Rivelazioni

nel 1845 al mistico e profeta

Jakob lorber

La meravigliosa storia di un re al tempo di Gesù ed il suo amore per il Messia Salvatore mai conosciuto. Una singolare testimonianza storica attraverso uno scambio epistolare con Gesù.

 

Scambio di lettere tra Gesù e Abgaro, re di Edessa

 

 

Pilato ed il re di Edessa

 

Traduzione dall’originale tedesco “Briefwechsel, zwischen Abgarus Ukkama”

Casa Editrice: Lorber-Verlag - Bietigheim - Germania

Copyright © by Lorber Verlag

Copyright © by Associazione Jakob Lorber

Casa editrice “GESÙ la Nuova Rivelazione” (BG)

[Commento al libro]

 

Indice

Cap. 1          Prima lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 2          Prima risposta di Gesù

Cap. 3          Seconda lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 4          Seconda risposta di Gesù

Cap. 5          Terza lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 6          Terza risposta di Gesù

Cap. 7          Quarta lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 8          Quarta risposta di Gesù

Cap. 9          Quinta lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 10        Quinta risposta di Gesù

Cap. 11        Sesta lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 12        Sesta risposta del Signore Gesù

Cap. 13        Settima lettera di Abgaro a Gesù

Cap. 14        Settima e ultima risposta di Gesù

 

 

cap. 1

Prima lettera di Abgaro a Gesù

Greifenburg - 27 marzo 1845

 

1. Abgaro, principe di Edessa, al buon Guaritore Gesù, che è comparso nel paese attorno a Gerusalemme, ogni salute!

2. Ho udito di Te e delle Tue guarigioni, di come le compi senza medicine ed erbe. Poiché corre voce che Tu fai vedere i ciechi, camminare i paralitici, che mondi i lebbrosi e scacci gli spiriti impuri, e guarisci quelli che lottano contro malattie croniche, e infine resusciti perfino i morti.

3. Avendo sentito tutte queste cose di Te, ho concluso dunque in me stesso che una delle due deve essere vera: O tu sei Dio disceso dal Cielo, oppure Tu, che fai queste cose, sei per lo meno un Figlio del grande Dio!

4. Io Ti prego perciò con questo scritto di prenderTi il disturbo di venire da me, per guarire la malattia che io ho!

5. Ho anche udito che i Giudei mormorano contro di Te e Ti vogliono fare del male. Io invece ho una città piccola, ma ben ordinata, che sarà sufficiente per tutti e due. Perciò vieni da me, mio stimatissimo amico Gesù, e rimani con me, nella mia città e nel mio Paese! Qui sarai portato da ognuno in palma di mano e nel cuore. Ti aspetto col più grande desiderio del mio cuore!

6. Spedita tramite il mio fedelissimo servo Bracco.

 

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Cap. 2

Prima risposta di Gesù

Greifenburg - 27 marzo 1845

 

1. Abgaro, tu sei beato, perché non Mi hai visto eppure hai creduto! Poiché vedi, sta scritto di Me che coloro che Mi hanno visto non crederanno in Me, affinché quelli che non Mi hanno visto credano e possano vivere in eterno!

2. Ma per quanto riguarda ciò per cui Mi scrivesti di venire da te, dato che qui nel Paese degli Ebrei sono perseguitato, Io ti dico: “È necessario che tutto quello per cui sono venuto nel mondo, sia compiuto in Me in questo luogo e che Io, dopo che tutto ciò fra breve sarà compiuto in Me, salga a Colui dal quale sono uscito dall’eternità”.

3. Sii però paziente nella tua lieve infermità! Come Io sarò accolto nel Cielo, manderò a te un discepolo perché guarisca la tua malattia e dia a te, e a tutti quelli che sono con te, la vera salute!

4. Scritto tramite Giacomo, un discepolo del Signore Gesù Cristo, e inviato dai dintorni di Genezareth tramite Bracco, messaggero del re.

5. Poco dopo che Abgaro ebbe ricevuto dal Signore Gesù questa celestialissima risposta, accadde che il figlio maggiore di questo re, e suo erede al trono, fosse colto da una febbre mortale, di cui tutti i medici di Edessa dissero che era inguaribile. Questo portò il povero Abgaro quasi alla disperazione. In tale sua immensa afflizione, egli scrisse di nuovo al buon Guaritore.

 

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Cap. 3

Seconda lettera di Abgaro a Gesù

 

1. Abgaro, un povero principe a Edessa, a Gesù, il buon Guaritore, che è comparso nel paese attorno a Gerusalemme, ogni salute e ogni onore di Dio!

2. O Gesù, Tu buon Guaritore! Vedi, il mio figlio maggiore, l’erede al trono, che insieme a me si rallegrava immensamente per il tuo arrivo nella mia città, si è ammalato mortalmente. Una febbre maligna si è impossessata di lui, e minaccia di ucciderlo ad ogni istante! Ma io so, come mi ha assicurato il messaggero, che Tu guarisci simili ammalati a distanza, senza medicine, solo con la parola e la volontà! O Gesù, Tu buon Guaritore, Tu vero Figlio dell’Altissimo Dio, e lo sei certamente, fa’ dunque che anche mio figlio, che Ti ama così tanto e che per Te andrebbe perfino nella morte, ritorni sano per la Tua potente parola e volontà!

3. O Gesù, Tu buon Guaritore! Per questa volta non dire a me, che sono anch’io ammalato, di aspettare il tempo dopo la Tua ascesa al Cielo che mi hai preannunciata! Ma aiuta, aiuta, aiuta subito mio figlio!

4. Scritto nella mia città di Edessa, inviato per mezzo del precedente fedele messaggero.

 

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Cap. 4

Seconda risposta di Gesù

 

1. Abgaro, grande è la tua fede! E perciò tuo figlio potrebbe bensì stare meglio! Ma poiché Io in te ho trovato amore, più che in Israele, così voglio fare per te anche di più, di come se tu avessi soltanto creduto!

2. Vedi, Io, il Signore dall’eternità, ora un Maestro degli uomini e un eterno Liberatore dalla morte eterna, donerò a tuo figlio l’eterna Vita prima della Mia Ascesa, poiché egli, senza vederMi e senza conoscerMi, prima dei dolori che Mi attendono per tutti gli uomini, Mi ha amato con tutto il suo cuore. E così tu, Mio caro Abgaro, perderai sì tuo figlio nel mondo, secondo il corpo, ma lo guadagnerai mille volte secondo lo spirito nel Mio Regno eterno!

3. Però non credere che tuo figlio, morendo, morirà sul serio! No, no! Bensì quando egli muore, soltanto allora si sveglierà dal sonno mortale di questo mondo, per la vera, eterna Vita nel Mio Regno, che è spirituale e non materiale.

4. Perciò non lasciarti affliggere nella tua anima! Poiché vedi e taci: “Io solo sono il Signore, e all’infuori di Me non c’è più nessuno!”. Perciò Io faccio liberamente quello che faccio, e nessuno può dirMi: “Fa’ questo o non fare questo!”

5. Ma quello che ora faccio, e permetto che Io venga perseguitato come un debole uomo, l’ho previsto già da prima, prima ancora che la Terra fosse creata, e prima che sole, luna e stelle dal cielo illuminassero la Terra. Poiché per questo uscii da Mio Padre, che è in Me come Io in Lui! Ma il Padre è ciò che è più Grande, poiché Egli è il Mio Amore, la Mia Volontà. Ma lo Spirito, che esce da Me e dal Padre, operante di eternità in eternità, è ciò che è più Santo. E tutto questo sono Io, che ora ti rivelo tali cose!

6. Perciò non affliggerti, ora che sai Chi è Colui che ti ha ora manifestato tali cose! Tuttavia non parlarne fino a quando non sarò elevato al palo dagli Ebrei, della qual cosa tu sarai informato non appena accadrà; poiché altrimenti il mondo cadrebbe prima del tempo.

7. Ma in questi giorni verrà nella tua città un giovane povero. Accoglilo e fagli del bene, e così rallegrerai il Mio cuore, perché Io a tuo figlio concedo una grazia così grande e, a causa del suo amore, lo faccio andare avanti a Me, là dove Io andrò dopo l’elevazione al palo. Amen.

8. Scritto a Cana di Galilea tramite il discepolo Giovanni e inviato tramite il messaggero del re.

 

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Cap. 5

Terza lettera di Abgaro a Gesù

 

1. Abgaro, un piccolo principe a Edessa, a Gesù, il buon Guaritore, che è comparso nel paese attorno a Gerusalemme, ogni salute per l’eternità!

2. Dalla Tua splendida Lettera di Grazia che Tu, o Signore, Signore Dio di eternità, hai avuto la somma clemenza di mandare a me, verme della polvere, prima di questo mio attuale scritto a Te indirizzato, a grandissimo conforto mio e di mio figlio, ho riconosciuto chiaramente che in Te deve abitare il più grande Amore. Poiché altrimenti sarebbe proprio impossibile che Tu, quale unico Signore di tutti i Cieli come di questa Terra, pensando benevolmente a mio figlio che Ti ama sopra ogni cosa, avessi potuto far pervenire a me, un verme al Tuo cospetto, un conforto di così onnipotente efficacia! Io però non posso fare altro in cambio per Te, o Signore, che offrirTi il ringraziamento mio e di mio figlio, cadendo in ginocchio nella polvere della mia nullità davanti al Tuo santissimo Nome. Accetta benevolmente questo nostro ardente ringraziamento, quale pegno del nostro più profondo amore, e ricordaTi di noi sempre, nella Tua per me incomprensibile Clemenza!

3. L’amore per Te del mio figliolo molto ammalato mi ha esposto un paio di giorni fa un caro desiderio di Te. Signore, perdonami se a mia volta lo espongo a Te con questo scritto! Lo so bene che i nostri pensieri Ti sono già noti, prima ancora che io e mio figlio li abbiamo pensati. Ciò nonostante però io Ti scrivo come si scrive ad un uomo, e lo faccio su consiglio di quel giovane povero che mi hai raccomandato, che ora già si trova da me, ospitato nel miglior modo, e mi disse che in questa maniera deve venire a Te chiunque da Te voglia ricevere qualche cosa.

4. Questo giovane asserì di averTi visto. Egli ha il dono di descrivere le cose in modo molto semplice, ma del resto, a quanto mi sembra, molto giusto e preciso. Questo giovane, che a causa di tale sua facoltà mi è molto caro, ci descrisse ultimamente con nostra grandissima gioia il Tuo aspetto, in un modo così evidente che io e mio figlio, il quale, sebbene sia ormai debolissimo ancora vive, credevamo letteralmente di vederTi. Ma nella mia città vive un grandissimo artista nell’arte della pittura. Questi mi dipinse subito la Tua testa col busto, secondo la descrizione del giovane. Tanto più gioiosamente questa immagine sorprese me e mio figlio, quando il giovane povero mi assicurò solennemente che Tu, o Signore, sei proprio così di aspetto!

5. Perciò ora ho approfittato anche di quest’occasione per inviarTi, per mezzo del fedele latore di questa mia lettera di dovuto ringraziamento, il Tuo proprio ritratto perché voglia Tu Stesso esaminarlo e poi comunicarmi tramite il messaggero, se questo ritratto Ti assomiglia veramente.

6. O Signore Gesù, Tu buon Guaritore di tutti gli uomini, non essere in collera con noi per questo! Poiché non una spregevole curiosità, no, bensì puro e grandissimo amore per Te ci ha indotto a farci eseguire così questo gioiello carissimo al nostro cuore, per poterci fare almeno una qualche idea di Te, Tu che hai riempito i nostri cuori fin nella più intima profondità col Tuo Amore, e sei divenuto la nostra più grande ricchezza, il nostro più grande conforto, e l’ornamento nuziale più prezioso del nostro cuore in vita e in morte!

7. O Signore, non cessare mai di pensare a noi nel Tuo Cuore! Sia fatta la Tua Volontà per noi santa!

 

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Cap. 6

Terza risposta di Gesù

 

entro dieci giorni tramite il medesimo messaggero del re

 

1. La Mia benedizione, il Mio amore e la Mia grazia a te, Mio amato figlio Abgaro!

2. Io dissi bensì spesso qui in Giudea, a quelli che ho aiutato in ogni specie di male del corpo: Vedi, questo te lo ha fatto la tua fede! Ma a nessuno ho ancora chiesto: Mi ami? E nessuno ancora Mi ha detto dal profondo del suo cuore: Signore, io Ti amo!

3. Ma tu credevi già molto tempo prima, senza averMi visto, che sono Io l’Unico! Ed ora già Mi ami come uno che fosse rinato già da molto tempo dal fuoco dello Spirito!

4. O Abgaro! Abgaro! Se tu sapessi e potessi comprendere quanto Io ti amo per questo, e quale grande gioia tu procuri al Mio eterno Cuore di Padre, – la troppo grande beatitudine ti schiaccerebbe da non poter più vivere!

5. Ma sii saldo malgrado tutto ciò che col tempo udrai su di Me dai cattivi Giudei, che presto Mi consegneranno nelle mani dei carnefici. Ma se tu udrai ciò e non te ne scandalizzerai, allora spiritualmente sarai il primo, dopo tuo figlio, che avrà parte viva alla mia Risurrezione dalla morte.

6. In verità, in verità ti dico: “Coloro che credono, del Mio insegnamento, che è venuto da Dio, dovranno essere risvegliati nell’ultimo giorno, allorché ognuno troverà il suo giusto giudizio. Ma coloro che come te Mi amano, quelli non proveranno mai la morte! Ma com’è veloce il più rapido pensiero, altrettanto velocemente essi da questa vita del corpo verranno trasfigurati nella chiarissima vita eterna e prenderanno dimora accanto a Me, il loro Padre dall’eternità”. Questo tienilo però per te, accuratamente segreto, fino a quando Io non sarò risorto!

7. Poi però verrà subito da te un discepolo, come già ti ho promesso nella prima lettera e, con l’eccezione di tuo figlio che senza dolore Mi precederà nel Mio Regno, darà a te e a tutta la tua casa la salute fisica e spirituale.

8. Sulla somiglianza tra il Mio aspetto esteriore e il ritratto mandatoMi col tuo messaggero, il tuo messaggero, che ora Mi ha visto già per la terza volta, ti informerà nel modo più fedele. Chi vuole da Me un ritratto con la tua intenzione, non sia per lui un peccato! Poiché qui l’amore tutto sopporta. Ma guai a coloro che Mi trasformeranno in un idolo! Tieni però segreto anche il ritratto!

9. Scritto in Giudea per mezzo di un Mio discepolo che è vicino al Mio cuore, e spedito nuovamente con lo stesso messaggero.

10. La Mia salute alla tua casa! Amen.

 

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Cap.7

Quarta lettera di Abgaro a Gesù

scritta sette settimane dopo la terza

 

1. Abgaro, un piccolo principe a Edessa, a Gesù, il buon Guaritore, che è comparso nel paese attorno a Gerusalemme, e ora viene perseguitato da un confine all’altro dagli sciocchi e ciechi Ebrei, che non riconoscono la santa Luce Originaria, il Sole dei soli, in mezzo a loro, ogni salute!

2. O Tu mio buon Guaritore Gesù! Ora è accaduto nella realtà al mio caro figlio ciò che Tu, o Signore, mi hai predetto nella seconda lettera. Egli è morto due giorni fa, e sul letto di morte mi ha pregato ancora pressantemente, con molte lacrime agli occhi, di volerTi esprimere con questa lettera il suo più profondo ringraziamento, perché Tu veramente gli hai concesso di andarsene da qui, così, senza nessun dolore e senza nessuna paura della morte del corpo.

3. Il Tuo ritratto l’avrà stretto mille volte al suo cuore, e le sue ultime parole furono: “O mio buon Padre Gesù! O Gesù, Tu eterno Amore, che solo sei la vera Vita dall’eternità! Tu, che adesso, come il figlio di un uomo, cammini fra quelli che la Tua Onnipotenza chiamò ad esistere ed ai quali desti forma e vita, Tu solo, sì, Tu sei il mio amore in eterno! Io vivo, vivo, vivo per mezzo Tuo in Te eternamente!”

4. Dopo queste parole il mio caro figlio spirò. Tu, o Signore, lo saprai bene che la fine terrena di mio figlio è stata così, e che io e tutta la mia casa abbiamo molto pianto per lui. Tuttavia Te lo scrivo, come un uomo ad un altro uomo, perché così ha tanto accoratamente desiderato il mio figlio morente, prima della sua fine terrena.

5. O Signore, perdona a me, povero peccatore al Tuo cospetto, se ora già T’importuno con una quarta lettera e forse, o Signore, Ti causo qualche disturbo nel Tuo santissimo e importantissimo lavoro.

6. Infine oso ancora aggiungere a questo scritto la preghiera, che Tu non mi voglia privare del Tuo conforto! Poiché vedi, ora dopo mio figlio mi ha assalito tuttavia una grande tristezza, dalla quale non riesco a liberarmi neanche con la più ferma e migliore volontà possibile. Perciò Ti prego, Tu buon Guaritore, Tu ottimo Padre dall’eternità, di volermi liberare da questo grande dolore. Ma non la mia, bensì la Tua santa Volontà sia fatta!

 

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Cap. 8

Quarta risposta di Gesù

 

scritta di proprio pugno in lingua greca,

 mentre le precedenti erano stese in lingua ebraica

 

1. Mio amato figlio e fratello Abgaro! Di ciò che riguarda tuo figlio, Io so tutto. E Mi fa oltremodo piacere che per lui ci sia stata una così bella fine per questo mondo, ma un principio di gran lunga più bello nel Mio Regno.

2. Tu però fai bene ad essere un poco triste per lui, poiché vedi, di buoni ce ne sono pochi al mondo. Ma quelli che sono come tuo figlio, quelli sono ben degni di un rimpianto!

3. Vedi, anch’Io per tuo figlio piango una preziosa lacrima! – Così, da una lacrima del Mio occhio, ebbe origine tutto il mondo, e così sarà riplasmato anche il nuovo cielo.

4. Io ti dico che le buone lacrime hanno in Cielo un immenso valore. Poiché con questi preziosissimi gioielli si adorna il Cielo eternamente. Ma con cattive lacrime di odio, invidia ed ira si rafforzano le fortezze dell’Inferno.

5. Perciò sia per te questo il più grande conforto: che piangi per un buono! Ma tieni questa tristezza ancora per breve tempo, finché per breve tempo rimpiangerai Me; dopo però il Mio discepolo ti libererà di tutto!

6. Ma d’ora in poi sii molto misericordioso, così anche tu troverai una grande misericordia! Non dimenticarti dei poveri! Questi sono tutti Miei fratelli! Ciò che fai a loro, lo fai a Me, ed Io te ne ricompenserò cento volte.

7. Cerca ciò che è grande, cioè il Mio Regno, così ti arriveranno anche le piccole cose di questo mondo! Ma se tu cercassi le cose piccole, potresti non essere considerato degno delle grandi.

8. Ma tu hai (nella tua prigione) un reo che secondo le tue sagge leggi ha meritato la morte. Io però ti dico, amore e misericordia stanno più in alto che sapienza e giustizia! Agisci quindi con lui secondo l’amore e secondo la misericordia, così sarai una cosa sola con Me e con Colui che è in Me, e dal Quale Io provengo come uomo a te simile. Amen.

9. Scritto da Me stesso a Cafarnao e spedito tramite il tuo messaggero.

 

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Cap. 9

Quinta lettera di Abgaro a Gesù

 

scritta tre settimane dopo la risposta del Signore alla quarta lettera

 

1. Abgaro, un piccolo principe a Edessa, al buon Guaritore Gesù, che è comparso nel paese degli Ebrei attorno a Gerusalemme, quale Luce Originaria, quale eterna Forza Originaria, che tutto rinnova – cieli, mondi, esseri – e tuttavia non dai primi che sono chiamati è riconosciuto, bensì da coloro che per migliaia di anni già languirono nelle tenebre, – ogni salute da noi figli della notte!

2. O Signore! Quale mortale può mai comprendere la grandezza del Tuo Amore per noi uomini, che siamo soltanto Tue creature; quell’Amore dal quale Tu ora vuoi tutto rinnovare, e intanto però vuoi percorrere Tu Stesso una strada che, secondo i miei concetti umani, sembra essere quasi impossibile ed impensabile per Dio!

3. Se anche sei qui presente, su questa Terra che potresti far volar via con un soffio, quale semplicissimo Uomo fra gli uomini, tuttavia Tu governi e conservi dalla Tua intima Natura Divina tutta l’infinità! E ogni polvere della Terra, ogni goccia nel mare, il sole, la luna e tutte le innumerevoli stelle, sono attente alla voce onnipotente del Tuo Cuore, che è l’eterno Centro di tutte le cose e di tutti gli esseri in tutto l’infinito.

4. Oh, come devono essere infinitamente beati i Tuoi discepoli, solo riconoscendoTi nel chiarissimo giorno del loro spirito, come io povero peccatore dalla mia notte!

5. Oh, se solo non fossi storpio nei miei piedi, da quanto tempo sarei già da Te! Invece, così, i miei miseri piedi sono diventati un ostacolo alla mia massima beatitudine. Ma tutto ciò lo sopporto ora volentieri perché Tu, o Signore, mi hai trovato abbastanza degno da comunicare per iscritto con me, povero sciocco sempliciotto, e da insegnarmi tante cose meravigliose, che certamente si possono apprendere solo da Te, o Signore, e mai da un uomo.

6. Che cosa ne sapevo io, prima, di una vita dopo la morte? Tutti i sapienti del mondo non avrebbero potuto svelarmi questo enigma. Poiché la nostra dottrina politeistica ha sì una poetica immortalità, che però assomiglia tanto poco alla realtà come un vacuo sogno, nel quale ora si cammina a piedi sul mare e ora si naviga per nave sulla terraferma.

7. Ma Tu, o Signore, mi hai mostrato con le parole e con i fatti, come soltanto dopo la morte di questo nostro fragilissimo corpo ha inizio una perfettissima, vera e liberissima vita dello spirito, e non viene più cambiata eternamente.

8. Ma per questa ragione io ora mi sono anche sentito in assoluto dovere di porgere a Te, o Signore, con questo scritto, il mio più che dovuto ringraziamento per la grazia infinitamente grande; ringraziamento che naturalmente, in confronto a questa Tua grazia infinitamente grande, si dissolve nel puro nulla.

9. Ma che cosa anche Ti potrei dare, o Signore, che Tu non me l’abbia già dato prima?

10. Io penso, un giusto ringraziamento dal cuore mi sembra essere ancora la cosa più adatta per l’uomo, poiché l’ingratitudine certamente è di sua totale proprietà. Perciò anch’io, o Signore, non posso offrirTi null’altro che il mio poverissimo ringraziamento, tuttavia con la più completa assicurazione che io ora sono pronto a introdurre subito nel mio piccolo Stato tutto quanto Tu, o Signore, volessi benignamente ordinarmi, – così come secondo il Tuo desiderio, il grande delinquente politico non solo l’ho fatto uscire subito dal carcere, ma l’ho fatto anche subito condurre nella mia scuola e alla mia tavola.

11. Se ho fatto una cosa giusta o se forse, come si suol dire, ho esagerato nel bene, il mio intelletto umano non è in grado di giudicarlo. Perciò vengo a Te, o Signore, con questo scritto anche su questo punto, perché Tu voglia benignamente impartirmi le giuste istruzioni.

12. Il mio amore, il mio ringraziamento e la mia filiale ubbidienza solo a Te, o Signore Gesù! Sia fatta la Tua volontà!

 

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Cap. 10

Quinta risposta di Gesù

 

1. Ascolta, Mio amato figlio e fratello Abgaro! Io ho ora circa 72 discepoli, tra i quali dodici apostoli; ma tutti insieme non hanno la facoltà di vedere quanto tu da solo, che sei un pagano e non hai mai visto Me, né tutti i numerosi miracoli dal momento della Mia incarnazione, dalla Mia nascita.

2. Perciò sii anche pieno di speranza; poiché vedi, avverrà, ed è già avvenuto, che Io toglierò la Luce ai figli e la darò in abbondanza a voi pagani! Poiché vedi, appena poco tempo fa ho trovato una fede tra i pagani greci e romani che vivono qui insieme, quale non si può incontrare in tutto Israele! Amore e umiltà poi sono ora divenute tra gli Ebrei qualità del tutto estranee al cuore umano, mentre fra voi non raramente le incontro in piena misura.

3. Vedi, perciò Io toglierò ai figli e lo darò a voi, cioè: tutto il Mio Regno per il tempo e per l’eternità! I figli invece si dovranno nutrire con l’immondizia del mondo!

4. Tu vorresti fare della Mia Volontà una Legge nel tuo Stato. Per il momento ciò non succederà, poiché vedi, per tutte le cose è necessaria una certa maturità. Ma la Mia Legge non è altro che Amore. Se vuoi già introdurre nel tuo Stato qualche cosa di Me, introduci questa Legge, allora avrai un compito facile per la Mia Volontà! Poiché vedi, la Mia Volontà e la Mia Legge sono così totalmente unite, come Io e il Padre siamo totalmente Una cosa sola.

5. Certamente c’è poi nella Mia Volontà qualcos’altro che ora non potresti capire; ma quando verrà da te il Mio discepolo, egli ti farà da guida in tutto. E quando per mezzo suo sarai battezzato nel Mio Nome, allora sopra di te verrà lo Spirito di Dio ed istruirà anche te in ogni cosa.

6. Col fuorilegge, hai agito in modo totalmente giusto. Poiché vedi, Io faccio proprio la stessa cosa con voi pagani! La tua azione però sia per te un buon riflesso di quello che Io già faccio e farò in seguito in abbondanza.

7. Questo per tua tranquillità e tua benedizione! Amen.

 

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Cap. 11

Sesta lettera di Abgaro a Gesù

scritta dieci settimane più tardi

 

1. Abgaro, un piccolo principe a Edessa, ogni salute a Gesù, il buon Guaritore che è comparso intorno a Gerusalemme, una Salvezza per tutti i popoli che sono di cuore buono e hanno la retta volontà di indirizzare la loro vita secondo la Sua Parola!

2. O Signore, perdonami la mia grande impertinenza e la mia invadenza ormai davvero sfacciata verso di Te! Ma Tu lo sai bene che i buoni medici sono sempre stati in grandissima considerazione tra gli uomini, perché hanno sempre posseduto le più sicure conoscenze anche nelle cose della natura, per cui nei grandi fenomeni naturali ognuno si rivolgeva volentieri ad essi, per ricevere da loro una spiegazione sia pure nebulosa.

3. Quanto infinitamente più in alto di tutti i medici naturalisti del mondo stai Tu ai miei occhi, Tu che non solo sei un Medico in tutte le cose, ma insieme anche il Creatore e Signore di tutta la natura dall’eternità!!! Perciò solo ed esclusivamente a Te posso ora sottoporre la presente singolare emergenza del mio Stato, e implorarTi poi, dal più profondo del mio cuore, di allontanare benevolmente questa singolare calamità.

4. Vedi, come Tu sicuramente sai già da tempo e a fondo, è stato avvertito qui, dieci giorni fa, un piccolo terremoto che, ringraziandoTi eternamente, è passato senza lasciare particolari tracce. Un paio di giorni dopo questo terremoto (tuttavia), tutta l’acqua cominciò a diventare torbida, e qualunque persona bevesse l’acqua, era colpita da dolori di testa e diventava poi completamente insensata.

5. Io perciò emisi subito un severo ordine, che in tutto il mio Paese nessuno potesse servirsi dell’acqua fino a quando non ordinassi di adoperarla nuovamente. Nel frattempo però tutti i miei sudditi devono venire da me, a Edessa, dove riceveranno vino ed acqua, che ora io per lo scopo faccio venire appositamente su grandi navi da un’isola greca piuttosto distante.

6. Io credo, dato che solo e puramente l’amore per il mio popolo e la più sincera pietà per lo stesso mi spinsero a questo agire, di non aver fatto una cattiva azione. Perciò Ti prego, o Signore, in tutta umiltà e contrizione del mio cuore, di voler aiutare me e il mio popolo in questa calamità!

7. Poiché vedi, l’acqua non vuol purificarsi e il suo folle effetto è sempre lo stesso. O Signore, io so che tutte le forze e le potenze buone e cattive Ti sono sottomesse e al Tuo cenno devono ritirarsi; perciò Ti prego di voler benignamente aver pietà di me e a causa del povero popolo di liberarmi da questa piaga! Sia fatta la Tua divina, santa Volontà!

8. Quando il Signore ebbe letto questa lettera, si sdegnò profondamente dentro di Sé e disse forte come un tuono: “O Satana, Satana! Per quanto tempo ancora vuoi tentare Dio, il tuo Signore! Che cosa ti ha fatto, o malvagissimo serpente, questo povero piccolo popolo buono, ché lo tormenti così orribilmente?

9. Perché tu sappia nuovamente che Io sono il tuo Signore, da questo istante abbia fine la tua cattiveria in questo Paese! Amen.

10. Non ti sei patteggiato un tempo solo la carne degli uomini per metterla alla prova, ciò che Io ti permisi, come in Giobbe? Che cosa fai con la Mia Terra? Se ne hai il coraggio, prendi Me! Ma la Mia Terra e gli uomini che Mi portano nel loro cuore, lasciali in pace, fino al tempo che Io ti concederò per l’ultima definitiva prova di libertà!”.

 

Solo dopo questa esclamazione venne inviata ad Abgaro, tramite un discepolo, la Sesta risposta del Signore Gesù.

 

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Cap. 12

Sesta risposta del Signore Gesù

 

1. Mio caro figlio e fratello Abgaro! Questo tiro malvagio non te lo ha giocato il tuo nemico, bensì invece il Mio nemico. Tu però non conosci questo nemico; Io invece lo conosco già da moltissimo tempo.

2. Questo Mio nemico è l’antico, invisibile principe del mondo, ed ebbe finora un grande potere non solo su questa Terra, che è casa sua, ma anche sulle stelle. Però il suo potere durerà ancora per poco tempo soltanto, e presto il principe di questo mondo sarà sconfitto.

3. Tu però non temerlo mai più! Poiché per te e per il tuo popolo Io ora l’ho sconfitto. Adopera perciò ora, in tutta tranquillità, l’acqua del tuo Paese; infatti in questo istante essa è diventata pura e sana.

4. Vedi, è perché tu Mi ami che ti è capitato del male. Ma poiché il tuo amore per Me divenne più forte nella tribolazione, così il tuo amore ha vinto su tutto il potere dell’Inferno, e tu ora sei liberato per tutti i tempi da tali infernali produzioni!

5. Avverrà dunque che la fede sarà lasciata in balia di grandi tentazioni e dovrà camminare in mezzo all’acqua e al fuoco. Ma il fuoco dell’amore soffocherà il fuoco della prova di fede ed evaporerà l’acqua, con la sua onnipotenza.

6. Ma come è capitato ora al tuo Paese, in senso naturale, così capiterà un giorno a molti spiritualmente col Mio insegnamento; coloro che berranno dalle pozzanghere dei falsi profeti, diverranno anch’essi molto insensati!

7. Il Mio Amore, la Mia benedizione e la Mia grazia a te, fratello Mio Abgaro! Amen.

 

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Cap. 13

Settima lettera di Abgaro a Gesù

 

scritta al Signore nove settimane dopo il ricevimento della sesta risposta

 e pervenuta al Signore cinque giorni prima del Suo ingresso a Gerusalemme

 

1. Abgaro, un piccolo principe a Edessa, ogni salute a Gesù, il buon Guaritore che è comparso nei dintorni di Gerusalemme, una Salvezza per tutti i popoli, un Signore e un Re unto dall’eternità, un Dio di tutto il creato, di tutti gli uomini e di tutti gli dèi, dei buoni come dei cattivi!

2. O mio Dio, o mio Signore, o Tu che solo riempi il mio cuore e occupi completamente tutti i miei pensieri! Io lo so bene già dalla Tua prima lettera di cui mi hai fatto grazia, che per Tua stessa misteriosa deliberazione, deve accaderTi proprio tutto ciò che i malvagi Ebrei di Gerusalemme si propongono contro di Te.

3. Oscuramente riesco anche a immaginarmi che tutto questo dovrà pur essere necessariamente così. Ma che il mio cuore, che ora Ti ama sopra ogni cosa, considerando il mio lato umano, vi si ribelli, questo Tu, o Signore, lo comprenderai certamente ancor meglio di me, debole uomo. Ma che io abbia pienamente motivo di informare Te, o Signore, di una tal cosa, lo mostrerà quanto segue nel corso di questa mia lettera.

4. Vedi, io, quale vassallo romano e prossimo parente di Tiberio che è imperatore (Cesare) a Roma, ho anche a Gerusalemme i miei fedeli osservatori romani, che tengono particolarmente d’occhio il clero locale oltremodo superbo. Questi miei osservatori mi hanno riferito esattamente ciò che questi orgogliosi arroganti preti e farisei hanno in mente con te.

5. Essi non vogliono solo lapidarTi o bruciarTi alla loro maniera; no, questo per loro è troppo poco, ma con Te vogliono dare un esempio della più inumana crudeltà! Ascolta, o Signore! Queste belve in forma umana vogliono farti affiggere alla croce con chiodi acuminati e lasciarTi là appeso fino a quando tu lentamente morirai al palo dell’infamia coi più tremendi dolori! E questo capolavoro di umana cattiveria vogliono compierlo all’ormai prossima festa di Pasqua!

6. Signore, sia come si vuole, ma si è ribellato il mio intimo! Io so che queste belve puramente sensuali e avide di potere non Ti vogliono affatto uccidere perché Tu Ti presenti al popolo come il loro promesso Messia. Oh, ciò preoccuperebbe poco questa clericale stirpe di iene! Poiché io so fin troppo bene che essi, tra sé, non credono né in un Dio, né tanto meno a Te, e tra di loro danno poca importanza alla bestemmia.

7. Essi invece hanno tutt’altro piano! Vedi, queste belve sanno di essere osservate da Roma, con occhi d’Argo, a causa delle loro segrete cospirazioni. E l’acutissimo Pilato già lo scorso anno ha scoperto un tale tentativo di rivolta dei sommi sacerdoti, sebbene fosse astutamente congegnato, e come sai, durante la Festa ha fatto catturare e subito decapitare davanti al vestibolo circa cinquecento poveri e anche benestanti, purtroppo per lo più galilei, attirandosi con ciò naturalmente l’inimicizia di Erode, dato che la maggior parte dei colpiti erano suoi sudditi.

8. Questo esempio fece una forte impressione sull’animo dei templari. Per rimediare al molesto errore ora essi hanno scelto Te, vogliono accusarTi davanti a Ponzio come ribelle contro lo Stato, e indicarTi anche come il principale caporione della rivolta dello scorso anno, per tornare puliti in questa maniera davanti alla corte romana, e con ciò distogliere da sé i molesti occhi d’Argo di Roma, e tornare poi più facilmente a forgiare i loro piani di alto tradimento, ciò che però non riuscirà loro in nessun caso. Tu lo vedi anche senza questo mio scritto, e infinitamente meglio, che essi sono osservati da Roma minuziosamente.

9. Se Tu, o Signore, vuoi un servizio da me, Tuo intimissimo amico e adoratore, mando subito per questo dei messi celeri a Roma e da Ponzio, e Ti garantisco che in pari tempo queste belve cadranno nella stessa fossa che hanno preparato per Te.

10. Però, o Signore, poiché Ti conosco fin troppo bene e so bene che non hai bisogno del consiglio di nessun uomo, così farai certo quello che Ti sembra meglio. Io, come uomo però, l’ho considerato un mio primo dovere di informarTi fedelmente della cosa, così come sta esattamente e non diversamente, mentre unisco il più intimo ringraziamento del mio cuore per la Tua grazia che hai concesso a me e al mio popolo.

11. O Signore, fammi sapere che cosa devo fare io qui per Te! Sia fatta la Tua Volontà sempre santa!

 

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Cap. 14

Settima e ultima risposta di Gesù

 

1. Ascolta, Mio amato figlio e fratello Abgaro, tutto sta proprio esattamente così come tu ora Mi hai informato. Ma ciò nonostante tutto deve avvenire così di Me, perché altrimenti nessun uomo in eterno potrebbe mai raggiungere l’eterna Vita, ciò che tu ora naturalmente non comprendi, però fra breve comprenderai questo grande segreto.

2. Perciò tralascia per il momento i passi che tanto amichevolmente ti sei offerto di fare in Mia difesa. Poiché essi frutterebbero poco, ove a disporre è l’eterna Potenza del Padre, che è in Me, e dal Quale Io come uomo sono uscito.

3. Perciò non ti spaventi affatto la Mia croce, alla quale sarò inchiodato, poiché vedi, proprio questa croce dovrà diventare per tutti i tempi futuri la pietra fondamentale per il Regno di Dio, e nello stesso tempo la porta per entrarvi!

4. Io però solo per tre giorni sarò morto secondo il corpo. Ma al terzo giorno, a Gerusalemme, risorgerò dalla morte, quale eterno vincitore della morte e dell’Inferno, e il Mio onnipotente giudizio colpirà tutti gli operatori del male.

5. Per quelli, però, che sono del Mio Cuore, spalancherò poi davanti ai loro occhi la porta dei Cieli!

6. Ma quando fra pochi giorni vedrai il sole oscurarsi completamente di giorno, allora pensa che Io, il tuo più grande amico e fratello, sono morto sulla croce! Ma non spaventarti per questo! Poiché tutto questo deve avvenire così, e tuttavia ai Miei non verrà torto un capello.

7. Ma quando risorgerò, nello stesso istante tu riceverai un segno dal quale riconoscerai subito la Mia Risurrezione!

8. Il Mio Amore, la Mia Grazia e Benedizione con te, mio caro fratello Abgaro! Amen.

 

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