Rivelazioni
nel 1841/1842 al mistico e profeta
Jakob Lorber
Uno dei pianeti più belli del nostro
sistema solare presentato meticolosamente nel suo aspetto. Quest’opera è frutto
di una domanda, e il dettato, agli occhi del lettore, svela un mondo
paradisiaco, e gli fa capire quanto amore c’è nel Creatore ad aver inventato le
meraviglie più sublimi già nella creazione di un pianeta, dove la vita del
regno vegetale e quello animale e quello degli abitanti è talmente
meravigliosa, che la vita sulla nostra Terra sembra all’opposto quella di un
inferno.
SATURNO
Traduzione
dall’originale tedesco "Der Saturn” dalla 4a.
edizione tedesca 1969
Traduzione di
Salvatore Piacentini (1932)
Revisione a cura
della Associazione Jakob Lorber (1997)
Edizione con
immagini a colori ideata da Giuseppe
Vesco (2007)
Disegni di Chiara Baruzzo e Cinzia Preo
Il testo in PDF può essere
scaricato sul sito: www.jakoblorber.it
– in questa
pagina: Libri in PDF
“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e
l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber
e.V.,
D-74321 Bietigheim/Wuertt.,
per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”
Questa edizione in *.html è a
cura del gruppo: “Amici della nuova Luce”
ISBN 978-88-88984-30-8
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Caratteristiche
del pianeta
-
significato
spirituale del nome Saturno: ‘Riposo’
oppure ‘Oziosità planetaria’
-
orbita
ellittica: min: 1392.875.870 Km – med: 1.476.462.289 km – max:
1.560.048.707
-
diametro:
128.091 km
-
circonferenza:
404.516 km
-
rivoluzione: 29 anni e 164-166 giorni terrestri
-
diametro
anello: 296.845 km
-
spazio
tra i due aelli: 4844
km
-
larghezza
anello piccolo esterno: 10.017 km
-
larghezza
anello grande interno: 28567 km
-
spessore
anello esterno: 964 km
-
spessore
anello interno: 2820 km
-
anello
interno con tre fenditure da 148-222 km
-
1° luna: Diametro = 890 km / distanza dal
pianeta (L) = 221.412 km
-
2° luna: D = 1.780 km / L =
300.628 km
-
3° luna D = 4.942 km / L =
448.910 km
-
4° luna D = 4.964 km / L =
652.366 km
-
5° luna D = 5.669 km / L = 1.409.800
km
-
6° luna D = 6.678 km / L =
2.061.870 km
-
7° luna D = 8.310 km / L =
2.678.026 km
-
diametro
atmosfera: 742.000 km
-
un anno
di Saturno = 30 anni sulla Terra
-
Altezza
della donna 25-28 metri
-
Altezza
dell’uomo 30-42 metri
-
Civiltà
dell’uomo iniziata circa un milione di anni prima che sulla Terra
(Scrivente: Andr.
H. – Il servitore di Dio, Jakob Lorber, dettava. –
Con questo dettato cominciò la grande comunicazione sulla natura e destinazione
del pianeta Saturno appartenente al nostro sistema solare e sulla vita del
mondo vegetale, animale ed umana che si trova su questo grande corpo mondiale.
Questa descrizione si ampliò in 51 singoli dettati per più di un anno fino al
29 luglio 1842.)
Il vero nome
di Saturno
Piano di
esposizione di questa descrizione
Grandezze
del pianeta, del duplice anello, delle lune
5 luglio
1841
pomeriggio dalle 16,30 alle 19,30 di
sera
1) Per farsi un concetto chiaro di questo corpo mondiale
che voi chiamate Saturno, mentre il suo vero nome significa propriamente “Riposo” oppure “Oziosità
planetaria”, è anzitutto necessario conoscere la sua sfera naturale, la
sua distanza dal Sole e la sua grandezza, come pure quella delle sue lune, la
sua costituzione, i suoi abitanti sia sul pianeta come tale, sia sui suoi
anelli e sulle sue lune, la sua molteplice flora in rapporto alle condizioni
climatiche quanto mai varie, e così pure anche la totalità della fauna su
questo pianeta, nonché sui rispettivi anelli e lune.
2)
Quando tutto ciò sarà conosciuto, solo allora si potrà fare luce sulla storia
di questo pianeta, sulla sua costituzione e disposizione interiore, sui
rapporti di polarità con altri pianeti, ed infine sulla sua sfera spirituale.
3)
Per quanto concerne la sua distanza dal Sole, la cosa si può considerare da tre
punti di vista, e ciò per il fatto che, come vi è già noto, nessun pianeta
percorre intorno al Sole un’orbita perfettamente circolare, bensì esso si muove
lungo una linea di forma ovale, cosicché allora il Sole, rispetto all’orbita di
un pianeta, viene a trovarsi esattamente nella situazione come se voi prendeste
un uovo e lo teneste con l’estremità più ottusa all’ingiù e quella più appuntita
all’insù, nel qual caso il tuorlo non si trova nel centro preciso dell’intero
uovo, bensì di gran lunga più vicino alla punta inferiore. Nel nostro caso il
centro del tuorlo rappresenta il Sole, e la linea del guscio bianco l’orbita
del pianeta. Se voi ora misurate le distanze fra questa linea e il centro del
Sole nel tuorlo, giungerete alla seguente constatazione: che la parte inferiore
dell’orbita è la più vicina al centro del Sole, la zona centrale si trova ad
una distanza media, mentre la parte superiore, più appuntita, viene certamente
a trovarsi alla massima distanza dal centro. Vedete, così stanno le cose anche
riguardo all’ampia orbita di questo nostro pianeta. Quando esso viene a
trovarsi, per dir così, nel punto più basso, la sua distanza dal Sole è di
187.719.120 miglia geografiche[1]
(1.392.875.870 km). Se si trova su uno dei due lati allungati dell’orbita, la distanza è in
media di 198.984.136 miglia geografiche (1.476.462.289
km); quando infine si trova nel punto alto, tale
distanza è di 210.249.152 miglia geografiche (1.560.048.707
km) dal centro
solare, distanza questa che è anche la massima.
4)
Tali distanze, però, voi non dovete considerarle rispetto alla vostra Terra, ma
solo rispetto al Sole, perché la distanza della Terra, in rapporto a questo
secondo pianeta, può variare di molto, e precisamente in modo tale che questi
due corpi mondiali possono spesso sia avvicinarsi tra di loro fino ad un
milione di miglia geografiche e più, sia anche allontanarsi l’uno dall’altro,
poiché, qualora avvenga che ambedue i pianeti si trovino da una medesima parte
rispetto al Sole e cioè ambedue in vicinanza del Sole, allora essi vengono a
stare fra di loro di gran lunga più vicini che non quando si trovano fra di
loro, per dir così, in opposizione, quando cioè può accadere che Saturno si
trovi alla massima distanza dal Sole, mentre invece la Terra nella vicinanza
massima a questo; allora il divario è non più solo di un milione, ma spesso dai
due ai tre milioni di miglia. La cifra della distanza è espressa qui in maniera
imprecisa, dato che nessun pianeta circola con esattezza matematica sempre ad
una determinata distanza dal Sole, bensì qualche anno se ne allontana di più ed
altre volte, invece, nuovamente gli si avvicina di più. Da questa maggiore o
minore vicinanza dipendono poi anche le variazioni della temperatura, e voi, a
questo riguardo, potete ammettere con sicurezza che su 77 giri intorno al Sole,
non ce ne sono neanche due che siano perfettamente uguali per quanto concerne
la distanza.
5) E
ora, considerato che l’argomento delle distanze è esaurito, passeremo ancora a
determinare il diametro di questo pianeta, la sua circonferenza, la sua
superficie in miglia quadrate e il suo volume in miglia cubiche.
6)
Per quanto riguarda il diametro, esso è di 17.263 m.g.
(128.091 km) ,
poiché quello della Terra non misura che 1.719 m.g. (12.754 km), voi
potete farvi una idea, con tutta facilità, di quanto questo pianeta sia più
grande della Terra. La sua circonferenza massima è di 54.517 m.g. (404.516 km). In quanto alla sua superficie, questa è di 936.530.820 miglia quadrate.
Il volume poi è di 2.757.547.946.775 miglia cubiche. Date queste dimensioni,
questo pianeta risulta dunque essere, in cifra tonda, quasi esattamente 1.037
volte più grande della Terra. A percorrere la sua orbita intorno al Sole esso
impiega 29 anni, da 164 a 166 giorni, 2 ore e 2 secondi.
7)
Così dunque risulta definito sotto ogni aspetto quanto ha a che fare con i
numeri riguardo al pianeta stesso. Ma siccome questo pianeta possiede ancora
intorno a sé un doppio anello, dobbiamo fissare con i numeri anche le
dimensioni di questo.
8) Il diametro di tutto l’anello è di 40.006 m.g (296.845 km). Ma, dato che l’anello è formato veramente da due anelli, la distanza dalla superficie dell’anello interno fino alla superficie interna dell’anello esterno ammonta a 545 m.g. (4844 km – il vuoto tra i due anelli). La larghezza dell’anello esterno, dall’esterno all’interno, è di 1.350 m.g. (10.017 km) e la larghezza dell’anello interno, misurato nello stesso modo, è di 3.850 m.g. (28.567 km) Siccome però questo anello (tanto l’esterno che l’interno) è di forma ovale, cioè, se si volesse tagliarne la sezione, essa avrebbe una forma ovale, il diametro dell’ovale misurato dal punto della massima ampiezza della cintura, quale espressione dello spessore dell’anello, e precisamente di quello esterno, è di 130 m.g. (964 km) e 380 m.g. per quello interno (2.820 km). L’anello interno ha per altro in sé pure tre semi-fenditure, ciascuna delle quali misura da 20 a 30 miglia geografiche (148-222 km). Sono chiamate semi-fenditure per la ragione che non corrono ugualmente lungo tutto lo sviluppo del secondo anello e perciò non lo suddividono così completamente come l’anello esterno è separato da quello interno, bensì queste tre semi-fenditure sono riempite di tante ellissi che hanno un diametro tale, per cui, per effetto di queste ellissi che si trovano fra l’una e l’altra suddivisione, i tre anelli interni non costituiscono in realtà che un anello solo. Nella zona delle fenditure si trova quindi, lungo tutto lo sviluppo dell’anello, uno spazio libero come una piramide curvata verso di loro, sia dal basso verso l’alto che viceversa. Queste ellissi, situate in fila l’una accanto all’altra in tali tre fenditure, hanno già fatto sorgere in più di un astronomo dalla vista acuta l’erronea opinione che questo anello fosse composto esclusivamente di moltissime lune, perché esso, visto attraverso i forti telescopi, ha l’aspetto come di un cosiddetto rosario, il quale è formato appunto anch’esso da tante palline, e non da rose.
9)
Per quanto concerne le ulteriori caratteristiche dell’anello, come già detto,
l’argomento verrà fatto oggetto di spiegazioni più tardi e perciò ora daremo
ancora uno sguardo ai satelliti di questo pianeta.
10)
Intorno a questo pianeta circolano sette lune di varia grandezza e a varie
distanze da esso.
- La prima, la più vicina e nello stesso tempo
la più piccola, non misura che 120 miglia di diametro (890 km) e dista dal pianeta 29.840 m.g. (221.412 km - la distanza va certo intesa come distanza media).
- La seconda ha un diametro di 240 m.g. (1.780 km) e dista dal pianeta 40.516 m.g (300.628 km).
- La terza ha 666 m.g.
di diametro (4.942 km) ed è
situata a 60.500 m.g. (448.910 km) dal pianeta.
- La quarta misura 669 m.g.
(4.964 km) di
diametro ed è situata a 87.920 m.g. (652.366 km) dal
pianeta.
- La quinta luna ha un diametro di 764 m.g. (5.669 km) distando dal pianeta 190.000 miglia (1.409.800
km).
- La sesta ha 900 m.g.
(6.678 km) di
diametro e si trova a 277.880 miglia (2.061.870
km) dal pianeta.
- La settima luna ha un
diametro di 1.120 m.g. (8.310 km) e dista
dal pianeta 360.920 m.g (2.678.026 km).
11) Da questi dati potete facilmente già ora concludere che questo corpo
mondiale, in virtù della sua grandezza, della sua molteplice costituzione ed anche grazie alle sue sette lune, non ha una
destinazione insignificante nell’universo.
12)
Infatti, quanto più elaborata è l’opera realizzata da
un qualsiasi meccanico, tanto più svariato deve essere anche lo scopo di
un’opera simile. E così, come un meccanico ad un’opera elaborata da’ una
destinazione tanto più varia per il raggiungimento di scopi diversificati, così
anch’Io, quale il sommo Meccanico di mondi, avrò collocato un simile corpo
mondiale in modo così elaborato non senza un’importante grande destinazione nel
vasto spazio cosmico, poiché Io non ho l’abitudine di giocare nemmeno con un
pulviscolo solare, tanto meno allora con un simile corpo mondiale, come proprio
il soprannominato pianeta sarà stato creato da Me come un inutile strumento da
gioco.
13) Il
seguito di questa Rivelazione su questo corpo mondiale v’insegnerà a conoscere
la sua destinazione da un lato così grandioso, che oserete appena respirare su ciò. Infatti se già alla rivelazione sulla
Luna (“La Luna” - 1841) avete
spalancato gli occhi ed avete fatto nell’animo un gran baccano, cosa succederà allora
se percorrerete un po’, tenuti da Me per mano, questo corpo mondiale? – Sì, Io
vi dico di predisporvi a cose molto grandi, e preparate bene il vostro animo!
Poiché quasi non lo sopporterete. Dove così grandi cose vengono da Me rivelate,
là ci vogliono anche grandi animi per afferrarle e sopportarle. E quando avrete
accolto l’interezza di questo corpo mondiale, per quanto vi sarà possibile
sopportare, solo allora comincerete un po’ a comprendere che cosa dice il passo
nel Vangelo: «Nessun
occhio umano ha mai visto, nessun orecchio umano ha mai udito, e non è ancora
mai giunto nel cuore e nella mente di un uomo ciò che Dio ha preparato per
coloro che Lo amano!»
14) Ciò
che qualcuno riceve da Me, è sempre il massimo Dono del Cielo, poiché Io stesso
sono il Sommo del Cielo, come di tutti i mondi. E se Io vi voglio svelare il Cielo oppure l’inferno, allora vi giungerà
sempre sia l’una che l’altra cosa per la massima beatitudine. Poiché qualsiasi
cosa dica la Mia Parola, essa è comunque completamente vivente e rende
eternamente vivente colui che la riceve e l’accoglie in tutto amore,
gratitudine, umiltà e vivente fede, e quindi sommamente beato in Me già qui
come di preferenza nell’aldilà.
[indice]
La
superficie di Saturno è ricca d’acqua
Grandi
isole, enormi zone di ghiaccio ai poli, zona mediana mite sempre illuminata
Grande
atmosfera e l’anello come regolatore e riflettore
Magnificenza
delle stelle
1) E
adesso, dopo questa necessaria introduzione, possiamo già azzardarci a gettare
uno sguardo a questo pianeta.
2)
Vedete, così si presenta la superficie: la massima parte è ricoperta da acqua.
Su questo corpo mondiale non ci sono veri e propri continenti, bensì delle
isole di considerevole grandezza situate per lo più sotto la zona equatoriale,
le quali, ciascuna presa a sé è certamente più grande della vostra Europa,
dell’Asia, Africa, America ed Australia. Però, data la grandezza di questo
pianeta, non sono da considerarsi come continenti, bensì solo come isole, le
quali sono molto più distanti l’una dall’altra che non l’Asia e l’America nelle
latitudini vicino all’equatore terrestre. Senza dubbio, fra una grande isola e
l’altra si trova pure una quantità di isole minori, le quali in rapporto alle
grandi stanno come le isole della Terra rispetto ai continenti di questa.
3)
Verso i poli questo corpo mondiale è ricoperto da nevi e ghiacciai perenni,
ghiacciai che là cominciano già ad una latitudine di 40 gradi, prima che non
sulla Terra. E per quanto riguarda la vostra cosiddetta zona temperata, questa
su Saturno rappresenta già il regno delle nevi; quello poi che per voi è la
zona fredda, là è il regno dei ghiacciai perenni. La zona torrida, infine,
corrisponde su Saturno veramente soltanto alla zona temperata ed anche alla
zona più chiara e pura sulla quale ben di rado si sollevano nubi e nebbie,
mentre ambedue le altre zone giacciono perpetuamente sotto cumuli di nebbie e
di nubi.
4) E
quanto desolanti ed aspre si presentano le zone della neve e del ghiaccio sia a
nord che a sud, altrettanto serena, dolce e nitida è la zona mediana che è pure
la sola abitabile. In questa zona, dunque, si trovano ben 77 grandi isole, tra
le quali quelle di media grandezza sono più grandi delle vostre Americhe; e tuttavia ciascuna isola, tanto per quanto
riguarda la struttura quanto i prodotti, si differenzia dall’altra di gran
lunga di più che non la vostra Lapponia dalle regioni tropicali più a sud.
5)
Voi certo penserete che, ad una distanza così grande dal Sole, là vi sarà già
una oscurità abbastanza accentuata e nello stesso equatore non farà troppo
caldo; però, pensando così, cadreste in un grosso errore, perché questo
pianeta, nella proporzione in cui è più grande della Terra, possiede anche una
più forte luce propria. Inoltre, questo pianeta è circondato da un’atmosfera
mille volte più grande, che arriva a grandissima distanza dalla superficie del
pianeta, atmosfera che ha un diametro di circa 100.000 miglia (742.000 km), mentre
quella della Terra non ne misura neppure 2.000 (14.840 km) calcolate insieme al diametro della Terra. Data una
simile dimensione così straordinariamente grande del diametro dell’atmosfera di
Saturno, voi potete immaginarvi quale quantità di raggi solari sia capace di
accogliere questa immensa sfera d’aria, per poi, in linea convergente, condurli
sempre più concentrati sulla superficie del pianeta; perciò anche ai suoi
abitanti il Sole appare molto più grande che non da voi. Ed appunto perciò
all’equatore di questo pianeta il calore sarebbe insopportabile se questo non
fosse mitigato dall’anello, dato che quest’ultimo accoglie i raggi solari più
concentrati utilizzandone per sé una parte ed irradiando un’altra parte a sua
volta in tutte le regioni dello spazio. Perciò, se osservato al telescopio,
esso appare anche più brillante del pianeta stesso, mentre la sua ombra
proiettata sul pianeta esercita un’azione quanto mai benefica conferendo alla
zona torrida le caratteristiche di zona temperata.
6)
Per effetto di questo anello su questo corpo mondiale, non fa mai notte come da
voi; là è continuamente giorno a causa dell’azione diretta del Sole da un lato,
mentre sul lato opposto a causa di questa forte luce dell’anello la cui
superficie interna viene illuminata dal Sole, e a causa della luce delle lune
circolanti intorno al pianeta in svariate orbite.
7) A
questa vera luce notturna, ovvero, se a voi riesce più chiaro, a questo giorno
notturno, bisogna aggiungere ancora una terza luce e questa è la luce delle
stelle fisse, le quali, viste da questo pianeta, la cui atmosfera è pura ed
altissima, appaiono dieci volte più grandi ed hanno in proporzione tanto
maggior splendore che non da voi Venere, la stella della sera, nel suo massimo
fulgore.
8) E
ora trasportatevi in spirito su una qualunque terra della zona mediana di
questo pianeta e considerate da lì la magnificenza grandiosa del cielo
stellato! In verità, voi potete potenziare al massimo la vostra fantasia, e
tuttavia non riuscirete a farvi un’idea neanche della milionesima parte dello
spettacolo immenso che si offre là alla vista, perché là le notti sono più
chiare che non da voi di giorno. E durante il giorno stesso, all’ombra benefica
dell’anello, non mancano mai di farsi vedere le belle stelle; particolarmente a
chi sale sulle montagne, dalle quali si gode un panorama sterminato, l’effetto
della luce stellare sotto l’anello è così molteplice nello splendore dei
colori, che voi non potete farvene la minima idea.
9)
Per quanto riguarda le ulteriori particolarità delle regioni di questa zona
mediana, le montagne e i fiumi, la vegetazione, la fauna e gli uomini, tutto
ciò vi sarà fatto conoscere durante la prossima comunicazione. Per oggi intanto
accontentatevi di quanto vi è stato dato e rifletteteci sopra, allora troverete
in ciò una grande porzione della quale il vostro spirito può e deve ricavare un
buon nutrimento. Tutto il rimanente, come già detto, vi verrà dato
prossimamente in quantità sovrabbondante al massimo, naturalmente fino a dove
potrà essere accessibile al vostro intelletto; però voi dovete applicarvi
grandemente ed intendere tutto ciò, perché il materiale che verrà accumulandosi
sarà piuttosto considerevole; perciò, come già accennato, siate diligenti. Per
oggi, amen!
[indice]
La terra Herrifa con il monte della guarigione Girp
L’albero del
sole, l’albero della pioggia, l’albero capelluto, l’albero muro e l’albero
radiale
1)
Dunque, per ciò che riguarda i paesi e la loro struttura, è da notare che essi,
come già detto in principio, si differenziano talmente, tanto l’uno dall’altro,
sia nella forma che nella costruzione interiore, sia perfino nelle piante e
negli animali, nelle acque, nei metalli e nelle pietre, che non si può trovare
in nessun punto del pianeta un paese che assomigli in qualcosa ad un altro. Di
uguale in tutti i paesi non vi è che l’essere umano e l’aria che circonda il
pianeta; tutto il resto si presenta con la massima varietà.
2) E
così considereremo subito un paese che là viene chiamato Herrifa.
3) In
quanto ad estensione, questo paese è più grande della vostra Asia, Europa ed
Africa prese assieme, e precisamente così come se il cosiddetto mare
Mediterraneo situato fra queste parti del vostro mondo fosse anch’esso terreno
asciutto. Questo paese giace un po’ obliquamente sull’equatore del pianeta e il
suo contorno esteriore somiglia circa a quello di un uovo alquanto allungato.
4)
Esso è il paese nel quale si trovano le montagne più alte, e nel suo complesso
è più montuoso di tutti gli altri paesi. La sua montagna più alta viene
chiamata da quegli abitanti Girp
e, secondo le vostre misure, raggiunge l’altezza di 243.150 piedi (74.112 m), ma
nonostante ciò, questa montagna è ricoperta fino alla sua massima vetta
dappertutto di erba e da altre pianticelle molto profumate. Da ogni parte essa
non è affatto ripida in nessun punto e invece ha dolcissimi pendii; perciò
quegli abitanti possono salirvi senza nessuna fatica e con la massima facilità
come voi salite sulla vostra cosiddetta “Hochplatte”. Questa montagna è nello stesso tempo anche
la farmacia di tutti gli abitanti e così pure degli animali di questo paese, perché,
come già osservato, là si trovano le erbe più profumate, e quindi ciascuno è in
grado di trovarvi l’erbetta curativa per qualunque malattia. Per tale ragione,
anche questa montagna, con le regioni circostanti che insieme occupano una
superficie di oltre 100.000 miglia quadrate (5.497.711 kmq), è la parte maggiormente popolata
di questo paese.
5)
Per passare ora agli alberi, va osservato che qui non se ne trovano che di
dieci specie; però ciascuna specie è così costituita che non porta frutto
solamente una o due volte all’anno come i vostri alberi, bensì fiori e frutta
mature sono sempre presenti qui.
6)
Fra gli alberi si distingue particolarmente il cosiddetto ‘albero del Sole’ che là viene chiamato “Gliuba”. Questo albero raggiunge spesso
un’altezza di più di 100 tese (190 m); il suo tronco è qualche volta così grosso, che cento dei vostri uomini
non arriverebbero ad abbracciarlo. E, secondo il vostro sistema di misurare,
non di rado i suoi rami si estendono fino a una distanza di un quarto d’ora di
cammino dal tronco. Per evitare che possano spezzarsi a causa del peso, questi
rami, nella loro parte inferiore, spingono fuori verticalmente dei rami di
sostegno fin sul terreno nello stesso modo come l’albero terrestre che voi
denominate Bahahania[2]
(albero del pane), rami che,
quando sono ben cresciuti, offrono l’aspetto di un bellissimo colonnato. Questi
rami di sostegno scendono a terra perfino dai rami più alti, in modo che,
quando un simile albero è nel suo pieno sviluppo, assomiglia ad un piccolo
monte di basalto sulla vostra Terra, con la differenza soltanto che fra i rami
di sostegno, scendenti perpendicolarmente a terra, rimane sempre tanto spazio
libero da poter accostarsi da tutte le parti con la massima comodità al tronco.
7)
Una foglia di questo albero è così grande che qui sulla Terra un vetturino
potrebbe coprire interamente con essa la sua carrozza, per quanto grande
potesse essere; il suo colore è azzurro come le penne di pavone; la sua foglia
stessa è ornata di bellissimi disegni e mantiene la sua freschezza e il suo
colore perfino quando è secca, uno stato questo che somiglia a quello di una
foglia matura sulla vostra Terra quando cade dall’albero, ciò che certo avviene
anche su Saturno, con la sola differenza però che su quest’ultimo pianeta un
simile albero non appare mai spoglio di foglie, bensì, quando una qualche foglia
matura cade a terra, in un altro ne cresce un’altra in sostituzione di quella
caduta. Gli abitanti del menzionato paese raccolgono queste foglie e,
considerato che esse sono molto resistenti e non si lacerano tanto facilmente,
vengono adoperate per confezionare una specie di sopravvesti che riescono molto
eleganti e che rappresentano per quegli abitanti ciò che sono per voi i
mantelli. Tali vestiti possono essere portate benissimo anche sulla pelle nuda,
poiché sono molto soffici e morbidi; la superficie di queste foglie, infatti,
non è così liscia come quella di alcune foglie dei vostri alberi, bensì ha
l’aspetto del vostro velluto. Queste foglie, quando sono esposte alla luce del
Sole, offrono all’occhio una varietà meravigliosa di colori, all’incirca così
come le penne della coda di uno dei vostri pavoni; solamente i colori di tali
foglie sono più marcati e più brillanti di quelli delle penne di pavone. Quando
essa è sbocciata da poco, appare come d’oro brunito ricoperto da un lieve
strato di azzurro chiaro.
8) “Ma quale aspetto ha ora il fiore di questo
albero?”. – Trattandosi del fiore si potrebbe senz’altro ribadire
l’asserzione: «Salomone
in tutta la sua maestà reale non era così vestito come lo è questo fiore per
sua natura». Il fiore di quest’albero assomiglia più di tutto alla
vostra rosa con la differenza soltanto che questa rosa di Saturno non è ripiena
di petali, bensì forma un ampio calice all’incirca come le rose selvatiche
delle vostre siepi. I petali sono interamente di color rosso chiaro ed ogni
fiore porta trenta di questi petali, grandi ciascuno all’incirca quanto un
vostro foglio di carta di gran formato. L’orlo dei petali è listato di color
oro che trapassa sempre più nel rosso scuro quanto più va verso l’interno del
calice. Dal mezzo del calice sporgono due filamenti, grossi quanto un braccio
d’uomo e lunghi qualche tesa, i quali sono perfettamente trasparenti ed hanno
l’aspetto come da voi i ghiaccioli durante l’inverno. Nel punto, dove nei
vostri fiori lo stame termina solitamente con la cosiddetta antera, questi due
filamenti finiscono in due caratteristici fiori, i quali risplendono come
fossero di fiamma, e precisamente l’uno di color verdognolo e l’altro rosso;
tuttavia questo rosso appare molto più chiaro di quello del fiore vero e
proprio. Il fiore, ovverosia i petali diffondono un profumo quanto mai
delizioso ed i petali, come pure i filamenti vengono accuratamente raccolti
dagli abitanti; i petali vengono adoperati poi come un medicamento
corroborante, i filamenti invece servono agli abitanti da cibo preferito.
9)
Tale è l’aspetto di questo fiore! Ma che frutto si sviluppa da esso? – Qui sarà
un po’ difficile raffigurarvelo con tutta precisione, dato che sulla vostra
Terra non esiste qualcosa di simile. Tuttavia affinché possiate formarvene una
qualche idea, immaginatevi un lungo fusto a sezione esagonale, grosso come un
braccio d’uomo e di color rosso infuocato, il quale termina in molti altri
fusti. Alla base invece dove esso è attaccato al ramo, finisce in un grosso nodo
il quale però, alla distanza di due palmi dal tronco, va trasformandosi nel
fusto prima indicato. Da questo fusto pende un frutto nodoso così grande che
quattro uomini terrestri, anche robustissimi, avrebbero un bel da fare a
portarlo. All’interno di questo frutto nodoso si trova un piccolo seme
insignificante, grande quanto una vostra noce, di color verde e duro come la
pietra. La polpa di questo frutto ha il preciso sapore che vi rivelerebbe il
palato qualora mangiaste pane e mandorle un po’ zuccherato. Però ciascuno dei
nodi che si trovano in uno di questi frutti nodosi è cavo e riempito a metà di
un succo dal sapore uguale a quello del vostro migliore idromele. Riguardo al
colore di questo succo, esso è giallo come presso di voi lo è un buon vino vecchio.
La polpa del frutto è bianchiccia; la buccia esterna del frutto appare invece
di color grigio, talvolta anche di una tinta argentata smorta.
10)
Tutti i bisogni degli uomini che vivono sotto ad un simile albero vengono
soddisfatti ed essi non possiedono alcun altro fondo o appezzamenti, bensì il
loro possesso è costituito appunto da un simile albero il quale non perisce, ma
cresce invece continuamente, e precisamente più in larghezza che in altezza. –
E qui adesso si domanda: “Considerato che
questo albero cresce fino ad una tale altezza, come vi si può salire su da ogni
parte per cogliere la frutta?”. Vedete, si provvede anche a ciò! Tanto il
tronco, quanto ciascun ramo è munito a destra e a sinistra di certe sporgenze
spinose, per mezzo delle quali sia il tronco che i rami assumono l’aspetto di
ciò che voi chiamate una scala a pioli, mediante i quali, senza il benché
minimo pericolo, essi possono salire fino alla massima cima dell’albero, nonché
montare sui rami più distanti dal tronco. E se anche qualcuno scivolasse o
cadesse, non ne riporterebbe affatto alcun danno, perché sia gli uomini che gli
animali possono su questo pianeta, nel caso di estremo bisogno, mantenersi
liberamente per un po’ di tempo nell’aria. Perciò per divertirsi possono
saltare giù volontariamente perfino dalla cima più alta dell’albero, esercizio
questo che viene praticato non di rado particolarmente dai giovani. Che una
simile cosa sia là possibile, lo potete arguire con discreta facilità se
considerate che l’anello distante qualche migliaio di miglia divide la forza
d’attrazione fra esso e il pianeta, in modo che il rapporto viene a stare come
1 a 3/5. Se a questo rapporto citato per chiarire la cosa si aggiunge ancora
una particolare e opportuna disposizione organica, questa differenza viene
facilmente eliminata e l’uomo viene messo in grado di mantenersi liberamente
nell’aria per un tempo considerevole.
11)
Così noi avremmo imparato a conoscere una specie di albero, e quindi ce ne
rimangono ancora nove da esaminare, che di per sé non sono però di tanta
importanza e utilità agli uomini, bensì agli animali di quel pianeta,
particolarmente a quelli che somigliano ai vostri uccelli.
12)
Specialmente degno di nota, in quanto è destinato a servire anche all’uomo, è
il cosiddetto ‘albero della pioggia’ che là
viene chiamato “Briura”.
Questo albero, come i vostri abeti, non ha che un tronco, il quale non di rado
raggiunge l’altezza di 40 tese (297
m) ed è spesso grosso quanto uno dei vostri campanili di
media grandezza. Anch’esso stende i suoi rami molto lontano e quasi nello
stesso ordine come da voi l’abete. Le sue foglie però non sono altro che
tubetti di color verde biancastro dai quali stilla continuamente l’acqua più
pura. Per questo motivo gli uomini scavano intorno ad un simile albero una
specie di bacino del diametro di 100 tese (742
m), ciò che dà all’albero l’apparenza di essere
collocato in mezzo ad un grande stagno. Nondimeno, questi bacini essi li
costruiscono allo scopo di raccogliere l’acqua che cola abbondantemente da tali
alberi, in modo che serva a loro e ai loro pochi animali domestici.
13) A
questo punto voi domanderete: “Non ci
sono su quel pianeta, particolarmente nelle regioni montuose, delle sorgenti
come se ne trovano nelle nostre montagne?”. Ed Io vi rispondo che anche là
di sorgenti ce ne sono in grande quantità; alcune di queste danno tanta acqua
che al paragone la vostra Mur (fiume della Stiria) dovrebbe andare a nascondersi,
solo che quest’acqua di sorgente non viene adoperata dagli abitanti di Saturno
perché troppo grezza. L’acqua dell’albero rappresenta invece per loro qualcosa
di purificato e di cotto; per la qual cosa ne fanno uso in qualsiasi faccenda
richieda impiego dell’acqua, perché essi dicono così: “L’acqua di sorgente è fatta soltanto per gli animali acquatici e per
abbeverare il terreno, ma per gli uomini e per gli animali più nobili il grande
Dio ha creato un apposito albero affinché fornisca un’acqua già ben preparata”.
14)
Ecco, questa è una seconda specie d’albero, specie che, certamente in stato
molto più imperfetto, si trova qua e là sulla vostra Terra particolarmente
nelle zone tropicali.
15)
Dopo di questo albero sarebbe da notare il ‘bianco albero capelluto’ che su Saturno si
chiama “Kiup”.
Anche quest’albero ha un tronco diritto che non di rado arriva a 30 tese di
altezza ed è in proporzione anche grosso a sezione perfettamente rotonda. Esso non
ha rami, bensì dalla cima del tronco cresce una specie di filamenti
bianco-argentei i quali, essendo molto abbondanti, formano come un grandissimo
ciuffo. Questi capelli ovvero fili pendono spesso fino alla metà del tronco e
lo circondano fino ad uno spessore di parecchie tese. Quando spira vento, come
del resto anche quando l’aria è calma, questi alberi offrono uno spettacolo
immensamente bello e allora un bosco di questi alberi dà l’impressione come se
gli alberi stessi fossero del tutto coperti di neve. I fili che cadono a terra
vengono raccolti con ogni cura dagli uomini che ne intessono una specie di
tela, la quale è molto elastica, soffice e durevole. Questa è più o meno tutta
l’utilità che quegli esseri umani traggono da un simile albero.
16)
Dopo di questo, è da notare il cosiddetto ‘albero muro, chiamato là “Brak”.
Quest’albero non trova riscontro in nessun albero della vostra Terra, perché là
esso cresce come una parete rosso-dorata fuori dal terreno, e precisamente,
all’inizio, in tanti tronchi rotondi collocati in una linea, i quali però
successivamente presto si serrano in maniera così stretta l’uno all’altro in
modo da formare un’unica parete. Una parete di questo genere raggiunge non di
rado una lunghezza di parecchie centinaia di tese (1 tesa = 1,9 m) ed un’altezza talvolta dalle venti
alle venticinque tese (40÷50 m). La parete non ha rami principali, né secondari, né foglie; invece il
margine superiore di questo albero si presenta come una spalliera spessa, di
tinta azzurro-verdognola, le cui foglie non sono dissimili da quelle dei vostri
platani. Dal mezzo di questa spalliera sporgono spesso, fino ad una discreta
altezza, dei ramoscelli appuntiti che portano fiori ed anche il frutto vero e
proprio. Tuttavia il frutto non serve da cibo all’uomo, bensì solamente agli
uccelli e consiste in una specie di bacca di color rossiccio e di forma
allungata; i fiori che cadono vengono però raccolti dagli uomini, che ne
colmano dei sacchi sui quali essi sono soliti coricarsi per riposare a causa
del profumo ristoratore che emanano. Un bosco di simili alberi somiglia spesso
ad un immenso labirinto e, quando gli uomini vi si recano per raccogliere i
fiori, fanno qua e là dei segni per non smarrirsi e poter far ritorno alle loro
dimore. Particolarmente bello si presenta un simile raggruppamento di alberi
quando esso è illuminato dal Sole; quando cioè la parete riflette fortemente la
luce, così come farebbe da voi una superficie dorata.
*
17)
Da notarsi ancora è il cosiddetto ‘albero radiale’, chiamato “Bruda”.
Quest’albero è tutto di colore giallo ed ha un tronco diritto dal quale si
dipartono soltanto a destra e a sinistra dei rami e ramoscelli sempre in linea
retta. (La parte inferiore dei rami possiede una corta peluria bianca; la
parte superiore invece rimane nuda). Le parti inferiori dei rami possiedono
una specie di stelle, dall’aspetto verdastro, le quali abbastanza regolarmente
finiscono in sei punte. Su ciascuna punta cresce un piccolo fiore blu
somigliante alle vostre campanule, ad esso poi segue un frutto di colore rosso
simile alle coccole di certi vostri arbusti da siepe.
18)
Se volete farvi un’idea discretamente esatta di quest’albero, pensate ad un
cosiddetto ostensorio, con la sola differenza che l’albero in questione
costituisce un ostensorio proporzionatamente gigantesco. Da parte degli
abitanti non viene utilizzato quasi niente di quest’albero, bensì esso serve
loro unicamente per formare degli incantevoli viali.
19)
Per quanto concerne gli altri alberi, nonché qualche altra pianta di specie
particolarmente notevole, tutto ciò vi verrà esposto dettagliatamente come finora
nella prossima comunicazione, quindi per oggi Amen!
[indice]
L’albero
imbuto, l’albero piramide e l’albero specchio
1)
Come sesta specie fra gli alberi si deve nominare il cosiddetto ‘albero imbuto’,
chiamato “Kibra”.
Quest’albero ha un tronco dal diametro di circa tre tese (6 m) ed ha anch’esso una corteccia
molto liscia di colore azzurrastro. Alla sommità del tronco, alto all’incirca
20 tese (40 m) e in ogni
suo punto ugualmente grosso, si dipartono in tutte le direzioni, con un angolo
di 45 gradi secondo il vostro modo di calcolare, dei rami diritti, lunghi 10
tese (20 m). Questi
rami hanno a sinistra e a destra dei ramoscelli paralleli tra di loro come i
ramoscelli del vostro abete, i quali, quanto più sono distanti dal tronco,
tanto più si presentano lunghi e larghi. Tali ramoscelli in realtà non sono
altro che rami e anche foglie di questo albero. All’estremità dei rami sta il
fiore, cui poi succede anche il frutto; perciò un tale albero non porta più
frutti di quanti sono precisamente i suoi rami.
2) Il
fenomeno più particolare di quest’albero si presenta nel periodo della sua
fioritura: prima che sia spuntato il fiore, l’estremità di ciascun ramo si
accende automaticamente; tuttavia qui si tratta di un fuoco, per così dire,
freddo, che somiglia al luccicare delle lucciole e del legno fradicio, con la
differenza soltanto che questo fuoco che precede la fioritura diffonde una luce
di gran lunga più intensa di quelle summenzionate che si possono osservare
sulla vostra Terra. Uno spettacolo di luci particolarmente splendido l’offre un
intero bosco di questi alberi-imbuto, perché nemmeno là gli alberi cominciano a
fiorire esattamente nella stessa ora, e così il fuoco che precede la fioritura
si manifesta in qualche albero prima e in qualche altro più tardi. Ora, siccome
questo fuoco ha il suo inizio sempre sette giorni prima della fioritura e a
cominciare dal detto giorno arde, cambiando continuamente di colore, avviene
che il gioco delle luci in sette giorni rivela anche tutti i sette colori
fondamentali, nonché tutte le variazioni prodotte dal passaggio da un colore
all’altro.
3)
Immaginatevi ora anche un solo di questi alberi prossimi alla fioritura,
considerando oltre a ciò che mai su nessun albero tutti i rami cominciano a
fiorire nel medesimo giorno e per conseguenza anche il fuoco che precede la
fioritura si manifesta multicolore già nello stesso albero! Quando poi tutto un
bosco di questi alberi imbuto comincia a fiorire in questo modo, voi potete,
anche solo con un minimo di fantasia, farvi una discreta idea dello spettacolo
meraviglioso che deve offrire, contemplato da una qualche altura, un simile
bosco, che talvolta ha una estensione di parecchie centinaia di miglia
quadrate, nel suo stato di fioritura, o meglio, del fuoco che precede la
fioritura.
4)
Dopo questo fuoco che precede la fioritura dell’albero imbuto, appare il fiore,
il quale è esso pure stranissimo. In verità, da voi non sarebbe tollerato in
tutti gli stati, perché esso si presenta così: su di un fusto di color giallo
dorato, lungo da due a tre tese e grosso più di un braccio d’uomo, cresce ad
una ampiezza fino a sei tese (11 m) un nastro tricolore, largo da uno a due tese e questo nastro è di tre
colori sempre uguali, cioè rosso chiaro, azzurro chiaro e bianco niveo. E
quanti sono i fiori di un simile albero, precisamente altrettanti nastri
colorati sventolano intorno ad esso.
5) E
ora potete nuovamente formarvi una piccola idea della magnificenza dei fiori di
questo albero. Trascorso il tempo della fioritura, fusto e bandiere cadono ben
presto dall’albero e gli esemplari più belli vengono anch’essi raccolti dagli
uomini. Dato che questi nastri, se disseccati, perdono molto del loro
splendore, quegli uomini li adoperano solo arrotolandoli, facendone dei mucchi
e, finché sono ancora freschi e soffici, vi si stendendono
sopra per rinvigorire le loro membra. Quando poi diventano più secchi e rigidi,
si dà loro fuoco e, ardendo, sviluppano un fumo di odore gradevolissimo; le
ceneri di color bianco-argenteo servono poi da eccellente concime per il
terreno. Gli esemplari meno belli di questi fiori vengono invece lasciati sotto
l’albero dove sono caduti; là marciscono e così servono pure per concimare il
terreno.
6) La
cosa però più meravigliosa in quest’albero è il frutto che si sviluppa subito
dopo la fioritura. Per quanto riguarda l’aspetto esteriore questo frutto
assomiglia all’incirca alle vostre zucche d’acqua, solo con la differenza che
la canna propriamente detta, non di rado, raggiunge la lunghezza da 4 a 5 tese
(8-10 m), e il
diametro di 2 piedi (63 cm). Invece la testa all’estremità della canna è formata sempre da una sfera
perfetta del diametro di una tesa e mezza e talvolta anche due (3-4 m). A rigor di termini, la scorza
esterna di questo frutto ha l’aspetto dell’oro puro e lucidato. E ora
interrogate di nuovo un po’ la vostra fantasia e dite poi quale spettacolo non
debba offrire all’occhio un bosco di simili alberi quando è illuminato dal
Sole.
7) Ma
adesso voi vorreste certamente sapere a cosa serve questo frutto. La risposta è
molto facile, e precisamente, serve allo stesso uso al quale per voi servono le
vostre zucche d’acqua: in parte per poter attingere liquidi da qualche piccola
profondità, e in parte anche come recipienti allo scopo di serbarvi dentro dei
succhi ottenuti dalla spremitura di varie piante. Su questo pianeta simili
frutti vengono accuratamente raccolti nel più gran numero possibile per farne
oggetto di scambio con altri prodotti ed a tale scopo vengono anche ben
conservati.
8)
Voi vorreste forse sapere ancora la ragione per la quale quest’albero ha
propriamente una simile forma a imbuto. La forma ad imbuto è tipica di questo
albero affinché in questo suo imbuto possa, con tanta maggiore efficacia,
accogliere la luce del Sole, nonché il fluido elettromagnetico. Nel mezzo
dell’imbuto sbocciano dei canaletti midollari i quali, particolarmente di
notte, esalano una vera nebbia. Questa nebbia,
per l’altra vegetazione e così anche per l’uomo che l’inspira, è di
natura un po’ velenosa e distruttiva, finché non viene scomposta e dispersa
dalla luce solare. Ma questo imbuto è costituito in modo da non lasciar
trapelare la menzionata nebbia in nessun altro modo, né mai in quantità
maggiore di quanto sia precisamente necessario alla fecondazione dell’albero
durante la notte, e anche ciò solamente finché il frutto non sia giunto a mezza
maturazione. Dopo che la maturazione è iniziata, i canaletti midollari
nell’imbuto si chiudono e l’esalazione di cui abbiamo parlato viene invece
diretta ed impiegata al regolare rigonfiamento del frutto; per questa funzione
questo imbuto si trova a contenere una aria vitale tanto nutriente, che molti
uomini vi salgono su servendosi di certe scale, si fanno dei giacigli in questi
imbuti e vi pernottano per un lungo periodo di tempo.
9)
Ecco, questo dunque è quanto di notevole può essere narrato di un simile
albero! Di utilizzabile per il corpo umano esso non ha niente all’infuori della
sua aria vitale; i semi, che non sono dissimili da quelli delle vostre zucche,
vengono mangiati solo dagli animali domestici.
*
10) E
ora passiamo ancora alla settima specie di albero: cioè al cosiddetto ‘albero piramide’,
chiamato “Uhurba”.
11)
Questo albero è certamente il più grande e alto di tutti su questo corpo
mondiale, ed ha all’incirca le caratteristiche dei vostri abeti nobili dal
tronco bianco. Esso cresce non di rado fino ad una altezza tale che sulla
vostra Terra potreste trovare a mala pena un monte capace di misurarsi con lo
stesso in questo campo. Anche quest’albero non ha che un tronco solo, il quale
nella sua parte più bassa vicino alle radici misura spesso 80, 90 ed anche 100
tese di diametro (150-200 m). I suoi rami si dipartono dal tronco già vicino a terra in tutte le
direzioni possibili e quelli più bassi, in un albero piramide già perfettamente
sviluppato, non di rado hanno la lunghezza di 1.000 tese (2 km). Quanto più poi ci si avvicina
alla sommità, tanto più i rami si fanno regolarmente più corti, in modo che
infine un tale albero viene ad assumere, nel suo complesso, veramente l’aspetto
di un’immensa piramide a base circolare, vale a dire di un immenso cono, al
paragone del quale tutte le vostre grandi piramidi egiziane devono considerarsi
dei veri gusci di chiocciola, giacché, se vi fosse possibile trasferirvi corporeamente su questo pianeta, vi parrebbe di trovarvi di
fronte alle più grandi montagne contemplando simili alberi.
12)
Quest’albero appartiene al genere delle conifere e le sue foglie ci
assomigliano discretamente, salvo certamente le proporzioni di gran lunga
maggiori alle foglie aghiformi dei vostri abeti; soltanto, è da notarsi, che il
colore non è non verde, bensì azzurro. L’utilità di quest’albero riguardo alla
depurazione dell’aria ed alla saturazione della stessa con elementi vitali è
tanto straordinaria, che la potenza salutifera che si diffonde dalle sue cime e
dai rami, arriva perfino sulla vostra Terra, ed è di preferenza da qui che le vostre
conifere dall’odore balsamico traggono la loro sostanza eterea.
13)
Questi alberi vengono anche piantati dappertutto con la massima cura, e a tale
scopo altro non occorre che staccare un ramoscello da qualche albero di questa
specie e piantarlo in qualche luogo dove vi sia del buon terreno; poi il
ramoscello comincia ben presto a crescere ed entro pochi anni di Saturno
diventa già un albero di grandezza assolutamente rispettabile; l’albero può
raggiungere l’età di parecchie centinaia d’anni di Saturno. Ma quando un simile
albero con l’andar degli anni muore, comincia anzitutto a marcire dalle radici
e si consuma successivamente da se stesso fino ai rami estremi; sul posto dove
si trova un simile albero che si è consunto da sé, gli abitanti spargono immediatamente
della terra magra, e in pochi anni hanno a loro disposizione il terreno più
fertile che si possa immaginare per coltivarvi le loro predilette erbe succose.
Anche qui voi potete far ricorso alla vostra fantasia e considerare l’uno dopo
l’altro alcuni di questi alberi, allora la vostra grandezza terrena ne
risulterà alquanto sminuita.
14)
Anche di quest’albero voi conoscete ormai già le caratteristiche essenziali e
per conseguenza possiamo passare ad un’ulteriore ed ottava specie di albero, la
quale dovrà senza dubbio apparirvi quanto mai straordinaria, perché di nuovo
sulla vostra Terra non è possibile trovare la benché minima traccia di qualcosa
di simile.
15)
Ora quest’albero dell’ottava specie, quanto mai degno di nota, è il cosiddetto ‘albero vitreo’
oppure ‘albero specchio’, che gli abitanti di Saturno chiamano
“Ubra”. Quest’albero ha un tronco quadrangolare
perfettamente regolare, il quale tronco è trasparente così come lo è per voi un
vetro un po’ verde. Il tronco che finisce appuntito si sviluppa fino ad una
altezza dalle venti alle trenta tese e non ha affatto rami, bensì un po’ più
oltre alla metà di questo tronco dell’albero specchio sbocciano come nei vostri
cactus dei grandi fiori penzolanti, i quali, salvo le dimensioni molto più
grandi, hanno all’incirca l’aspetto dei vostri gigli; un divario c’è soltanto
nel colore, perché questo fiore ha la particolarità che ciascuno dei dieci
petali che lo formano è di colore differente dall’altro. Quando in questo
albero dopo mezzo anno la fioritura è terminata, subito su un fusto nodoso di
sostanza simile a cristallo si sviluppa un frutto per voi certamente assai
degno di nota. Questo frutto da principio consiste unicamente in una vescica
d’acqua molto trasparente, la quale va man mano facendosi sempre più grande e,
quando è matura, ha l’aspetto di un pallone del diametro da una ad una tesa e
mezza.
16)
Quando questo frutto è giunto allo stato d’una simile prima maturazione, allora
il liquido in questa vescica comincia a condensarsi in maniera tale che la
vescica si raggrinzisce e gradatamente poi si stacca dal liquido rappresosi
internamente. Tale liquido condensato poi cade spesso a terra assieme al
rispettivo fusto; allora gli abitanti arrivano, raccolgono questo succo
indurito, lo tagliano con esattezza da tutti i lati e ne formano delle speciali
tavole quadrangolari perfettamente regolari; queste tavole essi le adoperano
all’incirca allo stesso scopo come voi sulla Terra adoperate gli specchi. E
proprio a nessun altro uso serve loro quest’albero se non a quello soltanto
dell’abbellimento dei giardini come fate voi con certi alberi, perché, quando
viene piantato un filare di simili alberi, esso costituisce per gli abitanti di
questo pianeta un viale quanto mai lussuoso, ed essi si servono molto
volentieri di questo albero, perché esso, come l’albero piramide, è molto
facile da trapiantare, certo non per mezzo dei rami, in quanto non ne ha
affatto, bensì per mezzo dei semi i quali però non si trovano nel frutto, ma
nel fiore.
17)
La trasparenza di quest’albero ha le sue origini nel fatto che il suo organismo
consiste unicamente di canaletti quadrangolari, attraverso i quali si
diffondono salendo i succhi che si confanno alla sua natura, perché, se gli
organi sono a sezione circolare, nessun raggio può oltrepassarli, dato che
nella forma rotonda il raggio stesso viene a frangersi ripetute volte; in
questa forma quadrangolare invece il raggio non è esposto a venire spezzato se
non in minimissime proporzioni e perciò anche può
passarvi attraverso quasi senza alcun impedimento. E poiché tutti gli alberi di
questo pianeta, e specialmente quelli di questo paese, hanno una corteccia
completamente liscia, la superficie di un simile albero, per voi davvero
meraviglioso, risplende come quella delle vostre lastre da specchio; perciò chi
passeggia davanti a un filare di tali alberi può rimirarsi perfettamente da
capo a piedi.
18)
Questo è tutto ciò che si può dire di questo albero! Destate anche qui un po’
la vostra fantasia ed allora voi con non molte difficoltà potrete cominciare a
persuadervi che Io, anche facendo a meno delle città e dei palazzi costruiti
dagli uomini, so molto bene come si fa ad abbellire un mondo. E con ciò per
oggi fermiamoci qui. Tutto il rimanente, per quanto concerne gli alberi, sia
rimandato ad una prossima occasione! Amen!
[indice]
L’albero
della varietà, l’albero fuoco e l’arbusto dell’olio
Forma
fisica, possedimenti terrieri e animali domestici degli uomini di Saturno
1)
L’albero che ci accingiamo a descrivere come il numero nove porta il nome di “Ahaharke”. Il voler tradurre questo nome in una
lingua di questa Terra o meglio l’interpretare con una certa esattezza il
concetto che esprime usando le vostre forme di linguaggio, sarebbe cosa molto
difficile, dato che su tutta la superficie terrestre non è facile trovare
qualcosa di simile per poter mettere insieme un nome conveniente a questo
albero. Meglio di tutto ancora lo si potrebbe definire dandogli il nome di ‘albero della
varietà’.
2)
Questo albero sorge dal terreno con un tronco fondamentale con circa 16 tese (30 m) di circonferenza. Dunque, dal
tronco si dipartono in tutte le direzioni dei rami dei quali i più lunghi
arrivano fino a 10 tese (19 m) di distanza dal tronco. Da ciascuno di questi rami si innalzano
regolarmente in linea verticale tre tronchi che raggiungono non di rado
l’altezza di 12, 13, 14 ed anche 15 tese (22-30
m). All’estremità di questi tronchi si diramano
nuovamente in tutte le direzioni altri rami di grandezza proporzionale. Da
tutti i rami poi, che si dipartono da ciascuno di questi tre tronchi, s’innalzano
di nuovo altri tre tronchi fino all’altezza di 10 tese (19 m), che a loro volta finiscono col suddividersi
proporzionalmente in una grande quantità di nuovi rami. Al di sopra di questa
terza corona ancora una volta si elevano dei rami verticali e diritti, dai
quali all’estremità si dipartono altri rami e ramoscelli proporzionalmente più
piccoli, in modo che quest’albero, quando è nel suo pieno sviluppo, è anche
formato da sette fino a dieci di simili ripiani e precisamente sempre
nell’identico ordine, cioè da ciascun ramo se ne innalzano sempre tre di nuovi,
e per conseguenza un tale albero al suo ultimo e più alto ripiano viene a
rappresentare veramente un bosco intero di alberi.
3) E
ora, allo scopo che possiate farvene una idea, chiedete il perché questo albero
si chiama l’albero della varietà. Il motivo è quanto mai facile ad esporsi, ma
non altrettanto facile ne è la comprensione, poiché ciascuno dei ripiani
produce frutta differente, e conseguentemente, certo anche il fogliame e i
fiori sono differenti fra un ripiano e l’altro. Ciò che in questo albero vi è
di meraviglioso e per voi addirittura d’incredibile, è che lo stesso solo dopo
10 anni riproduce i medesimi frutti, perché a questo riguardo esso varia
continuamente da un anno all’altro, e precisamente in modo che da un anno
all’altro nessuno può prevedere quali frutti porterà. E come i frutti sono
vari, ugualmente vari sono anche le foglie e i fiori. Quando ci si trova di
fronte a parecchi di tali alberi, in nessun caso la frutta di un albero è uguale
a quella dell’albero vicino. Ma affinché nonostante tutto questo, gli abitanti
possano disporre continuamente di tutti i prodotti di quest’albero, essi lo
coltivano a serie di dieci, piantandone ogni anno uno nuovo; e chi sul proprio
terreno possiede dieci di tali alberi, quegli può fruire di tutti i prodotti
dell’albero stesso, perché allora ciascun albero produce altri frutti e varia
fino al decimo anno e solo all’undicesimo ritorna nel suo ordine iniziale.
4)
Dato però che i prodotti di ciascun albero variano da un anno all’altro,
avviene che un primo albero nel secondo anno porta bensì frutti del tutto
nuovi, ma l’albero successivo porta in quell’anno gli stessi frutti che il
primo albero aveva portato nel primo anno. E, quando il primo albero nel terzo
anno produce nuovamente un’altra qualità di frutti, il secondo albero nel terzo
anno produce gli stessi frutti che il primo albero aveva prodotto nel secondo
anno, mentre il terzo albero produce gli identici frutti prodotti dal primo
albero nel primo anno e dal secondo albero nel secondo anno. E così in questo
ordine la produzione del frutto si mantiene sempre continuamente. Se nel
frattempo un simile albero deperisce o muore, al suo posto, o meglio per questo
albero ne vengono piantati altri dieci, affinché nessuna quantità di frutta
venga completamente a mancare per diversi anni. Per quanto riguarda la frutta
di questo albero, essa è distribuita in modo che la più grande e pesante cresce
naturalmente sempre nei ripiani inferiori e salendo si fa man mano sempre più
piccola e leggera.
5) Il
modo in cui la frutta di quest’albero è costituita e quale uso ne venga fatto
da quegli abitanti non possono essere esposti qui dettagliatamente, per la
ragione che una descrizione particolareggiata di tutto ciò non troverebbe posto
neppure in 100 dei vostri fogli di carta. Soltanto in generale, vi sia detto
che quest’albero è, nella espressione più nobile, il rappresentante di tutte
quelle specie di alberi da frutto che nella vostra Terra prosperano nella zona
temperata, e i cui frutti portano nel loro mezzo uno o più semi ben sviluppati.
Così, ad esempio, il ripiano più basso sarebbe in un anno quello di tutte le
specie di mele, in un altro quello di ogni qualità di pere, nel terzo di tutte
le prugne, nel quarto di tutte le pesche, nel quinto di tutte le albicocche, e
così di seguito. Per quanto riguarda poi i ripiani più alti essi producono
ugualmente frutta simile; tutti, però, in proporzione di qualità molto più
nobili, ed anche di forme del tutto diverse e di sapore quanto mai più
delicato, in modo che le frutta del ripiano più alto sono veramente già di
natura, per così dire, eterea; perciò anche la loro forma e il loro sapore si
differenziano da quelli della frutta di un ripiano inferiore, come presso di
voi si differenzia un’uva ben matura da una mela mezza matura.
6)
Ecco, così stanno le cose nei riguardi di questo albero. E se voi destate un
po’ la vostra fantasia, non vi sarà difficile completare in discreta misura la
raffigurazione per quanto concerne quello che qui per ragioni di tempo può
venire solamente toccato alla lontana, ma non esaurientemente descritto. Per
conseguenza di quest’albero diremo ancora soltanto che anche i suoi frutti
servono da cibo agli abitanti di questo pianeta, e precisamente per lo più
quelli dei ripiani superiori, mentre quelli dei ripiani inferiori vengono
adoperati di frequente quale foraggio per i loro animali domestici. S’intende
però da sé che in generale tutte queste frutta sono all’incirca dieci volte più
grandi delle frutta simili sulla vostra Terra. La scorza di quest’albero più
che ad altro somiglia a quella di un vostro melo ed è ugualmente ruvida;
soltanto il colore della scorza non è grigio come quella del vostro melo, bensì
rosso cupo che ad ogni superiore ripiano va facendosi però sempre più chiaro.
7) E
ora da questo albero noi passeremo all’ultima specie nell’ordine dei dieci, per
prendere visione di un albero che sotto molti aspetti si può considerare il più
meraviglioso di questo paese.
8)
Quest’albero viene colà denominato “Fehura”,
ciò che tradotto nella vostra lingua significherebbe ‘l’albero del fuoco’. Nel suo modo
di crescere quest’albero ha una certa somiglianza con i vostri cosiddetti fiori
di Marte (aragonite coralloidale), ed è quasi
di natura perfettamente minerale. Il tronco è simile ad una colonna di marmo
bianco con circa sei tese di circonferenza, la quale sorge dal terreno sempre
ugualmente grossa fino a raggiungere un’altezza dalle 15 alle 20 tese (30-40 m); da questo
punto poi va suddividendosi come un alberello di corallo in vari rami e
ramoscelli che alle loro estremità terminano in tanti sottili canaletti. I
ramoscelli si curvano uno sopra l’altro con tanta molteplicità appunto come i
cosiddetti fiori di Marte sopra menzionati. Quest’albero non ha né foglie né
fiori né frutta di alcuna specie, bensì il suo compito è unicamente quello di
produrre del fuoco. Il fuoco dunque corrisponde al suo frutto che esso produce
di solito in quel luogo e in quel periodo di tempo quando una qualche parte del
paese si trova dentro la zona d’ombra dell’anello. Su questo pianeta, infatti,
il tempo non viene definito come da voi secondo l’estate e l’inverno, bensì
secondo il periodo dell’ombra, e secondo il periodo di luce. Quest’albero
supplisce, nel periodo dell’ombra, alla mancanza di luce attraverso la sua luce
completamente bianca. Le sue radici, che propriamente non sono altro che dei
canaletti, hanno la capacità di assorbire dal suolo del pianeta i più puri gas
sviluppatisi dal petrolio e spingerli poi attraverso i numerosi tubicini fino
ai rami estremi. Arrivato a questo punto, quando il gas viene a contatto con
l’aria atmosferica locale – che nel periodo dell’ombra contiene abbondante
ossigeno – si accende immediatamente e continua ad ardere finché non sia
ritornata la luce solare. Quest’ultima dilata l’aria atmosferica, fa
precipitare l’ossigeno, perciò quest’albero del fuoco si spegne gradatamente e
poi riposa e non cresce ulteriormente finché non sia ritornato il tempo
dell’ombra. Il periodo dell’ombra dura però là pure mezzo anno, come da voi
l’inverno, se misurato secondo la temperatura.
9) E
questo albero comincia a crescere come da voi i funghi, cioè senza sementi;
però non come questi che crescono dove la terra è più magra, bensì l’albero del
fuoco s’incontra con maggior frequenza dove il terreno di Saturno è più ricco
di nafta. Gli abitanti usano anche trapiantarlo in questo modo: al tempo
dell’ombra recidono un ramoscello dal tronco e lo conficcano in un qualche
punto di un terreno dove la nafta abbonda, e lì continua ad ardere, e con ciò
anche cresce tanto nella parte inferiore mettendo radici, quanto nella parte
superiore sviluppando rami.
10)
Il fuoco di questo albero non è di per sé bruciante, tuttavia per effetto dei
suoi raggi di colore intensamente bianco ha ad una certa distanza un’azione
calorifica, o meglio ancora sprigiona la sostanza calorifica, perciò anche per
quel pianeta si provvede affinché durante il periodo dell’ombra non faccia
molto più freddo rispetto all’effettivo periodo della luce solare. E così
avviene che ciascuna famiglia cerca sempre di piantare tutto intorno alle
proprie dimore e ai propri terreni una quantità adeguata di tali alberi,
ottenendo così il vantaggio che, nel periodo dell’ombra non si risente del
freddo, né si soffre mancanza di luce.
11)
Ora considerando anche questo albero, chiamate un po’ in aiuto la vostra
fantasia e poi certamente non mancherete di rilevare che, a prescindere dalla
grande magnificenza di un tale albero, la sua luce ottiene un effetto maggiore
di tutta la vostra illuminazione a gas, se voi voleste accumularla in un posto
solo su un qualche faro appositamente costruito. E veramente, qualora vi fosse
possibile piantare un albero di questa specie su un monte vicino, illuminerebbe
non soltanto la vostra città con altrettanta luce, quanto quella di dieci lune
piene, bensì tutto il vostro intero circondario potrebbe godere anch’esso di un
sufficiente bagliore. Immaginatevi adesso invece molte migliaia di tali alberi
sparsi qua e là in un paese e quale effetto possono fare con la loro luce! Se
già la luce rossastra e di natura maligna del vostro fuoco vi ristora nella
profonda oscurità della notte, quanto maggior diletto non dovrebbe procurarvi
una simile luce bianca e mite! Tuttavia tali alberi non sono destinati per la
Terra, quantunque nell’Oriente, e precisamente in varie località del Caucaso,
si verifichino dei casi nei quali basta conficcare nel terreno una canna
palustre qualche pezzo di legno molto poroso e darvi fuoco alla estremità
superiore, e allora succede che l’estremità accesa continua sempre ugualmente
ad ardere come una fiaccola, senza che però il legno o la canna siano consumati
dal fuoco; soltanto con la differenza che tali fiamme sono rossastre ed
estremamente brucianti.
*
12)
Con ciò noi avremmo, riguardo a questo paese, imparato a conoscere gli alberi e
possiamo quindi dare adesso una occhiata in generale agli arbusti.
13)
Tutti gli arbusti su Saturno hanno la particolarità di non essere così bassi
come da voi, bensì essi costituiscono semplicemente una classe più piccola di
alberi, la quale tuttavia si differenzia molto dai veri alberi. Ad ogni modo il
più basso ed insignificante arbusto su Saturno è sempre più alto e meglio
sviluppato dei vostri alberi più importanti. Già nel solo paese di cui stiamo
parlando si possono riscontrare più di 12.000
specie di arbusti, le quali sono tutte ben differenti l’una dall’altra.
Ciascuna specie porta il suo particolare frutto, del quale però, all’infuori
dei numerosi abitanti dell’aria, nessuno trae propriamente un vantaggio. Fra
questi moltissimi arbusti ce n’è uno che s’incontra con maggior frequenza degli
altri e che da quegli abitanti viene curato con particolare attenzione; il far
menzione di un tale arbusto dovrebbe essere di qualche interesse per voi, dato
che assomiglia perfettamente al vostro ‘ulivo’, con la sola differenza che anch’esso su
quel pianeta è sotto ogni aspetto molto più grande dell’ulivo sulla vostra
Terra. Le bacche in stato di maturità sono così grandi che ciascuna rende, secondo le vostre misure, un buon litro
di olio purissimo. Se dunque un simile arbusto non di rado porta a
maturazione sui rami dalle 20.000 fino alle 30.000 bacche, voi potete già farvi un’idea della
ricchezza di una tale raccolta di olio, tanto più poi se considerate ancora che
sui terreni di una sola famiglia non di rado crescono parecchie migliaia di
questi arbusti, o meglio alberelli d’olio.
14)
Certamente il possedimento terriero di una famiglia di Saturno non dovete
raffigurarvelo forse così piccolo come quello di un dei vostri più grossi
possidenti di campagna, bensì senz’altro grande come tutto il vostro paese e
talvolta anche qualcosa di più. Contemporaneamente però è necessario pure che
voi non vi rappresentate gli uomini estremamente ben formati di Saturno così
piccoli come siete voi, perché là la donna misura
in altezza da 80 a 90 piedi (25-28
m)e l’uomo poi da 95 a 135
piedi[3]
(30-42 m), e in
questa proporzione sono formati anche i loro molti animali domestici.
15)
Se dunque voi ora conoscete in anticipo tutto ciò, tanto più chiaro vi riuscirà
tutto quello che ancora verrà detto della vegetazione fruttifera, ciò che, come
più volte preannunciato, seguirà nel dovuto ordine; quindi per oggi amen!
[indice]
Le erbe e le
piante utili di Saturno
Il mais, la
botte sgorgante e la zucca d’acqua vagante
1)
Quanto dunque di notevole c’era da dire riguardo agli arbusti, noi l’abbiamo
già appreso nelle sue linee principali, e perciò adesso rivolgeremo la nostra
attenzione alle erbe e alle altre piante (utili) di questo paese.
2)
Questo paese è uno fra i più montuosi di questo pianeta e perciò possiede anche
il numero maggiore di piante ed erbe di ogni specie immaginabili fra le più
utili e dotate di potere curativo.
3)
Piante delle specie dei vostri cereali, come ad esempio il grano, il frumento,
l’orzo, non crescono qui, ma in compenso vi si trova un’altra e più nobile
qualità di cereale che ha quasi l’aspetto del vostro granturco, con la
differenza che la pianta cresce fino a un’altezza dalle 20 alle 30 volte
maggiore del vostro granoturco. Le sue foglie sono spesso lunghe dai 2 ai 3 klafter (tese) e mezzo, e larghe dai 2 cubiti buoni (1,55 m) fino a 3 cubiti e mezzo (2,72 m). Le foglie stesse hanno un colore perfettamente
celeste e ai margini appaiono listate per la larghezza di un palmo in color
rosso carminio chiaro, mentre la costa mediana, larga anch’essa un palmo alla
base e che va diminuendo fino ad un pollice verso la cima, è di color oro
tendente al verdastro. Lo stelo, il quale nella parte inferiore diventa spesso
grosso come il tronco di una vostra quercia nel suo pieno sviluppo, vicino al
terreno appare di color oro scuro opaco e quanto più lo stesso sale, tanto più
chiaro si fa il colore; la corona dei fiori, la quale non di rado ha dei rami
dall’una all’una tesa e mezza di lunghezza, ha precisamente l’aspetto che ha da
voi un lampadario del più bello e lucente cristallo molato e ciò per la ragione
che su quel pianeta tutto si presenta in proporzioni maggiori. Se voi vi deste
la pena di osservare un fiore del vostro granturco attraverso un buon
microscopio, scorgereste pressoché lo stesso gioco di luci brillantissime sul
polline che altrimenti appare di tinta biancastra chiara!
4)
Per quanto però concerne il frutto di questa pianta, esso rispetto alla forma è
bensì simile a quello della vostra pianta terrestre corrispondente, certo in
proporzione molto più grande, ma tale non è invece il caso riguardo all’uso che
se ne fa ed al suo sapore, perché su Saturno questo frutto fornisce il boccone
assolutamente più saporito e delicato e sotto questo aspetto assomiglia
alquanto al vostro cosiddetto ananas, con la differenza soltanto che là i
singoli grani si possono liberare con tutta facilità dai semi quando il frutto
è giunto a maturazione e se ne può anche subito mangiare, e non sono farinosi,
ma ripieni di succo come da voi l’uva. Una di queste bacche pesa, secondo il
vostro modo di misurare, non di rado da due fino a tre libbre (1 libbra = 560 g.). Dato che
in un simile cosiddetto grappolo si trovano poi dalle trecento, quattrocento ed
anche fino a cinquecento di tali bacche e che un solo arbusto produce dappertutto
spesso da venti a trenta di questi grappoli voi potete già farvi un’idea di
quanto ricco riesca spesso un simile raccolto.
5) “Ma dove conservano poi gli abitanti questo
raccolto?”. – Voi avete già fatto la conoscenza dei buoni vasi forniti
dall’albero imbuto. È appunto dentro questi vasi che le bacche in questione
vengono conservate, una parte come bacche e un’altra parte come succo spremuto.
Questo frutto cresce quattro volte all’anno, è quanto mai sano e corroborante e
il suo succo rallegra il cuore degli abitanti di Saturno altrettanto e meglio
anche della vostra uva e del suo succo ristoratore.
6)
Dopo aver levato il frutto, gli abitanti ne lasciano giacere la foglia sul
campo finché è diventata completamente secca; poi essi fanno venire i loro
grandi animali da tiro nei campi dove si trovano queste piante disseccate e gli
animali mangiano allora le foglie mentre lasciano intatti gli steli. Questi
steli vengono poi segati a pezzi dagli abitanti con uno speciale strumento e
con quanto ne risulta vengono formati dappertutto sul campo dei mucchi ai quali
infine viene dato fuoco, e con ciò il campo stesso viene a trovarsi concimato
nel miglior modo possibile per un prossimo raccolto.
*
7) Un
campo simile ha bisogno di un terreno umido, se si vuole che il frutto prosperi
bene. Dato però che in quel paese, come quasi del resto in tutta la zona
temperata del pianeta, non vi sono mai, o rarissime volte soltanto, delle
precipitazioni di pioggia e di rugiada e che neppure le sorgenti in terraferma
sono proprio molto frequenti, – come si comportano allora gli abitanti e come
fanno per irrigare un simile campo, il quale secondo le vostre misure ha non di
rado un’estensione dalle 30 alle 40 miglia quadrate? Ecco, a ciò ho di nuovo
provvisto Io con un’altra pianta meravigliosa, la quale s’incarica di curare in
maniera eccellente il faticoso lavoro dell’irrigazione e che viene
all’occasione anch’essa coltivata con tutta diligenza.
8)
Questa pianta viene chiamata “la botte sgorgante” ed è molto somigliante alla
vostra zucca, solamente con la differenza che una tal zucca cresce non di rado
tanto grande che un uomo di Saturno ha un bel da fare se vuol vedere cosa c’è
dall’altra parte del frutto. La pianta come tale cresce spesso per parecchie
migliaia di tese in estensione sul terreno, con un tronco la cui circonferenza
si misura a tese e si sviluppa dalla sua radice in molte centinaia di
diramazioni che vanno strisciando in tutte le direzioni possibili. Le sue
foglie sono perfettamente simili a quelle della vostra pianta di zucca,
soltanto esse sono cento volte più grandi e il loro colore non è verde, bensì
azzurro-violaceo, inoltre sono tutte disseminate di stelline bianco-argentee.
Il picciolo è lungo dalle due alle tre tese, rotondo e misura non di rado parecchie
tese di diametro. Internamente è cavo; dentro le pareti però corrono molte
migliaia di canaletti i quali nutrono la foglia con un succo di sapore
dolciastro e poi, attraverso i molteplici pori delle punte che si trovano alla
parte inferiore della foglia, lasciano colare questi umori come liquidi
gocciolanti, e in tal modo inumidiscono il terreno sottostante come per effetto
di una pioggerella permanente. Tuttavia, per quanto concerne la funzione
irrigatrice principale, questa viene propriamente effettuata dal frutto,
giacché, quando il frutto arriva anche a metà della sua maturazione, allora
precisamente durante la notte si aprono i pori, che si trovano sulla sua
superficie, ed i tubetti formatisi appositamente che sporgono dalla superficie
ed attraverso questi, poi, viene spinto fuori, come da una fontana, da tutte le
parti un liquido limpido e dolciastro e con ciò ogni notte il terreno viene
regolarmente innaffiato a sufficienza.
9) E
qui voi vi domanderete: “Ma da dove
prende questo frutto tanta abbondanza di acqua?”. Ed Io a questo riguardo
vi rispondo che una simile pianta funziona come una vera trivella da pozzi
artesiani, perché essa spinge le sue radici così lontano e così profondamente
all’ingiù, finché incontra un qualche bacino d’acqua sotterraneo. Arrivata a
questo punto, essa si mette con la massima assiduità a succhiare l’acqua
individuata e la spinge e conduce, come il migliore degli acquedotti, depurata
verso tutte le direzioni possibili del suo territorio esteriore che si sviluppa
con molta rapidità.
10)
Ma questo frutto, all’infuori della funzione dell’innaffiamento, non ha altro
scopo od impiego presso gli abitanti? – Certo che ce l’ha e gli abitanti
adoperano questa zucca ancora ad altri scopi! Quando il frutto ha raggiunto la
piena maturità, allora viene segato via dal picciolo e viene trasportato dagli
abitanti alle loro case e viene tagliato nel mezzo in due parti nel senso della
lunghezza, ne vengono estratti i semi e la polpa; i primi sono destinati
naturalmente all’ulteriore semina e la polpa serve da foraggio agli animali
domestici locali, come pecore, capre e mucche; la buccia, però, che è grossa
circa una tesa, viene poi lasciata seccare e così acquista grande durezza e
solidità. Quando è completamente asciutta, la parte inferiore viene adoperata
comunemente come una specie di battello, mentre la parte superiore, che è molto
porosa e costituita da un complesso di canaletti, trova impiego come carro e
ciò in una maniera quanto mai facile.
11)
Nel mezzo, da ambedue le parti, viene praticato un foro, attraverso il quale è
fatto poi passare un asse ben lavorato e relativamente grosso e resistente e
sulle due estremità che sporgono vengono fissate due ruote proporzionate alla
grandezza del veicolo. Così pure poi viene praticato un secondo foro nella
parte anteriore, attraverso cui viene fatto passare, fino a raggiungere l’asse
delle ruote, un altro asse come timone; questo timone lo si fissa all’asse
delle ruote con un chiodo e lo si provvede dalla parte opposta d’una sbarra
trasversale proporzionalmente lunga e robusta. In questo modo allora il carro è
già bell’e pronto e ciò tanto più rapidamente se voi in aggiunta ancora pensate
che là le ruote non vengono fabbricate dalle mani dell’uomo, bensì vengono
prodotte tramite l’arte della natura e ciò dalla pianta stessa, poiché a ciò
non occorre altro che segare quante volte si vuole il fusto perfettamente
rotondo appunto di questa zucca per ottenere altrettante ruote solide e già
pronte con un diametro da tre a quattro e non di rado anche da cinque a sei
tese.
12)
Se infine alla traversa fissata sul timone si attacca un bue, o trattandosi di
un viaggio più rapido, uno di quei cani o cervi da tiro, tutto il veicolo
risulta compiuto e pronto, e su di esso possono viaggiare comodamente quattro
abitanti di Saturno e farsi trasportare dove vogliono.
13)
Certamente, questa specie di carri vengono adoperati solo come un mezzo leggero
di trasporto; perché anche quegli abitanti dispongono di carri molto più grandi
e pesanti che essi fabbricano usando il legno e che rivestono e guarniscono
diligentemente, come fate voi con i vostri carri, di un metallo molto
malleabile e solido, il quale non è dissimile dal vostro ferro; soltanto qui si
tratta di un metallo più compatto e durevole, che non si arrugginisce come il
vostro ferro, bensì mantiene continuamente splendente la propria superficie
come avviene nell’oro. Esso ha un colore simile a quello del vostro cosiddetto
platino, che è una miscela di oro puro e di ferro puro. Certamente, sarà quanto
mai difficile che uno dei vostri chimici riesca mai a ricostruire una tale
miscela usando procedimenti scientifici.
*
14) E
ora, poiché abbiamo fatto la conoscenza di queste due piante, passiamo a
considerare un’altra pianta di Saturno stranissima nel suo genere e nello
stesso tempo anche molto utile.
15) Questa pianta rappresenta per voi senz’altro qualcosa d’incredibile,
perché sulla Terra non si può trovare niente di simile, e la cosiddetta “pianta vagante” che si trova
nell’America meridionale non è veramente una pianta, bensì un animale. Invece
la pianta di questo pianeta che ora ci accingeremo a considerare, è
effettivamente una pianta vagante, la quale, come fa un animale, si sposta da
un luogo all’altro. La forza che le conferisce il moto risiede nella sua
radice, la quale ha l’aspetto all’incirca come di un piede umano molto
deformato; soltanto che, naturalmente, non possiede delle vere dita, un
calcagno o quant’altro mai appartiene ad un piede, bensì il tutto si riduce ad
un tronco nudo lungo circa dieci tese (19
m), che si stacca ad angolo retto e dal quale si
dipartono in tutte le direzioni una quantità di radici aspiranti e da presa, le
quali si appiccicano dappertutto come i viticci di una vite, con la sola
differenza che queste radici rimangono afferrate ad un determinato punto del
terreno finché esse vi trovano nutrimento sufficiente. Quando però hanno
assorbito ogni umore da un luogo, allora si sradicano nuovamente dal terreno,
si tendono in avanti e continuano a procedere finché hanno raggiunto un altro
punto del terreno ricco di umori. Qui penetrano di nuovo attivamente nel
terreno, perforandolo; si attorcigliano nel suolo umido intorno ad altre erbe e
piante e, mediante tale attorcigliamento, si traggono dietro tutta la pianta;
attraverso questa attività delle radici una tale pianta fa nel corso di un anno
non di rado un viaggio di parecchie miglia, secondo i vostri calcoli e il
vostro sistema di misura.
16)
Ma quale è veramente l’aspetto della pianta stessa? Ecco la pianta come tale ha
un tronco alto dalle 4 alle 5 tese (8-10
m) che già all’altezza di una tesa dal terreno manda
fuori dei rami, dei quali alcuni, dipartendosi da ogni parte del tronco,
crescono all’ingiù fino a raggiungere il terreno proteggendo così tutta la
pianta da un possibile rovesciamento. Questi rami sono di solito nudi e privi
di foglie; soltanto quelli che crescono all’insù con svariate sinuosità portano
foglie, fiori e frutto, tutte cose queste che hanno una discreta somiglianza
con le corrispondenti parti della vostra vite; le foglie sono però,
naturalmente, molto più grandi e di color azzurro chiaro e la parte inferiore
delle stesse è disseminata di bitorzoli rossi. Il frutto poi è perfettamente
simile a quella specie delle vostre viti che voi chiamate “Gaisdutte”;
solamente il loro colore non è azzurro, bensì giallo arancio, ed i grani sono
semitrasparenti come quelli delle vostre uve bianche. La differenza sta
soprattutto nella grandezza, poiché una bacca non di rado contiene un litro
(secondo le vostre misure) di puro succo, un grappolo non di rado dalle
cinquanta alle cento di queste bacche e qualche pianta fa maturare spesso dai
dieci ai venti di tali grappoli. Il sapore di questo frutto è uguale a quello
dell’uva che voi chiamate moscato (purché sia giunta a pienissima
maturazione!).
17)
Ecco, così si presenta dunque questa pianta meravigliosa di Saturno! Essa ha
oltre a tutto il vantaggio di non aver affatto bisogno di essere coltivata,
bensì si coltiva da sola e prospera nel miglior dei modi. Ma affinché presso
gli abitanti di questo pianeta non sorgano litigi per la proprietà di una
simile pianta che ciascuno ha molto cara, qualora cioè essa accennasse a voler
dirigere i suoi passi verso i terreni di un vicino – poiché anche lì il diritto
di proprietà viene rigidamente osservato – gli abitanti stessi la piantano per
lo più nel mezzo dei loro possedimenti oppure la collocano intorno ai loro
alberi della pioggia, dove poi essa si stabilisce tranquillamente e non si
muove più né di qua, né di là, considerato che le sue radici si trovano
provviste là di nutrimento. E quando anche si desse di quando in quando il caso
che fosse costretta ad emigrare, non potrebbe passare così presto sui terreni
di qualche vicino, perché, situata com’è nel mezzo di un tale possedimento, le
sarebbe alquanto difficile varcare i lontani confini, considerato che, come
abbiamo osservato prima, un tale possesso fondiario supera non di rado in
estensione due volte il vostro stato.
18)
Gli abitanti usano il succo nel modo in cui voi usate il succo della vostra
vite. Questo succo contiene però elementi di energia maggiori ancora di quelli
contenuti nel succo che già prima abbiamo menzionato; esso non viene conservato
nei recipienti a cui si è fatto cenno prima, bensì allo scopo della sua
conservazione cresce là un particolare frutto da bottiglia il quale non è
dissimile da quello prodotto da certe vostre piante che ugualmente si presta a
servire da recipiente, come la vostra cosiddetta zucca d’acqua; con la
differenza soltanto che una simile zucca di Saturno supererebbe di molto in
grandezza la vostra famosa botte di Heidelberg. Una
tale zucca, quando è perfettamente sviluppata, potrebbe contenere con tutta
comodità 1.000 emeri (1 emero = 56 litri).
Tali zucche sono anche là straordinariamente solide; le loro pareti hanno lo
spessore di una buona mezza tesa e, nella parte inferiore, lo spessore
raggiunge anche una tesa intera. Una volta poi che siano state vuotate a
dovere, lavoro che là viene compiuto da un certo animale, il recipiente è anche
bell’e pronto.
19)
Per quanto concerne la descrizione delle ulteriori piante ed erbe più degne di
nota, ciò sia riservato alla prossima comunicazione! E per conseguenza, per
oggi amen!
[indice]
Ricchezza
del mondo floreale di Saturno – Il colore principale non è il verde, ma il blu
Erbe
curative aromatiche – L’arbusto d’oro – Piante metalliche
Fiori di
prato che cambiano forma – Muschio d’alghe profumato – Monti e valli di Saturno
1)
Fra le piante, delle quali alcune utili sono state già menzionate, Io dovrò limitarMi a dare un’occhiata generale con voi, perché far
menzione speciale e particolareggiata di ciascuna pianta degna di nota su quel
pianeta, non lo permetterebbe né il tempo né lo spazio, specialmente se
considerate che noi abbiamo da visitare ancora circa 76 continenti così grandi,
alcune centinaia di isole più piccole, le vastissime regioni glaciali tanto
meridionali che settentrionali, poi i paesi, molto più grandi ancora,
dell’anello e delle sette lune. Perciò dobbiamo soffermarci dappertutto
soltanto su ciò che è d’interesse massimo, ed accontentarci, riguardo a tutto
il rimanente, di accennare semplicemente a quanto vi è di più o di meno simile
ai prodotti della vostra Terra. E così appunto anche in questo paese di cui ora
parliamo vi sono infinite specie di piante, le quali in parte sono simili a
quelle del vostro pianeta, e in parte invece sono per voi del tutto estranee, o
meglio ancora, sono talmente una particolarità di Saturno, che di simili non se
ne trovano su nessun altro pianeta.
2)
Per ciò che concerne le piante simili a quelle del vostro pianeta, il divario
in generale sta solamente nel fatto che esse, senza eccezione, sorpassano le
vostre di cento volte in grandezza e in rigogliosità, per la qual cosa anche
avviene che quelle meraviglie della vegetazione delle quali voi sulla Terra
potete accorgervi appena facendo uso del microscopio, là si rendono benissimo
visibili, liberamente e senza l’ausilio del microscopio, in tutta la loro
molteplice magnificenza.
3) Il
secondo divario è quello del colore, perché là invece del vostro verde domina
per lo più un colore azzurro chiaro e brillante in tutte le sue gradazioni,
all’incirca come si riscontra nella vostra America, dove, pure in più d’una
pianta l’azzurro si rende più visibile del verde, e lo stesso color verde si avvicina
di più all’azzurro che non al giallo; quest’ultimo colore è propriamente il più
lontano dal colore della vita.
4) Un
terzo divario sta inoltre nel fatto che i fiori di queste piante di Saturno
sono molto più grandi e più ricchi di contenuto, e che la vivacità dei colori,
non di rado, è aumentata per effetto di una trasparenza brillante provocata da
un substrato metallico pulito.
5)
Riguardo al frutto di simili piante, la differenza consiste anche nel fatto
che, per esempio, un grano di mais su Saturno si sviluppa così grosso da farne
cento ed anche qualche volta fino a mille dei vostri e che il numero dei grani
di una spiga è oltre a ciò da dieci fino anche a cento volte maggiore che nelle
vostre. Un simile maggiore rendimento è anche necessario su quel pianeta,
considerato che un raccolto di mezzo anno ha lì il medesimo significato di
quindici anni sulla Terra, per il cui motivo anche un ragazzetto di dieci anni
di Saturno rappresenterebbe per voi un vecchio eccezionalmente decrepito.
6)
Questi sono dunque i divari essenziali che si possono constatare in quelle
piante di Saturno che, seppure in proporzioni molto ridotte, prosperano pure
sul vostro pianeta. Se voi volete un po’ destare la vostra fantasia, basta che
prendiate una pianta terrestre; raffiguratevela in ciascuna sua parte cento
volte più grande, di colore diverso come prima descritto e adorna di tutte le
altre magnificenze di una pianta come vengono rivelate da un microscopio, e in
questo modo potrete formarvi una idea, certo ancora assai vaga, della
vegetazione di questo corpo mondiale.
7)
Però là, particolarmente nelle regioni montane più alte, si trovano ancora
altre piante ed erbe medicinali di natura straordinaria, il cui potere curativo
etereo-aromatico è così forte e il suo influsso arriva
così lontano, che non solo mantiene quegli abitanti sempre nelle migliori
condizioni di salute, ma influisce anche con le sue emanazioni salutifere a
distanza di più di mille milioni di miglia attraverso l’etere, in modo che, ad
esempio, le vostre piante medicinali, specialmente il vostro ginepro, il vostro
sambuco ed altre piante del genere munite di aculei, attingono a quella fonte
una parte considerevole del loro aroma curativo etereo.
8) È
necessario che Io vi descriva un po’ più dettagliatamente una specie di tali
erbe saturnine d’alta montagna! Questa erba viene chiamata là “Hellatharianga”, che corrisponde ad ‘arbusto d’oro
dalle mille foglie’. Essa su Saturno cresce immediatamente sulla
nuda roccia e il suo gambo raggiunge non di rado l’altezza dalle 3 alle 4 tese
(6-8 m). Intorno a
questo gambo si trovano, disposte a spirale come le volute di una chiocciola, comunemente
mille foglie di color rosso chiaro di forma ovale allungata, lunghe non di rado
dai 5 ai 6 piedi e larghe 2, qualche volta anche 3 piedi. Gli orli delle foglie
non sono lisci, ma da questi si dipartono invece delle punte lunghe qualche
spanna, precisamente in modo che dalla base della foglia fino alla sua cima ne
sono poste regolarmente cento, per conseguenza da ambo i lati della foglia
duecento in tutto. Tali punte sono di colore azzurro assai cupo che verso le
estremità va facendosi sempre più chiaro e quella punta più lunga delle altre
che si trova all’estremità della costa mediana porta nella sua cima un fascetto
di aculei il quale è rosso come lo è la foglia stessa. La parte superiore della
foglia ha la tinta rossa quale da voi l’ha un ferro arroventato, o un carbone
ardente sotto l’azione d’una lieve corrente d’aria ed emana anche in realtà un
tale splendore come il fuoco. La parte inferiore della foglia è ricoperta da
peli lunghi un mezzo palmo, i quali, staccandosi dalle foglie, assumono successivamente
tutti i colori dell’iride, in modo che sotto ciascuna foglia, guardando a
qualche distanza, già si scopre un brillante arcobaleno il cui splendore,
avvicinandovisi, deve naturalmente aumentare, dato che lo scintillio dei colori
colpisce sempre più concentrato gli occhi. Il fusto o tronco della pianta
appare come fosse fatto d’oro di tinta opaca e s’innalza al di sopra della zona
delle foglie spesso ancora per una mezza tesa e là poi appaiono vari fiori già
appassiti e, d’altro canto, dei nuovi boccioli che subentrano continuamente.
9) Il
fiore non ha alcuna somiglianza con nessun fiore della vostra Terra, bensì esso
si presenta così come se ad una palla di color rosso dorato con una
circonferenza corrispondente al diametro di mezza tesa fossero state
appiccicate delle braccia umane perfettamente formate; soltanto che
dall’estremità del braccio invece di cinque dita disuguali si dipartono dieci
raggi appuntiti dall’apparenza dell’oro, che hanno quasi un tale aspetto come
se qualcuno, avendo voluto disegnare una mano distesa, vi avesse aggiunto
invece delle dita la metà di un disco solare con dieci raggi che da questo si
dipartono. Di tali petali intorno ad un simile bocciolo ce ne sono cinque, i
quali spuntano diritti dalla cintura mediana di questo bocciolo sferico già
menzionato, in modo che una mezza sfera viene a trovarsi nel calice del fiore.
Dal mezzo di questo emisfero si dipartono due filamenti, l’uno grosso quanto la
metà di un braccio umano e l’altro non avente più di un pollice di diametro, e
il più sottile rappresenta l’organo femminile, mentre l’altro, l’organo
maschile; il femminile è di color bianco, e il maschile di color rosa. Ambedue
sporgono dal calice per oltre mezzo metro e pendono verso terra, ben inteso
senza toccarla.
10)
L’organo femminile termina con una specie d’imbuto rivolto all’insù, al disopra
del quale si china quello maschile provvisto all’estremità di un’apertura.
L’organo maschile lascia cadere sempre, cadenzialmente,
una goccia di umore profumatissimo in quello femminile e questo costituisce
propriamente l’atto generativo del fiore; l’organo femminile assorbe poi in sé
quest’umore e in seguito a ciò genera il seme di questa pianta che è quanto mai
saturo di energia, mentre quello maschile riceve tale umore etereo dai petali,
che a loro volta lo ricevono dalle foglie della pianta di cui è già stata fatta
menzione.
11)
Per quanto concerne il colore dei fiori, i petali sono perfettamente bianchi,
più ancora del vostro giglio; il mezzo disco, attaccato all’estremità dei
petali, corrispondenti alla mano distesa nel braccio, ha però l’aspetto come se
fosse fatto di rubino lavorato ed un po’ solcato da vene; i raggi appaiono
perfettamente come d’oro trasparente.
12)
Questo fiore, o meglio questa pianta medicinale fiorisce e cresce ugualmente in
qualsiasi stagione, in modo che non viene a mancare mai; se qua o là una pianta
o l’altra viene levata via dagli abitanti, ben presto al suo posto ne cresce
un’altra. Quando è in piena fioritura, questa pianta diffonde intorno a sé un
profumo così delizioso, che non riuscireste mai a farvene nemmeno una
lontanissima idea, perché sulla vostra Terra non esiste niente che abbia un
profumo simile ed al paragone perfino il profumo della vostra rosa risulta poco
intenso.
13)
Se una simile pianta medicinale in piena fioritura potesse fare anche una volta
sola la sua comparsa in qualche luogo della Terra, in seguito all’intensità del
suo straordinario profumo essa otterrebbe il risultato di saturare dell’odore
più delizioso tutta una regione com’è la vostra provincia; perché se così non
fosse, come potrebbe l’influenza aromatico-curativa di un simile fiore
estendersi perfino a lontane regioni planetarie? Ma per convincersi che
effettivamente è così, basta che interroghiate una persona provvista di
capacità medianiche, quando si trova in rapporto animico
d’influsso reciproco con questo pianeta, ed essa vi dirà apertamente come
percepisce molto marcatamente il benefico effetto d’una tale pianta medicinale
che cresce su quel lontano pianeta.
14)
Questa pianta viene custodita con la massima cura dagli abitanti del pianeta,
ma la raccolgono poco, perché essi fruiscono del potere benefico e ristoratore
principalmente dall’atmosfera che circonda queste piante; soltanto quando qua o
là una simile pianta si è fatta già molto vecchia ed è prossima a morire, ciò
che si riconosce dal colore bianchiccio che cominciano ad assumere i peli delle
foglie, solo allora essi spargono la semente della pianta stessa sulle rupi
vicine. La semente di questo fiore è minutissima e somiglia ad una polvere dal
delicato olezzo piuttosto che ad una vera semente. Questa polvere viene poi
assorbita dai pori delle rocce ed allora qua e là spunta nuovamente una simile
pianta.
15)
Una sola cosa ancora deve essere qui menzionata, e precisamente come sia
possibile che questa pianta metta radici sulla nuda pietra. La questione si
spiega nel modo seguente: la pianta protende per un vasto tratto da tutte le
parti le sue radici, in maniera non dissimile dal vostro cosiddetto lichene
delle rocce; partendo da queste radici principali che si estendono ampiamente
tutto all’intorno, una quantità innumerevole di sottilissime radici filiformi
s’insinuano con azione perforatrice dentro i pori della pietra e tengono il
tronco di questa pianta tanto saldamente fisso sulla nuda roccia che non vi è
singola forza umana capace di strapparlo via. Ma ora si domanda: “Che cosa possono succhiare queste radici
dalla pietra arida e nuda?”. – La risposta è molto facile! Esse traggono,
succhiandolo, una specie di olio di pietra. – “Ma come lo liberano dalla pietra?”. – Ciò accade grazie ad una particolare forza
propria a tale pianta, che è come un vero fuoco dissolvente e che si manifesta
con delle minutissime scintille elettriche certamente invisibili a occhio nudo,
le quali hanno precisamente la forza che occorre per dissolvere gli atomi della
pietra che si trovano in immediata vicinanza e per trasformarli in un olio
etereo; quest’olio viene poi immediatamente assorbito dalle radici, e quindi
più purificato viene condotto al gambo, nelle foglie, nei fiori e finalmente
nel seme etereo.
16)
Eccovi così ormai esposto tutto quanto vi è di essenziale in questa pianta
medicinale del pianeta Saturno, pianta quanto mai notevole! Destate anche qui
un po’ la vostra fantasia, e in base a questa veritiera descrizione voi potete
raffigurarvi un tale fiore, per dire così, materialmente dinanzi ai vostri
occhi e deliziarvi in spirito considerando la sua magnificenza e il suo potere
curativo.
17)
Sennonché questa non è la sola pianta medicinale, bensì ce ne sono varie altre
ancora che hanno efficacia benefica e curativa, che agisce non soltanto sul
pianeta dove prosperano, ma che si estende, per le vie dell’etere, ad altre
zone planetarie.
*
18)
Eminentemente poi degne di nota sarebbero dappertutto su quel pianeta tutte le
cosiddette ‘piante
del metallo’, che là si chiamano “Kibri”, perché per
mezzo di questa vegetazione gli abitanti di Saturno arrivano a disporre dei più
puri metalli senza bisogno di far ricorso ad alcun processo chimico di fusione
e di depurazione, dato che appunto i metalli stessi in stato puro vengono
forniti da tali piante dalle forme più meravigliose che crescono nelle varie
regioni montuose del pianeta. Ci sono bensì anche qui da voi qua e là delle
piante che contengono una certa quantità di metallo, però in nessun luogo
potreste trovare una qualche pianta che avesse le radici, il tronco e le foglie
assolutamente di puro metallo. Qualcosa di simile lo potete produrre
artificialmente tenendo una verghetta di zinco dentro al piombo fuso, tramite
ciò in breve tempo va formandosi il cosiddetto albero di Saturno, chiamato
altrimenti anche albero del piombo. Ad ogni modo, quello che qui voi potete
produrre soltanto artificialmente e con fatica, e per di più ancora nella
massima misera uniformità, là le energie naturali riccamente dotate ottengono
tutto ciò liberamente e nella maniera più abbondante, svariata e grandiosa
senza che la scienza umana vi contribuisca minimamente; per questo anche gli
antichi savi denominarono Saturno quel pianeta, giacché Saturno significa ‘stella sazia’, considerato che la parola “saturn” quasi in tutti gli
idiomi principali rende il senso della sazietà.
19)
Vedete, così stanno le cose su quel pianeta il quale è, sotto ogni aspetto, un
corpo mondiale quanto mai benedetto.
*
20)
Per quello poi che concerne la vegetazione
corrispondente all’erba sulla vostra Terra, essa è su Saturno naturalmente
molto più rigogliosa e grandiosa che non sul vostro pianeta. Il colore
dell’erba è dappertutto azzurro e precisamente con tendenza piuttosto al
violetto. I gambi destinati a portare la semente che si elevano spesso di due
tese al disopra del terreno, sono per lo più di un bianco abbagliante, qua e là
però tendono al verdastro e in questi casi anche i grappoli della semente sono
spesso di color verde chiaro. Data la varietà della specie d’erba, c’è là
conseguentemente anche una varietà straordinaria nella forma delle spighe e dei
grappoli, nonché nel colore e nella formazione delle foglie.
21)
Particolarmente ricchi, tanto in fatto di varietà quanto di sfarzo meraviglioso
dei fiori, si presentano quei prati, perché su un pascolo grande soltanto un
miglio quadrato un botanico appassionato avrebbe il suo bel da fare per
sbrigare in cinquant’anni il solo lavoro di classificazione delle specie.
22)
Specialmente degni di nota sono quei fiori che su Saturno vengono chiamati “Briden”; questi sono delle specie di fiori da
prato che in un anno mutano fino a dieci volte di forma, poiché quante volte la
luna di Saturno più lontana compie il suo giro intorno al pianeta e così pure
le altre lune, altrettante volte anche simili piante cambiano la loro forma e
riassumono la forma precedente solo quando tutte le lune sono ritornate nella
posizione precedentemente occupata, ciò che durante un anno di Saturno si
verifica all’incirca appunto dieci volte; e ciò giustifica anche il nome con
cui questi fiori vengono chiamati, il quale nel vostro linguaggio significa
fiori lunari.
23)
Dopo tutte le specie di erbe e di fiori dei prati particolarmente degne di
attenzione sono ‘le
molte specie di muschi alpini’ che vengono là chiamati “Tirbi”, perché ad una zona montana priva di
alberi questi muschi conferiscono sotto la luce del Sole letteralmente un tale
aureo splendore, che è difficile contemplarla a lungo. Queste piante di muschio
di genere quanto mai vario crescono fitte l’una accanto all’altra, sono alte
circa un braccio sul terreno pietroso delle montagne ed hanno generalmente
l’aspetto di un tappeto multicolore cosparso di sabbia d’oro rilucente ed
emanante un profumo alpino fra i più meravigliosi. Chi là si dedica alle salite
in montagna, viene a trovarsi continuamente all’incirca in quella atmosfera
profumata in cui verrebbe a trovarsi chi di voi potesse salire in un boschetto
di soli alberelli del balsamo, precisamente nel tempo della fioritura in
Libano, in Oriente, nella quale occasione anche chiunque intento a raccogliere
tali fiori ha l’impressione di trovarsi nell’anticamera del Paradiso.
24)
Delle alture e delle montagne di questo pianeta è stata fatta menzione già da
principio; tuttavia va osservato ancora che su Saturno perfino le più alte
vette dei monti sono atte a dar vita a qualche vegetazione, ciò che sulla vostra
Terra, in conseguenza dello spessore necessariamente minore dell’atmosfera,
costituisce un’assoluta impossibilità. Le montagne di laggiù non si elevano
così ripide, bensì uguali a piramidi regolari. Esse non si estendono in
formazioni a catena ininterrotta, bensì sorgono sulla pianura all’incirca come
su un vostro prato falciato sorgono i covoni di fieno e si fanno sempre più
alte quanto più vicine s’innalzano al centro del continente, in maniera che, se
qualcuno salisse sulla massima cima del paese, della quale abbiamo già detto,
egli potrebbe godere tutto l’intero panorama e spaziare con l’occhio
comodamente oltre a tutte le altre vette.
25)
Le rupi di queste montagne che qua e là s’incontrano, non appaiono così
squarciate come da voi, bensì s’innalzano da una e dall’altra parte del monte
come dei pani di zucchero messi l’uno accanto all’altro in file, dei quali più
d’uno raggiunge non di rado l’altezza di 30, 40 e anche fino a oltre 100.00
piedi (32 km); tuttavia
anche questi sfigurano al paragone di qualche albero piramide nel suo completo
sviluppo che pure spesso domina dalla sua cima le vette di montagne anche
considerevoli. Basta che voi paragoniate la sua altezza già indicatavi con
quella della più alta montagna e ben presto vi convincerete come quest’albero
dovrebbe venir chiamato una montagna crescente piuttosto che un albero.
26)
Del resto questo paese va veramente annoverato fra i più montuosi del pianeta.
Nonostante ciò, esso è pure ricco di estesissime pianure, le quali sono solcate
in tutte le direzioni da fiumi bellissimi dal corso quanto mai placido, che
trovano tutti sbocco nel gran mare di Saturno.
27)
Come questi vengano utilizzati e quali piante si riscontrino ancora sulle loro
rive, tutto ciò vi verrà chiarito la prossima volta, e quindi per oggi amen!
[indice]
La pianta
nave “Chaiaba”
Il suo
frutto: una nave
1)
Considerato che ci siamo già intrattenuti riguardo alla vegetazione di quel
pianeta e ne abbiamo considerato le varie specie di alberi e di arbusti, prima
di passare a trattare dei fiumi e dei laghi di questo paese sarà necessario
fare la conoscenza ancora di una pianta delle riviere, la quale prospera
abbondantemente dappertutto lungo le rive dei fiumi e dei laghi all’incirca
come da voi crescono le canne palustri e le altre piante acquatiche.
2) La
pianta in questione viene chiamata “Chaiaba”
ovvero ‘la
pianta nave’. Questa pianta appartiene al genere delle cucurbitacee,
con la differenza soltanto che ogni qualvolta il fusto durante il suo continuo
crescere sulla superficie del terreno va formando un qualche nodo, in questo
punto si sviluppano una quantità di radici di colore bianchiccio che penetrano
nel terreno e con queste succhiano così nuovi umori e nuove energie, per
diffondersi in tale maniera con tanta maggiore vitalità e sempre più oltre in
tutte le direzioni, particolarmente poi in quella segnata dalle rive dei corsi
di acqua di quel pianeta.
3) “Che aspetto ha dunque questa pianta? Che
frutto produce e a che cosa serve quest’ultimo?” – Tale pianta, non appena
appare fuori del terreno, getta un fusto alto e solidissimo all’incirca nel
modo delle vostre canne palustri che voi adoperate nella costruzione delle
vostre case a muratura e specialmente nei cosiddetti lavori di stuccatura. Il
fusto qui non di rado cresce fino all’altezza da quindici a venti tese, cresce
senza alcuna foglia come una pertica di color verde dorato; soltanto in cima
porta, da principio, un bottone azzurro, dal quale sboccia poi gradatamente un
fiore di specie particolare che dà un aspetto tale, come se voi ad un obelisco
a sezione trasversale rotonda voleste applicare tutto intorno dieci bandiere
bianche e rosso chiaro.
4)
Queste bandiere, che all’inizio sono arrotolate, si svolgono lungo le aste
degli steli diritti, lunghi due tese e di color giallo biancastro e pendono da
questi, quando sono pienamente mature, sventolando per una lunghezza da quattro
a cinque tese. Questo fiore, che si diparte da un simile lungo stelo, è così
costituito che esso, in certo qual modo, viene a formare in sé e di per sé già
una specie di frutto di questa pianta e che perciò non appassisce naturalmente,
ma permane solido nel medesimo stato per degli anni.
5) Il
fusto stesso, o per meglio dire il tronco, che vicino a terra ha spesso un
diametro da uno, due e fino a tre braccia, è di dentro perfettamente cavo, ma
nonostante ciò è solido come se fosse fatto di metallo. Quando questa pertica
ha raggiunto uno stato di consolidamento corrispondente a mezza maturazione,
allora alla radice cominciano subito a svilupparsi delle protuberanze che poi
crescono rapidamente ed abbondantemente serpeggiando sul terreno e che sono
esse pure di color verde dorato, soltanto un po’ più pallido. Da questi rami
serpeggianti e rotondi si dipartono ad ogni tratto delle foglie grandi e larghe
su degli alti piccioli. Il picciolo di queste foglie è azzurro verdastro, rotondo
e cavo ed è lungo non di rado una, due ed anche tre tese. La forma della foglia
è ovale ottusa ed ha una lunghezza di cinque ed una larghezza di tre tese. Il
colore è così rosso come quello delle vostre più belle rose; solamente agli
orli la foglia è per l’ampiezza di circa due braccia listate come da voi appare
un bell’arcobaleno dalle tinte vivide. La superficie di questa foglia splende
come fosse di oro brunito e ben levigato, e particolarmente maestosi rifulgono
i suoi orli. La superficie inferiore della foglia è completamente di color
azzurro cupo e totalmente ricoperta da una peluria come di finissima seta,
lunga un palmo, pendente dalla foglia stessa e della tinta come è un vostro
indaco di qualità purissima, soltanto che è alquanto più chiara di come è
questo colore da voi. Il picciolo di questa foglia è esso pure di color verde
dorato e precisamente così come se voi ricopriste una foglia ben levigata d’oro
con un lieve strato di color verde pallido; è perfettamente liscio e là dove si
stacca dal fusto ha non di rado un diametro da uno fino a due braccia. Ma nel
punto dove spunta fuori dal fusto, è circondato da una specie di corona a punte
all’incirca come è formata da voi una cosiddetta corona ferrea; soltanto tali
punte sono piuttosto numerose e tutte d’una forma rotonda perfetta e di color
bianco abbagliante. Circa all’altezza del terzo segmento del picciolo sboccia
poi su un gambo lungo e robusto un singolarissimo fiore. Questo fiore
assomiglia perfettamente ad una vostra grande campana che avesse all’apertura
un diametro dalle quattro fino a cinque tese e di circa una ed una tesa e mezza
alla parte inferiore dove la campana si chiude.
6)
Questo fiore cresce in tutte le sue parti in forma perfettamente rotonda come
se fosse stata lavorata dal più esperto tornitore. Esso differisce da una
campana soltanto nel fatto che l’ampio orlo è guarnito con delle punte lunghe
qualche braccio che crescono all’insù, situate regolarmente l’una accanto
all’altra come i denti di pettine. Il fiore è di color giallo chiaro, mentre le
punte hanno una tinta di un rosso intenso.
7)
Dal mezzo di questo calice a campana si eleva una colonna d’un bianco
abbagliante che sporge fuori dal calice ed è alta quanto due volte il
fiore-campana stesso, tenuto conto anche delle punte di cui fu detto sopra.
Questa colonna è lo stame e l’organo maschile del fiore, mentre le punte
sull’orlo della campana ne costituiscono propriamente i pistilli ed organi
femminili. Quando lo stame ha raggiunto lo stato perfetto di maturità, esso
comincia a lanciare delle stelline luminose, le quali poi vengono attratte ed
assorbite, come fossero delle scintille elettriche, da queste punte femminili e
tal processo costituisce anche veramente l’atto fecondatore di questa pianta.
8)
Quando il processo della fecondazione è arrivato ad un grado di maturazione
sufficiente, questo fiore massiccio appassisce e cade giù dallo stelo senza
cambiare nulla della sua forma; poi viene raccolto spesso perché, essendo di
una materia molto elastica e soffice, quegli abitanti se ne servono per
imbottire ogni specie di sedili e giacigli. Le punte però vengono levate e,
poiché sono estremamente dure e solide, vengono adoperate come chiodi.
9) “Che specie di frutto ne viene fuori?”.
– Ve lo dico Io: “Il frutto più
meraviglioso del mondo”. Perché, per quanto inverosimile e sciocca possa
apparirvi la cosa, resta tuttavia il fatto che questa pianta produce infine
come frutto una vera nave, ma non dovete
pensare che si tratti di una nave come le vostre che possono colare a picco con
l’equipaggio e il carico, cosa questa che costituisce un’impossibilità assoluta
per tali navi naturali, e voi potrete convincervene quando vi saranno chiarite,
con maggiore precisione, le particolarità di un simile frutto. Dopo la caduta
del fiore che, come è il caso delle vostre zucche, viene a trovarsi veramente
già appiccicato al frutto visibile, il frutto stesso comincia a svilupparsi con
grande rapidità e in proporzione colossale, precisamente così come se voi
faceste confezionare un grande uovo in lamina metallica molto sottile, e poi lo
comprimeste dal di sopra, non però nel senso di una punta verso l’altra, bensì
in quello della larghezza; tuttavia sempre in maniera che la parte superiore
compressa non venisse a toccare l’inferiore, ma invece che fra l’uno e l’altra
parete restasse ancora un relativo spazio vuoto.
10) E
adesso immaginatevi applicata questa forma al nostro frutto, il quale appunto
cresce avendo l’aspetto di un uovo compresso e che, allo stato di completa
maturità, raggiunge non di rado una lunghezza dalla trenta alle quaranta tese
ed una larghezza dalle quindici alle venti tese. La distanza fra la parete
superiore compressa e quella inferiore è di solito di una, due fino a due tese
e mezza. Quando il frutto si è perfettamente maturato, ognuna di queste pareti
ha un diametro dalle due alle tre braccia e sono resistenti più che se fossero
di metallo. Una volta maturato, il frutto si stacca da sé dal suo stelo, nel
quale si cela il vero e proprio seme di forma circolare. Nel frutto stesso non
è contenuto niente all’infuori di un fluido gassoso molto sottile, e perciò
avviene anche che un simile frutto acquista una leggerezza tale che perfino un
fanciullo può portarlo via con un minimo sforzo. L’orlo di questo frutto è
provvisto tutto intorno di un fregio di fattura particolarissima che sporge
spesso per circa due tese oltre al frutto propriamente detto e che ha press’a
poco l’aspetto delle pinne dei vostri pesci; però esso è in ciascun punto del
frutto ugualmente formato a raggiera ed elastico, ma in pari tempo resistente,
cosicché a nessuno è possibile strapparne via con facilità alcun pezzo.
11)
Ecco, questo frutto, nel modo in cui giace, viene subito collocato sull’acqua e
adoperato come nave non facilmente distruttibile. Ed affinché gli abitanti di
Saturno possano governare in qualsiasi direzione sull’acqua questa nave a loro
piacimento, impiegano il fusto mediano di cui abbiamo fatto menzione prima,
mediante il quale essi dirigono la nave all’incirca così come voi guidate la
vostre barche fluviali; solamente il fusto in questione ha il vantaggio di
essere molto leggero e, poiché è cavo, non vi è alcuna necessità per muoversi
di puntarlo contro il fondo, bensì l’acqua stessa oppone resistenza, poiché la
quantità d’acqua spostata diventa ben presto più pesante dello spazio cavo del
fusto. Così è l’acqua stessa a resistere all’impatto con un tale fusto.
Certamente, a questo scopo dal fusto vengono segate via le bandierine di cui è
stato detto prima, bandierine che quegli abitanti sanno adoperare con arte come
leggiadro ornamento fissandole tutto intorno sull’orlo di queste navicelle
naturali.
12)
Un altro sistema per mettere in moto la nave è poi il seguente: essi prendono
le belle foglie di questa pianta, già prima descritta e ne fanno delle vele;
per ottenere questo scopo essi altro non hanno da fare che segare una simile
foglia assieme al suo picciolo ed alla corona a punte che si trova al disotto
e, servendosi del succo vischioso di un’altra pianta, fissarla sul fondo della
nave tanto solidamente che perfino un uragano sul tipo di quelli del vostro
pianeta non sarebbe in grado di spezzarla. Vedete, in questo modo la nave
risulta ormai pronta e questa, in caso di necessità estrema, è capace di
portare da dieci fino a venti abitanti di Saturno.
13)
Però quegli abitanti riuniscono abilmente molte di simili navi e ne fanno
un’immensa nave composta, al paragone della quale i vostri vascelli di linea
farebbero la figura di veri giocattoli per bambini, perché sui fiumi più
larghi, sui laghi e sui mari non di rado vengono messe e legate assieme
migliaia di queste navi. Su queste navi vengono poi costruiti degli edifici
molto leggeri e dalla struttura veramente meravigliosa, tanto anzi che un
simile gruppo di navi ha poi l’aspetto piuttosto di una città che non di una
nave vera e propria.
14) E
così voi avete tutto quanto vi occorre per conoscere questo frutto
meraviglioso! Destate anche qui un po’ la vostra fantasia e voi certo ne
rimarrete altamente e quanto mai gradevolmente sorpresi. Una cosa soltanto
ancora è necessario aggiungere, e cioè per quanto concerne il colore di questo
frutto che è davvero fra tutte le sue particolarità la più inimitabile, giacché
esso è a squame come la pelle di un vostro luccio ed anche dello stesso colore.
Dunque, per oggi amen!
[indice]
Ancora
notizie sulla nave-pianta
Costituzione
dei fiumi di Saturno e il loro regolare deflusso
La
costituzione della calotta di Saturno e di tutti gli altri corpi mondiali
Ricchezza di
forme della creazione
1)
Considerato che l’ultima volta abbiamo fatto la conoscenza di una fra le più
meravigliose piante di questo pianeta, non ci resta che poco ancora da
menzionare a suo riguardo, e precisamente con quanta frequenza essa s’incontri
e quanti simili frutti possa portare in una stagione.
2)
Questa pianta prospera con straordinaria frequenza in prossimità dei fiumi e
dei laghi, e specialmente lungo la estesissima riva del mare; entro il periodo
di un anno di Saturno essa fruttifica due volte, rendendo ciascuna volta dai
quattrocento ai cinquecento frutti. Ma su questo pianeta, e più particolarmente
in questo paese del pianeta, nessuno può vantare in linea amministrativa un
diritto di proprietà su questa pianta, bensì a tale riguardo è normativa una
vostra antica sentenza, la quale dice: “Primo
occupanti jus” (il diritto spetta a chi se
n’è impossessato per primo!). Chi dunque ha bisogno di una o più di simili piante,
va nel luogo dove crescono e ne raccoglie quante gliene occorre; e quello che
ha raccolto è sua assoluta proprietà, né vi è alcuno disposto a contendergli
tale proprietà, per la ragione supremamente morale che là, dappertutto,
ciascuno si considera sempre il minimo e il più piccolo fra tutti, cosa questa
che verrà trattata più da vicino quando parleremo del genere umano su Saturno.
3) E
ora passeremo a dare un’occhiata alle acque del pianeta e in particolare a
quelle di questo continente.
4) In
questo paese ci sono alcune migliaia di fiumi molto grandi e larghi, e quasi
tutti traggono origine comune dalla montagna massima già da noi menzionata che
si trova nel mezzo del paese stesso. Ma per poter rendere comprensibile una
tale possibilità, bisogna che voi non v’immaginiate il piede di questa montagna
così piccolo come quello di un monte della vostra Terra, bensì dovete calcolare
che il piede di questa montagna copre in tutte le direzioni una superficie
quasi maggiore di quella di tutta la vostra Europa intera. E adesso potrete
certo ben comprendere quante sorgenti possa alimentare un simile colosso di
montagna.
5)
Siccome essa, nonostante tutta la sua altezza ed estensione, alla base ha la
forma di un cono quasi perfetto, interrotto nella regolarità della sua linea
soltanto dalle rupi già menzionate prima ed emergenti qua e là dai fianchi del
monte, nonché da incavature formate dalle numerose ed abbondanti sorgenti, si
può ben comprendere come l’acqua sgorgante da una simile montagna debba
defluire in tutte le direzioni possibili e, giunta alla pianura, ingrossata
oltre a ciò dal contributo copioso delle sorgenti di altre montagne, debba poi
riversarsi placidamente negli oceani. Il divario tra i fiumi della terra e
quelli di Saturno consiste anzitutto nel fatto che quest’ultimi hanno tutti
un’uguale velocità di deflusso, ovverosia una medesima pendenza, cosa questa
che trova la sua ragione nel fatto che là non esistono in nessun luogo dei
cosiddetti altipiani, bensì non si trovano che montagne, valli più o meno
larghe ed infine anche estesissime pianure, le quali, senza eccezioni, sono
allo stesso livello sul mare e l’inclinazione del terreno, a cominciare dalle
spiagge fino al piede della montagna centrale, raggiunge dappertutto ugualmente
al massimo le mille tese; perciò, grazie a questa inclinazione assai lieve,
anche i fiumi devono aver tutti la medesima velocità di corrente.
6) Di
tutti i molti fiumi e torrenti di questo pianeta Io intendo attrarre la vostra
attenzione solamente su quattro e ciò per il motivo che questi quattro sono i
più grandi fra tutti ed hanno segnato il loro letto fino al mare in linea tanto
diritta da sembrare che il loro corso sia stato regolato con il sussidio di un
cordino teso dal piede della montagna al mare.
7)
Già nel punto dove nascono, sono più grandi del vostro Danubio nel punto dove
sfocia nel mar Nero, e poi vanno continuamente aumentando in ampiezza. Quando
arrivano infine al mare, ciascuno di questi fiumi raggiunge la larghezza di 200
delle vostre miglia (1.484 km), tutti si differenziano dai vostri fiumi e torrenti solo per il fatto che
il loro letto è di uguale profondità lungo tutto il percorso, perciò le acque
di un simile fiume non sono in nessun luogo più alte, né più basse di quanto
non siano nel punto dove iniziano, vale a dire dove cominciano ad allontanarsi
dal piede della montagna, poiché, quando anche più tardi vengono ingrossate
dalle acque di varie altre provenienze, il fiume va semplicemente allargandosi,
ma mai facendosi più profondo.
8) In
voi certo sorgerà qui il pensiero e domanderete: “Com’è possibile un fenomeno di questa specie”. – Ed Io vi rispondo
che non vi è possibilità più facile a realizzarsi di questa! Giacché, se il
fondo è costituito da una superficie diritta ed intatta declinante dappertutto
con il medesimo angolo, sulla quale è depositato uno strato di terra
dappertutto perfettamente uguale dovuto al graduale lavorio delle acque, come
potrebbe verificarsi una qualche disuguaglianza nella profondità del letto del
fiume, data una simile uniformità di condizioni?
9)
Affinché voi osserviate con più attenzione e capiate più a fondo il rapporto a
voi ancora incomprensibile (riguardo alla profondità uniforme dei fiumi), è
necessario accennarvi brevemente al fatto che questo pianeta è rimasto intatto
nelle sua costituzione originaria, cioè in quello che ancora è rimasto di esso,
nonostante la distruzione generale dei mondi a voi nota che avete conosciuto
nella caduta di Adamo (vedi “Il Governo della Famiglia di Dio”, vol.1,
cap.9), solo che esso, prima di questo
periodo, era molto più grande.
10)
Quale grandezza però esso abbia avuto, ve lo dimostrano i suoi attuali anelli,
perché la superficie dell’anello esterno segnava allora il limite della
superficie di questo pianeta. Sennonché in quell’epoca il pianeta venne
tagliato ugualmente a sinistra ed a destra (o a Sud e a Nord), in modo tale che
tanto la calotta settentrionale che la meridionale vennero scaraventati nello
spazio siderale sconfinato come due immensi gusci cavi, per la ragione che su
ambedue queste parti il perfido serpente aveva pure generato la sua mala
progenie abbondante. Soltanto la zona mediana torrida era rimasta pura e venne
conservata a perenne ricordo che il grande Architetto dei mondi può mantenere
un corpo mondiale anche quando esso non si trovi più nello stato della sua
iniziale perfezione planetaria.
11) E
ora certo voi vorreste sapere come sia sorto il presente corpo planetario,
molto più piccolo, che si trova all’interno dell’anello. Ed Io vi dico in
risposta, di aprire molto bene i vostri occhi e i vostri orecchi e così potrete
gettare un’occhiata molto profonda non solo sul pianeta di cui stiamo parlando,
ma anche su tutti i corpi mondiali. Questo attuale corpo planetario dentro
l’anello esisteva già prima dello scupolamento,
precisamente come sarebbe il caso della vostra Terra, qualora le venissero
levate le sue calotte, poiché anche dentro la vostra Terra si cela un’altra
sfera più piccola, e in questa piccola una terza più piccola ancora, le quali
sono collegate tra di loro soltanto con aria, acqua o fuoco. L’attuale pianeta
Saturno rappresenta veramente già la terza sfera, dato che l’anello testimonia
della passata esistenza già di due sfere più esterne e precisamente dove esso
si presenta diviso in due anelli concentrici perfettamente staccati l’uno
dall’altro.
12) E
così in Saturno voi avete in certo qual modo l’occasione di osservare un corpo
mondiale come potreste all’incirca fare con una mela che fosse stata tagliata
per metà. Le parti, resesi visibili con il taglio, vi mostrano anche la
costruzione meccanica interiore di un corpo mondiale; solamente per quanto
riguarda l’attuale pianeta stesso, questo certamente non è visibile fino al suo
centro, tuttavia il rapporto resta sempre il medesimo, perché anche questo
pianeta visibile presenta ulteriormente nel suo interno l’identica costruzione,
e precisamente nello stesso rapporto come appare nel tratto della superficie
dell’anello più esterno dell’attuale pianeta visibile. Se il pianeta perdesse
ancora una volta le sue calotte, verrebbe formato un ulteriore anello ancora
più piccolo sotto al più grande, dentro il quale rimarrebbe sospeso un pianeta
perfettamente rotondo, che si libra liberamente come è il caso dell’attuale
pianeta dentro l’anello più grande.
13)
Per poco che voi cerchiate di acuire il potere del vostro intelletto e del
vostro sentimento, questa cosa non mancherà di diventare sempre più chiara ed evidente,
ma da ciò voi riconoscerete pure quanto riesca facile alla Mia Potenza, qualora
si renda necessario, rimpicciolire o ingrandire un simile corpo mondiale.
14)
Se voi poteste osservare tutti i corpi mondiali che esistono nello spazio
infinito della Creazione, in verità v’imbattereste in forme che il vostro
spirito anche in pienissima luce, non sarebbe capace di comprendere affatto,
perché, se già voi uomini, con le limitatissime forze spirituali che sono a
vostra disposizione, potete conferire una considerevole varietà alle vostre
stentate creazioni, sarò pure Io capace di fare lo stesso, nei Miei immensi
spazi della Creazione, ed a questo riguardo la Mia grande Fantasia non avrà
certo bisogno, come forse qualcuno fra i vostri scienziati crede, di venire a
scuola da voi, né avrà la necessità di frequentare addirittura qualche
cosiddetto corso di estetica.
15)
Quanto ricco di fantasia sia il vostro Creatore, ve ne forniscono la prova già
tutte le piante, gli animali e i minerali della vostra Terra, prova che certo è
quanto mai misera e magra. Sul nostro Saturno voi potrete constatare qualcosa
di più variato, ed Io dico che qualcosa di immensamente più variato si trova in
un Sole! Infatti, se anche su Saturno le cose devono apparirvi quanto mai
meravigliose, cosa direste poi e che occhi fareste qualora Io vi concedessi di
gettare uno sguardo al Sole!
16)
Perché, fate bene attenzione, noi abbiamo cominciato da Saturno che perciò
rappresenta per noi il numero uno, e voi sapete che Io offro sempre il vino migliore
per ultimo; non come usano fare gli osti disonesti da voi, i quali al primo
bicchiere inebriano la fantasia degli ospiti assetati e per ultimo, invece di
un vino migliore, servono loro dell’aceto fortemente annacquato; comprendete
quindi bene quale significato abbiano le Mie parole quando vi dico: “Abbiamo cominciato dal numero uno!”.
Quando avremo finito con il nostro pianeta, allora dalla vostra fantasia e
migliore immaginazione ben si vedrà se esse sono atte a voli ancora più alti,
poiché presso di Me l’elevato e l’ancora più elevato fino all’infinito non ha
mai fine. E non esiste in nessun luogo un terzo grado di comparazione, bensì
dappertutto solo il secondo, il che vuol dire che una cosa è sempre situata più
in alto dell’altra ed è dotata di maggior splendore dell’altra. E in nessun
luogo esiste qualcosa di magnificentissimo, tale cioè da non poter mai venir
superato in magnificenza da qualcos’altro, poiché Io stesso soltanto sono l’irraggiungibilmente Supremo. Quando dunque avrete già
ammirato questo e quella magnificenza dei corpi mondiali, solo allora vi verrà
concesso di dare una brevissima occhiata al Cielo e questa occhiata, malgrado
la sua brevissima durata, sarà tale da annientare completamente il ricordo di
tutte le magnificenze mostratevi sui corpi mondiali. Perché, se le Mie opere si
rivelano in tanta infinita maestà già nella materia rigida e morta, come non si
riveleranno sublimi nello Spirito, in cui tutto è Luce e Vita!
17)
Adesso però facciamo ritorno al nostro pianeta e misuriamo la profondità dei
fiumi, dei laghi e anche quella dei mari e tale scopo ci sarà sufficiente
dappertutto una lunghezza di cinquecento delle vostre tese. Poiché, vedete, il
mare là è profondo cinquecento tese quasi dappertutto, soltanto che l’altezza
delle acque va regolarmente diminuendo alquanto man mano che esse si avvicinano
alla terra. Per quanto concerne poi i fiumi, nel mezzo della loro larghezza la
profondità dell’acqua è dappertutto ugualmente di dieci tese () e diminuisce
naturalmente sempre di più verso le rive; soltanto vicino alle foci i letti dei
fiumi vanno lentamente abbassandosi fino a raggiungere il livello generale del
fondo del mare.
18)
In seguito all’uniformità e all’uguale profondità dei letti dei fiumi e
torrenti avviene poi anche che ciascun fiume o torrente offre all’occhio
meravigliato l’aspetto di uno specchio quasi perfettamente liscio nel quale si
riflettono in maniera sorprendente le immagini del paesaggio immediatamente
vicino, come da voi succede in qualche lago dalle acque molto tranquille, ciò
che offre uno spettacolo meraviglioso oltre ogni dire particolarmente di notte,
quando tutti gli astri si specchiano nelle acque di tali fiumi che ne
riverberano la luce, quasi per niente indebolita.
19)
Per quello che ulteriormente riguarda i quattro fiumi principali dei quali
abbiamo già detto, essi dividono in quattro parti questo paese partendo dalla
nota montagna centrale e precisamente cosicché, se qualcuno si trova sulla
sommità di questa montagna, seguendo con l’occhio il corso dei quattro fiumi
principali, può poi vedere anche gli estremi limiti di questo grande paese.
Certamente, voi con i vostri occhi non arriverete a tanto; però gli abitanti di
Saturno lo possono fare benissimo, dato che i loro occhi di per sé vedono molto
meglio dei vostri anche se armati del più potente cannocchiale; ciò che del
resto è loro necessario, perché, se qualcuno là vuole sorvegliare i suoi
possedimenti, è bene che abbia anche dei buoni occhi capaci – data la purezza
dell’atmosfera – di spaziare con facilità su un territorio grande quanto tutto
il vostro paese standosene su un alto monte della vostra Terra. Gli esseri di
Saturno hanno la loro maggiore forza sensoriale negli occhi all’incirca nel
rapporto in cui la possiede da voi un’aquila, la quale pur da considerevolissima altezza può con facilità distinguere un
minimo insettuccio sulle foglie delle vostre piante.
20)
Per quanto ancora concerne le altre particolarità di questi fiumi e laghi come
pure dei mari, rimandiamo la cosa ad una prossima volta! E quindi, per oggi
amen!
[indice]
Il fiume
d’oriente e i suoi residenti nelle immense abitazioni-albero
La forza di
volontà per dominare la natura e la capacità di comunicare col mondo spirituale
Alcuni
contatti con spiriti provenienti dalla Terra
1)
Uno di questi quattro fiumi principali, che ha il suo corso esattamente in
direzione di oriente, è il più largo di tutti e per così dire anche il
maggiormente popolato. Voi non dovete certo pensare che sulle sue rive siano
costruite città e castelli come su quelle dei vostri fiumi, dal momento che
qualcosa di simile non lo si trova in alcun luogo su tutto il pianeta Saturno.
2) La
migliore dimora degli abitanti di quel pianeta è costituita invece dall’albero
che voi già ben conoscete, sotto ai cui moltissimi rami e ramoscelli trova
ricovero un’intera famiglia. Le famiglie dimorano tuttavia divise all’incirca
come da voi, cosicché in parte abitano le pianure, di preferenza le rive dei
fiumi, mentre un’altra parte predilige le montagne. Per conseguenza anche le
rive di questo fiume che scorre verso oriente sono occupate molto spesso, tanto
a destra che a sinistra, da simili alberi, sotto i quali è stabilita la dimora
permanente delle varie famiglie. Io parlo qui di ‘dimora permanente’ per la buona ragione che su quel pianeta un
simile albero non muore così facilmente, bensì continua a crescere e ad
estendere i suoi rami in maniera tale da offrire ricovero ad una famiglia che,
unitamente alle parentele collaterali, conta non di rado da dieci fino a
ventimila persone.
3) I
fiumi, specialmente questo d’oriente, rappresentano per quegli abitanti una
necessità molteplice, e ciò per le seguenti ragioni che esporrò in ordine di
importanza: in primo luogo tutti gli abitanti di Saturno amano quanto mai
bagnarsi; non sono rari coloro che si lavano fino sette volte al giorno; in
secondo luogo il nuoto rappresenta per loro un divertimento particolarmente
salutare, perché in questo ramo degli esercizi fisici essi sono tutti, senza
eccezione, dei veri artisti, dato che non soltanto possono agilmente nuotare
sulla superficie come voi, bensì possono anche camminarvi sopra molto
facilmente. Perciò con tanta maggiore facilità essi sono in grado di eseguire
anche tutti gli altri esercizi di bravura particolari del nuoto, per esempio
restare coricati sull’acqua, rimanervi seduti oppure fare capovolte a
piacimento.
4) Se
vogliono immergersi, possono fare anche questo; tuttavia la cosa non riesce
loro molto meglio di quanto possa riuscire alle oche da voi, considerato che in
rapporto alla densità dell’acqua di Saturno i loro corpi sono del quaranta per
cento più leggeri dei vostri in rapporto alla densità delle vostre acque. Come
già dettovi in precedenza, gli abitanti di Saturno possono, con certa facilità,
sostenersi liberi nell’aria, specialmente i giovani; ad ogni modo perfino i
vecchi possono saltare giù dalla più grande altezza senza danno al loro corpo;
tuttavia non si dedicano troppo volentieri a questo esercizio, perché, dopo una
simile escursione per l’aria, vengono di solito colti da una specie di
vertigine poco piacevole.
5) In
terzo luogo essi dimorano di preferenza vicino ai corsi d’acqua perché, come fu
già menzionato, di notte questi offrono uno spettacolo incantevole per effetto
della riflessione delle varie luci; in quarto luogo dai fiumi di Saturno spira
un’aria generante una frescura particolarmente piacevole alla quale quegli
abitanti si deliziano immensamente. E in quinto luogo essi dimorano di
preferenza lungo le rive di questi fiumi anche a causa dei loro animali
domestici, che impareremo a conoscere più tardi, affinché questi possano venire
abbeverati con maggiore facilità. Sulle montagne, invece, le specie più grandi
di animali domestici ben di rado possono venir mantenute a causa della mancanza
di acqua nella quantità richiesta, perché le sorgenti di tali fiumi si trovano
più verso le basi dei monti e coloro che dimorano più in alto devono allora
accontentarsi dell’albero della pioggia o del frutto ricco d’acqua a voi già
noto. A questo riguardo conviene notare che il più grande fra gli animali
domestici di Saturno consuma in una giornata, calcolato secondo la vostra
misura, non di rado fino a mille startine d’acqua per
estinguere la sua sete, cosa questa che dovrebbe apparirvi alquanto enigmatica;
sennonché questa mucca supera in grandezza i vostri elefanti tanto che
quest’ultimi sulla sua schiena potrebbero senz’altro assumersi la parte di
parassiti. In seguito alla straordinaria utilità di questo animale, appunto gli
abitanti di Saturno dimorano particolarmente volentieri lungo le rive dei
torrenti, dei fiumi e dei laghi, affinché questo prezioso animale non venga a
mancare di quanto più gli è necessario, dato che esso ha la particolarità di
bere in volume cinque volte più di quanto mangia, cosa della quale si parlerà
con maggior precisione più tardi, quando cioè passeremo a trattare più
specialmente degli animali.
6)
Quantunque gli uomini qui non costruiscano né città, né case, essi tuttavia
sanno disporre le piantagioni dell’albero parete a voi già noto con tanta arte
e leggiadria che, se vi fosse possibile ammirare un simile luogo di dimora,
esso vi apparirebbe incomparabilmente più bello della vostra più grande città,
perché, al vederlo, il primo vostro pensiero sarebbe quello che quegli abitanti
si costruiscono le loro mura d’oro pulito.
7) In
sesto luogo infine essi vivono volentieri lungo le rive dei fiumi anche a
motivo della navigazione che a loro piace immensamente, giacché essi si
dedicano al navigare non tanto per questione di profitto, quanto invece per
loro diletto e per ragioni di salute e, se qualcuno di loro desidera visitare
altre isole o paesi confinanti, che si trovano a notevole distanza, essi
preferiscono la via d’acqua a qualunque altra.
8)
Voi qui vi domanderete: “Che scopo ha,
per gli abitanti di Saturno, navigare se comunque possono camminare sulla
superficie dell’acqua?”. – La risposta soddisfacente a questa domanda non è
difficile a darsi. Essi possono certo mantenersi sulla superficie dell’acqua e
camminarci sopra, se non sono gravati da qualche peso, ma se invece lo sono sia
pure minimamente, allora subito si immergono, giacché il rapporto di densità
fra l’acqua e il corpo umano è per dir così calcolato fino ad una minuta
frazione; oltre a ciò, benché essi possano camminare sull’acqua, tuttavia lo
possono soltanto lentamente e in certo qual modo anche procedendo con molta
precauzione; e tale capacità là viene acquisita dappertutto solo dopo un
esercizio molto maggiore di quello che occorre qui a voi per pattinare sul
ghiaccio. Invece, sulle loro navi, unite l’una all’altra, scivolano con
rapidità grandissima sulla superficie dell’acqua, cosicché essi percorrono, con
tutta facilità, da trenta a cinquanta miglia in una delle vostre ore. Eppure essi
non dispongono né di caldaie a vapore, né di ruote a pale, bensì la forza
motrice che loro serve sta unicamente nella loro ferma volontà e nella loro
fede incrollabile, per la quale ragione essi dispongono anche, lungo i bordi
delle loro navi, di quelle punte vegetali che voi già conoscete, le quali poi
mediante la loro volontà vengono per così dire magnetizzate e traggono perciò
la nave in quella direzione dove il navigatore ha indirizzato il polo della
propria volontà rivolto alla meta.
9) E
vedete, una simile forza motrice è senz’altro migliore delle vostre terribili
macchine a vapore che costituiscono continuamente una minaccia per la vita
naturale dell’uomo. Se Io non ne avessi cura per mezzo dei Miei angeli
tutelari, in verità, sciagure, causate dai vapori d’acqua liberati, si
verificherebbero ancora più di quanto sia accaduto finora. Non vi è niente di
più stolto di quando gli uomini mettono a profitto delle forze naturali che
essi non conoscono per niente, perché non basta sapere soltanto in base
all’esperienza che il vapore acqueo disciolto possiede un’immensa forza di
pressione, ma è bene anche sapere cosa vi sia nascosto dentro il vapore e che
cosa effettivamente costituisce questa grande forza di pressione.
10)
Forze morte non sono veramente delle forze, ma le forze che agiscono sono
sciolte e viventi. Dunque: “Chi conosce
quanta energia sia insita negli spiriti liberati nei vapori acquei?”. – In
verità, se non vi fossero gli angeli di cui ho detto, a tenerli in freno, i
presuntuosi fautori delle macchine a vapore si persuaderebbero ben presto a
loro spese su che terreno molto friabile siano fondati tutti i loro calcoli,
perché gli spiriti liberati anche solo da un mab
d’acqua, una volta scatenati, basterebbero per trasformare delle intere catene
di montagne in polvere e cenere in un solo istante. Da ciò voi potete rilevare
con molta facilità in quale grado sia necessario che venga esercitata la tutela
celeste, affinché l’intera umanità non cada vittima delle proprie stolte
imprese.
11)
Di queste pazzie gli abitanti di Saturno non sanno nulla e, a prescindere da
ciò, sono incomparabilmente più saggi di tutti gli eruditissimi fratelli del
vapore e dominatori del mare sul vostro corpo terrestre. Essi, oltre ai molti
vantaggi, hanno anche questo, inestimabile: essi durante la loro vita possono
coltivare spesso un rapporto con Me Personalmente e così anche con gli angeli
del Cielo, per mezzo del quale essi, nella loro sfera della sapienza e
conoscenza, anche soltanto in un breve colloquio possono guadagnare più che non
voi attraverso il chiacchierio, spesso più che stoltissimo, fra eruditi.
12)
Qui Io trovo altresì opportuno menzionarvi di sfuggita come non di rado degli
spiriti della vostra Terra vengono in contatto con gli abitanti di Saturno, ciò
che viene sempre concesso loro, specialmente quando essi ne hanno un gran
desiderio, nelle cui occasioni gli abitanti di Saturno si fanno gran risate a
spese di simili spiriti che pretendono di essere dei pozzi di scienza e
rimproverano loro la loro pessima fede, in seguito alla quale essi non sono a
conoscenza nemmeno del fatto che il Signore, Quale Creatore del Cielo e di
tutti i mondi, è perfettamente un Uomo. Perché questo fatto sulla Terra non è
certo conosciuto che a pochissima gente e così pure a pochissimi cristiani
soltanto, e la maggior parte di loro Mi raffigura nelle maniere più ridicole ed
insensate, considerato che per alcuni Io devo finire con l’assumere tutte le
figure possibili.
13)
Per alcuni devo aver l’aspetto di un Gerarca, altri invece Mi fanno apparire
quasi nudo, seduto su una nuvola e con in mano una croce, di solito a destra
del Gerarca; altri ancora Mi rappresentano come una colomba volante, nel qual
caso Mi tocca librarMi al di sopra delle due
anzidette Persone, sul Gerarca cioè e sul Cristo nudo che porta la croce. Poi
non mancano coloro che Mi collocano in tutte e tre le Persone
contemporaneamente; allora vengo ridotto ad un assurdo matematico, perché Io
vengo rappresentato in tre persone, due soltanto delle quali hanno figura
d’uomo, mentre la terza ha forma d’animale, e poi perché queste tre persone,
differenti l’una dall’altra, non dovrebbero costituire che una divina Persona,
formata da un Gerarca, un Cristo nudo e una colomba.
14)
Su tutto l’intero pianeta di Saturno, invece, non c’è essere umano che si sia
mai fatto di Me altra raffigurazione se non quella che Io sono completamente un
Uomo come qualsiasi altro uomo, con l’unica differenza che Io sono l’Uomo
assolutamente perfetto, vale a dire un Uomo nel Quale dimora corporalmente la
pienezza della Divinità. Qualora non poteste comprendere una simile cosa, basta
che rivolgiate le vostre considerazioni alla materia ed essa vi dirà da dove
viene e che cosa è, anzi essa ve l’ha già detto. Per conseguenza non vi
riuscirà tanto difficile comprendere cosa voglia dire che in Me, Quale l’Uomo perfettissimo, dimora corporalmente la pienezza della
Divinità.
15)
Vedete dunque, quando gli abitanti di Saturno vengono fuori con un discorso di
simile genere di fronte a qualche presuntuoso spirito di questa Terra, egli ne
resta scandalizzato e si adira e vorrebbe, per vendicarsi, scagliarsi su quegli
abitanti per inculcare loro con la violenza un’altra fede; sennonché gli
abitanti di Saturno allora si rivelano subito così pieni d’umiltà, ma nello
stesso tempo anche così fermi nella loro fede, che gli spiriti di questa Terra,
per effetto del loro orgoglio, se ne sentono completamente nauseati, in modo
che a loro non è più possibile reggere entro la sfera degli abitanti di Saturno
e se ne allontanano volontariamente.
16)
Di scene simili che si svolgono su questo corpo celeste Io Mi riservo di
rappresentarne agli occhi vostri con certa chiarezza solo quando tratteremo
delle regioni delle nevi e dei ghiacci del corpo stesso dove sono soliti
trattenersi ed esercitare il loro influsso gli spiriti degli abitanti deceduti
di Saturno. Perché è bene che voi sappiate che gli spiriti di ciascun pianeta,
particolarmente quando non sono compiutamente purificati, si trattengono per lo
più ancora entro la sfera del pianeta stesso sul quale sono prima vissuti in un
corpo di carne.
17)
Frattanto, però, abbandoneremo questo argomento e riprenderemo a considerare i
fiumi di Saturno.
[indice]
Splendido
paesaggio rivierasco delle zone fluviali
Il fiume
verso nord, quello dell’ovest, quello del sud
1) Se
voi volete raffigurarvi proprio bene un simile fiume, immaginatevi una
superficie liquida tranquilla che si estende in linea retta a perdita d’occhio
fino al mare. Raffiguratevi in aggiunta un simile fiume che scorre in una
pianura estesissima interrotta soltanto qua e là da gruppi regolari di montagne
che voi già conoscete. Immaginatevi ancora la meravigliosa fertilità lussureggiante
di queste regioni rivierasche! Raffiguratevi i viali interi, lunghissimi dei
cosiddetti alberi-piramide fra le montagne, tutti i giardini incantevoli adorni
di viali con gli alberi-specchio, boschi interi enormemente vasti di
alberi-imbuto lungo le rive di questi fiumi e tutte le altre specie di alberi,
arbusti, piante ed erbe d’un rigoglio straordinario. Pensate oltre a ciò alla
popolazione animale meravigliosissima di questi fiumi
ed agli uccelli acquatici bellissimi di tutte le specie, i quali spesso
volteggiano a schiere al di sopra dell’ampia superficie di tali fiumi in tutte
le direzioni e che sono tutti, senza eccezione, soggetti alla volontà
dell’uomo! E con l’aiuto della vostra fantasia cercate di completare il quadro
raffigurandovi oltre a tutto ciò, specialmente presso le famiglie che dimorano
lungo le rive dei fiumi, la presenza non rara di figure celestiali, vale a dire
di angeli del Cielo, e come detto, fra loro anche di Me stesso!
2) Se
voi dunque vi rappresentate tutto ciò assieme alla vostra mente, potete già
farvi una discreta idea della magnificenza immensa di un simile paesaggio lungo
un fiume e, come già detto, particolare attenzione a questo riguardo va fatta
al gran fiume dalle rive amplissime che scorre verso oriente. Tuttavia, specialmente
per quanto concerne la vegetazione, non dovete raffigurarvi la cosa come fosse
una mescolanza caotica, bensì tutto disposto secondo un piano al massimo
dell’ordine possibile, perché là non si provvede solamente alla necessità
animale attraverso una vegetazione per così dire gettata lì a caso, bensì da
parte Mia è già provvisto in modo da tenere conto del miglior ordine e
dell’estetica, di cui avete potuto farvi una qualche idea, quando si è trattato
degli alberi e in generale della vegetazione di Saturno.
3)
Come però si presenta questo “fiume d’oriente”, in maniera non differente si
presentano pure tutti gli altri tre; soltanto che essi non hanno la larghezza
del primo, né hanno una popolazione così densa, ma ad ogni modo, per quanto
riguarda la magnificenza, non hanno nulla da invidiare al primo.
4)
Quel fiume che porta le sue acque verso settentrione,
dal punto di vista del passaggio, ha per lo più in sé qualcosa di ciò che voi
chiamate “romantico”. Perché la valle
dentro cui scorre non di rado è qua e là ristretta dalle montagne, anche lo
spettacolo si presenta come qualcosa di raro, dato che lungo tutto il versante
dei monti l’occhio scopre numerosissimi picchi o meglio torri di roccia che
sembrano innalzarsi fino al cielo d’un colore bianco abbagliante, le quali non
di rado sono adorne di quella pianta medicinale che vi ho già descritta e che
appunto attecchisce là di preferenza, quantunque essa si trovi anche altrove,
anche se non con tanta frequenza.
5)
Anche qui raffiguratevi le rive animate e fornite di tutto quanto è stato detto
che si trovava su quelle del fiume d’oriente. Una eccezione solamente va fatta
per quanto concerne i cosiddetti viali di alberi-piramide, perché a causa del
terreno un po’ più roccioso simili alberi non prosperano bene in quelle
regioni. Così ora avete un quadro perfetto di questo fiume e delle sue rive.
6) Il
fiume che scorre verso occidente è invece
rinomato per i suoi molti uccelli canori che sono dei veri artisti della
melodia. Se vi fosse possibile trascorrere una serata in quei luoghi, vi
abituereste così bene che poi la vostra musica vi farebbe all’incirca la
medesima impressione come un gracidio di rane in una pozzanghera dopo uno
splendido concerto o una gran sinfonia di un qualche famoso musicista, come ad esempio
di un Händel o di un altro compositore di pari
valore.
7)
Vedete, in questo modo Io su quel pianeta sono per gli uccelli anche un maestro
di musica! E voi potete esser certi che, se i vostri migliori artisti di canto
potessero udire anche una volta sola la voce di un simile pennuto cantare, non
si azzarderebbero più per tutto il tempo della loro vita ad emettere nemmeno
una nota sola. (Notabene. Anche presso gli abitanti di quel pianeta la musica è
una facoltà preminente; tuttavia essi non dispongono affatto di strumenti
musicali, invece essi coltivano di preferenza il canto nel quale eccellono e
anche con il canto essi rendono in maniera bellissima grazie e lode a Me
durante i loro servizi divini, ciò che verrà più precisamente chiarito quando
parleremo con maggiori particolari dell’uomo sul pianeta in questione e delle
condizioni in cui vive).
8) Il
fiume che scorre in direzione di mezzogiorno è
a sua volta grandemente rinomato a causa dello splendore delle sue acque,
perché la superficie liscia, in particolare di giorno, riluce continuamente,
cosicché a voi apparirebbe come una distesa disseminata di grossi diamanti ben
sfaccettati e questo è dovuto al fatto che l’acqua, specialmente alla
superficie, è di una purezza e limpidezza eccezionali. Su Saturno tutte le
acque sono in generale molto più limpide che non la vostra acqua di sorgente
più pura; l’acqua di questo fiume è talmente chiara che anche dove essa è
profonda al massimo si può sempre scorgere qualsiasi oggetto con indiminuita precisione e tutto ciò produce il fenomeno per
cui la superficie, specialmente quando è sia pure soltanto lievemente
increspata, scintilla e getta bagliori tali che voi non potreste farvene mai la
benché minima idea, perché un arcobaleno da voi è al paragone di quello spettacolo
qualcosa di estremamente semplice e meschino.
9)
Per quanto poi concerne la popolazione che vive lungo le rive di questo fiume,
va osservato che essa è in certo qual modo la più povera di tutte e ciò per il
motivo che in quella regione la vegetazione non prospera così bene come in
altre regioni a causa dell’acqua eccessivamente dura; quantunque, come già
detto, l’acqua sia là di una limpidezza assolutamente straordinaria, essa è
tuttavia più dura di quella degli altri fiumi, caso questo che si riscontra
anche nella vostra Terra, dove pure quanto più limpida e fredda sgorga un’acqua
da una sorgente, tanto più essa è dura e scarsa di energia fecondatrice. Non
dovete però affatto pensare che le rive di questo fiume abbiano perciò forse un
aspetto da deserto, perché anzi nonostante tutto superano in opulenza anche le
più lussureggianti regioni della vostra Terra; tuttavia, limitando il paragone
a quel pianeta, esse non possono gareggiare in bellezza con altri paesi,
particolarmente con quelli situati lungo le rive del fiume che scorre verso
oriente.
10)
Così dall’alto della nostra montagna centrale noi ormai avremmo preso
sufficiente visione dei quattro fiumi principali. Questi che abbiamo finora
menzionati non sono gli unici territori abitati e in cui vi sia vita su quel
pianeta, è invece vero che anche le montagne sono proporzionalmente non meno
popolate e così pure le rive di tutti gli altri fiumi, che in parte sboccano
direttamente al mare dopo un corso più o meno variamente tortuoso, ma che per
lo più si riversano o nei quattro fiumi principali già nominati, oppure anche
in altri fiumi secondari.
11) E
ora non ci resta da considerare che i molti e grandi laghi di Saturno per
quanto concerne gli scopi loro assegnati, il loro splendore, nonché le condizioni
di abilità delle loro sponde piane ed ampiamente estese; cose tutte queste che
ci riserviamo di trattare ad una prossima occasione! Per oggi, amen!
[indice]
I laghi e i
loro splendidi paesaggi con la densa popolazione rivierasca
I
collegamenti con i fiumi e con gli altri laghi
Stupende
formazioni coniche al centro dei laghi come luoghi di divertimento
La
navigazione con i cigni
1)
Per ciò che riguarda i laghi di cui abbiamo parlato ieri, devo dirvi anzitutto
che essi differiscono molto dai laghi che si trovano sul vostro corpo terrestre
e che sono, in verità, dei bacini irregolarmente profondi nei quali si
raccoglie l’acqua. Certo, questo carattere l’hanno anche i laghi di Saturno,
dato che essi pure sono formati dalle depressioni del terreno piano nelle quali
si raccolgono le acque sorgive scorrenti da tutte le parti giù dalle montagne;
però questi laghi hanno un letto molto meno profondo di quello dei fiumi in
generale, ed un lago di Saturno è raramente più profondo di al massimo quattro,
cinque fino a sei tese, profondità questa che per quel pianeta è da
considerarsi come insignificante ed infatti ciascun abitante di Saturno, data
la minima profondità di un simile lago, può comodamente attraversarlo a guado,
poiché l’acqua gli giunge a mala pena fino a metà della coscia sopra il
ginocchio. Malgrado ciò però l’acqua è abbastanza profonda per rendere
possibile il perfetto galleggiamento delle navi che voi già conoscete.
2)
Ora si domanda: “Che cosa sono
propriamente i laghi su quel pianeta?”. – Ecco, tutto ben considerato essi
non sono altro che quello che da voi sono i canali artificialmente scavati. Un
simile lago ha non di rado all’incirca cento punti di scarico e canali di
deflusso discretamente larghi verso vari altri fiumi, e precisamente così che,
seguendo la via d’acqua attraverso simili laghi e sbocchi di scarico, si può
con tutta comodità arrivare a tutti i quattro fiumi principali menzionati
prima. Il fatto si spiega in questo modo: se un qualche lago di questa specie
si trova, ad esempio, tra il fiume d’oriente e quello del mezzogiorno, è sicuro
che esso ha uno ed anche più sbocchi nel primo ed anche nel secondo fiume; ed appunto
nelle stesse condizioni viene a trovarsi anche un qualche lago situato tra il
fiume del mezzogiorno e dell’occidente, fra quello dell’occidente e del
settentrione, e tra quello del settentrione e dell’oriente, in modo che le
comunicazioni per via d’acqua sono rese possibili non solo in una, bensì in
cento direzioni. Ma come la comunicazione con i fiumi principali è stabilita
per mezzo di questi laghi, ugualmente anche tutti i fiumi e le acque minori
sono in comunicazione tra di loro, per la qual cosa su tutto questo immenso
continente non esiste nessun fiume e quasi nessun lago al quale non si possa
pervenire da tutte le parti per via d’acqua.
3)
Questi laghi interni sono spesso di una notevolissima estensione ed anche i
minimi hanno non di rado una grandezza pari a quella del vostro cosiddetto Mar
Caspio nell’Asia. Ce ne sono alcuni di una grandezza di gran lunga superiore e
che, in quanto a superficie, potrebbero competere con il vostro Mare
Mediterraneo. Tuttavia di questi laghi molto estesi non ce ne sono proprio
molti e si trovano di preferenza soltanto nelle regioni situate più vicino al
mare; di laghi più piccoli, particolarmente verso la parte centrale del
continente, ce ne sono in gran quantità, perché su tutto questo vastissimo
continente intero non c’è pianura, per poco vasta che sia, nel cui mezzo non si
trovi un qualche lago importante, e perciò anche lo spettacolo formato da
questi laghi, se visto da una qualche altezza, è talmente pittoresco, per usare
una vostra frase, che voi qui sulla Terra difficilmente potete farvene una
conveniente idea.
4) Se
anche qui da voi ci sono delle regioni ricche di laghi, questi anzitutto sono
di forma irregolare e in un certo modo sono quasi sorti a caso ed altrettanto
si può dire del paesaggio che limita i laghi, costituito ora da una rupe
corrosa, ora da un versante boscoso di montagna, ora da una sudicia pianura e
da altre formazioni irregolari e non molto significative; invece tale non è il
caso nelle regioni lacustri su Saturno! Là i laghi, infatti, hanno sempre più o
meno una forma perfettamente ovale, dalla quale poi si dipartono, per così dire
a raggiera, in tutte le direzioni, degli sbocchi ancora significativamente
ampi, o in altri laghi, o in fiumi e in altri corsi d’acqua. Ora immaginatevi
così una superficie liquida tranquilla che occupa uno spazio di almeno da dieci
a cento, da cento a mille, da mille a tremila miglia quadrate secondo le vostre
misure, e potrete già farvi una idea della maestà di un simile lago. Figuratevi
poi i molti e larghi sbocchi per lo più rettilinei, e la maestà di un simile
lago vi apparirà aumentata ancora, specialmente se pensate che gli sbocchi
stessi hanno di rado una, due, tre e così via fino a quaranta miglia di
larghezza, ciò che conferisce a sua volta maggior splendore al paesaggio.
5) Ma
non sono solamente queste cose a donare imponenza ad una simile regione
lacustre, a ciò anzi concorrono in maniera preminente le sponde dei laghi che
offrono dimora ad una popolazione molto densa, nonché l’eccezionale
magnificenza della vegetazione che in nessun altro luogo fa tanto sfoggio di sé
come appunto nelle regioni situate intorno ai laghi. Là prosperano
particolarmente gli alberi-piramide che voi già conoscete e che, almeno dal
vostro punto di vista relativo, non di rado raggiungono un’altezza favolosa,
perché essi talvolta con le loro cime superano i monti di una discreta altezza.
6)
Allo scopo di abbellire maggiormente le rive dei laghi, questi abitanti
coltivano molto di frequente, com’è naturale, la nota ‘pianta-nave’. Dietro ai
vasti campi sui quali queste piante crescono vengono piantati e ben curati, di
preferenza i cosiddetti ‘alberi parete’ che spesso si sviluppano ad un’altezza
che supera la misura prima indicata, giacché in qualche regione vicina alle
rive la parete dorata formata da tali alberi arriva qualche volta ad una
altezza di 500 tese (950 m) dal suolo. Questo
risultato viene ottenuto da quegli abitanti ricorrendo ad un certo artificio
consistente anche là in una specie d’innesto. Essi, cioè, quando gli alberi-parete
sono cresciuti circa un paio di tese fuori dal terreno, li mozzano e,
praticativi dei tagli, v’innestano dei rami dello stesso albero-parete
ricoprendo le ferite con della terra, in seguito a ciò, dato anche il continuo
sviluppo naturale, il tronco di un simile albero si trova allungato già di una
buona metà. Tale operazione viene ripetuta da loro finché vi è la possibilità
di farlo. E così, per aumentare l’imponenza di una simile regione dei laghi,
essi promuovono la crescita di questi alberi all’altezza sorprendente di cui
abbiamo detto prima, e che sorpassa di molto quella normale corrispondente alla
loro natura. Dietro queste pareti viene di preferenza piantato anche il
cosiddetto ‘albero della varietà’ dall’aspetto di una colonna che voi già conoscete
e che, data la straordinaria diversità dei suoi prodotti, contribuisce non poco
alla magnificenza, che sempre più accresce, del paesaggio sulle sponde dei
laghi.
7)
Che, naturalmente, anche qui non ci sia quasi altra abitazione ad uso degli
uomini all’infuori del primo albero principale a voi già noto, questa cosa è
già stata sufficientemente chiarita, allorché si è parlato della popolazione
che vive lungo le rive del fiume d’oriente, quando cioè Io vi ho detto che là
non esiste alcuna città, né una fortezza, né un altro qualsiasi luogo di dimora
che non sia quest’albero; soltanto che, riguardo a quest’albero, che si trova
nelle regioni delle rive dei laghi, va osservato ancora che esso supera di
molto in altezza e in estensione i suoi congeneri lungo le rive dei fiumi ed
anche sulle montagne, e per conseguenza è anche atto ad offrire dimora e
ricovero ad una famiglia tanto più numerosa.
8)
Con non minore attenzione ed ordine vengono qui curate anche tutte le altre
specie di alberi, arbusti, erbe e vegetali in genere, e così avviene che un
simile passaggio dei laghi finisce con l’apparire, nel senso più vero della
parola, un perfetto paradiso. Non bisogna però che vi raffiguriate che in
queste regioni dei laghi di simili alberi principali, che formano quasi l’unica
dimora degli uomini, se ne trovino ad ogni piè sospinto, bensì nel modo che, se
voi doveste portarvi da una abitazione di questo genere fino alla prossima,
impieghereste un tempo discretamente lungo per compiere il viaggio, perché la
minima distanza fra un albero all’altro varia al minimo dalle dieci alle venti
miglia, ma qualche volta anche dalle cinquanta alle cento miglia, dato che,
come osservato già da principio, là un singolo appezzamento di terreno non di
rado è tanto vasto, quanto tutto il vostro stato. Ora su un terreno di questa
specie cresce raramente più d’uno di simili alberi, e in casi eccezionali
soltanto da cinque a dieci al massimo; ad una nuova piantagione si procede
solamente nel caso in cui una famiglia non trovi più posto sufficiente sotto
uno stesso albero e, data una simile eventualità, per i membri in eccesso della
famiglia viene piantato un nuovo albero in qualche altro luogo nelle vicinanze.
9) In
seguito ad un tale stabilirsi altrove delle famiglie, vengono poi man mano
popolate anche le regioni montuose, decisione che però gli abitanti di Saturno
non prendono mai troppo volentieri, giacché, prima che qualcuno pianti il suo
albero su una montagna, fa ogni sforzo possibile per trovare un’ubicazione
lungo qualche riva per potervi erigere la sua arborea dimora. Solamente qualora
ciò non sia affatto possibile, ha luogo l’emigrazione verso i monti, ed anche
là si va in cerca di quelle località della montagna dove esistono una o più
sorgenti d’acqua e dove almeno vi sia possibilità per l’albero della pioggia e
per la pianta irrigatrice di prosperare rigogliosamente. Certamente, là sulle
montagne essi non possono più tenere alcun esemplare delle grandi mucche di
Saturno che forniscano loro un latte caldo, e devono accontentarsi del latte
meno dolce delle capre domestiche che sui monti sono molto numerose.
10)
Se poi ci tengono proprio a gustare il latte delle grandi mucche, allora certo
non rimane loro altro che andarsene dai loro parenti al piano e là, in certo
qual modo, ottenere un simile latte prezioso, sia mediante uno scambio con erbe
salutifere della montagna, sia mediante qualche prestazione di lavoro. Poi essi
riempiono i loro vasi che già conoscete; quindi fanno ritorno alle loro dimore
a piedi oppure avvalendosi di qualche mezzo di trasporto. A questo proposito
basta che vi ricordiate di quella specie di carro che vi ho già menzionato,
carro che viene allestito facilmente mettendo a profitto il frutto della nota
pianta irrigatrice e che dagli abitanti delle pianure viene non di rado
chiamato “la
nave della montagna”.
11)
Quantunque però questi alberi d’abitazione siano, per voi ben s’intende,
situati molto distanti l’uno dall’altro, per gli abitanti di Saturno si trovano
invece abbastanza vicini, giacché essi, nonostante la grande distanza, possono
sempre distinguere benissimo l’albero-abitazione dei loro prossimi vicini, dato
che possiedono una vista acutissima, e le loro lunghe gambe li mettono in grado
di percorrere comodamente una distanza ad esempio di 10 miglia circa nel tempo
di un quarto d’ora; se poi la dimora dei vicini è situata proprio molto
lontana, allora si fa ricorso alle navi. Con quale rapidità venga compiuto un
simile viaggio piuttosto lungo, di ciò è già stato detto nella comunicazione di
ieri.
12)
Resta ancora da menzionare se l’acqua di tali laghi interni sia ferma o se
scorra. Già in precedenza è stato detto che l’acqua dei laghi non è un’acqua
ferma, bensì corrente; però essa non scorre in una direzione sola, bensì in
tutte le direzioni possibili, solo che l’acqua ha un moto alquanto più lento
che non nei fiumi e nei torrenti. Tuttavia, per comprendere bene lo scorrere
dell’acqua in un simile lago, voi dovete immaginare che l’acqua del centro del
lago va versandosi a raggiera in tante direzioni quanti sono gli sbocchi del
lago e i canali che si dipartono da esso e per mezzo dei quali le sue acque
sono poste in comunicazione con quelle di altri laghi e fiumi e torrenti;
sennonché qui è necessario accennare ad un’altra differenza. In quei canali
mediante i quali un lago è congiunto con un altro lago, l’acqua scorre in modo
che, per esempio, essa si riversa dal lago A al lago B seguendo la riva
sinistra e, arrivata a quest’ultimo, si confonde con le acque di questo
formando come un ampio vortice per effetto del quale l’acqua compie,
all’altezza della riva destra, movimento retrogrado, cosicché un navigante ad
esempio può giungere dal lago A al lago B in direzione di oriente seguendo la
corrente di sinistra, mentre un altro può contemporaneamente arrivare dal lago
B al lago A seguendo la corrente che risale lungo la riva destra. Certamente,
produrre un simile movimento dell’acqua dovrebbe riuscire abbastanza difficile
anche ai vostri migliori ingegneri idraulici. Nei canali che si riversano da un
lago in un fiume o in un torrente, le acque non hanno questo doppio movimento,
bensì scorrono o da un lago in un fiume, o anche da un fiume in un lago. Ciò
non ostacola affatto la navigazione, dato che tutti i movimenti delle acque
sono molto lenti su Saturno, e la corrente più rapida non percorre mai più di
10 tese al minuto (19 m), mentre le correnti più lente spesso non raggiungono che cinque e fino
anche ad una tesa. Del resto anche il moto delle acque in se stesso non viene
provocato là agli scopi della navigazione, bensì affinché le acque non
imputridiscano e possano diffondere tutt’intorno, grazie a questo moto lento,
un alito benefico di vita.
13)
Quello che poi conferisce maestà molto maggiore ancora a simili laghi, è
costituito dalle formazioni coniche di roccia bianca che sorgono di frequente
per lo più nel mezzo di tali bacini acquei e ciò per la ragione che l’acqua di
un lago è in certo qual modo più tranquilla nel mezzo che non in qualsiasi
altro punto, e quindi è in questo, più che in un altro punto, che sarebbe
portata ad imputridire. Per mezzo dunque di queste rupi emergenti dalle acque
si provvede in maniera eccellente ad ovviare ad un tale inconveniente, giacché,
per minimo che sia il movimento dell’acqua, questa, urtando contro la roccia,
produce una lieve risacca e in seguito allo sfregamento riacquista freschezza
destando l’elettricità insita nell’acqua stessa. Simili formazioni coniche di
roccia sono oltre a ciò ricoperte spesso da quelle piante salutifere che voi
già conoscete, le quali, con la loro esalazione vitale eterea e con il loro
straordinario profumo, donano alla superficie di un simile lago una facoltà
ristoratrice immensa, e perciò anche assai di frequente gli abitanti di Saturno
si trattengono con le loro navi in vicinanza di questi isolotti.
14)
Uno spettacolo particolarmente magnifico viene offerto da queste rocce quando
si presentano a gruppi in numero anche di qualche migliaia. Se voi poteste
vederli, molte volte vi accadrebbe di pensare di trovarvi dinanzi ad una città
immensa costruita sull’acqua, al paragone della quale la vostra Venezia farebbe
la figura di un balocco da bambini, giacché una simile formazione rocciosa
conica ha non di rado una circonferenza alla base di una, due fino a tre miglia
ed un’altezza di 2.000, 3.000 fino a 4.000 tese (7,6 km), in modo che, troncando ad una certa altezza il
cono, sulla superficie così ottenuta potrebbe trovare posto sufficiente anche
una grande città. Immaginatevi adesso un gruppo addirittura di simili
formazioni coniche, e poi potrete già farvi un’idea della grandezza di una
città di questo genere emergente dalle acque di un lago.
15)
Gli abitanti di Saturno, dal canto loro, non lesinano fatiche a questo
riguardo, e a suon di scalpello rendono l’uno o l’altro cono abitabile; oppure
vi praticano dei gradini fino alla cima e si dilettano passando intere giornate
su quelle formazioni rocciose così lavorate. Se le formazioni sono molto
grandi, a forza di scalpellare vi vengono praticati addirittura parecchi piani
che sono abitabili. La via ai piani superiori è costituita da una specie di
scala a chiocciola, costruita esteriormente mediante lo scalpellamento
di gradini sulla roccia, sui quali poi si sale ai piani superiori. Quegli
abitanti però adattano così ad abitazioni solamente le formazioni prive di
vegetazione, perché una rupe di questa fatta, se fornita di vegetazione, la
considerano come una specie di santuario e riterrebbero senz’altro di
commettere peccato se vi lavorassero con lo scalpello, qualora da parte di
qualche spirito angelico non venisse loro di quando in quando l’ammaestramento
che una tale azione non è affatto peccato, bensì un’imprudenza, se cioè
volessero distruggere con i loro scalpelli quelle nobili piante.
Conseguentemente, rendendo omaggio ai dettami di modestia e di prudenza, si
astengono dal toccare simili formazioni rocciose, ricche di vegetazione ed
emergenti dai laghi. Le cime, e in generale l’esterno delle formazioni coniche
rese abitabili, vengono poi adornate con molto buon gusto con ogni tipo di
fogliame e con quelle tali bandiere di cui vi è già stato parlato. E così un
gruppo di queste formazioni coniche nel mezzo di uno specchio d’acqua
tranquillo viene ad assumere anche per gli stessi abitanti di Saturno un
aspetto oltre ogni dire, maestoso. In quanto a voi, un simile spettacolo vi
lascerebbe certo per lungo tempo incapaci di esprimere le vostre sensazioni.
16)
Quello, poi, che contribuisce maggiormente ad aumentare l’incanto di una simile
regione dei laghi o meglio di una simile città di montagna in mezzo all’acqua,
è il numero assai grande di navi che frequentano quei luoghi e l’animazione che
viene promossa nei rapporti tra le varie famiglie, poi la stragrande quantità
dei grossi uccelli acquatici dalle piume variopinte che, come i cigni da voi,
rendono animati gli specchi d’acqua fra le formazioni coniche e che con il loro
variato canto conferiscono speciale attrazione per un tratto estesissimo a
quelle località dei laghi. Non dovete però raffigurarvi questi uccelli della
grandezza dei vostri cigni, bensì un tale uccello su Saturno ha le dimensioni
di un vostro piccolo bastimento; per la qual cosa anche non di rado quegli
abitanti montano per diletto sulla schiena di simili uccelli e si fanno portare
così intorno per qualche tempo in tutte le direzioni. Avviene altresì spesso
che gli abitanti di Saturno ammaestrano questa specie di uccelli come animali
da tiro sull’acqua, i quali vengono per così dire aggiogati alle loro navi, e
così lo spettacolo di una nave trainata sulla superficie liquida da qualche
centinaio di simili uccelli, non potrebbe non suscitare nella vostra fantasia
la visione di un qualche viaggio in un paese incantato. Tuttavia una
navigazione di questa specie appartiene sempre soltanto alla classe degli
svaghi che quegli abitanti si concedono, né viene mai impiegata nel campo
comune dei trasporti o delle comunicazioni, perché gli abitanti di Saturno sono
troppo misericordiosi verso qualsiasi creatura, per assoggettarla a un qualche
duro lavoro, tanto più che con la forza della loro volontà e della loro fede
ottengono sempre e dappertutto ciò che loro occorre.
17) E
così questo è tutto per quanto concerne i laghi, salvo, bene inteso, il regno
animale e specialmente gli animali dell’acqua dalle forme spesso meravigliose,
dei quali si comincerà a trattare prossimamente. Basterà che anche qui destiate
un po’ la vostra fantasia e del prodigioso vi sarà dato di vederne a
sufficienza. Altre cose, dunque già come detto, vi saranno comunicate
prossimamente. Quindi per oggi, amen!
[indice]
La
caratteristica riva del mare con il pericolo delle mareggiate
Luna e
anello come smorzatori del flusso e riflusso
La catena
alimentare microscopica in mare
La
conchiglia gigante azzurra
1)
Considerato che ormai abbiamo potuto farci una discreta idea del paese riguardo
a tutto quello che concerne la conformazione del paese stesso, nonché la sua
ricca vegetazione e la sua costituzione idrografica e che abbiamo potuto
convincerci di come tutto ciò torni a suo vantaggio, noi adesso distoglieremo
la nostra attenzione dal regno della sfera elementare-metallica
dei vegetali e delle acque, che costituiscono il primo fondamento del regno
animale, per farla convergere appunto su questo ultimo regno.
2)
Prima però di passare a considerare il regno animale propriamente detto, sarà
necessario ancora dare di sfuggita un’occhiata alle regioni lungo le rive del
mare che sono la dimora principale del più svariato regno animale. Sulla vostra
Terra le regioni situate lungo le rive dei mari sono per lo più, salvo rare
eccezioni, le parti più densamente popolate dei vari paesi, perché il mare e le
sue coste si prestano maggiormente all’esercizio del commercio e dei traffici
in generale, purché naturalmente non si tratti di coste disseminate in tutta la
loro estensione di scogli oppure formate da bassifondi sabbiosi o da melma.
Tali invece non sono le condizioni delle regioni costiere sul pianeta Saturno,
dove, procedendo per 40 miglia (300
km), secondo le vostre misure, dalla costa verso
l’interno del paese, non abita nessun uomo, e ciò per il motivo che in tali
regioni basse del paese, fino a 40 miglia procedendo dalla costa verso
l’interno del paese, nessuno sarebbe al sicuro da un’improvvisa inondazione.
Infatti, come il mare sulla vostra Terra è soggetto ai movimenti periodici del
flusso e del riflusso[4],
tanto più questo fenomeno si verifica nel caso di un pianeta tanto più grande
della Terra e, di conseguenza, su di esso il flusso si manifesta in modo
proporzionalmente tanto maggiore, e talvolta anche di più, quanto questo
pianeta e tutte le cose che si trovano su di esso sono più grandi della Terra.
3)
Che il flusso su questo pianeta non raggiunga sempre la stessa altezza, ha la
seguente ragione: le sette lune di Saturno devono evidentemente esercitare su
di esso un’influenza considerevole, e così appunto avviene che in quei periodi
nei quali tutte le sette lune, in seguito alla loro velocità disuguale, vengono
a trovarsi da una medesima parte del pianeta, le acque in questa parte
s’innalzano ad una altezza maggiore del consueto. Laddove, come da voi è il
caso, una sola luna gira intorno a un pianeta, non sarebbe certo cosa troppo
saggia attribuire il flusso e il riflusso all’azione della luna, nonostante
essa eserciti effettivamente un’insignificante influenza. Ad ogni modo, tutta
questa influenza apporta sulla Terra alla marea è a mala pena un pollice di
contributo nel caso di un innalzamento naturale al di sopra del livello del
mare di 6 piedi. In un pianeta come Saturno, invece, l’influenza dei suoi
satelliti contribuisce già in maniera considerevole all’innalzarsi naturale al
di sopra del livello del mare, perché, anche considerando l’innalzamento
complessivo di sette pollici corrispondenti ad un pollice per satellite come
nel caso della Terra, voi dovete raffigurarvi questo pollice nella proporzione
stessa di qualsiasi altra cosa su Saturno rispetto alle corrispondenti cose
sulla Terra, e allora arriverete immediatamente al risultato che i sette
pollici, dopo aver detratto l’effetto di ogni altro influsso normale e
regolare, si invertono con tutta facilità in un aumento di livello di 70 tese (133 m). Considerate ora per di più
l’aumento normale di livello del mare di Saturno al tempo del flusso valutabile
a 60 tese e non tarderete a scorgere a quale altezza possano giungere talvolta
le acque del mare sulle spiagge di quel pianeta.
4)
Qualora l’anello del pianeta sovrastante il mare non esercitasse un’influenza
così benefica sulle acque di questo, in simili periodi dell’alta marea perfino
le pianure fino a qualche migliaio di miglia entro terra rischierebbero di
essere inondate. Invece per effetto della forza d’attrazione dell’anello, nei
periodi del flusso si verifica il notevole fenomeno per cui il mare penetra
raramente per più di 40 miglia verso l’interno, poiché in tali periodi le acque
sottoposte all’influenza dell’anello si accumulano formando delle vere montagne
liquide, in modo che esse si raccolgono in tali ammassi, anziché riversarsi più
addentro inondando il paese.
5)
Queste montagne liquide hanno una grande somiglianza con le vostre trombe
marine, con la sola differenza che in seguito all’attrazione dell’anello, esse
non di rado arrivano alla spettacolosa altezza di 100 miglia (800 km) e in queste condizioni è certo
anche che ogni navigazione viene resa impossibile durante tali periodi del
flusso, perché, se una nave ha la mala sorte di essere afferrata da una
montagna liquida di questa specie in via di formazione, essa viene scagliata in
alto con una forza e una violenza indescrivibile e, una volta raggiunta la
vetta, viene catapultata verso il basso con tale impeto che molto difficilmente
si può parlare di un ritorno felice e incolume. Di quando in quando avviene che
in qualche luogo l’ammassamento delle acque[5],
esse assumono proporzioni così terribili, che la montagna liquida arriva quasi
fino all’anello; questo fenomeno, però, si verifica rarissime volte.
6)
Comunque, anche i meno voluminosi o meno violenti ammassamenti d’acqua sono
molto pericolosi per quei naviganti, dato che le montagne liquide di questo
tipo sono animate da un moto rotatorio d’una velocità per voi incredibile. Se
qualcuno sulla sua barca viene attratto nella spirale di una simile montagna
liquida rotante, da principio egli viene semplicemente sollevato nel punto in
cui il moto vorticoso è ancora lento, ma, poi, dato che quanto più l’acqua
sale, tanto più si accentua il moto rotatorio, accade che la nave, così
afferrata dal vortice, viene scaraventata lontano, quando non venga stritolata
dalla violenza del flutto rotante. A questo proposito bisogna notare che il
diametro di una montagna liquida di questa specie, anche solo di media
grandezza, è alla base non di rado dalle venti alle cinquanta miglia, a metà
dell’altezza spesso dalle dieci alle venti miglia ed alla sommità da uno a due
miglia. La rotazione dell’acqua, però, a mezza altezza di tale montagna è già
talmente violenta che il giro viene compiuto in quattro o cinque minuti ed alla
sommità addirittura in un minuto o un minuto e mezzo. In base a questi dati
potete ben farvi già una idea della potenza di lancio di una simile montagna
liquida! Quando una nave viene a trovarsi sulla superficie del mare in un
qualche luogo dove al di sotto comincia precisamente a formarsi la vetta di una
montagna d’acqua, allora essa viene sollevata ad una spaventosa altezza. Se
però la nave giunge nel flusso vorticoso di una tale montagna, viene sollevata
ad una certa altezza e da lì scaraventata violentemente a grande distanza.
7)
Ora, ecco, era necessario far precedere questo alla descrizione del regno
animale, giacché così risultano chiare le ragioni per le quali le rive dei mari
di Saturno non sono abitabili. Poi, in questo grandioso atto naturale viene
prospettata la prima produzione del regno animale, perché in questo modo si
compie in proporzioni enormi un atto d’accoppiamento, in seguito al quale gli
animaletti atomici dell’etere vengono accolti nell’acqua, dove si riproducono
evolvendosi di classe in classe finché giungono a quel gradino che voi sulla
Terra chiamate degli anfibi. Ora questa classe di animali rappresenta anche sul
pianeta Saturno il momento di transizione, conforme all’ordine delle cose,
dagli animali delle acque a quelli della terraferma. Così i territori lungo le
coste dei mari costituiscono, in certo qual modo, il primo gradino sul quale,
grazie al graduale progredire, gli animali del mare vengono trasferiti
dall’acqua alla terraferma. Se vogliamo fare oggetto di osservazione il regno
animale di Saturno, dobbiamo cominciare a considerarlo in maniera ordinata da
dove esso propriamente trae le sue origini.
*
8)
L’acqua del mare è dunque la prima dimora degli animali. Ebbene: “Quali sono gli animali che per primi
scorgiamo su questo corpo mondiale, e precisamente nei suoi mari?”. – Ecco,
anche là vige lo stesso ordine come sulla Terra.
9) La
prima specie di animale è costituita da
una quantità innumerevole di vermiciattoli bianchi straordinariamente piccoli,
che sono così piccoli che in una comunissima goccia possono comodamente trovare
posto a milioni. La seconda specie è
formata da una classe superiore di vermi più grandi che sono già provvisti di
due braccia e che risultano già visibili agli occhi degli abitanti di Saturno.
Un simile animaletto della seconda specie divora in un secondo molte migliaia
di quelli della prima specie e così assimila la loro vita alla propria. La terza categoria consiste in una specie di verme
alquanto allungato, di color grigio della grandezza all’incirca come i vostri
vibrioni dell’aceto. Questa specie è molto vorace e si nutre delle due specie
inferiori assimilando così la loro vita. La quarta
categoria è formata da una quantità di vermi provvisti di due teste
che hanno già la grandezza di una linea e che sono più grossi verso la metà del
corpo, ciò che dà loro l’aspetto di un minuscolo chifel
(panino dolce a mezza luna). Questo animale divora solo le specie precedenti. La specie successiva comincia già a distinguersi a
seconda del sesso, mentre nelle specie già nominate tale distinzione non esiste
ancora. Questo animale, grazie alle sue due teste, è già conformato così che in
esso si trovano in certo qual modo riuniti sia l’essere maschile che il
femminile, ciò che appunto risulta dal fatto che ha due teste. La successiva classe è costituita da una specie di
minuscolo scarafaggio di color rossiccio provvisto di quattro zampe. Questo
animale ha le dimensioni visibili di circa due linee in lunghezza ed una linea
di larghezza del corpo e si nutre in modo molto vario, perché divora tutte le
specie precedenti in quantità grandissima, assimilando con ciò la loro vita. E
così, ascendendo per mille gradini, l’essere trapassa dall’una all’altra specie
finché una vita potenziata si raccoglie nella classe dei crostacei locali.
10)
La classe dei crostacei è ugualmente ricca di specie ed anzitutto fanno la loro
comparsa le conchiglie, e solo dopo le lumache.
11)
Fra le conchiglie merita particolare considerazione ‘la conchiglia gigante azzurra’, la
quale non di rado si presenta di dimensioni tali che, se si trovasse in un
qualche mare della vostra Terra, potrebbe senz’altro essere scambiata per
un’isola con la superficie di un miglio quadrato ed anche di un miglio quadrato
e mezzo (55 kmq). Questa
conchiglia costituisce però l’ultimo gradino della classe; la sua morte viene
provocata da una quantità di piccole lumache le quali, quando sono spinte dalla
fame, penetrano nell’interno della conchiglia e cominciano a rodere da tutte le
parti il corpo del nostro povero animale. Quando la conchiglia è stata divorata
in questo modo, il guscio viene gettato non raramente, per effetto del flusso e
riflusso delle acque, a volte su qualche piccola isola, oppure anche sulla riva
della terraferma a noi già nota, dove talvolta simili conchiglie vengono
scoperte dagli abitanti di Saturno, i quali le raccolgono, dato che per loro
sono molto preziose, e se le portano a casa. Queste conchiglie vengono poi di
solito fissate nel terreno in modo che fra le due valve della conchiglia
vengono piantati vari esemplari dell’albero della pioggia, che vi ho già
descritto, e così in questi ampi bacini formati dal guscio viene raccolta,
nella maniera più economica, l’acqua che cola dall’albero.
12)
La parte esterna di una simile conchiglia gigante non ha niente di
particolarmente bello, ha un colore verde scuro, ma tanto più splendido si
presenta l’interno. Esso, infatti, si presenta precisamente così come se voi
ricopriste una superficie d’oro brunito con una bella tinta azzurra; per
conseguenza un bacino di questa specie, quando è riempito dell’acqua
dell’albero della pioggia, ha un aspetto assolutamente maestoso. È specialmente
in quest’acqua che gli abitanti di Saturno fanno di preferenza i loro bagni,
perché quest’acqua è della massima limpidezza ed anche perché essa è satura di
un profumo etereo all’incirca così come il vostro olio di nardo che sulla
vostra Terra è tra i più profumati.
13)
Voi certo vi domanderete: “Come fanno gli
abitanti di Saturno a rimuovere e trasportare una conchiglia di simili
dimensioni?”. – Questo lavoro viene compiuto là in una maniera assai
semplice. La conchiglia, di per sé, non è tanto pesante come potreste
immaginare voi, giacché nelle zone sottostanti all’anello gli oggetti non sono
in generale tanto grevi quanto in una qualche altra regione di questo pianeta
situata più a settentrione o a mezzogiorno, e di conseguenza succede che,
quando gli abitanti di quel pianeta scoprono una conchiglia di questo genere,
si radunano poi da molte parti provvisti di cunei e di leve, l’aprono, la
puliscono con cura, la chiudono nuovamente ed infine incollano accuratamente la
linea di adesione delle due valve servendosi di una qualità speciale di stoppia
marina. Poi sulle loro navi attendono la buona occasione di flusso del mare che
solleva la conchiglia; questa viene legata con solide funi alla loro nave, dopo
di che iniziano a rimorchiarla su un qualche fiume verso l’interno con una
velocità della quale voi difficilmente potreste farvi un’idea. È in simili
occasioni appunto che gli abitanti di Saturno mettono a profitto tutta la
potenza della loro volontà; quindi non deve far meraviglia se essi riescono
spesso a trasportare da un luogo all’altro oggetti, la cui grandezza e peso vi
farebbero rabbrividire al pensiero di doverne effettuare voi il trasporto; cosa
questa della quale avremo occasione di parlare con maggior precisione più
tardi.
14)
Prossimamente continueremo le nostre considerazioni riguardo al regno animale.
Per oggi, dunque, amen!
[indice]
La
lumaca-pertica, la lumaca-piramide, la lumaca-disco
Dimensioni e
utilità delle tre specie
1)
Dopo questa conchiglia gigante che abbiamo appena descritto, vengono, come già
è stato detto, le varie specie di lumache, e precisamente, prima di tutto,
quelle che vivono nelle acque, e subito dopo, per quanto riguarda il corpo vero
e proprio, quelle più sviluppate che si trovano sulla terraferma.
2)
Nell’acqua ci sono migliaia di specie, le quali pure sono ordinate in
successione, cosicché, per usare una vostra espressione scientifica dell’ambito
biologico, anzi meglio sarebbe dire nell’ambito della riproduzione della vita,
l’una trae origine dall’altra.
3)
Per ciò che concerne le prime specie della serie, queste lumache sono anzitutto
troppo poco interessanti per i vostri occhi desiderosi di vedere, quantunque su
ciascuna specie si potrebbero scrivere volumi in grandissimo numero. Anche
soffermandosi poco su ciascuna, non si verrebbe a capo con la descrizione, data
la grandissima quantità di cose. Perciò noi rivolgeremo la nostra attenzione a
quelle ultime specie della serie che possono essere per voi di particolare
interesse; basterà dunque fare qualche più dettagliata menzione delle cinque
ultime specie che, per la loro meravigliosa conformazione, sono tali da
suscitare veramente interesse.
4) La
prima di queste ultime cinque specie è quella delle cosiddette “lumache pertica”. Essa è
particolarmente interessante perché la spirale del suo guscio somiglia
moltissimo ad una lunga vite, e il guscio stesso si presenta così come se voi
faceste trasformare una pertica lunga dieci tese in una vite, ovvero, in
termini ancora migliori, come se voleste attorcigliare una lunga corda intorno
a questa pertica, in modo che le spire risultassero dall’alto al basso
strettamente rinserrate l’una all’altra. Voi, però, non dovete raffigurarvi
questa pertica troppo sottile, bensì in modo tale che alla base, dalla parte
più grossa cioè, abbia un diametro di 5 piedi (1,5 m) e poi va gradatamente assottigliandosi fino
all’altra estremità ed anche le spire si fanno proporzionalmente sempre più
sottili. Sulla vostra Terra una lumaca di questa specie voi potreste chiamarla
anche un obelisco a spirale. Qui, invece, viene data la denominazione di
lumaca-pertica, perché così appunto viene chiamata dagli abitanti di Saturno.
5) Il
colore del guscio all’esterno è di una bellezza veramente meravigliosa, giacché
alla base, là dove il guscio è più grosso, esso è perfettamente rosso rosato,
così come se voi ricopriste una lastra ben levigata d’argento con uno strato
leggero appunto di questo colore. Verso la cima il guscio si fa invece d’un
rosso sempre più cupo, conservando però lo splendore metallico, in modo che
lungo la pertica si possono vedere tutte le gradazioni del rosso della tinta
più pallida alla più scura. Però non soltanto il colore costituisce la
magnificenza di un simile guscio, bensì anche gli ornamenti della spirale,
perché la fascia addominale attorcigliata e lunga di questa lumaca è
ininterrottamente adorna di perle sempre più grandi nel più bell’ordine. E
l’incavatura fra spira e spira è ornata di un nastro d’oro, il quale contiene
degli arabeschi di bellissimo effetto, per usare un termine comune a voi. Così
si presenta dunque la dimora di questa lumaca!
6)
L’animale che ci vive dentro è meno interessante, perché esso non è altro che
un verme delle dimensioni di un polipo, provvisto di quattro tentacoli per la
nutrizione o la suzione. Esso si nutre di altre lumache più piccole come anche
di piccole conchiglie di varia specie che l’animale afferra con il tentacolo
situato più in basso, poi stritola ed infine infila il cibo stritolato nel
cosiddetto tentacolo della nutrizione. Gli altri due tentacoli servono
all’animale semplicemente da organi tattili con i quali esso va continuamente
esplorando tutto intorno alla ricerca di cibo e per sentire contemporaneamente
se non gli si avvicinino degli esseri animati da intenzioni ostili. In un simile
caso, questo animale si ritira immediatamente dentro la sua splendida dimora e
ne chiude l’accesso con un diaframma o crosta di colore bianchiccio. Questa
precauzione a volte, però, non gli giova per niente, poiché i suoi nemici
consistono in una specie di gamberi-spada che descriveremo più tardi, i quali
in breve tempo perforano la crosta, penetrano come tanti rapinatori nella casa
di questo animale e divorano man mano il misero inquilino fino all’ultima
briciola. I gamberi in questione, però, diventano poi a loro volta preda di
un’altra specie di lumache di cui parleremo tra poco.
7)
Gli abitanti di Saturno raccolgono i gusci di queste lumache pertiche e non di
rado ne fanno uso per adornare i loro giardini. Talvolta però usano tali
lumache per sistemare delle condutture d’acqua. Dove l’acqua sgorga fino a
raggiungere un’altezza piuttosto considerevole, imprigionano l’acqua con
l’imboccatura della lumaca, ne mozzano la punta all’altra estremità e così,
naturalmente, l’acqua fuoriesce con grande violenza da questa specie d’imbuto.
Sotto questo sbocco collocano poi una seconda lumaca, con la grande apertura
all’insù, per raccogliervi l’acqua che sgorga dal primo e così di seguito
finché l’acqua viene convogliata, in questo modo, spesso a molte miglia di distanza
in una qualche località al piano, a piacere degli abitanti. Che un acquedotto
di questo genere non sia senza interesse a vedersi, ve lo potete facilmente
immaginare.
*
8) La
successiva specie delle lumache è la cosiddetta ‘lumaca-piramide’; il suo colore è
uniformemente verde erba-dorato e la fascia addominale è ornata da superfici
ovali di una bianchezza nivea relativamente grandi, i cui orli appaiono listati
così come se voi voleste inserire una simile tavola ovale di alabastro in una
corrispondente cornice d’oro lucida. Questa lumaca è molto grande e, se voi
poteste porne una con la parte larga all’ingiù in un qualche punto della vostra
Terra, essa supererebbe in fatto di altezza il vostro Schlossberg
(che è di circa un centinaio di metri di altezza).
L’animale, che dimora dentro questo guscio, in quanto a colore è internamente
grigio scuro ed ha, come un elefante di proporzioni gigantesche, una
robustissima proboscide con la quale esso può spaziare tutto intorno; ai due
lati di questa proboscide l’animale dispone di due altre proboscidi più piccole
munite all’estremità di un occhio acutissimo. Proprio al disotto del corpo,
infine, dato il caso di congelamento della superficie del mare, stende un paio
di robuste pinne di color bianchiccio, per mezzo delle quali l’animale può
muoversi con movimento abbastanza rapido sulla superficie del mare. Quando
questa lumaca si muove sul mare, tiene il suo guscio all’insù in modo che ad
una certa distanza sembra una piramide natante sulla superficie del mare.
9)
Questa lumaca è di natura piuttosto maligna ed assale perfino l’uomo che, se
viene afferrato dalla sua proboscide, viene immediatamente stritolato e
cacciato nelle ampie fauci. Gli abitanti di Saturno conoscono molto bene le
abitudini dell’animale, e perciò sono sempre ben armati quando ne vanno a
caccia. Con un laccio essi imprigionano la proboscide, che è molto sporgente, e
con uno strappo viene stretto fortemente, e con ciò l’animale è bello che
catturato, dato che questa specie di lumaca è già un animale che respira ed
aspira attraverso la proboscide; quando dunque non gli è più possibile
respirare, l’animale ben presto muore. Quegli abitanti sanno che l’animale è
morto del tutto quando dalle sue fauci comincia a colare un umore biancastro,
perché questo è un segno indubbio che la decomposizione è già iniziata.
10)
Gli abitanti di Saturno raccolgono con tutta cura questo umore a causa dello
straordinario profumo che ne esala e che è incomparabilmente superiore alla
vostra ambra. Quando una simile lumaca ha poi cessato di emettere il suo umore,
allora essi l’abbandonano alla sua sorte e ben presto si trovano altri animali
marini in grande quantità, i quali in pochi giorni la divorano completamente,
ben inteso tranne il duro guscio che in questa specie di lumache è molto
massiccio e solido e che alla base, dove ha la sua ampia apertura, misura non
di rado dalle 4 alle 5 tese (8-10 m) in grossezza (di spessore del guscio).
Quando dunque il guscio viene sgomberato in questo modo, gli abitanti di
Saturno lo tolgono dall’acqua, e questo nel periodo del riflusso, per essere
poi trasportato nel luogo di destinazione nello stesso modo della ‘conchiglia
gigante’ di cui si è parlato prima.
11)
Questa lumaca si nutre principalmente di quella specie di gamberi-spada già
menzionati, dei quali c’è là una grande quantità nelle grandezze più varie;
tuttavia nessuno è più grande del vostro gambero di mare, ed invece questo
animale lo si incontra molto di frequente in esemplari più piccoli che talvolta
arrivano appena alla grandezza di una vostra locusta. Dunque: “Quand’è che questa seconda specie di
lumache, la lumaca-piramide, riesce a fare una scorpacciata di questi
gamberi-spada?”. – Ecco, ciò si verifica quando questi gamberi sono appunto
più che mai affaccendati nel divorare una lumamca-pertica,
di cui avete già fatto conoscenza. Quando la lumaca-piramide s’imbatte così in
un guscio della sua consorella-pertica ripiena di simili gamberi, l’afferra con
la sua proboscide, lo trascina su qualche spiaggia e lo colloca con la parte
larga fuori d’acqua; quando allora i gamberi si sentono così tratti fuori dal
loro elemento, cominciano uno alla volta ad abbandonare quella dimora; ed è
precisamente in questa occasione che vengono immancabilmente divorati l’uno
dopo l’altro. Questi gamberi, dunque, costituiscono in certo qual modo una
classe di animali intermedia di raccolta della vita, grazie alla quale la vita
di una lumaca trapassa potenziata nella vita di un’altra lumaca. Così, tra ogni
maggiore specie di animali, esiste sempre una specie più piccola, la quale si
comporta da nemica verso una precedente specie maggiore, ma che poi a sua volta
serve da nutrimento prelibato ad una successiva specie maggiore.
*
12)
La terza classe di lumache marine viventi su Saturno è formata dalla cosiddetta
‘lumaca-disco’.
Questa lumaca ha molta somiglianza con la conchiglia che voi chiamate “nautilius”; soltanto che, naturalmente, il vostro nautilius è anzitutto incomparabilmente più piccolo e poi,
in rapporto alla sua superficie, è molto più grosso di questa lumaca-disco di
Saturno, sempre in rapporto alla rispettiva superficie. Il disco di questa
lumaca ha non di rado un diametro da 100 fino a 120 tese (190-200 m). Il suo
spessore, però, supera a stento le tre tese. Essa vive, particolarmente al
tempo del flusso, in fondo al mare; nel periodo del riflusso, invece, si muove
in superficie.
13)
Quando si trova in fondo al mare, essa allunga una sua proboscide oltre la
superficie, per respirare. In questo modo è anche facile stabilire il punto in
cui si trova; questa è precisamente l’occasione in cui viene di solito
catturata. Va da sé che ciò si verifica soltanto quando il flusso è di medie
proporzioni, perché durante le mareggiate nessun abitante di Saturno si arrischia
a mettersi in mare. Voi forse penserete al perché non venga catturata questa
lumaca durante il riflusso, quando cioè essa nuota sulla superficie; però in
tale fase non è possibile affatto di catturarla, perché questa lumaca si muove
sull’acqua con straordinaria velocità tanto che non è affatto facile
raggiungerla. E anche se potesse essere raggiunta, nessuno sarebbe capace di
farla prigioniera, dato che l’animale, di per sé mite di carattere, non appena
viene anche lievemente toccato, ritira immediatamente tutte le estremità e
comincia a girare su se stesso orizzontalmente nell’acqua con tanta velocità
che più nessuno si azzarda ad accostarsi ad un simile disco rotante.
14) “Che aspetto ha dunque veramente questa
lumaca che per voi veramente è quanto mai degna di nota?”. – Io, a questo
proposito, davvero vi dico che, per quanto anche voleste acuire la vostra
fantasia per ideare delle forme meravigliose, sarebbe comunque assolutamente
impossibile per voi farvi un giusto quadro della bellezza di questa lumaca. Per
tale motivo, pure gli abitanti di Saturno sfidano non di rado gravissimi
pericoli cercando ogni mezzo possibile per impadronirsi di una simile
meraviglia della natura.
15)
Questa lumaca, per quanto concerne il suo guscio, si presenta come un cerchio
perfetto, giacché l’apertura va perdendosi così lentamente lungo la superficie
piatta del primo giro della spirale da occupare quasi un terzo dell’intero
cerchio. L’apertura stessa, dalla quale la lumaca-disco si sporge fuori quanto
vuole con il suo corpo e con le sue meravigliose estremità, è ampia a mala pena
poco più di mezza tesa, mentre l’orlo imbutiforme di questa apertura
estremamente allungata è in ogni suo punto così bene e finemente arrotondato
che non soltanto non toglie nulla dal lato estetico, ma contribuisce anzi in
alto grado ad aumentare la magnificenza della dimora di un simile animale.
16)
Dunque: “Che aspetto ha la dimora in
questione?”. – Ascoltate e contemporaneamente stupitevi! Questa dimora ha,
esternamente, un aspetto meraviglioso come se il più abile gioielliere vi
avesse incastonato, con ordine perfetto, le specie più varie di pietre
preziose. Si può vedere tutto intorno una fila come se fosse una serie di
diamanti del peso di una libbra l’uno; una seconda serie disposta
parallelamente alla prima, che consiste di altrettanti rubini di uguale peso;
segue poi un’altra serie di smeraldi e così via attraverso tutti i dodici
gradini delle pietre preziose principali. Fra l’una e l’altra di queste bordure
in pietre preziose c’è una zona libera che fa l’effetto come se vi fosse stato
disteso un largo nastro d’oro. Su questo nastro appaiono impressi, in forma
nobilissima, i più meravigliosi disegni, i quali raffigurano, con assoluta
fedeltà, tutta la serie delle specie precedenti di animali la cui vita si trova
raccolta in questa classe delle lumache.
17)
La costruzione di questa casa di lumaca si conclude con una specie di galleria
formata come da colonnine d’oro verticali alte una tesa, la quale ha l’aspetto
come se un abile scultore avesse disposto intorno a questa ruota, ovvero tutto
intorno a questa piattaforma circolare, una balaustrata, i cui colonnini
consistessero di altrettante lumache-pertica artisticamente plasmate, che nella
parte superiore sono collegate mediante un arco ad intreccio finemente
lavorato. I colonnini hanno la medesima tinta dorata della lumaca-pertica
stessa e gli archi tra un colonnino e l’altro appaiono fatti d’oro, anzi posso
dirvi che questo materiale si presenta più bello dell’oro più puro e levigato
alla perfezione. Ma sopra a ciascun arco è inoltre fissata artisticamente la
forma, in proporzioni minuscole, di una lumaca-piramide nel suo caratteristico
colore originario. La balaustrata, di cui abbiamo detto prima, va gradatamente
decrescendo in altezza solo nel punto dove ha inizio l’apertura del guscio e
cessa del tutto in quel punto dove l’animale sporge le sue estremità
principali, vale a dire per una lunghezza di circa 5 tese.
18)
Così dunque si presenta la parte superiore di questa lumaca. La parete di
fianco, la quale, come già osservato, è grossa, ampia o alta all’incirca 3
tese, si presenta precisamente come un colonnato circolare alto 2 tese. Le
colonne sono interamente d’un bianco abbagliante, e non hanno affatto né
basamenti, né capitelli, bensì sono dei cilindri perfetti che poggiano sulla
superficie inferiore e giungono fino a quella superiore. Il fondo però di
questa specie di galleria, dietro le colonne bianche, è di una tinta assai
chiara e perfettamente simile a un arcobaleno. Il canale, o meglio l’apertura
allungata della lumaca, è completamente di color rosso, come da voi appare
talvolta qualche nuvola nella luce crepuscolare ed ha, oltre a ciò, una
particolare luminosità fosforescente, la quale specialmente di notte produce un
effetto sorprendente come di una nuvoletta illuminata dagli ultimi raggi del
Sole.
19) “Quale aspetto hanno poi l’estremità di
questa lumaca?”. – Essa anzitutto può aprire, come il vostro pavone quando
fa la ruota, una specie di vela rotonda che serve, quando spira vento sulla
superficie del mare, per farsi spingere con straordinaria rapidità. Se invece
regna calma di vento, allora l’animale muove velocemente questa grande vela a
ruota come se fosse un ventaglio, cosicché si può spostare ugualmente con
rapidità sulla superficie del mare, rapidità che inoltre viene aumentata di
molto qualora faccia uso delle altre estremità che possono essere immerse
nell’acqua.
20)
Questa ruota così aperta è qualcosa di veramente meraviglioso. Il suo colore è
violetto pallido ed ai margini appare listata di rosso vivo quasi luminoso come
le nuvolette della sera. L’intera ruota è regolarmente suddivisa in settori,
come un ventaglio del quale ciascun settore porta come decorazione un
bellissimo disegno della lumaca-pertica, però con la cima rivolta all’ingiù. Il
rovescio invece di questo ventaglio è cosparso per intero regolarmente di
disegni minuscoli e poi gradualmente più grandi rappresentanti dei
gamberi-spada già menzionati prima, che appaiono riprodotti nel più brillante
color rosso carminio. Ciascuna sezione del ventaglio termina all’orlo con un
proprio arco, sulla cui parte anteriore è riprodotta fedelmente l’immagine di
questa lumaca-disco stessa, mentre sul rovescio figura l’immagine della
lumaca-piramide su fondo azzurro chiaro. L’orlo estremo è posteriormente
perfettamente bianco ed è dotato di una propria luminosità esattamente come
quello sulla parte anteriore, soltanto che quest’ultimo è di un bel rosso vivo
crepuscolare.
21)
La lunga proboscide, che serve alla lumaca per respirare, è essa pure
perfettamente bianca, però tutto intorno è munita di una fascia rossa a
spirale, sulla cui linea mediana sono come impresse delle stelline di color
verde dorato pallido. Questa proboscide serve contemporaneamente all’animale da
braccio per cogliere il proprio nutrimento consistente in una specie di erba
marina, che cresce molto di frequente nel mare in vicinanza delle spiagge. Su
questa erba stanno appiccicati in grande quantità dei piccoli vermi dorati che
servono essi pure da nutrimento a questa lumaca, la quale, mediante tale
nutrimento, assimila la vita di tutte le altre specie di animali che la
precedono.
22)
Questa lumaca possiede inoltre già un proprio forte istinto, il quale talvolta
rivela tanta intelligenza che in qualche paese si è già verificato il caso che
qualcuno le abbia reso onori divini, ciò che sembra avere la sua causa nel
fatto che questa lumaca, se non viene irritata o perseguitata, salva
dall’annegamento qualsiasi essere, sia animale che uomo che sia caduto
accidentalmente in mare. Tutto ciò che essa trova in difficoltà sulla
superficie del mare, lo afferra immediatamente con la sua robusta proboscide,
lo depone sulla piattaforma bella e spaziosa del suo guscio, si dirige senza
indugio verso qualche spiaggia e lo depone all’asciutto con la sua proboscide.
Per questa ragione questo bellissimo abitante del mare ha diversi nomi nei
diversi paesi di Saturno. Alcuni lo chiamano “lo spazzino dei mari”, perché non
può tollerare niente di galleggiante vicino a sé; altri gli danno il nome di “salvatore della
vita”; altri ancora “il faro dei mari”, altri ancora “la nave vivente”
oppure anche, “la
ruota miracolosa”, e così questo animale viene chiamato ancora nei
modi più vari.
23)
All’infuori dell’uomo, questa lumaca non ha quasi affatto nemici e comunemente
muore di vecchiaia quando ha raggiunto una determinata età; tuttavia, quando
l’animale è morto, la sua bella dimora perde molto del suo splendore. Di
conseguenza anche gli abitanti di Saturno cercano di catturarlo vivo, affinché
il magnifico guscio non perda nulla delle sue meravigliose caratteristiche. Una
volta ucciso l’animale, esso galleggia sulla superficie del mare, e allora gli
abitanti di Saturno si affrettano sulle loro navi a rimorchiarlo verso il loro
paese risalendo un qualche fiume. Una volta arrivati, la carne della lumaca
viene tirata fuori con molte precauzioni e con grande abilità, in modo che il
ventaglio non ne venga danneggiato. Questo, dopo esser stato staccato con tutta
cura dal corpo, viene disteso perché si asciughi e, quando è perfettamente
asciutto, lo si strofina ben bene con degli oli balsamici; dopo questa
operazione questo ventaglio ridiventa morbido e molto pieghevole.
24)
Un simile ventaglio della lumaca-disco serve poi a confezionare una specie di
mantello, mantello che però su Saturno e specialmente in questo paese viene
portato unicamente da quelle personalità che godono di una certa considerazione
patriarcale. Un ventaglio di questo genere conserva bensì tutti i suoi colori e
i suoi disegni, svanisce solo la luminosità che gli è propria di quando
l’animale è ancora vivente.
25)
Il rimanente del corpo di questa lumaca, che consiste quasi esclusivamente di
grasso, viene poi messo a bollire. Il grasso viene quindi mescolato con delle
erbe aromatiche e serve agli abitanti di Saturno per preparare un unguento
molto prezioso che usano solo i patriarchi.
26) “Ma cosa succede poi della bella dimora
della lumaca-disco?”. – Essa viene trasportata con ogni cautela a terra e
là viene collocata e fissata sulla base e, come usate dir voi, orizzontalmente,
su un terrapieno appositamente costruito, di preferenza nel giardino di uno o
dell’altro patriarca, dove poi la gente si diletta ad ammirarla e, a volte in
condizioni straordinarie, a montarvi perfino su e a passeggiarvi intorno;
questo ultimo caso, però, come già detto, si verifica soltanto rarissime volte,
perché un simile patriarca tiene in grandissimo conto un tale abbellimento del
suo giardino, dato che sul pianeta Saturno il grado della eventuale ricchezza
di una famiglia viene stimato unicamente in base alla sontuosità del giardino.
Ma, per aumentare questo sfarzo, di solito accanto ad una di queste
lumache-disco viene collocato anche il guscio di una delle lumache-piramide già
descritte, in modo che spesso avviene che un simile patriarca si trova ad avere
nel proprio giardino anche cento di questi ornamenti disposti in una fila
diritta, cioè tanto dell’una quanto dell’altra specie.
27)
In aggiunta a questo, dunque, non occorre che Io
dica altro se non questo: “Destate anche qui un po’ la vostra interiore fantasia, e
ammirate stupiti le magnificenze e lo splendore in un tale giardino, perché già
una serie di diamanti, con la quale è ornato il guscio di questa lumaca,
avrebbe per voi un pregio maggiore che non tutto il tesoro di un impero, per
non parlare poi delle altre gemme preziose, del molto oro lucente e delle altre
moltissime magnificenze di tali giardini dei patriarchi su Saturno!”.
28)
Delle rimanenti due specie di lumache parleremo una prossima volta! Quindi per
oggi, amen!
[indice]
La lumaca-settuplice
Proporzioni
di peso su Saturno
1)
Per quanto concerne la quarta specie di lumaca, va anzitutto osservato che in
fatto di bellezza queste è di molto inferiore a quella lumaca-disco già
descrittovi; d’altro canto, però, considerata dal lato grandezza, essa è di
molto superiore alla precedente. Gli abitanti di questo paese chiamano comunemente
questa lumaca la grande “lumaca-settuplice”,
ma non per indicare che in un simile enorme guscio dimorano sette singole
lumache, bensì per la ragione che il guscio di questa lumaca rivolto all’insù
consiste di sette escrescenze che si elevano come torri sopra la vera e propria
dimora di forma ovale della lumaca stessa. Il guscio principale di questa
lumaca è perfettamente ovale come un uovo, del quale la parte appuntita resta
costantemente immersa nell’acqua, mentre la parte più ottusa è rivolta
all’insù. La spirale del guscio non è visibile perché è presente solamente
nell’interno dello stesso. Tuttavia, ad ogni giro della spirale,
rispettivamente ad ogni giro compiuto, corrisponde all’esterno una simile
escrescenza in forma di torre; per conseguenza la parte superiore del guscio
viene a presentarsi in modo che dal mezzo appare innalzarsi la torre più alta e
tutto intorno poi le altre torri in ordine decrescente. Ciascuna di tali
escrescenze somiglia ad un grande esemplare della lumaca-pertica, che voi già
conoscete; naturalmente soltanto con la differenza che l’escrescenza è in
realtà molto più lunga della lumaca in questione e che in basso, dove si
collega con il guscio, è pure di diametro considerevolmente maggiore.
2) L’apertura di questa lumaca è perfettamente rotonda e di grandezza
proporzionale alle altre dimensioni gigantesche di questo crostaceo. Il corpo vero
e proprio dell’animale occupa, naturalmente, il grande guscio in modo tale che
pure le escrescenze possono essere ritirate a piacimento. Quando la lumaca
vuole sommergersi completamente, essa tende queste escrescenze e, se vuole
invece mantenersi alla superficie, allora essa si contrae con le sue
escrescenze verso il centro della sua dimora e così sale nuovamente alla
superficie. Il suo corpo, che quando essa si trova a galla sporge fuori
dall’apertura, è completamente bianco e non è del resto troppo dissimile da
quello della vostra lumaca, soltanto che questa lumaca di Saturno fra le sue
quattro grandi antenne sul davanti del capo porta essa pure una grossa e lunga
proboscide che può manovrare con grandissima velocità allo scopo di procurarsi
il nutrimento.
3)
Quest’ultimo consiste di ogni specie di erbe marine, però anche di grossi
polipi di mare che essa strappa con forza dal fondo e introduce poi nelle
fauci. In cima alle due antenne superiori essa è provvista di due occhi dotati
di grande acutezza visiva che possono venir rivolti ora qua ora là da tutte le
parti. Quando essa scopre in qualche luogo una preda, essa si dirige
velocemente nella sua direzione e se ne impadronisce subito, sia essa dell’erba
o un polipo. Il rapido moto che può imprimere al suo corpo è dovuto a due
robuste pinne a braccia collocate dal disotto dell’apertura, mediante le quali
procede vogando.
4)
Dunque: “Qual è la grandezza di questa
lumaca?”. – Essa ha un diametro di cinquecento delle vostre tese.
L’escrescenza di media grandezza è più alta del massimo campanile sulla Terra;
alla base essa ha non di rado un diametro dalle 20 alle 30 tese, e in alto
termina in una punta come una piramide. Il colore del guscio è all’incirca una
tinta intermedia fra il verde e l’azzurro; dall’escrescenza mediana si
dipartono come delle fasce azzurro-bianchiccie chiare
che si propagano poi sul guscio conferendo così all’animale l’aspetto di un
enorme corpo striato. In quanto al resto questa lumaca non ha alcun altro
ornamento. Per quello che riguarda le note escrescenze, esse, come già detto da
principio, somigliano precisamente a delle lumache-pertica, soltanto che
l’apertura è di color rosso porpora.
5)
Anche questa lumaca è reputata da quegli abitanti meritevole della fatica di
essere catturata, perché una volta liberato il guscio dalla carne dell’animale,
esso viene, come già menzionato parlando delle altre specie di lumache,
trasportato via mare entro terra e là, in un luogo adatto, viene conficcato
dalla parte appuntita fino all’apertura in un terreno asciutto e in queste
condizioni un simile guscio viene utilizzato come contenitore di sementi da
frutto.
6) A
volte si praticano in un simile guscio di lumaca delle aperture da tutte le
parti, e il guscio stesso viene pavimentato all’interno. Così un tale guscio di
lumaca viene adibito a dimora di lusso per i fanciulli e ciò specialmente per
la ragione che un simile ambiente, essendo all’interno perfettamente levigato,
può essere tenuto estremamente pulito con facilità. La pavimentazione consiste semplicemente
in uno strato di sabbia, nel guscio viene cioè depositata della sabbia
completamente asciutta fino quasi al livello dell’apertura, e sopra la sabbia
vengono collocate delle pietre bianche lisce che in questo paese s’incontrano
di frequente, e ciò sempre nell’ordine più perfetto. Sistemato così il
pavimento, anche l’abitazione è allora già bell’e pronta e assomiglia ad un
ampio salone a volte, sul quale si innalzano le torri che già conoscete, le cui
cime vengono però segate via allo scopo anzitutto di lasciar libero passaggio
alla luce e poi per dar sfogo alle esalazioni, od eventualmente al fumo, che
possono svilupparsi all’interno di una simile abitazione.
7)
Tuttavia di esemplari di questa specie di lumache non ne vengono trovate troppo
spesso, perciò di solito solamente i patriarchi che dimorano nelle zone
costiere dispongono di simili speciali abitazioni. Un tale guscio di lumaca,
data la sua grandezza e la grossezza straordinaria, è troppo pesante da
trasportare all’interno del paese, anche per gli abitanti di Saturno dotati di
statura e di vigore giganteschi, poiché, per quello che concerne la grossezza,
le pareti del guscio hanno quasi dappertutto uno spessore dalle 4 alle 5 tese (8-10 m). Se solo pensate a questo, potrete
farvi subito un’idea del peso di una simile lumaca.
8) Se
su questo pianeta il rapporto di gravitazione fosse identico a quello sulla
Terra, il trasporto di un guscio di questo genere rappresenterebbe certo una
impossibilità assoluta anche per forze molto più considerevoli di quelle a
disposizione degli abitanti di Saturno. Quello che per voi pesa un quintale, là
a causa dell’influsso esercitato dall’anello, ha spesso a mala pena il peso di
1 libbra (560 g), ed anche
questo può essere diminuito ancora mediante rarefazioni interne dell’aria che
vengono artificialmente provocate dagli abitanti di Saturno. Ciò succede
particolarmente quando si tratta di trasportare il guscio di una simile lumaca;
in tali casi, infatti, essi accendono dei rami secchi dell’albero-piramide che
voi già conoscete, i quali hanno un ricco contenuto di resina e, così accesi,
essi l’introducono nell’apertura del guscio. Nella combustione l’aria dentro a
questo guscio vuoto viene talmente rarefatta che il trasporto può poi seguire
con facilità notevolmente maggiore, perché, per quanto riguarda l’aerostatica,
appunto gli abitanti di Saturno sono i migliori maestri, ciò di cui verrà fatta
ulteriore menzione a suo tempo.
9)
Vedete, questo è quanto d’interessante merita di essere detto riguardo alla lumaca-settuplice! Destate anche qui un po’ la vostra
fantasia ed a vostra gran meraviglia potrete contemplare voi stessi questo
animale, come pure potrete rendervi conto dell’uso che quegli abitanti fanno
del suo guscio. La vostra meraviglia poi si farà ancora più grande, se
aggiungerò che una costruzione di questa specie è di una solidità e di una
consistenza assolutamente a tutta prova, tanto che là si trovano degli
esemplari che risalgono ad epoche nelle quali la vostra Terra non era ancora
abitata, perché una simile casa quanto più vecchia diventa, tanto più si rende
solida e per questa ragione le più vecchie sono anche le maggiormente pregiate.
Se voi per altro vi meravigliate di ciò, pensate che perfino queste forme
gigantesche d’animali di Saturno non sono a loro volta altro che dei piccoli
lavori in miniatura a confronto di varie altre specie di animali viventi tanto
su questo stesso pianeta, quanto, in proporzioni più grandi ancora, sul pianeta
Giove ed incomparabilmente maggiori infine sul Sole. Ponderate dunque su quanto
vi è stato narrato oggi ed attendetevi dell’altro per la prossima volta! Per
oggi, dunque, amen!
[indice]
La
gigantesca, luminosa lumaca-raggiante
La sua
emersione durante le tempeste marine
1)
Per quanto concerne poi la quinta lumaca, essa rappresenta l’ultima classe fra
quelle delle lumache, ed è contemporaneamente anche la più grande, nonché,
sotto certi aspetti, la più straordinaria ed interessante. Questo animale porta
il nome di “lumaca-raggiante”.
Essa viene vista dagli abitanti di questo pianeta solo nei periodi precedenti
le terribili tempeste marine delle quali avete già udito parlare. La sua
struttura è, in sé e di per sé, quello che di più grandioso voi potreste
immaginare. Sulla vostra Terra non esiste affatto qualcosa di simile che possa
servire, sia pure approssimativamente, da paragone.
2)
Tuttavia, affinché possiate farvene un’idea, immaginatevi un immenso brillante
sfaccettato, giacché questa lumaca si presenta precisamente così sfaccettata e
più piatta nella parte superiore, mentre quella inferiore è più appuntita. Gli
spigoli delle facce, dei quali la parte superiore soltanto conta varie migliaia
disposti nel più bell’ordine e formanti tanti triangoli, assomigliano a strisce
di oro lucido, larghe mezza tesa, le quali includono, o meglio limitano, sempre
una superficie triangolare equilatera perfetta. Le facce triangolari così
formate misurano tre tese per lato e tutte sono perfettamente uguali; soltanto
sopra al guscio si trova una faccia che ha maggior superficie, ma che non è un
triangolo, bensì è a trentadue angoli (ed assomiglia in tutto a quella che voi
chiamate una rosa dei venti), le cui estremità sono orlate da larghe liste
d’oro di cui si è detto più sopra. Queste facce triangolari hanno una
trasparenza pari a quella di un vostro diamante ben lavorato, né sono meno
compatte. La differenza consiste soltanto nel fatto che queste superfici hanno
la facoltà di assorbire la luce del Sole e delle stelle e di irradiarla rifratta,
nella notte fattasi scura, in tutte le direzioni possibili.
3) “Che grandezza ha veramente questa lumaca?”.
– Quando si muove sul mare, sul suo guscio vi sarebbe certo spazio a
sufficienza per collocarvi su tutte le case della vostra capitale, pur mantenendo
le strade e le piazze come sono. Il guscio ha dappertutto uno spessore di circa
10 tese (19 m) e
l’altezza dalla sommità del dorso fino alla punta inferiore è di 300 tese (570 m); per quanto poi concerne la
larghezza, il diametro è non di rado superiore ad 1 miglio tedesco (7,42 km).
L’apertura di questa lumaca, che ha profilo rotondo un po’ allungato, ha un
diametro di settanta tese. Attraverso questa apertura l’animale sporge la sua
testa massiccia che assomiglia alquanto a quella del vostro cavallo marino e la
solleva, particolarmente nei periodi di tempeste, spesso tanto in alto sulla
superficie del mare, che se si trovasse sulla vostra Terra, potrebbe guardare
con grande facilità oltre a montagne anche parecchio alte.
4)
Tuttavia, malgrado le sue colossali proporzioni, questa lumaca è di natura
molto mite e non fa del male a nessuno. Il suo nutrimento è di tre specie: la
prima è costituita anche in questo caso da erbe molto grandi e molto
diffuse nel mare, la seconda da grossi vermi marini, ed infine, la
terza, anche da uccelli marini che per questo animale sono
contemporaneamente una leccornia. Quest’ultimo genere di nutrimento, però, essa
lo prende soltanto nelle occasioni di grandi uragani, dato che con il tempo
tranquillo questa lumaca vive di solito nella profondità del mare.
5) In
una notte tenebrosa e tempestosa, una sola di queste lumache emergenti
dall’acqua diffonde non di rado tanta luce, da illuminare benissimo una zona di
mare entro un raggio di 100 miglia quadrate. Immaginatevi ora, mentre
imperversa sul mare una simile burrasca, le numerose montagne liquide che
sembrano arrivare fino al cielo, trasportatevi con la vostra fantasia su
un’altura dalla quale l’occhio possa spaziare su qualche migliaio di miglia quadrate
della superficie del mare, sulla quale vanno emergendo qua e là quelle lumache
raggianti, ed allora potrete farvi una pallida idea del meraviglioso spettacolo
che tutto ciò viene ad offrire su quel pianeta. Particolarmente imponente si
presenta questa scena quando molte di queste lumache vengono a galla a gruppi e
sporgono i loro lunghi colli molto in alto sull’acqua e con questi danno la
caccia agli uccelli delle tempeste che in quelle occasioni volano numerosi per
l’aria; in verità, uno spettacolo simile sarebbe per voi quello che, usando una
vostra espressione, di più terribilmente bello possa essere immaginato.
6)
Questa specie di lumaca non viene catturata dall’uomo, in primo luogo perché
con il bel tempo non si mostra mai alla superficie; in secondo luogo poi perché
il rispettivo guscio sarebbe troppo pesante per trasportarlo con un qualche
scopo a terra. Di solito questa lumaca raggiunge una tarda età e spesso vive
anche fino a trenta anni, ovviamente anni di Saturno (cioè x 6 = 180 anni terrestri). Quando
muore, ben presto anche tutto il guscio si sconnette e, con il tempo, si
dissolve e corrompe tutto assieme. Il corpo vero dell’animale viene divorato
poi da una specie di pesci non dissimile da quella dei pescecani dei vostri
mari, che però assomiglia ancora di più a quella dei vostri coccodrilli.
7)
Questo è dunque tutto ciò che, riguardo a questa lumaca, merita di essere
menzionato. Forzate anche qui un po’ la vostra immaginazione e, con l’aiuto di
queste fedeli indicazioni, potrete farvene un quadro abbastanza vivo.
8) La
prossima volta passeremo poi alla terza specie di crostacei, precisamente alle
testuggini, e voi avrete occasione di meravigliarvi ancora di più che non
durante la descrizione delle conchiglie e delle lumache. E dunque, per oggi
amen!
(purtroppo la descrizione
delle testuggini non è contenuta nel manoscritto originale)
[indice]
Altre
notizie sugli animali acquatici e sullo sviluppo animico
delle classi
L’immenso Bisorhiohiohio a forma di balena
1)
Considerato che in seguito alle comunicazioni precedenti circa il pianeta
Saturno per quanto concerne la sua struttura e le sue particolarità, nonché i
suoi continenti, le piante e vari animali, già tante cose sono state spiegate e
che parlando degli animali c’è stata un’interruzione quando abbiamo descritto
le specie più interessanti delle lumache, noi riprenderemo, il più
succintamente e chiaramente possibile partendo da questo punto, la nostra
descrizione; tuttavia non ci soffermeremo tanto a lungo sulla singola specie di
creature, bensì daremo sempre risalto a quello che vi è di più significativo in
ogni singolo campo, facendo oggetto di considerazione puramente generale tutto
il rimanente.
2)
Conseguentemente già fin d’ora, anche per quanto concerne gli altri abitanti
delle acque, tratteremo sommariamente l’argomento e passeremo poi agli abitanti
dell’aria, presso i quali pure non ci fermeremo a lungo; altrettanto faremo con
gli animali della terraferma per poi poter trovarci quanto prima di fronte agli
esseri umani di quel corpo mondiale. E ora ritorniamo ai nostri abitanti
dell’acqua.
3)
Voi già sapete di quali grandi acque e mari sia ricco questo pianeta, e d’altro
canto vi è noto come anche sulla Terra proprio gli animali più grandi e
possenti abitino nelle acque. Tale rapporto vige completamente anche su
Saturno; soltanto, com’è naturale, là le classi e le specie sono molto più
varie e non hanno che poca somiglianza, o nessuna affatto, con quelle sul
vostro corpo terrestre. Noi qui faremo menzione soltanto di alcune specie, e
cioè anzitutto di quelle che fanno parte del regno immensamente numeroso e
vario dei pesci.
4) Il
più grande di tutti i pesci di questo pianeta è il “bisorhiohiohio”,
come là viene chiamato. Questo pesce occupa su Saturno all’incirca il grado
occupato sulla Terra dalla vostra balena, però anche per quanto riguarda la
forma è straordinariamente differente da quella. Prima di tutto conviene notare
che questo pesce ha una testa alta circa cento delle vostre tese, testa che è
perfettamente rotonda e che quindi ha l’aspetto come di una palla di cento tese
di diametro e si può aprire nel mezzo per tutta la sua ampiezza. La sua testa
non ha né denti, né pinne, bensì tanto la parte inferiore, quanto la superiore
di questa bocca gigantesca sono formate da un disco perfettamente piano e duro,
munito in fondo, ovvero all’imbocco dell’ampio esofago, di una doppia lingua
molto lunga e mobilissima che serve a questo pesce per mandare giù nell’esofago
il cibo prima schiacciato fra i due dischi delle fauci. Questa testa è
attaccata immediatamente al corpo vero e proprio del pesce. In un pesce bene
adulto di questa specie il corpo è non di rado lungo quasi 3000 tese (5,7 km), alto circa 1.500 tese dal ventre
fino alla schiena e là, dove raggiunge il massimo sviluppo, misura spesso quasi
1.000 tese (1.900 m) di diametro.
Al corpo segue poi ancora una coda lunga circa un migliaio di tese (1.900 m) che serve
a questo pesce soprattutto per muoversi e per voltarsi nell’acqua. Sul dorso
esso è provvisto di pinne quanto mai robuste, con un diametro non di rado di
oltre 100 tese (190 m), mentre sul ventre porta due vere braccia per nuotare, all’incirca come
le vostre foche e i trichechi.
5) Se
voi cercate di rappresentarvi un po’ con la fantasia questo pesce, deve
senz’altro riuscirvi chiaro che, se fosse possibile trasportarlo in qualche
luogo all’asciutto sulla vostra Terra e fargli per di più stendere le sue
pinne, potrebbe rivaleggiare con le più alte montagne del vostro pianeta. Gli
stessi abitanti di Saturno lo chiamano in qualche luogo “il monte galleggiante”, in altri “l’isola
galleggiante”, in altri ancora “il paese galleggiante”, altri infine gli danno
addirittura il nome di “pianeta delle acque”.
6)
Certo, voi vi domanderete se su Saturno ci si dedichi alla pesca di questo
abitante dei mari. Ma Io vi rispondo subito di no. Ciascun abitante di Saturno
ha il massimo rispetto per questo pesce, perché, quando esso scorge sulla
superficie del mare qualcosa che si avvicina, apre immediatamente la sua enorme
testa, si slancia con grande rapidità sul corpo che vede galleggiare e, dopo
che questo gli è arrivato tra le fauci, chiude con violenza la testa e lo
schiaccia inghiottendolo. Per gran fortuna questo pesce dimora per lo più
soltanto nelle regioni polari di quel pianeta, le quali, a causa delle nevi e
dei ghiacci perenni, sono, per gli abitanti di Saturno, ancora più
inaccessibili di quanto lo siano le calotte polari terrestri per gli abitanti
della Terra; perciò solo raramente succede che agli abitanti di Saturno si
presenti l’occasione di vedere in qualche luogo un esemplare di questa specie.
Ma quando l’uno o l’altro abitante di quel pianeta ne vede occasionalmente uno
nelle parti più settentrionali dove solitamente vive, allora questo viene
sempre considerato come un pessimo presagio, e chi ha visto il pesce si affretta
a ritirarsi nell’interno del paese e il più possibile lontano dalla costa,
perché essi credono che questo pesce sia stato mandato in quel luogo dai
maligni spiriti dei ghiacci per la loro rovina. E sul posto dove è stato visto
un pesce di questa specie, per lungo tempo non c’è più abitante di Saturno che
si azzardi a metter piede. Per tale ragione avviene anche che le regioni
settentrionali di Saturno, la terraferma cioè, i continenti cioè, siano
raramente abitate, anzi per lo più non lo sono affatto.
7)
Qui voi certo non mancherete di domandare nuovamente: “Qual è veramente la funzione di questo pesce?”. – Questo pesce è l’ultimo organo ricettore di tutto lo spirituale-animico degli animali acquatici, ed esso lo
distribuisce fra ogni specie di animali dell’aria, perché in questo organo non
soltanto va formandosi, per quanto riguarda la parte spirituale sostanziale,
una futura specie di animali dell’aria, bensì le cosiddette classi dei pennuti
su quel pianeta sorgono dal suo essere, senza che esso abbia perciò bisogno di
morire. Sotto questo aspetto esso è simile, più che ad un animale, ad un
piccolo pianeta, il quale pure è un organo permanente, per mezzo del quale
possono maturarsi e formarsi innumerevoli specie spirituali, ben distinguibili
l’una dall’altra. Lo stesso caso si verifica bensì con la vostra balena; per
quanto però riguarda la sfera d’azione, il nostro bisorhiohiohio
la supera di gran lunga, poiché, mentre la balena terrestre genera solo le
specie di pennuti che vivono nelle regioni polari, questa enorme balena di
Saturno provvede invece tutto il pianeta con i pennuti abitanti dell’aria,
cioè, in essa avviene il trapasso delle anime degli esseri dimoranti nelle
acque, nelle più varie specie di anime dei pennuti abitanti dell’aria.
8)
Questo pesce è dunque il più grande e, contemporaneamente, il più degno di nota
di tutto il pianeta; però, accanto allo stesso ci sono ancora quantità
innumerevoli di pesci ed anfibi di tutte le specie immaginabili, che, in quanto
a dimensioni, forma e proprietà, sono ben distinte l’una dall’altra. Così
accanto a questo pesce gigante esistono ancora circa cento specie, le quali, in
fatto di grandezza, possono senz’altro rivaleggiare tutte con la vostra balena.
Farne però una particolareggiata descrizione ci porterebbe troppo lontano e non
servirebbe allo scopo per il quale Io vi rivelo questo pianeta. Quando voi
stessi vi farete maggiormente desti
nello spirito, allora sarà senz’altro cosa facile rendervi conto anche dei minimi
dettagli di tutto quello che esiste non solo su Saturno, ma anche su altri
pianeti.
9)
Dunque, lasciamo vivere in pace gli animali delle acque di quel pianeta e
passiamo a considerare gli abitanti dell’atmosfera saturnina, i quali
v’interesseranno molto di più di tutte le specie degli abitanti delle acque di
cui si è parlato finora.
[indice]
La stella
volante, la farfalla gigante Com e l’uso delle sue
ali
1) Se
voi sulla vostra Terra vi guardate un po’ intorno, non potrà sfuggirvi che,
oltre alle molte specie di uccelli, esistono in numero di gran lunga maggiore
le specie di quei minuscoli animaletti alati che vi sono noti tutti assieme
sotto il nome generico di insetti volanti. Di simili esseri ve ne sono anche su
Saturno in quantità stragrande e nelle specie più varie e, tra queste, come
succede sulla vostra Terra, chi rappresenta una parte principale è “la mosca”.
Questo è poi anche l’unico animaletto perfettamente simile in tutto alla forma
corrispondente sulla Terra. Solo qua e là in prossimità dei laghi e dei fiumi
s’incontra spesso in abbondanza una specie più grande di mosche. Questa mosca
di giorno appare di color bianco azzurrato chiaro; dopo il tramonto del Sole,
invece, quando cioè di solito è attiva al massimo, si fa lucente come una
stellina all’incirca nel modo, (soltanto con molto maggiore intensità) in cui
rilucono da voi le vostre lucciole, o in America e in altri paesi tropicali i
cosiddetti porta-lanterna. Tutte queste specie però, per quanto concerne la
luminosità, vengono sorpassate dalla nostra mosca di Saturno, precisamente
perché la sua luce è perfettamente bianca e perché la mosca stessa supera in
grandezza ogni altro insetto volante sulla vostra Terra. Gli abitanti di
Saturno si dilettano spesso a contemplare, quando fa notte, il volo vivace di
questi animaletti che a migliaia si incrociano in tutte le direzioni
dell’atmosfera del pianeta. Questo sarebbe dunque uno degli animaletti degni di
nota che possono essere annoverati tra gli abitanti dell’aria.
*
2)
Un’altra specie d’insetto che vive su Saturno, ma che non trova l’uguale su
nessun altro pianeta, è la cosiddetta “stella volante”. Anche questo animaletto svolge
la sua attività vitale soltanto di notte, mentre di giorno, invece, la sua
dimora è l’albero-piramide che voi già conoscete. Durante la notte, quindi,
anzi già subito dopo il tramonto del Sole, lo spettacolo degli sciami di simili
stelle lucenti che spiccano il volo dai rami degli alberi-piramide nella luce
crepuscolare, costituiscono per gli abitanti di Saturno qualcosa di
straordinariamente attraente.
3) “Ma perché questo animale viene chiamato col
nome di stella volante?”. – Ecco, un tal nome deriva dal fatto che esso, da
ciascuna parte del suo corpo allungato e cilindrico, possiede tre ali appuntite
a forma di piramide dotate di una discreta luminosità, le quali, quando sono
aperte, conferiscono a questo animaletto l’aspetto di una stella a sei raggi.
Quando l’animaletto è completamente adulto, misura circa una spanna di diametro
e, dato che le sue ali durante il volo acquistano una luminosità
particolarmente forte e che l’animaletto stesso quando vola non si allontana
molto dalla sua abituale dimora, quegli alberi giganteschi assumono agli occhi
degli abitanti di Saturno un aspetto quanto mai rilucente per effetto dello
sciamare continuo delle migliaia di tali stelle tutto intorno durante
l’oscurità.
*
4)
Oltre a questo insetto luminoso ci sono ancora in gran numero altre specie, le
quali di notte emanano una luce variamente colorata, tuttavia questa luce non è
tanto intensa e gli animaletti stessi sono molto più piccoli, perciò essi non
attirano la particolare attenzione degli abitanti di quel pianeta, tanto meno
poi in quanto là ci sono varie specie di uccelli assai grandi le cui penne
emanano di notte una luce molto chiara, specialmente quando volano.
5)
Considerato dunque che nel regno degli insetti non c’è più molto che possa
avere un particolare interesse, noi passeremo senz’altro al regno degli
uccelli, limitandoci a considerare durante questo passaggio soltanto qualche
farfalla.
6)
Come le farfalle sulla Terra portano sulle loro ali i più bei colori e disegni,
altrettanto, anzi molto più varie nella specie e splendide nei loro colori, se
ne trovano sul pianeta Saturno. La più grande e in pari tempo la più maestosa
farfalla di quel corpo mondiale è quella che là è generalmente conosciuta con
il nome di “Com”; ad ali
distese, sulla vostra Terra, essa arriverebbe a coprire discretamente un buon
quarto di iugero (1 jugero
= 5755mq) di terreno. Il suo corpo non di rado raggiunge le 20
tese (38 m) di
lunghezza, mentre il diametro è di quasi una tesa. I suoi piedi sono più
robusti di quelli di un elefante terrestre, e ciascun piede è provvisto di sei
articolazioni ed è così sistemato, che in caso di bisogno può essere
considerevolmente allungato. Sembra quasi che le sue antenne siano due alti
pioppi fissati sul suo capo; solo che le rispettive ramificazioni a destra e a
sinistra sono dritte e regolarmente disposte all’incirca così come le foglie
acuminate di una conifera. La sua proboscide per la suzione è più lunga e
robusta di quella del vostro elefante. Così questa farfalla, a giudicare dalla
sua corporatura, potrebbe essere ritenuta un animale dotato di vigore fisico
assai grande, ciò che però non corrisponde minimamente alla realtà; per tale
ragione anche questa farfalla schiva quanto più può la presenza degli uomini e
ci vuol molto, prima di poter catturarne un qualche esemplare. Questa
difficoltà viene resa maggiore dal suo volo straordinariamente veloce.
7) Le
fanciulle sono le più abili a catturare questo animale, dato che il loro corpo
è più leggero di quello dei maschi e possono perciò, con maggiore facilità di
questi, sostenersi nell’aria. A tale scopo queste fanciulle si muniscono
talvolta di un paio di ali artificiali, con le quali si danno ad inseguire
volando in gran fretta la nostra farfalla. Se poi succede che riesce loro di
farne una prigioniera nell’aria, allora l’avvenimento assume per loro il
carattere di una vera e propria festa, perché tutto di questa farfalla viene
adoperato come ornamento dei vestiti, dato che quasi su nessun pianeta come su
Saturno la donna ci tiene tanto a comparire graziosamente vestita, specialmente
nei suoi anni giovanili. Ma affinché possiate farvi una idea del perché questa
farfalla rappresenti ai loro occhi un tale pregio, sarà ben necessario
mostrarvi un po’ del suo splendore; però non ci si può nascondere che sarà
piuttosto difficile presentare con sufficiente precisione alla vostra mente la
bellezza quasi immateriale di questo animale. Le sue ali sono perfettamente
quadrangolari; solamente tanto quelle di destra, quanto quelle di sinistra
hanno alle estremità un prolungamento rivolto verso il capo, il quale è lungo
una tesa e mezza all’incirca ed ha una discreta somiglianza con una spada
alquanto larga.
8) La
parte superiore delle ali appare come ricoperta da una tinta aurea pura,
frammista ad un color roseo acceso; da questa superficie d’oro pendono, o
meglio vi sono infisse, una grande quantità di bellissime piume, ciascuna delle
quali ha tutti i colori possibili. Questi colori d’una lucentezza perfettamente
metallica variano anche al minimo movimento delle piume in modo che, volgendo e
rivolgendo una piuma, su ciascun punto si possono scorgere tutti i colori
possibili ed immaginabili. Queste piume crescono sulla superficie dell’ala in
un determinato ordine, in seguito al quale vengono formati sull’ala disegni e
fregi meravigliosi che però non hanno una forma costante come quelli delle ali
delle vostre farfalle, bensì quest’ordine è così stabilito che ad ogni muoversi
dell’ala, con il cambiare dei colori, si presentano all’occhio anche forme
sempre nuove e meravigliose. Gli orli delle ali sono ornati di penne simili
circa a quelle della coda del vostro pavone, però sono più grandi e i colori
sono molto più vivaci e brillanti. La superficie inferiore delle ali assomiglia
invece ad una lamina d’oro ben levigata che fosse ricoperta da una tenue tinta
verde. I piedi di questo animale sono anch’essi provvisti di magnifiche piume e
così pure tutto il rimanente del corpo. Le antenne però costituiscono quanto vi
è di più prezioso in questo animale; l’albero principale dell’antenna è
estremamente leggero ed appare come fatto di puro oro trasparente. Esso
rimanda, se riuscite a immaginarvi una cosa simile, ad ogni volgersi, tutta la
gamma dei colori all’incirca così come fosse un’asta di diamante sfaccettato,
munita da ambo le parti di piume con le quali sono ornati gli orli delle ali.
La proboscide di suzione è di color bianco abbagliante ed è ornata come da
nastri a spirale che, per quanto riguarda lo splendore di colori, superano
l’arcobaleno.
9) La
cosa più stupefacente, però, sono gli occhi dell’animaletto. Il loro splendore
è talmente intenso che guardarli per voi sarebbe altrettanto difficile che
guardare il Sole al suo levarsi o al tramontare. Quando però l’animale è morto,
tutto questo splendore degli occhi svanisce. Perciò gli occhi non sono tenuti
in grande considerazione, tuttavia vengono accuratamente tolti dal capo e
svuotati dall’umore che contengono. Mediante un’abile manipolazione le donne si
confezionano una specie di borsetta o tasca, la quale, a causa di una discreta
trasparenza e della sua resistenza, viene ad essere per le eleganti signore di
quel pianeta all’incirca quello che è il cosiddetto “ridicule”
(borsetta da passeggio per signora) per le vostre donne. Insomma del
corpo di questo animale non si getta via niente all’infuori della pura carne e
delle viscere, mentre tutto il resto viene adoperato per farne degli ornamenti
di genere assolutamente straordinario.
10) “Ma perché questi ornamenti sono tenuti in
così eccezionale considerazione?”. – Ecco, i motivi sono tre: il primo è
che questo animale è molto raro e, come tale, è molto difficile da catturare;
il secondo è che tutte queste piume sono di durata lunghissima, tanto anzi che
le donne di Saturno le considerano indistruttibili; e il terzo, infine, è che
queste piume sono d’una estrema leggerezza e mantengono sempre inalterata la
loro magnificenza.
11)
Su quel pianeta c’è pure una specie di uccelli le cui piume somigliano a quelle
di questa farfalla e non di rado avviene che qualche speculatore di Saturno
tenti di spacciare piume d’uccello per genuine piume di farfalla. Là però ci
sono dei conoscitori quanto mai esperti, i quali sanno distinguere le piume
d’ornamento vere dalle false, come i vostri gioiellieri sono in grado di distinguere
le pietre preziose vere dalle false. Guai però se un imbroglione di questa
specie capita fra le mani di donne che hanno acquistato da lui piume false per
buone, perché in questo caso appunto con le stesse false piume, che hanno
aguzzato molto bene, le donne cominciano a graffiarlo in tutti i sensi in modo
tale, che per l’avvenire gli passa tutta la voglia di tentare di raggirare
qualcuno appioppandogli della merce falsa, senza contare poi che da un
negoziante così conciato tutti si rifiuteranno poi di comperare più qualcosa.
12)
Vedete, questo è quanto si può dire riguardo alla nostra famosa farfalla e
riguardo a come viene catturata ed utilizzata. È quasi inutile menzionare qui
come le donne di Saturno adoperino questi ornamenti. Tuttavia, di passaggio,
può riuscire interessante sapere che qualche donna molto vanitosa si copre
talvolta tutto il corpo con il ricavato delle ali di questa farfalla in maniera
tale da poter infine essere presa quasi lei stessa per una farfalla. E questo
basti, perché è del tutto inutile apprendere di più riguardo a cose che a Me
non piacciono affatto né su Saturno né sulla Terra.
13)
Che poi, dopo questa farfalla, ve ne siano anche delle altre in quantità
pressoché innumerevole di tutte le specie, di tutti i colori e di tutte le
grandezze, voi potete facilmente dedurlo, purché consideriate la straordinaria
varietà di tutto ciò che esiste su quel pianeta.
[indice]
Animali
volanti della specie come i pipistrelli
La mucca
volante e il nastro volante
Il commercio
di ornamenti su Saturno
1)
Prima però di passare ad esaminare i veri e propri uccelli, noi daremo una
piccola occhiata a quelle specie di animali volanti che sulla vostra Terra
vengono classificati tra i cosiddetti pipistrelli,
oppure a qualche altra specie ancora comprendente simili animali provvisti di
ali a membrana. – “Di animali di tale
specie, ve ne sono anche su quel nostro pianeta?”. – Certo che sì, anzi in
numero molto maggiore che non sulla vostra Terra. Non si tratta proprio di
pipistrelli come li conoscete voi; invece esistono là in quantità grande degli
altri animali muniti di ali all’incirca come quelle dei vostri pipistrelli.
Tuttavia, se noi volessimo dedicarci ad osservare separatamente ciascuna specie
di simili animali, ci occorrerebbero più di diecimila fogli di carta. Ora
questa sarebbe certamente una cosa inutile, perciò, come abbiamo fatto in
precedenza, sceglieremo soltanto un paio di specie fra questa classe di animali
di Saturno per esaminarle un po’ meglio, mentre ci limiteremo poi a dare una
semplice occhiata generale alle altre.
*
2) Un
esemplare particolarmente notevole di questa classe di animali viene chiamato “la mucca volante” dagli abitanti di Saturno; questo
animale è di una sorprendente bellezza ed ha all’incirca la grandezza di un
vostro bue già ben sviluppato, solamente che è, verso la coda, all’incirca di
mezza tesa più lungo del vostro bue. Questo animale è pure provvisto di quattro
piedi, terminanti ciascuno in uno zoccolo d’un color bianco abbagliante; la
schiena è rossa e il ventre di color verde chiaro. La pelle è ricoperta da una lanuggine corta e lucente così da sembrare un vostro
velluto di seta finissimo. La testa di questo animale ha una certa somiglianza
con quella del cane levriero come voi lo chiamate, soltanto che il colore è,
naturalmente, molto differente. A cominciare dal collo il capo è di colore
azzurro chiaro con una fascia rossa nel mezzo che comincia dalla schiena e
finisce alla radice del naso. Nella parte inferiore della testa invece il
colore azzurro va facendosi gradatamente sempre più cupo.
3)
Nei pressi della parte anteriore del corpo si dipartono da questo due lunghe
braccia le quali, quando sono distese, misurano all’incirca sei tese di
diametro. Fra queste braccia poi e le gambe posteriori l’animale è provvisto di
una membrana robusta che, naturalmente, si tende soltanto quando esso vuol
volare, perché, se l’animale non vola, esso ripiega le sue braccia, e
precisamente in tre sezioni, ed allora queste braccia si adattano così bene al
corpo che anche ad una minima distanza si scorgono a stento. Quando però questo
animale distende le sue braccia per volare, allora anche è il vero momento in
cui lo si può ammirare in tutta la sua bellezza, poiché la membrana in
questione è pure di color bianco abbagliante e ciascun braccio di per sé è
munito alla sua estremità di quattro dita ben formate, le quali, allo scopo
dell’afferrare, sono a loro volta provviste di robuste unghie appuntite. La
membrana che serve al volo ha l’aspetto di una lamina di purissimo oro, ornata
di fasce e punti di color rosso chiaro disposti in modo da incontrarsi
regolarmente. Gli orli poi di queste ali-membrane sono listate di tinte
splendenti come un arcobaleno, e la zona colorata va perdendosi verso l’interno
dell’ala in numerosissimi fili d’un bianco abbagliante lunghi più d’un braccio,
i quali brillano all’incirca in maniera uguale come i cosiddetti fili di vetro
che pure rilucono più della seta finissima.
4)
Gli occhi di questa mucca volante sono dotati d’una vista estremamente acuta e
d’una vivacità tanto straordinaria che la sera cominciano a brillare come
diamanti. Il muso è di color rosso cupo e la bocca è pure rossa, però tendente
piuttosto a un delicato roseo, e i denti, che sono numerosi, sembrano fatti di
puro cristallo. La lingua è anch’essa d’un rosso vivo ed è relativamente lunga,
cosicché l’animale può servirsene a vari scopi, come ad esempio per lavarsi il
muso e in generale per la pulizia di tutto il resto del corpo, dato che il suo
corpo è estremamente pieghevole. Oltre a ciò questo animale può servirsi della
lingua, come i vostri cani, per bere e, quando esso l’arrotola nel senso della
lunghezza spingendo il fiato attraverso i canaletti che vengono così a formarsi
nella lingua, può emettere un fischio acutissimo che viene udito tutto intorno;
l’animale fischia a questo modo quando è in procinto di spiccare il volo.
5) “Ma perché poi un simile animale viene
chiamato la mucca volante?”. – Esso viene chiamato così perché fra le due
gambe posteriori è provvisto di una poppa perfettamente formata con quattro
capezzoli che, dopo che ha messo al mondo i piccoli, si riempie di un latte dal
sapore gradevolissimo. Questo animale perciò viene di frequente catturato dagli
abitanti di Saturno, e in qualche luogo viene perfino addomesticato, ciò che
riesce tanto più facile in quanto l’animale stesso è di natura molto mansueta.
Quando i piccoli vengono al mondo, su sei femmine c’è soltanto un maschio, il
quale, quando ha terminato di crescere, si differenzia dalle femmine soltanto
nel fatto che, come si riscontra all’incirca nella vostra pecora, al posto
della poppa della femmina ha il cosiddetto scroto, e sulla testa, fra le due
orecchie bianche penzolanti, porta un minuscolo corno pure tutto bianco e
leggermente piegato all’indietro.
6)
Per quanto poco dunque voi destiate la vostra fantasia, non vi sarà certo
difficile immaginare la bellezza di questo animale; vero è però che voi potrete
pensare e domandarvi: “Ma perché mai
questo animale è così bello e quale scopo si è voluto raggiungere facendolo
così?”. – Ed Io Mi limito a rispondervi: “Basta che consideriate un po’ la bellezza di molti tra i vostri fiori
e la molteplicità delle loro ammirevoli forme. Non dovrebbe questo pure indurvi
a domandare: “Che bisogno hanno i fiori di essere così belli? Per produrre dei
semplicissimi granelli di semente non sarebbero sufficienti dei fiori molto
meno appariscenti?”. – Vedete, le risposte a simili domande non sono per voi
ancora mature, perché, per quanto concerne la bellezza di tali esseri, è
impossibile che per il momento a voi riesca di comprendere la ragione, dato che
questa giace nell’ambito della Mia Luce, ovvero della Mia Sapienza. Perciò
accontentiamoci di considerare la cosa da un punto di vista generale e di
accettare come causa universale di tutti i fenomeni di questa specie il fatto
che Io, il Creatore immensamente buono e supremamente sapiente di tutte le
cose, devo essere benissimo a conoscenza degli scopi per i quali ho formato le
cose e gli esseri in questo o quel determinato modo”.
*
7) E
poiché adesso abbiamo finito di osservare questo animale, passeremo a dare
un’occhiata ad un altro animale, pure capace di volare, di specie simile.
Questo animale viene chiamato dagli abitanti di Saturno “il nastro volante” o talvolta anche “la
fune volante”. – “Ma come è
avvenuto che a questo animale è stato imposto un simile nome?”. – Ecco,
quando lo avremo un po’ esaminato, anche la spiegazione del nome verrà da sé. Vedete,
per quanto riguarda il corpo, questo animale ha una discreta somiglianza con
una scimmia terrestre ben conformata. Quando si muove sul terreno esso adopera
le sue gambe posteriori come un uomo; delle zampe anteriori, che sono molto
lunghe e servono da sostegno ad una membrana per il volo, la quale è saldata
circa a metà delle gambe posteriori, esso si serve come la scimmia delle sue.
Quando questo animale sta ritto, ha una altezza di tre tese, ma quando invece
se ne sta accovacciato, allora naturalmente appare lungo meno della metà. Il
corpo di questo animale non ha, in sé e di per sé, niente di particolare
all’infuori del fatto che nella zona del ventre è di color azzurro pallido e
che ha, sulla sommità del dorso, un pelo rosso scuro simile a lana.
8) “Ma che cosa è dunque che rende specialmente
interessante questo animale?”. – Ecco, questo qualcosa è la sua coda, che
l’animale srotola o meglio estende solo quando vola; quando invece si muove sul
terreno, esso arrotola la coda con tanta destrezza che questa viene ad
assestarsi alla estremità posteriore del corpo così da sembrare un rotolo
perfetto d’una stoffa appiccicatogli da qualcuno in quel punto del corpo. In un
animale già adulto, questa coda ha non di rado una lunghezza da 90 a 100 delle
vostre tese e una larghezza di circa un braccio, però, nonostante tutto questo,
è tanto sottile che, quando è avvolta assieme, forma un rotolo di a mala pena 2
tese di diametro. L’arrotolamento avviene per mezzo di filamenti muscolari
disposti interiormente lungo tutta l’intera coda, perché questa non ha affatto
articolazioni, bensì va considerata unicamente come un prolungamento della
pelle della schiena. Per quanto concerne il colore, questa coda rappresenta un
chiarissimo arcobaleno ed essa, nella zona sottostante, è provvista di una
sottilissima lanugine molto corta, come un velluto, che forma come dei
bottoncini lanosi in grandissimo numero e scintillanti. Ed ecco che ormai
potete già voi stessi rispondere alla domanda relativa al perché questo animale
viene chiamato il nastro volante.
9)
Nondimeno, avviene che, specialmente nelle regioni molto popolate, solo
raramente questo animale si trovi in possesso di tutta la sua coda, giacché gli
abitanti di Saturno gli danno molto di frequente la caccia, tanto più che di
giorno, durante il tempo cioè in cui questo animale non vola mai, la sua
cattura è quanto mai facile. Quando l’animale è preso, non gli succede
veramente niente di grave, però in qualsiasi caso ci rimette la coda, perché
questa gli viene immediatamente tagliata del tutto proprio dove finisce la
schiena e finisce con il diventare un ornamento particolare delle personalità
in vista del paese. Anche in questo caso sono particolarmente le donne che
ambiscono ad adornarsene dopo averla resa flessibile e resistente, nonché
durevole come il vostro cuoio mediante frizioni con qualche olio vegetale
profumato. Di solito questa coda viene adoperata per cingersene la fronte,
oppure la si porta come cintura all’altezza dei lombi. Questo animale è dunque
per gli abitanti di Saturno un ospite sempre benvenuto e, considerato che la
coda, dopo che è stata tagliata, riprende a crescere gradatamente, in alcuni
paesi esso viene anche addomesticato ed allevato, per così dire, in casa.
10)
Ad un simile allevamento si dedicano di preferenza quei mercanti di articoli di
lusso che voi già un po’ conoscete e, dato che il prezzo di queste code dipende
anzitutto dalla lunghezza, accade molte volte che essi attacchino assieme due,
e in singoli casi, anche tre code più corte che poi essi spacciano per una sola
coda intera. Ma se l’inganno viene scoperto, allora un tale mercante di Saturno
ha un bel da fare per sottrarsi alle mani delle donne, le quali s’incaricano
d’infliggergli una punizione che non è sicuramente leggera.
11)
Su quel pianeta è molto frequente che le donne esercitino la giurisdizione sul
sesso maschile. Ciò si spiega con il fatto che su Saturno solitamente l’uomo è,
come usate dire voi, innamorato a morte della donna, e per questo motivo egli è
anche troppo arrendevole e per eccessivo amore si lascia non di rado menare per
il naso dalla donna come a questa piace. D’altra parte si deve notare che le
donne di Saturno, al paragone di quelle della Terra, sono incomparabilmente più
costumate e più casalinghe, cosa questa che contribuisce moltissimo a rendere
estremamente affezionati a loro gli uomini, i quali sono disposti a concedere
alle loro donne più d’un privilegio. A questo riguardo però avremo abbastanza
tempo per fare le debite considerazioni più ampie, quando passeremo a trattare
degli abitanti di Saturno. Di conseguenza ritorniamo al nostro regno animale.
[indice]
L’infinità
di animali volanti anche senza piume
La gallina
acquatica, l’enorme Behor e il messaggero celeste,
quale allegro cantore mattutino
Canti e
musica degli abitanti di Saturno
1)
Come vi è stato già detto all’inizio di questa comunicazione riguardo agli
animali volanti, il numero delle specie e sottospecie su quel pianeta è
talmente grande, che diecimila fogli sarebbero a mala pena sufficienti solo per
registrarne i nomi, e tuttavia quello che vi è di più meraviglioso non è tanto
la quantità, quanto le svariatissime forme, perché quasi tutti i quadrupedi di
quel pianeta, come pure moltissime specie di pesci, hanno in questi abitanti
dell’aria, in certo qual modo, un rappresentante alato. E là succede
precisamente così come se sulla vostra Terra, di tutte le specie di animali
domestici e selvatici, di tutti gli anfibi e della maggior parte dei pesci,
esistessero anche degli esemplari provvisti di ali come un pipistrello, e che
conseguentemente, da voi vi fossero degli elefanti, dei cavalli, dei buoi, dei
leoni, delle tigri e delle iene alate e così via attraverso tutto il regno
animale. Ma quello che, rispetto alla Terra, viene citato solo come esempio, si
trova letteralmente su Saturno, soltanto che gli animali volanti sono molto più
piccoli di quelli senza ali, dei quali essi riproducono il tipo, mentre questi
ultimi che abitano sulla terra ferma o nelle acque di questo pianeta, sono
invece di gran lunga più grandi, robusti e poderosi.
2)
Ormai dunque voi potrete già farvi un’idea di quanto movimento e di quanta
vivacità debba regnare là; tanto più poi se vorrete considerare la cosa dal
lato molto piacevole che questi animali sono per lo più di carattere assai mite
e che gli abitanti di Saturno, per effetto della loro potenza di volontà, sono
continuamente padroni, tanto degli elementi, quanto e tanto più anzi di tutte
le specie di animali, Le eccezioni sono proprio singole e riguardano soltanto
animali dalle proporzioni quali sono quelle del gran pesce di cui già abbiamo
fatto la conoscenza.
3)
Dopo aver considerato questi nostri animali volanti sul pianeta Saturno, e
precisamente quelle classi che si sollevano nell’aria senza essere provvisti di
vere e proprie penne e vi si muovono a piacimento, e dopo aver constatato il
loro grande numero e la varietà della specie, non è escluso che i pensieri
suscitati in voi possano culminare nella seguente modesta domanda: “Ma se su quel pianeta vivono in così gran
numero questi ospiti dell’aria, chi altro vi può vivere ancora? Inoltre, l’aria
deve certo rendersi opaca, se gli animali che vi volano sono tanti”. –
Questa preoccupazione da parte vostra per quanto concerne quel grande pianeta,
è assolutamente vana, poiché basta solo che pensiate al fatto che il pianeta
stesso è oltre mille volte più grande della Terra e che esso, come già sapete,
possiede più di 70 grandi continenti, dei quali alcuni hanno una estensione
pari a quella della Terra, conteggiando tutti i mari e tutte le acque di questa
come terraferma. Ognuno, però, sulla Terra può camminare tranquillamente, anche
se nell’aria, sulla terra, dentro la terra e nell’acqua vivono milioni di
esseri di tutte le specie. Ma come sulla Terra nessuno viene eccessivamente
molestato dalla presenza degli animali, nello stesso modo gli animali di quel
pianeta riescono molesti agli abitanti di Saturno, e nonostante vi dimorino
tante e strane varietà di animali, questi vengono visti in stato libero molto
meno di vari animali sul vostro pianeta sul quale in generale tutto si muove
entro gruppi più ristretti che non su Saturno.
4) Ma
affinché possiate farvi almeno una scarsa idea dell’estensione di tutto e in
ogni campo di quel pianeta, vi faccio notare quello cui ho accennato in una
precedente occasione, e precisamente subito all’inizio delle rivelazioni
riguardo a questo corpo mondiale, quando cioè vi è stato detto che le dimore
degli abitanti di Saturno sono, considerata l’ampiezza dei vostri passi,
discretamente distanti l’una dall’altra. Ma come è il rapporto di distanza fra
le varie dimore, tale rapporto c’è pure riguardo ad ogni altra cosa, in modo
che tutto trova là posto più che sufficiente. Per tale ragione su quel pianeta
un litigio per questione di confini è una cosa assolutamente sconosciuta.
5)
Ecco, questo bisognava chiarire in precedenza, per evitare che in seguito alla
descrizione degli altri abitanti dell’aria nonché di quelli che si muovono
esclusivamente sulla terra, voi veniate colti da vertigini o forse da
incredulità, quando udrete parlare della quantità immensa degli animali che
restano ancora da descrivere.
6) E
ora ritorniamo ai nostri pennuti! Voi sapete quanto varia sia questa classe di
animali già sul vostro piccolo pianeta, se cominciate a elencarli dallo struzzo
gigantesco fino al minuscolo colibrì. Ma che cos’è questa minuzia, al paragone
della estensione che su Saturno hanno tutte le cose? Perché su quel pianeta, le
specie di questi animali che vivono sulla Terra sono moltiplicate per mille. Se
a voi interessa conoscere con precisione il numero di questa specie, Io posso
dirvi che, qualora su Saturno non vi fosse di ciascuna specie che un maschio e
una femmina, ciò formerebbe già 240 milioni di uccelli. Certamente, non tutte
le specie vivono in uno stesso paese, bensì in ciascun paese si trovano anche
delle varietà che non vivono in un altro paese. Così le specie che abitano la
regione meridionale non somigliano per niente a quelle che abitano la parte
settentrionale dello stesso continente, anche se sono della stessa specie. Ad
esempio, una gallina acquatica, che è un
uccello molto rinomato su Saturno, nelle acque meridionali di un continente si
differenzia molto da quella che vive nelle acque settentrionali dello stesso
continente, e così tutte le specie di uccelli, tanto i domestici, quanto quelli
viventi in stato libero, variano nella forma, nei colori, nonché nelle loro
proprietà a seconda che vivano a settentrione o a meridione, a oriente o ad
occidente in un medesimo paese.
7)
Dato dunque che da quanto è stato detto potete già rilevare che sarebbe
assolutamente impossibile per voi, anche impiegandovi tutta la vostra vita,
completare sia pure il semplice lavoro di registrazione dei nomi di questi
animali, con tanta maggiore facilità potrete convincervi che sarebbe più
impossibile ancora farvi la descrizione di ogni singolo uccello per quanto
concerne le sue funzioni, la sua forma e gli scopi per i quali esiste.
Considerata perciò l’evidenza di tutte queste cose, noi passeremo un po’ in
rassegna il regno dei pennuti, limitandoci a soffermarci alquanto solamente su
quelli che sono fra i più degni di nota e cominceremo addirittura con il dare
un’occhiata di sfuggita a quello che è il primo e più grande uccello.
*
8) Il
nome di questo uccello è “Behor”,
ovvero ‘la nave
aerea’. Voi potete senz’altro credere che, se esso si trovasse sulla
Terra, occuperebbe certo più spazio del vostro più grande vascello di linea,
anche senza bisogno di aprire le ali. Quando questo uccello vola o distende
semplicemente le sue ali, le estremità delle penne esterne distano, secondo le
vostre misure, una buona ora di cammino l’una dall’altra; i cannoncini delle
penne delle ali hanno un diametro maggiore delle vostre querce più grosse e
ciascuna penna è lunga non di rado circa 800 tese (1.520 m) dalla
radice fino all’estremità. Anche questo uccello è provvisto di gambe molto
lunghe e robuste, cosicché quando sta in piedi le gambe sembrano quasi un po’
troppo lunghe per l’animale, come è il caso dell’uccello terrestre che voi
chiamate airone. – “Ma perché questo
uccello ha le gambe così sproporzionatamente lunghe?”. – Perché è un
uccello acquatico e perciò lo si vede sempre nelle zone marine dove si nutre di
pesce; sulla terraferma non lo si vede mai, bensì sempre soltanto sull’acqua
dove nuota sulla superficie oppure sopra cui vola a non grande altezza; per
questa ragione viene chiamato la nave volante.
9) “È bello questo pennuto?”. – No, questo
animale non ha niente di particolarmente bello e, se con la vostra fantasia
potete ingrandire un airone, vi farete una discreta idea di come si presenti
agli occhi questo nostro vascello volante. Esso è completamente di color
grigio-cinereo e qua e là bruno scuro; ha un becco all’incirca come ce l’ha una
vostra oca ed anche la testa in generale è conformata pressoché come quella di
un’oca, naturalmente però in proporzioni molto più grandi. Questo uccello,
infatti, inghiotte un pesce, che nelle acque di Saturno ha la grandezza di un
pescecane adulto dei vostri mari con la stessa facilità con cui mandate giù una
fragola. E così avreste raffigurato dinanzi a voi questo pennuto nel modo il
più conciso ed esatto possibile.
10) A
questo punto qualcuno potrebbe domandare se questo gigante dall’aria sia forse
un vicino pericoloso per gli abitanti di Saturno. No, esso non è affatto
pericoloso, giacché per sua natura è molto timido e fugge la presenza
dell’uomo, anzi perfino quella di un fanciullo. La sua grandezza è più
apparente che reale, cioè non è indice di forza, poiché sono unicamente le sue
numerose penne, lunghe molte tese, che lo fanno sembrare così grande, e se
venisse privato di queste, non peserebbe nemmeno quanto pesa su quel pianeta
una debolissima donna.
11)
Così noi avremmo dunque fatto conoscenza d’uno degli uccelli di Saturno e
precisamente del più grande. Anche questo uccello si differenzia molto, tanto
in ciò che concerne la grandezza, quanto nel colore e nella figura a seconda
dei mari dove vive.
*
12)
Dopo questa classe di uccelli, quello che su Saturno è il più degno di nota fra
gli abitanti dell’aria è il cosiddetto “messaggero celeste”. Questo uccello ha la forma
e il colore di una vostra colomba bianca, ma, naturalmente, è circa 500 volte
più grande. Sul conto di questo pennuto corre fra gli abitanti di Saturno una
leggenda, secondo la quale esso si manterrebbe nell’aria volando continuamente,
dato che ancora nessuno l’ha mai visto posare i piedi a terra. Sotto certi
aspetti quegli abitanti hanno certamente ragione, perché proprio sulla
terraferma esso non si posa in nessun luogo, bensì vola continuamente intorno
con tranquillità, ora alto ora basso. Quando alla fine gli è venuta fame,
allora volge immediatamente con grande rapidità il suo volo verso qualche
regione della costa dove si nasconde nei posti più isolati e là cerca il suo
nutrimento consistente in una specie di muschio grasso che cresce sugli scogli.
13)
Quando dopo non molto si è così saziato e quindi si sente rinvigorito, allora
si solleva di nuovo nell’aria a grandissima altezza e da lì riprende la sua
passeggiata aerea sopra la terraferma. Esso è solito dedicarsi particolarmente
a tali escursioni la mattina, prima del levare del Sole; per questa ragione
anche in qualche paese viene chiamato l’annunciatore del Sole.
14)
Mentre vola, questo uccello fa udire un canto molto più vario e molto più
limpido e perfetto di quello del vostro usignolo; per questo motivo non di rado
viene chiamato, soprattutto dalle donne, ‘l’allegro cantore mattutino’.
15)
Quantunque non manchi assolutamente l’occasione di vedere questo uccello bianco
e di udirne il canto, specialmente nelle regioni più vicine al mare, tuttavia
gli abitanti di Saturno interrompono sempre le loro occupazioni per ammirarne
il volo e non si stancano di seguirlo con lo sguardo finché non lo hanno
perduto di vista, perché quegli abitanti ammirano così tanto il suo volo, che
essi sarebbero quasi portati a rendergli onori divini, se ciò fosse concesso
dagli spiriti angelici preposti al governo del pianeta.
16)
Affinché una cosa simile non si verifichi, questi uccelli sono guidati dal loro
istinto innato, per cui non c’è cosa che essi evitino con maggior cura dello
sguardo dell’uomo. Perciò un abitante di Saturno non deve far altro che
mettersi a guardare un po’ intensamente un uccello di questa specie, e può star
sicuro che esso si sottrarrà ben presto alla sua ammirata curiosità. E sempre
per la stessa ragione questo uccello si posa unicamente in quei luoghi che sono
inaccessibili agli sguardi degli abitanti di Saturno.
17)
La cosa più notevole in questo uccello è questo: che talvolta nel suo volo
procede ad una velocità talmente straordinaria, che non è facile che voi
possiate farvene un’idea, perché, quando ha ben preso l’abbrivio, può
percorrere in un’ora un migliaio delle vostre miglia con tutta tranquillità.
Quando questo uccello vola di notte, esso appare splendente d’una luce bianca,
in modo che, durante il suo rapidissimo volo, esso provoca all’incirca lo
stesso fenomeno visivo come sulla vostra Terra un cosiddetto drago volante (s’intende
una stella cadente). Sopra la terraferma esso vola di preferenza soltanto
di notte, e allora ciò costituisce per gli abitanti di Saturno uno spettacolo
assolutamente di prim’ordine; anzi qualcuno è tanto entusiasta per simili
apparizioni luminose, che nelle località più spesso frequentate da questo
uccello, sceglie una collina spoglia di alberi e vi si stende addirittura a
terra supino per poter saziare, in tutta libertà, proprio l’ansiosa bramosia di
ammirarne il volo.
18)
Un’altra cosa ancora merita di essere notata riguardo a questa classe di
pennuti, e cioè, che quando due, tre o anche più uccelli si trovano a volare di
pieno slancio in linea retta, di solito avviene che, in seguito al fendersi
violento dell’atmosfera di Saturno, si produce un suono di una discreta
purezza. Qualora poi avvenga che parecchi uccelli simili volino rapidamente
insieme in una stessa direzione, allora quasi ciascuno di essi genera con il
fendere dell’aria un proprio differente tono, e questi toni poi spesso si
combinano formando quello che voi nel vostro gergo musicale chiamate accordo,
il quale passa da un pianissimo fino ad un fortissimo per declinare poi
nuovamente ad un pianissimo, svanendo infine così come svanisce un tono o un
accordo battuto su un pianoforte.
19)
Vedete, per gli abitanti di Saturno questo uccello possiede delle attrattive
straordinarie, dato che essi si dilettano immensamente del canto e specialmente
dei suoni armonici, quantunque essi stessi non abbiano proprio eccessive
attitudini per la musica. Essi infatti non dispongono che di strumenti musicali
assolutamente miseri e primitivi, ma d’altro canto possiedono delle ugole tanto
più pure per cantare, e in questi casi solitamente le donne cantano delle
melodie, mentre gli uomini preferiscono gli accordi. Essi possono dilettarsi
per giornate intere con un unico accordo felicemente scoperto, perché se questo
viene trascurato e dimenticato, poi ci vuole spesso una bella fatica prima che
essi riescano per caso a scoprirne un altro di loro soddisfazione. Ad ogni
modo, per quanto concerne le ulteriori circostanze in relazione con la vita
degli abitanti di Saturno, tutto ciò verrà più chiaramente esposto a momento
debito. Considerato quindi che sul conto del nostro messaggero del cielo, o
annunciatore dell’aurora o cantore mattutino che si voglia chiamare, non c’è
niente di notevole da riferire, noi ora rivolgeremo la nostra attenzione ad
un’altra specie di pennuti abitanti dell’aria.
[indice]
Gli uccelli
cantori dei fiumi e dei laghi, maestri della melodia
L’uccello a
due teste, quale ‘promotore di pace’
1) La
specie di uccelli che ci accingiamo ora a descrivere è quella dei cantori dei
fiumi e dei laghi. Di questa specie è giù stata fatta menzione una volta a
causa del loro delizioso canto. Noi dedicheremo comunque ancora un po’ di
attenzione, ed anzitutto vedremo che forma ha. Questi uccelli somigliano
abbastanza ai vostri cigni, solo che sono da 20 fino a 30 volte più grandi dei
cigni terrestri, il collo in proporzione non è così lungo, ma in compenso è
parecchio più grosso e così pure la testa è in proporzione più grande di quella
dei vostri cigni.
2) Questi uccelli sono provvisti di una laringe quanto mai adattabile e flessibile,
alla quale è collegata una lingua pure molto mobile in rapporto alle dimensioni
del corpo, e possiedono dei polmoni molto grandi, elastici e capaci d’un volume
d’aria considerevole. Questa classe di uccelli costituisce veramente la classe
dei musicisti su quel pianeta e sono, a questo riguardo, dei veri maestri della
variazione, poiché un uccello di questa specie ha la particolarità di non
ripetersi mai nel suo canto, ed anche dopo anni di canto non si sente mai una
melodia già udita una volta.
3)
Tuttavia neanche questa è la cosa che più sorprende nel tono musicale di questo
cantore acquatico, bensì lo strabiliante è che, se come avviene di solito,
parecchi di tali uccelli cominciano a cantare le loro canzoni insieme, è
escluso che l’orecchio venga ferito da qualche dissonanza, perché quando uno
degli uccelli intona il suo canto, allora subito un secondo, un terzo, un
quarto, ecc. si mettono pure a cantare, però mai la stessa melodia. Succede,
invece, che ciascun uccello venga frenato dal proprio acutissimo senso musicale
entro i limiti delle regole armoniche, cosicché, sulla scorta del canto del
compagno che lo ha preceduto, esso va sviluppando la sua melodia particolare e,
di conseguenza, non entra mai in un conflitto armonico con lui. Questo caso si
verifica anche se a cantare si trovino radunati trenta e più di simili uccelli.
4)
Chi fosse amante delle fughe musicali, come le chiamate voi, dello stile più
corretto e perfetto, su Saturno potrebbe goderne tutto l’anno senza tregua,
perché non soltanto là sorgono sempre nuove idee musicali che armonizzano tra
di loro, ma anche queste idee musicali vengono così modulate e i cambiamenti di
tonalità si succedono in maniera tanto sorprendente, che il più famoso
compositore della vostra Terra non se ne potrà mai formare nemmeno il più vago
concetto. Immaginatevi poi per di più le voci più pure, al paragone delle quali
il tono più limpido uscito dalla gola del vostro migliore artista di canto non
può sembrare che un gracidio, e così potete già farvi una piccola idea del
diletto che provano gli abitanti di Saturno, che fin dalla nascita sono grandi
appassionati dell’arte dei suoni. Io posso dirvi che se vi fosse possibile
sentire soltanto tre suoni usciti dall’ugola di un simile cantore acquatico,
davvero tutta la musica sulla vostra Terra vi diverrebbe ben presto
insopportabile per sempre.
5)
Nondimeno, nello stesso tempo questi cantori alati sono anche la causa per cui
gli abitanti di Saturno, quantunque molto appassionati di musica, vi si
dedicano, direttamente e personalmente, estremamente poco, perché essi
ragionano così: “Le nostre gole, al
paragone di quelle dei nostri cantori acquatici, sembrano fatte di legno
grezzo, e i suoni che noi possiamo inventare non sono nemmeno lontanamente da
confrontarsi ai loro. Finché dunque, il grande Spirito degli spiriti lascia
presso di noi questi cantori, noi abbiamo la musica più sublime in grande
quantità”. Perciò, specialmente da parte di quegli abitanti di Saturno che
vivono nelle vicinanze di simili laghi, la musica non viene coltivata proprio
per niente, mentre vi si dedicano invece coloro che dimorano più lontano dalle
acque frequentate da questi uccelli, fra i quali per lo più sono da intendersi
gli abitanti delle montagne.
6) “Questi uccelli, possono essere tenuti in
prigionia ed essere addomesticati?”. – Certamente che questa cosa si può
fare, ma quando un uccello di questa specie viene tenuto prigioniero, allora
non canta più, anche se viene a trovarsi in numerosissima compagnia. Non appena
viene rimesso in libertà ed è lasciato libero di muoversi sul suo elemento
liquido abituale, il virtuoso riacquista la sua arte.
7)
Ecco, questa sarebbe la specie di uccelli cantori della quale è già stata fatta
menzione prima. Anche a questo riguardo, per altro, potrebbe in seguito essere
posta la domanda se questi pennuti cantori vivano in tutti i numerosi e grandi
continenti di quel pianeta e in quali regioni di uno stesso continente essi
vivano di preferenza, se piuttosto in quelle meridionali, settentrionali,
orientali od occidentali. A questo proposito io posso dirvi che questa specie
di uccelli si trova in quasi tutti i grandi continenti di Saturno, però
all’interno di uno stesso continente essi si trovano per lo più nelle regioni
meridionali.
8) Le
regioni settentrionali sono dunque per la maggior parte soltanto scarsamente
provviste di questo genere di cantori; in compenso, però, gli abitanti delle
regioni nordiche hanno presso di loro un’altra specie di uccelli che in un
certo modo rende loro assai facile rinunciare alla più eletta compagnia dei
cantori. Tuttavia questi pennuti cantori del Nord non sono dei cantori di
melodie, bensì essi cantano assieme in molti ottenendo il medesimo effetto come
le corde di un’arpa fatta vibrare dal vento. Certamente, solo raramente succede
che questi musicisti molto più deboli giungano a combinare le loro voci così da
produrre un accordo armonico, ma ad ogni modo per l’abitante di Saturno che non
ha mai avuto occasione di udire gli altri cantori più perfetti, anche questa
musica è sempre qualcosa di nobile e bello. Quantunque però questi uccelli non
siano in fatto di canto dei grandi artisti, sono d’altra parte tanto più
domestici e, per quanto poi concerne la forma, costituiscono senz’altro di gran
lunga la più splendida e più ammirevole specie di uccelli di questo pianeta. E
a tale proposito vediamo ora qualcosa di più preciso riguardo ai nostri
rinomati cantori!
*
9)
Dunque: “Che aspetto hanno questi
uccelli?”. – Bisogna confessare che sarà un po’ difficile raffigurare in
maniera discretamente precisa e soddisfacente come si presentino all’occhio
questi uccelli, poiché sulla Terra non esiste specie che si possa a paragonare
a questa di Saturno. Tuttavia noi tenteremo di descriverli in maniera che voi
possiate farvi almeno una vaga idea di come siano conformati. Ascoltate dunque.
10)
Questo uccello, in quanto a grandezza, raggiunge le dimensioni di un vostro bue
ben adulto; tutto il corpo è ricoperto di piume d’un verde dorato, le quali si
presentano piuttosto lanose che lisce. Le piume più piccole che ornano l’orlo
superiore delle ali dal punto dove queste si staccano dal corpo fino alla loro
estremità, appaiono come fatte di lucentissimo oro che è coperto da un lieve
strato di color rosso carminio acceso. Le penne maestre delle ali hanno una
tinta azzurro chiara, con gli orli di un colore dorato un po’ smorto; i
cannoncini delle penne sono d’un bianco abbagliante e possiedono una
iridescenza somigliante a quella della vostra madreperla. La coda consta di
penne molto lunghe suddivise in due gruppi all’incirca come nella rondine;
soltanto che queste penne non sono rivestite da piume rigide, bensì da una
peluria morbida e da filamenti lunghi e sfuggenti. Questa peluria ha
pressappoco gli stessi colori di quella delle penne della coda di un vostro
pavone. Dagli orli di ciascuna penna pende addirittura una criniera a ciuffi di
questi filamenti svolazzanti di piume, la quale talvolta pende dalle penne per
tre braccia di lunghezza, ma nonostante ciò è così leggera che, posta su una
vostra bilancia, risulterebbe non pesare neppure mezzo quintel.
Questa peluria ha tutti i colori possibili e ad ogni cambio di direzione dei
vari peli cambia sempre pure di colore.
11) I
piedi di questo uccello sono perfettamente bianchi e formati benissimo, cioè
non come quelli degli uccelli terrestri, i quali di solito hanno le zampe nude
ed estremamente magre; le zampe degli uccelli su Saturno sono molto più carnose
e ricoperte fino agli artigli di bellissime piume che sono esattamente simili
alle piume del ventre, solamente che hanno per lo più una tinta un po’ più
chiara di queste ultime. I cosiddetti artigli degli uccelli ovvero, più
propriamente detto, le dita del piede, negli uccelli di Saturno sono quasi
generalmente conformati come le dita di una scimmia terrestre bene sviluppata.
In questo uccello, però, hanno la forma di una vera mano umana, soltanto che
tutto il piede fino alle unghie è ricoperto di lievi piume molto belle.
12) Tale dunque sarebbe l’aspetto di questo “uccello a due teste”,
per quanto concerne il corpo, escludendo però la testa e ciò per il motivo che
appunto la testa è la parte più meravigliosa di questo uccello. Si domanderà
perché. Ecco, questo uccello ha propriamente due teste, ma non come voi vi
raffigurate un’aquila con due teste, bensì queste due teste stanno una sopra
l’altra all’incirca così come se una donna avesse, partendo dal vertice del
capo e come per così dire un prolungamento di questo, ancora un collo di cigno
con la rispettiva testa.
13)
La testa inferiore è piuttosto rotonda ed alta circa 2 piedi del vostro modo di
misurare, mentre la larghezza è di un piede e mezzo. Questa testa ha veramente
una faccia umana femminile, circa così come l’hanno sulla vostra Terra quegli
esseri un po’ rari che voi chiamate sirene, ed è ricoperta da una abbondante
capigliatura di colore azzurro cupo. Sopra questa testa poi s’innalza ancora un
collo lungo tre braccia che finisce con un’altra testa non dissimile da quella
dei vostri cigni, collo che questo uccello adopera come fa l’elefante con la
sua proboscide.
14)
Mediante questa seconda testa l’uccello non prende cibo, né può prenderne, dato
che il rispettivo collo non è provvisto di una gola; tuttavia anche questa
testa ha i suoi due occhi e, considerato che il secondo collo è molto
flessibile, l’uccello può con questi occhi del capo superiore guardare e vedere
in tutte quelle direzioni verso le quali non può volgere gli occhi del capo
inferiore; quest’ultimi, in compenso, sono dotati di una vista acutissima tale
da poter distinguere esattamente ogni cosa anche a grandi distanze. La faccia
della testa inferiore non è, come si potrebbe credere, nuda, bensì è ricoperta
di piccole piume di color rosa pallido; le labbra sono libere, come pure i fori
del naso che è un po’ appiattito. Tutto il rimanente del corpo è ricoperto di
penne. Gli occhi del capo inferiore sono grandi e di un azzurro chiaro, e la
fronte, dove si unisce al collo superiore è di color bianco abbagliante. Il
collo della testa superiore è però di colore violetto pallido, mentre il capo
stesso è di un color rosso acceso. Il becco infine è bianco azzurrognolo ed è
costruito in modo da poter tenere strette con molto vigore le cose che giunge
ad afferrare.
15)
Dunque: “Come si ciba questo uccello? E
come fa a bere?”. – Questo succede in un modo semplicissimo: esso spicca,
con la testa superiore, la frutta dall’albero e la porta alla bocca della testa
inferiore, la quale naturalmente la afferra con i suoi robusti denti, come
fanno le vostre scimmie, e la mangia molto velocemente. Se poi l’uccello vuol
bere, allora la testa superiore gli serve come da coppa; esso cioè attinge con
il grande incavo della testa superiore l’acqua e la versa poi sull’orlo
inferiore e beve l’acqua fornita dalla testa superiore.
16)
Vedete, così potete farvi un’idea di questo secondo uccello canoro, certo
alquanto più imperfetto del primo, dato che la sua gola non è atta ad emettere
che un solo tono; tuttavia questo tono è così bello ed armonioso che,
nonostante la sua semplicità, dovrebbe produrre al vostro orecchio senz’altro
un effetto maggiore che non un completo concerto terrestre.
17)
Voi potete crederMi se vi dico che perfino la musica
del Cielo, quando essa è più incantevole, non consiste in un conflitto di molti
suoni, bensì in un suono molto semplice; questa musica è la più commovente e la
più efficace. Del resto, basta che interpelliate voi stessi circa cosa
preferite veramente: una nota sola, ma
limpidissima, uscita dall’ugola di un cantore maschio o femmina, o un stridente
accordo strumentale? Se qualcuno ha una voce estremamente limpida e
armoniosa, non è un peccato che ogni tono venga coperto da un altro successivo?
– Il potere emotivo della musica non sta dunque nella molteplicità dei suoni,
bensì nella qualità e purezza espressiva del singolo suono, poiché un tono
perfetto è certamente già in se stesso l’armonia più pura, dato che esso non si
manifesta come fenomeno percettibile di per sé solo singolarmente, bensì, nel
proprio manifestarsi quale tono fondamentale, include già in sé, nel giusto
rapporto di risonanza, i toni ad esso corrispondenti e da esso derivanti, come
all’incirca avviene con il suono di una campana dallo squillo puro.
18)
Ed è così che voi dovete raffigurarvi anche il tono emesso da questo secondo
cantore di Saturno che ormai conoscete, tono che però viene a stare in
un’ottava piuttosto bassa vostra, come per esempio il ‘sol’, il ‘la’ e il ‘sì’ nella grande ottava da voi. A
questo modo riuscirete a farvi una certa idea del canto di questo uccello.
Quando si mette a cantare, comincia con un pianissimo e poi, senza minimamente
alterare le qualità del tono, lo rinforza gradatamente fino a raggiungere un’intensità
che ha un effetto simile a quello di una campana che viene suonata, quando si
tiene l’orecchio proprio vicino; con questa intensità il tono perdura per un
paio di secondi e poi gradatamente diminuisce fino a svanire completamente.
Quando allora vengono a trovarsi assieme due, tre oppure quattro di questi
uccelli, i quali sono per caso, come usate dire voi, di un’ugola bene intonata,
ne risulta spesso un accordo d’una bellezza sorprendente, il quale rappresenta
sempre per gli abitanti di Saturno un immenso godimento.
19)
Certamente, si tratta sempre di un medesimo ed invariabile accordo, e perciò
questa specie di musica è di gran lunga inferiore a quella dei cantori
principali che già conosciamo; tuttavia questa semplicissima musica non
fallisce mai il suo scopo. Due abitanti di Saturno potrebbero trovarsi di
fronte l’uno all’altro anche in uno stato di aspro rancore, ciò che su quel
pianeta qua e là succede, basta che si faccia sentire loro un simile semplice
canto, e immediatamente ogni ira svanisce e i due nemici si fanno amici intimissimi. Questo è il motivo per cui questi uccelli
vengono chiamati molto spesso “promotori di pace”.
20)
Si lasciano anche addomesticare ed hanno un ruolo simile a quello dei vostri
pavoni, cioè vengono considerati animali decorativi. Gli addomesticati
possiedono una voce bensì più robusta, ma di solito un po’ più aspra; mentre i
toni di quelli che vivono in libertà sono d’una purezza squisita. Gli
addomesticati qualche volta vengono portati come rarità nelle regioni meridionali,
però ben presto perdono la voce in seguito al differente nutrimento,
s’intristiscono, si ammalano e di solito non vivono molto a lungo; di
conseguenza gli abitanti delle regioni settentrionali che sono molto
affezionati a questi uccelli, difficilmente sono disposti a cederne qualcuno
per le zone meridionali.
21)
Per quanto concerne la procreazione di questi animali, va notato che la femmina
mette al mondo i piccoli già vivi e li nutre ad una mammella ben colma che le
pende sotto il collo del capo inferiore, quasi come in una donna umana, solo
che il seno non è nudo ma è ricoperto da lievissime piume.
22)
Ecco, questo è tutto ciò che si può dire di questo uccello, dopo del quale
passeremo a considerare ancora qualche volatile domestico, per rivolgerci poi
subito agli animali terrestri ed infine agli esseri umani stessi.
[indice]
La gallina
domestica, la palla dorata e l’oca dal lungo collo
1)
Come da voi sulla Terra, così anche in questo pianeta il posto principale fra i
volatili domestici è tenuto dalla ‘gallina domestica’. Tuttavia la gallina di
Saturno differisce molto nell’aspetto da quella che allevate voi nei vostri
pollai. Del resto, già sulla Terra nei diversi paesi e zone ci sono anche
diverse specie e razze di questo volatile, ed altrettanto si verifica anche su
Saturno. Ciononostante, là esiste una specie che è quasi dappertutto simile, a
cui si dà il nome di “gallina”.
2) Dunque: “Come si presenta questo
volatile?”. – Prima di tutto esso è almeno 100 volte più grande di quello
terrestre, e in secondo luogo, non vi è alcuna differenza di colore fra una
gallina e l’altra. Le ali sono d’un azzurro intenso, il dorso è perfettamente
bianco; la coda passa dal bianco ad un rosso molto vivace; il ventre di questa
gallina ha le piume di un’iridescenza che è simile a quella della conchiglia
che voi chiamate della madreperla. Le zampe hanno una tinta rosso pallida,
mentre il collo è di color verde chiaro a cominciare dal capo fino alla zona
delle zampe che in questa gallina si trovano proprio quasi vicino alla testa,
cosicché la parte di gran lunga maggiore del corpo viene a trovarsi dietro le
zampe.
3) “Quale forma ha?”. – Qui sarà alquanto
difficile dare una giusta descrizione, dato che sulla superficie della vostra
Terra non vi è quasi nessun uccello che possa assomigliare a questa gallina di
Saturno. Noi perciò dovremo entrare nei particolari, ed allora vi riuscirà
anche più facile raffigurarvi l’aspetto dell’intero volatile.
4) Il
suo capo è molto grande rispetto al corpo, in proporzione molto più grande di
quanto lo sia quello della vostra civetta rispetto al corpo. Ai due lati del
capo ha due orecchie bianche nella forma di quelle di un vostro elefante,
soltanto non sono tanto pendenti. Davanti alle due orecchie sono situati due
occhi relativamente grandi e dotati di vista acutissima, i quali sono separati
l’uno dall’altro da una striscia di piume dal colore verde cupo. Un po’ sotto
gli occhi sporge un becco robusto, un po’ ottuso e di color grigio, dal quale,
fra le due narici, pende una specie di proboscide, come è il caso dei vostri
tacchini, che questo uccello può controllare con la sua volontà più di quanto
avvenga nei tacchini. La proboscide è di color rosso sangue. Questo capo così
formato è congiunto al resto del corpo mediante un collo piuttosto lungo, però
relativamente grosso.
5) Il
corpo di questa gallina poi, non considerando le ali e le zampe, appare di
forma perfettamente ovale. Le ali sono corte in proporzione ed hanno, invece
che penne principali atte al volo, soltanto lunghi cannoncini provvisti di
morbide piume. Quella parte delle ali, poi, che sono rivolte verso il capo,
ovvero, se vi riesce più intelligibile, l’orlo superiore dell’ala, è ricoperta
per tutta la sua lunghezza di piume simili a quelle del vostro struzzo.
6) In
seguito a questa conformazione troppo corta delle ali questi uccelli non sono
adatti al volo, ma poiché hanno gambe molto lunghe e robuste, sul terreno
possono correre con tanta velocità che gli abitanti di Saturno non possono
quasi stargli dietro. Perciò, quando essi vogliono impadronirsi di una simile
gallina che si trova in libertà, lo fanno sempre ricorrendo alla forza della
propria ferma volontà, come più tardi avremo ulteriore occasione d’apprendere.
La coda di questo uccello è a ruota, però non è fatta come quella dei vostri
tacchini, bensì come quella dei vostri pavoni, solo che, in proporzione, è
molto più grande e più folta.
7) E
ora ricostruitevi nella mente questo uccello avvalendovi delle singole parti
che vi sono state descritte e voi potrete così farvi un’idea discretamente
precisa dell’aspetto che ha su Saturno questa gallina. Bisognerà solamente che
aggiungiate, però, a tutti i colori delle piume indicati un bel splendore
metallico, e poi potrete ammirare questo volatile al completo.
8) Il
maschio si distingue dalla femmina unicamente per la grandezza e per il suo
canto stridente, spesso spiacevole, mentre la femmina non emette che dei suoni
tronchi, che non hanno niente di gradevole; per questo è comune fra gli
abitanti di Saturno il modo di dire: “Smettila
di cantare, perché la tua voce è più brutta di quella di una gallina!”,
quando vogliono far capire che un canto è veramente brutto.
9)
Dunque: “Che vantaggio trae l’abitante in
Saturno da questo volatile?”. – Ecco, quasi lo stesso che traete voi dalle
vostre galline. Queste galline depongono cioè molte uova e molto grandi che gli
abitanti di Saturno mangiano crude, perché il loro contenuto è paragonabile,
per la dolcezza del loro sapore, al migliore del vostro latte di mucca e perché
in fatto di sapore essi lo apprezzano molto di più del latte delle loro
colossali mucche. Il guscio dell’uovo, che è parecchio solido, viene tagliato
nettamente dalla parte appuntita e poi serve come tazza per bere di solito
succhi più nobili dei quali l’abitante di Saturno usa dire che ne prende a
gocce, quantunque un simile uovo così vuotato possa contenere buoni 5 emeri (280 litri), secondo le vostre misure.
10)
Per questi volatili domestici gli abitanti di Saturno costruiscono solitamente
un pollaio vivo, cioè essi piantano a questo scopo degli alberi-parete, dei
quali avete già fatto conoscenza, in modo da ottenere un giardino di forma rotondo-oblunga che non di rado ha una superficie di mezzo
miglio quadrato. In questo pollaio vengono seminate erbe di ogni specie ed
altre piante, fra l’altro anche qualche albero della pioggia, che già
conoscete. In un pollaio di un abitante di Saturno facoltoso convivono talvolta
varie migliaia di tali volatili, i quali costituiscono naturalmente una
ricchezza considerevole per i loro possessori. Dato però che questi volatili
sono, per così dire, degli esclusivisti e non tollerano accanto a loro nessun
ospite estraneo, avviene che un simile pollaio viene sistemato di solito
unicamente per la loro specie. Tuttavia il pollaio stesso viene edificato
sempre ad un discreta distanza dall’abitato, affinché il loro canto sgradevole
non rechi disturbo agli abitanti.
11)
Oltre a questo, però, esistono su Saturno varie altre specie ancora di volatili
domestici, le quali tuttavia non sono così utili, perché la carne di questa
prima specie che abbiamo conosciuto, serve da nutrimento, e le sue piume
vengono, come da voi, adoperate per fare dei giacigli assai soffici, mentre
degli altri volatili domestici ben poche cose vengono utilizzate, cosicché
vengono allevati piuttosto per divertimento ed a scopi d’ornamento; e qualche
abitante di Saturno più facoltoso mantiene non di rado nei suoi poderi tutte le
specie possibili di volatili domestici, altri si limitano alle galline
domestiche. E ora daremo di sfuggita un’occhiata ad un paio ancora di qualche
specie dei volatili in questione.
12)
Una di quelle cosiddette ‘palle dorate’, è costituita
da quei volatili che vengono di preferenza tenuti nei giardini come uno
sfarzosissimo ornamento, e ciò a causa dello straordinario splendore delle loro
penne. Questo uccello ha precisamente l’aspetto di una sfera di almeno dodici
tese di diametro, provvista al disotto di due robuste zampe che sembrano delle
colonne terminanti in un piede con delle dita disposte a raggiera. Questo può
bastare per raffigurarvi la forma completa di questi volatili (beninteso quando
ha le ali chiuse).
13)
Esso non ha quasi testa, bensì dalla parte anteriore mostra un becco largo ma
molto corto, il quale, secondo le vostre misure, è di a mala pena mezzo braccio
di lunghezza, però di circa quattro braccia in larghezza ed è di colore rosso
cupo. Sopra il becco porta due occhi ovali alti oltre una tesa e larghi tre
quarti di tesa. Il colore delle piume di questo volatile è un perfetto color
giallo-oro e solamente dove cominciano le zampe passa al verde per finire poi
al rosso. Tutto il complesso delle piume, comprese quelle delle ali, ha
esattamente uguale lunghezza e forma una superficie perfettamente liscia, senza
peluria, come se fosse di finissimo oro brunito. Di giorno gli abitanti di
Saturno spesso non possono guardare questi uccelli a causa dello splendore
delle loro piume ed a voi tali animali sembrerebbero dei veri palloni dorati
semoventi.
14)
Di questo uccello, quando muore, non viene utilizzato niente all’infuori della
pelle che gli uomini sanno levargli con molta cura e abilità. Queste pelli,
assieme alle rispettive piume, servono a confezionare una specie di stola per
le donne, di cui si adornano in occasioni solenni, facendo risaltare
maggiormente la bellezza perfetta delle loro braccia ben tornite. Le uova di
questo uccello vengono conservate per essere covate; però va osservato che
normalmente fra venti uova appena uno dà un frutto vivente. Questo è tutto
quanto di notevole vi è in un simile uccello che gli abitanti di Saturno
prediligono quale volatile di lusso e quale ornamento dei loro parchi.
*
15)
Abbastanza frequentemente, poi, essi allevano pure un’altra specie di volatile.
Per quanto riguarda la forma, questo uccello assomiglia ad una ‘oca gigantesca’.
Questa, però, non è la sua caratteristica principale, che consiste invece nel suo collo insolitamente lungo, perché, dal punto in
cui si unisce al corpo fino alla testa dell’animale, questo collo misura non di
rado dalle 30 alle 40 tese in lunghezza (60-75
m). Il corpo è, in generale, di color
azzurro-grigiastro, mentre le zampe sono d’un nero intenso, cosa questa che per
quel pianeta costituisce una grande rarità. Il colore del collo è rosso
cinabro, ma non è un colore smorto, bensì d’una marcatissima lucentezza
metallica. La testa è anch’essa simile a quella di una vostra oca, naturalmente
più grande in proporzione al rimanente del corpo, il quale, quanto a volume, è
circa il triplo di quello del vostro elefante. Per quanto riguarda la coda,
questo volatile non ha una vera coda d’uccello, bensì una specie di coda di cavallo
i cui crini sono lunghi non di rado fino a 5 tese. Le zampe, infine, si possono
dire, in proporzione, piuttosto lunghe che corte, e sono robustissime. E con
ciò sarebbe compiuta la descrizione di quanto vi è di più notevole in questo
uccello.
16) “Ma perché viene tenuto come animale
domestico?”. – Ciò per la ragione che abbiamo detto prima: cioè per amore
dello sfarzo; quasi sotto nessun altro aspetto questo uccello offre qualcosa
che possa venir utilizzato dagli abitanti di Saturno. In qualche luogo certo
vengono raccolti i crini della coda, con i quali vengono intrecciate corde e
cordicelle, che però non sono molto resistenti. Le rimanenti penne e piume non
vengono utilizzate.
17)
Si deve osservare infine, che questa specie di uccelli viene allevata esclusivamente
in riva ai laghi e ai fiumi, dato che è un uccello acquatico che per lo più si
nutre di vermi che vivono nelle acque. Per questo è provvisto di un collo così
lungo, con il quale egli arriva facilmente a terra quando va in cerca di un
cibo confacente alla sua natura, che esso inghiotte non appena trovato. Il
maschio si distingue dalla femmina unicamente per la coda dai crini più
abbondanti.
18)
Questo uccello depone le sue uova nell’acqua e lascia per qualche tempo che
l’acqua le trasporti qua e là, finché il suo istinto l’avverte che si sono
completamente raffreddate. Poi stende le ali su una o più delle uova che ha
deposto e con esse nuota verso un luogo dove l’acqua è tranquilla e dove la covatura
procede sotto la sua sorveglianza in maniera sollecita e sicura.
19)
Quando questo uccello è occupato in tale funzione, non è affatto consigliabile
avvicinarsi troppo al luogo della covatura, perché in un simile caso l’animale
lancia il suo lungo collo con la rapidità di una freccia contro l’indiscreto e
gli sferra, con il becco robustissimo, un colpo talmente terribile, che a
chiunque passa per sempre la voglia di andare una seconda volta a disturbare
questo volatile domestico, mentre è impegnato nel suo importantissimo compito.
20) E
così avremo terminato di esporre quanto di più notevole c’era da dire rispetto
ai pennuti di Saturno! Tuttavia, che esistano tutte queste specie ora
menzionate e mille altre ancora nei diversi paesi e regioni di Saturno, anche
nelle molteplici forme d’incrocio tra le varie specie, ve lo potete facilmente
immaginare. Adesso, però, rivolgeremo a nostra attenzione ai mammiferi allo
stato brado e a quelli addomesticati.
[indice]
Tra i
mammiferi più importanti il più grande e il Mud
Insegnamenti
dei saggi sul Mud e il fine della sua esistenza
1)
Anche qui noi seguiremo lo stesso procedimento, e data la quantità enorme di
specie e sottospecie, ci limiteremo a far cenno solo a quelli che sono
particolarmente degni di nota e che si trovano solamente su Saturno, e in
nessun altro luogo.
2) Il più grande fra tutti i quadrupedi viventi su Saturno si chiama “Mud”. Esso però si trova
solamente in poche parti di quel pianeta ed anche in quelle non in gran numero,
cosicché, tutto sommato, sì e no si arriva a diecimila esemplari. Quei
continenti, sui quali esso dimora, sono pochissimo popolati, poiché, date le
proporzioni colossali e la grande voracità di questo animale, accanto a lui non
trovano posto molti altri esseri, e in quanto a lottare con un simile e
gigantesco quadrupede, non c’è abitante di Saturno che ne abbia il coraggio.
Perciò gli abitanti di Saturno, senza perdersi in vane considerazioni,
abbandonano completamente a questi animali le regioni nelle quali gli stessi
dimorano e che vengono da loro chiamate “l’inabitabile terra del Mud”.
Sui continenti principali questo animale non vive, ma accanto a questi, tanto
nella parte meridionale quanto in quella settentrionale, esistono ancora delle
immense isole e queste appunto vengono per lo più lasciate a disposizione di
questa, nonché di molte altre specie di animali, ma ad ogni modo non c’è
regione su Saturno che venga evitata con tanta cura dagli abitanti quanto una
simile “terra del Mud”.
3)
Dunque: “Che aspetto ha mai questo
animale? Esiste sulla vostra Terra qualcosa di simile?”. – Certo che esiste
qualcosa di simile, ma però ha una parte ben poco importante, mentre su Saturno
esso si trova sul gradino massimo e più tremendo della scala degli animali,
sotto ogni riguardo, sia per quanto concerne la mole del corpo, sia per quanto
riguarda la ferocia e la voracità.
4) “A che animale della vostra Terra assomiglia
questo gigante di Saturno?”. – Ebbene, da voi, al ben noto al maiale; invece,
in quanto a grandezza, il vostro avrebbe appena le dimensioni occorrenti per
fare da parassita sul corpo di questo maiale di Saturno. Anzi, perfino gli
abitanti di Saturno, i quali pure hanno una statura rispettabile, sono come dei
nani minuscoli di fronte a questo animale gigante. Io vi dico che se questo
animale si trovasse sulla vostra Terra dietro un monte alto quale potrebbe
essere, ad esempio, la vostra Choralpe, voi dovreste
rivolgere il vostro sguardo parecchio in alto ancora per vederne la sommità del
dorso.
5)
Questo animale mostruoso, sempre dal vostro punto di vista, è appunto tanto
vorace quanto lo è il vostro maiale; non è affatto un ghiottone schizzinoso,
bensì la prima cosa che capita a portata delle sue fauci, sia erba o qualche
albero, sia un animale di altra specie, acquatico o terrestre, sia infine anche
un essere umano, è sempre la benvenuta e viene indifferentemente divorata in
pochi istanti con sempre uguale appetito.
6)
Dato però che questo animale dispone di una forza fisica proporzionata alla sua
enorme mole, risulta anche perfettamente vano impegnarsi con lo stesso in una
lotta. In altri tempi alcuni audaci abitanti di Saturno avevano bensì fatto un
tentativo di attacco contro l’uno o l’altro di questi animali servendosi di punte
molto lunghe ed aguzze fissate su pertiche lunghe oltre 100 tese (190 m) e tendendo al massimo la loro
forza di volontà, però quell’impresa finì disastrosamente. L’animale riportò
bensì delle ferite in certe parti del corpo, ma, poiché esse non erano tali da
potergli togliere la vita, l’animale divenne furioso per il dolore e si
precipitò verso un fiume assai largo per calmare nell’acqua la sua sofferenza
causatagli dalle ferite. Quando poi il dolore fu mitigato, l’animale si
risollevò restando nel fiume, ne attinse con la sua bocca un grande volume
d’acqua assieme a dei grossi massi di pietra che giacevano in fondo e vomitò
violentemente tutto il contenuto delle sue immense fauci contro i suoi
persecutori che si credevano già trionfanti, in modo che, in seguito al
ripetersi di questa manovra, essi ne uscirono tanto malconci che pochi
solamente riuscirono a far ritorno al proprio paese. Molti invece ci rimisero
la vita, perché l’animale che era subito risalito a terra, li divorò
completamente in pochi bocconi.
7) Ma
affinché possiate farvi una vaga idea della capacità di una simile bocca, vi
dico che, se su quel pianeta vi fossero delle noci un po’ più grandi ancora del
vostro Schlossberg, una noce di questo genere non
risulterebbe troppo grossa per i denti di questo animale, ed essa verrebbe del
tutto stritolata alla prima pressione mascellare. Qualora il Mud sulla Terra ricolmasse la sua bocca d’acqua e di pietre
e le sputasse sul terreno nelle parti alte del vostro paese, una sola vomitata
di questa specie causerebbe nelle parti più basse un’inondazione tale da
sommergere anche gli alti campanili della vostra città.
8) Se
voi dunque considerate un po’ la cosa, la domanda se gli abitanti di Saturno
ripetano tentativi di questo genere, troverà da se stessa una risposta nel
senso più energicamente negativo. Infatti, a memoria d’uomo, da parte degli
abitanti di Saturno non vennero fatti che tre tentativi del genere, sempre
risoltisi in maniera disastrosa; ora però ogni velleità di ricominciare è loro
passata e i loro savi così sentenziano in proposito:
9) “L’uomo può molto con la sua forza; tuttavia
con la sua forza non può domare le lune, il grande anello luminoso, i fiumi, le
tempeste del mare, il gran pesce e il Mud. Di
conseguenza l’uomo impieghi questa sua forza dove essa è applicabile, ma egli
si astenga invece da ogni altra cosa od impresa superiore alla sua limitata
potenza”.
10)
C’è poi un’altra massima dei sapienti di quel pianeta, la quale suona così: “Udite, o voi uomini! Il grande Spirito ci
ha dato un grande mondo da abitare, il cui inizio e la cui fine ci sono ignoti,
ma nel paese dove siamo nati noi sappiamo come le cose e gli esseri sono nelle
acque, sulla terraferma e nell’aria, e noi sappiamo ed abbiamo fatto sempre
l’esperienza che le une e gli altri sono soggetti alla nostra forza. Se il
grande Spirito avesse destinato il Mud a noi, allora
anch’esso dovrebbe obbedire alla nostra forza. Ma noi sappiamo che il Mud ha sempre potuto, con grande facilità, disdegnare tale
nostra forza, quando noi ci siamo proposti di assoggettarlo. Dunque risulta
chiaro, come lo è il Sole che c’illumina, che il grande Spirito, oltre alla
nostra forza, ha stabilito che ce ne fossero delle altre ancora che non sono
destinate a servire la nostra. E noi non dobbiamo usarle a nostro profitto.
Restiamo dunque entro i limiti assegnati alla nostra forza e lasciamo che le
altre grandissime forze agiscano dove le ha poste il grande Spirito. Perciò sia
lungi da noi voler indagare che cosa sia il grande circolo luminoso sul firmamento
e che cosa siano le lune, e i nostri piedi non si posino più per tutti i tempi
su una terra abitata dal Mud!”.
11)
Se voi considerate un po’ tale massima della sapienza di Saturno, certo vi
risulterà più evidente quale aspetto abbiano le cose riguardo alla gigantesca
grandezza e alla grande forza fisica di questo animale. Sarebbe inutile
inoltrarsi ulteriormente nella descrizione di un simile gigante e perciò sia
lasciato alla fantasia e alla capacità d’immaginazione di ciascuno di voi
raffigurarsi nel miglior modo possibile questo animale.
12) “Succede spesso che gli abitanti di Saturno
riescano a vedere qualcuno di questi animali?”. – Oh, no! Il caso si
verifica molto di rado, e le poche volte che ciò avviene lo si deve ad un
avvistamento che avviene o durante uno dei lunghi viaggi che essi
intraprendono, o quando si trovano casualmente sui contrafforti montani di un
continente principale non molto lontano da una simile terra del Mud, dai quali a volte possono scorgerne qualcuno.
L’avvicinarsi eccessivamente ad una terra di questa specie non è consigliabile,
perché, se questo animale si accorge che a non molta distanza dalla sua terra
c’è qualcosa che galleggia, fa alcuni passi giganteschi nell’acqua e, se il
mare non è proprio assai profondo, riesce in breve tempo a raggiungerla e a
farla sparire tra le sue enormi fauci.
13)
Quello che poi all’abitante di Saturno incute particolare spavento e lo fa
inorridire, è il grugnito di questo animale. Ed infatti voi non potreste
farvene mai un’idea appropriata. A questo proposito posso solo dirvi che, se
uno di questi animali si trovasse, ad esempio, nelle zone interne dell’Ungheria
e si mettesse ripetutamente a grugnire, l’effetto di questi grugniti sarebbe
tale che fin qui da voi e più oltre ancora il terreno comincerebbe a tremare e
non solo tutte le case della vostra città crollerebbero in seguito al
formidabile scuotimento, bensì anche qualche monte vicino ne rimetterebbe la
cima, qualora questa non fosse proprio del tutto solida. Questi brevi cenni
sono sufficienti a chiarirvi un po’ il perché gli abitanti di Saturno non amino
eccessivamente un simile canto un po’ troppo rimbombante.
14)
In quanto al resto, questo animale, nonostante l’enormità del suo corpo, è
dotato di sensi molto acuti; specialmente sensibili sono poi l’olfatto e
l’udito tanto che esso già a grande distanza percepisce se sulla superficie
dell’acqua si avvicina qualcosa di confacente al suo palato. Anche in fatto di
pulizia esso supera di molti punti il maiale terrestre; anzi, per quanto
riguarda deporre i propri escrementi, sorpassa in pulizia quasi tutti gli
animali da voi conosciuti sulla vostra Terra, perché, prima di accingersi a
questa naturale funzione, esso si scava nel terreno una buca molto profonda,
che per voi rappresenterebbe addirittura un cratere dalla circonferenza di
circa mezz’ora di cammino e spesso profondo varie centinaia di tese. Una volta
scavata questa fossa, l’animale si volge, vi lascia cadere dentro l’immondizia
del proprio corpo e, infine, raspando con i piedi, ricopre il tutto con la
terra levata via prima; con ciò esso anzitutto mantiene pulito il suo
territorio e inoltre lo concima quanto mai opportunamente per una successiva
crescita dell’erba, che in queste terre del Mud è di
solito molto più folta e grande delle più folte foreste vergini sulla vostra
Terra.
15) E
adesso resterebbe da farsi ancora una domanda, e cioè: “A cosa giova veramente su questo o anche su un altro pianeta, un
animale di proporzioni talmente colossali?”. – La risposta potete trovarla
dove si è già parlato del gran pesce. Come quello costituisce un ponte di
passaggio generale dagli abitanti delle acque a quelli dell’aria, così anche
questo rappresenta un simile ponte destinato al trapasso da tutti gradini del
regno animale e vegetale ad una specie di animali più nobile e più vicina
all’uomo. Ora sapete tutto quello che riguarda questo animale. La prossima
volta, frattanto, ci riserviamo di ampliare le nostre considerazioni circa i
quadrupedi, ai quali dedicheremo ancora un po’ sommariamente la nostra
attenzione.
[indice]
L’elefante Sisterkihi
Come viene
cacciato questo animale e lo scopo della sua esistenza
1)
L’animale che dopo il Mud passeremo a considerare
porta il nome di “Sisterkihi”.
Dunque: “Quale rango occupa su questo
pianeta questa specie di animale?”. – Ecco, esso rappresenta su quel corpo
mondiale propriamente ciò che è l’elefante sulla vostra Terra; però è sotto
ogni riguardo inferiore al Mud. La sua grandezza è
appena la centesima parte di questo, ma, per quanto concerne la forma, non vi è
assolutamente nessuna somiglianza fra i due. Questo animale ha qualche affinità
con il vostro elefante però non tanto come altri vari animali che vi verranno
presentati in seguito.
2) “Come si presenta questo animale?”.
– Esso ha quattro zampe estremamente solide, quasi come un elefante da voi, naturalmente
in proporzione alla sua mole; tuttavia il suo piede non è formato come quello
del vostro elefante, bensì all’incirca come quello di un orso, ed è munito di
robusti artigli. Il suo corpo ha una circonferenza straordinariamente grande e,
quando un simile animale è completamente sviluppato, non misura meno di
settanta fino ad ottanta tese dal punto più basso del ventre alla sommità del
dorso. La coda è, in proporzione al corpo di questo animale, lunga come quella
di un leone. All’estremità della coda c’è una criniera estremamente forte, i
cui peli non di rado sono lunghi dalle sei alle dieci tese. Il capo di questo
animale poggia su un lungo collo, anche se in proporzione è piuttosto
massiccio, provvisto di crini molto forti che crescono quasi fino a dove le
gambe anteriori si attaccano al corpo.
3) La
testa assomiglia a quella di un cavallo, soltanto la fronte è in proporzione
molto larga. Sulla fronte, tra le due orecchie, poggia una proboscide lunga e
molto flessibile, la quale può
venire
allungata dall’animale fino a quaranta tese, ma d’altro canto può essere anche
accorciata fino ad un terzo della sua lunghezza. In questa proboscide l’animale
possiede una forza straordinaria e con tale suo braccio pieghevolissimo
egli arriva a sradicare alberi perfino di considerevole grossezza.
4)
Per mezzo di questa proboscide questo animale, in qualunque luogo si trovi,
strappa dagli alberi dei rami interi che poi divora spesso assieme ai frutti,
particolarmente quando la fame lo stimola in maniera eccessiva. Il colore del
corpo è grigio chiaro, mentre la proboscide invece è di un grigio più cupo; i
crini sul collo hanno una tendenza all’azzurro, e il ciuffo della coda ha una
tinta grigio chiara. Gli occhi, alquanto torbidi, sono di color bruno molto
cupo. Anche questo animale è provvisto di una bocca grandissima, armata di
denti formidabili e bianchissimi; in fondo alla bocca però esso possiede dei
molari potenti che non sono propriamente dei denti, ma delle vere sporgenze
delle ossa mascellari tanto superiori che inferiori. Con questa specie di
macina l’animale può, con la massima facilità, triturare pietre anche durissime
e grossi rami, così da ridurli, nella sua bocca, ad una poltiglia.
5)
Questo animale è bensì erbivoro, ma, qualora sia troppo assillato dalla fame,
non risparmia gli animali ed, in caso di estremo bisogno, neppure l’uomo; per
questa ragione anche gli abitanti di Saturno non nutrono eccessiva amicizia per
tale specie di animale. Ad ogni modo, in quei luoghi dove questo animale
dimora, gli abitanti possono affrontarlo con probabilità di successo,
quantunque le difficoltà e i pericoli congiunti all’impresa siano grandi.
6)
Ora vedremo in che modo gli abitanti diano la caccia a questo animale. Dunque,
con la forza è assolutamente escluso che essi raggiungano lo scopo, perché
anche questo animale ha solo nella sua proboscide tanta forza da potersi
opporre anche a mille fra i più robusti uomini di Saturno presi assieme; per
conseguenza devono far ricorso all’astuzia. Anzitutto però dovete sapere che questo
animale si trattiene di preferenza in quei luoghi dove ci sono dei grandi
boschi di alberi-piramide, che voi già conoscete, alberi ai quali esso arreca
danni non indifferenti strappando via i rami dove può giungere con la sua
proboscide.
7)
Quando dunque in un qualche paese gli abitanti si accorgono che questo albero
gigantesco, il quale cresce in quasi tutti i continenti di Saturno, si trova
privato dei suoi rami, questo è per loro segno sicuro che in un simile bosco si
trova uno o più di questi animali. Ma che cosa fanno allora quegli abitanti?
Essi circondano da tutte le parti il bosco muniti di fiaccole ed appiccano il
fuoco agli alberi tutto intorno. Dato che questo animale non teme nessun’altra
cosa quanto il fuoco e il fumo, esso fugge immediatamente, o meglio cerca tutto
intorno una via d’uscita, la quale però di solito sbocca solamente dove c’è un
ampio fiume, un lago o addirittura il mare.
8)
Una volta trovata una simile via di scampo, l’animale non esita ad avventurarsi
nell’acqua; però in questo elemento esso perde ogni energia e vaga come
smarrito qua e là tenendo diritta in alto la proboscide. Gli abitanti di
Saturno lasciano che l’animale si allontani sempre più dalla riva, anzi,
montati sui loro canotti, ve lo spingono spaventandolo con dei fuochi fissati
su lunghe pertiche. Quando l’animale è giunto a tale profondità nell’acqua da
trovarsi immerso fino al collo, gli abitanti si affrettano e, con le loro
accette lunghe ed affilate, gli recidono la terribile proboscide proprio alla
base. Ma quando l’animale ha perduto questo suo braccio, è come se avesse
perduto la vita; esso si accascia ben presto nell’acqua e il suo corpo
v’imputridisce, diventando preda dei molti animali affamati delle acque.
9) “Ma cosa succede invece se,
disgraziatamente, un simile bosco non confina da una o dall’altra parte con
qualche acqua importante?”. – In questo caso, l’impresa diventa certo un
po’ più ardua e pericolosa. Se il fuoco ha preso piede da tutte le parti, in
maniera che l’uno o più di questi animali, che si trovano nel mezzo di un
simile bosco incendiato, vengono sorpresi dalle fiamme ed essi non trovano in
nessun punto una via d’uscita, allora tra uno spaventoso smaniare ed infuriare
vengono soffocati dal fumo e, se l’incendio è molto violento, restano in gran
parte anche bruciati. Se però il fuoco non ha fatto ben presa, un simile
animale si precipita all’impazzata verso il luogo meno pericoloso ed irrompe,
furibondo, all’aperto.
10)
Allora guai all’essere vivente che venga a pararglisi
dinanzi. Uomo o animale che sia, viene immediatamente afferrato dalla sua
proboscide e lanciato o in aria o gettato a terra con tanta violenza che
dell’essere resta a mala pena una qualche traccia, perché la veemenza del
lancio compiuto da questo animale per mezzo della sua proboscide, quando esso è
al colmo del suo furore, supera senz’altro quella di un proiettile sparato da
un cannone. Se questo animale si trovasse sulla vostra Terra e volesse dar
prova della forza enorme della sua proboscide, potrebbe con tutta facilità lanciare
una pietra di cento quintali a venti miglia di distanza e precisamente con
tanta veemenza che le pietre dovrebbero percorrere questa distanza in pochi
secondi; se invece la scaraventasse a terra, potete star certi che la pietra si
conficcherebbe dentro il terreno per oltre cento tese di profondità.
11)
Da questa breve esposizione voi potete dunque farvi facilmente un’idea di
quanto alla larga gli abitanti di Saturno cerchino di tenersi da questo animale
e quale sensazione faccia su un intero grande continente la constatazione che
uno di questi animali, o addirittura anche più d’uno sia sfuggito ad una simile
caccia con il fuoco. Però, prima di cimentarsi in una impresa di questo genere,
il bosco viene accuratamente esaminato per accertarsi se si trova proprio del
tutto isolato o se confina con qualche acqua importante. Se esso è isolato, il
problema viene attentamente studiato e si delibera circa il se e il quando si
dovrebbe incendiarlo.
12)
Se si trova in stato tale da garantire una facile propagazione del fuoco e se
contemporaneamente il bosco stesso è di grande estensione, allora senz’altro
viene appiccato l’incendio, ma se il caso non è tale, si preferisce abbandonare
il bosco all’animale, però prima si accumula da tutte le parti della legna
secca con la quale si costruisce un vero bastione tutt’intorno al bosco. Questo
poi viene acceso solo quando gli alberi del bosco si sono fatti
sufficientemente secchi, ciò che di solito si verifica quando la regione si
trova già da un discreto tempo nella zona d’ombra proiettata dall’anello del
pianeta, ombra che, quando comincia ad invadere un dato paese, vi rimane sempre
per parecchi dei vostri anni terrestri; ed è appunto in questi periodi, come
succede anche da voi durante l’inverno, che gli alberi sono per lo più
scarsissimi di umori. Allora a questo bastione viene dato fuoco in tutti i suoi
punti contemporaneamente e poi gli uomini si allontanano il più presto
possibile dal posto.
13)
Ecco, questo è tutto ciò che merita di venir riferito sul conto di questo
animale che è fra i principali di Saturno. Su tutto il pianeta, però, i
continenti ancora sui quali dimorano ospiti di questa specie dovrebbero essere
a mala pena dieci ed anche in questi continenti ci sono pochissimi esemplari.
14)
Per quanto riguarda l’utilità di questo animale, essa dal punto di vista
psichico (animico) è identica a quella del Mud e del gran pesce che già conoscete, soltanto in misura
più limitata. Tuttavia questo animale, come tutti gli animali, ha anche un
altro scopo naturale. Esso non rappresenta la condizione indispensabile per la
conservazione di altri esseri, bensì i passaggi (della vita animica) possono effettuarsi senza alcun inconveniente
pure per altri gradi, e per questa ragione nessun paese perde qualcosa anche se
simili specie di animali, enormi e pericolosi per l’uomo, si estinguono.
[indice]
L’orso
azzurro Ihur
La sua
conformazione, il carattere e il modo di nutrirsi lo rendono utile come
coltivatore del terreno
1)
Dopo aver conosciuto questi due giganteschi animali del grande pianeta,
rivolgeremo ora la nostra attenzione pure ad alcuni animali che, seppure non
tanto colossali, sono tuttavia quanto mai degni di nota.
2) In questa classe di animali il primo posto spetta al cosiddetto “Ihur”,
ovvero tradotto nel vostro linguaggio, ‘l’orso azzurro’.
Questo animale, quando è completamente adulto, è grande quasi come un uomo di
Saturno, nel caso in cui si rizzi sulle due gambe posteriori e cammini come un
uomo, il che è solito fare nella maggior parte dei casi. Il nome vi dice già di
per sé quale sia il colore di questo animale, cioè completamente azzurro
chiaro.
3) “Che aspetto ha?”. – Ecco, salvo la
testa, esso assomiglia discretamente al vostro orso; la testa invece è
conformata del tutto diversamente.
4) “Come si presenta dunque questa testa?”.
– Qui sarà nuovamente alquanto difficile raffigurarvela a dovere, dato che voi
non conoscete sulla Terra alcun animale che abbia una testa simile a quella del
nostro orso di Saturno. Malgrado ciò, noi proveremo a descrivere una forma per
mezzo della quale vi sarà possibile farvi un criterio della testa di questo
animale.
5)
Immaginatevi un gomitolo abbastanza arrotondato del diametro di circa una tesa
e mezza, ai due lati del quale, piuttosto nel mezzo di questo gomitolo,
sgorgano diritte due orecchie molto grandi che misurano ciascuna due tese e mezza
in lunghezza ed una buona tesa in larghezza. Raffiguratevi poi ancora sulla
parte superiore di questo animale due corna distanti circa una mezza tesa l’una
dall’altra, lunghe circa 3 tese (circa
6 m), ritorte e dall’aspetto come fossero d’oro non lucidato,
due occhi relativamente grandi e dalla forma identica a quella dell’occhio
umano situati a circa 5/6 di tesa sotto le corna e sotto gli occhi un muso di
leone, in proporzione piuttosto grande. Questa testa infine è congiunta al
resto del corpo mediante un collo relativamente grosso, lungo e massiccio.
6)
Immaginatevi, oltre a ciò, due criniere di colore piuttosto azzurro cupo,
lunghe dalle due alle tre tese e spioventi ai due lati del collo a cominciare
da dietro le corna; così voi avete tutta la figura di questo animale. L’Ihur non ha coda; al suo posto ha dei peli un po’ lunghi e
scuri.
7) Se
voi raggruppate tutti questi particolari e se considerate che questo animale
misura, dalle corna fino a dove terminano le gambe posteriori, non di rado una
cinquantina delle vostre tese – però, se sta con tutte e quattro le gambe a
terra ha fino alla sommità del dorso quasi venti tese d’altezza – e che
ciascuna gamba di per sé misura circa sei tese e ha una circonferenza come una
botte da dieci emeri, allora voi avete la
raffigurazione completa dell’animale. Per quanto poi riguarda le zampe, esse
hanno la medesima forma di quelle del vostro orso, proporzionata alla mole
dell’animale, e il colore è ugualmente azzurro come il rimanente del corpo.
8) Si
spera che non sarà necessario fornire ulteriori dettagli sull’aspetto di questo
animale. E perciò passiamo ora a parlare un po’ del suo carattere, del suo modo
di vita e della sua utilità.
9)
Solitamente questo animale è di natura mite; basta non irritarlo né perseguitarlo.
Ma se viene stuzzicato e irritato, il suo carattere pacifico svanisce, diventa
feroce e furioso, e allora non risparmia più niente: tutto ciò che gli si para
dinanzi viene immediatamente assalito con violenza e ridotto a brandelli, dato
che questo animale, nonostante non sia più grande di un uomo di Saturno, ha
tuttavia nel suo corpo massiccio una forza che uguaglia quella di dieci uomini,
e se un temerario entra in conflitto con uno di essi quando è furioso, finisce
sempre con l’avere la peggio.
10) E
per quanto l’animale per se stesso sia di natura benigna, gli abitanti lo
schivano cercando con ogni mezzo di spaventarlo affinché si allontani dalle
regioni abitate. Per questa ragione l’animale si fa vedere il meno possibile
dagli abitanti di Saturno.
11) “Di che cosa si nutre?”. – Esso si
alimenta di erbe, radici e rami giovani di alberi ed arbusti. Non mangia carne,
nemmeno in caso di estrema necessità. Se però viene irritato, nella sua furia
sbrana uomini e animali, ma poi lascia perfettamente intatti i resti e si
allontana dal campo della lotta.
12)
Il lato più notevole di questo animale è che esso ha un timore del tutto
speciale della sua propria ira e, per conseguenza, guidato dall’istinto, schiva
per quanto gli è possibile con tutta cura ogni occasione nella quale potrebbe
sentirsi spinto ad irritarsi. Un istinto di questa specie non sarebbe davvero
superfluo neanche a più di un individuo della vostra Terra; particolarmente a
certi ambiziosi attaccabrighe e bellicosi eroi di bassa lega, i quali non
cercano altro che l’occasione di attaccar bega. Nondimeno, non ci soffermeremo
più oltre su questo argomento, bensì ritorneremo ancora un po’ al nostro Ihur per vedere a che cosa serve.
13)
Questo animale può essere chiamato a pieno diritto il dissodatore delle regioni selvagge, perché, in breve
tempo, con i suoi artigli di una robustezza straordinaria scava e rimuove un
ampio pezzo di terreno così bene, che gli abitanti di Saturno stessi, anche se
muniti dei loro buoni strumenti, non sono quasi in grado di ottenere risultati
uguali. Ma che cosa fa poi l’animale
quando ha così rimosso e dissodato un terreno? Ecco, esso se ne va in
luoghi dove c’è della vegetazione, vi sceglie delle radici, specie quelle di
cui usa nutrirsi, le porta sul nuovo posto e le colloca nei solchi da lui
scavati. L’animale, però, non compie questo lavoro mosso dall’intenzione di
sistemare un campo, bensì per accumulare in quel luogo una quantità di
provviste; ad ogni modo le radici poste entro i solchi molte volte vengono lasciate
lì a germogliare e crescono poi rigogliosamente. In questo modo una località
prima quasi deserta viene poi trasformata in una fertile campagna, e ciò tanto
più in quanto questo animale, una volta colmata a dovere la sua dispensa, non
abbandona così facilmente un simile posto prima che non si sia accorto che le
sue provviste sono quasi esaurite.
14)
Ma poiché, finché vi trova ancora qualcosa da mangiare, si trattiene sempre
nello stesso posto, esso lascia dappertutto i suoi escrementi e con ciò concima
involontariamente questo luogo per parecchi anni.
15)
Quando poi in seguito alla migrazione la gente viene a trovarsi in un nuovo
continente ed arriva in luoghi di questo genere, immediatamente si accorge di
trovarsi in vicinanza di un simile animale. Allora essa aspetta per un tempo
abbastanza lungo allo scopo di vedere se un occupante di questo genere non
faccia eventualmente più uso del suo campo; se per vario tempo non succede
niente di nuovo, è segno certo che l’animale ha abbandonato quel terreno e
quindi ne prende possesso.
16)
Ma qualora, nonostante l’attesa, qualche volta succeda che un simile animale
ritorni a visitare quello stesso terreno per farvi raccolta di radici, allora
quegli abitanti o devono rassegnarsi a stare a guardare tranquillamente come
questo coltivatore a quattro gambe si metta nuovamente a rimuovere il loro
terreno apportando non di rado guasti alle loro proprie piantagioni, oppure
devono opporsi con la forza attaccando l’ospite non desiderato, nel qual caso
l’esito della lotta si presenta sempre abbastanza preoccupante, perché allora
l’animale vuol far valere gli usuali diritti di priorità sul terreno e non si
lascia troppo facilmente cacciare via, né d’altro canto gli abitanti si
rassegnano facilmente a dover lasciare di nuovo i campi fertili cui hanno già
dedicato le loro fatiche.
17)
Quando però un simile animale è sconfitto, gli abitanti si trovano poi
completamente al sicuro da ogni sua futura visita. Se anche non riescono
proprio ad ucciderlo, a forza di stuzzicarlo e di provocarlo portano l’animale
al punto che esso si accorge che lo si vuol irritare. Finché però l’animale è
tranquillo, esso teme la sua propria ira, cosicché allora si allontana e non fa
più ritorno al luogo dove si è cercato di provocarlo.
18)
Con ciò dunque noi avremmo detto tutto quello che meritava di venir rilevato
sul conto di questo animale, e quindi adesso rivolgeremo la nostra attenzione
ad un altro.
[indice]
Il leone di
Saturno, Horud, serve per la caccia e per tagliare
gli alberi
La caccia ai
piccoli
1) Il
prossimo animale che noi considereremo un po’ di sfuggita, porta il nome di “Horud”. – “Quale posto spetta all’Horud
fra gli animali di Saturno?”. – Basta che rivolgiate il pensiero al vostro
leone; ciò che questo animale rappresenta sulla Terra, rappresenta anche l’Horud su Saturno. Ma in quanto a forma, somiglia poi al
vostro leone? – A questa domanda non si può rispondere né in modo completamente
affermativo, né completamente negativo, perché in questo animale c’è molto di
simile, ma d’altro canto anche parecchio di dissimile dal leone terrestre. Ad
ogni modo la descrizione che seguirà metterà in rilievo quanto vi è in esso di
analogo e non analogo rispetto al vostro leone, per quanto concerne la forma.
2) Dunque: “Come si presenta questo
animale?”. – In fatto di dimensioni, esso ha la medesima grandezza dell’orso
azzurro del quale avete già fatto conoscenza; in quanto al colore, invece, il
suo pelo ha tinte diverse a seconda delle varie parti del corpo. Così, ad
esempio, il dorso, quasi fino alla metà del ventre, è d’un rosso vivo; la parte
della schiena vicina al collo è d’un verde pallido e così pure le gambe tanto
anteriori che posteriori; il ventre invece ha un color verde più carico o, come
usate dire voi, verde erba fresca. La sua coda è bianca, all’estremità è munita
di un ciuffo di color rosso chiaro, su di essa spiccano poi delle macchie rosse
disposte regolarmente; le zampe sono munite di artigli ugualmente bianchi
ornati di una striscia rossa che corre lungo l’orlo superiore.
3)
Questi dunque sarebbero i colori della pelle dell’animale; per quanto poi
concerne la forma del suo corpo, essa è del tutto simile a quella del leone
terrestre, salvo il collo e la testa. Sulla Terra non esiste un animale che
abbia una testa simile. Questo animale ha una testa pressoché quadrangolare,
all’incirca così come un dado smussato un po’ agli angoli, la quale si attacca
precisamente con la superficie posteriore al collo, mentre la superficie
anteriore sporge come una mascella per circa un terzo del suo diametro al di
fuori del collo. Ai due lati di questa testa a dado sono situati due padiglioni
d’orecchio semicircolari, i quali, dal punto da dove si dipartono fino a quello
estremo della curvatura, hanno ciascuno un’ampiezza di oltre una tesa e in
quanto a colore sembrano un arcobaleno a tinte pallide.
4) Al
di sopra sulla testa si trova un corno lungo quasi mezza tesa, a forma di cono
e completamente di color nero, però è contornato da un rilievo che gira attorno
al corno come una spirale, con una lucentezza fortemente metallica. Alla base
di questo corno c’è una corona di pelo lungo di color azzurro chiaro che cresce
in modo da far apparire il corno stesso come sgorgante da una vasca fuori da
questo folto pelo. Nella parte posteriore della testa, dove questa si unisce al
collo, il pelo si fa sempre più folto e più lungo, mentre verso la fronte
invece si fa sempre più corto e ricciuto.
5)
Nella parte anteriore della testa, in due orbite proporzionalmente cave,
l’animale possiede due occhi che in rapporto alle sue altre dimensioni si
possono veramente chiamare grandi, cioè hanno un diametro di una mezza tesa
ciascuno secondo le vostre misure, bene inteso sempre parlando dell’occhio
propriamente detto, perché, con la cavità e gli angoli dell’occhio, questo
dovrebbe misurare quasi una tesa intera di diametro. Le palpebre sono di un
color rosso molto cupo e sopra le palpebre questo animale ha, come l’uomo,
delle sopracciglia molto grandi e marcate, le quali sono così arricciate come
il pelo intorno al corno già descrittovi, specialmente dalla parte verso la
fronte.
6) Ma
adesso viene la parte veramente più notevole del corpo di questo animale e cioè
la sua bocca. Voi avrete certo già più volte udito parlare del cosiddetto
grifone. Ebbene, salvo le ali che mancano, c’è una discreta somiglianza anche
fra l’Horud di Saturno e il grifone, perché, invece
della solita bocca dei quadrupedi, questo animale possiede un becco come il
nibbio d’una robustezza straordinaria e dell’identico colore del corno;
soltanto che le macchie rotonde non sono a spirale, bensì in successione a
partire dalla base del becco fino alla sua estremità con grandezza decrescente.
La parte superiore del becco è, come in tutti gli uccelli che conoscete sulla
vostra Terra, fissa; la parte inferiore, invece, assieme alla superficie
inferiore della testa cubiforme, è mobile fino alla regione del collo. Nel
punto in cui termina il becco, questo animale ha nelle sue fauci dei poderosi
molari ed, a supplire i canini e gli incisivi che gli mancano, esso adopera,
con grande vantaggio, il suo formidabile becco, il quale sporge per quasi una
tesa e mezza dalla faccia e, alla base, è largo quasi quanto questa.
7)
Questo animale è altresì provvisto d’una lingua flessibile molto ed
allungabile, la quale può fungere in un certo modo da proboscide, cosicché
l’animale può afferrare varie cose e introdurle nelle sue fauci. Il becco alla
sua base è ugualmente guarnito di peli arricciati di color azzurro chiaro, che
verso il collo danno piuttosto sul verdastro.
8) “Quale però è, in generale, il colore della
testa?”. – Di solito il colore della testa è grigio-cinereo chiaro e sotto
gli occhi, nonché sulla fronte, la testa è ornata di tre cerchietti situati
l’uno sopra l’altro di color rosso vivo. Per quello che riguarda le altre
superfici principali della testa, di queste non sono visibili che le due
laterali munite degli orecchi, le quali sono esse pure di color cinereo, però
senza nessun ornamento; la superficie posteriore invece, come già sapete, a
cominciare dalla parte superiore è provvista di un lungo pelo di colore
azzurro, che si fa sempre più vivo man mano che si avvicina al collo. Il collo
è relativamente massiccio ed è lungo quanto il rimanente del corpo (cioè dalle
spalle, all’altezza delle gambe anteriori, fino a dove comincia la coda) ed è
tutto ricoperto da un’abbondante criniera di color azzurro lucente. Ecco, tale
è l’aspetto di questo animale.
9) E
dunque: “A cosa serve? Di che natura è?
Dove lo si incontra comunemente e in quali rapporti si trova con gli abitanti
di Saturno?”. – A questa quadruplice domanda ci limiteremo a dare una
succinta risposta. Quest’animale, il quale di solito è di natura quanto mai
mite, viene spesso tenuto dagli abitanti di Saturno come animale domestico, in
parte a causa della magnificenza del suo aspetto e in parte anche per la sua
laboriosità, qualora sia ben addestrato.
10) “In quali lavori viene impiegato?”. –
Comunemente lo si addestra alla caccia di vari altri animali più piccoli che
sono però talvolta anche di natura nociva. Oltre a ciò questo animale, nei
periodi d’ombra, viene impiegato per il taglio della legna, perché con il suo
becco può staccare di netto con un colpo solo dei rami assai grossi,
particolarmente dall’albero piramide sul quale si arrampica con la massima
facilità fino alla cima. Voi, a questo riguardo, dovete raffigurarvi questi
rami non di rado così grossi che a mala pena basterebbero cinque uomini
terrestri per tenerne uno abbracciato e potete far conto che un ramo di questa
specie sotto il morso di questo animale fa la stessa fine di una tenera mela
sotto il morso dei vostri denti.
11)
Quando da un albero ha staccato a forza di beccate dei rami in quantità
sufficiente, esso li afferra con il suo becco e li trasporta fino alle dimore
di quegli abitanti dove, sempre nello stesso modo poi, li riduce in pezzi più
piccoli, che poi vengono adoperati come legna da ardere. Così questo animale
viene impiegato anche in altri lavori di taglio e di trasporto.
12)
Soltanto che esso deve venir catturato giovane se lo si vuole ammaestrare in
questa maniera, poiché se lo si fa prigioniero già adulto non si abituerebbe
mai a compiere tali lavori. Catturarlo da adulto comunque è impresa tutt’altro
che facile, perché, se non è provocato, fugge a qualsiasi tentativo di
avvicinamento da parte dell’uomo; se invece viene circondato, si deve
assolutamente stare attenti alla sua reazione. Non appena, infatti, comincia a
scavare con furia il terreno mediante i suoi robustissimi artigli, è un segnale
che è il momento più opportuno perché i cacciatori prendano il largo alla
svelta se non vogliono vedere l’animale spiccare dei salti formidabili e
scagliarsi, ruggendo, contro i suoi eventuali nemici, nel qual caso chi viene
raggiunto, conviene che si rassegni ad assaggiare la potenza del suo becco e ad
essere trattato alla stregua d’un ramo d’albero. Di conseguenza, quando i
cacciatori scorgono questo animale in un atteggiamento così sospetto, si
allontanano in fretta e furia.
13)
Ma date simili circostanze, allora ci si chiederà: “Come si possono catturare questi animali quando sono ancora piccoli?”.
– Ebbene, per far ciò si ricorre all’astuzia, poiché gli abitanti di quelle
regioni, dove comunemente vive questo animale, sanno benissimo che esso
gradisce molto le bevande spiritose e inebrianti, però soltanto nel periodo in
cui ha i piccoli, e ciò vale sia per il maschio che per la femmina, che si
distingue dal primo solamente dalla forma dei genitali. In simili occasioni i
cacciatori di Saturno portano una certa quantità di tali bevande spiritose dentro
dei vasi abbastanza capaci in vicinanza dei luoghi dove questi animali si
trattengono di solito. Senza dover attendere molto, dato che l’animale viene
attratto molto facilmente dall’esca, lo si vede comparire ben presto; e,
vuotati i vasi, esso poi fa pacificamente ritorno laddove si trovano i suoi
piccoli, i quali di solito vengono al mondo in numero di due, tre e, al
massimo, quattro. Però, arrivato alla sua tana, si sdraia immediatamente a
terra sorpreso da un sonno tanto profondo che non si accorge affatto del furto
dei suoi piccoli che frattanto vengono portati alle dimore degli abitanti e là
ammaestrati al lavoro in base alle loro capacità. Gli adulti vengono lasciati
in vita agli scopi dell’ulteriore riproduzione.
14)
Ecco, questo è tutto quanto concerne l’animale che avete avuto occasione di
conoscere or ora; soltanto non sapete ancora in quali regioni esso viva. Esso
dimora soltanto nelle parti meridionali di Saturno ed anche là solamente in
quei continenti che non si estendono oltre il 45° grado di latitudine
meridionale. Anche se questo animale ama vivere solamente nelle regioni vicine
al mare, esso sta bene solo dove il paese non supera il detto grado di
latitudine e dove la temperatura gli è adatta. Ma se invece il paese si estende
in misura considerevole oltre il 45° grado, nelle regioni confinanti con il
mare fa naturalmente più freddo, quindi non è più luogo adatto ad offrire
condizioni di vita favorevoli a questo animale.
15)
Esso ha un proprio istinto, in seguito al quale non vuol dimorare né nelle
regioni orientali, né in quelle occidentali di un dato paese, bensì solo nella
zona mediana a sud. Se questa zona offre un’estensione sufficiente, allora
questo animale vive in quel paese. Se però non si verifica questa proporzione,
in un simile paese non può assolutamente prosperare, né si può conservare la
sua specie; di conseguenza non lo si incontra mai nelle regioni interne di un
paese e, se anche vi viene talvolta portato come una rarità, deperisce
immancabilmente e dopo breve tempo muore.
16) E
con ciò voi avete proprio tutto quello che di notevole offre questo animale;
dunque noi passeremo a considerarne un altro, il quale costituisce una
specialità esclusiva del pianeta Saturno.
[indice]
L’antilope Zigst o ‘piede appuntito’
Lo scopo
della sua esistenza e il perché sulla creazione
A che scopo
la caccia allo Zigst?
L’imbroglio
dei rimedi misteriosi
1) “Zigst”, o nel vostro
linguaggio ‘piede appuntito’, si
chiama l’animale cui ora dedicheremo la nostra attenzione, il quale, come già
detto, è assolutamente una specie esclusiva di quel pianeta. Questo animale si
trova sul pianeta Saturno all’incirca su quel gradino che l’antilope occupa
sulla vostra Terra, perché questo Zigst di Saturno
vive unicamente sulle montagne più alte.
2) “Ma perché veramente lo si chiama ‘piede appuntito’?”.
– Voi non dovete immaginare che questo animale abbia quattro piedi acuminati al
posto delle comuni gambe provviste di articolazioni; viene chiamato piede appuntito per la ragione che le
sue gambe anteriori, all’estremità, al posto dello zoccolo con cui termina
l’ultima giuntura della zampa di un quadrupede, hanno un corno dritto che è
abbastanza appuntito all’estremità; le gambe posteriori invece sono regolari
come quelle di qualsiasi altro animale; soltanto gli zoccoli non sono fessi e
finiscono pure abbastanza in punta.
3)
Questa dunque sarebbe la spiegazione che giustifica il nome di questo animale.
Ma in quanto al resto, come si presenta?
– Sulla vostra Terra, fra gli animali di grossa corporatura non c’è nessun
esemplare simile, bensì ce n’è uno fra i piccoli. Così la parte mediana del
corpo è in tutto simile alla corrispondente parte di una lontra, animale questo
che voi ben conoscete. La coda invece è simile a quella del vostro bue; il
collo e la testa si presentano piuttosto come quelli della vostra tigre, le
mascelle però sono provviste non della speciale dentatura dei carnivori, bensì
di quella degli erbivori.
4)
Sulla sommità del capo l’animale infine porta un unico corno alquanto piegato
all’indietro; così avremmo descritto completamente questo animale, eccezion
fatta della grandezza e del colore.
5)
Dunque: “Che grandezza ha questo
animale?”. – Se voi volete farvene un concetto prendendo per base le misure
della vostra Terra, certo questa non potrebbe trovare sulla sua superficie un
altro animale simile al piede appuntito, ma su Saturno, dove tutte le
proporzioni risultano centuplicate, e talvolta anzi molto più che centuplicate,
questo nostro piede appuntito va classificato soltanto tra gli animali piccoli,
perché, tutto sommato, esso arriva a malapena ad un terzo della grandezza
dell’animale che abbiamo descritto prima e che noi abbiamo conosciuto come il
leone di quel pianeta. Di conseguenza, un qualunque abitante di Saturno,
qualora fosse riuscito a catturare uno di questi animali, potrebbe comodamente
portarselo a casa sulle spalle.
6) “Di che colore è?”. – Il colore principale
del suo corpo è un bianco abbagliante; a cominciare dalla testa, però, fino
alla coda corre una striscia relativamente larga di color azzurro chiaro. Verso
il ventre questo animale ha una tinta giallo-dorata e le gambe invece una tinta
che dà quasi sul rosso; questo però soltanto fino agli zoccoli appuntiti, i
quali sono completamente neri come il corno che si trova sulla testa. Il collo,
poi, cioè la parte di sotto, appare striato dalla mascella inferiore fino al
petto e precisamente con strisce di color rosso cupo.
7) E
con questi particolari voi avete anche la raffigurazione completa di questo
animale, il quale nella sua specie e forma non vive su nessun altro pianeta. Ma
poi: “Qual è la sua utilità? Come si
nutre? E gli abitanti di Saturno lo catturano spesso?”
8)
Circa l’utilità che ne possono ricavare gli abitanti, essa è altrettanto
limitata quanto lo è il camoscio e l’antilope per voi, abitanti della Terra.
Nonostante ciò, esso occupa, nel grande ordine delle cose, il posto che gli
compete ed incoscientemente adempie la missione che gli è stata affidata.
Dunque: “Chi di voi vede a cosa serve, ad
esempio, il vostro camoscio? E chi può trovare il motivo per cui questo animale
vada saltando di rupe in rupe?”. – A chi è disposto a credere, Io voglio
comunicargli questa ragione.
9)
Voi sapete che, per favorire il dissolvimento della roccia, sulle alte montagne
crescono ogni tipo di muschi e di pianticelle e voi altresì non ignorate che tanto
i muschi quanto le varie specie di piante non sono altro che dei prodotti di
potenze spirituali e di intelligenze spirituali. Ma se essi sono dei prodotti
di tal genere, deve certo risultare chiaro che in loro ha cominciato a
manifestarsi una qualche vita intelligente. Ma quando una vita ha cominciato a
manifestarsi, essa non si manifesta per ripiombare poi nella morte, bensì
affinché si sviluppi in una forma che poi abbandona per trapassare in un’altra
di classe superiore.
10) E
ora vi chiedo: “Quale forma che manifesta
vita, esiste sulle montagne, collocata al di sopra delle piccole forme animate
del muschio, dell’erba e di altre simili pianticelle alpestri?”. – Ecco,
basta che facciate attenzione agli animali delle montagne! Questi sono appunto
le forme superiori di vita nelle quali trapassa la vita vegetale che si
manifesta su tali alte montagne.
11)
Che questo corrisponda perfettamente al vero, lo potete facilmente arguire dal
fatto che la vita di questi animali viene alimentata assimilando la vita di
quei vegetali. Quindi il nutrirsi dell’animale mediante un cibo confacente al
suo essere non significa altro che accogliere in sé la vita dispersa delle
potenze minori ed inferiori, raccoglierla per formare una vita perfetta, o
detto in modo ancora più chiaro ancora per voi:
12) “Nutrirsi”, significa,
“accogliere e raccogliere in un vaso la Vita incessantemente emanante da Me”,
affinché essa, salendo di gradino in gradino, si rafforzi e si perfezioni sulla
via del ritorno alla ‘Sorgente Prima’, dalla quale essa un giorno è sgorgata”.
13)
Se voi ora avete compreso, sia pure non completamente, quanto detto, allora
rivolgetevi con questa idea, del tutto indisturbati, al nostro animale di
Saturno! Applicate a questo “piede appuntito” l’identica capacità e voi avrete
allora tutto quello che vi occorre sapere riguardo a questo punto, cioè alla
funzione che è chiamato a compiere questo animale.
14) E
ora non ci resterebbe che rispondere ad una domanda ancora, vale a dire, se da
parte degli abitanti di Saturno viene data la caccia a questo animale. Io però
posso dire che non è raro il caso in cui qualcuno fra i più arditi abitanti di
quel pianeta si cimenti in questo genere di caccia, ma che rarissimo è il caso
invece in cui riesca ad impadronirsi di un simile animale, perché esso è tanto
agile e abile nell’arrampicarsi sulle più alte rupi di quelle montagne che non
c’è abitante di Saturno capace di tenergli dietro. Data la forma appuntita dei
suoi zoccoli, questo animale può stare in perfetto equilibrio su una superficie
larga quanto la vostra mano, ma dove le rocce terminano in picchi troppo
ripidi, allora là per i nostri abitanti di Saturno dalla grande statura non vi
è più possibilità di insistere nel dar la caccia ad un animale di questa
specie.
15)
Soltanto qualora si verifichi il caso rarissimo che un simile animale precipiti
giù da qualche picco alto e ripido e che cada, per fortunata combinazione, in
un luogo accessibile all’uomo, allora soltanto è possibile impadronirsene,
anche se naturalmente l’animale è morto. Vivo, invece, nessun abitante di
Saturno è mai riuscito a catturare un esemplare di questa specie.
16)
Qui vi verrà spontanea la domanda: “Ma,
se questo animale è così difficile da catturare, perché mai gli abitanti si
affannano tanto a dargli la caccia?”. – Vedete, a ciò essi sono spinti da
una specie di superstizione, che si collega all’idea di quella che voi chiamate
la medicina ciarlatana. Gli abitanti di Saturno
ragionano così: “Considerato
che questo animale si nutre delle erbe più salutari e profumate, la sua carne
deve essere talmente sana, che se qualcuno la mangia, sia pure in minima
quantità, non è più possibile che muoia”.
17)
Però, in fondo, riguardo alla fede in una simile panacea, agli abitanti di
Saturno non va meglio di quanto vada a più d’uno fra gli abitanti della vostra
Terra, i quali sono pure a conoscenza di svariatissimi mezzi e toccasana con i
quali s’illudono di perpetuare la vita del corpo; però l’esperienza s’incarica
giornalmente d’insegnare loro che la morte del corpo non può essere
assolutamente tenuta a freno.
18) “Ma a che scuse si appigliano poi tali
uomini, nonostante le esperienze di ogni giorno che screditano continuamente i
loro mezzi?”. – Essi celano questi mezzi dentro a veli misteriosissimi,
escogitati dalla loro fervida e ingannevole pseudo-sapienza
e dicono che questo rimedio deve essere preso esattamente a mezzanotte e
precisamente nelle esattissime dosi prescritte: un solo millesimo di grammo in
meno o in più rende il rimedio inefficace.
19)
Se questo astuto artificio medico non basta, per rendere ancora più imbrogliata
la situazione si fa ricorso all’influenza degli astri. In simili casi, allora,
il medico della vita, avvolto in un misticismo di questa specie, sfoggiando
un’eloquenza assai grande, però quanto mai incomprensibile, si affanna a
spiegare in qual punto del firmamento deve trovarsi la luna, in quale fase,
nonché in quale costellazione deve passare il Sole, e tutto ciò alla mezzanotte
in punto. Se per esempio il Sole non passa esattamente alla mezzanotte nella
costellazione del Leone, la luna in quella del Capricorno, e così via di
seguito, un pianeta in questa, un altro in quell’altra costellazione, e tutto
ciò contemporaneamente, allora il rimedio eterno per prolungare la vita rimane
senza forza e senza effetto.
20)
Si trova sempre poi della gente credulona pronta a prestare fede a questi
mistici predicatori di sapienza ed a comperare, sempre a carissimo prezzo, un
simile rimedio eterno per la vita e, quando ne sono in possesso, cominciano a
consultare i calendari fino, per così dire, a rimetterci la vista, per non
lasciarsi sfuggire l’occasione nella quale la luna, il Sole e tutti gli altri
pianeti potrebbero venire a trovarsi nelle costellazioni prestabilite alla
mezzanotte in punto. Siccome, però, anche a voi stessi, pur senza cognizioni
matematiche profonde, deve risultare facilmente chiaro che simili condizioni
astronomiche ed astrologiche rispetto alla posizione degli astri ed al
passaggio da una costellazione all’altra possono verificarsi approssimativamente
a mala pena una volta soltanto in uno o anche in più milioni d’anni, od
eventualmente anche mai, di conseguenza l’efficacia di un tale mezzo
straordinario escogitato dalla sapienza mistico-speculatrice di un fornitore
della vita eterna terrestre di questa specie si elimina perfettamente da sé. Lo
speculatore, però, si sottrae a qualsiasi responsabilità, dato che può sempre
sostenere che non si sono verificate tutte le circostanze richieste.
21)
Ecco, precisamente così viene utilizzata la carne di questo animale sul pianeta
Saturno; soltanto che i pseudo medici, quando un tale mezzo non ha prodotto
l’effetto desiderato, si scusano dicendo che la persona che se ne è servita ha
commesso una grave imprudenza, prendendo il rimedio non nel periodo dell’ombra
proiettata dall’anello, bensì in quello della piena luce solare, condizione in
cui esso non può avere efficacia.
22)
Che se poi un parente del defunto dice ad un simile apportatore di vita che il
defunto ha veramente ingoiato il rimedio all’ombra dell’anello, allora il
medicastro gli domanda immediatamente che posizione avessero avuta le lune in
quell’occasione. Se l’interpellato è in grado di dare una risposta precisa, la
posizione delle lune viene naturalmente qualificata sempre da parte dell’apportatore
di vita come estremamente sfavorevole al suo rimedio e ciò con grande sfoggio
di eloquenza. Ma se l’interpellato dichiara di saperne poco o nulla, allora
questa è acqua per il mulino del nostro apportatore di vita eterna.
23)
Però talvolta succede che un parente di un tale morto, nonostante l’uso
dell’eterna panacea, si rivolga per consiglio ad un altro apportatore di vita
eterna della medesima risma e gli chieda perché quel rimedio abbia fallito lo
scopo. Ora, già voi stessi potrete immaginarvi che genere d’informazioni darà
quest’altro apportatore di vita sul conto del rimedio sfortunato offerto dal
suo collega; cioè egli parlerà come segue: “Perché non siete venuti da me? È cosa nota
a chiunque che questo individuo lavora con rimedi fasulli!”. E, allo scopo
di convincere l’interpellante che il rimedio in questione doveva essere di
certo falso, gli mostra subito un altro rimedio dal colore differente da quello
del rimedio incriminato e questo è per l’altro una spiegazione sufficiente
dell’insuccesso del rimedio consigliato dal primo pseudo-medico.
24)
Date simili circostanze poi non è raro il caso che il parente del defunto
ritorni dal primo apportatore di vita che egli ora considera un imbroglione.
Come farà quest’ultimo a togliersi dai guai? Egli conduce il suo accusatore da
un suo vicino di pari sentimento e già istruito a dovere, e naturalmente, dice
al reclamante: “Vedi, questo e
quell’altro hanno adoperato il mio rimedio veramente così come andava fatto.
Domanda solo adesso a che età sono arrivati!”. Quando poi l’interessato a
questo invito si rivolge a uno o all’altro miracolato chiedendogli che età
abbia, si sente di solito menzionare un’età così avanzata, da rimanere
addirittura strabiliato. Comunemente, però, l’interrogato non indica mai il numero
degli anni che ha, bensì, a prova della sua longevità, cita degli avvenimenti
straordinari ai quali egli avrebbe assistito. Così, ad esempio, l’uno asserisce
di ricordarsi benissimo del tempo in cui questo o quell’altro monte non
esisteva ancora. Un altro invece mostra la zona bianca e luminosa sul
firmamento e sostiene di aver visto che quell’anello era stato a suo tempo
collocato nel Cielo per mano del grande Spirito. Un terzo poi si ricorda
addirittura benissimo dell’epoca in cui non esistevano ancora le lune sul
firmamento; e così succede che ciascuno di questi tali sa citare fatti più
straordinari ancora di quelli del suo predecessore a comprova della propria età
avanzata. E dopo che il nostro reclamante ha ascoltato parecchie di queste
asserzioni, comunemente si dichiara soddisfatto e per di più compera per conto
suo lo specifico meraviglioso dal medicastro, anch’esso per niente più giovane
dei suoi vicini, e così provvisto se ne va e ritorna lieto a casa sua.
25)
Ecco, questo è tutto quanto valeva la pena di aggiungere per integrare la
descrizione di questo animale. Perciò adesso, dopo di questo, passeremo a
considerare ancora un animale non domestico di quel pianeta e poi rivolgeremo
la nostra attenzione ad alcuni fra gli animali domestici.
[indice]
Il Bauor con il braccio-coda e l’occhio-arma
La caccia a questo animale per la sua pelle come mantello per i patriarchi
1)
L’animale che ora ci disponiamo ad osservare lo si incontra solo in rarissimi
luoghi. Nei continenti è un essere completamente estraneo e lo si può trovare
unicamente su qualcuna delle grandi isole dell’emisfero meridionale. Dove però
dimora questo animale, là gli abitanti di Saturno usano fare altrettante poche
visite, quanto ne fanno sulle isole dove dimora il Mud.
Il perché lo dirà il seguito della descrizione.
2) Il
nome che viene dato a questo animale è “Bauor”,
ciò che tradotto nel vostro linguaggio vorrebbe dire all’incirca ‘occhio unico’.
Ed anzitutto vogliamo vedere come si giustifica questo nome. – Ha veramente un occhio solo? – Questo
animale ha, come qualunque altro, due occhi per vedere; però sulla sua larga
fronte, più in alto dei due occhi e precisamente nel mezzo, esso possiede
ancora un occhio che gli serve come un’arma, ed è da questo occhio
pericolosissimo che questo animale trae il suo nome.
3)
Prima però esamineremo tutto l’animale per quanto concerne la sua forma e poi
dedicheremo una particolare attenzione a quest’occhio straordinario.
4) Dunque: “Che aspetto ha questo animale? Quale è la sua grandezza e come
è il suo colore?”. – Salvo il collo e la coda, questo animale somiglia molto ad
un vostro cavallo; soltanto che certamente, rispetto al corpo, dovete
immaginarvelo cento volte più grande.
5)
Per quanto poi riguarda la coda, questa è simile ad un serpente a cui fosse
stata tagliata la testa ed ha non di rado una lunghezza da 120 a 130 tese (230-250 m) e dove
essa si attacca alla parte posteriore del corpo, è grossa una tesa e mezza,
secondo le vostre misure. Alla sua estremità la coda è provvista di tre robusti
uncini come un’ancora. La maggior forza questo animale ce l’ha appunto nella
coda, e di questa si serve per cercare il nutrimento nell’acqua; per questo
esso si trattiene costantemente lungo le rive del mare e, con la coda immersa
nell’acqua, esplora dappertutto per vedere di uncinare qualche pesce o qualche
altro animale marino per calmare il suo appetito. In questo genere di pesca
l’animale possiede una grandissima abilità, perché, non appena fiuta in qualche
angolo subacqueo della riva qualcosa di vivo e di confacente al suo stomaco,
vibra con rapidità fulminea la sua coda sott’acqua verso quel punto, e ciò con
tanta sicurezza che la preda non può sfuggirgli. E così avremmo descritto la
coda di questo animale.
6) “Ma come si presenta poi la testa del Bauor?”. – La testa di questo animale ha un aspetto
molto strano; essa poggia su un collo lungo e robusto e, in quanto a forma, è
quasi del tutto simile a quella di una foca della vostra Terra. Anche la testa
è proporzionatamente più grande della testa di una foca, come pure il suo corpo
è più grande di quello di un cavallo della Terra. Dunque, ad eccezione
dell’occhio-arma, la sua testa è simile alla testa della foca!
7) E
ora vedremo questo cosiddetto occhio-arma. “Ma
di che cosa si tratta veramente?”. – Vedete, quest’occhio non ha niente a
che fare con il solito organo della vista, bensì si tratta invece di un occhio
per percepire e per immobilizzare. Normalmente quest’occhio è sempre chiuso,
però qualora a questo animale si avvicini qualcosa di ostile, l’occhio si apre
immediatamente e sprizza fuori un raggio di luce rossa di tale intensità che è
più facile guardare il Sole, quando è nel suo pieno splendore, che non un
simile occhio.
8)
Quando poi questo raggio viene diretto verso qualche essere vivente,
quest’ultimo viene colto istantaneamente da un senso di debolezza e di
sgomento, contro il quale non vi è possibilità di reazione; esso si sente come
inchiodato al posto dove si trova, né può assolutamente muoversi da dove è
stato colpito dal raggio fatale. Quando poi l’animale si accorge che il nemico,
così colpito dalla luce rossa, è fissato a dovere al suo posto, esso gli si
avvicina a passo lento fino ad una distanza tale da permettere alla sua
poderosa coda di raggiungerlo, e nel calcolo di questa distanza l’animale non
si sbaglia mai; poi con rapidità fulminea lancia la coda, che gli serve anche
da braccio, contro il nemico, lo uncina, e poi lo porta fino alle sue ampie
fauci, dove viene stritolato dai suoi poderosi denti e infine inghiottito. Non
fa alcuna differenza se si tratti di un corpo umano o animale; non c’è essere
vivente che venga risparmiato, sia che si tratti di un abitante dell’aria,
della terra o dell’acqua.
9) E
adesso, con quanto abbiamo finora detto, sarebbe esaurito anche tutto ciò che
di notevole può offrire questo animale, salvo il colore della sua pelle.
10) “Che colore ha?”. – Il ventre è azzurro
chiaro, però, proprio nel mezzo, nel senso della lunghezza, il ventre è solcato
come da un fascia scura ed abbastanza larga. La schiena ha una tinta rosso
chiara ed è striata di giallo; le strisce, per quanto riguarda la forma,
somigliano a quelle delle vostre zebre. Le gambe, dal punto dove si dipartono
dal corpo, sono di color giallo aranciato, mentre gli zoccoli sono
completamente neri; il pelo del corpo è relativamente cortissimo, e perciò
anche ci fu un tempo in cui molti fra gli abitanti di Saturno credevano che
questo animale fosse del tutto nudo; tuttavia, questa loro opinione si dimostrò
errata quando riuscirono ad impadronirsi di qualche esemplare.
11)
Sennonché una simile cattura è sempre costata e costa ancora piuttosto cara a
quegli abitanti, perché quando vogliono dargli la caccia è necessario che prima
gli venga sacrificata una discreta quantità di grandi animali domestici e,
quando è ben sazio, solo allora si sdraia in qualche luogo vicino all’acqua,
infiacchito e sonnolento, attorciglia assieme la coda e digerisce l’abbondante
pasto. Quando i cacciatori vedono che l’animale si è addormentato, devono
affrettarsi per poter mettere fuori combattimento la coda, scopo che essi
raggiungono comunemente staccandola dal corpo con un colpo violento. Compiuta
questa operazione, è necessario che con altrettanta rapidità si allontanino dal
posto, perché la coda, anche staccata dal corpo dell’animale, continua a vivere
ancora per un bel pezzo e si getta qua e là fra orribili contorsioni; l’animale
spesso, poi, reso furente dal dolore, si lancia con impeto tirando calci da
tutte le parti; perciò non è affatto consigliabile trattenersi nella sua
vicinanza dopo che gli è stata tagliata la coda. Questa cosa è ben nota agli
abitanti di Saturno; perciò essi si allontanano immediatamente e, a bordo delle
loro navi, aspettano finché l’animale non si sia accasciato, estenuato ed
immoto, a terra e che la coda non si sia irrigidita, dopo le sue spasmodiche
contorsioni.
12)
Subentrate queste condizioni, i cacciatori si avvicinano con le loro navi
nuovamente alla riva, tagliando la coda in vari pezzi; in questa occasione i
singoli pezzi riprendono a contorcersi per parecchio tempo ancora; poi gli
uomini si accostano al corpo dell’animale e provano, mediante punture nella
schiena, se vi sia ancora qualche traccia di vita. Se, malgrado le punture, il
corpo non reagisce affatto, si procede senza indugio a spogliarlo della superba
pelliccia, perché, prima di tutto, viene staccata la testa dal collo e gettata
in tutta fretta nel mare, perché quei cacciatori pensano che durante la
scorticatura l’animale potrebbe casualmente aprire il terribile occhio, ed
allora essi ne rimarrebbero tutti avvelenati. Questo, però, non potrebbe mai essere
il caso, dato che l’occhio fatale non contiene nessun veleno e poi l’intensa
luce rossa sprizzante dall’occhio svanisce totalmente non appena l’animale ha
perduto tutta la sua energia vitale.
13)
Levata la pelle dal corpo e trasportata sulle navi, il rimanente viene lasciato
sul posto perché vi si decomponga; ma, affinché tale processo si acceleri, si
avvicinano a riva ben presto numerosi ospiti affamati di vario genere che sono
prontissimi ad intervenire, alcuni per saziarsi, altri per sfogare il loro
istinto di vendetta sulle spoglie del loro ben noto nemico.
14) “Ma che cosa fanno gli abitanti di Saturno
di una simile pelle acquistata a prezzo di tante fatiche?”. – Ecco, la
pelle viene sfregata ben bene con l’olio, affinché si faccia morbida e flessibile
e non possa più diventare rigida. In seguito a questa operazione, poi, la pelle
viene tagliata e se ne confeziona infine una specie di mantello alquanto corto.
Un simile mantello, poi, posto sulle spalle di una persona, ha su Saturno un
significato maggiore che non tutto un impero sulla vostra Terra, poiché là è
ammesso, come norma proverbiale, il seguente detto: “Il Bauor
fa il principe, ovvero esso soltanto conferisce al più eminente patriarca dal
paese dappertutto quella dignità che gli deve esser propria”.
15)
Però non va dimenticato che per gli abitanti di Saturno la caccia ad un simile
animale rappresenta sul serio una fra le maggiori ed azzardate imprese nelle
quali possano cimentarsi. Chi dunque si è conquistato un mantello di questo
genere, può dimostrare a tutti i suoi simili da quanto coraggio egli sia
animato. Ora questa testimonianza ha per gli abitanti il massimo valore, poiché
un condottiero o una guida priva di coraggio non giova loro affatto. Oltre a
ciò un simile mantello fornisce anche la prova dei gravi sacrifici ai quali il
possessore ha dovuto sottostare ed allora gli abitanti di Saturno ne arguiscono
che un tale possessore di un mantello di Bauor, oltre
che essere dotato di molto valore, dev’essere altresì
persona molto liberale, considerato che per il bene dei propri fratelli non ha
esitato a sobbarcarsi di considerevoli sacrifici; infine poi dal possesso di un
simile mantello essi deducono altresì che il possessore deve essere persona
quanto mai avveduta, considerato che ha saputo disporre ogni cosa con tanta
sapienza da riuscire ad impadronirsi del mostruoso animale, il quale, presso
gli abitanti di Saturno, gode di una fama più terribile e paurosa che non
presso di voi il leggendario drago.
16)
Se dunque un uomo è stato in grado di trionfare su un simile animale, anche in
qualsiasi altra occasione egli sarà certo in grado di portare a buon fine
un’impresa con grande avvedutezza; perciò questo mantello di pelle del Bauor conferisce ad un uomo di Saturno immancabilmente la
dignità di gran patriarca, anche qualora egli sia dalle tre alle quattro volte
più giovane di un qualche altro piccolo patriarca. E finché il mantello dura,
dura anche il gran patriarca.
17)
Ora, dato che al possesso di un simile mantello va sempre congiunta la dignità
di gran patriarca, avviene che di niente si fa un uso tanto meticolosamente
cauto e niente si bada a conservare con tanta cura quanto un mantello di questa
specie; perciò anche un simile gran patriarca lo indossa unicamente in
occasioni del tutto straordinarie. Considerato però che pure su quel pianeta
succedono dappertutto dei piccoli imbrogli, non deve far meraviglia se qualcosa
di simile succede anche rispetto alla durata di un tale mantello, durata
reputata là quasi eterna, mentre talvolta il mantello, già da lungo tempo
perfettamente logoro, è stato sostituito con un altro lavorato con pelli di
altri animali che poi viene spacciato per un mantello autentico di pelle di Bauor.
18) La dignità di grande patriarca, così acquistata per effetto del
possesso di un mantello di Bauor, rimane ereditaria e
passa ai figli e ai pronipoti del gran patriarca finché l’esistenza del
mantello può venire tangibilmente dimostrata: se qualcuno, però, in seguito ad
una nuova impresa coronata da successo, giunge in possesso di un nuovo mantello
e ne comprova l’esistenza in tutto il paese, soltanto allora il vecchio
patriarca decade dalla sua dignità. Tuttavia egli continua a venir considerato
dal popolo come persona di grande riguardo; in questo caso anche l’infimo
brandello di un simile mantello di Bauor conserva
appieno il suo prestigio, per dir così, quale diploma di nobiltà, e il
possessore gode dei privilegi che gli spettano finché può dimostrare
l’esistenza anche di un minimo pezzetto di un mantello di questa specie. Una
volta, però, che le tarme abbiano roso anche quest’ultimo brandello, essi hanno
distrutto pure la dignità di un simile antico patriarca, a cui non resta altro
che il vano ricordo della sua gloria passata.
19)
Tuttavia noi non c’intratterremo più oltre su questo argomento che veramente
concerne le istituzioni politiche su Saturno, dato che non siamo ancora
arrivati con la nostra esposizione all’uomo, bensì noi riprenderemo a trattare
della fauna. Prima di occuparci degli animali domestici, diamo un’occhiata,
così in generale, al genere degli animali selvaggi.
[indice]
Sull’armonia
dei corpi mondiali ed esempi dell’arte tonica
Insegnamenti
sulla dottrina dei toni nella Creazione
Concordanza
tra il mondo degli animali di Saturno e quelli della Terra
1)
Come già vi è noto, noi ora facciamo oggetto di osservazione solamente gli
animali di ogni singola specie che si distinguono per qualche caratteristica
particolare, e per conseguenza, in base a quanto dettovi finora, ormai sarete a
conoscenza di quali animali straordinari siano propri di quel pianeta.
Tuttavia, dalla descrizione di questi animali straordinari, avrete anche
rilevato che essi per lo più sono di tale natura che nessuno è proprio
somigliante del tutto a qualche animale, tanto della vostra Terra quanto di un
altro pianeta.
2)
Nondimeno, fra l’uno e l’altro pianeta vi è d’altro canto sempre un’incessante
armonia in tutto, senza la quale due corpi mondiali, per quanto anche infinitamente
distanti l’uno dall’altro, non potrebbero sussistere. Ora, affinché voi questa
cosa la possiate comprendere in maniera il più possibile giusta e precisa, devo
anzitutto rendervi attenti sul fatto che l’armonia vi è e vi può essere
solamente quanto l’effetto è la conseguenza dell’una e la stessa causa.
3) Se
voi, per esempio, tendete una corda armonica su un asse di legno e la
pizzicate, la corda renderà sempre un suono di una determinata altezza o
profondità. Più tenderete la corda, più il suono si farà intenso o acuto; se
invece allenterete la corda, il suono si farà in proporzione più grave. Dunque:
“Qual è la causa della risonanza?” –
Ecco, voi potreste cercare quanto volete, ma non sareste capaci di trovarne
altra all’infuori dell’asse di legno e della corda che vi è tesa sopra; ogni
qualvolta farete agire questa causa attraverso uno sfregamento, si produrrà
sempre il medesimo effetto. Le modifiche del tono in altezza e in profondità in
questo caso non c’entrano per niente, poiché il tono rimane tono, sia che sia
acuto o grave. Pertanto, voi sarete portati a domandarvi: “Che cosa produce veramente il suono? L’asse levigato del legno, oppure
la corda?”. – Ed Io vi rispondo che non è l’asse da solo, né la corda da
sola, bensì il fenomeno lo si ha perché ambedue concorrono in comune a
produrlo: l’asse levigato, nella sua integrità, ha costantemente pronte tutte
le immaginabili forme e misure per la produzione del suono, mentre la corda
vibrante sull’asse suscita e rende manifeste queste forme in maniera ben
distinta l’una dall’altra. Così l’asse piallato risulta essere l’organo
depositario di tutte le forme sonore immaginabili, e la corda tesavi sopra, lo
strumento atto a destare tali forme e a renderle percettibili ai sensi. Ed
affinché questo sia possibile, è evidente che fra l’asse piallato e la corda
deve esistere un innegabile rapporto di armonia.
4)
Forse qualcuno sarebbe disposto ad ammettere che anche l’aria costituisce un
mezzo per la formazione del suono, ma a tale proposito è necessario considerare
che mai e poi mai possono concorrere alla produzione di qualche effetto più di
due cause di polarità opposte che sono reciprocamente in conflitto. Il mezzo
non può mai essere considerato come una causa, bensì unicamente come una via
attraverso la quale l’effetto ottenuto dalle due polarità si rende manifesto.
5)
Prendete come esempio il fluido magnetico! Questo, nella sua caratteristica
polarità, può trovarsi solamente quando una verga di ferro se ne sia saturata,
ovvero: non agisce piuttosto liberamente in se stesso con tale sua polarità in
tutto l’infinito? Vedete, dunque, la verga di ferro non è evidentemente altro
che una via attraverso la quale questo fluido viene messo in grado di
manifestarsi in maniera percettibile ai vostri sensi, mentre la verga, in sé e
di per sé, non può essere considerata una causa generante il fluido magnetico.
6)
Oppure: “È forse l’aria o l’etere, che
ricolma lo spazio fra il Sole e un pianeta, quell’elemento che produce la luce?
O non sono essi, piuttosto, semplicemente la via tramite cui la luce emanata da
un Sole arriva fino ad un pianeta, qualora questo sia costituito in modo da
poter accogliere la luce?”
7)
Dunque, rispetto alla formazione del nostro tono, noi non consideriamo l’aria
come un mezzo che produce il tono stesso, bensì soltanto come una via
attraverso la quale le forme sonore, come quelle ottenute dalla corda in
comunicazione con l’asse piallato per tensione, possono essere percepite
dall’orecchio.
8) In
generale, con la parola ‘tono’ voi
non dovete intendere il suono per se stesso, bensì unicamente una forma
strappata ad una qualche superficie liscia ed elastica mediante vibrazioni di
un determinato grado. Il suono, in se stesso, è solamente una testimonianza
che, per effetto delle regolari vibrazioni di un corpo atto a vibrare, si sono
sviluppate le forme di un altro corpo posto alla sua base. Quantunque siate
esperti dell’arte dei suoni, tuttavia Io vi dico che quasi in nessun ramo
dell’arte o della scienza siete così poco esperti quanto appunto nell’arte dei
suoni e dell’acustica, perché voi non ne comprendete nulla di più di quanto ne
comprendano i vermi che rodono la corteccia morta di un albero. Vedete, voi
affastellate bensì assieme dei vari toni nelle loro varie altezze, cioè acuti e
gravi, e certo vi dilettate di questa musica, tuttavia questo diletto non si
differenzia per nulla da quello che provano i vermi quando rodono la corteccia
morta dell’albero. E infatti: a chi di
voi è mai venuto in mente che il tono è invece una delle forme più meravigliose
che esistano?
9)
Vedete, se voi emettete con la vostra gola una qualche nota o la producete con
uno strumento musicale, voi della nota stessa altro non sapete dire se non che
questa nota è un do o un fa, e si trova in questa o in quell’altra ottava e potete
tutt’al più stabilire ancora da che strumento è stata emessa. Considerate bene
la cosa e confessate poi se dal tono voi sapete molto di più oltre al fatto di
poter valutarne con il vostro orecchio la qualità e giudicare dal reciproco
rapporto fra un tono e l’altro se vi è consonanza o dissonanza. E così, quando
avete fatto ciò, per voi è perfettamente esaurita la vostra possibilità di
giudizio riguardo al tono.
10)
Ma affinché tanto più profondamente vi convinciate come in nessuna altra arte
voi siate così poco esperti quanto in quella dei suoni, Io Mi limiterò a dirvi
di sfuggita soltanto poche cose riguardo al tono stesso.
11)
Voi sapete che su uno stesso asse possono essere tese parecchie e varie corde,
delle quali ciascuna, a seconda del grado di tensione, darà un tono più o meno
acuto o più o meno grave, e tutto ciò sul medesimo asse. Ma se su quest’uno e
medesimo asse possono essere prodotti tanti possibili toni in tutte le loro
sfumature in numero così vario, bisogna evidentemente concludere che in
quell’uno e medesimo asse deve trovarsi presente un numero quasi infinito di
forme, perché queste possano manifestarsi in maniera perfettamente percettibile
in seguito a tutti i possibili ed immaginabili gradi di tensione delle corde
stesse.
12)
Se voi esaminate l’asse in sé e per sé, cosa vi scorgete? Nient’altro che un
asse vuoto e piallato. E quando osservate la corda che vi è tesa sopra, cosa
scorgete? Nient’altro che un filo uniforme ed elastico di budella d’animale,
oppure metallico. Dunque, all’infuori delle due banali uniformità, voi non vi
troverete dinanzi niente che si presti a qualche dissertazione filosofica.
Tuttavia in queste due uniformità banali si tiene celata una multiformità così varia, che tutti i musicisti assieme, dai
tempi di Davide fino ad oggi, nonostante le loro molte composizioni, non ne
hanno tratto fuori ancora nemmeno la miliardesima parte, anche se questi toni
esteriori, in sé e di per sé, in rapporto al vero e proprio tono, non sono altro
che quello che la corteccia morta di un albero è in rapporto all’invisibile
vita interiore spirituale dell’albero stesso.
13)
Dunque: “Che cos’è il tono?”. – Il tono non è altro che un manifestarsi delle forme
spirituali armoniche dalla varietà infinita, tali e quali come sono insite
nella materia o almeno come nella stessa si celano. Perciò l’asse o la cassa armonica di uno strumento
musicale è un mondo infinito ricolmo di forme spirituali, e quando voi, per
esempio, da uno strumento avete prodotto un do
o un la, mediante questo semplice
suono si è manifestato al vostro orecchio, in maniera uniforme e ben precisa,
né più né meno che un’intera creazione (spirituale) con tutto il suo complesso di esseri di ogni
specie in numero incalcolabile in eterno.
14) Voi,
però, restate attaccati soltanto a quello che il vostro orecchio rudimentale
percepisce, ma non fate affatto attenzione a quello che si nasconde dietro a
ciò che avete percepito; quantunque, dopo aver inteso vari suoni che si
susseguono in una serie armonica, s’insinuino in voi dei grandi presentimenti e
le forme spirituali viventi vi si stringano intorno da ogni parte, eppure, voi
restate ancora ciechi e continuate invece a rodere la scorza senza pensare
affatto che ad ogni semplice suono, appunto per effetto del tono percettibile
di una sola parola, sono sorte tutte le cose che ricolmano l’infinità intera.
Da tutto quello che è stato detto potete dunque già farvi un’idea relativa di
ciò che è veramente un tono e quanto diverso è il suo significato da quello del
semplice ed uniforme suono che voi chiamate “tono”.
15)
Ma considerato che prima siamo partiti dai rapporti armonici ed abbiamo
spiegato come tra un asse levigato e una corda tesavi sopra esista una costante
armonia, e che da questa armonia derivano, secondo l’esteriorità, gli stessi
effetti, noi possiamo pure, in base a ciò, avvalorare adesso appieno la nostra prima tesi secondo cui deve esistere una costante
armonia anche tra due corpi mondiali, per quanto sia grande la distanza che li
separa l’uno dall’altro.
16) “Ma perché questo?”. – Immaginatevi che
il Sole sia l’asse o la cassa armonica e che i pianeti dal canto loro
rappresentino le corde che vi sono tese sopra. Quando poi queste corde planetarie,
circolanti intorno alla cassa di risonanza del Sole, vengono fatte vibrare per
mezzo della luce emanante da questo, le corde planetarie stesse accolgono in
questo modo tutte le forme che si trovano già nel Sole, dopo averle ricevute
attraverso la sua luce, e poi le rendono percettibili nella loro essenzialità
formale.
17)
Se, dopo di ciò, voi considerate che la corda del pianeta Saturno è tesa sul
medesimo Sole nel quale è tesa pure la corda della Terra che voi abitate, deve
anche riuscirvi chiaro ed evidente che la stessa causa, che agisce sulla vostra
Terra e che fa sorgere su di essa percettibilmente le sue forme, produrrà anche
su Saturno i medesimi effetti che produce sulla Terra.
18)
Se voi ad esempio prendete un pianoforte da sette ottave e contemporaneamente
uno da cinque, nessuno potrà negare che il pianoforte dalla tastiera più ampia
potrà dare certamente note più basse e più alte di quello dalla tastiera
ridotta. Entro i limiti però dell’estensione del pianoforte più piccolo, anche
quello grande si troverà all’unisono, con il primo a cominciare dalla nota più
grave fino alla nota più acuta di questo, naturalmente purché vi sia sincronia
nel movimento dei tasti; d’altro canto, è pure certo che i suoni dello
strumento più grande avranno maggiore intensità e risonanza e saranno più
perfetti di quelli dello strumento piccolo.
19)
Come vedete, ora abbiamo veramente già tutto quello che ci occorre. Io già da
principio dissi che noi avremmo dato un’occhiata generale a tutta la fauna di
Saturno che vive allo stato brado, prima di passare alla descrizione
particolareggiata degli animali domestici di quel pianeta. Ed Io vi dico che
una simile occhiata generale ormai l’abbiamo già data, poiché questa
raffigurazione della forza produttiva del Sole era necessaria, affinché quanto
ancora rimane da dire non appaia come un vaneggiamento o una descrizione
imposta delle cose su quel pianeta, così da indurre alla conclusione che Colui
che va rivelando questo, avendo perduto il filo della fantasia e che in conseguenza
di ciò è ricorso per la spiegazione a quello che la Terra, quale pianeta, offre
in fatto di apparizioni formali, dirà: “Tutta
la fauna terrestre, salvo poche varianti, si trova pure su quel pianeta,
soltanto che là tutto è in proporzione più grande, più forte e dai colori più
vivaci, in seguito alla suddivisione della luce solare già più accentuata”.
20)
Ma poiché abbiamo fatto precedere questa rappresentazione anatomizzata dei
rapporti armonici, nessuno che sia di cuore fedele troverà da ridire se ora vi
dico che: dal
vostro più grande elefante primigenio fino al minuscolo topolino, questi
animali, senza eccezione alcuna, vivono tutti anche sulla superficie di
Saturno, soltanto che essi sono in proporzione più grandi e più robusti, e i
colori della loro pelle variano tra l’azzurro, il verde, il rosso, il bianco e
il nero, mentre gli animali sulla Terra appaiono di rado con colori tanto
marcatamente spiccati, per la ragione che i raggi del Sole cadono sulla Terra
con eccessiva intensità e quindi sono ancora poco divisi. La
colorazione è certamente un effetto della luce, e i vostri fiori sono bensì
anch’essi colorati in maniera molto varia, ma ai vostri colori manca tuttavia
sempre quella certa vivacità e quello splendore per i quali appunto tutti i
fiori di Saturno appaiono così pieni di vita, ed altrettanto si può dire dei
colori che hanno gli animali, come pure anche l’uomo stesso.
21)
Quanto ora è stato detto, dunque, basta a completare l’occhiata generale che
abbiamo voluto dare ai quadrupedi ed anche al resto del mondo animale di quel
pianeta; perciò adesso considereremo un po’ più da vicino soltanto quei pochi
animali domestici che la tastiera a cinque ottave del pianoforte terrestre non
contiene.
[indice]
Tra gli animali
domestici di Saturno la mucca Buka è l’animale più
utile in assoluto
1) Il
primo animale domestico a cui dedicheremo la nostra attenzione è la grande
mucca domestica degli abitanti di Saturno, che essi chiamano “Buka”. Voi
probabilmente sarete prima o dopo indotti alla seguente riflessione: “Ma perché la mucca deve essere considerata
per prima, e non invece il toro?”. – Qui però non si tratta di passare in
rassegna il mondo animale secondo un criterio scientifico, vale a dire secondo
l’ordine stabilito dai cosiddetti zoologi che prevede quasi sempre che il
maschio debba venire prima della femmina; qui si tratta di fare semplicemente
la descrizione degli animali di quel pianeta secondo il rango che occupano in fatto
di utilità, e quindi secondo la loro importanza. Dato quindi che su Saturno la
mucca è un animale molto più utile, e per conseguenza anche molto più
importante, così, fedeli al nostro buon ordine, la lasceremo passare innanzi al
maschio, cioè al toro.
2)
Dunque: “Che specie di animale è questa Buka? Come si
presenta? Che grandezza ha? E in quali regioni vive comunemente?”
3) La
Buka o mucca di Saturno è un animale di colossali
proporzioni; tuttavia, malgrado il suo corpo gigantesco, è quanto mai mansueta,
e in rapporto alle sue dimensioni ha bisogno di assai poco foraggio, ma invece,
tanto più beve acqua.
4)
Fra tutti gli animali di quel pianeta, questo è incontestabilmente il più utile
e, con il suo latte molto abbondante, saporitissimo e dal colore tendente al
giallognolo, fornisce agli abitanti di Saturno un alimento assolutamente di
primordine. A voi certo interesserà sapere quanto latte una simile mucca può
fornire secondo le vostre misure in un giorno di Saturno. Orbene, dato che una
giornata di Saturno non si differenzia molto da una giornata terrestre, non
deve farvi tanta meraviglia se vi dico che questa mucca, con una mungitura
perfetta e regolare, fornisce in una giornata non di rado fino a 1000 dei
vostri emeri (56.000
litri) di latte.
5) (Notabene:
Una mucca di questo genere certo più d’uno dei baroni dell’industria agricola
sulla vostra Terra vorrebbe possederla, naturalmente purché non ci volesse per
nutrirla molto più foraggio di quanto ne consuma una delle vostre terrestri e
l’animale potesse avere, oltre a ciò, a sua disposizione acqua da bere in
quantità a suo piacimento. Ma, considerato l’estremo senso del guadagno che
anima questa gente, c’è pericolo che la loro economia spirituale venga
eccessivamente turbata dal possesso di una simile mucca; perciò lasciamo questo
animale così com’è piuttosto su Saturno, quantunque a Me non sarebbe proprio
impossibile creare anche sulla Terra una mucca del genere di quella di Saturno).
6)
Dunque: “Come si presenta su Saturno una
simile mucca?”. – In quanto alla forma essa ha una discreta somiglianza con
la femmina del cosiddetto Auerkuh. In grandezza, però, non c’è paragone possibile con
questa, perché essa è tanto grande, che una comune mucca terrestre, posta sulla
sua schiena, non farebbe miglior figura di una mosca sulla schiena di una delle
vostre mucche. Il maschio, cioè il toro, è, dopo il Mud,
quasi il più grande animale di quel pianeta. Tuttavia la femmina è
considerevolmente più piccola del maschio. Se una simile mucca di Saturno si
trovasse qui sulla vostra Terra, voi, salendo sulla sua schiena, potreste
spaziare con l’occhio su un territorio di gran lunga più vasto che se vi
trovaste sulla cima del vostro Plabutsch
(monte nelle vicinanze di Graz); va però osservato che anche su Saturno
stesso la grandezza di queste mucche varia molto da una regione all’altra.
7) La
specie più grande vive in quell’immenso continente a cui è stato fatto cenno
già all’inizio della presente rivelazione. In questo continente, dunque, una
simile mucca arriva non di rado a 400 tese (760
m) di altezza ed è lunga circa il doppio dalla testa
alla coda (1520 m). Il suo
corpo è sostenuto da quattro gambe solide in proporzione, le quali, in rapporto
al rimanente del corpo, sono tuttavia più corte di quanto lo siano quelle della
mucca terrestre rispetto al suo corpo. Tra le due gambe posteriori le pende una
poppa straordinariamente grande provvista di otto capezzoli relativamente
lunghi, che però vengono sempre a distare ancora altre quaranta tese dal suolo
quando l’animale è in piedi.
8) “E come viene munta una mucca di questo
genere?”. – Non così come da voi, perché questo animale fornisce il latte
spontaneamente e, data la speciale costruzione del suo organismo, il dare o il
ritenere il latte dipende sempre dalla sua istintiva volontà. – “Ma come sanno gli abitanti di Saturno
quando la mucca vuole liberarsi del latte?”. – Ecco, essi se ne accorgono
anzitutto dal gonfiore della poppa, e poi dal fatto che l’animale da sé si
dedica al riposo, dopo aver solitamente bevuto una grande quantità d’acqua.
9)
Dunque, quando la mucca si è così adagiata a terra per riposare, allora quegli
abitanti si affrettano a raggiungerla, muniti di quei grandi recipienti
ricavati dalla pianta di zucca che voi già conoscete, ne porgono le ampie
aperture sotto i capezzoli e vi raccolgono poi con ogni cura il latte che la
mucca lascia scorrere spontaneamente. Una volta che si è liberata del latte, la
mucca lo fa capire emettendo un formidabile ruggito.
10)
Ma, dopo aver inteso il ruggito, i raccoglitori del latte si affrettano, con i
loro vasi ripieni, ad uscire da sotto il ventre della mucca, affinché, quando
questa comincia a muoversi, qualcuno non venga urtato o calpestato dai piedi
colossali e pesanti della nostra Buka. Con un animale che abbia già parecchi anni d’età, un
simile pericolo non è mai da temersi, perché esso evita di fare un sol passo
finché sente che si trova sotto il suo ventre anche una sola persona; invece
con una mucca giovane che, naturalmente, è molto più vivace, è necessario usare
maggior prudenza.
11) “Come poi adoperano gli abitanti di Saturno
questo latte che è squisitissimo?”. – Quasi precisamente come voi,
soltanto, per aggiungerlo al caffè non lo usano affatto, per la ragione che
quegli abitanti non conoscono affatto alimenti pazzi e straordinariamente
dannosi di questo genere. Essi pure cuociono bensì qualcuno dei loro cibi, ma
l’estratto di un frutto carbonizzato essi lo fuggono invece come la peste, dato
che essi sanno molto bene come gli alimenti sono tutti sani e nutrienti, più
che non in altro modo, precisamente così come Io li ho preparati in natura e cotti
al puro fuoco del Mio Sole.
12)
Quegli abitanti però ricavano, come voi, dal latte burro, strutto e formaggio,
e tutto ciò costituisce il loro cibo preferito, particolarmente il formaggio
spalmato di burro e miele. Per altro, su Saturno il miele non è il prodotto di
qualche specie d’api, bensì proviene da una qualità di fiori dallo squisito
profumo, provvisti di calici molto grandi, i quali sono per metà ripieni di
tale miele.
13) Ecco dunque spiegato in poche parole come gli abitanti di Saturno usano
il loro latte. Per conseguenza, altro non ci resta ancora da vedere che il
colore della pelle di questa mucca. Il suo corpo è di colore grigio-azzurrastro
sul dorso e sui fianchi, il ventre è completamente bianco; le gambe, a
cominciare dal corpo, assumono gradatamente una tinta azzurra sempre più cupa,
e ciò sia detto tanto dalle gambe anteriori, quanto di quelle posteriori. La
coda di questo animale è pure di colore più scuro di quello del corpo e termina
con un abbondante ciuffo di pelo colore rosso cinabro. Il collo è, in
proporzione, slanciato piuttosto che massiccio ed è, a cominciare dalla testa
fino alle gambe anteriori, provvisto di una criniera spiovente da ambo le
parti, essa pure di colore rosso cinabro, così forte e lunga che certi peli
raggiungono spesso la lunghezza di cinquecento tese. Anche la testa, in
rapporto al rimanente del corpo, è piuttosto piccola e sprovvista di corna.
Soltanto il maschio ha due piccole corna sporgenti verticalmente e curvate all’indietro,
come quelle di un vostro camoscio.
14)
Per quanto riguarda ancora la testa di questa mucca, qualcosa di notevole sono
le sue orecchie, delle quali ciascuna misura non di rado dalle trenta alle
quaranta delle vostre tese in lunghezza e corrispondentemente all’incirca un
terzo di questa misura in larghezza. Le orecchie sono di un bianco abbagliante.
La fronte di questo animale è grigio chiaro, un po’ più scura nella regione
degli occhi relativamente grandi. Il muso di questa mucca non differisce da
quello della vostra terrestre; è nudo anch’esso e di una tinta grigio scura.
Tutto il rimanente del corpo assomiglia, sotto ogni aspetto, alle
corrispondenti parti in un uro femmina della vostra Terra, come abbiamo già
avuto occasione di menzionare.
15) Voi
potreste chiedere se questa mucca viene tenuta in una stalla. No di certo!
Questo animale è troppo grande per poter essere alloggiato come si conviene in
una stalla. Invece esso viene tenuto in un giardino vivente, il quale non
consiste in altro che in un ampio tratto di prateria recintato dai cosiddetti
alberi-parete; ora questa mucca, nonostante le sue colossali dimensioni, non
può varcare il recinto, perché, in primo luogo, essa ha le gambe, in
proporzione all’intero suo corpo, piuttosto corte e, secondariamente, quando
cammina, non può mai sollevarle più di cinque tese da terra. Questa è dunque la
stalla per una tale mucca! Però non si deve dimenticare che un prato recintato
di questa specie non di rado è vasto come tre volte tutta la vostra patria.
16) “E quante sono le mucche che può possedere
un abitante di Saturno?”. – A questo riguardo posso dirvi che il possessore
di dieci mucche di questa specie, e oltre a ciò di due tori, viene reputato là
una persona facoltosissima.
17)
Ora questo è tutto quello che di notevole va segnalato alla nostra attenzione
rispetto a questo animale e perciò passeremo adesso da questo ad un altro
animale domestico altrettanto utilissimo e cioè alla cosiddetta capra azzurra
che ci riserviamo di esaminare più attentamente alla prossima occasione.
[indice]
La capra
azzurra il cui latte viene barattato e la lana utilizzata
La festa di
ringraziamento per la capra
Collegamento
degli abitanti di Saturno con il mondo spirituale
1)
Dunque: “Che genere di animale è questa “capra azzurra” a cui abbiamo accennato la volta
precedente?”. – Anzitutto è da notare che, specialmente per la parte meno
abbiente della popolazione di quel pianeta, essa è un animale immensamente
utile, indispensabile anzi; in maniera particolare poi per gli abitanti che
dimorano sulle montagne, dove la grande mucca che conoscete non può trovare
affatto condizioni favorevoli di vita, dato che in quelle regioni scarseggia il
foraggio e, ciò che è più importante ancora, l’acqua non è sufficiente per
soddisfare la straordinaria sete di questo animale.
2) Ora,
ritorniamo alla capra azzurra. “Come si
presenta questo animale fisicamente? Forse come una capra della vostra Terra?.
– Oh, no assolutamente! Bensì all’incirca come una renna, che sulla vostra
Terra dimora nelle regioni più settentrionali dei vostri continenti. Va da sé
che essa, in quanto a grandezza, è un centinaio di volte maggiore della renna
terrestre. Questa capra azzurra porta fra le due gambe posteriori una poppa molto
grande in proporzione al rimanente del corpo, la quale è provvista di sei
capezzoli e gli abitanti di Saturno, in buone condizioni di mungitura, ne
possono ricavare facilmente da 10 a 20 emeri di latte
(560-1130 litri) al giorno.
3)
Questo latte non è così dolce come quello della grande mucca, ma a compensare
tale deficienza è più profumato e, come voi usate dire, più sostanzioso. Però
spesso succede che i montanari portano giù in pianura gli eccellenti prodotti
del loro latte per scambiarli con altre cose indispensabili per loro, poiché su
quel pianeta non esiste altra forma di scambio che il baratto che torna a
grande vantaggio dei montanari, dato che queste capre non vivono affatto né
nelle valli e meno ancora nelle pianure, e invece tanto meglio prosperano sulle
alture, dove non di rado si cercano il nutrimento scavando sotto la neve con le
corna curvate in avanti e foggiate a pala, poiché dovete capire bene che le più
alte vette montuose, specialmente nel periodo dell’ombra proiettata
dall’anello, sono coperte di neve e ghiacci esattamente come sulla Terra.
4) Questo animale è alquanto timido per sua natura, ma se la
gente lo tratta bene, si fa così mansueto e domestico che corre quasi
dappertutto dietro alle persone come un cane fedele sulla vostra Terra; perciò,
anche quando queste sono costrette ad allontanarsi temporaneamente dalle loro
case, devono legarlo ad un qualche albero mediante una corda lunga e robusta
intrecciata con fili d’erba per trattenerlo. Gli abitanti di Saturno,
particolarmente poi quelli che dimorano sulle montagne, celebrano una volta
all’anno perfino una festa allo scopo di rendere grazie al grande Spirito per
aver loro concesso questo animale molto utile.
5) A
questa festa viene condotta una quantità di queste capre, scelte fra le più
belle, che abbia le poppe ricolme. Arrivate sul posto, vengono disposte in
linea circolare e si procede subito alla mungitura del latte dentro a dei vasi
molto belli ed accuratamente puliti. Poi gli animali vengono guidati verso un
bacino che si trova sempre nelle immediate vicinanze del luogo della festa,
bacino che è sempre ricolmo dell’acqua prodotta dall’albero della pioggia e,
con quest’acqua squisita e quanto mai pura, essi vengono abbeverati, quasi a
dimostrare loro l’animo grato di quegli abitanti; infine vengono lasciati in
libertà affinché possano pascersi a piacimento con l’erba rigogliosa dei prati
che si trovano sempre intorno ad un simile bacino dell’albero della pioggia.
6)
Poi gli intervenuti alla festa ritornano al posto dove li attende il latte
munto di fresco. Ciascuno prende il suo vaso e lo porta al tempio istituito
appositamente agli scopi di questa festa, tempio che di solito consiste in un
tratto di terreno recintato da alberi-raggiera o da alberi-specchio, qualora
questi prosperino in quel luogo. A tale riguardo è bene notare che in quel
pianeta tutti i templi dedicati al servizio divino consistono esclusivamente di
alberi fra i più belli, con la qual cosa però non è detto che si tratti di
tavole di legno sovrapposte l’una all’altra, come succede da voi, bensì
effettivamente di alberi viventi, soltanto che questi vengono anzitutto
piantati in buon ordine uno accanto all’altro come da voi gli alberi dei vostri
giardini, e poi regolarmente ed artisticamente potati, in modo che, quando un
simile tempio sia completamente cresciuto, acquisti un aspetto tanto
prodigiosamente bello, in particolare poi al tempo della fioritura, che voi
sulla Terra non riuscireste mai a farvene un’idea. Inoltre non bisogna dimenticare
che un tempio di questa specie è solitamente così grande, che a voi
occorrerebbe quasi un’intera giornata di cammino per arrivare dall’ingresso
fino al sacro portale d’uscita situato dalla parte opposta.
7)
Quando dunque i partecipanti hanno tutti finito di trasportare nel tempio i
loro vasi ricolmi di latte, essi rendono grazie al loro grande Spirito per il
dono di questo utilissimo animale domestico e poi anche per il latte fornito
dallo stesso. Dopo di ciò l’anziano si leva da in mezzo a loro ed invita gli
astanti, così devotamente raccolti, a prostrarsi con le facce a terra.
8)
Egli invece leva in alto lo sguardo e supplica il grande Spirito perché voglia
compiacersi d’inviargli uno spirito della Luce per rendere manifesto ciò che al
grande Spirito piacerebbe venisse fatto da parte dell’adunanza nel santuario e,
poiché gli abitanti di Saturno, specialmente però quelli dimoranti sulle
alture, sono quasi ininterrottamente in comunicazione con gli spiriti del loro
Cielo, così avviene che, dopo una tale invocazione, all’anziano appare sempre
uno spirito splendente in forma umana, il quale gli manifesta in qual modo il
popolo deve comportarsi.
9)
Avvenuta questa manifestazione, il popolo si leva nuovamente da terra e
l’anziano allora comunica all’adunanza quanto egli ha appreso dallo spirito.
Dopo una simile predica ha luogo nuovamente un rendimento di grazie al grande
Spirito. Quando anche questa cerimonia si è svolta fra la devozione davvero
grande di tutti i presenti, gli intervenuti di ambo i sessi si affrettano di
nuovo verso i loro vasi ricolmi di latte e li portano all’anziano perché vi
impartisca la benedizione del grande Spirito; poi ritornano nel tempio con i
loro vasi, però non prima di essersi abbracciati tra di loro; poi l’uno invita
l’altro a prendere posto accanto al proprio vaso, presso il quale,
naturalmente, il proprietario ha avuto cura di collocare anche una quantità
sufficiente di provviste. Così il pranzo viene consumato nel recinto del tempio
fra istruttivi scambi di idee.
10)
Quando poi verso la fine della giornata le provviste sono quasi esaurite, i
partecipanti alla festa rendono ancora una volta grazie al grande Spirito e
cercano di conferire maggiore solennità a quest’atto mediante il canto di
quegli uccelli che voi già conoscete, – purché sia possibile averne a
disposizione sul posto; qui naturalmente si parla non dei cantori principali,
bensì di quelli della seconda specie.
11)
Dopo quest’ultimo ringraziamento, tutti escono dal tempio; beninteso però mai
dal portale sacro anteriore, bensì da quello posteriore, destinato al popolo,
mentre quello sacro è destinato esclusivamente all’anziano ed agli spiriti
della Luce. Quando gli intervenuti sono usciti dal tempio, essi chiamano le
loro capre che pascolano ancora pacificamente intorno al bacino dell’albero
della pioggia e queste obbediscono subito alla chiamata e seguono docilmente i
padroni.
12)
Vedete, questa è la festa più comune che viene celebrata dagli abitanti di
Saturno! Per quanto però concerne le feste principali e le solennità del
servizio divino, tutto ciò vi verrà fatto conoscere solo quando passeremo a
parlare veramente degli esseri umani che popolano questo pianeta.
13)
Ritornati alle loro dimore assieme ai loro animali, questi vengono munti ancora
una volta e quindi vengono lasciati in libertà, poiché per questi animali non
vengono affatto costruite stalle e, d’altro canto, nessuno avanza mai pretese
di proprietà assoluta su uno o sull’altro di essi, bensì, quando l’animale si
sente colma la poppa, ritorna sempre alla dimora dell’uomo, dove viene munto e
poi di nuovo lasciato libero. Non occorre che nessuno si preoccupi per
foraggiare questi animali, né per custodirli, perché il foraggio se lo
procurano da sé e sono così domestici, mansueti ed affezionati che fanno sempre
ritorno a tempo debito alle dimore degli uomini e non c’è alcun bisogno di
custodia né di sorveglianza, per la ragione che su Saturno, in generale e in
particolare sulle montagne, non ci sono assolutamente delle cosiddette bestie
da preda.
14)
Per quanto riguarda gli animali non addomesticabili allo stato brado e dalla
natura alquanto nemica, i quali vi sono già stati fatti conoscere, essi di
solito vivono soltanto in regioni che o si trovano molto distanti dai grandi
continenti abitati dall’uomo o sono isolati da questi dai mari, o, anche
dimorando sui continenti, non vivono che in quei territori i quali o non sono
affatto abitati dall’uomo o lo sono soltanto occasionalmente, oppure vengono
visitati unicamente di quando in quando dall’uomo, quando questo vi è spinto da
curiosità, da brama di avventure o, non di rado, anche da una specie di
avidità. Sulle alture però non si trova che rarissime volte qualche animale non
domestico, all’infuori del nostro ben noto timido “piede appuntito”.
15)
Da quanto abbiamo detto fin qui non avrete alcuna difficoltà a comprendere come
per l’abitante di Saturno sia facile tenere degli animali di questa specie e di
quanta utilità essi siano. E con ciò noi avremmo anche detto tutto quello che
merita di venir rilevato riguardo a questo animale.
16)
Non sarà affatto difficile comprendere la ragione del nome che porta la capra
azzurra, che è ovviamente di questo colore. E come le vostre capre, oltre al
latte saporito, essa fornisce pure una lana finissima ed abbondante, con la
quale gli abitanti di Saturno, specialmente i montanari, si confezionano ogni
tipo di vesti adatte in particolare per la stagione rigida, quando cioè i loro
paesi vengono a trovarsi nella zona d’ombra dell’anello. La lana viene
anzitutto pulita, poi filata uniformemente e quindi tessuta in disegni diversi
per mezzo di arnesi di vario genere molto ingegnosamente combinati.
17) “Ma che succede dell’animale quando muore?”.
– Ecco, viene tolta la pelle, mentre la carne viene sotterrata dentro una fossa
profonda, perché gli abitanti di Saturno non mangiano quasi mai carne.
18)
Questo è tutto quanto si può raccontare di questo animale, e perciò la prossima
volta passeremo a considerare ancora un altro animale domestico e molto
interessante.
[indice]
Il Fur, servitore domestico, simile all’Orangutan
Il cane di
Saturno domestico, cavalli, pecore ed altri animali allo stato brado
1)
Per quanto concerne questo animale promesso, il suo nome va inteso in rapporto
alla sua utilità, mentre il precedente aveva preso il nome dal colore della sua
pelle. Tuttavia il nome di questo animale lo troverete da voi stessi non appena
avrete considerato un po’ questo utilissimo animale domestico dal punto di
vista della sua operosità.
2)
Dunque: “Che cosa fa questo animale?”.
– Ecco, esso rende agli abitanti di Saturno quasi tutti i servizi che sulla
Terra un servo di casa molto fedele e diligente rende ai propri padroni. A
dirla breve, questo animale esegue con grande puntualità ed esattezza quasi
tutti quei lavori che da voi vengono classificati pesanti, come ad esempio
lavorare qualche campo, provvedere la casa d’acqua, raccogliere la legna e
trasportarla per uso domestico alle dimore dell’uomo, curare i terreni
coltivabili, dare eventualmente la caccia agli animali selvaggi e nocivi,
sorvegliare l’abitato durante la notte, in una parola, tutti lavori di questo
tipo.
3) Perciò, in seguito a tale suo molteplice modo di rendersi utile, questo
animale viene chiamato dagli abitanti di Saturno il “Fur”,
vale a dire ‘il
fedele servitore’.
4)
Dunque: “Che aspetto ha?”. – Ebbene,
sulla Terra vivono in quantità abbastanza grande animali simili suddivisi in
varie classi; però sulla Terra questi animali vivono tutti allo stato
selvaggio, mentre su Saturno si verifica il caso perfettamente contrario,
perché dappertutto su quel pianeta appunto questa specie d’animali appartiene a
quelli domestici, ed essi sono così facilmente ammaestrabili che in poco tempo
li si può addestrare ed impiegare in ogni tipo di lavori manuali. Dunque: “Come si chiama sulla vostra Terra questo
animale, il quale, in virtù della sua disposizione naturale e costituzione
fisica, potrebbe esso pure venire impiegato per sbrigare la parte più pesante
dei lavori, qualora i terrestri sapessero anzitutto addomesticarlo e poi
addestrarlo ai lavori più vari?”. – Vedete, questa specie di animali, sulla
Terra vostra è quella delle scimmie, e in particolare la sottospecie a voi nota
come il nome di Orangutan.
5)
Come già detto, questi animali rappresentano su Saturno la specie assolutamente
più utile e meglio adattabile a qualsiasi lavoro fra tutte le specie viventi su
quel pianeta. Anche il loro mantenimento non è affatto gravoso; anzi non
sarebbe possibile trovare mano d’opera a migliori condizioni perché essi non
chiedono, in compenso dei loro servizi, niente all’infuori di un buon
trattamento e di qualche frutto offerto di quando in quando dalla mano
dell’uomo.
6) Ma
ciò è anche tutto quello che questi lavoratori pretendono dai loro padroni.
Soltanto qualora succeda che vengano trattati da qualcuno ripetutamente in modo
rozzo e duro, allora di solito si vendicano cosicché gli si rendono infedeli ed
abbandonano del tutto la sua casa, ma, se qualcuno vuole trattenerli con forza,
deve impegnarsi in una lotta ben aspra, dalla quale questi animali riescono
sempre vincitori. Se però l’uomo, avendo in qualche modo offeso uno di questi animali,
quando esso dà a vedere di voler andarsene, gli va incontro tenendo in mano
alcuni frutti come per offrirglieli, e quasi a dimostrargli pentimento per
l’errore commesso e la buona volontà di rimediarvi, allora l’animale offeso
ritorna immediatamente e ridiventa il fedele servitore del suo padrone.
7) “In che cosa consiste solitamente il cibo di
questo utile animale domestico?”. – L’abituale nutrimento di questo animale
consiste in ogni tipo di frutti d’albero e d’arbusti di classe inferiore, dei
quali gli uomini si nutrono solo rare volte, e i più agiati poi non se ne
nutrono affatto. Da quanto detto voi potete dunque facilmente rilevare quanto
poco venga a costare ai loro padroni questa specie di servi di casa. Se oltre a
ciò considerate che di tali frutti che l’uomo non mangia ve ne sono in
grandissima quantità e che le vesti indistruttibili di quei lavoratori sono Io
a provvederle, quanto su esposto deve risultarvi tanto più chiaro ancora, vale
a dire per quale minima ricompensa gli abitanti di Saturno possano procurarsi
dei servitori.
8) Ma
considerato che ormai abbiamo parlato già parecchio dell’utilità di questi
animali, vedremo adesso anche quale ne sia la forma. Prima Io ho bensì
accennato che questi animali hanno una grande somiglianza con le vostre
scimmie; considerato però che su quel pianeta tutto è in un certo modo meglio
formato e più perfetto, così pure i fedeli servitori in questione si presentano
anche molto più perfetti e meglio formati del vostro orangutan. Questi animali
hanno, dunque, paragonati all’uomo di Saturno, quasi la stessa somiglianza che
hanno sulla Terra i cosiddetti Boscimani, se paragonati ad un abitante ben
conformato d’Europa o della parte occidentale dell’Asia.
9)
Solo per quanto concerne la pelle, questa anche negli orangutan, diremo così,
di Saturno è coperta da folto pelo, ad eccezione del palmo delle mani e di una
piccola parte della faccia. Le braccia e le gambe sono però, di regola, molto
più snelle e perciò meno carnose di quelle degli uomini di Saturno, i quali
sono per lo più tutti d’una struttura fisica perfetta e, salvo il capo e le
parti genitali, ha il corpo assolutamente privo di peli. E l’epidermide non di
rado è d’un colore bianco abbagliante che dà lievemente sul rosso-bruno
soltanto negli abitanti delle pianure, mentre il pelo di questo animale è, o di
colore azzurro chiaro, oppure talvolta anche grigio chiaro; le parti nude di
questo animale hanno invece sempre un colore rosso pallido.
10) “Che grandezza ha questo animale?”. –
Esso è all’incirca grande come una donna di Saturno; però di grandi come l’uomo
già adulto non se ne sono ancora mai visti.
11) “Dove dimora poi questo animale per lo più
su quel pianeta?”. – Se considerate che su Saturno tutti i continenti si
trovano ad una medesima latitudine, non potrà meravigliarvi se vi dirò che
questo animale vive pressoché in tutti i continenti, di preferenza però presso
gli abitanti delle montagne, e precisamente dappertutto con minime varianti di
forma e di colore.
12)
Tuttavia questo non è la sola specie di scimmie vivente su Saturno, anzi là c’è
dappertutto una quantità per voi quasi innumerevole di sottospecie di tali
animali, che però non vengono addomesticate e vivono quindi allo stato
selvaggio. In qualche continente questa popolazione di animali è tanto numerosa
che non di rado si sposta in branchi verso le montagne, dove più d’un frutto
nobile resta allora esposto a non pochi pericoli.
13)
Ma è appunto in simili occasioni che questi nostri guardiani rendono un
servizio particolarmente prezioso a quegli abitanti, perché non appena essi
scorgono un’orda di questo genere avvicinarsi da qualche parte agli alberi
fruttiferi, essi interrompono quello che stavano facendo e si scagliano,
furiosi dalla rabbia, contro quei parassiti non invitati. Guai allora a quell’animale
importuno che, indugiando nel darsi alla fuga, cade tra le mani eccezionalmente
forti del guardiano! È certo, infatti, che ci rimette la vita, venendo ridotto
in piccoli pezzi in breve tempo.
14)
Ma siccome tutte le specie minori di questi animali conoscono per istinto
l’accoglienza per niente amichevole che riservano loro i rappresentanti della
loro specie più grande, così questi tentativi si verificano rarissime volte e
soltanto quando vi si sentono spinti da estrema necessità. Tuttavia un tentativo
simile non viene mai fatto di giorno, bensì sempre di notte e quando una
determinata regione si trova per di più immersa nell’ombra dell’anello, ciò che
per gli abitanti di Saturno equivale all’incirca all’inverno da voi.
*
15)
Con questo noi saremmo al corrente di tutto quello che d’interessante può
essere detto riguardo a questo animale e perciò rivolgeremo la nostra
attenzione ancora ad un solo animale domestico, il quale gode di grande
considerazione presso gli abitanti di Saturno, particolarmente presso quelli
che popolano le pianure e le valli.
16)
Dunque: “Ma di che animale si tratta?”.
– Di niente altro che di un animale perfettamente simile al vostro ‘cane domestico’. Per quanto concerne la sua utilità,
data la sua forza fisica e la sua agilità, esso viene impiegato in tutti i
lavori per i quali voi vi servite del cavallo, fatta eccezione unicamente del
cavalcare, perché un abitante di quel pianeta riterrebbe anzitutto un esercizio
molto al disotto della sua dignità umana salire, con la sua nobile forma, in
groppa alla forma non nobile di un animale, e poi anche perché in nessun altro
modo egli può muoversi con maggiore velocità che non con le proprie gambe.
17)
Di questo animale esistono anche su Saturno sottospecie e razze diverse, le
quali variano appunto a seconda dei continenti dove vivono e quasi tutte e
dappertutto vengono fatte servire ad un medesimo scopo, tranne alcune razze
molto piccole.
18)
Questi animali non si possono di certo dire belli; i loro colori sono bensì per
lo più all’incirca quelli degli altri animali, ma sono sempre piuttosto non
bene definiti e meno vivaci. Dunque, fra questi e i vostri cani terrestri non
c’è quasi altra differenza all’infuori di quella della grandezza, che nelle
razze maggiori di Saturno arriva a cinquecento volte quelle delle maggiori
razze terrestri. Ma in quanto al rimanente, sono, come già detto, simili ai
vostri cani e, tra l’altro, servono a fare la guardia alle loro dimore.
Soltanto che non abbaiano, emettono invece una specie di ruggito assai forte e
del tutto particolare. Naturalmente nelle razze più grandi questo ruggito è più
forte e più imponente che non nelle razze più piccole.
19) E
così anche qui sarebbe esaurito tutto quello che d’interessante può offrire
questo animale. Ma qualora voi foste in seguito eventualmente tentati di
domandare: “Ma su Saturno non c’è nessun
animale che somiglia al nostro nobile cavallo?”. – Io vi rispondo già ora: “Sì, una specie di cavalli esiste anche su
Saturno, però questi non vengono addomesticati in nessun luogo, bensì
appartengono dappertutto alla classe degli animali selvaggi”.
20) “Non ci sono forse delle pecore su Saturno?”.
– Oh, sì! Tuttavia, anche queste non vivono in nessun luogo in stato domestico
e sono considerate come animali selvaggi cui non di rado viene data la caccia
per impossessarsi della loro pelle che è assai bella e morbida.
21) E
così, ci sono su quel pianeta una quantità di altre specie di animali ancora
simili a quelle che da voi vivono in stato domestico, ma che là invece si
trovano dappertutto allo stato brado.
22)
Ecco che ormai noi avremmo esposto per sommi capi tutto quanto concerne
l’intero regno animale. Basta che voi destiate un po’ soltanto la vostra
immaginazione e allora, sulla scorta di questa esposizione molto evidente, vi
sarà facile raffigurarvi quasi ciascuno degli animali qui singolarmente
descritti e di vedere, per così dire, come essi vivono allo stato naturale su
quel pianeta. La grande varietà delle specie vi sarà di ulteriore prova della
meravigliosa ricchezza delle Mie opere infinitamente numerose, e dato che già
queste di un singolo pianeta appaiono con tanta grande diversità e bellezza,
quanto più grandiose e meravigliose non dovranno essere poi quelle esistenti
sulle distese immense di un Sole![6]
E a che altezze indicibili non dovranno
infine assurgere la verità e la grandiosità prodigiosa delle Mie opere nel
mondo dello Spirito, al paragone del quale, un mondo materiale-naturale
rappresenta a mala pena la morta corteccia esteriore dell’albero, paragonata
alla vita dello stesso?
23)
Tuttavia, queste cose, nonché molte altre Io ve le farò conoscere in modo
comparativo solo quando passeremo a trattare degli esseri umani di Saturno. E
perciò fermiamoci intanto qui.
[indice]
Gli uomini
di Saturno
Loro discendenza, densità di popolazione,
abitazioni e modo di vita
1)
Per quanto concerne l’uomo di Saturno, voi avete già avuto occasione di
apprendere più d’una cosa; tuttavia resta da dire ancora più d’una cosa riguardo
al signore di quel corpo mondiale, affinché da ciò voi possiate farvi un’idea
dell’ordine in cui il pianeta viene a trovarsi e di quale spirito esso sia
figlio.
2)
Siccome però un buon ordine è sempre e dappertutto il fondamento di ogni
sapienza, così anche qui noi considereremo l’uomo secondo un determinato buon
ordine e anzitutto esamineremo l’uomo nella essenzialità formale fisica
esteriore e poi il suo spirituale e tutto quello che rientra in tale campo,
come la costituzione sociale economica, la sua attività ed infine pure il suo
servizio divino; per conseguenza accingiamoci a considerare la forma
fisico-naturale.
3) “Anche su Saturno è stata creata
originariamente una sola coppia umana, oppure sorsero invece in vari luoghi
varie coppie contemporaneamente?”. – A questo riguardo il principio
applicato sulla vostra Terra vale per tutti i pianeti in generale;
conseguentemente tutti gli esseri umani ancora viventi su Saturno discendono da
una unica coppia umana, con la sola differenza che
la storia dell’umanità di Saturno risale a
un milione d’anni terrestri prima rispetto all’inizio della storia dell’umanità
della Terra.
4)
Considerato però che un uomo di Saturno durante tutta la sua vita genera
raramente con la propria moglie più di quattro figli, così non può farvi
meraviglia se vi dico che quel pianeta, in rapporto alla Terra che voi abitate,
è moltissimo meno popolato; per conseguenza anche sui grandi continenti, dei
quali l’uno o l’altro hanno spesso maggiore estensione della vostra Asia, Africa
ed Europa prese assieme, è tanto raro il caso che vi siano tra le famiglie dei
rapporti di vicinanza, cosicché un raggruppamento di dimore come, ad esempio,
sarebbe un vostro villaggio, su Saturno costituisce una assoluta rarità.
5)
Per di più le dimore degli umani distano l’una dall’altra talmente tanto, che
se vi fosse possibile trasferirvi con il vostro corpo su uno di quei
continenti, dovreste viaggiare dalle dieci alle dodici giornate almeno per
portarvi da una dimora ad un’altra più prossima. Questa grande distanza tra una
abitazione e l’altra è mantenuta quasi costantemente sulle montagne di quel
pianeta; soltanto nelle regioni situate più al piano, che si estendono lungo i
grandi laghi e i fiumi, le dimore degli uomini sono un po’ più ravvicinate l’una
all’altra.
6) È
da notare però che, dove è stabilita una qualche dimora, convivono assieme non
già alcune persone soltanto, bensì un’intera e
numerosa famiglia che arriva non di rado alle mille ed anche fino a cinquemila
persone.
7)
Dunque: “Che aspetto hanno le abitazioni
che danno ricovero a tanta gente, tutta di grande statura?”. – Perché qui
conviene anzitutto accennare al fatto che agli abitanti di Saturno piace quanto
mai avere a disposizione molto spazio. Per quanto riguarda queste abitazioni,
se n’è parlato già da principio quando si trattò del primo fra gli alberi
principali di questo pianeta, del quale si disse che appunto è esso a fornire a
quegli abitanti la dimora più gradita. È superfluo perciò che Io vi descriva
ancora una volta la struttura notevolissima di questo albero straordinariamente
ricco di rami poderosi e larghi che si dipartono dal tronco quasi sempre in
linea orizzontale, sui quali la gente erige le proprie abitazioni.
8)
Anzi va detto addirittura che su Saturno un albero di questo genere conta
quanto sulla vostra Terra una cittadella non proprio fra le più piccole. Là i
singoli rami principali e secondari vengono assegnati in proprietà dal
patriarca anziano a ciascuna famiglia come le case in città. La differenza sta
unicamente nel fatto che là dappertutto un simile albero-città è abitato
soltanto da consanguinei, mentre nelle vostre città qualunque straniero che
disponga di mezzi può comperarsi una casa dopo l’altra dove vuole.
9)
Voi, pensandoci su, sarete forse portati a domandare: “Come fanno poi quegli abitanti a coricarsi ed evitare di cadere giù
dal ramo, nel caso che, dormendo, avvenga loro di voltarsi sui loro giacigli?”.
– Vedete, là vi è ancor meno possibilità che una cosa simile accada, di quanto
possa esservene per voi di cadere giù dal letto qualora avvenga che vi troviate
dall’altra parte durante il sonno. Infatti, questi rami che si dipartono
orizzontalmente dal tronco sono così grossi, che voi su un singolo ramo
potreste collocare una casa grande della vostra città, e nonostante ciò ci
sarebbe, trattandosi delle vostre persone, ancora spazio sufficiente per andare
in carrozza.
10) Oltre a ciò, ai margini molto larghi di ciascun ramo
principale sporgono, orizzontali e paralleli l’uno all’altro, dei rami
secondari in grande quantità, i quali sono i veri portatori dei frutti di
quest’albero, e specialmente dove si staccano dal ramo principale sono tanto
robusti, che se anche una persona camminando, fermandosi o giacendo venisse a
trovarsi al di là dei margini del ramo principale, non potrebbe cadere. Ma
ammettiamo pure il caso che a qualcuno toccasse la disgrazia di inoltrarsi
imprudentemente troppo sui rami secondari così da cadere o sul terreno o su un
ramo più basso, nemmeno in questo caso riporterebbe la minima lesione, per la ragione che il fenomeno di gravità nella caduta su
quel pianeta non ha affatto importanza, poiché su Saturno niente può
cadere con quella veemenza come avviene sulla vostra Terra. La cosa si spiega
con il fatto che la reciproca attrazione fra il pianeta propriamente detto e
l’anello abbassa considerevolmente il peso specifico di ogni corpo e, di
conseguenza, anche quello del corpo umano.
11)
Ma considerato che ormai conoscete ciò, potete esser tranquilli a questo
riguardo, e certo Mi crederete se vi dico che su quel pianeta, da quando fu
abitabile, mai nessuno si è rotto una gamba o un braccio, né alcuno si è fatto
un qualche buco nella testa cadendo, ciò che purtroppo invece non è affatto
raro sulla vostra Terra.
12) E
ora si domanda se questo albero costituisce la sola ed unica dimora, ovvero la
propria casa d’abitazione di quella gente. Oh, no, perché anche quegli
abitanti, oltre alle dimore principali su questo albero, dispongono anche di
numerose case d’abitazione che servono loro da dimora nella stagione fredda
dell’ombra dell’anello.
13)
Queste case sono costruite in vario modo; alcune sono fatte di legname tolto
dai robusti rami del grande albero piramide che voi già conoscete; altre invece
sono naturali e formate da alberi di specie più piccola. Le case naturali, o
viventi, sono migliori di quelle di legname; tuttavia fra l’una e l’altra
dimora vivente vengono costruite anche quelle di legno, perché servono da
dispense per custodire le loro provviste alimentari.
14)
Solo in queste case di legname accendono il fuoco con il quale essi cucinano,
arrostiscono e bolliscono i loro cibi svariati;
bisogna però notare che la cottura dei cibi non avviene secondo le norme della
vostra raffinata arte culinaria, bensì il tutto si limita a quello che per voi
sarebbe mettere in forno una mela e far bollire delle pere, oppure l’una o
l’altra delle erbe o radici saporite e commestibili. Ecco, in ciò consiste
tutta l’arte della cucina per gli abitanti di Saturno. Ed appunto in queste
case di legno vengono custoditi i prodotti del latte, nonché i succhi di varie
bacche di nobile specie conservati nei vasi che voi già conoscete.
15)
Non si mangia e non si dorme mai nelle case di legno, bensì a tali scopi
vengono utilizzate sempre esclusivamente le case naturali viventi, perché agli
abitanti di Saturno riesce assolutamente intollerabile trattenersi senza
necessità presso una cosa morta, quindi in una casa costituita da alberi
abbattuti o nella vicinanza di cadaveri di uomini o animali. Per questo essi
adoperano queste case di legno più come depositi e ripostigli.
16) A
voi forse interesserà sapere che grandezza abbia una simile casa di legno e
quale ne sia l’aspetto. Io posso soddisfare immediatamente questo vostro
desiderio dicendovi che queste case sono costituite all’incirca a forma di
anello come quelle dei vostri contadini, soltanto che esse non hanno tetto,
bensì sono al disopra completamente aperte, poiché una casa con un tetto che la
separasse dal cielo verrebbe considerata da quegli abitanti come uno fra i più
grandi abomini. Essi dicono che tutto quello che scende dall’alto sul terreno è
una benedizione del Cielo che fa del bene al suolo del pianeta. Essi sono su
questo pianeta, perché dunque dovrebbero sottrarsi e nascondersi alla
benedizione del Cielo? Anzi, ciò sarà loro di maggior vantaggio, dato che essi
sono viventi, e perciò hanno bisogno della benedizione celeste più del suolo
del loro pianeta, che in sé e per sé è morto ai loro occhi.
17)
Ora noi sapremmo come sono costituite le loro case. Non ci mancherebbe che di
conoscerne la loro forma e grandezza. Per quanto concerne la forma, queste di
solito sono costruite a forma di stella, all’incirca come è fatta una
cosiddetta rosa dei venti da voi, a volte con otto, a volte con sedici e a
volte anche con trentadue punte, delle quali ciascuna serve da serbatoio per un
particolare genere di provviste. Sullo spazio circolare, ad esempio, che rimane
disponibile nel mezzo, è eretto il focolare di forma rotonda sul quale viene
acceso il fuoco. Si comprende da sé che la grandezza di un simile focolare è
proporzionata a quella degli abitanti.
18)
Una simile casa a stella ha, secondo le vostre misure, un’estensione tale che,
per percorrere con le vostre gambe il tratto intercorrente fra l’una e l’altra
punta, vi occorrerebbe una buona ora di cammino e procedendo anche di buon
passo. Essa è, rispetto a questa ampiezza, così alta, che ogni abitante di
Saturno e più precisamente un uomo, quando sta in piedi, riesce comodamente a
guardare al di sopra delle pareti.
19) “Nella costruzione di queste case, si bada
forse in qualche modo anche all’estetica?”. – Di ciò in verità non si può
parlare, se si eccettua il fatto che quegli abitanti ricoprono gli alberi
tagliati con ogni tipo di belle fronde. Ciò è tutto quello che riguarda queste
case.
20)
Poiché abbiamo conosciuto con ciò un po’ più da vicino queste case di legname
come luoghi da disbrigo, diamo un po’ un’occhiata ora anche alle loro dimore
viventi.
*
21) “Qual è la forma di queste dimore viventi?”.
– La loro forma esteriore è perfettamente rotonda e sono provviste di un solo
ingresso situato dalla parte orientale. Per la costruzione di queste dimore
vengono impiegate solamente due qualità di alberi. Le più belle e lussuose
consistono in alberi-specchio che voi già conoscete, che crescono vicinissimi
l’uno accanto all’altro, mentre per quelle più modeste si ricorre ad una specie
nobile dell’albero-parete, pure a voi già noto.
22) Il
terreno, all’interno di queste case, viene perfettamente spianato e livellato e
vi vengono sparse delle sementi, dalle quali poi cresce un’erba cortissima,
però estremamente fitta. Quest’erba ha l’apparenza di un velluto ed è in sé
tanto elastica, che anche camminandovi sopra si raddrizza immediatamente dopo
ciascun passo in tutta la sua freschezza, come se non fosse mai stata
calpestata.
23)
Anche nel mezzo di queste dimore è costruito un focolare rotondo, grande e
relativamente alto, il quale è tutto intorno coperto d’erba della specie
menzionata sopra. Ma affinché possiate farvi all’incirca un’idea un po’ più
precisa della grandezza per quanto riguarda la circonferenza e dell’altezza di
un simile focolare, vi dirò che esso ha sempre un diametro corrispondente a
quattro altezze d’uomo di Saturno, ed è così alto da arrivare alquanto più in
su del ginocchio ad un uomo, dunque fino a metà della coscia, e ad una donna
invece più che a metà del corpo.
24) “Che funzione ha veramente questo focolare
presso gli abitanti di Saturno?”. – Precisamente quella che presso di voi hanno
le vostre mense. Servono cioè a depositarvi sopra i cibi e le bevande.
25)
Dietro questo focolare, ad una distanza di circa due altezze d’uomo, sorge un
rialzo a forma di cono tronco nella parte superiore, la cui base, perfettamente
rotonda, ha certo un diametro tre volte quello del focolare. Tuttavia là dove
il cono è troncato, la superficie non è più grande di quanto serva ad un uomo
per starvi comodamente in piedi. Questo rialzo conico giunge esattamente
all’altezza di un uomo ed è anch’esso ricoperto dalla nota erba (come il
pavimento e il focolare della casa) e serve da pulpito al patriarca. Questi,
che è il membro anziano della famiglia, vi sale tutti i giorni prima del
tramonto e poi la famiglia intera vi si raduna intorno per apprendere dalla bocca
del patriarca la volontà del grande Spirito per tutta la notte e per il giorno
successivo.
26) “Quali altre sistemazioni esistono ancora in
una simile dimora?”. – Verso il fondo, ed esattamente di fronte al levar
del Sole, sorge un altro terrapieno di forma circolare e ricoperto sempre della
medesima specie d’erba. Esso è di gran lunga meno alto del pulpito eretto quasi
nel centro della dimora, ma in compenso è più vasto e nello stesso tempo
provvisto di modesti incavi. Questo terzo terrapieno serve da giaciglio comune
o da luogo di riposo per gli abitanti di Saturno dalla statura considerevole.
27)
Quando vanno a dormire, muniscono il rispettivo incavo di morbidi cuscini dalla
parte del capo e poi vi si sdraiano dentro, ciascuno per sé. Gli uomini occupano
i posti che sono rivolti verso oriente e le donne quelli rivolti verso
occidente; quando infine si sono coricati, essi formano con il loro giaciglio,
rispetto al piano del terreno, un’inclinazione di trenta gradi; allora si
addormentano e in questa posizione riposano fino all’alba. A tale riguardo
conviene notare che essi si accorgono quando albeggia, anche se la località
dove si trovano resta entro la zona d’ombra proiettata dall’anello, perché
questo non arriva mai a coprire tanto il Sole che non se ne possa vedere
neppure un piccolo lembo, e se anche succede di quando in quando che dove
l’anello appare talvolta più largo il Sole ne venga coperto completamente,
questa eclisse totale dura al massimo mezza giornata, dopo di che un piccolo
lembo del disco solare si rende di nuovo immediatamente visibile.
28)
Ora, questo è tutto quanto si può dire della disposizione interna di una simile
casa che offre dimora agli abitanti di Saturno durante i periodi dell’ombra.
Ma: “Che estensione ha poi una dimora di
questo genere in rapporto alla circonferenza?”. – Prendendo a base il
diametro, è una buona mezza volta più grande dei luoghi da disbrigo a forma di
stella a voi già noti.
29)
Domanda: “Tutti gli occupanti dell’albero
gigantesco, che noi già conosciamo, abitano in una simile casa?”. – Oh, no!
Bensì, una famiglia soltanto, composta da padre, madre, figli e nipoti in prima
linea, così come vivono assieme su un ramo dell’albero nei periodi senza ombra.
Dunque, quanti sono i rami abitati di un simile albero, altrettante sono le
dimore del genere descritto che si trovano intorno allo stesso.
30)
Un simile raggruppamento di dimore intorno ad un albero di questa specie occupa
non di rado una superficie maggiore di quella della vostra patria. Come però
già sapete, tuttavia queste dimore sono lontanissime l’una dall’altra,
cosicché, per percorrere la distanza fra questi raggruppamenti dall’una
all’altra casa, a voi occorrerebbero molte giornate di cammino, considerato
che, naturalmente, tutt’intorno ad una simile dimora, ad uso di varie famiglie,
ci sono i terreni coltivati e i pascoli per gli animali domestici che già
conoscete, pascoli e terreni che devono avere un’estensione corrispondentemente
grande per produrre tutto il fabbisogno occorrente al mantenimento dei nostri
abitanti di Saturno, nonché dei loro numerosi animali domestici. Oltre a ciò
conviene tener conto anche dei boschi, spesso molto estesi, degli alberi-imbuto
che si trovano particolarmente ai confini dei possedimenti di queste grosse
comunità, e nelle vaste pianure, specialmente della parte settentrionale dei
grandi laghi, ci sono poi i boschi di alberi piramide che non di rado occupano
da due fino alle tremila miglia quadrate di superficie, senza parlare di altre
immense distese coperte da arbusti di grossa specie. Se tenete conto di tutti
questi elementi, non vi meraviglierete troppo della distanza, spesso notevole,
tra i luoghi di dimora di due famiglie.
31)
Così noi sapremmo ora come gli abitanti di Saturno sono sistemati come
abitazioni, in particolare quelli stabiliti nelle regioni più alte, soltanto
che non conosciamo ancora i loro ordinamenti familiari. Considerato però che
già rispetto alle abitazioni abbiamo iniziato le nostre osservazioni da quelle
che si trovano per lo più nelle regioni montuose, così anche qui, prima di
passare agli abitanti delle pianure, noi ci riserviamo di esaminare la prossima
volta le istituzioni familiari dei montanari. Quindi per oggi, quanto detto è
sufficiente!
[indice]
Ordinamenti familiari di una grande famiglia
Preparazione delle abitazioni e di un nuovo tempio dopo una migrazione
La massima legge sul possesso
L’amore per il prossimo è la base di vita degli uomini di Saturno
1)
Dunque: “Chi è in quei luoghi il preside
o, capo supremo, di una simile famiglia, o meglio, di un tale raggruppamento di
famiglie a volte molto numerose?”
2)
Qua e là succede talvolta che sia in vita ancora un patriarca; in questo caso,
finché vive, egli funge da capo e contemporaneamente da sommo sacerdote della
collettività familiare. Quando egli muore ed ha due o più figli maschi, allora
il maggiore viene eletto immediatamente sommo capo, sia nelle questioni
domestiche che ecclesiastiche. Se muore anche questo e l’uno e l’altro dei suoi
fratelli è ancora in vita, la dignità di capo passa sempre al più anziano di
loro. Morto anche questo, la direzione della famiglia viene assunta dal
primogenito maschio di quel fratello che immediatamente dopo il patriarca aveva
tenuto il governo della famiglia quale membro anziano. In questo modo il sommo
comando si tramanda sempre dal più anziano al più anziano della famiglia.
3) Se
una famiglia è meno numerosa, tale passaggio della dignità di capo famiglia si
protrae fino al settimo e talvolta anche fino al decimo grado. Se però la
famiglia è molto numerosa fino al quinto grado, allora succede una divisione,
cosicché due o tre degli anziani depongono questa carica di capo supremo nelle
mani di quello che, dopo di loro, risulta il più anziano. I due meno anziani
invece radunano i componenti delle proprie famiglie, prendono in consegna il
corredo che viene loro fornito dal fratello che rimane, e poi con le loro cose,
se ne vanno o a destra o a sinistra in cerca di un albero simile ancora
disabitato. Una volta trovato, recitano le loro preghiere di ringraziamento e,
assistiti dall’anziano, pregano il grande Spirito affinché si compiaccia di
benedire la nuova dimora vivente e di conservarli insieme alla loro casa.
4)
Dopo questa preghiera, l’anziano si ritira di parecchi passi e prega da solo il
grande Spirito di permettere che, come già concesso ai suoi padri, venga a lui
uno spirito della Luce per annunciargli sempre la volontà del grande Spirito
stesso. A questo punto tutti gli altri componenti della famiglia si prostrano
con la faccia a terra e l’anziano non cessa le invocazioni, finché il grande
Spirito non gli ha inviato il desiderato spirito della Luce.
5) E
quando lo spirito della Luce si è presentato all’anziano, questi lo prega di voler
impartire, nel Nome del grande Spirito, la benedizione al nuovo albero non
ancora abitato e di voler anzitutto condurre lui stesso a quest’albero ed
indicargli il posto dove egli, quale capo e guida della famiglia, dovrà
prendere dimora. Avvenuto questo, l’anziano, in presenza della Luce, esprime al
grande Spirito la propria gratitudine per l’immensa grazia ottenuta, ma subito
dopo si fa ricondurre dallo spirito della Luce fino al luogo dove questo ultimo
gli era apparso, e là lo spirito prende congedo dall’anziano, dopo averne
fortificata la volontà.
6)
Quando poi l’anziano, così fortificato nel proprio spirito, ritorna alla
famiglia ancora prostrata, egli lancia un forte richiamo; allora subito tutti
si levano da terra e lodano e glorificano il grande Spirito per averli degnati
di una simile grazia e di aver dato loro un vero patriarca illuminato.
7)
Terminato anche questo rendimento di lode e di grazia, l’anziano allora assegna
immediatamente a ciascun padre di famiglia il proprio ramo, del quale viene
preso subito possesso con animo grato. Il ramo così occupato viene poi
senz’altro pulito con cura e adattato perfettamente ad abitazione.
8)
Occasioni simili su quel pianeta si presentano certo piuttosto di rado,
tuttavia per gli abitanti la vita assume un andamento molto lieto e vivace.
Quando l’albero è completamente abitato, mancano però, nella zona circostante,
le dimore viventi e i depositi delle provviste. Però la prima giornata non
viene dedicata al lavoro, ma la si impiega per tenere consiglio per studiare la
situazione e concretare progetti, naturalmente sempre sotto la costante
direzione dell’anziano, perché senza la sua approvazione nessuno muove un
passo.
9)
Allo spuntare del giorno seguente si passa senza indugio a misurare i tratti di
terreno destinato alle costruzioni delle case che ancora mancano. Poi i lotti
di terreno vengono subito benedetti dall’anziano e si procede, in buon ordine,
alla semina di quegli alberi che sono atti a formare le dimore viventi.
10)
Ultimato questo lavoro, che in generale esige raramente più di una giornata, il
giorno successivo in qualche bosco vicino si taglia il legname occorrente per
la costruzione dei depositi delle provviste, nella cui occasione gli animali
domestici che già conoscete, rendono dei servizi non indifferenti. Al taglio
del legname concorre quell’animale mezzo selvaggio e mezzo domestico di cui
abbiamo già parlato; esso con un colpo del suo becco formidabile tronca i rami
anche grossissimi dell’albero-piramide. Al trasporto del legname poi provvedono
i noti servi di casa di Saturno che, rapidamente, ne curano il trasporto sul
luogo della costruzione secondo le indicazioni degli abitanti.
11)
Raccolti così, nel corso di pochi giorni, i tronchi necessari al debito posto,
questi vengono sollecitamente lavorati e si procede poi senz’altro alla
costruzione dei noti edifici che servono da dispense.
12)
Quando anche questo lavoro è terminato, si comincia a piantare le stalle e i
giardini a voi già noti e si sceglie un albero della pioggia intorno al quale
viene innalzato un argine discretamente largo allo scopo d’impedire la
dispersione dell’acqua che cade dall’albero, che così viene obbligata a formare
uno stagno.
13)
Se vi sono delle sorgenti montane a disposizione, vengono costruiti semplici
acquedotti, attraverso cui l’acqua viene condotta fino alle immediate vicinanze
della dimora principale. Per la costruzione di questi acquedotti ci si serve
dei gusci delle lumache-pertica che già conoscete o, in mancanza di queste,
vengono adoperati quei frutti dell’albero-imbuto che vi sono pure già noti.
14)
Compiuti questi lavori si procede alla misurazione e alla destinazione di altri
terreni. Se durante queste operazioni si constata che l’uno o l’altro bosco di
alberi-imbuto è per caso troppo vicino e riesce quindi di ostacolo alla
regolare distribuzione del terreno, lo stesso viene tagliato quel tanto che
occorre affinché il fondo abbia l’estensione conforme ai progetti, ed anche in
una simile occasione spetta ai noti animali, nuovamente, un lavoro non da poco.
Il legno così ottenuto dal taglio degli alberi viene trasportato ed accatastato
sui margini dei fondi appartenenti alle singole famiglie perché vi si asciughi,
e poi viene adoperato come legna da ardere.
15)
Compiuto anche questo lavoro, i terreni vengono benedetti dall’anziano e si
procede subito alla semina di ogni specie di piante da frutto, semina che su
quel pianeta viene comunemente fatta solo una volta ogni dieci anni. Dove però
i terreni sono più grassi, una semina sola è sufficiente per sempre, perché le
radici di tutta la vegetazione di Saturno non muoiono così facilmente, bensì
continuano a mantenersi viventi nel terreno, come succede da voi delle radici
di vari arbusti e di piante a bulbo.
16)
Quando anche questo lavoro, l’ultimo di carattere domestico-economico è
ultimato, tutta la comunità rende di nuovo grazie al grande Spirito e Gli
rivolge anche la preghiera ferventissima di voler
concedere il Suo gradimento al prosperare di tutte le semine e al buon esito,
in generale, di tutti i lavori.
17)
Resi tali atti di ringraziamento e di preghiera, si procede al lavoro più
importante fra tutti per gli abitanti di Saturno, cioè alla piantagione di un
tempio, l’unico luogo nel quale è lecito offrire al grande Spirito un
sacrificio a Lui gradito. Incaricato di un simile lavoro è però veramente
soltanto il capo della comunità e con lui i due più anziani dopo di lui, mentre
nessun altro è autorizzato a partecipare a un lavoro sacro di questo genere.
18)
Dunque: “Come si volge questa cerimonia?”.
– Ecco, anche in questa occasione l’anziano si porta sul posto dove per la
prima volta gli era apparso lo spirito della Luce, e là rivolge fervide
suppliche al grande Spirito affinché a Questo piaccia di indicargli, per mezzo
dello spirito della Luce, dove Gli sarebbe gradito che Gli venisse edificato un
tempio. Se l’anziano, dopo aver pregato sufficientemente a lungo, non vede
apparirgli nessuno spirito, allora alla costruzione del tempio viene destinato
quel posto appunto dove gli era apparso lo spirito per la prima volta; se
invece, come per lo più avviene, lo spirito si manifesta, allora o questo
conduce l’anziano ad un luogo dove dovrà sorgere il tempio, oppure egli appare
all’anziano addirittura già sul posto destinato. Allora l’anziano si porta
subito su quel posto dove lo spirito lo attende e questo gli mostra il vero
tracciato del tempio.
19)
Però, nel punto preciso dove lo spirito è in attesa, viene posto un segno
indicante dove dovrà sorgere quel rialzo del terreno dentro il tempio, dal
quale all’anziano spetterà il compito di ammaestrare la sua famiglia;
contemporaneamente, all’anziano viene indicato anche un posto verso la parte
posteriore del tempio, dove egli, dopo la debita invocazione del grande
Spirito, apprenderà sempre la Sua Volontà per mezzo di quel messaggero celeste
che gli avrà indicato un simile posto nel tempio.
20)
Impartite queste istruzioni, lo spirito si rende immediatamente invisibile.
L’anziano poi fa un segno che viene passato, per così dire, da uomo ad uomo ai
membri della comunità, i quali sono disposti a catena ad una certa distanza
l’uno dall’altro fino all’albero adibito ad abitazione. Mediante questo segno
egli comunica di aver ottenuto dal grande Spirito la concessione di erigere in
quel luogo un tempio, e poi egli invita tutti ad unirsi a lui in un
ringraziamento al grande Spirito per tale grazia, aggiungendovi anche la
preghiera per il prosperare, il più sollecito possibile, della semina del
tempio, affinché il grande Spirito possa nel tempio stesso trovarli sempre
degni di apprendere da Lui la Sua santa volontà.
21)
Compiuta con grande solennità anche questa cerimonia, l’anziano chiama a sé i
due o tre anziani dopo di lui e distribuisce fra loro le sementi, sopra le
quali lo spirito della Luce ha in precedenza alitato. Questi si mettono poi
senza indugio all’opera e, con gran devozione e la massima fiducia, depongono
nel terreno le sementi delle specie di alberi più nobili e più belle.
22) I
due o tre anziani piantano la parte anteriore del tempio che è destinata al
popolo, mentre l’anziano capo cura la semina del santuario del tempio che per
lo più è costituito da alberi-raggiera; invece le altre parti del tempio sono
di solito formate esclusivamente da alberi-specchio.
23)
All’esterno di questo tempio a forma ovale-ellittica
viene piantata tutt’intorno, ad una debita distanza, al posto di una muraglia
circolare, una serie di alberi-parete della specie più nobile, la quale si
distingue dalla comune per il fatto che, come già sapete, la corteccia di
quest’ultima si presenta all’occhio come se fosse fatta d’oro lucidissimo,
mentre la specie più nobile appare invece come se poi poneste vari arcobaleni
l’uno sopra l’altro e come se i colori avessero contemporaneamente uno
spiccatissimo splendore metallico. Le foglie, che crescono sullo spigolo
superiore dell’albero, hanno quasi la forma di quelle della vostra aloe, con la
differenza soltanto che, come ogni altra cosa su quel pianeta, esse sono in
proporzione molto più grandi. Il colore di queste foglie è di un bianco
abbagliante; i fiori invece sono del tutto simili a quelli dell’albero-parete
comune, solamente hanno un aspetto più delicato ed emanano un odore
gradevolissimo.
24) E
vedete, quando questi nostri costruttori del tempio hanno terminato un tale
lavoro, allora essi ringraziano nuovamente il grande Spirito per la forza e
l’assennatezza con le quali è stato concesso loro d’iniziare la costruzione, e
poi Lo pregano di voler accordare il Suo potente aiuto affinché il tempio possa
sorgere già completo fuori dalle sementi affidate al terreno.
25)
Dopo tale rendimento di grazie e tale preghiera, essi, con i segni della
massima reverenza, abbandonano il luogo dove hanno curato la piantagione del
tempio e, procedendo a ritroso, si allontanano fino ad oltre metà della strada
che li separa dall’albero stabilito a dimora; poi, dopo aver fatto un profondo
inchino, essi si volgono e fanno direttamente ritorno alle loro famiglie.
26)
Arrivati presso la loro dimora, essi invitano tutti gli altri ad alzarsi da
terra ed a salire, ciascuna famiglia a sé, sul rispettivo ramo assegnatole
quale abitazione, e là tutti si rifocillano, dopo che i cibi e le bevande sono
stati benedetti dall’anziano, perché, mentre dura l’opera della seminagione del
tempio, che per gli abitanti di Saturno costituisce qualcosa di supremamente
solenne e di edificante, nessuno tocca né cibo, né bevande.
27)
Terminato il pasto, che di solito in occasioni simili come pure in altre
giornate speciali qualificate come spirituali, viene sempre consumato soltanto
di sera, l’anziano esorta tutti i membri della comunità a voler congiungere
intimamente la loro volontà con la Volontà del grande Spirito e ad escludere
dalla loro volontà qualsiasi altra cosa che non sia il prosperare, il più
meravigliosamente sollecito possibile, della seminagione del tempio.
28) A
tale esortazione ciascun abitante della comunità tende al massimo possibile la
propria volontà e con questa concima, per così dire, il terreno dove il tempio
è seminato; e voi potete crederMi se vi dico che in
simili occasioni le cose prosperano sempre in maniera davvero prodigiosa, tanto
che non di rado già il mattino seguente un simile tempio piantato un giorno
prima appare già del tutto compiuto e in tutta la sua magnificenza, certo per
voi, inconcepibile.
29)
Ma quando i componenti della grande famiglia si trovano dinanzi allo spettacolo
grandioso del nuovo tempio, allora il loro pio entusiasmo sembra non voler più
finire e tali manifestazioni di gaudio, di lode e di glorificazione al grande
Spirito si protraggono spesso per vari giorni e notti.
30) “Ma per quali ragioni questi abitanti di
Saturno si sentono pervasi da tanta letizia constatando la rapida crescita e la
perfetta riuscita del loro tempio?”. – Le ragioni sono veramente
molteplici. La prima e principale è che da ciò essi attingono la convinzione
che il grande Spirito è nella nuova dimora con loro come lo era prima nella
vecchia. Una seconda ragione è che con ciò essi hanno nuovamente un luogo dove
è loro lecito accostarsi al grande Spirito mediante il loro anziano. Una terza
ragione è che appunto mediante un simile tempio la neo-costituitasi famiglia
appare così evidentemente gradita al grande Spirito.
31)
Ed un’altra ragione ancora, la quale però si connette alla terza, è che la
nuova comunità riconosce da ciò che la propria dimora è anche un possesso
legittimo e quindi anche duraturo, perché, se il tempio non prosperasse così
rapidamente, sarebbe un segno indicatore che il possesso non verrebbe reputato
legittimo e perciò dovrebbero sempre tenersi pronti a restituire i terreni
occupati e a cercarsi un’altra dimora, qualora qualcuno venisse a dichiarare
che quei terreni erano precedentemente in suo possesso.
32)
Ma dal momento in cui il tempio esiste nella sua integrità, un eventuale
precedente possessore perde immediatamente ogni diritto sui terreni stessi;
anzi, alla vista di un simile tempio sorto di recente, egli non si azzarderebbe
nemmeno ad avanzare la benché minima pretesa su quei possessi e neppure ad
esigerne la restituzione, perché una legge somma vige tra gli abitanti di
Saturno, la quale dice:
33) “Quello che il
grande Spirito ha donato a qualcuno, quello anche appartiene del tutto a colui
che l’ha ricevuto dal grande Spirito. E nessun essere del Cielo, né alcun
spirito della Luce, né alcuna creatura del mondo ha più il diritto di
contestargli il possesso del dono ricevuto da Parte Suprema. Chi si rendesse
colpevole di una cosa simile, deve essere immediatamente scacciato e confinato
entro quelle regioni di quel mondo dove lo attendono nient’altro che l’eterno gelo
e la neve eterna”.
34)
Ogni abitante di Saturno è a conoscenza di questa legge. Egli non tributa quasi
a nessuna altra legge tanto rispetto quanto a questa; per la qual cosa anche,
specialmente fra i montanari, è escluso che possano sorgere litigi per questioni
di possesso, dato che tra loro viene continuamente osservato l’ordine più
perfetto.
35)
Per quanto concerne i rapporti di vicinato, nessuno si sogna mai di tracciare
dei confini, e perciò, se qualcuno arriva, si trova assolutamente a suo agio
come in casa propria, perché ciascun essere umano porta già in sé la
testimonianza del grande Spirito, e questo è un passaporto sufficiente per
viaggiare in tutto quel grandioso pianeta.
36)
Dunque, qualora avvenga che un qualche continente risulti eccessivamente
popolato, allora varie famiglie si radunano assieme e, così in compagnia, si
trasferiscono su un altro continente servendosi delle navi che voi già
conoscete. Una volta giunti, essi vanno subito in cerca di una qualche località
adatta e, trovatala, spetta loro immediatamente il diritto di rimanervi per un
anno intero e di usufruire di quanto produce il suolo.
37)
Se la crescita del tempio progredisce nella maniera meravigliosa come prima
descritto, o anche solo gradatamente in maniera naturale, cosicché la famiglia
immigrata, ad una eventuale richiesta da parte di uno del luogo inviato lì
possa mostrargli il posto dove è stato seminato il tempio, e se l’invitato
stesso può constatare che gli alberi costituenti il tempio sono in pieno
sviluppo, allora essa viene senz’altro riconosciuta come legittima proprietaria
dei terreni che ha occupato, né il precedente possessore può più vantare alcun
diritto su ciò che è ormai passato in proprietà dei nuovi arrivati, all’infuori
del diritto dell’amicizia.
38)
Questo diritto dell’amicizia non viene mai negato da un abitante di Saturno
all’altro e questo ha poi per conseguenza che poi l’uno fa causa comune con
l’altro e, come nel caso nostro, l’anziano dei nuovi venuti così parla
all’abitante del luogo:
39) “Fratello nel grande Spirito, vedi, come i
tuoi occhi mi vedono e non scorgono nulla in me che voglia tenere celato loro
qualcosa della mia persona, così nemmeno il tuo cuore troverà mai nel mio nulla
che possa negarti niente di ciò di cui hai bisogno, dato che tu sei mio
fratello nel nostro grande Spirito”.
40)
Dopo di che essi si abbracciano, e questo abbraccio rimane come una permanente
attestazione della perfetta comunità di beni delle due rispettive famiglie.
L’inviato poi invita subito tutta la famiglia dei nuovi arrivati a gradire
un’ospitalità provvisoria nella propria abitazione finché il nuovo possesso non
sia pronto ad accoglierli sotto ogni aspetto; allora l’invito viene accettato
con animo grato, e i nuovi arrivati seguono senza indugio l’inviato, che di solito
è egli stesso un anziano, fino alla sua dimora.
41)
Un simile avvenimento va poi sempre congiunto a grandi manifestazioni di gioia,
poiché per gli umani di Saturno non esiste quasi niente di più grande e di più
edificante dell’incontrare su un altro continente un fratello nel grande
Spirito; così, infatti, sono soliti chiamarsi reciprocamente gli uomini su quel
pianeta.
42)
Qualora però avvenga che il neo-arrivato, in occasione della visita fatta alla
dimora dell’altro anziano, si sia convinto che le condizioni di quest’ultimo
sono tali da permettergli di vivere solo miseramente, allora gli offre
immediatamente i suoi servizi per dissodare i terreni ed ampliare le
coltivazioni, offerta questa che l’altro accoglie sempre amichevolmente e con
animo grato, ed egli ricambia con un altro dono i servizi resigli dal vicino.
43)
Se il nuovo arrivato invece gli dice: “Fratello
nel grande Spirito! Io mi sono ormai persuaso che le tue condizioni non sono
affatto floride, perciò vedi, è mia intenzione ridarti in possesso la tua
proprietà di prima e cercare dimora in qualche altro luogo”. – Allora
l’altro anziano replica così: “Fratello
nel grande Spirito! Io preferisco abbandonare la mia vita ed augurarmi di non
esistere, piuttosto che vederti lasciare il posto che hai occupato con
l’approvazione del grande Spirito! Tu sai già che non è il terreno, bensì
unicamente il grande Spirito a fornire i mezzi per vivere. Perciò i terreni sui
quali ci troviamo sono abbastanza vasti da sostentare perfettamente dieci ed
anche più delle nostre famiglie”.
44)
Quando poi, come di solito succede, il nuovo arrivato desiste dal suo
proposito, allora l’avvenimento viene nuovamente solennizzato tra grandi
manifestazioni di gioia, e l’abitante del luogo fa tutto il possibile per
legare per sempre al proprio cuore il fratello arrivato da poco.
45) E
per oggi sia sufficiente quanto detto; la prossima volta proseguiremo nel
nostro esame delle istituzioni sociali e familiari degli abitanti delle
montagne.
[indice]
La
principale legge di vita: agire secondo la Volontà di Dio
Trattamento
dei trasgressori
1)
Dunque, dopo aver constatato che su quel pianeta, particolarmente presso gli
abitanti delle montagne, non esiste affatto alcuna chiusa delimitazione della
proprietà e come la faccia di un uomo sia più che sufficiente per tutti gli
abitanti di Saturno a testimoniare che da parte del grande Spirito gli è stato
conferito indiscutibilmente il diritto di prendere possesso in qualsiasi punto
dell’intero pianeta di quanto gli occorre a soddisfare le proprie necessità,
noi rivolgeremo di nuovo la nostra attenzione alla famiglia costituitasi in una
unità separata sotto la guida del nuovo anziano.
2)
Noi abbiamo assistito alla piantagione del tempio ed abbiamo pure constatato la
possibilità che, in seguito ad una tale seminagione santificata, sorga dal
terreno di quel pianeta il tempio stesso con rapidità prodigiosa, nonché
abbiamo visto come gli abitanti procedono alla costruzione di tutti gli altri
edifici. Poi abbiamo osservato in modo dettagliato il sorgere di una nuova
colonia e ora ci manca di conoscere quella che da voi viene chiamata ‘costituzione politica’.
3) “In che cosa consiste questa in una tale
famiglia?”. – Ecco, tale costituzione sociale, là è quanto mai concisa e si
può riassumere in poche parole, poiché la sua norma fondamentale consiste
unicamente in questo: nel fatto che a nessun membro della comunità familiare è lecito fare,
né effettivamente fa, nessuna cosa senza la Volontà del grande Spirito che gli
viene annunciata dal capo anziano della famiglia. Tuttavia, quando qualcuno ha
appreso la Volontà del grande Spirito per bocca dell’anziano, egli non deve
iniziare un lavoro qualsiasi prima di aver rivolto al grande Spirito, nel suo
intimo, i più fervidi ringraziamenti per avergli manifestato la Sua Volontà, e
dopo il ringraziamento non abbia pregato di nuovo il grande Spirito per la
buona e giusta riuscita dell’opera da intraprendere.
4)
Questa è la legge principale e fondamentale dell’intera costituzione sociale
degli abitanti di Saturno. A questa legge fondamentale ciascuno uniforma il
proprio agire e poi non si cura assolutamente d’altro se non di vedere, come
meglio potrà ad opera compiuta, porgere al grande Spirito i dovuti
ringraziamenti.
5)
Voi potete prenderMi alla lettera se vi dico che
questa breve massima include in sé tutte le cose immaginabili, poiché colui che
opera secondo la Mia Volontà, opera sempre bene!
6)
Perciò non esistono là norme esplicative in relazione a questa succinta
costituzione sociale che perfino un fanciulletto può
imprimersi bene in mente dopo averla detta al massimo per tre volte; né questa
breve legge è affiancata ad alcun codice penale che funzioni da correttore
sociale, bensì l’espressione: “Io agisco secondo la riconosciuta Volontà del grande
Spirito!”, è per ciascun abitante di Saturno il più valido documento
che fornisce la prova della legittimità del suo modo di agire, e quindi la
sicurezza di non danneggiare nessun altro.
7)
Qualora però avvenga, come accade raramente, che qualcuno dalle pianure salga
dagli abitanti delle montagne e si dedichi in qualche luogo lassù ad alcune
faccende a suo proprio vantaggio senza essersi prima consultato con l’anziano
di una o dell’altra famiglia, allora il capo di una famiglia va direttamente a
lui e gli chiede: “Per volontà di chi fai
questo?”. – Se l’interrogato risponde: “Io
agisco secondo la Volontà del grande Spirito!”, egli viene lasciato in pace
nel suo lavoro.
8) Ma
se la risposta suona: “Ho sentito il
bisogno di intraprendere questo o quello, per averne un vantaggio!”, allora
l’anziano lo ammonisce subito dicendogli:
9) “Ascolta, fratello nel grande Spirito! Come
è possibile che, oltre al bisogno che si concentra unicamente nella Volontà del
grande Spirito, tu possa avere un altro bisogno che sia qualcosa di diverso e
di separato dal bisogno secondo la Volontà del grande Spirito? Perciò io, da
vero fratello nel grande Spirito, ti consiglio di tralasciare immediatamente
l’opera intrapresa, affinché non ti colga la sventura mentre la esegui. Se sei
bisognoso e non hai dimora, ecco, la nostra abitazione è abbastanza spaziosa
per accogliere non solo te, ma anche altri cento dei tuoi pari. Se però tu
compi tale lavoro spintovi da un qualche tuo segreto interesse, prostrati
immediatamente sulla tua faccia e, pentito, supplica con tutto il tuo fervore
il grande Spirito affinché ti risparmi la punizione che hai meritato! Il grande
Spirito, infatti, è immensamente buono con i buoni, ma estremamente severo e
giusto con chi opera contro la Sua Volontà santa sopra ogni cosa!”.
10)
Ad una simile ammonizione l’estraneo non autorizzato abbandona subito il lavoro
cominciato, ma, qualora avesse l’intenzione di opporsi, l’anziano che lo ha
ammonito si limita a dirgli: “Allora fa
pure come vuoi; da parte mia questo ti sia concesso per tutti i tempi, affinché
il tuo peccato non appaia ancora più grave agli occhi del grande Spirito. Bada
però che la punizione non ti raggiunga mentre esegui la tua opera!”.
11)
Dopo di ciò gli porge la mano e si allontana lasciando pure che continui il suo
lavoro. Ma, arrivato a casa propria, che fa l’anziano? Qualcuno di voi potrà
forse credere che il suo primo pensiero sarà quello di mandare un gruppo della
sua gente, armata di lance e provvista di funi come si usa da voi, per far
prigioniero il criminale o ladro e portarlo a casa per impartirgli la giusta
punizione? Oh, no! Presso gli abitanti di quel pianeta, questo non è affatto il
caso, tanto meno trattandosi poi degli abitanti delle montagne. In una simile
occasione, invece, l’anziano avverte immediatamente tutti i membri della
famiglia di ciò che sta succedendo, e poi li invita a riunirsi tutti in una ferventissima preghiera al grande Spirito affinché Questi
voglia usare Grazia e Misericordia verso quel fratello che si è traviato agendo
contro la Sua Volontà e perché gli piaccia di ricondurlo al vero riconoscimento
che l’uomo non ha bisogno d’altro che della Volontà del grande Spirito.
12)
Quando tutta la famiglia ha così ferventemente pregato per qualche tempo,
l’anziano poi si raccoglie ed invoca lo spirito della Luce, che è sempre il
consigliere della famiglia, affinché gli faccia conoscere la Volontà del grande
Spirito per il durevole bene del fratello traviato. In simili casi lo spirito
indica anche sempre all’anziano cosa si deve fare.
13)
Se il trasgressore è un egoista interessato molto indurito e caparbio,
l’anziano viene di regola incaricato di fare prigioniero l’intruso e di
condurlo sull’altura dove si trova la dimora della famiglia. Là gli viene
offerto anzitutto da mangiare e da bere, poi si comincia ad istruirlo nel
riconoscimento della Volontà grande Spirito, la sola valevole, e tale
istruzione dura sette giorni. Trascorsi i sette giorni, egli viene condotto nel
tempio dove è tenuto a promettere solennemente al grande Spirito, dal più
profondo del suo essere, volonterosissima obbedienza, con ciò egli s’impegna a
non fare e a non intraprendere in avvenire, mai nulla senza la Volontà del
grande Spirito.
14)
Compiuto tutto ciò, se il peccatore si è convertito, egli, dopo il rendimento
di grazie, viene abbondantemente provvisto di viveri ed accompagnato da tre
persone giù alla pianura dove ha detto che si trova la sua dimora. Se questo
risulta corrispondente a verità, tutto il processo è finito; soltanto i tre
accompagnatori si ritengono in dovere di ammonirlo ancora una volta
fraternamente, ma con tutta serietà, a mantenere la promessa fatta e a
dimostrarsi grato al grande Spirito.
15)
Qualora risulti invece che lo straniero ha la propria dimora troppo distante
dalle montagne, o che non ha affatto una dimora, ciò che appunto presso gli
abitanti delle pianure talvolta succede, allora nel primo caso egli viene congedato
non appena raggiunta la valle, però con parole molta serietà viene ammonito a
non mancare mai più alla promessa fatta; poi, subito dopo che gli è stata
impartita la benedizione, viene lasciato in libertà.
16)
Ma se egli in certo qual modo è un vagabondo e non ha una abitazione propria,
nonostante abbia asserito il contrario, allora in un caso simile, che si
verifica estremamente di rado, egli viene bensì rilasciato, però gli viene
intimato solennemente che egli, così facendo, non ha ingannato loro, cioè gli
abitanti della montagna, bensì Colui, la cui Volontà essi adempiono sempre.
Però questa è anche la mancanza più grave che un uomo possa commettere; perciò
conviene che egli badi molto bene come potrà reggere al cospetto di Colui a Cui
sono noti tutti i pensieri già prima ancora che vengano pensati.
17)
Essi gli espongono le conseguenze terribili di una simile azione, le quali sono
conosciute in base all’esperienza e poi lo lasciano senza averlo benedetto,
poiché chi ha peccato contro di loro, essi lo benedicono, affinché s’induca a
convertirsi nuovamente al grande Spirito, ma chi ha peccato contro il grande
Spirito, nessuno si azzarda a benedirlo prima che non si sia convinto che il
grande Spirito è ancora misericordioso nei suoi confronti. Qualora questo sia
il caso, allora anche i suoi simili gli concedono nuovamente la loro
benedizione.
18)
Ma se invece, come succede di frequente, la punizione del grande Spirito viene
ben presto su di lui, allora gli abitanti di Saturno si associano quasi
giornalmente nella preghiera al grande Spirito intesa ad ottenere il perdono
del peccato commesso contro di Lui da tale peccatore; ma nessuno osa
riconcedere la propria benedizione ad un simile reo prima che non si sia reso
conto, in maniera naturale o per vie spirituali, che il grande Spirito ha
cominciato a mitigare la pena decretata contro di lui. Questo dunque è il
procedimento in uso nel caso in cui un simile peccatore si dimostri ostinato
nel suo errore.
19)
Ma se il peccatore invece non è un indurito, allora l’anziano incarica tre
membri della famiglia di portarsi, abbondantemente provvisti di frutta, sul
posto dove il colpevole si trova ancora intento nel suo lavoro. Giunti da lui,
gl’impongono nel Nome del grande Spirito di desistere immediatamente dall’opera
intrapresa, lo ammaestrano poi riguardo alla Volontà del grande Spirito, gli
perdonano il suo gesto, lo prendono in mezzo a loro e lo conducono giù fino al
luogo dove egli ha detto che si trova la sua dimora.
20)
Arrivati là, gli offrono in dono i frutti che hanno portato con loro e gli
parlano così: “Fratello, affinché tu
d’ora in poi non pecchi più contro di noi, né molto meno ancora contro la
Volontà del grande Spirito, ti lasciamo la libertà di venire da noi quando vuoi
e tu non ritornerai mai a mani vuote a casa tua, dato che noi sappiamo che
questa cosa è conforme alla Volontà del grande Spirito. Ma qualora tu osassi
peccare nuovamente come questa volta, la punizione da parte del grande Spirito
non mancherà certo di raggiungerti al primo passo falso”.
21)
Poi gli stringono la mano, lo benedicono, lo esortano ad essere grato verso il
grande Spirito ed infine si allontanano da lui.
22)
Ecco, questo è tutto il penoso procedimento giudiziario nei casi di tali azioni
da parte degli abitanti di Saturno. La prossima volta osserveremo simili
costituzioni e procedimenti sociali.
[indice]
Lavorazione
dei metalli e altre attività artigianali
Il vero
liberismo dell’amore per il prossimo nel commercio e nei traffici
1)
Nella cerchia degli ordinamenti della costituzione degli uomini di Saturno
rientrano inoltre le norme che vanno osservate nella produzione dei necessari
utensili di metallo, che essi adoperano per abbattere gli alberi, per la
fabbricazione di arnesi ad uso domestico, per dissodare e lavorare il terreno,
e per tagliare i cibi e altre cose.
2) “Ma dove vengono approntati questi
utensili?”. – Vedete, a questo scopo, in questo pianeta, specialmente ai
piedi delle montagne, esistono delle apposite fabbriche dove vengono prodotti
ogni tipo di simili utensili, impiegandovi un metallo altrettanto utile e molto
simile al vostro ferro.
3) “E chi sono i fabbricanti di tali prodotti?”.
– Ecco, per avere il diritto di prelevare dalla fabbrica tali prodotti nella
misura dei propri bisogni, ciascuna delle famiglie che compongono la comunità
deve anche mandare a turno un determinato numero di operai alla fabbrica per
lavorare il metallo sotto la direzione di un anziano che funge da capomastro.
Tuttavia il metallo non viene trasformato in utensili già in una simile
fabbrica, bensì viene semplicemente estratto dalla montagna e sottoposto ad un
trattamento preliminare, così come da voi vengono ottenute le sbarre di ferro e
preparate per vari usi.
4)
Quando l’uno o l’altro degli operai ha compiuto il termine pattuito di cento
giorni di lavoro nella fabbrica, ammesso che questa abbia, ad esempio, cento
operai, allora la quantità di metallo ricavato viene anch’esso diviso in cento
parti e, a periodo ultimato, ciascun operaio che lascia il lavoro riceve la
giusta parte di metallo che gli spetta, e la porta prontamente dove la comunità
ha la sua dimora, come un bene appartenente a chiunque della famiglia ne abbia
bisogno.
5) “Che cosa succede poi di una simile porzione
di metallo che, non di rado, secondo le vostre misure, arriva ai 20.000 ed
anche ai 30.000 quintali?”. – Se nei depositi ci sono ancora utensili a
sufficienza, allora il metallo viene avvolto in uno strato di foglie e
consegnato all’anziano della famiglia per la custodia; se invece gli utensili
esistenti sono troppo usati, allora si procede alla fabbricazione di utensili
nuovi, secondo le disposizioni dell’anziano.
6) “Ma in che modo si svolge l’operazione?
Forse voi pensate che anche là si ricorra al fuoco di una fucina come da voi?”.
– Ebbene, niente di tutto questo; su Saturno viene seguito un metodo molto più
meraviglioso e nello stesso tempo più semplice. Su questo pianeta gli abitanti
dispongono di un frutto a forma di zucca, che alla superficie inferiore è
incavato molto regolarmente e la cui concavità raggiunge spesso un diametro
dalle venti alle trenta tese. La scorza esterna di questa specie di zucca, e
particolarmente la parte inferiore concava, è naturalmente liscia e lucente
tanto quanto il vostro acciaio più delicatamente lucidato. E vedete, su questa
parte inferiore del frutto gli abitanti raccolgono i raggi del Sole e dirigono
il fuoco di questo specchio concavo sulla grossa sbarra di metallo che
intendono lavorare e non occorre più di qualche istante per far diventare
incandescente una parte considerevole della sbarra.
7) La
parte incandescente viene poi tagliata via dalla sbarra a seconda
dell’occorrenza e trasformata nell’uno o l’altro utensile, lavorandola a martello
su un incudine che di solito consiste in un masso di una pietra speciale dura
come il diamante e molto liscia.
8) Se
un fabbro da voi impiega mezz’ora per fabbricare una falce, un uomo di Saturno
può nello stesso tempo produrne almeno dieci, quantunque una falce completa su
Saturno non di rado pesa fino a 10 quintali. Basta che ci pensiate su un po’ e
non avrete difficoltà a persuadervi della grande abilità che un simile fabbro
dimostra nella sua arte!
9)
Resta da vedere ancora chi esercita quest’arte su quel pianeta. Però la
risposta non è difficile e la cosa sarà presto chiarita se Io vi dico che
presso quegli uomini vige una regola familiare secondo la quale ciascun
individuo è tenuto ad imparare tutti i mestieri, affinché non vi sia alcuna
distinzione di stato fra persona e persona e nessuno possa dire all’altro: “Io
sono più necessario di te e i miei prodotti sono più importanti dei tuoi!”,
bensì ciascuno sa fare quanto il proprio fratello, in modo che l’uno può
aiutare l’altro ed essergli utile in qualsiasi evenienza. E, nel caso in cui
l’uno o l’altro sia chiamato a fungere da anziano e capo famiglia, egli può
guidarla in tutti i campi della sua attività.
10)
Considerato però che tutti sono esperti in qualsiasi lavoro necessario alla
vita, si rende pure superfluo ogni commercio illecito, specialmente presso gli
abitanti delle montagne. Anche per questo motivo essi non producono mai niente
che non occorra loro per venderlo o scambiarlo con qualche vicino, bensì la
quantità dei loro prodotti è sempre regolata a seconda dei bisogni della
famiglia.
11)
Se però, malgrado tutto, un giorno si presentasse un vicino per chiedere
qualcosa che gli manca, dato che egli non è così benestante come l’altro,
allora non gli si domandaerebbe affatto che cosa
intende offrire in cambio di quello che gli occorre, bensì in una simile
occasione gli si chiede unicamente la Volontà del grande Spirito. Se egli
dispone di questa testimonianza, che su Saturno è l’unica valida, cioè l’unica
“moneta corrente” su quel pianeta, allora gli viene immediatamente consegnato
in sua assoluta proprietà ciò di cui ha bisogno secondo quanto ha indicato,
senza che nessuno pensi ad alcuna ricompensa.
12)
Ciò accade in seguito ad una legge sociale in
vigore tra di loro, la quale è del seguente tenore: “Chi mai è più del grande Spirito? Che cosa
abbiamo dato noi a Lui in compenso per averci Egli assegnato un mondo così
grande e ben provvisto di così tanti beni? È doveroso dunque da parte nostra
essere grati al grande Spirito per ciascun dono che Lui ci fa, ma se noi
accettassimo da nostro fratello anche un solo ringraziamento, quale figura
faremmo al cospetto del grande Spirito richiedendo dai nostri fratelli quello
che compete unicamente a Lui? Dunque, guai a colui che pretendesse dal proprio
fratello un ringraziamento per un dono fattogli, mentre è piuttosto egli stesso
in dovere di ringraziare il grande Spirito per averlo ritenuto degno di rendere
servizio ad un fratello”.
13)
Quindi, poiché l’abitante di Saturno per questa eccellente ragione non accetta
volontariamente dal suo prossimo nemmeno alla lontana un ringraziamento, tanto
meno ancora accetterà un qualche compenso d’altro genere. Così è anche regolato
ogni rapporto commerciale fra quegli abitanti.
14)
Là non esistono in nessun luogo né botteghe di cambiavalute, né uffici
doganali, né stimatori né ispettori delle merci e l’usura è perfettamente
estranea a tutta la gente di Saturno.
15)
Uno strumento di cui si fa gran uso sulla vostra Terra è la bilancia, esso è
invece sconosciuto agli abitanti di Saturno, perché essi non conoscono altra
bilancia all’infuori della Volontà del grande Spirito e quella del bisogno del
proprio fratello.
16)
Anche un secondo sistema di misurazione, che da voi si chiama cubito, è
sconosciuto agli abitanti di Saturno. Essi non misurano niente in cubiti! Per
loro l’unica misura infallibile è la parola del fratello secondo la Volontà del
grande Spirito, con la quale si misura quanto all’uno o all’altro fratello,
occorra e quanto viene richiesto da lui.
17)
Un simile modo di trattare gli affari sarebbe anche sulla Terra molto migliore
delle leggi inumane sulla vendita del grano, e questo sarebbe molto migliore
anche di tutte le vostre borse, banche, botteghe di cambiavalute e negozi
d’ogni genere, poiché il vostro povero intelletto,
per poco pure che sia, dovrebbe suggerirvi: “Che cosa mai abbiamo dato noi a Dio per tutti i prodotti della Terra e
che prezzo Gli abbiamo pagato per la Terra stessa, perché possa risultare
giustificato il nostro modo di spadroneggiare come se fossimo noi i diretti
proprietari della Terra?”
18)
Ad una simile domanda, ammesso anche un briciolo soltanto di sano intelletto in
voi, dovrebbe risultarvi senz’altro chiaro da tutto il vostro modo di agire,
quanto sia ingiusto di fronte a Me, appropriarsi con la violenza, spinti da
invidia o avarizia, lavorare per l’uno o quell’altro scopo e dare al fratello
ad un prezzo esorbitante, quando egli ne ha bisogno o desiderio, i prodotti,
concessi dalla Mia Mano amorosa, del Mio terreno, che Io solo ho creato e
disposto in modo che ciascuno ne avesse una parte uguale a quella dell’altro.
19)
Ma lasciamo frattanto tutte queste cose della Terra che gridano vendetta e
ritorniamo su Saturno, dove gli esseri umani sono ancora in possesso di tesori
tali, che la ruggine non corrode, né le tarme distruggono e osserviamo alcune
pagine del loro libro delle leggi per niente grosso, che è scritto nei loro
cuori!
[indice]
Produzione
del tessuto per un abbigliamento nell’ordine naturale
Uso non
adulterato dei prodotti naturali
1)
Noi abbiamo osservato or ora quegli abitanti nella loro funzione di fabbri, ed
abbiamo visto come essi in caso di bisogno si prodigano verso il prossimo con
amore e disinteresse; ora però passeremo ad osservarli nella loro qualità di
fabbricanti di stoffe.
2)
Considerato che dalla descrizione, tanto del regno vegetale quanto del regno
animale abbiamo constatato che su Saturno ci sono delle piante provviste di una
specie di peli molto lunghi che sporgono specialmente dai fiori ed anche dalle
foglie, ed abbiamo altresì visto che il corpo di molti fra gli animali è
abbondantemente coperto di lana e che dal collo di alcuni pende una folta e
lunga criniera, risulta cosa naturale e chiarissima che tutto ciò venga
sfruttato dagli abitanti di Saturno.
3) “Ma come viene utilizzato questo materiale?”.
– Ecco, a questo riguardo non c’è molta differenza fra voi e gli abitanti di
quel pianeta. Il materiale viene filato, e il filo che ne risulta è certo un
po’ più robusto di qualche fune piuttosto grossa da voi, ma nonostante ciò, è
relativamente soffice per poterne ottenere un tessuto che si adatta benissimo
alla corporatura gigantesca di quegli abitanti.
4) “Chi è poi che si occupa della filatura e
della tessitura delle stoffe?”. – Vedete, questa su Saturno è una mansione
che viene affidata esclusivamente alle donne, ma ciò non avviene come da voi
che usate dei telai per tessere, bensì all’incirca come le vostre donne
preparano le calze avvalendosi dei cosiddetti ferri da calza. In questo modo
vengono lavorati a maglia addirittura degli interi capi di vestiario, e
precisamente sempre avvalendosi, al posto dei ferri, di due lunghe asticciole
di legno. Le donne di Saturno sono abilissime in questo lavoro, tanto anzi che
una donna arriva in una giornata ad approntare una striscia di stoffa lunga più
di 100 braccia (7.800 m) e larga da 5 a 6 (400-450 m).
5) “E questa stoffa, viene poi tinta?”. –
No, una cosa simile non la fa nessuno su quel pianeta, perché a questo riguardo
esiste un’altra legge familiare che tende a frenare certi stimoli della vanità
che fanno talvolta capolino nelle pianure, e questa
legge suona così:
6) “Quello di voler
rendere migliore, più bella e più perfetta una cosa di quanto l’abbia già fatto
il grande Spirito, va considerato come atto sacrilego! Perciò guai a te se
vorrai far rosso quello che il grande Spirito ha destinato che debba esser
bianco! Guai a te se vorrai raddrizzare quello cui il grande Spirito ha dato una
forma curva! Guai a te se vorrai rendere un cibo più saporito di quanto il
grande Spirito lo abbia già preparato per te!
7) Chi agirà
contrariamente a quanto è corrispondente alla Volontà del grande Spirito, sarà
guardato con occhio d’ira e vedrà venire sul suo corpo un male dopo l’altro,
come sempre accade nelle pianure, dove gli uomini non si rendono conto che il
grande Spirito ha disposto ogni cosa benignamente e con la massima sapienza, in
modo che l’uomo non ha bisogno di cambiare nulla, bensì di accettare con animo
grato ciò che la mite mano del grande Spirito gli dona. Noi non siamo qui che
per usufruire di quello che il grande Spirito ci offre, e non già per
migliorare e abbellire i Suoi doni prima di farne uso.
8) Soltanto il
metallo il grande Spirito l’ha posto allo stato grezzo nella Terra e noi
dobbiamo prima cuocerlo e poi adoperarlo, ma questa cosa la possiamo fare
perché fu il grande Spirito ad insegnarcela. Ugualmente, conformemente alla Sua
Volontà, noi possiamo cuocere al fuoco alcuni frutti per renderli più morbidi;
i rami degli alberi noi possiamo tagliarli per costruire i nostri magazzini.
Questo ce l’ha insegnato Lui stesso.
9) Ma che si debba
dare un altro colore e un altro aspetto ad una cosa, questo Egli non ce l’ha
mai insegnato. Perciò è un gran sacrilegio contro il grande Spirito voler
colorare il bianco di rosso, il verde di nero e il giallo di blu e viceversa.
10) Dato che tra di
noi non siamo nient’altro che fratelli e sorelle nel grande Spirito, non
essendoci distinzione alcuna ed essendo tutti uguali al Suo cospetto, perché
mai dovremmo distinguerci l’uno dall’altro mediante la colorazione delle vesti?
11) Dunque, il
grembiule che cinge i nostri fianchi e che arriva fino alle ginocchia, sia
sempre azzurro come è naturalmente azzurra la lana che ci serve per
confezionarlo. La nostra giubba invece rimanga di colore rosso come la criniera
dell’animale che ci fornisce il materiale, il nostro cappello abbia il colore
della paglia con la quale viene fatto, ed infine il nostro mantello rimanga
sempre di colore verde come è verde la lana che ricaviamo dai vari alberi e
piante.
12) Le donne poi a
loro volta si accontentino anch’esse invariabilmente della loro ampia camicia
azzurra, mentre possono mettere a profitto le belle foglie dell’albero che ci
serve da dimora per confezionarsi delle giubbe, nonché possono adoperare per
loro ornamento varie altre cose ancora che il grande Spirito fa crescere per
loro tanto sugli alberi e sugli arbusti quanto sugli animali. Ma sia ben lungi
da loro l’eccessiva passione per il lusso come essa è coltivata dalle donne
dimoranti sulle rive dei grandi fiumi e dei laghi, le quali amano ornare i loro
corpi, abituati alla mollezza, con ogni tipo di cianfrusaglie.
13) Il nostro
dovere, invece, qui sulle sacre montagne, è di essere costanti in ogni cosa e
fedeli alla Volontà del grande Spirito”.
14)
Ecco, questa è una norma familiare un po’ allungata per quello che riguarda il
vestiario e la sua confezione, ed anche il modo in cui questo deve essere
portato.
15) Anche
per quanto riguarda tali capi di vestiario gli abitanti delle montagne sono,
come in ogni altro aspetto, ugualmente generosi; se ad esempio si presenta a
loro un uomo quasi nudo proveniente da qualsiasi luogo, la sua nudità già
costituisce una testimonianza validissima del grande Spirito, in seguito alla
quale chiunque disponga di una riserva di abiti è tenuto ad offrirne senza
indugio a quel misero perché si copra. Chi si rifiutasse, dovrebbe aspettarsi
l’esilio per uno due ed anche fino a tre anni per imparare, in uno simile stato
di isolamento, quanto sia doloroso dover vagare quasi nudo.
16)
In voi forse sorgerà il pensiero: “Ma
come può una persona ridurre in uno, due o tre anni le sue vesti in condizioni
da andare quasi nudo?”. – Tuttavia Io Mi limiterò a ricordarvi che un anno
di Saturno equivale a quasi trenta anni terrestri. Se voi calcolate in
proporzione la durata annuale, biennale o triennale dell’esilio, dovrà
riuscirvi chiarissimo come un capo di vestiario non possa trovarsi in
condizioni eccessivamente buone se portato giorno e notte.
[indice]
Struttura fisica dell’uomo, della donna e dei bambini
Concepimento, gravidanza e nascita
1)
Per quanto riguarda le altre norme familiari, esse pure molto notevoli, noi ci
riserviamo di passarle brevemente in rassegna dopo che avremo fatto un po’ più
da vicino la conoscenza della struttura fisica degli abitanti di Saturno, tanto
di sesso maschile quanto femminile, così che porremo addirittura la domanda: “Come si presenta fisicamente la gente di
questo pianeta?”
2)
Considerato che finora abbiamo sempre cominciato considerando il meno perfetto
per passare poi al più perfetto, resteremo ligi a questa regola, e perciò anche
qui considereremo anzitutto la donna e dopo l’uomo.
3) “Che aspetto ha dunque la donna su quel
pianeta?”. – Come avete già avuto occasione di constatare, su Saturno quasi
tutte le cose sono più perfette, imponenti e belle che non sulla Terra; quindi
tanto più questo è il caso trattandosi del genere umano. Ne consegue perciò che
la donna di Saturno, per quanto concerne il suo aspetto esteriore, è una
creatura quanto mai perfetta e bella oltre ogni vostro concetto. Quantunque ai
vostri occhi debba apparire come una figura gigantesca, se lei si trovasse su
questa Terra, al cospetto della sua bellezza l’animo vostro proverebbe uno
struggimento indicibile, perché il suo corpo è in ogni punto l’espressione
ideale della linea curva; le membra sono proporzionate alla perfezione, e in
tutto il suo essere non sarebbe possibile scoprire nulla che tradisca asprezza
e durezza.
4) La
sua epidermide è candida come la neve quando è esposta ai raggi del Sole e
soltanto qua e là, dove la pelle è di solito più delicata, traspare un pallido
color rosso. Nonostante la grandezza del corpo, la donna di Saturno ha
l’epidermide più fine e morbida che non la castellana più delicata sulla vostra
Terra.
5)
Solamente le unghie delle mani e dei piedi differiscono alquanto da quelle
vostre delle mani e dei piedi; esse cioè hanno l’aspetto come se voi voleste
stendere su una lamina d’oro lucido un lieve strato di color carminio. Però,
dove le unghie crescono oltre la carne delle dita, vanno assumendo tutti i
colori dell’iride, in modo che una donna di Saturno ha già per effetto della
natura, le proprie dita adorne meglio delle vostre donne anche quando queste vi
infilano gli anelli più preziosi.
6) Il
seno della donna di Saturno è ricolmo, estremamente elastico e dall’epidermide
tendente piuttosto verso il rosso; nello stesso tempo però appare quasi non più
come materia, ma come una sostanza eterea, in modo che il seno delle vostre
donne, anche della struttura più delicata, lo si dovrebbe, al paragone,
giudicare di pura selce. Le braccia sono piene e di una linea perfetta non
interrotta da alcuna angolosità, fino all’estremità delle dita; così pure i
piedi sono di una forma purissima.
7) Il
collo non si può dire né troppo lungo né troppo corto, ma si eleva sulle spalle
mirabilmente proporzionato e su questo collo, salvo rarissime eccezioni, poggia
sempre, voi potete crederMi, un capo di una bellezza
veramente celestiale.
8) La
fronte è di media altezza e di un candore abbagliante; il naso è diritto e
dalla linea nobile, dolce e tenera in tutte le sue parti. Gli occhi sono per lo
più spiccatamente grandi, le pupille d’un nero profondo e l’iride perfettamente
azzurro-cielo; il rimanente del globo dell’occhio è bianchissimo. Le ciglia
sono sempre molto folte e di colore biondo dorato cupo. I capelli sono
morbidissimi, dello stesso colore delle ciglia ed arrivano non di rado fino
oltre al ginocchio; la bocca è relativamente piccola e le labbra, d’un bel
rosso carminio, nascondono due file di denti che sembrano altrettante perle
incastonate nelle due mascelle. Il mento è un po’ sporgente ed è, come le
guance, lievemente rosso; le orecchie in rapporto al capo si possono dire
piuttosto piccole che grandi e sono esse pure lievemente rosse.
9)
Ecco, così avreste ora la descrizione perfetta dell’aspetto esteriore di una
donna di Saturno! Però non dovete pensare che rispetto alla fisionomia una
donna sia simile all’altra! Bensì, come succede sulla vostra Terra, altrettanto
succede su Saturno; cioè tra diecimila visi non ce ne sono due che si possono
dire uguali.
10)
Se voi ora questa figura, che vi è stata descritta, la immaginate dentro le
vesti di cui abbiamo parlato prima, potrete farvi, con l’aiuto della vostra
fantasia, una discreta rappresentazione di una simile donna di Saturno. E così
noi avremmo terminato la descrizione della donna perciò passeremo subito a
considerare l’uomo dal punto di vista fisico.
11) Dunque: “Quale
aspetto ha l’uomo?”. – Come all’incirca vi è già noto, l’uomo è parecchio
più grande della donna; questo è un fatto che, nelle sue proporzioni, non si
verifica così facilmente sulla Terra, poiché su Saturno l’uomo è di solito da
15 fino a 20 piedi (5-6 m) più grande della donna. Da principio questo vi sembrerà certo un po’
strano se pensate che la donna in rapporto all’uomo, su Saturno, è precisamente
quello che da voi rappresenta una fanciulla di dieci o dodici anni accanto ad
un uomo già adulto e robusto.
12)
Ma d’altra parte se considerate che su quel pianeta la procreazione del genere
umano non avviene come sulla vostra Terra, ben presto anche tale rapporto vi apparirà
un rapporto equo e giusto. E considerato che abbiamo toccato l’argomento delle
generazione, su questo vogliamo soffermarci un po’, prima di riprendere la
descrizione dell’uomo.
13)
Dunque: “Come avviene la procreazione su
Saturno?”. – Ecco, essa avviene così come sarebbe potuto avvenire anche
sulla Terra, qualora l’uomo non si fosse allontanato da Me (la caduta di Adamo) prima che Io lo avessi benedetto, vale a dire:
per effetto del solo amore e per mezzo della ferma volontà.
14)
Perciò, quando l’uomo di Saturno vuol procedere ad un atto generativo, egli si
presenta all’anziano assieme alla propria moglie (l’uomo di Saturno non ha mai più di una moglie). L’anziano lo
benedice nel Nome del grande Spirito; dopo di che i due coniugi si prostrano e
pregano con gran fervore il grande Spirito, affinché Egli voglia suscitare il
desiderato frutto vivente.
15)
Terminata la preghiera, l’uomo prende in braccio la donna, la stringe al suo
cuore e la bacia dapprima sulla fronte, poi sulla bocca, ed infine sul seno. Da
ultimo le posa la mano sul ventre e la fissa con la sua volontà, ed in ciò si
compendia anche tutto l’atto della generazione, durante il quale tanto l’uomo,
quanto la donna provano una sensazione purissima di amore veramente celestiale
che li mantiene per lungo tempo in uno stato di allegrezza entusiastica.
16)
Compiuto così tale atto, ambedue si prostrano nuovamente, rendono grazie al
grande Spirito e contemporaneamente invocano da Lui la benedizione per il
prosperare del frutto. Quindi i due ritornano dall’anziano e allora la donna
riceve la sua benedizione e solo dopo quella del proprio marito.
17)
La gravidanza su Saturno dura soltanto la quarta parte di un anno (di Saturno) e tale stato si rende
manifesto esteriormente nella donna unicamente con il fatto che la tinta del
seno si accentua alquanto.
18)
Il parto poi è completamente indolore. Quando vengono al mondo i bimbi, sono
molto piccoli, cioè a mala pena grandi quanto i vostri al loro quinto anno di
età; essi però crescono molto rapidamente e, nel giro di tre dei vostri anni,
arrivano spesso alle 12 e talvolta anche alle 15 tese (22-28 m) di
statura.
19) I
bimbi sono così leggeri durante i primi anni, che possono rimanere sospesi
nell’aria come piume, e il peso specifico del loro corpo aumenta solo quando
vengono svezzati dal seno materno e cominciano a nutrirsi di elementi più
solidi. Questo è anche il motivo per cui su Saturno non si è mai inteso che un
fanciullo si sia ferito cadendo a terra dall’alto.
20)
Se voi dunque considerate quanto vi è stato or ora detto, vi sarà tanto più
facile comprendere perché la donna in rapporto all’uomo sia quasi un terzo più
piccola e corrispondentemente anche più debole.
21)
L’uomo là è una perfetta immagine di Me; la sua statura rende testimonianza che
egli è un signore della natura di quel pianeta, e il suo aspetto in generale
equivale alla seguente enunciazione: “Questa è la giusta forma dell’uomo, il quale non deve
apparire né aspro né duro come una roccia, e d’altro canto neppure così tenero
come il seno di una donna; bensì deve essere pienamente ad immagine di Colui
Che lo ha creato, e cioè comprendere in sé ogni perfezione della forza, della
potenza, della robustezza, della fermezza di volontà e della magnificenza e
bellezza di ogni forma”.
22)
Se però volete rappresentarvi la forma di un uomo di Saturno, voi dovete
immaginarvi un giovinetto della vostra Terra formato fisicamente in maniera
impeccabile, nel quale la muscolatura non sia ancora eccessivamente accentuata,
bensì appaia in via di formazione; rivestite ora di questa perfetta forma
umano-maschile l’uomo di Saturno, certo nelle sue dimensioni, e voi avrete
esattamente la sua figura; soltanto è da notarsi che l’uomo su Saturno ha l’epidermide
molto più fine di un simile giovinetto della Terra.
23)
Il mento dell’uomo di Saturno è ornato da una barba relativamente grande e il
capo da una capigliatura inanellata, che scende fino a metà del corpo e di
colore per lo più biondo chiaro; la barba e particolarmente le sopracciglia
sono sempre alquanto più scure dei capelli.
24)
Tutte le parti del suo corpo sono in perfetta proporzione tra loro ed
armonicamente sviluppate, alcune parti, però, come le guance, il petto ed anche
le braccia, hanno l’epidermide colorata più vivacemente che non nella donna.
25)
Forse dentro di voi vi rivolgerete in segreto la domanda: “Questi uomini di Saturno non hanno anch’essi dei particolari organi
genitali come li abbiamo noi?”. Oh, sì certamente; soltanto che non sono in
proporzione così grandi, né così marcatamente sviluppati, dato che il loro
corpo ne è provvisto ad un solo scopo.
26)
Raffiguratevi adesso un simile uomo di Saturno e consideratelo nella sua
grandezza e nella sua umana dignità, e non potrete fare a meno di rendere
testimonianza che nella sua forma è rappresentata tutta la nobiltà, la
magnificenza di Colui che costituisce la Causa prima di tutte le cose.
27)
Anche se la donna emerge per la sua leggiadria in seguito all’armonia e alla
delicatezza delle forme, veramente bello e eternamente bello e perfetto in
tutto è solo l’uomo.
28)
Tutti gli abitanti di Saturno sanno questo e perciò manifestano sempre la loro
gratitudine al grande Spirito per la nobile forma, perfettamente simile alla
Sua, conferita a loro; ciò che a voi, invece, non è venuto in mente nemmeno in
sogno!
[indice]
La visione
di Dio degli anziani di Saturno
Essi nutrono
un’immensa venerazione a Dio, più che amore, e sono a conoscenza della Sua
incarnazione
1) Ma
come fanno gli abitanti di Saturno a sapere che la loro forma è un’immagine del
grande Spirito? Questo essi lo sanno mediante il grande Spirito stesso, il
Quale si rivela loro ripetutamente; ed è rarissimo il caso in cui l’anziano di
una famiglia non abbia visto, con i propri occhi, almeno una volta il grande
Spirito.
2)
Essi dunque non conoscono Dio sotto altra forma se non sotto quella di un Uomo
perfetto, e perciò, anche riguardo alla Dottrina del grande Spirito, la loro
massima suprema è questa:
3) “Dio, che è il
grande Spirito, è un Uomo in stato di perfezione assoluta. Egli ha delle mani,
dei piedi e un corpo come noi, e il Suo capo è simile al nostro. Tuttavia Egli
non lavora con le mani e non cammina con i piedi, bensì tutta l’infinita
Potenza sta nella Sua Volontà. E con l’infinita forza della Sua Sapienza, Egli
crea e governa tutte le cose”.
4) E
vedete, siccome gli abitanti di Saturno hanno un simile esatto concetto di Me,
così anche, tanto prima e con maggiore facilità giungono a riconoscere se
stessi, e nel loro spirito sanno che essi non sono soltanto delle forme
fuggevoli, bensì, in Spirito, delle forme permanenti in eterno e perfettamente
simili a Colui che li ha creati e formati a Sua immagine.
5)
Gli abitanti di Saturno amano essi pure il grande Spirito? Certo! Anch’essi
l’amano; però, piuttosto che amore, il loro sentimento è quello di un’immensa
venerazione congiunta all’aspirazione costante di avvicinarsi sempre più al
grande Spirito e di diventare infine una cosa con Lui.
6)
Tuttavia essi sanno altresì molto bene, perché in proposito vengono istruiti
dagli spiriti, che il grande Spirito si è fatto Uomo su un piccolo pianeta
vicino al Sole, e qui ha assunto un corpo di carne e di sangue; sanno anche
molto bene che dagli abitanti di questo piccolo mondo Egli è stato
misconosciuto e ucciso nel corpo.
7)
Una cosa soltanto riesce difficile da comprendere a loro, e cioè come sia stato
possibile che questi esseri umani non siano stati in grado di riconoscerLo; e agli spiriti che vengono da loro, essi non
fanno che chiedere insistentemente quale sia il comportamento attuale della
gente di questo corpo mondiale e se abbiano finalmente riconosciuto il grande
Spirito.
8) Ma
quando a tali domande ottengono purtroppo per lo più delle risposte negative,
allora si fanno molto tristi e nei loro templi pregano molto spesso e con molto
fervore, affinché l’umanità di un simile mondo, tanto incommensurabilmente
colmato di Grazia, voglia finalmente riconoscere Colui che le ha concesso una
Grazia talmente grande, che essi al solo pensarla si sentono rabbrividire, e
dopo una lunga meditazione finiscono con l’esclamare accesi d’entusiasmo:
9) “Oh, se fossimo
stati reputati noi, degni di questa Grazia, e al grande Spirito fosse piaciuto
di rivestirsi della nostra carne e del nostro sangue su questo nostro mondo, in
verità, noi risplenderemmo più di un gruppo di mille Soli, uno sopra l’altro!”
10)
Queste sono le espressioni delle quali si servono gli abitanti di Saturno quando
sentono parlare della Terra. Essi nutrono sempre una grande brama di vedere
questo pianeta e, se anche la cosa non è fattibile dal punto di vista
corporale, non c’è tuttavia quasi un solo spirito umano di Saturno che, deposta
la sua spoglia mortale, non desidera recarsi sulla Terra.
11)
Considerato però che un tale spirito non può vedere quanto è materiale, egli si
dà a contemplare la Terra spirituale e, attraverso le corrispondenze derivanti
da questa, anche quella materiale. Ma giunto a conoscere l’umanità di questa,
una grande tristezza lo prende, ed egli abbandona senza indugio questo pianeta.
12)
Quando più tardi parleremo della religione degli abitanti di Saturno, avremo
pure occasione di apprendere varie altre cose a tale riguardo. Ora riprenderemo
a considerare ancora alcuni fra gli ordinamenti sociali su questo pianeta.
[indice]
Gli
ordinamenti: divieto di insuperbirsi, cura della pulizia, timore delle cose
morte
Veloce
dissolvimento dei cadaveri e istruzioni dagli spiriti dei defunti
Celebrazione
del matrimonio
1)
Dunque: “A cosa si riferiscono tali
ordinamenti?”. – Vedete, non si tratta d’altro del fatto che a nessuno è
lecito vantarsi in qualche modo della propria bellezza ed imponenza fisiche.
2)
Ma, affinché un simile importante comandamento venga sempre scrupolosamente
osservato, già ai fanciulli in tenera età si comincia a rendere familiare
l’idea che essi sono molto piccini e che tutte le grandezze mondane non sono
che un assoluto nulla agli occhi del grande Spirito; per conseguenza nemmeno un
patriarca o un anziano, per non parlare neanche di un altro membro della
famiglia, si azzarda a pensare grandi cose di se stesso.
3)
Per quanto poi concerne la bellezza del corpo, essi usano dire: “Noi siamo tutti quanti ugualmente belli,
dato che siamo ad immagine del grande Spirito; ma chi credesse e sostenesse di
essere bello per proprio merito e di essere in posizione di privilegio rispetto
ad un altro, costui a questo modo si renderebbe immediatamente dissimile
dall’eterno Prototipo e perciò si farebbe più brutto del più ripugnante tra gli
animali”.
4) A
rendere questa legge più efficace contribuiscono certamente anche gli spiriti
dei defunti, perché, qualora avvenga che qualcuno accenni a lasciarsi vincere dalla
vanità, non è escluso che si veda apparire dinanzi all’improvviso qualche
orribile faccia stravolta e sghignazzante. Chi è stato punito a questo modo una
volta, prende sicuramente congedo all’istante da ogni vanità, dato che gli
abitanti di Saturno sanno molto bene che con gli spiriti non c’è mai da
scherzare né a metà, né per intero, bensì quando essi si manifestano in una o
nell’altra maniera, la cosa va sempre presa assolutamente sul serio. Vedete,
questa è una legge sociale che viene osservata da tutti, grandi e piccoli,
vecchi e giovani.
5)
Per quanto poi concerne il concetto di grandezza, esso si estende in modo
permanente e per tutti i tempi allo spirito, cosicché essi si considerano anche
a questo riguardo i più piccoli possibile. Per questa ragione è anche una
questione parecchio ardua per gli spiriti di Saturno quella di comunicare con
gli spiriti di questa Terra, nei quali invece è predominante l’idea della loro
presunta grandezza.
6)
Un’altra legge familiare è quella fondata sulla raccomandazione e sul
mantenimento della pulizia; per conseguenza è cosa quanto mai rara trovare su
Saturno una persona sudicia sia nel corpo, sia nel vestito.
7)
Malgrado ciò, però, là è norma capitale non dare invece alcuna importanza al
corpo, dato che esso è mortale, e dare invece tutta l’importanza allo spirito
che è immortale.
8) E
questo spiega anche perché l’abitante di Saturno fugge tutte le cose morte e,
come già avete appreso, egli vuole che perfino la sua dimora sia qualcosa di
vivente e non sia fatta con materiale morto; meno ancora poi deve esservi
qualcosa di morto in un tempio consacrato a Dio.
9) Ma
ad ogni modo tutto deve essere tenuto pulito, specialmente il corpo, perché è
considerato una dimora dello Spirito immortale. Questa dunque è un’altra regola
sociale-familiare!
10)
Dunque: “Che cosa succede delle salme dei
defunti su Saturno?”. – Vedete, i corpi là non vengono sepolti come da voi,
né vengono bruciati come è usanza in vari paesi della vostra Terra, bensì
vengono portati in qualche località dove solitamente si trova un bosco di
alberi-piramide; arrivati sul posto, i cadaveri vengono coricati con la faccia
verso terra e coperti con i rami staccati dall’albero stesso. I cadaveri delle
donne invece vengono legati per i piedi ed appesi ad un ramo dell’albero, di
solito proprio accostati al tronco, in maniera che il capo venga quasi a
toccare il terreno.
11)
Apprendendo queste cose, il vostro primo pensiero sarà certo quello che,
cominciando a decomporsi, questi corpi giganteschi devono necessariamente
diffondere tutto intorno un fetore terribile. Ma su quel pianeta questo non è
affatto il caso, anzi succede perfettamente l’opposto, perché, essendo quei
corpi formati da una materia più leggera, più fluida ed eterica di quella della
vostra rozza spoglia esteriore, essi si dissolvono anche in breve tempo dopo la
morte, e tale rapido svanire procura anzi una sensazione deliziosa all’olfatto
di chi venga a trovarsi nelle vicinanze.
12)
Qualora avvenga che tale esalazione giunga alle narici di un abitanti di
Saturno, questi si prostra subito con la faccia a terra e, colmo di gratitudine
verso il grande Spirito, Lo supplica di concedere che lo spirito di colui,
l’olezzo del cui corpo ha colpito in quel momento il suo olfatto, possa manifestarglisi per intonare con lui un inno di lode al
grande Spirito per la redenzione dal carcere della carne. Questo si verifica
sempre, particolarmente se il supplicante è animato da perfetta serietà.
13)
Voi chiedete se quegli abitanti si rattristano quando qualcuno muore. No,
affatto! Bensì, se per esempio muore l’anziano della famiglia, gli succede
immediatamente nella carica il più anziano tra i sopravvissuti, questi allora
invita tutti i membri della famiglia a prostrarsi ed anzitutto a ringraziare il
grande Spirito per avere usato al patriarca la grazia immensa di chiamarlo a
vita eterna.
14)
Poi essi devono pregare il grande Spirito perché Gli piaccia di concedere in
grazia che lo spirito del defunto appaia subito al nuovo anziano e lo conduca
nel santuario del tempio per benedirlo e consacrarlo là al nobilissimo servizio
del grande Spirito.
15) E
questo effettivamente avviene sempre in maniera visibile a tutta la famiglia;
lo spirito si presenta subito nella sua gloria ed invita con chiare parole il
nuovo anziano a seguirlo nel santuario del tempio ed invita l’intera famiglia a
seguirlo nella parte destinata al popolo.
16)
Giunti là, lo spirito insedia l’anziano al cospetto del popolo nella sua carica
di capo famiglia conducendolo sopra il pulpito, là lo benedice e poi annuncia a
tutta la famiglia come il grande Spirito abbia concesso il Suo gradimento
all’assunzione, da parte del nuovo anziano, al sacro ufficio; per la qual cosa
tutti sono tenuti a prestargli obbedienza in qualsiasi occasione e a fare
scrupolosamente attenzione a ciascuna delle sue parole.
17)
Poi egli raccomanda ai familiari maschi di curare il trasporto della sua salma
secondo l’usanza, benedice tutta la famiglia e promette di rimanere conforme
alla Volontà del grande Spirito, consigliere e guida della intera famiglia,
finché al grande Spirito piacerà di lasciare a capo della stessa il
neo-insediato patriarca.
18)
Poi lo spirito scompare e il nuovo anziano si prostra allora assieme alla
famiglia e tutti rendono grazie al grande Spirito. Terminato il rendimento di
grazie, tutti si levano e in silenzio fanno ritorno alle loro dimore e
procedono subito al trasporto della salma nel luogo che è già stato indicato in
precedenza.
19)
Se invece muore una donna, s’invoca bensì l’apparizione anche del suo spirito; però
dopo l’apparizione la cerimonia si limita ad un rendimento di grazie che viene
compiuto nella dimora stessa, dopo di che la salma viene immediatamente
trasportata al luogo destinato. È da osservarsi a questo riguardo che la
spoglia mortale della donna si dissolve molto più rapidamente ancora di quella
dell’uomo; tanto rapidamente che anche, in circostanze favorevoli, spesso già
al decimo giorno non se ne trova più traccia alcuna, nemmeno delle ossa.
20)
Questa veloce decomposizione del cadavere viene accelerata dal fatto che la
grande conifera, con le sue punte a milioni, priva di ogni elettricità il
cadavere che si trova sotto, ma quando da un corpo naturale l’elettricità si è
completamente allontanata attraverso le innumerevoli punte della pianta stessa,
il corpo stesso svanisce come se fosse stato consunto dal fuoco.
21)
Vedete, anche queste norme costituiscono una legge familiare, la quale va
sempre osservata in maniera rigorosa ed esatta.
*
22)
Quale altra legge familiare abbiamo, degna di essere osservata? È la legge
dell’unione matrimoniale.
23)
Per mezzo di questa legge, ciascun maschio, raggiunta la ragionevole età da
trenta a quarant’anni, è rigorosamente tenuto a prendersi una moglie a sua
scelta e a proprio piacimento.
24)
Egli però non deve dare tale annuncio direttamente alla prescelta, bensì
soltanto tramite l’anziano. Questo allora fa chiamare a sé i genitori della
sposa sulla quale è caduta la scelta e rende loro noti il desiderio e la
volontà dello sposo. Questo annuncio viene considerato allora con animo grato
come l’espressione della Volontà del grande Spirito, e perciò là l’aspirante
alla mano della sposa non rischia mai di trovarsi di fronte ad un rifiuto, come
succede da voi.
25)
Allora l’anziano conduce lo sposo dalla sposa, prende la mano destra di questa
e la destra di quello e le unisce. Così, stretti per mano, gli sposi devono
seguire l’anziano fino al tempio davanti al santuario, e là devono starsene con
le loro facce appoggiate all’imponente altare di forma conica, mentre l’anziano
nel santuario va invocando lo spirito (della Luce).
26)
In simili occasioni questo appare con la faccia velata; allora l’anziano invita
la coppia di sposi a rialzarsi. Dopo di ciò l’anziano rivolge agli sposi delle
nobili parole e fa loro presente i doveri che il matrimonio impone, doveri che,
in sostanza, si riassumono in tutte quelle norme familiari di cui si è già
parlato e in alcune altre ancora delle quali verremo a conoscenza più tardi.
27)
Terminato il discorso, l’anziano discende dal suo pulpito e fa un gesto come
per separare le mani dei due sposi; tuttavia questo è da tempo antico solamente
un atto simbolico con il quale si vuole indicare che essi non devono lasciarsi
separare da nessuna cosa al mondo.
28)
Dopo questa cerimonia l’anziano si ritira da parte, e allora lo spirito (della
Luce) scopre la sua faccia, benedice gli sposi, poi si avvicina a loro e separa
le loro mani. Questo atto significa che soltanto la morte o la separazione
dello spirito ha il potere di separare legittimamente i coniugi.
29)
Dopo ciò lo spirito sparisce e il matrimonio è concluso.
30)
Infine ha luogo un rendimento di grazie al grande Spirito e viene reiterata la
preghiera che a Lui piaccia di benedire gli sposi concedendo loro una
discendenza a Lui gradita e di guidarli secondo la Sua santissima Volontà.
Compiutasi anche questa funzione, tanto l’anziano quanto la nuova coppia si
levano subito e, colmi di grande reverenza, fanno ritorno alla loro dimora,
dove comunemente tutta intera la famiglia si raccoglie a banchetto e in tale
occasione viene nuovamente lodato e glorificato il grande Spirito.
31)
Il giorno seguente ai nuovi sposi viene lasciata libera scelta se stabilirsi
dove si trovano o se cercarsi altrove un luogo dove erigere la propria dimora.
Se essi acconsentono a rimanere in seno alla grande famiglia, viene subito
assegnato loro un proprio ramo per abitarvi, una nuova cucina e un deposito per
le provviste. Se invece, come talvolta succede a causa della limitata
disponibilità di spazio, preferiscono separarsi dalla famiglia, essi vengono
subito provvisti di ogni cosa possibile e possono condurre con loro anche i
genitori e gli altri parenti prossimi.
32)
Cosa poi facciano quando hanno trovato sgombra una qualche altra dimora, questo
noi lo abbiamo già appreso.
33)
Ecco, questa sarebbe dunque un’altra delle regole socio familiari! Per oggi
dunque fermiamoci qui; prossimamente noi passeremo in rassegna ancora alcune
regole e poi considereremo l’educazione spirituale-religiosa degli abitanti di
Saturno.
[indice]
Perché gli
abitanti della valle visitano i monti
L’accoglienza
da parte dei montanari, sottomettendosi alle loro regole e indicazioni
Norme per i
matrimoni
1) A
volte succede che l’una o l’altra famiglia residente in qualche valle o in
qualche pianura decida di recarsi sulle montagne per motivi di salute
corporale. In tale caso esiste presso gli abitanti delle montagne una regola
secondo la quale viene riservata a questi ‘cercatori
della salute’ la più amorevole accoglienza, e tutti sono tenuti a dare o
procurare loro tutto ciò che viene reputato utile per la loro salute.
2)
Qualora i neo-arrivati intendano prendere stabile dimora sulle alture, allora
l’anziano di una delle famiglie di montanari designa immediatamente un membro
della famiglia affinché sia d’aiuto a quella gente proveniente dalla pianura e
desiderosa di stabilirsi sulle montagne. E, dato il caso che i neo-arrivati
esprimano il desiderio di averlo a guida anche per l’avvenire, egli ha il
dovere di accondiscendere con la massima disponibilità a tale desiderio.
3) Se
è già ammogliato, egli si separa da loro soltanto il tempo necessario per
andare alla sua vecchia dimora a prendere la moglie e gli eventuali figli e per
ricevere contemporaneamente dal proprio anziano la benedizione d’occasione,
visto il nuovo compito che l’attende. Poste così in ordine tutte queste cose,
egli si congeda e assieme alla sua famiglia, nonché provvisto di quanto può
occorrergli, se ne va dalla nuova famiglia stabilitasi lassù.
4)
Egli inizia la sua missione di guida istruendo la famiglia anzitutto nelle
varie leggi e nelle usanze degli abitanti delle montagne, spronandola a
edificare il tempio, come pure le dimore viventi e i depositi delle provviste
secondo le sue necessità. Vedete, questa è pure una delle norme che gli
abitanti delle montagne sono tenuti ad osservare!
5)
Qualche volta però succede che la gente dalle valli o dalle pianure salga sugli
alti monti al solo scopo di godersi la bella vista. Quando i gitanti di questa
specie s’imbattono in una famiglia qualsiasi di montanari, essi vengono fermati
e, in tono amichevole ma nello stesso tempo serio, viene loro chiesto con quali
intenzioni essi siano saliti lassù. Quando poi essi hanno esposto, di solito
sempre in forma cortesissima, la ragione della loro venuta, quella cioè di
salire su questa o quella cima di montagna per allietarsi dell’incomparabile
spettacolo, allora l’anziano fa loro sapere se la cima che vogliono salire sia
pericolosa o no. Se il monte scelto è proprio impraticabile, i gitanti vengono
amorevolmente sconsigliati di salirvi e vengono loro prospettati esattamente
tutti i pericoli a cui andrebbero incontro qualora insistessero nel loro
proposito. Allora questi alpinisti rinunciano alla salita progettata e fanno
così ritorno alle loro case.
6) Se
però l’una o l’altra vetta è accessibile senza pericoli, allora a tali
alpinisti viene assegnato subito una guida. A questa poi incombe un triplice
dovere: in primo luogo egli deve condurre la compagnia per la via
migliore e più sicura, poi deve provvedere al vitto per tutti e in
questi casi le provviste vengono trasportate da quei “servi di casa” che già
conoscete, e infine egli è tenuto a fornire ai gitanti tutte le
informazioni reputate necessarie, non dimenticando però in ogni circostanza di
far volgere il loro pensiero al grande Spirito.
7)
Tuttavia, per tutte queste sue premure e fatiche, a lui non è lecito chiedere
nulla all’infuori del fatto che una simile comitiva, dopo essersi così
ristorata ammirando le grandi magnificenze del grande Spirito, gli prometta
solennemente di rimanere sempre in ogni occasione vicini a ui
e di non intraprendere mai nulla senza il suo espresso volere.
8)
Avuta questa assicurazione, la guida poi rammenta loro che per tutto ciò
ringrazino il grande Spirito e che a Lui va contemporaneamente rivolta la
preghiera perché Gli piaccia di concedere che essi possano fare ritorno
felicemente alle loro case. Terminate anche queste esortazioni, ha inizio la
discesa.
9) La
guida accompagna di nuovo la comitiva fino alla sua abitazione; là viene
offerto a tutti cibo e bevande e, quando si sono così ristorati, viene loro
dolcemente ricordato ancora una volta di dovere della gratitudine verso il
grande e santo Donatore; poi l’anziano li saluta e li benedice, dopo di che
essi possono senz’altro fare ritorno alla pianura.
10)
Qua e là, nell’uno o nell’altro angolo delle montagne, dimorano quei medici di
cui è già stato parlato, i quali praticano le cure avvalendosi della carne
dell’animale chiamato “piede appuntito”.
In simili occasioni la gente della pianura viene ammonita da parte degli
abitanti della montagna a guardarsi da tali individui e le viene spiegato che
essi non sono altro che dei clandestini scappati dalla pianura venuti a
stabilirsi lassù per una vana smania di lucro, e che per conseguenza gli
abitanti della pianura sono sempre esposti al pericolo che quei tali tentino di
cedere loro dei rimedi inutili ed inefficaci. In questo modo essi mettono in guardia gli abitanti della pianura, di
solito creduli, e dicono loro:
11) “Per la conservazione della nostra salute
fisica, il grande Spirito ha posto nel terreno svariatissime specie di erbe e
di frutti salutari perché crescano per il nostro rafforzamento, ed ha creato
dappertutto sul mondo un’acqua pura; oltre a ciò Egli ha fatto crescere sul
suolo degli alberi giganteschi allo scopo di assorbire tutte esalazioni nocive
e di trasformarle in aria profumata e purissima. Così pure il grande Spirito,
il Quale è immensamente buono, in tutta la Sua infinita Potenza ha collocato
nel firmamento un magnifico ‘Sole’, i cui raggi destano la forza più salutare
nell’astro, forza che giunge tanto lontano quanto i raggi del Sole. E il grande
Artefice ha altresì diviso il firmamento mediante quel nastro luminoso e bianco
(l’anello di Saturno), il quale, quando il Sole è tramontato, rischiara così
piacevolmente la notte da rendercela quasi altrettanto gradita quanto il
giorno, e noi veniamo rinvigoriti anche di notte dai raggi potenti di questo
nastro. Così il grande Artefice, accanto a questo nastro, ha posto sette grandi
fari (le lune di Saturno), i quali a turno, sempre più d’uno, ci rallegrano di
notte perfino nei periodi d’ombra completa.
12) Certo, il grande Spirito Si è presa ogni
cura di noi, con tanta grazia e con animo tanto benevolo. E qui sulle montagne
sappiamo sempre bene in base ad esperienza che veramente è così, dato che non
abbiamo mai saputo che cosa sia una malattia. Se qualcuno muore, non muore mai
in seguito ad un male fisico, bensì sempre in seguito al conveniente grado di
maturazione raggiunto dal suo spirito, che non muore mai in eterno, ma continua
a vivere in perpetuo, come noi possiamo testimoniare dinanzi a voi ad ogni ora
del giorno.
13) Perciò è un’immensa stoltezza volersi
procurare un rimedio atto a perpetuare la vita da un tale, nei cui occhi si può
leggere l’inganno, dato che egli stesso è lontano dalla vita dell’eterno
Spirito e di reputare insufficienti i mezzi che il grande Spirito ci offre
dappertutto. E quindi, consiglio anche di non farne uso secondo la Sua Volontà.
14) Io vi dico dunque, o cari fratelli delle
pianure, di non cercare mai più d’ora innanzi la salute dai ciarlatani, bensì
cercatela sempre con tutta serietà nella Volontà del grande Spirito, così
rimarrete sani fino alla compiuta maturità dello spirito!
15) Ma quando questo si sarà fatto completamente
maturo e perfettamente signore della Vita dalla Volontà del grande Spirito,
allora voi non assaporerete mai più la morte, e invece potrete uscire
liberamene fuori dalla vostra carne e dal vostro sangue senza alcun dolore e
coscienti in maniera del tutto chiara, e immensamente grati al grande Spirito
deporrete questa pesante veste di carne e di ossa”.
16)
Dopo un tale ammaestramento, questi cercatori della vita corporale perpetua
vengono benedetti e poi congedati, ed essi fanno ritorno in patria provvisti di
una medicina di vita molto migliore.
17)
In qualche regione delle pianure e delle valli, specialmente in riva ai laghi e
ai fiumi, vive pure una specie di pagani che ritengono che l’anello bianco nel
firmamento sia la Divinità; altri invece credono che l’anello sia la via sulla
quale il grande Spirito cammina per osservare quello che gli uomini fanno nel
mondo. Questi semi-pagani salgono anch’essi spesso sulle montagne, pensando di
poter così giungere vicinissimi al bianco anello, oppure di arrivare
eventualmente addirittura sull’anello.
18)
Gli abitanti delle montagne hanno verso tali pellegrini il dovere d’amore di ricondurli
sulla retta via ed insegnare loro che cosa è l’anello, che cosa sono le lune e
quali sono le funzioni assegnate all’anello nonché ai satelliti. Essi
raggiungono questo scopo mediante la forza di volontà, inducendo quei traviati
in una specie di stato di chiaroveggenza, nel quale poi, essi possono
contemplare l’anello e le lune dalla A alla Z, come siete soliti dire voi.
19)
Dopo aver vissuto tutto ciò, essi (i
pagani) per lo più riconoscono da soli quanto si erano sbagliati; allora
essi vengono istruiti con amore, ma nello stesso tempo con saggia serietà, nel
vero riconoscimento del grande Spirito e della Sua Volontà e vengono posti di
fronte alla scelta di stabilirsi sulle alture o di tornare alle loro valli o
pianure come prima.
20)
Se si decidono per la montagna, vengono subito provvisti di abitazione; se
invece preferiscono ritornare alle valli, essi vengono benedetti, provvisti di
vettovaglie per il viaggio ed infine congedati nel Nome del grande Spirito.
21)
Tuttavia, finché qualcuno non riconosce il proprio errore, non può farsi
assolutamente nessuna illusione di poter sfuggire dalle robuste mani degli
abitanti delle montagne. Se qualcuno è di spirito ribelle e vuole andarsene ad
ogni costo, oppure addirittura fare del male a chi vuol trattenerlo, è sempre
pronto uno spirito angelico, da principio in funzione di ammonitore, e poi, se
ciò non basta, nella funzione di vero punitore, il quale con i mezzi più
semplici s’incarica di far comprendere ad un simile ostinato a quali magri
risultati egli possa pervenire con la sua caparbietà. – Dopo una tale
apparizione, il ribelle migliora quasi sempre incondizionatamente, ma se
persiste nella sua ostinazione, allora succede che un simile angelo punitore
effettivamente gli infligge un castigo, o mediante gravi dolori fisici o, in
casi proprio straordinari, mediante l’istantaneo annientamento corporale.
Questa punizione porta come conseguenza che lo spirito punito è costretto per
un tempo ben lungo a fungere da custode della notte più profonda e del più terribile
gelo.
22) Una delle regole familiari più importanti per i
montanari è la seguente: se in una famiglia ci sono più maschi che femmine,
allora l’eccedenza degli uomini è libera di cercarsi moglie presso l’uno o
l’altro dei vicini; se essi non la trovano, sono autorizzati a rivolgersi alle
pianure. Se anche qui non è loro possibile trovarla, essi possono intraprendere
un viaggio verso altri paesi. E così a volte succede che un uomo deve visitare
uno, due ed anche tre continenti per trovare moglie.
23) Trovatala
in uno di quei paesi, ciò che di solito succede senza difficoltà, purché in
quel luogo il numero delle femmine superi quello dei maschi, allora è lasciata
a lui la scelta o di stabilirsi dove ha trovato la moglie, ciò che per lo più
avviene, oppure di ritornare con la propria moglie nella sua patria, tuttavia
sempre con l’obbligo di andare ogni terzo anno a visitare i parenti della
moglie, e ciò finché i genitori di lei sono in vita. Morti questi, tale obbligo
cessa completamente.
24)
Se però in una famiglia vi sono più femmine che maschi, allora di questo fatto
viene data notizia a varie famiglie del vicinato mediante uno, due o anche tre
messaggeri, e in una simile occasione si annunciano di solito uno o più
aspiranti.
25)
L’anziano in tal caso invoca lo spirito per conoscere quale sia la Volontà del
grande Spirito e quale fra gli aspiranti Egli reputi il più degno. La cosa ha
immediatamente il desiderato seguito, e il prescelto, dopo la nota cerimonia
del matrimonio, conduce la sposa a casa sua.
26)
Se invece in una famiglia vi è un’eccedenza di varie donne da marito e non si
presenta che un solo aspirante, allora l’anziano invoca lo spirito perché gli
indichi quale tra le donne è la più degna di essere maritata. Anche in questo
caso, dopo l’usuale cerimonia del matrimonio, lo sposo conduce alla propria
dimora la sposa che gli è stata affidata.
27)
Può accadere che il numero delle ragazze da marito in eccedenza sia pari a
quello degli aspiranti. In questo caso a ciascun aspirante spetta il diritto di
scelta. Quando tutti si sono accordati, la cosa deve essere immediatamente
portata a conoscenza dell’anziano; quest’ultimo si consiglia poi con lo spirito
che egli avrà frattanto invocato, per sincerarsi se la scelta fatta sia
reputata buona al cospetto del grande Spirito e tale da incontrare il Suo
gradimento. Confermato ciò, la cerimonia ha senz’altro luogo. Se invece tale
scelta non viene approvata dallo spirito, l’anziano lo prega di pronunciarsi
nel Nome del grande Spirito in merito a come la scelta deve essere fatta per
essere considerata buona, ciò che succede all’istante, e alla nuova scelta gli
aspiranti acconsentono subito di cuore graditissimo. La conseguenza è la
cerimonia nuziale, dopo la quale lo sposo può portare a casa la sposa, non
prima che si siano compiuti i tradizionali riti di amicizia che voi conoscete.
28)
Accanto a queste norme familiari ce ne sono bensì pure altre che concernono
l’economia domestica, però sono tutte di poco conto e per voi non sarebbe né
utile, né importante conoscerle. Dunque, la prossima volta passeremo a
considerare la religione.
[indice]
Sulla
religione spirituale-interiore
La festa
della domenica con la benedizione dei neonati e il pasto nel tempio
La predica
dell’anziano, sostenuta dal concedere la visione spirituale ai più
1)
Per quanto concerne la religione, va anzitutto osservato che in essa si
riscontrano ben poche tracce di una pompa e di un cerimoniale esteriori, ma
tanto maggiore invece ne è la sostanza interiore.
2)
Riguardo alla esteriorità del cerimoniale, come già sapete, questo consiste in
un tempio vivente ben sistemato, nel quale in ogni importante occasione vengono
innalzate preghiere al grande Spirito ed hanno luogo i rendimenti di grazie.
3) In
quanto al resto, anche presso gli abitanti di Saturno i numeri 7, 14, 21 e così
via, quasi tutti i numeri divisibili esattamente per sette sono ritenuti numeri
sacri, e così anche là un periodo di sette giorni si conclude con il settimo
giorno, il quale appunto perciò, anche per loro è un giorno di festa.
4)
L’osservanza di questo giorno festivo costituisce la seconda parte del
cerimoniale e qui ha luogo ogni cerimonia esteriore del giorno festivo.
5) La
cerimonia di primo tipo vi è già
nota. La cerimonia del giorno festivo consiste nel fatto che quasi tutta la
famiglia si reca al tempio già di buon mattino, anzi, prima del levar del Sole,
con gli uomini in testa al corteo e dietro le donne. Entrati nel tempio, gli
uomini si collocano a destra e le donne a sinistra; prima l’anziano prega, poi
tutti intorno intonano un coro di lode al grande Spirito finché il Sole si
leva, ringraziandoLo per tutti i benefici ricevuti.
Questi rendimenti di lode e di grazie sono sempre improntati alla più sincera e
grande commozione dei cuori.
6)
Una volta che il Sole si è levato, ciascuno esce dal tempio e si diletta alla
vista del giorno che sorge, nonché ammirando i paesaggi ampi ed immensamente
belli di quel corpo mondiale.
Quando
poi il Sole è già abbastanza alto sull’orizzonte, allora tutti rientrano nel
tempio per ringraziare il grande Spirito per avere ridonato il giorno.
7) E
se qualcuno ha un neonato, deve portarlo immediatamente vicino al santuario; l’anziano impone al bambino le mani e pronuncia le
seguenti parole:
8) “Come tu sei venuto a questo mondo da ospite
debole e vincolato in tutte le tue forze secondo la Volontà del grande Spirito,
il Quale è santo, santissimo, forte oltre ogni forza e potente oltre ogni
potenza ed immensamente fedele e costante in ciascuna Sua parola e in ogni Sua
promessa, ed è l’unico, perfetto e supremo Signore di tutte le cose di cui è
ricolmo questo mondo, nonché dell’intero firmamento infinito, perciò la Sua
Volontà è santa, santissima come è santo e santissimo Egli stesso, – così devi
tu pure vivere su questo mondo fino alla tua fine in modo del tutto conforme a
quella Volontà grazie alla quale sei venuto a questo mondo, per poi, come un
vero uomo (oppure, se si tratta di una bambina, come una donna fedele), uscire
da questo mondo in tutta la più schietta dignità e nobiltà della perfetta
virtù!
9) Io, dunque, qui nel Santuario, ti benedico
nel Nome del grande Spirito, il Quale ha creato e benedetto pure me e i tuoi
genitori. In questa benedizione cresci e moltiplicala in te mediante la
strettissima osservanza del santissimo e sommo Volere. Così sia sempre, ora e
in eterno!
10) E come sei piccolo adesso, rimani tale nel
tuo spirito al cospetto del grande Spirito e dinanzi a noi, tuoi padri e
fratelli, nonché dinanzi a te stesso! Così pure avvenga sempre in questa e
nell’altra vita! Amen”.
11)
Pronunciate queste parole, l’anziano alita sul bambino, lo riaffida ai genitori
perché lo benedicano essi pure e lo fa ricondurre a casa. I genitori del
piccolo non sono più tenuti a ritornare nel tempio in una giornata festiva di
questa specie, bensì sono lasciati liberi di rimanersene a casa per curare il
loro figlio ormai benedetto; se però, malgrado ciò, essi desiderano rimanere
nel tempio, lo possono senz’altro fare.
12)
Se non viene presentato alcun neonato per la benedizione, allora ha luogo
addirittura la colazione, per la quale, come pure il pranzo e la cena, gli
abitanti di Saturno, già di buon’ora quando se ne vanno al tempio, portano le
necessarie vettovaglie in adeguata quantità. S’intende da sé che prima e dopo
di ciascun pasto viene porto un ringraziamento al grande Spirito.
13)
Terminata la colazione, l’anziano sale sul pulpito e tiene una predica a tutta
la famiglia, che è sempre molto numerosa, la quale però sulle montagne,
rarissime volte sorpassa le cento persone, mentre nelle pianure, di persone in
una famiglia ce ne sono talvolta migliaia.
14)
Ma che cosa espone l’oratore ai suoi ascoltatori? A questo riguardo posso dirvi
che egli non viene mai a trovarsi nell’imbarazzo, perché in una simile
occasione, come in tante altre, lo spirito lo assiste sempre, suggerendogli
quello che deve dire.
15)
Solitamente, questa specie di conferenza ha per oggetto l’indicazione dei
metodi meravigliosi adottati dal grande Spirito nel far sorgere su quel
pianeta, già nei primordi, il genere umano e nel guidarlo fino al tempo attuale
secondo la Sua sapientissima e santa Volontà. In tali occasioni l’anziano
racconta spesso l’una o l’altra storia dei tempi antichissimi. Talvolta egli
passa a spiegare loro la costituzione del loro pianeta, o dell’anello, o dei
vari satelliti; altre volte ancora si considera questa o quella stella e spiega
ai suoi ascoltatori i sistemi di guida stabiliti su questi astri
dall’onnipotente grande Spirito ed è in simili occasioni che egli, di quando in
quando, accenna durante il suo discorso anche a questa vostra Terra.
16)
Quando viene fatta menzione alla Terra, tutta l’adunanza si prostra
immediatamente a terra, ma non già per estrema riverenza nel sentir nominare
questo pianeta, bensì perché sentono qualcosa riguardo all’infinito Amore del
grande Spirito. Poiché l’Amore del grande Spirito e il fatto che Egli venga chiamato
Padre dagli abitanti della Terra e come tale invocato, è per gli abitanti di
Saturno qualcosa di tanto indicibilmente sacro che essi, al sentirne parlare,
vengono sempre colti come da un brivido di febbre, particolarmente poi, se
l’anziano ricorda loro, oltre a ciò, l’ingratitudine dimostrata dall’umanità
della Terra.
17)
In un’altra occasione egli da’ loro delle spiegazioni riguardo al mondo dello
spirito e alla vita nei Cieli.
18)
Dopo ciascuna predica di questa specie, particolarmente se essa ha avuto per
oggetto la costituzione del loro pianeta, dell’anello, dei satelliti e di altri
pianeti, egli suscita in un numero ora maggiore, ora minore dei suoi
ascoltatori, anche la visione interiore, cosicché a questi ultimi riesce di
vedere chiaramente tutte queste cose come se fossero dappertutto fisicamente
presenti.
19)
Ma questa è anche la ragione per la quale gli abitanti di Saturno, specialmente
quelli che dimorano sulle montagne, sono gente molto savia e dotata di
moltissime cognizioni. Perfino il più famoso dei vostri scienziati verrebbe a
trovarsi molto male qualora volesse impegnarsi in una discussione scientifica
sia pure con un minimissimo fra gli abitanti di
Saturno.
20)
Essi conoscono con esattezza, quanto è loro necessario ed utile, non solo sul
loro pianeta, ma anche sugli altri corpi mondiali, essendo a loro più noti che
non a voi le isole degli oceani della vostra Terra. Essi sono perfettamente
versati nella storia del loro mondo, come quella di vari altri mondi.
21) E
ugulmente, a loro non è estraneo nessun linguaggio, e
per conseguenza essi comprendono subito anche gli spiriti, da qualsiasi altro
corpo mondiale questi provengano, – quantunque ciascun spirito porti con sé,
più o meno, le particolarità del linguaggio di quel mondo sul quale egli visse
nel corpo. Questa è una conoscenza del linguaggio che, per esempio, negli
spiriti della vostra Terra non è presente finché essi non sono completamente
rigenerati nello spirito e adatti per il Cielo.
22)
Succede spesso che dopo il trapasso, degli spiriti di questa Terra s’incontrino
con degli spiriti di Saturno, specialmente quando ne hanno il desiderio. Gli
spiriti di Saturno allora comprendono immediatamente quelli della Terra, mentre
è rarissimo il caso che avvenga ugualmente anche viceversa; e trattandosi poi
di spiriti non ancora maturi, questo caso non si verifica mai. Così gli spiriti
della Terra non possono vedere quelli di Saturno, prima che questi vogliano
mostrarsi a loro; la ragione di ciò va essa pure ricercata nella grande e reale
sapienza interiore degli spiriti di Saturno.
23) E
questi sono i frutti delle prediche e degli insegnamenti che il nostro
predicatore impartisce alla famiglia nel tempio, dopo aver consumato la colazione.
[indice]
Il giorno di
festa vissuto nella preghiera, nell’armonia e nell’osservazione della natura
Comunicazioni
con gli spiriti e la visita celata del Signore stesso
1) Ma
cosa avviene dopo una simile predica?
2) Il
popolo rende grazie al grande Spirito per l’illuminazione concessa al loro
anziano, il quale ringrazia egli pure e benedice tutta la adunanza dopo il
rendimento di grazie. Poi tutti escono dal tempio, fanno in comune delle
passeggiate sulle belle alture e s’intrattengono sia sull’oggetto della recente
predica, sia facendo ogni tipo di considerazioni sull’uno o sull’altro fenomeno
naturale che dà loro nell’occhio; tutti sono animati da grande cordialità,
l’uno verso l’altro, e prendono reciprocamente parte in modo vivente a
qualunque cosa l’uno o l’altro riesca a trovare di interessante, traendone
sempre argomento per lodare e glorificare il grande Spirito.
3)
Così, ad esempio, l’uno attrae l’attenzione dell’altro sulla costituzione di un
fiore, un altro sul moto di una nuvoletta, un terzo su un animale o sul volo di
un uccello; poi qualcuno ode per primo il canto di qualche pennuto canoro e ne
rende attenti i propri vicini, oppure qualcun altro scorge a distanza lo
scintillio di un lago o di un fiume; insomma, sono innumerevoli i fenomeni e
gli oggetti sui quali, in simili occasioni, gli abitanti di Saturno fermano la
loro attenzione, e così facendo sono portati ad esclamare quasi come ebbe ad
esclamare un giorno l’uomo secondo il Mio Cuore, dopo aver contemplato le Mie
Opere.
4)
Certo, qui Io dico anche a voi: “Chi guarda con tali occhi le Mie Opere,
sicuramente ne trae sempre un immenso diletto”. Ma chi invece le guarda
solamente con occhio critico e scientifico, farebbe meglio a restarsene sdraiato
sul suo letto, piuttosto che pungere con il suo occhio impuro e profanatore le
Mie Opere come una cecidomia (insetto) penetra in un frutto a voi noto
della quercia per deporre i suoi dannosi cacchioni (uova). Questo
frutto, quando è giunto alla sua cattiva maturazione, non è adatto a
nient’altro che alla preparazione di un succo nero che può essere usato per
annerire qualsiasi superficie bianca chiara, ma mai per pulire quello che è
diventato sporco o troppo nero.
5) Ma
lasciamo stare queste considerazioni e ritorniamo ai nostri abitanti di Saturno
che stanno passeggiando! Dunque: “Quanto
tempo dura questa passeggiata all’aperto?”. – Essa si protrae fino a
mezzogiorno, dopo di che tutti rientrano negli atri del tempio; là ha luogo
nuovamente un rendimento di grazie al grande Spirito e poi nei vestiboli del
tempio stesso viene consumato il pranzo.
6)
Terminato questo, viene ripetuto il ringraziamento, ma nessuno si allontana
più. Alcuni vanno a passeggiare per i viali bellissimi del tempio, beandosi
alla vista degli splendidi e svariati fiori di cui sono ricche le magnifiche
aiuole piantate in questi ampi vestiboli e lungo i viali del tempio. Le donne
accarezzano i loro mariti e i loro figli e con le loro voci soavissime
raccontano tutto quello che di buono, di vero, di bello e di nobile hanno
imparato durante la predica dell’anziano, come pure durante le passeggiate
all’aperto.
7)
Talvolta in simili occasioni a questi conversatori si associano visibilmente
anche degli spiriti e degli angeli, i quali s’intrattengono con ciascuno
ragionando di cose che concernono il grande Spirito.
8) Ma
in occasioni di questa specie qualche volta compare fra loro perfino il Signore
in Persona, per lo più nella veste di un angelo. Finché Egli dimora con loro e
s’intrattiene ora con l’uno, ora con l’altro, nessuno sa, nemmeno l’anziano, di
trovarsi alla Presenza del Signore. Soltanto quando Egli vuole abbandonare una
tale compagnia secondo la Sua Presenza visibile, Si dà a riconoscere, ma poi
scompare immediatamente, poiché gli abitanti di Saturno non sarebbero in grado
di sopportare più a lungo la riconosciuta Presenza del Signore, dato che la
loro venerazione per Lui è tanto grande che nessuno oserebbe mai pronunciare il
Suo Nome standosene in piedi, in modo che il comandamento «Non nominare il Nome di Dio invano»
(che a loro non è certo stato dato letteralmente), viene su Saturno osservato
nel modo più esatto, più preciso e più santo.
9) “Fino a quando si protrae questa
conversazione nei vestiboli del tempio?”. – Fino al tramonto del Sole, dopo
di che ritornano tutti nel tempio e viene intonato un coro di lode e
glorificazione al grande Spirito.
10)
Poi l’anziano sale nuovamente sul pulpito, ricorda agli ascoltatori tutti gli
innumerevoli benefici di quella giornata, li benedice e, con ciò, la cerimonia
festiva ha fine. Poi ciascuno, con l’animo ricolmo di gratitudine e di letizia,
fa ritorno a casa propria.
11)
Se è rimasto qualcosa del pranzo, questo viene fraternamente diviso e consumato
con gratitudine nel tempio; se invece non è rimasto niente, la cena viene presa
nelle rispettive dimore e poi ha luogo un rendimento di grazie generale al
Signore. Così si chiude il giorno festivo, e con questo anche ogni cerimonia,
la quale in realtà non consiste in altro, che in quello che avete or ora
appreso.
12)
Ed ecco che anche per oggi il nostro compito è terminato; la prossima volta ci
riserviamo di trattare la parte prettamente spirituale!
[indice]
L’essenza
spirituale nello spirito della religione di Saturno
Rinascita
spirituale attraverso l’ammaestramento e l’applicazione
1)
Considerato che l’altra volta abbiamo imparato a conoscere il cerimoniale della
religione degli abitanti di Saturno, come in precedenza già stabilito passeremo
ora a considerare la parte veramente spirituale al di fuori del cerimoniale.
2) Se
voi avete seguito con la dovuta attenzione la descrizione del cerimoniale,
dovete ad ogni modo aver già formulato in voi il
pensiero seguente: “Questa
cerimonia che viene onorata dalla presenza di spiriti angelici, anzi spesso dal
Signore in Persona, i quali s’intrattengono direttamente con gli intervenuti,
già di per sé è tanto spirituale, che più spirituale non sarebbe possibile!”.
– Infatti, cosa potrebbe esserci ancora di più spirituale?
3) Io però vi dico: “Datevi pace per il momento! Il seguito vi insegnerà come
in qualcosa di già spirituale, possa sempre celarsi qualcosa di più spirituale
ancora”.
4) Ma
affinché già fin d’ora possiate almeno relativamente farvi un’idea di come ciò
sia benissimo comprensibile e perciò possibile, Io ve ne farò una dimostrazione
mediante un esempio naturale.
5) Ad
esempio, prendete un recipiente colmo di vino assai buono! Chi di voi potrà non
comprendere immediatamente e convincersi con il proprio palato che questo vino
non ha in sé nessuna altra cosa che sia più primordialmente
spiritosa ancora del vino stesso? Ecco, basta che lo domandiate al primo farmacista che incontrerete, ed egli vi risponderà: “In seguito alla distillazione, da questo
vino si può ricavare il più eccellente etere, e a sua volta l’etere si può
rettificare anche ripetutamente, in modo che un tale spirito finisce col
rendersi tanto volatile, che una goccia, versata fuori dal recipiente e
lasciata cadere anche da sola mezza tesa d’altezza, svanisce completamente
prima di aver raggiunto il suolo”. Ebbene, non notate come lo spirituale,
in molteplici gradazioni, una più spirituale dell’altra, sia contenuto nel vino
già senza dubbio estremamente spirituale?
6)
Perciò, se un fatto simile si manifesta già nella materia naturale visibile,
quanto più si manifesterà in tutto quello che è tipico dello spirito stesso!
7)
Non altrimenti, ad esempio, succede della luce. – Voi vedete la Terra
illuminata dai raggi del Sole, ma siete capaci di vedere in questi raggi
l’energia vivificante e le innumerevoli forme che esistono nella luce? In
verità, voi non distinguete nemmeno la semplice forza agente del raggio, e
molti non più di quello che insegna loro l’esperienza giornaliera, cioè che il
raggio non è atto ad ottenere nessun altro effetto calorifico superiore a
quello da esso provocato giorno per giorno.
8) Ma
che cosa dirà poi un tale osservatore, se guardasse l’azione dei raggi quando
questi, mediante un grande specchio ustorio, vengono concentrati in un punto e
si rivelano subito con tanta potenza da dissolvere in un istante un diamante
durissimo? Certo, che un simile profano che non sa niente o ben poco degli
effetti della luce, si prenderà il capo fra le mani e dirà: “Oh, chi mai avrebbe potuto neanche sognarsi
che dietro ai raggi solari che giornalmente ci elargiscono il loro dolce
tepore, si possa nascondere una simile potenza davvero incomprensibile!”.
9)
Non altrimenti stanno le cose rispetto al culto cerimoniale religioso a voi già
noto dei nostri abitanti di Saturno! Quantunque appaia questa parte di
cerimoniale, in sé e per sé, completamente spirituale, tuttavia nella religione
degli uomini di Saturno c’è un ‘etere’
straordinariamente forte, il quale, mediante la concentrazione dei suoi
graziosi raggi di luce, ottiene degli effetti interiori di una forza per voi a
mala pena comprensibile. E così ora possiamo senz’altro seriamente chiedere: “In cosa consiste il vero spirituale, in
quanto già spirituale?”
10)
Lo spirituale vero e proprio in questo spirituale a voi già noto, sta nel
riconoscimento interiore, vivente, del grande Spirito, come pure in quello di
tutte le gradazioni, i rapporti e le relazioni conformi all’ordine che
congiungono strettissimamente ed intimissimamente
il libero essere umano con i Cieli e con il grande Spirito stesso e viceversa.
11)
Dunque: “Come riconoscono questi esseri
umani il grande Spirito?”. – Anzitutto essi vengono istruiti tramite
l’insegnamento esteriore, mediante la parola del maestro su di Lui. Poi vengono
guidati al riconoscimento della Volontà del grande Spirito, e poi, infine,
all’applicazione della riconosciuta Volontà.
12)
Vedete, tutto ciò costituisce ancora un culto religioso esteriore, che è la via
che conduce alla vera vita spirituale interiore. Essa è, in sé e per sé, già un
‘vino spiritoso’, ovvero ‘una luce solare non ancora concentrata’.
13)
Conseguentemente, l’esercizio della riconosciuta
Volontà del grande Spirito è simile alla ‘distillazione’
e alla ‘rettificazione’ dello spirito
del vino effettuata del farmacista, ed è simile anche alla ‘concentrazione’ dei
raggi solari mediante un grande specchio ustorio. Oppure, detto con
altre parole: “è
il processo di liberazione vero ed indipendentemente operante del vero e
proprio essere spirituale-primordiale dalla materia che lo avvolge”.
14)
Cominciate ora ad intravedere in che cosa consiste propriamente la vera religione
spirituale dei nostri abitanti di Saturno? Io in proposito non vi dirò che una
parola sola, ma essa sarà sufficiente per aprirvi d’un tratto la camera della
luce; ora questa parola è: “la rinascita dello
spirito!”
15)
Vedete, questo deve verificarsi negli abitanti di
Saturno altrettanto quanto in voi. Senza di questa, l’abitante di
Saturno è altrettanto poco in grado, quanto voi, di comprendere quello che è
dello Spirito, nonché tutti i rapporti e le relazioni esistenti fra di lui, con
i Cieli e con il grande Spirito.
16)
Agli scopi della rinascita dello spirito non basta affatto possedere unicamente
la facoltà di vedere gli spiriti, come non è raro il caso sulla vostra Terra,
dove alcuni vedono sempre apparizioni spaventose e angoscianti, ma delle quali
non ne comprendono mai più di quanto possa comprendere un cieco dei colori.
Invece, per la completa e vera rinascita si esige non tanto il vedere formale,
quanto la chiara certezza che ciascuna azione sia improntata precisamente a
quelle caratteristiche che essa aveva quando nei primordi fu fondato in ogni
Ordine e Sapienza divini.
17) E
ora si chiede: “Come e quando si può
verificare questo?”. – Solamente quando lo spirito si sia anzitutto
rettificato fuori dalla materia con l’esatto procedere sulle vie prescritte di
Dio, e poi, abbia ritrovato se stesso concentrandosi come in un punto focale;
ed infine, come un’entità completa e perfetta ormai esistente a sé, sia
totalmente uscito dal regno dei sensi della materia ed abbia risolutamente del
tutto e perfettamente, aperto i suoi nuovi sensi alle impressioni e ai rapporti
di quel mondo del quale egli stesso è un tipico abitante primordiale.
18)
Quando l’uomo ha raggiunto questo gradino, in tutto il suo essere comincia a
manifestarsi un’altra attività; il suo vedere si fa differente, e così pure il
suo udire e il suo sentire; tutti i suoi pensieri si plasmano in forme che egli
può contemplare, e la sua volontà diventa fatto compiuto. Le sue parole si
fanno precise e si uniscono al pensiero e alla volontà, lo spazio non ha più
niente a che fare con lui, e il tempo ha battuto per lui l’ultimo secondo,
perché nell’esistenza libera spirituale egli ode, vede, sente, percepisce,
pensa, vuole, opera e parla oltre ed all’infuori del tempo e dello spazio, cioè
per lui non esiste che un presente entro il quale un passato eterno ed un
eterno avvenire si porgono amichevolmente la mano, e per il suo occhio, una
cosa che sembra alla vista anche infinitamente lontana, è invece così vicina
come è vicino il proprio pensiero.
19)
Vedete, a questo stato spirituale ciascun abitante di Saturno aspira e tende
con tutte le sue forze; ma non lo raggiunge prima di aver completamente
adempiuto in sé tutte le condizioni della vita.
20)
Perciò, per l’adempimento perfetto non è sufficiente soltanto padroneggiare la
propria natura, bensì conviene che tutte queste condizioni della vita a lui
conosciute, assurgano per lui ad un grado di abilità e di scioltezza del tutto
personale.
21)
Solo quando egli si è fatto perfetto maestro in tutte le cose, allora è libero
in se stesso, e tutta la sua potenza vitale può sorgere riunita fuori dal suo
regno dei sensi. Compiuto questo atto di rinascita fuori dai sensi, allora in
lui sarà subentrato quello stato che a voi è già conosciuto con l’espressione la
“rinascita dello spirito”.
22)
Per conseguenza, il continuo e fedele esercizio in tutte le condizioni della
vita è appunto quello che ha relazione con la parte spirituale della religione
dei nostri abitanti di Saturno.
[indice]
Più
approfondite informazioni sulla via per la rinascita per divenire uno con Dio
1)
Comprendete adesso già un po’ meglio che significato possa avere la religione
spirituale presso gli abitanti di questo mondo e come essa si distingua da
quella cerimoniale?
2)
Vedete dunque, dietro alla cerimonia spirituale si cela il servizio dello
Spirito, il quale è ininterrotto, mentre la cerimonia non ha luogo che in certi
periodi di tempo.
3) Ma
poiché, precisamente questa parte della religione dei nostri abitanti di
Saturno è per voi stessi della massima importanza, Io voglio fornirvi ancora un
evidente esempio, mediante il quale voi potrete distinguere chiarissimamente
l’una o l’altra di queste due specie di religione.
4)
Considerate per esempio il caso di un ragazzo che volesse apprendere l’una o
l’altra arte, ammettiamo, la musica, per diventare un perfetto virtuoso. Come
vi comportereste qualora egli si rivolgesse a voi? Voi di certo lo esaminereste
per constatare le disposizioni e l’orecchiabilità, lo inviereste poi in qualche
buona scuola e gli fareste presente le necessarie condizioni dicendo: “Se tu
adempi perfettamente a queste condizioni, diventerai senza dubbio un virtuoso.
Ma se tu non le adempi, diventerai uno strimpellatore, ma mai un vero
virtuoso!”.
5) Ma
che cosa farà allora l’allievo che aspira seriamente a diventare un virtuoso?
Ad assolvere tale compito egli dedicherà tutta la diligenza naturale esteriore
congiunta al suo interno volere, si eserciterà giornalmente per le cinque, sei
o sette ore prescritte, compirà tutti gli studi dalla A alla Z e tralascerà
qualsiasi altro esercizio o svago che non sia fra quelli che gli sono stati
indicati come i soli atti a fargli raggiungere il suo scopo. Ma quando in
questo modo l’allievo, dopo vari anni d’indefesso lavoro, sarà diventato un
artista perfetto, voi potrete rendergli la gradita testimonianza che
effettivamente in lui si è maturato il virtuoso, dato che egli ormai è in grado
di padroneggiare il suo strumento tanto meccanicamente, quanto spiritualmente
in maniera perfetta in tutte le gradazioni della tecnica musicale e del sentimento.
6)
Vedete, ma con questo noi abbiamo già quello che ci occorre! – Che cosa rappresenta dunque l’esercizio
prescritto per il raggiungimento della perfezione tecnica? – Ecco, esso
altro non rappresenta che la parte cerimoniale bene ordinata della sua cultura
artistica. Ma si è esercitato forse ininterrottamente giorno e notte? Certo che
no, bensì soltanto durante il tempo giornaliero prescritto!
7) Ma quale carattere avevano a tale riguardo
la sua volontà e la sua aspirazione? Erano forse anche queste, suddivise in
periodi? – Oh, niente affatto! Queste erano invece ininterrottamente attive
nel suo organismo naturale e spirituale come un impulso eccellente. Dunque,
questo impulso costituisce appunto la cultura artistica spirituale del nostro
allievo musicista, per effetto del quale egli diventa veramente e propriamente
quello che si era proposto di diventare.
8) Ma
divenuto un vero e perfetto artista, che tipo di vita conduce? Quella
dell’allievo di certo no, bensì quella di libero maestro! E allora egli forse
si atteggia a nemico della sua iniziale vita di scolaro? Neanche per sogno!
Bensì, da grande maestro quale è diventato, fa sempre ancora con vero diletto
quello che faceva quando era un semplice scolaro; cioè, egli suona sempre con
diligenza le varie scale e ripete tutti gli esercizi del tempo nel quale
studiava, ma con che differenza! Quello che prima, come scolaro, aveva fatto
stentatamente, faticosamente e con enorme impegno d’energia, lo fa adesso con
tutta facilità, scioltezza, precisione e con perfetta espressione interiore-spirituale.
9) Da
scolaro egli suonava sì le scale, però senza sapere che significato potessero
avere; da maestro egli scorge nelle stesse una quantità innumerevole di nuove
forme delle quali prima non aveva nessun sentore. E così avviene che, da
maestro ‘rinato’, esercita bensì
anch’egli un culto artistico cerimoniale, ma questo culto, per lui, corrisponde
ora non solo alla tecnica, ma un udire, un vedere, un percepire, un pensare e
un volere di genere del tutto differente, e questo è ‘lo spirito rettificato’, e in pari tempo è ‘il Punto focale’ dove convergono i raggi del suo spirito, e che
dissolve tutto quanto vi è di materiale, greve e sensuale, e perciò,
considerato in se stesso, è un puro culto spirituale.
10)
Applicate ora quanto è stato appena detto alla vita propria dell’uomo, sia egli
un abitante della Terra, o di Saturno, o di Giove o del Sole, e si vedrà che
per lui vi sono sempre e dappertutto queste due specie di servizio divino, le
quali stanno fra di loro in rapporto come la via sta alla meta.
11)
Chi ha percorso tutta la via con grande tenacia, è anche arrivato alla meta, ma
giuntovi, il ricordo della via percorsa gli resterà sempre e non si cancellerà
dalla sua memoria; anzi, quando sarà giunto alla meta, egli avrà nel suo
spirito la visione perfetta della via percorsa, nonché di tutte le svolte e i
rapporti della via stessa.
12)
Voi sapete qual è la meta principale che i nostri abitanti di Saturno si sono
proposti nell’incamminarsi per la loro via, meta cioè che non è costituita da
altro, se non dal grande Spirito stesso, per poter diventare perfettamente una
cosa sola con la Sua Volontà.
13)
Raggiunta questa meta mediante il loro esercizio diligente, anche la religione
spirituale risulta compiuta, e poi, da questo momento il vero impulso verso
l’unificazione con la Volontà del grande Spirito cessa. A questo impulso
subentra la grande e incrollabile aspirazione di restarGli
fedeli in eterno.
14) È
questa costante ed incrollabile brama che costituisce poi in ciascun abitante
rinato di Saturno il servizio divino più intimo della specie spirituale più
perfetta! A questo stato di massima perfezione possono pervenire tutti gli
esseri umani di qualsiasi età, e questo è tutto quanto va detto riguardo alla parte
spirituale della religione degli abitanti di Saturno.
15)
Considerato dunque che in questo modo noi avremmo visto tutto quello che era
necessario vedere sulle montagne, passeremo brevemente in rassegna anche le
cose che concernono la pianure, e poi daremo un’occhiata alle regioni polari di
quel pianeta, al suo anello e alle sue sette lune. Così per oggi è sufficiente!
[indice]
Sulla vita
degli abitanti delle pianure
Le loro
dimore, le costruzioni e il loro temperamento più mondano
9 settembre
1842
1)
Per quello che riguarda la pianura, o meglio le regioni più piane di Saturno,
già in varie occasioni abbiamo appreso l’uno o l’altro fatto che si riferiva al
tenore di vita di quegli abitanti, perciò non resterà altro che poche cose
ancora da menzionare.
2)
Vere città, su quel pianeta, non ve ne sono in alcun luogo; ciononostante, qua
e là, particolarmente nelle regioni vicino ai laghi e ai fiumi meno grossi, le
famiglie dimorano più vicine l’una all’altra che non sulle alture, specialmente nelle parti
meridionali di alcuni continenti; soltanto, che non dimorano assieme
così numerose in una stessa abitazione come sulle alture, perché là tutta una
famiglia consiste di solito dei due genitori e dei loro figli, mentre gli avi e
i bisavoli vivono comunemente da soli assieme a qualche persona di servizio.
3)
Oltre a ciò, questi abitanti dimorano raramente sull’uno o l’altro degli
alberi-abitazione che voi già conoscete, bensì le loro dimore consistono per lo
più in una specie di tende fatte da alberi poggiati l’uno sopra l’altro e cioè
nel seguente modo: gli alberi vengono così disposti da formare una piramide a
base circolare, e poi, a cominciare da terra fino alla cima, vengono tenuti
saldi mediante delle assicelle tutto all’intorno. Queste assicelle vengono
infine ricoperte con ogni tipo di fogliame tanto all’esterno, quanto
all’interno; verso oriente viene lasciata libera un’adeguata superficie di
questa parete curva per entrare e uscire, dopo di che la dimora è già bell’e
pronta.
4)
Per quanto concerne la spaziosità, in una simile dimora certo non può trovare
ricovero tanta gente come su uno dei noti alberi-abitazione dei montanari;
tuttavia un tenda, diremo così, di questa specie, è pur sempre tanto spaziosa
che voi potreste farne un alloggio molto comodo per dieci reggimenti dei vostri
soldati.
5) La
disposizione interna di questa dimora è perfettamente identica a quella delle
dimore viventi sulle montagne, cioè è provvista di un giaciglio comune a forma
di piramide tronca a larga base con dinanzi un rialzo circolare che serve da
tavolo, e questo è anche tutto l’arredamento interno della dimora.
6)
Riguardo poi alle altre loro cose di uso domestico, come arnesi, utensili,
vasellami, vesti e provviste alimentari, tutto ciò viene conservato e custodito
nei magazzini adibiti a tale scopo, i quali, anche nelle pianure, sono
costruiti in modo identico come sulle montagne.
7) I
templi sono essi pure edificati perfettamente come sulla montagna, soltanto, sono
molto più piccoli e non presentano quella magnificenza particolare ai templi
delle alture; oltre a ciò nelle pianure il tempio è in comune con varie
famiglie.
8)
Questo sarebbe dunque tutto ciò che ha relazione con l’architettura nelle
pianure, salvo ancora alcuni giardini ornamentali che di solito sono proprietà
di qualche patriarca privilegiato. Come siano adorni questi giardini voi
l’avete già appreso quando si parlò degli animali provvisti di guscio e particolarmente
delle lumache. Qua e là vi sono nei giardini anche delle case fatte con questi
gusci di lumaca, che sono state erette perché i bambini si divertano ad
abitarci, come avete già appreso in precedenza.
9) A
chi spetti comunemente nelle pianure la carica di patriarca, questo pure vi è
stato già spiegato; basta che riandiate con la memoria a quanto avete già
inteso circa il noto animale con la coda a forma di serpente e dall’occhio di
fuoco, e voi vi troverete dinanzi al patriarca, ovvero all’eroe adorno del
mantello confezionato con la pelle dell’animale in questione. Tuttavia, che un
simile patriarca, proclamato tale in seguito ad una impresa eroica di questa
specie, goda presso il grande Spirito molta meno considerazione che non un
patriarca delle alture, non occorre pensarci su molto per comprenderlo; d’altro
canto non è difficile comprendere come gli spiriti angelici non abbiano affatto
rapporti troppo intimi, né affatto frequenti con un simile patriarca, e per
conseguenza non dovrà sembrarvi strano neppure se vi dirò che negli abitanti
delle pianure il senso del mondo è molto più accentuato che non in quelli che
dimorano nelle sacre montagne. Essi sono bensì dei bravi e buoni fratelli, il
loro linguaggio è spesso molto saggio e perciò si ritengono molto più
illuminati e avveduti degli abitanti delle montagne, ma quando, nonostante
tutta la loro sapienza, le cose cominciano a mettersi male, essi non disdegnano
d’intraprendere delle escursioni, o meglio dei pellegrinaggi sulle montagne,
dove, come già sapete, viene fatto comprendere loro che non si trovano sulla
retta via.
10) E
così si spiega anche il fatto che nelle pianure, molto poco e molto raramente
si sa qualcosa di una rivelazione superiore, fatta eccezione soltanto, di
coloro che del tutto veramente e fedelmente hanno attinto la loro sapienza alla
scuola delle montagne.
* * *
(Dopo questo Dettato, ad una
valutazione del contenuto, al versetto 2, Lorber – e
probabilmente uno dei suoi amici che spesso lo andavano a trovare – si accorse
che c’era qualcosa che non andava, e perciò espose una domanda di chiarimento
al Signore, che pubblichiamo di seguito, in cui si evince che lo scrivano aveva
omesso alcune parole, poi aggiunte al testo originale).
[D.d.C. vol. 1 cap. 62 – Spiegazione su “Saturno”]
10 settembre 1842, mattino
Signore, Tu onniamorevolissimo,
santissimo Padre! Non lasciare inascoltata la preghiera di un povero servitore!
Come in ogni tempo hai ascoltato me, povero peccatore, quando Ti ho pregato per
qualcosa, così mi ascolterai in modo fedelissimo anche questa volta, poiché
solo Tu sei fedele in tutte le Tue Promesse, poiché le adempi sempre, così come
è certo che il giorno segue la notte. Così dunque, io conto sulla Tua Bontà,
Amore, Misericordia e Grazia, e Ti prego affinché Tu mi possa comunicare come è
da prendere la piccola contraddizione riguardo all’abitabilità delle pianure
sul pianeta Saturno, che Tu graziosissimamente mi hai rivelato. – O Signore,
Tu, mio amatissimo Padre Gesù, non lasciare inascoltata questa mia misera
preghiera, e non senza risposta questa domanda! Tuttavia, la Tua Volontà sia
sempre fatta! Amen!
1. A che giova
la ‘contraddizione’? Io stesso te l’ho fatta notare, poiché durante il dettato,
tu in primo luogo non hai fatto caso a tre Paroline secondarie, e così sei
stato indotto a non udirle a causa della contemplazione, e …perché Io ho voluto
così!
2. Ma perché ho voluto così? L’ho voluto affinché il vostro spirito potesse
ricevere un’altra piccola scossa e, per questo, dovesse cercare più
diligentemente e più vivamente in ciò che Io dono in modo assai vivente dalla
Mia Grazia d’amore, e non considerasse il Mio Dono come una commedia
quotidiana.
3. In secondo luogo, tale piccola contraddizione è sorta perché durante il
Mio preliminare, in seguito ad alcuni disturbi venuti dall’esterno, hai
dimenticato di aggiungere una circostanza, poiché Io ho aggiunto abbastanza ad
alta voce, nell’ultimo annuncio di abitabilità, e ho detto: “….e in particolare, di alcuni paesi continentali, e
precisamente le loro parti meridionali”.
4. Ma tu domandi: “Perché non ti ho fatto notare questo subito?”. – Vedi,
la Mia Scuola è diversa da quella degli uomini sul mondo! Io perciò permetto
questo, spesso di proposito, e pongo su tutte le Mie Vie, ovunque possano
essere, la ‘pietra angolare rigettata’, affinché il mondo vi debba trovare il
suo giudizio. Se però qualcuno viene da Me e Mi prega per la rimozione della
Pietra angolare, allora Io voglio certamente fare anche questo. Ma ognuno si
guardi dalle osservazioni!
5. Beato colui che si corregge secondo la Mia indicazione, poiché a costui
sopraggiungerà la Luce. Ma chi Mi volesse fare un rimprovero per aver permesso
tali piccole contraddizioni, costui deve essere punito con l’incredulità!
6. Qualunque cosa succede, ha il suo saggio ed amorevolissimo motivo.
Perciò devi dare più importanza al Mio giudizio che a quello del mondo! Quello
che Io do, questo non lo do al mondo per un beneficio, bensì ,solo per lo
scandalo del giudizio!
7. Perciò fa ciò che ti dico, e non pensare mai cosa un giorno il mondo ne
possa dire! Infatti, il Mio Dono non deve essere accolto dall’intelletto, bensì
dal cuore nello spirito in modo vivente. Qui si troverà già il giusto Ordine!
Comprendilo bene questo, ed osservalo! Amen!
* * *
[indice]
Uso del
baratto e severità per i disonesti
Modo di
vita, matrimonio, procreazione e sepoltura, diversi in pianura
1)
Nelle pianure, particolarmente nelle regioni dei laghi e lungo i grandi fiumi,
viene praticato una specie di baratto con varie cose e per lo più con oggetti
di ornamento che, come avete appreso, le donne portano molto volentieri.
2)
Qualche volta succede pure che l’uno o l’altro mercante tenti di ricorrere alla
truffa; guai a lui però se il suo imbroglio viene scoperto! Prima di tutto
viene conciato a dovere dalle donne che lo graffiano da ogni parte mediante
ogni tipo di oggetti appuntiti, e se dopo una lezione di questa specie viene
ancora una volta colto ad imbrogliare, allora si allestisce immediatamente una
nave, e l’imbroglione, assieme alla sua famiglia, viene relegato in qualche
località molto lontana dove è costretto a rimanere o per un determinato tempo,
oppure, a seconda della gravità del secondo imbroglio, eventualmente anche per
sempre. Questo genere di punizione viene chiamato là “Purak” ovvero “esilio perpetuo”. A colui che è stato condannato solo all’esilio
temporaneo, quando parte, è lecito portare con sé alcune sementi dell’albero
dal frutto a forma di nave, affinché, giunto nel luogo dell’esilio, possa
ottenere una barca dalle sementi che egli semina appena arrivato.
3) Al
condannato all’esilio perpetuo, invece, non viene concesso di portare con sé
queste sementi. Tuttavia riguardo a questi esiliati a vita avviene di solito
che gli abitanti delle montagne di uno o dell’altro paese, vengano a conoscenza
del loro stato miserevole mediante gli spiriti, ed essi, quando ricevono una
simile notizia, si portano immediatamente sul luogo dell’esilio, liberano quei
relegati e li conducono con loro sulle alture facendone non di rado della gente
sotto ogni aspetto, eccellente.
4)
Non è raro il caso che a quei liberati venga assegnata addirittura in dono
l’una o l’altra dimora sulle alture. Succede poi talvolta che appunto quelle
persone che li avevano condannati all’esilio perpetuo, si mettano in viaggio e
giungano sulle alture dove trovano asilo, nonché accoglienza amichevolissima, e vengono ammaestrati nella vera
religione. E allora avviene che negli amici che li ospitano riconoscano coloro
che essi avevano mandati in esilio, allora la meraviglia suscitata da tale
constatazione sembra non voler più finire, dato che non riescono assolutamente
a comprendere come quelli che ora offrono loro ospitalità, abbiano potuto
giungere fin lassù dal luogo dove erano stati relegati.
5) In
simili occasioni, poi, ai meravigliati viene subito fatto conoscere come al
grande Spirito siano possibili moltissime cose delle quali la sapienza degli
abitanti delle regioni dei laghi e dei fiumi ha finora avuto ben poca occasione
di sognare. E gli interrogati, nell’apprendere simili cose, molto meravigliati,
di solito si battono il petto e deplorano grandemente le varie idee storte e
pazze che nelle pianure sono ritenute sapienza; dopo di che essi vengono di
nuovo istruiti e con tutta serietà esortati a voler, al loro ritorno alle
pianure, contribuire energicamente a combattere ed estirpare le molte e varie
stoltezze di laggiù.
6)
Con questo sistema in più d’un grande continente è anche già avvenuto che le
pianure si sono fatte del tutto simili alle alture; ma ancora, qua e là ci sono
sempre comunque molti paesi a valle che si differenziano nettamente dalle
alture.
7)
Per quanto poi concerne il lavoro in genere, i mestieri e le industrie, i
procedimenti sono gli stessi di quelli delle montagne, eccezion fatta per
alcuni articoli di lusso che certamente non vengono prodotti sulle montagne,
dove perfino il tingere artificialmente un filo è considerato peccato.
8) Il
sistema nutritivo – salvo il latte della grande mucca – è pressoché identico;
soltanto alcune famiglie dei patriarchi, le quali si fanno allestire le loro
dimore di vacanza nella maniera che già conoscete sulle grandi rupi bianche che
sporgono fuori dai laghi, prendono talvolta diletto in qualche leccornia che
esige qualche speciale preparazione e che solletica un po’ di più il palato,
tuttavia queste specialità finiscono di solito con il produrre degli effetti
non troppo buoni, e perciò succede anche, che poi più d’un medico dalla
sapiente loquela viene a trovarsi straordinariamente occupato.
9) Notabene: altrettanto
avviene da voi! Se viveste in modo molto semplice e conforme alla natura, e
mangiaste i frutti della Terra così come Io li ho preparati, ad eccezione di
pochi che possono essere cotti soltanto leggermente al fuoco, il vostro
linguaggio sarebbe più povero di quattro parole, ovvero, esso non saprebbe
nulla di un medico, né tantomeno di una medicina né di una farmacia. E la non
conoscenza di queste tre parole sarebbe giustificata dal fatto che il vostro
linguaggio non conoscerebbe la quarta parola cui spetta veramente il primo
posto e questa parola è ‘malattia’.
Da voi, invece, godono considerazione i cuochi con tutti i loro artifici,
subito dopo i medici, poi i farmacisti con le loro cucine ancora più ingegnose,
e fuori da queste i farmaci, per mezzo dei quali la malattia diventa un ospite
permanente nel corpo di un ammalato.
10)
Questo è dunque il caso anche nelle pianure di Saturno, anche se in un grado
non così elevato come da voi; e ciò serve a spiegare il perché gli abitanti
delle pianure non raggiungono di gran lunga l’età degli abitanti delle
montagne.
*
11)
Per quanto riguarda il matrimonio, questo viene concluso anche nelle valli dal
patriarca, solo a volte con molto più sfarzo esteriore.
12)
La procreazione è simile a quella sulle montagne. Solo che ogni tanto accade
che, se l’uomo nelle valli possiede troppo poca fede e forza di volontà,
intraprende con sua moglie un viaggio sui monti. A quale scopo, non c’è bisogno
che Io lo spieghi ulteriormente.
13)
Circa la sepoltura delle spoglie mortali umane, nelle pianure vengono seguiti
due procedimenti: presso la parte migliore delle popolazioni essa avviene come
nelle alture; invece presso il popolo che ha una certa credenza pagana e che
ritiene l’anello lucente del pianeta una specie di divinità, la sepoltura
riveste un carattere del tutto differente. Essi caricano i loro morti sulle
loro navi e con queste s’inoltrano di solito in alto mare, specialmente se
questo non è molto lontano dalla loro dimora. Giunti al largo, i corpi dei
defunti vengono semplicemente gettati nell’acqua senz’altra cerimonia, e in
simili occasioni si trova sempre immediatamente qualche ‘tomba’ vivente (un grande pesce) pronto ad accogliere, con grande
bramosia, i cadaveri. Terminato questo lavoro del seppellimento, i nostri
becchini rifanno senza indugio la loro strada e con il ritorno alle loro case
ha fine anche tutta la solennità funebre.
14) E
queste sarebbero anche, per quanto concerne gli abitanti delle valli e delle
pianure di Saturno, le cose più notevoli e meritevoli di essere menzionate
accanto a ciò che voi già sapete dalle comunicazioni occasionali. Quindi noi
ora lasceremo i paesi veramente abitati di Saturno e, dopo aver osservato alla
sfuggita le regioni delle nevi e dei ghiacci perpetui di quel pianeta, ci
solleveremo un po’ fino al suo anello. E perciò fermiamoci qui per oggi!
[indice]
L’estesa
regione nordica e meridionale polare di Saturno
L’enorme
gelo quale prigione degli spiriti primordiali del pianeta
1)
Già dal principio di queste comunicazioni è stato indicato come su quel pianeta
non ci siano che due climi soltanto, cioè uno assolutamente temperato nel quale
si trovano tutte le regioni abitabili, e che abbraccia complessivamente
parecchio più di un terzo della distanza polare.
2)
Questi continenti della zona temperata sono circondati, tanto nell’emisfero
settentrionale quanto in quello meridionale, ininterrottamente dall’oceano, dal
quale, però a grandi distanze dai continenti principali, emergono alcune ‘terre del Mud’,
le cui estreme parti settentrionali o meridionali sono di solito già ricoperte
di ghiacci perenni. Non che la stessa zona sia costituita così a sud e a nord,
bensì, se essa si trova nell’emisfero settentrionale, allora la sua parte più
settentrionale è circondata da ghiacci perenni e ciò per la ragione naturale
che su Saturno, come da voi sulla Terra, le regioni polari costituiscono il
regno delle nevi e dei ghiacci eterni.
3) “Che aspetto hanno dunque queste regioni
polari di Saturno?”. – A questo riguardo posso dirvi che nessuna fantasia
umana e nemmeno la massima potenza d’immaginazione d’un uomo potrà mai farsi la
benché minima idea di come si presentino queste regioni polari all’occhio e al
sentimento, naturali.
4) Il
freddo di queste regioni è talmente intenso, che a confronto con quello delle
regioni polari terrestri, quest’ultimo bisognerebbe considerarlo addirittura
come una temperatura torrida. Là, non soltanto l’acqua gela al punto da farsi
dura come il diamante, ma l’aria stessa, quando il gelo raggiunge il suo
massimo grado, si trasforma in sbarre di ghiaccio, le quali spesso si ergono
come torri alte delle miglia nell’etere. In seguito a tale enorme pressione,
molto spesso l’aria atmosferica in queste regioni si accende, cosicché per
molte miglia il paesaggio appare come rovente, e il fenomeno va sempre più
accentuandosi fino a dar luogo a effettive esplosioni violentissime.
5) Ma
siccome attraverso le accensioni dell’aria in seguito al freddo intenso viene
sottratta a questa, in misura ancora maggiore, la sua elettricità, avviene che
il freddo va anche continuamente aumentando, e ciò per un periodo ininterrotto
di quindici anni terrestri. Durante il periodo più rigido che dura il tempo di
otto anni terrestri, le esplosioni non si verificano più per la ragione che
l’aria atmosferica già prima si è trasformata in una massa perfettamente
solida. Passato questo periodo, la luce del Sole ricomincia a produrre i suoi
effetti, e discioglie gradatamente l’aria solidificata che, quando il processo
di scioglimento è già un po’ avanzato, inizia subito di nuovo ad accendersi, e
per effetto di tale accensione e delle esplosioni che ne seguono, anche lo
scioglimento dell’aria congelata va sempre più progredendo nelle regioni
dell’uno o dell’altro polo.
6) “Queste regioni spaventose sono forse anche
abitate?”. – Dal punto di vista naturale, da nessun essere vivente, ma
tanto più invece da quello spirituale, poiché la neve e il ghiaccio
rappresentano comunemente la prigionia di spiriti in qualche modo inquieti.
Quando dunque il freddo è più intenso, in queste zone c’è tanto più da fare per
gli spiriti pacifici, perché attraverso quell’atto che si manifesta attraverso
il freddo naturale, essi mettono tranquilli gli spiriti del fuoco e smorzano il
loro immenso ardore distruttore; perciò, da questo, voi potete sempre dedurre
che quando nelle vostre zone si fa sempre più freddo, tali spiriti desiderosi
di distruzione vengono calmati e smorzati dagli spiriti della pace.
7)
Che questi spiriti siano veramente desiderosi di accendere e distruggere tutto,
lo potete rilevare dalle frequenti accensioni dell’aria nelle regioni polari;
Tuttavia, quanto più simili spiriti tendono ad accendersi, con tanta maggiore
ostinazione essi vengono compressi e tenuti prigionieri dagli spiriti della
pace. Quanto più dunque s’intensifica il freddo, tanto più intensa si fa anche
la prigionia di quei disastrosi spiriti del fuoco, i quali, dopo avere
sperimentato talvolta per vari millenni una prigionia di questo genere,
finiscono con l’arrendersi e col dar congedo al loro infuocato zelo, come una
nuvola satura di elettricità, quando dei venti gelati trasformano il loro fuoco
elettrico in grandine, certamente a volte dannosa.
8) “Ma chi sono questi spiriti polari del fuoco
su Saturno?”. – Voi non dovete già pensare che si tratti forse di spiriti
di defunti, bensì si tratta semplicemente di spiriti ancora allo stato
primordiale, con i quali è formato veramente tutto l’intero pianeta e che,
secondo l’ordine esattamente stabilito dal grande Spirito, passano gradatamente
all’esistenza libera fino a raggiungere la forma umana.
9)
Certamente, talvolta succede che degli spiriti di defunti, qualora durante il
tempo della loro vita naturale abbiano dato prova di essere stati molto
vendicativi, vengono ricondotti a un tale stato naturale polare. Una cosa
simile però su Saturno si verifica rarissime volte, mentre invece non è tanto
rara sulla vostra Terra.
10)
Il divario fra queste due specie di spiriti sta unicamente nel fatto che gli
spiriti dei trapassati sottoposti a tale disciplina non ritornano più alla vita
naturale dentro un corpo, mentre questo è sempre il caso qualora si tratti di
spiriti ancora allo stato primordiale, i quali devono rivestirsi completamente
del naturale fino a rendersi poi atti a trapassare ad una vita libera,
indipendente, e con ciò anche assoluta, ovvero separata e distinta.
11)
Gli spiriti primordiali del pianeta Saturno sono per l’appunto di natura tale,
che tendono più che altri a distruggere tutto, per la cui ragione più d’un
veggente antico della vostra Terra ebbe ad asserire perfino, che il pianeta
Saturno si mangiava i propri figli. Per conseguenza, anche questi spiriti
primordiali devono con tanta maggior tenacia ed energia, essere preparati dagli
spiriti della pace, essendo non più degli spiriti primordiali, prima che
possano trapassare ad una vita sotto ogni rispetto libera, perché, se tale
misura di precauzione non venisse osservata, nessun Sole e nessun pianeta in
tutto l’universo sarebbe al sicuro dalla loro brama distruttrice.
12)
Per questo motivo il pianeta Saturno è situato così lontano dal Sole, affinché
i suoi raggi non possano mai generare su di esso un calore tale da paragonarsi
a quello prodotto sui pianeti Giove, Terra, Venere, e del tutto particolarmente
su Mercurio, i cui abitanti perfino nelle zone polari, che sono quasi le sole
popolate, sono esposti ad un calore quasi da fornace, mentre su Saturno, come
già sapete, dove è abitato non regna che un clima dappertutto temperato, e
perfino questo clima già temperato viene oltre a ciò tutelato contro un
eccessivo riscaldamento mediante l’ombra costante proiettata dall’anello.
13)
Quantunque gli abitanti di Saturno non pongano mai piede su queste regioni del
ghiaccio, dato che nessuna cosa incute loro tanto timore quanto la neve e il
ghiaccio, timore che ha per lo più le sue radici nel vago ricordo dello stato
spirituale-primordiale del loro essere, ciononostante essi, e particolarmente
gli abitanti delle montagne che sono di spirito più desto, conoscono esattamente
le condizioni di quelle zone desolate. Tuttavia i più desti non si dilettano
troppo, considerando e raffigurandosi tali regioni; invece tanto più si
dilettano quando si tratta di considerare l’anello.
14)
Perché sia così, vi sarà chiaro nella prossima descrizione. Per conseguenza,
rispetto alle regioni polari di Saturno non ci sarebbe altro di particolare da
menzionare, tranne forse la circostanza che per la Terra, quando essa si trova
nella massima vicinanza di quel pianeta, le annate sono di solito molto
cattive, e ciò precisamente per il motivo che il freddo eccessivo ai poli di
quel corpo mondiale influisce, metafisicamente parlando, talvolta fino a varie
centinaia di milioni di miglia dal corpo mondiale stesso, come una coda
invisibile di cometa.
15)
Dentro lo spazio immenso di un sistema solare, in fatto di comete, il numero di
gran lunga maggiore è quello delle comete negative, le quali consumano in
maniera così assoluta tutti i raggi del Sole che cadono su di esse, tanto da
non venirne riflesso neanche il più piccolo atomo. Tali comete si rendono
visibili solo quando esse si sono gradatamente già più saturate, ed hanno
cominciato a percorrere un’orbita già più regolare. Queste comete sono molto di
frequente ospiti dei vari pianeti e si fanno riconoscere in certe epoche e per
alcuni istanti soltanto sotto forma di stelle cadenti, come esse vengono
chiamate. Per ciò che riguarda queste comete negative ci riserviamo di studiarle più da vicino in
un’altra occasione, quando impareremo a conoscere un
sole. Qui ne abbiamo fatto menzione solamente affinché abbiate la
possibilità di rilevare come e fino a quale distanza si fa sentire talvolta
l’influenza del freddo polare di Saturno.
16)
Così dunque avremmo finito con il pianeta propriamente detto, e perciò la volta
prossima rivolgeremo la nostra attenzione all’anello del pianeta stesso.
[indice]
L’anello di
Saturno costituito come un pianeta
La sua
rotazione intorno all’asse e la sua funzione
1)
Circa la forma, la grandezza e la suddivisione dell’anello, è già stato detto
al principio di questa comunicazione; non ci resterà quindi che da considerare
gli scopi e la natura.
2)
L’anello è di per sé un corpo mondiale assolutamente compatto e solido, il
quale, dal punto di vista della superficie, supera di varie volte il pianeta
propriamente detto, e come la sua superficie è più grande del pianeta, così
anche il suo volume è varie volte maggiore.
3) “La sua superficie è forse completamente
piana, o presenta invece dei dislivelli in qualche luogo? È l’anello provvisto
di acque e di aria atmosferica?”
4)
Ecco, l’anello possiede a questo riguardo tutte le caratteristiche di un
pianeta; esso cioè ha montagne molto alte; ha perfino dei grandi laghi e fiumi,
ed è circondato dappertutto di aria atmosferica; soltanto, che tanto l’acqua,
quanto l’aria, sono sull’anello molto più leggere e sottili che non sul pianeta
vero e proprio.
5)
Nello stesso modo esso ha anche un moto di rotazione sul proprio asse intorno
ad un centro che coincide con il centro del pianeta; tuttavia, per quanto
concerne la velocità, questo moto si differenzia da quello del pianeta. Per
vederci più chiaro è da intendersi così: nel tempo che il pianeta gira quasi
due volte intorno al proprio asse, l’anello interno, che veramente consiste di
due anelli tenuti assieme con degli sferoidi a sezione ellittica, compie a mala
pena un giro solo intorno all’asse. L’anello mediano è animato da un moto
ancora più lento; l’esterno, poi, che è anche il più grande, impiega a girarsi
una volta intorno al proprio asse quasi sette giorni di Saturno.
6)
Qui certo, voi chiederete: “Perché tale
differenza di velocità nella rotazione? Perché non girano tutti gli anelli con
la medesima velocità? E perché, in generale, essi non hanno la velocità di
rotazione uguale a quella del pianeta stesso?”. – Basta che voi
consideriate i diametri dei vari anelli, i quali sono l’uno più grande
dell’altro, e vi sarà chiaro con facilità, perché ciascun anello debba avere
una velocità diversa.
7) Se
per esempio l’anello interno, con il suo diametro molto più grande di quello
del pianeta, avesse l’identica velocità del pianeta stesso, tale velocità
dovrebbe evidentemente ridurlo in pezzi in seguito alla forza centrifuga che si
svilupperebbe. Ugualmente, se il secondo anello nel suo moto di rotazione
avesse la velocità del primo o addirittura quella del pianeta, anch’esso
verrebbe mandato in pezzi, e tanto più questa sorte dovrebbe toccare all’anello
esterno cioè al più grande. Per conseguenza la velocità di rotazione è
calcolata con esattezza matematica e ciascun anello ruota a velocità misurata,
affinché nessun pezzo degli anelli in seguito alla costante forza di attrazione
possa precipitare sul pianeta. D’altra parte però, questa velocità è
esattamente calcolata affinché nessuna parte, né dell’uno né dell’altro anello,
possa essere lanciata all’esterno, cosicché, in seguito appunto a tale velocità
esattamente stabilita, viene mantenuto un costante rapporto di equilibrio tra
la forza di espulsione e la forza di attrazione propria a ciascun anello.
8)
Questo è dunque, fra i molti lati dai quali può essere considerato l’anello,
quello che sta sul gradino più basso, vale a dire il lato naturale. E ora si
presenta la seconda domanda:
9) “In che cosa è utile questo anello al
pianeta? Si tratta forse, come vari scienziati hanno asserito, soltanto di un
ghiribizzo del Creatore, ovvero, peggio ancora, di un grosso capriccio della
prodigiosa Natura? O è l’anello, forse, la conseguenza di una deficienza
improvvisa nel Creatore, il Quale nell’atto creativo del pianeta ha dovuto
eventualmente interrompere il Suo lavoro meravigliosamente iniziato,
lasciandolo così incompiuto, salvo riprendere l’opera in tempi migliori?”
10)
Se l’una o l’altra di queste versioni abbia un fondamento, lo dimostrerà subito
quanto seguirà. Nel corso dell’ultima comunicazione voi avete già appreso a
quale specie appartengono gli spiriti primordiali fondamentali di Saturno. Se
non ci fosse l’anello a proiettare continuamente la propria ombra che mitiga il
calore alternativamente, ora più a nord, ora più a sud, precisamente in quelle
parti del pianeta dove dovrebbe formarsi altrimenti la zona torrida, Io vi dico
che in poco tempo un intero sistema solare, anzi infine addirittura un
sistema-involucro stellare, potrebbe rendere testimonianza di quale genere,
potenza, forza e violenza siano gli spiriti primordiali, appunto di questo
pianeta.
11)
Per mezzo di questo anello, invece, viene provocata una zona costantemente
moderata in modo uniforme nei paesi abitati del pianeta. E la conseguenza di
ciò è che gli spiriti fondamentali primordiali di questo pianeta non si
incendiano, e con ciò non hanno la capacità di provocare neppure delle
devastazioni nelle zone mondiali.
12)
Che questo sia veramente il caso, voi lo potete desumere anche dal fatto che
negli stessi abitanti di Saturno deve essere mantenuto continuamente desto il
sentimento del massimo rispetto per il grande Spirito e della massima
obbedienza a Lui, e pure per la stessa ragione non viene predicato loro molto
dell’amore, bensì solamente quanto è necessario perché essi Lo riconoscano. Ma
nello stesso tempo vengono educati alla venerazione suprema e intimorita
dell’amore.
13)
Per l’identico motivo, su Saturno anche l’amore coniugale e la procreazione
sono contenuti entro certi limiti, in maniera da evitare che l’animo degli
individui venga a trovarsi in uno stato di eccitazione violenta; tutto invece
viene regolato ed appianato mediante la maggiore umiltà possibile, cose queste
che voi avrete già avuto occasione di notare sufficientemente quando si parlò
dell’uomo di Saturno.
[indice]
Ancora sul
molteplice scopo dei tre anelli con l’esempio della preparazione del vetro
Gli abitanti
dell’anello di materia sottile per una successiva evoluzione animica
Fauna assente, ma alberi da frutto spontanei
1)
Ebbene, vedete dunque con quanta esattezza è stato collocato l’anello in
questione proprio intorno all’equatore del pianeta? D’altro canto, voi avete
già ammirato l’intera creazione sul pianeta stesso, dal regno vegetale fino
all’uomo in corpi enormemente grandi.
2) Ci
potrebbe, anzi ci dovrebbe essere qualcuno che si chiede: “Ma se tutto ciò è vero e se è così, a quale scopo simili corpi
enormemente grandi, quando si sa che perfino l’altissimo Spirito ha trovato
posto, certo secondo il Suo proprio Ordine, sufficiente nel Corpo di Cristo
sulla Terra? Perché dunque gli spiriti degli abitanti di Saturno hanno dei
corpi così grandi?”
3)
Vedete, questi corpi giganteschi sono dati appunto a quegli spiriti per il
motivo che essi non devono essere assoggettati assolutamente a nessuna
pressione interna da parte della materia, la quale potrebbe premere cioè su di
loro dall’esterno all’interno con il pericolo di eccitarli e di accenderli. Per
tale ragione sono stati dati loro dei corpi straordinariamente lievi, affinché
il loro spirito, facilmente eccitabile, non possa trovare niente atto ad
opprimere la loro natura e ad eccitarli, come sarebbe facilmente possibile,
fino all’accensione.
4)
Immaginatevi ora questi corpi colossali e di per sé anche relativamente
pesanti, i quali, dato l’enorme volume del pianeta stesso e della conseguente
forza d’attrazione molto maggiore rispetto al loro pianeta, dovrebbero essere
ancora molto più pesanti dei corpi ugualmente grandi sulla vostra Terra, nel
rapporto alla forza d’attrazione di questa di gran lunga più piccola. Ma
sarebbe di qualche giovamento per questa specie di spiriti, se essi fossero
lasciati nei loro corpi in uno stato di enorme gravezza?
5)
Vedete, che allora la Mia scienza, un pochino più alta di quella dei vostri
scienziati, ha escogitato questo anello, per mezzo del quale la forza
d’attrazione viene tanto mitigata, che questi corpi colossali, in rapporto al
loro pianeta, risultano essere quasi cento volte più leggeri dei vostri in
rapporto alla vostra Terra di gran lunga più piccola.
6)
Questo è ancora uno scopo nuovo e straordinariamente importante dell’anello di
Saturno, il quale, per quanto piccolo possa sembrare perfino all’occhio armato
di telescopio, ha tuttavia una importanza talmente grande, da poter essere
considerato non soltanto come un cerchio gettato intorno ad un pianeta, bensì
addirittura come una cinta robusta collocata sopra l’universo.
7) E
ora si domanda: “È questo il solo ultimo
scopo di questo anello?”. – Oh, no, certamente! Noi avremo subito occasione
di fare la conoscenza di un’altra mansione affidata all’anello, la quale è di
gran lunga più significativa ed importante delle prime. Prima però di passare a
considerare in se stesso questo scopo principale, dobbiamo porre la domanda se
questo anello sia abitato.
8) Ed
Io qui dico che, qualora ci si aspetti che da ciò debba a risultare tale scopo
principale, la risposta non può essere che affermativa. Come però, e da chi
l’anello sia abitato, è tutta un’altra questione.
9) Ma
prima di risolvere il nuovo quesito, conviene che vi citi un esempio tolto
dall’attività industriale sulla vostra Terra, e precisamente da quella della
produzione del vetro.
10)
Quando la materia prima, atta a produrre il vetro, è debitamente triturata e
mescolata con l’adeguata quantità di sale occorrente, essa viene deposta nel
crogiolo, e qui, per mezzo di un conveniente grado di calore, viene ridotta
allo stato fluido. Considerate adesso la materia vitrea, fusa e ardente!
Vedete, questo stato è simile a quello dell’uomo di Saturno mentre si trova a
vivere nel proprio corpo su quel pianeta.
11)
Che cosa succede poi di questa massa quando si è fatta sufficientemente
liquida? Come voi certamente conoscete, con questa massa vitrea vengono
fabbricati ogni tipo di recipienti e precisamente mediante il soffio degli
operai cui tale lavoro è affidato. E adesso ritorniamo di nuovo all’uomo di
Saturno e consideriamolo nel suo stadio successivo, quello cioè di un essere
umano raffinato, trasparente e spirituale, il quale, per effetto della
raggiunta rinascita, ha deposto del tutto il suo essere materiale in cui il suo
spirito ha già assunto una forma concreta.
12)
Quando il vaso di vetro, in seguito alla soffiatura, è completo, esso viene
staccato dal tubo al quale è ancora appiccicato, e in un altro crogiolo viene
portato nel raffreddatoio e là lasciato per qualche tempo. Ecco che ritorniamo
al nostro anello, poiché, quando l’uomo di Saturno muore, questo atto
corrisponde in certo qual modo al suo distacco dal tubo soffiato del grande
Vetraio, e poi dentro un altro crogiolo l’uomo stesso viene portato nel
raffreddatoio. Orbene, questo ambiente refrigerante è costituito appunto
dall’anello!
13)
Il primo anello serve per mitigare il calore intenso iniziale; il secondo per
continuare e completare il processo di raffreddamento, e il terzo ed ultimo per
assuefare l’essere al nuovo stato, dopo di che, ciascun spirito umano di quel
pianeta, resosi così libero, diventa atto ad accogliere l’amore.
14)
Io credo che dopo questo esempio non ci sarà più bisogno di spiegazioni, dato
che esso è così chiaro, che si afferra facilmente. Soltanto qua e là qualcuno
potrebbe domandare ancora: “A che scopo
dare a tali spiriti un ulteriore luogo di dimora materiale?”
15)
Rispondere a questa domanda è facilissimo, perché gli spiriti degli umani di
Saturno, quando depongono il primo corpo, non si trovano immediatamente in uno
stato di purezza spirituale, ciò che si può desumere anche dalla facilità con
la quale essi riappaiono ed anche dalla rapida decomposizione dei loro corpi.
Quindi tali spiriti al loro trapasso sul grande anello hanno ancora una specie
di corpo materiale, che però certamente è molto più leggero, sottile e puro del
corpo che prima avevano sul pianeta. E perfino questo corpo va facendosi sempre
più puro e spirituale man mano che va salendo alle sfere superiori dell’anello.
16)
Questi abitanti dell’anello mangiano, bevono e vivono nell’anello, precisamente
come vivevano prima sul pianeta, soltanto che tutti i prodotti sono più
delicati e sottili come anche lo sono nell’identico rapporto gli esseri umani
stessi che là pervengono.
17)
Il divario fra il pianeta e l’anello consiste dunque unicamente nel fatto che
su questo ultimo mondo non esistono più animali, ma soltanto degli alberi da
frutto, i quali tutti insieme non portano semi per la propagazione, bensì
crescono fuori dal terreno all’incirca così come da voi sorgono i funghi.
18)
Che simili abitanti dell’anello, accondiscendendo all’intimo desiderio degli
abitanti del pianeta, possano trasferirsi di persona per breve tempo sul
pianeta stesso, e ciò con celerità spirituale, questo è dimostrato già dalle
loro molteplici apparizioni agli abitanti del medesimo.
19)
Ma considerato che le dimore e le condizioni di vita degli uomini-spiriti
sull’anello sono incomparabilmente più splendide, nobili e gradevoli, avviene
che gli spiriti non nutrono mai nessun desiderio di trattenersi sul pianeta più
a lungo di quanto sia necessario secondo la Volontà del grande Spirito, e
quindi essi sono sempre immensamente lieti quando possono far ritorno
sull’anello.
20) E
con ciò voi ora conoscete tutto quello che più necessita e merita di sapere
rispetto all’anello. La prossima volta daremo ancora un’occhiata alle lune di
quel corpo mondiale e con ciò concluderemo le comunicazioni sul pianeta
Saturno.
[indice]
Le lune di
Saturno, presentano tutte la stessa faccia al pianeta
Le lune come
scuola di vita spirituale
Conclusione: lo scopo di tutta questa Rivelazione
1)
Per quanto riguarda le lune di Saturno, va anzitutto detto che la relazione tra
queste e il loro pianeta è pressoché identica a quella esistente tra la vostra
Luna e la Terra; solamente che là esiste fra le varie lune una certa gradazione
che naturalmente non può esservi da voi, considerato che la Terra ha una sola
luna.
2)
Per quanto concerne il moto di quei satelliti, è da notarsi che nemmeno essi
hanno un moto di rotazione sul proprio asse, bensì mostrano sempre la stessa
faccia al loro pianeta.
3) In
conseguenza di ciò, anche la loro abitabilità si presenta sotto due aspetti,
l’uno naturale e l’altro spirituale. Ne risulta dunque che ciascun satellite,
sull’emisfero costantemente rivolto dall’altra parte rispetto al pianeta, è
abitato da esseri umani e da animali e possiede una vegetazione, acqua, aria
atmosferica e in genere tutto quanto è necessario alla vita naturale.
4)
Gli esseri umani, che sulla parte non rivolta verso il pianeta vivono di vita
naturale, sono certo molto più piccoli di quelli che dimorano sul pianeta, e
sui satelliti minori raggiungono a mala pena la grandezza che avete voi. Certamente,
sugli ultimi tre satelliti, cioè i più lontani e i più grandi, gli esseri umani
sono più grandi di voi.
5)
Questi esseri naturali dei satelliti sono in continua relazione spirituale con
i veri e propri abitanti di Saturno, cosicché gli spiriti degli uomini che
durante la loro vita naturale non sono riusciti ad arrivare immediatamente
sull’anello, devono prima trascorrere un certo periodo di tempo sull’uno o
sull’altro satellite adatto alla loro costituzione, oppure anche su più d’uno,
prima di poter essere accolti sull’anello di rango più basso.
6) “Che cosa fanno essi sulle lune di Saturno?
E quali spiriti di Saturno vi vengono trasferiti?”. – Sulle lune vengono
fatti emigrare gli spiriti egoisti e pagani, i quali, durante la loro vita su
Saturno hanno adorato e venerato l’anello come una divinità. Su ciascuna luna
dove iniziano il nuovo stadio della loro vita, sempre a cominciare dalla parte
naturale della luna stessa, e dove per mezzo dei loro corpi come uomini
naturali là dimoranti, vedono il naturale sul satellite, cosicché non hanno
nessuna visione dell’anello che prima era stato il loro idolo.
7)
Quando essi per effetto di ciò hanno però perduto l’abitudine della
contemplazione dell’anello ed hanno abbandonato l’idea perfino del loro
pianeta, solo allora essi passano sulla faccia del satellite rivolto al
pianeta, da dove poi possono vedere il pianeta assieme all’anello apparendo
loro quasi come un corpo solo. Con ciò comincia a diventare loro gradatamente
sempre più chiaro, e a ciò contribuisce pure l’ammaestramento da parte di altri
spiriti superiori che a tale scopo si mettono in comunicazione con loro,
secondo cui l’anello non è per niente una qualche specie di divinità o la sede
di qualche divinità, oppure la via sulla quale procede il grande Spirito nei
Cieli, bensì, come possono vedere con i propri occhi, che si tratta soltanto di
un corpo mondiale collocato intorno al pianeta vero e proprio, altrettanto
materiale e solido come il pianeta stesso, il quale è stato creato dal grande
Spirito affinché gli spiriti degli esseri umani morti sul pianeta possano
essere preparati là ad una vita superiore, della quale, al loro congedarsi dal
pianeta, non avevano avuto ancora alcun presentimento.
8)
Quando simili spiriti si sono poi convinti di ciò, sia in seguito agli
ammaestramenti avuti, sia per mezzo della propria esperienza, essi ripudiano
ben presto completamente la loro erronea fede e s’informano con tutta
sollecitudine circa la dimora del grande Spirito. In queste occasioni viene
fatto capire loro che a tale proposito ogni informazione essi la otterranno
solo sull’anello, quando si saranno perfettamente avvicinati allo stato
spirituale puro ed infine saranno completamente trapassati in esso. Allora
sorge in loro una grande brama di pervenire sull’anello, e più ancora di
trapassare allo stato puro spirituale; poi, verificandosi una premessa di
questa specie, essi vengono anche trasferiti immediatamente sull’anello.
9)
Ecco che adesso sapete pure questo. Tuttavia, con il tempo potrebbe affacciarsi
alla vostra mente la seguente domanda: “Perché
a questo scopo devono esserci proprio sette lune? Un tale semplice compito non
potrebbe essere affidato ad una sola luna?”
10)
Certo, per spiriti che fossero di altra natura, basterebbe senz’altro anche una
sola luna, ma per gli spiriti di Saturno, invece, i quali hanno la loro sede
nel grande Uomo-Spirito sotto un ginocchio, questo non è affatto sufficiente,
poiché le gambe sono il fondamento della vita del corpo, e in queste membra,
poi, particolarmente le articolazioni. Se il corpo viene offeso in un braccio,
nell’epidermide oppure in una qualsiasi parte del corpo, il corpo può sempre
ancora stare diritto, muoversi e così andare in cerca di aiuto; ma se invece vi
è lesione grave ad una gamba, e specialmente poi all’una o all’altra giuntura,
tutto il corpo ne è come paralizzato, si accascia, non può muoversi e nemmeno
andare in cerca di aiuto. Per questa ragione i piedi e le gambe hanno nel corpo
umano una struttura più robusta e più solida di quella di qualsiasi altra parte
del corpo.
11)
Dato dunque che gli abitanti di Saturno costituiscono una parte
importantissima, cioè una gamba, del grande Uomo-Spirito situata precisamente
sotto il ginocchio, come avete udito più dettagliatamente in varie altre
occasioni, è appunto necessario, per questo motivo, trattandosi degli spiriti
degli uomini di Saturno e, considerando ogni singolo di loro in rapporto ai
sette spiriti (fondamentali), porre bene attenzione a quale spirito, dei sette
costituenti ogni singolo spirito, venga a risultare il più pericoloso. E
proprio a questo scopo ci sono le sette lune, appunto, affinché nell’uno o
nell’altro satellite, l’uno oppure l’altro fra i sette spiriti (fondamentali)
possa essere ridotto alla tranquillità e condotto all’ordine corrispondente con
gli altri sei spiriti (fondamentali). Da quanto detto, voi potrete dunque
rendervi conto benissimo del perché a Saturno siano state assegnate sette lune.
12) E
ora siete anche a conoscenza di tutto quanto occorre sapere riguardo ai
satelliti. Le loro distanze e dimensioni vi sono già state indicate quando ebbe
inizio questa comunicazione, di conseguenza, in proposito non ci resta altro da
dire.
13) E
poiché abbiamo imparato a conoscere tanto il pianeta quanto l’anello, e da
ultimo anche le sue lune, ormai questa comunicazione si può considerare
terminata.
14)
Certo, qualcuno dotato di vista non troppo acuta, potrà qui domandare: “A
che cosa veramente possono essere utili simili comunicazioni riguardo al
pianeta Saturno?”. – A quel
tale, Io mi limiterò a rispondere:
15) “In primo luogo, chiunque le ha lette, deve prendere a
buon esempio come gli abitanti di quel pianeta rispettino la Mia Volontà, ben
altrimenti da come la rispettano gli uomini della Terra.
16) In secondo luogo, egli deve cogliere dal complesso di
queste comunicazioni, come il Mio Amore, la Mia Sapienza, la Mia Potenza e le
Mie Cure paterne arrivino molto al di là di quanto il vostro presuntuoso
intelletto umano si sia mai neppure stoltamente immaginato.
17) E in terzo luogo, proprio questa osservazione deve
condurre l’uomo della Terra alla più completa umiltà, dalla quale potrà
rilevare chiaramente chi è lui e Chi sono Io, il suo Dio, Creatore e Padre.
18)
Allora ci si deve battere il petto e pensare molto bene di quale immensa grazia
e misericordia egli sia stato reso partecipe, con il fatto che Io, l’unico
Signore e Creatore di simili opere meravigliose, Mi sia poi compiaciuto di
eleggere la Terra, questo minuscolo e sudicio pianeta, a luogo natale del Mio
infinito Amore, della Mia Misericordia e della Mia Grazia; ma così pure,
infine, di tutta la Pienezza del Mio Essere divino!
19)
Perciò Mi riservo anche di descrivervi ancora il Sole e qualche altro pianeta,
forse non così dettagliatamente, ma tuttavia in maniera chiara e sufficientemente
concisa.
20) E
con tale promessa che vi ho ora fatto, sia conclusa anche questa comunicazione!
La Mia Benedizione, il Mio Amore, la Mia Grazia e la Mia Misericordia,
l’accompagnino! Amen!
[indice]
Il vero nome di Saturno – Piano di
esposizione di questa descrizione – Grandezze del pianeta, del duplice
anello, delle lune |
|
La superficie di Saturno è ricca
d’acqua – Grandi isole, enormi zone di ghiaccio ai poli, zona mediana mite
sempre illuminata – Grande atmosfera e l’anello come regolatore e riflettore
– Magnificenza delle stelle |
|
La terra Herrifa
con il monte della guarigione Girp – L’albero del
sole, l’albero della pioggia, l’albero capelluto, l’albero muro e l’albero
radiale |
|
L’albero
imbuto, l’albero piramide e l’albero specchio |
|
L’albero della varietà, l’albero
fuoco e l’arbusto dell’olio – Forma fisica, possedimenti terrieri e animali
domestici degli uomini di Saturno |
|
Le erbe e le piante utili di
Saturno – Il mais, la botte sgorgante e la zucca d’acqua vagante |
|
Ricchezza del mondo floreale di
Saturno – Il colore principale non è il verde, ma il blu – Erbe curative
aromatiche – L’arbusto d’oro – Piante metalliche – Fiori di prato che
cambiano forma – Muschio d’alghe profumato – Monti e valli di Saturno |
|
La pianta nave “Chaiaba” – Il suo frutto: una nave |
|
Ancora notizie sulla nave-pianta –
Costituzione dei fiumi di Saturno e il loro regolare deflusso – La costituzione della calotta di Saturno
e di tutti gli altri corpi mondiali – Ricchezza di forme della creazione |
|
Il fiume d’oriente e i suoi
residenti nelle immense abitazioni-albero – La forza di volontà per dominare
la natura e la capacità di comunicare col mondo spirituale – Alcuni contatti
con spiriti provenienti dalla Terra |
|
Splendido paesaggio rivierasco
delle zone fluviali – Il fiume verso nord, quello dell’ovest, quello del sud |
|
I laghi e i loro splendidi
paesaggi con la densa popolazione rivierasca – I collegamenti con i fiumi e
con gli altri laghi – Stupende formazioni coniche al centro dei laghi come
luoghi di divertimento – La navigazione con i cigni |
|
La caratteristica riva del mare
con il pericolo delle mareggiate – Luna e anello come smorzatori del flusso e
riflusso – La catena alimentare microscopica in mare – La conchiglia gigante
azzurra |
|
La lumaca-pertica, la
lumaca-piramide, la lumaca-disco – Dimensioni e utilità delle tre specie |
|
La lumaca-settuplice
– Proporzioni di peso su Saturno |
|
La gigantesca, luminosa
lumaca-raggiante – La sua emersione durante le tempeste marine |
|
Altre notizie sugli animali
acquatici e sullo sviluppo animico delle classi –
L’immenso Bisorhiohiohio a forma di balena |
|
La stella
volante, la farfalla gigante Com e l’uso delle sue
ali |
|
Animali volanti della specie come
i pipistrelli – La mucca volante e il nastro volante – Il commercio di
ornamenti su Saturno |
|
L’infinità di animali volanti
anche senza piume – La gallina acquatica, l’enorme Behor
e il messaggero celeste, quale allegro cantore mattutino – Canti e musica
degli abitanti di Saturno |
|
Gli uccelli cantori dei fiumi e
dei laghi, maestri della melodia – L’uccello a due teste, quale ‘promotore di
pace’ |
|
La gallina
domestica, la palla dorata e l’oca dal lungo collo |
|
Tra i mammiferi più importanti il
più grande e il Mud – Insegnamenti dei saggi sul Mud e il fine della sua esistenza |
|
L’elefante Sisterkihi
– Come viene cacciato questo animale e lo scopo della sua esistenza |
|
L’orso azzurro Ihur
– La sua conformazione, il carattere e il modo di nutrirsi lo rendono utile
come coltivatore del terreno |
|
Il leone di Saturno, Horud, serve per la caccia e per tagliare gli alberi – La
caccia ai piccoli |
|
L’antilope Zigst
o ‘piede appuntito’ – Lo scopo della sua esistenza e il perché sulla
creazione – A che scopo la caccia allo Zigst? –
L’imbroglio dei rimedi misteriosi |
|
Il Bauor
con il braccio-coda e l’occhio-arma – La caccia a questo animale per la sua
pelle come mantello per i patriarchi |
|
Sull’armonia dei corpi mondiali ed
esempi dell’arte tonica – Insegnamenti sulla dottrina dei toni nella
Creazione – Concordanza tra il mondo degli animali di Saturno e quelli della
Terra |
|
Tra gli
animali domestici di Saturno la mucca Buka è
l’animale più utile in assoluto |
|
La capra azzurra il cui latte
viene barattato e la lana utilizzata – La festa di ringraziamento per la
capra – Collegamento degli abitanti di Saturno con il mondo spirituale |
|
Il Fur,
servitore domestico, simile all’Orangutan
– Il cane di Saturno domestico,
cavalli, pecore ed altri animali allo stato brado |
|
Gli uomini di Saturno – Loro discendenza, densità di popolazione,
abitazioni e modo di vita |
|
Ordinamenti familiari di una
grande famiglia – Preparazione delle abitazioni e di un nuovo tempio dopo una
migrazione – La massima legge sul possesso – L’amore per il prossimo è la
base di vita degli uomini di Saturno |
|
La principale legge di vita: agire
secondo la Volontà di Dio – Trattamento dei trasgressori |
|
Lavorazione dei metalli e altre
attività artigianali – Il vero liberismo dell’amore per il prossimo nel
commercio e nei traffici |
|
Produzione del tessuto per un
abbigliamento nell’ordine naturale – Uso non adulterato dei prodotti naturali |
|
Struttura fisica dell’uomo, della
donna e dei bambini – Concepimento, gravidanza e nascita |
|
La visione di Dio degli anziani di
Saturno – Essi nutrono un’immensa venerazione a Dio, più che amore, e sono a
conoscenza della Sua incarnazione |
|
Gli ordinamenti: divieto di insuperbirsi,
cura della pulizia, timore delle cose morte – Veloce dissolvimento dei
cadaveri e istruzioni dagli spiriti dei defunti – Celebrazione del matrimonio |
|
Perché gli abitanti della valle
visitano i monti – L’accoglienza da parte dei montanari, sottomettendosi alle
loro regole e indicazioni – Norme per i matrimoni |
|
Sulla religione
spirituale-interiore – La festa della domenica con la benedizione dei neonati
e il pasto nel tempio – La predica dell’anziano, sostenuta dal concedere la
visione spirituale ai più |
|
Il giorno di festa vissuto nella
preghiera, nell’armonia e nell’osservazione della natura – Comunicazioni con
gli spiriti e la visita celata del Signore stesso |
|
L’essenza spirituale nello spirito
della religione di Saturno – Rinascita spirituale attraverso l’ammaestramento
e l’applicazione |
|
Più
approfondite informazioni sulla via per la rinascita per divenire uno con Dio |
|
Sulla vita degli abitanti delle
pianure – Le loro dimore, le costruzioni e il loro temperamento più mondano |
|
Spiegazione su Saturno |
|
Uso del baratto e severità per i
disonesti – Modo di vita, matrimonio, procreazione e sepoltura, diversi in
pianura |
|
L’estesa regione nordica e
meridionale polare di Saturno – L’enorme gelo quale prigione degli spiriti
primordiali del pianeta |
|
L’anello di Saturno costituito
come un pianeta – La sua rotazione intorno all’asse e la sua funzione |
|
Ancora sul molteplice scopo dei
tre anelli con l’esempio della preparazione del vetro – Gli abitanti
dell’anello di materia sottile per una successiva evoluzione animica – Fauna
assente, ma alberi da frutto spontanei |
|
Le lune di Saturno, presentano
tutte la stessa faccia al pianeta – Le lune come scuola di vita spirituale – Conclusione: lo scopo di tutta questa
Rivelazione |
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[1] Il
miglio geografico, o miglio d’equatore, è pari alla lunghezza
dell’arco d’equatore corrispondente a
un minuto d’arco (oppure minuto primo,
che è un’unità di misura degli angoli piani) di longitudine. Poiché,
però, la lunghezza dei meridiani varia dall’Equatore ai Poli, esistono notevoli
differenze tra i valori impiegati nelle differenti nazioni. Esso corrisponde
all’incirca a 1.855,325 metri.
Tuttavia, poiché la rivelazione è data in lingua tedesca, occorre fare
riferimento al miglio tedesco, che, come già verificato in altre opere, è di
7,42 km.
[2] Un termine simile il Signore lo
aveva già utilizzato nella comunicazione dell’Opera “Il Governo della Famiglia
di Dio” al vol. 1 cap.14,4.
[3] Ad un confronto con l’annotazione al cap. 38,11, si evince che ‘probabilmente’, il numero 135
dovrebbe essere 115 piedi, e quindi la misura max
dell’uomo sarebbe di 36 metri e non 42.
[4] Flusso e riflusso, ovvero le maree:
sul concetto delle maree, scaturito da una domanda degli amici di Lorber, fu donata una comunicazione in due dettati del 1840
poi pubblicata in “Testimonianze
dalla natura” al cap. 26.
[5] Riguardo a questa spiegazione
dell’accumulo inusuale di acque su Saturno, ciò non potrebbe avvenire sulla
Terra, poiché la gravità è notevolmente diversa. Vedi una breve spiegazione su
questo al cap. 33,10.
[6] Una frase simile, espressa
così, di certo non avrebbe mai potuto far immaginare a Lorber
e ai suoi amici che solo pochi mesi dopo la conclusione dei dettati su Saturno,
essi avrebbero ricevuto la meravigliosa opera sul “Sole naturale” e poi
quella sul “Sole
spirituale”.