso su questo pianeta non raggiunga sempre la stessa altezza, ha la seguente ragione: le sette lune di Saturno devono evidentemente esercitare su di esso un’influenza considerevole, e così appunto avviene che in quei periodi nei quali tutte le sette lune, in seguito alla loro velocità disuguale, vengono a trovarsi da una medesima parte del pianeta, le acque in questa parte s’innalzano ad una altezza maggiore del consueto. Laddove, come da voi è il caso, una sola luna gira intorno a un pianeta, non sarebbe certo cosa troppo saggia attribuire il flusso e il riflusso all’azione della luna, nonostante essa eserciti effettivamente un’insignificante influenza. Ad ogni modo, tutta questa influenza apporta sulla Terra alla marea è a mala pena un pollice di contributo nel caso di un innalzamento naturale al di sopra del livello del mare di 6 piedi. In un pianeta come Saturno, invece, l’influenza dei suoi satelliti contribuisce già in maniera considerevole all’innalzarsi naturale al di sopra del livello del mare, perché, anche considerando l’innalzamento complessivo di sette pollici corrispondenti ad un pollice per satellite come nel caso della Terra, voi dovete raffigurarvi questo pollice nella proporzione stessa di qualsiasi altra cosa su Saturno rispetto alle corrispondenti cose sulla Terra, e allora arriverete immediatamente al risultato che i sette pollici, dopo aver detratto l’effetto di ogni altro influsso normale e regolare, si invertono con tutta facilità in un aumento di livello di 70 tese (133 m). Considerate ora per di più l’aumento normale di livello del mare di Saturno al tempo del flusso valutabile a 60 tese e non tarderete a scorgere a quale altezza possano giungere talvolta le acque del mare sulle spiagge di quel pianeta.

4) Qualora l’anello del pianeta sovrastante il mare non esercitasse un’influenza così benefica sulle acque di questo, in simili periodi dell’alta marea perfino le pianure fino a qualche migliaio di miglia entro terra rischierebbero di essere inondate. Invece per effetto della forza d’attrazione dell’anello, nei periodi del flusso si verifica il notevole fenomeno per cui il mare penetra raramente per più di 40 miglia verso l’interno, poiché in tali periodi le acque sottoposte all’influenza dell’anello si accumulano formando delle vere montagne liquide, in modo che esse si raccolgono in tali ammassi, anziché riversarsi più addentro inondando il paese.

5) Queste montagne liquide hanno una grande somiglianza con le vostre trombe marine, con la sola differenza che in seguito all’attrazione dell’anello, esse non di rado arrivano alla spettacolosa altezza di 100 miglia (800 km) e in queste condizioni è certo anche che ogni navigazione viene resa impossibile durante tali periodi del flusso, perché, se una nave ha la mala sorte di essere afferrata da una montagna liquida di questa specie in via di formazione, essa viene scagliata in alto con una forza e una violenza indescrivibile e, una volta raggiunta la vetta, viene catapultata verso il basso con tale impeto che molto difficilmente si può parlare di un ritorno felice e incolume. Di quando in quando avviene che in qualche luogo l’ammassamento delle acque[5], esse assumono proporzioni così terribili, che la montagna liquida arriva quasi fino all’anello; questo fenomeno, però, si verifica rarissime volte.

6) Comunque, anche i meno voluminosi o meno violenti ammassamenti d’acqua sono molto pericolosi per quei naviganti, dato che le montagne liquide di questo tipo sono animate da un moto rotatorio d’una velocità per voi incredibile. Se qualcuno sulla sua barca viene attratto nella spirale di una simile montagna liquida rotante, da principio egli viene semplicemente sollevato nel punto in cui il moto vorticoso è ancora lento, ma, poi, dato che quanto più l’acqua sale, tanto più si accentua il moto rotatorio, accade che la nave, così afferrata dal vortice, viene scaraventata lontano, quando non venga stritolata dalla violenza del flutto rotante. A questo proposito bisogna notare che il diametro di una montagna liquida di questa specie, anche solo di media grandezza, è alla base non di rado dalle venti alle cinquanta miglia, a metà dell’altezza spesso dalle dieci alle venti miglia ed alla sommità da uno a due miglia. La rotazione dell’acqua, però, a mezza altezza di tale montagna è già talmente violenta che il giro viene compiuto in quattro o cinque minuti ed alla sommità addirittura in un minuto o un minuto e mezzo. In base a questi dati potete ben farvi già una idea della potenza di lancio di una simile montagna liquida! Quando una nave viene a trovarsi sulla superficie del mare in un qualche luogo dove al di sotto comincia precisamente a formarsi la vetta di una montagna d’acqua, allora essa viene sollevata ad una spaventosa altezza. Se però la nave giunge nel flusso vorticoso di una tale montagna, viene sollevata ad una certa altezza e da lì scaraventata violentemente a grande distanza.

7) Ora, ecco, era necessario far precedere questo alla descrizione del regno animale, giacché così risultano chiare le ragioni per le quali le rive dei mari di Saturno non sono abitabili. Poi, in questo grandioso atto naturale viene prospettata la prima produzione del regno animale, perché in questo modo si compie in proporzioni enormi un atto d’accoppiamento, in seguito al quale gli animaletti atomici dell’etere vengono accolti nell’acqua, dove si riproducono evolvendosi di classe in classe finché giungono a quel gradino che voi sulla Terra chiamate degli anfibi. Ora questa classe di animali rappresenta anche sul pianeta Saturno il momento di transizione, conforme all’ordine delle cose, dagli animali delle acque a quelli della terraferma. Così i territori lungo le coste dei mari costituiscono, in certo qual modo, il primo gradino sul quale, grazie al graduale progredire, gli animali del mare vengono trasferiti dall’acqua alla terraferma. Se vogliamo fare oggetto di osservazione il regno animale di Saturno, dobbiamo cominciare a considerarlo in maniera ordinata da dove esso propriamente trae le sue origini.

*

8) L’acqua del mare è dunque la prima dimora degli animali. Ebbene: “Quali sono gli animali che per primi scorgiamo su questo corpo mondiale, e precisamente nei suoi mari?”. – Ecco, anche là vige lo stesso ordine come sulla Terra.

9) La prima specie di animale è costituita da una quantità innumerevole di vermiciattoli bianchi straordinariamente piccoli, che sono così piccoli che in una comunissima goccia possono comodamente trovare posto a milioni. La seconda specie è formata da una classe superiore di vermi più grandi che sono già provvisti di due braccia e che risultano già visibili agli occhi degli abitanti di Saturno. Un simile animaletto della seconda specie divora in un secondo molte migliaia di quelli della prima specie e così assimila la loro vita alla propria. La terza categoria consiste in una specie di verme alquanto allungato, di color grigio della grandezza all’incirca come i vostri vibrioni dell’aceto. Questa specie è molto vorace e si nutre delle due specie inferiori assimilando così la loro vita. La quarta categoria è formata da una quantità di vermi provvisti di due teste che hanno già la grandezza di una linea e che sono più grossi verso la metà del corpo, ciò che dà loro l’aspetto di un minuscolo chifel (panino dolce a mezza luna). Questo animale divora solo le specie precedenti. La specie successiva comincia già a distinguersi a seconda del sesso, mentre nelle specie già nominate tale distinzione non esiste ancora. Questo animale, grazie alle sue due teste, è già conformato così che in esso si trovano in certo qual modo riuniti sia l’essere maschile che il femminile, ciò che appunto risulta dal fatto che ha due teste. La successiva classe è costituita da una specie di minuscolo scarafaggio di color rossiccio provvisto di quattro zampe. Questo animale ha le dimensioni visibili di circa due linee in lunghezza ed una linea di larghezza del corpo e si nutre in modo molto vario, perché divora tutte le specie precedenti in quantità grandissima, assimilando con ciò la loro vita. E così, ascendendo per mille gradini, l’essere trapassa dall’una all’altra specie finché una vita potenziata si raccoglie nella classe dei crostacei locali.

10) La classe dei crostacei è ugualmente ricca di specie ed anzitutto fanno la loro comparsa le conchiglie, e solo dopo le lumache.

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11) Fra le conchiglie merita particolare considerazione ‘la conchiglia gigante azzurra’, la quale non di rado si presenta di dimensioni tali che, se si trovasse in un qualche mare della vostra Terra, potrebbe senz’altro essere scambiata per un’isola con la superficie di un miglio quadrato ed anche di un miglio quadrato e mezzo (55 kmq). Questa conchiglia costituisce però l’ultimo gradino della classe; la sua morte viene provocata da una quantità di piccole lumache le quali, quando sono spinte dalla fame, penetrano nell’interno della conchiglia e cominciano a rodere da tutte le parti il corpo del nostro povero animale. Quando la conchiglia è stata divorata in questo modo, il guscio viene gettato non raramente, per effetto del flusso e riflusso delle acque, a volte su qualche piccola isola, oppure anche sulla riva della terraferma a noi già nota, dove talvolta simili conchiglie vengono scoperte dagli abitanti di Saturno, i quali le raccolgono, dato che per loro sono molto preziose, e se le portano a casa. Queste conchiglie vengono poi di solito fissate nel terreno in modo che fra le due valve della conchiglia vengono piantati vari esemplari dell’albero della pioggia, che vi ho già descritto, e così in questi ampi bacini formati dal guscio viene raccolta, nella maniera più economica, l’acqua che cola dall’albero.

12) La parte esterna di una simile conchiglia gigante non ha niente di particolarmente bello, ha un colore verde scuro, ma tanto più splendido si presenta l’interno. Esso, infatti, si presenta precisamente così come se voi ricopriste una superficie d’oro brunito con una bella tinta azzurra; per conseguenza un bacino di questa specie, quando è riempito dell’acqua dell’albero della pioggia, ha un aspetto assolutamente maestoso. È specialmente in quest’acqua che gli abitanti di Saturno fanno di preferenza i loro bagni, perché quest’acqua è della massima limpidezza ed anche perché essa è satura di un profumo etereo all’incirca così come il vostro olio di nardo che sulla vostra Terra è tra i più profumati.

13) Voi certo vi domanderete: “Come fanno gli abitanti di Saturno a rimuovere e trasportare una conchiglia di simili dimensioni?”. – Questo lavoro viene compiuto là in una maniera assai semplice. La conchiglia, di per sé, non è tanto pesante come potreste immaginare voi, giacché nelle zone sottostanti all’anello gli oggetti non sono in generale tanto grevi quanto in una qualche altra regione di questo pianeta situata più a settentrione o a mezzogiorno, e di conseguenza succede che, quando gli abitanti di quel pianeta scoprono una conchiglia di questo genere, si radunano poi da molte parti provvisti di cunei e di leve, l’aprono, la puliscono con cura, la chiudono nuovamente ed infine incollano accuratamente la linea di adesione delle due valve servendosi di una qualità speciale di stoppia marina. Poi sulle loro navi attendono la buona occasione di flusso del mare che solleva la conchiglia; questa viene legata con solide funi alla loro nave, dopo di che iniziano a rimorchiarla su un qualche fiume verso l’interno con una velocità della quale voi difficilmente potreste farvi un’idea. È in simili occasioni appunto che gli abitanti di Saturno mettono a profitto tutta la potenza della loro volontà; quindi non deve far meraviglia se essi riescono spesso a trasportare da un luogo all’altro oggetti, la cui grandezza e peso vi farebbero rabbrividire al pensiero di doverne effettuare voi il trasporto; cosa questa della quale avremo occasione di parlare con maggior precisione più tardi.

14) Prossimamente continueremo le nostre considerazioni riguardo al regno animale. Per oggi, dunque, amen!

 

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Cap. 14

La lumaca-pertica, la lumaca-piramide, la lumaca-disco

Dimensioni e utilità delle tre specie

 

1) Dopo questa conchiglia gigante che abbiamo appena descritto, vengono, come già è stato detto, le varie specie di lumache, e precisamente, prima di tutto, quelle che vivono nelle acque, e subito dopo, per quanto riguarda il corpo vero e proprio, quelle più sviluppate che si trovano sulla terraferma.

2) Nell’acqua ci sono migliaia di specie, le quali pure sono ordinate in successione, cosicché, per usare una vostra espressione scientifica dell’ambito biologico, anzi meglio sarebbe dire nell’ambito della riproduzione della vita, l’una trae origine dall’altra.

3) Per ciò che concerne le prime specie della serie, queste lumache sono anzitutto troppo poco interessanti per i vostri occhi desiderosi di vedere, quantunque su ciascuna specie si potrebbero scrivere volumi in grandissimo numero. Anche soffermandosi poco su ciascuna, non si verrebbe a capo con la descrizione, data la grandissima quantità di cose. Perciò noi rivolgeremo la nostra attenzione a quelle ultime specie della serie che possono essere per voi di particolare interesse; basterà dunque fare qualche più dettagliata menzione delle cinque ultime specie che, per la loro meravigliosa conformazione, sono tali da suscitare veramente interesse.

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4) La prima di queste ultime cinque specie è quella delle cosiddette lumache pertica. Essa è particolarmente interessante perché la spirale del suo guscio somiglia moltissimo ad una lunga vite, e il guscio stesso si presenta così come se voi faceste trasformare una pertica lunga dieci tese in una vite, ovvero, in termini ancora migliori, come se voleste attorcigliare una lunga corda intorno a questa pertica, in modo che le spire risultassero dall’alto al basso strettamente rinserrate l’una all’altra. Voi, però, non dovete raffigurarvi questa pertica troppo sottile, bensì in modo tale che alla base, dalla parte più grossa cioè, abbia un diametro di 5 piedi (1,5 m) e poi va gradatamente assottigliandosi fino all’altra estremità ed anche le spire si fanno proporzionalmente sempre più sottili. Sulla vostra Terra una lumaca di questa specie voi potreste chiamarla anche un obelisco a spirale. Qui, invece, viene data la denominazione di lumaca-pertica, perché così appunto viene chiamata dagli abitanti di Saturno.

5) Il colore del guscio all’esterno è di una bellezza veramente meravigliosa, giacché alla base, là dove il guscio è più grosso, esso è perfettamente rosso rosato, così come se voi ricopriste una lastra ben levigata d’argento con uno strato leggero appunto di questo colore. Verso la cima il guscio si fa invece d’un rosso sempre più cupo, conservando però lo splendore metallico, in modo che lungo la pertica si possono vedere tutte le gradazioni del rosso della tinta più pallida alla più scura. Però non soltanto il colore costituisce la magnificenza di un simile guscio, bensì anche gli ornamenti della spirale, perché la fascia addominale attorcigliata e lunga di questa lumaca è ininterrottamente adorna di perle sempre più grandi nel più bell’ordine. E l’incavatura fra spira e spira è ornata di un nastro d’oro, il quale contiene degli arabeschi di bellissimo effetto, per usare un termine comune a voi. Così si presenta dunque la dimora di questa lumaca!

6) L’animale che ci vive dentro è meno interessante, perché esso non è altro che un verme delle dimensioni di un polipo, provvisto di quattro tentacoli per la nutrizione o la suzione. Esso si nutre di altre lumache più piccole come anche di piccole conchiglie di varia specie che l’animale afferra con il tentacolo situato più in basso, poi stritola ed infine infila il cibo stritolato nel cosiddetto tentacolo della nutrizione. Gli altri due tentacoli servono all’animale semplicemente da organi tattili con i quali esso va continuamente esplorando tutto intorno alla ricerca di cibo e per sentire contemporaneamente se non gli si avvicinino degli esseri animati da intenzioni ostili. In un simile caso, questo animale si ritira immediatamente dentro la sua splendida dimora e ne chiude l’accesso con un diaframma o crosta di colore bianchiccio. Questa precauzione a volte, però, non gli giova per niente, poiché i suoi nemici consistono in una specie di gamberi-spada che descriveremo più tardi, i quali in breve tempo perforano la crosta, penetrano come tanti rapinatori nella casa di questo animale e divorano man mano il misero inquilino fino all’ultima briciola. I gamberi in questione, però, diventano poi a loro volta preda di un’altra specie di lumache di cui parleremo tra poco.

7) Gli abitanti di Saturno raccolgono i gusci di queste lumache pertiche e non di rado ne fanno uso per adornare i loro giardini. Talvolta però usano tali lumache per sistemare delle condutture d’acqua. Dove l’acqua sgorga fino a raggiungere un’altezza piuttosto considerevole, imprigionano l’acqua con l’imboccatura della lumaca, ne mozzano la punta all’altra estremità e così, naturalmente, l’acqua fuoriesce con grande violenza da questa specie d’imbuto. Sotto questo sbocco collocano poi una seconda lumaca, con la grande apertura all’insù, per raccogliervi l’acqua che sgorga dal primo e così di seguito finché l’acqua viene convogliata, in questo modo, spesso a molte miglia di distanza in una qualche località al piano, a piacere degli abitanti. Che un acquedotto di questo genere non sia senza interesse a vedersi, ve lo potete facilmente immaginare.

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8) La successiva specie delle lumache è la cosiddetta ‘lumaca-piramide’; il suo colore è uniformemente verde erba-dorato e la fascia addominale è ornata da superfici ovali di una bianchezza nivea relativamente grandi, i cui orli appaiono listati così come se voi voleste inserire una simile tavola ovale di alabastro in una corrispondente cornice d’oro lucida. Questa lumaca è molto grande e, se voi poteste porne una con la parte larga all’ingiù in un qualche punto della vostra Terra, essa supererebbe in fatto di altezza il vostro Schlossberg (che è di circa un centinaio di metri di altezza). L’animale, che dimora dentro questo guscio, in quanto a colore è internamente grigio scuro ed ha, come un elefante di proporzioni gigantesche, una robustissima proboscide con la quale esso può spaziare tutto intorno; ai due lati di questa proboscide l’animale dispone di due altre proboscidi più piccole munite all’estremità di un occhio acutissimo. Proprio al disotto del corpo, infine, dato il caso di congelamento della superficie del mare, stende un paio di robuste pinne di color bianchiccio, per mezzo delle quali l’animale può muoversi con movimento abbastanza rapido sulla superficie del mare. Quando questa lumaca si muove sul mare, tiene il suo guscio all’insù in modo che ad una certa distanza sembra una piramide natante sulla superficie del mare.

9) Questa lumaca è di natura piuttosto maligna ed assale perfino l’uomo che, se viene afferrato dalla sua proboscide, viene immediatamente stritolato e cacciato nelle ampie fauci. Gli abitanti di Saturno conoscono molto bene le abitudini dell’animale, e perciò sono sempre ben armati quando ne vanno a caccia. Con un laccio essi imprigionano la proboscide, che è molto sporgente, e con uno strappo viene stretto fortemente, e con ciò l’animale è bello che catturato, dato che questa specie di lumaca è già un animale che respira ed aspira attraverso la proboscide; quando dunque non gli è più possibile respirare, l’animale ben presto muore. Quegli abitanti sanno che l’animale è morto del tutto quando dalle sue fauci comincia a colare un umore biancastro, perché questo è un segno indubbio che la decomposizione è già iniziata.

10) Gli abitanti di Saturno raccolgono con tutta cura questo umore a causa dello straordinario profumo che ne esala e che è incomparabilmente superiore alla vostra ambra. Quando una simile lumaca ha poi cessato di emettere il suo umore, allora essi l’abbandonano alla sua sorte e ben presto si trovano altri animali marini in grande quantità, i quali in pochi giorni la divorano completamente, ben inteso tranne il duro guscio che in questa specie di lumache è molto massiccio e solido e che alla base, dove ha la sua ampia apertura, misura non di rado dalle 4 alle 5 tese (8-10 m) in grossezza (di spessore del guscio). Quando dunque il guscio viene sgomberato in questo modo, gli abitanti di Saturno lo tolgono dall’acqua, e questo nel periodo del riflusso, per essere poi trasportato nel luogo di destinazione nello stesso modo della ‘conchiglia gigante’ di cui si è parlato prima.

11) Questa lumaca si nutre principalmente di quella specie di gamberi-spada già menzionati, dei quali c’è là una grande quantità nelle grandezze più varie; tuttavia nessuno è più grande del vostro gambero di mare, ed invece questo animale lo si incontra molto di frequente in esemplari più piccoli che talvolta arrivano appena alla grandezza di una vostra locusta. Dunque: “Quand’è che questa seconda specie di lumache, la lumaca-piramide, riesce a fare una scorpacciata di questi gamberi-spada?”. – Ecco, ciò si verifica quando questi gamberi sono appunto più che mai affaccendati nel divorare una lumamca-pertica, di cui avete già fatto conoscenza. Quando la lumaca-piramide s’imbatte così in un guscio della sua consorella-pertica ripiena di simili gamberi, l’afferra con la sua proboscide, lo trascina su qualche spiaggia e lo colloca con la parte larga fuori d’acqua; quando allora i gamberi si sentono così tratti fuori dal loro elemento, cominciano uno alla volta ad abbandonare quella dimora; ed è precisamente in questa occasione che vengono immancabilmente divorati l’uno dopo l’altro. Questi gamberi, dunque, costituiscono in certo qual modo una classe di animali intermedia di raccolta della vita, grazie alla quale la vita di una lumaca trapassa potenziata nella vita di un’altra lumaca. Così, tra ogni maggiore specie di animali, esiste sempre una specie più piccola, la quale si comporta da nemica verso una precedente specie maggiore, ma che poi a sua volta serve da nutrimento prelibato ad una successiva specie maggiore.

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12) La terza classe di lumache marine viventi su Saturno è formata dalla cosiddetta ‘lumaca-disco’. Questa lumaca ha molta somiglianza con la conchiglia che voi chiamate “nautilius”; soltanto che, naturalmente, il vostro nautilius è anzitutto incomparabilmente più piccolo e poi, in rapporto alla sua superficie, è molto più grosso di questa lumaca-disco di Saturno, sempre in rapporto alla rispettiva superficie. Il disco di questa lumaca ha non di rado un diametro da 100 fino a 120 tese (190-200 m). Il suo spessore, però, supera a stento le tre tese. Essa vive, particolarmente al tempo del flusso, in fondo al mare; nel periodo del riflusso, invece, si muove in superficie.

13) Quando si trova in fondo al mare, essa allunga una sua proboscide oltre la superficie, per respirare. In questo modo è anche facile stabilire il punto in cui si trova; questa è precisamente l’occasione in cui viene di solito catturata. Va da sé che ciò si verifica soltanto quando il flusso è di medie proporzioni, perché durante le mareggiate nessun abitante di Saturno si arrischia a mettersi in mare. Voi forse penserete al perché non venga catturata questa lumaca durante il riflusso, quando cioè essa nuota sulla superficie; però in tale fase non è possibile affatto di catturarla, perché questa lumaca si muove sull’acqua con straordinaria velocità tanto che non è affatto facile raggiungerla. E anche se potesse essere raggiunta, nessuno sarebbe capace di farla prigioniera, dato che l’animale, di per sé mite di carattere, non appena viene anche lievemente toccato, ritira immediatamente tutte le estremità e comincia a girare su se stesso orizzontalmente nell’acqua con tanta velocità che più nessuno si azzarda ad accostarsi ad un simile disco rotante.

14) “Che aspetto ha dunque veramente questa lumaca che per voi veramente è quanto mai degna di nota?”. – Io, a questo proposito, davvero vi dico che, per quanto anche voleste acuire la vostra fantasia per ideare delle forme meravigliose, sarebbe comunque assolutamente impossibile per voi farvi un giusto quadro della bellezza di questa lumaca. Per tale motivo, pure gli abitanti di Saturno sfidano non di rado gravissimi pericoli cercando ogni mezzo possibile per impadronirsi di una simile meraviglia della natura.

15) Questa lumaca, per quanto concerne il suo guscio, si presenta come un cerchio perfetto, giacché l’apertura va perdendosi così lentamente lungo la superficie piatta del primo giro della spirale da occupare quasi un terzo dell’intero cerchio. L’apertura stessa, dalla quale la lumaca-disco si sporge fuori quanto vuole con il suo corpo e con le sue meravigliose estremità, è ampia a mala pena poco più di mezza tesa, mentre l’orlo imbutiforme di questa apertura estremamente allungata è in ogni suo punto così bene e finemente arrotondato che non soltanto non toglie nulla dal lato estetico, ma contribuisce anzi in alto grado ad aumentare la magnificenza della dimora di un simile animale.

16) Dunque: “Che aspetto ha la dimora in questione?”. – Ascoltate e contemporaneamente stupitevi! Questa dimora ha, esternamente, un aspetto meraviglioso come se il più abile gioielliere vi avesse incastonato, con ordine perfetto, le specie più varie di pietre preziose. Si può vedere tutto intorno una fila come se fosse una serie di diamanti del peso di una libbra l’uno; una seconda serie disposta parallelamente alla prima, che consiste di altrettanti rubini di uguale peso; segue poi un’altra serie di smeraldi e così via attraverso tutti i dodici gradini delle pietre preziose principali. Fra l’una e l’altra di queste bordure in pietre preziose c’è una zona libera che fa l’effetto come se vi fosse stato disteso un largo nastro d’oro. Su questo nastro appaiono impressi, in forma nobilissima, i più meravigliosi disegni, i quali raffigurano, con assoluta fedeltà, tutta la serie delle specie precedenti di animali la cui vita si trova raccolta in questa classe delle lumache.

17) La costruzione di questa casa di lumaca si conclude con una specie di galleria formata come da colonnine d’oro verticali alte una tesa, la quale ha l’aspetto come se un abile scultore avesse disposto intorno a questa ruota, ovvero tutto intorno a questa piattaforma circolare, una balaustrata, i cui colonnini consistessero di altrettante lumache-pertica artisticamente plasmate, che nella parte superiore sono collegate mediante un arco ad intreccio finemente lavorato. I colonnini hanno la medesima tinta dorata della lumaca-pertica stessa e gli archi tra un colonnino e l’altro appaiono fatti d’oro, anzi posso dirvi che questo materiale si presenta più bello dell’oro più puro e levigato alla perfezione. Ma sopra a ciascun arco è inoltre fissata artisticamente la forma, in proporzioni minuscole, di una lumaca-piramide nel suo caratteristico colore originario. La balaustrata, di cui abbiamo detto prima, va gradatamente decrescendo in altezza solo nel punto dove ha inizio l’apertura del guscio e cessa del tutto in quel punto dove l’animale sporge le sue estremità principali, vale a dire per una lunghezza di circa 5 tese.

18) Così dunque si presenta la parte superiore di questa lumaca. La parete di fianco, la quale, come già osservato, è grossa, ampia o alta all’incirca 3 tese, si presenta precisamente come un colonnato circolare alto 2 tese. Le colonne sono interamente d’un bianco abbagliante, e non hanno affatto né basamenti, né capitelli, bensì sono dei cilindri perfetti che poggiano sulla superficie inferiore e giungono fino a quella superiore. Il fondo però di questa specie di galleria, dietro le colonne bianche, è di una tinta assai chiara e perfettamente simile a un arcobaleno. Il canale, o meglio l’apertura allungata della lumaca, è completamente di color rosso, come da voi appare talvolta qualche nuvola nella luce crepuscolare ed ha, oltre a ciò, una particolare luminosità fosforescente, la quale specialmente di notte produce un effetto sorprendente come di una nuvoletta illuminata dagli ultimi raggi del Sole.

19) “Quale aspetto hanno poi l’estremità di questa lumaca?”. – Essa anzitutto può aprire, come il vostro pavone quando fa la ruota, una specie di vela rotonda che serve, quando spira vento sulla superficie del mare, per farsi spingere con straordinaria rapidità. Se invece regna calma di vento, allora l’animale muove velocemente questa grande vela a ruota come se fosse un ventaglio, cosicché si può spostare ugualmente con rapidità sulla superficie del mare, rapidità che inoltre viene aumentata di molto qualora faccia uso delle altre estremità che possono essere immerse nell’acqua.

20) Questa ruota così aperta è qualcosa di veramente meraviglioso. Il suo colore è violetto pallido ed ai margini appare listata di rosso vivo quasi luminoso come le nuvolette della sera. L’intera ruota è regolarmente suddivisa in settori, come un ventaglio del quale ciascun settore porta come decorazione un bellissimo disegno della lumaca-pertica, però con la cima rivolta all’ingiù. Il rovescio invece di questo ventaglio è cosparso per intero regolarmente di disegni minuscoli e poi gradualmente più grandi rappresentanti dei gamberi-spada già menzionati prima, che appaiono riprodotti nel più brillante color rosso carminio. Ciascuna sezione del ventaglio termina all’orlo con un proprio arco, sulla cui parte anteriore è riprodotta fedelmente l’immagine di questa lumaca-disco stessa, mentre sul rovescio figura l’immagine della lumaca-piramide su fondo azzurro chiaro. L’orlo estremo è posteriormente perfettamente bianco ed è dotato di una propria luminosità esattamente come quello sulla parte anteriore, soltanto che quest’ultimo è di un bel rosso vivo crepuscolare.

21) La lunga proboscide, che serve alla lumaca per respirare, è essa pure perfettamente bianca, però tutto intorno è munita di una fascia rossa a spirale, sulla cui linea mediana sono come impresse delle stelline di color verde dorato pallido. Questa proboscide serve contemporaneamente all’animale da braccio per cogliere il proprio nutrimento consistente in una specie di erba marina, che cresce molto di frequente nel mare in vicinanza delle spiagge. Su questa erba stanno appiccicati in grande quantità dei piccoli vermi dorati che servono essi pure da nutrimento a questa lumaca, la quale, mediante tale nutrimento, assimila la vita di tutte le altre specie di animali che la precedono.

22) Questa lumaca possiede inoltre già un proprio forte istinto, il quale talvolta rivela tanta intelligenza che in qualche paese si è già verificato il caso che qualcuno le abbia reso onori divini, ciò che sembra avere la sua causa nel fatto che questa lumaca, se non viene irritata o perseguitata, salva dall’annegamento qualsiasi essere, sia animale che uomo che sia caduto accidentalmente in mare. Tutto ciò che essa trova in difficoltà sulla superficie del mare, lo afferra immediatamente con la sua robusta proboscide, lo depone sulla piattaforma bella e spaziosa del suo guscio, si dirige senza indugio verso qualche spiaggia e lo depone all’asciutto con la sua proboscide. Per questa ragione questo bellissimo abitante del mare ha diversi nomi nei diversi paesi di Saturno. Alcuni lo chiamano “lo spazzino dei mari”, perché non può tollerare niente di galleggiante vicino a sé; altri gli danno il nome di “salvatore della vita”; altri ancora “il faro dei mari”, altri ancora “la nave vivente” oppure anche, “la ruota miracolosa”, e così questo animale viene chiamato ancora nei modi più vari.

23) All’infuori dell’uomo, questa lumaca non ha quasi affatto nemici e comunemente muore di vecchiaia quando ha raggiunto una determinata età; tuttavia, quando l’animale è morto, la sua bella dimora perde molto del suo splendore. Di conseguenza anche gli abitanti di Saturno cercano di catturarlo vivo, affinché il magnifico guscio non perda nulla delle sue meravigliose caratteristiche. Una volta ucciso l’animale, esso galleggia sulla superficie del mare, e allora gli abitanti di Saturno si affrettano sulle loro navi a rimorchiarlo verso il loro paese risalendo un qualche fiume. Una volta arrivati, la carne della lumaca viene tirata fuori con molte precauzioni e con grande abilità, in modo che il ventaglio non ne venga danneggiato. Questo, dopo esser stato staccato con tutta cura dal corpo, viene disteso perché si asciughi e, quando è perfettamente asciutto, lo si strofina ben bene con degli oli balsamici; dopo questa operazione questo ventaglio ridiventa morbido e molto pieghevole.

24) Un simile ventaglio della lumaca-disco serve poi a confezionare una specie di mantello, mantello che però su Saturno e specialmente in questo paese viene portato unicamente da quelle personalità che godono di una certa considerazione patriarcale. Un ventaglio di questo genere conserva bensì tutti i suoi colori e i suoi disegni, svanisce solo la luminosità che gli è propria di quando l’animale è ancora vivente.

25) Il rimanente del corpo di questa lumaca, che consiste quasi esclusivamente di grasso, viene poi messo a bollire. Il grasso viene quindi mescolato con delle erbe aromatiche e serve agli abitanti di Saturno per preparare un unguento molto prezioso che usano solo i patriarchi.

26) “Ma cosa succede poi della bella dimora della lumaca-disco?”. – Essa viene trasportata con ogni cautela a terra e là viene collocata e fissata sulla base e, come usate dir voi, orizzontalmente, su un terrapieno appositamente costruito, di preferenza nel giardino di uno o dell’altro patriarca, dove poi la gente si diletta ad ammirarla e, a volte in condizioni straordinarie, a montarvi perfino su e a passeggiarvi intorno; questo ultimo caso, però, come già detto, si verifica soltanto rarissime volte, perché un simile patriarca tiene in grandissimo conto un tale abbellimento del suo giardino, dato che sul pianeta Saturno il grado della eventuale ricchezza di una famiglia viene stimato unicamente in base alla sontuosità del giardino. Ma, per aumentare questo sfarzo, di solito accanto ad una di queste lumache-disco viene collocato anche il guscio di una delle lumache-piramide già descritte, in modo che spesso avviene che un simile patriarca si trova ad avere nel proprio giardino anche cento di questi ornamenti disposti in una fila diritta, cioè tanto dell’una quanto dell’altra specie.

27) In aggiunta a questo, dunque, non occorre che Io dica altro se non questo: “Destate anche qui un po’ la vostra interiore fantasia, e ammirate stupiti le magnificenze e lo splendore in un tale giardino, perché già una serie di diamanti, con la quale è ornato il guscio di questa lumaca, avrebbe per voi un pregio maggiore che non tutto il tesoro di un impero, per non parlare poi delle altre gemme preziose, del molto oro lucente e delle altre moltissime magnificenze di tali giardini dei patriarchi su Saturno!”.

28) Delle rimanenti due specie di lumache parleremo una prossima volta! Quindi per oggi, amen!

 

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Cap. 15

La lumaca-settuplice

Proporzioni di peso su Saturno

 

1) Per quanto concerne la quarta specie di lumaca, va anzitutto osservato che in fatto di bellezza queste è di molto inferiore a quella lumaca-disco già descrittovi; d’altro canto, però, considerata dal lato grandezza, essa è di molto superiore alla precedente. Gli abitanti di questo paese chiamano comunemente questa lumaca la grande lumaca-settuplice, ma non per indicare che in un simile enorme guscio dimorano sette singole lumache, bensì per la ragione che il guscio di questa lumaca rivolto all’insù consiste di sette escrescenze che si elevano come torri sopra la vera e propria dimora di forma ovale della lumaca stessa. Il guscio principale di questa lumaca è perfettamente ovale come un uovo, del quale la parte appuntita resta costantemente immersa nell’acqua, mentre la parte più ottusa è rivolta all’insù. La spirale del guscio non è visibile perché è presente solamente nell’interno dello stesso. Tuttavia, ad ogni giro della spirale, rispettivamente ad ogni giro compiuto, corrisponde all’esterno una simile escrescenza in forma di torre; per conseguenza la parte superiore del guscio viene a presentarsi in modo che dal mezzo appare innalzarsi la torre più alta e tutto intorno poi le altre torri in ordine decrescente. Ciascuna di tali escrescenze somiglia ad un grande esemplare della lumaca-pertica, che voi già conoscete; naturalmente soltanto con la differenza che l’escrescenza è in realtà molto più lunga della lumaca in questione e che in basso, dove si collega con il guscio, è pure di diametro considerevolmente maggiore.

lumaca_settuplice.JPG2) L’apertura di questa lumaca è perfettamente rotonda e di grandezza proporzionale alle altre dimensioni gigantesche di questo crostaceo. Il corpo vero e proprio dell’animale occupa, naturalmente, il grande guscio in modo tale che pure le escrescenze possono essere ritirate a piacimento. Quando la lumaca vuole sommergersi completamente, essa tende queste escrescenze e, se vuole invece mantenersi alla superficie, allora essa si contrae con le sue escrescenze verso il centro della sua dimora e così sale nuovamente alla superficie. Il suo corpo, che quando essa si trova a galla sporge fuori dall’apertura, è completamente bianco e non è del resto troppo dissimile da quello della vostra lumaca, soltanto che questa lumaca di Saturno fra le sue quattro grandi antenne sul davanti del capo porta essa pure una grossa e lunga proboscide che può manovrare con grandissima velocità allo scopo di procurarsi il nutrimento.

3) Quest’ultimo consiste di ogni specie di erbe marine, però anche di grossi polipi di mare che essa strappa con forza dal fondo e introduce poi nelle fauci. In cima alle due antenne superiori essa è provvista di due occhi dotati di grande acutezza visiva che possono venir rivolti ora qua ora là da tutte le parti. Quando essa scopre in qualche luogo una preda, essa si dirige velocemente nella sua direzione e se ne impadronisce subito, sia essa dell’erba o un polipo. Il rapido moto che può imprimere al suo corpo è dovuto a due robuste pinne a braccia collocate dal disotto dell’apertura, mediante le quali procede vogando.

4) Dunque: “Qual è la grandezza di questa lumaca?”. – Essa ha un diametro di cinquecento delle vostre tese. L’escrescenza di media grandezza è più alta del massimo campanile sulla Terra; alla base essa ha non di rado un diametro dalle 20 alle 30 tese, e in alto termina in una punta come una piramide. Il colore del guscio è all’incirca una tinta intermedia fra il verde e l’azzurro; dall’escrescenza mediana si dipartono come delle fasce azzurro-bianchiccie chiare che si propagano poi sul guscio conferendo così all’animale l’aspetto di un enorme corpo striato. In quanto al resto questa lumaca non ha alcun altro ornamento. Per quello che riguarda le note escrescenze, esse, come già detto da principio, somigliano precisamente a delle lumache-pertica, soltanto che l’apertura è di color rosso porpora.

5) Anche questa lumaca è reputata da quegli abitanti meritevole della fatica di essere catturata, perché una volta liberato il guscio dalla carne dell’animale, esso viene, come già menzionato parlando delle altre specie di lumache, trasportato via mare entro terra e là, in un luogo adatto, viene conficcato dalla parte appuntita fino all’apertura in un terreno asciutto e in queste condizioni un simile guscio viene utilizzato come contenitore di sementi da frutto.

6) A volte si praticano in un simile guscio di lumaca delle aperture da tutte le parti, e il guscio stesso viene pavimentato all’interno. Così un tale guscio di lumaca viene adibito a dimora di lusso per i fanciulli e ciò specialmente per la ragione che un simile ambiente, essendo all’interno perfettamente levigato, può essere tenuto estremamente pulito con facilità. La pavimentazione consiste semplicemente in uno strato di sabbia, nel guscio viene cioè depositata della sabbia completamente asciutta fino quasi al livello dell’apertura, e sopra la sabbia vengono collocate delle pietre bianche lisce che in questo paese s’incontrano di frequente, e ciò sempre nell’ordine più perfetto. Sistemato così il pavimento, anche l’abitazione è allora già bell’e pronta e assomiglia ad un ampio salone a volte, sul quale si innalzano le torri che già conoscete, le cui cime vengono però segate via allo scopo anzitutto di lasciar libero passaggio alla luce e poi per dar sfogo alle esalazioni, od eventualmente al fumo, che possono svilupparsi all’interno di una simile abitazione.

7) Tuttavia di esemplari di questa specie di lumache non ne vengono trovate troppo spesso, perciò di solito solamente i patriarchi che dimorano nelle zone costiere dispongono di simili speciali abitazioni. Un tale guscio di lumaca, data la sua grandezza e la grossezza straordinaria, è troppo pesante da trasportare all’interno del paese, anche per gli abitanti di Saturno dotati di statura e di vigore giganteschi, poiché, per quello che concerne la grossezza, le pareti del guscio hanno quasi dappertutto uno spessore dalle 4 alle 5 tese (8-10 m). Se solo pensate a questo, potrete farvi subito un’idea del peso di una simile lumaca.

8) Se su questo pianeta il rapporto di gravitazione fosse identico a quello sulla Terra, il trasporto di un guscio di questo genere rappresenterebbe certo una impossibilità assoluta anche per forze molto più considerevoli di quelle a disposizione degli abitanti di Saturno. Quello che per voi pesa un quintale, là a causa dell’influsso esercitato dall’anello, ha spesso a mala pena il peso di 1 libbra (560 g), ed anche questo può essere diminuito ancora mediante rarefazioni interne dell’aria che vengono artificialmente provocate dagli abitanti di Saturno. Ciò succede particolarmente quando si tratta di trasportare il guscio di una simile lumaca; in tali casi, infatti, essi accendono dei rami secchi dell’albero-piramide che voi già conoscete, i quali hanno un ricco contenuto di resina e, così accesi, essi l’introducono nell’apertura del guscio. Nella combustione l’aria dentro a questo guscio vuoto viene talmente rarefatta che il trasporto può poi seguire con facilità notevolmente maggiore, perché, per quanto riguarda l’aerostatica, appunto gli abitanti di Saturno sono i migliori maestri, ciò di cui verrà fatta ulteriore menzione a suo tempo.

9) Vedete, questo è quanto d’interessante merita di essere detto riguardo alla lumaca-settuplice! Destate anche qui un po’ la vostra fantasia ed a vostra gran meraviglia potrete contemplare voi stessi questo animale, come pure potrete rendervi conto dell’uso che quegli abitanti fanno del suo guscio. La vostra meraviglia poi si farà ancora più grande, se aggiungerò che una costruzione di questa specie è di una solidità e di una consistenza assolutamente a tutta prova, tanto che là si trovano degli esemplari che risalgono ad epoche nelle quali la vostra Terra non era ancora abitata, perché una simile casa quanto più vecchia diventa, tanto più si rende solida e per questa ragione le più vecchie sono anche le maggiormente pregiate. Se voi per altro vi meravigliate di ciò, pensate che perfino queste forme gigantesche d’animali di Saturno non sono a loro volta altro che dei piccoli lavori in miniatura a confronto di varie altre specie di animali viventi tanto su questo stesso pianeta, quanto, in proporzioni più grandi ancora, sul pianeta Giove ed incomparabilmente maggiori infine sul Sole. Ponderate dunque su quanto vi è stato narrato oggi ed attendetevi dell’altro per la prossima volta! Per oggi, dunque, amen!

 

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Cap. 16

La gigantesca, luminosa lumaca-raggiante

La sua emersione durante le tempeste marine

 

1) Per quanto concerne poi la quinta lumaca, essa rappresenta l’ultima classe fra quelle delle lumache, ed è contemporaneamente anche la più grande, nonché, sotto certi aspetti, la più straordinaria ed interessante. Questo animale porta il nome di “lumaca-raggiante”. Essa viene vista dagli abitanti di questo pianeta solo nei periodi precedenti le terribili tempeste marine delle quali avete già udito parlare. La sua struttura è, in sé e di per sé, quello che di più grandioso voi potreste immaginare. Sulla vostra Terra non esiste affatto qualcosa di simile che possa servire, sia pure approssimativamente, da paragone.

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2) Tuttavia, affinché possiate farvene un’idea, immaginatevi un immenso brillante sfaccettato, giacché questa lumaca si presenta precisamente così sfaccettata e più piatta nella parte superiore, mentre quella inferiore è più appuntita. Gli spigoli delle facce, dei quali la parte superiore soltanto conta varie migliaia disposti nel più bell’ordine e formanti tanti triangoli, assomigliano a strisce di oro lucido, larghe mezza tesa, le quali includono, o meglio limitano, sempre una superficie triangolare equilatera perfetta. Le facce triangolari così formate misurano tre tese per lato e tutte sono perfettamente uguali; soltanto sopra al guscio si trova una faccia che ha maggior superficie, ma che non è un triangolo, bensì è a trentadue angoli (ed assomiglia in tutto a quella che voi chiamate una rosa dei venti), le cui estremità sono orlate da larghe liste d’oro di cui si è detto più sopra. Queste facce triangolari hanno una trasparenza pari a quella di un vostro diamante ben lavorato, né sono meno compatte. La differenza consiste soltanto nel fatto che queste superfici hanno la facoltà di assorbire la luce del Sole e delle stelle e di irradiarla rifratta, nella notte fattasi scura, in tutte le direzioni possibili.

3) “Che grandezza ha veramente questa lumaca?”. – Quando si muove sul mare, sul suo guscio vi sarebbe certo spazio a sufficienza per collocarvi su tutte le case della vostra capitale, pur mantenendo le strade e le piazze come sono. Il guscio ha dappertutto uno spessore di circa 10 tese (19 m) e l’altezza dalla sommità del dorso fino alla punta inferiore è di 300 tese (570 m); per quanto poi concerne la larghezza, il diametro è non di rado superiore ad 1 miglio tedesco (7,42 km). L’apertura di questa lumaca, che ha profilo rotondo un po’ allungato, ha un diametro di settanta tese. Attraverso questa apertura l’animale sporge la sua testa massiccia che assomiglia alquanto a quella del vostro cavallo marino e la solleva, particolarmente nei periodi di tempeste, spesso tanto in alto sulla superficie del mare, che se si trovasse sulla vostra Terra, potrebbe guardare con grande facilità oltre a montagne anche parecchio alte.

4) Tuttavia, malgrado le sue colossali proporzioni, questa lumaca è di natura molto mite e non fa del male a nessuno. Il suo nutrimento è di tre specie: la prima è costituita anche in questo caso da erbe molto grandi e molto diffuse nel mare, la seconda da grossi vermi marini, ed infine, la terza, anche da uccelli marini che per questo animale sono contemporaneamente una leccornia. Quest’ultimo genere di nutrimento, però, essa lo prende soltanto nelle occasioni di grandi uragani, dato che con il tempo tranquillo questa lumaca vive di solito nella profondità del mare.

5) In una notte tenebrosa e tempestosa, una sola di queste lumache emergenti dall’acqua diffonde non di rado tanta luce, da illuminare benissimo una zona di mare entro un raggio di 100 miglia quadrate. Immaginatevi ora, mentre imperversa sul mare una simile burrasca, le numerose montagne liquide che sembrano arrivare fino al cielo, trasportatevi con la vostra fantasia su un’altura dalla quale l’occhio possa spaziare su qualche migliaio di miglia quadrate della superficie del mare, sulla quale vanno emergendo qua e là quelle lumache raggianti, ed allora potrete farvi una pallida idea del meraviglioso spettacolo che tutto ciò viene ad offrire su quel pianeta. Particolarmente imponente si presenta questa scena quando molte di queste lumache vengono a galla a gruppi e sporgono i loro lunghi colli molto in alto sull’acqua e con questi danno la caccia agli uccelli delle tempeste che in quelle occasioni volano numerosi per l’aria; in verità, uno spettacolo simile sarebbe per voi quello che, usando una vostra espressione, di più terribilmente bello possa essere immaginato.

6) Questa specie di lumaca non viene catturata dall’uomo, in primo luogo perché con il bel tempo non si mostra mai alla superficie; in secondo luogo poi perché il rispettivo guscio sarebbe troppo pesante per trasportarlo con un qualche scopo a terra. Di solito questa lumaca raggiunge una tarda età e spesso vive anche fino a trenta anni, ovviamente anni di Saturno (cioè x 6 = 180 anni terrestri). Quando muore, ben presto anche tutto il guscio si sconnette e, con il tempo, si dissolve e corrompe tutto assieme. Il corpo vero dell’animale viene divorato poi da una specie di pesci non dissimile da quella dei pescecani dei vostri mari, che però assomiglia ancora di più a quella dei vostri coccodrilli.

7) Questo è dunque tutto ciò che, riguardo a questa lumaca, merita di essere menzionato. Forzate anche qui un po’ la vostra immaginazione e, con l’aiuto di queste fedeli indicazioni, potrete farvene un quadro abbastanza vivo.

8) La prossima volta passeremo poi alla terza specie di crostacei, precisamente alle testuggini, e voi avrete occasione di meravigliarvi ancora di più che non durante la descrizione delle conchiglie e delle lumache. E dunque, per oggi amen!

 

 

(purtroppo la descrizione delle testuggini non è contenuta nel manoscritto originale)

 

 

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Cap. 17

Altre notizie sugli animali acquatici e sullo sviluppo animico delle classi

L’immenso Bisorhiohiohio a forma di balena

 

1) Considerato che in seguito alle comunicazioni precedenti circa il pianeta Saturno per quanto concerne la sua struttura e le sue particolarità, nonché i suoi continenti, le piante e vari animali, già tante cose sono state spiegate e che parlando degli animali c’è stata un’interruzione quando abbiamo descritto le specie più interessanti delle lumache, noi riprenderemo, il più succintamente e chiaramente possibile partendo da questo punto, la nostra descrizione; tuttavia non ci soffermeremo tanto a lungo sulla singola specie di creature, bensì daremo sempre risalto a quello che vi è di più significativo in ogni singolo campo, facendo oggetto di considerazione puramente generale tutto il rimanente.

2) Conseguentemente già fin d’ora, anche per quanto concerne gli altri abitanti delle acque, tratteremo sommariamente l’argomento e passeremo poi agli abitanti dell’aria, presso i quali pure non ci fermeremo a lungo; altrettanto faremo con gli animali della terraferma per poi poter trovarci quanto prima di fronte agli esseri umani di quel corpo mondiale. E ora ritorniamo ai nostri abitanti dell’acqua.

3) Voi già sapete di quali grandi acque e mari sia ricco questo pianeta, e d’altro canto vi è noto come anche sulla Terra proprio gli animali più grandi e possenti abitino nelle acque. Tale rapporto vige completamente anche su Saturno; soltanto, com’è naturale, là le classi e le specie sono molto più varie e non hanno che poca somiglianza, o nessuna affatto, con quelle sul vostro corpo terrestre. Noi qui faremo menzione soltanto di alcune specie, e cioè anzitutto di quelle che fanno parte del regno immensamente numeroso e vario dei pesci.

Bisorhiohiohio.JPG*

4) Il più grande di tutti i pesci di questo pianeta è il “bisorhiohiohio”, come là viene chiamato. Questo pesce occupa su Saturno all’incirca il grado occupato sulla Terra dalla vostra balena, però anche per quanto riguarda la forma è straordinariamente differente da quella. Prima di tutto conviene notare che questo pesce ha una testa alta circa cento delle vostre tese, testa che è perfettamente rotonda e che quindi ha l’aspetto come di una palla di cento tese di diametro e si può aprire nel mezzo per tutta la sua ampiezza. La sua testa non ha né denti, né pinne, bensì tanto la parte inferiore, quanto la superiore di questa bocca gigantesca sono formate da un disco perfettamente piano e duro, munito in fondo, ovvero all’imbocco dell’ampio esofago, di una doppia lingua molto lunga e mobilissima che serve a questo pesce per mandare giù nell’esofago il cibo prima schiacciato fra i due dischi delle fauci. Questa testa è attaccata immediatamente al corpo vero e proprio del pesce. In un pesce bene adulto di questa specie il corpo è non di rado lungo quasi 3000 tese (5,7 km), alto circa 1.500 tese dal ventre fino alla schiena e là, dove raggiunge il massimo sviluppo, misura spesso quasi 1.000 tese (1.900 m) di diametro. Al corpo segue poi ancora una coda lunga circa un migliaio di tese (1.900 m) che serve a questo pesce soprattutto per muoversi e per voltarsi nell’acqua. Sul dorso esso è provvisto di pinne quanto mai robuste, con un diametro non di rado di oltre 100 tese (190 m), mentre sul ventre porta due vere braccia per nuotare, all’incirca come le vostre foche e i trichechi.

5) Se voi cercate di rappresentarvi un po’ con la fantasia questo pesce, deve senz’altro riuscirvi chiaro che, se fosse possibile trasportarlo in qualche luogo all’asciutto sulla vostra Terra e fargli per di più stendere le sue pinne, potrebbe rivaleggiare con le più alte montagne del vostro pianeta. Gli stessi abitanti di Saturno lo chiamano in qualche luogo “il monte galleggiante”, in altri “l’isola galleggiante”, in altri ancora “il paese galleggiante”, altri infine gli danno addirittura il nome di “pianeta delle acque”.

6) Certo, voi vi domanderete se su Saturno ci si dedichi alla pesca di questo abitante dei mari. Ma Io vi rispondo subito di no. Ciascun abitante di Saturno ha il massimo rispetto per questo pesce, perché, quando esso scorge sulla superficie del mare qualcosa che si avvicina, apre immediatamente la sua enorme testa, si slancia con grande rapidità sul corpo che vede galleggiare e, dopo che questo gli è arrivato tra le fauci, chiude con violenza la testa e lo schiaccia inghiottendolo. Per gran fortuna questo pesce dimora per lo più soltanto nelle regioni polari di quel pianeta, le quali, a causa delle nevi e dei ghiacci perenni, sono, per gli abitanti di Saturno, ancora più inaccessibili di quanto lo siano le calotte polari terrestri per gli abitanti della Terra; perciò solo raramente succede che agli abitanti di Saturno si presenti l’occasione di vedere in qualche luogo un esemplare di questa specie. Ma quando l’uno o l’altro abitante di quel pianeta ne vede occasionalmente uno nelle parti più settentrionali dove solitamente vive, allora questo viene sempre considerato come un pessimo presagio, e chi ha visto il pesce si affretta a ritirarsi nell’interno del paese e il più possibile lontano dalla costa, perché essi credono che questo pesce sia stato mandato in quel luogo dai maligni spiriti dei ghiacci per la loro rovina. E sul posto dove è stato visto un pesce di questa specie, per lungo tempo non c’è più abitante di Saturno che si azzardi a metter piede. Per tale ragione avviene anche che le regioni settentrionali di Saturno, la terraferma cioè, i continenti cioè, siano raramente abitate, anzi per lo più non lo sono affatto.

7) Qui voi certo non mancherete di domandare nuovamente: “Qual è veramente la funzione di questo pesce?”. – Questo pesce è l’ultimo organo ricettore di tutto lo spirituale-animico degli animali acquatici, ed esso lo distribuisce fra ogni specie di animali dell’aria, perché in questo organo non soltanto va formandosi, per quanto riguarda la parte spirituale sostanziale, una futura specie di animali dell’aria, bensì le cosiddette classi dei pennuti su quel pianeta sorgono dal suo essere, senza che esso abbia perciò bisogno di morire. Sotto questo aspetto esso è simile, più che ad un animale, ad un piccolo pianeta, il quale pure è un organo permanente, per mezzo del quale possono maturarsi e formarsi innumerevoli specie spirituali, ben distinguibili l’una dall’altra. Lo stesso caso si verifica bensì con la vostra balena; per quanto però riguarda la sfera d’azione, il nostro bisorhiohiohio la supera di gran lunga, poiché, mentre la balena terrestre genera solo le specie di pennuti che vivono nelle regioni polari, questa enorme balena di Saturno provvede invece tutto il pianeta con i pennuti abitanti dell’aria, cioè, in essa avviene il trapasso delle anime degli esseri dimoranti nelle acque, nelle più varie specie di anime dei pennuti abitanti dell’aria.

8) Questo pesce è dunque il più grande e, contemporaneamente, il più degno di nota di tutto il pianeta; però, accanto allo stesso ci sono ancora quantità innumerevoli di pesci ed anfibi di tutte le specie immaginabili, che, in quanto a dimensioni, forma e proprietà, sono ben distinte l’una dall’altra. Così accanto a questo pesce gigante esistono ancora circa cento specie, le quali, in fatto di grandezza, possono senz’altro rivaleggiare tutte con la vostra balena. Farne però una particolareggiata descrizione ci porterebbe troppo lontano e non servirebbe allo scopo per il quale Io vi rivelo questo pianeta. Quando voi stessi  vi farete maggiormente desti nello spirito, allora sarà senz’altro cosa facile rendervi conto anche dei minimi dettagli di tutto quello che esiste non solo su Saturno, ma anche su altri pianeti.

9) Dunque, lasciamo vivere in pace gli animali delle acque di quel pianeta e passiamo a considerare gli abitanti dell’atmosfera saturnina, i quali v’interesseranno molto di più di tutte le specie degli abitanti delle acque di cui si è parlato finora.

 

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Cap. 18

La stella volante, la farfalla gigante Com e l’uso delle sue ali

 

1) Se voi sulla vostra Terra vi guardate un po’ intorno, non potrà sfuggirvi che, oltre alle molte specie di uccelli, esistono in numero di gran lunga maggiore le specie di quei minuscoli animaletti alati che vi sono noti tutti assieme sotto il nome generico di insetti volanti. Di simili esseri ve ne sono anche su Saturno in quantità stragrande e nelle specie più varie e, tra queste, come succede sulla vostra Terra, chi rappresenta una parte principale è “la mosca”. Questo è poi anche l’unico animaletto perfettamente simile in tutto alla forma corrispondente sulla Terra. Solo qua e là in prossimità dei laghi e dei fiumi s’incontra spesso in abbondanza una specie più grande di mosche. Questa mosca di giorno appare di color bianco azzurrato chiaro; dopo il tramonto del Sole, invece, quando cioè di solito è attiva al massimo, si fa lucente come una stellina all’incirca nel modo, (soltanto con molto maggiore intensità) in cui rilucono da voi le vostre lucciole, o in America e in altri paesi tropicali i cosiddetti porta-lanterna. Tutte queste specie però, per quanto concerne la luminosità, vengono sorpassate dalla nostra mosca di Saturno, precisamente perché la sua luce è perfettamente bianca e perché la mosca stessa supera in grandezza ogni altro insetto volante sulla vostra Terra. Gli abitanti di Saturno si dilettano spesso a contemplare, quando fa notte, il volo vivace di questi animaletti che a migliaia si incrociano in tutte le direzioni dell’atmosfera del pianeta. Questo sarebbe dunque uno degli animaletti degni di nota che possono essere annoverati tra gli abitanti dell’aria.

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2) Un’altra specie d’insetto che vive su Saturno, ma che non trova l’uguale su nessun altro pianeta, è la cosiddetta “stella volante”. Anche questo animaletto svolge la sua attività vitale soltanto di notte, mentre di giorno, invece, la sua dimora è l’albero-piramide che voi già conoscete. Durante la notte, quindi, anzi già subito dopo il tramonto del Sole, lo spettacolo degli sciami di simili stelle lucenti che spiccano il volo dai rami degli alberi-piramide nella luce crepuscolare, costituiscono per gli abitanti di Saturno qualcosa di straordinariamente attraente.

3) “Ma perché questo animale viene chiamato col nome di stella volante?”. – Ecco, un tal nome deriva dal fatto che esso, da ciascuna parte del suo corpo allungato e cilindrico, possiede tre ali appuntite a forma di piramide dotate di una discreta luminosità, le quali, quando sono aperte, conferiscono a questo animaletto l’aspetto di una stella a sei raggi. Quando l’animaletto è completamente adulto, misura circa una spanna di diametro e, dato che le sue ali durante il volo acquistano una luminosità particolarmente forte e che l’animaletto stesso quando vola non si allontana molto dalla sua abituale dimora, quegli alberi giganteschi assumono agli occhi degli abitanti di Saturno un aspetto quanto mai rilucente per effetto dello sciamare continuo delle migliaia di tali stelle tutto intorno durante l’oscurità.

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4) Oltre a questo insetto luminoso ci sono ancora in gran numero altre specie, le quali di notte emanano una luce variamente colorata, tuttavia questa luce non è tanto intensa e gli animaletti stessi sono molto più piccoli, perciò essi non attirano la particolare attenzione degli abitanti di quel pianeta, tanto meno poi in quanto là ci sono varie specie di uccelli assai grandi le cui penne emanano di notte una luce molto chiara, specialmente quando volano.

5) Considerato dunque che nel regno degli insetti non c’è più molto che possa avere un particolare interesse, noi passeremo senz’altro al regno degli uccelli, limitandoci a considerare durante questo passaggio soltanto qualche farfalla.

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6) Come le farfalle sulla Terra portano sulle loro ali i più bei colori e disegni, altrettanto, anzi molto più varie nella specie e splendide nei loro colori, se ne trovano sul pianeta Saturno. La più grande e in pari tempo la più maestosa farfalla di quel corpo mondiale è quella che là è generalmente conosciuta con il nome di Com; ad ali distese, sulla vostra Terra, essa arriverebbe a coprire discretamente un buon quarto di iugero (1 jugero = 5755mq) di terreno. Il suo corpo non di rado raggiunge le 20 tese (38 m) di lunghezza, mentre il diametro è di quasi una tesa. I suoi piedi sono più robusti di quelli di un elefante terrestre, e ciascun piede è provvisto di sei articolazioni ed è così sistemato, che in caso di bisogno può essere considerevolmente allungato. Sembra quasi che le sue antenne siano due alti pioppi fissati sul suo capo; solo che le rispettive ramificazioni a destra e a sinistra sono dritte e regolarmente disposte all’incirca così come le foglie acuminate di una conifera. La sua proboscide per la suzione è più lunga e robusta di quella del vostro elefante. Così questa farfalla, a giudicare dalla sua corporatura, potrebbe essere ritenuta un animale dotato di vigore fisico assai grande, ciò che però non corrisponde minimamente alla realtà; per tale ragione anche questa farfalla schiva quanto più può la presenza degli uomini e ci vuol molto, prima di poter catturarne un qualche esemplare. Questa difficoltà viene resa maggiore dal suo volo straordinariamente veloce.

7) Le fanciulle sono le più abili a catturare questo animale, dato che il loro corpo è più leggero di quello dei maschi e possono perciò, con maggiore facilità di questi, sostenersi nell’aria. A tale scopo queste fanciulle si muniscono talvolta di un paio di ali artificiali, con le quali si danno ad inseguire volando in gran fretta la nostra farfalla. Se poi succede che riesce loro di farne una prigioniera nell’aria, allora l’avvenimento assume per loro il carattere di una vera e propria festa, perché tutto di questa farfalla viene adoperato come ornamento dei vestiti, dato che quasi su nessun pianeta come su Saturno la donna ci tiene tanto a comparire graziosamente vestita, specialmente nei suoi anni giovanili. Ma affinché possiate farvi una idea del perché questa farfalla rappresenti ai loro occhi un tale pregio, sarà ben necessario mostrarvi un po’ del suo splendore; però non ci si può nascondere che sarà piuttosto difficile presentare con sufficiente precisione alla vostra mente la bellezza quasi immateriale di questo animale. Le sue ali sono perfettamente quadrangolari; solamente tanto quelle di destra, quanto quelle di sinistra hanno alle estremità un prolungamento rivolto verso il capo, il quale è lungo una tesa e mezza all’incirca ed ha una discreta somiglianza con una spada alquanto larga.

8) La parte superiore delle ali appare come ricoperta da una tinta aurea pura, frammista ad un color roseo acceso; da questa superficie d’oro pendono, o meglio vi sono infisse, una grande quantità di bellissime piume, ciascuna delle quali ha tutti i colori possibili. Questi colori d’una lucentezza perfettamente metallica variano anche al minimo movimento delle piume in modo che, volgendo e rivolgendo una piuma, su ciascun punto si possono scorgere tutti i colori possibili ed immaginabili. Queste piume crescono sulla superficie dell’ala in un determinato ordine, in seguito al quale vengono formati sull’ala disegni e fregi meravigliosi che però non hanno una forma costante come quelli delle ali delle vostre farfalle, bensì quest’ordine è così stabilito che ad ogni muoversi dell’ala, con il cambiare dei colori, si presentano all’occhio anche forme sempre nuove e meravigliose. Gli orli delle ali sono ornati di penne simili circa a quelle della coda del vostro pavone, però sono più grandi e i colori sono molto più vivaci e brillanti. La superficie inferiore delle ali assomiglia invece ad una lamina d’oro ben levigata che fosse ricoperta da una tenue tinta verde. I piedi di questo animale sono anch’essi provvisti di magnifiche piume e così pure tutto il rimanente del corpo. Le antenne però costituiscono quanto vi è di più prezioso in questo animale; l’albero principale dell’antenna è estremamente leggero ed appare come fatto di puro oro trasparente. Esso rimanda, se riuscite a immaginarvi una cosa simile, ad ogni volgersi, tutta la gamma dei colori all’incirca così come fosse un’asta di diamante sfaccettato, munita da ambo le parti di piume con le quali sono ornati gli orli delle ali. La proboscide di suzione è di color bianco abbagliante ed è ornata come da nastri a spirale che, per quanto riguarda lo splendore di colori, superano l’arcobaleno.

9) La cosa più stupefacente, però, sono gli occhi dell’animaletto. Il loro splendore è talmente intenso che guardarli per voi sarebbe altrettanto difficile che guardare il Sole al suo levarsi o al tramontare. Quando però l’animale è morto, tutto questo splendore degli occhi svanisce. Perciò gli occhi non sono tenuti in grande considerazione, tuttavia vengono accuratamente tolti dal capo e svuotati dall’umore che contengono. Mediante un’abile manipolazione le donne si confezionano una specie di borsetta o tasca, la quale, a causa di una discreta trasparenza e della sua resistenza, viene ad essere per le eleganti signore di quel pianeta all’incirca quello che è il cosiddetto “ridicule(borsetta da passeggio per signora) per le vostre donne. Insomma del corpo di questo animale non si getta via niente all’infuori della pura carne e delle viscere, mentre tutto il resto viene adoperato per farne degli ornamenti di genere assolutamente straordinario.

10) “Ma perché questi ornamenti sono tenuti in così eccezionale considerazione?”. – Ecco, i motivi sono tre: il primo è che questo animale è molto raro e, come tale, è molto difficile da catturare; il secondo è che tutte queste piume sono di durata lunghissima, tanto anzi che le donne di Saturno le considerano indistruttibili; e il terzo, infine, è che queste piume sono d’una estrema leggerezza e mantengono sempre inalterata la loro magnificenza.

11) Su quel pianeta c’è pure una specie di uccelli le cui piume somigliano a quelle di questa farfalla e non di rado avviene che qualche speculatore di Saturno tenti di spacciare piume d’uccello per genuine piume di farfalla. Là però ci sono dei conoscitori quanto mai esperti, i quali sanno distinguere le piume d’ornamento vere dalle false, come i vostri gioiellieri sono in grado di distinguere le pietre preziose vere dalle false. Guai però se un imbroglione di questa specie capita fra le mani di donne che hanno acquistato da lui piume false per buone, perché in questo caso appunto con le stesse false piume, che hanno aguzzato molto bene, le donne cominciano a graffiarlo in tutti i sensi in modo tale, che per l’avvenire gli passa tutta la voglia di tentare di raggirare qualcuno appioppandogli della merce falsa, senza contare poi che da un negoziante così conciato tutti si rifiuteranno poi di comperare più qualcosa.

12) Vedete, questo è quanto si può dire riguardo alla nostra famosa farfalla e riguardo a come viene catturata ed utilizzata. È quasi inutile menzionare qui come le donne di Saturno adoperino questi ornamenti. Tuttavia, di passaggio, può riuscire interessante sapere che qualche donna molto vanitosa si copre talvolta tutto il corpo con il ricavato delle ali di questa farfalla in maniera tale da poter infine essere presa quasi lei stessa per una farfalla. E questo basti, perché è del tutto inutile apprendere di più riguardo a cose che a Me non piacciono affatto né su Saturno né sulla Terra.

13) Che poi, dopo questa farfalla, ve ne siano anche delle altre in quantità pressoché innumerevole di tutte le specie, di tutti i colori e di tutte le grandezze, voi potete facilmente dedurlo, purché consideriate la straordinaria varietà di tutto ciò che esiste su quel pianeta.

 

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Cap. 19

Animali volanti della specie come i pipistrelli

La mucca volante e il nastro volante

Il commercio di ornamenti su Saturno

 

1) Prima però di passare ad esaminare i veri e propri uccelli, noi daremo una piccola occhiata a quelle specie di animali volanti che sulla vostra Terra vengono classificati tra i cosiddetti pipistrelli, oppure a qualche altra specie ancora comprendente simili animali provvisti di ali a membrana. – “Di animali di tale specie, ve ne sono anche su quel nostro pianeta?”. – Certo che sì, anzi in numero molto maggiore che non sulla vostra Terra. Non si tratta proprio di pipistrelli come li conoscete voi; invece esistono là in quantità grande degli altri animali muniti di ali all’incirca come quelle dei vostri pipistrelli. Tuttavia, se noi volessimo dedicarci ad osservare separatamente ciascuna specie di simili animali, ci occorrerebbero più di diecimila fogli di carta. Ora questa sarebbe certamente una cosa inutile, perciò, come abbiamo fatto in precedenza, sceglieremo soltanto un paio di specie fra questa classe di animali di Saturno per esaminarle un po’ meglio, mentre ci limiteremo poi a dare una semplice occhiata generale alle altre.

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2) Un esemplare particolarmente notevole di questa classe di animali viene chiamato “la mucca volante” dagli abitanti di Saturno; questo animale è di una sorprendente bellezza ed ha all’incirca la grandezza di un vostro bue già ben sviluppato, solamente che è, verso la coda, all’incirca di mezza tesa più lungo del vostro bue. Questo animale è pure provvisto di quattro piedi, terminanti ciascuno in uno zoccolo d’un color bianco abbagliante; la schiena è rossa e il ventre di color verde chiaro. La pelle è ricoperta da una lanuggine corta e lucente così da sembrare un vostro velluto di seta finissimo. La testa di questo animale ha una certa somiglianza con quella del cane levriero come voi lo chiamate, soltanto che il colore è, naturalmente, molto differente. A cominciare dal collo il capo è di colore azzurro chiaro con una fascia rossa nel mezzo che comincia dalla schiena e finisce alla radice del naso. Nella parte inferiore della testa invece il colore azzurro va facendosi gradatamente sempre più cupo.

3) Nei pressi della parte anteriore del corpo si dipartono da questo due lunghe braccia le quali, quando sono distese, misurano all’incirca sei tese di diametro. Fra queste braccia poi e le gambe posteriori l’animale è provvisto di una membrana robusta che, naturalmente, si tende soltanto quando esso vuol volare, perché, se l’animale non vola, esso ripiega le sue braccia, e precisamente in tre sezioni, ed allora queste braccia si adattano così bene al corpo che anche ad una minima distanza si scorgono a stento. Quando però questo animale distende le sue braccia per volare, allora anche è il vero momento in cui lo si può ammirare in tutta la sua bellezza, poiché la membrana in questione è pure di color bianco abbagliante e ciascun braccio di per sé è munito alla sua estremità di quattro dita ben formate, le quali, allo scopo dell’afferrare, sono a loro volta provviste di robuste unghie appuntite. La membrana che serve al volo ha l’aspetto di una lamina di purissimo oro, ornata di fasce e punti di color rosso chiaro disposti in modo da incontrarsi regolarmente. Gli orli poi di queste ali-membrane sono listate di tinte splendenti come un arcobaleno, e la zona colorata va perdendosi verso l’interno dell’ala in numerosissimi fili d’un bianco abbagliante lunghi più d’un braccio, i quali brillano all’incirca in maniera uguale come i cosiddetti fili di vetro che pure rilucono più della seta finissima.

4) Gli occhi di questa mucca volante sono dotati d’una vista estremamente acuta e d’una vivacità tanto straordinaria che la sera cominciano a brillare come diamanti. Il muso è di color rosso cupo e la bocca è pure rossa, però tendente piuttosto a un delicato roseo, e i denti, che sono numerosi, sembrano fatti di puro cristallo. La lingua è anch’essa d’un rosso vivo ed è relativamente lunga, cosicché l’animale può servirsene a vari scopi, come ad esempio per lavarsi il muso e in generale per la pulizia di tutto il resto del corpo, dato che il suo corpo è estremamente pieghevole. Oltre a ciò questo animale può servirsi della lingua, come i vostri cani, per bere e, quando esso l’arrotola nel senso della lunghezza spingendo il fiato attraverso i canaletti che vengono così a formarsi nella lingua, può emettere un fischio acutissimo che viene udito tutto intorno; l’animale fischia a questo modo quando è in procinto di spiccare il volo.

5) “Ma perché poi un simile animale viene chiamato la mucca volante?”. – Esso viene chiamato così perché fra le due gambe posteriori è provvisto di una poppa perfettamente formata con quattro capezzoli che, dopo che ha messo al mondo i piccoli, si riempie di un latte dal sapore gradevolissimo. Questo animale perciò viene di frequente catturato dagli abitanti di Saturno, e in qualche luogo viene perfino addomesticato, ciò che riesce tanto più facile in quanto l’animale stesso è di natura molto mansueta. Quando i piccoli vengono al mondo, su sei femmine c’è soltanto un maschio, il quale, quando ha terminato di crescere, si differenzia dalle femmine soltanto nel fatto che, come si riscontra all’incirca nella vostra pecora, al posto della poppa della femmina ha il cosiddetto scroto, e sulla testa, fra le due orecchie bianche penzolanti, porta un minuscolo corno pure tutto bianco e leggermente piegato all’indietro.

6) Per quanto poco dunque voi destiate la vostra fantasia, non vi sarà certo difficile immaginare la bellezza di questo animale; vero è però che voi potrete pensare e domandarvi: “Ma perché mai questo animale è così bello e quale scopo si è voluto raggiungere facendolo così?”. – Ed Io Mi limito a rispondervi: “Basta che consideriate un po’ la bellezza di molti tra i vostri fiori e la molteplicità delle loro ammirevoli forme. Non dovrebbe questo pure indurvi a domandare: “Che bisogno hanno i fiori di essere così belli? Per produrre dei semplicissimi granelli di semente non sarebbero sufficienti dei fiori molto meno appariscenti?”. – Vedete, le risposte a simili domande non sono per voi ancora mature, perché, per quanto concerne la bellezza di tali esseri, è impossibile che per il momento a voi riesca di comprendere la ragione, dato che questa giace nell’ambito della Mia Luce, ovvero della Mia Sapienza. Perciò accontentiamoci di considerare la cosa da un punto di vista generale e di accettare come causa universale di tutti i fenomeni di questa specie il fatto che Io, il Creatore immensamente buono e supremamente sapiente di tutte le cose, devo essere benissimo a conoscenza degli scopi per i quali ho formato le cose e gli esseri in questo o quel determinato modo”.

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7) E poiché adesso abbiamo finito di osservare questo animale, passeremo a dare un’occhiata ad un altro animale, pure capace di volare, di specie simile. Questo animale viene chiamato dagli abitanti di Saturno “il nastro volante” o talvolta anche “la fune volante”. – “Ma come è avvenuto che a questo animale è stato imposto un simile nome?”. – Ecco, quando lo avremo un po’ esaminato, anche la spiegazione del nome verrà da sé. Vedete, per quanto riguarda il corpo, questo animale ha una discreta somiglianza con una scimmia terrestre ben conformata. Quando si muove sul terreno esso adopera le sue gambe posteriori come un uomo; delle zampe anteriori, che sono molto lunghe e servono da sostegno ad una membrana per il volo, la quale è saldata circa a metà delle gambe posteriori, esso si serve come la scimmia delle sue. Quando questo animale sta ritto, ha una altezza di tre tese, ma quando invece se ne sta accovacciato, allora naturalmente appare lungo meno della metà. Il corpo di questo animale non ha, in sé e di per sé, niente di particolare all’infuori del fatto che nella zona del ventre è di color azzurro pallido e che ha, sulla sommità del dorso, un pelo rosso scuro simile a lana.

8) “Ma che cosa è dunque che rende specialmente interessante questo animale?”. – Ecco, questo qualcosa è la sua coda, che l’animale srotola o meglio estende solo quando vola; quando invece si muove sul terreno, esso arrotola la coda con tanta destrezza che questa viene ad assestarsi alla estremità posteriore del corpo così da sembrare un rotolo perfetto d’una stoffa appiccicatogli da qualcuno in quel punto del corpo. In un animale già adulto, questa coda ha non di rado una lunghezza da 90 a 100 delle vostre tese e una larghezza di circa un braccio, però, nonostante tutto questo, è tanto sottile che, quando è avvolta assieme, forma un rotolo di a mala pena 2 tese di diametro. L’arrotolamento avviene per mezzo di filamenti muscolari disposti interiormente lungo tutta l’intera coda, perché questa non ha affatto articolazioni, bensì va considerata unicamente come un prolungamento della pelle della schiena. Per quanto concerne il colore, questa coda rappresenta un chiarissimo arcobaleno ed essa, nella zona sottostante, è provvista di una sottilissima lanugine molto corta, come un velluto, che forma come dei bottoncini lanosi in grandissimo numero e scintillanti. Ed ecco che ormai potete già voi stessi rispondere alla domanda relativa al perché questo animale viene chiamato il nastro volante.

9) Nondimeno, avviene che, specialmente nelle regioni molto popolate, solo raramente questo animale si trovi in possesso di tutta la sua coda, giacché gli abitanti di Saturno gli danno molto di frequente la caccia, tanto più che di giorno, durante il tempo cioè in cui questo animale non vola mai, la sua cattura è quanto mai facile. Quando l’animale è preso, non gli succede veramente niente di grave, però in qualsiasi caso ci rimette la coda, perché questa gli viene immediatamente tagliata del tutto proprio dove finisce la schiena e finisce con il diventare un ornamento particolare delle personalità in vista del paese. Anche in questo caso sono particolarmente le donne che ambiscono ad adornarsene dopo averla resa flessibile e resistente, nonché durevole come il vostro cuoio mediante frizioni con qualche olio vegetale profumato. Di solito questa coda viene adoperata per cingersene la fronte, oppure la si porta come cintura all’altezza dei lombi. Questo animale è dunque per gli abitanti di Saturno un ospite sempre benvenuto e, considerato che la coda, dopo che è stata tagliata, riprende a crescere gradatamente, in alcuni paesi esso viene anche addomesticato ed allevato, per così dire, in casa.

10) Ad un simile allevamento si dedicano di preferenza quei mercanti di articoli di lusso che voi già un po’ conoscete e, dato che il prezzo di queste code dipende anzitutto dalla lunghezza, accade molte volte che essi attacchino assieme due, e in singoli casi, anche tre code più corte che poi essi spacciano per una sola coda intera. Ma se l’inganno viene scoperto, allora un tale mercante di Saturno ha un bel da fare per sottrarsi alle mani delle donne, le quali s’incaricano d’infliggergli una punizione che non è sicuramente leggera.

11) Su quel pianeta è molto frequente che le donne esercitino la giurisdizione sul sesso maschile. Ciò si spiega con il fatto che su Saturno solitamente l’uomo è, come usate dire voi, innamorato a morte della donna, e per questo motivo egli è anche troppo arrendevole e per eccessivo amore si lascia non di rado menare per il naso dalla donna come a questa piace. D’altra parte si deve notare che le donne di Saturno, al paragone di quelle della Terra, sono incomparabilmente più costumate e più casalinghe, cosa questa che contribuisce moltissimo a rendere estremamente affezionati a loro gli uomini, i quali sono disposti a concedere alle loro donne più d’un privilegio. A questo riguardo però avremo abbastanza tempo per fare le debite considerazioni più ampie, quando passeremo a trattare degli abitanti di Saturno. Di conseguenza ritorniamo al nostro regno animale.

 

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Cap. 20

L’infinità di animali volanti anche senza piume

La gallina acquatica, l’enorme Behor e il messaggero celeste, quale allegro cantore mattutino

Canti e musica degli abitanti di Saturno

 

1) Come vi è stato già detto all’inizio di questa comunicazione riguardo agli animali volanti, il numero delle specie e sottospecie su quel pianeta è talmente grande, che diecimila fogli sarebbero a mala pena sufficienti solo per registrarne i nomi, e tuttavia quello che vi è di più meraviglioso non è tanto la quantità, quanto le svariatissime forme, perché quasi tutti i quadrupedi di quel pianeta, come pure moltissime specie di pesci, hanno in questi abitanti dell’aria, in certo qual modo, un rappresentante alato. E là succede precisamente così come se sulla vostra Terra, di tutte le specie di animali domestici e selvatici, di tutti gli anfibi e della maggior parte dei pesci, esistessero anche degli esemplari provvisti di ali come un pipistrello, e che conseguentemente, da voi vi fossero degli elefanti, dei cavalli, dei buoi, dei leoni, delle tigri e delle iene alate e così via attraverso tutto il regno animale. Ma quello che, rispetto alla Terra, viene citato solo come esempio, si trova letteralmente su Saturno, soltanto che gli animali volanti sono molto più piccoli di quelli senza ali, dei quali essi riproducono il tipo, mentre questi ultimi che abitano sulla terra ferma o nelle acque di questo pianeta, sono invece di gran lunga più grandi, robusti e poderosi.

2) Ormai dunque voi potrete già farvi un’idea di quanto movimento e di quanta vivacità debba regnare là; tanto più poi se vorrete considerare la cosa dal lato molto piacevole che questi animali sono per lo più di carattere assai mite e che gli abitanti di Saturno, per effetto della loro potenza di volontà, sono continuamente padroni, tanto degli elementi, quanto e tanto più anzi di tutte le specie di animali, Le eccezioni sono proprio singole e riguardano soltanto animali dalle proporzioni quali sono quelle del gran pesce di cui già abbiamo fatto la conoscenza.

3) Dopo aver considerato questi nostri animali volanti sul pianeta Saturno, e precisamente quelle classi che si sollevano nell’aria senza essere provvisti di vere e proprie penne e vi si muovono a piacimento, e dopo aver constatato il loro grande numero e la varietà della specie, non è escluso che i pensieri suscitati in voi possano culminare nella seguente modesta domanda: “Ma se su quel pianeta vivono in così gran numero questi ospiti dell’aria, chi altro vi può vivere ancora? Inoltre, l’aria deve certo rendersi opaca, se gli animali che vi volano sono tanti”. – Questa preoccupazione da parte vostra per quanto concerne quel grande pianeta, è assolutamente vana, poiché basta solo che pensiate al fatto che il pianeta stesso è oltre mille volte più grande della Terra e che esso, come già sapete, possiede più di 70 grandi continenti, dei quali alcuni hanno una estensione pari a quella della Terra, conteggiando tutti i mari e tutte le acque di questa come terraferma. Ognuno, però, sulla Terra può camminare tranquillamente, anche se nell’aria, sulla terra, dentro la terra e nell’acqua vivono milioni di esseri di tutte le specie. Ma come sulla Terra nessuno viene eccessivamente molestato dalla presenza degli animali, nello stesso modo gli animali di quel pianeta riescono molesti agli abitanti di Saturno, e nonostante vi dimorino tante e strane varietà di animali, questi vengono visti in stato libero molto meno di vari animali sul vostro pianeta sul quale in generale tutto si muove entro gruppi più ristretti che non su Saturno.

4) Ma affinché possiate farvi almeno una scarsa idea dell’estensione di tutto e in ogni campo di quel pianeta, vi faccio notare quello cui ho accennato in una precedente occasione, e precisamente subito all’inizio delle rivelazioni riguardo a questo corpo mondiale, quando cioè vi è stato detto che le dimore degli abitanti di Saturno sono, considerata l’ampiezza dei vostri passi, discretamente distanti l’una dall’altra. Ma come è il rapporto di distanza fra le varie dimore, tale rapporto c’è pure riguardo ad ogni altra cosa, in modo che tutto trova là posto più che sufficiente. Per tale ragione su quel pianeta un litigio per questione di confini è una cosa assolutamente sconosciuta.

5) Ecco, questo bisognava chiarire in precedenza, per evitare che in seguito alla descrizione degli altri abitanti dell’aria nonché di quelli che si muovono esclusivamente sulla terra, voi veniate colti da vertigini o forse da incredulità, quando udrete parlare della quantità immensa degli animali che restano ancora da descrivere.

6) E ora ritorniamo ai nostri pennuti! Voi sapete quanto varia sia questa classe di animali già sul vostro piccolo pianeta, se cominciate a elencarli dallo struzzo gigantesco fino al minuscolo colibrì. Ma che cos’è questa minuzia, al paragone della estensione che su Saturno hanno tutte le cose? Perché su quel pianeta, le specie di questi animali che vivono sulla Terra sono moltiplicate per mille. Se a voi interessa conoscere con precisione il numero di questa specie, Io posso dirvi che, qualora su Saturno non vi fosse di ciascuna specie che un maschio e una femmina, ciò formerebbe già 240 milioni di uccelli. Certamente, non tutte le specie vivono in uno stesso paese, bensì in ciascun paese si trovano anche delle varietà che non vivono in un altro paese. Così le specie che abitano la regione meridionale non somigliano per niente a quelle che abitano la parte settentrionale dello stesso continente, anche se sono della stessa specie. Ad esempio, una gallina acquatica, che è un uccello molto rinomato su Saturno, nelle acque meridionali di un continente si differenzia molto da quella che vive nelle acque settentrionali dello stesso continente, e così tutte le specie di uccelli, tanto i domestici, quanto quelli viventi in stato libero, variano nella forma, nei colori, nonché nelle loro proprietà a seconda che vivano a settentrione o a meridione, a oriente o ad occidente in un medesimo paese.

7) Dato dunque che da quanto è stato detto potete già rilevare che sarebbe assolutamente impossibile per voi, anche impiegandovi tutta la vostra vita, completare sia pure il semplice lavoro di registrazione dei nomi di questi animali, con tanta maggiore facilità potrete convincervi che sarebbe più impossibile ancora farvi la descrizione di ogni singolo uccello per quanto concerne le sue funzioni, la sua forma e gli scopi per i quali esiste. Considerata perciò l’evidenza di tutte queste cose, noi passeremo un po’ in rassegna il regno dei pennuti, limitandoci a soffermarci alquanto solamente su quelli che sono fra i più degni di nota e cominceremo addirittura con il dare un’occhiata di sfuggita a quello che è il primo e più grande uccello.

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8) Il nome di questo uccello è Behor, ovvero ‘la nave aerea’. Voi potete senz’altro credere che, se esso si trovasse sulla Terra, occuperebbe certo più spazio del vostro più grande vascello di linea, anche senza bisogno di aprire le ali. Quando questo uccello vola o distende semplicemente le sue ali, le estremità delle penne esterne distano, secondo le vostre misure, una buona ora di cammino l’una dall’altra; i cannoncini delle penne delle ali hanno un diametro maggiore delle vostre querce più grosse e ciascuna penna è lunga non di rado circa 800 tese (1.520 m) dalla radice fino all’estremità. Anche questo uccello è provvisto di gambe molto lunghe e robuste, cosicché quando sta in piedi le gambe sembrano quasi un po’ troppo lunghe per l’animale, come è il caso dell’uccello terrestre che voi chiamate airone. – “Ma perché questo uccello ha le gambe così sproporzionatamente lunghe?”. – Perché è un uccello acquatico e perciò lo si vede sempre nelle zone marine dove si nutre di pesce; sulla terraferma non lo si vede mai, bensì sempre soltanto sull’acqua dove nuota sulla superficie oppure sopra cui vola a non grande altezza; per questa ragione viene chiamato la nave volante.

9) “È bello questo pennuto?”. – No, questo animale non ha niente di particolarmente bello e, se con la vostra fantasia potete ingrandire un airone, vi farete una discreta idea di come si presenti agli occhi questo nostro vascello volante. Esso è completamente di color grigio-cinereo e qua e là bruno scuro; ha un becco all’incirca come ce l’ha una vostra oca ed anche la testa in generale è conformata pressoché come quella di un’oca, naturalmente però in proporzioni molto più grandi. Questo uccello, infatti, inghiotte un pesce, che nelle acque di Saturno ha la grandezza di un pescecane adulto dei vostri mari con la stessa facilità con cui mandate giù una fragola. E così avreste raffigurato dinanzi a voi questo pennuto nel modo il più conciso ed esatto possibile.

10) A questo punto qualcuno potrebbe domandare se questo gigante dall’aria sia forse un vicino pericoloso per gli abitanti di Saturno. No, esso non è affatto pericoloso, giacché per sua natura è molto timido e fugge la presenza dell’uomo, anzi perfino quella di un fanciullo. La sua grandezza è più apparente che reale, cioè non è indice di forza, poiché sono unicamente le sue numerose penne, lunghe molte tese, che lo fanno sembrare così grande, e se venisse privato di queste, non peserebbe nemmeno quanto pesa su quel pianeta una debolissima donna.

11) Così noi avremmo dunque fatto conoscenza d’uno degli uccelli di Saturno e precisamente del più grande. Anche questo uccello si differenzia molto, tanto in ciò che concerne la grandezza, quanto nel colore e nella figura a seconda dei mari dove vive.

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12) Dopo questa classe di uccelli, quello che su Saturno è il più degno di nota fra gli abitanti dell’aria è il cosiddetto “messaggero celeste”. Questo uccello ha la forma e il colore di una vostra colomba bianca, ma, naturalmente, è circa 500 volte più grande. Sul conto di questo pennuto corre fra gli abitanti di Saturno una leggenda, secondo la quale esso si manterrebbe nell’aria volando continuamente, dato che ancora nessuno l’ha mai visto posare i piedi a terra. Sotto certi aspetti quegli abitanti hanno certamente ragione, perché proprio sulla terraferma esso non si posa in nessun luogo, bensì vola continuamente intorno con tranquillità, ora alto ora basso. Quando alla fine gli è venuta fame, allora volge immediatamente con grande rapidità il suo volo verso qualche regione della costa dove si nasconde nei posti più isolati e là cerca il suo nutrimento consistente in una specie di muschio grasso che cresce sugli scogli.

13) Quando dopo non molto si è così saziato e quindi si sente rinvigorito, allora si solleva di nuovo nell’aria a grandissima altezza e da lì riprende la sua passeggiata aerea sopra la terraferma. Esso è solito dedicarsi particolarmente a tali escursioni la mattina, prima del levare del Sole; per questa ragione anche in qualche paese viene chiamato l’annunciatore del Sole.

14) Mentre vola, questo uccello fa udire un canto molto più vario e molto più limpido e perfetto di quello del vostro usignolo; per questo motivo non di rado viene chiamato, soprattutto dalle donne, ‘l’allegro cantore mattutino’.

15) Quantunque non manchi assolutamente l’occasione di vedere questo uccello bianco e di udirne il canto, specialmente nelle regioni più vicine al mare, tuttavia gli abitanti di Saturno interrompono sempre le loro occupazioni per ammirarne il volo e non si stancano di seguirlo con lo sguardo finché non lo hanno perduto di vista, perché quegli abitanti ammirano così tanto il suo volo, che essi sarebbero quasi portati a rendergli onori divini, se ciò fosse concesso dagli spiriti angelici preposti al governo del pianeta.

16) Affinché una cosa simile non si verifichi, questi uccelli sono guidati dal loro istinto innato, per cui non c’è cosa che essi evitino con maggior cura dello sguardo dell’uomo. Perciò un abitante di Saturno non deve far altro che mettersi a guardare un po’ intensamente un uccello di questa specie, e può star sicuro che esso si sottrarrà ben presto alla sua ammirata curiosità. E sempre per la stessa ragione questo uccello si posa unicamente in quei luoghi che sono inaccessibili agli sguardi degli abitanti di Saturno.

17) La cosa più notevole in questo uccello è questo: che talvolta nel suo volo procede ad una velocità talmente straordinaria, che non è facile che voi possiate farvene un’idea, perché, quando ha ben preso l’abbrivio, può percorrere in un’ora un migliaio delle vostre miglia con tutta tranquillità. Quando questo uccello vola di notte, esso appare splendente d’una luce bianca, in modo che, durante il suo rapidissimo volo, esso provoca all’incirca lo stesso fenomeno visivo come sulla vostra Terra un cosiddetto drago volante (s’intende una stella cadente). Sopra la terraferma esso vola di preferenza soltanto di notte, e allora ciò costituisce per gli abitanti di Saturno uno spettacolo assolutamente di prim’ordine; anzi qualcuno è tanto entusiasta per simili apparizioni luminose, che nelle località più spesso frequentate da questo uccello, sceglie una collina spoglia di alberi e vi si stende addirittura a terra supino per poter saziare, in tutta libertà, proprio l’ansiosa bramosia di ammirarne il volo.

18) Un’altra cosa ancora merita di essere notata riguardo a questa classe di pennuti, e cioè, che quando due, tre o anche più uccelli si trovano a volare di pieno slancio in linea retta, di solito avviene che, in seguito al fendersi violento dell’atmosfera di Saturno, si produce un suono di una discreta purezza. Qualora poi avvenga che parecchi uccelli simili volino rapidamente insieme in una stessa direzione, allora quasi ciascuno di essi genera con il fendere dell’aria un proprio differente tono, e questi toni poi spesso si combinano formando quello che voi nel vostro gergo musicale chiamate accordo, il quale passa da un pianissimo fino ad un fortissimo per declinare poi nuovamente ad un pianissimo, svanendo infine così come svanisce un tono o un accordo battuto su un pianoforte.

19) Vedete, per gli abitanti di Saturno questo uccello possiede delle attrattive straordinarie, dato che essi si dilettano immensamente del canto e specialmente dei suoni armonici, quantunque essi stessi non abbiano proprio eccessive attitudini per la musica. Essi infatti non dispongono che di strumenti musicali assolutamente miseri e primitivi, ma d’altro canto possiedono delle ugole tanto più pure per cantare, e in questi casi solitamente le donne cantano delle melodie, mentre gli uomini preferiscono gli accordi. Essi possono dilettarsi per giornate intere con un unico accordo felicemente scoperto, perché se questo viene trascurato e dimenticato, poi ci vuole spesso una bella fatica prima che essi riescano per caso a scoprirne un altro di loro soddisfazione. Ad ogni modo, per quanto concerne le ulteriori circostanze in relazione con la vita degli abitanti di Saturno, tutto ciò verrà più chiaramente esposto a momento debito. Considerato quindi che sul conto del nostro messaggero del cielo, o annunciatore dell’aurora o cantore mattutino che si voglia chiamare, non c’è niente di notevole da riferire, noi ora rivolgeremo la nostra attenzione ad un’altra specie di pennuti abitanti dell’aria.

 

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Cap. 21

Gli uccelli cantori dei fiumi e dei laghi, maestri della melodia

L’uccello a due teste, quale ‘promotore di pace’

 

1) La specie di uccelli che ci accingiamo ora a descrivere è quella dei cantori dei fiumi e dei laghi. Di questa specie è giù stata fatta menzione una volta a causa del loro delizioso canto. Noi dedicheremo comunque ancora un po’ di attenzione, ed anzitutto vedremo che forma ha. Questi uccelli somigliano abbastanza ai vostri cigni, solo che sono da 20 fino a 30 volte più grandi dei cigni terrestri, il collo in proporzione non è così lungo, ma in compenso è parecchio più grosso e così pure la testa è in proporzione più grande di quella dei vostri cigni.

uccelli_canterini_w.JPG2) Questi uccelli sono provvisti di una laringe quanto mai adattabile e flessibile, alla quale è collegata una lingua pure molto mobile in rapporto alle dimensioni del corpo, e possiedono dei polmoni molto grandi, elastici e capaci d’un volume d’aria considerevole. Questa classe di uccelli costituisce veramente la classe dei musicisti su quel pianeta e sono, a questo riguardo, dei veri maestri della variazione, poiché un uccello di questa specie ha la particolarità di non ripetersi mai nel suo canto, ed anche dopo anni di canto non si sente mai una melodia già udita una volta.

3) Tuttavia neanche questa è la cosa che più sorprende nel tono musicale di questo cantore acquatico, bensì lo strabiliante è che, se come avviene di solito, parecchi di tali uccelli cominciano a cantare le loro canzoni insieme, è escluso che l’orecchio venga ferito da qualche dissonanza, perché quando uno degli uccelli intona il suo canto, allora subito un secondo, un terzo, un quarto, ecc. si mettono pure a cantare, però mai la stessa melodia. Succede, invece, che ciascun uccello venga frenato dal proprio acutissimo senso musicale entro i limiti delle regole armoniche, cosicché, sulla scorta del canto del compagno che lo ha preceduto, esso va sviluppando la sua melodia particolare e, di conseguenza, non entra mai in un conflitto armonico con lui. Questo caso si verifica anche se a cantare si trovino radunati trenta e più di simili uccelli.

4) Chi fosse amante delle fughe musicali, come le chiamate voi, dello stile più corretto e perfetto, su Saturno potrebbe goderne tutto l’anno senza tregua, perché non soltanto là sorgono sempre nuove idee musicali che armonizzano tra di loro, ma anche queste idee musicali vengono così modulate e i cambiamenti di tonalità si succedono in maniera tanto sorprendente, che il più famoso compositore della vostra Terra non se ne potrà mai formare nemmeno il più vago concetto. Immaginatevi poi per di più le voci più pure, al paragone delle quali il tono più limpido uscito dalla gola del vostro migliore artista di canto non può sembrare che un gracidio, e così potete già farvi una piccola idea del diletto che provano gli abitanti di Saturno, che fin dalla nascita sono grandi appassionati dell’arte dei suoni. Io posso dirvi che se vi fosse possibile sentire soltanto tre suoni usciti dall’ugola di un simile cantore acquatico, davvero tutta la musica sulla vostra Terra vi diverrebbe ben presto insopportabile per sempre.

5) Nondimeno, nello stesso tempo questi cantori alati sono anche la causa per cui gli abitanti di Saturno, quantunque molto appassionati di musica, vi si dedicano, direttamente e personalmente, estremamente poco, perché essi ragionano così: “Le nostre gole, al paragone di quelle dei nostri cantori acquatici, sembrano fatte di legno grezzo, e i suoni che noi possiamo inventare non sono nemmeno lontanamente da confrontarsi ai loro. Finché dunque, il grande Spirito degli spiriti lascia presso di noi questi cantori, noi abbiamo la musica più sublime in grande quantità”. Perciò, specialmente da parte di quegli abitanti di Saturno che vivono nelle vicinanze di simili laghi, la musica non viene coltivata proprio per niente, mentre vi si dedicano invece coloro che dimorano più lontano dalle acque frequentate da questi uccelli, fra i quali per lo più sono da intendersi gli abitanti delle montagne.

6) “Questi uccelli, possono essere tenuti in prigionia ed essere addomesticati?”. – Certamente che questa cosa si può fare, ma quando un uccello di questa specie viene tenuto prigioniero, allora non canta più, anche se viene a trovarsi in numerosissima compagnia. Non appena viene rimesso in libertà ed è lasciato libero di muoversi sul suo elemento liquido abituale, il virtuoso riacquista la sua arte.

7) Ecco, questa sarebbe la specie di uccelli cantori della quale è già stata fatta menzione prima. Anche a questo riguardo, per altro, potrebbe in seguito essere posta la domanda se questi pennuti cantori vivano in tutti i numerosi e grandi continenti di quel pianeta e in quali regioni di uno stesso continente essi vivano di preferenza, se piuttosto in quelle meridionali, settentrionali, orientali od occidentali. A questo proposito io posso dirvi che questa specie di uccelli si trova in quasi tutti i grandi continenti di Saturno, però all’interno di uno stesso continente essi si trovano per lo più nelle regioni meridionali.

8) Le regioni settentrionali sono dunque per la maggior parte soltanto scarsamente provviste di questo genere di cantori; in compenso, però, gli abitanti delle regioni nordiche hanno presso di loro un’altra specie di uccelli che in un certo modo rende loro assai facile rinunciare alla più eletta compagnia dei cantori. Tuttavia questi pennuti cantori del Nord non sono dei cantori di melodie, bensì essi cantano assieme in molti ottenendo il medesimo effetto come le corde di un’arpa fatta vibrare dal vento. Certamente, solo raramente succede che questi musicisti molto più deboli giungano a combinare le loro voci così da produrre un accordo armonico, ma ad ogni modo per l’abitante di Saturno che non ha mai avuto occasione di udire gli altri cantori più perfetti, anche questa musica è sempre qualcosa di nobile e bello. Quantunque però questi uccelli non siano in fatto di canto dei grandi artisti, sono d’altra parte tanto più domestici e, per quanto poi concerne la forma, costituiscono senz’altro di gran lunga la più splendida e più ammirevole specie di uccelli di questo pianeta. E a tale proposito vediamo ora qualcosa di più preciso riguardo ai nostri rinomati cantori!

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9) Dunque: “Che aspetto hanno questi uccelli?”. – Bisogna confessare che sarà un po’ difficile raffigurare in maniera discretamente precisa e soddisfacente come si presentino all’occhio questi uccelli, poiché sulla Terra non esiste specie che si possa a paragonare a questa di Saturno. Tuttavia noi tenteremo di descriverli in maniera che voi possiate farvi almeno una vaga idea di come siano conformati. Ascoltate dunque.

10) Questo uccello, in quanto a grandezza, raggiunge le dimensioni di un vostro bue ben adulto; tutto il corpo è ricoperto di piume d’un verde dorato, le quali si presentano piuttosto lanose che lisce. Le piume più piccole che ornano l’orlo superiore delle ali dal punto dove queste si staccano dal corpo fino alla loro estremità, appaiono come fatte di lucentissimo oro che è coperto da un lieve strato di color rosso carminio acceso. Le penne maestre delle ali hanno una tinta azzurro chiara, con gli orli di un colore dorato un po’ smorto; i cannoncini delle penne sono d’un bianco abbagliante e possiedono una iridescenza somigliante a quella della vostra madreperla. La coda consta di penne molto lunghe suddivise in due gruppi all’incirca come nella rondine; soltanto che queste penne non sono rivestite da piume rigide, bensì da una peluria morbida e da filamenti lunghi e sfuggenti. Questa peluria ha pressappoco gli stessi colori di quella delle penne della coda di un vostro pavone. Dagli orli di ciascuna penna pende addirittura una criniera a ciuffi di questi filamenti svolazzanti di piume, la quale talvolta pende dalle penne per tre braccia di lunghezza, ma nonostante ciò è così leggera che, posta su una vostra bilancia, risulterebbe non pesare neppure mezzo quintel. Questa peluria ha tutti i colori possibili e ad ogni cambio di direzione dei vari peli cambia sempre pure di colore.

11) I piedi di questo uccello sono perfettamente bianchi e formati benissimo, cioè non come quelli degli uccelli terrestri, i quali di solito hanno le zampe nude ed estremamente magre; le zampe degli uccelli su Saturno sono molto più carnose e ricoperte fino agli artigli di bellissime piume che sono esattamente simili alle piume del ventre, solamente che hanno per lo più una tinta un po’ più chiara di queste ultime. I cosiddetti artigli degli uccelli ovvero, più propriamente detto, le dita del piede, negli uccelli di Saturno sono quasi generalmente conformati come le dita di una scimmia terrestre bene sviluppata. In questo uccello, però, hanno la forma di una vera mano umana, soltanto che tutto il piede fino alle unghie è ricoperto di lievi piume molto belle.

uccello_a_due_teste.JPG12) Tale dunque sarebbe l’aspetto di questo uccello a due teste, per quanto concerne il corpo, escludendo però la testa e ciò per il motivo che appunto la testa è la parte più meravigliosa di questo uccello. Si domanderà perché. Ecco, questo uccello ha propriamente due teste, ma non come voi vi raffigurate un’aquila con due teste, bensì queste due teste stanno una sopra l’altra all’incirca così come se una donna avesse, partendo dal vertice del capo e come per così dire un prolungamento di questo, ancora un collo di cigno con la rispettiva testa.

13) La testa inferiore è piuttosto rotonda ed alta circa 2 piedi del vostro modo di misurare, mentre la larghezza è di un piede e mezzo. Questa testa ha veramente una faccia umana femminile, circa così come l’hanno sulla vostra Terra quegli esseri un po’ rari che voi chiamate sirene, ed è ricoperta da una abbondante capigliatura di colore azzurro cupo. Sopra questa testa poi s’innalza ancora un collo lungo tre braccia che finisce con un’altra testa non dissimile da quella dei vostri cigni, collo che questo uccello adopera come fa l’elefante con la sua proboscide.

14) Mediante questa seconda testa l’uccello non prende cibo, né può prenderne, dato che il rispettivo collo non è provvisto di una gola; tuttavia anche questa testa ha i suoi due occhi e, considerato che il secondo collo è molto flessibile, l’uccello può con questi occhi del capo superiore guardare e vedere in tutte quelle direzioni verso le quali non può volgere gli occhi del capo inferiore; quest’ultimi, in compenso, sono dotati di una vista acutissima tale da poter distinguere esattamente ogni cosa anche a grandi distanze. La faccia della testa inferiore non è, come si potrebbe credere, nuda, bensì è ricoperta di piccole piume di color rosa pallido; le labbra sono libere, come pure i fori del naso che è un po’ appiattito. Tutto il rimanente del corpo è ricoperto di penne. Gli occhi del capo inferiore sono grandi e di un azzurro chiaro, e la fronte, dove si unisce al collo superiore è di color bianco abbagliante. Il collo della testa superiore è però di colore violetto pallido, mentre il capo stesso è di un color rosso acceso. Il becco infine è bianco azzurrognolo ed è costruito in modo da poter tenere strette con molto vigore le cose che giunge ad afferrare.

15) Dunque: “Come si ciba questo uccello? E come fa a bere?”. – Questo succede in un modo semplicissimo: esso spicca, con la testa superiore, la frutta dall’albero e la porta alla bocca della testa inferiore, la quale naturalmente la afferra con i suoi robusti denti, come fanno le vostre scimmie, e la mangia molto velocemente. Se poi l’uccello vuol bere, allora la testa superiore gli serve come da coppa; esso cioè attinge con il grande incavo della testa superiore l’acqua e la versa poi sull’orlo inferiore e beve l’acqua fornita dalla testa superiore.

16) Vedete, così potete farvi un’idea di questo secondo uccello canoro, certo alquanto più imperfetto del primo, dato che la sua gola non è atta ad emettere che un solo tono; tuttavia questo tono è così bello ed armonioso che, nonostante la sua semplicità, dovrebbe produrre al vostro orecchio senz’altro un effetto maggiore che non un completo concerto terrestre.

17) Voi potete crederMi se vi dico che perfino la musica del Cielo, quando essa è più incantevole, non consiste in un conflitto di molti suoni, bensì in un suono molto semplice; questa musica è la più commovente e la più efficace. Del resto, basta che interpelliate voi stessi circa cosa preferite veramente: una nota sola, ma limpidissima, uscita dall’ugola di un cantore maschio o femmina, o un stridente accordo strumentale? Se qualcuno ha una voce estremamente limpida e armoniosa, non è un peccato che ogni tono venga coperto da un altro successivo? – Il potere emotivo della musica non sta dunque nella molteplicità dei suoni, bensì nella qualità e purezza espressiva del singolo suono, poiché un tono perfetto è certamente già in se stesso l’armonia più pura, dato che esso non si manifesta come fenomeno percettibile di per sé solo singolarmente, bensì, nel proprio manifestarsi quale tono fondamentale, include già in sé, nel giusto rapporto di risonanza, i toni ad esso corrispondenti e da esso derivanti, come all’incirca avviene con il suono di una campana dallo squillo puro.

18) Ed è così che voi dovete raffigurarvi anche il tono emesso da questo secondo cantore di Saturno che ormai conoscete, tono che però viene a stare in un’ottava piuttosto bassa vostra, come per esempio il ‘sol’, il ‘la’ e il ‘sì’ nella grande ottava da voi. A questo modo riuscirete a farvi una certa idea del canto di questo uccello. Quando si mette a cantare, comincia con un pianissimo e poi, senza minimamente alterare le qualità del tono, lo rinforza gradatamente fino a raggiungere un’intensità che ha un effetto simile a quello di una campana che viene suonata, quando si tiene l’orecchio proprio vicino; con questa intensità il tono perdura per un paio di secondi e poi gradatamente diminuisce fino a svanire completamente. Quando allora vengono a trovarsi assieme due, tre oppure quattro di questi uccelli, i quali sono per caso, come usate dire voi, di un’ugola bene intonata, ne risulta spesso un accordo d’una bellezza sorprendente, il quale rappresenta sempre per gli abitanti di Saturno un immenso godimento.

19) Certamente, si tratta sempre di un medesimo ed invariabile accordo, e perciò questa specie di musica è di gran lunga inferiore a quella dei cantori principali che già conosciamo; tuttavia questa semplicissima musica non fallisce mai il suo scopo. Due abitanti di Saturno potrebbero trovarsi di fronte l’uno all’altro anche in uno stato di aspro rancore, ciò che su quel pianeta qua e là succede, basta che si faccia sentire loro un simile semplice canto, e immediatamente ogni ira svanisce e i due nemici si fanno amici intimissimi. Questo è il motivo per cui questi uccelli vengono chiamati molto spesso “promotori di pace”.

20) Si lasciano anche addomesticare ed hanno un ruolo simile a quello dei vostri pavoni, cioè vengono considerati animali decorativi. Gli addomesticati possiedono una voce bensì più robusta, ma di solito un po’ più aspra; mentre i toni di quelli che vivono in libertà sono d’una purezza squisita. Gli addomesticati qualche volta vengono portati come rarità nelle regioni meridionali, però ben presto perdono la voce in seguito al differente nutrimento, s’intristiscono, si ammalano e di solito non vivono molto a lungo; di conseguenza gli abitanti delle regioni settentrionali che sono molto affezionati a questi uccelli, difficilmente sono disposti a cederne qualcuno per le zone meridionali.

21) Per quanto concerne la procreazione di questi animali, va notato che la femmina mette al mondo i piccoli già vivi e li nutre ad una mammella ben colma che le pende sotto il collo del capo inferiore, quasi come in una donna umana, solo che il seno non è nudo ma è ricoperto da lievissime piume.

22) Ecco, questo è tutto ciò che si può dire di questo uccello, dopo del quale passeremo a considerare ancora qualche volatile domestico, per rivolgerci poi subito agli animali terrestri ed infine agli esseri umani stessi.

 

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Cap. 22

La gallina domestica, la palla dorata e l’oca dal lungo collo

 

1) Come da voi sulla Terra, così anche in questo pianeta il posto principale fra i volatili domestici è tenuto dalla ‘gallina domestica’. Tuttavia la gallina di Saturno differisce molto nell’aspetto da quella che allevate voi nei vostri pollai. Del resto, già sulla Terra nei diversi paesi e zone ci sono anche diverse specie e razze di questo volatile, ed altrettanto si verifica anche su Saturno. Ciononostante, là esiste una specie che è quasi dappertutto simile, a cui si dà il nome di “gallina”.

gallina.JPG2) Dunque: “Come si presenta questo volatile?”. – Prima di tutto esso è almeno 100 volte più grande di quello terrestre, e in secondo luogo, non vi è alcuna differenza di colore fra una gallina e l’altra. Le ali sono d’un azzurro intenso, il dorso è perfettamente bianco; la coda passa dal bianco ad un rosso molto vivace; il ventre di questa gallina ha le piume di un’iridescenza che è simile a quella della conchiglia che voi chiamate della madreperla. Le zampe hanno una tinta rosso pallida, mentre il collo è di color verde chiaro a cominciare dal capo fino alla zona delle zampe che in questa gallina si trovano proprio quasi vicino alla testa, cosicché la parte di gran lunga maggiore del corpo viene a trovarsi dietro le zampe.

3) “Quale forma ha?”. – Qui sarà alquanto difficile dare una giusta descrizione, dato che sulla superficie della vostra Terra non vi è quasi nessun uccello che possa assomigliare a questa gallina di Saturno. Noi perciò dovremo entrare nei particolari, ed allora vi riuscirà anche più facile raffigurarvi l’aspetto dell’intero volatile.

4) Il suo capo è molto grande rispetto al corpo, in proporzione molto più grande di quanto lo sia quello della vostra civetta rispetto al corpo. Ai due lati del capo ha due orecchie bianche nella forma di quelle di un vostro elefante, soltanto non sono tanto pendenti. Davanti alle due orecchie sono situati due occhi relativamente grandi e dotati di vista acutissima, i quali sono separati l’uno dall’altro da una striscia di piume dal colore verde cupo. Un po’ sotto gli occhi sporge un becco robusto, un po’ ottuso e di color grigio, dal quale, fra le due narici, pende una specie di proboscide, come è il caso dei vostri tacchini, che questo uccello può controllare con la sua volontà più di quanto avvenga nei tacchini. La proboscide è di color rosso sangue. Questo capo così formato è congiunto al resto del corpo mediante un collo piuttosto lungo, però relativamente grosso.

5) Il corpo di questa gallina poi, non considerando le ali e le zampe, appare di forma perfettamente ovale. Le ali sono corte in proporzione ed hanno, invece che penne principali atte al volo, soltanto lunghi cannoncini provvisti di morbide piume. Quella parte delle ali, poi, che sono rivolte verso il capo, ovvero, se vi riesce più intelligibile, l’orlo superiore dell’ala, è ricoperta per tutta la sua lunghezza di piume simili a quelle del vostro struzzo.

6) In seguito a questa conformazione troppo corta delle ali questi uccelli non sono adatti al volo, ma poiché hanno gambe molto lunghe e robuste, sul terreno possono correre con tanta velocità che gli abitanti di Saturno non possono quasi stargli dietro. Perciò, quando essi vogliono impadronirsi di una simile gallina che si trova in libertà, lo fanno sempre ricorrendo alla forza della propria ferma volontà, come più tardi avremo ulteriore occasione d’apprendere. La coda di questo uccello è a ruota, però non è fatta come quella dei vostri tacchini, bensì come quella dei vostri pavoni, solo che, in proporzione, è molto più grande e più folta.

7) E ora ricostruitevi nella mente questo uccello avvalendovi delle singole parti che vi sono state descritte e voi potrete così farvi un’idea discretamente precisa dell’aspetto che ha su Saturno questa gallina. Bisognerà solamente che aggiungiate, però, a tutti i colori delle piume indicati un bel splendore metallico, e poi potrete ammirare questo volatile al completo.

8) Il maschio si distingue dalla femmina unicamente per la grandezza e per il suo canto stridente, spesso spiacevole, mentre la femmina non emette che dei suoni tronchi, che non hanno niente di gradevole; per questo è comune fra gli abitanti di Saturno il modo di dire: “Smettila di cantare, perché la tua voce è più brutta di quella di una gallina!”, quando vogliono far capire che un canto è veramente brutto.

9) Dunque: “Che vantaggio trae l’abitante in Saturno da questo volatile?”. – Ecco, quasi lo stesso che traete voi dalle vostre galline. Queste galline depongono cioè molte uova e molto grandi che gli abitanti di Saturno mangiano crude, perché il loro contenuto è paragonabile, per la dolcezza del loro sapore, al migliore del vostro latte di mucca e perché in fatto di sapore essi lo apprezzano molto di più del latte delle loro colossali mucche. Il guscio dell’uovo, che è parecchio solido, viene tagliato nettamente dalla parte appuntita e poi serve come tazza per bere di solito succhi più nobili dei quali l’abitante di Saturno usa dire che ne prende a gocce, quantunque un simile uovo così vuotato possa contenere buoni 5 emeri (280 litri), secondo le vostre misure.

10) Per questi volatili domestici gli abitanti di Saturno costruiscono solitamente un pollaio vivo, cioè essi piantano a questo scopo degli alberi-parete, dei quali avete già fatto conoscenza, in modo da ottenere un giardino di forma rotondo-oblunga che non di rado ha una superficie di mezzo miglio quadrato. In questo pollaio vengono seminate erbe di ogni specie ed altre piante, fra l’altro anche qualche albero della pioggia, che già conoscete. In un pollaio di un abitante di Saturno facoltoso convivono talvolta varie migliaia di tali volatili, i quali costituiscono naturalmente una ricchezza considerevole per i loro possessori. Dato però che questi volatili sono, per così dire, degli esclusivisti e non tollerano accanto a loro nessun ospite estraneo, avviene che un simile pollaio viene sistemato di solito unicamente per la loro specie. Tuttavia il pollaio stesso viene edificato sempre ad un discreta distanza dall’abitato, affinché il loro canto sgradevole non rechi disturbo agli abitanti.

11) Oltre a questo, però, esistono su Saturno varie altre specie ancora di volatili domestici, le quali tuttavia non sono così utili, perché la carne di questa prima specie che abbiamo conosciuto, serve da nutrimento, e le sue piume vengono, come da voi, adoperate per fare dei giacigli assai soffici, mentre degli altri volatili domestici ben poche cose vengono utilizzate, cosicché vengono allevati piuttosto per divertimento ed a scopi d’ornamento; e qualche abitante di Saturno più facoltoso mantiene non di rado nei suoi poderi tutte le specie possibili di volatili domestici, altri si limitano alle galline domestiche. E ora daremo di sfuggita un’occhiata ad un paio ancora di qualche specie dei volatili in questione.

palla_dorata.JPG*

12) Una di quelle cosiddette palle dorate, è costituita da quei volatili che vengono di preferenza tenuti nei giardini come uno sfarzosissimo ornamento, e ciò a causa dello straordinario splendore delle loro penne. Questo uccello ha precisamente l’aspetto di una sfera di almeno dodici tese di diametro, provvista al disotto di due robuste zampe che sembrano delle colonne terminanti in un piede con delle dita disposte a raggiera. Questo può bastare per raffigurarvi la forma completa di questi volatili (beninteso quando ha le ali chiuse).

13) Esso non ha quasi testa, bensì dalla parte anteriore mostra un becco largo ma molto corto, il quale, secondo le vostre misure, è di a mala pena mezzo braccio di lunghezza, però di circa quattro braccia in larghezza ed è di colore rosso cupo. Sopra il becco porta due occhi ovali alti oltre una tesa e larghi tre quarti di tesa. Il colore delle piume di questo volatile è un perfetto color giallo-oro e solamente dove cominciano le zampe passa al verde per finire poi al rosso. Tutto il complesso delle piume, comprese quelle delle ali, ha esattamente uguale lunghezza e forma una superficie perfettamente liscia, senza peluria, come se fosse di finissimo oro brunito. Di giorno gli abitanti di Saturno spesso non possono guardare questi uccelli a causa dello splendore delle loro piume ed a voi tali animali sembrerebbero dei veri palloni dorati semoventi.

14) Di questo uccello, quando muore, non viene utilizzato niente all’infuori della pelle che gli uomini sanno levargli con molta cura e abilità. Queste pelli, assieme alle rispettive piume, servono a confezionare una specie di stola per le donne, di cui si adornano in occasioni solenni, facendo risaltare maggiormente la bellezza perfetta delle loro braccia ben tornite. Le uova di questo uccello vengono conservate per essere covate; però va osservato che normalmente fra venti uova appena uno dà un frutto vivente. Questo è tutto quanto di notevole vi è in un simile uccello che gli abitanti di Saturno prediligono quale volatile di lusso e quale ornamento dei loro parchi.

*

oca_collo_lungo.JPG15) Abbastanza frequentemente, poi, essi allevano pure un’altra specie di volatile. Per quanto riguarda la forma, questo uccello assomiglia ad una ‘oca gigantesca’. Questa, però, non è la sua caratteristica principale, che consiste invece nel suo collo insolitamente lungo, perché, dal punto in cui si unisce al corpo fino alla testa dell’animale, questo collo misura non di rado dalle 30 alle 40 tese in lunghezza (60-75 m). Il corpo è, in generale, di color azzurro-grigiastro, mentre le zampe sono d’un nero intenso, cosa questa che per quel pianeta costituisce una grande rarità. Il colore del collo è rosso cinabro, ma non è un colore smorto, bensì d’una marcatissima lucentezza metallica. La testa è anch’essa simile a quella di una vostra oca, naturalmente più grande in proporzione al rimanente del corpo, il quale, quanto a volume, è circa il triplo di quello del vostro elefante. Per quanto riguarda la coda, questo volatile non ha una vera coda d’uccello, bensì una specie di coda di cavallo i cui crini sono lunghi non di rado fino a 5 tese. Le zampe, infine, si possono dire, in proporzione, piuttosto lunghe che corte, e sono robustissime. E con ciò sarebbe compiuta la descrizione di quanto vi è di più notevole in questo uccello.

16) “Ma perché viene tenuto come animale domestico?”. – Ciò per la ragione che abbiamo detto prima: cioè per amore dello sfarzo; quasi sotto nessun altro aspetto questo uccello offre qualcosa che possa venir utilizzato dagli abitanti di Saturno. In qualche luogo certo vengono raccolti i crini della coda, con i quali vengono intrecciate corde e cordicelle, che però non sono molto resistenti. Le rimanenti penne e piume non vengono utilizzate.

17) Si deve osservare infine, che questa specie di uccelli viene allevata esclusivamente in riva ai laghi e ai fiumi, dato che è un uccello acquatico che per lo più si nutre di vermi che vivono nelle acque. Per questo è provvisto di un collo così lungo, con il quale egli arriva facilmente a terra quando va in cerca di un cibo confacente alla sua natura, che esso inghiotte non appena trovato. Il maschio si distingue dalla femmina unicamente per la coda dai crini più abbondanti.

18) Questo uccello depone le sue uova nell’acqua e lascia per qualche tempo che l’acqua le trasporti qua e là, finché il suo istinto l’avverte che si sono completamente raffreddate. Poi stende le ali su una o più delle uova che ha deposto e con esse nuota verso un luogo dove l’acqua è tranquilla e dove la covatura procede sotto la sua sorveglianza in maniera sollecita e sicura.

19) Quando questo uccello è occupato in tale funzione, non è affatto consigliabile avvicinarsi troppo al luogo della covatura, perché in un simile caso l’animale lancia il suo lungo collo con la rapidità di una freccia contro l’indiscreto e gli sferra, con il becco robustissimo, un colpo talmente terribile, che a chiunque passa per sempre la voglia di andare una seconda volta a disturbare questo volatile domestico, mentre è impegnato nel suo importantissimo compito.

20) E così avremo terminato di esporre quanto di più notevole c’era da dire rispetto ai pennuti di Saturno! Tuttavia, che esistano tutte queste specie ora menzionate e mille altre ancora nei diversi paesi e regioni di Saturno, anche nelle molteplici forme d’incrocio tra le varie specie, ve lo potete facilmente immaginare. Adesso, però, rivolgeremo a nostra attenzione ai mammiferi allo stato brado e a quelli addomesticati.

 

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Cap. 23

Tra i mammiferi più importanti il più grande e il Mud

Insegnamenti dei saggi sul Mud e il fine della sua esistenza

 

1) Anche qui noi seguiremo lo stesso procedimento, e data la quantità enorme di specie e sottospecie, ci limiteremo a far cenno solo a quelli che sono particolarmente degni di nota e che si trovano solamente su Saturno, e in nessun altro luogo.

mud.JPG2) Il più grande fra tutti i quadrupedi viventi su Saturno si chiama Mud”. Esso però si trova solamente in poche parti di quel pianeta ed anche in quelle non in gran numero, cosicché, tutto sommato, sì e no si arriva a diecimila esemplari. Quei continenti, sui quali esso dimora, sono pochissimo popolati, poiché, date le proporzioni colossali e la grande voracità di questo animale, accanto a lui non trovano posto molti altri esseri, e in quanto a lottare con un simile e gigantesco quadrupede, non c’è abitante di Saturno che ne abbia il coraggio. Perciò gli abitanti di Saturno, senza perdersi in vane considerazioni, abbandonano completamente a questi animali le regioni nelle quali gli stessi dimorano e che vengono da loro chiamate “l’inabitabile terra del Mud. Sui continenti principali questo animale non vive, ma accanto a questi, tanto nella parte meridionale quanto in quella settentrionale, esistono ancora delle immense isole e queste appunto vengono per lo più lasciate a disposizione di questa, nonché di molte altre specie di animali, ma ad ogni modo non c’è regione su Saturno che venga evitata con tanta cura dagli abitanti quanto una simile “terra del Mud.

3) Dunque: “Che aspetto ha mai questo animale? Esiste sulla vostra Terra qualcosa di simile?”. – Certo che esiste qualcosa di simile, ma però ha una parte ben poco importante, mentre su Saturno esso si trova sul gradino massimo e più tremendo della scala degli animali, sotto ogni riguardo, sia per quanto concerne la mole del corpo, sia per quanto riguarda la ferocia e la voracità.

4) “A che animale della vostra Terra assomiglia questo gigante di Saturno?”. – Ebbene, da voi, al ben noto al maiale; invece, in quanto a grandezza, il vostro avrebbe appena le dimensioni occorrenti per fare da parassita sul corpo di questo maiale di Saturno. Anzi, perfino gli abitanti di Saturno, i quali pure hanno una statura rispettabile, sono come dei nani minuscoli di fronte a questo animale gigante. Io vi dico che se questo animale si trovasse sulla vostra Terra dietro un monte alto quale potrebbe essere, ad esempio, la vostra Choralpe, voi dovreste rivolgere il vostro sguardo parecchio in alto ancora per vederne la sommità del dorso.

5) Questo animale mostruoso, sempre dal vostro punto di vista, è appunto tanto vorace quanto lo è il vostro maiale; non è affatto un ghiottone schizzinoso, bensì la prima cosa che capita a portata delle sue fauci, sia erba o qualche albero, sia un animale di altra specie, acquatico o terrestre, sia infine anche un essere umano, è sempre la benvenuta e viene indifferentemente divorata in pochi istanti con sempre uguale appetito.

6) Dato però che questo animale dispone di una forza fisica proporzionata alla sua enorme mole, risulta anche perfettamente vano impegnarsi con lo stesso in una lotta. In altri tempi alcuni audaci abitanti di Saturno avevano bensì fatto un tentativo di attacco contro l’uno o l’altro di questi animali servendosi di punte molto lunghe ed aguzze fissate su pertiche lunghe oltre 100 tese (190 m) e tendendo al massimo la loro forza di volontà, però quell’impresa finì disastrosamente. L’animale riportò bensì delle ferite in certe parti del corpo, ma, poiché esse non erano tali da potergli togliere la vita, l’animale divenne furioso per il dolore e si precipitò verso un fiume assai largo per calmare nell’acqua la sua sofferenza causatagli dalle ferite. Quando poi il dolore fu mitigato, l’animale si risollevò restando nel fiume, ne attinse con la sua bocca un grande volume d’acqua assieme a dei grossi massi di pietra che giacevano in fondo e vomitò violentemente tutto il contenuto delle sue immense fauci contro i suoi persecutori che si credevano già trionfanti, in modo che, in seguito al ripetersi di questa manovra, essi ne uscirono tanto malconci che pochi solamente riuscirono a far ritorno al proprio paese. Molti invece ci rimisero la vita, perché l’animale che era subito risalito a terra, li divorò completamente in pochi bocconi.

7) Ma affinché possiate farvi una vaga idea della capacità di una simile bocca, vi dico che, se su quel pianeta vi fossero delle noci un po’ più grandi ancora del vostro Schlossberg, una noce di questo genere non risulterebbe troppo grossa per i denti di questo animale, ed essa verrebbe del tutto stritolata alla prima pressione mascellare. Qualora il Mud sulla Terra ricolmasse la sua bocca d’acqua e di pietre e le sputasse sul terreno nelle parti alte del vostro paese, una sola vomitata di questa specie causerebbe nelle parti più basse un’inondazione tale da sommergere anche gli alti campanili della vostra città.

8) Se voi dunque considerate un po’ la cosa, la domanda se gli abitanti di Saturno ripetano tentativi di questo genere, troverà da se stessa una risposta nel senso più energicamente negativo. Infatti, a memoria d’uomo, da parte degli abitanti di Saturno non vennero fatti che tre tentativi del genere, sempre risoltisi in maniera disastrosa; ora però ogni velleità di ricominciare è loro passata e i loro savi così sentenziano in proposito:

9) “L’uomo può molto con la sua forza; tuttavia con la sua forza non può domare le lune, il grande anello luminoso, i fiumi, le tempeste del mare, il gran pesce e il Mud. Di conseguenza l’uomo impieghi questa sua forza dove essa è applicabile, ma egli si astenga invece da ogni altra cosa od impresa superiore alla sua limitata potenza”.

10) C’è poi un’altra massima dei sapienti di quel pianeta, la quale suona così: “Udite, o voi uomini! Il grande Spirito ci ha dato un grande mondo da abitare, il cui inizio e la cui fine ci sono ignoti, ma nel paese dove siamo nati noi sappiamo come le cose e gli esseri sono nelle acque, sulla terraferma e nell’aria, e noi sappiamo ed abbiamo fatto sempre l’esperienza che le une e gli altri sono soggetti alla nostra forza. Se il grande Spirito avesse destinato il Mud a noi, allora anch’esso dovrebbe obbedire alla nostra forza. Ma noi sappiamo che il Mud ha sempre potuto, con grande facilità, disdegnare tale nostra forza, quando noi ci siamo proposti di assoggettarlo. Dunque risulta chiaro, come lo è il Sole che c’illumina, che il grande Spirito, oltre alla nostra forza, ha stabilito che ce ne fossero delle altre ancora che non sono destinate a servire la nostra. E noi non dobbiamo usarle a nostro profitto. Restiamo dunque entro i limiti assegnati alla nostra forza e lasciamo che le altre grandissime forze agiscano dove le ha poste il grande Spirito. Perciò sia lungi da noi voler indagare che cosa sia il grande circolo luminoso sul firmamento e che cosa siano le lune, e i nostri piedi non si posino più per tutti i tempi su una terra abitata dal Mud!”.

11) Se voi considerate un po’ tale massima della sapienza di Saturno, certo vi risulterà più evidente quale aspetto abbiano le cose riguardo alla gigantesca grandezza e alla grande forza fisica di questo animale. Sarebbe inutile inoltrarsi ulteriormente nella descrizione di un simile gigante e perciò sia lasciato alla fantasia e alla capacità d’immaginazione di ciascuno di voi raffigurarsi nel miglior modo possibile questo animale.

12) “Succede spesso che gli abitanti di Saturno riescano a vedere qualcuno di questi animali?”. – Oh, no! Il caso si verifica molto di rado, e le poche volte che ciò avviene lo si deve ad un avvistamento che avviene o durante uno dei lunghi viaggi che essi intraprendono, o quando si trovano casualmente sui contrafforti montani di un continente principale non molto lontano da una simile terra del Mud, dai quali a volte possono scorgerne qualcuno. L’avvicinarsi eccessivamente ad una terra di questa specie non è consigliabile, perché, se questo animale si accorge che a non molta distanza dalla sua terra c’è qualcosa che galleggia, fa alcuni passi giganteschi nell’acqua e, se il mare non è proprio assai profondo, riesce in breve tempo a raggiungerla e a farla sparire tra le sue enormi fauci.

13) Quello che poi all’abitante di Saturno incute particolare spavento e lo fa inorridire, è il grugnito di questo animale. Ed infatti voi non potreste farvene mai un’idea appropriata. A questo proposito posso solo dirvi che, se uno di questi animali si trovasse, ad esempio, nelle zone interne dell’Ungheria e si mettesse ripetutamente a grugnire, l’effetto di questi grugniti sarebbe tale che fin qui da voi e più oltre ancora il terreno comincerebbe a tremare e non solo tutte le case della vostra città crollerebbero in seguito al formidabile scuotimento, bensì anche qualche monte vicino ne rimetterebbe la cima, qualora questa non fosse proprio del tutto solida. Questi brevi cenni sono sufficienti a chiarirvi un po’ il perché gli abitanti di Saturno non amino eccessivamente un simile canto un po’ troppo rimbombante.

14) In quanto al resto, questo animale, nonostante l’enormità del suo corpo, è dotato di sensi molto acuti; specialmente sensibili sono poi l’olfatto e l’udito tanto che esso già a grande distanza percepisce se sulla superficie dell’acqua si avvicina qualcosa di confacente al suo palato. Anche in fatto di pulizia esso supera di molti punti il maiale terrestre; anzi, per quanto riguarda deporre i propri escrementi, sorpassa in pulizia quasi tutti gli animali da voi conosciuti sulla vostra Terra, perché, prima di accingersi a questa naturale funzione, esso si scava nel terreno una buca molto profonda, che per voi rappresenterebbe addirittura un cratere dalla circonferenza di circa mezz’ora di cammino e spesso profondo varie centinaia di tese. Una volta scavata questa fossa, l’animale si volge, vi lascia cadere dentro l’immondizia del proprio corpo e, infine, raspando con i piedi, ricopre il tutto con la terra levata via prima; con ciò esso anzitutto mantiene pulito il suo territorio e inoltre lo concima quanto mai opportunamente per una successiva crescita dell’erba, che in queste terre del Mud è di solito molto più folta e grande delle più folte foreste vergini sulla vostra Terra.

15) E adesso resterebbe da farsi ancora una domanda, e cioè: “A cosa giova veramente su questo o anche su un altro pianeta, un animale di proporzioni talmente colossali?”. – La risposta potete trovarla dove si è già parlato del gran pesce. Come quello costituisce un ponte di passaggio generale dagli abitanti delle acque a quelli dell’aria, così anche questo rappresenta un simile ponte destinato al trapasso da tutti gradini del regno animale e vegetale ad una specie di animali più nobile e più vicina all’uomo. Ora sapete tutto quello che riguarda questo animale. La prossima volta, frattanto, ci riserviamo di ampliare le nostre considerazioni circa i quadrupedi, ai quali dedicheremo ancora un po’ sommariamente la nostra attenzione.

 

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Cap. 24

L’elefante Sisterkihi

Come viene cacciato questo animale e lo scopo della sua esistenza

 

1) L’animale che dopo il Mud passeremo a considerare porta il nome di Sisterkihi. Dunque: “Quale rango occupa su questo pianeta questa specie di animale?”. – Ecco, esso rappresenta su quel corpo mondiale propriamente ciò che è l’elefante sulla vostra Terra; però è sotto ogni riguardo inferiore al Mud. La sua grandezza è appena la centesima parte di questo, ma, per quanto concerne la forma, non vi è assolutamente nessuna somiglianza fra i due. Questo animale ha qualche affinità con il vostro elefante però non tanto come altri vari animali che vi verranno presentati in seguito.

sisterkihi.JPG2) “Come si presenta questo animale?”. – Esso ha quattro zampe estremamente solide, quasi come un elefante da voi, naturalmente in proporzione alla sua mole; tuttavia il suo piede non è formato come quello del vostro elefante, bensì all’incirca come quello di un orso, ed è munito di robusti artigli. Il suo corpo ha una circonferenza straordinariamente grande e, quando un simile animale è completamente sviluppato, non misura meno di settanta fino ad ottanta tese dal punto più basso del ventre alla sommità del dorso. La coda è, in proporzione al corpo di questo animale, lunga come quella di un leone. All’estremità della coda c’è una criniera estremamente forte, i cui peli non di rado sono lunghi dalle sei alle dieci tese. Il capo di questo animale poggia su un lungo collo, anche se in proporzione è piuttosto massiccio, provvisto di crini molto forti che crescono quasi fino a dove le gambe anteriori si attaccano al corpo.

3) La testa assomiglia a quella di un cavallo, soltanto la fronte è in proporzione molto larga. Sulla fronte, tra le due orecchie, poggia una proboscide lunga e molto flessibile, la quale può

venire allungata dall’animale fino a quaranta tese, ma d’altro canto può essere anche accorciata fino ad un terzo della sua lunghezza. In questa proboscide l’animale possiede una forza straordinaria e con tale suo braccio pieghevolissimo egli arriva a sradicare alberi perfino di considerevole grossezza.

4) Per mezzo di questa proboscide questo animale, in qualunque luogo si trovi, strappa dagli alberi dei rami interi che poi divora spesso assieme ai frutti, particolarmente quando la fame lo stimola in maniera eccessiva. Il colore del corpo è grigio chiaro, mentre la proboscide invece è di un grigio più cupo; i crini sul collo hanno una tendenza all’azzurro, e il ciuffo della coda ha una tinta grigio chiara. Gli occhi, alquanto torbidi, sono di color bruno molto cupo. Anche questo animale è provvisto di una bocca grandissima, armata di denti formidabili e bianchissimi; in fondo alla bocca però esso possiede dei molari potenti che non sono propriamente dei denti, ma delle vere sporgenze delle ossa mascellari tanto superiori che inferiori. Con questa specie di macina l’animale può, con la massima facilità, triturare pietre anche durissime e grossi rami, così da ridurli, nella sua bocca, ad una poltiglia.

5) Questo animale è bensì erbivoro, ma, qualora sia troppo assillato dalla fame, non risparmia gli animali ed, in caso di estremo bisogno, neppure l’uomo; per questa ragione anche gli abitanti di Saturno non nutrono eccessiva amicizia per tale specie di animale. Ad ogni modo, in quei luoghi dove questo animale dimora, gli abitanti possono affrontarlo con probabilità di successo, quantunque le difficoltà e i pericoli congiunti all’impresa siano grandi.

6) Ora vedremo in che modo gli abitanti diano la caccia a questo animale. Dunque, con la forza è assolutamente escluso che essi raggiungano lo scopo, perché anche questo animale ha solo nella sua proboscide tanta forza da potersi opporre anche a mille fra i più robusti uomini di Saturno presi assieme; per conseguenza devono far ricorso all’astuzia. Anzitutto però dovete sapere che questo animale si trattiene di preferenza in quei luoghi dove ci sono dei grandi boschi di alberi-piramide, che voi già conoscete, alberi ai quali esso arreca danni non indifferenti strappando via i rami dove può giungere con la sua proboscide.

7) Quando dunque in un qualche paese gli abitanti si accorgono che questo albero gigantesco, il quale cresce in quasi tutti i continenti di Saturno, si trova privato dei suoi rami, questo è per loro segno sicuro che in un simile bosco si trova uno o più di questi animali. Ma che cosa fanno allora quegli abitanti? Essi circondano da tutte le parti il bosco muniti di fiaccole ed appiccano il fuoco agli alberi tutto intorno. Dato che questo animale non teme nessun’altra cosa quanto il fuoco e il fumo, esso fugge immediatamente, o meglio cerca tutto intorno una via d’uscita, la quale però di solito sbocca solamente dove c’è un ampio fiume, un lago o addirittura il mare.

8) Una volta trovata una simile via di scampo, l’animale non esita ad avventurarsi nell’acqua; però in questo elemento esso perde ogni energia e vaga come smarrito qua e là tenendo diritta in alto la proboscide. Gli abitanti di Saturno lasciano che l’animale si allontani sempre più dalla riva, anzi, montati sui loro canotti, ve lo spingono spaventandolo con dei fuochi fissati su lunghe pertiche. Quando l’animale è giunto a tale profondità nell’acqua da trovarsi immerso fino al collo, gli abitanti si affrettano e, con le loro accette lunghe ed affilate, gli recidono la terribile proboscide proprio alla base. Ma quando l’animale ha perduto questo suo braccio, è come se avesse perduto la vita; esso si accascia ben presto nell’acqua e il suo corpo v’imputridisce, diventando preda dei molti animali affamati delle acque.

9) “Ma cosa succede invece se, disgraziatamente, un simile bosco non confina da una o dall’altra parte con qualche acqua importante?”. – In questo caso, l’impresa diventa certo un po’ più ardua e pericolosa. Se il fuoco ha preso piede da tutte le parti, in maniera che l’uno o più di questi animali, che si trovano nel mezzo di un simile bosco incendiato, vengono sorpresi dalle fiamme ed essi non trovano in nessun punto una via d’uscita, allora tra uno spaventoso smaniare ed infuriare vengono soffocati dal fumo e, se l’incendio è molto violento, restano in gran parte anche bruciati. Se però il fuoco non ha fatto ben presa, un simile animale si precipita all’impazzata verso il luogo meno pericoloso ed irrompe, furibondo, all’aperto.

10) Allora guai all’essere vivente che venga a pararglisi dinanzi. Uomo o animale che sia, viene immediatamente afferrato dalla sua proboscide e lanciato o in aria o gettato a terra con tanta violenza che dell’essere resta a mala pena una qualche traccia, perché la veemenza del lancio compiuto da questo animale per mezzo della sua proboscide, quando esso è al colmo del suo furore, supera senz’altro quella di un proiettile sparato da un cannone. Se questo animale si trovasse sulla vostra Terra e volesse dar prova della forza enorme della sua proboscide, potrebbe con tutta facilità lanciare una pietra di cento quintali a venti miglia di distanza e precisamente con tanta veemenza che le pietre dovrebbero percorrere questa distanza in pochi secondi; se invece la scaraventasse a terra, potete star certi che la pietra si conficcherebbe dentro il terreno per oltre cento tese di profondità.

11) Da questa breve esposizione voi potete dunque farvi facilmente un’idea di quanto alla larga gli abitanti di Saturno cerchino di tenersi da questo animale e quale sensazione faccia su un intero grande continente la constatazione che uno di questi animali, o addirittura anche più d’uno sia sfuggito ad una simile caccia con il fuoco. Però, prima di cimentarsi in una impresa di questo genere, il bosco viene accuratamente esaminato per accertarsi se si trova proprio del tutto isolato o se confina con qualche acqua importante. Se esso è isolato, il problema viene attentamente studiato e si delibera circa il se e il quando si dovrebbe incendiarlo.

12) Se si trova in stato tale da garantire una facile propagazione del fuoco e se contemporaneamente il bosco stesso è di grande estensione, allora senz’altro viene appiccato l’incendio, ma se il caso non è tale, si preferisce abbandonare il bosco all’animale, però prima si accumula da tutte le parti della legna secca con la quale si costruisce un vero bastione tutt’intorno al bosco. Questo poi viene acceso solo quando gli alberi del bosco si sono fatti sufficientemente secchi, ciò che di solito si verifica quando la regione si trova già da un discreto tempo nella zona d’ombra proiettata dall’anello del pianeta, ombra che, quando comincia ad invadere un dato paese, vi rimane sempre per parecchi dei vostri anni terrestri; ed è appunto in questi periodi, come succede anche da voi durante l’inverno, che gli alberi sono per lo più scarsissimi di umori. Allora a questo bastione viene dato fuoco in tutti i suoi punti contemporaneamente e poi gli uomini si allontanano il più presto possibile dal posto.

13) Ecco, questo è tutto ciò che merita di venir riferito sul conto di questo animale che è fra i principali di Saturno. Su tutto il pianeta, però, i continenti ancora sui quali dimorano ospiti di questa specie dovrebbero essere a mala pena dieci ed anche in questi continenti ci sono pochissimi esemplari.

14) Per quanto riguarda l’utilità di questo animale, essa dal punto di vista psichico (animico) è identica a quella del Mud e del gran pesce che già conoscete, soltanto in misura più limitata. Tuttavia questo animale, come tutti gli animali, ha anche un altro scopo naturale. Esso non rappresenta la condizione indispensabile per la conservazione di altri esseri, bensì i passaggi (della vita animica) possono effettuarsi senza alcun inconveniente pure per altri gradi, e per questa ragione nessun paese perde qualcosa anche se simili specie di animali, enormi e pericolosi per l’uomo, si estinguono.

 

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Cap. 25

L’orso azzurro Ihur

La sua conformazione, il carattere e il modo di nutrirsi lo rendono utile come coltivatore del terreno

 

1) Dopo aver conosciuto questi due giganteschi animali del grande pianeta, rivolgeremo ora la nostra attenzione pure ad alcuni animali che, seppure non tanto colossali, sono tuttavia quanto mai degni di nota.

ihur.JPG2) In questa classe di animali il primo posto spetta al cosiddetto Ihur, ovvero tradotto nel vostro linguaggio, ‘l’orso azzurro’. Questo animale, quando è completamente adulto, è grande quasi come un uomo di Saturno, nel caso in cui si rizzi sulle due gambe posteriori e cammini come un uomo, il che è solito fare nella maggior parte dei casi. Il nome vi dice già di per sé quale sia il colore di questo animale, cioè completamente azzurro chiaro.

3) “Che aspetto ha?”. – Ecco, salvo la testa, esso assomiglia discretamente al vostro orso; la testa invece è conformata del tutto diversamente.

4) “Come si presenta dunque questa testa?”. – Qui sarà nuovamente alquanto difficile raffigurarvela a dovere, dato che voi non conoscete sulla Terra alcun animale che abbia una testa simile a quella del nostro orso di Saturno. Malgrado ciò, noi proveremo a descrivere una forma per mezzo della quale vi sarà possibile farvi un criterio della testa di questo animale.

5) Immaginatevi un gomitolo abbastanza arrotondato del diametro di circa una tesa e mezza, ai due lati del quale, piuttosto nel mezzo di questo gomitolo, sgorgano diritte due orecchie molto grandi che misurano ciascuna due tese e mezza in lunghezza ed una buona tesa in larghezza. Raffiguratevi poi ancora sulla parte superiore di questo animale due corna distanti circa una mezza tesa l’una dall’altra, lunghe circa 3 tese (circa 6 m), ritorte e dall’aspetto come fossero d’oro non lucidato, due occhi relativamente grandi e dalla forma identica a quella dell’occhio umano situati a circa 5/6 di tesa sotto le corna e sotto gli occhi un muso di leone, in proporzione piuttosto grande. Questa testa infine è congiunta al resto del corpo mediante un collo relativamente grosso, lungo e massiccio.

6) Immaginatevi, oltre a ciò, due criniere di colore piuttosto azzurro cupo, lunghe dalle due alle tre tese e spioventi ai due lati del collo a cominciare da dietro le corna; così voi avete tutta la figura di questo animale. L’Ihur non ha coda; al suo posto ha dei peli un po’ lunghi e scuri.

7) Se voi raggruppate tutti questi particolari e se considerate che questo animale misura, dalle corna fino a dove terminano le gambe posteriori, non di rado una cinquantina delle vostre tese – però, se sta con tutte e quattro le gambe a terra ha fino alla sommità del dorso quasi venti tese d’altezza – e che ciascuna gamba di per sé misura circa sei tese e ha una circonferenza come una botte da dieci emeri, allora voi avete la raffigurazione completa dell’animale. Per quanto poi riguarda le zampe, esse hanno la medesima forma di quelle del vostro orso, proporzionata alla mole dell’animale, e il colore è ugualmente azzurro come il rimanente del corpo.

8) Si spera che non sarà necessario fornire ulteriori dettagli sull’aspetto di questo animale. E perciò passiamo ora a parlare un po’ del suo carattere, del suo modo di vita e della sua utilità.

9) Solitamente questo animale è di natura mite; basta non irritarlo né perseguitarlo. Ma se viene stuzzicato e irritato, il suo carattere pacifico svanisce, diventa feroce e furioso, e allora non risparmia più niente: tutto ciò che gli si para dinanzi viene immediatamente assalito con violenza e ridotto a brandelli, dato che questo animale, nonostante non sia più grande di un uomo di Saturno, ha tuttavia nel suo corpo massiccio una forza che uguaglia quella di dieci uomini, e se un temerario entra in conflitto con uno di essi quando è furioso, finisce sempre con l’avere la peggio.

10) E per quanto l’animale per se stesso sia di natura benigna, gli abitanti lo schivano cercando con ogni mezzo di spaventarlo affinché si allontani dalle regioni abitate. Per questa ragione l’animale si fa vedere il meno possibile dagli abitanti di Saturno.

11) “Di che cosa si nutre?”. – Esso si alimenta di erbe, radici e rami giovani di alberi ed arbusti. Non mangia carne, nemmeno in caso di estrema necessità. Se però viene irritato, nella sua furia sbrana uomini e animali, ma poi lascia perfettamente intatti i resti e si allontana dal campo della lotta.

12) Il lato più notevole di questo animale è che esso ha un timore del tutto speciale della sua propria ira e, per conseguenza, guidato dall’istinto, schiva per quanto gli è possibile con tutta cura ogni occasione nella quale potrebbe sentirsi spinto ad irritarsi. Un istinto di questa specie non sarebbe davvero superfluo neanche a più di un individuo della vostra Terra; particolarmente a certi ambiziosi attaccabrighe e bellicosi eroi di bassa lega, i quali non cercano altro che l’occasione di attaccar bega. Nondimeno, non ci soffermeremo più oltre su questo argomento, bensì ritorneremo ancora un po’ al nostro Ihur per vedere a che cosa serve.

13) Questo animale può essere chiamato a pieno diritto il dissodatore delle regioni selvagge, perché, in breve tempo, con i suoi artigli di una robustezza straordinaria scava e rimuove un ampio pezzo di terreno così bene, che gli abitanti di Saturno stessi, anche se muniti dei loro buoni strumenti, non sono quasi in grado di ottenere risultati uguali. Ma che cosa fa poi l’animale quando ha così rimosso e dissodato un terreno? Ecco, esso se ne va in luoghi dove c’è della vegetazione, vi sceglie delle radici, specie quelle di cui usa nutrirsi, le porta sul nuovo posto e le colloca nei solchi da lui scavati. L’animale, però, non compie questo lavoro mosso dall’intenzione di sistemare un campo, bensì per accumulare in quel luogo una quantità di provviste; ad ogni modo le radici poste entro i solchi molte volte vengono lasciate lì a germogliare e crescono poi rigogliosamente. In questo modo una località prima quasi deserta viene poi trasformata in una fertile campagna, e ciò tanto più in quanto questo animale, una volta colmata a dovere la sua dispensa, non abbandona così facilmente un simile posto prima che non si sia accorto che le sue provviste sono quasi esaurite.

14) Ma poiché, finché vi trova ancora qualcosa da mangiare, si trattiene sempre nello stesso posto, esso lascia dappertutto i suoi escrementi e con ciò concima involontariamente questo luogo per parecchi anni.

15) Quando poi in seguito alla migrazione la gente viene a trovarsi in un nuovo continente ed arriva in luoghi di questo genere, immediatamente si accorge di trovarsi in vicinanza di un simile animale. Allora essa aspetta per un tempo abbastanza lungo allo scopo di vedere se un occupante di questo genere non faccia eventualmente più uso del suo campo; se per vario tempo non succede niente di nuovo, è segno certo che l’animale ha abbandonato quel terreno e quindi ne prende possesso.

16) Ma qualora, nonostante l’attesa, qualche volta succeda che un simile animale ritorni a visitare quello stesso terreno per farvi raccolta di radici, allora quegli abitanti o devono rassegnarsi a stare a guardare tranquillamente come questo coltivatore a quattro gambe si metta nuovamente a rimuovere il loro terreno apportando non di rado guasti alle loro proprie piantagioni, oppure devono opporsi con la forza attaccando l’ospite non desiderato, nel qual caso l’esito della lotta si presenta sempre abbastanza preoccupante, perché allora l’animale vuol far valere gli usuali diritti di priorità sul terreno e non si lascia troppo facilmente cacciare via, né d’altro canto gli abitanti si rassegnano facilmente a dover lasciare di nuovo i campi fertili cui hanno già dedicato le loro fatiche.

17) Quando però un simile animale è sconfitto, gli abitanti si trovano poi completamente al sicuro da ogni sua futura visita. Se anche non riescono proprio ad ucciderlo, a forza di stuzzicarlo e di provocarlo portano l’animale al punto che esso si accorge che lo si vuol irritare. Finché però l’animale è tranquillo, esso teme la sua propria ira, cosicché allora si allontana e non fa più ritorno al luogo dove si è cercato di provocarlo.

18) Con ciò dunque noi avremmo detto tutto quello che meritava di venir rilevato sul conto di questo animale, e quindi adesso rivolgeremo la nostra attenzione ad un altro.

 

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Cap. 26

Il leone di Saturno, Horud, serve per la caccia e per tagliare gli alberi

La caccia ai piccoli

 

1) Il prossimo animale che noi considereremo un po’ di sfuggita, porta il nome di Horud. – “Quale posto spetta all’Horud fra gli animali di Saturno?”. – Basta che rivolgiate il pensiero al vostro leone; ciò che questo animale rappresenta sulla Terra, rappresenta anche l’Horud su Saturno. Ma in quanto a forma, somiglia poi al vostro leone? – A questa domanda non si può rispondere né in modo completamente affermativo, né completamente negativo, perché in questo animale c’è molto di simile, ma d’altro canto anche parecchio di dissimile dal leone terrestre. Ad ogni modo la descrizione che seguirà metterà in rilievo quanto vi è in esso di analogo e non analogo rispetto al vostro leone, per quanto concerne la forma.

horud.JPG2) Dunque: “Come si presenta questo animale?”. – In fatto di dimensioni, esso ha la medesima grandezza dell’orso azzurro del quale avete già fatto conoscenza; in quanto al colore, invece, il suo pelo ha tinte diverse a seconda delle varie parti del corpo. Così, ad esempio, il dorso, quasi fino alla metà del ventre, è d’un rosso vivo; la parte della schiena vicina al collo è d’un verde pallido e così pure le gambe tanto anteriori che posteriori; il ventre invece ha un color verde più carico o, come usate dire voi, verde erba fresca. La sua coda è bianca, all’estremità è munita di un ciuffo di color rosso chiaro, su di essa spiccano poi delle macchie rosse disposte regolarmente; le zampe sono munite di artigli ugualmente bianchi ornati di una striscia rossa che corre lungo l’orlo superiore.

3) Questi dunque sarebbero i colori della pelle dell’animale; per quanto poi concerne la forma del suo corpo, essa è del tutto simile a quella del leone terrestre, salvo il collo e la testa. Sulla Terra non esiste un animale che abbia una testa simile. Questo animale ha una testa pressoché quadrangolare, all’incirca così come un dado smussato un po’ agli angoli, la quale si attacca precisamente con la superficie posteriore al collo, mentre la superficie anteriore sporge come una mascella per circa un terzo del suo diametro al di fuori del collo. Ai due lati di questa testa a dado sono situati due padiglioni d’orecchio semicircolari, i quali, dal punto da dove si dipartono fino a quello estremo della curvatura, hanno ciascuno un’ampiezza di oltre una tesa e in quanto a colore sembrano un arcobaleno a tinte pallide.

4) Al di sopra sulla testa si trova un corno lungo quasi mezza tesa, a forma di cono e completamente di color nero, però è contornato da un rilievo che gira attorno al corno come una spirale, con una lucentezza fortemente metallica. Alla base di questo corno c’è una corona di pelo lungo di color azzurro chiaro che cresce in modo da far apparire il corno stesso come sgorgante da una vasca fuori da questo folto pelo. Nella parte posteriore della testa, dove questa si unisce al collo, il pelo si fa sempre più folto e più lungo, mentre verso la fronte invece si fa sempre più corto e ricciuto.

5) Nella parte anteriore della testa, in due orbite proporzionalmente cave, l’animale possiede due occhi che in rapporto alle sue altre dimensioni si possono veramente chiamare grandi, cioè hanno un diametro di una mezza tesa ciascuno secondo le vostre misure, bene inteso sempre parlando dell’occhio propriamente detto, perché, con la cavità e gli angoli dell’occhio, questo dovrebbe misurare quasi una tesa intera di diametro. Le palpebre sono di un color rosso molto cupo e sopra le palpebre questo animale ha, come l’uomo, delle sopracciglia molto grandi e marcate, le quali sono così arricciate come il pelo intorno al corno già descrittovi, specialmente dalla parte verso la fronte.

6) Ma adesso viene la parte veramente più notevole del corpo di questo animale e cioè la sua bocca. Voi avrete certo già più volte udito parlare del cosiddetto grifone. Ebbene, salvo le ali che mancano, c’è una discreta somiglianza anche fra l’Horud di Saturno e il grifone, perché, invece della solita bocca dei quadrupedi, questo animale possiede un becco come il nibbio d’una robustezza straordinaria e dell’identico colore del corno; soltanto che le macchie rotonde non sono a spirale, bensì in successione a partire dalla base del becco fino alla sua estremità con grandezza decrescente. La parte superiore del becco è, come in tutti gli uccelli che conoscete sulla vostra Terra, fissa; la parte inferiore, invece, assieme alla superficie inferiore della testa cubiforme, è mobile fino alla regione del collo. Nel punto in cui termina il becco, questo animale ha nelle sue fauci dei poderosi molari ed, a supplire i canini e gli incisivi che gli mancano, esso adopera, con grande vantaggio, il suo formidabile becco, il quale sporge per quasi una tesa e mezza dalla faccia e, alla base, è largo quasi quanto questa.

7) Questo animale è altresì provvisto d’una lingua flessibile molto ed allungabile, la quale può fungere in un certo modo da proboscide, cosicché l’animale può afferrare varie cose e introdurle nelle sue fauci. Il becco alla sua base è ugualmente guarnito di peli arricciati di color azzurro chiaro, che verso il collo danno piuttosto sul verdastro.

8) “Quale però è, in generale, il colore della testa?”. – Di solito il colore della testa è grigio-cinereo chiaro e sotto gli occhi, nonché sulla fronte, la testa è ornata di tre cerchietti situati l’uno sopra l’altro di color rosso vivo. Per quello che riguarda le altre superfici principali della testa, di queste non sono visibili che le due laterali munite degli orecchi, le quali sono esse pure di color cinereo, però senza nessun ornamento; la superficie posteriore invece, come già sapete, a cominciare dalla parte superiore è provvista di un lungo pelo di colore azzurro, che si fa sempre più vivo man mano che si avvicina al collo. Il collo è relativamente massiccio ed è lungo quanto il rimanente del corpo (cioè dalle spalle, all’altezza delle gambe anteriori, fino a dove comincia la coda) ed è tutto ricoperto da un’abbondante criniera di color azzurro lucente. Ecco, tale è l’aspetto di questo animale.

9) E dunque: “A cosa serve? Di che natura è? Dove lo si incontra comunemente e in quali rapporti si trova con gli abitanti di Saturno?”. – A questa quadruplice domanda ci limiteremo a dare una succinta risposta. Quest’animale, il quale di solito è di natura quanto mai mite, viene spesso tenuto dagli abitanti di Saturno come animale domestico, in parte a causa della magnificenza del suo aspetto e in parte anche per la sua laboriosità, qualora sia ben addestrato.

10) “In quali lavori viene impiegato?”. – Comunemente lo si addestra alla caccia di vari altri animali più piccoli che sono però talvolta anche di natura nociva. Oltre a ciò questo animale, nei periodi d’ombra, viene impiegato per il taglio della legna, perché con il suo becco può staccare di netto con un colpo solo dei rami assai grossi, particolarmente dall’albero piramide sul quale si arrampica con la massima facilità fino alla cima. Voi, a questo riguardo, dovete raffigurarvi questi rami non di rado così grossi che a mala pena basterebbero cinque uomini terrestri per tenerne uno abbracciato e potete far conto che un ramo di questa specie sotto il morso di questo animale fa la stessa fine di una tenera mela sotto il morso dei vostri denti.

11) Quando da un albero ha staccato a forza di beccate dei rami in quantità sufficiente, esso li afferra con il suo becco e li trasporta fino alle dimore di quegli abitanti dove, sempre nello stesso modo poi, li riduce in pezzi più piccoli, che poi vengono adoperati come legna da ardere. Così questo animale viene impiegato anche in altri lavori di taglio e di trasporto.

12) Soltanto che esso deve venir catturato giovane se lo si vuole ammaestrare in questa maniera, poiché se lo si fa prigioniero già adulto non si abituerebbe mai a compiere tali lavori. Catturarlo da adulto comunque è impresa tutt’altro che facile, perché, se non è provocato, fugge a qualsiasi tentativo di avvicinamento da parte dell’uomo; se invece viene circondato, si deve assolutamente stare attenti alla sua reazione. Non appena, infatti, comincia a scavare con furia il terreno mediante i suoi robustissimi artigli, è un segnale che è il momento più opportuno perché i cacciatori prendano il largo alla svelta se non vogliono vedere l’animale spiccare dei salti formidabili e scagliarsi, ruggendo, contro i suoi eventuali nemici, nel qual caso chi viene raggiunto, conviene che si rassegni ad assaggiare la potenza del suo becco e ad essere trattato alla stregua d’un ramo d’albero. Di conseguenza, quando i cacciatori scorgono questo animale in un atteggiamento così sospetto, si allontanano in fretta e furia.

13) Ma date simili circostanze, allora ci si chiederà: “Come si possono catturare questi animali quando sono ancora piccoli?”. – Ebbene, per far ciò si ricorre all’astuzia, poiché gli abitanti di quelle regioni, dove comunemente vive questo animale, sanno benissimo che esso gradisce molto le bevande spiritose e inebrianti, però soltanto nel periodo in cui ha i piccoli, e ciò vale sia per il maschio che per la femmina, che si distingue dal primo solamente dalla forma dei genitali. In simili occasioni i cacciatori di Saturno portano una certa quantità di tali bevande spiritose dentro dei vasi abbastanza capaci in vicinanza dei luoghi dove questi animali si trattengono di solito. Senza dover attendere molto, dato che l’animale viene attratto molto facilmente dall’esca, lo si vede comparire ben presto; e, vuotati i vasi, esso poi fa pacificamente ritorno laddove si trovano i suoi piccoli, i quali di solito vengono al mondo in numero di due, tre e, al massimo, quattro. Però, arrivato alla sua tana, si sdraia immediatamente a terra sorpreso da un sonno tanto profondo che non si accorge affatto del furto dei suoi piccoli che frattanto vengono portati alle dimore degli abitanti e là ammaestrati al lavoro in base alle loro capacità. Gli adulti vengono lasciati in vita agli scopi dell’ulteriore riproduzione.

14) Ecco, questo è tutto quanto concerne l’animale che avete avuto occasione di conoscere or ora; soltanto non sapete ancora in quali regioni esso viva. Esso dimora soltanto nelle parti meridionali di Saturno ed anche là solamente in quei continenti che non si estendono oltre il 45° grado di latitudine meridionale. Anche se questo animale ama vivere solamente nelle regioni vicine al mare, esso sta bene solo dove il paese non supera il detto grado di latitudine e dove la temperatura gli è adatta. Ma se invece il paese si estende in misura considerevole oltre il 45° grado, nelle regioni confinanti con il mare fa naturalmente più freddo, quindi non è più luogo adatto ad offrire condizioni di vita favorevoli a questo animale.

15) Esso ha un proprio istinto, in seguito al quale non vuol dimorare né nelle regioni orientali, né in quelle occidentali di un dato paese, bensì solo nella zona mediana a sud. Se questa zona offre un’estensione sufficiente, allora questo animale vive in quel paese. Se però non si verifica questa proporzione, in un simile paese non può assolutamente prosperare, né si può conservare la sua specie; di conseguenza non lo si incontra mai nelle regioni interne di un paese e, se anche vi viene talvolta portato come una rarità, deperisce immancabilmente e dopo breve tempo muore.

16) E con ciò voi avete proprio tutto quello che di notevole offre questo animale; dunque noi passeremo a considerarne un altro, il quale costituisce una specialità esclusiva del pianeta Saturno.

 

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Cap. 27

L’antilope Zigst o ‘piede appuntito’

Lo scopo della sua esistenza e il perché sulla creazione

A che scopo la caccia allo Zigst?

L’imbroglio dei rimedi misteriosi

 

1) Zigst, o nel vostro linguaggio piede appuntito’, si chiama l’animale cui ora dedicheremo la nostra attenzione, il quale, come già detto, è assolutamente una specie esclusiva di quel pianeta. Questo animale si trova sul pianeta Saturno all’incirca su quel gradino che l’antilope occupa sulla vostra Terra, perché questo Zigst di Saturno vive unicamente sulle montagne più alte.

2) “Ma perché veramente lo si chiama piede appuntito?”. – Voi non dovete immaginare che questo animale abbia quattro piedi acuminati al posto delle comuni gambe provviste di articolazioni; viene chiamato piede appuntito per la ragione che le sue gambe anteriori, all’estremità, al posto dello zoccolo con cui termina l’ultima giuntura della zampa di un quadrupede, hanno un corno dritto che è abbastanza appuntito all’estremità; le gambe posteriori invece sono regolari come quelle di qualsiasi altro animale; soltanto gli zoccoli non sono fessi e finiscono pure abbastanza in punta.

3) Questa dunque sarebbe la spiegazione che giustifica il nome di questo animale. Ma in quanto al resto, come si presenta? – Sulla vostra Terra, fra gli animali di grossa corporatura non c’è nessun esemplare simile, bensì ce n’è uno fra i piccoli. Così la parte mediana del corpo è in tutto simile alla corrispondente parte di una lontra, animale questo che voi ben conoscete. La coda invece è simile a quella del vostro bue; il collo e la testa si presentano piuttosto come quelli della vostra tigre, le mascelle però sono provviste non della speciale dentatura dei carnivori, bensì di quella degli erbivori.

4) Sulla sommità del capo l’animale infine porta un unico corno alquanto piegato all’indietro; così avremmo descritto completamente questo animale, eccezion fatta della grandezza e del colore.

5) Dunque: “Che grandezza ha questo animale?”. – Se voi volete farvene un concetto prendendo per base le misure della vostra Terra, certo questa non potrebbe trovare sulla sua superficie un altro animale simile al piede appuntito, ma su Saturno, dove tutte le proporzioni risultano centuplicate, e talvolta anzi molto più che centuplicate, questo nostro piede appuntito va classificato soltanto tra gli animali piccoli, perché, tutto sommato, esso arriva a malapena ad un terzo della grandezza dell’animale che abbiamo descritto prima e che noi abbiamo conosciuto come il leone di quel pianeta. Di conseguenza, un qualunque abitante di Saturno, qualora fosse riuscito a catturare uno di questi animali, potrebbe comodamente portarselo a casa sulle spalle.

6) “Di che colore è?”. – Il colore principale del suo corpo è un bianco abbagliante; a cominciare dalla testa, però, fino alla coda corre una striscia relativamente larga di color azzurro chiaro. Verso il ventre questo animale ha una tinta giallo-dorata e le gambe invece una tinta che dà quasi sul rosso; questo però soltanto fino agli zoccoli appuntiti, i quali sono completamente neri come il corno che si trova sulla testa. Il collo, poi, cioè la parte di sotto, appare striato dalla mascella inferiore fino al petto e precisamente con strisce di color rosso cupo.

7) E con questi particolari voi avete anche la raffigurazione completa di questo animale, il quale nella sua specie e forma non vive su nessun altro pianeta. Ma poi: “Qual è la sua utilità? Come si nutre? E gli abitanti di Saturno lo catturano spesso?”

8) Circa l’utilità che ne possono ricavare gli abitanti, essa è altrettanto limitata quanto lo è il camoscio e l’antilope per voi, abitanti della Terra. Nonostante ciò, esso occupa, nel grande ordine delle cose, il posto che gli compete ed incoscientemente adempie la missione che gli è stata affidata. Dunque: “Chi di voi vede a cosa serve, ad esempio, il vostro camoscio? E chi può trovare il motivo per cui questo animale vada saltando di rupe in rupe?”. – A chi è disposto a credere, Io voglio comunicargli questa ragione.

9) Voi sapete che, per favorire il dissolvimento della roccia, sulle alte montagne crescono ogni tipo di muschi e di pianticelle e voi altresì non ignorate che tanto i muschi quanto le varie specie di piante non sono altro che dei prodotti di potenze spirituali e di intelligenze spirituali. Ma se essi sono dei prodotti di tal genere, deve certo risultare chiaro che in loro ha cominciato a manifestarsi una qualche vita intelligente. Ma quando una vita ha cominciato a manifestarsi, essa non si manifesta per ripiombare poi nella morte, bensì affinché si sviluppi in una forma che poi abbandona per trapassare in un’altra di classe superiore.

10) E ora vi chiedo: “Quale forma che manifesta vita, esiste sulle montagne, collocata al di sopra delle piccole forme animate del muschio, dell’erba e di altre simili pianticelle alpestri?”. – Ecco, basta che facciate attenzione agli animali delle montagne! Questi sono appunto le forme superiori di vita nelle quali trapassa la vita vegetale che si manifesta su tali alte montagne.

11) Che questo corrisponda perfettamente al vero, lo potete facilmente arguire dal fatto che la vita di questi animali viene alimentata assimilando la vita di quei vegetali. Quindi il nutrirsi dell’animale mediante un cibo confacente al suo essere non significa altro che accogliere in sé la vita dispersa delle potenze minori ed inferiori, raccoglierla per formare una vita perfetta, o detto in modo ancora più chiaro ancora per voi:

12) “Nutrirsi”, significa, “accogliere e raccogliere in un vaso la Vita incessantemente emanante da Me”, affinché essa, salendo di gradino in gradino, si rafforzi e si perfezioni sulla via del ritorno alla ‘Sorgente Prima’, dalla quale essa un giorno è sgorgata”.

13) Se voi ora avete compreso, sia pure non completamente, quanto detto, allora rivolgetevi con questa idea, del tutto indisturbati, al nostro animale di Saturno! Applicate a questo “piede appuntito” l’identica capacità e voi avrete allora tutto quello che vi occorre sapere riguardo a questo punto, cioè alla funzione che è chiamato a compiere questo animale.

14) E ora non ci resterebbe che rispondere ad una domanda ancora, vale a dire, se da parte degli abitanti di Saturno viene data la caccia a questo animale. Io però posso dire che non è raro il caso in cui qualcuno fra i più arditi abitanti di quel pianeta si cimenti in questo genere di caccia, ma che rarissimo è il caso invece in cui riesca ad impadronirsi di un simile animale, perché esso è tanto agile e abile nell’arrampicarsi sulle più alte rupi di quelle montagne che non c’è abitante di Saturno capace di tenergli dietro. Data la forma appuntita dei suoi zoccoli, questo animale può stare in perfetto equilibrio su una superficie larga quanto la vostra mano, ma dove le rocce terminano in picchi troppo ripidi, allora là per i nostri abitanti di Saturno dalla grande statura non vi è più possibilità di insistere nel dar la caccia ad un animale di questa specie.

15) Soltanto qualora si verifichi il caso rarissimo che un simile animale precipiti giù da qualche picco alto e ripido e che cada, per fortunata combinazione, in un luogo accessibile all’uomo, allora soltanto è possibile impadronirsene, anche se naturalmente l’animale è morto. Vivo, invece, nessun abitante di Saturno è mai riuscito a catturare un esemplare di questa specie.

16) Qui vi verrà spontanea la domanda: “Ma, se questo animale è così difficile da catturare, perché mai gli abitanti si affannano tanto a dargli la caccia?”. – Vedete, a ciò essi sono spinti da una specie di superstizione, che si collega all’idea di quella che voi chiamate la medicina ciarlatana. Gli abitanti di Saturno ragionano così: “Considerato che questo animale si nutre delle erbe più salutari e profumate, la sua carne deve essere talmente sana, che se qualcuno la mangia, sia pure in minima quantità, non è più possibile che muoia”.

17) Però, in fondo, riguardo alla fede in una simile panacea, agli abitanti di Saturno non va meglio di quanto vada a più d’uno fra gli abitanti della vostra Terra, i quali sono pure a conoscenza di svariatissimi mezzi e toccasana con i quali s’illudono di perpetuare la vita del corpo; però l’esperienza s’incarica giornalmente d’insegnare loro che la morte del corpo non può essere assolutamente tenuta a freno.

18) “Ma a che scuse si appigliano poi tali uomini, nonostante le esperienze di ogni giorno che screditano continuamente i loro mezzi?”. – Essi celano questi mezzi dentro a veli misteriosissimi, escogitati dalla loro fervida e ingannevole pseudo-sapienza e dicono che questo rimedio deve essere preso esattamente a mezzanotte e precisamente nelle esattissime dosi prescritte: un solo millesimo di grammo in meno o in più rende il rimedio inefficace.

19) Se questo astuto artificio medico non basta, per rendere ancora più imbrogliata la situazione si fa ricorso all’influenza degli astri. In simili casi, allora, il medico della vita, avvolto in un misticismo di questa specie, sfoggiando un’eloquenza assai grande, però quanto mai incomprensibile, si affanna a spiegare in qual punto del firmamento deve trovarsi la luna, in quale fase, nonché in quale costellazione deve passare il Sole, e tutto ciò alla mezzanotte in punto. Se per esempio il Sole non passa esattamente alla mezzanotte nella costellazione del Leone, la luna in quella del Capricorno, e così via di seguito, un pianeta in questa, un altro in quell’altra costellazione, e tutto ciò contemporaneamente, allora il rimedio eterno per prolungare la vita rimane senza forza e senza effetto.

20) Si trova sempre poi della gente credulona pronta a prestare fede a questi mistici predicatori di sapienza ed a comperare, sempre a carissimo prezzo, un simile rimedio eterno per la vita e, quando ne sono in possesso, cominciano a consultare i calendari fino, per così dire, a rimetterci la vista, per non lasciarsi sfuggire l’occasione nella quale la luna, il Sole e tutti gli altri pianeti potrebbero venire a trovarsi nelle costellazioni prestabilite alla mezzanotte in punto. Siccome, però, anche a voi stessi, pur senza cognizioni matematiche profonde, deve risultare facilmente chiaro che simili condizioni astronomiche ed astrologiche rispetto alla posizione degli astri ed al passaggio da una costellazione all’altra possono verificarsi approssimativamente a mala pena una volta soltanto in uno o anche in più milioni d’anni, od eventualmente anche mai, di conseguenza l’efficacia di un tale mezzo straordinario escogitato dalla sapienza mistico-speculatrice di un fornitore della vita eterna terrestre di questa specie si elimina perfettamente da sé. Lo speculatore, però, si sottrae a qualsiasi responsabilità, dato che può sempre sostenere che non si sono verificate tutte le circostanze richieste.

21) Ecco, precisamente così viene utilizzata la carne di questo animale sul pianeta Saturno; soltanto che i pseudo medici, quando un tale mezzo non ha prodotto l’effetto desiderato, si scusano dicendo che la persona che se ne è servita ha commesso una grave imprudenza, prendendo il rimedio non nel periodo dell’ombra proiettata dall’anello, bensì in quello della piena luce solare, condizione in cui esso non può avere efficacia.

22) Che se poi un parente del defunto dice ad un simile apportatore di vita che il defunto ha veramente ingoiato il rimedio all’ombra dell’anello, allora il medicastro gli domanda immediatamente che posizione avessero avuta le lune in quell’occasione. Se l’interpellato è in grado di dare una risposta precisa, la posizione delle lune viene naturalmente qualificata sempre da parte dell’apportatore di vita come estremamente sfavorevole al suo rimedio e ciò con grande sfoggio di eloquenza. Ma se l’interpellato dichiara di saperne poco o nulla, allora questa è acqua per il mulino del nostro apportatore di vita eterna.

23) Però talvolta succede che un parente di un tale morto, nonostante l’uso dell’eterna panacea, si rivolga per consiglio ad un altro apportatore di vita eterna della medesima risma e gli chieda perché quel rimedio abbia fallito lo scopo. Ora, già voi stessi potrete immaginarvi che genere d’informazioni darà quest’altro apportatore di vita sul conto del rimedio sfortunato offerto dal suo collega; cioè egli parlerà come segue: “Perché non siete venuti da me? È cosa nota a chiunque che questo individuo lavora con rimedi fasulli!”. E, allo scopo di convincere l’interpellante che il rimedio in questione doveva essere di certo falso, gli mostra subito un altro rimedio dal colore differente da quello del rimedio incriminato e questo è per l’altro una spiegazione sufficiente dell’insuccesso del rimedio consigliato dal primo pseudo-medico.

24) Date simili circostanze poi non è raro il caso che il parente del defunto ritorni dal primo apportatore di vita che egli ora considera un imbroglione. Come farà quest’ultimo a togliersi dai guai? Egli conduce il suo accusatore da un suo vicino di pari sentimento e già istruito a dovere, e naturalmente, dice al reclamante: “Vedi, questo e quell’altro hanno adoperato il mio rimedio veramente così come andava fatto. Domanda solo adesso a che età sono arrivati!”. Quando poi l’interessato a questo invito si rivolge a uno o all’altro miracolato chiedendogli che età abbia, si sente di solito menzionare un’età così avanzata, da rimanere addirittura strabiliato. Comunemente, però, l’interrogato non indica mai il numero degli anni che ha, bensì, a prova della sua longevità, cita degli avvenimenti straordinari ai quali egli avrebbe assistito. Così, ad esempio, l’uno asserisce di ricordarsi benissimo del tempo in cui questo o quell’altro monte non esisteva ancora. Un altro invece mostra la zona bianca e luminosa sul firmamento e sostiene di aver visto che quell’anello era stato a suo tempo collocato nel Cielo per mano del grande Spirito. Un terzo poi si ricorda addirittura benissimo dell’epoca in cui non esistevano ancora le lune sul firmamento; e così succede che ciascuno di questi tali sa citare fatti più straordinari ancora di quelli del suo predecessore a comprova della propria età avanzata. E dopo che il nostro reclamante ha ascoltato parecchie di queste asserzioni, comunemente si dichiara soddisfatto e per di più compera per conto suo lo specifico meraviglioso dal medicastro, anch’esso per niente più giovane dei suoi vicini, e così provvisto se ne va e ritorna lieto a casa sua.

25) Ecco, questo è tutto quanto valeva la pena di aggiungere per integrare la descrizione di questo animale. Perciò adesso, dopo di questo, passeremo a considerare ancora un animale non domestico di quel pianeta e poi rivolgeremo la nostra attenzione ad alcuni fra gli animali domestici.

 

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Cap. 28

Il Bauor con il braccio-coda e l’occhio-arma

La caccia a questo animale per la sua pelle come mantello per i patriarchi

 

1) L’animale che ora ci disponiamo ad osservare lo si incontra solo in rarissimi luoghi. Nei continenti è un essere completamente estraneo e lo si può trovare unicamente su qualcuna delle grandi isole dell’emisfero meridionale. Dove però dimora questo animale, là gli abitanti di Saturno usano fare altrettante poche visite, quanto ne fanno sulle isole dove dimora il Mud. Il perché lo dirà il seguito della descrizione.

2) Il nome che viene dato a questo animale è Bauor, ciò che tradotto nel vostro linguaggio vorrebbe dire all’incirca ‘occhio unico’. Ed anzitutto vogliamo vedere come si giustifica questo nome. – Ha veramente un occhio solo? – Questo animale ha, come qualunque altro, due occhi per vedere; però sulla sua larga fronte, più in alto dei due occhi e precisamente nel mezzo, esso possiede ancora un occhio che gli serve come un’arma, ed è da questo occhio pericolosissimo che questo animale trae il suo nome.

3) Prima però esamineremo tutto l’animale per quanto concerne la sua forma e poi dedicheremo una particolare attenzione a quest’occhio straordinario.

bauor.JPG4) Dunque: “Che aspetto ha questo animale? Quale è la sua grandezza e come è il suo colore?”. – Salvo il collo e la coda, questo animale somiglia molto ad un vostro cavallo; soltanto che certamente, rispetto al corpo, dovete immaginarvelo cento volte più grande.

5) Per quanto poi riguarda la coda, questa è simile ad un serpente a cui fosse stata tagliata la testa ed ha non di rado una lunghezza da 120 a 130 tese (230-250 m) e dove essa si attacca alla parte posteriore del corpo, è grossa una tesa e mezza, secondo le vostre misure. Alla sua estremità la coda è provvista di tre robusti uncini come un’ancora. La maggior forza questo animale ce l’ha appunto nella coda, e di questa si serve per cercare il nutrimento nell’acqua; per questo esso si trattiene costantemente lungo le rive del mare e, con la coda immersa nell’acqua, esplora dappertutto per vedere di uncinare qualche pesce o qualche altro animale marino per calmare il suo appetito. In questo genere di pesca l’animale possiede una grandissima abilità, perché, non appena fiuta in qualche angolo subacqueo della riva qualcosa di vivo e di confacente al suo stomaco, vibra con rapidità fulminea la sua coda sott’acqua verso quel punto, e ciò con tanta sicurezza che la preda non può sfuggirgli. E così avremmo descritto la coda di questo animale.

6) “Ma come si presenta poi la testa del Bauor?”. – La testa di questo animale ha un aspetto molto strano; essa poggia su un collo lungo e robusto e, in quanto a forma, è quasi del tutto simile a quella di una foca della vostra Terra. Anche la testa è proporzionatamente più grande della testa di una foca, come pure il suo corpo è più grande di quello di un cavallo della Terra. Dunque, ad eccezione dell’occhio-arma, la sua testa è simile alla testa della foca!

7) E ora vedremo questo cosiddetto occhio-arma. “Ma di che cosa si tratta veramente?”. – Vedete, quest’occhio non ha niente a che fare con il solito organo della vista, bensì si tratta invece di un occhio per percepire e per immobilizzare. Normalmente quest’occhio è sempre chiuso, però qualora a questo animale si avvicini qualcosa di ostile, l’occhio si apre immediatamente e sprizza fuori un raggio di luce rossa di tale intensità che è più facile guardare il Sole, quando è nel suo pieno splendore, che non un simile occhio.

8) Quando poi questo raggio viene diretto verso qualche essere vivente, quest’ultimo viene colto istantaneamente da un senso di debolezza e di sgomento, contro il quale non vi è possibilità di reazione; esso si sente come inchiodato al posto dove si trova, né può assolutamente muoversi da dove è stato colpito dal raggio fatale. Quando poi l’animale si accorge che il nemico, così colpito dalla luce rossa, è fissato a dovere al suo posto, esso gli si avvicina a passo lento fino ad una distanza tale da permettere alla sua poderosa coda di raggiungerlo, e nel calcolo di questa distanza l’animale non si sbaglia mai; poi con rapidità fulminea lancia la coda, che gli serve anche da braccio, contro il nemico, lo uncina, e poi lo porta fino alle sue ampie fauci, dove viene stritolato dai suoi poderosi denti e infine inghiottito. Non fa alcuna differenza se si tratti di un corpo umano o animale; non c’è essere vivente che venga risparmiato, sia che si tratti di un abitante dell’aria, della terra o dell’acqua.

9) E adesso, con quanto abbiamo finora detto, sarebbe esaurito anche tutto ciò che di notevole può offrire questo animale, salvo il colore della sua pelle.

10) “Che colore ha?”. – Il ventre è azzurro chiaro, però, proprio nel mezzo, nel senso della lunghezza, il ventre è solcato come da un fascia scura ed abbastanza larga. La schiena ha una tinta rosso chiara ed è striata di giallo; le strisce, per quanto riguarda la forma, somigliano a quelle delle vostre zebre. Le gambe, dal punto dove si dipartono dal corpo, sono di color giallo aranciato, mentre gli zoccoli sono completamente neri; il pelo del corpo è relativamente cortissimo, e perciò anche ci fu un tempo in cui molti fra gli abitanti di Saturno credevano che questo animale fosse del tutto nudo; tuttavia, questa loro opinione si dimostrò errata quando riuscirono ad impadronirsi di qualche esemplare.

11) Sennonché una simile cattura è sempre costata e costa ancora piuttosto cara a quegli abitanti, perché quando vogliono dargli la caccia è necessario che prima gli venga sacrificata una discreta quantità di grandi animali domestici e, quando è ben sazio, solo allora si sdraia in qualche luogo vicino all’acqua, infiacchito e sonnolento, attorciglia assieme la coda e digerisce l’abbondante pasto. Quando i cacciatori vedono che l’animale si è addormentato, devono affrettarsi per poter mettere fuori combattimento la coda, scopo che essi raggiungono comunemente staccandola dal corpo con un colpo violento. Compiuta questa operazione, è necessario che con altrettanta rapidità si allontanino dal posto, perché la coda, anche staccata dal corpo dell’animale, continua a vivere ancora per un bel pezzo e si getta qua e là fra orribili contorsioni; l’animale spesso, poi, reso furente dal dolore, si lancia con impeto tirando calci da tutte le parti; perciò non è affatto consigliabile trattenersi nella sua vicinanza dopo che gli è stata tagliata la coda. Questa cosa è ben nota agli abitanti di Saturno; perciò essi si allontanano immediatamente e, a bordo delle loro navi, aspettano finché l’animale non si sia accasciato, estenuato ed immoto, a terra e che la coda non si sia irrigidita, dopo le sue spasmodiche contorsioni.

12) Subentrate queste condizioni, i cacciatori si avvicinano con le loro navi nuovamente alla riva, tagliando la coda in vari pezzi; in questa occasione i singoli pezzi riprendono a contorcersi per parecchio tempo ancora; poi gli uomini si accostano al corpo dell’animale e provano, mediante punture nella schiena, se vi sia ancora qualche traccia di vita. Se, malgrado le punture, il corpo non reagisce affatto, si procede senza indugio a spogliarlo della superba pelliccia, perché, prima di tutto, viene staccata la testa dal collo e gettata in tutta fretta nel mare, perché quei cacciatori pensano che durante la scorticatura l’animale potrebbe casualmente aprire il terribile occhio, ed allora essi ne rimarrebbero tutti avvelenati. Questo, però, non potrebbe mai essere il caso, dato che l’occhio fatale non contiene nessun veleno e poi l’intensa luce rossa sprizzante dall’occhio svanisce totalmente non appena l’animale ha perduto tutta la sua energia vitale.

13) Levata la pelle dal corpo e trasportata sulle navi, il rimanente viene lasciato sul posto perché vi si decomponga; ma, affinché tale processo si acceleri, si avvicinano a riva ben presto numerosi ospiti affamati di vario genere che sono prontissimi ad intervenire, alcuni per saziarsi, altri per sfogare il loro istinto di vendetta sulle spoglie del loro ben noto nemico.

14) “Ma che cosa fanno gli abitanti di Saturno di una simile pelle acquistata a prezzo di tante fatiche?”. – Ecco, la pelle viene sfregata ben bene con l’olio, affinché si faccia morbida e flessibile e non possa più diventare rigida. In seguito a questa operazione, poi, la pelle viene tagliata e se ne confeziona infine una specie di mantello alquanto corto. Un simile mantello, poi, posto sulle spalle di una persona, ha su Saturno un significato maggiore che non tutto un impero sulla vostra Terra, poiché là è ammesso, come norma proverbiale, il seguente detto: “Il Bauor fa il principe, ovvero esso soltanto conferisce al più eminente patriarca dal paese dappertutto quella dignità che gli deve esser propria”.

15) Però non va dimenticato che per gli abitanti di Saturno la caccia ad un simile animale rappresenta sul serio una fra le maggiori ed azzardate imprese nelle quali possano cimentarsi. Chi dunque si è conquistato un mantello di questo genere, può dimostrare a tutti i suoi simili da quanto coraggio egli sia animato. Ora questa testimonianza ha per gli abitanti il massimo valore, poiché un condottiero o una guida priva di coraggio non giova loro affatto. Oltre a ciò un simile mantello fornisce anche la prova dei gravi sacrifici ai quali il possessore ha dovuto sottostare ed allora gli abitanti di Saturno ne arguiscono che un tale possessore di un mantello di Bauor, oltre che essere dotato di molto valore, dev’essere altresì persona molto liberale, considerato che per il bene dei propri fratelli non ha esitato a sobbarcarsi di considerevoli sacrifici; infine poi dal possesso di un simile mantello essi deducono altresì che il possessore deve essere persona quanto mai avveduta, considerato che ha saputo disporre ogni cosa con tanta sapienza da riuscire ad impadronirsi del mostruoso animale, il quale, presso gli abitanti di Saturno, gode di una fama più terribile e paurosa che non presso di voi il leggendario drago.

16) Se dunque un uomo è stato in grado di trionfare su un simile animale, anche in qualsiasi altra occasione egli sarà certo in grado di portare a buon fine un’impresa con grande avvedutezza; perciò questo mantello di pelle del Bauor conferisce ad un uomo di Saturno immancabilmente la dignità di gran patriarca, anche qualora egli sia dalle tre alle quattro volte più giovane di un qualche altro piccolo patriarca. E finché il mantello dura, dura anche il gran patriarca.

17) Ora, dato che al possesso di un simile mantello va sempre congiunta la dignità di gran patriarca, avviene che di niente si fa un uso tanto meticolosamente cauto e niente si bada a conservare con tanta cura quanto un mantello di questa specie; perciò anche un simile gran patriarca lo indossa unicamente in occasioni del tutto straordinarie. Considerato però che pure su quel pianeta succedono dappertutto dei piccoli imbrogli, non deve far meraviglia se qualcosa di simile succede anche rispetto alla durata di un tale mantello, durata reputata là quasi eterna, mentre talvolta il mantello, già da lungo tempo perfettamente logoro, è stato sostituito con un altro lavorato con pelli di altri animali che poi viene spacciato per un mantello autentico di pelle di Bauor.

18) La dignità di grande patriarca, così acquistata per effetto del possesso di un mantello di Bauor, rimane ereditaria e passa ai figli e ai pronipoti del gran patriarca finché l’esistenza del mantello può venire tangibilmente dimostrata: se qualcuno, però, in seguito ad una nuova impresa coronata da successo, giunge in possesso di un nuovo mantello e ne comprova l’esistenza in tutto il paese, soltanto allora il vecchio patriarca decade dalla sua dignità. Tuttavia egli continua a venir considerato dal popolo come persona di grande riguardo; in questo caso anche l’infimo brandello di un simile mantello di Bauor conserva appieno il suo prestigio, per dir così, quale diploma di nobiltà, e il possessore gode dei privilegi che gli spettano finché può dimostrare l’esistenza anche di un minimo pezzetto di un mantello di questa specie. Una volta, però, che le tarme abbiano roso anche quest’ultimo brandello, essi hanno distrutto pure la dignità di un simile antico patriarca, a cui non resta altro che il vano ricordo della sua gloria passata.

19) Tuttavia noi non c’intratterremo più oltre su questo argomento che veramente concerne le istituzioni politiche su Saturno, dato che non siamo ancora arrivati con la nostra esposizione all’uomo, bensì noi riprenderemo a trattare della fauna. Prima di occuparci degli animali domestici, diamo un’occhiata, così in generale, al genere degli animali selvaggi.

 

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Cap. 29

Sull’armonia dei corpi mondiali ed esempi dell’arte tonica

Insegnamenti sulla dottrina dei toni nella Creazione

Concordanza tra il mondo degli animali di Saturno e quelli della Terra

 

1) Come già vi è noto, noi ora facciamo oggetto di osservazione solamente gli animali di ogni singola specie che si distinguono per qualche caratteristica particolare, e per conseguenza, in base a quanto dettovi finora, ormai sarete a conoscenza di quali animali straordinari siano propri di quel pianeta. Tuttavia, dalla descrizione di questi animali straordinari, avrete anche rilevato che essi per lo più sono di tale natura che nessuno è proprio somigliante del tutto a qualche animale, tanto della vostra Terra quanto di un altro pianeta.

2) Nondimeno, fra l’uno e l’altro pianeta vi è d’altro canto sempre un’incessante armonia in tutto, senza la quale due corpi mondiali, per quanto anche infinitamente distanti l’uno dall’altro, non potrebbero sussistere. Ora, affinché voi questa cosa la possiate comprendere in maniera il più possibile giusta e precisa, devo anzitutto rendervi attenti sul fatto che l’armonia vi è e vi può essere solamente quanto l’effetto è la conseguenza dell’una e la stessa causa.

3) Se voi, per esempio, tendete una corda armonica su un asse di legno e la pizzicate, la corda renderà sempre un suono di una determinata altezza o profondità. Più tenderete la corda, più il suono si farà intenso o acuto; se invece allenterete la corda, il suono si farà in proporzione più grave. Dunque: “Qual è la causa della risonanza?” – Ecco, voi potreste cercare quanto volete, ma non sareste capaci di trovarne altra all’infuori dell’asse di legno e della corda che vi è tesa sopra; ogni qualvolta farete agire questa causa attraverso uno sfregamento, si produrrà sempre il medesimo effetto. Le modifiche del tono in altezza e in profondità in questo caso non c’entrano per niente, poiché il tono rimane tono, sia che sia acuto o grave. Pertanto, voi sarete portati a domandarvi: “Che cosa produce veramente il suono? L’asse levigato del legno, oppure la corda?”. – Ed Io vi rispondo che non è l’asse da solo, né la corda da sola, bensì il fenomeno lo si ha perché ambedue concorrono in comune a produrlo: l’asse levigato, nella sua integrità, ha costantemente pronte tutte le immaginabili forme e misure per la produzione del suono, mentre la corda vibrante sull’asse suscita e rende manifeste queste forme in maniera ben distinta l’una dall’altra. Così l’asse piallato risulta essere l’organo depositario di tutte le forme sonore immaginabili, e la corda tesavi sopra, lo strumento atto a destare tali forme e a renderle percettibili ai sensi. Ed affinché questo sia possibile, è evidente che fra l’asse piallato e la corda deve esistere un innegabile rapporto di armonia.

4) Forse qualcuno sarebbe disposto ad ammettere che anche l’aria costituisce un mezzo per la formazione del suono, ma a tale proposito è necessario considerare che mai e poi mai possono concorrere alla produzione di qualche effetto più di due cause di polarità opposte che sono reciprocamente in conflitto. Il mezzo non può mai essere considerato come una causa, bensì unicamente come una via attraverso la quale l’effetto ottenuto dalle due polarità si rende manifesto.

5) Prendete come esempio il fluido magnetico! Questo, nella sua caratteristica polarità, può trovarsi solamente quando una verga di ferro se ne sia saturata, ovvero: non agisce piuttosto liberamente in se stesso con tale sua polarità in tutto l’infinito? Vedete, dunque, la verga di ferro non è evidentemente altro che una via attraverso la quale questo fluido viene messo in grado di manifestarsi in maniera percettibile ai vostri sensi, mentre la verga, in sé e di per sé, non può essere considerata una causa generante il fluido magnetico.

6) Oppure: “È forse l’aria o l’etere, che ricolma lo spazio fra il Sole e un pianeta, quell’elemento che produce la luce? O non sono essi, piuttosto, semplicemente la via tramite cui la luce emanata da un Sole arriva fino ad un pianeta, qualora questo sia costituito in modo da poter accogliere la luce?”

7) Dunque, rispetto alla formazione del nostro tono, noi non consideriamo l’aria come un mezzo che produce il tono stesso, bensì soltanto come una via attraverso la quale le forme sonore, come quelle ottenute dalla corda in comunicazione con l’asse piallato per tensione, possono essere percepite dall’orecchio.

8) In generale, con la parola ‘tono’ voi non dovete intendere il suono per se stesso, bensì unicamente una forma strappata ad una qualche superficie liscia ed elastica mediante vibrazioni di un determinato grado. Il suono, in se stesso, è solamente una testimonianza che, per effetto delle regolari vibrazioni di un corpo atto a vibrare, si sono sviluppate le forme di un altro corpo posto alla sua base. Quantunque siate esperti dell’arte dei suoni, tuttavia Io vi dico che quasi in nessun ramo dell’arte o della scienza siete così poco esperti quanto appunto nell’arte dei suoni e dell’acustica, perché voi non ne comprendete nulla di più di quanto ne comprendano i vermi che rodono la corteccia morta di un albero. Vedete, voi affastellate bensì assieme dei vari toni nelle loro varie altezze, cioè acuti e gravi, e certo vi dilettate di questa musica, tuttavia questo diletto non si differenzia per nulla da quello che provano i vermi quando rodono la corteccia morta dell’albero. E infatti: a chi di voi è mai venuto in mente che il tono è invece una delle forme più meravigliose che esistano?

9) Vedete, se voi emettete con la vostra gola una qualche nota o la producete con uno strumento musicale, voi della nota stessa altro non sapete dire se non che questa nota è un do o un fa, e si trova in questa o in quell’altra ottava e potete tutt’al più stabilire ancora da che strumento è stata emessa. Considerate bene la cosa e confessate poi se dal tono voi sapete molto di più oltre al fatto di poter valutarne con il vostro orecchio la qualità e giudicare dal reciproco rapporto fra un tono e l’altro se vi è consonanza o dissonanza. E così, quando avete fatto ciò, per voi è perfettamente esaurita la vostra possibilità di giudizio riguardo al tono.

10) Ma affinché tanto più profondamente vi convinciate come in nessuna altra arte voi siate così poco esperti quanto in quella dei suoni, Io Mi limiterò a dirvi di sfuggita soltanto poche cose riguardo al tono stesso.

11) Voi sapete che su uno stesso asse possono essere tese parecchie e varie corde, delle quali ciascuna, a seconda del grado di tensione, darà un tono più o meno acuto o più o meno grave, e tutto ciò sul medesimo asse. Ma se su quest’uno e medesimo asse possono essere prodotti tanti possibili toni in tutte le loro sfumature in numero così vario, bisogna evidentemente concludere che in quell’uno e medesimo asse deve trovarsi presente un numero quasi infinito di forme, perché queste possano manifestarsi in maniera perfettamente percettibile in seguito a tutti i possibili ed immaginabili gradi di tensione delle corde stesse.

12) Se voi esaminate l’asse in sé e per sé, cosa vi scorgete? Nient’altro che un asse vuoto e piallato. E quando osservate la corda che vi è tesa sopra, cosa scorgete? Nient’altro che un filo uniforme ed elastico di budella d’animale, oppure metallico. Dunque, all’infuori delle due banali uniformità, voi non vi troverete dinanzi niente che si presti a qualche dissertazione filosofica. Tuttavia in queste due uniformità banali si tiene celata una multiformità così varia, che tutti i musicisti assieme, dai tempi di Davide fino ad oggi, nonostante le loro molte composizioni, non ne hanno tratto fuori ancora nemmeno la miliardesima parte, anche se questi toni esteriori, in sé e di per sé, in rapporto al vero e proprio tono, non sono altro che quello che la corteccia morta di un albero è in rapporto all’invisibile vita interiore spirituale dell’albero stesso.

13) Dunque: “Che cos’è il tono?”. – Il tono non è altro che un manifestarsi delle forme spirituali armoniche dalla varietà infinita, tali e quali come sono insite nella materia o almeno come nella stessa si celano. Perciò l’asse o la cassa armonica di uno strumento musicale è un mondo infinito ricolmo di forme spirituali, e quando voi, per esempio, da uno strumento avete prodotto un do o un la, mediante questo semplice suono si è manifestato al vostro orecchio, in maniera uniforme e ben precisa, né più né meno che un’intera creazione (spirituale) con tutto il suo complesso di esseri di ogni specie in numero incalcolabile in eterno.

14) Voi, però, restate attaccati soltanto a quello che il vostro orecchio rudimentale percepisce, ma non fate affatto attenzione a quello che si nasconde dietro a ciò che avete percepito; quantunque, dopo aver inteso vari suoni che si susseguono in una serie armonica, s’insinuino in voi dei grandi presentimenti e le forme spirituali viventi vi si stringano intorno da ogni parte, eppure, voi restate ancora ciechi e continuate invece a rodere la scorza senza pensare affatto che ad ogni semplice suono, appunto per effetto del tono percettibile di una sola parola, sono sorte tutte le cose che ricolmano l’infinità intera. Da tutto quello che è stato detto potete dunque già farvi un’idea relativa di ciò che è veramente un tono e quanto diverso è il suo significato da quello del semplice ed uniforme suono che voi chiamate “tono”.

15) Ma considerato che prima siamo partiti dai rapporti armonici ed abbiamo spiegato come tra un asse levigato e una corda tesavi sopra esista una costante armonia, e che da questa armonia derivano, secondo l’esteriorità, gli stessi effetti, noi possiamo pure, in base a ciò, avvalorare adesso appieno la nostra prima tesi secondo cui deve esistere una costante armonia anche tra due corpi mondiali, per quanto sia grande la distanza che li separa l’uno dall’altro.

16) “Ma perché questo?”. – Immaginatevi che il Sole sia l’asse o la cassa armonica e che i pianeti dal canto loro rappresentino le corde che vi sono tese sopra. Quando poi queste corde planetarie, circolanti intorno alla cassa di risonanza del Sole, vengono fatte vibrare per mezzo della luce emanante da questo, le corde planetarie stesse accolgono in questo modo tutte le forme che si trovano già nel Sole, dopo averle ricevute attraverso la sua luce, e poi le rendono percettibili nella loro essenzialità formale.

17) Se, dopo di ciò, voi considerate che la corda del pianeta Saturno è tesa sul medesimo Sole nel quale è tesa pure la corda della Terra che voi abitate, deve anche riuscirvi chiaro ed evidente che la stessa causa, che agisce sulla vostra Terra e che fa sorgere su di essa percettibilmente le sue forme, produrrà anche su Saturno i medesimi effetti che produce sulla Terra.

18) Se voi ad esempio prendete un pianoforte da sette ottave e contemporaneamente uno da cinque, nessuno potrà negare che il pianoforte dalla tastiera più ampia potrà dare certamente note più basse e più alte di quello dalla tastiera ridotta. Entro i limiti però dell’estensione del pianoforte più piccolo, anche quello grande si troverà all’unisono, con il primo a cominciare dalla nota più grave fino alla nota più acuta di questo, naturalmente purché vi sia sincronia nel movimento dei tasti; d’altro canto, è pure certo che i suoni dello strumento più grande avranno maggiore intensità e risonanza e saranno più perfetti di quelli dello strumento piccolo.

19) Come vedete, ora abbiamo veramente già tutto quello che ci occorre. Io già da principio dissi che noi avremmo dato un’occhiata generale a tutta la fauna di Saturno che vive allo stato brado, prima di passare alla descrizione particolareggiata degli animali domestici di quel pianeta. Ed Io vi dico che una simile occhiata generale ormai l’abbiamo già data, poiché questa raffigurazione della forza produttiva del Sole era necessaria, affinché quanto ancora rimane da dire non appaia come un vaneggiamento o una descrizione imposta delle cose su quel pianeta, così da indurre alla conclusione che Colui che va rivelando questo, avendo perduto il filo della fantasia e che in conseguenza di ciò è ricorso per la spiegazione a quello che la Terra, quale pianeta, offre in fatto di apparizioni formali, dirà: “Tutta la fauna terrestre, salvo poche varianti, si trova pure su quel pianeta, soltanto che là tutto è in proporzione più grande, più forte e dai colori più vivaci, in seguito alla suddivisione della luce solare già più accentuata”.

20) Ma poiché abbiamo fatto precedere questa rappresentazione anatomizzata dei rapporti armonici, nessuno che sia di cuore fedele troverà da ridire se ora vi dico che: dal vostro più grande elefante primigenio fino al minuscolo topolino, questi animali, senza eccezione alcuna, vivono tutti anche sulla superficie di Saturno, soltanto che essi sono in proporzione più grandi e più robusti, e i colori della loro pelle variano tra l’azzurro, il verde, il rosso, il bianco e il nero, mentre gli animali sulla Terra appaiono di rado con colori tanto marcatamente spiccati, per la ragione che i raggi del Sole cadono sulla Terra con eccessiva intensità e quindi sono ancora poco divisi. La colorazione è certamente un effetto della luce, e i vostri fiori sono bensì anch’essi colorati in maniera molto varia, ma ai vostri colori manca tuttavia sempre quella certa vivacità e quello splendore per i quali appunto tutti i fiori di Saturno appaiono così pieni di vita, ed altrettanto si può dire dei colori che hanno gli animali, come pure anche l’uomo stesso.

21) Quanto ora è stato detto, dunque, basta a completare l’occhiata generale che abbiamo voluto dare ai quadrupedi ed anche al resto del mondo animale di quel pianeta; perciò adesso considereremo un po’ più da vicino soltanto quei pochi animali domestici che la tastiera a cinque ottave del pianoforte terrestre non contiene.

 

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Cap. 30

Tra gli animali domestici di Saturno la mucca Buka è l’animale più utile in assoluto

 

1) Il primo animale domestico a cui dedicheremo la nostra attenzione è la grande mucca domestica degli abitanti di Saturno, che essi chiamano Buka. Voi probabilmente sarete prima o dopo indotti alla seguente riflessione: “Ma perché la mucca deve essere considerata per prima, e non invece il toro?”. – Qui però non si tratta di passare in rassegna il mondo animale secondo un criterio scientifico, vale a dire secondo l’ordine stabilito dai cosiddetti zoologi che prevede quasi sempre che il maschio debba venire prima della femmina; qui si tratta di fare semplicemente la descrizione degli animali di quel pianeta secondo il rango che occupano in fatto di utilità, e quindi secondo la loro importanza. Dato quindi che su Saturno la mucca è un animale molto più utile, e per conseguenza anche molto più importante, così, fedeli al nostro buon ordine, la lasceremo passare innanzi al maschio, cioè al toro.

2) Dunque: “Che specie di animale è questa Buka? Come si presenta? Che grandezza ha? E in quali regioni vive comunemente?”

3) La Buka o mucca di Saturno è un animale di colossali proporzioni; tuttavia, malgrado il suo corpo gigantesco, è quanto mai mansueta, e in rapporto alle sue dimensioni ha bisogno di assai poco foraggio, ma invece, tanto più beve acqua.

4) Fra tutti gli animali di quel pianeta, questo è incontestabilmente il più utile e, con il suo latte molto abbondante, saporitissimo e dal colore tendente al giallognolo, fornisce agli abitanti di Saturno un alimento assolutamente di primordine. A voi certo interesserà sapere quanto latte una simile mucca può fornire secondo le vostre misure in un giorno di Saturno. Orbene, dato che una giornata di Saturno non si differenzia molto da una giornata terrestre, non deve farvi tanta meraviglia se vi dico che questa mucca, con una mungitura perfetta e regolare, fornisce in una giornata non di rado fino a 1000 dei vostri emeri (56.000 litri)  di latte.

5) (Notabene: Una mucca di questo genere certo più d’uno dei baroni dell’industria agricola sulla vostra Terra vorrebbe possederla, naturalmente purché non ci volesse per nutrirla molto più foraggio di quanto ne consuma una delle vostre terrestri e l’animale potesse avere, oltre a ciò, a sua disposizione acqua da bere in quantità a suo piacimento. Ma, considerato l’estremo senso del guadagno che anima questa gente, c’è pericolo che la loro economia spirituale venga eccessivamente turbata dal possesso di una simile mucca; perciò lasciamo questo animale così com’è piuttosto su Saturno, quantunque a Me non sarebbe proprio impossibile creare anche sulla Terra una mucca del genere di quella di Saturno).

6) Dunque: “Come si presenta su Saturno una simile mucca?”. – In quanto alla forma essa ha una discreta somiglianza con la femmina del cosiddetto Auerkuh. In grandezza, però, non c’è paragone possibile con questa, perché essa è tanto grande, che una comune mucca terrestre, posta sulla sua schiena, non farebbe miglior figura di una mosca sulla schiena di una delle vostre mucche. Il maschio, cioè il toro, è, dopo il Mud, quasi il più grande animale di quel pianeta. Tuttavia la femmina è considerevolmente più piccola del maschio. Se una simile mucca di Saturno si trovasse qui sulla vostra Terra, voi, salendo sulla sua schiena, potreste spaziare con l’occhio su un territorio di gran lunga più vasto che se vi trovaste sulla cima del vostro Plabutsch (monte nelle vicinanze di Graz); va però osservato che anche su Saturno stesso la grandezza di queste mucche varia molto da una regione all’altra.

7) La specie più grande vive in quell’immenso continente a cui è stato fatto cenno già all’inizio della presente rivelazione. In questo continente, dunque, una simile mucca arriva non di rado a 400 tese (760 m) di altezza ed è lunga circa il doppio dalla testa alla coda (1520 m). Il suo corpo è sostenuto da quattro gambe solide in proporzione, le quali, in rapporto al rimanente del corpo, sono tuttavia più corte di quanto lo siano quelle della mucca terrestre rispetto al suo corpo. Tra le due gambe posteriori le pende una poppa straordinariamente grande provvista di otto capezzoli relativamente lunghi, che però vengono sempre a distare ancora altre quaranta tese dal suolo quando l’animale è in piedi.

8) “E come viene munta una mucca di questo genere?”. – Non così come da voi, perché questo animale fornisce il latte spontaneamente e, data la speciale costruzione del suo organismo, il dare o il ritenere il latte dipende sempre dalla sua istintiva volontà. – “Ma come sanno gli abitanti di Saturno quando la mucca vuole liberarsi del latte?”. – Ecco, essi se ne accorgono anzitutto dal gonfiore della poppa, e poi dal fatto che l’animale da sé si dedica al riposo, dopo aver solitamente bevuto una grande quantità d’acqua.

9) Dunque, quando la mucca si è così adagiata a terra per riposare, allora quegli abitanti si affrettano a raggiungerla, muniti di quei grandi recipienti ricavati dalla pianta di zucca che voi già conoscete, ne porgono le ampie aperture sotto i capezzoli e vi raccolgono poi con ogni cura il latte che la mucca lascia scorrere spontaneamente. Una volta che si è liberata del latte, la mucca lo fa capire emettendo un formidabile ruggito.

10) Ma, dopo aver inteso il ruggito, i raccoglitori del latte si affrettano, con i loro vasi ripieni, ad uscire da sotto il ventre della mucca, affinché, quando questa comincia a muoversi, qualcuno non venga urtato o calpestato dai piedi colossali e pesanti della nostra Buka. Con un animale che abbia già parecchi anni d’età, un simile pericolo non è mai da temersi, perché esso evita di fare un sol passo finché sente che si trova sotto il suo ventre anche una sola persona; invece con una mucca giovane che, naturalmente, è molto più vivace, è necessario usare maggior prudenza.

11) “Come poi adoperano gli abitanti di Saturno questo latte che è squisitissimo?”. – Quasi precisamente come voi, soltanto, per aggiungerlo al caffè non lo usano affatto, per la ragione che quegli abitanti non conoscono affatto alimenti pazzi e straordinariamente dannosi di questo genere. Essi pure cuociono bensì qualcuno dei loro cibi, ma l’estratto di un frutto carbonizzato essi lo fuggono invece come la peste, dato che essi sanno molto bene come gli alimenti sono tutti sani e nutrienti, più che non in altro modo, precisamente così come Io li ho preparati in natura e cotti al puro fuoco del Mio Sole.

12) Quegli abitanti però ricavano, come voi, dal latte burro, strutto e formaggio, e tutto ciò costituisce il loro cibo preferito, particolarmente il formaggio spalmato di burro e miele. Per altro, su Saturno il miele non è il prodotto di qualche specie d’api, bensì proviene da una qualità di fiori dallo squisito profumo, provvisti di calici molto grandi, i quali sono per metà ripieni di tale miele.

buka.JPG13) Ecco dunque spiegato in poche parole come gli abitanti di Saturno usano il loro latte. Per conseguenza, altro non ci resta ancora da vedere che il colore della pelle di questa mucca. Il suo corpo è di colore grigio-azzurrastro sul dorso e sui fianchi, il ventre è completamente bianco; le gambe, a cominciare dal corpo, assumono gradatamente una tinta azzurra sempre più cupa, e ciò sia detto tanto dalle gambe anteriori, quanto di quelle posteriori. La coda di questo animale è pure di colore più scuro di quello del corpo e termina con un abbondante ciuffo di pelo colore rosso cinabro. Il collo è, in proporzione, slanciato piuttosto che massiccio ed è, a cominciare dalla testa fino alle gambe anteriori, provvisto di una criniera spiovente da ambo le parti, essa pure di colore rosso cinabro, così forte e lunga che certi peli raggiungono spesso la lunghezza di cinquecento tese. Anche la testa, in rapporto al rimanente del corpo, è piuttosto piccola e sprovvista di corna. Soltanto il maschio ha due piccole corna sporgenti verticalmente e curvate all’indietro, come quelle di un vostro camoscio.

14) Per quanto riguarda ancora la testa di questa mucca, qualcosa di notevole sono le sue orecchie, delle quali ciascuna misura non di rado dalle trenta alle quaranta delle vostre tese in lunghezza e corrispondentemente all’incirca un terzo di questa misura in larghezza. Le orecchie sono di un bianco abbagliante. La fronte di questo animale è grigio chiaro, un po’ più scura nella regione degli occhi relativamente grandi. Il muso di questa mucca non differisce da quello della vostra terrestre; è nudo anch’esso e di una tinta grigio scura. Tutto il rimanente del corpo assomiglia, sotto ogni aspetto, alle corrispondenti parti in un uro femmina della vostra Terra, come abbiamo già avuto occasione di menzionare.

15) Voi potreste chiedere se questa mucca viene tenuta in una stalla. No di certo! Questo animale è troppo grande per poter essere alloggiato come si conviene in una stalla. Invece esso viene tenuto in un giardino vivente, il quale non consiste in altro che in un ampio tratto di prateria recintato dai cosiddetti alberi-parete; ora questa mucca, nonostante le sue colossali dimensioni, non può varcare il recinto, perché, in primo luogo, essa ha le gambe, in proporzione all’intero suo corpo, piuttosto corte e, secondariamente, quando cammina, non può mai sollevarle più di cinque tese da terra. Questa è dunque la stalla per una tale mucca! Però non si deve dimenticare che un prato recintato di questa specie non di rado è vasto come tre volte tutta la vostra patria.

16) “E quante sono le mucche che può possedere un abitante di Saturno?”. – A questo riguardo posso dirvi che il possessore di dieci mucche di questa specie, e oltre a ciò di due tori, viene reputato là una persona facoltosissima.

17) Ora questo è tutto quello che di notevole va segnalato alla nostra attenzione rispetto a questo animale e perciò passeremo adesso da questo ad un altro animale domestico altrettanto utilissimo e cioè alla cosiddetta capra azzurra che ci riserviamo di esaminare più attentamente alla prossima occasione.

 

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Cap. 31

La capra azzurra il cui latte viene barattato e la lana utilizzata

La festa di ringraziamento per la capra

Collegamento degli abitanti di Saturno con il mondo spirituale

 

1) Dunque: “Che genere di animale è questa “capra azzurra” a cui abbiamo accennato la volta precedente?”. – Anzitutto è da notare che, specialmente per la parte meno abbiente della popolazione di quel pianeta, essa è un animale immensamente utile, indispensabile anzi; in maniera particolare poi per gli abitanti che dimorano sulle montagne, dove la grande mucca che conoscete non può trovare affatto condizioni favorevoli di vita, dato che in quelle regioni scarseggia il foraggio e, ciò che è più importante ancora, l’acqua non è sufficiente per soddisfare la straordinaria sete di questo animale.

capra_azzurra.JPG2) Ora, ritorniamo alla capra azzurra. “Come si presenta questo animale fisicamente? Forse come una capra della vostra Terra?. – Oh, no assolutamente! Bensì all’incirca come una renna, che sulla vostra Terra dimora nelle regioni più settentrionali dei vostri continenti. Va da sé che essa, in quanto a grandezza, è un centinaio di volte maggiore della renna terrestre. Questa capra azzurra porta fra le due gambe posteriori una poppa molto grande in proporzione al rimanente del corpo, la quale è provvista di sei capezzoli e gli abitanti di Saturno, in buone condizioni di mungitura, ne possono ricavare facilmente da 10 a 20 emeri di latte (560-1130 litri) al giorno.

3) Questo latte non è così dolce come quello della grande mucca, ma a compensare tale deficienza è più profumato e, come voi usate dire, più sostanzioso. Però spesso succede che i montanari portano giù in pianura gli eccellenti prodotti del loro latte per scambiarli con altre cose indispensabili per loro, poiché su quel pianeta non esiste altra forma di scambio che il baratto che torna a grande vantaggio dei montanari, dato che queste capre non vivono affatto né nelle valli e meno ancora nelle pianure, e invece tanto meglio prosperano sulle alture, dove non di rado si cercano il nutrimento scavando sotto la neve con le corna curvate in avanti e foggiate a pala, poiché dovete capire bene che le più alte vette montuose, specialmente nel periodo dell’ombra proiettata dall’anello, sono coperte di neve e ghiacci esattamente come sulla Terra.

4) Questo animale è alquanto timido per sua natura, ma se la gente lo tratta bene, si fa così mansueto e domestico che corre quasi dappertutto dietro alle persone come un cane fedele sulla vostra Terra; perciò, anche quando queste sono costrette ad allontanarsi temporaneamente dalle loro case, devono legarlo ad un qualche albero mediante una corda lunga e robusta intrecciata con fili d’erba per trattenerlo. Gli abitanti di Saturno, particolarmente poi quelli che dimorano sulle montagne, celebrano una volta all’anno perfino una festa allo scopo di rendere grazie al grande Spirito per aver loro concesso questo animale molto utile.

5) A questa festa viene condotta una quantità di queste capre, scelte fra le più belle, che abbia le poppe ricolme. Arrivate sul posto, vengono disposte in linea circolare e si procede subito alla mungitura del latte dentro a dei vasi molto belli ed accuratamente puliti. Poi gli animali vengono guidati verso un bacino che si trova sempre nelle immediate vicinanze del luogo della festa, bacino che è sempre ricolmo dell’acqua prodotta dall’albero della pioggia e, con quest’acqua squisita e quanto mai pura, essi vengono abbeverati, quasi a dimostrare loro l’animo grato di quegli abitanti; infine vengono lasciati in libertà affinché possano pascersi a piacimento con l’erba rigogliosa dei prati che si trovano sempre intorno ad un simile bacino dell’albero della pioggia.

6) Poi gli intervenuti alla festa ritornano al posto dove li attende il latte munto di fresco. Ciascuno prende il suo vaso e lo porta al tempio istituito appositamente agli scopi di questa festa, tempio che di solito consiste in un tratto di terreno recintato da alberi-raggiera o da alberi-specchio, qualora questi prosperino in quel luogo. A tale riguardo è bene notare che in quel pianeta tutti i templi dedicati al servizio divino consistono esclusivamente di alberi fra i più belli, con la qual cosa però non è detto che si tratti di tavole di legno sovrapposte l’una all’altra, come succede da voi, bensì effettivamente di alberi viventi, soltanto che questi vengono anzitutto piantati in buon ordine uno accanto all’altro come da voi gli alberi dei vostri giardini, e poi regolarmente ed artisticamente potati, in modo che, quando un simile tempio sia completamente cresciuto, acquisti un aspetto tanto prodigiosamente bello, in particolare poi al tempo della fioritura, che voi sulla Terra non riuscireste mai a farvene un’idea. Inoltre non bisogna dimenticare che un tempio di questa specie è solitamente così grande, che a voi occorrerebbe quasi un’intera giornata di cammino per arrivare dall’ingresso fino al sacro portale d’uscita situato dalla parte opposta.

7) Quando dunque i partecipanti hanno tutti finito di trasportare nel tempio i loro vasi ricolmi di latte, essi rendono grazie al loro grande Spirito per il dono di questo utilissimo animale domestico e poi anche per il latte fornito dallo stesso. Dopo di ciò l’anziano si leva da in mezzo a loro ed invita gli astanti, così devotamente raccolti, a prostrarsi con le facce a terra.

8) Egli invece leva in alto lo sguardo e supplica il grande Spirito perché voglia compiacersi d’inviargli uno spirito della Luce per rendere manifesto ciò che al grande Spirito piacerebbe venisse fatto da parte dell’adunanza nel santuario e, poiché gli abitanti di Saturno, specialmente però quelli dimoranti sulle alture, sono quasi ininterrottamente in comunicazione con gli spiriti del loro Cielo, così avviene che, dopo una tale invocazione, all’anziano appare sempre uno spirito splendente in forma umana, il quale gli manifesta in qual modo il popolo deve comportarsi.

9) Avvenuta questa manifestazione, il popolo si leva nuovamente da terra e l’anziano allora comunica all’adunanza quanto egli ha appreso dallo spirito. Dopo una simile predica ha luogo nuovamente un rendimento di grazie al grande Spirito. Quando anche questa cerimonia si è svolta fra la devozione davvero grande di tutti i presenti, gli intervenuti di ambo i sessi si affrettano di nuovo verso i loro vasi ricolmi di latte e li portano all’anziano perché vi impartisca la benedizione del grande Spirito; poi ritornano nel tempio con i loro vasi, però non prima di essersi abbracciati tra di loro; poi l’uno invita l’altro a prendere posto accanto al proprio vaso, presso il quale, naturalmente, il proprietario ha avuto cura di collocare anche una quantità sufficiente di provviste. Così il pranzo viene consumato nel recinto del tempio fra istruttivi scambi di idee.

10) Quando poi verso la fine della giornata le provviste sono quasi esaurite, i partecipanti alla festa rendono ancora una volta grazie al grande Spirito e cercano di conferire maggiore solennità a quest’atto mediante il canto di quegli uccelli che voi già conoscete, – purché sia possibile averne a disposizione sul posto; qui naturalmente si parla non dei cantori principali, bensì di quelli della seconda specie.

11) Dopo quest’ultimo ringraziamento, tutti escono dal tempio; beninteso però mai dal portale sacro anteriore, bensì da quello posteriore, destinato al popolo, mentre quello sacro è destinato esclusivamente all’anziano ed agli spiriti della Luce. Quando gli intervenuti sono usciti dal tempio, essi chiamano le loro capre che pascolano ancora pacificamente intorno al bacino dell’albero della pioggia e queste obbediscono subito alla chiamata e seguono docilmente i padroni.

12) Vedete, questa è la festa più comune che viene celebrata dagli abitanti di Saturno! Per quanto però concerne le feste principali e le solennità del servizio divino, tutto ciò vi verrà fatto conoscere solo quando passeremo a parlare veramente degli esseri umani che popolano questo pianeta.

13) Ritornati alle loro dimore assieme ai loro animali, questi vengono munti ancora una volta e quindi vengono lasciati in libertà, poiché per questi animali non vengono affatto costruite stalle e, d’altro canto, nessuno avanza mai pretese di proprietà assoluta su uno o sull’altro di essi, bensì, quando l’animale si sente colma la poppa, ritorna sempre alla dimora dell’uomo, dove viene munto e poi di nuovo lasciato libero. Non occorre che nessuno si preoccupi per foraggiare questi animali, né per custodirli, perché il foraggio se lo procurano da sé e sono così domestici, mansueti ed affezionati che fanno sempre ritorno a tempo debito alle dimore degli uomini e non c’è alcun bisogno di custodia né di sorveglianza, per la ragione che su Saturno, in generale e in particolare sulle montagne, non ci sono assolutamente delle cosiddette bestie da preda.

14) Per quanto riguarda gli animali non addomesticabili allo stato brado e dalla natura alquanto nemica, i quali vi sono già stati fatti conoscere, essi di solito vivono soltanto in regioni che o si trovano molto distanti dai grandi continenti abitati dall’uomo o sono isolati da questi dai mari, o, anche dimorando sui continenti, non vivono che in quei territori i quali o non sono affatto abitati dall’uomo o lo sono soltanto occasionalmente, oppure vengono visitati unicamente di quando in quando dall’uomo, quando questo vi è spinto da curiosità, da brama di avventure o, non di rado, anche da una specie di avidità. Sulle alture però non si trova che rarissime volte qualche animale non domestico, all’infuori del nostro ben noto timido “piede appuntito”.

15) Da quanto abbiamo detto fin qui non avrete alcuna difficoltà a comprendere come per l’abitante di Saturno sia facile tenere degli animali di questa specie e di quanta utilità essi siano. E con ciò noi avremmo anche detto tutto quello che merita di venir rilevato riguardo a questo animale.

16) Non sarà affatto difficile comprendere la ragione del nome che porta la capra azzurra, che è ovviamente di questo colore. E come le vostre capre, oltre al latte saporito, essa fornisce pure una lana finissima ed abbondante, con la quale gli abitanti di Saturno, specialmente i montanari, si confezionano ogni tipo di vesti adatte in particolare per la stagione rigida, quando cioè i loro paesi vengono a trovarsi nella zona d’ombra dell’anello. La lana viene anzitutto pulita, poi filata uniformemente e quindi tessuta in disegni diversi per mezzo di arnesi di vario genere molto ingegnosamente combinati.

17) “Ma che succede dell’animale quando muore?”. – Ecco, viene tolta la pelle, mentre la carne viene sotterrata dentro una fossa profonda, perché gli abitanti di Saturno non mangiano quasi mai carne.

18) Questo è tutto quanto si può raccontare di questo animale, e perciò la prossima volta passeremo a considerare ancora un altro animale domestico e molto interessante.

 

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Cap. 32

Il Fur, servitore domestico, simile all’Orangutan

Il cane di Saturno domestico, cavalli, pecore ed altri animali allo stato brado

 

1) Per quanto concerne questo animale promesso, il suo nome va inteso in rapporto alla sua utilità, mentre il precedente aveva preso il nome dal colore della sua pelle. Tuttavia il nome di questo animale lo troverete da voi stessi non appena avrete considerato un po’ questo utilissimo animale domestico dal punto di vista della sua operosità.

2) Dunque: “Che cosa fa questo animale?”. – Ecco, esso rende agli abitanti di Saturno quasi tutti i servizi che sulla Terra un servo di casa molto fedele e diligente rende ai propri padroni. A dirla breve, questo animale esegue con grande puntualità ed esattezza quasi tutti quei lavori che da voi vengono classificati pesanti, come ad esempio lavorare qualche campo, provvedere la casa d’acqua, raccogliere la legna e trasportarla per uso domestico alle dimore dell’uomo, curare i terreni coltivabili, dare eventualmente la caccia agli animali selvaggi e nocivi, sorvegliare l’abitato durante la notte, in una parola, tutti lavori di questo tipo.

fur.JPG3) Perciò, in seguito a tale suo molteplice modo di rendersi utile, questo animale viene chiamato dagli abitanti di Saturno il Fur, vale a dire ‘il fedele servitore’.

4) Dunque: “Che aspetto ha?”. – Ebbene, sulla Terra vivono in quantità abbastanza grande animali simili suddivisi in varie classi; però sulla Terra questi animali vivono tutti allo stato selvaggio, mentre su Saturno si verifica il caso perfettamente contrario, perché dappertutto su quel pianeta appunto questa specie d’animali appartiene a quelli domestici, ed essi sono così facilmente ammaestrabili che in poco tempo li si può addestrare ed impiegare in ogni tipo di lavori manuali. Dunque: “Come si chiama sulla vostra Terra questo animale, il quale, in virtù della sua disposizione naturale e costituzione fisica, potrebbe esso pure venire impiegato per sbrigare la parte più pesante dei lavori, qualora i terrestri sapessero anzitutto addomesticarlo e poi addestrarlo ai lavori più vari?”. – Vedete, questa specie di animali, sulla Terra vostra è quella delle scimmie, e in particolare la sottospecie a voi nota come il nome di Orangutan.

5) Come già detto, questi animali rappresentano su Saturno la specie assolutamente più utile e meglio adattabile a qualsiasi lavoro fra tutte le specie viventi su quel pianeta. Anche il loro mantenimento non è affatto gravoso; anzi non sarebbe possibile trovare mano d’opera a migliori condizioni perché essi non chiedono, in compenso dei loro servizi, niente all’infuori di un buon trattamento e di qualche frutto offerto di quando in quando dalla mano dell’uomo.

6) Ma ciò è anche tutto quello che questi lavoratori pretendono dai loro padroni. Soltanto qualora succeda che vengano trattati da qualcuno ripetutamente in modo rozzo e duro, allora di solito si vendicano cosicché gli si rendono infedeli ed abbandonano del tutto la sua casa, ma, se qualcuno vuole trattenerli con forza, deve impegnarsi in una lotta ben aspra, dalla quale questi animali riescono sempre vincitori. Se però l’uomo, avendo in qualche modo offeso uno di questi animali, quando esso dà a vedere di voler andarsene, gli va incontro tenendo in mano alcuni frutti come per offrirglieli, e quasi a dimostrargli pentimento per l’errore commesso e la buona volontà di rimediarvi, allora l’animale offeso ritorna immediatamente e ridiventa il fedele servitore del suo padrone.

7) “In che cosa consiste solitamente il cibo di questo utile animale domestico?”. – L’abituale nutrimento di questo animale consiste in ogni tipo di frutti d’albero e d’arbusti di classe inferiore, dei quali gli uomini si nutrono solo rare volte, e i più agiati poi non se ne nutrono affatto. Da quanto detto voi potete dunque facilmente rilevare quanto poco venga a costare ai loro padroni questa specie di servi di casa. Se oltre a ciò considerate che di tali frutti che l’uomo non mangia ve ne sono in grandissima quantità e che le vesti indistruttibili di quei lavoratori sono Io a provvederle, quanto su esposto deve risultarvi tanto più chiaro ancora, vale a dire per quale minima ricompensa gli abitanti di Saturno possano procurarsi dei servitori.

8) Ma considerato che ormai abbiamo parlato già parecchio dell’utilità di questi animali, vedremo adesso anche quale ne sia la forma. Prima Io ho bensì accennato che questi animali hanno una grande somiglianza con le vostre scimmie; considerato però che su quel pianeta tutto è in un certo modo meglio formato e più perfetto, così pure i fedeli servitori in questione si presentano anche molto più perfetti e meglio formati del vostro orangutan. Questi animali hanno, dunque, paragonati all’uomo di Saturno, quasi la stessa somiglianza che hanno sulla Terra i cosiddetti Boscimani, se paragonati ad un abitante ben conformato d’Europa o della parte occidentale dell’Asia.

9) Solo per quanto concerne la pelle, questa anche negli orangutan, diremo così, di Saturno è coperta da folto pelo, ad eccezione del palmo delle mani e di una piccola parte della faccia. Le braccia e le gambe sono però, di regola, molto più snelle e perciò meno carnose di quelle degli uomini di Saturno, i quali sono per lo più tutti d’una struttura fisica perfetta e, salvo il capo e le parti genitali, ha il corpo assolutamente privo di peli. E l’epidermide non di rado è d’un colore bianco abbagliante che dà lievemente sul rosso-bruno soltanto negli abitanti delle pianure, mentre il pelo di questo animale è, o di colore azzurro chiaro, oppure talvolta anche grigio chiaro; le parti nude di questo animale hanno invece sempre un colore rosso pallido.

10) “Che grandezza ha questo animale?”. – Esso è all’incirca grande come una donna di Saturno; però di grandi come l’uomo già adulto non se ne sono ancora mai visti.

11) “Dove dimora poi questo animale per lo più su quel pianeta?”. – Se considerate che su Saturno tutti i continenti si trovano ad una medesima latitudine, non potrà meravigliarvi se vi dirò che questo animale vive pressoché in tutti i continenti, di preferenza però presso gli abitanti delle montagne, e precisamente dappertutto con minime varianti di forma e di colore.

12) Tuttavia questo non è la sola specie di scimmie vivente su Saturno, anzi là c’è dappertutto una quantità per voi quasi innumerevole di sottospecie di tali animali, che però non vengono addomesticate e vivono quindi allo stato selvaggio. In qualche continente questa popolazione di animali è tanto numerosa che non di rado si sposta in branchi verso le montagne, dove più d’un frutto nobile resta allora esposto a non pochi pericoli.

13) Ma è appunto in simili occasioni che questi nostri guardiani rendono un servizio particolarmente prezioso a quegli abitanti, perché non appena essi scorgono un’orda di questo genere avvicinarsi da qualche parte agli alberi fruttiferi, essi interrompono quello che stavano facendo e si scagliano, furiosi dalla rabbia, contro quei parassiti non invitati. Guai allora a quell’animale importuno che, indugiando nel darsi alla fuga, cade tra le mani eccezionalmente forti del guardiano! È certo, infatti, che ci rimette la vita, venendo ridotto in piccoli pezzi in breve tempo.

14) Ma siccome tutte le specie minori di questi animali conoscono per istinto l’accoglienza per niente amichevole che riservano loro i rappresentanti della loro specie più grande, così questi tentativi si verificano rarissime volte e soltanto quando vi si sentono spinti da estrema necessità. Tuttavia un tentativo simile non viene mai fatto di giorno, bensì sempre di notte e quando una determinata regione si trova per di più immersa nell’ombra dell’anello, ciò che per gli abitanti di Saturno equivale all’incirca all’inverno da voi.

*

15) Con questo noi saremmo al corrente di tutto quello che d’interessante può essere detto riguardo a questo animale e perciò rivolgeremo la nostra attenzione ancora ad un solo animale domestico, il quale gode di grande considerazione presso gli abitanti di Saturno, particolarmente presso quelli che popolano le pianure e le valli.

16) Dunque: “Ma di che animale si tratta?”. – Di niente altro che di un animale perfettamente simile al vostro ‘cane domestico’. Per quanto concerne la sua utilità, data la sua forza fisica e la sua agilità, esso viene impiegato in tutti i lavori per i quali voi vi servite del cavallo, fatta eccezione unicamente del cavalcare, perché un abitante di quel pianeta riterrebbe anzitutto un esercizio molto al disotto della sua dignità umana salire, con la sua nobile forma, in groppa alla forma non nobile di un animale, e poi anche perché in nessun altro modo egli può muoversi con maggiore velocità che non con le proprie gambe.

17) Di questo animale esistono anche su Saturno sottospecie e razze diverse, le quali variano appunto a seconda dei continenti dove vivono e quasi tutte e dappertutto vengono fatte servire ad un medesimo scopo, tranne alcune razze molto piccole.

18) Questi animali non si possono di certo dire belli; i loro colori sono bensì per lo più all’incirca quelli degli altri animali, ma sono sempre piuttosto non bene definiti e meno vivaci. Dunque, fra questi e i vostri cani terrestri non c’è quasi altra differenza all’infuori di quella della grandezza, che nelle razze maggiori di Saturno arriva a cinquecento volte quelle delle maggiori razze terrestri. Ma in quanto al rimanente, sono, come già detto, simili ai vostri cani e, tra l’altro, servono a fare la guardia alle loro dimore. Soltanto che non abbaiano, emettono invece una specie di ruggito assai forte e del tutto particolare. Naturalmente nelle razze più grandi questo ruggito è più forte e più imponente che non nelle razze più piccole.

19) E così anche qui sarebbe esaurito tutto quello che d’interessante può offrire questo animale. Ma qualora voi foste in seguito eventualmente tentati di domandare: “Ma su Saturno non c’è nessun animale che somiglia al nostro nobile cavallo?”. – Io vi rispondo già ora: “Sì, una specie di cavalli esiste anche su Saturno, però questi non vengono addomesticati in nessun luogo, bensì appartengono dappertutto alla classe degli animali selvaggi”.

20) “Non ci sono forse delle pecore su Saturno?”. – Oh, sì! Tuttavia, anche queste non vivono in nessun luogo in stato domestico e sono considerate come animali selvaggi cui non di rado viene data la caccia per impossessarsi della loro pelle che è assai bella e morbida.

21) E così, ci sono su quel pianeta una quantità di altre specie di animali ancora simili a quelle che da voi vivono in stato domestico, ma che là invece si trovano dappertutto allo stato brado.

22) Ecco che ormai noi avremmo esposto per sommi capi tutto quanto concerne l’intero regno animale. Basta che voi destiate un po’ soltanto la vostra immaginazione e allora, sulla scorta di questa esposizione molto evidente, vi sarà facile raffigurarvi quasi ciascuno degli animali qui singolarmente descritti e di vedere, per così dire, come essi vivono allo stato naturale su quel pianeta. La grande varietà delle specie vi sarà di ulteriore prova della meravigliosa ricchezza delle Mie opere infinitamente numerose, e dato che già queste di un singolo pianeta appaiono con tanta grande diversità e bellezza, quanto più grandiose e meravigliose non dovranno essere poi quelle esistenti sulle distese immense di un Sole![6] E a che altezze indicibili non dovranno infine assurgere la verità e la grandiosità prodigiosa delle Mie opere nel mondo dello Spirito, al paragone del quale, un mondo materiale-naturale rappresenta a mala pena la morta corteccia esteriore dell’albero, paragonata alla vita dello stesso?

23) Tuttavia, queste cose, nonché molte altre Io ve le farò conoscere in modo comparativo solo quando passeremo a trattare degli esseri umani di Saturno. E perciò fermiamoci intanto qui.

 

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Cap. 33

Gli uomini di Saturno

 Loro discendenza, densità di popolazione, abitazioni e modo di vita

 

1) Per quanto concerne l’uomo di Saturno, voi avete già avuto occasione di apprendere più d’una cosa; tuttavia resta da dire ancora più d’una cosa riguardo al signore di quel corpo mondiale, affinché da ciò voi possiate farvi un’idea dell’ordine in cui il pianeta viene a trovarsi e di quale spirito esso sia figlio.

2) Siccome però un buon ordine è sempre e dappertutto il fondamento di ogni sapienza, così anche qui noi considereremo l’uomo secondo un determinato buon ordine e anzitutto esamineremo l’uomo nella essenzialità formale fisica esteriore e poi il suo spirituale e tutto quello che rientra in tale campo, come la costituzione sociale economica, la sua attività ed infine pure il suo servizio divino; per conseguenza accingiamoci a considerare la forma fisico-naturale.

3) “Anche su Saturno è stata creata originariamente una sola coppia umana, oppure sorsero invece in vari luoghi varie coppie contemporaneamente?”. – A questo riguardo il principio applicato sulla vostra Terra vale per tutti i pianeti in generale; conseguentemente tutti gli esseri umani ancora viventi su Saturno discendono da una unica coppia umana, con la sola differenza che la storia dell’umanità di Saturno risale a un milione d’anni terrestri prima rispetto all’inizio della storia dell’umanità della Terra.

4) Considerato però che un uomo di Saturno durante tutta la sua vita genera raramente con la propria moglie più di quattro figli, così non può farvi meraviglia se vi dico che quel pianeta, in rapporto alla Terra che voi abitate, è moltissimo meno popolato; per conseguenza anche sui grandi continenti, dei quali l’uno o l’altro hanno spesso maggiore estensione della vostra Asia, Africa ed Europa prese assieme, è tanto raro il caso che vi siano tra le famiglie dei rapporti di vicinanza, cosicché un raggruppamento di dimore come, ad esempio, sarebbe un vostro villaggio, su Saturno costituisce una assoluta rarità.

5) Per di più le dimore degli umani distano l’una dall’altra talmente tanto, che se vi fosse possibile trasferirvi con il vostro corpo su uno di quei continenti, dovreste viaggiare dalle dieci alle dodici giornate almeno per portarvi da una dimora ad un’altra più prossima. Questa grande distanza tra una abitazione e l’altra è mantenuta quasi costantemente sulle montagne di quel pianeta; soltanto nelle regioni situate più al piano, che si estendono lungo i grandi laghi e i fiumi, le dimore degli uomini sono un po’ più ravvicinate l’una all’altra.

6) È da notare però che, dove è stabilita una qualche dimora, convivono assieme non già alcune persone soltanto, bensì un’intera e numerosa famiglia che arriva non di rado alle mille ed anche fino a cinquemila persone.

7) Dunque: “Che aspetto hanno le abitazioni che danno ricovero a tanta gente, tutta di grande statura?”. – Perché qui conviene anzitutto accennare al fatto che agli abitanti di Saturno piace quanto mai avere a disposizione molto spazio. Per quanto riguarda queste abitazioni, se n’è parlato già da principio quando si trattò del primo fra gli alberi principali di questo pianeta, del quale si disse che appunto è esso a fornire a quegli abitanti la dimora più gradita. È superfluo perciò che Io vi descriva ancora una volta la struttura notevolissima di questo albero straordinariamente ricco di rami poderosi e larghi che si dipartono dal tronco quasi sempre in linea orizzontale, sui quali la gente erige le proprie abitazioni.

8) Anzi va detto addirittura che su Saturno un albero di questo genere conta quanto sulla vostra Terra una cittadella non proprio fra le più piccole. Là i singoli rami principali e secondari vengono assegnati in proprietà dal patriarca anziano a ciascuna famiglia come le case in città. La differenza sta unicamente nel fatto che là dappertutto un simile albero-città è abitato soltanto da consanguinei, mentre nelle vostre città qualunque straniero che disponga di mezzi può comperarsi una casa dopo l’altra dove vuole.

9) Voi, pensandoci su, sarete forse portati a domandare: “Come fanno poi quegli abitanti a coricarsi ed evitare di cadere giù dal ramo, nel caso che, dormendo, avvenga loro di voltarsi sui loro giacigli?”. – Vedete, là vi è ancor meno possibilità che una cosa simile accada, di quanto possa esservene per voi di cadere giù dal letto qualora avvenga che vi troviate dall’altra parte durante il sonno. Infatti, questi rami che si dipartono orizzontalmente dal tronco sono così grossi, che voi su un singolo ramo potreste collocare una casa grande della vostra città, e nonostante ciò ci sarebbe, trattandosi delle vostre persone, ancora spazio sufficiente per andare in carrozza.

10) Oltre a ciò, ai margini molto larghi di ciascun ramo principale sporgono, orizzontali e paralleli l’uno all’altro, dei rami secondari in grande quantità, i quali sono i veri portatori dei frutti di quest’albero, e specialmente dove si staccano dal ramo principale sono tanto robusti, che se anche una persona camminando, fermandosi o giacendo venisse a trovarsi al di là dei margini del ramo principale, non potrebbe cadere. Ma ammettiamo pure il caso che a qualcuno toccasse la disgrazia di inoltrarsi imprudentemente troppo sui rami secondari così da cadere o sul terreno o su un ramo più basso, nemmeno in questo caso riporterebbe la minima lesione, per la ragione che il fenomeno di gravità nella caduta su quel pianeta non ha affatto importanza, poiché su Saturno niente può cadere con quella veemenza come avviene sulla vostra Terra. La cosa si spiega con il fatto che la reciproca attrazione fra il pianeta propriamente detto e l’anello abbassa considerevolmente il peso specifico di ogni corpo e, di conseguenza, anche quello del corpo umano.

11) Ma considerato che ormai conoscete ciò, potete esser tranquilli a questo riguardo, e certo Mi crederete se vi dico che su quel pianeta, da quando fu abitabile, mai nessuno si è rotto una gamba o un braccio, né alcuno si è fatto un qualche buco nella testa cadendo, ciò che purtroppo invece non è affatto raro sulla vostra Terra.

12) E ora si domanda se questo albero costituisce la sola ed unica dimora, ovvero la propria casa d’abitazione di quella gente. Oh, no, perché anche quegli abitanti, oltre alle dimore principali su questo albero, dispongono anche di numerose case d’abitazione che servono loro da dimora nella stagione fredda dell’ombra dell’anello.

13) Queste case sono costruite in vario modo; alcune sono fatte di legname tolto dai robusti rami del grande albero piramide che voi già conoscete; altre invece sono naturali e formate da alberi di specie più piccola. Le case naturali, o viventi, sono migliori di quelle di legname; tuttavia fra l’una e l’altra dimora vivente vengono costruite anche quelle di legno, perché servono da dispense per custodire le loro provviste alimentari.

14) Solo in queste case di legname accendono il fuoco con il quale essi cucinano, arrostiscono e bolliscono i loro cibi svariati; bisogna però notare che la cottura dei cibi non avviene secondo le norme della vostra raffinata arte culinaria, bensì il tutto si limita a quello che per voi sarebbe mettere in forno una mela e far bollire delle pere, oppure l’una o l’altra delle erbe o radici saporite e commestibili. Ecco, in ciò consiste tutta l’arte della cucina per gli abitanti di Saturno. Ed appunto in queste case di legno vengono custoditi i prodotti del latte, nonché i succhi di varie bacche di nobile specie conservati nei vasi che voi già conoscete.

15) Non si mangia e non si dorme mai nelle case di legno, bensì a tali scopi vengono utilizzate sempre esclusivamente le case naturali viventi, perché agli abitanti di Saturno riesce assolutamente intollerabile trattenersi senza necessità presso una cosa morta, quindi in una casa costituita da alberi abbattuti o nella vicinanza di cadaveri di uomini o animali. Per questo essi adoperano queste case di legno più come depositi e ripostigli.

16) A voi forse interesserà sapere che grandezza abbia una simile casa di legno e quale ne sia l’aspetto. Io posso soddisfare immediatamente questo vostro desiderio dicendovi che queste case sono costituite all’incirca a forma di anello come quelle dei vostri contadini, soltanto che esse non hanno tetto, bensì sono al disopra completamente aperte, poiché una casa con un tetto che la separasse dal cielo verrebbe considerata da quegli abitanti come uno fra i più grandi abomini. Essi dicono che tutto quello che scende dall’alto sul terreno è una benedizione del Cielo che fa del bene al suolo del pianeta. Essi sono su questo pianeta, perché dunque dovrebbero sottrarsi e nascondersi alla benedizione del Cielo? Anzi, ciò sarà loro di maggior vantaggio, dato che essi sono viventi, e perciò hanno bisogno della benedizione celeste più del suolo del loro pianeta, che in sé e per sé è morto ai loro occhi.

17) Ora noi sapremmo come sono costituite le loro case. Non ci mancherebbe che di conoscerne la loro forma e grandezza. Per quanto concerne la forma, queste di solito sono costruite a forma di stella, all’incirca come è fatta una cosiddetta rosa dei venti da voi, a volte con otto, a volte con sedici e a volte anche con trentadue punte, delle quali ciascuna serve da serbatoio per un particolare genere di provviste. Sullo spazio circolare, ad esempio, che rimane disponibile nel mezzo, è eretto il focolare di forma rotonda sul quale viene acceso il fuoco. Si comprende da sé che la grandezza di un simile focolare è proporzionata a quella degli abitanti.

18) Una simile casa a stella ha, secondo le vostre misure, un’estensione tale che, per percorrere con le vostre gambe il tratto intercorrente fra l’una e l’altra punta, vi occorrerebbe una buona ora di cammino e procedendo anche di buon passo. Essa è, rispetto a questa ampiezza, così alta, che ogni abitante di Saturno e più precisamente un uomo, quando sta in piedi, riesce comodamente a guardare al di sopra delle pareti.

19) “Nella costruzione di queste case, si bada forse in qualche modo anche all’estetica?”. – Di ciò in verità non si può parlare, se si eccettua il fatto che quegli abitanti ricoprono gli alberi tagliati con ogni tipo di belle fronde. Ciò è tutto quello che riguarda queste case.

20) Poiché abbiamo conosciuto con ciò un po’ più da vicino queste case di legname come luoghi da disbrigo, diamo un po’ un’occhiata ora anche alle loro dimore viventi.

*

21) “Qual è la forma di queste dimore viventi?”. – La loro forma esteriore è perfettamente rotonda e sono provviste di un solo ingresso situato dalla parte orientale. Per la costruzione di queste dimore vengono impiegate solamente due qualità di alberi. Le più belle e lussuose consistono in alberi-specchio che voi già conoscete, che crescono vicinissimi l’uno accanto all’altro, mentre per quelle più modeste si ricorre ad una specie nobile dell’albero-parete, pure a voi già noto.

casa_vivente.JPG22) Il terreno, all’interno di queste case, viene perfettamente spianato e livellato e vi vengono sparse delle sementi, dalle quali poi cresce un’erba cortissima, però estremamente fitta. Quest’erba ha l’apparenza di un velluto ed è in sé tanto elastica, che anche camminandovi sopra si raddrizza immediatamente dopo ciascun passo in tutta la sua freschezza, come se non fosse mai stata calpestata.

23) Anche nel mezzo di queste dimore è costruito un focolare rotondo, grande e relativamente alto, il quale è tutto intorno coperto d’erba della specie menzionata sopra. Ma affinché possiate farvi all’incirca un’idea un po’ più precisa della grandezza per quanto riguarda la circonferenza e dell’altezza di un simile focolare, vi dirò che esso ha sempre un diametro corrispondente a quattro altezze d’uomo di Saturno, ed è così alto da arrivare alquanto più in su del ginocchio ad un uomo, dunque fino a metà della coscia, e ad una donna invece più che a metà del corpo.

24) “Che funzione ha veramente questo focolare presso gli abitanti di Saturno?”. – Precisamente quella che presso di voi hanno le vostre mense. Servono cioè a depositarvi sopra i cibi e le bevande.

25) Dietro questo focolare, ad una distanza di circa due altezze d’uomo, sorge un rialzo a forma di cono tronco nella parte superiore, la cui base, perfettamente rotonda, ha certo un diametro tre volte quello del focolare. Tuttavia là dove il cono è troncato, la superficie non è più grande di quanto serva ad un uomo per starvi comodamente in piedi. Questo rialzo conico giunge esattamente all’altezza di un uomo ed è anch’esso ricoperto dalla nota erba (come il pavimento e il focolare della casa) e serve da pulpito al patriarca. Questi, che è il membro anziano della famiglia, vi sale tutti i giorni prima del tramonto e poi la famiglia intera vi si raduna intorno per apprendere dalla bocca del patriarca la volontà del grande Spirito per tutta la notte e per il giorno successivo.

26) “Quali altre sistemazioni esistono ancora in una simile dimora?”. – Verso il fondo, ed esattamente di fronte al levar del Sole, sorge un altro terrapieno di forma circolare e ricoperto sempre della medesima specie d’erba. Esso è di gran lunga meno alto del pulpito eretto quasi nel centro della dimora, ma in compenso è più vasto e nello stesso tempo provvisto di modesti incavi. Questo terzo terrapieno serve da giaciglio comune o da luogo di riposo per gli abitanti di Saturno dalla statura considerevole.

27) Quando vanno a dormire, muniscono il rispettivo incavo di morbidi cuscini dalla parte del capo e poi vi si sdraiano dentro, ciascuno per sé. Gli uomini occupano i posti che sono rivolti verso oriente e le donne quelli rivolti verso occidente; quando infine si sono coricati, essi formano con il loro giaciglio, rispetto al piano del terreno, un’inclinazione di trenta gradi; allora si addormentano e in questa posizione riposano fino all’alba. A tale riguardo conviene notare che essi si accorgono quando albeggia, anche se la località dove si trovano resta entro la zona d’ombra proiettata dall’anello, perché questo non arriva mai a coprire tanto il Sole che non se ne possa vedere neppure un piccolo lembo, e se anche succede di quando in quando che dove l’anello appare talvolta più largo il Sole ne venga coperto completamente, questa eclisse totale dura al massimo mezza giornata, dopo di che un piccolo lembo del disco solare si rende di nuovo immediatamente visibile.

28) Ora, questo è tutto quanto si può dire della disposizione interna di una simile casa che offre dimora agli abitanti di Saturno durante i periodi dell’ombra. Ma: “Che estensione ha poi una dimora di questo genere in rapporto alla circonferenza?”. – Prendendo a base il diametro, è una buona mezza volta più grande dei luoghi da disbrigo a forma di stella a voi già noti.

29) Domanda: “Tutti gli occupanti dell’albero gigantesco, che noi già conosciamo, abitano in una simile casa?”. – Oh, no! Bensì, una famiglia soltanto, composta da padre, madre, figli e nipoti in prima linea, così come vivono assieme su un ramo dell’albero nei periodi senza ombra. Dunque, quanti sono i rami abitati di un simile albero, altrettante sono le dimore del genere descritto che si trovano intorno allo stesso.

30) Un simile raggruppamento di dimore intorno ad un albero di questa specie occupa non di rado una superficie maggiore di quella della vostra patria. Come però già sapete, tuttavia queste dimore sono lontanissime l’una dall’altra, cosicché, per percorrere la distanza fra questi raggruppamenti dall’una all’altra casa, a voi occorrerebbero molte giornate di cammino, considerato che, naturalmente, tutt’intorno ad una simile dimora, ad uso di varie famiglie, ci sono i terreni coltivati e i pascoli per gli animali domestici che già conoscete, pascoli e terreni che devono avere un’estensione corrispondentemente grande per produrre tutto il fabbisogno occorrente al mantenimento dei nostri abitanti di Saturno, nonché dei loro numerosi animali domestici. Oltre a ciò conviene tener conto anche dei boschi, spesso molto estesi, degli alberi-imbuto che si trovano particolarmente ai confini dei possedimenti di queste grosse comunità, e nelle vaste pianure, specialmente della parte settentrionale dei grandi laghi, ci sono poi i boschi di alberi piramide che non di rado occupano da due fino alle tremila miglia quadrate di superficie, senza parlare di altre immense distese coperte da arbusti di grossa specie. Se tenete conto di tutti questi elementi, non vi meraviglierete troppo della distanza, spesso notevole, tra i luoghi di dimora di due famiglie.

31) Così noi sapremmo ora come gli abitanti di Saturno sono sistemati come abitazioni, in particolare quelli stabiliti nelle regioni più alte, soltanto che non conosciamo ancora i loro ordinamenti familiari. Considerato però che già rispetto alle abitazioni abbiamo iniziato le nostre osservazioni da quelle che si trovano per lo più nelle regioni montuose, così anche qui, prima di passare agli abitanti delle pianure, noi ci riserviamo di esaminare la prossima volta le istituzioni familiari dei montanari. Quindi per oggi, quanto detto è sufficiente!

 

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Cap. 34

Ordinamenti familiari di una grande famiglia

Preparazione delle abitazioni e di un nuovo tempio dopo una migrazione

La massima legge sul possesso

L’amore per il prossimo è la base di vita degli uomini di Saturno

 

1) Dunque: “Chi è in quei luoghi il preside o, capo supremo, di una simile famiglia, o meglio, di un tale raggruppamento di famiglie a volte molto numerose?”

2) Qua e là succede talvolta che sia in vita ancora un patriarca; in questo caso, finché vive, egli funge da capo e contemporaneamente da sommo sacerdote della collettività familiare. Quando egli muore ed ha due o più figli maschi, allora il maggiore viene eletto immediatamente sommo capo, sia nelle questioni domestiche che ecclesiastiche. Se muore anche questo e l’uno e l’altro dei suoi fratelli è ancora in vita, la dignità di capo passa sempre al più anziano di loro. Morto anche questo, la direzione della famiglia viene assunta dal primogenito maschio di quel fratello che immediatamente dopo il patriarca aveva tenuto il governo della famiglia quale membro anziano. In questo modo il sommo comando si tramanda sempre dal più anziano al più anziano della famiglia.

3) Se una famiglia è meno numerosa, tale passaggio della dignità di capo famiglia si protrae fino al settimo e talvolta anche fino al decimo grado. Se però la famiglia è molto numerosa fino al quinto grado, allora succede una divisione, cosicché due o tre degli anziani depongono questa carica di capo supremo nelle mani di quello che, dopo di loro, risulta il più anziano. I due meno anziani invece radunano i componenti delle proprie famiglie, prendono in consegna il corredo che viene loro fornito dal fratello che rimane, e poi con le loro cose, se ne vanno o a destra o a sinistra in cerca di un albero simile ancora disabitato. Una volta trovato, recitano le loro preghiere di ringraziamento e, assistiti dall’anziano, pregano il grande Spirito affinché si compiaccia di benedire la nuova dimora vivente e di conservarli insieme alla loro casa.

4) Dopo questa preghiera, l’anziano si ritira di parecchi passi e prega da solo il grande Spirito di permettere che, come già concesso ai suoi padri, venga a lui uno spirito della Luce per annunciargli sempre la volontà del grande Spirito stesso. A questo punto tutti gli altri componenti della famiglia si prostrano con la faccia a terra e l’anziano non cessa le invocazioni, finché il grande Spirito non gli ha inviato il desiderato spirito della Luce.

5) E quando lo spirito della Luce si è presentato all’anziano, questi lo prega di voler impartire, nel Nome del grande Spirito, la benedizione al nuovo albero non ancora abitato e di voler anzitutto condurre lui stesso a quest’albero ed indicargli il posto dove egli, quale capo e guida della famiglia, dovrà prendere dimora. Avvenuto questo, l’anziano, in presenza della Luce, esprime al grande Spirito la propria gratitudine per l’immensa grazia ottenuta, ma subito dopo si fa ricondurre dallo spirito della Luce fino al luogo dove questo ultimo gli era apparso, e là lo spirito prende congedo dall’anziano, dopo averne fortificata la volontà.

6) Quando poi l’anziano, così fortificato nel proprio spirito, ritorna alla famiglia ancora prostrata, egli lancia un forte richiamo; allora subito tutti si levano da terra e lodano e glorificano il grande Spirito per averli degnati di una simile grazia e di aver dato loro un vero patriarca illuminato.

7) Terminato anche questo rendimento di lode e di grazia, l’anziano allora assegna immediatamente a ciascun padre di famiglia il proprio ramo, del quale viene preso subito possesso con animo grato. Il ramo così occupato viene poi senz’altro pulito con cura e adattato perfettamente ad abitazione.

8) Occasioni simili su quel pianeta si presentano certo piuttosto di rado, tuttavia per gli abitanti la vita assume un andamento molto lieto e vivace. Quando l’albero è completamente abitato, mancano però, nella zona circostante, le dimore viventi e i depositi delle provviste. Però la prima giornata non viene dedicata al lavoro, ma la si impiega per tenere consiglio per studiare la situazione e concretare progetti, naturalmente sempre sotto la costante direzione dell’anziano, perché senza la sua approvazione nessuno muove un passo.

9) Allo spuntare del giorno seguente si passa senza indugio a misurare i tratti di terreno destinato alle costruzioni delle case che ancora mancano. Poi i lotti di terreno vengono subito benedetti dall’anziano e si procede, in buon ordine, alla semina di quegli alberi che sono atti a formare le dimore viventi.

10) Ultimato questo lavoro, che in generale esige raramente più di una giornata, il giorno successivo in qualche bosco vicino si taglia il legname occorrente per la costruzione dei depositi delle provviste, nella cui occasione gli animali domestici che già conoscete, rendono dei servizi non indifferenti. Al taglio del legname concorre quell’animale mezzo selvaggio e mezzo domestico di cui abbiamo già parlato; esso con un colpo del suo becco formidabile tronca i rami anche grossissimi dell’albero-piramide. Al trasporto del legname poi provvedono i noti servi di casa di Saturno che, rapidamente, ne curano il trasporto sul luogo della costruzione secondo le indicazioni degli abitanti.

11) Raccolti così, nel corso di pochi giorni, i tronchi necessari al debito posto, questi vengono sollecitamente lavorati e si procede poi senz’altro alla costruzione dei noti edifici che servono da dispense.

12) Quando anche questo lavoro è terminato, si comincia a piantare le stalle e i giardini a voi già noti e si sceglie un albero della pioggia intorno al quale viene innalzato un argine discretamente largo allo scopo d’impedire la dispersione dell’acqua che cade dall’albero, che così viene obbligata a formare uno stagno.

13) Se vi sono delle sorgenti montane a disposizione, vengono costruiti semplici acquedotti, attraverso cui l’acqua viene condotta fino alle immediate vicinanze della dimora principale. Per la costruzione di questi acquedotti ci si serve dei gusci delle lumache-pertica che già conoscete o, in mancanza di queste, vengono adoperati quei frutti dell’albero-imbuto che vi sono pure già noti.

14) Compiuti questi lavori si procede alla misurazione e alla destinazione di altri terreni. Se durante queste operazioni si constata che l’uno o l’altro bosco di alberi-imbuto è per caso troppo vicino e riesce quindi di ostacolo alla regolare distribuzione del terreno, lo stesso viene tagliato quel tanto che occorre affinché il fondo abbia l’estensione conforme ai progetti, ed anche in una simile occasione spetta ai noti animali, nuovamente, un lavoro non da poco. Il legno così ottenuto dal taglio degli alberi viene trasportato ed accatastato sui margini dei fondi appartenenti alle singole famiglie perché vi si asciughi, e poi viene adoperato come legna da ardere.

15) Compiuto anche questo lavoro, i terreni vengono benedetti dall’anziano e si procede subito alla semina di ogni specie di piante da frutto, semina che su quel pianeta viene comunemente fatta solo una volta ogni dieci anni. Dove però i terreni sono più grassi, una semina sola è sufficiente per sempre, perché le radici di tutta la vegetazione di Saturno non muoiono così facilmente, bensì continuano a mantenersi viventi nel terreno, come succede da voi delle radici di vari arbusti e di piante a bulbo.

16) Quando anche questo lavoro, l’ultimo di carattere domestico-economico è ultimato, tutta la comunità rende di nuovo grazie al grande Spirito e Gli rivolge anche la preghiera ferventissima di voler concedere il Suo gradimento al prosperare di tutte le semine e al buon esito, in generale, di tutti i lavori.

17) Resi tali atti di ringraziamento e di preghiera, si procede al lavoro più importante fra tutti per gli abitanti di Saturno, cioè alla piantagione di un tempio, l’unico luogo nel quale è lecito offrire al grande Spirito un sacrificio a Lui gradito. Incaricato di un simile lavoro è però veramente soltanto il capo della comunità e con lui i due più anziani dopo di lui, mentre nessun altro è autorizzato a partecipare a un lavoro sacro di questo genere.

18) Dunque: “Come si volge questa cerimonia?”. – Ecco, anche in questa occasione l’anziano si porta sul posto dove per la prima volta gli era apparso lo spirito della Luce, e là rivolge fervide suppliche al grande Spirito affinché a Questo piaccia di indicargli, per mezzo dello spirito della Luce, dove Gli sarebbe gradito che Gli venisse edificato un tempio. Se l’anziano, dopo aver pregato sufficientemente a lungo, non vede apparirgli nessuno spirito, allora alla costruzione del tempio viene destinato quel posto appunto dove gli era apparso lo spirito per la prima volta; se invece, come per lo più avviene, lo spirito si manifesta, allora o questo conduce l’anziano ad un luogo dove dovrà sorgere il tempio, oppure egli appare all’anziano addirittura già sul posto destinato. Allora l’anziano si porta subito su quel posto dove lo spirito lo attende e questo gli mostra il vero tracciato del tempio.

19) Però, nel punto preciso dove lo spirito è in attesa, viene posto un segno indicante dove dovrà sorgere quel rialzo del terreno dentro il tempio, dal quale all’anziano spetterà il compito di ammaestrare la sua famiglia; contemporaneamente, all’anziano viene indicato anche un posto verso la parte posteriore del tempio, dove egli, dopo la debita invocazione del grande Spirito, apprenderà sempre la Sua Volontà per mezzo di quel messaggero celeste che gli avrà indicato un simile posto nel tempio.

20) Impartite queste istruzioni, lo spirito si rende immediatamente invisibile. L’anziano poi fa un segno che viene passato, per così dire, da uomo ad uomo ai membri della comunità, i quali sono disposti a catena ad una certa distanza l’uno dall’altro fino all’albero adibito ad abitazione. Mediante questo segno egli comunica di aver ottenuto dal grande Spirito la concessione di erigere in quel luogo un tempio, e poi egli invita tutti ad unirsi a lui in un ringraziamento al grande Spirito per tale grazia, aggiungendovi anche la preghiera per il prosperare, il più sollecito possibile, della semina del tempio, affinché il grande Spirito possa nel tempio stesso trovarli sempre degni di apprendere da Lui la Sua santa volontà.

21) Compiuta con grande solennità anche questa cerimonia, l’anziano chiama a sé i due o tre anziani dopo di lui e distribuisce fra loro le sementi, sopra le quali lo spirito della Luce ha in precedenza alitato. Questi si mettono poi senza indugio all’opera e, con gran devozione e la massima fiducia, depongono nel terreno le sementi delle specie di alberi più nobili e più belle.

22) I due o tre anziani piantano la parte anteriore del tempio che è destinata al popolo, mentre l’anziano capo cura la semina del santuario del tempio che per lo più è costituito da alberi-raggiera; invece le altre parti del tempio sono di solito formate esclusivamente da alberi-specchio.

23) All’esterno di questo tempio a forma ovale-ellittica viene piantata tutt’intorno, ad una debita distanza, al posto di una muraglia circolare, una serie di alberi-parete della specie più nobile, la quale si distingue dalla comune per il fatto che, come già sapete, la corteccia di quest’ultima si presenta all’occhio come se fosse fatta d’oro lucidissimo, mentre la specie più nobile appare invece come se poi poneste vari arcobaleni l’uno sopra l’altro e come se i colori avessero contemporaneamente uno spiccatissimo splendore metallico. Le foglie, che crescono sullo spigolo superiore dell’albero, hanno quasi la forma di quelle della vostra aloe, con la differenza soltanto che, come ogni altra cosa su quel pianeta, esse sono in proporzione molto più grandi. Il colore di queste foglie è di un bianco abbagliante; i fiori invece sono del tutto simili a quelli dell’albero-parete comune, solamente hanno un aspetto più delicato ed emanano un odore gradevolissimo.

24) E vedete, quando questi nostri costruttori del tempio hanno terminato un tale lavoro, allora essi ringraziano nuovamente il grande Spirito per la forza e l’assennatezza con le quali è stato concesso loro d’iniziare la costruzione, e poi Lo pregano di voler accordare il Suo potente aiuto affinché il tempio possa sorgere già completo fuori dalle sementi affidate al terreno.

25) Dopo tale rendimento di grazie e tale preghiera, essi, con i segni della massima reverenza, abbandonano il luogo dove hanno curato la piantagione del tempio e, procedendo a ritroso, si allontanano fino ad oltre metà della strada che li separa dall’albero stabilito a dimora; poi, dopo aver fatto un profondo inchino, essi si volgono e fanno direttamente ritorno alle loro famiglie.

26) Arrivati presso la loro dimora, essi invitano tutti gli altri ad alzarsi da terra ed a salire, ciascuna famiglia a sé, sul rispettivo ramo assegnatole quale abitazione, e là tutti si rifocillano, dopo che i cibi e le bevande sono stati benedetti dall’anziano, perché, mentre dura l’opera della seminagione del tempio, che per gli abitanti di Saturno costituisce qualcosa di supremamente solenne e di edificante, nessuno tocca né cibo, né bevande.

27) Terminato il pasto, che di solito in occasioni simili come pure in altre giornate speciali qualificate come spirituali, viene sempre consumato soltanto di sera, l’anziano esorta tutti i membri della comunità a voler congiungere intimamente la loro volontà con la Volontà del grande Spirito e ad escludere dalla loro volontà qualsiasi altra cosa che non sia il prosperare, il più meravigliosamente sollecito possibile, della seminagione del tempio.

28) A tale esortazione ciascun abitante della comunità tende al massimo possibile la propria volontà e con questa concima, per così dire, il terreno dove il tempio è seminato; e voi potete crederMi se vi dico che in simili occasioni le cose prosperano sempre in maniera davvero prodigiosa, tanto che non di rado già il mattino seguente un simile tempio piantato un giorno prima appare già del tutto compiuto e in tutta la sua magnificenza, certo per voi, inconcepibile.

29) Ma quando i componenti della grande famiglia si trovano dinanzi allo spettacolo grandioso del nuovo tempio, allora il loro pio entusiasmo sembra non voler più finire e tali manifestazioni di gaudio, di lode e di glorificazione al grande Spirito si protraggono spesso per vari giorni e notti.

30) “Ma per quali ragioni questi abitanti di Saturno si sentono pervasi da tanta letizia constatando la rapida crescita e la perfetta riuscita del loro tempio?”. – Le ragioni sono veramente molteplici. La prima e principale è che da ciò essi attingono la convinzione che il grande Spirito è nella nuova dimora con loro come lo era prima nella vecchia. Una seconda ragione è che con ciò essi hanno nuovamente un luogo dove è loro lecito accostarsi al grande Spirito mediante il loro anziano. Una terza ragione è che appunto mediante un simile tempio la neo-costituitasi famiglia appare così evidentemente gradita al grande Spirito.

31) Ed un’altra ragione ancora, la quale però si connette alla terza, è che la nuova comunità riconosce da ciò che la propria dimora è anche un possesso legittimo e quindi anche duraturo, perché, se il tempio non prosperasse così rapidamente, sarebbe un segno indicatore che il possesso non verrebbe reputato legittimo e perciò dovrebbero sempre tenersi pronti a restituire i terreni occupati e a cercarsi un’altra dimora, qualora qualcuno venisse a dichiarare che quei terreni erano precedentemente in suo possesso.

32) Ma dal momento in cui il tempio esiste nella sua integrità, un eventuale precedente possessore perde immediatamente ogni diritto sui terreni stessi; anzi, alla vista di un simile tempio sorto di recente, egli non si azzarderebbe nemmeno ad avanzare la benché minima pretesa su quei possessi e neppure ad esigerne la restituzione, perché una legge somma vige tra gli abitanti di Saturno, la quale dice:

33) “Quello che il grande Spirito ha donato a qualcuno, quello anche appartiene del tutto a colui che l’ha ricevuto dal grande Spirito. E nessun essere del Cielo, né alcun spirito della Luce, né alcuna creatura del mondo ha più il diritto di contestargli il possesso del dono ricevuto da Parte Suprema. Chi si rendesse colpevole di una cosa simile, deve essere immediatamente scacciato e confinato entro quelle regioni di quel mondo dove lo attendono nient’altro che l’eterno gelo e la neve eterna”.

34) Ogni abitante di Saturno è a conoscenza di questa legge. Egli non tributa quasi a nessuna altra legge tanto rispetto quanto a questa; per la qual cosa anche, specialmente fra i montanari, è escluso che possano sorgere litigi per questioni di possesso, dato che tra loro viene continuamente osservato l’ordine più perfetto.

35) Per quanto concerne i rapporti di vicinato, nessuno si sogna mai di tracciare dei confini, e perciò, se qualcuno arriva, si trova assolutamente a suo agio come in casa propria, perché ciascun essere umano porta già in sé la testimonianza del grande Spirito, e questo è un passaporto sufficiente per viaggiare in tutto quel grandioso pianeta.

36) Dunque, qualora avvenga che un qualche continente risulti eccessivamente popolato, allora varie famiglie si radunano assieme e, così in compagnia, si trasferiscono su un altro continente servendosi delle navi che voi già conoscete. Una volta giunti, essi vanno subito in cerca di una qualche località adatta e, trovatala, spetta loro immediatamente il diritto di rimanervi per un anno intero e di usufruire di quanto produce il suolo.

37) Se la crescita del tempio progredisce nella maniera meravigliosa come prima descritto, o anche solo gradatamente in maniera naturale, cosicché la famiglia immigrata, ad una eventuale richiesta da parte di uno del luogo inviato lì possa mostrargli il posto dove è stato seminato il tempio, e se l’invitato stesso può constatare che gli alberi costituenti il tempio sono in pieno sviluppo, allora essa viene senz’altro riconosciuta come legittima proprietaria dei terreni che ha occupato, né il precedente possessore può più vantare alcun diritto su ciò che è ormai passato in proprietà dei nuovi arrivati, all’infuori del diritto dell’amicizia.

38) Questo diritto dell’amicizia non viene mai negato da un abitante di Saturno all’altro e questo ha poi per conseguenza che poi l’uno fa causa comune con l’altro e, come nel caso nostro, l’anziano dei nuovi venuti così parla all’abitante del luogo:

39) “Fratello nel grande Spirito, vedi, come i tuoi occhi mi vedono e non scorgono nulla in me che voglia tenere celato loro qualcosa della mia persona, così nemmeno il tuo cuore troverà mai nel mio nulla che possa negarti niente di ciò di cui hai bisogno, dato che tu sei mio fratello nel nostro grande Spirito”.

40) Dopo di che essi si abbracciano, e questo abbraccio rimane come una permanente attestazione della perfetta comunità di beni delle due rispettive famiglie. L’inviato poi invita subito tutta la famiglia dei nuovi arrivati a gradire un’ospitalità provvisoria nella propria abitazione finché il nuovo possesso non sia pronto ad accoglierli sotto ogni aspetto; allora l’invito viene accettato con animo grato, e i nuovi arrivati seguono senza indugio l’inviato, che di solito è egli stesso un anziano, fino alla sua dimora.

41) Un simile avvenimento va poi sempre congiunto a grandi manifestazioni di gioia, poiché per gli umani di Saturno non esiste quasi niente di più grande e di più edificante dell’incontrare su un altro continente un fratello nel grande Spirito; così, infatti, sono soliti chiamarsi reciprocamente gli uomini su quel pianeta.

42) Qualora però avvenga che il neo-arrivato, in occasione della visita fatta alla dimora dell’altro anziano, si sia convinto che le condizioni di quest’ultimo sono tali da permettergli di vivere solo miseramente, allora gli offre immediatamente i suoi servizi per dissodare i terreni ed ampliare le coltivazioni, offerta questa che l’altro accoglie sempre amichevolmente e con animo grato, ed egli ricambia con un altro dono i servizi resigli dal vicino.

43) Se il nuovo arrivato invece gli dice: “Fratello nel grande Spirito! Io mi sono ormai persuaso che le tue condizioni non sono affatto floride, perciò vedi, è mia intenzione ridarti in possesso la tua proprietà di prima e cercare dimora in qualche altro luogo”. – Allora l’altro anziano replica così: “Fratello nel grande Spirito! Io preferisco abbandonare la mia vita ed augurarmi di non esistere, piuttosto che vederti lasciare il posto che hai occupato con l’approvazione del grande Spirito! Tu sai già che non è il terreno, bensì unicamente il grande Spirito a fornire i mezzi per vivere. Perciò i terreni sui quali ci troviamo sono abbastanza vasti da sostentare perfettamente dieci ed anche più delle nostre famiglie”.

44) Quando poi, come di solito succede, il nuovo arrivato desiste dal suo proposito, allora l’avvenimento viene nuovamente solennizzato tra grandi manifestazioni di gioia, e l’abitante del luogo fa tutto il possibile per legare per sempre al proprio cuore il fratello arrivato da poco.

45) E per oggi sia sufficiente quanto detto; la prossima volta proseguiremo nel nostro esame delle istituzioni sociali e familiari degli abitanti delle montagne.

 

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Cap. 35

La principale legge di vita: agire secondo la Volontà di Dio

Trattamento dei trasgressori

 

1) Dunque, dopo aver constatato che su quel pianeta, particolarmente presso gli abitanti delle montagne, non esiste affatto alcuna chiusa delimitazione della proprietà e come la faccia di un uomo sia più che sufficiente per tutti gli abitanti di Saturno a testimoniare che da parte del grande Spirito gli è stato conferito indiscutibilmente il diritto di prendere possesso in qualsiasi punto dell’intero pianeta di quanto gli occorre a soddisfare le proprie necessità, noi rivolgeremo di nuovo la nostra attenzione alla famiglia costituitasi in una unità separata sotto la guida del nuovo anziano.

2) Noi abbiamo assistito alla piantagione del tempio ed abbiamo pure constatato la possibilità che, in seguito ad una tale seminagione santificata, sorga dal terreno di quel pianeta il tempio stesso con rapidità prodigiosa, nonché abbiamo visto come gli abitanti procedono alla costruzione di tutti gli altri edifici. Poi abbiamo osservato in modo dettagliato il sorgere di una nuova colonia e ora ci manca di conoscere quella che da voi viene chiamata ‘costituzione politica’.

3) “In che cosa consiste questa in una tale famiglia?”. – Ecco, tale costituzione sociale, là è quanto mai concisa e si può riassumere in poche parole, poiché la sua norma fondamentale consiste unicamente in questo: nel fatto che a nessun membro della comunità familiare è lecito fare, né effettivamente fa, nessuna cosa senza la Volontà del grande Spirito che gli viene annunciata dal capo anziano della famiglia. Tuttavia, quando qualcuno ha appreso la Volontà del grande Spirito per bocca dell’anziano, egli non deve iniziare un lavoro qualsiasi prima di aver rivolto al grande Spirito, nel suo intimo, i più fervidi ringraziamenti per avergli manifestato la Sua Volontà, e dopo il ringraziamento non abbia pregato di nuovo il grande Spirito per la buona e giusta riuscita dell’opera da intraprendere.

4) Questa è la legge principale e fondamentale dell’intera costituzione sociale degli abitanti di Saturno. A questa legge fondamentale ciascuno uniforma il proprio agire e poi non si cura assolutamente d’altro se non di vedere, come meglio potrà ad opera compiuta, porgere al grande Spirito i dovuti ringraziamenti.

5) Voi potete prenderMi alla lettera se vi dico che questa breve massima include in sé tutte le cose immaginabili, poiché colui che opera secondo la Mia Volontà, opera sempre bene!

6) Perciò non esistono là norme esplicative in relazione a questa succinta costituzione sociale che perfino un fanciulletto può imprimersi bene in mente dopo averla detta al massimo per tre volte; né questa breve legge è affiancata ad alcun codice penale che funzioni da correttore sociale, bensì l’espressione: “Io agisco secondo la riconosciuta Volontà del grande Spirito!”, è per ciascun abitante di Saturno il più valido documento che fornisce la prova della legittimità del suo modo di agire, e quindi la sicurezza di non danneggiare nessun altro.

7) Qualora però avvenga, come accade raramente, che qualcuno dalle pianure salga dagli abitanti delle montagne e si dedichi in qualche luogo lassù ad alcune faccende a suo proprio vantaggio senza essersi prima consultato con l’anziano di una o dell’altra famiglia, allora il capo di una famiglia va direttamente a lui e gli chiede: “Per volontà di chi fai questo?”. – Se l’interrogato risponde: “Io agisco secondo la Volontà del grande Spirito!”, egli viene lasciato in pace nel suo lavoro.

8) Ma se la risposta suona: “Ho sentito il bisogno di intraprendere questo o quello, per averne un vantaggio!”, allora l’anziano lo ammonisce subito dicendogli:

9) “Ascolta, fratello nel grande Spirito! Come è possibile che, oltre al bisogno che si concentra unicamente nella Volontà del grande Spirito, tu possa avere un altro bisogno che sia qualcosa di diverso e di separato dal bisogno secondo la Volontà del grande Spirito? Perciò io, da vero fratello nel grande Spirito, ti consiglio di tralasciare immediatamente l’opera intrapresa, affinché non ti colga la sventura mentre la esegui. Se sei bisognoso e non hai dimora, ecco, la nostra abitazione è abbastanza spaziosa per accogliere non solo te, ma anche altri cento dei tuoi pari. Se però tu compi tale lavoro spintovi da un qualche tuo segreto interesse, prostrati immediatamente sulla tua faccia e, pentito, supplica con tutto il tuo fervore il grande Spirito affinché ti risparmi la punizione che hai meritato! Il grande Spirito, infatti, è immensamente buono con i buoni, ma estremamente severo e giusto con chi opera contro la Sua Volontà santa sopra ogni cosa!”.

10) Ad una simile ammonizione l’estraneo non autorizzato abbandona subito il lavoro cominciato, ma, qualora avesse l’intenzione di opporsi, l’anziano che lo ha ammonito si limita a dirgli: “Allora fa pure come vuoi; da parte mia questo ti sia concesso per tutti i tempi, affinché il tuo peccato non appaia ancora più grave agli occhi del grande Spirito. Bada però che la punizione non ti raggiunga mentre esegui la tua opera!”.

11) Dopo di ciò gli porge la mano e si allontana lasciando pure che continui il suo lavoro. Ma, arrivato a casa propria, che fa l’anziano? Qualcuno di voi potrà forse credere che il suo primo pensiero sarà quello di mandare un gruppo della sua gente, armata di lance e provvista di funi come si usa da voi, per far prigioniero il criminale o ladro e portarlo a casa per impartirgli la giusta punizione? Oh, no! Presso gli abitanti di quel pianeta, questo non è affatto il caso, tanto meno trattandosi poi degli abitanti delle montagne. In una simile occasione, invece, l’anziano avverte immediatamente tutti i membri della famiglia di ciò che sta succedendo, e poi li invita a riunirsi tutti in una ferventissima preghiera al grande Spirito affinché Questi voglia usare Grazia e Misericordia verso quel fratello che si è traviato agendo contro la Sua Volontà e perché gli piaccia di ricondurlo al vero riconoscimento che l’uomo non ha bisogno d’altro che della Volontà del grande Spirito.

12) Quando tutta la famiglia ha così ferventemente pregato per qualche tempo, l’anziano poi si raccoglie ed invoca lo spirito della Luce, che è sempre il consigliere della famiglia, affinché gli faccia conoscere la Volontà del grande Spirito per il durevole bene del fratello traviato. In simili casi lo spirito indica anche sempre all’anziano cosa si deve fare.

13) Se il trasgressore è un egoista interessato molto indurito e caparbio, l’anziano viene di regola incaricato di fare prigioniero l’intruso e di condurlo sull’altura dove si trova la dimora della famiglia. Là gli viene offerto anzitutto da mangiare e da bere, poi si comincia ad istruirlo nel riconoscimento della Volontà grande Spirito, la sola valevole, e tale istruzione dura sette giorni. Trascorsi i sette giorni, egli viene condotto nel tempio dove è tenuto a promettere solennemente al grande Spirito, dal più profondo del suo essere, volonterosissima obbedienza, con ciò egli s’impegna a non fare e a non intraprendere in avvenire, mai nulla senza la Volontà del grande Spirito.

14) Compiuto tutto ciò, se il peccatore si è convertito, egli, dopo il rendimento di grazie, viene abbondantemente provvisto di viveri ed accompagnato da tre persone giù alla pianura dove ha detto che si trova la sua dimora. Se questo risulta corrispondente a verità, tutto il processo è finito; soltanto i tre accompagnatori si ritengono in dovere di ammonirlo ancora una volta fraternamente, ma con tutta serietà, a mantenere la promessa fatta e a dimostrarsi grato al grande Spirito.

15) Qualora risulti invece che lo straniero ha la propria dimora troppo distante dalle montagne, o che non ha affatto una dimora, ciò che appunto presso gli abitanti delle pianure talvolta succede, allora nel primo caso egli viene congedato non appena raggiunta la valle, però con parole molta serietà viene ammonito a non mancare mai più alla promessa fatta; poi, subito dopo che gli è stata impartita la benedizione, viene lasciato in libertà.

16) Ma se egli in certo qual modo è un vagabondo e non ha una abitazione propria, nonostante abbia asserito il contrario, allora in un caso simile, che si verifica estremamente di rado, egli viene bensì rilasciato, però gli viene intimato solennemente che egli, così facendo, non ha ingannato loro, cioè gli abitanti della montagna, bensì Colui, la cui Volontà essi adempiono sempre. Però questa è anche la mancanza più grave che un uomo possa commettere; perciò conviene che egli badi molto bene come potrà reggere al cospetto di Colui a Cui sono noti tutti i pensieri già prima ancora che vengano pensati.

17) Essi gli espongono le conseguenze terribili di una simile azione, le quali sono conosciute in base all’esperienza e poi lo lasciano senza averlo benedetto, poiché chi ha peccato contro di loro, essi lo benedicono, affinché s’induca a convertirsi nuovamente al grande Spirito, ma chi ha peccato contro il grande Spirito, nessuno si azzarda a benedirlo prima che non si sia convinto che il grande Spirito è ancora misericordioso nei suoi confronti. Qualora questo sia il caso, allora anche i suoi simili gli concedono nuovamente la loro benedizione.

18) Ma se invece, come succede di frequente, la punizione del grande Spirito viene ben presto su di lui, allora gli abitanti di Saturno si associano quasi giornalmente nella preghiera al grande Spirito intesa ad ottenere il perdono del peccato commesso contro di Lui da tale peccatore; ma nessuno osa riconcedere la propria benedizione ad un simile reo prima che non si sia reso conto, in maniera naturale o per vie spirituali, che il grande Spirito ha cominciato a mitigare la pena decretata contro di lui. Questo dunque è il procedimento in uso nel caso in cui un simile peccatore si dimostri ostinato nel suo errore.

19) Ma se il peccatore invece non è un indurito, allora l’anziano incarica tre membri della famiglia di portarsi, abbondantemente provvisti di frutta, sul posto dove il colpevole si trova ancora intento nel suo lavoro. Giunti da lui, gl’impongono nel Nome del grande Spirito di desistere immediatamente dall’opera intrapresa, lo ammaestrano poi riguardo alla Volontà del grande Spirito, gli perdonano il suo gesto, lo prendono in mezzo a loro e lo conducono giù fino al luogo dove egli ha detto che si trova la sua dimora.

20) Arrivati là, gli offrono in dono i frutti che hanno portato con loro e gli parlano così: “Fratello, affinché tu d’ora in poi non pecchi più contro di noi, né molto meno ancora contro la Volontà del grande Spirito, ti lasciamo la libertà di venire da noi quando vuoi e tu non ritornerai mai a mani vuote a casa tua, dato che noi sappiamo che questa cosa è conforme alla Volontà del grande Spirito. Ma qualora tu osassi peccare nuovamente come questa volta, la punizione da parte del grande Spirito non mancherà certo di raggiungerti al primo passo falso”.

21) Poi gli stringono la mano, lo benedicono, lo esortano ad essere grato verso il grande Spirito ed infine si allontanano da lui.

22) Ecco, questo è tutto il penoso procedimento giudiziario nei casi di tali azioni da parte degli abitanti di Saturno. La prossima volta osserveremo simili costituzioni e procedimenti sociali.

 

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Cap.  36

Lavorazione dei metalli e altre attività artigianali

Il vero liberismo dell’amore per il prossimo nel commercio e nei traffici

 

1) Nella cerchia degli ordinamenti della costituzione degli uomini di Saturno rientrano inoltre le norme che vanno osservate nella produzione dei necessari utensili di metallo, che essi adoperano per abbattere gli alberi, per la fabbricazione di arnesi ad uso domestico, per dissodare e lavorare il terreno, e per tagliare i cibi e altre cose.

2) “Ma dove vengono approntati questi utensili?”. – Vedete, a questo scopo, in questo pianeta, specialmente ai piedi delle montagne, esistono delle apposite fabbriche dove vengono prodotti ogni tipo di simili utensili, impiegandovi un metallo altrettanto utile e molto simile al vostro ferro.

3) “E chi sono i fabbricanti di tali prodotti?”. – Ecco, per avere il diritto di prelevare dalla fabbrica tali prodotti nella misura dei propri bisogni, ciascuna delle famiglie che compongono la comunità deve anche mandare a turno un determinato numero di operai alla fabbrica per lavorare il metallo sotto la direzione di un anziano che funge da capomastro. Tuttavia il metallo non viene trasformato in utensili già in una simile fabbrica, bensì viene semplicemente estratto dalla montagna e sottoposto ad un trattamento preliminare, così come da voi vengono ottenute le sbarre di ferro e preparate per vari usi.

4) Quando l’uno o l’altro degli operai ha compiuto il termine pattuito di cento giorni di lavoro nella fabbrica, ammesso che questa abbia, ad esempio, cento operai, allora la quantità di metallo ricavato viene anch’esso diviso in cento parti e, a periodo ultimato, ciascun operaio che lascia il lavoro riceve la giusta parte di metallo che gli spetta, e la porta prontamente dove la comunità ha la sua dimora, come un bene appartenente a chiunque della famiglia ne abbia bisogno.

5) “Che cosa succede poi di una simile porzione di metallo che, non di rado, secondo le vostre misure, arriva ai 20.000 ed anche ai 30.000 quintali?”. – Se nei depositi ci sono ancora utensili a sufficienza, allora il metallo viene avvolto in uno strato di foglie e consegnato all’anziano della famiglia per la custodia; se invece gli utensili esistenti sono troppo usati, allora si procede alla fabbricazione di utensili nuovi, secondo le disposizioni dell’anziano.

6) “Ma in che modo si svolge l’operazione? Forse voi pensate che anche là si ricorra al fuoco di una fucina come da voi?”. – Ebbene, niente di tutto questo; su Saturno viene seguito un metodo molto più meraviglioso e nello stesso tempo più semplice. Su questo pianeta gli abitanti dispongono di un frutto a forma di zucca, che alla superficie inferiore è incavato molto regolarmente e la cui concavità raggiunge spesso un diametro dalle venti alle trenta tese. La scorza esterna di questa specie di zucca, e particolarmente la parte inferiore concava, è naturalmente liscia e lucente tanto quanto il vostro acciaio più delicatamente lucidato. E vedete, su questa parte inferiore del frutto gli abitanti raccolgono i raggi del Sole e dirigono il fuoco di questo specchio concavo sulla grossa sbarra di metallo che intendono lavorare e non occorre più di qualche istante per far diventare incandescente una parte considerevole della sbarra.

7) La parte incandescente viene poi tagliata via dalla sbarra a seconda dell’occorrenza e trasformata nell’uno o l’altro utensile, lavorandola a martello su un incudine che di solito consiste in un masso di una pietra speciale dura come il diamante e molto liscia.

8) Se un fabbro da voi impiega mezz’ora per fabbricare una falce, un uomo di Saturno può nello stesso tempo produrne almeno dieci, quantunque una falce completa su Saturno non di rado pesa fino a 10 quintali. Basta che ci pensiate su un po’ e non avrete difficoltà a persuadervi della grande abilità che un simile fabbro dimostra nella sua arte!

9) Resta da vedere ancora chi esercita quest’arte su quel pianeta. Però la risposta non è difficile e la cosa sarà presto chiarita se Io vi dico che presso quegli uomini vige una regola familiare secondo la quale ciascun individuo è tenuto ad imparare tutti i mestieri, affinché non vi sia alcuna distinzione di stato fra persona e persona e nessuno possa dire all’altro: “Io sono più necessario di te e i miei prodotti sono più importanti dei tuoi!”, bensì ciascuno sa fare quanto il proprio fratello, in modo che l’uno può aiutare l’altro ed essergli utile in qualsiasi evenienza. E, nel caso in cui l’uno o l’altro sia chiamato a fungere da anziano e capo famiglia, egli può guidarla in tutti i campi della sua attività.

10) Considerato però che tutti sono esperti in qualsiasi lavoro necessario alla vita, si rende pure superfluo ogni commercio illecito, specialmente presso gli abitanti delle montagne. Anche per questo motivo essi non producono mai niente che non occorra loro per venderlo o scambiarlo con qualche vicino, bensì la quantità dei loro prodotti è sempre regolata a seconda dei bisogni della famiglia.

11) Se però, malgrado tutto, un giorno si presentasse un vicino per chiedere qualcosa che gli manca, dato che egli non è così benestante come l’altro, allora non gli si domandaerebbe affatto che cosa intende offrire in cambio di quello che gli occorre, bensì in una simile occasione gli si chiede unicamente la Volontà del grande Spirito. Se egli dispone di questa testimonianza, che su Saturno è l’unica valida, cioè l’unica “moneta corrente” su quel pianeta, allora gli viene immediatamente consegnato in sua assoluta proprietà ciò di cui ha bisogno secondo quanto ha indicato, senza che nessuno pensi ad alcuna ricompensa.

12) Ciò accade in seguito ad una legge sociale in vigore tra di loro, la quale è del seguente tenore: “Chi mai è più del grande Spirito? Che cosa abbiamo dato noi a Lui in compenso per averci Egli assegnato un mondo così grande e ben provvisto di così tanti beni? È doveroso dunque da parte nostra essere grati al grande Spirito per ciascun dono che Lui ci fa, ma se noi accettassimo da nostro fratello anche un solo ringraziamento, quale figura faremmo al cospetto del grande Spirito richiedendo dai nostri fratelli quello che compete unicamente a Lui? Dunque, guai a colui che pretendesse dal proprio fratello un ringraziamento per un dono fattogli, mentre è piuttosto egli stesso in dovere di ringraziare il grande Spirito per averlo ritenuto degno di rendere servizio ad un fratello”.

13) Quindi, poiché l’abitante di Saturno per questa eccellente ragione non accetta volontariamente dal suo prossimo nemmeno alla lontana un ringraziamento, tanto meno ancora accetterà un qualche compenso d’altro genere. Così è anche regolato ogni rapporto commerciale fra quegli abitanti.

14) Là non esistono in nessun luogo né botteghe di cambiavalute, né uffici doganali, né stimatori né ispettori delle merci e l’usura è perfettamente estranea a tutta la gente di Saturno.

15) Uno strumento di cui si fa gran uso sulla vostra Terra è la bilancia, esso è invece sconosciuto agli abitanti di Saturno, perché essi non conoscono altra bilancia all’infuori della Volontà del grande Spirito e quella del bisogno del proprio fratello.

16) Anche un secondo sistema di misurazione, che da voi si chiama cubito, è sconosciuto agli abitanti di Saturno. Essi non misurano niente in cubiti! Per loro l’unica misura infallibile è la parola del fratello secondo la Volontà del grande Spirito, con la quale si misura quanto all’uno o all’altro fratello, occorra e quanto viene richiesto da lui.

17) Un simile modo di trattare gli affari sarebbe anche sulla Terra molto migliore delle leggi inumane sulla vendita del grano, e questo sarebbe molto migliore anche di tutte le vostre borse, banche, botteghe di cambiavalute e negozi d’ogni genere, poiché il vostro povero intelletto, per poco pure che sia, dovrebbe suggerirvi: “Che cosa mai abbiamo dato noi a Dio per tutti i prodotti della Terra e che prezzo Gli abbiamo pagato per la Terra stessa, perché possa risultare giustificato il nostro modo di spadroneggiare come se fossimo noi i diretti proprietari della Terra?”

18) Ad una simile domanda, ammesso anche un briciolo soltanto di sano intelletto in voi, dovrebbe risultarvi senz’altro chiaro da tutto il vostro modo di agire, quanto sia ingiusto di fronte a Me, appropriarsi con la violenza, spinti da invidia o avarizia, lavorare per l’uno o quell’altro scopo e dare al fratello ad un prezzo esorbitante, quando egli ne ha bisogno o desiderio, i prodotti, concessi dalla Mia Mano amorosa, del Mio terreno, che Io solo ho creato e disposto in modo che ciascuno ne avesse una parte uguale a quella dell’altro.

19) Ma lasciamo frattanto tutte queste cose della Terra che gridano vendetta e ritorniamo su Saturno, dove gli esseri umani sono ancora in possesso di tesori tali, che la ruggine non corrode, né le tarme distruggono e osserviamo alcune pagine del loro libro delle leggi per niente grosso, che è scritto nei loro cuori!

 

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Cap. 37

Produzione del tessuto per un abbigliamento nell’ordine naturale

Uso non adulterato dei prodotti naturali

 

1) Noi abbiamo osservato or ora quegli abitanti nella loro funzione di fabbri, ed abbiamo visto come essi in caso di bisogno si prodigano verso il prossimo con amore e disinteresse; ora però passeremo ad osservarli nella loro qualità di fabbricanti di stoffe.

2) Considerato che dalla descrizione, tanto del regno vegetale quanto del regno animale abbiamo constatato che su Saturno ci sono delle piante provviste di una specie di peli molto lunghi che sporgono specialmente dai fiori ed anche dalle foglie, ed abbiamo altresì visto che il corpo di molti fra gli animali è abbondantemente coperto di lana e che dal collo di alcuni pende una folta e lunga criniera, risulta cosa naturale e chiarissima che tutto ciò venga sfruttato dagli abitanti di Saturno.

3) “Ma come viene utilizzato questo materiale?”. – Ecco, a questo riguardo non c’è molta differenza fra voi e gli abitanti di quel pianeta. Il materiale viene filato, e il filo che ne risulta è certo un po’ più robusto di qualche fune piuttosto grossa da voi, ma nonostante ciò, è relativamente soffice per poterne ottenere un tessuto che si adatta benissimo alla corporatura gigantesca di quegli abitanti.

4) “Chi è poi che si occupa della filatura e della tessitura delle stoffe?”. – Vedete, questa su Saturno è una mansione che viene affidata esclusivamente alle donne, ma ciò non avviene come da voi che usate dei telai per tessere, bensì all’incirca come le vostre donne preparano le calze avvalendosi dei cosiddetti ferri da calza. In questo modo vengono lavorati a maglia addirittura degli interi capi di vestiario, e precisamente sempre avvalendosi, al posto dei ferri, di due lunghe asticciole di legno. Le donne di Saturno sono abilissime in questo lavoro, tanto anzi che una donna arriva in una giornata ad approntare una striscia di stoffa lunga più di 100 braccia (7.800 m) e larga da 5 a 6 (400-450 m).

5) “E questa stoffa, viene poi tinta?”. – No, una cosa simile non la fa nessuno su quel pianeta, perché a questo riguardo esiste un’altra legge familiare che tende a frenare certi stimoli della vanità che fanno talvolta capolino nelle pianure, e questa legge suona così:

6) “Quello di voler rendere migliore, più bella e più perfetta una cosa di quanto l’abbia già fatto il grande Spirito, va considerato come atto sacrilego! Perciò guai a te se vorrai far rosso quello che il grande Spirito ha destinato che debba esser bianco! Guai a te se vorrai raddrizzare quello cui il grande Spirito ha dato una forma curva! Guai a te se vorrai rendere un cibo più saporito di quanto il grande Spirito lo abbia già preparato per te!

7) Chi agirà contrariamente a quanto è corrispondente alla Volontà del grande Spirito, sarà guardato con occhio d’ira e vedrà venire sul suo corpo un male dopo l’altro, come sempre accade nelle pianure, dove gli uomini non si rendono conto che il grande Spirito ha disposto ogni cosa benignamente e con la massima sapienza, in modo che l’uomo non ha bisogno di cambiare nulla, bensì di accettare con animo grato ciò che la mite mano del grande Spirito gli dona. Noi non siamo qui che per usufruire di quello che il grande Spirito ci offre, e non già per migliorare e abbellire i Suoi doni prima di farne uso.

8) Soltanto il metallo il grande Spirito l’ha posto allo stato grezzo nella Terra e noi dobbiamo prima cuocerlo e poi adoperarlo, ma questa cosa la possiamo fare perché fu il grande Spirito ad insegnarcela. Ugualmente, conformemente alla Sua Volontà, noi possiamo cuocere al fuoco alcuni frutti per renderli più morbidi; i rami degli alberi noi possiamo tagliarli per costruire i nostri magazzini. Questo ce l’ha insegnato Lui stesso.

9) Ma che si debba dare un altro colore e un altro aspetto ad una cosa, questo Egli non ce l’ha mai insegnato. Perciò è un gran sacrilegio contro il grande Spirito voler colorare il bianco di rosso, il verde di nero e il giallo di blu e viceversa.

10) Dato che tra di noi non siamo nient’altro che fratelli e sorelle nel grande Spirito, non essendoci distinzione alcuna ed essendo tutti uguali al Suo cospetto, perché mai dovremmo distinguerci l’uno dall’altro mediante la colorazione delle vesti?

11) Dunque, il grembiule che cinge i nostri fianchi e che arriva fino alle ginocchia, sia sempre azzurro come è naturalmente azzurra la lana che ci serve per confezionarlo. La nostra giubba invece rimanga di colore rosso come la criniera dell’animale che ci fornisce il materiale, il nostro cappello abbia il colore della paglia con la quale viene fatto, ed infine il nostro mantello rimanga sempre di colore verde come è verde la lana che ricaviamo dai vari alberi e piante.

12) Le donne poi a loro volta si accontentino anch’esse invariabilmente della loro ampia camicia azzurra, mentre possono mettere a profitto le belle foglie dell’albero che ci serve da dimora per confezionarsi delle giubbe, nonché possono adoperare per loro ornamento varie altre cose ancora che il grande Spirito fa crescere per loro tanto sugli alberi e sugli arbusti quanto sugli animali. Ma sia ben lungi da loro l’eccessiva passione per il lusso come essa è coltivata dalle donne dimoranti sulle rive dei grandi fiumi e dei laghi, le quali amano ornare i loro corpi, abituati alla mollezza, con ogni tipo di cianfrusaglie.

13) Il nostro dovere, invece, qui sulle sacre montagne, è di essere costanti in ogni cosa e fedeli alla Volontà del grande Spirito”.

14) Ecco, questa è una norma familiare un po’ allungata per quello che riguarda il vestiario e la sua confezione, ed anche il modo in cui questo deve essere portato.

15) Anche per quanto riguarda tali capi di vestiario gli abitanti delle montagne sono, come in ogni altro aspetto, ugualmente generosi; se ad esempio si presenta a loro un uomo quasi nudo proveniente da qualsiasi luogo, la sua nudità già costituisce una testimonianza validissima del grande Spirito, in seguito alla quale chiunque disponga di una riserva di abiti è tenuto ad offrirne senza indugio a quel misero perché si copra. Chi si rifiutasse, dovrebbe aspettarsi l’esilio per uno due ed anche fino a tre anni per imparare, in uno simile stato di isolamento, quanto sia doloroso dover vagare quasi nudo.

16) In voi forse sorgerà il pensiero: “Ma come può una persona ridurre in uno, due o tre anni le sue vesti in condizioni da andare quasi nudo?”. – Tuttavia Io Mi limiterò a ricordarvi che un anno di Saturno equivale a quasi trenta anni terrestri. Se voi calcolate in proporzione la durata annuale, biennale o triennale dell’esilio, dovrà riuscirvi chiarissimo come un capo di vestiario non possa trovarsi in condizioni eccessivamente buone se portato giorno e notte.

 

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Cap. 38

Struttura fisica dell’uomo, della donna e dei bambini

Concepimento, gravidanza e nascita

 

1) Per quanto riguarda le altre norme familiari, esse pure molto notevoli, noi ci riserviamo di passarle brevemente in rassegna dopo che avremo fatto un po’ più da vicino la conoscenza della struttura fisica degli abitanti di Saturno, tanto di sesso maschile quanto femminile, così che porremo addirittura la domanda: “Come si presenta fisicamente la gente di questo pianeta?”

2) Considerato che finora abbiamo sempre cominciato considerando il meno perfetto per passare poi al più perfetto, resteremo ligi a questa regola, e perciò anche qui considereremo anzitutto la donna e dopo l’uomo.

3) “Che aspetto ha dunque la donna su quel pianeta?”. – Come avete già avuto occasione di constatare, su Saturno quasi tutte le cose sono più perfette, imponenti e belle che non sulla Terra; quindi tanto più questo è il caso trattandosi del genere umano. Ne consegue perciò che la donna di Saturno, per quanto concerne il suo aspetto esteriore, è una creatura quanto mai perfetta e bella oltre ogni vostro concetto. Quantunque ai vostri occhi debba apparire come una figura gigantesca, se lei si trovasse su questa Terra, al cospetto della sua bellezza l’animo vostro proverebbe uno struggimento indicibile, perché il suo corpo è in ogni punto l’espressione ideale della linea curva; le membra sono proporzionate alla perfezione, e in tutto il suo essere non sarebbe possibile scoprire nulla che tradisca asprezza e durezza.

4) La sua epidermide è candida come la neve quando è esposta ai raggi del Sole e soltanto qua e là, dove la pelle è di solito più delicata, traspare un pallido color rosso. Nonostante la grandezza del corpo, la donna di Saturno ha l’epidermide più fine e morbida che non la castellana più delicata sulla vostra Terra.

5) Solamente le unghie delle mani e dei piedi differiscono alquanto da quelle vostre delle mani e dei piedi; esse cioè hanno l’aspetto come se voi voleste stendere su una lamina d’oro lucido un lieve strato di color carminio. Però, dove le unghie crescono oltre la carne delle dita, vanno assumendo tutti i colori dell’iride, in modo che una donna di Saturno ha già per effetto della natura, le proprie dita adorne meglio delle vostre donne anche quando queste vi infilano gli anelli più preziosi.

6) Il seno della donna di Saturno è ricolmo, estremamente elastico e dall’epidermide tendente piuttosto verso il rosso; nello stesso tempo però appare quasi non più come materia, ma come una sostanza eterea, in modo che il seno delle vostre donne, anche della struttura più delicata, lo si dovrebbe, al paragone, giudicare di pura selce. Le braccia sono piene e di una linea perfetta non interrotta da alcuna angolosità, fino all’estremità delle dita; così pure i piedi sono di una forma purissima.

7) Il collo non si può dire né troppo lungo né troppo corto, ma si eleva sulle spalle mirabilmente proporzionato e su questo collo, salvo rarissime eccezioni, poggia sempre, voi potete crederMi, un capo di una bellezza veramente celestiale.

8) La fronte è di media altezza e di un candore abbagliante; il naso è diritto e dalla linea nobile, dolce e tenera in tutte le sue parti. Gli occhi sono per lo più spiccatamente grandi, le pupille d’un nero profondo e l’iride perfettamente azzurro-cielo; il rimanente del globo dell’occhio è bianchissimo. Le ciglia sono sempre molto folte e di colore biondo dorato cupo. I capelli sono morbidissimi, dello stesso colore delle ciglia ed arrivano non di rado fino oltre al ginocchio; la bocca è relativamente piccola e le labbra, d’un bel rosso carminio, nascondono due file di denti che sembrano altrettante perle incastonate nelle due mascelle. Il mento è un po’ sporgente ed è, come le guance, lievemente rosso; le orecchie in rapporto al capo si possono dire piuttosto piccole che grandi e sono esse pure lievemente rosse.

9) Ecco, così avreste ora la descrizione perfetta dell’aspetto esteriore di una donna di Saturno! Però non dovete pensare che rispetto alla fisionomia una donna sia simile all’altra! Bensì, come succede sulla vostra Terra, altrettanto succede su Saturno; cioè tra diecimila visi non ce ne sono due che si possono dire uguali.

10) Se voi ora questa figura, che vi è stata descritta, la immaginate dentro le vesti di cui abbiamo parlato prima, potrete farvi, con l’aiuto della vostra fantasia, una discreta rappresentazione di una simile donna di Saturno. E così noi avremmo terminato la descrizione della donna perciò passeremo subito a considerare l’uomo dal punto di vista fisico.

11) Dunque: “Quale aspetto ha l’uomo?”. – Come all’incirca vi è già noto, l’uomo è parecchio più grande della donna; questo è un fatto che, nelle sue proporzioni, non si verifica così facilmente sulla Terra, poiché su Saturno l’uomo è di solito da 15 fino a 20 piedi (5-6 m) più grande della donna. Da principio questo vi sembrerà certo un po’ strano se pensate che la donna in rapporto all’uomo, su Saturno, è precisamente quello che da voi rappresenta una fanciulla di dieci o dodici anni accanto ad un uomo già adulto e robusto.

12) Ma d’altra parte se considerate che su quel pianeta la procreazione del genere umano non avviene come sulla vostra Terra, ben presto anche tale rapporto vi apparirà un rapporto equo e giusto. E considerato che abbiamo toccato l’argomento delle generazione, su questo vogliamo soffermarci un po’, prima di riprendere la descrizione dell’uomo.

13) Dunque: “Come avviene la procreazione su Saturno?”. – Ecco, essa avviene così come sarebbe potuto avvenire anche sulla Terra, qualora l’uomo non si fosse allontanato da Me (la caduta di Adamo) prima che Io lo avessi benedetto, vale a dire: per effetto del solo amore e per mezzo della ferma volontà.

14) Perciò, quando l’uomo di Saturno vuol procedere ad un atto generativo, egli si presenta all’anziano assieme alla propria moglie (l’uomo di Saturno non ha mai più di una moglie). L’anziano lo benedice nel Nome del grande Spirito; dopo di che i due coniugi si prostrano e pregano con gran fervore il grande Spirito, affinché Egli voglia suscitare il desiderato frutto vivente.

15) Terminata la preghiera, l’uomo prende in braccio la donna, la stringe al suo cuore e la bacia dapprima sulla fronte, poi sulla bocca, ed infine sul seno. Da ultimo le posa la mano sul ventre e la fissa con la sua volontà, ed in ciò si compendia anche tutto l’atto della generazione, durante il quale tanto l’uomo, quanto la donna provano una sensazione purissima di amore veramente celestiale che li mantiene per lungo tempo in uno stato di allegrezza entusiastica.

16) Compiuto così tale atto, ambedue si prostrano nuovamente, rendono grazie al grande Spirito e contemporaneamente invocano da Lui la benedizione per il prosperare del frutto. Quindi i due ritornano dall’anziano e allora la donna riceve la sua benedizione e solo dopo quella del proprio marito.

17) La gravidanza su Saturno dura soltanto la quarta parte di un anno (di Saturno) e tale stato si rende manifesto esteriormente nella donna unicamente con il fatto che la tinta del seno si accentua alquanto.

18) Il parto poi è completamente indolore. Quando vengono al mondo i bimbi, sono molto piccoli, cioè a mala pena grandi quanto i vostri al loro quinto anno di età; essi però crescono molto rapidamente e, nel giro di tre dei vostri anni, arrivano spesso alle 12 e talvolta anche alle 15 tese (22-28 m) di statura.

19) I bimbi sono così leggeri durante i primi anni, che possono rimanere sospesi nell’aria come piume, e il peso specifico del loro corpo aumenta solo quando vengono svezzati dal seno materno e cominciano a nutrirsi di elementi più solidi. Questo è anche il motivo per cui su Saturno non si è mai inteso che un fanciullo si sia ferito cadendo a terra dall’alto.

20) Se voi dunque considerate quanto vi è stato or ora detto, vi sarà tanto più facile comprendere perché la donna in rapporto all’uomo sia quasi un terzo più piccola e corrispondentemente anche più debole.

21) L’uomo là è una perfetta immagine di Me; la sua statura rende testimonianza che egli è un signore della natura di quel pianeta, e il suo aspetto in generale equivale alla seguente enunciazione: “Questa è la giusta forma dell’uomo, il quale non deve apparire né aspro né duro come una roccia, e d’altro canto neppure così tenero come il seno di una donna; bensì deve essere pienamente ad immagine di Colui Che lo ha creato, e cioè comprendere in sé ogni perfezione della forza, della potenza, della robustezza, della fermezza di volontà e della magnificenza e bellezza di ogni forma”.

22) Se però volete rappresentarvi la forma di un uomo di Saturno, voi dovete immaginarvi un giovinetto della vostra Terra formato fisicamente in maniera impeccabile, nel quale la muscolatura non sia ancora eccessivamente accentuata, bensì appaia in via di formazione; rivestite ora di questa perfetta forma umano-maschile l’uomo di Saturno, certo nelle sue dimensioni, e voi avrete esattamente la sua figura; soltanto è da notarsi che l’uomo su Saturno ha l’epidermide molto più fine di un simile giovinetto della Terra.

23) Il mento dell’uomo di Saturno è ornato da una barba relativamente grande e il capo da una capigliatura inanellata, che scende fino a metà del corpo e di colore per lo più biondo chiaro; la barba e particolarmente le sopracciglia sono sempre alquanto più scure dei capelli.

24) Tutte le parti del suo corpo sono in perfetta proporzione tra loro ed armonicamente sviluppate, alcune parti, però, come le guance, il petto ed anche le braccia, hanno l’epidermide colorata più vivacemente che non nella donna.

25) Forse dentro di voi vi rivolgerete in segreto la domanda: “Questi uomini di Saturno non hanno anch’essi dei particolari organi genitali come li abbiamo noi?”. Oh, sì certamente; soltanto che non sono in proporzione così grandi, né così marcatamente sviluppati, dato che il loro corpo ne è provvisto ad un solo scopo.

26) Raffiguratevi adesso un simile uomo di Saturno e consideratelo nella sua grandezza e nella sua umana dignità, e non potrete fare a meno di rendere testimonianza che nella sua forma è rappresentata tutta la nobiltà, la magnificenza di Colui che costituisce la Causa prima di tutte le cose.

27) Anche se la donna emerge per la sua leggiadria in seguito all’armonia e alla delicatezza delle forme, veramente bello e eternamente bello e perfetto in tutto è solo l’uomo.

28) Tutti gli abitanti di Saturno sanno questo e perciò manifestano sempre la loro gratitudine al grande Spirito per la nobile forma, perfettamente simile alla Sua, conferita a loro; ciò che a voi, invece, non è venuto in mente nemmeno in sogno!

 

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Cap. 39

La visione di Dio degli anziani di Saturno

Essi nutrono un’immensa venerazione a Dio, più che amore, e sono a conoscenza della Sua incarnazione

 

1) Ma come fanno gli abitanti di Saturno a sapere che la loro forma è un’immagine del grande Spirito? Questo essi lo sanno mediante il grande Spirito stesso, il Quale si rivela loro ripetutamente; ed è rarissimo il caso in cui l’anziano di una famiglia non abbia visto, con i propri occhi, almeno una volta il grande Spirito.

2) Essi dunque non conoscono Dio sotto altra forma se non sotto quella di un Uomo perfetto, e perciò, anche riguardo alla Dottrina del grande Spirito, la loro massima suprema è questa:

3) “Dio, che è il grande Spirito, è un Uomo in stato di perfezione assoluta. Egli ha delle mani, dei piedi e un corpo come noi, e il Suo capo è simile al nostro. Tuttavia Egli non lavora con le mani e non cammina con i piedi, bensì tutta l’infinita Potenza sta nella Sua Volontà. E con l’infinita forza della Sua Sapienza, Egli crea e governa tutte le cose”.

4) E vedete, siccome gli abitanti di Saturno hanno un simile esatto concetto di Me, così anche, tanto prima e con maggiore facilità giungono a riconoscere se stessi, e nel loro spirito sanno che essi non sono soltanto delle forme fuggevoli, bensì, in Spirito, delle forme permanenti in eterno e perfettamente simili a Colui che li ha creati e formati a Sua immagine.

5) Gli abitanti di Saturno amano essi pure il grande Spirito? Certo! Anch’essi l’amano; però, piuttosto che amore, il loro sentimento è quello di un’immensa venerazione congiunta all’aspirazione costante di avvicinarsi sempre più al grande Spirito e di diventare infine una cosa con Lui.

6) Tuttavia essi sanno altresì molto bene, perché in proposito vengono istruiti dagli spiriti, che il grande Spirito si è fatto Uomo su un piccolo pianeta vicino al Sole, e qui ha assunto un corpo di carne e di sangue; sanno anche molto bene che dagli abitanti di questo piccolo mondo Egli è stato misconosciuto e ucciso nel corpo.

7) Una cosa soltanto riesce difficile da comprendere a loro, e cioè come sia stato possibile che questi esseri umani non siano stati in grado di riconoscerLo; e agli spiriti che vengono da loro, essi non fanno che chiedere insistentemente quale sia il comportamento attuale della gente di questo corpo mondiale e se abbiano finalmente riconosciuto il grande Spirito.

8) Ma quando a tali domande ottengono purtroppo per lo più delle risposte negative, allora si fanno molto tristi e nei loro templi pregano molto spesso e con molto fervore, affinché l’umanità di un simile mondo, tanto incommensurabilmente colmato di Grazia, voglia finalmente riconoscere Colui che le ha concesso una Grazia talmente grande, che essi al solo pensarla si sentono rabbrividire, e dopo una lunga meditazione finiscono con l’esclamare accesi d’entusiasmo:

9) “Oh, se fossimo stati reputati noi, degni di questa Grazia, e al grande Spirito fosse piaciuto di rivestirsi della nostra carne e del nostro sangue su questo nostro mondo, in verità, noi risplenderemmo più di un gruppo di mille Soli, uno sopra l’altro!”

10) Queste sono le espressioni delle quali si servono gli abitanti di Saturno quando sentono parlare della Terra. Essi nutrono sempre una grande brama di vedere questo pianeta e, se anche la cosa non è fattibile dal punto di vista corporale, non c’è tuttavia quasi un solo spirito umano di Saturno che, deposta la sua spoglia mortale, non desidera recarsi sulla Terra.

11) Considerato però che un tale spirito non può vedere quanto è materiale, egli si dà a contemplare la Terra spirituale e, attraverso le corrispondenze derivanti da questa, anche quella materiale. Ma giunto a conoscere l’umanità di questa, una grande tristezza lo prende, ed egli abbandona senza indugio questo pianeta.

12) Quando più tardi parleremo della religione degli abitanti di Saturno, avremo pure occasione di apprendere varie altre cose a tale riguardo. Ora riprenderemo a considerare ancora alcuni fra gli ordinamenti sociali su questo pianeta.

 

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Cap. 40

Gli ordinamenti: divieto di insuperbirsi, cura della pulizia, timore delle cose morte

Veloce dissolvimento dei cadaveri e istruzioni dagli spiriti dei defunti

Celebrazione del matrimonio

 

1) Dunque: “A cosa si riferiscono tali ordinamenti?”. – Vedete, non si tratta d’altro del fatto che a nessuno è lecito vantarsi in qualche modo della propria bellezza ed imponenza fisiche.

2) Ma, affinché un simile importante comandamento venga sempre scrupolosamente osservato, già ai fanciulli in tenera età si comincia a rendere familiare l’idea che essi sono molto piccini e che tutte le grandezze mondane non sono che un assoluto nulla agli occhi del grande Spirito; per conseguenza nemmeno un patriarca o un anziano, per non parlare neanche di un altro membro della famiglia, si azzarda a pensare grandi cose di se stesso.

3) Per quanto poi concerne la bellezza del corpo, essi usano dire: “Noi siamo tutti quanti ugualmente belli, dato che siamo ad immagine del grande Spirito; ma chi credesse e sostenesse di essere bello per proprio merito e di essere in posizione di privilegio rispetto ad un altro, costui a questo modo si renderebbe immediatamente dissimile dall’eterno Prototipo e perciò si farebbe più brutto del più ripugnante tra gli animali”.

4) A rendere questa legge più efficace contribuiscono certamente anche gli spiriti dei defunti, perché, qualora avvenga che qualcuno accenni a lasciarsi vincere dalla vanità, non è escluso che si veda apparire dinanzi all’improvviso qualche orribile faccia stravolta e sghignazzante. Chi è stato punito a questo modo una volta, prende sicuramente congedo all’istante da ogni vanità, dato che gli abitanti di Saturno sanno molto bene che con gli spiriti non c’è mai da scherzare né a metà, né per intero, bensì quando essi si manifestano in una o nell’altra maniera, la cosa va sempre presa assolutamente sul serio. Vedete, questa è una legge sociale che viene osservata da tutti, grandi e piccoli, vecchi e giovani.

5) Per quanto poi concerne il concetto di grandezza, esso si estende in modo permanente e per tutti i tempi allo spirito, cosicché essi si considerano anche a questo riguardo i più piccoli possibile. Per questa ragione è anche una questione parecchio ardua per gli spiriti di Saturno quella di comunicare con gli spiriti di questa Terra, nei quali invece è predominante l’idea della loro presunta grandezza.

6) Un’altra legge familiare è quella fondata sulla raccomandazione e sul mantenimento della pulizia; per conseguenza è cosa quanto mai rara trovare su Saturno una persona sudicia sia nel corpo, sia nel vestito.

7) Malgrado ciò, però, là è norma capitale non dare invece alcuna importanza al corpo, dato che esso è mortale, e dare invece tutta l’importanza allo spirito che è immortale.

8) E questo spiega anche perché l’abitante di Saturno fugge tutte le cose morte e, come già avete appreso, egli vuole che perfino la sua dimora sia qualcosa di vivente e non sia fatta con materiale morto; meno ancora poi deve esservi qualcosa di morto in un tempio consacrato a Dio.

9) Ma ad ogni modo tutto deve essere tenuto pulito, specialmente il corpo, perché è considerato una dimora dello Spirito immortale. Questa dunque è un’altra regola sociale-familiare!

10) Dunque: “Che cosa succede delle salme dei defunti su Saturno?”. – Vedete, i corpi là non vengono sepolti come da voi, né vengono bruciati come è usanza in vari paesi della vostra Terra, bensì vengono portati in qualche località dove solitamente si trova un bosco di alberi-piramide; arrivati sul posto, i cadaveri vengono coricati con la faccia verso terra e coperti con i rami staccati dall’albero stesso. I cadaveri delle donne invece vengono legati per i piedi ed appesi ad un ramo dell’albero, di solito proprio accostati al tronco, in maniera che il capo venga quasi a toccare il terreno.

11) Apprendendo queste cose, il vostro primo pensiero sarà certo quello che, cominciando a decomporsi, questi corpi giganteschi devono necessariamente diffondere tutto intorno un fetore terribile. Ma su quel pianeta questo non è affatto il caso, anzi succede perfettamente l’opposto, perché, essendo quei corpi formati da una materia più leggera, più fluida ed eterica di quella della vostra rozza spoglia esteriore, essi si dissolvono anche in breve tempo dopo la morte, e tale rapido svanire procura anzi una sensazione deliziosa all’olfatto di chi venga a trovarsi nelle vicinanze.

12) Qualora avvenga che tale esalazione giunga alle narici di un abitanti di Saturno, questi si prostra subito con la faccia a terra e, colmo di gratitudine verso il grande Spirito, Lo supplica di concedere che lo spirito di colui, l’olezzo del cui corpo ha colpito in quel momento il suo olfatto, possa manifestarglisi per intonare con lui un inno di lode al grande Spirito per la redenzione dal carcere della carne. Questo si verifica sempre, particolarmente se il supplicante è animato da perfetta serietà.

13) Voi chiedete se quegli abitanti si rattristano quando qualcuno muore. No, affatto! Bensì, se per esempio muore l’anziano della famiglia, gli succede immediatamente nella carica il più anziano tra i sopravvissuti, questi allora invita tutti i membri della famiglia a prostrarsi ed anzitutto a ringraziare il grande Spirito per avere usato al patriarca la grazia immensa di chiamarlo a vita eterna.

14) Poi essi devono pregare il grande Spirito perché Gli piaccia di concedere in grazia che lo spirito del defunto appaia subito al nuovo anziano e lo conduca nel santuario del tempio per benedirlo e consacrarlo là al nobilissimo servizio del grande Spirito.

15) E questo effettivamente avviene sempre in maniera visibile a tutta la famiglia; lo spirito si presenta subito nella sua gloria ed invita con chiare parole il nuovo anziano a seguirlo nel santuario del tempio ed invita l’intera famiglia a seguirlo nella parte destinata al popolo.

16) Giunti là, lo spirito insedia l’anziano al cospetto del popolo nella sua carica di capo famiglia conducendolo sopra il pulpito, là lo benedice e poi annuncia a tutta la famiglia come il grande Spirito abbia concesso il Suo gradimento all’assunzione, da parte del nuovo anziano, al sacro ufficio; per la qual cosa tutti sono tenuti a prestargli obbedienza in qualsiasi occasione e a fare scrupolosamente attenzione a ciascuna delle sue parole.

17) Poi egli raccomanda ai familiari maschi di curare il trasporto della sua salma secondo l’usanza, benedice tutta la famiglia e promette di rimanere conforme alla Volontà del grande Spirito, consigliere e guida della intera famiglia, finché al grande Spirito piacerà di lasciare a capo della stessa il neo-insediato patriarca.

18) Poi lo spirito scompare e il nuovo anziano si prostra allora assieme alla famiglia e tutti rendono grazie al grande Spirito. Terminato il rendimento di grazie, tutti si levano e in silenzio fanno ritorno alle loro dimore e procedono subito al trasporto della salma nel luogo che è già stato indicato in precedenza.

19) Se invece muore una donna, s’invoca bensì l’apparizione anche del suo spirito; però dopo l’apparizione la cerimonia si limita ad un rendimento di grazie che viene compiuto nella dimora stessa, dopo di che la salma viene immediatamente trasportata al luogo destinato. È da osservarsi a questo riguardo che la spoglia mortale della donna si dissolve molto più rapidamente ancora di quella dell’uomo; tanto rapidamente che anche, in circostanze favorevoli, spesso già al decimo giorno non se ne trova più traccia alcuna, nemmeno delle ossa.

20) Questa veloce decomposizione del cadavere viene accelerata dal fatto che la grande conifera, con le sue punte a milioni, priva di ogni elettricità il cadavere che si trova sotto, ma quando da un corpo naturale l’elettricità si è completamente allontanata attraverso le innumerevoli punte della pianta stessa, il corpo stesso svanisce come se fosse stato consunto dal fuoco.

21) Vedete, anche queste norme costituiscono una legge familiare, la quale va sempre osservata in maniera rigorosa ed esatta.

*

22) Quale altra legge familiare abbiamo, degna di essere osservata? È la legge dell’unione matrimoniale.

23) Per mezzo di questa legge, ciascun maschio, raggiunta la ragionevole età da trenta a quarant’anni, è rigorosamente tenuto a prendersi una moglie a sua scelta e a proprio piacimento.

24) Egli però non deve dare tale annuncio direttamente alla prescelta, bensì soltanto tramite l’anziano. Questo allora fa chiamare a sé i genitori della sposa sulla quale è caduta la scelta e rende loro noti il desiderio e la volontà dello sposo. Questo annuncio viene considerato allora con animo grato come l’espressione della Volontà del grande Spirito, e perciò là l’aspirante alla mano della sposa non rischia mai di trovarsi di fronte ad un rifiuto, come succede da voi.

25) Allora l’anziano conduce lo sposo dalla sposa, prende la mano destra di questa e la destra di quello e le unisce. Così, stretti per mano, gli sposi devono seguire l’anziano fino al tempio davanti al santuario, e là devono starsene con le loro facce appoggiate all’imponente altare di forma conica, mentre l’anziano nel santuario va invocando lo spirito (della Luce).

26) In simili occasioni questo appare con la faccia velata; allora l’anziano invita la coppia di sposi a rialzarsi. Dopo di ciò l’anziano rivolge agli sposi delle nobili parole e fa loro presente i doveri che il matrimonio impone, doveri che, in sostanza, si riassumono in tutte quelle norme familiari di cui si è già parlato e in alcune altre ancora delle quali verremo a conoscenza più tardi.

27) Terminato il discorso, l’anziano discende dal suo pulpito e fa un gesto come per separare le mani dei due sposi; tuttavia questo è da tempo antico solamente un atto simbolico con il quale si vuole indicare che essi non devono lasciarsi separare da nessuna cosa al mondo.

28) Dopo questa cerimonia l’anziano si ritira da parte, e allora lo spirito (della Luce) scopre la sua faccia, benedice gli sposi, poi si avvicina a loro e separa le loro mani. Questo atto significa che soltanto la morte o la separazione dello spirito ha il potere di separare legittimamente i coniugi.

29) Dopo ciò lo spirito sparisce e il matrimonio è concluso.

30) Infine ha luogo un rendimento di grazie al grande Spirito e viene reiterata la preghiera che a Lui piaccia di benedire gli sposi concedendo loro una discendenza a Lui gradita e di guidarli secondo la Sua santissima Volontà. Compiutasi anche questa funzione, tanto l’anziano quanto la nuova coppia si levano subito e, colmi di grande reverenza, fanno ritorno alla loro dimora, dove comunemente tutta intera la famiglia si raccoglie a banchetto e in tale occasione viene nuovamente lodato e glorificato il grande Spirito.

31) Il giorno seguente ai nuovi sposi viene lasciata libera scelta se stabilirsi dove si trovano o se cercarsi altrove un luogo dove erigere la propria dimora. Se essi acconsentono a rimanere in seno alla grande famiglia, viene subito assegnato loro un proprio ramo per abitarvi, una nuova cucina e un deposito per le provviste. Se invece, come talvolta succede a causa della limitata disponibilità di spazio, preferiscono separarsi dalla famiglia, essi vengono subito provvisti di ogni cosa possibile e possono condurre con loro anche i genitori e gli altri parenti prossimi.

32) Cosa poi facciano quando hanno trovato sgombra una qualche altra dimora, questo noi lo abbiamo già appreso.

33) Ecco, questa sarebbe dunque un’altra delle regole socio familiari! Per oggi dunque fermiamoci qui; prossimamente noi passeremo in rassegna ancora alcune regole e poi considereremo l’educazione spirituale-religiosa degli abitanti di Saturno.

 

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Cap. 41

Perché gli abitanti della valle visitano i monti

L’accoglienza da parte dei montanari, sottomettendosi alle loro regole e indicazioni

Norme per i matrimoni

 

1) A volte succede che l’una o l’altra famiglia residente in qualche valle o in qualche pianura decida di recarsi sulle montagne per motivi di salute corporale. In tale caso esiste presso gli abitanti delle montagne una regola secondo la quale viene riservata a questi ‘cercatori della salute’ la più amorevole accoglienza, e tutti sono tenuti a dare o procurare loro tutto ciò che viene reputato utile per la loro salute.

2) Qualora i neo-arrivati intendano prendere stabile dimora sulle alture, allora l’anziano di una delle famiglie di montanari designa immediatamente un membro della famiglia affinché sia d’aiuto a quella gente proveniente dalla pianura e desiderosa di stabilirsi sulle montagne. E, dato il caso che i neo-arrivati esprimano il desiderio di averlo a guida anche per l’avvenire, egli ha il dovere di accondiscendere con la massima disponibilità a tale desiderio.

3) Se è già ammogliato, egli si separa da loro soltanto il tempo necessario per andare alla sua vecchia dimora a prendere la moglie e gli eventuali figli e per ricevere contemporaneamente dal proprio anziano la benedizione d’occasione, visto il nuovo compito che l’attende. Poste così in ordine tutte queste cose, egli si congeda e assieme alla sua famiglia, nonché provvisto di quanto può occorrergli, se ne va dalla nuova famiglia stabilitasi lassù.

4) Egli inizia la sua missione di guida istruendo la famiglia anzitutto nelle varie leggi e nelle usanze degli abitanti delle montagne, spronandola a edificare il tempio, come pure le dimore viventi e i depositi delle provviste secondo le sue necessità. Vedete, questa è pure una delle norme che gli abitanti delle montagne sono tenuti ad osservare!

5) Qualche volta però succede che la gente dalle valli o dalle pianure salga sugli alti monti al solo scopo di godersi la bella vista. Quando i gitanti di questa specie s’imbattono in una famiglia qualsiasi di montanari, essi vengono fermati e, in tono amichevole ma nello stesso tempo serio, viene loro chiesto con quali intenzioni essi siano saliti lassù. Quando poi essi hanno esposto, di solito sempre in forma cortesissima, la ragione della loro venuta, quella cioè di salire su questa o quella cima di montagna per allietarsi dell’incomparabile spettacolo, allora l’anziano fa loro sapere se la cima che vogliono salire sia pericolosa o no. Se il monte scelto è proprio impraticabile, i gitanti vengono amorevolmente sconsigliati di salirvi e vengono loro prospettati esattamente tutti i pericoli a cui andrebbero incontro qualora insistessero nel loro proposito. Allora questi alpinisti rinunciano alla salita progettata e fanno così ritorno alle loro case.

6) Se però l’una o l’altra vetta è accessibile senza pericoli, allora a tali alpinisti viene assegnato subito una guida. A questa poi incombe un triplice dovere: in primo luogo egli deve condurre la compagnia per la via migliore e più sicura, poi deve provvedere al vitto per tutti e in questi casi le provviste vengono trasportate da quei “servi di casa” che già conoscete, e infine egli è tenuto a fornire ai gitanti tutte le informazioni reputate necessarie, non dimenticando però in ogni circostanza di far volgere il loro pensiero al grande Spirito.

7) Tuttavia, per tutte queste sue premure e fatiche, a lui non è lecito chiedere nulla all’infuori del fatto che una simile comitiva, dopo essersi così ristorata ammirando le grandi magnificenze del grande Spirito, gli prometta solennemente di rimanere sempre in ogni occasione vicini a ui e di non intraprendere mai nulla senza il suo espresso volere.

8) Avuta questa assicurazione, la guida poi rammenta loro che per tutto ciò ringrazino il grande Spirito e che a Lui va contemporaneamente rivolta la preghiera perché Gli piaccia di concedere che essi possano fare ritorno felicemente alle loro case. Terminate anche queste esortazioni, ha inizio la discesa.

9) La guida accompagna di nuovo la comitiva fino alla sua abitazione; là viene offerto a tutti cibo e bevande e, quando si sono così ristorati, viene loro dolcemente ricordato ancora una volta di dovere della gratitudine verso il grande e santo Donatore; poi l’anziano li saluta e li benedice, dopo di che essi possono senz’altro fare ritorno alla pianura.

10) Qua e là, nell’uno o nell’altro angolo delle montagne, dimorano quei medici di cui è già stato parlato, i quali praticano le cure avvalendosi della carne dell’animale chiamato “piede appuntito”. In simili occasioni la gente della pianura viene ammonita da parte degli abitanti della montagna a guardarsi da tali individui e le viene spiegato che essi non sono altro che dei clandestini scappati dalla pianura venuti a stabilirsi lassù per una vana smania di lucro, e che per conseguenza gli abitanti della pianura sono sempre esposti al pericolo che quei tali tentino di cedere loro dei rimedi inutili ed inefficaci. In questo modo essi mettono in guardia gli abitanti della pianura, di solito creduli, e dicono loro:

11) “Per la conservazione della nostra salute fisica, il grande Spirito ha posto nel terreno svariatissime specie di erbe e di frutti salutari perché crescano per il nostro rafforzamento, ed ha creato dappertutto sul mondo un’acqua pura; oltre a ciò Egli ha fatto crescere sul suolo degli alberi giganteschi allo scopo di assorbire tutte esalazioni nocive e di trasformarle in aria profumata e purissima. Così pure il grande Spirito, il Quale è immensamente buono, in tutta la Sua infinita Potenza ha collocato nel firmamento un magnifico ‘Sole’, i cui raggi destano la forza più salutare nell’astro, forza che giunge tanto lontano quanto i raggi del Sole. E il grande Artefice ha altresì diviso il firmamento mediante quel nastro luminoso e bianco (l’anello di Saturno), il quale, quando il Sole è tramontato, rischiara così piacevolmente la notte da rendercela quasi altrettanto gradita quanto il giorno, e noi veniamo rinvigoriti anche di notte dai raggi potenti di questo nastro. Così il grande Artefice, accanto a questo nastro, ha posto sette grandi fari (le lune di Saturno), i quali a turno, sempre più d’uno, ci rallegrano di notte perfino nei periodi d’ombra completa.

12) Certo, il grande Spirito Si è presa ogni cura di noi, con tanta grazia e con animo tanto benevolo. E qui sulle montagne sappiamo sempre bene in base ad esperienza che veramente è così, dato che non abbiamo mai saputo che cosa sia una malattia. Se qualcuno muore, non muore mai in seguito ad un male fisico, bensì sempre in seguito al conveniente grado di maturazione raggiunto dal suo spirito, che non muore mai in eterno, ma continua a vivere in perpetuo, come noi possiamo testimoniare dinanzi a voi ad ogni ora del giorno.

13) Perciò è un’immensa stoltezza volersi procurare un rimedio atto a perpetuare la vita da un tale, nei cui occhi si può leggere l’inganno, dato che egli stesso è lontano dalla vita dell’eterno Spirito e di reputare insufficienti i mezzi che il grande Spirito ci offre dappertutto. E quindi, consiglio anche di non farne uso secondo la Sua Volontà.

14) Io vi dico dunque, o cari fratelli delle pianure, di non cercare mai più d’ora innanzi la salute dai ciarlatani, bensì cercatela sempre con tutta serietà nella Volontà del grande Spirito, così rimarrete sani fino alla compiuta maturità dello spirito!

15) Ma quando questo si sarà fatto completamente maturo e perfettamente signore della Vita dalla Volontà del grande Spirito, allora voi non assaporerete mai più la morte, e invece potrete uscire liberamene fuori dalla vostra carne e dal vostro sangue senza alcun dolore e coscienti in maniera del tutto chiara, e immensamente grati al grande Spirito deporrete questa pesante veste di carne e di ossa”.

16) Dopo un tale ammaestramento, questi cercatori della vita corporale perpetua vengono benedetti e poi congedati, ed essi fanno ritorno in patria provvisti di una medicina di vita molto migliore.

17) In qualche regione delle pianure e delle valli, specialmente in riva ai laghi e ai fiumi, vive pure una specie di pagani che ritengono che l’anello bianco nel firmamento sia la Divinità; altri invece credono che l’anello sia la via sulla quale il grande Spirito cammina per osservare quello che gli uomini fanno nel mondo. Questi semi-pagani salgono anch’essi spesso sulle montagne, pensando di poter così giungere vicinissimi al bianco anello, oppure di arrivare eventualmente addirittura sull’anello.

18) Gli abitanti delle montagne hanno verso tali pellegrini il dovere d’amore di ricondurli sulla retta via ed insegnare loro che cosa è l’anello, che cosa sono le lune e quali sono le funzioni assegnate all’anello nonché ai satelliti. Essi raggiungono questo scopo mediante la forza di volontà, inducendo quei traviati in una specie di stato di chiaroveggenza, nel quale poi, essi possono contemplare l’anello e le lune dalla A alla Z, come siete soliti dire voi.

19) Dopo aver vissuto tutto ciò, essi (i pagani) per lo più riconoscono da soli quanto si erano sbagliati; allora essi vengono istruiti con amore, ma nello stesso tempo con saggia serietà, nel vero riconoscimento del grande Spirito e della Sua Volontà e vengono posti di fronte alla scelta di stabilirsi sulle alture o di tornare alle loro valli o pianure come prima.

20) Se si decidono per la montagna, vengono subito provvisti di abitazione; se invece preferiscono ritornare alle valli, essi vengono benedetti, provvisti di vettovaglie per il viaggio ed infine congedati nel Nome del grande Spirito.

21) Tuttavia, finché qualcuno non riconosce il proprio errore, non può farsi assolutamente nessuna illusione di poter sfuggire dalle robuste mani degli abitanti delle montagne. Se qualcuno è di spirito ribelle e vuole andarsene ad ogni costo, oppure addirittura fare del male a chi vuol trattenerlo, è sempre pronto uno spirito angelico, da principio in funzione di ammonitore, e poi, se ciò non basta, nella funzione di vero punitore, il quale con i mezzi più semplici s’incarica di far comprendere ad un simile ostinato a quali magri risultati egli possa pervenire con la sua caparbietà. – Dopo una tale apparizione, il ribelle migliora quasi sempre incondizionatamente, ma se persiste nella sua ostinazione, allora succede che un simile angelo punitore effettivamente gli infligge un castigo, o mediante gravi dolori fisici o, in casi proprio straordinari, mediante l’istantaneo annientamento corporale. Questa punizione porta come conseguenza che lo spirito punito è costretto per un tempo ben lungo a fungere da custode della notte più profonda e del più terribile gelo.

22) Una delle regole familiari più importanti per i montanari è la seguente: se in una famiglia ci sono più maschi che femmine, allora l’eccedenza degli uomini è libera di cercarsi moglie presso l’uno o l’altro dei vicini; se essi non la trovano, sono autorizzati a rivolgersi alle pianure. Se anche qui non è loro possibile trovarla, essi possono intraprendere un viaggio verso altri paesi. E così a volte succede che un uomo deve visitare uno, due ed anche tre continenti per trovare moglie.

23) Trovatala in uno di quei paesi, ciò che di solito succede senza difficoltà, purché in quel luogo il numero delle femmine superi quello dei maschi, allora è lasciata a lui la scelta o di stabilirsi dove ha trovato la moglie, ciò che per lo più avviene, oppure di ritornare con la propria moglie nella sua patria, tuttavia sempre con l’obbligo di andare ogni terzo anno a visitare i parenti della moglie, e ciò finché i genitori di lei sono in vita. Morti questi, tale obbligo cessa completamente.

24) Se però in una famiglia vi sono più femmine che maschi, allora di questo fatto viene data notizia a varie famiglie del vicinato mediante uno, due o anche tre messaggeri, e in una simile occasione si annunciano di solito uno o più aspiranti.

25) L’anziano in tal caso invoca lo spirito per conoscere quale sia la Volontà del grande Spirito e quale fra gli aspiranti Egli reputi il più degno. La cosa ha immediatamente il desiderato seguito, e il prescelto, dopo la nota cerimonia del matrimonio, conduce la sposa a casa sua.

26) Se invece in una famiglia vi è un’eccedenza di varie donne da marito e non si presenta che un solo aspirante, allora l’anziano invoca lo spirito perché gli indichi quale tra le donne è la più degna di essere maritata. Anche in questo caso, dopo l’usuale cerimonia del matrimonio, lo sposo conduce alla propria dimora la sposa che gli è stata affidata.

27) Può accadere che il numero delle ragazze da marito in eccedenza sia pari a quello degli aspiranti. In questo caso a ciascun aspirante spetta il diritto di scelta. Quando tutti si sono accordati, la cosa deve essere immediatamente portata a conoscenza dell’anziano; quest’ultimo si consiglia poi con lo spirito che egli avrà frattanto invocato, per sincerarsi se la scelta fatta sia reputata buona al cospetto del grande Spirito e tale da incontrare il Suo gradimento. Confermato ciò, la cerimonia ha senz’altro luogo. Se invece tale scelta non viene approvata dallo spirito, l’anziano lo prega di pronunciarsi nel Nome del grande Spirito in merito a come la scelta deve essere fatta per essere considerata buona, ciò che succede all’istante, e alla nuova scelta gli aspiranti acconsentono subito di cuore graditissimo. La conseguenza è la cerimonia nuziale, dopo la quale lo sposo può portare a casa la sposa, non prima che si siano compiuti i tradizionali riti di amicizia che voi conoscete.

28) Accanto a queste norme familiari ce ne sono bensì pure altre che concernono l’economia domestica, però sono tutte di poco conto e per voi non sarebbe né utile, né importante conoscerle. Dunque, la prossima volta passeremo a considerare la religione.

 

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Cap. 42

Sulla religione spirituale-interiore

La festa della domenica con la benedizione dei neonati e il pasto nel tempio

La predica dell’anziano, sostenuta dal concedere la visione spirituale ai più

 

1) Per quanto concerne la religione, va anzitutto osservato che in essa si riscontrano ben poche tracce di una pompa e di un cerimoniale esteriori, ma tanto maggiore invece ne è la sostanza interiore.

2) Riguardo alla esteriorità del cerimoniale, come già sapete, questo consiste in un tempio vivente ben sistemato, nel quale in ogni importante occasione vengono innalzate preghiere al grande Spirito ed hanno luogo i rendimenti di grazie.

3) In quanto al resto, anche presso gli abitanti di Saturno i numeri 7, 14, 21 e così via, quasi tutti i numeri divisibili esattamente per sette sono ritenuti numeri sacri, e così anche là un periodo di sette giorni si conclude con il settimo giorno, il quale appunto perciò, anche per loro è un giorno di festa.

4) L’osservanza di questo giorno festivo costituisce la seconda parte del cerimoniale e qui ha luogo ogni cerimonia esteriore del giorno festivo.

5) La cerimonia di primo tipo vi è già nota. La cerimonia del giorno festivo consiste nel fatto che quasi tutta la famiglia si reca al tempio già di buon mattino, anzi, prima del levar del Sole, con gli uomini in testa al corteo e dietro le donne. Entrati nel tempio, gli uomini si collocano a destra e le donne a sinistra; prima l’anziano prega, poi tutti intorno intonano un coro di lode al grande Spirito finché il Sole si leva, ringraziandoLo per tutti i benefici ricevuti. Questi rendimenti di lode e di grazie sono sempre improntati alla più sincera e grande commozione dei cuori.

6) Una volta che il Sole si è levato, ciascuno esce dal tempio e si diletta alla vista del giorno che sorge, nonché ammirando i paesaggi ampi ed immensamente belli di quel corpo mondiale.

Quando poi il Sole è già abbastanza alto sull’orizzonte, allora tutti rientrano nel tempio per ringraziare il grande Spirito per avere ridonato il giorno.

7) E se qualcuno ha un neonato, deve portarlo immediatamente vicino al santuario; l’anziano impone al bambino le mani e pronuncia le seguenti parole:

8) “Come tu sei venuto a questo mondo da ospite debole e vincolato in tutte le tue forze secondo la Volontà del grande Spirito, il Quale è santo, santissimo, forte oltre ogni forza e potente oltre ogni potenza ed immensamente fedele e costante in ciascuna Sua parola e in ogni Sua promessa, ed è l’unico, perfetto e supremo Signore di tutte le cose di cui è ricolmo questo mondo, nonché dell’intero firmamento infinito, perciò la Sua Volontà è santa, santissima come è santo e santissimo Egli stesso, – così devi tu pure vivere su questo mondo fino alla tua fine in modo del tutto conforme a quella Volontà grazie alla quale sei venuto a questo mondo, per poi, come un vero uomo (oppure, se si tratta di una bambina, come una donna fedele), uscire da questo mondo in tutta la più schietta dignità e nobiltà della perfetta virtù!

9) Io, dunque, qui nel Santuario, ti benedico nel Nome del grande Spirito, il Quale ha creato e benedetto pure me e i tuoi genitori. In questa benedizione cresci e moltiplicala in te mediante la strettissima osservanza del santissimo e sommo Volere. Così sia sempre, ora e in eterno!

10) E come sei piccolo adesso, rimani tale nel tuo spirito al cospetto del grande Spirito e dinanzi a noi, tuoi padri e fratelli, nonché dinanzi a te stesso! Così pure avvenga sempre in questa e nell’altra vita! Amen”.

11) Pronunciate queste parole, l’anziano alita sul bambino, lo riaffida ai genitori perché lo benedicano essi pure e lo fa ricondurre a casa. I genitori del piccolo non sono più tenuti a ritornare nel tempio in una giornata festiva di questa specie, bensì sono lasciati liberi di rimanersene a casa per curare il loro figlio ormai benedetto; se però, malgrado ciò, essi desiderano rimanere nel tempio, lo possono senz’altro fare.

12) Se non viene presentato alcun neonato per la benedizione, allora ha luogo addirittura la colazione, per la quale, come pure il pranzo e la cena, gli abitanti di Saturno, già di buon’ora quando se ne vanno al tempio, portano le necessarie vettovaglie in adeguata quantità. S’intende da sé che prima e dopo di ciascun pasto viene porto un ringraziamento al grande Spirito.

13) Terminata la colazione, l’anziano sale sul pulpito e tiene una predica a tutta la famiglia, che è sempre molto numerosa, la quale però sulle montagne, rarissime volte sorpassa le cento persone, mentre nelle pianure, di persone in una famiglia ce ne sono talvolta migliaia.

14) Ma che cosa espone l’oratore ai suoi ascoltatori? A questo riguardo posso dirvi che egli non viene mai a trovarsi nell’imbarazzo, perché in una simile occasione, come in tante altre, lo spirito lo assiste sempre, suggerendogli quello che deve dire.

15) Solitamente, questa specie di conferenza ha per oggetto l’indicazione dei metodi meravigliosi adottati dal grande Spirito nel far sorgere su quel pianeta, già nei primordi, il genere umano e nel guidarlo fino al tempo attuale secondo la Sua sapientissima e santa Volontà. In tali occasioni l’anziano racconta spesso l’una o l’altra storia dei tempi antichissimi. Talvolta egli passa a spiegare loro la costituzione del loro pianeta, o dell’anello, o dei vari satelliti; altre volte ancora si considera questa o quella stella e spiega ai suoi ascoltatori i sistemi di guida stabiliti su questi astri dall’onnipotente grande Spirito ed è in simili occasioni che egli, di quando in quando, accenna durante il suo discorso anche a questa vostra Terra.

16) Quando viene fatta menzione alla Terra, tutta l’adunanza si prostra immediatamente a terra, ma non già per estrema riverenza nel sentir nominare questo pianeta, bensì perché sentono qualcosa riguardo all’infinito Amore del grande Spirito. Poiché l’Amore del grande Spirito e il fatto che Egli venga chiamato Padre dagli abitanti della Terra e come tale invocato, è per gli abitanti di Saturno qualcosa di tanto indicibilmente sacro che essi, al sentirne parlare, vengono sempre colti come da un brivido di febbre, particolarmente poi, se l’anziano ricorda loro, oltre a ciò, l’ingratitudine dimostrata dall’umanità della Terra.

17) In un’altra occasione egli da’ loro delle spiegazioni riguardo al mondo dello spirito e alla vita nei Cieli.

18) Dopo ciascuna predica di questa specie, particolarmente se essa ha avuto per oggetto la costituzione del loro pianeta, dell’anello, dei satelliti e di altri pianeti, egli suscita in un numero ora maggiore, ora minore dei suoi ascoltatori, anche la visione interiore, cosicché a questi ultimi riesce di vedere chiaramente tutte queste cose come se fossero dappertutto fisicamente presenti.

19) Ma questa è anche la ragione per la quale gli abitanti di Saturno, specialmente quelli che dimorano sulle montagne, sono gente molto savia e dotata di moltissime cognizioni. Perfino il più famoso dei vostri scienziati verrebbe a trovarsi molto male qualora volesse impegnarsi in una discussione scientifica sia pure con un minimissimo fra gli abitanti di Saturno.

20) Essi conoscono con esattezza, quanto è loro necessario ed utile, non solo sul loro pianeta, ma anche sugli altri corpi mondiali, essendo a loro più noti che non a voi le isole degli oceani della vostra Terra. Essi sono perfettamente versati nella storia del loro mondo, come quella di vari altri mondi.

21) E ugulmente, a loro non è estraneo nessun linguaggio, e per conseguenza essi comprendono subito anche gli spiriti, da qualsiasi altro corpo mondiale questi provengano, – quantunque ciascun spirito porti con sé, più o meno, le particolarità del linguaggio di quel mondo sul quale egli visse nel corpo. Questa è una conoscenza del linguaggio che, per esempio, negli spiriti della vostra Terra non è presente finché essi non sono completamente rigenerati nello spirito e adatti per il Cielo.

22) Succede spesso che dopo il trapasso, degli spiriti di questa Terra s’incontrino con degli spiriti di Saturno, specialmente quando ne hanno il desiderio. Gli spiriti di Saturno allora comprendono immediatamente quelli della Terra, mentre è rarissimo il caso che avvenga ugualmente anche viceversa; e trattandosi poi di spiriti non ancora maturi, questo caso non si verifica mai. Così gli spiriti della Terra non possono vedere quelli di Saturno, prima che questi vogliano mostrarsi a loro; la ragione di ciò va essa pure ricercata nella grande e reale sapienza interiore degli spiriti di Saturno.

23) E questi sono i frutti delle prediche e degli insegnamenti che il nostro predicatore impartisce alla famiglia nel tempio, dopo aver consumato la colazione.

 

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Cap. 43

Il giorno di festa vissuto nella preghiera, nell’armonia e nell’osservazione della natura

Comunicazioni con gli spiriti e la visita celata del Signore stesso

 

1) Ma cosa avviene dopo una simile predica?

2) Il popolo rende grazie al grande Spirito per l’illuminazione concessa al loro anziano, il quale ringrazia egli pure e benedice tutta la adunanza dopo il rendimento di grazie. Poi tutti escono dal tempio, fanno in comune delle passeggiate sulle belle alture e s’intrattengono sia sull’oggetto della recente predica, sia facendo ogni tipo di considerazioni sull’uno o sull’altro fenomeno naturale che dà loro nell’occhio; tutti sono animati da grande cordialità, l’uno verso l’altro, e prendono reciprocamente parte in modo vivente a qualunque cosa l’uno o l’altro riesca a trovare di interessante, traendone sempre argomento per lodare e glorificare il grande Spirito.

3) Così, ad esempio, l’uno attrae l’attenzione dell’altro sulla costituzione di un fiore, un altro sul moto di una nuvoletta, un terzo su un animale o sul volo di un uccello; poi qualcuno ode per primo il canto di qualche pennuto canoro e ne rende attenti i propri vicini, oppure qualcun altro scorge a distanza lo scintillio di un lago o di un fiume; insomma, sono innumerevoli i fenomeni e gli oggetti sui quali, in simili occasioni, gli abitanti di Saturno fermano la loro attenzione, e così facendo sono portati ad esclamare quasi come ebbe ad esclamare un giorno l’uomo secondo il Mio Cuore, dopo aver contemplato le Mie Opere.

4) Certo, qui Io dico anche a voi: “Chi guarda con tali occhi le Mie Opere, sicuramente ne trae sempre un immenso diletto”. Ma chi invece le guarda solamente con occhio critico e scientifico, farebbe meglio a restarsene sdraiato sul suo letto, piuttosto che pungere con il suo occhio impuro e profanatore le Mie Opere come una cecidomia (insetto) penetra in un frutto a voi noto della quercia per deporre i suoi dannosi cacchioni (uova). Questo frutto, quando è giunto alla sua cattiva maturazione, non è adatto a nient’altro che alla preparazione di un succo nero che può essere usato per annerire qualsiasi superficie bianca chiara, ma mai per pulire quello che è diventato sporco o troppo nero.

5) Ma lasciamo stare queste considerazioni e ritorniamo ai nostri abitanti di Saturno che stanno passeggiando! Dunque: “Quanto tempo dura questa passeggiata all’aperto?”. – Essa si protrae fino a mezzogiorno, dopo di che tutti rientrano negli atri del tempio; là ha luogo nuovamente un rendimento di grazie al grande Spirito e poi nei vestiboli del tempio stesso viene consumato il pranzo.

6) Terminato questo, viene ripetuto il ringraziamento, ma nessuno si allontana più. Alcuni vanno a passeggiare per i viali bellissimi del tempio, beandosi alla vista degli splendidi e svariati fiori di cui sono ricche le magnifiche aiuole piantate in questi ampi vestiboli e lungo i viali del tempio. Le donne accarezzano i loro mariti e i loro figli e con le loro voci soavissime raccontano tutto quello che di buono, di vero, di bello e di nobile hanno imparato durante la predica dell’anziano, come pure durante le passeggiate all’aperto.

7) Talvolta in simili occasioni a questi conversatori si associano visibilmente anche degli spiriti e degli angeli, i quali s’intrattengono con ciascuno ragionando di cose che concernono il grande Spirito.

8) Ma in occasioni di questa specie qualche volta compare fra loro perfino il Signore in Persona, per lo più nella veste di un angelo. Finché Egli dimora con loro e s’intrattiene ora con l’uno, ora con l’altro, nessuno sa, nemmeno l’anziano, di trovarsi alla Presenza del Signore. Soltanto quando Egli vuole abbandonare una tale compagnia secondo la Sua Presenza visibile, Si dà a riconoscere, ma poi scompare immediatamente, poiché gli abitanti di Saturno non sarebbero in grado di sopportare più a lungo la riconosciuta Presenza del Signore, dato che la loro venerazione per Lui è tanto grande che nessuno oserebbe mai pronunciare il Suo Nome standosene in piedi, in modo che il comandamento «Non nominare il Nome di Dio invano» (che a loro non è certo stato dato letteralmente), viene su Saturno osservato nel modo più esatto, più preciso e più santo.

9) “Fino a quando si protrae questa conversazione nei vestiboli del tempio?”. – Fino al tramonto del Sole, dopo di che ritornano tutti nel tempio e viene intonato un coro di lode e glorificazione al grande Spirito.

10) Poi l’anziano sale nuovamente sul pulpito, ricorda agli ascoltatori tutti gli innumerevoli benefici di quella giornata, li benedice e, con ciò, la cerimonia festiva ha fine. Poi ciascuno, con l’animo ricolmo di gratitudine e di letizia, fa ritorno a casa propria.

11) Se è rimasto qualcosa del pranzo, questo viene fraternamente diviso e consumato con gratitudine nel tempio; se invece non è rimasto niente, la cena viene presa nelle rispettive dimore e poi ha luogo un rendimento di grazie generale al Signore. Così si chiude il giorno festivo, e con questo anche ogni cerimonia, la quale in realtà non consiste in altro, che in quello che avete or ora appreso.

12) Ed ecco che anche per oggi il nostro compito è terminato; la prossima volta ci riserviamo di trattare la parte prettamente spirituale!

 

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Cap. 44

L’essenza spirituale nello spirito della religione di Saturno

Rinascita spirituale attraverso l’ammaestramento e l’applicazione

 

1) Considerato che l’altra volta abbiamo imparato a conoscere il cerimoniale della religione degli abitanti di Saturno, come in precedenza già stabilito passeremo ora a considerare la parte veramente spirituale al di fuori del cerimoniale.

2) Se voi avete seguito con la dovuta attenzione la descrizione del cerimoniale, dovete ad ogni modo aver già formulato in voi il pensiero seguente: “Questa cerimonia che viene onorata dalla presenza di spiriti angelici, anzi spesso dal Signore in Persona, i quali s’intrattengono direttamente con gli intervenuti, già di per sé è tanto spirituale, che più spirituale non sarebbe possibile!”. – Infatti, cosa potrebbe esserci ancora di più spirituale?

3) Io però vi dico: “Datevi pace per il momento! Il seguito vi insegnerà come in qualcosa di già spirituale, possa sempre celarsi qualcosa di più spirituale ancora”.

4) Ma affinché già fin d’ora possiate almeno relativamente farvi un’idea di come ciò sia benissimo comprensibile e perciò possibile, Io ve ne farò una dimostrazione mediante un esempio naturale.

5) Ad esempio, prendete un recipiente colmo di vino assai buono! Chi di voi potrà non comprendere immediatamente e convincersi con il proprio palato che questo vino non ha in sé nessuna altra cosa che sia più primordialmente spiritosa ancora del vino stesso? Ecco, basta che lo domandiate al primo farmacista che incontrerete, ed egli vi risponderà: “In seguito alla distillazione, da questo vino si può ricavare il più eccellente etere, e a sua volta l’etere si può rettificare anche ripetutamente, in modo che un tale spirito finisce col rendersi tanto volatile, che una goccia, versata fuori dal recipiente e lasciata cadere anche da sola mezza tesa d’altezza, svanisce completamente prima di aver raggiunto il suolo”. Ebbene, non notate come lo spirituale, in molteplici gradazioni, una più spirituale dell’altra, sia contenuto nel vino già senza dubbio estremamente spirituale?

6) Perciò, se un fatto simile si manifesta già nella materia naturale visibile, quanto più si manifesterà in tutto quello che è tipico dello spirito stesso!

7) Non altrimenti, ad esempio, succede della luce. – Voi vedete la Terra illuminata dai raggi del Sole, ma siete capaci di vedere in questi raggi l’energia vivificante e le innumerevoli forme che esistono nella luce? In verità, voi non distinguete nemmeno la semplice forza agente del raggio, e molti non più di quello che insegna loro l’esperienza giornaliera, cioè che il raggio non è atto ad ottenere nessun altro effetto calorifico superiore a quello da esso provocato giorno per giorno.

8) Ma che cosa dirà poi un tale osservatore, se guardasse l’azione dei raggi quando questi, mediante un grande specchio ustorio, vengono concentrati in un punto e si rivelano subito con tanta potenza da dissolvere in un istante un diamante durissimo? Certo, che un simile profano che non sa niente o ben poco degli effetti della luce, si prenderà il capo fra le mani e dirà: “Oh, chi mai avrebbe potuto neanche sognarsi che dietro ai raggi solari che giornalmente ci elargiscono il loro dolce tepore, si possa nascondere una simile potenza davvero incomprensibile!”.

9) Non altrimenti stanno le cose rispetto al culto cerimoniale religioso a voi già noto dei nostri abitanti di Saturno! Quantunque appaia questa parte di cerimoniale, in sé e per sé, completamente spirituale, tuttavia nella religione degli uomini di Saturno c’è un ‘etere’ straordinariamente forte, il quale, mediante la concentrazione dei suoi graziosi raggi di luce, ottiene degli effetti interiori di una forza per voi a mala pena comprensibile. E così ora possiamo senz’altro seriamente chiedere: “In cosa consiste il vero spirituale, in quanto già spirituale?”

10) Lo spirituale vero e proprio in questo spirituale a voi già noto, sta nel riconoscimento interiore, vivente, del grande Spirito, come pure in quello di tutte le gradazioni, i rapporti e le relazioni conformi all’ordine che congiungono strettissimamente ed intimissimamente il libero essere umano con i Cieli e con il grande Spirito stesso e viceversa.

11) Dunque: “Come riconoscono questi esseri umani il grande Spirito?”. – Anzitutto essi vengono istruiti tramite l’insegnamento esteriore, mediante la parola del maestro su di Lui. Poi vengono guidati al riconoscimento della Volontà del grande Spirito, e poi, infine, all’applicazione della riconosciuta Volontà.

12) Vedete, tutto ciò costituisce ancora un culto religioso esteriore, che è la via che conduce alla vera vita spirituale interiore. Essa è, in sé e per sé, già un ‘vino spiritoso’, ovvero ‘una luce solare non ancora concentrata’.

13) Conseguentemente, l’esercizio della riconosciuta Volontà del grande Spirito è simile alla ‘distillazione’ e alla ‘rettificazione’ dello spirito del vino effettuata del farmacista, ed è simile anche alla ‘concentrazione’ dei raggi solari mediante un grande specchio ustorio. Oppure, detto con altre parole: “è il processo di liberazione vero ed indipendentemente operante del vero e proprio essere spirituale-primordiale dalla materia che lo avvolge”.

14) Cominciate ora ad intravedere in che cosa consiste propriamente la vera religione spirituale dei nostri abitanti di Saturno? Io in proposito non vi dirò che una parola sola, ma essa sarà sufficiente per aprirvi d’un tratto la camera della luce; ora questa parola è: “la rinascita dello spirito!”

15) Vedete, questo deve verificarsi negli abitanti di Saturno altrettanto quanto in voi. Senza di questa, l’abitante di Saturno è altrettanto poco in grado, quanto voi, di comprendere quello che è dello Spirito, nonché tutti i rapporti e le relazioni esistenti fra di lui, con i Cieli e con il grande Spirito.

16) Agli scopi della rinascita dello spirito non basta affatto possedere unicamente la facoltà di vedere gli spiriti, come non è raro il caso sulla vostra Terra, dove alcuni vedono sempre apparizioni spaventose e angoscianti, ma delle quali non ne comprendono mai più di quanto possa comprendere un cieco dei colori. Invece, per la completa e vera rinascita si esige non tanto il vedere formale, quanto la chiara certezza che ciascuna azione sia improntata precisamente a quelle caratteristiche che essa aveva quando nei primordi fu fondato in ogni Ordine e Sapienza divini.

17) E ora si chiede: “Come e quando si può verificare questo?”. – Solamente quando lo spirito si sia anzitutto rettificato fuori dalla materia con l’esatto procedere sulle vie prescritte di Dio, e poi, abbia ritrovato se stesso concentrandosi come in un punto focale; ed infine, come un’entità completa e perfetta ormai esistente a sé, sia totalmente uscito dal regno dei sensi della materia ed abbia risolutamente del tutto e perfettamente, aperto i suoi nuovi sensi alle impressioni e ai rapporti di quel mondo del quale egli stesso è un tipico abitante primordiale.

18) Quando l’uomo ha raggiunto questo gradino, in tutto il suo essere comincia a manifestarsi un’altra attività; il suo vedere si fa differente, e così pure il suo udire e il suo sentire; tutti i suoi pensieri si plasmano in forme che egli può contemplare, e la sua volontà diventa fatto compiuto. Le sue parole si fanno precise e si uniscono al pensiero e alla volontà, lo spazio non ha più niente a che fare con lui, e il tempo ha battuto per lui l’ultimo secondo, perché nell’esistenza libera spirituale egli ode, vede, sente, percepisce, pensa, vuole, opera e parla oltre ed all’infuori del tempo e dello spazio, cioè per lui non esiste che un presente entro il quale un passato eterno ed un eterno avvenire si porgono amichevolmente la mano, e per il suo occhio, una cosa che sembra alla vista anche infinitamente lontana, è invece così vicina come è vicino il proprio pensiero.

19) Vedete, a questo stato spirituale ciascun abitante di Saturno aspira e tende con tutte le sue forze; ma non lo raggiunge prima di aver completamente adempiuto in sé tutte le condizioni della vita.

20) Perciò, per l’adempimento perfetto non è sufficiente soltanto padroneggiare la propria natura, bensì conviene che tutte queste condizioni della vita a lui conosciute, assurgano per lui ad un grado di abilità e di scioltezza del tutto personale.

21) Solo quando egli si è fatto perfetto maestro in tutte le cose, allora è libero in se stesso, e tutta la sua potenza vitale può sorgere riunita fuori dal suo regno dei sensi. Compiuto questo atto di rinascita fuori dai sensi, allora in lui sarà subentrato quello stato che a voi è già conosciuto con l’espressione la rinascita dello spirito.

22) Per conseguenza, il continuo e fedele esercizio in tutte le condizioni della vita è appunto quello che ha relazione con la parte spirituale della religione dei nostri abitanti di Saturno.

 

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Cap. 45

Più approfondite informazioni sulla via per la rinascita per divenire uno con Dio

 

1) Comprendete adesso già un po’ meglio che significato possa avere la religione spirituale presso gli abitanti di questo mondo e come essa si distingua da quella cerimoniale?

2) Vedete dunque, dietro alla cerimonia spirituale si cela il servizio dello Spirito, il quale è ininterrotto, mentre la cerimonia non ha luogo che in certi periodi di tempo.

3) Ma poiché, precisamente questa parte della religione dei nostri abitanti di Saturno è per voi stessi della massima importanza, Io voglio fornirvi ancora un evidente esempio, mediante il quale voi potrete distinguere chiarissimamente l’una o l’altra di queste due specie di religione.

4) Considerate per esempio il caso di un ragazzo che volesse apprendere l’una o l’altra arte, ammettiamo, la musica, per diventare un perfetto virtuoso. Come vi comportereste qualora egli si rivolgesse a voi? Voi di certo lo esaminereste per constatare le disposizioni e l’orecchiabilità, lo inviereste poi in qualche buona scuola e gli fareste presente le necessarie condizioni dicendo: “Se tu adempi perfettamente a queste condizioni, diventerai senza dubbio un virtuoso. Ma se tu non le adempi, diventerai uno strimpellatore, ma mai un vero virtuoso!”.

5) Ma che cosa farà allora l’allievo che aspira seriamente a diventare un virtuoso? Ad assolvere tale compito egli dedicherà tutta la diligenza naturale esteriore congiunta al suo interno volere, si eserciterà giornalmente per le cinque, sei o sette ore prescritte, compirà tutti gli studi dalla A alla Z e tralascerà qualsiasi altro esercizio o svago che non sia fra quelli che gli sono stati indicati come i soli atti a fargli raggiungere il suo scopo. Ma quando in questo modo l’allievo, dopo vari anni d’indefesso lavoro, sarà diventato un artista perfetto, voi potrete rendergli la gradita testimonianza che effettivamente in lui si è maturato il virtuoso, dato che egli ormai è in grado di padroneggiare il suo strumento tanto meccanicamente, quanto spiritualmente in maniera perfetta in tutte le gradazioni della tecnica musicale e del sentimento.

6) Vedete, ma con questo noi abbiamo già quello che ci occorre! – Che cosa rappresenta dunque l’esercizio prescritto per il raggiungimento della perfezione tecnica? – Ecco, esso altro non rappresenta che la parte cerimoniale bene ordinata della sua cultura artistica. Ma si è esercitato forse ininterrottamente giorno e notte? Certo che no, bensì soltanto durante il tempo giornaliero prescritto!

7) Ma quale carattere avevano a tale riguardo la sua volontà e la sua aspirazione? Erano forse anche queste, suddivise in periodi? – Oh, niente affatto! Queste erano invece ininterrottamente attive nel suo organismo naturale e spirituale come un impulso eccellente. Dunque, questo impulso costituisce appunto la cultura artistica spirituale del nostro allievo musicista, per effetto del quale egli diventa veramente e propriamente quello che si era proposto di diventare.

8) Ma divenuto un vero e perfetto artista, che tipo di vita conduce? Quella dell’allievo di certo no, bensì quella di libero maestro! E allora egli forse si atteggia a nemico della sua iniziale vita di scolaro? Neanche per sogno! Bensì, da grande maestro quale è diventato, fa sempre ancora con vero diletto quello che faceva quando era un semplice scolaro; cioè, egli suona sempre con diligenza le varie scale e ripete tutti gli esercizi del tempo nel quale studiava, ma con che differenza! Quello che prima, come scolaro, aveva fatto stentatamente, faticosamente e con enorme impegno d’energia, lo fa adesso con tutta facilità, scioltezza, precisione e con perfetta espressione interiore-spirituale.

9) Da scolaro egli suonava sì le scale, però senza sapere che significato potessero avere; da maestro egli scorge nelle stesse una quantità innumerevole di nuove forme delle quali prima non aveva nessun sentore. E così avviene che, da maestro ‘rinato’, esercita bensì anch’egli un culto artistico cerimoniale, ma questo culto, per lui, corrisponde ora non solo alla tecnica, ma un udire, un vedere, un percepire, un pensare e un volere di genere del tutto differente, e questo è ‘lo spirito rettificato’, e in pari tempo è ‘il Punto focale’ dove convergono i raggi del suo spirito, e che dissolve tutto quanto vi è di materiale, greve e sensuale, e perciò, considerato in se stesso, è un puro culto spirituale.

10) Applicate ora quanto è stato appena detto alla vita propria dell’uomo, sia egli un abitante della Terra, o di Saturno, o di Giove o del Sole, e si vedrà che per lui vi sono sempre e dappertutto queste due specie di servizio divino, le quali stanno fra di loro in rapporto come la via sta alla meta.

11) Chi ha percorso tutta la via con grande tenacia, è anche arrivato alla meta, ma giuntovi, il ricordo della via percorsa gli resterà sempre e non si cancellerà dalla sua memoria; anzi, quando sarà giunto alla meta, egli avrà nel suo spirito la visione perfetta della via percorsa, nonché di tutte le svolte e i rapporti della via stessa.

12) Voi sapete qual è la meta principale che i nostri abitanti di Saturno si sono proposti nell’incamminarsi per la loro via, meta cioè che non è costituita da altro, se non dal grande Spirito stesso, per poter diventare perfettamente una cosa sola con la Sua Volontà.

13) Raggiunta questa meta mediante il loro esercizio diligente, anche la religione spirituale risulta compiuta, e poi, da questo momento il vero impulso verso l’unificazione con la Volontà del grande Spirito cessa. A questo impulso subentra la grande e incrollabile aspirazione di restarGli fedeli in eterno.

14) È questa costante ed incrollabile brama che costituisce poi in ciascun abitante rinato di Saturno il servizio divino più intimo della specie spirituale più perfetta! A questo stato di massima perfezione possono pervenire tutti gli esseri umani di qualsiasi età, e questo è tutto quanto va detto riguardo alla parte spirituale della religione degli abitanti di Saturno.

15) Considerato dunque che in questo modo noi avremmo visto tutto quello che era necessario vedere sulle montagne, passeremo brevemente in rassegna anche le cose che concernono la pianure, e poi daremo un’occhiata alle regioni polari di quel pianeta, al suo anello e alle sue sette lune. Così per oggi è sufficiente!

 

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Cap. 46

Sulla vita degli abitanti delle pianure

Le loro dimore, le costruzioni e il loro temperamento più mondano

9 settembre 1842

1) Per quello che riguarda la pianura, o meglio le regioni più piane di Saturno, già in varie occasioni abbiamo appreso l’uno o l’altro fatto che si riferiva al tenore di vita di quegli abitanti, perciò non resterà altro che poche cose ancora da menzionare.

2) Vere città, su quel pianeta, non ve ne sono in alcun luogo; ciononostante, qua e là, particolarmente nelle regioni vicino ai laghi e ai fiumi meno grossi, le famiglie dimorano più vicine l’una all’altra che non sulle alture, specialmente nelle parti meridionali di alcuni continenti; soltanto, che non dimorano assieme così numerose in una stessa abitazione come sulle alture, perché là tutta una famiglia consiste di solito dei due genitori e dei loro figli, mentre gli avi e i bisavoli vivono comunemente da soli assieme a qualche persona di servizio.

3) Oltre a ciò, questi abitanti dimorano raramente sull’uno o l’altro degli alberi-abitazione che voi già conoscete, bensì le loro dimore consistono per lo più in una specie di tende fatte da alberi poggiati l’uno sopra l’altro e cioè nel seguente modo: gli alberi vengono così disposti da formare una piramide a base circolare, e poi, a cominciare da terra fino alla cima, vengono tenuti saldi mediante delle assicelle tutto all’intorno. Queste assicelle vengono infine ricoperte con ogni tipo di fogliame tanto all’esterno, quanto all’interno; verso oriente viene lasciata libera un’adeguata superficie di questa parete curva per entrare e uscire, dopo di che la dimora è già bell’e pronta.

4) Per quanto concerne la spaziosità, in una simile dimora certo non può trovare ricovero tanta gente come su uno dei noti alberi-abitazione dei montanari; tuttavia un tenda, diremo così, di questa specie, è pur sempre tanto spaziosa che voi potreste farne un alloggio molto comodo per dieci reggimenti dei vostri soldati.

5) La disposizione interna di questa dimora è perfettamente identica a quella delle dimore viventi sulle montagne, cioè è provvista di un giaciglio comune a forma di piramide tronca a larga base con dinanzi un rialzo circolare che serve da tavolo, e questo è anche tutto l’arredamento interno della dimora.

6) Riguardo poi alle altre loro cose di uso domestico, come arnesi, utensili, vasellami, vesti e provviste alimentari, tutto ciò viene conservato e custodito nei magazzini adibiti a tale scopo, i quali, anche nelle pianure, sono costruiti in modo identico come sulle montagne.

7) I templi sono essi pure edificati perfettamente come sulla montagna, soltanto, sono molto più piccoli e non presentano quella magnificenza particolare ai templi delle alture; oltre a ciò nelle pianure il tempio è in comune con varie famiglie.

8) Questo sarebbe dunque tutto ciò che ha relazione con l’architettura nelle pianure, salvo ancora alcuni giardini ornamentali che di solito sono proprietà di qualche patriarca privilegiato. Come siano adorni questi giardini voi l’avete già appreso quando si parlò degli animali provvisti di guscio e particolarmente delle lumache. Qua e là vi sono nei giardini anche delle case fatte con questi gusci di lumaca, che sono state erette perché i bambini si divertano ad abitarci, come avete già appreso in precedenza.

9) A chi spetti comunemente nelle pianure la carica di patriarca, questo pure vi è stato già spiegato; basta che riandiate con la memoria a quanto avete già inteso circa il noto animale con la coda a forma di serpente e dall’occhio di fuoco, e voi vi troverete dinanzi al patriarca, ovvero all’eroe adorno del mantello confezionato con la pelle dell’animale in questione. Tuttavia, che un simile patriarca, proclamato tale in seguito ad una impresa eroica di questa specie, goda presso il grande Spirito molta meno considerazione che non un patriarca delle alture, non occorre pensarci su molto per comprenderlo; d’altro canto non è difficile comprendere come gli spiriti angelici non abbiano affatto rapporti troppo intimi, né affatto frequenti con un simile patriarca, e per conseguenza non dovrà sembrarvi strano neppure se vi dirò che negli abitanti delle pianure il senso del mondo è molto più accentuato che non in quelli che dimorano nelle sacre montagne. Essi sono bensì dei bravi e buoni fratelli, il loro linguaggio è spesso molto saggio e perciò si ritengono molto più illuminati e avveduti degli abitanti delle montagne, ma quando, nonostante tutta la loro sapienza, le cose cominciano a mettersi male, essi non disdegnano d’intraprendere delle escursioni, o meglio dei pellegrinaggi sulle montagne, dove, come già sapete, viene fatto comprendere loro che non si trovano sulla retta via.

10) E così si spiega anche il fatto che nelle pianure, molto poco e molto raramente si sa qualcosa di una rivelazione superiore, fatta eccezione soltanto, di coloro che del tutto veramente e fedelmente hanno attinto la loro sapienza alla scuola delle montagne.

 

*  *  *

 

Inserto:

(Dopo questo Dettato, ad una valutazione del contenuto, al versetto 2, Lorber – e probabilmente uno dei suoi amici che spesso lo andavano a trovare – si accorse che c’era qualcosa che non andava, e perciò espose una domanda di chiarimento al Signore, che pubblichiamo di seguito, in cui si evince che lo scrivano aveva omesso alcune parole, poi aggiunte al testo originale).

 

 [D.d.C. vol. 1 cap. 62 – Spiegazione su “Saturno”]

10 settembre 1842, mattino

 

Signore, Tu onniamorevolissimo, santissimo Padre! Non lasciare inascoltata la preghiera di un povero servitore! Come in ogni tempo hai ascoltato me, povero peccatore, quando Ti ho pregato per qualcosa, così mi ascolterai in modo fedelissimo anche questa volta, poiché solo Tu sei fedele in tutte le Tue Promesse, poiché le adempi sempre, così come è certo che il giorno segue la notte. Così dunque, io conto sulla Tua Bontà, Amore, Misericordia e Grazia, e Ti prego affinché Tu mi possa comunicare come è da prendere la piccola contraddizione riguardo all’abitabilità delle pianure sul pianeta Saturno, che Tu graziosissimamente mi hai rivelato. – O Signore, Tu, mio amatissimo Padre Gesù, non lasciare inascoltata questa mia misera preghiera, e non senza risposta questa domanda! Tuttavia, la Tua Volontà sia sempre fatta! Amen!

1. A che giova la ‘contraddizione’? Io stesso te l’ho fatta notare, poiché durante il dettato, tu in primo luogo non hai fatto caso a tre Paroline secondarie, e così sei stato indotto a non udirle a causa della contemplazione, e …perché Io ho voluto così!

2. Ma perché ho voluto così? L’ho voluto affinché il vostro spirito potesse ricevere un’altra piccola scossa e, per questo, dovesse cercare più diligentemente e più vivamente in ciò che Io dono in modo assai vivente dalla Mia Grazia d’amore, e non considerasse il Mio Dono come una commedia quotidiana.

3. In secondo luogo, tale piccola contraddizione è sorta perché durante il Mio preliminare, in seguito ad alcuni disturbi venuti dall’esterno, hai dimenticato di aggiungere una circostanza, poiché Io ho aggiunto abbastanza ad alta voce, nell’ultimo annuncio di abitabilità, e ho detto: “….e in particolare, di alcuni paesi continentali, e precisamente le loro parti meridionali”.

4. Ma tu domandi: “Perché non ti ho fatto notare questo subito?”. – Vedi, la Mia Scuola è diversa da quella degli uomini sul mondo! Io perciò permetto questo, spesso di proposito, e pongo su tutte le Mie Vie, ovunque possano essere, la ‘pietra angolare rigettata’, affinché il mondo vi debba trovare il suo giudizio. Se però qualcuno viene da Me e Mi prega per la rimozione della Pietra angolare, allora Io voglio certamente fare anche questo. Ma ognuno si guardi dalle osservazioni!

5. Beato colui che si corregge secondo la Mia indicazione, poiché a costui sopraggiungerà la Luce. Ma chi Mi volesse fare un rimprovero per aver permesso tali piccole contraddizioni, costui deve essere punito con l’incredulità!

6. Qualunque cosa succede, ha il suo saggio ed amorevolissimo motivo. Perciò devi dare più importanza al Mio giudizio che a quello del mondo! Quello che Io do, questo non lo do al mondo per un beneficio, bensì ,solo per lo scandalo del giudizio!

7. Perciò fa ciò che ti dico, e non pensare mai cosa un giorno il mondo ne possa dire! Infatti, il Mio Dono non deve essere accolto dall’intelletto, bensì dal cuore nello spirito in modo vivente. Qui si troverà già il giusto Ordine! Comprendilo bene questo, ed osservalo! Amen!

 

*  *  *

 

 

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Cap. 47

Uso del baratto e severità per i disonesti

Modo di vita, matrimonio, procreazione e sepoltura, diversi in pianura

 

1) Nelle pianure, particolarmente nelle regioni dei laghi e lungo i grandi fiumi, viene praticato una specie di baratto con varie cose e per lo più con oggetti di ornamento che, come avete appreso, le donne portano molto volentieri.

2) Qualche volta succede pure che l’uno o l’altro mercante tenti di ricorrere alla truffa; guai a lui però se il suo imbroglio viene scoperto! Prima di tutto viene conciato a dovere dalle donne che lo graffiano da ogni parte mediante ogni tipo di oggetti appuntiti, e se dopo una lezione di questa specie viene ancora una volta colto ad imbrogliare, allora si allestisce immediatamente una nave, e l’imbroglione, assieme alla sua famiglia, viene relegato in qualche località molto lontana dove è costretto a rimanere o per un determinato tempo, oppure, a seconda della gravità del secondo imbroglio, eventualmente anche per sempre. Questo genere di punizione viene chiamato là Purak ovvero “esilio perpetuo”. A colui che è stato condannato solo all’esilio temporaneo, quando parte, è lecito portare con sé alcune sementi dell’albero dal frutto a forma di nave, affinché, giunto nel luogo dell’esilio, possa ottenere una barca dalle sementi che egli semina appena arrivato.

3) Al condannato all’esilio perpetuo, invece, non viene concesso di portare con sé queste sementi. Tuttavia riguardo a questi esiliati a vita avviene di solito che gli abitanti delle montagne di uno o dell’altro paese, vengano a conoscenza del loro stato miserevole mediante gli spiriti, ed essi, quando ricevono una simile notizia, si portano immediatamente sul luogo dell’esilio, liberano quei relegati e li conducono con loro sulle alture facendone non di rado della gente sotto ogni aspetto, eccellente.

4) Non è raro il caso che a quei liberati venga assegnata addirittura in dono l’una o l’altra dimora sulle alture. Succede poi talvolta che appunto quelle persone che li avevano condannati all’esilio perpetuo, si mettano in viaggio e giungano sulle alture dove trovano asilo, nonché accoglienza amichevolissima, e vengono ammaestrati nella vera religione. E allora avviene che negli amici che li ospitano riconoscano coloro che essi avevano mandati in esilio, allora la meraviglia suscitata da tale constatazione sembra non voler più finire, dato che non riescono assolutamente a comprendere come quelli che ora offrono loro ospitalità, abbiano potuto giungere fin lassù dal luogo dove erano stati relegati.

5) In simili occasioni, poi, ai meravigliati viene subito fatto conoscere come al grande Spirito siano possibili moltissime cose delle quali la sapienza degli abitanti delle regioni dei laghi e dei fiumi ha finora avuto ben poca occasione di sognare. E gli interrogati, nell’apprendere simili cose, molto meravigliati, di solito si battono il petto e deplorano grandemente le varie idee storte e pazze che nelle pianure sono ritenute sapienza; dopo di che essi vengono di nuovo istruiti e con tutta serietà esortati a voler, al loro ritorno alle pianure, contribuire energicamente a combattere ed estirpare le molte e varie stoltezze di laggiù.

6) Con questo sistema in più d’un grande continente è anche già avvenuto che le pianure si sono fatte del tutto simili alle alture; ma ancora, qua e là ci sono sempre comunque molti paesi a valle che si differenziano nettamente dalle alture.

7) Per quanto poi concerne il lavoro in genere, i mestieri e le industrie, i procedimenti sono gli stessi di quelli delle montagne, eccezion fatta per alcuni articoli di lusso che certamente non vengono prodotti sulle montagne, dove perfino il tingere artificialmente un filo è considerato peccato.

8) Il sistema nutritivo – salvo il latte della grande mucca – è pressoché identico; soltanto alcune famiglie dei patriarchi, le quali si fanno allestire le loro dimore di vacanza nella maniera che già conoscete sulle grandi rupi bianche che sporgono fuori dai laghi, prendono talvolta diletto in qualche leccornia che esige qualche speciale preparazione e che solletica un po’ di più il palato, tuttavia queste specialità finiscono di solito con il produrre degli effetti non troppo buoni, e perciò succede anche, che poi più d’un medico dalla sapiente loquela viene a trovarsi straordinariamente occupato.

9) Notabene: altrettanto avviene da voi! Se viveste in modo molto semplice e conforme alla natura, e mangiaste i frutti della Terra così come Io li ho preparati, ad eccezione di pochi che possono essere cotti soltanto leggermente al fuoco, il vostro linguaggio sarebbe più povero di quattro parole, ovvero, esso non saprebbe nulla di un medico, né tantomeno di una medicina né di una farmacia. E la non conoscenza di queste tre parole sarebbe giustificata dal fatto che il vostro linguaggio non conoscerebbe la quarta parola cui spetta veramente il primo posto e questa parola è ‘malattia’. Da voi, invece, godono considerazione i cuochi con tutti i loro artifici, subito dopo i medici, poi i farmacisti con le loro cucine ancora più ingegnose, e fuori da queste i farmaci, per mezzo dei quali la malattia diventa un ospite permanente nel corpo di un ammalato.

10) Questo è dunque il caso anche nelle pianure di Saturno, anche se in un grado non così elevato come da voi; e ciò serve a spiegare il perché gli abitanti delle pianure non raggiungono di gran lunga l’età degli abitanti delle montagne.

*

11) Per quanto riguarda il matrimonio, questo viene concluso anche nelle valli dal patriarca, solo a volte con molto più sfarzo esteriore.

12) La procreazione è simile a quella sulle montagne. Solo che ogni tanto accade che, se l’uomo nelle valli possiede troppo poca fede e forza di volontà, intraprende con sua moglie un viaggio sui monti. A quale scopo, non c’è bisogno che Io lo spieghi ulteriormente.

13) Circa la sepoltura delle spoglie mortali umane, nelle pianure vengono seguiti due procedimenti: presso la parte migliore delle popolazioni essa avviene come nelle alture; invece presso il popolo che ha una certa credenza pagana e che ritiene l’anello lucente del pianeta una specie di divinità, la sepoltura riveste un carattere del tutto differente. Essi caricano i loro morti sulle loro navi e con queste s’inoltrano di solito in alto mare, specialmente se questo non è molto lontano dalla loro dimora. Giunti al largo, i corpi dei defunti vengono semplicemente gettati nell’acqua senz’altra cerimonia, e in simili occasioni si trova sempre immediatamente qualche ‘tomba’ vivente (un grande pesce) pronto ad accogliere, con grande bramosia, i cadaveri. Terminato questo lavoro del seppellimento, i nostri becchini rifanno senza indugio la loro strada e con il ritorno alle loro case ha fine anche tutta la solennità funebre.

14) E queste sarebbero anche, per quanto concerne gli abitanti delle valli e delle pianure di Saturno, le cose più notevoli e meritevoli di essere menzionate accanto a ciò che voi già sapete dalle comunicazioni occasionali. Quindi noi ora lasceremo i paesi veramente abitati di Saturno e, dopo aver osservato alla sfuggita le regioni delle nevi e dei ghiacci perpetui di quel pianeta, ci solleveremo un po’ fino al suo anello. E perciò fermiamoci qui per oggi!

 

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Cap. 48

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L’estesa regione nordica e meridionale polare di Saturno

L’enorme gelo quale prigione degli spiriti primordiali del pianeta

 

1) Già dal principio di queste comunicazioni è stato indicato come su quel pianeta non ci siano che due climi soltanto, cioè uno assolutamente temperato nel quale si trovano tutte le regioni abitabili, e che abbraccia complessivamente parecchio più di un terzo della distanza polare.

2) Questi continenti della zona temperata sono circondati, tanto nell’emisfero settentrionale quanto in quello meridionale, ininterrottamente dall’oceano, dal quale, però a grandi distanze dai continenti principali, emergono alcune ‘terre del Mud’, le cui estreme parti settentrionali o meridionali sono di solito già ricoperte di ghiacci perenni. Non che la stessa zona sia costituita così a sud e a nord, bensì, se essa si trova nell’emisfero settentrionale, allora la sua parte più settentrionale è circondata da ghiacci perenni e ciò per la ragione naturale che su Saturno, come da voi sulla Terra, le regioni polari costituiscono il regno delle nevi e dei ghiacci eterni.

3) “Che aspetto hanno dunque queste regioni polari di Saturno?”. – A questo riguardo posso dirvi che nessuna fantasia umana e nemmeno la massima potenza d’immaginazione d’un uomo potrà mai farsi la benché minima idea di come si presentino queste regioni polari all’occhio e al sentimento, naturali.

4) Il freddo di queste regioni è talmente intenso, che a confronto con quello delle regioni polari terrestri, quest’ultimo bisognerebbe considerarlo addirittura come una temperatura torrida. Là, non soltanto l’acqua gela al punto da farsi dura come il diamante, ma l’aria stessa, quando il gelo raggiunge il suo massimo grado, si trasforma in sbarre di ghiaccio, le quali spesso si ergono come torri alte delle miglia nell’etere. In seguito a tale enorme pressione, molto spesso l’aria atmosferica in queste regioni si accende, cosicché per molte miglia il paesaggio appare come rovente, e il fenomeno va sempre più accentuandosi fino a dar luogo a effettive esplosioni violentissime.

5) Ma siccome attraverso le accensioni dell’aria in seguito al freddo intenso viene sottratta a questa, in misura ancora maggiore, la sua elettricità, avviene che il freddo va anche continuamente aumentando, e ciò per un periodo ininterrotto di quindici anni terrestri. Durante il periodo più rigido che dura il tempo di otto anni terrestri, le esplosioni non si verificano più per la ragione che l’aria atmosferica già prima si è trasformata in una massa perfettamente solida. Passato questo periodo, la luce del Sole ricomincia a produrre i suoi effetti, e discioglie gradatamente l’aria solidificata che, quando il processo di scioglimento è già un po’ avanzato, inizia subito di nuovo ad accendersi, e per effetto di tale accensione e delle esplosioni che ne seguono, anche lo scioglimento dell’aria congelata va sempre più progredendo nelle regioni dell’uno o dell’altro polo.

6) “Queste regioni spaventose sono forse anche abitate?”. – Dal punto di vista naturale, da nessun essere vivente, ma tanto più invece da quello spirituale, poiché la neve e il ghiaccio rappresentano comunemente la prigionia di spiriti in qualche modo inquieti. Quando dunque il freddo è più intenso, in queste zone c’è tanto più da fare per gli spiriti pacifici, perché attraverso quell’atto che si manifesta attraverso il freddo naturale, essi mettono tranquilli gli spiriti del fuoco e smorzano il loro immenso ardore distruttore; perciò, da questo, voi potete sempre dedurre che quando nelle vostre zone si fa sempre più freddo, tali spiriti desiderosi di distruzione vengono calmati e smorzati dagli spiriti della pace.

7) Che questi spiriti siano veramente desiderosi di accendere e distruggere tutto, lo potete rilevare dalle frequenti accensioni dell’aria nelle regioni polari; Tuttavia, quanto più simili spiriti tendono ad accendersi, con tanta maggiore ostinazione essi vengono compressi e tenuti prigionieri dagli spiriti della pace. Quanto più dunque s’intensifica il freddo, tanto più intensa si fa anche la prigionia di quei disastrosi spiriti del fuoco, i quali, dopo avere sperimentato talvolta per vari millenni una prigionia di questo genere, finiscono con l’arrendersi e col dar congedo al loro infuocato zelo, come una nuvola satura di elettricità, quando dei venti gelati trasformano il loro fuoco elettrico in grandine, certamente a volte dannosa.

8) “Ma chi sono questi spiriti polari del fuoco su Saturno?”. – Voi non dovete già pensare che si tratti forse di spiriti di defunti, bensì si tratta semplicemente di spiriti ancora allo stato primordiale, con i quali è formato veramente tutto l’intero pianeta e che, secondo l’ordine esattamente stabilito dal grande Spirito, passano gradatamente all’esistenza libera fino a raggiungere la forma umana.

9) Certamente, talvolta succede che degli spiriti di defunti, qualora durante il tempo della loro vita naturale abbiano dato prova di essere stati molto vendicativi, vengono ricondotti a un tale stato naturale polare. Una cosa simile però su Saturno si verifica rarissime volte, mentre invece non è tanto rara sulla vostra Terra.

10) Il divario fra queste due specie di spiriti sta unicamente nel fatto che gli spiriti dei trapassati sottoposti a tale disciplina non ritornano più alla vita naturale dentro un corpo, mentre questo è sempre il caso qualora si tratti di spiriti ancora allo stato primordiale, i quali devono rivestirsi completamente del naturale fino a rendersi poi atti a trapassare ad una vita libera, indipendente, e con ciò anche assoluta, ovvero separata e distinta.

11) Gli spiriti primordiali del pianeta Saturno sono per l’appunto di natura tale, che tendono più che altri a distruggere tutto, per la cui ragione più d’un veggente antico della vostra Terra ebbe ad asserire perfino, che il pianeta Saturno si mangiava i propri figli. Per conseguenza, anche questi spiriti primordiali devono con tanta maggior tenacia ed energia, essere preparati dagli spiriti della pace, essendo non più degli spiriti primordiali, prima che possano trapassare ad una vita sotto ogni rispetto libera, perché, se tale misura di precauzione non venisse osservata, nessun Sole e nessun pianeta in tutto l’universo sarebbe al sicuro dalla loro brama distruttrice.

12) Per questo motivo il pianeta Saturno è situato così lontano dal Sole, affinché i suoi raggi non possano mai generare su di esso un calore tale da paragonarsi a quello prodotto sui pianeti Giove, Terra, Venere, e del tutto particolarmente su Mercurio, i cui abitanti perfino nelle zone polari, che sono quasi le sole popolate, sono esposti ad un calore quasi da fornace, mentre su Saturno, come già sapete, dove è abitato non regna che un clima dappertutto temperato, e perfino questo clima già temperato viene oltre a ciò tutelato contro un eccessivo riscaldamento mediante l’ombra costante proiettata dall’anello.

13) Quantunque gli abitanti di Saturno non pongano mai piede su queste regioni del ghiaccio, dato che nessuna cosa incute loro tanto timore quanto la neve e il ghiaccio, timore che ha per lo più le sue radici nel vago ricordo dello stato spirituale-primordiale del loro essere, ciononostante essi, e particolarmente gli abitanti delle montagne che sono di spirito più desto, conoscono esattamente le condizioni di quelle zone desolate. Tuttavia i più desti non si dilettano troppo, considerando e raffigurandosi tali regioni; invece tanto più si dilettano quando si tratta di considerare l’anello.

14) Perché sia così, vi sarà chiaro nella prossima descrizione. Per conseguenza, rispetto alle regioni polari di Saturno non ci sarebbe altro di particolare da menzionare, tranne forse la circostanza che per la Terra, quando essa si trova nella massima vicinanza di quel pianeta, le annate sono di solito molto cattive, e ciò precisamente per il motivo che il freddo eccessivo ai poli di quel corpo mondiale influisce, metafisicamente parlando, talvolta fino a varie centinaia di milioni di miglia dal corpo mondiale stesso, come una coda invisibile di cometa.

15) Dentro lo spazio immenso di un sistema solare, in fatto di comete, il numero di gran lunga maggiore è quello delle comete negative, le quali consumano in maniera così assoluta tutti i raggi del Sole che cadono su di esse, tanto da non venirne riflesso neanche il più piccolo atomo. Tali comete si rendono visibili solo quando esse si sono gradatamente già più saturate, ed hanno cominciato a percorrere un’orbita già più regolare. Queste comete sono molto di frequente ospiti dei vari pianeti e si fanno riconoscere in certe epoche e per alcuni istanti soltanto sotto forma di stelle cadenti, come esse vengono chiamate. Per ciò che riguarda queste comete negative  ci riserviamo di studiarle più da vicino in un’altra occasione, quando impareremo a conoscere un sole. Qui ne abbiamo fatto menzione solamente affinché abbiate la possibilità di rilevare come e fino a quale distanza si fa sentire talvolta l’influenza del freddo polare di Saturno.

16) Così dunque avremmo finito con il pianeta propriamente detto, e perciò la volta prossima rivolgeremo la nostra attenzione all’anello del pianeta stesso.

 

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Cap. 49

L’anello di Saturno costituito come un pianeta

La sua rotazione intorno all’asse e la sua funzione

 

1) Circa la forma, la grandezza e la suddivisione dell’anello, è già stato detto al principio di questa comunicazione; non ci resterà quindi che da considerare gli scopi e la natura.

2) L’anello è di per sé un corpo mondiale assolutamente compatto e solido, il quale, dal punto di vista della superficie, supera di varie volte il pianeta propriamente detto, e come la sua superficie è più grande del pianeta, così anche il suo volume è varie volte maggiore.

3) “La sua superficie è forse completamente piana, o presenta invece dei dislivelli in qualche luogo? È l’anello provvisto di acque e di aria atmosferica?”

4) Ecco, l’anello possiede a questo riguardo tutte le caratteristiche di un pianeta; esso cioè ha montagne molto alte; ha perfino dei grandi laghi e fiumi, ed è circondato dappertutto di aria atmosferica; soltanto, che tanto l’acqua, quanto l’aria, sono sull’anello molto più leggere e sottili che non sul pianeta vero e proprio.

5) Nello stesso modo esso ha anche un moto di rotazione sul proprio asse intorno ad un centro che coincide con il centro del pianeta; tuttavia, per quanto concerne la velocità, questo moto si differenzia da quello del pianeta. Per vederci più chiaro è da intendersi così: nel tempo che il pianeta gira quasi due volte intorno al proprio asse, l’anello interno, che veramente consiste di due anelli tenuti assieme con degli sferoidi a sezione ellittica, compie a mala pena un giro solo intorno all’asse. L’anello mediano è animato da un moto ancora più lento; l’esterno, poi, che è anche il più grande, impiega a girarsi una volta intorno al proprio asse quasi sette giorni di Saturno.

6) Qui certo, voi chiederete: “Perché tale differenza di velocità nella rotazione? Perché non girano tutti gli anelli con la medesima velocità? E perché, in generale, essi non hanno la velocità di rotazione uguale a quella del pianeta stesso?”. – Basta che voi consideriate i diametri dei vari anelli, i quali sono l’uno più grande dell’altro, e vi sarà chiaro con facilità, perché ciascun anello debba avere una velocità diversa.

7) Se per esempio l’anello interno, con il suo diametro molto più grande di quello del pianeta, avesse l’identica velocità del pianeta stesso, tale velocità dovrebbe evidentemente ridurlo in pezzi in seguito alla forza centrifuga che si svilupperebbe. Ugualmente, se il secondo anello nel suo moto di rotazione avesse la velocità del primo o addirittura quella del pianeta, anch’esso verrebbe mandato in pezzi, e tanto più questa sorte dovrebbe toccare all’anello esterno cioè al più grande. Per conseguenza la velocità di rotazione è calcolata con esattezza matematica e ciascun anello ruota a velocità misurata, affinché nessun pezzo degli anelli in seguito alla costante forza di attrazione possa precipitare sul pianeta. D’altra parte però, questa velocità è esattamente calcolata affinché nessuna parte, né dell’uno né dell’altro anello, possa essere lanciata all’esterno, cosicché, in seguito appunto a tale velocità esattamente stabilita, viene mantenuto un costante rapporto di equilibrio tra la forza di espulsione e la forza di attrazione propria a ciascun anello.

8) Questo è dunque, fra i molti lati dai quali può essere considerato l’anello, quello che sta sul gradino più basso, vale a dire il lato naturale. E ora si presenta la seconda domanda:

9) “In che cosa è utile questo anello al pianeta? Si tratta forse, come vari scienziati hanno asserito, soltanto di un ghiribizzo del Creatore, ovvero, peggio ancora, di un grosso capriccio della prodigiosa Natura? O è l’anello, forse, la conseguenza di una deficienza improvvisa nel Creatore, il Quale nell’atto creativo del pianeta ha dovuto eventualmente interrompere il Suo lavoro meravigliosamente iniziato, lasciandolo così incompiuto, salvo riprendere l’opera in tempi migliori?”

10) Se l’una o l’altra di queste versioni abbia un fondamento, lo dimostrerà subito quanto seguirà. Nel corso dell’ultima comunicazione voi avete già appreso a quale specie appartengono gli spiriti primordiali fondamentali di Saturno. Se non ci fosse l’anello a proiettare continuamente la propria ombra che mitiga il calore alternativamente, ora più a nord, ora più a sud, precisamente in quelle parti del pianeta dove dovrebbe formarsi altrimenti la zona torrida, Io vi dico che in poco tempo un intero sistema solare, anzi infine addirittura un sistema-involucro stellare, potrebbe rendere testimonianza di quale genere, potenza, forza e violenza siano gli spiriti primordiali, appunto di questo pianeta.

11) Per mezzo di questo anello, invece, viene provocata una zona costantemente moderata in modo uniforme nei paesi abitati del pianeta. E la conseguenza di ciò è che gli spiriti fondamentali primordiali di questo pianeta non si incendiano, e con ciò non hanno la capacità di provocare neppure delle devastazioni nelle zone mondiali.

12) Che questo sia veramente il caso, voi lo potete desumere anche dal fatto che negli stessi abitanti di Saturno deve essere mantenuto continuamente desto il sentimento del massimo rispetto per il grande Spirito e della massima obbedienza a Lui, e pure per la stessa ragione non viene predicato loro molto dell’amore, bensì solamente quanto è necessario perché essi Lo riconoscano. Ma nello stesso tempo vengono educati alla venerazione suprema e intimorita dell’amore.

13) Per l’identico motivo, su Saturno anche l’amore coniugale e la procreazione sono contenuti entro certi limiti, in maniera da evitare che l’animo degli individui venga a trovarsi in uno stato di eccitazione violenta; tutto invece viene regolato ed appianato mediante la maggiore umiltà possibile, cose queste che voi avrete già avuto occasione di notare sufficientemente quando si parlò dell’uomo di Saturno.

 

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Cap. 50

Ancora sul molteplice scopo dei tre anelli con l’esempio della preparazione del vetro

Gli abitanti dell’anello di materia sottile per una successiva evoluzione animica

 Fauna assente, ma alberi da frutto spontanei

 

1) Ebbene, vedete dunque con quanta esattezza è stato collocato l’anello in questione proprio intorno all’equatore del pianeta? D’altro canto, voi avete già ammirato l’intera creazione sul pianeta stesso, dal regno vegetale fino all’uomo in corpi enormemente grandi.

2) Ci potrebbe, anzi ci dovrebbe essere qualcuno che si chiede: “Ma se tutto ciò è vero e se è così, a quale scopo simili corpi enormemente grandi, quando si sa che perfino l’altissimo Spirito ha trovato posto, certo secondo il Suo proprio Ordine, sufficiente nel Corpo di Cristo sulla Terra? Perché dunque gli spiriti degli abitanti di Saturno hanno dei corpi così grandi?”

3) Vedete, questi corpi giganteschi sono dati appunto a quegli spiriti per il motivo che essi non devono essere assoggettati assolutamente a nessuna pressione interna da parte della materia, la quale potrebbe premere cioè su di loro dall’esterno all’interno con il pericolo di eccitarli e di accenderli. Per tale ragione sono stati dati loro dei corpi straordinariamente lievi, affinché il loro spirito, facilmente eccitabile, non possa trovare niente atto ad opprimere la loro natura e ad eccitarli, come sarebbe facilmente possibile, fino all’accensione.

4) Immaginatevi ora questi corpi colossali e di per sé anche relativamente pesanti, i quali, dato l’enorme volume del pianeta stesso e della conseguente forza d’attrazione molto maggiore rispetto al loro pianeta, dovrebbero essere ancora molto più pesanti dei corpi ugualmente grandi sulla vostra Terra, nel rapporto alla forza d’attrazione di questa di gran lunga più piccola. Ma sarebbe di qualche giovamento per questa specie di spiriti, se essi fossero lasciati nei loro corpi in uno stato di enorme gravezza?

5) Vedete, che allora la Mia scienza, un pochino più alta di quella dei vostri scienziati, ha escogitato questo anello, per mezzo del quale la forza d’attrazione viene tanto mitigata, che questi corpi colossali, in rapporto al loro pianeta, risultano essere quasi cento volte più leggeri dei vostri in rapporto alla vostra Terra di gran lunga più piccola.

6) Questo è ancora uno scopo nuovo e straordinariamente importante dell’anello di Saturno, il quale, per quanto piccolo possa sembrare perfino all’occhio armato di telescopio, ha tuttavia una importanza talmente grande, da poter essere considerato non soltanto come un cerchio gettato intorno ad un pianeta, bensì addirittura come una cinta robusta collocata sopra l’universo.

7) E ora si domanda: “È questo il solo ultimo scopo di questo anello?”. – Oh, no, certamente! Noi avremo subito occasione di fare la conoscenza di un’altra mansione affidata all’anello, la quale è di gran lunga più significativa ed importante delle prime. Prima però di passare a considerare in se stesso questo scopo principale, dobbiamo porre la domanda se questo anello sia abitato.

8) Ed Io qui dico che, qualora ci si aspetti che da ciò debba a risultare tale scopo principale, la risposta non può essere che affermativa. Come però, e da chi l’anello sia abitato, è tutta un’altra questione.

9) Ma prima di risolvere il nuovo quesito, conviene che vi citi un esempio tolto dall’attività industriale sulla vostra Terra, e precisamente da quella della produzione del vetro.

10) Quando la materia prima, atta a produrre il vetro, è debitamente triturata e mescolata con l’adeguata quantità di sale occorrente, essa viene deposta nel crogiolo, e qui, per mezzo di un conveniente grado di calore, viene ridotta allo stato fluido. Considerate adesso la materia vitrea, fusa e ardente! Vedete, questo stato è simile a quello dell’uomo di Saturno mentre si trova a vivere nel proprio corpo su quel pianeta.

11) Che cosa succede poi di questa massa quando si è fatta sufficientemente liquida? Come voi certamente conoscete, con questa massa vitrea vengono fabbricati ogni tipo di recipienti e precisamente mediante il soffio degli operai cui tale lavoro è affidato. E adesso ritorniamo di nuovo all’uomo di Saturno e consideriamolo nel suo stadio successivo, quello cioè di un essere umano raffinato, trasparente e spirituale, il quale, per effetto della raggiunta rinascita, ha deposto del tutto il suo essere materiale in cui il suo spirito ha già assunto una forma concreta.

12) Quando il vaso di vetro, in seguito alla soffiatura, è completo, esso viene staccato dal tubo al quale è ancora appiccicato, e in un altro crogiolo viene portato nel raffreddatoio e là lasciato per qualche tempo. Ecco che ritorniamo al nostro anello, poiché, quando l’uomo di Saturno muore, questo atto corrisponde in certo qual modo al suo distacco dal tubo soffiato del grande Vetraio, e poi dentro un altro crogiolo l’uomo stesso viene portato nel raffreddatoio. Orbene, questo ambiente refrigerante è costituito appunto dall’anello!

13) Il primo anello serve per mitigare il calore intenso iniziale; il secondo per continuare e completare il processo di raffreddamento, e il terzo ed ultimo per assuefare l’essere al nuovo stato, dopo di che, ciascun spirito umano di quel pianeta, resosi così libero, diventa atto ad accogliere l’amore.

14) Io credo che dopo questo esempio non ci sarà più bisogno di spiegazioni, dato che esso è così chiaro, che si afferra facilmente. Soltanto qua e là qualcuno potrebbe domandare ancora: “A che scopo dare a tali spiriti un ulteriore luogo di dimora materiale?”

15) Rispondere a questa domanda è facilissimo, perché gli spiriti degli umani di Saturno, quando depongono il primo corpo, non si trovano immediatamente in uno stato di purezza spirituale, ciò che si può desumere anche dalla facilità con la quale essi riappaiono ed anche dalla rapida decomposizione dei loro corpi. Quindi tali spiriti al loro trapasso sul grande anello hanno ancora una specie di corpo materiale, che però certamente è molto più leggero, sottile e puro del corpo che prima avevano sul pianeta. E perfino questo corpo va facendosi sempre più puro e spirituale man mano che va salendo alle sfere superiori dell’anello.

16) Questi abitanti dell’anello mangiano, bevono e vivono nell’anello, precisamente come vivevano prima sul pianeta, soltanto che tutti i prodotti sono più delicati e sottili come anche lo sono nell’identico rapporto gli esseri umani stessi che là pervengono.

17) Il divario fra il pianeta e l’anello consiste dunque unicamente nel fatto che su questo ultimo mondo non esistono più animali, ma soltanto degli alberi da frutto, i quali tutti insieme non portano semi per la propagazione, bensì crescono fuori dal terreno all’incirca così come da voi sorgono i funghi.

18) Che simili abitanti dell’anello, accondiscendendo all’intimo desiderio degli abitanti del pianeta, possano trasferirsi di persona per breve tempo sul pianeta stesso, e ciò con celerità spirituale, questo è dimostrato già dalle loro molteplici apparizioni agli abitanti del medesimo.

19) Ma considerato che le dimore e le condizioni di vita degli uomini-spiriti sull’anello sono incomparabilmente più splendide, nobili e gradevoli, avviene che gli spiriti non nutrono mai nessun desiderio di trattenersi sul pianeta più a lungo di quanto sia necessario secondo la Volontà del grande Spirito, e quindi essi sono sempre immensamente lieti quando possono far ritorno sull’anello.

20) E con ciò voi ora conoscete tutto quello che più necessita e merita di sapere rispetto all’anello. La prossima volta daremo ancora un’occhiata alle lune di quel corpo mondiale e con ciò concluderemo le comunicazioni sul pianeta Saturno.

 

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Cap. 51

Le lune di Saturno, presentano tutte la stessa faccia al pianeta

Le lune come scuola di vita spirituale

Conclusione: lo scopo di tutta questa Rivelazione

 

1) Per quanto riguarda le lune di Saturno, va anzitutto detto che la relazione tra queste e il loro pianeta è pressoché identica a quella esistente tra la vostra Luna e la Terra; solamente che là esiste fra le varie lune una certa gradazione che naturalmente non può esservi da voi, considerato che la Terra ha una sola luna.

2) Per quanto concerne il moto di quei satelliti, è da notarsi che nemmeno essi hanno un moto di rotazione sul proprio asse, bensì mostrano sempre la stessa faccia al loro pianeta.

3) In conseguenza di ciò, anche la loro abitabilità si presenta sotto due aspetti, l’uno naturale e l’altro spirituale. Ne risulta dunque che ciascun satellite, sull’emisfero costantemente rivolto dall’altra parte rispetto al pianeta, è abitato da esseri umani e da animali e possiede una vegetazione, acqua, aria atmosferica e in genere tutto quanto è necessario alla vita naturale.

4) Gli esseri umani, che sulla parte non rivolta verso il pianeta vivono di vita naturale, sono certo molto più piccoli di quelli che dimorano sul pianeta, e sui satelliti minori raggiungono a mala pena la grandezza che avete voi. Certamente, sugli ultimi tre satelliti, cioè i più lontani e i più grandi, gli esseri umani sono più grandi di voi.

5) Questi esseri naturali dei satelliti sono in continua relazione spirituale con i veri e propri abitanti di Saturno, cosicché gli spiriti degli uomini che durante la loro vita naturale non sono riusciti ad arrivare immediatamente sull’anello, devono prima trascorrere un certo periodo di tempo sull’uno o sull’altro satellite adatto alla loro costituzione, oppure anche su più d’uno, prima di poter essere accolti sull’anello di rango più basso.

6) “Che cosa fanno essi sulle lune di Saturno? E quali spiriti di Saturno vi vengono trasferiti?”. – Sulle lune vengono fatti emigrare gli spiriti egoisti e pagani, i quali, durante la loro vita su Saturno hanno adorato e venerato l’anello come una divinità. Su ciascuna luna dove iniziano il nuovo stadio della loro vita, sempre a cominciare dalla parte naturale della luna stessa, e dove per mezzo dei loro corpi come uomini naturali là dimoranti, vedono il naturale sul satellite, cosicché non hanno nessuna visione dell’anello che prima era stato il loro idolo.

7) Quando essi per effetto di ciò hanno però perduto l’abitudine della contemplazione dell’anello ed hanno abbandonato l’idea perfino del loro pianeta, solo allora essi passano sulla faccia del satellite rivolto al pianeta, da dove poi possono vedere il pianeta assieme all’anello apparendo loro quasi come un corpo solo. Con ciò comincia a diventare loro gradatamente sempre più chiaro, e a ciò contribuisce pure l’ammaestramento da parte di altri spiriti superiori che a tale scopo si mettono in comunicazione con loro, secondo cui l’anello non è per niente una qualche specie di divinità o la sede di qualche divinità, oppure la via sulla quale procede il grande Spirito nei Cieli, bensì, come possono vedere con i propri occhi, che si tratta soltanto di un corpo mondiale collocato intorno al pianeta vero e proprio, altrettanto materiale e solido come il pianeta stesso, il quale è stato creato dal grande Spirito affinché gli spiriti degli esseri umani morti sul pianeta possano essere preparati là ad una vita superiore, della quale, al loro congedarsi dal pianeta, non avevano avuto ancora alcun presentimento.

8) Quando simili spiriti si sono poi convinti di ciò, sia in seguito agli ammaestramenti avuti, sia per mezzo della propria esperienza, essi ripudiano ben presto completamente la loro erronea fede e s’informano con tutta sollecitudine circa la dimora del grande Spirito. In queste occasioni viene fatto capire loro che a tale proposito ogni informazione essi la otterranno solo sull’anello, quando si saranno perfettamente avvicinati allo stato spirituale puro ed infine saranno completamente trapassati in esso. Allora sorge in loro una grande brama di pervenire sull’anello, e più ancora di trapassare allo stato puro spirituale; poi, verificandosi una premessa di questa specie, essi vengono anche trasferiti immediatamente sull’anello.

9) Ecco che adesso sapete pure questo. Tuttavia, con il tempo potrebbe affacciarsi alla vostra mente la seguente domanda: “Perché a questo scopo devono esserci proprio sette lune? Un tale semplice compito non potrebbe essere affidato ad una sola luna?”

10) Certo, per spiriti che fossero di altra natura, basterebbe senz’altro anche una sola luna, ma per gli spiriti di Saturno, invece, i quali hanno la loro sede nel grande Uomo-Spirito sotto un ginocchio, questo non è affatto sufficiente, poiché le gambe sono il fondamento della vita del corpo, e in queste membra, poi, particolarmente le articolazioni. Se il corpo viene offeso in un braccio, nell’epidermide oppure in una qualsiasi parte del corpo, il corpo può sempre ancora stare diritto, muoversi e così andare in cerca di aiuto; ma se invece vi è lesione grave ad una gamba, e specialmente poi all’una o all’altra giuntura, tutto il corpo ne è come paralizzato, si accascia, non può muoversi e nemmeno andare in cerca di aiuto. Per questa ragione i piedi e le gambe hanno nel corpo umano una struttura più robusta e più solida di quella di qualsiasi altra parte del corpo.

11) Dato dunque che gli abitanti di Saturno costituiscono una parte importantissima, cioè una gamba, del grande Uomo-Spirito situata precisamente sotto il ginocchio, come avete udito più dettagliatamente in varie altre occasioni, è appunto necessario, per questo motivo, trattandosi degli spiriti degli uomini di Saturno e, considerando ogni singolo di loro in rapporto ai sette spiriti (fondamentali), porre bene attenzione a quale spirito, dei sette costituenti ogni singolo spirito, venga a risultare il più pericoloso. E proprio a questo scopo ci sono le sette lune, appunto, affinché nell’uno o nell’altro satellite, l’uno oppure l’altro fra i sette spiriti (fondamentali) possa essere ridotto alla tranquillità e condotto all’ordine corrispondente con gli altri sei spiriti (fondamentali). Da quanto detto, voi potrete dunque rendervi conto benissimo del perché a Saturno siano state assegnate sette lune.

12) E ora siete anche a conoscenza di tutto quanto occorre sapere riguardo ai satelliti. Le loro distanze e dimensioni vi sono già state indicate quando ebbe inizio questa comunicazione, di conseguenza, in proposito non ci resta altro da dire.

13) E poiché abbiamo imparato a conoscere tanto il pianeta quanto l’anello, e da ultimo anche le sue lune, ormai questa comunicazione si può considerare terminata.

14) Certo, qualcuno dotato di vista non troppo acuta, potrà qui domandare: “A che cosa veramente possono essere utili simili comunicazioni riguardo al pianeta Saturno?”. – A quel tale, Io mi limiterò a rispondere:

15) “In primo luogo, chiunque le ha lette, deve prendere a buon esempio come gli abitanti di quel pianeta rispettino la Mia Volontà, ben altrimenti da come la rispettano gli uomini della Terra.

16) In secondo luogo, egli deve cogliere dal complesso di queste comunicazioni, come il Mio Amore, la Mia Sapienza, la Mia Potenza e le Mie Cure paterne arrivino molto al di là di quanto il vostro presuntuoso intelletto umano si sia mai neppure stoltamente immaginato.

17) E in terzo luogo, proprio questa osservazione deve condurre l’uomo della Terra alla più completa umiltà, dalla quale potrà rilevare chiaramente chi è lui e Chi sono Io, il suo Dio, Creatore e Padre.

18) Allora ci si deve battere il petto e pensare molto bene di quale immensa grazia e misericordia egli sia stato reso partecipe, con il fatto che Io, l’unico Signore e Creatore di simili opere meravigliose, Mi sia poi compiaciuto di eleggere la Terra, questo minuscolo e sudicio pianeta, a luogo natale del Mio infinito Amore, della Mia Misericordia e della Mia Grazia; ma così pure, infine, di tutta la Pienezza del Mio Essere divino!

19) Perciò Mi riservo anche di descrivervi ancora il Sole e qualche altro pianeta, forse non così dettagliatamente, ma tuttavia in maniera chiara e sufficientemente concisa.

20) E con tale promessa che vi ho ora fatto, sia conclusa anche questa comunicazione! La Mia Benedizione, il Mio Amore, la Mia Grazia e la Mia Misericordia, l’accompagnino! Amen!

 

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INDICE

 

Cap. 1

Il vero nome di Saturno – Piano di esposizione di questa descrizione – Grandezze del pianeta, del duplice anello, delle lune

Cap. 2

La superficie di Saturno è ricca d’acqua – Grandi isole, enormi zone di ghiaccio ai poli, zona mediana mite sempre illuminata – Grande atmosfera e l’anello come regolatore e riflettore – Magnificenza delle stelle

Cap. 3

La terra Herrifa con il monte della guarigione Girp – L’albero del sole, l’albero della pioggia, l’albero capelluto, l’albero muro e l’albero radiale

Cap. 4

L’albero imbuto, l’albero piramide e l’albero specchio

Cap. 5

L’albero della varietà, l’albero fuoco e l’arbusto dell’olio – Forma fisica, possedimenti terrieri e animali domestici degli uomini di Saturno

Cap. 6

Le erbe e le piante utili di Saturno – Il mais, la botte sgorgante e la zucca d’acqua vagante

Cap. 7

Ricchezza del mondo floreale di Saturno – Il colore principale non è il verde, ma il blu – Erbe curative aromatiche – L’arbusto d’oro – Piante metalliche – Fiori di prato che cambiano forma – Muschio d’alghe profumato – Monti e valli di Saturno

Cap. 8

La pianta nave “Chaiaba” – Il suo frutto: una nave

Cap. 9

Ancora notizie sulla nave-pianta – Costituzione dei fiumi di Saturno e il loro regolare deflusso  – La costituzione della calotta di Saturno e di tutti gli altri corpi mondiali – Ricchezza di forme della creazione

Cap. 10

Il fiume d’oriente e i suoi residenti nelle immense abitazioni-albero – La forza di volontà per dominare la natura e la capacità di comunicare col mondo spirituale – Alcuni contatti con spiriti provenienti dalla Terra

Cap. 11

Splendido paesaggio rivierasco delle zone fluviali – Il fiume verso nord, quello dell’ovest, quello del sud

Cap. 12

I laghi e i loro splendidi paesaggi con la densa popolazione rivierasca – I collegamenti con i fiumi e con gli altri laghi – Stupende formazioni coniche al centro dei laghi come luoghi di divertimento – La navigazione con i cigni

Cap. 13

La caratteristica riva del mare con il pericolo delle mareggiate – Luna e anello come smorzatori del flusso e riflusso – La catena alimentare microscopica in mare – La conchiglia gigante azzurra

Cap. 14

La lumaca-pertica, la lumaca-piramide, la lumaca-disco – Dimensioni e utilità delle tre specie

Cap. 15

La lumaca-settuplice – Proporzioni di peso su Saturno

Cap. 16

La gigantesca, luminosa lumaca-raggiante – La sua emersione durante le tempeste marine

Cap. 17

Altre notizie sugli animali acquatici e sullo sviluppo animico delle classi – L’immenso Bisorhiohiohio a forma di balena

Cap. 18

La stella volante, la farfalla gigante Com e l’uso delle sue ali

Cap. 19

Animali volanti della specie come i pipistrelli – La mucca volante e il nastro volante – Il commercio di ornamenti su Saturno

Cap. 20

L’infinità di animali volanti anche senza piume – La gallina acquatica, l’enorme Behor e il messaggero celeste, quale allegro cantore mattutino – Canti e musica degli abitanti di Saturno

Cap. 21

Gli uccelli cantori dei fiumi e dei laghi, maestri della melodia – L’uccello a due teste, quale ‘promotore di pace’

Cap. 22

La gallina domestica, la palla dorata e l’oca dal lungo collo

Cap. 23

Tra i mammiferi più importanti il più grande e il Mud – Insegnamenti dei saggi sul Mud e il fine della sua esistenza

Cap. 24

L’elefante Sisterkihi – Come viene cacciato questo animale e lo scopo della sua esistenza

Cap. 25

L’orso azzurro Ihur – La sua conformazione, il carattere e il modo di nutrirsi lo rendono utile come coltivatore del terreno

Cap. 26

Il leone di Saturno, Horud, serve per la caccia e per tagliare gli alberi – La caccia ai piccoli

Cap. 27

L’antilope Zigst o ‘piede appuntito’ – Lo scopo della sua esistenza e il perché sulla creazione – A che scopo la caccia allo Zigst? – L’imbroglio dei rimedi misteriosi

Cap. 28

Il Bauor con il braccio-coda e l’occhio-arma – La caccia a questo animale per la sua pelle come mantello per i patriarchi

Cap. 29

Sull’armonia dei corpi mondiali ed esempi dell’arte tonica – Insegnamenti sulla dottrina dei toni nella Creazione – Concordanza tra il mondo degli animali di Saturno e quelli della Terra

Cap. 30

Tra gli animali domestici di Saturno la mucca Buka è l’animale più utile in assoluto

Cap. 31

La capra azzurra il cui latte viene barattato e la lana utilizzata – La festa di ringraziamento per la capra – Collegamento degli abitanti di Saturno con il mondo spirituale

Cap. 32

Il Fur, servitore domestico, simile all’Orangutan – Il cane di Saturno domestico, cavalli, pecore ed altri animali allo stato brado

Cap. 33

Gli uomini di Saturno –  Loro discendenza, densità di popolazione, abitazioni e modo di vita

Cap. 34

Ordinamenti familiari di una grande famiglia – Preparazione delle abitazioni e di un nuovo tempio dopo una migrazione – La massima legge sul possesso – L’amore per il prossimo è la base di vita degli uomini di Saturno

Cap. 35

La principale legge di vita: agire secondo la Volontà di Dio – Trattamento dei trasgressori

Cap. 36

Lavorazione dei metalli e altre attività artigianali – Il vero liberismo dell’amore per il prossimo nel commercio e nei traffici

Cap. 37

Produzione del tessuto per un abbigliamento nell’ordine naturale – Uso non adulterato dei prodotti naturali

Cap. 38

Struttura fisica dell’uomo, della donna e dei bambini – Concepimento, gravidanza e nascita

Cap. 39

La visione di Dio degli anziani di Saturno – Essi nutrono un’immensa venerazione a Dio, più che amore, e sono a conoscenza della Sua incarnazione

Cap. 40

Gli ordinamenti: divieto di insuperbirsi, cura della pulizia, timore delle cose morte – Veloce dissolvimento dei cadaveri e istruzioni dagli spiriti dei defunti – Celebrazione del matrimonio

Cap. 41

Perché gli abitanti della valle visitano i monti – L’accoglienza da parte dei montanari, sottomettendosi alle loro regole e indicazioni – Norme per i matrimoni

Cap. 42

Sulla religione spirituale-interiore – La festa della domenica con la benedizione dei neonati e il pasto nel tempio – La predica dell’anziano, sostenuta dal concedere la visione spirituale ai più

Cap. 43

Il giorno di festa vissuto nella preghiera, nell’armonia e nell’osservazione della natura – Comunicazioni con gli spiriti e la visita celata del Signore stesso

Cap. 44

L’essenza spirituale nello spirito della religione di Saturno – Rinascita spirituale attraverso l’ammaestramento e l’applicazione

Cap. 45

Più approfondite informazioni sulla via per la rinascita per divenire uno con Dio

Cap. 46

Sulla vita degli abitanti delle pianure – Le loro dimore, le costruzioni e il loro temperamento più mondano

Inserto

Spiegazione su Saturno

Cap. 47

Uso del baratto e severità per i disonesti – Modo di vita, matrimonio, procreazione e sepoltura, diversi in pianura

Cap. 48

L’estesa regione nordica e meridionale polare di Saturno – L’enorme gelo quale prigione degli spiriti primordiali del pianeta

Cap. 49

L’anello di Saturno costituito come un pianeta – La sua rotazione intorno all’asse e la sua funzione

Cap. 50

Ancora sul molteplice scopo dei tre anelli con l’esempio della preparazione del vetro – Gli abitanti dell’anello di materia sottile per una successiva evoluzione animica  Fauna assente, ma alberi da frutto spontanei

Cap. 51

Le lune di Saturno, presentano tutte la stessa faccia al pianeta – Le lune come scuola di vita spirituale – Conclusione: lo scopo di tutta questa Rivelazione

 

 

 

 

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[1] Il miglio geografico, o miglio d’equatore, è pari alla lunghezza dell’arco d’equatore corrispondente a un minuto d’arco (oppure minuto primo, che è un’unità di misura degli angoli piani) di longitudine. Poiché, però, la lunghezza dei meridiani varia dall’Equatore ai Poli, esistono notevoli differenze tra i valori impiegati nelle differenti nazioni. Esso corrisponde all’incirca a 1.855,325 metri. Tuttavia, poiché la rivelazione è data in lingua tedesca, occorre fare riferimento al miglio tedesco, che, come già verificato in altre opere, è di 7,42 km.

[2] Un termine simile il Signore lo aveva già utilizzato nella comunicazione dell’Opera “Il Governo della Famiglia di Dio” al vol. 1 cap.14,4.

[3]  Ad un confronto con l’annotazione al cap. 38,11, si evince che ‘probabilmente’, il numero 135 dovrebbe essere 115 piedi, e quindi la misura max dell’uomo sarebbe di 36 metri e non 42.

[4] Flusso e riflusso, ovvero le maree: sul concetto delle maree, scaturito da una domanda degli amici di Lorber, fu donata una comunicazione in due dettati del 1840 poi pubblicata in “Testimonianze dalla natura” al cap. 26.

[5] Riguardo a questa spiegazione dell’accumulo inusuale di acque su Saturno, ciò non potrebbe avvenire sulla Terra, poiché la gravità è notevolmente diversa. Vedi una breve spiegazione su questo al cap. 33,10.

[6] Una frase simile, espressa così, di certo non avrebbe mai potuto far immaginare a Lorber e ai suoi amici che solo pochi mesi dopo la conclusione dei dettati su Saturno, essi avrebbero ricevuto la meravigliosa opera sul “Sole naturale” e poi quella sul “Sole spirituale”.