Rivelazioni

nel periodo 1840/1864 al mistico e profeta

Jakob Lorber

 

Oltre alle grandi rivelazioni del Signore comunicate quali singole opere, Jakob ricevette tantissime pagine (oltre mille) scaturite dalle domande che i suoi amici ponevano a lui o al Signore e da Cui ricevevano delle spiegazioni specifici per la loro vita e quella dei loro cari, nonché utilissime per tutta l’umanità.

 

Doni del Cielo

vol. 3

[ D.d.C.  vol. 1 ]

 [ D.d.C.  vol. 2 ]

[ Parole del Padre in tempi burrascosi]

Libri

Traduzione dall’originale tedesco “Himmelsgaben”

Da: Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo

 

Casa Editrice: Lorber-Verlag – Bietigheim – Germania

Copyright © by Lorber Verlag

Copyright © by Associazione Jakob Lorber

Casa editrice “GESÙ la Nuova Rivelazione” (BG)

[Prefazione al vol. 3]

INDICE

 

Cap.1

La Musica                                                                        (Salmi e poesie)

2 maggio 1840

Cap-2

Parole dalla Sapienza

25 maggio 1840

Cap-3

La Redenzione                                             (Giardinetto della passione)

15 giugno 1840

Cap-4

L’angelo                                                                          (Salmi e poesie)

23 giugno 1840

Cap-5

Sulla poesia “L’angelo”                                     (G.F.D. vol.1 cap.34,37)

13 luglio 1840

Cap-6

Un piccolo nota bene

21 luglio 1840

Cap-7

La roccia sullo Schlobberg                                (Testimonianze – cap. 5)

26 luglio 1840

Cap-8

Una parabola  (il misfatto)

9 agosto 1840

Cap-9

Spiegazione della parabola  (il misfatto)

24 agosto 1840

Cap-10

Il Cammino per la Rinascita

Regole di comportamento

15 agosto 1840

Cap-11

Grandezza della Creazione e dell’Amore di Dio

5 settembre 1840

Cap-12

La grandezza del cuore dell’uomo

Sentimento ed intelletto

16 ottobre 1840

Cap-13

L’aspirazione dell’Amore verso l’unione

Conservazione dell’individualità

17 ottobre 1840

Cap-14

Domanda a causa del “Settimo Discepolo”

24 novembre 1840

Cap-15

Domanda a causa del molto debole  (il ‘settimo Discepolo’)

2 dicembre 1840

Cap-16

Credere, opinione

Il 5 dicembre 1840

Cap-17

Il “Molto Debole”.   (Il settimo Discepolo)

6 dicembre 1840

Cap-18

Un sogno (del 29 dicembre 1840)

2 gennaio 1841

Cap-19

I sogni

7 gennaio 1841

Cap-20

Massime e Proverbi

5 marzo 1841

Cap-21

Una Parabola

3 aprile 1841

Cap-22

Una Parola ad Ans. zelante della Parola

5 aprile 1841

Cap-23

Immorale amministrazione pubblica

6 maggio 1841

Cap-24

Il suono – l’anima vivente della parola

18 maggio 1841

Cap-25

Causa e ragione naturale come nche spirituale e politico - spirituale del corrispondente tempo di questa stagione insolitamente fresca

19 giugno 1841

Cap-26

Non essere in apprensione a causa dei tuoi fratelli

26 agosto 1841

Cap-27

La Luce delle Altezze

Greifenburg - agosto 1841

Cap-28

Una luce nuova nella nuova Luce

24 ottobre 1841

Cap-29

Ancora una nuova luce nella Luce nuova

25 ottobre 1841

Cap-30

Su domande di Ans. H.

1° di avvento

 28 novembre 1841

Cap-31

Profeti e loro accoglienza

3 dicembre 1841

Cap-32

Torrenti di Acqua vivente

4 dicembre 1841

Cap-33

Sul cordoglio per i defunti

8 dicembre 1841

Cap-34

Brevi sguardi sulla natura delle ferrovie

30 gennaio 1842

Cap-35

Tre testi dalle Scritture                                    (Spieg. testi bib. - cap.26)

8 febbraio 1842

Cap-36

“Egli deve crescere, Io invece devo diminuire”

                                                                         (Spieg. testi bib. - cap.24)

13 febbraio 1842

Cap-37

Tentazioni del Signore nel deserto  [Luca 4,1-13]

                                                                         (Spieg. testi bib. - cap.22)

20 febbraio 1842

Cap-38

I principi di Giuda e il Signore – (Osea 5,10 – Amos 7,6 – Michea 4,6)

                                                                         (Spieg. testi bib. - cap.27)

26 febbraio 1842

Cap-39

Il 60° Salmo di Davide (Versetti 8-14)           (Spieg. testi bib. - cap.25)

3 marzo 1842

Cap-40

I quattro Vangeli sulla resurrezione del Signore                                                                                                               (Spieg. testi bib. - cap.19)

Domenica di Pasqua

28 marzo 1842

Cap-41

La destante Forza dell’Amore

(Benedizione di un padre credente e di una madre devota)

10 giugno 1842

Cap-42

L’anello con sigillo                                                           (salmi e poesie)

11 luglio 1842

Cap-43

Spiegazione sul canto “L’anello con sigillo”

12 luglio 1842

Cap-44

Il Signore per l’onomastico di Jakob Lorber

25 luglio 1842

Cap-45

Già in Oriente sta una Stella

La Luce d’Amore della Nuova Parola aprirà la via all’Amore divino

25 luglio 1842

Cap-46

Risposte a tre domande                                   (Spieg. testi bib. - cap.29)

4 agosto 1842

Cap-47

Spiegazione su dieci domande                        (Spieg. testi bib. - cap.30)

6 agosto 1842

Cap-48

Brevi chiarimenti su testi Biblici                     (Spieg. testi bib. - cap.23)

16 e 17 agosto 1842

Cap-49

Su Matteo 6, 34

18 settembre 1842

Cap-50

La Preghiera del Signore                                 (Spieg. testi bib. - cap.33)

19 settembre 1842

Cap-51

SeguiMi, se vuoi vivere!

17 dicembre 1842

Cap-52

Il Mio consiglio non è comandamento, e non costringe nessuno

16 gennaio 1843

Cap-53

Sul dr. David Friedrich Straub[1]

18 gennaio 1843

Cap-54

“Non gettate le perle dinanzi ai porci” [Matteo 7, 6]

7 aprile 1843

Cap-55

Una breve risposta del Signore

ad una domanda riguardante Satana ed i suoi seguaci

3 maggio 1843

Cap-56

Spiegazione del 93° Salmo di Davide

26 maggio 1843

 

Cap-57

Il Mattino

28 giugno 1843

Cap-58

Una parola personale sulle ragazze tiepide

Supplemento ad una Parola secondaria

estate 1843

Cap-59

Benedizione della tribolazione

13 ottobre 1843

Cap-60

La trasfigurazione di Maria

17 ottobre 1843

Cap-61

Il Signore protegge l’Opera Sua

29 ottobre 1843

Cap-62

Una Parolina allegra per la “piccola Marta”

26 giugno 1844

Cap-63

Su una domanda sul modo di divulgare questa Rivelazione

Il 25 agosto 1844

Cap-64

Cherubini e Serafini

25 agosto 1844

Cap-65

Soltanto la Mia Ricompensa dura eternamente!

Greifenburg 10 febbraio 1845

Cap-66

Ciò che tu fai ai poveri, lo fai a Me!

Greifenburg, 11 febbraio 1845.

Cap-67

Lettera ad Andreas Hüttenbrenner a Graz all’inizio dello scritto

 (Scambio epistolare tra Gesù e il re Abgaro)

Greifenburg 27 marzo 1845

Cap-68

Benedici i nemici e tieni gli amici nel cuore

Greifenberg, 28 aprile 1845

Cap-69

Il Mio Amore è il più potente vero mezzo di salvezza

Greifenburg, 15 settembre 1845

Cap-70

Prendi Me per tuo verissimo Padre nel tuo cuore

Greifenburg, 28 dicembre 1845

Cap-71

Io voglio benedire chi tu benedici!

Greifenburg, 12 febbraio 1846

Cap-72

La tua misura nel Regno Mio

Greifenburg 21 aprile 1846

Cap-73

Nella Croce germoglia l’eterna Vita per anima e spirito

Greifenburg, 11 settembre 1846

Cap-74

Inizio dello scritto dell’Opera “La Terra” sotto il titolo: Naturale e metafisica oppure spirituale esposizione del centro della Terra

Graz, 28 dicembre 1846

Cap-75

Domande su testi di Marco e Giovanni          (Spieg. testi bibl. / cap.28)

3 gennaio 1847

Cap-76

La perla

31 gennaio 1847

Cap-77

Non preoccupatevi, la preoccupazione opprime il cuore!

14 febbraio 1847

Cap-78

Tutto, ciò che procede da Me, è un dono

18 aprile 1847

Cap-79

Un dono per A. H. W.

18 aprile 1847

Cap-80

Sul giorno della rinascita dello spirito

10 maggio 1847

Cap-81

Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti                                                                                                                          (Spieg. testi bibl. /cap.15)

18 maggio 1847

Cap-82

Spiegazione più particolareggiata della precedente parabola ed una nuova parabola                                                 (Spieg. testi bibl. /cap.16)

21 maggio 1847

Cap-83

Tu sei Pietro la roccia                                       (Spieg. testi bibl. /cap.31)

25 maggio 1847

Cap-84

I tuoi amici e fratelli            (spiegaz. del vers.12 su G.F.D. vol.1 cap.3)

27 maggio 1847

Cap-85

Chi fa di tutto per adulterio, prostituzione, libidine e lussuria?

12 giugno 1847

Cap-86

Ancora qualcosa sulle varie lamentele degli uomini[2]

15 giugno 1847

Cap-87

La vita di città

21 giugno 1847

Cap-88

Lazzaro                                                              (Spieg. testi bibl. /cap.1)

26 giugno 1847

Cap-89

Ponzio Pilato e la visione di Tullia                     (Spieg. testi bibl. /cap.2)

28 giugno 1847

Cap-90

Sulla lettura della Parola di Dio                       (Spieg. testi bibl. /cap.32)

2 luglio 1847

Cap-91

Parabole sulla conoscenza di Dio e di se stessi (Spieg. testi bibl./cap.18)

13 luglio 1847

Cap-92

La Trasfigurazione di Cristo                            (Spieg. testi bibl. /cap.17)

22 luglio 1847

Cap-93

Introduzione alle scene di morte                  (Oltre la Soglia – introduz.)

27 luglio 1847

Cap-94

Il giusto, vivente rimedio di guarigione

17 agosto 1848

Cap-95

La Mia Parola e la fede vivente sono il miglior rimedio di guarigione

3 settembre 1848

Cap-96

Liberazione

14 ottobre 1848.

Cap-97

Conforto alla Croce delle sofferenze terrene

18 novembre 1848.

Cap-98

Sul “ritorno a Casa” di una madre

30 novembre 1848

Cap-99

Consolazione di voi tutti

2 dicembre 1848.

Cap-100

Tre Parole: ‘stai’, ‘vai’, ‘cadi’

13 dicembre 1848

Cap-101

Rafforzamento dei nervi

17 luglio 1849

Cap-102

Domanda di Jakob Lorber a causa dell’apparizione spirituale del Signore sul colle Reinerkogel

4 ottobre 1850

Cap-103

Cose memorabili sul Reinerkogel

5 ottobre 1850

Cap-104

Jakob Lorber ed i suoi amici all’orizzonte della santa Compagnia

6 ottobre 1850

Cap-105

Un Ponte tra il mondo dei sensi ed il mondo dello spirito

24 febbraio 1854

Cap-106

Massime della vera Sapienza di Vita

2 gennaio 1855

Cap-107

Ora necessita una cosa soltanto!

Inizio 1856

Cap-108

Grandi cose hanno bisogno di un grande spazio

27 aprile 1856

Cap-109

Non preoccupatevi!

11 agosto 1856

Cap-110

Contro il dubbio e la malinconia

17 settembre 1856

Cap-111

La vera direzione di Vita

Nell’anno 1857

Cap-112

Per la comprensione delle corrispondenze tra il mondo naturale ed il mondo spirituale

20 aprile 1858

Cap-113

Brevissimo fondamentale insegnamento della Parola eterna

10 maggio 1862

Cap-114

Spiegazioni su testi difficili delle Scritture      (Spieg. testi bibl. – cap.4)

- I° Sul costruttore stolto e sull’avveduto

- II° Siate obbedienti alle autorità che ha potere su di voi

17 marzo 1864

Cap-115

Sei domande su apparenti contraddizioni nei differenti Vangeli

                                                                         (Spieg. testi bibl. – cap.5)

17 marzo 1864

Cap-116

Risposta alla prima domanda                           (Spieg. testi bibl. – cap.6)

I. L’evangelista Matteo

18 marzo 1864

Cap-117

Risposta alla seconda domanda                       (Spieg. testi bibl. – cap.7)

II. Del Giudizio universale

19 marzo 1864

Cap-118

Risposta alla terza domanda                            (Spieg. testi bibl. – cap.8)

III. I 40 giorni di Gesù nel deserto

20 marzo 1864

Cap-119

Risposta alla quarta domanda                          (Spieg. testi bibl. – cap.9)

IV. Schiaffo e mantello

21 marzo 1864

Cap-120

Risposta alla quarta domanda                          (Spieg. testi bibl. – cap.9)

IV. “Io non sono venuto per darvi la pace di questo mondo”

21 marzo 1864

Cap-121

Risposta alla quarta domanda                        (Spieg. testi bibl. – cap.10)

IV. “Siate prudenti come serpenti, ma senza falsità…”

22 marzo 1864

Cap-122

Risposta alla quinta domanda                        (Spieg. testi bibl. – cap.10)

V. Sul tempo della Resurrezione del Signore

22 marzo 1864

Cap-123

Risposta alla sesta domanda                          (Spieg. testi bibl. – cap.11)

VI°. Tre domande su Testi delle Scritture

1 aprile 1864

Cap-124

Il regno dei mille anni

26 marzo 1864

Cap-125

La posizione dei luoghi in Palestina che sono citati nel Vangelo di Giovanni e nel Vecchio Testamento           (Spieg. testi bibl. – cap.3)

29 marzo 1864

Cap-126

Sull’Evangelista Luca -                                  (Spieg. testi bibl. – cap.12)

il suo Vangelo e i suoi Atti degli Apostoli

7 aprile 1864

Cap-127

La nostra Terra è uscita dal Sole Centrale primordiale

8 aprile 1864

Cap-128

Sull’essenza del fosforo

10 aprile 1864

Cap-129

Sui Vangeli                                                    (Spieg. testi bibl. – cap.13)

24 aprile 1864

Cap-130

L’origine del Nuovo Testamento - panorama storico

                                                                       (Spieg. testi bibl. – cap.14)

25 aprile 1864

Cap-131

Il Signore nel Grande Evangelo di Giovanni

 

Cap-132

Sulle piccole verruche del cuore e delle dita del piede

9 maggio 1864

Cap-133

Il Signore nel Grande Evangelo di Giovanni

 

 

 

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Cap 1

La Musica

2 maggio 1840 intorno a mezzogiorno

1.  Se volete sapere che cos’è la musica, allora fate attenzione a ciò che Io vi dico, così vi diverranno chiare parecchie cose, allora non musica, ma azione del puro amore c’è in se stessa, senza l’aggiunta della Sapienza, bensì com’è nell’Amore nel suo accecamento.

2.  Vedi, voi non avete nessun’immagine più pura della musica (che dovrebbe meglio chiamarsi amore cieco) per rappresentare il puro Amore in Me, che qui è una confluenza dei sette Spiriti della Divinità, i quali qui si uniscono nel reciproco incontro del Loro costante, tranquillo fluttuare.

3.  E quest’incontro genera il suono settuplo, secondo il carattere dello Spirito che incontra se stesso, ed il suono continua poi a crescere dal suono di base via via attraverso tutti i sette Spiriti, e così poi ogni Spirito ha il suo proprio suono secondo l’ordine della scala a voi conosciuta.

4.  E poiché ognuno dei sette Spiriti compenetra tutti i sette, così anche tutti i sette sono presenti in ogni singolo e si riversano poi tutti di nuovo l’un nell’altro in concordia ed armonia, ciò che è poi la grande delizia della Divinità nel Suo Amore.

5.  E così dunque il suono è una vibrazione, e questa vibrazione attraversa gli Spiriti come un tremito, e gli Spiriti si riconoscono, ed il riconoscersi si manifesta secondo il rapporto delle vibrazioni, e le vibrazioni vengono percepite in comunione nell’Amore, e questa unione è poi la vera armonia. E quando poi in questa grande purissima armonia l’Amore freme deliziato, allora questo fremere fluisce di ritorno nella Divinità, e qui c’è poi una calca, ed in questa calca gli Spiriti si riscaldano e si infiammano poi nell’Amore, e questo infiammarsi è la Luce, ed in questa Luce vengono riconosciute le innumerevoli forme che sorgono dalle vibrazioni.

6.  Ora sapete che cosa è il suono e la musica, come questa ha origine e perché esiste e che cosa essa è. E così vi è stata anche data come un segno arcano di grave e grande contenuto che può essere risolto completamente soltanto nel purissimo Amore per Me; e così voi dovete anche imparare a considerarla, usarla e goderla porgendo a Me la vostra massima lode e la vostra più profonda gratitudine; in ciò non deve esserci attaccato più niente d’impuro.

7.  Ma come viene usato da voi questo Dono dal Supremo di tutti i Cieli?! Oh quale grande vergogna; Io vi ho mostrato attraverso degli uomini il puro in oratorie e sinfonie, ma voi con ciò rivestite d’oro mucchi di letame e poi li calpestate perfino con i piedi. Perciò riflettete bene su che cosa è la musica e perché esiste! E non profanate la Delizia in Me. Io il purissimo Amore in Dio Jehova. Amen. Amen. Amen.

 

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Cap 2

Parole dalla Sapienza

25 maggio 1840

Jakob Lorber pregò il Signore di dargli alcune Parole dalla Sua Sapienza.

 

(risposta): Quindi, la tua curiosità deve essere placata; ma sta a vedere cosa comprenderà il tuo intelletto dalla Mia Sapienza, Sapienza che mai in eterno uno spirito creato scruterà neppure in minima parte. Ma se il tuo cuore ti diventerà pesante, allora ricorda che Io sono accessibile soltanto attraverso l’Amore e mai in eterno nella Sapienza della Mia Intelligenza.  Queste sono però Parole della Mia Sapienza!!!

I

Io sono e non sono! Io ero e non ero! Io sarò e non sarò l’Eternità, un punto infinito, una linea dal centro dei confini senza confini, con confini senza confini, grande come un nulla e piccolo come l’Infinità!

II

Io sono una molteplicità nel nulla e sono nulla nella molteplicità! Io sono un infinito nulla, e l’Infinità è un nulla in Me eternamente nel tempo e temporale nell’eternità, affinché Io non sia Tutto per essere tutto! E sono cieco al cospetto di tutte le cose che sono da Me, accanto a Me ed in Me, affinché Io veda tutto, il grande piccolo e il piccolo grande, poiché è e non è da cima a fondo!!!

III

Io sono un Dio senza dio! Io sono l’Amore senza amore! Io sono la Sapienza senza sapienza, una Creatura increata fra le creature che non sono create, e tuttavia sono per essere create per nulla, per essere qualcosa, e per essere per qualcosa, per diventare in sé, nulla attraverso di Me, e per non essere in sé nulla senza di Me, affinché Io sia Tutto, e sia nulla per essere Tutto! Così l’uomo è perché non sia, per essere qualcosa in Me senza Me da Me, affinché egli viva e non abbia nessuna vita per vivere nel tempo in eterno e in eterno nel tempo, nello Spazio senza spazio e senza spazio nello Spazio!!!

 

Ecco, adesso tu hai tre Parole dalla Mia Sapienza; ma non ci riflettere mai, poiché tutto questo rimarrà eternamente inafferrabile per l’intelletto tuo. Quanto poco, infatti, puoi prendere la Terra come una palla nella tua mano e giocare con i soli come fossero piselli, tanto molto meno ancora uno spirito creato afferrerà queste tre Parole nella loro intera profondità. Non te ne devi perciò curare, perché l’impossibile è impossibile perfino per Me. Io, Jehova, l’eterna Sapienza, Dio, il Santissimo, il Sublime. Amen!!!

 

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Cap 3

La Redenzione

 

15 giugno 1840

1. Questa è una domanda rivolta a L., H., H., S., cui essi devono rispondere entrando profondamente in sé andando in tutta la quiete del loro cuore, affinché anche a loro poi sia aperta una piccola porticina nelle stanze segrete del loro amore, per riconoscere se stessi e il Mio Amore, e per infiammarsi nello stesso possentemente per Me, perché soltanto Io posso redimere l’anima attraverso la rinascita dello spirito, ed attraverso lo spirito, poi, dell’intera creatura.

 

Ma questa è la domanda più importante e più grande:

2. In quale modo la Legge mosaica condiziona la libertà delle volontà attraverso l’Amore, attraverso l’Amore la rinascita, ed attraverso la rinascita la vita eterna?

Perché fu necessaria la Redenzione a fianco della Legge mosaica, giacché per la rinascita non occorre nient’altro che l’osservanza della Legge per puro Amore per Me?

Cos’è quindi la Redenzione, e in che misura è per l’uomo, e come può egli prendervi parte?

 

3. La risposta a queste domande sarà molto difficile per chiunque cercherà soltanto di smussarvi l’acutezza del suo intelletto; ma chi s’infiammerà nell’Amore e in tutta umiltà per Me, costui troverà la piena risposta fedelmente nella cameretta del suo cuore. Ma al Mio povero e debole servitore Jakob, Io darò la piena risposta, affinché poi voi possiate confrontare la vostra ed esaminare il vostro cuore e la profondità delle camerette dell’Amore in esso. Io il grande Maestro in tutte le cose. Amen!

 

Risposta

17 giugno 1840

4. Questa è la piena risposta alla più grande e più importante domanda fatta da Me lunedì, la cui grandezza ed importanza diviene luminosamente visibile soltanto in questa presente risposta.

5. È necessario – affinché la risposta possa essere pienamente compresa – che qui venga mostrata l’essenza dell’uomo nella sua sfera naturale e spirituale, altrimenti, senza questa conoscenza preliminare, sarebbe inutile predicare, perché il tutto è rivolto solamente allo spirito, il quale però non è ancora vivente in voi, ma è sulla via di diventare vivente nell’amore che è il padre dello spirito. E affinché al vostro spirito sia dato il primo impulso, Io vi do appunto anche questa risposta, sulla quale si basa la vita dello spirito e la sua rinascita, e soltanto poi la Vita eterna nella suprema libertà.

6. Vedete, l’uomo è composto da un corpo secondo natura il quale è un vaso dentro il quale attraverso i differenti organi si sviluppa un’anima vivente; infatti, nella formazione mediante il concepimento viene costruito unicamente la sola essenza del corpo. E soltanto nel settimo mese, quando già viene formato l’essere organico corporeo, anche se non ancora del tutto secondo la forma, ma tuttavia sono formate tutte le parti attraverso il corpo vegetativo della madre, solo allora viene aperta nella regione della fossetta epigastrica una bollicina non percettibile per i vostri occhi, proveniente dal procreatore, in cui è contenuta la sostanza dell’anima che poi si estende all’intero organismo mediante il collegamento dei nervi, trasforma poi il fluido magnetico che si trova in tutti i nervi nella propria sostanza animica, e penetra poi a tutta velocità elettrica anche in tutti gli altri organi; particolarmente in ultimo soltanto nei muscoli del cuore, cosa che avviene di solito soltanto nel settimo giorno, presso alcuni talvolta soltanto un po’ più tardi.

7. Poi molto lentamente il cuore comincia ad espandersi attraverso il graduale riempimento della sostanza animica, e quando così un po’ alla volta è diventato pieno come una bottiglia elettrica, allora si scarica nelle arterie attraverso una camera superiore. Questo fluido scaricato si comunica poi a tutti gli umori che lì si trovano e li costringe in tutti i vasi, e così poi anche gli umori presenti nei vasi stessi di nuovo nelle vene e, attraverso queste, di nuovo di ritorno al cuore; durante questo tempo il cuore viene già di nuovo caricato e gli umori che vi tornano indietro vengono di nuovo fatti subito proseguire.

8. E così comincia la pulsazione del polso e la circolazione degli umori, e un po’ più tardi del sangue che ne deriva. Così si formano ora elettricamente e organigamente la massa del corpo e la solidità dell’anima mediante il costante movimento e scambio degli umori così prodotti, e cioè con il passaggio del sangue, con la massa del corpo, e con la sostanza contenuta negli umori sottili la solidità dell‘anima. E quando poi si è completamente sviluppato anche lo stomaco per l’accoglienza degli umori più grossolani, dapprima dal corpo della madre per il sostegno degli umori utilizzati per quella destinazione ed a supporto del sangue, allora l’essere viene sciolto dai legami nutritivi nel corpo materno e viene dato alla luce nel mondo esterno, dotato di cinque sensi naturali esteriori per recepire il mondo dei sensi ovvero propriamente le differenti sostanze, come quelle della luce, del suono, del gusto, dell’olfatto, e infine della sensibilità generale, cose che ora sono tutte destinate a sviluppare l’anima e a far crescere il corpo secondo i suoi bisogni, cosa che avviene poi per parecchi anni di seguito. E così ora sono due uomini in uno, vale a dire, dapprima uno materiale, e in esso uno sostanziale (spirituale).

9. Qui fate bene attenzione: già circa tre giorni prima della nascita, dalla più fine e nello stesso tempo più solida sostanza dell’anima, nella regione del cuore, viene formata un‘altra bollicina infinitamente fine, e in questa bollicina viene immesso uno spirito un tempo diventato maligno, che qui è, secondo l’essenza, una scintilla del divino Amore, non importa se il corpo è maschile o femminile, così pure lo spirito è senza differenza sessuale, e soltanto con il tempo assume qualcosa di sessuale che si manifesta attraverso la concupiscenza.

10. Ora però questo spirito è ancora morto come lo era nella materia già da lunghi e lunghi tempi. Ebbene, poiché l’anima è una imponderabile, sostanziale essenza, semplice e quindi indistruttibile e riceve il suo nutrimento attraverso i sensi del corpo mediante i suoi sensi [dell’anima], ora un po’ alla volta pienamente sviluppati, che qui sono: gli orecchi la ragione, gli occhi l’intelletto, il gusto il piacere delle impressioni ricevute del suono e della luce, poi l’olfatto la percezione del bene e del male, e infine la sensibilità generale, la consapevolezza della vita naturale nell’anima stessa, consapevolezza che viene prodotta attraverso le continue evoluzioni degli umori e delle sostanze assorbite, in tal modo l’anima diventa capace di pensare, il cui pensare in effetti viene prodotto attraverso la circolazione delle sostanze più fini negli organi corrispondenti a quelli del corpo.

11. Come precedentemente gli umori del corpo, circolando, formavano l’essenza dell’anima attraverso le sostanze apportatele dal mondo esterno, nello stesso modo attraverso la circolazione delle finissime sostanze negli organi dell’anima, lo spirito racchiuso nella bollicina deve essere e viene nutrito, fino a quando esso stesso diventa maturo per far esplodere la bollicina, e così un po’ alla volta compenetrare tutti gli organi dell’anima; e come l’anima lo è nel corpo, così anche lo spirito diventa nell’anima un perfetto terzo uomo mediante il nutrimento proveniente dal pensiero dell’anima, cosa che avviene nel modo seguente:

12. Lo spirito ha proprio, come il corpo e come l’anima, organi spirituali rispondenti, come l’udito e la ragione, la sensazione o la percezione, come la luce, l’intelletto e la volontà, come il gusto e il piacere delle impressioni ricevute del suono e della luce, la capacità di recepire tutto ciò che è mondano nelle forme corrispondenti, come quella dell’olfatto e della percezione del bene e del male, il discernimento del vero e del falso, e infine come la sensibiltà generale e la consapevolezza della vita naturale, l’amore da tutto questo risultante.

13. E ora, com’è il nutrimento del corpo attraverso tutti i sensi, così è anche quello dell’anima, e alla fine anche quello dello spirito. Se il nutrimento generale è cattivo, alla fine tutto diventa cattivo e quindi anche riprovevole; se invece il nutrimento generale è buono, allora alla fine anche tutto diventa buono ed accettabile. Ebbene vedete, queste sono le relazioni naturali esistenti tra corpo, anima e spirito. Ora ci si chiede: “Cos’è un nutrimento cattivo, e cosa un nutrimento buono?”

14. Vedete, tutto ciò che è mondano è cattivo, perché rivolge lo spirito nuovamente al mondo, dalla cui notte da carcere mortale Io lo strappai alla materia e l’ho messo nel cuore dell’anima, affinché là diventi di nuovo vivente e purificato da tutto ciò che è mondano in quanto sensuale, naturale e materiale, ed affinché alla fine divenisse lì, atto ad accogliere la vita proveniente da Me. Ma se ora gli si porge del nutrimento cattivo, allora diventa di nuovo mondano, sensuale ed infine materiale, e con ciò morto come prima della nascita; così anche l’anima con il corpo, perché con questo essa stessa è diventata completamente carnale.

15. Ma se allo spirito viene dato un nutrimento buono, che è la Mia rivelata Volontà e la mediazione attraverso le Opere della redenzione, ovvero il Mio Amore nella piena consistenza mediante la fede vivente, allora nel cuore dello spirito viene formata una nuova bollicina spirituale, nella quale viene racchiusa una pura scintilla del Mio Amore. E come avvenne prima con la procreazione dell’anima e da questa quella dello spirito, altrettanto avviene anche con questa nuova procreazione della Cosa Sacra. Se ora diventa completamente maturo, allora questo santo Amore strappa i non saldi legami del vaso e trabocca poi come il sangue del corpo, oppure come le sostanze finissime dell’anima, oppure come l’amore dello spirito in tutti gli organi dello stesso; questa condizione è allora chiamata rinascita, così come quella dell’introduzione di questa bollicina vitale è chiamata prenascita.

16. Tuttavia guarda, allo stesso tempo anche dall’inferno, già con la procreazione, specialmente se questa fu impostata in modo peccaminoso per una soddisfazione puramente bestiale, sono posate una quantità di bollicine di amore infernale nella regione del ventre e delle parti sessuali; tali bollicine poi, con il Mio Amore, vengono anch’esse partorite quasi allo stesso tempo. Come i bruchi in primavera quando arriva il calore del Sole, così anche questa covata, con il calore sorgente del Mio Amore divino, [viene partorita] nello spirito dell’uomo.

17. Vedete, perciò vengono poi anche le tentazioni, perché ciascuno di questi esseri concepiti dall’inferno fa incessantemente dei tentativi per interferire in qualunque modo possibile nella vita dell’anima. E se poi l’uomo non affronta in modo vigoroso le bestie di propria volontà, con l’amore rinato proveniente da Dio, allora esse dilagano in modo devastante in tutti gli organi dell’anima e vi si attaccano saldamente come i polipi succhianti nei punti dove lo spirito deve riversarsi nell’anima, e così impediscono all’anima di ricevere la vita proveniente dallo spirito, e così attraverso lo spirito anche la vita dell’Amore divino. Se ora lo spirito vede che non si può allargare per accogliere in sé una pienezza di nuova Vita proveniente da Dio, si ritira nuovamente nella sua muta bollicina, e così si ritira anche il Mio Amore, che qui è l’Iddio negli uomini.

18. Una volta che questo è avvenuto nell’uomo, allora egli diventa di nuovo puramente naturale ed estremamente sensuale, ed è anche perduto, perché non sa che una tal cosa è avvenuta in lui, dal momento che queste bestie all’inizio con tutta calma e gradevolmente seducono i suoi sensi, e così a poco a poco lo catturano completamente, tanto che l’uomo, di tutto ciò che è dello spirito, nulla più sa, non sente, non vede, non gusta, non intuisce e non percepisce più nulla. Questa è poi un’afflizione come non ce ne furono di simili dall’inizio fino al momento presente, ed anche non ce ne saranno più in futuro. Se ora l’uomo ricorre a Dio esteriormente con le preghiere, soprattutto con la Mia preghiera, con il digiuno e con la lettura della Parola dalla Scrittura, ottiene così una grande brama di essere liberato dalla grande afflizione.

19. E se l’uomo ha preso questo sul serio, vedendo in sé una gran quantità di dubbi tenebrosi, allora Io comincio poi ad agire dall’esterno come un Vincitore della morte e di tutti gli inferni mediante le Opere della redenzione, e poi, dalla Mia Misericordia, do all’uomo croce e sofferenze secondo la Mia Sapienza. In tal modo, per l’uomo il mondo e le sue gioie diventano poi così amare, che ne avrà un puro disgusto e comincerà a bramare la liberazione dalla vita di sofferenze. E vedi, poiché ora in tal modo queste bestie non ricevono più alcun nutrimento nell’anima dal peccaminoso mondo esteriore, diventano deboli e s’inaridiscono quasi completamente negli organi dell’anima, e cadono così del tutto in uno stato d’incoscienza.

20. Ma poiché ora l’Amore misericordioso di Gesù Cristo, che libera l’anima operando dall’esterno, comincia a riversarsi negli organi ammalati tanto del corpo quanto anche dell’anima, illuminandoli e facendo percepire all’anima in sé come coscienza ammonitrice la quantità innumerevole delle bestie del peccato, allora l’anima si spaventa, cosa che si manifesta come oppressione del cuore, e anche come una stretta interiore del petto nella regione dello stomaco, e poi, in questo umile dolore che si esprime con il vero pentimento, prega Dio nell’Amore crocifisso per ottenere Grazia e Misericordia. E vedi, allora lo spirito se ne accorge e comincia di nuovo a muoversi nella bollicina nella quale si era ritirato.

21. Allora all’uomo vengono fortemente richiamate alla memoria con serio ammonimento, mediante l’Amore misericordioso di Dio, le Leggi di Mosè dalla prima fino all’ultima, e gli viene affidata la più rigorosa osservanza delle stesse, affinché si umili e si mortifichi fin nel più intimo fondamento, e precisamente allo stesso modo come quando una lavandaia comprime avvolgendo assai strettamente il suo panno, affinché perfino le particelle più minuscole di sporcizia vengano portate via con l’acqua che è rimasta imbrigliata dentro, il che deve essere ripetuto tante volte, finché viene notata ancora solo una qualche torbidezza nell’acqua. Solo allora un tale bucato viene messo sotto i raggi del Sole, affinché gli stessi tolgano, evaporando, anche l’ultima goccia di sporcizia, così che poi lo sporco annientato venga disperso dai puri venti in tutte le direzioni.

22. E vedete, così le Leggi di Mosè provenienti da Dio sono dieci di numero, che è un numero di Dio, ed indicano che l’uomo deve dapprima credere chi Io sono, quando egli cade nell’afflizione, poi che abbia di Me il massimo rispetto, anzi, che creda perfino di essere in debito di scegliere dai sette giorni il Sabato raccomandato, e lo santifichi come un vero giorno di riposo del Signore, affinché impari a mortificarsi e a dare sguardi sempre più profondi in se stesso, per riconoscere da questo i suoi inquilini e poi rivolgersi a Me, affinché Io li annienti nella maniera suddetta e li cacci fuori dagli organi della sua anima.

23. E quando si è umiliato lì, profondamente, sotto la Mia Grandezza, Potenza e Forza, allora dipende ora dallo strizzare la biancheria. Questo è e viene inteso con la precisa osservanza dei sette Comandamenti ancora rimasti, per mezzo dei quali si dovrà umiliare profondamente perfino sotto i suoi simili, e dovrà imprigionare tutte le sue brame maligne, dovrà piegare completamente la sua volontà e sottomettere tutte le sue aspirazioni, e perfino i più lievi desideri del suo cuore alla Mia Volontà; allora Io verrò con l’Amore e riscalderò le dimore del suo spirito, come una chioccia riscalda i suoi pulcini non ancora nati. E vedete, allora lo spirito, che già prima aveva cominciato a ridestarsi, rinascerà nuovamente mediante il calore dell’Amore divino, e traboccherà di nuovo subito in tutte le parti dell’anima purificata, e assorbirà avidamente in sé l’Amore misericordioso operante dall‘esterno, per la qual cosa lo spirito diventa poi sempre più forte.

24. E quando poi l’Amore della Mia Misericordia è penetrato nella profondità del suo cuore, dove giace ancora la bollicina del tutto straordinaria del divino Amore primordiale, allora si rompe di nuovo la bollicina puramente divina, nella quale era racchiuso il grande Santuario d’Amore dell’eterno Padre Santo, stimolato dall’amore del figlio che ora ha purificato l’anima, redimendola, e poi, unendosi con questa assai intimamente, inondando subito con grande chiarezza, simile ad un grande sole nascente, tutto lo spirito e quindi anche l’anima, ed attraverso questa anche la carne completamente mortificata. Poi l’uomo diventa da parte a parte vivente, e questo totale divenir vivente è poi la resurrezione della carne.

25. E quando tutto viene compenetrato dal Padre, allora il figlio viene accolto dal Padre nel Cielo, Cielo che è nel Cuore del Padre; il cui figlio però accoglie lo spirito dell’uomo, e questo spirito accoglie l’anima, e l’anima invece accoglie il corpo, che è lo spirito nerveo a voi già noto, perché tutto il resto sono soltanto escrementi dello stesso.

26. E se ora il Padre, che è l’Amore, diventa operante nell’uomo, allora si fa luce in quello stesso uomo, perché la Sapienza del Padre non è mai separata dal Suo Amore; allora anche l’uomo diventa pieno d’amore, pieno di sapienza e potenza, e in tal modo è ora completamente rinato in ogni amore e sapienza. Ebbene vedete, quale fatica, indulgenza e grande pazienza Mi costa sempre per salvare da mille appena uno, e quanto spesso le Mie fatiche vengono incomprese, disprezzate, maledette e perfino calpestate con i piedi da quest’uno. E vedete, ciò nonostante Io non smetto mai di gridarvi continuamente: “Venite tutti a Me, voi che siete stanchi ed aggravati. Io vi voglio tutti ristorare!”

27. Ma ai sordi e ai ciechi è difficile predicare, perché si sono precipitati nell’afflizione del mondo in pienissima misura, e con questo hanno insudiciato la loro terra, che è la loro carne, con l’escremento maledetto del fetido inferno, il cui fetore è una vera pestilenza dell’anima. Allora Io devo sempre nuovamente far piovere un diluvio dai Cieli, sotto cui vengono intese le amare opere della Redenzione. E quando poi con questo è di nuovo stato lavato completamente il terreno dell’anima imbrattato dalla maledizione, ed attraverso i venti della Grazia sono stati nuovamente prosciugati i pantani e le paludi, solo allora esisterà ancora una possibilità di poter predicarvi di nuovo le vie conducenti alla Vita proveniente da Me.

28. E poiché Io ora vi predico già da molto tempo, allora seguite la Mia voce e ritornate all’ovile dei Miei amati agnelli, affinché vi guidi Io, quale unico Buon Pastore, sul pascolo della Vita e voi Mi diate poi lana, lana bianca come la neve, ed Io da questa vi preparerò poi una veste che vi adornerà in tutta l‘eternità.

29. E ora considerate l’ulteriore seguito di questo Mio insegnamento quale risposta, e annotatevelo:

30. Quando un contadino ha un piccolo frutteto e vede che gli alberelli in esso sono tutti selvatici, allora pensa tra sé: “Cosa devo fare? Se li sradico dalla terra, allora il mio giardino diventerà vuoto, e se ne pianto degli altri al posto loro, all’inizio saranno anch’essi soltanto selvatici, e forse nemmeno così robusti come quelli già esistenti. Li voglio dunque ripulire accuratamente da tutti i cattivi vermi e dai loro nidi, e voglio e cercherò al tempo giusto die nobili rametti di buoni alberi per innestarveli. E così questi alberelli selvatici, che del resto sono freschi e perfettamente sani, con l’aiuto dall’Alto riusciranno sicuramente ancora tutti bene, e mi dovranno portare un giorno sicuramente molti buoni, dolci e nobili frutti”. E vedete, il contadino assennato fa come ha saggiamente pensato, e così facendo ottiene già in pochi anni un ricco e gioioso raccolto.

31. E vedete, voi genitori siete tutti tali contadini, sulle cui basi terrene ovvero fisiche, è cresciuta interamente e solamente una vegetazione selvatica dell’inferno, alla maniera delle prostitute che si immergono in ogni lussuria di Sodoma e di Babele. Perciò dovete poi con doppio zelo ripulire questi cespugli da tutte le mille specie di insetti dannosi, consistendo nel fatto che dovete impiegare la massima attenzione a tutti i desideri e cupidigie che prendono tutti la loro origine dai parassiti infernali che vi dimorano, ed estirparli nello stesso vero modo da Me già mostratovi chiaramente, e tagliare subito all’inizio anche gli inutili germogli secondari dell’ostinazione, che spesse volte appaiono buoni, ma pur sempre indeboliscono ostinatamente la vita del tronco; così otterrete presto un tronco sano e vigoroso. E quando poi arriverà il tempo dell’innesto, che qui è il far conoscere e l’inculcare la Mia Legge emanata dal Mio sommo Amore attraverso Mosè, allora potrete sicuramente aspettarvi con il Mio potente aiuto che i vostri alberelli selvatici, purificati in questo modo e ripuliti con cura, afferreranno certamente con vigore la Mia Volontà, dopo che quella propria prima volontà è stata tolta completamente, e in brevissimo tempo porteranno in ultragrande pienezza i frutti più belli e più meravigliosi di ogni specie, se in aggiunta voi li innaffierete ancora con zelo con l’acqua della Vita, affinché molto presto le loro teste possano crescere assai in alto verso il Cielo, in modo tale che il loro orizzonte spirituale si amplierà beatamente e poi assorbiranno sempre più Luce di Grazia, Luce che si riversa in grande pienezza costantemente dal Sole di Grazia che è sorto con l’Opera della redenzione, dalla cui Luce e Calore ogni creatura può rinascere nuovamente e alla fine interamente alla Vita eterna.

32. Nondimeno, questa è la redenzione: che venga riconosciuto il Padre Santo e l’Amore che, espiando e santificando di nuovo il mondo intero, versò il sangue sulla croce, e perfino ai malfattori con l’ultimo colpo di lancia nel Cuore dell’eterno Amore, facendo aprire la santa Porta che conduce alla Luce e all’eterna Vita. E come là, uno divenne vedente e vivente nella Fede e nell’Amore, così tutti possono diventare viventi e vedenti nella Fede, che è la vera partecipazione alla redenzione, affinché poi la bollicina dell’eterno Amore venga fecondata nuovamente mediante i Raggi del Sole di Grazia e spunti in voi l’antico Amore del Padre attraverso le opere del Figlio in tutta la Forza e Potenza dell’onnisantissimo Spirito proveniente da entrambi nel puro Amore del rinato cuore vostro.

33. Del resto, cosa significa ed è l’opera della Mia Redenzione? Allora vi dico: per prima cosa è la più grande Opera dell’eterno Amore, perché con ciò Io stesso, l’Altissimo in tutta la pienezza del Mio Amore e nell’infinita pienezza della Mia Divinità, divenni Uomo, anzi, per tutti voi perfino Fratello. Presi l’intera massa dei peccati del mondo sulle Mie spalle e così purificai la Terra dall’antica maledizione dell’intangibile Santità di Dio. Per seconda cosa, è la sottomissione dell’inferno sotto la Potenza del Mio Amore, il quale dapprima stava soltanto nel Potere della Divinità iraconda, e quindi era lontano da ogni influsso del Mio Amore, mentre invece è l’arma più terribile contro l’inferno, poiché ne è il più assoluto opposto, per cui lo stesso anche già nel solo pronunciare amorevolmente e devotamente il Mio Nome, esso viene cacciato indietro di in un’intera infinità. E infine per terza cosa, essa è l’apertura delle porte del Cielo e della Vita eterna, e il fedele segnavia, perché vi riconcilia non soltanto di nuovo con la Santità di Dio, ma vi mostra come vi dovete umiliare dinanzi al mondo, se volete essere innalzati da Dio. Inoltre, vi indica di sopportare ogni derisione, ogni sofferenza e croci per amor Mio e per i vostri fratelli in tutta pazienza, mansuetudine e rassegnazione della vostra volontà, anzi essa vi insegna a portare i vostri amici sulle mani e a benedire i vostri nemici con l’Amore divino nel vostro cuore.

34. Ma poiché il mondo ora non è che l’evidente forma esteriore dell’inferno, e la Terra, nuovamente benedetta mediante la redenzione, in questo modo è diventata un'altra volta portatrice dell’inferno, allora il mondo si è innalzato sopra la Terra e dimora in alti edifici nello splendore dell’egoismo, dell’auto inganno, dell’amor proprio, dell’amore per il lusso, della lussuria, della vita comoda, dell’abbondanza, della ricchezza, dell’usura e della generale, egoistica sete di potere. Ma ora, affinché la Terra non debba essere di nuovo vergognosamente insudiciata, essa è stata lavata e santificata dal Sangue dell’eterno Amore. Anche se da qualche parte il serpente si sbarazza dei suoi escrementi, o con guerre oppure con processi o con rapine, oppure con lussuria, prostituzione, ateismo e adulterio nel senso naturale e spirituale, allora agisce immediatamente sui peccati il diluvio liberatore dell’Amore crocifisso, attraverso il risveglio di uomini e veggenti di Dio, i quali poi estirpano di nuovo dalla Terra gli escrementi del serpente dopo averli raccolti e gettati nelle dispense dei grandi del mondo. Allora il cuore del mondo si diletta di un tale tesoro, mentre i Miei figli devono poi soffrire la miseria per un breve tempo, perché la Terra diventa, per questo breve tempo, sterile. Ma se allora si rifugiano sotto la Mia croce e sentono parlare la Mia voce della nuova Vita attraverso la bocca o la penna dei Miei veggenti, ed innaffiano diligentemente il terreno divenuto magro con l’acqua dal pozzo di Giacobbe, allora la Terra viene subito nuovamente benedetta ed essa porterà frutti della specie più bella, e questi frutti saranno poi di nuovo la parte della grande Opera di della redenzione compiuta sulla croce.

*

35. Infine devo ancora aggiungervi, specialmente ai genitori, questo Mio consiglio divinamente Paterno: non dovete far sposare i vostri figli, anche se fossero ben provvisti con tutto il patrimonio per il mantenimento mondano, sia in una carica, sia in beni, se prima non sono rinati almeno a metà, affinché le loro mogli possano poi essere santificate per mezzo di loro, per mettere al mondo dei frutti benedetti che diventino presto essi stessi facilmente una benedizione del Cielo per un’intera grande generazione, con cui voi fonderete poi un grande Regno uguale a quello di Abramo nei Cieli, del quale vi rallegrerete eternamente sempre di più per le magnificenze sempre crescenti provenienti dal vostro seme benedetto.

36. Le vostre figlie datele invece ai Miei figli che sono venuti qui dal Mio Amore per voi e Mi hanno ben riconosciuto nel mondo, e si sono lasciati attirare dal Mio Amore e guidare dalla Mia Sapienza, ed ascoltano sempre la Mia voce, ed hanno i loro occhi fissi al Mio Cuore. Con questo voi Mi renderete Suocero benedicente delle vostre figlie. Ed Io vi dico: poiché così Mi avrete reso il Parente più prossimo, allora potete ben immaginare da voi stessi che Io non lascerò andare un giorno in rovina i Miei consuoceri; e così Io dico che essi dimoreranno nella Mia casa e dovranno sempre mangiare alla Mia tavola, ed avranno certamente grande gioia per i nipoti estremamente belli dei Miei cari figli e delle loro figlie benedette per mezzo loro, e così essi saranno guidati nella Mia mano paterna in tutti i Miei Regni e qui contempleranno le Mie grandi magnificenze; e soltanto allora afferreranno che cosa vuol significare averMi come Consuocero!!!

*

37. Ebbene, vedete, questa è una risposta completa. Essa certo non è dotta, ma, ciò che è molto di più, essa vi è data fedelmente dalla Sorgente dell’eterno Amore e Sapienza del vostro ultrabuon Padre Santo in tutta l’eterna Verità, simile ad un grande torrente di Luce sgorgante da un grande sole in pieno mattino che vi illuminerà da parte a parte, se soltanto l’avrete accolta a poco a poco interamente nel vostro cuore ancora piuttosto poco illuminato, cosa che percepirete tanto più distintamente se metterete a confronto le vostre risposte ancora molto deboli, e da ciò vedrete di certo chiaramente quanto vi manca ancora, e quanto profondamente siete già penetrati in voi.

38. Infine vi dico ancora, che le vostre risposte sono più profonde dei vostri cuori, perché Io, dopo averle commisurate alla vostra parte migliore, le ho poste nel vostro cuore senza che voi ne foste consapevoli. Nella Mia risposta troverete soltanto la conferma, se con ciò avrete scoperto nella vostra risposta un senso più profondo di quello più superficiale che pensavate di inserirvi. Ma questo sarà per voi un segno sicuro di quanto profondamente Io sono penetrato in voi, e quanto ancora superficialmente voi siete penetrati in Me.

39. Perciò, venite tutti a Me, voi che siete stanchi ed aggravati, perché Io vi voglio ristorare e colmare con la Grazia Mia. Amen! Io, l’eterno Amore e Sapienza. Amen! Amen! Amen!

 

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Cap 4

L’angelo

23 giugno 1840

1.  Qui vi voglio dare una sublime Parola supplementare, affinché possiate vedere la Forza infinita di una piccola Scintilla del Mio Amore eterno e l’eterna e primordiale Forza e Santità della Divinità in Me, e con questo però anche la vostra per voi così salutare nullità in tutto ciò che siete, fate, operate, pensate, scrivete e poetate da voi. Ma nello stesso tempo dovete anche desumere da questo che cosa potete diventare attraverso di Me.

2.  Ma ciò che Io vi dirò qui, dovete percepirlo in un modesto Cantico secondo la più alta maniera del Cielo. E se qui anche le forme più elevate del linguaggio formeranno la nuova costruzione di un grande mondo ultraterreno, non lo dovete considerare così come nei canti umani, per un’esaltazione poetica, poiché presso di Me non ne esiste alcuno, ma esiste soltanto l’assoluta purissima Verità, ed il Mio Nome è già di per sé la sublime esaltazione di ogni canto.

3.  Ora seguite il Cantico, ed il Cantico è un angelo, e questo procede da Me e vi porta un buono ed immenso Messaggio, come qui di seguito:

 

1.

 

Stava nel grande Mattino dai soli di tutti i mondi il più lontano

un grande angelo, stendendo la sua nuda gigantesca mano

al centro del profondo abisso della Creazione Mia senza fine,

e voleva un sole dalla regione sua di splendore

ardito, strappare dal centro di tutti i mondi come un cuore,

e poi così, come noce, nella bocca sua con i denti frantumare.     

 

2.

Ed egli lo avrebbe fatto per provar la sua forza solamente

che si è procurata dal Mio Amor del tutto lealmente.

Eppur fra sé pensò, secondo l’angelica ben riuscita usanza:

«Che cosa devo provare, quando sotto la mia movenza

già più di milioni di questi ruderi solari stanno,

perciò voglio riflettere e di più grandioso far qualcosa.

 

3.

Voglio dunque volgere il mio occhio al grande mattino

e là prestar alla mia vista i raggi del più chiaro splendore,

di tutti i mondi fra la polvere del nulla per poi scoprire,

prima ancor che un tale pulviscolo diventi del breve tempo bottino,

un pulviscolo che un giorno ha portato il Supremo,

il Cui Nome con la lingua nostra pronunciar non osiamo.

 

4.

Poiché io voglio veder qualcosa di grande, per edificar me stesso,

così nell’officina dei miei grandi fratelli guardar io posso,

dove essi in tutto amor progettano un luogo di riposo

per resti di giganteschi mondi di servir cessati

come anche di cosmi dei grandi globi involucro ultralontani,

in ognuno dei quali miliardi di soli sono inseriti.

 

5.

Questi spazi anche è una gioia vera il misurare,

poiché il piccolo mondo nel nostro petto s’ingrandisce allora.

Cosa del resto sono allo sguardo degli occhi miei mille di Cosmi tali,

se miliardi di tali globi non incantano gli stessi?

Ma ben sono una gioia tra questi eserciti d’involucri

gli spazi misurare nei mari profondi della luce loro.

 

6.

Poiché quando da un globo all’altro così si misura

e qui per la grande lontananza ci si dimentica di sé addirittura

e si pensa: com’è pur piccolo uno spazio così, rispetto ad una scintilla

che è discesa dall’Occhio del Signore come material sostanza!

Oh vorrei allora diventar ‘l più piccolo d’ogni pulviscolo di mondo,

anzi, se possibile fosse, perfino un figlio degli uomini sulla Terra!

 

7.

E se penso inoltre all’eterna grandezza di Dio

e confronto così la vana nudità dell’essere angelico mio,

allora grave s’alza dal mio vitale vasto fondamento del cuore

in me un grande pensiero luminoso come una grande ferita,

che neanche nel più piccolo sarò mai simile al Signore,

fintantoché perfino globi mondiali devono arretrare alla grandezza mia!

 

8.

Oh, cos’è la grandezza di tutti gli esseri angelici, potenza e forza,

se contemplar non si può l’Opera d’Amor più piccola del Signore!

Che giova misurar con sguardi fermi l’Infinità

e contare gli eserciti di tutti i globi nell’eternità,

se mai si potrà avvicinarsi né ci si avvicinerà a Dio così facendo,

e così il più grande di tutti i grandi a causa della grandezza si sta perdendo.

 

9.

Oh, allora cado sulle mie ginocchia e grido forte,

così che dinanzi alla mia voce un’infinità di mondi inorridisce:

Nelle Altezze incommensurabili dei Tuoi Cieli, o Dio grandioso

la supplica di un angelo, del Tuo servitore ascolta pietoso!

La dimora del Tuo Amore io vorrei volentieri veder tanto

e come là i miei fratelli morti risorgono nuovamente!

 

10.

Oh prendi la grandezza mia, Signore! E fammi più piccolo che puoi,

affinché possa io esser là dove sono i figli Tuoi

e là le grandi cose dell’Onnipotenza Tua mostrare

e poi giulivo con loro del Tuo santo Amor cantare

e come un fratello secondo la Tua santa Volontà guidarli

ed a modo nostro con amor sempre in silenzio accompagnarli!

 

11.

Ed anche se ai piccoli è sempre il Tuo Amor rivolto,

allora pensa, anch’io un tempo uscii piccolo dalla Tua Mano di Creatore

e divenni grande come reggitore di mondi secondo il Tuo Volere

e li guidai, come Tu vedi, secondo gli Scopi Tuoi costantemente;

che poc’anzi pensai un poco in grande della forza mia,

per questo, o Signore, Tu mi hai già punito affettuosamente!

12.

Ora volgi a me di nuovo la Misericordia Tua

ed uomo sulla piccola Terra fammi in luogo di questo,

affinché anch’io, piccolo ad essa pari, Ti possa “Padre” un dì chiamare

dai più piccoli gradini di Grazia a Te compiacenti!

Oh Signore! Ascolta del tuo grande servitore la pia preghiera

e fammi piccolo e nel mezzo ai Tuoi più piccolo stabilire!»

 

13.

E vedi, così Io udii del grande angelo le parole di lamento

forte risuonar che ‘l tono della sua voce Mi perforava il Cuore,

e poi attraverso il rimbombo di un lontano sommesso tuono,

feci ad un eco somigliante, ripetere della preghiera sua il suono

in segno che Io ben intesi tutti i desideri suoi,

ed ho gli stessi, come si vedrà, anticipati.

 

14

Infatti, mentre stava sulle ampie ginocchia sue ancor pregando,

Io già concessi ad una donna qui la Grazia eccelsa

ed in lei per un uomo già posi il seme

prima ancor che l’Amen all’orecchio dell’angelo Mio penetrasse;

e quando egli intese il grande Amen nelle immensità,

allora vide anche la Terra ai suoi piedi fiancheggiata già!

 

15.

E vedi, egli prese cauto la Terra in mano allora

ed impresse un bacio su questo pegno a Me così caro.

E quando fece ciò nell’affettuoso rapimento,

la Terra già svelata dinanzi ai suoi sguardi anche stava

e vide in pari tempo una donna che gli venne incontro d’assai beltà,

e notò come lei lo accolse come madre subito nel cuore.

16.

E quando allora egli si mosse di sua madre nel cuore,

qui tendeva le braccia angeliche dallo stesso con amore,

ecco venne un’altra donna, per porgere alla madre dell’angelo il saluto,

e con il suo frutto lei voleva anche saper come stesse.

Ma prima ancor che quest’ultima[3] la bocca nel saluto aprir potesse,

già nella prima ad alta voce l’angelo parlò e a lei annunzio porse.

 

17.

Cominciando in questo modo a parlar nel cuore:

“O madre! Guarda la Madre di tutti i soli,

lei porta nel suo petto ciò che non afferrano i cieli tutti!

Perciò, o madre, non devi farti da lei porgere il saluto!

Poiché Colui che un tempo mi fece di mondi grande reggitore,

mi guarda sorridente dal cuor di lei amabilmente”.

 

18.

E quando la madre[4] intese questo nel suo cuore chiaramente,

divenne da capo a piedi angosciata completamente.

Allora la Madre del Mio Corpo dell’Essere purissimo s’accorse

e non poteva sciogliere un mistero così grande ella stessa.

E guarda, cominciò allora a muoversi in lei di Dio l’Amore

e disse: “Giovanni, della Benedizione della Madre Mia taci ancora!

 

19.

Presto verrà il tempo in cui tu a Me dinnanzi andrai,

per preparar le Mie vie ed un Paese dove stare.

Allora molti figli d’uomini sordi e ciechi troverai,

e prima a questi della Mia Venuta forte annunciar dovrai

che di Dio come Agnello son Io venuto nei loro patimenti,

per portare innocente di tutti gli uomini i peccati fedelmente!

20.

 

E per quanto grande tu fosti nella tua angelica sfera operativa,

era quella grandezza una gocciolina appena nel mare rispetto a quella

nella quale il tuo Signore, a Cui gli Spazi cosmici tremano dinanzi,

si fa come Fratello nella debolezza della vita umana da te vedere,

affinché il debole risorger possa dal Mio Amor fortificato,

anche quando i mondi tutti un giorno svaniranno per la Mia Potenza!”

 

21.

E vedi, allora nel materno grembo Giovanni cominciava

di gioia a saltellare, quando vide che la Grandezza Mia con …nulla si legava.

Maria, purissima di Cuore Madre del Corpo Mio tuttavia

ben s’accorse presto, come cominciava piena di vita ad arrossire

Elisabetta, poiché allo stato della sua vecchiaia pensava essa

ed anche al costume delle donne anziane della Terra Promessa.

 

22.

Maria allora parlò nella sua luminosa anima tutta commossa:

“Elisabetta, ti vergogni davvero in questa santa condizione tua?

Rifletti, ciò che ci è capitato dalla sublime Grazia di Dio,

questo non deve mai macchiarsi di rosso per vergogna troppo grande;

poiché ciò che saltella nel tuo corpo di gioia smisurata

è dinanzi alla mia vita immenso; perciò rallegrati riservata!”

 

23.

Elisabetta, dell’altezza di Maria ben ricordando

come stessero le cose con lei e con Maria, stava ben ponderando,

sulle ginocchia sue cadde dinanzi perciò alla Pura

e cominciò per l’ultragrande gioia, teneramente a lacrimare

e disse: “O Madre di Grazie piena, sii tu benedetta in modo elevato,

ed il Tuo Frutto con il quale viene il mondo dalla maledizione liberato.

 

24.

Poiché è proprio piccolo quel che io porto nel mio cuore;

come potrebbe, fosse grande come un mondo, esser qualcosa ancora

dinanzi alla Grazia Tua, la cui Grandezza tutti i Cieli

afferrar non possono e una così chiara Luce sopportare.

che ancora, quando tutti i soli svaniranno, splenderà a tutti chiaramente

che si disporranno per le Sue Vie di cuore fedelmente.

 

25.

O Dio! Da dove viene a me questa Grazia sconfinata

che la Madre del mio Signore mi visita per ripidi sentieri,

non temendo le cime di alti monti, né la lontananza!?

Le care stelle splendono incomprensibile del tutto chiaramente

là nell’alto Cielo, ed anche dalle fronde delle grasse palme,

sussurra a me ben comprensibile, una lode in eccelsi salmi!

 

26.

O Madre! Soltanto adesso comprendo nel mio cuore chiaramente,

l’intera grande Terra un sacrificio ti presenta,

è cosa giusta ed equa, poiché nessuno comprenderà,

come a noi, al povero popolo, che deboli e confusi completamente,

nella nostra notte dei peccati poteva capitare un tale portento:

Il Signore, l’Iddio d’Abramo, prende su di Sé le umane difficoltà!”.

 

27.

E vedi, Maria alla madre di Giovanni allor s’avvicinò

e disse: «Elisabetta! Presso del Giordano la deserta riva

ciò che tu porti nel cuore, la voce di uno che grida diventerà,

e là, lungo le rive pietrose del fiume sentieri appianerà,

egli sarà, come sta scritto, l’angelo del Signore

e severo per il battesimo d’acqua dal popolo la penitenza bramerà.

 

28.

E così, oh credi a me, all’inizio certo per mezzo di lui soltanto

verrà riconosciuto l’Agnello che toglie di tutto il mondo i peccati.

E qui anche accadrà che il Signore da lui sulla Terra

nell’acqua verrà sotto il cielo aperto battezzato.

Allora egli e molti che lì i suoi insegnamenti ascolteranno,

una grande testimonianza dell’Agnello dai Cieli sentiranno.

 

29.

E vedranno qui lo Spirito dal Cielo giù affrettarsi

e illuminando lo stesso sul capo del nostro Signore fermarsi,

e vedranno Dio unirsi con l’Uomo completamente,

affinché venga il mondo liberato dalle pene di tutti i peccati!

Affinché anche, chi è diventato oppresso ed aggravato,

dall’Inferno e dalle sue orde venga liberato.

 

30.

Ed ora, Elisabetta, lieta apprendi ancora per chiusura

dal mio cuore un saluto a te sconosciuto ancora:

“Giovanni, angelo Mio fedele, dalle Sfere di Luce proveniente!

Come dovesti un tempo i soli secondo l’Ordine Mio rivoltare,

così presto a Me i cuori dei Miei figli devi preparare

e coraggioso come un leone contro tutti gli inferni guerreggiare.

 

31.

Poiché vedi, di tutti quelli che son nati ed ancora nasceranno,

nessuno fu grande come te, da Me inviato sulla Terra;

perché tutti i padri e profeti nella Terra Santa

dalla condizione d’Amor di piccoli angeli li ho Io suscitati.

Tu sei venuto invece nel piccolo Israele,

un principe degli angeli, raggiante col nome di Michele!

 

32.

Eppur vedi, e anche chi piccolo sarà chiamato un giorno nel Regno Mio,

sarà di te più grande quale principe al quale non c’è confronto!

E se vuoi anche tu, come qui i figli piccolissimi, grande diventare,

allora anche tu, come loro, devi nascere da Me nuovamente;

poiché vedi, d’ora in poi ogni angelo qui sulla Terra dovrà

sopportare certo come Me, il Creatore, le umane difficoltà.

 

33.

E chi avrà timore di percorrere le Vie del Mio Amore

e non calcherà degli angeli gli stretti difficili sentieri,

costui spianerà, come tu un tempo, morti sentieri mondani soltanto;

ma levar l’ancora di una nuova Creazione colma di vita,

oh, vedi, mai verrà dato ad un spirito angelico originariamente creato,

se non solamente a colui che alla tavola dei figli avrà mangiato

 

34.

che su questo mondo Io darò ai figli abbondantemente.

La Mia ricca tavola sarà, oh udite senza timorosi atteggiamenti!

una pesante Croce su questa Terra, dove Uno libero da macchia

leverà agli uomini delle notti infernali il velo del peccato

e laverà la Terra della cova di Satana dall’escremento

col Suo Sangue versato sotto amare sofferenze silenziosamente.

 

35.

Attraverso questo i figli degli uomini rinasceranno pienamente

e gli angeli soltanto se si saranno scelti la Mia Croce liberamente

e dal loro antico Cielo sulla Terra scesi saranno,

per vincere là l’Inferno per sé, come Io per tutti.

Uguali a Me ed ai figli Miei soltanto così diventeranno,

per ricevere come i figli da Me il Regno preparato”.

 

36.

Ed ora Iddio dice “Amen” del mio cuor nella pienezza di Vita,

ed ogni Parola che in tutta quiete è ora scaturita

sia per te un gran sigillo di riservatezza e fedeltà

da ciò che ti è stato ora detto del cuor mio dalla libertà.

Poiché vedi, per mezzo mio conoscere il Signor ti ha fatto la Sua Volontà,

così anche serbala ed agisci, in segreto, ad essa in fedeltà».

 

37.

E vedi, dopo che Maria questo discorso ebbe terminato,

allora porse a Elisabetta la mano per il saluto di commiato,

e lasciò la molto anziana così riposare in silenzioso raccoglimento

e svelta corse a casa per fare qui del bene nuovamente.

E quando di mattino metà percorso aveva compiuto,

Giuseppe a casa cominciò per lei a preoccuparsi fortemente.

 

38.

Egli lasciò il lavoro e mise all’asina la sella,

per andar incontro alla donna sua, del suo cuor la regina pura,

per pianure, monti e valli, con correre affrettato,

in Me confidando, ben carico di frutti, trottando preoccupato.

Ma prima ancor che ‘l caro Mio Giuseppe al viaggio si fosse preparato,

qui Maria già lo teneva nel suo abbraccio imprigionato

 

39.

con le sue braccia assai morbide intorno a lui stringeva,

per scaldarlo col suo amore, perché per lei era preoccupato.

E Giuseppe, quando vide questo, lacrime cominciò a versare,

poiché egli ora di nuovo presso i suoi divenne di gioia inebriato,

che poc’anzi nel puro amor per timore lasciar voleva,

poiché della Grazia Mia i primi germogli afferrar non poteva!

40.

Ora Giuseppe la preme all’ampio petto suo fedelmente,

del tutto memore della somma Grazia in lei, e ben cosciente

di ciò che poc’anzi fedele gli aveva un angelo annunciato,

dicendo: “Giuseppe! Non temere, colei che a te fu legata

venne dall’Alto pura completamente; poiché ciò che in lei è vivente,

devi chiamar Gesù, ch’è il Cristo da Dio generato”.

 

41.

Perciò anche il puro Giuseppe molto fu toccato,

poiché vide ora Maria colma di Grazie sublimi traboccare

e vide dal viaggio la molto affaticata avvolgerlo con affetto

e sentì, come gli angeli cantavano intorno a lei salmi eccelsi;

egli si vide divorato nel suo caro abbraccio stretto,

da vaste schiere di tutti gli angeli come il più felice celebrato.

 

42.

Allora si prostrò per grande amore alla Grazia Mia dinanzi

e lodò il suo Dio in questa nuova Arca dell’Alleanza

e disse: “O Signore, accogli il lavoro delle mie mani con clemenza

e dona a me, uomo venerando, come un dono di Grazia forza,

affinché io possa procurare a Te ed alla madre Tua lealmente

un pane per nutrirvi in tutto amore, libero da debiti completamente!”.

 

43.

E cosa egli in fede chiese dalla Grazia Mia intimamente,

gli fu concesso in tutti i luoghi in cui dovette camminare.

Ora vedete, Io vi ho dato, qui nel giusto corso di questo canto,

molto chiaramente per comprendere, dove volentieri vi dovete trattenere,

allora anche voi l’aspirazione savia dei Miei angeli conoscerete

e al par di loro presto la grandezza del mondo intorno a voi disprezzerete.

 

44.

A cosa vi servirebbe un essere perfino molto più grande ancora

come dell’angelo a voi già noto; potrebbe egli redimervi?

E potrebbe della morte dai duri legacci strapparvi?

Voi vedete, infatti, i grandi mondi nelle loro orbite brillare

e dite, a che cosa servirebbero ad uno spirito le morte masse?

Io dico: a nulla, che solamente la morte in vasto raggio a moltiplicare!

 

45.

(E ora aprite gli occhi vostri e con il cuore state ad ascoltare,

poiché sapete già che Io perfino nei canti non sono mai solito scherzare,

allora anche qui un mistero ultragrande vi voglio rischiarare

e così in voi il più grande dell’errore puramente annientare,

mostrarvi la più grande delle Mie Meraviglie in puri passaggi chiaramente,

affinché vediate, come i grandi s’ingannano davvero fortemente).

 

46.

(Ebbene vedete, prima della Redenzione, l’Inferno era penetrato

fino all’Amore del grande Iddio come un ladro sciagurato

che in segreto tra sé così pensava: ‘Se potessi insinuarmi nella casa solamente,

raggiungerei senza gran fatica il mio scopo indubbiamente!

Se soltanto dal posto Suo l’Amor con astuzia è spodestato,

allora il resto si disporrà secondo il nostro compiacimento’).

 

47.

(Ma l’Amore di tali ladri il perfido intendimento avvertiva

e saggiamente sfuggir per amore alla loro astuzia sapeva.

La Terra, il posto più odiato da Satana, venne da Me prescelta,

per sulla stessa tutto quanto v’era perduto,

con la discesa Mia nel piccolo, fedelmente ritrovare

e così nel Mio Amore un nuovo Regno qui fondare).

48.

(E poiché Satana enormemente si sbagliava

gli venne l’angoscia, poiché proseguir l’azione non poteva,

e vedi, allora della Creazione in tutti gli spazi Mi cercò

e come Uomo indugiar qui presso i figli Miei Mi trovò.

Qui pensava con tentazioni – Me debole d’attirare;

ma soltanto uno Sguardo Mio portò in arresto il suo potere!)

 

49.

Poiché vedete, prima che Mi facessi carne mediante la Parola clemente,

che Io vi parli senza nessun inganno, credere lo potete,

la Mia Dimora e di tutti gli spiriti era elevata

oltre le stelle tutte, anzi in distanza per voi grandemente inconcepibile,

e così l’intero mondo era, per rendervelo accessibile,

sotto i santi Piedi della Mia Divinità ad uno sgabello simile.

 

50.

Così passava dunque anche dalla Mia suprema elevatezza santa

attraverso tutte le schiere di spiriti nei mondi lo Sguardo Mio,

così anche la Mia Parola veniva portata sempre da un angelo soltanto,

per mostrar con questo ad un qualche mondo le sue mancanze

ed anche per rivelare ad un qualche uomo timorato

i piani ancor tenuti dall’eterno Amore molto segreti.

 

51.

Ora vedete e comprendete bene di Satana le perfidie iraconde!

Nella sua ira furiosa voleva sopraffarMi completamente,

e se gli fosse riuscito, Mi avrebbe da una eternità

all’altra perseguitato fino nell’Infinità.

Con ciò si sarebbe stabilito di tutti i mondi come padrone

ed avrebbe anche disposto, tutto ciò che vive, secondo la sua maledizione.

 

52.

E se questo nella sua follia ciecamente egli raggiunto avesse

e della Divinità l’Amor scacciato dal Suo Luogo santo avesse,

allora, rifletteteci bene, la Divinità incollerita si sarebbe infiammata,

e tutto distruggendo col Suo Amore di nuovo si sarebbe poi congiunta;

dopo di che in eterno mai più sarebbe stata alcuna cosa creata

e sarebbe rimasto tutto il distrutto nell’eterno Nord di Dio irrigidito!

 

53.

Solo che, quando la Divinità questo già decise in Sé,

allora spiacque all’Amore, tanto che si sciolse del tutto in sofferenza,

e guarda, allora la Divinità lo avvertì forte nel Centro Suo

e disse a Me: “Perché la sofferenza, e perché il pregare?

La Mia Santità deve ancora a lungo tutti i diavoli servire?

Perciò domani Io voglio dare inizio all’Opera d’annientamento!”.

 

54.

E vedi, allora l’Amore parlò nei tempi che voi sapete,

poiché di Abramo, del timorato, vi viene da Mosé menzionato:

“O Padre! Compassione abbi per i figli del Tuo Amore,

e lascia esso vincere mediante l’umiltà tutti i maligni predatori

ed un nuovo santo Luogo o Padre lascia a Te fondare

e così di tutti i diavoli delle maligne bande la catena spezzare!

 

55.

Poiché vedi, o Padre! Profondo del Cuor Mio nel più intimo fondamento,

sia questo ai popoli della Terra ancora oggi per conoscimento,

Io voglio, o Padre, un Luogo santo a Te preparare,

Io stesso contro il potere del superbo principe infernale voglio lottare,

tutti i nostri nemici vinti ai nostri piedi voglio posare,

e mai la Santità in Te nessun potere deve sfiorare.

 

56.

Ora Io stesso sulla via assai angusta giù sulla Terra voglio andare

e quivi dal corpo di una donna come un uomo comparire,

e come tale ben in tutta umiltà sugli angusti calli paziente

voglio ammonir i nostri figli nel Tuo Nome fedelmente,

e la Terra macchiata di peccato nel Sangue Mio voglio nettare

e lavarla – e poi il buono dal cattivo separare.

 

57.

E quando poi la Terra di Satana sarà così purificata,

dalla maledizione antica ed in un sacro Libro sarà annotata

la Parola santa della Grazia Tua da angeli incarnati,

allora Io raccoglierò, tutto ciò ch’era perduto,

in un luogo le pecore del Mio gregge sotto un tetto

e provvederò che vi sia poi un solo gregge ed un sol Pastore.

 

58.

E poi, o Padre, Io voglio fondare un nuovo Cielo

ed una Terra nuova senza macchia e libera da peccati

dalla profondità del Cuor Mio colmo d’Amor, colmo di salvezza;

allora il male dovrà cader via all’infinito

nelle scogliere del grande spazio sterminato, che colmo dell’ira Tua

rimarrà nell’eternità. Ascolta, o Padre, la Voce Mia!”

 

59.

E vedi, allora parlò forte il Padre da tutti gli spazi del Creato:

“E se Tu vuoi, Parola Mia amata, come purissimo uomo germogliare,

devi allora deciderTi per questo giustamente e presto secondo il Mio Volere,

se non già domani il mondo in nulla sciogliersi vuoi vedere;

perché dei folli peccati delle creature sono stanco diventato,

perciò devi oggi stesso alla Terra annunciar la Tua venuta!

60.

Invia dunque là di Spiriti angelici legioni,

anzi mandali di tutti i mondi nelle tenebrose regioni

e fa spazzar la Terra da ogni escremento del serpente,

e lavala con peste e guerra dai peccaminosi aderenti,

affinché venga in Te la Santità del Padre riconosciuta

da un gregge d’agnelli piccolo all’inizio, ma fedele certamente!

 

61.

E così poi, quando ciò che ora quale Amore in Me Tu hai dichiarato

sarà compiuto e ogni potenza della maligna notte sarà spezzata,

allora Io voglio venire e contemplar la Dimora per Me preparata.

E se sarà edificata con fiducia nella Mia Santità,

allora Io voglio in tutta la Pienezza della Mia Divinità

là prender la Dimora, un Dio per tutta l’Eternità!

 

62.

Ma la superbia e la menzogna devono cadere eternamente

lungo l’infinito spazio sotto gli universi di tutti i mondi profondamente,

dove fluttuano nient’altro che gli eterni flussi iracondi dello sdegno Mio,

e riecheggia l’eterno tuono della Mia maledizione al posto dell’Amore,

là deve cadere di ogni ricchezza il futile seme del serpente;

questo deve accadere a Me, all’Iddio, il Santo, Santo, Così sia!”.

 

63.

E vedi, come venne deciso, fu anche eseguito completamente

quanto Io sopra ho già accennato in tutta brevità fedelmente,

ebbene vedete, a voi l’angelo di questo Canto è arrivato

e come un tempo, attraverso il vostro pentimento vi ha tolto il peccato

e vi mostra l’Agnello del mondo avvicinarsi al vostro cuore;

così innalzate esso in alto, e vedrete ciò che un tempo videro le genti!

 

64.

E vedi, ciò che gli apostoli, fratelli vostri, volevano vedere

e tuttavia non videro, risorgere i loro fratelli morti,

guardate scendere la Città santa, guardate il Mio Sole brillare,

e udite ovunque Parole piene di Vita echeggiare,

preparate i vostri cuori, rallegratevi, voi angosciati

che siete ancora nei peccati, vedete, Io sono a voi giù venuto!

 

65.

Sì Io, udite popoli, Io il Padre nel Figlio dell’uomo!

Io vengo a voi e tutto il Regno Mio con Me per voi in ricompensa,

perché passato è il tempo, spezzato è la potenza,

Io ho ben pensato nel Mio Cuor della mia Alleanza;

rallegratevi dunque, voi che Mi avete desiderato appassionatamente,

guardate in su, quanto in alto il Mio Sole già splende là al levante!

 

66.

Il Padre – pensate! – il Padre a voi il Canto ha indirizzato,

pensate, cercate, ha anche un uomo un Canto simile poetato?

Provate ed esaminatevi, quanto il vostro saper giunge lontano

e provate a vedere se somiglia alla Mia l’opera della vostra mano!

E se percepirete in questo Canto un agitarsi santo,

allora pensate che alla vostra porta innanzi stanno cose grandi!

 

67.

Oh, non lasciate andar via l’angelo da voi in modo inconcludente

ed ascoltate il suo richiamo, come vi esorta riservato alla penitenza;

così ascoltate voi sordi, voi ciechi il Mio grande angelo guardate,

Giovanni è la coscienza che vi sta mostrando le vostre mancanze.

Del suo interior che grida chi seguirà la voce fedelmente

nel fiume della sua spoglia vita, di ostinati peccati alla sponda:

 

68.

A costui come rose sbocceranno nefande steppe desertiche,

ed al posto del battesimo dell’acqua il battesimo delle Mie fatiche

i tenebrosi sentieri infernali degli errori suoi subito illuminerà;

e poi egli, secondo il grado del suo amore, subito vedrà

il grande effetto dalla Mia Grazia dilagante,

della Nuova Alleanza dall’aperta Arca santa!

 

69.

L’Arca era sigillata fino all’odierna ora della vita;

prima non era di nessun aiuto sull’intero circolo del mondo il calcolare

per scoprire ciò che Io finora Mi sono riservato,

e come le meraviglie tutte si dischiudono a voi dinanzi, ora vedete,

come tutto questo con l’azione del Mio Amore adesso accade;

o figli, guardate attraverso Me, ora in voi, nuova diventa ogni cosa!

 

70.

E dite e parlate: da dove possono venir cose tanto grandi?

E se una volta così il Mio Amore avete percepito

e avete compreso del Mio santo Spirito il Soffio soave

e avete visto i Miei alberi stare in linfa piena,

allora figli, inginocchiatevi, rallegratevi e tutti cantate

e anche voi, popoli nelle stelle, vestibolo della Divinità Mia:

 

71.

O grande, eterno, Padre santo! Onore, Gloria e Lode

Ti vengano incontro puri da noi dal Tuo Luogo santo;

Ti è piaciuto prender per Te nei nostri cuori,

o grande Iddio, la piccola dimora del Tuo Amore;

benedici dunque questa piccola Terra ed i suoi germogli santi,

e lascia percepire la Benedizione, come a noi, così anche a tutti quanti.

 

72.

Oh, possa a Te, Padre migliore, qui compiacere,

affinché Tu voglia qui in noi per sempre rimanere.

Quanto sei buono, o Padre! Chi potrebbe il Tuo Amor misurare!

Tu vieni a noi, poveri peccatori, invece che col castigo ben meritato,

soltanto per ristorare ed in noi i cuori trasformare!

Perciò non sia mai da noi il Tuo santo Nome dimenticato!

 

73.

O Padre! Padre santo, la nostra filiale implorazione ascolta,

Tu caro Padre, fa anche i morti resuscitare!

Caro Padre, chi ha colpa per la morte dei fratelli tu lo sai!

Perciò, Padre migliore, come facesti accadere fra noi, fai

anche là, o Padre affettuoso! dinanzi a giustizia Grazia prevalere!

Perché Tu hai per loro come per noi tutto sopportato. - - - Così Sia.

 

 

Epilogo

 

4. Qui avete ora l’angelo, come egli in carne ed ossa vive in voi e fuori di voi, in Me e fuori di Me. Ascoltate sempre la Sua Voce in voi, poiché prima che venga Io, viene sempre il Mio Giovanni con la sferza nella mano e una voce molto tagliente nel petto, come la voce del grande predicatore nel deserto. Voi però, se vi siete convertiti mediante una vera, seria penitenza, soltanto dopo vi segue la grande cena prima del grande Giorno della Redenzione, e infine la Resurrezione dalla morte. Amen! Questo lo dice il vostro amorevolissimo Padre santo. Amen, Amen, Amen!

 

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Cap 5

Sulla poesia “L’angelo”

13 luglio 1840

Questa Parola del Signore è contenuta nell’Opera Principale “Il Governo della Famiglia di Dio” (vol. 1, cap. 34, capoverso 37). La Parola relativa all’”angelo” fu data quattro giorni prima della Parola supplementare del 17 luglio 1840 rivolta a Carl Ritter von Leitner [“Doni del Cielo”, vol. 1 cap. 30]

 

«Prima di condurvi più avanti in questo Governo della Mia Famiglia, voglio dirvi brevemente qualcosa a proposito del Mio angelo, ma particolarmente a coloro che, quasi ad ogni riga, hanno trovato un cosiddetto intoppo grammaticale a causa del mondo. Poiché facendo ciò il loro cuore non dimostra malizia, allora essi devono, laddove il Mio debole scrivano segreto della Mia Nuova Parola ha fatto qualche lineetta di troppo o qualcuna di meno sulle ‘n’[5], in seguito ad un’abituale disattenzione ormai inveterata in lui, rettificare secondo il loro parere. Così pure là dove c’è qualche difetto di ortografia o qualche puntino mancante sulle i, ma chi dovesse azzardarsi a spostare anche soltanto una Parola e di cercare una rima migliore oppure di cercare una qualunque nota a piè di pagina non necessaria, costui Io lo guarderò con occhi contrariato. Non cercate la Parola nel senso, bensì il senso nella Parola, se volete giungere alla Verità, poiché la Verità è nello Spirito, ma non lo Spirito nella Verità, cosa che sarebbe assolutamente impossibile, perché lo Spirito è libero e preminente su ogni regola, lasciando attingere da se stesso la Verità. Ma poiché voi una cosa simile la dite perfino dei vostri geni, perché scrutate poi il Mio Spirito con occhi molto critici, come se un allievo vi avesse dato un qualche cattivo compito da correggere! Perciò, se qualcuno crede che Io con questa veste non sia adatto per il mondo, costui Mi lasci a casa; ma per ognuno sarà più meritevole aggiungere alla Mia Scrittura una regola desunta da essa, piuttosto che una critica mondana, perché vi è maggiore beatitudine nel dare che nel prendere! Comprendete bene questo! Amen».

 

 

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Cap 6

Un piccolo nota bene

 

21 luglio 1840 intorno a mezzogiorno

Qui un piccolo nota bene per la correzione giustificata[6] .

 

1.  Se Io vi chiamo stolti, questo allora nella rispondenza equivale a: Voi avete la piena misura del Mio Amore e siete ciechi nel Mare di Luce della Mia grande Grazia, al pari di un nottambulo oppure anche come un detenuto che, dopo 30 anni, è uscito dalla notte più fitta del carcere alla più chiara luce del giorno; tale conduzione si chiama “stoltezza”, così come è “stolto” colui che si trova in una tale condizione. Ed Io dico: beati voi che siete degni di essere chiamati da Me stolti; poiché in Verità Io vi dico: “Chi non diventa prima stolto nella Mia grande Grazia luminosa, costui non vedrà mai la Mia Città santa! Egli, infatti, dovrebbe dapprima diventare stolto in tutto amore ed umiltà. Amen”.

2.  La stessa cosa succede col nonsenso che dice: Se qualcuno ha ritirato i suoi sensi mondani sempre di più dal mondo ed i sensi spirituali non sono ancora completamente dischiusi, allora l’uomo si trova nello stato del nonsenso che il mondo poi chiama una ‘follia’”. Ma Io dico: rallegratevi, quando il vostro grande Padre santo vi chiama insensati, poiché allora sapete che il Mio Regno è venuto molto vicino a voi! Poiché in Verità Io vi dico: se prima qualcuno non è diventato insensato nel Mio Amore Misericordioso, non entrerà alla Vita nel Regno Mio”.

3.  Perciò siate lieti e gioiosi oltre ogni misura se Io vi chiamo stolti ed insensati, ed alzate le vostre teste e guardate aleggiare il Mio Spirito sopra le stesse! Oh, siate ultrafelici, voi che Io chiamo così, perché questa è la grande Benedizione del Padre vostro, nel Quale voi tutti troverete la Vita eterna.

4.  Ma triste sia colui al quale Io non verrò con questo Mio grande appellativo di Grazia, poiché costui ha perduto anche il suo diritto di figlio presso di Me, e un giorno dovrà sostenere un giudizio severo al cospetto di Dio! I figli Miei invece proveranno soltanto il giudizio beato del Mio amorevolissimo Cuore paterno. Amen.

5.  Beninteso, questo lo dico Io, il vostro amorevolissimo Padre santo. Amen. Amen. Amen.

 

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Cap 7

La roccia sullo Schlobberg

26 luglio 1840, ore 8.30 del mattino

La roccia narrante si trova presso lo Schlobberg a Graz, a destra del palazzo gotico nel giardino già del dr. Gödl’schen; si giunge ad essa attraverso una porticina posteriore nelle vicinanze di una torretta a forma di cono. Da questa roccia si ha una panoramica sulla zona occidentale di Graz. Cinque persone scrivevano contemporaneamente quello che la roccia diceva a Jakob Lorber: C.L., S., And. H., D., Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 3 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

 

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Cap 8

Una parabola

9 agosto 1840, continuazione

1.  Infine Io vi do ancora un piccolo nota bene (1) relativo ad un misfatto che venne commesso qui 30 anni fa. (2) Ma non dovete farne alcun uso ulteriore. (3) Un possidente di questi fondi aveva una moglie legalmente sposata secondo il vostro sistema giuridico, (4) con la quale moglie egli viveva in discordia da tre anni a causa di una meretrice che gli piaceva. (5) Egli aveva una casa in città ed era cittadino della stessa; (6) ma fece abitare qui, a causa della sua lussuria, sua moglie con un bimbo. (7) E poiché per il modo di vita dissoluto aveva dissipato il suo patrimonio, allora voleva metter le mani sul patrimonio della donna ovvero della moglie, (8) poiché l’attraente meretrice non voleva più esaudirlo nella sua condizione che si era impoverito a causa sua.

2.  (9) Perciò un giorno uscì fuori a tormentare ininterrottamente sua moglie affinché gli cedesse il suo patrimonio. (10) Ma poiché lei questo non voleva farlo, nemmeno sotto nessuna condizione da lui estorta, (11) allora alla fine pensò di estorcere questo maltrattandola.

3.  (12) Era proprio quasi nell’attuale periodo dell’anno e intorno all’ora nona della sera, quando lui cominciò a maltrattarla; (13) tuttavia lei si difese meglio che poté. (14) Poiché tutto questo non servì, allora egli prese una corda, gettò la stessa intorno al collo di sua moglie e tentò di strangolarla (15) nell’opinione che la donna sarebbe stata costretta dalla paura della morte a lasciargli il suo patrimonio in eredità.

4.  (16) Soltanto che lei aveva preso la ferma decisione di morire nella sua pia semplicità del cuore piuttosto che sostenerlo nella sua lussuria. (17) Perciò continuò anche a stringere il cappio fino a mezzanotte, fin quando, tra molti dolori, esalò il suo spirito raccomandandosi a Me.

5.  (18) Quando ora egli vide che la moglie era veramente morta, (19) si spaventò così tanto che per un lungo tempo perse i suoi sensi. (20) Alla fine però, per paura del giudizio, prese l’astuta decisione: (21) prese lampada, piccone e badile, (22) fece una fossa profonda 5 piedi, (23) la gettò dentro così come era vestita, (24) e la sotterrò proprio qui, (25) e precisamente tutto questo proprio sotto il torchio dell’uva, (26) il posto dove era meno probabile che qualcuno lo poteva scoprire. (27) Ai suoi conoscenti però diede ad intendere e raccontò tristemente che gli era scomparsa sua moglie.

6.  (28) Vennero fatti indagini per lettera anche da parte del tribunale allora molto tiepidi qui e là solo su sua richiesta; (29) soltanto che la morta non era certo più da trovare tra i mortali. (30) E questo fatto si era potuto tenerlo in questo tempo tanto più facilmente nascosto (31) perché, come voi siete soliti dire, comunque in questo paese non si sapeva bene chi era il signore o il servitore, oppure chi era il cuoco o il cameriere.

7.  (32) Ebbene, qui avete anche quest’avvenimento. (33) Ma per quanto riguarda i nomi di queste persone, ve ne deve interessare poco; (34) perché nel Mio Libro è tutto annotato, (35) e nemmeno l’ala di un moscerino non va in eterno perduta. Amen. Io l’eterna Sapienza. Amen.

8.  Nota bene. Queste righe contengono grandezze, ma sono dure da masticare. Perciò risparmiate i vostri denti – e non precipitatevi su questa noce - soltanto ancora per un breve tempo, finché i denti diverranno forti. Amen. Io l’eterna Sapienza. Amen, amen. amen.

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Cap 9

Spiegazione della parabola

(Percepita il 24 agosto 1840)

(1) Il nota bene dice: Ricorda bene; quando ora dico: “Nota bene”, allora Io con questo non voglio dirigere la vostra attenzione su un qualche misfatto commesso da molto tempo, ma usare con utilità su di voi soltanto l’occasione e la somiglianza di un tale misfatto. Misfatto indica qui la vostra prima vita mondana che ha una grande somiglianza riferita al vostro spirito. Qui si indica la vostra duplice presenza, cioè naturale e spirituale; 30 anni indicano uno stato capace di intendere e di volere della vostra anima, alla quale viene aperta la porta della Vita come quella della morte, la quale consiste nel riconoscimento del bene e del vero e del male e del falso. Commesso significa accogliere in sé il falso ed agire di conseguenza male; il tempo mezzo passato significa che non siete ancora in ordine.

(2) Il punto 2 indica in primo luogo che nella parabola non c’è alcun valore naturale di giudizio, ed in secondo luogo però che Io vi ho perdonato i vostri passi falsi.

(3) Il possidente è il vostro intelletto mondano nel senso della parabola; con i fondi si intende l’ecclesiastico dalla parola, con moglie s’intende la religione; legalmente secondo il sistema giuridico significa: secondo l’equità della forma esteriore; affidata significa: legata nel cuore mediante la libera volontà.

(4) Nota bene, chissà se Ans. H. non si accorge di nulla dove in effetti si vuole arrivare? Mondanità è la meretrice; a lui piacente indica qui il sensuale ed il carnale mondano dell’amor proprio, discordia significa potente instabilità. Viveva significa: trovarsi in modo corrispondente alla condizione, moglie come sopra.

(5) Una casa in città è la filosofia del mondo; un cittadino della stessa indica: seguire la filosofia, e precisamente quella molto cattiva Kantiana.

(6) Essere attaccato al mondo significa: compiere lussuria; a causa della lussuria significa quindi, per amore del mondo. La moglie con il bimbo significa l’ecclesiastico insieme all’attività come frutto della fede. Qui significa pure l’ecclesiastico attuale; abitare equivale ad indicare come: esistere inosservato.

(7) Dissoluto, essere inattivo dalla Parola; modo di vita indica una condizione spiacevole derivante da questo; dissipare il patrimonio significa: distaccarsi completamente da tutto lo spirituale. Mettere le mani sul patrimonio della moglie significa: metter fuori l’ecclesiastico, in quanto non piace all’amor proprio, e precisamente per indignazione.

(8) Il punto 8 significa: con la sapienza del mondo non si arriva a nessuna quiete e meretrice ovvero il mondo non resiste più da nessuna parte ad uno. Condizione impoverita significa la cecità attraverso la mondanità.

(9) Venire significa decidere da sé; giorno in generale significa: tempo terreno riferito ad uno stato interiore di fuoco fatuo. Tormentare significa: rigettare uno dopo l’altro; ininterrottamente significa: senza ogni riguardo. Cedere il patrimonio significa: voler trasformare la Chiesa secondo la propria opinione e comodità.

(10) Il punto 10 significa: rendersi conto dell’impossibilità di quanto poco sia da ottenere con ogni ragionamento sotto una qualunque folle strategia intellettuale, poiché la Mia Volontà è più forte della debole corda dell’intelletto mondano, da cui poi sorgono anche spesso inopportune preghiere e invocazioni per raggiungere le intenzioni prefissate che un tale ritiene per le migliori, perché non conosce le Mie Vie ben calcolate.

(11) Il punto 11 significa: completo disprezzo e disconoscimento dei tesori interiori; con questo inoltre il ritenere se stesso senza colpa ed indenne dalla sua migliore convinzione interiore, naturalmente soltanto dalla propria idea, ed attraverso il trovare se stessi in altre idee a causa della grande somiglianza.

(12) L’attuale periodo estivo indica un simile stato d’animo focoso. L’Anno indica la vita naturale dell’uomo, la nona ora della sera significa lo stato deplorevole di tutta l’esteriorità in questa parabola e mostra in questo modo il passaggio del crepuscolo nella notte vera. Maltrattare come sopra, come anche cominciare.

(13) Il punto 13 indica il risveglio interiore della coscienza e la riluttanza della stessa.

(14) Il punto 14 significa l’ostinazione della coscienza; prendere una corda significa: quietarsi con false conclusioni. Gettare la stessa intorno al collo della moglie e strangolarla significa: voler completamente soffocare la propria coscienza al riguardo di tutto l’ecclesiastico, sotto il quale ci si trova necessariamente dal punto di vista politico, perché con collo vengono intesi i rapporti Chiesa-Stato, strangolare significa: attenersi con riluttanza alla chiesa statale per considerazioni politiche esteriori.

(15) Nell’opinione significa: condizione senza fede; paura della morte indica più da vicino la condizione; lasciare il patrimonio significa: liberarsi da tutte le accuse interiori e vedere di guadagnare dal mondano ecclesiastico.

(16) Il punto 16 significa: dopo un esame più approfondito ci si accorge che tale ecclesiastico non è buono né per l’una né per l’altra cosa; quindi meglio buttar via tutto il ciarpame. Pia semplicità del cuore indica lo spirituale, e lussuria come sopra; sostenere significa: essere utile allo scopo.

(17) Il punto 17 significa: completa neutralizzazione della coscienza. Mezzanotte: interiore condizione quasi ateistica. Dolori: infruttuosi sforzi della coscienza. Raccomandarsi a Me significa: ammutolire; esalare lo spirito significa: mettersi completamente in pace.

(18) Il punto 18 significa una breve soddisfacente condizione.

(19) Spaventare significa: completo strapparsi da tutto lo spirituale e mettersi per così dire al di sopra di tutto; lungo tempo: durata indeterminata della condizione; perdere i sensi significa: non sapere né supporre più nulla dello spirituale.

(20) Alla fine significa qui: il sentimento della morte in sé; prendere una decisione significa: darsi una direzione; per paura del giudizio significa: per considerazioni politiche del tempo; astuto significa: pratico del mondo.

(21) Il punto 21 significa: Intelletto, volontà, amore di ciò che è mondanamente in vista come qualcosa che produce utile esteriore, e lampada qui è: capacità di giudizio mondano, perseverare diligente; badile: aiuto mondano attraverso qualunque cosa.

(22) Il punto 22 significa proporzionata intelligenza in ciò per considerazioni di carattere poliziesco; infatti come i pollici indicano una misura spirituale, così i piedi indicano la misura nelle considerazioni di carattere mondano, come anche il numero cinque; fossa significa una sicurezza.

(23) Il punto 23 significa: mettersi al sicuro attraverso il diritto giuridico dall’oppressione poliziesca dovuta alle congetture eretiche da parte ecclesiastica.

(24) Il punto 24 indica: confondere l’ecclesiastico col giudiziario-mondano e considerarlo come tale, per usarlo soltanto giuridicamente.

(25) Il punto 25 significa: oppressione spirituale dello Stato. Proprio indica: per considerazioni Statali; sotto indica: legge politica; torchio dell’uva indica: convalidare il diritto giudiziario dello Stato per il popolo attraverso l’ecclesiastico.

(26) Il punto 26 significa la politica più bassa, dove lo Stato è più sensibile a causa del popolo e può peccare senza preoccuparsi, contando sulla stupidità dello stesso.

(27) Il punto 27 indica la bellettristica; mentire e raccontare tristemente significa: essere amanti delle belle lettere, scomparire sua moglie significa: trasferire l’ecclesiastico o la religione nella bellettristica.

(28) Il punto 28 indica: frequente riflessione in se stessi e l’interrogarsi della tattica giuridica sullo scopo vero e proprio della religione: tribunale tiepido: la debolezza della coscienza giuridica; su richiesta significa: da propria miseria mondana; qui e là significa l’equivalente di ogni tanto; per lettera qui significa: poco preoccupato in modo vivente; fare indagini significa: qualche volta dare uno sguardo in sé.

(29) La morta indica: la coscienza una volta spenta in tutto l’ecclesiastico; tra i mortali significa: tra il sapere mondano; da trovare significa: da ridestare spiritualmente.

(30) Il punto 30 significa: questa condizione rimase così tanto più facilmente non animata da qualcosa di ecclesiastico;

(31) perché ecclesiastico e politico era fuso l’uno nell’altro, così l’una cosa scusava l’altra, oppure uno dava giudizio all’altro, ed era una cosa come l’altra, perché non vi era nessuno spirituale interiore,era cattiva e senza utilità per qualcosa.

(32) Questo indica: di nuovo il risveglio spirituale attraverso la Mia Grazia, poiché non c’era nessuna grande cattiveria dietro il falso.

(33) Il punto 33 indica l’esteriore della Chiesa ed i suoi servitori ed il suo nome.

(34) Il punto 34 significa: nello spirito riconoscerete tutte le cose.

(35) Il punto 35 indica: qui il più piccolo ha ancora un’importanza assai grande.

Amen.

 

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Cap 10

Il Cammino per la Rinascita

Regole di comportamento

 

15 agosto 1840, sera

1.  Qui Io vi do brevissime regole di comportamento che sono da seguire accuratamente e bene, se volete essere al sicuro da tutte le insidie del mondo e percorrere anche la via più breve per giungere il più presto possibile in possesso della Mia Grazia e, da questa, alla completa rinascita. Ma queste regole sono in ordine le seguenti:

2.  Primo: ciascuno deve osservare nel modo più scrupoloso, secondo tutto l’essere suo esteriore, qualunque legge politica, e sopportare di buon grado ogni pressione che lo metta alla prova, poiché non esiste in nessun luogo un potere se non in Me ed attraverso di Me. Tutto Mi è sottomesso, o (raramente) in modo consapevole oppure (quasi sempre) in modo inconsapevole, poiché qui governano principi buoni e duri secondo le condizioni di vita dei sudditi, perché tutto ciò è subordinato a Me. Se in qualche modo però fra il popolo tutti i vizi sono ancora comunissimi, come è il caso da voi in grado altamente condannabile, come potrei darvi regnanti disinteressati che farebbero arrivare fra il popolo ancor più alimento per la prostituzione, così che gli esseri umani annegherebbero completamente nella loro lussuria? Guai perciò ad ogni sobillatore, costui dovrà essere punito non soltanto subito con la morte temporale, ma anche con quella eterna.

3.  I dominatori, infatti, stanno troppo in alto per poter essere da sé ciò che sono per il popolo; e qui nessuno è qualcosa senza la Mia giusta Volontà, e nella Mia Mano ciò è una consolazione per il buono e mite, ed è una giusta sferza per quello duro ed avido. Chi gli si oppone, si mette contro la Mia sferza e gli sarà duro recalcitrare sotto il pungolo. Tuttavia chi qui vive nel Mio Amore e nella Grazia che ne scaturisce, la sua schiena non sanguinerà mai sotto i duri colpi della Mia sferza, bensì egli si rafforzerà come una quercia sotto il duro soffiare dei venti tempestosi. Ma buon per il puro rinato, poiché quegli troverà un gran diletto nelle grandi effusioni del Mio Amore.

4.  Il Mio Regno non è di questo mondo, perciò date all’imperatore ciò che è suo, ed a Me ciò che è Mio, e precisamente il vostro cuore in obbediente, pura umiltà. Di tutto il resto non vi preoccupate, poiché Io, Padre vostro, sono certo in mezzo a voi. Perciò siate obbedienti al vostro sovrano; prendete volonterosamente senza mormorare la leggera croce sulle vostre spalle e venite dietro di Me, rinnegando voi stessi, in tutto amore e mansuetudine, allora vivrete e renderete vivente nella Mia Grazia qualunque cosa voi guarderete nel Mio Nome. Amen.

5.  Secondo: Per quanto riguarda la chiesa esteriore dominante, ogni suddito di fede incorporato ad essa è nella stessa situazione – fino a quando è della sua fede esteriore e per quanto riguarda tutte le sue prescrizioni – dei sudditi rispetto al loro principe. Con la sola differenza che una diserzione non è punibile come nello Stato, ma è da tollerare senza punizione. Tuttavia Io aggiungo però che guarderò con Occhio adirato colui che abbandonerà la sua terrena madre di fede, ed un giorno non gli dovrà andar molto meglio che ad un folle suicida. Infatti, poiché voi avete un corpo per mezzo del quale le prime impressioni giungono all’anima e la nutrono, così deve pure anche esserci una dispensa esteriore che è la Chiesa esteriore, affinché mediante essa il vostro cattivo corpo venga forzato e lavorato similmente ad un bambino nel grembo materno. Ma chi abbandona troppo presto il grembo materno, dite: che cosa ne verrà o che cosa ne può venire da un tipo simile? Obbedienza ed umiltà sono il nutrimento dell’anima per la rinascita dello spirito. Ma se la Romana (Chiesa cattolica) vi insegna questo e ciò in tutta priorità, che cosa vi spinge via allora dalla madre di fede del vostro corpo?

6.  Così dunque ciascuno rimanga fedele alla sua chiesa, ed un romano (cattolico) Mi sia 99 volte benedetto se si conforma nell’obbedienza alla sua chiesa, ed ogni altro Mi sia benedetto soltanto una volta, poiché è un egoista contestatore, da cui non traspare umiltà ed amore davvero terribilmente poco. In verità Io vi dico che un tale non arriverà facilmente alla Mia Parola vivente in una qualsiasi setta, ma solo nella chiesa romana, dove si predica a più non posso l’obbedienza e la più estrema umiltà secondo il Mio Volere. Per quanto invece concerne le cerimonie in essa, nessuno se ne deve scandalizzare; là, infatti, per il vivente tutto è vivente, per il puro tutto è puro, per l’obbediente tutto è giusto e per l’umile tutto è santificato. Solo una scrofa si rotola nel fango e cerca aria vitale grufolando nel proprio escremento. E così il morto troverà tutto morto e pieno di sporcizia, mentre il puro guarda con occhi del tutto differenti.

7.  Ma come può questionare sulle condizioni della Chiesa e dello Stato uno che si immagina di essere nella Mia Luce? Ritiene dunque che Io non abbia tanta Perspicacia e Potenza da cambiare le condizioni se non dovessero piacere alla Mia Volontà? Oh, tali giudici stanno profondamente al di sotto di un pur debole credente se ritengono che Io abbia bisogno della loro assistenza giuridica! In verità Io vi dico che tali cose sono per Me un abominio. Tutto, infatti, avviene qui al tempo opportuno, ed Io soltanto sono il Giudice di tutte le cose e di tutte le condizioni, poiché Io soltanto sono santo ed amorevolmente giusto; voi tutti invece siete bugiardi e pieni di fornicazione. Perciò obbedite alla vostra Chiesa in ciò che pretende, e lasciate attrarre da Me i vostri cuori; allora giungerete molto presto alla Vita della Grazia e con questo alla rinascita dello spirito, e vivificherete la vostra Chiesa esteriore nel vostro corpo. Amen.

8.  Terzo: per quanto concerne la cerimonia, in essa non c’è né qualcosa di beatificante, né propriamente qualcosa che porti direttamente la morte. Infatti, tutto nel mondo avviene sotto una certa cerimonia, il che viene definito un processo; così anche la Chiesa nella sua esteriorità può benissimo avere delle cerimonie. Tuttavia nessuno deve cercare qualcosa di meritevole in esse che valga per la vita eterna, poiché qui non è utile altro che un cuore contrito, umile, colmo del Mio Amore e della Grazia Mia, il che è poi la chiesa vivente in voi, nella quale e per la quale soltanto la Chiesa morta diventa vivente e piena di profondo significato o in un modo o nell’altro: o sorgendo dalla morte oppure ricadendo dalla vita alla morte. Ciò significa che voi potete giungere all’umiltà o attraverso l’obbedienza in essa ed attraverso l’umiltà alla Grazia ed attraverso la Grazia alla rinascita, oppure potete seppellirvi nella morta cerimonia come i pagani, e così perire nel suo vano inerme sfolgorio.

9.  Infatti come un albero cresce, mette fuori rami e rametti, poi germogli, foglie, fiori ed in essi i filamenti del polline femminile e maschile, cosa che col tempo viene tutto a mancare come fosse roba inutile e senza valore affinché il frutto si sviluppi liberamente e cresca efficacemente in tutta la forza della sua ordinata essenzialità, lo stesso è il caso della Chiesa cerimoniale. Se qualcuno ora si gettasse a mangiare tutto insieme, perirebbe con un tale immaturo alimento, bensì qui soltanto il frutto maturo è mangiabile nella benedizione, sebbene non raramente già anche nella fioritura si siano frequentemente manifestati buoni risultati delle forze curative che in certe malattie vi sono state di ottimo aiuto. Ebbene vedete, questi processi vegetativi sono simili alla morta cerimonia; ma voi non dovete dire: “Essi sono certo necessari a motivo dell’Ordine, poiché se gli alberi restassero privi di fiori, verrebbero fuori ben pochi frutti!”

10.      La Chiesa ebraica era una chiesa preparatoria, puramente cerimoniale, come foglie e fiori per il frutto vivente della Parola dell’eterno Amore. Ora Io domando: non era essa giusta se era ciò che è dovuta essere? Se vi vengono dati dei bambini, con che cosa volete o potete insegnar loro a riconoscere Me e la Mia Volontà meglio che proprio con l’aiuto della contemplazione cerimoniale?

11.      Voi tutti inizialmente non siete altro che ebrei e bambini, ed avete perciò moltissimo bisogno della cerimonia religiosa, fino a quando siete ancora bambini, soltanto - il che si capisce da sé - non si deve rimanere fermi alla stessa; bensì chi ha finito la classe elementare, vada in una classe superiore e vi impari a leggere ed a scrivere ed alla fine a calcolare nel Mio Amore e ad agire nella Grazia della Mia Sapienza. E colui, il cui cuore, amando, è diventato puro, venga poi nella Mia Scuola, nella quale soltanto giungerà alla Vita eterna mediante la rinascita. Chi invece, non badando al suo interiore, rimane attaccato alla cerimonia, che in sé stessa è morta, costui diventerà lui stesso morto, poiché fu così scioccamente ottenebrato da cercare lo scopo nei mezzi esteriori materiali, il che è la più grande assurdità, sì un’assurdità che confina con la più assurda follia. Se uno getta via il bambino insieme all’acqua del bagno, è un pazzo furioso; ma chi sbadatamente getta via il bambino e tiene l’acqua del bagno, è già morto per la sua superstiziosa cattiveria. Il saggio però tiene il bambino con la bacinella e getta via soltanto l’acqua del bagno: il bambino, perché è un frutto vivente, e la bacinella per poter lavare il bambino ancora altre volte.

12.      Perciò, se volete diventare veri figli del Mio Amore e della Mia Grazia, non lasciatevi scandalizzare dal fiore; abbia infatti il fiore l’aspetto che vuole, che vi importa? Pensate al frutto; così anche il fiore vi apparirà santificato, sapendo che non si deve rimaner fermi alle foglie ed ai fiori. Se qualcuno però è maturato fino al frutto, non commette peccato se si guarda frequentemente attorno e vi esamina con molto rispetto l’evolvere della sua vita spirituale; invece non Mi è certo gradito colui che, disprezzando le sue scarpe da bambino, si eleva orgoglioso come un avvoltoio e poi da vertiginose altezze getta sguardi micidiali alle modeste piccionaie e guarda con cupidigia alla loro caduta, per guadagnarci qualcosa!

13.      Pensate che senza la Mia concessione niente avviene e niente può avvenire in eterno, e così all’istante tutto vi sembrerà completamente diverso! Ogni uomo ha certo la piena libertà del proprio volere, ma la conduzione dei popoli è Opera Mia.Vi dico questo affinché possiate avere piena quiete nel vostro cuore, senza la quale non potreste divenire atti a nulla di più alto. Il riposo del sabato vi sia la più alta benedizione, poiché il vero amore è una donna gravida che necessita di riposo per partorire! Vi dico questo perché abbiate la piena quiete in Me, Padre vostro che sempre è santo, santo, santo in tutte le eternità delle eternità. Amen.

14.      Quarto: un’ulteriore circostanza è la lettura dei cosiddetti libri proibiti. Qui Io non vi dico che non dovete affatto leggerli se vi capitano fra le mani, altrettanto quanto poco Io proibisco a qualcuno di pronunciare il nome del principe della menzogna e, dove necessita, menzionarlo per mettersi in guardia da lui. Ora però chiedete a voi stessi, a che cosa vi serve tutto quello che avete già letto! Cosa sta nei libri che provengono dall’orgoglioso intelletto umano? Io vi dico: nient’altro che assurdità e folli ciance, e ciò non serve a nulla, anzi ha intasato la vostra testa con ogni sorta di fuochi fatui, ed il vostro cuore con ogni sorta d’immondizie, ed ha reso con ciò molteplicemente chiuso e tenebroso il vostro spirito. Oppure dite: Agisce bene costui, quando Io gli grido: “Vieni a Me, se sei affaticato ed oppresso, Io ti voglio ristorare; chiedi e ti sarà dato; cerca e troverai, e bussa, così ti verrà aperto”; se Io inoltre gli dico ancora: “Qualunque cosa chiederai al Padre nel Mio Nome, Egli te la darà immediatamente, e cerca prima di tutto il Regno Mio, tutto il resto ti verrà liberamente aggiunto!”.

15.      Come mai allora, sapendo questo, tuttavia non venite a Me, perché possiate riceverlo da Me ed apprendere da Me le grandi Vie della Mia Grazia, e ricevere dalla Mia mano la Vita eterna? Forse che Mi credete un evidente bugiardo come voi, oppure Mi ritenete troppo duro d’orecchi e duro di cuore per darvi la Mia vivente Parola, e preferite farvi raccontare bugie dal mondo e morir di fame nella sua follia piuttosto che venire a Me in fiducia per puro amore, e qui ricevere la Verità di ogni Vita e di ogni esistenza dalla Fonte primordiale invece di cercare la vita nella morte? O voi stolti, Io vi do il Pane della Vita e voi volete mordere le dure pietre morte; Io vi grido forte di venire a Me, e voi correte dietro ai cani rabbiosi e vi atteggiate come loro. Io vi grido più forte di un guardiano notturno, giorno e notte nei vostri orecchi, solo che voi occludete il vostro orecchio con cataste di libri pieni di immondizie, per non voler sentire proprio nulla della Mia Voce, e come degli insonnoliti, cercate la vita su stracci incollati ed anneriti! Con quale espressione si potrà mai designare una tale follia? Oh, Io dico, piangerete in eterno sulla vostra pazzia, perché voi, disprezzando l’oro, avete scelto il piombo, mentre vi viene offerto così tanto del nobile!

16.       Perciò leggete poco, ma tanto più pregate; allora Io verrò a voi, ed in un minuto vi darò di più di ciò che hanno da esibire tutte le biblioteche del mondo intero; di questo Io vi ho già dato, si spera, qualche prova molto, molto evidente.

17.      Preoccupatevi perciò anche poco per l’interdizione della libertà riguardo ai libri; infatti colui dinanzi al quale Io ho spalancato il grande Libro della Mia eterna Grazia, questi potrà fare benissimo a meno di leggere i libri proibiti, poiché il Mio Libro non prende norma da alcuna censura mondana; esso infatti viene sempre spalancato nel cuore dei fedeli, dove non può penetrare alcuno sguardo di censura mondana, e neanche possono essere eretti dei limiti in eterno. Amen.

18.       Quinto: per quanto tuttavia concerne invece la Sacra Scrittura, vi deve leggere in essa colui che è di cuore semplice ed ha qui un animo obbediente e docile; e non la deve leggere per indiscrezione o curiosità, poiché allora egli vi troverà la morte attaccata alla lettera, bensì colui che la legge, deve leggerla come un cartello indicatore per la Parola vivente, ed agire di conseguenza e non deve neanche lambiccarsi il cervello ed indagare in essa, bensì vivere subito in conformità ad essa e crescere nell’amore per Me. Poi al tempo opportuno gli verrà data la conoscenza e nel suo cuore sarà rivelato il celeste senso dello Spirito e della Vita eterna, proprio com’è il caso con te, Mio servitore, poiché tu non hai mai letto per intero questo santo Libro, e tuttavia vi sei diventato lo stesso un professore dei professori in ogni punto dello stesso con la Grazia Mia. Quello però che tu sei e comprendi, può essere fatto a chiunque, se non aspira al sapere vano, ma soltanto al riconoscimento del Mio Amore e della Grazia che da esso scaturisce, nella e con la semplicità devota e piena di umiltà del suo cuore.

19.      Così stanno le cose anche con quegli scritti mistici, la cui lettura vi frutta e giova altrettanto poco di un qualsiasi sciocco romanzo asinesco e lurido che si può benissimo sempre paragonare ad una fangosa pozzanghera, qualora riguardo a ciò non possiate giungere in voi stessi ad una convinzione; infatti con tutto questo appesantite soltanto la vostra memoria quale bocca del vostro superbo intelletto. Anziché renderlo affamato ed assetato d’amore e sapienza, voi lo nutrite soltanto con sporcizia di ogni genere, ed in tal modo gli togliete l’appetito per il cibo della Vita. O voi nuovamente folli!

20.      Io sono la Sacra Scrittura vivente e donante la Vita, Io sono il miglior Esegeta di essa e sono allo stesso tempo il più profondo dei mistici! Perciò leggete poco, ma agite in conformità a quanto letto; allora tutto vi andrà bene. Infatti, il granello di senape è piccolo, ma ne può venire una pianta molto grande, fra i cui rami prenderanno dimora perfino gli uccelli del cielo. Amen.

 

(continuazione il 18 agosto 1840)

21.      Sesto: per quanto concerne i sacerdoti, qua Io dico: di questi ce ne sono di parecchie specie; tra loro ce ne sono estremamente pochi che meritano questo nome. Infatti, ce ne sono alcuni che sono preti per amor del prestigio e del potere, ai quali ripugna per loro stessi la Mia grande Povertà e completa Impotenza nelle cose mondane, poiché Io non volli essere un principe, bensì solo un Salvatore del mondo. E ce ne sono altri che sono preti a causa di una certa dignità spirituale di casta. Costoro pretendono di essere soltanto loro la Chiesa e condannano poi arbitrariamente per gelosia tutto ciò che procede da Me attraverso un qualche povero pescatore, ed insegnano in modo diametralmente contrario al Mio Volere, e dicono, gonfiando ampiamente il loro ventre, che Io non Mi rivelo a nessuno se non solamente alla Chiesa, la quale s’immaginano di essere loro stessi. In questa maniera vergognosa essi sbarrano poi anche a molte migliaia e migliaia di uomini le porte per la Mia Parola vivente.

22.      In verità Io vi dico che questa specie traditrice è un abominio per Me; poiché essa è il Mio nemico, dato che si scandalizza a causa del Mio Amore condiscendente verso i peccatori. Io però vi dico che costoro non sentiranno mai un'altra Parola da Me se non il grande: “Allontanatevi da Me, voi maledetti, perché non vi ho mai riconosciuti!” Voi infatti foste sempre dispregiatori della Mia Parola vivente e vi opponeste sempre allo Spirito Santo! La Mia Parola scritta voi la gravaste con la dannazione eterna, perché questa vi spetti. Voi avete fatto di Me un bugiardo, poiché sta scritto: “Chi osserva i Miei Comandamenti, questi è colui che Mi ama; ma chi Mi ama, ama anche Colui che Mi ha mandato, cioè il Padre santo, e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui e Ci riveleremo a lui stesso”. Questo l’ho detto a chiunque; solo che voi maledite e bestemmiate questa Mia Promessa sempre ed eternamente vera, e con ciò vi opponete al Mio Spirito Santo; perciò vi colpisca in eterno la Mia Maledizione, perché voi sicuramente siete stati sempre servitori di Satana. Perciò allontanatevi da Me e ricevete la ricompensa da colui che avete servito nella sua cappella che egli si è eretto sulla soglia del Mio Santuario!

23.      Vedete, questi sono i cosiddetti sacerdoti della sacrilega dignità spirituale di casta.

24.      Di nuovo ve ne sono altri che diventano sacerdoti a motivo del loro ventre, per potersi rimpinzare a dovere con una cosiddetta buona prebenda. Questa specie non ha spirito ed in cambio di una grassa scrofa oppure di un bue ingrassato si lascia usare per tutto. Di questi sacerdoti sono nauseato, poiché per loro, Dio è il loro ventre, ed il grugnito dei loro grassi maiali, il belato delle loro pecore e capre, il muggito delle loro grasse mucche e dei buoi ben ingrassati è per loro mille volte meglio che udire la Mia Parola vivente, la quale a loro certo risulterebbe disperatamente inopportuna se volessi farLa loro sentire. Essi però sotto quest’aspetto, l’unico vivificante, non hanno davvero neanche nulla da temere, poiché Io non ho l’abitudine di gettar mai le Mie Parole, quali perle dinanzi ai porci. E per il cattivo servizio che Mi rendono, saranno pur stati pagati abbastanza, poiché in cambio di quasi nulla diedi loro in abbondanza di quanto il loro cuore era così struggentemente assetato per tutta la vita terrena. Essendo stati di così poche pretese, in seguito a tali strapazzi di ventre, dopo la vita terrena dovranno poi anche mettersi nell’eterno riposo della morte, e là aspettare – finché l’ultimo sole si spegnerà – la resurrezione della loro massa carnale e del loro ventre!

25.      Di nuovo ce ne sono altri che sono sacerdoti a causa del denaro. Costoro impartiscono allora indulgenze per denaro, e vendono il Cielo a iugeri, tese, piedi e pollici; ma sono molto più generosi con l’inferno e con il cosiddetto purgatorio che con il Cielo. Se le loro casse sono diventate vuote, essi tengono allora ben spalancati l’inferno ed il purgatorio, e chi non compera indulgenze o altrimenti non paga tantissime Messe, vi ci viene gettato senza pietà e misericordia, così che poi ci sia ancora qualcosa da riscattare, e precisamente tantissime anime sonanti e cioè dall’inferno le volpi e dal purgatorio i cavalli bianchi.

26.      Vedete, costoro si strappano quasi la bocca dai loro pulpiti e battono le mani come ossessi per stanare dalla sua quiete ancora qualche ultimo soldo che giaceva nella tasca di un mendicante e catturarlo nei loro lacci pieni di dannazione. Tali zelanti propagatori della Mia Paola riceveranno un giorno moltissima ricompensa; il loro cielo dovrà essere un cuore d’oro, un’anima d’argento ed un corpo di rame; e quanta vita vi è in questi morti metalli, altrettanta dovranno anche averne essi in eterno.

27.      Di nuovo ce ne sono altri che sono veri e propri ipocriti e simulatori ascetici per attirare su di loro lo sguardo di un pastore, entrare nei suoi favori e vedersi così promossi il più presto possibile al possesso di una qualche prebenda molto notevole. Costoro si svitano quasi gli occhi da tanto raccoglimento ed umiltà; piegano quasi sempre il loro corpo fino a terra, celebrano il loro sacrificio in modo straordinariamente lento, e le loro labbra si muovono quasi sempre come se pregassero, parlano appena a mezza voce, quasi sempre spezzata; quando pronunciano il Mio Nome, allora quasi si uccidono; essi digiunano e davanti agli uomini osservano nel modo più puntuale l’esteriore per amor dell’esteriore, ma dentro di loro se la ridono di tutto, ed il loro cuore è duro come una pietra, così che per tanto raccoglimento non si accorgono affatto dei poveri fratelli che supplicando passano a loro vicinissimi. E come facevano da cappellani e con ciò volevano diventare presto parroci, così fanno da parroci per diventare decani; e quando lo sono diventati, la loro attenzione è rivolta ad una splendida posizione di canonico, e così via fino alla dignità vescovile; e perfino qua sta loro ancor sempre dinanzi agli occhi il cappello cardinalizio, se non addirittura la tiara stessa. Ma per quanto concerne Me nella verità, non se ne sono mai preoccupati. Non vollero mai saper nulla della Mia Parola vivente e preferivano trasferire Me - quale la Vita di ogni Vita - completamente nelle morte cerimonie ed avevano una vera e propria avversione per la Sacra Scrittura.

28.      Vedete, di questi esseri striscianti, specialmente adesso (1840), ne esistono moltissimi nella Chiesa romana. Certo essi sono sacerdoti che non danno direttamente scandalo al popolo, ma sono anche estremamente pochi i buoni frutti che portano, poiché la loro parola è simile ad un frutto che non ha dentro nessun seme vitale, e va in rovina marcendo nella terra, la terra è il cuore del popolo. Io lascio frequentemente che costoro raggiungano il loro scopo, non facendo mai mancar loro ammonimenti interiori che gli gridano continuamente: “Prendi la tua croce sulle tue spalle e seguiMi, così vivrai e vivificherai veramente i cuori morti del gregge a te affidato!” Anziché però ascoltare questo ed agire di conseguenza, essi preferiscono comprare, se va ancora bene, un cosiddetto piccolo crocifisso, l’appendono e l’inchiodano da qualche parte e di tanto in tanto gli lanciano occhiate ammiccanti, quando qualcuno li guarda con occhi bigotti; tuttavia se dipendesse da loro, il piccolo crocifisso avrebbe da riposare per un bel pezzo. Ed in questo modo più facile si tengono libere le loro delicate spalle. Essi inviano anche fervide preghierine, in parte per iscritto tra il popolo, più spesso però improvvisate tra sé – con l’intercessione di un qualche santo – a Me, affinché qualche degno superiore, che si è meritato il posto per puro amore per il prossimo, passi presto a miglior vita.

29.      Oh, vedete, anche questa specie è per Me un abominio. Costoro un giorno spalancheranno molto gli occhi, quando vedranno l’aspetto notevolmente mostruoso che assumerà la loro vita nell’aldilà.

30.      E di nuovo ce ne sono altri che sono più lussuriosi dei cani e dei montoni, e commettono atti di libidine in tutti i modi immaginabili, e sotterrano i loro figli spesso vivi nella terra per non apparire in una luce abominevole presso qualche degno vescovo, così come dinanzi al popolo molto migliore, popolo a cui fu dato per guida, come un vero mostro. Io dico che costoro un giorno avranno da stare molto duramente a sinistra; in verità, con essi dovranno essere un giorno foderate le vesti fiammeggianti delle prostitute.

31.      E di altri simili ce ne sono ancora una quantità, e tutti vengono chiamati sacerdoti; soltanto che Io non li ho mai riconosciuti ancora come tali, specialmente poi nei monasteri, dove spesso per il tanto amore fraterno ed amore per il prossimo vivono insieme come cani e gatti selvatici, e spesso ognuno invidia all’altro ogni singolo boccone.

32.      Tuttavia ce ne sono però anche nuovamente altri che ben si meritano questo nome colmo di benedizione. Costoro sono cordiali ed amorevoli verso tutti. Ciò che hanno, lo danno ai poveri. Essi non condannano nessuno, bensì cercano solo accuratamente di salvare ciò che era perduto. Essi consolano gli afflitti, danno alloggio ai forestieri e danno loro un soffice giaciglio e mettono a se stessi per vero amore una pietra sotto il loro capo consacrato. Non si fanno pagare alcun sacrificio, bensì dicono a colui che vorrebbe farlo: “Fratello, il Sacrificio è santo e di valore inestimabile; esso infatti rappresenta di nuovo in modo vivente, nella fede e nell’amore, la grande Opera della Redenzione. Perciò non può essere pagato e compiuto per il beneficio di un singolo, ma per la Potenza della grande Redenzione tutti possono e devono rinascere alla Vita eterna, proprio così opera anche la Forza del Sacrificio istituito da Cristo stesso allo scopo. Perciò offri il tuo dono come aiuto prima ad un fratello povero, e se poi hai ancora qualcosa che ti avanza, allora portalo in fede qui e ponilo sull’altare del Signore e prega per i tuoi nemici; in questo modo il grande Signore guarderà compiaciuto il tuo Sacrificio nel santissimo Offertorio dalle mie mani, e ti darà ciò che ti è necessario.

33.      Vedete, questo è per Me un vero sacerdote, il cui sacrificio Mi è infinitamente gradito. In verità Io vi dico: “Andate ed ascoltate la sua predica, poiché non una parola è sua, bensì vivamente la Mia!” Oh, costui apprenderà presto quanto grande diviene la ricompensa che lo aspetta; in verità Io dico: “Egli dimorerà presso di Me, il suo Padre santo, eternamente!” Di più non Mi occorre dirvi; ma dalle loro opere li riconoscerete facilmente, come un albero dal suo frutto.

34.       Vedete, qui vi ho mostrato l’intera malattia del sacerdozio romano, come essi sono in se stessi; tuttavia Io dico che tutto questo vi riguarda poco e ciascuno spazzi dinanzi a casa sua e mai dinanzi a quella del suo prossimo, e men che meno dinanzi alla porta di un sacerdote, ma siate sempre volenterosi ed obbedienti e non lasciatevi scandalizzare dai cattivi né traviare dal loro esempio, ma seguite come figli la Dottrina che tuttavia qui deve essere giusta nello spirito cattolico, e se anche vi si dovesse immischiare perfino della malerba, a suo tempo questa verrà eliminata. E non disputate sulle vie di un tale sacerdote, poiché Io, il vero Giudice, uno simile lo tengo già comunque per il collo, e quando meno se lo aspetta, esso gli sarà anche spezzato. Solo non lasciatevi usare da nessuno come delatore, perché maledetto sia uno spione ed un pettegolo, giacché egli è simile al cattivo seminatore che mescolò la malerba con il grano. Il prete cattivo un giorno renderà conto per sé e per voi; voi invece renderete conto, secondo la vostra obbedienza ed il vero, umile amore per il prossimo, soltanto per voi stessi.

35.      Perciò neanche voi dovete scandalizzarvi della Chiesa a causa dei sacerdoti, poiché tra di loro ve ne sono anche moltissimi onesti e fedeli. Meno ancora però dovete scandalizzarvi di un qualche vescovo. Infatti costui sta più in alto ed è preposto ad un popolo, allora potete già anche immaginarvi abbastanza bene che non vi sta tutto solo, ma che ognuno dei suoi passi, parole ed azioni vengono da Me contati molto esattamente, ed attraverso di lui deve tuttavia sempre essere mantenuto in buon ordine lo stato esteriore delle cose.

36.      Ma per quanto riguarda il vostro interiore, sapete già comunque che qui dipende sempre solo da voi stessi e poi dalla Mia Grazia, la quale non ve la può dare né un angelo del Cielo, né un qualsiasi vescovo, né chiunque sia, bensì in primo luogo potete darvela voi stessi col vero amore per Me mediante la precisa osservanza dei Comandamenti oppure, da peccatori, mediante una seria penitenza.

37.      Poiché da tutto ciò che voi fate, risplende fuori l’amore per Me e per il prossimo. Dunque preoccupatevi poco e non datevi assolutamente pensiero per un cattivo sacerdote, e siate tra di voi in comunione fraterna in tutto ciò che è buono, allora Io verrò da voi e vi renderò viventi da cima a fondo. Amate coloro che vi odiano e vi perseguitano, e benedite con preghiere coloro che vi maledicono e condannano, allora comincerete a percepire i grandi effetti della Mia Luce nei vostri cuori tenebrosi. Amen.

38.      Settimo: per quanto riguarda infine la cosiddetta confessione auricolare ed i sette santi sacramenti, Io vi dico e vi prego perfino di non scandalizzarvene, di usare tutto rettamente e nel giusto vivente senso, allora vivrete! Infatti per il contestatore niente è giusto, per il giusto invece tutto è giusto e santo; perfino il nido di un uccello carpirà una lode dal suo cuore, eppure è soltanto un morto nido di un uccello. Quanto più potete immaginare che le cose che sono state qui istituite per la vostra santificazione, non sono campate in aria, bensì dipende sempre da voi, da come le usate.

39.      Chi si confessa e riconosce i suoi peccati dinanzi al sacerdote, quegli così ha riconosciuto i suoi peccati apertamente dinanzi al mondo, ed un giorno una tale ammissione sarà motivo di indulgenza per lui, se non pecca più. Chi però pecca dopo la confessione come prima, costui della confessione ha fatto una cassa di risparmio dei peccati, la quale un giorno gli renderà alti interessi per l’Inferno. Perciò chi si confessa e fa vera penitenza e subito non pecca più, costui fa certo una cosa molto giusta; chi però ritiene tutto questo un completo nulla senza valore, costui un giorno resterà molto deluso, poiché troverà un abisso, sopra il quale difficilmente potrà mai saltare.

40.      Se invece voi dite: “Fossimo come ai tempi degli apostoli, allora certamente saremmo uomini completamente diversi, perché con le nostre proprie mani (come un Giuda!) potremmo attingere dal piatto!”. Soltanto, Io però dico che questi gridavano a squarcia gola per avere un servizio divino regolato e un’istituzione correttiva visibile, come il popolo israelita gridava per avere un re, mentre spesso alle loro comunioni venivano ad azzuffarsi come lupi ed orsi.

41.      Se ora Io vi ho dato delle regole, ordine e sistema, che cos’è dunque che non vi piace in ciò? Usatele bene, ed osservatele come le avete, e non desideratele diverse, perché come ho già detto, poco importa l’esteriore, tutto invece sta in voi, da come lo prendete! Tanto può essere buono e vero, altrettanto può essere però anche cattivo e falso; dipende se lo volete usare così oppure no. Se però sotto il Sole crescono erbe guaritrici e velenose, allora pensate: “Non dipende dal Sole che sia in un modo oppure nell’altro, ma sempre ogni volta dalla costituzione interiore - buona o cattiva della pianta - se c’è benedizione o veleno. Perciò dipende sempre da voi se buono oppure cattivo. Amen. Io, il vostro caro Padre Amen, amen, amen.

 

Questa però è la via più breve per la Rinascita

42.      Certo sotto questo aspetto per l’uomo giusto succede come per un albero, il cui frutto anch’esso non matura ad un tratto, bensì a poco a poco; ma se la primavera è stata tiepida e serena e l’estate costantemente calda, intercalata da piogge leggere, allora voi dite: “Quest’anno avremo una maturazione precoce”. Vedete, proprio così è con voi; se avete trascorso la vostra giovinezza serenamente in tenero amore per Me, allora anche l’estate diventerà calda ed in tutto vivificante, intercalata da piogge di Grazia dal Cielo, e potete essere sicuri che non sarà più lontano l’eterno autunno dorato per l’eterna maturità del frutto immortale. Infatti nella misura in cui qualcuno vuol rinascere da Me, nella stessa misura deve riconoscere i suoi peccati ed ammetterli apertamente per la sua mortificazione, vale a dire: in modo serio, esteriormente attraverso la confessione, ed interiormente a Me, e deve chiedere a Me il perdono, com’è indicato nella Mia Preghiera, e, come Pietro, deve provare vero pentimento e dolore e timore, e piangere per la perdita così inestimabile della Grazia Mia, e con la volontà deve prendere il più serio proposito di non voler mai più peccare per tutta l’eternità.

43.      Poi deve prefiggersi con grande fermezza di rompere completamente col mondo, e di affidarsi completamente a Me e nel suo amore avere un grande desiderio di Me, e con questo grande desiderio ogni giorno deve ritirarsi dal mondo e da tutte le sue occupazioni, ed almeno per la durata di 7 quarti d’ora, a porte e finestre chiuse, deve né pregare né leggere qualcosa, bensì deve trascorrere questo tempo in totale quiete, occupandosi nel suo intimo esclusivamente di Me. E sempre però, ogni volta che qualcuno si è portato in questa quiete, deve rivolgere a Me nel suo cuore la seguente incitante piccola orazione nella più ferma serietà e dire:

44.      Signore! Eccomi qui. Ti ho fatto aspettare a lungo, o amorevolissimo Padre santo, poiché già fin dalla mia fanciullezza Tu mi hai gridato incessantemente: “Vieni a Me, Io voglio ristorarti!”. Ora, o Padre, è venuto il tempo in cui il mio orecchio si è aperto e la mia volontà, altrimenti così ostinata, si è piegata totalmente alla Tua, piena di umiltà ed obbedienza dinanzi a Te, così come, secondo il Tuo Volere, a tutti i miei fratelli migliori. Perciò vieni da me, mio amatissimo Gesù, e ristora la mia anima malata col balsamo del Tuo infinito Amore; fa che io scopra il mio grande torto nella Tua amara sofferenza e morte; fammi vedere le 5 sante Ferite e riconoscervi il mio grande delitto! O Gesù, Tu vincitore della morte e dell’Inferno, vieni da me, e così insegnami a comprendere rettamente la Tua Volontà; insegnami a riconoscere la mia totale nullità e la Tua Totalità!

45.      Mio dolcissimo, amorevolissimo Gesù, Tu Signore di tutte le schiere, vieni da me povero, veni da me debole, vieni da me cieco, vieni da me sordo, vieni da me lebbroso, vieni da me paralitico, vieni da me zoppo, vieni da me storpio, vieni da me ossesso, sì, o mio, mio amatissimo Gesù! Vieni, vieni, vieni da me morto e lasciami soltanto sfiorare la Tua santa veste, allora io vivrò. Signore, non indugiare, perché ho infinitamente bisogno di Te; non posso più stare senza di Te, perché Tu per me sei Tutto, e per amor Tuo, tutto il resto è diventato nulla! Senza di Te non posso più vivere; perciò, o mio carissimo Gesù, vieni subito da me! Ma come sempre, sia fatta anche questa volta la Tua santa Volontà. Amen.

46.      Dopo di che andate a riposare e crescete nel desiderio e nell’amore per Me. Se farete quest’esercizio anche soltanto per breve tempo, Io vi dico: “Voi vedrete presto lampeggiare ed udrete tuonare; ma allora non vi spaventate, e non preoccupatevi nemmeno; perché ora Io vengo ad ognuno, prima come Giudice nella tempesta, fulmine e tuono, e solo dopo nel soave, santo Soffio quale Padre!

47.      Chi vuol fare una cosiddetta confessione generale nel vero senso della parola, avrà molto da impegnarsi, poiché vi sono richieste più umiltà e più abnegazione. Questo significa, sia ben chiaro, che deve esserci un totale proposito di non peccare più, e la santa eucaristia deve essere presa nella fede vivente per purissimo amore per Me; soltanto allora si faranno sentire istantaneamente in voi i meravigliosi effetti suoi, i quali si manifesteranno presto in grandissima, inconcepibile gioia e celestiale diletto.

48.      Vedete, questa è la via più breve e più efficace per la pura rinascita, nella quale soltanto si può ottenere la vita eterna. Ogni altro cammino dura più a lungo ed è più incerto, poiché ci sono molte vie di briganti, dove ovunque, dietro i cespugli delle strade, stanno in agguato perfidi predoni, rapinatori ed assassini; a chi non è ben corazzato e non è armato di tutto punto, sarà difficile giungere al traguardo. Riflettete bene su Chi è Colui che vi dice questo!

49.      Perciò Io penso che, invece degli svaghi e divertimenti mondani e delle compagnie molto sporche, possiate a ragione scegliere la Mia quiete e svaghi del Sabato, e gratuitamente, senza pagare l’ingresso, intrattenervi con Me ed impiegare i soldi per qualcosa di meglio!

50.      Che cosa ritenete che sarebbe meglio ed a Me tanto più gradito? Infatti vedete, come Io dissi già un tempo agli apostoli: nessuno può servire due padroni, perciò riflettete bene su Chi vi esorta a questo. Amen. Sono Io stesso, il vostro Padre santo dall’eternità. Amen, amen, amen.

51.      Ed io, il servitore aggiungo: alleluia, onore e gloria e lode a Dio nell’Alto quale Padre, Figlio e Spirito Santo[7]. Amen. -

 

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Cap 11

Grandezza della Creazione e dell’Amore di Dio

5 settembre 1840

1.  Volume cubico della Terra. Il suo diametro 1.720 miglia; quindi la sua circonferenza è di 5.160 miglia. La sua superficie sarebbe dunque il prodotto del diametro e della circonferenza, dunque la superficie della Terra e di 8.875.200 miglia quadrate. Elevato al cubo con il diametro fa 15.265.344.000 miglia cubiche quale volume totale della Terra. In klafter cubici fa 976.982.016.000.000.000.000; pollici cubici della Terra 364.734.279.587.568.000.000.000.000; Linee cubiche 137.172.733. 875.252. 338.664.000.000.000.000.

2.  Se si prendono per una linea cubica 10 semi grigi spogli[8], risulta per il volume dell’intera Terra: 1371.727.338.752.523.386.640.000.000.000 000.

3.  Ma se ora si suddivide anche ogni granello di farro in un milione di particelle; questa particella diventa già così piccola che soltanto sotto il più potente microscopio viene rilevata ancora del tutto debolmente. Con ciò l’intera Terra consiste di: 1371.727.338.752.523.386.640. 000.000.000.000.000.000 particelle.

4.  Vedete, Io ho dettato questo calcolo al Mio servitore, per scomporre la Terra dapprima in modo meccanico nelle parti più piccole, senza questa scomposizione è impossibile che vi possiate mai fare in qualche modo un giusto concetto della sua rivelazione totale.

5.  Se volete avere ancora il Sole suddiviso in questo modo, allora dovreste moltiplicare il prodotto ovunque col 1.000.000; questo significa che avreste soltanto da aggiungere ovunque 6 zeri, e vi sarà noto il volume totale dello stesso, nel caso vi fosse necessario; perché qui non si tratta di una cosiddetta precisione matematica, che è conosciuta solamente a Me, ma solo della massima approssimazione possibile.

6.  Da questo vi potete procurare una buonissima immagine per quante cose Io devo provvedere e vigilare costantemente per Amore; poiché la saggia conservazione del più piccolo, come del più grande, dipende dal potente Ordine – ed allora la conservazione dell’insieme dipende dalla conservazione anche di un solo ed unico atomo. Anzi, Io vi dico che se qualcuno fosse in grado di distruggere anche soltanto una monade, l’intera Creazione visibile sarebbe presto annientata. Tuttavia questo è possibile soltanto a Dio, se Egli non avesse l’Amore, ma nel pieno possesso di questo Io non voglio e perciò non posso agire contro il Mio Amore; questo Amore è il Mio verissimo Ordine divino, fuori e senza il quale mai niente sarebbe stato creato e potrebbe esistere anche soltanto per la trilionesima parte di un secondo.

7.  Vedete, per questo Io vi ho dato ora questo calcolo e vi ho mostrato il grande numero di un miliardo, e vi dico che in un globo involucro solare davvero si muovono un miliardo di soli[9]. Ora riflettete un poco sul vasto territorio della morte! Ma pensate inoltre ancora che, in primo luogo, da un globo all’altro avrebbero posto un miliardo di globi, e pensate poi che un miliardo di miliardi di tali globi costituiscono soltanto una unità[10], e che inoltre i Miei numeri della Creazione continuano ad aumentare, e che l’intera Infinità di numeri di Creazioni di questo tipo giacciono nella Mia Mano come una goccia di rugiada, e che di queste gocce ne esistono ancora innumerevoli, allora vi apparirà chiaro quanto Io sia grande, quanto grande deve essere la Mia Premura e quanto grande soprattutto il Mio Amore che mantiene tutto questo come un punto ed alita Vita su tutto secondo la necessità dell’essere!

8.  Vedete, Io sono un Padre davvero grande che possiede assai molto, ed i Miei cari figli un giorno non dovranno rimetterci neppure una piccola cosa! Beninteso! – Coloro che Mi amano – poiché la Mia Casa ha molte dimore. Amen. Questo lo dico Io, il grande Padre santo. Amen, amen, amen.

 

 

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Cap 12

La grandezza del cuore dell’uomo

Sentimento ed intelletto

16 ottobre 1840.

Una breve aggiunta alla rappresentazione del Polo Sud.

 

1.  Vedete, certo piccolo è il cuore dell’uomo, ma tanto più grande invece l’orizzonte dei suoi sentimenti, se uno è nella forza della fede proveniente dal puro amore per Me. Io vi dico che nessuna cosa è tanto nascosta che non possa essere raggiunta dai raggi del puro sentimento; e quando poi i puri raggi del sentimento hanno afferrato una qualsiasi cosa, allora chiedete a voi stessi se sarebbe ancora possibile comprendere la cosa diversamente da come essa in e per sé veramente è ed esiste.

2.  Del tutto diverso è certamente con gli uomini d’intelletto. Costoro cercano di afferrare con questa mano corta (l’intelletto) tutte le cose, come i piccoli fanciulli cercano di afferrare la Luna ed altre cose poste molto lontane. Questi uomini attirano poi il loro sentimento nel loro angusto intelletto e lo lasciano poi orgogliosamente brancolare intorno come un cieco che si è seduto su un blocco di pietra scalpellato di geroglifici e tocca lo stesso tutt’intorno, senza che neanche soltanto un lieve presentimento possa bisbigliargli che questi sono puri geroglifici, ed ancor meno che questa scrittura è una corrispondente lingua piena di misteri proveniente dai chiari raggi del puro sentimento.

3.  Vedete, così stanno le cose anche con queste Mie Comunicazioni e Rivelazioni dalla Grazia Mia che vi sono state date. Se le esaminerete ed illuminerete con i raggi del vostro sentimento, allora la loro Verità vi diverrà presto illuminante e vi troverete quindi presto come se la cosa vi fosse stata già nota da molto tempo. Ma vista con l’intelletto, vi comincerà a sorprendere sempre di più, poiché come detto, l’intelletto ha solo braccia molto corte ed inoltre sono anche molto deboli e perciò non riescono a raggiungere cose grandi, anche se fossero a loro molto vicine, e riescono ancor meno a raggiungere cose lontane, ad attirarle a sé e poi ad introdurre magari dei soli nel loro angusto guscio di chiocciola per sottoporli al cieco tasteggiamento del loro violentato sentimento.

4.  Vedete, questo non va assolutamente. E poiché l’intelletto col tempo deve pur accorgersi che questo è impossibile, allora diventa adirato, lascia stare tutto, sgombra tutte le cose inutili dal suo guscio di chiocciola e si accontenta delle sue proprie astrazioni, prende infine congedo perfino dal sentimento violentato e diventa più freddo perfino del polo nord e comincia ad ammirare se stesso nella sua massima stupidità come un dio, se non addirittura ad adorarsi, poiché alla fine si è portato così avanti che comincia a comprendere di non sapere nulla, ed immagina in questa ignoranza di sapere lo stesso tutto. Questo è poi il più grande trionfo, anzi un trionfo per il quale il fanciullo più innocente non darebbe un soldo ed ogni angelo per quanto piccolo ne proverebbe disgusto.

5.  Perciò anche voi dovete fare completamente prigioniero il vostro intelletto sotto l’obbedienza del puro sentimento nella vivente fede proveniente dall’amore per Me, allora contemplerete tutte le cose come esse sono; e soltanto dopo comincerete a riconoscere in modo chiaro e distinto dove risplende l’eterno Sole della Verità e della Realtà.

6.  Questo poco vi sia detto affinché possiate tenere a mente in futuro con quale scala le Mie Rivelazioni sono da misurare. Amen. Questo dico Io, il grande Maestro in tutte le cose. Amen, amen, amen.

 

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Cap 13

L’aspirazione dell’Amore verso l’unione

Conservazione dell’individualità

17 ottobre 1840, pomeriggio.

1.  Così scrivi ancora un’aggiunta, e quest’aggiunta illumini ancora qualche oscuro angolo del polo sud.

2.  Per quanto riguarda le forze di attrazione, queste corrispondono all’amore che è sempre affamato di pacifica unione, e ciò che ha una volta afferrato, non lo lascia più, anzi esso purifica da tutte le parti rigide il suo oggetto afferrato, così tanto a lungo che perfino il più piccolo pulviscolo di sabbia deve essere tolto dall’oggetto afferrato con amore, affinché lo stesso diventi tenero da cima a fondo, come l’amore stesso, per essere con questo il più possibile capace della più intima unione.

3.  Ma che le cose stiano così, lo potete vedere assai chiaramente se osservate una coppia innamorata che si afferra reciprocamente e si serra e preme l’un l’altro tanto a lungo e strettamente quanto mai sia possibile. E se tra i due non esistesse l’ostile materia respingente, come pelle, carne ed ossa, allora i due innamorati si unirebbero fino a diventare una sola cosa; e se poi gli innamorati fossero completamente uguali spiritualmente, allora il divenire uno cercherebbe di raggiungere un’intimità ancora maggiore.

4.  Vedete, perciò sono state poste da Me sempre sagge barriere in tutto ed in ciascuno, affinché malgrado tutto l’amore non divori mai troppo l’altra individualità. E queste norme poste come barriere sono le forze repulsive in tutto ed in ciascuno. Perciò accade perfino presso gli angeli nel più umile altissimo Cielo dell’Innocenza, che al loro grande amore siano permessi dei cambiamenti di stato a perenne conservazione della loro individualità; tali cambiamenti hanno in senso spirituale una certa somiglianza con il rilassamento e l’acquietamento della carne dopo un atto generativo. E se tutto questo non fosse così predisposto da Me, e certo tutto in conformità al Mio eterno Ordine, allora ogni carne ed ogni spirito alla fine andrebbero perduti. Infatti l’amore per sé non avrebbe né modo né misura, di qualunque maniera esso sia costituito; tutto ciò vi verrà mostrato in modo chiaro e completamente evidente soltanto con le future Rivelazioni sul Mondo degli spiriti, sul Cielo e sull’Inferno, e precisamente quando tutti saranno già penetrati profondamente in sé, questo significa: fino al centro della loro Vita proveniente da Me.

5.  Ebbene vedete, proprio così stanno le cose tra i mondi ed i soli, questi corpi mondiali appaiono soltanto all’occhio della carne come tali. Ma chi li potesse contemplare con gli occhi dello spirito, costui vi vedrebbe presto, invece che dei corpi mondiali, corrispondenti spiriti nelle differenti gradazioni d’amore, in ogni goccia dell’acqua, dell’aria, dell’etere; anzi in un granello di sabbia scoprirebbe intere aggregazioni di spiriti del medesimo amore e, con questo, anche di uguali sentimenti. Sì, alla fine egli scoprirebbe che egli stesso è completamente riempito e circondato solo da spiriti, i quali con lui sono affini nell’amore, e scorgerebbe anche nel Sole degli spiriti affini con la Terra, e così anche viceversa.

6.  Vedete, su questo si basa in effetti ogni attrazione ed ogni movimento, e così anche ogni forza repulsiva, ogni forza motrice e forza centrifuga. Così si attraggono poi i poli opposti, poiché l’amore può afferrare soltanto quello che gli sta di fronte e l’attira a sé a causa della bella somiglianza: a causa della somiglianza perché l’amore si riconosce nell’oggetto, e bella perché ogni oggetto nella sua assolutezza assume una certa rotondità, attraverso la quale diventa gradevole al suo essere primitivo, dato che quest’ultimo percepisce il vuoto per il fatto che una parte del suo amore si è separata. E come l’essere primitivo percepisce il proprio vuoto, così appunto anche l’essere assoluto percepisce la sua propria instabile solitudine, e non si dà pace finché non si è di nuovo unito con il suo essere primitivo. Se poi però vengono poste certe barriere contro tali unioni, allora da questo sorgono differenze di polarità come anche sessuali, che percepiscono costantemente la necessità di unirsi e si cercano continuamente.

7.  E come quindi stanno le cose con l’amore, così stanno anche con l’opposto, perché l’uguale si respinge ed aborrisce, poiché esso è un uguale astratto, e si può unire perciò così poco come una botte si può unire con un’altra uguale.

8.  Vedete, questo poco e molto vi sia nuovamente una piccola fiammella; accoglietela nel vostro cuore affinché vi possa illuminare alcuni punti ancora oscuri del polo sud della Terra, in particolare però del Polo Sud carnale del vostro amore. Amen. Io, l’eterno Amore e Sapienza. Amen, amen, amen, che si chiama Gesù Jehova. Amen

 

 

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Cap 14

Domanda a causa del “Settimo discepolo”

24 novembre 1840, pomeriggio

Come dobbiamo comportarci verso il presunto “settimo discepolo”, poiché egli ritiene che il Tuo Ammonimento da noi riferitogli, sia l’inutile opera fatta in fretta e male dagli uomini ed è della falsa opinione che noi volessimo liberarci di lui, mentre invece è soltanto nostro sincero desiderio attirarlo più vicino a noi e conquistarlo per il Tuo santo Regno con il Tuo potente Aiuto?

1.  Per quanto riguarda il molto debole, allora siate tutti completamente tranquilli; questo molto debole col tempo già si ritroverà in voi. Ma se la volontà è debole, allora egli è debole in tutto; ma se è soltanto volonteroso nella sua debolezza, allora Io col tempo lo renderò certo forte! Prendete su di voi il molto debole e rendetelo fermo con il vostro amore; poi verrò Io e renderò forte ciò che è debole.

2.  Amate, abbiate fiducia e credete fermamente, perché in questo sta il grande segreto di ogni riuscita per voi. Per questa volta non avete bisogno di più, ma tutto a suo tempo e nulla prima dello stesso. Amen. Questo lo dico Io, il Santo. Amen, amen, amen.

 

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Cap 15

Domanda a causa del molto debole[11]

2 dicembre 1840, pomeriggio

Signore! Eccellente Padre santissimo! Che cosa deve essere del molto debole che non vuole riconoscere il soave Ammonimento del Tuo Eterno Amore e cerca giustificazione dinanzi al mondo e comincia a diventare un traditore della Tua segreta Grazia interiore che, secondo la Tua Volontà, deve essere tenuta nascosta fino al tempo del Tuo compiacimento? Noi tutti Ti preghiamo, nella nostra umile conoscenza della nostra grande debolezza ed impurità del nostro cuore, che Tu voglia indicarci che cosa deve ulteriormente avvenire affinché il Tuo santo Nome non debba venir profanato davanti agli uomini che vivono per il mondo e non per lo spirito. O Padre, ascolta misericordioso la nostra preghiera. Amen! –

 

Allora scrivi!

1.  Vedete, queste sono le conseguenze, quando non si agisce precisamente secondo le Mie disposizioni. Perché non avete fatto come è stato ordinato? Per questo motivo in tutto ciò che fate dovete sempre badare a quali conseguenze potreste andare incontro se soltanto vi scostate minimamente dall’agire di come Io vi indico sempre precisamente! Anzi voi sapete che Io posso e voglio solamente consigliare ed illuminare, ma mai costringere un uomo libero a fare qualcosa; bensì che avvenga se egli lo vuole accettare!

2.  Ma cosa avete voi a che fare con colui che Io non conosco? Io per costui non ho dato nulla. Ho Io accennato il nome di qualcuno? Vedete, come l’avrei dato per costui? Se voi però aveste agito secondo la disposizione, allora sareste venuti a sapere chi è da intendere come molto debole; perché Io sarei apparso presto in ognuno di voi e vi avrei ben mostrato il molto debole, e voi lo avreste anche subito ben riconosciuto. E se fosse stato presente anche colui che voi supponete, allora egli non si sarebbe arrischiato neppure una volta di riferire a sé un tale Santuario; e se si fosse sentito qui e là colpito, allora sarebbe servito al suo miglioramento, ed egli in breve tempo sarebbe stato conquistato. Solo che va così quando qualcuno non esegue precisamente il Mio Consiglio ed il Mio Ordine. Poi tutto va a fondo, e la buona semenza viene calpestata sulla via, così che non porti frutto alcuno!

3.  Ora voi sicuramente domandate: “Che cosa si può fare?”. Io dico infine: “Amore, mansuetudine e pazienza aggiusteranno nuovamente tutto; e quello che vi ho detto allora, ve lo dico anche oggi, soltanto con l’aggiunta che il presunto molto debole non è quello che voi pensate, né lo siete voi, bensì Io stesso Lo sono in voi e sotto quest’immagine prendo tutte le vostre mancanze su di Me, per portarle per voi, per soffrire e per morire e per uccidere con questo la vostra colpa in Me; poi di nuovo, vincendo la morte, risorgere in voi come Vincitore della Morte e dell’Inferno, e questa Resurrezione nell’uomo è l’effettiva rinascita. Ma Io stesso sarei diventato con questo il settimo discepolo con la resurrezione tra di voi, cioè nella grande capacità di comprensione del vostro cuore. Poiché vedete, perciò l’immagine vi viene data così, come se contenesse in piena regola la storia di vita di un uomo a voi noto, anche se non del tutto in base alle azioni, ma ben secondo il suo stato d’animo, cosa che anche voi dovete osservare per lo più in ognuno, cioè in ognuno preso per se stesso.

4.  Ma che questo venga dato così, beninteso, ha il motivo seguente: Voi sapete che tutto il male ed il falso provengono dagli spiriti maligni dimoranti nell’uomo, i quali tutti quanti si sforzano poi di guadagnare per sé la volontà dell’uomo, per impadronirsi alla fine, per mezzo della stessa, anche del suo amore; in questo modo poi l’uomo stesso diventerebbe una proprietà dell’Inferno e lo diventa anche molto spesso se non fa accuratamente attenzione alla sua coscienza che lo esorta, la quale ha origine nell’uomo dal fatto che Io, subito dopo l’azione, stringo col laccio il cuore ed assicuro quindi l’amore o la vita nell’uomo, in modo che gli spiriti maligni non possano strapparla a sé. Da questo deriva perciò anche la ripugnanza dopo il fatto, ed il pentimento come una Parola scritta, rinvenuta nel cuore, proveniente dal Mio Amore che ha operato questo nell’uomo.

5.  Ma se ora qualcuno, secondo la Mia Parola, ha cominciato a rivolgersi a Me esteriormente ed interiormente, allora questi spiriti diventano perfidi e quieti nell’uomo ed attendono solamente un’occasione favorevole dove essi, uniti come in una rivolta, insorgerebbero se si accorgessero che Io venissi all’uomo in modo evidente. Per questo Io volgo l’attenzione della maligna marmaglia che prova gioia nel male altrui attraverso il dono di una corrispondente similitudine esteriore, in cui però in segreto ognuno può ben riconoscere se stesso nel cuore e si può poi esaminare e purificare mediante tale particolare dono di Grazia. Ma poi vengo Io stesso – quando la marmaglia, esteriormente, se ne accorge certo lietamente, ma interiormente dorme – dall’interno del tutto segretamente come un evidente ladro – ed allora nessuno sa da dove Io sia venuto e dove voglio arrivare. Ed ora vedete: allora la marmaglia deve vedersela con Me, affinché a voi venga risparmiata la lotta troppo grande, nella quale sareste sempre sconfitti se Io non prendessi questo su di Me in tale astuta maniera e vi salvassi da tale calamità.

6.  Che Io chiami Me stesso il “Molto Debole” deriva dal fatto che devo essere prudente e non posso presentarMi come un forte protagonista, ma devo comparire nella forza del vostro amore, affinché poi la canaglia si precipiti su di Me e faccia di Me ciò che un giorno fecero i giudei, farisei, scribi e sommi sacerdoti. Io poi anche permetto che si faccia di Me quello che allora accadde in Gerusalemme; questa condizione dell’uomo è poi anche la più desolante. Ma se l’uomo si è mantenuto fedele e valoroso nel suo amore durante questo tempo, allora Io risorgo presto in grande Forza e Magnificenza nell’uomo, prendo dimora presso di lui, e così poi, con questa Mia Resurrezione egli è in lui stesso risorto con Me nello spirito, afferra se stesso in e mediante questa Mia Resurrezione. E poiché con questo tutti i suoi nemici sono vinti, uccisi e cacciati fuori da lui, allora egli è anche completamente rinato e vivente da cima a fondo, perché porta in sé la Vita di ogni vita. Ma certamente questo purtroppo non avviene all’improvviso; Io invece Mi insinuo spessissimo come un ladro in voi, ma voi non potete poi vegliare per un breve tempo nel vostro amore con Me, e sempre risulta ancora che il vostro spirito è certo volonteroso, ma la carne è debole. Perciò dovete poi pregare per resistere nella tentazione e per non distrarvi più quando il pastore viene bastonato, e non dovete rinnegare il Maestro come Pietro, ma come Giovanni seguirMi prudentemente fino alla Croce e poi prendere in custodia la donna che vi è stata raccomandata come il forte amore preso in custodia, e qui attendere la Mia imminente Resurrezione!

7.  Vedete, ora sapete tutto su come stanno le cose. Ma ciò che inoltre esprime specialmente l’immagine, ve lo voglio dire prossimamente attraverso il servitore punto per punto nella penna[12], su cui voi tutti vi stupirete molto. Ma per quanto riguarda l’uomo molto sciocco ed estremamente imprudente di cui si è detto, abbiate per ora pazienza ed indulgenza con la sua stoltezza, poiché egli è di spirito stupido, e ditegli che ciò non lo riguarda proprio nemmeno un pulviscolo solare. Fatelo venire da voi e ditegli come stanno le cose e che ancora una volta vi siete sbagliati nella vostra opinione e dunque non viene minimamente reso partecipe a questo. Ma ditegli anche che colui che si scusa prima di sapere con certezza che egli è l’accusato, non raramente si espone al giudizio! Prendete ora questo a cuore per il momento, e mettetevi presto all’opera; tutto il resto seguirà poi. Ascoltate e siate dolci e prudenti Amen. Questo lo dico Io il ‘SETTIMO’. Amen, amen, amen!

 

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Cap 16

Credere, opinione

Il 5 dicembre 1840, sera

1.  Voi supponete frequentemente e siete spesso dell’opinione che “credere” sia così una mezza fede. Ma vi sbagliate sempre se considerate l’opinione come idea e come un parere. Riflettete quanto inesattamente dovete afferrare qualche senso e quanto assurdamente ne afferrate qualche frase se pensate che credere equivalga ad esprimere un qualunque confuso giudizio senza verifica, oppure se le situazioni esteriori garantiscono solamente del probabile; vedete, così voi pensate nella vostra incompresa opinione di essere sulle tracce della Verità.

2.  Ma ascoltate: Io non sono niente affatto di questa Opinione! Sì, riflettete soltanto un poco e traete le giuste deduzioni da questa piccola Parola, allora troverete facilmente dove e come è cresciuta la piccola pianta della lingua. Può essa essere originata dalla fede come frutto mezzo maturo? Oh sì, sarebbe ben possibile dalla fede degli uomini, i quali credono a ciò che lusinga la loro ostinazione e, nella propria idea, s’immaginano la verità o alla fine la ritengono per tale, come se la verità fosse poi soltanto verità se è farina del proprio sacco. Ma di tale fede, di tale verità il cuore puro non ha bisogno, ma ha bisogno di prendere onestamente buoni doni, buone voci, e poi di nuovo dare onestamente autentici frutti, autentico amore, autentica verità.

3.  Vedete, pensare[13] però proviene da mein, e quando voi dite: io penso, ciò equivale a come se voleste dire: “Vedete, questo è il mio giudizio”, come anche: “Io penso questo da me senza nessun riguardo al giudizio di un secondo, terzo, quarto, bensì come l’ho dapprima sentito in me, io lo do come merce prodotta puramente da me stesso testualmente”. E vedete, se voi voleste dire: “Ascolta amico, che cosa pensi tu?”, allora avreste domandato bene, qualora voleste dire: “Amico! Che cosa ti riguardano i giudizi che sono cresciuti sul mio fondamento?”. Ma se voi dite o volete dire: “Amico! Fa sentire il giudizio se è farina del tuo sacco” – ascoltate! – allora voi dite una evidente assurdità, perché come potrebbe dunque un secondo poter pensare oppure esprimere un giudizio del primo, senza averlo sentito come uno proprio, senza che fosse cresciuto sul proprio terreno!

4.  Ebbene, guardate qui la lingua tedesca come si è migliorata dall’antica usanza e tempo, qui certo le è rimasta per egoismo ancora il meinen[14]; ma il verbo deinen, seinen, che fu in uso in numero intero, è da tanto tempo caduto in disuso. E se qualcuno volesse ben disporre questa parola, dovrebbe dire: io credo, tu credi, egli crede, come anche, è suo. E come poi esiste una opinione (Mein-ung = mio), allora dovrebbe esistere anche una “tua opinione” (Dein-ung) come anche una “sua opinione” (Sein-ung). E benché ognuno ha per sé l’opinione, se dovesse esprimere il giudizio del secondo o terzo – ascoltate! – allora si deve parlare della “tua” o della “sua”, ma non di una mia di un secondo, terzo o addirittura quarto e così via. Altrettanto è pure sbagliato se qualcuno dicesse: la mia opinione (mia), poiché nell’opinione è già lo stesso annunciata a sufficienza la caratteristica dell’oratore, ebbene, a che scopo quindi la mia? Il discorso è poi più assurdo quando qualcuno dice: la tua o la mia opinione! Ascoltate, di tali sciocchezze linguistiche ne esistono una grande quantità nella vostra lingua, anzi ci sarebbe molto da aggiustare e da appianare; ma poiché l’assurdità è diventata un uso quotidiano presso gli uomini e si è sviluppata una dura crosta intorno al ceppo dei popoli già dai tempi di Babele, sarà duro lottare contro tale antica pazzia e malignità!

5.  Parlate dunque come parlate secondo l’uso abituale, ma pure comprendete sempre ciò che dite oppure ciò che vi viene detto da Me nel silenzio. E poiché qui si parla dell’errore linguistico, in chiusura aggiungo inoltre che tra tutte le lingue la più stupida è quella francese, e la slava ed ungherese sono incomparabilmente migliori. Infatti dove una lingua viene scritta in una maniera e poi pronunciata completamente in un’altra ed inoltre non ha nemmeno un suono che fosse prosperato sul proprio terreno, vedete, tali lingue sono per la maggior parte piene di inganno e bugia, come gli uomini, le cui lingue si muovono di conseguenza. Tali lingue somigliano a quei tenebrosi pagani che hanno accolto gli dei di popoli conquistati in modo vergognoso nel collegio del proprio stupidissimo esercito delle divinità cambiandone, di più o piuttosto di meno i nomi, senza riflettere che cosa questo potesse esprimere esattamente.

6.  Vedete, e malgrado ciò oggigiorno esistono migliaia e migliaia di stolti ancora molto maggiori tra il Mio popolo tedesco che peggiorano e riempiono di escrementi la loro propria lingua madre puramente per vuota vanità e vanteria, per rendere credibile ad altri folli di essere anch’essi francesi o magari inglesi oppure turchi. Ascoltate: con quale nome Io devo chiamare questi folli?[15]

7.  Sì, Io dico, o Infinità, tu grande Parola, ben degna di essere chiamata grande dalla Bocca di Colui che ti creò eterna; eppure certamente non porti nessuna lavagna nei tuoi eterni spazi, dove stesse scritto il nome mai pronunciabile di tali folli che, invece della lingua del cuore, imparano a parlare una lingua di cui si dovrebbe vergognare, secondo il Mio Senso, l’asino più stupido. Ma qui Io non intendo coloro che vi sono nati, o coloro che sono scelti per le traduzioni, ma soltanto coloro che voi già conoscete; Io non voglio mai menzionare per la seconda volta tali folli, quando un tedesco vuol parlare al tedesco magari in francese, inglese oppure turco.

8.  Ricordatevi tutti bene che Io parlo soltanto una lingua e comprendo bene soltanto questa sola lingua! Questa è la lingua di un puro, amorevole cuore, che è la lingua di tutti i Cieli, così come di tutti gli angeli. Possa essa diventare anche presto la vostra, amen; sì, questo lo dico Io, il miglior Maestro di tutte le lingue. Amen, amen, amen.

 

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Cap 17

Il “Molto Debole”.

(Il settimo Discepolo)

6 dicembre 1840, dalle ore 9,30 alle ore 11,15.

Scriventi: C.L., S. And. ed Ans. H.

Oggi il Signore ha rivelato quanto segue attraverso la bocca del Suo servitore, dopo che venne letta la Parola supplementare “Al molto debole[16]:

 

1.  Voi tutti comprenderete certo bene che Io stesso come l’Essere supremo, come Iddio dall’Eternità e come Padre di tutti gli uomini, spiriti ed angeli, non commetto in realtà tali cose come quelle menzionate poco fa, per poi al vostro cospetto fare a Me, come ad un alter ego, tali rimproveri ed in un certo senso ammonire Me stesso, per correggerMi in tutto quello che Io pure non ho mai commesso. Se voi riflettete un po’ su quanto detto, non si solleverà da voi stessi la domanda quasi immemorabile: “Sì, può dunque anche Iddio peccare, poiché Egli è Dio, come nel Suo Santuario così anche nella Sua Sapienza ed altrettanto nel Suo Amore? Da dove dunque un tale rimprovero contro Se stesso?”. Tuttavia, non dite voi stessi che le Mie Vie sono insondabili ed il Mio Consiglio imperscrutabile? Sì, vedete, è proprio così! Dall’intera Eternità ancor mai nessuno ha partecipato al Mio Consiglio, e nessun occhio d’angelo vedrà le segrete Vie della Mia Sapienza e del Mio Amore.

2.  Ma affinché voi possiate ben comprendere questo settimo Discepolo, allora voglio ricondurre per un breve istante i vostri sentimenti al grande tempo dell’Incarnazione del Mio Amore. E come da lì è venuta nel mondo ogni Luce ed ogni Aiuto, così anche proprio questa Luce deve ben illuminarvi l’interiore di una piccola nocciola che Io, Padre vostro, ho messo sotto i vostri denti per schiacciarla in questo settimo discepolo, ovvero nel “molto debole”.

3.  Così interrogate anche il Mio Amore: «Tu purissima Essenza di Dio, che non è mai capace neanche soltanto del più piccolo pensiero imperfetto, com’è e come fu possibile separarTi dal Padre per caricarTi, nel modo, di tutti i peccati e di tutte le sue mostruosità, per apparire al Padre Tuo, ovvero alla Santità di Dio, in una cattiva Luce come quella stessa attraverso la quale ogni malvagità è venuta al mondo? Come potesti diventare l’assassino di tutti gli assassini? Come potesti diventare l’adultero di tutti gli adulteri? Come potesti diventare il bugiardo di tutti i bugiardi? Sì, come potesti diventare lo dispregiatore più grande della Santità di Dio? Sì, come potesti prendere su di Te tutti i peccati grandi e piccoli, dall’inizio del mondo fino alla fine dello stesso, poiché Tu eri l’Amore di Dio stesso, ed il Padre in Te, come Tu nel Padre, ed il Dio in Te, come Tu in Dio? E come poté la Divinità, davanti a tutto il Mondo, dire a Te dai Cieli durante il Tuo Battesimo nel Giordano: “Questo è il Mio amato Figlio nel Quale Io mi compiaccio; Questi voi dovete ascoltare!”».

4.  Vedete, voi potete pensarla come volete, non ne caverete nulla di comprensibile. E non vi sarà neanche più tanto incomprensibile, perseguendo profondamente la cosa, se la mettete giustamente nella luce e riflettete in voi davvero profondamente: com’è possibile che proprio l’Essenza più pura di Dio, anzi la Vita in Dio stesso, che è la Vita di ogni vita e la Luce di ogni luce, potesse caricarsi così gravemente con la morte di ogni morte e con la tenebra di ogni tenebra?

5.  Vedete, se riuscite a comprendere questo, allora questa piccola nocciola offerta vi apparirà così facilmente comprensibile, come se fosse stata messa completamente svelata dinanzi al vostro cuore. Solo che questo è il grande passo che ciascuno deve compiere nel suo cuore, ed aiuta a portare la Croce all’eterno Amore, affinché ognuno un giorno possa aver parte alla grande Opera della Redenzione fino ad ora ancor sempre incompresa, della vittoria sulla morte e della Resurrezione. Perciò badate e comprendete dapprima questo grande mistero, e scorgerete dentro chiaramente illuminato ogni singolo poro del Molto Debole.

6.  Che il mondo fin dal principio era in ogni genere di malignità, lo sapete; ed attraverso chi e come esso è giunto ad essa, pure lo sapete. Ma come il mondo avrebbe potuto sussistere nella sua malignità dinanzi a Dio, questa è un’altra questione. Vedete, il mondo era quindi morto nella sua malignità e quindi era impossibilitato ad orientare se stesso secondo l’intangibile Santità di Dio. Esso doveva perciò essere giudicato costantemente dall’Amore misericordioso di Dio, affinché potesse esistere almeno per quello che era; ma dite voi stessi, com’è una cosa giudicata, è essa morta o vivente?

7.  Qui Io non posso dirvi altro se non venirvi in aiuto con una domanda: “Un automa è morto o vivo?”. La vostra risposta non può essere altra che: “Un automa è morto, ed il suo movimento non è che una direttiva artificiale del meccanico”. E vedete, proprio così stavano le cose con il mondo maligno prima della Redenzione. Esso era soltanto un automa sempre giudicato dal Mio Amore misericordioso. Ma se aveste dinanzi a voi un automa del resto molto aggraziato e bello, al quale l’arte del modellatore quanto quella del meccanico gli avesse conferito tutto al punto che non gli mancasse nulla se non la vita autonoma per essere un uomo in tutta completezza, allora voi non augurereste nel modo più ardente a questo automa non soltanto una vita artificiale, ma una vera vita indipendente? E se foste in grado, come lo sono Io, entrereste voi stessi in spirito con la vostra vita nell’automa e prendereste di conseguenza in voi necessariamente tutte le deficienze e difetti interiori e vi coprireste in un certo senso con gli stessi.

8.  Vedete dunque cosa rimaneva ora da fare, poiché Io soltanto sono la Vita ed ho la Vita in e da Me, per dare al mondo, che era costantemente sotto giudizio, una vera vita libera e non soltanto una vita meccanica?

9.  Vedete, allora l’Amore dovette separarsi da Dio, ovvero dall’eterna santa Forza originaria, dalla quale Esso eternamente nacque, e la Forza di Dio eternamente da Esso. Quindi questa eterna Vita proveniente da Se stessa, ovvero dall’eterna Forza originaria di Dio, dovette operare una rottura con Dio, e dovette calarsi giù nel mondo morto ed indossare il mortale dello stesso, affinché il mortale perdesse con questo la mortalità e diventasse di nuovo liberamente vivente in e dalla Vita proveniente da Dio, che è la Vita di ogni vita, poiché Dio stesso è in questa Vita e la Vita stessa è in Dio. E così la Vita è proceduta da Dio, si è rivestita con la mortalità della carne, affinché con questo ogni carne potesse divenir liberamente vivente in sé mediante la Vita proveniente da Dio, come è vivente Dio stesso dall’Eternità attraverso la stessa eterna Vita dell’Amore in Sé.

10.      Vedete, questo è dunque il grande Mistero, perché l’Amore di Dio nell’uomo ha fatto Se stesso delinquente e peccatore di tutti i generi, affinché non soltanto una carne, ma ogni carne potesse essere intrecciata con la Vita proveniente da Dio. E questo Amore, ora così sovraccarico di ogni colpa, in opposizione dinanzi alla Santità di Dio, in virtù della generale colpa o mortalità presa su di sé, si dovette poi umiliare fino al punto più estremo di tutti i punti e dovette sopportare ogni immaginabile rimprovero per potersi così unire nuovamente con Dio, come anche rimettere in modo vivente di nuovo tutto al Padre oppure alla Santità di Dio ciò che era un giorno certo proceduto in modo vivente da Dio, ma si è reso morto con lo strappo ostinato ed altezzoso da Dio, ovvero dal Suo Ordine eterno.

11.      Vedete, dopo che avete compreso pressappoco questo, vi voglio ora far conoscere un po’ i rimproveri che vennero necessariamente fatti a Me dalla Santità di Dio, affinché veniate a sapere qualcosa che il mondo fino all’attuale istante non ha ancora appreso.

12.      Voi sapete che tutto ciò che fu creato nell’intera Infinità, secondo la testimonianza del Mio caro Giovanni, fu fatto e creato attraverso di Me. Ora però considerate il mondo divenuto maligno, che per questo fatto fu sempre condannato dalla Santità di Dio, così che Io, quale generatore di tale condannabilità, dovevo condividere necessariamente anche questo rimprovero da parte della Sua Santità, poiché il mondo e tutto ciò che è in esso, fu chiamato all’esistenza non attraverso di sé, ma soltanto ed unicamente attraverso di Me. Poiché il mondo era direttamente in contrasto con la Divinità, come era poi l’esistenza dell’Amore, che aveva provocato ciò che la Santità divina doveva condannare, se non altro che un’autocondanna? Ora immaginatevi tutte le azioni indicibili degli uomini. Vedete, a causa di tutte queste azioni Io dovetti essere condannato dalla Santità di Dio, perché le azioni stesse erano condannate come manifestazioni nel mondo che è proceduto da Me. Che cosa c’era da fare?

13.      Vedete, Mi stavano aperte soltanto due vie, vale a dire la via verso l’Alto, e la via verso il basso, questo significa: Io ritorno a Dio, divento una sola cosa con Lui e distruggo con la Potenza della Sua Santità tutto ciò che è proceduto da Me – oppure Mi separo da Dio caricato di ogni rimprovero, con la massima condannabilità da Dio, vivifico e santifico le Mie Opere e, nella Mia infinita Umiliazione, soddisfo l’altrettanta infinita Santità di Dio. Vedete, se Io non fossi altrettanto l’infinito Amore stesso, come Iddio è l’infinita Santità stessa, allora avrei certamente preso la prima via. Solo che il Mio Amore poté rendere esprimibile l’Inesprimibile, rinnegò la Sua Santità e si rese non santo, perché si caricò di ogni colpa, e quindi anche del pesantissimo fardello della morte.

14.      Tuttavia, voi conoscete l’avvenimento, quando Io nell’Orto di Getsemani, sul cosiddetto Monte degli Ulivi, pregai Iddio, dal Quale Mi ero separato per amore del mondo. Vedete, soltanto allora si destò completamente la grande cecità del Mio Amore, e vide con il più orribile raccapriccio l’infinito abisso tra Sé e Dio; allora Io Mi pentii seriamente di aver abbandonato Dio e di esserMi rivolto all’opera morta della Mia vuota gioia, – e quella volta l’intera Creazione stava in grande sospensione tra essere e l’eterno non essere. Infatti, o Io bevo il Calice, allora il mondo e tutto ciò che è in esso continua ad esistere, – oppure metto da parte il Calice ed il mondo e tutto ciò che è in esso si annienta nell’istante in cui Io lo metto da parte.

15.      Ma vedete, proprio là dove l’Amore e la Vita nell’infinita lontananza da Dio sono diventati deboli, là Iddio ebbe compassione del Suo Amore stesso, Lo rafforzò e Gli ordinò di vuotare il calice presentato e Gli parlò segretamente: “Tra Me e Te gli estremi dell’Infinità non si sono ancora toccati; perciò abbassaTi giù nell’estrema profondità della morte, morte che è l’estremo confine in contrapposto alla Mia Santità, affinché Io ti possa afferrare nuovamente là dove si chiude l’eterno Cerchio della Mia Santità”. Vedete, così Io andai pazientemente incontro a questa destinazione, là dove Io, in questa infinita lontananza da Dio esclamai sulla Croce: “Dio Mio, Dio Mio, perché Mi hai abbandonato?”, ed ancora: “È compiuto!” e “Nelle Tue Mani affido l’Anima Mia”, ovvero l’Anima di ogni Vita, ovvero l’Anima da cui tutto ciò che esiste è proceduto.

16.      Vedete, ora se voi riflettete un po’ su questo, potete ben comprendere come Io, presso voi peccatori, sono il Molto Debole, e come devo ancor sempre sopportare dalla Santità di Dio dei rimproveri al vostro posto in una qualche peculiarità che rappresenti la debolezza umana, per redimere singolarmente ognuno di voi e portarvi nuovamente viventi nella Santità del Padre. Vedete, un tale uomo, di cui Io Mi servo ed in un certo senso attiro la sua essenza per portare con questo alla luce le vostre mancanze nascoste, somiglia a Simone di Cirene che avrebbe potuto ottenere una altrettanto grande ricompensa se egli Mi avesse volontariamente aiutato per un breve tempo a portare la Croce. Soltanto che l’uomo è debole e teme ogni peso, ma più di tutto il peso della Croce; e perciò di nuovo non Mi rimane nient’altro da fare se non ciò che Io feci un tempo, vale a dire trascinare Io stesso la Croce per tutti.

17.      Dunque nella Parola supplementare al “Molto Debole”, ciò che apparentemente si adatta ad una persona vi potrebbe portare fuori strada tanto poco, quanto vi potrebbe portar fuori strada se poteste venire a sapere per esempio dell’intera storia di vita del sommo sacerdote Kaifa oppure quella di Pilato, oppure quella dell’Iscariota, oppure perfino quella di un pagano imperatore romano come Nerone, ed altri simili di grandi e piccoli peccatori da non ricordare, poiché vedete, con tutti questi rimproveri Io dovetti farMi caricare da tempi immemorabili. Ed altrettanto ora Io sono per voi nuovamente caricato con tutte le vostre debolezze e mancanze, e le porto per voi in questo involucro a voi un po’ estraneo, affinché, come già sapete, non capiti alcun danno alla vostra anima, se voi consapevolmente, cioè secondo la vostra carne come un Giuda Iscariota, voleste attingere con me nel piatto pieno di misteri della Vita da realizzare.

18.      Ma se volete, allora afferrate in voi questa Parola supplementare sotto il nome di “Molto Debole”; esaminatela – beninteso! – nel vostro cuore di punto in punto e commentatela in base a ciò che avete ora appreso. Io adesso a voi, come ad un Pietro, ho dato la Chiave per il Regno Mio. Questo “Molto Debole” è il Mio Regno celato in voi. Apritelo con questa Chiave, e scorgerete Meraviglie, e scoprirete veri Miracoli spirituali in e su di voi.

19.      Se a qualcuno, malgrado tutto il suo esaminare, dovesse ancor sempre apparire qualcosa di velato e difficile, come un tempo agli apostoli la dura lezione a voi nota, allora rivolgetevi in tutto amore a Me, e siate certi che Io non vi abbandonerò. Infatti ora Io non dico più: “Andate dal Mio servitore ed apprendete in questo punto dalla sua bocca la Grazia Mia”, bensì ora Io dico: “Venite a Me con cuore fedele, affinché Io stesso vi dia la Grazia, e la vostra bocca esprima altrettanto la comprensione santificata del vostro cuore a Me preparato”. Sebbene voi siate liberi di informarvi presso il servitore, non verrete a sapere lo stesso dalla sua bocca niente di diverso di quanto esprimerò in voi attraverso il vostro amore per Me stesso. Amen. Questo lo dico Io, il Vero Settimo. Amen!

 

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Cap 18

Un sogno

(del 29 dicembre 1840)

2 gennaio 1841

O Signore! Affinché il racconto diventi preciso e fruttifero, sii tu d’aiuto a me povero debole servitore, poiché anche se i sogni spesso non sono altro che vuota schiuma, pure certi sogni possono essere una speciale concessione di Grazia da parte Tua; perciò essi anche non devono andar perduti, ma esserci d’aiuto nella debole contemplazione del nostro interiore, e poi utili al nostro cuore, affinché possiamo sempre di più glorificare il Tuo santissimo Nome attraverso il nostro crescente amore. Perciò, o Signore, aiutami e non sottrarmi la Tua santissima Parola vivente. Non vi è nulla né in alto né in basso che non sia secondo la Tua Volontà. Così certamente lo è anche questo sogno, ed in tal modo sia fatta anche sempre la Tua santissima Volontà. Amen.

 

1.  Ebbene, allora racconta e scrivi come Io te lo darò.

2.  Vedi, ti voglio raccontare la tua visione notturna, affinché tu non debba essere costretto a presentarti come narratore in prima persona, e glorificare te stesso attraverso di Me, bensì che Io possa venir glorificato attraverso di te. Perciò comprendi bene quando dico: Io attraverso di te, ma per ora non tu attraverso di Me, perché nessuno verrà glorificato da Me prima che Io sia stato glorificato attraverso di lui. Infatti chi Mi riconoscerà dinanzi al mondo, costui Io lo riconoscerò soltanto allora al cospetto del Padre Mio, perché allora egli scorgerà la Mia infinita Potenza e Magnificenza e verrà egli stesso glorificato in questa Mia Magnificenza.

3.  Ed ora scrivi il tuo sogno! Vedi, così hai sognato:

4.  Tu andavi con due a te ben noti e con tre a te sconosciuti e con Ans. H. procedendo da un fossato posto verso nord-est un po’ di traverso in su verso sud-est, e precisamente sul pendio occidentale a forma conica di un piccolo monte la cui cima è coperta in modo piuttosto fitto da giovani alberi di conifere e da una valle prativa aperta scarsamente coperta di vegetazione circondata da un rozzo steccato già molto logoro. E questo accadde verso la settima ora serale, e precisamente nel periodo d’inizio autunno.

5.  Seguendo dunque con la tua compagnia conosciuta e sconosciuta il tuo sentiero proprio al margine del boschetto, vedi, con i tuoi compagni raggiungesti immediatamente verso sud un punto, dove il doppio sentiero piuttosto stretto e molto poco battuto era ad un tratto così palizzato con ogni genere di pertiche, alberi ed assi, che superare tutto questo sembrava a te e tutti i tuoi compagni un’evidente impossibilità.

6.  Ora i tuoi due primi compagni conosciuti cominciarono ad aggredirti con parole un po’ ingiuriose, dicendo: «Ebbene, tu mezzo profeta, tu domatore di nuvole e pioggia e inventore ben sistemato di macchine volanti, cosa guardi ora così perplesso questa barricata come una giovane mucca guarda un portone nuovo! – Che cosa vuoi fare adesso? – Ecco, diventa vero il detto che suona così: “Qui stanno ora i buoi al monte e precisamente sotto la guida di un asino profetico!”».

7.  A questa diffamazione abbastanza forte tu ti permettesti la seguente piccola osservazione e dicesti: «Amici, avete parlato bene, possiate rimanere sempre come vi chiamate. Ma per quanto riguarda l’asino profetico, vedete, qui devo già chiedere il vostro perdono e non oso accettare un così grande onore; perché voi certamente conoscete il profeta dinanzi al quale un asino ha profetizzato, e l’asina che portò il Signore la domenica delle palme, vedete, per questo io non posso accettare un simile onore. Se fossi degno dinanzi a Dio di essere un tale asino, o amici, allora balzerei su con il mio grande Cavalcatore per l’ultra grande gioia e farei cadere a terra con i miei ben nutriti zoccoli le vostre corna indomabili dalle vostre teste bovine!”. Ed il tuo compagno H. intervenne a questa tua risposta: “Fiat, et pereat cornu bovis, et laus gloriaque maxima Domini nostri Jesu Cristi orbem columque totum inhumat!”[17]. Ebbene, questo lo chiamo battere il chiodo con l’umiltà con un colpo nell’asse; ma da dove avete appreso questo così in fretta?!”».

8.  E quando il tuo compagno ebbe così parlato, allora si fecero avanti i tre sconosciuti e dissero unanimemente: “Non sai più dunque che ti è concesso il dono del libero volo? Ma ora è il momento di svergognare gli scellerati; poiché guarda i tori furenti, come corrono fuori dalla profondità e dopo essersi uniti a questi due compagni, vorrebbero rovistare con le loro punte delle corna nelle tue interiora. Perciò afferra il tuo compagno H. e sollevati presto da qui!”.

9.  E non appena intendesti questo in modo inequivocabile, allora afferrasti presto H. e ti sollevasti con lui. I due buoi con i tori furiosi però muggivano invano verso di te, perché nell’altezza eri certo al sicuro. Ed uno dei buoi muggiva sprezzante verso di te, dicendo: “Ma guardate, guardate; tra i nuovi profeti ci sono anche uccelli proprio astuti, perché quando si rendono conto del fatto che i loro becchi non possono reggere alla solidità delle nostre corna, allora tagliano la corda volando via solo con la forza profetica! È veramente un gran peccato che noi non comprendiamo il linguaggio degli uccelli, quante cose meravigliose già ci avrebbero profetizzato questi miseri frosoni[18], beccatori di vermi e mangiatori di carogne!

10.      Guardate soltanto al leggero falco, come ci esamina fiero dall’alto come se avesse in mente di cavare gli occhi ad uno o l’altro di noi con il becco! Ma vieni giù, tu uccello d’un profeta, noi ti toglieremo la tua sapienza! Oh, questa noi la chiamiamo una forza profetica, quando uno simile, alla vista di tori forti e pieni di coraggio, se la svigna come una lepre per tanta potenza divina, ahahah, questo è un potente messaggero del Signore, il quale, invece di superare queste barricate, vola via come un uccello! Ahi, ahi, ahi!”.

11.      E dopo che avesti udito per un po’ di tempo questi maliziosi insulti, allora pensasti a Me e Mi pregasti affinché ti inviassi fulmini dal Cielo, così che tu potessi essere in grado di distruggere questi scellerati con questo fuoco mortale. E vedi: quale Voce sentisti dall’Alto? Non suonava questa così: “Cosa domandi tu il fuoco? Il fuoco che distruggerebbe questi scellerati, guarda, questo fuoco afferrerebbe anche te e ti consumerebbe insieme agli scellerati; perché nel Fuoco iracondo di Dio nessuna creatura può sussistere. Ma sei vuoi essere potente e forte nella Grazia Mia, allora devi soltanto benedire dove viene maledetto contro di te. Ma se hai potenti ali per volare, a che scopo ancora un fuoco nel quale la tua coppia di ali potrebbe diventare inadatta per volare? Perciò benedici e vola!”. E guarda, non appena avesti inteso ciò in modo inequivocabile, soltanto allora volasti via di lì verso il mattino.

12.      Ed il tuo compagno H. ti domandava continuamente, nel rapido volo, dove ora ti saresti diretto. Solo che tu per molto tempo non gli desti nessuna risposta. Ma poiché alla fine ti domandò perché non gli rispondevi, soltanto allora tu dicesti: “Come posso risponderti ad una domanda simile? Chiedi prima al tuo cuore quale vento vi soffia e dove tu vorresti andare; allora saremo presto là dove il tuo amore è legato ad un cavo abbastanza forte, amore che è ancora attaccato all’ancora delle molteplici speranze mondane nel mare delle preoccupazioni del mondo”.

13.      Egli però replicò: “Ascolta! Ma come posso o devo dunque io abbandonare mia moglie ed i miei figli? Non dovrei preoccuparmi di loro, dato che adesso non so come stanno? Questa preoccupazione è il mio più grande dovere, e Dio stesso me l’ha imposto. Chi può dunque avercela con me se io aspiro ad adempiere ai miei doveri paterni? Perciò sappi che io vorrei andare dai miei! Se sei un vero amico, allora portami svelto là dove certamente mia moglie, la mia Paolina, e tutti i miei cari figli mi attendono con grande apprensione e struggimento!”.

14.      A queste parole tu allora rispondesti: «Ebbene vedi, amico, a che cosa ti sarebbe servito se io ti avessi indicato fedelmente, alle tue ripetute domande, anche il piano della mia aspra via designata dall’Alto per il grande luogo di ogni destinazione umana? Tu invece mi saresti diventato troppo pesante a causa del tuo amore nuovamente risvegliato e per la preoccupazione per i tuoi, così che io non ti avrei potuto trattenere più a lungo in alto, ragion per cui sarei stato poi pure costretto o a lasciarti cadere, oppure a cadere io stesso con te. Ma poiché tu stesso ti sei rivelato nel tuo amore principale, ora tu sei adesso anche più leggero, ed il mio volo ti porterà presto nel luogo dove indica l’ago magnetico del cuore tuo!

15.      Vedi amico, l’amore per Dio in te è ancora un amore attraverso i tuoi. Esso è soltanto un sentimento di gratitudine, nel quale però sono anche attaccate così tante preoccupazioni, perché un tale amore procede prima dal tuo cuore al cuore dei tuoi e soltanto da lì con gratitudine al Cuore di Dio. Vedi, così l’amore viene poi gravato con ogni genere di preoccupazioni, faccende e cose e poi, per così dire, rovesciato, perché allora il tuo amore diventa in e per ed attraverso i tuoi, il polo positivo, e nutre così con gratitudine il polo necessariamente opposto al tuo amore per Dio. Ma guarda ora assai precisamente, è anche questo amore totalmente conforme all’Ordine Divino?

16.      Tu ora mi domandi sicuramente nel tuo cuore: “come dovrebbe dunque essere fatto il giusto amore?”. Vedi, a questo Io ti rispondo così: “Il giusto, libero, spensierato amore però è proprio opposto a tale amore, poiché esso passa dal cuore dell’uomo in primo luogo in Dio, dove viene purificato attraverso il dolce fuoco della Grazia, e soltanto da lì, nella chiara consapevolezza e pieno della massima fiducia, autofortificato, senza preoccupazioni e libero, fa’ ritorno al mondo, alla moglie ed a tutti i figli.

17.      Vedi, poiché con ciò, in tale amore, tutto viene affidato a Dio, allora l’uomo che ama in questo modo unito con Dio forma poi il polo positivo, e tutto ciò che è del mondo naturale forma il negativo. Tu però sai che il polo negativo è un polo forzato, e soltanto il positivo è un polo libero. Ma se qualcuno volesse rafforzare il positivo attraverso il negativo, vedi, quale forza verrebbe fuori? Sarebbe proprio come se qualcuno volesse addizionare più 2 a meno 2, dove poi alla fine non viene fuori nulla. Ed è ancora peggio però quando, attraverso un tale amore invertito, l’infinita Potenza di Dio deve apparire negativa, affinché essa venga satollata mediante una misera eccedenza, infatti soltanto allora risulta un rapporto che è ancora molto più lodevole della somma, come se qualcuno volesse addizionare più 1 e meno 00, dove la somma è: 1 meno infinitamente volte nulla. Ma se il polo positivo è infinitamente forte in ed attraverso Dio, vedi, allora è proprio come se qualcuno volesse rafforzare il polo positivo con la forza ad esso affine. Così esso non ha bisogno di preoccuparsi del polo negativo, ma questo viene satollato senza preoccupazioni all’istante nel rapporto immutabile, secondo il satollamento del polo positivo”.

18.      Vedi, soltanto questo io dovevo mostrarti, mio benevole compagno, affinché tu divenga più leggero ed io possa portarti con il mio paio di ali nuovamente a casa tua e presso i tuoi».

19.      Ebbene vedi, non appena tu avevi espresso questo, soltanto allora volasti nuovamente avanti verso sud-est, e precisamente in giù ai piedi di un monte vicino al monte precedente, sul cui pendio sud-ovest poi si trovava così la casa del tuo compagno H.. Quando voi dunque eravate giunti là, tu volevi subito continuare il volo. Solo che il tuo compagno H. ti pregò così a lungo, ed anche sua moglie ed alcuni dei suoi figli, affinché tu volessi rimanere presso di loro, e così entrasti in casa con loro.

20.      Ma quando entrasti completamente nelle stanze, qualcuno venne subito a far visita alla moglie di H.. Lei però lasciò presto per un breve tempo la suddetta stanza d’ingresso con i visitatori. L’amico H. invece, si mise in una stanza attigua un po’ a riposare e nel frattempo ti pregò di intrattenerti in modo benefico con i suoi figlioli. Ora dopo aver inteso questo, ti sedesti subito ad un tavolo come se tu stesso volessi riposare un poco.

21.      Soltanto che il tuo riposo non durò troppo a lungo, perché venne la figlia di nome Guglielmina, si sedette accanto a te al tavolo e fece curiosi tentativi di allacciare con te una conversazione interrogativa. Soltanto che tu facevi il sordo e muto e sembrava che non badassi alla ragazza, per cui questa ti domandava in un tono piuttosto incollerito, cosa che per lei è anche del tutto abituale in simili occasioni, afferrandoti alquanto bruscamente: “Ma ditemi una buona volta che cosa vi ho fatto di male che non mi degnate né di uno sguardo né di una risposta! Infatti, io non riesco a spiegarmi come un uomo altrimenti così pio o almeno volendo apparire pio, possa essere così spiacevolmente superbo! Che io adesso impari a ballare è forse proprio qualcosa di così grave, dato che voi sapete benissimo che lo dobbiamo fare solo per compiacere in qualche modo la zia, senza che il nostro cuore e la nostra vita ne siano attaccati, come voi forse credete. E se è per questo che voi siete proprio così arrabbiato con me, allora io non so davvero che cosa devo pensare di voi! In passato mi avete sempre assicurato che vi sono cara. Ma adesso non mi guardate più, come se fossi diventata, per questa cortesia verso la zia, Dio sa quanto cattiva. Io so bene qual è la causa, e ve lo dico direttamente in faccia: In voi non c’è nient’altro che una spiacevole gelosia, con la quale mi volete tacitamente incolpare di una infedeltà, vendicandovi, come se fossi stata una volta, Dio sa, molto innamorata di voi, cosa che fino adesso non mi sarebbe veramente mai venuto in mente nemmeno in sogno. Perbacco, vergognatevi!”.

22.      E poiché l’ultima frase t’irritava alquanto, allora ti alzasti e volevi andartene. Soltanto che, quando l’oratrice piuttosto assai sfacciata si accorse di questo, ti afferrò per la mano e non ti lasciò andar via dal posto, pregandoti e piangendo, dicendo: “Vi prego per l’amore di Dio, perdonatemi se vi ho detto qualcosa d’ingiusto, e perdonate la mia precipitosa scortesia! Vedo già che ho sbagliato. Rimanete qui! Che cosa direbbero il padre e la madre se voi, lasciandomi adesso, ve ne andaste!”.

23.      Ed a questo punto tu apristi la bocca, finalmente cominciasti a parlare e dicesti, dapprima un poco contrariato: “Ebbene, questa è veramente una bella conversazione per il buon servizio che io ho reso con la Grazia del Signore al mio amico. La delicata figlioletta si prende la beata libertà di darmi una strigliata come ad uno stivale da corriere e farlo splendere così che, in confronto, le insinuazioni da parte dei buoi al monte appaiono soltanto come assai piccole e graziosa farse! No, questo non è proprio male, una tale delicata conversazione vorrei in futuro evitarmela! Questa mi sbatte in faccia, come se niente fosse e nel modo più innocente del mondo, le più belle villanie, come se le avesse stampate e venisse realmente pagata per questo! Ed affinché venga messa alla fine la corona all’intera storia, essa mi sputa alla fin fine anche quasi in faccia al termine di tale conversazione. A sua disposizione, questa potrebbe volermi bene in modo del tutto strano! Mia cara G., con ed attraverso tali dilettevoli rarità ce ne corre per essere innamorato da parte mia dopo essere stato così aspramente strigliato, e non mi rimarrà molto altro da fare che chiedervi nel modo più cortese, per il futuro, di volermi un po’ affettuosamente risparmiare benignamente simili conversazioni estremamente offensive. Per questa volta però vi saluto. Amen”.

24.      Vedi, allora tu volevi nuovamente andartene. Soltanto che accadde come prima, così che rimanesti ancora e ti sedesti lentamente di nuovo a tavola e cominciasti a rivolgere a G. le seguenti parole per tua scusa: «Guglielmina! Ora però state tranquilla ed ascoltatemi, perché se voi avete in animo delle congetture contro di me, in verità così formulate che io ne debba desumere evidentemente che voi abbiate raccontato a voi stessa, nel vostro cuore, cose assolutamente false, allora da parte mia ormai non è niente di più che un dovere fraterno correggervi fedelmente nel vostro enorme errore. Guardatemi bene in faccia, anzi guardatemi nel mio occhio sano aperto, e poi domandate a voi stessa se sono poi un furbo di tre cotte! Voi pensate dunque che io vi guardi con disprezzo, perché in questo momento, in un certo senso, state facendo qualcosa che almeno attualmente non si lascia proprio conciliare con i miei principi per puro amore per il Signore? Oh, guardatemi nel mio occhio aperto, vedete veramente qualcosa di così spregevole? Se voi aveste i miei occhi, vi sentireste di certo completamente strana se vedeste i vostri fratelli e sorelle camminare lieti con occhi bendati su sterminati precipizi ed abissi, dai quali molto difficilmente c’è più da pensare ad una salvezza per lo sfortunato cieco che vi è precipitato!

25.      Se voi vedeste qualcuno afferrare una coppa di veleno e la bevesse fino all’ultima goccia mortale, come vi sentireste, soprattutto se notaste già alcune tracce del mortale effetto attraverso le vene del bevitore? Ebbene, che cosa credete, che effetto avrebbe questo sul vostro animo? Oppure se, con questi miei occhi, vedeste qualcuno correre qua e là completamente tranquillo sul ghiaccio di un fiume gelato, mentre le acque sotto il ghiaccio cominciano ad ingrossarsi e la lastra di ghiaccio cominciasse qua e là a rompersi, e l’uomo, a causa della sua sordità e cecità, non sentisse né la vostra voce né la schianto delle lastre di ghiaccio, anzi, e se notaste da lontano arrivare sul ghiaccio già alte acque come montagne! Domandatevi come vi sentireste e quanto vorreste poi fare per la salvezza dell’allegro sordo e cieco. Non desiderereste ardentemente e preghereste che l’uomo si avvicinasse alla riva, e poi che voi lo afferraste e lo tiraste via da un pericolo tale che, ad ogni minuto e secondo, diventa sempre più minaccioso!?

26.      Ma che cosa sono tutti questi esempi superficiali in tutto il loro orrore rispetto al pur lieve pensiero che mi sussurra: “Vedi, tuo fratello o tua sorella ha ora intrapreso un sentiero che fa deviare da Dio e conduce al mondo della morte, anzi della morte eterna!”. Voi avete detto che il vostro cuore e la vostra vita non sono proprio così tanto attaccati a ciò, come io forse suppongo. Ma vi domando: “Perché il Signore non ha ordinato agli apostoli di fuggire il mondo e le sue vie, ma Egli disse loro: ‘Se voi vi fermate in una città per prendere alloggio e non trovate accoglienza, non rimanetevi, ma dato che ci siete entrati, allora ritornate presto indietro, portate con voi la vostra pace e davanti alla porta scuotetevi la polvere dai vostri piedi[19]”.

27.      Ma se il Signore ordinò agli apostoli di scuotere la polvere, apparentemente del tutto innocua che rimaneva attaccata ai loro piedi, poiché essi certo entrarono in una tale città come Suoi messaggeri pieni dello Spirito Santo nel Suo Nome, che cosa credete voi, cara G., cosa dirà il Signore, della polvere che rimane attaccata al piede di un ballerino o di una ballerina che viene generata sulla pista da ballo di Satana!? Oppure non ci insegna già la Natura stessa che basta già una minima porzione di veleno per togliere all’uomo la vita, mentre in tutta la Natura non ci è noto nemmeno un mezzo che possedesse una forza salvifica altrettanto grande di guarire tale e quale prontamente l’ammalato quanto rapidamente un granello di veleno uccide il sano? E di un mezzo, però, che rendesse nuovamente vivente un morto, l’intera natura tace, mentre invece possiede innumerevoli mezzi mortali in quantità incalcolabile.

28.      E vedete, come il Signore già ci insegna attraverso la Natura, così Egli insegnò un tempo agli apostoli ed insegna ancora in questo momento ai Suoi innamorati, parlando ad alta voce nello Spirito, gridandoci costantemente ancora le stesse sante Parole: “Ascoltate, voi uomini tenebrosi di questo mondo, Io soltanto sono la Via e la Vita, camminate sui Miei Sentieri! Nessuno può venire al Padre se non attraverso di Me, perché Io soltanto sono la giusta Via e la Porta per il Cuore del Padre, ed Io sono il Cuore o l’eterno Amore del Padre stesso”.

29.      Vedete, da questo risulta effettivamente chiaro come il sole che dunque esiste, per la vita eterna, solamente una Via e soltanto un Mezzo, perché il Signore, che è del tutto unicamente la sola Via ed il Mezzo della Vita, è un unico Signore soltanto, un Padre soltanto, un Cristo ed uno e lo stesso Spirito Santo di ogni Potenza e Forza ed Amore e di ogni Vita, mentre esistono incalcolabili ed infinite schiere sataniche e diaboliche come signori della dannazione o dell’eterna morte, ognuna delle quali possiede le sue proprie scaltre vie che conducono alla morte.

30.      Ma se ora si prende bene in considerazione questa Verità eternamente immutabile, allora non diverrà certamente difficile comprendere poi perché l’amorevolissimo Signore della Vita aveva messo in guardia gli apostoli dalla polvere, e perché ogni uomo che vuole essere cristiano si deve guardare infinite volte di più da quella polvere che, nel maneggio di Satana, proviene dal fango seccato di ogni lussuria e prostituzione, e viene calpestata in così incredibile quantità infinita con i piedi più sprezzanti di ogni ipocrisia, di ogni inganno e di ogni immaginabile seduzione!

31.      Oh, ora guardate cara amica, chi con la vista interiore dello spirito scruta queste condizioni, allora vedrà che costui non ha proprio bisogno di essere innamorato, per non sentire – guardando con il capo chino, in silenzio e pieno di compassione spesso sconsolato, la polvere mortale ai piedi dei suoi fratelli e sorelle – così tante domande di qualche sorella in segreto già abbastanza impolverata! Ma per quanto mi avete rinfacciato, in modo un po’ tagliente, riguardo al cosiddetto essere innamorato, allora sarebbe certo molto debole da parte mia se per questo dovessi fare delle obiezioni per giustificarmi dinanzi a voi oppure obiettare cose di cui io sono nemico per via della loro scellerata assurdità, e dovrei tollerarle in me stesso per la mia propria rovina, poiché ben presto perderei poi tutto attraverso la mia propria cieca stoltezza.

32.      Ma c’è un’enorme differenza tra l’amore ed il detestabile essere innamorato: il primo ci è dato da Dio, mentre il secondo ci è proibito nel modo più terribilmente severo sotto il nome di prostituzione. Ora vedete, se io invece fossi così, come dovrei presentarmi poi come servitore eletto sotto gli Occhi del grande Signore?

33.      Vedete ora nuovamente quale stoccata molto potente avete dato nel vuoto contro di me, irritando voi stessa!

34.      Se io vi ho spesso assicurato il mio amore, come pure anche ad ogni altro degno fratello ed ogni rispettabile sorella, che in virtù della loro costituzione interiore stanno con me in un rapporto più stretto che non certe altre larve umane dimentiche di Dio e di ogni morale, allora in primo luogo non ho fatto altro se non quello di cui io, come uomo cristiano, sono debitore in particolare verso l’umanità minorenne, il cui occhio interiore non è ancora di gran lungo aperto, affinché essa possa vedere nel cuore del fratello o della sorella se vi si trovi sul serio in modo attivo, denso di contenuto, un vero amore cristiano.

35.      Ed in secondo luogo però, cercai per questo di attirarvi più in su al mio cuore, giacché io vidi che la predisposizione per le futilità mondane in voi è ampiamente predominante rispetto alla predisposizione per le sublimità spirituali. Infatti ho visto e vedo ancora il monumento di Dio finemente scritto con la Sua santissima Volontà nel vostro cuore.

36.      Vedete, se però qualcuno avesse eretto un qualsiasi monumento mondano e vi avesse messo all’interno una pietra sulla quale fossero scritte cose molto belle e gloriose di Colui al Quale è dedicato il monumento, ma col tempo questa pietra scritta venisse a cadere a causa di un qualsiasi piccolo terremoto dal monumento, e precisamente così che venisse a stare al suolo intatta con la scritta verso l’alto, ebbene. se ora però la pietra non viene rimessa da un qualsiasi amico subito abbastanza in alto sul monumento esistente, dite voi stessa, quale triste sorte capiterebbe alla bella e liscia pietra scritta, se il maligno mondo sadico, smanioso di distruzione, la vedesse giacere a terra? Esso non accorrerebbe immediatamente per cominciare a scarabocchiarla con ogni genere di infamie, così che presto non ci sarebbe più nulla da vedere della magnifica scritta, e quindi questa degna tavola di vita e marchio di nobili azioni, somiglierebbe infine ad ogni grezza pietra insignificante ed alla fine sarebbe perfino frantumata e completamente distrutta ed annientata.

37.      Vedete, anch’io ho già trovato spesso il vostro monumento divino spoglio di questa magnifica pietra, mentre la stessa però giaceva poi al suolo sporco di germi mondani della passione. Ma per riunire nuovamente questa pietra col monumento del vostro cuore e metterla d’accordo con voi stessa, allora operai come vero amico attraverso una particolare Grazia dall’Alto, ciò che io feci, però lo feci non perché voi per questo mi dobbiate gettare del disonore sulla faccia mia!

38.      E cosa e come io ero prima, così sarò in futuro. Ma guardatevi bene dalla nota polvere e che la suddetta tavola non debba soffrire danno. Infatti, se voi sapeste anche da qual luogo provengono i figli di Dio, allora dovreste pure tanto più riflettere che voi vi trovate adesso nel mondo velenoso che è circondato da pura soffocante aria mortale, ad eccezione del piccolo punto dove il pozzo di Giacobbe alita intorno a sé aria di vita. Amen”».

39.      E vedi, quando avesti terminato questo discorso dato a te da Me anche nel sogno, venne nella stanza la figlioletta Giulia, seguita dai due ragazzi, poiché Paolo stava aizzando contro di lei un piccolo cagnolino nero verso una porta, così che il cagnolino avrebbe quasi morsicato G. al piede; per questo poi ti alzasti e svegliasti l’amico H. che dormiva ancora, il quale presto si avvicinò ed afferrò il ragazzo P. per i capelli con due dita e lo scrollò un poco per punizione. Ma i capelli che aveva afferrato, rimasero nella mano. E quando egli li ispezionò, essi erano completamente uguali ai peli di un asino; di questo H. cominciò a sorridere e disse: “Bene, questo io lo chiamo tirare via la stupidità dalla testa di uno studente indomabile! Ah, questi peli me li devo conservare”. Dopo vennero tutti da questa parte e tu però ti svegliasti.

40.      Vedi, con questo ti è restituito fedelmente il tuo sogno come una libera aggiunta per l’arricchimento della Grazia Mia in te ed in tutti coloro che, portando frutti, rimarranno ritti nel loro cuore come la suddetta pietra, in modo che con questo poi riconosceranno del tutto facilmente se stessi ed il mondo in sé, cosa di cui adesso si ha tanto più bisogno, poiché la Mia settima ed ultima Venuta è vicinissima davanti alla porta. Guardate soltanto all’albero del fico, e troverete che è proprio così![20]

41.      Chi ama ancora il mondo e Me accanto ad esso, in verità, in verità, costui non verrà accolto dai due che sono sul campo, e nel mulino e nel letto![21].

42.      Perciò preservate i vostri piedi dalla polvere del mondo, affinché non vengano immediatamente chiuse a chiave le Porte del Regno Mio dinanzi a voi in eterno. E come già siete schizzinosi con i pavimenti lavati di fresco delle vostre stanze, giacché siete colmi di sudiciume all’esterno ed all’interno, quanto più lo sarò Io con la Mia Città santa! Ricordate questo molto bene, voi impolverati del mondo, e Chi è Colui che dice questo amen, poiché Io sono l’Inizio e l’eterno Omega stesso[22]. Amen, amen, amen!

 

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Cap 19

I sogni

7 gennaio 1841

O Tu mio diletto, amorevolissimo Signore Gesù, se fosse la Tua santissima Volontà, non vorresti indicarmi di grazia cosa sono propriamente i sogni, e cosa se ne deve pensare? Molto spesso, infatti, l’uomo ha dei sogni significativi, spesso anche apparentemente insignificanti, e se non si sa come, quando, cosa, per quale ragione e perché, allora vista da una sola parte forse non si apprezza questa apparizione, oppure la si apprezza troppo poco o spesso facilmente troppo. Perciò, o Tu, eccellente, assai diletto Signore Gesù, vorresti mostrare a me, povero peccatore, anche in questo la giusta comprensione! Ma non accogliere senza clemenza questa richiesta forse troppo impertinente, La Tua Volontà, infatti, rimane in ogni tempo santa, santa, santa e al di sopra di tutto la Tua Potenza e Forza. Perciò avvenga solamente la Tua Volontà, poiché preferisco in eterno non conoscere nulla di qualcosa, se ciò non fosse secondo la Tua onnisantissima Volontà amen. Soltanto nel Tuo Santissimo Nome. Amen.

 

Allora scrivi:

1.

Quando il fanciullo ancor nel ventre materno sugge quietamente

gli umori del sangue, perché per lui null’altro è confacente,

lì sugge l’anima già del Cielo le arie pure

e lo spirito suo sui Miei pascoli di Grazia si pastura.

E ciò che il corpo dal grembo materno ha preso,

e cosa là nello spirito e nell’anima è arrivato

questo si sviluppa poi nella vita terrena esteriore,

essendogli stato da Me nel grembo materno dato.

 

2.

Ma se delle stanze oscure formazioni luminose

tu contempli come alberi, esseri, campi e case,

mentre nella stanza da trovarsi in nessun luogo sono,

ebbene vedi, è su questo che tutti i sogni hanno fondamento.

Così vede il corpo attraverso l’occhio niente che par suo,

perché alla sua luce le immagine dell’anima tutte retrocedono.

E quando il corpo dormendo è diventato oscuro,

in tal modo l’anima il par suo in orde vede in quel momento.

 

3.

Quando però anche l’anima a riposar si è messa

e se allo spirito la ricerca viene permessa,

come anche nelle proprie Sfere di Luce di muoversi,

allora lo spirito poi anche allo spirituale può voltarsi.

E quello che lo spirito nella Casa del Padre ha scorto,

può questo scorger l’anima anche nella cameretta sua;

e quando il corpo si è svegliato dal sonno allora,

scorge spesso Grazia e pena dello spirito ancora.

 

4.

Tuttavia presso gli uomini che una vita conducono mondana,

di puro sogno dello spirito c’è mai troppo da trovare,

poiché sogna l’anima soltanto cose dal mondo apprese

e per lo più, ciò a cui di giorno ha agognato il cuore.

Ed allora sono siffatti sogni dell’anima variopinti e vuoti

certamente nulla se non schiume d’acqua imputridita.

Solo quando si mostrano immagini sovente all’anima malata,

sono talvolta esse proprio per scuotere e spaventare.

 

5.

E di sogni simili perfino gli animali sono atti,

e spesso più nitidi, sebbene presi in prestito dal territorio della notte.

Tuttavia di tali sogni il senso è sempre solo vuoto e desolante,

pieno di malizia e inganno e perciò indegno ogni chiarimento.

Solo quando i sogni il vostro senso terreno sbrogliano

e per breve tempo nel Regno della Mia Grazia vi conducono,

allora voi dovete tali sogni su questa Terra ricordare

e coglierli per la pace della vostra anima nel cuore.

 

6.

Infatti quando voi così sognate di cose terrene vane,

è nient’altro che ciò che vi portano le vostre brame,

e ciò che voi avete nel cuor di giorno desiderato,

questo giocherà con la vostra anima nel sonno libero del tutto.

Ma se di giorno avete spesso a Me pensato

e tutto il fare ed operare sempre a Me indirizzato,

allora verrà, quando corpo ed anima si sono messi a riposare,

dato in Cielo per breve tempo allo spirito da mangiare.

 

7.

Ora, voi pochi fedeli, notate questo ancora in conclusione:

i giusti sogni vi allieteranno certo senza interruzione;

solo quando l’anima si trova sulla Terra a tentennare,

allora vi sarà il celeste nutrimento qualche volta amaro.

Poiché chi non è passato ancora attraverso il fuoco dell’amore,

a costui tale cibo di fuoco potrebbe un po’ spaventare,

ma chi qui pensa: “Una volta pur lo devo ricever tuttavia”,

costui non difficilmente giungerà sulla Via della Grazia Mia.

 

Questo poco, ben meditato, basterà intanto per sapere quello che tu volevi sapere. Ma nei sogni non c’è nulla di meritevole, né qualcosa di punibile, ed i buoni e veritieri sono una libera aggiunta senza conto. Chi di conseguenza se ne cura, costui fa bene, ma chi vive fedelmente conforme alla Mia Rivelazione, costui fa meglio, perché Io do i sogni soltanto ai Miei innamorati sordi. Ma a chi gli orecchi spirituali del cuore sono stati sciolti ed aperti dal fuoco dell’amore, costui ascolti solo assai diligente predicare in sé la Mia Parola vivente, attraverso la quale soltanto egli giungerà alla Vita. Ma per quanto riguarda in particolare la sostanzialità dei sogni, vi verrà comunque menzionato in dettaglio con la rivelazione dell’uomo – prima viene il piccolo, poi il grande, ed infine l’ultra grande. Amen. Questo lo dico Io, Colui che è stato invocato. Amen. Amen. Amen!

 

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Cap 20

Massime e Proverbi

5 marzo 1841, pomeriggio

Così scrivi dunque alcune massime e proverbi. Questi, ognuno li deve portare con sé – ossia nel cuore, perché solo sulla carta essi sono, come tutte le cose simili, sterili, morti e privi di benedizione. Guarda l’effetto degli amuleti ed altre simili insegne; a che servono senza la fede o del donatore oppure del ricevente? A nulla! Io però dico che, se la fede va mano nella mano in modo vivente con l’amore, a che servono allora i mezzi della morta superstizione? Io domando: “Può qualcuno o qualcosa aiutare al di fuori di Me?”. Che senso hanno allora gli amuleti e scapolari? Perciò, se ora do a te e voi tutti, massime e proverbi da Me dall’Alto, dovete afferrarli nella vita e portarli con voi nel cuore, non appesi o cuciti ad un lembo della veste o nella tasca oppure ad una cordicella. E così scrivi le massime e proverbi nel Nome Mio. Amen.

 

1.  Questa parvenza di vita terrena, o fratello, non è tua; tuttavia nella parvenza dimora un grande essere, perciò non fidarti della parvenza, ma utilizza il debole tremolio di questa fiaccola terrena in modo da trovare il vero essere in te.

 

2.  Non cercare ciò che sarebbe peggio o miglio sul confuso binario debolmente illuminato della vita, bensì pensa: “Soltanto Uno è buono e vero” e questo sono Io ed il Mio Amore; tutto il resto è vano, maligno e falso.

 

3.  Una Chiesa è Chiesa solamente quando insegna la Mia Volontà e predica la vita proveniente dall’Amore che versò sulla Croce il sangue per la Terra intera, anzi per tutta la Creazione. Ma una chiesa che benedice solamente se stessa e maledice tutto il resto, è come un avaro che augura a tutti la morte per poter poi impossessarsi di ogni avere. Ma passerà prima un cammello attraverso la cruna di un ago che un tale avaro nel Cielo.

 

4.  Quello che fai, fallo nel Nome Mio, ed il Mio Amore sia la forza motrice delle membra tue, così nella ferma fiducia ti riuscirà bene ogni opera tua, ma con lussuria di ogni genere e prostituzione, il Mio Nome non dovrà mai essere profanato.

 

5.  Voi comprate per molti cubiti costose stoffe per abbellire alla moda i vostri sepolcri carnali, e stimate che venti talleri spesi in questo modo siano molto meno dell’equivalente in Kreuzer[23] da donare ai Miei poveri fratelli. Io però dico: “Fate questo all’incontrario, così adornerete la vostra vita”.

 

6.  Chi esalta poeti, artisti, commedianti e fa elogi a vanitose caricature terrene, come trionfatori, condottieri, tiranni di ogni genere, quanto è costui un grande folle. Egli avvolge il sudiciume con ogni genere di vanitose cose ed onora così gli escrementi puzzolenti della sposa; ma se percepisce anche solo da lontano la sua voce, allora egli fugge come un pazzo! Guardatevi a posare il piede nelle orme sue! E se fate elogi, allora fateli a Me, al grande Artista della Vita e Condottiero dell’Infinità, ed una gloria imperitura sarà il vostro retaggio nell’eternità.

 

7.  Ma chi esalta i ballerini ed i giocolieri, in verità, costui è un principe degli assassini, dei frequentatori di meretrici e suicidi. Là dove precipita l’eterno vortice del grande mare di fuoco con urli tonanti nelle eterne profondità della morte iraconda, Io voglio mandare presto tali cantanti su nuovi percorsi di scoperte artistiche, perché chi loda il peccato, è peggiore di mille fautori del peccato. Ma voi guardatevi soltanto dallo scusare cose simili.

 

8.  Se osservate un albero quando in primavera è in piena fioritura, voi dite: “Se tutto questo dovesse giungere a maturazione, l’albero non sopporterebbe mai un simile peso!”. Così è anche con tutti i buoni propositi del mondo, dei quali soltanto pochi giungono alla maturazione, e quelli maturi sono soltanto bacche selvatiche! Se invece volete salvare la vostra fioritura sull’albero della vostra vita, allora dovete bagnarlo molto diligentemente con l’Acqua del Mio Amore.

 

9.  Se tu guardi cose lontane, una montagna azzurra si mostra a te come una parete piatta, ma se vai nelle sue vicinanze, la parete piatta diventa terra in grandi appezzamenti ben distesi. Così è anche con le cose spirituali: dove l’occhio scorge una sola cosa, Io ti dico: là sono trilioni.

 

10.Alla notte segue il mattino – a questo il mezzogiorno – ad entrambi la sera – e la notte viene da tutti e tre, perché essa è tanto lunga quanto il mattino, mezzogiorno e sera. Ma se ti trovi al mattino della tua vita, oh, allora non domandare del mezzogiorno, della sera e della notte, poiché la vita viene solo al mattino e racchiude, vinti, gli altri tre in sé. Guardati, in modo che tu non diventi simile al tempo del mondo!

 

11.In ogni pianta si trova anche un diverso seme, e su mille specie di alberi maturano anche altrettanti diversi frutti. Conosci tu di tutti l’utilità? Certamente no. Oh, guarda, a ciò somiglia anche la vita dello spirito negli uomini che sono di buona volontà, e la specie e genere, anche se sono differenti, non fanno nessuna differenza; ci si chiede solamente in che misura tutti sono utili. Perciò voi non dovete condannare nessuno, bensì in compenso imparare a conoscere le Mie Vie.

 

a. Siate parsimoniosi in casa, ma fuori dalla stessa pieni di generosità; allora la vostra soglia resterà risparmiata da sporchi mendicanti.

b.  Fate della vostra casa un ricovero per ammalati; allora il medico da voi entrerà ed uscirà.

c.  Quando vi lavate, lavate prima le mani e poi la faccia, affinché la stessa non si sporchi e non sia inutile il lavarvi vostro.

d   Se pregate, allora non pregate a metri oppure in ore, bensì nel cuore colmo d’amore in spirito e verità.

e.  Insegnate ai fanciulli ad obbedire ciecamente, così li avrete portati sulla giusta via; ma solo non dimenticate la radice dell’obbedienza, che è l’Amore Mio.

f.   Là dove vedete piccole scintille, dovete gridare “al fuoco”, così le fiamme mai raggiungeranno il tetto.

g.  Non considerate le cose piccole insignificanti; una piccola scintilla già spesso ha distrutto grandi città.

h.  Quando i fanciulli ridono, voi dovete piangere; quando essi piangono, avete motivo di      rallegrarvi.

i.   Nello scherzo è sepolto il dolore, come in questo la serena gioia.

j.   È meglio patir la fame che perire col ventre pieno. Amen, amen, amen.

 

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Cap 21

Una Parabola

3 aprile 1841, dalle 6 fino alle 10 di sera

Scriventi: Maria H., Guglielmina H., Paolina H. e A. H.

Temi (scelti dalle tre sorelle): Di che cosa è simbolo la vespa? - Che cosa significa la stella della sera? - Cos’è l’innocenza?

 

Il Signore rispose misericordioso a ciò attraverso il Suo servitore:

 

1.  C’era una volta un padre che aveva tre figli; tutti e tre i figli erano di sesso femminile. Il padre stesso però era un grande sapiente del mondo ed era molto esperto in tutte le scienze terrene, come anche nell’aritmetica e sapeva perciò ben calcolare i movimenti delle stelle. E poiché era anche ben versato nella scienza sperimentale delle rispondenze interiori, allora egli sapeva anche decifrare ogni genere di interpretazioni dai diversi movimenti e dalle posizioni dei pianeti e di altre stelle. Questa scienza menzionata per ultimo era appunto anche quella che, per così dire, costituiva il suo cavallo di battaglia.

2.  Ma affinché comprendiate tanto più facilmente questa parabola, allora immaginatevi questo padre, sapiente del mondo, vissuto circa tremila anni prima del vostro tempo attuale, ed inoltre immaginatevi che quest’uomo era un pagano che di Me non sapeva molto più di un fanciullo appena nato.

3.  Accadde però una volta che uscì nottetempo con le sue tre figliole abbastanza cresciute dalla sua modesta capanna, per fare nuove scoperte sulle costellazioni alla presenza delle sue tre figlie, nel campo interpretativo menzionato. Quando ebbe scrutato a sufficienza in questo modo il cielo punteggiato di luci, e per lui non c’era da ottenere più nulla di nuovo dal cielo stellato, allora voleva voltarsi e, carico del suo magro bottino, ritornare nella sua capanna.

4.  Soltanto che le sue tre figliole non erano di questo sentimento. Infatti, secondo il costume dello stesso paese dopo il tramonto del Sole una ragazza non poteva mai uscire dalla capanna, per cui questa prima visione del cielo stellato rivestiva un fascino troppo grande per un cuore giovanile molto ricettivo, perché lo stesso avesse potuto separarsi così presto dal cielo tanto magnificamente illuminato. Ragion per cui le tre figliole pregarono il padre di rimanere, solo in questa occasione, fino al sorgere del Sole sotto questa volta splendente.

5.  Non ci fu proprio troppo bisogno di pregare, ed il padre accordò alle sue amate figlie, quanto loro domandarono. Ma come già è solito accadere, ai figli, quando si dà loro un dito, afferrano subito l’intera mano, così fu proprio qui anche il caso. Le figlie non si accontentarono soltanto della silenziosa contemplazione, ma ognuna cominciò subito a domandare come la lingua consentiva di fare e come la mente suggeriva loro in tutta la voglia di sapere.

6.  E guardate come queste figlie davano al loro sapiente padre così tanti bocconi diamantini da rompere coi denti. Che cosa pensate, o care figlie, cosa domandò la prima al padre suo? La domanda in verità non era così male, infatti, non si trattava niente di meno che solo di una sciocca piccolezza infantile: chi mai avesse fatto questi puntini luminosi insieme a questa estesa volta celeste. La risposta del padre fu: “Mie care figliole, noi abbiamo certo un insegnamento, il quale dice che deve dimorare da qualche parte, oltre tutte queste stelle, un Essere potente, dal quale tutto ciò che voi vedete, un tempo deve essere stato fatto. Solo che, detto fra noi, questa è solamente un’antica leggenda che però non ha nessuna realtà, poiché la scienza insegna su questo qualcosa del tutto differente”. Ed ancora domandò un’altra figlia: “Che cosa vuol dire qualcosa del tutto differente?”. Il padre rispose: “Dunque, mie care, che tutto questo che voi vedete qui, esiste già dall’eternità così come voi lo vedete adesso”.

7.  Solo che le figlie non furono soddisfatte di questa risposta, ma chiesero di nuovo al padre che cosa significasse: “dall’eternità”. A questa domanda il padre rispose: “Dall’eternità equivale a dire che una cosa non ha mai iniziato ad essere ed a divenire”. Solo che questa risposta era per le figlie ancora più insoddisfacente della precedente, e quindi il padre dovette sopportare di essere incalzato dalle sue figliole con domande ancora più difficili. E così una fu subito pronta con una domanda che suonava così: “Ma, caro padre, quest’insegnamento vale per tutte le cose – oppure per le stelle solamente?”.

8.  Qui il padre divenne già un poco imbarazzato e cercò di trarsi dall’impiccio rispondendo che il suo insegnamento si riferiva solo alle stelle. Soltanto che così egli non migliorò la sua posizione, giacché un'altra figlioletta fu già nuovamente pronta con una nuova domanda che suonava così: “In questo modo la Terra non è da eternità, se il tuo insegnamento si riferisce soltanto alle stelle”. Qui il padre già non sapeva più cosa dire, se non scusarsi dicendo di aver dimenticato la Terra per leggerezza. Solo che questo motivo apparente diede alle figliole ancora una nuova occasione di impigliare il padre ancora più strettamente.

9.  E così presto venne nuovamente scodellata una nuova domanda, e cioè: “Com’è da intendersi che la Terra – che consiste d’argilla, pietre, monti, acqua, sabbia ed ogni genere di altre cose simili – non abbia mai avuto principio mentre tuttavia su di essa sorgono molte cose e svaniscono nuovamente. Anzi perfino quando io già osservavo spesso una piccola pozzanghera d’acqua, come questa veniva prosciugata dai raggi del Sole e pensavo che, se il Sole avesse mandato sulla Terra raggi ancora più cocenti, esso avrebbe potuto anche prosciugare un lago, così vorrei proprio sapere una buona volta, come deve essere inteso che dapprima possa esistere qualcosa che non ha mai iniziato ad esistere, ed una volta che esiste, può tuttavia scomparire, nonostante dovesse esistere già dall’eternità?”. A questo punto il padre era stato messo non una volta ma sette volte nel sacco e non poté dire altro che: “Mie care figliole! Questo l’uomo non lo può sapere!”. E subito un’altra di nuovo domandò: “Ma se secondo il tuo insegnamento, l’uomo sapiente non può saperlo, chi deve allora saperlo, se già l’uomo è l’essere massimo?”. Ed un’altra aggiunse ancora un’ulteriore domanda che suonava così: “Se, secondo il tuo insegnamento, tutti gli alberi, cespugli, piante, animali ed uomini si riproducono da sé, allora io talvolta mi sono anche già rotta la testa chiedendomi se c’è mai stato un primogenito? Poiché mi pare sempre che sia così: dove non ci fu mai un primo, è di certo impossibile che possa mai sorgere un secondo – non è vero caro padre? Infatti, così c’insegna la tua aritmetica!”.

10.      Vedete, ora il padre era proprio sfinito e non seppe fare altro che dire alle sue figlie: “Care ragazze, io sto sentendo ora un potente ronzio di vespe pungenti; voi sapete quanto brucia il loro pungiglione. Perciò non vogliamo aspettare questi ospiti non invitati, ma, poiché or ora è già sorta all’orizzonte la stella del mattino ed annuncia il prossimo sorgere del Sole, rechiamoci nella nostra capanna, affinché nessuno c’incontri all’aperto, come non si conviene, ed inoltre resi mal conciati dalle vespe”. E subito si alzarono anche. Ma le cose non volevano davvero procedere bene, poiché quando si avvicinarono alla loro capanna, furono spaventati da un’eccezionale meteorite infuocata e non osarono neppure guardare là dove stava la capanna; poiché questa meteorite consisteva in una grande colonna di fuoco sfavillante ed aveva un aspetto straordinariamente minaccioso.

11.      Non appena poi la compagnia si trovò nuovamente al posto precedente, la loro paura diminuì, e le figlie domandarono al padre perché avesse avuto paura dinanzi a questa colonna di fuoco – e se questa colonna di fuoco stessa fosse anche esistita dall’eternità. A questa domanda il padre di nuovo rimase debitore di una risposta, e disse, solamente a proposito della paura: “L’uomo in verità non dovrebbe aver paura, solo che in una circostanza così straordinaria ci si spaventa lo stesso, perché una tale paura è salutare per l’uomo, perché essa lo protegge da una sventura”.

12.      Egli però con questa spiegazione si mise in una nuova situazione imbarazzante, poiché subito ci fu una nuova domanda, e precisamente: “Da dove viene in simili circostanze questa buona, proteggente paura nell’uomo? Infatti, essendo qualcosa di buono, non può certo provenire da ciò di cui l’uomo è terrorizzato!”. A queste domande il sapiente padre disse alla fine: “Care figliole! Se l’uomo fosse in grado di trovare ad ogni domanda una risposta soddisfacente, allora egli sarebbe, care figliole, – io stesso non so che cosa egli sarebbe! In ogni caso egli dovrebbe essere più che un uomo”.

13.      Ed una nuova domanda, che consisteva nel chiedere perché non tutte le stelle brillano con la stessa intensità e perché gli uomini non tutti hanno la stessa conoscenza, portò il sapiente padre quasi alla disperazione, ed infine la domanda su quale differenza potesse esserci tra la bella stella del mattino e la stella della sera, di uguale intensità di luce, vista da loro già una volta, indusse il padre ad una risposta un po’ irritata, che suonava così: “Nessun’altra differenza che quella che esiste tra le vostre domande e la vostra innocenza”.

14.      Ebbene, mie care figliole, in questa parabola avete la spiegazione di tutto ciò che avete domandato. Voi non avete chiesto riguardo all’essenza, ma solo riguardo al significato, e questo anche vi è dato qui in traboccante sufficienza. Riflettete su questo nel cuore e vi diventerà tutto chiaro come il Sole, amen. Questo lo dico Io, il Padre vostro. Amen!

*

Voi dovete sapere che l’amore dell’uomo è la sua vita, e questa vita egli la porta in sé.

(“Il Sole Spirituale”, vol. 1, cap. 34)

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Cap 22

Una Parola ad Ans. zelante della Parola

5 aprile 1841, alle 10 di sera

Dopo che Jakob Lorber mise giù per iscritto la 58° strofa della “Redenzione”[24] e l’aveva letta ad Ans. H.Ans. H. disse a Jakob Lorber che ogni Opera del Signore è la più grande, e che la Sua grandezza operosa non può essere misurata col cubito dell’intelletto umano e del cuore umano; l’Incarnazione del Signore è così grande, quanto la Sua Missione d’Insegnamento, e questa è così grande come la Sua Morte sulla Croce, e questa così grande come la Sua resurrezione e l’invio dello Spirito Santo, e questi sono così grandi come il dimorare del Signore nel cuore dei Suoi poveri e deboli fedeli. Dopo di ciò furono dati nella penna a Jakob Lorber i seguenti quattro versetti:

Tu zelante della parola, non devi immergerti in contesa vuota,

oh, guarda, un fanciulletto innocente

vi accennerà la grande Verità fedelmente!!!

    Perciò in nulla ti devi fondare,

    allora già l’Opera più grande potrai trovare.

    Io Amen, Io Amen, Io Amen!

 

 

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Cap 23

Immorale amministrazione pubblica

(Il posto di presidente della giunta provinciale ad And. H.)

6 maggio 1841

1.  Scrivi pure, poiché Io so già che tu e tutti voi del mondo siete puri lussuriosi, frequentatori di meretrici ed adulteri. Chi qui ha una carica, costui ce l’ha a causa dell’utile funzione della carica, ma non a causa dello stipendio o della comodità. Ma se qualcuno cerca una comoda carica, allora egli è un lussurioso che vorrebbe vivere bene senza far del bene, come uno che fugge il matrimonio e teme di occuparsi di moglie e figlio, ma in compenso fa la corte a tutto il mondo femminile ed alla fine appaga voglia e brama della sua carne o con le meretrici più sudice oppure con l’autoerotismo.

2.  Chi ha una buona carica, dove egli può operare assai molto del bene, ma cerca o ne vorrebbe una nella quale non viene esercitata davvero altro che la più evidente prostituzione, costui è uguale ad uno che vorrebbe separarsi da sua moglie per poi passare la sua esistenza da una meretrice a pagamento all’altra senza per questo dover ascoltare i giustissimi rimproveri dalla moglie sua. Ma chi vuole scambiare la sua carica con un’altra, non ha costui spiritualmente sentimenti adulterini? E questo per giunta di preferenza nel caso di una carica dove si è una vera autorità della legge che sussiste da Me, scambiata con una carica che non è un’autorità [che sussiste da Me], ma soltanto un’autorità che porta avanti procedure e questo di preferenza soltanto per la nobiltà ed il ceto sacerdotale, ed ha poco o niente affatto a che fare col Mio povero popolo comune.

3.  Ma ogni processo è la più evidente prostituzione, perché la legge viene usata per il sostegno dell’egoismo, come uno usa la grande legge naturale della procreazione per abbandonarsi senza ritegno in modo libidinoso al suo lussurioso egoismo, ed un tale incaricato che compila processi è null’altro che un cacciatore e mediatore di meretrici, dove poi si dice sempre: “Chi ha il denaro, costui porta la meretrice a letto”. Infatti, la torsione, la distorsione e lo sfruttamento da parte degli avvocati della legge è completamente uguale a quel modo vergognoso in cui l’amante libidinoso pretende dalla sua meretrice ogni possibile posizione per giungere con ciò ad un qualche nuovo potere eccitante, per versare con questo ancora l’ultima goccia di vita, come un compilatore di processi legali versa sulla carta con l’inchiostro l’ultima scintilla di potere.

4.  Vedi, Mio caro And. V., proprio così stanno le cose con la carica che tu vorresti. Ma Io ti dico che se vuoi agire giustamente e bene, allora rimani dove sei, perché la tua carica è una carica antica, e la sua potenza e forza è proveniente da Me, ma l’altra Mi è un abominio! Se vuoi vivere a lungo, allora rimani e preoccupati come fedele e giusto giudice, secondo la legge, per il bene dei sottoposti e sconsiglia nel modo più pressante tutto il processare. Ma se l’imperatore ti dovesse trasferire in un’altra carica oppure se anche tu volessi nell’attuale posizione un grado superiore, puoi ben accettarlo e dopo pretendere il secondo; ma da te stesso evita il posto di presidente della giunta provinciale che porta avanti i processi. Io ti benedirò ovunque, ma non là, a meno che non sia stato l’imperatore ad averti chiamato per questo. Inoltre però non voglio con questo aver messo nessuna catena alla tua libera volontà, perché ti ho soltanto mostrato come sta la cosa presso di Me. Ma se tu, nonostante ciò, trovi ancora motivi che giustificano la cosa, allora puoi sempre fare come ti pare. Però del raccolto interiore non puoi poi aspettarti grandi cose, perché lo spettacolo di un processo presente è uguale ad una nuda meretrice, perché diverrà certo difficile per ognuno astenersi da pensieri impuri – ben intenso. – Amen – dico Io – Amen, amen, amen.

 

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Cap 24

Il suono – l’anima vivente della parola

18 maggio 1841, mattino

O signore, Dio mio e Padre, Tu che sei pieno d’Amore, Misericordia, Pazienza, Mansuetudine e Generosità e non permetti che nessuno Ti preghi inutilmente per qualcosa se è soltanto un po’ di cuore fedele e fiducioso, vedi, Ti è piaciuto darmi la musica e farmela apprendere fin dalla mia giovinezza. Perciò vorrei ora volentieri apprendere da Te, in una Parola comprensibile, che cosa è in primo luogo in fondo la musica, ed in secondo luogo: si dovrebbe anche apprendere con ogni diligenza quest’arte che a me pare oltremodo meravigliosa, se si ha l’occasione? Ed infine, quale utilità concede per la vita? O Signore! Sii con me, povero peccatore, clemente e misericordioso ed accogli ed esaudisci con estrema clemenza la mia richiesta e ristora la mia anima con una Parola colma di Vita e di Amore proveniente da Te Amen; avvenga sempre la Tua santa Volontà Amen.

 

Ebbene, allora scrivi, e scrivi, e scrivi! La Parola più intima dell’Amore che voi chiamate ‘musica’, scrivi la Profondità delle profondità, scrivi la Potenza delle potenze, la Forza delle forze! Io ti voglio dare una Parola dell’Amore, ma soltanto in un cantico, perché è troppo alto e sublime ciò che tu domandi. Io ora te la do, e poi afferra bene ciò che ricevi! Ed ora scrivi, e scrivi, e scrivi un cantico, che suona così:

 

1.

Nascosto nelle sante eterne profondità dell’Amor, dimora

un mattino, mai fino in fondo da angeli e uomini immaginato ancora;

ciò che come Parola più intima si rivela, voi chiamate musica stoltamente.

Che può, questa Parola assai vuota che piace solo ai folli senza fondamento?

Deve essa insegnarti a capir della profondità dell’Amore, una meraviglia?

Se afferrar tu vuoi del grande, allora afferra dell’Amore i più intimi germogli!

 

2.

Il suono è della Parola, l’anima vivente, esso stesso è Essenza e Vita;

che sarebbe una Parola senza suono? Potrebbe scioglierti i pensieri del cuore?

La lettera è soltanto un suono storpiato, senza armonia e significato;

tu puoi ben scrivere col segno la parola secondo l’interiore guida,

ma mai destare gli animali dal loro sonno frastornante;

perché questo lo può far di certo sol sempre il suono vivificante!

 

3.

La più intima Parola santa è solo suono, senza l’intorbidamento del linguaggio;

tu puoi trovare nelle cose più grezze, questa Parola santa, senza sforzo,

in tutti i metalli e più solide pietre, in animali e piante,

e acqua e terre, e in tutte le aeree masse ronzanti.

Io ti dico: ascolta e origlia con orecchi e cuore spalancato,

e presto ti accorgerai, che senza il suono, nessun essere viene generato!

 

4.

E così, anche nel suono di una mosca, che solo lievemente ronza

dimora un motivo, una profondità, che tu afferrar non potresti!

Il fanciullo nella culla, in verità, puoi crederMi, dice nel suo monotono pianto

cose talmente superiori che di Salomone e di tutti i puri e sapienti;

e così anche un fogliame frusciante e l’allegra fonte gorgogliante,

racchiude nel suono scrosciante della vita, perfino gioielli santi!

 

5.

Ora rifletti dunque un po’ nel cuore, e comprendi e intendi,

tutto ciò che dei puri suoni composti l’armonia nasconde!

Specialmente quando perfino dai cuori puliti dei devoti, fluttuano;

Io ti dico: da ferree corde, innumerevoli vite si strappano!

Nelle oratorie e sinfonie ed altri canti

trapela vita su vita, come onda su onda, del tutto magnificamente!

 

6.

Vorresti tu apprendere l’utilità dei suoni formati armoniosamente?

Allora domanda a te stesso l’utilità della Vita, e scorgerai

e troverai, che non vi è nulla che una beata vita di più importante;

che cosa, all’infuori del suono dell’Amore, può darti questa nel Cielo?

La musica è il linguaggio più intimo dei Cieli, dei puri più beati;

in verità, coloro che osteggiano la musica, tra i Miei non vengono annoverati!

 

7.

Gl’indolenti e i nemici e coloro che la scelgono per assai bassi intenti,

li risveglierò all’interiore Vita dello Spirito ben difficilmente;

ma coloro che amano e rispettano la “Meravigliosa” vita in gioia deliziosa

da Me e per Me, ed anche se avessero sul libro delle colpe qualcosa

presso di Me, Io li giudicherò secondo i loro suoni percepiti veramente;

perciò abituate i pargoletti in questa, per tempo e diligentemente!

 

Da questo alto cantico, se tu ben la ponderi, dovrebbe essere ben risolta la tua domanda. Considera che il suono inarticolato non è e non può essere altro che la Parola spirituale più pura nel sublime senso celeste; allora a poco a poco la cosiddetta musica ti diverrà sempre più chiara e magnifica nella sua essenza interiore. Consiglia questo anche ai tuoi amici e amiche, e sarà per loro di grande utilità. Amen! Questo lo dico Io, l’eterno Suono fondamentale di tutti i suoni infiniti. Amen, amen, amen!

 

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Cap 25

Causa e ragione naturale, come anche spirituale e politico-spirituale

del corrispondente tempo di questa stagione insolitamente fresca

 

19 giugno 1841, dalle 15.30 fino alle ore 19.15

Scriventi: Andr. ed Ans., Guglielmina e Paolina H.

 

1.  Avrete osservato che quest’anno si è presentato già in modo prematuro un tempo insolitamente caldo ed asciutto; avrete anche notato che durante il persistente periodo caldo-asciutto soffiavano costantemente più arie meridionali e con questo aiutavano a riscaldare l’aria al raggio del Sole; avrete anche notato che in questo periodo caldo comparivano temporali molto poco elettrici, e che dopo ognuno di questi temporali poco elettrici il cielo rimaneva coperto sempre per uno o anche due giorni e talvolta pioveva anche. Se qualcuno ha un cosiddetto barometro, avrà certamente fatto l’esperienza, se ha diverse familiarità con le regole di questo strumento, che ha piovuto in una posizione elevata alla colonnina di mercurio così come in una media e bassa ed anche durante la risalita o la discesa.

2.  Vedete, se qualcuno avesse osservato precisamente questo ed avesse così risvegliato il suo spirito indagatore, egli non sarebbe stato lontano dalla meta, poiché per primo si sarebbe dovuto ben domandare: “Dove giunge dunque l’aria che scorre sempre da sud verso nord, nota bene, quando la stessa, da tutte le regioni del mezzogiorno, affluisce intorno all’intera Terra proprio verso nord?”. E la risposta sarebbe altrettanto molto facile, specialmente quando si presuppone ancora e si deve presupporre che l’aria è un corpo pesante che è capace di un accumulo, di ciò ogni mantice può esservi un insegnante, come lo possono essere il vostro polmone stesso con ogni singolo respiro.

3.  Questo ricercatore dovrebbe ora necessariamente aver scoperto, dato che l’aria da tutte le regioni del mezzogiorno della Terra si muoveva verso nord, che con questo spostamento deve essere avvenuto, proprio sull’importante Polo nord, un grande accumulo e scarico d’aria. Vedete, quante giuste scoperte il nostro ricercatore ha già fatto. Ora domandiamo al ricercatore se comunque ha anche solo un po’ di confidenza con gli esperimenti della pressione dell’aria: “Che cosa succederà dunque ora se sul glaciale Polo nord si accumulano tali masse d’aria l’una sopra l’altra e così uno strato comincia a comprimere l’altro sempre di più?”. Ed il ricercatore, dopo una riflessione non troppo lunga, darà la seguente risposta: “Se del resto l’esperienza non m’inganna, cosa che sicuramente non sarà facilmente il caso, la stratificazione dell’aria sul Polo nord certo deve produrre lo stesso effetto come quando si mettono due grandi mantici con le loro bocche di efflusso d’aria una di fronte all’altra e, nel punto dove s’incontrano ostinatamente le due correnti d’aria, si lascia gocciolare un’acqua, così la stessa presto si congela in una sferetta di grandine; e quando il reciproco flusso dell’aria è ancora aumenta nella sua violenza, si vede presto una quantità di piccole scintille di fuoco, come quelle elettriche, guizzare in tutte le direzioni, e precisamente con un noto crepitio di scintille elettriche, se dunque”, dice proseguendo il nostro ricercatore, “l’aria pressata produce sempre lo stesso fenomeno ed effetto, allora di certo sul Polo nord, dall’inizio di tale accumulo dell’aria, il freddo deve essere anche aumentato sempre di più, e precisamente nello stesso rapporto in cui lo strato inferiore dell’aria veniva sempre più schiacciato dagli strati superiori che si sono sempre di più accumulati. E quando la pressione ha raggiunto il massimo grado, allora l’aria, proprio lì nella sua posizione inferiore, deve essersi infiammata altrettanto bene, come nel piccolo tra i due grandi mantici”. Vedete, il nostro ricercatore è sul serio non irragionevole, perché giusta è la sua deduzione.

4.  Così è stato anche dal punto di vista naturale. Il Sole, col suo raggio, ha spinto l’aria proveniente da tutte le regioni della Terra da sud verso nord, e questo perché proprio il Sole in questo periodo di caldo anticipato ha potenziato, attraverso i suoi grandi e numerosi crateri di fuoco neoformati, la sua luce più di mille volte, il che naturalmente non è il caso tutti gli anni. Ebbene, l’aria si è accumulata sul Polo nord ed ha causato con questo il massimo freddo possibile, così che il mare, che scorre intorno al Polo nord per oltre cento miglia giù verso sud, è diventato ghiaccio fin sul fondo e, per questo, in parecchi punti dove il mare è molto profondo, ha dato al ghiaccio una profondità spesso dell’estensione di più di mille klafter (1900 m.).

5.  Ma ora vi devo far notare ancora un fenomeno. Vi potete ancora ricordare il giorno quando nella stanza di A. H. Z., un piccolo pendolo, appeso liberamente, cominciò ad oscillare senza alcun motivo noto a qualcuno? Vedete, proprio in quel momento lo strato dell’aria sopra il Polo nord si è incendiato con l’esplosione di natura più grandiosa, questa esplosione fu di una tale violenza che con un colpo mandò in frantumi quasi tutto il ghiaccio che circondava il Polo nord per centinaia e centinaia di miglia, e spinse, attraverso le successive accensioni permanenti, il ghiaccio dal Polo nelle regioni del sud in pezzi non raramente grandi come paesi, alcuni dei quali fino ad ora hanno raggiunto perfino l’equatore. Una tale scena esplosiva, se poteste anche solo assistervi e sentire il suo grande scoppio tuonante da una lontananza piuttosto ampia, vi ucciderebbe nel corpo infallibilmente; infatti, non potete farvi un concetto di quali manifestazioni di forza della Natura per voi incomprensibili si verifichino là.

6.  In verità, se voi poteste riempire il vostro intero impero interamente per un’altezza di mille klafter con la vostra polvere da sparo e poi incendiarla, allora questo equivarrebbe, rispetto ad un tale fenomeno polare ed anche in rapporto all’intera Terra, proprio come se voi poteste incendiare su un tavolo un unico granellino di polvere. Proprio in questo rapporto sta l’effetto esplosivo del Polo nord rispetto al grande mucchio di polvere incendiato, così come l’esplosione di questo mucchio sta rispetto all’esplosione del singolo granellino. Poiché ora con ciò potete immaginare in una certa misura l’esplosione, allora potete farvi anche un debole concetto dello scoppio generale che venne prodotto da più di un trilione di fulmini che operavano simultaneamente. Una tale scossa l’avverte la Terra intera, come l’ha avvertita anche il pendolo a voi noto.

7.  Se ora riassumete questo e poi tirate delle conclusioni, allora il freddo che vi si è manifestato subito dopo nelle vostre regioni già abbastanza meridionali non vi sembrerà sicuramente più tanto misterioso. Infatti quando, in primo luogo, la massa d’aria dal Polo nord comincia a fluire su tutti i campi di ghiaccio, che spesso hanno un’estensione di oltre cento miglia, nuovamente verso l’equatore e porta con sé durante il suo viaggio di ritorno anche parecchie migliaia e migliaia di pezzi grandi come montagne e paesi, allora vi sarà magari comprensibile che l’aria, ritornando così dal nord, non può essere calda come se venisse dal cocente equatore.

8.  Per questo motivo da voi sono anche comparsi pochi temporali elettrici, ed il salire e scendere del mercurio nel barometro fino ad ora non è ancora una conseguenza degli innalzamenti interni della crosta terrestre, ma viene causato soltanto dal fatto che una porzione di aria del nord – una volta maggiore ed una volta minore – viaggia sulla superficie della Terra e con questo, grazie alla sua pesantezza maggiore o minore, causa anche la caduta e la salita del mercurio nel tubicino.

9.  Vedete, così può anche piovere sempre, ed il mercurio può stare nel tubicino come vuole, può o salire o scendere, poiché l’aria è sempre fresca e la temperatura della Terra però è calda. E per questo c’è anche sempre il medesimo fenomeno che voi nel piccolo potete già notare sui vetri delle vostre finestre, quando fuori fa freddo e voi riscaldate le vostre stanze, proprio lì si combina anche l’ossigeno dell’aria fredda con l’azoto, che è una conseguenza del riscaldamento nelle stanze, e questa combinazione si manifesta sui vostri vetri come gocce d’acqua.

10.      Quanto in alto l’aria si è accumulata sul Polo nord, potete molto facilmente riconoscerlo dal lungo persistente crepuscolo, grazie al quale voi, proprio intorno alla mezzanotte, potete perfino scoprire verso il nord un considerevole chiarore, e questo chiarore non è altro che l’estesa colonna d’aria illuminata sopra il nord. Chi sa calcolare secondo la curvatura del circolo e secondo il numero dei gradi da voi fino al cosiddetto circolo polare, costui può determinare in miglia, con discreta sicurezza, l’altezza della colonna d’aria che si è accumulata sul Polo nord nella maniera già nota. Per ora però Io vi dico che questa volta la colonna d’aria ha raggiunto un’altezza di settemila miglia. Ora avreste il fondamento naturale di questo fenomeno, per quanto ve lo avesse potuto far conoscere anche un cosiddetto naturalista ben afferrato.

11.      Ma come stanno le cose con il fondamento spirituale, che è il vero fondamento principale, dove ogni esperto della Natura deve pronunciare il per lui triste “Fin qui e non oltre?!” Se volete esaminare la spiegazione sul Polo nord, come anche qualche altra ancora, tanto dal campo del regno minerale, vegetale ed animale, come anche specialmente quella spiegazione sul terremoto, allora il fondamento spirituale vi dovrebbe essere così già abbastanza noto. Soltanto qui è da tener conto della diversa circostanza che per questa volta, come certamente è solo raramente il caso, ha avuto luogo una generale cattura di spiriti – come anche redenzione – che già da lungo tempo attendevano nel ghiaccio del nord. I prigionieri sono coloro che furono condotti da sud a nord, e furono condotti lì perché altrimenti avrebbero combinato sciagure troppo grandi su tutte le regioni meridionali della Terra.

12.      Se volete dare uno sguardo a tutti i movimenti bellici e sovversivi di tutte le popolazioni del sud, allora il motivo di tale cattura generale non dovrebbe esservi del tutto incomprensibile. E se ora dite: “Questo è veramente molto verosimile in sé e ci appare estremamente probabile; ma d’altra parte tale motivo non può essere di nuovo altrettanto facilmente compreso, perché poi al contrario con ciò divennero allo stesso modo di nuovo liberi anche molti spiriti fortemente raffreddati provenienti dal nord e vennero e vengono ancora adesso condotti nelle regioni più calde del sud, in parte in grandi masse di ghiaccio ed in parte nell’aria stessa che affluiva di ritorno”. Soltanto che su questo Io vi dico che chi comprende l’uno, può comprendere altrettanto facilmente anche l’altro.

13.      Un piccolo esempio vi dovrà chiarire il tutto. Che cosa credete che sia il mezzo migliore per placare al più presto possibile degli attaccabrighe in una stanza riscaldata? Io vi dico: “Versate loro addosso acqua ghiacciata o portateli fuori in mezzo alla neve, e potete essere assolutamente sicuri che i raffreddati almeno per questo tempo non verranno più alle mani l’uno con l’altro. Così è il caso anche nel grande. Se Io ora non avessi permesso questo e con ciò raffreddato le teste calde ed attaccabrighe [detentrici] del potere mondano mediante gli spiriti pacifici, allora l’intero emisfero terrestre meridionale sarebbe ora implicato da capo a collo in guerre, rivolte, fame e pestilenze. Così Io feci soffiare invece arie fredde. Queste però non rinfrescano solamente la vostra pelle, ma poiché in sé e per sé sono soltanto spiriti pacifici o almeno spiriti pacificati, così essi esercitano sugli animi la stessa cosa che il vento freddo opera esternamente sulla pelle. Sapete da quanti uomini dipende spesso che interi popoli vengano reciprocamente coinvolti in guerre?

14.      Dovete soltanto dare uno sguardo al passato, ed in origine incontrerete raramente più di due teste calde altolocate una di fronte all’altra. Se queste si surriscaldano, allora si comportano rispetto al popolo proprio così come una scintilla rispetto ad un bosco secco che cade su un corpo facilmente infiammabile che presto s’incendia e brucia in breve tempo il bosco intero. La scintilla è per esempio un qualsiasi ministro surriscaldato, l’oggetto molto infiammabile è o il monarca stesso oppure il popolo militare, ed il bosco secco è l’intero popolo restante che langue spesso fisicamente e spiritualmente sotto la pressione di un qualsiasi governo troppo egoista. Il ministro attaccabrighe considera la guerra altamente necessaria, naturalmente secondo la propria avidità di dominio e di lucro. Il monarca ed il popolo bellicoso vengono non meno trascinati dallo stesso movente, ed il povero popolo deve bruciare con loro, che lo voglia o no, e di solito poi dice anche: “Tanto in un modo o nell’altro sono rovinato lo stesso”, e così interi popoli si prendono mortalmente per i capelli a causa di due singole scintille. Ma se la scintilla incendiaria viene spenta da una goccia di pioggia cadente ancor prima d’aver toccato l’oggetto infiammabile del bosco, non rimane risparmiato il bosco intero?

15.      Vedete, proprio così è fatto anche quest’attuale tempo atmosferico persistentemente fresco, e fa in modo che i grandi, invece di affrontarsi reciprocamente, muovano le mani, ma non la loro testa calda, e questo tanto prima che possa divampare.

16.      Da quest’esempio ora menzionato potete ben concludere come Io Mi intenda molto bene, attraverso ogni fenomeno che a voi appare solo naturale, trattenere così più di qualche male spirituale. Ma se riflettete più profondamente, allora troverete comunque in tutti i fenomeni naturali molto poco di naturale, dopo che Io, quale Autore di ogni fenomeno naturale, sono certamente nel senso più perfetto di ogni parola e di ogni significato uno Spirito, ma nessuna natura sensuale esteriore che in sé e per sé non è nulla se non, come vi è già stato annunciato, la Mia Idea trattenuta oppure il Mio Pensiero fissato.

17.      Ma se ora sapete questo, allora dovete anche sapere e comprendere, oltre a ciò, che se Io in qualche modo metto in un piccolo movimento i Miei Pensieri, non lo faccio per amor dei Pensieri, come se li volessi per così dire aerare e preservare dalle tarme come un pellicciaio le sue pelli, ma muovo i Miei Pensieri sempre e soltanto per amor di coloro che ora sono più dei Miei soli Pensieri; questi sono ciò che siete voi, vale a dire esseri liberi, autonomi, che devono diventare figli Miei. Ma se l’uno o l’altro è un buon padre per i suoi figli, non guida egli tutta la sua economia domestica per amor dei suoi figli e lavora e governa e pensa e risparmia per loro?

18.      Se voi che siete imperfetti, fate questo per i vostri figli, come potete allora pensare che Io, in quanto onnisapientissimo ed onniamorevolissimo Padre di tutti i figli dell’uomo, potrei lasciar portare dai venti attraverso l’aria anche soltanto una piccolissima nuvoletta per puro divertimento, per non parlare di effettuare una tale grandiosa esplosione del Polo nord per niente ed ancore per nient’altro che per puro divertimento, e con ciò essere come voi che fate spesso delle cose per nulla ed ancora per nulla, e qualche volta non siete diversi dai ragazzi giocherelloni che caricano la canna di una chiave e si dilettano poi nel vedere il fumante scoppiettio della polvere, nel quale però, secondo il vostro giudizio, non c’è di certo posto niente di utile.

19.      Alla fine, in quest’occasione, vi faccio ancora notare il risonante e schioccante culto di Dio che esiste presso di voi. Questo non è da paragonare alla nuvoletta portata dal vento, ancor meno con quel grandioso fenomeno del Polo nord, bensì è ancora sette volte meno significativo del fumante scoppiettio di polvere della chiave improvvisata a fucile dei ragazzi giocherelloni, i quali però con questo si divertono almeno in modo straordinario, mentre con tali schioppi e colpi metallici ed altri suoni che dovrebbero glorificare il Mio Nome non rallegrano né divertono proprio nessuno. Ma tutto questo succede secondo una precisa prescrizione come per istinto, e l’uomo ne viene edificato esattamente come un albero accanto all’altro, se dall’uno viene staccato un ramo; beninteso!

20.      Vedete, tali fenomeni non provengono dai Miei Pensieri, ma da quelli insignificanti degli uomini. Ma affinché questi possano giungere a tale movimento di pensiero che sia degno del Mio, Io ben presto sarò costretto a mettere in movimento un Pensiero più grande! Comprendetelo bene, amen. Questo dico Io, l’unico grande Agitatore di Pensieri. Amen!

 

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Cap 26

Non essere in apprensione a causa dei tuoi fratelli

26 agosto 1841

 

Jakob Lorber, preoccupato a causa dei suoi fratelli, si rivolse al Signore e ricevette la seguente Parola consolatrice:

 

1.  Che cosa ti preoccupi dei giusti? Lasciali percorrere le loro vie diritte, poiché Io ti dico: “Chi qui crede e non vede e non sente nulla, e tuttavia crede fermamente e senza dubitare che Io, Gesù il Cristo, sono veramente il Figlio di Dio e Dio stesso dall’Eternità, il suo merito nel Mio Nome sta più alto che quello di un apostolo che pose le sue dita nelle Mie Ferite e soltanto allora credette, avendo visto, toccato e sentito! In Verità Io ti dico che Mi è più cara la lode dei ciechi giusti che il canto di ringraziamento dei vedenti ed udenti. Che cosa è dunque più difficile: vedere e seguire la Guida, oppure, per un cieco, seguire per Amore Colui che egli non vede e non sente, ma Lo segue soltanto attraverso la fede, la fiducia e l’amore?

2.  Perciò non preoccuparti a causa dei tuoi fratelli, infatti, così come Io sono per te una Guida udibile, percettibile e non raramente interiormente visibile, lo sono tanto più in modo impercettibile ed invisibile anche per i fratelli tuoi. Per i deboli, infatti, Io sono un Eroe che combatte e protegge, come per i vedenti Io sono una Guida ed un amorevole Insegnante! Certo vedere è beatificante; ma ascolta: non per questo è più meritevole della velata ferma fede. Non essere perciò preoccupato. Amen”.

 

 

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Cap 27

La Luce delle Altezze

Scritto a Greifenburg nell’agosto 1841

1.  Rivolgi la pupilla dell’occhio tuo alle Altezze circondate dai raggi della Luce e leggi i grandi segni dell’Onnnipotenza del tuo Dio! Come mai tremi – tu verme impolverato al fruscio di un venticello serale che sussurra solo lievemente attraverso i rami secchi di marci pini ed abeti morti, e non ardisci alzare alle Altezze sante il tuo occhio che teme la luce?

2.  Tu spirito libero, non ne hai l’audacia?! Eppure nell’agguato, nelle oscure stanze del peccato puoi certo alzarti, covar violenza e distruzione nella tua sfacciataggine che si crede al sicuro, e ti sembra di essere grande nello stritolare terre riducendole in atomi con l’alito pestifero dei tuoi putridi polmoni, allora tu sei libero, anzi, super libero nella grande tenebra della tua illusione. Ma alzare lo sguardo alle Altezze circondate dai raggi della Luce, la tua stessa vertiginosa altezza distruttiva non lo permette a te che sei forte nell’illusione!

3.  O verme, ti torci invano; la polvere scintillante che ti circonda cade via da te, e tu sei nudo in tutta la tua mostruosità! Ti cerchi faticosamente una fossa per rifugio sulla vasta Terra grondante sangue, e guarda: essa ha chiuso tutti i suoi profondi crepacci ed ha trasformato le sue acque in dura pietra, in qual luogo vuoi ancora strisciare, affinché diventi un ricovero per te?

4.  Coloro che camminano sulla Terra ti hanno riconosciuto ed hanno un gran ribrezzo di te; credi forse, tu grande folle, che essi ti concederanno spazio nelle loro fosse per un riposo umiliante, oppure che ti lascino strisciare nelle antiche bare, affinché non ti danneggi e ti sorprenda la grande Luce dalle sante Altezze e non ti renda visibile dinanzi agli occhi di tutte le stelle? Invano ora appiani l’antico misfatto, smascherata è la tua crisalide pestifera, putrido mentitore per tutta la lunga notte; consuma ancora lo squallido resto dei semi d’oro rubati dal Santuario.

5.  Vedi, la santa Luce sussurra potente ed inarrestabile dalle Altezze; i monti testimoniano con voce tuonante contro di te e sbarrano i loro crepacci dinanzi a te, e fanno inaridire tutte le loro fertili sorgenti, perché tu vorresti strisciare intorno ad esse. Dov’è ora la tua grandezza, grandezza che ti sei sognato nella tua stanza funebre? Vedi, come diventi sempre più piccolo, come tutto ti sfugge, ti detesta e si chiude dinanzi a te, grande folle; perfino le fauci della covata di iene non vogliono più tributarti elogi e ti scacciano dal paese sanguinante, ed il drago del mare strappa le vele delle tue navi in rovina! Che cosa gridi e gemi tu nelle sante arie, in quelle piene di luce; e la tigre ed il serpente a sonagli, solitamente tuo seguito fedele, gridano contro di te e commettono un micidiale alto tradimento nelle tue viscere purulente!

6.  Vedi, così come il raggio del Sole distrugge la nebbiosa aria maligna delle Paludi Pontine, così farà a te la Luce dell’Altezza, e tu non ritornerai mai più. Vedi, questo fa la Luce proveniente dall’Altezza, mostrando il grande Giorno, l’Ultimo, l’Infinito. Amen.

 

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Cap 28

Una luce nuova nella nuova Luce

24 ottobre 1841. domenica mattina

1.  Via, via con voi – i monti svaniscono, le acque si esauriscono nelle profondità; via, via con voi; il tempo è appiattito, dall’esistenza senza tempo spira un soffio distruttivo sull’abisso divenuto spento della Terra, ed il mare ghiacciato si spalanca al fuoco dell’ira – via, via con voi!

2.  La spada a doppio taglio che voi avete rubato sulle Alture di Sion, si trova di nuovo taglientissima, nella mano dell’eterna Onnipotenza ed ora viene brandita sul settimo capo della bestia, affinché il drago non divori mai più il dolce sangue dell’innocenza, – non insegua mai più la povera giusta donna nel deserto, ed il suo figlioletto, il Signore nella Parola, viva pieno di vita in ogni granello di sabbia per tutto l’eterno grande Giorno.

3.  La Terra deve essere posta in parità tra Polo e Polo, e nessun giorno deve essere né più lungo, né più corto. Io voglio ricacciare le acque, anzi voglio ammassare sui monti più alti onde fino alle stelle, per affogare ogni pietra, e fuoco cadrà fin nell’abisso e v’incendierà tutte le acque marce e col suo vapore poi appesterà tutti i vermi della Terra!

4.  Perciò via di qui, tu drago, e in qual luogo cacciarti, tu pesante? Nel fuoco, nel tuo fuoco! Nel fuoco, perché a lungo hai bruciacchiato l’erba umile sul grande prato della Vita e con questo hai cosparso il suolo desolato con pietre roventi, affinché le formiche sotto il suolo debbano sudare a morte. Soltanto questa creatura duramente provata non è morta; essa vive, anzi essa deve vivere per stritolare te, misero verme, secondo la specie giudicata nella polvere della tua nullità!

5.  Dovete diventare cocenti, voi monti, e voi nuvole Io voglio cacciare da un capo all’altro del mondo con fulmini e spingere in turbini vertiginosi; perciò dovete generare grandine per colpire ogni beffardo nutrimento per le bestie della bestie, e coprire il suolo rovente dei deboli con ghiaccio fino alle stelle, affinché la follia cieca della Terra si irrigidisca eternamente fino alla morte. Infatti, Io sono il Signore di ogni Potenza, a Me tutto, cedendo, deve fare spazio libero; quando vengo Io, dove vengo Io, nessuno più viene dopo di Me, come non vi era nessuno prima di Me e nessuno ha mostrato l’ampia via attraverso l’Infinità. Amen.

 

 

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Cap 29

Ancora una nuova luce nella Luce nuova

25 ottobre 1841, pomeriggio

1.  Guarda una casa: è costruita da poco, sul tetto una pietra, nella camera una pietra ed in cantina una pietra. Chi cammina sul tetto, la pietra sarà sul cammino di costui e gl’impedirà di andare avanti. Ma chi cammina nella stanza, nell’oscurità, costui inciamperà duramente nella pietra, tanto che riporterà da questo una grande sofferenza. Ma chi alla fine va nella cantina, che è piena di oscurità, costui cadrà sulla pietra e sfracellerà sulla sua durezza tutto il suo volto vivente e sarà pieno di fratture alle mani ed ai piedi e non potrà più vedere, né afferrare e sorreggere, né starà in piedi, né camminerà e né andare liberamente.

2.  Ma chi ha orecchi, che costui ascolti, e chi ha occhi, che costui veda. Così sarà d’ora in poi con le case ed in nessuna vi sarà più del ricovero. Chi ha raggiunto un campo aperto, costui non si volti e non si occupi più di nessuna delle case.

3.  Infatti chi Mi professa, costui deve professarMi apertamente nello spirito ed in tutta verità, liberamente senza casa, scomparto e tetto, perché Mi è venuta una grande nausea per tutte le case. Perciò più nessuna casa, perché ognuna è sempre più una casa di morti. Ma voi sapete dove si trova la Casa della Vita, nella quale soltanto sarà da esistere eternamente. Perciò non cercate e non dite: “Guarda lì, guarda là”; ma dentro di voi viene il Regno della Vita, il Regno dei Cieli, l’eterna Dimora dello Spirito Santo!

4.  Guai a tutte le case che sono piene di pietre, piene di oscurità e colme di tenebre, in esse dimora lo spirito della morte; ma la Vita è libera in Me e deve anche esserlo in voi eternamente. Amen.

 

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Cap 30

Su domande di Ans. H.

La 1°. domenica di avvento, 28 novembre 1841, pomeriggio

J. L. invitò Ans. H. a porre delle domande, cui egli avrebbe risposto nel nome del Signore.

O Signore! Che cosa significa il ripetuto sospiro, così profondo, nella lettura della Tua santa, nuova Parola vivente?

 

1  Risposta: Che cosa significa l’emettere aria dalla bocca a vuoto con uno stomaco affamato? Perché singhiozzano i bambini che mangiano volentieri se non ricevono subito una grande porzione di pane desiderato? Ma perché non glielo dà il padre?

 

*

È un buon detto, che mi sono annotato: non rivolgerti al cavallo, bensì al cavaliere?

 

2  Risposta: Dipende solamente da come è fatto il cavaliere. Qualche volta sarebbe da preferire il cavallo al cavaliere. Ma il migliore detto è: “Rivolgiti al Signore!”. Infatti, Egli è allo stesso tempo, Cavallo e Cavaliere!

 

*

Dopo una caduta sento, di solito soltanto al terzo giorno, il ritorno della forza spirituale. Come potrei sollevarmi più velocemente?

 

3  Risposta: Sollevarti più velocemente? Meglio se tu non cadessi, allora andrebbe più velocemente di tutto! Ma chi è ancora debole nel petto, costui deve sicuramente poi ansimare ben per un po’ di tempo, finché si è di nuovo sollevato dopo una caduta avversa. Ma chi sta bene nel petto, costui non cade o perlomeno molto difficilmente e raramente, ma può di nuovo alzarsi subito. Infatti, come il petto, così i piedi!

 

*

C’è da credere alla profezia di Bug von Milhas nei Pirenei, secondo la quale l’anno 1842, che presto verrà, sarà un anno molto funesto per Inghilterra e Francia?

 

4. Risposta: Come il popolo, così la profezia, e la profezia come il popolo. Di più non avete bisogno. A che scopo una predica per i sordi e per i ciechi una luce incombente, qualcuno se ne occuperebbe?

 

*

Ho forse sbagliato a redigere per mio fratello Andrea nel Tuo santo Nome, una parola di conforto nella stessa forma che scrive il Tuo servitore?

 

5  Risposta: Se hai tu amore e fede, cosa ti fa dubitare? Oppure hai consolato tuo fratello con il tuo o con il Mio Nome?

 

*

Possiamo chiamarTi, Signore Gesù, anche con il Nome di Abedam?

 

6  Risposta: Siete anche voi dei grigi tempi primitivi? Oppure piuttosto frutti del grande Tempo dei Tempi? Se avete Gesù, a che scopo allora ancora Abedam?

 

*

Non riflette l’apparenza esteriore del Tuo servitore l’essenza interiore dei tuoi indegni discepoli?

 

7  Risposta: Non sta scritto però da nessuna parte che il servitore è stato scelto da una fabbrica di specchi, ma proprio dalle tenebre del mondo; egli è solo come una lente focale per la trasparenza della luce, ma non uno specchio. Specchi, sì specchi viventi voi dovete solamente essere ed una buona miccia che catturi facilmente il fuoco attraverso i raggi congiunti della lente focale!

 

*

Puoi avercela a male, o Signore, per il fatto che anche noi sentiamo il più grande desiderio di scorgerTi tra noi come Asmahael, Emanuel oppure Abedam e balbettare ai Tuoi santi Piedi a Te il nostro filiale semplice ringraziamento?

 

8  Risposta: Potete forse fare questo ai vostri figli? Solo il giusto amore sta più in alto di ogni contemplazione! Ma Io sono già stato spesso visibile tra voi, eppure finora ho ricevuto da voi nella Mia Visibilità soltanto una parsimoniosa elemosina! Comprendete voi questo? Io voglio essere trovato prima nel cuore!

 

*

Qual è il mezzo più sicuro di riconoscere gli uomini?

 

9  Risposta: L’amore, tutto il resto è vetro impenetrabile! – – Beninteso, amen.

Colui che è presso di voi, tra di voi ed in voi e vive e vi rende viventi, dice amen.

 

29 novembre 1841, pomeriggio

O Signore! Come si può, guardando indietro ai peccati commessi, trovare pura beatitudine nel Regno Tuo?

 

10          Risposta: Questa è una domanda! Che cosa domandi nella Mia Preghiera: che Io ti rimetta i peccati come tu ai tuoi debitori? E non si legge nelle Scritture che il Pastore lasciò novantanove pecore ed andò a cercare la centesima perduta? Che cosa si legge ancora? Questo lo saprai certamente!

 

*

Come si distingue, veramente, la Tua vecchia e nuova Luce, Tu amorevolissimo Signore, io non lo so!

 

11          Risposta: Tu puoi ammettere questo di te? Esiste dunque un vecchio ed un nuovo Dio? Ma come leggi dalla parola in Giovanni, che cosa è? Vecchio e nuovo però non si riferisce alla Parola, bensì all’uomo che l’accoglie in sé. Allora dal vecchio uomo diventa uno nuovo, ed allora è anch’egli una Parola e quindi veramente una nuova!

 

*

Di tutti i metodi di guarigione non è la cura delle acque la migliore per la natura corporea ammalata?

 

12          Risposta: Sì certo, ma specialmente per la natura sofferente dei pesci. Per gli uomini invece esiste ancora una cura più semplice ed efficace, tu comprenderai bene cosa Io intendo?!

 

*

Un soffio dolce, fresco, santo intorno al capo, è la Vicinanza Tua? Fallo sapere a me, povero stolto!

 

13          Risposta: Non il soffio intorno al capo del corpo, per quanto sia dolce, mite e fresco può mostrarti la Vicinanza Mia, ma soltanto un umile ed afflitto cuore. O vorresti tu annoverarMi tra i teneri fantasmi? Ciò che tu senti, viene da te e dagli spiriti di specie migliore che talvolta stanno intorno a te.

 

*

Le limpide alture del nord, l’oriente completamente coperto, che cosa voleva dirci quest’immagine di ieri?

 

14          Risposta: La conoscenza abbastanza pura, ma l’amore non completamente raffinato, questo ti mostra dolcemente l’immagine da te contemplata!

 

*

Affinché non si venga sepolti vivi, quale prudenza dovrebbero avere i medici?

 

15          Risposta: Ti preoccupi per questo? Chi muore prematuro al mondo, giammai sperimenterà questo. Ma i medici devono avere questa prudenza: che non seppelliscano troppo in fretta i morti!

 

*

Che alla fine i filosofi di Berlino contemplino in sé la notte, non è da sperare?

 

16          Risposta: Oh, da sperare c’è sempre qualcosa, certamente non sempre la stessa cosa, anche non sempre qualcosa di buono! Ma dai tuoi filosofi questa volta non vi è proprio molto da sperare!

 

*

Tu andasti in luoghi deserti, Signore, per pregarvi. Non è forse per noi un cenno di fare lo stesso?

 

17          Risposta: Accennarvi troppe cose, fa calare il vostro coraggio. Perciò badate solamente all’amore; esso ha gli impulsi migliori. Voi non potete fare tutto ciò che Io feci, ma fate soltanto quanto potete.

 

*

1°.dicembre 1841, pomeriggio.

Tu hai detto, o Signore, che sei stato già spesso visibile tra noi. Ma non Ti abbiamo riconosciuto. Se Tu dovessi ancora una volta venir visibilmente tra noi, allora dicci, di grazia, come possiamo riconoscerTi, se nel Tuo Sguardo, nel Tuo Discorso o in qualcos’altro?

 

18          Risposta: Che domanda! In niente che solo nell’Amore, e con niente che solo con il cuore. Infatti, un mendicante non ha, né porta alcuna insegna di un ordine che soltanto la nuda povertà!

 

*

Chi Ti ha riconosciuto, Padre santo, e Ti ama sopra tutto, non smette costui, per così dire, di essere marito alla moglie e padre ai figli? Non diventa poi la moglie sua sorella e le figlie e figli sue sorelle e fratelli?

 

19          Risposta: Questo ti è comunque già stato detto ed annunciato fedelmente! Il Rinato è però già nel Cielo, che è l’eterna Vita che proviene dall’Amore e da qui la vivente fede. Ma come sta scritto nelle Scritture riguardo alle condizioni matrimoniali ed in seguito a queste anche di tutto il resto, come tu leggi? Dove c’è solamente un Padre, cos’è tutto il resto?

 

*

Da dove vengono timore ed avversione dei superbi ricchi e potenti, poiché per loro certo si sente compassione nel cuore?

 

20          Risposta: Da quel luogo da dove proviene la polarità reciproca del magnete, perché anche i poli si allontanano sempre il più possibile. Ciò nondimeno però la linea polare non viene annullata. Questo sta già così nell’Ordine eterno!

 

*

Se gli animali innocenti, che servono all’uomo per il consumo di carne, nell’uccisione sentono dolore, non sarebbe allora meglio che l’uomo vivesse solamente di vegetali?

 

21          Risposta: A causa del dolore degli animali nessuno andrà perduto, ma certo andrà perduto a causa del dolore del fratello se qualcuno non lo rispetta nel suo cuore. Ma l’insolenza è punibile perfino alle pietre, quindi sicuramente anche agli animali. Ma i tormentatori di animali sono pericolosi anche per l’uomo!

 

*

Il terribile temporale e i violenti uragani che recentemente imperversavano a Roma intorno ai sette colli, non erano un segno per il Pontifex maximus?

 

22          Risposta: Per ciò che riguarda il luogo della Terra, Io non rispondo! Ma lascia imperversare la potenza degli uragani infuocati, e precipitare i fulmini grandi e luminosi come soli, che stritolano i mondi, e – non uno viene sentito dagli orecchi metallici! Infatti, il Pontefice è un idolo metallico! Comprendi e taci!

 

*

I popoli di lingua tedesca giungeranno mai all’unità fraterna?

 

23          Risposta: Qui difficilmente mai, ma molti nell’aldilà, perché qui troppi sono schiavi dell’antica bugia e della ferrea avarizia!

 

*

 

Non è ingiusto che in parecchi paesi, così come presso di noi, nessun ebreo possa abitare stabilmente?

 

24          Risposta: A Me, all’arci ebreo, va meglio? Dove Io non servo come Articolo da commercio disonesto, qui si discute già da tanto tempo sul Mio ingresso! Ma per quanto riguarda gli ebrei, è un segno per loro; ma cosa accade all’Ebreo, questo è l’orrore della devastazione di cui parla Daniele!

 

*

O Signore, perdonami l’impertinenza, e rivela misericordioso: che aspetto aveva la Vergine Madre Tua, la Madre piena di Grazia?

 

25          Risposta: O tu uomo avido di donne, non la vorresti guardare a bocca aperta mezzo sensuale durante una qualche passeggiata? Guarda, questo non ti è necessario! Ma se sarai completamente puro, allora anche la tua impertinenza dovrà essere soddisfatta! Lei era assolutamente bella! Comprendi.

 

*

Possiamo sperare nella gioia di vedere un giorno tutti coloro che Ti hanno amato quando Tu camminavi sulla Terra, come p.e. una Maddalena, una Maria di Betania, un Giovanni, Zaccheo ecc.?

 

26          Risposta: Perché nella tua domanda, nel tuo ardente desiderio di vedere, hai citato due donne e solamente anche due uomini, avendo Io avuto relazioni molto più con uomini che con donne? Vedi, questo non è nell’Ordine. Io preferisco che l’uomo s’informi del suo simile, ma aiuti le donne nel Mio Nome, non intendi questo con Me? Ma coloro che abiteranno presso di Me, perché non si dovrebbero vedere e riconoscere? Non sono essi poi anche i vostri fratelli e sorelle?

 

*

O Signore, Perché il redento dagli spiriti maligni mediante la Tua potente Parola non potè seguirTi?

 

27          Risposta: A causa del Mio Amore che lo voleva conservare, ma non distruggere, perché una casa d’abitazione di Satana ripulita non è subito in grado di servire allo Spirito Santo come dimora, – infatti una redenzione forzata non è sufficiente per la Vita eterna, ma soltanto una libera, in cui sia stato attivo il redento stesso, vale a dire la libera rinascita!

 

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Cap 31

Profeti e loro accoglienza

3 dicembre 1841, pomeriggio

[Matteo 10, 41]: “Chi accoglie un profeta nel nome di un profeta, costui riceverà la ricompensa di un profeta; e chi accoglie un giusto nel nome di un giusto, costui riceverà la ricompensa di un giusto”.

 

1.  Ma per afferrare questo nello spirito della verità, bisogna prima riconoscere chi è un profeta nel vero senso della parola.

2.  In senso esteso ogni uomo è un profeta quando parla a suo fratello o alla sorella sua a causa del Mio Amore e da questo a causa della Glorificazione del Mio Nome che è Gesù il Crocifisso. Infatti, sta scritto: “Se qualcuno nel Mio Nome porgerà al bisognoso anche solo un sorso d’acqua, questo non rimarrà per lui senza ricompensa”.

3.  Quindi in questo senso ogni uomo può essere un profeta. Chi lo accoglierà nel Mio Nome, spiritualmente o fisicamente, anche costui come il profeta, dovrà ricevere la ricompensa spirituale o corporale; chi però lo accoglie spiritualmente e fisicamente, allora anche la sua ricompensa dovrà essere spirituale e corporale come quella del profeta, che in questo caso elargiva doni spirituali e corporali nel Nome Mio.

4.  Ma chi è parco verso il profeta ed ha uno spirito metallico, la sua ricompensa sarà anche uguale alla sua accoglienza!

5.  Ma chi accoglie un profeta per proprio interesse personale, costui ha già ricevuto la sua ricompensa nel profeta stesso – e non ne avrà più nessun’altra!

6.  Questo è dunque il significato nel senso esteso di questo testo.

7.  Nel senso più stretto e vero, però, un profeta è soltanto colui che parla e scrive puramente ciò che è Mio non di bocca propria, ma per Bocca Mia. Chi dunque smentisce questo profeta in qualsiasi cosa, costui non smentisce il profeta, ma smentisce Me; infatti dove c’è un simile profeta, là non c’è lui, ma ci sono Io.

8.  Chi quindi accoglie un tale più raro profeta, costui accoglie Me, come sta scritto; – e poiché, più avanti è detto, Io stesso sono la ricompensa del profeta, così Lo sarò anch’Io per colui che accoglie Me nel profeta.

9.  Tuttavia nessuno dovrà assegnare un servizio a un tale profeta in un altro modo se non unicamente nel Nome di Colui nel Cui Nome il profeta è là. Ma guai a coloro che lo vogliono diminuire e turbare per il proprio interesse; – in verità tutto questo lo fanno a Me, non a lui. Su di loro cadrà poco della benedizione del profeta; alla fine il fuoco dello spirito del profeta li distruggerà!

10.      E la stessa cosa è anche con i giusti. Ma giusto è colui che è nel vero amore per Me e, da questo, per il prossimo nel senso più stretto; nel senso più ampio, invece, è giusto colui che è fratello all’altro nel Nome Mio, di preferenza un povero e perseguitato per amor del Nome Mio.

11.      In Verità, la tua ingiustizia dovrà esserti perdonata per amore del giusto che hai accolto; e la sua ricompensa dovrà essere anche la tua.

12.      Guai però se hai accolto un giusto per interesse personale! Io ti dico che tu sarai annoverato tra i ladri e gli assassini; meglio sarebbe se tu non l’avessi mai accolto!

13.      Così questi testi sono da intendere in realtà per tutti i tempi dei tempi. Amen.

 

[Giovanni 12, 27]: “Adesso turbata è l’Anima Mia. E cosa devo dire? Padre, salvaMi da quest’ora! Ma per questo Io son venuto in quest’ora”.

 

14.      Che tu non abbia potuto afferrare giustamente Matteo è comprensibile, poiché non sapevi cosa in verità è un profeta; ma di Chi parla Giovanni, dovrebbe pur esserti noto!

15.      Chi e cos’è l’Anima Mia? Vedi, se tu non dovessi ancora saperlo, questa è il Mio Amore. Poteva Essa, di fronte ai figli più infedeli, essere diversamente se non turbata fino all’ultima fibra, e questo fino alla morte, ossia fino alla notte della morte che teneva tutti i figli così duramente prigionieri?

16.      Ed inoltre, dove si legge: «E che cosa devo dire?» – Che cosa vorresti dire tu se tutti i tuoi figli ti maledissero e condannassero?

17.      Guarda, in casi simili anche l’amore più puro ha un pungolo contro il quale è duro recalcitrare, perché un amore così a lungo duramente rifiutato non duole solamente nel petto umano, ma anche in quello divino! Considera questo e comprendi bene!

18.      Ragion per cui solo un sentimento rimase ancora nel Petto divino, vale a dire il Sentimento paterno. Questo deve togliere all’Amore il suo pungolo! Ed il Sentimento paterno commosse l’Amore rifiutato, e Quest’ultimo parla poi in tale Sentimento: la Tua Volontà; – per questo Io, Amore, venni in quest’ora, per essere un Padre per tutti coloro che Mi chiameranno: Abba!

19.      Ora comprendi il testo? Così devi tu comprenderlo e lodare il Padre. Amen.

 

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Cap 32

Torrenti di Acqua vivente

4 dicembre 1841

(Jakob Lorber) Questa mattina ho trovato in me: “Non si addice che lo sposo lavi la sposa; la sposa deve lavarsi da sé!”. - Con ciò non ho fatto, o Signore, una buona scoperta?

 

1.  Senza dubbio, – e lei può anche ben farlo, poiché lo sposo le fa affluire a tale scopo interi torrenti di acqua vivente. Comprendi tu questo? Vedi, anche in te c’è acqua vivente, ma la devi usare nella casa intera. Amen.

 

 

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Cap 33

Sul cordoglio per i defunti

8 dicembre 1841, mattino

O Abba Emanuel! Invia dal Tuo amorevolissimo Cuore attraverso il Tuo servitore, di grazia, una paterna Parola di Conforto al nostro fratello Carlo, la cui anima è turbata sulla triste condizione in cui si trova suo zio scosso dalla disgrazia! La Tua santissima Volontà sia fatta. Amen!

1.  Sì così è adesso con moltissimi uomini, come lo fu anche, con rare eccezioni, già fin dai tempi di Adamo, essi preferivano parole di conforto che li facevano assopire invece di un leggero dolore capace di ridestare la vita interiore. E certo così succede anche con te in una condizione precaria, caro C.L., ma vedi, poiché sono stato interpellato già da te, come da tuo fratello A.H. Z. per un conforto, così te ne voglio anche dare uno vero, mostrarti però anche la via sempre giusta per esso, camminando sulla quale tu non lo perderai facilmente. E se anche dovessi farlo, ti sarà tuttavia facile ritrovarlo. Ma con questo conforto non voglio porgerti una bevanda che concilia il sonno, ma una bevanda destante, anzi, una vera bevanda che desta alla vita eterna!

2.  E così ascolta ed accogli col cuore ciò che Io, tuo amorevolissimo Padre, ora ti dirò: “Vedi, se tu cerchi una consolazione, allora, come sempre, vieni colmo d’amore e fiducia da Me, dal tuo santo Padre buono, sì da Me, dal tuo Gesù, vieni, e troverai sempre perfetta quiete consolante per il tuo cuore che si commuove abbastanza facilmente.

3.  Che a tuo zio sia accaduto questo e tu nel tuo cuore sei colmo di ansiosa tristezza, guarda e riconoscilo in te, questa è la Mia Volontà e l’Ordine Mio. Infatti, come Io ho stabilito il processo di maturazione e poi il tempo della nascita corporale di un fanciullo dal grembo materno, così non di meno ho previsto anche il tempo in modo sicuramente sapiente ed oltremodo amorevole, in cui lo spirito vivente deve essere tolto dal corpo della morte ed esserne liberato perfettamente.

4.  Se dunque tu ora sai che tutto questo proviene da Me ed anche in eterno non potrà mai provenire da nessun’altra parte se non solamente da Me, – come puoi essere afflitto nel tuo cuore ed essere timoroso nell’anima tua, se conosci Me, il tuo santo Padre amorevolissimo ed anche sicuramente dello zio tuo felice? Credi forse che colui, per il quale il tuo cuore si lamenta, soffra un qualunque cocente dolore – oppure che sia egli morto? Oh, credi a Me fedelmente nel cuore, l’amorevolissimo Padre santo non prova nessuna gioia nel dolore dei figli – ed ai morti non giunge però nessuna Parola vivente, come è anche infinitamente difficile per i morti che giunga loro altra parola se non solamente quella già data, che li giudica. Ma ora Io ti dico con Parole viventi che tuo zio adesso è già infinite volte più felice di te e di tutti i tuoi fratelli che ancora camminano sul morto suolo della Terra!

5.  Vedi, per questo non devi essere afflitto nel tuo cuore per il fatto che Io voglio prendere tuo zio con Me! Oppure avrei dovuto lasciarlo vagare sulla Terra in eterno col corpo morto come un Caino? O vorresti sentire per te, dalla Mia Bocca, la maledizione di dover sopravvivere alla morte eternamente sulla Terra?!

6.  Credilo soltanto assai fermamente e senza dubbio: chiunque viene visitato per l’ultima volta da Me alla maniera in cui lo è stato tuo zio, costui viene visitato da un fuoco vivente dell’Amore; perciò anche nei tempi passati una tale specie di morte era chiamata dagli antichi il tiro divino oppure la morte divina. Sì, è proprio così, poiché colui che se ne va, non soffre qui neppure il più lieve dolore, e si risveglia all’improvviso perfettamente da questa vita di sogno terreno alla vita più luminosa dello spirito.

7.  Ma di una cosa si deve tener conto in questa specie di passaggio [nell’Aldilà]: che oltre a questa specie ne esiste anche una specie anale, la quale è provocata corporalmente dalla stolta ingestione di ogni genere di leccornie e dalle gozzoviglie del vizio del bere e prostituzione. In questo modo però Io Mi comporto come col suicidio; infatti, tutti i crapuloni, ghiottoni, beoni e frequentatori di meretrici si uccidono, e sono essi stessi colpevoli della morte. Io non ho nulla a che fare con loro, perché essi hanno ingrassato la loro stessa morte, affinché questa avesse poi, per i dovuti ringraziamenti, ad accoglierli rapidamente e vigorosamente nelle braccia sue!

8.  E così il salario è anche adeguato al lavoro. Ma questo modo di [morire] non è un tiro divino per la Vita, bensì uno mortale per la morte, ed è estremamente angoscioso e doloroso, spesso ancora fino alla tomba, nella pienissima percezione della morte stessa e di tutte le cose effimere esteriori.

9.  Tuttavia, poiché in questo discorso ho chiamato tuo zio un essere felice, allora non vorrai certamente riferire questo male a lui?!

10.      Io però ti dico: non ti preoccupare per niente e rallegrati in Me, sia se tuo zio ritornerà ancora nella casa della morte, sia se rimarrà già completamente presso di Me, allora mai avrà bisogno di dimorare, spesso fin troppo avvilito, in una gabbia di matti; perché Io – ascolta bene e comprendilo in te – Io, Io, il tuo onnipotente, amorevolissimo Padre, Io, il tuo amato Gesù, voglio che sia così; e come voglio Io, non sarà sicuramente la cosa migliore? Non credi che sia così col tuo cuore in Me? Oh credilo, perché in verità è così!

11.      Ma che tu, come altri uomini, senta dolore per i congiunti stretti tornati a casa, anche questo è fondato nell’Ordine. Ma qui un dolore gioioso sarebbe meglio che un dolore di lutto ingrato, infatti, il dolore di lutto somiglia quasi a quel dolore causato dall’invidia che i giusti figli del Padre provarono dopo che Egli ebbe preparato con immensa gioia un grande gioioso banchetto al figlio perduto ritornato nuovamente a Casa da Lui! Comprendi tu bene questo?!

12.      Il cordoglio della maggior parte degli uomini per i deceduti però è anche per lo più un cordoglio d’abitudine, perciò piangono anche quasi sempre per coloro a cui il cuore si era abituato per la maggior parte già fin dalla giovinezza. Ogni vecchia abitudine però è dolorosa per colui che la deve abbandonare; come non dovrebbe esserla quella del cuore?

13.      Ma ciò nonostante quel cordoglio non è una virtù e dimora più vicina all’amor di se stessi che a Me. Se, infatti, fosse una virtù, allora gli uomini dovrebbero piangere ugualmente per ogni fratello scomparso ed ogni sorella scomparsa, essendo Io soltanto Uno e lo stesso Padre per tutti. Solamente che non è così, e per questo i congiunti sentono per gli stessi anche più cordoglio d’abitudine che un cordoglio virtuoso.

14.      Ma Io dico che nessuno sbaglia se è afflitto, – tuttavia chi Mi ha riconosciuto giustamente nel suo cuore, costui non sarà mai afflitto. E così riconosci anche Tu Me, il tuo onnipotente, amorevolissimo Padre, riconosci Me, il tuo Gesù, nel cuore, allora avrai trovato in te la più sicura consolazione, piena dell’eterna Vita per tutte le eternità. Amen. Rifletti da dove viene questa piccola Parola, e sarai lieto nel cuore. Amen.

 

*

 

Tutto quanto viene all’esistenza, ritorna sempre nuovamente in un’esistenza più perfetta,

 su fino all’uomo e da lì di nuovo di ritorno a Me stesso.

 E così in eterno nulla si perderà, nemmeno i tuoi più lievi pensieri.

[“Il Governo della Famiglia di Dio”, vol. 2, 124]

 

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Cap 34

Brevi sguardi sulla natura delle ferrovie

30 gennaio 1842

1.  Rifletti precisamente i punti, e vedrai il male con gli occhi bendati e comprenderai completamente in modo estremamente facile.

2.  Quanto è grande la differenza tra la povera misera umanità ed i ricchi crapuloni usurai, – e poi anche quei beati e ricchi benestanti che hanno occupato ancora, almeno la centesima o talvolta perfino la cinquantesima parte del loro cuore con l’amore per il prossimo? Io ti dico che questa differenza sta appena come cento a uno! Ma dimMi: chi guadagnerà in questo imponente ramo dell’industria? L’enorme parte della miseria e indigenza certamente no, e assolutamente nemmeno il cittadino del paese ora meglio intenzionato, ma ci guadagnerà unicamente soltanto l’egoista, lussurioso, crapulone avido di lusso nell’associazione consolidata con l’usuraio avido di lucro. Perché dunque questo?

3.  Chi paga la mucca, a costui appartiene anche il latte, è già un antichissimo proverbio. Chi costruisce questa strada? Tu dici: “Lo Stato con l’aiuto di coloro che per il momento già possiedono così tanta ricchezza usuraia che anticipano allo Stato una somma, che Io non voglio proferire, a tale scopo”. Bene! Ma che cosa deve fare in cambio lo Stato? Tu dici: “Deve emettere loro titoli di credito ben ad interessi ed assicurare quasi a vita il loro sonante prestito contro morte, incendio ed assassinio”. Anche questo nuovamente bene. Ma chi rimborserà alla fine il grande prestito insieme ai forti interessi? Oh, qui scuoti già le spalle? Sì, hai ragione di scuotere le spalle! Poi però verrà anche un tempo in cu molti cominceranno a scuotere in modo enormemente forte le spalle, ed alla fine tutto il corpo. Ed in particolare comincerà a sussultare in molti lo stomaco ed esso si lamenterà del suo vuoto!

4.  Ma vedi, poiché scuoti le spalle per questo, allora voglio darti una risposta, ed essa suona così: “Affinché lo Stato possa poi lavarsi le mani come Pilato per tranquillizzare la coscienza, quando presto tali strade ferrate saranno tarlate, allora esso dovrà consegnarle già prima con il legno più sano nelle mani dell’usuraio quasi completamente come sua proprietà”. DimMi, quali poveri e bisognosi guadagneranno qui qualcosa, dove l’usuraio dai denti aguzzi roderà con una fame da lupi la carcassa morta e non vi troverà più carne nemmeno per un dente guasto! Tu però pensi: “All’inizio questa mucca darà subito così tanto latte che dalla grande abbondanza si potranno anche aiutare tutti!”. Ma Io ti dico e ti domando: “Non hai mai visto come nella stagione estiva si prendono le mosche? Si mette innanzi a loro un piatto dal delizioso profumo e vi si mescola dentro del veleno; allora le povere mosche svolazzano poi gioiose in masse e si satollano al delizioso piatto. Ma qual è subito dopo il loro destino, non ho bisogno di dirtelo.

5.  Così andrà anche riguardo all’aspetto esteriore civile e fisico ed ancora più incomparabilmente però riguardo all’aspetto spirituale interiore! Io ti dico che questa mucca sarà unicamente consegnata all’usuraio, il quale anche la mungerà completamente come si deve ed ai poveri non arriverà nemmeno l’ultimo siero del latte. Ma avverrà certo che alla fine il povero dovrà dare a questa mucca tutto il suo nutrimento quando il suo latte diminuirà sempre di più, affinché essa ne diventi nuovamente ricca per l’usuraio! Però – sta sicuro – questa mucca Io non la benedirò mai, perché essa è una mucca nella stalla dell’usuraio!

6.  Ma come ora il mercante grida: “Paesi felici, dove si viaggia su strade ferrate!”, ugualmente egli intonerà presto in tono lamentevole un tema opposto! I vostri buoi più belli verranno condotti fuori, ma voi roderete a caro prezzo i magri montoni. Il vostro buon vino si consumerà fuori, ma in compenso voi vi potrete rafforzare nelle fognature a caro prezzo. La vostra bella frutta e i vostri bei cereali si consumeranno fuori e non vi si offrirà nessun risarcimento per questo. I vostri monti ricchi di legname diverranno spogli, ma Io per questo non porrò fine all’inverno. Voi di certo da fuori otterrete facilmente ed a buon mercato, tessuti di ogni specie ed altre stoffe per il vestiario, ma i cittadini del vostro paese, che è solo un paese più povero, si lamenteranno, piangeranno e molti prenderanno il bastone del mendicante e tanti bestemmieranno quali pagatori insolventi nelle confische a causa dei debiti!

7.  Molti in breve tempo potranno fare perfino lunghi viaggi ed alcuni potranno visitare con grande facilità teatri, feste da ballo e simili cose di altre città, – ci sarà un vero conflitto principale di intrattenimenti e divertimenti di ogni genere. Ma cosa e quanto Io ed il Regno Mio vi guadagneranno, ascolta, questa è tutta un'altra questione!!! Lusso d’ogni specie, nuovi bisogni mondani, orgoglio, superbia, sfarzo, cattivi costumi stranieri, lussuria, prostituzione, dimenticanza di Dio, egoismo, cupidigia, gozzoviglia, crapula presso i crapuloni, disprezzo per la patria, disprezzo di tutto ciò che riguarda Me, freddezza di cuore verso la miseria dei fratelli, disprezzo perfino di tutte le leggi dello Stato se si devono estendere alle limitazioni del guadagno; da ciò il malcontento generale! Ma sulle ulteriori belle conseguenze vogliamo per ora tacere ancora. Solo l’esperienza però vi consegnerà la quietanza, sottoscritta con scrittura rosso sangue da innumerevoli poveri, di questa nuda accoglienza!

8.  Come perciò una tale impresa industriosa e poi la perfetta riuscita della stessa è messa in conto presso di Me, questo potete immaginarvelo molto facilmente!

9.  Gli apostoli hanno portato la Mia Parola in tutte le parti della Terra senza ferrovia. Questa Parola era certamente l’articolo più importante per ogni uomo al quale importava qualcosa di Me e della vita eterna. Ed i Miei eletti vennero da Me e Mi trovarono sicuramente senza ferrovie! Ma chi sa per cosa le ferrovie serviranno ancora? In tutti i Miei Cieli in verità non esistono finora ancora ferrovie, ma – potrebbe facilmente essere – che Io stesso alla fine farò ricoprire i Cieli per il futuro solo con delle ferrovie, affinché diventi di nuovo completamente metallico, come lo era ai tempi di Noè e di Lot! Ma allora Io condurrò anche i Miei attuali Lot fuori delle città e darò alle stesse la parte di Sodoma e Gomorra!!! Comprendilo bene. Amen.

 

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Cap 35

Tre testi dalle Scritture

8 febbraio 1842, dalle ore 4 alle 7 di sera

Scriventi: Maria H., Guglielmina H., Paolina H.

 

[Atti degli apostoli 12, 8]: Allora l’Angelo gli parlò: “Cingiti e legati i sandali!”. Egli lo fece. Poi gli disse: “Indossa il mantello e seguimi!”

[Marco 6, 51]: Ed Egli salì con loro in barca, ed il vento si calmò; ed essi si meravigliarono oltre ogni misura.

[Atti degli apostoli 20, 10]: Paolo discese, si piegò su di lui, lo prese tra le sue braccia e disse: “State calmi, perché vedete, la sua anima sua è ancora in lui!”.

Il servitore del Signore dettava su questo quanto segue:

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.26”)

 

 

 

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Cap 36

“Egli deve crescere, Io invece devo diminuire”

13 febbraio 1842. Mattino dalle ore 9 alle 10.30

Scrivente: Ans H.

Il servitore del Signore detta su Giovani 3,30: ”Egli deve crescere, Io invece devo diminuire”.

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.24”)

 

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Cap 37

Tentazioni del Signore nel deserto

[Luca 4, 1 – 13]

20 febbraio 1842, mattino dalle 9 alle 10.15

Scrivente: Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.22”)

 

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Cap 38

I principi di Giuda e il Signore

26 febbraio 1842,dalle 16 alle 18,45

Scriventi: Maria H., Guglielmina H., Paolina H.

 

[Osea 5, 10]: «I principi di Giuda sono uguali a coloro che spostano i confini; per questo Io riverserò come acqua la mia ira su di loro.»

[Amos 7, 6]: «Allora il Signore si pentì anche di questo; ed il Signore Signore parlò: “Neanche questo dovrà accadere”.»

[Michea 4, 6]: «In quello stesso tempo, dice il Signore, io raccoglierò gli storpi, radunerò in mucchi gli scacciati, e coloro che Io ho tormentato.»

Su questo il Signore ci diede mediante il Suo servitore la seguente spiegazione:

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.27”)

 

 

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Cap 39

Il 60° Salmo di Davide

[Versetti 8 – 14]

3 marzo 1842, pomeriggio dalle 15 alle 18.30

Scriventi: Maria, Guglielmina e Paolina H.

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.25”)

 

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Cap 40

I quattro Vangeli sulla resurrezione del Signore[25]

Domenica di Pasqua, 27 marzo 1842

Domanda di C.L. al servitore J.L., consegnata da Ans,. H.

 

Come si possono conciliare tra loro le seguenti divergenze nei racconti dei quattro evangelisti sulla resurrezione del Signore in maniera rassicurante:

1 Riguardo alle donne che visitarono il sepolcro; [Matteo 28, 1] - [Marco 16, 1] - [Giovanni 20,1].

2 Riguardo al numero degli angeli che divennero visibili ed al luogo dove sedevano; [Matteo 28, 2] – [Marco 16, 5] – [Luca 24, 4] – [Giovanni 20, 11-12].

3 Riguardo alla circostanza di chi entrò per primo nel sepolcro, se le donne, come scritto in Matteo, Marco e Luca, oppure Pietro e Giovanni, come scritto in Giovanni

4 Riguardo alla successiva comunicazione della notizia; [Matteo, 28, 8] – [Marco 16, 8] – [Luca 24, 9] – [Giovanni 20, 10.18].

 

Lunedì Pasquetta, 28 marzo 1842, mattino

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.19”)

 

 

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Cap 41

La destante Forza dell’Amore

Benedizione di un padre credente e di una madre devota

10 giugno 1842. Mattino

Ad Andr. H.

 

1.  Ascolta e guarda, tu Mio amato Andr. Volenteroso, Io ho da dirti, infatti, qualcosa di consolante!

2.  Una comunicazione che Io ho fatto pervenire al Mio scrivano della Parola, per la necessaria rassicurazione[26], ti ha indotto a riflettere in modo un po’ troppo angoscioso e ti ha reso inoltre ancora un po’ scettico rispetto a ciò che riguarda la totale mortalità dei tiepidi, e questo soprattutto per il motivo che tra questi comprendevi tua moglie, che certamente per mentalità ed indole è davvero molto mondana, e non molto a distanza anche i tuoi figli con lei. Soltanto Io ti dico però che tu hai perfettamente ragione di prendere a cuore una tal cosa. Ma ciò che qui è detto nella parola supplementare allo scrivano, ha tuttavia soltanto un senso generale, ma non come se Io avessi voluto alludere, per così dire, far di nascosto qualche riferimento alla tua casa.

3.  Ma affinché tu possa scorgere questo chiaramente, allora fa ben attenzione a ciò che ora Io ti dirò su questo punto!

4.  Vedi, ovunque entrambi i coniugi fossero ugualmente tiepidi nello spirito e perciò totalmente confluiti nella materia, e provvedessero così anche per i figli, allora subentrerebbe anche la piena validità di quella Parola supplementare al Mio scrivano. Ma dove c’è un coniuge credente, in particolare se lo è l’uomo, e pieno d’amore per Me, allora sua moglie, essendo una sola carne con lui, è santificata attraverso la fede e l’amore del marito, cosa che può valere anche nel caso inverso.

5.  Così stanno le cose anche da parte di un padre credente verso i suoi figlioli, poiché la sua benedizione può passare fino alla terza, talvolta fino alla settima e talvolta perfino fino alla settantasettesima generazione, per cui essi nell’aldilà possono essere risvegliati per una vita sovrabbondante di un padre simile, il che equivale a dire che essi possono essere di nuovo completamente vivificati!

6.  Questo certamente lo può ottenere anche una vita molto devota della madre. Soltanto che, poiché ogni donna deve avere un uomo se vuole diventare madre, allora l’evidente priorità appartiene già sessualmente all’uomo, quindi più ancora spiritualmente. Se suo marito è del suo stesso spirito, allora essi sono in ogni caso pienamente una cosa sola, e di conseguenza ciò che vale per l’uomo, questo vale anche per sua moglie.

7.  Se però il marito è miscredente, invece la moglie credente e devota, allora naturalmente è lei la ridestatrice sia dell’uomo – se costui era, insieme ai figli, soltanto tiepido, ma nello stesso tempo anche cattivo – sia dei figli. In tale circostanza però la grande benedizione della madre si estende allora soltanto fino alla terza generazione nel caso più ampio. Suo marito però, ed i suoi figli, possono benissimo essere ridestati attraverso la sua vita e quindi santificati attraverso di lei; in questo caso però l’uomo così ridestato e santificato non ha in sé nessun’altra capacità vivificante, bensì solo quella di vivere nella vita di sua moglie mediante l’amore di lei per Me e, da questo per il proprio marito. Ma così anche la vita della moglie, che in sé e per sé è veramente morta mediante la propria tiepidezza, è tale che lei vive nella vita del marito mediante l’amore di lui per Me e, da ciò, per sua moglie. Che anche una tale moglie vivificata e santificata ad opera del marito ed insieme a lui[27], non ha in sé e per sé nessun altra capacità vivificante, ma soltanto quella di vivere la vita del marito, qui non è necessario discuterlo ancora ulteriormente.

8.  Ma poiché tu vorresti certamente domandare come si deve intendere questo – in che modo vive dunque uno nell’altro o dall’altro oppure attraverso l’altro? – Io voglio ben volentieri comunicarti anche questo totalmente, e così ascolta dunque:

9.  Vedi, tu non avresti sicuramente mai preso in sposa tua moglie se non ti fossi unito con lei dapprima nel cuore. Da quest’unione interiore però, l’immagine del suo spirito è stato accolta in modo vivente nell’anima tua e continua adesso a vivere in te completamente simile alla tua reale moglie esteriore, con la sola differenza che, mentre la moglie reale esteriore vive soltanto per il mondo, la sua immagine in te diviene sempre più vivente e spiritualmente nobilitata attraverso il tuo amore, la tua fedeltà e fede in Me.

10.      Mettiamo ora il caso che la tua reale moglie esteriore muoia, secondo il corpo, prima di te, certamente se tutta la sua vita è andata in rovina in seguito alla sua mondanità ed alla sua tiepidezza, di per sé lei è completamente morta per tutte le eternità e soltanto la sua immagine vivente continua a vivere nella tua anima glorificata. Tu allora preghi per la tua defunta moglie. Che cosa accade in quel momento? Vedi, qui accade un vero miracolo spirituale! Questa tua vivente immagine nobilitata di tua moglie esce poi da te libera (cosa di cui ti accorgeresti dal fatto che ti abbandonerebbe quasi tutta la tristezza per la tua defunta moglie) e va alla materia morta della donna deceduta, infiamma poi la stessa e risveglia e purifica dopo la sua anima completamente rafforzata ed accoglie in sé lo spirito disseccato e lo inumidisce con il suo amore, che si è preso da te, ma ora già completamente il suo proprio. In tal modo lo spirito veramente morto della moglie defunta viene nuovamente vivificato, trapassa poi totalmente nella vita della tua vivente immagine e diventa completamente una sola cosa con lei. Così la donna, vive allora, per così dire, una seconda vita d’amore dal marito, cosa che può essere anche veramente il caso sotto l’aspetto doppiamente inverso.

11.      Ma ciò che qui può essere il caso tra i coniugi, lo stesso vale anche per i figli da parte dei buoni e devoti genitori. In fondo però questi singolari fenomeni, di cui già il Mio apostolo Paolo fa cenno, non sono altro che un quadro in miniatura di ciò che Io stesso faccio nel Grande, anzi nell’Infinito, perché lì, certamente anche attraverso la Mia Immagine in voi, che qui è il Mio Amore oppure Cristo in voi, il vostro spirito morto e disseccato viene di nuovo ammorbidito e vivificato, e con questo viene fatto rinascere alla Vita eterna, dopo che in precedenza, ad opera del fuoco dell’Amore di questa Mia stessa Immagine in voi, esso era stato liberato dalla materia morta, quale atto proprio per ciò si chiama appunto Redenzione!

12.      Se tu, Mio amato Andr. V., esaminerai e comprenderai di sicuro pienamente questo, allora comprenderai altrettanto facilmente come presso di Me tutte le cose sono possibili! Ed allora comprenderai come Io sono perfino in grado di far passare non soltanto uno, ma mille cammelli in una volta attraverso la cruna di un ago[28]!

13.      Ma nonostante tutto questo, resta tuttavia vera la Parola supplementare del servitore, non appena o entrambi i coniugi sono tiepidi, oppure l’uno non è molto superiore all’altro in virtù di vita, oppure essi sono reciprocamente adulteri intenzionalmente, per cui in ogni cosa l’uno non vuole in tutto seguire l’altro!

14.      Ma che un Risveglio da parte Mia sia migliore ed infinitamente più perfetto che un tale risveglio postumo, questo di certo risalta già chiaramente dal fatto che Io stesso sono sicuramente più perfetto di ogni spirito da Me creato. Come però ogni risvegliato da Me deve rimanere in eterno dipendente da Me, dipendenza che costituisce appunto essa sola l’eterna beatissima Vita dello Spirito – così anche colui che è risvegliato dopo la morte rimarrà anche in eterno dipendente da colui che lo ha di nuovo risvegliato, e perciò non sarà neppure mai più in grado di dipendere direttamente da Me e di giungere perciò anche alla Mia diretta contemplazione, bensì solo indirettamente attraverso colui che lo ha ridestato dal Mio Amore in lui stesso! Questo tu lo devi comprendere bene, e ti darà grande consolazione nel tuo cuore!

15.      In conclusione Io ti dico ancora, a proposito dei tuoi figli, che tu lasci loro un po’ troppa libera volontà; vedi, adesso non sono ancora di gran lunga maturi per questo. Perciò piegali adesso, poiché si lasciano ancora piegare, altrimenti molto presto ti procureranno parecchi dispiaceri sulla Terra, la qual cosa allora potrebbe renderti pauroso! Esortali perciò assai seriamente ad impegnarsi in tutto quello che insegni loro e che obbediscano totalmente ai loro insegnanti senza obiezioni, allora otterrai da loro buoni frutti. Infatti alla base di ogni serietà c’è la Vita dello Spirito, poiché Io cammino sempre vicinissimo dietro alla serietà d’amore! Osserva quindi anche questo, ed Io, il tuo caro Padre Gesù, non lascerò andare in rovina nessuno dei tuoi. La Mia Benedizione sia con il tuo spirito in eterno. Amen.

 

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Cap 42

L’anello con sigillo

11 luglio 1842

1.

                       Un’apparente senza importanza cosa da niente

                       un anello di ferro con sigillo all’occhio si presenta.

                       Ma se nella sua mano un principe lo porta,

                       esso ha un grande peso per l’intero paese.

                       Così un anello che un principe ha portato,

                       è un grande valore che perfino in giorni più inoltrati

                       lo domandano così tanti d’imprese cercatori

                       e solertissimi a caccia vanno di tale antico tesoro!

 

2.

                       Esiste una carica perfino in qualche Stato

                       che ha per nome Guardasigilli.

                       Ed a chi una tale carica è affidata,

                       su costui il principe fa certo grande affidamento.

                       Di un paese, soltanto un fedele sperimentato

                       dal principe di anelarvi è autorizzato;

                       un altro potrebbe gridare fino alla morte,

                       ma della carica mai proverà la gioiosa sorte!

 

3.

                       Così anche di Mosè qualche devoto dice:

                       “Egli era l’anello del Signore, una grande Luce!”.

                       Veramente, egli lo è ancora in questo momento,

                       un sigillo di Dio per il Vecchio Testamento

                       che Dio in Abramo ha già collocato;

                       e ciò che Egli a questi saviamente ha celato,

                       ha, per annunciarlo al mondo intero, predestinato

                       il Mosè, Egli lo ha con Sé vivificato!

 

4.

                       Ma se questo allora vale per Mosè

                       e l’immagine di Mosè in ogni profeta c’è,

                       dato che nel suo spirito qui ognuno parla,

                       al popolo è una luce inesplorabile!

                       Come mai poi Mosè, ch’è passato, è così altolocato,

                       perché non desiderare ciò che è,

                       perché rimanere attaccati in alta stima solo a Mosè,

                       perché non anche a ciò che in tal guisa lo circonda?!

 

5.

                       Allora ricorda dunque, tu presenza vana,

                       Io te lo dico: tu sei in te così severa,

                       non riconosci accanto a te l’anello con sigillo,

                       ti pare esso, come all’occhio, affar da nulla.

                       Ma se tieni in onore del principe l’anello

                       che pure suol rivolgersi al temporale;

                       oh guarda, come ti puoi perciò ingannare,

                       nell’onorarMi nel Mio Anello così debolmente?!

 

6.

                       Anche se già in sé ogni anello con sigillo

                       è un piccolo, insignificante affar da nulla,

                       così è pur colui che usa e porta lo stesso,

                       elevato in manier sublime e pieno di dignità all’eccesso.

                       Color che quindi vogliono il principe onorare,

                       questi devono anche all’anello attenzione tributare;

                       ma se qualcuno volesse all’anello portar rancore,

                       non si cruccerà anche del principe l’onore?!

 

7.

                       Sia l’anello di cattivo metallo e fosse,

                       infilato al Mio Dito attraverso il cuore

                       non esso, ma ben Colui che lo indossa

                       è certo degno, perché serba pel sigillo riverenza!

                       Perciò accorto nessun deve contendere,

                       non per un anello pregando incedere;

                       ma ad un anello tempi cupi preparare,

                       con ciò da Me nessuno molto riuscirà a depredare!

 

8.

                       Resistenza nessuno faccia a quanto qui è detto,

                       ma ognuno invece se lo volga a profitto!

                       Se ciò che il tuo occhio vede non puoi stimare,

                       ciò che il tuo occhio sempre fugge come onorare?

                       Chi da Me ad anello è formato,

                       egli uguale a Mosè, non è invecchiato,

                       attraverso lui tutto vien di nuovo trasformato,

                       poiché mediante lui agisce l’Amore dell’Amore!

 

    Questo è qualcosa soltanto per te. Se lo vuoi mostrare a qualcuno, lo puoi fare, ma non sia un tuo dovere. Questo in verità ti compete a causa di Me! Per te stesso però è meglio sopportare ed avere, come finora, un cuore umile! Perciò non ti sia un dovere comunicarlo subito anche agli altri. Amen.

 

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Cap 43

Spiegazione sul canto “L’anello con sigillo”

12 luglio 1842

O Signore, Tu onnipazientissimo Maestro e Guida di tutta l’umanità, guarda, il canto “L’anello con sigillo” ha nell’insieme come nel singolo un senso un po’ troppo misterioso. Io non lo comprendo, perché non lo posso riferire alla mia persona; come devo prenderlo dunque? O Signore, non essere in collera con me, verme nella polvere di ogni nullità dinanzi a Te, e non esserlo neanche perché sono molto più piccolo di tutti i miei fratelli ed amici e molto più cattivo di loro, perché ti domando ora questo, ma sii misericordioso e clemente con me, povero peccatore! Se fosse la Tua santa Volontà, allora potresti Tu ben aggiungere ancora una luminosa piccola scintilla della Grazia Tua! Ma soltanto se Tu lo vuoi. Amen.

 

1.  Allora scrivi! Io ti dico che tu e l’anello con il sigillo non avete l’un con l’altro nulla a che fare, a parte il fatto che questo nuovo anello con sigillo proveniente da Me viene dato attraverso di te.

2.  Ma l’anello con sigillo è la Parola e non tu, perfino nemmeno allora quando Io parlo attraverso il tuo spirito con la tua lingua. Perciò la considerazione manifestata non ha nulla a che fare con te, ma unicamente con la Parola. Affinché però ognuno comprenda questo bene ed esattamente, allora egli deve sapere che sotto un profeta non deve mai essere compresa la sua persona ed essenza, ma unicamente Io nella Parola. Ma anche se la Parola stessa in sé e per sé non è la Mia propria Essenza, così lo è però certo la Volontà proveniente da Me rivelata a voi o anche a tutti gli altri uomini, esposta per l’osservanza o attraverso le Parole dalla bocca di un uomo chiamato da Me per questo, oppure attraverso segni che egli stesso o annota oppure li fa annotare da qualcun altro.

3.  La volontà è di conseguenza l’anello con sigillo, ma non colui che Mi serve solo da strumento!

4.  Quindi l’attuale Parola che Io ora mando giù attraverso di te sulla Terra, è il presunto anello con sigillo, ma non tu. Questa Parola è dello stesso dito come quella al tempo di Mosè. Ma Mosè doveva nascondere il suo volto per dimostrare che non lui, ma unicamente Io, nella Parola e nella Legge, sono l’unico Profeta.

5.  Ma se Mosè dovette far questo, come può dunque venirti in mente anche soltanto in sogno di attribuire l’anello con sigillo alla tua persona? Vedi, quanto sei ancora cieco, malgrado tutto ciò che hai già appreso! Che Io però diedi questo più per te che a qualcun altro, hai da intenderlo così, perché proprio non ti erano ancora chiari così tanti doni dati da Me, e così consideravi parecchi punti meno per te che gli altri per sé!

6.  Vedi, per questo ho Io anche presentato l’anello con sigillo così che il suo senso pare come se si riferisse alla tua persona, per darti con questo una nuova pietra di paragone per te stesso, sulla quale devi esaminare l’oro della tua conoscenza se resiste alla prova per quello che Io faccio passare giornalmente attraverso di te. Se però tu hai offuscato talvolta in te l’anello, quale bottino dovrà da esso venire un giorno a te stesso?

7.  Oh guarda, questo l’hanno fatto anche parecchi altri chiamati e si sono lambiccati il cervello su quanto ricevuto, mentre avrebbero dovuto innanzitutto adempierlo attraverso la fede più viva, ed Io ho messo loro per questo simili tranelli, anzi ancora molto più forti. A coloro che si sono rivolti a Me, come te ora, Io ho dato anche subito la soluzione; ma coloro che l’hanno attribuito alla propria persona, a costoro andò alla fine come al saggio Salomone!

8.  Quindi l’anello con sigillo significa la nuova Parola così come appare esteriormente, che nessuno certo deve adorare in sé, bensì rispettarla in tutto ed in ognuno, poiché è un vero anello con sigillo infilato al Mio Dito della Misericordia attraverso il cuore – ovvero attraverso il Mio grande Amore misericordioso!

9.  Comprendi ora bene questo, perché per il momento Io l’ho dato solamente a te. Perciò devi anche comprenderlo, come dopo di te ognuno nel giusto senso. Questo dico Io, l’eterna Verità e Sapienza. Amen, amen, amen.

 

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Cap 44

Il Signore per l’onomastico di Jakob Lorber

25 luglio 1842, mattino dopo le ore 11

1.  Allora Io ti do un piccolo canto per il giorno del tuo compleanno, se anche non ricevi biglietti augurali a causa del mondo. Io penso però che questo biglietto durerà più a lungo di quelli del mondo. Ma a colui che è aperto, anch’Io sarò sempre aperto, generoso ed attento; ma al riservato anch’Io sarò un Donatore parsimonioso. Perciò non ci pensare se oggi nessuno aveva voglia di visitare la tua stanza nel giorno tuo. Ma in compenso vengo Io doppiamente da te, come per l’orecchio, così anche per l’occhio. Guarda, eccoMi!

2.  E così scrivi ora in questa Mia per te visibile Presenza questo piccolo canto con il titolo:

 

L’Ultima fogliolina dell’albero

 

              Al margine d’un bosco fittamente incolto

              scorgi un singolare albero disseccato,

              e una fogliolina molto scialba lo adorna solamente.

              Ma non più al ramo quest’ultima foglia pende,

              soltanto al filo d’un ragno molto debolmente

              così a lungo, finché la sottrae alla prigionia un vento di ponente.

 

2.

              Guarda al mondo, quanto alla foglia somiglia davvero,

              anch’esso pende molto disseccato e leggero

              allo stesso filo all’albero della vita.

              Oh guarda, già si agita un rigido vento di ponente,

              esso porta la fine per questo ornamento, il restante,

              già sibila intorno del bosco al margine spinoso.

 

3.

              O albero, albero, tu nel bosco, morta rimanenza!

              Ti vanti con la tua fittizia potenza,

              perché, tu folle?! Non è la morte la tua sorte?

              Sì morto, sei completamente morto, o albero, già da tempo!

              Perciò non ti spaventa la Mia Vicinanza,

              non hai timore nel tenebroso grembo della tua tomba.

 

4.

              L’ultima foglia, dalla tua prigionia libera interamente,

              ancor ti adorna con la forza di un filo solamente,

              filo che ha tessuto un animale sprezzante,

              e tu vuoi ancora far sfoggio con questo a Me dinanzi

              in questa vecchia riserva di caccia della morte?!

              Oh guarda, ecco con grande avidità il vento di ponente!

 

5.

              Tu gorgheggi già, cosa solitaria e smorta?!

              Fai bene; un cenno da Me soltanto

              ed è finita, o albero, con la tua magnificenza!

              Non puoi immaginare, chi sta ora a te in vicinanza?

              Sì, sì, soffia già ai tuoi rami intorno il vento di ponente,

              esso non ti lascia avvertire la potenza grande!

 

6.

              A che serve qui sì grande forza, o vento di ponente?

              C’è tra i rami soltanto una foglia disseccata,

              al filo più fievole di un ragno aggrovigliata!

              Perciò puoi soffiare molto adagio e moderato,

              tu ne vieni a capo in quest’immagine facilmente,

              perché è morta totalmente e proprio in senso pieno!

 

7.

              Oh bada, tu mondo morto, bada a quest’immagine,

              perciò ti anima ancor di più la tua illusione;

              questa è la tua esistenza in questo tempo estremo!

              Intendi l’ultima Chiamata dalla Bocca Mia,

              voltati a Me in quest’ora ancora,

              prima che ti sorprenda l’eternità!

 

Ascolta, comprendi, segui. Amen.

 

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Cap 45

Già in Oriente sta una Stella

La Luce d’Amore della Nuova Parola aprirà la via all’Amore divino

25 luglio 1842, pomeriggio

“Già sta in Oriente una Stella, che aprirà la via ad Orione, ed il fuoco del Cane Maggiore consumerà tutti”. - (Il Governo della Famiglia di Dio, vol. 1, cap. 1, 12).

 

1.  Cos’è l’Oriente, che cosa la Stella, che cosa Orione, che cosa il Fuoco, che cosa il Cane Maggiore? Chi sono coloro che saranno consumati dal fuoco del Cane Maggiore?

2.  L’Oriente è la vivente Parola interiore e, attraverso questa, la vera comprensione della Sacra Scrittura sia del Vecchio che del Nuovo Testamento.

3.  La “Stella” è la Luce dell’Amore in questa stessa Parola.

4.  “Orione” è l’Amore di Dio.

5.  Il “Fuoco” del Cane Maggiore significa la grande fedeltà di quest’Amore, perché il cane è un segno di fedeltà. Invece coloro che il fuoco consumerà o rovinerà, sono tutti gli uomini del mondo.

6.  Dunque la frase suddetta, con altre parole, non significa altro che:

7.  La Luce d’Amore della Nuova Parola preparerà la via all’Amore divino, e la Fedeltà di quest’Amore rovinerà tutti i malfattori, tutti gli infedeli e tiepidi, poiché l’Oriente è libero e la Stella dell’Amore sta già alta!

8.  Questa è la facile comprensione di queste Parole espresse soltanto in modo più elevato. Ma poiché Io le ho svelate ancor di più, allora esse devono anche essere osservate anche di più. Amen!

9.  Questo lo dice il grande Orione attraverso il Suo Cane Maggiore. Amen, amen, amen.

 

 

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Cap 46

Risposte a tre domande

4 agosto 1842

Interroganti: a) Ans. H.; b) C.L.; c) Elisa H.

 

a) O Signore! Trent’anni fa io vidi nel convento R-n, quando mi misi a letto, un uomo colossale a cavallo nella mia stanza da letto, per la qual ragione fui colto da grande spavento. Quest’apparizione fu un’illusione, oppure fu una reale apparizione spirituale?

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.29”)

 

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Cap 47

Spiegazione su dieci domande

6 agosto 1842, pomeriggio

Dieci domande, su desiderio del servitore, messe giù per iscritto da Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.30”)

 

 

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Cap 48

Brevi chiarimenti su testi Biblici

16 e 17 agosto 1842

Io voglio dare a te ed agli altri qualcosa di molto importante, e questo deve sempre essere portato con voi e accolto in voi completamente; questo sia destinato anche ai figli di Ans. H. Z. Chi lo osserverà bene nel suo cuore, costui avrà la giustizia della vita e percorrerà la sua retta via che, piena di Luce, conduce a Me!

 

E così dunque scrivi:

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.23”)

 

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Cap 49

Su [Matteo 6, 34]

18 settembre 1842, pomeriggio ore 15

Perciò non vi preoccupate del domani, poiché il domani si preoccuperà per se stesso. Basta che ogni giorno abbia il suo proprio affanno.

 

1.  Scrivi dunque! Questo testo ha in verità in primo luogo solamente un significato naturale; ma ciò nonostante esso ha tuttavia un profondo senso celestiale-spirituale, così come ogni Parola che è scaturita dalla Bocca Mia, poiché anch’esso è scaturito da Me.

2.  Cosa dunque significa questo testo da osservare sopra ogni cosa sotto l’aspetto naturale, lo insegna il suo senso letterale. Ma ciò che contiene in maniera celestiale-spirituale, è infinitamente grande, e costerà al vostro spirito un grande sforzo afferrare soltanto pressappoco una piccolissima parte dello stesso!

3.  Voi direte: come può essere possibile questo? Infatti noi abbiamo certo già compreso così parecchie cose difficili, come dovrebbe essere proprio questo così incomprensibile?!”. Ma Io dico: solo pazienza! Alcune piccole prove allusive vi convinceranno subito di quanto è difficile afferrare il senso celestiale-spirituale di questo testo per coloro che non sono ancora completamente nei Cieli!![29]

4.  Ne esistono in verità ancora molti di testi simili, ma questo appartiene ai più difficili, perché esso ha puramente per fondamento suprema Sapienza. Quindi – alla prova:

5.  “Non preoccupatevi!” equivale a: non profetizzate. “Per il domani” significa: per la suprema Sapienza dell’eterno Spirito proveniente da Dio. “Perché il domani si preoccuperà per se stesso” significa: questa Sapienza non ha bisogno di nessun soccorritore. “Basta che ogni giorno abbia il suo proprio affanno!”, questo significa: “Vi basti che ad ogni spirito colmato con l’amore per il Padre è data una parte ben misurata della sapienza secondo la forza del suo amore!”.

6.  Questo però è il senso più facile da afferrare. Ma ora ascoltatene un altro, che suona così: “Non preoccupatevi per la pienezza delle future eternità, perché sono già colmate nel Mio Spirito; è abbastanza che dinanzi ai vostri occhi il presente sia infinito!”.

7.  Vedete, questo senso è già più difficile da afferrare nella sua pienezza. Ma vogliamo perseguire i significati ancora più in profondità; e così badate ancora a tutto ciò che il testo dice.

8.  Esso però dice inoltre: “L’Amore non abbia alcuna preoccupazione per la Sapienza; è abbastanza che la Sapienza suprema si occupi dell’Amore, perché l’Amore è certo il fondamento di ogni sapienza!”. Vedete, questo nell’intimissima profondità, è di nuovo già più difficile da afferrare.

9.  Inoltre: “La vita non domandi il giorno della morte, poiché la morte già si occupa del suo giorno; ma a voi basti il giorno della vita!”. Vedete, questo è già ancora molto più profondo!

10.      Ma vogliamo penetrare ancora più a fondo, ed ecco: “Non bruciate di giorno l’olio nella lampada, perché il giorno ha il suo luminare; ma nella notte non lasciate estinguere l’olio, altrimenti tormentate il vostro cuore col barlume della stessa, affinché in esso non si spenga la luce per il giorno della vita!”. Vedete, quanto questo senso è già nuovamente più profondo e più difficile!

11.      Ma andiamo ancora solo un po’ più avanti, e le cose andranno ancora già meglio; e così viene inoltre detto: “Una parola libera non cerchi la sua essenza, perché parola ed essenza sono una sola cosa; ogni parola ha già comunque la sua propria essenza! Comprendete in pienezza ciò?! Questo sarà già ben difficile!

12.      Ma ascoltate inoltre ancora! Un dono è giusto quando il donatore è un donatore saggio, perciò non siate preoccupati per il dono, ma per il donatore, perché attraverso il donatore il dono viene santificato! Vedete, questo è già nuovamente molto più profondo!

13.      Ma Io vi voglio dare un senso ancora più profondo, affinché da ciò scorgiate la profondità senza fine che si trova in questo testo; e così intendete ancora, perché così suona ulteriormente: “Non vogliate essere giudici nella grande ruota dell’Infinità, perché è abbastanza che vi sia un Giudice eterno; ma a voi è data una ruota propria – ecco, fate in modo che questa rimanga nel binario della vita!”.

14.      Vedete, così in tali testi un senso racchiude l’altro sempre all’infinito, ed ogni senso rivelato ha nuovamente in sé, in altre parole in sé e per sé, nuovamente dell’infinito. Per questo un testo simile può essere definito, con ragione, difficile da afferrare, perché la sua pienezza è senza fine.

15.      Ma da questo possono anche essere riconosciute proprio la pura divinità e la grande importanza di questi testi, quando racchiudono in sé tale Infinità!

16.      Anche per questo motivo non dovete prendere i testi facili per facili, perché quanto più apertamente un qualsiasi senso letterale si esprime, tanto più profondamente si trova il senso spiritual-celestiale. Perciò questi testi devono anche essere osservati con estrema attenzione perfino nel senso letterale, affinché attraverso di essi lo spirito diventi vivente per le profondità dei Cieli! Riflettete estremamente bene su questo – e Chi è Colui che vi consiglia ciò attraverso il servitore. Amen.

 

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Cap 50

La Preghiera del Signore

19 settembre 1842, mattino

Scrivi oggi un argomento solenne, vale a dire l’invocazione nella Mia Preghiera che suona così:

 

(segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.33”)

 

 

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Cap 51

SeguiMi, se vuoi vivere!

17 dicembre 1842, mattino

Questo puoi tu annunciarlo ad N.N. dalla Bocca Mia:

 

1.  Sono molto contrariato nel vedere che un marito si lascia sopraffare dalla parola della moglie. Chi ama sua moglie, i suoi figli, anzi, perfino i suoi genitori più di Me, costui non è degno di Me! – Ma come puoi volerMi mettere sullo stesso piano del mondo? Non sono Io più di tutto il mondo? – Come può ancora piacerti il suo sudiciume, se Io ti offro nutrimento da tutti i Cieli? – Se Io ti consiglio ed il mondo ti consiglia, e tu segui il consiglio del mondo, che cosa sono dunque Io per te? Vedi, o Io sono uno che non è, – oppure uno di cui non c’è da fidarsi, quindi un bugiardo!

2.  Se Io voglio aiutarti, allora devo, come adesso, benedire per te il sudiciume del mondo, così che tu non vada in rovina! È questo forse lodevole da parte tua? – Eppure tu Mi fai agire sempre così con te e Mi costringi, a fare per te dallo sterco del mondo dell’utile oro puro!

3.  Tu sai bene quanto Io sono buono, tollerante e paziente, per questo tu lo fai. Ma Io ti dico che su questa strada troverai pochi tesori viventi, poiché vedi, Io tollero davvero molto, ma crediMi, in questa Mia Tolleranza si trova ben poca vita!

4.  Io tollero anche tua moglie, che Mi è più fastidiosa di Iscariota, ma nonostante tutta questa Mia tolleranza lei è completamente morta già da tempo, – e ciò nonostante tu puoi lasciar che la sua parola ti sovrasti ed essere dinanzi a lei in grande timore a causa Mia! – O guarda che situazioni sono queste!

5.  Ma ora Io ti dico: “Sta attento che tua moglie non Mi danneggi! Diventa un uomo e non un pupazzo di tua moglie! Distogli totalmente il tuo volto dal suo dio mondano e nascondi bene la Mia Causa agli occhi della moglie e di tutti i tuoi corrotti figli, – altrimenti dal petto della donna si leverà un uragano che potrebbe essere di considerevole danno alla Mia Causa, ed alla fine Mi costringerebbe a mandare a monte con violenza i suoi piani!

6.  Ti ora sei ad un bivio: cioè tra Me ed il mondo. Tu hai la libera volontà: seguir Me oppure il mondo! Finora hai seguito il mondo ed avevi il Mio Consiglio, ora invece hai il consiglio del mondo, allora segui Me se vuoi vivere! Comprendilo bene. Amen.

 

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Cap 52

Il Mio Consiglio non è comandamento, e non costringe nessuno

16 gennaio 1843, sera

Su una domanda di Ans. H. a causa di un trasferimento.

1.  Riferisci dunque al Mio amico che si è rivolto per questo a Me con una domanda: il Mio Consiglio non è comandamento, e perciò non costringe nessuno ad una qualsiasi azione; ma ciò nonostante colui che lo ha ricevuto non deve prenderlo troppo alla leggera, se vuol procedere veramente felice.

2.  Io ho già mostrato parecchie volte il Mio giustissimo malcontento su tutta vita di città sotto ogni punto di vista. Ho mostrato come ora le città vivono già, senza eccezione, nel più perfetto anticristianesimo, e come nelle stesse non dimora più in nessun luogo nient’altro che: egoismo, avarizia, invidia, frode di ogni genere, prostituzione di ogni genere, lussuria, sensualità, usura, cibo cattivo, crapula, corruzione di tutti i buoni costumi ed in genere ogni tipo di vizio della specie più inaudita!

3.  Che cosa vi è di più naturale se non che Io distoglierò il Mio Volto prima di tutto da una simile dimora comune di tutti i vizi, anzi lo distoglierò di sicuro completamente, e farò venir sopra di una tale dimora di Satana un potente giudizio! – Se si sarà al sicuro rimanere qui, ora tu lo puoi, amico Mio, giudicare da te stesso!”.

4.  Perciò Io ti dico: “Ritirati quanto prima lontano dalla città, abbandona la dimora del vizio, perché presto Io la voglio visitare con grande rincaro[30], la voglio colpire con grande tenebra e la voglio lasciar passare completamente in ogni fornicazione, affinché soffochi nel fango della notte e della sua vita mondana a Me assolutamente assai sgradita.

5.  Quindi Io ti consiglio di andartene dalla città; ma non te lo ordino affatto. Io penso però che se qualcuno sa da Me che non è più consigliabile rimanere in una casa, perché è minacciata da un improvviso crollo, allora costui è un grande stolto se non vuol seguire il consiglio di Colui che sa anche troppo bene in che condizione si trova quella casa!

6.  Così pure Io condussi il popolo israelita fuori dell’Egitto, poiché Io sapevo bene come stavano le cose con quel paese. Così Lot dovette uscire dalla città, perché Io sapevo come stavano le cose con la città. Così feci fuggire anche tutti i Miei da Gerusalemme prima che Io giudicassi quell’antica adultera.

7.  Vedi, così è sempre fatto il Mio Consiglio; chi lo segue nel tempo giusto, costui non verrà sfiorato dal giudizio, – infatti, questo verrà come un fulmine del tutto inaspettato!

8.  Tu però domandi: “Dove devo io trasferirmi in modo che Tu, o Padre, te ne compiaccia?”. Io non ti dico: vedi, vai lì o vai là! Dove hai in mente di andare, là va pure, ed Io sarò, benedicendoti, accanto a te e verrò con te! – Se la terra di Carinzia è quella giusta, non lo domandare; ma se ci andrai, Io sarò accanto a te.

9.  Tu però non devi stabilirti facilmente in qualche luogo della Stiria, il cui cuore è la città dove tu dimori; perché com’è il cuore, così è anche il corpo!

10.      La Carinzia, la Svizzera ed il Württemberg però sono ancor sempre le regioni migliori. Anche il Tirolo non sarebbe così male se le valli non fossero così piene della notte, – ma è comunque molto meglio della Stiria e di altre regioni dell’Austria. Perciò lo voglio anch’esso preservarlo per un certo tempo dall’imminente pestilenza!

11.      Ma che cosa devi dire ai tuoi ricchi parenti, se ti dovessero domandare perché stai facendo questo? – In primo luogo tu sei un signore della tua volontà e puoi fare quello che vuoi; in secondo luogo però, è meglio ascoltare Me che i parenti! – Lascia che i morti seppelliscano i morti, tu invece seguiMi!

12.      Al momento però, quando tu pensi di seguire il Mio consiglio, Io ti darò già alla lettera quello che dovrai dire, e nessuno ti ostacolerà nella tua iniziativa di cui Io mi compiaccio. Ma non prolungare troppo il termine, perché la Mia bocca da fuoco è caricata e ben puntata!

13.      Io però proteggerò anche gli altri amici Miei. Come? Lo so Io! – Quindi osserva questo consiglio, se tu vuoi. Amen

 

*

Dove me ne andrò lontano dal tuo spirito?

E dove fuggirò dallo sguardo Tuo?

Salgo in Cielo e Tu sei là;

scendo nel soggiorno dei morti,

ed ecco che sei anche là.

Se prendessi le ali dell’aurora,

e rimanessi all’estremo del mare,

pure quivi mi condurrebbe la Tua mano

e la Tua destra mi sosterrebbe.

Se dicessi: “Le tenebre mi possano coprire!”,

allora anche la notte deve essere luce intorno a me,

poiché anche le tenebre non sono tenebrose presso di Te,

e la notte è luminosa come il giorno,

e la tenebra è come la luce.

[Salmi 139,7-12].

 

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Cap 53

Sul dr. David Friedrich Straub[31]

18 gennaio 1843, sera

1.  Vedi, intanto è necessario sapere chi è quest’uomo, poiché si tratta di stabilire più da vicino quei testi del Mio Libro, per i quali proprio quest’uomo si scandalizza a causa delle contraddizioni e cerca di dimostrare la non divinità della Mia Parola.

2.  Di tali testi ce ne sono certo ancora in grande quantità nel Mio Libro che l’uomo usa come arma contro di Me. Solo che noi ne avremo a sufficienza in questi testi che si trovano già preparati per scrutare totalmente la natura del nostro avversario e quindi anche il suo grande errore.

3.  Tu però domandi: “Chi è Straub, e perché fa questo?”. – Quindi prendi nota, te lo voglio rivelare!

4.  Straub è un profeta del tempo ed un profeta del mondo; egli è un costruttore che vuol costruire con pietre preziose un grande edificio sulla sabbia del mondo trasportata dal vento, sì, vuole costruire un edificio tale che debba sfidare l’eternità. Ma quale contraddizione, quale follia è questa, si dimostrerà molto chiaramente proprio dai seguenti testi. – L’uomo costruirà in modo sbagliato, egli comprenderà la sua follia; quando verranno piogge e venti, allora il suo sontuoso edificio crollerà! Ma sulla sabbia poi molti cercatori troveranno le pietre preziose, le porteranno sulle rocce e qui sotto la Mia direzione costruiranno proprio dalle stesse pietre preziose trovate un tale sontuoso edificio che sfiderà poi tutte le eterne tempeste dei tempi!

5.  Vedi, così doveva venire anche uno Straub, uno dei maggiori avversari della Mia Parola, così che il Mio Santuario potesse esser combattuto fino all’ultima virgoletta e potesse essere stabilita alla notte la più estrema linea di confine, affinché ora tutto l’erudito mondo veda quanto è grande l’orizzonte delle proprie conoscenze, ed dica perfettamente ed alla lettera: “Fin qui e non oltre di un pelo!”. – Così anche Straub è certo un profeta necessario!

6.  Ci sono però già una quantità di raccoglitori di pietre preziose sulla sabbia portata dal vento di questo profeta, e si trova già quasi terminato un altro edificio su una potente roccia! – Perciò lasciamo quest’uomo nella sua sfera; egli ci è necessario poiché sparge prima il seme della notte. Questa malerba sarà raccolta e dovrà essere bruciata sul nostro campo, affinché questo sia concimato con la sua cenere nel modo più vantaggioso.

7.  Ora spero che tu sappia chi è Straub e perché fa questo! Ma poiché ora lo sai, non scandalizzarti per causa sua, poiché anche lui è un lavoratore per Me, e lo deve essere, perché lo deve! Quindi comprendi questo molto bene. Amen.

 

Continuazione del 20 gennaio 1843, mattino

[Numeri, cap. 22° versetto 28-30]

8.  Chi può non riconoscere quest’immagine? – Chi è il profeta Balaam? E chi la sua asina che in precedenza l’aveva sempre portato docilmente?

9.  Oh quanto chiaramente si trova questo dinanzi agli occhi di ognuno; e tuttavia nessuno riesce a riconoscerlo rettamente! – Vedi, Balaam indica tutta l’erudizione del mondo in senso naturale, e l’asina indica la natura su cui cavalcano tutti questi eruditi.

10.      Fino a che gli eruditi cavalcano quest’asina, per amor del loro scopo mondano e propriamente naturale, questo animale da soma è sempre paziente. Se però su quest’animale da soma vogliono osare di entrare in modo infame nell’intimo Santuario spirituale, allora quest’asina diventa caparbia. E se vogliono ottenere questo con la forza, allora l’asina diventa anche subito parlante e dice: “Che cosa vi ho fatto, perché mi maltrattate così e volete costringermi a qualcosa che è impossibile?! Voi mi potete distruggere e ridurmi in atomi, ma così sopra di me non riuscirete ad avanzare di un pelo, perché non io, ma la Potenza di Dio si mette qui contro di voi e non vi lascia proseguire, poiché voi fate ciò che è contrario al Suo eterno Ordine divino! – Non è così?”.

11.      Che cosa fa Straub oppure il vero e proprio profeta Balaam di questo tempo? – Egli cavalca proprio quest’asina per insinuare ovunque sospetti contro di Me davanti al Mio popolo. Egli vuole costringere l’animale da soma, la Terra naturale, a servirlo per mandare in rovina Me e tutta la Mia Rivelazione! – Ma questo animale, altrimenti paziente, gli dice: “Fin qui e non oltre di un pelo!”. Se invece vuoi annunciare l’Onore di Dio, allora ti saranno aperti gli occhi ed il tuo animale da soma ti porterà là dove tu sentirai, dal tuo somaro, la Parola di Dio ed annuncerai l’Onore Suo!

12.      Balaam comprese il suo animale da soma, – ma Straub, il grande erudito, non lo comprende ancora! – Ma continuerà anche a non capirlo, fino a quando rimarrà un cavalcatore naturale della lettera naturale. Ma se volesse riflettere sul fatto che la Natura cela in sé ancora altre forze del tutto diverse che non possono essere svelate da nessuna forma esteriore, allora certamente gli dovrebbe anche divenir ben chiaro che dietro la forma letterale della Parola di Dio si cela certamente anche qualcos’altro che non solamente la forma morta per lui visibile!

13.      Io però ritengo che un giorno anche per lui verrà ancora il tempo in cui comprenderà, come un Balaam, il suo ostinato animale da soma! Comprendete ora questo?

 

Continuazione il 21 gennaio 1843, mattino

[Libro di Giosué, cap. 10, versetto 12-14]

14.      Se certi eruditi sapessero trattare meglio l’asina di Balaam, questo paziente animale da soma darebbe loro anche qui la debita spiegazione, parlando in modo davvero molto comprensibile, – ma ora questo animale, sotto il bastone assai grosso del nuovo ostinatissimo profeta, è diventato ostinato perfino come un mulo e si lascia piuttosto battere a morte che aprir bocca!

15.      Io però domando: “Chi ha fatto il Sole, la Luna e la Terra?”. – E chi ha dato loro il movimento? – Chi ha messo tutte queste leggi nei corpi mondiali?” Ma Io pongo il caso in cui un tale profeta erudito vada nel laboratorio di un meccanico, il quale stesse fermando il pendolo di un orologio astronomico per un certo tempo, in una maniera ancora sconosciuta all’erudito, allora Io penso che non potrebbe esistere nulla di più ridicolo che l’erudito domandasse al meccanico: “Amico, come puoi fare una cosa simile e non fermi il pendolo in movimento là dove si muove di più, ma in modo del tutto misterioso tocchi soltanto nel meccanismo, di gran lunga più quieto, e riesci a fermare il pendolo in movimento in una maniera per me inspiegabile?!”.

16.      Quale risposta darebbe il meccanico ad un tale erudito che pretende di essere onnisciente? Specialmente se costui volesse contestargli ogni conoscenza meccanica, per il motivo che il meccanico ha fatto un artifizio assolutamente sconosciuto all’erudito per fermare il pendolo. – Egli o compatirebbe pietosamente l’erudito, oppure gli mostrerebbe la porta! Ma Io penso che, come il meccanico conosce la sua opera, così anch’Io conoscerò la Mia, e posso perciò benissimo interferire nel Sole e fermare per un certo tempo con questo il pendolo Terra orbitante intorno ad esso, senza che con questo il resto della Creazione venga anche solo minimamente disturbata.

17.      Ma si legge nel 14° versetto: “E mai ci fu prima e dopo un giorno così lungo, nel quale il Signore obbedì alla voce di un uomo, poiché l’Eterno guerreggiò per il popolo d’Israele”.

18.      Ma questo equivale a dire: “Il Signore nella Sua Creazione esaudì l’ignoranza che aveva un uomo con l’ordine dei corpi mondiali, ed esaudì all’apparenza il desiderio di un uomo che non sapeva quello che diceva!”.

19.      Ma Io penso che, se il nuovo Balaam può stimare dalla Mia Parola tutto quanto così malamente per Me, allora egli lo potrebbe anche stimare così come Io l’ho mostrato adesso?! – Sì, egli potrebbe ben farlo, ma il suo animale da soma è diventato testardo; perciò egli è anche cieco nella Mia Sfera!

20.      Ma il “Sole”indica anche Sapienza e la “Luna” l’Amore!

21.      Sennonché Straub non accetta nulla di spirituale; perciò vogliamo anche risparmiargli il senso interiore di questi testi! Comprendete questo bene anche voi, perfino nel senso letterale. Amen.

 

Continuazione il 23 gennaio 1843, mattino

 

[Esodo, cap. 11°, versetto 2, e cap. 12° versetto 36]

 

22.      Qui si domandi all’uomo erudito, da dove mai i re ed i principi hanno il diritto di pretendere tasse dai loro sudditi, e da dove i sacerdoti la decima? – Perché mai il retto cittadino deve dare all’imperatore quello che è suo, ed a Dio quello che è di Dio? Perché mai si dice: “Siate sottomessi all’autorità mondana, poiché non vi è alcun potere, eccetto in Dio”. Ma se a qualcuno è dato il potere, allora gli è stato dato da Dio, in qualsiasi modo possa essere fatto! – Come può dunque una tal cosa fuorviare l’uomo?!

23.      Io ritengo però che quello che il Signore fa ed ha fatto, dovrebbe essere ben fatto, essendo Egli certamente un Signore perfetto e quindi unicamente la più perfetta Quintessenza di ogni diritto su tutte le cose e su tutte le Sue creature! – Anche su questo quell’uomo dovrebbe aver qualcosa da obiettare? Se un vicino dicesse all’altro: “Amico! Io pretendo da te annualmente un terzo del tuo raccolto!”. – Che cosa dirà il vicino? – Io dico che egli tratterà addirittura male il richiedente e gli dirà molto seriamente: “Con quale diritto pretendi tu questo da me?! Vattene con questa pretesa, se non vuoi essere mandato in rovina da me!”.

24.      Se invece il monarca fa promulgare un ordine che suona così: “Ognuno dei miei sudditi d’ora in poi mi dovrà cedere la metà del suo raccolto; chi opporrà resistenza, costui dovrà essere trattato come un ribelle, e chi non ha raccolto nulla ed ha però casa e terreno, a costui si deve portar via tutto affinché io ottenga la mia metà!”, – perché in questo caso il suddito non parla così come ha parlato prima al suo vicino? Tu rispondi: “Perché questo lo dispone il potente signore del paese”.

25.      Bene – se dunque il signore del paese con il suo potere ha il diritto di tassare il suo popolo in modo eccessivo e nessuno osa contestarglielo, sebbene dal punto di vista della fratellanza umana è certo molto evidentemente ingiusto voler raccogliere là dove mai in eterno si aveva sparso un seme, – allora Io ritengo che al Creatore di tutte le cose dovrebbe pur spettare il diritto di dire agli israeliti che prendessero l’oro e l’argento agli egiziani arroganti, avendo dovuto in passato lavorare a lungo duramente per loro, come un condottiero ha il diritto di saccheggiare una città conquistata!? – Perciò l’uomo si deve piuttosto lasciare istruire meglio sui Miei eterni Diritti esclusivi, e soltanto dopo giudicare se le Mie direttive sono divine o non divine!

26.      Tra l’altro i vasi d’oro e d’argento significano anche qualcosa ancora del tutto diverso, – solo che questo non è per il nostro uomo, perciò solamente la spada della lettera. Amen!

 

Continuazione il 25 gennaio 1843, mattino

 

[Seconda lettera ai Corinzi, capitolo 11, versetti 13-15]

 

27.      Anche questo vale per il dr. Straub.

28.      Vedi, detto in breve, è anche ben detto! – Gli Straub e tutti gli avidi sacerdoti, quanto più alto è il rango mondano, tanto peggio è, e questo di qualsivoglia confessione, poi tutti i legislatori e potenti secondo il rango mondano, interessati solo al proprio utile e per questo assetati di potere, sono tutti pseudoapostoli e lavoratori fraudolenti nella Mia Vigna. Anche se esteriormente si atteggiano come se fossero apostoli Miei, essi non sono tuttavia nient’altro che lupi feroci in vesti d’agnello – oppure tradotto ancora meglio: essi sono dei Satana che, per assicurarsi meglio la preda, si atteggiano esteriormente ad angeli della Luce infallibile. E poi non vi è anche nulla di strano se i servitori di costoro, nella sfera della loro giustizia che devono esercitare, siano uguali ai loro signori! – Io però dico: “La loro ricompensa sarà secondo le opere loro!”.

29.      Ma chi è il migliore di questo trio? – Vedi, gli Straub di per sé sono migliori dei sacerdoti e dei legislatori, gli Straub infatti non pretendono nulla per la loro luce e per i danni arrecati, gli altri invece pretendono per questo ancora un poderoso tributo!

30.      Chi fa del male senza vedere il male, costui è soltanto una guida cieca del cieco, ed il giudizio su di lui sarà moderato. Chi invece vuole essere un vedente e guida il cieco alla rovina, lo uccide ed in più lo deruba anche del poco che ha – costui sarà ben un maligno Satana?!

31.      Io penso che questo poco ti potrà ben bastare, poiché è facile comprendere come lo intendo Io! – O clero, o giustizia! Tu grande afflizione del mondo fino all’imminente fine! La tua ricompensa sarà grande amen.


Continuazione il 26 gennaio 1843, mattino.

 

[Evangelo di Giovanni, cap.7, versetti 3-5]

 

32.      Questo è adatto per i pronostici del dr. Straub.

33.      Vedi, se il Signore non agisce secondo il senso, meglio il non senso degli uomini, allora nessuno vuole credere in Lui. – Non dicono anche adesso i fratelli a Me, più che ai Miei tempi: “IncamminaTi di là, va in Giudea, affinché anche i discepoli vedano le Opere che Tu fai! Chi fa mai qualcosa in segreto se vuole farsi conoscere? Ma Tu fai tali opere, allora falle dinanzi al mondo, affinché anche i Tuoi discepoli credano in Te!”.

34.      Chi sono dunque i fratelli? Ognuno che crede in Me ed ascolta la Mia Parola, quello è Mio fratello; infatti, è per questo che anch’Io ho preso l’umano e volli nascere com’è nato ogni altro uomo.

35.      Ma questi fratelli credono completamente in Me? – No, essi non credono! – Ma perché non credono? Perché Io, quale Dio e Creatore, per loro volevo essere un vero Fratello, e perché Io, in quanto tale, non agisco secondo la loro insensatezza, perché Io sono dall’Eternità la massima Sapienza!

36.      Ma che cosa pretendono tuttavia i fratelli da Me? – Essi pretendono che Io, quale Dio, Mi debba manifestare a tutti i porci del mondo! E se non lo faccio, allora non vogliono credere in Me e dicono: “Che cosa ce ne facciamo di un Dio simile che non osa venire alla luce del giorno e si ritira continuamente come la volpe nella sua tana? Non sono dunque tutti gli uomini Sue creature? – Perché si aggira soltanto con i singoli e non bada alla collettività? – Perché non va dai potenti, dai sommi sacerdoti, che Egli fino ad ora ha pur tollerato finora nel loro benessere, ma se ne va di soppiatto come un timoroso nei nascondigli più segreti, là si fa i pescatori ed ogni genere di altra insignificante plebaglia peccatrice suoi amici e fratelli e vuole operare con loro? Invece coloro che Egli ha nominato Suoi servitori sotto Mosè tra tuoni, lampi e terremoti, ora li mette da parte, addirittura li disprezza pure, li insulta e li evita se solamente può!”.

37.      Vedete, questo è l’antico rimprovero, e Straub insieme a tutto il mondo incredulo Mi fanno sempre lo stesso rimprovero! E malgrado ciò Io non voglio cambiare! – Non trovate questo strano? – Io parlo con uno di voi, anzi, costantemente con un peccatore e non Mi va di parlare con gli altri. – Non è questo nuovamente strano? – A Me sono più cari i poveri straccioni che gli onorati ricchi, che sono un vero onore mondano ed uno splendido ornamento! – Non è questo strano? – Io preferisco la Maddalena piuttosto che la più pudica vestale da monastero! – Non è questo strano?

38.      Sì, ci sarebbero ancora una quantità di tali stranezze, ma cosa serve ragionare su questo, se a Me è più caro un figlio che il più erudito Straub! Io sono così e non diversamente. A chi non piaccio così, costui Mi deve cambiare se può. Io comunque rimarrò in questa condizione per l’eternità. Perché? Perché a Me piace proprio così più di tutto.

39.      Questo lo comprenda ogni Straub. Amen.

 

Continuazione il 27 gennaio 1843, mattino

Il mondo e lo spirito del Tempo

 

Daniele, l’ultimo tempo, l’anticristo,  [cap.11, passando al cap.12 versetti 37 e 38]

 

40.      Anche qui vogliamo esprimerci brevemente e mostrare con poche parole come stanno le cose. Chi è il re e chi il dio ‘Mäusim’? – Il re è il mondo, ed il dio Mäusim è il cosiddetto spirito del tempo! – “Come mai?”, dici tu. – Allora guarda e giudica tu stesso se non è proprio così!

41.      L’attuale mondo degli uomini attuali tiene conto di un Dio? – Io ti dico, nemmeno il miglior sacerdote senza denaro, vale a dire, senza oro ed argento! – Come stanno le cose con l’amore per le donne? – DimMi, quale fanciulla, per quanto timorata di Dio e casta, e per di più di incantevole bellezza femminile, ha ancora un valore dinanzi agli uomini del mondo se non ha denaro? Chi prende in moglie una ragazza povera? Se vuol fare la prostituta, allora viene pagata perché si spogli, e se per amore Mio non vuole farlo, allora viene considerata una pazza ed è spregevole dinanzi agli occhi del mondo.

42.      Ora comprendi che il re è descritto giustamente? Ed il suo dio, lo spirito del tempo, insegna al re a cercare oro, argento, pietre preziose ed altri oggetti di valore e di onorarlo con gli stessi!

43.      Ma che cos’è l’essenza di questo dio? – Questo lo dice già il suo nome ‘Mäusim’, cioè: spergiuro, amor di se stessi, egoismo, gloria, sfarzo, ambizione, superbia, disprezzo di tutto quello che è contrario all’egoismo! – Conosci ora questo dio?! – Guarda,ora è dunque perfettamente dinanzi agli occhi tuoi!

44.      Tu dici: “Sì, o Signore, è proprio esattamente così dinanzi agli occhi nostri; ma cosa ha a che fare lo Straub con il Mäusim?”. – Io ti dico: “Moltissimo, perché da un lato si personifica in lui questo dio, proprio così come dall’altro lato si personifica nell’attuale alto clero, e questo senza eccezione in tutto il mondo.

45.      Straub rinnega Cristo attraverso i suoi scritti, l’alto clero invece attraverso le sue azioni! – Straub vende i suoi scritti ovvero il non-Cristo per denaro; l’alto clero invece fa tutto per il Cristo per denaro. Senza denaro e senza gloria però, esso farebbe per Cristo tanto poco, quanto poco Straub avrebbe scritto un non-Cristo se non avesse ricevuto in cambio davvero molto denaro! – Quindi Cristo o non-Cristo, è lo stesso, purché in un modo o nell’altro frutta denaro; allora si può fare tutto per Lui!

46.      E guarda, questo Cristo o non-Cristo è il vero e proprio Mäusim personificato, oppure il verissimo anticristo! – Io però ora ritengo che tu questa volta comprenderai finalmente la questione; ma comprendi anche perché qui l’11° capitolo passa così potentemente nel 12° come la notte nel giorno, allora contemplerai svelato l’intero alto mistero. Sia quindi il vostro intendimento rivolto ad osservare ed a comprendere questo, amen.

 

Continuazione il 28 gennaio 1843

 

Quindi scrivi ancora un breve epilogo sul dr Straub.

47.      Tu non vedi ancora così chiaro riguardo all’amore delle donne rappresentato in Daniele e dici: “Che cosa questo ha a che fare col dr Straub?”. – Io ti dico: “Moltissimo!” Come? – Questo deve essere subito approfondito.

48.      Vedi, Straub dunque – oppure non-Cristo, è tutt’uno. Ebbene, tu hai il vero Cristo. Ma che cosa dice costui? – Tu dici: «Il vero Cristo dice: “Cercate innanzi tutto il Regno di Dio e la Sua Giustizia (che è l’Amore), tutto il resto vi sarà dato in aggiunta”. – “Non preoccupatevi del domani e non domandate: Che cosa mangeremo, e con che cosa ci vestiremo? Poiché soltanto i pagani mirano a tutto questo. Guardate invece gli uccelli nell’aria: essi non seminano e non raccolgono nei granai, eppure il Padre Celeste li nutre. Ed i gigli nel campo, guardateli: essi non filano e non tessono, eppure Salomone in tutta la sua magnificenza regale, non era vestito più splendidamente di loro!”».

49.      Hai risposto bene. Ma ora dimMi: “Come si comporta allora il tuo vero Cristo e l’attuale comune industria popolare?”. – Tu dici: “O Signore, lì le cose stanno proprio come cielo ed inferno!”. – Giusta considerazione, dico Io, – ora però fa attenzione!

50.      Vedi, tu ora conosci ed hai con te ed in te il vero vecchio Cristo mediante la tua fede in Lui ed il tuo amore per Lui. Ma ora va, da uomo celibe, ancora ben in età da matrimonio, in una – cosiddetta – casa davvero cristiana, che ha una figlia da maritare, e là, poiché hai Me pienamente, con questo eterno tesoro della vita, chiedi dunque ai genitori la mano della figlia. – Che cosa pensi tu, come sarà la risposta ad una tale domanda? – Guarda, te la voglio dare alla lettera.

51.      I due genitori ti diranno: “Buon amico, è assai lodevole e bello da parte vostra, che voi, essendo del resto ben conosciuto come uomo onorato e stimato, abbiate volto i vostri occhi rispettabili sulla nostra figliola. Soltanto che voi, da uomo di esperienza, certamente saprete che nel tempo attuale si deve o essere qualcosa oppure avere qualcosa per ottenere una moglie. Voi invece non siete nulla e, per quanto ne sappiamo, non avete neppure nulla che le vostre qualità del resto stimabili, con le quali però, nel tempo presente, non si riesce certo a mettere nulla sotto i denti. Quindi voi, da uomo ragionevole, comprenderete anche bene che con tali prospettive non possiamo concedere nostra figlia. Lei, la figlia, oggi o domani avrà anche un bel patrimonio e perciò può anche scegliere a sua volta qualcuno che, in un modo o nell’altro, le possa corrispondere. Noi, del resto, vi siamo molto obbligati e ci sentiremo sempre lusingati se verrete a visitarci come amico, ma non con l’attuale intenzione, perché allora dovremmo pregarvi molto seriamente di evitare la nostra casa!”.

52.       Qui tu ce l’hai alla lettera, e puoi ancora domandare che cosa ha a che fare Straub con l’amore delle donne? – Non vedi dunque: “Dove c’è Cristo, non c’è denaro; dove invece c’è denaro, non c’è Cristo!”. Ma Straub nega certamente Cristo, quindi egli è per l’oro. Di conseguenza se tu hai Straub ovvero oro, allora avrai anche l’amore delle donne; senza Straub invece riceverai sempre la medesima risposta!

53.      L’amore delle donne di conseguenza è da prendersi in due modi: in primo luogo, l’uomo che ha un patrimonio, salvo eccezioni ora rarissime, non considera una donna se non è pari a lui, vale a dire o per la condizione sociale vantaggiosa, di prestigio, oppure per il patrimonio; ed in secondo luogo la donna non ha in se stessa nessun amore, se non quello del Dr Straub, ovvero, detto chiaramente, quello dell’oro.

54.      Che però un tale cristianesimo, che dovrebbe essere veramente una fratellanza assai intima, sia un cristianesimo altrettanto buono quanto quello che descriveva Straub, lo puoi dedurre molto facilmente se tu paragoni il vero, vecchio Cristo con l’attuale Cristo-denaro, e che proprio questo denaro-Cristo, insieme al non-Cristo di Straub è assolutamente il vero e proprio anticristo personificato nella sua essenza.

55.      Io penso di non aver bisogno di mostrartelo più da vicino, e quindi accontentati di questo. Amen.

 

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Cap 54

“Non gettate le perle dinanzi ai porci”

[Matteo 7, 6]

7 aprile 1843, sera

O signore, Tu dicesti ai Tuoi: “Non gettate le perle dinanzi ai porci!”. Eppure Tu, Perla preziosissima, Ti lasciasti calpestare da indegni sacerdoti?!

1.  Sì, è proprio così in pienissima serietà, solo che qui si deve distinguere assai bene Chi sono Io – e chi sono gli apostoli ed i discepoli.

2.  Tu sei un signore in casa tua e puoi fare con i tuoi tesori ciò che vuoi, e perciò non devi dare a nessuno una giustificazione per questo, perché tu fai così come ti sembra bene. Se però nomini un servitore nella tua casa, gli darai forse anche i pieni poteri di fare con i tuoi tesori ciò che vuole senza che ti chieda anche solo minimamente un consiglio, oppure senza che si attenga in qualche modo alle tue disposizioni?! Io ritengo invece che tu incaricherai in modo ben diverso il tuo servitore, affinché vegli nel modo più fedele ad ogni ora sulla tua casa ed impedisca accuratamente ad ogni ladro di mettere la sua mano appiccicosa al tuo forziere!

3.  Ma se già tu vorrai agire così con prudenza per la tua casa, allora non sarà certo un modo d’agire poco saggio pure presso di Me, se Io ho ordinato ai Miei servitori di non predicare la Mia Parola ai porci, essendo essa certamente, nel modo più vivente, il massimo Tesoro del Mio Amore e della Mia Misericordia!

4.  Si tratta dunque soltanto di sapere propriamente chi sono i porci e chi effettivamente i ladri. – Un porco caccia tutto nel suo ventre e là l’utilizza naturalmente per il suo nutrimento; così anche un ladro ruba tutto ciò da cui riesce solamente a trarne profitto.

5.  Questo è sicuramente chiaro come il Sole. Di conseguenza però i sacerdoti non sono da considerarsi porci e ladri, essi, infatti, non volevano i Miei Tesori; quindi sono di certo da considerare veri assassini, ma non per questo sono da considerarsi porci e ladri della Mia Parola!

6.  In tutti i tempi però sono esistiti certi incantatori, maghi, falsi profeti ed egoistici, ingannevoli operatori di miracoli, vergognosamente scaltri. Costoro riuscivano ad utilizzare tutto per il loro miglior profitto. Ma la Mia Parola, che in se stessa è onnipotente, sarebbe stata certo per questi porci e ladri l’acqua migliore per i loro mulini, se in qualche modo l’avessero potuta ottenere. Per quest’evenienza dunque Io diedi agli apostoli l’ordine precauzionale di non gettare le Mie Perle a simili porci e ladri!

7.  Tali porci e veri e propri ladri sono però, anche al giorno d’oggi, tutti coloro che fanno della Mia Dottrina un vero e proprio articolo commerciale e si fanno pagare per ogni Parola del Vangelo, e così mischiano anche le Parole della Vita nelle loro immondizie, per preparare da ciò una nuova sostanza miracolosa e portatrice di molto denaro.

8.  Considera tutte le immagini miracolose nelle quasi innumerevoli case di preghiera di pietra, d’argilla e legno; non sono esse tutte adornate con le Mie Perle? Guarda tutti gli oggetti cerimoniali; qui però non ce n’è nemmeno uno, fino alla polvere stessa della chiesa, che non sia avvolto ed intessuto ovunque possibile, fin nei più piccoli dettagli, appunto con le Perle! – Io penso che non sarà necessario dirti di più su questo.

9.  I primi apostoli hanno anche osservato nel modo più accurato questo comando; ma con la sempre più vasta diffusione della Parola fu poi impossibile evitare che, sul terreno aperto, potessero giungere anche porci e ladri nella Mia grande Vigna. Quindi anche il comando in se stesso fu sempre osservato.

10.      Ma poiché anche i porci ed i ladri sono creature viventi, che hanno pure la loro libera volontà, allora poterono certo anch’essi entrare nella grande Vigna e qui commettere un’indecente rapina! Essi perciò hanno anche soltanto ciò che hanno rubato e rapinato – non però ciò che è stato dato loro.

11.      Ma ciò che essi hanno è perciò morto e non serve loro per la vita, ma solo per la morte, giacché essi immergono, colmi della più vergognosa impurità, le loro mani nel Mio Piatto. Chi ha la Perla e non l’ottiene da Me in maniera vivente, ma da un’altra parte, costui è un ladro, un rapinatore ed un porco; per costoro una macina al collo nella profondità del mare sarebbe meglio che una Perla simile[32]! Costoro, infatti, non sfuggiranno al loro giudice che essi certo portano in sé.

12.      Ma chi l’apprende da Me, dal Padre, ed ha la Parola vivente, costui ce l’ha giustamente; però deve badare altrettanto a non gettare poi le perle ai porci! – Così è da intendere questa cosa, e così intendila tu, figlio Mio. Amen.

 

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Cap 55

Una breve risposta del Signore ad una domanda riguardante Satana ed i suoi seguaci

3 maggio 1843.

Domanda

O Signore! Come tratta poi Satana i suoi spiriti che la seguono? Hanno amore per lei o paura di lei?

 

Risposta

A questa domanda non posso dirti altro se non che la serpe si comporta in modo del tutto neutrale e non “manipola” nessuno; ma ognuno vive sulla sua stessa proprietà[33]. – Ogni amore infernale però è un odio intimo, ogni azione benefica è amore proprio, ed ogni magnanimità è la più maleodorante superbia! Di più non ho bisogno di dirti, poiché con questo puoi averne più che a sufficienza. Amen.

 

 

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Cap 56

Spiegazione del 93° Salmo di Davide

26 maggio 1843

Scrivi per oggi qualcosa sul Salmo 93 di Davide, affinché qualcuno possa scorgere intorno a quale tempo e ora in questo tempo. – Vedi, questo è certo uno dei Salmi più brevi dell’uomo secondo il Mio Cuore, poiché consiste precisamente soltanto di cinque versetti; ma per la sua importanza proprio per questo tempo presente e per il suo futuro è uno dei più grandi canti del cantore nello Spirito dell’eterno Ordine proveniente da Me! – Ma come questo è certo il caso, deve seguire subito molto brevemente – e così scrivi, ascolta e guarda!

 

Salmo 93

 

1. «Il Signore è Re; e lo è in sfolgoranti ornamenti».

Questo significa: Io, il Signore Gesù Cristo, sono l’unico Dio di tutti i Cieli e di tutti i Mondi, in tutta l’infinita eterna Pienezza della divina Potenza, Forza, Potestà, Santità, Grazia, Amore e Misericordia; tutto questo è il Mio eterno Ordine, Sapienza ovvero la divina Giustizia. – Il Signore è adornato ed ha fondato un Regno vasto come il mondo, questo significa: dal Mio Ordine Io Mi sono impietosito degli uomini della Terra e li voglio rialzare nel loro spirito, ed il loro spirito dovrà essere un signore nella loro anima e nella loro carne”; e lo ha preparato perché deve rimanere, significa: Io dono il Regno dai Cieli allo spirito nell’uomo; la Parola vivente d’ora in poi dovrà rimanere nell’uomo per sempre, e la morte non dovrà avere più potere.

 

2. «Da allora il Tuo Trono è saldo; Tu sei eterno!»

Significa: Dal tempo in cui Io, mediante la vivente Parola interiore, risveglierò lo spirito dell’uomo, il Mio Amore rimarrà nell’uomo, e nessuno dei risvegliati dubiterà più di Me e delle Mie Promesse, perché Io mostrerò allo spirito le infinite Meraviglie del Mio Amore, della Mia Sapienza, Santità e Potenza, nella profondità delle Profondità, permanente per tutti i tempi dei tempi.

 

3. «Signore! I flussi delle acque si alzano, i flussi delle acque alzano il loro fragore, i flussi sollevano le loro onde».

Significa: Io sono l’unico Dio; cero all’inizio gli uomini mondani vi si opporranno, e gli eruditi mondani grideranno e scriveranno contro, ed i potentati pesteranno i piedi con ira possente e vi si rivolteranno contro con violenza.

 

4. «Le onde nel mare sono grandi e mugghiano spaventosamente; il Signore però è ancora più grande nelle altezze!»

Significa: il sacerdozio del mondo scenderà in campo contro ciò molto potentemente e condannerà con grande ira e grande furia il nuovo Regno nell’uomo; ma nessuno se ne curerà più e non ascolterà il piagnisteo dei miseri, poiché essi strilleranno solamente come impotenti spargitori iracondi. Ma Io penetrerò tuttavia molto potentemente con il Mio Amore e la Mia Sapienza dai Cieli nello spirito degli uomini, e farò seccare ed esaurire completamente i fiumi, e stenderò sul mare (paganesimo sacerdotale) il Mio Braccio potente affinché abbia a solidificarsi per l’eternità nella massima impotenza!

 

5. «La Tua Parola è un vero insegnamento; Santità è l’ornamento della tua casa in eterno».

Significa: la Mia vivente Parola nello Spirito è una vera Predica, Dottrina, Chiesa; è una vera, santa dimora di Dio nell’uomo, il vero Regno di Dio negli uomini e fra gli uomini della Terra. Questa Parola (Santità) è la Verità, (Ornamento) la Via e l’eterna Vita nel puro amore per Me!

 

Vedete, questo è il significato fondamentale di questo Salmo, secondo la sua profezia è iniziato or ora il tempo e farà enormi progressi, sebbene all’inizio più in segreto. Ma quando, in breve tempo, i cuori saranno riscaldati e illuminati ben bene, allora anche la Mia Mano manderà ad effetto un potente colpo contro tutto il mondo, e farà sorgere con grande splendore del cuore i risvegliati e i battezzati con il Mio Spirito vivente; ed Io stesso non raramente potrò essere incontrato, di nuovo visibile, in mezzo ai Miei, e li arricchirò con grande potenza sopra tutte le cose. Amen, amen, amen!

 

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Cap 57

Il Mattino

28 giugno 1843

1.

              Sublime, il padre del giorno s’avvicina! –

              L’oscurità, terra e mare, avvolgeva prima;

              ora, nella veste fulgente, con quale sublimità splende

              e tutt’intorno, gioia va a dispensare!

 

2.

              Con esso la vitale forza rinnovata si desta,

              come tutto nel mondo è in movimento,

              quanto magnifica splende la campagna nel mattutino splendore,

              animata dall’ardore potente del Sole!

 

3.

              Così viene anche il Signore!

              Prima l’albore, poi l’aurora più chiara, poi la Luce,

              finché alla fine, il pieno giorno, giovane, fresco e puro

              nella fitta notte del cuore, un varco produce.

 

4.

              Finché là nel cielo arde il Sole,

              rallegra la sua luce riscaldante il cuore,

              così anche, finché il cuore Mi professa fedelmente,

              la gioia non sarà a te mancante!

 

5.

              Se vuoi qui vivere un’esistenza rettamente,

              allora nel tuo petto enuncia fedelmente

              sempre in te, vivente, la strofa seguente,

              e questa, suona così liberamente:

 

6.

              “Oh, splendi tu, eterno Sole della Vita

              l’intero giorno d’esistenza in me!

              Ben sereno, porto poi questo carico terreno

              ristorato e felicissimo in Te!”.

 

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Cap 58

Una parola personale sulle ragazze tiepide

Supplemento ad una Parola secondaria dell’estate 1843

1.  Ascolta però bene! – Ciò che estorce al tuo cuore una piccola disapprovazione, ha già provocato fin dal concerto al primo piano il Mio totale Commiato, perché prima c’è stata la Mia grande Disapprovazione!

2.  Vedi, così sono le persone migliori verso di Me! – Io le volevo rendere nel tempo ed in eterno felice, per quanto possibile, e per questo ho reso loro già enormi benefici ed ho fatto le più sicure promesse. Ma poiché Io non diedi già il giorno seguente quanto promisi, allora esse cercano di ricompensarsi da sé.

3.  Ma lasciamo ad esse la loro vana e stolta gioia mondana, lasciamo ad esse le loro passeggiate serali che a loro sono ora molto più care che dover ancora ascoltare, di quando in quando, la Mia Parola vivente, quando il nostro amico A. H. Z. la legge loro ad alta voce. Lasciamo ad esse il loro amore sacerdotale romano che però Mi è nemico al di sopra di tutto ed anche l’amore di coloro che certi sacerdoti procurano loro con ogni pretesto d’amicizia.

4.  Ma noi due, comprendiMi bene, ci ritireremo per benino lontano in questa occasione con la nostra Grazia ed Amore e la nostra Benedizione. Ed il seguito poi insegnerà loro, ed esse riconosceranno, anche se troppo tardi, quale scambio hanno fatto e Chi hanno abbandonato in noi due.

5.  Vedi, Io e te siamo perciò diventati troppo gelosi, perché ci siamo azzardati a fare alle coscienze alcune osservazioni ingiuste! – Ma d’ora in poi vogliamo astenerci da ciò e lasciarle completamente al loro senso mondano ed alla loro voglia di sposarsi, ma che noi non saremo presenti a simili nozze, comprendi, di questo puoi esserne ben assicurato.

6.  Finora Io ho consigliato ad A. H. Z. di legger loro la Mia Parola ad alta voce. Ed egli lo ha anche fatto con rettitudine. – Ma d’ora in poi non glielo consiglio più, perché le sue figlie maggiori la ritengono segretamente soltanto uno sciocco poema tuo e non la rispettano più e l’ascoltano soltanto con una sommessa avversione.

7.  Se esse non ci verranno incontro nel modo più fervente, noi le lasceremo come sono, e non ci occuperemo minimamente di loro. Infatti, esse ascoltano la Mia Parola sonnacchiose ed annoiate; ma tanto più festose e piene di vita sono in compagnia di coloro che stanno sotto i loro occhi. Perciò le lasciamo andare, e non vogliamo avere nessuna questione con loro, per non apparire più dinanzi a loro come gelosi e noiosi personaggi! – Mi comprendi? Quindi così sia. Amen.

 

 

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Cap 59

Benedizione della tribolazione

13 ottobre 1843

1.  Scrivi pure, scrivi, poiché Io so già di che cosa si tratta!

2.  Mio caro Ans. H. Z., vedi, l’ora in cui tu nascesti nel corpo, è a Me ben conosciuta. Allora Io ti benedissi e ti benedico adesso nuovamente, affinché tu rimanga sempre sano nello spirito, come anche in aggiunta anche nel corpo per quanto sia necessario per la tua salvezza. Non tenere però troppo in considerazione la salute del corpo, perché essa danneggia lo spirito più di quanto gli sia utile.

3.  Guarda una fresca verde noce sull’albero! Finché questa rimane solida, fresca e verde, fino allora anche il gheriglio non maturerà. Invece quando il verde guscio esterno comincia ad imbrunirsi ed a diventare secco intorno alla noce, allora questo è un segno che la noce è diventata matura all’interno del guscio.

4.  Per questo motivo permetto sempre che i Miei anche si ammalino ogni tanto nel corpo, affinché non si confondano troppo con il mondo in una condizione fisica troppo sana. Infatti, quando qualcuno, secondo il corpo, è sano come un leone, non gli viene il pur pallido pensiero di dover lasciare un giorno questo mondo ingannevole, poiché su di esso tutto gli piace anche troppo: ogni fiorellino, ogni boccone, ogni ragazza, ogni paesaggio, ed ha il più ardente desiderio di vivere solamente ed eternamente così sulla Terra, e non gli viene mai la santa nostalgia per l’eterna Casa del Padre nel Regno dei Cieli.

5.  Quando però il suo corpo si ammala, allora l’uomo si rammenta che sulla Terra non vi sarà una duratura permanenza, ed ogni tanto comincia a riflettere un po’ timorosamente, su che cosa potrà esserci ed accadere dopo la morte del corpo. E questo è già più salutare per lo spirito di tutti gli innocenti piaceri con un corpo perfettamente sano e fresco.

6.  Vedi, se tu volessi mandare un figlio all’estero, e là però gli andasse straordinariamente bene, credi tu che egli tornerebbe in patria da te? Credi forse che gli verrebbe nostalgia di tornare alla sua casa paterna? – Oh no, di questo puoi essere ben sicuro! Egli, infatti, dirà: “Dovrei essere proprio un pazzo! Qui ho certamente tutto ciò che il mio cuore desidera, e per di più mi si onora ovunque io vada. Se invece torno a casa, allora dovrò nuovamente andare dal padre per domandare ogni piccola cosa, e poi lui rifletterà prima, abbastanza a lungo, se mi dovrà dare o no quanto ho chiesto. Qui sono per me stesso uno stimato signore, ma a casa, al fianco di mio padre, sono il signor nessuno; perciò rimango qui!”.

7.  Vedi, questa è la dichiarazione letterale di quel figlio all’estero, il quale sta troppo bene sul suolo straniero! Anche se il padre gli intima di tornare a casa, egli in primo luogo vi si recherà con grande malavoglia, ed in secondo luogo si comporterà a casa in modo che sarà una evidentissima vergogna. Infatti, tutto gli sembrerà troppo limitato, misero e scadente, detto in una parola: egli non farà più nulla di buono a casa! Quando invece ad un figlio all’estero non va troppo bene, ma abbastanza miseramente o spesso addirittura male, allora egli farà presto come il figlio perduto!

8.  Perciò dunque oggi Io dico questo anche a te, affinché tu, se Io ti visito con piccole indisposizioni fisiche, ti debba ricordare e sapere che simili malesseri fisici sono tutti biglietti da visita, con i quali Io ricordo ai Miei figli la loro Casa paterna ed il loro ritorno a casa, affinché essi non si debbano stabilire troppo saldamente nel mondo straniero! – Ma con questo Io non ti voglio certo chiamare così presto dall’estero, ma ti ricordo solamente la tua Patria! Che tu possa perciò valutare tutti i dispiaceri della tua vita terrena, questo auguro Io, il tuo Padre santo, a te oggi, come sempre, in tutta la pienezza del Mio Amore e della Mia Grazia, – osservalo perciò anche nel modo più vivente. Amen.

 

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Cap 60

La trasfigurazione di Maria

17 ottobre 1843

Da una Parola secondaria relativa all’ascensione di Maria.

 

1.  Ciò nonostante ti voglio pur dire come morì Maria. – Maria morì dodici anni dopo il Mio rimpatrio, a Betania, in casa di Lazzaro, di Marta e Maria. – Solo Giovanni fu testimone oculare del suo passaggio; la sua malattia però fu il suo crescente Amore per Me, – e la fiamma di questo Amore aveva sciolto Maria e l’aveva trasfigurata per l’eternità. – Ma di una ascensione visibile verso il Cielo non se ne parla; Maria era e – non era più! – E questo è abbastanza per la tua brama di sapere.

 

 

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Cap 61

Il Signore protegge l’Opera Sua

29 ottobre 1843

O Signore ed amorevolissimo Padre! Come dobbiamo considerare il caso di un tale che, per quanto io sappia, è stato un grande spregiatore ed un vero e proprio oppositore della Tua santa Grazia a noi elargita, ed in ogni tempo l’ha derisa come fosse una stoltezza?

 

1.  Puoi certamente scrivere un paio di Paroline per tua tranquillità! – Vedi, così Io Mi curo sempre di proteggere la Mia Opera! Non ti ho già detto una volta, in quell’occasione, quando voi tutti riceveste una falsa letterina di avvertimento[34], come Io tratterò subito coloro che seriamente vorranno sbarrarMi la strada?! – Vedi, questo è la maniera in cui Io sono solito rendere inoffensivi i Miei nemici! Poco tempo fa ho dato la sua ricompensa ad un nemico molto ragguardevole che era sul punto di opporsi a Me molto seriamente; questo è il secondo, ma costui deve essere ancora un po’ affumicato! Quello che Io voglio dire con questo, lo comprenderai in seguito!

2.  Io però ti dico: chiunque trovi in una qualsiasi faccenda mondana più piacere che in Me, costui d’ora in poi Io lo guarderò solamente solo per poco; se non si converte presto, allora dovrà essere giudicato! – Tu sai cosa voglio dire con questo! In verità, in verità, chi farà a te, oppure a qualcuno che dice qualcosa nel Mio Nome, un’obiezione anche solo un po’ dura, o apertamente oppure in segreto, di fronte a te o lontano da te, a costui Io saprò paralizzare la lingua in un modo tale che sicuramente non dovrà mai più riuscire a compiere con essa un’obiezione di qualunque genere! Però non domandarMi come! È sufficiente che Io ti abbia promesso questo. – La Mia Compassione verso i Miei nemici è alla fine; perciò sia giudicato chiunque vuole opporsi a Me nel piccolo come nel grande! – Amen, amen, amen. Questo dico Io, l’Onnipotente. Amen, amen, amen.

 

*

Lo Spirito della Forza e della Potenza

 

«Quei pochi che hanno bandito da sé tutto il mondano, ricevono poi lo Spirito della Forza e della Potenza, non temono più alcun mondo, professano apertamente la Verità eternamente vivente in loro e strappano a sé, con la forza della loro fede e del loro amore per il Signore, la Casa del Padre».

 

[Da “Il Sole Spirituale” vol. 2, cap. 71, 20]

 

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Cap 62

Una Parolina allegra per la “piccola Marta”

26 giugno 1844

1.  Scrivi pure, Io so già che cosa hai nuovamente. – Io devo essere per te già di nuovo un Poeta di circostanza? – Ebbene sì, lo voglio nondimeno fare, sebbene Mi fosse più cara Maria di Marta, ma non un’attuale qualsiasi Maria, bensì la sorella di Lazzaro! – Le attuali Marie, infatti, con ogni genere di alterazioni e distorsioni di questo nome, sono altrettanto alterate e distorte come il loro nome! – E così scrivi un’allegra parolina!

2.  Ascolta, Mia piccola Marta! – In questo tuo giorno Io ti dico: tu sei in una situazione che è piena di vani tormenti, e te ne lamenti ogni giorno! – Vedi, questo proprio non Mi piace: quando la mamma si lamenta per il caffè, allora questo già ti addolora, e se la minestra è magra, allora tu diventi musona. Ti dà proprio molto fastidio se qualcuno ti dice ciò che ti punzecchia un poco!

3.  Vedi, così non deve essere, né per i grandi né per i piccoli, e spesso Mi dà molto dispiacere che tu abbia tanta gioia nel lavare e strofinare il pavimento! – Talvolta sei completamente immersa nello sterco di gallina; questo talvolta di frutta certo un uovo, ma in questo non è presente il Cielo. Una cosa del genere dovevi pur espiarla una volta, perciò una puzzola ti ha guastato quella gioia con un morso; allora ti sei molto stupita per questo marchio sanguinoso. Tuttavia questo tuo triste stupore ti è tornato utile e salutare, perché ti ha tolto la tua gioia nei polli, ed a Me, per questa tua gioia mancata, il Mio dolore dal Cuore!

4.  Ora diminuisci anche il tuo amore per i sacerdoti, perché esso non è per te un impulso spirituale; allora tu Mi piacerai certamente di più! – Vedi, il clero non è esonerato dalla carne e Mi da poca gioia; perciò non Mi fa piacere quando i tuoi occhi lanciano frecciate verso i sacerdoti. Rivolgi invece il tuo cuore a Me nella gioia e nel dolore, allora ciò ti sarà più utile e ti rallegrerà molto di più di quando i cappellani s’inchinano davanti a te e talvolta ti stringono le mani!

5.  Certamente questo non é proprio un peccato, ma non è nemmeno il miglior vento sul mare della tua giovane vita, perché esso spinge la nave della vita spesso a vagare lontano, e molto spesso smarrisce il traguardo della stessa, – questo Io te lo dico del tutto in silenzio!

6.  Segui solo il Mio Consiglio ed amaMi nei fatti, allora andrai meglio; Io infatti conosco al meglio i pericoli che attendono spesso tali naviganti, poiché quando meno se l’aspettano, è per loro molto spesso già finita!

7.  Vedi, questi sono i tuoi piccoli peccati che Io dovevo farteli sapere. Se in futuro li eviterai – allora Io, in modo molto delicato ed assai indiscreto, ti toglierò tutte le sofferenze e ti donerò molte gioie! Infatti, in verità Io ti voglio molto bene, ti ho detto questo ogni anno; perciò te lo dico anche adesso come uno scherzo seriamente buono! – tu però prendilo pure seriamente; esso ti porta sulla buona traccia cui è attaccata la Vita eterna che ti esonera da ogni sofferenza.

8.  Questo Io ti dico per il tuo giorno: diventa seriamente fedele e libera per Me, ed in futuro non lamentarti più! Amen, amen, amen; questo dice il tuo buon Padre. Amen.

 

 

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Cap 63

Su una domanda sul modo di divulgare questa Rivelazione

Il 25 agosto 1844

1.  O sì, a colui che ha sete si porga da bere; però ci sono anche dei beoni spirituali ai quali non è bene porgere questo genere di cose troppo spirituali, poiché poi diventano sciocchi e spesso come pazzi maligni. Di solito però non bisogna gettare le Perle ai porci!

2.  Ma se vuoi pur giovare a qualcuno che ti sembra adatto, allora farai meglio a dargli notizie a voce, e soltanto poi fargli leggere qualcosa o meglio leggere tu a lui, ma soltanto quando lo hai riconosciuto come completamente del tuo stesso spirito, poiché altrimenti il leggere potrebbe fargli più male che bene!

3.  Predicare però è meglio che leggere, perché penetra meglio che non qualcosa di letto, e dopo rimane anche impresso. Il motivo te lo mostrerà l’esperienza di tutti i tempi!

4.  Fa perciò anche tu così all’occasione, e sarà cosa buona e giusta. Amen. Questo te lo dico Io che pure ho predicato nel grande Tempo dei tempi. Amen, amen, amen.

 

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Cap 64

Cherubini e Serafini

25 agosto 1844

O Signore! Qual è la differenza tra cherubini e serafini?

1.  I Cherubini significano e sono l’eterno efflusso del divino Amore, ed i serafini l’efflusso della divina Sapienza; questa è la differenza. Perciò dai tempi antichi si diceva: “Costui è ardente d’amore come un cherubino e sapiente come un serafino”. – Dunque con i cherubini viene inteso il divino Amore e con i serafini la divina Sapienza nel loro complessivo operare fondamentalmente celeste.

2.  Annotazione: Nell’Opera sull’Aldilà, “Dall’Inferno al Cielo” (Robert Blum), vol. 1°, capitolo 127capoverso 7, il Signore parla ad uno spirito beato.

3.  7.«È una vera gioia per Me il fatto che tu faccia sorgere nel tuo cuore sentimenti che hanno molta somiglianza con i pensieri fiammeggianti con cui Mi lodano i cherubini e serafini, i quali sono in eterno, portatori della Mia Volontà. Ma per quanto siano anche elevati tali pensieri, la cui profondità e grandezza l’afferrano solo pochi spiriti, Io tuttavia preferisco quando i Miei figlioletti Mi chiamano tanto affettuosamente “Padre”. Lo preferisco a quando i più grandi angeli magnificanti Mi osannano con canti di sapienza e alla fine si accasciano sfiniti quando comprendo che i loro pensieri più infiammati non sfiorano nemmeno l’orlo della Mia veste, mentre i Miei semplici figlioletti giocano beatissimi con il Mio Cuore ed i Miei Pensieri, e godono sempre il Pane della vera Vita presso di Me ed alla Mia Tavola!

4.  8. Vedi, coloro che osannano la Mia Grandezza, Potenza e forza, e decantano il Dio eternamente ed infinitamente grande, costoro si trovano al di fuori di Me e Mi contemplano pressappoco come te, quando sulla Terra contemplavi spesso il cielo stellato e l’hai decantato in modo estremamente sublime, ma ciò nonostante non sapevi cosa fossero le stelle da te elogiate e ciò che è in esse. Ma quelli che Mi dicono: “O caro Padre! O Tu, mio divino Fratello!”, costoro sono presso di Me e perfino in Me. Essi, in quanto figli, Mi elogiano come il loro solo vero Padre e guardano la Mia Grandezza, Potenza e Forza non più da una qualche lontananza, per così dire, santamente timida, la quale, come un grande abisso, li separa costantemente da Me, bensì essi stessi si trovano sulle stelle presso il loro Padre nel pieno godimento di quella santa realtà che i grandi cantori riescono appena a intuire.

5.  9. Comprendi ora quest’importante differenza? E poiché la comprendi, sei già anche molto più felice di quanto lo fossi prima. È questo bene e giusto, e Mi è gradito più d’ogni altra cosa perché è così nel Mio Ordine. Presto al Mio fianco potrai vedere le grandi Opere immense traboccanti di meraviglie su meraviglie. Se allora tu chiedessi sempre: “Chi sente abbastanza in profondità chi è Dio?”, i Miei cari figlioletti riderebbero di te e ti direbbero: “Ma debole e infantile fratello Tommaso! Che sciocchezze stai dicendo? Chi mai può eternamente sentire e percepire abbastanza in profondità e in modo totale cosa è Dio in Se stesso!? Come può un finito comprendere l’Infinito? Vedi, questa è una pura utopia! Dio è il Padre di tutti noi, e noi Lo amiamo sopra ogni cosa; Egli è presso di noi e ci guida e noi vediamo quanto è caro ed infinitamente buono! E questo è certo di gran lunga di più! Amare Dio come Padre sopra ogni cosa vale infinitamente di più che volerLo scrutare! Che cosa è più degno per un uomo: sprofondare in grandi pensieri e, se passa un fratello povero, non accorgersene a causa dei grandi pensieri in cui è immerso, oppure lasciare i grandi pensieri a Dio, al Padre santo, ed andare incontro pronto a servire il povero fratello con occhi pieni di fraterno amore? Lasciamo perciò il grande ai grandi! Noi invece restiamo insieme piccoli nell’amore e saremo più felici dei grandi abbondantemente felici!”.

6.  10. Vedi Tommaso! Così parlerebbero con te tutti questi fratelli e tu non potresti dar loro torto. Perciò rimaniamo anche noi insieme piccoli. Infatti, per vedere tutto il cielo non c’è bisogno di avere occhi così grandi com’è il cielo stesso. Lo si raggiunge anche con i soliti occhi piccoli! Comprendi questo?».

 

 

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Cap 65

Soltanto la Mia Ricompensa dura eternamente!

Greifenburg 10 febbraio 1845

A Giulia Marta H. per l’onomastico.

1.  Quindi puoi parlare a colei per la quale sei venuto da Me: Si dice nel mondo: Suonare la lira è meglio che oziare. Ma così non deve essere presso di Me; da Me infatti, una cosa vale tanto poco quanto l’altra.

2.  Il Regno dei Cieli patisce sempre violenza; coloro che non l’attirano a sé con violenza, non lo possederanno! Perciò qui il suonare la lira giova altrettanto poco come lo stare totalmente in ozio. Ma chi suona la lira per il Regno Mio, che nel suo zelo per il mondo fa per Me solo quel tanto per far sì che non si dimentichi completamente di Me e Mi vuole trascinare con sé insieme al mondo, quando poi però negli affari del mondo egli spesso si dimentica completamente di Me, ebbene, questi è colui che sta in ozio!

3.  Io però non sono Uno che getta il Mio Regno sul dorso del suonatore di lira cos’ come di colui che sta in ozio; bensì chi vuole possedere il Mio Regno, che è la Vita eterna, costui deve assalirlo con piena serietà senza suonare la lira e senza oziare. Altrimenti riceverà anche la ricompensa dei suonatori di lira e degli oziosi, che sarà come il raccolto di colui che ha seminato il seme lungo la strada, sulle pietre e tra le spine.

4.  Quindi puoi comunicare questo alla tua amica e dire che il Mio unico ed eterno Desiderio e Volontà è che lei, insieme ai suoi fratelli e sorelle, non si deve dedicare al suonare la lira ed ancora meno all’ozio, perché la ricompensa del mondo intero è scadente e dura poco, soltanto la Mia Ricompensa dura in eterno!

5.  Ma che cosa hai, se per tutto il giorno hai servito il mondo per qualche centesimo? – Io ti dico che il giorno seguente esso te li riprenderà, e questo in continuazione fino alla fine della tua vita terrena – ed all’ultimo giorno del congedo dal mondo ti troverai però più nuda che un topo di chiesa! Che cosa sarà allora di te?

6.  Perciò raccogliti piuttosto dei tesori che non li distruggono né la ruggine né le tarme, ed i giorni terreni non li consumano, così nel giorno del congedo, nel giorno della resurrezione, troverai un ricco tesoro nel Regno Mio per l’eternità, amen! Questo dice il Signore, il Veritiero in eterno. Amen, amen, amen.

 

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Cap 66

Ciò che tu fai ai poveri, lo fai a Me!

Greifenburg, 11 febbraio 1845

Ad Andr. H. V.

1.  Mio caro Andr. V., ciò che tu fai ai poveri e ciò che fai al Mio servitore, lo fai come se fosse fatto del tutto direttamente a Me stesso, poiché nei poveri sono Io stesso povero nel mondo, e nel Mio servitore però Io dimoro per voi tutti come nella Pienezza della Forza della Parola proveniente dal Mio eterno Amore e Sapienza, che in verità procede nel mondo anche nella povertà, – quando e dove l’Amore arriva, tanto più ricco però è nello Spirito dell’eterno Amore proveniente da Me!

2.  Anche se quest’Amore è prigioniero nelle carceri del mondo, che sono i cuori induriti, esso serve tuttavia a tutti per la Redenzione dalla morte eterna. Ed anche se questo Amore è povero dinanzi al mondo, esso tuttavia dà tutto a tutti. Anche se viene disprezzato e deriso, esso tuttavia distribuisce i più grandi onori per l’eternità. Anche se da molti viene perfino ucciso, esso tuttavia dà a tutti la vita. Se viene dilaniato e martirizzato, esso tuttavia dà lo stesso tutto completamente! – Per ciò che è storto esso dà ciò che è dritto, per il disuguale, l’uguale, per l’accidentato dà l’appianato, per l’amaro il dolce, per l’aceto il vino migliore, per la notte il giorno – e così ovunque il bene per il male ed il nobile per l’ignobile!

3.  Ma se l’Amore già per il male dà il bene, che cosa puoi aspettarti allora tu, un elargitore del bene, da questo Mio Amore?! – Fa perciò al Mio servitore, che ha in sé questo Mio Amore, quello che desidera, allora anche la tua ricompensa sarà immensa in questo Mio Amore nel servitore per l’eterno, amen! – Questo dice l’Eterno Amore. Amen, amen, amen.

 

Il Signore viene molto spesso dai Suoi figli nella veste della povertà

 

«Fate del bene ad ognuno! Nessuno sia troppo piccolo per voi, nessuno troppo grande, perché nel Regno di Dio regna la pienissima uguaglianza di diritti di tutte le classi, di tutte le nazioni. Soltanto nella veste della povertà il Signore viene molto spesso dai Suoi figli sulla Terra, ma essi non Lo riconoscono, perché i loro concetti di Dio sono in sé e per sé già superbia».

 

    [“Dall’Inferno al Cielo” [Roberto Blum], vol. 2, cap. 275, 15; 276, 13]

 

 

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Cap 67

Lettera ad Andreas Hüttenbrenner a Graz all’inizio dello scritto

dello “Scambio epistolare tra Gesù ed il re Abgaro”

Greifenburg - 27 marzo 1845

Io voglio comunicarVi uno scambio epistolare tra il Re Abgaro ed il Signore Gesù, che avvenne ai tempi della vita terrena del Signore. E così sentite le due lettere!

 

La lettera di Abgaro al Signore suona così:

1.  Abgaro, principe di Edessa, al buon guaritore Gesù, che è comparso nel paese attorno a Gerusalemme, ogni salute!

2.  Ho udito di Te e delle Tue guarigioni, di come le compi senza medicine ed erbe. Infatti corre voce che Tu rendi vedenti i ciechi, fai camminare i paralizzati, mondi i lebbrosi, scacci gli spiriti impuri e guarisci coloro che lottano contro malattie croniche, ed alla fine resusciti perfino i morti.

3.  Avendo io sentito tutte queste cose di Te, allora ho concluso in me stesso che una delle due cose debba essere vera: o Tu sei Dio disceso dal Cielo –  oppure Tu, che fai queste cose, sia per lo meno un Figlio del grande Iddio!

4.  Io Ti prego perciò con questo scritto di prenderti il disturbo di venire da me per guarire la mia malattia!

5.  Ho anche sentito che i giudei mormorano contro di Te e che Ti vogliono far del male. Ma io ho una città certo piccola, ma ben ordinata, che sarà sufficiente per noi due. Perciò vieni da me, mio stimatissimo amico Gesù, e rimani con me nella mia città e nel mio paese! Qui sarai portato da ognuno nel palmo della mano e nel cuore. – Ti aspetto col più grande desiderio del mio cuore!

6.  Inviato attraverso il mio fedelissimo servitore Braco.

 

Risposta del Signore a questa lettera del re Abgaro:

 

7.  Abgaro, tu sei beato, perché non Mi hai visto eppure hai creduto! Infatti vedi, sta scritto di Me che coloro che Mi hanno visto non crederanno a Me, affinché quelli che non Mi hanno visto, credano e possano vivere in eterno!

8.  Ma per quanto concerne il motivo per cui tu Mi hai scritto di venire da te, poiché qui nel paese dei giudei vengo perseguitato, Io ti dico: È necessario che tutto ciò a causa del quale son venuto nel mondo sia compiuto in Me in questo luogo, e che Io, dopo che ciò sarà fra breve compiuto in Me, salga a Colui, dal Quale sono proceduto dall’Eternità.

9.  Sii però paziente nella tua leggera malattia! Quando Io sarò accolto in Cielo, ti invierò un discepolo affinché egli guarisca la tua malattia e doni a te ed a tutti coloro che sono presso di te, la vera salute!

10.      Scritto tramite Giacomo, un discepolo del Signore Gesù Cristo, ed inviato tramite Braco, messaggero del re, dai dintorni di Genezareth.

 

Carissimo amico e fratello nel Signore! – Io credo che questa Comunicazione vi sarà più cara che tutte le confusioni svizzere, che non contengono in sé nulla di rilevante per il Cielo. – Di queste lettere tra Gesù ed il Re Abgaro me ne sono comunicate altre sei. – Quando ritornerò a Graz ve le comunicherò insieme a molto altro … J.L.

 

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Cap 68

Benedici i nemici e tieni gli amici nel cuore

Greifenberg, 28 aprile 1845

Anselm H. per l’onomastico.

Mio caro, fedele Ans. H. Z., così parla il Signore:

1.      Il Mio Amore, Grazia e Misericordia sia sempre sulla tua casa, perché tu sei un solerte cittadino del Mio Regno, che è l’eterna Vita! Talvolta però hai un animo violento in casa tua, ed a volte ti lasci distrarre il cuore dalla vuota vista di una snella prostituta di città. Io ti dico solamente: Tutto questo non va bene nella Mia Casa paterna, poiché in tutto ciò aderisce un interesse terreno del mondo, e questo non va bene nella Casa del Signore di ogni Vita, nella Casa dell’eterno Padre! Perciò lascia stare questo, e Mi verrai più vicino di molti gradini!

2.  Così pure hai anche voglia di apprendere dai giornali tutto quello che accade nel mondo, e non raramente sei membro di un partito, auguri al tuo partito la vittoria ed a quello a te contrario la sconfitta. Io però ti dico che anche questo non è bene; poiché se il tuo partito viene battuto, allora sei pieno d’ira e di rancore. E guarda, questo non è giovevole per un cuore nel quale deve dimorare il Mio Amore, perché questo deve abbracciare amici e nemici con lo stesso ardore – come il Sole diffonde il suo calore e la sua luce su ogni cosa, sia essa buona o cattiva.

3.  Vedi, tutti gli uomini sono più o meno peccatori e sono ingiusti nei loro giudizi. Ma se vuoi essere giusto, allora l’ingiustizia degli uomini non ti deve scandalizzare! Benedici i nemici e tieni gli amici nel cuore, allora sarai uguale a Me, che sulla Croce benedissi coloro che Mi crocifissero!

4.  Quest’insegnamento sia per te un dono prezioso – osservalo, allora ne avrai un grande giovamento nel tempo e nell’eternità.

5.  Il Mio Amore, Grazia e Misericordia siano alla tua casa – ed una piccola crocetta che Io ti farò giungere dal Mio Amore. Amen.

 

 

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Cap 69

Il Mio Amore è il più potente vero mezzo di salvezza

Greifenburg, 15 settembre 1845

Per A C.L.

Così dunque parla il Signore:

1.  Ascolta, tu Mio debole figlio della Grazia Mia! Se vuoi giungere alla vera salute – come dello Spirito e così anche temporalmente del corpo, allora ungi il tuo cuore diligentemente con il Mio Amore, Grazia e Misericordia, ed incensa il tuo petto con l’eterno incenso della vivente, completa fiducia in Me, il tuo Padre onnipotente, eternamente vivente, allora giungerai alla vera salute temporale ed eterna!

2.  Non credere nel tuo petto che Io ti possa aiutare soltanto con una medicina benedetta, ma credi piuttosto che Io posso aiutare te, come chiunque, anche liberamente.

3.  Se tu, in modo vivente, cerchi aiuto soltanto presso di Me, allora diventerai perfettamente sano, perché allora nel Mio Amore porterai nel tuo proprio petto il più potente rimedio contro ogni male, questa medicina è il solo ed unico rimedio universale!

4.  Poiché vedi, tutte le medicine terrene somigliano, riguardo al loro effetto, ad una lotta degli spiriti infernali tra loro, e sono perciò sempre un vero malum contra malum. Il Mio Aiuto però è, sotto ogni aspetto, un vero bonum contra malum, per cui è soltanto quel vero farmaco mediante il quale l’uomo può esser guarito dalla radice da ogni male per l’eternità.

5.  Ma se tu hai già una fiducia troppo poco vivente in Me e cerchi la Mia Benedizione più nella natura che in Me, l’Artefice della Natura, allora puoi usare “l’unguento evangelico”[35], ma con la massima quiete dell’animo, allora migliorerai anche nei tuoi nervi, ai quali fai giungere per nutrimento soltanto molto raramente una fortificante aria di montagna.

6.  Staccati per alcune settimane dai tuoi affari mondani e fa’ un viaggio all’aperto nella Mia Creazione, questo ti darà forza in tutto. Poiché vedi, nelle città del mondo Io sono come un ruscelletto molto piccolo, spesso del tutto in via di esaurimento, mentre in aperta campagna Io sono come un fiume, e sui monti sono come un mare – e questo a causa degli uomini.

7.  Perciò va’ al fiume, va’ al mare, se talvolta il ruscelletto si esaurisce! Là troverai molta guarigione e rafforzamento. Io l’ho già detto a tutti voi che dovete andare volentieri sui monti. – Perché seguite così poco il Mio Consiglio e preferite piuttosto essere ammalati che sani, nello spirito come nel corpo!

8.  Il Mio Insegnamento è sempre un insegnamento assai salutare; chi lo segue, costui mai soffrirà miseria e mai avrà da lamentarsi. Segui perciò anche tu precisamente il Mio Insegnamento! Non essere troppo ansiosamente attaccato al benessere del tuo corpo, ma sii sempre pieno di fiducia e di cuore sereno nel Mio Nome; allora sarai sano nel tempo e nell’eternità amen – nel Mio Nome. Amen, amen, amen.

 

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Cap 70

Prendi Me per tuo verissimo Padre nel tuo cuore.

Greifenburg, 28 dicembre 1845

Ad Elisa H.

1.  Io so quando è il tuo onomastico ed il tuo compleanno, ma tu sai anche che sono un nemico degli auguri. Anche per questo Io ti mando il più tardi possibile, dopo il tuo giorno, questa piccola Parola ed in essa ti dico anche niente altro che ti voglio molto bene! – Con questa piccola Parola tu, Mia cara figliola, puoi però anche essere totalmente soddisfatta.

2.  Certo ti perverrà per un breve tempo una piccola crocetta che non sarà tempestata con diamanti terreni, ma sarà tanto più ricca dei diamanti del Mio Amore di Padre e della Grazia Mia! Prendi Me totalmente per tuo verissimo Padre nel tuo cuore, allora percepirai appena il carico della crocetta.

3.  Astieniti dal mondo, che non ha da offrire che morte e rovina, e tieniti stretta al Mio Cuore – e non dubitare che sono Io che ti dico questo, allora tu sarai beata nel tempo e nell’eternità in Me, tuo Signore e Padre!

4.  Tutte le tue preoccupazioni ed inutili pensieri che talvolta ti opprimono tanto, ponili pure tranquillamente sulle Mie Spalle, allora tutto andrà bene e noi giungeremo sempre alla giusta meta!

5.  Ma ciò che nel mondo ti sorride, fuggilo nel cuore, poiché ora dovunque tu posi il piede nel mondo, Io ti dico, lì tutto è maschera, sotto la quale si trova ogni genere di vermiciattoli maligni! – Io ti dico: Il mondo non è stato peggiore ai tempi di Noé di quanto non lo sia adesso in moltissime parti!

6.  Prendi questo a cuore in tutto l’amore per Me in modo assai vivente e sopporta tutto pazientemente e con serena dolcezza, allora crescerai come un cedro nella Grazia Mia!

7.  Ma non lamentarti nemmeno del mondo, sacrifica invece tutto a Me! Io al tempo giusto farò e formerò tutto come sarà il più giusto possibile. Vedi, il mondo ha il suo corso, il Cielo il suo, e nessun giorno somiglia all’altro. Tutto questo è così nell’Ordine, perché anche in tutto il mondo deve essere compiuta la profezia così come venne compiuta in Me!

8.  Perciò chiunque Mi ama, può essere nella pienissima quiete del suo cuore, perché egli può toccare addirittura con le mani il fatto che ovunque predomina il Mio eterno Ordine. La vita è una lotta continua; perciò non lasciarti terrorizzare dalla lotta del mondo, perché se sei nel Mio Amore, avrai poco a che fare con questa lotta! – Io soltanto sono per tutti i Miei l’onnipotente Lottatore nell’Eternità.

9.  Con questo però Io ti dono anche la Mia vivente Benedizione e la Grazia Mia. Amen.

 

 

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Cap 71

Io voglio benedire chi tu benedici!

Greifenburg, 12 febbraio 1846

A Giulia H.

1.  La tua gioia è giusta, tanto che Io stesso Mi rallegro nella tua gioia. Perciò voglio anche benedire coloro che tu benedici! – La piccola Marta è molto cara anche a Me, perché la sua anima è più libera presso di Me che quella di certi altri che pregano molto con la bocca, ma poco col cuore. – Dille perciò che Io le voglio molto bene. E questa Mia assicurazione le sia un Legame assai caro per il suo onomastico terreno!

2.  Ciò che lei chiederà a Me, Io voglio anche darglielo, se persevererà nell’amore per Me. Amen.

 

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Cap 72

La tua misura nel Regno Mio

Greifenburg, 21 aprile 1846

Ad Anselm. H. per l’onomastico.

1.  Tu che Io ho creato nel grembo materno per farne un buon vaso d’argilla, acqua e spirito, che Io presi dal Respiro del Mio Cuore, guarda, Io sono il tuo Dio ed il tuo Padre divino! Che cosa Mi desti tu prima per averti formato? Io lo feci liberamente e non ebbi mai un consigliere, né un aiutante, così Io ho creato ogni cosa come ho creato te, senza consiglio, aiuto e compenso.

2.  Ma poiché già il Mio Amore e la Mia Sapienza fecero cose tanto grandi negli uomini, perché allora i creati si valutano tra loro? – Chi afferma che questo è migliore e quello eccellente, costui Mi supera; infatti il giudizio su un’opera spetta al maestro dell’opera e non all’opera.

3.  Come fanno invece gli uomini – ad esempio un padre oppure una madre? – Non dicono essi: Guarda figlio mio, tu sei di nascita migliore! Per te non va bene una ragazza comune per moglie, prenditi una di pari condizione! E tu, figlia mia, che cosa hai a che fare con quest’uomo subordinato e di misero lignaggio? Guarda, ci sono nobili e ricchi, per i quali è creata la tua mano ed il tuo cuore. – Che cosa pensi tu, questa classificazione riguarda Me, il Maestro dell’Opera, oppure gli uomini che sono tutti ugualmente Opera Mia? – Io penso che il giudizio riguardi Me!

4.  La conseguenza di ciò sarà un grande esame oltre la tomba, poiché Io, quale l’eterno infinito Perfettissimo, non posso certo accettare su di Me che le Mie Opere Mi rimproverino come imperfetto con tali giudizi.

5.  Perciò Io ti dico: Se tu sulla Terra vuoi contemplare il più Perfetto del Cielo, allora guarda la cosa più piccola, – poiché il più alto sulla Terra, nell’Aldilà sarà il più piccolo e più misero.

6.  Se vuoi avere un criterio di misura che possa mostrarti la tua misura nel Regno Mio, allora cerca chi ti è pari – la figlia di quale casata dovrà prendere un giorno tuo figlio, e di quale importanza dovrà essere l’uomo per tua figlia? – Domandati però rigorosamente nel cuore, allora troverai precisamente quanto ancora ti rimane per arrivare al Mio Regno più interiore. Là infatti non è abbastanza dire, vedi, per me tutti gli uomini sono uguali, ed il più basso è quello più vicino al mio cuore, ma questa deve essere la verità vivente nello spirito, animata dalla volontà più ferma; allora anche il Mio Regno è vivente nell’uomo. Ma dove nel cuore emergono dei gradi, sotto qualsiasi forma, sul valore degli uomini (beninteso uomini e non briganti, frequentatori di meretrici, adulteri, ladri, avari, assassini e simili, che non sono uomini, ma demoni), dove la natura oppone ancora resistenza, là il Mio Regno è ancora altrettanto lontano di tanti gradi, quanti sono quelli di cui uno si ritiene in sé, sotto qualsiasi aspetto, di molti gradi migliore e preferibile

7.  Fino a quando uno non avrà raggiunto il gradino più basso in tutti gli interessi esteriori del suo cuore, egli non potrà entrare nel Regno Mio; poiché Io ho scelto per Me stesso ciò che è più basso!

8.  Vedi, questo è un buon insegnamento e dono – esso è la via più infallibile, la più diritta e quindi la più breve che conduce a Me e che si adatta al meglio di tutto come dono per il tuo onomastico. Accoglilo in modo vivente nel tuo cuore, allora porterà in te anche il frutto vivente della Mia Parola. E se avrai la Mia Parola, allora hai tu anche il Mio Regno in eterno, amen. – Questo dice Colui che ti ha formato nel grembo materno dall’argilla, acqua e spirito. Amen, amen, amen.

 

 

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Cap 73

Nella Croce germoglia l’eterna Vita per anima e spirito

Greifenburg, 11 settembre 1846

A Carl R. v. Leitner.

1.  AscoltaMi, amico Mio e fratello, dal tuo cuore ben adorno! Non preoccuparti troppo per il tuo piede un po’ indebolito, con il tempo andrà già meglio con esso. Vedi, è buono tutto ciò che Io do; ma la cosa migliore tra tutti i Miei Doni è la Croce, perché in essa germoglia la vera Vita eterna per l’anima e lo spirito!

2.  Quando gli alberi mettono molte foglie, allora compaiono pochi o addirittura nessun frutto; se invece gli alberi hanno un aspetto piuttosto magro e malaticcio, allora danno molti frutti. – Vedi, così è anche per l’uomo finché vive su questa Terra. Quando il suo corpo è assai vigoroso e sano, allora egli sente poco il bisogno di Me e presto, come dice il mondo, Mi lascia essere un cosiddetto “buon uomo”. Ma con una piccola malattia del corpo, specialmente se i medici terreni non la riescono a togliere, l’uomo viene attirato nuovamente a Me come con una cordicella e comincia di nuovo a cercare aiuto presso di Me, cosa che è molto salutare per il suo spirito. Lo spirito, infatti, comincia di nuovo a crescere dall’interiore e lavora ai futuri germogli di frutti per la vita eterna, che in sé è molto meglio di un corpo completamente sano con uno spirito quasi morto, dal quale non spunta nessun frutto per la vita eterna.

3.  Vedi, per questa ragione Io ti lascio anche il tuo piccolo male al piede, che in verità consiste in nient’altro che di un piccolo laccio completamente lieve che ho intrecciato dolcemente intorno al tuo piede, affinché Io abbia, per così dire, un appiglio nella Mia Mano, per guidarti veramente, come un cagnolino sui campi pestiferi del mondo, verso la Vita eterna! Per questo il laccio è anche un po’ tenace, e non si lascia eliminare del tutto né da un unguento né lavandola con un bagno! – Quando però sarà il momento, Io ti scioglierò già completamente senza compenso.

4.  Questo serva per tranquillizzarti e per tua grande consolazione, affinché tu di quando in quando non divenga timoroso, se qualche volta Io tengo il laccio un po’ più teso. Tu invece pensa sempre, quando risenti nel piede un lieve disagio: ora il mio buon Padre nel Cielo ha di nuovo tirato il laccio per la mia salvezza! A Lui per questo tutto il mio amore!

5.  Se tu farai questo frequentemente nel cuore, Io allenterò anche sempre di più il laccio del piede ed afferrerò invece più forte il laccio del cuore, – ma la lavanda del piede è il primo laccio per la rinascita dello spirito!

6.  Con questo siano rivolti a te la Mia Benedizione, il Mio Amore, la Mia Grazia e Misericordia in eterno. Amen.

 

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Cap 74

Inizio dello scritto dell’Opera “La Terra”[36] sotto il titolo: Naturale e metafisica

oppure

spirituale esposizione del centro della Terra

Graz, 28 dicembre 1846

 

Scrivente: Ans. H. (secondo il dettato del Signore a Jakob Lorber)

 

(segue la comunicazione del cap. 1 dell’Opera “La Terra”, che si concluderà il 27 aprile 1847)

 

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Cap 75

Domande su testi di Marco e Giovanni

3 gennaio 1847

(Interroganti: Paolo, Pietro e Paolina H.)

[Marco 9, 10]: «Ed essi Gli domandarono e dissero: Cosa dicono dunque i farisei e gli scribi che prima deve venire Elia?»

[Giovanni 7, 13]: «Tuttavia nessuno parlava di Lui apertamente per paura dei Giudei».

[Giovanni 3, 12]: «Se Io vi parlo delle cose terrene e voi non credete, come potete crederete se vi parlo delle cose celesti?»

 

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.28”)

 

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Cap 76

La perla

31 gennaio 1847

1.  Nel fondale profondo del mare, là dove l’onda potente agitata dalla terribile bufera del vento non scava mai nella sabbia che si trova nel mare profondo né molto facilmente offusca il parco bagliore che, quale raggio di Sole, scompiglia ancora la parete umida del mare e l’ultimo frammento di luce s’immerge nell’occhio di falco del pescecane, là giace del tutto in silenzio, nella madre saldamente chiuso, un frutto sublime, il più nobile della profondità che, portato fuori alla luce del Sole, diventa uno specchio per il Sole – e splende e brilla subito con lui come il più nobile col più nobile! – Con esso il re adorna il suo trono da sovrano, la principessa il suo braccio, capo e collo. Il grande valore della grande perla non lo sa stimare abbastanza perfino un Salomone. Le pietre preziose devono essere dapprima sfaccettate, altrimenti non adornano le corone, ma la perla non ha più bisogno di nessun taglio; come l’ha data l’oscuro fondale profondo del mare, così essa è già il gioiello più splendente!

2.  O uomini! Anche in voi esiste un mare che cela, nelle sue pacifiche profondità, questo gioiello, affinché i principi del Cielo adornino assai riccamente le loro fronti, petto e lombi!

3.  La conoscete voi uomini, conoscete la perla che il cuore della povertà racchiude nel misero fratello, e che diventa più splendida e più grande nel cuore caldo d’amore del donatore che pratica sempre del bene nel silenzioso fondale del mare della sua pace d’amore – e diventa più nobile e sublime delle sfere del Sole colmate di luce? – Oh, guardate, questo è il divenire del Cielo ed il suo luminoso formarsi nel profondo fondale della vita; certo la Mia Parola divina è ancora coperta di carne, eppure opera in modo celeste, perché essa stessa Cielo su tutti i Cieli, quindi generatrice e creatrice di Cieli, partoriente Luce nella madre che è l’Amore, Amore per Dio, Amore per il fratello, Amore che tutto abbraccia, attirando tutto a sé, nella sua nobiltà cerca ancora di trasformare perfino lo sprofondato più in basso, nel suo elemento nobile, come la perla attira il fango del mare profondo nella sua alta nobiltà e lo trasforma nella sua nobile essenza.

4.  La perla non giudica il fango che essa trasforma nella sua essenza attraverso la sua azione silenziosa che il mondo non vede e non nota, eppure viene generato così tanto del nobile che il mondo non ne conosce nemmeno il grande valore e non lo sa stimare, – e là il più nobile e più prezioso viene generato nel più angusto spazio silenzioso.

5.  Così anche un vero uomo si deve riflettere nel proprio splendore della perla, il quale è ben più ameno della magnificenza del fuoco di Orione; allora troverà in sé cosa cela la profondità del mare della sua vita.

6.  La via è aperta, la tempesta si è assopita; chi potrà ancora esitare?! – Agite, agite secondo la Parola, diventate veri pescatori di autentiche perle! – Fate scendere lo scafandro d’immersione della vostra volontà nel mare della misericordia del vostro cuore, e tendete la rete del vostro amore fraterno sul fango della povertà, allora farete una buona pesca, – perché Io stesso sarò tra le perle quale Perla delle perle che voi avrete pescato nella rete fraterna del vostro amore, poiché, come la perla cresce nella silenziosa profondità del mare, così Io cresco nel vostro cuore come una Perla di Vita che mai in eterno vi verrà presa.

7.  Questa Perla è una Luce, essa è una Vita, una Parola vivente, un Cielo, Io stesso la Perla delle perle! Perciò andate e raccogliete le perle, e se trovate la grande, allora date via tutto e compratevi questa, perché Io stesso sono questa grande Perla; – chi ha questa, costui ha tutto, perché il suo valore rimarrà in eterno, eternamente inestimabile! – Così parla un Dio di Dio da Dio che divenne Uomo, per fare gli uomini degli dèi. Diventate quindi voi stessi perle attraverso la Perla delle perle; diventate dèi attraverso di Me, vostro Dio e Padre in eterno. Amen, amen, amen.

 

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Cap 77

Non preoccupatevi, la preoccupazione opprime il cuore!

14 febbraio 1847

Per Alessandrina e Giulia H.

1.  Scrivi pure, Io già so quello che hai! Le tue due clienti vorrebbero da Me una Parolina, perché di una è il compleanno, e dell’altra si avvicina il giorno del suo nome di battesimo; tra le due feste il giorno della nascita vale veramente per ogni uomo molto di più del giorno del nome di battesimo romano.

2.  Ma Io voglio donare la stessa cosa alle tue due clienti, poiché vedi, loro ci hanno aperto proprio oggi di buon’ora le porte di casa. Perciò dobbiamo già dar loro anche qualcosa di veramente buono, di cui devono avere una vera gioia del cuore e questo come indennizzo per lo spavento di oggi sul pianerottolo, del quale loro in verità non sanno più nulla, perché per il loro bene Io l’ho tolto loro dall’anima. – Ma non fa nulla. Un giorno si accorgeranno di simili comparse spirituali tra Me e loro, e solo allora riconosceranno bene quanto vicino, quanto buono Io sono sempre stato per loro, quanto costantemente sono stato preoccupato per il loro benessere spirituale, animico ed anche fisico.

3.  E così scrivi prima alla piccola Marta che Io le mando a dire, attraverso di te, che deve rimanere nel suo amore per Me e deve fare di Me nel suo cuore l’argomento principale del suo amore, allora guadagnerà molto di più in un minuto che con tutte le sue afflizioni da Marta in mille anni. Ma non voglio biasimare la sua diligenza casalinga, desidero invece solamente che non ci sia ciò che spesso non è necessario.

4.  Simili cose superflue non servono alle faccende dell’economia domestica, che conosco molto bene, perché anch’Io un giorno sulla Terra nella casa di Giuseppe Mi occupavo e sbrigavo ogni tipo di faccende domestiche. – Operare nel modo giusto e diligente è bene, ma preoccuparsi per qualcosa esageratamente, non è giusto, perché chi Mi conosce ed ama, costui deve mettere su di Me tutte le preoccupazioni, perché la preoccupazione aggrava il cuore e spesso l’opprime giù, dove si deve elevare a Me.

5.  Il cuore invece deve essere continuamente libero, affinché possa in ogni momento elevarsi libero e leggero a Me; con questa elevazione può diventare di giorno in giorno più spirituale e vivente.

6.  Esiste ancora un’inutilità in un amore piuttosto esagerato per la pulizia nelle faccende domestiche terrene. La pulizia è ben giusta ovunque, ma non è nel giusto Ordine spirituale una preoccupazione spesso inutile per questo. Infatti, ogni preoccupazione non è buona per il cuore dell’uomo ed è vana, perché rende pesante lo stesso cuore. – La preoccupazione è soltanto cosa Mia! Tu però, Mia cara piccola Marta, non preoccuparti affatto, poiché vedi, tutto quello che tu fai, lo puoi fare anche completamente senza pensieri e nello stesso tempo essere sana spiritualmente e fisicamente. Che tu ti preoccupi o no, accadrà tutto ugualmente, perché se Io lo voglio, allora accade senza la tua preoccupazione, – se Io però non lo voglio, allora puoi preoccuparti mille anni giorno e notte, ciononostante non succederà, perché, perché Io non lo voglio!

7.  Se però qualcuno vuole già preoccuparsi, allora si preoccupi unicamente di Me e del Mio Regno (che è l’Amore), tutto il resto gli verrà dato gratuitamente in aggiunta.

8.  Ma ora ancora qualcosa: mia cara Marta, tu devi mettere al bando il tuo gusto per il tabacco, perché vedi, questo in primo luogo è brutto, ed in secondo luogo è molto dannoso per la tua natura. Perciò in questa parte ti devi già frenare molto per amore per Me, altrimenti ci metterai ancora molto tempo per guarire. Poiché vedi, l’orribile tabacco è un veleno ed ha origine dallo sterco del diavolo, come anche gli antichi sapienti hanno chiamato questa pianta velenosa. Perciò in questo ti devi ben frenare, altrimenti Io non potrei resistere con il tempo accanto a te per la pura e semplice puzza. Infatti vedi, questa erbaccia, particolarmente in questo tempo, puzza oltremodo per Me, perché con la stessa viene cagionato troppo malanno. Perciò abbandona per il futuro lo sniffare; è abbastanza che si servano di quest’erbaccia coloro che già se ne sono abituati fin dalla gioventù. Ma anche per loro sarebbe meglio se lo lasciassero stare.

9.  E vedi, ed è proprio questo che Io auguro a te o meglio da te non solo per il tuo onomastico, ma per tutti i tempi! E se corrisponderai nel tuo cuore a questo Mio Desiderio, allora risanerai prima nello spirito e nel corpo in pienezza, amen; questo lo dico Io, il tuo caro Padre santo. Amen, amen, amen.

10.      Ed ora scrivi ancora una Parolina per la sorella della piccola casalinga Marta, che si chiama Alessandrina.

11.      Da te, Mia cara Alessandrina, Io non pretendo nulla se non l’Amore. Infatti vedi, i belli piacciono anche a Me; e tu sei bella, per questo Mi piaci anche moltissimo. Ma non devi intendere con questo il tuo corpo, ma solo il tuo cuore, che è molto bello verso i Miei poveri fratelli e sorelle, cosa che a Me piace moltissimo in te.

12.      Ma tuttavia Io ho qualcosa contro di te, e questo è che tu talvolta fai un po’ la vanitosa nel tuo esteriore e diventi volentieri, per così dire, amante dell’eleganza. Vedi, simili radici di rafano devono uscire dal corpo, altrimenti con il tempo amareggiano il cuore, ed un cuore amaro non può accogliere il Mio Amore! – Questo lo devi deporre completamente, come hai già deposto veramente una parte considerevole, allora sarai completamente adatta per il Mio Amore.

13.      Non devi neanche dedicarti troppo all’arte delle pettinature, perché una testa ingarbugliata troppo nelle trecce è per lo più un’insegna del cuore e mostra che anche questo è spesso così intrecciato, come la testa con le sue trecce.

14.      In terzo luogo però Io voglio dirti ancora qualcosa, Mia carissima piccola anima: poiché tu ora sei ancora molto giovane e naturalmente tenera e rigogliosa, allora evita l’aria delle finestre e non sederti mai troppo vicina alle stesse, allora non avrai mai un’eruzione cutanea, né sul viso del corpo, né sul viso della tua bella anima.

15.      Tutto questo Io ti auguro non soltanto per il compleanno del tuo corpo, ma per tutto il tempo della tua vita. Allora sarai completamente la Mia amata ed Io il tuo caro Padre santo nel tempo e nell’eternità, amen. Questo dico Io in tutto il Mio tenerissimo Amore per te. Amen, amen, amen.

 

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Cap 78

Tutto, ciò che procede da Me, è un dono

18 aprile 1847

1.  Tu desideri già di nuovo un certo augurio, e precisamente per il tuo amico e fratello Anselm H. Z.; però vedi, ciò che una volta vale presso di Me, questo vale per tutti i tempi ed in eterno. Io non sono uno che fa gli auguri a qualcuno per il compleanno o l’onomastico come fanno gli sciocchi uomini. Infatti, questo lo fanno solamente gli uomini stolti che non possono dare nulla o per lo più non vogliono dare nulla, anche se potessero ancora dare qualcosa, oppure coloro che vogliono o vorrebbero almeno avere qualcosa come augurio.

2.  Ma Io che posso solamente donare e non posso prendere qualcosa da qualcuno, poiché tutto ciò che un uomo s’immagina di possedere è comunque Mio, non posso fare gli auguri a nessuno, poiché tutto ciò che procede da Me è un Dono ed è impossibile che possa mai essere un augurio!

3.  A chi mai Io potrei augurare una vera felicità e non dargliela, ma, come detto, limitarMi soltanto ad augurare come fanno gli uomini? Oppure come potrei Io augurare a qualcuno una qualsiasi felicità, come se non l’avesse ottenuta da Me?

4.  Ma se tu volessi dare qualcosa a qualcuno ed andassi poi tu stesso dall’interessato e volessi inoltre ancora augurargli che egli fosse così felice di ricevere da te un tale dono augurale, allora non dovresti prima deridere te stesso per una simile grande stupidità, e l’interessato stesso non dovrebbe ritenerti quasi per un pazzo se tu, per quello che gli hai dato, vorresti ancora fargli inoltre tu stesso gli auguri? Questo lo possono certo fare gli altri, ma non il Donatore stesso.

5.  Se già presso gli uomini e tra gli uomini sarebbe molto ridicolo e stolto fare una cosa simile, che figura ci farei poi se Io, il Signore ed unico verissimo Donatore di tutti i buoni doni, facessi una cosa del genere? Non salirebbero per questo tutte le mucche, buoi, vitelli, cavalli, asini e pecore su tutte le cime degli alberi e riderebbero di Me e di tutto il mondo? – Guarda, guarda; pretendere da Me una cosa simile è veramente ancora molto ridicola e stolta da parte tua.

6.  Io voglio e posso ben dare qualcosa ad A. H. Z., come gli ho già dato moltissimo; ma né da te né da qualcun altro un dono simile deve essere considerato un augurio, perché, come già detto, Io posso solo dare, ma mai in eterno augurare. Perciò qui segua anche un Dono, ma non un augurio.

 

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Cap 79

Un dono per A. H. Z.

18 aprile 1847

1.  Ascolta tu, Mio caro e molto diligente copista dei Miei Doni d’Amore per spirito, cuore ed intelletto che qui è una vista dell’anima! Ti lamenti sempre di ogni genere di debolezze della tua carne; ora non è in ordine la tua testa, ora i tuoi piedi, talvolta anche il tuo stomaco che spesso accusi di una certa deficienza. Ma vedi, questo non può essere diversamente, perché tu sei ancor sempre un piccolo crapulone e bevi confusamente birra e vino e mangi ora questo ora quello che ogni tanto ti piace proprio. Tu pensi che questo giovi al tuo corpo? Oh, niente affatto! Tutto questo è un veleno per il tuo corpo già alquanto avanzato negli anni.

2.  Prova solo una volta e metti, di tutto ciò che mangi e bevi in una settimana, soltanto una piccola parte in una pentola e dopo otto giorni fiuta il contenuto di questa pentola, e dovresti avere dei nervi olfattori molto ottusi se questo fetore non ti dovesse causare subito una grande nausea.

3.  Ma se siffatto caotico miscuglio in una pentola fredda genera vapori mefitici così sgradevoli, quali cattive esalazioni esso deve allora produrre in uno stomaco caldo, dato che poi essi si uniscono col sangue e narcotizzano poi malignamente i nervi del corpo, fenomeno da cui poi si devono sviluppare ogni genere di debolezze fisiche!

4.  Ma se ogni tanto ti ammali un poco, allora resta a casa e guarirai. Allora ben ti gioverà la dieta casalinga. Essa ti nuocerà forse quando sarai più sano? Io penso di no.

5.  Se vuoi essere davvero sano e diventare vecchio, allora rimani ben fedele alla tua dieta casalinga! Preparati a casa di sera una semplice cena per te gustosa, ma non troppo acre né troppo salata, puoi gustare un po’ di vino con acqua e prima fare una buona passeggiata all’aria aperta; allora rimarrai sano e forte. Puoi anche andare ogni tanto nelle belle giornate in qualche luogo dove c’è un buon vino, ma evita quella cattiva bevanda da quattro soldi di una birra! Infatti, questa ha tutte le cattive caratteristiche, ma nessuna buona, specialmente in questo tempo ingannatore in cui il luppolo ed il malto sono completamente rovinati.

6.  Se si potesse avere una qualche birra ancora di puro orzo e luppolo, allora un bere misurato non sarebbe dannoso, anche se proprio non troppo salutare, perché contiene in sé soltanto specifici pigri e molto scoraggianti. Ma una birra, come viene preparata qui in questo luogo quasi da tutti, Io te lo dico, è un purissimo veleno. Infatti non nutre e non spegne la sete, ma stordisce solo e genera ancora più sete, così la gente viene costretta a berne ancora di più.

7.  Il pasto serale nella locanda con birra e fumo di tabacco non è estremamente dannoso solo per il corpo, ma lo è ancora molto di più per anima e spirito, perché con il cattivo cibo vengono assimilati nel corpo ogni genere di orribili specifici, che poi rendono ottenebrati anima e spirito. A questo però si aggiunge ancora la notte della Terra, nella quale sale, nello spazio d’aria della stessa, la più cattiva masrmaglia in assoluto di specifici psichici, e nello stesso spazio, dove e come è solo possibile, attraverso la carne che viene compenetrata immediatamente, tale cattiva marmaglia insudicia l’anima con ogni genere di mostruosità e non raramente la riempie di pensieri e brame impure.

8.  Vedi, Mio caro amico A. H. Z., Io sono anche un medico del corpo; se seguirai il Mio Consiglio, allora sarai davvero sano e forte nel tuo corpo come nella tua anima, ed il tuo spirito diventerà facilmente padrone degli stessi.

9.  Questa ricetta ti sia perciò anche un gradevole Dono da parte Mia per il tuo onomastico terreno. Seguilo, e la sua benedizione non si farà attendere! Questo ti dico Io, il tuo santo miglior Padre. Amen, amen, amen.

 

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Cap 80

Sul giorno della rinascita dello spirito

10 maggio 1847

Ad Elisa H.

1.  Dunque ci sarebbe di nuovo un compleanno. – È vero che i compleanni terreni provengono anche da Me, il Signore di tutto il divenire ed essere, ma ciò nonostante Io preferisco i compleanni dello spirito con i giorni di morte della carne piuttosto che appunto gli anniversari della sola carne, ora molto spesso estremamente sgradevoli.

2.  Con questo però non voglio dar l’idea come se qui qualcuno, a causa del giorno della rinascita dello spirito e della sua anima, dovesse anche già veramente morire secondo il corpo, e quindi abbandonare improvvisamente tutto il temporale – oh, niente affatto, Io non pretendo questo, ed è buona cosa anche non intendere in questo modo. Invece con il giorno di morte della carne Io voglio che sia inteso e compreso del tutto bene solo il cessare di ogni genere di brame e desideri mondani, perché lo spirito e l’anima di nessun uomo potranno rinascere pienamente al vero Regno dei Cieli finché delle preoccupazioni mondane rimangono attaccate in qualche modo alla misera anima.

3.  Infatti per quanto riguarda la rinascita dello spirito e dell’anima, le cose procedono quasi esattamente come con l’ascensione di un cosiddetto pallone aerostatico già gonfiato. Questo, durante il riempimento, viene assicurato con funi, corde ed ogni sorta di legacci a pali conficcati nella terra, affinché non prenda quota riempito a metà e poi, nella regione aerea inferiore venga spinto qua e là da ogni genere di venti e rimanga facilmente impigliato in qualche grande ramo d’albero e subisca degli strappi. Quando invece è riempito completamente ed è atto a salire nelle regioni più alte, allora tutte le funi, corde e legacci che prima tenevano il pallone fisso a terra, devono essere subito recise. Altrimenti il pallone tirerà con forza i legami, ma non giungerà a salire nelle libere altezze, finché non sia strappata l’ultima corda.

4.  Quest’immagine però insegna che un uomo, per quanto sia colmo di buone, vere opere cristiane ed il suo cuore sia pieno d’amore per Me e per il prossimo suo, e per quanto porti in sé certamente tutte le capacità per conseguire la piena rinascita dello spirito, tuttavia è tenuto ancora legato da alcune cordicelle con il mondo! – Ma fino a quando queste cordicelle non sono completamente recise, fino ad allora anche l’uomo, per quanto sia la persona migliore, può innalzarsi alla libera altezza del Mio Regno della Vita altrettanto poco quanto un pallone gonfiato pienamente che però è ancora legato alla terra con certe cordicelle.

5.  Vedi, Mia carissima figliola Elisabeth, questo è appunto particolarmente il caso anche con te, come per tuo marito e per i tuoi figli. Tu, in seguito alle tue opere a Me oltremodo gradite, sei completamente atta nel tuo cuore a conseguire la seconda nascita. Ma vedi, un certo numero di corde mondane ti tengono ancora legata al mondo e t’impediscono la completa ascesa finale nel Mio Regno nei tempi della tua vita nel corpo, che in verità non ti sfuggirà dopo la futura deposizione del corpo, ma ora non ti è ancora propria nella pienezza pratica a causa delle menzionate, sempre fastidiose cordicelle mondane, anche se di per sé senza importanza. E perciò in questo tuo giorno della nascita del corpo Io non posso augurarti nulla di più pressante che la prossima piena liberazione da tutto ciò che ancora da qualche parte ti lega al mondo.

6.  Ma esamina pure te stessa molto accuratamente, e a poco a poco troverai, facilmente e presto, tutto ciò che non ti permette di raggiungere in pienezza la completa rinascita nei tempi della tua vita nel corpo.

7.  Per conto Mio però tu sei già rinata, e non ti manca, per così dire, quasi assolutamente nulla, se non soltanto l’ascesa. Questa però, per motivi estremamente saggi, è lasciata ad ogni uomo personalmente. Perciò impegnati assai diligentemente di liberarti dal mondo anche nei minimi legami, allora sperimenterai, facilmente e presto, quel secondo, perfetto compleanno per tutte le eternità che non ti sarà mai più tolto!

8.  Questo è il Desiderio più fedele e più vero di Colui che ti ha già amato prima che la Terra fosse ancora creata, – che è il tuo vero Padre e lo rimarrà di eternità in eternità. Amen, amen, amen.

 

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Cap 81

Molti sono i chiamati, ma pochi gli eletti

(parabola)

18 maggio 1847

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.15”)

 

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Cap 82

Spiegazione più particolareggiata della precedente parabola ed una nuova parabola

21 maggio 1847

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.16”)

 

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«Il seme per il Regno dei Cieli è la Parola di Dio. Chi accoglie la stessa in sé e ne diventa attivo, costui ha messo questa semenza celeste nel suo terreno, ed il Cielo crescerà come un albero proveniente da lui».

[“Il Sole Spirituale”, vol. 1, cap. 57, 9)]

 

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Cap 83

Tu sei Pietro la roccia

25 maggio 1847

Tu sei Pietro (una roccia), e su questa pietra Io edificherò la Mia Chiesa, e le porte dell’inferno non la potranno sopraffare! – Io ti darò le Chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che avrai sciolto sulla Terra, sarà sciolto anche nel Cielo, e tutto ciò che avrai legato sulla Terra, sarà legato anche nel Cielo.

 

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.31”)

 

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Cap 84

I tuoi amici e fratelli

Chiarimento delle dieci lettere ne “Il Governo della Famiglia di Dio”,

[vol. 1°, cap 3°, versetto 12°] nel loro significato spirituale

27 maggio 1847

 

1.  vol.1 – cap.3,12: «Vedi, Io te li voglio indicare tutti per nome: (Inferno) – P (Passione) – (Ragione) – T (Talento) – E (Egoismo) – GM (Gioia maligna) – I (Impulso) – A (attaccamento) – M (Morale) – S (Sensualità). Essi devono tutti ricevere il Mio paterno saluto ed oggi stesso, se vogliono, devono esser loro aperte per loro le porte dei Cieli, che sono gli occhi del loro spirito, ed oggi stesso Io voglio dimorare nel loro cuore. Una cosa soltanto essi devono fare con perseveranza, vale a dire devono lavare la loro carne e purificarla alla fonte al cui interno c’è acqua vivente, e devono prendere un bastone, che per metà è nero e per metà bianco; lo devono spezzare a metà, e devono gettare la parte nera sotto i piedi del mondo, e tenere la parte bianca per sé come segno del fatto che essi hanno rotto per sempre col mondo e con la loro carne».

(spiegazione del Signore)

2.  Per quanto riguarda queste dieci lettere non ancora comprese dall’inizio fino ad ora, in primo luogo da ciò non dipende la salvezza del Sole e della Luna, e anche le stelle proseguono il loro cammino senza lasciarsi deviare dall’incomprensione di queste dieci lettere. Ognuno di voi però sa che per la Vita eterna una cosa sola è necessaria; chi aspira a questa e la cerca, costui ha scelto la parte migliore per il suo spirito, – tutto il resto arriva in aggiunta al tempo giusto come un libero dono. E così anche ognuno di voi secondo il proprio spirito, avrebbe potuto svelare già da tempo questo piccolo segreto, se con tale richiesta si fosse rivolto a Me nel suo cuore, in modo serio e pieno di fiducia. Invece voi avete già ben spesso rimuginato – molto più con il vostro intelletto che con il cuore – e da ciò deriva però poi anche il fatto che voi ancora non comprendete questo piccolo mistero, e questo perché, perché cose simili non sono date per l’intelletto, ma solo ed unicamente per il cuore e per lo spirito!

3.  Ma affinché il vostro cuore, ancora fortemente senza senno in cose puramente spirituali, non abbia a mandar ancora più a lungo il misero intelletto come esploratore nel misterioso territorio spirituale, come un cacciatore cieco che finora non gli ha ancora mai portato a casa una qualche grassa selvaggina, ma sempre solo una carogna mezza marcia, allora vi voglio Io nondimeno presentare più da vicino questi amici simbolici indicati sotto queste dieci lettere; e così ascoltate, e afferratelo bene!

4.  La lettera significa lInferno come appartenenza carnale dell’anima; il numero ¹ significa superbia, ambizione ed orgoglio proprio dell’inferno in ogni uomo e quindi anche in voi. L’Inferno però è il più intimo amico di ogni uomo terreno, in quanto gli procura tutto ciò che lusinga la sua natura e riempia la stessa con ogni genere dei più piacevoli stimoli carnali.

5.  Se ora Io voglio accogliere un uomo nel Regno Mio ed educarlo alla Vita eterna, allora devo anche accogliere la sua amicizia, da cui l’uomo, finché vive sulla Terra, non è mai in grado di separarsi completamente; per questo anche il peccato, appartenente a questo amico, deve necessariamente comparire dinanzi ai Miei Occhi come completamente cancellato, senza questa comparizione un’ulteriore educazione del vostro spirito non è pensabile e non lo può essere. Detto con altre Parole: “Se vi voglio conservare, devo cingere anche l’inferno della vostra casa con le Mie sante Mani paterne e così alzarvi al Grembo Mio insieme al vostro – fino ad ora – molto intimo amico! – Qui avete adesso la prima lettera, di cui ho taciuto finora la spiegazione, e questo per motivi ben saggi.

6.  La successiva lettera P significa tutte le possibili Passioni che procedono proprio dalla I. Che anche le passioni siano amiche dell’uomo secondo la sua natura carnale e debbano essere da Me afferrate, elevate e convertite in qualcosa di nobile, se lo spirito dell’uomo deve guarire per la Vita eterna, questo s’intenderà ben assai chiaramente da se?!

7.  La significa la Ragione, accoppiata con l’Intelletto come il mondo ovvero l’Inferno lo dà all’uomo esteriore naturale. Che questa coppia dominante tutto il mondo goda, accanto all’Inferno, il più grande amichevole favore di ogni uomo, non c’è bisogno di menzionarlo più da vicino, perché un uomo rinuncia più facilmente a tutto che non a questi suoi cari ed assai intimi amici di casa. Anche se un uomo talvolta non è proprio soddisfatto al massimo delle altre sue amicizie interiori mondane, contro queste due tuttavia egli non ha quasi mai, o solo molto raramente, qualche minima piccolezza da obiettare.

8.  Ma se Io voglio innalzare a Me l’uomo, allora non rimane altro da fare che concedere anche a questi suoi più intimi amici di casa piena amnistia. Io penso che questo dovrebbe essere molto chiaro anche per ciascuno di voi, dato che anche voi, ancor fino ad oggi, tenete in gran conto questi vostri vecchi amici di casa, sebbene accanto a ciò comprendiate ben fin dove si possa arrivare con loro nel territorio dello spirito!

9.  La lettera T indica il Talento germogliante subito con l’intelletto, attraverso il quale l’uomo può giungere ad ogni genere di gradi di lustro, sui quali è di preferenza a casa la lettera E (Egoismo) e con questa la GM quale gioia maligna, – tutti amici di casa dell’uomo del mondo, amici che Io devo pur accogliere con l’uomo se voglio salvare il suo spirito!

10.      Da questi deriva il fedele attaccamento a tutto lo splendore mondano e lo stimolo a salire sempre più in alto nelle grazie del mondo e nel suo tornaconto, e di elevarsi dominando quanto più possibile su tutto alla sua maniera, perché il suo amico T gli ha spianato la via!

11.      S’intende già nuovamente da sé che nell’accogliere l’uomo secondo il suo spirito i due amici I, A non possono rimanere indietro e devono essere accolti anch’essi per la conversione e la vera nobilitazione spirituale. E se già tutto è stato accolto, allora non possono restare indietro nemmeno i due ultimi S, M, ovvero gli svariati tipi di Sensualità che sono in ogni uomo a legioni, ed infine l’ultrastupida mondana Moralità, ad ognuno ben conosciuta, come moda, convenevoli ecc..

12.      Vedete, questi sono gli amici e fratelli menzionati nell’opera principale[37], in voi così come nel Mio servitore, con il quale però è inteso ognuno. A questi dovete annunciare ad alta voce, in voi stessi, che Io ho steso le Mie Mani verso di loro ed ho lavato il loro male, ho tolto il peccato e li ho portati in sintonia con i veri interessi del vostro spirito, così che voi, se ora volete, possiate continuare a percorrere del tutto liberamente la via della Luce e della Vita a voi fedelmente mostrata.

13.      Se, nonostante tutto questo, voi volete rimanere più fedeli a questi vostri vecchi amici invece che a Me, che senza il vostro intervento vi ho dimostrato questa grande Grazia e santissima Benevolenza paterna, sta liberamente a voi. Anche da questo non dipenderà la salvezza del Sole e della Luna, e le stelle non mancheranno il loro percorso! – Infatti voi lo sapete pur già da molto tempo che da parte Mia non esiste nessun obbligo per lo Spirito! – Io penso però, avendo già fatto così tanto per voi, che voi farete anche questo poco, e cioè d’ora in poi attaccarvi a Me sempre più forte con il vostro amore e non lascerete in difficoltà i fratelli vostri!

14.      Io però avrei potuto spiegarvi i dieci amici della vostra vita terrena nella carne già da molto tempo, se ciò fosse stato salutare per voi; ma poiché Io ben vedevo che questi vostri vecchi amici in voi avrebbero fatto un gran baccano se, prima del tempo, ve li avessi fatti conoscere soltanto nelle lettere iniziali, e questo soltanto nella persona del servitore, così ho finora ritardato questa spiegazione più particolareggiata.

15.      Ma poiché ora l’avete, adesso sta anche in voi rifletterci molto seriamente ed adempiere l’incarico richiesto nell’opera principale, per quanto stia nelle vostre forze proprio in queste dieci lettere; poiché fintanto non conoscevate l’esatto significato di queste lettere, Io ho fatto per voi ciò che pretendevo da voi ed ancora pretendo, nella persona del servitore dal servitore stesso e da ognuno di voi.

16.      Ora però che questo mistero vi è stato svelato, siete voi stessi obbligati ad adempiere in voi questo compito, altrimenti non potete essere completamente adatti per il Regno Mio, – qui, infatti, si tratta di metter mano all’aratro e nel frattempo non voltarsi indietro! – Ma Io tuttavia vi ho sempre mostrato per altre vie cosa c’è nell’uomo naturale, e ciò che egli deve fare per trasformare l’uomo naturale un po’ alla volta in quello spirituale. E così finora potevate già fare a meno di questa attuale Rivelazione e perciò non siete stati privati di nulla ed avete potuto continuare a percorrere la retta via senza esitazione, cosa che in futuro sarà anche il caso se osservate in fedeltà quanto vi mostro da osservare nel modo più fedele.

17.      Soprattutto però attenetevi all’amore; questo non vi abbandonerà! Tutto può passare, soltanto l’amore rimane in eterno! Ma dove c’è questo, là c’è tutto, poiché l’amore conserva tutto ed è ovunque la pietra fondamentale di ogni esistenza! – Perciò non siate paurosi, non tristi, non burberi, non angosciati, ma in ogni cosa coraggiosi, sereni, d’animo e di sentimento lieto, di cuore e spirito gradevoli e servizievoli, allora percorrerete leggeri la vostra via ed avrete le porte del Regno del Cielo sempre spalancate dinanzi a voi, attraverso le quali avrete poi gioco facile introdurre i vostri amici mondani, in precedenza svelati, nobilitati nel Regno Mio, che è la più ardente amorevole Volontà di Colui che qui, attraverso il servitore, vi ha concesso questa grande Grazia. Amen, amen, amen.

 

*

 

«Riconoscere Dio corrisponde al destarsi dell’Amore, ma con ciò non vuol dire ancora amare Dio; amare Iddio invece significa vivere completamente in Lui. Quindi dove regna il sommo Amore, là vi è pure il massimo della Vita e quindi anche la massima Libertà!»

(“Il Governo della Famiglia di Dio”, vol. 1, cap. 134, 20; 86, 4)

 

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Cap 85

Chi fa di tutto per adulterio, prostituzione, libidine e lussuria?

12 giugno 1847

1.  Per comprendere ancora più a fondo il Dono precedente[38], devono essere qui illuminate più da vicino le circostanze nelle quali viene commesso adulterio, la prostituzione, la lussuria e la più evidente fornicazione, e ciò che per lo più spinge a cose simili.

2.  Una persona, sia maschio o femmina, praticherà già prostituzione attraverso ogni genere di gozzoviglie e crapula, ed in genere attraverso tutto ciò che possa procurare alla sua carne un particolare stimolo di piacere. Qualcosa del genere sono gli innumerevoli divertimenti in pubblico, durante i quali gli uomini si comportano di solito in modo più libero e sfacciato che altrimenti nel loro consueto stato d’animo, attraverso i quali viene servita proprio la carne al meglio nel modo più allegro. Chi cerca simili divertimenti e prende parte agli stessi, costui pratica già prostituzione, perché con questo egli sacrifica la sua carne al suo proprio pericolosissimo idolo casalingo; nello stesso tempo però commette anche un adulterio con Me, il vero Sposo della Vita, rompendo con questo il voto della sua fede. Ma nel contempo è anche un lussurioso e fornicatore; un lussurioso perché è schiavo della carne, ed un fornicatore perché con queste azioni viene generata la morte, non la vita.

3.  Inoltre praticano la più evidente prostituzione tutti coloro che avvolgono il loro corpo in moderne vesti morbide. Infatti, qui qualcuno dice così: “Si vive nel mondo e quindi ci si deve anche vestire a causa del mondo secondo la moda, altrimenti si viene considerato un sempliciotto che non osserva costume e decoro”. – O tu stolto! Chi è di più: Io, oppure il mondo? – Io però ti dico che, se tu rendi omaggio al mondo, ti rinnegherò in eterno, – sarà allora per te ancora il tuo stupido mondo più di Me che ti ho dato la Vita e che posso togliertela di nuovo quando voglio, in eterno? – Tu puoi ben tener conto del decoro del mondo; ma il decoro che Io, il tuo Dio e Signore, ho il primo diritto di pretendere da te, è per te come nulla, e tu pensi che già te la farò passar liscia. – Oh, tale Mia Indulgenza ti verrà presto a costare del tutto terribilmente cara. L’eterno abisso ti mostrerà quanta Indulgenza Io ho avuto con simili asini mondani! – Ecco un asino mondano che parla all’altro, ed una scrofa mondana all’altra: “Ma ascolta, dove hai fatto fare il tuo frac ed i tuoi calzoni? Ah, questo magnifico taglio, come ti sta a pennello! Eccellente, stupendo! – Ma tu sei anche cresciuto come un Adone, a te tutto sta estremamente bene – e tutto secondo l’ultima, nuovissima moda! – No, questo te lo devo subito imitare, perché soltanto con quest’eleganza ricercata ci si può presentare al bel sesso come vincitore!”.

4.  Ancora più filosofia della moda possiede il sesso femminile, perché questo può passare ore, giorni e settimane con nient’altro che con chiacchiere su moda, tessuti, nastri e pizzi, senza pensare soltanto una volta se tali stupidissime chiacchiere da prostituta potrebbero forse dispiacerMi! – Io però dico: “Oh, fate pure e continuate in questa stupidissima prostituzione di moda e vestiti in questo sacrificio idolatro intessuto per la vostra carne puzzolente, per la casa della morte della vostra anima e del vostro spirito. Proprio in una carne così adornata piacerete nel miglior modo possibile a Satana; infatti, questa è la cosa più importante per lui, che i sepolcri vengano intonacati ed i mucchi di sterco vengano indorati. – Ma presso di Me, che ho il Mio compiacimento soltanto nell’ornamento dello spirito, tali smaniose prostitute di mode e vesti mai troveranno un accesso, perché Io ho di niente un grande obbrobrio come per i cosiddetti eroi ed eroine della moda!

5.  In verità, se voi uomini andaste in giro nudi alla maniera parigina e portaste apertamente le vostre vergogne, potreste ben ancora diventar beati. Ma poiché abbellite così tanto la vostra casa della morte, allora perirete nella stessa eternamente! – Tutto questo, infatti, è la più evidente prostituzione, il più evidente adulterio, la più meschina lussuria e fornicazione nella propria essenza. È un suicidio spirituale, per la cui guarigione perfino nei giardini del Cielo non cresce nessun’erbetta! – Infatti, chi giace con una prostituta a causa del suo forte impulso, costui dopo l’atto torna di solito nuovamente in sé e non raramente prova pentimento per il suo atto peccaminoso; quindi è anche da perdonare, poiché egli riconosce di aver sbagliato.

6.  Ma una tale carogna della moda, una carogna così ornata, non torna mai in sé, mai giunge al pentimento, e ritiene questo vergognoso, altezzoso, egoistico, ultralussurioso ornare della sua morta dimora, non solo per nessun peccato, ma per un qualcosa di onorevole e conveniente, e non raramente però si vergogna del fratello bisognoso, della povera sorella, anzi – ascoltate! – egli si vergogna non raramente dei suoi poveri genitori, – egli si vergogna di Me! – Si vergogna di pregare Me, solo perché veste un ornato sacco di tarme ornato secondo l’ultima moda, si vergogna di riconoscere pubblicamente il Nome Mio!!!

7.  Io qui domando se esiste ancora un genere più grande di prostituzione di quanto lo è la prostituzione della moda e dei vestiti? – Io però dico a tal proposi: ogni peccatore troverà accesso presso di Me prima che un tale stupidissimo zoticone ed una graziosa scrofa alla moda. Per costoro, come sono nella loro autentica maniera parigina, il Cielo non deve mai venire aperto eternamente. Chi Mi bestemmia, Io posso stare dinanzi a lui e mostrargli come Mi ha bestemmiato senza motivo, ed egli riconoscerà il suo errore e piangerà, perché Mi ha fatto un torto, – ed Io lo perdonerò, e egli diventerà un Paolo per Me!

8.  Ma che cosa è da fare con colui che evidentemente si vergogna di Me? In verità, per costui Io non conosco nessun mezzo! Infatti colui del quale qualcuno si vergogna, costui lo evita in eterno con più cura che la peste; e questa è proprio la natura principale di Satana, vale a dire l’altamente elogiato pudore!! – Genitori, basta solo che voi imprimiate ai vostri figli molto senso del pudore e dell’onore del mondo, allora li metterete già sulla via migliore per l’Inferno, dalla quale in seguito non riusciranno più a scostarsi di un pelo! Anzi insegnate molto rigorosamente e seriamente alle ragazze di nascondere i loro piedi per pura vergogna, ma in compenso di esternare ben bene il deretano, di portare il seno e le braccia però scoperti secondo la moda, – ed avanti così! Così va proprio bene per essere completamente assicurati per l’Inferno! O voi stupidissimi uomini, che cosa è più rispettabile o più vergognoso nel corpo? – Non è, infatti, l’intero corpo Opera Mia? – Ma dove sta scritto che Io abbia aggiunto anche del vergognoso al corpo?!

9.  Voi siete vergognosi prostituti di moda e di vestiti, poiché trovate, solo perché è alla moda, alcune parti del vostro corpo vergognose ed altre rispettabili. E se fosse moda di portare nudo il deretano in bella vista e di coprire il volto fino agli occhi, voi lo fareste e riterreste il deratono la parte più rispettabile del vostro corpo! – O voi grandi stolti, voi ultrastupidi asini e purissimi porci, ma non riconoscete dunque che proprio a causa della misera moda nelle vostre vesti siete quelli più orrendamente presi in giro dall’Inferno?! – Perciò smettetela una buona volta con questa massima di tutte le vostre stupidità, che da sola è sufficiente a chiudervi con i chiodi il Cielo per l’eternità!

10.      Se gli uomini andassero in giro nudi tra loro, allora sarebbero molto più umili e costumati; ma poiché decorano il loro corpo affinché possa essere più bello da vedersi, allora ardono continuamente per la voglia carnale e condannano se stessi sempre più profondamente nella morte eterna. – Chi potrà liberarli da questa se cominciano a vergognarsi sempre di più dell’eterno Liberatore, se in modo raffinato rivestono il loro corpo secondo la moda? In verità, è più facile che ladri ed assassini ed i nudi sodomiti vedranno il Mio Volto che i giovinastri ornati e tutte le pupe acconciate. Questo dice il povero – avvolto solo in misere vesti – ma Onnipotente Signore Gesù, amen, amen, amen.

 

Supplemento del 13 giugno 1847

 

11.      Dopo gli eroi della moda e le loro compagne, ci sono ancora i cavalieri dell’industria che praticano la più evidente prostituzione, adulterio e simili. Questi in fondo sono ancora peggiori degli eroi ed eroine della moda, perché essi sono già letteralmente il braccio destro di Satana e portano anche come tali il suo segno sulla fronte e nella mano. – Questi segni procurano loro la visuale molteplice, e denaro e diligenza gliele mettono nella mano. Poi essi costruiscono grandi laboratori artificiali, nei quali, invece di uomini bisognosi, lavorano macchine ed in breve tempo producono una grande quantità di ogni genere di nuova merce, come ogni genere di tessuti moderni per abiti ed altri ornamenti per la casa ed altre mille specie di cose per il cosiddetto galante mondo moderno! Dopo i sarti studiano giorno e notte per inventare un qualche nuovo taglio per attirare di più i loro clienti. E le modiste fanno lo stesso e cercano forme sempre più nuove, più appariscenti e più vistose, e tentano con ciò i loro clienti e decantano sempre i loro prodotti come qualcosa di straordinario!

12.      Questa specie di persone, ora sempre più frequente e più numerosa, è per lo più senza fede, senza religione, senza coscienza e senza il minimo amore per il prossimo; per loro l’uomo non vale proprio nulla, ma vale soltanto come compratore e ricco acquirente dei loro articoli, se esegue giustamente i suoi pagamenti. Ma se questo per certi motivi non è spesso il caso, allora viene inflitto contro di lui subito il più spietato pignoramento, e se questo non copre il credito, allora viene inflitto all’insolvente anche il carcere! È ciò completamente secondo la Mia Parola, poiché Io dissi “Ma se prestate il vostro denaro, prestatelo ai poveri che non ve lo possono restituire, così troverete nel Mio Regno un tesoro eterno! – E non preoccupatevi di che cosa mangerete e che cosa berrete e con che cosa coprirete il vostro corpo; a tutto questo aspirano i pagani. Voi invece cercate innanzi tutto il Regno di Dio e la Sua Giustizia (che è Amore e Misericordia); tutto il resto vi verrà dato in aggiunta come un libero dono!” – Questa è la Mia Parola, questa è la Parola di Dio, questa è la Mia Volontà, questa è la Volontà di Dio!

13.      Come si comporta verso questa la sopra indicata prostituzione del satanico mondo industriale? – Essa si comporta proprio come si comportano l’uno verso l’altro l’inferno più basso ed il Cielo più alto; perciò non è nemmeno necessario stabilire più precisamente il salario per tali opere e per i cosiddetti progressi dello spirito del tempo nell’eterno grande Aldilà. Infatti tali uomini stanno già troppo profondamente nell’Inferno, perché la Mia Santità possa venire in un contatto più ravvicinato con loro! – Essi sono anche troppo meschini e cattivi per Me, perché il Mio Amore possa gridar loro un “Guai a voi”, infatti essi non si spaventerebbero e non farebbero nessuna penitenza per questo, ma fabbricherebbero ancora di più ed ancora di più comprerebbero e venderebbero!

14.      In verità, a questa razza devono presto esser rovesciate le sue sedie da bottegai e baracche nel modo più vergognoso ed essi stessi cacciati fuori con corde roventi nell’eterno mare di fuoco della Mia Ira! – Ma per ogni peccatore Io voglio essere pietoso e misericordioso; questa razza però deve essere trattata senza riguardi, perché come nessun’altra essa esprime con la massima indifferenza il più reale scherno verso la Mia Parola in tutti i tempi. – L’anima di un simile bottegaio è però anche la cosa più orribile di tutte le cose orribili; essa è un puzzolente polipo che è intento ad inghiottire continuamente con mille fauci tutto quello che riesce a raggiungere ed afferrare. Per questo Io mostrai nel tempio quanto Mi è gradita questa razza!

15.      Io risparmiai certamente ogni peccatore – all’adultera scrissi la sua colpa sulla sabbia; Mi lasciai ungere i Piedi da una prostituta; pranzai presso un gabelliere e pubblico peccatore; purificai coloro che erano pieni di lebbra della lussuria; salutai il Mio traditore come un amico; accolsi nell’eterno Paradiso l’assassino sulla croce e, morendo, implorai sulla Croce il perdono al Padre santo per tutti coloro che Mi crocifissero e Mi lasciarono crocifiggere. Solo i cavalieri dell’industria furono cacciati senza rispetto e riguardo dal tempio con la sferza, ed il ricco crapulone dovette andare all’Inferno! – Da questo potete già trovare la misura di quanto questa razza è nella Grazia Mia e lo sarà in eterno. Amen, amen, amen.

 

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Cap 86

Ancora qualcosa sulle varie lamentele degli uomini[39]

15 giugno 1847

1.  Oggi ci si lamenta molto particolarmente della chiesa cattolica-romana, e da molte parti viene attesa la sua totale sconfitta finale e la cessazione del suo operato, della sua idolatria e di tutto il suo tenebroso ingranaggio. – Uno le rinfaccia la storia e le mostra tutti i milioni di orrori di tutti i tempi che ha perpetrato ovunque attraverso i suoi preti. Un altro le tiene l’intera Bibbia spalancata sotto gli occhi e le dimostra, nei minimi particolari con cento testi, che il suo papa discende da Pietro tanto poco come l’imperatore cinese dal Sole, e che in linea retta è, invece del rappresentante di Cristo, solo un rappresentante del drago e gli mostra matematicamente, anno, giorno ed ora del suo sicuro tramonto. E quando viene il tempo e trascorre l’anno ed il giorno e l’ora ed il drago di Babele non vuole ancora andare all’Inferno, allora, o è inesatto il conto, oppure l’Apocalisse di Giovanni è mal tradotta – oppure non è niente affatto autentica – oppure è soltanto un oscuro estratto dagli antichi profeti – oppure l’intera Bibbia è una pura opera a metà moralista, a metà di antica politica che in questi nuovi tempi illuminati non trova più posto. Altri ancora condannano solo la cerimonia ed approvano il resto delle disposizioni di questa chiesa DEL mondo. Ad alcuni i monaci sono una spina nell’occhio, ad altri lo sono solamente i cosiddetti gesuiti, ancora ad altri il rito latino, altri maledicono il celibato ed ancora altri la confessione auricolare, ed ognuno maledice qualcos’altro. Tutti però si augurano, in parte in segreto ed in parte pubblicamente, che possa presto finire con questa prostituta!

2.  Ma ciò nondimeno lei non vuol saperne di fare una buona volta una fine così desiderata da molte parti, ma continua sempre ad esistere come a dispetto scandaloso di tutti i suoi nemici che aumentano sempre più e dei giudici spietatissimi. Io però dico: non soltanto Roma, ma ogni chiesa esteriore è guasta se ripone la salvezza solamente nell’esteriorità e non pensa che il Mio Regno non è di questo mondo, bensì di un mondo del tutto diverso, e che la vera Chiesa è da trovare solamente nel cuore dell’uomo e in nessun altro luogo, l’unica attraverso la quale, escludendo tutto il resto, l’uomo può giungere alla vita eterna del suo spirito. Per ogni altra chiesa del mondo soltanto esteriore, sia romana, protestante o greca, vale però lo stesso per l’eternità ciò che Io ho preannunciato nel capitolo 51, versetti 36 - 39 del profeta Geremia, e questo del tutto particolarmente attraverso i sopra citati quattro versetti del 51° capitolo dove suona:

3.  “Perciò così parla il Signore: vedi, Io voglio esporre la tua causa e vendicarti; Io voglio prosciugare il suo mare e far esaurire la sua sorgente. E Babilonia deve divenire un mucchio di pietre ed una dimora di draghi, un oggetto di stupore e di scherno, un luogo in cui nessuno vi dimora. – Essi devono ruggire l’un con l’altro come leoni, e gridare come i giovani leoncini. – Io voglio infiammarli con il loro bere e voglio ubriacarli, affinché diventino allegri e dormano di un sonno eterno, dal quale non si risveglieranno mai più, dice il Signore!”.

4.  Questi testi, che proprio non sono difficili da comprendere, dimostrano a sufficienza come stanno le cose con Roma ed ogni altra chiesa esteriore e qual è il loro destino in eterno.

5.  A te chiesa Io voglio volgere all’esterno la tua questione, cioè il tuo inganno e le tue arroganze menzognere, affinché l’interiore dell’uomo rimanga intatto e con questo salvabile il suo spirito e l’anima sua; e proprio per questo, tu, chiesa esteriore, devi avere in te la Mia vendetta, che è la morte eterna. Io voglio rendere impotente la tua malignità, (il mare del falso e del cattivo) e far esaurire sempre di più le tue ricche fonti d’oro, affinché il tuo potere di fare il male diminuisca sempre più e molteplicemente di più.

6.  Per questo motivo ogni Babilonia diventa da se un morto mucchio di pietre e dimora del drago, che è un simbolo dell’eterna morte, e proprio per questo motivo diventa la beffa di tutto il vivente in sé, la quale beffa viene indicata con miracoli e con fischi e fiaschi. E chi è diventato vivente nello spirito, costui mai dimorerà in eterno sotto il tuo tetto; anche se i servitori di tale chiesa esteriore ruggiranno come leoni di sdegno e furia e poco dopo urleranno dalla fame come giovani leoncini, quando i genitori tardano troppo a lungo con il pasto depredato, questo non spaventerà però lo stesso più alcun vivente, e nessun rinato si accorgerà delle loro grida. Ma coloro che vogliono essere ciechi e morti, costoro dovranno bere dal calice il vino della morte, il vino di ogni inganno e di ogni menzogna ed arroganza, e dovranno ubriacarsi e poi addormentarsi in questa ebbrezza, dal quale sonno mortale non dovranno mai più essere risvegliati né nel tempo né nell’eternità!!!

7.  Ciò che dunque fu preannunciato in Geremia di una simile Babilonia, succede letteralmente alla Chiesa di Roma, come in tutte le chiese esteriori; oppure tutto quello che succede con ogni esteriorità, succede anche continuamente con Roma e tutte le altre chiese, poiché sono soltanto esteriori, – esse appassiscono e si seccano e diventano morti mucchi di pietre. Deve dunque accadere ancora di più di quanto è destinato ad accadere?

8.  Per questo motivo simili lamentevoli preoccupazioni non sono al posto giusto.

9.  Ognuno provveda invece solo alla sua vivente chiesa interiore e lasci fiducioso a Me il giudizio delle chiese esteriori; poi tutto continuerà nell’eterno Ordine uguale come anche va di solito, anche se la cecità dell’umanità che sempre si lamenta e giudica non se ne accorge amen. Questo e così parla il Signore. Amen, amen, amen.

 

*

 

«Così sarà un giorno nel Regno Mio: chi sarà il più piccolo e minimo, costui sarà anche il più grande. Infatti nel Cielo tutto è rovesciato rispetto a quest’ordine del mondo. Ciò che davanti agli occhi del mondo è grande e splendente, è piccolo e minimo nel Cielo e senza tutto lo splendore e sfarzo».

[Gr.V.G. Vol 7° Cap 177-5).]

 

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Cap 87

La vita di città

21 giugno 1847

1.  Questo tema si può sviluppare. Ti è riuscito ad ottenere, mendicando da Me, una spiegazione su questo. – Tu pensi forse che Io sia come un microscopio, con il quale gli scienziati ora osservano una goccia di tintura d’oro, ma subito dopo di nuovo la testa di un moscone? – Oh no, questo Io non Lo sono!

2.  Ti devo forse descrivere la vita di città com’è in tutta la sua mostruosità? – Questo Io non lo faccio! Piuttosto vorrei descriverti tutti i cumuli di sterco e tutte le carogne che esistono ora in qualche modo sulla Terra, che non la tua stupidissima vita di città com’è ora nel suo genere! – Scendi all’Inferno, là la troverai precisamente spiegata; ma nel Cielo non trovi cose del genere, e presso di Me già meno di tutto. Ma falla finita con la tua vita di città, perché su questo tema Io sprecherò sicuramente pochissime Parole!

3.  Che cosa vedi tu nella città? Vedi molte case grandi e magnifiche, palazzi, templi pagani riempiti di idoli, una quantità di botteghe con un’infinita scelta di merce che non sono altro che escrementi di Satana per allettare, sedurre ed impestare gli uomini, una moltitudine di usurai di ogni genere, di gran lunga più preti ipocriti che veri sacerdoti con un cuore e spirito umani; vedi ogni genere di mascalzoni e truffatori, giocatori, case da gioco, prostitute in gran quantità ed una quantità ancora maggiore di fornicatori di ogni genere, adulteri di ogni tipo, agenti di cambio, avvocati di ogni genere, una gran quantità di funzionari, dei quali i giovani augurano di tutto cuore una morte il più possibile sollecita agli anziani per puro amore per il prossimo, affinché possano con questo ottenere presto un avanzamento di carriera!

4.  Vedi ospedali e case per i poveri a carico dello Stato (spese pubbliche). Così esistono anche ogni genere d’imposte, dirette ed indirette; Io non volevo proprio dire nulla di quelle dei principi del paese, ma un’imposta per l’abbellimento della città è unica nel suo genere. Così esiste anche l’imposta per i poveri che proviene sicuramente in primo luogo dall’amore cristiano per il prossimo! Sarà già abbastanza brutto se le autorità legali e legittime trovano necessario imporre ai cuori duri della maggioranza dei cittadini un obbligo, per estorcere da loro un più che necessario danaro per il vitto per l’umanità povera!

5.  Così si vedono anche teatri in cui si tengono giornalmente delle commedie, case per bere e gozzovigliare, ogni genere di fabbriche, nelle quali si lavora nel modo più diligente per l’Inferno. Così pure si vedono una gran quantità di sale da ballo, giardini e viali alberati, i quali, più che di un bosco altrimenti utile, invitano gli uomini a farsi belli e ad altre lussurie; ed ancora una quantità di simili istituti molto lodevoli.

6.  Pensi forse che Io ti debba dare una corrispondente descrizione nella maniera spirituale? – Oh certo che potrei farlo! – Ma se lo facessi, allora in questa stessa notte verrebbe un terribilissimo terremoto su questa e molte altre città, dove poi a loro andrebbe mille volte peggio di quando andò un giorno a Sodoma e Gomorra! – Perciò lascia pure stare la tua bella vita in città e non comparirMi più davanti con questo argomento, altrimenti dovrai vedere cosa succederà ad una città se Io volessi iniziare a parlare della sua vita.

7.  Accontentati per ora di questo, e sii in futuro puro e prudente nell’agire e domandare, altrimenti potresti ricevere da Me una lezione pareticolare. Amen.

 

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Cap 88

Lazzaro

26 giugno 1847

    Domanda di Ans. H.:

“O signore, Tu santo, amorevolissimo Padre! Se tale è la Tua santa Volontà, allora rallegra il nostro cuore con una descrizione della persona del Tuo amico Lazzaro, il fratello di Marta e Maria, che Tu risvegliasti dalla morte per lo scandalo dei potenti ecclesiastici di Gerusalemme, e con il quale Tu sedesti a tavola dopo il suo risveglio”.

 

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.1”)

 

 

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Cap 89

Ponzio Pilato e la visione di Tullia

28 giugno 1847

 

(segue la comunicazione al cap. 2 della raccolta “Spiegazioni di testi biblici cap.2”)

 

 

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Cap 90

Sulla lettura della Parola di Dio

2 luglio 1847

 

         Come certuni leggono la Parola di Dio – e come la Parola di Dio deve essere letta o ascoltata dagli uomini per l’utilità dell’anima, lo spirito e la vita.

 

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.32”)

 

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Cap 91

Parabole sulla conoscenza di Dio e di se stessi

13 luglio 1847, pomeriggio

(segue la comunicazione su “Spiegazioni di testi biblici cap.18”)

 

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Cap 92

La Trasfigurazione di Cristo

22 luglio 1847

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 17 di “Spiegazioni di testi biblici cap.17”)

 

*

 

«L’Amore è pure il tuo vero occhio, così come esso è in Me il vero Occhio, eternamente unico. Solamente con quest’occhio ti è possibile contemplare Me, il tuo Dio e Creatore, come un fratello vede l’altro fratello. Per qualunque altro occhio Io sono, in questa Mia Essenza, eternamente invisibile. L’Amore è inoltre il braccio destro nella tua essenza, con il quale Mi puoi abbracciare come un fratello. Quindi l’Amore è anche l’orecchio destro, l’unico che possa intendere la Mia Voce paterna; nessun altro orecchio potrà mai fare questo in eterno».

[Il Sole Spirituale, vol. 1, cap. 98, 12-13]

 

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Cap 93

Introduzione alle scene di morte

27 luglio 1847

    Con la seguente Comunicazione cominciarono le “Scene di morte” (Scene di spiriti) che descrivono il passaggio di morenti nel mondo spirituale. Delle undici scene di spiriti, o per meglio dire scene di morte che sono state comunicate, nove sono state pubblicate nel breve scritto “Oltre la Soglia”. Le voluminose pubblicazioni su “Il Vescovo Martino” (9° scena) e “Dall’Inferno al Cielo”–  Robert Blum (11°scena) sono apparse in volumi a parte.

1.  Il fratello H. Z. vorrebbe sapere come prende forma il trapasso dalla vita materiale alla spirituale, ovvero alla cosiddetta vita nell’aldilà, in particolare dei grandi del mondo.

2.  Questo trapasso è molto facile e del tutto naturale da descrivere.

3.  Vedi, quale differenza fa l’acqua se vi cade dentro un grande o un povero uomo sconosciuto? Ascolta, entrambi annegano nello stesso modo! Oppure quali differenze fa il fuoco? Ascolta, esso consuma così bene l’imperatore tanto quanto un mendicante!

4.  Se un mendicante ed un ministro o imperatore cadessero nello stesso tempo da una torre, allora l’uno come l’altro troverebbe la sua morte con l’improvvisa caduta.

5.  Quali differenze fa la tomba tra grande e piccolo, tra ricco e povero, tra bello e brutto oppure giovane e vecchio? Vedi, proprio nessuna! Tutto si decompone e diventa sudiciume per i vermi ed alla fine polvere da nulla.

6.  Ma come avviene al corpo nel regno delle cosiddette forze della Natura, proprio così avviene anche all’anima nel regno degli spiriti. Che l’anima nel mondo fosse mendicante o imperatore, non fa assolutamente nessuna differenza nel regno degli spiriti. Qui a nessuno viene concesso un cosiddetto privilegio affinché non venga alimentata la presunzione di nessuno ed il grande non venga più accecato dalla sua grandezza ed il povero non lo sia più dalla pretesa che avanza sul Regno dei Cieli – avendo egli sofferto molta miseria nel mondo – ed il devoto non venga più accecato dal suo “essersi meritato il Regno dei Cieli”. Ma, come già detto frequentemente, dall’altra parte – beninteso! – dall’altra parte non vale null’altro che il puro amore!

7.  Tutto il resto però è come le pietre gettate nel mare, dove il diamante come la pietra arenaria più comune sprofonda nell’eterno fango puzzolente. Certamente essi rimangono in sé ciò che sono e ciò che erano fuori del mare, – ma il destino di entrambi è uguale, tutt’al più con la differenza che la pietra arenaria viene dissolta prima del diamante.

8.  Così accade nell’Aldilà anche a coloro che in questo mondo furono nobili oppure a coloro che non avevano contato niente. Costoro, nel fango del mare dell’inesorabile Eternità, nella loro immaginazione crederanno ancora per molto tempo di essere quello che erano nel mondo. L’imperatore là si crederà ancora imperatore, ed il mendicante – con la pretesa del risarcimento – crederà di essere ancora mendicante. Ma ciò nonostante nella grande realtà entrambi condivideranno insieme un uguale destino nel fango del mare dell’Eternità. Solo che il povero potrebbe giungere prima alla fermentazione – e la sua essenza potrebbe quindi essere anche riempita prima dalle vere, intime bollicine dell’umiltà che poi lo traggono dal fango e lo portano su all’eterna Luce e Vita – che l’imperatore o un altro grande del mondo.

9.  In base a questi esempi, ovvero in base a questa regola cardinale, voi potete valutare precisamente il trapasso di ogni uomo. Attenetevi perciò all’amore, affinché un giorno non diventiate partecipi  del destino generale! Amen. Amen. Amen.

 

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Cap 94

Il giusto, vivente rimedio di guarigione

17 agosto 1848

        Ad Elisa H.

1.  Mia cara figliola! – Se tu e così parecchi altri aveste una pienissima e vivente fiducia in Me, allora non avresti neppure un’inutile paura per questo tuo male al petto, e nemmeno continueresti a chiederMi un altro rimedio che debba avere un effetto migliore e più rapido; infatti qui il primo rimedio andrebbe altrettanto bene quanto l’ultimo.

2.  Ma poiché il tuo male, che è un accumulo di una quantità di vecchi mali e di trattamenti medici, non può passare così in fretta come un qualsiasi leggero raffreddore, poiché con esso una quantità di sostanze nocive si sono aperte una via d’uscita, così ora tu hai una grande paura. Io però ti domando: perché mai? Credi forse che Io non possa aiutarti, fosse pure il tuo male anche mille volte più grande di quello che è?

3.  Oh guarda, per Me ancor mai un male è stato così grande che Io non fossi in grado di domarlo! E così potrei certamente venirne a capo anche del tuo in brevissimo tempo, ma per questo tu sei troppo impaurita ed ansiosa e cerchi rimedi su rimedi. Ma nel Rimedio principale riponi troppa poca fiducia vivente, cosa che puoi tu stessa desumere dalla tua paura ed angoscia, e questo ritarda la piena guarigione del tuo petto.

4.  Io ti dico che puoi mettere sul tuo petto terra o acqua, olio o vino, miele o balsamo, erbe medicinali o impiastri, latte e pane oppure anche zolfo ed altri minerali ed acque minerali – se tu hai una vivente fiducia in Me, allora tutti ti gioveranno; ma se hai paura ed angoscia, il che dimostra qui che la tua fiducia in Me non è piena, allora devi attribuire anche a te stessa il fatto che la guarigione del tuo petto si conformi esattamente alla fiducia di voi tutti.

5.  Voi guardate e giudicate solo il rimedio, e vi chiedete se esso proviene da Me oppure solo dal Mio scrivano, se sarà davvero d’aiuto oppure no – oppure, qualora non fosse proveniente da Me, ma soltanto dallo scrivano, allora non potrebbe forse addirittura peggiorare il male?

6.  Vedi, questi sono i vostri scrupoli segreti con i quali voi, come ho detto, valutate sempre i rimedi consigliati solo dal punto di vista di una mezza fede. Me, invece, non Mi valutate affatto, poiché credete, o per lo meno siete dell’opinione che Io possa o voglia aiutare soltanto con un unico rimedio che fosse il più idoneo – come se non fossi abbastanza potente da poter guarire ogni male con ogni rimedio, anzi, nel caso di una fede assai vivente, anche senza alcun rimedio. – Che cosa importa del rimedio?

7.  Io sono il vero Rimedio vivente, senza il Quale nessun altro è efficace, mentre con Esso lo sono tutti!

8.  Se in futuro volete ottenere la salute del vostro corpo, allora non dovete badare così tanto ad un rimedio adatto, bensì solo al fatto che la vostra vivente, piena fiducia in Me lo renda adatto, allora ogni rimedio sarà giusto, di qualunque cosa esso consiste. Ma senza questa manipolazione il miglior balsamo gioverà altrettanto poco quanto l’acqua di una pozzanghera!

9.  Usate il vostro impiastro, ma con piena fiducia in Me, allora estrarrà anche la più potente sacca di pus che sarebbe dovuto uscire anch’essa insieme al pus, come in un parto la placenta, e che ora si trova come un corpo estraneo nella ferita e si gonfia ulcerandosi. Ma beninteso, questo non lo farà l’impiastro sa sé.

10.      Se però volete un medico, allora lo potete anche prendere. Abbiate però, non tanto nel medico, quanto piuttosto unicamente in Me, una fiducia vera, vivente e quindi priva di angoscia e paura, così i rimedi del medico agiranno nel modo più salutare. Se però avrete più fiducia nel medico che in Me, allora egli vi servirà a poco o a nulla.

11.      La vostra paura ed ansia però siano un sicuro indicatore che rivela se avete piena fiducia in Me oppure no, poiché ogni paura ed ogni angoscia sono la conseguenza di una debole fede e fiducia in Me.

12.      Non sono Io Colui che chiamò di nuovo in vita Lazzaro, il quale da quattro giorni imputridiva nella tomba? – Ma se credete che Io sia Quello stesso e che parlo adesso con voi già da alcuni anni attraverso il servitore, di per sé certamente debole, ma per il resto sincero, – perché dunque è debole la vostra fede e perché è impura la vostra rispettiva opinione, in base alla quale il Mio servitore che vi è stato ridato, darebbe dei rimedi da se stesso a Mio Nome, i quali allora potrebbero non giovare, non essendo forse da Me bensì dal servitore?

13.      Ma non sapete che Io rigetterei subito il servitore, se si dovesse permettere una cosa simile? – Voi non dovete ritenere il Mio servitore un così cattivo peccatore! – Egli ha di certo altre debolezze, ma per la maggior parte contro se stesso; invece nel Mio Nome egli è fedele e forte e non teme gli uomini e neppure guarda ai vantaggi del mondo, benché sia povero alla maniera terrena.

14.      Quindi solo più fede e fiducia e tutto andrà già bene; altrimenti niente ancora per lungo tempo, amen. – Questo dico Io, quale il miglior Farmaco in eterno. Amen, amen, amen.

 

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Cap 95

La Mia Parola e la fede vivente sono il miglior rimedio di guarigione

3 settembre 1848

        Per Elisa H.

1.  Scrivi pure, Io so già che cos’è. – Si tratta già di nuovo di una consolazione o di una ricetta medica. Io ti dico, come ti ho già detto molto spesso, che non ti ho scelto per essere un medico della carne, ma ti ho chiamato soltanto per essere uno scrivano per la Rivelazione della Mia Parola, che do allo spirito e non alla carne. Ma ciò nonostante tu continui a venire da Me nuovamente con cose della carne. – Ebbene, non riesci ancora a distinguere le vie della carne – e le vie dello spirito?

2.  Non deve dunque ogni uomo essere crocifisso nella sua carne, se deve diventar vivente nello spirito?

3.  Così è anche il caso della moglie di A. H. V. Perciò non Mi è gradito quando tu vieni contro il Mio Ordine stabilito e pretendi da Me cose che Io faccio sempre malvolentieri, e questo perché non ti ho chiamato per essere un cosiddetto medico miracoloso, bensì unicamente per essere uno scrivano della Mia Parola vivente. – Io ti do bensì – e ti ho già dato – anche dei consigli medici, se Me li vieni a chiedere – però tu non devi farne una regola.

4.  Io do a ciascuno ben volentieri ciò che Mi si chiede con fede e con piena fiducia; ma molto, molto più volentieri do ciò che serve per la guarigione dello spirito piuttosto che per la guarigione della carne.

5.  Chi dunque legge la Mia Parola e vive di conseguenza ed ha una forte e salda fede, lo aiuterà la Parola attraverso la sua fede, come si può vedere molto spesso nei Vangeli. Ma se manca la giusta, vivente fede, allora l’“alzati e cammina” sarà solo di scarso effetto.

6.  Di conseguenza la Mia Parola e la fede vivente sono in ogni tempo il rimedio migliore anche per la carne, e nessuna farmacia ne ha uno migliore. Ma alla debolezza della vostra fede ed all’ansiosa fiacchezza della vostra fiducia, questa purissima medicina non basta e non può bastare, perché voi tenete ancora con troppa apprensione alla vita della carne e fin troppo presto divenite assai paurosi e deboli di fede se alla stessa capita qualcosa. Perciò oltre alla Mia Parola pretendete anche una medicina, quindi o argilla, o acqua della piscina di Siloe; senza questa non vi si può portare aiuto.

7.  E proprio qui sta il nocciolo della questione, come usate dire voi; infatti se Io permetto che delle medicine guariscano le vostre malattie, questo indebolisce la vostra fede nella Mia Parola. Ma se nonostante la debolezza della vostra fede e fiducia, Io vi aiutassi unicamente attraverso la Parola, allora voi sareste giudicati ed imprigionati, e questo nello spirito, dalla quale prigionia, potrebbe allora nuovamente liberarvi solamente una croce enorme, come fu il caso anche presso i primi cristiani, i quali per lo più accoglievano la Mia Parola costretti dai miracoli, così che in seguito poterono essere liberati dal loro giudizio soltanto per mezzo di una potente prova. – Perciò domandate a voi stessi che cosa devo fare Io per conservarvi.

8.  Ogni medicina è più debole della Mia Parola. La Mia Parola però non può e non deve agire da sola, perché la vostra fede è ancora troppo debole, cosa che potete desumere molto facilmente dal vostro grande amore per la vita terrena, perché colui che crede in modo vivente desidera, insieme a Paolo, lo scioglimento dal corpo, cosa che presso di voi non sarà ancora a lungo il caso, perché vi stanno a cuore ancora troppe cose del mondo. Perciò per amor della vostra salvezza devono agire qui, accanto alla Mia Parola, anche delle medicine, che naturalmente ritardano la guarigione, specialmente se la fiducia in essa è più o meno timorosa.

9.  Io però ho già pur mostrato nella Parola precedente come agiscono le medicine e come i medici. Se avete troppa poca fiducia in una medicina o in un medico, allora prendete un’altra medicina, e lo stesso è da fare anche col medico, infatti Io vi dico ancora una volta: “Non la medicina e non il medico aiutano da soli nel senso vero e proprio, ma principalmente la fiducia più salda. Si, tanto il medico quanto la medicina sono per lo più indifferenti, ed entrambi agiscono solamente se l’anima tranquilla, salda nella fiducia, si prende o si può prendere il tempo e la fatica di adoperare gli specifici presenti nella medicina là dove essi sono appropriati. Se questo non è il caso nell’anima più o meno impaurita, allora anche le migliori medicine non solo non agiscono affatto, ma spesso agiscono completamente al contrario, perché non di rado esse vengono portate, dall’anima inquieta e poco fiduciosa, in un posto diverso da quello in cui sarebbero dovute essere portate.

10.      Le medicine, in conseguenza dei loro specifici, hanno certo sempre un effetto nella carne. Se da qualche parte nella carne mancano determinati specifici, essi possono ben essere rimpiazzati prelevandoli da una buona medicina, e così rendere sana una carne malata qualora vengano impiegati dall’anima là dove mancano. Se però, da un’anima resa confusa dalla paura, vengono portati da qualche altra parte, o talvolta perfino lasciati al caso, arrivando dove li porta il muto sangue oppure ancora gli ancora più muti succhi gastrici, – allora si può anche già indovinare da sé come si mettono le cose con la guarigione della carne.

11.      Io dico che allora la guarigione della carne somiglia al restauro di una casa danneggiata, dove gli abitanti, per l’eccessivo timore di perire nella casa qualora crollasse, anziché guardarsi intorno nella casa danneggiata per vedere dove sono i difetti e come si possa rimediare, si limitano a rintanarsi in un angolo dove si credono ancora più sicuri, oppure talvolta anche in tutta fretta cercano un buco attraverso il quale giungere il prima possibile all’aperto.

12.      Se così è il caso in un’anima, allora ovviamente possono riunirsi tutti i medici del mondo ed essi, anche con la migliore volontà ed ogni buona intenzione, non potranno tuttavia guarire un corpo ammalato, perché quell’anima proprio non collabora.

13.      Le cure magnetiche sono quindi anche preferibili a tutte le altre, perché attraverso di esse l’anima perviene a quella buona quiete, nella quale essa si prende tempo per visionare più da vicino la sua dimora carnale, per scoprirne le mancanze, e come e con che cosa porvi rimedio. Se poi al corpo viene somministrato quel rimedio che l’anima quieta, nel sonno della carne, ha indicato come adatto, allora l’anima lo riconosce anche come tale, e poi anche lo impiega per lo più là, dove deve essere impiegato. – Ed il ripristino del corpo avviene poi per lo più con buon successo e talvolta con rimedi che, a sentirli nominare, ogni medico di puro intelletto sicuramente se la darebbe a gambe!

14.      Ciò nonostante però quei singolari rimedi sono efficaci, ma non perché sarebbero gli unici giusti, ma solo perché vengono impiegati dall’anima, l’unico giusto architetto della sua dimora carnale, nel posto giusto e con la giusta intelligenza.

15.      Se l’anima di Elisabetta H. fosse altrettanto tranquilla come l’anima di certi sonnambuli, il suo piccolo male sarebbe già da tempo guarito. Ma poiché questo non è il caso e lei è sempre molto agitata per paura dei suoi genitori perché essa non consulta un medico – ed ancora per paura di un medico di ciò che costui farebbe o direbbe se lo consultasse, e cioè se egli l’aiutasse oppure la priverebbe della – ed infine anche per paura della possibile morte del corpo, ebbene, come può in tal caso la sua anima avere il tempo di essere attiva là, dove essa deve essere attiva? – In tali circostanze allora succede che da un piccolo male deve ovviamente derivare un male vero e proprio.

16.      Lei, con le sue mani e con la sua volontà, adopera certamente in modo piuttosto preciso i rimedi consigliati, ma la sua anima ansiosa e, a volte più a volte meno, impaurita, non lo fa, e neppure può farlo, perché salta continuamente dall’una all’altra delle tre paure, da cui difficilmente si libererà.

17.      Qui si tratta di mettere tutta la salute nelle Mie Mani e non pensare: “Se alla fine tuttavia io dovessi morire, che cosa direbbero i miei genitori a mio marito e cosa ai miei figli? Alla fine magari li privano perfino dell’eredità? Che cosa sarà di loro? A quale strazio saranno esposti?”. – Io soltanto, infatti, sono il Signore anche su questi genitori e posso rendere i tuoi figli completamente felici anche senza l’aiuto loro!

18.      Se Elisabetta penserà così, e voi tutti con lei, allora la sua anima si quieterà e potrà lavorare alla salute del suo corpo. Allora anche la guarigione seguirà facilmente e presto, altrimenti avverrà soltanto a rilento e con difficoltà, oppure anche – se aumenta la paura – non guarirà affatto, perché allora vi agisce soltanto il caso. Infatti se gli spiriti attivi della carne prendono dal medicinale i giusti specifici, allora la guarigione procede un poco; ma se dalla medicina prendono gli specifici sbagliati, come un pittore cieco prenderebbe i colori, allora la guarigione retrocede nuovamente.

19.      Bene se l’ammalata Elisabetta nutre una tale fiducia in Me ed anche A. H. V. insieme ai figli, affinché con ciò vi rendiate completamente indipendenti nei vostri cuori dalla casa dei nonni e pensiate tra voi:

20.      “Signore! Accada ciò che vuole, Tu solo sei nostro Padre nel tempo e nell’eternità. Da Te e da nessun altro dipende il nostro bene futuro, noi sappiamo, infatti, che l’aiuto di tutti gli uomini, chiunque possano essere, non giova a nulla. La Tua Volontà sia fatta! Noi non vogliamo temere nessuno, se non solamente Te, o Signore, e non vogliamo aspettarci aiuto da nessuno, se non unicamente da Te, o Padre buono! – Vogliamo essere Tuoi completamente nella vita di questo mondo ed altrettanto nella sua necessaria morte che ci libererà dalla carne e poi ci condurrà finalmente da Te, che sei la nostra unica vivente speranza mediante la fede e sei il nostro unico amore nella vita ridestata del nostro spirito!”.

21.      Se però non vi è possibile questo totale e pienissimo abbandono a Me, nel quale unicamente dimora la vivente fede che tutto può compiere, allora ricorrete ad un altro rimedio adatto con cui possa essere messa in atto la quiete dell’anima. Prendete per esempio un medico per liberarvi così della paura dei nonni, oppure rifugiatevi nel magnetismo, il che sarà ancora meglio, perché in tal modo l’anima raggiungerà la quiete necessaria.

22.      Fate quello che volete; ma tutto ciò che fate, fatelo totalmente e nel Mio Nome, allora giungerete facilmente ad una meta desiderata. Ma con le cose fatte a metà non vi sarà dato aiuto da nessuna parte e da nessuno.

23.      Io, quale la Perfezione sublime, agisco perfettamente soltanto nella Perfezione, ma nell’imperfezione invece agisco come il Sole d’inverno! – Perciò siate perfetti in tutto, come anche Io, Padre vostro, sono perfetto, allora troverete facilmente aiuto ovunque, se in qualche modo vi mancherà qualcosa.

24.      Ma su un aiuto puramente miracoloso da parte Mia per la carne, voi tutti non dovete farne conto, poiché per questo occorre o una fede saldissima, con la quale potete quasi spostare i monti, oppure la totale rinascita dello spirito, cosa però che presso di voi non è né l’uno né l’altro il caso. Infatti la vostra debole fede vorrebbe i miracoli proprio per diventare presumibilmente forte grazie ad essi, mentre invece sarebbe proprio il caso contrario, perché nulla indebolisce così tanto la vera fede quanto un miracolo, poiché esso strappa nel modo più violento l’intero uomo dallo stato di libertà e lo trasferisce nello stato dell’inevitabile costrizione, cosa che qui è una morte per lo spirito. E nulla rafforza la fede più della croce; infatti solo mediante la croce e la sofferenza di questo mondo è nutrita e rafforzata la fede.

25.      Se voi però, quali completamente rinati nello spirito, siete in grado di sostenere un miracolo senza danno per il vostro spirito, – questo Io ritengo che ve lo possa già suggerire nel modo più fedele la vostra natura ancora molto debole ed in certe parti sensuale. – Tuttavia Io vi aiuto con la Natura e nella Natura come del tutto naturalmente, solo che voi dovete comportarvi così come lo richiede l’ordine della natura, altrimenti perfino con la Mia migliore Volontà non potrò mai aiutarvi, eccetto che temporaneamente attraverso un giudizio, con il quale però, in verità, sicuramente a nessun uomo sarà reso un servizio.

26.      Ma affinché voi vediate anche per quale motivo Io ho chiamato l’ascesso di Elisabetta piccolo male, allora Io dico: Questo piccolo male consisteva all’inizio solo di alcuni pochi specifici disordinati, i quali, non appartenendo alla sua persona, cercavano la loro via d’uscita, perché già da alcuni anni erano entrati nella carne di Elisabetta attraverso medicine inadatte. Prima essi erano sparpagliati nella carne, ma ora si sono ritrovati proprio nella zona del petto, si sono riuniti, e lì si sono aperti un varco con violenza. Quando si aprivano una via d’uscita, l’anima avrebbe dovuto collaborare attivamente, affinché tali specifici fossero tutti espulsi insieme dal loro maligno nido. Allora sarebbe stato già tutto a posto da molto tempo. Invece l’anima, in parte per la gioia, in parte però anche segretamente per un po’ di paura, e si occupò troppo poco di espellere dalla sua dimora tutto l’elemento estraneo.

27.      Quest’elemento estraneo è diventato ora ostinato e non vuole uscire perché è troppo duro, e quindi non più così facile da mettere in fuga. Ma ciò nonostante si dovrà lo stesso rassegnare se l’anima agirà assai energicamente. Ma senza questo può durare ancora a lungo, specialmente nella natura comunque molto ostinata della carne di Elisabetta; infatti ogni carne che viene generata nel più profondo Nord[40] è più ostinata, salda e resistente di una generata nel Sud, ma per questo anche più difficile da guarire in caso di malattie. – Perciò Elisabetta anche non deve essere preoccupata se deve soffrire più a lungo, poiché in primo luogo le sofferenze sono salutari per il suo spirito, ed in secondo luogo però ciò è conforme alla sua natura – e specialmente se l’anima non ha la giusta quiete. Ma questa se la deve procurare in un modo o nell’altro, allora le andrà anche sicuramente meglio.

28.      Io potrei indicarvi una quantità di buoni rimedi che avrebbero tutti il più  decisivo effetto per la necessaria quiete dell’anima, ma non produrrebbero nessun effetto con la più piccola paura, bensì peggiorerebbero ancora di più la faccenda. Perciò preoccupatevi prima di tutto della piena quiete dell’anima, nell’uno o nell’altro modo consigliato, allora potrò aiutarvi facilmente, amen. – Questo dico Io, che posso e voglio aiutare chiunque segue totalmente il Mio Consiglio. Amen, amen, amen.

 

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Cap 96

Liberazione

14 ottobre 1848

        Domanda di Ans. H. su un fulmine visto in sogno.

    O Signore, Tu santissimo Padre! Questa mattina presto, alle 3.30, ho visto in sogno verticalmente dinanzi a me un fulmine estremamente potente cadere sulla Terra, di questo io mi sono spaventato enormemente e subito mi sono svegliato e, senza volerlo, mi son battuto il petto. A questo fulmine, che somigliava all’improvvisa caduta di un angelo dal Cielo, non è seguito però nessun tuono. Come devo io, o Signore, spiegarmi questo fenomeno? – Mia moglie ed Alessandrina hanno sentito questa notte un colpo alla finestra così forte che entrambe si sono svegliate nello stesso tempo. Ha questo colpo un qualche nesso con il fulmine?

1.  Amico Mio Ans. H. Z., ciò che ti è apparso oggi in sogno come un fulmine dall’alto andando verso il basso, non ha nessun significato spiacevole, ma per il tuo spirito e la tua anima è qualcosa di molto buono ed a te utile dal punto di vista salutare, – esso è lo sprofondar giù e il precipitare via del tuo spirito carnale che finora ti è stato molto di impedimento al vivente slancio verso il Regno Mio.

2.  Il tuo involontario batterti il petto con la mano però, non era che un colpo di mea-culpa espressamente guidato dalla tua anima e ti annunciava che ora riconosci in te stesso che proprio il tuo spirito carnale finora ti ha tenuto prigioniero più di tutto, e che Io, proprio a causa di questo tuo spirito carnale, ho dovuto visitarti con parecchie croci per preservarti da mali spirituali più grandi. – Ora però Io ti ho scacciato il potere principale di questo spirito, e per questo adesso avrai una notevole diminuzione da parte della tua carne. – Ma lo spirito della carne non ti è stato tuttavia tolto ancora del tutto, ma soltanto la parte principale tendente all’azione cattiva. Questo te l’ho fatto però per il tuo compleanno, affinché tu possa ora più facilmente andare verso il nuovo giorno della nascita dello spirito, specialmente se sopporti la tua croce domestica femminile in tutta rassegnazione, pazienza ed amore per Me, e ti sottometti a tutto ciò che Io ti mando senza angoscia e timore.

3.  Nella vera scena spirituale del Vescovo Martino[41] di certo tu hai visto quale mare pieno di pesci aveva da vuotare per purificarsi un po’ alla volta di tutte le appendici carnali-terrene. Così andrebbe un giorno anche a te.

4.  Ma affinché tu possa diventar libero da ogni morte, ora già in questo mondo dinanzi a te hai il mare di Martino trasformato in una croce domestica, che ora lavora spiritualmente per te, e così nell’aldilà non troverai più un lavoro del genere.

5.  Tua moglie, a Me molto cara, deve ora certo soffrire molto duramente secondo la carne, ma tutto deve essere così, – perché l’anima di tua moglie non proviene da questo mondo, bensì da un altro grande mondo (il Sole). Perciò la sua stessa anima tratta così la sua carne ad essa ancora molto estranea e la vuole purificare; e la sua carne e il suo sangue devono anche essere purificati così, altrimenti un giorno non sarebbero completamente adatti per il rivestimento spirituale di un’anima più pura e più nobile proveniente dalle regioni celesti. La cosa più contraria alla guarigione però, presso tutta questa specie di esseri umani, è lo spirito dei nervi necessariamente piuttosto forte, poiché uno spirito dei nervi comune non potrebbe legare l’anima celeste, in sé troppo delicata, alla carne grossolana di questa Terra.

6.  Questo forte spirito dei nervi è poi perciò anche la causa per cui la guarigione di un qualsiasi male carnale procede molto più duramente e più lentamente di quanto è il caso presso persone normali puramente di questa Terra. A causa del forte spirito dei nervi, tali persone sono anche difficilmente adatte per il magnetismo, ma resistono in questo molto di più che i normali esseri umani terreni. Ma abbi solo pazienza ed intrepida fiducia, allora tutto andrà ancora per il meglio!

7.  Da un piccolo malanno ora è certo venuto fuori un male, perché al primo insorgere della malattia ci si è occupati troppo poco di espellere totalmente dal petto l’estraneo e cattivo spirito della carne e del sangue, ma ciò nonostante, anche adesso si può ancora essere d’aiuto se voi operate precisamente secondo il Mio Consiglio attraverso la sonnambula. Altrimenti il male durerà ancora a lungo.

8.  Il colpo alla finestra sentito contemporaneamente da tua figlia come anche da tua moglie non ha assolutamente nessun nesso con la tua visione e non è che un intenzionale annuncio di un viandante che andava da questo all’altro mondo. – Ma chi era, non avete assolutamente bisogno di saperlo così rapidamente, e la donna ammalata meno di tutti, perché una cosa del genere indebolirebbe ancora di più la sua anima già debole e ritarderebbe ancora di più la guarigione della carne. Con il tempo verrete comunque a sapere quanto ciò sia importante.

9.  Ora ti ho detto tutto su cosa significano i fenomeni che tu, tua moglie e tua figlia avete percepito. Trai da questo la giusta morale per te; ti tornerà ben utile. Amen.

 

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Cap 97

Conforto alla Croce delle sofferenze terrene

18 novembre 1848

 

                 Parola di conforto ad Elisabeth H. per il suo onomastico.

1.  La Mia Benedizione paterna ed il Mio Amore alla Mia carissima figlia Elisabeth! – Mia amatissima figlioletta, docile come un agnello e molto paziente! Se tu sapessi quanto infinitamente Io ti amo, perché per amor Mio tu porti la tua grande crocetta così pazientemente che non vorresti certo resistere un minuto di più su questa tenebrosa ed oltremodo fredda Terra. Ma sii consolata nella tua sofferenza; Io sono pur sempre con te e ti fortifico e consolo! Io ti aiuterò anche nel momento giusto – e continuerò continuamente.

2.  I rimedi da Me consigliati che ti avrebbero aiutata più rapidamente, ti sono stati certo impiegati sempre troppo tardi oppure anche non lo sono stati affatto. Ma qui, per così dire, anch’Io stesso ho una piccola colpa, e questo per Amore troppo grande per te, infatti tu sai di certo che Io metto alla prova e purifico soprattutto coloro che maggiormente amo. E così lo faccio anche con te, ma per questo tu sei anche completamente Mia; e quando, prima o poi, lascerai il tuo corpo, non sentirai né gusterai mai la morte, ma sarai accolta nel Mio Grembo paterno vedendo e percependo ogni cosa nella più chiara consapevolezza.

3.  Perciò scompaia da te in eterno anche ogni paura della morte, poiché in verità tu adesso ed in futuro ed eternamente mai vedrai, né sentirai e né gusterai la morte, perché chi, come te, Mi ama anche sulla croce delle sofferenze terrene, costui muore già quando soffre, – e quando poi deve veramente morire, allora sarà in compenso risvegliato da Me immediatamente alla perfettissima Vita eterna! – Quindi tu sei ora anche già morta con Me sulla Croce, e se tu vivessi ancora molti anni su questa Terra nella carne risanata, questa attuale morte alla croce della tua carne ti verrà accreditata, e passerai già su questa Terra alla vera vita, ed in futuro non morirai mai più, ma passerai nel Regno Mio in una consapevolezza sempre più chiara!

4.  Questa assicurazione eternamente immutabile te la do Io, il Padre tuo che ti benedice e ti ama sopra ogni cosa, per il tuo onomastico, come un dono che ti deve guarire, fortificarti e consolarti in tutto il Mio Amore e Verità, amen. Sia a te in eterno la Mia Benedizione paterna. Amen, amen, amen.

 

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Cap 98

Sul “ritorno a Casa” di una madre

30 novembre 1848

 

        Parole di consolazione dopo il decesso di Elisabeth H. il 29. 11. 1848.

1.  Una consolazione ed un rinforzamento ai figli Miei.

2.  Udite, voi tutti Miei cari figli e figlioletti! Poiché così parlo e dico Io, il vostro Signore e caro Padre, a voi tutti che siete ora pieni di tristezza e di ansia nel vostro cuore turbato, perché ho preso verissimamente a Me per l’eternità la vostra terrena madre del corpo, e con ciò l’ho anche liberata per sempre dalla sua sofferenza, che per il grande amore per Me lei ha sopportato nel modo più imperturbabile ed estremamente paziente.

3.  Io però vi dico: «Non piangete e non gemete così tanto per colei che in Me è risorta per l’eternità, poiché secondo il corpo lei è morta con Me ed in Me sulla croce di forti dolori, ma nello stesso istante in cui, secondo il corpo, lei morì visibilmente per voi, è anche risorta in Me ed al Fianco Mio, per l’eternità, alla vera, eterna Vita!

4.  La sua gioia fu sconfinata quando, subito riconoscendoMi, Mi scorse al suo fianco, e precisamente in una veste tale da essere subito riconosciuto da lei benissimo, e tanto più facilmente, in quanto le feci anche subito vedere le Mie Ferite, cosa che viene concessa soltanto a coloro che lasciano il corpo provati da gravi dolori in tutto amore per Me. Lei si rallegrò anche oltremisura e non riusciva affatto a comprendere come mai – dopo aver sofferto così a lungo – fosse potuta diventare così all’improvviso tanto perfettamente sana. Cadendo ai Miei Piedi nel più sublime e delizioso rapimento, lei Mi ringraziò col più grande fervore per averle Io concesso una Grazia tanto grande, e Mi pregò di poter essere la più infima delle Mie ancelle. – Io però le dissi, come dico ora anche a voi:

5.  “Non così, Mia cara figlia! Io ti dico che ancelle sono coloro che sono spinte a Me con la dura disciplina del convento, e la loro fede ed il loro amore per Me sono una dura scuola. Tu invece liberamente Mi hai scelto come unico Oggetto del tuo cuore, perciò anche non devi essere ancella, bensì la mia vera, amatissima figlia, – e guarda, tutto ciò che ho, e tutto quello che è Mio, lo avrai anche tu, e tutto sarà anche tuo per l’eternità. – – Tu non sarai nemmeno separata dai tuoi che hai lasciato sulla Terra; ciò che il tuo cuore nel Mio Nome desidera fare a loro, lo potrai anche fare in ogni momento in piena misura. Tutte le Mie figlie infatti hanno eternamente da rallegrarsi di una tale Forza uscente da Me, affinché possano assecondare tutti i desideri del loro cuore pienissimo d’amore”».

6.  Lei però Mi pregò poi col più grande fervore e disse: “O Tu, mio buonissimo, ottimo, santissimo Padre Gesù! Tu mio Dio e mio Signore! Con tutte le forze del mio cuore Ti ringrazio per questa grande Grazia; ma io so che a tutti i miei che ho lasciato, Tu vuoi infinitamente più bene di me, che di gran lunga ignoro ancora e non vedo ciò che per loro è veramente buono ed utile. – Ciò che Tu vuoi, o Padre mio Gesù, quello è la cosa migliore, – perciò avvenga sempre ed eternamente solo la Tua santissima Volontà! – Lasciami ora, o Signore e santo Padre Gesù, amarTi indisturbata sempre e sempre più eternamente, poiché io ora sono troppo, troppo, troppo beata! Solo di un’unica cosa Ti prego, e cioè che tu voglia togliere prestissimo ai miei che ho lasciato la loro grande tristezza per me e dar loro in cambio una fede saldissima e vivente, e che essi tutti Ti riconoscano completamente e possano amarTi al di sopra di tutto, nello spirito e nella verità! – O Tu, mio carissimo Padre Gesù, questo soltanto fa loro, unicamente secondo il Tuo compiacimento!”

7.  Qui Io la strinsi al Mio Cuore paterno e le dissi: “Figlia Mia, ora redenta per l’eternità! Farò tutto quello che desideri; di questo sta eternamente sicura! Che però ora i tuoi che hai lasciato si rattristino e piangano per te, è anche un bene, perché Io stesso do loro lacrime per dar sfogo alla tristezza loro. E per quanto sia anche duro ora per loro, per il fatto che Io abbia preferito prenderti del tutto con Me, piuttosto che lasciarti giacere inferma tutt’al più ancora per un paio d’anni sulla Terra ora tanto tenebrosa – essi tuttavia presto si sentiranno meglio, nella misura in cui, più tranquilli, riconosceranno con grande chiarezza quanto tu stai ora bene. – Adesso però vieni anche subito nella Mia Casa; là troverai tutti i tuoi che ti hanno preceduto e Maria, la Madre del Mio Corpo, accanto alla tua madre corporale, che condurrà a te incontro quattro figli già completamente cresciuti e benissimo educati, per i quali avrai molta gioia. Questi Mi hanno anche pregato più di tutto affinché ti conducessi presto a loro, e così ho anche fatto ciò che avrei altrimenti fatto solo fra due anni. Essi vorrebbero bensì avere con sé anche tutti gli altri, però ora già si accontentano perché stavolta hanno avuto finalmente te.

8.  Quando comunicai loro che Io stesso ora venivo a prenderti, erano fuori di sé completamente dalla gioia. Essi volevano venirti tutti incontro con Me, alla fine però si lasciarono tranquillizzare, poiché diedi loro la piena assicurazione che stavolta del tutto certamente ti avrei portato con Me, – infatti ti si sarebbe bensì potuta aiutare ancora per un paio d’anni sulla Terra se si fosse seguito precisamente tutto quello che Io consigliai mediante il servitore e mediante la figlia Lori. Ma a Me stesso fa anche molto più piacere così, perché altrimenti sulla Terra avresti avuto ancora molto da soffrire. Nel corpo saresti sempre rimasta inferma e debole, e nel tuo animo avresti vissuto ormai, in un mondo ora ultra cattivo, pochissime ore liete, perciò ritengo che adesso è meglio così per te”.

9.  Disse lei: “Oh sì, oh sì, Tu mio carissimo Padre Gesù! Poiché ora ho Te, non domando più nient’altro. Ora provo un forte ribrezzo se guardo la Terra profondamente sotto di me. – O Gesù, Ti ringrazio sopra ogni cosa per avermi liberata così dolcemente dalla mia cattiva carne! La Tua santa Volontà sia fatta!”.

10.      Ora la conduco nella Mia Casa, e vi faccio sapere questo affinché sappiate come sta vostra madre, e ciò vi consoli e fortifichi nel Mio Nome, amen. – Questo vi sia detto nella pienissima Verità. Amen, amen, amen.

 

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Cap 99

Consolazione di voi tutti

2 dicembre 1848

                 Per Andr. H.V. nel giorno della sepoltura di Elisabeth H.

1.  Consola tuo fratello, la cui moglie Io ho preso con Me! Lui e la sua casa ora piangono perché Mi son ripreso la Mia cara figlia. Io vedo il loro lutto e Mi rallegro nelle loro lacrime; ma li voglio consolare e fortificare tutti con il Mio Spirito, con il Mio grande Amore! Perciò in futuro non dovranno più piangere; Io, infatti, li consolerò molto e li fortificherò, e farò sì che essi giubileranno molto ed esulteranno nel Mio grande Amore, – perché soltanto Io sono Colui che dà tristezza e gioia, poiché Io sono un Signore di tutti i cuori e di ciò che c’è in loro.

2.  Io avrei ben potuto lasciarla ancora più a lungo sulla Terra, poiché presso di Me sono assolutamente possibile tutte le cose. Ma che cosa faresti tu, se avessi una figlia da qualche parte all’estero per istruirsi, e la figlia però ti mandasse uno dopo l’altro i più cocenti sospiri d’amore e ti svelasse, in modo assai sincero, quanto infinitamente volentieri verrebbe a casa da te, sebbene il viaggio le sembrasse ancora così pesante? – Vedi, nonostante tutte le preghiere dei suoi buoni educatori all’estero, alla fine tu presteresti tutta la tua attenzione alle preghiere di tua figlia, ed esaudiresti il suo grande desiderio. – Così è anche qui. Quello che Io feci qui, non lo feci tanto per amor Mio, quanto per il grande desiderio della Mia cara figlia.

3.  Perciò non dite neppure che in questo caso Io sono stato duro ed inesorabile, – oh no, proprio il contrario; infatti se molti pregano, gli uni qui, gli altri là, allora Io esaudisco sempre soltanto la preghiera della parte che Mi prega con l’amore più forte. Coloro che Mi pregano più debolmente però, devono avere la consolazione che Io segno anche le loro preghiere nel Libro della Vita, ed anche queste un giorno farò esaudire in ogni pienezza. Ma sia questa per la consolazione di tutti voi, e cioè che Io sono veramente presso di voi e lo rimarrò in eterno. Amen.

 

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Cap 100

Tre Parole: Stai, vai, cadi

13 dicembre 1848

 

    O Signore! Ad Ans. H. Z. vennero in mente ad un tratto ieri mattina al risveglio, pensando a K.F. J., le tre parole: “Stai, vai, cadi!”. Poiché noi non sappiamo interpretarle, allora Ti preghiamo, o Padre santissimo, che Tu, se non fosse contraria alla Tua santissima Volontà, ci possa dare un piccolo lumicino!

1.  Allora scrivi! – Questa trilogia non è così importante come voi credete, perché esprime uno stato apparente del tutto naturalmente giusto che può toccare ad ogni uomo, se agisce secondo questa trilogia del tutto naturale.

2.  Non sapete voi dunque che Io ho posto ad ogni uomo, attraverso uno e lo stesso comandamento dell’amore, anche una e la stessa destinazione finale e gli ho quindi posto anche una e la stessa invariabile meta che egli unicamente deve perseguire, raggiungere ed alla fine afferrare saldamente e prendere in pienissima consegna per l’eternità? – Io penso che questo dovrebbe esservi chiaro senza ulteriore spiegazione. Ebbene, se ora qualcuno – sia egli sulla Terra un mendicante o un imperatore – ben conosce la meta, la persegue per un po’ di tempo e poi però, arrivando alla stessa, si arresta davanti ad essa e non l’afferra, come se gli dispiacesse di averla raggiunta – allora succede che costui cade, perché si arresta dinanzi alla meta e non l’afferra.

3.  Questi è però colui che sta lì fermo, mentre ha i mezzi in abbondanza nelle sue mani e non li afferra e non li usa, cosa che è poi il sicuro motivo della sua caduta, perché se uno così affamato cerca del cibo ed anche lo trova, – ma una volta trovato non lo assaggia nell’opinione che potrebbe recargli danno, allora deve poi anche attribuire la colpa a se stesso se stramazza e muore dalla debolezza.

4.  Ma poiché colui che si arresta alla meta senza afferrarla deve cadere, quanto di più deve cadere colui che vuole andare oltre la meta? Ma chi è che procede oltre la meta? – Io vi dico che è colui che utilizza o vuole utilizzare la sua destinazione datagli da Me per scopi diversi da quelli per cui Io gliel’ho data. Uno così cade poi tanto prima e tanto più facilmente, perché va a cacciarsi, dopo il superamento della meta determinata e posta, su un campo senza fondo e suolo, sul quale mai potrà trovare ed avere un punto fermo.

5.  Quindi la trilogia per voi così misteriosa non dice altro che: «Se Io, tuo Signore e Dio, ti ho mostrato così tanta Grazia e ti ho già messo dinanzi alla meta, altrimenti così difficile da raggiungere, e tu la riconosci ma ti arresti dinanzi ad essa come un vanitoso bellimbusto affamatissimo davanti ad una scodella piena, allora muori di fame, cadi e muori! – E se dunque sei alla meta e riconosci che è la giusta, ma non l’afferri, bensì oltrepassi la stessa solo in modo così pomposo ed ambizioso, come se il dominare e il tiranneggiare dell’intera Infinità fossero destinati a Te ed al tuo potere, allora la caduta è ancora più imponente e tanto più colma di ogni sciagura, ed è poi anche perfino impossibile aiutare a rimettersi in piedi un simile caduto e riportarlo alla vera meta, come anche Paolo mostra in una lettera agli Ebrei, (6, 4-8) in cui egli dice così:

6.  “Perché è impossibile che siano poi rinnovati di nuovo alla penitenza (ossia al valido ed efficace ritorno) coloro che sono stati una volta illuminati ed hanno assaporato il dono celeste e sono diventati partecipi dello Spirito Santo e hanno gustato la buona parola di Dio e le potenze del mondo a venire, se essi tuttavia cadono ed in loro stessi crocifiggono di nuovo il Figlio di Dio e Lo scherniscono. Infatti solo la Terra che beve la pioggia, la quale spesso viene su di essa e produce erbe utili a coloro che la coltivano, riceve benedizione da Dio. Ma se porta spine e cardi, che dopo si bruciano, allora non è di nessuna utilità ed è vicina alla maledizione (vale a dire alla caduta)”».

7.  Io ora penso che su questa approfondita spiegazione voi comprenderete bene la vostra trilogia di cattivo augurio e quindi anche riconoscerete come è da prendere per ognuno, sia egli un imperatore oppure un mendicante, poiché davanti a Me uno è uguale all’altro. Se un imperatore si sovraccarica troppo, come è già stato il caso con moltissimi, allora guardate Napoleone e vedete le conseguenze di tale spavalderia avidissima di dominio. – E se un mendicante esagera nell’eccessivo apprezzamento e nella segreta grande considerazione della sua povertà, e per questo diventa più invadente di quanto gli si addice, allora deve anche attribuire la colpa a se stesso se viene respinto dalla porta davanti alla quale voleva mendicare in modo troppo impetuoso.

8.  Di più non c’è bisogno che Io vi dica, perché tutto il resto che può seguire da questo ancora per il tempo e per l’eternità, sarete certo voi stessi molto facilmente in grado di arguirlo senza ulteriore spiegazione. – A tutti voi sia soltanto detto che osserviate tutto questo anche innanzitutto in voi, allora anche voi apparterrete alla Terra che viene benedetta da Me, perché produca una buona e conveniente erba per coloro che la seminano con tutta diligenza, amen. Questo dice il Verace di tutti i tempi. Amen, amen, amen.

 

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Cap 101

Rafforzamento dei nervi

17 luglio 1849

                 A una domanda di C. L.

1.  La persona in questione oppressa dalla vita, è stata indebolita nei suoi nervi più interiori che fanno da collegamento con l’anima, in seguito alla sua troppo esagerata scrupolosità legata al prestigio della sua posizione sociale. Questi nervi, che per così dire avvolgono l’anima e la proteggono dalle impressioni troppo crude da parte del mondo esterno, ora non possono più offrirle una protezione completa, ma soltanto una protezione parziale, per cui essa viene necessariamente toccata in modo troppo violento dall’esterno, ora in una relazione della vita, poi di nuovo in un altra.

2.  Un tale contatto, troppo poco coperto e troppo poco attutito dai suddetti nervi, continua poi a vibrare nell’anima estremamente eccitabile, spesso per giorni, anzi, spesso perfino per settimane e mesi, e precisamente nella stessa forma di vibrazione in cui era stata inizialmente eccitata. Questa vibrazione coinvolge poi però anche tutte le altre impressioni normali, ma naturalmente più deboli, del mondo esterno, in un intricato indistinto co-tremito, ragion per cui poi l’anima in ognuna delle sue relazioni di vita, altrimenti del tutto ordinate, ed in ogni rapporto, viene agitata quasi esattamente come l’occhio quando guarda sul fondo di un’acqua, per quanto così pura, se la sua superficie viene solcata da ogni genere di onde in lungo ed in largo.

3.  L’occhio scorge bensì ancora gli oggetti sul fondo, ma non può mai desumere con certezza cosa sono quegli oggetti, perché la loro vera forma e propria giunge all’occhio, che sta accuratamente scrutando, troppo frantumata e distorta a causa della troppo forti e troppo instabili diffrazione dei raggi. Spesso allora, per la convessità della superficie superiore dello specchio d’acqua, un piccolo sassolino diventa un colosso, spesso di nuovo con la concavità dello specchio d’acqua, un’intera roccia diventa un ammasso informe grande a mala pena quanto un pugno.

4.  E guarda, proprio così succede a un’anima turbata nel modo appena descritto. Essa allora, in tale sua vibrazione, dall’impressione che le ha provocato un moscerino, vede un mostro orribile grande come un mammut, mentre un elefante si riduce non raramente alla grandezza di un moscerino. Queste persone sono poi anche dei perenni meticolosi. Se alle loro giacche si stacca un bottone, sembra loro come se un corpo celeste fosse sbalzato fuori della sua orbita, mentre spesso notato a mala pena il crollo di un’intera casa.

5.  Un simile male psico-fisico dunque, poiché è da chiamare veramente più fisico che psichico, può anche essere guarito e rimosso in primo luogo con un rimedio naturale adatto. Rimedi del genere sarebbero ad esempio una vacanza dal lavoro quotidiano lunga da cinque a sei settimane, frequentare persone serene, frequente godimento di pura aria di montagna, bagni ferruginosi ed altri bagni in acque minerali contenente ferro, non però in acque sulfuree. Anche bagni di mare andrebbero bene. Mangiare e bere ciò che piace. Un buon vino è tuttavia meglio della birra, e un brodo fresco è meglio del caffè, il caffè nero è il peggiore. Inoltre sarebbe anche molto raccomandabile il consumo di una pura acqua di alta montagna, così come in genere un soggiorno della durata di un paio di settimane su un’alpe, con un paio di buoni, sereni amici.

6.  Quando l’anima in questo modo, per il corretto rafforzamento dei nervi che la circondano, perviene nuovamente alla sua naturale quiete, allora si può anche di nuovo influire facilmente su di lei con buone e sagge parole, cosa che adesso sarebbe quasi una vana fatica. Soprattutto però il sofferente in questione dovrebbe astenersi il più possibile, per un buon periodo, anche dal rapporto sessuale, così la sua guarigione seguirà tanto prima e più facilmente. Anche l’impiego dell’unguento evangelico di olio e vino[42] gli renderebbe un buon servizio, ed oltre a ciò molto movimento alla pura aria aperta, specialmente dopo un temporale.

7.  Questo dunque al Mio caro amico e fratello perché ne prenda visione, si tranquillizzi e possibilmente lo metta in pratica sotto la Mia Benedizione e Protezione. Amen.

 

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Cap 102

Domanda di Jakob Lorber a causa dell’apparizione spirituale del Signore sul colle Reinerkogel

(Al tempo della stesura dell’Opera sull’aldilà “Robert Blum”)

4 ottobre 1850, pomeriggio alle 16,30

 

    Signore! Tu miglior Padre! Io vorrei andare a stabilirmi sulla cima della collina che Tu oggi  andrai ad abitare, per aspettarTi lì[43]; ma mi compenetra una grande paura, poiché il luogo mi pare troppo santo, dato che io sono un peccatore! – Che cosa devo fare? –

1.  Non oggi! Comprendi, non oggi, perché oggi c’è una gran quantità di spiriti impuri; prima devono essere liquidati questi. Ma domani pomeriggio intorno alle ore 17,30 vieni tu e chi ancora vuol venire con te; allora Io stesso vi benedirò personalmente. Il luogo te lo mostrerò già lassù.

2.  Ma oggi veniteMi incontro come sempre soltanto nel vostro cuore ed accoglieteMi così, e lo preferirò al fatto che se vi faceste trovare oggi sul monte al Mio Arrivo.

3.  Osservate però questo colle a quest’ora da lontano e fate attenzione a tutto! Voi già potrete accorgervene quando Io arriverò. – La Mia Benedizione a voi tutti in anticipo, a coloro che Mi riconoscono, amano ed osservano la Mia Legge dell’Amore. Amen!

(Ora Io Mi trovo nei pressi di Strabengel.)

 

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Cap 103

Cose memorabili sul Reinerkogel

 

Che cosa accadde di memorabile nei due giorni menzionati nella Comunicazione precedente, il 4 e 5 ottobre 1850, al Reinerkogel presso Graz, lo veniamo a sapere nel dettato a Jakob Lorber che riferisce simultaneamente sulla guida nell’aldilà di Robert Blum[44]

(Scritto il 5 ottobre 1850)

1.  (Il Signore:) …noi procediamo poi tranquillamente tra molteplici discussioni ed arriviamo precisamente alle 6 di sera del 4 ottobre 1850 nel luogo prestabilito; era quello l’orario in cui voi, amici Miei, vi trovavate allo Schlobberg. Da lì avete potuto avvertire bene ed in modo ben percettibile il Mio arrivo con ogni genere di segni in forma passeggera, poi con una sensazione destata in voi che vi fortificava, attraverso la pace della natura, con la posizione riverente delle nuvole come anche con la benevola illuminazione e purificazione del colle.

2.  Al Mio sopraggiungere una moltitudine di spiriti di ogni genere iniziò subito ad affollarsi sul colle. Tra di loro ce n’erano molti di specie assolutamente maligna. Tuttavia questi furono spinti velocemente verso sera. L’oscuramento del monte Plabutsch tramite vapori neri informò perfino i vostri sensi di questo. Anzi, perfino Satana era tra questa feccia! – Più intorno ai piedi del colle si radunarono esseri migliori e chiesero un miglioramento della loro sorte che venne loro anche accordata. Dopo la concessione, grati, se ne andarono.

3.  Dopo di questo venne dal monte Schöckel un’intera legione di spiriti appartenenti ancora molto al regno della natura. Potevate scorgere molto chiaramente il loro arrivo con un rosso fuoco, al lato destro, verso le 18,45. Questi pretesero con impeto la piena liberazione dal gravoso servizio montano; cosa che in parte fu loro concessa. Ed essi furono soddisfatti, cosa che voi avete potuto desumere con la scomparsa di questo chiarore.

4.  Dopo venne una moltitudine di spiriti da tutte le parti di questo luogo e chiesero la Benedizione di questa intera regione. Questa fu loro concessa ancor prima della settima ora. Voi avete potuto ricevere insieme questa Benedizione, e l’avete potuta notare molto bene con un’inondazione di luce dai colori dell’arcobaleno sulla regione piana.

5.  L’amico Ans. H. Z. ha visto anche, sotto forma di stelline, la presenza di molti monarchi[45] che si erano radunati a sud del monte. Tu, Mio servitore, hai visto verso Est molto in alto un bianco bagliore di Luce. Questi ero Io tra i quattro che hanno preparato l’alloggio ed i tre apostoli.

6.  Durante la notte è stata resa tranquilla e mandata via una quantità di spiriti scontenti, e si sono anche messi più quieti, ciò che per voi ha avuto per conseguenza una notte visibilmente serena come anche l’odierno puro mattino e il giorno successivo. Certo ci saranno sempre delle nuvole. Queste sono spiriti che vogliono sempre qualcosa di più di quello che hanno già ricevuto. Ma il loro amore è ancora debole, perciò anche il loro guadagno non sarà molto ricco.

7.  Oggi, il 5 ottobre alle nove e mezza, è venuta attraverso l’aria una schiera di spiriti forti, Mi ha reso onore, lode e gloria e Mi ha edificato velocemente una dignitosa dimora. “Perché”, ha detto la loro guida, “non è bene lasciar stare il Signore della Magnificenza sullo sporco suolo della Terra”.

8.  Io però ho detto loro: “Lasciate perdere il vostro zelo! Io so perché agisco così, e perché ora tocco la Terra con i Miei Piedi. Togliete questa tenda! Se volessi una dimora, starebbe subito qui degna di Me. Edificate piuttosto nel vostro cuore una vera dimora per Me; sarà questa che Io prenderò poi come abitazione…”

 

 

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Cap 104

Jakob Lorber ed i suoi amici all’orizzonte della santa Compagnia

(messo giù per iscritto il 6 ottobre 1850)

(Robert Blum domanda al Signore) …Ma che cosa volevano ieri sera da noi i dodici che son venuti dalla città verso le cinque e mezza? Uno lo conosco già; questi è colui che ha portato con sé nel Tuo Nome il pane ed il vino. Egli è un tuo fragile e piccolo servitore terreno e scrive ciò che Tu gli detti nella penna attraverso un angelo nel Tuo Nome, gli altri però mi erano completamente sconosciuti”.

1.  (Il Signore:) Questi erano i pochi amici[46] in questa città, a causa dei quali abbiamo principalmente fatto questa piccola capatina da Vienna. Vedi, questi Mi amano ed hanno una buona fede, anche se non Mi vedono. Se Mi fossi mostrato loro, essi avrebbero lasciato subito per amor Mio la vita del loro corpo presso il monte. Ma ciò non può essere in questo tempo; essi hanno ancora da svolgere parecchio lavoro nel mondo nel Nome Mio, ed Io li amo e li lascio loro ancora parecchio tempo sulla Terra per il loro perfezionamento.

2.  Essi con il tempo riveleranno tra breve questa nostra Azione al mondo; qui molti vi troveranno la loro salvezza. Molti dei puri figli del mondo però se ne irriteranno anche molto; ma nonostante tutto periranno naturalmente e moralmente. Costoro, infatti, in futuro non troveranno più da nessuna parte alcuna Luce direttamente dai Cieli…”

 

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Cap 105

Un Ponte tra il mondo dei sensi ed il mondo dello spirito[47]

24 febbraio 1854

1.  Che sia la forza dell’anima che nell’animale e nell’uomo, mettendo in qualsivoglia movimento le membra materiali, riescano a fare nel ben costruito organismo del corpo di per sé morto ogni genere di meravigliosi effetti unicamente attraverso la volontà, oppure che siano particelle di forza vitale dell’anima contente della vita ad essere condotte, mediante un qualsiasi adatto mezzo conduttore, in un altro oggetto al di fuori del corpo umano, sebbene di per sé tale oggetto sia propriamente morto, e là diventano attive come da se stesse sebbene in un modo un po’ goffo in senso naturale – perché un tale oggetto rozzamente materiale è privo dell’organismo adatto che invece possiede un corpo ben organizzato per le differenti funzioni vitali, – ciò in fondo è tuttavia quasi l’una e la stessa cosa, e di conseguenza non si può ancora di gran lunga parlare di un influsso puramente spirituale.

2.  Di conseguenza un oggetto sarà messo in un certa goffa attività tanto più intensamente, quanto più le anime degli uomini sono vigorosamente vitali, le quali – unite in una catena – trasmettono a questo oggetto la sovrabbondanza della loro forza vitale che hanno assorbito in se stesse dalla Natura. Se però a formare la catena sono anime umane che, in seguito al loro modo di vivere intemperante, non possiedono alcuna sovrabbondanza di forza vitale animica o magnetica, allora nell’oggetto in questione non si avverte o nessuna forza vitale trasmessa o resa assai operante, oppure una forza estremamente debole. Per questa ragione i fanciulli, le cui anime – a prescindere dal loro corpo spesso molto debole – possiedono una grande quantità di fluido vitale sovrabbondante, ed ottengono non raramente effetti più stupefacenti, e ciò spesso in un tempo molto più breve, rispetto ad uomini assolutamente molto forti secondo il corpo.

3.  La causa di questo fenomeno si trova semplicemente in questo: nelle persone forte nel corpo le cosiddette forze vitali soprabbondanti dell’anima vengono immediatamente utilizzate per il rafforzamento del corpo, per questo motivo gli Ercoli, nella loro sfera di intelligenza, quando si trovano ad un bivio si rompono per lo più la testa su che cosa devono fare, mentre persone dal corpo debole, le cui anime utilizzano la loro forza vitale sovrabbondante soltanto per la loro forza spirituale, in massima parte hanno una chiara intelligenza nell’una o nell’altra sfera.

4.  Che tali persone, specialmente di sesso femminile e di preferenza nella giovinezza, quando l’anima non ha ancora cominciato ad usare troppo le forze vitali sovrabbondanti giacenti in essa neppure per la formazione della sua sfera di intelligenza, riescano sempre a produrre i fenomeni più sorprendenti, negli esperimenti di spostamenti del tavolo che si stano ora per spiegare, non sarà difficile comprenderlo in base a quanto finora detto. E ciò tanto più facilmente se si deve coerentemente accettare che, in ogni persona ha luogo di continuo, in ogni istante, un’emissione o meglio un’emanazione della sua forza vitale sovrabbondante. Con ciò si forma, perfino al di fuori della persona, una sfera vitale odico-magnetica, senza la quale nessuna persona potrebbe attirare a sé, dall’aria che la circonda, i suoi specifici vitali, dai quali specifici vengono infine portate, attraverso l’etere dei nervi, le parti costituenti l’anima e le parti di satollamento vitale, come satollamento sostanzialmente per così dire naturale, alla vera e propria anima.

5.  Mediante questo circuito di etere vitale animico che circonda ognuno dall’esterno, le persone, come anche perfino gli animali, si attirano – oppure si respingono esteriormente, secondo come l’emissione di etere vitale di un’anima corrisponda o no con quella di un’altra anima.

6.  Dalla qualità di questo etere vitale che, come mostrato, forma la sfera vitale esteriore di un uomo, dipende anche in massima parte l’amore sessuale. Per questo accade anche più spesso e più facilmente che un uomo s’innamori di una donna, che non viceversa, appunto perché la donna conserva intorno a sé sempre una sfera di etere vitale più grande e più forte dell’uomo, il quale utilizza la sua sovrabbondanza di etere vitale più spesso per la propria intelligente formazione di vita interiore, e perciò può mantenere verso l’esterno soltanto una sfera di etere vitale appena necessaria e più raramente una sovrabbondante.

7.  Se però una donna diventa molto istruita e colta, allora sarà in grado di offrire anche meno attrazione, perché la sua sfera esterna di etere vitale diventa più scarsa, in quanto il suo più interiore, come nell’uomo, deve lasciarsi impiegare per il suo intelligente satollamento interiore dell’anima.

8.  Ma ugualmente un uomo che si dedica poco o niente affatto di cose spirituali, manterrà intorno a sé una vigorosa sfera di etere vitale esteriore, e così attira a sé molto più potentemente il sesso femminile all’amore sessuale di un uomo spirituale. E tutto ciò è l’effetto della sovrabbondanza di etere vitale di un’anima umana, mediante la quale viene formata nella persona, naturalmente senza un suo particolare intervento, una sfera più forte o più debole di etere vitale esterno.

9.  Spesso però quando gli uomini, che hanno fatto certamente molto per l’intelligente formazione interiore della loro anima e così hanno involontariamente messo da parte l’irrobustimento del loro corpo, giungono ad un’età avanzata in cui, per un certo amore della comodità, non fanno più nulla di particolare per l’ulteriore sviluppo della loro anima, allora si forma anche di nuovo in loro una forte sfera di etere vitale esteriore, dalla quale e mediante la quale essi possiedono allora molte capacità di influire in modo psico-elettromagnetico specialmente sulla donna, e la donna, attraverso il contatto, può essere portata al cosiddetto sonno magnetico. L’uomo però con questo viene eccitato sicuramente all’amore sessuale ed alla fine sarà innamorato fin sopra gli orecchi, specialmente se egli, trattenendosi frequente ed in maniera duratura con nella sfera dell’etere vitale esteriore femminile, ha troppo amalgamato la sua sfera di etere vitale esteriore con quella del sesso opposto.

10.      Se un tale uomo in un tale periodo si ritirasse il più possibile, alla fine una tale sfera di etere vitale esteriore accresciuta così potentemente, attirerebbe molto fortemente l’anima, così come un terreno ben concimato attira il germe per la formazione del futuro frutto vitale, e la scintilla di Dio– Atma, spirito – che giace nell’anima, diventerebbe libera e piena di energia divina, e questo avrebbe poi per conseguenza la rinascita nello spirito per l’eterna vita dell’anima dell’uomo. Soltanto così l’uomo diventerebbe un perfetto uomo, al quale l’intera natura in tutto e per tutto, senza un qualunque ulteriore possibile danno, starebbe a disposizione sua e del suo pieno godimento. Ma tali uomini non considerano questo beneficio infinitamente grande di tutta la vita. Essi preferiscono inebriarsi in piena misura del loro etere vitale esteriore, lo fanno per così dire esplodere, e con ciò lasciano deperire il loro Atma.

11.      Qui sarebbe dunque mostrato perché propriamente nell’uomo si forma in continuazione una sfera di etere vitale esteriore psico-eterico. Da questa sfera l’anima trae il suo nutrimento sostanziale per il corpo animico. E quando nel corpo carnale il corpo animico è completamente sviluppato pieno di forze vitali, soltanto allora l’ulteriore sviluppo vitale passa allo spirito. Infatti, nella grande Creazione di Dio in nessun luogo avviene un salto, ma una cosa genera per gradi sempre la successiva, ed una procede dall’altra.

12.      L’uomo comincia a divenire ed a crescere dal germe del seme nel grembo materno. Quado, dopo il decorso del tempo regolare, sono adempiute tutte le condizioni, l’uomo fatto viene sciolto dai legami del suo angusto mondo di formazione e partorito nel grande mondo esterno. All’istante mutano anche tutte le precedenti condizioni di vita. L’uomo comincia a trarre il nutrimento per sé dal mondo esterno, e ciò doppiamente: per la crescita e la prosperità del corpo e della vita naturale necessaria per l’uso del corpo stesso attraverso lo stomaco – e per la crescita e la prosperità dell’anima, attraverso tutti gli organi sensoriali che si trovano nel corpo, i quali prendono il cibo a loro confacente dalla psico-eterica sfera vitale esteriore.

13.      All’inizio ovviamente la maggior parte del nutrimento viene impiegata per la crescita del corpo e della sua vita naturale, vita che ha principalmente la sua sede elettromagnetica nel cuore di carne, e dura fino a quando la piccola batteria vitale elettromagnetica ha il giusto e sufficiente nutrimento. Una volta formato il corpo, soltanto allora l’anima diventa più liberamente attiva ed impiega la sfera eterica vitale esteriore per la sua libera formazione.

14.      Se ora l’anima non passa ad una certa pigra avidità di piaceri, ma lavora molto attivamente per la sua formazione interiore, allora essa vivifica in se stessa il germe dell’Atma, e questo cresce allora velocemente, viene infine innestato nell’anima stessa ed accoglie poi in sé l’intera anima e diventa una sola cosa con lei. L’anima così nobilitata e divinizzata agisce poi di ritorno sul corpo, nobilita le sue parti vitali eteriche e le fa sue, il che è poi una vera resurrezione della carne.

15.      Un tale corpo che, ad eccezione delle sue parti materiali assolutamente più grossolane, è già completamente immortale con l’anima, nobilita e divinizza però poi anche la sfera di etere vitale che circonda ogni uomo dall’esterno, ragion per cui questa diventa poi vita intelligente e si estende, come i fili di un ragno, in tutte le direzioni con una percezione intellettualmente viva.

16.      Mediante questa sfera vitale l’anima può allora, per così dire, estendersi intellettualmente alle più vaste distanze e percepire, udire e perfino vedere ciò che in precedenza gli spazi più lontani della Creazione le tenevano nascosto.

17.      Le persone che conducono ancora una vita naturale molto semplice e nelle quali la suddetta sfera vitale esterna, per motivi del tutto naturale, ha ottenuto una grande estensione, percepiscono l’avvicinarsi di un qualche nemico a molte miglia di distanza, così anche avvertono l’avvicinarsi di una tempesta e, per esperienza, possono stabilire il giorno e l’ora in cui essa arriverà. Così anche gli animali, specialmente i cani, hanno una sensibilità straordinariamente forte nei loro organi dell’olfatto, per questo motivo riconoscono la sfera vitale esteriore del loro padrone, a molte ore di distanza come certamente quella sua, ne rincorrono la traccia principale e così con tutta certezza trovano il loro padrone.

18.      I cani scozzesi possiedono la più forte sensitività e sono perciò quelli che miglio si prestano ad essere utilizzati per il salvataggio degli uomini. Si potrebbero inoltre impiegare questi cani per stabilire se il loro padrone è veramente defunto oppure se è morto solamente in apparenza. Se un tale cane rincorre fino alla tomba il suo padrone defunto, allora l’anima di costui non è ancora completamente fuori del corpo, e il defunto può essere considerato a ragione come morto apparente. Se invece un tale cane non si cura più del suo padrone, allora costui, secondo il corpo, è veramente morto.

19.      Se ora da questa breve esposizione delle relazioni della forza vitale abbiamo ricavato anche solo una qualche idea delle cause dei fenomeni di mutazione della vita, sicuramente adesso non si avranno più particolari difficoltà a comprendere in che cosa hanno il loro fondamento certi fenomeni e avvenimenti che, per l’uomo inesperto e non informato nella sfera trascendentale delle rozze forze naturali e delle più mature forze vitali che agiscono unificate, appaiono come opera di fantasmi e di spiriti.

20.      Come è già stato accennato subito all’inizio, il cosiddetto spostamento del tavolino può essere ed è effettuato solamente dalla forza riunita di più persone provviste di un’intensa forza eterica vitale esteriore – le quali comunicano tale forza ad un qualsiasi oggetto – in una maniera altrettanto infallibile come il molteplice effetto, molte volte verificato, delle piccole scintille elettriche accumulate in una batteria di Leida, le quali si sprigionano quasi senza effetto dal semplice conduttore. Solo che il noto fluido elettrico è ancora forza naturale del tutto rozza, sebbene anche dominante nella sfera trascendentale, mentre la forza vitale esterna psico-elettromagnetica è una forza ulteriormente purificata, e perciò già provvista di una intelligenza consapevole di se stessa.

21.      La sfera intelligente della forza vitale esterna, concentrata in un oggetto da una catena umana, si potenzia però del tutto naturalmente se nella catena si trovano uno o anche più persone, la cui sfera vitale esteriore, per i motivi già menzionati, è molto forte ed intensa.

22.      Se nella catena si trovasse addirittura un rinato nello Spirito, allora le manifestazioni intelligenti, come sarebbero i cosiddetti colpi sul tavolino o la scrittura sul tavolino, si mostrerebbero in una maniera all’apparenza estremamente prodigiosa, perché i raggi vitali esteriori, che corrono quasi all’infinito in tutte le direzioni immaginabili, possono raccogliere in tutte le lontananze di spazio e tempo informazioni rapide e riferirle agli interroganti nell’attimo di una determinata domanda, nella maniera richiesta e preparata per l’occasione.

23.      Che in tali circostanze possano essere raccolte informazioni più o meno attendibili dal reale mondo degli spiriti, questo non può assolutamente contestato. Ma perché queste informazioni meritino una piena credibilità, esse devono procedere dalla forza vitale esteriore unificata di persone rinate spiritualmente per lo meno a metà. Infatti una forza vitale esteriore psico-elettromagnetica, per quanto intensa, se non è purificata e nobilitata dall’Atma, è ancora ben lungi dall’avere la capacità di scorgere qualcosa nelle ultrasottilissime e pure sfere vitali spirituali e di comunicare al chiedente, secondo verità, ciò che ha percepito. In tal caso o non viene nessuna risposta – oppure tutt’al più una risposta ancora molto materiale dalla sfera di spiriti della natura, che oggi può essere così e domani diversamente, perché là ciascuna persona ha formato attorno a sé una sfera vitale esteriore diversa da quella di un’altra persona, secondo la natura del suo amore e del suo intero sensorio vitale.

24.      Se persone del genere, ancora fortemente naturali, di quando in quando dall’ambito della materia grossolana riuscissero anche ad ottenere non raramente delle spiegazioni sorprendenti, tuttavia per quanto riguarda il mondo degli spiriti non bisognerebbe prestar loro alcuna credibilità, perché il loro sensorio vitale esterno, essendo esso stesso ancora più materiale che spirituale, può bensì tastare e contemplare la materia grossolana che gli è uguale, ma non altrettanto il più intimo elemento, puramente spirituale, della pura sfera vitale dei puri spiriti.

25.      Una simile iniziativa, attuata dai rinati dello spirito almeno quasi del tutto, può fornire ovviamente risultati completamente puri ed attendibili nella sfera puramente spirituale. Ma che in tal caso gli esseri viventi già nel puro mondo degli spiriti – come angeli e demoni – possano essere evocati ed indotti a parlare, questo è assolutamente falso e non può e non deve accadere in virtù nell’immutabile Ordine divino.

26.      Con ciò il fenomeno, che sembra tanto prodigioso in questi tempi, degli spostamenti del tavolo, della scrittura e dei colpi, è spiegato per come esso è e consiste. Ogni altra spiegazione invece non ha fondamento, e spesso non vi è di vero neppure una parola. Kerner ed Ennemoser però sono giunti più vicini alla Verità.

27.      Ora però si pone la questione se, in primo luogo, sia consigliabile intraprendere gli esperimenti con i cosiddetti spostamenti del tavolo, scrittura del tavolo o colpi e, in secondo luogo, se l’umanità ne guadagna qualcosa per la sua formazione spirituale.

28.      A ciò serva la seguente risposta, benché un poco estesa.

29.      L’astronomia è certo una scienza molto lodevole se considerata ed esercitata dal giusto punto di vista, ed è utile a tutti gli uomini, sebbene la maggior parte di essi non ne abbiano alcuna conoscenza. Infatti quasi ogni uomo ordinato si procura un qualche calendario e ne ricava ciò di cui ha bisogno per sé. Ma quando inizia un’eclisse lunare o solare, oppure quale orbita prende una qualche cometa, o quanto un pianeta dista dalla Terra e quanto è grande, quante lune esso ha, e centinaia di calcoli più approfonditi, queste cose interessano poco o nulla affatto all’umanità. Gli uomini ne sentono parlare o leggono tali calcoli e, riguardo a questi dati, credono senza indugio agli esperti astronomi perché sanno che i calcoli si sono sempre rivelati precisi e giusti quasi fino al pelo – ad eccezioni delle previsioni del tempo, che però non vengono affatto credute dalla classe popolare un po’ più istruita (Scritto nel 1854!).

30.      Ma che cosa ne sarebbe alla fine degli uomini e della cara Terra, se tutti gli uomini si dessero a questa scienza, lasciassero stare l’aratro e la vanga e si volessero occupare esclusivamente dei difficili calcoli dell’alta astronomia!?

31.      Ognuno comprende qui al primo sguardo che la fiducia di milioni di persone in un unico astronomo capace e con ampie cognizioni nella sua materia, vale anche un milione di volte più che se ogni uomo fosse lui stesso un astronomo perfettamente formato. Anzi, qui la pura scienza alla fine ne riporterebbe necessariamente anche un danno, perché si dovrebbe senz’altro supporre che, col tempo, i molti astronomi potrebbero venire in conflitto tra loro, e con ciò allora all’alta scienza procurerebbero sicuramente di gran lunga molto più danno che giovamento. E pressappoco così stanno le cose anche con gli esperimenti in questione.

32.      Questi dovrebbero essere eseguiti soltanto da persone a ciò idonee e ben esperte nella dinamica trascendentale, cui sarebbe da ammettere i profani di indole migliore al massimo come testimoni. Infatti se compiono tali esperimenti anche quelle persone che sono profane anche in ogni più approfondita sfera scientifica, allora da questo non può mai uscir fuori qualcosa di utile per il vero beneficio dell’umanità, poiché un asino genera al mondo solamente di nuovo un asino, e la scimmia una scimmia.

33.      Anche se gli esperti con questi esperimenti scoprono grandi, profonde verità spirituali, prima di allora quasi mai neppure sospettate, dalle quali il mondo cieco potrebbe attingere molta Luce, queste verità però vengono subito derise dall’esercito degli sperimentatori totalmente inesperti in ogni sfera di scienza superiore, e da costoro dichiarate nulle, perché nella stessa modalità di sperimentazione essi non hanno potuto sincerarsene. E così allora la buona questione viene macchiata subito nel modo più insulso già al suo sorgere, e poi solo molto difficilmente può elevarsi alla sua dignitosa purezza.

34.      Perciò il coinvolgere tutti in tali profonde questioni non è mai così auspicabile come certe persone ritengono.

35.      Gli antichi romani, benché pagani, avevano un buon detto a questo riguardo, esso suonava così: “Quod licet Iovi, non licet bovi!”[48], e questo concetto dovrebbe essere accettato anche per gli uomini. Ciascuno dovrebbe essere capace nella propria sfera; ciò che egli è, lo dovrebbe essere completamente, così da giustificare la fiducia che gli viene tributata.

36.      Così un uomo diventa una necessità indispensabile all’altro, e per questo esisterebbe tra loro una continua reciproca illuminazione. Ma se qui, in una sfera di conoscenza trascendentale interiore riguardante le manifestazioni di forza vitale psico-elettromagnetica, che per l’intelligenza del popolo comune è molto difficile da comprendere o per lo più non lo è affatto, qualunque ciabattino vuole sperimentare, e poi con la pienezza della sua incapacità di comprendere, vuole ricavare lui stesso sulla questione un qualche ridicolo sciocco giudizio e da questo trarre delle conclusioni, allora la buona questione, per quanto possa essere anche rilevante in se stessa, è chiaro che deve perderci enormemente, ed alla fine passare completamente nel ridicolo – soprattutto se tale questione viene perfino screditata come una ridicola assurdità da scrittori a giornata che pretendono di essere eruditi, nei loro arbitrari scritti antologici privi di spirito e di ogni verità, che ora nel mondo sono i più letti.

37.      Alla domanda poi, se gli esperimenti in questione possono essere di qualche utilità al mondo, si può rispondere solamente con un no per la generalità degli uomini, poiché tali esperimenti – prima di essere debitamente esaminati a fondo da esperti – verrebbero in parte messi in ridicolo e ritenuti senza valore dalla disinformazione della plebe, ed alla fine in parte perfino demonizzati dalla stupidità.

38.      Ora sono stati perfino ordinati al commercio migliaia di cosiddetti tavoli profetici ad uso personale, e chiunque possa fare a meno di trenta fiorini se ne compra uno, poi fa degli esperimenti e pone al tavolino delle domande su cose e questioni che gli sono note almeno con buona probabilità.

39.      Se chi pone le domande è un abile prestigiatore, allora egli guida il tavolino senza farsi scorgere in modo tale che esso, per mezzo di matite situate alla base, debba scrivere sul foglio di carta sottostante, naturalmente in un modo un po’ goffo, necessariamente la stessa risposta che il magnetizzatore del tavolino ha pensato. E se ora, come di solito, due magnetizzatori hanno posato le loro mani sul tavolino, allora lo guida solitamente il più forte, ed il tavolino scrive allora ciò che vuole il magnetizzatore più forte. Se ora una terza persona domanda qualcosa di segreto, su cui il magnetizzatore più forte non ha anche solo la più pallida idea della verità, allora certo necessariamente o non arriva nessuna risposta, oppure al massimo una risposta estremamente sciocca e lontanissima dalla verità quanto lo è una stella fissa dalla Terra, per la quale colui che ha posto la domanda, e che forse era già a metà strada per credere, viene totalmente disgustato e respinge l’intera faccenda come qualcosa di ridicolo.

40.      Altrettanto è pure stolto fare di bambini degli sperimentatori. Sebbene in questo caso l’esperimento assumerà un carattere completamente diverso, non sarà tuttavia assolutamente adatto come insegnamento. Infatti, anche se i bambini mettono in movimento il tavolo mediante il vero e proprio psico-dinamismo, chi però può presentarsi poi a spiegare sufficientemente lo strano fenomeno? I bambini sperimentatori certamente no, e nemmeno gli osservatori. E gli osservatori e sperimentatori stanno poi qui come il bue stanco dinanzi al monte, ed alla fine abbandonano l’esperimento ancora più insoddisfatti di coloro che una sera, con un calice pieno di vino, sono stati ingannati proprio per bene in maniera pagana da un prestigiatore molto furbo.

41.      Coloro che sono esperti nelle scienze serie sapranno anche certamente, di fronte ad un prestigiatore per quanto abile, di che cosa si tratta. Essi ridono e si divertono per la riuscita dell’inganno, cosa che appare in certo senso innocuo. Ma i profani, che sono la maggioranza, ritengono il prestigiatore per un mago o perlomeno un uomo che esegue i suoi esperimenti in unione con forze occulte usando la più incredibile velocità.

42.      Ma che cosa ne guadagnano le due parti? Nulla! Infatti, l’erudito sa pur bene che tutto questo viene realizzato in un modo del tutto naturale, ma il vero e proprio come gli rimane tuttavia più o meno un mistero. Il profano comunque non vede il bosco a causa dei tanti alberi, e nella notte della sua intelligenza scambia un tronco d’albero o per un fantasma o per un orso. E così alla fine entrambi – l’erudito ed il profano – anche se per differenti motivi, hanno ammirato il prestigiatore, ma nessuno ha imparato in qualche modo qualcosa da lui.

43.      E proprio così stanno le cose anche riguardo ai nostri presenti esperimenti con il tavolo. Se vengono eseguiti da persone abili che hanno una disposizione per i giochi di prestigio, allora dilettano gli astanti finché il prestigiatore non ha preso una cantonata con il suo tavolino profetico. Se invece detti esperimenti vengono eseguiti da bambini con una forza vitale esterna fortemente psichica, oppure anche da altre persone che possiedono un forte sensorio esterno, allora, nonostante la riuscita dell’esperimento, alla fine non è tuttavia presente nessuna persona competente in materia che sia in grado di mettere in una giusta luce la vera causa della prodigiosa riuscita. Ed allora tanto gli eruditi quanto i profani si allontanano dall’esperimento, pur così riuscito, con lo stesso guadagno: infatti entrambe le parti hanno imparato da esso poco o niente affatto.

44.      Allora alla fine il profano chiede all’erudito: “Ebbene, che cosa ne dite?”. L’erudito scuote le spalle e, se è intelligente, non dice proprio nulla, anche perché per convenienza non può nemmeno dir nulla. Ma il profano ritiene allora l’erudito, almeno in questo caso, per sciocco, ed alla fine ritiene se stesso più intelligente dell’erudito, il quale non gli ha dato nessuna risposta, e nella sua semplicità crede di comprendere la cosa attribuendo la riuscita dell’esperimento all’influsso di demoni invisibili.

45.      Io ritengo che da quanto detto finora, chiunque abbia letto per intero questo con più attenzione che un vecchio romanzo del principe Piripinker, possa essere in grado di toccare con mano che in questa faccenda seria lo sperimentare generale debba essere accompagnato da conseguenze assolutamente cattive, sia per il corpo per alcuni, come in quasi tutti per l’anima e lo spirito.

46.      Ciò che l’uomo non comprende, infatti, dovrebbe lasciarlo stare, almeno fino a quando si è procurato sulla cosa le sufficienti conoscenze. Altrimenti gli deve necessariamente accadere come se un contadino andasse in una farmacia e, in base ad una ricetta che ha davanti, scritta in un latino abbreviato, spesso a mala pena leggibile, si prefiggesse di preparare una medicina per un cliente ammalato mescolando vari ingredienti, cosa che risulterebbe certamente difficile. Ma quale utilità avrà poi il malato da un tale medicamento, preparato col contenuto delle prime bottiglie che gli capitavano a tiro, questo si spera che si lasci afferrare facilmente.

47.      Ma come solo il farmacista ben informato sa quale medicina si deve preparare al malato in base alla ricetta che ha davanti, così anche in questa faccenda di un’importanza molto particolare, mediante la quale in fin dei conti ora deve essere realizzato un ponte tra il mondo dei sensi ed il mondo degli spiriti, nessun profano devi farsi venire in mente, per una semplice sciocca curiosità morbosa di prodigi, di effettuare esperimenti, i cui elementi di base gli sono ancora più estranei che per un astronomo una cometa che diventerà visibile per questa Terra per la prima volta dopo forse mille anni.

48.      Invece persone competenti e seriamente animate dalla migliore volontà, assetate di Luce e Verità, devono perciò eseguire gli esperimenti con tutta diligenza e non fermarsi finché si sarà loro aperto non soltanto il vestibolo, ma anche tutto il Tempio della Luce, per poter contare, in una futura sperimentazione, ogni volta su sicuri risultati e sulla pienezza della Verità – per il meglio dell’umanità; allora esse procureranno con ciò anche a tutto il mondo, spiritualmente ed anche fisicamente, un incalcolabile beneficio.

49.      Ora, infatti, latenti nella materia apparentemente morta, ci sono ancora forze del tutto prodigiose, alla cui conoscenza il mondo può pervenire soltanto su questa via e su nessun’altra.

50.      Ma buona serietà! – A che cosa serve anche tutto questo Mio dettare e scrivere? Lo seguiranno gli uomini? Oh, di certo difficilmente, poiché quando si vuole la notte in una stanza, là si chiudono le finestre ed i raggi del Sole possono cadere pur così potenti sulle pareti esterne della casa e sulle imposte ermeticamente chiuse, nella stanza rimarrà tuttavia buio, ed i ratti e topi possono fare qui il loro pasto. Se all’uomo importa solamente il rosicchiare e rodere intorno al lumicino della notte, allora essi hanno anche perfettamente ragione di tener lontana la vera luce del giorno dalle stanze, poiché nella notte dell’anima si commette più facilmente e con la coscienza molto più tranquilla un peccato mortale dopo l’altro, che nel chiaro giorno al cospetto degli uomini.

51.      Ma a che cosa giova questo, alla fine, al mondo intero!? Gli uomini si moltiplicano e mille nuove necessità con loro. Domanda: “Verranno allora scoperti i mezzi adatti nel buio pesto delle stanze e potranno essere presi in considerazione per l’ulteriore utilizzo?” Io penso che questo dovrebbe essere molto difficilmente il caso.

52.      Perciò cercate, quando simili fenomeni emergono dall’ambito della sfera vitale tra gli uomini, di esaminarli a fondo, nelle stanze ben illuminate, con la giusta luce dell’intelletto, ed indagate con diligenza sulla loro vera ragione, allora ne deriverà presto una grande Benedizione per tutti gli uomini di questa Terra. Ma davanti a quei certi animali pieni di sudiciume non devono essere gettate le come comune foraggio.

53.      Chi però indaga, costui indaghi con spirito e calma e non ritorni al suo escremento, ma rimanga nello spirito ed abbia il giusto coraggio. Chi manca di questo, rimanga nella sua pozzanghera mondana e vi si bagni a suo piacimento; ma non allunghi la mano a ciò che è dello spirito.

54.      Lo spirituale, infatti, vuole essere trattato diversamente da un campo arato sul quale cresce da sé ogni genere di malerba per i vermi divoratori. Chi ha messo una volta mano all’aratro e nello stesso tempo rivolge sempre i suoi occhi indietro, invece che avanti dove va l’aratro, costui – dice il Vangelo – non è adatto per il Regno di Dio.

55.      Ma la Verità è, in tutte le cose, il vero Regno di Dio, che rende libero lo spirito dell’uomo. Perciò si deve anche cercare seriamente questo Regno prima di tutte le cose; ma chi lo fugge, costui alla fine dovrà attribuire soltanto a se stesso, se diventa preda dell’eterna morte.

56.      Perciò nessuno respinga un qualunque fenomeno proveniente dall’ambito della forza vitale, ma si lasci istruire in merito da persone competenti, altrimenti egli è nemico della vita della sua anima, senza sapere che e come egli è un tale nemico. Ma, come detto, chi qui non è lui stesso un elemento della Luce, costui non tocchi la Luce, altrimenti si brucerà potentemente.

57.      Io ritengo che, da quanto è stato detto, una persona veramente spirituale si orienterà facilmente; ma uno sciocco deve anche tralasciare di leggere quanto è stato detto, poiché da ciò non diventerà più intelligente o migliore di un pelo. Il calzolaio rimanga con la sua forma delle scarpe e l’agricoltore con l’aratro, e non tenti di essere un compilatore di calendari.

Questo poco ai saggi.

 

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Cap 106

Massime della vera Sapienza di Vita

2 gennaio 1855

Al caro giovane figlio dì che Io gli mando a dire di riflettere bene, con cuore veramente lieto, sulle seguenti massime della vera sapienza di vita, così che attanagliano il suo cuore presto lo abbandoneranno per sempre. – Sì, a poco a poco egli deve imparare perfino a memoria le seguenti massime, affinché li abbia sempre a portata di mano quando ne avrà bisogno.

Le massime dunque suonano così:

 

1.

    Figlio Mio, non andarti a mettere in preoccupazioni di vario genere, poiché dove ti proponi di fare diverse cose, non guadagnerai molto. Anche se te ne sforzi con determinazione, non le ottieni comunque, e sebbene le rattoppi qui e là, non ne vieni fuori lo stesso.

 

2.

    Qualcuno si affanna e rincorre la ricchezza (materiale o scientifica, non importa) e con ciò ostacola soltanto se stesso. Al contrario, qualcun che avrebbe ben bisogno d’aiuto ed inoltre è debole e misero, se la prende con comodo, però costui Iddio lo guarda con clemenza e lo aiuta ad uscire dalla miseria e lo porta agli onori, cosicché poi molti si meravigliano di lui.

 

3.

    Tutto viene da Dio, felicità ed anche sventura, vita e morte, povertà e ricchezza.

 

4.

    Ai mansueti Iddio dona averi che rimangono, e ciò che Lui dona, questo rimane per sempre.

 

5.

    Qualcuno è avaro e risparmia e così diventa anche ricco, e pensa di aver compiuto qualcosa e dice: “Ora voglio avere una bella esistenza e voglio mangiare e bere delle mie sostanze!” – però egli non sa che la sua ora, in cui morirà, è molto vicina e dovrà lasciare tutto agli altri che non hanno per nulla lavorato.

 

6.

    Rimani nella Parola di Dio ed esercitati in essa, persevera nella tua professione e non lasciarti fuorviare quando vedi i figli del mondo che aspirano ad ogni genere di beni.

 

7.

    Confida soltanto in Dio e rimani nella tua condizione, poiché è molto facile per Dio fare ricco un povero, spiritualmente o materialmente.

 

8.

    Iddio benedice sempre gli averi dei mansueti, e quando viene il tempo giusto, essi prosperano.

 

9.

    Non dire: “Cosa mi serve, e cosa ho io nel frattempo?”. Quindi non dire neanche: “Io ho a sufficienza, cosa mi può mancare?”.

 

10.

    Quando ti va bene, allora ricorda che ti può facilmente andar male di nuovo, e se ti va male, allora ricorda che può andarti nuovamente bene, così non diventerai mai spavaldo e mai pauroso. Il Signore, infatti, può facilmente ripagare ognuno, o già in questa vita, oppure, ma in questo caso con assoluta certezza, nell’altra vita oltre la tomba, come un uomo se l’è qui meritato.

 

11.

    Non avviene che una brutta ora fa dimenticare tutte le gioie godute? Ogni uomo però soltanto alla morte del corpo comprenderà perfettamente come e perché egli è vissuto nel mondo. – Perciò non elogiare né te né qualcun altro prima della fine, poiché soltanto allora ad ognuno diventerà chiaro chi era e come aveva impiegato il tempo suo. – Ed i suoi posteri potranno tramandare alcune cose o per lode o per biasimo del mondo.

 

 

1.  Su tutte queste massime molto buone e molto sagge, rifletti, figlio Mio, con cuore davvero solerte e sempre gioioso, allora non avrai mai più da lamentarti di qualche perdurante angosciosa ora. E ciò che tu fai di bene a qualcuno nel Nome Mio, Io te lo risarcirò mille volte qui e nell’aldilà.

2.  Vedi, tu hai talvolta una lieve tendenza a conseguire una celebrità terrena, e questa tendenza è di per sé la tua nemica e talvolta ti tormenta. Lascia stare, poiché se Io voglio, posso renderti celebre in una notte, così che tutto il mondo parli di te. Ma a cosa ti gioverebbe se Io non vi avessi nessun compiacimento?

3.  Quindi esercitati soltanto e sempre di più nell’amore per Me, il Padre tuo eternamente grande e santo, in modo tale che ti applichi secondo le tue forze nell’amore per il prossimo e oltre a ciò sii d’animo sereno, allora Io ti darò anche tutto il resto, prima che tu te l’aspetti.

4.  Tu stesso però non calcolare ad ogni ora quando avverrà ciò, ma abbi fiducia ed accontentati perfettamente del fatto che Io faccio sempre i conti per te e provvedo ininterrottamente, allora sarai lieto ed aspetterai tutto facilmente.

5.  Questo dunque, Mio caro figlio, per la tua piena tranquillità. Amen.

 

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Cap 107

Ora necessita una cosa soltanto!

Inizio 1856

    Una Parola del Signore a Johannes Busch, in una lettera di Jakob Lorber trasmessa nell’anno 1856.

1.  Tutto il moltissimo non ti giova a nulla, sia esso spirituale o materiale, se uno, infatti, sa molto oppure ha molto, è la stessa cosa; se non ne fa perfettamente il giusto uso, l’anima continua comunque a rimanere povera.

2.  È sufficiente che uno Mi ami sopra tutto ed ami il suo prossimo come se stesso, poiché a costui Io verrò e rivelerò Me stesso a lui. Allora egli, mediante la grande Luce del Mio Spirito che è divenuto una sola cosa con la sua anima, verrà guidato in ogni sapienza, ed allora contemplerà e riconoscerà cose di cui finora a nessun sapiente del mondo è mai venuto nulla in mente.

3.  In questo tempo ciò è certamente difficile, perché le persone, per la libidine della carne sia della donna sia dell’uomo, sono guastate già nel grembo nel loro cervello, e con ciò più tardi anche nella formazione pienamente regolare degli altri organi fisici vitali.

4.  Ora una persona deve sforzarsi nell’amore per Me, e da questo nell’amore per il prossimo, molto attivamente e con il massimo calore vitale, deve mortificarsi moltissimo in molte occasioni della vita ed essere in tutto oltremodo paziente e perfettamente umile, allora l’anima, con l’aiuto del Mio Spirito, forma prima l’organismo corporale per il necessario ordine, e soltanto dopo è in grado ad accogliere perfettamente in sé la Luce di Grazia dello Spirito Mio, e poi entrare nella vera Sapienza, dove poi le diviene limpido e chiaro tutto ciò che prima era avvolto in un perfetto buio notturno.

5.  (Aggiunto da Jakob Lorber:) Queste poche Parole dalla Bocca del Signore vi daranno, caro stimato amico, certamente molto conforto, ma nello stesso tempo l’assicurazione convincente che – in questo tempo estremamente guasto, assai materialista e completamente senza amore, in cui soltanto il più esteriore, assai rozzo materiale intelletto tiene lo scettro del potere di ogni sapere – il Regno di Dio necessita di una grande violenza (forza di volontà d’amore), e lo fanno proprio soltanto coloro che lo strappano a sé con violenza! La violenza però non consiste nella pura fede, ma principalmente solo nel vero e vivente amore per il Signore e per il prossimo. – Osservate questo e vi troverete quanto prima da sé ed in se stesso, nella stessa Luce nella quale io mi trovo ormai già da circa 16 anni.

 

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Cap 108

Grandi cose hanno bisogno di un grande spazio

27 aprile 1856

All’amico e per l’amico L. C.

1.  Perseveranza e pazienza in tutte le cose aiutano un uomo ad ottenere molta felicità.

2.  Quando è notte, tu non ti puoi immaginarti il giorno; ma quando si è fatto giorno, allora è facile dimenticare la notte. Grandi cose hanno bisogno di un grande spazio, ed una storia del mondo dura più a lungo che una misera commedia teatrale. Quindi anche ogni inizio è difficile, ed una scarpa nuova preme il piede sempre più che una vecchia e sformata da tutte le parti.

3.  I Miei amici devono pur sempre accettare senza rincrescimento di prendere sulle proprie spalle un pezzettino della Mia Croce almeno per un breve tempo, affinché più facilmente e più presto diventino forti nel Nome Mio. A tempo giusto Io poi toglierò loro nuovamente il piccolo fardello, ed allora potranno giubilare a pieni polmoni nello Spirito Mio.

4.  Tu Mi hai fatto del bene nel Mio servitore, ciò è registrato nel Mio Libro Mastro e ti sarà ricompensato spiritualmente ed anche materialmente. E perciò sii sereno e lieto, perché Io mai abbandono coloro che Mi cercano con amore. Amen.

 

 

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Cap 109

Non preoccupatevi!

11 agosto 1856

1.  E allora scrivi per il Mio e tuo amico L. C., poiché ciò che Io prometto, anche lo mantengo.

2.  Chi cerca innanzi tutto il Regno del Mio Amore, che è un vero Regno di Dio sulla Terra, non deve preoccuparsi se e come gli giungeranno i necessari beni di questo mondo di prova della vita, poiché Io provvedo già a tutto. Al tempo giusto arriveranno improvvisamente anche questi, e tutto ciò di cui ha bisogno un figlio a Me gradito.

3.  Metti tutte le tue preoccupazioni con piena fiducia sulle Mie Spalle e tieniti stretto al Mio Nome ed al Mio Comandamento dell’Amore, tu giovane amico Mio, figlio Mio, tutto il resto lo farò Io.

4.  Ciò che tu hai fatto di bene a qualcuno nel Nome Mio, ti sarà restituito cento volte qui e mille volte un giorno nell’aldilà nel Regno Mio.

5.  Quando la tua carne talvolta ti dà prurito, allora sii assai lieto e pensa che lo causo Io e ti mostro con questo che rendo il tuo corpo veramente sano e nelle tue vene comincia a scorrere molta salute. Lavati la sera con acqua fredda prima di coricarti e non giacere sulla schiena – e ricordati che Io stesso sto mettendo in ordine la tua carne, così l’impulso subito allenterà.

6.  Te lo dico Io. Amen.

 

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Cap 110

Contro il dubbio e la malinconia

17 settembre 1856

1.  Comunica con queste poche righe al giovane amico C. che gli mando a dire assai sinceramente ed ora Io stesso dico: «Respingi tutto ciò che ti ammonisce fin dal tempo dell’infanzia come se tu potessi offenderMi con un qualche peccato, alla fine perfino con i cosiddetti pensieri peccaminosi, pensieri che spesso vengono spontanei e poi se ne vanno nuovamente.

2.  Ho mai compilato Io un registro dei peccati alla maniera di un Ignazio di Loyola e l’ho imposto agli uomini per la più rigorosa osservanza? – Soltanto l’amore per Dio ed altrettanto per il prossimo è comandato da Me, e tutto ciò che è in contraddizione con questo è proibito. Questo però non può rendere nessuno di malumore, ma solo completamente felice.

3.  Io certo non creerò nessun uomo per riversare la Mia Ira su di lui, ma per dire a tutti: “Venite tutti a Me, voi che siete in qualche modo stanchi ed aggravati, perché Io vi voglio tutti ristorare!”

4.  Ricordati diligentemente solo di questo ed abbandona anche l’ultima scintilla dei tuoi pensieri di peccati mortali romani, e non cadrai più in nessuna malinconia, ma sarai sempre perfettamente sereno. Chi veramente Mi conosce ed ama, costui non può in verità diventar mai troppo triste perfino nei momenti terreni più amari, poiché già molte prove assai evidenti lo dovranno aver già convinto che colui che nel suo amore, vero in modo costante e vivente, si è rivolto a Me per qualsiasi cosa per lui veramente utile e buona, Io non l’ho ancor mai lasciato insoddisfatto e non benedetto. Quanto meno te, perché Io ti amo in modo molto speciale, conoscendo molto bene il tuo cuore e sapendo assai bene quello che ora tu stesso, con i tuoi mezzi finanziari certo un po’ limitati, hai fatto a Me nel Mio servitore ed agli altri poveri per puro amore per Me, cosa che Io ti risarcirò tutto in modo molteplice – a breve già qui nel tempo ed un giorno dall’altra parte, nel Regno Mio e nella Mia Casa, in maniera addirittura indescrivibilmente.

5.  Tutti i tuoi dubbi talvolta però li trovi comunque già risolti nel “Grande Evangelo di Giovanni”, basta che tu ci legga dentro ben diligentemente, perché lì Io comunico già tutto a voi quali figli Miei più giovani, e quindi più cari, ciò che ancora non ho comunicato nemmeno agli arcangeli – eccetto che a Rafael, che più tardi però ha accettato anche di incarnarsi.

6.  Sii sereno nel Nome Mio, poiché Io, il tuo vero Padre pieno d’Amore, così voglio con te, e non temere i peccati romani. Amen».

 

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Cap 111

La vera direzione di Vita

Nell’anno 1857

1.  Quelli che Mi cercano, sono coloro che vengono attirati dal Padre, perché nella Scrittura si dice: “Voi tutti dovete essere istruiti da Dio; chi non impara da Dio, costui non giunge alla Luce, e nessuno arriva a Me, al Figlio, se non lo attira il Padre!”

2.  Secondo la comprensione di questo tempo ciò significa: “Nessuno può giungere alla vera Luce interiore della Vita, che è uguale al Figlio, senza vero amore attivo che è ciò che tu chiami Padre”.

3.  L’amore è quindi il Padre, e la Sapienza è il Figlio. Ma poiché nel Figlio l’Amore è la vera e propria Essenza di Dio, senza la quale non esisterebbe nessun Fuoco vitale, nessuna Fiamma, quindi anche nessuna Luce e nessuna divina Sapienza di Vita, così proprio in Me – il Figlio – è unita anche unicamente la divina personale Essenza, alla quale nessuno può giungere in qualche modo attraverso qualcos’altro che solamente attraverso l’amore per Me. Però l’amore per Me deve essere attivo secondo la forza e la capacità di ognuno, perciò anche l’amore per il prossimo e per il bisognoso è uguale all’amore per Me. Chi dice che Mi ama sopra ogni cosa, costui ama anche attivamente il prossimo più di se stesso, lo aiuta – e precisamente per amore per Me – ad uscire dalla necessità.

4.  Ma se tu hai un tale amore per Me, allora hai anche il Mio Amore in te, sul quale puoi mettere montagne di fede, e ti accadrà sicuramente quello che tu vuoi e desideri in te da tale Mio Amore. Infatti, nessun altro potere in eterno può opporsi ostacolando il Potere del Mio Amore, perché ognuno sta in rapporto con esso come il nulla con l’Infinità.

5.  Non devi nemmeno chiederMi se per Me sarebbe giusto e gradito ciò che fai in un modo oppure nell’altro, ma il Mio Amore te lo dirà nel tuo proprio cuore. Infatti, colui il cui cuore è colmo d’amore per Me, come potrebbe agire se non giustamente, poiché nessuno può certo agire contro il suo amore e contro la volontà riconoscibile dall’amore?!

6.  Chi è pieno d’amore mondano, agirà anche secondo questo; e chi è colmo del Mio Amore, agirà anche conformemente ad esso, ed in questo può sbagliare tanto poco quanto l’ago del magnete possa mai sbagliare la regione del Nord, perché esso viene appunto attirato dal Polo Nord.

7.  Sii tu, figlio Mio, perciò tranquillo! Finché tu senti in te con sicurezza il Mio Amore, proprio perché Mi cerchi ed ami, fino allora sarà esso la tua fedelissima stella polare della vita.

8.  Quindi quello che ti dice il tuo cuore, se è colmo del Mio vero attivo Amore, questo fallo! Vuoi e non dubitare nella tua anima della riuscita. Esamina però prima te stesso per vedere se il tuo cuore Mi ama completamente secondo la Mia Parola nel Vangelo! Cerca di seguire totalmente ciò che Io diedi come Comandamento dell’Amore a tutti gli uomini, ed hai in piena misura tutto dal Mio Amore. Amen! Questo dico Io, il tuo Amore, a te. Amen.

 

*    *    *

 

«Soltanto UNO è nell’uomo, e questo grande e santo UNO è l’Amore che è un vero fuoco proveniente da Dio e dimora nel cuore; e in nessun’altra parte vi è la Verità che solo in questo Amore, perché l’Amore stesso è la Causa Prima di ogni Verità in Dio e da Dio in ogni uomo! Se vuoi contemplare e riconoscere le cose come te stesso nella piena Verità, allora le devi anche contemplare e riconoscere da questa Causa prima, unicamente vera dell’essere tuo; tutto il resto è illusione …

La tua testa ti può creare incalcolabili dei; ma che cosa sono essi? Io ti dico: “Niente che vane forme senza vita, prodotte nel cervello attraverso il suo malfermo meccanismo; ma nel cuore troverai solamente un Dio, e Questo è vero, perché l’Amore, nel quale hai trovato solo un Dio unicamente vero, è la Verità stessa.

La Verità quindi si lascia cercare e trovare soltanto nella Verità; la testa però ha fatto abbastanza se ti ha fornito la chiave per la Verità. Ma tutto ciò che ti ammonisce e ti attira all’amore può essere una chiave per la Verità; segui perciò quest’impulso e quest’ammonimento, ed entra nell’amore del Tuo cuore e troverai la Verità che ti renderà libero da ogni inganno!”»

[Gr.Ev.G., vol. 1, capitolo 7, 8, 10, 11.]

 

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Cap 112

Per la comprensione delle corrispondenze tra il mondo naturale ed il mondo spirituale. [49]

20 aprile 1858

1.  In questo tempo è un po’ difficile – perfino per uno che è ben versato in tutte le possibili scienze – enunciare una tale teoria, mediante la quale il concetto rispondenza possa essergli completamente chiarito, poiché la Scienza delle corrispondenze, un tempo davvero molto elevata e, dagli antichi, perfino ritenuta sacra, è andata completamente perduta, così come la lettura dei geroglifici e della scrittura cuneiforme.

2.  Io voglio dunque discutere con voi la cosa, però non con una teoria pur sempre difficile da comprendere, ma molto semplicemente con un paio di esempi facilmente afferrabili, e la teoria si lascerà trovare facilmente da sé.

3.  Si dice in un dettato: “Si cerchino corrispondenze facili da trovare e si risolvano con esse i giudizi (secondo l’istinto)!”. – Ebbene vedete, ciò avviene così: qualcuno di voi, mentre riposa nel suo soggiorno oppure mentre cammina in qualche posto all’aperto con o senza occupazioni, ha improvvisamente un pensiero, come se andasse incontro ad una grande montagna che fin oltre la metà della sua altezza è coperta da un fitto bosco ed ai piedi è circondata da ogni genere di sterpaglia. Molto sopra del bosco però, egli scorge tuttavia masserie contadine montane e campi e prati, e soltanto sopra di queste, ripide vette e punte rocciose, allora egli studia e cerca anche subito da qualche parte una possibile buona via d’accesso attraverso la sterpaglia ed il fitto bosco.

4.  Presto con il suo pensiero fa tutto il giro della montagna, ma non trova da nessuna parte qualcosa di una via d’accesso, così mentalmente diventa molto di malumore e presto abbandona l’intero pensiero, sebbene questo emerga nuovamente così ancora in parte, come un lucignolo che si sta spegnendo quando l’olio è già all’ultima goccia. Vedete ora! Questo pensiero o piuttosto questa vivacissima immaginazione del pensiero, l’ha messa per così dire sulla via dell’anima uno spirito superiore dell’Aldilà. Ma che cosa prova con ciò l’anima? – Sicuramente una specie di disagio, del tutto simile a quello che si prova per un proposito importante, ma legato ad una quantità di difficoltà difficili da superare. E proprio questa spiacevole sensazione opprimente, è già quel certo giudizio istintivo che può essere risolto mediante la corrispondenza, che si può così trovare facilmente e presto:

5.  Una qualche grande impresa commerciale vista nel pensiero assomiglia ad una grande montagna, la cui vasta base è coperta da ogni genere di sterpaglia, quasi impenetrabile, ed il cui dorso è coperto da boschi molto fitti. La vasta base di sterpi corrisponde alla grande difficoltà iniziale dell’impresa, e la sterpaglia corrisponde alle numerosissime ed acute preoccupazioni. Il fitto bosco corrisponde alla prospettiva molto limitata dei vantaggi nell’impresa e necessiterà di una lunga e perseverante grande fatica per giungere ad una prospettiva chiara e vantaggiosa.

6.  E anche se poi vi si arriva, dopo molte fatiche e molti sforzi, questi si rivelano solo poco corrispondenti rispetto alle masserie contadine montane, ai magri campi e prati. Alla fine ci sono ancora ripidissime pareti rocciose, vette e punte, e queste corrispondono di nuovo alla vera e propria impossibilità di salire più in alto per ottenere maggiori e più vantaggiose prospettive, perché il conseguimento delle prospettive vantaggiose, benché molto faticoso, come ha mostrato l’immagine del pensiero, era già di per sé solo del tutto scarso.

7.  Che cosa voleva dire ora al viandante uno spirito superiore con questa immagine del pensiero? – Questo lo ricaverà ora presto l’esame dell’esteriore ed ordinato intelletto, e la conclusione suonerà molto brevemente così: “Lascia perdere la tua progettata impresa, perché ne otterrai poco guadagno, ed alla fine delle grandi spese e delle molte fatiche e preoccupazioni ti dovrai accontentare solo di vantaggi molto magri, con i quali non potrai procurarti alcun maggiore incremento di guadagno”.

8.  Nel senso del tutto spirituale però il puro principio intellettuale su menzionato suonerà così: “Vedi, tu anima preoccupata soltanto del guadagno terreno, così il mondo ripaga i suoi inservienti e servitori!”.

9.  Ebbene, con quest’immagine ognuno potrà formarsi facilmente da sé una regola per un discernimento sicuramente più chiaro di ciò che è di per sé un istintivo giudizio dell’animo – in quanto proviene dal cuore e non dal cervello –, cosa è una corrispondenza e come deve essere applicata per risolvere il giudizio dell’animo. – Ma in questa settimana, all’occasione, Io ti darò ancora un paio di tali esempi, da cui poi ciascuno potrà già attingere la sua luce quasi per ogni possibile caso. La Mia Benedizione e Pace con voi. Amen

 

22 aprile 1858 (Continuazione)

10.      Scrivi dunque ancora un paio d’altri esempi per completare la comprensione delle corrispondenze.

11.      Qualcuno di giorno oppure di notte cammina su di un sentiero, in uno stato d’animo assolutamente naturale ed il meno possibile agitato. All’improvviso egli urta col suo piede contro qualcosa che giace per terra e per questo diventa già più agitato ed attento. L’oggetto che giaceva sul sentiero consisteva in un pezzo di legno marcio che un qualche operaio aveva gettato lì e poi l’aveva lasciato a terra con indifferenza, il che però per la nostra questione non è di alcun significato.

12.      Il nostro viandante prosegue il suo cammino, e quando è nuovamente già più libero dalla sua precedente agitazione, salta fuori un cane che, rimasto in qualche modo indietro, rincorreva ora i suoi padroni. Per quanto innocente era per sé anche questa seconda apparizione, essa aveva tuttavia fatto un’impressione già più forte sul nostro viandante, poiché egli pensava tra sé: “Se il cane fosse stato un po’ rabbioso, quanto facilmente mi avrebbe potuto molto danneggiare!”.

13.      D’ora in poi il nostro viandante rimane già d’animo più desto e si guarda accuratamente attorno da tutte le parti, ed arriva ormai senza ulteriori inconvenienti, del tutto sano e salvo, alla sua meta dove deve concludere un affare.

14.      Ebbene, che cosa ci sarebbe da rilevare, per il nostro viaggiatore d’affari, da questi due eventi ed incontri, sulla via delle corrispondenze – ovvero che cosa ha voluto dirgli con questo uno spirito superiore dell’Aldilà?

15.      Guardiamo ora subito al giudizio istintivo dell’animo. Come suona questo giudizio o in che cosa si esprime? – Esso esprime una specie di tensione un po’ frammista ad irritazione e paura. Ora a questo si può trovare certamente all’istante la corrispondenza risolutiva certamente più giusta, e si chiama prudenza e vigilanza. E che cosa ne dice il criterio dell’intelletto esteriore? – Nient’altro che: Sulla via ed in un affare non si può mai essere abbastanza prudenti e vigili ad ogni passo!

16.      Ebbene, se si ha compreso questo, allora si ha anche già compreso perfettamente il linguaggio di uno spirito ammonitore, poiché ciò potrebbe suonar così: “La persona con cui vuoi concludere un affare, assomiglia al sentiero (questa è poi la rispondenza principale) che hai percorso per concludere l’affare. Questa persona ti farà balenare dapprima un vantaggio per te, che ti sorprenderà e ti distoglierà dal tuo quieto stato d’animo, – ma tu sii prudente e non crederci, poiché il vantaggio mostrato è simile al pezzo di legno marcio sul sentiero! Questo lo comprenderai presto con un po’ d’intelligenza.

17.      Ma poi questa persona comincerà anche a mostrarti con molta eloquenza lo svantaggio che per te ne verrà se non concludi l’affare con lei, – ma anche in questo non c’è nulla di vero. La sua eloquenza non è altro che un cane che è fedele soltanto a lei e le corre dietro, cosa che certo ti sorprenderà molto, ma con alcune riflessioni dovrai subito scoprire che il pericolo prospettato è come se non ci fosse, e con la conclusione dell’affare tu devi procedere con prudenza e vigilanza”.

18.      La corrispondenza puramente spirituale però è: “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione e nel suo maligno potere”.

19.       Io vi ho mostrato qui la giusta corrispondenza, come linguaggio di un puro spirito dell’Aldilà, soltanto in un incontro naturale assai poco appariscente, affinché ognuno di voi possa desumere da ciò come i puri spiriti buoni, perfino negli incontri di poca importanza sul sentiero della vita, sono sempre preoccupati per il bene dell’uomo e preferiscono parlare con gli uomini più di tutto per mezzo delle corrispondenze, se questi le comprendono anche soltanto in una certa misura, sebbene solo in maniera confusa e istintivo.

20.      Se però in questa maniera la cosa non funziona affatto, allora essi agiscono sui pensieri e sui sentimenti che ne derivano, come ieri vi ho mostrato un caso simile. Ebbene, se neppure in questo modo le cose progrediscono, allora essi provano a persuadere le persone affidate alla loro guida tramite i sogni ed anche con altri segni e presentimenti risvegliati.

21.      Ma anche questi, solo raramente sono da prendersi come sono e per cosa essi rappresentano. Soltanto in casi eccezionali ed estremamente urgenti essi hanno il loro significato naturale rappresentato totalmente nell’immagine percepita, ed allora si confermano poi nella realtà anche senza corrispondenza. Invece in casi meno urgenti, anche parecchi sogni e presentimenti e certi segni piuttosto spettrali sono risolvibili per l’intelletto umano esteriore solo sulla via delle corrispondenze, così come la maggior parte dei libri del Vecchio ed anche del Nuovo Testamento.

22.      Prendiamo ancora un sogno del genere del tutto modesto. Un tale sogna di trovarsi in una grande città, non la conosce bene, cammina su e giù per le vie e non può trovare ciò che cerca. Tutto è sconosciuto ed assurdo, e le vie non hanno fine, e spesso diventano così strette che non si può affatto passare. Per il continuo cercare e correre su e giù nei vicoli e per il loro fastidioso restringersi, l’anima si impaurisce e sveglia poi subito lo spirito dei nervi, e poi tramite quest’ultimo anche il corpo, e cerca ora di tenerlo sveglio per non incappare, nel sonno, ancora una volta nella fastidiosa città. Che cosa ha voluto dunque dire con questo all’anima un saggio spirito dell’Aldilà?

23.      Consideriamo subito il giudizio dell’animo. Esso è: sensazione angosciosamente opprimente e ripugnanza. Qual è la corrispondenza risolutiva e facile da trovare? (Io dico facile da trovare, perché essa è già radicata nel primo giudizio istintivo dell’animo.) – La corrispondenza è: aborrimento di una situazione confusa che comprime il libero sentimento della vita e della conoscenza.

24.      Ora si aggiunge l’intelletto esteriore e trova adesso subito, in una tale città, la rappresentazione fedele di tutto l’affaccendarsi materiale mondano, attraverso il quale la libera attività spirituale dell’anima, nonostante tutto il cercare, non riesce più a trovare a nessun prezzo ciò che le è peculiare e familiare e si trova in pericolo di essere inghiottita dalla materia, cosa che indicano i vicoli che diventano sempre più stretti.

25.      Che cosa dice dunque con ciò all’anima un saggio spirito dell’Aldilà? – “Nella confusione del mondo e nella confusione delle sue vie e vicoli, tu non trovi la tua patria e la sua pace!” – e l’ulteriore seguito di questa frase è questo: “Quindi non metterti nei pericoli allettanti di questo mondo, poiché una volta che sei nei suoi labirinti, è difficile che tu possa mai trovare completamente la strada”.

26.      Ma del tutto spiritualmente la cosa suona così: “Fuggi il mondo e cerca soltanto ciò che è dello spirito!”.

27.      Vedete, così inizialmente potete cominciare a parlare, ovunque ed in ogni occasione ed in ogni evento, con il mondo degli spiriti della specie più pura. Anche se ciò all’inizio procede in modo un po’ stentato e zoppicante, con il tempo e con un diligente esercizio ciascuno può arrivare ad una grande abilità, e perfino alla contemplazione degli spiriti e ad una corrispondenza verbale con loro ed anche con Me stesso. – Io però vi darò ancora un paio d’esempi maggiori. Per adesso la Mia Benedizione a voi figli Miei. Amen.

23 aprile 1858 (Continuazione)

28.      Dunque ancora un paio di esempi di corrispondenze, per una più chiara comprensione delle corrispondenze fra il mondo naturale ed il mondo spirituale.

29.      Badate ora molto bene a quanto viene qui detto! – Vi sono uomini al mondo che spesso, di fronte alle cose ed ai fenomeni più insignificanti, hanno una certa inestirpabile paura, un a ripugnanza e, del tutto sicuramente, un’antipatia più o meno grande. L’uno si agita febbrilmente all’udire certi suoi finemente stridenti, un altro nel toccare una superficie ruvida, un terzo non può sopportare un certo fruscio come con la carta, un quarto diventa di cattivo umore quando qualcuno cammina dietro di lui oppure quando lo segue con un veicolo, e vi sono una quantità di persone che hanno una grandissima ripugnanza verso certi animali, specialmente verso i rettili, così come anche persone che non possono sopportare certe fisionomie di altre persone, perché sono per loro sgradevoli e spesso insopportabili.

30.      Tutte queste antipatie di qualunque specie verso differenti cose e fenomeni, sono in fondo anch’esse giudizi istintivi dell’animo che viene sempre tenuto desto da un cosiddetto spirito protettore dell’Aldilà. Se gli uomini sapessero risolvere tali giudizi per mezzo di corrispondenze e poi, esaminandoli ulteriormente, sapessero estenderli per giungere a corrispondenze spirituali purissime, allora essi comincerebbero a comprendere subito molto bene, in tutte le direzioni, in primo luogo a che punto essi sono con tali sensazioni, e che cosa vogliono dire e mostrar loro con esse i loro spiriti protettori, ed in secondo luogo da ciò essi riconoscerebbero poi bene in se stessi anche i rimedi contro tali indisposizioni d’animo e potrebbero liberarsene. Senza questo però, uno spirito protettore superiore è poi continuamente costretto a mantenere nell’anima la sensazione sgradevole, affinché l’anima si tenga sempre lontana da ciò che potrebbe recare danno in parte al suo corpo ed in parte però anche a se stessa.

31.      La vera e propria ragione però sta in questo: La disposizione degli spiriti naturali della materia del corpo è tale appunto che essa ha un’inclinazione nascosta proprio per quelle cose e quei fenomeni che causerebbero presto al corpo un danno sensibile, già con un contatto solo in qualche modo più intenso. Perciò allora lo spirito provvede affinché l’anima abbia un’antipatia permanente per tali debolezze del suo corpo e del suo spirito dei nervi, e perciò si liberi presto di tali cose e fenomeni a lei avversi, e si protegga da maggior effetti dannosi ed eviti altri pericoli che potrebbero sorgere facilmente.

32.      Noi però vogliamo ora osservare un po’ uno di questi fenomeni con il binocolo spirituale delle corrispondenze e vedere che cosa ne verrà fuori!

33.      Prendiamo per esempio un uomo che non può sopportare dietro di sé nessun veicolo in movimento, e neppure una persona che cammina dietro di lui. Il suo animo percepisce sempre un disagio con un po’ di paura e talvolta anche frammista ad irritazione. Nel corpo di un tale uomo dimorano spiriti della natura, la cui tendenza è polare-antipositiva, quindi una tendenza insidiosa e per così dire maligna, la quale caratteristica degli spiriti naturali del corpo, naturalmente del tutto senza colpa, si comunica poi anche, tramite l’affezione dei nervi, anzitutto allo spirito dei nervi, e con ciò entra in una relazione tangibile con l’anima.

34.      Se ora un tale uomo percorre una strada e dietro di lui procede un veicolo, anche se ancora ad una certa distanza, oppure un uomo lo segue con passo piuttosto affrettato, con ciò gli spiriti insidiosi naturali del corpo, dalle caratteristiche simili, vengono eccitati subito in seguito all’impulso di assimilazione, ed attraverso di loro vengono poi eccitati anche i nervi ed il loro etere vitale o spirito. L’anima se ne accorge immediatamente, si oppone subito e spinge il suo corpo sul lato senza pericolo, e addirittura aspetta fino a quando tutto ciò che è insidioso, veicolo o pedone, non è passato oltre, e con ciò è poi anche scomparso ogni disagio.

35.      Così sarebbe ora dimostrato il motivo, in parte naturale ed in parte trascendentale naturale, del fenomeno vitale in questione. Ma come si presenta la cosa con la corrispondenza?

36.      Il giudizio dell’animo su ciò è: disagio, paura, inquietudine. – Che cosa gli corrisponde all’opposto? Naturalmente ciò che lo aiuta, gli dà protezione e quieta nuovamente l’animo, e ciò, secondo l’esteriore giudizio dell’intelletto, consiste in questo: Per prima cosa, a causa delle proprie debolezze, coprirsi le spalle in un luogo sicuro, poi per seconda cosa, guardare coraggiosamente in faccia al pericolo, ed infine aspettare molto pazientemente che il pericolo sia passato.

37.      Ora alla fine quale conclusione se ne ricava come corrispondenza? Non bisogna mai fidarsi di avere alle spalle dei nemici, per quanto di poco conto! Volgi il volto al nemico, mettiti al sicuro ed abbi coraggio unito alla pazienza, allora riporterai la vittoria su tutti i tuoi insidiosi avversari.

38.      Oltre a questo se ne ricava anche una corrispondenza morale, e questa suona: “Meglio dieci nemici di fronte a viso scoperto che uno maligno alle spalle – ed un lupo feroce in veste d’agnello è più pericoloso di uno a viso scoperto nella sua pelle di lupo.

39.      Questo è stato ora illustrato il più chiaramente possibile, e noi avremmo quindi da discutere solo un caso ancora, e precisamente quello dei presentimenti e dei segni un po’ inquietanti. Anche questo si potrà dimostrare meglio con un breve esempio piuttosto che con una teoria per quanto approfondita.

40.      A qualcuno viene ad un tratto una sensazione angosciosa, pensa qua e là e non riesce a trovar la causa. Si sente come abbandonato oppure come uno che viene a sapere che uno dei suoi migliori amici all’improvviso, senza poter prendere in qualche modo congedo, ha dovuto intraprendere un lungo viaggio. Se la sensazione è di questo tipo, allora ci si rivolga, interrogandolo con amorevole serietà, allo spirito protettore sicuramente presente, si faccia attenzione, in casi straordinari, al primo nome pronunciato chiaramente, oppure sicuramente ad un’altra immagine del pensiero sorta all’improvviso. Con essa si proceda nel modo descritto prima, e in un caso straordinario verrà pronunciato chiaramente, senza corrispondenza, tramite uno spirito protettore dell’aldilà, o il nome di un parente prossimo o di un buon amico sofferente o perfino morto, oppure l’amico o il parente colpito da un grave disagio terreno sarà molto facilmente riconoscibile dalle corrispondenze dell’animo a lui molto simili.

41.      Di solito però tali indizi compaiono nei sogni, dove sono essi ancora più facili da risolvere.

42.      Certamente qualunque cosa succede sulla Terra, al cospetto dell’uno o dell’altro uomo, ha in qualche modo un significato più profondo che sfocia nello spirituale, oppure anche un significato del tutto puramente spirituale che si può trovare sulla via delle corrispondenze, sebbene talvolta all’inizio non del tutto sicuramente, ma sempre approssimativamente. Però non è affatto necessario che uno debba trovare la corrispondenza proprio su tutto. Solo in occasioni molto particolari uno può esercitarsi in questa prima scuola preparatoria di corrispondenza con gli spiriti.

43.      Una volta che questo primo livello è compreso ed esercitato a sufficienza, soltanto allora viene un secondo livello, ed infine perfino un terzo e massimo livello, per il quale o si trova, con qualche fatica, de se stessi la guida – oppure Io stesso la darò così come ora questa, e la maggior parte di essa la metterò già nel cuore di ognuno.

44.      Se però qualcuno qui e là non dovesse avere le idee completamente chiare, non s’impaurisca per questo, poiché ciò viene già col tempo; nel frattempo però ad ognuno dei Miei cari amici e figli sta aperta la libera via per il Cuore Mio. La Mia Benedizione e la Mia Grazia con voi. Amen.

 

*

 

    «Dio in Se stesso è l’Amore più puro e volge il Suo Volto soltanto a coloro che vengono a Lui altrettanto nel puro amore del loro cuore, e cercano Iddio per Amor di Lui stesso, e con l’animo colmissimo di gratitudine vogliono imparare a conoscerLo quale loro Creatore ed hanno l’ardente desiderio di essere protetti e guidati da Lui stesso».

(Gr. V. Giov. Vol. 1, cap. 92, 16)

 

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Cap 113

Brevissimo fondamentale insegnamento della Parola eterna

10 maggio 1862

                       A una domanda di Giovanni Busch.

1.  [Giovanni 8, 31]: Io dissi a quei Giudei che credevano in Me: «Se rimanete nella Mia Dottrina» (non Discorso) – non soltanto conservandola nella memoria, ma anche agendo in conformità ad essa, soltanto allora siete Miei veri discepoli e così riconoscerete in voi che le Mie Parole vengono dalla Bocca di Dio, e sono in se stesse l’eterna e vivente Verità, che veramente vi renderà liberi dalla tenebra di ogni dubbio.

2.  [Giovanni 11, 25 e 26]: Quando i discepoli ed altri credenti Mi domandarono: “Quando, dopo la morte del corpo, risorgeremo di nuovo alla Vita?”. – Io risposi: Come potete chiederMi questo ancora una volta? – «Io sono la Resurrezione e la Vita eterna! Chi crede in Me nell’azione, costui è già risorto in Me, secondo l’anima, egli continuerà a vivere anche se morisse mille volte secondo il corpo, se questo fosse possibile; infatti chi ora vive e crede in Me nell’azione, costui non morirà mai» (vale a dire secondo l’anima).

3.  [Giovanni 14, 6]: Che Io solo sono la Via (attraverso il Mio Insegnamento), la Verità e la Vita, lo troverà in se stesso chiunque crede in modo vivente in Me in ogni azione, e quindi anche viene a Me nel cuore; ma chi viene a Me così, costui viene al Padre che dimora in Me ed è una cosa sola con Me. Chi invece non viene a Me nella maniera suddetta, costui sicuramente non viene nemmeno al Padre, che è l’eterno Amore.

4.  [Giovanni 14, 23]: Quando Mi domandarono come si potesse facilmente mettere in azione la Mia Parola, vale a dire la Mia Dottrina, Io risposi: «Chi Mi ama più di ogni cosa al mondo ed ama il prossimo come se stesso, costui osserva veramente la Mia Parola, ed il Padre, l’Amore in Me, lo amerà! E così Noi – il Padre quale Amore in Me, Io quale eterna Sapienza (oppure il Figlio), e lo Spirito Santo quale eterna ed infinita Potenza e Forza della Mia Volontà – verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui, ed egli sarà perfetto, così come il Padre in Cielo, che è il Mio Cuore, è perfetto. Così è da intendersi questo.

 

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Cap 114

Spiegazioni su testi difficili delle Scritture

 

I° - Sul costruttore stolto e sull’avveduto[50]

II° - Siate obbedienti all’autorità, che ha potere su di voi

 

17 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.4”)

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Cap 115

Domande su apparenti contraddizioni nei differenti Vangeli

Il 17 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.5”)

 

 

 

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Cap 116

Risposta alla prima domanda

 (Risposta I.) L’evangelista Matteo

18 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.6”)

 

 

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Cap 117

Risposta alla seconda domanda

(Risposta II.) Del Giudizio universale

19 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.7”)

 

 

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Cap 118

Risposta alla terza domanda

(Risposta III.)  I quaranta giorni di Gesù nel deserto    Un annotazione

20 marzo 1864    22 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.8”)

 

 

 

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Cap 119

Risposta alla quarta domanda

(Risposta IV.)  Schiaffo e mantello

21 marzo 1864, dalle 10.30 del mattino fino all’una del pomeriggio

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.9”)

 

 

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Cap 120

Risposta alla quarta domanda

(Risposta IV.)  “Io non sono venuto per darvi la pace di questo mondo”

21 marzo 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.9”)

 

 

 

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Cap 121

Risposta alla quarta domanda

(Risposta IV.)  “Siate prudenti come serpenti, ma senza falsità…”

22 marzo 1864, dalle 11 del mattino fino alle 4 del pomeriggio

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.10”)

 

 

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Cap 122

Risposta alla quinta domanda

(Risposta V.) Sul tempo della Resurrezione del Signore

22 marzo 1864

Sui punti in dubbio riguardo al tempo della Mia Resurrezione, quanto segue vi serva per una spiegazione pienamente valida:

 

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.10”)

 

 

 

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Cap 123

Risposta alla sesta domanda

(Risposta VI.)  Tre domande su Testi delle Scritture

1. aprile 1864

Sulle tre obiezioni:

- Sulla balena del profeta Giona

- sull’uomo senza la veste nuziale al banchetto da Me preparato

- sul giovane in fuga in occasione della Mia cattura sul Monte degli Ulivi nell’Orto di Getsemani

 

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.11”)

 

 

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Cap 124

Il regno dei mille Anni

26 marzo 1864

1.  Io ho provveduto, provvedo adesso e provvederò anche in futuro, affinché quale unico vero Cristo Io giunga ad essere presso tutti gli uomini il vero valore interiore della vita, come vi sono giunto già adesso in molti casi, e per l’avvenire non Mi lascerò più scacciare da alcuna potenza dal Mio campo di Luce. E questa sarà la vera roccia che il potere dell’Inferno non vincerà. Io sarò la Pietra angolare che i molti costruttori hanno rigettato in lungo e in largo. Guai a colui che inciamperà su questa Pietra angolare, egli si sfracellerà come un fragile vaso; ma colui sul quale cadrà la Pietra angolare, costui verrà ridotto in polvere e cenere! E con ciò verrà allora il Mio Regno dei mille anni, finora totalmente mal compreso.

2.  Chi, infatti, considera solamente con un po’ di attenzione, in modo particolare la forma delle antiche cifre arabe, costui scorgerà, sulla via delle corrispondenze, nella loro forma qualcosa di ben diverso che non solamente le mille unità nella numero mille, ma scorgerà, come ho detto, qualcosa di completamente differente.

3.  Il numero 1000 rappresenta nel suo Uno Me nella personalità umana; ed i tre zeri che seguono l’Uno rappresentano Me nella Pienezza della Mia divina Trinità. E così l’espressione “mille anni” è da intendersi nel senso che il numero 1000 rappresenta, secondo la corrispondenza, Me stesso nella Pienezza della Mia Divinità (Gesù – Jeova – Zebaot Emanuele). La parola “anno” rappresenta invece il tempo in cui Io resterò fino alla fine al vertice del dominio e guiderò e condurrò i popoli di questa Terra, in parte Io stesso, in parte invece attraverso i Miei molti servitori nuovamente ridestati. Essi (gli uomini in tale periodo benedetto) avranno bensì anche da superare dall’inizio alla fine la loro prova di libertà di vita, così come adesso, ed avranno molto da lottare con la materia. Ma dopo che avranno superato le lotte saranno rivestiti con la veste dell’immortalità; e voi siete dunque nel grande tempo di transizione.

4.  Beato è chiunque accoglie questo con fede nel suo cuore e non si scandalizza per le molte diavolerie che accadono ora in questo mondo, poiché esse non dureranno a lungo, – infatti, Io le abbrevierò molto per amor dei Miei eletti, ed essi Mi loderanno per questo ed esulteranno molto. Perciò Io non scaccerò dai loro troni i governanti giusti o i benefattori dei loro paesi, ma li colmerò dello Spirito Mio, e con questo ci sarà un solo gregge ed un solo Pastore, affinché si adempia tutto ciò che Io profetizzai agli uomini nel periodo della Mia vita terrena.

5.  Ma Io starò alla grande Porta d’ingresso per la Vita eterna e griderò a tutti: “Venite tutti a Me, voi che siete stanchi ed aggravati, Io vi voglio tutti ristorare; il vostro giogo che Io vi ho imposto deve essere in futuro ben dolce ed il Mio carico assai leggero!”. – Questo Io vi comunico e vi faccio sapere qui, quale vostro caro Signore e Padre. Amen.

 

*

 

«Rivestitevi quindi solo di Cristo, quali eletti di Dio, quali Suoi santi e Suoi diletti, con fede vivente, con l’amore, con la misericordia affettuosa verso i vostri fratelli, con l’amicizia, con la gentilezza, umiltà, dolcezza ed ogni pazienza. Così dunque rivestitevi soprattutto d’amore, perché esso soltanto vale davanti al Signore ed è il solo legame a pieno diritto di ogni compimento ed ogni perfezione».

[dalla lettera di Paolo alla comunità di Laodicea. (Ver. 19 e 22)]

 

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Cap 125

La posizione dei luoghi in Palestina che sono citati nel Vangelo di Giovanni e nel Vecchio Testamento

29 marzo 1864

        Scrivente: Leopold Cantily.

(Segue la comunicazione pubblicata al cap. 3 - su “Spiegazioni di testi biblici cap.3”)

 

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Cap 126

Sull’Evangelista Luca: il suo Vangelo e i suoi Atti degli Apostoli

7 aprile 1864

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.12”)

 

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Cap 127

La nostra Terra è uscita dal Sole Centrale primordiale

8 aprile 1864, dalle 15.30 alle 18.45

Domanda di Leopold Cantily.

Scrivente: Leopold C.

1.  Per la beatitudine dell’uomo non è assolutamente necessario che egli debba penetrare, con il suo intelletto naturale, in tutti gli aspetti della Mia Creazione; però sta anche scritto che un uomo dotato di spirito e d’intelletto debba esaminare tutto e trattenere ciò che è buono e vero. E così Io anche concedo, a ciascuno che ne abbia sete una giusta luce, sebbene sempre breve, su tali domande, luce che sembra una stoltezza ai veri e propri sapienti ed intenditori del mondo, ma per coloro che credono in Me è tuttavia una Sapienza di ogni sapienza, di cui i sapienti e gli intenditori del mondo non hanno mai sognato qualcosa.

2.  Per comprendere però come si rapportano fra loro le sostanze primordiali, tanto quelle nel regno minerale della Terra intera, quanto poi le sostanze vegetali che ne derivano, ed inoltre le sostanze animali derivanti dai vegetali, si deve sapere intanto com’è proceduta l’evoluzione di questa Terra, e da dove essa, nella sua primordiale esistenza evolutiva, è arrivata nella regione di questo Sole. Se uno sa questo mediante la fede nella Mia Parola, anche tutto il resto gli diventerà ben presto chiaro e comprensibile.

3.  Vedete, tutti gli altri pianeti, che orbitano intorno al Sole con i loro satelliti, sono, ad eccezione di un’unica cometa, figli proprio di questo Sole, ma non questa Terra insieme alla sua Luna. Essa è una figlia proveniente dal Sole Primordiale; fu lanciata fuori del grandioso interno di questo Sole nel vasto spazio del globo involucro, con indicibile forza, come corpo già piuttosto compatto, naturalmente da un numero di anni terrestri per voi inimmaginabili. Di una simile provenienza ebbe da allietarsi anche quel pianeta più grande, di cui voi sapete che venne distrutto a partire dall’interno[51]. Per questa ragione però questa Terra è anche così estremamente varia e complicata che in essa, su di essa e sopra di essa compaiono tutte quelle sostanze primordiali che, naturalmente in grandissima scala, esistono soltanto nel Sole Centrale primordiale, e vi devono anche esistere perché esso è il sostenitore e conduttore di molti, innumerevoli Soli Centrali secondari, dei Soli Planetari e dei loro pianeti.

4.  Questa Terra è quindi, per quanto riguarda le sostanze di esistenza primordiale, completamente simile al Sole Centrale primordiale, e perciò anche perfettamente adatta per la formazione delle anime umane che sono chiamate ad essere figli di Dio.

5.  Ora qualcuno certamente domanderà: “In che modo questa Terra pervenne poi alla sua atmosfera ed alle sue acque di ogni specie?”. Ed Io a questo rispondo: “Come più o meno ogni altro pianeta e questo Sole stesso, vale a dire attraverso il suo continuo viaggio, all’incirca settuplo, intorno al Sole Centrale primordiale”.

6.  Il primo viaggio (di per sé il secondo) essa lo compie precisamente intorno al Sole, come voi vedete, ed il vero e proprio primo viaggio però lo compie con la rotazione su se stessa; il terzo viaggio, molto più grande, la Terra lo compie, insieme al Sole, attorno al Sole Centrale, come voi già sapete, in circa 28000 anni terrestri; il quarto viaggio, che è ancora immensamente più grande e dura più a lungo, essa lo compie con Sirio, che è propriamente il Sole Centrale di quest’ammasso stellare, attorno ad un molto più grande Sole Centrale degli ammassi stellare; il quinto viaggio lo compie, con tutti i molti Soli Centrali di ammassi stellari, che nell’insieme potete chiamare un Universo di soli, intorno ad un Sole Centrale Galattico più grande ancora, il cui viaggio naturalmente, pur essendo già enormemente veloce, dura ciò nonostante molti bilioni di anni terrestri per essere completato; il sesto viaggio lo compie, con le grandi Soli Centrali Galattici attorno al Sole Centrale primordiale stesso; il settimo viaggio, al quale appartengono periodi di lunghissima durata, è il viaggio alterno, nel quale un Sole Centrale Galattico giunge ora più vicino al Sole Centrale primordiale e poi di nuovo più vicino all’involucro del grande globo, e con ciò viene distribuito ad un intero, enorme ammasso stellare il sufficiente nutrimento: nella massima vicinanza del Sole Centrale primordiale quello positivo, e nella vicinanza dell’involucro del globo quello negativo. E quando un corpo mondiale è sufficientemente saturo di queste due sostanze primordiali psico-elettromagnetiche, allora può anche produrre e nutrire, a partire da se stesso, tutto ciò che già in forma embrionale gli sta alla base nella sua forza ed essenza originaria. Alla base di un corpo mondiale come questa Terra c’è però infinitamente, perciò essa può far sorgere da sé anche molto, quasi all’infinito, sotto l’aspetto naturale.

7.  Le due vere e proprie sostanze primordiali sono le due potenze elettromagnetiche insite in questa Terra, e precisamente in sommo grado; ragion per cui essa è anche uno dei corpi mondiali più densi. E grazie a queste due potenze di vita primordiali, essa possiede poi anche la capacità di appropriarsi per la sua prosperità, attraverso l’etere, di una varietà quasi infinita di sostanze da tutti i soli dell’intero globo involucro.

8.  Una specie di calce primordiale, come anche creta e zolfo, appartengono alla materia primordiale della Terra. Attraverso queste sostanze essa, nel suo grande viaggio, già come cometa, è stata in grado di attirare a sé dal vasto spazio eterico, una grande quantità di vapori contenenti acqua, tali vapori con l’andar dei tempi, si condensarono e divennero acqua, poi però attraverso la loro forza interna si dissolsero di nuovo in vapori, che fluttuavano sullo specchio d’acqua vero e proprio, ed un po’ a poco formarono l’aria atmosferica, per la cui attuale purificazione furono necessari davvero moltissimi milioni di anni.

9.  Nei primi periodi i vapori formarono principalmente soltanto minerali primordiali, che ovviamente però ora, in questo periodo, costituiscono la massa interna di questa Terra e di fatto solo con estrema rarità emergono alla sua superficie, oppure, come adesso, non vi emergono quasi per niente.

10.      Nel secondo periodo si formò già il sedimento nelle profondità dei mari. E quando questo raggiunse la necessaria densità e pesantezza, allora attraverso tale pressione l’interno della Terra si surriscaldò sempre di più ed incendiò le sostanze solforose, ragion per cui parte delle altre sostanze primordiali subirono una parziale fusione e furono spinte da più parti oltre la superficie dell’acqua, ma con questo procurarono all’acqua l’ingresso all’interno della Terra e là un inevitabile raffreddamento.

11.      In tale occasione però i gas sviluppatisi nel frattempo, irruppero attraverso questi innumerevoli buchi risalendo fino alla superficie, ed impregnarono sia l’atmosfera costituita di vapori, sia anche il mare – che noi vogliamo ancora chiamare “acque della Terra” – con quello che oggi i chimici chiamano monossido di carbonio che, come potete facilmente comprendere, di per sé non può già più essere un elemento semplice e indivisibile, poiché per primo l’elettricità positiva, la negativa e lo zolfo primordiale, la calce primordiale e la creta gli hanno procurato il suo primitivo sviluppo. Ma questo si può definire tuttavia una sostanza molto affamata, ed è continuamente avida in sommo grado di attirare a sé una quantità di altre sostanze e di unirsi con queste. Una volta che questo è avvenuto, allora essa diventa produttiva, e le sue parti vitali spirituali sono poi già anche in grado, sebbene ancora in uno stato molto grossolano, di produrre esseri senza una precedente inseminazione sulle parti più solide della Terra che si trovano sopra le acque. Tali parti più solide provocano, infatti, una specie di fermentazione, e da questa si sviluppa presto una grezza pianta, pressappoco nella maniera in cui oggi si sviluppano ancora una quantità innumerevole di funghi di ogni genere senza una precedente inseminazione su quei punti della Terra piuttosto pantanosi che sono poco visitati dai forti venti, specialmente nei fitti boschi, per cui anche solo con un po’ di calore essi vanno in fermentazione, sulla quale fermentazione poi presto, con un favorevole grado termico, si rende visibile la comparsa di funghi di vario genere.

12.      Una simile causa che sta alla base della loro formazione, solo molto più grandiosa, ce l’hanno anche quelle primordiali piante di questa Terra, a voi più o meno note, che trovate ancora oggi qui e là come nera antracite.

13.      Certo qualcuno potrebbe fare qui quest’osservazione: “Perché i funghi dell’epoca attuale, quali prodotti del carbonio, non si trasformano in quel carbone nero e non si pietrificano”. Ebbene, questo adesso non avviene più; a quel tempo, infatti, l’aria atmosferica, fino ad un’altezza di oltre di un miglio, consisteva ancora, specialmente in prossimità del suolo terrestre, come pure del mare, di 8 parti su 10 di carbonio, ed era solo molto poco mescolata con ossigeno e idrogeno.

14.      Ma dove in un qualche punto della Terra il carbonio si trovi legato solamente a pochi altri elementi, là compaiono anche pochi animali o piante, o non ne compaiono per niente. Se però un animale oppure una pianta della specie superiore appare in una tale zona, allora muoiono presto, in realtà non si decompongono assolutamente, ma ciò che una pianta o animale possiede in sé degli altri elementi a voi noti, questo è presto consumato dal carbonio. E pure quello che è presente nella pianta o nell’animale come carbone subisce questa trasformazione, ed in tante vallate e dirupi già dopo un anno non si trova più nient’altro che un po’ di cenere grigio scuro e talvolta anche marrone scuro; di questo vi possono convincere, nella maniera più perfetta, certi luoghi di sepoltura nei territori napoletani e siciliani.

15.      Perfino nelle zone carsiche non molto lontane da voi, nelle quali la poca terra che vi si trova viene utilizzata dagli abitanti di quel luogo per la coltivazione delle loro piante nutritive, trovate delle misere parrocchie in cui il cimitero consiste di una vicina grotta. In questa grotta viene deposta la salma del defunto, il quale perde presto ogni cattivo odore e si decompone in due anni così perfettamente che di lui non si trova nient’altro che eventualmente una scarsa veste nella quale era avvolto, oppure del cadavere non si trova più nient’altro se non ciò che Io ho detto prima di Napoli e della Sicilia. Quest’effetto lo causa dunque il carbonio unito ai vapori di zolfo, ed i becchini, per la sepoltura del cadavere, si devono bendare la bocca (per proteggersi) con un fazzoletto imbevuto di aceto.

16.      Ma poiché le gigantesche piante primordiali della Terra di cui prima si è discusso, erano, per la maggior parte, soltanto puro carbonio, allora non potevano neppure decomporsi, ma giacciono fino al giorno d’oggi ancora non decomposte. Ancora ai nostri giorni si è soliti, quando si conficcano pali di legno profondamente nel terreno, bruciacchiarli tutt’intorno nel fuoco, in modo che si formi uno strato di carbone, perché questo impedisce al resto del legno una decomposizione troppo precoce, ciò che è sempre la conseguenza di una fermentazione interna del terreno, nella quale il carbonio si sviluppa più o meno efficacemente. Se il carbonio trova il palo di legno circondato dal carbone e così trova in esso il suo simile, allora è per esso innocuo; se invece non lo trova, allora il palo di legno non potrà resistere molto a lungo nel terreno come utile sostegno.

17.      Se ora sapete questo e lo potete in un certo senso toccare con mano, allora potrete comprendere da ciò molte altre cose che avvengono su questa Terra. Ebbene, quanto più, nel corso dei tempi, il vero e proprio carbonio si è mescolato con le altre sostanze, tanto meno fu anche in grado di comparire come ostacolo alle molteplici altre produzioni. Nella Terra si raccolsero di nuovo, per il fuoco interno, dei gas più complicati, che in gran parte divennero già essi stessi infiammabili per l’elettricità interna della Terra e, con la loro forza esplosiva, sollevarono pezzi enormemente grandi del fondo marino già consolidato, ad un’altezza spesso enorme sopra il livello dell’acqua, e per così dire, li appoggiarono diritti e li sorressero con parti del corpo terrestre sollevati successivamente. In periodi di parecchie migliaia di anni le vaste e profonde ferite del suolo marino così originate, si riempirono con nuovo sedimento, che un po’ alla volta si solidificò di nuovo così come il primo, e la superficie della Terra fu già in grado di produrre una maggiore quantità di grandiosi alberi, cespugli ed erbe. In tale occasione fu anche già possibile il sorgere di sì pochi, ma in compenso grandi animali.

18.      In questo periodo si formarono un po’ alla volta, specialmente sugli alti innalzamenti del precedente fondale marino – che ormai vogliamo designare già come le montagne primordiali della Terra – grandiose formazioni cristalline, somiglianti all’odierna stalattite. E attraverso questa formazione ed attraverso le piante furono anche poste le basi per ogni genere di formazioni metalliche, tra cui in quel tempo ebbe inizio, prima di tutto, la formazione dell’oro, specialmente in quelle parti della Terra che poterono essere irradiate già più stabilmente dai raggi del Sole.

19.      A questo periodo ne seguì presto un quarto, anch’esso naturalmente preceduto da grandiose eruzioni di fuoco. Allora questi molti alberi ed erbe, insieme agli animali, furono nuovamente sepolti, ed anch’essi si decomposero molto poco, furono coperti ora dall’acqua, ora dal fango, e ancora al giorno d’oggi vengono ritrovati come carbon fossile in vaste estensioni. In alcuni paesi si sono ritrovati anche scheletri di quegli animali preistorici e si è dato loro anche un nome.

20.      In seguito a questo periodo – dopo un tempo proporzionalmente lungo – venne di nuovo un periodo preparatorio, che già divenne produttivo in alto grado. In questo periodo sorsero già un’enorme quantità di piante ed animali, sia nell’acqua, come anche sull’asciutto della Terra e nell’aria, e così terminò questo periodo.

21.      E qui vediamo anche già il primo uomo e dopo di lui in appena duemila anni un sesto periodo di cambiamento terrestre, nel quale voi stessi ancora vivete. E che la produttività della Terra, attraverso tutti questi sei periodi a voi noti, si sia moltiplicata in un’immensa misura nei modi più svariati, lo testimonia tutte le attuali acque della Terra, la sua superficie asciutta e l’aria.

22.      Ed ora la domanda riguarda dunque la sostanza primordiale di tutto ciò che si trova, sussiste e si riproduce ora in e sulla Terra, nelle acque e nell’aria.

23.      Qui qualcuno s’immaginerà che per rispondere a questa domanda siano necessarie moltissime parole. Oh, niente affatto! Pensate soltanto da dove proviene la Terra ed a tutto ciò che essa ha portato con sé in eredità dal suo grande padre, allora comprenderete facilmente da quale sorgente quel tutto può formarsi e sussistere su questo Terra.

24.      Ogni vera e propria sostanza primordiale è un elemento spirituale legato, e come diviene in qualche modo libero, esso diventa a modo suo anche attivo e si costruisce la sua forma e la sua costituzione con il costante influsso e la costante collaborazione di un corrispondente spirito dell’aldilà. Questo spirito lo vogliamo chiamare elettromagnetico-positivo ed attribuirgli anche il nome di spirito siderale; quello nella materia terrestre, sia del terreno solido, sia dell’acqua nonché dell’aria, lo vogliamo chiamare elemento elettromagnetico-negativo, ovvero lo spirito naturale giudicato e legato a questa Terra, il quale soltanto attraverso il suo corrispondente spirito siderale dell’aldilà viene destato e messo nell’attività corrispondente all’intelligenza dimorante in lui.

25.      Ma poiché queste intelligenze particolari degli spiriti naturali, o intelligenze specifiche, sono altrettanto varie e molteplici, come varie e molteplici sono quelle presenti nel Sole Centrale primordiale, dal quale hanno origine tutti i soli e gli altri corpi celesti in questo globo involucro, così esiste anche un numero altrettanto grande di spiriti siderali positivi, mediante i quali gli spiriti naturali inglobati in questa Terra vengono a poco a poco destati ad un’attività sempre più libera. L’intelligenza di uno spirito naturale di questa Terra è comunque soltanto un’intelligenza semplice, ma attraverso lo spirito siderale diventa un’intelligenza molteplice. Consideriamo gli spiriti legatissimi nel regno minerale. Da se stessi produrrebbero anche soltanto degli agglomerati estremamente semplici ed unisostanziali; ma attraverso i corrispondenti spiriti siderali che influiscono su di loro, essi vengono per così dire ampliati nella loro intelligenza, diventano in un certo senso, sensibili ed a modo loro vedenti, e cominciano a raccogliere ed attrarre a sé ciò che è loro confacente dall’infinitamente molto che, provenendo dal Sole Primordiale, è già presente nella Terra, e guardate: in questo modo si formano poi gli svariati minerali, metalli e pietre preziose che, in un certo senso, presi nel senso materiale, costituiscono gli occhi di questi spiriti e traggono vantaggio dall’influsso della luce proveniente dal Sole e dalle innumerevoli molte altre stelle.

26.      Se ora domandate in merito alle sostanze primordiali elementari di tutti i minerali e metalli, troverete ovunque le stesse sostanze, soltanto in questa proporzione: Nel quanto di più o quanto di meno del positivo e altrettanto del negativo sta la differenza, e del più o del meno dell’uno o dell’altro che vanno naturalmente all’infinito. Perciò come nei minerali, così nel regno vegetale, voi riscontrerete anche i prodotti in un’immane molteplicità e varietà fino all’infinito.

27.      Dal principio negativo, attraverso il risveglio da parte dello spirito siderale, sorgono la vera e propria radice ed il tronco della pianta e ovviamente l’anima naturale terrena nell’aldiquà che sta diventanto vivente. Quest’anima però, tramite lo spirito siderale, viene potenziata nella sua sfera d’intelligenza e di attività, e forma tutto ciò che in una qualsiasi pianta voi scorgete fuori del terreno. Tutto quindi non è nient’altro che un effetto del meno e del più di entrambi gli spiriti che si uniscono sempre di più.

28.      Come nel mondo vegetale, così è anche nel gradino superiore, nel regno animale. L’unificazione completa di tutte queste intelligenze anemiche specifiche con il loro spirito siderale o spirito di luce dall’aldilà, ha luogo però soltanto nell’uomo, nel quale pure, particolarmente nella sua sfera morale, l’unificazione dipende maggiormente dal più o dal meno, oppure  dal basso o dall’alto. Alla fine certamente tutte le intelligenze – ciò che proviene dall’Alto – devono passare nel più, ma per questo sarà anche necessario un bel po’ di tempo. Dove però nell’uomo il “più” spirituale dall’Alto già predominante, là sarà possibile molto facilmente e presto una completezza sia nell’aldiquà che nell’Aldilà, secondo il grado del fuoco d’amore di entrambe le potenze vitali spirituali.

29.      Da quanto vi è stato qui comunicato, avete tutto ciò che racchiudono in sé le vostre domande, ed ancora molto di più. Le scienze naturali e l’attuale chimica però possono lavorare in eterno senza mai raggiungere tuttavia a questo risultato finale. Infatti, in primo luogo esse non hanno un mezzo di congiunzione per combinare l’elettricità negativa e positiva in un corpo solido, ed meno ancora ha, per la creazione dell’uno o dell’altro elemento, il mezzo per congiungere insieme il più o il meno, e così esse sono costrette a scomporre l’esistente, ma da ciò non possono creare nulla di nuovo.

30.      Si conoscono i componenti dell’acqua. Ma si semini in uno e lo stesso terreno mille specie di piante e le si bagnino con la stessa acqua, e da ciascun granello di semenza crescerà la relativa pianta corrispondente al suo spirito interiore. In che cosa consiste la sostanza primordiale di ciascuna? In null’altro che nel più o nel meno di ciò che Io vi ho mostrato.

31.      Qualcosa di più profondo e di più interiore Io non posso comunicarvelo, avendovi con questo senz’altro già comunicato quanto è possibile per voi comprendere. Accontentatevi perciò con questo nel Nome Mio. Amen.

 

 

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Cap 128

Sull’essenza del fosforo

10 aprile 1864, pomeriggio

Su una domanda del farmacista Leopold Cantily

Scrivente: Leopold C.

1.  Dove si trova maggiormente il fosforo? Sicuramente soltanto in quegli strati della Terra dove è più presente l’elettricità positiva o siderale, di cui vengono poi compenetrati in minima parte perfino i minerali ed ancor di più le piante e soprattutto le specie animali, non escluso l’uomo secondo la carne, e in questi corpi, mediante la presenza della calce[52] e del sale proveniente dal calcare, essi si mettono in contatto e diventano per così dire corporei.

2.  Sull’emisfero Sud della Terra, quasi mille miglia sotto l’equatore, non troverete fosforo né nei minerali, né nelle piante e negli animali, ma tanto più di frequente e più intensivamente sull’emisfero Nord della terra, e ciò soprattutto più intensivamente nella zona calda e temperata dell’emisfero settentrionale. Procedendo nella zona settentrionale sempre più fredda, esso si trova bensì ancora, ma meno legato ai corpi che all’aria polare, dove là si unisce facilmente e volentieri all’ossigeno, ma anche solo fino ad un certo grado. Infatti, una volta che l’aria del nord e il suo grande contenuto di ossigeno e troppo satollo [di fosforo], allora esso è infiammabile, ed è il vero e proprio elemento luminoso con la comparsa della cosiddetta aurora boreale. Ė vero che una grande porzione di fosforo viene consumata dal Polo Nord stesso, poiché esso costituisce propriamente il nutrimento principale della Terra; ma ciò nonostante ne rimane ancora un’enorme dose con l’aria atmosferica dal ricco contenuto di ossigeno e si infiamma a causa della massa pesante e della pressione esercitata dall’aria, quale fenomeno torna molto utile agli abitanti dei paesi nordici nella lunga notte invernale.

3.  Il fenomeno dell’aurora boreale polare perciò non avrà mai luogo nelle regioni polari meridionali e particolarmente verso il Polo Sud. Certo anche lì appaiono qua e là una luminosità bluastra, ma non come nelle regioni polari, ma in forma di sfere luminose viola bluastre oppure verdastre che, come le meteore luminose – che qui si alzano dalle paludi e vi ricadono nuovamente – si alzano lì anch’esse dal profondo, si muovono per un certo tempo sulla superficie e presto ricadere nel fondo, simili, a parte il colore, anche a certe stelle cadenti che voi, su quest’emisfero settentrionale, già spesse volte avete visto ed osservato volteggiare nell’aria. Il colore più bianco dipende anche qui dal fosforo presente nell’aria.

4.  Che l’aria sia il primo organo di accoglienza per questa sostanza siderale primordiale, lo potete osservare in molti fenomeni. Dovete solo sottoporre l’aria ad una qualsiasi pressione di eccessiva intensità, ed in essa, l’elettricità positiva, ovvero il fosforo propriamente primordiale, si incendierà e farà riconoscere la sua forza siderale-spirituale. Le macchine elettrostatiche ne danno testimonianza già da lungo tempo. Infatti, facendo ruotare un disco di vetro o un cilindro di vetro oppure anche un disco di resina con una piastra preparata espressamente per questo, che stabilisce il collegamento col vetro o col disco di resina, l’aria che si trova in mezzo viene pressata, ed il fosforo in essa facilmente infiammabile viene attratto particolarmente da punte metalliche, e può essere raccolto con un ulteriore conduttore in determinate bottiglie, cioè quando esse, sia all’interno che all’esterno, sono ricoperte di metallo. Nello stesso modo l’elemento siderale-elettromagnetico, presente in eccesso nell’aria, s’incendia ugualmente solo per l’attrito dell’aria dovuto all’incontro dei suoi flussi, e voi dovete a questa sostanza i temuti lampi ed il tuono.

5.  Nelle zone calde questo elemento assume un carattere spesso molto pericoloso e devastante, specialmente in quelle regioni che possiedono poche o nessuna montagna, né acqua e neppure vegetazione. Infatti, esso è poi il vero e proprio caldo vento di fuoco distruggente e devastante che i viaggiatori di tali regioni non raramente hanno dovuto subire e poi sono stati trovati come carbonizzati, come ancora fino ad oggi intere carovane sono state trovate carbonizzate coperte dalla cocente sabbia del deserto.

6.  Questo elemento si fa anche riconoscere quando si sfregano o si urtano due corpi duri l’uno contro l’altro. Di nuovo questo elemento si manifesta non raramente anche sulla superficie del mare, in un’aria che si distende a perdita d’occhio, con la luminescenza marina a voi nota, nella quale occasione persino corde ed altri oggetti che vengono a contatto con l’acqua, cominciano a risplendere. Similmente questa sostanza si manifesta, specialmente nelle giornate lunghe e molto calde, anche in una quantità di specie d’insetti e vermi che, grazie alla loro natura e disposizione fisica, hanno la caratteristica di attirare a sé un tale elemento come una piccola bottiglia elettrica di Leida.

7.  In Asia, Africa e nel deserto arabico si trova un insetto piuttosto grande, come anche nella parte settentrionale dell’America, che viene chiamato il porta-lanterna. Quando si alza in volo di notte, illumina i dintorni come un lume di candela, e gli arabi non raramente catturano quest’insetto e l’utilizzano per illuminare le loro buie capanne, che di solito sono fatte di un feltro e peli di cammello. Nelle regioni più tropicali perciò anche un paio di pezzi di legno secco, strofinati insieme servivano per accendere il fuoco, e con questo mezzo si potrebbe alla fine anche qui in caso di bisogno accendere un fuoco, ma ovviamente non con così poca fatica come nei paesi tropicali.

8.  Ora sapete che tipo di sostanza è in fondo veramente il fosforo. Il quale si trova soprattutto nelle ossa degli animali ed anche degli uomini. Ci sarebbe adesso ancora da porre molto brevemente solo una domanda e ad essa rispondere, vale a dire perché questa sostanza primordiale la si trova, nell’epoca attuale, in prevalenza specialmente nelle parti ossee di animali e di esseri umani, e viene ottenuta dalla scienza della chimica quasi pura nella forma fisica, e ciò che vi è aggiunto consiste, come già osservato, solamente in un po’ di ossigeno in combinazione con il calcio primordiale che costituisce effettivamente il principale materiale di base per l’apparato osseo umano.

9.  Rispondere a questa domanda è molto facile. Vedete, quegli animali preistorici, compresi gli uomini pre-adamitici, avevano in sé una percentuale molto bassa di fosforo, in compenso però tanto più ossido di carbonio in combinazione il calcio primordiale. Perciò essi nella terra si decomponevano anche molto difficilmente e lentamente, e le loro ossa per niente affatto, bensì passavano in una specie di pietrificazione. Così anche gli uomini pre-adamitici, se così li si vuole chiamare.

10.      Ora però la Terra, ovunque e per la maggior parte, è esposta in tutte le direzioni all’influsso ed all’affluire degli spiriti siderali, così questa sostanza primordiale si è anche messa in combinazione ininterrotta, in misura straordinariamente abbondante, con l’aria atmosferica della Terra. E questa sostanza è poi il forte coadiuvante perché i cadaveri animali ed umani si decompongono tanto più facilmente e velocemente, per questa ragione poi l’anima, specialmente quella dell’uomo, si può unire tanto prima con ciò che il suo corpo aveva in sé dalla sfera dello spirituale siderale e quindi appartenente all’anima. E adesso voi non troverete più così facilmente da qualche parte ossa di animali pietrificate dei tempi più recenti.

11.      La principale patria del fosforo sono e rimangono dunque, cominciando dal Sole Centrale primordiale, anche tutti gli altri soli in uno e lo stesso globo involucro, e di più non c’è bisogno che sappiate riguardo a questa sostanza. Perciò questo vi serva a sufficienza per molteplice insegnamento. Amen.

 

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Cap 129

Sui Vangeli

24 aprile 1864, dalle 4 pomeridiane fino alle 6.45 di sera

 

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.13”)

 

 

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Cap 130

L’origine del Nuovo Testamento

panorama storico

25 aprile 1864, dalle 11 del mattino fino alle 13

(Segue la comunicazione pubblicata su “Spiegazioni di testi biblici cap.14”)

 

 

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Cap 131

Il Signore nel Grande Evangelo di Giovanni

 

«E se parlerete agli uomini di Me e del Regno Mio, dite loro anche quello che ora Io ho detto a voi. Però, innanzi tutto, fate loro anche comprendere che il Mio Regno non è in alcun modo di questo mondo, ma esso è l’interiore Regno di ogni Verità e di ogni Vita nell’intimo dell’uomo. Chi lo ha trovato dentro di sé e vi è entrato attraverso la fede vivente ed attraverso l’amore operativo, costui ha vinto il mondo, il giudizio e la morte, ed avrà per sempre la Vita eterna.

Nessuno può sapere tutto quello che, di necessario alla Vita, è celato nell’uomo, se non soltanto lo Spirito che è e dimora nell’intimo dell’uomo.

Se però lo spirito nell’uomo, quale la vera Luce della Vita, non viene destato, allora è tenebra nell’uomo ed egli non si riconosce. Se invece, attraverso la fede in Me ed attraverso l’amore per Me e per il prossimo, lo spirito viene destato nell’uomo ed infiammato a chiara Luce, allora lo spirito compenetra l’intero uomo da parte a parte, e l’uomo scorge allora ciò che c’è in lui e riconosce se stesso. E chi riconosce se stesso, costui riconosce anche Dio; il vero ed eterno Spirito della vita nell’uomo, infatti, non è uno spirito umano, bensì uno Spirito di Dio nell’uomo, altrimenti l’uomo non sarebbe nessuna immagine a somiglianza di Dio».

[Vol. 9°. Cap. 58 – 4,6,7]

 

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Cap 132

Sulle piccole verruche del cuore e delle dita del piede

9 maggio 1864

Scrivente: L. Cantily

Domanda di Leopold Cantily: «Nel libro “Punto centrale della Terra”[53] (Terra e Luna) si dice che la Terra è la piccola verruca del dito mignolo sul piede sinistro, ed in ‘Giovanni’ viene detto che la terra è la piccola verruca centrale positiva della metà sinistra del cuore. Come questo è da intendere?

1.  Per un retto pensatore che riuscisse a fare una giusta distinzione tra ciò che è materiale e ciò che è spirituale, la cosa sarebbe di per sé certo comprensibile. Tuttavia per chi non è ancora in grado di comprendere tale differenza dalla piena profondità, ciò deve apparire ovviamente per lo meno come un’apparente contraddizione.

2.  Nel libro “Punto centrale della Terra” si parla principalmente solo della Terra materiale, e della spirituale solamente nella misura in cui gli spiriti della natura ed anche le anime dei molti defunti, hanno la loro dimora nella sfera di questa Terra ed anche ad una distanza piuttosto notevole al di sopra di essa.

3.  In “Giovanni” si parla puramente soltanto della Terra spirituale, e quindi ricorrono, anche in riferimento al grande Uomo Cosmico, due spiegazioni di vita che apparentemente si contraddicono.

4.  I piedi nell’uomo sono bensì in lui le parti più in basso, ma ciò nonostante, come ognuno può facilmente comprendere, sono le parti più importanti per l’esistenza dell’uomo. Immaginatevi, infatti, gli uomini senza piedi, che cosa potrebbero essi fare. pur con tutte le altre loro facoltà, se non potessero muoversi facilmente e agilmente da un luogo all’altro per mezzo dei loro piedi? Con le sole mani non andrebbero lontano. Ma il movimento è la cosa principale della vita; infatti, quanto più un uomo, o anche un animale, perde nelle sue membra la facoltà di movimento, tanto più essi sono anche vicini alla morte, vale a dire, per quanto concerne la vita fisica naturale.

5.  Infatti per quanto riguarda di per sé la vita spirituale, essa stessa è la forza che tutto anima e crea, forza che non può essere distrutta da nulla. La vita fisica invece è soltanto una vita prodotta dall’influsso delle forze esterne, quando l’organismo fisico è costituito in modo tale da essere adatto alla ricezione ed all’azione delle forze libere. Una volta che esso è diventato inadatto per quest’effetto, allora le forze vitali ritornano di nuovo alla loro libertà e quiete, e l’organismo si disgrega di nuovo nella sua precedente essenza elementare.

6.  La piccola verruca sotto il mignolo del piede sinistro corrisponde dunque alla piccola verruca più interiore, positiva, nella parte posteriore del cuore nell’uomo, e quella del piede destro alla negativa, e l’intero movimento dei piedi dipende dalla salute, dalla persistenza di questa reciproca corrispondenza.

7.  Chi ha patito in qualche modo un danno a queste due estremità più inosservate, diventerà presto curvo e con difficoltà potrà continuare muoversi. Con questo non subentrerà l’immobilità completa, perché la piccola verruca prima citata, ha le sue propaggini terminali anche sui polpastrelli anteriori delle altre dita dei piedi, così anche sui polpastrelli posteriori, di cui le dita dei piedi sono le propaggini, come poi in tutta la pianta del piede e nel tallone. Ma nonostante ciò, se l’uomo perdesse uno dei due mignoli del piede, specialmente del piede sinistro, si accorgerebbe di camminare zoppicando molto fortemente.

8.  Quando perciò si parla di una tale piccola verruca, si deve sempre intendere con essa soltanto la piccola verruca nel cuore, e dove questa trova posto, la lo trova anche la piccola verruca del dito del piede. La differenza, dovuta alle circostanze della questione è, infatti, soltanto verbale e non reale; poiché per ciò che è spirituale e vero, ha validità solo ciò che è in se stesso spirituale e vero e da cui dipende la vita. E quindi per il grande insieme, è come se non ci fosse poi nessuna differenza anche tra le due piccole verruche da Me indicate, sia nel “Punto centro della Terra” (ovvero ‘Le 12 Ore’) sia poi in “Giovanni”. Tutto ciò che, sotto l’aspetto materiale, opera ovunque attraverso le relative propaggini, è da intendersi solo spiritualmente.

9.  Chi afferra questo giustamente nella sua vera profondità, costui vi si atterrà anche conformemente e non troverà più alcuna differenza; la vita, infatti, ovunque è vita, ma la sua sede originaria principale è tuttavia soltanto là da dove essa proviene.

10.      Io stesso, quale la Fonte Originaria di ogni vita, dimoro continuamente nel Mio eterno Centro primordiale, ma ciò nonostante, quale la stessa Vita, sono presente nell’intera Infinità. La stessa Vita che desta il cuore muove anche l’intero corpo. Chi comprende questo, costui comprende anche tutto il resto, ed Io non ho più bisogno di dirti su questo più nient’altro. Amen.

 

*

 

(Il Signore) «…Ma la Terra è proprio il nocciolo dell’esistenza per l’intero albero della Vita, ed è come una radice principale di tutta la Creazione! Se commettessimo un’azione distruttiva su di essa, con questo non sacrificheremmo solo la Terra, ma tutta la Creazione visibile alla dissoluzione finale, cosa questa che sarebbe prematura di ancora alcuni decilioni di anni terrestri…»

[Dall’Inferno al Cielo’ (Robert Blum), vol. 1, 83,4]

 

 

* * *

 

(Lode del beato Robert Blum): «Cristo è Tutto nel tutto! Egli è l’eterno Alfa ed Omega, il Primo e l’Ultimo, il Principio e la Fine! Egli solo è la Vita, la Verità e la Via di tutti gli esseri, uomini, spiriti ed angeli! Nelle Sue Mani riposano tutti i cieli, tutti i mondi e tutto ciò che vive in essi e su di essi. Mediante Lui e la Sua santa eterna Parola possiamo diventare Figli del Suo eterno Cuore paterno ed essere in Lui Tutto nel tutto. Ma senza di Lui non c’è in eterno nessuna esistenza, nessuna vita, e quindi anche nessuna beatitudine».

[Dall’Inferno al Cielo’ (Robert Blum), vol. 1. 45-8]

 

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Cap 133

Il Signore nel Grande Evangelo di Giovanni

 

«Anzitutto devo osservare che tu costruisci l’edificio del tuo ragionamento sulla sabbia, se credi che Dio abbia affidato agli esseri creati la formazione e lo sviluppo di se stessi, prima che in loro ci fosse la capacità di riconoscere l’Ordine divino in sé pienamente ed in tutta la sua profondità. Molti furono gli insegnamenti, e l’istruzione impartita in precedenza ampia….

Immagina soltanto il tempo trascorso da Adamo fino a te, e vedi, tutto questo periodo già abbastanza lungo, è stato fino ad oggi ed è ancor sempre accompagnato da insegnamenti di tutti i generi e provenienti da ogni parte.

Ed ora, dopo una così lunga preparazione, sono finalmente venuto Io stesso e mostro chiaramente agli uomini le vie che essi devono percorrere, per la loro forza interiore assolutamente propria, la quale era stata sviluppata finora il più possibile ed aveva ottenuto la maggior possibile educazione per il pro e per il contro; soltanto tramite questa Mia attuale Presenza viene concessa all’uomo la più ampia spontaneità d’azione e con questa una nuova legge d’amore la quale abbraccia in sé, nella sua divina integrità, tutte le altre leggi e tutta la Sapienza di Dio.

Se l’uomo d’ora innanzi vivrà secondo questa nuova legge, egli anche immancabilmente costruirà la sua vita del tutto secondo l’Ordine divino e potrà poi subito entrare nella pienezza della vita vera, liberissima ed eterna, ma se egli non accetterà una tale nuova legge della vita e non vi conformerà tutta l’azione per il proprio spontaneo impulso, certo non raggiungerà lo scopo della vera perfezione della vita!

Ma nessuno potrà poi dire: “Io non ho saputo quello che avrei dovuto fare”, e se un uomo, per quanto dimorante lontano da qui, nonostante ciò dicesse: “Fino al mio orecchio non è giunta la chiamata di Dio”, gli sarà ribattuto: “D’ora in poi non c’è sulla Terra nessuno nel cui cuore non sia stata resa chiara la nozione di quello che è perfettamente giusto e buono fra gli uomini”.

A ciascuno verrà posta nel cuore una voce ammonitrice che gl’indicherà solo quello che è buono e vero. Chi darà ascolto a questa voce e farà secondo i suoi suggerimenti, giungerà alla maggior luce e questa gli illuminerà tutti i sentieri dell’Ordine divino».

[Il Signore a Cireneo GEG - vol. 2, cap. 230]

 

Nella parte finale di questo terzo volume di Doni del Cielo era stata inserita un ‘appendice’ riguardante comunicazioni relative a domande sulla politica di allora e altro, che vengono presentate a parte:

Parole del Padre in tempi burrascosi


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[1] - David Friedrich Straub, nato il 27.1.1808 a Ludwigsburg, Württemberg, morto l’8.2.1874, autore di scritti teologici e filosofici. La sua opera principale: “La vita di Gesù, criticamente elaborata”. La sua ultima opera: “La veccia e la nuova fede” mostra il suo passaggio da Hegel al materialismo.

2 - Proseguimento della rivelazione del 14 giugno 1847 (“Stolte lamentele”) “Doni del Cielo” volume 2° cap. 170.

[3] - La Madre Maria

[4] - Elisabetta

[5] - Si riferisce al modo di scrivere  nel 1800 la lingua tedesca. La n si distingueva dalla u solo per la presenza di un trattino sopra la lettera stessa.

[6] - Vedi la comunicazione del 19 luglio 1840 (Osservazioni sulla poesia “L’angelo” pubblicato anche in “Salmi e Poesie”)

[7] - Vedi oltre a ciò la Parola supplementare del 20 agosto 1840; “Doni del Cielo” vol.1

[8] - Granelli di semola di farro

[9] - Vedi “L’Angelo”.

[10] - Cioè un Complesso della Creazione. N.d E.

[11] - Vedi Comunicazione del 4 novembre 1840, (“Doni del Ciele” vol. 1°)

[12] - Vedi rivelazione del 6 dicembre 1840.

[13] - L’etimologia è tedesca. Meinen (credere)

[14] - Mein (mio)

[15] - Questo è visibile dalla tendenza di quei tempi, dove specialmente nelle corti principesche tedesche e presso le classi sociali elevate, per distinguersi dalla gente comune e dal suo linguaggio spesso rozzo, si era soliti tenere “conversazioni” in francese. N.d E:

[16] - Vedi rivelazione del 4 novembre 1840 (Doni del Cielo vol. 1°)

[17] - Così sia e perisca il corno del bue, e la più sublime Gloria ed Onore del nostro Signore Gesù Cristo vivifichi la Terra e l’intero Regno celeste.

[18] - Uccelli a grosso becco. N.d T.

[19] - Matt. 10,14

[20] - Matt. 24,32; Luca 21,29

[21] - Matt. 24,40

[22] - Giov. 4,10; Ap. 1.8

[23] - Kreuzer: Moneta in uso dal 1300 al 1900 in Germania e nell’Austria-Ungheria. Era all’incirca l’equivalente di 1\90 di tallero.

[24] - Il libro di Pathiel, “Il Grande Tempo dei tempi”.

[25] - Qui è dato un esempio come anche da simili parti contraddittorie dei Vangeli che non dappertutto reggono di fronte al foro della critica dell’intelletto riguardo alla verità storica (e dogmatica) siano da ricavare elementi colmi di benedizione per l’animo quale terreno veramente fecondo per elementi religiosi. E con ciò è anche mostrato come in ogni caso il Signore fece in modo che ciò che era necessario per le esigenze della vita interore rimanga conservata in tutte le tempeste dello scorrere del tempo, rimettendo la cernita e la chiarificazione ad un periodo successivo, più maturo, periodo che è iniziato ora. Con questa consapevolezza luminosamente rassicurante ci auguriamo di continuare ad utilizzare perciò anche l’attuale Nuovo Testamento con le sue contraddizioni in modo benedetto. N.d E.

[26] - Vedi Comunicazione del 7 giugno 1842 “Incoraggiamento al servitore”- Doni del Cielo vol. 2

[27] - 1 Cor. 7,14

[28] - Marco 10,25-27

[29] - Vale a dire nella Luce dell’Amore in sé. N.d.E.

[30] - Si è presentato nell’anno 1845. Nota di Ans.H.

[31] - David Friedrich Straub, nato il 27.1.1808 a Ludwigsburg, Württemberg, morto l’8.2.1874, autore di scritti teologici e filosofici. La sua opera principale: “La vita di Gesù, criticamente elaborata”. La sua ultima opera: “La veccia e la nuova fede” mostra il suo passaggio da Hegel al materialismo.

[32] - Luca 17,2

[33] - Vedi anche “Dall’Inferno al Cielo” (Robert Blum), Vol. 2° cap 181,17 (Qui parla un beato spirito ultraterreno: “Da quando la Divinità è diventata Uomo nel Corpo, ha preso su di sé nel Suo Nome anche tutta la Creazione materiale ed ha reso ogni uomo indipendente da te (Minerva-Satana) ed in sommo grado lo ha reso tributario alla propria coscienza! Tutto il mondo ora poggia sulle spalle di Dio e su quelle degli uomini liberi, e tu già da tempo non hai più conti in sospeso con la Divinità!” (relativamente alla Creazione)

[34] - Vedi rivelazione del 13 agosto 1840. “Doni del Cielo” vo1. 1° cap. 40.

[35] - Una miscela di olio e vino: “Prendi del vino rosso naturale puro ed olio d’oliva che è puro, e frizionati con questo mattino e sera il petto, la schiena, la nuca, la sera però anche il capo e particolarmente le tempie nella fede e fiducia nel Signore; ma in questo tempo ti devi astenere da caffè e dal vino cattivo” (Vedi anche “la biografia di Jakob Lorber” di K.G. Ritter von Leitner.

[36] - Parte dell’Opera “Terra e Luna”

[37] - “Il Governo della Famiglia di Dio”.

[38] - Vedi rivelazione del 10 giugno 1847 (“Sulla santità del matrimonio”) “Doni del Cielo”, vol. 2° cap. 169.

[39] - Proseguimento della rivelazione del 14 giugno 1847 (“Stolte lamentele”) “Doni del Cielo” volume 2° cap. 170.

[40] - Elisabetta H. nacque a Petersburg, Russia, nel 1800

[41] - Vedi il volume “Il vescovo Martino” La sua guida nell’Aldilà cap. 20.

[42] - Una miscela di olio e vino. Vedi nota 62 a piè di pagina al cap. 69 di questo volume.

[43] - Vedi “Dall’Inferno al Cielo” – Robert Blum, vol 2, cap. 259/260

[44] - “Dall’Inferno al Cielo” – Robert Blum, vol. 2, cap. 260/261

[45] - Gli Asburgo

[46] - I nomi dei dodici sono: Jakob Lorber, Andreas Hüttenbrenner, Anselm Hüttenbrenner, ed i suoi sei figli: Guglielmina, Giulia, Alessandrina, Angelica, Pietro e Felice. Poi Celestino Hüttenbrenner e le due donne: Matilde E. ed Eleonora J.

[47] - Questa comunicazione uscì in un periodo in cui l’occultismo con le sue pratiche ed esperienze destavano tante sensazioni quante domande sollevava. Dal contenuto della rivelazione risulta che amici intorno a J. Lorber richiesero risposte alle loro domande relative a quest’argomento e ricevettero la precedente chiarificante risposta dal Signore attraverso J.L.. Questa comunicazione venne pubblicata a Dresda per la prima volta da Giovanni Busch.

[48] - Ciò che è concesso a Giove, non è concesso al bove

[49] - A quest’insegnamento fatto dal Signore precedette una comunicazione di un essere spirituale superiore (L. Haiela) a Jakob Lorber. A J. Lorber era, come ad Emanuel Swedenborg, dischiuso il mondo degli spiriti in modo visibile ed udibile. Certamente su preghiera di Lorber il Signore stesso mostra ora qui con una serie di semplici e ben comprensibili esempi, come esiste un rapporto mediante rispondenze tra il mondo naturale e quello spirituale e come può giungere sulla via delle rispondenze all’uomo terreno mediante pensieri e sentimenti oppure attraverso sogni, segni e presentimenti ecc., notizia ed aiuto dal puro mondo spirituale. Indubbiamente però l’ambito risveglio e rinascita dello spirito nella comunione indissolubile del Signore stesso rimane la meta suprema dell’uomo, tramite cui egli giunge, dal suo proprio fondamento vitale divino quale immagine vivificante di Dio in sé, alla vera contemplazione e chiara percezione delle cose puramente spirituali e celesti.

[50] - Annotazione: le rivelazioni del 1864 non furono scritte da Jakob Lorber stesso, che a quel tempo era ammalato, bensì egli dettava ciò che gli rivelava la Voce interiore divina ad Atonie Grobheim di Graz e ad un secondo scrivano, il cui nome non è indicato; in parte scriveva il farmacista Leopold Cantily di Graz, lui pure un fedele amico di Jakob Lorber fino al termine della sua vita terrena avvenuta nell’agosto del 1864.

[51] - Si tratta del grande pianeta Mallona, il quale si trovava nell’orbita tra Marte e Giove, i cui resti sono gli attuali asteroidi.

[52] - Il vocabolo originario tedesco è Kalk il quale è tradotto sia come calce che come calcio.

[53] - Corretto più tardi da L. Cantily in “Le Dodici Ore”, Là si legge “…guardate là in basso, dove avete visto prima il piede sinistro dell’intera figura (del grande uomo cosmico) e precisamente al polpastrello esterno del dito mignolo. Questa sferetta è quel globo cosmico nel quale si trova anche la vostra Terra”. Ved. Anche “Dall’Inferno al Cielo” (Robert Blum) Vol. 2° cap. 301,9.

Nel “Grande Vangelo di Giovanni”, Vol. 8°, cap. 76.5 è detto: “Questa Terra però in origine corrispondeva già alla più umile ultima parte del corpo dell’uomo, cioè alla più bassa piccola verruca nervea della pelle del dito mignolo del piede sinistro, certo non secondo il luogo, bensì, come detto, secondo l’umile significato spirituale, ed ora essa è la portatrice dei Miei propri figli, …Esiste però, perfino dal punto di vista fisico, una relazione ed una corrispondenza tra la piccola verruca di vita principale nel cuore e la bassissima piccola verruca nervea della pelle del dito mignolo del piede sinistro, e così si può dire, specialmente nell’umile rapporto spirituale, che questa Terra prima corrispondeva anche, nel grande Uomo Cosmico, alla sopraindicata piccola verruca nervea della pelle del dito mignolo, e perciò ora è anche la piccola verruca principale della vita nel cuore del grande Uomo Cosmico ed anche lo rimarrà, cioè spiritualmente, attraverso coloro che sono diventati figli del Mio Amore e della Mia Sapienza. La Terra però può ancora rimanere questo, fisicamente, per un lungo tempo per voi impensabilmente lungo, anche se sul suo suolo avverranno dei grandi cambiamenti…”