Rivelazioni

nel 1842

 al mistico e profeta

Jakob lorber

 

IL SOLE NATURALE

 

 

 

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Titolo originale: “DIE NATÜRLICHE SONNE     

 

Casa Editrice del testo originale: LORBER VERLAG - Bietigheim - Germania

Copyright © by Lorber Verlag

 

Testo in italiano - Copyright © by Associazione Jakob Lorber

“Ringraziamo la Lorber Verlag, Friedrich Zluhan e l’Opera di Divulgazione Jakob Lorber

e.V., D-74321 Bietigheim/Wuertt., per il sostegno nella pubblicazione di questo volume”.

Traduzione di Salvatore Piacentini (1925)

ISBN

Il testo in PDF può essere scaricato sul sito: www.jakoblorber.it   in questa pagina: Libri in PDF

 

Questa edizione in *.html è a cura di: “Amici della nuova Luce

 

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Indice

 

                 Prefazione

 

Cap. 1       Il Sole come completa quintessenza dei mondi planetari – Considerazioni generali sul suolo e sulla crescita delle piante

Cap. 2       L’uomo del Sole in generale

Cap. 3       Le vie di sviluppo degli uomini del Sole, contrarie o conformi all’Ordine divino

Cap. 4       Insegnamento sulla luce solare – L’atmosfera come calotta di luce

Cap. 5       Il Sole Centrale principale brilla di luce propria – Il riverbero dei Soli secondari

Cap. 6       L’involucro di racchiudimento etereo dei corpi mondiali e dei loro sistemi  – La più grande aggregazione dei corpi mondiali: una sfera di racchiudimento

Cap. 7       La luce propria dei Soli

Cap. 8       Causa ed essenza delle macchie solari

Cap. 9       Le razze degli uomini del Sole e le loro abitazioni – Il loro corpo materiale-spirituale – Le fasce solari

Cap. 10     La fascia centrale del Sole – Paesaggio e abitanti – Esplosione di un rigonfiamento solare

Cap. 11     Il pendolo: misuratore del tempo degli abitanti della fascia mediana – La mansione di controllore del tempo ed altre mansioni

Cap. 12     Inabissamento e sparizione del rigonfiamento solare

Cap. 13     Ordine di proprietà e necessità di vita degli abitanti della fascia mediana

Cap. 14     Le abitazioni sulla fascia mediana

Cap. 15     L’ambiente intorno alla casa – Coltivazione degli alberi

Cap. 16     L’agricoltura sulla fascia mediana – Terra per gli ortaggi, pascolo per le pecore e campo del pane

Cap. 17     Uffici ad uso scolastico sulla fascia mediana

Cap. 18     Templi di tipo semplice sulla fascia mediana

Cap. 19     Allestimento interno di un tempio di tipo semplice – Un orchestra del tempio

Cap. 20     Un tempio di tipo superiore

Cap. 21     Il tempio di terzo tipo, il più alto – Il mistero dell’incarnazione del Signore e della crocifissione – Consacrazione al rango di sommo sacerdote

Cap. 22     Il tempio santissimo, cosiddetto ‘tempio ardente’ – Più profonda iniziazione nei misteri dell’incarnazione di Dio e del divenire figli di Dio – Dio-Padre stesso come guida

Cap. 23     Vita di famiglia, matrimonio e procreazione sulla fascia mediana

Cap. 24     Giorni di cerimonia e di festa – La morte degli abitanti della fascia centrale

Cap. 25     Il primo paio delle fasce secondarie – Paesaggio e uomini del luogo – Sulla bellezza esteriore e interiore.

Cap. 26     Informazioni più dettagliate sull’aspetto, l’abbigliamento e le abitudini di vita degli uomini sulla prima fascia secondaria

Cap. 27     Abitazioni ed insediamenti collettivi sulla prima fascia secondaria

Cap. 28     Edifici artistici e scientifici negli insediamenti collettivi

Cap. 29     Coltivazione del suolo e il mondo animale sulla prima fascia secondaria

Cap. 30     Ordinamento domestico sulla prima fascia secondaria – Ordine precisissimo e gli abitanti quali mercanti di sapienza

Cap. 31     Scuole della sapienza e della volontà sulla prima fascia secondaria

Cap. 32     Servizio divino e celebrazione del matrimonio sulla prima fascia secondaria

Cap. 33     Il secondo paio di fasce, che corrisponde alla nostra Terra

Cap. 34     Il terzo paio di fasce, di cui quella settentrionale corrisponde a Marte

Cap. 35     La fascia meridionale del terzo paio di fasce, corrispondente agli asteroidi

Cap. 36     Il quarto paio delle fasce solari corrispondente a Giove – Gli uomini del luogo

Cap. 37     Case destinate all’abitazione e case destinate all’economia domestica sul quarto paio di fasce

Cap. 38     Modo di vita e di essere degli abitanti del quarto paio di fasce

Cap. 39     Regole di vita generali – Comportamento cameratesco tra uomo e donna

Cap. 40     Regno vegetale e animale sul quarto paio di fasce

Cap. 41     La coltivazione del grano e delle altre piante

Cap. 42     La religione degli abitanti del quarto paio di fasce

Cap. 43     Il quinto paio di fasce corrisponde a Saturno – La terra e la gente del luogo

Cap. 44     Il sesto paio di fasce corrispondente ad Urano – Osservazione di questo pianeta

Cap. 45     Il sesto paio di fasce corrispondenti ad Urano – Uomini, regno vegetale e animale del luogo

Cap. 46     Come si ricavano e si utilizzano i minerali. Arte della costruzione e dimore sul sesto paio di fasce

Cap. 47     La grande strada anulare sul sesto paio di fasce

Cap. 48     Un tempio sul sesto paio di fasce – L’edificio scolastico nel tempio

Cap. 49     Il museo dell’arte nel tempio

Cap. 50     L’Università delle conoscenze spirituali e il tempio principale più interno

Cap. 51     Condizioni domestiche, sociali e religiose sul sesto paio di fasce

Cap. 52     Altre informazioni sulla religione degli abitanti del sesto paio di fasce

Cap. 53     Il settimo paio di fasce corrispondente al pianeta sconosciuto Nettuno (Miron)

Cap. 54     Meravigliosa vegetazione sul pianeta Miron (Nettuno) – Mutevolezza delle forme di vita

Cap. 55     L’albero della fedeltà, la canna vivente e l’albero del pane volante

Cap. 56     I boschi lampeggianti – L’albero vescica

Cap. 57     Il regno animale sul pianeta Miron – Il grande vapore, il tuonatore e il ventilatore

Cap. 58     La capra di Miron – Il compressore del suono

Cap. 59     La mucca di Miron

Cap. 60     La grande abbondanza nel regno animale su Miron – I bipedi

Cap. 61     Gli uomini di Miron – Case e villaggi del luogo

Cap. 62     Regolamento sulla proprietà a Miron. Proprietà collettiva e privata

Cap. 63     Regolamenti domestici, buone regole di società, musica e strumenti musicali su Miron

Cap. 64     Strumenti a sfera, l’arte dei suoni e sua scrittura, ottica, meccanica e scrittura su Miron

Cap. 65     Religione interiore, lieta di operare, su Miron – Procreazione e sepoltura – L’astronomia come mezzo per il riconoscimento di Dio

Cap. 66     Il settimo paio di fasce e i suoi giganteschi abitanti

Cap. 67     Condizioni di vita e natura spirituale degli abitanti del settimo paio di fasce

Cap. 68     Principi di massima in merito alla religione degli abitanti del Sole e alla natura delle divine Rivelazioni

Cap. 69     La vera chiave per la comprensione di tutte le religioni e le rivelazioni

Cap. 70     L’amore profondo a Dio come tratto fondamentale della religione e della vita sul settimo paio di fasce

Cap. 71     Procreazione, matrimonio e morte, sul settimo paio di fasce

Cap. 72     I soli interni e i loro abitanti – Ascesa nell’Ordine, e ascesa ribelle all’Ordine degli spiriti della luce fondamentale solare

Cap. 73     Destini dei ribelli del Sole – Sviluppo delle comete e dei pianeti – L’eterna, incommensurabile opera della Creazione – Conclusione.

 

 

Caratteristiche del Sole

-Rotazione: 29 giorni

-Rotazione attorno al Sole centrale della via Lattea in quasi 28.000 anni terrestri

-Diametro:          200.000 miglia[1] (1.496.000 km)

-Circonferenza:   600.000 miglia tedesche (4.488.000 km - cioè sette volte la distanza Luna Terra)

-Distanza dalla Terra:     23.000.000 di miglia  (172.040.000 km)

-Costituzione: sette soli interni di cui sei cavi, separati tra loro di circa 1000-3000 miglia

-L’acqua dei mari è molto più leggera di quella dei pianeti

-Il terreno della fascia centrale è morbido e diventa sempre più duro nelle varie fasce verso i poli.

-La superficie è divisa in fasce parallele all’equatore, abitate tra loro, ma indipendenti.

 

 

Cap. 1

 

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Il Sole come completa quintessenza dei mondi planetari

Considerazioni generali sul suolo e sulla crescita delle piante

inizio 8 agosto 1842

 

1. Non sarà necessario indicare qui con maggior precisione, proprio la posizione di quest’astro luminoso, come eventualmente lo sarebbe il caso di qualche altra stella, dato che il Sole, anche senza di ciò, lo avete ogni giorno alla portata dei vostri occhi. Perciò, come prima cosa, vogliamo sottoporre una domanda, e solo poi dare anche la risposta a cosa è il Sole. Dopo che sarà stato risposto a questa domanda, tutto risulterà più facilmente comprensibile e poi potrà sicuramente essere esposto in modo meravigliosamente chiaro. Perciò, esprimiamo la domanda: “Che cos’è il Sole?”

2. Il Sole, rispetto ai pianeti che gli girano attorno, è certamente una stella fissa; invece per se stesso è solo un perfetto pianeta, poiché anch’esso (come la Terra con la sua Luna gira attorno proprio a questo Sole) si muove attorno ai Corpi solari Centrali, da voi già conosciuti, con tutti i suoi pianeti che gli girano attorno; questo giro dura certamente più a lungo di quello della Terra attorno al Sole, poiché esso necessita, per il compimento di questo grande tragitto, di quasi 28.000 anni terrestri.

3. Con ciò noi sapremmo che il Sole non è solamente puro Sole, ma che esso è anzi un pianeta completo, il quale, in rapporto alla sua grandezza di corpo planetario, è nella stessa proporzione immerso in una luce maggiore di quanto lo siano i pianeti, tanto più piccoli, che gli circolano attorno.

4. Comunque, se il Sole in e se per sé è un perfetto pianeta, esso indubbiamente deve avere in sé, nella più perfetta misura, tutte quelle componenti planetarie che si riscontrano in potenzialità molto minore in tutti i suoi pianeti che gli girano attorno, tanto più piccoli al suo confronto. Perciò, nel Sole deve trovarsi in grande perfezione quello che in forma minore ed anche molto più imperfetta si riscontra nei pianeti Mercurio, Venere, Terra e la sua Luna, in Marte e nei quattro piccoli satelliti speciali Pallade, Cerere, Giunone e Vesta, nei pianeti Giove e le sue quattro lune, in Saturno e nei suoi anelli e nelle sue sette lune, in Urano e nelle sue cinque lune, e in un altro pianeta ancora più lontano e nelle sue tre lune, e infine in tutti i circa dodicimila milioni di comete che, dalle più remote distanze, continuano a girare intorno a questo Sole.

5. Ovvero, più in breve, si può dire che il perfetto pianeta Sole è, in senso naturale, anche la completa quintessenza di tutti i suoi figli mondiali, oppure che in tale pianeta completo c’è, dal punto di vista naturale e nel più perfetto modo vivente, tutto ciò che appare in qualsiasi pianeta, luna e cometa. Per una maggiore comprensione, aggiungiamo subito alcuni esempi.

6. Il suolo del vostro pianeta è morto, duro, pietroso e non è adatto a produrre alcunché senza la luce del Sole. Il terreno del Sole, invece, è dolce e morbido, non è né pietroso né sabbioso, bensì è soffice come la carne di un uomo. Oppure, affinché possiate afferrare meglio l’idea, è elastico quasi dappertutto, cosicché, se qualcuno dovesse cadere per terra, non ne avrebbe nessuna conseguenza dolorosa, poiché cadrebbe come sopra a cuscini riempiti d’aria. Questo terreno, tuttavia, nella sua consistenza non è così tenace come la cosiddetta gomma elastica che voi conoscete, ma è del tutto morbido e non solo così elastico nel suo complesso, ma perfino nelle sue minime particelle, che in sé e per sé sono dei minuscoli involucri, riempiti di vero etere vitale.

7. Questo è il caso anche con il suolo terrestre del vostro pianeta, ma qui gli involucri sono, in sé e per sé troppo rigidi, e non cedono se vengono colpiti o cadono, bensì in queste circostanze si compattano più saldamente l’uno all’altro, e quando per parecchi anni consecutivi giacciono indisturbati e stratificati gli uni vicino e sopra gli altri, alla fine si afferrano tanto tenacemente che poi, a causa proprio di questa reciproca presa, si pietrificano completamente e, com’è naturale, in questo stato oppongono una resistenza di gran lunga ancora più accanita che non prima, quando cioè si trovavano in uno stato più sciolto. Ne consegue che anche la vegetazione, su un pianeta, deve essere più stentata che nel perfetto pianeta Sole.

8. Infatti, su un corpo planetario, come ad esempio la vostra Terra, un seme grossolano, contenente un germe vivente, deve dapprima marcire nel terreno e deve, attraverso quest’azione, indurre gli involucretti terrestri a marcire anche loro, o piuttosto ad ammorbidirsi, affinché il germe vivente, ora liberatosi, possa assorbire subito, da questi involucretti terrestri ammorbiditi, il nutrimento etereo che gli si addice. Poi, senza indugio, il germe deve spingere un’infinità di radici tra gli involucretti terrestri allo scopo di ammorbidirli, e poi, attraverso la crescita del suo volume deve schiacciarli senza sosta, per accaparrarsi il nutrimento necessario allo sviluppo della pianta.

9. È forse necessario questo sul perfetto pianeta solare? Vedete, là c’è una grande differenza. Dato che il terreno di questo pianeta è così dolce, delicato e duttile, le parti appartenenti ad una pianta attecchiscono, senza il seme, direttamente nel terreno stesso, e germogliano al di sopra di esso in innumerevoli svariatissime piante molto utili, la cui bellezza, bontà e utilità superano tutto quello che c’è di immaginabile su tutti gli altri pianeti in modo tanto più variegato, quanto il Sole, con la sua luce e grandezza, sovrasta tutti questi suoi figli mondiali.

10. Nel Sole, nessun albero, di qualsiasi specie sia, né un cespuglio né pianta hanno radici e semi, bensì tutto spunta e cresce pressappoco come da voi spuntano e crescono il muschio primordiale, la muffa e i funghi, ma sul Sole queste piante non sono così caduche e di durata così breve come quelle del vostro pianeta, bensì, dove queste forze fanno crescere qualcosa, questo continua poi a prosperare continuamente. Quando queste piante vengono, in un certo modo, recise dagli abitanti naturali del Sole, esse non muoiono, bensì l’albero abbattuto o la pianta recisa si rinnova ben presto, poiché, dato che le sue radici non sono di rozza materia, bensì sono simili a vene d’etere infuocate, questa forza vegetativa, dopo che la pianta è stata tolta dal terreno, si concentra nuovamente e continua a crescere in nuovo splendore e magnificenza.

11. Qualcuno potrebbe obiettare: “Ma se queste piante, in questo modo, non possono seccarsi e morire, non finiranno con il tempo con l’invadere ogni spazio di questo pianeta, impedendo a qualsiasi altro libero essere vivente di sussistere?”

12. Ebbene, questo non è assolutamente il caso, perché gli uomini che vivono secondo la natura di un tale pianeta perfetto, hanno una forza di volontà superiore alla forza vegetativa di impulso del terreno del Sole. Per questo motivo, sul Sole, non cresce né un albero, né un cespuglio, né una pianta, e neppure un filo d’erba senza l’assistenza della volontà umana. La volontà umana è perciò l’unica semente, infinitamente eterogenea e variegata, di tutta la vegetazione su questo pianeta completo. Ad esempio, un albero o una qualsiasi pianta cresce dal terreno solare soltanto laddove l’uomo solare vuole che sia e come egli vuole che sia formato. Perciò non vi è assolutamente su questo pianeta perfetto una specie costantemente uniforme e duratura in tutto il regno vegetale, bensì tutto prende sempre l’indirizzo che l’uomo vuole darle. Se però un uomo ha chiamato con la sua volontà, fuori dal terreno, un albero o una pianta, nessun altro può distruggerli, se non colui che l’ha chiamata all’esistenza; oppure può farlo un altro uomo solo quando ne sia stato autorizzato dal generatore.

13. Proprio per questa ragione, nel regno vegetale del Sole si trova una varietà veramente infinita di piante e alberi di ogni specie. Cosicché già nel terreno di due vicini non si trovano due piante della stessa natura, bensì ognuno, dal suolo, sul quale abita, carpisce anche piante diverse. E anche se ognuno di voi volesse percorrere, per molti millenni, le ampie aree del pianeta Sole, scoprirà sempre nuove e meravigliose specie e forme vegetali, ma non troverà mai, durante questo lungo viaggio, due forme che siano completamente uguali. Come vedete, da questo esempio voi potete farvi già in anticipo un piccolo concetto sul perché il Sole sia un pianeta perfetto. Infatti, su ogni corpo celeste, o pianeta di proporzioni minori, si riscontra qualcosa di simile, però in modo imperfetto.

14. Anche sulla vostra Terra delle piante già esistenti possono essere modificate e nobilitate, però in un modo molto più faticoso e infinitamente più ristretto. Solamente nello spirito una simile perfezione la si può constatare anche negli uomini degli altri pianeti, come ad esempio nei frutti della fantasia poetica, sia nella lingua concettuale, che si esprime per mezzo di parole, oppure in quella della raffigurazione che viene espressa in immagini corrispondenti con l’ausilio dei colori o con altri mezzi a ciò adatti, ma specialmente, per mezzo del linguaggio dei suoni, grazie ai quali un compositore di musica può dispiegare la massima varietà, se egli è di spirito completamente desto in questo settore. Tuttavia, nonostante ciò, perfino questa apparente perfezione, che si può scorgere sui pianeti, è soltanto una pallida copia di tutto quello che in ogni campo immaginabile si trova sul perfetto pianeta del Sole.

15. Che il Sole sia un pianeta perfetto e che perciò debba racchiudere in se stesso tutto ciò che è planetario, lo si può rilevare dal fatto che ogni cosa, sui pianeti, viene formata dalla luce irradiante del Sole. La differenza fra il pianeta perfetto e quelli imperfetti si può rilevare dal fatto che [su questi ultimi] tutte le forme, che traggono la loro origine dalla luce del Sole, sono necessarie e stabili, non facilmente mutabili, e che si possono perfino contare, mentre sul perfetto pianeta solare tutte le forme sono libere e non hanno altri vincoli al di fuori della volontà dell’uomo là vivente, e perciò sono innumerevoli e varie all’infinito.

16. Talvolta accade pure che perfino sui pianeti imperfetti, appunto per l’influsso del Sole, le vecchie forme di certi esseri scompaiano e al loro posto sorgono degli esseri con forme del tutto diverse. Invece sui pianeti questo succede molto di rado, e il periodo di mutamento e di transizione è molto più lungo che non sul perfetto pianeta solare.

17. In tal modo sul vostro corpo terrestre sono già scomparse alcune migliaia di specie di alberi, cespugli, piante ed erbe, delle quali vengono trovate qua e là delle tracce nelle pietre. Anche molte specie di alberi giganteschi primordiali sono sprofondati, e il loro legno viene trovato come nero carbone. Nello stesso modo una quantità di animali giganteschi, quale per esempio il mammut e una grande quantità di grandi anfibi alati, che sono tuttora conosciuti con il nome di “sauri”, sono completamente scomparsi dall’esistenza.

18. Così sono scomparsi addirittura i corpi giganteschi di alcuni uomini, i quali nella preistoria erano conosciuti con il nome di giganti, come pure molte specie di uccelli di grandi proporzioni, ed anche parecchi pesci che ora sono introvabili tra quelli conosciuti, ad eccezione, molto raramente, qua e là nelle pietre, dove essi qualche volta, per quanto riguarda la forma, appaiono ancora molto ben conservati.

19. Nondimeno, come già detto, tutti questi mutamenti su un pianeta imperfetto procedono anzitutto molto lentamente, e comunque non si allontanano mai tanto dalle forme ad essi successive, come i continui mutamenti che avvengono sul perfetto pianeta solare.

20. Ed è appunto per questa ragione che si può considerare il Sole un pianeta perfetto, poiché tutto quello che esiste su tutti i pianeti, si trova anche sul suo suolo, con il suo significato più perfetto, come vivente e costantemente mutevole nella massima varietà. Da quanto è stato detto finora, può cominciare a risultare chiaro ad ognuno che il Sole deve essere [veramente] un pianeta perfetto, poiché esso è una completa inclusione di tutto quanto costituisce un pianeta in tutte le sue parti componenti, a partire dal suo centro, fino a tutto ciò che appare alla sua superficie, poiché, se questo non fosse il caso, come potrebbero i raggi del Sole far sorgere sugli altri pianeti che lo circondano, delle cose analoghe ad esso?

 

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Cap. 2

 

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L’uomo del Sole in generale

 

1. Adesso che noi sappiamo che il Sole è un perfetto pianeta, allora non ci intratterremo più sui paragoni, ma ci trasferiremo subito sul Sole e lo scruteremo da un polo all’altro, però non nell’ordine che si usa su un pianeta imperfetto, bensì proprio al contrario.

2. Voi chiederete: “E perché, poi?”. – Io non ho difficoltà a rispondervi. Perfino anche voi [stessi] povreste trovare una risposta se il vostro spirito si fosse già un po’ più liberato dalla sua poltroneria. La ragione, dunque, è la seguente: “Sui pianeti imperfetti, tutto si evolve fino all’uomo, e così l’uomo forma l’ultimo e il più perfetto gradino delle cose e degli esseri. Invece sul Sole, quale pianeta perfetto, è l’uomo che dà inizio alla fila degli esseri, quale origine degli stessi, dato che essi, nell’insieme, derivano da lui”. – E precisamente: a seconda dell’ordine della sua volontà, le più basse ed ultime potenze vengono poi trasferite trascendentalmente per mezzo dei raggi della luce solare negli altri pianeti, dove poi, insieme con gli animaletti – cioè con gli esseri atomici, nonché con le impalpabili muffe eteree che fino ad ora sono sconosciute ai naturalisti – cominciano a salire, per progredire infine, come già detto, fino all’uomo.

3. Se ora osservate ciò alla luce, potrete constatare che, da questo punto di vista, voi siete figli degli uomini del Sole. Certo, per quanto riguarda l’unico, vero vivente spirito che in voi dimora, sebbene, considerati esteriormente, siete figli degli uomini solari. Viceversa ne siete i genitori, poiché lo spirito immortale che dimora in voi, Mi è più vicino dello spirito degli uomini del Sole, poiché esso è lo spirito sulla via del ritorno, mentre lo spirito degli uomini solari è invece quello di andata.

4. A questo proposito, voi dovreste chiedervi: “Deve dunque, forse, anche lo spirito degli uomini del Sole, trapassare e diventare uno spirito nell’uomo dei pianeti?”. Vedete, questo è ancora un grandissimo mistero, e non fu fino ad oggi presagito da nessun uomo. Tuttavia Io voglio aiutarvi a compenetrarlo.

5. Vedete, innanzitutto voi sapete come tutti i pianeti, secondo l’ordine giudicato, abbiano avuto origine dal Sole, come inoltre egli stesso l’abbia presa (la materia) dai Soli Centrali e dal Sole primordiale. Inoltre voi sapete, da parecchie comunicazioni già avute, che cosa è in sostanza tutta la materia di un pianeta: cioè nient’altro se non l’espressione visibile di forze primordiali prigioniere, ovvero spiriti. – Ma da dove sono venuti?

6. Se l’intero pianeta, come esso vive e vegeta, è uscito fuori dal Sole, è logico che anche ciò che esso contiene non può avere nessun’altra origine, dato che esso e il pianeta, fino all’ultimo minimo atomo, sono l’una e la stessa cosa. Ora si tratta solamente di farvi sapere in quale modo, nel corpo solare, un pianeta ha tratto la sua origine, e come, di quando in quando, la trae ancora. Ciò vi illuminerà anche sulla sorte che attende alcuni spiriti degli uomini del Sole.

7. Pertanto, per mettervi in grado di scorgere ciò ancora più esurientemente, è necessario che vi venga dapprima indicato quale sia la struttura fisica del Sole stesso.

8. Il Sole, quale corpo planetario, è costituito in modo che in esso siano racchiusi altri sette soli, cioè uno dentro l’altro come una sfera vuota dentro l’altra. Solamente quello interno, che rappresenta il cuore del pianeta Sole, è fisicamente pieno dalla sua superficie fino al suo punto centrale.

9. Tutti questi sette soli sono abitati dappertutto, e fra il Sole esterno e quello interno c’è uno spazio libero di mille, duemila ed anche tremila miglia, ragion per cui ognuno dei soli più interni è perfettamente abitabile.

10. Una costituzione simile l’hanno anche i pianeti imperfetti, però, com’è naturale, molto più imperfettamente per quanto riguarda il numero ed anche la struttura.

11. Ma ora, poiché il perfetto pianeta solare, con la sua straordinaria spaziosità, può contenere una quantità straordinariamente grande di esseri umani, così non vi dovete affatto meravigliare se Io vi dico che gli uomini sul Sole, considerati tutti insieme, occupano un volume mille volte superiore rispetto a tutti gli uomini, considerati in un unico volume, dei pianeti, delle lune e delle comete che girano attorno al Sole. E questo propriamente come se il volume corporeo spaziale dei singoli uomini solari non fosse per nulla maggiore del volume di un uomo sulla vostra Terra.

12. Ora stiamo per arrivare al punto che ci eravamo prefissati, soltanto è necessario che prima sappiamo di quale materia sia costituito effettivamente il corpo solare stesso e, per conseguenza, anche l’essenza complessiva dei suoi uomini.

13. La materia del corpo solare, esternamente, è costituita di una sostanza organica animica, tenuta un po’ più solidamente, nella quale un infinito numero di spiriti vengono tenuti in una prigionia non troppo rigida.

13. La materia del corpo solare, per ciò che riguarda l’esterno, è effettivamente un organo[2] animico tenuto alquanto più saldo, nel quale innumerevoli spiriti vengono tenuti, in un certo qual modo, in una minore prigionia. Sul corpo solare, per Mia amorevole Grazia, è però anche stato creato un secondo corpo sostanziale ancora più solido, che è molto adatto ad accogliere questi spiriti tenuti prigionieri nella materia solare. Se dunque ora questo corpo, o piuttosto un più reale uomo solare, viene generato per mezzo di un atto di volontà di un uomo creato prima, allora anche uno spirito viene immediatamente accolto da quest’uomo così generato, affinché possa affrontare un’ulteriore prova di libertà. Quando questo accoglimento è avvenuto, ciò che avviene subito dopo l’atto generativo, allora l’uomo solare è già completamente vivente. In seguito gli vengono annunciate le condizioni poste dalla Mia Volontà, e gli vengono indicate le sue perfette capacità di volere, grazie alle quali può esplicare una vera forza creativa e non gli occorre altro se non volere fermamente; allora il terreno del Sole gli dà anche ciò che egli vuole.

14. Insieme a questo perfezionamento della sua volontà, all’uomo solare viene anche rivelato l’Ordine della Mia Volontà, e contemporaneamente il comandamento sanzionatorio che stabilisce che egli, con la perfezione creativa della sua volontà, non deve assolutamente operare in contrasto all’eterno Ordine della Mia Volontà. Che poi, con tale disposizione della volontà molto libera, avvengano molte e disordinate infrazioni alla Mia Volontà, è naturale, poiché, più ogni volontà è libera e meno sottoposta al giudizio, tanto più facile e tanto più possibile le risulta superare le barriere legali della Mia Volontà.

 

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Cap. 3

 

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Le vie di sviluppo degli uomini del Sole, contrarie o conformi all’Ordine divino

 

1. Dunque, cosa succede a coloro che non hanno osservato la Legge dell’Ordine della Mia Volontà? Costoro abbandonano allora i loro corpi e vanno in un’altra sfera solare e cioè nel primo sole interno, il più vicino, e lì vengono nuovamente accolti da corpi adeguatamente preparati, – e certo con piena consapevolezza della loro precedente esistenza, affinché in tal modo possano convincersi che tale presente stato è sicuramente il meritato castigo per aver operato in contrasto con la Legge vivente della Mia Volontà. Del resto, anche qui essi godono di una completa, potente e libera volontà, e possono agire come prima. Se anche qui essi escono nuovamente dal Mio Ordine, allora discendono in un sole ancora più interno e, se i casi d’infrazione del Mio Ordine si ripetono, allora discendono fino al sole più interno, il quale è contemporaneamente anche il più materiale e più solido.

2. Coloro che si adattano all’Ordine, risalgono nuovamente ad una più alta perfezione. Invece nel caso contrario, essi vengono fatti saldamente prigionieri e, come un volume (un fascio), vengono scaraventati fuori dal corpo solare nell’ampio spazio planetario e delle comete.

3. In questa occasione voi dovreste dare un’occhiata all’opera La mosca. Là voi potrete scorgere immediatamente qual è la conseguenza, nel tempo, di queste potenze spirituali espulse. Avviene talvolta che, nel caso in cui questi primi abbozzi planetari, consistenti di potenze spirituali non ancora molto consolidate, grazie alla coscienza a loro lasciata, si pieghino all’Ordine, vengono riaccolti dal Sole per l’ulteriore perfezionamento dopo il loro mutamento di condotta. In caso contrario, invece, vengono banditi e condannati a girare come comete, disordinatamente e per lunghissimo tempo, con la conseguenza che essi vengono sempre più ostinatamente avvinti nell’Ordine giudicato di un pianeta, o alla fine addirittura obbligati ad entrare in una Luna[3].

4. Ora abbiamo già abbastanza di ciò che può servire quale chiarificazione preliminare, dalla quale risulti di quale spirito voi siete figli, e come, in un certo senso, diventi sicuramente palese come voi siate figli degli uomini del Sole.

5. Ma anche, come nel caso contrario, che voi potete essere i loro genitori, non sarà poi troppo difficile indovinarlo. Io vi dico questo: “Voi potete esserlo sotto un duplice aspetto”. – Un aspetto è questo: qualora i vostri figli muoiano prematuramente, in tal caso tali spiriti, se sono di natura migliore e di docile volontà, ritornano indietro prima, – così come avete udito in precedenza che alcuni fasci di spiriti espulsi dal Sole, se, in forma di una cometa allo stato iniziale, diventano docili nella loro volontà, cosicché essi vengono di nuovo accolti dal Sole senza attraversare una completa e dura prova di maturazione planetaria.

6. In questo caso, in primo luogo voi siete già genitori di tali figli ritornati prematuramente al Sole. In secondo luogo potete essere genitori, nel senso più ancora completo, dell’intera umanità solare, e questo precisamente quando voi potete dire con Paolo: “Ora non vivo più io, bensì è Cristo che vive in me!”

7. Ecco, quest’esempio dovrebbe essere illuminante per voi riguardo all’apparente contraddizione, e voi potrete perciò scorgere, tanto più perfettamente, che cosa significhino le parole: “Padre nostro che sei nei Cieli, sia santificato il Tuo Nome, e sia fatta la Tua Volontà”. – Infatti, ovunque la Volontà del Padre viene adempiuta oppure anche vi predomina la disposizione della volontà ad adempierla, allora non occorre che l’uno o l’altro essere compia completamente il suo viaggio di maturazione attraverso la rozza materia planetaria, per ritornare nel Regno della vera Vita, o per poter dire in spirito: “Venga il Tuo Regno!”

8. Per poco che voi meditiate su quanto detto finora, non scorgerete più nessuna inutilità quando assisterete alla caduta dagli alberi di una quantità di fiori e di frutti immaturi. Se volete scorgere perché e dove, date un’occhiata al Sole, ed esso ve lo dirà immediatamente il perché e il dove; cioè che un pianeta non ha sempre il bisogno di diventare materialmente completamente maturo, per ritornare, spiritualmente, nuovamente là da dove è uscito. Per quanto concerne poi le altre condizioni vigenti nel nostro perfetto pianeta solare, lo vedremo nel prossimo capitolo.

9. Qui sta bene una domanda che si esprime così: “Che succede di quegli spiriti del Sole che, nell’uso della loro molto completa libera volontà, si sono comportati in modo da stare in armonia con la Mia Volontà? E ancora: ci sono molti di questi spiriti perfetti nel Sole, che non hanno la necessità di subire un’ulteriore degradazione, per poi raggiungere nuovamente con fatica la perfezione?”

10. Vi rispondo: “Questi spiriti, già perfezionatisi nel Sole, che sono in molti, dopo il loro completamento non rimangono in questo Sole, bensì salgono in alto verso un Sole Centrale[4] più elevato, dal quale essi, insieme al Sole, erano partiti un tempo”. Là essi vengono dapprima rafforzati nell’umiltà e poi salgono nuovamente fino ad un Sole Centrale Primordiale ancora più profondo che supera il precedente in grandezza, luce e magnificenza in modo inesprimibile.

11. Quando questi spiriti arrivano in questo secondo Sole Centrale Primordiale, pur essendo ancora illuminati e ardenti, provenendo dal Sole precedente, si sentono tuttavia come se fossero quasi completamente oscuri e privi di luce. Perciò essi vengono di nuovo iniziati di grado in grado e vengono re-illuminati dagli spiriti là dominanti in modo tale, da renderli capaci di salire fino ad un Sole ancora più profondo e di una grandezza, ancor quasi infinitamente superiore. Questo Sole Centrale è allo stesso tempo l’ultima scuola materiale preparatoria per il Cielo vero e proprio, il quale è la Patria originaria di tutti gli spiriti perfetti. In quest’ultimo Sole Centrale, che allo stesso tempo è il massimo sole di una sfera di racchiudi mento, vi sono però moltissimi gradi attraverso cui gli spiriti, rivestiti di corpi eterei, devono passare prima che possano diventare idonei ad essere accolti nel mondo spirituale del Sole, che si chiama “Cielo”. Dunque, con poche parole è stata indicata la via per gli spiriti resi completi nel Sole.

12. Se poi qualcuno volesse chiedere: “Perché mai una via tanto lunga?”. Allora la risposta è già pronta, poiché tali spiriti hanno fatto anche loro questa strada, partendo dal più profondo, più grande Sole Centrale, nominato per ultimo, scendendo di gradino in gradino e assorbendo su ogni gradino solare sempre più materialità. Per questo motivo devono fare ora il percorso inverso per abbandonare, di gradino in gradino, tutto ciò che è materiale fino all’ultimo atomo, affinché essi diventino idonei a passare nuovamente e perfettamente nel vero, purissimo, celeste mondo solare, per tutte le eternità.

13. Ora questo lo sappiamo, ma vedo nuovamente una domanda nascosta in voi, che è la seguente: “Anche gli spiriti degli uomini planetari devono percorrere questa via, di certo luminosa, ma tuttavia tanto lunga, prima di arrivare nel vero Cielo?”

14. A questa domanda non si può rispondere né con un sì, né con un no, se si dovesse pretendere subito una risposta di carattere generale, ma tutto si basa su tre diverse circostanze: i bambini e gli uomini che dopo il trapasso sulla Terra hanno necessità di un’ulteriore purificazione, devono senz’altro passare per questa via. Così pure la maggior parte di quei grandi scienziati del mondo, nei quali si celano molta presunzione ed egoistica superbia, devono altrettanto percorrere questa via, e talvolta, a partire dalla Terra, una via ancora più travagliata, poiché prima di poter giungere al Sole, devono frequentare una scuola preparatoria e purificatrice nei diversi altri pianeti.

15. Fra i bambini morti prematuramente che vengono subito accolti nel Sole, e gli uomini citati per ultimi che vengono accolti solo più tardi nella scuola del Sole, c’è però differenza, poiché gli spiriti dei fanciulli allevati nel Sole, vengono poi accolti immediatamente nell’una o nell’altra schiera angelica del Cielo vero e proprio; mentre gli uomini, che si sono maturati sui pianeti, devono senza eccezione seguire la via qui sopra descritta.

16. Nondimeno, tali uomini  che sono passati al puro amore per Me, particolarmente su questa Terra, e grazie a questo amore hanno deposto tutto il mondano e il materiale e non hanno desiderato altro che soltanto Me, con ciò hanno accorciato di molto la lunga via, perché essi sono veramente figli Miei, e veramente fratelli e sorelle Miei, e perciò, dopo la gioiosa deposizione di questo corpo materiale, giungono subito interamente a Me, specialmente quelli diventati tutto amore per Me arrivano immediatamente nel massimo, altissimo Cielo, nel quale Io stesso, essenzialmente dimoro.

17. Vedete, questa è dunque la differenza che vi è fra gli spiriti, specialmente di questo pianeta Terra dopo la deposizione del corpo. Casi simili, per quanto molto più rari, si hanno anche fra gli abitanti del pianeta Giove, nonché ancor più raramente anche fra quelli di Saturno, di Urano e del terzo pianeta ancora sconosciuto[5]. Tuttavia, da nessuno di questi pianeti ora nominati gli spiriti giungono immediatamente nel massimo Cielo, bensì soltanto nel primo Cielo della Sapienza.

18. Dato che ora vi sono state rivelate anche queste vie e che le condizioni esteriori del Sole vi sono note, possiamo passare alla composizione interna del Sole ed ammirare i suoi splendori, poiché là voi scorgerete delle cose che non avete mai potuto nemmeno immaginare. Pertanto, affinché questa contemplazione non subisca troppo presto alcuna interruzione, riserviamo tutto ciò alle prossime comunicazioni, e perciò basta per oggi!

 

 

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Cap. 4

 

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Insegnamento sulla luce solare

L’atmosfera come calotta di luce

 

1. Nella contemplazione del Sole dobbiamo esaminare innanzitutto la sua calotta di luce, e questo per la ragione che il perfetto pianeta solare assume la sua caratteristica di Sole proprio grazie a questo suo avvolgimento esterno.

2. Che cos’è questa calotta di luce, considerata dal punto di vista naturale? Questa calotta di luce è l’effettiva atmosfera che circonda il vero e proprio pianeta Sole, ed è così splendente soltanto nella sua superficie più esterna, mentre invece, verso il pianeta stesso, essa diventa sempre più buia, tanto è vero che dal pianeta solare vero e proprio, attraverso questa calotta di luce, è possibile guardare senza difficoltà nel libero spazio popolato di mondi, così come avviene da qualsiasi altro pianeta. Proprio questa calotta di luce, attraverso la quale da nessun pianeta è possibile scorgere il vero corpo del Sole, è trasparente al massimo grado guardando dal pianeta solare stesso verso fuori.

3. A questo punto voi, necessariamente, chiederete: “Com’è possibile che dal pianeta Sole si possa guardare senza difficoltà, nelle infinite vaste lontananze attraverso questa massa di luce intensa, mentre c’è un’assoluta impossibilità a poter guardare dal di fuori il pianeta stesso, proprio attraverso la stessa massa di luce?”

4. La causa di questo fenomeno è molto semplice ed è molto più a portata di mano di quello che possiate credere. Un esempio naturale, molto semplice e ben noto, vi renderà la cosa quanto mai chiara. Mettiamo il caso che voi vi troviate dinanzi alla finestra di una casa qualsiasi, e che i raggi del Sole, illuminando il vetro della finestra, colpiscano di riflesso i vostri occhi. Che cosa riuscireste a vedere? Null’altro che l’accecante riverbero del Sole dalla finestra, che per voi è un ostacolo invincibile al fine di scoprire ciò che si trova dietro alla finestra. Sarà lo stesso ostacolo anche per chi sta dietro alla finestra? Sarà cioè, questo accecante riflesso, un ostacolo per guardar fuori dalla finestra e poter osservare, in modo molto preciso, tutto ciò che si trova nella vicinanza o nella lontananza al di fuori dalla finestra, nel caso in cui il vetro della finestra sia completamente pulito? Oh, no affatto! Mentre voi che state fuori dalla finestra non scorgereste null’altro che il bianco splendente della lastra di vetro, mentre ciò che sta dietro alla finestra, all’interno, potrà comodamente contare i vostri capelli.

5. Ecco, proprio questo è il caso anche del Sole, dato che il suo caratteristico splendore altro non è, se non, in primo luogo, l’accoglimento di tutti i raggi di un miliardo di Soli che si riflettono quasi all’infinito, ognuno per se stesso, sull’immensa superficie che funge da specchio costituita dall’aria del Sole. Nello stesso modo, anche il Sole si rispecchia innumerevoli volte sui suoi pianeti, tanto su ciò che si trova sulla terraferma come sul mare, e particolarmente sulla superficie dell’aria che avvolge un qualunque pianeta.

6. A questo punto chiederete: “Perché il nostro pianeta, la Terra, e forse tanti altri pianeti che noi vediamo, non sono pure circondati dal forte splendore di luce al pari del Sole, dal momento che ogni pianeta, come il Sole, si trova nel mezzo di questi miliardi di Soli? Se le cose stessero così, allora anche la Luna dovrebbe splendere di una luce altrettanto forte come quella del Sole, dato che anch’essa può accogliere i raggi degli stessi miliardi di Soli”.

7. Affinché voi possiate persuadervi chiaramente e pienamente che questa supposizione non ha alcun fondamento, vi darò un altro esempio. – Prendete diverse palline di vetro, delle quali la più piccola non sia più grande di un grandissimo granello di sabbia; poi un’altra come un seme di canapa, e un’altra ancora della grandezza di un pisello; poi una come una nocciolina, e ancora un’altra grande come una vera noce; una come una piccola mela ed una come un doppio pugno; e ancora una della grandezza di una testa d’uomo; e così via fino alla grandezza di una sfera di un diametro di un klafter[6]. Mettete tutte queste palle in un posto illuminato dal Sole ed esaminate poi come l’immagine del Sole venga riflessa da ognuna di queste sfere, di grandezza tanto diversa. Sulla pallina più piccola voi scorgerete appena il barlume di un puntino; la seconda un puntino un po’ più splendente; sulla terza la scintilla colpirà maggiormente l’occhio. L’immagine del Sole sulla quarta sfera avrà, per i vostri occhi, addirittura un diametro talmente notevole che voi non lo potrete guardare troppo a lungo. Per le ulteriori sfere la luce diventerà sempre più abbagliante e il diametro dell’immagine rimpicciolita del Sole sarà di gran lunga più considerevole. Se voi continuate con questa osservazione fino alla sfera della grandezza di una testa d’uomo, allora l’immagine solare avrà già il diametro di una lenticchia, e voi non sarete più in grado di guardarla ad occhio nudo. Sull’ultima e più grande sfera, però, l’immagine del Sole sarà già del diametro di un pollice e perciò sarete tanto meno in grado di guardarla ad occhio nudo.

8. Ora vedete, come stanno le cose con queste palline di vetro riguardo l’accoglimento della luce proveniente dal Sole, così pure avviene con i diversi corpi mondiali. Quelle stelle fisse o Soli lontani che voi scorgete dalla vostra Terra soltanto come puntini scintillanti, ebbene, questi stessi puntini, e specialmente quelli che voi conoscete osservandoli dalla vostra Terra come stelle fisse di prima, seconda e terza grandezza, appaiono agli abitanti di Giove già tanto grandi, come da voi le monete d’argento da venti, dieci e cinque soldi. E perché dunque?

9. Perché il pianeta Giove è una sfera grande quasi quattromila volte la vostra Terra, e perciò deve accogliere necessariamente l’immagine dei Soli lontani in una misura molto maggiore che non il vostro pianeta Terra molto più piccolo. Questa è anche la ragione per cui Giove, malgrado la sua distanza dal Sole considerevolmente maggiore, ha tuttavia una luce molto più intensa di Marte, benché quest’ultimo si trovi tanto più vicino al Sole, e così anche la vostra stessa Terra.

10. Considerate poi che il Sole supera più di un milione di volte la grandezza della vostra Terra, e allora vi risulterà chiaro che, in seguito a ciò, tutti i Soli di questa galassia, per quanto lontani, devono provocare sulla vasta superficie di questo Sole un’immagine luminosa quanto mai considerevole, tanto che perfino i Soli di ammassi stellari lontani, che dalla vostra Terra sembrano, perfino all’occhio ben munito di strumenti, una nebulosa, raggiungono lì un diametro da 1-2 fino a 3 pollici e brillano così forte che voi, a causa della forte luminosità, non potreste osservare una tale immagine ad occhio nudo nemmeno per un secondo.

11. Immaginatevi, innanzitutto, le immagini dei Soli più vicini, i quali non di rado occupano un diametro da 100 fino a 1.000 miglia quadrate; moltiplicate queste innumerevoli immagini della luce dei Soli sull’ampia superficie sferica dell’aria del Sole, e così arriverete in tal modo ad una tale intensità di luce, per la quale tutto il vostro animo rabbrividirà.

12. Vedete, questa è in sostanza la vera origine della luce solare che giornalmente illumina il vostro pianeta. Questa chiarificazione servirà necessariamente a spiegare anche quanto precedentemente detto, e comprenderete facilmente come è possibile che gli abitanti del pianeta Sole vedano perfettamente attraverso la calotta di luce che lo circonda, mentre il guardare verso l’interno del pianeta costituisce una impossibilità assoluta per ogni occhio di carne.

13. Dunque, noi ora sapremmo tali cose. Tuttavia Io scorgo in voi ancora una domanda nascosta, e cioè: “Questa teoria dello splendore della luce solare che ci è stata esposta, sembra essere pienamente esatta, cioè che i Soli nel loro insieme si illuminano in questo modo. Nondimeno,, se ogni Sole splende così, si domanda: ‘Da dove tutti questi Soli, nel loro insieme, prendono la luce, visto che ognuno riceve la sua luce per mezzo dell’accoglimento dei raggi di altri Soli, cosa questa che, con altre parole, significherebbe che nessun Sole ha luce per se stesso, ma che ognuno splende per luce riflessa da altri Soli?’. Perciò, da dove attingono questi altri Soli la loro luce? Poiché se la teoria della luce ora esposta è pienamente esatta, allora ogni Sole, in sé e per sé è interamente oscuro. Dunque, da dove proviene il riflesso dei raggi?”

14. Vedete, questa è una buonissima domanda, e dato che la rispettiva risposta, per il vostro intendimento, deve essere piuttosto circostanziata, essa seguirà solo nella prossima Comunicazione. E perciò, basta per oggi!

 

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Cap. 5

 

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Il Sole Centrale principale brilla di luce propria

Il riverbero dei Soli secondari

 

1. In quale modo tutti i Soli presi insieme, e così pure ogni singolo per se stesso, diventino così luminosi, cosicché poi la luce di un Sole si specchi sulla superficie dell’atmosfera di un altro Sole, vi verrà rivelato ora per mezzo di un esempio facilmente afferrabile. Immaginate una stanza le cui pareti fossero coperte da specchi oltremodo limpidi, già rivestiti in lega metallica, che formassero un unico specchio perfettamente chiaro. Immaginate ancora che questa stanza fosse, internamente, perfettamente sferica, proprio come se fosse una grande sfera cava. Ora appendete delle sfere di vetro o di metallo levigato di tutte le misure in questa stanza, o meglio in questa sfera cava internamente riflettente. Proprio nel mezzo di questa stanza ponete una lampada che abbia una forte luce, e poi osservate tutte le piccole sfere levigate, e voi vedrete che tutte le sfere appese saranno illuminate, tutte quante, da tutti i lati, come se fossero esse stesse dei corpi originanti la vera luce. – Da cosa deriva questo?

2. Il fenomeno si può comprendere benissimo. Le pareti lucide come uno specchio rimandano da tutti i lati la luce – che ha come fonte la lampada, non indebolita, bensì sommata e perciò potenziata – alla lampada stessa. In questo modo tutte le sfere appese nella stanza cava sono illuminate, in molte maniere, da tutte le parti: in primo luogo dalla luce veramente autonoma della lampada; poi dalla luce riflessa delle pareti a specchio che costituiscono, prese insieme, uno specchio cavo ininterrotto, il quale ha la sua distanza focale culminante proprio nel centro del suo stesso spazio. E in terzo luogo queste sfere, liberamente sospese, vengono illuminate attraverso il loro reciproco riflesso e il riflesso della luce da loro ricevuta che viene accolta nello stesso modo dalle pareti a specchio e di nuovo riflessa, e infine, ancora attraverso il generale, reciproco riflesso della luce dalle pareti dello specchio alle pareti ad esse opposte.

3. Come vedete, quest’immagine è più che sufficiente quale risposta alla domanda sottoposta, poiché come stanno le cose nella stanza sferica ora rappresentata, così altrettanto stanno le cose nella grande realtà universale. Immaginatevi ora, al posto della stanza sferica a specchio, la sfera di racchiudimento a voi nota, la quale consiste, per quanto in una proporzione infinita per i vostri concetti, in un tipo di massa d’acqua eterea. Ed immaginate poi, nel mezzo della sfera di racchiudimento, il l’infinitamente grande Sole Centrale che nelle sue distese infinitamente vaste è circondato da fiamme di fuoco che emanano una luce intensissima (le fiamme provengono dagli spiriti che o – fuoriuscendo – iniziano qui la loro purificazione, oppure – ritornando – la completano). In tal modo avete già tutto quanto occorre per completare la risposta alla domanda inizialmente posta. La luce di questo immenso Sole Centrale penetra fino alle pareti della sfera di racchiudimento e da lì, poi, viene rimandata attraverso spazi e sistemi solari quasi infinitamente ampi per i vostri concetti. Nondimeno, quello che per voi è così infinitamente esteso e grande, ai Miei occhi è a stento più che se voi prendeste in mano un granello di sabbia, per giocarci.

4. Dato che è stata messa in evidenza l’idoneità di tutti i Soli di accogliere sulla vasta superficie della loro atmosfera, l’immagine di un altro Sole che la sfiora e di ridarla come uno specchio che accoglie e rimanda la luce, voi ora afferrerete meglio l’intensa luminosità del Sole, quando, in aggiunta a ciò, saprete che in una tale sfera di racchiudimento si trova la lampada solare che brilla di luce propria, la cui grandezza per i vostri concetti è semplicemente infinita, e la cui luce penetra fino alle pareti della sfera di racchiudimento, e così facendo illumina già la metà di ognuno dei Soli. Quando poi la luce viene rimandata verso il centro dalle pareti esterne, anche l’altra metà dei Soli viene subito completamente rischiarata, e quando poi, in questo modo, tutti i Soli di una sfera di racchiudimento sono sufficientemente illuminati, allora si illuminano vicendevolmente innumerevoli volte.

5. Se ora riuscite a pensare, anche solamente un po’ e in modo ordinato, è escluso che non sia possibile per voi comprendere da dove un Sole prenda la sua potente luce.

6. Ora che sappiamo ciò, vi sarà ancora più comprensibile il brillare di ogni Sole, quando vi dirò che, a parte tutto il resto, tuttavia anche ogni Sole, per se stesso, ha una sua propria luce che gli proviene dagli spiriti che in esso dimorano. Tuttavia questa luce non è tanto intensa come quella del Sole che voi vedete, bensì questa luce propria è piuttosto soltanto una capacità sempre viva che eccita la superficie dell’aria del corpo solare ed accoglie in sé, in modo tanto più vivo e più perfetto, sia la luce che parte dal Sole Centrale, che quella rimandata dalle pareti della sfera di racchiudi mento, nonché le irradiazioni degli altri Soli, per poi, a sua volta, ridarla esso stesso. Per questa ragione su ogni corpo solare esistono anche un gran numero dei cosiddetti vulcani, specialmente nella regione dell’Equatore. Per ciò che riguarda questi vulcani che spesso all’occhio terrestre munito di strumenti sono visibili sotto forma di macchie nere, e come l’atmosfera dei Soli venga mantenuta, grazie ad essi, costantemente idonea all’accoglimento della luce, di ciò vi verrà fatto conoscere in occasione della prossima Comunicazione.

 

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Cap. 6

 

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L’involucro di racchiudimento etereo dei corpi mondiali e dei loro sistemi

La più grande aggregazione dei corpi mondiali: una sfera di racchiudimento

 

1. Ora che abbiamo appreso da dove i Soli ricevono la loro luce e come essi poi la rimandano, potrebbe venire in mente a qualche sofista di chiedere: “Da parte mia io non ho proprio niente contro questa ipotesi sulla luce del Sole; è accettabile e si può prestarle ascolto, ma bisogna dimostrare solo da dove proviene al già nominato Sole Centrale principale la sua caratteristica luce fiammeggiante. E soprattutto che cos’è la luminosità di queste supposte fiamme? Come vengono prodotte? Qual è in questo caso l’eterno combustibile che non può mai essere consumato da fiamme che ardono con una violenza così intensa?”

2. Vedete, queste sono domande bene azzeccate, ma sullo sfondo ce n’è ancora una molto migliore, e questa, se qualcuno potesse presentarla, sarebbe la seguente: “Per quanto tutta questa esposizione, sembra aver colpito nel segno, tuttavia resta sempre quanto mai problematico se si debba accettare oppure no una tale sfera di racchiudimento, e se nella stessa arda realmente tale enorme Sole Centrale principale. Ammesso che, quale prima cosa, si possa dimostrare ciò, allora noi naturalisti e astronomi saremmo disposti ad accettare questa teoria; ma finché non si può fornire tale prova, allora noi potremo considerare tutta questa ipotetica illuminazione, solo quale il prodotto, ben riuscito e piacevole, di una fantasia poetica”.

3. Come vedete, in questa occasione noi abbiamo sott’occhio quelle che sarebbero, letteralmente, le obiezioni che possiamo incontrare sulla via naturale. Affinché però questi critici sofistici non abbiano a rivolgersi al compilatore di questi scritti, per chiedere a lui delle prove ed affinché invece possano trovare già qui comprovato quello su cui avrebbero creduto di sollevare delle riserve, vogliamo fronteggiare prontamente tale atteggiamento in modo molto sensato.

4. Per ciò che riguarda la sfera di racchiudimento, essa ha queste innumerevoli rispondenze in ogni più piccola creatura come in un pianeta o in un Sole, in breve, in tutto ciò che voi vogliate guardare. Dove c’è una cosa, le cui infinite parti componenti non siano circondate, esteriormente, da un guscio, da una corteccia o da una pelle?

5. Osservate l’occhio di un uomo o di un animale! Esso corrisponde esattamente a una sfera di racchiudimento; nel centro si trova la pupilla cristallina, che in primo luogo, specialmente presso molti animali, ha una propria luce e che accoglie ugualmente la luce di altri oggetti, come un Sole qualsiasi che si trovi nell’interno dell’involucro. Guardate poi (dall’interno) le pareti dell’occhio come esse rimandino immediatamente a qualsiasi distanza i raggi che esse hanno accolto, dal di fuori, attraverso la lente cristallina, sorretti dalla luce che è propria della lente cristallina stessa. Dunque, è necessario che voi sappiate che non vedete gli oggetti stessi, bensì soltanto le loro immagini corrispondenti, e ciò grazie al processo per il quale le immagini vengono dapprima accolte dalla membrana nera che si trova sul retro dell’occhio, che le spinge attraverso la lente cristallina, e immediatamente dopo essere state accolte, vengono rigettate al di fuori di voi perfettamente illuminate. Così voi scorgete gli oggetti proprio nel posto dove essi, in sé e per sé, si trovano nella realtà, al di fuori di voi. Infatti, se vedeste gli oggetti direttamente, li scorgereste non diversamente che nella loro reale grandezza naturale, cosicché nel posto in cui voi vedete un acaro, voi vedreste un animale grande come un elefante, e con l’occhio dello spirito addirittura un essere della grandezza di un pianeta.

6. Il fatto che voi vediate in misura oltremodo ridotta, essendo l’occhio costituito sul tipo delle sfere di racchiudimento, questo comprova già più che a sufficienza che tutti gli oggetti, per piccoli che siano, sotto le lenti di un microscopio possono venire straordinariamente ingranditi; ingrandimento che, nel caso dell’occhio, non è altro se non un crescente avvicinarsi dell’oggetto scorto, o piuttosto della sua immagine luminosa, alla reale grandezza dell’oggetto stesso.

7. Se non fosse così, sarebbe impossibile scoprire, con sorpresa, sugli oggetti ingranditi parecchie e numerose loro parti perfettamente e regolarmente formate, che l’occhio, qual esso è, non sarebbe mai in grado di scorgere. Domandate a voi stessi se questa scoperta non mette già in evidenza che è impossibile che l’occhio nudo possa vedere direttamente gli oggetti, bensì soltanto la loro immagine estremamente rimpicciolita nel modo già detto. (Altrimenti, come potrebbero per esempio intere schiere di infusori e di altri animaletti essere scoperti in una gocciolina d’acqua, a mala pena grande come la capocchia di uno spillo, se non fossero là?).

8. Se qualcuno è anche soltanto un po’ di spirito veramente desto, deve, in questo caso, scoprire quasi al primo sguardo la somiglianza fra l’occhio, un pianeta, un Sole e, infine, anche una sfera di racchiudimento.

9. E così pure l’intero uomo corrisponde a tutto questo. Che cos’è il suo cuore, dal punto di vista naturale? Non è il Sole Centrale del suo intero corpo? E tutti gli innumerevoli nervi e tutte le fibre, non sono essi dei Soli secondari? La pelle esteriore è il sacco che tiene avvolto tutto l’involucro carnale. Potrebbe un uomo sussistere senza l’involucro esteriore, che è la buona protezione adatta per l’intero organismo vivente ed interiore dell’uomo come anche di ogni animale? Dunque noi avremmo di nuovo un’immagine corrispondente ad una sfera di racchiudimento.

10. Osservate poi un uovo di uccello. Che cos’è? – In senso più generale è in sé l’immagine di una sfera di racchiudimento di un Sole Centrale, come di un Sole secondario, di un pianeta, e così anche di ogni altro oggetto che nella sua interezza può sussistere da solo. Allo stesso modo potete osservare voi stessi un pianeta e, anche riflettendoci poco, dovrete rilevare subito che alla fine la sua sussistenza non è assolutamente pensabile senza una sfera di racchiudimento esterna, poiché, se si dovesse togliergli un rivestimento dopo l’altro, alla fine bisognerebbe eliminare anche l’ultimo punto del pianeta, poiché anche tale punto, finché c’è, deve avere per la sua esistenza un involucro esteriore, affinché le parti che lo compongono vengano contenute e tenute insieme.

11. In breve, dappertutto dove si manifesta una vita deve esserci anche un organismo adatto a questa manifestazione esteriore, le cui parti devono essere disposte in modo che l’una possa afferrare l’altra nel massimo ordine, e ogni parte organica possa tirare, spingere e destare l’altra, così come in un orologio, in cui una ruota ingrana l’altra, la tira, la spinge e la desta.

12. Potrebbero le ruote di un orologio produrre un tale effetto, mancando ad esse un saldo punto d’appoggio, sia superiore che inferiore, nonché un involucro, entro al quale vengano poste in bell’ordine, così da potersi muovere? Ma se c’è già tutto, cosa manca ancora affinché le ruote si mettano regolarmente in moto? Manca ancora un Sole Centrale, e questo, nell’orologio, è rappresentato dalle molle. Quindi l’orologio non potrebbe sussistere se, in primo luogo, tutte le ruote non avessero un involucro e poi una forza motrice interna.

13. Le cose stanno così anche nell’organismo delle piante più insignificanti, le quali devono avere un involucro entro il quale possa essere posto un organismo adatto, e cioè operante dal centro della pianta da dove la forza vivificante, attraverso tutto l’organismo, porta la vita – come la luce del Sole Centrale – fino all’involucro esterno, dove questa forza, operante verso fuori, rimane prigioniera e ritorna poi al centro. – Potrebbe essere effettuato ciò, senza la superficie di racchiudimento? Certamente no, poiché senza un recipiente non si porta a casa nemmeno una goccia d’acqua; figuratevi poi se si può mantenere una vita organica.

14. E così anche l’organismo animale o dell’uomo deve essere avvolto in un involucro, entro cui l’organismo può essere ordinato ed anche vivificato dal suo punto centrale.

15. Senza tale ordinamento, in primo luogo non sarebbe pensabile nessun pianeta, né tantomeno sarebbe pensabile che avesse la caratteristica di essere capace di provvedere al mantenimento di una vita così molteplice e varia. Tanto più questo si verifica riguardo al Sole – che è un punto centrale di un intero organismo planetario, e appunto perciò deve avere un molteplice involucro, come il cuore nel corpo umano – dato che l’organismo del Sole, poiché il suo influsso è maggiore, deve essere più vario e perfetto che non quello di un semplice pianeta. Dunque, perfino ogni sistema planetario, con il suo Sole al centro, ha un proprio avvolgimento etereo, entro il quale tutto il sistema planetario si muove, vive, ed in cui i singoli corpi celesti si attirano, si spingono e si destano reciprocamente.

16. Ed ancor più è questo il caso del prossimo Sole Centrale, intorno al quale talvolta ruotano parecchi milioni di Soli più piccoli con i loro pianeti, e che perciò rappresentano un organismo operante già molto più grandioso e vario di quanto non sia un Sole più piccolo con i suoi pianeti. Vedete, anche tutti questi milioni di Soli hanno di per sé un involucro etereo; ragion per cui quei sistemi solari che si trovano molto lontani, si scorgono anche come macchie di nebbia, dai limiti abbastanza marcati. Questo non sarebbe possibile, se un tale sistema solare non fosse avvolto da una pelle eterea, ciò che si può paragonare al fatto che anche nel corpo umano e in quello animale, ogni nervo ha intorno una sua propria pellicina, senza la quale esso non potrebbe né esistere né tanto meno operare in modo vivente.

17. Voi sapete che questi singoli sistemi solari, a loro volta, hanno un corpo centrale, intorno al quale essi si muovono e svolgono un’opera viva, grazie alla forza di questo corpo centrale. Così pure, e in un senso più vasto, tali sistemi solari hanno un altro involucro esterno e della pelle eterea chiusa. Un tale corpo, è composto di sistemi solari ovvero, con altre parole, dove moltissimi di questi sistemi solari, girando intorno a un corpo centrale ancora più grande, formano un cosiddetto Universo solare, il quale è circondato di nuovo da una pelle eterea ancora più vasta. Ed infine questi ultimi corpi solari, girano in gran numero intorno ad un comune punto centrale più grande di tutti, cioè al Sole Centrale che irradia la propria luce intorno a sé, e tutti sono in movimento, operando in modo vivo sotto l’involucro di un’ampiezza incommensurabile, e questa è, appunto, una sfera di racchiudimento generale o un perfetto corpo solare che si regge da solo.

18. Cosa succederebbe di questo corpo, se gli si dovesse portar via questa pelle esteriore, per lui tanto necessaria, fatta di acqua eterea? Ad esso, e alla fine pure ad ognuna delle sue parti componenti, non succederebbe nient’altro che quello che accade in primo luogo all’occhio quando gli si toglie la cornea, o ad un uovo il guscio, ad una pianta la corteccia, ad un corpo animale la pelle o infine ad un pianeta la crosta esterna. Come già detto, dunque, questo sarebbe il caso anche di un intero corpo solare che in parte si liquefarebbe, in parte si seccherebbe e in parte si disperderebbe nell’infinito e, alla fine, si estinguerebbe e svanirebbe. Così dunque noi avremmo presentato la dimostrazione che una tale sfera di racchiudimento, quale un completo corpo solare, sia necessaria ed anche come debba avere una molla d’impulso interiore, un cuore o un Sole Centrale comune. E adesso, i nostri naturalisti amanti della critica, facciano pure ancora un tentativo, per presentare questa teoria quale una ipotesi ben azzeccata alla maniera poetica!

19. Con ciò resta ancora da dimostrare soltanto la luminosità e il fuoco fiammeggiante del Sole Centrale. Fatto ciò, potremo adagiarci tranquillamente e di buon animo sulle distese ed intorno ai vulcani del nostro Sole, e là, in piena pace, contemplare tutte le sue meravigliose magnificenze.

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Cap. 7

 

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La luce propria dei Soli

 

1. Vi è già stato comunicato il motivo del brillare di una fiamma nell’opera “La mosca”. Comunque, per maggior chiarezza nella comprensione di questo fenomeno, può servire il seguente supplemento.

2. Voi sapete che lo spirituale, considerato quale assoluto, non può sussistere senza un certo involucro esterno od organo, qual si voglia, attraverso il quale esso è in grado di manifestarsi. Per quanto poi riguarda questo rivestimento esteriore, esso non è altro, in sé e per sé, che la Mia Volontà d’amore che circonda ed avvolge lo spirituale, e che, grazie alla sua Misericordia, lo giudica interiormente e lo pone in tal modo in un certo ordine, affinché esso cominci ad esistere per l’attuazione di una certa parte della Mia grande Volontà, e con ciò pure per il raggiungimento di uno scopo che corrisponde agli intenti del Mio eterno Ordine. Ecco, così stanno le cose!

3. Che cosa succede, dunque, quando una di queste forze, nascosta nell’involucro della Mia Volontà d’Amore, per quanto insignificante possa essere, viene eccitata, abbattuta o colpita in seguito a circostanze e ad attività di vario genere? Essa viene spinta fuori dal suo ordine, ovvero, ciò che vuol significare ugualmente, fuori del suo equilibrio e, in seguito a ciò, si sente ristretta e danneggiata da questo e cerca perciò di ristabilire la sua precedente condizione sopportabile, oppure, quando viene troppo eccitata, lacera senza indugio il suo intero organismo, passando così allo stato di liberazione da vincoli.

4. E ora pensate un po’ che il diametro di questo Sole Centrale principale (denominato Sole Centrale Originario o Primordiale, il centro del Globo involucro) forma una linea tanto lunga che, per percorrerla tutta, perfino la luce, per attraversarla, impiegherebbe più di un trilione di anni, e che, per conseguenza, l’intero volume di un tale corpo, considerata la sua grandezza naturale, deve essere indubbiamente qualcosa di molto rilevante! Se però questo Sole Centrale principale è già, per i vostri concetti, qualcosa di infinitamente colossale, figuratevi quale enorme pressione, per voi inconcepibile, deve esercitare un simile immenso volume di materia da tutti i possibili punti esterni verso il punto centrale del corpo stesso!

5. Su questo siamo d’accordo. – Ora immaginate la gravità di un unico monte sul vostro corpo mondiale infinitamente piccolo, poi pensate alla gravità del corpo mondiale stesso. Poi pensate al vostro Sole, che è un milione di volte più grande della vostra Terra e che, quindi, cela in sé anche una forza di attrazione un milione di volte maggiore, poiché, se così non fosse, esso non potrebbe attirare i suoi interi corpi mondiali che si trovano talvolta parecchie migliaia di milioni di miglia distanti, affinché non escano fuori dalla loro orbita. Come però è l’attrazione su un corpo, così anche la gravità è in rapporto alla potenziata forza di attrazione di un tale corpo mondiale.

6. Considerate poi, ora, che tutti i Soli, i Soli Centrali, tutti i pianeti e le comete, presi insieme, non formano neppure la milionesima parte di questo Sole Centrale Primordiale e, per conseguenza, quanto grande e potente deve essere anche la sua forza d’attrazione e quanto immensamente forte la sua pressione verso il centro!

7. Di che cosa consiste, dunque, la materia? Voi sapete che la materia altro non è se non la prigione dello spirituale o degli spiriti. Però, sulla Terra, già sfregando fra loro due pietre, si rende spesso possibile l’evasione di parecchie potenze spirituali che vi erano trattenute in dura prigionia, e in qualsiasi luogo nell’interno della Terra, in cui la pressione proveniente dal di fuori diventa troppo potente, si hanno, se non proprio subito, dopo un po’ di tempo, delle violente esplosioni, in seguito alle quali degli interi grandi monti e delle vaste zone vengono scompigliati e distrutti. E se voi volete risalire alla causa, allora non troverete che uno spazio poco più grande di alcuni klafter cubici nel quale le potenze spirituali, prigioniere nella materia, sentendosi troppo pressate, hanno spezzato le loro barriere ed hanno trovato una via d’uscita, costringendo all’evasione anche altri spiriti trovati lungo la via. Dunque, se questo è il caso della Terra, sopra la Terra e dentro la Terra, (il che è stato indicato qui già in precedenza come spiegazione comparata) riportate queste condizioni in miniatura del vostro pianeta, sul Sole Centrale, e là scorgerete quali pressioni quegli spiriti prigionieri devono sopportare costantemente, e questo proprio per la ragione misericordiosa per cui essi, quali possenti prigionieri, devono venire appunto continuamente ridestati alla vita, attraverso una tale potente pressione.

8. Questo spiega anche il perché su questo Sole Centrale Primordiale sono disseminati dei grandi vulcani, dei quali il più piccolo ha un tale diametro, che nel suo cratere troverebbero posto più di trenta miliardi di Soli della grandezza del vostro e questo per non parlare di quelli del massimo cratere di questo Sole Centrale Primordiale!

9. Voi sapete che la luminosità viene provocata dai moti convulsi o dalle vibrazioni della forza spirituale dentro l’involucro nel quale è racchiusa. Quanto più violentemente uno di tali spiriti, prigioniero nel noto involucro, viene eccitato da una pressione, spinta o da un colpo esterno, a tante più veementi vibrazioni egli si abbandona e tanto più penetrante ed intensa diventa la manifestazione di tali vibrazioni, cioè il brillare di una fiamma o di una scintilla. E dove potrebbero queste potenze spirituali essere pressate, spinte o battute con maggior violenza, se non appunto su questo Sole Centrale Primordiale?

10. Date le condizioni di tale Sole, una scintilla brilla là così intensamente, che l’occhio umano non potrebbe sopportarne la vista nemmeno per un attimo. Infatti, Io vi dico: “Se una scintilla della grandezza di un granello di frumento si sviluppasse nell’aria, mille miglia al di sopra della vostra Terra, con la stessa violenza di luce con la quale si sviluppa appunto su questo Sole Centrale Primordiale, tutta la vostra Terra, a causa dell’intensità della sua irradiazione, si volatilizzerebbe in un batter d’occhio, come una goccia d’acqua su un ferro rovente”.

11. Ora immaginatevi l’intero e mostruoso Sole Centrale Primordiale rivestito con tali fiamme di luce così intense, e da ciò giudicate quanto lontano possono arrivare i suoi raggi, quale un volo di spiriti diventati liberi! Perciò adesso sapete abbastanza bene come un tale Sole può essere benissimo una lampada generale nel grande spazio interno di una sfera di racchiudimento, popolata da sistemi solari in numero infinito. Dunque, se avete afferrato quanto detto ora, vi sarà facile afferrare anche come ogni piccolo Sole Planetario, e così pure ogni pianeta per se stesso, possa sviluppare la luce e la caratteristica propria, nella quale l’intensità è sempre conforme al suo volume, come pure alla sua forza di gravità.

12. Sul vostro pianeta Terra, ad esempio, voi potete contemplare senza difficoltà la fiamma di una candela. E perché ciò? Perché gli spiriti, prigionieri nel suo stoppino e nella sua materia grassa, vengono eccitati soltanto in maniera limitata dal suo ardere, ed essi possono distruggere i loro involucri con un minimo grado di vibrazioni e guadagnare poi una maggiore libertà d’azione. In una fucina[7] non potete guardare con altrettanta facilità, poiché gli spiriti, rimasti ancora nel carbone, hanno bisogno di un maggiore eccitamento per liberarsi dal loro carcere per mezzo di vibrazioni più violente. E ancora più difficilmente riuscite a sopportare la luce di quelle fiamme che scaturiscono e avvampano da un vulcano in eruzione, perché esse sono originate da un’eccitazione molto potente degli spiriti che si trovano nell’interno della Terra.

13. Applicate queste considerazioni al Sole, dove ogni situazione del genere deve essere moltiplicata per un milione, e troverete subito con facilità in quale grado ogni Sole può anche sviluppare la sua luce per mezzo dei suoi vulcani. Questa luce propria di un Sole sarebbe, tuttavia, troppo tenue per illuminare e riscaldare completamente i pianeti lontani, ma a parte ciò, tuttavia questa luce propria serve magnificamente allo stesso Sole per mantenere costantemente, nella massima purezza e limpidità, la superficie dell’atmosfera solare, e per renderla così tersa e sempre perfettamente idonea ad accogliere la luce del Sole Centrale Primordiale, e con ciò anche di tutti gli altri Soli, essi pure illuminati da quest’ultimo.

14. In questo modo noi avremmo superato anche la difficoltà principale e risposto alle domande precedentemente sottoposte, cosicché ora, come abbiamo già osservato, possiamo tranquillamente fare un giro sul nostro Sole ed iniziare a stupirci delle sue meraviglie.

15. Però preparatevi, perché in verità non si tratterà di giochi da bambini, dato che tutto quello che vi verrà esposto sarà straordinario per grandezza, elevatezza e profonda serietà! – Per oggi basta, il resto prossimamente!

 

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Cap. 8

 

macchie_solari

 

Causa ed essenza delle macchie solari

 

1. Voi avete già spesso osservato che il Sole, specialmente sulla sua zona equatoriale, presenta anche una o più macchie, talvolta più piccole e talvolta più grandi, intorno alle quali, guardando con il telescopio, si scorge un orlo rialzato, intorno al quale si diffondono verso tutti i lati delle onde luminose, onde che alcuni astronomi hanno denominato “fiaccole”. Parecchi scienziati si sono già chiesti che cosa possano essere queste macchie, e questa domanda ha avuto già parecchie ipotetiche risposte, fra le quali però non ce n’è stata ancora nessuna di pienamente risolutiva.

2. Invece adesso ne riceverete una definitiva. – Ma come potremo fare, per dare a questo fenomeno una risposta pienamente soddisfacente? Pensatelo fra di voi, vedrete che ciò avverrà nel modo più semplice, purché Io vi dica come stanno le cose, e voi ci crederete pienamente. È vero anche questo che vi dirò; ma quanto Io dirò qui, un giorno o l’altro potrebbe cadere sotto gli occhi della scienza del mondo. Ma essa, crederà incondizionatamente a ciò che vi dirò a questo riguardo? Un tale tipo di gente non ha certamente fede, essa non crede neppure né in modo assoluto né con il cuore, che Io sono Dio, o che in generale esiste un Dio, come indica la Rivelazione, bensì tutt’al più se Lo raffigurano come lo inventa il loro intelletto, reputato altamente saggio. Ne consegue che quanto Io dirò, non lo crederà con una descrizione pura e semplice, ma lo riterrà un prodotto di fantasia poetica.

3. Perciò dobbiamo regolarci diversamente e, per tali volpi, preparare una speciale tagliola, capace di imprigionare non solo un loro il piede, bensì di catturare immediatamente tutto il loro corpo. – Da dove dobbiamo cominciare? Un po’ di pazienza e ci siamo!

4. Se voi perforate una palla esattamente lungo il punto centrale e v’infilate un perno, poi la immergete nell’acqua e la fate ruotare intorno al perno stesso, e infine la estraete dall’acqua mentre continua a ruotare, diteMi: “Da quale punto della superficie di tale palla sprizzeranno via la maggior parte delle gocce d’acqua?”. – Voi Mi risponderete: “Da quella parte della superficie che sta più lontana dal perno, e che, per conseguenza, svilupperà anche, in seguito alla rotazione, il massimo della forza centrifuga”.

5. Ora prendete una sfera di vetro che abbia un’apertura su entrambi i lati, cosicché si possa far passare un perno attraverso tutta la sfera di vetro, mettetela in posizione orizzontale, metteteci dentro un po’ d’acqua e fatela girare. Dove andrà a finire l’acqua in seguito a tale rotazione? Certamente di nuovo sul punto più lontano del perno.

6. In questi due esempi noi abbiamo quanto basta per rendere la cosa il più possibile evidente. Anche il Sole è una sfera, come voi già sapete, e precisamente una sfera che ha duecentomila miglia di diametro e che gira intorno al suo asse all’incirca in ventinove giorni. Pensate un po’ quanto rapido deve essere il movimento all’equatore del Sole, dato che là un punto deve fare in ventinove giorni un viaggio che supera quasi seicentomila miglia tedesche, cioè circa sette volte la distanza della Luna dalla Terra, distanza che un veloce cavaliere, viaggiando giorno e notte, potrebbe coprire in circa settant’anni.

7. Fate ora un confronto con la velocità di un punto dell’equatore del Sole e vi meraviglierete altamente, riscontrando quante miglia tedesche copre in un minuto. Ora che avete constatato la velocità del moto di rotazione, scorgerete pure chiaramente la forza centrifuga che necessariamente deve manifestarsi all’equatore del Sole.

8. Giunti a questo punto, Io devo attirare la vostra attenzione sulla seconda sfera di vetro e su come nella stessa, in seguito alla rotazione, l’acqua si accumuli verso l’equatore. Non deve perciò avvenire lo stesso anche nel Sole dall’interno verso l’equatore? Non vi verranno spinte anche là le parti più volatili, ed esse, a causa della potente forza centrifuga, non tenteranno di aprirsi un varco attraverso la crosta solare esterna, per allontanarsi dal Sole con grande impeto e celerità incredibile, verso l’infinito?

9. Voi però avete appena appreso nella precedente comunicazione che cosa è la materia (di quale specie e qualità essa sia), e qual è la conseguenza se essa viene troppo compressa, spinta o battuta. Dunque, non verrà la materia eccessivamente pressata e costretta sull’uno o sull’altro punto dell’equatore, in seguito all’enorme accalcarsi dovuto all’intenso e veloce movimento e, con esso, anche alla forza centrifuga che là si manifesta?

10. Vedete, ora la tagliola è pronta e non occorre altro che una volpe, e voi potete esser certi che non sfuggirà a questa trappola.

11. Fin dal principio, voi avete appreso che il terreno del pianeta Sole non è così duro e secco come per esempio quello della Terra, bensì è elastico dappertutto, e ciò specialmente verso l’equatore. Supponiamo il caso che anche là il terreno fosse così duro e facilmente spezzabile; si domanda: “Quale ne sarebbe la conseguenza, considerata l’enorme forza centrifuga del Sole, specialmente intorno all’equatore?”. –  Nient’altro se non il fatto che un monte e un pezzo di terreno dopo l’altro potrebbero venire scaraventati con la massima velocità dalla superficie solare nello spazio infinito. Considerato però che il terreno del Sole è piuttosto viscoso, ciò dunque non sarebbe possibile, anche se il moto rotatorio dovesse essere così rapido com’è.

12. Nonostante ciò, può tuttavia avvenire che, in seguito alla grande forza centrifuga a causa della pressione dall’interno nel modo già detto, si formino qua e là degli ammassamenti, e perciò anche una specie di indurimenti al di sotto della superficie del pianeta nelle vicinanze dell’equatore, ciò che, in certo qual modo, può considerarsi una malattia del Sole. Infatti, si noti bene, anche i corpi mondiali si possono ammalare fisicamente. In seguito a ciò, deve necessariamente succedere che tale bozza indurita, alla fine squarci in qualche punto la crosta solare, per quanto resistente, per mezzo della sua grande pressione verso l’esterno, e che laceri l’infiammazione prodotta (appunto da tale pressione) e che si allontani poi dalla superficie del Sole con la massima impetuosità, fino a raggiungere distanze infinite o per lo meno così lontano come sono distanti dal Sole i pianeti a voi noti.

13. Dunque, ecco qual è l’origine delle macchie solari nere, poiché, come conseguenza di una tale e potente eruzione, non viene lacerata soltanto la crosta del pianeta solare, bensì anche la calotta di luce, cosicché in tale punto essa non è più atta, in primo luogo, a rimandare la luce che le proviene dagli altri Soli, come pure non riesce più a lasciar fluire la sua caratteristica luce che emana costantemente dal terreno elastico del Sole, poiché la lacerazione subita la rende inadatta a concorrere allo sviluppo della luce propria.

14. Noi abbiamo accennato prima che queste macchie solari nere, guardate con il telescopio, sembrano orlate come da un baluardo meno scuro. Cos’è questo baluardo?

15. Ecco, esso non è altro che la conseguenza dell’avvenuto sollevamento del terreno solare elastico, che si è lacerato a causa dell’eruzione di un tale indurimento, ed è stato sollevato da tutte le parti assumendo la forma di un muro ad imbuto che si restringe. – Volete avere, per la formazione di questo baluardo, intorno alla macchia scura un esempio più chiaro? Formate con del terriccio resistente, finché è malleabile, una mezza sfera internamente vuota, poi, dall’interno verso l’esterno, fate un buco con un’asta senza punta e scorgerete immediatamente, sulla superficie esterna, un rialzamento a forma di baluardo, effetto del colpo inferto. Soltanto che, nel vostro caso, questo baluardo apparirà più frastagliato, poiché il terriccio che avrete usato avrà meno proprietà di coesione che non il terreno del Sole.

16. Che poi questo baluardo, contrariamente alla vera e propria macchia nera, appaia pur illuminato in modo opaco, deriva dal fatto che le parti così lacerate, anche se sopra di loro non c’è lo splendore dell’atmosfera, hanno tuttavia sviluppato sufficiente luce propria che è uguale alla luce originariamente propria del Sole. Da ciò potete anche dedurre quanto intensamente il Sole illuminerebbe con la propria luce senza il concorso di quella generale.

17. Noi abbiamo pure appreso che, al di sopra di tali baluardi, si formano certe onde di luce solare, o fiaccole. Queste sorgono in seguito all’ondeggiare della luminosità dell’aria solare, causate dall’eruzione. In seguito, un’ondata si specchia nella sua vicina, cosicché lo splendore viene potenziato, mentre neanche i solchi, fra le onde, devono necessariamente apparire più opachi.

18. Come vedete, noi avremmo non solo messo tutto in chiaro, ma anche l’avremmo esposto in maniera afferrabile. Tuttavia Io vedo già in anticipo qualche volpone molto colto, che prende fiato e che poi chiede, con espressione di somma sapienza: “Bene, bene, ciò si può ascoltare e l’ipotesi presenta qualche vantaggio, ma l’autore sembra essersi dimenticato finora che queste macchie solari scompaiono nuovamente, e che, un po’ alla volta, cambiano anche di molto la loro forma. E adesso, come si leverà d’impaccio l’autore, con la sua teoria del baluardo che si è sollevato? Sono stati pure osservati, da molte parti, con potenti telescopi, dei movimenti incredibilmente rapidi su questo baluardo. Un tale caso potrebbe influire molto sulla teoria del muro prodotto dal sollevamento presentata dal nostro autore, e perfino annullarla del tutto!”

19. O no, miei cari volponi! Quest’acqua è proprio per il nostro mulino, poiché, se volete un po’ riflettere, rammenterete che già dal principio e anche fino ad ora, per delle buonissime e comprovate ragioni, abbiamo insistito sul terreno elastico del Sole, terreno che dopo l’eruzione non rimarrà costantemente fermo e solido come il cratere di un vulcano sulla Terra, bensì, grazie appunto alla sua elasticità, si ritirerà nuovamente, cosicché la ferita si rimarginerà e guarirà, come quella lasciata sul nostro corpo da un ascesso, la quale dopo la suppurazione si restringe, e alla fine la parte ferita si risana completamente, cosicché, dopo qualche tempo non se ne scorge più traccia.

20. Dunque, se questo vallo non è solido come un muro, bensì è elastico, risultano molto facilmente spiegabili tanto i rapidi ed estesi movimenti, che le sue variazioni, come anche il suo progressivo scomparire, sempre sulla base del paragone prima esposto.

21. C’è ancora qualche obiezione da fare? Guardate, là in fondo c’è ancora un volpone. Egli ha misurato parecchie di tali macchie con i propri strumenti matematici ed ha trovato che qualcuna è tanto grande, che nel suo spazio nero potrebbero trovar posto comodamente, l’una vicina all’altra, trenta Terre.

22. Che cosa intende dire con ciò? Nient’altro che questo: quando una tale macchia sorge nel modo precedentemente descritto, si dovrebbe, se essa si trova sull’orlo del Sole visibile dalla Terra, in primo luogo scorgere il vallo più rialzato di quanto non sia comunemente il caso quando non si nota niente di un tale rialzo.

23. In secondo luogo, ciò dà adito ad un’altra domanda molto significativa: “Se il Sole, in tali occasioni espelle da sé tali masse dal suo interno, dove vanno a finire? E tali considerevoli perdite non danneggiano il volume del Sole?”. Infatti, considerando le macchie solari più grandi, si deve calcolare che, in proporzione cubica, una tale massa, spinta fuori, corrisponde in cifra tonda a mille corpi terrestri. Se partiamo ora dall’assunto che il Sole, sempre partendo da una misura cubica, sia un milione di volte più grande della Terra, si arriva alla conclusione che, dopo la susseguente formazione di un migliaio di simili grandi macchie, del Sole vero e proprio non resterebbe più nulla!

24. Vedete, un tale volpone ha i denti acuti e un occhio matematico ancora più acuto! Soltanto, malgrado ciò, cadrà anche lui nella trappola, poiché Io sono capace di calcolare altrettanto bene quanto lui, ma con l’aggiunta della conoscenza. Comunque, Io non voglio dare subito una risposta chiarificatrice a questo volpone dalla vista e dai denti acuti, bensì in questa occasione sottoporgli, quali risposte, alcune brevi domande, e se Mi si risponde verrà subito contemporaneamente data risposta alla sua domanda.

25. Quante volte il volume di ciò che una quercia produce in un anno è contenuto nell’albero stesso, e quanto, poi, durante duecento anni? Se però annualmente si misura la quercia, si troverà sicuramente che, invece di diminuire, si fa sempre più grossa, grande e alta. Com’è possibile ciò? La risposta è questa: “Con il costante risarcimento da parte di tutte le fonti, di nutrimento, adatte all’albero”. – Perciò Io dico: “Sbattici il naso anche nel Sole, e vedrai che anche là il perduto viene benissimo risarcito”. Così noi avremmo eliminato anche questa obiezione!

26. Per quanto poi riguarda ancora la sporgenza minima degli orli del vallo delle grandi macchie solari, l’obiettore dovrebbe tentare di vedere ad occhio nudo, alla distanza di dieci miglia, un filo d’erba, ciò che sarebbe ancora nulla in confronto alla pretesa di voler scorgere, sia pure con l’ausilio di un telescopio, alla distanza di quasi ventitré milioni di miglia un sollevamento, il quale, calcolando anche nel senso più ampio, non sporge al di sopra della calotta di luce del Sole che è appena la decimillesima parte del suo diametro.

27. Su ciò l’obiettore rifletta bene; allora gli risulterà chiaro che le cose possono stare benissimo come è stato chiarito qui, anche se egli, con i propri vetri affilati, non riesce a scorgere sul Sole delle torri babilonesi. Oltre a ciò, anche quelle parti del vallo che in seguito ad una di tali eruzioni, superano alquanto la calotta di luce, vengono dissolte con la celerità del lampo e, per così dire, fuse dall’intensità dei raggi che sono nell’interno della calotta, e per questa ragione non è possibile vedere una sporgenza di tal genere misurata (dall’obiettore).

28. Con ciò noi per ora avremmo finito d’intrattenerci sulle macchie. Nel prossimo capitolo ispezioneremo, insieme agli abitanti del Sole, proprio un posto dove avrà luogo una tale eruzione. Così per oggi chiudiamo.

 

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Cap. 9

Le razze degli uomini del Sole e le loro abitazioni

Il loro corpo materiale-spirituale

 Le fasce solari

 

1. Alla fine della precedente Comunicazione è stato detto che osserveremo una di tali eruzioni dal suo inizio e, come già si capisce da soli, durante tutto il suo corso. Dunque, faremo queste cose.

2. Prima però di poter fare queste cose in modo che ci siano utili, dobbiamo conoscere un po’ più da vicino gli abitanti del Sole esteriore.

3. Che aspetto hanno e in quali rapporti vivono fra loro? Sono esseri più spirituali o più materiali? E ce n’è un solo tipo, o più tipi di uomini su questo grande pianeta?

4. È già stato accennato, fin dal principio, che sul corpo solare si trova, nel più perfetto significato delle parole, tutto quello che si riscontra in genere in tutti i suoi pianeti, tuttavia in questi ultimi in forme molto imperfette e storpiate.

5. Tale è anche il caso degli uomini. Voi potete trovare sul pianeta solare non soltanto tutte le razze umane di questa Terra, bensì di tutti i pianeti e delle loro lune, però molto più perfette, specialmente per quanto riguarda la forma. Solo che naturalmente, come tutto il resto, l’uomo, nella sua forma, è costituito con la massima perfezione, cosicché certo voi non potreste trovare da nessuna parte sull’intera superficie terrestre una forma umana così bella e perfetta come quella che si trova sul pianeta solare. Siate certi, voi potete credere nel modo più assoluto, che un uomo o una donna sul Sole, in quanto al corpo, sono tanto straordinariamente belli, che non potreste guardarli per tre secondi senza rimetterci la vista, poiché lasciando da parte la magnifica bellezza della forma, già lo stesso splendore del corpo dell’uomo solare è tanto forte, che se un tale uomo si trovasse su un monte lontano da voi dieci miglia, non sareste in grado di guardarlo, data la sua eccessiva luminosità. Se si trovasse molto più vicino, il suo splendore vi ridurrebbe in cenere quasi all’istante. E la donna, invece, è di forme più arrotondate e morbide dell’uomo, ma lo splendore del suo corpo è minore.

6. È facile che a questo punto vi venga da chiedere: “Se le cose stanno così, come possono sussistere tali uomini senza venire dissolti dalla loro stessa luce, dato che più o meno anche i loro corpi sono certamente materiali?”. – Vi rispondo subito: che a questo è già stato provvisto da Me. Certamente sulla Terra non c’è nessuna materia che possa resistere all’intensa luce del Sole, ma ciò che si trova sul Sole si basa su leggi differenti da quelle di un pianeta imperfetto, e così anche la materia del corpo dell’uomo solare è costituita da una sostanza che non ha niente a che fare con quella del vostro corpo, ed è perciò resistente perfino ai raggi più intensi, dato che in certo qual modo è più spirituale, e perciò anche incomparabilmente più semplice della vostra. Date queste condizioni, gli uomini solari possono dunque senz’altro esistere e gioire della loro vita ed usarla per gli scopi più utili.

7. Sul Sole, gli uomini più belli sono i bianchi, sebbene non si incontrino da nessuna parte degli uomini, di qualunque colore, che siano brutti.

8. Per quanto riguarda la grandezza degli uomini solari è anch’essa molto varia. Nei pressi dell’equatore dimorano gli uomini più piccoli, che non sono più alti di un uomo grande della Terra. Questi uomini sono quasi tutti di colore bianco e sono i più belli di tutto il pianeta solare. Intorno ai poli del Sole, vivono invece gli uomini più alti, di colore quasi rosso scuro, ma ugualmente splendenti di luce. Se uno di tali uomini si trovasse sulla Terra, non avrebbe nessuna difficoltà, anche se si trovasse a livello del mare, a prendere, senza dover sollevare la mano troppo in alto, la punta dell’Himalaia fra il pollice e l’indice della mano e a scaraventarlo fino al polo Sud della Terra. Partendo da questa gigantesca razza di uomini, la statura diminuisce man mano che si oltrepassano le varie zone, fino ad arrivare a quelle degli abitanti equatoriali.

9. Ora voi direte: “Che cosa fanno questi spaventosi giganti con gli uomini piccoli, se in occasione di qualche viaggio si imbattono in loro?”. Questa domanda è del tutto fuori posto, per il motivo che sul pianeta solare ad ogni razza umana è assegnata una zona a seconda delle condizioni naturali-planetarie del Sole, ed essi possono abbandonarle altrettanto poco, quanto voi potete abbandonare la Terra, nel caso in cui desideraste ardentemente fare un viaggio sulla Luna.

10. Qui voi vi chiederete certamente di nuovo: “Come è da intendere questo? Non si può di sicuro arrivare fino alla Luna, perché questa, come parte staccata dalla Terra, è troppo lontana. Ma il Sole è un corpo unico che ha dappertutto la stessa superficie. Perché allora un lungo viaggio dovrebbe essere impossibile all’uno o all’altro uomo delle razze solari?”

11. Portate ancora un po’ di pazienza. Esaminiamo subito con attenzione i motivi che rendono il viaggio impossibile. E dunque ascoltate! – In primo luogo il suolo del pianeta Sole, da ambedue i poli fino all’equatore, è di densità disuguale, e cioè: intorno ai poli esso è quasi altrettanto solido come quello della vostra Terra, soltanto non così rigido e spezzabile. Questo terreno è perfettamente adatto per i menzionati giganti. Dove questo terreno comincia a diventare più molle, non si presta più a sostenere il peso di simili giganti. Se uno volesse fare un viaggio in quest’altra zona, inizierebbe a vacillare, e poi, proseguendo avanti, sprofonderebbe ad ogni passo oltre la metà del suo corpo, nel terreno morbido ed elastico, così come se confezionaste un cuscino molto grosso di tre klafter di altezza (circa 8 mt), riempito di piume. Come potreste camminare su un tale cuscino? Non vi affondereste già al primo passo, cosicché ogni ulteriore fatica per passarvi sopra sarebbe vana, anche se la sua lunghezza non superasse al massimo i cento klafter? Però, se voi poneste un topo su un tale cuscino, potrebbe correre senza difficoltà ed ancora più facilmente vi potrebbe passeggiare una mosca. Come vedete, quanto detto ora rappresenta già un ostacolo per tali viaggi, in seguito al quale ogni classe di uomini deve rimanere nella zona che le è stata assegnata.

12. Un altro ostacolo, per le diverse categorie di uomini, sono gli alimenti, poiché, com’è il suolo, così altrettanto sono i suoi prodotti, anche se fatti crescere dagli uomini stessi con la forza di volontà. – Cosa s’intende dire con ciò? Circa quello che avviene anche da voi sulla Terra, soltanto da un punto di vista molto più perfetto, poiché anche il suolo solare non ubbidisce ugualmente dappertutto alla volontà dell’uomo, così come il suolo della Terra non ubbidisce ugualmente all’attività dell’uomo. Egli potrebbe tentare l’impossibile, ma non riuscirebbe a coltivare ananas sullo Spitzberg[8], come nel caso opposto, nessun provetto giardiniere riuscirebbe a far crescere del lichene intorno all’equatore.

13. Sulla Terra la fertilità del terreno dipende in massima parte dalle condizioni climatiche. Questo non è il caso del suolo solare, per quanto anche là, ai poli, sia meno caldo che all’equatore. Perciò la fertilità del suolo è regolata solo dal grado, crescente o meno, di mollezza. Un uomo solare, proveniente da un terreno più solido, potrebbe far crescere qualcosa anche da un terreno più molle, soltanto che il prodotto avrebbe bensì circa la forma voluta da lui, ma sarebbe di proporzioni minori, più debole e più tenero e non del suo vero valore sostanziale, così da non soddisfare, quale nutrimento, le esigenze del suo stomaco, così come se voi su un monte doveste saziarvi con del magro muschio, ciò che non vi farebbe certo ingrassare. Se per ipotesi, ammettiamo che un uomo della zona polare del Sole potesse trasferirsi con qualche mezzo artificiale nella zona equatoriale, egli sarebbe condannato là, senza remissione, a morire di fame.

14. Un terzo ostacolo è rappresentato dai grandi, diversi circoli d’acqua che dal polo verso l’equatore dividono, per così dire, sette volte la terraferma. Questo circolo d’acqua ha una larghezza di parecchie migliaia di miglia, e nel mezzo, non di rado, una profondità di dieci e fino a venti miglia.

15. L’acqua sul Sole è molto più leggera di quella dei pianeti; perciò non è adatta a nessun tipo di navigazione, ed anche col nuoto non se ne può far nulla. Questo è un ostacolo che gli abitanti del Sole non potrebbero affrontare. Così essi restano tranquilli al loro posto e non sanno o non si interessano se oltre a quella enorme distesa d’acqua c’è di nuovo terra. Sono inoltre dell’opinione che l’inizio di tale circolo d’acqua segni la fine del loro mondo e che poi l’acqua continui per tutte le eternità.

16. Un quarto ostacolo, che non sarebbe quasi più necessario menzionare, sarebbe quello dei molti vulcani ed altri monti lungo le rive di tali circoli acquei. Questi vulcani sono in attività quasi senza sosta e in forma tanto impetuosa che voi uomini terreni non potete farvi neppure un piccolo concetto, poiché certi crateri sono più grandi di tutta l’Europa e da essi escono in continuazione trilioni dei più veementi lampi, accompagnati dai più spaventosi fragori e boati. Gli abitanti del Sole non sono affatto amici di tal genere di spettacoli naturali, così mettono in pratica il vostro detto: “È bene mettersi fuori tiro”. Questi vulcani impediscono anche a coloro che abitano nell’interno del paese di tentare di girare intorno al mondo, e così preferiscono rimanere a casa.

17. Vi sarebbero degli altri ostacoli, però bastano questi, affinché vi persuadiate che le razze umane del pianeta Sole, di diversa grandezza, possono vivere indisturbate sullo stesso corpo mondiale. Con quanto detto oggi avremmo dato anticipatamente una occhiata, sia pure superficialmente, alle condizioni territoriali, come pure agli stessi abitanti, e così ora, presso i nostri uomini più belli nella zona equatoriale, assisteremo assieme a loro ad una scena naturale, alla quale abbiamo accennato all’inizio della Comunicazione odierna.

 

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Cap. 10

 

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La fascia centrale del Sole

Paesaggio e abitanti

Esplosione di un rigonfiamento solare

 

1. La fascia abitabile del Sole che si estende sopra e sotto l’equatore, ha in media più di ventimila miglia di diametro, questa è pure la fascia più popolata dell’intero Sole, ed ognuno la può percorrere a suo piacimento. Il terreno di questa fascia è soffice, come se fosse imbottito, cosicché, se qualcuno cade, non ne soffre alcun danno.

2. A Sud e a Nord di questa fascia si trovano i più straordinari monti, altissimi, in una catena ininterrotta e per la maggior parte inaccessibili. Tali monti si prolungano qua e là in più dolci alture, anche nell’interno della fascia equatoriale, i quali si possono non solo salire con facilità, ma anche superare. Questo però non è il caso ai confini meridionali e settentrionali di detta fascia, dove i monti raggiungono non di rado l’altezza di cento e fino duecento miglia tedesche e sono, in massima parte, così erti e nello stesso tempo così lisci, che nessuno è in grado di porci nemmeno un piede dove iniziano i ripidi pendii.

3. Se in qualche punto l’erta presenta una pendenza tale da permettere di arrampicarsi, sia pure con fatica e disagio, l’impraticabilità vera e propria dipende dal fatto che più alte le montagne svettano, sempre più diventano di un bianco accecante insopportabile. La causa di ciò è da ricercarsi nel fatto che quanto più alte si ergono le pareti di questi monti, e tanto più sono esposte, in seguito al movimento rotatorio del Sole, alla violenta pressione dell’aria solare, ciò mette in rapide, contrastanti vibrazioni gli involucri che racchiudono lo spirituale (di cui la materia dei monti è composta), che tende ad espandersi e, come voi sapete, questa è anche l’origine della caratteristica luminosità sempre aumentante.

4. Questo è il motivo principale del perché gli Himalaja e i Chimborazo del Sole, eventualmente scalabili, vengono lasciati stare e gli abitanti del Sole trovano un grande piacere soltanto nell’ammirarli, quando li possono contemplare in ampie catene ad una distanza dalle cento fino a mille miglia, secondo il loro modo di calcolare. A parte ciò, essi sono amici appassionati di alture moderate e dei monti più bassi, e dimorano per la maggior parte su di essi, poiché le ampie pianure non sono mai al sicuro da eruzioni e, come detto, è appunto ad uno di questi fenomeni che noi assisteremo assieme agli abitanti del Sole.

5. Qua e là, in tali vaste distese pianeggianti, ci sono anche dei grandi laghi, che gli abitanti contemplano molto volentieri, ma non intendono avvicinarsi troppo, poiché tali laghi escono spesso dal loro letto senza preavviso e allora gli uomini non potrebbero sfuggire abbastanza celermente dinanzi al rapido avanzare dei flutti, poiché un tale lago contiene in sé più acqua che non tutti i mari della Terra presi insieme.

6. Ciò non toglie che i parecchi miliardi di uomini che abitano soltanto su questa fascia hanno posto più che a sufficienza, poiché un solo dosso collinare del Sole, con le sue diramazioni, ha non di rado un’estensione di gran lunga maggiore di quella dell’Asia, Africa ed Europa prese assieme. Perciò non è il caso di preoccuparsi per un’eventuale mancanza di spazio per gli abitanti del Sole. Oltre a ciò queste colline del Sole non si possono paragonare a quelle della Terra, poiché esse si ergono oltre il piano dalle cinque alle dieci miglia, e raggiungono un’altezza che è dieci volte superiore a quella dei vostri monti più alti, ragion per cui la vista che si gode da una tale collina è, per i vostri concetti, di una magnificenza veramente indescrivibile. Infatti, la grande varietà dei raggruppamenti dei monti ai confini, la grandiosità delle dimore degli uomini che abitano su queste colline e la grande e sempre mutevole varietà della vegetazione, lo specchio del lago splendente in lontananza, gli innumerevoli e diversi colori delle cose e specialmente l’imponente maestosità e l’elevata posizione dei templi-scuola, offrono, da una tale collina, una prospettiva talmente splendida, che supera ogni concetto delle forme e si eleva per voi nell’inafferrabile.

7. Non sarebbe neppur necessario menzionare i molti animali della superficie e dell’aria, belli e docili, che vi si trovano in una magnifica varietà di forme, per rendere ancor più viva, dinanzi ai vostri occhi, questa regione del Sole.

8. In breve, ora abbiamo visto abbastanza e perciò possiamo accamparci comodamente su una di queste colline ed assistere da qui, con gli abitanti del Sole, ad un fenomeno nella natura che sarà per voi oltremodo importante. Nondimeno,, affinché possiate osservare questa straordinaria scena in modo più vivo, ci uniremo agli abitanti solari ed aguzzeremo l’udito, così da apprendere cosa dicono in tali manifestazioni.

9. Guardate là, non lontano da un grande tempio il cui elevato tetto appuntito poggia su mille colonne di un bianco abbagliante, si trova appunto un gruppo di circa cento persone d’ambo i sessi. Osservate come essi guardano fissi giù dall’altra parte della collina, indicando con il dito. – Che cosa vedono? Lo si saprà subito.

10. Ecco, noi siamo già in mezzo a loro.

11. Ora in lontananza, nel centro di un grande lago comincia ad innalzarsi una collina conica. Guardate come essa aumenta a vista d’occhio. Però ora non vogliamo più parlare, ma soltanto ascoltare quello che gli abitanti solari diranno, e vedere quello che essi stessi, per quanto già a conoscenza di simili fenomeni, tuttavia guarderanno con occhio attonito e animo trepidante!

12. Vedete, qui ci sono diversi maestri che osservano questa apparizione. I due superiori discutono fra loro e A dice: “Fratello, che cosa pensi di questa apparizione? A quale altezza credi giungerà questa volta la sua gonfiatura prima di scoppiare? Guarda come essa cresce con la massima veemenza!”

13. Il fratello B risponde così: “Ora non si può stabilire nulla, poiché come sai, se ad essa non si aggiungono le rigonfiature secondarie, tutto si limiterà ad uno scoppio comune, che avrà luogo in breve. Ma guarda, proprio ora osservo una quantità di rigonfiamenti che si elevano al di sopra della superficie dell’acqua! E guarda dietro al cono che abbiamo osservato per primo, come si sta già innalzando a gran velocità già un altro molto più voluminoso. Ascolta, fratello, questa volta dovremmo recarci più in alto, poiché, se continua così, l’acqua arriverà fin qui, prima che il rigonfiamento scoppi”.

14. Ed A dice: “Certo, caro fratello, questa volta potresti aver ragione, poiché il gonfiore cresce con veemenza, mentre altri emergono dall’acqua e non osservo ancora nessun culmine rosso rovente. Perciò, cari fratelli e sorelle, rechiamoci in tutta fretta sulla collina più alta che sta dietro di noi, dove è eretto il tempio scuola principale”.

15. Vedete, ora tutti abbandonano in fretta questo posto e, come portati all’indietro dal vento, vanno sulla collina considerevolmente più alta.

16. Ora sono giunti vicino al detto tempio e noi con loro, ma continuiamo ad ascoltare la loro conversazione!

17. A dice: “Fratello, credi che non costituisca un pericolo attendere qui lo scoppio? L’eruzione andrà soltanto verso l’alto, oppure non osservi anche tu che il primo si piega verso il punto in cui noi ci troviamo?”

18. B risponde: “Fratello, hai ragione! Il grande Dio voglia ora indicarci il luogo dove rifugiarci, altrimenti siamo perduti insieme a tutto quello che adorna questo luogo”.

19. E ora, vedete, tutti si prostrano al suolo, tremando e pregando il grande Dio di avere misericordia di loro ed illuminare i loro maestri e le loro guide, affinché li conducano in un luogo sicuro, dove attendere che passi la calamità.

20. Ecco, A si rialza e con lui B; ed A dice: “Fratello! Sia ringraziato, eternamente ringraziato il grande Dio! Là dietro, infatti, sulla terza collina, vicino al piccolo tempio, che consta di sole settantasette colonne, si trova già uno spirito angelico tutelare, proveniente dalle sfere luminose. Affrettiamoci verso di lui, poiché lo avremo appena raggiunto quando l’insieme dell’enorme gonfiatura sarà già vicinissima a scoppiare. Guarda con quanta rapidità s’innalzano tutti i coni e come aumentano anche in volume! Questi sono i segni preliminari di uno scoppio formidabile!”

21. Ed ecco, tutti si rialzano e si dirigono in gran fretta verso il luogo sicuro che lo spirito tutelare indica loro. Guardate come si tengono per mano e l’uno tira l’altro, affinché nessuno resti indietro o perda le forze! Ora sono vicini alla meta e noi con loro; ancora pochi passi e il luogo è raggiunto.

22. “Siamo qui”, – dice A – “eterna lode, gloria e riconoscenza al grande e potente Protettore che ci ha indirizzati in questo luogo per la nostra salvezza! E tu, nostro probo spirito tutelare, se questa è la Volontà del grande Dio, rimani con noi durante il tempo dello spavento, ed aiuta a confortare i deboli”.

23. B dice: “Oh, certo, ora e sempre avvenga la sola e potente Volontà del grande Dio!”

24. Un terzo si avvicina e così si esprime: “Fratelli, guardate laggiù dove abbiamo sostato la prima volta, come quel luogo viene lambito dalle onde, è tanto se si riesce a vedere il tetto del tempio ancor fuori dall’acqua!”

25. Un quarto si aggiunge ai tre e, indicando verso l’alto, dice: “Fratelli, per l’amor di Dio Onnipotente, guardate quel rigonfiamento che ha già superato in altezza i monti più elevati, ha già eruttato delle ramificazioni infuocate ed altre seguono a migliaia!”

26. Ed A osserva: “Siate tranquilli fratelli, poiché siamo in salvo. Il gonfiore prende un’altra direzione; esso si sta piegando dalla parte opposta a noi, e quando verrà lacerato, nulla di devastante ci raggiungerà”.

27. B dice: “Ora preparatevi! Tutto il cono è diventato rovente e dalle ramificazioni infuocate partono già lampi a milioni. Quanto è alto ora questo rigonfiamento? Ha forse raggiunto la superficie lucente dell’atmosfera?”

28. A questo punto si avvicina loro lo spirito tutelare e li invita a mettersi a giacere sul terreno e a tenere le dita nelle orecchie, poiché il rigonfiamento ha superato la superficie dell’atmosfera luminosa e lo scoppio seguirà subito.

29. Ora vedete, tutti ammutoliscono e si pongono a giacere, tremanti, con le orecchie turate. Adesso ascoltate anche voi e guardate il cono rovente che è talmente ingrossato, da raggiungere parecchie migliaia di miglia di diametro. Guardate, ora si lacera e ne segue un rombo tale, da far tremare il terreno solare. I monti tremano potentemente, e da ogni altura, ad una tale scossa, partono milioni di lampi possenti, accompagnati da tuoni inauditi.

30. Guardate là come le pareti del cono stanno ora diventando sempre più scure ed hanno dei movimenti convulsi! Rivolgete ora lo sguardo in basso; ci sono ancora dei coni secondari non esplosi. Guardate a destra, verso sud vi è un cono che esploderà in basso. Fate attenzione: quando la sua cima si ramificherà e diventerà ardente e viva di lampi guizzanti, esso esploderà. Ancora un po’ di pazienza e poi vedrete un magnifico spettacolo. Ecco, ora scoppia!

31. Guardate quali masse vengono eruttate dalla voragine aperta con la velocità del lampo! Cosa sono queste masse? Voi lo sapete già: sono nuovi prodotti per nuovi corpi mondiali, composti di quegli spiriti che sono retrocessi, non avendo superato la loro prova di libertà!

32. Guardate là, a grande distanza, come un gran numero di palle lucenti di varia grandezza, ricadono nella vasta distesa delle acque. Però, innalzate anche il vostro sguardo nello spazio infinito distogliendolo dal Sole, e guardate come nel firmamento visibile s’incrociano, da tutti i lati, delle innumerevoli stelle cadenti, come voi usate chiamarle. E guardate pure come dal cratere così ampio, da poter contenere parecchi pianeti, si elevano delle enormi colonne di fumo e di vapore che si avviano con la massima velocità verso le lontane zone planetarie!

33. Osservate ora come il grande cratere si restringe sempre più e precipita poi giù, nel profondo.

34. E vedete pure là come la nostra compagnia si rialza da terra e, ad alta voce, Mi porge un canto di lode, per averli protetti dall’immane esplosione di un tale rigonfiamento, davvero eccezionale per la sua grandezza!

35. Ed ecco, così si svolge un tale fenomeno; ma naturalmente, il suo crescere e il suo diminuire dura molto più a lungo, come tutti gli altri fenomeni qui descritti. Ora che abbiamo visto ciò, la prossima volta ci intratterremo più a lungo sugli abitanti del Sole, e specialmente faremo una maggiore conoscenza con quelli che dimorano in questa fascia. E perciò, per oggi basta!

 

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Cap. 11

 

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Il pendolo: misuratore del tempo degli abitanti della fascia mediana

La mansione di controllore del tempo ed altre mansioni

 

1. Dal momento che ci troviamo presso la nostra compagnia, tratteniamoci ancora un po’ con loro, per ascoltare e vedere che cosa faranno e diranno ancora.

2. Essi tuttora si trovano sulla terza altura vicino al piccolo tempio, il quale non ha più di settantasette colonne. E vedete, proprio ora B si avvicina nuovamente ad A e gli chiede: “Fratello, quanto tempo ancora ritieni, nella tua saviezza, che piacerà al grande Dio lasciare così aperto quel rigonfiamento, ora che si è svuotato di quanto lo ingombrava?”

– Ed A gli risponde: “Fratello, tu sai che nulla è più difficile per noi dello stabilire il tempo. Come puoi farmi una simile domanda? Dammi un misuratore del tempo e te lo dirò”.

– E B ribatte: “Caro fratello, guarda un po’ là, dove noi avevamo collocato il nostro misuratore del tempo, ora si avvicina l’acqua, perciò per il momento non posso procurarti un altro misuratore. Tuttavia, a questo si potrebbe rimediare se tu mi dicessi per lo meno questo: ‘Quanto lontano potrei giungere, con un’andatura media, finché la potente massa rigonfiata si sarà completamente abbassata e tornata alla sua precedente posizione?’.”

– Allora A continua: “Durante il tempo necessario per fare questo, tu potresti fare cinquantasette milioni di passi; solo allora tale massa formante le pareti del cratere ricadrà nel profondo e la ferita si rimarginerà,. e perfino la cicatrice verrà risanata, così da formare una base piena, in fondo al grande lago”.

3. A questo punto voi forse chiederete: “Perché gli abitanti solari non stabiliscono il tempo sulla base di anni, mesi, giorni e ore?”. – La risposta è tanto chiara come il Sole, perché in questo non fa mai notte, bensì è sempre giorno ininterrotto. Così non c’è neppure una Luna, secondo il cui corso gli abitanti del Sole possano stabilire il tempo.

4. Oltre a ciò, da questa fascia è anche più difficile scorgere le costellazioni che non altrove, perché l’atmosfera è più agitata, dato che, in seguito al potente movimento di rotazione, essa viene maggiormente spinta in tutte le direzioni, ragion per cui essa, specialmente nelle regioni più alte, con il risplendere viene resa straordinariamente luminosa. Questo rilucere, quasi continuo, impedisce di guardare bene fuori, negli spazi infiniti della Creazione, mentre nelle altre fasce del Sole è molto più facile, poiché l’atmosfera viene spinta e pressata molto meno (caso questo che si riscontra ancor più nelle regioni polari).

5. Vedete, per questa ragione gli abitanti della fascia equatoriale non sono in grado di stabilire con esattezza il tempo, perché non hanno nessun mattino, nessun mezzogiorno e anche nessuna notte. E allora sorgerà la domanda: “E come si regoleranno questi abitanti per il tempo?”

6. Essi fanno crescere degli alberi considerevolmente alti, attirandoli, per così dire, fuori dal terreno, e non hanno bisogno né di molto tempo, né di gran fatica, né di lavoro, bensì o l’uno o l’altro dei maestri si delinea nella sua mente un tale albero così come dovrebbe risultare nella realtà. Una volta che è stata completata l’idea, egli si china verso il suolo e, con uno strumento appuntito, lo scalfisce e lo spinge nel terreno il più profondamente possibile, poi lo estrae e passa le sue dita nelle scalfitture e sul buco fatto nel mezzo, e dopo questo lavoro dice: “Avvenga la Volontà del grande Dio!”. E immediatamente l’albero designato comincia a spuntare dal terreno del Sole. Quando tale albero, in breve tempo, corrisponde pienamente alla volontà di colui che l’ha ideato, viene usato per lo scopo per il quale è stato fatto spuntare dal terreno del Sole.

7. Considerato che prima abbiamo parlato appunto di un albero che doveva segnare il tempo, o meglio che doveva servire per la misurazione del tempo, approfittiamo di questa occasione e ora vediamo come un tale albero deve essere formato per rendere un tale servizio.

8. Sicuramente da voi sulla Terra avete già visto quel gioco da giardino chiamato “il tiro al piccione”. Vedete, così è l’aspetto di un simile albero, solo che non è sfoltito e non ha incassate delle protuberanze, bensì il tronco è rotondo, ha circa cinque klafter di diametro e circa trecento di altezza e ai due lati, anziché rami, sono cresciute delle protuberanze come delle gigantesche corna di bue. Sulla cima l’albero si piega, così da sporgere approssimativamente cinque klafter verso il terreno sottostante e in alto è provvisto, a piacere, di una chioma, quale ornamento. In cima a questa sporgenza viene legata una lunga corda e nella parte più bassa, non lontano da terra, viene appeso un pendolo di forma sferica e di peso proporzionato. Dopo ciò, un uomo prende una palla e la fa oscillare quanto più lontano gli consente la sua forza con una sola spinta. Poi il pendolo oscilla per molto tempo. Il tempo là viene determinato, per lo più, sulla base delle oscillazioni di questo lungo pendolo.

9. Un tale pendolo fa un’oscillazione ogni mezzo minuto circa. E una certa somma di tali oscillazioni dà un intervallo di tempo che essi considerano all’incirca come voi l’ora. Il periodo di oscillazione che intercorre dallo spunto all’arresto totale, gli abitanti del Sole lo chiamano all’incirca quello che voi chiamate un giorno.

10. Ma cosa succede poi quando un misuratore di tempo del genere ha completato le sue oscillazioni? Allora il controllore del tempo è lì, di nuovo a portata di mano, e fa’ oscillare nuovamente il suo pendolo. Questa mansione, per gli uomini del Sole, rappresenta un compito estremamente ragguardevole. Infatti questi uomini del Sole hanno di lui grandissima stima e lo considerano la persona più importante della società. Essi infatti dicono: “Se costui non mantenesse costantemente la funzionalità del tempo, noi non sapremmo neppure quando siamo nati, né qual è la nostra età”.

11. Per ciò talvolta, anche sul Sole si tenta di corrompere questi controllori del tempo, perché per gli abitanti di questa fascia del Sole nulla è più molesto dell’età. Solamente, che là ci vuole poco per ringiovanire; basta mettersi d’accordo con uno di tali controllori, affinché egli lasci per un certo tempo il pendolo a riposo. Una tale interruzione annulla completamente tutti i calcoli precedenti e si ricomincia a contare da zero.

12. Voi, udendo ciò, direte: “Va bene, ma che cosa avviene nel periodo di tempo calcolato sulla base delle oscillazioni, prima che il pendolo si fermi?”. Quel periodo viene cancellato dal conto, perché non è possibile calcolare quanto tempo il pendolo è rimasto fermo; perciò, con il nuovo intervallo, iniziato da un nuovo spunto e misurato dalle oscillazioni, tutti gli uomini hanno la stessa età. Infatti, là può facilmente succedere che l’età non abbia assolutamente origine in natura, bensì un uomo di parecchie centinaia d’anni, secondo il vostro calcolo temporale, ha un aspetto altrettanto fresco e vivace di quando aveva vent’anni secondo il vostro calcolo temporale. Perciò si continua a farsi giovani, quando ciò si riferisce alla durata della vita. E così i giovani e i vecchi si distinguono soltanto nella sapienza.

13. Questa è la ragione per cui, di preferenza, ringiovaniscono le donne, mentre per gli uomini ciò va bene soltanto per unirsi in matrimonio. Quando invece si tratta di assumere una carica importante, allora da parte del concorrente vengono sommate anche le soste del pendolo, cosicché, in tali occasioni, qualcuno mette insieme un periodo di vita tanto lungo che viene perfino preso in giro senza economia dai maestri e dagli assegnatari di cariche, malgrado la loro grande sapienza e serietà. Ma l’età in questi casi non viene giudicata dal numero delle oscillazioni del pendolo esibito dal concorrente, bensì gli vengono sottoposte da parte dei maestri delle domande difficilissime in un tempio adibito a questo. Se egli risponde e soddisfa pienamente i maestri, viene subito riconosciuto dagli stessi e reso idoneo per la carica da assegnare, e poi gli viene consegnato un numero che indica la sua età. Se un tale candidato è ad esempio non più che trentenne, egli però, per la sua sapienza, viene dichiarato sessantenne.

14. A questo punto certamente chiederete: “Dunque, quali sono queste cariche?”. Io vi dico che in nessun pianeta vi sono tante cariche e così diverse e varie, come qui, per quanto qui non esistano né uffici regionali, né statali, né comunali come sulla Terra, ma ce n’è una legione di altre, delle quali voi non potete avere certo alcun concetto. Perciò, ora daremo una scorsa a parecchie fra le più importanti.

15. La principale e più importante carica è quella di maestro, tanto più che in questa fascia vi sono sulle alture, in quantità innumerevole, degli splendidi templi-scuola, nei quali gli uomini solari vengono sempre istruiti su ogni cosa possibile.

16. Una seconda carica principale è quella di sacerdote. Essa consiste nel fatto che questi sacerdoti devono aumentare, con il massimo impegno, la loro conoscenza dell’Essere divino e del Suo Ordine. A parte ciò, però, i maestri, indicati quali primi, sono superiori, poiché sono i veri sommi sacerdoti e, con ciò, anche i veri reggitori dell’intera popolazione.

17. Un’altra carica consiste nel guidare, riordinare e formare la volontà degli uomini, a seconda della Volontà di Dio, e viene loro mostrato, come voi usate dire, teoricamente e praticamente, che l’uomo, con la sua volontà, può operare nella pienezza della forza soltanto se questa è in perfetta sintonia con la Volontà del grande Dio. Perciò è anche il primo dovere dell’uomo esaminare e riconoscere, innanzitutto, questa potentissima e santissima Volontà, poiché senza di questa nessuno può attirare una pianta fuori dal terreno.

18. Questo viene anche dimostrato loro praticamente, cioè un maestro prende uno o l’altro dei suoi allievi e lo invita, secondo la sua volontà, a scalfire il terreno e poi a passarvi sopra le dita e, infine, a trarre fuori da esso la sua idea. Ma dato che non si vede spuntare né un frutto né una pianta, allora il maestro mostra nuovamente la Volontà del rgande Dio, e fa sì che essi la accolgano in sé, e soltanto dopo scalfiscano il terreno e lo sfiorino con le dita; e allora, con la riconosciuta Volontà del grande Dio, le idee realizzate sorgono dal terreno, e ben presto gli scolari scorgono la potenza della volontà, quando essa sta in conformità con la Volontà dell’Altissimo!

19. I maestri insegnano pure ai loro discepoli che l’uomo può, veramente, far spuntare tutto quello che si vuole fuori dal terreno, ma soltanto non deve farlo come per volere proprio, bensì attraverso la preghiera e la Potenza della Volontà del grande Dio, e questo viene pure dimostrato praticamente agli scolari.

20. Vedete, questa è una carica molto importante, poiché in essa viene insegnato il vero significato dell’economia rurale del Sole.

21. Un’altra carica consiste nel mostrare agli uomini l’ordine in cui essi devono intraprendere l’uno o l’altro lavoro, ed anche questa carica è a sua volta di grande importanza, poiché in questo caso gli uomini solari non apprendono altro se non il conoscere il Mio Ordine. Anche qui all’insegnamento segue l’esercizio, in cui viene dimostrato che un disordine, opposto all’Ordine, agisce in maniera distruttiva su tutto quello che è stato prodotto o compiuto dall’Ordine divino. Viene pure dimostrato come tale disordine metta in pericolo la vita di tutto quello che vive e vegeta sull’immenso suolo.

22. Un’altra carica è quella della ripartizione del terreno, poiché, per quanto sul Sole non esista un vero e proprio diritto di proprietà, tuttavia si ricorre ad una tale ripartizione per amore dell’Ordine. E viene pure indicato agli uomini dove essi possono far crescere questo o quello e in quale ordine deve avvenire ciò, affinché alberi, piante ed erba non crescano alla rinfusa, bensì vi sia in tutto un bell’ordine definito. Vedete, anche questa è una buona carica, in seguito alla quale tutta questa immensa fascia solare non sembra altro se non un grande, ininterrotto e magnifico giardino, ornato dai più vari e magnifici gruppi di alberi, cespugli, piante ed erbe, i quali, come è già stato detto, presso ogni singolo abitante del Sole, specie in questa fascia, sono completamente diversi l’uno dall’altro, ciò che appunto aumenta in modo indescrivibile il fascino e la bellezza di queste regioni.

23. Un’altra carica, già più molteplice, è quella che insegna agli uomini come devono usare i prodotti del suolo da essi ottenuti e contemporaneamente li ammaestrano nel mantenere la giusta moderazione in tutte le cose.

24. Un’altra carica si occupa del regno animale dividendolo in classi ed insegnando il loro utile impiego ed anche a riconoscere il perché gli uomini, con la loro volontà, non siano in grado di chiamare all’esistenza anche gli animali. – Un’altra carica insegna agli uomini, con una specie di scrittura che è simile circa ai vostri numeri, a prendere nota delle diverse relazioni fra le cose e poi a riconoscerle e a comunicarle anche ad altri. – Un’altra carica ha cura dell’edilizia ed insegna come devono venir fabbricate le case d’abitazione, gli ambienti d’ufficio, i templi-scuola e infine i templi di Dio, e provvede anche a formare una propria categoria di uomini che non si occupano d’altro se non esclusivamente di ciò che riguarda l’edilizia. E, come già accennato, vi sono ancora un gran numero di cariche, alcune delle quali conosceremo in occasioni propizie.

25. Per ora diamo ancora un’occhiata alla nostra compagnia di prima, e come possiamo constatare, essa comincia già a scendere dalla terza collina e a recarsi sulla seconda, dove si trova un grande tempio, poiché il rigonfiamento si è già tanto ritirato che le acque hanno perfino abbandonato la prima collina, dove si trova appunto un misuratore del tempo. Ed ecco che uno della compagnia si affretta là, per mettere nuovamente in movimento il pendolo, così da poter poi stabilire, approssimativamente, la durata del decorso del fenomeno.

26. Tuttavia, per oggi smettiamo di osservare ulteriormente la nostra brillantissima compagnia, in compenso però, già in occasione della prossima Comunicazione, recupereremo il tempo perduto nell’osservare il gonfiore.

 

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Cap. 12

Inabissamento e sparizione del rigonfiamento solare

 

1. Guardate: proprio ora B si avvicina nuovamente ad A e gli chiede: “Guarda, laggiù, fratello! Il pendolo oscilla in ben calcolati spazi di tempo. Io penso che fra diecimila oscillazioni noi potremo osservare che l’orlo del cratere precipiterà giù dalla sua presente altezza. Infatti, nella parte inferiore si sono già formate delle concavità e delle pieghe. Quando questo avviene, noi tutti, per esperienza, sappiamo che in breve, l’orlo del gonfiore si abbasserà tanto da rendersi visibile”.

2. Ora parla A: “Hai ragione, il piede del rigonfiamento mostra già delle concavità e delle pieghe dall’alto verso il basso, però non scorgo ancora delle pieghe nel senso della larghezza che, in simili occasioni, cominciano ad incrociare le prime, quando la gonfiatura è prossima a scendere dall’alto nel profondo. Perciò sono dell’opinione che non scorgeremo tanto presto l’orlo luminoso”.

3. E B continua: “Fratello, dal momento che, secondo la tua opinione, l’orlo non sarà visibile tanto presto, ritengo che dovremmo nel frattempo recarci nel tempio e controllare se i flutti, che lo hanno sommerso quasi fino al tetto, non abbiano causato qualche danno. E se questo dovesse essere il caso, noi dovremmo provvedere immediatamente alle necessarie riparazioni”.

4. Ecco, la proposta viene accettata, e il grande tempio che secondo le vostre misure ha certamente la lunghezza di un miglio e una larghezza di un quarto di miglio, viene esaminato in tutti i suoi colonnati, come pure in tutti i suoi assetti ed arredi, per scoprire se vi è stato qualche eventuale danneggiamento. Guardate le loro facce soddisfatte, essi vi diranno che i flutti, in tutto il tempio, non hanno causato alcun danno, ad eccezione di qualche leggera penetrazione di umidità.

5. Quanto tempo è durata quest’ispezione? Secondo il vostro sistema di calcolare il tempo, dovrebbe trattarsi di circa tre giorni, però la sensazione del passare del tempo, sul Sole, sembra più rapida, perché, come voi già sapete, non fa mai notte, bensì un continuo giorno.

6. Vedete, la compagnia esce dal tempio e uno di loro viene mandato dal controllore del pendolo, per apprendere quante oscillazioni ha fatto il pendolo dopo esser stato rimesso in moto. Ecco, ora il nostro messaggero è già sul posto e riceve la risposta alla sua domanda che è: “Dieci oscillazioni!”. Ogni oscillazione comprendeva ventimila movimenti del pendolo. Poi il messaggero ritorna con la risposta.

7. Ora B osserva un solco profondo ed orizzontale nell’enorme ampiezza del rigonfiamento e lo indica ad A. Anche il resto della compagnia accoglie di lieto animo questa notizia, e le donne gridano: “Guardate, guardate! È visibile un solco orizzontale!”

8. Il rigonfiamento ha cominciato ad affondare, e adesso A osserva rivolto a tutti: “Certo, là c’è il primo solco benedetto! Perciò prostriamoci, e lodiamo con tutte le nostre forze il grande Dio per questo! In tale luogo non ci saranno di nuovo e così presto dei rigonfiamenti del genere, poiché il primo solco orizzontale restringe fortemente quello attuale e, per così dire, lo imprigiona”. Ed ecco, tutti si prostrano, e in tutta serietà e con tutte le forze seguono il comando del primo maestro.

9. Solamente A e B rimangono in piedi ed osservano il rigonfiamento e, nello stesso tempo, i movimenti del pendolo del misuratore del tempo che non si trova lontano dal tempio. B, pieno di gioia, scopre un secondo solco sopra il primo e lo indica ad A, dicendo: “Fratello, che ti sembra? Non è quello un secondo solco?”. – Ed A risponde: “Sì, fratello, la tua osservazione è giusta, si tratta anzi di un solco considerevole. Però, guarda: anche sotto il primo se ne forma un altro e poi, molto al di sopra dei due da te scoperti, un altro ancora! Al Dio grande e onnipotente vada ogni lode! Il grande gonfiore sta afflosciandosi rapidamente. A dire il vero io non ne scorgo ancora l’orlo, tuttavia sono dell’opinione che presto sarà visibile”.

10. E B dice: “Fratello, guarda un po’ in alto, e se gli occhi non mi ingannano, io vedo già il potente guizzare dei lampi, che, come tu sai, sono gli abituali furori dell’orlo!”. – Ed A dice: “Oh, sì, è proprio vero, hai ragione! Però io non vedo solo quello che vedi tu, ma percepisco un lontano, sordo, ininterrotto brontolio di tuono, proveniente dall’orlo”. A questo punto egli invita la compagnia a rialzarsi da terra e ad alzare lo sguardo per seguire da lassù la liberazione che si avvicina a grandi passi.

11. Con grande giubilo la compagnia si rialza e guarda verso l’alto con le mani giunte. I lampi guizzano, avvicinandosi sempre più al basso e sempre più violentemente si fanno sentire i tuoni. Per qualche tempo tutti osservano in silenzio un’infinità di lampi che guizzano in tutte le direzioni senza tregua, dal gonfiore che ha ancora un’estensione di parecchie migliaia di miglia.

12. Il controllore del tempo ha proprio ora fatto un nuovo lancio. E non c’è ancora l’orlo! Ma adesso B e gli altri della compagnia gridano: “Orlo! Orlo! Guardate, è divenuto visibile! Noi tutti siamo definitivamente salvi! Infatti, ancora alcune oscillazioni e noi potremo guardare oltre lo splendido orlo lucente!”. – Ed A, rivolto a tutti: “Certo, prima che questo lancio abbia completato tutte le oscillazioni, noi potremo vedere al di là, oltre la superficie dell’orlo, e scorgere benissimo l’orlo al completo, perché dalla nostra parte si abbassa quasi perpendicolarmente”.

13. E B dice: “Quanto calcoli che esso sarà lontano da qui, quando giungerà alla nostra altezza?”.

– A risponde: “Io penso trenta women”. (Trenta women, nel linguaggio degli uomini solari, corrispondono a tremila miglia, ciò che per la Terra sarebbe una distanza più che considerevole, ma per il Sole un women non è tenuto in maggior considerazione di quanto lo sia un quarto d’ora di cammino sulla Terra).

14. Di nuovo parla B: “Chissà quale spessore avrà l’orlo questa volta”. – Ed A risponde: “A giudicare dalla grandezza del gonfiore, potrebbe misurare questa volta quasi quaranta women”.

15. Ora A si rivolge di nuovo alla compagnia e dice: “Fate attenzione! I solchi orizzontali hanno cominciato a tremare, il cratere non si abbasserà lentamente, ma dopo questo segno premonitore cadrà giù a precipizio. Perciò preparatevi e non spaventatevi per l’improvviso fragore, e sedete a terra, affinché non cadiate quando il crollo farà tremare il suolo sotto di noi con tanta maggiore o minor violenza! Pregate il grande Dio che ci conservi le nostre dimore e i nostri templi!”

16. Ora B si avvicina rapidamente ad A e richiama la sua attenzione sulle forti sfrangiature dell’orlo che ormai è visibile. Ed A dice: “Sì, fratello, tu hai osservato bene, poiché scorgo sfrangiature della grandezza di centinaia di women lungo l’orlo fino a dove io posso abbracciare con lo sguardo. Guardate, guardate! Le sfrangiature diventano sempre più violente! Come sventolano, come le grandi bandiere sui nostri templi maggiori mosse da un vento impetuoso! Perciò fate attenzione e state in guardia, poiché fra pochi movimenti del pendolo, l’orlo che attualmente è ancora cinque women più in alto di noi, precipiterà al di sotto di noi, cosicché non è escluso che possiamo scorgere qualcosa anche del cratere, spaventosamente profondo, a meno che le parti interne dell’orlo non siano già nuovamente congiunte. Attenzione, stanno già precipitando delle sfere lucenti! Presto verrà il crollo!”

17. Ascoltate e guardate. Tutta la compagnia salta da terra con forti grida. Migliaia di trombe d’aria si elevano dalla immensa distesa dei flutti e danno inizio ad una lotta furiosa contro l’orlo che, abbassandosi, si sta sempre più avvicinando alla superficie del mare. E delle grosse sfere di fuoco luminose precipitano dall’orlo rovente nei flutti in tumulto. Ognuna di queste sfere ha la grandezza della Luna della Terra, così come essa è nella realtà. E ogni sfera è rivestita, per così dire, d’una infinità di lampi. Guardate quanto scrosciare delle acque, quanto vapore e quanto fumo, quando una di tali sfere roventi precipitano giù nei flutti infuriati!

18. Ora però fate attenzione, perché tutto è pronto per il grande crollo! Ecco, il controllore ha fermato le oscillazioni ed ha fissato il pendolo all’albero. Perfino i maestri si adagiano al suolo vicino agli alberi e si afferrano intorno ad essi con la mano, la stessa cosa fa il resto della compagnia. Il controllore si affretta a raggiungere la compagnia.

19. Vedete, tutti guardano con occhi sbarrati verso l’orlo, i cui movimenti tempestosi sono inesprimibili e, per i vostri sensi, al di là di ogni possibilità di descrizione. Le oscillazioni dell’orlo sono talmente forti che in un secondo si piegano verso l’interno e verso l’esterno per un’ampiezza che raggiunge non di rado dalle ottomila fino alle diecimila miglia, mentre il vacillare da sinistra a destra compie un movimento che va non di rado dalle tremila alle quattromila miglia. Figuratevi cosa significa vedere simili movimenti dal punto dove si trova la nostra compagnia! Se anche essi si trovano effettivamente lontani trenta women, tuttavia, per la vista acuta degli uomini solari, questa è una cosa da nulla, perché essi possono scorgere nei minimi particolari gli spaventosi movimenti di un tale fenomeno.

20. Nondimeno, ora l’orlo è precipitato, però non con la violenza che ci si attendeva. Perciò anche la scossa nelle zone circostanti non è stata tanto veemente come succede a volte. Tuttavia questo crollo, alquanto violento, ha avuto la possibilità di spingere le ondate quasi vicino alla nostra compagnia, malgrado la collina su cui essi sono si trovi a più di cinque miglia al di sopra del livello dell’acqua.

21. Riuscite ad afferrare un simile movimento con la vostra mente? Che cosa direste sulla Terra e di quali sensazioni cadreste in balìa, se voi vi trovaste ad esempio su un’alta montagna che avesse l’altezza del ‘Gran Campanaro’ (il Grossglockner – 3798 m.) a voi ben noto, e che si trovasse circa cinque o seimila metri distante dal mare, e il mare in seguito alla eccezionale potenza di un uragano cominciasse a spingere le sue possenti onde fino a raggiungere quasi il vostro alto monte? Non comincereste voi, uno dopo l’altro, a strapparvi i capelli dalla grande disperazione? E tuttavia questo fenomeno terrestre, se osservato con gli occhi degli abitanti del Sole, sarebbe un semplice gioco da bambini, poiché là, già questa collina che è una delle più basse, è quasi cinque volte più alta del vostro monte più elevato (il monte Everest - 8.882 m) (cioè se la si considerasse al livello della solita superficie acquea tranquilla del Sole).

22. Se voi riflettete un po’ su questo paragone, vi salterà agli occhi la grandiosità della mareggiata che non è altro che la conseguenza del rapido crollo del noto gonfiore. E questo voi dovete comprenderlo bene, affinché possiate riconoscere sempre più quanto potente sia Colui che si lascia chiamare ‘caro e buon Padre’ da voi!

23. Tuttavia, ora rivolgiamo nuovamente lo sguardo alla nostra compagnia. Guardate come tutti si affollano intorno al loro maestro e come lodano il grande Dio, mentre il controllore del tempo si affretta di nuovo al suo albero, libera il pendolo e lo mette di nuovo in movimento.

24. Ora guardate con gli uomini solari oltre l’orlo del grande gonfiore! Osservate quanto è ancora largo il suo spessore; non vedete che due delle vostre Terre potrebbero rotolarvisi sopra, una vicina all’altra? Il cratere invece si è molto ristretto e raggiunge appena due volte la grandezza dell’orlo, e ora è più lungo che largo, e in qualche punto si è già ricongiunto.

25. Vedete come gli abitanti del Sole, pure abituati alla luce, si coprono gli occhi per lo splendore troppo forte dell’ampio orlo. E guardate come dal fondo viene ancora lanciata fuori, qua e là, qualche sfera infuocata, e la veemenza è tale che essa raggiunge una distanza doppia di quella che esiste tra la vostra Luna e la Terra. E vedete come dall’ampio orlo, ancora fortemente in movimento, continuano a partire innumerevoli lampi a grande velocità!

26. E ora avete visto tutto il decorso di questo grandioso fenomeno, che ha fine con il graduale sprofondarsi del gonfiore, man mano che gli orli si congiungono sempre più. La fine di questo fenomeno viene abitualmente accompagnata da una pioggia a dirotto, che secondo i vostri calcoli dura parecchi giorni, grazie alla quale gli orli roventi si raffreddano, si calmano e alla fine si congiungono uno dentro l’altro e si sanano e poi affondano sempre più verso il basso fino a raggiungere la loro precedente posizione, cioè sotto lo specchio d’acqua.

27. Diamo ora ancora un’occhiata ai nostri abitanti del Sole e a come essi sono immensamente lieti e giubilano, dalla pienezza del loro cuore e di tutta la loro vita, inneggiando lodi al grande Dio perché Egli ha tanto saggiamente riportato tutto nell’Ordine precedente. E vedete anche come essi si abbracciano, si salutano e poi si affrettano a rientrare nelle loro dimore, da dove vengono loro incontro un gran numero di figli, di fratelli e sorelle, tutti in buonissime condizioni!

28. Così anche questa scena è terminata. La prossima volta osserveremo alcune disposizioni domestiche di questi uomini solari, e con ciò daremo anche un’occhiata fuggevole a tutta questa fascia.

 

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Cap. 13

Ordine di proprietà e necessità di vita degli abitanti della fascia mediana

 

1. Sul Sole, e quindi sulla nostra fascia, non esiste affatto il cosiddetto diritto di proprietà come sulla Terra, ma in compenso c’è un diritto di proprietà derivato dall’ordine, il quale ha, quale base, il principio che nessuno deve essere senza una proprietà terriera. Tuttavia il terreno viene sempre misurato ed assegnato all’uno o all’altro da funzionari a ciò incaricati. Gli assegnatari del fondo così misurato possono essere considerati quali beneficiari dei frutti finché sono in vita, senza alcun onere.

2. Dopo la loro morte, invece, non sono loro a disporre del fondo, bensì i funzionari incaricati dai maestri principali secondo l’ordine stabilito. Per questa ragione sul Sole cessa di esistere il diritto di successione dei figli, tipico della vostra Terra, e a Me particolarmente odioso. Sul Sole, invece, quando i figli posseggono le conoscenze e le capacità richieste, vengono provvisti dai funzionari di quanto necessita loro.

3. Ciò avviene nel seguente modo: quando una coppia di genitori che ha uno, due, tre e fino a quattro figli, è ancora in vita e i figli hanno raggiunto la maggiore età, il terreno viene ripartito tra i figli per due terzi, mentre l’altro terzo resta ai genitori. Questo terzo, dopo il trapasso dei genitori, non spetta ai figli, ma gli incaricati possono assegnarlo a chiunque non abbia un terreno. Una simile divisione però, in questa forma, viene fatta soltanto due volte nella stessa famiglia; giunti alla terza discendenza le parti così frazionate vengono riunite e nuovamente ripartite, secondo l’ordine, fra coloro che non hanno ancora terreni, naturalmente in rapporto alla necessità.

4. Invece, per quanto riguarda coloro che non sono riusciti ad essere inclusi in tale nuova ripartizione, viene loro assegnato un cosiddetto terreno di riserva. Cos’è un terreno di riserva? Esso è, o un residuo abbastanza importante di altre misurazioni e ripartizioni, oppure lo sono anche quei terreni che non sono stati ancora posseduti da nessuno, oppure lo sono anche quelli che talvolta, dopo qualche fenomeno del tipo di quello da noi osservato ultimamente, affiorano dalle acque, come le isole dei vostri mari.

5. Perciò nessuno soffre sul Sole a causa di qualche mancanza, malgrado questa fascia principale sia molto popolata, e ciò perché gli uomini, come detto, sono appena un po’ più grandi di alcuni uomini della Terra, e poi perché, malgrado tutto, hanno delle necessità cento volte minori di parecchi uomini piccoli presso di voi, cosicché per loro è più che sufficiente un pezzo di terra più piccolo di quello che occorre agli uomini terrestri.

6. Il loro vestiario non consiste in altro che in un leggero grembiule intorno ai fianchi e in un cappello piuttosto largo. Il loro cibo viene prodotto tanto spesso dal suolo quanto essi desiderano mangiare con moderazione ed a giusto scopo. Perciò il proprietario di un terreno ne ha quanto basta, nella misura che voi definite circa un mezzo joch[9].

7. Tale ripartizione, fatta secondo il diritto dell’ordine, ha anche di buono che tutti gli uomini di questa fascia del Sole non hanno il minimo sentore di liti e dispute sul diritto di proprietà.

8. I possessori dei terreni, devono pagare delle tasse ai funzionari? Tale cosa è assolutamente sconosciuta ad ogni abitante del Sole, poiché tutti i funzionari e i maestri hanno i loro terreni. Perfino il controllore del tempo dimora sul suolo che gli è stato assegnato.

9. Si domanda ora: “È concesso a chi ha fame, di saziarsi anche con i prodotti del terreno del suo vicino?”. Certamente! In caso di bisogno tutti i fondi ripartiti diventano bene comune, ma una cosa simile non è permessa a nessuno che agisca di prepotenza. Però in realtà, nessuno fa qualcosa del genere. Infatti, solo leggi e comandamenti astratti generano delinquenti; dove invece, quanto più possibile, viene mantenuta in vigore la libera volontà, tale volontà può anche essere educata molto facilmente al mantenimento dell’ordine generale.

10. Una legge arida e dura tiene la volontà in costrizione, e una volontà in costrizione è una volontà tormentata che non trova nessun piacere nell’ordine, ma aspira soltanto, quando può, a trovare sfogo, senza badare troppo se le sue azioni sono conformi alla legge, poiché la sua norma è il proprio benessere. Quando invece la volontà viene mantenuta libera e in questa libertà soltanto si riconosce la legge dell’ordine, allora la piacevole necessità che esso comporta le diventa familiare e la volontà stessa si rallegra del divino Ordine scoperto in sé.

11. Ciò è anche una delle principali regole basilari nell’educazione dei figli sul Sole; regola che anche sulla Terra si dimostrerebbe molto migliore dell’istruzione, con la quale la memoria viene tormentata, la mente maltrattata e lo spirito ucciso! Tuttavia ora noi siamo sul Sole, e non sulla Terra; perciò è meglio che noi osserviamo soltanto con gli occhi dello spirito bene aperti, come l’Ordine divino stesso si manifesti dappertutto, molto visibilmente, perfino nelle più insignificanti disposizioni e impegni domestici.

 

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Cap. 14

Le abitazioni sulla fascia mediana

 

1. Per potere passare ai diversi rami dell’ordine domestico, è necessario, in primo luogo, prendere in esame l’oggetto dal quale deriva appunto la definizione di ordine domestico con la sua speciale qualificazione (poiché, come è chiaro, ‘domestico’ deriva da ‘casa’). Perciò sarà prima necessario dare un’occhiata alle diverse case dei nostri abitanti solari, e rivolgere poi la nostra attenzione alla costituzione dell’ordine domestico.

2. Esaminiamo dunque queste case e precisamente quelle della fascia a voi già nota, la quale è larga quanto la distanza dalla vostra Luna alla Terra. Che aspetto hanno le case di questa grande fascia? Somigliano forse alle dimore della Terra? Sono forse costruite in gran numero, l’una vicina all’altra, come nelle vostre grandi città? – Oh, no, nulla di tutto questo! Infatti, in primo luogo sul Sole non esistono città, e secondariamente le case sono costruite in modo del tutto diverso.

3. Che aspetto hanno dunque? – Immaginatevi una rotonda del diametro di circa dai cinquanta fino ai cento klafter. Questa rotonda è formata da pilastri quadrati alti almeno venti klafter e con almeno un klafter di diametro; essi sono distanti due klafter l’uno dall’altro. Sopra ogni pilastro poggia un capitello di forma rotonda, ornato di bellissimi fregi. Sopra ai capitelli sono collocate travi massicce che collegano in alto, tutt’intorno nella rotonda, i pilastri l’uno all’altro. Nell’ambito di ogni pilastro, sopra la trave, è fissato un architrave e tutte le architravi hanno un’inclinazione tale per cui in alto, toccandosi, formano una piramide quadrata.

4. Ognuno di questi architravi ha, a seconda che la rotonda sia grande o piccola, quindi secondo il suo diametro, dimensioni proporzionalmente maggiori o minori, cioè: se il diametro della rotonda dell’intera casa è ridotto, allora le architravi non devono essere così lunghe per toccarsi nel punto più alto in una forma piramidale; se però il diametro della rotonda è considerevole, allora anche le architravi devono essere più lunghe per toccarsi nel punto più alto nella suddetta forma.

5. Inoltre, si deve ancora aggiungere che ognuno di tali tetti deve avere una forma appuntita come da voi alcune torri delle cosiddette chiese gotiche, e perciò si comprende da sé che la lunghezza degli architravi deve essere molto considerevole per poter ottenere una tale forma con un diametro così notevole. E perciò ci sono non raramente architravi di una lunghezza maggiore di trecento klafter (600 m).

6. Voi domanderete: “A quale scopo tali tetti sul Sole, dove certamente piove molto di rado, o quasi mai?”. Ecco, sono quasi tutti di questa forma, non per proteggere la casa dalla pioggia, ma dalla luce e dal calore, dato che, per quanto gli uomini solari siano in grado di sopportare senza alcun disturbo un grado di luce e di calore per voi appena concepibili, tuttavia sono molto amici dell’ombra e di una maggiore frescura.

7. Non esiste però nessun tetto tanto idoneo a tenere lontano tanto la luce che il calore, quanto un tetto appuntito, perché allontana sempre la luce e il calore ad essa congiunto. Per accertarvi se ciò sia giusto, voi lo potete constatare praticamente con un piccolo esperimento: prendete un pezzo di metallo abbastanza lungo e con la cima appuntita e tenete la parte appuntita su una fiamma. In questo modo vi persuaderete che, quando la punta sarà diventata rovente, la parte opposta, che è più ampia, non sarà raggiunta dal calore, mentre, nel caso opposto, o con una barra di metallo di uguale spessore in ogni sua parte, quest’ultima diventerà subito rovente fino al punto più remoto.

8. Prendete ora un tale tetto appuntito che, oltre a ciò, è costruito con una materia refrattaria alla luce e al calore, e vi sarà chiaro che esso costituisce il migliore riparo dalla luce e dal calore.

9. Le travi maestre vengono ricoperte tutt’intorno da una specie di assicelle, l’una strettamente vicino all’altra, sulle quali vengono poste delle lastre rilucenti come specchi, che vengono preparate con una speciale terra che si trova là, come le vostre tegole, e che hanno l’aspetto come se voi tagliaste con le forbici delle piramidi di carta, e voleste dare ad ognuna di queste piramidi, alla sommità, nella parte più sottile, una piegatura ad angolo retto. Queste lastre del tetto non sono più spesse del cartone e sono all’incirca flessibili come una lastra di piombo da voi. Esse vengono inserite, con la piegatura superiore ad angolo retto, negli stretti interstizi tra le assicelle e poi fissate con un apposito stucco negli interstizi.

10. In questa maniera viene ricoperto il tetto di qualunque casa; ciò gli conferisce un magnifico aspetto, poiché le lastre dalla parte esterna sono di un bianco splendente, simile all’alabastro finemente lucidato, ragione per cui rimandano anche tutti i raggi, e perciò di per sé non assorbono calore.

11. Questo tetto viene internamente tinteggiato, da cima a fondo, con un colore scuro, che si trova spesso lungo le rive delle grandi acque e specialmente dopo un’eruzione come quella a voi già nota.

12. Con che cosa sono fabbricati i pilastri? Questi pilastri sono fabbricati con una specie di mattoni che hanno la forma dei vostri, ma sono straordinariamente fini e perfettamente trasparenti, come da voi le pietre più preziose, e perciò magnifiche da vedere. Tanto per gli architravi che per le assi vengono fatti crescere degli alberi, dando a loro già durante la crescita una forma necessaria allo scopo a cui devono servire.

13. Fra un pilastro e l’altro c’è una piccola aiuola rotonda, riccamente provvista di piante fra le più leggiadre. Gli abitanti del Sole sono maestri nel disporle in modo che nel mezzo crescano le più alte, e in questo modo, ad eccezione della porta d’ingresso, si possono scorgere dappertutto delle splendide piramidi di fiori, che hanno una tale molteplicità nei loro prodotti floreali, che per voi non sarebbe neppure immaginabile ed anche indescrivibile, perché ciascuna di queste piramidi floreali è adornata con migliaia di fiori tutti diversi da quelli della precedente e quindi anche ogni casa è adornata con fiori ancora diversi dalle altre.

14. E così noi avremmo un piccolo concetto riguardo la dimora degli uomini solari. Se poi, riguardo all’esposizione fatta, voi volete lasciare le briglie sciolte alla vostra fantasia spirituale, voi potete scorgere parecchie altre cose alle quali voi, a causa di questa esposizione condizionata, avete dovuto rinunciare. In breve, su questo voi potete fantasticare quanto volete e, per quanto sia ricca la vostra fantasia, tuttavia non fallireste neppure un colpo. E perché dunque? Perché voi, nel campo delle piante, non potete immaginare nessuna forma che non possiate ritrovare là, perché quegli uomini, essendo molto più spiritualizzati, abbracciano la fantasia degli uomini che dimorano in tutti i pianeti, proprio così come la luce del Sole abbraccia tutti i pianeti. Ecco perché voi potete fantasticare quanto volete, ma non sareste in grado di concepire una forma che non sia visibile sul Sole nella realtà.

15. Perciò là si possono trovare, nella massima perfezione, non solo tutti i prodotti visibili degli altri pianeti, ma, essenzialmente, anche le forme di pensiero che sono state concepite da sempre dagli uomini della Terra.

16. Per conseguenza, noi possiamo abbandonarci alla contemplazione delle dimore degli uomini solari e averne diletto, poiché nessun uomo potrebbe nemmeno sognare qualcosa di più variato e di più splendido, che egli non lo possa trovare sul Sole, quale realtà. Dunque, perfino la colorazione dei pilastri descritti sopra è di una magnificenza talmente maestosa, che il più brillante fuoco d’artificio, da voi, può considerarsi appena mediocre, poiché, come detto fino da principio, sulla Terra tutto è come morto e senza moto, mentre sul Sole, tutto sprizza di vita.

17. Ora che abbiamo visto la casa dal di fuori, entriamo dentro ed osserviamo la sua disposizione interna.

18. Il pavimento sembra essere d’oro scuro trasparente, ben lucidato, ed esso non è per niente così duro come potrebbe sembrare, ma soffice ed elastico.

19. In mezzo ad ogni pilastro, verso l’interno, c’è una piramide quadrata che sembra del più fine diamante. Questa piramide poggia su un ampio piedistallo, che sporge fuori dalla piramide come una larga panca e che ha un perimetro da sei fino ad otto klafter. Su questa panca gli uomini solari sono soliti sedere per riposare, come voi sulle vostre sedie. La panca non è della stessa materia delle piramidi, ma è verde cupo; ciò nonostante oltremodo levigata e trasparente, ed è, come pure la piramide, non dura, ma elastica.

20. Dinanzi a questi sedili piramidali stanno delle colonne, basse e rotonde, che però sono più larghe sopra che alla base, e sembrano fatte di finissimi rubini, e queste servono per la mensa.

21. Proprio nel mezzo della rotonda si trova una piramide a scalini, intorno alla quale ci sono dei gradini che formano una scala a chiocciola che porta fino in cima. Questa piramide ha alla base un diametro di dieci e talvolta di quindici klafter. I gradini sono muniti di una balaustra, lavorata nel modo più artistico. In alto la piramide non è a punta, ma tronca e all’interno della balaustrata è provvista di piccoli seggi piramidali. La piramide è di colore violetto pallido e talvolta rosa. Le balaustrate sono costruite con ogni tipo di materiali ben levigati, variopinti e trasparenti, che si trovano soltanto sul Sole e in nessun altro pianeta. Anche questa piramide, con tutte le sue parti componenti, è elastica. Ci si domanda: a che cosa serve?

22. Essa serve ad alte consultazioni su cose divine, poiché nel mezzo della piramide si trova una specie di pulpito, fatto di materiale trasparente, di un verde chiaro lucente, da dove il capo famiglia è solito ammaestrare i suoi figli e i parenti su Dio.

23. Voi domanderete: “E perché proprio su questa piramide?”. La ragione è semplice, poiché per mezzo della scala a chiocciola di questa piramide gli uomini arrivano abbastanza profondamente sotto il tetto appuntito. Grazie a ciò, essi vengono sottratti alla magnifica vista esteriore delle cose del Sole e possono essere guidati molto più facilmente nel loro interiore. Perfino la salita a chiocciola mostra a loro la via ascendente, ma necessariamente stretta, che conduce allo Spirito, e come si può giungere solo sulla stessa via spirituale al punto culminante della vera vita interiore. Per quello poi che riguarda gli ornamenti estremamente belli della balaustra dei gradini, essi sono sublimi e di solito rappresentano, sotto forma di mistero, la Mia prodigiosa Incarnazione sulla Terra.

24. Dinanzi alla porta d’ingresso, dirimpetto alla piramide centrale, si trova un rialzo sul pavimento, perfettamente quadrato, di solito di mezzo klafter. Su questo rialzo quadrato, che ha un diametro di circa due klafter, è collocato, di fronte alla piramide principale, un seggio piramidale altrettanto splendido, e il rialzo quadrato è circondato su tre lati da una magnifica balaustrata, artisticamente lavorata. E ora fate attenzione, perché troverete qualcosa di vostro gradimento. A che serve tutto ciò?

25. Vedete, è un’orchestra domestica che non può mancare in nessuna casa del Sole. In questa orchestra si trova una maestosa arpa, che ogni uomo solare per sua natura sa suonare, ed essa serve quale accompagnamento ad inni elevati, che vengono sempre cantati dopo una riunione spirituale in lode al grande Dio. Per quello che concerne poi il suono di questo strumento ed anche la purissima voce degli uomini solari, voi ve ne potrete fare un concetto, soltanto quando non sarete più prigionieri della carne.

26. Questo è tutto ciò che costituisce l’allestimento di una casa sul Sole. Non dovete però pensare che la forma sia stabilita e fissa per tutti, ma in generale questo vale per l’allestimento ed anche per la costruzione, mentre per quello che concerne le singole parti, esse si discostano straordinariamente di molto sia nelle forme che nei colori.

27. In certe case i pilastri hanno l’aspetto di nubi sovrapposte che si collegano in raggruppamenti svariatissimi. Talvolta sembrano delle rocce, talvolta cupole di torri e campanili o colonne gotiche, e raffigurano dei grandi animali, come ad esempio cavalli bianchi ritti sulle zampe posteriori o come elefanti di un rosso ardente, che sostengono il tetto con le loro proboscidi protese, e vi sono in gran numero ancora altre forme che gli uomini solari danno a questi pilastri.

28. Dunque, l’allestimento interno è essenzialmente perfettamente simile al primo campione dell’abitazione che vi è stato dato. In quanto alla forma essa non è meno diversa di quanto lo sia quella dei pilastri; solo i tetti sono dappertutto gli stessi.

29. E ora digerite un po’ quanto vi è stato descritto oggi, e la prossima volta preparatevi ad accogliere delle cose ancora più straordinarie.

 

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Cap. 15

L’ambiente intorno alla casa sulla fascia centrale

Coltivazione degli alberi

 

1. Che cosa c’è intorno ad una di queste case? Di solito c’è un viale rotondo di alberi molto alti, i quali intorno ad una casa sono sempre tutti della stessa specie, ma non precisamente gli stessi presso un’altra casa. Voi potreste girare in lungo e in largo tutta la fascia, che misura quarantamila miglia di larghezza e seicentomila miglia di lunghezza, se gli anni della vostra esistenza fossero sufficienti, ma non vi troverete mai, intorno all’una o all’altra casa, un viale con la stessa specie di alberi da frutto, come abbiamo visto nella prima casa. Gli alberi che formano il viale intorno alla casa, precedentemente descritta, hanno l’aspetto di gigantesche grosse colonne attorcigliate, le quali, alla sommità, hanno come ornamento una chioma del tipo di quella del salice piangente. Le foglie sono lunghe più di una spanna e larghe appena mezzo pollice. La loro parte inferiore è rosso carminio e quella superiore, molto liscia, è verde dorato. Dalla cima di ogni foglia pende una perla molto luminosa, che manda una luce azzurra. Inoltre, dalle foglie pendono dei frutti dai lunghi gambi bianchi, all’incirca della forma che da voi ha la carruba, ma tutte senza semi, poiché, come voi sapete, tutti i frutti del Sole ne sono privi, ed hanno un sapore estremamente alcolico e dolce. Questo frutto costituisce il cibo preferito di questa casa.

2. Come raccolgono gli abitanti del Sole i frutti da questi alberi? Ciò ha luogo in modo estremamente facile e semplice. A questo scopo essi possiedono alcune aste, provviste di una biforcazione che si può spostare a piacimento (questo strumento è uguale quasi dappertutto!). Con questa biforcazione staccano i frutti da qualsiasi tipo di alberi con la massima comodità, e in tal modo si impadroniscono dei frutti dell’albero fino ad esserne sazi.

3. Ora vi sorgerà segretamente un’altra domanda, e cioè: “Per quale motivo gli abitanti fanno crescere gli alberi così alti, dal momento che la loro crescita, come pure lo sviluppo di tutto il regno vegetale, sta nella forza di volontà?”. – Chi chiedesse questo, si sarebbe fatto un’opinione leggermente sbagliata. Infatti, questi abitanti del Sole sono estremamente saggi e non fanno nulla di inutile o senza uno scopo ben determinato, e perfino ogni ornamento deve avere una decisa e ben meditata utilità. Così, anche la chioma fruttifera di tale albero, posta tanto in alto, ha certamente uno scopo buono e molteplice.

4. Ora voi chiedete in cosa consiste questo scopo utile. Un po’ di pazienza e ci arriviamo subito! – In primo luogo, dovete sapere che non ci sono in nessun altro pianeta paesaggi così estremamente incantevoli ed estesi come sul Sole. Infatti, non è affatto raro che da una collina di media altezza si possa scorgere una superficie di almeno cinquemila miglia all’intorno, perciò circa quattro volte la distanza che sulla vostra Terra c’è, in linea retta, fra il polo sud e il polo nord. Inoltre dovete considerare che l’aria del Sole, specialmente su questa fascia, è della massima purezza eterea, e ciò avvantaggia di molto, com’è naturale, il vedere cose lontane, specialmente per la vista eccezionalmente acuta degli uomini solari.

5. Ora vedete, questo sarà uno scopo subito illuminante! Dato che gli abitanti del Sole sono grandi amici dei panorami, come già detto, pongono la chioma fruttifera dei loro alberi così in alto, affinché questi non nascondano loro, in nessun luogo, il paesaggio. Vedete, questo è uno scopo che, certo osservato dalla vostra Terra, non sembra avere grande importanza, ma ne ha tanta di più sul Sole. Infatti, qui non si tratta solo del panorama incantevole, bensì lì il panorama è qualcosa di molto necessario, perché su quel suolo appaiono spesso diversi fenomeni che portano con sé talvolta delle buone e talvolta delle cattive conseguenze. Perciò bisogna fare attenzione a tutto, altrimenti gli abitanti del Sole, specialmente su questa fascia, correrebbero il pericolo di avere distrutte le loro abitazioni, come pure loro stessi e ciò che li circonda.

6. Affinché voi possiate farvene un’idea più chiara, vi darò un piccolo esempio. Non è raro che ad una certa distanza, sopra ad una delle colline, si mostrino improvvisamente delle stelle lucenti rosse. In una simile occasione si deve osservare con tempestività e cura, quanto sia alta la collina sulla quale sono apparse tali stelle o verso la quale esse si stanno dirigendo. Mettiamo il caso che tali stelle vengano scoperte su una collina distante un migliaio di miglia e che la collina stessa sia di media altezza e che le stelle si muovano proprio nella direzione di questa collina sulla quale ci troviamo. Non occorrono che tre minuti affinché queste stelle, che da lontano sembrano piccole, si avvicinino, quali masse mondiali, alla collina dove ci troviamo noi ora. La loro velocità è fortissima, perché sono per lo più di natura elettrica. Ciò che incontrano sul loro cammino viene distrutto in un attimo.

7. Cosa fanno gli uomini del Sole in tale circostanza? In primo luogo, essi si mettono immediatamente sotto la protezione del Dio vivente e piantano su un’altura libera delle aste appuntite che reggono delle bandiere. Queste aste attirano verso l’alto, al pari di una calamita, queste roventi masse elettriche, cosicché esse alla fine si perdono fra gli alti monti, e in questo modo vengono sempre risparmiate le abitazioni, gli alberi, gli animali e gli uomini in pianura.

8. Come vedete, questo è un buon motivo per avere una visuale libera e illimitata, perciò gli alberi del viale stanno sempre nella direzione delle colonne dell’abitazione, partendo dal centro della rotonda, affinché neppure i loro tronchi ostacolino la visuale.

9. Un altro fenomeno che si manifesta non di rado, specialmente in vicinanza delle grandi acque oppure degli alti monti che seguono il confine della fascia, è l’apparizione di trombe d’acqua e di fuoco di una grandezza e potenza per voi inconcepibili. Per quanto concerne le trombe d’acqua, esse non si allontanano troppo dall’acqua, quando si inoltrano sulla terraferma, ma più devastatrici sono le trombe di fuoco, in alcune delle quali il vortice infuocato ha un diametro di cento fino a mille miglia, ed ha un moto rotatorio tale da fare un intero giro su se stesso in un secondo, ciò significa un cerchio di fiamme che, dalla parte esterna, compie in un secondo dalle trecento alle tremila miglia.

10. Ora immaginate l’effetto che un tale evento naturale può causare nella zona dove esso si manifesta! Che cosa fanno gli abitanti del Sole in occasione di un tale evento? Essi si mettono immediatamente, come prima cosa, sotto la Mia protezione con la più viva fiducia, poi sulla più elevata collina su cui essi possano salire mettono un capace recipiente pieno d’acqua. Intorno a tale recipiente piantano nel terreno, disponendole a raggiera, delle lance abbastanza lunghe. Questa semplicissima disposizione ha, secondo l’esperienza dei loro sapientissimi maestri, la forza decisiva di attrarre anzitutto a sé la tromba di fuoco, e poi di calmare ben presto il suo moto vorticoso.

11. Se voi poteste essere presenti, guardereste sicuramente un tale evento naturale con grandissima sorpresa e piacere. Infatti, anche quando al suo sorgere una simile tromba di fuoco ha un enorme diametro, essa comincia a restringersi nella parte inferiore non appena ha raggiunto una tale collina, cosicché il suo diametro in pochi secondi si riduce, come se venisse fuso, ad un klafter. Quando poi si trova completamente sull’altura, al di sopra del recipiente pieno d’acqua e della raggiera formata dalle lunghe lance piantate per terra, allora si restringe dappertutto ed assume infine la forma di una barra di fuoco, che al vostro sguardo sembrerebbe infinitamente lunga, e che un po’ alla volta scompare come se sprofondasse nel noto recipiente.

12. Subito dopo gli abitanti del Sole ritornano sulla collina, per recuperare le loro masserizie di sicurezza, che vengono trovate completamente integre, mentre l’acqua, per quanto non abbia perduto rispetto alla quantità, è invece diventata completamente nera.

13. Perché gli abitanti solari ricorrono a questo mezzo, per sfuggire ad una devastazione? Essi dicono: “Sugli alti monti dimorano un’infinità di spiriti, e quando per il gran caldo sentono sete, allora si riuniscono in grandi masse e vanno in cerca, come degli arrabbiati, di un po’ di frescura. Perciò è necessario andare loro incontro con l’acqua il più presto possibile, per evitare che essi precipitino più in basso e cerchino acque ristoratrici, perché allora distruggerebbero le nostre case e i prodotti che incontrano strada facendo”.

14. Ed Io vi dico solo, che questa supposizione e conoscenza spirituale degli uomini solari ha una base perfettamente giusta, poiché sul Sole una tale tromba di fuoco è lo stesso evento che vi ho già chiarito una volta, parlando di un fenomeno simile[10] che avviene sulla Terra. Infatti uno spirito rimane uno spirito sul Sole come sui pianeti, solo che sul Sole il libero raggio d’azione di uno spirito è meno limitato che non su un pianeta.

15. Vedete com’è ancora necessaria, sotto questo aspetto, la libera visuale per gli abitanti del Sole? Per questa ragione anche ogni casa che si trova su questa collina è di forma abbastanza conica, e tutto il terreno che la circonda si trova più in basso della casa. Ecco perché voi non potreste trovare in pianura nemmeno una casa, bensì sia le case che i diversi uffici si trovano dappertutto sulle alture, e i templi per pregare e adorare il grande Dio sono sulle alture più elevate.

16. E c’è ancora un gran numero di valide ragioni per la libera visuale, per le quali gli abitanti solari collocano la chioma fruttifera degli alberi tanto in alto, ma elencarle tutte renderebbe la nostra comunicazione troppo lunga.

17. Comunque, una seconda ragione per cui gli abitanti del Sole collocano la chioma degli alberi così in alto è dovuta al fatto che queste chiome, proprio per la loro altezza, attenuano la luce che cade sulle abitazioni dall’alto. Inoltre, che queste chiome attirino considerevolmente la luce a sé, viene comprovato dalle perle luminose, le quali si formano quasi dappertutto sulla cima delle foglie, e che in sé e per sé non sono altro che fasci di luce non consumata dall’albero, come sulla Terra è il cosiddetto fuoco di Sant’Elmo, visibile su tutti gli oggetti appuntiti quando l’aria è sovraccarica di elettricità. Questo fuoco è certamente visibile soltanto di notte sulla Terra; invece sul Sole esiste sempre di giorno, dato che là non c’è notte, e questo, in seguito alle radiazioni luminose dall’alto verso il basso, che sono oltremodo forti.

18. Un ulteriore ragione per cui la chioma degli alberi viene posta in alto, è anche quella che i fanciulli sono sempre obbligati a recarsi dai genitori quando hanno fame. E questa è una ragione eccellente, poiché voi potete credere che, per lo spirito immaturo dei fanciulli, nulla è più dannoso del libero arbitrio, anche se permesso dai genitori. In seguito a ciò si stabiliscono nel fanciullo la superbia e la caparbietà, difetti che sono le pietre fondamentali di tutti i possibili vizi immaginabili.

19. Sul Sole, dove gli uomini hanno comunque una maggiore libertà d’azione, un modo disciplinato di allevare i figli è tanto più necessario, affinché la loro volontà prenda quella direzione che è assolutamente indispensabile per il mantenimento dell’ordine generale. Questo sarebbe desiderabile soprattutto presso di voi, solo che gli uomini della Terra, per la maggior parte, sono già di spirito quanto mai ostinato, ma pure limitato, ragion per cui sono stati posti sulla vostra aspra Terra. Perciò da voi nulla è più duro per loro che un’esatta ubbidienza, la quale è l’unica scuola verso la conquista della vera forza di volontà interiore. Questa è pure la ragione perché a loro manca l’obbedienza volontaria verso l’Ordine divino, per cui pochissimi uomini della vostra Terra giungono ad ottenere questa forza durante la loro esistenza nel corpo fisico, forza che alla fin fine è unicamente la condizione del loro essere là, cioè il raggiungimento del motivo e dello scopo più profondo della loro vita terrena.

20. Ma ora non siamo sulla Terra, bensì sul Sole. Perciò continuiamo ad osservare le altre disposizioni domestiche, e ben, come finora, la parte domestica solo dal punto di vista naturale, senza il quale noi non potremmo mai ovviamente passare a quello spirituale, e solo poi al puro spirituale celeste. Pertanto, la prossima volta considereremo le altre parti fondamentali tipiche di una casa, e il loro uso adeguato allo scopo.

 

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Cap. 16

L’agricoltura sulla fascia mediana

Terra per gli ortaggi, pascolo per le pecore e campo del pane

 

1. Circa da tre a cinque klafter al di sotto del viale alberato, si trova un cosiddetto campo dei piccoli frutti, che è circondato, da ambo i lati, da ogni tipo di arbusti fruttiferi. Questi arbusti arrivano all’altezza massima di un klafter e mezzo. Il campo però è ricoperto di ogni tipo di piante che producono dei frutti piccoli simili tra loro, come ad esempio le vostre fragole, i pomodori, i meloni, le cosiddette mele del paradiso, ecc. Però non dovete pensare che sul Sole crescano proprio questa specie di frutti, poiché la somiglianza si limita soltanto alla piccolezza della pianta, mentre là la varietà è straordinariamente grande, poiché ogni casa ha i suoi frutti differenti dall’altra casa.

2. Riguardo a questo punto voi avete già da molto tempo una domanda segreta in voi, che è questa: “Perché non dovrebbe crescere sul terreno del vicino quello che cresce dall’altro vicino? I prodotti del suolo di un vicino, infatti, avranno certamente l’approvazione dell’altro. Perché mai egli non dovrebbe far crescere sul suo terreno ciò che gli piace di quello del suo vicino? Se infatti non lo fa, deve esserci una legge a impedirglielo; oppure, egli deve ritenere come qualcosa di completamente e decisamente essenziale solo ciò che lui stesso produce sul suo terreno, e stimare poco tutto il resto”.

3. Vedete, questa vostra domanda merita attenzione ed è degna di una risposta. Però, prima che possa esservi data una risposta, devo farvi osservare che la domanda stessa avrebbe di certo una base sulla vostra Terra; ma sul Sole, cade su un terreno secco, dove da essa non può spuntare una risposta corrispondente.

4. A questo punto chiedete nuovamente: “Perché, dunque?”. – Ed Io vi dico che proprio su questo posso darvi una risposta, e cioè: “Osservatevi a vicenda e poi diteMi: perché voi, quali fratelli nei tratti del volto, siete differenti l’uno dall’altro, cosicché neppure un fratello di sangue è mai pienamente simile all’altro, mentre nonostante ciò, ognuno, quale uomo completo, può venire riconosciuto per lo meno dalla sua figura?”. Potete risponderMi a questa domanda? Infatti, Io vi dico che proprio in ciò è già completa la risposta al vostro perché”.

5. Ma vedo anche che non riuscireste a concepire tale risposta. Perciò non rimane altro da dirvi, se non che la causa si trova solamente nella corrispondente, caratteristica individuale costituzione dello spirito, poiché ad ogni spirito, oltre alle proprietà generali, è dato qualcosa di particolarmente proprio come se fosse un talento prestato a questo o a quello spirito, come proprietà esclusivamente sua. Per mezzo di questo talento si distingue ogni singolo spirito da ogni altro singolo spirito, e questa differenza si esprime anche, in un modo corrispondente, nella forma esteriore, la quale si manifesta nella maniera più evidente nel volto di un uomo.

6. E vedete, proprio così stanno le cose in misura molto più ampia con gli abitanti del Sole, dove non soltanto la formazione del volto dell’uomo raffigura la costituzione caratteristica del suo spirito che vi è impressa, ma anche tutto quello che l’uomo solare produce per mezzo della sua volontà. Perciò un uomo solare potrebbe far crescere sul proprio terreno una pianta che gli è piaciuta sul terreno del suo vicino, ma la pianta non avrà più lo stesso aspetto di quella prodotta da quest’ultimo. E perché questo? Perché il suo vicino non ha l’aspetto, né dal punto di vista fisico né spirituale, del suo vicino. E questo aspetto caratteristico diverso si nota anche in tutto quello che egli produce. Come vedete, qui sta proprio la ragione per cui, presso due vicini, non si può trovare nulla di perfettamente identico.

7. Questa diversità però ha pure un’altra ragione, e cioè che grazie a ciò ogni uomo solare, non appena mette piede sul terreno di un altro, deduce immediatamente dall’una o dall’altra pianta di quale spirito sia figlio il suo vicino (o qualunque altro proprietario terriero). Vedete, ora abbiamo già la risposta perfetta.

8. In fondo, anche sulla Terra si manifesta qualcosa di simile, dove ogni uomo ha un tipo di alberi e di piante diverso nel suo giardino; anch’egli si costruisce una casa dall’aspetto diverso da quella del suo vicino. Solo che tutte le diversità che si riscontrano sulla Terra sono soltanto sulla disposizione dell’ordine e non sulla caratteristica delle piante, poiché queste derivano dal seme, nel quale hanno già un ordine invariabile. Sul Sole, come già sapete, esse sorgono grazie alla volontà perfetta dello spirito e si dispongono anche secondo l’ordine dello spirito, che quest’ultimo suscita per mezzo della sua libera volontà.

9. E così avremmo la ragione di questa diversità. Continuiamo dunque ad esaminare com’è disposto il terreno di un abitante del Sole.

10. Al di sotto di questo campo in cui crescono i piccoli frutti, si trova una striscia circolare di terreno vuota, dove non viene coltivato nulla e che serve soltanto per aggirarsi intorno alla suddetta piantagione. Tuttavia questa striscia è circondata da piccoli alberelli, l’uno vicino all’altro, all’incirca nel modo in cui da voi vengono coltivati gli alberi nani nei giardini. Anche questi sono di specie diversa e producono una grande varietà di frutti, del tipo delle vostre pere, mele, arance ecc., soltanto che sul Sole ogni cosa è più perfetta e più eccellente nel sapore.

11. A questo filare di alberelli segue nuovamente una striscia circolare di terreno vuoto, il quale è limitato da una specie di siepe viva. A partire da questa siepe si estende, per una larghezza di sette fino ai dieci klafter, un prato d’erba verde quanto mai lussureggiante, erba che però è sempre della stessa specie su tutto il fondo.

12. Questa fascia è destinata al pascolo delle pecore che, presso gli abitanti solari, sono gli unici animali domestici, per quanto sul Sole ci sia dappertutto una quantità innumerevole di animali di ogni specie, esclusi i serpenti, che sono tipici solo della vostra Terra.

13. Voi domanderete perché soltanto la pecora sia l’unico animale domestico. Anzitutto perché fra tutte le specie di animali è il più paziente e il più docile; in secondo luogo perché gli abitanti si nutrono del suo latte, e inoltre si servono della sua ricca lana estremamente delicata, per il loro abbigliamento. Vedete, per questo viene tenuto solo questo animale come animale domestico, e perciò gli viene preparato un tale pascolo.

14. Dato però che sul Sole c’è un’enormità di altri animali di ogni specie, si chiede: “Dove vivono? Di che si nutrono?”. Voi sapete che sul Sole, specialmente su questa fascia, ci sono delle pianure estremamente vaste e sterminate. Vedete, queste pianure non sono mai abitate dagli uomini, come già sapete, e questo accade per la valida ragione che vi ho già fatto conoscere a sufficienza nella descrizione delle macchie solari, o meglio ancora nella descrizione della grande eruzione all’equatore del Sole. Proprio queste pianure sono abitate da innumerevoli razze di animali delle specie più varie.

15. Ma ora chiederete: “Di che cosa vivono, visto che sul Sole la vegetazione è condizionata dalla volontà umana?”. Nulla è più facile che rispondere a questa domanda, e cioè che anche le pianure sono ricoperte da una rigogliosa vegetazione, e anche questa, quale risultato della volontà degli uomini, – ma qui, per le pianure, tramite la preghiera e l’unione alla Volontà del grande Dio, fedelmente riconosciuta. Pertanto, come vengono coltivate queste pianure? – Con la benedizione del più alto maestro, quando, sulla collina più elevata, un’intera comunità si è riunita nel tempio delle settantasette colonne per pregare il grande Dio.

16. Vedete, ora avete avuto la risposta anche a questa domanda. Ma ne rimane un’altra alle spalle: “Come fanno gli abitanti del Sole ad impedire che gli animali delle pianure non salgano fino a loro e non danneggino i loro nobili terreni?”. – Essi evitano ciò chiudendo semplicemente le loro regioni collinari con delle insormontabili siepi viventi, separandosi così dalle pianure in tutte le direzioni possibili. Questo lavoro viene realizzato in occasione della riunione della comunità intera. Queste siepi viventi consistono in tronchi d’albero simili a colonne, che non di rado raggiungono i mille klafter d’altezza e sono fatti crescere l’uno vicino all’altro, e solo sulle cime hanno una chioma simile a un ciuffo e producono in grande quantità proprio quei frutti che sono adatti a nutrire gli animali.

17. Questi assiepamenti corrono non di rado in linea retta lungo il piede dell’una o dell’altra collina per parecchie centinaia di miglia, per piegare poi in un’altra direzione. Le chiome di questi alberi mantengono sempre un colore verde chiaro; i tronchi invece, a partire da terra, sono di colore rosso scuro e poi man mano diventano sempre più chiari, finché, giunti alla chioma, diventano di un rosso chiarissimo, quanto mai piacevole alla vista.

18. Ora sappiamo come si provvede agli animali; ritorniamo perciò sul terreno che circonda la casa, per vedere cosa viene dopo il prato.

19. Questo, nella parte bassa, al di là della siepe vivente, è circondato da un bastione, sul quale ci sono dei zampilli in direzione delle colonne della casa. Ed anche a questo riguardo voi avete già pronta una domanda: “Dove prendono l’acqua gli abitanti del Sole, per averla così a portata di mano e per farla sprizzare dal bastione quando lo vogliano?”

20. Per gli uomini solari nulla è più facile di quest’operazione. Essi piantano nel terreno un tubo, della lunghezza di dieci klafter, cosicché sporge di un klafter al di sopra del terreno, e subito si raduna moltissima acqua dal terreno ricco di umori del Sole, nel tubo infilato nel terreno, il quale a questo scopo è provvisto, nella parte dentro al terreno, di moltissime e piccole aperture o buchetti rotondi, che fanno filtrare abbondantemente l’umidità del terreno nel canale principale del tubo. Per mezzo di quest’ultimo l’umidità, che si è raccolta abbondantemente nel tubo, sgorga fuori in un alto zampillo per le necessità degli uomini e degli animali.

21. Sotto a questo bastione c’è poi una striscia circolare di circa dieci klafter di larghezza in cui si trova il cosiddetto campo del pane. Perché viene chiamato così? Perché in questo campo cresce una specie di frutto che è l’unico a non essere prodotto dalla volontà umana, ma in questa striscia circolare, il frutto che somiglia circa al vostro frumento proviene direttamente dalla Volontà di Dio, ragion per cui tale campo viene considerato un Santuario.

22. Solo che qui non viene affatto seminato, ma il campo viene disposto a questo scopo e, quando deve dare un frutto, viene espressamente fatta una preghiera al Signore; circostanza che viene sempre accompagnata da una solennità particolarmente grande. Fatto questo, il capo famiglia passa benedicendo lungo tutto il campo, e tutti i membri della famiglia lo seguono, secondo l’ordine. Questo giro si fa sette volte, poi si offre al Grande Dio una preghiera generale di ringraziamento e di lode e con ciò il campo del pane è coltivato.

23. Questo campo, nella sua parte inferiore, è circondato da una balaustrata quanto mai sontuosa e artistica, ed essa viene contemporaneamente a segnare il confine di questo terreno.

24. A questo punto voi certamente chiederete: “Ma perché questo campo benedetto sopra tutti è situato proprio nel punto più lontano dell’abitazione? Infatti, simbolicamente, ciò che è più puro, dovrebbe essere anche più vicino all’essere di colui che è della sua stessa specie”. – Questa domanda dimostra che la vostra filosofia non è tanto male, soltanto che gli abitanti solari praticano a questo riguardo una filosofia ancora migliore, poiché con ciò essi dimostrano con i fatti che il Divino non abbraccia soltanto il punto centrale delle abitazioni, ma anche tutto ciò che si trova al di fuori di essa. Ne consegue che anche l’uomo dovrebbe erigere un trono nel suo intimo quale dimora dello Spirito divino, ma dovrebbe poi far afferrare da questo Spirito anche tutti i suoi pensieri, desideri ed azioni, per poter essere con ciò, in tutto, vale a dire interiormente ed esteriormente, un uomo che adempie perfettamente la Volontà del grande Dio.

25. Vedete, tutto ciò significa né più né meno che gli uomini devono vivere ed agire completamente in conformità alla Mia Volontà, cioè devono lasciarsi afferrare e compenetrare dal Mio Spirito fino all’intimo, ma non come fanno attualmente molti, per così dire ‘migliori’, che si accontentano della sola conoscenza della Mia Volontà, mentre per ciò che riguarda le loro azioni, Io devo farMi piacere che loro Mi coinvolgano nelle loro azioni. Vedete, in tali uomini non è il campo del grano a costituire il recinto esterno, ma è solo un puro campo mondano che non produce i frutti della Mia Volontà, ma frutti dell’egoismo, del mondo, della rovina e della morte!

26. Da questa breve esposizione voi sarete in grado di riconoscere che gli abitanti del Sole sono senz’altro migliori filosofi di quanto lo siate voi, poiché l’ordine che essi osservano nell’economia domestica, anche se lo si prende in senso simbolico, è certamente molto più conforme al Mio Ordine, rispetto a quello che voi usate nelle vostre disposizioni e regolamenti domestici. Naturalmente sul vostro pianeta è impossibile che venga osservato un tale ordine, specie nelle cose esteriori, perché non avrebbe neppure quell’importanza che si riscontra sul Sole. Tuttavia Io vi faccio scorgere tutto questo, affinché voi vogliate conformare a ciò il vostro fondamento spirituale! A questo voi dovete fare attenzione. E così, nel prossimo capitolo, daremo una scorsa agli uffici e ai templi, rivolgendoci poi alla costituzione domestica generale degli abitanti di questa fascia.

 

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Cap. 17

Uffici ad uso scolastico sulla fascia mediana

 

1. Per quanto riguarda le costruzioni adibite ad uffici, queste non si trovano sulle colline come le case di abitazione, ma piuttosto nelle valli, e questo per una ragione molto saggia, e cioè affinché gli allievi che vengono istruiti in tali edifici nell’uno o nell’altro ramo, non siano distratti dagli attraenti panorami che si godono in collina.

2. Però, affinché possiate farvi un’idea più esatta dell’ubicazione di questi uffici, si rende necessario descrivervi in modo più evidente le regioni collinose del Sole.

3. Le colline del Sole sono di tre specie: le prime, comuni, che su questa fascia solare si estendono in tutte le direzioni a perdita d’occhio, in catene, come le montagne sulla vostra Terra; le seconde, con le diverse punte elevate delle vette di queste colline che hanno l’aspetto come se voi voleste disporre in fila dei coni, quasi regolarmente rotondi, fortemente smussati e allineati l’uno vicino all’altro, cosicché dal loro insieme ne uscisse una piramide; le terze sono singoli rigonfiamenti che là vengono denominati dappertutto ‘i seni delle colline’. Essi servono di solito come abitazioni, cioè sopra ci vengono costruite le case, e il resto della collina viene impiegato così come già descritto, calcolando quale vastità di terreno un mezzo joch a persona circa. Questi terreni hanno generalmente una forma circolare come sulle colline e così avviene che tre, a volte anche quattro di questi terreni si tocchino a valle, cioè nella piccola pianura tra due o tra quattro colline.

4. Poiché però le forme circolari dei terreni si possono toccare solo in un punto, succede allora che fra tre o quattro di questi rimane uno spazio libero, quale zona neutra. Vedete, è proprio su di esso che vengono eretti gli edifici adibiti a uffici pubblici.

5. Alcuni di questi edifici sono più piccoli di quelli destinati alle abitazioni, e altri più grandi in conformità delle necessità. Ad esempio, quelli più piccoli servono solo all’istruzione elementare dei bambini, ed anche il loro arredamento è molto semplice. A questo riguardo si deve ancora aggiungere che questi piccoli edifici sono di due specie, cioè quelli destinati ai fanciulli e quelli invece alle fanciulle, e questi edifici si distinguono soltanto dal fatto che in quelli per le fanciulle, fra le colonne, c’è un piccolo giardino rotondo, mentre quelli per i maschi sono del tutto semplici.

6. Per il resto, questi edifici nella loro struttura sono quasi completamente uguali alle case di abitazione; solo che tutto è costruito nel modo più semplice, senza ornamenti; ciò sta a significare che gli allievi sono ancora molto semplici e senza alcun abbellimento spirituale interiore, mentre l’edificio destinato alle fanciulle mostra loro, con le piccole aiuole fiorite, che esse devono avere cura che il loro aspetto esteriore sia pulito e leggiadro, affinché in loro si possa formare, grazie a ciò, uno spirito gradevole e attraente.

7. Dunque, questa è la prima specie di edifici ufficiali. Essi non sono però abitati né da insegnanti né da funzionari, ma le loro abitazioni si trovano sulla collina vicina al rispettivo posto di lavoro.

8. In che cosa differisce l’abitazione di uno di questi funzionari da quella di un altro uomo che non ha nessun incarico del genere? Essa differisce solo in nient’altro che da essa c’è una via che, in linea retta, conduce al posto di lavoro, mentre le vie che partono dalle altre case portano, invece, direttamente a quei punti in cui i recinti circolari dei rispettivi terreni si toccano. Per il resto, l’allestimento dell’abitazione di un funzionario è lo stesso di quella di un qualsiasi altro uomo.

9. Quali bambini frequentano le lezioni di una tale scuola pubblica? Solo quelli che abitano nelle vicinanze, cioè dalle tre fino alle cinque case adiacenti.

10. E quanto dura una lezione? Non più di cinquecento oscillazioni del pendolo, poi vengono lasciati liberi per circa cinquecento oscillazioni e, su questa base, l’istruzione prosegue fino a quando i fanciulli si sono impadroniti completamente delle nozioni elementari, che consistono nel dare loro delle piccole leggi che devono osservare.

11. Ad esempio, all’uno o all’altro dei fanciulli viene vietato di guardare un dato oggetto, bensì di volgere altrove lo sguardo, finché l’insegnante vede che al fanciullo non costa più nessuno sforzo ignorare del tutto un tale oggetto. I fanciulli vengono tentati perfino con vari mezzi allettanti a trasgredire il divieto, ad esempio proprio nel posto dove al fanciullo viene proibito di guardare, vengono dati degli spettacoli, cosicché al fanciullo costa un grande sacrificio e molta abnegazione trattenere i suoi occhi, tanto desiderosi di scene del genere, dal guardare proprio dalla parte proibita. Si sa però che ‘solo il molteplice esercizio fa diventare maestri’. Così è anche in questo caso; i ragazzi si dimenticano spesso il loro dovere, ma vengono seriamente ammoniti e, se la mancanza si ripete troppe volte, allora vengono loro dati dei piccoli castighi adeguati e così, un po’ alla volta, si raggiunge il saggio scopo.

12. Quando i fanciulli si dimostrano capaci di attenersi ad un precetto, se ne dà loro un altro, e se va bene con il secondo, si passa ad un terzo, a un quarto, a un quinto e così avanti di seguito, fino a raggiungere dieci e spesso fino a trenta precetti.

13. Poi, quando i fanciulli hanno imparato a tenere a freno gli occhi, devono, con lo stesso sistema, imparare a tenere ferma la lingua. Durante questo periodo l’insegnante tiene accuratamente sotto osservazione ogni fanciullo, per vedere qual è il tema di cui preferisce parlare, e allora al fanciullo viene proibito, per un tempo abbastanza lungo, di intrattenersi sull’oggetto favorito. Se il fanciullo può dimostrare anche su questo punto la sua abnegazione, allora l’insegnante indaga quale altra tendenza ci sia in lui e la proibisce nella maniera più adatta.

14. Vedete, in ciò consiste là l’istruzione elementare, la quale non ha altro scopo se non quello di togliere ai fanciulli la loro propria volontà, e proprio perciò risultano dei vasi ben preparati all’accoglimento della Volontà divina, la quale poi viene spiegata ed insegnata in una scuola superiore.

15. E come in questa scuola elementare, in certo qual modo i fanciulli vengono trattenuti da qualsiasi attività esteriore e perciò vengono vincolati tutti i loro sensi esteriori, i loro pensieri e di conseguenza le loro brame, nello stesso modo nella scuola successiva più elevata viene loro sottoposta affinché venga attuata un’attività dopo l’altra, secondo la Volontà del grande Dio. Per questa ragione tali scuole di secondo grado non sono così semplici come le precedenti, per quanto nella loro struttura siano perfettamente simili come abitazioni.

16. Gli ornamenti di queste scuole, che di solito sorgono in quei luoghi dove si toccano quattro terreni, a volte anche cinque, si uniformano all’attività prescritta agli alunni. In che cosa consiste quest’attività? La loro attività consiste nel guardare fisso degli oggetti di vario genere.

17. Se ad esempio ad uno degli scolari viene mostrata una cosa, egli deve osservarla per lungo tempo e senza interruzione da tutte le parti e riferire poi all’insegnante quello che ha notato. Quando ha finito la sua esposizione, egli viene indotto ad osservare una volta ancora e ancor più acutamente la stessa cosa e ad esaminare attentamente se la prima volta non gli sia sfuggito qualcosa. Dopo questo secondo esame l’alunno comunica ciò che la prima volta, secondo lui, era sfuggito alla sua attenzione.

18. Adesso le cose possono considerarsi a posto? Certamente no, anzi, il maestro rimanda l’alunno spesso dieci, venti e perfino trenta volte sempre allo stesso e medesimo oggetto. E qui voi chiedete di certo: “Qual è lo scopo di tutto questo? Non si può certo trovare in un oggetto di più di quello che alla prima occhiata la sua superficie presenta alla vista?”. Io però vi dico: “Questo modo di guardare è estremamente superficiale e non serve a niente per lo spirito dell’uomo, poiché anche ogni altro animale può guardare così una cosa”.

19. Attraverso questo continuo e ripetuto guardare l’oggetto, l’osservatore è costretto ad esaminare, nel suo spirito, le varie connessioni, relazioni e intersezioni. E facendo ciò si abitua alla fermezza e a quella precisione nello sguardo, le quali sono tanto necessarie per il risveglio dello spirito, già di per sé così difficilmente afferrabile. Ed ecco, in queste esercitazioni consiste la scuola di questo secondo ufficio pubblico.

20. Quando gli scolari sono diventati abili attraverso gli esercizi compiuti nell’osservanza di queste leggi e più ancora nelle attività conformi ad esse, solo allora vengono accolti in una terza scuola la quale non si trova più a valle ma su una altura, già un po’ più eccellente (davanti alle colline dove sono collocate le abitazioni comuni).

21. Una tale scuola è già di considerevole mole ed ha abitualmente quattro di quei tetti a piramide che, come si sa, coprono le abitazioni. Una tale scuola porta là un nome che corrisponde presso di voi circa alla parola “Liceo”. – Che cosa viene insegnato qui? Qui si intraprende, per così dire, l’analisi e la scomposizione di tutte le cose visibili, e dappertutto agli scolari viene mostrato l’Ordine divino.

22. Questo è il motivo per cui anche l’interno, come pure l’esterno di una tale scuola, è disposto in modo tanto ordinato e sontuoso che voi non potreste farvi così facilmente né un’idea né il più pallido concetto. Infatti, quale prima cosa, le cento colonne sulle quali poggiano i quattro tetti sono ornate in ogni punto di lavori plastici a rilievo, così tanto artisticamente lavorati, da avere tutta l’apparenza di essere viventi. Questi lavori ornamentali sulle colonne che sono esattamente quadrate hanno qualche somiglianza con i geroglifici egiziani, con la differenza che in confronto a questi, tutte le figurazioni sono di una perfezione e di una molteplicità inesprimibile.

23. Nel centro di tale edificio sono posti quattro grossi pilastri, che in parte aiutano a sostenere la travatura del tetto, e in parte (cioè dal suolo fino alla linea del tetto) sono coperti di ornamenti altamente significativi, che hanno già in sé riferimenti all’operare del grande Dio.

24. I pilastri, che hanno due klafter di lato e venti di altezza, sono costituiti da un blocco di un materiale che ha l’aspetto come da voi la cosiddetta corniola[11]. Gli ornamenti sono però incastonati sui pilastri come delle pietre preziose di ogni tipo. Le basi dei pilastri sono rotonde e di una sostanza che ha l’aspetto di oro rovente e i capitelli sembrano fatti di ametista[12].

25. Sopra i capitelli sono collocate delle grandi sfere bianche, collegate da pilastro a pilastro con degli splendidi archi. Sopra questi archi poggiano le travi che sostengono il tetto, fatte di una sostanza che sembra proprio del rubino infuocato. Da qui partono i veri e propri architravi, che però qui non sono neri come nelle abitazioni, ma di un colore violetto scuro che tende all’azzurro.

26. In breve, in una di tali scuole regna in tutto l’insieme una simmetria per voi appena concepibile. Una cosa armonizza con l’altra e, malgrado l’estrema pienezza dei magnifici ornamenti, non c’è tuttavia in nessun punto dell’eccessiva pesantezza. Perfino il pavimento è fatto così da somigliare pressappoco al vostro cosiddetto mosaico, ma non vi si trova nessuna raffigurazione di grande formato, ma ogni raffigurazione è simile alle più fini miniature in uso da voi, e ogni oggetto rappresentato è talmente bene imitato, da trarre talmente in inganno, al punto che voi stessi, pur osservandolo attentamente, non potreste esimervi dal credere che si tratti di un perfetto lavoro plastico in rilievo.

27. Del resto anche qui, come nelle abitazioni, vi sono dinanzi alle colonne dei magnifici sedili da riposo, e dato che un tale edificio consiste, per così dire, di quattro sezioni (ciò che del resto si deduce dai quattro tetti), così anche qui, al di sotto di ogni tetto, nel centro, si trova una scala a chiocciola a forma di piramide, di lavorazione magnifica, disposta come nelle case d’abitazione.

28. Intorno a questo pubblico edificio, in cui abitualmente abita il funzionario con la sua famiglia, si trovano le stesse ripartizioni del terreno, con le stesse culture nel medesimo ordine, soltanto, tutto in una maggiore estensione, come le abbiamo viste nelle abitazioni comuni.

29. L’intera area misura non di rado una superficie che raggiunge i mille joch quadrati, tuttavia ciò non corrisponde a più di mezzo joch per persona. A questo punto chiederete: “Perché allora tanto terreno per un funzionario, la cui famiglia non sarà certo più numerosa di quella di un’altra casa?”.

30. La ragione è molto semplice: poiché tutti gli alunni di un tale istituto vi dimorano fino a quando non hanno completato la loro istruzione, dato che qui devono apprendere molte cose e cioè, come già detto, l’Ordine di Dio in tutte le cose più varie o, con altre parole, essi devono, in certo qual modo, imparare a leggere nel grande Libro della divina natura, ragion per cui sono stati collocati in una tale scuola tutti gli ornamenti già citati.

31. Nondimeno, affinché possiate farvene almeno un pallido concetto, vi illustrerò, di sfuggita e brevemente soltanto il significato di uno dei pilastri. La base rotonda significa la Forza di Dio e della Sua Volontà, eterno fondamento di tutte le cose. Il pilastro quadrangolare che vi poggia sopra, significa la Forza che emerge da questo fondamento basilare, che è il sostegno del Cielo e di tutte le cose create. Le cose create, a loro volta, sono raffigurate simbolicamente negli ornamenti intorno al pilastro e stanno in relazione fra di loro, come pure con la Forza che le emette e le sostiene. Infatti anche questo dovete sapere, cioè che simili ornamenti non sono stati fatti e collocati sui pilastri dalla mano dell’uomo, ma solamente attraverso la più alta Volontà del grande Dio, la quale si esprime nel cuore di ogni uomo, completamente purificato. I capitelli di un tale pilastro significano la Sapienza; le sfere sopra gli stessi l’imperscrutabilità della Sapienza in Dio. Invece gli archi che congiungono le sfere indicano le vie imperscrutabili per mezzo delle quali la Sapienza di Dio penetra in tutto con il Suo sguardo e unisce tutto nel massimo Ordine, il quale è poi il sostegno che conserva tutta l’Infinità.

32. Ecco, questo è soltanto un rapido sunto, dal quale potete apprendere con quale intendimento viene eretto un tale edificio nelle sue singole parti, che tutti gli alunni devono imparare a conoscere da sé, nell’ordine indicato, attraverso la giusta istruzione. Non vi sembra che un tale liceo sia migliore del vostro (ginnasio) latino sulla Terra?

33. Una volta c’erano delle scuole simili pure sulla Terra, ma l’ambizione e l’egoismo degli uomini, con il loro comportamento contrario al Mio Ordine, le hanno completamente distrutte per sempre. E perciò ora Io vi do di nuovo un esempio che vi serva da guida, tratto dal Sole, affinché da esso possiate dedurre come dovrebbe essere costituita una giusta scuola per la formazione vivente dello spirito umano, il che voi apprenderete, in senso più vasto, solo nella prossima raffigurazione dei templi. E perciò per oggi fermiamoci qui!

 

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Cap. 18

Templi di tipo semplice sulla fascia mediana

 

1. Come viene considerato un tempio nel Sole, cioè un tempio della prima specie che sta su una delle alture più basse, sulle quali ci sono altri due templi di cui parleremo più tardi?

2. Un tale tempio della prima specie viene considerato come una scuola pubblica, accessibile a tutti e alla quale si viene promossi dopo avere frequentato i vari corsi elementari preparatori. Però non dovete supporre che soltanto gli alunni di una di queste scuole inferiori passino in tale tempio, ma esso accoglie una scolaresca, non di rado, dalle trenta alle quaranta scuole inferiori; ragion per cui un simile tempio è straordinariamente grande e lo deve essere, per poter ospitare parecchie migliaia di discepoli.

3. Esso non ha una forma circolare, ma la sua forma assomiglia a quella di una nave della vostra Terra. Infatti, se dovesse essere costruito nella forma rotonda, ciò causerebbe molte difficoltà, specie per la copertura del tetto. Dato però che esso è un ovale allungato, la posa del tetto non è per nulla più difficile di quella di una casa di normale abitazione.

4. Da che cosa viene stabilito, per tale tempio, la sua grandezza? Dal numero delle colonne di cui esso è formato. – E il numero delle colonne è sempre uguale per tutti i templi di questa specie? No di certo; ciò viene regolato, a seconda della zona, dal numero maggiore o minore delle abitazioni e delle scuole elementari e preparatorie che vi si trovano. Partendo da questa premessa, un tale tempio può avere come minimo mille colonne e come massimo diecimila. Le colonne di un simile tempio sono anzitutto molto più alte e di maggior mole di quelle delle abitazioni, e sono fatte, per la maggior parte, di un materiale trasparente di un verde pallido, in uno stile semplice, perfettamente rotondo.

5. Del resto, anche lo stile dei templi è molto vario, anche se appartengono sempre alla stessa categoria e sono destinati allo stesso scopo. Perciò vi sono dei templi le cui colonne hanno l’aspetto di piramidi; altre che consistono in un insieme di pertiche; altre ancora formate da sfere schiacciate, l’una sovrapposta all’altra; altre a forma di nuvole che s’innalzano una sull’altra, ed altre a forma di coni rovesciati, cioè la parte larga si trova in alto e quella appuntita in basso, e così vi sono ancora altre innumerevoli forme nelle quali vengono usate tali colonne per sostenere il tetto.

6. Questi templi sono molto più sublimi e sontuosi delle scuole preparatorie, soprattutto di quelle nominate per ultime, nelle quali gli allievi imparano a conoscere il Mio Ordine. Questi templi hanno parecchi tetti, dei quali quello centrale è considerevolmente più alto e nella sua cima più elevata sventola una bandiera, quale simbolo della vittoria che gli uomini devono ottenere in questo tempio. Gli altri tetti, a forma di piramide, sono gradualmente più bassi, e ad ogni lato dell’elevata piramide centrale del tetto ce ne sono sette, in modo che tali tetti, con la loro punta rivolta verso la punta del tetto centrale principale, formano anch’essi una piramide..

7. Le punte dei tetti hanno pure delle bandiere, ma quest’ultime diminuiscono in grandezza man mano che ci si avvicina alla bandiera centrale, nello stesso modo in cui i tetti diminuiscono in altezza. Del resto anche questi tetti dei templi sono costruiti proprio nello stesso modo dei tetti delle abitazioni. L’altezza del tetto centrale, a seconda della grandezza del tempio, può raggiungere talvolta i mille klafter del vostro modo di misurare, e non ne misura mai meno di cinquecento. Le altre punte del tetto si conformano all’altezza della punta mediana del tetto.

8. E qui certamente voi chiederete: “Come possono gli abitanti solari collocare delle architravi così spaventosamente lunghe, a forma piramidale, sopra le colonne? E com’è loro possibile procurarsi degli alberi di mille klafter di lunghezza?”. Su questo vi posso subito far osservare, come già fatto in una precedente occasione, che gli abitanti del Sole non compiono tale genere di lavori con le loro mani, ma tutto viene compiuto con la forza della loro volontà. Come prima cosa, essi devono far crescere fuori dal terreno tali alberi, il che ha luogo, come sapete, tramite la forza della volontà, poi essi devono preparare le colonne che dovranno sostenere le travi. Quando poi tutte queste cose che sono necessarie alla costruzione del tempio sono pronte, allora vengono chiamati a raccolta moltissimi uomini per la costruzione del tempio, che uniscono la loro volontà, e la costruzione stessa viene effettuata con la forza di volontà collettiva.

9. A parte ciò, in tali edifici ci sono però dei lavori che gli uomini del Sole eseguono con le loro mani. Fra questi lavori c’è la copertura del tetto, poi la coloritura interna, la misurazione del suolo e il suo conseguente livellamento. Tutti questi vengono eseguiti con le mani.

10. Qual è la durata di un tale edificio? Se non vi si mette di mezzo qualche evento naturale sfuggito all’attenzione, e perciò rilevato troppo tardi, che danneggi o a volte distrugga in parte o in tutto tali templi, come anche altri edifici, si può dire che tali edifici sono eterni, poiché nulla si guasta e deteriora sul Sole, ma tutto conserva la sua freschezza e la sua purezza iniziale.

11. Ora che sappiamo come stanno le cose con la costruzione e con la forma esteriore di un tale tempio, diamo un’occhiata al suo interno e poi al suo circondario.

12. Quale prima cosa si deve ammirare la maestosa altezza di tale tempio, poiché le colonne, che in questo genere di costruzioni sostengono il tetto, sono alte, a seconda della grandezza del tempio, dai cento ai cinquecento klafter e sono spesse e ampie in proporzione. Le basi delle colonne sono sempre perfettamente circolari e, da terra fino alla parte superiore che sostiene la colonna, sono suddivise, come siete soliti dire voi, in sette tori (elementi sagomati), di cui ognuno misura quattro piedi d’altezza e, naturalmente, questa base è nel suo insieme proporzionata alle colonne stesse. Queste basi, presenti nei templi, sono per lo più di materiale molto duro e solido, anche se normalmente la loro massa è semitrasparente, di colore azzurro. Le colonne sono completamente bianche, però, in compenso, coperte da splendidi ornamenti variopinti.

13. Le colonne di un tale tempio non vanno senza interruzione al tetto, ma servono contemporaneamente da sostegno a tre balconate, che girano intorno, lungo la fila delle colonne all’interno di tutto il tempio. Queste balconate, poi, hanno una balaustrata splendidamente lavorata.

14. Come si arriva a queste balconate? Lo vedrete subito. Invece dei sedili piramidali per riposarsi, all’interno della colonnata c’è una piramide con scala a chiocciola, i cui gradini, che portano sempre più in alto, sono pure contornati da parapetti magnificamente ornati. Quando si è giunti, per mezzo di questa piramide con scala a chiocciola, all’altezza di una balconata, a partire dalla piramide si stende un corridoio, estremamente adornato, sul quale si può raggiungere la balconata. Perciò ogni balconata è collegata ad una tale piramide con scala a chiocciola per mezzo di un corridoio.

15. Di quale materiale è una piramide con scala a chiocciola? Essa consiste in una massa che ha l’aspetto del vetro, perfettamente trasparente, di un colore rosso pallido. Le balaustrate sono come d’oro massiccio, attorcigliato con magnifici fregi, le cui parti terminali in alto sono ornate da splendide forme piene di significato, che assumono diversi colori ed hanno l’aspetto come se le pietre più preziose da voi rilucessero di luce propria.

16. Di un simile materiale è costruito il corridoio, che è pure provvisto di due parapetti, che si estendono dalla piramide con scala a chiocciola fino alla balconata principale.

17. Le balconate principali sono, naturalmente, provviste anch’esse di balaustrate e, per la precisione, sia verso l’interno che verso l’esterno. Queste balaustrate consistono però in piramidi di veri brillanti, cioè sono tratte da una massa che brilla come da voi un grosso diamante ben levigato quando si trova esposto ai raggi del Sole. Queste piramidi sono allineate l’una vicina all’altra in modo che si tocchino alla base, mentre all’estremità sono congiunte da una spalliera avviluppata in un fogliame splendidamente lavorato come d’oro massiccio, che si prolunga anche di corridoio in corridoio (che si estende dalla piramide con scala a chiocciola fino alla balconata principale), poiché la balaustrata continua fin dove deve dare passaggio.

18. La balconata principale si erge su archi a forma di arcobaleno, che si estendono da colonna a colonna. Tali archi ridanno, in modo estremamente vivace e perfetto, i colori dell’arcobaleno.

19. All’interno delle piramidi con le scale a chiocciola si trovano piramidi simili a quelle che abbiamo conosciuto negli edifici abitativi dietro alle colonne. Queste piramidi poggiano su lastre rosso scuro, rialzate e quadrangolari, e sono di nuovo su un piedistallo a forma di dado.

20. I piedistalli a forma di dado, che sporgono in tutte le direzioni al di sopra della piramide per più di un mezzo klafter, vengono usate come panche per riposarsi. Cioè, quando giunge il momento del riposo, gli studenti si recano in questi luoghi e si riposano secondo le loro esigenze. Queste panche da riposo sono estremamente morbide ed elastiche, all’incirca come un cuscino ad aria. Ma morbida ed elastica è anche la spalliera a forma di piramide. Se qualcuno vi si poggia sopra per un certo tempo, egli comunque non causa in nessun punto una curvatura permanente, bensì quando egli si alza tutto è nell’ordine più bello, sia la panca che la spalliera.

21. Anche la spalliera è pure splendidamente lavorata, e al sommo della spalliera e in cima alla piramide c’è dappertutto una sfera luminosa di colore verde, che conferisce, quale ornamento all’interno del tempio, un aspetto quanto mai magnifico e nello stesso tempo gentile, particolarmente quando non viene un po’ distolta dalla sua uniformità armonica dagli uomini che riposano sulle panchine adatte a questo scopo.

22. Questa sarebbe la disposizione generale di un tale tempio. La prossima volta passeremo a trattare l’allestimento interno, particolarmente magnifico, come anche ciò che circonda esternamente un tale tempio. E perciò per oggi basta!

 

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Cap. 19

 

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Allestimento interno di un tempio di tipo semplice

Un’orchestra del tempio

 

1. Voi sapete che un tale tempio, preso nel suo insieme, ha quindici tetti, cioè: uno al centro e sette a sinistra e sette a destra. Nell’interno del tempio, esattamente nel mezzo di ognuno di questi tetti, si trova una sontuosa scala a chiocciola che porta fin sotto il tetto. La scala del tetto centrale, oltre ad essere la più alta, è pure la più magnificamente adorna e la più significativa.

2. Solamente il tetto centrale è sostenuto, invece che da una colonna con una scala a chiocciola, da colonne luminose rossoblù, le quali possono raggiungere il numero di trenta e sono disposte circolarmente. Queste colonne sono alte quasi il doppio di quelle che concorrono a formare il tempio propriamente detto, cosicché questa parte centrale è anche molto più alta delle due laterali.

3. Queste colonne, allo stesso tempo, sostengono sette ordini di balconate alle quali si può accedere per mezzo di una scala a chiocciola che gira attorno alle colonne. Ogni colonna è circondata da una scala a chiocciola di questo tipo fino alla settima balconata. Nel mezzo di questa grande rotonda si trova una grossa colonna principale che si eleva fino alla punta massima del tetto più alto. E dove la quarta balconata gira intorno alle colonne, parte un corridoio in quattro direzioni, cioè, in definitiva sono solo due corridoi che si incrociano all’altezza di questa colonna principale.

4. Da questo corridoio a forma di croce parte una scala a chiocciola molto ampia che, attorcigliandosi intorno alla colonna, sale fino alla punta più alta del tetto. Le balconate che si estendono intorno alle colonne di questa rotonda principale, sono ugualmente sorrette da archi splendenti a forma di arcobaleno. Ma qui un arco splende di un solo colore, e poiché ci sono sette balconate, così ci sono sette archi che le sostengono, ognuno dei quali riluce in un solo colore diverso. E quando lo sguardo spazia su tutte le balconate, si gode l’immagine di un arcobaleno sparpagliato.

5. Le balaustrate di queste balconate in questa rotonda centrale hanno l’aspetto dell’oro rovente e, per quanto già di per se stesse artisticamente lavorate, sono tuttavia arricchite in tutti gli interstizi di ogni tipo di piccoli ornamenti, in tutti i colori immaginabili, pressappoco come da voi una corona imperiale d’oro e d’argento, lavorata artisticamente e ornata di ogni tipo di pietre preziose finemente intagliate.

6. Per quanto riguarda poi le sponde delle balconate, esse brillano di un rosso scuro. I pavimenti delle balconate hanno l’aspetto del cielo visto di notte, quando brilla il massimo numero di stelle.

7. Per quello che riguarda l’aspetto della colonna centrale, essa si eleva dal suolo fino alla massima cima, come se dal suolo salisse verso l’alto una colonna di nubi infuocate. – A cosa serve questa colonna principale? Anzitutto questa colonna ha il compito, ovvio, di sostenere l’alto e pesante tetto. La seconda utilità consiste nel fatto che, per mezzo della scala a chiocciola, si può giungere sotto la massima punta del tetto e da lì si può riparare qualcosa nel citato tetto, caso mai col tempo si dovesse rovinare qualcosa. In terzo luogo è utile perché, salendovi, gli uomini si abituino a guardare giù da diversi gradi di altezza senza provare alcuna vertigine. Infatti, gli abitanti del Sole hanno molto bisogno di ciò, specialmente coloro che sono intenzionati ad entrare, a studi ultimati, quali funzionari presso i diversi rami dell’ufficio costruzioni. Ed infine, sui diversi gradi di altezza, viene esaminata anche la volontà degli uomini, per vedere fino a quale grado tale volontà sia capace di operare sul piano in cui vi si trova. Poiché è necessario che voi sappiate che l’altezza di tale colonna è tutt’altro che insignificante e che, in certi templi, potrebbe gareggiare con i monti più alti della Terra, anche se fosse sul livello del mare.

8. Questa colonna principale ha un’enorme perimetro alla base, dato che non di rado il suo diametro è di cento klafter. Certamente, essendo a forma di piramide, va sempre più diminuendo dalla base fino al di sotto della punta dell’alto tetto. Considerato che la colonna è così ampia, si potrà comprendere facilmente che anche la scala a chiocciola attorno ad essa è molto spaziosa, anzi alla base è così ampia da permettere comodamente il salire di cento uomini uno a fianco dell’altro. Così pure le sette balconate che girano intorno alla rotonda sono molto spaziose, e altrettanto spaziosi sono i due corridoi che si intersecano e che congiungono la balconata mediana con la colonna principale. Un tale corridoio è così ampio che ci potrebbero stare anche qui molto comodi più di cento uomini in fila uno accanto all’altro.

9. A che cosa servono questi due corridoi che si incrociano, nonché questa intera balconata mediana? Vedete, qui c’è nuovamente qualcosa di vostro gusto, poiché questo è il posto dell’orchestra in un tale tempio. Su ognuno di questi corridoi si trovano settantasette arpe, mentre tutt’intorno, nella balconata, ci sono i posti destinati ai cantori principali. Su questa balconata e sui corridoi, prima e dopo ogni lavoro, viene cantato al grande Dio, con l’accompagnamento delle arpe, un inno di lode, di cui tutto l’ampio tempio risuona maestosamente.

10. Voi però non dovete raffigurarvi il suono di una di queste arpe alla stregua di quello emesso dall’analogo strumento sulla vostra Terra, perché il suono di una tale arpa è così puro e capace di tutte le gradazioni dalla massima tenuità fino alla massima forza, che voi non potete assolutamente immaginarvelo sulla Terra. Per quanto riguarda la sua forza, la campana dal suono più limpido, da voi sarebbe un pianissimo al confronto. Mentre per la tenuità di un tale suono, voi non potreste trarre da nessuno dei vostri strumenti delle note così sommesse e veramente spirituali come invece vengono ottenute da una tale arpa. Oltre a ciò, quando una corda della vostra arpa viene pizzicata, la durata del suono è breve, mentre il suono dell’arpa solare continua finché il musicista non lo ferma. Da queste arpe si può ottenere una tale varietà di suoni, che una sola di queste, sulla vostra Terra, potrebbe supplire benissimo a dieci orchestre complete. Se riflettete un po’ su tutto ciò, vi potrete fare per lo meno una pallida idea di un tale concerto sul Sole.

11. A questo scopo è stata costruita anche questa rotonda centrale principale. Essa è il vero e proprio oratorio di un tale tempio, dove non è permesso fare altro, se non elevare un’unanime lode al grande Dio.

12. Come è già stato precedentemente menzionato, le esercitazioni di volontà vengono fatte sui diversi piani di questa colonna, ma solo in questo oratorio ci si esercita affinché la volontà di ogni uomo si congiunga sempre più con la Volontà del grande Dio. Di questo lavoro fanno parte anche quelle esercitazioni nominate prima, che consistono nel guardare giù fino al suolo, da qualunque altezza, con la massima indifferenza e senza provare la minima vertigine.

13. Un tale esercizio non sarebbe male farlo anche sulla vostra Terra, dove gli uomini soffrono di vertigine, poiché, quando un uomo sta solo un po’ più in alto di un altro, prova già orrore a guardare giù verso l’altro uomo, e più in alto uno si trovi ad essere, più insopportabile sarà la sua vertigine, la quale a volte, e questo accade certo non di rado, degenera in una forma così maligna, che alcuni nobili di elevata posizione preferiscono farsi ammazzare subito da dieci cannoni, che dare, anche una sola volta, uno sguardo caritatevole giù verso il basso e vedersi laggiù nei panni semplici di un contadino. E dire troppo? O no! Guardate un po’ i nobili: non preferiscono che i loro figli vengano massacrati e fatti in mille pezzi dal nemico sul campo di battaglia, piuttosto che uno dei loro figli dicesse ai suoi genitori altolocati: “Preferisco diventare contadino, che farmi sparare da generale sull’aperto campo di battaglia dal nemico”.

14. Vedete, da questo punto di vista, per rendere gli uomini immuni dalla vertigine, sarebbe altamente raccomandabile la scuola in cui si impari a salire sulle colonne. Solo che gli uomini della Terra si compiacciono troppo di questa malattia dannosissima. Perciò ritorniamo nel luogo dove ci si preoccupa di arrestare questa malattia nel modo più sollecito, sia naturalmente che spiritualmente.

15. Non occorre neppure dirlo che la terrazza principale di questi templi, per i vostri concetti, sia fin troppo magnifica. Chi è capace di destare un po’ la sua fantasia, potrà ben presto formarsene un’idea, sia pure approssimativa. Però un concetto esatto, ognuno di voi potrà farselo soltanto quando potrà ammirare simili meraviglie con i suoi occhi trasfigurati, e potrà udire la musica celeste con le orecchie del proprio spirito, molto più fini di quelle fisiche.

16. Per quanto riguarda le altre parti del tempio, esse sono adibite ad aule per le diverse materie d’istruzione, e in parte a dimore tanto per gli alunni che per gli insegnanti. Gli ambienti dei maschi sono divisi da quelli delle femmine; i due sessi non vengono mai a contatto nel tempio, fatta eccezione per la rotonda centrale, mentre fuori del tempio si riuniscono per delle passeggiate nell’aria libera del Sole e non di rado anche per delle escursioni nelle zone montuose del circondario.

17. Questo sarebbe dunque tutto ciò che si riferisce tanto all’esterno che all’interno del tempio; riguardo poi al terreno che lo circonda, esso è soggetto allo stesso ordine che regna in qualunque altra abitazione, soltanto in più vaste proporzioni, dato che la continua folla di uomini in un tale tempio è più numerosa di quella di ogni altra abitazione.

18. Se ad esempio in un tempio abitano diecimila persone, allora il terreno misura anche diecimila volte mezzo joch secondo le vostre misure. Tuttavia i diversi campi sono separati l’uno dall’altro da strade più larghe, per potervi passeggiare, e gli alberi da frutto intorno alla collina del tempio sono coltivati tanto in basso, che essi non possono impedire minimamente la vista che si gode dal tempio.

19. Sempre per questa ragione, fuori dal tempio e tutt’intorno c’è un’ampia spianata dove cresce dell’erba rigogliosa di un colore verde, piuttosto scuro.

20. Questa spianata è circondata esclusivamente da alti zampilli, la cui acqua serve a rinfrescare l’erba che copre la spianata intorno al tempio, come pure tutto il terreno in pendio in tutte le direzioni.

21. Per concludere, dirò che questo è il tempio della prima specie. Prossimamente tratteremo delle due altre specie. E per oggi basta!

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Cap. 20

Un tempio di tipo superiore

 

1. Per quanto riguarda il secondo tipo di templi, cioè quello immediatamente superiore, di solito dagli abitanti del Sole viene chiamato ‘il grande tempio’; il perché lo vedremo di seguito.

2. Questo tempio, per quanto riguarda la costruzione e l’abbondanza delle colonne, è molto più notevole di quello osservato precedentemente. Talvolta può essere edificato su mille ed anche duemila colonne in più del precedente, ma questo non giustifica la denominazione di ‘grande tempio’.

3. Anche se le colonne sono veramente più numerose, queste sono schierate più vicine le une alle altre e non sono neppure tanto alte, poiché lo spazio che un tale tempio occupa, non è più grande di quello precedente, e anche i tetti non sono per niente così alti.

4. Allora viene da chiedersi: “Perché questo tempio viene chiamato ‘il grande’?”. Perché in questo tempio non viene insegnato nessun altro servizio, se non quello per il grande Dio! Questa è dunque la ragione per la denominazione di ‘grande tempio’.

5. Per quanto riguarda la sua disposizione interna e anche il suo ambiente esterno, eccezion fatta per gli ornamenti spontaneamente eseguiti, essi sono assolutamente uguali a ciò che noi abbiamo riscontrato sia all’interno che all’esterno del tempio precedente. Solamente, in questo tempio l’orchestra è ancora più grandiosa, e consiste di un doppio numero di arpe. Anche i cantori sono più numerosi di quelli del tempio precedente; il che è facilmente comprensibile, perché il numero di alunni che vi abitano è spesso quattro, cinque, sei e al massimo sette volte di quello degli alunni del tempio di primo tipo.

6. Infatti, in questo tempio gli uomini sono riuniti spesso da quattro fino a sette templi del tipo precedente, per ricevere la massima istruzione nel servizio di Dio. Questa è la ragione per cui la vita è molto vivace, non solo nel tempio, ma anche nell’ampio circondario.

7. Dato che in tale tempio non può alloggiare tanta gente, vengono costruite a volte più in basso, a volte dove si estende il libero viale per passeggiate di piacere attraverso i terreni, delle abitazioni con dieci e dodici colonne, le quali, ad eccezione della mancanza della scala a chiocciola centrale, sono allestite esattamente come le abitazioni che abbiamo già conosciuto.

8. Intorno a questo tempio, non di rado, si trovano alcune centinaia di queste case, che a loro volta hanno il proprio funzionario, dipendente dal maestro-capo del tempio. Egli deve prendersi cura esclusivamente del mantenimento dell’ordine.

9. I terreni di tale tempio sono anche più grandi ed ampi di quelli del tempio precedente.

10. Alle dipendenze del tempio si trova pure un controllore del tempo. Generalmente tutti i controllori del tempo di un circondario così ampio devono uniformarsi a lui. – Questo controllore del tempo è appostato per caso intorno al tempio? Vedete, a circa un migliaio di klafter dal tempio, su una collina di forma conica, viene fatto crescere un albero molto robusto, che talvolta raggiunge l’altezza di cinquecento klafter. Dalla sua cima viene appeso un pendolo che raggiunge quasi i piedi della collina, poiché dalla parte del pendolo la collina viene resa più ripida di quanto lo sarebbe altrimenti. Questo pendolo viene messo in moto da tre uomini e perché cessino le sue oscillazioni ci vogliono quasi trenta minuti (ore! – vedi il cap. 11,9) della Terra.

11. Tutti gli altri pendoli, anche se sono più piccoli, devono essere regolati secondo questo pendolo. Anche se non sono così grandi e perciò non possono compiere le stesse lente oscillazioni, le loro oscillazioni devono essere suddivise in modo che due o quattro oscillazioni richiedano esattamente lo stesso tempo richiesto da un’oscillazione del pendolo principale.

12. Per questa ragione, addirittura nelle case più piccole intorno a questo tempio ci sono dei cosiddetti piccoli pendoli, secondo le cui oscillazioni più veloci vengono misurate le oscillazioni principali del grande pendolo attraverso l’addizione.

13. Come può il pendolo principale far conoscere, in maniera percettibile a tutto il vasto circondario, le sue oscillazioni? A questo fine vengono impiegati alcuni funzionari che a turno si prestano, e cioè di cento in cento oscillazioni. Di questi funzionari, per un tale cronometro principale, ce ne sono sempre un centinaio, di cui quattro devono sempre prestare servizio.

14. Questi cronologisti godono presso gli abitanti del Sole della stessa considerazione come da voi i più rinomati astronomi. Tuttavia non è questo lo scopo per cui sono stati introdotti qui, bensì per vedere come annunciano il tempo all’intero circondario. Vedete, su quattro lati della collina, che è abbastanza vasta, c’è una specie di campana, che non ha l’aspetto di quelle vostre, ma in proporzioni molto maggiori, come da voi le piccole suonerie degli orologi.

15. Ogni annunciatore del tempo è provvisto di un martello, e ad ogni oscillazione batte sulla campana. Con ciò viene indicato in lungo e in largo il susseguirsi delle oscillazioni. Sulla sommità della collina sono appostati due controllori, i quali sono incaricati di contare le oscillazioni e di comunicarle telegraficamente, attraverso dei segni, ai guardiani del tempio.

16. Si capisce da sé che sia gli annunciatori che i controllori delle oscillazioni si danno il cambio. Con ciò avremmo fatto la conoscenza anche di questo secondo tempio. La differenza dal primo consiste solo nello scopo a cui è adibito questo tempio e nel numero di gran lunga maggiore dei suoi alunni.

17. In una precedente occasione è già stato osservato che i templi di questa seconda specie sono di rango superiore, ragion per cui è quasi superfluo dire che essi vengono collocati su una collina più alta e più estesa di quelli della prima specie.

18. Se voi col vostro corpo poteste vedere uno di tali templi sul Sole, magari adagiati su un vasto prato che lo circonda, non potreste sopportare né il suo sublime splendore, né la vista oltremodo meravigliosa, anche se vi trovaste ad una notevole distanza. Io perciò non permetto di scrutare qualcosa di simile neppure in sogno, perché potreste avere delle conseguenze letali. Se allo spirito dell’uomo fosse dato di poter contemplare da vicino un tale spettacolo, esso spezzerebbe immediatamente tutti i vincoli che lo tengono prigioniero del suo corpo e si affretterebbe a fuggire dove gli si addice sicuramente più del suo corpo pesante. Ecco il perché Io vi do soltanto un cenno di sfuggita a tanta magnificenza, poiché se dovessi descrivervi ciò più completamente, anche soltanto a parole e presentarlo alla vostra fantasia più svelato, voi non sareste in grado di fermarlo sulla carta, perché il vostro spirito entrerebbe tanto completamente in se stesso, che dimenticherebbe completamente di ravvivare l’attività del suo corpo.

19. Sempre per questa ragione Io non vi menziono neppure ciò che riguarda l’insegnamento che viene impartito al Mio servizio, poiché, in primo luogo, nello stato in cui vi trovate, non potreste assolutamente compenetrare l’elevatezza di tali insegnamenti, e in secondo luogo, ammesso che voi poteste compenetrarlo, nello stesso momento non vi sarebbe più possibile continuare a conservare la vostra vita terrena. Infatti, se voi foste in grado di percepire pienamente anche una sola Parola dalla Mia bocca in un significato tanto elevato, nello stesso istante tutta la vostra natura, insieme a tutto il mondo, vi apparirebbero come il più tenebroso ammasso di mostri, specialmente se si trattasse di una parola del Padre o dell’Amore eterno.

20. Nondimeno, affinché vi possiate sincerare, magari in modo velato, di che cosa sia una Parola del Padre, Io in questa occasione vi dico soltanto, quale esempio, che la parola ‘amore’, con riferimento a Me, quando viene pronunciata alla presenza di questi abitanti del Sole, ha l’effetto di una gioia così indescrivibile, che essi, per lungo tempo, non prendono cibo. Ecco come e cosa avviene dalla più alta sommità dove si trova il tempio di secondo rango. Con il suono delle trombe viene annunciato in tutta la vasta zona che in breve, circa un anno secondo il vostro calcolo del tempo, verrà pronunciata questa Parola, con riferimento a Dio. Già al primo squillo di tromba tutti gli uomini cadono con la faccia a terra, e non osano, per il massimo rispetto per quello che accadrà, respirare, e tremano, in un certo modo, per il timore oltremodo gioioso.

21. Quando poi arriva il momento in cui il sommo sacerdote e maestro in questo tempio pronuncia la Parola: “Dio è l’Amore!”, ogni uomo ne è talmente emozionato, che cade a terra come fosse morto. Si può dire che grazie a queste parole, considerando la cosa secondo i vostri concetti, tutti gli uomini cadono in una specie di stato sonnambolico[13] elevatissimo e, in tale stato, godono le letizie degli angeli. Quando poi si rialzano, si affrettano ad uscire dal tempio e si prostrano sulle loro facce di fronte ad esso, ringraziando e lodando il grande Dio per la somma Grazia di averli considerati degni di fare loro udire un’altra volta, per mezzo del Suo sommo sacerdote, questa Parola di tutte le parole. Dopo ciò, per un tempo abbastanza lungo, nessuno osa più oltrepassare la soglia del tempio, ma passato un certo tempo, lo si fa in corteo e nel modo più umile e solenne.

22. Da quanto è stato detto vi potete fare un piccolo concetto di che specie sia l’insegnamento del tempio e quale sia il suo effetto. Ma da tutto ciò, anche voi stessi vi potete rendere conto di quanta ottusità si trovi in voi e in quale considerazione Io Mi trovi presso di voi, dato che Io da voi non solo ho fatto annunciare la Mia parola attraverso maestri e sacerdoti, bensì Io, il Padre, quale lo stesso supremo Amore in Persona, in tutta la Mia Pienezza divina, ho peregrinato fra voi ed ho parlato con voi ed annunciato, con la Mia bocca, la Parola della Vita eterna. E tuttavia gli uomini possono dimenticarsi di Me per una manciata di terra, e prestare minore attenzione a Me di quanta ne concedano a tutto quello che li circonda. Infatti, se così non fosse, come potrebbero taluni aver cura, con tutte le loro forze, delle cose temporali e dedicare a Me, in una giornata, appena un misero quarto d’ora?

23. In verità, vi dico: “Se avessi fatto sul Sole quello che Io ho fatto sulla Terra, la luce della loro gioia avrebbe avviluppato tutta l’infinità!”. Invece i figli della Terra, che Io ho destinato quali figli del Mio Cuore, possono sfuggire e disprezzare il Padre!

24. Imparate dal Sole, se non potete imparare sulla Terra, Chi sia Colui che per infinito Amore per voi ha voluto sanguinare sulla dura croce! Riconoscete una buona volta che il Padre è l’Amore!

 

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Cap. 21

Il tempio di terzo tipo, il più alto

Il mistero dell’incarnazione del Signore e della crocifissione

Consacrazione al rango di sommo sacerdote

 

1. Ora che ci siamo formati un’idea del tempio del secondo tipo, saliamo su un’altura più che considerevole che non di rado domina una regione di parecchie miglia quadrate, e diamo un’occhiata a questo tempio del terzo tipo.

2. Esso viene generalmente edificato sul punto più alto della regione e sotto di sé ha di solito da cinque a sette templi di secondo tipo.

3. Per quanto riguarda la sua struttura, esso è appena quattro volte più grande di un’abitazione, ed è ben lontano da essere così alto come i templi precedenti del primo tipo, come anche quelli del secondo tipo. Già ogni tanto se ne trovano alcuni che non sono molto più alti di una comune dimora.

4. Questo tempio non ha la forma di una nave, bensì è sempre perfettamente circolare. Il tetto non è appuntito, bensì a forma di piramide tronca. Comunque è di notevole altezza. Intorno al tetto gira un frontone provvisto di una balaustrata. Camminando su questo frontone intorno al tetto, vengono comunicate le notizie del caso ai sottostanti templi, per mezzo di trombe.

5. Per quello che concerne l’interno del tempio, tutto è disposto come in una comune abitazione, soltanto che al posto della scala a chiocciola che ne occupa il centro, qui si trova invece una colonna bianca e liscia, che in forma rotonda e cilindrica va fino al tetto e così anche lo sostiene. Questa colonna è circondata da una scala a chiocciola, dalla quale all’interno, all’altezza del frontone esterno del tetto, due corridoi che s’incrociano portano proprio dalla colonna, per mezzo di un’apertura del tetto, sul frontone esterno. Lì, però, all’interno del tempio dove i quattro corridoi, o propriamente i due corridoi che s’intersecano, si riuniscono intorno alla colonna per mezzo di un corridoio rotondo alquanto ampio, la scala a chiocciola sale fino a toccare la cima più alta del tetto. Qui è tutto completamente semplice e senza nessun ornamento, come se ogni cosa fosse fatta di assi ben piallate.

6. Sul corridoio trasversale non ci sono più arpe; riguardo agli strumenti musicali non ci sono che quattro trombe, straordinariamente sonore, che grazie alla purezza dell’aria vengono udite a volte alla distanza di mille miglia.

7. Il pavimento in questo tempio è fatto di assi, e i sedili di riposo, vicino alle colonne, hanno l’aspetto che hanno da voi le panchine in legno dei giardini. Solo che le colonne sembrano bianche, come se fossero fatte di un tipo di legno bianco.

8. In breve, qui non si scopre nulla di qualsiasi fasto esteriore.

9. Intorno al tempio si trovano talvolta dalle venti alle trenta piccole capanne in legno, senza colonne, come da voi le capanne alpine, soltanto che i tetti vengono tenuti più alti. Una capanna di questo genere si trova sempre nelle immediate vicinanze del tempio, e questa è la dimora del sommo sacerdote. Le altre capanne sono abitate in parte dalla sua famiglia e in parte di funzionari e da pochi discepoli, poiché la scuola di questo tempio viene frequentata esclusivamente da coloro che devono farsi consacrare quali i sommi maestri e funzionari dei templi sottostanti, oppure per poter passare al servizio di questo tempio superiore.

10. Dunque, cosa viene insegnato in questo tempio? Vedete, questo è il tempio dei misteri più profondi, nei quali soltanto pochi sono coloro che vengono iniziati. Uno di questi misteri è che Dio è un Uomo, e che in quest’Uomo dimora il supremo Amore, il Quale ha creato tutto ciò che esiste sulla Sua propria Forza.

11. Cos’altro viene insegnato? Qui si insegna tutto ciò che è più misterioso e grande: come Dio, quale purissimo Amore, si è fatto pienamente Uomo, gravato di un corpo pesante, soggetto alla morte sul pianeta Pjur (Terra), senza possedere nulla, pur essendo Suoi tutti i Cieli, e come segno del Suo infinito Amore e inconcepibile Umiltà, si lasciò addirittura inchiodare e uccidere sulla croce.

12. Viene ancora insegnato che tale avvenimento ha avuto luogo proprio in quel tempo, come sanno molto bene gli abitanti del Sole, in cui sul Sole divenne perfettamente buio, cioè un’oscurità che durò dodici grandi oscillazioni semplici. Infatti, voi dovete tenere presente che gli uomini del Sole di quando in quando, raggiungono un’età avanzata, e perciò ancora oggi ne vivono parecchi, specialmente fra i sommi sacerdoti, che sono stati testimoni di questo fenomeno.

13. Strana risulta per voi la croce che si trova su una collina dirimpetto al tempio. Tutto qui ha l’aspetto come da voi sulla Terra un monte Calvario ben conformato. Ma questo monte Calvario del Sole è talmente circondato da una corona di tronchi d’albero altissimi, che non permette di scorgere nulla di tale croce, a meno che qualcuno non venga introdotto al di là, attraverso una porticina, dal sommo sacerdote stesso. Questo però avviene soltanto quando l’aspirante viene consacrato maestro superiore del secondo tempio.

14. Tuttavia questo libero accesso non è congiunto a difficoltà da nulla, come si potrebbe supporre, ma chi vuole essere introdotto deve sostenere grandi prove di fedeltà. Quando però egli ha oltrepassato la soglia della porta stretta, è ancora ben lontano dalla meta, e del monte Calvario non scorge ancora niente.

15. Prima di arrivare al monte Calvario, infatti, dietro l’alta parete, costituita dagli alberi che raggiungono non di rado un’altezza di duemila klafter, c’è uno stagno della larghezza di duecento klafter, che è di profondità disuguale. Chi vuole superare questo stagno deve conoscere bene la strada, perché le vie sono ricoperte d’acqua; fra queste vie, una soltanto porta alla meta, mentre le altre servono solo a portare fuori strada. Chi dunque non conosce la via giusta, va poi a finire che si ritrova al punto di partenza, dato che si cammina sul terreno immerso nell’acqua. Perciò ognuno deve tastare il terreno con i piedi, per rendersi conto se si trova sulla via stretta oppure sulla larga. Solo sulla via più stretta si può giungere all’altra riva; su ogni altra via si ritorna alla riva di prima, pur essendo chi la percorre convinto di aver trovato la via giusta, solo che all’improvviso le vie sbagliate fanno di nuovo una curva ed egli si trova ancora di fronte alle curve più varie.

16. Perciò superare questo stagno non è affatto facile come si potrebbe credere. Nondimeno, quando qualcuno ha superato con successo questa difficoltà, lo attende ancora una maggiore. A circa settanta klafter, sopra questo importante stagno circolare, c’è una via tortuosa che passa attraverso una boscaglia cespugliosa ed ardente, la quale ha l’aspetto pressappoco come quando da voi brucia una boscaglia, soltanto che sul Sole questi cespugli sono molto più alti degli alberi più alti della Terra. Questa boscaglia cespugliosa e ardente ha a sua volta una larghezza di circa duecento klafter e circonda l’intera collina che ha una circonferenza di gran lunga maggiore e più estesa di una delle vostre alpi sulla Terra.

17. Qui è molto difficile trovare la via giusta. Chi non s’imbatte nella più stretta, fa dei tentativi inutili, poiché non può proseguire oltre. Parecchi trovano poi abbastanza presto il sentiero più stretto, ma temono le fiamme che li circondano e perciò tentano di passare da qualche altro passaggio, con un fuoco meno pericoloso. Questa però è una fatica completamente sprecata, poiché chi vuole sottrarsi ad una piccola lotta con le fiamme, non arriva al luogo del grande Mistero. Chi invece non scansa questa lotta, giunge sano e salvo per la via più corta nel luogo desiderato e, nella più grande luce d’amore, vede il Miracolo della Crocifissione!

18. Vedete, questa è contemporaneamente la consacrazione a ‘gran sacerdote’. Si trovano certo dappertutto, perfino nelle abitazioni, singoli accenni che fanno riferimento alla grande Incarnazione; ma questo mistero viene offerto alla contemplazione in forma completa solamente su tale collina.

19. Come però tutto ciò sia disposto e in quali rapporti si trovi qui nel Sole e infine che cos’altro è racchiuso in questo Calvario solare, lo apprenderemo alla prossima Comunicazione. Perciò basta per oggi!

 

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Cap. 22

Il tempio santissimo, cosiddetto ‘tempio ardente’

Più profonda iniziazione nei misteri dell’incarnazione di Dio e del divenire figli di Dio

Dio-Padre stesso come guida

 

1. Chiunque, fuori dell’ardente boscaglia cespugliosa, giunge sul terreno libero della vera e propria collina del Calvario, viene accolto immediatamente da un misterioso sapiente che dimora là, e viene condotto nella sua dimora che è ugualmente molto semplice. Egli viene ospitato e poi guidato dal sapiente in un tempietto situato sopra la sua dimora.

2. Là egli può vedere delle raffigurazioni dell’ultima Cena.

3. Uscendo dal tempio, egli viene condotto su uno spiazzo libero, dove può scorgere un altro gruppo di figure, che rappresentano il Cristo con i Suoi apostoli nell’Orto di Getsemani, sul monte degli Ulivi.

4. Un po’ più distante c’è un altro gruppo che rappresenta il Signore quando viene fatto prigioniero, e così egli avanza, salendo a spirale, intorno alla collina, passando da un gruppo all’altro; gruppi che raffigurano i momenti salienti della Passione del Signore e ciò sempre nel modo più significativo.

5. Infine, in cima alla collina su uno spazio libero sta una grande Croce, sulla quale è affissa la figura del Signore in forma terrena-umana, e ad ambedue i lati, ma su croci molto più piccole e basse, si possono vedere i due noti ladroni.

6. Quando l’ospite ha osservato a sufficienza tutto ciò con la più profonda devozione del suo cuore, il sapiente lo guida in un piccolo tempio che si trova un po’ più in basso. Dentro questo tempio si può vedere il Sepolcro.

7. Infine la guida gli mostra, proprio vicino alla boscaglia cespugliosa ardente, un tempio alquanto più grande che arde man mano che ci si avvicina, diventando di una luce talmente penetrante, da non poter essere sopportata dall’occhio di un abitante del Sole, anche se abituato a luce fortissima. Perciò la guida ha sempre con sé uno schermo che porge all’ospite, perché possa sopportare la luce estremamente intensa delle fiamme di questo tempio. Per quanto penetranti siano queste fiamme, tuttavia non bruciano nessuno che vi si avvicina, (naturalmente in modo degno) anzi, gli sventolano intorno dolcemente come un tiepido vento.

8. Poi l’ospite viene fatto entrare in questo tempio ardente, dove nel mezzo egli scorge un piccolo altare, cioè un rialzo a forma di colonna che si eleva dal suolo, su cui si trova la Sacra Scrittura, cioè tanto il vecchio quanto il Nuovo Testamento in lingua antica ebraica.

9. A questo punto, ogni ospite chiede alla guida cosa sta a significare ciò. E la guida non dice altro, se non che in questo libro sta annotata tramite segni appropriati, seguendo delle indicazioni interiormente ricevute, la Parola di Dio, nonché le vie lungo le quali Egli ha guidato tutto il genere umano, come tutta l’infinità.

10. Poi l’ospite chiede se qui sia possibile o sia permesso leggere tali segni. E la guida gli dice: “Chi viene qui ha il dovere di conoscere tutto questo, poiché questa è la vera e propria ragione per cui uno arriva qui”.

11. E vedi, dal momento che hai reso la tua volontà tanto potente da permettere che il terreno del Sole ti sia ubbidiente, sappi allora che anche questi segni ubbidiscono ad una giusta volontà e si fanno conoscere secondo la sincera e giusta volontà di colui che lo desidera e vuole conoscerli.

12. Dopo ciò la guida invita l’ospite a toccare il libro, e non appena l’ospite lo tocca, viene invaso da un fuoco, grazie al quale egli riesce poi a leggere molto bene i segni. Quando l’ospite comincia a leggere, viene preso dalla più alta meraviglia e, in quel momento, egli non considera nessuno più felice e beato di se stesso, dato che egli per la prima volta percepisce le parole che sono uscite dalla bocca di Dio, e in tal modo scorge pure in quale maniera meravigliosa e colma d’amore il grande Dio guida il Suo popolo!

13. Ma l’ospite è compenetrato ed emozionato da questa lettura, soprattutto quando arriva al Nuovo Testamento, poiché solo allora gli si dispiega dinanzi agli occhi l’intero monte Calvario, e non sta in sé dalla grande riconoscenza che lo fa esplodere in espressioni di lode al grande Dio, e non riesce a comprendere come sia stato possibile che il Tale grande Dio abbia permesso che tutto ciò Gli accadesse.

14. Solo allora dalla guida gli viene mostrato il grande Amore in Dio, e gli viene detto che proprio attraverso questo gesto, gli uomini, particolarmente quelli che vivono sulla Terra, hanno ereditato il nome di figli, e in seguito a ciò ciascuno è tenuto a riconoscere il grande Dio quale un amorevolissimo Padre, e così anche, a rivolgersi a Lui.

15. E l’ospite chiede ancora se anche gli uomini del Sole potranno raggiungere una tale inesprimibile felicità. E la giuda, come risposta, dice: “Non soltanto gli uomini che dimorano sul Sole, ma gli uomini di tutti i Soli e di tutti i pianeti dell’intera infinità hanno, grazie a ciò, un diritto segreto a tale incommensurabile felicità. Però essi non lo possono raggiungere per nessun’altra via che non sia quella della più profonda umiltà e, proveniente da questa, la via del più perfetto amore di tutto il loro essere a Dio!”

16. Dopo una simile lettura e insegnamenti, ambedue escono dal tempio e rientrano nell’abitazione della sapiente guida, e qui vengono dati all’ospite pure dei chiarimenti su tutto ciò che riguarda il Mistero della Vita in un tempo che, secondo i vostri calcoli, sarebbe di tre anni. Si comprende da sé che durante questo tempo vengono spesso fatte delle escursioni nei punti menzionati.

17. Alla fine di questo periodo d’istruzione la guida informa l’ospite che al di sopra di questo corpo mondiale dove essi vivono, e precisamente nella perfetta regione della Luce, si trova un mondo molto più perfetto, dove tutti gli uomini del Sole ricevono in spirito degli insegnamenti perfetti sull’incarnazione del Signore, e poi essi, se lo desiderano, possono essere accolti quali veri figli di Dio, se sono in grado di umiliarsi fino all’ultimo atomo del loro essere, in modo da voler essere, dal profondo loro, quali abitanti di un mondo perfetto, gli ultimi e più bassi servi di quei figli di Dio che Egli stesso, quale Uomo sul pianeta Terra o Pjur, ha reso e li ha accolti quali figli Suoi.

18. “Infatti”, – dice ancora la guida – “noi abitanti del Sole viviamo in grande perfezione e, grazie alla nostra volontà, siamo completamente padroni del nostro mondo, così ci sarà sempre difficile metterci alla stregua di coloro che con la loro volontà non sono capaci di fare spuntare dal suolo nemmeno un filo d’erba. Tuttavia, mio caro ospite, da quanto hai potuto constatare, il grande Dio del Cielo e di tutti i mondi non trova compiacimento nel grande e nel forte, ma nel piccolo e nel debole, e le cose più grandi le rivela ai piccoli fanciulli ed agli uomini semplici, come anche agli spiriti angelici più profondamente assennati. Di conseguenza a noi, abitanti solari, non resta altro da fare, se vogliamo raggiungere la figliolanza di Dio, se non, rinunciare spontaneamente alla nostra solare grandezza, alla forza e potenza, ponendola ai Piedi del Grande Dio e, pieni di buona volontà e amore, metterci al di sotto di coloro che Egli ama quali Suoi figli. Il Suo Amore si estende a tutti gli esseri umani in tutta l’infinità. Ma sia ben chiaro: solo i Suoi figli dimoreranno un giorno con Lui sotto lo stesso tetto, per l’eternità. Perciò cerca anche tu, d’ora in poi, di essere il più piccolo e il più insignificante, e sii un servitore di tutti gli uomini con i quali verrai in contatto, e così facendo attirerai su di te l’attenzione dell’eterno Padre. Questa attenzione sarà la prima Scintilla per mezzo della quale tu riceverai nuova Vita, Vita che conduce alla figliolanza del grande Padre!”

19. Dopo queste parole, la guida conduce nuovamente l’ospite fuori dal tempio e gli indica la croce in alto. E poi gli dice: “Vedi, mio caro fratello, quella è la Via che conduce a Lui! Vuoi arrivare al Padre, quale figlio? Allora devi scegliere questa Via della Croce!

20. La vera umiltà del cuore è questa via, giacché i figli devono essere simili al Padre, poiché, come si può ricevere la figliolanza da Lui, se non ci si sente di umiliarsi per amore di Lui, così come spetta a un figlio di un simile Padre? Yanto più che Egli stesso, per amore dei Suoi figli, Si è lasciato inchiodare dolorosamente alla croce, e addirittura morire per loro secondo la carne, affinché, per mezzo di ciò, chiunque Lo ami sopra ogni cosa ed abbia preso parte tramite la propria umiltà a questa santa croce sulla quale il grande e santo Padre colmo d’Amore ha steso le Sue mani onnipotenti, sanguinando per tutta l’infinità, non debba più sentire né assaporare la morte nell’eternità.

21. Ecco qual è lo scopo per cui questa santissima raffigurazione è stata posta qui, cosicché anche noi possiamo riconoscere che Egli ha disteso le Sue mani anche per noi. Egli vuole stringere pure noi nel Suo abbraccio, ma prima noi dobbiamo andare da Lui sull’indicata via della croce. Perciò guarda ancora una volta questo santo Segno!”

22. A questo punto l’ospite cade prostrato al suolo, in preda al più alto amore e timore reverenziale, adorando il grande Mistero!

23. Quando si rialza da Terra, ecco che tutto quanto c’era sul monte è completamente scomparso, ad eccezione della casa della guida e della guida stessa. Quest’ultima poi lo prende per mano e lo conduce ancora una volta sulla sommità della collina, e arrivati là gli chiede se egli ha accolto tutto nel suo cuore. L’ospite lo conferma con ogni atomo della sua vita.

24. Poi la guida gli impone le mani dicendo: “Quello che tu hai visto ed appreso qui, tienilo per il momento soltanto nel tuo cuore, fino a quando giungerà il tempo in cui al Padre piacerà di renderlo noto a tutti gli uomini di questo mondo solare, oppure già qui a coloro che hanno una grande brama di Lui, oppure, e questo tanto più sicuramente nell’aldilà, nello spirito, a tutti coloro che sono di giusta e perfetta volontà.

25. Ma tu, adesso, riconosci la tua guida, poiché, vedi, sono Io il Padre!!! Tuttavia non dire a nessuno Chi è la Guida!”

26. Poi la Guida scompare. Rimane solo la Sua abitazione. L’ospite ritorna quindi nella dimora della Guida, nel più alto amore e in costante preghiera, dove un altro sapiente, che di solito abita qui, quello che lo aveva accolto, lo riceve nuovamente, poi lo accompagna fino allo stagno che ora è privo d’acqua, passando attraverso la boscaglia cespugliosa che non arde più.

27. Qui, questa seconda guida torna indietro, mentre l’ospite rientra nel tempio di terzo tipo, invaso da un’estasi d’amore e d’umiltà.

*

28. Per lungo tempo nessuno osa scambiare una parola con lui, finché dal modo di comportarsi di un tale pellegrino del monte Calvario, si rendono conto che egli è veramente pronto, con la massima buona volontà, a mettersi al servizio di tutti, sempre ed ovunque ciò sia possibile.

29. Vedete, questa è sul Sole la più elevata preparazione di un maestro, ed anche per voi è chiaro tutto ciò che c’era ancora da dire sul monte Calvario del Sole.

30. La prossima volta saranno illustrate più precisamente le norme che regolano la vita degli abitanti del Sole. Così per oggi fermiamoci qui!

 

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Cap. 23

 

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Vita di famiglia, matrimonio e procreazione sulla fascia mediana

 

1. In occasione della descrizione delle abitazioni abbiamo già accennato a qualcosa anche riguardo alla vita familiare in generale. Ora si tratta di completare quanto detto con maggiori particolari, nonché di descrivere il vero e proprio culto religioso.

2. Sul Sole, come abbiamo già appreso, e precisamente su questa fascia, sotto la guida del padre e della madre vive non più di una famiglia in ogni abitazione, poiché non appena i figli sono cresciuti ed hanno ricevuto la necessaria educazione, hanno anche raggiunto l’età del matrimonio. Quando con ciò è sorta una nuova coppia di coniugi, vengono subito presi i provvedimenti necessari, affinché venga loro assegnato un terreno e contemporaneamente anche una propria abitazione.

3. C’è sul Sole della servitù maschile e femminile? – Questo non è assolutamente il caso, e specialmente su questa fascia, poiché tutti i funzionari di alto e basso rango sono, per così dire, servi del libero popolo, e perfino il sommo sacerdote sta lì sull’ultimo gradino, come un servo; perciò anche il suo tempio e le sue abitazioni sono del tipo più semplice e meno sfarzoso. Nonostante ciò egli gode tuttavia della più alta considerazione presso il popolo, e quando egli visita qualcuna delle dimore per rendere loro un servizio, oppure visita qualche tempio con la stessa intenzione, malgrado la sua semplicità priva di splendore, viene accolto come se giungesse un angelo del Cielo. Questo servitore del popolo non pretende da nessuno che gli si presti attenzione, al contrario egli prega di risparmiargli qualsiasi segno di distinzione, dicendo che egli non è assolutamente un signore, ma, nel più completo significato della parola, un umile servo di tutti. Però questa giustificazione non toglie nulla alla sua dignità, anzi, tanto più la favorisce.

4. Vedete, così stanno le cose anche nei Cieli, dove i più elevati spiriti angelici sono i meno appariscenti e rispetto agli altri si pongono come dei servi rispetto ai padroni. Nonostante ciò essi godono del massimo rispetto che deriva loro dal Mio Amore e dalla Mia Sapienza.

5. Che cosa fa un tale servitore quando arriva presso un’abitazione popolare? Egli attende fuori dall’edificio finché il padre della famiglia non si accorge di lui, il quele appena lo vede si affretta ad uscire, pieno del massimo rispetto, e lo conduce nella sua dimora. Dopo di ciò il sommo sacerdote gli chiede se ha bisogno di qualche servizio e se il padrone di casa ha da confidargli qualcosa che gli sta a cuore, sia dal punto di vista naturale che spirituale, cosicché l’alto servitore si mette immediatamente a sua disposizione.

6. Se il padre di famiglia risponde: “Altissimo maestro del nostro grande distretto! Noi abbiamo bisogno solo di una parola della tua sapienza, e poi della tua benedizione fraterna dall’Alto, nella Grazia del grande Dio, e solamente con ciò tu puoi servirci in una misura colma d’amore!”

7. Allora questo altissimo servo ammaestra tutti in ciò che loro necessita, li benedice e si allontana, per visitare allo stesso modo un’altra casa e per servirla. E dopo che, accompagnato da alcuni servi secondari, ha portato la sua luce in tutto il distretto di casa in casa e di tempio in tempio, egli ritorna poi nella sua alta patria-tempio, dove è di nuovo un servo sollecito per tutti coloro che sono lì.

8. Quando qualcuno ha bisogno dei suoi servizi, basta che vada personalmente da lui o che mandi qualcuno a chiamarlo, e troverà in lui, in qualsiasi momento, il servitore più pronto. Egli non ha ore fisse di udienza, la sua porta non è mai chiusa, né la sua abitazione è sorvegliata da soldati, bensì la sua dimora è aperta sempre a tutti. E come già detto, chi desidera recarsi da lui, a qualsiasi ora, trova sempre il più libero e facile accesso.

9. Voi, a questo punto, forse penserete: “Un tale servitore riceverà sicuramente un elevato compenso”. Qui vi devo dire che questo non è assolutamente il caso sul Sole. Un tale servitore, dal punto di vista umano, sul Sole se la passa veramente più miseramente di tutti, perché, in primo luogo, nella sua cima montuosa egli dispone del più piccolo e magro pezzo di terra, che per la sua persona non raggiunge nemmeno il mezzo joch. E in secondo luogo, la sua abitazione è la meno appariscente, e i suoi vestiti i più semplici. I frutti che fa sorgere sul suo terreno sono i meno rigogliosi e i più stentati.

10. Voi riterrete forse che da parte del distretto gli venga assegnato qualche prodotto, ma sappiate che nulla di tutto ciò può succedere sul Sole, poiché se pur qualcuno volesse offrirgli qualcosa per qualche servizio da lui reso, egli immediatamente direbbe: “Ascolta, caro amico e fratello, quello che tu hai, il Signore te l’ha donato per te e per la tua casa. Come potrei io, prenderti quello che Dio ti ha donato? Oppure devo venderti quello che Dio mi ha dato? Se io per il servizio che ti ho reso dovessi esigere un compenso, non sarebbe altamente autorizzato in questo caso anche il Signore a pretendere un compenso da me? Però, quale compenso potrei dare io a Colui cui appartiene tutto ciò che noi abbiamo, perfino l’aria che respiriamo? Io non sono che un servitore nella casa del Signore, e devo dare i Suoi doni agli altri senza un compenso, così come li ho ricevuti”.

11. Vedete, questa regola fondamentale trattiene ogni servitore dall’accettare qualsiasi offerta, e più ancora dal ricorrere alla questua, poiché un tale servo sa, senza dubbi di qualunque tipo, che egli, stando al Mio solo servizio, sta in assoluto meglio di tutti.

12. La massima ricompensa che egli ha per tutti i suoi servizi, finché vive come servo superiore, consiste nel poter visitare, secondo i vostri calcoli circa una volta all’anno, il già conosciuto monte Calvario e, in occasioni eccezionali, ricevere la visita di qualche angelo del Cielo, per il suggerimento su come comportarsi in caso di qualche pericolo che dovesse minacciare l’intero distretto.

13. Quanto grande è dunque un distretto che tale sommo servo ha sotto la sua sorveglianza? Qualche distretto potrebbe essere talvolta più esteso del più grande impero della vostra Terra e oltre a ciò il territorio di tale distretto consiste di colline e di montagne dove ci sono pochissime strade pianeggianti.

14. Dunque, se un tale servitore nel corso della sua carica che dura tutta la sua vita, peregrina in tutto il distretto parecchie volte, ci si domanda: “Con quale mezzo viaggia?”, come siete soliti dire voi. Così dico anch’Io: “Con nessun altro mezzo se non quello degli apostoli”. Però, bisogna osservare che l’andare a piedi sul Sole è in primo luogo molto più facile che non su qualsiasi altro pianeta, perché il terreno è morbido ed elastico dappertutto. In secondo luogo, quantunque gli abitanti di questa fascia solare abbiano una statura quasi il doppio della vostra, tuttavia sono molto più leggeri, perché i loro corpi sono più eterei o, in un certo modo, di materia più fine della vostra. In aggiunta a tutto ciò c’è sul corpo solare ancora un altro fattore che avvantaggia il viaggiatore a piedi, e cioè che gli uomini solari, grazie alla loro forte volontà, possono notevolmente rafforzarsi, e grazie a questo rinvigorimento muovere i loro piedi da un posto all’altro con una velocità molto maggiore degli uccelli che volano più rapidamente sulla Terra. Grazie a tutto ciò, per un abitante del Sole è cosa facilissima superare in pochi minuti un alto monte, mentre da voi ci vorrebbero molte ore.

15. Ora che sapete questo, vi sarà anche facile comprendere come un tale servo superiore può percorrere spesso con facilità il suo distretto per essere d’aiuto dove il bisogno è più urgente.

16. Vedete, così sono regolati i rapporti tra il padrone di casa e il servitore. Infatti, sul Sole nessun padre di casa ha bisogno dei servitori, se non, quasi sempre, per necessità spirituali.

17. Egli coltiva il suo terreno molto semplicemente con la forza di volontà. La moglie e qualche figlia ancora nubile, quando ha terminato la scuola, sono benissimo in grado di mungere le poche pecore e, in momenti prestabiliti, di tosarle dell’abbondante lana, filarla e confezionare con la stessa i loro semplici grembiuli.

18. Tutto il resto, poi, come ad esempio edifici e arredi ed altro materiale occorrente per la casa, viene fornito quasi sempre dai costruttori. E così l’uomo del Sole non ha niente da fare se non coltivare il proprio terreno e goderne continuamente i frutti maturi.

19. Perciò gli uomini del Sole s’intrattengono soprattutto con la cultura del proprio spirito, scambiandosi volentieri delle visite, ammirando le forze spirituali che dappertutto si manifestano diversamente negli splendidi prodotti visibili della volontà umana.

20. Appunto per questa ragione gli abitanti solari non hanno nessuna legge o regola di comportamento fra loro, all’infuori dell’ammirevole ospitalità e della vita socievole; regola questa che consiste nel riconoscere Dio sempre più profondamente e riconoscere anche lo scopo per il quale Egli li ha creati.

21. Inoltre, gli abitanti del Sole si relazionano reciprocamente sempre con il massimo amore e cortesia. Un litigio là non è nemmeno pensabile, però si prestano a fare qualche gara per rendere qualche servizio al loro prossimo. Questa, in un certo qual modo, è una libera costituzione sociale, che non è la conseguenza di una legge qualsiasi, ma piuttosto della libera volontà dovuta al riconoscimento di Dio e, da ciò, dello scopo dell’umanità.

22. Là tutti si chiamano e sono fratello e sorella! Perfino i maestri più sommi e gli scolari si considerano vicendevolmente amici fraterni, veramente intimi.

23. E com’è disposta la vita morale? Dovete comprendere che là non si sa neppure cosa sia la libidine, poiché in primo luogo, anche qui la procreazione non avviene come sulla Terra, ma per mezzo della preghiera comune e della riunita volontà d’amore che ne consegue, la quale propriamente non è altro che un’unione di tutto il buono e il vero, ovvero della luce con il calore, in cui il procreatore equivale alla luce e la procreazione al calore.

24. In tale unione i coniugi provano la massima gioia che non ha nulla a che fare con la vostra voluttà dei sensi, ma somiglia allo stato d’animo in cui sulla Terra si trovano due esseri di pari sentimento, quando si occupano insieme dello stesso buono e vero; ma questo stato d’animo è enormemente potenziato.

25. Questo, dunque, è l’atto della procreazione degli uomini del Sole, specialmente di questa fascia. Per questo motivo non si verifica mai là quello stato stolto in cui l’uomo della Terra viene a trovarsi a volte, cioè l’innamoramento, moralmente tanto dannoso, ma l’inclinazione reciproca non ha altro fondamento, se non esclusivamente ciò che è buono e vero.

26. Quantunque sul Sole il sesso femminile sia generalmente di una grande bellezza, tanto che sarebbe assolutamente impossibile farsi una qualche idea dell’estrema perfezione della bellezza di una di queste donne, in sé e per sé per l’uomo questa loro bellezza non ha nessun valore, se non è nella più completa armonia con le conoscenze del bene o del vero, poiché qui si considera la forma, presa a sé, come qualcosa di altrettanto poco attraente quanto voi considerate attraenti le singole lettere di un libro o anche le singole note di uno spartito, come se voi foste attratti da ciò che viene creato per mezzo delle lettere o per mezzo delle note. Se ciò è elevato e spirituale, allora voi considerereste anche i segni che servono a rappresentarlo, ma se quanto espresso dall’insieme dei segni altro non è che un’inezia insulsa e priva di significato, allora voi certamente non bacereste tali note o non dedichereste a loro il vostro amore.

27. Vedete, proprio così l’uomo sul Sole considera la forma: se essa è corrispondente alle sue conoscenze del bene e del vero, allora essa ha per lui un valore decisivo anche per se stessa, ma se la forma, per quanto bella, non risponde alle sue conoscenze, allora non è per lui più di quello che è per voi un insulso avviso pubblicitario, nel quale si annuncia che ci sono in vendita delle case in una città della Cina. Anche se tale avviso fosse stampato nelle più belle lettere immaginabili, per voi sarebbe di certo più gradito un Salmo di Davide, anche se scritto male, di un tale splendido esemplare di annuncio pubblicitario.

28. Vedete, sul Sole tutto quello che si riferisce all’esteriorità è soltanto una scrittura ed assume veramente un valore solo quando il suo significato è perfetto. Una volta era così anche sulla Terra, però quei tempi sono ora molto lontani. Ecco perché Io ora vi do queste Comunicazioni, affinché, quando gli uomini ne verranno a conoscenza, vogliano un po’ alla volta regolarsi in conformità, se desiderano veramente essere felici quaggiù e nell’aldilà.

29. Se voi volete sapere come vengono conclusi i matrimoni in Cielo, vi servano da esempio i matrimoni sul Sole, poiché questi matrimoni durano per l’eternità, mentre i matrimoni terreni, nella maggior parte dei casi, cattivissimi, durano al massimo fino alla tomba e a volte neanche fin lì, poiché non sono che pura esteriorità e perciò per Me sono basati su quanto c’è di più orribile.

30. CredeteMi: il matrimonio più spregevole, concluso sulla Terra, è quello basato sul denaro o sui beni materiali; questo matrimonio ha certamente un’eterna fine, dato che il motivo per cui è stato contratto avrà sicuramente fine. Altrettanto dannosi e spregevoli sono quei matrimoni che hanno come base la sensualità e le reciproche forme fisiche affascinanti, poiché questi matrimoni si consumano gradualmente come il loro cattivo fondamento. Lo stesso dicasi per i matrimoni politici, anche questi non durano di più del loro fondamento. Ci sono poi i matrimoni prematuri, di gioventù, che passano e si esauriscono come il loro fondamento. Lo stesso avviene per i matrimoni brillanti, che ben presto tramontano, come la loro origine rovinosa.

31. Solamente quei matrimoni che hanno Me quale Fondamento, dureranno in eterno, poiché la loro base è eterna!

32. Per questo vi ho dato tutto questo, affinché voi possiate vedere in quale modo i veri matrimoni devono essere conclusi e disposti, e quale debba essere il loro fondamento.

33. Non dite forse voi stessi: “Su un cattivo terreno non possono crescere frutti buoni e nobili, bensì solo erbacce e cardi”. – Se voi guardate quindi tutto il mondo con malevolenza e chiedete: “Da dove è venuto tutto questo?”. Io vi dico: “Guardate il terreno sul quale sono cresciuti i frutti e giudicate in base ad esso se in quel fango paludoso possono crescere nobili viti!”. Voi piantate la vite solo sui monti perché respiri ed assorba gli umori più puri e un’aria salutare e dite: “Questo è il terreno migliore per la vite”.

34. Vedete, così anche i frutti viventi del genere umano, quale pianta più nobile della Terra, devono essere seminati nel miglior terreno! Perciò non meravigliatevi se i frutti sono cattivi, dal momento che vengono coltivati nei pantani paludosi e nelle cloache. Questi tristi terreni, però, sono i vostri matrimoni mondani, e perciò, tale il terreno, tali i frutti! In verità, campi estremamente sudici per la semina del seme vivente per un frutto che deve sussistere per l’eternità!

35. Tuttavia, per Me basta, perché ciò è una potente spina nell’occhio! Dunque, ritorniamo sul terreno del Sole che è tanto migliore, ed apprendiamo dai suoi abitanti ancora qualcosa che dovrebbe esistere sulla stessa base anche sulla Terra. Questo qualcosa consiste principalmente nel culto religioso già accennato all’inizio, nonché nel modo in cui esso viene praticato, sia esteriormente che interiormente, dagli abitanti del Sole, particolarmente nella fascia a noi già nota.

36. Ne parleremo però la prossima volta. Per oggi fermiamoci qui!

 

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Cap. 24

Giorni di cerimonia e di festa

La morte degli abitanti della fascia centrale

 

1. Gli abitanti solari hanno forse un Sabato o qualche altro giorno festivo?

2. Come sarebbe possibile su tale pianeta dove non ci sono notti separate dai giorni, che ci siano Sabati o giorni festivi? Perciò sul Sole c’è un altro ordine che sui pianeti.

3. Nonostante ciò, anche là viene stabilito un certo periodo di tempo in cui ci si riposa dalle solite fatiche quotidiane. – Quindi, quando cade questo periodo di riposo?

4. Voi sapete che tutto il Sole gira intorno al suo asse entro ventinove giorni. Voi sapete pure che gli abitanti solari possono vedere benissimo il cielo stellato. Essi scorgono bene specialmente quelle stelle fisse che voi considerate di prima, seconda e terza grandezza; stelle che agli abitanti del Sole appaiono grandi quasi come per voi il Sole. Ciò vale solo per le stelle fisse di prima e seconda grandezza, mentre quelle di terza grandezza le vedono circa come la metà delle prime. Talvolta, quando l’aria è insolitamente calma e limpida, essi possono scorgere anche le stelle di quarta e quinta grandezza, ma l’occhio degli abitanti di questa fascia non giunge più in là.

5. Quando gli uomini solari vedono sorgere all’orizzonte, in tutta la sua grandezza e splendore, quella stella che voi chiamate Sirio, allora ha inizio una festività che dura il tempo che impiega la stella per raggiungere lo Zenit, ciò che, secondo i vostri calcoli, corrisponde a poco più di sette giorni.

6. Durante questo periodo di tempo ogni pendolo deve essere fermato, ad eccezione di quello principale del secondo o ‘grande tempio’ che non deve essere mai arrestato. Durante questo periodo festivo non deve essere fatto alcun lavoro, né insegnato, ma ogni padre di famiglia rimane con i suoi nella sua dimora e nessuno deve porre il piede al di là del limite segnato dalle colonne di una casa, fatta eccezione di quando si presenta la minaccia di uno di quei grandi fenomeni elementari che voi ben conoscete, che però avvengono di rado nella prima metà dell’apparizione della stella Sirio, ma più facilmente nella seconda metà, che dura quanto la prima. (Si capisce però da sé che questo fenomeno non avviene sempre nella stessa zona, ma condizionatamente secondo un ordine Superiore, cioè secondo l’ordine e secondo la Volontà della Sapienza divina).

7. Cosa fanno in questo periodo questi uomini nelle loro dimore? Essi fanno dei voti a se stessi, che poi, anche in seguito, mantengono nel modo più rigoroso.

8. Uno di tali voti consiste in ogni genere di esercizi di abnegazione, ed è simile all’incirca da voi come un vero sacrificio. Questo voto non è uguale per ogni casa, ma dipende più o meno dalla debolezza di ogni famiglia.

9. Ad esempio, se in una famiglia c’è l’abitudine di parlare troppo, allora, durante questo periodo, tutte le lingue di questa casa devono fare un completo digiuno e nessuno deve lasciarsi sfuggire nemmeno una sillaba, ma dedicarsi soltanto alla meditazione. Nota bene! Un simile digiuno sarebbe estremamente raccomandabile anche sulla Terra, perché risulterebbe molto utile specialmente in quelle case dove si fanno delle chiacchiere inutili, dalla mattina di buon’ora fino alla sera tardi, dove si tagliano i panni addosso al prossimo, senza remissione.

10. Inoltre, se in una casa del Sole gli uomini ci tengono molto a mangiare, allora durante questo periodo si mangia il meno possibile, per porre così un freno a questa debolezza.

11. Se invece in una casa ci sono degli attaccabrighe, cioè esseri che vogliono avere sempre ragione e che vogliono che la loro opinione venga riconosciuta da tutti come la migliore, allora, durante questo periodo, ogni velleità del genere deve completamente cessare e l’uno deve lasciare incontestabilmente la ragione all’altro, specialmente quelli che sono attaccabrighe nel modo descritto prima. Siccome in questo periodo tornano a casa anche tutti i ragazzi dagli istituti inferiori, in ogni abitazione c’è sempre un notevole numero di persone. Se tra queste ci sono anche degli attaccabrighe, questo periodo di digiuno adatto a loro cade molto a proposito.

12. Insomma, come detto, in ogni casa questo digiuno trova una diversa applicazione, a seconda della predominante debolezza dello spirito che è stata rilevata.

13. Quando la stella ha raggiunto lo Zenit, allora vengono aperti tutti i portoni delle case e tutti si affrettano a recarsi ai tre templi per porgervi il dovuto ringraziamento per l’ottenuto rinvigorimento durante tale periodo. A chi? Lo capirete senz’altro.

14. Terminato il ringraziamento e la benedizione reciproca, e dopo aver ricevuto la benedizione generale da parte del sommo sacerdote, tutti ritornano in fretta a casa e riprendono il lavoro giornaliero abituale.

15. Questo è il servizio del cerimoniale religioso sul Sole. Per quanto riguarda quello spirituale, esso dura ininterrottamente, poiché tutta la vita di un abitante del Sole consiste nel dedicarla incessantemente al riconoscimento della divina Volontà e nel seguirla nel modo più esatto possibile. E questa è proprio la parte più spirituale di ogni servizio religioso. La parte sommamente spirituale consiste però nel ragionare sulla Mia incarnazione e nel procurare di avvicinarsi sempre più alla grande Opera d’amore, nel suo pieno significato. Dunque, questa sarebbe la massima parte spirituale del servizio divino degli abitanti del Sole.

16. Ciò che può destare meraviglia, almeno per voi uomini terrestri, è che la morte fisica di uno di loro viene considerata come parte del servizio religioso spirituale. E perché dunque? Perché il morire sul Sole, specialmente su questa fascia, ha un aspetto quanto mai spirituale.

17. A questo proposito chiederete: “Come può essere ciò?”. – Solo un po’ di pazienza e lo apprenderete subito.

18. Vedete, questi esseri non si ammalano mai, ma quando il loro spirito ha raggiunto il grado di maturità necessario, allora con una fiammeggiante esplosione del suo essere, lo spirito distrugge in un attimo il suo rivestimento fisico e poi si reca in un mondo superiore del quale parleremo più tardi.

19. Noi abbiamo ricevuto subito dall’inizio alcuni cenni a questo riguardo; solo che in seguito discuteremo tali cose ancora più dettagliatamente.

20. Vedete, poiché quando gli uomini solari muoiono – in certo qual modo scompaiono all’improvviso – una tale sparizione viene celebrata da costoro con una interiorissima meditazione spirituale, e si loda il Signore per aver liberato un fratello dai vincoli mortali, riconducendolo nel Regno originario di ogni Luce e di ogni Vita!

21. Perciò questa parte spirituale del servizio religioso viene chiamata “l’ultimo canto di lode”, perché dopo la morte di un uomo non ne segue più nessuno.

22. Non si tratta del fatto che questo trapassato viene cancellato dalla memoria di coloro che sono ancora in vita. Questo non può accadere, perché sul Sole la storia del loro mondo viene trattata molto meglio che in qualsiasi altro pianeta, specialmente come nella vostra Terra, dove le pagine della storia sono riservate a quelle persone che si sono fatte incoronare, oppure a quelle che hanno ammazzato il maggior numero di persone! Dunque, nel Sole la storia non viene concepita e registrata come da voi, bensì ogni abitante viene registrato nei templi, e precisamente con il suo carattere e il suo modo di vivere, e se egli è stato testimone dell’uno o dell’altro grande fenomeno naturale. Vengono pure conservati i prodotti della sua volontà e precisamente nelle stessa abitazione in cui ha vissuto. Perciò, là nessun ornamento vi si trova invano, bensì questo diventa una lettera molto significativa nel libro della storia dell’uno o dell’altro uomo che ha dimorato in quella casa.

23. In tal modo è pur certo che il ricordo di un trapassato non viene solennizzato sul Sole come da voi sulla Terra con sfarzosi accompagnamenti funebri e poi con la celebrazione di messe quasi eterne, ma con la frequente contemplazione di ciò che egli ha prodotto per la Mia Grazia che dimorava in lui. E ciò è incomparabilmente meglio di tutti i servizi alla memoria che si fanno per soldi per qualunque defunto. Io, che sono l’Unico che può aiutare, non ho bisogno di denaro. Però colui che si fa pagare per costringerMi con vane ed assurde cerimonie a dare il Mio aiuto, segue sempre la via più sbagliata e la più tenebrosa. Infatti, in verità vi dico: “Il gracidio di una rana Mi indurrà prima ad accordare una Grazia, che una preghiera pagata. E credeteMi pure: fra tutti i misfatti che un uomo compie, il peggiore è quello di farsi pagare dai fratelli per delle preghiere spacciate per efficaci. Se una mosca ronza, se una rana gracida in un pantano, o un mulino è sbattuto dall’acqua, in verità tali rumori Mi sono più graditi che non una preghiera fatta per denaro; anzi questa cosa dinanzi a Me è simile ad un nauseabondo sputo oppure al marcio di un puzzo stomachevole”. Non è necessario che vi dica di più!

24. Da questi brevi accenni potete facilmente dedurre a cosa servono i solenni funerali e le fondazioni per le celebrazioni delle messe. Di più non è necessario dire; basta che vi rimandi all’Evangelo. Leggetelo bene, e allora troverete quale ricompensa Io ho riservato ai sacerdoti ebrei che usano farsi pagare dalle vedove e dagli indigenti e dagli orfani per delle lunghe preghiere menzognere. Se voi riflettete bene su questi punti, ne dedurrete facilmente come stanno le cose, specialmente con le vostre solennità funerarie cattolico-romane.

25. Ma ora basta parlare di ciò! Ritorniamo sul Sole ed osserviamo un po’ l’una o l’altra casa, in cui o il padre o la madre ha raggiunto la liberazione, poiché di fanciulli qui non ne muoiono mai, dato che su questa fascia ogni cosa deve raggiungere, nel massimo ordine, la completa maturità.

26. Che cosa succede allora del superstite? Allora il coniuge superstite passa subito l’intera amministrazione della casa al figlio maggiore, e questo vive ancora nella stessa quale maestro e consigliere nelle cose di Dio per tutto il tempo ancora necessario alla completa maturazione del suo spirito.

27. Il vedovo, o la vedova, ha però, poi, dei ripetuti incontri con il trapassato. Una tale apparizione in spirito non viene però scorta da nessun altro se non dal coniuge rimasto, che resta con essa in un vincolo matrimoniale di eterna durata.

28. Perciò sul Sole nessuno si sposa una seconda volta, né durante la vedovanza desidera altro che doversi mai più dividere, per l’eternità, dall’oggetto del suo cuore.

29. Questa è la cosa più degna di nota su questa fascia solare principale. Perciò ora vogliamo concludere la nostra osservazione su di essa e dedicarci alle fasce vicine, certo un po’ più piccole.

30. Ora, ai due lati di questa fascia si trovano altre sette fasce un po’ più piccole di questa, le quali armonizzano fra loro secondo l’ordine. Quando però si parlerà di una fascia, si potrà intendere anche l’altra opposta, perché una fascia a sud della principale e la corrispondente a nord sono della stessa specie con poche differenze.

31. Tutto ciò che si presenterà al nostro sguardo sulla prossima fascia e su quella ad essa corrispondente, cominceremo a percepirlo solo nella prossima Comunicazione. Perciò per oggi fermiamoci qui!

 

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     Cap. 25

 

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Il primo paio delle fasce secondarie

Paesaggio e uomini del luogo

Sulla bellezza esteriore e interiore

 

1. Per quanto riguarda questa fascia successiva e la sua corrispondente al lato opposto, in primo luogo ambedue sono molto più strette e il loro terreno è pure considerevolmente più solido di quello della fascia mediana o principale. La fascia principale è il vero e proprio mondo solare, mentre le altre fasce sono soltanto dei mondi corrispondenti ai pianeti che girano intorno al Sole.

2. E queste prime fasce corrispondono ai pianeti Mercurio e Venere, pianeti questi che gli abitanti di tali due fasce possono ancora scorgere molto bene, e cioè Mercurio nella grandezza della vostra Luna e Venere circa la metà più piccola.

3. Per essere più esatti, di queste due fasce quella settentrionale corrisponde a Mercurio e quella meridionale a Venere. Nella fascia settentrionale si trova, in forma più perfetta, tutto ciò che c’è sul pianeta Mercurio, così in quella meridionale si trova, in forma più perfetta, tutto quanto si trova su Venere.

4. Premettere questo era necessario, affinché voi possiate conoscere anticipatamente come stanno le cose su queste fasce secondarie e avere una buona dimestichezza, attraverso una completa conoscenza di queste fasce, con i pianeti stessi.

5. Affinché in occasione della nostra esposizione non si crei nessuna confusione nel vostro animo, noi prenderemo in considerazione principalmente la fascia settentrionale, sfiorando quella meridionale solo in qualche occasione, cioè quando l’una differisce dall’altra. Poiché dovete considerare anche questo in anticipo, cioè che il pianeta Mercurio e il pianeta Venere hanno quasi la stessa costituzione, e così, tanto gli abitanti di Mercurio che quelli di Venere sono puramente uomini di sapienza. L’unica differenza fra loro sta nel fatto che gli abitanti di Mercurio vogliono diventare sapienti sulla via delle loro proprie evidenti esperienze, dalle quali essi traggono poi ogni tipo di congetture e conclusioni, in seguito a che tali uomini, ancora come spiriti, sono estremamente attratti dai viaggi e vogliono vedere tutta la Creazione con i propri occhi, per attingere informazioni e sincerarsi, secondo il loro più intimo percepire, se le conclusioni della loro sapienza durante la loro vita corporale erano corrispondenti alla realtà oppure erano ingannevoli. Questa è la natura o, in certo qual modo, la qualità principale degli abitanti del pianeta Mercurio.

6. Se volete vedere gli abitanti di Venere, essi sono alla fin fine come gli abitanti di Mercurio, soltanto che cominciano la loro scuola di sapienza dove gli abitanti di Mercurio finiscono, e la loro prova finale è quasi esattamente quella con cui gli abitanti di Mercurio iniziano la loro scuola. In altre parole le cose stanno come segue: gli abitanti di Mercurio riflettono prima sulla base delle esperienze fatte e guardano dopo. Gli abitanti di Venere, invece, guardano prima e riflettono dopo sulla base delle esperienze fatte.

7. Se ora considerate bene quanto detto, dovrete dire apertamente che in ciò non c’è una grande differenza; è come in una scala musicale. L’udito sente differenza se la scala è ascendente o discendente, però i suoni rimangono gli stessi sia che si salga sia che si scenda.

8. Per questo motivo queste due fasce vengono chiamate corrispondenti, perché effettivamente lo sono. Per lo stesso motivo ammetterete anche voi che non è necessario prendere visione separatamente di queste due fasce, ma basta limitarsi a quella settentrionale. Infatti, si può facilmente dedurre dalla proporzione di questa fascia, in base alla misura data precedentemente per la proporzione, che anche quella della corrispondente fascia meridionale, come da una scala musicale ascendente, si può dedurre quella discendente, poiché alla base ci sta sempre lo stesso suono fondamentale.

9. Tuttavia, prima di passare all’uomo, diamo un’occhiata più da vicino alla configurazione della nostra fascia.

10. Voi sapete che la fascia mediana principale del Sole è limitata da due altissime montagne inaccessibili e ininterrotte. Queste due catene di montagne dividono anche le due fasce secondarie da quella centrale.

11. Nella fascia principale noi abbiamo visto come da queste due linee montuose principali si dipartono in tutta la fascia, incrociandosi in tutte le direzioni, delle ramificazioni montuose e collinari più piccole. Questo invece non è il caso della parte delle due fasce secondarie, poiché le pareti di queste montagna cadono a precipizio, senza ulteriori diramazioni montuose, direttamente verso il piano sottostante, che è ininterrottamente colmo d’acqua, cosicché, oltre la linea montagnosa che divide le due fasce secondarie dalla principale, c’è ancora una fascia d’acqua abbastanza larga. Questa fascia d’acqua, com’è naturale, non è uguale dappertutto e dovrebbe misurare in media duemila miglia delle vostre di larghezza.

12. La zona abitabile comincia subito dopo questo mare anulare. Queste due zone, la settentrionale e la meridionale, sono molto montuose ed hanno pochissimi spazi pianeggianti e, di conseguenza, anche pochi laghi e fiumi di grande importanza. I fiumi e i laghi maggiori non superano il vostro Danubio e il lago di Costanza, mentre fiumi e laghi più piccoli ce ne sono in abbondanza.

13. La zona stessa, fino alla successiva inaccessibile catena principale di montagne, ha in media una larghezza di circa cinquemila miglia delle vostre e si abbassa man mano che si avvicina alla seconda catena principale, ma non nel senso di diventare una pianura, bensì le montagne dell’interno del paese si fanno sempre più vicine le une alle altre, così da formare con le loro cime più alte un altipiano abbastanza largo, che è la parte abitata della fascia.

14. Allo stesso modo di com’è la conformazione del territorio abitabile in questa fascia nordica, così c’è la stessa conformazione anche nella fascia meridionale, cioè in quella direttamente opposta alla nordica, in modo che anche nella fascia meridionale s’incontra, dopo l’alta catena montuosa, dapprima una fascia acquatica, poi un territorio molto montuoso, che si appiattisce anch’esso verso il successivo tratto montuoso.

15. Se voi confrontate l’una con l’altra queste due fasce, dovrete necessariamente osservare, nella direzione da nord verso sud, che l’altipiano nella fascia settentrionale rappresenta la sua parte più settentrionale; nel mezzo si trova il solito territorio montuoso piuttosto basso e la parte meridionale è costituita dalla fascia acquatica. Nella fascia meridionale avviene tutto il contrario, poiché lì la parte più settentrionale è rappresentata dalla fascia acquatica, quella mediana, anche in questo caso, dal territorio montuoso piuttosto basso, e la parte più meridionale è occupata però dall’altipiano.

16. Vedete, questa è ancora una volta una concordanza tra queste due fasce, poiché una fascia, considerata secondo una certa direzione, cessa con la parte più meridionale con la quale l’altra fascia inizia nella parte più settentrionale, e così avviene anche nel caso opposto. Tutto ciò che incontrerete successivamente su queste due fasce corrispondenti sarà nello stesso rapporto.

17. Per rimanere fedeli al nostro vecchio ordine, vogliamo cominciare con l’uomo anche nella descrizione più accurata. – Dunque: di che specie sono e quale aspetto hanno gli uomini della fascia settentrionale?

18. Se conosceste gli uomini del pianeta Mercurio, Io vi direi che essi hanno lo stesso aspetto degli uomini di questa fascia, e così pure gli uomini della fascia meridionale hanno l’aspetto degli uomini del pianeta corrispondente. Però, dato che voi naturalmente non li conoscete, Io devo di certo descrivervi prima ciò che riguarda il loro aspetto, in modo che ve ne possiate fare un’idea.

19. Gli uomini hanno un corpo alquanto più grande di quello della fascia centrale ed è anche più grande di quello dei corrispondenti fratelli del pianeta, ma in primo luogo non sono così splendidamente belli come gli uomini della fascia principale. Sono però di gran lunga più belli di quelli del pianeta corrispondente, ed anche notevolmente più belli degli uomini sulla vostra Terra.

20. La ragione di ciò è la loro sapienza, poiché questa ha il potere di rendere estremamente bella la forma all’esterno. Con l’amore, il caso è diverso. In esso l’infinita bellezza è nell’interiore, mentre l’esteriore è semplice e moderato. Perciò una casuale forma esteriore di grande bellezza non deve trarre in inganno nessuno, poiché questa non ha di gran lunga un valore così elevato come la bellezza interiore; infatti, questa può essere paragonata a un cristallo di roccia poco prezioso che si trova vicino a quello di un diamante mentre ancora è nel suo originario aspetto grezzo. Quest’ultimo nel suo stato naturale brilla certamente molto meno che non un cristallo già sfaccettato dalla natura. Quando però il diamante viene lavorato e mostra la sua luminosità interiore, dite allora un po’ voi: “Quanto sono inferiori la limpidezza e la lucentezza del cristallo poco prezioso, rispetto allo splendore infuocato del colore di un diamante?”

21. Da questo piccolo esempio tutti i veri figli dell’amore dovrebbero trarre una vera tranquillità d’animo. E così, se doveste udire la descrizione di bellezze esteriori umane ancora maggiori, allora Io vi dico: “Un singolo cuore che sulla vostra Terra Mi ama veramente, conta più di tutte le bellezze immaginabili di un sistema solare; anzi, Io vi dico ancora di più: «Un tale cuore è in sé indicibilmente più bello che tutto il Cielo della sapienza degli angeli, ed anche più bello del secondo Cielo dell’amore degli spiriti angelici più elevati»”.

22. Di più non occorre che vi dica. Quando perciò Io vi svelerò con maggiori dettagli la bellezza degli uomini di questa fascia, da quanto vi è stato detto saprete come stanno le cose.

23. Prossimamente osserveremo più da vicino la forma e l’aspetto di ciò che vuol dire approssimativamente la sapienza e il suo fondamento. E così per oggi basta!

 

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Cap. 26

Informazioni più dettagliate sull’aspetto, l’abbigliamento e le abitudini

di vita degli uomini sulla prima fascia secondaria

 

1. Per quanto concerne la forma, specialmente dal punto di vista della costituzione fisica degli uomini della fascia settentrionale, essa è più o meno la stessa che hanno certi montanari asiatici della vostra Terra ancora oggi nel Caucaso occidentale, soltanto che in media sono una volta e mezza più grandi di questi.

2. Le donne sono di una straordinaria delicatezza, soltanto le piante dei piedi sono dure e ruvide come una lima. Questi piedi sono così costituiti affinché possano salire dappertutto, sul terreno liscio del Sole, senza scivolare o cadere. Qui le cadute sarebbero avvertite maggiormente da corpi più grandi e più pesanti che non sulla fascia principale, perché il terreno è più solido.

3. Il resto del corpo della donna è ben arrotondato e morbido; i suoi capelli sono, per natura, di un bianco abbagliante, mentre il colore della pelle ha tutto l’aspetto come se voi prendeste un pallido petalo di rosa e ne faceste trasparire la luce solare, poiché anche su questa fascia gli esseri umani hanno una luce propria, e se una di queste donne stesse di notte su uno dei vostri monti, illuminerebbe un cerchio abbastanza vasto intorno a sé, però non con una luce bianca, bensì, per quello che riguarda il suo corpo, con una luce di un rosso pallido. Solo dai capelli essa emanerebbe una luce bianca molto intensa che voi non potreste sopportare ad occhi aperti, né di notte né di giorno.

4. I suoi occhi sono grandi e quanto mai vivaci. Il globo oculare è d’un bianco abbagliante, l’iride azzurro chiaro, mentre la pupilla non è nera, ma di un verde molto scuro. E questo per poter sopportare tanto più facilmente la luce e vedere in modo estremamente chiaro dappertutto.

5. Questa sarebbe la forma, sufficiente ad essere illustrata con queste poche parole, poiché non è necessario soffermarsi oltre sulle singole parti del corpo, perché vi sarà ben nota una figura femminile perfetta in ciò che si offre solo alla visione esteriore.

6. Perciò è facile dedurre la figura dalla forma rappresentata. Tuttavia, affinché voi sappiate che cosa s’intende qui con il termine ‘figura’, si può dire che essa significa il vero e proprio carattere complessivo che dimora entro l’insieme della forma.

7. Questa cosa va interpretata così: quando voi ad esempio vedete un bel piede perfetto, un corpo ben proporzionato, un bel braccio rotondo, un collo dolcemente arrotondato, una testa proporzionalmente piccola e un viso ben modellato, tutto ciò dà una bella forma sulla quale non c’è nulla da obiettare, poiché tutto è perfetto, come il piede così il corpo, il seno, le braccia, il collo e la testa. Quando tutto ciò lo vedete rappresentato in un dipinto e ammirate ogni singolo dettaglio, voi date la vostra approvazione alla forma.

8. Ma se poi vi chiedete: “Che cosa mi dice questa forma?”. Voi potrete ricevere una risposta solo se abbraccerete con uno sguardo tutte le parti osservando il loro reciproco collegamento e facendo attenzione all’impressione generale, poiché l’impressione generale e l’armonia percepita nel tutto è effettivamente ciò che deve essere inteso con ‘figura’.

9. Ora che sapete questo e che vi è stata rivelata la forma, con poca fatica potreste scoprire da voi stessi anche la figura.

10. Dunque, com’è vestita una simile donna? Per ciò che si riferisce al vestiario, tutto si riduce ad un grembiule piuttosto grande intorno ai fianchi, come abbiamo visto presso gli abitanti della fascia principale. E dalla spalla sinistra fino al fianco destro, per metà corpo, pende in obliquo un mantello bianco, aperto sul braccio, che lascia libero il braccio e il seno destro.

11. Le donne portano un nastro rosso intorno alla fronte, che per loro significa l’amore per la sapienza.

12. Questo è in generale l’aspetto della donna.

13. Che aspetto ha poi l’uomo? Egli supera la donna di tutta la testa. La sua figura è senz’altro nobile e perfetta.

14. Anche l’uomo ha la palma dei piedi dura e ruvida come la donna, che talvolta sembra come da voi una cosiddetta raspa. Le gambe sono molto muscolose, ma non per questo danno la sensazione di durezza a guardarle. Così sono anche il corpo e le braccia. Il collo è rotondo fino alla parte anteriore, ma in vicinanza della gola ci sono due muscoli abbastanza ben pronunciati che formano una specie di infossatura fra l’uno e l’altro.

15. Il mento è ornato da una ricca barba, divisa nel mezzo, il cui colore è giallo, quasi tendente al verde. I capelli molto abbondanti sono come di un colore giallo pallido, le sopracciglia sono di un verde scuro, per il resto gli occhi hanno la forma di quelli della donna.

16. Gli orecchi, rispetto al capo, sono più grandi che piccoli. Il viso dell’uomo rivela saggezza e avidità di sapere. Il colore del volto tende più al rosso di quello della donna.

17. Anche il resto del corpo, a seconda delle parti, è più rosso di quello della donna.

18. Il vestiario dell’uomo consiste in una toga bianca che gli arriva fino alle ginocchia, la quale, tanto sull’orlo inferiore che intorno al collo ed anche sul davanti, porta un fregio per tutta la lunghezza. Tanto l’uomo che la donna vanno a capo scoperto.

19. Ora con ciò abbiamo esposto con chiarezza la figura dell’uomo insieme alla forma.

20. Voi chiederete: “Certamente, noi ora avremmo la figura dell’uomo della fascia nordica, ma che dire della fascia meridionale?”

21. Ciò vale anche per l’altra faccia corrispondente, con la sola differenza che gli uomini meridionali sono ancora un po’ più alti dei settentrionali, e per quello che riguarda il sesso femminile, nella fascia meridionale, esso è considerevolmente più bello di quello della fascia settentrionale.

22. Per il resto differiscono soltanto nel vestire. Nella fascia meridionale la donna indossa una toga orlata di rosso e stretta alla vita da una cintura color verde dorato intorno all’agile corpo. Invece l’uomo indossa un grembiule che dai fianchi arriva fin sotto le ginocchia, e porta un mezzo mantello come quello che abbiamo visto nella fascia settentrionale sul corpo della donna, solo che questo mantello non ha uno spacco così aperto come quello della donna, ed è anche considerevolmente più lungo di quello della donna della fascia settentrionale.

23. Qui la donna porta un nastro azzurro intorno alla fronte, mentre l’uomo ha un berrettino rosso per coprirsi il capo. Questo berretto esprime qui lo speciale amore dell’uomo per la sapienza, mentre il nastro azzurro della donna, intorno alla fronte, significa la sua costanza nel seguire la sapienza dell’uomo.

24. Noi abbiamo appreso che nella fascia centrale gli uomini sono molto curiosi, però la loro curiosità è nulla se confrontata con quella degli abitanti di queste due fasce secondarie, poiché specialmente l’uomo settentrionale è tanto curioso che sarebbe capace di stare a guardare, sempre fermo sul medesimo posto, uno spettacolo o un fenomeno della natura, qualunque esso possa essere, per tutta la sua durata che, secondo i vostri calcoli, potrebbe essere di parecchi anni. Ma naturalmente, da parte Mia, viene provveduto affinché né in questa fascia, né in quella corrispondente, gli spettacoli della natura durino troppo a lungo.

25. Generalmente gli spettacoli naturali più importanti si verificano dove la fascia d’acqua costeggia le due alte catene montuose (quelle che separano la fascia principale da ambedue le secondarie). Questi spettacoli naturali sono di lunga durata specialmente in occasione dell’esplosione dei rigonfiamenti nella fascia centrale, tuttavia, dato che la fascia anulare d’acqua è sempre larga come all’incirca il doppio del diametro della vostra Terra, così per i nostri curiosi non c’è molto da vedere. In occasione di grandi eruzioni vengono lanciate delle grandi sfere luminose in gran numero oltre gli alti monti di questa fascia, ma, in seguito alla considerevole distanza, queste sfere, anche se talvolta raggiungono la grandezza della vostra Luna, non possono essere scorte in una grandezza maggiore di quando voi guardate la Luna con un cannocchiale di media portata. Oltre a ciò la caduta di queste sfere luminose dura appena qualche secondo dei vostri; perciò tale spettacolo lascia sempre molto insoddisfatto il curioso abitante di questa fascia.

26. Le loro contemplazioni principali sono quelle del cielo stellato, e specialmente gli abitanti settentrionali, a forza di congetture, si spossano spesso sul significato dell’una o dell’altra stella, sulla loro costituzione e scopo.

27. Gli abitanti meridionali hanno perfino una specie di cannocchiale, su per giù come la vostra ‘camera oscura’[14]. Per mezzo di questo strumento essi captano l’immagine dell’una o dell’altra stella e l’osservano con la maggiore diligenza, ma con tutto ciò non va meglio che a voi sulla Terra con i vostri cannocchiali, con cui, alla fine, non riuscite a saper altro se non tutt’al più il movimento degli astri, e forse la loro grandezza. Essi però sono più avanti dei vostri scienziati solo perché, quali abitanti di una stella fissa, possono stabilire le distanze, i movimenti e le grandezze di altre stelle fisse, cioè fino a dove arrivano i loro occhi e i loro strumenti; quando questi non servono più, allora anche per loro, come per voi, ogni calcolo viene a cessare.

28. Anche in questo gli abitanti delle due fasce differiscono, e precisamente i settentrionali sono meno attratti dal guardare, ma molto di più dal congetturare e concludere, mentre gli abitanti della fascia meridionale, prima osservano accuratamente e solo dopo passano alle congetture e alle conclusioni.

29. Dunque, per quanto nella massima brevità possibile, siamo giunti a conoscere le inclinazioni principali di questi uomini; ora guardiamo un po’ come vivono, cioè se singolarmente oppure in società.

30. Per quanto concerne queste fasce secondarie, come nella fascia principale, gli uomini vivono in abitazioni separate che descriveremo prossimamente. Comunque, questo è l’uso dei sapienti, per non essere disturbati nelle loro considerazioni.

31. Nonostante ciò, specialmente in riva ai piccoli laghi interni nonché sull’altopiano, ci sono certi collegi sociali[15] che consistono di parecchi grandiosi edifici, situati l’uno vicino all’altro e che hanno l’aspetto di una città. Questi insediamenti sono un bene comune e vengono abitati dai maggiori sapienti della zona.

32. Che aspetto hanno le singole abitazioni, nonché questi insediamenti, lo diremo alla prossima occasione, e ci soffermeremo anche su ciò che riguarda la loro utilità. E così per oggi basta!

 

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Cap. 27

Abitazioni ed insediamenti collettivi sulla prima fascia secondaria

 

1. Per quello che concerne le abitazioni singole, si può dire che ricordano a grandi linee i padiglioni rotondi dei vostri giardini; solo che tali abitazioni hanno in proporzione i tetti molto più alti ed appuntiti. Queste abitazioni non sono così aperte come quelle della fascia centrale, ma sono chiuse tutt’intorno da pareti solide, fabbricate con un materiale trasparente di tinta verde che permette una sufficiente illuminazione all’interno della casa.

2. Che aspetto ha dunque l’interno della casa e quant’è grande lo spazio interno? Per quello che concerne lo spazio interno, è abbastanza grande da potervi collocare dentro un edificio, piuttosto grande, della vostra Terra, ma raramente un’abitazione di questo tipo è più alta di una torre di media altezza da voi. Cioè, se si considerano solo le pareti, il tetto raggiunge il triplo dell’altezza delle pareti.

3. Dalla parte orientale si trova una porta che ha all’incirca l’ampiezza di una nostra porta di città. Questa non è al livello del suolo, ma ci sono dieci gradini da salire per raggiungerla.

4. Davanti alla porta stessa si trova una specie di terrazzino, sul quale si devono percorrere alcuni passi prima di raggiungere la porta. Sia la scala che il terrazzino sono coperti da un tetto coperto da massicce colonne quadrangolari.

5. Quando poi si è oltrepassata la soglia, c’è pure una piccola scala da scendere. Ma anche oltre la porta non comincia subito la scala, bensì la porta è collegata con la scala per mezzo di una specie di terrazzino interno, provvisto da entrambi i lati di una balaustrata formata da colonnine poligonali, leggiadramente lavorate.

6. Da questo terrazzino interno, in direzione rettilinea, parte un corridoio abbastanza spazioso intorno a tutte le pareti dell’abitazione. A partire dal pavimento esso viene sostenuto da colonne bianche esagonali abbastanza grosse. Il corridoio stesso è provvisto di una balaustrata semplice; ‘semplice’ ha lo stesso significato che da voi ha una cosa certo di buon gusto, ma lavorata senza ornamenti complessi o incisi sopra.

7. Dopo questo corridoio ci sono parecchie file circolari di colonne che dal pavimento giungono fino agli architravi del tetto e lo sostengono. Le colonne sono relativamente massicce e solide, cosicché una colonna, in media, non di rado ha una circonferenza dai tre ai quattro klafter.

8. Intorno ad ogni colonna, al livello dell’abitazione, ci sono dei sedili circolari molto comodi e morbidamente imbottiti.

9. Intorno alla grossa colonna centrale c’è pure una scala a chiocciola che arriva fino al soffitto, dove si trova una porta che conduce sulla balconata del tetto chiamata “osservatorio” (non nel senso della parola, ma dello scopo). Anche questa balconata è circondata da una balaustra semplice, ma di buon gusto, formata da piccole colonnine. Talvolta questa balconata ha un tetto, però sull’altipiano di solito l’osservatorio è senza tetto, perché anche sul Sole, sull’altura fa molto meno caldo che nel bassopiano.

10. Nell’interno della casa, dinanzi ai sedili circolari che si trovano intorno alle colonne, sono posti parecchi tavoli, i quali hanno l’aspetto di piatti lisci, e ce ne sono quattro intorno ad ogni colonna che poggiano sempre su tre colonnine.

11. Sotto il corridoio, tutto intorno alla rotonda delle pareti, ci sono degli spaziosi sedili del tipo dei vostri sofà, sui quali gli abitanti sono soliti riposarsi dopo qualche lavoro. Sui tavoli, invece, consumano i loro pasti.

12. Dai molti tavoli voi potete anche dedurre che la famiglia di una tale dimora è alquanto numerosa. In media vi abitano quasi sempre un centinaio di persone.

13. Alla parte opposta della grande porta si trova uno splendido cassettone, composto da tanti cassetti quante sono le persone di quella casa. Ogni cassetto porta lo stesso segno che indica il nome di ciascun membro della famiglia. Così ognuno conserva nel proprio cassetto quello che serve per le proprie necessità fisico-materiali, nonché per quelle spirituali.

14. Le esigenze corporali sono quel po’ di vestiario e gli strumenti necessari per l’artigianato.

15. Per i bisogni spirituali lì c’è una specie di libri illustrati, le cui immagini sono la raffigurazione, da parte degli uomini, di tutte le esperienze e le osservazioni fatte. Quando uno di costoro ha raccolto un certo numero di questi libri, allora li consegna all’insediamento dal quale dipende. Là queste esperienze ed osservazioni vengono controllate scrupolosamente, e poi, quanto c’è di utilizzabile viene registrato in un libro protocollare generale; il resto viene generalmente distrutto perché di nessuna utilità.

16. In seguito i libri vengono restituiti corretti a colui che li aveva consegnati e quest’ultimo ricopia quello che è stato approvato in un nuovo libro, che poi diventa il libro principale della casa. I vecchi diari, generalmente, vengono  distrutti.

17. Anche le donne, al pari degli uomini, devono mettere diligentemente per iscritto le loro esperienze ed osservazioni, e come gli uomini, tenere un libro principale.

18. Il capo famiglia ha un libro generale in cui vengono registrati tutti i libri principali dei componenti sia maschili che femminili della famiglia stessa, però notevolmente ridotti. Sul fondo del corridoio rotondo egli ha a disposizione, per questo libro generale, un cassettone piuttosto grande, nel quale nessuno deve guardare, ad eccezione del capo famiglia che a scadenze fisse passa in rassegna tutti gli altri libri principali basandosi sulla lettura di questo libro generale.

19. Dunque questo è l’aspetto e la disposizione di una casa nella fascia settentrionale.

20. In quella meridionale le case hanno quasi lo stesso aspetto; soltanto i tetti, invece di essere appuntiti, sono arrotondati, così pure le colonne sono rotonde, invece che quadrangolari. Questa sarebbe tutta la differenza.

21. Il fatto che le case siano più alte nella fascia meridionale, lo potete facilmente dedurre dalla considerazione che qui, come già detto, gli uomini della fascia meridionale sono un po’ più grandi di quelli settentrionali.

22. Anche questi abitanti costruiscono le loro case preferibilmente su punti più elevati. – E adesso, dopo aver concluso con le case, non resta che rivolgere la nostra attenzione agli insediamenti collettivi.

23. Questi insediamenti collettivi non consistono di un unico edificio, ma, per quanto lo consente lo spazio pianeggiate, talvolta di cento e talvolta perfino di mille edifici. Tuttavia non tutti gli edifici hanno la stessa grandezza, ma questa varia in conformità dello scopo a cui sono destinati.

24. In mezzo a un tale insediamento collettivo c’è sempre l’edificio principale, che è il più alto e il più grande di tutti gli altri edifici dell’insediamento.

25. Un tale edificio principale è sempre a forma di rettangolo molto allungato. Ad ognuno degli angoli di trova un’alta torre, che generalmente è priva di tetto, affinché dalla sua sommità si possano fare osservazioni in tutte le direzioni. L’edificio stesso ha una lunghezza che non di rado raggiunge mille dei vostri klafter, ma come larghezza non supera mai i cinquanta, mentre la sua altezza talvolta raggiunge i centocinquanta klafter. Il tetto supera almeno di metà, in altezza, l’edificio stesso, ed il suo colore è di un rosso rosato scuro, mentre i muri sono di un violetto pallido; i muri delle torri sono invece d’un verde pallido.

26. Le mura di questo edificio non sono così chiuse come quelli delle case, ma sono provviste, su ogni lato, di finestre alte cinquanta klafter e larghe due, poste ad una giusta distanza l’una dall’altra. Perciò le mura di un tale edificio principale non sono trasparenti, perché la luce entra nell’edificio tramite le finestre. Esse stesse non sono aperte, ma, come da voi le finestre gotiche, sono isolate dall’aria esterna da vetri trasparenti, ma elastici e di tutti i colori.

27. L’esterno di un tale edificio offre uno spettacolo imponente, a causa della sua colossale grandezza, però nel complesso non è per niente sfarzoso!

28. Nondimeno, tanto più magnifico è il suo interno. Voi non dovete immaginare l’indescrivibile splendore di un tempio di primo e secondo tipo della fascia centrale, ma dovete considerare la sua magnificenza per se stessa, senza fare confronti. Infatti, sebbene una luce non abbia la potenza di un Sole, può tuttavia essere bella per se stessa, anche se è solo uniforme e tranquilla. Le cose stanno così anche con l’interna magnificenza di un tale edificio principale.

29. L’ingresso di questo edificio non è al piano terra, ma nel mezzo di un lato stretto si trova un grandioso terrazzo, sul quale si giunge attraverso parecchi gradini. Il terrazzo stesso è uno spiazzo piuttosto ampio, quadrangolare, provvisto di un tetto che poggia su delle bianche colonne quadrangolari. Attraversato questo terrazzo si giunge all’ingresso di un portone alto venti klafter. All’interno dell’edificio il terrazzo – che è più ampio all’interno dell’edificio che non all’esterno – prosegue di venti klafter in avanti. Poi seguono dei gradini per scendere, con due rampe che conducono in basso, nell’edificio vero e proprio.

30. In mezzo alle due gradinate il terrazzo si prolunga, nella sua ampiezza ridotta di un terzo, fino all’altra estremità dell’edificio, e così costituisce un corridoio mediano. A sinistra e a destra, alla stessa altezza, cominciano poi due ampi corridoi collegate, sia a metà dell’edificio che alla fine dello stesso, con il corridoio mediano. Questi corridoi sono alti circa dieci klafter al di sopra del pavimento comune e poggiano su colonne quadrangolari poste a cinque klafter di distanza l’una dall’altra. Non c’è quasi bisogno di dire che tanto il corridoio mediano che i due laterali sono provvisti di balaustrate, eseguite con buon gusto. I parapetti poggiano su delle colonnine ottagonali trasparenti, di colore verde pallido.

31. Il pavimento del terrazzo, come quello dei corridoi, è costruito come un mosaico che offre alla vista la più grande varietà di raffigurazioni, e alla superficie è così levigato che sembra un vostro specchio. Ogni altra cosa in questo edificio è pulita e lucida.

32. Fra il corridoio mediano e quelli laterali ci sono due file di colonne grosse che sostengono il soffitto, nonché il tetto dell’edificio.

33. In basso, cioè nell’edificio stesso, ci sono intorno alla base di ognuna di tali colonne dei sedili di riposo, fatti con una materiale elastico di colore rosso splendente. Intorno a questi sedili ci sono pure dei tavoli, simili a quelli in uso nelle abitazioni.

34. Nel mezzo di tale edificio, e precisamente fra il corridoio mediano e il colonnato principale, da ambedue le parti si trovano, parallelamente, dei lunghi tavoli da cento klafter di lunghezza, intorno ai quali sono posti in gran numero dei sedili a braccioli mobili.

35. Al posto del tavolo, e precisamente tra le colonne che sostengono il corridoio mediano, si trova in corrispondenza ad ogni colonna un grande cassettone, nel quale sono conservati i libri principali. Davanti al cassettone si trova un cavalletto mobile, lavorato con fregi, la cui funzione è di poter arrivare comodamente ad ogni cassetto del cassettone.

36. Non dovete credere che i cassettoni o armadi in cui si trovano i libri, siano fatti di legno, bensì di una specie d’oro rosso, che supera in splendore tutto quello che può essere visto di splendente. Questi armadi sono lavorati con tantissimi fregi e sono posti fra le colonne bianche del corridoio in un ordine che non danneggia assolutamente la bellezza dell’architettura.

37. Sotto i corridoi laterali, lungo le pareti, cioè dietro ad ogni colonna del corridoio, si trova un tale armadio d’oro giallo carico, soltanto che ognuno di questi armadi è largo il doppio di quelli che si trovano dietro le colonne di sostegno del corridoio mediano. Questi armadi, che proseguono lungo tutto il muro dell’edificio, costituiscono l’archivio, e in taluni di questi edifici principali ce ne sono più di duemila ed ogni armadio ha mille cassetti, ognuno dei quali  contiene talvolta duemila libri. Se volete moltiplicare tutto ciò, vi risulterà indubbiamente una biblioteca molto ricca. Solamente che non dovete immaginare che tali libri siano come i vostri, ma ognuno di quei libri consiste al massimo di dieci fogli, sui quali appaiono parecchie immagini di carattere generale. Tuttavia, ogni immagine comprende in sé un tale e vasto significato, che se doveste descriverlo con il vostro linguaggio riempireste per lo meno mille libroni, ciascuno dei quali da cinquemila pagine.

38. Da ciò potete trarre la conclusione di quanta sapienza si cela là in un edificio principale di tal genere. E se aggiungete ancora che in una tale fascia solare ci sono circa cinque milioni di edifici principali dell’insediamento, voi potete calcolare quanti libroni dei vostri ci vorrebbero per contenere tutta la sapienza che è racchiusa in queste due fasce.

39. Tuttavia tutta questa sapienza non rappresenta neppure una goccia della sapienza di un unico uomo che dimora nella fascia centrale del Sole. E quest’ultima è a sua volta appena una goccia rispetto a quella di un sommo sacerdote di quella fascia centrale, il quale la attinge dall’amore. E la sapienza di questo sommo sacerdote è di nuovo solo un’unica goccia, se comparata con quella del figlioletto più piccolo del Mio Amore! Allora, dove arriva la sapienza di un perfetto abitante dei Cieli, e infine, dove la Mia Sapienza?

40. Per farla breve, lasciamo che la sapienza riposi in questi archivi ed osserviamo ancora un po’ l’ulteriore assetto di questo edificio principale.

41. Il soffitto di questo edificio consiste in una triplice volta di grande solidità ed ha il colore splendente dell’oro rosso pallido. Le pareti sono azzurre ed estremamente lucide. Dal soffitto pendono, fino a metà altezza dell’edificio, per mezzo di grosse corde bianche, delle sfere luminose, anch’esse bianche, le quali però non hanno luce propria, ma tramite le loro sfaccettature a più spigoli e la levigatura quanto mai raffinata, rifrangono la luce che entra dalle finestre nei più svariati colori, e conferiscono con ciò un aspetto quanto mai splendido all’interno dell’edificio.

42. I corridoi sono pure provvisti ininterrottamente, lungo tutta la parete, di panche ben imbottite, affinché quelli che vi passeggiano possano riposarsi quando sono stanchi.

43. Così è disposto nel suo insieme un tale edificio principale. In ogni angolo dell’edificio stesso c’è ancora una piccola porta che conduce alle torri.

44. Le torri stesse, nel loro interno, non hanno nulla di rilevante all’infuori di una comoda scala che porta da un piano all’altro. Infatti è stato così disposto per evitare che durante la salita a qualcuno non vengano le vertigini. Per rendere più chiara la cosa, immaginatevi una torre alta quasi mille klafter, che all’interno sia suddivisa, ogni dieci klafter, da un pavimento trasversale a diversi piani, in modo che ogni piano sia collegato all’altro da una scala munita di balaustrata.

45. Raffiguratevi, poi, che una simile torre quadrangolare abbia un perimetro di quattrocento klafter, così potete farvi un’idea più esatta della sua conformazione. Ad ogni piano ci sono almeno tre finestre, dato che i muri non sono trasparenti.

46. Questo è tutto. La prossima volta considereremo gli altri edifici e poi daremo un’occhiata alla fascia meridionale! E così, per oggi basta!

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Cap. 28

Edifici artistici e scientifici negli insediamenti collettivi

 

1. Per quello che riguarda gli altri edifici di un insediamento collettivo (collegio), si può dire soltanto che essi differiscono dalle altre abitazioni perché hanno delle finestre, e ciò per il semplice motivo che i muri, come l’edificio principale, non sono trasparenti. Le finestre di tali edifici sono generalmente a mezza luna, soltanto pochi edifici hanno finestre del tutto rotonde oppure esagonali.

2. I tetti di questi edifici secondari non sono così alti come quelli delle abitazioni, ma sono più smussati e più bassi. Qualche edificio ha il tetto a forma di cupola e, in tal modo, l’insieme di tali edifici collegiali ha quasi l’aspetto di una città abbastanza vasta.

3. Un simile collegio è abitualmente circondato da un bastione circolare piuttosto alto, munito di parecchie torri che servono per ogni genere di osservazioni. In un tale collegio si trova generalmente anche un teatro, non però del tipo dei vostri, ma esso è piuttosto un luogo di rappresentazione di immagini delle varie esperienze fatte dagli abitanti della fascia. L’esibizione viene fatta in forma pittorica e perciò il luogo dove l’autore ha fatto l’esperienza viene fedelmente raffigurato. Si deve sapere, infatti, che gli abitanti di questa fascia sono grandi cultori dell’arte figurativa, perciò, con le dovute e rarissime eccezioni, quasi ogni abitante di questa fascia è un pittore veramente abile. La pittura, infatti, è pure l’unico modo di scrivere. L’unico obbligo per ognuno è di saper imitare fedelmente la natura.

4. Ora vi sarà più facile comprendere in quale modo viene usato un tale teatro, dato che non consiste in altro che in esposizioni di opere pittoriche ben riuscite che di solito vengono disposte lungo tutta la rotonda, cosicché tutto il teatro ha l’aspetto come se voi, ad esempio, poteste vedere tutto intorno a voi un grande quadro circolare sul quale viene raffigurata un’intera città o un altro paesaggio significativo. Soltanto che, com’è naturale, voi dovete figurarvi che un tale quadro circolare, su questa fascia, è molto più grande di uno simile sulla vostra Terra.

5. Infatti, un teatro di questo tipo, in un collegio simile, ha un perimetro per lo meno dai trecento ai quattrocento klafter, e non di rado è alto circa cinquanta klafter. – Volete conoscere un po’ più da vicino l’edificio teatrale? Che ciò accada! – L’ingresso, a differenza di quello delle abitazioni, è sotterraneo. Perciò a fianco di questo edificio è annessa una specie di prominenza, come da voi certe cappelle al lato di una chiesa. In questa cappella è incavata una nicchia della profondità abbastanza considerevole di circa tre klafter. In fondo alla nicchia si trova il portone i cui battenti si aprono verso fuori. Da questo parte una scala abbastanza larga che conduce verso il basso, come da voi in una cantina, e questo per circa sette klafter. Quando la scala ha raggiunto questa profondità, si innalza un’altra scala, salendo la quale si sbocca proprio nel mezzo del teatro.

6. Internamente a questo edificio, a circa tre klafter di distanza dal muro perimetrale, si trova una fila di colonne, le quali innanzitutto aiutano a sostenere il soffitto e il tetto del teatro, e poi sostengono anche, a circa tre klafter dal suolo, un corridoio spazioso e ornato, provvisto di parapetti, da cui si può osservare al meglio l’esposizione pittorica.

7. Nel centro del teatro, alla distanza di un buon klafter dall’ingresso, si trova pure una colonna molto massiccia, che contribuisce altrettanto a sostenere il soffitto e il tetto, intorno alla quale però, dal suolo fino al soffitto, gira una scala a chiocciola.

8. Dietro a questa colonna ce n’è un’altra più piccola, che giunge pure fino al soffitto. Dalla colonna centrale principale, a circa cinque klafter dal soffitto, parte un corridoio, che, passando sulla colonna più piccola, raggiunge una delle colonne che fanno parte del colonnato circolare e da lì arriva fino al muro perimetrale del teatro. Questo corridoio consente di giungere sulla scala a chiocciola della colonna principale centrale, già citata.

9. All’altezza di questo corridoio, intorno a tutto il muro, c’è un altro corridoio, largo un klafter e mezzo, che è naturalmente provvisto di parapetto. Questo corridoio non viene sorretto da colonne, ma da supporti infissi nel muro.

10. Voi chiederete: “A quale scopo serve questo secondo corridoio?”. Ebbene, questo serve soltanto come appoggio del quadro circolare e, a questo scopo, sulla parte esterna del parapetto sono infissi dei ganci adatti. Dal parapetto, poi, queste pitture arrivano fino al suolo ad un’altezza che non di rado va dagli ottanta a più di cento klafter.

11. Voi domanderete ancora: “Come si può far entrare nell’edificio simili dipinti, considerato che la porta d’ingresso non è grande?”. Ma, vedete, tali pitture sono preparate a strisce di circa tre klafter di lunghezza e poi vengono ordinatamente appese l’una accanto all’altra, così da formare, un insieme perfetto.

12. Quando poi vengono tolte, esse sono nuovamente arrotolate e poste nella biblioteca del teatro; però è facoltà dell’autore ritirare tale sua opera, particolarmente quando la sua esperienza, così illustrata, non ha incontrato una grande approvazione.

13. Le opere poetiche, per gli abitanti di questa fascia, hanno maggiore valore di quelle, in un certo qual modo, prosaiche. Cosa intendono loro per opere prosaiche e quelle poetiche? Un’opera prosaica è una raffigurazione che l’autore fa delle sue esperienze tratte dalla vita comune. Se queste esperienze non hanno in sé niente di speciale o di particolarmente edificante, vengono senz’altro restituite all’autore e gli viene fatto osservare che esposizioni del genere non sono adatte a un tale ambiente, dove hanno accesso solo quelle cose, grazie alle quali la sapienza dello spirito umano può essere arricchita. Quando, invece queste opere prosaiche possono presentare delle scene straordinarie, esse vengono accolte; altrimenti, come già detto, sono restituite. Invece le opere poetiche sono quelle che non vengono fatte dall’ambito delle esperienze, bensì sono solo frutti di fantasia spirituale. Una tale opera rimane di solito esposta per parecchio tempo.

14. Perché tali opere poetiche sono tanto amate? Perché tali opere sono piuttosto rare, specialmente presso gli abitanti di questa fascia, dato che la sapienza in sé e per sé è estremamente carente di libera fantasia, essendo il regno della fantasia una caratteristica esclusiva dell’Amore creatore. Perciò, in questa fascia, in occasione dell’esposizione di una tale opera poetica, calza a proposito il detto a voi noto: “Quando i grandi edificano, i piccoli hanno molto da fare!”. E così anche qui si discute molto di una tale opera poetica, e ciascuno ci trova qualcosa di diverso, e ciò porta ad una buona conversazione, che è il modo di intrattenersi preferito degli uomini di questa fascia.

15. Questo è lo scopo di un tale edificio teatrale. Soltanto, che qualche critico raffinato potrebbe obiettare: “In alto, lungo i muri, c’è il corridoio dal quale pende fino al suolo il dipinto circolare, le pareti non sono trasparenti e nel soffitto non c’è nessuna apertura. E se anche ci sono delle finestre, è logico che vengano coperte dallo stesso dipinto. Così preghiamo l’autore di portare luce in questo teatro, altrimenti non vedremo granché dei dipinti”.

16. Solo un po’ di pazienza, tra un po’ ci sarà abbastanza luce. Fra voi è in uso un sistema speciale di dipingere certe decorazioni nei teatri. Vedete, qualcosa di simile esiste anche qui, solo che la pittura non consiste in una specie di scarabocchio teatrale, ma in questo caso l’arte pittorica di questi uomini solari consiste nell’adoperare dei colori che emanano luce propria, e allo stesso tempo sono i più vivaci e i più duraturi, poiché ogni colore nel Sole, quando non ha luce propria, muore presto, mentre se ha luce propria, allora vive e dura perché è in grado di lottare contro gli assalti distruttori della luce esterna.

17. Vedete, così è illuminata una simile opera teatrale. Le finestre servono soltanto per avere luce per allestire la mostra; poi vengono chiuse accuratamente, perché il fascino di una tale opera non subisca danni a causa della luce proveniente dal di fuori.

18. Anche se non è difficile preparare tali colori, tuttavia si comprende da sé che sul Sole, per ciò che riguarda il dipingere, bisogna esercitarsi molto, affinché risaltino bene, l’ombra e la luce. Naturalmente, con colori non dotati di luce come da voi sulla Terra, è molto più facile ottenere la desiderata ombreggiatura, ma farlo con dei colori luminosi rappresenta una difficoltà non indifferente. Tuttavia parecchi pittori di tali collegi hanno acquisito anche in ciò una tale maestria, che è facile portare a termine un tale dipinto circolare nel corso di un anno secondo i vostri calcoli.

19. Però, affinché voi possiate farvi un piccolo concetto del modo in cui procede un simile lavoro, vi richiamo alla mente una specie di pittura in uso sulla Terra che ha una grande analogia con la pittura luminosa di questa fascia solare. Si tratta della pittura su porcellana, per la quale vengono usati anche dei colori che allo stato grezzo sono quanto mai smorti e uniformi, mentre, quando l’oggetto viene esposto al calore del fuoco, solo allora i bei colori si manifestano.

20. Vedete, così vengono dipinti anche questi quadri. Quando le strisce sono dipinte, vengono ricoperte da una specie di vernice. Solo allora i colori cominciano a manifestarsi come vivi, e questo grazie all’influenza della libera luce del Sole che domina ovunque e che, assorbita da tali colori opachi, viene conservata notevolmente viva per sempre.

21. Con ciò è stato detto quanto c’è di notevole in questo teatro.

22. Per quello che riguarda gli altri edifici, essi servono in parte come abitazioni degli insegnanti della sapienza, in parte per le raccolte di ogni tipo di eventi memorabili e piccoli dipinti.

23. L’unica cosa da osservare è che tutti questi edifici collegiali sono sempre disposti in un ovale allungato, intorno all’edificio principale. Questi collegi, come già accennato, si trovano sulle sponde di piccoli laghi oppure sull’altipiano, sempre sulla riva di qualche fiume importante.

24. Per quanto riguarda la fascia meridionale, basta che voi sappiate che là è tutto di proporzioni più grandi, ogni cosa è più arrotondata, e con ciò avete quanto vi occorre.

25. La prossima volta passeremo alla coltivazione della terra in ambedue le fasce; e così oggi fermiamoci qui!

 

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Cap. 29

Coltivazione del suolo e il mondo animale sulla prima fascia secondaria

 

1. Riguardo alla coltivazione del suolo, là essa viene divisa in tre diverse classi: coltivazione delle zone lungo le rive del mare, coltivazione in collina e infine quella sull’altipiano.

2. In che cosa consiste la coltivazione delle zone rivierasche? Essa consiste nel fatto che là gli abitanti dei collegi cercano di realizzare le piantagioni di frutti prelibati che maggiormente prosperano in questo terreno che trattiene maggiore umidità.

3. A tali piantagioni appartiene per lo più la piantagione degli alberi. Ma come viene piantato e coltivato qui un albero? Nella fascia centrale noi abbiamo visto che il seme, per un numero infinito di piante diverse, sta nella semplice volontà degli uomini; ora vedremo se la cosa è uguale oppure no su questa fascia secondaria.

4. Qui il regno vegetale non ha affatto semi, ma neppure gli abitanti hanno il seme nella loro volontà, perché questa è molto più debole. Ciononostante, il luogo ove desiderano avere un albero o qualsiasi altra pianta dipende sempre dalla loro volontà. In questa fascia provvedo già Io alla crescita della pianta, e nessuno può far crescere altra pianta all’infuori di quelle che sono stabilite per questa fascia. Nondimeno, gli uomini possono far crescere le piante stabilite per questa fascia con un certo grado di attività manuale e, di preferenza, con la loro volontà.

5. Ivi, questo modo di far crescere le piante viene chiamato ‘coltivazione primitiva’ oppure ‘coltivazione di primizie’, cosa questa che non tutti sono capaci di fare, ma vi riescono solo pochi uomini, saggi e di forte volontà, che si sono dedicati a questo ramo.

6. Gli abitanti comuni praticano abitualmente la seconda coltivazione o coltivazione secondaria, che consiste nel prendere dei ramoscelli dagli alberi e nel piantarli nel terreno, più o meno come da voi vengono piantati i salici e la vite.

7. Come si procede invece nella coltivazione primitiva? Il piantatore si serve di un bastone appuntito che egli spinge nel terreno a una profondità di mezzo klafter, poi prende un recipiente d’acqua, su cui egli dapprima alita sopra alcune volte, poi versa l’acqua a gocce nel buco da lui fatto, e quando l’acqua è stata completamente assorbita, allora prega Dio affinché voglia far spuntare, in quel punto, l’una o l’altra pianta apportatrice di buoni frutti. Poi egli si mette per un certo tempo con il capo sopra all’apertura, cioè chinato in avanti; egli la fissa per circa un’ora delle vostre, e infine si allontana, per fare, in buon ordine, un altro buco con lo stesso procedimento, e continua così finché ha piantato il numero a lui prefissato della stessa specie d’albero.

8. Quando poi ha finito tutto questo lavoro, egli allora ringrazia con tutto il cuore Dio, il Sapientissimo, per la forza, la pazienza e la costanza che gli è stata concessa, e poi benedice la piantagione e l’affida alla Volontà di Dio, e poi si ritira in casa.

9. Trascorso un anno, secondo il vostro tempo, in quel luogo si trovano già gli alberi, carichi di frutta matura e della specie che egli aveva pensato nella sua volontà durante la piantagione. Questi sono gli alberi più durevoli che raggiungono anche i mille anni.

10. Con lo stesso sistema si provvede pure per le altre piante, come pure per l’erba, soltanto che per la foratura del terreno si impiega uno strumento differente, cioè una specie di rullo, munito di molte punte. Questo viene fatto muovere sul terreno. Dietro al rullo procede un piantatore della coltivazione primitiva che annaffia il terreno già bucato con l’acqua già alitata e benedetta. E dopo che è stato lavorato in questo modo un tratto prefissato, egli prega su tutto il tratto e, in un certo qual modo, fa tutto quello che ha compiuto nella piantagione con ogni singolo albero. Dopo tre dei vostri giorni, tutto il tratto è coperto di quella specie di piante che il piantatore ha desiderato avere.

11. Nello stesso modo vengono coltivate delle zone molto più estese con dell’erba nobile. Una specie di erba chiamata ‘selvatica’ o ‘rustica’, ed altre piccole piante rustiche crescono qua e là in un certo modo da sé dal terreno e servono quale nutrimento per il regno animale poco numeroso.

12. Questa sarebbe, in sintesi, la coltivazione primitiva che è di preferenza una specialità delle zone rivierasche che, per la maggiore parte, appartengono agli abitanti dei collegi.

13. In che cosa consiste allora la coltivazione collinare? Essa consiste semplicemente nella piantagione secondaria degli alberi da frutto. Generalmente, là non si trovano piccole piante.

14. Invece, per ciò che riguarda i frutti degli alberi, essi vengono nobilitati, in certo qual modo, attraverso la piantagione secondaria, e risultano molto più grossi e saporiti della coltivazione primitiva.

15. Fra i diversi alberi Io voglio segnalarvene soltanto uno, il più importante. Quest’albero non è mai molto alto, ma tanto più esso si allarga già a partire dal suolo. Il suo tronco raggiunge non di rado un’altezza massima di quattro klafter dei vostri, ma da questo massiccio tronco si allargano i suoi rami a raggiera che raggiungono perfino duecento klafter, i quali abbondano perennemente di frutti estremamente saporiti e maturi all’incirca dall’aspetto della vostra uva più grossa. Questo frutto ha un sapore deliziosamente dolce ma non è così succoso come la vostra uva, bensì è simile ai vostri meloni. Esso rappresenta il principale nutrimento degli abitanti di questa fascia ed è il più diffuso, perché è un albero che prospera particolarmente bene.

16. Per quanto riguarda gli altri alberi, i loro frutti sono da considerare le più floride prelibatezze, che quale un vero nutrimento. Voi di certo chiederete se questi uomini non abbiano del pane come da voi sulla Terra. No, in questa fascia non si trova un pane del genere, ma al suo posto viene seccata l’eccedenza del frutto dell’albero già menzionato, e questo frutto seccato rappresenta il pane.

17. Dunque, questa è la coltivazione sulle colline, e semmai, si può ancora accennare al fatto che gli abitanti, per rendere i loro possessi più leggiadri, coltivano l’erba che cresce libera, tagliandola diligentemente. In questo modo tali colline hanno spesso l’aspetto come se fossero ricoperte da un tappeto di velluto di seta verde.

18. Dunque, questo è tutto ciò  che riguarda la coltivazione delle colline. Così non rimane che vedere la coltivazione dell’altipiano. Non impiegheremo molto tempo nella descrizione, poiché l’intera coltivazione dell’altopiano, rispetto alle due osservate finora, non differisce in nient’altro se non nel fatto che sull’altipiano non si mangiano i frutti della coltivazione primitiva, ma soltanto quelli della coltivazione secondaria.

19. In seguito a ciò, per quanto si riferisce alla coltivazione primitiva, ci sono là delle scuole per la piantagione di alberi e piante, e poi, di questi, si usano i ramoscelli per il trapianto secondo il sistema già noto. Solamente l’erba sugli altipiani viene prodotta dappertutto con la coltivazione primitiva.

20. E con ciò noi avremmo già concluso con la coltivazione dell’altopiano; si può solo aggiungere che i frutti sull’altopiano sono di gran lunga i più nobili, come anche gli abitanti di questo grandissimo territorio di entrambe le fasce sono i più sapienti e i più nobili.

21. A questo punto voi chiederete: “Dato il modo in cui si coltiva e si vive sull’altipiano, ci saranno di certo pochi animali?”. Certamente, avete ragione. Ad eccezione di poche specie di piccoli uccelli canori, non ci sono altri animali, ma nelle zone sottostanti c’è una specie di capra di colore rosso e una specie di pecora di colore bianco. Le pecore vengono allevate dagli abitanti, e in qualche luogo anche le capre, ma in generale no.

22. Proprio a valle, sulle sponde del mare anulare, c’è anche una specie di mucca che assomiglia piuttosto ad una pecora gigante. Gli abitanti dei collegi le danno spesso la caccia, tentando di prenderla viva, ma a loro questa caccia costa sempre un lavoro faticoso. Infatti queste mucche, anche se non sono malvagie, tuttavia sono straordinariamente veloci e ci vuole molta astuzia per farle cadere nella trappola.

23. Per quanto questa fascia sia scarsa di animali terrestri, in compenso il mare anulare abbonda di ogni tipo di animali marini, cosicché le isole di considerevoli dimensioni che si trovano sparse nel mare, sono abitate da interi eserciti di uccelli delle specie più varie. Per questa ragione, quando il tempo è tranquillo, gli abitanti dei collegi amano recarsi sulle rive del grande mare, per osservare, fino a dove la vista glielo permette, i vivaci e svariati esseri delle grandi acque.

24. Questo è tutto ciò che riguarda la coltivazione, che in ambedue le fasce è la stessa; soltanto, che la fascia meridionale si distingue in ogni cosa da quella settentrionale, solo per la maggior grandezza.

25. E così anche questo capitolo è giunto alla fine. La prossima volta tratteremo dell’ordinamento domestico e poi di quello spirituale e religioso. E perciò per oggi chiudiamo!

 

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Cap. 30

Ordinamento domestico sulla prima fascia secondaria

Ordine precisissimo e gli abitanti quali mercanti di sapienza

 

1. Per ciò che riguarda l’ordinamento domestico si può dire che da un lato è molto semplice, e dall’altro molto complicato. E com’è possibile che un ramo possa apparire da un lato molto semplice e dall’altro complicato? – Nulla di più facile, poiché per arrivare ad una tale conclusione, basta il giusto riconoscimento, dato che su una tale base nessuna cosa può essere osservata e riconosciuta, se non in modo da apparire da un lato molto semplice e dall’altro, quanto mai complicata.

2. Prendete ad esempio anche soltanto una mela, guardatela all’esterno, ed essa vi sembrerà alquanto semplice e monotona. Tagliatela invece, ed osservate tutte le sue parti al microscopio, e questa semplice mela vi apparirà così complicata nei suoi diversi aspetti, che comincerete a provare paura e vertigini di fronte alla pienezza delle sue parti.

3. Ebbene, nello stesso modo stanno le cose riguardo all’ordine familiare degli abitanti di questa fascia. Se voi poteste entrare in una di queste case ed osservarla insieme ai suoi abitanti per una decina d’anni, voi non vedreste altro che un continuo ripetersi delle stesse cose, e queste, oltre a ciò, sono tanto semplici e ingenue che in una colombaia sulla vostra Terra trovereste più variazione.

4. Ma nell’intimo è del tutto diverso, poiché là tutto è così complicato e ricco di significato, che già di fronte alla più piccola cosa comincerebbe a girarvi la testa, se il padre di famiglia dovesse scomporla dinanzi a voi e dischiudere tutte le segrete ed importanti condizioni che dipendono puntualmente da tale nonnulla.

5. Ma affinché possiate formarvi un concetto sufficientemente chiaro di come là sia ordinato il governo della casa nella sua parte complicata, voglio darvi solo un paio di esempi che dovrebbero essere più che sufficienti.

6. Voi avete qualche dimestichezza con la simmetria e l’equilibrio. Che cos’è però la vostra simmetria e il vostro equilibrio di fronte a ciò che un abitante della nota fascia intende con questi nomi!?

7. Prendiamo come prima cosa un esempio di simmetria. Se uno di questi abitanti dovesse entrare in una delle vostre stanze e dovesse vedere come sono arredate, con cassettoni, tavoli, armadi, poltrone, quadri alle pareti, anche se tutto ciò fosse perfettamente ordinato – almeno secondo i vostri concetti – egli si metterebbe le mani nei capelli, e quando si fosse un po’ riavuto dallo spavento, vi dimostrerebbe con estrema precisione che da un tale disordine dipende l’equilibrio del mondo intero, e che se il mondo va fuori dal suo equilibrio, con il tempo anche tutto il resto lo seguirà. Egli vi dimostrerebbe pure che se ad esempio uno dei cassettoni o un altro mobile non viene spinto un po’ avanti con la massima calma e circospezione, in mille milioni di anni tutta la Creazione visibile andrebbe a catafascio. E questo ve lo esporrebbe non solo dal punto di vista naturale, bensì anche dal punto di vista metafisico, con straordinaria purezza di ragionamento e direbbe ad esempio: “Non osservate dunque, o voi uomini insensati, che necessariamente i vostri pensieri si devono prima di tutto ordinare e collegare, come sono ordinati gli arredi della vostra dimora? Ditemi in quale ordine si potranno dunque collegare i vostri pensieri, quando sono costretti a vedere, sia definitivamente o, il che è ancora peggio, in modo mutevole, una sedia vicino a un cassettone, sul cassettone un vaso che non sta in nessuna relazione con esso, in un altro angolo della stanza un letto e vicino al letto un tavolo, e vicino al tavolo nuovamente qualcosa che non sta in nessuna relazione col tavolo stesso?”

8. Se egli vi chiedesse inoltre: “Sapete che cos’è la sapienza? La sapienza è l’infinita perfetta simmetria in tutte le cose; essa è l’ordine calcolato nel modo più perspicace e penetrante, per mezzo del quale e nel quale la somma Sapienza di Dio ha creato e mantiene tutte le cose. Come volete giungere alla sapienza se non avete nemmeno cura che queste piccole cose vengano formate ed ordinate in modo che il vostro occhio si abitui a tale ordine, e che grazie a questa costante visione anche i vostri pensieri comincino ad abituarsi ad un certo ordine, per lo meno nelle piccole cose, e da questo ordine si possa poi passare a un altro di grado superiore? Infatti, se non osservate l’ordine dove lo potete fare, abituandovi ad esso, come volete poi scoprire e contemplare un ordine superiore se il vostro spirito è abituato soltanto al disordine? Ciò è altrettanto impossibile quanto se voi voleste trovare, con una frazione inadatta, la radice di una grandezza consistente soltanto di numeri interi. Voi dovete perciò elevare i vostri più piccoli pensieri a un numero intero; allora soltanto potete azzardarvi ad avvicinarvi a grandezze maggiori, per scoprire in esse la ben ordinata radice, che in sé contiene la condizione dell’intera grandezza”.

9. E questo sapiente abitante di una tale fascia continuerebbe a parlare così: “Conoscete il peso del vostro corpo mondiale? Sapete che cos’è che lo fa girare intorno al suo asse? Sapete cosa lo mantiene e sostiene nel libero spazio? È l’equilibrio! – Se come prima cosa le vostre case sono costruite simmetricamente, nessuna più grande o più piccola dell’altra, e le stanze nelle case distribuite con simmetria in modo perfetto, l’arredamento dappertutto il medesimo e ugualmente disposto, allora tutto ciò non esercita nessuna perturbazione sul movimento del vostro corpo mondiale. Al contrario dovrebbe pure risultarvi chiaro che un tale ammassamento di materiali, ora più massiccio, ora meno, ma sempre contrario alla simmetria ed all’equilibrio sullo stesso posto, ciò deve necessariamente portare con sé una differenza matematica all’equilibrio di un corpo mondiale che si libra completamente libero nello spazio. Se però l’equilibrio è soltanto minimamente turbato, questo turbamento passa anche nel movimento e, con il tempo, causa un disordine sempre crescente, anzitutto nella temperatura, e poi nello stesso movimento rotatorio, con l’accelerazione o il rallentamento. Ma se tutti questi disordini intorno a voi devono necessariamente sorgere per la vostra inettitudine, quando potrete dare al vostro spirito la spinta verso un ordine superiore e, attraverso quest’ordine, passare poi alla sapienza?”

10. Come vedete, questo era solo un esempio sulla simmetria. Tuttavia, prima di chiarirlo ulteriormente, soffermiamoci ancora un po’ sul vero e proprio equilibrio. A questo punto chiederete: “Ma quale altro equilibrio può avere in mente questo sapiente, se non quello per cui egli ha già biasimato più che a sufficienza la simmetria nell’arredamento delle nostre case?”

11. Io però vi dico: “Quello era solo una minima illusione a ciò che un tale abitante molto sapiente di quella fascia solare intende in realtà come equilibrio. Là l’equilibrio va tanto lontano, che voi sulla Terra non potete farvi il minimo concetto del suo vero significato”.

12. Infatti, a causa dell’equilibrio, la veste che essi indossano viene pesata su una bilancia esattissima, e se ad esempio in una casa vivono cento persone, ognuna deve portare una veste dello stesso peso esatto, e ognuno deve perciò acconsentire che la sua veste venga ripesata ogni tanto; e se risulta che è diminuita di uno o due atomi solari, tale sottopeso fuori dell’ordinario deve essere compensato subito con estrema precisione.

13. Quindi, ognuno viene pesato, e naturalmente il più pesante serve quale misura e il più leggero deve adattarsi a portare sempre su di sé tanto peso quanto occorre per bilanciarsi con il più pesante. Con le donne il caso è uguale, anche fra loro viene pesata la più pesante, mentre le più leggere devono adattarsi a portare un peso per equilibrarsi con esse. I bambini sono suddivisi in classi a seconda dell’età, e a ogni classe corrisponde un peso stabilito che viene mantenuto nel modo seguente: ad ogni bambino, all’inizio di una di tali classi, viene consegnato un peso di piombo dal quale, man mano che il bambino cresce, dopo il controllo della bilancia, viene tolto qualcosa, affinché il bambino resti sempre nei limiti del primo peso constatato fino all’inizio della classe d’età seguente.

14. Anche gli alimenti vengono accuratamente pesati; la frutta deve essere tolta dall’albero con ogni precauzione e poi portata in casa da due uomini che la devono tenere esattamente nel mezzo fra loro due, dove viene collocata sull’esatta metà di un tavolo destinato a tale scopo.

15. Quando la frutta in quantità sufficiente è poggiata e ben allineata sul tavolo nel massimo ordine simmetrico, vengono due pesatori che si mettono esattamente l’uno di fronte all’altro, seguendo delle linee segnate sul tavolo e facendo un numero di passi uguali. Poi ognuno prende un frutto, possibilmente della stessa grandezza e lo pesa accuratamente. Quando i primi due pezzi sono stati pesati, essi vengono tolti contemporaneamente dalla bilancia e messi in un vaso, posto a tale scopo su una delle linee segnate sul tavolo. Finita la prima pesatura, i pesatori, a passi uguali, passano ad un’altra linea e qui pesano una seconda porzione, e ciò tanto a lungo finché tutti i vasi sono stati riempiti. Poi i due pesatori si allontanano dal tavolo nuovamente in linea retta, a destra e a sinistra, e ripongono le bilance al loro posto.

16. Dopo di ciò viene dato un segnale e tutti si muovono lungo le linee e i cerchi prestabiliti con i quali il pavimento è segnato con esattezza matematica, e a passi uguali e con la massima calma si avvicinano al tavolo. Giunti là ognuno deve, perfettamente e nel medesimo tempo, prendere ciò che si trova nel vaso e così mangiare ordinatamente la frutta. Subito dopo mangiato, si ringrazia il grande sapiente Datore, e poi, tutti si allontanano dal tavolo nello stesso ordine e se ne vanno a riposare.

17. Ad un segnale dato, tutti si rialzano dai loro sedili e, appaiati, di pari passo, vanno sulla balconata della casa all’interno o talvolta anche sulla balconata del tetto. Però ogni movimento deve essere fatto molto misuratamente e a tempo, in modo che nessuno deve fare un passo più veloce o più lungo di quanto è già segnato con delle linee sul pavimento.

18. Questo ordine nel movimento viene però osservato preferibilmente in casa e fuori della casa soltanto fino ad una certa distanza.

Al di là di questo limite ognuno può muoversi più liberamente e a suo piacimento, e questo per la ragione che là il terreno del loro mondo non ha più da portare su di sé una pesante casa, disturbatrice dell’equilibrio.

19. Altrettanto precisa è pure questa stessa osservanza della simmetria e dell’equilibrio nei collegi.

20. Vedete, da questi due esempi vi potete fare già molto facilmente un concetto di quale specie è, nel suo insieme, l’ordinamento domestico degli abitanti di queste due fasce, poiché anche ogni altra occupazione e disposizione ha lo stesso ritmo ben bilanciato; ordinamento questo che, come già detto, da un lato può apparire oltremodo monotono e semplice, mentre dall’altro lato può apparire così complicato, che dinanzi ad esso i vostri massimi sapienti, malgrado la loro pedanteria, si metterebbero le mani nei capelli.

21. Voi vi chiederete quale grado di pazzia sia necessario per introdurre tali regole perfino nel governo della casa! Io però vi dico che siete ingiusti nel vostro biasimo, poiché questa è la natura di tutta la sapienza, in sé e per sé, quando non si basa sul saldo fondamento dell’amore.

22. Basta che andiate anche soltanto una volta nell’abitazione di un autentico scienziato e osserviate il suo modo di procedere. Fatevi spiegare la ragione per cui un pezzo si trova qui e un altro là, e se siete capaci di prendere il vostro scienziato per il giusto verso, assisterete a dei miracoli, poiché egli saprà esporvi tutte le rispettive cause, l’una dopo l’altra, con gravità e precisione storica e matematica.

23. Se per caso doveste scorgere in un angolo della sua stanza qualche vecchia pentola malconcia e gli rivolgeste la domanda per sapere se anche un simile oggetto abbia qualche significato, egli come prima cosa vi racconterebbe tutta la storia di tale recipiente, come eventualmente Alessandro il Grande l’abbia usata quando prendeva la bevanda per guarire, ordinata dal suo medico, quando stava viaggiando verso la Persia. Poi vi annuncerà tutta la sequela trascendentale di questo memorabile recipiente, ed infine, come è giunto in suo possesso.

24. E se poi gli chiedeste: “E come mai lei può conservare un pezzo antico tanto straordinario e prezioso in un angolo così poco appariscente della stanza, mentre lo si dovrebbe porre in una custodia d’oro, nel luogo più segreto di un forziere?”. Lo scienziato risponderà senza esitazione, anzi con la massima certezza storica e matematica, che Alessandro il Grande, non appena vuotato il recipiente, lo aveva posto proprio in un angolo della sua tenda, così come si trova ora, e che i pezzetti che mancano dipendono da un colpo di piede che Alessandro diede involontariamente al recipiente, dopo essersi imprudentemente voltato.

25. Vedete, questo è il linguaggio che un tale scienziato userebbe già per una pentola rotta che potrebbe di certo indicare qualsiasi cosa, meno quella di essere servita per bere al re macedone. E se voi vorreste sottoporgli altre domande del genere per altri oggetti malconci e impolverati, egli saprebbe spiegarvi con tale precisione ogni loro minimo particolare, perfino la polvere che li ricopre, che voi ne restereste stupiti.

26. Da tutto ciò potete dedurre molto facilmente di quale genere è la sapienza e, di riflesso, tutti i suoi prodotti, quando, come già osservato, non ha come fondamento il giusto grado di amore.

27. Vi ho detto ora questo, affinché possiate comprendere qual è l’ordinamento della casa in tutte e due le fasce, ma allo stesso tempo anche perché possiate scorgere come è formata, in sé e per sé, la sapienza. Infatti, proprio perché il Mio Ordine e la Mia Sapienza sono infiniti e insondabili, ai trafficanti della sola sapienza non resta altro che uno smarrirsi, per voi imprevedibile, in tutti i suoi elementi.

28. Che, di conseguenza, questo genere di dimostrazioni debbano sembrare assurde e ridicole al sapiente nell’amore, è altrettanto comprensibile, come ad ognuno dovrebbe sembrare ridicolo il vedere un reale asino indossare una toga romana. Infatti, un tale sciocco, che vuole essere puramente un sapiente, dal punto di vista spirituale non è per niente migliore a vedersi, di un asino togato su una tribuna.

29. La prossima volta ci intratterremo ancora sulla parte spirituale e religiosa, per passare poi ad un’altra fascia. E per oggi chiudiamo!

 

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Cap. 31

Scuole della sapienza e della volontà sulla prima fascia secondaria

 

1. Per quanto concerne la costituzione spirituale, si può dire che gli abitanti di questa fascia con tale definizione comprendono tutto quello che l’uomo può imparare per diventare un vero sapiente.

2. Per comprendere più profondamente questa costituzione spirituale, basta osservare soltanto le materie di studio; una volta note, vi sarà pure completamente nota l’intera costituzione spirituale, specialmente se sarà aggiunto brevemente ad una o all’altra materia il modo con cui viene insegnata e appresa.

3. Qual è, tra le varie discipline, quella fondamentale, alla quale tutte le altre devono pagare un tributo? Anche da voi, particolarmente in questo vostro tempo, questa disciplina viene considerata dal mondo erudito il fondamento di ogni scienza. Tuttavia da voi questa disciplina viene chiamata matematica, oppure aritmetica. Nella nostra fascia, invece, questa scienza viene chiamata ‘valutazione’.

4. Questa scienza viene insegnata fin da principio, e poi senza interruzione fino alla completa formazione dello spirito. In seguito a tale insegnamento ogni singolo uomo deve poi poter stabilire l’esatta misura di ogni singolo oggetto e deve raggiungere la massima facilità nel trovare il numero intero di ogni oggetto, per quanto informe possa essere, numero che starà quale base di tutta la formazione dell’oggetto stesso a seconda della sua destinazione, poiché essi dicono: “Ogni calcolo di una grandezza è inutile se non si conosce il suo numero radicale”.

5. Perciò è necessario un esercizio da considerarsi principale, che consiste nel fatto che gli scolari, dopo aver terminato l’istruzione elementare, debbono iniziare a determinare con la semplice occhiata la cubatura e la quadratura di un oggetto di qualsiasi forma e trovare subito il numero radicale, e da questo giungere all’unità. Voi potete essere certi che, con il tempo, tali esseri acquistano in questo ramo una tale destrezza, che già con un’occhiata di sfuggita possono constatare la sua cubatura, fino alla parte infinitesimale, e così pure, con grande esattezza, l’altezza di qualsiasi monte che sta loro dinanzi. Infatti, essi sono talmente perspicaci nello stabilire le misure e la distanza perfino di corpi mondiali lontanissimi, che con un’occhiata fanno un conteggio più lungo e più esatto di quanto ne sarebbero capaci i vostri astronomi più in gamba nel corso di parecchie decine di anni.

6. Essi possono, in un tempo altrettanto breve, elevare qualsiasi numero ad una potenza per quanto grande e sanno perfino dividere frazioni o numeri decimali, in modo che alla fine li portano ad un numero intero. La causa di ciò sta nel fatto che tutti i rapporti numerici sono innati in loro, in modo vivente, fin dall’infanzia.

7. Un’uguale prontezza l’hanno pure nello stabilire qualsiasi peso o proporzione. Non occorre che vi venga detto di più, poiché da quanto precede, può risultarvi abbastanza chiaro in cosa consiste la scienza fondamentale di questi abitanti, come essa viene studiata e, infine, messa in pratica.

8. Rivolgiamoci ora ad un’altra materia, e cioè all’architettura, quale base della vera e propria edilizia.

9. Questa specie di architettura consiste nel fatto che gli scolari debbono mettere insieme ogni tipo di figure che devono risultare perfettamente simmetriche, usando delle massicce figure del tutto asimmetriche, e alla fine fare addirittura delle costruzioni con le figure così ottenute, e continuare finché esse assumano in misura ridotta una qualsiasi forma perfetta, sia quella di un’abitazione, di un collegio, di un archivio, di un teatro o di un altro edificio qui diffuso.

10. Una volta che gli scolari hanno fatto propria quest’arte costruttiva in piccole proporzioni e con poca consistenza, passano poi a quella veramente solida e consistente. Quando poi si sono perfezionati anche in questa, allora vengono istruiti su quello che riguarda gli ornamenti e poi sull’arredamento necessario e corrispondente agli scopi dell’uno o dell’altro edificio.

11. Quando sono diventati provetti anche in questo, allora iniziano ad imparare, per così dire, a leggere e a scrivere. Quest’ultima attività non è altro che il disegno e la pittura da voi (ciò che però sulla vostra Terra avviene in maniera piuttosto maldestra). La lettura, invece, consiste nell’apprendere le rispondenze di tutte le cose visibili e poi riconoscere nella raffigurazione di ogni cosa il significato interiore. Gli scolari devono infine, in una composizione di cose diverse, porre un nuovo significato spontaneo. La prima cosa la imparano attraverso la lettura, e la seconda attraverso la scrittura.

12. Quando si sono esercitati in entrambi questi due rami, allora vengono indirizzati alla riproduzione pittorica o, in certo qual modo, alla fedele copiatura di abitazioni e di interi paesaggi.

13. Superato questo con successo, se dimostrano uno speciale talento vengono introdotti anche nella poesia, grazie alla quale essi cominciano a rappresentare, su dei rotoli bianchi, in certo qual modo le cose di un mondo interiore. Prodotti di tale genere, ed anche il loro scopo, li abbiamo già conosciuti in occasione dell’esposizione di un teatro collegiale.

14. E quando, con questo ramo, la loro formazione spirituale è terminata o, in altre parole, essi sono completamente padroni di quest’arte, solo allora viene esaminata la forza della loro volontà. Colui che fra molti possiede una forza di volontà maggiore, viene accolto nella scuola segreta, dove viene insegnata la natura della coltivazione primitiva. Come prima cosa egli deve imparare a fondo la botanica di questa fascia e deve analizzare atomicamente ogni singola pianta, dalle più profonde radici fino alla cima delle foglie, e deve conoscere esattamente non solo come le singole parti dipendono fra loro, ma a che cosa questa dipendenza è dovuta e in quale modo il vero e proprio sostanziale-spirituale opera nel visibile-materiale.

15. Nondimeno, per giungere a questo punto elevato della conoscenza, ogni scolaro viene indirizzato e guidato dapprima alla costante contemplazione di se stesso, poiché nessuno può scorgere, attraverso la propria materia, lo spirituale racchiuso in un’altra materia, prima che egli non abbia reso indipendente il proprio spirito. Quando qualcuno ha riconosciuto se stesso e si è in un certo modo ritrovato in se stesso, solo allora comincia veramente a progredire e gli viene mostrato che non è più con la sua materia che deve operare, ma un tale discepolo deve abituarsi a operare soltanto attraverso lo spirito.

16. Da principio gli vengono sottoposte soltanto delle piccole prove, in cui lo spirito opera assolutamente senza l’ausilio della materia. Da questo punto, poi, lo spirito viene guidato sempre avanti, per raggiungere alla fine quella meravigliosa perfezione, grazie alla quale egli, nella sua indipendenza assoluta, opera di più in un attimo, che non in un lungo periodo di tempo per mezzo della materia.

17. Ma ad ognuno di tali discepoli viene pure chiaramente fatto presente che anche ogni lavoro manuale esteriore è, tuttavia, sostanzialmente solo un lavoro dello spirito, solo che con un tale lavoro lo spirito non può sbrigarsela tanto celermente, perché è la stessa materia che gli è di ostacolo. Quando invece egli ha vinto in modo decisamente saggio un tale ostacolo, esso può, nella sua assolutezza, operare tanto più fortemente e rapidamente.

18. Perché lo spirito (nella sua assolutezza) può operare con più velocità e forza e decisione, che non con l’aiuto della sua materia? Perché la sua materia è quella più caparbia, e ciò per il motivo che essa tiene prigioniero uno spirito perfetto. Invece, quando lo spirito è diventato padrone di questa sua materia, allora esso diverrà poi anche padrone di qualsiasi altra materia, la quale tiene prigionieri degli spiriti indicibilmente più deboli e più imperfetti di quanto non lo sia esso stesso.

19. Quando un tale discepolo ha fatto proprio tutto ciò in modo operante e, come usate dire voi, pratico, solo allora egli viene iniziato nella più profonda conoscenza dello Spirito divino e della Sua eterna Volontà, e gli viene indicato qual è la possibile via per uno spirito umano, divenuto libero in sé, per mettersi di sua spontanea volontà in collegamento operante con l’eterno ed infinito Spirito di Dio, e questo nella misura gradita all’Ordine divino.

20. Dopo un tale pratico riconoscimento, ai discepoli viene anche fatto conoscere l’Amore di questo Spirito eterno, e viene loro indicato che solamente questo Amore è il mezzo di congiunzione dello spirito umano con lo Spirito divino.

21. Quando il discepolo ha accolto in sé, effettivamente, anche tutto ciò, solo allora gli vengono dati, da parte del saggio maestro, il bastone da semina e la brocca dell’acqua, e allora egli tenta pure di realizzare la piantagione della prima specie, la quale, nella maggior parte dei casi, riesce benissimo ad ognuno degli scolari così guidati, già alla prima prova.

22. Con questo ramo spirituale cessa qualsiasi altro tipo di istruzione su questa fascia, e uno spirito così formato compenetra allora tutti i rami della conoscenza con una tale chiarezza, che ogni parola pronunciata in merito alla conoscenza, vale quanto un’opera compiuta, e di conseguenza nessuno ha più bisogno di un’ulteriore istruzione, poiché una volta raggiunto un tale stato, da allora in poi ogni spirito viene ammaestrato in tutto il resto dallo stesso Spirito di Dio.

23. Nota bene: Una tale scuola agricola avrebbe anche sulla vostra Terra un effetto migliore, che non tutti i ginnasi, licei, università e seminari, dopo la cui frequenza gli allievi hanno acquisito un santo spirito esteriore, ma non il santo Spirito della perfetta vita interiore, e perciò anche le loro opere sono simili allo spirito da essi ricevuto. E tuttavia, Io vi dico: “Una tale scuola per l’accoglienza del vero Spirito vivente, verrebbe a costare molto meno che non la vostra scuola, dove alla fine si riceve uno spirito morto che non è assolutamente nulla, nulla è stato e nulla sarà per l’eternità. Vi è certamente sulla Terra qualche principio di scuola spirituale che con il tempo ingrosserà le file, ma sproporzionatamente maggiore è ancora la scuola della pietra; voi comprendete benissimo quello che Io intendo dire con ciò”.

24. Tuttavia noi ora siamo sul Sole, e così vogliamo chiudere questa nostra descrizione spirituale con un ultima osservazione, cioè che una formazione spirituale simile viene praticata quanto mai eminentemente anche nella fascia meridionale, con la sola differenza che in questa fascia essa è più diffusa che non in quella settentrionale.

25. Ora conoscete la completa natura delle condizioni spirituali; cosicché la prossima volta ci riserviamo di trattare della religione, la quale è strettamente connessa con queste condizioni spirituali, e certamente quanto apprenderete non vi lascerà insoddisfatti. E così basta per oggi!

 

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Cap. 32

Servizio divino e celebrazione del matrimonio sulla prima fascia secondaria

 

1. Per quanto riguarda la religione, in ambedue queste fasce non c’è alcun culto cerimoniale religioso o comunque esteriormente visibile, poiché di tutto ciò questi abitanti sono nemici dichiarati, poiché, secondo i loro principi fondamentali ponderati in accordo con il massimo ordine, qualcosa di esteriormente materiale si lascia collegare con il purissimo spirituale altrettanto poco, quanto il numero due con il numero sette.

2. Questa è la ragione per cui (in queste fasce) nessuno potrebbe scorgere qualcosa che, considerato dal di fuori, gli possa essere d’inciampo verso qualcosa di più elevato. Inoltre, da loro non c’è per questa ragione nessun cosiddetto giorno festivo o sabato.

3. E per la stessa ragione questi abitanti non hanno una misurazione del tempo e non stabiliscono perciò mai una durata di un periodo di tempo, poiché essi dicono: “La determinazione del tempo sta nelle mani del supremo Spirito. L’uomo non deve misurare ciò per cui Dio, l’Altissimo, non ha dato alcun metro di misura”. E inoltre dicono: “Il nostro mondo è stato esteso dinanzi a noi dal grande Costruttore dei mondi, e per mezzo delle superfici ha dato a ciascuno un cenno come per dire che deve misurarlo, mentre per la durata del tempo non ha dato alcun metro di misura. Perciò neppure l’uomo deve spezzettare arbitrariamente questa durata. Egli ci ha certamente dato un metro di misura, e questo metro è per ciascuno la propria vita. Inoltre Egli ha anche steso un grande metro di misura sopra la vasta volta celeste, e secondo questa misura i mondi lontani si muovono e il nostro mondo solare si regola nel suo corso, però, né per il primo metro di misura, né per il secondo, Egli ci ha messo in mano un compasso con cui poterli suddividere e limitare”.

4. Ecco perché gli abitanti di questa fascia non si curano del tempo. In certuni ciò va tanto lontano, che essi non sanno neppure quale dei loro figli adulti sia il più vecchio. L’età essi la stabiliscono soltanto secondo la maturità dello spirito, e qua e là secondo il peso del corpo.

5. Che su questa base non è neppure il caso di parlare di un cosiddetto sabato, lo potete facilmente dedurre da quanto detto.

6. Pertanto, in cosa consiste la religione, se dall’esterno non è possibile scorgere nulla che ci richiami ad essa? – Tutto quello che fanno questi abitanti è un servizio divino, considerato dal punto di vista dei loro principi fondamentali. Ed è appunto su questo servizio divino che i loro savi hanno il seguente precetto basilare e lo insegnano a tutti gli uomini di questa fascia: “Noi non siamo sorti da noi stessi, ma la Forza della suprema Sapienza di Dio ci ha foggiati così e ci ha posti su questo suolo. Ed è proprio questa Forza che ci sostiene e ci guida costantemente, e noi siamo continuamente nella Sua mano altissima e saggia. Se però questa Forza ci ha foggiati così e ci mantiene e ci conduce costantemente e pensa sempre al nostro bene, – come e quando dovremmo compiere un’opera, senza ricordarci, ad ognuna delle nostre mosse, che dobbiamo compierla, e anche vogliamo compierla, sempre al servizio di Colui che ci provvede costantemente di ogni possibile forza d’azione?

7. Perciò nessuno si arroghi il diritto di fare qualcosa per sé, ma ciò che egli fa lo faccia per Colui che gli ha dato la forza di operare e che continua a dargliela. La sapienza, e la fedele opera secondo la stessa, sono il vero Spirito divino; perciò ognuno deve fare senza indugio quello che nell’ordine della sua sapienza ha riconosciuto come perfettamente corrispondente all’Ordine divino. E così noi vogliamo sempre servire Colui nella Cui somma Sapienza è stata posta, come base, l’intenzione secondo la quale Egli ha fissato per noi tali scopi, attraverso i quali dobbiamo appunto corrispondere a tale Sua perfettissima intenzione secondo l’Ordine riconosciuto.

8. Perciò noi dobbiamo servire Dio con ogni respiro dei nostri polmoni, e ogni nostro passo deve essere ben misurato e ben pesato, poiché da tutto quello che esiste noi riconosciamo che Dio è in Se stesso l’Ordine più perfetto.

9. Conseguentemente, chi corrisponde a quest’Ordine in tutto il suo operare, serve Dio; chi invece trasgredisce per leggerezza a quest’Ordine, e non tiene presente la misura dei suoi passi e la misura delle sue mani, costui è simile ad un frutto insensato che volesse spingere nell’aria le fibre delle sue radici e stendere i suoi rami nel terreno. È vero che con il tempo i rami metterebbero radici nel terreno, ma le radici rivolte verso l’aria non si tramuterebbero certamente in rami e non darebbero sicuramente frutto.

10. Quando un essere è ancora bambino, egli fa soltanto piccoli passi, e con i suoi piedi non può raggiungere nessuna misura poiché è impossibile che un tale rapporto venga raggiunto da essi, a causa del loro inconsistente e vacillante movimento. Invece, quando il fanciullo ha raggiunto la piena maturità ed è diventato virile, allora anche il suo piede diventa saldo ed ha raggiunto la sua giusta misura, con la quale può misurare le ampie distese della sua patria. Nello stesso modo ogni uomo deve cominciare con la sua debolezza e deve mettersi in grado di misurare se stesso sempre di più. Quando ha trovato completamente la propria misura, allora egli potrà misurare, con questa giusta misura che ha trovato, la Misura divina.

11. La misura, però, è l’Ordine. E così, finché l’uomo non ha riconosciuto il suo ordine, non può nemmeno riconoscere il sommo Ordine di Dio. E se poi non lo riconosce, tutto il suo operare è inutile, poiché, come potrebbe avere valore, un’azione che fosse compiuta da chi non sapesse ciò che sta facendo?

12. Perciò nessuno dovrebbe fare alcuna cosa per la quale egli non ha la minima capacità di misura. Se ha la misura spirituale, la faccia a seconda di questa, poiché la giusta misura è l’Ordine di Dio, secondo il quale ognuno è chiamato a operare”.

13. Vedete, questo è il vero e proprio precetto fondamentale ed essenziale che regola la religione degli abitanti di questa fascia. Perciò essi sono costanti servi di Dio e, di conseguenza, tutta la durata della loro vita è un ininterrotto Sabato.

14. Questa è la ragione per cui anche il loro governo domestico e tutti i loro movimenti sono così misurati: essi riconoscono Dio quale l’Ordine supremo, e perciò non vogliono contravvenire allo stesso in nessuna cosa.

15. Solo un singolo evento lo potremmo, in certo qual modo, considerare quale una cerimonia formale religiosa: cioè il matrimonio. Quando due giovani vogliono unirsi in matrimonio, ciò avviene nel seguente modo: anzitutto l’uomo si cerca un essere dall’aspetto e dalle proporzioni corrispondenti alle sue, e quando l’ha trovata si reca subito dai genitori della ragazza scelta e dice al padre, che a questo scopo è chiamato fuori dalla casa, per trovarsi solo con lui senza testimoni: “Io ho visto la figura di tua figlia e mi è molto piaciuta. Se tu lo permetti, lasciami esaminare l’ordine del suo cuore”.

16. Allora il padre si avvicina al pretendente con passi misurati e gli dice: “Mostrami la misura del tuo piede e della tua mano, poi io ti condurrò nella mia casa e permetterò che tu veda l’intera misura di mia figlia”. A questo punto il pretendente stende quanto gli è possibile le sue mani e anche i suoi piedi. Il padre li misura, e quando ha trovato buona la misura, conduce il pretendente nella sua casa a passi ben misurati e gli fa conoscere la misura della figlia.

17. Se questa corrisponde a quella del pretendente, il padre gli consegna la figlia senza nessun indugio; se invece le misure non corrispondono, allora il pretendente si ritira perché le misure della figlia erano sproporzionate rispetto alle sue.

18. Quando il pretendente, dato il buon rapporto delle misure corrispondenti d’entrambi, si è preso la sposa, la conduce immediatamente fuori dal cerchio del severo ordine, che voi già ben conoscete, e là insieme a lei aspetta che tutti i componenti di quella casa siano riuniti.

19. Quando questa gente ha oltrepassato quel rigido limite, tutti si prostrano a terra e lodano il grande Dio, perché ha fatto trovare allo sposo una sposa ben adatta. Dopo questa lode, si rialzano tutti nuovamente e il padre impone le sue mani sulla nuova coppia e dice allo sposo: “L’Ordine di Dio vi ha fatto incontrare; mantenetevi in quest’Ordine in tutti i tempi dei tempi! E se la Sapienza di Dio vi darà dei discendenti, guidateli nello stesso santo Ordine”.

20. Detto ciò, il padre, seguito dalla sua numerosa famiglia, rientra in casa. Lo sposo invece va dai suoi genitori e presenta loro la sua sposa. Quando però ha raggiunto il limite stabilito dell’ordine, i genitori, i fratelli e i parenti tutti, si recano loro incontro a braccia aperte e li conducono in casa.

21. Anche qui il padre impone le sue mani alla nuova coppia di coniugi e pronuncia le stesse parole sullo stesso argomento pronunciate prima dal padre della ragazza. Dopo di ciò si intona anche qui un canto di lode e viene poi consumato un pasto bene ordinato.

22. Finito il pasto, lo sposo con la sposa, accompagnato dai genitori, se essi vivono ancora, altrimenti va bene anche un fratello o una sorella, e si recano in un collegio e precisamente in quello dal quale dipende lo sposo. Là questa nuova coppia riceve dal sommo sapiente un nome nuovo e le viene anche indicato dove può erigere una nuova dimora.

23. Ma la coppia rimane poi in tale collegio, gioendo sia spiritualmente che esteriormente, finché i saggi architetti di un tale collegio hanno completato sia l’abitazione che l’area coltivabile intorno alla stessa. Poi la coppia viene provvista di ogni tipo di ramoscelli fruttiferi da seminare e, accompagnata da parecchi sapienti, si reca nella nuova dimora, e dal collegio viene provvista del cibo necessario finché la propria piantagione cominci a produrre frutti a sufficienza, ciò che al massimo, richiede un anno della vostra misura.

24. Entrambi i genitori o anche i fratelli rientrano nella loro casa non appena il sommo sapiente ha preso in consegna la coppia. Nelle abitazioni non si fanno visite né fra figli e genitori, né fra vicini invece, spesso s’incontrano o nei collegi o negli spazi liberi davanti alle case, e sono sempre molto lieti quando si rivedono.

25. Vedete, questa cerimonia può in un certo senso essere chiamata, quale unica e sola, un culto esteriore religioso visibile, e ciò per il motivo che si tratta di un atto che ha una misura esteriore quale origine, mentre poi, per tutte le altre azioni, devono essere esaminati i pensieri e i sentimenti, prima di realizzarli esteriormente, per quanto anche le azioni successive sono già di per se stesse, per la maggior parte, così costituite, che esse dipendono maggiormente da un’attività spirituale interiore che non da un’attività esteriore.

26. Per quanto concerne la procreazione e la morte degli uomini di ambedue le fasce, Io vi rimando a quanto detto riguardo alla fascia centrale. In questo, le due fasce secondarie sono completamente uguali alla centrale e perfettamente identiche tra loro. Ora noi sappiamo tutto ciò che è degno di nota riguardo alle due fasce secondarie, quindi nel prossimo capitolo passeremo subito alle due fasce confinanti. E così per oggi chiudiamo!

 

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Cap. 33

 

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Il secondo paio di fasce, che corrisponde alla nostra Terra

 

1. Per quanto riguarda queste fasce confinanti, anch’esse sono divise dalle precedenti da un altro anello montuoso invalicabile. Da questo anello montuoso, nelle fasce che siamo in procinto di illustrare, si dipartono in tutte le direzioni delle catene di monti collegandosi perfino qua e là con il successivo anello montuoso che divide la terza fascia da questa seconda.

2. Questo (secondo) anello o fascia territoriale è considerevolmente più stretto dei due precedenti, ma in compenso. sia quello a nord che quello a sud corrispondono ad un solo pianeta.

3. Non c’è in nessun luogo in queste due fasce un mare ininterrotto, ma ci sono molti laghi grandi ed estesi, come anche grandi fiumi e torrenti. La fascia meridionale è più ricca d’acqua che non la settentrionale. Con ciò noi avremmo un’idea generale di queste due zone.

4. Noi però abbiamo appreso dalla descrizione delle due zone precedenti che esse corrispondono ai pianeti Mercurio e Venere. A quale pianeta corrispondono queste due fasce?

5. Per scoprire che questo pianeta corrisponde alla vostra Terra, non vi sarà necessario ricorrere a strumenti ottici troppo potenti, poiché su questo pianeta potete davvero toccare con mano il fatto che è lo stesso di quello che vi porta. Dunque, la Terra è il pianeta corrispondente a queste due fasce, e precisamente quella a nord corrisponde all’emisfero terrestre settentrionale, e quella a sud a quello meridionale.

6. Ora, per scorgere con uno sguardo in che modo sono costituite queste due fasce, trasportate su di esse nel loro insieme tutte le situazioni e condizioni in vigore sulla Terra, sia sociali che individuali, e vi troverete come a casa vostra. Soltanto che dovete prendere la parte della vostra Terra debitamente coltivata e trasferirla nelle rispettive fasce, allora sarete a posto, poiché popoli pagani, con i loro usi e costumi, non se ne trovano in tali fasce, come neppure i mori e le razze con la pelle scura con le loro istituzioni familiari, politiche e religiose.

7. Nondimeno, come appariva una volta la Terra nei buoni tempi cristiani tra veri cristiani, e come appariva con gli ebrei sotto Giosuè, così appare lì dappertutto; e precisamente nella fascia settentrionale come ai tempi della buona cristianità, e nella fascia meridionale come ai tempi di Giosuè tra gli israeliti.

8. Ora che sapete ciò, ce la sbrigheremo presto e facilmente con queste fasce del secondo anello, poiché se là tutto si trova disposto come sulla Terra, a noi non rimane altro se non accennare solamente a quelle che sono le peculiarità solari che si riscontrano dappertutto, e così abbiamo tutto quello che è necessario alla conoscenza precisa di queste due fasce.

9. Dunque, in cosa consistono queste peculiarità solari, che su tali fasce differiscono dal loro pianeta corrispondente?

10. Queste peculiarità solari consistono anzitutto nella più perfetta organizzazione di ciò che si possa scorgere sulla Terra, premesse le due condizioni indicate.

11. In secondo luogo, la differenza consiste anche nel fatto che in nessuna delle due fasce ci sono i cosiddetti anfibi, né nelle acque né sul terreno e non ci sono neppure bestie feroci. Ci sono certamente animali che hanno l’aspetto simile a quello delle bestie feroci, ma sono di razza nobile e dolce, e del resto nessuno degli animali è provvisto di armi per combattersi l’un l’altro come sulla Terra, ma da questo punto di vista sono quasi tutti della natura dell’agnello e si nutrono di erbe e radici.

12. Una terza peculiarità si riscontra nella vegetazione. Sulla vostra Terra voi potreste trovare più di duecentomila specie di erbe, piante e cespugli, mentre su tali fasce queste piante sono in primo luogo del tutto prive di semi e dappertutto crescono liberamente dal suolo nei posti a loro adatti, così come avviene sulla vostra Terra per il muschio, e per le diverse specie di funghi e per alcune altre piante, specie nella zona equatoriale. Tuttavia, in ambedue queste fasce le piante e gli alberi non vengono generalmente riprodotti soltanto con il piantare nel terreno i ramoscelli, ma anche usando gli stessi frutti che sono indistintamente senza seme, così come sulla Terra cresce in oriente una specie di uva che è altrettanto priva di semi. Dunque, quando un frutto maturo di qualsiasi specie viene posto nel terreno, dallo stesso cresce al più presto una pianta o un albero della stessa specie.

13. Come vedete, queste sono le differenze e le peculiarità solari principali.

14. Invece, per quanto riguarda gli uomini e la loro costituzione, sia dal punto di vista sociale che familiare e religioso, ciò corrisponde pienamente a quello a cui abbiamo accennato in precedenza.

15. Voi certamente chiederete: “Dunque, credono costoro in Cristo, il crocifisso?”. – Ed Io vi rispondo: “Gli stessi apostoli che Lo hanno annunciato qui, l’hanno annunciato anche là”. Non dovete però osservare il cristianesimo su quella fascia con occhi clericali, e non dovete pensare che là ci siano poi delle cosiddette chiese e ogni tipo di pigri e sfaccendati monasteri, ma l’intera fascia è solamente una comunità Cristiana che ha solamente un Evangelo, e riconosce l’Uno e lo stesso Cristo, fedelmente e veramente nello spirito e in tutta verità.

16. Per quanto riguarda la religione, la fascia meridionale differisce dalla settentrionale, solo nel fatto che in essa gli abitanti conoscono bene anche il Vecchio Testamento, considerandolo soltanto quale una costruzione preliminare per l’edificio principale costituito dal Nuovo Testamento, che durerà in eterno; mentre i settentrionali ne hanno qualche conoscenza, ma dicono: “Noi onoriamo e apprezziamo tutto quello che ha riferimento, sia pur minimo, col nostro Signore, ma se abbiamo Lui stesso, lasciamo perdere tutto il resto e rimaniamo presso di Lui!”. – Perciò i settentrionali sono molto più saggi dei meridionali, poiché i primi sono già penetrati nel Tempio, mentre i secondi sono appena nel vestibolo. In altre parole: gli uni sono nell’amore e tramite esso in ogni sapienza, e gli altri sono nella sapienza e solo attraverso questa nell’amore.

17. Voi vorreste sapere se gli uomini possono peccare anche qui e se di conseguenza c’è anche un battesimo che porta alla rinascita, e perciò anche una redenzione dalla morte per la conquista della Vita eterna. Ebbene, tutti gli uomini di tutte le costellazioni sono in condizione di poter peccare, quindi anche qui, poiché dove ci sono degli esseri in assoluta libertà, ci sono per forza delle leggi fondamentali occasionali o di eterna durata, per mezzo delle quali gli esseri liberi sono in grado di riconoscere la loro libertà. Infatti, la libertà consiste essenzialmente nella capacità che ha un essere libero di riconoscere, per mezzo di una legge data, la libera volontà e di osservarla, oppure no. Dove ci sono degli esseri liberi, la cui volontà può scegliere di osservare o non osservare una qualsiasi legge libera o morale che sia, si comprende da sé che in tal caso la trasgressione della legge è possibile ovunque vi siano degli esseri che devono passare attraverso una simile prova di libertà.

18. Ciò si riferisce naturalmente anche a queste fasce, soltanto che, data la serietà di questi abitanti del Sole, un peccato contro la legge dell’amore è quasi ancora più raro che non da voi la completa osservanza di una tale legge.

19. Se nonostante ciò, ci sono qua e là dei peccatori, ci deve pure essere un perdono dei peccati e, con ciò, un battesimo e una redenzione. Però, redenzione, battesimo e penitenza sono là una cosa sola, poiché ogni peccatore, quando ritorna alla legge dell’amore e si pente dei suoi peccati o errori ed afferra e ravviva Cristo nel suo cuore, diventa immediatamente partecipe della redenzione, viene battezzato per mezzo dello Spirito ed ottiene la rinascita alla Vita eterna.

20. Questo è il caso anche della fascia meridionale; soltanto, che a causa della maggiore fertilità della zona il peccato è alquanto più frequente che nella fascia settentrionale, e gli uomini sono più sensuali di quelli del nord. Vedete, questo sarebbe di nuovo qualcosa di molto diverso dalla Terra, specialmente nei tempi attuali.

21. Per quanto riguarda il resto, tutto si trova come sul vostro pianeta. Ci sono perfino delle città e dei villaggi, come pure delle residenze singole. Voi vi meravigliereste molto se vedeste là degli splendidi vigneti, nonché i monti più alti coperti di boschi, fino a quelle altezze dove, a causa dell’aria pura, da voi nulla può più vegetare. Trovereste perfino che non manca l’aratro e meno ancora la falce. Soltanto che dovete vedere tutto ciò in uno stato molto più perfetto che sulla Terra.

22. Gli uomini non sono molto più grandi di quelli della Terra, però sono molto più belli e perfetti. La loro foggia del vestire è molto semplice e si avvicina a quella che a suo tempo era in uso presso gli ebrei.

23. La loro costituzione è puramente patriarcale e, in senso ampio, comunitario; essa è teocratica, perché essi stanno in corrispondenza ininterrotta con i Cieli ed hanno continuamente un rapporto spirituale visibile con gli stessi. Certamente Io stesso Mi trattengo spesso con i più puri e i più perfetti in amore e umiltà!

24. Per quanto riguarda i loro matrimoni, essi vengono conclusi in Cielo, cioè con il più puro amore per Me, e vengono benedetti dai genitori e dagli angeli nel Mio Nome.

25. La procreazione del genere umano avviene per mezzo di rapporti carnali come sulla Terra, ma questa è un’azione che appartiene alle più religiose, più devote e spirituali.

26. Il trapasso non è altro che una libera uscita dal corpo, il quale, poi, viene sotterrato in un campo a ciò destinato. La dissoluzione ha luogo molto rapidamente ed è sempre accompagnata da un forte profumo che rallegra e ravviva gli animi di tutti i presenti, poiché esso offre loro, per così dire, un assaggio delle pure arie celesti.

27. Anche questi uomini non hanno dei giorni festivi né suddivisioni e calcolo del tempo, e si preoccupano poco dei misteri della natura, poiché la loro massima sapienza consiste esclusivamente in questa costante affermazione: “Quando abbiamo Cristo, noi abbiamo tutto; invece senza di Lui, tutte le cose nello spazio infinito ed eterno sono nulla, come un cerchio vuoto!”

28. Se però qualcuno di voi volesse tuttavia avere da loro qualche chiarimento su l’una o l’altra cosa, essi sarebbero nella possibilità di darlo dal più profondo, malgrado che là non ci siano scuole, poiché Cristo è la loro unica ed esclusiva Scuola, e potete essere sicuri che da questa scuola escono i maggiori eruditi.

29. Voi potete ritenere che quella popolazione sia composta di uomini tristi e senza vita, che si azzardano appena ad alzare gli occhi dal suolo. Ma neanche per idea! – Io vi dico che esseri così allegri, lieti e socievoli non li potete trovare in nessuna parte della Terra. Essi si dedicano alla musica e al teatro e si prodigano a dare dei grandi concerti, ma certamente tutto ciò assume là un significato del tutto diverso da quello che usate dare voi a questo genere di manifestazioni. Infatti, in tutti questi intrattenimenti il Signore è il luminosissimo Punto centrale, intorno al quale tutto gira, mentre da voi sulla Terra, Egli viene lasciato completamente da parte perfino nelle migliori circostanze, per non parlare poi delle circostanze peggiori!

30. E così noi avremmo dato una scorsa completa anche a queste due fasce. Che le condizioni climatiche siano sempre uguali alle altre fasce, lo potete facilmente dedurre, perché anch’esse fanno parte del mondo solare.

31. Che comunque queste fasce siano ricche dei più vari e spesso meravigliosi fenomeni della natura, che non sono mai di tipo distruttivo, non serve citarlo qui. E così non avremmo più niente da menzionare di particolarmente notevole nei riguardi di queste due fasce.

32. Forse può sorgere in voi la domanda se la Luna non abbia anch’essa una qualsiasi rispondenza in queste due fasce. Solo che dovete tener presente che tutte le lune dei pianeti non hanno alcuna rispondenza sul Sole. Infatti le lune hanno rispondenze solo sui pianeti ai quali esse appartengono.

33. Nondimeno, adesso siamo giunti alla fine con le nostre fasce, e così la prossima volta passeremo alla fascia successiva, cioè alla terza. Con ciò, oggi chiudiamo.

 

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Cap. 34

 

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Il terzo paio di fasce, di cui quella settentrionale corrisponde a Marte

 

1. Come già stabilito, ora ci rechiamo sulla terza fascia. Questa, tanto a nord come a sud, è la più piccola e, da una catena divisoria montuosa all’altra non si ha in media che una larghezza di poco superiore alle mille miglia tedesche. A parte ciò, il cerchio che essa forma supera tuttavia le trecentomila miglia tedesche.

2. Neppure lungo questa fascia c’è un mare ininterrotto, ma ci sono diversi laghi più grandi e più estesi della precedente.

3. Il paese è meno montuoso degli altri che abbiamo conosciuto finora, fatta eccezione verso i monti di confine, i quali, com’è naturale, hanno degli importanti contrafforti che si estendono verso la pianura. Questi contrafforti, insieme a delle più semplici ramificazioni che si dipartono dagli stessi, sono gli unici monti che sorgono in questa fascia, la quale come già osservato è per la maggior parte pianeggiante.

4. Poiché finora abbiamo osservato che ad eccezione della fascia centrale tutte le altre fasce corrispondono ai pianeti, allora da parte vostra si chiederà se anche questa terza fascia non corrisponda a un pianeta. E Io vi rispondo di si, è così! Questa fascia settentrionale corrisponde al pianeta Marte.

5. Dato però che questo pianeta è quanto mai misero, così ugualmente anche la fascia solare corrispondente è la più misera di tutte le altre.

6. In cosa consiste veramente questa sua indigenza? Essa non consiste tanto dal lato spirituale, quanto in quello naturale.

7. Infatti, anzitutto, gli uomini sono insignificanti e di forme poco belle, sono piccoli e piuttosto tozzi e, per il resto, non hanno proprio nulla di attraente nel loro aspetto esteriore. Il loro colore è bruno chiaro, ma in molti tende al bruno scuro. La loro faccia assomiglia abbastanza a quella dei groenlandesi, ad alcuni lapponi e agli esquimesi. Tuttavia la foggia del loro abbigliamento non assomiglia affatto a quello dei popoli della Terra appena nominati, ma il loro vestire consiste in un grembiule legato intorno al collo, che a larghe pieghe giunge sotto il ginocchio ed è della stessa foggia sia per l’uomo come per la donna. Per fare uscire le mani, sono praticate ad ambo i lati dei fori, affinché essi possano stenderle quando hanno da sbrigare qualche lavoro; quando però non hanno nulla da fare, ritirano le braccia sotto il mantello, che veramente non sono affatto attraenti. Come vedete, questa è la prima loro miseria.

8. La seconda consiste nella penuria tanto nella vegetazione che nel regno animale, poiché la vegetazione è limitata a pochi alberi fruttiferi che danno appena un nutrimento sufficiente per vivere. Là, pure l’erba è scarsa ed è uguale a quel muschio che cresce sulla Terra e che, non di rado, si trova su alcuni vecchi alberi, oppure ogni tanto anche sui vecchi tetti di paglia di povere capanne di contadini.

9. Là il terreno è già abbastanza solido, e tra l’altro è anche molto pietroso e sabbioso, specialmente lungo le rive dei laghi e dei fiumi più grandi.

10. Il regno animale consiste in un’unica specie di pecora, che assomiglia approssimativamente all’alce siberiana a voi nota. Questo animale li provvede di un latte abbastanza buono e di lana molto fine, con la quale si confezionano i vestiti necessari. Esiste anche una specie di vermi che si nutre di erba. Questo tipo di vermi ha una caratteristica simile a quella dei bachi da seta e fila dei lunghi fili sul terreno, come fanno da voi i ragni. Gli abitanti raccolgono questi fili e ne tessono una stoffa, che viene usata preferibilmente dalle donne per i loro mantelli.

11. L’aria è animata da un’unica specie di uccelli, che sono abbastanza numerosi. Gli uomini li tengono anche ad uso domestico ed utilizzano le loro piume per le panche da riposo, le quali consistono in un piccolo rialzo del terreno sul quale vengono poste queste piume, le quali poi vengono coperte con la stoffa con la quale confezionano i loro mantelli.

12. In compenso, però, le acque sono piuttosto animate, poiché lungo le rive gli abitanti navigano con dei piccoli natanti. Questa sarebbe dunque una ulteriore ristrettezza naturale.

13. La terza ristrettezza consiste nella precarietà delle loro abitazioni, poiché queste consistono abitualmente in una specie di incavo profondo, ricavato in un rialzo di terra. Questo rialzo viene portato fino all’altezza di tre klafter dal suolo e in esso vengono praticati degli incavi che hanno all’incirca una profondità di altri tre klafter. Internamente lungo tutta la rotonda dell’incavo viene elevata la già descritta panca di riposo, e nel fondo, sempre costituito da terra, c’è una specie di tavolo sul quale essi posano i frutti che servono loro da nutrimento quando vogliono mangiare.

14. Ogni tanto, specialmente verso i monti, ci sono delle abitazioni più grandi, scavate nei monti stessi.

15. In queste dimore vengono anche fabbricati gli arnesi indispensabili per i lavori (necessari) che essi devono sbrigare. In questo consiste tutta la loro industria, nonché l’intera ricchezza naturale di cui dispongono gli abitanti di questa fascia.

16. Vedete, sia questa fascia che il suo pianeta corrispondente sono dotati molto poveramente dal punto di vista naturale, ma ciò non può dirsi dal punto di vista spirituale. Infatti, quale compenso per le poche attrattive che si trovano nel loro mondo, (gli uomini di Marte) godono invece di una continua vista interiore, grazie alla quale quello stesso mondo così meschino viene in loro tanto magnificato e trasfigurato, che essi ne traggono una gioia infinitamente maggiore che non gli abitanti della fascia centrale.

17. Essi non sono degli eroi della volontà, ma lo sono tanto di più in ogni possibile abnegazione di se stessi. Da questo punto di vista sono dei veri Diogene[16], ragion per cui anche la loro vita interiore e spirituale acquista sempre maggiore spazio, ed essi, nelle cose più insignificanti, con gli occhi dello spirito scorgono delle magnificenze tali, che nessun savio della vostra Terra ha mai sognato.

18. Da tutto ciò che è stato detto, è quanto mai facile concludere che anche le loro costituzioni sociali, familiari e religiose, devono essere oltremodo semplici.

19. La loro costituzione sociale non è altro se non un rapporto familiare, in seguito al quale le famiglie legate in parentela erigono le loro abitazioni a poca distanza l’una dall’altra, vivendo fra loro in una pace costante e in una indissolubile unità.

20. La loro cultura mira solo allo spirituale, poiché essi non si preoccupano d’altro se non che lo spirito dei figli acquisti il più presto possibile l’indipendenza interiore. Quando i figli con il loro agire e operare, hanno superato le prove richieste, essi vengono guidati verso “l’Uomo-Dio” e Lo devono riconoscere come il Fondamento di tutte le cose e come l’unica Guida del genere umano.

21. Infatti essi dicono: “Quando tu sei in una casa estranea, allora per te c’è poco da fare e poco di cui curarti; ma se sei nella casa dei tuoi genitori, in essa sei già provvisto di tutto. Invece noi siamo nel mondo come in una casa estranea. Perché allora dobbiamo avere tante cure? Mentre se siamo nell’indipendenza del nostro spirito, noi siamo come nella casa paterna e perciò ben provvisti, poiché Dio, il miglior Uomo, in tale casa ha cura di tutte le Sue creature, come il migliore dei padri ha cura dei suoi figli nella sua casa. Perciò noi dobbiamo curarci di una cosa soltanto: e cioè soprattutto di entrare in una tale Casa! Quando siamo entrati, siamo automaticamente provvisti di tutto, poiché, se il miglior Uomo-Dio ha disposto che il nostro mondo esteriore sia solo misero, è affinché possiamo persuaderci che siamo in una casa estranea; tuttavia Egli ha dotato tanto più riccamente quella patria dimora[17] dove Egli ha cura di noi come il migliore dei padri”.

22. Come vedete, in seguito a questo semplicissimo precetto fondamentale, anche la loro costituzione religiosa non consiste in altro se non soltanto nel fatto che ognuno aspira, in primo luogo, ad acquisire l’indipendenza del proprio spirito seguendo la via dell’umiltà e dell’abnegazione, e poi aspira a riconoscere sempre più l’Uomo-Dio e ad essere guidato da Lui.

23. Questo è perciò tutto quello che gli abitanti di questa fascia possono esibire in quanto a cultura. Voi là non trovate né templi né oratori né scuole di alcun genere, ma soltanto la nicchia paterna che si trova in ogni famiglia, poiché in quella nicchia il padre, di volta in volta, raduna tutta la famiglia, che talvolta è composta di trenta membri, ed insegna loro come trovare la patria interiore e, in essa, l’unico e vero Padre. Quando il capo famiglia ha terminato un tale ammaestramento con discorsi e racconti adatti, egli benedice tutti i suoi componenti e poi lascia che ognuno si dedichi alle proprie piccole mansioni, oppure che si ritirino nelle loro piccole nicchie a meditare in solitudine su quanto è stato appreso e, contemporaneamente, fare dei tentativi per vedere in che misura la dimora e la patria interiore si siano già rivelate loro.

24. La preghiera, e con essa anche tutto il servizio divino, consiste esclusivamente in un desiderio struggente, costante e vivente, di fare il più presto possibile la conoscenza, interiore e desiderata sopra ogni cosa, dell’ottimo Uomo-Dio, e perciò anche dell’unico e vero Padre.

25. Il segno che indica quando l’uno o l’altro si trova già dinanzi alla porta della dimora del Gran Padre di casa, porta che gli verrà presto aperta, consiste nel percepire dei canti straordinariamente armonici provenienti dalle sfere angeliche. In seguito a queste sensazioni, gli uomini di questa fascia hanno anche un detto che dice così: “Quando tu percepirai come i grandi mondi cantano al Padre di famiglia un elevato inno di lode, allora pensa che tu ti trovi alla soglia di quella porta che conduce alla santa Dimora dell’unico, vero e più che buon Padre!”

26. Quando poi qualcuno può raccontare di aver percepito qualcosa di simile, tutti gli altri ne provano grande gioia e gli si stringono attorno, augurandogli felicità e costanza nel seguire tale via.

27. E infine, quando qualcuno è potuto penetrare pienamente in questa patria interiore, allora nella casa di tale famiglia vengono invitati tutti i vicini ad una quieta festa di gioia. E questa festa è pure l’unica che si possa vedere qui, e consiste in un pasto lieto, ma sempre moderato, e infine in una lode generale all’unico e vero Padre di famiglia.

28. Coloro che sono già di casa nella dimora interiore vengono informati dell’incarnazione del Signore e ne hanno una grandissima gioia. Tuttavia non viene fatto loro conoscere quanto ingrati siano gli uomini della Terra nei confronti di un Padre tanto buono che ha concesso una Grazia tanto inesprimibile da volere assumere su di essa una natura carnale-umana.

29. Ora vedete, qui abbiamo tutta la fascia settentrionale, mentre quella meridionale corrispondente racchiude in sé i quattro piccoli satelliti, il cui rapporto di rispondenza con questa fascia lo considereremo prossimamente, per passare poi alla quarta fascia. Dunque, per oggi basta!

 

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Cap. 35

 

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La fascia meridionale del terzo paio di fasce, corrispondente agli asteroidi

 

 

1. I quattro piccoli pianeti (satelliti) già nominati e, per così dire, sparsi, possono essere chiamati pianeti morti, poiché su di essi sono ancora pochi gli esseri viventi, e quelli che ancora vi si trovano, sono, secondo natura, completamente miseri, e per loro lo spirituale è quasi completamente ignoto.

2. Questi pianeti, anche dal punto di vista naturale, sono tanto piccoli che il più grande non ha neppure il diametro della vostra Luna. E la loro vegetazione è altrettanto estremamente misera, che all’infuori di alcune erbacce e di qualche cespuglio, non cresce nient’altro.

3. Solo sul più grande cresce una specie minuscola di alberi da frutto, che però come da voi è poco più grande dei cosiddetti alberi nani, e produce una specie di frutto di poco valore che è all’incirca uguale alle bacche di faggio e ai semi di cembro.

4. I pochi uomini di statura molto piccola, si nutrono con piena soddisfazione di ciò che la loro piccola terra produce, e si vestono con le penne di alcuni uccelli domestici, della cui carne essi sono ghiotti, e si coprono anche con le pelli di alcuni animali domestici che assomigliano pressappoco ai vostri conigli, ai ratti e ai sorci. Nel contempo essi sono anche gli abitanti più grandi di questi pianeti.

5. Ci sono ancora alcuni rettili, pochi insetti volanti, delle poche e scarne specie di rane e di pesci nelle acque, ma questi animali non vengono utilizzati dai pochi abitanti.

6. Le loro abitazioni consistono per la maggior parte in buche scavate nel terreno, che gli abitanti riempiono con ogni tipo di cascami morbidi, come i nidi degli uccelli, e poi vi giacciono tutti insieme, proprio come giovani uccelli nel nido.

7. Questi uomini, che raggiungono appena due o al massimo tre spanne d’altezza, hanno in comune con alcuni animali della vostra Terra il letargo invernale, poiché l’inverno in questi quattro piccoli pianeti dura a volte più di due anni terrestri, e a volte anche meno, a seconda se un tale pianeta si avvicina di più o di meno al Sole, in seguito alla sua orbita irregolare.

8. Quanto varia ed irregolare sia la loro orbita ve lo può dimostrare il fatto che questi quattro asteroidi procedono in ordine sparso, fra l’orbita di Marte e quella di Giove, intorno al Sole, in modo che l’uno o l’altro di tali pianeti si avvicina ora all’orbita di Marte ora a quella di Giove, anche se queste due orbite sono distanti l’una dall’altra molti milioni di miglia.

9. La ragione per cui questi quattro asteroidi sciamano nello spazio celeste, per così dire, come se fossero abbandonati a se stessi, è la separazione avvenuta in tempi lontani di un unico pianeta[18] in quattro parti. Separazione nella quale molte parti e molto considerevoli, furono disperse nel grande spazio cosmico, e quasi tutti i pianeti di questo Sole come pure il Sole stesso ricevettero molte particelle, fra le quali parecchie abbastanza considerevoli. Malgrado ciò, in questo modo nel luogo della loro separazione rimasero quattro parti come piccoli pianeti arrotondati, insieme alle loro acque, ed assunsero una nuova direzione nella loro orbita intorno al Sole.

10. I pochi uomini rimasti, i pochi animali e le piante si raggrinzirono su questi quattro asteroidi, per così dire neo riformatisi, come si erano raggrinziti i pianeti stessi.

11. Vedete, era necessario fare questa premessa, affinché la terza fascia meridionale del Sole risultasse più evidente. Dunque, che aspetto ha questa fascia?

12. Essa è molto diversa dalla sua corrispondente fascia settentrionale, poiché, in primo luogo, è separata dalla seconda fascia subito dopo l’anello montuoso da un’ampia fascia d’acqua. Subito dopo comincia una zona oltremodo montuosa, con pochissime pianure, le quali a loro volta sono ricoperte d’acqua. In quattro punti, da un anello montuoso all’altro, questa fascia è perfino divisa per mezzo di una distesa d’acqua così vasta, che agli abitanti delle quattro zone così risultanti è impossibile mettersi in contatto gli uni con gli altri, poiché l’invasione dell’acqua dall’anello divisorio vero e proprio in questi quattro bacini divisori secondari, è tanto violenta che neppure le vostre navi più grandi, che fanno il giro del vostro mondo, si azzarderebbero a navigare su tali acque, anzitutto per l’immensa superficie che presentano e, in secondo luogo, perché l’acqua del mare anulare, specialmente quando irrompe nei quattro bacini secondari, è oltremodo tempestosa ed agitata con delle onde che superano in altezza i vostri monti più alti; perciò su queste acque dilaniate, anche i più impavidi navigatori della vostra Terra non si azzarderebbero.

13. Questi quattro territori, così separati fra di loro, sono anche i più poveri su tutto il Sole. Essi sono abitati dai più piccoli uomini che vi siano su tutto il corpo solare. Qui non è dato scorgere nessuna sontuosità, all’infuori di quella della luce propria, diffusa ugualmente su tutto il corpo solare.

14. Neanche qui gli uomini hanno un’abitazione, ma nei monti anch’essi si scavano dei buchi che hanno un’apertura dalla forma di un cono tronco. Questi buchi s’inoltrano nel suolo fino ad una profondità di circa dieci klafter e nella parte più interna si trova pure una specie di nido, che serve agli abitanti di questa fascia come deposito e giaciglio. Quando un tale nido è troppo usato e sciupato, viene sostituito con uno nuovo.

15. Altrettanto magra è la vegetazione che consiste in poche specie di erba e in due specie di alberi che sembrano cespugli, i quali producono in sufficiente quantità dei frutti che somigliano alle nocciole e alle vostre mandorle. Non ci sono affatto dei frutti succosi; soltanto la radice di un’erba che somiglia pressappoco alla vostra rapa, però molto più piccola, costituisce l’unico alimento succoso che cresce su questa fascia solare.

16. Questa fascia è così miseramente dotata pure riguardo agli animali. Infatti essi hanno soltanto due specie di quadrupedi domestici. Uno ha l’aspetto del vostro zibellino, solo che la lana è più ricca e più morbida; con questa gli abitanti confezionano un povero vestito, la cui produzione è più o meno simile al modo che voi usate per ottenere l’ovatta. Essi spargono cioè la lana su una superficie piana, cioè sopra una lastra di pietra liscia per natura, cosa non molto difficile dato che là il terreno è molto pietroso. Su questa lastra essi premono la lana così da ottenere uno strato e poi ne spalmano la superficie con un succo viscoso, prodotto da una radice. In seguito a questa operazione, i peli lanosi si appiccicano l’uno all’altro ed in modo altrettanto duraturo, come se fossero stati spalmati con la gomma elastica. In questo modo vengono ottenuti dei fogli abbastanza lunghi e larghi, e da questi ritagliano poi il loro semplice vestito che non consiste in nient’altro che di un grembiule piuttosto rigido, intorno ai fianchi a copertura dei genitali, mentre tutto il resto del corpo rimane nudo.

17. La figura di questi uomini, di per se stessa, non ha nulla di disgustoso; anzi, il sesso femminile ha un aspetto molto leggiadro. Solo che tali uomini non raggiungono in media l’altezza di un bambino dei vostri di cinque-sei anni.

18. Essi vivono di preferenza nelle regioni più elevate, poiché temono molto le acque dei mari. Quando hanno l’occasione di vedere da lontano le grandi distese d’acqua, immaginano che là abbia fine il loro mondo e che l’acqua salga sempre; idea questa indotta in loro dal grande ondeggiare. Per questa ragione, come è già stato notato, preferiscono vivere sulle alture.

19. Questo sarebbe quanto di caratteristico e di abitabile si presenta su questa fascia da parte di questi piccoli uomini. È superfluo aggiungere anche che nel paese da nessuna parte si può scorgere alcun abitante dell’aria; ce ne sono però al di sopra delle acque, che in sé e per sé sono animate da ogni tipo di animale.

20. Ora che sappiamo tutto ciò, non ci resta altro se non apprendere la loro costituzione, sia sociale, che familiare e religiosa; e una volta appresa, allora abbiamo osservato tutto ciò che è degno di nota su quest’intera fascia.

21. Per quello che concerne la costituzione sociale, essa consiste solo nel fatto che i pochi uomini, raccolti il più possibile in gruppi familiari, si distanziano gli uni dagli altri così da evitare che fra l’una e l’altra delle famiglie sorgano delle controversie sulle rispettive proprietà e sui confini.

22. In ogni famiglia il più anziano è pure il capo supremo dominante; egli guida tutti i membri della sua famiglia e dispone riguardo ai compiti spettanti a ciascuno.

23. I loro arnesi di lavoro si limitano ad una piccola pala, che essi fabbricano con una specie di argilla, che poi mettono a cuocere in un posto adatto dove i raggi solari si concentrano di più. Grazie a questi raggi l’arnese diventa più duro della pietra ed è pienamente adatto alla necessità d’uso.

24. L’uso di questo arnese consiste principalmente nel praticare le cavità nel suolo dei monti che servono loro da abitazioni. Un secondo uso di questo attrezzo piuttosto tagliente è quello di ritagliare, alla meno peggio, i loro abiti. E come terzo uso, per mezzo di questo arnese tolgono le erbacce e le radici dal terreno.

25. Un altro arnese, sempre approntato con lo stesso sistema, è una specie di pettine. Con questo essi strappano la lana dal noto animale, cosa che riesce facilmente specie se il pelo dell’animale è giunto a maturità. Poi lo usano anche per un secondo animale domestico, il quale però è più raro ed ha pressappoco l’aspetto della vostra mucca, però in miniatura. Questo animale non presenta differenze fra i due sessi ed ha otto capezzoli da latte; quando lo mungono essi spingono questi capezzoli, a dire il vero non troppo grossi, fra i denti del pettine e, per così dire, vi pettinano fuori il latte, ciò avviene abitualmente sopra una pietra liscia, un po’ concava.

26. Una volta spremuto il latte fuori dalla piccola mucca, lasciano poi che il docile animale vada alla ricerca del suo nutrimento, mentre essi mescolano tale latte con dei frutti pestati, provenienti dai loro alberi nani, e si preparano una pietanza che a loro piace moltissimo e che mangiano comodamente, prendendola con le mani.

27. Questo è tutto ciò che è compreso nella loro economia domestica; così, con poche parole, noi avremmo riassunto tutta la costituzione sociale e familiare, nonché domestica.

28. La loro religione è però anche altrettanto semplice come la loro costituzione, sia politica che domestica.

29. Essi credono in Dio, che, secondo loro, è un grandissimo Uomo perfetto e soprattutto potentissimo, e sanno pure che questo perfettissimo Uomo ha fatto il Cielo e la (loro) terra.

30. Essi sono quanto mai umili e timorosi ed hanno una grande paura di questo perfettissimo Uomo. Hanno anche qualche conoscenza del Cielo e dell’inferno e conoscono la loro immortalità.

31. Hanno un vero terrore dell’inferno e considerano il Cielo troppo lontano per loro, dato che si considerano miseri. Per questa ragione hanno una grande paura della morte del corpo e procurano di mantenerlo in vita più a lungo possibile.

32. Alcuni anziani hanno talvolta degli incontri visibili con gli spiriti dei loro simili, ma non se ne rallegrano troppo quando tali spiriti appaiono a loro, poiché ciò è sempre un segno che essi dovranno presto abbandonare questo loro mondo della carne.

33. Quando questi spiriti annunciano loro che quest’Uomo perfetto li ha accolti amorevolmente, essi se ne rallegrano molto, ma continuano a considerare se stessi come assolutamente indegni di una tale Grazia, poiché dicono: “Noi siamo troppo miseri perché un tale Signore ci rivolga anche solo lo sguardo; figuriamoci poi, di essere accolti in una grazia superiore proveniente da Lui!”

34. Perciò essi pregano con fervore e ringraziano per tutto quello che mangiano, anzi perfino per ogni singolo e meschino frutto staccato dai loro alberelli nani, e così pure per ogni cespo d’erba che raccolgono dal terreno essi ringraziano con fervore e si considerano sempre immeritevoli di un tale dono, e non vogliono concepire come quest’Uomo perfettissimo possa interessarsi a loro così amorosamente!

35. Vedete, in ciò consiste tutta la loro religione, completamente priva di cerimoniale. Se proprio volete avere una qualche cerimonia, essa consiste unicamente nel vincolo nuziale di una coppia di sposi.

36. Questo vincolo matrimoniale consiste soltanto in un abbraccio reciproco, al quale segue la benedizione dell’anziano di una famiglia, poi in una generale resa di grazie ed infine nell’accoppiamento che avviene subito dopo, il quale però, anche presso questi uomini, appartiene alle più grandi ed elevate solennità.

37. Riguardo ai loro morti essi li avvolgono in ogni tipo di erbe, scavano poi in un punto più basso un buco nella terra, simile a quelli che servono per le abitazioni, e in tale sepolcro aperto mettono i corpi dei loro trapassati. Le erbe servono, perché se per caso i trapassati dovessero svegliarsi, abbiano qualcosa con cui potersi sfamare.

38. Un tale sepolcro essi lo visitano in compagnia; dato però che i corpi si putrefanno in modo velocissimo e di solito non trovano più nulla dei loro morti, essi sono dell’opinione che i defunti si siano ridestati e vaghino intorno a loro, oppure che siano stati presi dagli spiriti.

39. Perciò pregano in varie forme per i loro trapassati ed augurano di tutto cuore ogni felicità.

40. Questo è tutto ciò che si riferisce a questa fascia; la prossima volta prenderemo in esame la quarta fascia, sulla quale dovremo fermarci più a lungo, poiché là ci aspettano molte cose grandi da vedere. E perciò per oggi basta!

 

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Cap. 36

 

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Il quarto paio delle fasce solari corrispondente a Giove

Gli uomini del luogo

 

 

1. Con riferimento a questa quarta fascia, Io vi dico subito in anticipo che sia la parte settentrionale che quella meridionale corrisponde al grande pianeta Giove. Voi sapete che questo pianeta è, fra tutti, il più grande, cioè quattromila volte più grande della vostra Terra[19]. E così anche le corrispondenti fasce sono le più grandi e le più splendide, naturalmente dopo la fascia centrale, che di per se stessa è il vero e proprio mondo solare ed ha rispondenze con tutte le altre fasce del Sole.

2. Allora, quanto è grande la quarta fascia, corrispondente a Giove, presa nel suo insieme, cioè tanto dalla parte nord che dalla parte sud? Ambedue le fasce, prese insieme, dovrebbero avere senz’altro una larghezza di ventimila miglia e la loro lunghezza dovrebbe essere in media sulle duecentomila miglia. Da queste indicazioni risulta che questa quarta fascia deve abbracciare in sé molte cose grandiose, dato che già di per se stessa è di una tale considerevole estensione.

3. Anche questa fascia è separata dalla precedente da una cintura di montagne altissime, costituite da un marmo bianco di una durezza tale, che anche il massimo grado di calore non riuscirebbe a scioglierle. Le cime più alte che raggiungono gli strati più elevati dell’atmosfera luminosa del Sole, sembrano costantemente roventi; solo che non è così. Esse appaiono così scintillanti, perché le loro sommità sono di un bianco per voi inconcepibile, e di conseguenza dalla loro superficie rimandano continuamente tutti i raggi che esse ricevono da qualsiasi parte.

4. Le pareti di questa montagna, che continuano per tutta la lunghezza della fascia con pochissime rientranze e sporgenze, sono bagnate ai piedi da un anello d’acqua dalla larghezza di più di duemila miglia tedesche, che tuttavia è interrotto in molti punti da grandi isole e penisole ancora più grandi e da considerevoli lingue di terra; tutti i luoghi sono abitati dagli uomini di questa fascia.

5. Tutto il paese stesso, però, è più piano che montuoso, e i monti che sorgono qua e là non sono così alti come quelli delle altre fasce già note. Ad ogni modo, al di sopra del livello del mare del Sole essi sono molto più alti dei monti più elevati della Terra, ma non sono così ripidi e inaccessibili come i vostri. Il territorio stesso è ricco di mari, fiumi più o meno grandi, ruscelli e sorgenti, ed è perciò in sé estremamente fruttifero e benedetto.

6. Il regno animale qui è molto numeroso e tutta la fascia è molto popolata dagli uomini.

7. Ora sappiamo qual è la natura del paese, perciò secondo il nostro vecchio ordine, vogliamo rivolgere la nostra attenzione agli uomini per sapere che aspetto hanno, qual è la loro costituzione e quale religione praticano, e inoltre, in quale rapporto stanno con loro tutte le altre cose. Tutto ciò lo vogliamo riassumere dapprima in una risposta generale, per passare poi ai particolari.

8. Per quello che concerne gli uomini, essi anzitutto, per quanto riguarda il corpo, sono straordinariamente grandi; per quanto riguarda la figura, estremamente ben costituiti, e per quanto riguarda il carattere, i più miti e migliori uomini del Sole.

9. La loro costituzione è in primo luogo patriarcale, e in fondo anche teocratica; egli ha cura, da tutti i punti di vista, del bene comune.

10. E così anche la loro religione è molto semplice, senza cerimonie di nessun tipo. Di conseguenza, l’educazione dei loro figli non consiste in altro se non soltanto in ciò che riguarda la completa unificazione con i Cieli e con il Signore.

11. Così, in generale, vi ho esposto i punti più importanti delle condizioni in cui vivono gli uomini di questa fascia; passiamo perciò a considerazioni più dettagliate.

12. Innanzitutto, per quel che riguarda l’altezza dell’uomo, essa, non di rado, dai piedi alla testa è di circa cento klafter dei vostri (200 m circa!). Di che colore è? Bianco addolcito, cioè leggermente tendente all’azzurro rosato, circa come il colore di un’ametista, ma naturalmente molto più pallido. Un simile colore potete notarlo anche sulla Terra e precisamente nei popoli che dimorano sui monti caucasici, dove le donne di costituzione delicata assumono un tale colore, specie se si espongono ai venti dei ghiacci. Allo stesso modo è costituito anche il colore degli abitanti di questa fascia.

13. Com’è costituito il loro viso? Il loro volto è estremamente virile, cioè non è una maschera come ce ne sono in grande quantità tra gli uomini sulla Terra; per il resto è molto più arrotondato e dolce che non nel sesso maschile della Terra. Le labbra sono alquanto pronunciate e così anche gli angoli della bocca. Il mento è piuttosto sporgente, non però spiccatamente aguzzo, ma dolcemente arrotondato e del tutto privo di barba. La capigliatura è folta e lunga ed è di colore bruno scuro, e così pure le ciglia e le sopracciglia. La fronte è alta e particolarmente bianca verso i capelli. Gli orecchi sono nella giusta proporzione con le altre parti del corpo, così anche il naso.

14. Il collo è proporzionatamente lungo e rotondo, le spalle molto larghe e le braccia stanno in buon rapporto con le spalle, nella loro forma tondeggiante. Solo la palma della mano, in rapporto alla stessa, è di un quinto più grande come da voi. Le unghie delle dita sono del colore della pelle, soltanto verso l’estremità diventano più pallide ed oltremodo forti.

15. Il resto del corpo, fino alle anche, è nelle sue giuste proporzioni. Il bacino è tuttavia alquanto più sporgente che da voi sulla Terra. La conseguenza di ciò è un continuo tendersi diritto, specialmente quando un tale uomo sta in piedi; ma quando cammina, egli è già abituato dall’infanzia a tenersi fortemente curvo in avanti.

16. I piedi sono perfettamente regolari e così i genitali; soltanto le piante dei piedi, in proporzione, sono alquanto più grandi di quanto sia il caso vostro.

17. Com’è vestito l’uomo? – Il vestito dell’uomo, come quello della donna, non consiste in nient’altro che in un grembiule, atto a coprire i genitali; mentre tutto il resto è nudo. Malgrado ciò, non regna quasi in nessun altro luogo una maggiore pudicizia di quella che si riscontra presso gli abitanti di questa fascia. Così è costituito l’uomo.

18. La donna è più piccola dell’uomo di una testa ed è in tutte le sue parti perfettamente arrotondata. La sua pelle è molto più delicata che la pelle dell’uomo, ma tuttavia, di per se stessa, più spessa. Ad esempio, ammettendo che la pelle dell’uomo abbia in media la grossezza di una spanna e mezza, quella della donna è di due spanne, ma in compenso è molto più morbida di quella dell’uomo, ed anche molto più morbida ed elastica della pelle delle vostre donne sulla Terra, ed è dappertutto finemente porosa.

19. Il seno delle donne è perfettamente rotondo e posa sul corpo quali due grandi mezze sfere che lì sono ritenute la cosa più bella.

20. Anche il suo viso è molto attraente, non solo per la sua bellezza, ma anche per la sua affabilità. E i capelli delle donne arrivano considerevolmente oltre le ginocchia e sono molto abbondanti. Il loro colore è un po’ più chiaro di quello degli uomini.

21. La donna, in generale, non è quasi in nessun pianeta così ben fatta come qui, e gli uomini ci tengono molto alla bellezza fisica della donna, poiché essi dicono: “Quando la donna ha un cuore giusto e, di riflesso, uno spirito giusto, anche il suo corpo deve avere le giuste proporzioni. Se questo non avviene, ci deve essere una causa, per il fatto che in qualche donna il corpo non abbia raggiunto il pieno equilibrio. Tuttavia, la più perfetta equità, per quanto riguarda il cuore, è la costante pienezza dell’amore per il Signore, che è il nutrimento dello spirito per la vita eterna. Invece lo spirito è l’edificatore del corpo; se lo spirito è stato guastato da un certo grado di squilibrio del cuore, anche il suo prodotto deve necessariamente apparire turbato. Se un tale squilibrio dipende dai genitori o dai figli, è cosa da scoprire. Se dipende dai genitori, allora i figli sono innocenti e sta a noi non far gravare su di loro tale squilibrio. Se invece lo squilibrio ha la sua origine nel loro cuore, allora è nostro dovere aiutarli a formare in loro un cuore giusto, per ristabilire, se è ancora possibile, anche l’equilibrio del corpo. Ma se ciò non è più possibile, (allora siamo tenuti) per lo meno a ristabilire la giustizia soltanto nel cuore, affinché lo spirito possa ricevere dallo stesso, da allora in poi, il nutrimento che gli si confà”.

22. Vedete, questa è la ragione per cui gli abitanti di questa fascia ci tengono tanto ad una perfetta bellezza fisica, specialmente nelle donne, come già detto, le quali amano tanto immensamente quando corrispondono al loro ordine. Qualora una donna sia fuori dell’ordine, viene poco apprezzata, e se non entra nel suo ordine viene sottoposta al più presto ad una scuola piuttosto spiacevole.

23. Ciò sarebbe tutto quello che riguarda la figura umana in questa fascia. La prossima volta tratteremo del governo della casa. E perciò per oggi basta!

 

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Cap. 37

Case destinate all’abitazione e case destinate all’economia domestica sul quarto paio di fasce

 

1. Prima di passare al vero e proprio governo della casa, sarà necessario conoscere come sono fatte le abitazioni di questi uomini, dato che senza casa non ci sarebbe neanche un governo della casa. Allora possiamo porci la domanda: “Che aspetto hanno le case di questi uomini, alti come montagne, e di cosa sono fatte?”

2. Le abitazioni di questi grandi uomini assomigliano abbastanza a quelle della fascia centrale principale del Sole e sono fabbricate di pietre e di legno; soltanto che, naturalmente, sono in proporzione più grandi, così come sono più grandi gli uomini che vi abitano, rispetto a quelli della fascia centrale. Questa maggiore proporzione non dovete però prenderla alla lettera, poiché nella fascia centrale, tanto le abitazioni come pure gli altri edifici hanno piuttosto un’altezza di sontuosità, che non di vera e propria necessità. Invece le abitazioni di questa fascia non sono edificate per farne risaltare la sontuosità, ma nei limiti della necessità, tanto che non vi troverete nessun edificio che sia superiore, al massimo, a due volte l’altezza di un uomo; in questi edifici, poi, non ci sono assolutamente né balconate né altri luoghi sopraelevati come abbiamo visto nelle case della fascia centrale, come anche nelle prime due fasce secondarie, bensì esse sono molto basse.

3. Prima di passare alla disposizione interna, dobbiamo dare un’occhiata alla sua forma esterna e alla sua mole. La forma di una tale casa e la sua mole riusciremo a raffigurarcele nel modo migliore se vedremo costruire tale edificio dalle fondamenta; perciò fate attenzione.

4. Guardate qui, in quest’ampia spianata si sta edificando una nuova casa. Uno spazio di duemila klafter di lunghezza e duecento di larghezza, in quadrangolo rettilineo. Non dovete immaginarvi però una perfetta superficie quadrata in senso matematico, bensì piuttosto una corsia larga duecento klafter e lunga duemila klafter, che certo scorre in linea retta sui due lati della lunghezza, ma subito all’inizio la sua larghezza si stringe un po’, mentre all’altra estremità si allarga un po’.

5. Lungo ambedue i lati, in lunghezza, voi vedete erigere cinquecento colonne, che devono raggiungere l’altezza di duecento klafter e che hanno un diametro di venticinque klafter. In quanto alla larghezza, al principio, e perciò anche all’ingresso, vi costruiscono soltanto venti colonne, che non però hanno un diametro tanto grosso, come quelle ai lati in lunghezza. Il lato opposto, invece, è completamente chiuso.

6. Sopra queste colonne voi vedete posare delle travi possenti, e nell’interno, per tutta la lunghezza dell’edificio, vengono costruite ancora due file di colonne più alte ma molto più sottili di diametro, e poi osservate che si congiungono nuovamente con delle possenti travi poste a croce e di traverso. Inoltre, sopra tutta la travatura vengono poste delle assi proporzionatamente robuste ed esattamente combacianti in modo che non resti nessuna fessura.

7. Ora le assi sono a posto, e potete vedere come sopra le stesse vengono poste tre file di impalcature per i tetti, di cui quella mediana è una volta e mezza più alta di quelle laterali. Ora anche queste impalcature sono a posto. Continuate a guardare! Queste impalcature vengono saldate fra di loro con una specie di assicelle fissate così vicine le une alle altre, e sopra l’impalcatura in modo che tra l’una e l’altra non rimane più di una linea di spazio.

8. Cosicché questo lavoro è finito. Voi vedete tutt’intorno all’edificio dei grandi cumuli di lastre che devono servire alla copertura del tetto. Su forti scale quegli uomini giganteschi salgono e scendono e ricoprono il tetto; questa copertura avviene allo stesso modo come già visto nella fascia centrale. Le lastre sono internamente molto scure, ma esternamente sembrano fatte d’oro finemente pulito.

9. Le estremità della copertura, secondo la larghezza, vengono ornate piegando le lastre dorate del tetto. Per il resto, gli spazi fra le travature vengono lasciati liberi, affinché l’aria attraverso questi possa circolare liberamente e dall’alto mantenga fresco l’intero edificio.

10. Ora che noi abbiamo assistito a tutto ciò in spirito, ci siamo fatti un’idea della forma e della grandezza della casa. Non ci resta che dare un’occhiata al suo interno e così conosceremo presto tutto l’edificio e anche il suo scopo non troppo complesso.

11. Vedete, fra le colonne centrali, nel senso della lunghezza a partire dalla seconda colonna, si trova un muro alto circa venti klafter, il quale nel mezzo, fra due colonne, è arrotondato da ambo i lati, assumendo una forma ovale. Guardate ancora come la parte superiore di questo muro sia coperta da morbidi cuscini. Credo che non ci metterete molto ad indovinare quale possa essere lo scopo di questo muro. Esso è il luogo di riposo della casa, sul quale gli uomini sono soliti riposarsi dopo un lavoro.

12. Fra le colonne esterne scorgete anche delle mezze colonne alte circa cinquanta klafter. A cosa servono? Guardate un po’ in alto e scorgerete che su di esse si trovano frutti di ogni qualità, e ne dedurrete senz’altro il loro scopo: tali colonne sono le mense degli abitanti di questa fascia.

13. Ora spostiamoci verso l’altro capo chiuso della grande dimora, che è curvato piuttosto fortemente verso l’esterno; anche là c’è un rialzo di circa trenta klafter d’altezza, il quale, dalla parte interna verso la fila mediana delle colonne interne, prende una forma arrotondata e in alto presenta un piano che si annette al muro rotondo, ed è piegato in modo che esso assume una forma ovale, cioè come un uovo sodo tagliato a metà per la lunghezza.

14. Guardate poi come questo spiano, che misura parecchie centinaia di klafter quadrati, è pure ricoperto d’un gran numero di morbidi cuscini. A cosa dovrebbe servire questo posto di riposo così elevato? Questo è anzitutto il sedile del padre di famiglia e, in secondo luogo, anche la cattedra da cui il padre ammaestra tutta la famiglia.

15. Ora siamo alla fine della nostra visita in tutta la dimora, la quale viene edificata per tre semplici scopi: cioè per il riposo, per i pasti e per l’insegnamento.

16. Non ci sono forse, vicino a questa abitazione, degli altri edifici destinati all’economia domestica? Ogni abitazione ha ancora ai due lati dell’ingresso, alla distanza di circa duecento klafter, due grandi rotonde della stessa misura, che consistono di un muro chiuso e provvisto di alcune finestre, pure rotonde. Ognuna di queste rotonde verso l’abitazione ha una porta alta e larga in proporzione alla statura degli uomini, mentre non ha nessuna copertura, ma è aperta. I muri nell’interno sono provvisti di balconate, le quali non servono per camminarci, ma soltanto per conservare tutti gli arnesi e utensili necessari che vengono tutti custoditi solo in una delle rotonde.

17. L’altra rotonda serve come dispensa, e da un certo punto di vista anche da cucina, poiché in questa fascia certi frutti vengono prima bolliti, e solo dopo sono mangiati. A questo scopo al centro della seconda rotonda c’è un focolare dell’altezza di circa cinquanta klafter dal suolo e di un diametro di sessanta fino a settanta klafter. Nel mezzo di questo focolare c’è un incavo, nel quale viene versato una specie di petrolio. Questo petrolio, poi, viene acceso facilmente con delle scintille ottenute battendo certe pietre, brucia poi con una fiamma viva e completamente bianca, che emana un calore molto forte tutt’intorno e cuoce, molto presto e al punto giusto, i frutti che si trovano nelle pentole di oro autentico, poste tutt’intorno alla fiamma. Questo è tutto l’arredamento della seconda rotonda.

18. Ognuna di queste rotonde ha un diametro di circa centocinquanta klafter. Vi chiedete fra voi: “Dato che poco fa abbiamo appreso che queste rotonde hanno delle finestre nei loro muri, noi vorremmo sapere: a cosa servono queste finestre, dal momento che le rotonde non sono chiuse nella parte superiore?”

19. Queste finestre hanno come scopo l’arieggiamento, poiché in questa fascia così ricca d’acqua, l’aria non di rado è abbastanza umida; in seguito a ciò in dei locali chiusi si potrebbe manifestare la muffa o per lo meno della ruggine che potrebbe danneggiare sia gli arnesi che le derrate. E perciò, per evitare questo male, vengono praticate dappertutto delle aperture, affinché l’aria asciughi e purifichi gli spazi interni.

20. E poi questa fascia, in seguito alle sue ampie pianure, è di preferenza esposta a varie correnti d’aria ed è perciò anche concepibile che i suoi abitanti, che sono molto saggi, le sappiano utilizzare molto bene. Ora noi avremmo conosciuto un’altra parte che appartiene alla dimora di questi uomini.

21. Pertanto, affinché possiamo avere completamente presente tutto ciò che riguarda gli edifici appartenenti a tale economia domestica, vi faccio notare, a conclusione, anche il grande recinto dove sono rinchiusi gli animali, e che si trova su una vasta superficie dietro le due rotonde. Anche questo recinto è circondato da un muro alto circa settanta klafter dal suolo e grosso cinque, ugualmente alto dappertutto e provvisto esteriormente, ogni cento klafter, da rinforzi. Questo recinto, quando è di media grandezza, ha un diametro di circa diecimila klafter nel senso della lunghezza, e per quanto riguarda la larghezza, a seconda di come è costituita la superficie, non di rado ha un diametro compreso tra i seimila e gli ottomila klafter.

22. Questo recinto è adibito ad una specie di animali che veramente non è simile a nient’altro su questo pianeta; tuttavia è considerato dagli abitanti di questa fascia alla stessa stregua della pecora sulla Terra. La grandezza di questo animale potrebbe superare di ben cento volte quella di un elefante sulla Terra. La testa assomiglia a quella di un cammello, il corpo a quello di una mucca, le gambe a quelle di una giraffa, che anteriormente sono una mezza volta più alte di quelle posteriori. La coda è costituita da una palla di lana che quegli abitanti usano per confezionare i loro grembiuli, e che anzi è l’unico scopo per cui essi tengono allo stato domestico questo animale.

23. Per il momento, dunque, noi sappiamo tutto sul perfetto governo della casa e come esso è disposto ed è regolato presso gli abitanti di questa fascia. Possiamo perciò passare senza inconvenienti alla loro costituzione domestica; questo lo faremo la prossima volta quale continuazione della presente Comunicazione. E così per oggi basta!

 

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Cap.  38

Modo di vita e di essere degli abitanti del quarto paio di fasce

 

1. I regolamenti familiari potete già dedurli in gran parte, se avete osservato con un po’ d’attenzione com’è disposta un’abitazione; tuttavia ci sono degli altri regolamenti, riguardanti il comportamento dei suoi abitanti che non si possono desumere dal modo in cui l’edificio è disposto. Nondimeno, per rendere questi regolamenti, riguardanti il comportamento, persuasivi, è anzitutto necessario conoscere più da vicino il carattere di questi uomini.

2. Questi abitanti sono i più miti fra tutti quelli che abitano in tutto il Sole, e il loro contegno è tanto dolce e umile, che non potete farvene un concetto.

3. Ad esempio, nessun uomo osa camminare retto nella persona, per non obbligare con ciò la donna, più piccola di lui, ad alzare lo sguardo per guardarlo. Poi, l’uomo, camminando, fa degli ampi movimenti con le mani, per rinfrescare l’aria e in un certo senso alleggerirla per la donna che lo accompagna sempre, affinché faccia meno fatica. Per lo stesso motivo accorcia anche i suoi passi, in modo da fare, per pura compiacenza amorosa, dei passi di appena venti klafter, anziché di settanta, che per lui sarebbero comodi; così la donna può seguirlo dappertutto, facilmente e senza sforzo. Sempre per questa ragione, l’uomo non tiene mai la donna vicino a lui affinché mantenga il suo passo, poiché allora sarebbe lei a dover lottare con l’aria e in qualche punto a dover camminare su una strada impervia. Essa perciò lo deve seguire, così da trovare la via già battuta e poi non dover combattere con l’aria.

4. Allo stesso modo l’uomo si comporta con i suoi figli. Essi vengono allevati nel più puro amore, e ogni insegnamento che il padre impartisce ai suoi figli è tanto dolce, invitante e stimolante, come la più morbida lana, visto in rispondenza.

5. Dagli abitanti di questa fascia, un volto scortese viene già considerato, come un peccato; perciò quegli uomini sorridono sempre dolcemente e sono di cuore tanto tenero, che alla vista di un fratello che abbia soltanto l’apparenza di un lieve dolore si commuovono fino alle lacrime, e si danno ogni pena per aiutarlo con qualsiasi mezzo.

6. Quando un vicino va da qualcuno e gli chiede un favore, gli si viene incontro nel modo più amichevole. Non potete nemmeno immaginare una maggiore premura di rendersi utili e servizievoli al prossimo, com’è il caso, in generale, di questi uomini. Infatti, se ad esempio viene un vicino e chiede in prestito qualche arnese o qualcos’altro che sia, colui a cui lo richiede non solo dà l’oggetto desiderato con la massima premurosa affabilità, ma gli chiede, in modo molto pressante, se proprio non gli occorre nient’altro. E quando il vicino lo rassicura ringraziando, chi ha fatto il prestito, allora, con grande gentilezza, gli porta pure l’arnese richiesto fino alla sua abitazione e, arrivati là, si offre nel caso in cui l’altro vicino non sappia usarlo con dimestichezza.

7. E ancora, quando un vicino chiede frutti o stoffa per vestirsi, chi riceve la richiesta non solo gli dà il richiesto in abbondanza, ma egli stesso glielo porta a casa e lo prega gentilmente di non pensare di restituirglielo.

8. Questa affabilità è ancora più straordinaria quando si tratta di stranieri, che talvolta si mettono in viaggio per conoscere il loro mondo. Questi viaggiatori vengono accolti sempre con i massimi segni di distinzione, e viene fatto loro il più grande onore, che consiste nel condurre tale ospite straniero immediatamente in casa e, affinché possa riposarsi, gli viene offerto, con tutta gentilezza, il seggio del padre di famiglia. Poi tutti i membri della famiglia non hanno nulla di più urgente da fare se non prodigare a tale ospite ogni possibile attenzione e non manca mai una scena commovente, quando l’ospite riprende il suo viaggio ed abbandona coloro che gli hanno offerto una simile ospitalità.

9. In verità, se da voi sulla Terra la più tenera delle madri avesse un figlio che fosse in procinto di partire per un paese lontano, la scena dell’addio fra madre e figlio, per quanto dolorosa, non sarebbe che una pallida ombra in confronto al dolore che provano gli abitanti di questa fascia quando il loro ospite li abbandona.

10. Quando se ne va, egli riceve dal padrone di casa e da tutti i componenti della famiglia, benedizioni su benedizioni, affinché possa attraversare felicemente tutti i paesi e nel suo viaggio di ritorno li possa visitare di nuovo. Poi viene provvisto di tutto quanto gli può servire, e infine, quando si allontana dalla casa ospitale, viene accompagnato da tutta la famiglia quasi fin quando si trova nelle vicinanze di un’altra abitazione. Là viene nuovamente benedetto, e quando si congeda, naturalmente pieno di gratitudine per l’amicizia che gli è stata dimostrata, gli accompagnatori lo seguono ancora con lo sguardo, finché non scompare dalla loro vista. Solo allora essi riprendono la via di casa, e durante il tragitto non parlano d’altro se non del forestiero, e pregano affinché il Signore del Cielo e della Terra lo voglia proteggere da qualsiasi malanno.

11. Da questi pochi esempi, potete benissimo arrivare a delle conclusioni riguardanti il loro carattere straordinariamente amabile, e da questo carattere dedurre gli altri ordinamenti domestici.

12. A nessuno viene mai comandato di compiere qualsiasi lavoro, bensì, quando si presenta un lavoro indispensabile, qui tutti indistintamente fanno a gara per aiutarsi e per sostenersi l’un l’altro, affinché per nessuno il lavoro risulti gravoso. Perciò, l’intera costituzione familiare consiste soltanto nel più perfetto e nel più vero amore per il prossimo. Questo è il punto di partenza per tutte le altre norme che seguiranno.

13. Non esiste fra loro in nessun luogo una legge reale effettiva, ma l’amore è la loro unica legge, però non coercitiva, bensì vivente nel cuore di ciascuno.

14. Quando talvolta qualcuno ha trasgredito solo minimamente a questa legge, egli viene immediatamente ripreso con il più grande amore e dolcezza, e un padre di famiglia si esprime così: “Vedi, vedi mio caro figlio. Tu ti sei un po’ dimenticato nel tuo cuore e non hai riflettuto che tuo fratello, che ti ha chiesto un piccolo favore, porta in sé, come te, un eterno spirito immortale. Questo spirito è uno spirito vivente, proveniente da Dio, ed è una parte del Suo infinito Amore che da Lui eternamente e costantemente emana. Cosa potremmo fare noi di più grande e di più gradito al grande, caro e buon Signore del Cielo e della Terra, se non riconoscere il Suo infinito Amore in tutti i nostri cari fratelli, e perciò stimarli e amarli dal profondo del nostro cuore, perché essi, al pari di noi, sono parti dell’infinito Amore di Dio?! Noi non abbiamo altra legge, se non di amare l’Amore! I nostri fratelli sono però, al nostro pari, amore proveniente da Dio; come dunque potremmo non amarli e non fare con la massima benevolenza e volentieri, tutto quello di cui ci rendiamo conto che essi necessitano da parte nostra? Vedi, sono già talmente poche le occasioni di poter servire i nostri fratelli e le nostre sorelle! Se poi trascuriamo anche queste poche occasioni, come andrebbe a finire con il nostro amore per Dio, il Quale, con il Suo infinito Amore, ci precede dappertutto?”

15. Un simile ammaestramento è più che sufficiente ad indurre colui che aveva dimenticato il suo dovere verso il fratello a riparare cento volte alla mancanza o all’omissione, con la massima dolcezza ed affabilità.

16. Vedete, in ciò consiste anche tutta la costituzione domestica familiare. Io desidererei che una simile costituzione ci fosse anche da voi! Se questo fosse il caso, ognuno potrebbe portare la Mia parola in sé. Invece, al posto di una tale costituzione, da voi c’è quella del più completo egoismo, e la Mia parola in voi, e in un numero infinito di altri uomini, somiglia a un cadavere che si sta putrefacendo nella tomba e nel quale non c’è più nulla di vivente, se non i vermi dell’egoismo che vi strisciano intorno e che con il tempo finiranno con il divorare completamente tutto il cadavere. E così da ‘tempio della Vita’, ne faranno ‘una dimora della morte’!

17. Meditate perciò su questa costituzione domestica e comparatela alla Mia Legge dell’Amore, e solo allora riconoscerete che, in primo luogo, solo ed unicamente in questo Amore è celata la vita eterna; in secondo luogo riconoscerete pure che Io sono dappertutto Lo stesso Amore purissimo, e in terzo luogo ciò deve anche garantirvi la verità di quanto vi sto comunicando, poiché la verità è soltanto una Luce che deriva dalla fiamma dell’Amore. E se qui trovate il vero Amore, voi avete anche la vera Luce, che vi garantisce la pienissima verità in se stessa di ciò che qui deriva dall’Amore stesso, che è la base di tutta l’eterna Verità.

18. Ora che sappiamo ciò, su tale base la prossima volta potremo scorgere profondamente la costituzione sociale degli abitanti di questa quarta fascia. Dunque, per oggi basta!

 

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Cap. 39

Regole di vita generali

Comportamento cameratesco tra uomo e donna

 

1. Riguardo alla costituzione sociale si può dire che di per se stessa non è altro che la vera parte cerimoniale della costituzione religiosa e contiene le regole che devono essere sempre osservate esattamente relativamente al servizio divino interiore.

2. Certamente le regole che vigono su questa fascia sono molto più varie e molteplici sul pianeta Giove corrispondente ad essa, tuttavia queste regole vigenti sulla fascia stanno per una buona parte in esatto rapporto con quelle praticate sul pianeta Giove.

3. Infatti, in primo luogo qui non esiste alcun capo politico, se non il padre di famiglia, mentre sul pianeta ci sono qua e là degli uomini che si considerano quali signori e che vogliono essere riconosciuti come tali, e coloro che si oppongono vi vengono costretti con la forza e la punizione. E così pure ci sono sul pianeta degli uomini che si ritengono dei semidei e vogliono essere i mediatori fra Me e il popolo. Questi uomini pretendono il massimo rispetto e pretendono di essere riconosciuti quali padroni del popolo. Chi non vuole ammettere ciò e si rifiuta di obbedire a tale signoria, viene condannato con la massima severità e, in casi speciali, i ribelli vengono condannati ad essere bruciati vivi! Questi dominatori sono sostanzialmente pagani, e rivolgono le loro preghiere al Sole, considerandolo come il volto di Dio, per quanto non rinneghino proprio Me quale Signore. La differenza fra questi pagani, che certamente non sono molto numerosi, e gli abitanti buoni del pianeta Giove, sta nel fatto che questi sedicenti signori dicono di Me che Io sono il più alto e il più grande Signore, mentre i buoni dicono che Io sono l’unico Signore!

4. Come potete vedere, date queste ed ancora altre circostanze che si verificano sul pianeta, anche i regolamenti sociali devono essere incomparabilmente più numerosi e frequenti che sulla fascia corrispondente sul Sole, dove non ci sono né signori né mediatori e, meno che tutto, dei semidei pagani. Di conseguenza, le regole che vi vengono indicate non dovete riferirle completamente al pianeta corrispondente, ma solamente alla parte migliore della sua popolazione.

5. In che cosa consistono (sulla quarta fascia) queste regole sociali? Alcune le abbiamo già apprese quando ci siamo intrattenuti sulla costituzione domestica; così ci rimane da considerare solo qualcuna del tutto particolare.

6. La prima regola si riferisce al linguaggio, e precisamente agli abitanti di questa fascia è fatto obbligo interiore di non esprimersi mai con parole articolate, specialmente quando si tratta di cose spirituali, ma di servirsi soltanto della mimica, la quale viene attuata per mezzo degli occhi, della fronte, delle labbra e degli angoli della bocca, del mento e delle guance, con l’aiuto delle mani. Soltanto di cose naturali, oppure con i forestieri, è permesso loro di servirsi del linguaggio articolato.

7. Osservare una tale regola, per qualunque abitante, è però tanto spontaneo e disinvolto attraverso l’esercizio precoce, come lo è per voi il passeggiare in un bel giardino, specialmente se di vostra proprietà.

8. Dunque, questa sarebbe una delle regole. Un’altra regola consiste del seguente: quando questi uomini camminano in compagnia, non devono andare l’uno dietro l’altro, eccezion fatta per le donne dietro agli uomini. A questo scopo, sia gli abitanti del pianeta, come quelli della fascia solare, si volgono continuamente a guardare se qualcuno cammina dietro a loro e li osserva da dietro. Se si scorge qualcuno che segue magari a distanza, la compagnia, oppure un singolo uomo, si fermano tutti e si volgono con la faccia verso colui che li segue, e nessuno riprende il cammino prima che questi non li abbia raggiunti.

9. In una simile occasione gli viene anche chiesto subito se egli, mentre stava seguendoli, ha osservato qualcosa delle loro schiene. Se egli lo conferma, questo gli viene dolcemente rimproverato e gli viene raccomandato di non dirlo a nessuno; se invece non ha osservato nulla, gli viene soltanto fatto presente il piccolo pericolo a cui avrebbe potuto esporsi, se essi non avessero guardato tanto diligentemente indietro.

10. A questo punto, voi chiederete certamente: “Ma come possono questi uomini, tanto buoni e dolci, perdersi dietro ad una simile inezia?”. – Io però vi dico: “Per quanto puerile questa regola possa sembrare di primo acchito, tuttavia essa ha un’origine molto saggia, come potrete or ora constatare anche voi”.

11. È già stato menzionato che questi regolamenti sociali costituiscono, in un certo qual modo, la parte cerimoniale del culto religioso interiore; per questa ragione si deve anche scusare una tale regola che si riferisce al comportamento. Ed eccovi ora l’esatta spiegazione.

12. In generale, la faccia e tutta la parte anteriore dell’uomo rappresenta la verità, la parte posteriore dell’uomo, invece, la menzogna. Dato che questi uomini considerano la menzogna come il peccato più degradante, e per il grande amore verso i fratelli dicono sempre la piena ed assoluta verità, e dato che in loro non esiste falsità, così non vogliono nemmeno mostrare ad un fratello tanto amato quella parte del loro corpo che è, sia pure soltanto, una corrispondenza della menzogna, poiché dicono: “Un fratello non deve avere di fronte all’altro fratello nulla di tanto segreto che egli debba tenergli celato, però nessuno può, con la sua schiena, mostrare al fratello ciò che nasconde nel suo cuore. Chi però mostra la schiena, costui cerca di nascondergli il suo cuore; chi invece vuole essere dinanzi a suo fratello sempre di cuore aperto, eviti di mostrare la schiena alla faccia del fratello, affinché questi non abbia mai la minima occasione di credere che abbia qualcosa che non vuole rivelargli. Se perfino l’amorosissimo e unico Signore dei Cieli e della Terra evita una cosa simile con la massima cura nei confronti di noi uomini e di tutte le Sue creature, non volgendo mai le spalle, ma la Sua santissima faccia, dalla quale ci giunge la vita eterna come pure ogni sapienza, perché non dovremmo noi uomini osservare reciprocamente quello che l’amorosissimo ed unico Signore del Cielo e della Terra osserva verso di noi e verso tutte le creature provenienti dal Suo Ordine eterno ed infinitamente saggio?”

13. Vedete, considerando la cosa da questo punto di vista, l’abitante di questa fascia non perde nulla agli occhi della vera Sapienza con l’osservanza di questa regola, poiché ovunque un’azione ha la sua ragione rispondente nell’amore per Me e per il fratello, essa cessa di essere non saggia. Quando invece un’azione, che pur si presenta piacevole, ha come base l’amore di se stessi e il proprio tornaconto, allora essa è una pura follia e una sciocchezza agli occhi dei puri spiriti.

14. Con ciò noi siamo giunti a conoscere a fondo anche questa regola; perciò passiamo ad osservarne un’altra. Questa (terza) regola viene osservata per lo più soltanto nell’abitazione. Ma in cosa consiste? Essa consiste nel fatto che, in occasione del riposo, in casa nessuno deve tenere la faccia rivolta verso fuori, ma tutti devono voltare gli occhi verso l’interno della casa. E perché, poi? Perché questi uomini dicono: “Durante il nostro riposo dobbiamo innalzare gli occhi a Dio; Dio però è quanto di più interno c’è in tutte le cose, nella rispondenza del Suo infinito Amore. Perciò anche la parte più interna della casa, nella sua rispondenza, rappresenta l’Amore di Dio dal quale l’uomo non dovrebbe mai distogliere gli occhi”.

15. Nel pianeta corrispondente, dove gli uomini nelle loro case, certo diversamente disposte, hanno dei letti che essi generalmente riempiono con foglie di fico, dato che là questo frutto abbonda, tali letti sono disposti in modo che gli uomini che vi dormono sopra hanno sempre la faccia rivolta verso l’interno della casa. Nelle abitazioni della fascia solare corrispondente al pianeta non ci sono letti, ma solamente le già descritte panche da riposo fra le colonne. Su queste panche, come già accennato, gli uomini siedono in modo che le loro facce siano rivolte verso l’interno.

16. Solo quando prendono i loro pasti, passano nei due corridoi laterali e volgono la loro faccia verso fuori, perché, come dicono essi stessi, in tal caso servono il loro corpo, cioè la loro natura esteriore, e questo servizio non deve essere confuso con lo Spirito di Dio.

17. Ora, come vedete, qui noi abbiamo nuovamente un paio di quelle regole sociali che, ad un esame scrupoloso, rivelano di avere una base molto saggia. Ma qual è questa regola e in cosa consiste?

18. Essa si riferisce a sedere fuori di casa, in un posto libero, ad esempio all’ombra di un albero gigantesco. Ognuno che sia uomo o donna, è obbligato a sedere pressappoco come da voi i turchi, cioè sulle gambe incrociate e sempre in cerchio, con il dorso verso fuori e la faccia rivolta al centro del cerchio stesso e, per quanto possibile, una donna deve sempre sedere fra due uomini.

19. L’ordine di come si è seduti appartiene alla vita sociale vera e propria degli uomini di questa fascia e durante tali riunioni essi fanno sempre delle lunghe e piacevoli conversazioni su gradevoli argomenti, cosicché il tempo passa splendidamente.

20. E di cosa parlano abitualmente? In quelle occasioni si parla oralmente, ma a voce non alta, e si discute di varie cose ed avvenimenti. Il tema preferito dei loro discorsi, però, resta sempre l’amorosissimo, unico Signore. Quando si giunge a questo tema, allora non è tanto facile che ne subentri un altro nel discorso.

21. Quando si comincia con questo argomento, allora la parola articolata non viene più usata, e la mimica prende il suo posto. Solo che voi non dovete raffigurarvi quell’incomprensibile, assurdo gesticolare dei vostri commedianti terreni, poiché questo è un linguaggio dello spirito, ed è completo, per mezzo del quale qualunque cosa può essere designata, mentre il linguaggio orale, al confronto, appare ben misero perfino nella sua massima perfezione. Affinché possiate farvi un concetto più profondo di questo linguaggio, Io ve lo voglio illustrare con un esempio a voi più afferrabile.

22. Mettete insieme due cosiddette chiaroveggenti; fate sì che una delle due, per esempio, pensi una lettera da scrivere a qualcuno; quindi mettete la seconda chiaroveggente in contatto magnetico con la prima, e questa seconda sarà immediatamente in grado di mettere per scritto la stessa lettera che la prima ha pensato. Vedete, quest’esempio, che potete capire molto bene, vi dà una chiara idea di come è fatto il linguaggio mimico di questi abitanti solari.

23. Dunque, questa sarebbe un’altra regola che ha la sua buona ragione e il suo scopo d’essere. Passiamo ora ad un’altra regola, che consiste nel fatto che ogni uomo, quando parla con una donna, deve stare molto attento, poiché una parola da lui rivolta in modo non adeguato, o con voce troppo forte, potrebbe far pensare alla donna che l’uomo abbia qualcosa di spiacevole contro di lei, e questo influirebbe sul suo organismo tanto delicato, da farla diventare irrimediabilmente sterile.

24. Per questa ragione anche la tenerezza dell’uomo verso la donna è tanto straordinaria, che per voi sulla vostra ruvida Terra è impossibile farvi un concetto. Da questa tenerezza deriva anche la gioia intensa che i coniugi provano l’uno per l’altra, della quale pure non siete in grado di formarvi alcuna idea.

25. Nondimeno, che il valore di una donna possa salire fino all’incredibile, grazie alla dolcezza e alla tenerezza che si dimostra, lo potete costatare perfino sulla vostra Terra. Se talvolta siete in qualche società, vi avrà colpito sicuramente più di ogni altra cosa quella donna che fra i presenti godeva della considerazione generale, e quanto più rispetto e stima le venivano tributati, tanto maggiormente vi sentivate voi pure felici nella sua vicinanza. Questo è naturalmente un ben pallido esempio, e questo per la ragione che sulla Terra non se ne può trovare uno migliore; però, a parte ciò, può aiutare a farvi un concetto del motivo per cui su questa fascia il sesso femminile sia tanto delicato, dolce e colmo del più intimo amore, e in secondo luogo perché a tali caratteristiche si collegha sempre nel modo più facile e naturale anche una bellezza esteriore quanto mai deliziosa.

26. Infatti, è più che certo e sicuro che la forma esteriore del corpo è l’espressione del carattere interiore. Quando da voi ci sono delle forme ripugnanti, esse sono dovute alla corruzione dei caratteri degli antenati. Quando invece i caratteri vengono nobilitati e resi sempre più simili a Me nel loro intimo più profondo, anche le impronte esteriori degli stessi si manifestano sempre più nobilitate ed elevate.

27. Da tutto ciò potete trarre la conclusione che le donne di questa fascia sono straordinariamente belle ed emanano dappertutto, per così dire, amore e la massima leggiadria. E da quanto precede diverrà comprensibile anche quella legge che l’uomo deve osservare nei riguardi della donna, quando si rivolge a lei, parlando oralmente.

28. Con questa regola, però, chiudiamo la Comunicazione odierna, mentre la prossima volta seguiranno alcune altre leggi sociali altrettanto importanti. E con ciò per oggi basta!

 

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Cap. 40

Regno vegetale e animale sul quarto paio di fasce

 

1. Prima di passare alle regole importanti a cui si è già accennato, è necessario conoscere il regno vegetale e animale del pianeta di questa fascia.

2. Voi qui penserete: “Se dobbiamo passare in rassegna l’abbondante regno delle piante e degli animali di questa fascia, anche se solo di sfuggita, ci vorrà del tempo prima di poter passare alle ulteriori importanti regole sociali ancora restanti”. – Io però vi dico: “Non preoccupatevi, poiché in certe occasioni sono capace di abbattere un albero con un colpo solo, e anche questo sarà uno di tali casi”.

3. Prima di farlo, però, devo ricondurvi per un po’ sullo stesso pianeta Giove, pianeta questo, per quanto sia quattromila volte più grande della vostra Terra, riguardo al clima e di conseguenza anche per quanto concerne la flora e la fauna, ha con la vostra Terra una somiglianza più grande che con qualsiasi altro pianeta. Esso ha certo delle particolarità di cui sono pieni gli altri pianeti, che però sono estranee al vostro, sia dal punto di vista vegetale che animale; eppure, nonostante queste particolarità, potreste trovare su Giove, naturalmente in misura molto ingrandita, tutto quello che il vostro pianeta Terra racchiude in sé e su di sé.

4. Una particolarità riguardante la flora sarebbe che su questo pianeta alcuni uomini saggi e pieni di un amoroso timore di Dio possiedono una tale forza di volontà, che uguaglia (quella degli abitanti) della fascia centrale del Sole, e in virtù della quale possono far sorgere dal loro suolo alberi e piante di specie completamene nuova. Solamente, che tali alberi e piante non hanno semi, e di conseguenza non si possono riprodurre, mentre le piante ‘positive’[20], come quelle della vostra Terra, recano in sé un seme vivo.

5. Queste piante ‘positive’ su Giove non sono altro che quelle che si trovano sulla vostra Terra, ma in forma più raffinata. E così scoprireste nella zona calda di Giove tutte le piante tropicali; nelle due zone temperate tutti gli alberi fruttiferi e gli altri vegetali che crescono da voi esattamente nelle stesse zone e così pure per quanto riguarda la zona fredda. Solo che dovete immaginarvi tutto questo in forma molto più nobile e grande di quanto accada sulla Terra.

6. Così ad esempio, là potreste passeggiare fra gli steli dell’erba di un prato, come sulla Terra in un giovane boschetto, i cui alberi sarebbero anche dieci volte più grandi dei vostri. A parte ciò, su quel pianeta non vi imbattereste in nessun luogo in quegli alberi e in quegli animali giganteschi di cui abbiamo fatto conoscenza sul pianeta Saturno[21].

7. E così pure gli uomini del pianeta Giove non sono tanto grandi come quelli del pianeta Saturno ora nominato, come non sono nemmeno grandi come gli abitanti della fascia solare corrispondente a Giove, ma gli uomini di questo pianeta sono appena tre o quattro volte più grandi di voi uomini della Terra.

8. Ora che sappiamo ciò, possiamo osare dare il colpo di scure preannunciato, e potete essere certi che riusciremo a conoscere sia il regno vegetale che quello animale della nostra quarta fascia. Osservate la flora e la fauna della vostra Terra, rappresentateveli moltiplicati per cento, in tutto e in ognuno, e allora avrete dinanzi a voi tutta la flora e tutta la fauna di questa fascia.

9. Se, ad esempio, aveste una delle loro mosche dinanzi a voi, cinque dei vostri uomini avrebbero abbastanza da mangiare, per saziarsi in caso di bisogno. Così pure non sareste in grado di mangiare dieci fragole, e due uomini abbastanza robusti avrebbero da faticare per trasportare un solo grappolo d’uva da un posto all’altro, e così come stanno le cose con questi esempi, lo sono anche per tutto il resto. Con gli animali è il medesimo caso, ad eccezione del serpente che non si trova né su Giove né sulla fascia solare corrispondente. Ci sono però delle lucertole che, nell’insieme, sono di specie benigna. Esse si trattengono generalmente in riva ai laghi e ai fiumi, sempre distanti dalle abitazioni degli uomini.

10. E ora possiamo proseguire con le nostre regole comunitarie.

11. C’è poi una regola secondo la quale, ad eccezione di pochi uccelli domestici come le galline e i colombi domestici, nessun altro animale deve essere tenuto in casa, e si può aggiungere quell’altro animale sul quale ci siamo già intrattenuti. A questo punto, chiederete: “Affinché questa regola comunitaria possa essere completamente operante, non bisognerebbe poter contare anche sull’intelligenza degli animali?”. – Ma Io vi dico: “Ciò non è necessario, poiché in quella stessa regola viene detto ancora che gli abitanti di questa fascia devono erigere una siepe intorno al loro terreno, che non di rado misura parecchie miglia quadrate, in modo che esso non possa essere invaso dagli animali”.

12. E qui osserverete di nuovo: “Ma una tale siepe causerà di certo agli abitanti di questa fascia un enorme lavoro”. – Infatti, se essi facessero questo lavoro come lo fareste voi, essi avrebbero certamente molto da fare, dato che una siepe del genere, non di rado, abbraccia una circonferenza di molte centinaia di miglia.

13. Invece, come si regolano con questo lavoro? Essi prendono la necessaria quantità di buoni semi di un albero, scavano intorno al loro terreno un solco con un arnese simile al vostro aratro, tirato non dagli animali, ma con la massima facilità da uomini estremamente robusti. In questo solco il seme viene posto da una donna, e un’altra che la segue con uno strumento adatto ricopre il solco. Questo lavoro procede tanto celermente, che le tre persone che seminano la siepe non potrebbero essere seguite nemmeno da un uccello nel suo volo più rapido, e grazie alla grande fertilità di questo terreno, gli alberi così seminati raggiungono in poco tempo un’altezza di venti klafter, e in tre anni circa, secondo il calcolo del vostro tempo, una tale siepe vivente è già bella che completa.

14. Vi piacerebbe conoscere anche la specie di questi alberi da siepe? Ebbene, questi alberi per la maggior parte sono simili ai vostri cedri, ai pini e agli abeti. I tronchi crescono così stretti l’uno vicino all’altro, da formare una vera muraglia che raggiunge, quando gli alberi sono completamente cresciuti, un’altezza non di rado superiore ai mille klafter.

15. Ora vedete, nessun animale può giungere nel terreno contrassegnato da questa siepe spingendosi al di sopra di questa muraglia. E così questa regola si estende anche al fatto che ogni terreno deve essere effettivamente circondato da una siepe nel modo sopra descritto.

16. Se qualcuno dovesse chiedere il perché gli abitanti di questa fascia temono tanto gli animali, gli sia sufficiente come risposta ciò che gli abitanti di questa fascia dicono in virtù della loro sapienza interiore: “Gli animali hanno tutti quanti, indistintamente, delle anime ancora impure, che col loro comportamento potrebbero contaminare l’anima dell’uomo, dato che compiono tutte le loro azioni e funzioni quali esseri giudicati. Se perciò l’uomo dovesse imitare l’uno o l’altro animale, egli, così facendo, passerebbe dalla sua libertà ad un giudizio animalesco, e questo con il tempo potrebbe recare danno alla sua anima.

17. Questo è il motivo per cui è nostro reciproco dovere, suggerito dall’amore, di tenere lontano da noi gli animali ed avere piuttosto paura di loro, che non un eccessivo attaccamento. L’amore per gli animali genera con il tempo un animo impuro e rende animalesca l’anima stessa. Tuttavia nessuno deve maledire gli animali e meno ancora deve dedicare il suo cuore benedetto all’uno o all’altro animale”.

18. Ecco, proprio in ciò la nota legge comunitaria ha la ragione fondamentale e principale, come del resto gli abitanti di questa fascia hanno per ognuna delle loro leggi una saggia ed elevata ragione.

19. A questo punto, alcuni chiederanno: “Questi uomini possono porre un ostacolo anche alle mosche e agli altri insetti volanti, come pure agli uccelli non domestici, visto che anch’essi sono di certo animali dotati di anime sicuramente non così pure come quelle degli stessi uomini?”

20. Per quello che riguarda le mosche ed altri insetti volanti, essi vengono tenuti lontani molto facilmente con la volontà di questi uomini, e oltre a ciò questi animali vivono per la maggior parte lungo le rive dei mari, dei fiumi e dei laghi.

21. Inoltre, riguardo agli uccelli, con il loro volo non sono pericolosi per nessuno. Anche quando si posano, non rimangono molto a lungo, e il danno recato ognuno lo sopporta facilmente, dato che esso viene compensato dalla distruzione di ogni tipo di vermi impuri, e ciò porta un utile molto maggiore.

22. Ecco perché esiste anche una seconda legge comunitaria a questo proposito: ‘Nessuno deve scacciare un uccello dal posto dove si è poggiato!’. Anche su questo, essi dicono: “Quello che si può elevare al di sopra della nostra siepe e non vuole rispettarne il confine, significa che è guidato per il nostro bene da una Volontà superiore. Perciò noi non dobbiamo mai mettere in fuga ciò che scende dall’alto, ma dobbiamo lasciarci servire da esso, secondo la Volontà di Dio, nel modo cui esso è destinato a servirci per il nostro bene”. E così gli abitanti di questa fascia lasciano spesso che degli interi stormi di uccelli si nutrano sul loro terreno, ed aggiungono: “Chi lavora, merita di essere nutrito. Lasciamo dunque mangiare anche questi lavoratori, poiché essi non vengono senza la Volontà di Dio, e non possono nemmeno ripartire senza tale Volontà!”

23. Come vedete, anche questa regola comunitaria ha la sua buona ragione. Voi, però, nel frattempo chiederete: “Ma se gli abitanti di questa fascia erigono reciprocamente delle siepi fra i loro terreni, dove vivono allora i molti e grandi animali?”. – Non preoccupatevene, poiché le proprietà di questi abitanti non confinano così strettamente l’una all’altra come da voi, ma fra un terreno e l’altro restano degli spazi liberi che talvolta raggiungono le cento miglia e sono lasciati a disposizione degli animali, tanto che a conti fatti essi dispongono di maggiore spazio che non gli uomini.

24. Ma ancora qualcun altro potrebbe chiedere: “Abbiamo sentito che gli uomini di questa fascia viaggiano spesso; la loro vita è forse in pericolo quando incontrano un animale feroce percorrendo le loro zone?”. Questa è una domanda inutile, poiché, in primo luogo gli animali di laggiù sono per lo più di natura mite e temono l’uomo. In secondo luogo l’uomo, qui, in virtù della sua forza spirituale come anche corporale, è il vero signore del suo mondo. E in terzo luogo, ogni viaggiatore viene accompagnato al più vicino terreno confinante. E così, in presenza di queste circostanze favorevoli, ognuno può viaggiare in piena sicurezza, particolarmente perché non ha da temere nessuna notte sul Sole.

25. Vedete, pure questa è una regola comunitaria, che consiste nel fatto di lasciare sempre agli animali uno spazio adatto tra i terreni circondati dai recinti. Inoltre, ogni terreno deve avere tutto intorno sette entrate che assomigliano pressappoco alle scalette sopra gli steccati, sulle quali solamente quei grandi uomini possono mettere i piedi, ma mai, assolutamente, nessun animale.

26. Che aspetto hanno questi spazi intermedi, nei quali si giunge attraverso le scale sopra gli steccati? Gli spazi sono per la maggior parte delle aree fitte di boschi; soltanto dove ci sono le scale, i boschi si diradano fino a giungere ad un’altra scala di un terreno vicino; e queste sono le effettive vie su cui l’uomo può viaggiare sicuro.

27. Per quanto concerne il buon mantenimento di tali vie, c’è pure una regola comunitaria tra vicini in seguito alla quale ognuno è tenuto a tenere pulita la metà di tali vie sopra gli steccati. Infatti, anche qui gli abitanti dicono: “Gli animali impuri si muovono nel fitto dei boschi, ma l’uomo deve sempre seguire la via aperta, poiché non sta nella capacità degli animali sgombrarsi la via, ma l’uomo ha invece la facoltà di mantenere puro ognuno dei suoi sentieri; cosicché ogni sua via deve essere diritta, affinché egli si distingua dalle vie tortuose di quegli esseri che non riconoscono i benefici della linea diritta, ma che invece si smarriscono in tutte le direzioni nel fitto dei boschi”.

28. Dunque, queste sarebbero le più importanti regole comunitarie riguardanti l’amministrazione delle proprietà. La prossima volta ne osserveremo ancora alcune, e poi passeremo alla religione. E perciò chiudiamo per oggi!

 

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Cap. 41

La coltivazione del grano e delle altre piante

 

1. Un’ulteriore regola comunitaria consiste nel fatto che gli abitanti di questa fascia devono coltivare il grano, e quando è maturo, raccoglierlo in mazzi, sgranare le spighe ed ottenere così il grano puro.

2. A cosa serve questo cereale? Questo cereale, i cui grani sono grossi quasi come da voi un uovo di gallina, viene bollito nella maniera già descritta e poi mangiato immediatamente. Se voi doveste bollire così il vostro frumento, per poi mangiarlo come sta, voi ne otterreste un cibo molto nutriente, ma che però non avrebbe certamente un gusto molto invitante, dato che il frumento che cresce sulla vostra Terra non contiene tanta sostanza zuccherina come quello che cresce sul Sole. Per gli abitanti di questa fascia, invece, il loro frumento cotto è il cibo preferito e più gradito.

3. Qui qualcuno potrebbe chiedere: “Come mai ciò può costituire una legge comunitaria?”. – Però Io vi dico: “Solo un po’ di pazienza!”. Per i sensi esteriori non si può con una sola parola, definire immediatamente un intero oggetto. Ascoltate invece quello che gli abitanti dicono di questo prodotto: “Tra tutte le piante fruttifere che il grande ed unico Signore del Cielo e della nostra Terra ci ha elargito, nessuna è più meritevole di tutta la nostra attività ed applicazione di quella del frumento, poiché nessuna ha una somiglianza così grande con il vivente Pane dai Cieli, come appunto tale pianta. Tutti gli altri frutti così come noi li conosciamo, crescono in modo da poterli portare dalla pianta, dall’arbusto o dall’albero, alla bocca così come sono, mentre il grano, per quanto sia il migliore di tutti i nostri frutti, deve anzitutto essere liberato dalla spiga che è piena di punte e di uncini, e subito dopo viene pulito, e solo infine, se lo vogliamo gustare, deve essere ammorbidito nell’acqua (resa vivente per mezzo del fuoco).

4. E ora osservate il Pane dai Cieli – che è la Parola santa che ci viene annunciata dagli spiriti dai Cieli – come essa è simile al grano, che alla fine, dopo una faticosa preparazione, è il nostro nutrimento preferito! Attraverso ogni tipo di fatiche e di prove spinose noi giungiamo in possesso di questo Pane, che è la celeste Parola. Però, una volta accolta, la dobbiamo purificare in noi stessi con le nostre opere, poiché, come sapete, essa ci viene data sempre in modo che la parte veramente nutriente per lo spirito immortale è sempre racchiusa negli involucri della profonda Sapienza celeste a volte molto duri da sciogliere. Quando poi, finalmente, abbiamo liberato il puro grano interiore da tali involucri, solo allora dobbiamo farlo bollire ancora duro nella nostra acqua vivente dello spirito al fuoco dell’amore verso Dio, fino a quando diventa tenero, affinché esso diventi un cibo eternamente nutriente per il nostro spirito immortale”.

5. Vedete, se considerate anche solo un po’ queste parole, vi risulterà veramente chiaro il perché su tale fascia la coltivazione di questo grano viene considerata una regola comunitaria. Anzi, si può dire che ora abbiamo conosciuto una nuova regola molto importante.

6. Un’altra regola stabilisce in quale ordine gli alberi, i cespugli e le altre piante debbano essere disposte nel terreno. Anche qui tutto è disposto in cerchi allungati intorno all’abitazione. Gli alberi fruttiferi di maggiore mole vengono posti più lontani dalla casa, finché infine la siepe d’abeti a voi nota chiude l’ultima fila.

7. Anche quest’ordine si basa su una buona ragione, poiché secondo la sapienza di tali abitanti, esso corrisponde al Mio Ordine, in seguito al quale anche ciò che è materialmente grosso, quale simbolo di sapienza erta ed elevata, sta più lontano dal fuoco centrale del Mio Amore. Mentre tutto ciò che è più tenero, più piccolo e più debole, si trova sempre più vicino all’eterna Dimora principale del Mio Amore. Perciò esiste un vecchio proverbio perfino sulla vostra Terra: “L’Amore di Dio è rivolto a ciò che è piccolo”. E a suo tempo Io stesso dissi sulla Terra: «Lasciate che i piccoli vengano a Me e non glielo impedite, poiché di essi è il Regno dei Cieli!»

8. Da ciò voi rileverete facilmente qual è la ragione per cui là anche l’ordine nella coltivazione di un terreno, per quanto riguarda la disposizione delle piante, è una regola comunitaria. E vi sarà tanto più facile scorgere questo in modo comprensibile, se richiamerete alla vostra memoria ciò che è stato menzionato prima di comunicarvi queste regole comunitarie, cioè che queste costituiscono di per se stesse la vera e propria parte cerimoniale della religione degli abitanti di questa fascia.

9. A dire il vero, vi sarebbero ancora alcune regole, ma se concentrate la vostra attenzione su quelle che vi sono già state fatte conoscere, potete benissimo dedurre, ed anche concludere con pieno fondamento, che tutte le altre regole hanno lo stesso principio di quelle già note, le quali, comunque, sono già di per se stesse le più importanti.

10. Dunque, chiudiamo ciò che riguarda le regole comunitarie, mentre la prossima volta passeremo ad esaminare la religione degli abitanti di tale fascia.

 

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Cap. 42

La religione degli abitanti del quarto paio di fasce

 

1. Per quanto riguarda la religione, essa quasi in nessun altro luogo è così semplice come qui.

2. Essa non consiste in nient’altro che nel credere in modo vivo che Dio è un perfettissimo Uomo, e che quest’Uomo, il più perfetto di tutti, ha creato dalla Sua libera Volontà il Cielo, la loro Terra[22] e tutte le cose e gli esseri, ed ha fatto l’uomo a propria immagine e somiglianza e lo ha messo nel mondo come signore del medesimo, affinché egli domini sia il mondo esteriore che il suo proprio mondo, cioè quello costituito dalla parte naturale di ciascun uomo durante la sua vita nel corpo. Questo è ciò che viene insegnato come principio fondamentale della loro religione e, in certo qual modo, costituisce la prima parte della loro dottrina religiosa.

3. Nella seconda parte della loro dottrina religiosa si spiega che l’uomo è un perfetto recipiente per accogliere la divina Volontà, e inoltre viene spiegato come solamente accogliendo questa Volontà, l’uomo può diventare un signore veramente potente su tutte le creature del mondo, così come sul mondo stesso.

4. Sotto questo aspetto viene anche spiegato che l’uomo può divenire perfettamente partecipe della divina Volontà, – e cioè con l’adempimento della stessa. Infatti si dice: “Chi adempie in sé perfettamente la Volontà di Dio, deve averla prima accolta perfettamente in se stesso., ma nessuno può accogliere in sé la divina Volontà fino a quando non rinuncia alla sua propria illusoria volontà”. Pertanto, in che modo l’uomo può rinunciare alla propria volontà? – L’uomo rinuncia alla propria volontà quando l’adopera per lo scopo per il quale essa gli è stata infusa dal Creatore.

5. Ma qual è questo scopo? Questo scopo suona così: “L’uomo, con la propria volontà deve voler adempiere la Volontà di Dio, e a tal fine deve volerla riconoscere. A chi prende questa cosa con piena serietà, Dio farà anche riconoscere subito, nella giusta misura, la Sua Volontà. Nondimeno, nella misura in cui uno, in seguito, riconosce la Volontà di Dio e, di conseguenza, con la sua propria volontà agisce secondo la Volontà di Dio fin dove l’ha riconosciuta, – costui unisce allora la propria volontà con quella divina, e solo in tal modo viene allora realizzato un vero ricollegamento tra Dio e l’uomo, che è la vera e propria religione[23].

6. Quanto più dunque, nella circostanza della religione, l’uomo si sforza di riconoscere la divina Volontà ed agisce di conseguenza, tanto più egli si collega anche con la forza della Volontà divina. E se qualcuno ha fatto propria la divina Volontà ad un grado tale da non avere più affatto una volontà propria (nemmeno per adempiere la divina Volontà), bensì ogni volontà in lui è già diventata una volontà puramente divina, – allora l’uomo non solo si è collegato con Dio, ma si è anche unito a Lui.

7. Questo è lo scopo della religione: che l’uomo debba unirsi a Dio, ossia, che egli non deve avere altra volontà come motivazione del suo agire, se non esclusivamente quella divina.

8. Chi però ha esclusivamente la Volontà divina come motivazione di tutte le sue azioni, costui agisce facilmente ed in modo estremamente efficace. Infatti l’onnipotenza della divina Volontà si attesta dappertutto e in ogni uomo, se questa Volontà compare come pura motivazione dell’una o dell’altra azione.

9. Vedete, in questa breve esposizione consiste la seconda parte della religione degli abitanti di questa fascia.

10. E adesso viene pure una terza parte. In questa parte viene illustrata solamente la vita interiore, e questo, ugualmente nella maniera più breve e più semplice possibile; la qual cosa voi riconoscerete immediatamente dall’insegnamento che Io voglio citarvi letteralmente come i precedenti.

11. Tale insegnamento della terza parte suona così: ‘Dio è in assoluto la vera e propria Vita stessa originaria. Perciò in Dio stesso prevale di per sé, eternamente e inesorabilmente, la più grande inimicizia verso la morte. Infatti la vita non può mai stringere amicizia con la morte. Come potrebbe Dio, essendo l’eterna, originaria e assolutamente la più vera e propria Vita fondamentale di ogni vita, avere mai comunanza e amicizia con la morte, la quale è in assoluto la più netta contraddizione di ogni vita?!

12. Questa inimicizia, fondata nell’Ordine eterno di Dio, è l’ira di Dio. Se però Dio, quale Fondamento di ogni vita, ha creato il mondo e le cose da Se stesso, allora certamente non le ha create dalla Sua ira, bensì dalla Sua infinita amicizia. Questa Amicizia è, quale Amore, la vera e propria essenza fondamentale di Dio, dalla quale siamo derivati noi e tutte le cose.

13. Ed è evidente che noi, essendo noi stessi degli esseri viventi, pensanti e volenti, siamo venuti necessariamente dalla Vita di Dio, nella quale non è pensabile alcuna morte; e perciò noi non siamo sicuramente venuti per la morte, bensì solo per la vita. Ma che le cose stiano così, tutti noi possiamo di certo dedurlo chiaramente dal fatto che esistiamo come esseri viventi.

14. La morte, infatti, questa assurdità priva di esistenza, essendo semplicemente un concetto in contrapposizione alla vita, è veramente impossibile che possa generare qualcosa. Infatti, se potesse farlo, dovrebbe prima esistere. Ma come e dove potrebbe esistere, dal momento che la viva Essenza di Dio riempie la Sua propria Infinità, al di fuori della quale non è più pensabile una seconda infinità, dato che l’unica Infinità di Dio è sconfinata?

15. Dato però che noi ora viviamo, pensiamo e percepiamo noi stessi, dunque esistiamo certo necessariamente dal Dio originariamente vivo, e siamo dove siamo, nel mezzo della Sua eterna, originaria e perfettissima Vita. Perciò nulla può separarci da essa, se non per breve tempo, ma solo la nostra propria volontà che Dio ci ha dato.

16. Quando abbiamo unito di nuovo questa nostra volontà con la Sua Volontà, in tal modo siamo anche ritornati nell’originaria Vita fondamentale, e nulla ci separa più da essa, se non, all’apparenza, solo la debole pelle del corpo. Quando questa ci viene tolta secondo la Volontà di Dio, allora siamo di nuovo perfettamente un’unica Vita con Dio, la quale viene poi riconosciuta e contemplata eternamente in un sommo grado di chiarezza, in tutta la divina Perfezione.

17. Ma come percepiamo in noi questa originaria Vita divina? Questa originaria Vita divina noi la sentiamo e la percepiamo mediante l’amore. Chi dunque ha l’amore, ha già anche in sé la vita. Chi invece non avesse l’amore, dovrebbe sostenere ancora altre prove, e ciò fino a quando l’amore non si annunciasse in lui.

18. L’amore per i nostri fratelli e sorelle è l’inizio della vita interiore. Ma chi da questo amore è passato all’amore per Dio, è anche passato dall’inizio della propria vita, alla pienezza della Vita divina stessa.

19. Chi infatti ama i suoi fratelli e le sue sorelle, allora già vive nei loro cuori, ed essi nel suo. Ma chi allora ama Dio, egli vive in Dio e Dio in lui!

20. Tuttavia nessuno può amare Dio dal suo proprio amore, perché Dio è la pienezza della vita. Ma se qualcuno, mediante l’amore, ha accolto in se stesso in modo vivo i suoi fratelli e le sue sorelle, costui ha allargato con ciò la propria sfera vitale, per poter poi accogliere, solo in questa sfera vitale ampliata, la pienezza della Vita divina.

21. Infatti, la propria vita, per mezzo del proprio amore, è troppo impotente per sostenere la pienezza della Vita divina. Invece una vita da fratelli e sorelle unificata nel cuore di un uomo mediante l’amore, a poco a poco può essere così rafforzata e rinvigorita, a tal punto da essere in grado di accogliere in sé la pienezza della Vita divina.

22. Sebbene sia vero che ogni uomo di per sé è un essere vivente, tuttavia la vita di un singolo uomo sembrerebbe in se stessa un’assoluta morte, in confronto alla pienezza della Vita divina, e nessuno potrebbe sopportare quest’ultima, qualora essa dovesse venire su di lui mentre egli è nel suo isolamento poverissimo di vita. Perciò spalancate le braccia dei vostri cuori e abbracciate tutti i fratelli e tutte le sorelle col più profondo amore mediante le vostre opere, così trasformerete il vostro cuore in una dimora spaziosa, nella quale poi entrerà la pienezza della Vita divina e potrà prendervi eterna dimora. Infatti Dio è talmente grande, che infinita è la pienezza della Sua vita.

23. Noi, però sappiamo che in un unico punto non può regnare una grande forza. Quando però i punti si uniscono, in essi si troverà anche una forza corrispondente alla grandezza della loro unione. Non è forse il nostro grande mondo, composto tutto da innumerevoli punti? Se però noi ne prendiamo uno e misuriamo la sua forza, quanto sembrerà scarsa in confronto alla nostra, potendolo annientare tra le nostre dita. Ma saremmo in grado di fare questo anche col nostro grande mondo? Oh, questo è ben lungi da noi! Infatti la forza del mondo è di una pienezza, che qua corrisponde all’infinita molteplicità dei punti da cui esso è costituito! Forza questa, ugualmente, che non è nient’altro che la Vita di Dio nel nostro mondo, la quale opera sempre con grande potenza.

24. L’uomo che ama se stesso assomiglia a quell’unico punto che già la nostra forza distruggerebbe. Che cosa gli succederà, dunque, tra le dita della divina Forza vitale? – Se però noi allarghiamo il nostro cuore mediante l’amore ai fratelli e alle sorelle, allora, attirando i singoli punti viventi, ingrandiamo in noi il nostro proprio mondo interiore (tutto questo lo effettua esclusivamente l’amore ai fratelli e alle sorelle), e con ciò formiamo un organo vigoroso per accogliere forze sempre più grandi. Quando quest’organo è perfettamente formato secondo la Volontà di Dio similmente al mondo esteriore che ci sostiene, solo allora quest’organo diventerà anche atto ad accogliere in sé la pienezza di forze superiori che provengono dall’originaria eterna, infinita Pienezza della divina Forza vitale.

25. Perciò amate i vostri fratelli e le vostre sorelle, affinché possiate amare Dio, poiché senza l’amore ai fratelli e alle sorelle, nessuno può amare Dio’.

26. Vedete, questo è l’intero terzo principio della vita attraverso la vera religione.

27. Questo principio è anche connesso allo stato matrimoniale. È per questo che il matrimonio non viene rispettato da nessuna parte così profondamente come qui.

28. Che tutto questo sia il caso di entrambe le fasce che corrispondono al pianeta Giove, senza la benché minima eccezione, potete già dedurlo dal fatto che Io, nell’illustrazione della fascia settentrionale, non abbia mai nominato in modo particolare e specifico quella meridionale. E così avremmo finito anche con questa quarta fascia, e vogliamo subito recarci alla quinta.

 

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Cap. 43

 

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Il quinto paio di fasce corrisponde a Saturno

La terra e la gente del luogo

 

1. Riguardo alla quinta fascia, basta che Io vi dica che tanto quella settentrionale che la meridionale corrispondono al pianeta Saturno a voi ben noto; conseguentemente, voi avrete già riconosciuto anche buona parte delle fasce stesse, e perciò con la loro descrizione noi ce la sbrigheremo molto più presto che non con quella delle fasce precedenti.

2. Per quanto concerne la fascia in sé e per sé, anche questa è separata dalla precedente da un elevato bastione montuoso, ma da questo bastione si dipartono subito delle grandi catene montuose su tutta l’ampia fascia, la quale supera in larghezza le quattromila miglia. Lungo il suo confine settentrionale è circondata da una cintura d’acqua, che però non ha una larghezza uniforme, ma penetra nel paese con molte insenature. Qualcuna di queste insenature penetra per una profondità che raggiunge perfino dalle due alle tremila miglia. Il lato nord costiero di quest’acqua corre invece in linea retta ed è limitato da pareti rocciose quanto mai ripide.

3. Lo stesso si verifica anche con la fascia meridionale corrispondente, ovviamente solo in proporzione inversa; di conseguenza la parte settentrionale è la zona abitabile, intessuta da parecchie catene montuose, e nella parte meridionale dei paesi di questa fascia segue subito la fascia acquatica, che ha pure grandi insenature verso la zona abitabile.

4. Nondimeno, noi ci limiteremo a descrivere soltanto la fascia settentrionale, sott’intendendo, in certo qual modo, con le proporzioni della fascia settentrionale anche quelle della fascia meridionale.

5. Dunque, che aspetto ha questa fascia, dal punto di vista territoriale? Pensate soltanto a Saturno e voi scorgerete anche la struttura delle diverse zone di questa fascia.

6. L’albero-abitazione (presente sul pianeta) si trova anche qui, e così pure l’albero della pioggia, quello a raggiera, quello imbuto, l’albero-specchio, l’albero-parete e infine l’albero della varietà e quello a piramide. Tutti questi alberi si incontrano qui dappertutto. Soltanto che qui, sul Sole, sono ancora più grandiosi, più elevati, più belli e più fiammeggianti che sul pianeta Saturno.

7. Sono presenti anche gli arbusti e le altre piante che abbiamo conosciuto sul pianeta, solo che sono più magnifici. Perfino la pianta-nave non manca, e qui sulla fascia viene usata come sul pianeta, poiché in questa fascia comincia già la navigazione.

8. Per quanto riguarda gli animali, quelli di buona indole, nell’insieme, sono tutti presenti. Il grande Mud ed altri animali maligni del pianeta Saturno, come pure il grande pesce ed il grande uccello, invece, mancano su questa fascia, e così anche le diverse conchiglie. Sono presenti tutte le altre specie di animali come sul pianeta e non manca neppure la grande mucca, come pure la nota pecora degli abitanti dei monti; soltanto che, come già detto, tutto qui è più raffinato ed è ancora più mite che sul pianeta.

9. Se con un semplice colpo d’occhio volete scorgere l’insieme delle condizioni di vita su questa fascia, allora recatevi presso gli abitanti delle alture del pianeta e là potrete conoscere tutte queste condizioni, sia dal punto di vista civile, che familiare, comunitario e religioso.

10. Anche qui vengono eretti templi per il servizio divino, ed anche il calcolo del tempo è, presso gli abitanti di questa fascia, quasi lo stesso come sul pianeta; la differenza consiste solamente nel fatto che gli abitanti di questa fascia stabiliscono il tempo secondo la rotazione del Sole sul suo asse, rotazione che essi considerano come compiuta quando una certa costellazione si trova allo Zenit. Tale rotazione del Sole, che avviene in circa ventinove giorni della Terra, e ciò dà loro un periodo di tempo che dividono poi per sette.

11. Il tempo dello Zenit è abitualmente un tempo festivo, così come, per gli abitanti di Saturno, il settimo giorno è pure un giorno di festa. Questa festa viene solennizzata sulla fascia alla stessa maniera come sul pianeta.

12. Inoltre, per quanto riguarda le abitazioni, il vestiario e la nutrizione degli abitanti di questa fascia, tutto è completamente uguale come sul pianeta (è evidente che qui si intende sempre gli abitanti dei monti del pianeta).

13. Per ciò che riguarda gli stessi esseri umani, sia l’uomo che la donna assomigliano perfettamente in tutto agli abitanti del pianeta, eccezion fatta per la grandezza. Da questo punto di vista gli abitanti di questa fascia sono di un terzo più piccoli di quelli del pianeta.

14. Essi sono di natura estremamente dolce e niente fa loro più paura di qualsiasi eccitazione dell’animo, tanto è vero che hanno un altissimo timore perfino di un amore troppo grande.

15. Per questa ragione, su questa fascia, tutto procede tanto tranquillamente, che qualcuno di voi, alla vista della poca pienezza di vita, potrebbe credere che là la morte abbia immancabilmente eretto la sua dimora. Le cose però non stanno così. Gli abitanti, in cuor loro, sono lieti e allegri e sono grandi amici della musica e si deliziano spesso per parecchie ore ascoltando il canto soave dei numerosi uccelli canori che vivono là, mentre cantanti e musicisti sono altrettanto pochi come gli abitanti di Saturno.

16. Essi incontrano gli spiriti e, non di rado, anche Me stesso ancora più frequentemente dei loro fratelli sul pianeta.

17. Essi sono di un sentire estremamente casto ed apprezzano semplicemente nel loro cuore le loro donne straordinariamente belle.

18. La procreazione è la stessa come sul pianeta e la volontà è ancora considerevolmente più forte di quella degli abitanti del pianeta; in virtù di essa, loro possono trarre dal terreno alcune piante prive di semi, e con la loro volontà possono domare tutti gli animali.

19. Anche librarsi nell’aria, come camminare per brevi tratti sulla superficie dell’acqua in caso di necessità, è una prerogativa della loro volontà. Non possono però percorrere lunghi tratti, perché dicono: “Questo è un miracolo del quale l’uomo deve servirsi soltanto in caso di estrema necessità. Tuttavia nessuno deve fare di ciò una regola, poiché lo stesso Spirito di Dio si serve di un’opera miracolosa solo quando la Sua infinita Sapienza la riconosce come necessaria; altrimenti, invece, tutto deve procedere e muoversi secondo l’Ordine eterno”. Per questa ragione essi non osano mai fare uso ininterrotto della loro volontà, ma la usano solo quando ciò è estremamente necessario.

20. Quanto qui esposto è anche ciò che c’è di essenzialmente diverso fra gli abitanti del pianeta e gli abitanti della fascia corrispondente; tutto il resto è completamente uguale.

21. Che gli abitanti di questa fascia abitino per la maggior parte sui monti, non è neppure necessario menzionare, poiché là le pianure vengono lasciate abitualmente ai molti animali.

22. Riguardo poi al cosiddetto ‘servitore domestico’, esso è presente anche qui non più come animale, ma quale una vera razza umana, però di un ordine alquanto inferiore, il quale, di fronte ai veri abitanti di questa fascia, sta nello stesso rapporto come da voi le selvagge tribù negre. Qui però essi non sono più destinati al servizio dei veri e propri abitanti, ma viene disposto per lo più che essi (tali domestici), quali abitanti delle pianure, imparino dagli abitanti veri e propri la reale maniera umana di vivere e, attraverso questi insegnamenti, si elevino essi stessi al rango di veri uomini. In seguito a ciò anche il loro sistema di vita è lo stesso come i vari abitanti principali di questa fascia. Soltanto, che nella procreazione dei loro simili c’è differenza, poiché questa classe umana di grado inferiore si riproduce con una specie di accoppiamento, che però è ben lontano dall’essere tanto sensuale, come da voi sulla Terra.

23. Dunque, questo è proprio tutto quello che riguarda queste fasce, e con ciò noi avremmo terminato con quanto si riferisce sia alla parte settentrionale, che a quella meridionale di questa quinta fascia, e perciò possiamo passare alla sesta fascia, riservandoci di farlo subito la prossima volta.

 

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Cap. 44

 

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Il sesto paio di fasce corrispondente ad Urano

Osservazione di questo pianeta

 

1. In occasione della descrizione della quinta fascia, è stato detto che dopo l’anello d’acqua c’è un’alta parete rocciosa che lo delimita senza interruzione. Proprio questa parete, formata da una catena ininterrotta di monti, costituisce anche l’inizio della sesta fascia, sia a nord che a sud; soltanto che qui, nella parte meridionale, la parete è meno aspra di quella settentrionale.

2. Quanto è alta dunque questa parete montuosa? Per quanto riguarda la parte ripida, essa si eleva dieci miglia al di sopra il livello del mare. Partendo da questa parte ripida, si possono scorgere dei pendii più dolci, però non verso il basso, ma verso l’alto, e dopo questo innalzamento questa parte della montagna più dolce s’innalza di ulteriori venti miglia. Quando questa seconda parte dai pendii più dolci ha raggiunto il punto culminante, essa si abbassa dall’altra parte entro la sesta fascia, molto dolcemente, tanto che il pendio dei dossi montuosi, spesso ampi parecchie miglia, ammonta ad appena duecento klafter per miglio.

3. E così questi monti, sempre abbassandosi dolcemente, si estendono fino al successivo anello d’acqua. Solo qua e là si elevano di nuovo colline di una notevole altezza, che hanno naturalmente un pendio più accentuato.

4. Questa è dunque la struttura di tutta la sesta fascia, che è come nessun’altra abitabile fino alla massima altezza della catena montuosa che forma la linea divisoria fra le fasce.

5. Non occorre neppure dire che la sesta fascia meridionale corrisponde a quella settentrionale, soltanto non bisogna credere che rifletta simmetricamente, ma solamente da un punto di vista generale, poiché in ognuna di esse ci sono delle catene di monti diversi, così altipiani, laghi, torrenti, fiumi e ruscelli e contemporaneamente anche parecchie cascate d’acqua molto grandi, che si trovano ora qui ora là in entrambe le fasce, ma senza per questo concordare simmetricamente.

6. L’intera larghezza della zona, dal suo punto più elevato fino a quello in basso, si aggira sulle tremila miglia circa, mentre l’anello d’acqua, qualcosa in più delle mille miglia. Così noi avremmo presentato il piano su cui vogliamo muoverci.

7. Tuttavia, per conoscere più a fondo la sua natura e la sua costituzione, è necessario anche qui gettare prima un’occhiata al pianeta corrispondente a questa fascia.

8. Voi riconoscerete facilmente, basandovi sull’ordine finora seguito, che questa fascia corrisponde al pianeta Urano, e perciò vogliamo appunto fare una breve visitina a questo pianeta.

9. La distanza dal Sole e la sua grandezza potete rilevarle da qualunque libro di geografia; ciò però ha pochissima importanza per lo scopo per il quale noi vogliamo visitarlo, mentre a noi interessa apprendere come e perché esso è così com’è.

10. La sua mole dovrebbe superare di mille volte quella della Terra. Da ciò si può dedurre che la sua superficie è di considerevole ampiezza e che esso può quasi essere considerato come un pianeta di primo rango. La sua zona abitabile, come su Saturno, si trova per lo più intorno all’equatore, poiché le regioni nelle vicinanze dei poli sono assolutamente inabitabili per il grande freddo che vi regna, mentre quelle equatoriali hanno un clima molto piacevole e sono molto montuose.

11. Nessun pianeta di quelli che avete conosciuto finora è così pieno di vulcani come questo. Specialmente i bordi settentrionali e meridionali delle zone equatoriali abitabili sono quasi ininterrottamente circondati da catene di vulcani. Le zone interne, invece, hanno soltanto raramente dei vulcani, e in compenso però hanno molti terreni pianeggianti e adatti ad essere abitati.

12. La vegetazione di queste zone interne è quanto mai rigogliosa. Il colore delle piante è principalmente rossoblù e i fiori sono tendenti al verde chiaro quasi bianco, oppure al blu tendente al bianco. La vegetazione non è molto varia e perciò ancora meno ricca di specie, ma tutto vi prospera rigoglioso e gigantesco, qualunque sia la pianta che spunta dal terreno.

13. E com’è il regno vegetale, così pure è il regno animale, decisamente inferiore in ricchezza di specie al confronto degli altri pianeti. Nondimeno, le poche specie che si riscontrano sia nell’acqua che sul terreno e nell’aria sono oltremodo robuste, e per la maggior parte gigantesche. Non si vedono affatto piccoli animali come da voi gli insetti e i vermi, ad eccezione della mosca che ha l’aspetto e la struttura della vostra.

14. In quanto agli uomini, essi sono abbastanza grandi, tanto che l’uomo misura circa otto klafter e la donna circa sette. Il loro carattere è molto impetuoso e veemente; perciò non sarebbe bene da parte vostra mettervi a discutere con loro. Essi sono molto audaci e animati da spirito intraprendente. Non temono nessun pericolo e la paura della morte è loro completamente estranea.

15. Per questa ragione essi devono essere tenuti sempre a freno in modo energico e con ogni mezzo, affinché spesso la loro virtù esagerata non si tramuti facilmente in grave difetto.

16. Anche gli spiriti dei trapassati di questo pianeta devono essere tenuti accuratamente separati, poiché in un conflitto con gli altri spiriti essi sono abitualmente vincitori.

17. Chi con l’uno o con l’altro di tali spiriti di Urano non conclude o non ottiene nulla con l’amore più sentito e pronto al sacrificio, è meglio che batta in ritirata, dato che essi sono troppo impetuosi per poter essere persuasi ricorrendo alla sapienza. Invece, quando qualcuno è riuscito a vincerli con l’amore, egli può dichiararsi felice da tutti i punti di vista, poiché la loro fedeltà e costanza sono così incrollabili, che nessuna prova riesce più a scuoterli.

18. Per questa ragione anche ogni loro costituzione è oltremodo semplice e puramente limitata all’amore. Quello che l’amore suggerisce loro, essi lo fanno anche e con una tale perseveranza, che non c’è nulla che possa trattenerli dal completare un’opera cominciata, e si dovrebbe semplicemente annientarli, se si volesse renderli inattivi.

19. Affinché voi possiate formarvi un’idea della perseveranza di questi uomini, voglio darvi un piccolo esempio.

20. Mettete il caso che uno abbia cominciato un’opera da lui prestabilita e a metà della sua esecuzione venga però sorpreso dalla morte e, com’è naturale, lo spirito e l’anima debbano abbandonare il suo corpo. Credete che sarebbe così facile farlo allontanare, quale spirito, da quel posto dove egli ha lascito l’opera iniziata quand’era ancora nel corpo? Con nessun mezzo lo si può allontanare, bensì anche come spirito egli si accinge a completare l’opera e non si allontana finché l’opera non è del tutto compiuta!

21. Per questa ragione agli spiriti di questo pianeta, dopo la morte del corpo, bisogna lasciare una capacità d’azione naturale, finché un’opera cominciata non è finita; altrimenti non sarebbe possibile allontanare da quel posto un tale spirito nemmeno per l’eternità, data la sua libera volontà.

22. E del tutto simile è anche la perseveranza degli uomini viventi (ancora nel corpo) su tale pianeta. Se ad esempio si dicesse: “Dalla cima di questo monte fino a quell’altra deve essere costruito un ponte”, e se gli abitanti di questo pianeta accogliessero questo progetto nella loro volontà, non si riposerebbero e non avrebbero pace fino a quando le cime dei due monti non fossero congiunte dal ponte progettato.

23. E perciò tale genere di costruzioni ardite non si trovano in nessun altro pianeta all’infuori, appunto, di Urano. Che sarebbero su questo pianeta le piramidi d’Egitto e tutte le vostre cosiddette meraviglie del mondo? Infatti, per quanto si riferisce all’architettura, essa è presente su questo pianeta nelle proporzioni più gigantesche che si possa immaginare. Affinché voi possiate farvi un concetto anche di questo, voglio darvi un paio di piccoli esempi.

24. Poniamo il caso che gli abitanti di questo pianeta si trovino sulla vostra Terra, e precisamente nel vostro paese[24] e che un paio di essi abbiano fatto un viaggio, ad esempio in Svizzera, provando un grande piacere nell’ammirare un ghiacciaio. Se l’immagine di questo ghiacciaio si è talmente impressa nel loro animo a tal punto che i nostri viaggiatori l’hanno continuamente dinanzi agli occhi, al loro ritorno coloro che non l’hanno visto li tempestano di domande riguardo a cosa, di particolarmente degno di nota, essi abbiano visto in questo viaggio, e se hanno in mente di riprodurlo. In tale occasione questi viaggiatori si affrettano a descrivere immediatamente l’oggetto di loro preferenza, disegnandolo poi su delle loro tavole; quando però si è giunti al disegno, ciò equivale ad un impegno giurato che questo monte deve essere edificato anche altrove. A tale scopo potrebbe essere preso in considerazione il vostro Schöckel[25] con tutte le sue diramazioni, e nello stesso giorno voi vedreste che molte migliaia di mani si sono già messe all’opera, e prima che siano trascorsi dieci anni, vedreste, al posto del vostro Schöckel, un monte dell’importanza della Jungfrau[26] o del Wetterhorn[27] o dello Schreckhorn[28].

25. Vedete, questo sarebbe un esempio del grado a cui gli abitanti di questo pianeta spingono la loro passione per l’architettura! Tuttavia esaminiamo un altro caso.

26. Un abitante di questo pianeta è ad esempio proprietario di un fondo, naturalmente molto vasto. Ma proprio nel mezzo, questo fondo è deturpato da un dosso montuoso abbastanza elevato, delle dimensioni della vostra Koralpe[29]. In un caso simile si decide sul momento di abbassare il monte con tutte le sue diramazioni, fino a ridurlo a metà, colmando in compenso tutti gli avvallamenti e fossati, oppure, invece, il monte viene tagliato in mezzo partendo dall’alto, per una larghezza di un’ora di cammino, fino alla pianura che gli sta davanti, in modo che poi il proprietario possa passarvi in mezzo camminando completamente in piano. Il materiale che in questo caso si ottiene dallo scavo, viene usato in parte per la delimitazione del fondo e in parte anche per colmare altre fenditure del monte.

27. Se invece ad un tale proprietario sembra più piacevole e più utile, egli costruisce su tutto il monte una bellissima strada, adornandola ai lati con delle grandiose piramidi ed altri abbellimenti di suo gusto. Solamente, che la strada non deve essere serpeggiante come da voi sulla Terra, ma deve essere sempre perfettamente diritta. Provateci voi a costruire una strada diritta su un monte e vi accorgerete quali enormi fatiche e difficoltà incontrereste.

28. Invece, per questi abitanti, tutto ciò è come andare a nozze, poiché quanto più è accidentato il terreno e quanto più enormi sforzi e grande costanza e lavoro richiede, con tanto maggiore slancio viene posta mano all’opera.

29. E così pure le loro abitazioni sono abitualmente delle opere gigantesche della loro arte architettonica, che per voi sarebbero appena concepibili. Pensate forse che un abitante di Urano si accontenterebbe di una casa, fabbricata con pietre, come sono le vostre case sulla Terra? Ma neanche per sogno! Infatti lì il vostro proverbio: “Ci vuole qualcosa d’extra”, calzerebbe a pennello.

30. Per far questo, un abitante di questo pianeta per la sua dimora si cerca un monte che deve essere tutto di pietra viva. Come prima cosa esso viene scalpellato tutt’intorno, così da dargli la forma di un cono. Poi il grande scalpello e il potente martello vengono afferrati contemporaneamente da parecchie centinaia di mani, e un tale monte viene così tramutato in una abitazione, che, secondo il loro gusto, deve essere molto grande e ben ornata.

31. Una tale abitazione consta di parecchi piani, collegati fra loro da gradini larghi e comodi, e ogni piano deve venire circondato esteriormente da robuste balconate. Questa casa, quando è terminata, ha l’aspetto approssimativo di una torre babilonese, per quanto in enormi proporzioni. Però voi non dovete raffiguravi che le costruzioni si rassomiglino tra loro, poiché in realtà ognuna ha qualcosa di extra.

32. Quello che là c’è di più grandioso, sono i templi dedicati a Dio, poiché a questo scopo vengono usate delle catene di monti del tutto speciali. Quegli abitanti, a questo riguardo, sono dell’opinione che Io trovi uno speciale compiacimento in questa o in quella montagna, ciò che essi riconoscono quando una catena di monti della lunghezza che raggiunge spesso le dieci miglia, corre ininterrotta con pochi crepacci.

33. Una tale catena di monti viene allora infallibilmente tramutata in un tempio di Dio, però soltanto nella sua metà superiore, poiché il tempio, destinato com’è alla glorificazione di Dio, deve essere sempre in posizione più elevata che non un’abitazione. I tetti di alcuni templi sono tanto alti, che perfino all’equatore, dove è sempre caldo come da voi in piena estate, sono ricoperti di neve e ghiaccio eterni.

34. Da questi pochi esempi voi potete facilmente dedurre di quale spirito sono figli gli abitanti di questo pianeta. Nondimeno, i cibi sono della massima semplicità.

35. La loro costituzione principale consiste nell’aiutarsi ad assistersi l’un l’altro in ogni cosa, senza esitazione.

36. La loro religione non ha altra base se non tributare a Dio il massimo onore possibile, e la rispettiva dottrina è altrettanto semplice come la religione stessa, ed è la seguente: “Qualunque cosa noi facciamo, la facciamo in onore a Dio! Nello spirito noi onoriamo Dio, allorquando ci consideriamo miseri e comprendiamo tutti nel nostro amore e ci aiutiamo ed assistiamo l’un l’altro in ogni cosa. Nell’opera noi onoriamo Dio quando dedichiamo le nostre forze a nobilitare quello che Egli ci ha indicato, affinché lo completiamo in Suo onore”. In tutto ciò consiste la religione degli abitanti di questo pianeta.

37. In questi templi non viene pregato come da voi, ma questi templi, in realtà, da una parte non sono altro se non monumenti della grandezza ed elevatezza divine, ma dall’altra, sono grandiosi luoghi di riunione per la consultazione su qualche grande opera in onore a Dio.

38. Sacerdoti ed altri capi del popolo, qui non ci sono, ma il più vecchio padre di una famiglia che talvolta consta di molte migliaia di persone, è il consigliere supremo.

39. I matrimoni vengono rigidamente mantenuti. La procreazione avviene per accoppiamento.

40. I corpi dei trapassati vengono bruciati e le loro ceneri conservate in graziosi vasi che poi sono trasportati nei templi.

41. Gli uomini stanno in continua comunicazione con gli spiriti, mai però visibilmente, ma soltanto percettibilmente, mentre le donne hanno spesso delle visioni.

42. Per quanto riguarda la loro attività manuale, le donne si curano del vestiario e dei pasti, gli uomini sbrigano i lavori fuori casa e sono altrettanto provetti metallurgici quanto architetti.

43. Su questo pianeta si scrive e si disegna; perciò essi hanno anche la parola scritta, in seguito alla quale Mi conoscono nella Figura umana quale Creatore e Signore del Cielo e della Terra, cioè della loro Terra. Essi sanno pure che Io ho peregrinato su una Terra simile alla loro nella carne quale Uomo, ma considerato che in seguito a ciò essi hanno di questo vostro pianeta una tale opinione come se fosse il più alto dei Cieli, si evita che essi riescano ad individuare la sua esatta posizione, poiché altrimenti, gli tributerebbero venerazione divina.

44. Questo in generale era ciò che era necessario sapere del pianeta, prima di poter prendere in considerazione, traendone vantaggio, la corrispondente fascia solare.

45. E che inoltre questo pianeta sia provvisto di cinque satelliti e che Urano all’equatore abbia un cerchio di vapore che da alcuni occhi di astronomi muniti di telescopio fu considerato una specie di anello di Saturno, sono fatti che non val quasi nemmeno la pena menzionare; perché in primo luogo le lune di un pianeta, nella misura in cui noi seguiamo la loro orbita, non rientrano assolutamente nell’ambito del Sole. Inoltre, per quanto riguarda il cerchio di vapore esso appartiene alla sfera naturale di un pianeta e non ha nulla a che fare con il Sole, per lo meno entro i limiti in cui noi lo osserviamo raffigurandoci la sua costituzione in maniera utile, dinanzi alla nostra mente.

46. Perciò, ora noi possiamo rivolgerci senz’altro alla nostra sesta fascia.

 

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Cap. 45

Il sesto paio di fasce corrispondenti ad Urano

Uomini, regno vegetale e animale del luogo

 

1. Quando abbiamo incontrato per la prima volta questa fascia, è già stato accennato quale sia la conformazione del suolo di questa sesta fascia.

2. Ora non ci rimane che osservare la posizione dell’uomo e come egli vive nell’ordine corrispondente a quello del pianeta. – Che aspetto hanno gli uomini di questa fascia?

3. Per quello che riguarda la figura, è la stessa che abbiamo visto finora nelle altre fasce, cioè perfettamente umana, poiché essa è ad immagine e somiglianza del Mio Essere, solo la grandezza è diversa, e quasi dappertutto si esprime in una diversa misura. Gli uomini di questa fascia sono grandi il doppio di quelli del pianeta e oltre dieci volte più forti dei loro corrispondenti fratelli planetari.

4. Come conseguenza anche le loro opere e costruzioni sono molto più gigantesche di quelle che abbiamo conosciuto sul pianeta. Anche questi uomini sono di spirito estremamente intraprendente e trovano grande piacere in ogni tipo di gigantesche imprese.

5. Se voi vedeste là degli edifici, questi vi farebbero rabbrividire; perfino le loro abitazioni sono, per i vostri concetti, di una tale grandiosità, di cui finora non avete avuto nemmeno l’idea. Per quello poi che riguarda i templi dedicati a Dio, riuscirebbe perfino difficile potervene dare un’immagine almeno approssimativa.

6. Prima però di passare agli edifici, osserviamo un po’ più da vicino la figura dell’uomo. Per quello che riguarda la grandezza la potete riconoscere facilmente senza ulteriori definizioni, a paragone con gli abitanti planetari; ma così non è per la forma umana. È questa che noi ci accingiamo ad osservare più da vicino. – Che aspetto ha dunque un tale uomo?

7. I piedi non sono proprio massicci, ma in compenso estremamente muscolosi e robusti. La pianta del piede è quasi cornea. Il passo, in rapporto al piede, è più corto che lungo. Il ginocchio è abbastanza appuntito, dato che la rotula deve essere pronunciata, a causa della robustezza del piede. Le cosce non sono molto arrotondate, ma al minimo movimento del piede rivelano i muscoli. Il bacino è in proporzione forte e notevolmente elastico nella sua saldezza.

8. La schiena si eleva potentemente forte ed è di considerevole ampiezza, però ai lombi è più stretta che non in alto alle spalle, dove si trovano le braccia. Il petto è largo, piuttosto piatto, ma ugualmente molto ricco di muscoli che sporgono potentemente ad ogni movimento delle braccia formando delle colline.

9. Le braccia e le mani non sono eccessivamente grandi, ma sono molto muscolose come i piedi e i gomiti sono molto sporgenti. Particolari sono invece il palmo della mano e le dita. Il palmo della mano ha un muscolo del pollice molto sporgente, che poi termina in un pollice largo e corto, però straordinariamente robusto. Le altre dita hanno quasi la stessa grandezza e la stessa forza; solo il mignolo è un po’ più corto, e le tre dita mediane si discostano poco dalla linea retta.

10. Il collo è in proporzione più corto che lungo, e anche più quadrato che rotondo. Sul collo sta una testa, forte in proporzione, cioè con le sue singole parti molto pronunciate. La fronte è alta, ma verso i capelli un po’ arrotondata in fuori e termina verso le tempie in due sporgenze lineari. Le tempie sono pure sporgenti come due protuberanze alquanto allungate e così anche le sopracciglia sono molto pronunciate. Così anche le ossa delle guance sotto gli occhi sono piuttosto fortemente incurvate. Gli occhi sono affossati e in proporzione alla testa sono di media grandezza ed hanno uno sguardo fieramente ardente. Il naso è pure pronunciato e nel mezzo ha una forte prominenza. La bocca, in proporzione alla testa, è più grande che piccola, con delle pieghe muscolose agli angoli. Il mento è ugualmente molto sporgente e senza barba. Anche le orecchie sono più grandi che piccole, e sono più spostate all’indietro che da voi.

11. I capelli sono ispidi e non crescono mai in ciocche, ma hanno l’aspetto di quelli dei mori della Terra; il colore della pelle è castano pallido.

12. Questo è dunque l’aspetto dell’uomo. Non c’è quasi bisogno di dire che i genitali stanno proporzionati alla robusta costituzione del corpo.

13. Riguardo al vestire, l’uomo porta una specie di calzoni che assomigliano a quelli in uso presso gli ebrei. Questi calzoni vengono fermati sopra i fianchi da una fettuccia e così pure sotto il ginocchio vengono legati piuttosto stretti con una fettuccia. Questo è tutto ciò che l’uomo indossa su questa fascia. Sul pianeta, invece, l’uomo è vestito come a suo tempo vestivano gli israeliti, solo che il colore è più chiaro che scuro. Così, questo è ciò che si può dire sull’aspetto dell’uomo.

14. E la donna che aspetto ha? – Presa nel suo insieme, com’è naturale, è di forma più rotonda dell’uomo, ma nonostante ciò esse non rientrerebbero sulla vostra Terra nella categoria delle bellezze femminili. Per quanto riguarda il colore, esso è di pochissimo più chiaro di quello dell’uomo. Dal punto di vista della prosperità fisica, la costituzione della donna è uguale a quella di una vostra donna piuttosto magra.

15. I capelli sono più lanosi che ricciuti, e non superano le spalle.

16. Il seno è più pendente che rotondo e verso i capezzoli più largo che alla sua base.

17. Il vestito della donna consiste pure in una specie di gonna-calzone che, alla foggia dei turchi, viene chiusa sotto il ginocchio con parecchie pieghe.

18. Sul capo, la donna porta un cappello che ha pressappoco la forma di un cono, saldato con un nastro sotto il mento.

19. E ora, ecco dinanzi a voi l’immagine dell’uomo e della donna resa nel miglior modo possibile. Se ora riflettete un po’ sulla loro struttura fisica, non avete bisogno di un’illustrazione psicologica per comprendere di quale spirito essi siano animati. Quello che abbiamo visto fare sul pianeta, lo fanno anche qui, soltanto in misura molto maggiore.

20. In quanto alla vegetazione, essa è simile a quella del pianeta e così pure il mondo animale, solo che quest’ultimo viene utilizzato molto meno sulla fascia solare che non sul pianeta.

21. In compenso si dedica maggior cura alla vegetazione, che non sul pianeta. Speciale attenzione meritano tre specie di alberi che provvedono al principale nutrimento degli abitanti di questa fascia. Uno è simile a quello della vostra Terra e produce noci di cocco, e a volte, specialmente nelle zone di media altezza, cresce ad una tale grandezza, che con i suoi rami potrebbe coprire quasi tutto il vostro paese. Il tronco di tale albero non di rado è così grosso e massiccio, che se venisse segato trasversalmente vi si potrebbero costruire dieci città come la vostra (Graz). L’altezza di quest’albero non sta in proporzione alla sua larghezza, poiché, nel migliore dei casi, esso raggiunge soltanto trecento klafter, ma tanto più forti sono i suoi rami, che si spingono lontano e che sono sempre carichi di frutta. E potete star certi che, secondo i vostri calcoli, quest’albero in un anno produce almeno venti milioni di frutti, dei quali ognuno è grande quanto una botte di venti secchi.

22. Il frutto stesso è avvolto di un ricco intreccio di fili lanosi, che gli abitanti di questa fascia raccolgono per fare corde e spaghi, data la sua resistenza e flessibilità. Dopo quest’intreccio lanoso viene un solido guscio, che però, come una comune noce da voi, si può facilmente dividere. Il frutto stesso è pieno di un’abbondante polpa molto saporita, che ha il gusto delle vostre buone nocciole.

23. E quando gli abitanti ne vogliono mangiare, staccano un frutto fresco dall’albero dove si trovano sempre dei frutti maturi, dei frutti metà maturi e frutti appena spuntati, e seguono il procedimento illustrato prima con il frutto che hanno tolto. Essi tolgono prima l’intreccio dei fili dal duro guscio, poi dividono questo in due parti, estraggono la polpa con un coltello curvo e ne mangiano secondo la necessità del loro stomaco, mentre il guscio viene adoperato quale recipiente.

24. Quest’albero ha delle foglie molto grandi e morbide. Esse vengono raccolte, poi poste in grandi sacchi e usate quali imbottiture delle loro panche da riposo.

25. Altrettanto degno d’attenzione è un altro albero, che però è lontano dall’essere così grande. In compenso lo si incontra più spesso e dà un frutto veramente squisito. Quest’ultimo rassomiglia all’uva della Terra, solo che gli acini attaccati al pampino non sono molto numerosi, ma quelli che sono insieme sono di considerevole volume, tanto che voi da ogni acino potreste spremere un intero secchio di succo maturo. Gli abitanti di questa seconda fascia trovano di loro gradimento solo il succo di questo frutto e con esso si dissetano.

26. Poi c’è un terzo albero che merita di essere menzionato, come è già stato detto. Esso è di una grandezza gigantesca e produce un frutto che somiglia abbastanza ai fichi della Terra. Quando questo frutto è maturo, la sua polpa è simile a delle briciole di pane mescolate con il miele. Questo frutto è apprezzato per il suo gusto e perciò gli abitanti di questa fascia hanno la massima cura nella coltivazione di questo albero.

27. Là si mangiano pure i frutti di altri alberi e di varie piante; però quelli dei tre alberi descritti costituiscono il loro nutrimento principale.

28. Degli animali essi allevano solamente la cosiddetta grande mucca dal lungo pelo che ha una certa somiglianza con il vostro cammello, solo che non ha le gobbe sul dorso. La sua grandezza supera di quasi cento volte quella di un vostro elefante. Per quanto riguarda il suo pelo, esso è talmente abbondante che quando è tagliato non sarebbero sufficienti dieci dei vostri carri a trasportarlo. È facile comprendere che uso possono fare gli abitanti di questa fascia di tale pelo.

29. Con ciò abbiamo completato la descrizione dell’uomo, come pure del regno animale e di quello vegetale, il tutto considerato dal punto di vista più importante; così nel prossimo capitolo potremo passare alle opere degli uomini solari di questa fascia.

 

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Cap. 46

Come si ricavano e si utilizzano i minerali

Arte della costruzione e dimore sul sesto paio di fasce

 

1. Con l’espressione ‘le opere di questi uomini’ s’intende riferirsi specialmente alle loro costruzioni e ai loro lavori di metallo.

2. Nei monti di questa fascia si trova una specie di metallo che ha tutto l’aspetto di una lega d’oro mista a ferro. Questo metallo lo si trova in primo luogo con molta facilità, e in secondo luogo costa poca fatica ottenerlo, e poi, in terzo luogo, è molto duttile, ma nello stesso tempo elastico e perciò adatto alla fabbricazione di ogni tipo di arnesi da lavoro.

3. Questi uomini sono provetti nel preparare questo metallo in modo adatto, e a tale scopo hanno anche delle grandiose officine, nelle quali questo metallo viene lavorato per ottenere ogni tipo di arnesi. A questo ramo dell’industria si dedicano esclusivamente un dato numero di uomini. Essi non chiedono una ricompensa per il loro lavoro, ma chi vuole avere un certo arnese, deve avere a disposizione l’equivalente in frutta e generi alimentari dello stesso peso dell’arnese che vuole ottenere.

4. Voi potete immaginare facilmente che, il più delle volte questi arnesi non sono troppo leggeri, specialmente certi grossi martelli che spesso raggiungono i cinquanta ed anche i cento quintali di libbre[30]. Con l’aiuto di questi strumenti, questi uomini possono anche costruire degli edifici giganteschi con molta facilità.

5. Su questa fascia le abitazioni sono rare, cioè esse non si trovano tanto vicine le une alle altre come voi potreste pensare, ma sono tanto distanti fra loro come ad esempio le città residenziali sulla Terra. Però, dove c’è una di queste case, ciò significa molto di più che non se ci fosse una delle più grandi città sul vostro suolo terrestre. Infatti, una di tali abitazioni ha, in proporzione alla sua gigantesca mole, una numerosa popolazione. Ci sono delle case nelle quali, non di rado, dimorano da cinque fino a dieci milioni di persone.

6. Sulla base di tali indicazioni voi potete farvi già un’idea di come stiano le cose con una casa così colossale. Per potervi descrivere una tale casa in pieno dettaglio, dovreste scrivere almeno per dieci anni e ancora non ne avreste un’idea completa. Tuttavia, affinché ve ne possiate fare un piccolo concetto, vi voglio fare uno schizzo il più breve possibile.

7. Una tale casa ha, abitualmente, sette, ma a volte anche dieci piani. E come sono ripartiti questi piani? Immaginatevi una superficie quadrata di cui ogni lato abbia la lunghezza di settanta miglia delle vostre. Su questa superficie, impiegando tutto lo spazio lungo i lati, si eleva il primo piano per un’altezza di trenta klafter delle vostre misure. La lunghezza delle stanze di questo primo piano è sempre di cinquanta klafter.

8. Questo piano, o meglio questo grande edificio che forma quasi un bordo lungo la periferia del terreno, non ha, come del resto tutti gli altri piani, un vero e proprio tetto, ma soltanto una copertura piana, provvista tanto verso l’esterno che verso l’interno di robusti parapetti, però eseguiti con buon gusto. Le pareti sono provviste, ogni cinque klafter, di ampie finestre che rammentano quelle gotiche delle vostre chiese. Ogni stanza ne ha da sette fino a dieci.

9. Nell’interno delle stanze, a seconda della lunghezza dell’edificio, il soffitto viene sorretto da grosse colonne. Le finestre stesse sono chiuse da una specie di vetro, come da voi, solo che il vetro non è così duro e fragile come da voi, ma è più elastico e pieghevole, poiché è fatto con il succo di una radice che viene coltivata dappertutto in grande quantità e che viene preparata circa come da voi si prepara la colla con i cascami animali. Il vetro invece è sempre di colore verde, cioè come la sua natura; talvolta, però, questi abitanti vi mescolano altri colori, e perciò ci sono diversi tipi di vetro colorato dai quali si ricavano le lastre delle finestre.

10. L’arredamento delle stanze è molto semplice, ciononostante non privo di gusto. Anche le pareti e il soffitto sono sempre abbelliti da fregi ornamentali di molteplici ma semplici forme. Il pavimento è ricoperto di lastre di pietra quadrate di diversi colori, ben tagliate e lucidate. Questi abitanti hanno specialmente di mira lo splendore degli oggetti che si trovano nelle stanze.

11. Intorno alle colonne, nel mezzo di una tale stanza, vi sono generalmente delle grandi panche circolari, mentre lungo le pareti ci sono pure delle panchine riccamente ricoperte di morbidi sacchi imbottiti di foglie, sui quali poi sono stese delle coperte molto graziose.

12. Volete sapere ora quante stanze si trovano su una delle facciate di questo edificio periferico? Voi potete fare il calcolo prendendo come base il numero delle finestre e la distanza fra le stesse,

e poi dividete per una tale misura delle stanze l’intera lunghezza di settanta miglia; otterrete in tal modo il numero delle stanze. Ognuna di queste stanze ha, oltre a ciò, una propria entrata, sia dall’esterno che dall’interno. E tutte le stanze di uno stesso piano sono comunicanti fra di loro con delle porte, tanto che si può girare tutt’intorno ai quattro lati di questo piano, passando attraverso le stanze. Inoltre da ciascuna stanza, nella parete che passa attraverso la stanza, una graziosa e comoda scala conduce al tetto piatto di un tale piano, un tetto aperto, munito di balaustrata. Ogni stanza è abitata da una singola famiglia.

13. In questo modo noi avremmo il primo piano. Immaginatevi ora di nuovo uno spazio libero o meglio un vicolo dell’ampiezza di cinquanta klafter. Qui ha inizio il secondo piano. Questo ha in sé e per sé veramente due piani, cioè il primo, parallelo al grande edificio esterno periferico; il secondo poggia sul primo piano e si eleva da terra ad altezza doppia rispetto al primo. La suddivisione e l’arredamento delle stanze, sia del primo come del secondo piano, sono gli stessi del primo edificio periferico. Anche qui il tetto è piano, adatto a passeggiarvi sopra, pure provvisto di parapetto solido e di buon gusto.

14. Immaginatevi ora un vicolo di poco meno di settanta miglia di lunghezza, tutto in linea retta, e allora comincerete a scorgere la grandiosità di una simile abitazione.

15. Dunque, attraversiamo questo secondo edificio. E vedete, l’edificio stesso ha una larghezza di cinquanta klafter come il primo, e ora ci troviamo di nuovo su un vicolo largo cinquanta klafter.

16. Qui scorgiamo il terzo piano che consiste di tre piani partendo da terra, ognuno della stessa altezza dell’edificio periferico esterno che forma un bordo che, come già detto, si innalza dal suolo di trenta klafter. Dunque in questo terzo edificio avremmo un’altezza di novanta klafter. Qui non troviamo nulla di nuovo se non il terzo piano, che naturalmente guarda comodamente sull’edificio a due piani.

17. Dunque, attraversiamo questo edificio. Siamo nuovamente su una strada larga cinquanta klafter come le precedenti e ci troviamo di fronte al quarto piano del tutto simile agli edifici precedenti, solo che naturalmente ai piani inferiori ha in proporzione muri più spessi degli edifici precedenti. Anche qui il tetto è piano, provvisto di un solido e grazioso parapetto, e dal tetto si può naturalmente guardare comodamente sugli altri tre piani.

18. Attraversiamo questo edificio e ci troviamo nuovamente su una strada larga come le precedenti ed abbiamo di fronte un edificio di cinque piani, che ha naturalmente un fronte più corto dell’edificio esterno, soltanto che questa diminuzione del fronte fra questo edificio di cinque piani e il primo di un piano soltanto non raggiunge neppure un miglio tedesco. In seguito a ciò vi occorrerebbero sempre parecchie giornate per camminare anche soltanto lungo una facciata di questo quinto edificio. Non occorre più rilevare che anche questo quinto edificio è del tutto simile agli altri, eccezion fatta per la maggiore grossezza dei muri.

19. Attraversiamo ora anche questo edificio a cinque piani e ci troviamo nuovamente in una strada larga cinquanta klafter e vediamo la facciata dell’edificio di sei piani, cioè il sesto della serie. Anche questo edificio non differisce in niente dagli altri se non per il maggiore spessore dei muri inferiori e per il colore, poiché a partire da questo sesto edificio i piani cominciano ad essere tinteggiati differentemente, e cioè nell’ordine dei colori dell’arcobaleno, il che crea naturalmente uno spettacolo sorprendentemente splendido. Il tetto a copertura piana è circondato qui da una balaustra, formata da piramidi, sulle quali sono poste delle grandi sfere. Questa è la differenza che distingue il sesto edificio dagli altri precedenti a noi già noti. Per quanto riguarda l’interno delle stanze, esse sono ripartite ed arredate come quelle degli altri edifici a noi già noti.

20. E così attraversiamo anche questo sesto edificio di sei piani e qui, all’improvviso, troviamo una strada larga mille klafter. Questa strada è liscia e lucida come da voi uno specchio. E finalmente, con lo splendore dei suoi colonnati, si presenta l’edificio di sette piani, cioè il settimo. Questo edificio non differisce dai precedenti soltanto per la coloritura dei piani, ma anche per le colonne che reggono ogni singolo piano, tanto verso l’esterno che verso l’interno, poiché le pareti vere e proprie di questo settimo edificio si innalzano solo dentro le poderose balconate formate da colonne. Naturalmente le colonne dei piani inferiori sono man mano più massicce di quelle dei piani superiori, dato il sempre maggiore peso che devono sostenere. Ogni fila di colonne è di un colore diverso, sempre secondo l’ordine dei colori dell’arcobaleno. Anche qui il tetto è piano e sopra ognuna delle colonne si erge un obelisco, con in cima una grossa sfera d’oro. Ogni obelisco del tetto è congiunto all’altro con una balaustrata ben lavorata e in questo modo offre uno spettacolo estremamente magnifico. Questo settimo edificio, in virtù delle balconate formate dalle colonne – tanto quelle rivolte all’esterno, quanto quelle rivolte all’interno, ognuna delle quali ha una larghezza di 20 klafter – è molto più ampio degli altri, tanto che l’ampiezza totale di un tale edificio ammonta a cento klafter.

21. Giunti a questo punto non ci sono più abitazioni e lo spazio libero che si trova nell’interno, che è ancora molto ampio, è un giardino pubblico magnificamente e sontuosamente abbellito con piccole costruzioni artistiche in migliaia di forme, nonché molti viali di alberi da frutto. Non mancano neppure dei giochi d’acqua, nei quali gli abitanti di questa fascia sono grandi maestri, dato che le diverse condutture d’acqua appartengono all’architettura.

22. Alcune abitazioni, dopo questo edificio a sette piani, hanno però ancora tre edifici, quindi ancora un edificio a otto piani, uno da nove e uno da dieci, ciascuno dei quali è distanziato dagli altri da una strada larga cinquanta klafter. Solo che questi edifici, poiché sono uguali all’edificio a sette piani, hanno tutti una larghezza di cento klafter. In questo modo il grande spazio interno diventa certo un po’ più stretto, ma comunque è abbastanza grande da rendere necessari a voi parecchi giorni di viaggio per percorrerlo tutto.

23. Dunque, questa è un’abitazione degli uomini della nota fascia. La maestosità che offre la vista di un tale edificio è tanto grande, che la vostra immaginazione non è sufficiente per poterla afferrare anche solo approssimativamente.

24. Tuttavia non dovete pensare che questi edifici siano i lavori più grandiosi della loro arte architettonica. Solo quando voi conoscerete le loro grandiose strade, i loro ponti e i loro templi, solo allora potrete apprezzare pienamente, ed estremamente colmi di meraviglia, la capacità architettonica di questi uomini. Le strade e i ponti sono comunque quanto vi è di più grandioso, poiché voi non vi siete mai nemmeno sognati qualcosa di simile. E voi potete fantasticare in anticipo quanto volete, ma potete star sicuri che non riuscirete mai ad immaginare appieno una tale costruzione di strade e di ponti.

25. Dato però che la loro descrizione dovrà essere alquanto estesa affinché voi possiate farvi un concetto sufficientemente chiaro, la rimandiamo al prossimo capitolo, limitandoci per oggi, soltanto ad annunciarla.

 

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Cap. 47

La grande strada anulare sul sesto paio di fasce

 

1. In occasione dell’illustrazione del pianeta Urano, avete già appreso che fra i suoi abitanti vige un principio fondamentale in seguito al quale tutte le strade devono essere diritte. Per quanto la costruzione di strade diritte, già su pianeti relativamente grandi, sia collegata ad un gran numero di difficoltà, tuttavia tutte queste difficoltà possono considerarsi ben poca cosa in confronto a quelle che, su questa fascia, presenta il suolo del grande mondo solare.

2. Nel pianeta, i monti più alti, in casi straordinari, sono circa da cinque a sei volte, o anche qualcosa di più, più alti dei più elevati della vostra Terra. Però, che cosa è questo di fronte all’altezza dei monti del Sole, che non viene calcolata in klafter, ma a miglia?! Ora pensate all’impianto di una strada principale che congiunge le grandi zone di questa fascia passando a metà altezza delle grandi montagne, e pensate inoltre alle tante valli estremamente profonde, ai tanti grandi fiumi, alle cascate e ai laghi, e qui e là addirittura alle tante insenature del mare con le cosiddette lingue di mare, – e per poco che voi riflettiate su ciò, vi risulterà chiaro fin d’ora in quali condizioni deve essere fatta una tale strada perfettamente diritta.

3. E poi dovete pure pensare che tale strada gira intorno a tutta questa sesta fascia solare come un anello, sia in quella a nord che in quella a sud (con la sola differenza che gli ornamenti dei parapetti della strada nella fascia meridionale sono più arrotondati di quelli della fascia settentrionale che sono invece più angolosi ed appuntiti), e riflettete infine che tale strada ha sempre una lunghezza di quasi duecentomila miglia tedesche (400.000 km).

4. Se voi soppesate sempre più quanto ora esposto, la grandiosità di una tale strada vi risulterà maggiormente più evidente. In aggiunta, se pensate che questa strada ha dappertutto la stessa larghezza di duemila klafter (4.000 km), la vostra sorpresa aumenterà sempre più. Pensate sopra a quante migliaia di valli conduce questo ponte. Valli che, misurate dalla linea della strada, hanno non di rado una profondità che va da cinque fino a dieci miglia. Vedete, malgrado tutte queste difficoltà, per voi appena concepibili, tuttavia, sopra a tutti questi spaventosi abissi passa una solida strada piacevolmente adornata!

5. Ora voi avreste già il primo abbozzo di questa strada, ma a questo punto osserverete: “Il progetto di una simile strada non sta al di fuori della portata delle possibilità; al costruirla, invece, non possiamo dire altro che una tale opera è possibile solo a Dio. Ma che simili opere possano essere eseguite da esseri creati con l’aiuto del materiale esistente e con la forza delle loro mani, questo lasciamo che lo comprenda chi lo può e lo vuole. Noi invece consideriamo la cosa come assolutamente impossibile, finché non saremo convinti nel modo più evidente delle forze superiori che sono a disposizione di tali uomini, e come si comportano con queste forze, affinché delle simili opere possano essere realizzate dalle loro mani”.

6. Io però vi dico: “Un po’ di pazienza!”. Osservate alcuni animali sulla vostra Terra e fate un confronto con voi riguardo alle loro opere, e voi dovrete necessariamente rabbrividire constatando che le maggiori opere delle vostre mani sembrano miseri gusci di lumaca in confronto alle loro. Affinché voi possiate scorgere ciò più chiaramente, Io voglio come prima cosa condurvi ad un formicaio che non di rado supera un klafter di altezza. Comparate un po’ quest’opera con chi l’ha costruita! Non è essa più grande, fatte le debite proporzioni, in rapporto ai suoi costruttori, di quanto se voi, con la vostra grandezza e forza, aveste costruito un Chimborazo o un Himalaia? Se voi doveste trovare questo paragone esagerato, fate un po’ i vostri calcoli sulla base delle proporzioni, e troverete quanto detto pienamente confermato.

7. Prendete ad esempio una formica che con la sua testolina si eleva dal terreno di appena una linea, prendete poi un’altezza di un klafter e mezzo che non di rado è la misura di un formicaio. Tentate di vedere quante volte una mezza linea è contenuta in tutta l’altezza di nove piedi, e poi provate a mettere la vostra altezza altrettante volte l’una sopra l’altra, e troverete facilmente quanto alta ed ampia dovrebbe essere, in proporzione, la vostra dimora per stare alla pari di un tale formicaio. Ed Io non intendo neppure menzionare tutti i corridoi e le aperture di un simile formicaio, che sono giganteschi se comparati ai loro costruttori, poiché basta la grandezza del formicaio stesso per mettere in luce il rapporto della forza costruttiva di questi piccoli animaletti in confronto alla vostra.

8. Osservate pure le costruzioni delle api. Guardate quanto arditamente questo animaletto appende su una parete tutto il suo edificio di cellette con un filo di cera bruna, grosso due linee, il che significa molto di più che se voi appendeste in pari condizioni il più grande palazzo con delle gigantesche catene, su un arco che si trovasse ad enorme altezza.

9. Inoltre, voi potete osservare la tela di un ragno e vedere come esso si costruisce spesso la sua tana, stendendo i fili lontano da ogni punto d’appoggio nell’aria libera. Facendo il necessario rapporto, non significa questo, altrettanto come se voi aveste gettato delle possenti funi fra le più alte cime dei monti e così aveste costruito dei ponti sospesi su valli e abissi profondi?

10. Io potrei citarvi una quantità di esempi ancora più grandiosi che si riferiscono alla forza costruttrice dei piccoli animali, solo che per il momento questi dovrebbero essere sufficienti. Se voi riflettete attentamente, scorgerete senz’altro la vostra misera forza costruttiva se comparata a quella di queste bestioline. Se da questo punto di vista già questi animaletti vi confondono, come può risultare tanto inspiegabile che vi possano essere in qualche luogo degli uomini che siano capaci di mettere in una cattiva luce, e in misura ancora maggiore che non queste bestioline, la vostra forza costruttiva?

11. E appunto di questa specie sono gli uomini di questa nostra sesta fascia. La loro forza principale si manifesta nel costruire, poiché essi, dal punto di vista spirituale, corrispondono a quegli organi nel corpo dell’uomo, per mezzo dei quali viene attuata la costruzione vegetativa vera e propria del corpo.

12. Quando sappiamo questo, possiamo anche entrare nella parte più speciale della costituzione di una tale strada gigantesca. Dove questa strada avanza su ampi piani montani, com’è naturale la costruzione risulta facile e con poco dispendio di forze; se invece la strada deve superare valli o abissi ampi e profondi, le difficoltà e gli sforzi aumentano, poiché la strada può continuare solo attraverso ponti molto elevati. Dunque, come vengono costruiti questi ponti?

13. Questi ponti vengono suddivisi in piani. Una serie d’archi e di volte si eleva l’una sopra l’altra, partendo dal fondo della valle, finché si raggiunge il livello della strada in costruzione. Giunti a questo punto, gli scavi fra gli archi superiori vengono riempiti allineati e sul piano così ottenuto vengono poste delle lastre di pietra massicce, ben squadrate e solide. Ai lati della strada viene costruita una balaustrata in pietra lavorata larga parecchi klafter ed alta in proporzione. Ogni piano d’archi misura, non di rado, da cinquanta a cento klafter d’altezza, e se la valle è molto profonda allora si arriva con quasi duemila file d’archi, sovrapposte l’una sull’altra.

14. Qui si domanda di nuovo: “Quando una valle è larga più di cento miglia tedesche, quanto tempo è necessario a questi costruttori per completare un tale gigantesco lavoro?”. – Ma Io vi dico: “Appena tanto tempo quanto impiegate voi per costruire una casa di media grandezza”. Anzitutto perché non di rado collaborano a quest’opera parecchi milioni di mani che si occupano solo della costruzione; poi ci sono altrettanti milioni che preparano il materiale da costruzione, ed altri ancora che si curano del trasporto di questo sul posto.

15. Anche qui, abitualmente, vengono usate delle grandi pietre quadrate soltanto per gli archi inferiori, che vengono congiunte l’una all’altra con una specie di cemento di pietra molto viscoso. I piani superiori vengono edificati solo con mattoni prodotti con argilla molto tenace (che è molto diffusa nelle gigantesche montagne di questa fascia) e poi asciugati al calore solare finché assumono un colore bruno chiaro ed emettono un suono limpido quando li si picchia. Quando hanno raggiunto un tale grado di purezza si possono considerare pronti per l’impiego.

16. Con ciò noi abbiamo visto come una tale strada viene edificata sopra valli e fosse. Però abbiamo ancora dinanzi a noi laghi, fiumi e insenature marine. Come riescono a farci passare la strada sopra?

17. Solo un po’ di pazienza e vedremo con quanta abilità, intraprendenza e perseveranza questi costruttori vi passano sopra con le loro strade. Essi costruiscono una specie di zattera in legno solido larga venti klafter e lunga mille. Lo possono fare molto facilmente perché in ogni luogo hanno boschi ricchi di questi alberi che non di rado superano gli alberi-piramide di Saturno.

18. Quando la zattera è pronta, si comincia a costruirci sopra. A causa del peso del materiale, la zattera va ovviamente più a fondo nell’acqua. Non appena il primo strato della zattera si allinea all’incirca al livello dell’acqua, sul vecchio strato viene posto un nuovo strato alto parecchi klafter, costituito da alberi ben squadrati e fortemente saldati al primo con robusti ramponi. Poi si continua con la costruzione del pilone che diventa più alto al di sopra della zattera. Se il peso del materiale spinge di nuovo la zattera tanto a fondo che il nuovo strato si avvicina al livello dell’acqua, su di esso viene posto un altro strato su cui si continua a costruire. E così si va avanti finché i costruttori verificano che almeno da una parte la zattera ha cominciato a poggiarsi sul fondo marino. Se quest’ultimo è uniforme, non ci sono più difficoltà, e il pilone può essere costruito fino a raggiungere parecchie migliaia di klafter in altezza.

19. Se invece il fondo è disuguale, allora le difficoltà crescono straordinariamente e, in tali circostanze non resta altro da fare se non che certi provetti palombari a ciò addestrati, si adattino a tuffarsi e a rendere piano il fondo, oppure, se esso è costituito da crepacci e voragini, riempirlo con del materiale che viene mandato giù.

20. Talvolta le voragini sono così profonde che non si possono riempire, e tuttavia il pilone dovrebbe posare solidamente al di sopra di esse. Cosa si fa allora? Allora viene fatto uno sbarramento metallico, molto massiccio, a forma di grata e calato nel fondo dell’acqua e poggiato tanto abilmente sugli scogli che sorgono dal fondo, che allora la zattera poggia su tale grata e vi rimane quanto mai saldamente.

21. A questo punto vorreste chiedere: “E quei lavoratori non muoiono soffocati, dovendo lavorare tanto tempo sott’acqua?”. – No, questo non è tanto facile là; in primo luogo perché su questa fascia fra l’aria solare e le acque non c’è una differenza così grande come c’è da voi, perché se è vero che da un lato l’aria è in ogni luogo molto più densa rispetto alla vostra, dall’altro l’acqua è molto più sottile. E così una persona pratica può respirare molto bene anche sott’acqua, aspirando acqua anziché aria nei suoi robusti polmoni. Però si deve essere abituati fin dalla prima giovinezza. Se questo non è il caso, allora anche su questa fascia l’uomo muore annegato nell’acqua. Perciò vengono sempre addestrati parecchi uomini per stare sott’acqua, come da voi molti marinai sulle navi, che pure non raramente possono stare sott’acqua, senza subire danno, da mezz’ora a quasi un’intera ora (di campanella).

22. Parecchie migliaia di questi piloni vengono iniziati contemporaneamente alla distanza di venti klafter l’uno dall’altro, secondo la larghezza del fiume o del lago. Quando sono tutti saldamente sul fondo, per prima cosa sono collegati l’uno all’altro fin sopra la superficie dell’acqua con delle pesantissime e robustissime barre metalliche. Poi sopra a questi piloni vengono costruiti nuovi piloni con archi. Così le file di questi si susseguono fino a che viene raggiunta la linea della strada; quindi il lavoro procede come sopra le valli.

23. Tuttavia, che cosa fanno questi costruttori di strade quando s’imbattono in una larga insenatura marina e quando, ispezionando con i loro natanti, si accorgono che, per quanto allungata, la loro corda non tocca fondo? Infatti, non è tanto raro il caso in cui una insenatura marina non abbia solo alcune centinaia o migliaia di klafter di profondità, ma talvolta può raggiungere dalle cinquanta alle cento miglia.

24. In tali occasioni si fa ricorso al ponte di barche; però i natanti che servono a questo scopo sono altrettanto colossali come la strada stessa. Soltanto che sopra a questi natanti non viene costruito un ponte di pietra, ma di tronchi d’albero più massiccio, che deve raggiungere il livello della strada.

25. Un tale natante viene costruito con gli alberi più colossali ed assomiglia più ad un enorme cesto che a un’imbarcazione. Questo cesto-nave ha generalmente la lunghezza di un miglio tedesco e la larghezza di cinquecento klafter come minimo. I lati di tali cesti-nave sono alti generalmente trecento klafter e vengono saldati gli uni con gli altri ai loro fianchi con delle massicce sbarre di ferro, come se dovessero durare per l’eternità. Il fondo di tale imbarcazione, che di solito viene fabbricato con dei tronchi robustissimi posti tre volte trasversalmente gli uni sugli altri, è rafforzato oltre a ciò con una grossa lamiera di metallo. Questo legno si pietrifica nell’acqua, mentre quello che emerge fuori dell’acqua viene impregnato con una sostanza speciale che lo rende indistruttibile per l’eternità dei tempi. E con un tale ponte di barche questi natanti a cesto sono così strettamente legati gli uni agli altri con ramponi robustissimi di metallo, che questi grandi cesti-nave formano una linea ininterrotta sopra tutta l’insenatura del mare.

26. Guardate perciò in spirito da qualunque altezza sopra un tale ponte di barche, e dovrete ammettere senza esitazione che da un tale punto di vista perfino le vostre più grandiose immaginazioni, al confronto, non possono apparire che come delle piccole miniature.

27. Certamente nel tempo attuale non viene più costruita una strada del genere, poiché la strada ora descritta era già vecchia quando la vostra Terra fu abitata dall’uomo, e ora raggiunge l’età di circa sessantamila anni. Però, a parte ciò, anche al tempo attuale vengono ancora costruite e collegate strade secondarie più piccole con quella principale, e di quest’ultima si deve pur curare la manutenzione, cosa per cui ci vuole poco meno, che non per costruire un intero tratto.

28. Come vedete, ora è stata messa in evidenza anche la più grandiosa costruzione degli abitanti di questa fascia, e poiché non c’è altro di utile da dire a tale riguardo, ci riserviamo per il prossimo capitolo di visitare un tempio.

 

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Cap. 48

Un tempio sul sesto paio di fasce

L’edificio scolastico nel tempio

 

1. Per quanto riguarda un tempio dedicato al culto di Dio dagli abitanti di questa fascia, esso, in sé e per sé, non è di uno stile così esteso e gigantesco come la strada che abbiamo appena conosciuto, tuttavia, per quanto riguarda il punto di vista architettonico, esso è uno straordinario capolavoro di tale arte. Innanzitutto nella costruzione di un tale tempio si devono tenere presenti due cose, e precisamente la sua estensione e la sua altezza.

2. Per ciò che riguarda la sua estensione, ad esempio, la vostra Ungheria sarebbe appena sufficiente ad accogliere sul suo suolo l’insieme degli edifici di un tale tempio. Quanto poi alla sua altezza, i vostri monti più alti potrebbero appena servire quali ornamenti ai suoi vari angoli e curvature.

3. Questo tempio è come un edificio? Oh, no, esso, così come una delle abitazioni, è un insieme di edifici ed è simile più ad una gigantesca città, che non ad un singolo edificio.

4. La parte antistante il tempio consiste in una cinta muraria circolare alta più di cento klafter, che però non delinea un quadrilatero regolare, bensì segue l’andamento della formazione del suolo del paese lungo tutta la zona dove sorge un tale tempio.

5. Ad una distanza di circa mille klafter dietro a questo muro, sono costruite proporzionatamente distanti le une dalle altre delle torri nel modo in cui voi vi immaginate la cosiddetta torre di Babele. Queste torri sono di uguale altezza e sovrastano il muro di cinta per due terzi della loro altezza.

6. Se il terreno all’interno del muro di cinta non è perfettamente piano, gli avvallamenti vengono colmati e resi uniformi, poiché, sulla superficie su cui si trova il tempio, il terreno deve avere un unico livello, senza rialzi e affossamenti, tanto che qui viene applicato alla lettera il detto: “I monti devono venire abbassati e le valli colmate!”

7. A che cosa servono queste torri? Esse servono, in certo qual modo, allo scopo a cui servivano al loro tempo le grandi piramidi d’Egitto. Esse sono, cioè, le tombe degli abitanti di questa fascia o meglio dei distretti che appartengono all’uno o all’altro tempio. Infatti, una tale torre non è stata eretta quale monumento sepolcrale di un singolo uomo, ma come cimitero per molte migliaia e migliaia di uomini. La sua circonferenza ammonta alla base non di rado a quattro miglia tedesche e la sua altezza supera i trecento klafter dal suolo. Una simile torre somiglia piuttosto ad un monte murato, che non a una torre vera e propria. Nell’interno del muro di qualcuno di questi templi ci sono alcune centinaia di queste torri.

8. Inoltrandosi verso l’interno, circa ad un miglio tedesco dalle torri, si innalza un grande edificio rotondo fino all’altezza di mille klafter. Questo edificio rotondo non consiste di piani, ma semplicemente di archi, sui quali poggia una strada larga più di duemila klafter. Questa strada è fiancheggiata, da ambedue i lati, da grandiose balaustrate di artistica fattura. Dappertutto, in corrispondenza al punto in cui un pilone degli archi parte dal suolo, c’è sopra ancora un grandioso arco di trionfo, che raggiunge l’altezza di cinquecento klafter al di sopra della strada. Attraverso ognuno di questi piloni, e precisamente per mezzo di una scala a chiocciola costruita nel suo interno, si può raggiungere la strada. Dalla strada c’è poi un’altra scala a chiocciola, costruita entro i muri laterali dell’arco di trionfo che porta ad un’alta balconata costruita sull’arco stesso, il quale in cima è piano ed è circondato, ancora una volta, da solidi parapetti di metallo.

9. Questa strada, edificata su tali archi, viene chiamata la via dell’Onore divino. Su di essa gli uomini di questa fascia sono soliti fare una specie di processione, lodando, durante questo pellegrinaggio, la grande Potenza e Onore di Dio.

10. Su questo edificio, che ha una circonferenza di due, tre e talvolta anche fino a quattrocento miglia, non avremmo altro da aggiungere. Perciò, procediamo per un altro miglio. Qui voi potete vedere nuovamente una corona di torri altissime che hanno piuttosto l’aspetto di giganteschi obelischi, che non di torri vere e proprie.

11. Tali obelischi non poggiano direttamente sul suolo, ma su dei piedistalli di forma conica tutti uguali che hanno già, essi stessi, un’altezza di duemila klafter. Su questi piedistalli si ergono i giganteschi obelischi, che non sono quadrangolari, ma anch’essi conici ed hanno un’altezza di quattromila klafter. Inoltre, questi obelischi rotondi non sono lisci come dei comuni coni, ma dal basso verso l’alto gira intorno ad essi fino alla cima una scala che parte dal piedistallo che è circondato esternamente da un robusto parapetto. Nondimeno, affinché si possa salire sugli obelischi, insieme ai piedistalli in un lato di ogni piedistallo c’è un’altra scala a chiocciola che dal suolo porta alla base dell’obelisco che poggia sul piedistallo stesso.

12. E a che servono questi obelischi? Essi servono agli uomini per contemplare la Potenza della Sapienza divina, poiché, in tale fascia i costruttori sono, com’è naturale, dei grandi calcolatori aritmetici, e sanno che in un cono sono nascosti i più grandi misteri della geometria, e perciò essi cercano la base della Sapienza. Per questa ragione erigono questi monumenti alla Sapienza divina. Così avremmo visto anche questa parte del tempio.

13. Ora continuiamo il nostro cammino verso l’interno per un altro buon miglio. Qui non scorgiamo nessun edificio, ma una fossa larga un miglio tedesco abbondante, colma d’acqua fino all’orlo. Per attraversarla non ci sono ponti, ma delle graziose barchette lasciate a disposizione lungo la riva in numero incalcolabile. La fossa però non è profonda, poiché l’acqua in ogni punto arriva al massimo fino all’altezza del mento di un uomo.

14. Attraversiamo quest’acqua e procediamo per un altro miglio tedesco! Vedete, qui di fronte si innalza, nella sua spaventosa altezza, il primo vestibolo del tempio vero e proprio. Ora ci troviamo di fronte a un muro alto ottomila klafter, tutto liscio e senza finestre dalla parte esterna. Sopra questo muro scorgiamo, nella lontananza bluastra, delle punte bianche come aghi, poste ad un uguale distanza l’una dall’altra. In realtà si tratta di colonne rotonde ornamentali, poste sull’orlo superiore del muro, che hanno duemila klafter d’altezza ed una circonferenza di mille klafter.

15. Guardate, qui c’è un ampio portone ad arco, attraverso il quale si può entrare in questo edificio gigantesco. Tuttavia non riusciremo ad entrarvi con celerità come potreste pensare, poiché l’attraversamento di questo portone durerà tre ore di cammino. Il portone, in tal modo, forma un grandioso tunnel ed indica contemporaneamente tutta la larghezza di questo gigantesco edificio. Guardatelo ora dall’interno e contate tutte le balconate e il numero quasi incalcolabile degli ingressi ad arco a forma di tunnel che sboccano nell’interno di questo edificio, ed osservate pure il movimento che c’è in queste balconate, delle quali ce ne sono centinaia, l’una sull’altra.

16. Dunque, qual è lo scopo di questo gigantesco edificio? Questa è una scuola, nella quale ci sono varie classi in cui i giovani vengono istruiti in qualsiasi ramo.

17. Guardate al pianterreno di questo immenso edificio, in fondo ai grandi tunnel, come ardono dei fuochi, ed ascoltate come là scoppiettano e tintinnano. Vedete, questa è la scuola dei fabbri, dove essi imparano a costruire ogni tipo di oggetti con il metallo. E così su ogni balconata voi vedrete qualcosa di diverso.

18. Ora noi sappiamo a che cosa serve quest’edificio, e così lasciamolo e continuiamo la nostra visita nel tempio.

 

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Cap. 49

Il museo dell’arte nel tempio

 

1. Ora dinanzi a noi si estende una pianura larga tre miglia, coltivata con dei magnifici alberi da frutto disposti in filari. Attraversiamo questi viali profumati e vedrete che qui ci troviamo nuovamente davanti ad un’altra fossa piena d’acqua, altrettanto larga.

2. Che cosa vediamo al di là di questa fossa? Attraversiamo anche questa su delle barchette e ci incamminiamo su un tratto di via piano, largo circa un miglio tedesco.

3. Guardate: anche qui c’è un edificio ancora più colossale del precedente, per quanto non sia altrettanto largo, ma per lo meno è il doppio più alto. Esso non ha finestre verso l’esterno, ma tante di più verso l’interno.

4. L’intero edificio, qui, è diviso in sette piani, i quali sia all’esterno che all’interno si distinguono dai colori, che sono quelli dell’arcobaleno. Dall’esterno questi colori si presentano sul muro gigantesco soltanto come strisce ininterrotte che si sovrappongono parallelamente. Le sette enormi balconate colossali sono tinteggiate verso l’interno ognuna con un colore diverso di quelli dell’arcobaleno.

5. Ogni balconata ha un’altezza tale che, sotto i suoi archi, voi potreste collocare facilmente i più alti monti d’Europa. Dalle balconate, poi, vanno nell’interno dell’edificio dei corridoi arcati, tutti uguali.

6. Ma a che serve tutto questo edificio? Esso serve per elevate considerazioni spirituali, ed è, per se stesso, un museo d’arte nel quale viene esposto ogni tipo di opere artigianali, le quali possono servire sia per essere ammirate, come pure a scopo di studio.

7. Qualcuno potrebbe domandare: “E allora, se questo è lo scopo, perché gli ambienti sono così smisurati?”. Pazientate un po’ e scorgerete ben presto che la cosa non è tanto inutile come a prima vista potrebbe sembrare, poiché l’abilità degli abitanti di questa fascia, specialmente nel ramo della meccanica che è necessaria per l’architettura, è tanto straordinariamente grande e talvolta anche così complicata, come ad esempio i loro straordinari elevatori e tutte le loro macchine da lancio, che non di rado sono di straordinaria grandezza e quanto mai complicate. Riflettete un po’ sulla statura gigantesca di questi uomini e pensate fino a quali altezze, per voi inconcepibili, essi devono sollevare delle pietre di parecchie migliaia di quintali. Se voi considerate un po’ tutto ciò, non vi sembrerà più tanto incomprensibile che, per il raggiungimento di tali scopi, ci debbano essere anche dei mezzi che corrispondano a ciò in modo sufficiente.

8. Se Io ora dico che questi locali così straordinariamente grandi sono tutti occupati da simili prodotti della meccanica, allora voi non li troverete assolutamente troppo alti, ma sarete oltre a ciò obbligati a pensare che in questi ambienti ci sono solo dei modelli, poiché le vere macchine di ogni tipo non potrebbero essere esposte per mancanza di spazio sufficiente.

9. Ma voi direte: “E perché ci sono qui sette balconate, una sull’altra, ed ognuna di un’altezza tale da farci rabbrividire?”. – Questo si spiega con quanto segue. Prendete, per esempio, un’impalcatura che deve essere sempre a disposizione quando si devono costruire degli edifici, la cui altezza non si misura a klafter, ma in miglia. Questa impalcatura consiste in sette sezioni, in cui ognuna è costruita differentemente, poiché se fossero tutte simili, quella inferiore non potrebbe sostenere il peso di quelle superiori. Perciò qui è eretta un’intera impalcatura in sette sezioni una sopra l’altra, e precisamente nella sezione al piano terra, la prima, è l’impalcatura di base. Se l’edificio non viene costruito più alto di quanto è questa prima sezione, allora questa impalcatura in modo più che naturale è sufficiente. Se invece l’edificio viene costruito ancora più alto, allora ognuno può osservare l’alzata o la seconda sezione dell’impalcatura dalla seconda balconata, nella stanza proprio sopra al pianterreno, ed anche studiarla. E così in ogni successiva e più alta sezione l’impalcatura viene progressivamente completata nelle sue parti componenti. Se si deve costruire un edificio ancora più alto, com’è il caso per il tempio, allora nella stanzetta adiacente, e precisamente a pianterreno, è visibile la successiva alzata e, sopra a questa, delle altre alzate ancora più alte. E per ogni diversa costruzione ci sono pure diverse impalcature, e in questo museo se ne possono vedere di tutti i tipi, in tutti i gradi.

10. Lo stesso è il caso degli elevatori, dei trattori, delle macchine per lanciare, per saldare, per spingere, per pressare e per altri usi ancora, le quali sono necessarie alla costruzione di tali edifici giganteschi.

11. Ormai conosciamo lo scopo di questo gigantesco edificio.

12. Vediamo ora che cosa si presenta dinanzi al nostro sguardo. Noi scorgiamo nuovamente un ampio campo, largo circa tre miglia, occupato fittamente da ogni tipo di alberi da frutto. Fra gli alberi di ogni genere ci sono delle piccole costruzioni di prova, molto numerose. Da ciò si deduce che qui c’è pure la scuola di architettura e che perciò vi si trovano tante piccole abitazioni per i discepoli, come pure per i maestri, ai quali spetta con ciò anche il diritto del libero sfruttamento del frutteto. Il prossimo edificio lo esamineremo la prossima volta.

 

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Cap. 50

L’università delle conoscenze spirituali e il tempio principale più interno

 

1. Guardate ora a circa un miglio al di là del frutteto, c’è un edificio fatto a gradini, dei quali ce ne sono circa settanta, ognuno dell’altezza di mille klafter. In ogni gradino voi potete vedere quattro piani dotati di finestre simili a quelle gotiche della Terra, con la sola differenza che queste sono almeno cinquanta volte più grandi delle vostre. Qui sorge in voi la spontanea la domanda: “Dal momento che questo edificio, tanto all’esterno come nell’interno, è fatto a gradini e che questi gradini sono provvisti di buoni parapetti, a che cosa può servire, dato che, quantunque si trovi abbastanza all’interno del tempio, ha comunque una circonferenza di circa settanta miglia?”

2. Questo edificio serve, da un lato, alla costruzione di alte conoscenze spirituali, ed è pure l’abitazione dei servi del massimo santuario interno vero e proprio del tempio.

3. Tali servi vengono suddivisi in settanta classi e ogni classe ha la sua occupazione nel tempio. Quella classe che occupa i quattro piani più alti del primo gradino è la più bassa e popolare. Più si sale di gradini, più la classe che vi abita si trova in un’atmosfera più elevata e presta i suoi servizi al tempio sempre più di rado. Quella classe che è superiore a tutte e che quindi dimora al settantesimo gradino, discende oltremodo raramente dalla sua altezza per servire il tempio. Perciò su tale gradino dimorano i massimi e i più profondamente saggi sacerdoti di tale tempio.

4. Voi domanderete: “Ma chi porta da mangiare a tali uomini ad una tale spaventosa altezza?”. Vedete, a questo è già provvisto, poiché ognuno di questi gradini ha una ampiezza di mille klafter ed è, nello stesso tempo, un giardino completo, coperto di buona terra fertile, sulla quale cresce ogni tipo di alberi da frutto di media grandezza ed altre piante e radici commestibili. Là vengono allevati anche degli animali utili, poiché in tali giardini essi hanno cibo a sufficienza.

5. Un’altra domanda è questa: “Da dove viene l’acqua?”. Essa vi giunge attraverso delle grandiose e idonee condutture, i cui tubi vengono portati oltre il bastione di cinta anulare che circonda il complesso del tempio e che è alto più di cento miglia da dove si trova l’acqua, la quale poi, viene convogliata ad un tale edificio del tempio, perfino da mille miglia di distanza. In questo modo anche questo gigantesco edificio a gradini viene riccamente provvisto d’acqua dappertutto per mezzo di diverse condutture. Anzi, su questi gradini si trovano non di rado dei grandi bacini sui quali gli abitanti possono navigare su graziose barchette, e perfino sul terrazzo del settantesimo gradino c’è, fra gli alberi da frutto e i giardini, un gran numero di zampilli, in cui l’acqua viene lanciata verso l’alto da colonne ad obelisco abbastanza alte, cadendo poi, come una pioggia dirotta, in un bacino di misura considerevole.

6. E qui, voi obietterete: “Ma allora le abitazioni saranno molto umide, dal momento che l’edificio viene innaffiato da ogni parte!”. – Non preoccupatevi per questo! Questo edifico è costruito con pietre quadrate massicce, cementate insieme tanto saldamente, che esso può essere considerato sotto ogni punto di vista, un’opera creativa eccezionalmente solida. Attraverso questa muratura che non di rado ha cento klafter di spessore, non penetra nemmeno una goccia d’acqua, e quel poco di umidità che i muri dovessero assorbire, sarebbe innanzitutto impercettibile e poi verrebbe immediatamente asciugata dal potente calore del Sole, tanto che nelle stanze non c’è mai neanche la minima traccia di umidità.

7. Ai piani a gradini di questo edificio si può accedere per mezzo di innumerevoli scalini e scale, come pure dall’esterno su dei comodi e larghi gradini, messi in linea retta. A dire il vero, non sarebbe comodo per noi salire su tali gradini, dato che sono alti due klafter; ma dai grandi abitanti di questa fascia, che sono alti da sedici a venti klafter, tali gradini sono considerati come i più comodi, poiché là ce ne sono di quelli che misurano da quattro fino a cinque klafter di altezza.

8. Vicino a ogni serie di scalini che portano all’esterno fino alla cima dell’edificio e che è provvista da ambo i lati da una solida balaustrata, si trova soprattutto verso la parte interna dell’edificio un cosiddetto scivolo. Questo, certamente, non serve agli uomini per scivolare giù, ma serve piuttosto allo scopo che hanno gli scarichi da voi, poiché esso è costituito da un tubo mezzo aperto nel quale gli abitanti di ogni gradino possono gettare ogni cosa che non serve più, come anche ogni rifiuto. Se qualcosa rimane attaccata o appesa si provvede a farla scendere, immettendo nello scivolo dell’acqua dal di sopra o spazzandola via dal di sopra del parapetto degli scalini.

9. Considerando che noi questo edificio lo abbiamo visto da sinistra a destra come un’opera a gradini, è logico che, se si dovesse tagliarlo a metà, se ne otterrebbero due triangoli uguali. Ne risulta che alla base esso deve essere altrettanto largo quanto è alto da terra fino all’ultimo gradino, ragion per cui al pianterreno deve avere settantamila klafter di lato. E i portoni d’entrata e i corridoi che li seguono non possono essere altro che dei tunnel alti mille klafter e larghi cento, che devono essere illuminati nell’interno da luci artificiali. Tuttavia questo su tale fascia come pure su altre fasce non è tanto costoso come potreste supporre, poiché sul Sole ci sono grandi quantità di pietre bianche che mandano una luce tanto forte, che voi potreste sopportare altrettanto poco quanto potete sopportare la luce del Sole in pieno mezzogiorno. Da questa pietra vengono scalpellate delle grosse sfere di circa due klafter di diametro, le quali vengono poste poi a debita distanza l’una dall’altra e su dei piedistalli quadrangolari, in tali ampi tunnel, come anche nelle stanze interne di questo edificio. In questo modo sia i tunnel che le stanze interne vengono illuminati in modo ancora più intenso di quanto sia illuminata la vostra Terra in pieno mezzogiorno. Però, questa luce, com’è naturale, sul Sole non uguaglia quella dell’esterno, tuttavia è sempre abbastanza forte per vedere ed esaminare ogni cosa esattamente.

10. Di questi ingressi, o meglio corridoi, ce ne sono a migliaia attraverso questo gigantesco edificio. Se voi siete in grado di ravvivare un po’ la vostra fantasia, non vi sfuggirà quanto vi è di grandioso e meraviglioso in questo edificio. Basta recarsi con il pensiero al settantesimo gradino e guardare da questa alta terrazza il paesaggio tutt’intorno, come pure tutti quegli edifici che abbiamo già incontrato, e allora vi convincerete di quanto straordinarie siano le sontuosità e le grandiosità di un tale complesso.

11. Stando su questa terrazza, che dal suolo misura più di diciassette miglia d’altezza, volgetevi ora verso l’interno dell’edificio, dove nello spazio libero scorgerete a non molta distanza il tempio vero e proprio.

12. Vedete, questo edificio non somiglia a nessun altro, ma è piuttosto un monte di un’altezza di venti miglia delle vostre e la sua circonferenza dovrebbe essere altrettanto. E così questo tempio sembra essere piuttosto una gigantesca torre gotica, (per nulla simmetrica, ma come costruita a caso) sulla quale ci sono punte su punte e pinnacoli su pinnacoli.

13. Questo tempio è dotato di migliaia e migliaia di alte volte e dappertutto voi potete vedere spuntare tanto dall’interno che dall’esterno delle scalinate che portano verso l’alto. Le punte massime che si ergono su questo monte si perdono alla vista dell’osservatore nella luminosa atmosfera solare; solo qua e là si possono scorgere ancora delle singole punte brillare in profondità, quali chiare stelle.

14. Tutto questo edificio, come se lo può raffigurare la vostra fantasia, è costruito con delle pietre bianche luminose a voi già note, ed è ugualmente luminoso tanto nell’interno quanto all’esterno. Se con i vostri occhi vi avvicinaste ad un tale tempio di centinaia di miglia, la sua potente luminosità vi accecherebbe all’istante, poiché all’aperto questa pietra splendente è mille volte ancora più luminosa della luce del Sole osservata ad occhio nudo dalla Terra. Mentre per gli abitanti di questa fascia solare una tale pietra ha più o meno lo stesso grado di luce che da voi ha un fiocco di neve illuminato dal Sole.

15. Nondimeno, come gli abitanti solari onorino Dio in un simile tempio, vi sarà spiegato quando si parlerà della loro religione.

16. Ora avremmo visto come si presenta un tale tempio presso gli abitanti di questa fascia e qual è la sua grandezza, e così possiamo fare il confronto su quale delle tre costruzioni sia più magnifica e gigantesca.

17. Se voi riflettete bene, dovete dire apertamente: “La grande strada resta sempre il punto centrale e gigantesco dell’architettura di questi uomini. Per quanto riguarda l’arte di costruzione meravigliosa e oltremodo varia, tale tempio è certamente superiore alla strada, e per così dire, appare quale punto culminante della grandezza di questi uomini nelle loro costruzioni”.

18. Che un tale tempio, nel suo insieme, sia abitato da parecchi milioni di uomini, non è necessario menzionarlo. Quanti templi ci possono essere su questa fascia? Non molti. Con difficoltà ne trovereste più di dieci. Quanto grande è perciò il distretto che dipende da tale tempio? Per quanto si riferisce allo spazio, dovrebbe, sulla vostra Terra, essere più grande, che l’Europa, l’Asia e l’Africa prese insieme.

19. Quante abitazioni dovrebbero dunque appartenere ad uno di tali distretti? Per quanto riguarda il numero, non proprio troppe, e la media di dieci viene superata soltanto qua e là di una o due unità. Ma se chiedete quanti sono gli uomini, allora si può rispondere che sono molti milioni, poiché voi sapete già che le abitazioni sono molto popolate, tanto è vero che in certune vivono due e perfino tre milioni di uomini. Calcolate, in aggiunta, i molti milioni degli abitanti del tempio, e così riguardo agli abitanti il distretto vi dovrebbe sembrare molto più popolato di quanto lascia supporre il numero dei templi e delle abitazioni.

20. Tutto il resto del suolo, fino alle più lontane e basse zone delle rive del mare, è destinato alla coltivazione degli alberi da frutto e da legno di costruzione. Le valli servono per la piantagione dei boschi, i cui alberi giganteschi vengono usati per le diverse costruzioni; gli altipiani e i pendii delle colline, assolutamente non troppo erti, servono più o meno alla coltivazione di alberi da frutto e di altre piante.

21. Le case e i templi vengono sempre costruiti in luoghi che altrimenti non sono adatti né per l’uno né per l’altro tipo di alberi da frutto; di solito per questo scopo si scelgono zone molto pietrose. Lungo la strada principale ci sono di certo anche piccole case, delle quali ciascuna può essere abitata al massimo da cento persone; perciò queste case sono costantemente erette ad una distanza minima una dall’altra. Le distanze, a seconda della diversità del terreno, ammontano al massimo dalle dieci, venti o trenta miglia. Gli abitanti di queste case si occupano della sorveglianza della strada e devono anche riparare le loro piccole imperfezioni. Se in qualche luogo si verifica un grosso danno, esso deve essere notificato ai costruttori del tempio.

22. Con ciò è stato indicato tutto quello che è degno di nota su questa fascia dal punto di vista esteriore-naturale; la prossima volta dedicheremo la nostra attenzione nuovamente alle tre costituzioni, cioè domestica, sociale e religiosa. Così, per oggi, chiudiamo!

 

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Cap. 51

Condizioni domestiche, sociali e religiose sul sesto paio di fasce

 

1. Voi vi immaginerete certamente, e fra di voi direte: “Dove ci sono delle case tanto grandi, ci devono essere anche dei grandi regolamenti, affinché possa essere mantenuto il dovuto ordine”. Invece, malgrado la grandiosità delle case, la relativa costituzione è tanto semplice che voi non ne potete avere nemmeno un’idea, e in questa costituzione domestica è inclusa anche la costituzione pubblica-sociale.

2. Il solo regolamento domestico che deve essere particolarmente osservato consiste nell’obbligo da parte di ogni famiglia di tenere la propria dimora sempre in buon ordine e pulita, e se la grande casa ha subìto qualche considerevole danno, cosa che a dire il vero succede molto di rado, tutti gli abitanti di tale casa devono contribuire alle necessarie riparazioni.

3. Rientra inoltre nella costituzione domestica anche il fatto che gli abitanti della prima fila di abitazioni, cioè quella di un solo piano, devono utilizzare per la coltivazione i terreni più lontani, quelli della seconda fila i terreni un po’ più vicini e così gli abitanti delle case con piani più alti utilizzano i terreni più vicini.

4. Un altro regolamento domestico dispone che le case fino al quinto piano compreso non debbano avere condutture per l’acqua, poiché, data la scarsa altezza dell’edificio, l’acqua occorrente può essere portata con facilità in casa dagli stessi abitanti. Le case dai sei piani in su, invece, devono essere provviste delle necessarie condutture d’acqua. Inoltre non è permesso coltivare piante sulle terrazze più alte delle prime cinque file di abitazioni. Sulle alte terrazze delle case dalla sesta fila in poi si possono piantare dei giardini in cui coltivare piante da frutto e radici commestibili.

5. I giovani hanno l’obbligo di abitare sempre nei piani superiori della stessa casa. I patriarchi abitano sempre nell’edificio più interno che è il più alto ed il più sontuoso.

6. Questi patriarchi hanno anche il diritto di utilizzare il grande giardino interno e dimorano in tale edificio che è il più alto, perché dall’alta terrazza essi possono abbracciare con lo sguardo tutti gli altri edifici, anche se questo non lo fanno sempre di persona, poiché ingaggiano al loro posto alcuni sorveglianti che, a turno, dall’alta terrazza, tengono d’occhio tutto l’insieme di questa abitazione, e sono tenuti ad informare i patriarchi non appena si manifesta qualcosa che dovrebbe derivare da un certo disordine, come ad esempio di fumo insolito, oppure di una nube di polvere. Per il resto, anche senza questi sorveglianti, ogni membro della casa ha l’inevitabile dovere di segnalare immediatamente al patriarcato qualunque evento fuori del comune.

7. Un’altra disposizione sociale e domestica prevede che tutti i figli maschi debbano essere condotti nel tempio per la necessaria istruzione. Le femmine, invece, vengono educate in casa per la necessaria economia domestica.

8. Quando i ragazzi ritornano a casa dalle scuole del tempio, devono sottostare a degli esami da parte di una commissione di patriarchi, per dimostrare le capacità acquisite nelle scuole del tempio. Se sono ritenuti idonei, allora possono sposarsi subito e ricevere un’abitazione per sé, dato che in un tale grande complesso ci sono sempre un gran numero di abitazioni riservate a questo scopo. Se non vengono trovati idonei, devono adattarsi a ritornare ancora una volta nel tempio e fare una visita, tutt’altro che gradita, ai precedenti maestri piuttosto severi. Infatti, questo ritorno non piace né ai maestri né ai discepoli rimandati, poiché da un lato, i maestri si sentono criticati quando i patriarchi non sono contenti dei loro discepoli, e per la stessa ragione, i discepoli non vengono accolti nel modo migliore dai loro maestri; così gli insegnamenti vengono poi impartiti con maggiore durezza che non in precedenza. E siccome questi discepoli si mostrano generalmente molto più diligenti di coloro che frequentano la scuola del tempio per la prima volta, non di rado succede che questi ripetenti molto abili, diventino con il tempo essi stessi insegnanti principianti alle dipendenze del tempio, e in questo modo si dimenticano facilmente del loro luogo d’origine. Infatti gli abitanti del tempio, in particolare i maestri, godono di grande considerazione, ragion per cui si preferisce vivere in una delle piccole casette che si trovano nel giardino del tempio a noi già noto, che essere il primo patriarca in una abitazione comune.

9. Questi sarebbero, nella loro essenza, i regolamenti domestici e sociali che ogni abitazione deve osservare. Ci sono ancora soltanto dei rapporti tra i vicini, in seguito ai quali l’abitante di una dimora, in casi eccezionali, può, ed anzi gli è concesso, chiedere l’appoggio degli abitanti delle due dimore confinanti, che vi devono aderire senza discussioni. Se poi si avesse l’intenzione di costruire altrove una nuova abitazione, ciò non può essere realizzato senza aver consultato il Consiglio del tempio ed aver ottenuto il benestare del sommo sacerdote. Questa sarebbe perciò anche la situazione esteriormente pubblica.

10. Il fatto che, naturalmente, tutte le abitazioni, su questioni d’interesse generale, debbono seguire puntualmente le disposizioni del tempio, verrà illustrato più dettagliatamente nella parte attiva-materiale della loro religione.

11. Dato che ormai abbiamo finito la nostra esposizione sulle due prime costituzioni, adesso possiamo dedicarci alla loro religione. Tuttavia, per poter esaminare completamente e nel più breve tempo questo importantissimo ramo, sarà necessario dividere la religione in due parti, cioè in quella materiale e in quella spirituale.

12. Perciò, ecco la prima domanda: “In cosa consiste veramente la parte materiale o, usando termini migliori, la parte attiva della religione degli abitanti di questa fascia?”. – Essa consiste in nient’altro se non che ognuno deve fare tutto quello che fa ad onore di Dio, e perciò deve esaminare ogni sua azione per vedere se essa è veramente idonea a onorare Dio. Se a qualcuno sembra che il suo progetto di compiere questa azione non possa essere considerato completamente degno di Dio, egli ha l’obbligo di presentarlo e farlo esaminare dal patriarcato preposto alla cosa, affinché il progetto stesso sia dichiarato idoneo oppure non idoneo all’Onore di Dio. Se si esprimono dei dubbi sulla sua idoneità, egli lo deve portare senz’altro dinanzi agli alti sacerdoti del tempio. Così, se essi dichiarano l’azione progettata come adatta ad onorare Dio, il proponente la può senz’altro realizzare. Se non viene dichiarata degna di Dio, il postulante deve innanzitutto rinunciare al suo progetto e, in secondo luogo, compiere una specie di penitenza, per aver formulato un progetto indegno per l’Onore di Dio. Questa penitenza consiste nel fatto che egli deve prestarsi ad un servizio di sottordine nel tempio, per un certo tempo prestabilito. Trascorso il quale, allora egli può ritornare al suo luogo di residenza.

13. Dunque, questa sarebbe in sintesi la parte materiale di detta religione. Una seconda regola consiste in questo:  che tutti gli abitanti di una casa devono trovarsi a Onore di Dio nel tempio una volta ogni sette ed anche dieci ‘tempi di luce stellare’, per ascoltare là l’insegnamento su Dio dalla bocca del gran sacerdote, nei diversi locali del tempio.

14. E così pure, ognuno ha il dovere di salire una volta nella sua vita fino alla più alta punta del tempio e là rendere grazie a Dio per tutto quello che Egli gli elargirà ancora nel futuro.

15. Inoltre, ogni uomo ha il dovere, trascorsi dieci tempi di luce stellare, ognuno dei quali dura abitualmente più di ventinove giorni terreni, di consegnare al tempio una certa quantità di frutta dei suoi tre alberi principali.

16. E inoltre, dato che la strada principale è proprietà dei templi che di solito sono costruiti nelle vicinanze di detta strada, ogni abitante di una casa deve sempre essere pronto a concorrere, con tutte le sue forze, alla manutenzione di tale strada, in caso di necessità.

17. Ora certamente qualcuno chiederà: “Qual è lo scopo per cui si è fabbricata questa strada?”. – Il primo scopo principale consiste nel fatto che per mezzo di questa strada vengono realizzate la comunicazione e l’unità fra tutti gli abitanti di questa fascia e perciò anche tra tutti i templi in Onore a Dio. Un secondo scopo è che specialmente quegli uomini che vogliono diventare sacerdoti d’ordine superiore, devono avere delle attestazioni da parte di tutti i templi esistenti, dalle quali risulti che essi, per Onore a Dio, hanno percorso l’intera strada, lunga duecentomila miglia, e così hanno fatto conoscenza con tutti i templi. E ora ecco il terzo scopo: chiunque abbia voglia di accogliere molte nozioni e abilità, può fare su questa strada dei viaggi rapidissimi e molto comodi.

18. Infatti qui hanno un tipo di veicoli con i quali si può percorrere molto celermente la strada uniforme. Tali veicoli non sono trainati da animali, né tanto meno da uomini, bensì sono posti in un movimento così rapido da un proprio apparecchio, che non potrebbero essere raggiunti nemmeno da una palla di cannone.

19. E chi deve provvedere a questi veicoli? In primo luogo coloro che hanno la direzione delle costruzioni presso i templi, e in secondo luogo abbiamo già appreso che lungo la strada ci sono delle piccole abitazioni, i cui abitanti hanno il compito di sorvegliare continuamente la strada. Ogni abitante di tali ‘case stradali’ deve essere provvisto di un numero ragguardevole di tali veicoli, i quali devono essere sempre pronti ad accogliere qualunque viaggiatore e farlo proseguire fino alla prossima stazione. Questo fa pure parte delle regole emanate dal tempio, con riferimento alla parte materiale della religione. La continuazione alla prossima volta.

 

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Cap. 52

Altre informazioni sulla religione degli abitanti del sesto paio di fasce

 

1. Inoltre, da parte del tempio vige una regola, secondo la quale tutte le vie secondarie si devono unire alla strada principale, e anche da parte di qualsiasi abitazione deve essere tenuta in efficienza una strada carrozzabile che porti al tempio, come pure una che porti alla strada principale, ed ognuna di queste strade deve essere diritta.

2. Se una di queste strade secondarie deve salire per raggiungere la strada principale posta più in alto, essa tuttavia non deve fare curve, ma deve essere edificata su colline e fosse e salire pian piano fino a raggiungere la strada principale. Se in tale occasione ci sono molte difficoltà a causa del terreno, se ne deve informare il tempio. Questo allora chiama gli abitanti delle case vicine, affinché aiutino a completare il lavoro, ed essi lo fanno subito, senza discussioni. Quando invece una casa di abitazione è situata più in alto della strada principale, allora la nuova strada non deve inserirsi ad angolo retto in quella principale, ma deve prendere una tale direzione da formare con la strada principale per lo meno un angolo di quarantacinque gradi.

3. Così pure, nessuna via secondaria deve unirsi alla principale in senso contrario (alla direzione ovest-est), cioè dal sorgere delle stelle, ma provenire sempre dalla parte del tramonto, affinché nessuno dalla sua dimora possa camminare verso la strada principale rivolto verso il tramonto, ma sempre verso il sorgere delle stelle.

4. Esiste poi un altro regolamento, secondo il quale nessuno deve salire sull’alto baluardo che forma l’anello dei monti, poiché al di là, nella quinta fascia, dopo un leggero pendio seguono degli scoscendimenti talmente erti e infinitamente profondi, che nessuno potrebbe poggiare il piede senza rimetterci immediatamente la vita. Comunque, gli abitanti di questa sesta fascia possono guardare giù dalla sommità dei monti verso la quinta fascia, ma non scorgono che un mare infinitamente grande. Dei territori della quinta fascia, però, non scorgono niente a causa della eccessiva distanza.

5. Così essi sono dell’opinione che con queste alture il mondo cessi e da lì in poi comincino le grandi acque. Il loro mondo essi se lo raffigurano come un grande anello che tutto intorno sporge dalle grandi acque, ma che nel suo interno è completamente vuoto ed è colmato solo dalle grandi acque. Questa è l’idea popolare. I primi savi del tempio, dato che comunicano anche con gli spiriti, sanno benissimo come stanno le cose, ma non ne fanno partecipe il popolo, poiché essi dicono: “Se il nostro popolo sapesse che il mondo che noi abitiamo è di gran lunga più grande della parte da noi abitata, allora esso scaverebbe un tunnel sotto il baluardo anulare dei monti e trasporterebbe attraverso questi buchi dei giganteschi navigli sul mare che si trova al di là, e raggiungerebbe la terra di altri popoli. Questo però non sta nella divina Volontà. Così il popolo può restare nell’innocente idea che si è fatto del suo mondo, ed essere sempre pronto a servire per onore del grande onnipotente Dio”.

6. Questa sarebbe perciò un’altra regola. Poi ce n’è un’altra ancora che dice così: le case che si trovano lungo la strada devono essere costantemente provviste di un’abbondante quantità di cose da mangiare, per poter ospitare i viaggiatori di passaggio. Perciò ogni casa ha l’obbligo di provvedere quanto è necessario per le case stradali che sono incluse nella zona. Se qualcuna di queste case si trova troppo lontano dalla strada principale, essa deve inoltrare la sua quota alla casa più vicina, che poi provvederà a farla pervenire ai sorveglianti stradali. Questo sarebbe l’essenziale che costituisce la parte attiva-materiale della loro religione.

7. Ma in cosa consiste la parte spirituale? Questa consiste in precetti fondamentali su Dio, però molto semplici, che ognuno deve conoscere e così anche seguire fedelmente nella parte pratica della sua religione. E quali sono questi precetti fondamentali? Essi sono i seguenti:

8. « Dio è un Essere unico e non ha nessun essere all’infuori di Se stesso che sia come Lui. Egli solo perciò è potente sopra tutto, è elevato sopra tutto, è santo sopra ogni cosa, ed è colmo del massimo Onore. La Sua attività è la Libertà della Sua Volontà, e la Sua Sapienza è l’osservanza del Suo proprio, eterno Ordine. Egli è il Creatore di tutte le cose. Tutto quello che fa, Egli lo fa dalla Sua Volontà. Gli elementi sono i Suoi pensieri e la Sua Volontà li forma ad esseri. Egli non ha bisogno di nessuna materia per costruire un mondo, poiché la materia sono i Suoi pensieri e il Costruttore è la Sua Volontà, secondo l’eterno Ordine in Lui. Noi da principio non possiamo riconoscere Dio se non dalle Sue Opere che ci annunciano la Sua grande Potenza e il Suo grande Onore. Perciò non possiamo onorare Dio altrimenti, se non imitando la Sua natura e, con la materia che Egli ci ha donato, costruire delle opere in Suo Onore a seconda della libertà del nostro riconoscimento. Dio non ha certo bisogno delle nostre opere, poiché in un attimo Egli crea delle cose più grandiose che non noi in molti millenni, nonostante tutto il nostro impegno. Tuttavia noi costruiamo opere tanto grandi ed elevate quanto possiamo, per dimostrarGli con questo, praticamente, che siamo compenetrati dal Suo eternamente infinito Onore in tutto il nostro essere. Se anche noi abbiamo costruito qualcosa di grande e non abbiamo avuto da Dio alcuna lode, tuttavia ciò non ci deve trattenere dal fare delle cose sempre più grandi. Infatti, come potrebbero le nostre opere, per quanto grandi, meritarsi una lode divina, dato che, prese tutte assieme, sono un nulla dinanzi ai Suoi occhi? Però, anche se Dio non guarda alle nostre opere, Egli tuttavia guarda la nostra buona volontà e la nostra costanza in Onor Suo. E così noi saremo benedetti da Lui non per le nostre opere, ma solo per la perseveranza della nostra volontà.

9. Dato però che noi sappiamo in cosa Dio trova il Suo compiacimento, pure noi ci regoliamo a seconda di questo, affinché possiamo renderci continuamente degni del Suo compiacimento. Nondimeno, per guadagnarci questo compiacimento da Dio, ognuno deve osservare in sé le seguenti Virtù principali:

10.  1° - Poiché Dio è l’Altissimo, noi dobbiamo essere i più bassi.

2° - Poiché solo Dio è Onnipotente, noi dobbiamo sempre riconoscere dinanzi a Lui la nostra impotenza.

3° - Poiché Dio è colmo del massimo Onore, noi dobbiamo essere sempre pieni della più profonda umiltà.

4° - Poiché Dio è Santo sopra tutto, noi dobbiamo piegare sempre le nostre ginocchia dinanzi al Suo Nome.

5° - Poiché solo a Dio appartengono tutte le cose, noi non dobbiamo impadronircene e Gli dobbiamo essere sempre riconoscenti per ogni dono, anche se si trattasse di un’unica goccia d’acqua, dato che l’uomo non è in grado di creare neppure questa.

6° - Poiché in Dio c’è ogni Forza e Potenza, così ognuno deve sapere che anche la sua forza è da Dio, e che conseguentemente, nessuno può fare alcuna cosa senza di Lui. Invece, colui al quale Dio conferisce la Sua forza, può tutto. E Dio non rifiuta la Sua forza a chi implora con fede, se costui intende impiegarla solo in Suo Onore.

7° - Il massimo onore che noi possiamo testimoniare a Dio, sta nell’amarci e stimarci vicendevolmente, e partendo da questo amore e da questa considerazione, osare amare Lui stesso, anche nella Sua Santità, in tutta l’umiltà del nostro cuore.

11. Vedete, dunque, in ciò consiste tutta l’essenza spirituale della loro religione, però non soltanto a parole, ma con la massima serietà nelle azioni. Questa è anche la ragione per cui, per gli abitanti di questa fascia, la più grande beatitudine è visitare il tempio e là, poter offrire a Dio l’onore del proprio cuore.

12. E con ciò noi avremmo terminato completamente con questa fascia; così la prossima volta passeremo alla settima e ultima fascia del Sole. Riguardo poi alla sesta fascia meridionale è già stato accennato di sfuggita che le cose stanno esattamente come nella fascia settentrionale.

 

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Cap. 53

 

Nettuno  nettuno.jpg   Miron

 

Caratteristiche di Nettuno/Miron:

 

- Distanza dal Sole:             1.000.000.000 di miglia (= 7.480.000.000 km)

- distanza da un altro sole:     7 bilioni e 900.000 miglia   (= 7.900.000.000.000 miglia / cioè = 59.092.000.000.000 km)

- grandezza:                        1500 volte la Terra

- Diametro:                          100.000 miglia (= 748.000 km)

- rivoluzione:                       500 anni

- satelliti:                              10 lune / cioè tre lune principali di cui la prima con due satelliti, la seconda con due satelliti e la terza con tre satelliti (vedi cap.  65,12)

- atmosfera:                         molto spessa

 

 

Il settimo paio di fasce corrispondente al pianeta sconosciuto Nettuno (Miron)

29 ottobre 1842

 

1. Considerato che anche questa settima fascia che ora intendiamo visitare corrisponde ad un pianeta a voi ancora sconosciuto[31], si rende tanto più necessario fare una breve visita al pianeta, per farsi un concetto più esatto di questa fascia, poiché in primo luogo, senza fare la conoscenza di questo pianeta questa fascia solare resterebbe senza corrispondenza, e in secondo luogo, essa non potrebbe essere osservata ed esaminata così a fondo, se in precedenza il suo pianeta corrispondente non fosse almeno in una certa misura, osservato ed esaminato.

2. Perciò possiamo rivolgerci subito di sfuggita a questo pianeta. Però, per avere un punto d’appoggio allo scopo di inquadrarlo con gli altri pianeti, è necessario innanzitutto dargli un nome. Dunque, ci si domanda: “Visto che tale pianeta non ha ancora un nome da parte vostra, quale nome gli si potrebbe dare?”. – Voi direte: “Questo è indifferente, è sufficiente che abbia un nome con il quale si possa indicarlo”.

3. Apparentemente avreste ragione, tuttavia, se riflettete che il nome di una cosa non è tanto indifferente come qualcuno potrebbe pensare, così ha la sua importanza che a questo pianeta noi non diamo un nome onorario, ma un vero nome. Ma dove lo troveremo? Sulla Terra certamente no, poiché essa non sa nulla di esso. Forse nella fascia corrispondente? Noi non la conosciamo ancora. Considerato tutto ciò, la cosa migliore è dare a questo pianeta il nome che gli danno i suoi abitanti, e certamente voi obietterete di non conoscerli. Se però non li conoscete, li conosco Io, e so esattamente come chiamano il loro pianeta. Dunque, come si chiama questo pianeta? Miron, che significa ‘mondo dei miracoli’.

4. Vedete, da questo nome giusto spunta già il primo concetto, e questo, in certo qual modo con una sola parola, dice come stanno le cose con questo pianeta. Il seguito lo giustificherà ancora maggiormente, e così noi possiamo passare ai primi elementi del pianeta Miron.

5. Quant’è lontano dal Sole? Qualcosa sopra mille milioni di miglia nella massima lontananza dal Sole. – Quant’è grande? La sua grandezza dovrebbe stare fra Urano e Saturno, perciò mille volte e mezzo più grande della vostra Terra. La sua atmosfera però è più spessa di quella del pianeta Giove ed ha un diametro di quasi centomila delle vostre miglia.

6. Con quale velocità gira intorno al Sole? Questo pianeta ha un movimento molto lento, perciò impiega quasi cinquecento anni per completare la sua orbita intorno al Sole.

7. Esso ha dieci lune[32], ma i veri e propri satelliti sono soltanto tre, mentre le altre sette lune sono satelliti degli altri tre satelliti. Esse girano a varie distanze dal pianeta e, grazie alla loro diversa posizione, durante la notte illuminano abbastanza bene questo pianeta. Queste lune sono piuttosto lontane dal pianeta, tanto che la prima sta a più di settantamila miglia e l’ultima ad una distanza di più di un milione di miglia. Secondo la durata dell’orbita di quest’ultima luna, che è di circa tredici dei vostri mesi, vengono contati gli anni. Gli anni solari invece non vengono contati perché essi non producono sul pianeta alcuna notevole differenza, in secondo luogo perché gli anni solari sarebbero troppo lunghi, e infine il loro calcolo sarebbe reso difficile dal fatto che la vita umana non è tanto lunga; in uno di quegli anni solari ci sta da cinque a sei volte l’età dell’uomo.

8. Anche in questo pianeta sono abitate le sole zone equatoriali, mentre le regioni polari sono talmente coperte di neve eterna e ghiaccio, che non si può nemmeno pensare di abitarvi.

9. Se voi doveste trovarvi su quel pianeta, vedreste il Sole nella grandezza di un vostro piccolo tallero, mentre gli abitanti di quel pianeta lo vedono invece così grande come voi lo vedete dalla Terra, e ciò per la maggiore conformazione dell’occhio, grazie alla quale la pupilla è più piana, e perciò può abbracciare un maggior numero di raggi, che non il vostro occhio. La seconda ragione la si trova anche nell’atmosfera che raggiunge una grande altezza sopra la superficie del pianeta, grazie alla quale, nella sua parte più alta viene assorbita una considerevole quantità di raggi solari, i quali, secondo la legge della rifrazione dei raggi solari a voi già nota, cadono sul pianeta sempre più concentrati e, specialmente nelle regioni equatoriali, hanno come effetto una temperatura molto piacevole.

10. Poiché questo pianeta, come è naturale, si trova per lo meno mille milioni di miglia più vicino di quanto non si trovi la Terra ad un altro Sole, che è distante da esso sette bilioni e novecentomila miglia, e inoltre, come avete già appreso, la sua atmosfera è così notevole che accade che il pianeta riceve luce ed anche un po’ di calore da parte dell’altro sole. Tuttavia la differenza tra il calore prodotto dal proprio Sole e quello del Sole straniero è comunque grande, come ad esempio da voi il profondo inverno rispetto all’estate piena.

11. In questo modo tale pianeta utilizza anche i raggi di altri Soli, ciò che impedisce un eccessivo accumularsi di ghiaccio nelle sue regioni polari. Infatti, il ghiaccio resiste fino ad un certo punto nella regione alta, all’incirca come avviene sulla vostra Terra. Nella regione alta, dove i raggi provenienti da tutte le parti cominciano ad incontrarsi, la temperatura dell’aria diventa sempre più mite, cosicché non si forma più né neve né ghiaccio. Ciò, come già detto, lo potete osservare del resto voi stessi sulla Terra. Infatti, dove la cima di un monte raggiunge oltre sedicimila piedi di altezza, essa si eleva già al di sopra della regione del ghiaccio. Per questa ragione si possono vedere completamente sgombre da neve e ghiaccio le più alte cime del Chimborazo[33] in America, come pure dell’Himalaia in Asia ed altre cime montuose di questi due continenti. Riguardo alle condizioni polari di questo pianeta, esse sono simili a quelle della vostra Terra.

12. La zona abitabile stessa somiglia a una fascia, e tanto a nord che a sud è delimitata da catene di monti quasi inaccessibili, oltre i quali difficilmente si possono raggiungere le regioni marine, dove fa costantemente freddo quasi come da voi nel nord della Siberia. Là il mare è invaso di banchi di ghiaccio vaganti, tanto che non sarebbe consigliabile avventurarsi con dei battelli.

13. Dato che questa fascia che ha più di mille miglia di larghezza forma una valle chiusa interrotta da poche alture degne di rilievo, e dato che il pianeta ruota intorno al suo asse in dieci ore e perciò la notte non dura che cinque ore, risulta che questa fascia è così temperata come da voi in un’estate non troppo calda. Questa temperatura non è poi soggetta a nessun mutamento, eccezion fatta, talvolta, a quelli dovuti ai venti ed ai frequenti cambiamenti lunari. Si può evidentemente concludere che l’abitabilità di questo pianeta, malgrado la sua grande lontananza dal Sole, non offre nessun inconveniente, e che, comunque, neppure la coltivazione delle piante e l’allevamento degli animali ne risentono.

14. Così abbiamo fatto conoscere gli elementi più importanti di questo pianeta. A questo punto qualche astronomo potrebbe obiettare dicendo: “Se nel nostro sistema solare ci fosse, effettivamente, ancora un pianeta, noi ce ne saremmo accorti, poiché l’avremmo scoperto da tempo, dato che non ci sfuggono nemmeno le comete che sono molto più piccole e perciò invisibili ad occhio nudo”. – Ma Io vi dico: “Eccovi la ragione di questo: il pianeta ha un movimento tanto lento, che tutti gli strumenti astronomici a causa della grande distanza e ancor più del tempo ristretto d’osservazione, non possono rilevarlo”. Perciò questo pianeta continua ad essere considerato come una stella fissa, naturalmente di grandezza trascurabile e non come un possibile pianeta. Lo stesso caso si è verificato anche con il pianeta Urano, per quanto si trovi molto più vicino, il quale, per parecchie migliaia d’anni, venne considerato come una stella fissa appena degna di nota, a causa degli strumenti inadeguati. Questo servirà ad illuminare gli scienziati sul fatto che, malgrado le loro acute osservazioni, ci può essere ancora un pianeta che loro non hanno potuto riconoscere come tale, e osservarlo più da vicino a causa dell’inadeguatezza dei loro strumenti ed osservazioni.

15. Esposto questo, ora possiamo passare, con maggior cognizione di causa alla costituzione del pianeta stesso. Con il termine ‘costituzione’ non intendiamo dire che ne vogliamo fare l’analisi, ma solo limitarci ad osservare il suolo abitato, la sua natura, la vegetazione e poi gli abitanti.

 

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Cap. 54

Meravigliosa vegetazione sul pianeta Miron (Nettuno)

Mutevolezza delle forme di vita

 

1. Il suolo di Nettuno è in media più piano che montuoso. Le pianure sono attraversate generalmente da ruscelli e da fiumi di varia grandezza, di cui i maggiori si riversano nel mare passando attraverso qualche burrone fra i monti, con grande impeto e fragore. Delle acque ferme, quali laghi, non ce ne sono di grande rilievo; i maggiori possono avere appena una circonferenza di alcune ore di cammino.

2. Invece, tanto più numerosi sono i vulcani, sia nella delimitazione montuosa settentrionale che in quella meridionale e perciò ci sono pure spesso delle sorgenti di acqua bollente che passano attraverso fiumi e ruscelli, in modo che questa fascia viene a godere di una temperatura mite. Ciò avviene, innanzitutto, perché l’aria che affluisce in tali pianure e valli viene riscaldata, e perciò non si può parlare di venti freddi; secondariamente, anche il terreno, grazie a ciò, viene riscaldato dall’interno, e perciò la temperatura s’innalza in modo che il terreno diviene molto fertile e produce ovunque dei frutti veramente straordinari.

3. Per quanto poi riguarda direttamente i vulcani, essi sono notevoli per il fatto che le loro fiamme, come pure il riflesso del fuoco interno, non sono come da voi sulla Terra di un colore rossastro sporco, ma qui di un verde chiaro, che anzitutto è più limpido del rosso, e in secondo luogo è anche più benefico del colore rosso del raggio dello zampillo.

4. Gli abitanti di questo pianeta vedono il Sole stesso di un colore bianco verdognolo. La ragione di questo si trova nella regione atmosferica molto estesa come anche nella sua particolare purezza. Sempre per questa ragione, anche le zone lontane non appaiono così azzurrine come da voi, ma verdi, e la causa sta sempre nella luce e, come già detto, principalmente nell’aria atmosferica. In compenso, però, le foglie degli alberi, dei cespugli, delle piante in genere, come dell’erba, sono azzurri, ed è perciò l’opposto di com’è sulla Terra. Noi abbiamo già trovato su Saturno il colore azzurro quale preponderante, tuttavia, là esso non è così intenso e vivace come qui.

5. Qualcuno potrebbe chiedere: “Com’è possibile ciò?”. – Anzi, ciò è facilmente possibile e può benissimo essere compreso molto facilmente da coloro che hanno profonde conoscenze riguardo alla rifrazione dei raggi solari e dei loro colori. Il colore verde della luce è il più intenso e perciò anche il più forte, ecco perché esso compenetra quasi tutto il regno vegetale nei pianeti che sono vicini al Sole e si riflette nelle foglie e nei rami più teneri. Tutti gli altri colori sono meno intensi e possono perciò compenetrare soltanto cose più leggere e delicate. Il colore azzurro è il meno intenso di tutti, perciò viene assorbito poco e l’aria ne è sempre piena, ragion per cui sul vostro pianeta tutto ciò che si trova lontano sembra tinto di azzurro.

6. Sul pianeta Miron, invece, a causa della sua grande distanza dal Sole, come pure all’abbondanza della sua atmosfera, il caso è completamente inverso. Il colore verde della luce, data la lontananza del corpo illuminante, cioè del sole, per necessità di cose ha perduto d’intensità, poiché dovete tener presente che su tutto il pianeta Miron non cadono tanti raggi solari quanti ne cadono sull’Africa della vostra Terra. Ora, quando questi pochi raggi solari cadono sulla vasta superficie della calotta atmosferica di questo pianeta, essi vengono immediatamente assorbiti, perché sono i più benefici. Solamente il raggio azzurro, il meno vivificante, viene lasciato passare e cade sul regno vegetale, con l’ulteriore conseguenza che le piante, come già rilevato, appaiono per la maggiore parte nella più bella tinta azzurra, ad eccezione dei fiori. Tuttavia, ulteriori dissertazioni scientifiche non sono necessarie per il nostro scopo; perciò quello che è stato detto ora è più che sufficiente per ogni spirito pensante. Dunque, vogliamo rivolgere la nostra attenzione al mondo vegetale di questo pianeta!

7. Il mondo vegetale di Miron è, per i vostri concetti, qualcosa di straordinariamente prodigioso, nel vero senso della parola!

8. Ad esempio, un albero da frutto cresce fino ad una determinata larghezza ed altezza per circa cento klafter quanto mai rigoglioso e ciò per venti e fino a trent’anni di Miron, – non si deve dimenticare che un loro anno dura tredici mesi dei vostri e che poi non è un anno solare, ma un anno lunare. Quando questo albero è giunto alla sua massima completezza, da un giorno all’altro si manifesta in esso un’improvvisa metamorfosi. E qui abbiamo due casi: o esso scompare da un momento all’altro alla vista e al suo posto non rimane che una massa di insetti del tutto nuovi, oppure l’albero getta via da sé i suoi rami che si staccano dal tronco, come da voi le foglie in autunno, e il tronco a sua volta getta dei rami del tutto nuovi e, con il tempo, l’albero produce dei frutti del tutto diversi. Se l’albero si riduce in insetti, questi vivono per un certo tempo, ma rimanendo al posto dove stava l’albero, poi essi muoiono e dal loro marciume si sviluppa in breve tempo una pianta di nuova specie, che però non ha alcuna parentela con l’albero precedente. E voi non dovete nemmeno supporre che in occasione di tale metamorfosi facciano la loro comparsa gli stessi insetti. L’esito della metamorfosi dipende dalla diversa posizione della Luna: così un albero che va in rovina in questo modo, in momenti e luoghi diversi, può passare in diverse specie di insetti, dai quali poi possono sorgere diverse nuove piante. Oppure l’albero, dopo il rigetto dei rami, sempre secondo le circostanze ora accennate, può tramutarsi in diverse altre specie di alberi.

9. E come avviene con gli alberi, così è il caso pure con le piccole piante in genere.

10. La legge di tali trapassi si estende anche al regno animale fino ai quadrupedi più grandi. Il regno degli anfibi, quello degli insetti, come pure di tutti gli uccelli in genere, è soggetto a tale legge di transizione, però non nel modo in cui avviene sulla vostra Terra nel regno dei bruchi e degli insetti; infatti da voi dallo stesso bruco esce sempre la stessa farfalla e dallo stesso verme lo stesso insetto. Invece sul nostro pianeta Miron tutto ciò avviene secondo lo stato delle cose e del tempo, tanto che nessuno può stabilire cosa crescerà qui o là.

11. Per questo gli abitanti di tale pianeta non si preoccupano granché per quanto riguarda le scienze naturali, specialmente con riferimento alla vegetazione e al mondo animale inferiore, ma concentrano la loro attenzione sul punto in cui la natura comincia ad assumere una forma definitiva.

12. Spesso succede anche che un uccello, una farfalla o un altro insetto volante, depone le uova sul terreno caldo, e anziché nascere degli animali simili o altri animali, sorge una nuova specie di pianta, che dura un certo tempo e poi si estingue completamente. Dal marciume di queste piante e, non di rado, dai loro semi, anziché spuntare piante uguali, nascono nuovi animali. Talvolta, nei grandi baccelli o nei gusci legnosi quando vengono aperti, si può trovare una bestiolina già abbastanza ben formata, che può avere somiglianza con animali già esistenti oppure del tutto nuovi mai visti prima.

13. Qualcuno potrebbe dire: “Qualcosa di simile succede anche qui sulla Terra, poiché chi non sa che quasi ogni frutto e ogni qualità di seme porta in sé non di rado i suoi vermi, e che le noci di galla, i granuli della foglia di faggio, la galla della quercia, i nodi ruvidi del cespuglio di rose, ecc., non sono altro che vere e proprie uova delle piante, nelle quali nasce un verme. Io però vi dico che c’è una grande differenza tra un fenomeno che si manifesta sempre uguale, e non invece sempre mutabile.

14. Per questa ragione questo pianeta può chiamarsi con pieno diritto, Miron (mondo dei miracoli), dal momento che la sua conformazione vegetale e in gran parte quella animale è tanto straordinariamente mutevole, che una pianta morta, un albero morto o una specie animale morta, non rinasce mai così come era prima. E ancora, quanto più questo pianeta sia meritevole del suo nome, lo metterà in luce quello che poi seguirà.

 

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Cap. 55

L’albero della fedeltà, la canna vivente e l’albero del pane volante

 

1. Considerato che abbiamo dato inizio alle nostre considerazioni su questo pianeta partendo dal mondo delle piante e degli animali, tratteniamoci su tale argomento ancora un po’, tanto più che ci sono molte cose straordinarie da osservare.

2. Fra le moltissime specie di alberi di questo pianeta, si distingue specialmente il cosiddetto albero eterno. Questo albero è anche l’unico di questo pianeta che non cambia mai né forma né costituzione, ragion per cui gli abitanti del pianeta Miron lo considerano un simbolo di fedeltà. Esso raggiunge una considerevole altezza, ha pochi rami poco sporgenti dal tronco che è molto snello. Il suo frutto è anche sempre lo stesso. Che aspetto ha questo frutto e in cosa consiste?

3. Affinché si possa rispondere completamente a questa domanda è necessario che prima si faccia una maggiore conoscenza dell’albero stesso; in questo modo anche la domanda suddetta si risponderà da sola. Questo albero cresce fuori dal suolo così come le formazioni corallifere crescono da voi sul fondo del mare. Le sue parti essenziali non sono costituite da vero legno, ma sia il tronco che le radici e i rami sono formati da una sostanza minerale, cioè circa come i crostacei da voi. Esso perciò è senza corteccia, completamente liscio e lucente come un metallo bianco azzurrino. Invece i rami sono perfettamente bianchi. Il tronco di quest’albero, specialmente quando è molto vecchio, raggiunge non di rado l’altezza di tre ed anche quattrocento klafter, e alla base ha una circonferenza da venti fino a trenta klafter. Quanti pochi rami un albero del genere abbia in rapporto alla sua grandezza, lo potete dedurre dal fatto che il più grande non ne ha più di venti, e nessuno dei rami sporgono più di cinque klafter dal tronco.

4. Questi rami sono altrettanto solidi e immobili come il tronco stesso; essi consistono semplicemente in uno stelo piuttosto tondo e forte che si diparte dal tronco in modo orizzontale. Da ambedue i lati, in direzione orizzontale, questi rami sono provvisti di una specie di rastrelli, cioè sembra come se a questi rami fossero stati innestati da entrambi i lati dei germogli relativamente lunghi. Questi germogli, verso la cima del ramo, diventano naturalmente più corti e più deboli. Questi sono i ramoscelli del ramo.

5. Questi ramoscelli terminano in una infinità di piccoli cannellini, attraverso i quali passa continuamente un succo dolce che si raccoglie in stille in cima al cannellino e poi gocciola viscoso sul terreno sottostante. Questo succo, anzitutto, forma tutto l’albero, con tutte le sue parti componenti. Quello che di questo succo è adatto alla formazione dell’albero, viene accolto dallo stesso; soltanto quello che per l’albero non è adatto, viene scartato sotto forma, appunto, di una goccia attaccaticcia e dolce. Quando questo succo resta esposto per un certo tempo all’aria, alla fine si tramuta in una farina dolce come la manna, una farina che gli abitanti del pianeta raccolgono e mescolano con il latte delle loro capre e poi lo mangiano con molto piacere quale una saporitissima vivanda.

6. Come vedete, con questo modo è stato anche spiegato il perché quest’albero viene chiamato ‘l’eterno e il fedele’. L’eterno perché anzitutto, come già detto, la sua forma non cambia mai; in secondo luogo, perché, per così dire, non muore mai, e poi perché con il suo continuo gocciolare dà i suoi frutti senza sosta. Per la stessa ragione viene chiamato anche il fedele, perché sotto i suoi rami si trovano sempre dei frutti, ragion per cui gli abitanti di questo pianeta appianano il terreno sotto questo albero, rendendolo liscio come quasi uno specchio, perché non vada perduto nulla del suo squisito succo.

7. Vedete, per quanto quest’albero sia perpetuo, tuttavia è di una specie prodigiosa, e precisamente appartiene più al regno animale che a quello vegetale, poiché la sua intera essenza, in un certo senso minerale, non è altro che un accumulo di minuscole bestioline che hanno cominciato a raccogliersi su un terreno loro adatto e che con il depositare i loro involucri hanno cominciato a formare proprio quest’albero.

8. Qui voi domanderete come sia potuto avvenire questo, e come, attraverso un tale ammasso minerale, possa salire un succo. Un po’ di pazienza e la cosa vi risulterà evidente. Questi animaletti dai quali un tale albero viene formato fin dalle radici, sono costituiti da dischetti perfettamente rotondi che in basso, in mezzo al disco, hanno due piccolissimi piedini per salire e scendere. Sull’orlo del dischetto, dinanzi ai piedini, c’è un’apertura aspirante e dal lato opposto, sempre sull’orlo del dischetto, il canale di evacuazione. Questi animaletti, quando si sono saziati e ognuno si è riprodotto mille volte tanto, strisciano poi, in senso perfettamente orizzontale, l’uno sull’altro e formano così delle colonnine perfettamente rotonde, di cui ognuna ha appena un decimo di linea di diametro. Queste file di colonnine si allineano solidamente fra loro, tanto che tre file di colonnine combaciano sempre. In seguito a ciò, fra queste tre file di colonnine resta un canaletto triangolare appuntito, attraverso il quale il succo sale a qualunque altezza dal fondo, secondo la legge d’attrazione dei vasi capillari.

9. Quando il succo ha raggiunto un punto di sbocco – che si trova sempre sui rami e, questo accade grazie all’istinto naturale di questi animaletti, o detto meglio, grazie all’intelligenza spirituale che dimora in loro – esso viene immediatamente assorbito dagli animaletti che si trovano in tali punti di sbocco e che continuano a vivere. Gli escrementi, che poi essi espellano, sono appunto questo succo attaccaticcio che cola dai ramoscelli e che può considerarsi quale il frutto di quest’albero degno di nota. Se voi riflettete su tutto ciò, il prodigio di quest’albero non può sfuggirvi.

10. Si domanda ancora se, proprio sul serio, un tale albero non muore mai. Questo albero muore come da voi la roccia dei monti, cioè quando viene danneggiato da qualche evento elementare, succede che comincia a decomporsi e, un po’ alla volta, a tramutarsi in terra comune. Pertanto, questo sarebbe un albero meritevole di molta attenzione.

11. Un secondo prodotto, quasi della stessa specie, è la cosiddetta ‘canna vivente’. Anche questa cresce quale un tronco piuttosto alto che talvolta raggiunge i cento klafter, ed ha l’aspetto come se voi poneste degli imbuti l’uno dentro l’altro, oppure sembrerebbe come se voi aveste infilato su un palo un anello sull’altro. Fra questi imbuti o anelli sgorga pure un succo dolce e attaccaticcio che è amato particolarmente dagli insetti. Quando però gli insetti ne hanno mangiato a sazietà, essi muoiono. In questo modo le balconate circolari fra gli imbuti si riempiono delle spoglie di tali insetti e, subito dopo, avviene un cambiamento di scena, cioè si vede crescere fuori da questi anelli ogni tipo di erbe. In seguito a ciò tale tronco, in fondo animale, assume un aspetto perfettamente vegetale e fa perfino bella mostra di sé, come da voi sulla Terra nei giardini i pioppi, artisticamente tagliati, che spesso hanno l’aspetto di colonne verdi. Se per caso i frutti di questa piantagione dalla forma mutevole sono mangiabili, gli abitanti li raccolgono; se non lo sono, essi vengono naturalmente lasciati stare. Quest’albero, per se stesso, cioè soltanto quale tronco, può essere considerato immutabile, ma con tale metamorfosi esso, come è naturale, cambia esteriormente, poiché dalle piante che spuntano fra i suoi anelli nel modo ora descritto, possono nuovamente nascere a volte degli animali, a volte delle altre piante. Dunque, anche questo è un albero degno di nota.

12. Uno però dei più notevoli fra questa specie di alberi è quello chiamato ‘pane volante’. Come è possibile vedere una pianta, anzi un albero, volare? In un primo momento, certamente, questo vi meraviglia, però in seguito la cosa diverrà comprensibile. Nelle zone più paludose cresce una specie di albero che somiglia quasi alle cosiddette spugne coralline o anche spugne a corna di cervo che esistono da voi. Quest’albero non di rado cresce ad un’altezza di cinquanta klafter ed ha alla base, nel tronco, proporzionalmente molto corto, una circonferenza a volte di sessanta klafter. L’albero è costituito essenzialmente da tante cellette e canaletti che, in seguito alla loro forza d’attrazione, vengono tenuti saldamente insieme, così da formare un tutto pressappoco come le cellette e i canaletti delle spugne che abbiamo menzionato prima, solo con la differenza che le cellette e i canaletti delle vostre spugne sono delicati e fragili, mentre quelli dell’albero nel pianeta in questione sono più resistenti ed elastici. Quando questo albero ha raggiunto la grandezza normale ed un età di circa dieci anni, alla sua base i canaletti di assorbimento si chiudono (esso non ha radici, perché anche là appartiene alla famiglia delle spugne), ma quando questi canaletti di assorbimento si sono chiusi, allora il succo che si trova nelle cellette e nei canaletti si secca. In seguito a ciò, in tali cellette e canaletti si sviluppa dell’aria che non può sfuggire, data la resistenza elastica dei canaletti; ma dato che quest’aria è molto più fine e leggera della pesante aria atmosferica di questo pianeta, avviene che la materia dell’albero diventa leggera e, per così dire, viene strappata dal suolo dalla sua aria interna, e l’albero stesso sale in alto, come da voi un pallone aerostatico, e continua, talvolta per parecchi giorni, a vagare, volando nell’aria. Quando poi con il tempo quest’aria leggera si è liberata attraverso i minuscoli pori delle cellette e dei canaletti, l’albero comincia a scendere a terra e gli abitanti di questo pianeta, vedendolo librarsi a poca distanza dal suolo, fanno ogni sforzo per impadronirsene con delle stanghe e dei ganci. Se ci riescono, viene subito tagliato a pezzi ed asciugato ulteriormente al Sole. Quando, secondo la loro esperienza, ha raggiunto il giusto grado di secchezza, esso viene mangiato subito così com’è, quale un pane molto gustoso; non tutto in una volta naturalmente, ma un po’ per volta, secondo la necessità.

13. Ecco dunque che ora sappiamo il perché questo albero si chiama ‘pane volante’ e qual è la causa del suo volare. Per la prossima volta, altri prodigi ancora!

 

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Cap. 56

I boschi lampeggianti – L’albero vescica

 

1. Sui monti che si trovano nelle vicinanze di importanti sorgenti d’acqua minerale o anche dove ci sono i vulcani, crescono spesso in un tempo brevissimo interi boschi di cosiddetti ‘alberi lampeggianti’. Questi boschi, com’è naturale, hanno poca consistenza; essi infatti durano solo tre anni al massimo. Tuttavia questi tre anni sono molto molesti soprattutto per coloro che abitano in quei pressi, se non proprio dannosi; infatti, in primo luogo, durante il tempo della loro esistenza non si può passare nella zona da essi occupata, senza pericolo della vita; in secondo luogo, l’aria di questo pianeta, essendo molto suscettibile alle vibrazioni, è così piena dell’incessante scoppiettio da parte di questi alberi, che in vicinanza di un tale bosco non si riesce neppure a udire la propria voce.

2. Voi domanderete: “Questi alberi, sono realmente dei vegetali?”. – No, non lo sono! Ma, come voi usate dire nel vostro linguaggio scientifico, sono soltanto dei prodotti elettroplastici. Quando cioè in quelle regioni si sviluppa una smisurata quantità di elettricità, sia a causa delle grandi sorgenti di acque minerali o dei vulcani della cui sovrabbondanza voi sulla Terra non vi potete neppure fare un concetto, allora l’elettricità che si trova nell’aria attira le particelle minerali atomiche che le sono affini fuori dal terreno e dall’aria stessa, unendole, e in seguito a questa attività sorgono ben presto dei globuli ed anche dei piccoli uncini che si attaccano l’uno all’altro e poi cadono su quella parte del terreno dove vengono maggiormente attratti. In seguito a questa attività elettrica si formano ben presto sul terreno dei veri tronchi, provvisti di ogni tipo di rami nodosi. Questi rami attraggono a sé ancora più elettricità, e quello che supera la loro capacità d’assorbimento l’allontanano da sé con lampi tuonanti.

3. Generalmente, ciò dura finché qualche vulcano nelle vicinanze non si è calmato oppure finché l’eccesso di elettricità di una zona non si è equilibrato con l’elettricità generale. Avvenuto ciò, è sufficiente anche soltanto una moderata corrente d’aria, e l’intero bosco, come una nuvola di polvere, viene sollevato dal terreno e sparpagliato su vaste zone, e questa è pure la fine di un tale bosco.

4. Ma gli abitanti del pianeta traggono anche qualche utilità da un tale prodotto naturale? Oh, certo, e non sicuramente poca! Essi spiano con molta attenzione il momento nel quale gli alberi di questo bosco cominciano a perdere sempre più la loro elettricità. Quando questo avviene, essi si avvicinano con prudenza a tale bosco, prendendo con sé delle ceste e delle stanghe piuttosto lunghe, munite di punte, nonché delle pale saldate a lunghi manici. Come prima cosa tastano con le stanghe uno di questi alberi per constatare se c’è ancora elettricità, e se è così, allora l’albero viene punzecchiato con la punta delle stanghe, finché ne viene completamente liberato. Quando non c’è più elettricità, staccano a colpi di pala i rami nodosi dal tronco e un po’ alla volta tutto l’albero spezzettato finisce nelle ceste. La massa così ottenuta ha circa l’aspetto della cenere della lava dei vulcani ed è indiscutibilmente il migliore concime per i loro campi. Questo è l’unico uso che si può fare di un simile albero.

5. Voi chiederete: “E perché tali fenomeni non si manifestano da noi?”. – Io però vi dico: “Innanzitutto la vostra Terra è lontana dall’essere tanto carica di elettricità come il pianeta Miron, e in secondo luogo voi conoscete ancora troppo poco i fenomeni del vostro suolo e così pure gli effetti dell’elettricità, perché poter chiedervi con qualche fondamento il perché sul nostro pianeta non si manifestano simile fenomeni. Se ad esempio qualcuno si recasse nel centro dell’Africa e specialmente in certe regioni sotto l’equatore, egli si imbatterebbe in stranissimi oggetti elettroplastici dalla forma ingannevole. Tuttavia c’è una differenza fra l’elettroplastica della vostra Terra e quella di questo pianeta. Infatti ciò che da voi avviene solo in piccole proporzioni, là succede in misura gigantesca, tanto che si può dire che il rapporto è di uno a mille ed anche a duemila.

6. E così abbiamo detto tutto anche di questo notevole albero; ne menzioneremo solo ancora uno che là già viene chiamato ‘l’albero vescica’. Di solito quest’albero cresce con dimensioni imponenti lungo le rive dei laghi, che come voi già sapete non sono molto larghe. Il suo aspetto è il seguente: da un tronco dalla corteccia liscia, alto circa trenta klafter e di tre klafter di diametro, si dipartono tre file di rami, molto dritti e un po’ rivolti verso l’alto, mentre dalla cima del tronco spuntano una quantità di questi rami dritti in tutte le direzioni. In cima a ogni ramo si forma una specie d’imbuto, attraverso il quale un’imboccatura attraversa con dei canaletti tutto il ramo ed anche tutto il tronco. Anche quest’albero è più una specie di fungo, che non un albero vero e proprio, poiché non ha radici, ma soltanto un gambo conico nel terreno.

7. Ora voi chiederete: “Perché quest’albero viene chiamato l’albero vescica?”. Vedete, dall’imboccatura dei rami, a voi già nota, trasuda un succo attaccaticcio proveniente dai canaletti, e questo fino ad un certo momento; poi questo succo cessa di scorrere nell’interno di quest’albero-fungo e si dissolve in una specie d’aria, dissoluzione operata anche in questo caso dalla grande attività dell’abbondante elettricità. Considerato che negli sbocchi a forma d’imbuto dei rami il succo si è ammassato e si è addensato in una sostanza elastica, esso non può più essere dissolto, mentre d’altra parte impedisce d’uscire all’aria che si è sviluppata nell’interno dell’albero.

8. In seguito a ciò, qual è l’inevitabile fenomeno che ne deriva e che è facilmente comprensibile? Nessun altro se non quello che voi stessi, da bambini, avete fatto molto spesso per gioco, con il sapone sciolto nell’acqua. In questo caso l’aria esce dai canaletti dietro il succo attaccaticcio ed elastico che si trova nello sbocco ad imbuto del ramo, lo solleva e lo gonfia in un pallone che spesso ha parecchi klafter di diametro. Quando gli abitanti di Miron osservano che il fenomeno è giunto a questo punto, si affrettano a legare, con forti cordicelle, il pallone vicino allo sbocco del ramo; poi così legato lo tagliano via dall’imbuto. E quando si è completamente seccato ed ha raggiunto la sufficiente intensità elastica, tolgono la legatura ed ottengono con ciò delle borse e dei sacchi bellissimi e di lunga durata, nei quali si può conservare qualsiasi cosa. Infatti una tale vescica, quando ha raggiunto la piena maturità, è molto più resistente della vostra gomma, ed è tanto tenace, che non sarebbe tanto facile tagliarla nemmeno con coltelli affilatissimi.

9. Anche l’albero viene portato a casa, poiché è considerato il principale combustibile, anzitutto perché allo stato secco si può dire che è quasi esclusivamente resinoso, e in secondo luogo perché bruciando emana un odore molto piacevole, del quale gli abitanti di questo pianeta sono molto amanti, e in terzo luogo perché la fiamma è di un bel colore vivo, verde pallido, e infine perché oltre a ciò sviluppa pochissimo fumo.

10. Queste sarebbero dunque le piante più rare di questo pianeta, che non si trovano in nessun altro luogo. Perciò la prossima volta, per amor di brevità, rivolgeremo subito la nostra attenzione al regno animale, ancora più meraviglioso.

 

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Cap. 57

Il regno animale sul pianeta Miron

 Il grande vapore, il tuonatore e il ventilatore

 

1. Per quanto riguarda il regno animale è già stato accennato che, fino ad un certo grado, esso è soggetto ad una metamorfosi, e precisamente alternandosi da pianta ad animale e da animale a pianta. Per conseguenza non inizieremo le nostre considerazioni da questa categoria di animali così soggetta a metamorfosi, ma passeremo subito a quella classe che su questo pianeta ha già costante stabilità.

2. A questa classe appartiene innanzitutto un gran numero d’importanti specie diverse di grandi quadrupedi terrestri, e poi una categoria di animali che non si trova in nessun altro luogo se non proprio su questo pianeta, cioè dei bipedi, e poi di alcuni uccelli. Da ultimo ci occuperemo dell’uomo stesso.

3. Un quadrupede, conosciuto con il nome ‘il grande vapore’, è uno degli animali più strani di questo pianeta. La sua altezza, dai piedi al dorso, raggiunge i trenta klafter, e intorno al ventre ha una circonferenza di almeno trentasei klafter. Le sue zampe sono lunghe e grosse in proporzione e sono simili a quelle di un elefante sulla Terra, soltanto che terminano, anziché con unghie smussate, con robusti artigli come le zampe dell’orso. Questo animale è pure provvisto di una coda lunga e robusta, proporzionata alla sua grandezza, che termina con un arruffato ciuffo di peli, circa come una coda di leone da voi. La testa poggia su un collo corto, però, in compenso, molto grosso, ed ha una notevole somiglianza con la testa del rinoceronte da voi.

4. Anziché il corno, questo animale ha sul naso un imbuto molto ampio e spazioso, ed una circonferenza di parecchi klafter. Sopra l’imbuto, cioè sulla fronte, esso ha due proboscidi che si possono allungare fino a trenta klafter. Con queste proboscidi questo animale raccoglie radici ed altri frutti ad esso confacenti e li mette nel suo ampio imbuto e quando questo è pieno, questo animale emette dalle sue narici un vapore caldo che va a finire nell’imbuto. In questo modo radici e frutta vengono proprio cotte e, quando sono diventate sufficientemente tenere, l’animale allunga le sue proboscidi nell’imbuto, toglie un po’ alla volta il suo nutrimento diventato molle e lo spinge nelle sue fauci, che sono abbastanza larghe. Questo animale però è privo di denti, ma in compenso possiede solo possenti muscoli per frantumare il cibo messo nelle fauci, precedentemente cotto nell’imbuto, e poi lo inghiotte fino ad esserne sazio.

5. Quando questo animale cuoce il suo pasto, esso non di rado diffonde nel suo imbuto un vapore tanto forte, che questo sale in dense nubi come quando sulla Terra prende fuoco un edificio molto grande. Ecco perché quest’animale, come è già stato notato all’inizio, viene chiamato ‘il grande vapore’.

6. In nessun pianeta come in Miron vi sono tante polarità animali così contrastanti che, appunto perciò, si scontrano sempre da nemici, ed anche in questo caso il nostro grande vapore ha un gran numero di nemici tra gli animali che attentano alla sua vita. Tuttavia, tutti gli animali che gli si mettono contro hanno sempre la peggio, poiché, nonostante sia così grosso, tuttavia esso è anche molto agile e, in special modo, fa uso delle sue proboscidi con grande celerità; perciò, quando dei nemici gli si avvicinano, esso osserva le loro mosse, fa finta di nulla e lascia perciò che essi gli si avvicinino completamente; solo allora esso allunga le sue proboscidi, li afferra e poi li getta nel suo grande imbuto, che è pure molto saldo e dà via libera al suo vapore su di loro. Quando degli altri nemici che stanno avvicinandosi vedono un tale spettacolo, generalmente cambiano strada e rinunciano ad assalirlo e, come voi usate dire, se ne vanno con la coda fra le gambe, rimandando ad un’altra occasione migliore lo sfogo del loro rancore. Di solito, però, anche allora si ripeterà la stessa cosa, e a più d’uno andrà come è stato ora descritto. Solo verso gli uomini, per i quali questo animale prova un certo rispetto, non usa mai questo sistema di difesa, ma se essi lo irritano troppo, si limita a farli scappare facendo dondolare fortemente le sue proboscidi. Nondimeno, anche in tale occasione emette dal suo imbuto una tale massa di vapore che gli uomini vengono avvolti in una densa nube, tanto che poi non riescono neppure a scorgere da che parte l’animale se n’è andato. Finché si trovano in questa nuvola di vapore, dall’odore tutt’altro che gradevole, gli uomini si mantengono tranquilli ed aspettano che si dilegui; poi anch’essi si ritirano con un nulla di fatto.

7. Questo è già un animale ragguardevole di questo pianeta. La sua utilità è basata principalmente soltanto sul campo metafisico, per il quale costituisce un grado di trapasso dalla comune vita vegetale dalla forma mutevole, alla vita animale dalla forma costante. Il suo colore è grigio verdastro.

8. Un secondo animale non meno notevole di questo pianeta, è il cosiddetto tuonatore. Esso è di un terzo più piccolo del precedente, e nella sua specie è l’unico ed il solo caratteristico di questo pianeta. Questo animale ha un ventre particolarmente grosso che in certe occasioni si può talmente gonfiare verso l’alto sviluppando internamente dell’aria, da raggiungere intorno al ventre più di quaranta klafter, altrimenti ha una circonferenza di più di dieci klafter. Questo animale ha una somiglianza con il vostro canguro, soltanto che esso ha una testa rotonda, pressappoco come una scimmia da voi, ed anche i piedi sono conformati come quelli della scimmia, naturalmente grossi e robusti in proporzione alla mole dell’animale.

9. Anche questo animale si nutre di erbe e di frutta, e di preferenza vive in vicinanza delle acque. Perché dunque viene chiamato il tuonatore? Lo vedrete subito.

10. Quando questo animale viene inseguito dai suoi nemici e messo alle strette, gonfia il suo ventre e ciò gli fa assumere un aspetto quanto mai ridicolo, e quando il ventre è ben gonfio, scende nell’acqua e si allontana dalla riva, nuotando velocemente. Quando si è allontanato dalla riva di circa dieci o venti klafter, nuotando nell’acqua, comincia a tamburellare con le sue zampe anteriori sul ventre molto teso. Così facendo produce un tale rumore, che perfino la riva oscilla, come se ci fosse un piccolo terremoto. Con questo rumore egli spaventa talmente i suoi nemici, che essi difficilmente osano ancora avvicinarsi a tale zona spaventosa.

11. Anche agli uomini questo frastuono piuttosto spiacevole non è per niente gradito, perché a volte, specialmente nei maschi, diventa così intenso, che da voi sulla Terra il rombo di un cannone piuttosto vicino si dovrebbe davvero vergognare.

12. L’utilità di questo animale è simile a quella del precedente. Gli uomini non gli danno mai la caccia, poiché è di natura estremamente mite e non fa alcun male a nessun altro essere, a meno che non venga perseguitato; allora di solito emette quel rumore così a lungo, finché i nemici si danno alla fuga; poi però se ne va sulla riva, svuota la sua pancia dell’aria e continua con il suo solito modo di vita. Il colore di questo animale è azzurro scuro sul dorso, ma sulla parte anteriore, cioè sul ventre, dà sul giallo verdastro.

13. Questo sarebbe il secondo animale degno di nota di questo pianeta. E perciò passiamo ad un altro che non è da meno.

14. E adesso ecco un terzo e strano animale, chiamato ‘il ventilatore’. Tuttavia, prima di ricercare la ragione del suo nome, ci occuperemo del suo aspetto alquanto bizzarro. Dunque, che aspetto ha? – Per voi ‘è comico’, nel vero senso della parola, com’è vostra abitudine dire. Voi su tutta la Terra non avete la figura di un animale tanto ridicola. Un vostro asino si potrebbe presentare senz’altro come un vero savio d’oriente. Per questa ragione questo animale viene addomesticato, perché esso fa ogni tipo di spettacoli allegri che piacciono molto agli abitanti di questo pianeta, poiché, anche dal punto di vista spirituale, essi corrispondono, nel grande Uomo Cosmico[34], alla ghiandola del riso situata nel ventre.

15. Questo animale è dieci volte più grande di un vostro cavallo. Il suo colore è rossastro, all’incirca come un mattone sporco da voi. Le zampe anteriori sono in proporzione piuttosto lunghe e molto arcuate verso fuori, specialmente sotto il ginocchio e a partire dal ventre fino ad ambedue gli zoccoli smussati come quelli del cammello, ricoperte di un folto pelo ricciuto. Le zampe posteriori, al pari delle anteriori, sono piegate verso fuori ed altrettanto pelose. La zona del ventre è ornata da una doppia fila di capezzoli completamente spogli, che non di rado sono lunghi mezzo klafter. Il maschio ha dei capezzoli più corti, ma i genitali tanto più pronunciati, specialmente i testicoli che arrivano fino alle ginocchia delle zampe posteriori. La coda, fin dal suo partire dal dorso è coperta da peli folti e arruffati ed è sempre molto occupata a scacciare gli insetti dal corpo. Il dorso è pure coperto di pelo arruffato, e così la parte centrale del corpo, particolarmente a causa del deretano che è molto pronunciato, ha una forma non dissimile da quella di un gigantesco babbuino da voi, ad eccezione delle zampe e della coda. Dal corpo voluminoso e piuttosto goffo si eleva uno snello collo di cigno; su questo grazioso collo sta una testa simile a quella dei vostri muli, però ancora più goffa, con orecchi molto più grandi e meno appuntiti. Gli orli degli orecchi sono pure molto pelosi come le zampe. E dalla mascella inferiore pendono un paio di capezzoli nudi, di colore grigiastro, con dei lunghi peli sparsi qua e là. Oltre a ciò le sue fauci si spalancano enormemente e, in caso di necessità, esso può allungare una lingua di parecchi klafter. Questa sarebbe la sua figura.

16. Però, perché si chiama ‘ventilatore’? Quando questo animale, a causa della sua figura ridicola, viene stuzzicato ed eccitato oltre misura, si mette a soffiare, cioè rotola la sua lingua a forma di tubo e soffia attraverso di esso con tale forza che un uomo, che su questo pianeta ha un misura considerevole, se non sta attento, con molta facilità viene gettato a terra. Questo animale dirige di preferenza il suo vento dove egli scorge degli oggetti alla rinfusa, e magari sudici, e li soffia verso i suoi motteggiatori ed offensori, e spesso succede che alcuni motteggiatori troppo petulanti vengano conciati per le feste da questo animale. Ed è proprio questa scena che costituisce il divertimento principale di questi abitanti e non certo l’atteggiamento quanto mai ridicolo di tale animale, specie durante queste esibizioni.

17. Questa è la sola utilità considerata dal punto di vista umano, per la quale essi si servono di questo animale. Nondimeno, la sua utilità vera e propria è la stessa degli altri due animali precedentemente descritti. Ora abbiamo terminato con questa specie di animali; la prossima volta continueremo le nostre considerazioni sul regno animale.

 

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Cap. 58

La capra di Miron – Il compressore del suono

 

1. Delle file dei quadrupedi di questo pianeta menzioneremo tre classi, o meglio tre specie, e vi daremo una rapida occhiata; dopo passeremo subito ai bipedi.

2. Il quadrupede che noi vogliamo ora osservare è la capra comune che là è pure di casa, capra che gli abitanti di Miron allevano per la sua utilità. Questo animale è grande circa dieci volte una grossa mucca sulla Terra, però non somiglia né alla mucca né alla capra della vostra Terra, e perciò come appare in questo pianeta, non lo si può riscontrare in nessun altro. Dunque, che aspetto ha questo animale? Il tronco è molto voluminoso, tanto che la circonferenza del ventre non di rado raggiunge i dodici klafter. Le zampe, in proporzione, sono magre e stecchite come trampoli. Al posto delle unghie, come le vostre capre, questo animale ha delle dita, unite fra loro da una forte membrana quasi come le vostre oche o anatre, però che non terminano in artigli appuntiti, ma sono smussati. Il deretano termina in due veri e propri coni che si elevano ai due lati della spina dorsale per un buon klafter e mezzo. Fra queste due protuberanze spunta una coda proporzionalmente lunga, dall’aspetto di una proboscide, che termina in un folto ciuffo di peli. Nella parte anteriore del corpo questo animale è ricoperto di pelo corto e sul dorso ha delle setole lunghe e rigide molto fitte, che non di rado raggiungono la lunghezza di due braccia, e talvolta sono tanto grosse come la penna maestra dell’oca. Però, nel punto dove le zampe partono dal corpo, esse sono circondate da un grosso cercine di lana crespa e così pure da uno più piccolo sotto il ginocchio. Anteriormente si eleva un collo perfettamente rotondo che è lungo quanto il corpo, coperto di pelo corto. Sul collo porta una testa quasi simile a quella del cammello, con la sola differenza che dalla fronte partono tre lunghe corna in linea retta, ben appuntite, delle quali quella mediana è più grossa e più lunga delle altre due. Proprio nel mezzo del ventre della femmina pendono quattro robusti capezzoli che possono essere munti e forniscono agli abitanti del pianeta un latte molto grasso e molto saporito. Dunque, questa sarebbe la figura di questo animale.

3. Cosa c’è di notevole in questo animale? La sua qualità rimarchevole è che può cercare il suo nutrimento in tutti e tre gli elementi, e cioè nell’acqua, sulla terra e nell’aria. Qualcuno potrebbe osservare: “Questo non è tanto rimarchevole! Così vivono anche da noi tutti i quadrupedi, poiché anch’essi vivono di tali tre elementi”. Soltanto, che la cosa in questo caso sta diversamente. Questa capra può andare nell’acqua e là nuotare come da voi nuotano le oche e cibarsi delle erbe acquatiche che si trovano in abbondanza. M questo non sarebbe tanto rimarchevole poiché anche sulla Terra ci sono dei quadrupedi che sanno nuotare benissimo e che mangiano volentieri le erbe acquatiche. Questo animale, invece, può anche sollevarsi libero nell’aria e pigliare, muovendosi agilmente da tutte le parti, le foglie portate dal vento, nonché altri vegetali che appaiono all’improvviso, e mangiarseli. Bisogna aggiungere, infatti, che l’aria di questo pianeta è piena di fenomeni meteorologici e non passa giorno senza che l’atmosfera si riempia, per breve tempo, di intere nuvole di piante eterogenee, sementi, strani animali e chi più ne ha più ne metta. Queste apparizioni meteorologiche cadono però di rado al suolo, ma si librano nell’aria, cosa tanto più facile su questo pianeta, perché l’aria è più intensa e pesante di quella della vostra Terra.

4. Perciò, quando questo animale vuole fare una passeggiata aerea che gli fornisca un nutrimento, esso gonfia il suo ventre, sviluppando una sua aria interna molto leggera, e poi si dirige con le sue zampe leggere in tutte le direzioni, trovandosi pienamente a suo agio quando giunge in una di queste nubi meteorico-planetarie. Dopo aver mangiato a sazietà, veleggia nuovamente verso la sua residenza, portando perfino una piccola riserva di cibo fra i suoi due coni posteriori.

5. Questo animale è di natura molto mite, ma nonostante ciò ha molti nemici fra gli animali, che però non lo vincono tanto facilmente quando esso li scorge per tempo. Infatti, quando vede avvicinarsi un nemico, esso si solleva rapidamente in aria e poi, librandosi, si precipita verso il nemico e dall’alto lo colpisce con estrema celerità con le sue corna. Quando il nemico è di piccola mole, lo afferra anche con le sue robuste dita e, sempre librandosi, lo porta in alto nell’aria e poi lo lascia cadere. Tuttavia i nemici conoscono questa tattica; perciò, non appena osservano che questo animale comincia a sollevarsi in aria, se la danno a gambe.

6. Questo animale è molto affezionato agli uomini, non fa mai loro del male e non costa loro quasi nulla. Succede spesso che presso un gruppo familiare ci siano parecchie centinaia di tali animali, procurando ai componenti del gruppo stesso un ricco sostentamento. Questo animale non abbandona tanto facilmente tale gruppo, a meno che non avvenga che un uomo ammazzi uno di loro. Allora tale gruppo deve rinunciare per lungo tempo a questi animali, poiché tutti insieme, anche se fossero delle centinaia, l’abbandonano e se ne vanno ad arricchire un altro gruppo.

7. Il colore di questo animale, che è certamente molto notevole, è generalmente rosso verdastro; i ciuffi di peli più fitti sono azzurro scuro; le setole, la coda, i coni posteriori e il collo sono di un bianco abbagliante, come pure le tre corna sul capo.

8. Un altro animale domestico, pure degno di nota, è il cosiddetto ‘compressore del suolo’. Questo animale ha pressappoco la figura di un vostro elefante, soltanto le sue zampe e la sua proboscide sono di forma diversa. Infatti, le zampe hanno un aspetto come se all’animale fossero stati appesi quattro coni con la parte larga in basso, mentre le punte sono collegate al corpo come se vi fossero state conficcate. Il resto del corpo è perfettamente identico a quello di un elefante della Terra, mentre il suo volume è dieci volte maggiore. Anche la testa somiglia a quella dell’elefante, ad eccezione della proboscide, che è in proporzione più corta e verso la cima più larga del doppio che non all’attaccatura, cioè vicino alla testa, da dove essa si diparte come un naso allungato. Dunque, questo è il suo aspetto.

9. Ora non resta che sapere il perché gli viene dato il nome di ‘compressore del suolo’. In questo nome è racchiusa tutta l’utilità di questo animale, poiché ovunque esso si trattenga calca con le zampe sul terreno fino a renderlo piano, e non riposa prima di aver ridotto perfettamente liscia una superficie che ha scelto per abitarci.

10. Questo animale viene pure addomesticato e in certo qual modo viene usato quale preparatore delle fondamenta delle loro semplici abitazioni. Per ottenere ciò, essi non hanno che da scavare un solco intorno al terreno che essi desiderano avere prima perfettamente appianato. Quando uno di tali animali viene condotto su tale terreno, esso comincia subito ad appianarlo, volta la terra con le sue lunghe zanne diritte e con la sua robusta proboscide, ed appiana in questo modo la sopracitata superficie, – in barba ad un capomastro esperto di matematica. Quando il terreno è così appianato e soffice, solo allora comincia a calcarlo. Con questa pigiatura un tale terreno viene reso talmente piano e solido, che in primo luogo anche ponendovi sopra una bilancia idrostatica, certamente manterrebbe il punto di mezzo, e in secondo luogo, per quanto riguarda la solidità del terreno, voi avreste molto da faticare con i vostri picconi e zappe per dissodarlo.

11. Anche questo animale si nutre di erbe e di radici, ed è quasi privo di nemici, ad eccezione di alcuni insetti. Il suo colore è verde smorto. Dato che su quest’animale non c’è più nulla d’importante da dire, la prossima volta passeremo all’animale domestico più utile di questo pianeta, che è anche il più straordinario.

 

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Cap. 59

La mucca di Miron

 

1. Che tipo di animale è questo, straordinario? Non è altro se non quello che è la mucca per voi, soltanto che ha l’aspetto molto diverso da quella terrestre. Anche la sua attività supera in varietà e molteplicità quella terrestre. Affinché possiate farvi un concetto sufficiente di tutto ciò che riguarda questo animale, è necessario innanzitutto formarci un’idea esatta della sua conformazione.

2. Che aspetto ha dunque questo animale? In primo luogo ci soffermeremo sulla sua grandezza: dall’attacco della coda al vertice del capo misura venti klafter, e dallo zoccolo fino alla spina dorsale dieci klafter. Il tronco di questo animale si distingue per un grosso ventre quasi sproporzionato. Le zampe, in proporzione, rassomigliano a quelle della capra a noi già nota, ma più deboli e magre. Ha una coda molto ricca di crini, quasi come quella del vostro cavallo. Il dorso di questo animale somiglia a quello del cammello, solo che la curva non inizia all’improvviso, ma sale, cominciando dal deretano e va poi diminuendo, fino alla regione delle spalle vicino alle zampe anteriori. Sopra ad entrambe le spalle si elevano due coni ovali compressi, alti circa mezzo klafter al di sopra del dorso, cosa questa che conferisce all’animale un aspetto alquanto goffo. Infatti, quando l’animale cammina, anche queste protuberanze si muovono con un movimento contrario ed alternato.

3. Subito sopra le spalle si innalza il collo, ugualmente largo per tutta la sua lunghezza, tuttavia molto sottile in proporzione al resto del corpo. Il collo termina con una grossa testa, somigliante a quella dei vostri muli, solo che è grande in proporzione. Questo animale ha un solo corno che sta dritto, ma non si allontana così tanto dalla fronte come nel caso degli unicorni, che da voi sulla Terra sono diventati rari. In cima a questo corno c’è un’escrescenza perfettamente rotonda, cioè sferica, di circa un klafter di circonferenza, fatta di una materia molto dura, pressappoco come da voi il quarzo. Questo corno, alla base, sulla fronte, ha una specie di criniera molto folta, cespugliosa ed ispida. Al di sotto di questa si trovano due grandi occhi ardenti, che superano in acutezza quelli di qualsiasi altro animale. La lingua di questo animale, quando è stesa, è lunga più di un klafter, cioè fuori dalle fauci, ed è completamente ricoperta di spine come da voi la pelle del riccio. Con questa lingua spinosa questo animale può afferrare comodamente e saldamente il suo nutrimento, introdurlo nelle sue fauci, frantumarlo sotto i suoi potenti denti compressori e poi inghiottirlo.

4. Per quanto riguarda la pelosità di tutto il resto del corpo, si può dire che, fino alle estremità, questo animale è ricoperto della più bella, finissima e foltissima lana, mentre solo le estremità delle zampe, i due coni menzionati sopra le spalle e gli orecchi, sono di pelo corto. Questo animale è l’unico, su questo pianeta, che ha le unghie pressappoco come sulla Terra il cervo. Un po’ davanti alle zampe posteriori, sul ventre, si trova una mammella proporzionata, provvista di sei capezzoli allineati su una sola fila, invece di due. Il colore della lana di questo animale è completamente bianco, le criniere della coda e intorno al corno sono invece di colore rosso scuro tendente al marrone, le parti ricoperte da pelo corto hanno un colore sbiadito. In tal modo noi avremmo l’intera figura di questo animale dinanzi a noi.

5. Se osserviamo questa mucca così come essa si presenta, ognuno di voi può dire: “Ecco un animale che sembra molto utile, però non vi trapela nulla di straordinario e di notevole”. – Io invece, ripeto ciò che voi alle volte usate dire: “Non è tutto oro quel che luccica!”, così come, d’altra parte, può esserci molto oro senza che splenda, poiché chi lo vuole lucente, deve sottoporlo alla pulitura e alla levigazione come qualsiasi altro metallo. Accingiamoci quindi a fare la ‘pulitura’ anche a questo animale, e allora si potrà dimostrare quanto oro meraviglioso vi si trovi nascosto. Per prima cosa cominceremo con l’osservare ciò che in esso c’è di più degno di nota e che ha veramente del prodigioso, passando solo dopo alle sue molteplici utilità.

6. La prima particolarità strana e meravigliosa sta nel fatto che questo animale può intendersi con gli uomini di questo pianeta, letteralmente, con una specie di linguaggio. Questo linguaggio consiste in segni che esso fa con la zampa anteriore accompagnandolo con la mimica della sua testa, della lingua e degli occhi. Voi non dovete credere che ciò gli venga insegnato dagli uomini come voi lo insegnate sulla Terra ad alcuni animali, ma questa facoltà è insita in tale animale. Certamente tale facoltà, con il tempo, viene molto accresciuta dal contatto continuo con gli uomini, ma non c’è alcun bisogno di insegnargliela.

7. Questi animali, grazie a ciò, sono dei profeti di tutta fiducia per ogni genere di fenomeni futuri. E quando, in seguito alla loro convivenza con gli uomini, sono diventati sempre più abili in questa loro peculiarità, essi prevedono in anticipo, quasi fino al secondo, i maggiori fenomeni come ad esempio grandi uragani, le importanti eclissi causate da formazioni meteoriche, forti terremoti, il futuro sorgere di alberi lampanti, ed altre cose simili che riguardano questo pianeta.

8. Per questa ragione, gli uomini di questo pianeta provano un grande rispetto dinanzi a tale animale, rispetto che, in qualche luogo, degenera in una specie di idolatria. Siccome però gli uomini sono in contatto anche con il mondo degli spiriti del pianeta stesso, così anche tale idolatria non è di lunga durata, ma somiglia piuttosto ad un breve periodo di transizione che può essere paragonato all’infatuazione di certi poeti assurdi della Terra, che recitano enfaticamente le loro poesie dinanzi ad una statua di bronzo o di marmo come se fosse uno spirito angelico del terzo Cielo. Anche questa è una idolatria, ma, come voi avrete già constatato molto spesso, non è mai né intensa né di durata molto lunga. Tanto più, questo è il caso su questo pianeta, dove l’adorazione degli uomini assomiglia più a una grande ammirazione per le capacità di questo animale, che non all’idolatria.

9. Vedete, questa caratteristica della mucca di Miron, supera sicuramente tutte quelle degli animali che abbiamo conosciuto finora. Questo animale ne ha ancora di più notevoli e meravigliose? Oh, certo; state un po’ a sentire!

10. La seconda qualità meravigliosamente notevole di questo animale consiste nel modo in cui affronta i suoi nemici, che sono molti. Come si difende contro i suoi nemici? Anzitutto esso scorge esattamente dove un suo nemico sta in agguato. Quando è il caso, esso allunga la sua lingua spinosa fuori dalle fauci e si lancia contro il nemico. Tirando fuori la lingua, questo animale, grazie alla sua costituzione interna si riempie di un’enorme quantità d’elettricità positiva. E quando l’animale si rende conto di essere completamente carico, ritira la lingua, chiude la bocca e convoglia l’elettricità sul corno a sfera che poi volge contro il nemico su cui scarica tutta l’elettricità. È più che certo che il nemico in una simile occasione, se non proprio ucciso, viene tuttavia talmente umiliato, che abbandona immediatamente il luogo dove stava in agguato, e non oserà avvicinarsi tanto facilmente a questo animale una seconda volta da nemico. Questa sarebbe una seconda caratteristica, certo degna di nota, di questo animale.

11. La terza qualità molto notevole consiste nel fatto che quando gli abitanti vogliono avere il latte da questa mucca, non hanno bisogno di mungerla; è sufficiente che essi collochino in un certo posto un recipiente, allora la mucca si pone con la sua mammella piena di latte sopra il recipiente e, inizialmente, lascia colare il latte spontaneamente nel recipiente; poi quando la mammella non è più così piena da permettere al latte di scorrere liberamente, allora la mucca si munge da sé fino all’ultima goccia, prendendo abilmente fra le due unghie i capezzoli e poi spreme il latte con cautela. Non appena la mungitura è completa, essa lo segnala agli uomini che ritirano il recipiente con il latte, impiegandolo poi a proprio uso.

12. Una quarta qualità notevole di questo animale consiste nel fatto che, durante i grandi uragani, essi servono da parafulmini viventi, poiché essi hanno una naturale predisposizione per i fulmini. Quando si avvicinano delle nubi quanto mai cariche di elettricità, questi animali si radunano in gruppo su un punto elevato, allungano le loro lingue verso le nuvole e non di rado esse si scaricano completamente della loro elettricità. Questa, non la scaricano immediatamente attraverso il loro corno, ma la fanno sgorgare lentamente attraverso i due coni che hanno sulle spalle, i quali servono appunto a questo scopo. Grazie a queste loro proprietà, questi animali sono anche i migliori sorveglianti notturni delle abitazioni degli uomini di questo pianeta, poiché durante la notte, a meno che non si tratti di un uomo conosciuto agli animali, non è prudente avvicinarsi ad una casa custodita da loro. Chi lo facesse, si esporrebbe ad un grande pericolo; quello cioè di essere fulminato, o per lo meno di essere gravemente danneggiato.

13. Che questo animale, grazie a queste qualità, venga impiegato anche per altri scopi, è facile dedurlo da quanto è già noto. Potete immaginarvi facilmente che esso non manchi per esempio nelle cacce, che lì hanno luogo spesso, e pure in altre occasioni. Dunque, abbiamo osservato tutte le notevoli qualità di questo animale; ora non resta altro da aggiungere se non che esso provvede gli uomini del migliore abbigliamento grazie alla sua lana abbondante, e abbiamo così davanti a noi tutto l’animale nella sua utilità. Così la prossima volta ci rivolgeremo ai bipedi, dopo avere gettato un’occhiata generale sul regno animale nel suo insieme. Per oggi, con ciò basta!

 

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Cap. 60

La grande abbondanza nel regno animale su Miron

I bipedi

 

1. Quando ci siamo intrattenuti sulla descrizione del pianeta Saturno, è stato chiaramente fatto rilevare che su ogni pianeta dello stesso sistema solare si trovano cose simili o affini a quelle che si riscontrano sugli altri pianeti. Da ciò potete dedurre che anche sul pianeta che noi stiamo esaminando si trovano certamente degli animali simili a quelli della Terra, che, com’è naturale, differiscono nelle singole parti dai vostri, tanto nella figura che nella grandezza e nel colore. Tuttavia non sarebbe poi tanto difficile rintracciare proprio quegli animali che hanno affinità con quelli terrestri. Però, non soltanto animali del tipo di quelli terreni, bensì qui esistono anche animali di altri pianeti, con alcune differenze nella forma, nella grandezza e nel colore.

2. Infatti, qui non manca neppure il Mud di Saturno, che dimora soltanto in alcune isole fuori dalla zona continentale, ma c’è una grande differenza nella mole fra il Mud del pianeta Miron e quello di Saturno. Infatti, sul pianeta Miron, questo animale è neanche venti volte più grande che da voi un elefante. Se confrontate ciò, vi colpirà di certo la differenza.

3. E così ci sono anche altri animali, ma come già detto, con delle varianti che per elencarle tutte ci vorrebbe molto tempo, poiché su questo pianeta vivono centomila specie di quadrupedi che non sottostanno alla metamorfosi. Aggiungetevi l’esercito di quegli animali che vengono chiamati di transizione, e poi l’altrettanto numeroso regno dei bipedi, e vi risulterà chiaro quanto tempo occorrerebbe per descrivere ogni specie. Di conseguenza, basti per l’intero regno animale questo sguardo generale, e nello stesso tempo vi basti l’assicurazione che quasi in nessun pianeta la vita è tanto varia e movimentata, senza che, in seguito a ciò, l’esistenza e l’attività dell’uomo siano pregiudicate. Posto ce n’è a sufficienza, ci sono delle grandi distese, delle quali solamente queste generazioni di animali possono prendere possesso, e a questo scopo servono specialmente le zone lungo le rive del mare, al di là dei monti, che brulicano di ogni tipo di animali, i quali solo di rado e alcuni proprio mai oltrepassano le grandi catene di monti per eleggere la loro dimora nella zona destinata agli uomini. E se anche talvolta alcuni valicano tali montagne, essi poi sono costretti dagli animali del luogo a fare ritorno al più presto nella zona di loro provenienza.

4. Dunque, dato che con i quadrupedi abbiamo tagliato corto, ci rivolgeremo subito ai bipedi. Voi certo chiederete ora: “Che specie di meraviglia sono dunque questi bipedi? Sono uccelli, oppure scimmie?”. Infatti, ambedue queste specie sono costituite in modo che gli uccelli al suolo si muovano sulle due zampe e le scimmie sulle gambe posteriori.

5. Io però vi dico: “Con i bipedi qui le cose stanno del tutto diversamente, poiché essi non sono né uccelli né scimmie”. A questo punto potreste pensare che essi siano una specie di mezzi uomini, o un terzo od un quarto di uomini, ma neppure questo è il caso, poiché questi animali, non di rado, non hanno con gli uomini nemmeno la minima somiglianza. E allora si domanda: “Ma che specie di animali sono dunque questi bipedi?”. – Vedete, dato che su questo pianeta tutto ha già una colorazione miracolosa, lo stesso vale anche per questa specie di animali, che è propria solo a tale pianeta.

6. Tuttavia, usando i vostri abituali modi di dire, per abbattere l’albero con un solo colpo e per sciogliere un nodo intricatissimo come fece l’eroe macedone[35], vi dirò semplicemente che questa specie di animali non è altro che la ripetizione dell’insieme dei quadrupedi, che invece di muoversi a quattro zampe, si muove soltanto su due.

7. Per quanto riguarda il corpo, la differenza nelle forme consiste soltanto nella mole, poiché essi sono cinque volte più piccoli dei quadrupedi, nonché nelle zampe che, com’è naturale, devono essere alquanto diverse da quelle dei quadrupedi, tanto anteriormente che posteriormente. Infatti, le due zampe, in proporzione, sono molto più forti che non nei quadrupedi, e il passo è più ampio e più marcato, però differiscono da quelli dell’uomo, poiché questi bipedi hanno il ginocchio rivolto all’indietro.

8. Una differenza particolarmente notevole fra i piedi di questi bipedi e quelli dei quadrupedi è che le zampe dei bipedi sono collegate dal ventre fino ai piedi con una pelle membranosa elastica e leggera, ma questa pelle membranosa non impedisce affatto all’animale di camminare. Quale sia lo scopo di questa membrana verrà chiarito in seguito. Quando invece questo animale ha zampe grandi, ampie e dotate di unghioni come gli uccelli, allora questi unghioni sono collegati con la membrana e le zampe soltanto fino al ginocchio.

9. Quegli animali, le cui zampe sono collegate fino al piede con la membrana sopracitata, sono provvisti, nel punto in cui il collo si diparte dal corpo, di braccia a forma di ventaglio, grandi e robuste in proporzione, non dissimili dalle pinne dei vostri pesci. Invece, quegli animali che hanno le zampe collegate fino al ginocchio, poiché posseggono gli unghioni collegati a loro volta con la nota membrana, non hanno queste braccia a ventaglio, ma in compenso hanno una coda abbastanza lunga, a ventaglio.

10. Ma perché questi animali sono così conformati? – Lo sono perché abitano sia l’aria che la terra, quasi nello stesso modo dei vostri pipistrelli e di altri chirotteri[36]. Inoltre, tutti questi bipedi si possono sollevare dal suolo come tanti palloni, nell’aria molto intensa che circonda dappertutto questo pianeta, grazie ad un’aria fine e leggera che si sviluppa nel loro organismo. Raggiunta una certa altezza si librano nell’aria in tutte le direzioni, gli uni servendosi della membrana dei piedi e delle braccia a ventaglio, gli altri servendosi della membrana fra gli unghioni e della coda a ventaglio, così agilmente come i chirotteri da voi.

11. A questo punto, voi domanderete: “Qual è il vero scopo di tali animali su questo pianeta?”. – Lo scopo è molto importante, poiché in primo luogo, essi, dal punto di vista metafisico, formano il gradino di transizione dal vero e proprio regno animale fino all’uomo. In secondo luogo, dal punto di vista naturale, essi sono i necessarissimi e validissimi purificatori dell’aria, poiché, come in parte già accennato, l’atmosfera di questo pianeta, fino ad un’altezza che raggiunge le cinquanta ed anche le cento miglia tedesche, è piena di animali di ogni tipo, di cose e di esseri, quali animali e anche piante fluttuanti nell’aria e, nello stesso tempo, anche in corso di metamorfosi. Tuttavia, al riguardo, resta molto da dire e potete essere più che sicuri che, specialmente alla sera simili apparizioni cominciano ad aumentare tanto da essere oscurata la luce solare, cosa che sulla Terra può succedere soltanto nell’eclissi totale. Quando un tale fenomeno metafisico o metamorfico è in corso, milioni di questi animali si innalzano con straordinaria velocità dalle montagne, talvolta anche da valli e fossati inospitali, e raggiungono in breve tempo la nube meteorica metamorfica. È inutile menzionare, specialmente in queste occasioni, come tali animali prendano parte ad un banchetto di loro gusto e che non di rado, in poche ore, divorano quasi completamente una nube che supera le cento miglia cubiche, carica di contenuto sostanzioso. È superfluo pure illustrare ulteriormente il grande beneficio che da ciò deriva agli uomini.

12. Anche il regno metamorfico degli uccelli che su questo pianeta è quasi generale e che è pure molto ricco da tutti i punti di vista, viene tenuto da questi bipedi nei dovuti limiti.

13. Voi potreste chiedere: “Ma questi strani bipedi, non costituiscono forse per l’uomo anche un aggravio?”. – Oh, no di certo! Questi animali sono oltremodo paurosi e vivono soltanto in quei punti, luoghi o regioni del pianeta, che anzitutto non sono accessibili all’uomo né agli altri animali; e ammesso che talvolta fossero anche accessibili, sono sempre di una tale aridità e inospitalità, che né gli uomini e neppure gli altri esseri non hanno qui molto da cercare.

14. E così avremmo completato le nostre osservazioni anche su questa specie di animali, perciò la prossima volta rivolgeremo la nostra attenzione agli uomini su questo pianeta.

 

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Cap. 61

Gli uomini di Miron

Case e villaggi del luogo

 

1. Gli uomini di questo pianeta non sono così grandi come quelli su Saturno, ma sono invece più grandi di quelli di Urano, per quanto, fra loro, la statura è considerevolmente varia. In seguito a ciò ci sono uomini che, non di rado, raggiungono i quaranta klafter d’altezza ed altri appena venti klafter e qualcosa di più. Da questo punto di vista, questo pianeta è quasi simile alla vostra Terra, dove ci sono diverse varianti per quanto riguarda la grandezza del corpo umano. Naturalmente ciò vale anche per il sesso femminile sul nostro pianeta Miron.

2. Per quanto riguarda poi la forma del corpo di entrambi i sessi, generalmente è molto bella, nonostante anche qui si riscontrino dei divari considerevoli. Per essere in grado di formulare un concetto il più completo possibile della figura degli uomini di questo pianeta, ci atterremo alla classe media sotto tutti i punti di vista, dato che da questa base potremo formarci un’idea anche di tutte le possibili classi secondarie. Perciò, prendiamo come esemplare un uomo di trenta klafter di altezza e una donna di ventotto klafter.

3. Che aspetto ha l’uomo? L’uomo ha un aspetto piuttosto serio, ma per niente ripugnante. Le sue membra sono perfettamente virili secondo i parametri di un uomo perfetto da voi. Il suo capo è provvisto di lunghi capelli inanellati, di colore verde scuro. La sua pelle è bianca, ma con una leggera tendenza qua e là verso il verde chiaro. Le labbra sono rosse, ma con dei riflessi che danno sul verde e così pure gli occhi non sono mai azzurri o grigi, ma variano nelle diverse sfumature del verde. La folta barba dell’uomo è pure verde, però di una gradazione più pallida di quella dei capelli. Le unghie delle dita hanno l’aspetto di un forte vetro verde, mentre le dita stesse sono perfettamente bianche quando vengono tenute pulite, ciò che del resto accade nella maggior parte dei casi. I suoi denti sono azzurri come la vostra madreperla e brillano molto dolcemente in colori diversi. La voce dell’uomo è molto armoniosa, ma generalmente molto profonda, tanto che il suo modo di parlare abituale dovrebbe aggirarsi nel registro più grave delle vostre note, ed è di una tale sonorità, che voi la percepireste benissimo alla distanza di due e fino a tre miglia, come il rumore del tuono. Quantunque la donna abbia pure una voce grave, tuttavia essa è più gradevole e in un certo modo più flessibile di quella dell’uomo. È perciò piena d’attrattiva speciale per gli uomini di questo pianeta. Ciò tanto più dato che questo pianeta è in un certo qual modo la patria della musica, e questo non soltanto grazie alle varie e flessibili voci dei suoi abitanti, fra le quali si distinguono principalmente quelle femminili, ma anche per la varietà dei loro strumenti musicali, sui quali ci soffermeremo nel momento più adatto.

4. Finora abbiamo conosciuto qual è l’aspetto dell’uomo e precisamente nella sua nudità, ora vogliamo osservare anche la donna, pure essa svestita. Qualcuno potrebbe forse chiedere: “Perché non si accenna al vestiario contemporaneamente?”. Poiché qui la foggia del vestire è molto varia, come da voi, tanto che non è possibile riassumerla in un’unica forma stabile come per gli altri pianeti. Infatti, anche qui (secondo la diversità dei paesi e dei vari costumi) gli uomini indossano giacche, mantelli, calzoni, scarpe e cappelli di foggia e colore diversi, e le donne fanno altrettanto. Se voi volete avere dinanzi a voi un uomo o una donna di questo pianeta completamente vestiti, allora li dovete vestire voi stessi, il che non dovrebbe essere tanto difficile per voi; basta che trasferiate su di essi i migliori costumi nazionali europei e asiatici, naturalmente in misura molto aumentata, e potrete vederli belli e vestiti! Ora che sappiamo ciò, possiamo avvicinarci a una donna nuda senza preoccupazione e in modo conveniente, e vedere quale aspetto ha.

5. La donna è abitualmente di bellissimo aspetto e talvolta perfino di meravigliosa bellezza; la sua fisionomia esprime un’immensa dolcezza e grazia. Rotondità, morbidezza e delicatezza sono le prerogative che non mancano mai nella struttura del corpo femminile. La pelle è straordinariamente delicata e di colore bianco splendente, simile alla neve caduta di fresco, solo sulle guance il bianco passa dolcemente in un rosso verdino. I capelli sono di un verde quasi nero e nella luce scintillano, mutando colore, come le penne dei vostri pavoni. Anche le ciocche sotto le ascelle sono splendide e scintillano come diamanti, e così pure quelle del pube. Le unghie sono di colore verde quanto mai vivace, e splendono come vetro lucidato; esse fanno una bellissima figura sulle dita bianchissime e ben affusolate.

6. Il volto di queste donne ha, per la maggior parte, quella forma che voi definite come la più bella, secondo i vostri principi. Esse hanno un’alta fronte liscia, delle sopracciglia abbastanza marcate, occhi grandi e vivaci, la cui pupilla brilla di un verde pieno di fuoco, attraversato talvolta da raggi rossi. Il naso è diritto e dolcemente arrotondato in ogni sua parte e la bocca è nella giusta proporzione rispetto a tutte le parti componenti del viso. Il mento non è né troppo appuntito né troppo largo, ma piuttosto ha una perfetta forma ovale, con una leggera infossatura nel mezzo.

7. Il collo rotondo è di media lunghezza, la nuca è perfetta, senza nessuna sporgenza ossea. Il seno è molto pieno e, sotto di esso, fino alle anche, la donna si fa molto snella, ma ai fianchi si allarga fino a raggiungere l’ampiezza delle spalle. Le gambe sono altrettanto perfette.

8. E ora la potete vestire come meglio vi aggrada e farvi un’idea della figura che può fare una tale donna vestita bene. Però non dovete fare di lei un manichino di Parigi, ma, come detto, dovete farle indossare il costume tradizionale di qualsiasi popolo.

9. Ora avremmo gli uomini davanti a noi, ma essi non hanno ancora nessuna abitazione. Perciò sarà necessario prima di tutto darne loro una, poiché anche gli uomini di questo pianeta abitano in case esattamente come voi. Dunque, ora è necessario sapere solo che aspetto hanno le abitazioni e se sono isolate o a gruppi, come i villaggi da voi; e in tal modo avremo già fornito di casa i grandi uomini di bell’aspetto di questo pianeta.

10. Che aspetto hanno le case? Quasi uguale a quello delle vostre; solo che non sono mai a più piani, bensì hanno solo il pianterreno, e le pareti non sono mai più alte al massimo di una volta e mezza la statura di un uomo. I tetti sono pure uguali a quelli delle vostre case di campagna, solo che sono più appuntiti dei vostri, un po’ come i tetti delle chiese gotiche.

11. Una casa non ha mai più di tre stanze: una come abitazione per il sesso maschile, una per il sesso femminile, e una, che di solito è quella in mezzo, per i rapporti reciproci generali. – Quanto sono grandi queste stanze? In rapporto agli uomini di questo pianeta non sono né troppo grandi né troppo piccole. Ad ogni modo, ognuna è grande abbastanza per contenere una compagnia di cento uomini.

12. Le case sono costruite con pietre ben squadrate. Le finestre delle stanze sono alte, ma non troppo larghe, e munite di un vetro naturale elastico, del tipo della vostra mica, incorniciato in un telaio, di solito in metallo. Il colore di questo vetro naturale è vario, a seconda di come lo fornisce la natura. Gli abitanti producono anche del vetro artificiale, ma lo usano per tutt’altri scopi, di cui parleremo più tardi.

13. Nei pressi delle abitazioni ci sono anche degli uffici dell’economia domestica, come pure quale ricovero per gli animali domestici ed altri scopi del genere. Infine, davanti alle abitazioni ci sono le case per i bambini, le quali però non hanno che una stanza. Queste case sono alte come le abitazioni, ma per ampiezza sono naturalmente più piccole.

14. Per ora non resta altro d’aggiungere al riguardo, se non che questi uomini vivono di solito in villaggi. Così la prossima volta passeremo alle loro condizioni di vita.

 

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Cap. 62

Regolamento sulla proprietà a Miron

Proprietà collettiva e privata

 

1. Ora che abbiamo portato gli abitanti di Miron sotto un tetto, ne consegue che è necessario aggiungervi anche il terreno, perché senza di questo non si potrebbe vivere. Perciò si chiede: “Com’è regolata la proprietà terriera? Il villaggio ha forse dei fondi comuni, oppure gli abitanti di ogni casa hanno il proprio terreno in maniera corrispondente su cui possono coltivare ciò che è necessario per il loro sostentamento?”

2. A voler essere esatti, bisogna dire che nessuno dei due casi trova qui applicazione, ma che, invece, ambedue i casi sono per così dire riuniti ed applicati in maniera per voi alquanto strana. Come avviene ciò? Ciò che segue ve lo dimostrerà! – Innanzitutto ogni villaggio ha in completa proprietà comune un fondo che è abbastanza grande in rapporto al numero degli abitanti e alle loro necessità, così da provvederli più che a sufficienza con generi di consumo di ogni tipo, in modo che nessuno possa dire: “Questo terreno mi appartiene!”, mentre ognuno può raccogliere da tutto il fondo i frutti che vuole, così da poter dire, in qualunque punto del terreno comune: “Questo è il nostro terreno!”

3. Questo sarebbe bello e buono, tuttavia viene da chiedersi: “Dunque, se un intero villaggio possiede un terreno in comune, come può esserci di fronte a questa proprietà comune, una proprietà singola?”. – Io vi dico: “Nulla di più facile!”. La proprietà singola si estende solo in quelle zone dove l’uno o l’altro degli abitanti del villaggio ha lavorato il terreno per una coltivazione stagionale di piccole piante da frutto. Quando un luogo è stato lavorato in proprio dagli abitanti di un certa casa, esso deve essere distinto con il contrassegno della propria casa. Dal momento in cui un terreno è così contrassegnato fino al tempo della raccolta, nessuno può contestarne la proprietà a colui che lo coltiva. A raccolta effettuata esso ritorna nuovamente di proprietà della comunità e può essere contrassegnato da un’altra casa, senza che il proprietario precedente possa sollevi obiezioni.

4. All'opposto, per quanto concerne i grandi frutti i cui produttori sono gli alberi a voi già noti (quelli che non sottostanno alla metamorfosi), essi sono un bene comune di tutto il villaggio. Quando si raccolgono i frutti di un albero, il raccolto viene suddiviso tra tutti gli abitanti in parti uguali.

5. Per quanto riguarda invece i cosiddetti frutti metamorfici, come le piccole piante e i piccoli cespugli – che come tali esistono per un certo tempo per poi scomparire riproducendosi in forma animale – il diritto di appropriarsene è riservato al primo che scorge il fenomeno, con il solo obbligo da parte sua di denunciare l’intero profitto all’intera comunità del villaggio. E se una delle case dovesse esprimere il desiderio di averne una parte, allora si stabilisce amichevolmente, secondo le leggi umanitarie là generalmente in vigore, quale parte del tutto deve essere assegnata alla casa che ha espresso il desiderio di partecipare al raccolto. Quando è stata presa una tale decisione, il detentore del raccolto dà subito corso in favore della casa intervenuta.

6. Lo stesso avviene pure con il pane volante a voi ben noto. Chi riesce a prenderlo ne è il proprietario principale, e poi lo ripartisce tra le altre case come viene deciso amichevolmente da parte loro. Tuttavia queste ripartizioni non devono superare la metà di questo raccolto casuale, poiché l’altra metà deve rimanere proprietà di chi se ne è impossessato per primo.

7. Passando agli animali domestici, anch’essi sono di proprietà comune, tuttavia i loro prodotti, come latte e lana, non vengono esattamente ripartiti, poiché là entra in vigore il diritto del ‘primo occupanti (chi prima arriva, raccoglie), però con la condizione che un vicino non può estendere il suo diritto di proprietà sul latte che una mucca ha lasciato dinanzi alla casa del suo vicino, cosicché in questo caso il diritto del ‘primo occupanti’ spetta alla casa dinanzi alla quale la mucca ha lasciato il latte, e non a colui che, quale primo, ha posto la sua mano sul vaso del latte.

8. Nondimeno, tutti i prodotti minerali appartengono completamente a tutti gli abitanti del villaggio in parti uguali, ragion per cui ogni casa deve mettere a disposizione, per la lavorazione di detto minerale, un eguale numero di lavoratori. E come per i minerali, così si procede pure con i prodotti della caccia, poiché anche questi sono considerati come una preda che deve andare a vantaggio di tutta la comunità, in parti uguali.

9. Invece quei lavori che sono il prodotto dell’arte domestica, sono di assoluta proprietà di ogni casa e possono essere ceduti ad un’altra casa, scambiandoli con qualcos’altro oppure dati in dono. A questo genere di prodotti appartengono principalmente diversi strumenti musicali ed altri oggetti meccanici, che qui vengono prodotti spesso e che sono di solito di molteplice uso. In cosa consistano questi ultimi ed anche gli strumenti musicali, verrà chiarito al momento opportuno.

10. Considerato che questa gente, come è già stato detto, si veste come voi, dovete perciò dedurre che per la lavorazione delle stoffe essi hanno bisogno di tutti i tipi di lana animale, nonché di tessitori. I tessitori non sono in ogni casa, bensì nel mezzo del villaggio si trova un grande edificio, tipo fabbrica, costruito apposta per tali lavoratori. Quando nelle case la lana è stata ridotta in fili, viene portata nella fabbrica, munita del segno della casa. Là viene tessuta al più presto secondo il desiderio del proprietario della lana, e da lui nuovamente presa in consegna quale stoffa per vestiti.

11. Qualcuno potrebbe dire: “Qual è la ricompensa che spetta ai tessitori?”. – La ricompensa è generale e non singolare. Anzitutto tale fabbrica viene edificata dall’intera comunità, i tessitori non hanno bisogno di preoccuparsi di niente, ma ogni casa consegna annualmente una parte stabilita di tutti i suoi raccolti alla fabbrica. In compenso i tessitori, da parte loro, hanno l’obbligo di prestare la loro opera ad ogni casa che la richiede, senza altri compensi.

12. Lo stesso vale anche per coloro che confezionano i vestiti. Infatti qui ci sono davvero sarti e calzolai che devono lavorare ugualmente senza nessun compenso speciale, poiché al loro mantenimento provvede l’intera comunità, come nel caso della fabbrica.

13. Con ciò noi avremo preso in considerazione quasi tutte le situazioni domestiche ed abbiamo visto con quanta onestà e lealtà vivono queste comunità. Resta tuttavia ancora una domanda: “C’è qui qualcuno preposto a tutto ciò, oppure no?”

14. Effettivamente no, ma tutto si basa sul reciproco accordo. Tuttavia i più anziani del villaggio che sono contemporaneamente sacerdoti e maestri, vengono interpellati quali consiglieri nei casi importanti, e quando essi si riuniscono e prendono una decisione, essa viene accettata inappellabilmente dall’intera comunità.

15. “Non c’è neppure un imperatore o un re?”. – Ma neanche per sogno! Ogni villaggio, nella sua generalità, è il suo proprio signore in tutto. Questo è il motivo per cui non ci sono né tasse né guerre. Oltre a ciò tali villaggi sono generalmente situati a tale distanza l’uno dall’altro, che ognuno dispone per il suo sostentamento di uno spazio più che sufficiente che non di rado è più grande di tutto il vostro impero austriaco.

16. Così ora conosciamo sommariamente tutto ciò che riguarda gli abitanti di questo pianeta, ad eccezione dei loro piccoli usi e costumi domestici, come pure dei rapporti fra i singoli villaggi. Su questo ci intratterremo la prossima volta. E così per oggi basta!

 

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Cap.63

Regolamenti domestici, buone regole di società, musica e strumenti musicali su Miron

 

1. Cosa s’intende per piccoli regolamenti domestici? Solo quelle regole che, da un punto di vista sociale, devono essere osservate in ogni singola casa. A queste regole appartengono tutti i rapporti di amicizia e le azioni reciproche che ne derivano nella vita pratica, in seguito alle quali la famiglia dimorante nella stessa casa dimostra con le sue affettuose premure che i membri che la compongono sono uniti di stretta parentela.

2. La prima regola è la seguente: “Rispetto su rispetto, amore su amore e amicizia su amicizia!”. La seconda regola: “Occhio su occhio, mano su mano, e cuore su cuore!”. La terza regola: “Passo per passo, orecchio per orecchio e cammino per cammino!”. In una casa tutto si conforma secondo queste regole ora esposte.

3. La coppia dei genitori rappresenta il capo supremo della famiglia: il padre per la parte maschile, la madre per quella femminile. Dato però che qui, padre e madre formano veramente un corpo, queste due massime polarità si uniscono in un unico punto operante. Perciò quello che vuole il padre lo vuole anche la madre, e così, in tutta la casa, tanto la parte maschile quanto quella femminile, formano un unico complesso.

4. Dunque la regola “rispetto su rispetto” è comune in tutta la casa. Il padre rispetta sua moglie e questa suo marito, e con ciò diventano ‘uno’, perché solamente da un tale rispetto può scaturire il puro amore vero. E così i fratelli rispettano le sorelle e le sorelle i fratelli, e in linea ascendente tutti figlioli rispettano i loro genitori, come pure, in senso inverso, i genitori i loro figli. E il fratello minore rispetta il maggiore e il maggiore il minore. E così è anche il caso delle sorelle e lo è anche reciprocamente da parte di una sorella maggiore verso il fratello minore e da parte di un fratello maggiore verso la sorella minore.

5. Grazie a tutto ciò nasce l’amore reciproco, basato sul solido fondamento del reciproco rispetto, il quale si manifesta in una dolcissima e reciproca gentilezza. E così anche tutte le altre regole possono considerarsi già adempiute. Infatti, “occhio su occhio”, in tali amorevoli rapporti significa vedere insieme, significa essere in perfetta armonia di cuori e sostenersi l’un l’altro con le mani, e inoltre prestarsi l’un l’altro i piedi, appartenere volentieri ad un altro e andare volentieri dove qualcun altro desidera andare.

6. Talvolta in una casa dimorano non una o due famiglie, ma fino a cinque famiglie, tanto che ci sono fino a cinque coppie di genitori che hanno un numero non indifferente di figli; nondimeno tutte queste famiglie coabitano in questa casa senza che si possa mai parlare di qualche screzio. Anzi, maggiore è il numero dei membri in una casa, e tanto maggiore è la loro intimità che diventa sempre più benedetta. Questi uomini sono talmente affezionati gli uni agli altri, che si lascerebbero fare qualsiasi cosa piuttosto che rivolgersi ad un membro della famiglia in una forma che sia, anche minimamente, mancante dell’abituale rispetto. Anzi ciascuno, cominciando perfino dai bambini più piccoli che hanno lasciato la loro casa destinata solo a loro, osserva tale rispetto reciproco con la massima tenerezza possibile.

7. Per questa ragione tali uomini amano tanto anche la musica. Infatti, fra tutte le arti e le scienze che essi praticano, la musica è quella che si accorda maggiormente con il loro intimo carattere, e questa è anche la loro occupazione principale fra le pareti domestiche.

8. Tuttavia, affinché ci si possa fare un concetto più esatto di questi uomini tanto musicali, prima di tutto dovremo dare un’occhiata ai loro strumenti musicali, e solo dopo presteremo l’orecchio ad una breve produzione musicale.

9. I loro strumenti musicali non hanno alcuna somiglianza con i vostri e perciò anche la musica ha dei suoni diversi. Qui non ci sono né strumenti a corda né strumenti a fiato, bensì, al posto di quelli a corda c’è uno strumento a campane, poi ci sono degli strumenti a dischi e infine strumenti a sfera.

10. Lo strumento a campanelle viene fatto nel seguente modo con un tipo di metallo dal timbro molto armonioso: vengono fuse molte campanelle nella forma di mezze sfere, e poi, dalla più grande alla più piccola, vengono appese a un asse dopo essere state lucidate a dovere ed essere state accordate nel modo più puro secondo la vostra scala musicale cromatica. In uno strumento completo si trovano sempre appese all’asse queste campanelle da tre ottave, secondo l’accordatura all’incirca del vostro re, partendo dalla contr’ottava e da qui salendo per tre ottave. I suoni di questo strumento a campanelle sono tratti in duplice modo e precisamente così: battendo le singole campanelle con un martello alquanto morbido, oppure sfregandole con le dita dopo aver tenuto un po’ le dita nell’acqua leggermente salata. Questo strumento viene suonato di solito dagli uomini, e non è uno strumento per assoli, ma per accompagnare armoniosamente il canto delle donne.

11. A questo strumento segue quello a dischi di vetro. Anche queste lastre sono fissate su un asse, il quale viene fatto girare come il precedente, e il suono viene originato sfregando i dischi con le dita spalmate di resina. Il suono è fortemente penetrante e lo strumento è accordato un’ottava sopra al precedente. Serve quale rafforzatore dell’armonia dello strumento a campane.

12. Lo strumento preferito e nello stesso tempo usato per assoli è quello che abbiamo indicato già prima con il nome di strumento a sfera. Poiché però questo strumento ha alla base una considerevole meccanica, ne riparleremo in dettaglio alla prossima occasione e tratteremo anche il modo molto abile con cui viene usato dai suonatori. Perciò basta per oggi.

 

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Cap. 64

Strumenti a sfera, l’arte dei suoni e sua scrittura, ottica, meccanica e scrittura su Miron

 

1. Questo strumento sferico è costituito da tubi arrotolati che dalla parte esterna sono un po’ più schiacciati, mentre dalla parte interna sono perfettamente rotondi. La sfera formata da questi tubi, nel punto massimo del suo rigonfiamento ha un diametro di tre klafter, ed è proprio in questa ampia sporgenza della sfera che si trovano i tubi più grossi, mentre verso i poli, che sono aperti ad imbuto, si trovano a scalare i tubi più piccoli.

2. Questa sfera poggia su un treppiede aperto sotto il quale si trova un mantice potente, dal quale l’aria viene spinta nella sfera attraverso i piedi del treppiede. Vicino ai tubi principali già nominati corrono dei tubi ancora più piccoli, i cui sbocchi sono collocati sopra ai fori che sbucano dai tubi principali dalla sfera in posizione piuttosto elevata. Nel punto in cui l’aria viene distribuita ai diversi tubi è posta una valvola a farfalla, la quale può essere aperta o chiusa per mezzo di un proprio meccanismo. Se la valvola viene aperta, allora per mezzo di essa l’aria viene portata al foro che determina il suono del tubo sonoro attraverso lo sbocco, ma se è chiusa, il suono ha ovviamente fine con la chiusura, pressappoco come succede con i vostri organi.

3. Ora che sappiamo com’è costituito questo strumento, l’unica domanda che resta è questa: “Come si suona questo strumento?”. Dunque, esso viene suonato pressappoco come i vostri organi, solo che la tastiera ha un’altra forma e i semitoni sono divisi diversamente, poiché la scala che voi chiamate diatonica, qui non è la scala fondamentale, bensì la loro scala fondamentale consiste di quei toni fra i quali dappertutto sta un mezzo tono. Su questa base è fatta anche la tastiera. Essa consiste di due file di mezze sfere allungate, larghe circa un piede. Questa tastiera viene chiamata “inferiore”. Fra ognuno di questi tasti inferiori si trova pure una mezza sfera allungata più corta, larga soltanto mezzo piede e posta un po’ più in alto. A questo punto voi chiederete: “I tasti piani non sarebbero migliori di questi tasti arrotondati?”. – È probabile che per le vostre dita i tasti piani siano più adatti che non quelli tondi, ma per le forti dita dei nostri abitanti di Miron questi tasti sono i migliori. Infatti, se essi avessero i tasti piani, quest’ultimi dovrebbero essere per lo meno larghi una volta in più, affinché ciascuno di essi possa essere premuto, dato che un dito di un abitante di Miron sulla parte anteriore non di rado ha un diametro di due piedi. Per mezzo della parte in rilievo del tasto, il suonatore può premere ogni singolo tasto con estrema facilità e senza sfiorare i due tasti vicini abbassandolo pochissimo. Ora vi rendete conto del vantaggio di questa forma di tastiera per i nostri abitanti.

4. Adesso che l’intero strumento ci è noto, l’unica domanda sarebbe quella di sapere il tipo di suono che emette. Il suono di questo strumento è per lo più uguale ai suoni del flauto da voi, solo che è incomparabilmente più forte; però, per mezzo di un proprio dispositivo, grazie al quale gli imbuti polari di risonanza possono essere più o meno aperti oppure coperti, esso può passare da fortissimo fino a pianissimo.

5. I nostri abitanti di Miron sono veramente dei grandi artisti con questo strumento. Alcuni possiedono una tale bravura nel suonarlo, che i vostri più grandi artisti si meraviglierebbero grandemente di sentire un tale suonatore di sfera di laggiù. Questo strumento non manca perciò in nessuna casa ed è così tanto amato, che chi non riesce a produrre per lo meno qualcosa sullo stesso è considerato uno sciocco, ma ciò si verifica molto di rado.

6. Ora voi desiderereste sapere che genere di musica questi uomini suonino e se hanno delle composizioni musicali al pari di voi. Potete star certi che di tali prodotti non mancano sicuramente. Quasi in ogni casa esiste un compositore che, con dei segni colorati tra tre righe orizzontali che stanno a significare le tre ottave, mette giù le sue idee su piastre metalliche o su tavole di pietra, oppure su sottili tavole di legno ben spianate.

7. Queste note sono molto più semplici delle vostre, poiché con sei colori egli segna i sei toni e cioè con dei punti rotondi, come da voi. I semitoni vengono invece segnati con degli zeri della stessa grandezza e con lo stesso colore del tono fondamentale. In questo modo, su una linea il compositore può scrivere l’intera scala di un’ottava. Se egli vuole raffigurare un accordo, allora sovrappone questi punti di diverso colore come fate voi, ma in modo che non confondano la seconda linea, ragion per cui le tre linee vengono tirate sempre a distanza adeguata l’una dall’altra.

8. Voi direte a questo punto: “Quanto detto non fa una piega; ma come crea la suddivisione ritmica?”. – Ciò avviene nel modo più facile! Egli mette assieme le note che si devono suonare una dopo l’altra nello stesso intervallo di tempo per mezzo di una linea e sotto a questa linea egli indica un numero o esprime anche questo numero con dei punti. Se una nota deve essere tenuta più a lungo, sta lì per conto suo e attraverso un segno preciso, inserito sotto alla nota, viene indicato quanto a lungo la si deve tenere. All’inizio di ogni pezzo, come da voi, si pone un preciso segno che indica il tempo su cui l’ulteriore suddivisione ritmica dello stesso si deve basare, e il ritmo viene indicato per mezzo di piccole linee trasversali, esattamente come da voi.

9. Comunque questo è l’essenziale riguardo al modo e alla maniera in cui i nostri musicisti di Miron sono soliti prendere nota dei loro sentimenti musicali. Dato che i loro strumenti sono sempre mantenuti soltanto entro tre ottave, essi se la cavano perfettamente con queste tre linee e dispongono perciò soltanto di una chiave. Se lo strumento a dischi abbraccia per esempio un’ottava superiore, questo non crea nessuna difficoltà, poiché tutto dipende solo da questo strumento, che suona la stessa nota come la suonerebbe uno strumento accordato su un’ottava più profonda. Quello che vale qui per gli strumenti, vale tanto di più per i cantori, i quali solo raramente raggiungono con le loro gole l’estensione dei loro strumenti.

10. Dunque, l’orchestra completa, oltre ai cantori, è di tre persone, più un manovratore per il mantice per lo strumento a sfera. Questo complesso realizza un tale effetto di suoni, che voi lo potreste udire perfino a tre ore di distanza nella sua pienezza, poiché in primo luogo questi strumenti grazie all’aria molto intensa ed elastica di questo pianeta sviluppano un suono straordinariamente potente, e poi qui anche i cantori stanno straordinariamente bene quanto alla voce. Infatti, una nota forzata di questi coprirebbe sulla vostra Terra il rumore di una cannonata di media potenza.

11. Dunque, un concerto simile, per quanto bello e buono, non si confarebbe ai vostri orecchi, ma ad una debita distanza esso non mancherebbe di entusiasmarvi. Le loro composizioni infatti hanno un carattere molto elevato, vengono di solito suonate in tono minore – che loro chiamano mezzi toni – e raramente in tono maggiore.

12. Nella loro teoria musicale hanno tre toni: uno molto duro che è la base degli altri; uno simile al vostro tono maggiore, e poi hanno un mezzo tono che corrisponde al vostro tono minore. Quest’ultimo mezzo tono o tono minore lo chiamano l’unico frutto commestibile del loro albero dei suoni; il tono maggiore è per loro il tronco non commestibile dell’albero, e il tono duro è la radice di quest’albero che viene dichiarata non commestibile al pari del tronco. E così avremmo conosciuto anche l’essenza della musica degli abitanti di questo pianeta.

13. Non ci resta ora da aggiungere che essi sono molto versati anche nell’ottica, così come lo sono nell’acustica, e da tutto ciò ora sarete in grado di dedurre molto facilmente che sono pure molto esperti nei rami della matematica e dell’astronomia.

14. Non serve dire che per produrre simili strumenti devono essere esperti anche nel settore della meccanica. Voi vi meravigliereste di incontrare quasi dappertutto dei misuratori del tempo su base meccanica, pienamente corrispondenti allo scopo, i quali misurano il tempo con più esattezza e precisione dei vostri migliori orologi, e stabiliscono alla perfezione anche le parti infinitesimali del tempo. Tali tecnici si trovano in ogni villaggio come gli artigiani ed hanno anche delle officine accanto alle abitazioni.

15. Gli abitanti di questo pianeta hanno pure una scrittura con la quale possono mettere per iscritto le parole, e precisamente sullo stesso materiale su cui scrivono le note musicali. Da ciò potete dedurre con certezza che gli uomini di questo pianeta sono molto colti in ogni ramo.

16. Per quello che riguarda la loro formazione spirituale e religiosa, ce ne occuperemo in dettaglio la prossima volta, perciò oggi chiudiamo!

 

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Cap. 65

Religione interiore, lieta di operare, su Miron

Procreazione e sepoltura

L’astronomia come mezzo per il riconoscimento di Dio

 

1. In questo pianeta non c’è affatto un cosiddetto servizio divino cerimoniale, e tutta la loro religione non ha altro da esibire se non l’interiore riconoscimento di un Dio.

2. Questi abitanti non hanno nemmeno una preghiera, ma al suo posto hanno la sola intima formazione dello spirito, dalla quale essi vengono guidati in ogni altra scienza e sapienza, poiché dicono: “Adorare un Dio con le parole è puerile, indegno di un uomo immortale, ed è sgradito a un Dio supremo. Chi però ha riconosciuto nel suo spirito la sua vera destinazione e vive in conformità, è gradito a Dio. Perciò la migliore delle preghiere e il più grande onore che possiamo rendere a Dio è questa: vivere secondo la destinazione che Egli ha posto in noi e che Egli ci fa trovare sempre fedelmente in noi stessi!”. – Vedete, in ciò consiste tutta la loro religione, e così pure secondo questi principi essi vivono e operano quali uomini di questo pianeta, e questa vita e questo operare è il vero e proprio servizio divino che essi celebrano sempre.

3. Perciò essi non hanno nemmeno dei veri giorni festivi, ma per loro ogni giorno è una festa, poiché dicono: “I giorni in cui noi viviamo la nostra vita sul piano fisico sono tutti giorni che noi viviamo da Dio, perciò non ci devono essere differenze fra un giorno e l’altro e non ci deve essere neppure un’ora prestabilita per pensare a Dio, come se durante le altre che rimangono si possa fare a meno di pensare a Lui. Perciò, neppure un’ora può valere di più o di meno di un’altra, dato che la vita continua costantemente, senza interruzione, e ciò dal momento del nostro ingresso in questo mondo fino al momento in cui ne usciamo, e perciò non possiamo dire che in una certa ora viviamo di più oppure di meno; e per la stessa ragione non dobbiamo neppure, nell’una o nell’altra ora, essere maggiormente raccolti in noi stessi di quello che siamo in un’ora comune della nostra vita!”

4. E siccome talvolta qua o là spunta qualche illuso e falso devoto, essi aggiungono perciò ancora: “Di quale utilità può essere per l’uomo se in certi momenti fa cadere dalla sua bocca cento preghiere, e se poi in altri momenti è inerte e riposa? Dovrebbe allora Dio, l’imperituro ‘Santo’, essere degno di una venerazione da parte di noi umani soltanto in certi momenti, e poi in altri momenti no? Come potrebbe reggere una cosa simile di fronte a uno spirito puro che riconosce che Dio è sempre ugualmente Santo e che perciò deve essere venerato continuamente dagli uomini con il loro operare? Cosa potrebbe fare la nostra sola lingua impotente, come se essa fosse l’unica parte dell’uomo in grado di rendere onore a Lui? Invece, dato che noi siamo stati creati da Dio in tutto il nostro essere, dobbiamo rendere sempre e con tutto il nostro essere l’onore a Dio. Si, questo è giusto, ed è l’unica cosa degna dell’uomo. Perciò operiamo così come nel nostro spirito troviamo l’eterna destinazione di operare. Chi fa così, opera sempre secondo l’Ordine divino. Chi opera secondo questo Ordine, così come egli lo riconosce in sé, costui è appunto colui che con tutto il suo essere rende a Dio il giusto onore in ogni momento della sua vita”.

5. Vedete, se voi considerate anche soltanto un po’ questi principi fondamentali della religione di questi uomini, allora comprenderete anche quello che intendeva dire Paolo con queste parole: «Pregate senza interruzione!». Infatti, chi vive secondo il Mio Ordine e si attiene ai Miei leggeri Comandamenti, egli è colui che prega e Mi rende onore senza sosta. Mentre chi pensa che debba biascicare parole con le sue labbra, giorno e notte, è un pazzo o un ingannatore, dato che nelle Scritture è detto abbastanza spesso in quale conto sono tenute da Me le lunghe preghiere dette con le labbra.

6. Ne risulta che gli uomini di Miron, salvo rarissime eccezioni, vivono come ogni uomo dovrebbe vivere sulla Terra. Ci sono là pure delle deviazioni di molteplice natura, ma i traviati vengono riportati subito sulla retta via dai sapienti, i quali non riposano finché non hanno ricondotto sulla giusta via il fratello o la sorella smarriti. Gli smarrimenti su quel pianeta non raggiungono mai un grado di degenerazione tale come sulla Terra, la cui maggior parte si limita ad una diversità di opinione che può essere raddrizzata attraverso dei ragionamenti e neppure con molta fatica, mentre sulla vostra Terra si riscontrano delle grandi degenerazioni dovute all’egoismo più cieco.

7. Tuttavia, se voi proprio volete avere da questi uomini qualcosa del cerimoniale nel campo della religione, voi potete considerare come tale la procreazione dell’uomo e infine il suo trapasso.

8. Infatti la procreazione, per quanto avvenga come da voi, là tuttavia assume un carattere quanto mai edificante. Questo atto ha luogo sempre al mattino, però mai in casa, bensì in un tempio edificato a questo scopo su un alto monte, nelle vicinanze del villaggio.

9. Così pure, i corpi dei trapassati vengono portati su un alto monte e posti a terra in un altro tempio a ciò destinato, con la faccia rivolta verso l’alto, e poi ricoperti con dell’erba tagliata di fresco, per accelerare la decomposizione, tanto che nel corso di tre giorni sono completamente dissolti e della grande salma non rimane più la minima traccia. Anche questa potrebbe essere considerata una cerimonia.

10. Il principale servizio divino e le divine onoranze consistono nella musica e nell’astronomia. Riguardo alla musica, ne abbiamo già parlato in modo particolareggiato, mentre, con riferimento all’astronomia resta ancora qualcosa da dire, poiché appunto, per mezzo dell’astronomia essi imparano a conoscere la Mia Onnipotenza e Magnificenza, e contemporaneamente l’Ordine estremamente grande che ci deve essere in Me, e ciò proprio perché tutte le grandi opere nel mondo visibile si muovono in un ordine così straordinario e sono collegate le une con le altre.

11. Quello che attira maggiormente su di sé l’attenzione di questi uomini nel campo dell’astronomia è costituito dalle loro lune, ed è cosa logica e naturale, poiché in primo luogo, gli abitanti di questo pianeta in seguito alla grande lontananza dal Sole non riescono a scorgere nessuno dei pianeti (del sistema solare), fatta eccezione di tanto in tanto per Urano; in secondo luogo perché per loro il cielo stellato non offre nessun altro corpo celeste mobile, se si eccettua molto di rado qualche cometa vagante che, lontana dal Sole, appare senza coda e perciò poco rilevante.

12. Lo strano della loro astronomia lunare sta nel fatto che quello che preoccupa il loro spirito, in ultima analisi consiste nel fatto che il loro pianeta ha in fondo soltanto tre lune, ma, d’altra parte, ha pure dieci lune[37].

13. Voi domanderete: “Come è ciò possibile ciò?”. – In primo luogo Io vi rispondo così: “Niente di più facile!”. Ma il come ve lo farò vedere per mezzo di un’immagine.

14. Prendete il Sole, ciò che voi potete fare benissimo perché oramai lo conoscete abbastanza bene e potete considerarlo per quello che è, cioè un pianeta perfetto. Che cosa sono allora i corpi celesti, come ad esempio Mercurio, Venere, la Terra, ecc.?

– Voi direte: “Sono lune del Sole”.

– E se ora vi domando: “Quante di queste lune ha dunque il Sole?”

– Voi direte: “Mercurio (1), Venere (2), Terra (3), Marte (4), Pallade / Cerere / Giunone / Vesta (8)[38], Giove (9), Saturno (10), Urano (11), Miron (12)”.

– E ora vi chiedo: “Quante lune ha la Terra?”

– Voi rispondete: “Una”.

“Quante ne ha Giove?”

– Voi dite: “Quattro!”

“Quante Saturno?”

“Sette!”

“E Urano?”

“Cinque”.

“E quante Miron?”

– Voi dite: “Secondo il primo numero, tre, cosicché in totale abbiamo venti lune”.

“Che cosa sono queste lune per il Sole?”

  Voi non potete rispondere altro, se non: “Esse sono lune secondarie”.

– Va bene, a Me non occorre altro! Ritorniamo ora al nostro Miron.

 

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Pallade                                    Cerere                               Giunone                                                   Vesta

 

15. Questo prodigioso pianeta ha la particolarità che la sua prima luna principale ha pure essa due lune secondarie che le girano intorno, le quali insieme ad essa girano intorno al pianeta, così come la vostra Luna gira, insieme alla Terra, intorno al Sole. La seconda luna, che è più in alto, ha pure due lune secondarie ed è più grande della prima. La terza luna, la più alta, ha perfino tre lune secondarie e viene facilmente distinta dalle altre due appunto per questa peculiarità, perché è sulla base della sua rotazione che, com’è noto, viene calcolato l’anno di questo pianeta. Come vedete, l’impenetrabile mistero si trova ora completamente risolto dinanzi a voi!

16. Qualcuno però potrebbe dire: “Perché non lo si è detto subito da principio?”. – Ed Io vi domando: “Perché voi, ad occhio nudo non scorgete i quattro satelliti di Giove, bensì ad ogni osservatore, a causa della notevole lontananza, appaiono come fusi in un unico punto insieme a Giove stesso, e solo un potente telescopio è in grado di sciogliere questo quintuplice punto, così da poter scorgere, del tutto separati, il pianeta e le sue lune?”. – Voi direte: “La causa sta nella natura dei nostri occhi che non di rado ci fa scorgere una molteplicità lontana come una concreta unità?”. – Ed Io ora vi rispondo alla precedente domanda dicendovi: “Sta pure nel Mio Ordine presentare come un’unica cosa delle cose ancora spiritualmente lontane da voi che prese insieme formano un tutt’uno, e sciogliere poi questa cosa nella sua molteplicità quando ci siamo avvicinati ad essa nello spirito, come voi vi siete avvicinati a Giove con l’aiuto di un buon telescopio”. Vedete, anche questo è un Ordine ed è giustamente misurato a seconda del Mio piano.

17. Quando degli scienziati della vostra Terra vi dicono: “Noi abbiamo scoperto tre stelle nebulose”, hanno detto il vero, o il falso? Io vi dico: “Il vero e il falso insieme!”. Il vero, perché essi non hanno scoperto che tre stelle nebulose; il falso, perché ognuna di esse può consistere in un trilione di stelle, e quanto grande sia la differenza fra ‘tre’ stelle nebulose e molti ‘trilioni’ di stelle non occorre che ve lo spieghi, dato che siete in grado di giudicare da voi quanto erroneo sia il numero tre indicato dagli scienziati rispetto alla molteplicità di stelle scoperte.

18. Questo esempio dovrebbe essere sufficiente per farvi comprendere che il modo e la maniera in cui Io rivelo un po’ alla volta l’una o l’altra cosa, sono perfetti, nonché nel Mio Ordine, tanto dal punto di vista naturale che da quello spirituale.

19. Comunque, qualcuno potrebbe ancora domandare: “Qual è la ragione per cui il pianeta Miron, contrariamente a tutti gli altri pianeti, oltre alle tre lune principali deve avere parecchie altre lune secondarie?”. A questa domanda non voglio dare una risposta vera e propria, ma la espongo soltanto ad una condizione: colui che desidera sapere questo da un punto di vista critico, voglia prima esporMi dal suo spirito il perché, ad esempio, Mercurio, Venere, Marte e i quattro piccoli pianeti non hanno nessuna luna! E perché poi il pianeta Giove, che è tanto più grande di Saturno, non ne ha che quattro, mentre Saturno, oltre ai suoi anelli, ne ha sette. A chi potrà rispondere esattamente a queste domande, Io rivelerò al suo spirito anche la causa delle lune secondarie di Miron.

20. Noi però qui ci stiamo occupando del Sole, e non particolarmente dei pianeti, perciò, con quanto detto, siamo sufficientemente informati su Miron per quanto è necessario al nostro scopo, cosicché non ci tratterremo più sulle sue distese, ma la prossima volta passeremo senz’altro alla settima fascia solare. E così, per oggi, fermiamoci qui!

 

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Cap. 66

Il settimo paio di fasce e i suoi giganteschi abitanti

 

1. La settima ed ultima fascia abitabile del Sole non è separata dalla sesta fascia da monti eccessivamente alti, ma al loro posto c’è una fascia d’acqua tanto più larga.

2. Riguardo ai monti qui, quasi dappertutto sono di natura vulcanica. Quanto grandi siano i loro crateri è già stato accennato.

3. Dopo la vasta cintura d’acqua c’è la terraferma abitabile e poco montuosa. Questa zona è anche la più solida e compatta di tutto il Sole, sia la parte meridionale che quella settentrionale, ed ha in sé, senza calcolare la larghezza dell’acqua, fino ai confini della regione polare, un’ampiezza media di seimila miglia.

4. Le regioni polari del Sole, o ancor meglio i suoi poli, come i poli dei pianeti, sono inabitabili per tutti i tempi dei tempi, ragion per cui essi, per così dire, sono tagliati fuori da quest’ultima fascia abitabile da una catena montuosa quanto mai ripida e molto alta, di pietra bianca lucente. I monti sono talmente alti che le loro cime sbucano non di rado perfino al di sopra della luminosa atmosfera solare, la quale raggiunge mediamente un’altezza di seicento miglia dal suolo. Naturalmente questa cifra non può essere considerata normale, poiché come già sul vostro pianeta, ci sono grandi differenze tra le altitudini al di sopra della Terra, tanto più che queste varianti si riscontrano sul Sole che nella sua essenza interna è molto più vivente di qualsiasi altro pianeta.

5. Ora che abbiamo questa settima fascia dinanzi a noi, non perdiamo altro tempo ad osservare il paese morto, bensì rivolgiamoci subito ai suoi abitanti.

6. Per quanto riguarda gli abitanti, cioè gli uomini di questa fascia, essi differiscono dai loro corrispondenti fratelli del pianeta Miron quasi soltanto per la loro statura, per voi immensamente favolosa, poiché gli uomini di questa fascia sono tanto grandi, che sulla vostra Terra potrebbero usare i monti dell’Himalaia e del Chimborazo come bastoni da passeggio. Non dovete però credere che su questa fascia tutti gli uomini siano ugualmente grandi, poiché quasi in nessuna fascia solare e in nessun pianeta ci sono tante varianti nella statura fra gli uomini come su questa fascia. Tuttavia, quegli uomini che hanno un’altezza di due o trecento klafter (circa 400-600 m.!) vengono considerati dagli abitanti, dei veri e propri minuscoli nanerottoli, poiché, per quanto riguarda la vera grandezza di un perfetto uomo, bisogna tenere presente che dalla pianta del piede al vertice del capo egli misura non di rado 4.000, 5.000 e perfino 6.000 klafter. Tuttavia, simili giganti non sono uomini normali neanche per questa fascia, poiché l’altezza dell’uomo normale varia fra gli 800.000 ed i 1.200.000 klafter (2.400 metri).

7. Questi giganti vivono per la maggior parte in vicinanza della catena montuosa polare, dove trovano anche nutrimento a sufficienza. Da lì fino verso il mare la statura degli uomini va sempre decrescendo, mentre nelle isole, che sono numerose e di ampiezza considerevole, vivono i cosiddetti nani, i quali sono tuttavia più grandi degli abitanti di tutte le altre fasce del Sole. Perciò, voi non dovete immaginare tali isole come se fossero molto piccole.

8. Se come base di calcolo per la più piccola isola voi prendete insieme l’intera estensione dell’Asia e dell’Europa, la misura risulterebbe abbastanza giusta. Queste isole sono collegate per la maggior parte al continente con delle lingue di terra, le quali sono transitabili soltanto per i nostri nani, mentre i giganti non si muoverebbero facilmente sopra questa lingua di terra, o piuttosto lembi di terra, perché in primo luogo sarebbe troppo stretta per i loro piedi; e anche se in qualche punto fosse sufficientemente larga, il terreno sarebbe troppo poco solido per sostenere un carico ambulante del peso di migliaia di quintali, carico che correrebbe il pericolo di sprofondare. Invece i ‘nani’ possono camminare benissimo sulla terraferma e andare a trovare i giganti, che li accolgono molto amorevolmente. In questo caso, ben a ragione, si può dire che “essi vengono portati dai grandi sul palmo della mano”.

9. Su questa fascia, come variano le grandezze, così ugualmente variano i colori della pelle umana, come non avviene tanto facilmente in nessun altro luogo, e sul Sole, poi, meno che in qualsiasi altro luogo. Ad eccezione del colore nero, qui si possono trovare tutte le tinte. Ad esempio i giganti sono di colore rosso-fuoco scuro, che scende fino al rosa pallido. Ce ne sono anche di colore verde e poi in azzurro, il quale poi si perde nel giallo pallido, e ci sono poi delle mescolanze di colori di tutte le specie, ma ci vorrebbe un libro solo per elencarle. Anche nelle altre fasce solari ci sono delle sfumature del colore, tuttavia è sempre visibile dappertutto lo stesso colore fondamentale. Qui invece non si ha soltanto una scala cromatica delle gradazioni, ma delle combinazioni veramente armoniose.

10. Com’è il linguaggio di questi uomini? Il linguaggio è duplice, cioè mimico e orale. Degno di nota è quando un gigante parla con un nano. Non appena egli si accorge che il nano vorrebbe dirgli qualcosa, egli lo solleva immediatamente e lo tiene vicino all’orecchio. Se invece è il gigante che parla, egli lo tiene il più lontano possibile dalla sua bocca e parla in tono afono e debole quanto più gli è possibile, affinché al nano non succeda qualcosa di male a causa della sua voce, poiché se il gigante parlasse con il tono e la profondità di voce normali, il nano anzitutto non capirebbe niente per tale profondità di voce, e poi le singole vibrazioni lo scuoterebbero troppo. Per evitare questo, nei loro rapporti con i piccoli, questi giganti usano la massima cautela. Se un tale gigante dovesse pronunciare con voce forte una parola sulla vostra Terra, ciò produrrebbe un terremoto tanto forte, che la sua scossa raderebbe al suolo molte città e anche le cime delle montagne ne verrebbero considerevolmente danneggiate.

11. Qualcuno potrebbe chiedere: “Come stanno allora con le loro abitazioni?”. – Io vi dico: “Anzitutto questi giganti eccezionali non hanno altra dimora all’infuori del terreno solare; essi dunque vivono completamente all’aperto, e dato che il suolo è molto solido, li può sostenere”.

12. Inoltre, questi grandi uomini, malgrado la loro massiccia corporatura, sono molto sensibili, e perciò sono di una grande delicatezza sia nel camminare che in qualsiasi cosa facciano. Essi vivono fra di loro molto pacificamente e se si muovono, lo fanno in proporzione alla loro grandezza, con dei passi leggeri, corti e molto lenti ed esaminano il terreno ad ogni passo, per paura di schiacciare qualcosa di vivente. Se essi scorgono qualcosa del genere, si chinano senza indugio ed esaminano di cosa si tratta, e se realmente c’è qualcosa di vivente, lo mettono da un lato con la massima precauzione e solo dopo avanzano di un altro passo.

13. Per tale ragione, questi giganti vanno molto raramente nelle regioni vicine al mare, che sono molto popolate, dato che là devono stare molto attenti a non schiacciare qualcosa. Se vogliono intraprendere qualche viaggio, essi preferiscono la via dei fiumi molto larghi, dato che là non hanno la necessità di sgomberare il terreno per poter camminare. Ma non si fanno vedere quasi mai sulla terra, e specialmente sulle solide rive del mare.

14. Voi volete sapere ora di cosa vivono questi uomini e in cosa consiste il loro nutrimento. Essi, per quanto concerne il loro nutrimento, vivono di frutta che cresce in grandissima quantità su giganteschi alberi permanenti, e poi anche di quei prodotti che essi, al pari degli altri abitanti solari, fanno sorgere dal terreno con la loro volontà. Infatti su quest’ultima fascia è diffusa la vegetazione dipendente dalla volontà. Una terza sorgente di cibo si trova nell’aria solare, anche qui straordinariamente ricca di meteore, come sul pianeta Miron; soltanto, com’è naturale, in proporzioni gigantesche. Dunque, anche qui c’è un pane volante, un pezzo del quale potrebbe benissimo servire da satellite ad un pianeta.

15. Se voi considerate tutto ciò, vi risulterà certamente chiaro che il grande Padrone di casa che deve nutrire miriadi e miriadi di Soli Centrali in modo che vengano sempre saziati, troverà certamente i mezzi per saziare anche questi uomini, dato che il mantenimento naturale di un Sole Centrale, in confronto al quale il nostro Sole è appena un granellino di polvere, avrà certo bisogno di più, che il mantenimento di un uomo, anche se fosse tanto grande che dalla Terra raggiungesse la Luna. Dunque, nulla di ciò che possa essere infinitamente grande oppure infinitamente piccolo potrà un giorno, morire di fame, poiché la Mia dispensa è infinita.

16. Perciò non c’è bisogno che vi preoccupiate per il mantenimento di tali grandi uomini, poiché dinanzi a Me non esiste qualcosa di grande da nessuna parte. Quello che voi chiamate grande, anzi indicibilmente grande, ai Miei occhi non è nemmeno degno di essere chiamato atomo. L’Uomo [cosmico][39], che è costituito di innumerevoli schiere di sfere di racchiudimento, dinanzi a Me non è più grande di un piccolissimo punto sperduto nell’infinità!

17. Da quel poco che si è potuto dire, questi uomini della settima fascia, alti più di un migliaio di klafter, vi appariranno piuttosto modesti. Perciò non occupiamoci più della loro statura e del loro mantenimento, ma delle loro condizioni di vita, istituzioni e infine della loro religione. Perciò, per oggi basta!

 

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Cap. 67

Condizioni di vita e natura spirituale degli abitanti del settimo paio di fasce

 

1. I rapporti sociali degli uomini di questa fascia, come è già stato accennato, sono più o meno dello stesso tipo del pianeta corrispondente. Solo che qui non ci sono in nessun luogo, come accade nel pianeta, delle abitazioni e, di conseguenza, neppure dei villaggi. Gli uomini vivono in certi aree, però sempre socialmente insieme ed usano un grande terreno di proprietà comune del distretto; cioè tutto il terreno notevolmente grande non appartiene a nessuno in particolare.

2. Quello che il terreno offre, naturalmente e normalmente, ognuno ha il diritto di usarlo per le proprie necessità. Quello che invece qualcuno può trarre dal terreno con la sua forza di volontà, è sua proprietà esclusiva, ma date le leggi amichevoli vigenti fra loro può elargire di quello che ha prodotto da solo almeno un terzo a favore della comunità. Questo è pure il caso di quelle prese di possesso dovute ad una fortunata combinazione oppure di quelle che voi siete soliti dire: “Questa è una terra come si deve, lì ti arrivano in bocca, uccelli arrostiti da soli”.

3. Voi di certo ricorderete che l’aria del pianeta Miron produce in modo miracoloso dei viveri che basta vengano pigliati al volo e portati alla bocca. Tanto più frequente è il caso su questa fascia solare e specialmente su quella settentrionale. Infatti, dato che proprio le regioni polari del Sole sono quelle da cui l’intera schiera dei suoi pianeti riceve un ricco sostentamento, vi dovrebbe essere facile immaginare che da queste abbondanti distribuzioni, non di rado una quantità di briciole vaganti vadano a ricadere sulla settima fascia oltrepassando la cintura polare dei monti che la separano dal polo. Grazie a ciò c’è sempre qualcosa da sbocconcellare per gli abitanti di questa fascia.

4. Anzi, questa è una delle ragioni per cui il clima qui è considerevolmente più fresco che non nelle altre fasce, poiché l’aria è sempre piena di ogni tipo di vapori produttivi, dai quali, infine, prendono consistenza molte buone cose; ciò che per gli abitanti di questa fascia non riesce meno gradito come lo era stata per gli israeliti la pioggia della manna nel deserto. Dunque, quello che l’aria produce spontaneamente, appartiene a colui che lo trova per primo e ne ha preso possesso; ciò non toglie che egli può sempre rinunciare alla metà in favore della comunità. In ciò consiste la costituzione comunitaria di questi abitanti.

5. Dato però che questi giganteschi uomini non hanno delle case, viene da chiedersi in che cosa consistano i luoghi dove vivono. Essi, sulle colline che sono di grandezza abbastanza considerevole, scelgono i posti più piani e più morbidi, vi fanno crescere dell’erba folta, che è molto elastica e che non di rado raggiunge un’altezza di parecchi klafter. Una simile superficie erbosa, che spesso raggiunge una, due e anche tre miglia quadrate, la recintano con degli alberi fruttiferi giganteschi, piantati gli uni molto vicini agli altri. Questa superficie così recintata è l’abitazione comune, di cui una parte è riservata agli uomini, l’altra alle donne. Questi posti dove essi vivono non hanno mai una forma regolare, ma dipende dall’ampiezza della zona piana che la collina offre.

6. Tutto il terreno intorno ad una tale collina, che non di rado misura da ottocento a mille miglia quadrate, è di proprietà comune a vantaggio degli abitanti della collina stessa.

7. Chi è il primo o il capo di una tale compagnia? – L’ordine è lo stesso come sul pianeta. I genitori sono tutto per i loro figli, e al più vecchio, o ai più vecchi se ce ne sono parecchi, vengono richiesti consigli, che poi sono seguiti con il massimo zelo.

8. In quali rapporti si trovano le singole compagnie fra loro? – Estremamente amichevoli quando s’incontrano, poiché tra loro non esistono differenze e men che meno differenza di razza, come si riscontra purtroppo fra gli abitanti della vostra Terra quando commerciano con i fratelli di pelle scura trattandoli come animali (all’epoca del dettato: 1842). Al contrario, quando su questa fascia un uomo di un colore s’imbatte in un altro di diverso colore, egli ha ancora maggior rispetto di lui che non di un uomo del suo stesso colore, e questo per il motivo che è credenza comune, in tali abitanti, che con ciò il grande Creatore ha voluto dare una nuova prova della Sua Sapienza inaccessibile. Perciò tali uomini studiano attentamente questo fratello diversamente colorato, nell’intento di scoprire qualche traccia da cui dedurre quale sapientissima meta abbia potuto avere il Creatore con questa diversa colorazione, e per questa ragione discutono a lungo con lui, per individuare nelle sue affermazioni la traccia di una sapienza interiore. E perciò per costoro, ogni parola che esce dalla loro bocca è un tesoro nascosto, che viene osservato con cura da tutte le parti e poi smembrato e conteggiato fino ai recessi più nascosti.

9. E così pure anche le diverse stature degli uomini sono una causa importante del loro reciproco rispetto, poiché anche queste sono considerate alla stessa stregua della diversità dei colori.

10. Questi uomini, sono così industriosi come quelli del pianeta corrispondente? – Questo no, poiché non hanno bisogno delle molte cose che sono necessarie agli abitanti del pianeta. Parecchi rami della produzione materiale vengono a cadere da sé, dato che essi non hanno case e neppure vestiti.

11. Diversamente stanno le cose con le profonde, intime conoscenze e con le cognizioni spirituali, poiché a questo riguardo gli abitanti della fascia solare sono molto superiori a quelli del pianeta. A parte la loro forte volontà, essi non usano altri arnesi all’infuori delle loro mani e dei loro sani sensi.

12. E come stanno le cose per quanto riguarda la musica? – Dal punto di vista materiale, come voi usate dire, stanno oltremodo male, poiché essi non dispongono di strumenti musicali di nessun tipo, e con il timbro della loro voce grave, cioè molto basso, non possono emettere alcun suono che somigli alla musica, ma in compenso sono tanto più musicali nel loro spirito interiore da poter comunicarsi reciprocamente, in modo percettibile e sensibile, i loro intimi concerti spirituali, così come voi potete comunicare con le parole i vostri pensieri.

13. Come avviene ciò? – Quasi nella stessa maniera in cui da voi certe cosiddette sonnambule possono percepire chiaramente quei suoni e quelle armonie che il loro cosiddetto magnetizzatore pensa e sente in sé. Certamente, voi ora chiederete: “Come è possibile ciò?”. – A questa domanda Io vi dico che, in primo luogo, l’uomo spirituale ha orecchi e tutti gli altri sensi altrettanto come l’uomo naturale. Come però l’uomo naturale con i suoi sensi naturali può percepire il canto di un altro uomo, altrettanto bene e in maniera incomparabilmente più perfetta lo può lo spirito con i suoi sensi oltremodo più percettivi. Da ciò risulta evidentemente chiaro che anche tali uomini senza strumenti, senza studio e privi di capacità e possibilità canore, possono tuttavia essere musicisti provetti, poiché, se questo non fosse il caso, anche presso di voi non sarebbe mai sorta la musica; perché dove sarebbe andato a cercarla il primo musicista, se non dentro il suo spirito? Da quanto ora detto potete ben comprendere come gli abitanti della nostra settima fascia, pur essendo privi di strumenti musicali e senza capacità canore esteriori, siano dei musicisti veramente eccellenti, procurandosi grande diletto nel lodarmi nell’intimo del loro cuore.

14. La musica dello spirito deve corrispondere sempre alla più profonda, intimissima lode che uno spirito possa tributarMi dalla sua più interiore e celeste profondità, così come ‘l’uomo secondo il Mio Cuore’ ed altri cantatori fecero pure in Mio Onore e tuttora fanno tutti gli spiriti angelici dei Cieli. Se invece la musica viene trattata come da voi, sarebbe meglio che parecchi dei musicanti suonassero ai balli pubblici con dei serpenti a sonagli, che non con i loro armonici strumenti musicali, poiché quello che essi suonano, preso nel suo insieme, non è altro che un potente richiamo di Satana alla morte eterna! Basta però con questo, poiché a quale grado di depravazione è giunta da voi la musica, voi lo sapete già.

15. E adesso, come stanno le cose su questa fascia per ciò che riguarda l’astronomia? – Molto bene ed esattamente come per la musica. Con i loro occhi, solo come eccezione su quest’ultima fascia, i suoi abitanti non vedono mai nessuna costellazione nel vasto firmamento, a causa della costante nebulosità, però, tanto più chiaramente essi la scorgono nel loro spirito, e per questa via essi sono tanto esperti in tale ramo, che dei corpi mondiali che non hanno niente a che fare con il loro, essi li conoscono quasi tanto bene quanto la loro fascia.

16. Se non tutti, almeno i più saggi conoscono com’è ordinato il perfetto pianeta Sole e quali ospiti esso celi e porti sulla sua superficie, come pure nel suo interno e anche nelle sfere indicate (cap. 2,8), però essi sanno anche che devono rimanere là con il loro corpo finché il loro spirito è destinato a portarli. Quindi, gli abitanti di questa fascia non sono quei sempliciotti di poche risorse come potrebbe apparire al primo momento, osservandoli nella loro gigantesca nudità.

17. Se poi qualcuno volesse chiedere perché il corpo di questi uomini è tanto incredibilmente grande, mentre il loro spirito con tutta la sua perfezione non può dimostrare di avere una maggiore grandezza di quello di qualsiasi altro spirito perfetto di un uomo incomparabilmente più piccolo in quanto al corpo, vedete, questa è una domanda che, invece di una risposta, fa sorgere molte altre domande. Voi potreste chiedere anche: “Per quale motivo la quercia è tanto grande, pur avendo da portare un frutto insignificante? E perché quel melo che produce i frutti più grossi è il più piccolo non solo a paragone con la quercia ma perfino con altri meli?”. Inoltre potreste chiedere: “Perché il grande elefante ha gli occhi proporzionatamente più piccoli degli altri animali e una mosca ed altri insetti del genere, in rapporto alla loro grandezza, hanno gli occhi più grandi?”

18. Si potrebbero fare altre allegre domande simili; queste però dovrebbero bastare a rendere evidente tanto a voi che ad altri ancora che Io ho una quantità di peculiarità delle quali non sempre sono disposto a rendere conto, specialmente agli uomini nel loro stato naturale, nel quale essi, sempre per delle Mie speciali ragioni molto ben ponderate, sono inaccessibili ad una sapienza superiore. Quando però questo stato di prova sarà superato completamente, allora ci sarà sempre tempo per guidare gli spiriti perfetti in ogni sapienza attraverso tutta l’infinità. Dunque, lasciamo per il momento i nostri grandi uomini sulla fascia così come sono; un giorno arriverà per lo spirito il momento più adatto in cui esso potrà compenetrare anche questo.

19. Avendo ora dato un’occhiata generale alle condizioni in cui vivono gli abitanti di questa settima fascia solare, la prossima volta passeremo alla loro religione, nella cui occasione parecchie contraddizioni apparenti, che ancora sussistono nell’esposizione del Sole, saranno appianate, e perciò per oggi chiudiamo il capitolo!

 

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Cap. 68

Principi di massima in merito alla religione degli abitanti del Sole e alla natura delle divine Rivelazioni

 

1. Se avete osservato la religione degli abitanti del pianeta Miron, dovete già aver avuto un piccolo assaggio di come possa configurarsi la religione su questa settima fascia solare, ma con questo non deve sfuggirvi il fatto che la fascia solare corrispondente non si comporta mai in modo polarmente identico al pianeta, bensì in tutto in modo antipolare, vale a dire: la fascia solare si comporta in modo solare in tutte le circostanze del suo corrispondente pianeta. E questo è dunque anche il caso della religione.

2. Su di un pianeta la religione procede dal materiale allo spirituale, e dunque il materiale è, necessarimente, prevalentemente prima dello spirituale. Sul Sole avviene esattamente il caso contrario. Qui la religione procede dallo spirituale al materiale, e qui si presenta come fondamento creativo, essenziale di tutte le cose. Per questa ragione dunque, dappertutto, qui lo spirituale è anche prevalentemente prima del materiale.

3. Nondimeno, per rendere ancora più chiara questa differenza, dovete immaginarvi la questione così: se voi, abitanti dell’uno o dell’altro pianeta, avete davanti a voi la materia e i prodotti formati di materia, ammirandoli ed osservandoli molto attentamente, ciascuno di voi sicuramente domanderà: “Come nasce o com’è nata questa o quella cosa? Quale ne è mai la causa?”. – Con simili domande e con le risposte che possibilmente ne seguono, vi addentrate sempre più in profondità. E se indagate e cercate secondo le giuste regole, alla fine dovrete di certo giungere necessariamente allo spirituale, dunque a una vita autonoma, dal momento che la materia morta, immobile, alla fine vi griderà: “È certamente impossibile che io mi sia formata da sola e, tanto meno, animata da sola!”. In altre parole, però, ciò non significa altro che questo: “Voi percorrete il cammino antisolare, – passando dal materiale allo spirituale”.

4. Nel Sole il cammino è tutto all’opposto, come è già stato detto sopra. Là nessuno guarda a una cosa per come essa è davanti a sé, ma il suo primo sguardo è alla causa, e solo a partire da questa egli poi percorre gradatamente quelle vie, secondo le quali dallo spirituale è nata o si è formata la forma naturale di un essere, – e allora questa via viene chiamata “solare”.

5. Dunque, così si configura anche presso di voi ogni Rivelazione; essa procede dallo spirituale al formale-materiale. Per questa ragione non raramente le forme esteriori devono poi apparire certamente contraddittorie, mentre invece interiormente scaturiscono dal sommo e ben calcolato Ordine.

6. Affinché questo vi diventi ancora più evidente, voglio darvi solo un piccolo esempio: “Osservate una volta un vecchio albero! Premesso che sia interamente sano, il modo migliore per poterlo osservare, sarebbe di poter tagliare il tronco esattamente di traverso, e poi osservare molto attentamente a partire dal midollo tutte le parti del legno che circondano il midollo in modo sempre più disordinato, – fino a poter arrivare al suo contorno più esterno, alla ruvida corteccia. Se lì voi vedeste il midollo e il suo contorno più immediato, e come questo sia formato in modo del tutto perfettamente ordinato, si può certo prevedere che vi debba cogliere una grande ammirazione per tale grande ordine. Ma se poi cominciaste ad osservare i cerchi attigui sempre più distanti dal midollo, arrivando a vedere quelli disordinati, sicuramente vi domandereste: “Da dove viene questo disordine? Ciò contrasta in modo molto evidente col midollo perfettamente rotondo”. – Infatti tra questi vi si scoprono qua e là delle incurvature all’indentro e all’infuori, che non di rado sono di uno, due o anche tre pollici, eppure il midollo è rotondo! Che cosa mai ha compresso qua il cerchio del legno, e là lo ha spinto all’infuori? E quando poi arrivaste infine alla corteccia esterna, – diteMi: “Come vi spiegherete qua il massimo disordine della corteccia stessa, e infine i grossi solchi dell’albero?”. Dovreste dunque necessariamente dire: “Quanto più osserviamo questa cosa alla luce, tanto più grande troviamo la contraddizione tra il midollo e il rivestimento esterno di quest’albero”. Vedete, una tal cosa ve la insegna già anche un unico taglio di un albero!

7. Ma affinché l’intera questione vi risulti ancor più chiara, vogliamo illuminarla un po’ di più. Se voi, per esempio, tagliaste trasversalmente l’albero in parecchi punti, e poi confrontaste questi tagli l’uno con l’altro, pur col midollo sempre uguale, quanto enormemente diversi li trovereste! Tuttavia queste diversità sono ancora troppo poco vistose. Perciò vogliamo osservare la cosa ancora un po’ più a fondo!

8. Prendiamo ad esempio il seme di un albero! Voi potete confrontare fra loro, per esempio, cento semi di quercia, anzi perfino pesarli. Se del resto prendete i frutti perfettamente belli di quest’albero, le differenze reciproche saranno a mala pena osservabili. E se inoltre toglieste dai semi i nuclei e osservaste questi ultimi di per sé al microscopio, trovereste in ciascuno di questi piccoli rigonfiamenti che costituiscono il nucleo, un unico e medesimo ordine. Tuttavia, Miei cari, prendiamoci il disturbo di fare una piccola passeggiata in un bosco di querce! – “Oh, oh!”, direte voi, “Qua non c’è un albero che assomiglia all’altro! Questo qua, ha i rami così, quello là li ha diversi, e non ci sono due alberi in tutto il bosco che si assomiglino nella forma!”. Forse, ritenete che nelle radici regni un ordine maggiore e il loro stato corrisponda sempre al nucleo del seme? Estraiamo pure gli alberi, che nello spirito, questo si può certo fare molto facilmente. Esaminate qua le radici, come esse sono altrettanto diverse e reciprocamente dissimili, quanto gli stessi fusti e le chiome degli alberi!

9. Se voi considererete solo un po’ questa cosa, allora sarete costretti ad esclamare ad alta voce, secondo verità: “Quale disordine, quale contrasto in confronto all’ordine straordinariamente coincidente e uniforme nel nucleo del seme! Come può da un tale ordine, derivare un simile contrastante disordine in tutti i tronchi, rami e rametti?”

10. Vedete, in ciò sta quello che vi è assolutamente necessario comprendere ed afferrare bene, se volete trarre da ogni Rivelazione spirituale avente una forma esteriore attraverso il senso letterale, un vero giovamento. Infatti lo spirituale è una forza precisa in se stessa, ed è nel massimo ordine con se stessa. Quando però questa forza uscendo da se stessa vuole esternarsi, essendo in sé il massimo ordine, deve certo essere avveduta sul modo in cui le sarebbe possibile esternarsi tenendo conto delle circostanze esterne. Ciò in primo luogo per non perdere di vista la sua caratteristica natura originaria, ma d’altra parte per agire in modo tale da essere in armonia anche con le circostanze esterne.

11. Vedete, da ciò risulterà dunque chiaro che quando Io, essendo l’originaria Forza stessa, dal Mio eterno Ordine assolutamente e puramente spirituale Mi esterno per il mondo esteriore, osservo anche sempre queste due regole nel modo più preciso, essendo Io il primo Autore delle stesse; e cioè appunto in modo tale che in ogni autentica Rivelazione non vada perso nulla di ciò che è propriamente divino-santo nella Sua pienezza, anzi ciò deve essere insito ovunque nella sua natura, in modo sommo-perfetto. Ma per quanto concerne poi l’espressione formale verso l’esterno, questa deve tuttavia adattarsi di nuovo alle circostanze esterne, e deve perciò necessariamente, nella sua esteriorità, apparire contraddittoria in varie cose, mentre invece in se stessa è nella più sublime, ordinata armonia. Così dunque gli alberi di quercia, di per sé, sono nella loro natura sempre gli stessi e, dopo tutto, fanno di nuovo sempre riferimento, in virtù dei loro prodotti, allo stesso ed unico ordine fondamentale, per quanto sembrino contraddirsi nella loro forma esteriore.

12. Nondimeno, qui alcuni diranno: “In che nodo questa spiegazione è in armonia con la religione degli abitanti la settima fascia?”. – Io invece vi dico: “Ciò che segue, mostrerà come questa spiegazione era necessaria, per comprendere veramente a fondo sia il campo della religione, così come anche tutte le altre cose degli abitanti, non soltanto della settima fascia, ma anche di tutte le altre fasce e per trarne il giusto profitto.

13. Già prima ho accennato che proprio in occasione dell’esposizione della religione di questi abitanti del settimo anello, sarebbero state appianate parecchie apparenti contraddizioni nel corso di tutta questa Comunicazione. Come potreste mai esaminare questo con tranquillità e sicurezza, senza questa spiegazione che ora è preceduta? Ma poiché ora sapete questo, non ci sarà più neanche alcun’altra grande difficoltà a rettificare per voi tutto questo, e mostrarvi la differenza tra l’effetto solare e quello antisolare.

14. Per questa ragione vogliamo poi anche cominciare propriamente il campo della religione nella prossima Comunicazione. Bene; questo per oggi!

 

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Cap. 69

La vera chiave per la comprensione di tutte le religioni e le rivelazioni

 

 

1. Dunque, per quanto riguarda il vero e proprio campo della religione, essa consiste in questo: porgere all’Essere divino una lode unanime da tutte le parti.

2. Per questa ragione tutte le cose sono anche indagate in modo tale che, osservate dall’interiore, devono avere sempre un’unica e stessa causa. Non si fa questione se è grande o piccolo, neppure se è molto o poco, oppure non è che si dica: “Questa è una cosa grandissima!”, o: “Questa è piccolissima!”; oppure: “Qui una tale distanza è indicata da un numero”, e subito, accanto, un’altra distanza indicata con un altro numero. Se tali diversità vengono osservate solo dall’esterno, esse sono evidenti e si contrappongono; ma osservate dall’interiore sono completamente uguali.

3. Se per esempio Io volessi dirvi: La distanza tra la città dove abitate fino alla città più vicina, per esempio nel vostro Oberland[40], è di sette miglia; e di nuovo volessi dirvi: “La distanza dalla città dove abitate fino a quella stessa città è di dieci miglia”; e di nuovo volessi dirvi: “Tale distanza è di venti miglia!”, e cioè per lo stesso e unico percorso. Sì, Io potrei indicarvi ancora parecchi differenti numeri per la distanza, e se voi considerate la faccenda esternamente, non potete fare a meno di affermare, con buona coscienza del vostro intelletto: “Questa è certamente un’assurdità! Infatti lo deve pur vedere anche un cieco, che una distanza misurata e stabilita di circa sette miglia, non può essere allungata o accorciata, premesso che la linea del percorso misurato rimanga sempre quella stessa e unica”. – Dall’esterno questa obiezione è fondata, e perciò sette, dieci e venti miglia non possono essere la stessa e unica cosa. Ma quale aspetto otterrebbe questa indicazione se fosse esaminata dall’interiore? Ciò è un’altra questione.

4. Ma poiché voi possiate vedere l’identità di tali indicazioni, anche in questo caso voglio venirvi in aiuto con una chiara immagine. – Vi chiedo: “Come vi immaginate, poniamo ad esempio, la città di Bruck[41]?”

– Voi direte: “Così come l’abbiamo anche sempre vista”.

– Io vi domando di nuovo: “Dove potete immaginarvela?”

– Voi direte: “Per prima cosa in noi, cioè con la forza della nostra immaginazione e del nostro ricordo della naturale immagine plastica di questa città”.

“Bene”, dico Io. In questa rappresentazione in voi, siete legati a un determinato posto? Ovvero: siete obbligati a rappresentarvi nello spirito, questa città, esattamente e solo là dove essa si trova?

– Voi, in spirito, potete sicuramente collocare questa città a qualsiasi distanza a piacere! Ora vedete, con ciò ne abbiamo a sufficienza e vogliamo seguire ulteriormente la cosa. Se osserviamo dall’interiore, per lo spirito è la stessa cosa dove esso voglia rappresentarsi questa località, e questa rappresentazione gli costa anche sempre solo la medesima fatica. Domandate allora al vostro spirito, quale differenza trovi mai tra le distanze indicate! Per la città di Bruck distante sette miglia, gli occorrerà forse meno tempo ad immaginarsela da qualche parte, rispetto a una città distante cento miglia? Chi conosce anche solo un poco la grande prontezza dei propri pensieri, costui dunque avrà già fatto in sé l’esperienza di non trovare alcuna diversità ad immaginarsi la distanza di un miglio e, subito dopo, una distanza di parecchi trilioni di miglia. Ma se ciò è perfettamente la stessa e unica cosa per ‘lo spirito’, ovvero ‘osservando dall’interiore’, dunque, sarà anche chiaro che tutte le cose, osservate da lì, così come esse escono dallo stesso e unico punto, in uno stesso e unico punto sono dunque un’unica e stessa cosa.

5. Questo lo potete anche già trovare nel generico accentrare dei concetti. Infatti sotto quale nome generico potete rappresentarvi in modo comprensibile tutte le cose create, ignorando le loro differenze esteriori di costituzione, caratteristiche e forme?

– Voi dite: “Sotto l’espressione generica: esseri o creature”.

“Bene”, dico Io. Però ditemi: “Qual è la diversità trovata da voi tra l’infinita molteplicità degli esseri, di specie assolutamente diversa?”.

– Qui, dopo tutto, dovete ammettere palesemente e dire: “In queste espressioni generiche non è affatto evidente la diversità di tutte le innumerevoli cose create. Infatti in queste due espressioni si esprime solo una molteplicità paritaria delle cose create”.

– Io domando di nuovo: “Perché dunque?”. Se voi considerate un po’ ciò che è stato detto in precedenza, a questo ‘perché’ non potete dare altra risposta se non dicendoMi: “Perché nella Causa che le ha originate, tutte le svariatissime e infinite molte cose sono pienamente una cosa sola”.

– Se Io aggiungo ancora e domando: “Come?”, e “in che cosa?”.

– Voi, per così dire, siete costretti a sbatterci il naso contro, e a dire: “Dato che tutte le cose derivano dall’Amore divino, esse di certo devono anche trovarsi, appunto in questo divino Amore, così perfettamente unificate come questo divino Amore è in Se stesso perfettamente unificato”.

6. Se qui qualcuno volesse eventualmente obiettare: “Già, dunque, proprio tutto dev’essere derivato dal divino Amore? Dio è pure, anche la suprema Sapienza. Non è dunque più opportuno assumere, anziché l’Amore, la Sua sconfinata Sapienza, quale principio di derivazione di tutte le cose? Dopo tutto, infatti, noi vediamo certamente una cosa simile fra di noi uomini. Ce ne sono alcuni che possiedono una forte dose di amore, al punto che, da esattissimi filantropi, vorrebbero assimilare in sé tutti i loro fratelli e sorelle. Ma se essi, accanto al loro amore, non cercassero di coltivare anche le forze della loro intelligenza, con tutto il loro grande amore riuscirebbero a fare ben poco di buono. Mentre pure, altri uomini che non sono dotati di una così forte dose di amore, con le loro molteplici conoscenze riescono ad attuare grandi cose”. – Tale obiezione sarebbe sì degna di una certa considerazione, se Dio e un uomo fossero del tutto e perfettamente la stessa e unica cosa. Ma poiché, invece, tra essi c’è una forte differenza, così è anche presente la medesima forte differenza riguardo all’Amore in Dio e all’amore nell’uomo, sebbene un uomo propriamente giusto debba assomigliare su questo punto il più possibile al suo Creatore.

7. Dunque, presso Dio la Sapienza deriva dall’Amore, così come la luce deriva dalla fiamma. Perciò anche se le cose nella loro eterogeneità vengono disposte e ordinate dalla divina Sapienza, tuttavia nessuno può mettere in discussione il fatto che esse, in ultima analisi, devono tuttavia derivare infine dall’Amore, insieme alla Sapienza. Ora vedete, dato che sicuramente adesso comprendiamo questo, dunque, così dev’essere certamente chiaro che tutto, dall’intima Causa, deve ricomporsi e trovarsi, nel massimo Ordine in assoluto, come se esteriormente non ci fosse alcuna differenza. La molteplicità degli alberi, già osservati nella precedente Comunicazione, converge infine nel seme, nell’antico, semplice, indistinto Ordine eterno.

8. Perciò, chi osserva se stesso e tutti gli esseri da questo intimo Ordine, ovvero, detto ancor più nella vostra lingua, dal suo intimo amore per Me, il Nucleo fondamentale di tutti gli esseri, costui troverà ovunque la stessa e unica Unità e lo stesso e unico Ordine, che ovunque si ricompone!

9. Osservate per esempio l’albero della Vita, ovvero la Parola scritta, sia dell’Antico, sia del Nuovo Testamento. Vi chiedo: “Quante migliaia di rami, rametti e radici potrete riconoscere in essa?”. Non una radice, non un ramo, non un rametto assomiglia all’altro. Dall’esterno, tutto sembra contraddirsi. Frasi che insegnano la stessa e unica cosa, suonano diversamente. Predizioni profetiche sullo stesso e unico evento, sono designate da diversi profeti, pure in modo diverso. Perfino i quattro evangelisti raccontano la stessa e unica cosa con altre parole, e si differenziano anche nell’indicare diversi numeri. Sì, perfino certe località dove sono avvenuti i fatti, spesso non vengono indicati in modo completamente concordi, e così variano anche non di rado i dati numerici relativi al tempo. Chi ora vuol arrivare dalla visione esteriore alla connessione interiore, costui dunque sicuramente sbaglierà strada, e colpirà il centro altrettanto difficilmente, quanto uno che volesse perforare un albero dall’esterno e sostenere che, partendo da dove ha messo il trapano, deve senz’altro penetrare fino al midollo. Ma se dopo esaminerà il percorso del suo trapano, risulterà sicuramente che lui col suo trapano ha mancato il midollo di parecchi pollici. Se egli invece, spacca prima l’albero in senso longitudinale, e poi trapana dal midollo verso l’esterno, sarà mai possibile allora che egli manchi la corteccia? Perché dunque, no? Perché nel midollo tutto viene a riunificarsi. Ma all’esterno non è affatto possibile che uno trovi il midollo. Qualcuno potrebbe riuscire solamente per puro caso, come dite voi, a raggiungere il centro col suo trapano. Ma a cosa gli gioverà mai questo? Sarà ora per questo in grado di raggiungere il midollo del centro, in ogni albero che egli perfora di nuovo?

10. Vedete, così anche la sapienza dell’intelligenza esteriore, in certo qual modo, antisolare, non giova a nulla! Un sapiente di tal genere brancolerà costantemente come un cieco, e tutto sarà solo un mezzo indovinare, mai invece una piena, convincente certezza interiore. Chi invece col suo trapano perfora per la via solare l’albero spaccato per lungo, a partire dal midollo, potrà mai mancare la corteccia?

11. Vedete, questa è la giusta chiave per illuminare ed aprire la vera, interiore sapienza, non solo per quanto riguarda la religione degli abitanti la nostra settima fascia solare, ma molto di più ancora per voi riguardo alla vostra religione, e anche rispetto a questa presente nuova Rivelazione. Ciò affinché voi, allora, proprio con questa chiave, o con questo vero trapano interiore della sapienza, possiate osservare non solo quanto vi è rivelato, bensì anche tutte le cose e tutti i fenomeni dal vero, interiore fondamento e dal punto di vista principale dell’interiore sapienza, il quale dappertutto unifica se stesso e mai si contraddice; dunque: dal centro del vostro amore per Me!

12. Ciò che segue ulteriormente vi metterà in luce ancora maggiore la religione degli abitanti la nostra settima fascia. E così oggi possiamo di nuovo contentarci!

 

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Cap. 70

L’amore profondo a Dio come tratto fondamentale della religione e della vita sul settimo paio di fasce

 

1. Abbiamo già sentito ieri che colui che perfora a partire dal centro, è impossibile che manchi la corteccia dell’albero, in primo luogo perché la corteccia circonda tutto l’albero, e in secondo luogo perché dal centro del cerchio alla sua circonferenza passa sempre una via diretta e sicura. Chi però non ha il centro del cerchio, costui ben difficilmente lo troverà in modo assolutamente preciso partendo dalla circonferenza, perché se parte dalla circonferenza, sarà costretto a cercarlo.

2. Qualcuno però dirà: “È tutto buono e vero, ma se si deve prima spaccare un albero lungo il midollo, per poi perforarlo a partire dal midollo, questo, tuttavia, è un duro lavoro!”. – Ed Io dico: “Senz’altro, poiché per la ricerca della verità e della perenne certezza, sicuramente occorrerà anche di più, che non per trovare l’una o l’altra bugia”. Si deve però aver paura di cercare la pura verità, perché la via per essa è più difficile che non quella per la menzogna? Ritengo che nessuno vorrà affermare questo. Così è anche per la spaccatura dell’albero. Qua è più facile perforare dall’esterno all’interno, e poi dire che è stato colpito il centro, piuttosto che spaccare in due l’albero, e perforare dal centro verso l’esterno.

3. Ciò nonostante, però, la verità lo richiede. E bisogna cercare la vita dove essa si trova, e poi dalla vita andare fuori, ma non cercarla dove non c’è e, così, da morti, voler trovare e sondare la vita a partire dalla morte!

4. Chi dunque vuol percorrere la giusta via, deve sempre percorrere quella solare, non quella antisolare. E l’albero dev’essere spaccato affinché il centro della vita venga alla luce.

5. Qualcuno dirà: “Questo andrebbe tutto bene, ma come facciamo a spaccare l’albero? In alto si trova la chioma, in basso ci sono le radici!”. – Io però dico: “Segate via la chioma, separate le radici, così vi rimane il tronco, e questo può essere spaccato con poca fatica!”

6. E voi chiederete di nuovo: “Che cosa buol dire questo? Non lo comprendiamo! Che cos’è la chioma dell’albero?”. – La chioma dell’albero sono le pretese conoscenze mondane che restano fissate nell’intelligenza esteriore.

7. Che cosa saranno mai le radici? – Non dovete cercare lontano, ma solo rispondere a questa domanda: “A quale scopo, o per quale ragione, gli uomini arricchiscono la loro intelligenza con ogni sorta di conoscenze mondane?”. E adesso le radici vi appariranno completamente visibili. Qualora non doveste trovare la difficile risposta, posso dirvela Io! E cioè che con esse s’intendono tutti gli interessi e i vantaggi mondani. Questi interessi e vantaggi mondani si uniscono a formare il midollo dell’albero, che qua indica l’amore dell’uomo per se stesso, – e questo amor proprio si diffonde poi, nei rami e rametti, e in ogni sorta di utili cognizioni dell’intelligenza, affinché tramite tali cognizioni esso possa trovare sempre maggior nutrimento per la sua propria natura.

8. Dunque adesso questa immagine dovrebbe essere comprensibile. Via la chioma, via le radici, e spaccare il tronco, – affinché l’amore per se stessi venga rivolto verso l’esterno e diventi amore verso il prossimo e verso Dio, e così, convertito, sia esposto ai raggi dell’eterno Sole della Vita! Vedete, così rivolto verso l’esterno, l’amore diventa visibile, e può essere indagato in se stessi; e in qualunque punto venga posto un perforatore della sapienza interiore, esso partirà dal fondamento illuminato e raggiungerà sempre, nella direzione più diritta, la corteccia, ovvero la circonferenza esterna, senza doverla cercare faticosamente.

9. Alcuni però diranno: “L’immagine è buona e si lascia ascoltare; ma con tale operazione l’albero è certo spacciato!”. – Ed Io vi dico: “Se l’esterno di quest’albero non perisce, col tempo quello interno andrà in rovina insieme con quello esterno. Se invece l’albero esterno va in rovina a motivo di quello interno, l’interno viene conservato”. Chi infatti ama la vita, la perderà; chi invece la sfugge, la riceverà. Ciò significa, detto in altre parole: «Chi ama la vita del mondo, costui perderà la vita dello spirito; chi invece ama la vita dello spirito e disprezza la vita del mondo, costui riceverà la vita dello spirito».

10. Pertanto, chi ama la vita dello spirito e la riceve, costui ha spaccato se stesso ed ha aperto la sua vita più intima alla Luce che viene da Me. E questa Luce è il vero perforatore della Sapienza che tutto penetra, e precisamente a partire da quel punto in cui tutte le cose e tutti gli esseri convergono in unità.

11. Dato che ora sappiamo questo, sappiamo anche già quasi tutto su ciò che riguarda la religione degli abitanti della nostra settima fascia solare. Essa consiste semplicemente in questo: guardare tutto a partire dall’interno, e da queste contemplazioni interiori offrire a Me una vera, intima e viva lode.

12. Ma in cosa consiste questa lode? Questa lode consiste nell’unione perfetta, mediante il ritorno di tutto il naturale esteriore, a ciò che è semplicemente spirituale. Sia pure l’esteriorità dispersa quanto vuole, essa infine deve tuttavia lasciarsi esprimere, nell’intimo, come perfetta, consonante unità.

13. E la sua espressione suona così: Dio è l’Amore! Tutto quello che c’è è un’emanazione di questa eterna sacralità. E questa sacralità, nella sua infinita totalità, si trova infinitamente perfetta in se stessa, così come si trova in noi, a Sua immagine e somiglianza. In questa immagine e somiglianza, allora noi stessi, in conseguenza dell’Unica sacralità che viene a trovarsi in noi, siamo unificati con l’eterna Sacralità originaria, in Se stessa la più perfettamente e assolutamente unificata, che è Dio, l’unico Amore. Dunque, noi amiamo Dio se abbiamo il Suo Amore, poiché Dio non si lascia amare con nessun altro amore, se non solamente con l’unico Suo proprio. Perciò, chi vuole amare Dio per vivere eternamente in Lui, costui deve avere in sé l’Amore di Dio come perfetta unificazione con Lui, e tale unificazione è un riportare a questa santificata unità tutto ciò che l’eterno, unico Amore, ha sparso fuori da Sé negli innumerevoli raggi di Grazia, in conseguenza della Sua grande Misericordia.

14. Vedete, questo è il principio vero e proprio della religione di questa settima fascia. Questo principio è perciò di conseguenza, anche il principio fondamentale di tutte le azioni degli uomini di questa fascia.

15. E così anche tutto il loro essere rappresenta visivamente tale principio. Esteriormente essi sono nudi perché non badano all’esteriore. Ma tanto più sono vestiti interiormente, perché tutto quello che a loro preme è lo spirito. Essi sono di grande corporatura per indicare che, abbracciando tutto l’esteriore, lo conducono all’interno per unificarlo là. Essi sono di diversa statura per eliminare nello spirito queste diversità esteriori e renderle unificate. Così sono anche di diversi colori, poiché ciò corrisponde alla suddivisione della luce, ovvero all’esteriore delle cose, – poiché nel loro spirito tutti questi colori siano uniti in una sola luce. Essi abitano la fascia più esterna del Sole, come segno che l’esterno deve essere condotto all’interiorità, e qua diventare una cosa sola con esso. Così vivono di frutti di ogni genere: in parte di quelli forniti loro dagli alberi e dai cespugli che crescono liberamente, in parte dei frutti che la loro volontà fa uscire dal suolo, e in parte di quegli alimenti che l’aria porta loro come per miracolo, – in segno che l’uomo deve accogliere in sé ogni pienezza di Grazia elargita dall’eterno Amore.

16. Vedete anche, come tutti i loro sforzi tendono a far sì che in essi tutto debba unificarsi nell’amore a Dio. Il più grande in quanto ad esteriorità, vale per loro, tanto quanto il più piccolo. Dato che essi, dal loro proprio spirito, conoscono bene gli abitanti dell’intero Sole, dicono: “Gli abitanti della fascia centrale, essendo quelli che più degli altri abbondano di ogni sfarzo esteriore, sono i più piccoli uomini del Sole”. – Se tali uomini parlassero in base al metro di misura esteriore, sicuramente se ne troverebbero ancora di più piccoli, come ne abbiamo trovati noi nel corso di queste rivelazioni sul Sole e sui suoi abitanti. Solamente, poiché considerano tutte le cose dall’interno, essi le denominano così come le trovano anche in se stessi. Qui vi faccio presente che Io stesso, nel corso della descrizione] della fascia centrale, vi ho detto che questi abitanti sono i più piccoli; solo che una tale affermazione si spiega appunto con questo attuale chiarimento. Infatti, sempre, laddove l’esteriore è rivestito di grande sfarzo e varietà, l’interiore è minimo. Dove invece l’esterno si presenta senza alcuno scintillio, là, tanto più grande è l’interno.

17. Qui nella settima fascia non abbiamo mai visto da nessuna parte uno scintillio esterno; in compenso però l’interno è anche massimo. Sebbene qui la forma esterna diventi quella più grande, ciò non guasta per nulla la cosa; infatti tale grandezza è solo una conseguenza della vera maggior grandezza interna, ed è un segno di ciò ci cui abbiamo già parlato. Così anche la dimensione della fascia centrale viene indicata appunto in modo diverso; tuttavia anche questo succede come conseguenza del metro di misura, sempre sottinteso, degli uomini che abitano tale fascia. E così parecchie altre cose, osservate dall’interno, risultano completamente diverse da ciò che cade sotto gli occhi esternamente.

18. Ora dal momento che questo lo abbiamo appreso di nuovo, possiamo anche esaminare sempre in una duplice maniera quanto vi è stato dato (vedi cap. 10,10-33), vale a dire dall’esterno e dall’interno. Dove all’esterno era visibile qualche fenditura, allora pensate che anche questa confluiva nell’unica nel centro. E se avessimo osservato dall’interno quanto era mostrato, allora avremmo trovato ugualmente, sempre, la via diritta, e riconosciuto in anticipo che le escrescenze e le impervietà esterne dovevano tuttavia trovarsi come una sola nel centro, e fuori da quest’ultimo sarebbe stato assolutamente impossibile battere verso un’altra direzione, per quanto grandi fossero le fenditure, le spaccature, i rialzi e le cavità che le contraddistinguevano.

19. Così saremmo giunti anche alla fine nel descrivere la religione degli uomini di questa fascia, e perciò prossimamente vogliamo solo dire ancora qualcosa di loro su procreazione, nascita, matrimonio e morte, e poi portarci subito sul sole interiore, che vogliamo passare in generale il più brevemente possibile. E così lasciamo di nuovo stare per oggi!

 

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Cap. 71

Procreazione, matrimonio e morte, sul settimo paio di fasce

 

1. Dato che la procreazione dell’uomo rappresenta la sua comparsa, o meglio ancora il suo passaggio dallo spirituale alla sfera naturale, vogliamo ora cominciare proprio da questo. – Dunque, come viene compiuta la procreazione qui, da questi grandi uomini del Sole?

2. Se avete notato come i prodotti del suolo derivano da una triplice origine, ci sarà facile dedurre che anche con la procreazione si ripeterà lo stesso. Dunque, essa avviene anche in un triplice modo, ma non in uno o nell’altro, ma in tutti e tre i modi riuniti in un’unità.

3. A questo punto chiederete: “Come è possibile ciò?”. Ed Io vi dico che ciò è senz’altro possibile, poiché anche presso di voi la procreazione è pure triplice, soltanto, che sulla Terra segue l’ordine inverso, poiché quella sensuale è la prima, e soltanto poi, nella maggior parte del casi, per voi inconsciamente, segue quella animica, ed infine quella spirituale. Per i noti uomini solari, invece, la procreazione spirituale è la prima, poi segue quella animica, ed infine quella corporale.

4. Come avviene dunque la procreazione spirituale? Attraverso la parola interiore, alla parola interiore. – Ed in quale modo quella animica? Per mezzo della volontà, alla volontà. – E quella corporale? Con un afferrarsi che ha approssimativamente l’aspetto di un abbraccio fraterno. Dopo un tale abbraccio l’uomo alita sulla donna e, con ciò, tutto l’atto della procreazione è compiuto, poiché quello che Giovanni dice ‘del Verbo che si è fatto carne’ in questo caso viene compiuto letteralmente.

5. Il grande significato, quale fondamento, giace celato nell’uomo in divenire, dal quale egli stesso emerge, e infine con il suo sviluppo egli lo riconosce in sé come tale. E questo fondamento è il Centro nel quale poi tutto si unifica nel modo che Io vi ho già sufficientemente indicato.

6. Detto ciò, non ci resta più nulla d’aggiungere in merito alla procreazione. – E il matrimonio, come avviene? – Come la procreazione, in un triplice modo. Nessuna spinta esteriore induce all’unione i coniugi, ma solamente un impulso interiore. Se essi sono uno nella parola e poi anche nella volontà, essi diventano uno pure nel corpo.

7. Perciò, quando un uomo, all’età di circa cento dei vostri anni, ha riconosciuto così una ragazza, cioè ha trovato in essa la sua parola e la sua volontà, egli si reca dal padre di lei e gli dice: “Vedi, in questa tua figlia io ho trovato la mia parola e la mia volontà; dunque, il grande Dio vuole che io la prenda in moglie. Questo te lo dico affinché tu possa interpellare tua figlia e condurre il suo corpo presso il mio, affinché io l’abbracci e generi in essa un nuovo frutto della Vita”.

– A questo punto del discorso, il padre chiama sua figlia e così le dice: “Guarda qui dinanzi a te l’uomo la cui parola e la cui volontà tu porti in te, secondo la Volontà del Dio onnipotente; diventa perciò sua e lasciati abbracciare dal tuo consorte! La benedizione sia con voi e la Sua parola sia la vostra vita, ora e per ogni tempo eternamente”. Detto questo, egli conduce sua figlia dallo sposo e il matrimonio è così concluso. Nell’eventualità, ciò che succede molto di rado, che il padre della ragazza non viva più nel corpo fisico, questa cerimonia nuziale viene assunta da un fratello anziano del padre della ragazza, oppure, mancando anche questo, da un altro uomo, al quale il padre, quando era ancora vivente, aveva affidato i suoi figli. Ora abbiamo completato anche la descrizione delle nozze.

8. Dunque, come avviene il trapasso di questi grandi uomini che in gran parte vivono intorno ai mille anni? Per quanto concerne l’atto del morire, esso è anzitutto meraviglioso e non è temuto né dagli uomini né dalle donne, ma è considerato da tutti quale il punto culminante degli eventi più beati.

9. Là non si parla neppure di malattia; invece, quando qualcuno deve morire secondo il corpo, egli lo sa già molto tempo prima, e durante questo lasso di tempo, che è per lui il più luminoso di tutta la sua vita, egli prepara tutto nel modo più conveniente ed opportuno per il momento in cui passerà nel puro spirituale. Quando questo momento è vicino, generalmente si dà una festa di ringraziamento, alla quale fa seguito un pasto amichevole; poi colui per il quale il tempo è giunto, si alza, saluta i suoi parenti e tutti i vicini che vivono entro la zona segnata dagli alberi, e infine abbandona lestamente la compagnia e si affretta a recarsi su un’altura, che possa essere scorta da tutti. Giunto là egli si sdraia sul terreno con la faccia rivolta verso l’alto, e nel corso d’un breve tempo scompare tanto completamente, che di lui non rimane la minima traccia.

10. Subito dopo la sua scomparsa fisica, egli ritorna pienamente nello spirito ai superstiti ed ognuno lo scorge per mezzo della ropria vista interiore. Anche questa visione dura poco tempo, dopo ciò questo spirito si allonta e di lui nulla è più visibile in quel luogo.

11. E quando tutto questo ha avuto luogo, tutta la compagnia si reca su quell’altura per offrire a Dio lode e ringraziamento; poi essi ritornano al loro domicilio e sono d’umore gioioso e lieto, a causa della grande grazia che Dio ha voluto accordare ad un loro fratello. Questo atto del morire è uguale in tutta la fascia, tanto sulle isole che sulla grande terraferma.

12. Può ancora essere osservato da voi come una cosa curiosa, che l’uomo sparisce prima della donna e, in generale, i grandi giganti prima degli uomini piccoli. Questo sarebbe anche tutto ciò che si riferisce all’atto del morire degli uomini di questa settima fascia.

13. Non c’è bisogno di dire che per entrambe le fasce vale quanto detto finora. Considerato dunque che abbiamo terminato d’intrattenerci sulla abitabilità di tutta la superficie del Sole, la prossima volta, come già accennato, ci recheremo nel suo interno; e perciò per oggi basta!

 

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Cap. 72

 

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I soli interni e i loro abitanti

Ascesa nell’Ordine e ascesa ribelle all’Ordine degli spiriti della luce fondamentale solare

 

1. Fin dal principio (di questa comunicazione, cap. 7,8), abbiamo già appreso che il Sole non è un corpo compatto, ma che esso consiste di sette soli inseriti l’uno nell’altro, fra i quali c’è perennemente uno spazio vuoto di parecchie migliaia di miglia.

2. È stato pure accennato che questi soli interni sono abitati. Ora ci si chiede: “Da che specie di abitanti? Sono essi uomini dotati effettivamente di un corpo fisico, oppure hanno forse qualche somiglianza con gli gnomi delle montagne oppure con i cosiddetti spiriti dell’aria, del fuoco, dell’acqua e della terra? Oppure si tratta di una specie particolare di esseri che non si trovano in nessun altro luogo, se non esclusivamente nel Sole?”. Queste sarebbero supposizioni delle quali né l’una né l’altra può essere completamente scartata; però, neppure interamente affermata. All’apparenza, tali abitanti hanno certamente molta somiglianza con quanto ora accennato, mentre invece nella realtà e nel significato interiore non ne hanno alcuna.

3. Quando si tratta del Sole, voi dovete tenere sempre presente che su di esso ci sono solo degli esseri di specie primordiale, o solare, mentre sui pianeti, gli esseri sono di specie secondaria o antisolare. Se voi vi soffermate alla forma, essa si esterna nel medesimo modo come sui pianeti, ma invece, per quanto riguarda la costituzione interiore e la sua base, tutto sta in completo contrasto con tutto ciò che di questa specie si trova sui pianeti.

4. Detto questo, possiamo già gettare uno sguardo sugli abitanti di questi soli interni. Essi sono fra loro altrettanto diversi, come diversi sono i colori dell’iride, cosicché noi non abbiamo, nel vero senso della parola, né gnomi dei monti né spiriti dell’aria, dell’acqua, della terra e del fuoco, e meno ancora dei veri uomini naturali dotati di corpo fisico, ma uomini spirituali, i quali, solo con il tempo possono passare nella vita naturale fisica sulla superficie del Sole, oppure, in caso sfavorevole, anche nella vita al di fuori del Sole, e precisamente sui pianeti.

5. Chi volesse definire questi esseri spirituali con un nome generale, la migliore cosa sarebbe usare il termine ‘spiriti della luce fondamentale solare’. Questi spiriti fra loro si vedono benissimo, come gli uomini naturali si vedono fra loro, e a questo scopo possono formarsi un corpo dall’aria circostante come vogliono e quando vogliono. Questo lo possono fare grazie alla piena libertà di cui godono nello spazio che è stato loro assegnato da Me quale dimora.

6. Se di questo stato di indipendenza e di piena libertà fanno un giusto uso, con il tempo diventano più saldi e duraturi nel loro essere e possono poi passare al più presto sulla superficie del Sole attraverso la via della procreazione e della nascita, e alla loro dipartita, da là, sta già aperto dinanzi ad essi l’ulteriore viaggio spirituale, del quale si è già parlato, per il raggiungimento della perfezione finale.

7. Se invece questi spiriti del Sole interno usano questo stato intelligente di libertà in modo non conforme al Mio Ordine, allora essi si configurano disordinatamente, e le loro forme sono di qualità indicibilmente varie. Quando essi vedono la vantaggiosa riuscita degli spiriti conformatisi all’Ordine, allora tali spiriti non conformati si ammassano, trilioni su trilioni, volendo essi pure evadere e raggiungere con la violenza quello che gli spiriti conformatisi all’Ordine conseguono sulla breve e giusta via, cioè la finale superficie del Sole e, con ciò, la loro assoluta libertà abituale.

8. Questa grave e cruda differenza si manifesta specialmente sull’ultimo Sole, cioè quello che è il primo dopo il vero e proprio Sole naturale visibile. Infatti, nei soli più interni la differenza non è tanto saliente, cioè là gli spiriti, per lo meno in apparenza, sono più omogenei che nell’ultimo sole interno.

9. Le differenze sono meno evidenti in assoluto nel sole più interno e più compatto, che per così dire funge da cuore del Sole. Da questo cuore questi esseri spirituali si riversano in varie forme fino al sole superiore, così come il sangue parte dal cuore, diffondendosi in tutte le parti del corpo, depositando dappertutto la sostanza nutritiva e riportandovi quello che è meno nutritivo.

10. E così succede anche, non di rado, che degli spiriti ribelli all’Ordine, anche se si sono spinti fino alla superficie del Sole, devono voltare strada sotto ogni tipo di forme, e precisamente attraverso i poli, e in questo modo vengono uniti nuovamente con il cuore del Sole e, dopo lungo tempo, ricominciano da capo da là, ordinatamente o disordinatamente, ad uscire e a salire.

11. Per quanto riguarda il ‘salire’ attraverso i soli interni, esso è piuttosto spirituale, e con ciò per la massima parte inavvertibile, e non è mai collegato a violenti scoppi, mentre invece il violento salire dall’ultimo sole interno fino alla vera e propria superficie solare, si manifesta sempre in modo quanto mai prepotente.

12. L’effetto di una tale salita forzata voi l’avete già scorto in occasione della spiegazione delle macchie solari. Non rimarrebbe ancora che discutere sul modo in cui tali fenomeni avvengono dal di dentro verso fuori, e questo non soltanto sulla via più naturale da voi già conosciuta, ma piuttosto su quella spirituale-intelligente.

13. Questi esseri spirituali contrari all’Ordine, come già detto, si radunano di preferenza in innumerevoli trilioni su una regione equatoriale dell’ultimo sole interno. Quando si sentono sufficientemente forti, si sollevano, massa su massa, e penetrano così fino alla superficie interna della crosta del Sole vero e proprio, e vi si aggirano fino a che il loro sentire scopre dove dovrebbe essere il punto più debole. Trovato un tale posto che abbia anche in tutte le direzioni un gran numero di vene e canali, essi vi penetrano e cominciano ad accendersi con sempre maggiore intensità ed infiammano sempre più anche la materia in cui si sono insinuati, associandosi per di più con gli spiriti vincolati nella materia stessa, e così, infuocandosi sempre più, esercitano progressivamente una tale potenza, che alla fine la crosta esteriore del Sole, che è grossa alcune migliaia di miglia, deve cedere e lasciarsi sollevare da loro nel modo che vi è già noto fino al punto da spezzare la crosta, aprendo così un varco.

14. Dato che essi, in seguito ai loro sforzi quanto mai disordinati, in un certo modo acquistano del peso materiale, ciò risulta a favore della loro attività, poiché, grazie a ciò, possono trarre vantaggio dalla rapidissima rotazione del Sole intorno al suo asse, tanto che per loro si applica il detto: “Si salvi chi può, poiché noi dobbiamo raggiungere il nostro scopo”.

15. Dunque, se voi confrontate ciò con le prime spiegazioni delle macchie solari, vi risulteranno chiare delle cose che altrimenti avrebbero potuto rimanere poco comprensibili o, per lo meno, con il tempo avreste potuto imbattervi in qualche contraddizione che ben difficilmente avreste potuto sciogliere da voi stessi. E così qualche volpe molto colta avrebbe trovato di che esercitare i suoi denti appuntiti, i suoi occhi acuti e i suoi artigli.

16. Io vi voglio indicare soltanto una di tali contraddizioni, e cioè la seguente: se i noti rigonfiamenti all’equatore del Sole dipendono esclusivamente dalla forza centrifuga derivante dalla rotazione del Sole intorno al suo asse, Io vorrei conoscere colui che sarebbe capace di costruire un tempio su un monte, dove la forza centrifuga è maggiore che nelle zone basse, senza che il tempio con i suoi abitanti venga scaraventato giù! Sarebbe forse possibile pensare di costruire un tale tempio nelle condizioni summenzionate? La forza centrifuga del Sole è dunque, di per se stessa, nel giusto rapporto con la sua grande forza d’attrazione, ciò però non toglie che quando si presentano tali imprese spirituali, essa possa risultare di utilità e non di danno all’azione di forza dei noti spiriti ribelli all’Ordine.

 

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Cap. 73

Destini dei ribelli del Sole

Sviluppo delle comete e dei pianeti

L’eterna, incommensurabile opera di Creazione

Conclusione

 

1. Che per tale via questi spiriti raggiungano il loro scopo, noi lo sappiamo già da quando si è parlato delle macchie solari; quale però sia il vero scopo di tale raggiungimento, verrà ora spiegato ancora più evidentemente di quanto fatto finora.

2. Quando questi spiriti raggiungono la desiderata libertà in tale modo impetuoso, allora pullulano a milioni nello spazio incommensurabile. La prima conseguenza di questo violento volo all’aperto è benefica, ma a dire il vero solo per un breve periodo di tempo, poiché gli spiriti attraverso quel tragitto vengono raffreddati, e in tal modo diventano anche più tranquilli.

3. Invece, che cosa avviene in un secondo tempo durante questo loro stato di assoluta libertà? Ciò non può essere compreso se prima non si sa anche che ogni spirito, di qualsiasi specie possa essere, per avere una robusta e piacevole consistenza, deve avere di che nutrirsi. Se non ne ha, alla fine diventa anch’esso sempre più debole, fino a cadere in uno stato d’incoscienza che è simile ad un sonno profondo. Un simile stato è perciò la conseguenza dell’assoluta libertà, guadagnata con violenza, di tali spiriti ribelli all’Ordine e provenienti dal Sole.

4. Quale sarà poi la conseguenza di questo secondo stato? Per identificarla non c’è bisogno che nessuno si rompa la testa, poiché se qualcuno fosse in grado di affamare una tigre fino al punto di farla cadere in un sonno profondo, non gli sarebbe poi difficile catturarla, poiché questo animale, pur di natura molto feroce, in seguito alla sua debolezza non potrebbe difendersi, e a causa del suo sonno non si accorgerebbe neppure di cadere preda di un cacciatore. – Vedete, questo è anche il risultato dell’assoluta libertà conquistata da tali spiriti fuori dal Sole! Essi divengono ugualmente preda della forza d’attrazione che sta in agguato dappertutto, alla quale servono da gradito nutrimento.

5. Una parte di questi assolutisti spirituali già al momento dell’eruzione vengono costretti al ritorno dalla forza del mondo degli spiriti solari, cadendo una parte di essi nei grandi mari solari, per essere mitigati e raffreddati. Una parte ancora maggiore che si era azzardata ad allontanarsi di più dal Sole, viene invece afferrata dalla potente polarità solare, e attraverso la stessa viene riportata allo stato originario, e cioè nel vero e proprio cuore del Sole. Anche quella parte che viene accolta nelle acque del Sole compie col tempo un moto di ritorno attraverso i molti pori, vene e canali, talvolta fino all’ultimo sole interno, il quale come sapete è propriamente il primo verso la superficie del Sole. Certuni di questi spiriti caduti nelle acque, vengono però impiegati per nutrire e far maturare la superficie esterna del Sole.

6. Quegli spiriti del sole interno che hanno fatto già spesse volte questo cammino retrogrado, non si associano tanto facilmente con quegli spiriti che hanno intenzione di intraprendere una nuova eruzione equatoriale, ma cercano di darsi alla fuga più segretamente tramite vie traverse nei dintorni delle regioni polari. Dato però che anche là trovano ostacoli, allora avviene che, riuniti in piccole compagnie, ricorrono ad attività violente sia sull’una che sull’altra fascia, e raggiungono il loro scopo specialmente su quelle più vicine ai poli. Basta che soffermiate la vostra attenzione sui vulcani a voi già noti, e vi sarà facile dedurre dove per loro si trovano delle scappatoie, ma anche questo è di ben poco aiuto per loro, poiché spesso si possono allontanare dal Sole solo quel tanto che la superficie della sua atmosfera luminosa è lontana dal suolo. Dopo questi tentativi continuamente ripetuti, tali spiriti, pervasi da sentimenti d’evasione, si sentono nuovamente e fortemente attratti dai poli del Sole, tanto che si lasciano tentare a fare una nuova visita al sole più interno, o al cuore del Sole, dove essi hanno poi il tempo sufficiente per riflettere se sia meglio seguire il buon Ordine oppure rovinarsi spontaneamente fino all’impotenza, e per lunghissimi tempi peggiorare enormemente lo stato del loro ordine.

7. Ecco come stanno le cose. Si potrebbe chiedere ancora se questi sono gli unici spiriti ai quali spetta nuovamente il fatale onore di essere riaccolti dai poli solari o se ve ne siano altri ancora. Certamente ce ne sono altri ancora! Anzi ce ne sono di ogni tipo, e questi sono in parte disertori dai pianeti che circondano il Sole, in parte però ce ne sono anche simili vaganti violenti fuoriusciti da altri soli. Vale a dire: quando tali spiriti s’imbattono nel sistema planetario di questo Sole, vengono attratti ed afferrati dalla forza dei poli solari e spinti da questa verso lo stesso Sole. Soltanto nel caso in cui nel modo che ci è noto si riuniscono in gran numero e diventano secondo l’apparenza delle comete, possono talvolta muoversi intorno a quel Sole maldestramente, alla maniera dei satelliti. Però, se essi per disattenzione o imprudenza si avvicinano troppo al Sole, vengono comunque divorati dal medesimo con armi e bagagli, come dite voi. Quando alcuni col tempo diventano veri pianeti, non si può escludere che prima o poi servano da cibo al Sole, poiché ciò che una volta il Sole ha afferrato con la sua forza polare, si può considerare definitivamente sua preda, dato che esso dapprima con la sua forza lo consuma costantemente, indebolendolo nel corso dei millenni, per attirarlo poi definitivamente nel suo ampio grembo di fuoco.

8. Questo voi lo dovete riconoscere già dall’attuale posizione dei pianeti, dato che in primo luogo, parecchi milioni di anni or sono il pianeta Mercurio occupava ancora il posto della vostra Terra e il pianeta Venere si trovava circa dove si trova ora il pianeta Marte e la vostra Terra al posto di Giove. Dunque, calcolate un po’ quanto il Sole, con la sua forza, abbia avvicinato a sé tali pianeti! Da ciò voi potete facilmente dedurre che, seppur fra molti milioni d’anni, il Sole si impadronirà di questi pianeti che attualmente si librano ancora liberi, e cioè quando gli spiriti più testardi e tenaci di questi corpi mondiali avranno raggiunto di nuovo il loro ordine, talvolta anche di nuovo secondo la loro riconquistata intelligente libertà, o per giungere alla loro disordinata dissoluzione.

9. Potete già constatare che al posto di questi pianeti interamente assorbiti dal Sole, ne sorgeranno degli altri dalla circostanza che, solo intorno al vostro Sole sciama un esercito di almeno diecimila milioni di comete, dal cui numero, tutt’altro che insignificante, l’una o l’altra cometa già sufficientemente formata può passare allo stato di pianeta. Anzi, già al presente c’è un grand numero di comete in avanzata formazione nella vasta sfera del vostro Sole, le quali sono già per la maggior parte abitate, se non ancora da uomini, tuttavia da piante e da varie forme intermedie fra le piante e l’animale.

10. Vedete, così è posto quest’ordine la cui durata per i vostri concetti è eterna, mentre dinanzi ai Miei occhi, invece, è posto un principio quanto una fine. Però, come il Sole scioglie nuovamente i suoi pianeti, così altrettanto si comportano i Soli Centrali che sciolgono i loro Soli secondari, e infine i Soli Centrali Primordiali sciolgono intere schiere di ammassi galattici e galassie. Al posto di quelli consumati ne vengono posti di nuovi, in modo che così l’andamento dell’Ordine delle Mie cose non cesserà mai per tutta l’eternità. Infatti, dovete sempre tener presente che Io non cesserò mai di creare, poiché Io, quale Dio, non posso mai cessare di pensare; i Miei pensieri sono infatti gli esseri.

11. Qualcuno potrebbe dire: “Ma alla fine, dove si arriverà con una così immensa molteplicità di creature?”. – Io però gli chiedo di rimando: “In quale rapporto sta un numero di creature, per quanto di per sé è grande ma alla fine tuttavia limitato, rispetto a un Dio infinito?”

12. Ecco perché nessuno deve essere preso dall’angoscia, poiché nella Mia Infinità c’è anche sicuramente un posto infinito che non potrà essere riempito, anche se il costante incremento degli esseri fosse indicibilmente maggiore e più numeroso di quello che esso è comunque secondo l’Ordine vigente!

13. Questo colpo d’occhio deve darvi appunto la tranquillità che il vostro buono e santo Padre è più grande, più potente e più perfetto di quanto può figurarselo un debole spirito della Terra, perfino nei suoi più solenni, chiarissimi momenti.

14. Così avremmo finito d’esporre anche il Sole materiale, perciò la prossima volta passeremo a descrivere il Sole spirituale, o meglio Celeste.

15. Perciò oggi chiudiamo.

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[1] È inteso come unità di misura il ‘miglio tedesco = 7,48 km

[2] una parte del corpo. [N.d.R.]

[3] Ciò può intendersi come con la caduta di un asteroide sul suolo di una luna.

[4] Un Sole Centrale: per la spiegazione si rimanda alla spiegazione del Globo involucro.

[5] S’intende Nettuno, che nel 1842, al tempo di queste comunicazioni a J. Lorber, non era ancora stato scoperto.

[6] Klafter: antica misura tedesca. Un klafter = 1,9 metri.

[7] Fucina: forno aperto per il riscaldamento diretto di pezzi metallici per l'operazione di fucinatura; anche, locale o reparto nel quale si esegue la fucinatura.

[8] Spitzberg: è un isola norvegese dal clima molto freddo, certamente non idonea a coltivare anans.

[9] Joch: oppure detto anche iugero = 5754,664 mq.

[10] Trattasi del dettato del 29.08.1840 pubblicato in “Testimonianze della natura” al cap. 15,11

[11] La corniola è una varietà molto nota di calcedonio (un tipo di quarzo). La sua colorazione più pregiata è quella di un rosso-arancio, dovuto alla presenza di ossidi di ferro, mentre le tonalità più chiare sono da attribuirsi all'idrossido di ferro. Se si sottopone il minerale ad un leggero riscaldamento, il suo colore diventa più intenso.

[12] L'ametista è una varietà violacea di quarzo, spesso associata a rocce basaltiche subalcaline, sin dal 3000 a.C., in Egitto, Sudafrica e in Mesopotamia, una delle gemme più utilizzate per la creazione di gioielli, sigilli e intagli.

[13] Stato sonnambolico: nell'ipnotismo, tramite la sua tecnica e le sue fasi, lo stato sonnambolico ottenuto con la suggestione, nei rapporti dell'ipnotismo in uno stato di trance.

[14] camera oscura: dal sedicesimo secolo era di un piccolo monocolo con una lente al posto del buco, usata per ingrandire i paesaggi per i disegni.

[15] Insediamenti collettivi.

[16] Diogene era un sapiente della Grecia esteriormente molto povero.

[17] L’interiorità dello spirito.

[18] Il pianeta distrutto “Mallona”.

[19] Incluse le lune e tutta l’atmosfera di questo corpo mondiale.

[20] Qui nel significato di create da Dio, naturali (nota dell’editore tedesco).

[21]Saturno” è una comunicazione a J. Lorber del 1841-1842 sulle caratteristiche del pianeta e sui suoi abitanti.

[22] Il loro mondo solare.

[23] La parola religione deriva dal latino religare = ri-legare, legare di nuovo. Religo = mi ricollego (con Dio).

[24] La Stiria, patria di Jakob Lorber.

[25] Un monte di circa 1400 metri, che si trova a tre ore di distanza a nord di Graz

[26] Jungfrau: è la terza vetta più elevata delle Alpi Bernesi di 4.158 m. a cavallo tra il Canton Berna ed il Canton Vallese.

[27] Il Wetterhorn: è una montagna delle Alpi Bernesi di 3.692 m s.l.m. Si trova nel Canton Berna.

[28] Lo Schreckhorn: di 4.078 m. è una montagna svizzera delle Alpi Bernesi. Si trova nel Canton Berna.

[29] Koralpe: un monte dell’altezza di 2000 metri, che si trova a sud-ovest di Graz.

[30] Libbra: antica unità di misura più volte cambiata. All’epoca del dettato, 1 libbra = 0,452 kilogrammi. (100 q di libbre = 50 q = 5 tonnellate = 5000 kg)

[31] Solo il 23 settembre 1846 – quasi quattro anni dopo questa comunicazione profetica trasmessa con questo scritto per mezzo di Jakob Lorber il 29 ottobre 1842 – questo pianeta fu cercato su sollecitazione dell’astronomo parigino Leverrier, da Galle a Berlino, con uno strumento particolarmente forte dell’osservatorio berlinese. Fu scoperto la sera stessa e chiamato Nettuno. – Una prova più grande per una Rivelazione divina non ci può certo essere!

[32] A questa affermazione, apparentemente in contraddizione a quanto affermato al capitolo 1,4, un amico di Lorber molto attento, manifestò l’incongruenza, e J. Lorber chiese spiegazioni al Signore, poi riportate al cap. 64 di DDC vol.2.

[33] Chimborazo, il monte più alto della cordigliera delle Ande in Equador (Sudamerica) alto 6267 metri.

[34] Uomo Cosmico: per il concetto dell’Uomo Cosmico si rimanda la spiegazione già data a J. Lorber nel 1841 in occasione dell’opera “Le dodici Ore” al cap. 12.

[35] L'eroe macedone è Alessandro Magno cui viene riferita l’espressione ‘nodo gordiano’ da cui trae origine. Con il tempo, in varie lingue, l’espressione ha assunto una valenza metaforica, andando a indicare un problema di intricatissima soluzione, che si presta a essere risolto, alla maniera di Alessandro, con un brutale taglio.

[36] Chirotteri: ordine di mammiferi capaci di volare grazie ad una membrana che collega le lunghissime dita al fianco del corpo; vi appartengono i pipistrelli.

[37] Vedi nota n. 31.

[38] Pallade, Cerere, Giunone e Vesta sono i quattro pezzi più grandi dell’ex pianeta Mallona distrutto che fluttuano nella fascia degli asteroidi, e considerati come tali dagli astronomi.

[39] Il grande Uomo cosmico al tempo di questa rivelazione era già stato spiegato a J. Lorber nel dettato all’ultimo capitolo delle 12 Ore, in cui il rande Uomo cosmico, per quanto immenso e visibile solo da Dio stesso, deve essere considerato solo una piccola particella in rapporto all’indefinibile grande Uomo spirituale, rappresentato dall’immensità degli spiriti già redenti che fanno parte del Regno dei Cieli.

[40] L'Oberland Bernese (in tedesco Berner Oberland) è la zona alpina del canton Berna, in Svizzera. Questa regione è famosa per la presenza del monte Eiger.

[41] Bruck an der Mur è un comune austriaco di 15.803 abitanti nel distretto di Bruck-Mürzzuschlag, in Stiria. Il 1º gennaio 2015 ha inglobato il precedente comune di Oberaich; ha lo status di città capoluogo di distretto. L'abitato è attraversato dalla ferrovia Meridionale che collega Vienna a Trieste.