Rivelazioni

nel periodo 1840/1864 al mistico e profeta

Jakob Lorber

 

Oltre alle grandi rivelazioni del Signore comunicate quali singole opere, Jakob ricevette tantissime pagine (oltre mille) in risposta alle domande scaturite dai suoi amici che loro ponevano al Signore e tramite lui ricevevano delle spiegazioni specifiche per la loro vita e per quella dei loro cari, nonché utilissime per tutta l’umanità.

 

Doni del Cielo

vol. 1

[ D.d.C.  vol. 2 ]

[ D.d.C.  vol. 3 ]

[ Parole del Padre in tempi burrascosi]

 

Libri

Traduzione dall’originale tedesco “Himmelsgaben”

Da: Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo

 

Casa Editrice: Lorber-Verlag – Bietigheim – Germania

Copyright © by Lorber Verlag

Copyright © by Associazione Jakob Lorber

Casa editrice “GESÙ la Nuova Rivelazione” (BG)

INDICE

 

Cap.

Volume 1

data

1

Chiamata

 

2

Chiave per la Scrittura

13 aprile 1840

3

Sul potere delle cariche mondane

18 aprile 1840

4

Un saluto dall'Altezza delle Altezze

19 aprile 1840

5

Giusto amore dei Genitori

23 aprile 1840

6

Croce, corona ed - amore

24 aprile 1840

7

Ave Maria!

26 aprile 1840

8

Tre domande

3 maggio 1840

9

Ai Miei amici

9 maggio 1840

10

Spirito ecclesiastico e spirito d'amore

14 maggio 1840

11

Preoccupazioni Inutili

24 maggio 1840

12

Come dobbiamo leggere i profeti per comprenderli giustamente?

26 maggio 1840

13

Parole di ringraziamento del servitore

 

14

Sul giuramento oppure promessa

28 maggio 1840

15

Giusti ordinamenti terreni e celesti

28 maggio 1840

16

Pazienza per la maturazione

30 maggio 1840

17

Immagine del Signore                                                       (TdN - cap.1)

1° Giugno 1840

18

Il più importante Comandamento

2 giugno 1840

19

I sette maligni                                                                (Luca 11,24-26)

4 giugno 1840

20

Amore e Sapienza                               (citaz. Dal GFD vol.1 cap.174,10)

 

21

Sull'educazione dei figli

8 giugno 1840

22

Poesia del Cielo

9 giugno 1840

23

L'angelo

23 giugno 1840

24

Il Padre presso i concili, nelle chiese e nella cerchia dei figli

29 giugno 1840

25

Consiglio matrimoniale

6 luglio 1840

26

Falsa e giusta beneficenza

7 luglio 1840

27

La cosa più grande                                  (citaz. Dal GFD vol.2 cap.93,6)

 

28

Sui balli e luoghi di divertimento

17 luglio 1840

29

Importante Consiglio educativo

17 luglio 1840

30

Senso mondano e luce del cuore, supplemento a “l’angelo”

17 luglio 1840

31

Sulle visioni e percezioni spirituali

24 luglio 1840

32

Una Parola sull'intercessione

28 luglio 1840

33

Un Evangelo della sorgente   (origine dell’Andritz)               (TdN - cap.3)

30 luglio 1840

34

A ciascuno il suo

2 agosto 1840

35

Sulla vita dell'albero                                                          (TdN - cap.4)

6 agosto 1940

36

“Amore Io voglio!”                                                            (TdN - cap.5)

8 agosto 1840

37

L’Evangelo della pianta della vite                                      (TdN - cap.6)

9 agosto 1840

38

Un misfatto come parabola                                                (TdN - cap.7)

9 agosto 1844

39

L'Essenziale      (Supplemento a "Il misfatto")                      (TdN - cap.8)

11 agosto 1840

40

Siate tranquilli!

13 agosto 1840

41

La conchiglia perlifera ed i primitivi stadi del mondo animale  (TdN - cap.9)

15 agosto 1840

42

La via per la Rinascita             (Inizio dello scritto terminato il 18.08.1840)

15agosto 1840

43

Evoluzione delle anime naturali nel regno animale          (TdN - cap.10)

16 agosto 1840

44

Genesi e destinazione della vita della colomba                (TdN - cap.10)

16 agosto 1840

45

Atteggiamento verso la Chiesa

20 agosto 1840

46

Sullo scopo della Nuova Rivelazione                              (TdN - cap.11)

21 agosto 1840

47

La costituzione fisica interiore della colomba e di altri uccelli   (TdN - cap.12)

23 agosto 1840

48

Apprensione fraterna

24 agosto 1840

49

Il monte "Strabengel” presso Graz                                  (TdN - cap.15)

29 agosto 1840

50

Storia del monte "Strabengel"                                         (TdN - cap.15)

29 agosto 1840

51

Guarigione della malattia

29 agosto 1840

52

Introduzione allo scritto "La Mosca   (inizio del Dettato terminato il 18.08.1840)

3 settembre 1840

53

La mosca                                                                                  (poesia)

3 settembre 1840

54

Grandezza della Creazione e dell'Amore di Dio

5 settembre 1840

55

Sul sale infuocato dell'Amore                                        (Marco 9,49-50)

12 settembre 1840

56

La Choralpe                                                                     (TdN - cap.16)

13 settembre 1840

57

Processi vulcanici terrestri (Supplemento alla "Choralpe")   (TdN - cap.17)

20 settembre 1840

58

Vista spirituale

20 settembre 1840

59

Terremoti e loro cause                                                     (TdN - cap.18)

27 settembre 1840

60

Sui terremoti e fenomeni atmosferici                               (TdN - cap.19)

14 ottobre 1840

61

Prudenza con i godimenti carnali

13 ottobre 1840

62

Un invito paterno                                                             (TdN - cap.22)

14 ottobre 1840

63

Fata Morgana                                                                   (TdN - cap.25)

18 ottobre 1840

64

Alta e bassa marea                                                          (TdN - cap.26)

24 ottobre 1840

65

Chiarimento spirituale della bassa ed alta marea             (TdN - cap.26)

24 ottobre 1840

66

Sulla preghiera per i defunti

28 febbraio 1840

67

Visita alla Kleinalpe                                                         (TdN - cap.27)

25 ottobre 1840

68

Illuminazione spirituale sulla visita alla Kleinalpe           (TdN - cap.28)

29 ottobre 1840

69

Dell’essere nello splendore

29 ottobre 1840

70

Sul servitore Lorber ed un nuovo discepolo                    (TdN - cap.29)

30 ottobre 1840

71

Comprensione e tolleranza

 

72

Insegnamento delle corrispondenze - Il mondo esteriore come scuola dello spirito                                                                              (TdN - cap.30)

1° novembre 1840

73

Ad uno molto debole

4 novembre 1840

74

Una bugia?

8 novembre 184

75

Sulla vita, amore e morte (continuazione sulla sorgente Andritz)  (TdN - cap.31)

15 novembre 1840

76

Una piccola meditazione mattutina

15 novembre 1840

77

Pacifico saluto sul compleanno

19 novembre 1840

78

L’Unico buono e vero

 

79

Vero amore per il prossimo

20 novembre 1840

80

Sulla respirazione del mondo naturale e delle piante       (TdN - cap.32)

22 novembre 1840

81

Sulla respirazione delle piante (supplemento)                   (TdN - cap.34)

22 novembre 1840

82

“I santi degli ultimi giorni”

24 novembre 1840

83

‘Obbedienza’, ‘Chiesa’, ‘Rosa’ - tre parole nella Luce spirituale

25 novembre 1840

84

Guida per il viaggio

29 novembre 1840

85

Auguri per il compleanno

30 novembre 1840

86

Cenni di educazione

30 novembre 1840

87

Viaggio verso Haderbach                                                 (TdN - cap.33)

1° dicembre 1840

88

Sulla “volpe Erode”                                                            (Luca 13,32)

7 dicembre 1840

89

Sulla compenetrazione dei regni della natura                  (TdN - cap.34)

8 dicembre 1840

90

Supplemento sulla respirazione delle piante                   (TdN - cap.34)

8 dicembre 1840

91

Sui vermi viscerali (Cenno educativo e salutare per l’anima)  (TdN - cap.35)

9 dicembre 1840

92

Sul ballo

14 dicembre 1840

93

“Non Mi toccare!”  (Gv. 20,17 - 20,27)              (Spieg. testi bibl. /cap.20)

16 dicembre 1840

94

Ancora una volta: “Non Mi toccare!”               (Spieg. testi bibl. /cap.21)

17 dicembre 1840

95

Ordinamento matrimoniale ed educazione dei figli

5 gennaio 1841

96

Conversione degli eruditi

14 gennaio 1841

97

Ancora una volta: contro la smania del ballo!

17 gennaio 1841

98

Incoraggiamento per un padre angosciato

18 gennaio 1841

99

Ordinamento di associazioni e circoli

24 gennaio 1841

100

Sul vero Sacerdote, Medico e Pastore         (Luce e conforto per i deboli)

25 gennaio 1841

101

Fiducia nel Padre celeste

26 gennaio 1841

102

Possessione

30 gennaio 1841

103

La caccia selvaggia                          (Un supplemento sulla possessione)

1° febbraio 1841

104

Dei tipi di possessione

2 febbraio 1841

105

Benedizione della Misericordia

3 febbraio 1841

106

Infruttuosi insegnamenti divini                                       (D.Ore - cap.1)

28 febbraio 1841

107

Quattro domande nella Luce spirituale

16 marzo 1841

108

Schiavitù, collegamento con trapassati, Padre Nostro, mangiatoia, ore di riposo

13 marzo 1841

109

Per il primo anniversario della Nuova Rivelazione

                           (Preghiera di Ringraziamento del servitore Jakob Lorber)

14 Marzo 1841

110

Sulla venuta del Padre in Gesù              (Risposta del Padre al servitore)

14 marzo 1841

111

Giusta venerazione dei santi

20 marzo 1841

112

Fondamento ed essenza della seconda vista                (D. Ore - cap.10)

21 marzo 1841

113

Il figlio perduto                                                            (D. Ore - cap.11)

23 marzo 1841

114

Il grande uomo cosmico ed il suo ritorno                    (D. Ore - cap.12)

25 Marzo 1841

115

Gli “stracci” del figlio perduto                                     (D. Ore - cap.12)

25 marzo 1841

116

Giustizia ed amore                                      (G.F.D. vol.1 - cap.81,16-26)

25 marzo 1841

117

Guscio di chiocciola, spina di rosa, crisalide, nido d’uccello

27 marzo 1841

118

Passione del Signore, digiuno, povertà, amore

9 aprile 1841

119

Preghiera, il miglior mezzo di educazione

18 aprile 1841

120

Vera fortuna

21 aprile 1841

121

Essenza dell’Ordine e vera Misericordia

25 aprile 1841

122

La vera Chiesa

25 aprile 1841

123

Sulla benedizione della Croce

28 aprile 1841

124

Sulla morte e necessità della morte

29 aprile 1841

125

Il Segno del Figlio dell’uomo                                             (Matt. 24,30)

1° maggio 1841

126

Sulla primavera spirituale

1° maggio 1841

127

Notizie sulla Luna       (inizio dello scritto ‘La Luna’ terminato il 5.06.1841)

1° maggio 1841

128

A Gesù(Preghiera)

4 maggio 1841

129

Preghiera del cuore

4 Maggio 1841

130

Un consiglio migliore ed una vera consolazione

5 maggio 1841

131

Il tempo delle tre bestie dell’Apocalisse                           (Ap. 13,15-18)

7 maggio 1841

132

Dio e mondo                             (Gv. cap. 7,7)

10 maggio 1841

133

Ascoltate, guardate ed apprendete!

15 maggio 1841

134

Il monte Kulm                                                                  (TdN - cap.37)

22 maggio 1841

135

Anime nei cimiteri                                                           (TdN - cap.38)

                (Visione del servitore come dono aggiuntivo per il monte “Kulm”)

25 maggio 1841

136

Sugli spettri, atti eroici e d’amore (continuazione)             (TdN - cap.38)

25 maggio 1841

137

Amore divino ed amore umano (Ad una giovane anima per l’onomastico)

28 maggio 1841

138

Vita e morte

6 giugno 1841

139

Importanti cenni sull’educazione

20 giugno 1841

140

Educazione materna dei figli

24 giugno 1841

141

Rinnovamento naturale e spirituale della casa

26 giugno 1841

142

Sull’unico e vero “Patrono”

26 giugno 1841

143

Grido dalla profondità                                             (preghiera del servo)

27 giugno 1841

144

Risposta dall’Alto

27 giugno 1841

145

Il pianeta Saturno                                                           (Saturno cap.1)

5 luglio 1841

146

Beneficenza ipocrita

11 luglio 1841

147

Sul segreto dei monti (Poetiche espressioni per la “Kleinalpe”) (TdN - cap.39)

15 luglio 1841

148

Lo scopo dei monti                                                          (TdN - cap.40)

17 luglio 1841

149

Fariseismo d’oggi

19 luglio 1841

150

Parola ammonitrice e di conforto

31 luglio 1841

151

Istruzioni al servitore scrivano

8 agosto 1841

152

Consiglio per gli operai nella vigna

10 agosto 1841

153

Una nuova Luce dell’amore

26 agosto 1841

154

Sulla morte di una figlioletta

23 ottobre 1841

 

 

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Cap. 1

Chiamata

 

         1.        Jakob Lorber era già inoltrato nel quarantesimo anno di vita, senza essersi conquistato una posizione stabile nella vita, con la sua buona formazione nell’insegnamento e nella disciplina musicale, quando gli giunse da Trieste l’invito inaspettato di assumere là il secondo posto di maestro di cappella a condizioni giustamente accettabili.

         2.           Egli accettò ed approntò tutti i preparativi per la partenza. Soltanto che la sua vita doveva prendere proprio adesso all'improvviso tutta un'altra direzione.

         3.           Il 15 marzo 1840 alle 6.oo del mattino – così egli raccontò poi ai suoi amici – aveva appena fatto la sua preghiera del mattino ed era in procinto di alzarsi dal letto quando percepì chiaramente nel suo petto, nella regione del cuore, una voce che lo chiamò: "Alzati, prendi la tua penna e scrivi!". Egli obbedì subito a questa chiamata misteriosa e mise giù per iscritto ciò che gli era dettato interiormente parola per parola.

         4.           Era l'inizio dell'Opera "Il governo della famiglia di Dio". E le prime frasi della stessa dicono:

         5.        "Chi vuol parlare con Me, costui venga da Me, ed Io gli metterò la risposta nel suo cuore. Tuttavia soltanto i puri, il cui cuore è pieno d’umiltà, potranno percepire il suono della Mia Voce.

         6.           E chi preferisce Me a tutto il mondo e Mi ama come una tenera sposa ama il suo sposo, con costoro Io voglio camminare mano nella mano; egli Mi vedrà sempre come un fratello vede l'altro fratello ed Io lo vidi già dall'eternità, prima ancora che egli fosse".

         7.           Dopo quest’evento Lorber rifiutò immediatamente l’impiego che gli offrirono e servì questo misterioso sussurro da quella stessa ora durante un arco di 24 anni fino alla sua morte.

         8.           Jakob Lorber scrisse con zelo l'opera in tre volumi "Il governo della famiglia di Dio" fino al suo compimento il 7 settembre 1844. In essa venne descritta la storia della Creazione così come la storia dell'umanità primordiale da Adamo fino al diluvio ed in questo quadro, sul presupposto di una profonda, spirituale spiegazione del mondo, si sviluppa l'eterna religione dell'amore per Dio e per il prossimo, che fu annunciata agli uomini nel grande Tempo dei tempi dal Padre celeste Stesso nella Persona di Gesù Cristo.

         9.           Oltre a quest’opera fondamentale furono inviate nello stesso periodo attraverso Lorber a lui ed ai suoi amici ulteriori parole come seguono.

[indice]

 

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Cap. 2

Chiave per la Scrittura

Lunedì, 13 aprile 1840

Là, dove sembra che Io dica meno, là dico di più. E dove però sembra che Io dica di più, là dico soltanto quanto siete in grado di sopportare.

Questo sia per voi una nuova Chiave per questo Mio scritto!

 

 

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Cap. 3

Sul potere delle cariche mondane

Sabato, 18 aprile 1840

         1.        Qui siano rivolte alcune Parole ad Adreas Hüttenbrenner[1], il quale qui ha ricoperto una carica mondana che è un diritto esercitato per il benessere temporale dei grandi del mondo, con la sottomissione dei piccoli e deboli che sono qui senza potere e forza del mondo e devono mantenere i grandi per nient’altro se non per la conservazione di un diritto che mette tutti i carichi sulla loro debole cervice.

         2.        Oltre al Mio Amore in voi e la Sapienza che ne deriva che insieme sono entrambi l'Ordine eterno dal quale venne fatto tutto ciò che esiste, dal più grande fino al più piccolo, ognuno in numero infinito, non esiste da nessuna parte un diritto se non esclusivamente in questo Mio Amore che dona volentieri tutto ciò che ha, che non si appropria di nulla per possedere qualcosa, ma soltanto per poter dare tanto di più, che non distrugge nulla, ma vuole soltanto conservare tutto, affinché nulla possa andare in rovina, che è sempre pronto a portare tutto per gli altri, affinché ognuno trovi benessere nel grande alleggerimento del suo carico; ed oltre a ciò è ancora paziente, mansueto e pieno d’umiltà e di sottomissione ad ogni esigenza della Sapienza che spetta soltanto ad Esso, anzi perfino per il bene degli altri è in grado di avere la forza di sopportare ogni ingiuria immaginabile con non offuscata serenità. Se rifletti: esiste oltre ad Esso ancora qualcosa che dovrebbe o potrebbe chiamarsi “diritto”?

         3.        Se oltre a questo consideri che all'Amore proveniente da Me si aggiunge sempre la giusta parte della vera, libera Sapienza – che è l'unica legislatrice giusta che ordina tutto per il meglio ed illumina tutto e lo compenetra con lo sguardo – anzi, se in un luogo qualunque il Mio Amore è per basamento, qui c’è anche il vero diritto. Ma dove esso non c’è, non c’è nessun diritto, ma soltanto il puro opposto. Una simile [in]giustizia si basa allora sull'egoismo e, nella sua vera natura, non è nient’altro che un apparente diritto umano imposto con la forza o la rapina. E se all'uomo cieco appare spesso esteriormente come se fosse amore, esso non è altro che egoismo infernale.

         4.        Esso, l’egoismo, v’insegna poi a riconoscere faticosamente un po’ alla volta i vostri bisogni ed il vantaggio delle vostre azioni, e vi fa riconoscere i mezzi così da disporre le vostre relazioni che permettono al prossimo solo in caso di necessità precisa, quel tanto d’azione che è concessa ad un uccellino in gabbia o ad un pesce nella vasca. Da questo punto di vista, che è quello di un dominatore o meglio di un rapinatore, sono poi emanate leggi in numero senza fine, secondo il calcolo dei bisogni di benessere che aumentano sempre più con l’egoismo. A farle osservare rigorosamente si provvede con la prigione, la polvere da sparo e la morte. Talvolta poi l’egoismo emana leggi anche agli schiavi, affinché loro stessi non si annientino tra loro nella lunga notte della disperazione, attraverso cui poi la cosiddetta masnada s’immagina anche di guadagnare apparentemente qualcosa e si mantiene quieta, poiché gli è ancora permesso di gustare un poco di ciò che non è più buono per la tavola dei potenti.

         5.        Ebbene guarda, per questo gli uomini sono costretti di frequente ad abbandonare il Mio Amore e ad afferrare essi stessi l'egoismo e ad operare il male nel piccolo, come i grandi nel grande, i quali mentono, rubano, depredano e uccidono ed oltre a ciò ancor si vantano sfacciatamente di trascinar giù le Mie Leggi negli escrementi loro, per dare alle stesse una cosiddetta “parvenza morale” ma da Me maledetta. Guai a loro un giorno! In questo modo sono abbagliati i ciechi, ma Io vedo i loro trucchi da parte a parte e li rendo noti ai Miei figli che hanno cominciato a cercare Me.

         6.        Perciò Io ti consiglio di cercare con zelo il Mio Amore, nel quale dimora tutta la Sapienza, attraverso la quale soltanto puoi diventare un vero uomo giusto nella saggia posizione a te affidata, carica non da poco, per il vero bene dei tuoi numerosi fratelli e sorelle!

         7.        E crediMi fermamente: tutto ciò che ti insegnerà a fare la Sapienza proveniente dal Mio Amore, potrai farlo valere senza impedimento, e non ti verrà torto un capello. Poiché là, dove la Sapienza dispone, si ottiene da Me per l'esecuzione anche i mezzi migliori in grande quantità.

         8.        Questo dico Io, l'eterno Amore, intanto solo a te mediante il Mio debole servitore, che è uno scrivano volenteroso ed ha degli uomini poco timore da quando Mi conosce più da vicino. - Amen.

 

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Cap. 4

Un Saluto dall'Altezza delle Altezze

Domenica di Pasqua, il 19 aprile 1840

         1.        Questa Parola, rivolta ad Ans. H.[2] sia per lui una testimonianza del fatto che a Me piace il suo lavoro! E se prosegue per amore per Me come l’ha cominciato, allora sappia che ho già messo la Mia Mano alla leva della cateratta per versare e far rovesciare all’improvviso un grande flusso di Luce di Grazia sul suo capo. E la Mia Benedizione poi non si allontanerà mai più da lui, dai suoi figli e dai figli dei figli. E non dovrà più provvedere per gli stessi fisicamente, ma soltanto spiritualmente!

         2.        Non è dunque più pesante provvedere per il corpo che per lo spirito? Perciò mettete su di Me il pesante e tenete il leggero per voi, affinché possiate rimaner liberi in tutte le vostre azioni ed i vostri figli possano riconoscere il grande Amore del Padre santo nel Cielo che è, era e sarà in eterno l'unico Donatore di tutti i buoni doni. Questo è per lui un buon consiglio (cioè per A.H.)! Questo glielo dico Io, il Padre affettuoso, affinché egli possa affidarsi completamente a Me. Poiché Io sono assolutamente fedele in tutte le Mie Promesse.

         3.        E in aggiunta ancora gli dico, che ad ognuno che contribuirà alla diffusione della Luce proveniente da Me, per il riconoscimento del Bene proveniente dal Mio Amore e del Vero proveniente dalla Mia Sapienza per la grande Glorificazione del Mio Nome che presto seguirà, donerò la nuova nascita e, nella stessa, anche la prossima completa rinascita con un nome nuovo; ed Io voglio fare di lui il prediletto del Mio Amore, come il mio affezionato caro Giovanni, lo scrivano segreto della Mia Parola.

         4.        Questo sia per lui (A.H.) un buon saluto, la prima volta letteralmente da Me, per il giorno della sua nascita interiore! Questo lo dico Io, l'eterno, buono ed affettuoso Padre santo! - Amen.

 

 

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Cap. 5

Giusto amore dei genitori

Giovedì, 23 aprile 1840

         1.        Riferisci alla moglie di Ans. H. le seguenti Parole! Poiché Io ho riconosciuto il suo desiderio e le voglio dare perciò un piccolo conforto che lei dovrà osservare per sé e per i suoi bambini, maschietti e femminucce.

         2.        Io ho gioia in ognuno che ha compiacimento in Me. Ed ho dell’acqua in gran quantità da dare a coloro che ne hanno sete. E la Mia Grazia è tanto larga quanto lunga, e non se ne trova da nessuna parte una parte stretta.

         3.        Ripartisci perciò tu, madre della carne, il tuo amore tra i tuoi, come Io ripartisco la Mia Grazia affinché a nessuno dei tuoi figli venga un occhio torvo per invidia occulta e non possa un giorno guardar bene suo fratello o sua sorella! Abbi una misura piena ed equa d'amore verso ognuno dei tuoi figli – affinché anch’Io possa poi donar loro una misura piena ed equa di Grazia! Altrimenti i più amati riceveranno meno Grazia ed i meno amati riceveranno più Grazia da Me.

         4.        Poiché vedi, Io sono un Padre dei perseguitati, un Consolatore degli afflitti, ma anche un Giudice molto severo dei figli da voi troppo amati. L’eccesso del vostro amore, infatti, rovina i vostri figli e li rende incapaci ad accogliere la Grazia Mia. Concedi perciò ad ognuno d'ora in poi equamente ciò che serve a loro, ciò che è a loro utile, necessario e benefico, e domina il tuo cuore, e la Mia Grazia ti prenderà al Suo centro!

         5.        E credi che sono Io che ti dico questo, quale vostro Padre buono. Ciò che tu vedi opaco, Io lo vedo nitido. Ma dove tu vedi con acutezza, là Io guardo attraverso le dita. Ciò che il mondo giudica, Io l'accolgo; ma ciò che il mondo innalza, questo verrà a trovarsi in basso dinanzi a Me. Guarda l'adultera, giudicata dal mondo! Io scrissi la sua colpa sulla sabbia, affinché il vento potesse disperderla. Così dovete fare anche voi tutti se volete essere veri figli Miei, figli che Io amo più di quanto tu possa immaginare.

         6.        Così come splende il Sole e come cade la pioggia su ogni erba, così sia il vostro amore verso i vostri figli! Verso i forestieri però sia esso come un fuoco ardente e come un nubifragio, affinché non domini nessun egoismo in voi e nei vostri figli, attraverso cui poi diventi forte la vostra fiducia, ed Io potrò sempre aiutarvi e vi aiuterò là dove voi vi siete più indeboliti.

         7.        Questo ti sia un piccolo conforto! Dove Io voglio entrare, là spazzo prima! Questo dice il vostro buono, Padre santo. Amen.

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Cap. 6

Croce, corona ed – amore

Venerdì, 24 aprile 1840

         1.        A colei che ha gioia nella Mia “Pelle” e si chiama M.S., e tiene in alto onore il legno della croce e, nello stesso modo, il ferro dei chiodi che trapassarono le mani e la croce, come nel Crocifisso, e che ha già molto sofferto a causa del suo doppio amore, dille ciò che Io le faccio dire per amor della sua salute e della sua salvezza.

         2.        Lei non deve amare la croce più di Me ed i chiodi più del Mio Capo coronato! Poiché coloro che fanno così, devono soffrire molto a causa del loro amore sbagliato. Chi ama la croce, a costui Io la dono volentieri, e lo stesso vale per i chiodi, così per la corona. E chi per amore verso di Me ama la croce, i chiodi e la corona, costui è crocifisso come Me. Ma chi Mi ama in questo modo per amor della croce, dei chiodi e della corona, costui ama la Mia “Pelle”, perché è piena di gocce di sangue, di percosse e di ferite, e somiglia perciò a quei fanciulli che cominciano ad amare i loro genitori soltanto quando questi, oppressi da molte sofferenze, piangono davanti alla porta dei loro figli.

         3.        Ma chi vuole amarMi giustamente, costui osservi i Miei Comandamenti e Mi ami per il Mio Amore che Io ho dato ad ognuno, senza croce, chiodi e corona, in modo completamente puro come Lo sono Io. Dille: chi Mi ama veramente in questo modo, costui Mi ama anche senza croce, chiodi e corona. A colui però, il cui amore è dubbioso, Io manderò o la croce o i chiodi o la corona, affinché il suo amore per Me sia fortificato, perché vedrà che soffrire è più pesante che amare e che Io non ho gioia nelle sofferenze dei Miei figlioli, ma ho soltanto un Cuore rattristato.

         4.        Poiché vedete, il Mio giogo è soave ed il Mio carico leggero. Soltanto i figli del mondo devono fare al Mio Regno “violenza” se lo vogliono attirare a sé. I Miei figli invece non devono ostinatamente andare in guerra per Me e lasciarsi ferire dai Miei nemici senza bisogno, per loro sarò già Io a combattere. Infatti, l'Amore sta più in alto d’ogni arbitrario combattimento.

         5.        Ma chi vuole combattere da sé ed ha gioia nella lotta, costui deve anche prepararsi ad ogni genere di ferite e deve fare in modo di non soccombere nel combattimento. Il vincitore però non sta sopra al puro amore, ma sta di sotto allo stesso, finché egli non getti la corona del vincitore nella fiamma dell'amore.

         6.        Perciò: per quelli che Mi amano, Io combatterò e vincerò, ed il loro amore sarà per Me la più bella corona della vittoria. Ma coloro che vogliono partecipare alla lotta arbitrariamente, li assegnerò ai loro posti. E dovranno combattere con la loro forza con grande angoscia ed impeto, e la vittoria per loro sarà spesso molto amara e cara da sostenere, ed un giorno avranno da fare molti conti.

         7.        Una cosa dovrà essere ancora aggiunta[3], vale a dire: se qualcuno compra una casa, non si accontenti con l'osservazione della bella parte esteriore che affascina, ma egli vada dal venditore e dica: “Lasciami esaminare le fondamenta, le mura delle pareti, i pavimenti e il tetto". E se ha trovato solida la casa, allora la compri ad ogni prezzo, perché è una buona casa. Ma se non è così, allora si lasci com'è, e non tratti perciò col perfido commerciante, anche se costui dovesse perfino affermare che la casa sta su già da tanto tempo – se verrà un terremoto, essa certo crollerà. – Ma se qualcuno dimora in una vecchia casa, costui si tenga costante alla soglia della porta, pronto a partire; e quando s’accorge di ondeggiamenti ed oscillazioni, allora è tempo di allontanarsi velocemente.

         8.        Questo dice il buon Pastore ad un mansueto Agnello sul duro pascolo dei servitori. – Amen. – Io, Gesù-Jehova. Amen!

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Cap. 7

Ave Maria!

Domenica, 26 aprile 1840, mattino.

Ad una domanda:

         1.        Vedete, tutto il vostro dovere è, era e sarà eternamente l'Amore, ossia il puro, divino Amore in voi per Me, e lo stesso anche per tutti i vostri fratelli e sorelle.

         2.        A voi sarà dato in base al grado di questo Mio Amore in voi; vi sarà dato da Me che sono in tutta la Mia Essenza, l'Amore Stesso. Se voi Mi amate con tutta la forza, siete tutti quanti cari figli del Mio Amore che ha anche fecondato Maria, la madre del Mio Essere corporeo terreno[4]. Questo Essere corporeo terreno però è un vero Fratello per voi, ed è abbastanza forte per reggervi tutti quanti, quali fratellini e sorelline, con ogni Pazienza e Mansuetudine, e per guidarvi quali fratelli e sorelle adulti. E chi vuole andare dal Padre, costui si rivolga soltanto a Me, il grande prediletto del Padre che è per voi l'unico vero Fratello pieno di supremo Amore e Sapienza. E così non occorre che vi rivolgiate a qualcun altro per tutte le vostre richieste e necessità, se non direttamente a Me!

         3.        Vedete, il saluto a Maria [un giorno con l’annunciazione] venne dalla più sublime Altezza della santità di Dio in tutta pienezza di potenza e forza del Suo Spirito, affinché l’Amore nel Padre diventi per tutti voi un vero fratello. Ebbene dunque, domandatevi che cosa volete ancora con questo saluto! Maria non ne ha bisogno e neppure ne è assetata. E lei sa anche meglio di voi tutti che il Mio orecchio è più fine del suo e che il Mio occhio è più acuto del suo, e sa anche che il Mio Amore, la Mia Umiltà e la Mia Mansuetudine rendono vani l'amore, l’umiltà e la mansuetudine di tutti, anche del più beato fra gli spiriti del Cielo.

         4.        In verità, la vostra ignoranza e il vostro grossolano errore le procurerebbero solo tristezza se Io, per il Mio immenso Amore per voi, non prendessi sempre preventivamente su di Me ciò che da voi è indirizzato a lei od anche ad un altro beato fratello. Vedi, per questo Io rendo sordi gli orecchi dei beati [contro tali inopportune venerazioni] e rendo ciechi i loro occhi, affinché la loro beatitudine non sia turbata dalla vostra grande stoltezza.

         5.        Chi cerca Me, di lui anche Maria avrà gioia, e così pure tutti i beati. Ed essi saranno sempre disponibilissimi a servire costui in base al Mio Amore in loro, dal cui Amore è reso a loro noto dove e di che cosa avete bisogno. Quindi è anche inutile voler giungere alla Grazia in altro modo se non direttamente solo attraverso di Me. Infatti, soltanto Io sono la Porta per giungere al Padre, dove è insita ogni Grazia. Chi non passa attraverso Me, costui là non arriva.

         6.        Certo voi potete ricordare con grandissima riverenza e pienezza d’amore tutto quello che fa riferimento alla Mia incarnazione e con ciò intravedere tutte le disposizioni del Mio grande Amore misericordioso per voi, e questo Mi sarà gradito. Ma se ne volete formare delle preghiere di pure chiacchiere, allora siete diventati folli, o resi tali dalla grande cecità delle guide dei ciechi, e siete ingannati dagli ingannatori a loro volta ingannati.

         7.        Io però vi ho mostrato ora da parte Mia, nella suprema Verità, come stanno le cose. E voi dovete anche agire di conseguenza se volete essere veri figli di Uno e lo Stesso Padre buono e veri fratelli del Figlio di Maria, la quale vi ama così come voi amate Me. Amen.

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Cap. 8

Tre domande

Domenica, 3 maggio 1840, mattino

1) Non sbaglia la Chiesa cattolica-romana a sottrarre ai laici il Calice, considerato che in Matteo 26,27 è scritto: “Bevetene tutti?".

2) Può l'Ostia essere adorata?

3) Dobbiamo prestare piena fede ai libri di Emanuel Swedenborg?

         1.        Per le tre domande che ti sono state sottoposte per avere una risposta, Io voglio dare agli interroganti tre dure risposte, poiché essi domandano prima del tempo, e con questo vogliono arricchire il loro sapere piuttosto che l'Amore per Me, che tuttavia sta più in alto di ogni sapere. Essi non riflettono su che cosa sia necessario prima di tutto. Il dono della sapienza viene a ciascuno secondo il grado d'amore per Me che è il vero “pane” ed il vero “calice”, oppure il “Mio corpo” ed il “Mio sangue”, di cui testimoniano tutti i profeti, da Mosè fino a Giovanni e da Giovanni fino ad Emanuel Swedenborg, e tutti i sapienti istruiti dal Mio Amore.

         2.        Voi vedete il Sole nella goccia di rugiada e dite: “Questa è una fedele immagine del Sole, le manca soltanto il calore”. Io però dico: “È più facile riscaldare la goccia che mettervi dentro una fedele immagine di luce di un sole così grande”. Dal momento che Io faccio quest'ultima cosa, perché dunque voi non fate la prima che è facile e di conseguenza domandate tanto scioccamente se l'ostia debba essere adorata o no? Non ho già detto e mostrato a voi tutti già a sufficienza in che cosa consiste la vera adorazione, e come Io e la materia ci rapportiamo?!

         3.        [Risposta alla prima domanda:] Che cosa vuole dunque la vostra inopportuna impertinenza? Ora sappiate ciò che volete sapere e tenetevelo molto bene a mente! Rendete vivente il vostro cuore e guardate verso Emmaus! Quando [là] Io spezzai il pane, i discepoli Mi riconobbero anche senza calice, ed arsero nel loro amore per Me. La stessa cosa fatela anche voi! Gustate il pane nel vero, puro amore per Me, e non scandalizzatevi della forma, che non è nulla, ma mirate solo all'amore e alla fede da esso derivante! Ed Io Stesso vi porgerò il Calice, colmo dello Spirito Santo, che è il Mio Sangue.

         4.        Il vino del Calice è una bevanda in cui dimora la prostituzione nello spirito d’ogni impurità. E voi non dovete averne sete, e dovete lasciarlo bere soltanto ai servi che sono qui un sepolcro del sudiciume e bagnano così il loro sterile terreno a causa dell’insensatezza del loro amore, affinché un qualche frutto che vi cresce diventi libero e cresca come un girasole sui sepolcri del sudiciume.

         5.        Soltanto il Calice che Io vi porgerò è il vero Calice, dove si trova ogni Spirito di Verità e di ogni Vita! Di questo Calice dovete aver sete!

         6.        [Risposta alla seconda domanda:] Per quanto riguarda l'ostia nella Cena eucaristica, essa è un pane impastato con farina, come il pane di Emmaus, ed è ugualmente soltanto materia, non ha vita e non può dar vita, ma è morto e dà la morte.

         7.        Se colui che lo spezza, lo benedice e lo dà, solo costui ha vita e può dar la vita a tutti quelli che gustano il pane in segno del vero amore e nella conseguente vivente fede. Infatti, dove in voi c’è vero amore per Me, là anche il Dono è per segno [utile]. Ma dove è il dono, là non è lontano anche il Donatore, al Quale solamente spetta ogni adorazione.

         8.        Cercate dunque per prima cosa l'Amore in Me con la volontaria osservanza dei Comandamenti, allora il Dono v’illuminerà e voi riconoscerete il Donatore nel Dono, arderete d’amore per Lui ed adorerete la Sua grande Santità.

         9.        Perciò per prima cosa amate, allora il dono sarà giusto, sarà per voi Luce vivente nel pane. E soltanto allora la benedizione del Donatore sarà nel Dono. E poi adorerete nello spirito e nella verità la santità del Dono.

       10.      [Risposta alla terza domanda:] Per quanto riguarda Emanuel Swedenborg, provino coloro che hanno posto la domanda a vedere se anch’essi, senza la Mia Sapienza, sono forse in grado di dire cose simili!

       11.      Egli fu suscitato da Me e fu guidato dai Miei angeli in ogni loro sapienza proveniente da Me, secondo il grado del loro amore. E quello che egli dice è buono e vero.

       12.      La Mia Dottrina e la Mia Parola vivente però che vi arriva dalla Mia Bocca mediante l’Amore in voi, sta più in alto di tutti i profeti e di tutta la sapienza degli angeli! Infatti, l'Amore è la prima cosa e la suprema, soltanto dopo viene la Sapienza.

       13.      Chi dunque ha il vero Amore per Me, a questi sarà data anche la sapienza a profusione. Ma chi cerca la Verità senza cercar prima l'Amore, costui non troverà nulla se non inganno, e sarà uno che procede su due strade, ed alla fine non saprà qual è veramente quella giusta.

       14.      Perciò per prima cosa amate e tralasciate l’impertinenza, allora il Sole in voi sorgerà. - Amen! Amen! Amen!

       15.      Queste siano per voi tre dure risposte dalla grand’Altezza proveniente da Me, Jehova. Amen.

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Cap. 9

Ai Miei amici

Sabato, 9 maggio 1840, pomeriggio

         1.        Nelle vostre reciproche testimonianze d'amore, concedete anche a Me un posto per accludere un piccolo saluto. Poiché vedete, Io Mi invito subito da Me Stesso, se soltanto assaggio, per così dire, un qualsiasi buon boccone. Io sapevo però che oggi non sareste stati scortesi con Me, se Mi fossi preso la libertà di trovarMi in mezzo a voi come Ospite non invitato.

         2.        Vedete, da coloro che Io amo, perché hanno cominciato a cercarMi e ad amarMi ed hanno riconosciuto la Mia Voce attraverso il Mio povero e debole servitore, Io vado volentieri, anche se spesso forse in un momento poco adatto. Solamente, cosa può fare il Padre se Egli ha più Amore per i Suoi figli di quanto ne abbiano i figli per Lui!? Perciò dovete ben perdonare il Mio grande Amore per voi come giustificazione del fatto che Io spesso da voi Mi faccio accettare proprio per forza. O figli Miei, quanto voglio bene a tutti voi! Perciò anche voi amate Me, il vostro Padre buono, e guardate sempre a Me! Oh, Io Stesso sarò un giorno la vostra ricompensa!

         3.        Ascoltate, voi che ora Mi vedete volentieri in mezzo a voi, voi che un giorno Io prenderò nel centro del Mio Amore e mangerete alla grande tavola del Padre vostro! Vedete, così Io sarò oggi per la prima volta completamente tra voi. In verità non Mi vedrete con i vostri occhi materiali. Ma toccherò i vostri cuori quando il Mio povero, debole servitore vi presenterà queste Parole. Ed allora saprete che Io son venuto in mezzo a voi!

         4.        Voi però non dovete essere imbarazzati nella vostra serenità, ma siate allegri e d’animo giulivo! Infatti pensate: se Io sono con voi, anche voi siete con Me, il vostro Padre buono! E così siete a casa, e lì ha fine l’imbarazzo.

         5.        Poiché sono perfettamente con voi, allora prendete tutti, Miei cari figlioletti e figli, il Mio certo supremo affettuoso saluto Paterno, come a tutti voi è dato! E questo Mio vero saluto sia per voi anche una vera benedizione in modo così certo, com’è certo che Io sono per tutti voi il vero Padre; così accoglietelo tutti altrettanto volentieri, come Io ve lo dono sempre volentieri. Il saluto però è e dice:

         6.        La pace sia con voi! – Il Mio Amore sia la vostra unica ricchezza! E la Mia Grazia illumini davanti a voi le tenebre del mondo e vi mostri dolcemente la via della vita eterna! Amen.

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Cap. 10

Spirito ecclesiastico e spirito d'amore

Giovedì, 14 maggio 1840, pomeriggio

         1.        A colui che qui è un timido dinanzi a Me (più a causa della chiesa che per causa Mia) e vorrebbe avere comunque volentieri una Parola consolante, poiché crede che Io abbia qualcosa contro di lui a causa della debolezza della sua fede – perché non ho agito subito con lui come con coloro che già da anni bramavano la Mia Luce – dal momento che egli viveva ancora tranquillo nella chiesa esteriore e riteneva che il vento frusciante fosse il Mio Spirito ed il tuono la Voce della Vita nel Figlio, a costui dico:

         2.        Io ho visto il suo cuore ed ho trovato nello stesso un buon germoglio. Egli deve innaffiarlo assai diligentemente con l'Acqua della Vita proveniente da Me, acqua che troverà in grande pienezza nella Scrittura del Vecchio e Nuovo Testamento. Poi questo granello di senape germoglierà in lussureggiante freschezza. Ed allora molti spiriti del Cielo verranno vispi e lieti e prenderanno dimora tra i suoi numerosi rami e ramoscelli. E quando Io vedrò poi la grande gioia degli spiriti vispi tra rami e ramoscelli del nuovo albero proveniente da Me (in lui), allora verrò Io ed in breve tempo risveglierò completamente anche il suo spirito e prenderò dimora in eterno presso di lui.

         3.        Egli non deve temere d’amarMi, e [non deve] pensare che la chiesa di pietra sia vivente, chiesa che certo è fatta altrettanto bene come un'altra casa dalla mano degli uomini! Né deve egli pensare che gli portino la salvezza le messe, che sono un servizio muto, o la confessione, che è inutile per voi se non vi cambiate completamente nei vostri cuori, oppure tutti quei sacramenti che sono un vero veleno dell'anima se non li rendete viventi con il vero amore per Me nel vostro cuore purificato.

         4.        Egli deve sapere: per il vivente tutto è vivente e per il morto tutto è morto. Chi ha il Mio Amore (cioè il puro, celeste amore per Dio e per il prossimo), costui ha in sé Me Stesso, la Vita di ogni vita. Ma chi non ha il Mio Amore, costui è come la materia che è morta dalla morte dell’ira di Dio; egli stesso è morto, e la vita passa muta in lui, come egli stesso è muto per la vita.

         5.        Perciò Samuda[5], bada soltanto al Mio grande Amore e cercalo dappertutto! E dove lo troverai, là, crediMi, c'è anche la Vita. E perciò non lasciarti legare a nulla se non unicamente al Mio Amore, allora tu vivrai; anche se dovessi morire mille volte!

         6.        Non cercare la luce che è morta, bensì l'amore, allora ti giungerà Luce vivente in gran pienezza da Me che son l'Amore e la Vita stessa da Eternità in Eternità. – Amen. – Io, Gesù-Jehova. Amen.

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Cap. 11

Preoccupazioni inutili

Domenica, 24 maggio 1840, mattino

Domanda: Non possiamo pregarTi, o Padre nei Cieli, in umiltà infantile, affinché termini il reclutamento, con il quale viene strappato l'uomo alla donna, il padre ai figli, il figlio ai suoi genitori, il cittadino al suo mestiere e il contadino alla sua agricoltura per essere spesso costretto ad una condizione nella quale si trova poco cristianesimo? Per quanto tempo deve ancora durare questo male secondo la Tua Volontà? Possa esserTi compiacente di chiederci un sacrificio, affinché il duro giogo, la cui vista ci riempie di tristezza amara, venga tolto dai nostri fratelli! Ma non la nostra, bensì la Tua Volontà sia fatta in tutta l’eternità!

         1.        Quale vostro Padre buono e santo Io provo sempre gioia se vi rivolgete a Me per qualunque desiderio. Soltanto non dovete chiederMi cose sciocche, alle quali poi non posso darvi nessuna risposta, perché sarebbe insensato rafforzarvi in un errore o superstizione.

         2.        Simili domande però sono quelle su determinazioni di tempo secondo anni, giorni ed ore! Perché vedete, Io non stabilisco mai un tempo per qualcosa, ma agisco sempre secondo la natura delle circostanze presso gli uomini, e precisamente come Padre presso i figli e come Dio presso gli uomini (del mondo). Non dovrei forse essere considerato crudele se Io dicessi: "L'anno prossimo farò scatenare su di voi il Mio Giudizio" e lo facessi precisamente, anche nel caso in cui voi doveste migliorare fin dalla più intima fibra!? Ebbene, giudicate voi stessi! E se non lo facessi, non sarei poi un vero bugiardo!? E come si accorderebbe questo con il Mio Amore e la Mia Santità?

         3.        Per questo vero motivo Io faccio contraddire tutte le profetiche determinazioni di tempo e novero del tempo ed alla fine li faccio fallire. E così dunque non Io, bensì gli uomini stabiliranno inconsciamente il tempo col loro agire. Ed Io verrò poi come un ladro quando meno se l’aspetteranno.

         4.        Una seconda simile domanda sciocca è: “Con quale sacrificio Io dovrei essere indotto a fare qualcosa?”. Vedete, mi duole una simile domanda da parte dei Miei figli, perché riconosco da questo che essi Mi considerano ancora una specie di idolo, anziché in tutta verità ed amore il loro unico, buon Padre santo. Il Quale non vuole null'altro da voi se non il vostro amore filiale, che è l'unico sacrificio nel quale il Padre vostro prova gioia, ed il vostro Dio il massimo compiacimento!

         5.        Per quanto riguarda il reclutamento, esso non è il massimo male del mondo, ma soltanto una conseguenza dell'amore mondano, e quindi è da considerare più come una conseguenza che non il vero male stesso. E così anche il ceto militare che durerà finché dura la mondanità derivata dell’egoismo degli uomini… Perciò non dovete curarvi troppo per le reclute. Poiché siate perfettamente certi del fatto che i Miei figli mai dovranno portare armi, perché sono Io la loro arma contro ogni male. Ed anche se dovessero fare come i figli del mondo, cosa che potrà accadere ed accadrà soltanto raramente, allora credeteMi, anche lì sarò per loro un Padre ed un Dio potente, sarò per loro un'arma invincibile, un’arma tagliente.

         6.        Vedete, ha molto poca importanza cosa eravate nel mondo, se contadini, abitanti delle città, o soldati, o principi, re oppure imperatori. Ha invece importanza come lo eravate: per egoismo o per amore per il prossimo o per il Mio Amore in voi (cioè per amore per Me e da questo) per il prossimo. Conforme a ciò sarà la vostra vita nell'eternità.

         7.        Che lì [nel ceto militare] ci sia da trovare poca religione, questo lo so bene, e so anche che lì le dissolutezze sono evidentemente peggiori che nel ceto civile. Ma in compenso anche la punizione è più severa di quella dei cittadini. E così è evitato certamente qualcosa che nel cittadino ha spesso libero corso.

         8.        Del resto la religione, per come si trova generalmente tra voi, per Me è come se non ci fosse. Perché dove vi è il nulla, si può ancora erigere qualcosa che può essere buono. Ma dove si trova soltanto del cattivo, lì il buono ha poco posto. Tutto il mondano però è nello stesso tempo infernale e perciò anche colmo d’ogni genere di crudeltà, la cui ricompensa prima o poi non rimarrà per strada sia nel cittadino come nel soldato.

         9.        Tuttavia i Miei figli non devono preoccuparsi di nulla! Poiché Io ho molto da dare agli oppressi ed ai bisognosi, se soltanto vogliono venire a Me. E coloro che hanno perduto qualcosa sulla Terra a causa Mia, per un motivo o per l’altro, lo ritroveranno all’infinito un giorno nel grembo del loro buon Padre santo. – Amen.

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Cap. 12

Come dobbiamo leggere i profeti, per comprenderli giustamente?

26 maggio 1840, dalle 15 alle 17

         1.        Tali domande potete comunque rivolgerle a Me se vi servono seriamente per vedere illuminate le Mie Vie. Ed anche se non vi darò una risposta completamente esatta, tuttavia un Raggio attraverso tutti i Cieli angelici – uscente da Me – illuminerà il vostro cuore, ed il vostro intelletto contemplerà e percepirà grandi, meravigliose cose della nuova vita proveniente da Me in voi, che tutto è un effetto del Mio Amore in voi, come anche tutto sui corpi terrestri è un effetto del Sole, mediante la Grazia Mia.

         2.        E perciò vedete, se voi leggete nei profeti – una goccia d'acqua proveniente dal mare illimitato della Mia Grazia – dovete prendere una potente lente d’ingrandimento [cioè quella dell'umiltà] e poi dovete mettere la goccia sul tavolo della vostra coscienza ed accendervi sotto una lampada, riempita con l'olio della fede vivente, affinché la fiamma splendente cominci a bruciare vigorosamente. E quando sopra questa calda fiamma d'amore il tavolo della vostra coscienza sarà diventato rovente e vedrete salire la sua bollicina, allora prendete la lente d’ingrandimento ed osservate con questa la goccia spumeggiante, e scoprirete in essa meraviglie senza fine!

         3.        Allora avrete una grande gioia ed un piacere [puro]. Ma allora non le comprenderete ancora [le meraviglie della Grazia]. E soltanto se vi rivolgerete in perfetto amore umilmente a Me e Mi pregherete, e desidererete fortemente la Mia Luce di Grazia di tutti i cieli, soltanto allora lascerò scoccare un Raggio come una freccia, che esteriormente vi ferirà un poco, ma in compenso risveglierà il vostro spirito dal sonno della morte. Lo spirito invece comprenderà poi, nella Mia vivente Luce, tutte le innumerevoli meraviglie della goccia.

         4.        E così voi, di spirito vivente, avrete da vedere eternamente le meraviglie nelle meraviglie attraverso la più grande di tutte le meraviglie, vale a dire attraverso la vostra libertà vivente, attraverso l'Amore del vostro grande Padre santo dei Cieli e sopra tutti i Cieli! Amen. - Io, Gesù, l'eterno Amore e l'eterna Vita. Amen.

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Cap. 13

Parole di ringraziamento del Servitore

Così voglia Tu accogliere misericordioso anche il nostro debole “grazie”, come Tu, con indulgenza, riveli ora a noi, poveri peccatori inutili, misteri così grandi e profondi di cui non siamo degni neanche solo minimamente. Guarda, o buon Padre santo ai nostri cuori contriti, poiché ci vergogniamo anche solo di esprimere il ringraziamento con le nostre parole umane, dopo aver percepito le Tue Parole piene di Vita.

Oh, grande ringraziamento, grande onore, grande gloria siano a Te eternamente, come nei Cieli, così anche nei nostri cuori! – Amen. J.L.

 

 

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Cap. 14

Sul giuramento oppure promessa

28 maggio 1840, mattino

         1.        Qualcuno qui fa delle domande sul diritto e sulla validità del giuramento oppure promessa. Come domanda è una domanda intelligente.

         2.        Vedete, se Io Mi trovo nel cuore di un qualunque uomo, egli ha la Verità in sé. Egli agisce, pensa e parla dalla stessa, e questa triplice attività è [in certi casi] una vera azione e non ha più bisogno poi né del sì né del no. Tutto ciò che va oltre è peccato, perché tanto da parte di chi chiede il giuramento quanto da chi lo presta, è eretta una vergognosa diffidenza sulla Mia inviolabile Santità che è la Sorgente primordiale d’ogni Verità e Sapienza in Me eterna.

         3.        Ma se qualcuno non Mi ha fedelmente nel suo cuore, allora tutto il suo operare è falso ed ingannevole nell’azione, nel pensiero e nella parola. Come volete allora [in un caso simile] pretendere da un bugiardo un segno della verità ed imprimere così alla bugia la Mia Santità come sigillo, affinché un falso tribunale mondano sostenga la piena validità come legalmente e vera ad una qualunque affermazione interessata di un egoista!?

         4.        Ora però Io vi do un consiglio dal Mio Amore, affinché risparmiate la Mia Santità! Vedete, se un giuramento è per voi un segno sicuro, allora non può avere lo stesso valore il semplice "sì" oppure "no"? Se voi infliggete al falso giuramento la punizione, potete farlo altrettanto con il "sì" ed il "no"!

         5.        Io vi consiglio: se qualcuno ha mentito nella sua deposizione, affermando oppure negando, che il suo nome sia dichiarato pubblicamente infame (disonesto) davanti a tutto il popolo, fino al tempo che gli ci vorrà per guardarsi dentro in tutta umiltà e per riconoscere pubblicamente la colpa della sua menzogna, che sarà poi la prima verità sulla sua lingua.

         6.        Oltre a ciò, secondo come si presenta la faccenda, potete e dovete togliere a lui o un terzo oppure la metà, oppure anche tutte le sue sostanze come giusta espiazione a causa della verità oltraggiata per egoismo da un simile bugiardo. Egli dunque non deve avere un proprio pane nel cassetto, poiché ha egli aborrito la verità!

         7.        E potete essere certi che nemmeno il [peggiore] scellerato vi mentirà. Piuttosto tacerà completamente, simile agli spiriti dell'Inferno che là non possono pronunciare il Nome Mio.

         8.        Chi qui è giusto nel cuore, a costui credete sulla parola, senza giuramento, allora potete essere sicuri del fatto che egli dice la verità e che la sottoscriverà con il proprio sangue.

         9.        Ma da chi ha un cuore egoista e sleale, Iddio gli è lontano e l'Inferno gli è vicino. Da lui potete pretendere un giuramento dopo l'altro - ma chiedete a voi stessi: a cosa serve?

       10.      Perciò sia il vostro dire: "Sì, sì" oppure "No, no"! Ciò che va oltre, è un peccato nello Spirito della Mia intangibile Santità.

       11.      Questa è la Mia Legge senza un’ordinanza supplementare! Perché i Miei Comandamenti sono stabili e non tollerano nessun cambiamento come i vostri pagani! – Amen. Io, Jehova, la Sapienza e Giustizia sublime dall’Eternità. Amen.

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Cap. 15

Giusti ordinamenti terreni e celesti

Giovedì, 28 maggio 1840, pomeriggio

         1.        Io vi do [in successione] una goccia di Sapienza, assaporabile, per voi creature finite, mediante il Mio eterno Amore. Infatti, come Dio Io non ho figli al di fuori dell'unica, eterna Parola in Me, che è la sola Figlia di cui ho compiacimento. Ma nel Figlio sono anche vostro Padre ed ho compiacimento in voi se avete accolto in voi questo Mio amato Figlio e quindi attraverso di Lui anche la Mia Santità!

         2.        Ma questa goccia [di Sapienza] cade sulla cocente sabbia della terra deserta, con la quale voi certo potete arricchire il vostro sapere, ma siete incapaci di agire di conseguenza, il che è la cosa principale, perché soltanto l'azione, mai il [semplice] sapere, ha come conseguenza la vita eterna.

         3.        Vedete, tutto il vostro “diritto” politico si fonda sulla pura falsità e sulla cattiveria dell’egoismo, che ha contrassegnato la Terra con pietre di confine, sulle quali sta ovunque scritto "mio" e mai "tuo". Da quest’indelebile errore provengono per lo più le vostre trasgressioni e perciò dovevano essere escogitate anche leggi completamente illecite che dovevano assicurare ad ognuno la propria immaginaria proprietà avvalendosi di punizioni di una violenza inaudita, anzi perfino punizioni con la morte; invece Io ho creato la Terra, come l'aria, come l'acqua, la pioggia ed i raggi del Sole, ugualmente per tutti, e da Me non fu concesso nessun tipo di privilegio.

         4.        Ora però la Terra è misurata col compasso esattamente come l'Inferno, perché ognuno ha il suo determinato posto non abbandonabile. Quindi può anche essere posta soltanto una corrispondente amministrazione della giustizia e possono, conformemente a ciò, essere poste anche solo somiglianti punizioni come limite alla cattiveria. E così poi le punizioni, se sono adeguate alla cattiveria, non possono essere altro che “legali”, contemplate dal punto di vista dell'Inferno, poiché tutto, ve lo dico Io, è tratto letteralmente da lui, così come sono le pietre di confine, così sono le leggi e così anche le punizioni.

         5.        Vedete, in tali circostanze è difficile suggerire dai Cieli, dove uno ha tutto per tutti e tutti hanno tutto per uno dall'amore, il ché ve lo insegna il Vangelo, in cui è detto di dare anche la veste quando è chiesto il mantello per evitare ogni controversia. Così se ognuno operasse come nei Cieli, allora non sarebbero necessarie nuove leggi infernali, perché nessuno possiederebbe qualcosa e rimarrebbe così anche libero da ogni rapina o furto.

         6.        Ebbene, Io vi ho mostrato brevemente come stanno le cose. Per questo motivo voi non dovete costringere il Padre vostro [celeste] a scendere in trattati giuridici dell'Inferno e con ciò offendere la Sua Longanimità e grande Pazienza dinanzi a simili orrori e sacrilegi, e questo tanto più che Io sto già armato dinanzi alla porta per tuonare l'ultima sentenza sulla Terra, affinché l'intero ciarpame infernale venga gettato via, là dove il suo autore ha edificato già da tempo la sua residenza permanente.

Prendete bene a cuore queste Mie Parole ed oltre a ciò operate per amore, ed un giorno si vedrà quanto oro si troverà nelle immondizie dell'Inferno! Amen.

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Cap. 16

Pazienza per la maturazione

Sabato, 30 maggio 1840

    A Jakob Lorber, a causa del pittore W.:

         1.        Non può essere subito come desideri tu, ma il momento giusto in cui Io voglio rivolgere una Parola a qualcuno, è noto solamente a Me.

         2.        Ma il tempo di colui al quale devo rivolgere una Parola [secondo il suo desiderio] non è ancora giunto alla sua piena fioritura. Perciò ancora un poco, e la prima [molta] acqua della Vita arriverà dal ricco pozzo di Giacobbe! Poi, essere piccolo e vedere grande, ascoltare bene ed essere muto nel discorso! Non contare solamente i soli, ma più ancora la modesta erba della Terra. E non salire soltanto sui monti della Luna, ma piuttosto soffermarsi nelle valli della Terra!

         3.        Vedi, coi fanciulli Io parlo il linguaggio dei fanciulli, con gli uomini come Uomo, coi signori come Signore, con i principi come Dio, con tutti gli alti locati come l'Altissimo, con i potenti come il Potentissimo, con i grandi come l'Infinito, coi peccatori come Giudice e Pastore. E così Io parlo con ognuno [dei nominati] secondo la sua specie come un Dio irraggiungibile. Ma con colui che Mi ama in tutta umiltà Io parlo come Padre, abbassandoMi a lui come un Fratello dalle Altezze di tutte le incommensurabili altezze, come il più Sublime in tutta la Mia Pienezza senza fine.

         4.        Perciò ancora soltanto un po’ di tempo finché il ferro diventi oro attraverso l’attiva infusione dell'Acqua vivente!

         5.        Io, il Giusto, l’unico-vero Emmanuel. Amen.

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Cap. 17

Immagine del Signore

Inizio della nuova Luce

1° Giugno 1840, pomeriggio

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 1 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 18

Il più importante Comandamento

2 giugno 1840, pomeriggio

Ad una domanda su Marco 12,30: "Ama il Signore Iddio tuo con tutto il cuore, con tutta l'anima, con tutto il sentimento e con tutte le forze tue! - Questo è il più importante Comandamento".

         1.        O voi, figlioli Miei cari! Se non comprendete cose così piccole, che certo sono e dovrebbero essere il vostro pane quotidiano?! – dite, come farete a comprendere poi cose più grandi, come un Evangelo delle erbe, delle piante, degli arbusti, degli alberi e di tutte le piante erbacee, come anche un Evangelo delle pietre, della terra, dell'acqua, dell'aria, del fuoco e di tutte le costellazioni, e poi anche di tutti gli animali, in cui tutto rende testimonianza di Me!? E quanto meno afferrerete poi l'inafferrabile, lo spirituale ed il celestiale!? Come potete pensare che un giorno mangerete alla grande tavola di Abramo, se tutti i vostri denti (sapienza derivata dalle fede della Parola) sono diventati guasti a forza di dedicarvi alle dolcezze del mondo e sono quindi incapaci di masticare il vostro pane quotidiano, per il quale voi pregate giornalmente nella Mia Preghiera (purtroppo la grande moltitudine prega per avere il pane dei vermi!)!?

         2.        Vedete, la causa è: perché voi amate più la sapienza che l'amore e perciò avete poco amore e quindi anche altrettanto poco vero discernimento come giusta dote dell'Amore.

         3.        Ma se Mi amate, in primo luogo come i figli amano i genitori, prima che la loro lingua sia sciolta, oppure come una vera sposa ama il suo sposo prima ancora di un’effettiva conoscenza più intima, allora i flussi della luce scorrerebbero dai vostri lombi!

         4.        Perciò dovete convertirvi e, per prima cosa, amare! Allora la vostra fede diventerà vivente. Altrimenti la vostra testa si riempirà d’ogni genere di cose, come lo stomaco del bue, ed il vostro cuore però rimarrà vacante come un sacco vuoto. Ma nei vostri figli dovrete riparare il vostro errore e poi diventare come loro.

         5.        Questa è dunque la comprensione di quel "pane di casa quotidiano":

         6.        "Con tutto il cuore"; qui con “cuore” è da intendere lo spirito della vita che, come fedele immagine vivente del Mio Amore nel periodo di prova, è in voi ed è veramente il puro amore. Poi "con tutta l'anima"; qui sotto “anima” è da intendere il corpo eterico dello spirito che deve essere interamente compenetrato dall'amore primordiale presente in voi, affinché in questo modo diventi essa vivente in tutte le sue parti. "Con tutto il sentimento"; qui sotto “sentimento” sono da intendere le vostre conoscenze naturali che devono essere tutte afferrate dal Mio Amore in voi, affinché l'anima, quale corpo dello spirito, ottenga solidità con pelle e peli, e ottenga piedi per stare in piedi e camminare, mani per afferrare ed operare, occhi per vedere, orecchi per sentire, naso per odorare e una bocca provvista di tutti gli elementi e capace di prendere cibi superiori e migliori, e di pronunciare parole di vita provenienti da Me, le quali sono poi completamente "tutte le forze" che devono anche essere colme d'amore!

         7.        Vedete, questa è la breve e molto facile comprensione del breve testo delle Parole del Mio caro Marco e di tutti coloro che dicono la stessa cosa. Ma sia ben chiaro, non per il vostro intelletto, ma per il vostro cuore Io ve l'ho data, affinché cominciate finalmente ad amarMi per la Mia Premura, se tutte le Mie restanti cose non potrebbero predisporvi nell'amore per Me.

         8.        Perciò afferratelo bene nel vostro ancor vacante cuore, affinché venga ogni giorno saziato con il Pane celeste. Questo lo auguro soprattutto Io, il vostro santo ed oltremodo buon Dio, quale Padre nel Figlio Gesù-Jehova. Amen. Amen. Amen.

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Cap. 19

I sette maligni

4 giugno 1840, pomeriggio

Su Luca 11, 24-26: «Quando lo spirito immondo è uscito fuori di un uomo, va errando per luoghi aridi, cercando quiete, e non trovandone, dice: “Ritornerò nella mia casa donde sono uscito”. Quando vi giunge, la trova già spazzata e messa in ordine. Poi va e prende seco altri sette spiriti peggiori di lui, ed entrano per abitarci; e l'ultima condizione di quell'uomo diviene peggiore della prima».

         1.        Riferisci ad A. ed a tutti i suoi congiunti adulti, alcuni dei quali sono la moglie e le sue figlie: "Chi cerca, trova; chi bussa, a costui sarà aperto; e chi chiede, a costui sarà dato ciò che chiede, in abbondanza!".

         2.        Se qualcuno ha una moglie, e la moglie ama in silenzio suo marito in modo che il mondo non se ne accorga, poiché lei crede che il mondo penserebbe di lei cose impure (se si accorgesse che è affezionata con tutto il cuore a suo marito), perciò esteriormente è fredda e vergognosa e non lascia toccare il suo corpo, mentre interiormente arde di desiderio. Se ora il marito impiega invano tutti i suoi sforzi per rendere sua moglie acconciata e completamente sottomessa, ma essa rimane sempre vergognosa, in parte per la sua femminilità, in parte per il mondo, in parte però a causa della stupidità e pazzia, che cosa farà questo marito?

         3.        Io dico che egli, per amore, lascerà la sua smorfiosa stupida moglie nella sua pazzia fino alla sua fine e non la toccherà più anche solo con un dito, ma deporrà il suo seme in un terreno forestiero, dove ci sono molte malerbe e cardi, e penserà tra sé: "Anche se qui non posso ottenere un raccolto, mi voglio comunque coltivare un seme che sia del mio nome per una futura semenza ed un ricco raccolto".

         4.        Ed Io dico che quest'uomo ha fatto bene e questo come punizione per sua moglie, perché l’ha fatto per amore. Ed Io dico ora anche a voi: “Questo sposo sono Io, e la sposa molto stupida siete voi!”.

         5.        Ebbene, già tanto spesso vi volevo prendere e stringere al Mio Cuore, ma voi sfuggite sempre a causa d’ogni genere di timidezze mondane e piene di sciocchezze, in certo qual modo umili, per virtuosismo mondano. Voi tenete l'Amore appartenente a Me chiuso in voi, e credete che comunque verrà il tempo in cui Io verrò e soffierò su di voi, così che poi possiate amarMi immensamente. Oppure credete anche che Mi accorgerò di quest’amore in voi (forse attraverso qualche microscopio). Ma vi sbagliate. E se persisterete in questo, Io farò come quello sposo e vi lascerò nella vostra leziosaggine.

         6.        Perciò siate aperti come lo sono Io! E parlate con Me in confidenza ed in sincero, libero amore! E non ci sarà una sola lettera nel Mio vecchio libro dalla quale non vi s’irradierà una luce moltiplicata sette volte. E nel vostro cuore leggerete, rivelato con grande scrittura, il segreto del grande mondo degli spiriti!

         7.        Ebbene, così comprendete ed ascoltate la comprensione dei tre versetti [di Luca]!

         8.        Se un uomo vive in modo integro e retto secondo la legge [esteriore] ed osserva la stessa con rigore e precisione per proprio impulso e per il senso di giustizia, e perseverante, vince così anche ogni tentazione con la volontà subordinata alla ragione, allora il seduttore e tentatore si renderà conto poi del fatto che in questa casa non vi è nulla da fare per lui. E così egli l'abbandona irritato e se ne va; poi va alla ricerca di siffatti luoghi aridi sull’intero mondo. Ed appena egli vede che in simili luoghi né le semenze buone né quelle cattive possono mettere radici, allora dice a se stesso: "Dove non c’è umidità, c’è il deserto e quindi nessuna possibilità di permanenza per me. Che cosa devo fare ora? Voglio nuovamente ritornare e vedere che aspetto ha ora il mio primo possedimento!".

         9.        Torna indietro e vi si reca in fretta. Trova il luogo perfettamente pulito e ben adorno di virtù e di ghirlande della vittoria. Ora gli piace molto quel luogo ma si sente troppo debole per prenderne nuovamente possesso, infatti, egli è soltanto uno spirito della carne.

       10.      Allora ritorna all'Inferno e prende lì con sé sette spiriti, ognuno peggiore di lui, i quali sono: un grande lusingatore, un grande ipocrita, un grande elogiatore, un ambizioso, un orgoglioso, uno spregiatore e calunniatore ed infine ancora un maestro di corte e cerimoniere ed un fine assaggiatore di prelibatezze e cose buone, dietro a quest’ultimo anch’egli stesso si ritrova nuovamente. E così questa maligna banda ritorna, ottiene facilmente il permesso d'ingresso e vi prende pienamente possesso.

       11.      E per quanto fosse brutta la prima condizione sotto le aggressioni della carne, questa seconda però sarà molto peggiore della prima, perché l'uomo con questo si è dato prigioniero nel suo far da sé ad ogni malignità, perché tutto il suo giusto agire non era proceduto dall’amore per Me, ma dal suo amor proprio, e perciò ha consumato tutta “l'umidità” [quella vera, vitale] in sé, perciò non era nemmeno più in grado di portare frutto e divenne così secco e come morto.

       12.      Poiché vedete, Io soltanto sono la Vita in voi, unicamente attraverso il vostro amore per Me, attraverso la giusta osservanza dei Comandamenti tanto nell’azione quanto nel parlare, quanto nel pensare dall’amore per Me.

       13.      Ed anche se vorreste agire [così diligenti] come le api e le formiche, se tutto questo non lo fate per amore per Me, che solo vi da forza e vita per resistere all'Inferno ed a tutte le sue ulteriori tentazioni, non troverete mai pace, né qui né là. Vi capiterà come agli animaletti menzionati, ai quali viene portato via il miele e la covata, malgrado le loro pungenti e pizzicanti armi, poiché essi sono soltanto semplici creature e vengono guidati mediante l'istinto, come un uomo che ha lasciato catturare la sua volontà dal freddo intelletto ed ha trascurato l'amore e quindi anche la sua libertà e la vera vita derivante da esso.

       14.      Vedete, questa è la comprensione di questi tre versetti! Perciò guardatevi dall'intelletto se proviene da altro luogo che non sia solamente dal Mio Amore! Fate che sia sempre sottomesso allo stesso, come la Divinità [è sottomessa] a Me, il Suo eterno Amore; altrimenti diventerete uguali ad una simile casa pulita ed adorna, come vi mostra la parabola dei tre versetti – Amen.

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Cap. 20

Amore e Sapienza

Dall'Opera principale di Jakob Lorber scritta in questo periodo

"Il Governo della famiglia di Dio".(vol. 1, cap. 174,10)

          1.      Chi ha l'Amore, vale a dire il puro amore per Dio, il Padre di tutti gli uomini e Creatore di tutte le cose, e fuori da questo amore anche il vero amore verso tutti i suoi fratelli ed in pura e giusta misura altresì verso le proprie sorelle, questi ha tutto; sì, egli ha la vita eterna ed ogni evidente, chiara e santa sapienza, e non una tenebrosa scienza intellettuale del mondo, la quale ad altro non serve che a maturare, a poco a poco, l’uomo vivente per la morte eterna.


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Cap. 21

Sull'educazione dei figli

Lunedì di Pentecoste, 8 giugno 1840, dalle 19 alle 22

O Signore, come devono essere educati i bambini perché possano divenir capaci di chiamarsi un giorno figli Tuoi?

         1.        Ebbene scrivi dunque! Questa è una domanda posta giustamente e buona, alla quale Io vi voglio dare una risposta completa e definitiva. Ma badate, se qui vi do una giusta luce, è perché voi diventiate fedeli pastori del vostro piccolo gregge che vi è stato dato dalla profondità, affinché lo portiate alle altezze di ogni umiltà e con ciò sulla via di ogni vita attraverso il fuoco raggiante del Mio Amore. Ma vi costerà molta fatica, e questa fatica deve essere l’espiazione della vostra brama carnale che voi avete praticato molte volte con le vostre mogli, per la qual ragione fu data ai vostri figli la veste della prostituta ed un monumento nella Gerusalemme distrutta, ed un sepolcro largo e profondo, sotto le macerie di Babele.

         2.        Poiché vedete, se voi foste rinati dallo Spirito del Mio Amore, allora avreste potuto prima purificare la vergine che avete desiderato in moglie, nei torrenti dell'acqua vivente che sarebbero sgorgati dall’essere vostro in quantità infinita. E così il vostro matrimonio sarebbe stato un matrimonio celeste, ed i vostri figli (generati nel desiderio degli angeli, che è una vera unione dell'amore con la sapienza) sarebbero stati allora figli dai cieli e già metà rinati, in cui il seme spirituale sarebbe presto germogliato per diventare un frutto nel nuovo terreno che ricopre i grandi giardini della nuova Gerusalemme. E l'educazione sarebbe diventata per voi una grande gioia al Cospetto del vostro Padre santo.

         3.        Ma poiché ora avete contratto il vostro matrimonio nelle tenebre del mondo, per eseguire le opere della morte e per generare frutti dell'Inferno, che qui sono i vostri cari, viziati figli, così è anche difficile togliere il veleno alla covata dei serpenti. E questo non può avvenire in altro modo se non attraverso la completa mortificazione della carne e la completa cattura della volontà, perché l’ostinazione di simili fanciulli è puramente satanica oppure infernale; infatti, non c’è anche solo una scintilla che sia del Cielo.

         4.        Ma se voi pensate che qui Io dica troppo, allora rispondo: “Esaminate la vostra progenie e non troverete che egoismo, invidia, collera, indolenza, avversione verso tutto ciò che è serio, ed una segreta, risoluta ripugnanza verso tutto ciò che è divino, per la qual ragione possono essere scossi soltanto con punizioni o con ricompense sensuali [mondane], per imparare in qualche modo, alcuni magri principi dai severi catechismi.

         5.        Ed ora, se avete trovato tali cose nei vostri figli, allora replicate e riconoscete apertamente il fatto che Io vi dico questo soltanto nel Mio troppo grande Amore per la salvezza dei vostri figli e per la vostra stessa, perché i vostri figli sono veri figli dell’Inferno!

         6.        Se ora dalla vostra stirpe volete generare nuovamente figli dell'amore, allora dovete essere ciechi verso una graziosa e morbida faccia e sordi verso ogni loro [sciocco] desiderio e molto per tempo dovete imprigionare ogni scintilla della loro maligna ostinazione, affinché in loro si faccia spazio al Mio Amore e da ciò ad una nuova volontà.

         7.        Tutto ciò che i figli desiderano [ostinati], lo dovete loro rifiutare, anche se fosse buono, affinché diventi vivente non la loro volontà, ma la vostra volontà attraverso la rassegnazione e la giusta e salutare obbedienza nei loro cuori.

         8.        Punite sempre l’ostinazione e l’ira, l’indolenza e l’avversione per il divino, ma soprattutto il disprezzo che dimora segretamente nel loro cuore per i rimproveri salutari, così come per il Mio Nome e per tutto ciò che ad Esso si riferisce.

         9.        Quando fanno cose giuste, non lodateli ed ancor meno non li ricompensate! Dite a loro amorevolmente seri che hanno compiuto un'opera della nuova volontà, per la quale il Padre nel Cielo ha già una piccola gioia. E quando un fanciullo, per proprio impulso, nel tempo libero dai doveri concesso per il ristoro del corpo, ha fatto una cosa che appare come fosse qualcosa di buono, allora fate domande minuziose su che cosa l’abbiano spinto a fare questo. E quando avrete appreso fino in fondo se l’ha fatto per amor di se stesso o per amore del dovere, oppure per amore vostro o per amore verso di Me, allora orientate sempre di conseguenza il vostro piacere o dispiacere.

       10.      Ma con le vostre carezze siate così parsimoniosi come l'Inverno lo è con le giornate calde, affinché non siano distrutti i germogli del frutto in una successiva tentazione, come accade ai fiori della primavera con una brina ritardata. Lasciate invece soffiare spesso venti freddi, affinché l'aria pestifera intorno ad un giovane cuore sia purificata per il benessere dello spirito.

       11.      Insegnate ai ragazzi ad ubbidire ciecamente e fate loro riconoscere l'origine del Comandamento nel Mio Amore. E penalizzate la loro curiosità e la troppo grande [indisciplinata] mania per il gioco e richiamateli severamente alla calma.

       12.      Le ragazze invece tenetele a casa e non permettete che si ridesti in loro anche la minima voglia [indecorosa]. E non soddisfate mai neppure il più piccolo desiderio, prima che non vi diventi chiaro la più segreta fonte dello stesso.

       13.      Proteggetele con cura dagli incontri con ragazzi estranei che ricevono un’educazione mondana, altrimenti voi stessi vi siete preparati nuvole cariche di grandine. E qui non rimarrà risparmiata una spiga di frumento.

       14.      Con l'età proceda anche la vostra giusta severità a passo settuplo.

       15.      È meglio ascoltare piangere i vostri figli perché offesi nella loro vanità distruttrice, piuttosto che rallegrarvi nelle loro sempre presuntuose gioie mondane, affinché diventino uguali agli angeli nel Cielo, i quali hanno grande gioia in coloro che nel mondo piangono [pentiti].

       16.      Una ragazza iraconda deve digiunare sette volte tanto quanto è durata la sua ira, affinché diventi mansueta come una colomba.

       17.      Il vostro amore sia loro nascosto, come Lo sono Io ai vostri occhi, affinché il nuovo, delicato frutto non soffochi nella calura di un fuoco prematuro. E [nella misura] in cui si mostra il frutto che germoglia dai nuovi semi del Cielo e diventa sempre più forte, e [come] diventa sempre più visibile nel suo cuore il vero, puro amore per Me e da ciò una fede attiva, allora si apra anche il vostro cuore nell'amore comprensivo per i figli [spiritualmente] rinati.

       18.      Vedete, questa è la via della vita per i vostri figli! E questa è l'unica e fuori di questa non ve n’è nessun’altra, come all’infuori di Me non esiste più un altro Dio. Chi la vuol percorrere, questi troverà benedizione e riconoscerà che essa procede da Me. Ma chi agirà secondo il libro del mondo, costui troverà di certo lì anche la sua ricompensa presso il principe del mondo nella palude dell'eternità. - Amen. Io, Iddio, l'Onnisantissimo, e Gesù, quale Padre. Amen.

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Cap. 22

Poesia del Cielo

9 giugno 1840

Poiché K.G.L.[6] è anche un poeta della miglior specie umana ed ha un cuore ben disposto e pieno di buona volontà verso di Me avendo gioia nel Mio Amore, ed è anche un grande amico della Mia Sapienza e felicissimo quando ascolta la Mia nuova Parola e legge la Mia Vecchia, così Io gli voglio mostrare l’arte della Poesia del Cielo, che lì è un linguaggio comune e suona qui di seguito come un piccolo esempio:

 

1

Nei vasti, puri circoli celesti,

a mo’ degli angeli d’amor traboccante

tutti i fratelli beatissimi cantano

inni puri, dedicati a Me solamente.

2

In primo luogo cantano del Mio Amore,

dall’impulso più puro, più santo del cuore;

poi s’infiammano nella sublime delizia,

così essi Mi vedono come Sole di Grazia.

3

E quando la loro pienezza di luce più casta

illumina ben tutto dello spirito la veste,

allora scrutano nelle più belle norme

innumerevoli del Mio Amor le meravigliose forme.

4

Là delizia su delizia si accalca nei cuori,

ricca di ben noti dolci dolori,

i quali sono sublimi doni celesti,

poiché ristorano angeli sazi di diletti.

5

Quando sono poi assai felici diventati,

si raccolgono in gruppi trasfigurati;

poi da ogni bocca un canto echeggia,

che Io qui vi attesto come fedele messaggio.

6

"Padre!" ebbri d'amore cantano,

"Padre!" in Me immersi intonano,

"Padre!" è su ogni lingua la Parola,

"Padre!" è il soffio da ogni gola.

7

“Grande è la Tua Potenza e grande l'Onore,

senza numero gli eserciti dell’Opera Tua d'Amore,

le profondità delle Tue vie incommensurabili,

gli appigli della Tua Onnipotenza inconcepibili.

8

Chi mai ha contemplato gli Occhi della Divinità?

Chi conosce di tutti gli esseri la sapiente utilità?

Dov’è un essere così ben intelligente

che potrebbe leggere la Scrittura del Sorprendente?

9

Guardate là nelle profondità mai presentite,

come sono di meraviglie nuove riempite!

Là l'Amore del Padre governar guardate,

il manifestarsi della Sapienza Sua osservate!

10

Guardate giù all'Inferno, guardate i morti,

guardate là, la moltitudine di buoni messi

portano nelle loro mani novella lieta,

per perfezionare anche là gli smarriti!"

11

E quando hanno con ciò contemplato

del Mio Amore i grandi doni portentosi,

come dispensatori di Grazia della Sapienza Mia

inviano all'Inferno gli angeli perfino.

12

Allora in amor s’infiammano di nuovo,

che i Soli se ne rallegran perfino

e poi risplendono nei mondi più luminosi

cosa che v’annunciano sereni, giorni ameni.

13

Allora si riversano da tutte le gole

di una voce onde di armonie soavi

come grandi scroscianti acque presto echeggiando,

presto come quando i venti vanno cambiando.

14

Cantando così delizioso in questo modo,

proferendo a Me la piccola strofa in lode:

"Padre Caro! Guarda nella Grazia Tua

anche dei poveri fratelli il sentiero oscuro!

15

Guarda giù dei figli della Terra il peregrinare,

ascolta, o Padre, i lamenti loro echeggiare!

Oh, libera questi fratelli indeboliti

dai branchi maligni, velenosi e spietati!

16

Padre, fa che i figli del serpente anche,

anzi, se possibile, l'arcinventor finanche

di ogni inganno e principe di ogni menzogna,

s’adatti umilmente alla Tua Onnipotenza!

17

E se soltanto la Tua Volontà ci è data

cosa più abbisogna, perché venga edificata

nella profondità del mondo la santa Pace,

Padre, fa che avvenga ciò che noi supplichiamo!

18

Così a servire siamo pronti

ogni fratello sull'oscura terrestre sfera.

Oh, ascolta la nostra supplica filiale

fa risorgere pietosamente i morti!".

19

Vedete, questi sono puri, devoti modi,

come voi render dovete al santo Padre lodi,

le grandi Opere della Sua Onnipotenza contemplare

e del Suo Amore la Potenza santa glorificare.

20

Così il vostro fare, agire e poetare

illumineranno certe parti del grande dubitare.

Ma se alla vostra maniera voi fate,

resterete folli, perfino da grandi invecchiati.

21

E quando gli alberi saran diventati annosi

e della vita completamente vuoti gli spazi gioiosi,

è troppo tardi per appianare allora

il contorto dalle follie della gioventù.

 

                   1.                     Conclusione: E guarda, Mio caro Karl, Io ho un grande Amore per te che cerchi di purificare con fervore il Mio Nome e di glorificarLo nel tuo cuore. Ma ho ancora qualcosa contro di te, e questo qualcosa consiste nel fatto che ti elevano ancora i discorsi dell’umana sapienza. Poiché vedi, lo spirito eleva lo spirito, l'amore eleva l'amore, l'uomo eleva l'uomo, così anche il mondo eleva il mondo, come il falso splendore l’altro. Ma se ora tu sei penetrato nelle Mie Profondità, allora lascia le cose superficiali del mondo, alle quali non pendono altro che frutti immaturi che non servono a niente.

                   2.                     Io ti dico: “Fa soltanto ciò che ti consiglio! Poiché sono venuto già molto vicino al tuo cuore. E se lo credi e vuoi, anche tu devi presto divenire per Me un buon arnese e contemplare perfino profondità mai immaginate che Io voglio porre nel tuo proprio cuore.

                   3.                     Soltanto allora diventerai un vero poeta ed un uomo secondo il Cuore Mio!”. Amen. - Io, il tuo caro Gesù. Amen!

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Cap. 23

L'angelo

23 giugno 1840

                   1.                     Qui vi voglio dare una solenne Parola supplementare affinché possiate vedere la grandezza di una piccola scintilla del Mio eterno Amore e della divina Forza primordiale e Santità, e con questo però anche la vostra così salutare nullità in tutto ciò che voi siete, fate, pensate, scrivete e poetate da voi. Ma nello stesso tempo dovete anche vedere da ciò, che cosa potete diventare attraverso di Me.

                   2.                     Tuttavia ciò che vi dirò qui, lo dovete percepire in un modesto cantico alla maniera celeste. Ed anche se le forme sublimi del discorso formeranno la struttura di un grande mondo ultraterreno (dinanzi a voi) non dovete ritenerlo, come negli inni umani, un “entusiasmo poetico”, poiché presso di Me non c’è niente di simile, ma solo l’assoluta purissima verità, ed il Mio Nome è già per sé il sommo entusiasmo di tutti i cantici.

                   3.                     Ora segue il cantico! Esso è il cantico di un angelo. E questo procede da Me e vi porta un messaggio buono e troppo grande come qui di seguito. [Il voluminoso poema annunciato con queste parole si trova nella compilazione “Salmi e poesie" e nel terzo volume “Doni del Cielo”. All’opera, nel diario spirituale di Jakob Lorber, segue l’aggiunta:]

                   4.                     Ebbene, qui avete l'angelo, com’egli vive propriamente e realmente in voi e fuori di voi, in Me e fuori di Me! Ascoltate sempre la sua voce in voi! Poiché prima che Io venga, viene sempre il Mio Giovanni [il ‘Battista’ o ‘precursore’] con la sferza nella mano ed una voce assai tagliente in petto, come la voce del grande predicatore nel deserto. Ma se vi siete convertiti mediante un vero, assai serio pentimento, soltanto allora seguirà la grande cena, prima del grande giorno della redenzione, ed alla fine la resurrezione dalla morte. Amen.

                   5.                     Questo ve lo dice il vostro affettuosissimo Padre Santo. Amen.

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Cap. 24

Il Padre presso i concili, nelle chiese e nella cerchia dei figli

29 giugno 1840

                   1.                     Sempre nel luogo in cui voi siete riuniti in due oppure in tre ed anche in più nel Nome Mio e nel Mio Amore, lì sono anch’Io in mezzo a voi, ma non come nei Concili, in questi mai Io Mi sono trovato in mezzo. Infatti nei concili ci si era riuniti con la stessa intenzione con cui si riuniva il Consiglio giudaico davanti al sommo sacerdote Caifa, e si discuteva, sotto la Mia presunta ispirazione, dei privilegi e della santità della gerarchia e della sua infallibilità e si stimava e calcolava la grande perdita delle entrate temporali della Sede e ci si occupava poco di Me, lasciandoMi a gran fatica appena così tanto spazio quanto ne viene lasciato ad un acaro nello spazio mondiale. Il Mio Nome esteriore, considerato [uguale] a quello di un altro personaggio storico, ed alcuni frammenti della Mia Parola – da ciò una cieca fede pagana ed un amore morto, una sistematica venerazione idolatra ed un culto cerimoniale da essa derivante – sono le uniche cose che Mi vennero ancora lasciate.

                   2.                     Per questo Io venni uguagliato a quei sovrani che vengono messi sul trono dai loro funzionari come copertura per tutte le loro infamie, e si devono ancor molto altamente compiacere che questi funzionari, quasi sempre a loro insaputa, usino il loro nome da sovrano come sigillo ufficiale di potenza, per assicurare con questo ai loro decreti e ordinamenti una forza legale superiore.

                   3.                     Vedete, proprio così capita a Me nella maggior parte delle Mie chiese. Ovunque si cerca di sottrarMi alla vista dei Miei figli e si riempie i loro orecchi con suoni vuoti, affinché non percepiscano affatto la Mia Voce paterna. Si mettono davanti agli occhi loro Cristi lignei, affinché non debbano veder giammai il Vivente, e con il suono delle campane rendono sordi i loro orecchi alla Mia Voce e non lasciano diventar forte nei cuori la Parola Mia vivente!

                   4.                     Vedete, per questo ora Io vengo come il vostro Tutto in mezzo a voi e vi metto in guardia dal lievito degli egoisti farisei, affinché possiate sempre contemplare il volto del vostro Padre santo e sentir la Sua Parole vivente: “Diventate piccoli come i fanciulli, affinché il Mio Regno diventi vostro! Poiché in questo sta la più grande Sapienza – come nell'Amore si trova la Beatitudine suprema!”.

                   5.                     Ma a Te, Mio caro “zelante della parola”, voglio darti il conforto – come anche a tua moglie che Mi è già diventata cara – che Io ho annotato i tuoi figlioletti nel libro Mio. Comunica loro che Io li ho accolti come figli, come fossero proceduti dalla Mia Benedizione, e che voglio anche essere per loro un santo affezionatissimo Padre!

                   6.                     E così voglio includere oggi stesso anche per loro un piccolo desiderio, cioè che comincino ad imprigionare con diligenza la loro volontà in tutto ciò che Io ho ordinato e comunicato, ed ancora comunicherò mediante il Mio servitore, e che essi devono prestare la più volonterosa ubbidienza ai loro genitori da ciò istruiti! Allora riconosceranno ben presto ed a percepire in se stessi che cosa vuol dire aver Me per Padre, Padre che ha incommensurabili tesori e ricchezze da donare a quei figlioli che Mi amano.

                   7.                     Voi però, Miei cari, ancora molto pochi amici, siate sereni e lieti nei vostri cuori! Perché Io sono in mezzo a voi e Mi rallegro con voi, se voi avete gioia in Me. E questa gioia sarà per voi una stella luminosa quando lascerete il mondo. Essa vi accompagnerà fedelmente nel lungo viaggio nei Miei grandi Cieli e vi guiderà anche là, come anche già in parte qui, nella Mia grande Città! Amen.

                   8.                     Ebbene dunque, siate lieti! E chi di voi vuol parlare con Me, costui parli! Ed Io scioglierò in quell’ora la bocca e la lingua al Mio povero servitore. Ma lungi da voi sia ogni insolenza e tanto più vicino l'amore del vostro cuore! Amen. Io, vostro affettuosissimo Padre nel Mio Figlio Gesù! Amen. Amen. Amen.

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Cap. 25

Consiglio matrimoniale

6 luglio 1840

                   1.                     Così scrivi dunque al fratello che è un capo amministratore di una città molto lacerata, nella quale si esercitata molta prostituzione spirituale e corporale, che Io ho accolto con molto favore la sua preghiera e perciò gli do anche un insegnamento proveniente dal Mio Amore.

                   2.                     Ma egli deve credere che Io possa recar aiuto, e la sua fede deve essere vivente nella forza della volontà e del massimo amore. E poi non deve temere sua moglie a causa del denaro, e non cedere per questo, anche se malvolentieri, (cosa che certamente non farebbe se egli avesse una moglie povera). Perché si ricordi solamente del giovane ricco nel Vangelo, e gli diventerà chiaro quanto sia difficile per un ricco entrare nel Regno Mio. Tuttavia, ciò che agli uomini appare spesso così impossibile, è certamente possibile a Me. Guardate, infatti, l'orbita della Terra intorno al Sole, come Io l'ho ripartita in giorni e notti per racchiudere un pieno ciclo dell'anno! Ed Io dico che finora non è stato ancora possibile a nessun matematico scoprire la “quadratura del cerchio” che è tuttavia da Me posta come base di tutte le orbite dei pianeti e dei soli!

                   3.                     Ma gli uomini non vedono il bosco a causa degli alberi! Perciò non vedono neppure il bosco in un granello. E così anche il Mio caro figlio vede difficilmente il grande male e ritiene che esso stia nel piccolo. Io gli consiglio perciò di battere il chiodo in testa a modo Mio, senza paura e senza timore. Poiché chi agisce per puro amore del Mio Nome, non deve mai temere nulla. E chi cerca di glorificarMi nel cuore di suo fratello, di sua sorella e tanto più di sua moglie, a causa dei figli e di lei stessa, in verità Io dico, costui mai andrà in rovina.

                   4.                     Questo però è il breve consiglio: per tutto ciò che Io ti indicherò, tu devi richiamarti seriamente alla testimonianza della Scrittura e mostrare a tua moglie, con parole e fatti, che tu sei il capo e lei solamente il corpo, che ti deve ubbidire secondo la Mia Volontà, come Sara ad Abramo e Maria al suo caro Giuseppe – per questo motivo Io ho sempre dato il Mio Ordine a Giuseppe, mai invece a Maria che Mi ha portato comunque in grembo, affinché il Mio Ordine, dal quale tutte le cose sono state fatte, non venisse minimamente rovesciato.

                   5.                     E quando hai fatto questo, mostra poi a tua moglie che la vera felicità coniugale consiste soltanto nel far diventare un rapporto tra uomo e donna simile a quello tra Dio e l'uomo, oppure tra spirito ed anima, oppure tra la vera chiesa ed uno stato costituito ed in altri veri rapporti simili.

                   6.                     Inoltre mostra a tua moglie che le donne, che nel loro cuore si elevano al di sopra dei loro mariti, stanno proprio così come con gli atei o i miscredenti, per i quali le notti diventano banchi di tortura troppo lunghi, specialmente quando esse perdono, oltre a ciò, anche i beni temporali, cosa che per lo più è solito accadere per Volontà Mia, affinché alla fine poi, se non sono ancora cadute troppo in basso, diventi ancora possibile un ritorno.

                   7.                     L'uomo impari a riconoscerMi nel suo amore per Me, la donna invece nell'amore del marito. Ma come può una moglie dire: “Io amo mio marito” se non le è sacra ognuna delle sue parole ed ogni desiderio? Perciò nel matrimonio la cosa più importante per l'uomo è riconoscersi dapprima completamente, affinché egli veda in quale rapporto sta la donna con lui, e poi indirizzi la donna secondo la forza del suo spirito.

                   8.                     Ma se l'uomo nella sua propria cecità è un vero debole nella volontà e cede anche soltanto in un [punto] alla sua donna [in una cosa ingiusta], allora ha innestato un cancro nella sua sciocca stirpe, e presto qui non si troverà più una sana fibra di vita coniugale.

                   9.                     Perciò è meglio che l'uomo non si sposi, prima che non abbia completamente compreso se stesso!

                 10.                  Il denaro sia per te qualcosa di cui puoi fare a meno, se hai la Mia Grazia! Ma tu sii indispensabile per tua moglie, poiché lei non ha ancora la Mia Grazia! A che cosa le servono denaro e beni senza la Mia Grazia!? E se lei ha questa attraverso il cuore mansueto del marito, allora guarderà il suo denaro con occhi bendati.

                 11.                  Oh Mio caro figlio, vedi, Io conosco tua moglie molto meglio di come la conosci tu. Perciò crediMi, tua moglie ha un triplice orgoglio: È orgogliosa del suo denaro; è orgogliosa di essere tua moglie a causa della carica che ricopri, nella qual cosa consiste il suo affetto per te; infatti se tu avessi avuto la capacità di diventare solo un copista, lei non sarebbe mai diventata tua moglie! Ma poiché ora si ritiene molto ricca ed oltre a ciò è ancora pressappoco casta, allora è anche orgogliosa verso di te, della qual cosa tuttavia tu non ti accorgi molto, e questo veramente perché ormai ci hai fatto una certa abitudine. Ma toccala solamente una volta nel punto debole e sensibile, allora le Mie Parole ti diventeranno immediatamente chiare.

                 12.                  Perciò mostrale per prima cosa che tu sei il capo ed Io sono il Signore! Per secondo mostrale che il suo denaro è per te assolutamente superfluo, e che inoltre ti è ancora debitrice della massima gratitudine come lo è anche a Me attraverso di te per l'amministrazione gratuita del suo patrimonio, gratitudine che deve consistere nel vero amore e nell’umile riconoscimento, derivante da quest’amore, dei tuoi diritti maschili. E per terzo mostrale il Vangelo del ricco crapulone e quello del giovane ricco; dapprima pretendi la spiegazione da lei in modo serio ed amichevole, e soltanto dopo però gliela chiarisci tu, nella qual cosa Io ti assisterò.

                 13.                  Poi falle anche vedere la Mia nuova Parola e mostrale in che cosa consiste l'eterna morte ed in che cosa l'eterna vita, che cos’è la rinascita, in che cosa essa consiste e quanto sia indispensabile per il raggiungimento della vita eterna, e come senza di essa con la morte temporale sia anche inevitabilmente collegata quella spirituale.

                 14.                  Tutto questo fallo subito, allora con la Mia potente collaborazione tutto andrà bene. E nel giro di qualche tempo avrai fatto di lei un'altra donna. Accadrà ancora più velocemente se non la tocchi con la tua carne e per questo preghi nella tua cameretta del cuore.

                 15.                  Dopo un certo tempo puoi anche farle fare la conoscenza col Mio servitore J.L. Infatti egli ha racchiuso nel suo petto un potente tuono!

                 16.                  Ora agisci, e la Mia Grazia non rimarrà per strada! Amen! Io, Gesù, il miglior Consigliere. Amen. Amen. Amen!

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Cap. 26

Falsa e giusta beneficenza

Martedì, 7 luglio 1840, pomeriggio

                   1.                     Ogni povero bisognoso è per Me il fratello più prossimo, come il ricco avaro lo è per Satana.

                   2.                     Se a voi ricchi, benestanti e facoltosi, Io mando i Miei poveri fratelli davanti alle vostre porte, allora pensate che non ho ancora ritirato [da voi] il Mio Amore.

                   3.                     Ma una volta che siete arrivati al punto – qui Io parlo in generale – che i poveri non osano più venire davanti alla vostra casa, allora sappiate che il Mio Amore si è anche congedato da voi per tutti i tempi. Un simile ricco si trova allora, in senso mondano sotto un’apparenza seducente, sotto la protezione dell'Inferno. Ma in tutta la sua presunta felicità non esiste nemmeno una piccola Scintilla del Mio Amore, ed ancor molto meno della Grazia Mia.

                   4.                     Lo stesso è il caso anche presso quei ricchi di mondo e di denaro, che per via della reputazione ed un certo senso del dovere, danno in elemosina o molto o poco. Ed un abominio sono quei cosiddetti contributi “caritatevoli”. Io vorrei dire e dico: contributi da “prostitute” che provengono scarsamente da certe occasioni di balli, giochi, e molti altri divertimenti a Me oltremodo odiosi solamente a causa del nome, per permettere alla pubblica fornicazione più libertà d'azione! Oh, ignominia eterna, erigere a Me un altare del sacrificio nelle cappelle di Satana!

                   5.                     Perciò voi, Miei cari, non dovete agire come fanno i figli dell'Inferno, bensì la vostra offerta non sia vista da nessuno se non da Me, dai poveri e da voi. Ed ognuno offra abbondante secondo le proporzioni delle sue possibilità!

                   6.                     Poiché in verità, in verità Io vi dico: in cambio di un centesimo voi riceverete un mondo, ed in cambio di un sorso d’acqua vivente un sole, e sarete in quel luogo dei principi! Se voi però lo farete per puro amore per Me, allora, amici, non vi dico altro che questo: in primo luogo nessuno vedrà la morte, né la sentirà già nella sua vita fisica; il suo dolce morire sarà, infatti, un grandissimo risveglio nelle Braccia del suo santissimo Padre. E per secondo, ciò poi significherà: "essere in eterno un amico di Dio", questo, amici, oh, riflettete, voi non potete comprendere chi vi chiama amici Suoi!

                   7.                     Ora però il Mio servitore vi indicherà un uomo povero, egli è povero doppiamente, nel corpo e nello spirito, aiutatelo dapprima nel corpo, poi però anche nello spirito! Chi sarà il primo a farlo, costui ne avrà molta gioia. Agite e non domandate: "A chi?", ma aiutate colui che vi viene presentato! Egli è vostro fratello, e per il resto non dovete preoccuparvi, se volete essere veri figli del vostro Padre nel Cielo, il quale fa splendere il Suo Sole sui buoni e sui cattivi, e dà da mangiare perfino alle bestie feroci. – Amen! Io, Jehova, il Padre vostro! Amen, Amen, Amen.

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Cap. 27

La cosa più Grande

Dall'opera principale "Il governo della Famiglia di Dio" messo per iscritto in questo tempo da Jakob Lorber.

                   1.                     Questa è la cosa più grande che qualcuno possa fare, provvedere al povero fratello ed alla povera sorella, sostenere la vecchiaia e con amore prendersi cura dei piccoli. Chi fa questo per puro amore per Me e dà questo amore poi per i fratelli e sorelle, Io ti dico che anche se avesse peccati quanta è la sabbia nel mare e l'erba sulla Terra, in verità, gli saranno tutti rimessi! (vol. 2, cap. 93 – 6,7).

 

 

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Cap. 28

Sui balli e luoghi di divertimento

17 luglio 1840, mattino

         1.        Questo Io ti dico, quale Mio pigro servitore, per indicarti il motivo della nausea che ti assale se vieni a sapere in qualche modo, qualcosa sui balli, la “redoute”, la “Réunion”’, le “Balle”, “Casinò”, e così anche adesso specialmente della cattiva fondazione della cosiddetta borghese “Ressource”[7].

         2.        La nausea è molto giusta, poiché essa proviene dallo spirito. Infatti, un intrattenimento danzante, ad esempio una “Réunion” ed un “Ball”, è una tomba aperta piena di sudiciume. Il “Casino” è un [mucchio] di carogne e di grandi anfibi morti. Ed una tale “Ressource” è un abisso, perché nella più bassa profondità Satana ha posto una botte [decorata con fiori], affinché non si noti il grossolano seducente puzzo del suo sudiciume, che si fa comunque notare qua e là da qualche naso spiritualmente sensibile.

         3.        Se alla sapienza basta già poco, allora Io ti ho detto tutto con queste poche parole. Ma anche i tuoi amici di questo devono prendere un “nota bene”. E così è ancora necessario, a causa del loro limitato intendimento, aggiungere ancora un paio di parole.

         4.        Satana stesso ha visto con rammarico e molto disappunto che [in questa città] parecchie delle migliori famiglie non hanno voluto piegarsi alle sue divertenti seduzioni, a causa del cattivo odore. Perciò [ora] ha trovato un mezzo, cioè egli ha posto in fondo ad un infinito profondo abisso una grande botte ben chiusa; ma ha ben coperto l'abisso dell'Inferno con belle, molto ben levigate tavole, ed ha decorato la latrina con fiori del mondo molto profumati, affinché nessuno possa anche solo immaginare nulla di male!

         5.        "Dunque", disse egli a se stesso, "qui voglio prepararmi un buon boccone e voglio cominciare a vivere della carne delicata dei figli, e non sempre consumare la dura carne esaurita delle prostitute; questa la devono in futuro masticare e digerire i miei angeli [infernali]. Io mi terrò nascosto dietro ai fragranti ed allettanti bei fiori, dove nessuno si accorgerà di me. E così quando arrivano i pargoletti avidi dei fiori, li afferrerò, li inghiottirò, li digerirò e li farò scendere come raffinato rifiuto nella botte dell'abisso. Allora i genitori dovranno poi vedere come riuscire a tirarli fuori di lì, perché in verità io, Satana, sono il più forte! Deve esser più facile per loro strappare una stella fissa dall’alto cielo che salvare da lì anche soltanto un capello di un figlio, sia questo di una giovinetta oppure anche di un giovinetto!".

         6.        Qui avete svelato la parola di Satana ed il proprio piano! Cosa pensate voi, quanto Mi può essere gradita una simile disposizione?!

         7.        Io vi ho [adesso] mostrato con cura paterna e divina il grande pericolo in tutta la Mia incorruttibile Verità. In tutta la profondità della sua malignità Satana sta dinanzi a voi denudato, dinanzi ai Miei pochi figli. Perciò prendete bene a cuore il Mio Amore e questa grande Grazia da esso fluente del vostro santo Padre, e state in guardia! Poiché chi vede il nemico, costui lo può fuggire. Guai però ai ciechi e sordi e a coloro che non terranno conto del Mio Consiglio! Io vorrei inviare i Miei angeli in tutti gli Inferni per convertire gli smarriti ed illuminare qui le tenebre, piuttosto che vedere una simile botte anche soltanto con un pietoso sguardo! – Amen. – Ben inteso, questo lo dico Io, Iddio dell'Eternità. Amen.

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Cap. 29

Importante Consiglio educativo

Venerdì, 17 luglio 1840, mezzodì

Su domanda di A.H., se ad un giovane uomo, che gli si è presentato, avesse potuto affidare l'educazione dei suoi figli.

         1.        Comunica ad A.H.: Io ho esaminato il suo cuore ed ho trovato nello stesso un animo sincero! Voglio dargli un Consiglio; questo dovrà ben prenderlo a cuore ed agire di conseguenza!

         2.        Nessuno può dare qualcosa che non possiede! Per educare però non basta soltanto un buon cuore volonteroso, ma un animo ben ammaestrato, educato da Me. Perché chi non si è mai lasciato educare da Me e non sa dove e chi Io sia e come agisco, come può poi un tale educare i bambini?

         3.        Perciò tratta questo giovane uomo come un uomo doppiamente povero! Puoi far da lui istruire i tuoi fanciulli a leggere, a scrivere ed a calcolare, ed in altre scienze cieche. Ma in ciò che riguarda Me, non può essere. Allora tu devi, per quanto riguarda la chiesa esteriore, fare istruire i fanciulli da un assennato cappellano; ma il cuore lo devi lavorare fedelmente solo tu secondo la Mia Dottrina a te data.

         4.        Ma per quanto riguarda particolarmente il giovane uomo, egli sta come ognuno nel Mio Amore, e se vuole può trovare facilmente come chiunque altro la Mia Grazia e, da essa, la Vita.

         5.        Conducilo perciò dal Mio servitore, affinché gli mostri la via. E se la vuole percorrere, gli sarà di grandissima utilità, nel tempo e nell’eternità.

         6.        Tuttavia egli non deve assolutamente essere costretto in nulla, qualunque cosa essa sia; ma deve considerare [imparare] da sé il consiglio del Mio servitore come il mezzo supremo, affinché Io gli diventi un bisogno, anche se egli fosse provvisto di tutto.

         7.        Ma tu guardalo sempre con intelligente serietà. E se trovi qualcosa contro di lui, devi dirglielo sempre soltanto a quattr'occhi.

         8.        Egli si deve disporre in base al consiglio del Mio servitore ed obbedire a te soltanto. Ed in quest’obbedienza in lui [anche] i fanciulli devono obbedirgli con rigore in tutto ciò che li riguarda e che è stato ordinato da te per loro. Tuttavia ovunque risplenda la Mia Volontà!

         9.        Se tu Mi obbedisci, allora quest’obbedienza diventerà visibile nell’uomo e così anche nei fanciulli. E voi potrete poi presto stare come un piccolo gregge sotto di Me, l'unico buon Pastore. – Amen. Io, l'unico buon Pastore! – Amen.

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Cap. 30

Senno mondano e luce del cuore, supplemento a “l’angelo”

17 luglio 1840, pomeriggio

         1.        Per quanto riguarda il Mio [Cantico] dell’angelo, comunica al sincero K.G.L. che egli può tentare, per amor Mio, con la sua finissima formazione nella lingua mondana, di rielaborare il Mio grande Cantico secondo la sua visuale e secondo il suo giudizio. E se lo dovesse poi portare allo stato dello splendore mondano, allora se lo legga e lo legga poi anche a voi tutti, affinché notiate e dovete notare la differenza.

         2.        Io dico che piacerà certo alla vostra testa, ma i vostri cuori diventeranno tanto più freddi, quanto più vi scosterete dallo scritto originale. Poiché vedete, le cose stanno così: quando si parla all'orecchio, allora un linguaggio colto alla maniera mondana va bene, poiché l'orecchio è mondano. Se parlate all'occhio, allora dovete esprimervi in immagini ben chiare alla maniera mondana, poiché l'occhio è mondano. Inoltre, se parlate ai piedi, il vostro discorso deve essere scorrevole, per sollevare i piedi mondani. Se parlate al palato oppure allo stomaco, allora il vostro discorso deve essere gradevole se vi deve piacere. E se parlate ad un cuore arido, privo dell’acqua [di vita] di una fanciulla, allora anche il vostro discorso deve essere come il suo cuore, esteriormente pieno di fiorellini, interiormente però colmo di sciocchezze, la cui maniera non vi costerà naturalmente molto sforzo, perché qui vale il detto: “Quanto più stolto e insensato, tanto più bello e preferito!”.

         3.        Io non vi ho dato questa Mia Poesia soltanto sotto tutti questi presupposti, ma soltanto sotto l'unico presupposto dell'amore del vostro spirito nell’anima e nel suo corpo, ma non nei suoi escrementi.

         4.        Perciò dovete anche comprendere perché vi è data, e tenervi lontano con il vostro intelletto mondano, intelletto che è un vero cancro per lo spirito, poiché divora l'amore ed uccide la volontà. Ma come il midollo viene nutrito dal cuore, così anche il vostro intelletto deve svilupparsi dall'amore ed essere un frutto buono proveniente dalla vita del tronco, ma non come una pianta parassita sui rami della vita, per seppellirla, per soffocarla ed infine perfino per distruggerla.

         5.        Ricordatevi questo, voi avidi di sapere! Che cosa M’importa di tutta la scienza e cultura del mondo! Chiedetevi se riuscite a fare anche soltanto un filo d'erba, con tutta la vostra scienza!? Si, niente sta nella sapienza, ma tutto sta soltanto nell'Amore!

         6.        Perciò amateMi, questo è il Mio Regno! Tutto il resto vi sarà dato secondo la misura del vostro amore! Amen.

         7.        Io, l'eterno Amore e Sapienza! Amen, Amen, Amen.

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Cap. 31

Sulle visioni e percezioni spirituali

Il 24 luglio 1840

         1.        Vedete, c'è ancora qualche segreto dietro le Mie spalle ed ancora qualche Parola nel Mio santo Petto pieno di Vita, pieno di Potenza, pieno d’Amore, pieno di Misericordia e pieno di Grazia, di cui non avete avuto ancora la minima idea, e per la qual ragione voi direste: "Ciò che non so, non mi riscalda!". Oh sì, questo è certamente giusto e [una tale osservazione] sarebbe completamente giusta applicarla alle conoscenze mondane, ma non alla Mia grande Grazia, nella quale si trovano nella più profonda segretezza cose infinite per tutte le eternità delle eternità per il vostro bene destinato ad aumentare ed a crescere eternamente.

         2.        O amici, credeteMi, sono Io che vi dico tutto questo! – E, credeteMi, anche se dovesse scorrere una eternità dopo l'altra, dovreste ancora dire: "Esiste una cifra così piccola, anche nella potenza più frammentata, secondo la quale noi saremmo in grado di mettere in qualche possibile rapporto le nostre conoscenze su Dio?". Ed allora una voce vi risponderà dal vostro petto, e questa Voce verrà dal Mio Cuore e dirà: "Non esiste una cifra simile! Sempre ed in eterno voi siete nulla in tutta la vostra sapienza! Ma Io sono Tutto in tutto! E voi potete essere tutto in Me ed attraverso di Me, però eternamente nulla in voi ed attraverso voi stessi!".

         3.        Vedete, per questo Io ho ancora proprio tanto da dirvi, cose che Mi sono perfino trattenuto dal dire agli apostoli, perché non le avrebbero sopportate, poiché essi erano soltanto frutti necessari, maturati con la Mia visibile, costringente Presenza. Ma poiché voi Mi amate e credete senza vederMi, siete anche capaci di sopportare cose maggiori. E così dovete ora nuovamente conoscere qualcosa che vi sorprenderà e farà incredibilmente stupire il vostro spirito. Perciò fate bene attenzione su ciò che qui in breve vi comunicherò, ed accoglietelo profondamente nel vostro cuore!

         4.        Vedete, tutto ciò che voi avete sol sempre immaginato e sognato, che pensate e sognate adesso ed ancora in ogni futuro penserete e sognerete, non andrà in eterno perduto. Così come procedeva in voi, proprio così lo ritroverete un giorno fedelmente reale e lo riconoscerete subito come il vostro e ve ne rallegrerete o rattristerete. A questo è stato necessario accennare, per portare l’avvenire alla vostra comprensione. Infatti, chi non sa e non vede che in lui orbita, vive e tesse la Creazione intera, costui non può nemmeno afferrare il motivo dei suoi impulsi, brame e pensieri.

         5.        Vedete, nel vostro spirito giace realmente l'intera Infinità, ed oltre a ciò ancora ogni singola cosa infinitamente espansibile. Perciò avviene anche che voi potete immaginarvi, per esempio, una accanto all'altra, un’infinita quantità di mondi, soli, alberi, animali, uomini ecc., cioè potete [in voi] moltiplicare all'infinito una e la stessa apparizione, mondi, soli, alberi, animali, uomo ecc. Perché se non fosse così, allora sarebbe presto la fine del vostro pensiero. E questo procede nel modo seguente, per rendervelo chiaro e ben comprensibile:

         6.        Ebbene, se voi mettete due specchi molto lucidi uno di fronte all'altro, l’uno si riprodurrebbe perfettamente nell'altro, e quest’immagine si rifletterebbe poi di nuovo nel primo, e questo riflesso poi si rifletterebbe nuovamente nell'immagine del secondo, e così sempre in alternanza A in B e B in A, e questo naturalmente senza fine. Proprio così è con voi! Uno specchio simile è la vostra anima per il mondo esteriore, ed il vostro spirito (lo è) per il mondo spirituale interiore. Da ciò deriva anche che tutto ed ogni dettaglio è presente in voi all'infinito, e perciò anche presso lo spirito la pronta presenza di ciò che ha pensato e voluto.

         7.        Voi però sapete che più un qualsiasi specchio è finemente levigato, tanto più pura sarà anche l'immagine. Se voi ora levigate bene la vostra anima con l'umiltà, affinché diventi essa una superficie perfettamente piana, avendone tolto ogni escrescenza, allora comincerete a vedere presto cose meravigliose in voi, vale a dire: attraverso l'anima le forme esteriori, ed attraverso lo Spirito però proveniente da Me, che è un'anima dello Spirito, comincerete a vedere il completo contenuto di ogni oggetto.

         8.        Ed Io faccio perciò un esempio: pensate una pietra oppure un albero, un animale o qualunque cosa, allora scorgerete dapprima la sua immagine esteriore. Ma poi si riverserà la luce dello spirito nell'anima e schiarirà quest’immagine fino in fondo. E così sarete in grado di vedere una tale cosa da parte a parte. Se poi lo specchio dell'anima diventa molto splendente attraverso la luce dello spirito, allora cominceranno a riflettersi le forme interiori nell'anima e con questo diventano visibili anche al vostro intelletto, come se le vedeste con gli occhi del corpo. E se poi volete parlare con una cosa simile, allora il Mio Spirito in voi, di cui tutto dal più grande fino al più piccolo non sono che pensieri fissati o consolidati, entrerà nella cosa pensata e dalla stessa finirà per parlare della Causa Prima.

         9.        Vedete, ecco svelato dinanzi ai vostri occhi, orecchi e cuori, come un tempo Adamo ed Abele e molti altri abbiano potuto parlare con l'intera Creazione, ed in tal modo anche voi potete mettervi in contatto con il mondo degli spiriti, se lo volete fermamente.

       10.      Per questo però dovete anche ben “levigare” dapprima la vostra anima, affinché diventiate capaci di tutto questo! Infatti, esiste ancora molto che testimonia di Me! Ma voi siete ancora troppo stolti ed insensati per riconoscere nella Creazione il Nome Mio. Perciò levigate, spianate e lucidate diligentemente la vostra anima, allora presto contemplerete il mondo con tutt’altri occhi e non arriverete in eterno a nessuna fine delle Meraviglie Mie!

       11.      Un buon scrivano però vada prossimamente con il Mio servitore, di buon’ora ed all’occasione, presso una roccia [oppure un altro oggetto naturale] ed Io farò parlare lo stesso nel Mio servitore. E lo scrivano dovrà annotare quanto sarà reso noto e riportare con purezza quale una buona testimonianza di questa Mia Parola!

       12.      Poiché vedete, non ha importanza come una cosa è nello spazio e nel tempo; ma tutto sta nel come la vostra vita è al di fuori di questi due elementi [spazio e tempo, cioè nell'eterna esistenza]. Con gli occhi della carne cogliete le cose fuori di voi, con gli occhi dell'anima in voi, e con gli occhi dello spirito guardate dal centro delle cose e così anche dal centro del vostro essere. Ma soltanto con l'avvicinarsi del Mio Spirito tutte le cose diventano completamente capaci di parlare e vivere.

       13.      Vedete, Io, il vostro Padre santo, vi mostro molto! Perciò siate diligenti nell'amore, affinché la Mia Grazia non rimanga per strada! Amen.

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Cap. 32

Una Parola sull'intercessione

28 luglio 1840, mezzodì

O Signore, io Ti ringrazio umilmente a causa della Spagna! Posso continuare a pregare per la stessa? Ed ho fatto bene ad aver pregato per essa?

         1.        Vedi – non dici tu:“Se l'arte [per vile avidità di lucro] lotta per il pane, essa è poco utile; e se all'arte non viene offerto il pane, si è prima trovata essa nella sua verità!?”

         2.        Ma come pensi che sia il Servizio Mio, quando i servitori lottano per cose mondane, per il pane, l’oro ed il potere della Terra!?

         3.        Vedi, non esiste nessun paese uguale a questo che hai nominato, che abbia praticato di più la prostituzione più vergognosa, fisicamente e spiritualmente e, cosa ancora più grave, che abbia bruciato ed ucciso gl’innocenti figlioletti Miei in tutti i tempi. Se tu potessi vedere e contare come Me quante fanciulle innocenti furono stuprate da ultramendaci orde di monaci e poi sepolte e murate vive, quanti fanciulli sacrificati alla libidine sodomitica, ed a quante migliaia e migliaia di molteplici ed inaudite infamie, inganni ed orrori il clero ricorreva per ottenere anche soltanto un piccolo scopo temporaneo; quanto si malediceva pubblicamente la Mia Parola scritta, perché non voleva accordarsi come sostegno a tutte le immaginabili atrocità, allora avresti visto molto chiaramente a che cosa il servizio che doveva essere rivolto a Me, ha sospirato e lottato!

         4.        E come ogni operaio vale ed è degno del suo salario, così ho dato anche a questi operai il salario già da molto tempo meritato, come esempio ammonitore a causa della gerarchia già nel tempo – e Mi riservo l'eterno per l'Aldilà!

         5.        Ma che tu abbia pregato di quando in quando, è stato giusto. Fallo pure e continuamente! Perché il profitto sarà dalla parte tua se ti eserciti nel Mio grande Amore. Ma ricorda sempre che i Miei giudizi sono sempre giusti e colpiscono soltanto coloro che se ne sono resi meritevoli già da lungo tempo.

         6.        Se Huss fosse stato prudente secondo il Mio Consiglio invece di essere ostinato, come Nicolò Copernico che è stato un intelligente calcolatore nella Mia Creazione, non sarebbe perito nel fuoco. Poiché Io ti dico: voi dovete sempre ingannare Satana con la prudenza della vostra mansuetudine. – Amen. Io, il giusto Giudice. Amen.

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Cap. 33

Un Evangelo della sorgente

Rivelazione sull’origine dell'Andritz, a nord di Graz, nelle vicinanze di St. Veit.

 

Lorber esprime ciò che dice la sorgente, cioè il Signore nel nome della stessa. - Scriventi: K. G. L.; Andr. H.; Ans. H.

30 luglio 1840, alle 17,45

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 3 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 34

A ciascuno il suo

2 agosto 1840, pomeriggio

         1.        Tra di voi ci sono alcuni che di fronte alle Mie Rivelazioni, che avvengono attraverso cose della natura[8], si lasciano prendere da certi scrupoli e quindi da crescente tristezza, a causa della loro stoltezza, perché essi non vedono e non sentono quanto il Mio servitore.

         2.        Io domando questo, per loro grande consolazione: “Perché non sono mai diventati veramente tristi quando hanno visto che sui salici non cresce l’uva!? E tuttavia il salice non è un’opera minore della Mia onnipotente Santità di quanto lo sia la vite dolce e piena di spirito! Perché dunque gli apostoli non piangevano e non erano tristi quando Io non Mi rivelavo ad ognuno come a Giovanni?”.

         3.        Perciò siate sereni e lieti e colmi di gioia nei vostri cuori! Perché Io, il Padre vostro, vedo ciò che per il momento è necessario ad ognuno, e dono ad ognuno quel tanto che può facilmente sopportare.

         4.        Vedete, il Mio servitore è piccolo e semplice, ha un cuore mite ed ha rincorso già da parecchi anni l'umiltà ed il Mio Amore. Se ora Io gli ho dato una piccola luce della Grazia Mia, allora credete che è vero in tutti i punti e campi, poiché tutto questo proviene in linea direttissima immediatamente da Me in lui, e questo proprio perché egli ha voluto che fosse così, cosa che Mi è gradita al massimo grado!

         5.        Poiché ciò che qualcuno chiede nel Mio Nome, questo gli è dato senza falsità ed inganno, certamente non dal giorno alla notte, ma soltanto poco a poco, secondo la sua forza e potere.

         6.        Perciò amateMi e credete senza avere dubbi in ciò che Io vi comunico attraverso il Mio semplice servitore! Se già una pietra vi fa stupire, che cosa direte quando rivelerò dinanzi a voi fisicamente ed in spirito un sole intero! Che direte poi, quando vi rivelerò un angelo!?

         7.        Perciò siate sereni e lieti e colmi di gioia nel vostro cuore! Poiché Io, il Padre vostro, vedo ciò che per intanto necessita ad ognuno. Amen.

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Cap. 35

Sulla vita dell'albero

6 agosto 1940, dalle 15,45 fino alle 17,30,

a Freibergerwald presso St. Leonardt, Graz

Il bosco comprende pini silvestri, pini rossi ed abeti. Parla J.L., in effetti il Signore parla attraverso di lui. K. G. L. Andr. H. e Ans. H. scrivono.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 4 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 36

“Amore Io voglio!”

Qualcosa a tutti, ed in primo luogo ad A.H.

8 agosto 1840, pomeriggio

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 5 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 37

L’Evangelo della pianta della vite

9 agosto 1840, alle 9,30 del mattino

Nel vigneto di Andr. H., presso Maria della Neve, nelle vicinanze del convento delle carmelitane.

J.L. parla. – K.G. L., S., D., Andr.H. e Ans. H. scrivono.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 6 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 38

Un misfatto come parabola

9 agosto 1840 (continuazione)

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 7 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 39

L'Essenziale

Supplemento a "Il Misfatto"

11 agosto 1840, pomeriggio

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 8 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 40

Siate tranquilli!

13 agosto 1840, pomeriggio

Nel giorno sopraindicato l'amico di Jakob Lorber, Andreas Hüttenbrenner, borgomastro di Graz, ricevette una lettera anonima del seguente tenore:

«Altolocato Signore! Anche gli scritti che dal nostro Stato vengono inviati all'estero per la stampa, sono sottoposti alle leggi della censura. Poiché un funzionario ha attirato l’attenzione sulla Sua intenzione[9], così ricordo amichevolmente a Lei ed i suoi signori simpatizzanti di non infrangere queste leggi per non esporsi a certi dispiaceri».

Jakob Lorber ed i suoi amici rivolsero al Padre Celeste la seguente preghiera:

Signore! Ti preghiamo in tutta umiltà, consapevoli della nostra grande debolezza, in seguito alla quale noi senza di Te, Padre eccellente, nulla possiamo, ma con e nel Tuo grande Amore e Grazia possiamo fare tutto secondo la Tua Volontà santa. Tu conosci tutti i fatti nostri, e sul nostro capo non si trova un capello non contato. Tu sai che il mondo non ci può più attrarre, meno di tutto le relazioni politiche di qualunque specie; Tu sai che noi cerchiamo soltanto la Tua Parola vivente, per condurre, secondo la Tua Parola, una vita di cui Tu, o Padre eccellente, Ti compiaci, ma che è innocua per il resto del mondo e per le sue relazioni. Dicci clemente, che cosa c’è dietro la lettera indirizzata al fratello A.? O Padre Migliore, Tu eterno Amore in Gesù Cristo, esaudisci la nostra preghiera! – La Tua Volontà sia fatta! Amen.

                                Giunse la seguente risposta:

         1.        Ebbene scrivi! Io ti dico, non c’è niente dietro quella lettera! Ma quando scende sulla Terra una così grande Luce dai Cieli sublimi, come può essere che non possa essere fiutata in qualche modo!? Se voi vedete il lieve bagliore di un sole infinitamente lontano, com’è possibile che la somma Luce possa giungere sulla Terra così assolutamente inosservata!?

         2.        Ma siate tranquilli, tutto avviene soltanto per Volontà Mia! A nessuno di voi sarà torto un capello. Perciò siate sereni e pieni di buon coraggio! Perché Io sono con voi in ogni tempo.

         3.        Amate solamente Me e guardate sempre a Me! E rendete la vostra fiducia più solida di un diamante. Perché chi edifica sul Mio Fondamento, costui edifica solidamente. E le Eternità non eroderanno nessuna pietra in tutti i vani di una casa che è stata edificata sul Mio Fondamento nel vero amore per Me!

         4.        In verità, in verità, in verità vi dico: tutta questa Terra sarà dispersa come pula con tutte le sue belle magnificenze, anzi, nell'intera Infinità ogni sole sarà annientato eternamente, ma ascoltate, ciò che Io ho detto, esisterà essenzialmente, finché rimarrò Io, Iddio, l'Infinito, l'Eterno!

         5.        Guai però a colui che oserà, con perfide intenzioni, a cambiarvi anche soltanto una virgoletta, per lui sarebbe meglio che non fosse mai nato. Perché in eterno sia maledetto colui che si opporrà allo Spirito della Mia grande Grazia!

         6.        Io non metto nessun ostacolo alla strada del mondo e lo lascio camminare nelle sue vie infangate; ma dico questo: farò precipitare il canzonatore nelle fosse dell'oscurità, punirò lo spregiatore con la morte improvvisa, e chi vorrà fermare i Miei passi, costui verrà schiacciato come un verme. Ma chi guarderà con occhi distruttori per interessi mondani le Mie Vie, costui incontrerà il Mio Sguardo distruttore, ed allora troverà Grazia prima un diavolo [cieco ] che un tale fratello di Satana!

         7.        Una volta Io posi piede sulla Terra da debole e povero mendicante e fui crocifisso. Ora Io vengo come Eroe potente e con Me il Giudizio Mio! Chi mi accoglierà con amore, vivrà in eterno; ma chi punterà anche solo un dito contro di Me, costui sarà crocifisso nel Fuoco della Mia Ira!

         8.        Questo sia per voi una prova certa dalla Bocca Mia de fatto che non avete nulla di cui preoccuparvi. Poiché ora accolgo ognuno al quale Io vengo e che Mi accoglie. Colui che ascolterà la Mia Voce, vivrà; ma il sordo andrà in rovina.

         9.        Questo dico Io, l'eterna Verità, dal grande Centro della Mia infinita Potenza! Amen. Amen. Amen.

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Cap. 41

La conchiglia perlifera e i primitivi stadi del mondo animale

15 agosto 1840, dalle ore 9 alle ore 12,30 del mattino

Scriventi: K.G.L. – S. - Andr. e Ans. H. – «Il tema “Conchiglia perlifera” fu scelto solamente quando andammo alla scrivania. Il nostro Signore parlò attraverso la bocca del Suo servitore J.L.»

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 9 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 42

La via per la Rinascita

15agosto 1840, di sera

         1.        Qui Io vi do brevissime regole di comportamento che sono da seguire precisamente e bene, se volete essere al sicuro da tutte le insidie del mondo e percorrere anche la via più breve per giungere al più presto possibile in possesso della Grazia Mia e, da questa, alla completa rinascita.

         2.        Primo: ciascuno deve osservare nel modo più scrupoloso, riguardo a tutta la sua persona esteriore, qualunque legge politica, e sopportare di buon grado ogni pressione che lo mette alla prova; poiché non esiste in nessun luogo un potere se non in Me ed attraverso di Me. Tutto Mi è sottomesso, o (raramente) in modo consapevole, oppure (per lo più) in modo inconsapevole; infatti, qui governano principi buoni e duri, secondo le condizioni di vita dei sudditi, poiché ciò è subordinato a Me. Se mai però fra i popoli, tutti i vizi sono ancora comunissimi, com’è il caso da voi in grado altamente condannabile, come potrei darvi regnanti disinteressati, i quali lascerebbero arrivare fra il popolo ancor più alimento per la prostituzione, affinché gli esseri umani poi anneghino completamente in ogni lussuria? Guai perciò ad ogni contestatore; costui dovrà essere punito non solo subito con la morte temporale, ma anche con quella eterna.

         3.        I dominatori stanno troppo in alto per poter essere da sé ciò che sono per il popolo; e qui nessuno è qualche cosa senza la Mia giusta Volontà, quello buono e tenero è una consolazione, quello duro e avido una giusta sferza nella Mia Mano. Chi gli si oppone, si mette contro la Mia sferza e gli sarà duro recalcitrare. Tuttavia chi qui vive nel Mio Amore e nella Grazia che ne scaturisce, la sua schiena non sanguinerà mai sotto i duri colpi della Mia sferza, bensì egli si rafforzerà come una quercia sotto il duro soffiare dei venti tempestosi. Ma ben per il puro rinato; poiché costui troverà un gran diletto nelle grandi effusioni del Mio Amore.

         4.        Il Mio Regno non è di questo mondo, perciò date all’imperatore ciò che è suo, ed a Me ciò che è Mio, e precisamente il vostro cuore in ubbidiente, pura umiltà. Di tutto il resto non vi preoccupate, poiché Io, Padre vostro, sono pure in mezzo a voi. Perciò siate ubbidienti al vostro sovrano; prendete volonterosamente senza brontolio la leggera croce sulle vostre spalle e venite dietro di Me, rinnegando voi stessi, in tutto amore e mansuetudine, così vivrete e renderete viva nella Mia Grazia qualunque cosa che guarderete nel Nome Mio. Amen.

         5.        Secondo: per quanto riguarda la Chiesa esteriore dominante, ogni suddito di fede ad essa incorporato è nella stessa situazione - fino a quando è di quella fede esteriore e per quanto riguarda tutte le sue prescrizioni - dei sudditi rispetto al loro principe. C’è solo la differenza che una diserzione non è punibile come nello stato, ma è da tollerare senza punizione. Io però aggiungo tuttavia, che guarderò con occhi adirati colui che abbandonerà la sua terrena madre di fede, e un giorno non gli dovrà andare molto meglio che ad un folle suicida. Infatti, poiché voi avete un corpo per mezzo del quale le prime impressioni giungono all’anima e la nutrono, così deve pure anche esserci una dispensa esteriore, la quale è la Chiesa esteriore, affinché mediante essa il vostro cattivo corpo venga forzato e lavorato similmente ad un bambino nel grembo materno. Ma chi troppo presto abbandona il grembo materno, che cosa ne verrà o che cosa ne può venire da un tipo simile? Ubbidienza ed umiltà sono il nutrimento dell’anima per la rinascita dello spirito. Ma se la Romana (chiesa cattolica) v’insegna questo e ciò in tutta priorità, che cosa vi spinge via allora dalla madre di fede del vostro corpo?

         6.        Così dunque ciascuno rimanga fedele alla sua Chiesa, ed un romano (cattolico) Mi sia 99 volte benedetto, se si conforma nell’obbedienza alla stessa, ed ogni altro solo una volta, poiché è un contestatore egoista, da cui non traspare umiltà, e di amore davvero terribilmente poco. In verità vi dico, uno non arriverà facilmente alla Mia Parola viva in una qualsiasi setta, ma solo nella Chiesa romana, dove si predicano a più non posso l’ubbidienza e la più estrema umiltà secondo il Mio volere. Ma per quanto concerne le cerimonie in lei, nessuno se ne deve scandalizzare; là, infatti, per il vivo tutto è vivo, per il puro tutto è puro, per l’ubbidiente tutto è giusto e per l’umile tutto è santificato. Solo una scrofa si rotola nel fango e cerca aria vitale grufolando nel proprio sterco. E così il morto troverà tutto morto e pieno di sporcizia, mentre il puro guarda con tutti altri occhi.

         7.        Ma come può disputare sulle condizioni della chiesa e dello stato, uno che s’immagina di essere nella Mia Luce? Ritenete dunque che Io non abbia tanta perspicacia e potenza da cambiare le condizioni, se non dovesse piacere alla Mia Volontà? Oh, tali giudici stanno molto di sotto a un pur debole credente, se ritengono che Io abbia bisogno della loro assistenza giudiziaria! In verità Io vi dico che tali cose sono per Me un abominio! Tutto, infatti, avviene qua al tempo opportuno, ed Io soltanto sono il Giudice di tutte le cose e di tutte le condizioni, poiché Io soltanto sono Santo ed amorevolmente Giusto, - voi tutti invece siete bugiardi e pieni di fornicazione. Perciò ubbidite alla vostra Chiesa in ciò che pretende, e lasciate attrarre da Me i vostri cuori, allora giungerete molto presto alla vita della Grazia e, con questo, alla rinascita dello spirito, e vivificherete la vostra Chiesa esteriore nel vostro corpo. Amen.

         8.        Terzo: per quanto concerne la cerimonia, in essa non c’è né qualcosa di beatificante, né propriamente qualcosa che porti direttamente la morte. Poiché tutto nel mondo avviene sotto una certa cerimonia, il ché viene definito un processo, così anche la Chiesa nella sua esteriorità può benissimo avere delle cerimonie. Tuttavia nessuno deve cercare in queste qualcosa di meritevole che valga per la vita eterna, poiché qui nient’altro è utile se non un cuore contrito, umile, colmo del Mio Amore e della Grazia Mia, - il che è poi la Chiesa viva in voi, nella quale e per la quale soltanto, la Chiesa morta diventa viva e piena di profondo significato - in un modo o nell’altro: o sorgendo dalla morte oppure ricadendo dalla vita alla morte. Ciò significa che voi potete giungere all’umiltà o attraverso l’ubbidienza in questa Chiesa viva e con ciò alla Grazia ed attraverso la Grazia alla rinascita, oppure potete seppellirvi nella morta cerimonia come i pagani, e così perire nel vano inerme sfolgorio.

         9.        Poiché come un albero cresce, porta rami e rametti, poi gemme, foglie, fiori ed in essi filamenti maschili e femminili, il che col tempo viene tutto a mancare come fosse roba inutile e senza valore, affinché il frutto si sviluppi liberamente ed efficacemente in tutta la forza della sua ordinata entità - lo stesso è il caso della Chiesa cerimoniale. Se qualcuno ora si gettasse a mangiare tutto insieme, perirebbe con un tale immaturo alimento; bensì qua soltanto il frutto maturo è mangiabile nella benedizione, sebbene non raramente già anche nel fiore abbiano dato frequentemente buoni risultati delle forze curative che in certe malattie vi sono state di ottimo aiuto. Ora, vedete, questi processi vegetativi sono simili alla morta cerimonia; ma non siete costretti a dire: “Essi sono pur necessari a motivo dell’ordine, poiché se gli alberi restano privi di fiori, compariranno ben pochi frutti!?”.

       10.      La Chiesa ebraica era prefigurativa, puramente cerimoniale, come foglie e fiori per il frutto vivo della parola dell’eterno Amore. Ora Io domando: “Non era essa giusta, se era ciò che è dovuta essere? Se vi sono dati dei bambini, con che cosa volete e potete insegnar loro a riconoscere Me e la Mia Volontà, meglio che proprio con l’aiuto dell’immagine cerimoniale?”.

       11.      Voi tutti inizialmente non siete nient’altro che Ebrei e bambini, ed avete perciò moltissimo bisogno della cerimonia religiosa, fino a quando siete ancora bambini, soltanto - il che si capisce da sé - non si deve rimanere a quella; bensì chi ha finito la classe elementare, vada in una classe superiore e v’impari a leggere, a scrivere ed a contare nel Mio Amore e ad agire nella Grazia della Mia Sapienza. E colui il cui cuore, amando, è diventato puro, venga poi nella Mia Scuola, nella quale soltanto giungerà all’eterna vita mediante la rinascita. Chi invece, non badando al sé interiore, rimane attaccato alla cerimonia che in se stessa è morta, diventerà lui stesso morto, poiché fu così scioccamente ottenebrato da cercare lo scopo nei mezzi esteriori, materiali, il che è la più grand’assurdità, sì, un’assurdità che confina con la più grossa follia. Se uno getta via il bambino insieme all’acqua del bagno, è un pazzo furioso; ma chi sbadatamente getta via il bambino e tiene l’acqua del bagno, è già morto per la sua superstiziosa cattiveria. Il saggio però tiene il bambino con la bacinella e versa fuori solo l’acqua del bagno: tiene il bambino, perché è un frutto vivente, e la bacinella per poterlo lavare ancora più volte.

       12.      Perciò, se volete diventare veri figli del Mio Amore e della Mia Grazia, non lasciatevi scandalizzare dal fiore; abbia, infatti, il fiore l’aspetto che vuole, che ve ne importa? Pensate al frutto, così anche il fiore vi apparirà santificato, sapendo che non si ha da rimanere alle foglie ed al fiore. Se qualcuno però è cresciuto fino al frutto, non commette peccato se si guarda frequentemente indietro e vi esamina con molto rispetto l’evolvere della sua vita spirituale; invece non Mi è certo gradito colui che, disprezzando i suoi passi di bambino, si eleva orgoglioso come un avvoltoio e poi da vertiginose altezze getta sguardi assassini alle modeste piccionaie, e guarda con cupidigia alla loro caduta, per guadagnarci qualche cosa!

       13.      Pensate che senza la Mia autorizzazione niente avviene e niente può accadere in eterno, e così all’istante tutto vi sembrerà completamente diverso! Ogni persona ha bensì la piena libertà del proprio volere; ma la conduzione dei popoli è opera Mia. Vi ho detto questo perché possiate avere pieno riposo nel vostro cuore, senza il quale non potete divenire atti a nulla di più alto. Il riposo del Sabato sia per la più alta benedizione; poiché il vero amore è una donna incinta, la quale necessita di riposo per partorire! Vi dico questo perché abbiate il pieno riposo in Me, Padre vostro, che sempre è Santo, Santo, Santo in tutte le eternità delle eternità. Amen.

       14.      Quarto: un’ulteriore circostanza è la lettura dei cosiddetti libri proibiti. Qui Io non dico che non li dovete affatto leggere se vi capitano nelle mani, altrettanto come io non proibisco ad uno di pronunciare il nome del principe della menzogna e, ove necessario, di farne cenno per mettere in guardia da lui. Ora però chiedete a voi stessi: “A che cosa vi serve tutto quello che avete già letto! Che cosa c’è nei libri che provengono dall’orgoglioso intelletto degli uomini?”. Io vi dico: nient’altro che assurdità e folli ciance, e non serve a nulla, bensì ha intasato la vostra testa con ogni sorta di fuochi fatui, ed il vostro cuore con ogni sorta di immondizie, ed ha reso con ciò molteplicemente chiuso ed oscuro il vostro spirito. Oppure dite: “Agisce bene costui, quando Io gli grido: «Vieni a Me, se sei affaticato ed oppresso, Io voglio ristorarti; chiedi e ti sarà dato; cerca e troverai, bussa e ti sarà aperto»; se Io inoltre gli dico ancora: «Qualunque cosa chiederai al Padre nel Mio Nome, Egli te lo darà immediatamente, e cerca prima di tutto il Regno Mio e tutto il resto ti sarà liberamente aggiunto!».

       15.      Come mai allora, sapendo questo, tuttavia non venite a Me, perché possiate riceverlo da Me, e da Me imparare le grandi vie della Mia Grazia e dalla Mia Mano ricevere la vita eterna? Forse che Mi credete come voi, un mero bugiardo, oppure Mi ritenete troppo duro d’orecchi e di cuore per darvi la Mia Parola viva e preferite farvi raccontare bugie dal mondo e morir di fame nella sua follia, piuttosto che venire a Me in fiducia per vero amore e qui ricevere la Verità di ogni Vita e di ogni esistenza dalla prima Sorgente, anziché cercare la vita nella morte? O voi folli, Io vi do il Pane della Vita, e voi volete mordere le dure pietre morte; Io vi grido forte di venire a Me, e voi correte dietro ai cani rabbiosi e vi atteggiate come loro; Io vi grido più forte che una sentinella notturna, giorno e notte in pieno orecchio, solo che voi lo occludete con fasci interi di libri pieni di immondizie, per non voler sentir proprio nulla della Mia voce e, come mezzi addormentati, cercate la vita su stracci incollati ed anneriti (carta stampata). Con quale espressione si potrà mai designare una tale follia? Oh, Io dico, piangerete in eterno sulla vostra pazzia, che disprezzando l’oro, avete scelto il piombo, mentre vi si offre così tanto il nobile!

       16.      Perciò leggete poco, ma tanto di più pregate, così Io verrò a voi ed in un minuto vi darò di più di ciò che hanno da esibire tutte le biblioteche del mondo intero, del che spero di avervi già dato qualche prova molto, molto evidente.

       17.      Preoccupatevi perciò anche poco per l’interdizione della libertà riguardo ai libri[10]; infatti, colui davanti al quale Io ho spalancato il grande libro della Mia eterna Grazia, costui potrà fare benissimo a meno di leggere i libri proibiti, poiché il Mio libro non prende norma da alcuna censura mondana; esso infatti viene sempre spalancato nei cuori dei fedeli, dove non può penetrare alcuno sguardo di censura mondana, e neanche possono essere eretti dei limiti in eterno. Amen.

       18.      Quinto: Per quanto tuttavia concerne la Sacra Scrittura, deve leggere in essa chi è di cuore semplice ed ha qui un animo ubbidiente e docile, e non deve leggerla per indiscrezione o curiosità, poiché allora egli vi troverà la morte attaccata alla lettera, bensì colui che la legge, deve leggerla come un cartello indicatore per la parola viva ed agire di conseguenza, e non deve neanche lambiccarsi il cervello ed indagare in essa, bensì vivere subito in conformità ad essa e crescere nell’amore per Me. Poi al tempo opportuno gli verrà data la conoscenza e sarà rivelato nel suo cuore il Celeste senso dello Spirito e dell’Eterna Vita, proprio com’è il caso tuo, Mio servitore, poiché tu non hai letto per intero questo santo Libro, e tuttavia vi sei diventato un professore dei professori in ogni punto dello stesso, con la Grazia Mia. Quello però che tu sei e comprendi, può essere per chiunque, se uno aspira non ad un sapere vano, ma solo alla conoscenza del Mio Amore e della Grazia che da esso si effonde, nella e con la semplicità devota e piena di umiltà del suo cuore.

       19.      Così stanno le cose anche per quegli scritti mistici, la cui lettura vi frutta e giova altrettanto poco di un qualsiasi sciocco romanzo asinesco e lurido, che si lascia sempre benissimo paragonare ad una pozzanghera fangosa, qualora sugli scritti mistici non possiate giungere in voi stessi ad una convinzione; infatti con tutto ciò appesantite soltanto la vostra memoria quale bocca del vostro superbo intelletto. Ed anziché renderlo affamato ed assetato d’amore e sapienza, voi lo foraggiate soltanto con porcherie di ogni genere, ed in tal modo gli togliete l’appetito per il cibo della vita. Oh, voi nuovamente folli!

       20.      Io sono la Sacra Scrittura vivente e donante la Vita, Io sono il miglior esegeta di essa e sono allo stesso tempo il più profondo dei mistici! Perciò leggete poco, ma agite in conformità a quanto letto, allora vi arriverà tutto. Poiché il granello di senape è piccolo, ma ne può venir fuori una pianta molto grande, fra i cui rami prenderanno dimora perfino gli uccelli del cielo. Amen.

 

18 agosto 1840

 

       21.      Sesto: per quanto concerne i preti, qua Io dico che ce ne sono di parecchie specie, e fra questi ce ne sono estremamente pochi a meritare questo nome. Infatti, ce ne sono alcuni che sono preti a motivo del prestigio e del potere, ai quali ripugna per loro stessi la Mia grande povertà e completa assenza di autorità in faccende mondane, poiché non volli essere un principe, bensì solo un Salvatore del mondo. E ce ne sono altri che sono preti a causa di una certa dignità di casta in ambito spirituale. Costoro pretendono di essere soltanto loro la Chiesa e condannano poi arbitrariamente per gelosia tutto ciò che proviene da Me attraverso un qualche povero pescatore, ed insegnano in modo diametralmente opposto al Mio Volere, e dicono, gonfiando ampiamente il loro ventre, che Io non Mi rivelo a nessuno se non solamente alla Chiesa, la quale s’immaginano di essere loro stessi. In questa vergognosa maniera essi sbarrano poi anche a molte migliaia e migliaia di persone le porte per la Mia Parola viva.

       22.      In verità Io vi dico che questa specie traditrice è per Me un abominio; poiché essa è il Mio nemico, infatti, si scandalizza a motivo del Mio affabile Amore per i peccatori. Io però vi dico che costoro non sentiranno mai altra Parola da Me, se non il grande «Allontanatevi da Me, voi maledetti, poiché non vi ho mai conosciuto»; voi foste sempre dispregiatori della Mia Parola viva e vi opponeste sempre allo Spirito Santo! La Mia Parola scritta la gravaste con la dannazione eterna, perché questa vi spetta. Voi avete fatto di Me un bugiardo, poiché sta scritto: «Chi osserva i Miei Comandamenti, coatui è colui che Mi ama; ma chi Mi ama, ama anche Colui che Mi ha mandato, cioè il Padre santo, e Noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui e Ci riveleremo a lui stesso». Questo l’ho detto a chiunque; solo che voi maledite e bestemmiate questa Mia promessa sempre ed eternamente vera, e con ciò vi opponete al Mio santo Spirito; perciò vi colpisca in eterno la Mia maledizione, perché voi sicuramente siete stati sempre servitori di Satana. Perciò allontanatevi da Me e ricevete la paga da colui che avete servito nella sua cappella, che è eretta sulla soglia del Mio Santuario!

       23.      Vedete, questi sono i cosiddetti preti della sacrilega dignità di casta spirituale.

       24.      Di nuovo ce ne sono altri che diventano preti a causa della loro pancia, per potersi rimpinzare a dovere con una cosiddetta buona prebenda. Questa categoria non ha spirito e per una grossa scrofa o per un bue ingrassato si lascia usare per tutto. Di questi preti sono nauseato, poiché per loro, Dio è la loro pancia, ed il grugnito dei loro grassi maiali, il belato delle loro pecore e capre, il muggito delle loro grasse mucche e dei buoi ben ingrassati è per loro mille volte meglio che udire la Mia Parola viva, la quale certo risulterebbe loro disperatamente inopportuna, se volessi farla loro sentire. Essi però sotto quest’aspetto, l’unico vivificante, in realtà non hanno neanche nulla da temere, poiché non Mi curo mai di gettare le Mie Parole, quali perle, davanti ai porci. E per il cattivo servizio che Mi rendono, saranno pur stati pagati abbastanza, poiché in cambio di quasi nulla diedi loro in sovrabbondanza ciò di cui il loro cuore era così struggentemente assetato per tutta la vita. Essendo stati di così poche pretese, in seguito a tali strapazzi di stomaco, dopo la vita terrena dovranno poi anche mettersi nell’eterno riposo della morte, e là aspettare, finché si spegnerà l’ultimo sole, la resurrezione della loro massa carnale e del ventre loro!

       25.      Di nuovo ce ne sono altri che sono preti a causa del denaro. Costoro impartiscono allora indulgenze per questo, e vendono il Cielo a gioghi, tese, piedi e pollici[11]; Tuttavia con l’Inferno e con il cosiddetto Purgatorio sono molto più generosi che con il Cielo. Se le loro casse sono divenute vuote, si tengono allora ben spalancati l’Inferno ed il Purgatorio, e chi non compra indulgenze o altrimenti non paga tantissime Messe, vi ci viene gettato senza grazia e misericordia, in modo che poi ci sia ancora qualcosa da liberare, e cioè tantissime anime sonanti (allusione alle monete sonanti), e precisamente dall’Inferno le volpi e dal Purgatorio i cavalli bianchi.

       26.      Vedete, costoro quasi si lacerano la bocca dai loro pulpiti, e picchiano le mani come ossessi, per spaventare così anche qualche ultimo grosso (antica moneta austriaca) che riposasse nella tasca di un mendicante e catturarlo nelle loro dannate spire. Tali zelanti propagatori della Mia Parola riceveranno un giorno moltissima paga; il loro Cielo dovrà essere un cuore d’oro, un’anima d’argento ed un corpo di rame, e quanta vita è in questi metalli morti, altrettanto dovranno anche averne in eterno.

       27.      Nuovamente ce ne sono altri che sono veri e propri ipocriti ed impostori ascetici, per attirare su di sé lo sguardo di un pastore, mettersi nei favori e vedersi così promossi prima possibile al possesso di qualche notevolissima prebenda. Costoro si svitano quasi gli occhi dalla tanta devozione e umiltà; il loro corpo lo piegano quasi sempre fino a terra; celebrano il loro sacrificio (la Messa) straordinariamente lenti, e le loro labbra si muovono quasi sempre come se pregassero, parlano appena a mezza voce, sempre spezzata; quando pronunciano il Mio Nome, allora quasi si uccidono; essi digiunano e davanti agli uomini osservano nel modo più puntuale l’esteriore a causa dell’esteriore, tuttavia tra sé se la ridono di tutto, ed il loro cuore è duro come una pietra; così che per tanta devozione non si accorgono per nulla dei fratelli poveri che supplicando passano loro vicinissimi. E come fecero da cappellani e vollero in questo modo diventare presto parroci, così fanno da parroci per diventare decani; e quando lo sono diventati, la loro attenzione è rivolta poi ad un brillante posto di monsignore in duomo, e così via fino alla dignità di vescovo; e persino qua sta loro ancor sempre dinanzi agli occhi il berretto da cardinale, se non addirittura la tiara stessa. Ma per quanto concerne Me, in verità, di ciò non si sono mai preoccupati. Della Mia Parola vivente non vollero mai saper nulla, e preferiscono trasferire Me - Vita di ogni vita - completamente nella cerimonia morta, ed aborriscono letteralmente le Sacre Scritture.

       28.      Vedete, di questi esseri striscianti specialmente adesso (1840) ce ne sono moltissimi nella Chiesa romana. Essi sono bensì sacerdoti che non danno direttamente scandalo al popolo, ma sono anche estremamente pochi i buoni frutti che portano, poiché la loro parola è simile ad un frutto che non ha internamente seme di vita, e va in rovina marcendo nella terra, la quale è: il cuore del popolo. Io lascio spesso che costoro raggiungano il loro scopo, mentre non faccio loro mai mancare ammonimenti interiori, che gridano loro continuamente: “Prendi la tua Croce sulle spalle e seguiMi, così vivrai e vivificherai i morti del gregge a te affidato!”. Anziché però ascoltare questo ed agire di conseguenza, essi preferiscono comprare, se va ancora bene, un cosiddetto piccolo crocifisso, lo appendono e lo inchiodano da qualche parte e di tanto in tanto gli lanciano occhiate ammiccanti, se qualcuno li guarda con i loro occhi bigotti; tuttavia, se dipendesse da loro, il piccolo crocifisso avrebbe da riposare per un bel pezzo. Ed in questo più facile modo si tengono libere le loro gracili spalle. Essi anche mandano perfino delle fervorose preghiere, in parte per iscritto fra il popolo, più spesso però tra di sé su due piedi - mediante qualche santo - a Me, affinché qualche degno superiore, che si è meritato il posto per puro amore del prossimo, venga presto chiamato a dipartita.

       29.      Oh, vedete, anche questa specie è per Me un abominio. Costoro un giorno spalancheranno tanto d’occhi, quando vedranno l’aspetto notevolmente mostruoso che assumerà la loro vita nell’aldilà.

       30.      Ed ancora ce ne sono altri che sono più lussuriosi dei cani e dei montoni, e compiono fornicazioni in tutti i modi immaginabili e sotterrano spesso i loro figli vivi nella terra, per non apparire in una luce abominevole presso qualche degno vescovo, così come davanti al popolo molto migliore cui fu dato per guida, come un vero mostro. Io dico che costoro un giorno avranno da stare molto duramente alla Mia sinistra; in verità essi dovranno essere nutriti e vestiti con le vesti fiammeggianti delle prostitute.

       31.      E di altri simili ce n’è ancora una quantità, e tutti si chiamerebbero preti; solo che Io non li ho mai ancora riconosciuti come tali, specialmente poi nei conventi, dove spesso per il tanto amor fraterno ed amor del prossimo vivono insieme come cani e gatti selvatici, e spesso ognuno invidia all’altro un singolo boccone.

       32.      Tuttavia ce ne sono però anche di nuovo altri, che ben meritano questo nome pieno di benedizione. Costoro sono cordiali ed amorevoli verso chiunque. Quello che hanno lo donano ai poveri. Essi non condannano nessuno, bensì cercano solo accuratamente di salvare ciò che era perduto. Essi consolano gli afflitti, alloggiano i forestieri dando loro un soffice giaciglio e mettono a se stessi, per vero amore, una pietra sotto il loro capo consacrato. Non si fanno pagare alcun sacrificio, bensì dicono a colui che vorrebbe farlo: “Fratello, il Sacrificio è santo e di valore inestimabile; esso, infatti, rappresenta di nuovo in modo vivo, nella fede e nell’amore, la grande Opera della Redenzione. Perciò non può essere pagato e pronunciato a beneficio di un singolo ma, per la potenza della grande Redenzione, tutti possono e devono rinascere alla vita eterna, proprio così opera anche la forza del Sacrificio istituito allo scopo da Cristo stesso. Perciò offri prima il tuo dono come aiuto ad un fratello povero, e se poi hai ancora qualcosa che ti avanza, portala fedelmente qui e mettila sull’altare del Signore e prega per i tuoi nemici; allora il grande Signore guarderà con compiacenza la tua offerta nel santissimo Sacrificio dalle mie mani e ti darà ciò che ti è necessario”.

       33.      Vedete, questo è per Me un vero prete, il cui sacrificio Mi è infinitamente gradito. In verità Io vi dico, allora andate ed ascoltate la sua predica, poiché non una parola è sua, bensì vivamente Mia! Oh, costui però apprenderà presto come diviene grande il compenso che lo aspetta, in verità Io dico: “Egli dimorerà presso di Me, il suo Padre santo, eternamente!”. Di più non Mi occorre dirvi; ma dalle loro opere li riconoscerete facilmente, come un albero dal suo frutto.

       34.      Vedete, qui vi ho mostrato l’intera malattia del sacerdozio romano, come essi sono in se stessi; tuttavia Io dico che tutto questo vi riguarda poco e ciascuno spazzi a casa sua e mai davanti a quella del prossimo suo, e men che meno a quella di un prete, bensì siate sempre volenterosi ed ubbidienti e non lasciatevi scandalizzare dai cattivi né traviare dall’esempio loro, ma seguite come figli la dottrina, che tuttavia qui deve essere giusta nello spirito cattolico, e se vi si dovesse anche immischiare dell’erbaccia, a suo tempo questa sarà anche eliminata. E non disputate sulle vie di un tale prete; poiché Io, il vero Riordinatore, uno simile lo tengo già comunque per il collo, e quando men se lo aspetta esso gli sarà anche spezzato. Solo non lasciatevi usare da nessuno come ruffiani; poiché egli è simile al cattivo seminatore, il quale mescolò l’erbaccia fra il grano. Il cattivo prete un giorno renderà conto per sé e per voi; voi invece renderete conto, secondo la vostra ubbidienza ed il vero, umile amore per il prossimo, solo per voi stessi.

       35.      Perciò non dovete voi stessi inciampare nella Chiesa a causa dei preti, poiché ce ne sono tuttavia fra loro anche moltissimi fedeli ed onesti. Meno ancora però dovete scandalizzarvi per un qualche vescovo. Poiché costui sta più in alto ed amministra un popolo, così voi potete già anche arguire che non se ne sta tutto solo, ma ognuno dei suoi passi, delle sue parole ed azioni, vengono da Me contati molto esattamente, ed attraverso di lui deve tuttavia sempre essere mantenuto in buon ordine lo stato esteriore delle cose.

       36.      Ma per quanto concerne il vostro intimo, sapete già comunque che qui dipende sempre solo da voi stessi e poi dalla Grazia Mia, e questa Grazia non ve la può dare né un angelo del Cielo, né qualsiasi vescovo, né chiunque sia, bensì dapprima potete darvela voi stessi col vero amore per Me, mediante la precisa osservanza dei Comandamenti – oppure, da peccatori, mediante una seria penitenza.

       37.      Infatti, da tutto quello che fate risplenda l’amore per Me e per il prossimo. Dunque preoccupatevi poco e non fate alcuna considerazione su un cattivo prete, e siate tra voi in comunione fraterna in tutto ciò che è buono. Così Io verrò a voi e vi renderò viventi completamente. Amate quelli che vi odiano e vi perseguitano e benedite con preghiere coloro che vi maledicono e condannano; allora incomincerete a percepire grandi effetti della Mia Luce nei vostri cuori oscuri. Amen.

       38.      Settimo: per quanto finalmente concerne la cosiddetta confessione auricolare ed i sette Sacramenti, Io vi dico e persino vi prego, non ve ne scandalizzate, usate tutto rettamente e nel giusto senso vivo, così vivrete! Qui, infatti, per il contestatore niente è giusto, per il giusto invece tutto è giusto e santo; perfino il nido di un uccello carpirà dal suo cuore una lode, eppure è solo un morto nido d’uccello. Quanto più potete immaginare che le cose che qui sono state istituite per la vostra santificazione, non sono campate in aria, bensì qui dipende da voi, da come le usate.

       39.      Chi qui si confessa e riconosce i suoi peccati davanti al prete, costui ha così riconosciuto i suoi peccati apertamente davanti al mondo, ed un giorno una tale ammissione sarà motivo di indulgenza per lui, se non continua più a peccare. Chi però pecca dopo la confessione quanto prima, quegli ha fatto della confessione una cassa di risparmio dei peccati, la quale un giorno gli renderà alti interessi per l’Inferno. Perciò qui chi si confessa e fa vera penitenza e subito non pecca più, costui fa certo benissimo; chi però ritiene tutto questo un completo nulla, costui un giorno resterà molto deluso, poiché troverà un abisso sopra il quale difficilmente potrà mai saltare.

       40.      Se invece dite: “Fossimo come ai tempi degli apostoli, allora certamente saremmo persone tutte diverse, poiché con le nostre proprie mani (come Giuda) potremmo prendere dal piatto!”. Io vi dico tuttavia, che quelli gridavano a piena gola per avere un servizio divino regolato e un’istituzione correttiva visibile, come il popolo israelita per avere un re;[12] mentre spesse volte sono venuti alle loro cene ad azzuffarsi come lupi ed orsi.

       41.      Se Io ora vi ho dato regola, ordine e sistema, che cos’è dunque che non vi va in ciò? Utilizzatelo rettamente e rispettatelo come l’avete, e non auguratevelo diverso; infatti, come già ho detto, poco importa l’esteriore, tutto invece sta in voi, come lo prendete! Tanto può essere buono e vero, altrettanto può essere però anche cattivo e falso, dipende se lo volete usare così o no. Se però sotto il Sole crescono erbe curative e velenose, allora pensate: “Non dipende dal Sole, se così o così, bensì sempre ogni volta dalla costituzione interna, buona o cattiva della pianta, se c’è benedizione o veleno”. Perciò sta sempre in voi, se buoni oppure cattivi. Amen. Io, il vostro caro Padre Amen. Amen. Amen.

       42.      Certo sotto quest’aspetto per l’uomo giusto succede come per un albero, il cui frutto anch’esso non diventa maturo ad un tratto, bensì a poco a poco; ma se la primavera fu tiepida e serena e l’estate costantemente calda, intercalata da leggere piogge, allora voi dite: “Quest’anno avremo una maturazione precoce”. Vedete, lo stesso è di voi: “Se avete trascorso la vostra giovinezza serenamente in tenero amore per Me, allora anche l’estate diventerà calda ed in tutto vivificante, intercalata da piogge di Grazia dal Cielo, e voi potete star sicuri che l’eterno autunno dorato più non sarà lontano per l’eterna maturazione del frutto immortale”. Infatti, nella misura in cui qualcuno vuol rinascere da Me, deve riconoscere i suoi peccati ed ammetterli pubblicamente per la sua mortificazione, vale a dire: esteriormente sul serio per mezzo della confessione, ed interiormente a Me di perdonarlo, com’è indicato nella Mia Preghiera; e come un Pietro deve provare vero pentimento, dolore e timore, e piangere per la perdita così inestimabile della Grazia Mia e, di buona volontà, deve prendere la più seria decisione di non voler mai più peccare per tutta l’eternità.

       43.      Poi deve proporsi con grande fermezza di rompere del tutto col mondo e di consegnarsi interamente a Me e nel suo amore avere una grande nostalgia di Me - e con questa grande nostalgia deve ritirarsi ogni giorno dal mondo e da tutte le occupazioni in esso, ed almeno per la durata di sette quarti d’ora, a porte e finestre chiuse, né pregare né leggere qualcosa, bensì deve trascorrere questo tempo in totale quiete, esclusivamente occupandosi di Me nell’intimo suo. E sempre però, ogni qual volta qualcuno si sia portato in questa quiete, egli deve rivolgere a Me nel suo cuore il seguente interessante discorsetto nella più ferma serietà e dire:

       44.      “Signore! Eccomi qui. Ti ho fatto aspettare a lungo, o amorevolissimo, santo Padre, poiché già fin dalla mia fanciullezza Tu mi hai gridato incessantemente: «Vieni a Me, Io voglio ristorarti!», ora, o Padre, è venuto il tempo in cui il mio orecchio si è aperto e la mia volontà, altrimenti così ostinata, si è piegata totalmente alla Tua, piena di umiltà ed obbedienza dinanzi a Te; così come, secondo il Tuo Volere, si è sottomessa ai miei fratelli, tutti migliori di me. Perciò vieni da me, mio adorato Gesù, e ristora la mia anima malata col balsamo del Tuo infinito Amore. Fa’ che io scopra il mio grande torto nel Tuo amaro soffrire e morire; fammi vedere le cinque Sante cicatrici e riconoscervi il mio grande delitto! O Gesù, Tu vincitore della morte e dell’Inferno, vieni da me e così insegnami a comprendere rettamente la Tua Volontà; insegnami a riconoscere il mio completo nulla ed il Tuo tutto!

       45.      O mio dolcissimo, affettuosissimo Gesù, Tu Signore di tutte le schiere, vieni a me povero, vieni a me debole, vieni a me cieco, vieni a me sordo, vieni a me lebbroso, vieni a me paralitico, vieni a me zoppo, vieni a me storpio, vieni a me ossesso, sì o mio, mio adorato Gesù! Vieni, vieni, vieni a me morto e lasciami solo toccare la Tua santa veste, così vivrò. Signore, non startene ad indugiare, perché ho infinitamente bisogno di Te; mai più posso essere senza di Te, poiché Tu per me sei Tutto, e per amor Tuo tutto il resto è diventato nulla! Senza di Te non posso più vivere; perciò, o mio carissimo Gesù, vieni subito da me! Ma, come sempre, sia fatta anche stavolta la Tua santa Volontà! Amen”.

       46.      Dopo di che andate a riposare e crescete nella nostalgia e nell’amore per Me. Se farete questo esercizio anche solo per un breve tempo, Io vi dico che presto vedrete lampeggiare e udrete tuonare; ma allora non vi spaventate e neanche diventate timorosi; poiché ora vengo Io a ciascuno, prima come giudice fra tempesta, lampi e tuoni e solo dopo in dolce, santo Soffio come Padre!

       47.      Chi vuol fare una cosiddetta confessione generale nel senso vero, avrà molto da impegnarsi, poiché vi sono richieste più umiltà e più abnegazione. Ciò significa, sia ben chiaro, che deve esserci un totale proponimento di non peccare più, e la santa Cena deve essere presa nella fede viva per purissimo amore per Me; soltanto allora si lasceranno percepire istantaneamente in voi i meravigliosi effetti suoi, i quali si manifesteranno subito come grandissima, inespugnabile gioia e celestiale diletto.

       48.      Vedete, questo è il cammino più breve e più efficace per la pura rinascita, nella quale soltanto si può ottenere l’eterna Vita. Ogni altro cammino dura più a lungo ed è più insicuro, poiché ci sono molte vie di briganti, dove ovunque, dietro i cespugli della strada, stanno in agguato perfidi ladri, rapinatori ed assassini; qui chi non è ben corazzato e non è armato di tutto punto, gli sarà duro giungere al traguardo. Riflettete bene, chi è Colui che vi dice questo!

       49.      Perciò ritengo che anziché gli svaghi mondani, i trattenimenti e le compagnie molto sporche, possiate scegliere a ragione il Mio riposo ed i Miei svaghi del Sabato, e qua gratuitamente, senza pagare l’ingresso, per intrattenervi con Me ed impiegare i soldi per qualcosa di meglio!

       50.      Che cosa ritenete che qui sia meglio ed a Me tanto più gradito? Vedete, infatti, come Io dissi già un tempo agli apostoli: «Nessuno può essere al servizio di due padroni», – perciò riflettete bene Chi vi esorta a questo. Amen. Io Stesso sono il vostro santo Padre dall’eternità. Amen. Amen. Amen.

Ed io servitore aggiungo: alleluia, onore, gloria e lode a Dio nell’Alto quale Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

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Cap. 43

Evoluzione delle anime naturali nel regno animale

Il polipo - il calamaro - il falco marino

16 agosto 1840, dalle 9 alle 12 del mattino

Scriventi: K. G. L. – S. - D. – Andr. e Ans. H. –

Il Signore parla attraverso Jakob Lorber come segue:

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 10, 1-24 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 44

Genesi e destinazione della vita della colomba

16 agosto 1840 (continuazione)

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 10, 25-38 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 45

Atteggiamento verso la Chiesa

20 agosto 1840

         1.        Una piccolissima parola a coloro che nello Scritto "Il cammino per la Rinascita" ritengono di sentire non la Mia Voce, bensì quella di Satana[13], oppure per lo meno considerano quello Scritto un’inutile aggiunta del Mio scrivano. A loro siano rivolte queste righe!

         2.        Essi dubitano dell'autenticità della Mia Grazia. Ma se anch'Io fossi capace di dubitare, potrei anch’Io molto dubitare del loro amore! Perché essi hanno sì la fede dell’intelletto, ma ancora è molto distante da loro un cuore credente. Anziché rendere il cuore assennato e ricettivo mediante il sentimento, essi continuano a riempire sempre di più l'intelletto. Quest’ultimo, per il troppo leggere, si è gonfiato in loro come un pallone. Questo pallone è appeso al cuore con il cordone della volontà. Il cuore ora vorrebbe estendersi e sorseggiare in sé a pieni sorsi il Mio Amore misericordioso, specialmente quando Io do in modo un po’ velato qualcosa che induca veramente all’umiltà, ma [a causa del velo] questo qualcosa non riesce più a penetrare nei sottili pori di quel pallone che è il loro gonfiato intelletto, e ricade di conseguenza sul cuore dove vorrebbe trovare accesso.

         3.        Soltanto che il pallone dell'intelletto riempito di gas leggeri, con la sua leggerezza specifica, tira allora il cordone della volontà, come accade ad un pallone aerostatico, ed in modo così forte che gli sbocchi nelle camerette spirituali del cuore vengono in tal modo fermamente serrati, ed i doni non possono penetrare neanche qui. Quale ne è la conseguenza? Nient’altro che dubbi, perché il dono vivente, tra i due capi della corda del cordone volontà, scivolando per così dire in su ed in giù, non trova accesso né nell'uno [intelletto] né nell'altro [cuore]. Allora ecco che devo intervenire Io ed aerare un poco l'intelletto, affinché possa di nuovo abbassarsi, la corda si allenti e così il cuore serrato riceva nuovamente aria.

         4.        La situazione secondo il giusto ordine invece deve essere la seguente: “Attraverso l’umile abbassarsi dell’intelletto, il cuore si allarga sempre di più e lo accoglie in sé. Ecco che allora l'intelletto stesso viene riscaldato dall’amore e si espande nel cuore. Con ciò anche l'amore aumenta sempre più la sua tensione, si accende infine nel suo beatificante calore, e la luce della sua dolce fiamma illumina molto amorevolmente l'intelletto con un dolce chiarore. Ecco che allora i tesori del Cielo risplendono nell'intelletto, ed essi, attraverso il calore della luce, diventano sempre più grandi e sempre più dettagliati e particolareggiati (come sotto un microscopio), dal che ne deriva poi la bella comprensione del cuore, propria dell'amore e della fede vera e vivente, ed il granello di senape si trasforma in albero ed invita gli uccelli del cielo ed infine anche Me Stesso [a dimorare fra i suoi rami].

         5.        Quanto ho detto ora serva a tranquillizzarti nel caso in cui in futuro ti venga rimproverato in modo simile di essere tu (Jakob Lorber) un servitore di due padroni, oppure che venga mosso il rimprovero secondo cui Io Mi potessi servire per la Mia Grazia anche di uno strumento di Satana. Ma il poco che segue ora serva a sgonfiare nei dubbiosi un po’ l'intelletto!

         6.        È forse cosa lodevole quando dei figli abbandonano la loro madre ammalata, ed alla sofferente augurano la morte a causa dei suoi numerosi acciacchi? Io dico che la Chiesa romana è una prostituta; pur tuttavia voi siete nati da lei ed avete succhiato il primo latte infantile dal suo seno. Lei per prima vi insegnò a pronunciare il Nome Mio, vi nutrì proprio come una madre molto tenera e vi proibì soltanto di gustare quei cibi che vi avrebbero rovinato lo stomaco. Con questo ella destò in voi l'appetito per cibi dell’anima e dello spirito più sostanziosi i quali, secondo la Mia Volontà, non vi furono mai negati [da Me], così che avete potuto rimpinzarvene a piacimento. Ed ancora oggi voi vi rimpinzate come nessun altro nel grembo suo!

         7.        Come mai dunque ora esclamate con Giacomo e Giovanni: "Signore, fa piovere sul suo capo malato fulmini e zolfo!"? Ascoltate, qui traspare ancora molto poco del vero amore! Ritenete forse che l’annientamento sia la via per il miglioramento!? Oh, no, qui vi sbagliate tremendamente. Così credevano anche tutti i fondatori di sette. Ma anch’essi si sono sbagliati di grosso, e la conseguenza fu: discordia tra fratelli, guerre, assassinio ed atrocità di ogni genere! Fu benedetto un tale miglioramento? Oppure una setta può qui dire: "La mia dottrina non è suggellata con il sangue dei fratelli!"?

         8.        Vedete, lei, la romana, è quella donna adultera che doveva essere lapidata. Io però dico anche qui: "Chi è senza peccato, scagli su di lei la prima pietra!". Nuovamente è lei la donna cananea che ha una grande fede e molto amore. Ancora è lei la donna che soffriva da dodici anni di emorragia, e mi rubò la guarigione attingendola dalla veste Mia, poiché aveva molta fede e molto amore. Ed ancora ella è come la grande meretrice e poi penitente Maddalena che unse d’unguento i Miei Piedi. La Chiesa romana si può presentare sotto tutti questi personaggi.

         9.        Invece altri “discepoli” sono pieni di risentimento quando sentono parlare della Mia "Carne e Sangue". Essi credano ciò che vogliono, si ravvivino con le briciole che cadono dalla tavola dei loro signori (con ciò qui s’intende la Mia Parola spezzettata), e nel loro arrogante barcollamento vogliono dimostrare che Io non esisto; e se tuttavia resta ancora qualcosa di Me, Io posso esserci soltanto se essi sono stati così accondiscendenti da averMi accolto nella loro “idea”. In verità Io dico: “Se qualunque setta nel pieno possesso della Mia Parola non può giungere a un’immagine di Me migliore di quella che si prefigge il Mio totale annientamento, allora preferisco perfino i Turchi nella loro onesta e severa cecità, poiché Mi considerano comunque qualcosa di più elevato del loro idolo Maometto, e Mi sono incomparabilmente più graditi i romani, presso cui almeno Mi si offre tuttavia ancor sempre, quale Dio e Signore, un sacrificio esteriore e visibile, che per molti è una memoria vivente della Mia Redenzione”.

       10.      Vedete, così stanno le cose con Roma! Io non mi compiaccio del Vaticano né della Chiesa di Pietro. Ed al loro posto Mi sarebbe di gran lunga più gradita una casa per i poveri. Roma è una città che ha esercitato la prostituzione con i re del mondo. Essa è una prostituta e si comporta come una prostituta. Adorna il suo brutto ceffo e veste il suo corpo a metà putrefatto con belle vesti, per avere ancora l'aspetto di una vergine. Vedete, queste e mille altre cose ancora Mi sono ben note. Ma non dite forse voi stessi: “Una prostituta spesso alleva i suoi figli meglio di una madre orgogliosa che crede di avere mangiato tutta la Mia Sapienza col cucchiaio!”. Così anch’Io dico: “Questa prostituta ha già allevato molti buoni figli ed ha con ciò profumato i Miei Piedi. Perciò voglio aiutarla e considerarla, affinché faccia penitenza; perché ha molto peccato, ma anche molto amato!”.

       11.      A voi però che siete nati e battezzati in essa Io dico che non dovete augurarle la distruzione, bensì la guarigione. Io vi do il balsamo e guarisco in voi il peccato originale. Se ora vivete secondo le regole date, la Chiesa vi rispetterà. E se apprenderà che esistono in voi cose meravigliose, lei stessa chiederà il balsamo ed in silenzio guarirà molte delle sue ferite. Ma se invece volete abbandonarla, giungerà poca benedizione ai vostri fratelli!

       12.      Vivete come Io vi ho indicato, allora non vi colpirà mai un’indagine a causa Mia! Poiché Io vi proteggerò e la Mia Opera verrà alla luce del giorno senza impedimento come un grande magnete che attirerà tutto a sé. Voi però non dovete indebolirla con la vostra disobbedienza e con siffatti dubbi.

       13.      Se voi dite: “Come può esservi una benedizione di novantanove volte?”, allora Io dico: “Gli angeli in Cielo si rallegreranno novantanove volte di più per un peccatore penitente che non per altrettanti giusti che credono di essere giustificati attraverso la Mia Parola integrale”. Poiché in verità Io dico questo: Lutero, Calvino, Melantone ed altri ancora, non hanno il peso di un Giovanni della Croce, né di un Giovanni di Dio, né di un Francesco, né di un Tommaso da Kempis, né di un Taulerus, né di una Teresa né di migliaia d’altri ancora[14].

       14.      Sì, là i più noti protestanti avrebbero potuto imparare ancora moltissimo! Perfino Swedenborg apprese certe cose a Roma che lo aiutarono ad aprire in modo considerevole le porte per la vita interiore; poiché egli era uno che sapeva procurarsi la quintessenza da ogni cosa ed effettivamente ne trasse utilità.

       15.      Vedete, perciò il saggio va nel vecchio ripostiglio e vi trova spesso grandi tesori coperti dalla polvere delle cerimonie. Egli toglie la polvere e mette l’oro puro nella sua camera del tesoro. Lo stesso fate anche voi! Poiché sta scritto: "Lasciate che i piccoli vengano a Me e non glielo impedite, perché di loro è il Regno dei Cieli!”. E chi non diventa come loro, non giungerà nel Regno Mio finché non diventerà come loro, i quali non si lambiccano il cervello, ma nella loro semplicità credono sulla parola ai genitori ed agiscono di conseguenza; e perfino quando per Grazia Mia sono cresciuti ed hanno lasciato i genitori, onorano ancor sempre la loro parola, sebbene non ne abbiano bisogno.

       16.      Noè sbagliò ad ubriacarsi; ma maledisse il figlio che lo derise. Ed i due che, amandolo, coprirono la sua nudità, li benedisse. Lo stesso [come i due figli migliori di Noè] fate anche voi, se volete essere benedetti novantanove volte! Questo dico Io, l'eterno Amore e Sapienza. Amen. Amen. Amen.

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Cap. 46

Sullo scopo della Nuova Rivelazione

21 agosto 1840

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 11 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 47

La costituzione fisica interiore della colomba e di altri uccelli

 

23 agosto 1840, dalle 10 fino alle 12,30 del mattino

Continuazione del Comunicato del 16 agosto 1840.

Scriventi: Andr. H., S. e D.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 12 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 48

Apprensione fraterna

24 agosto 1840

Da uno scritto di Jakob Lorber a suo fratello

Michele, infermiere in Greifenburg, Carinzia Superiore.

         1.        Sii rassicurato, caro fratello, che io ti benedico sempre e prego per te il mio e tuo Dio che ora è diventato il mio migliore, il mio più grande ed affettuosissimo Amico, e ti dice anche attraverso di me:

         2.        Che tu possa essere perseverante nel tuo amore ed equa giustizia. E per amore di Lui, tu possa astenerti il più possibile dal coito che si basa soltanto sulla soddisfazione dei sensi. Allora anche tu avrai presto uno spirito risvegliato al punto che, davanti al suo sguardo, il punto centrale della Terra deve star svelato come una goccia d'acqua sotto il microscopio.

         3.        Poiché così parla il Signore: “Digli che Io sono un vero Dio per tutti coloro che Mi amano ed osservano i Miei Comandamenti! Chi si purifica nel Mio Amore, questi non vedrà la morte in eterno, anche se il suo corpo morisse mille volte. Perché in verità, Io dico, non esiste alcuna vita se non in Me. Ed ora si è avvicinato il grande Tempo dei tempi! Ma chi Mi ama, a lui verrò e gli farò ben gustare la Forza del Mio Amore e la grande Potenza della Mia Grazia senza fine”.

         4.        O carissimo fratello, non pensare che queste siano parole di mia invenzione. Esse vengono dalle sublimi altezze di tutti i Cieli. Perciò tienile ben in conto nel tuo cuore! O fratello, sotto di esse sta nascosto l'infinito.

J.L. teografo (scrivano servitore di Dio)

 

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Cap. 49

Intorno al monte "Strabengel” presso Graz

Sulla tromba d’aria e turbini di fuoco

Il 29 agosto 1840, al monte "Strabengel”

dalle 15.45 fino alle 18.45 pomeridiane

Scriventi K. G.L. e Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 15, 1-16 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 50

Storia del monte "Strabengel"

29 agosto 1840, pomeriggio (continuazione)

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 15, 17-22 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 51

Guarigione della malattia

29 agosto 1840

Ad Andreas H. il quale vorrebbe sapere, riguardo ad un povero ammalato,se il medesimo si dovesse aiutare oppure no, e che cosa ci sarebbe da fare.

         1.        La domanda in verità viene da un cuore buono, ma nello stesso tempo anche da un cuore debole, poiché esso non comprende ancora che Io posso e voglio sempre aiutare, se ciò agli uomini è utile per la Vita eterna.

         2.        Io lo faccio tanto meglio, quando in un certo qual modo sono amorevolmente forzato attraverso una ferma fiducia da parte di una qualunque pia persona. Ma prima fate voi la vostra parte, poi farò anch'Io la Mia, per quanto sarà giusto per la Vita eterna!

         3.        Il corpo di quell’uomo è tormentato da un triplice male. Il primo è una lebbra del nervo interiore (ovvero scrofolosi nascosta). Il secondo è pura gotta. Ed il terzo è una cosiddetta influenza che si trova nella parte toracica (catarro generale). Se si pone un rimedio ad uno di essi, l'altro male peggiora. E qui dovrebbero essere serviti tutti e tre i padroni, il che è molto difficile, anzi, sarà quasi impossibile. Se in precedenza non si fosse fatto uso di bagni, la cosa migliore sarebbe stato un generale impiastro suppurativo a base di latte, pane fresco di grano e dieta liquida; e durante la notte un po’ di decotto di tiglio con miele fresco. Adesso tuttavia non gioverà più a molto, anche se non nuocerà.

         4.        In casi simili è difficile essere d’aiuto, perché gli ammalati confidano soltanto nei medici e molto poco in Me, affinché la loro fede li aiuti. Perciò voi fate la vostra parte, ed Io farò la Mia, o già qui, oppure nel Regno Mio. Poiché Io sono sempre ed ovunque un Signore della Vita e della morte. Amen.

 

 

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Cap. 52

Introduzione allo scritto "La mosca"

3 settembre 1840, pomeriggio

         1.        « È bene volgere di frequente su parecchie cose gli occhi del proprio sentimento e scorgervi il Mio Amore e la Mia Sapienza, per quanto piccolo possa essere l'oggetto da osservare; poiché c’è pur sempre in esso qualcosa d’infinito. E così esso è anche degno di uno sguardo spirituale, poiché tutto ciò che racchiude l’Infinito, è un atomo proveniente da Me, nel quale opera un’esistenza eterna.

         2.        Se Io ora in un piccolo canto faccio dire qualcosa col suo ronzio ad una trascurata mosca, pensate allora che anche quest’animaletto insignificante non appartiene agli esseri non annoverati. Poiché se Mi è noto esattamente il numero degli atomi della luce e il numero di monadi dell'etere attraverso tutte le Infinità e le Eternità, come non dovrebbero [esserMi nota] una mosca, alla cui formazione sono pur necessarie oltre un intero miliardo di atomi!?

         3.        Perciò lasciamo una mosca un po’ ronzare:

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Cap. 53

La mosca

poesia “La mosca”

3 settembre 1840, pomeriggio

(segue la poesia introduttiva sulla Comunicazione “La mosca”)

 

 

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Cap. 54

Grandezza della Creazione e dell'Amore di Dio

5 settembre 1840

         1.        Se voi considerate con l'occhio spirituale la grandezza della Terra e del vostro Sole, potete farvi una buona idea di quante cose ho da occuparMi ed ho da fare costantemente per Amore. Poiché [ovunque] la saggia conservazione del più piccolo, come anche del più grande, dipende dal potente Ordine [divino] e la conservazione del tutto dipende dal mantenimento anche di un solo atomo! Sì, Io vi dico che se qualcuno fosse in grado di distruggere anche solamente una monade, allora l'intera Creazione visibile sarebbe presto ridotta in nulla.

         2.        Tuttavia questo sarebbe possibile solamente a Dio, se Egli non avesse l'Amore. Ma nel pieno possesso di quest’Amore, anch’Io non posso e non voglio agire contro il Mio vero e proprio Ordine divino, al di fuori del quale e senza il quale mai qualcosa sarebbe stata creata e sarebbe potuta esistere anche soltanto la trilionesima parte di un secondo.

         3.        Io vi dico, in un “globo involucro” solare sono davvero contenuti un miliardo di soli. Ed ora riflettete un po’ sul vasto territorio della morte! Ma immaginatevi ancora oltre a ciò che in primo luogo da un globo all'altro troverebbero posto un miliardo di globi, ed immaginatevi ancora in più che un miliardo di miliardi di tali globi ne costituiscono uno unico (cioè un insieme di Creazioni), e che inoltre il numero delle Mie Creazioni continua a crescere; immaginate pure che l'intera Infinità del numero delle Creazioni di questo tipo poggiano nella Mia Mano come una goccia di rugiada, e che di queste gocce ne esistono ancora innumerevoli, allora vi diventerà chiaro quanto grande devo essere Io, quanto grande la Mia Sollecitudine e quanto grande soltanto il Mio Amore che mantiene tutto questo come un punto e soffia Vita su tutto secondo il bisogno dell’essere!

         4.        Vedete, Io sono un Padre davvero grande, il quale ha moltissimo! Ed i Miei cari figli non dovranno, un giorno, rimetterci neanche una piccola cosa! – Ben inteso – coloro che Mi amano! Poiché la Mia Casa ha molte dimore. Amen. – Questo lo dico Io, il grande Padre santo.

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Cap. 55

Sul sale infuocato dell'Amore

12 settembre 1840

Domanda su Marco 9-49 e 50: “Perché ognuno sarà salato col fuoco. Il sale è qualcosa di buono; ma se il sale è diventato insipido, in che modo gli ridarete forza aromatica? Abbiate sale in voi e state in pace gli uni con gli altri!”.

         1.        Scrivete intanto la seguente invocazione: "Signore! Noi insieme non sappiamo nulla; ed il nostro cuore è senza senno come un sasso. Noi, infatti, lo abbiamo indurito con la nostra sconfinata follia e molteplice cattiveria e non possiamo più intenerirlo senza la Tua Misericordia. Perciò sii Tu, o dilettissimo Signore Gesù, il nostro unico rifugio in ogni cosa ed intenerisci il nostro cuore di pietra con il sale infuocato del Tuo infinito Amore, affinché possiamo amare Te, eterna Bontà, sempre di più eternamente! – Amen!".

         2.        Ed ora scrivi la spiegazione:

         3.        Oh, quanto ancora è debole il vostro amore – perché non comprendete che cosa è il sale, ed ancora meno, che cosa è il sale infuocato!

         4.        Vedete, chi crede che il sale sia la sapienza, costui è ancora molto sciocco! Non è forse vero che voi dite ed insegnate: “L'ossigeno è l'aria vitale nell'atmosfera”. E se questo in qualche modo non è esistente, allora sapete che la fiamma della fiaccola si spegne ed il fuoco non continua ad ardere nell’aria soffocante. E voi dite inoltre che se il legno non è secco e non ha così assorbito molto ossigeno, non brucerà bene e quindi darà anche poca fiamma. Voi sapete anche che nell'ossigeno puro brucia perfino il ferro con chiare fiamme sfavillanti. Anzi, voi sapete perfino che il fosforo è un puro acido ed ha in sé una luce bianco verdastra. Vedete, voi sapete tutto questo! Ma ora com’è che non sapete cos’è il sale infuocato della vita?!

         5.        O voi sordi e ciechi, allora ascoltate e vedete! Il sale infuocato non è altro che il vero Amore per Me, con il quale dovete essere salati da parte a parte se volete entrare nel Regno Mio.

         6.        Come il sale, infatti, è l'unico condimento vivificante per tutte le creature ed è nello stesso tempo, con la sua forza astringente, il conservatore di tutte le cose, tale e quale è anche il puro amore dello spirito per Me, proprio come il sale infuocato di ogni vita è l'unica sostenente-operante forza della Vita eterna!

         7.        Ma come anche soltanto l'ossigeno è combustibile e causa chiare fiamme e con le stesse illumina anche le stanze oscure, tale e quale anche il vero Amore è esclusivamente fuoco e fiamme e perciò è anche dotato di luce, la quale è una vera Luce, poiché essa è una Luce propria della Mia eterna, vera Luce di Sapienza.

         8.        E come un sale insipido non serve a nulla e non è buono per la fiamma, bensì fa soltanto una magra brace perché il suo acido è diventato impuro, tale e quale lo è anche con un amore tiepido che non può essere ravvivato perché diventi fiamma. Esso è soltanto una letale brace magra in una stanza chiusa che consuma tutto il sale, e a coloro però che illusori se ne riscaldano, prepara la morte.

         9.        Non dite voi alla domestica che cosparge le vostre stanze di aromi: "Spargi prima del sale sui carboni!”? Vedete, allo stesso modo fate anche voi e spargete il sale infuocato del Mio Amore sulla vostra mortale, magra brace, affinché la sommerga la fiamma dell'Amore, distrugga in voi il verme della morte e vi illumini e vi riscaldi per la vita eterna.

       10.      Poiché il “verme” è Satana, e la sua ira è la magra brace; essa però non ha nessuna fiamma e quindi non ha nessun amore, nessuna luce e nessuna vita. Perciò ognuno deve essere salato “con” e “nel” fuoco del Mio Amore, come anche lo deve essere ogni sacrificio offerto a Me, se Io Me ne devo compiacere.

       11.      Sì, Io vi dico: voi dovete diventare interamente sale infuocato, se volete diventare i cari figli Miei! Vedete, come il sale è un condimento per il cibo, così anche voi dovete diventare condimento del Mio eterno Amore. Amen! – Questo dico Io, Gesù, l'eterna Vita!

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Cap. 56

La Choralpe

13 settembre 1840, pomeriggio dalle 14.45 fino alle 20.15

J.L., Andr. ed Ans. H. salirono il 9 settembre 1840 sul monte Choralpe, di cui fa parte lo Speikkogel al confine tra la Stiria e la Carinzia. Il 13 settembre 1840 il Signore parlò di questo viaggio in montagna attraverso la bocca del Suo servitore J.L. come segue:

 Scrivente: K. G. L. – S. – D. – Andr. e Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 16 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 57

Processi vulcanici terrestri

Supplemento alla "Choralpe"

20 settembre 1840, dalle 10.30 fino alle 12.45 del mattino

J. L. parla. Andr. e Ans. H. scrivono.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 17 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 58

Vista spirituale

          1.      In lontananza una montagna blu si mostra a te come una parete piatta. Eppure, se ti avvicini la parete diventa territorio esteso. Così è anche con le cose spirituali! Dove il tuo occhio scorge una cosa sola, Io ti dico che là ce ne sono trilioni!

 

 

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Cap. 59

Terremoti e loro cause

27 settembre 1840, dalle 9,45 fino alle 12,45 del mattino

Scriventi: K. G. L. ed Ans. H. –

Il Signore rivela, mediante il Suo servitore J.L quanto segue:

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 18 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 60

Sui terremoti e fenomeni atmosferici

14 ottobre 1840, dalle 9.45 fino alle 11.30 del mattino

Scriventi: K.G.L. - Andr. ed Ans. H. – Il santo, affettuosissimo Donatore di tutte le cose buone ci ha dato, mediante il Suo servitore J.L., questo pezzo di Pane per l’eterna vita.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 19 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 61

Prudenza con i godimenti carnali

13 ottobre 1840, dalle 14.30 fino alle 16.30

         1.        Così scrivi dunque qui, Mio servitore molto pigro, inutile, molto cattivo ed oltremodo stolto, che guardi a Me soltanto con un occhio ed ascolti la Mia Voce con un orecchio, ed hai l’altro occhio ed orecchio ancora attaccato al mondo!

         2.        Rivolgi tutto a Me, affinché tu possa riconoscere nella Luce del Mio eterno Giorno il valore infinito di ciò che Io dono a te, a te che sei indegno in una pienezza tale che perfino gli angeli del Cielo non possono comprendere ed afferrare tale pienezza della Grazia Mia, e per l’eccessivo timore riverenziale non osano venire nelle vicinanze da dove sgorga una simile santa Luce del Mio Amore per voi, vergognosi peccatori.

         3.        Perciò rifletti su cosa tu ricevi e da Chi lo ricevi! Ed in futuro non essere troppo dedito al bicchiere; poiché nel vino sta lo spirito della carne e, di conseguenza, ogni fornicazione. E se continui a farlo, allora lascerò che tu diventi schiavo di ogni tipo di lussuria, come accade a tutti coloro che fanno come te! Ed allora avresti nuovamente bisogno di molto tempo, prima di trovare la via per la Grazia Mia.

         4.        Ed ora scrivi a N.N., e digli che Io gli mando a dire:

         5.        Ogni piacere dello stomaco e del ventre, se avviene inutilmente, non è buono per il Regno Mio. La linfa inutile, infatti, rende nera la carne del petto e tenebrosa la dimora che in futuro dovrebbe essere Mia, poiché lo spirito non può essere svegliato nella triplice notte, vale a dire nella notte dell’amore, nella notte della volontà e perciò nella notte del peccato.

         6.        Io non vi do una legge perché diventiate nuovamente schiavi del peccato, ma affinché diventiate liberi nel Mio Amore Io vi do [soltanto] da riconoscere le Vie del Mio Amore.

         7.        Perciò lasciate tranquilla la vostra carne nella morte e non svegliatela con nuovi mezzi stimolanti, affinché diventi vivente il vostro spirito nel Mio Amore mediante una sicura speranza, attinta dalla fonte di una vera, vivente fede, la quale è una vera Luce sgorgante dal Mio grande Sole di Grazia, il cui Centro è il luogo di riposo tutto riscaldante del Mio eterno Amore.

         8.        Guardatevi intorno, e presto scorgerete questo Mio Sole già permanente alto ad oriente e sentirete già forte anche il suo dolce calore. Ma non dovete nuovamente destar la vostra carne al peccato; altrimenti potrei avere il desiderio, ed anche lo farei, di far tramontare il Mio Sole per voi. Allora il vostro suolo diventerebbe un rovente deserto di sabbia e, invece di saziarvi al vero Pane del Cielo ed alla Mia Acqua vivente, vi saziereste alla fata Morgana del mondo[15].

         9.        Beninteso, Mio caro N.N., vedi, Io ti voglio bene e ti aiuto in tutti i modi. Perciò lascia tranquilla la carne nella morte, affinché Io possa risvegliare il tuo amore e presto tu possa gustare in te la Vita eterna proveniente da Me!

       10.      Frena per benino anche i figli tuoi e non lasciarli tuffare nel mondo, barrica bene le finestre di casa tua, affinché attraverso le stesse non vengano confusi i loro sensi! Certo, tutte le porte del mondo stanno ben aperte al mondo stesso e gli sono pure aperte tutte le imposte delle sue dimore. Solo che questo non deve accadere con coloro che Io vorrei accogliere come figli Miei.

       11.      Amen. Questo dico Io, il Padre di voi tutti!

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Cap. 62

Un invito paterno

14 ottobre 1840

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 22 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 63

Fata Morgana

Domenica, 18 ottobre 1840, dalle 10.45 fino alle 13.30

Scriventi: K.G.L., S., ed Ans. H.. Il Signore ci ha dato oggi questo pezzo di Pane attraverso il Suo servitore J.L.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 25 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 64

Alta e bassa marea

Sabato 24 ottobre 1840 dalle 17.45 fino alle 21.00

Scriventi: K.G.L. L. - D. - Andr. e Ans. H. Il Signore ci ha rivelato mediante il Suo servitore J.L. quanto segue dalla Sua Stanza dei tesori.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 26, 1-12 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 65

Chiarimento spirituale della bassa ed alta marea

24 ottobre 1840 (continuazione)

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 26, 13-24 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 66

Sulla preghiera per i defunti

28 ottobre 1840

         1.        Così scrivi all’assetata nel Mio Nome e dì all’affamata nella Mia Misericordia che Io per lei ho molto Amore. E deve solo domandare spesso nella giornata se Io sono accanto a lei.

         2.        Cioè essa deve dire: “O Tu, mio carissimo Gesù, Tu amore mio dolcissimo, Tu vita mia, Tu mio Sposo, sì, Tu mio Tutto, Tutto, Tutto. Sei Tu ancora accanto a Me? Non mi hai abbandonata? O Tu, mio carissimo Gesù, Tu, guarda clemente al cuore della Tua povera amata, la quale sospira per Te ardentemente e langue nel suo amore solo ed unicamente per Te, o Tu dolcissimo Gesù!”.

         3.        Ed Io le metterò poi nel suo cuore una dolce risposta che suonerà così: “GuardaMi soltanto nel tuo amore, Io sono accanto a te e non Mi sono mai allontanato dal fianco tuo, ed il Mio Cuore resterà eternamente rivolto a te. Rimani però anche tu fedele a Me, rimani fedele al tuo caro Gesù che ti amava con tutta la forza della Sua Divinità già prima ancora che il mondo fosse fatto!”

         4.        E se lei percepirà questo, allora può essere davvero certa del fatto che Io, quale un vero magnifico Sposo e con Me l’eterna Vita, le sono veramente vicino.

         5.        E dille anche che il vero Amore deve essere un poco litigioso, perciò Io devo con lei anche contendere un poco. Ma questo è il Mio rimprovero, il fatto che lei volge troppo poco le sue figliole a Me e durante la giornata racconta loro molto di cose mondane, ma solo poco di Me o si fa troppo poco raccontare da loro.

         6.        Dunque, dille ed annuncia che Io sono molto geloso e perciò vedo malvolentieri se si parla di altre cose invece che di Me.

         7.        Io somiglio ad un amante appassionato che sta in ascolto e spia alla porta della sua amata e dalla gioia troppo grande cade nel più delizioso rapimento se sente spasimare la sua così tanto teneramente amata di nient’altro che di lui; ma diventa anche subito triste non appena la sua amata volge il suo discorso ad altro, e non più su cose aventi come riferimento il suo amato, per cui poi l’innamorato triste comincia a pensare ed a parlare a se stesso in questo modo:

         8.        “O tu, mia tanto teneramente amata, se tu mi ami come io amo te, come possono venirti in mente ancora altri pensieri, mentre io penso continuamente a te, ed aspetto tutto ansioso dinanzi alla tua porta supplicando di farmi entrare il più presto possibile!?”.

         9.        Vedi, Mio servitore, dille tutto questo se vuoi essere tu il Mio messaggero d’Amore. Poiché questo è più della domanda: “Come si deve pregare per i defunti?”.

       10.      Tuttavia, poiché già una volta questo fu chiesto da un’anima amata, allora vi voglio anche dire come si deve pregare per i defunti.

       11.      Chi vuole pregare per i defunti, costui deve dapprima sapere giustamente chi e quali sono propriamente i “defunti”, e poi però anche, come e perché egli deve pregare?

       12.      Ma con “defunti” non sono da intendere soltanto i trapassati dal mondo, ma soprattutto anche quelli ancora viventi sul mondo, ma che sono morti nel loro cuore e non hanno nessuna fede e nessun amore, e perciò sono veramente morti.

       13.      Vedete, per costoro voi dovete innanzi tutto pregare con le parole ed i fatti, splendendo dinanzi a loro come un sole splende allo stanco viandante che attraversa sabbie e deserti ristorandoli similmente alla rugiada caduta copiosa sull’arido muschio della roccia dura, affinché possano nuovamente ritrovarsi in voi al territorio di confine della Grazia Mia, e possano guarire al muschio della stessa che qui ha ricoperto copiosamente le Mie pietre di confine.

       14.      Qui avete: per chi, come e perché dovete pregare! Il vostro amore per Me e per i vostri fratelli deve essere sempre la più nobile preghiera. – Come e perché ve lo deve dimostrare chiaramente un piccolo esempio:

       15.      «Vedete, un grande e potente signore aveva nella sua prigione parecchi prigionieri, i quali gli facevano molta pena perché erano tutti dei poveri sedotti. E tuttavia egli, nella sua giustizia, non poteva certo abolire la legge una volta emanata e così liberarli dalla loro pena che la legge aveva inflitto loro. Ma poiché ora avevano languito abbastanza a lungo nel carcere di correzione e con questo avevano soddisfatto le sacre esigenze della legge, allora il signore decise di dar loro nuovamente la libertà. Soltanto che egli pensò in sé: “Io ho ben anche un’amata! Perché la mia gioia sia perfetta voglio che lei venga a sapere da qualcuno che nella mia prigione languono così tanti infelici. E poiché lei mi ama all’infinito ed ha la più piena fiducia in me, si precipiterà certamente qui e con il cuore battente forte m’implorerà perché io congeda grazia e misericordia ai carcerati”. E come il signore pensò, così avvenne anche».

       16.      Che cosa pensate ora che il signore abbia fatto? Il signore ebbe una grande gioia nel fatto che aveva potuto mostrare alla sua amata quanto il di lei amore e fiducia poterono fare, e nello stesso tempo le poté anche procurare un’occasione con la quale i frutti del vero amore e della fedeltà divennero così ben evidenti. Ma i prigionieri loderanno il signore quando vedranno che egli è accessibile unicamente e solo attraverso l’amore, e diventeranno poi perfino amici e figli dell’amata e così anche del suo amato.

       17.      Vedete, così dovete pregare – e non dovete pensare di indurMi forse alla misericordia con la vostra tiepida preghiera, ma dovete pregare così affinché vi possiate fortificare dinanzi a Me nel vostro amore e perciò Mi sia gradita la vostra preghiera. Non per amore dei prigionieri, ma per amor di voi stessi dovete pregar per loro.

       18.      Ma per quanto riguarda i trapassati, tale e quale vale questo anche per i “defunti del mondo”. Voi per vero non sapete in quali condizioni si trovano i trapassati nell’aldilà. Ma non ha importanza, bensì è importante che voi sappiate che Io sono un grande Amico dell’Amore e lo sarò in eterno, e che l’Amore fa bene a chiunque.

       19.      Anche voi certo gioite quando i vostri figli vi fanno un regalo, benché sappiate molto bene che i figli lo hanno comprato col vostro denaro! Quanto più mi rallegrerò Io se fate come fanno i vostri figli. E ciò non di meno rallegrerà i vostri beati trapassati quando verranno a sapere che voi, che siete rimasti ancora, vi ricordate di loro nell’amore vero.

       20.      Vedete, così stanno le cose e così dovete anche agire se volete veramente essere i Miei cari figli.

       21.      Tu però, Mia amata anima, prega fiduciosa, ed Io, il tuo caro Gesù, non ti deluderò. Amen. – Questo dico Io, il tuo caro Gesù!

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Cap. 67

Visita alla Kleinalpe

25 ottobre 1840

         1.        Il 25 ottobre 1840 col tempo piovoso J.L. – K.G.L. – S. – Andr. ed Ans. H. andarono a Űbelbach e si recarono verso mezzogiorno, sotto un nevischio e vento gelido di ponente, ai piedi della Kleinalpe.

         2.        Al punto dove l’Alpe apparve, si mostrò, in un nebbioso firmamento, il Sole come un pallido disco lunare, e divenne un po’ alla volta sempre più luminoso. Qui e là il cielo divenne azzurro e smise di nevicare. Anche il gelo ed il vento diminuirono.

         3.        Un gioioso sentimento s’impadronì dei viandanti.

 

 

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Cap. 68

Illuminazione spirituale sulla visita alla Kleinalpe

Parabola dell’ingresso di un gran re

 

Giovedì 29 ottobre 1840, dalle 14,45 alle 17,30

 

Scriventi: K.G.L. – Andr. ed Ans. H. L’amorevole Padre Santo ha dato oggi attraverso il Suo servitore quale “Diaria[16]” quanto segue:

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 28 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 69

Dell’essere nello splendore

1.  Lo splendore di questa vita terrena, o fratello, non è tuo; ma nello splendore dimora un essere grande! – Perciò non credere allo splendore, bensì utilizza il debole tremolio di questa fiaccola terrena, in modo che tu trovi in te l’essere vero!

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Cap. 70

Sul servitore Lorber ed un nuovo discepolo

Lode alla mansuetudine

30 ottobre 1840

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 29 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 71

Comprensione e tolleranza

          1.      In ogni pianta esiste un seme nuovo, e su mille specie di alberi maturano anche altrettante differenti specie di frutti. Conosci tu l’utilità di tutti? – Certamente no! – Oh, vedi, così si articola anche la vita dello spirito negli uomini che sono di buona volontà. Le specie e le razze, anche quando sono differenti, [dinanzi a Me] non fanno differenza. Si domanda solamente in che misura sono utili tutte. Perciò non dovete condannar nessuno, bensì imparare a conoscere le Mie differenti vie!

 


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Cap. 72

Insegnamento delle corrispondenze

Il mondo esteriore come scuola dello spirito

Domenica di tutti i Santi, il 1° novembre 1840

 dalle 8,30 alle 12,30 del mattino

Scriventi: K.G.L. - Andr. ed Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 30 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 73

Ad uno molto debole

4 novembre 1840

                   1.                     C’è qui un uomo molto malleabile che preferisce il grande al piccolo (e precisamente più a causa del piacevole che dell’utilità) e fa molte visite agli altolocati a causa del suo onore, perché possa poi ancora dire a qualcuno che egli è stato da questo e quel signore, e che questo e quel signore lo avrebbe addirittura oltraggiato per non averlo visitato già da molto tempo, ed egli fa questo più per la gretta apparenza che per propria cortesia interiore, e si dà anche molto da fare con il mondo femminile e dappertutto fa la corte alla provocante carne delle belle figlie di Eva, e tiene anche molto alle vecchie amicizie se si tratta di uomini gradevoli, sebbene non disprezzi anche i poveri a causa del suo buon nome; egli tuttavia preferisce sempre nuove conoscenze di bella presenza, specialmente femminili, a quelle vecchie maschili dello stesso rango.

                   2.                     Costui è pure amico degli eruditi e tiene in gran conto gli artisti rinomati, ma più a causa del suo onore che per l’onore di questi eruditi ed artisti (per passare in questo modo presso gli intenditori come un uomo intelligente!).

                   3.                     E così questo povero uomo mette spesso in moto i piedi per pura vanità, per rendere a qualcuno un meschino piacere, al quale mai nessuno ci teneva troppo, e con tutta la sua cortesia personale è comunque sempre più amico di se stesso che di coloro i quali vengono da lui corteggiati.

                   4.                     A quest’uomo, che certamente, nonostante tutti questi comuni difetti umani, possiede un cuore abbastanza buono, mezzo volenteroso, e segretamente ha già in sé un piacere abbastanza puro nella Mia Grazia che ora scende, ed ha pure un segreto desiderio per il Regno Mio e comincia anche a rispettare sempre di più il bene ed il vero del medesimo per sua stessa volontà e ad apprezzarlo nel suo cuore (il che Mi ha anche stimolato a guardarlo seriamente nel Mio Amore e, se egli lo vuole, anche ad aiutarlo ad uscire dal suo labirinto), a quest’uomo quindi Io faccio dire:

                   5.                     Che egli la smetta quanto più possibile con le sue inutili, molteplici esaltate visite, e che cominci piuttosto a fare visite a Me, Padre suo! Questo gli sarà più utile, nel tempo e nell’eternità, di tutte le migliaia ed ancora migliaia di visite che ha già fatto agli uomini per non avere niente ed ancora niente in cambio.

                   6.                     Infatti dalle sue visite – né per lui, né per i molti visitanti spesso già diventati fastidiosi, come anche per quelli, spesso senza valore, che hanno ricevuto le sue visite – non è mai risultato alcun vantaggio al di fuori del fatto che molte volte veniva deriso alle spalle. Mentre lo si lodava in faccia, di dietro gli si facevano di frequente dei versacci. Questo lui certamente non lo vedeva, ma Io vedo ed odo tutto!

                   7.                     Tuttavia, affinché egli possa sapere che è ancora molto, ma molto stolto, allora deve anche conoscere il giudizio di quegli uomini che appartengono ai migliori, come ricompensa delle sue premure di molti anni. Che cosa dicono dunque questi? Niente all’infuori che egli è uno stolto buono, ma oltre a ciò certo molto ignorante e stupido che somiglia ad una nota, bonaria bestia da soma, che volentieri si lascia sempre caricare il dorso per il foraggio peggiore.

                   8.                     Per una simile ricompensa, dunque, quest’uomo è così solerte e cammina e corre di casa in casa, per prendersi sulla sua schiena delle vere e proprie batoste spiritual-materiali! Oh, che debole!

                   9.                     Io qui non voglio elencare tutti i dispiaceri che gli sono già capitati per una simile stoltezza. Quanto detto deve soltanto mostrargli come egli non sarebbe incorso in tali gravi dispiaceri, se almeno avesse seguito il buon consiglio dei suoi pochi veri amici, i quali sono anche amici Miei, e si fosse seduto al pozzo di Giacobbe per bere dallo stesso l’Acqua della Vita ed avesse fatto a Me, suo eterno, santo Padre migliore, una ben conveniente visita in silenziosa quiete.

                 10.                  Ma questo lo renderebbe certo malinconico! È ovvio! Ma com’è che non diventa malinconico quando corre senza fiato da un essere femminile all’altro, per disperdere in questo modo il suo amore naturale, oppure alla fine per soffocare nel fango mortale di tale follia?!

                 11.                  Egli deve risponderMi a questa domanda: “Perché non hai ancora sposato una qualche vergine?”. Poiché tu hai già fatto la corte a migliaia di donne e ne hai già ingannato molte volte parecchie promettendo il matrimonio, ed in questo modo, tempo addietro, hai sedotto alcune ragazze minorenni. Quale scusante risposta Mi puoi dare che ti purifichi dinanzi ai Miei Occhi, e la Mia Santità non ti condanni?”.

                 12.                  Io ti dico, “È meglio che tu non risponda! Perché ogni tua risposta ti condannerebbe!”. E se Mi dicessi: “Non ho ancora trovato quella giusta che fosse senza difetti!”. Allora Io dico: “O tu, falso giudice! Perché cerchi con tanta cura la pagliuzza nell’occhio delle ragazze e non vuoi vedere la trave, anzi le molte travi negli occhi tuoi!?”. Siccome tu temevi di essere tradito da loro, perché non temevi piuttosto che venissero tradite da te e rese infelici!? Perciò allontanati da Me, egoista interessato! Perché tutte le ragazze sono sorte dal Mio Amore come te! Perché non erano giuste per te? Io dico, perché esse nella loro debolezza erano tutte migliori di te!

                 13.                  Perciò non rispondere, bensì taci in tutta penitente umiltà, affinché la tua risposta non ti condanni! E se vorresti dire: “Il mio reddito era troppo modesto perché potessi essere in grado con lo stesso di prendere una moglie e mantenerla!”, allora Io ti risponderei: “Ascolta! Poiché hai misurato il tuo reddito e lo hai trovato troppo misero, perché nello stesso tempo non hai anche misurato le tue poche facoltà e le tue grandi pretese, e perché non hai anche misurato l’esagerata cupidigia dei sensi tuoi? Poiché vedevi bene con occhi struggenti l’abbondante fortuna dei grandi e ricchi del mondo e desideravi essere uguale a coloro che qui hanno quanto tu desideri, ma visto che per te questo non si realizzava, allora piuttosto nessuna moglie, ma essere libero di vivere di fornicazione!”.

                 14.                  Oh, vedi, esistono ancora ragazze povere e brave in quantità, di cui tu ben ne conosci parecchie. Perché non le sposi? Tu diresti: “No, a causa dei pochi mezzi di entrambe le parti!”. Ma mettiamo che tu fossi ricco! Sì, allora tu guarderesti dall’alto in basso una principessa con lo stesso sguardo compassionevole e nello stesso tempo sensuale come ora guardi una modesta ragazza, che pure è figlia Mia.

                 15.                  Ma affinché tu riconosca che le cose stanno proprio così, allora ti faccio notare i tuoi segreti pensieri fantasiosi, nei quali tu passavi, attraverso ogni genere di grandiosi, romantici sogni, in differenti splendide situazioni dell’amore mondano; e quando poi avevi raggiunto qualche punto culminante, come cercavi di accaparrarti subito, come un sultano, le ragazze più belle e più incantevoli! Anzi spesso nascondevi la tua altezza sognata e strisciavi, come voi usate dire, in “incognito” da qualche vergine, che in realtà ebbe a darti qualche volta un duro rifiuto, e chiedevi la sua mano. Ma poiché lei nel tuo sogno ti rifiutava nuovamente la mano, allora rivelavi davanti alla ritrosa la tua fantasiosa dignità imperiale da sultano e rifiutavi ora la bella umiliata, venuta in sé da tale rivelazione, ed avevi una grande gioia se la vedevi piangere e se lei per te, che ora ti rivelavi un grande imperatore, si torceva le mani.

                 16.                  Oh, vedi, tali pensieri sono uno specchio fedele e mostrano all’uomo molto precisamente la direzione delle sue cupidigie e la tendenza del suo amore, amore che non ha per fondamento che l’ambizione, che è la base di ogni perdizione! Perciò non rispondere, per non metterti in trappola da solo e per non condannarti nella tua folle scusa!

                 17.                  Oppure vorresti forse dire: “Non posso certo sposare una donna comune, poiché io sono un uomo colto ed un funzionario regio-imperiale ed ho tutti conoscenti a me graditi! Cosa ne direbbero questi ultimi?”. Ma Io dico: “In città non esiste donna così semplice che fosse troppo semplice per te, anche se vorresti esplodere dall’ira se qualcun altro al posto Mio ti avesse confessato questa verità”. Poiché vedi, qualunque comune meretrice lo è diventata spesso [solo] per doppia necessità, vale a dire dapprima per quella spirituale (perché qui presso le pecore la lana è come il nutrimento), e poi spesso per il naturale bisogno del corpo, a causa della richiesta dello stomaco come pure per la soddisfazione dell’impulso naturale, al cui precoce sviluppo ed incoraggiamento senza scrupoli, la povera, abbandonata, ora disperata meretrice, è arrivata soltanto attraverso corteggiatori simili a te. Nella sua debolezza lei ha facilmente creduto alle dolci parole che scaturiscono dal petto di iena di un dolce corteggiatore come te, il quale faceva sgorgare senza coscienza nel petto molto ricettivo, spesso già formoso di una ragazza dodicenne, torrenti di una galanteria satanica dopo l’altra, simili a pugnali avvelenati, per guardarla spiritualmente sanguinante con occhi lussuriosi, pieni di cupidigia, e dopo stare in agguato come una tigre alla prossima occasione, per infliggere all’infelice, debole incantata, il primo colpo mortale, e poi farsi grande e poter dire: “ebbene, questa un giorno diventerà una di quelle, poiché già adesso si può far tutto con lei!”.

                 18.                  Vedi, poiché tu hai rovinato la sua natura per tale infamia – tu iena, tu tigre! – come puoi ancora dire dinanzi agli Occhi Miei: “Non mi può piacere tale volgarità femminile!”?

                 19.                  Perciò, piuttosto non rispondere, affinché la tua scusa non diventi una pietra da macina che dovrebbe esserti messa al collo e con la quale dovresti essere sprofondato nel fondo del mare!

                 20.                  Ma se tu volessi dire: “Di una povera non mi sono servito!”, allora Io dico: “Tu non sei degno di una povera!”. Poiché le povere sono figlie Mie. Guai a coloro che le seducono e le tengono in poco conto! Il loro cuore deve diventare ottuso come un sasso, affinché non sia mai toccato dallo sguardo dolce di una povera simile, ed un tale delinquente rimanga senza moglie e senza figli fino alla fine, ed il suo nome infame venga sepolto con lui!

                 21.                  Ma chi qui sposa una povera per amore, costui ha Me per Suocero e gode della Mia Benedizione! Ed è meglio se si sposino delle povere che delle ricche, poiché i poveri nella loro necessità pensano a Me, Padre loro, e cercano sempre aiuto presso di Me quando a loro va veramente male; mentre la maggior parte dei ricchi Mi conoscono appena secondo il Nome, e quando a loro va male, si disperano e diventano non raramente dei suicidi. Vedi, perciò non rispondere, altrimenti ti condanni da solo a causa della tua stolta scusa!

                 22.                  E se tu volessi dire: “Delle cattive esperienze mi hanno scoraggiato. Ciò che io ho visto ulteriormente, mi ha reso del tutto inaccettabile il matrimonio!”, allora Io dico: «Sia maledetto colui che si giustifica così! Poiché costui si dichiara apertamente come uno spregiatore egoista della debole umanità femminile. E la sua coscienza gli grida forte: “Poiché sai bene quanto poco vali tu stesso e quanto sei stato infedele da sempre in tutta la tua sfera di vita, per questa ragione preferisci ovviamente la tua libertà piuttosto che un povero, ma benedetto matrimonio, che potrebbe soltanto portarti all’ordine spirituale!”».

                 23.                  Perché se tu pensassi come dovrebbe pensare un onesto uomo cristiano nel suo cuore, allora diresti: “O Signore! Io Ti sono davvero un grande debitore! Abbi pietà di me, che sono cattivo oltre ogni misura ed amante di me stesso! Infatti nella mia ignoranza ho peccato gravemente dinanzi a Te e mi sono indebitato grandemente verso tutti i Tuoi deboli figli, ed io stesso sono diventato ora più debole di tutti coloro che prima credevo a torto deboli, e tutto questo per la mia sconfinata egoistica follia!

                 24.                  Perciò insistentemente Ti prego, affinché Tu possa di nuovo guardarmi pietoso nel Tuo infinito Amore e darmi un onesto senso, così che io possa nuovamente scorgere il vero valore umano delle Tue ancelle e non [rimanga cieco] come lo sono stato finora, dato che io, simile al mondo maligno, cercavo il valore soltanto nella ricchezza e nella bellezza giovanile, ed oltre a ciò ancora in un’incredibile fedeltà ed attaccamento (perché io ero, nel mio grande egoismo, un folle asino geloso!).

                 25.                  O Signore, poiché io ora riconosco il mio grande errore, allora sii pietoso e misericordioso con me, povero peccatore, e lasciami ritrovare ciò che io, nel mio maligno cuore invertito, ho così spesso disprezzato. Poiché qui io non sono uno che si lascia attirare dallo spirito, ma soltanto e sempre dalla carne, allora so anche che [fino ad ora] sono soltanto della carne e non dello spirito. Perciò lasciami trovare, o Signore, di nuovo onestamente una giusta carne (a Te piacente), affinché io sia purificato nella stessa, per poi un giorno risorgere dalla stessa, nello spirito, secondo la Tua santa Volontà! – Amen”.

                 26.                  Vedi, questa scusa è migliore delle altre, e soltanto in essa agisce la Vita invece della morte!

                 27.                  Sebbene Io con tutto questo non voglia apertamente importi il dovere di sposarti – nella misura in cui tu hai un qualche motivo migliore di rimanere libero, e precisamente per puro amore per Me o, meglio, se di questo sei capace e ti puoi ritirare dal tuo mondo molto visitato –, Io comunque con questo intendo averti esortato seriamente ad un vero pentimento e penitenza, affinché tu riconosca finalmente quanto torto hai sempre avuto, perché tu eri assiduamente occupato ad allontanare da te tutta la colpa e ad addossarla rozzamente ad altri. Rifletti in te profondamente: sarebbe stato questo tollerato da Me per l’eternità?

                 28.                  Perciò ti ho mostrato il necessario attraverso il Mio povero servitore che da sé non può sapere cosa vi è di giusto e di cattivo (perché egli stesso è né giusto né cattivo)[17] e ciò che egli sa, lo sa soltanto da Me attraverso una particolare grande Grazia immeritata a causa degli altri, non a causa di se stesso, affinché gli altri vengano giudicati nei loro cuori attraverso di lui ed egli per ultimo soltanto attraverso di loro, ed affinché [anche] tu venga giudicato nella tua carne, per sfuggire con questo all’eterno giudizio dello spirito.

                 29.                  Poiché chi vuole essere accolto nel Mio nuovo Regno, costui deve essere prima giudicato[18], affinché si purifichi completamente da ogni vecchia sozzura delle sue abituali follie! Tu però sei ancora folle da capo a collo e confuso in tutti i sensi. Per questo c’era in te ancora molto da giudicare e, oltre a ciò, ci sarà ancora parecchio da giudicare prima che il tuo nome venga pienamente registrato nel grande Libro della Vita. Prendi perciò bene a cuore questa Parola a te rivolta! Essa è una nuova Parola di Vita piena di Luce e di Verità ed altrettanto piena d’Amore!

                 30.                  Se vuoi vivere, allora sposa qualunque ragazza nel giusto ordine, ed Io ti voglio benedire con la Mia Pace. E porta con questo in te stesso un piccolo sacrificio per le molte vittime della fedeltà femminile che tu hai già sorseggiato ed usato! E non aver timore di essere ingannato, ma temi piuttosto di non ingannare nessuno con te stesso! E non avere tanto il tuo vantaggio dinanzi agli occhi, quanto piuttosto il vantaggio di colei che tu vorresti sposare! Allora andrai bene ancora per un breve periodo nel tempo e poi anche nell’eternità.

                 31.                  Puoi tu infatti pensare che vivrai ancora altri cinquant’anni? Oppure non dovresti pensare piuttosto che ogni secondo della tua vita terrena sta nella Mia Mano e che Io posso o prolungare oppure accorciare ad ognuno la vita secondo il suo ubbidiente comportamento, poiché soltanto Io vedo quando il frutto è maturo – in un modo o nell’altro!

                 32.                  Perciò rifletti bene su che cosa è meglio: continuare così? – Oppure rivolgerti a Me e per puro amore per Me rinunciare a tutto? Vedi, puoi fare anche questo! Ma allora rifletti bene sul fatto che un servizio a metà non Mi serve a nulla, se pensi con questo di salvare la tua libertà.

                 33.                  Infatti vedi, nella tua presunta libertà sei soltanto uno schiavo della tua carne, delle tue brame e della libera lussuria mondana tra gli uomini, con i quali chiacchieri volentieri di cose folli e sotto sotto ridi delle tue stesse sciocchezze.

                 34.                  Ma qui tutta la tua carne e tutte le tue brame devono esserti profondamente sottomesse come gli schiavi più grezzi, e devi dare un addio definitivo una volta per sempre a tutte le tue folli abitudini, e subito dopo rivolgerti completamente a Me! – Ascolta! – Subito, dico Io! Perché a partire da ora ogni esitazione ti verrà in Cielo altamente messa in conto.

                 35.                  Ora giudica tu stesso nella tua debolezza che cosa sarebbe più facile e più salutare! Io non voglio darti nessun consiglio ulteriore su cosa devi fare, ma ti dico solamente che la ricompensa sarà uguale alla tua obbedienza.

                 36.                  Fa dunque ciò che vuoi! Per Me è completamente lo stesso, sia che tu scelga una cosa che l’altra. Ma rimanere come sei adesso, questo proprio non te lo consiglio!

                 37.                  Vedi, anche tu sei rimasto ozioso per tutto il giorno. Così adesso va anche tu nella Mia Vigna e lavora l’ultima ora nella stessa, in un modo o nell’altro! Ed Io ti darò un giorno quello che sarà giusto. Amen. – Io, l’eterno Amore e la stessa Verità! Amen.

 

Ulteriore annotazione

 

                 38.                  Questa parola supplementare deve, come tutte le altre, essere aggiunta alle “Parole supplementari” e deve essere letta ad alta voce in un incontro stabilito per questo scopo a colui che è stato indicato senza che lo si nominasse, in modo che non se ne vergogni. Bensì deve soltanto rallegrarsene molto se vuole diventare un settimo discepolo, cosa che verrà a sapere quando Io pronuncerò il suo nome.

                 39.                  Ma egli non deve, come suol solitamente fare, trovar delle scuse e volersi giustificare, se lo farà, allora dovrà anche provare quanto egli sia ancora lontano dal Regno Mio, e quanto sia ancora inabile a diventare un discepolo!

                 40.                  Poiché a chi Io dico molto, a costui voglio anche dare molto, ed in questo modo, se farà la Mia Volontà, dicendogli molto, gli avrò già anche dato molto. Se il mastro costruttore, infatti, pone delle fondamenta estese e vaste, non ci vorrà certo costruire sopra una conchiglia, ma lì le fondamenta devono corrispondere all’edificio. Ma se già un mastro costruttore opera in modo così giudizioso, quanto di più farò Io che sono il più potente ed onnisapiente Mastro Costruttore dell’Infinità!

                 41.                  Perciò colui che è stato indicato non deve vergognarsi, ma rallegrarsi enormemente! Perché Io non do invano Doni simili! Ma ognuno deve prima essere scoperto dinanzi al mondo e, nella sua umiltà, glorificare il Nome Mio, se vuole da Me essere glorificato un giorno eternamente.

                 42.                  Poco è ciò che Io vi domando; ma. in compenso infinita è la ricompensa! Perciò rallegratevi tutti del fatto che Io richieda questo da voi; poiché il Regno Mio non avrà fine in eterno. Amen. Questo dico Io, il Padre e Signore di tutti voi! Amen.

 

Preghiera di ringraziamento del servitore

 

Ed io peccatore, inutile, peggior servitore, oso nella mia grande impurità aggiungere:

Onore, lode e ringraziamento siano resi a Te, o santissimo Padre migliore, dai nostri deboli, impuri cuori! Oh, purifica tutti noi con la santa Potenza del Tuo infinito Amore e Misericordia! – affinché noi possiamo un giorno ringraziarTi degnamente, o Tu migliore, santissimo Padre, e lodarTi più santamente di quanto sia stato possibile finora nella grande notte dei nostri peccati!

O santissimo Padre Migliore, Ti sia reso grazie anche per il magnifico regalo di questo nuovo fratello, a noi dato nel Tuo santissimo Nome! Oh, il Tuo santissimo Nome sia lodato per questo! Onore sia reso a Te, Padre ed al Figlio ed allo Spirito Santo in Te e da Te – in ogni eternità! Amen

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Cap. 74

Una bugia?

Domenica 8 novembre 1840, dalle 9,45 alle 13

Scriventi: K.G.L. – Andreas ed Anselm H.

                   1.                     Oggi il nostro affettuosissimo Padre ci ha dato attraverso il Suo servitore Jakob Lorber il seguente insegnamento, e precisamente quello con il titolo indicato.

                   2.                     Vi sembrerà strano se voi, in seguito a questo titolo, vogliate forse pensare che Io sia in grado di mentirvi! Naturalmente non è così; bensì si tratta di una cosa del tutto diversa. E non tutto è bugia ciò che appare come bugia, come anche non tutto è verità ciò che appare come verità. Ma che la cosa stia in questi termini, dovrà presto insegnarvelo una piccola storiella.

                   3.                     Qualcuno raccontò ad un suo amico di aver visto, in un luogo di questo paese, un enorme drago, e descrisse il suo aspetto perfino minuziosamente. Egli rese la cosa così verosimile al suo amico, che quest’ultimo cominciò subito a muoversi per andare egli stesso in quel luogo dove l’amico diceva di aver visto il drago.

                   4.                     Quando l’amico giunse dunque nel soprannominato luogo che gli era stato esattamente descritto, non trovò nemmeno la minima somiglianza con quello descritto dall’amico, anzi, perfino il nome era falso; e quando egli s’informò, gli venne riferito che in questo paese non esisteva nessun luogo con quel nome e con quell’aspetto.

                   5.                     E così l’amico tornò nuovamente indietro e parlò all’altro con parole violente: “Ehi tu, disonesto, maligno amico, cosa ti ho fatto io che mi hai servito così male con la tua bugia e mi hai esposto al ridicolo!?”. L’amico narratore però sostenne tuttavia di non avergli detto nessuna bugia. ”Infatti” egli disse, “io ho visto il mostro come te l’ho descritto; e quando mi informai presso gli uomini come si chiamasse quella regione, costoro mi dissero che essa si chiamava così come ti ho dichiarato”.

                   6.                     Ma allora il suo amico piuttosto ostile intimò al narratore di condurlo in quel luogo nel quale era maturata la sua bugia. Il narratore acconsentì e guidò il suo amico in un luogo che aveva pressappoco una leggera somiglianza con quello prima descritto. Solo che quando egli, il preso in giro, chiese agli uomini di quel luogo il nome di questa zona, allora neanche questo aveva la minima somiglianza con quello indicato dall’amico narratore. Ed in quel luogo nessuno conosceva una sillaba di un qualsiasi drago.

                   7.                     Ebbene dite, cosa ne pensate voi dopo aver sentito un racconto simile: il narratore ha preso in giro il suo amico o no? Sì, dico Io, lo ha preso in giro, e molto, e tuttavia il narratore ha detto al suo amico una purissima verità.

                   8.                     Ma ora si domanda: “Come può una cosa essere allo stesso tempo bugia e verità?”. Da questa cosa, naturalmente, un intelletto umano riuscirà a cavarne fuori qualcosa di così poco convincente, quanto è affermare che il nero è bianco ed il bianco è nero. Ma non è così presso di Me! Infatti una cosa, considerata con occhi spirituali, può essere precisamente nera e bianca allo stesso tempo e nello stesso posto. E così si mostrerà pure che questo sunnominato narratore menzognero, nonostante ciò, ha detto la verità.

                   9.                     Quest’uomo, un giorno, quando si addormentò sotto la rinfrescante ombra di un albero, ebbe un sogno così vivido, nel quale egli vide quanto poi narrò in modo così tangibile e vivo che non poté fare a meno di pensare fra sé di aver visto veramente tutto questo.

                 10.                  Infatti, anche se si svegliò ancora sotto lo stesso albero sotto il quale si era messo alcune ore prima a riposare, il suo sogno però era costituito in modo tale che gli sembrò di essersi presto risvegliato da sotto l’albero, d’aver poi lasciato il posto ed essere giunto, in seguito ad una lunga passeggiata, nel luogo prima descritto. E quando [nel suo sogno] ebbe visto e provato tutto quanto prima menzionato, egli ritornò ben presto indietro, arrivò proprio allo stesso albero, si coricò, si addormentò stanco per breve tempo e si risvegliò poi davvero sotto lo stesso albero, sotto la stessa ombra dove si era messo alcune ore prima [nella realtà] sano e salvo.

                 11.                  Ebbene vedete, per come stanno le cose in natura, questa, [ciò che è stato raccontato dal sognatore], è proprio una bugia, perché nell’intero paese non si può trovare alcun luogo [di quella specie] e neppure nessun drago. Solamente non è proprio necessario che, se in qualche modo qualcosa non viene trovato in Natura, per questo non debba esistere [avendo un’esistenza spirituale].

                 12.                  E così stanno in genere le cose rispetto ad ogni singola contemplazione spirituale! Prendete un cieco e parlategli di questo o quell’oggetto che voi vedete essere qui! Per il cieco il racconto è forse una bugia, solo perché non può vedere egli stesso l’oggetto di cui voi parlate? E così molte cose possono essere esistenti e vere, anche se non vengono trovate da nessuna parte, poiché accanto al mondo naturale, anzi perfino nello stesso, esiste un mondo spirituale di gran lunga più grande. Chi vorrebbe per esempio sostenere che l’Inferno sia una bugia, poiché esso sussiste solo di pure bugie? Oppure chi vorrebbe sostenere che non esiste nessun Cielo, perché non è visibile all’occhio del ricercatore?

                 13.                  Così dunque “l’essere” e “non essere” e “tuttavia essere” certo non è bugia! Un essere materiale, infatti, non è un essere spirituale, come quello spirituale non è materiale – e tuttavia il materiale è [condizionato] dallo spirituale, come anche viceversa lo spirituale dal materiale.

                 14.                  Un esempio v’illuminerà questo sufficientemente! Osservate una mela, quando pende ancora all’albero, allora direte certamente che questa mela è cresciuta su quest’albero. Ed ancora dovrete dire che tutto questo albero è cresciuto da una mela simile. E così voi vedrete presto sorgere una mela dall’albero e poi un albero dalla mela.

                 15.                  Ora chiederete a voi stessi: “Che cosa è qui veramente il frutto e cos’è che produce il frutto?”. Voi direte che la mela è il frutto, allora Io dico: “Ma che cosa è dunque l’albero, se esso cresce dalla mela?!”. E voi direte: “Sì, allora è certo l’albero il frutto!”, ma allora Io dico: “Che cosa è dunque la mela, se essa viene dall’albero?”.

                 16.                  Vedete, anche qui ogni affermazione in sé e per sé può essere allo stesso tempo una bugia ed una verità, poiché la mela è frutto tanto quanto lo è l’albero e perciò è altrettanto produttore quanto l’albero.

                 17.                  Tuttavia, quando si dice: “Certo, soltanto una cosa può essere vera!”, allora Io dico: “È totalmente giusto dire che la verità è una soltanto!”, ma è sciocco da parte degli uomini sostenere e dire nella limitatezza dei loro giudizi: “Questo o quello è il primo vedendo facilmente da questo esempio che una cosa può essere come l’altra il primo”.

                 18.                  Dunque, ammettiamo per esempio che si alzasse un qualche straordinario scienziato e sostenesse che Dio abbia per primo creato l’albero; un altro però lo avvicinasse e gli dicesse: “Se Iddio ha creato dapprima l’albero, perché ha posto nella mela la capacità, grazie alla quale, se questa viene messa nella terra, viene fuori di essa un albero che a sua volta porta gli stessi frutti dai quali esso stesso è proceduto? Quindi è certo evidente che Dio non ha creato dapprima l’albero, bensì soltanto una mela!”. E se di nuovo il primo scienziato obiettasse a questa dichiarazione: “Io credo che, secondo l’ordine, era prima da creare l’albero e provvederlo con la forza di riproduzione”. Vedete, e così questi due scienziati si girerebbero intorno in un eterno cerchio, senza mai giungere ad una méta. E se uno che avesse davanti a sé due ingranaggi d’orologio incastrati l’un nell’altro, sostenesse: “I denti di questo ingranaggio afferrano i denti dell’altro!”, ed un altro gli rispondesse: “Ma, caro amico, sei cieco, non vedi che i denti dell’altro ingranaggio ingranano nei denti di questo?”. Chi dei due avrebbe ora nuovamente ragione?

                 19.                  Io dico: ognuno ha ragione e dice la verità – ed ancora: uno mente così bene come l’altro. La porzione di bugia consiste qui veramente solo nella parzialità dell’asserzione con cui una verità sta contro l’altra. E nel grado in cui appare l’altra verità, esiste la bugia. In sé e per sé però essa è altrettanto vera come lo è quella da essa contestata.

                 20.                  L’unica Verità è però questa: l’uno esiste ed ha origine dall’altro, e l’uno è là per l’altro. Io però sono l’eterna Causa prima di tutto l’esistente ed ho disposto tutto così che il naturale abbia origine e sussista dallo spirituale e lo spirituale sussista però di nuovo, viceversa, nel circuito costante ed invariabile, fuori del naturale.

                 21.                  Da questo vi diventerà chiaro come il mondo spirituale si estenda costantemente nel naturale ed il naturale a sua volta in quello spirituale. Infatti, non appena uno spirito diventa libero, allora ama, pensa ed opera nella sua sfera a lui assegnata. È impossibile però che questo agire ed operare di uno spirito, una volta che è dunque accaduto, possa passare senza lasciar traccia come se non fosse accaduta proprio nessuna azione ed opera. Ci si domanda dunque: “Come diventa allora visibile l’azione e l’opera dello spirito libero?”.

                 22.                  Allora Io dico: osservate le cose, come sono, come sorgono ed esistono, e vi dovrete convincere del fatto che ognuna di queste apparizioni deve avere una qualche ragione sufficiente d’origine. Ma dove si trova questa ragione? Certamente non nella materia, ma nell’agire e nell’operare spirituale, il quale agire ed operare è un agire ed operare interiore.

                 23.                  Quando un qualche mastro costruttore costruisce una casa, allora egli non ha certo costruito la casa a causa della stessa, ma con l’edificio ha perseguito uno scopo che corrisponde pienamente alle sue intenzioni. Ma se già un mastro costruttore fa questo e come uomo mortale vorrebbe perfino procurare all’opera sua una durata eterna, quanto più un libero, eterno spirito disporrà le sue azioni ed opere così che corrispondono al suo amore ed all’essere suo!

                 24.                  E così è nuovamente chiaro come il giorno che la materia stessa è soltanto un mezzo dal quale deve sorgere uno scopo spirituale nell’intenzione del produttore spirituale.

                 25.                  E se osservate questo così bene, allora vi deve divenir chiaro come una cosa esista per l’altra e come sempre una afferri e spunti nell’altra. E da questo vedrete inoltre chiaramente qual è la bugia e qual è la verità, e riconoscerete come per colui che è puro [che riconosce le cose dal punto di vista spirituale] tutto è puro e vero, per colui che è cieco [spiritualmente] invece la verità è bugia. In questo modo anche in Me, quale eterna Causa prima di ogni esistenza, non può trovarsi alcuna bugia; anzi la sua esistenza è al Mio Cospetto una impossibilità.

                 26.                  Al cieco l’esistenza di una cosa come anche la costituzione formale della stessa è certamente un [fatto] incredibile, poiché non può accertarsi della sua realtà. Se però crede che la cosa sia così, allora egli ha la verità. Ma se non crede, allora la sua perseverante incredulità stessa è una bugia, in cui la sua cecità lo tiene vincolato.

                 27.                  La fede è dunque un unguento degli occhi per i ciechi. Se la vogliono usare nella semplicità del loro cuore, allora giungeranno presto alla luce dei loro occhi e vedranno le cose per come esse sono. E se anche dovessero trovarle diverse da come vennero loro descritte, allora ciò che gli venne detto è vero [anche per loro] perché essi credono che sia così.

                 28.                  Perciò ognuno troverà prima o poi tutto nello spirito così come egli lo ha creduto! Com’è la luce, infatti, così è il colore degli oggetti illuminati. La fede però è la Luce dello spirito; perciò anche l’uomo vedrà così, come è composta la sua luce [della fede].

                 29.                  Ma dall’albero non verrà fuori nessun’altra mela se non quella che è messa nell’albero; come del resto dalla mela non verrà fuori nessun altro albero se non quello che è messo nel seme. E così anche ogni uomo è il frutto della sua propria fede e la fede stessa il frutto dell’amore dell’uomo. E perciò [detto in breve]: come uno crede, così vedrà, e come egli ama, così vivrà.

                 30.                  Ma chi crede alle Mie Parole, costui ha accolto Me in sé, in quanto crede che sono Io che gli rendo noto questo. E poiché ogni uomo in fondo all’essere suo è il suo stesso amore, allora Io divento poi, se egli Mi accoglie mediante la fede nel suo amore, il suo amore, come egli diventa il Mio. Perché come egli ha accolto Me, così ho anch’Io accolto lui. Ed in questo modo diventeremo poi una cosa sola, come l’albero e la mela in fondo sono certo soltanto una cosa, e si afferreranno l’uno nell’altro come gli ingranaggi di un orologio, e da questo verrà fuori una Verità.

                 31.                  Infatti, chi ha accolto Me mediante la fede nel suo amore, costui ha accolto in sé l’eterna Verità e diventa egli stesso l’eterna Verità. E poiché Io sono l’eterno Amore Stesso, così Io sono poi anche, in tutta Verità in quanto tale, [proprietà] di quell’uomo che ha fatto di Me il suo amore.

                 32.                  Ed allora l’uomo sarà simile ad un albero innestato, il quale ha accolto in sé il superiore, affinché questo diventi sua proprietà, e perciò porterà molti nobili e preziosi frutti, nei quali, nonostante ciò, la sua libera indipendenza mai perirà. Infatti, come voi potete ancora riavere da un seme di un albero innestato l’originaria essenza dell’albero (perché nonostante l’innesto, la sua esistenza è sempre indipendente), così accade anche con l’uomo da Me innestato, che egli, nonostante la Mia accoglienza ed il successivo innesto, manterrà altrettanto libera ed in eterno la sua indipendenza.

                 33.                  Vedete, quest’insegnamento ora datovi è estremamente importante e senza di esso non potete giungere facilmente all’interiore solidità della vostra fede, ed il vostro amore rimarrebbe costantemente un circuito che ritorna su se stesso. Soltanto se voi sapete che la vostra unione con il Mio Amore vi accoglie nell’infinito circuito della Mia eterna Azione, allora potete anche, con la massima sicurezza, trarre la conclusione che oltre l’infinità dell’Opera Mia, rimarrà poco spazio dove un bugia si possa nascondere. Poiché chi si separa dalla Luce, costui sarà naturalmente illuminato soltanto da un lato, e scoprirà sul lato opposto un’ombra, ombra che è un’immagine ingannevole senza luce della propria indipendenza, ma chi si trova nel centro della luminosa Fiamma del Mio Amore, chiedete a voi stessi: è qui possibile una qualsiasi ombra?

                 34.                  Perciò fate di Me, mediante la fede nel vostro amore, il vostro amore, affinché vi circondi e penetri la Luce, e voi stessi diventiate Luce proveniente da Me. Questo lo dico Io, l’eterno Amore e Verità. Amen.

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Cap. 75

Sulla vita, amore e morte

Continuazione del cap. “Alla sorgente Andritz”

 

Domenica, 15 novembre 1840, dalle 9,30  fino alle 12,45

 

Il 13 novembre 1840 di pomeriggio, J.L. Andr. e Ans. H. si recarono alla sorgente Andritz e si trattennero qui una mezz’ora, deliziandosi alla quiete e limpidezza della sorgente.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 31 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 76

Una piccola meditazione mattutina

5 novembre 1840

O Tu santo Padre! Guarda misericordioso a Me, povero peccatore, come sono in una grande miseria del cuore. La mia fede vacilla, la mia speranza si lascia cadere, ed il mio amore diventa debole se Tu Ti allontani solo un attimo da me!

O Santo, Padre migliore! Non distogliere perciò mai più anche solo un attimo il Tuo santo Occhio da me povero peccatore, e conservami sempre nella Tua vera e sola beatificante Grazia, Amore e onni-Misericordia! Amen.

 

Lascia in ogni pacifico mattino

che io mi preoccupi di null’altro che di Te!

Addolcir da Satana non lasciare

la coscienza mia fedele!

Lasciami fedelmente la Grazia Tua

sempre annunciare! Lascia Amore,

o Padre, sempre me povero trovare!

Abbi con noi Misericordia solamente!

Lascia sempre adempiere lealmente

la Tua Volontà da noi, i figli,

affinché sempre possa esser glorificato

qui sulla Terra il Nome Tuo.

E che possa ognun provare

e scorgere la benevolenza grande,

così lascia a tutti trovar favore

a Te legandosi con Amore!

Amen, dico io, Padre, Amen!

Amen, salvezza attraverso il Nome Tuo!

                                                   Di Jakob Lorber composta da lui stesso

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Cap. 77

Saluto di pace per il compleanno

19 novembre 1840

         1.        Finché, per il conveniente ricevimento dei congratulanti mondani, vengono puliti tutti i pavimenti nella casa del mondo prima del semplice pavimento del cuore per il Mio Ricevimento, Io non posso apparire dinanzi a coloro per i quali è stato pulito prima il pavimento. Poiché Io sono sempre umile di tutto cuore e più mite di una colomba, ed aspetto spesso abbastanza timoroso, come un debole fanciullo dinanzi alla porta, quando vedo entrare ed uscire il mondo superbo, e non oso introdurMi nella stanza nella Mia povertà dinanzi ad uomini simili che spesso amano lo sfarzo e la maestosità mondana.

         2.        Qui Io attendo poi pazientemente triste finché un tale baccano è passato ed anche i pavimenti mondani sono diventati un po’ più puliti, dopo di ché, timoroso, posso osare ad entrare timidamente per portare il Mio augurio colmo di Grazia nel giorno della nascita interiore di un’anima che in segreto Mi ama un poco.

         3.        Caro figlio, ascolta! Se Mi vuoi come Colui che ti fa per primo le sue felicitazioni, allora lava dapprima il pavimento e tira a lucido la stanza nella quale Io vorrei entrare, ed allora soltanto bada al pavimento della tua casa per il conveniente ricevimento del mondo. Perché il Padre in fondo dovrebbe essere ben il Primo per il Quale i figli devono aver riguardo, ed essi dovrebbero aspettarLo per primo nella santa serietà dell’amore e da ciò nella vivente fede e pienissima fiducia.

         4.        Perché vedi, quando una bella vergine a quattr’occhi dice al suo pretendente, che la ama sopra ogni cosa: “Io ti amo in maniera inesprimibile”, ma lei invece, nella società dell’alta moda del mondo, s’imbatte con lo sguardo su di lui e fa una faccia indispettita e non le sta bene che egli l’abbia seguita fin lì per il grande amore, e se l’amante ora si accorgerà che la sua amata, in una tale società, lo degna appena di uno sguardo indifferente, ebbene, cosa pensi tu, come andrà in una simile occasione al sincero, fedele amante, per quanto riguarda il suo cuore d’amor ardente? Io ti dico, egli sarà triste oltre ogni misura ed alla fine si adirerà. Ed alla vergine costerà davvero molto per riuscire a riconquistarlo. E se lei dovesse fare così più volte, allora dovrebbe essere difficilmente riconquistabile.

         5.        Vedi, se però già un amante mondano agirebbe così, che è certo più morto che vivente, allora puoi anche ben immaginarti che Io, quale il più onesto e più fedele Amante, che sono l’infinita eterna Vita stessa, in situazioni quasi simili non posso e non devo stare a guardarti completamente indifferente quando, di tanto in tanto, noncurante di Me, conversi col mondo e non mostri nemmeno ai tuoi la stretta via che porta al Mio Cuore.

         6.        Tu vorresti soltanto che Io venissi da te continuamente. Io però ti dico che è una e la stessa strada da Me a te. Perciò potresti tu, dopo mille delle Mie visite a te, fare a Me, Padre tuo, già anche eccezionalmente una o anche due visite seriamente nel tuo cuore!

         7.        Vedi, Mi ha mortificato il fatto che tu questa volta hai chiesto di Me così tardi! Certo, il pretendente mondano non può guardare nel cuore della sua amata. Io però vedo il tuo, e poiché è rimasto onesto, così ora vengo nuovamente a te. AccogliMi, affinché possa anch’Io accoglierti nella Mia grande Grazia!

         8.        Questo è il grande Desiderio dell’eterno, Padre santo, che sono Io, il tuo caro Gesù e nello stesso la Rinascita e l’eterna Vita. Amen

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Cap. 78

L’Unico buono e vero

1.  Non cercare cosa sarebbe “peggiore” o “migliore” sulla via poco illuminata della confusa vita; ma pensa: Uno soltanto è buono e vero, e questo sono Io ed il Mio Amore! Tutto il resto è vano, maligno e falso.

 


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Cap. 79

Vero amore per il prossimo

20 novembre 1840, sera

Ad Anselm H.:

         1.        L’Amore per il prossimo non consiste negli occhi, né nel tono del discorso, né in qualcos’altro di diletto esteriore, ma il vero amore per il prossimo consiste unicamente nel [vero] fare del bene, specialmente nei confronti di coloro per i quali non è mai da pensare che possano ricambiare il favore.

         2.        Ogni volta che l’amore ha un altro secondo fine, lì termina di essere un vero, puro amore per il prossimo, ed è poi simile ad un vino annacquato in cui non vi è dentro più nessuna forza, nessun “etere di vita”, ma è un “intruglio” di un vero maligno oste! Comprendilo bene!

         3.        Ma chi può servire due padroni!? Vedi, Io ed il mondo siamo due estremi nettamente opposti. Perciò è meglio [servire e appartenere] a Me, all’Unico, completamente, poiché Io non tollero assolutamente rivale alcuno!

         4.        Fare del bene è già giusto, ma soltanto nell’Ordine Mio! Amen

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Cap. 80

Sulla respirazione del mondo naturale e delle piante

 

22 novembre 1840, dalle 8,45 fino alle 12,45

Scriventi: K. G. L. – S. – Andr. ed Ans. H. – Il Signore alla domanda: “Respirano anche le piante e come?” rivela quanto segue per mezzo del Suo servitore J.L.:

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 32, 1-20 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 81

Sulla respirazione delle piante

supplemento

22 novembre 1840 (continuazione)

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 32, 21-47 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 82

“I santi degli ultimi giorni”

24 novembre 1840, pomeriggio

O Signore! Che cosa c’è nella setta che si chiama: “I santi degli ultimi giorni”, i cui membri sarebbero in possesso di forze miracolose ed in gran parte emigrano verso l’America?

         1.        Per quanto riguarda questa setta, che si chiama: “La chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni”[19] non vi è in essa così tanto come voi credete. Essa, infatti, si autochiama “santa”, e certamente solo ed unicamente Io sono santo!

         2.        Se però qualcuno viene santificato nel Mio Nome, non per questo è già “santo” lui stesso, anche se volesse diventare pienamente una sola cosa con Me attraverso il più puro amore. Infatti, egli sarebbe santo soltanto in generale – in particolare però soltanto Io rimango Santo – ed egli è santificato attraverso la Mia Immagine vivente in lui.

         3.        Quindi vedete, chi si fa chiamare “santo”, anche se per amore del Mio Nome, costui non glorifica il Mio Nome, bensì egli lo fa soltanto affinché possa essere glorificato il suo nome attraverso il Mio. Ed anche se loda il Mio Nome, lo loda soprattutto perché vorrebbe trovare lui stesso onore e santità attraverso l’esaltazione della Santità del Mio Nome. Vedete, simili “santi” Io non li vedo troppo di buon occhio.

         4.        E poi ci si chiede ancora: dove mai sta scritto che uno deve emigrare in America per amore della salvezza, per vivere lì, a causa della maggiore assenza di leggi, più comodamente e più liberamente? Eppure Io dissi sempre: “Il Regno dei Cieli subisce violenza; coloro che non l’attirano a sé con violenza, non lo possederanno!”. E non ho ancora mai detto: il Regno dei Cieli subisce comodità; coloro che l’attirano a sé con comodità, lo possederanno!

         5.        Chi vuol venire a Me, non ha bisogno di andare in America, ma soltanto nel suo proprio cuore! E quando ha ben purificato lo stesso col vero amore e con la vivente fede che scaturisce dall’amore, allora Mi troverà certamente e sarà molto più vicino che in America.

         6.        Ma coloro che ritengono di averMi già trovato e per questo si fanno chiamare “santi” e vanno in America per poterMi, per così dire, custodire meglio, in verità, costoro hanno ancora poca solidità e ne troveranno sicuramente ancor meno in America. Poiché chi teme di essere distolto dallo spirito già nella sua abituale patria terrena, come reggerà in una parte straniera del mondo, dove incontrerà mille stranezze e mille bisogni!?

         7.        Perciò in questa “santa” setta non vi è così tanto come voi credete. Vedete, ai membri di questa setta non piace l’obbedienza ai loro monarchi. Per questo vogliono trasferirsi in America, perché è uno Stato libero, lì quasi ognuno vorrebbe dominare, ma nessuno obbedire; poiché ogni repubblica somiglia più o meno sempre all’Inferno che nel senso più stretto è una repubblica.

         8.        Ma per quanto riguarda gli “ultimi giorni”, voi non avete nulla a che fare con la fine di “tutti i tempi”, ma soltanto con il tempo in cui vivete. Esso, infatti, è “l’ultimo tempo” di ciascuno. Perciò vegliate in questo tempo e siate solerti nell’Amore, affinché questo [la Potenza celeste] diventi in eterno la vostra parte! Amen.

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Cap. 83

Obbedienza, Chiesa, Rosa

Tre parole nella Luce spirituale

25 novembre 1840, dalle 20 alle 22

Signore! Ci sarebbero tre parole colme di contenuto! Non vorresti rivelarmele clemente nel Tuo grande Amore per facilitare la comprensione dell’annunciatrice W.H. e dei suoi fratelli, poiché lei, sebbene ancora molto giovane, certo però, come sembra al Tuo peccaminoso servitore, di tanto in tanto ha già un piccolo desiderio di Te? O Signore! Se è la Tua santa Volontà, ascolta questa piccola preghiera del Tuo inutile, pigro servitore e non lasciarmi annientare nella Magnificenza del Tuo oltremodo sublime, potente, santo Nome!

         1.        Ebbene scrivi dunque!

         2.        Ti ricordi ancora la breve frase che ti ho comunicato ieri sera venendo qui? Vedi, per metà l’hai dimenticata! Perciò è necessario richiamartela in mente, prima di poter soddisfare la tua preghiera.

         3.        Questa frase diceva dunque: “Perché guardi tu così meravigliato alle stelle e ti angosci nell’anima tua? Che cosa pensi, cosa vuoi, cos’è che vorresti sapere? – Amore! – Allora verrai a sapere ciò che non sai e devi sapere”.

         4.        Vedi, esattamente come ieri osservavi cieco e sospirando le stelle, e non sapevi Chi fosse il “Signore della casa”, tale e quale guardi oggi queste tre parole che ti sono state sottoposte dalla fanciulla menzionata e non sai che cosa farne.

         5.        Vedi, tu hai sollecitato il tema piuttosto che chiederMi prima il permesso, così che tu potessi fare qualcosa! Se Io fossi ambizioso come gli uomini, questa volta ti pianterei in asso, così che tu possa scorgere quanto è grande la tua stoltezza.

         6.        Solo che Io non sono come gli uomini, e tu non consideri niente a giustificazione della tua straordinaria stoltezza, così ti voglio dire sempre ciò che t’interessa sinceramente, affinché tu lo possa sapere per l’utilità degli altri.

         7.        Vedi, “Obbedienza” è la via verso la vera, vivente Chiesa, che è la Mia Parola vivente scritta e pronunciata da eternità nel cuore di ogni uomo ed angelo.

         8.        La “Rosa” significa però il più puro, profumato Amore per Me proveniente dalla Chiesa del cuore. Ma come il fiore principale cresce sui cespugli spinosi, così anche la via verso la vera Chiesa, che è il luogo in cui unicamente ed esclusivamente è di casa la Grazia Mia, è altrettanto un po’ spinosa. Ma proprio per questo è poi anche l’Amore puro, le cui radici che affondano nel giardino della filiale obbedienza portano all’arbusto spinoso del nutrimento proficuo, il bene più alto, più bello e più santo, sì, esso soltanto è l’eterna, beatissima Vita stessa. E chi non porterà spiritualmente nel suo cuore questo regale fiore, difficilmente costui entrerà nel grande, eterno Regno dei Cieli.

         9.        Obbedienza è quindi il giardino. La vita nell’obbedienza sono le buone radici dell’arbusto di rose. Sebbene siano ancora nell’oscura terra senza luce, esse sono però le reggitrici principali dell’arbusto ed infine del fiore stesso. La Chiesa però somiglia all’arbusto spinoso. E le spine dell’arbusto sono tutte le prove di libertà e le molteplici tentazioni del mondo, ma nello stesso tempo sono anche gli aspiratori del fuoco dell’amore, come le reali spine sull’arbusto di rose sono gli aspiratori del fuoco elettrico. La rosa alla fine è il simbolo più bello dell’amore stesso!

       10.      Ascolta dunque tu, Mia cara giovane scopritrice di queste tre parole! Diventa anche tu una rosa e diventa, in quanto tale, la Mia cara figliola, affinché un giorno ti possa divenir chiaro il mistero che ti tiene ancora prigioniera del mondano!

       11.      Vieni dunque quanto prima nel Mio giardino e fiorisci in esso come magnifico fiore dell’eterna Vita, dove percepirai nuovamente le armonie segretissime della Mia Voce paterna!

       12.      Ma ciò che ti è detto attraverso il Mio servitore, valga anche per i tuoi fratelli! – Amen. – Questo dico Io, il Padre vostro affettuosissimo. Amen.

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Cap. 84

Guida per il viaggio

29 novembre  1840, dalle 10 fino alle 11,30 del mattino.

Scriventi: Andr. ed Ans. H. Il Signore disse per mezzo di J.L. dal Suo Amore quanto segue:

         1.        Ieri, senza la Mia Volontà – a causa di un interesse mondano – due di voi si sono messi di mattino presto in viaggio, sebbene sarebbe stato conveniente che almeno il Mio servitore Mi avesse prima chiesto un consiglio per sapere se una tale impresa potesse essere vantaggiosa o no (poiché Io non sono mai stato parco con il Mio Consiglio per una qualunque occasione!). Io però volevo che una tale impresa non dovesse essere compiuta, perché non sarebbe stata secondo la Mia Volontà – nella quale unicamente ed in ogni circostanza è sempre da trovare la vera felicità – e specialmente per coloro che hanno già trovato più o meno la via dove si comunica fedelmente la Mia Volontà, e precisamente, come sapete, sempre in Parole ben chiare e comprensibili.

         2.        Ma affinché sappiate anche, perché Io ho fatto in modo che i due fossero ostacolati nel loro viaggio, allora voglio comunicarvi che in questo modo vi ho dimostrato un gran beneficio. Infatti, entrambi non sarebbero ritornati con il corpo in buona salute.

         3.        Poiché ogni uomo, sia egli buono o cattivo, ha sempre la libera volontà nel suo agire, allora Io posso ostacolare nella sua azione, tanto poco il cattivo come il buono. E così sarebbe accaduto che voi, sulla via per Lebring (come voi chiamate quel luogo) fino a Strab (questo è il luogo dove pensavate di rimanere), sareste caduti nella mani di gentaglia malvagia che sostava lì, ed avreste avuto molto da fare e da lottare per liberarvi di questi manigoldi; ed in questo modo avreste anche subìto, a causa dei dispiaceri che ne sarebbero originati, dei danni spirituali.

         4.        Per risparmiarvi dunque un simile disagio, ho reso inutilizzabile solo una ruota [del vostro carro], e precisamente in un punto in cui non era possibile pensare a nessuna riparazione, per questa ragione foste poi costretti a ritornare nel vostro sicuro paese d’origine.

         5.        Vedete, chi non cammina costantemente con Me, costui va spesso a finire ciecamente nelle braccia della sua sventura e non sospetta nulla della stessa, finché non ne è stato totalmente catturato! Ma se ci sono Io insieme a lui, in un qualunque viaggio oppure altra impresa, allora mai permetterò che a colui che cammina al Mio fianco, venga torto anche un capello solamente!

         6.        E così anche l’esperienza vissuta ieri vi sia una potente dimostrazione! Infatti, sebbene non Mi avete chiesto consiglio, ed anche non avete espressamente pregato affinché vi accompagnassi lì, ciò nonostante Io non vi ho escluso dalla Mia attenzione sempre beatificante.

         7.        Poiché Io so certamente che dopo riconoscerete che non abbandono coloro che hanno cominciato a cercarMi e ad amarMi e si tengono fedeli in questa caratteristica, così Io sono sempre presso di loro, sia che Mi pregano o non pregano. Poiché chi è affezionato a Me di sua spontanea volontà, a costui Io pure sono affezionato di Mia spontanea volontà.

         8.        Inoltre però vorrei ancora osservare (tuttavia non limitando minimamente la libera volontà) che, riguardo al vigneto abbandonato che è ancora esposto ad ogni possibile avversità del tempo, sarebbe piuttosto bene se lo stesso non venisse acquistato dal Mio amico ed adoratore; bensì costui deve prima lavorare e preparare ben bene piuttosto la Mia vigna. E se egli è disposto ed ha gioia a coltivare una vigna terrena, allora con il tempo Io gliene mostrerò un’altra che gli procurerà più gioia che non questa, perché quest’ultima è stata comprata con dei soldi che Io non voglio qualificare più precisamente. E quindi basta con questo!

         9.        Se voi però volete e potete, allora sarà possibile recarvi a tempo debito e con comodo in un altro luogo, e questo di certo lo dovete fare il più presto possibile. E non preoccupatevi se il tempo è bello e limpido oppure turbato. Poiché ci sarà proprio un tempo come dovrà essere per innalzarvi di nuovo di un gradino superiore molto importante.

       10.      E non preoccupatevi per la “diaria spettante”, poiché ultimamente vi ho di certo pagato bene, e precisamente con la moneta più giusta e più pura. Se questa moneta era solo una pura moneta d’argento, questa volta voglio pagare il vostro viaggio in oro. E come l’oro nella sua nobiltà sta sopra l’argento, allora anche questo pagamento sarà superiore a quello per il viaggio per la Kleinalpe.

       11.      Infatti allora foste informati verso sera, ora però siete stati informati verso il mattino, ed allora era un tempo indifferente, ma ora celebrate il tempo importante del Mio Arrivo! E questo tempo non vi deve spettare in quest’occasione semplicemente nominandolo, bensì operando attivamente.

       12.      Ora voi chiederete: “Ma allora dove dobbiamo effettivamente andare?”. Io dico: non molto lontano! Poiché vedete, Io ho scelto due punti di cui uno è più vicino e l’altro sta a tre ore di distanza. Certo, a Me sarebbe più giusto se voi faceste un sacrificio più grande e voleste andare in quel luogo dove c’è un monte dal nome Kulm. Tuttavia, se non avete abbastanza tempo di recarvi lì a causa dei vostri impegni, allora potete recarvi anche in un luogo presso il cosiddetto castello Lustbichel dove si trova nella stessa direzione, su una collina abbastanza importante, un altro piccolo castello, presso il quale, un po’ più in pendio, si trova ancora una cappella.[20]

       13.      Ora dovunque vogliate andare, là badate bene a tutto, sia sulla terra sia nell’aria, sia vicino che lontano; ma soprattutto badate ai vostri sentimenti! Poiché in essi, quando sarete in quel determinato luogo, comincerete a scorgere con precisa attenzione cosa significa far qualcosa nel Nome Mio!

       14.      Ed Io vi dico: Cielo e Terra passeranno, ma le Mie Parole sussisteranno in eterno, e ciò che viene stabilito con queste, sussisterà oltre ogni Creazione! Infatti, poiché la Mia Parola è scaturita dal Mio Amore, come potrebbe passare finché esiste l’Amore che ha fatto scaturire da Sé tali Parole?!

       15.      Tuttavia completamente diverso sta con le Creazioni che sono qui procedute dai Miei Giudizi, le quali sono avvenute solo attraverso l’Amore, ma non dall’Amore, e perciò sono anche effimere come i giudizi da cui esse sono sorte.

       16.      Il giudizio dura soltanto un tempo. Il tempo stesso, infatti, è soltanto un giudizio. L’Amore invece sussiste in eterno. Poiché l’Eternità è l’Amore stesso, ed [in Essa] tutto è pieno d’Amore.

       17.      Nel tempo l’Amore opera attraverso il giudizio ed addolcisce nello stesso l’ira [ardore] di Dio. Nell’Eternità invece è l’Amore vincitore sull’ira [ardore] e quindi anche su tutto il giudizio. E perciò là è nient’altro che Amore e la sua corrispondente infinita Beatitudine.

       18.      Se Io però dico che queste parole non sono dirette a voi dal Mio Giudizio, ma dal Mio Amore, allora pensate anche che Esse si ergono eternamente al di sopra di ogni cosa temporale! Se dunque voi potete e volete, allora fate quanto è detto il più presto possibile! Poiché è il desiderio sempre più beatificante del vostro grande, santo Padre che in tutto è l’eterno Amore e la Sapienza stessa. Amen!

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Cap. 85

Auguri per il compleanno

30 novembre 1840, sera

         1.        Quanto segue te lo faccio dire dal servitore, amico Mio pieno di buona volontà, Andr. H. “zelante”, poiché ho riscontrato che la tua volontà è a tutta prova!

         2.        Gli uomini per la verità si augurano a vicenda ripetutamente ogni genere di fortuna, ma di solito rimangono col desiderio secondo la moda del mondo, perché in fondo non c’è un vero desiderio d’amore, ma una cieca abitudine mondana.

         3.        Spesso uno augura all’altro (quando va ancora bene) proprio tutto “il meglio”, nella sicura convinzione che di tutto l’augurato non si realizzerà nulla. E in tutti gli auguri spesso non vi è nemmeno un pulviscolo solare di una seria volontà del vero amore, per non parlare degli auguri secondo il costume che avvengono per mezzo dei cartoncini stampati che voi chiamate “biglietti da visita”.

         4.        Se tu domandi il perché da auguri simili non si ricava mai qualche risultato, Io dico: perché l’augurio senza volontà non è che un’ipocrita, adulante cortesia del freddo intelletto mondano e perciò una pura bugia ed assurda pazzia.

         5.        Quanto è folle l’uomo che dice ad un sasso: “Diventa oro!”. E vedi, la follia di un uomo del genere sarebbe da considerare esigua, rispetto a quella di uno che augura al suo festeggiato “mille anni di vita”, quando non gli può allungare la vita nemmeno di un terzo e, per secondo, spesso vorrebbe saperlo già il giorno successivo sotto terra per guadagnarci qualcosa. E così c’è più di uno che qui augura “felicità e fortuna”, mentre nel suo cuore è pieno di risentimento, oppure augura “salute e sereni giorni di vita” e spesso conosce l’unico Donatore di tali cose appena solo di Nome. Oppure c’è alla fine ancora qualcuno che dice: “Le auguro quello che lei stesso si augura!”. Ma chi sta facendo un simile augurio, sa se tutto quanto gli uomini si augurano nel loro amore di se stessi è bene!? E così il mondo si augura continuamente cose insensate nel suo vuoto tenebroso!

         6.        Ma ascolta, non così deve essere tra di voi! Invece di tale follia, i Miei amici devono chiedersi l’un l’altro nel Mio Nome, col cuore pieno d’amore: “Fratello, se hai bisogno in qualche modo del mio aiuto, allora dimmelo apertamente, ed io ti voglio aiutare secondo la possibilità della mia forza e della mia capacità!”. – Non dire – “Se tu lo desideri!”, – ma dì piuttosto che tu [stesso] ne hai bisogno per l’Onore di Dio e per il benessere del tuo spirito!

         7.        E se il fratello tuo ti ha confessato che ne ha bisogno, allora sii pieno di buona volontà d’amore e fallo immediatamente, allora ristorerai il cuore del fratello tuo. Ed Io, il Padre tuo, avrò gioia per simili auguri fatti con le opere.

         8.        E se devi fare gli auguri, allora falli ai poveri bisognosi d’aiuto, allora Io guarderò con clementi, indulgenti occhi anche tutti i tuoi altri auguri che devi fare, per non dare nessuno scandalo al mondo.

         9.        E così proceda dunque nel cuore, invece del vuoto desiderio, la piena, forte volontà; ed invece degli auguri, il puro, disinteressato amore; soltanto così sarai del tutto un uomo secondo la Mia Volontà che è per voi il Mio Amore infinito!

       10.      Vedi, tu hai già fatto parecchie cose in cui Mi sono compiaciuto, e perciò ti ho anche già dato un nuovo nome, nome che è scritto nel grande Libro della Vita. E questo nome sia per te, nel giorno [odierno] della tua nascita interiore [nella carne terrena], un dono come nome della tua nuova nascita [nello spirito]! Ma fa tutto quanto detto, allora proverai presto la grande gioia della rinascita!

       11.      Vedi, così è fatto il Mio Augurio! Io non “auguro” nulla, ma ciò che voglio oppure amo, questo Io dono oppure concedo che esso accada. Cosa succederebbe se Io vi volessi augurar la vita e la lasciassi nel desiderio!? Solo che Io non auguro [soltanto], ma lo voglio, e così voi vivete!

       12.      Si dice però che voi dovete essere perfetti com’è perfetto il Padre vostro nei Cieli. Ebbene dunque, allora fate anche voi come Io, il Padre vostro, voglio ed anche faccio! Anche se non potete fare quello che Io faccio nell’infinito, fatelo di certo nel piccolo! Allora sarete come un piccolo cerchio che in tutta la sua piccolezza è certo perfetto come il grande cerchio del Mio Essere infinito.

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Cap. 86

Cenni di educazione

30 novembre 1840, di sera (continuazione)

         1.        Ed ora Mio caro Andreas volenteroso, per finire ascolta ancora: è un piccolo augurio da Me rivolto a te – e tu ora già sai cosa Io intendo per “augurio”, vale a dire l’unione della Mia Volontà con la vostra – e questo augurio è che tu non debba lasciare ai tuoi figli [indisciplinati] la libera volontà; bensì, ciò che tu insegni loro, essi lo devono apprendere di buona voglia per ubbidienza verso di te, e non se essi se ne compiacciono oppure no. Se tu però consideri buono questo o quello, allora anche per loro deve essere buono e giusto, perché per te è buono e giusto. E veramente ne verrà poi fuori anche qualcosa di buono e giusto se viene santificato con l’ubbidienza. Altrimenti tutto diventa inutile e cattivo.

         2.        Vedi, l’errore in ogni educazione consiste di solito nel fatto che i genitori prendono troppo poco in considerazione la questione dei figli. Ma rifletti soltanto su dove inizia presso di Me l’educazione, di quale significato deve essere per Me già un pulviscolo solare! Ed ora immaginati quanto lo sarà soltanto un figlio! Se tu rifletti bene su questo, comprenderai facilmente perché l’educazione dei figli deve essere molto considerata!

         3.        Vedi, Mio caro volenteroso, cammina sempre con zelo sulle Mie Vie, ed Io non ti lascerò mai in eterno privo del Mio Amore e sarò sempre il tuo buono, Padre santo e sarò eternamente la tua massima, somma ricompensa. - Amen.

 


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Cap. 87

Viaggio verso Haberbach

1° dicembre 1840, dalle 17,15 alle 19,45

Il Signore rivelava attraverso il Suo servitore sulla via verso Haberbach presso Lustbichel e sul cosiddetto Koppenhof la seguente considerazione.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 33 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

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Cap. 88

Sulla “volpe Erode”

7 dicembre 1840, pomeriggio

Ans. H. ha chiesto al Signore una spiegazione dei due seguenti versetti nel Vangelo di Luca, cap. 13,32:

«Ed Egli disse loro: “Andate e dite a quella volpe: vedi, Io caccio i demoni ed opero guarigioni oggi e domani. Ed il terzo giorno completerò [l’opera Mia]! Sì, Io devo camminare oggi, domani ed il giorno seguente; poiché non si conviene che un profeta perisca fuori Gerusalemme”».

         1.        Già nuovamente, qualcosa davvero così facile non viene compresa? Oh, interrogate una buona volta il vostro cuore e subito vi scorgerete dentro l’astuta, ambiziosa “volpe Erode”, che dapprima vorrebbe dominare oggi nella carne, domani nell’anima ed il terzo giorno nello spirito.

         2.        Sarà per essa la cosa peggiore venire a sapere che Io dapprima giudico la carne mediante la Forza della Mia Parola, dopo averne espulso tutta l’impurità, la malignità e la lussuria in tutte le cose, e per secondo rendo l’anima vivente attraverso la Grazia Mia, e poi attraverso il Mio Amore rendo libero lo spirito.

         3.        Così dunque, oggi dovete essere vagliati nella carne, affinché la volpe dell’egoismo non lo noti, e domani dovete essere liberati nella vostra anima da tutti i maligni gozzi che dalla carne vi sono cresciuti in essa; ed il terzo giorno deve essere liberato lo spirito per il pieno possesso dell’anima e, mediante questa, tutta la carne, affinché poi si faccia spazio nel vostro cuore per Me, in modo che Io in questa Gerusalemme – ed in nessun’altra parte (cosa che per Me non converrebbe) – mediante l’Opera di Redenzione, perfezioni Me Stesso nell’uomo, affinché l’uomo venga così perfezionato in sé attraverso di Me e venga rigenerato mediante la Mia Perfezione in lui da parte a parte, vale a dire oggi, domani ed il terzo giorno; oppure, ciò che è la stessa cosa: nella carne, nell’anima e nello spirito; oppure nel mondano, nella spiritualità e nell’Amore; oppure in questa vita, dopo l’uscita dal corpo ed infine per il Cielo e nel Cielo!

         4.        Ma che cosa ha a che fare l’uomo con la “volpe”? Oppure, cosa ha a che fare qui lo sviluppo formativo con Erode? Vedete, qui non esiste nessun gradino ingiudicato che possa mancare la sua destinazione. Ma soltanto nell’uomo si manifesta la libertà e con ciò la manifestazione dello spirito nel tempo per la resurrezione per l’eternità. Perciò Erode non è né una volpe, né qualunque altro animale; ma egli vuole essere astuto come una volpe, senza pensare che Io sono più astuto e sono molto esperto nell’attirare i genitori dell’Inferno fuori di casa e poi stringere la Mia alleanza con le loro figlie e rapirle tutte insieme per portarle nel Regno Mio; e dopo non ho bisogno di render conto a nessuno di ciò che faccio, e Mi curo poco della volpe. Poiché Io sono un Signore e faccio liberamente quello che voglio!

Vedi, questa è la facile comprensione di questi due testi! Ma fa anche tu con la tua “volpe” quello che Io faccio con Erode. Allora diventerai presto una sola cosa con Me, tuo Signore, Maestro e Padre! – Amen

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Cap. 89

Sulla compenetrazione dei Regni della Natura

8 dicembre 1840, dalle 9,45 alle 12

Scriventi: K. G. L. – S. – Andr. ed Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 34,1-7 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 90

Supplemento sulla respirazione delle piante

8 dicembre 1840 (continuazione)

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 34, 7-14 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

 

 

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Cap. 91

Sui vermi viscerali

Educativo cenno e salutare per l’anima

9 dicembre 1840, pomeriggio

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 35 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 92

Sul ballo

14 dicembre 1840

         1.        Tu ti domandi: “Che ci sarà mai nel ballo di così tanto abominevole ed a Me sgradito e perciò condannabile?”. Oh, guarda, tu, uomo debole di mente che temi gli uomini e nella tua paura vorresti anche sapere delle cose che Io comunico soltanto ai coraggiosi. Io ti ho detto [grandi] cose, ed ho tirato via il velo dai tuoi occhi, solo che tu pendi dal giudizio degli uomini e temi oltre misura la loro astuzia e non pensi che Io impero su tutti gli uomini.

         2.        Ed anche se pensi a Me, ci pensi pur sempre nella tua paura, la quale alla fine ti chiuderà ancora il cuore e ti renderà più cieco di una talpa e turerà il tuo orecchio con ogni genere di lordume, al punto che in futuro non potrai percepire in te la Mia Voce, se da ora non bandirai seriamente la tua paura che non conduce ad altro che a vere e proprie assurdità.

         3.        Puoi forse immaginarti che Io Mi servirò di Satana per esortare un uomo all’umiltà, alla mansuetudine, alla pazienza, alla perseveranza, perfino all’Amore per Me e da questo per il prossimo, alla rigida obbedienza verso il monarca e verso qualsiasi chiesa esteriore, e tutto questo nello spirito ed in ogni verità?! Oh, Io ti dico che colui che sostiene ciò, è quello che si lascia guidare potentemente da Satana! Per costui voi dovete pregare come per l’intera chiesa romana, affinché essa possa comprendere la sua assurdità e possa riconoscere ciò che essa ha nel Mio Spirito, nel Mio Amore e nella Mia Verità, altrimenti la sua fuga verrà presto messa in atto. Infatti, chi ama il Mio Nome e cerca di glorificarLo nel suo cuore, costui è per Me e non contro di Me.

         4.        Ma come può qualcuno nominare il Mio Nome dal [regno di] Satana? Dato che è mpossibile che in Satana si trovi qualcosa del Mio Nome, che qui è il Mio eterno Amore, e poiché Satana è l’acerrimo antagonista dell’Amore e perciò è soltanto la quintessenza dell’Ira di Dio, quale un essere escluso da ogni amore.

         5.        Ma se qualcuno vuole pronunciare una parola che indichi con questa una cosa, allora egli deve dapprima afferrare necessariamente il concetto in sé e da sé, oppure deve avere per lo meno in sé la facoltà di potersi appropriare di un simile concetto, affinché diventi possibile alla lingua di pronunciarlo. Come può qualcuno per esempio esprimere in giapponese “padre”, oppure qualunque concetto a lui completamente estraneo che è noto soltanto a questo popolo come un segreto, se questa lingua gli è del tutto sconosciuta e, in secondo luogo, in seguito al suo mutismo gli mancasse perfino la capacità di parlare, così che non possedesse nemmeno la sua lingua madre, e tanto meno il giapponese?

         6.        Eppure Io dico: sarebbe comunque più facilmente possibile far pronunciare ai muti parole giapponesi che a Satana il Nome del Mio Amore. Gli spiriti maligni possono agire soltanto nel mondano e possono di certo accecare e sedurre innumerevoli uomini a nutrire tutte le passioni immaginabili che qui sono ambizione, superbia, orgoglio, arroganza, avidità, invidia, odio, prostituzione, lussuria, ballo, crapula, ingordigia ecc. Ed a questo riguardo il Mio inesprimibile Nome è [per loro] completamente superfluo. E se già gli uomini mondani non vogliono sentir niente di Me, ed il Mio Nome è per loro un orrore e li ripugna, quanto più deve essere per Satana, abominevole ed infinitamente ripugnante!

         7.        Ma chi qui riconosce ed ama il Mio Nome senza paura, che è Gesù, il “Figlio” dell’Iddio vivente o la “Parola” oppure “l’Amore” del Padre, costui ama anche il Padre ed è impossibile possa essere contro lo Spirito Santo che deriva da entrambi, bensì è per lo Stesso e dallo Stesso completamente colmato. Come e cosa deve avere qui da fare Satana nell’ira ed in ogni falsità, dove lo Spirito dell’eterno Amore crea tutto nuovo da Dio il Padre, e così attraverso il Figlio?!

         8.        Oh, comprendete questo e siate senza paura! Poiché il Mio Regno deve sempre essere strappato a sé superando parecchie prove. Ed il vero amore deve sempre superare la prova del fuoco, come l’oro puro, poiché senza tale prova esso non è degno di Me.

         9.        Guardate il giovane ricco nel Vangelo, e lì vi troverete subito quanto egli sia ancora lontano dal Regno Mio. Ed osservate il seme sotto le spine [piacere mondano ecc.], quale frutto potrà mai venir fuori! Perciò non siate come questo giovane e non siate come il seme sotto le spine, bensì mostrate a Me l’oro del vostro amore, allora voi vivrete!

       10.      Per quello che invece riguarda il ballo in questione, Io ho già mostrato a sufficienza quale piacere ne abbia e quali siano le conseguenze. Aggiungo soltanto che nessuno voglia giustificarsi abbellendolo con chissà quale nome e modo, altrimenti non diventerà mai libero dal suo “walzer”. Poiché come nel cervello esiste un verme simile come una malattia maligna che voi chiamate “walzer”, così esiste anche un “walzer spirituale” che è molto più difficile da guarire di quello naturale, e che ora è diventato una peste generale.

       11.      I genitori che fanno istruire i loro figli nel ballo, si accollano però un grosso carico di responsabilità quando in questo modo i loro figli vengono rovinati da certi spiriti maligni. Oppure le fanciulle possono essere rovinate nella fecondità, nella loro purezza, nella loro segreta educazione, nella loro moralità del cuore, nella vera fede e nel puro amore per Me e da ciò un giorno per un previsto marito, nello zelo casalingo e nella vera virtù cristiana, nella pazienza, nella dolcezza, nella perseveranza in tutte le prove e necessità, anzi perfino nella religiosa gaiezza così necessaria ad ogni donna, nella costante sobrietà, nella freschezza, nella serenità e nel brio del suo animo casto e nella silenziosa quiete dello spirito. Oppure i ragazzi, attraverso la negligenza per ogni seria considerazione, possono essere rovinati nel timore di Dio, nella segreta educazione, nel precoce sviluppo dell’impulso sessuale e da ciò poi anche in tutto ciò che riguarda Me, l’Autore di tutto il Bene e Vero dell’Amore. Vedete, se accade questo – ed anche deve necessariamente accadere – allora pensate da voi stessi chi è colpevole di questo e chi un giorno ne dovrà rispondere!

       12.      Ed allora voi diventerete simili a quell’albero di fico che stava lì sterile, mentre Io ero affamato sotto i suoi rami. Poiché voi genitori siete tali alberi di fico; i vostri figli però sono il frutto. Ma se questi sono stati corrotti in un modo o nell’altro attraverso il noto “walzer”, allora il fiore ed il frutto cadranno dai rami prima del tempo. E quando il Signore passerà e troverà l’albero vuoto, allora Egli farà ciò che ha fatto con l’albero di fico! Questo ricordatevelo bene, voi genitori, e pensate Chi è Colui che vi dice questo!

 


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Cap. 93

“Non Mi toccare!”

16 dicembre 1840, sera

Preghiera: «O Signore, noi Ti preghiamo in tutta umiltà di darci una spiegazione sui seguenti testi delle Scritture:

In Giovanni cap. 20,17 si legge: “Gesù dice a lei (Maria Maddalena): Non Mi toccare! Poiché non sono ancora salito al Padre Mio. Va’ invece dai Miei fratelli e dì loro: Io salgo al Padre Mio, al Padre vostro, all’Iddio Mio ed Iddio vostro”.

In Giovanni cap. 20,27 invece si legge: “Poi Egli dice a Tommaso: Posa qui il tuo dito e guarda le Mie Mani, e tendi la tua mano e mettila nel Mio Costato! E non essere incredulo, ma credente!”.

Non vi sia nessuna volontà né nelle altezze né nella profondità, se non la Tua! E ciò che accade nelle altezze come nelle profondità, avvenga secondo la Tua santa Volontà! Amen».

 

(segue la comunicazione al cap. 20 della raccolta “Spiegazioni di testi biblici”)

 

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Cap. 94

Ancora una volta: “Non Mi toccare!”

17 dicembre 1840

Domanda: “In Matteo cap. 28,1 si legge: «All’alba del primo giorno dopo il Sabato venne Maria Maddalena e l’altra Maria a visitare il sepolcro».

E nel cap. 28,9 si continua a leggere: «Quand’ecco: Gesù andò loro incontro e disse: “Vi saluto!” Ed esse, accostatesi, abbracciarono i Suoi Piedi e Lo adorarono». Secondo il Vangelo di Giovanni, cap. 20,17 la Maddalena voleva toccarTi, o Signore. E Tu le dici: “Non Mi toccare!”. - Secondo il Vangelo di Matteo, cap. 28,9 invece Maria Maddalena quanto l’altra Maria hanno abbracciato i Tuoi Piedi. E nella spiegazione di ieri invece si dice: «Sarebbe dunque dovuta perire una meretrice convertita, se Mi avesse toccato?».

O Signore, invia clemente la tua Luce per rischiarare questo buio! Non vi sia nessuna volontà, né nelle altezze, né nelle profondità, se non la Tua! E ciò che accade nelle altezze come nelle profondità, avvenga secondo la Tua santa Volontà! Amen. Affinché con questo il Tuo santo Nome possa sempre essere lodato, glorificato e magnificato. Amen. Amen.

 

(segue la comunicazione al cap. 21 della raccolta “Spiegazioni di testi biblici”)

 

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Cap. 95

Ordinamento matrimoniale ed educazione dei figli

5 gennaio 1841

O Signore, lascia pietosamente risuonare in me la Tua santa Parola! Tuttavia, come sempre, nelle altezze e nelle profondità, così avvenga anche questa volta sola la Tua santissima Volontà! Amen. Amen.

         1.        Ebbene dunque, allora ascolta e scrivi: Io però ti dico che chi non adempie il Mio Vangelo, dopo averlo percepito ed in qualche modo ponderato, vedi, costui è ben lungi dall’essere adatto per il Regno Mio, poiché egli continua a temere sempre più il mondo che Me. Egli Mi vorrebbe amare accanto al mondo; ma vedi, Io non sono da amare accanto al mondo, perché il mondo continua a non stare nel Mio Amore, ma sta ed esiste costantemente nei Miei inesorabili giudizi fino all’ultimo pulviscolo soltanto grazie alla Mia Compassione. Infatti, Io sono arrendevole solamente nell’Amore e nella Grazia, ma eternamente inaccessibile nei Miei giudizi, che sono la Santità del Mio eterno Ordine conforme alla Mia infinita Sapienza.

         2.        Ma se il fratello che prega per avere una Parola di Luce, ha letto nel Libro del mio Amore e Grazia dove è detto: “Vedi, i figli del mondo sono spesso più avveduti dei figli della Luce!”[21] – perché allora non sta ad ascoltare l’avvedutezza di sua moglie ed ama i suoi figli più di quanto sia giusto, e non li induce severamente ad obbedire fedelmente alla loro madre nella saggezza domestica, che è incomparabilmente migliore di tutte le vane scienze con le quali vorrebbe far riempire la testa dei suoi figlioli? Oh, questa [ultima] non è assolutamente la via giusta per il Regno Mio!

         3.        Egli veramente può occupare i figli con utili materie d’insegnamento, ma d’altra parte non deve perdere di vista e dal cuore a cosa è destinata la ragazza ed ancora a cosa è destinato il ragazzo, altrimenti un giorno gli capiterà di sperimentare una grande pena nei suoi figlioli. Poiché questi erigeranno allora la loro indomita volontà oltre il suo capo e con le loro mani non domate opprimeranno il suo cuore, poiché già adesso è troppo debole e troppo cedevole in molte cose per domare le mani che adesso sono ancora tenere dei figli!

         4.        Perciò Egli non dovrebbe prestare ascolto ai lamenti presentati dei suoi figlioli, ma limitarsi ad esaminare sempre in modo inesorabile e severo le opere della cieca obbedienza tanto verso la sua volontà quanto verso la direzione domestica della madre, che dopo tutto deve passare la maggior parte della giornata sola con i figli. Ed egli però deve dapprima anche accordarsi, in modo amorevole e giustamente cedevole, con sua moglie in segreto [vale a dire non davanti ai figlioli], senza per questa ragione cedere qualcosa dei suoi diritti di padre e senza sminuirle troppo nell’avvedutezza domestica, secondo il Mio Consiglio, il suo materno campo d’azione. Poi il tutto prenderà presto un’altra e migliore svolta.

         5.        Egli doveva soltanto guardare nel Mio Libro dell’Amore e di ogni Grazia, dal momento che Io già dissi agli apostoli quanto sia importante che un assennato e fedele amministratore domestico, che il padrone pone al di sopra dei suoi lavoranti, dia sempre al momento giusto il loro salario. Anch’egli ora non deve ignorare il tempo giusto e, secondo il Mio Consiglio, deve ponderare bene il salario, affinché a nessuno, né fisicamente ed ancor meno spiritualmente, accada un danno oppure una perdita nella sua sfera! Poiché Io dissi, ed ora ti dico ancora: “Beato il servitore che, quando arriva il suo padrone lo troverà a far così. In verità Io dico, egli lo metterà a capo di tutti i suoi beni”.

         6.        Se però tuo fratello è diventato ora anche un difensore e servitore della Mia nuova Parola rivelata d’Amore e Grazia – come mai allora che egli Mi aspetta ed Io non posso ancora venire? Questo accade perché non ha ancora messo abbastanza in ordine la sua casa! Ma quando una casa non è ancor bene ordinata, essa somiglia ancora fortemente ad un pezzo di piombo dorato, che in verità splende esteriormente come se fosse oro, ed ha anche il peso dell’oro ma – ascolta, per quanto che riguarda il valore e contenuto interiore, esso è comunque soltanto un metallo senza valore ed ancor ben lontano dall’oro.

         7.        Ma se ora tuo fratello è per Me un assai prezioso e volenteroso operaio alla siepe della Mia nuova Piantagione e prova perfino un certo disagio con sua moglie, la quale già fin dall’inizio ha dato più importanza al mondo che a Me – allora lui, essendo ancor sempre il Mio caro “volenteroso”, vorrebbe fare cosa fanno qui i bottegai quando arrivano al mercato dei compratori iniqui, i quali non discernano bene il prezzo della merce e cominciano ad abbassarlo a loro favore. Allora il commerciante lascia andare un piccolo sconto affinché il compratore acquisti solo la sua merce. Vedi, la stessa cosa deve ora fare il Mio caro “volenteroso”, all’inizio ribassando veramente soltanto di piccoli, appena percettibili importi, e così giù fino alla misura ben ragionevole della giusta equità, così sua moglie nella propria sfera non troverà più in lui ciò che ella ritiene una pietra inflessibile e tenderà presto la mano perfino verso la sua merce (spirituale).

         8.        Vedete, quanto spesso Io devo fare per voi come fa un simile mercante! E se non lo facessi, dove sareste voi? Quanto vi ho già condonato!? E se voi state ancora a riflettere sulla Mia Merce, dal momento che siete della Luce e non delle tenebre – allora pensate quanto è difficile il commercio proprio con coloro che sono “spiritualmente poveri” e, “figli del mondo” completamente ciechi!

         9.        Ma affinché il Mio caro “volenteroso” possa penetrare le sue difficili condizioni del governo domestico riguardo al Mio Nome con un cuore tanto più paziente e qui e là essere esaminatore indulgente, allora Io gli do in chiusura ancora un piccolo incarico che egli deve ben riflettere, dicendo Io:

       10.      “Credi tu che Io sia disceso a portar pace sulla Terra? – Io vi dico: niente affatto – ma discordia! Poiché non appena ci saranno cinque persone in una qualunque casa, queste saranno in discordia tra loro e saranno tre contro due e due contro tre. Ci sarà il padre contro il figlio, ed il figlio contro il padre, la madre contro la figlia e la figlia contro la madre; e sarà la suocera contro la nuora e la nuora contro la suocera”[22].

       11.      Vedi, su quest’incarico il “volenteroso” deve riflettere assai bene, e gli sarà tolta una grande pietra dal cuore. E se non dovesse comprendere subito queste parole, saprà egli bene dove “il povero professore”[23] è di casa in tali cose dello spirito – dove gli potrà dare tutto fedelmente per la necessaria comprensione nel suo “volonteroso” cuore, così che Mi potrà poi dare un giusto uomo secondo il Mio Cuore.

       12.      Vedi, nella luce del mondo la faccenda dello Spirito appare spesso come una follia in sé puramente contraddittoria. Ma soltanto che non è così! Se, infatti, lo stoppino diventa nero sotto la luce bianca, e la cenere diventa bianca sopra il carbone nero – non è forse anche questa una contraddizione perfino nella natura? E tuttavia, chi dubita che sia così!?

       13.      Perciò se trovate sulle Mie Vie qualche contraddizione, come nella natura e nella vostra vita terrena o fisica, allora pensate che, se il marinaio non sa volgere la sua vela contro il vento, affinché vada contro lo stesso e contro tutte le onde del mare tempestoso, non è ancora un uomo di mare ben addestrato!

       14.      Quando vien dato un insegnamento che sia utile alla vita, allora deve essere come la vita stessa, la quale è una attività della morte – perché con ciò la vita diventa vita al cospetto della morte, come la morte diventa morte al cospetto della vita.

       15.      Ebbene, alla fine Io esorto ancora il fratello affinché non mostri questo Scritto a sua moglie, perché non è ancora tempo; ma darò ben al servitore una direttiva su come deve comportarsi. Ma finora non è ancora accaduto nessun errore, e così “l’inverno” sarà presto alla fine. Soltanto ordini bene la sua casa! Elimini da essa le latte dorate! Utilizzi saggiamente le buone occasioni! Segua fedelmente il Mio Consiglio per essere un buon mercante ed un fedele amministratore della casa! Non diventi timoroso nelle contraddizioni, ed imposti ogni sua azione per amore, con ogni pazienza e mansuetudine! Allora non sarà certamente difficile ottenere la vittoria con il Mio costante, poderoso aiuto! – Amen. Questo dico Io, il vostro potente Soccorritore!

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Cap. 96

Conversione degli eruditi

14 gennaio 1841

Preghiera: O Signore, Tu Padre santo che sei pieno d’Amore, Pazienza e Misericordia, se fosse la Tua santa Volontà, non vorresti di grazia indicarci se sia da accondiscendere o no alla richiesta di colui che Tu conosci bene? Comunque soltanto la Tua santa Volontà sia fatta in ogni tempo. Amen!

         1.        Allora Io dico: se volete, lo potete fare, ma diventerà un duro lavoro mettere colui che si è fabbricato numeri ferrei, sul delicato sentiero dello Spirito.

         2.        Poiché vedete, ci sono alcuni eruditi che sono più duri dell’acciaio. Costoro alla fine non si fidano più nemmeno dei propri sensi, ed ancor meno di quelli altrui che a loro appaiono come nulli e di nessun valore, perché appunto non provengono dalle erudite corazzate camere ferree dove i loro sensi sono diventati duri come l’acciaio attraverso l’acqua ed il fuoco.

         3.        Se c’è un qualunque muro fatto di lana, allora i sassi che vi vengono scagliati contro faranno di certo poco rumore, ma non si fermeranno neppure, perché la lana nella tensione diventa elastica e respinge subito tutto ciò che le è stato scagliato contro. Questo significa dover poi trascorrere del tempo ad imbrigliare lentamente gli oggetti nella lana, in modo che essi vengono tenuti ben fermi finché la lana rimane lana – se con profitto o danno, questa è poi di nuovo veramente un’altra questione!

         4.        Ma se un qualunque muro è fatto di morbida argilla, vedete, qui certamente rimarrà attaccato tutto ciò che gli si può lanciare; ma chiedete a voi stessi: per quale utilità? Infatti qui l’argilla rimarrà invariata come prima, e gli oggetti che vi sono attaccati lo rimarranno altrettanto.

         5.        E se un muro fortificato è di ferro ed acciaio, ascoltate, allora perfino un grosso cannone non lascerà tracce significative. E gli artiglieri dovranno stare molto bene attenti a non subire danni dalle pallottole che rimbalzano violentemente indietro. Questo significa poi mantenere prudentemente la giusta distanza.

         6.        Tutt’altra cosa quando si tratta di un muro di fuoco, qui tutto viene afferrato e poi purificato, affinché diventi una cosa resistente al fuoco. Se il muro è fuoco, allora la cosa va da sé. Ma se il muro è ferro, ascoltate, allora deve sopravvenire un potente fuoco affinché il muro diventi come il fuoco! Perciò qui ci vorrà anche molto fuoco, finche questo muro diventi liquido trasformandosi in un’altra forma più flessibile e più morbida!

         7.        Perciò il tentativo [con gli eruditi ferrei] si può già attuare! Ma con infuocata prudenza e luminosa dolcezza! Il tempo ha poca importanza, tuttavia il mattino precede la sera e l’albeggiare precede la notte!

         8.        Ma è bene per il tiratore che non sappia tutto del tiro e non conosca quale vie percorrano le sue frecce scoccate. Perché altrimenti o non sarebbe più un tiratore, oppure avrebbe da tempo distrutto la selvaggina, il cui scopo ed ordine sono a lui sconosciuti.

         9.        Così anche voi non dovete preoccuparvi dell’esito, poiché sapete che Io sono il Signore di ogni successo! Limitatevi a fare la parte vostra, ed Io farò la Mia. Preoccupatevi poco se l’impresa [cominciata nel modo giusto] spesso non corrisponde al vostro intendimento; bensì considerate che il Mio intendimento è più acuto del vostro!

       10.      E così ora vi è stato dato il lavoro, ma la riuscita rimane a Me! Ed in tal modo alla fine ogni operaio troverà la sua ricompensa in base al lavoro. Se il lavoro è buono, allora non si farà attendere nemmeno la giusta riuscita, come anche la ricompensa. E se il lavoro è cattivo, allora esso darà poca lana, annotate bene e comprendete! Poiché questo lo dico Io, il vostro caro Padre, nel quale riposa vivente ogni riuscita. Amen. Amen. Amen.

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Cap. 97

Ancora una volta: contro la smania del ballo!

Di domenica, 17 gennaio 1841, mattino

         1.        Ora scrivi, poiché Io conosco bene la domanda e l’ansiosa preghiera! Ma è troppo tardi perché vi possa dare su ciò una risposta di pace, prima ancora che sulle tre figlie smaniose di ballo di Ans. H., che si preoccupa del mondo, arrivi presto una risposta del Mio Giudizio! Io, infatti, ho già sprecato molte Parole di Pace; queste (figlie) però non hanno capito nulla e sono rimaste di cuore malizioso, e guardano la loro madre dietro le spalle con occhi iracondi quando lei, per amor Mio, non vuole concedere ad esse quanto il loro cuore brama, ed insultano in segreto già ora chi è contrario al loro piacere dei sensi oppure agisce verso di loro “a tradimento”.

         2.        Vedi, la sala da ballo ha già sufficientemente logorato e resi scivolosi i loro orecchi, al punto che la Voce della Mia Clemenza, disprezzata segretamente, rimbalza e non può più giungere al cuore. Perciò ben presto Io le visiterò con un’altra Voce, affinché Mi possano riconoscere come Giudice di tali figli avidi e origlianti del mondo, poiché Io come affettuosissimo Padre ammonitore, ero troppo poco per loro.

         3.        Infatti esse sanno bene quanto voi che il ballo, da Me eternamente maledetto sotto qualsiasi forma, sotto qualsiasi condizione ed in qualsiasi luogo, è uno dei vizi più ripugnanti, perché innanzi tutto non è altro che una specie di lussuria sodomitica con la quale popoli pagani si lasciavano incitare ad ogni possibile dissolutezza; e per secondo, perché proprio questo vizio [al giorno d’oggi] è diventato comunissimo perfino sotto una vernice di moralità mondana assolutamente libera da ogni senso del dovere, senza un biasimo. Perciò esso deve essere [anche ora] maledetto mille volte mille volte!

         4.        E per terzo, il ballo è un vizio estremamente ripugnante, perché distoglie completamente da Me perfino già i fanciulli, e pietrifica [spiritualmente] i loro cuori, corrompe le ragazze e le rende spesso sterili o comunque molto spesso malamente fertili, e provvede il frutto nel ventre già con un impulso spesso irresistibile verso questo vizio, il quale si manifesta poi già dopo pochi anni, e perché ancora, come nessun altro vizio, sottrae gli uomini che si sono dati ad esso, non soltanto per un certo tempo, ma per sempre da Me, e sono rarissime le eccezioni in questo caso, tanto che un tale uomo non si potrà mai più rivolgere a Me, tranne che attraverso un Giudizio, Giudizio che però gli servirà a poco. Poiché colui al quale Io vengo nel Giudizio, su costui è giunta la Mia Ira con la morte eterna!

         5.        Il mezzo migliore contro questa smania ripugnante però è (se lo volete osservare) questo: che voi genitori in verità non vi dovete opporre esteriormente al mondo, ma dovete cercare di agire sui vostri figli attraverso una seria e ben pensata rappresentazione della Mia Volontà, affinché si sottraggano da se stessi e da se stessi si oppongano alle assurde esigenze del mondo. Se i figli, infatti, per un qualunque ragionevole motivo non vogliono andare [al ballo], allora il mondo di certo lascerà in pace i genitori. Al contrario però il loro solo sforzo, all’infuori di una totale rottura con il mondo, frutterà e servirà poco. Per quanto possiate contrapporre al mondo i discorsi più ragionevoli, quest’ultimo vi saprà sempre replicare qualcosa che vi affliggerà; ed i vostri figli verranno inghiottiti da esso in un modo o nell’altro e cominceranno alla fine ad odiarvi nel loro cuore e diventeranno i vostri più grandi aguzzini. Ma permettete loro di seguire le esigenze del mondo, ed allora saprete veramente quale servizio Mi potete rendere con ciò!

         6.        Oh, se Ans. H. si fosse rivolto a Me prima, invece di temere la sua cieca parentela, ora avrebbe guadagnato tutto. Soltanto che quella volta egli, irritato, Mi ha messo da parte per un istante. Così ora potrà vedere in tutta serietà come ritornare ancora all’Ordine Mio! Poiché Io in futuro non guarderò di buon occhio quei genitori che Mi riportano i loro figli diversamente da come li ho loro affidati. Poiché chi vuole ritornare a Me deve essere uguale a quei figli. Ma quando i figli, come il mondo, saranno pieni di scandali, allora Io voglio spedire tutti all’Inferno e la pura dimora vitale dei Miei santi non dovrà essere mai più macchiata con il sangue del drago di tali figli corrotti dal mondo!

         7.        Infatti ascoltate, non Mi importa niente di mille mondi pieni di tali figli! Poiché il Mio Regno e la Mia Creazione è infinita. E di milioni di mondi M’importa così poco, quanto poco Mi può importare di una mela tarlata che è caduta acerba dall’albero e viene calpestata. Ma ognuno di voi deve dare ogni importanza a Me, se egli vuole che Io lo guardi nella Misericordia Mia.

         8.        Ma chi può dimenticarsi di Me a causa del mondo, dopo che gli ho concesso così tanto dall’eternità, in verità, costui Io non lo cercherò più a causa della sua infedeltà e lo lascerò andare e cadere ovunque egli vuole. Ed Io non Mi occuperò più di lui per l’eternità, perché non sono Io a dipendere da Lui, ma è di certo lui a dipendere da Me.

         9.        Vedi, Io sono uno Sposo ultraricco e Mi sposo e Mi lascio sposare. Ma quando Mi sposo, allora sono pieno di gelosia, e guai a coloro che rifiutano la Mia Mano! Ma dove Io sono preteso, allora sono ritroso ed osserverò bene i pretendenti se sono vestiti con le vesti nuziali! Guai a coloro che tendono verso di Me con mani imbrattate dal mondo! Costoro saranno colpiti duramente dai Miei Giudizi!

       10.      Perché chi teme il mondo più di Me, costui non è degno di Me! Chi si fida più degli uomini che di Me, non è degno di Me! Chi teme la povertà del mondo, non è degno dei Miei Tesori! Sì, chi Mi vuole attirare accanto al mondo, non è degno di Me! Ed è un grande stolto colui che non fa di Me il suo bene supremo; anch’egli non è assolutamente degno di Me ed un giorno dovrà per questo rosicchiare all’eterna povertà.

       11.      Ma a te, Mio servitore, Io dico che con queste tre figlie smaniose del ballo non devi avere a che fare, finché Io te lo comunicherò. Nel frattempo non devi scambiare con loro una sillaba. Esse hanno infatti deriso la tua parola nel cuore perché non eri dalla loro parte.

       12.      Normalmente, se queste tre non sono presenti, puoi tu ben entrare in casa di Ans. H. e dare poi alla domestica la tua lezione nel linguaggio del suono. Ma beninteso, non in un altro momento – nemmeno una volta a tavola – finche Io te lo indicherò! Infatti, che Io pretenda questo da te, accade per amore di Ans. H. e di sua moglie. Questo è tutto ciò che qui è ben da osservare e da tenere in conto; e senza di questo non c’è salvezza! Amen! Questo dico Io, ancora l’eterno Amore. Amen. Amen. Amen.

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Cap. 98

Incoraggiamento per un padre angosciato

18 gennaio 1841, pomeriggio

         1.        Questo poco sia ancora detto in aggiunta come un unguento da parte Mia al Mio caro Anselmo “zelante” (infatti questo è nel Mio libro il suo nuovo nome!), e cioè che egli non si deve affliggere oltremisura quando sente il Mio Tuono, con il quale ieri si è parlato, affinché tutta la sua casa possa essere presto risvegliata. Poiché la Mia Verità arriva sempre con un grosso tuono; ma il Mio Amore arriva nel dolce alito. Certo però l’una come l’altro procedono da uno e lo stesso amorevolissimo Padre santo.

         2.        Ma quando Io dissi a Pietro: “Vattene da Me, Satana; poiché tu Mi sei un abominio, perché non aspiri a ciò che è di Dio, ma a ciò che appartiene al mondo!”, vedi, con ciò Pietro non ha certo perduto nulla, bensì solo guadagnato infinitamente e rimase poi il Mio apostolo fedele, solido come una roccia!

         3.        E vedi, Mio caro zelante della parola, se Io volessi dirti ciò che dissi a Pietro, potresti morire di paura. Solo che Io conosco la tua forza, e ti do da sopportare secondo il tuo potere e voglio considerare questo come se tu avessi sopportato molto. A coloro chi Io amo, infatti, mando alcune pene che lo tormentano, e spesso una croce all’apparenza straordinariamente grande, tanto che chi la vede se ne spaventa enormemente!

         4.        Ma Io ti dico che la croce sembra solo così grande; essa è niente affatto così pesante! Poiché è soltanto di carta ed all’interno totalmente vuota. Perciò è anche molto leggera ed è solo un “dolce giogo” ed un “carico leggero”.

         5.        Perciò sii dunque consolato! Sii severo con i tuoi figli e cerca di portarli sulle Mie Vie senza timore! Per questo non ti sarà torto un capello. Ed in ogni necessità, abbandonati a Me e fa la tua parte! E ti assicuro che Io, fedelmente, non trascurerò i Miei.

         6.        Vedi, perfino in cose mondane, se tu ne avessi bisogno, Io potrei darti dieci volte più di quanto ti necessita. Perciò non temere, poiché per amor Mio non ti mancherà mai nulla! Che il Mio debole servitore si debba ritirare per un breve tempo per il Mio Amore per te e per i tuoi, questo fatto non è altro che un primo aiuto da parte Mia per sostenere la tua serietà, e questo solo per un tempo molto breve, affinché le tue figliole possano quanto prima riconoscere che per Me è assolutamente importante guadagnarle tutte. Se qualcuno ti dovesse fare delle domande a causa di questa vita ritirata, allora non ti curare della risposta, poiché Io ti scioglierò la lingua al momento giusto.

         7.        Perciò non temere! Mio caro zelante della parola! Poiché eternamente mai ti lascerò! Io, il tuo caro Padre. Amen. Amen.

 

 

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Cap. 99

Ordinamento di associazioni e circoli

Domenica, il 24 gennaio 1841, pomeriggio

         1.        Per quel che riguarda le società, già nel Vangelo vi è stato detto a sufficienza che, dove due o tre sono riuniti nel Nome Mio, Io sono sempre in mezzo a loro. Perciò non è anche sconveniente se degli uomini si riuniscono in società, per ottenere con questo qualcosa di utile con la Mia Assistenza.

         2.        Ma dove si trova una qualunque società, allora è naturale che, in base allo scopo che si è prefissa, debbano esistere in essa anche delle condizioni corrispondenti a questo scopo, ed è naturale che queste condizioni siano da osservare da ogni membro della società come leggi, oppure, come voi siete soliti dire voi, come statuti.

         3.        Di conseguenza ci si domanda chi deve allora abbozzare o stilare le leggi o statuti. Ebbene, deve essere scelto l’uomo più intelligente, più giudizioso e più esperto della società; e questo “soprintendente”, scelto in questo modo, deve scegliersi poi al suo fianco, secondo le condizioni dello scopo societario, da tre fino a sette “assistenti” o “consiglieri”. E quando si è riusciti a nominare un tale “presidente”, allora devono dapprima essere stilate da questo consiglio direttivo le “leggi” o “statuti” che corrispondono allo scopo che la società si è prefissata di realizzare in modo utile.

         4.        Questi statuti devono poi esser letti ad alta voce e spiegati chiaramente all’aspirante membro. E qui nessun aspirante membro deve poi avere in qualche modo qualcosa da obiettare; bensì, se trova gli statuti adatti allo scopo, allora potrà diventare membro effettivo, al contrario però, secondo il proprio arbitrio, se ne potrà tener lontano. Ed a causa dell’acquisizione di uno o dell’altro membro non deve essere più modificato nulla agli statuti, bensì, come vennero dati in origine così devono anche continuare ad esistere, finché dura l’unione di una tale società.

         5.        Se, infatti, come è generalmente il caso, secondo la circostanza della questione e degli aspiranti membri, tali statuti, una volta validamente concepiti, subiscono ora qui ora là una modifica, allora tali modifiche forniscono solamente una prova eloquente del fatto che una società simile poggia su piedi deboli ed inaffidabili, che già una debole raffica di vento fa vacillare. Poiché, nuove leggi rendono imperfette quelle esistenti. Ed ogni qualvolta che una legge precedente deve essere in qualche modo sostenuta da una nuova, è questa una prova che la legge precedente è sofferente, caduca e non molto utile, da questo poi succede che, con simili rinnovamenti, un’istituzione sociale oppure un’associazione destinata ad uno scopo sprofondi sempre più nel discredito, infine si sciolga del tutto e con essa vada in malora anche la buona causa che si era prefissata come scopo.

         6.        Perciò il miglior principio fondamentale per la formazione di una qualunque efficace associazione è che prima di tutto alla guida sia scelto un uomo giudizioso e con esperienza, il quale ha poi anche subito il diritto, come mostrato sopra, di scegliersi dei consiglieri al suo fianco.

         7.        Se questo viene dunque osservato e mantenuto nella formazione di una società, allora la stessa somiglierà ad un uomo, nel quale il cuore – che percepisce, sente ed ordina l’intero processo vitale – si trova in modo vivente al centro dell’intero organismo e, innanzi tutto, assicura il corpo che lo circonda con i necessari sensi e li mantiene per così dire in qualità di suoi “consiglieri”, e in queste condizioni poi l’intero organismo dell’uomo, ed attraverso il medesimo, l’uomo stesso viene conservato molto bene.

         8.        Ma come sopravivrebbe l’uomo come tale, se nel suo organismo venissero continuamente dati nuovi ordinamenti!? Non accadrebbe forse che ogni mano, ogni dito vorrebbe avere orecchi, occhi, bocca e naso!? E se questo avvenisse, cedendo subito e tutto accordando, che aspetto avrebbe in breve tempo il corpo dell’uomo, poiché si scorgerebbero in esso solo cuori, occhi, orecchi, nasi e bocche!

         9.        Vedete, così come stanno le cose a questo riguardo con l’uomo, le cui membra costituiscono tutte una società ben ordinata tra loro, lo stesso deve anche essere precisamente osservato da ogni società già formata oppure che si deve ancora formare!

       10.      Tuttavia, per quanto riguarda le associazioni puramente mondane, la cui origine oppure esistenza non ha altro che soltanto scopi di intrattenimento, per siffatte associazioni Io non trovo altra legge che l’unica in base alla quale esse non devono né formarsi né esistere. Dove però esse esistono, qui non devono dare nessuno scandalo e per lo meno corrispondere ad una tale condotta che il suo esempio non attiri troppo gli uomini e li sottragga dall’Ordine Mio.

       11.      Dove però si vorrebbero in qualche modo formare nuove società per tali scopi d’intrattenimento terreno, allora Io dico solamente: esse non esisteranno più troppo a lungo sotto qualsivoglia statuto. Io, infatti, sto dinanzi alla porta e sono sovraccarico di ogni genere di statuti per tali associazioni ed invierò un angelo innanzi a Me che annuncerà il Mio arrivo e pulirà la Terra con la sua affilata falce dalla malerba, malerba che è stata sempre d’impedimento al libero sviluppo del Mio Frumento.

       12.      E questo angelo avrà anche un grande turibolo e, con lo stesso, farà un fumo spaventoso su tutta la Terra, affinché ogni peste sulla stessa perisca nel fumo. Comprendete però bene che cosa s’intende per “falce” e per “turibolo”! Vale a dire, chi non possiede sapienza, costui deve sapere che la falce significa la “spada” ed il turibolo la “tagliente bocca da fuoco”.

       13.      Vedete, con simili statuti Io colpirò presto e senza indugio il mondo a causa delle sue società d’intrattenimento e di molti altri mali che ne sono sorti. Tuttavia il Mio angelo dovrà risparmiare dalla falce e dal turibolo le case di coloro che hanno unto gli stipiti delle porte delle loro case con la Parola del Mio Amore e della Mia Misericordia. La Mia Parola, infatti, è una grande Grazia per colui che la riceve, ed è un buon unguento per gli stipiti della porta. L’angelo proverà a verificare se la porta cigola ai cardini. Dove essa cigolerà, qui l’angelo demolirà la casa fino alle fondamenta. Dove essa si apre dolcemente, qui la casa verrà risparmiata, e precisamente per questo motivo:

       14.      Quando Io arrivo, arriverò come un ladro e M’introdurrò furtivamente nella casa in assoluto silenzio. Per questo ogni cardine deve essere ben lubrificato. Perché dove la porta cigola Io non entrerò. Il cuore però è la porta! Se esso, al Mio arrivo, dovrà rivelarsi inevitabilmente pieno di ansietà, pieno di impazienza, di timore e di lamentele, infedeltà, discordia ed altri vizi simili, allora ascoltate, qui il “Ladro” dovrà presto allontanarsi e non entrerà da una tale trascurata porta! Ed ancor meno vi ritornerà come il grande Portatore di statuti dell’eterna Vita!

       15.      Poiché in verità, ovunque si trovi qualsiasi uomo, qui egli non è solo, ma con lui vi è un’intera società. E qui c’è bisogno più di ogni altra cosa di un principale datore di leggi, affinché la società diventi una sola cosa in sé e questa sola cosa sia una Vita da Me ed in Me. Ma se qualsiasi associazione oppure un uomo è sospeso in costante paura tra Me ed il mondo, allora ad essi Io voglio concedere ben volentieri la loro pace mondana e Mi ritirerò con i Miei Statuti dell’eterna Vita. E lì si possono pur formare nuovamente associazioni d’intrattenimento mondano. Solo che Io non vi farò mai il guastafeste e non ritornerò prima che sia apparso il Mio angelo con la falce e col turibolo! Questo lo dico Io, Colui che sta dinanzi alla porta. Amen!

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Cap. 100

Sul vero Sacerdote, Medico e Pastore

Luce e conforto per i deboli

25 gennaio 1841

         1.        Allora scrivi una breve Parola colma di sublime conforto a quell’anima che è sempre malata di cuore, e nella sua debolezza non sa né consigliarsi ed ancor meno aiutarsi. Essa, senza il Mio Consiglio e senza un esplicito desiderio della parte migliore del clero ecclesiastico a causa di un’inutile confessione (oppure di un’altra influenza ecclesiastica, sacerdotale o dottrinale), si è stretta in una morsa, la cui pressione al suo tenero cuore crea una situazione molto opprimente. Per questo somiglia ad un ammalato che viene visitato da due medici, i quali operano ostili l’un contro l’altro, poiché il piccolo si ribella al grande, non avendo egli alcuna conoscenza della maniera con la quale il grande guarisce con grande facilità e sicurezza i suoi malati; dando ad intendere il piccolo di possedere soltanto lui la vera medicina universale, che è l’unica e la sola a guarire e rispetto alla quale tutto il resto è inutile e condannabile.

         2.        Comunica a questa malata che soltanto Io sono l’unico ed il solo vero Medico e posso aiutare gratuitamente chi voglio e che non Mi lascerò mai legare in eterno da qualunque piccolo prete malato di bile, al quale sta a cuore più un presunto deperimento della sua autorità spirituale che la vera salvezza dell’anima dei suoi cosiddetti “penitenti”.

         3.        Vedi, simili mercenari non stanno bene nel Mio Gregge! Essi difendono le pecore dai lupi soltanto per la lana, ma non per amore della vita spirituale delle pecore stesse. Il “vero Pastore” invece pascola e protegge le pecore per amore della loro vita, perché esse sono Sua proprietà, e si cura meno della lana, ben sapendo che la vita, quando viene conquistata, porterà con sé certamente anche la lana.

         4.        Oh, basta solamente che tu guardi fuori nella Mia grande Creazione! Vedi, tutto questo esiste dal Mio Amore e Sapienza, Misericordia e Grazia! Credi tu forse che Io faccia questo con la presunta forza ed autorizzazione sacerdotale e che sia grazie a questa che Io rinnovo, sostengo e popolo in ogni luogo la Terra e mondi innumerevoli!? Oppure devo forse chiedere ad un sacerdote il permesso ed un consiglio su quanta luce devo provvedere il Sole, e quando dovrebbe sorgere e tramontare!? Oppure quale sacerdote si è lasciato mettere con Me sulla Croce!? Oppure non è piuttosto vero che a quel tempo furono proprio i Miei sacerdoti a farMi questo ed a bestemmiarMi, come se Io fossi dalla parte del diavolo contro il loro presunto Regno di Dio, Regno che era diventato sotto simili mercenari piuttosto un regno di Satana ed in parte lo è nuovamente adesso!?

         5.        Oppure, se un uomo vive, vive egli grazie a Me oppure grazie al sacerdote? Ti dico che Io sono un Signore, Dio e Padre perfettamente libero e più potente di qualsiasi cosa e non dipendo assolutamente per nulla dal sacerdozio e posso da solo rimettere ad ognuno, che si rivolge a Me pentito con tutto l’amore possibile, i suoi peccati, perché Io sono anche un Signore sopra tutti i peccatori! E se a qualcuno voglio rimettere la sua colpa, grazie al suo totale cambiamento di sentimenti – vedi, Io allora non bado proprio ad un’assoluzione rifiutata per stolti motivi da un sacerdote che si ritiene un “atrofizzato nella lana!”.

         6.        Poiché, in verità, quando Io ben presto ritornerò, allora cani e gatti Mi riconosceranno prima che tali sacerdoti avidi di potere, sacerdoti che sono stati sempre e solo interessati alla lana, in un modo o nell’altro, ma mai o per lo meno molto raramente alla vita stessa!

         7.        Ma se un qualsiasi sacerdote non ti vorrà impartire la sua assoluzione poco significativa, allora va da un secondo, un terzo ecc. E se non dovessi trovare nessuno che ti assolva, allora, fiducioso, vieni pure da Me e ricordati del figlio perduto, e sii certo che Io, quale vero, santo, Padre migliore, accoglierò i Miei figli, certamente prima degli spietati mercenari, nella Mia Casa e nel Mio Cuore a braccia aperte!

         8.        Perciò, sii senza preoccupazione in te e seguiMi! Ed Io non ti lascerò eternamente perire! Indirizza pure con fervore i figlioletti tuoi a Me; a questo scopo Io già ti sto a fianco! E ricorda che il Signore di tutta la Creazione è ancora molto di più anche un Signore dello Spirito e può fare ciò che Egli vuole.

         9.        Vedi, Io ti guido e ti guiderò in eterno! Perciò non ti occupare così tanto delle guide cieche! Amen! Questo dico Io, il tuo caro, buon Padre che ti benedice. Amen, amen!

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Cap. 101

Fiducia nel Padre Celeste

26 gennaio 1841

È l’uomo un pensatore, ma Io soltanto un Conduttore.

Il mattino più sereno porta ad ognuno ancor timore.

Ma a chi qui è toccata la sera nella tranquillità,

costui pensi alla méta: era così la Mia Volontà!

         1.        Aggiungi pure e comunica il Mio Consiglio all’avvilito Anselmo “zelante”, affinché si affidi completamente a Me ed abbia completa fiducia in Me! Poiché Io so sempre al meglio dove a qualcuno preme la scarpa, ed indico la strada in modo affidabile. A Me tutte le Vie sono ben note. Ed Io Stesso sono la Via più vicina e più breve! Chi vi camminerà, costui non fallirà in eterno la giusta méta! Chi Io guido, infatti, ha veramente un sicuro Accompagnatore. E chi cammina sulle Mie Vie, costui persegue una méta sicura, anzi, una méta che è la méta di tutte le méte. Poiché sono Io Colui che vi indica la via, sono Io la Via stessa e l’eterna, vivente Meta stessa!

         2.        Perciò vedi, Mio caro “zelante” tu ti preoccupi e ti affliggi invano se Mi ami, se Mi invochi fedelmente e se credi senza aver dubbi che sono Io, il tuo onnipotente, grande e Padre santo che ti fa dire questo mediante il Mio scrivano. Fa perciò quanto ti è possibile e sei capace di fare, tutto il resto lascialo solo a Me nella fiducia più piena! E puoi essere sicuro che Io porterò tutto ad una giusta méta.

         3.        In verità, se tu Mi hai amato per un’ora ed altrettanto a lungo ti sei fidato di Me, allora hai fatto di più che non se ti fossi preoccupato inutilmente per dieci anni e, in simili preoccupazioni, senza avere assolutamente niente in cambio, ti fossi allontanato spesso dal Mio Sentiero della Grazia!

         4.        Parla! Puoi forse aggiungere un cubito a tutti i tuoi figlioli? Oppure puoi forse fortificare i deboli ed indebolire i forti? O puoi rendere i piccoli grandi ed i grandi piccoli, oppure puoi fare in modo che i ciechi diventino vedenti ed i vedenti ciechi o che i sordi ottengano l’udito e che, chi sta con gli orecchi tesi non senta e non capisca niente?

         5.        Vedi, Io sono un Signore sui vivi e sui morti! E così il vivente ascolta sempre la Mia Voce paterna, la comprende e vi si attiene. Ma anche dai morti Io, quale Signore con la Mia scuotente, potente e tonante Voce, Mi posso far bene intendere quando è il momento. E Mi deve obbedire la Terra intera, la Luna, tutte le stelle e tutta la baraonda di mondi intorno a loro!

         6.        Vedi, se però tutto questo ed infinitamente altro, dal più piccolo fino al più grande, dipende dalla Mia Volontà e tu pendi volontariamente con il tuo cuore al Mio Amore paterno che è l’eterna Origine di tutte le cose, come può ancora affliggerti qualcosa se puoi essere sempre sicuro del Mio Amore, se lo devi essere e se ora lo sei veramente oltre ogni misura?

         7.        Guarda il Mio servitore, egli non ha nessuna facoltà se non quella che riceve da Me. E tuttavia Io ti dico che egli, nella sua povertà, è più ricco e fortunato di uno al quale stanno a disposizione tutti i tesori e le scienze della Terra!

         8.        Vedi, coloro ai quali Io provvedo, costoro sono ben provveduti, nel tempo e tanto più ancora nell’eternità, e verranno sostenuti molto bene con il Mio nutrimento! Ed il Mio Incarico divino non prescriverà loro alcuna ora di lavoro, bensì la più beata libertà del loro amore. Amen.

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Cap. 102

Possessione

 30 gennaio 1841

Preghiera del servitore: “Signore, la Tua Volontà sia fatta! Tu sai che cosa io desidero, affinché il Tuo Nome possa essere sempre santificato in spirito ed in tutta verità!”.

         1.        Allora scrivi solamente [una Parola su ciò] che ti opprime! Infatti proprio in questo tempo esistono così tanti posseduti, che questo stato deplorevole è diventato per gli uomini “normale” in tutta serietà.

         2.        Vedi, quando il corpo si è ammalato qui e là, il motivo di questo sta nel fatto che, per qualche circostanza, sono penetrate nello stesso parti estranee. Poi il corpo si adopera nella sua attività organica per espellere queste sostanze estranee (per mezzo dello spirito nerveo). Solo che qui si verifica la stessa situazione in cui viene a trovarsi qualcuno che è incappato senza alcun impedimento in un labirinto artificiale, dal quale egli non può facilmente uscire come vi è entrato. E così una parte estranea non può essere tolta di nuovo dal corpo altrettanto facilmente come vi è penetrata.

         3.        Ma dove poi nell’organismo corporeo si trova una simile parte estranea, qui essa impedisce l’attività regolare degli organi e causa ogni genere di disturbi nella circolazione del sangue ed in tutti gli umori che provengono dallo stesso. E se poi per tale ragione queste non possono giungere al tempo giusto per saziare determinati organi, allora questi diventano affamati, si raggrinziscono e causano un’agitazione convulsa e dolorosa e diventano sempre più deboli; ed infine il corpo diventa completamente spossato e gli organi perdono subito, insieme all’elettricità, la loro forza di tensione elettrica. E la conseguenza di ciò è che il corpo diventa debole ed ammalato.

         4.        Tali parti estranee, come per esempio veleni d’ogni specie, si trovano in tutti gli elementi. Ed essi possono giungere nel corpo in diversi modi, attraverso la bocca, il naso, gli orecchi, gli occhi, come anche attraverso i pori della pelle.

         5.        Poi esistono, oltre ai veleni d’ogni specie, anche le cosiddette sostanze contagiose che, attraverso il contatto oppure spesso già attraverso la sola vicinanza, come un lievito, penetra nel corpo attraverso i pori e cominciano ad assimilarsi allo stesso, per la qual ragione, il corpo si ammalerà spesso molto gravemente, poiché poi il corpo è costretto ad accogliere una sostanza completamente estranea. E se qui non è prestato rapidamente aiuto, allora è inevitabilmente la fine dello stesso.

         6.        Esiste inoltre una terza specie di sviluppo delle malattie, vale a dire ferite violente che influiscono sull’organismo in maniera altrettanto disturbatrice e spesso letale. E precisamente si comprende da sé che può esserci due specie di ferite, esterne oppure interne.

         7.        Detto in breve, una malattia del corpo, in qualsiasi modo sia costituita, non è altro che una possessione dello stesso da parte di elementi estranei che non corrispondono ad esso!

         8.        Anche se, in effetti, il corpo possiede in sé, secondo natura, tutti gli elementi, [nello stato di salute] ne esistono però soltanto nella quantità che è conforme all’ordine naturale. Di conseguenza l’estraneità è costituita da sproporzionate proporzioni, vale a dire dal troppo indiviso, oppure, in altre condizioni, dal troppo poco.

         9.        Ebbene vedi, se un qualsiasi uomo è guastato già dalla nascita, poiché a causa della vita disordinata dei genitori gli vengono trasmesse delle parti estranee, allora voi chiamate un tale male “ereditario” oppure “cronico”. E quando un male simile si diffonde passando ad un’intera generazione, allora Io dico, un tale male diventa “normale”[24] e non è più possibile tirarlo fuori dal corpo per via naturale, ma soltanto per mezzo Mio, sulla via del Miracolo, cosa che è poi un atto di violenza da parte Mia, poiché, a causa del Mio Amore onnimisericordioso, vengo poi forzato ad agire contro l’Ordine Mio. In caso contrario il male deve manifestarsi completamente e si mostra poi come ogni specie di peste e di differenti febbri ed epidemie maligne, dove poi, andandosene, purifica perfino l’uomo in questione, ma spesso anche, con una comparsa troppo violenta, porta via con sé l’uomo come anche intere generazioni e mostra così poi al medico la validità della regola che, contro mali così antichi, non esistono molti mezzi di guarigione.

       10.      Ma se qualcuno volesse sapere se anche in lui si trovi un male nascosto, silenzioso, ereditario, cronico oppure procurato da sé, allora deve solo digiunare per bene e con tale dieta deve prendere ogni tanto, con moderazione, un medicamento, ovviamente in maniera adeguata, allora presto si presenteranno: sotto i nervi i mali ereditari, nelle membra i mali cronici e nelle viscere i mali procurati da sé. E questa è la via della cosiddetta omeopatia, la quale è anche da preferire nei mali di prima specie.

       11.      Ebbene vedi, poiché ti ho qui mostrato la possessione del corpo, così ti ho anche mostrato la possessione spirituale degli uomini. Infatti, come stanno le cose con lo spirituale, proprio così stanno anche con il corporale.

       12.      E tale possessione è divenuta ora così normale che gli uomini non si accorgono per niente più di quali orribili scherzi gli ospiti maligni facciano a loro. Sì, gli uomini sono adesso così tanto “posseduti” che in loro lo spirito del male ed il loro stesso spirito sono diventati completamente una cosa sola. Qui lo spirito del male parla soltanto per la sua casa, e la casa per il suo vergognoso coinquilino.

       13.      Infatti, qui i balli, la prostituzione, il rancore, le ingiurie, le bestemmie, le rapine, le ruberie, le bugie, la superbia, l’orgoglio, le ostentazioni, la calunnia, l’invidia, l’avarizia, la presunzione, l’ingordigia, la crapula, la beffa e lo scherno sono contro tutto ciò che riguarda Me, mentre lo sfarzo, la moda, il lusso e simili peculiarità non sono che perfetti, assolutamente infallibili segni della possessione più intensa.

       14.      Chi non lo vuol credere, costui provi al più presto la dieta raccomandata dello spirituale nell’abnegazione e prenda parecchie piccole dosi della Mia Parola, ed in verità Io dico che egli si convincerà presto quale “signore” dimora in lui. E se questo viene espulso mediante Me, allora queste bestie aizzeranno subito il mondo intero contro un tale liberato.

       15.      Perciò chi non vuole credere a questa Parola, costui provi soltanto l’“Omeopatia dello Spirito”, e si convincerà immediatamente che Io, l’eterna Verità, sono fedele in ognuna delle Mie Parole.

       16.      Ma la maturazione generale non è più lontana! Allora tre volte guai al proprietario di tali beni! Amen. Questo dico io, la primordiale eterna Verità stessa!

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Cap. 103

La caccia selvaggia

Un supplemento sulla possessione!

1° febbraio 1841

         1.        Tuttavia se Io ti annuncerò qui ciò che è orribile per l’umanità in piena misura, allora ricorda che Io sono Colui cui è possibile ogni cosa!

         2.        Se in qualche modo in un uomo, che altrimenti è devoto e virtuoso, si fanno riconoscere esseri cattivi ed estranei o con comportamenti che sono certo subito ben riconoscibili, oppure anche in casi particolari con voci strane facendo ogni genere di discorsi maldicenti con beffa e scherno, poiché martirizzano il povero posseduto, lo battono e lo gettano qua e là, allora questo fenomeno ha un triplice motivo.

         3.        Se si dovesse domandare: “Perché accade ad un uomo così innocente un simile tormento, quando e perché?”, allora rifletti prima:

         4.        Quando un capriolo è stato ucciso in una battuta di caccia, allora lo stesso non sarà più braccato, poiché il capriolo viene portato a casa come preda di caccia. Se però della selvaggina viene ancora fiutata dai cani nella foresta, vedi, allora essi non danno pace alla selvaggina e la inseguono senza tregua fino a che la portano davanti all’arma mortale del cacciatore per poi ricevere nuovamente sangue fresco da leccare. E poi, in terzo luogo, ogni cacciatore si prende tempo ed osserva la maturità della selvaggina e dapprima la risparmia accuratamente ed impedisce l’abbaiare dei cani, per non spaventarla e farla scappare dalla foresta. La selvaggina però è innocente, poiché non è capace di accorgersi delle astuzie del cacciatore. E spesso accade che essa sia una selvaggina sciocca e rimanga come incatenata nel buio territorio della morte e si lascia braccare dai cani ed uccidere dal cacciatore.

         5.        Guarda qui l’immagine – e sappi che il principe delle tenebre fa incessantemente delle battute di caccia a tutti gli uomini e li considera tutti come selvaggina della sua grande riserva. E se prima era solamente un cacciatore di frodo, ora però si è innalzato per un breve tempo a cacciatore a pieno titolo e sa perciò risparmiare la sua selvaggina fino al tempo stabilito, quando organizzerà nuovamente una grande battuta di caccia per ritornare a casa carico di un ricco bottino.

         6.        Tali “momenti di caccia” però sono di preferenza quei pubblici divertimenti, guerre, discordie, prostituzione e parecchie cose simili. E là i ballerini, i guerrieri, gli invidiosi, i frequentatori di prostitute e così via non sono che “selvaggina” braccata. Beati coloro che si sono rifugiati ancora per tempo, prima del momento della battuta di caccia, nella Mia Riserva, quando l’intuizione o la Mia Voce lontana annunciava chiaramente ciò che presto sarebbe avvenuto nella foresta di Satana! Guai però ai braccati; in verità Io dico che coloro che sono diventati preda, lo dovranno anche rimanere!

         7.        Guai ai suonatori, i quali con fervore danno fiato giorno e notte nei corni di caccia di Satana, per assordare la selvaggina e spingerla nelle fauci mortali infuocate del principe di tutti i diavoli! Ascoltate, voi fedeli mercenari di Satana, voi che spingete il linguaggio del Cielo nelle trombe della morte, la vostra ricompensa sarà grande nel regno di colui che voi servite così fedelmente!

         8.        Ascolta, tu Mio scrivano, questi non possono diventare dei posseduti, poiché essi appartengono già di per sé alla battuta di caccia di Satana. Oh, non dubitare che sia proprio così, poiché la musica da ballo è un’ingannevole sottile voce di Satana e somiglia al canto delle sirene, di cui gli antichi favoleggiarono molto saggiamente. Ma chi usa una simile voce, non è più un posseduto, bensì uno che caccia da sé e prende possesso.

         9.        Guai a voi maestri di ballo e primi ballerini, organizzatori e direttori di ballo, anche voi appartenete, come i suonatori, alla battuta di caccia di Satana e siete voi stessi perfino ben abili diavoli da tiro e battitori! Non c’è bisogno che Io vi dichiari la vostra ricompensa per il futuro, perché nella carica in cui siete, vi sarà di certo già ben misurata la vostra paga! Voi siete diligenti e fedelissimi servitori del vostro signore; ma ogni lavoratore è degno certamente della sua ricompensa! E così potete essere davvero completamente certi del fatto che un giorno, e precisamente già presto nell’ultimo tempo della grande distribuzione di premi e di ricompense, non ci rimetterete affatto! Poiché in verità andrà secondo il Mio Verdetto, e ciò vi può essere una sicura garanzia di questa promessa!

       10.      Vedi, tu Mio caro scrivano, anche questi non sono e non saranno posseduti, ma rifletti bene su questa specie umana, e troverai ben presto che essi non sono altro che servitori ben versatili di mammona, sulla cui fronte sta scritto con caratteri ben leggibili: “Permettetecelo e dateci soldi, e noi vi vogliamo avvelenare l’intero mondo ed erigere sale da ballo, nelle quali i soli possono celebrare il loro sorgere ed il loro tramonto e nelle quali mondi rotolano come piselli!”. Oh, vedi, per così grandi e magnifici piani dovrà seguire un giorno anche un grande premio ed una ricompensa grande! Poiché in verità, di tali spiriti che pensano in grande, il cielo soffre la più grande povertà!

       11.      Guai a voi, allievi di tali maestri! In verità Io vi dico che il principe dell’eterna notte ha fedelmente registrato i vostri nomi nel suo grande libro della morte. E l’angelo della Mia Grazia in compenso li ha cancellati nello stesso tempo dal Mio Libro della Vita. E per tale ragione voi verrete poi annoverati tra coloro che diranno: “Signore, Signore, noi abbiamo invocato il Tuo Nome, abbiamo creduto che Tu sei il vivente Figlio di Dio; anche se non abbiamo portato nessun frutto meraviglioso della fede, abbiamo comunque creduto e siamo stati testimoni della Tua Grazia ed abbiamo compiuto nella Potenza del Tuo Nome tutte le nostre azioni, poiché ben sapevamo che senza la Tua Volontà, nemmeno un passero può cadere dal tetto!”.

       12.      Io però sarò allora così libero e replicherò loro, sfacciato e secco: “Allontanatevi da Me, maledetti e braccati, Io non vi ho mai riconosciuto come Mia Proprietà. Credete forse che Io sia un rapinatore e ladro e che voglia appropriarMi dell’altrui selvaggina!? Lungi da Me! Andate da colui del quale siete diventati proprietà, affinché riceviate il vostro premio! Poiché Io conosco il vostro proprietario, e la Mia Giustizia va al di là di quanto voi immaginate. E perciò deve appartenere a Satana ciò che egli si è guadagnato, e deve essere Mio soltanto ciò che è entrato in tempo nella Mia Riserva attirato dalla Mia Voce.

       13.      Un giorno il grande principe della morte, al quale vi siete dati, non dovrà aver niente contro di Me, come se Io fossi stato ingiusto verso di lui. Bensì il suo dovrà rimanere eternamente[25] suo ed il Mio eternamente Mio, e precisamente il suo in tutti i tormenti del fuoco del giudizio e di ogni dannazione con lui, presso di lui ed in lui, come il Mio dovrà rimanere nella più sublime Beatitudine e Letizia di Vita con Me, presso di Me ed in Me!”.

       14.      Vedi, tu Mio scrivano, questi [allievi] appartengono già ai posseduti! Infatti chi possiede il territorio, a costui appartiene anche [ciò] che vi ha preso dimora. Ma se qualcuno, nel tempo giusto della liberazione, che è il breve periodo di vita terrena, abbandona liberamente e completamente il maligno territorio e viene da Me per prendere dimora nella Mia Riserva, costui Io lo accoglierò ed egli diventerà Mia Proprietà. Ed Io saprò molto ben trincerare il Mio territorio davanti ai nemici ed agli [impenitenti] disertori braccati, affinché il Mio territorio rimanga un territorio santificato ed i Miei abitanti siano perfettamente al sicuro.

       15.      Ma ascoltate tutti, voi braccati, questa è la Mia Voce: in verità Io vi dico che a voi non sarà permesso di entrare nel Mio Territorio durante la vostra fuga! Infatti, per colui il cui nome è stato una volta registrato nel libro della morte, Io non lotterò né disputerò mai più! Perché in eterno il diritto del libro mastro deve essere sempre da Me molto rispettato[26].

       16.      In questa classe devono essere annoverati anche tutti i mercanti di moda e di lusso, tutti i fabbricanti di tali mostruose cose di Satana ed anche tutti coloro che esaltano, difendono, approvano ed incoraggiano, spesso perfino con buone intenzioni, cose simili, come anche tutti coloro che vi partecipano e vi trovano piacere. E così un giorno guai anche a coloro che potevano ben impedire cose simili e non lo fecero per interessi temporali! Tutti questi non dovranno mai diventare Mia Proprietà[27], come nemmeno coloro che non crederanno a questa Parola, affinché potessero essere salvati.

       17.      Oh, non dubitare, Mio scrivano! È così! Ed un giorno verranno davvero molti nel Mio territorio e [senza penitenza interiore] invocheranno il Mio Nome. Ma in verità Io ti dico che essi non verranno fatti entrare. E vedi, allora si udranno molte bestemmie ed imprecazioni, e molti si aggrapperanno al legno della Mia Foresta per distruggerlo per vendetta. Solo che non raggiungeranno mai il midollo del Mio solido legno. E quando Io lascerò purificare quanto prima gli alberi della Mia Foresta, vedi, qui Io sarò un buon Guardaboschi e metterò i rami nuovamente in ordine.

       18.      Ed il fatto che tolleri questo e che non attui Io Stesso nessuna ingerenza nella proprietà dell’altro, ciò accade perché in futuro, come già detto, il Mio nemico non possa accusarMi della più piccola ingiustizia. Perciò Io non cerco neanche nessuno [con la costrizione e la violenza], e non voglio persuadere nessuno perché venga da Me, bensì chi viene, Mi cerca e bussa alla porta del Mio territorio al tempo giusto e precisamente gridando forte e bussando con tutte le forze e con impeto alla porta del Mio territorio, a costui Io voglio aprire la porta ed accoglierlo bene.

       19.      Ma chi non verrà in tempo utile e non griderà, non busserà con forza ed impeto alla porta, in verità ti dico che Io non disputerò con il Mio nemico per averlo in Mio possesso, ma ciò che avverrà del Mio avversario, avverrà anche della proprietà che si è guadagnato!

       20.      Ma come è venuta la morte attraverso l’uno [Lucifero] e nuovamente la Vita attraverso l’Uno [Cristo], così alla fine verrà tenuto anche il Giudizio contro quell’uno e tutto verrà giudicato attraverso quest’Uno! Ma quando il principe del mondo sarà giudicato dall’eterno Figlio del Padre, allora verrà poi anche giudicata tutta la sua proprietà con lui ed in lui. Infatti, quando voi giudicate un delinquente, non giudicate nello stesso tempo anche le sue viscere? E rimarrà forse in vita anche un solo membro se il delinquente viene eliminato?! Vedete, qualcosa di simile accadrà anche un giorno, e precisamente non più troppo a lungo!

       21.      Riflettete bene su che cosa vi ho qui detto! Io ho ancora taciuto molto; ma lasciate stare il superfluo! Dovrà seguire qui ancora un supplemento! Amen. – Questo dico Io, l’eterno Amore! Amen.

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Cap. 104

Sulle specie di possessione

2 febbraio 1841

         1.        Il seguente sia il supplemento conclusivo sull’essere posseduto! E se anche qui troverai in generale poco di consolante, ma orrore su orrore e spavento su spavento, sì, se vi avvertirai il tuono del grande Giudizio rimbombare non più da lontano, allora pensa che Io sono l’eterno Amore, al quale tutte le cose sono possibili! Poiché le Mie Vie sono infinite ed i Miei nascosti Decreti sono imperscrutabili!

         2.        Ma se tu vuoi fare qui delle domande a causa del mondo, allora esse devono essere scritte, e questo ti sia permesso! Tuttavia se domandi, allora domanda con modestia e con il cuore giudizioso.

 

(Domanda): “O Signore, in quale ordine avviene poi questo esser posseduto, ed i posseduti del Vecchio e Nuovo Testamento appartengono – come quelli dei tempi moderni di cui accennano Giustino Kerner ed il professor Eschenmayer – anche all’ordine dei posseduti da Te indicato?”.

 

         3.        (Risposta): Vedi, i primi [della battuta di caccia di Satana] sono i dissoluti in ogni intenzione maligna, e davanti ai dissoluti ci sono coloro la cui impresa seduttiva appare come la più allettante, la più stimolante, ma oltre a ciò appare così moralmente decente e conveniente che, attraverso tale sottile inganno di Satana, l’umanità viene dabbene costretta a lasciarsi attirare da simili imprenditori nell’eterna perdizione.

         4.        A questa prima classe di conseguenza appartengono tutti i modisti, nel senso più esteso, poi tutti gli organizzatori di danze e balli, poi tutti i suonatori di musica da ballo, tutti gli insegnanti di ballo, i maestri di danza, il primo ballerino e la prima ballerina, come anche i cosiddetti ballerini solisti o da balletto, come anche tutti coloro che esaltano quest’arte vessatoria di Satana, l’approvano e la guardano con piacere, ed infine ancor anche quei giovanotti e ragazze il cui cuore vi è attaccato.

         5.        Ma se tu volessi domandare a te stesso, meravigliandoti, il perché il ballo possa essere tanto una pericolosa faccenda principale di Satana, e se l’uomo sulla Terra non debba mai rallegrarsi di ore allegre e liete, a questo Io ti do per risposta:

         6.        Ascolta, non hai mai sentito in quale modo l’astuta volpe adesca le galline dagli alberi ed il serpente i teneri uccellini perché entrino nelle sue fauci? Vedi, la volpe gira vorticosamente sotto l’albero, e le galline stanno a guardare tranquille il divertente buontempone; alla fine vengono loro le vertigini e cadono dall’albero e finiscono nei suoi artigli. E nello stesso modo anche il serpente si attorciglia nell’erba, dove può vedere bene gli uccelletti, e così essi guardano divertiti, abbandonano subito il loro ramo e volano diritto diritto nelle sue fauci! Vedi, proprio così quest’arte vessatoria del basso Inferno di Satana tenta gli uomini a scendere dal santo Albero della Vita! Non c’è bisogno che ti dica altro!

         7.        Ma per ciò che riguarda le “ore allegre e liete”, non ti dico altro che: se vengono cercate delle ore allegre e liete al di fuori di Me, vedi, qui Io devo confessarti apertamente, in quanto Onnisciente, che non so davvero se queste potranno essere trovate anche da qualche altra parte all’infuori di Me. Nella Mia santa, infinita Totalità non ce ne sono di tali ore! E quindi tali ore allegre e liete potranno essere ben soltanto dei colpi di mano artificiosi di Satana che somigliano ai deliziosi piaceri in sogni vanitosi, attraverso i quali l’intera natura viene rovinosamente ingannata. A chi Io non basto Quale massimo ristoro, costui è veramente un figlio del Mio nemico più grande.

         8.        E così seguono poi, secondo l’ordine, i proprietari di postriboli e case da gioco, come tutti i mezzani ed appaltatori di giochi, e così anche tutti i principali partecipanti, sostenitori e protettori di tale infernale essere lodevole di Satana. Poi tutti gli intriganti, guerrafondai e sobillatori di popoli e traditori. Guai a loro, poiché molto grande sarà la loro ricompensa!

         9.        Ed infine ne fanno parte anche tutti gli avari, gli usurai, gli invidiosi, gli ipocriti, gli adulatori, i truffatori, i bugiardi, i diffamatori, i bestemmiatori della Grazia Mia, i ladri, i rapinatori, gli assassini dal punto di vista spirituale e corporale, e così anche tutti i suicidi.

       10.      Vedi, tutti questi, insieme, appartengono, secondo l’ordine, al seguito di caccia di Satana e difficilmente sono dei posseduti, ad eccezione di alcuni che sono stati nominati per ultimi, bensì essi appartengono a quelli che si possiedono loro stessi, si braccano e si trascinano da soli e stanno tutti al primo posto.

       11.      Tutta la “selvaggina”, ed in particolare tutti gli “alberi” e “l’erba” della foresta maligna così come il “suolo” che li porta, appartengono tutti insieme ai posseduti e sono e stanno al secondo posto.

       12.      Costoro difficilmente guariranno! E gli “alberi”, “l’erba” ed il “suolo”, in quanto proprietà corporale di Satana, non guariranno affatto, poiché costoro si sono già motivati in tutto e stanno saldi in ogni falsità proveniente dal male di Satana; guai a loro, essi non scamperanno all’incendio del mondo che avverrà presto! Alla “selvaggina” però deve essere concesso ancora un breve tempo di Grazia, ma al tempo della caccia e della fuga che segue questo tempo, ascolta, nessuno verrà più esaudito né otterrà accesso nella mia Riserva santa.

       13.      Tuttavia, per ciò che riguarda i posseduti del Vecchio e Nuovo Testamento e quelli di Kerner e di Eschenmayer, costoro sono da intendersi sotto quegli “alberi della Mia Riserva” ai quali i suddetti fuggitivi si aggrappano, per, se fosse possibile, rovinarli. Soltanto che questi [“alberi”] non hanno niente di cui preoccuparsi, poiché non subiranno per ciò nella loro anima alcun danno. Poiché Io Stesso proteggerò il midollo della loro vita.

       14.      Infatti, vedete, dove si manifesta un tale fenomeno, questo avviene [per lo più] soltanto in persone di solito assai devote. Ed accadrà raramente il caso che un tale (fenomeno) compaia in qualche uomo molto cattivo oppure anche solo in un uomo comune del mondo, tranne quando tali uomini, stimolati da un miracolo, si vogliono convertire improvvisamente, dove poi i loro possessori si vogliono presentare dall’interno e dall’esterno per lo spaventoso esempio di tutti i vicini!

       15.      In certi pazzi potrebbero essere mostrati degli esempi eloquenti su questo! Tuttavia non tutti i pazzi sono da ritenere tali. Infatti, alcuni lo diventano perché hanno riempito troppo il loro “pallone dell’intelletto”, così che con questo la “funicella della volontà”, in seguito alla tensione troppo grande, è strappata e poi è cessata la direzione [libera conduzione]. Oppure però se anche un qualunque uomo, senza tener conto dell’intelletto, ha teso troppo il cuore verso qualunque cosa vana, allora la cordicella conduttrice della volontà viene ugualmente strappata e la macchina della vita corre poi fuori da ogni ordine verso tutte le direzioni immaginabili; ed allora un tale uomo vede soltanto quello di cui è colmo il suo cuore e la sua testa, sospeso in cerchi confusi dinanzi ai suoi sfrenati sensi. Uomini simili però non sono perduti e somigliano ai rami aggrovigliati di un albero che il buon guardaboschi metterà a suo tempo nuovamente in ordine.

 

(Domanda): «O Signore, cosa accadrà dunque ai mercanti di moda ed a simili fabbricanti e “tentatori” di ogni specie, se il mestiere che li sostiene pretende questo da loro? Se qualcuno di loro si volesse rivolgere a Te, che cosa dovrà intraprendere per conservare la sua vita?»

 

       16.      Risposta: ascolta, questa è una domanda del tutto troppo umana, come lo era il monito di Pietro, ed è sciocca oltre ogni misura! Sono Io dunque un povero affamato oppure un mendicante? Oppure non dovrei avere Io per uno o mille uomini abbastanza nutrimento, Io che nutro incessantemente così tanti mondi e soli, il cui numero e grandezza aumenta all’infinito?! Vedi, ad una domanda simile, che veramente non è degna di una risposta, questa risposta basta in sovrabbondanza! E perciò non domandare oltre, se ti preoccupi soltanto di sciocchezze!

       17.      Scrivi però come conclusione: chi seguirà la Mia Voce, costui vivrà; ma al sordo toccherà in sorte l’eterna morte! La Mia Parola è il Mio Amore, Grazia e Misericordia, e questo seme della Vita deve essere sparso in molti luoghi. Là dove esso metterà radici, là produrrà vita e renderà liberi i posseduti alla vita. Ma dove verrà calpestato, là la morte terrà il suo grande festoso raccolto.

       18.      Vedi, ora Io faccio tutto nuovo, affinché il vecchio possa andarsene con disprezzo e vergogna grande! Ma se voi scambiate una veste vecchia per una nuova, allora lo voglio fare anch’Io e lo faccio già. Perciò cercatevi una nuova veste nuziale e provvedete bene le vostre lampade di olio! Poiché Io, il grande Sposo, sono per strada! E quando meno ve lo aspetterete, Io sarò lì! Beato colui che troverò pronto!

       19.      Questo dico Io, il grande Sposo. Amen!

 

 

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Cap. 105

Benedizione della Misericordia

3 febbraio 1841

         1.        Così dunque scrivi un Consiglio proveniente da Me per A.W., poiché lui vorrebbe sapere cosa si possa fare con un angelico fanciullo debole ed ammalato! Vedi, qui un buon Consiglio non è così costoso, come voi credete.

         2.        Vedi, c’era una volta un padre che aveva dodici figli ed appena il necessario per vivere, così che secondo il vostro calcolo egli metteva insieme annualmente appena trecento fiorini, e questi non erano nemmeno sicuri. Infatti, soltanto 150 fiorini gli erano destinati quale pensione di grazia dal principe regnante, il resto doveva guadagnarselo stentatamente con il suo lavoro manuale.

         3.        Un giorno parecchi dei suoi figli si ammalarono, pure la sua fedele moglie fu costretta a letto in seguito alla cura premurosa dei bambini malati. Perciò l’uomo fu forzato a trascurare i suoi guadagni aggiuntivi e dovette invece assumersi la cura degli ammalati in casa. Ma poiché proprio per questo gli vennero a mancare i suoi guadagni aggiuntivi, e rendendosi conto del fatto che non poteva farcela con la metà degli introiti, così come era consapevole del fatto che, essendo egli stesso indebolito, non gli sarebbe più stato facile trovare una nuova occupazione, allora decise fra sé: “Voglio andare dal buon principe regnante, esporgli per bene la mia dura condizione in modo assolutamente fedele alla verità, ed egli avrà certamente pietà di me”.

         4.        E vedi, come aveva deciso, così fece subito, andò dal principe e gli espose tutto. Quando però il principe ebbe udito ciò, vedi, allora egli scrollò le spalle, ma interiormente era tuttavia molto commosso e disse alla fine, apparentemente un poco severo:

         5.        “Ascolta, vecchio babbo, io non dubito della tua sincerità. Ma prima di aiutarti, uno di questi giorni voglio visitarti nella tua dimora, per vedere se è così come mi hai raccontato. Ma guai a te se in qualche modo mi hai mentito. Ed ora va, che la mia grazia ti assista!”.

         6.        E vedi, allora il vecchio padre tornò a casa tra speranza e timore. Egli, infatti, sperava davvero nella grazia del principe, ma temeva soltanto che questi potesse ritardare ancora a lungo. E così giunse a casa, raccontò ai suoi tutto ciò che gli aveva detto il principe e si accinse subito a pulire la casa il più possibile, e questo in verità subito dopo il parco pranzo. E così il cibo venne anche subito consumato.

         7.        Soltanto che il nobile principe pensò diversamente, lasciò subito il suo castello e seguì inosservato il povero padre. Poiché egli pensò fra sé: “Una tale necessità deve essere subito sostenuta”. Proprio quando la povera famiglia proferiva con le lacrime agli occhi la preghiera di ringraziamento, ecco che anche il principe entrò nella stanza e disse: “Ascolta, vecchio, perché mi hai mentito? Poiché io vedo tredici figli e tu me ne hai dichiarato solamente dodici!”.

         8.        Allora il vecchio padre cadde in ginocchio davanti al principe e disse: “O nobile, buon padre della patria! Questo tredicesimo è un estraneo, io l’ho accolto per compassione!”.

         9.        Ed il principe replicò apparentemente irritato, ma ardendo nel cuore colmo di brama caritatevole: “Ascolta, se voi potete sostenere anche degli estranei, allora le cose non vi vanno poi così male, e tu potrai di certo rinunciare al mio aiuto!”.

       10.      Allora il vecchio padre si fece animo e disse, afferrando la mano del principe e premendola al cuor suo: “O nobile, buon padre della patria! Vedete, questo tredicesimo l’ho trovato dieci anni fa in un bosco, esposto alla morte. Era a malapena avvolto in uno straccio malridotto ed agonizzava già nella melma di una pozza. Lo presi nelle mie braccia, lo portai subito qui e dissi a mia moglie:

       11.      “Guarda, il Signore mi ha fatto trovare un tesoro nel bosco paludoso! È un bambino buono. Vedi, egli è certo senza padre e senza madre, perciò lascia che siamo noi i suoi genitori! Infatti dove mangiano dodici, lì un tredicesimo non perirà. E se dovessi mendicare per te ed i nostri dodici figli, allora anche il tredicesimo non farà differenza nella miseria nostra!”. E subito la mia fedele moglie mi prese il bimbo dalle braccia, lo baciò e lo ha curato fin da allora come ha curato i propri figli. Perciò, o nobile, buon principe, non siate in collera per il fatto che vi ho taciuto questo!”.

       12.      E vedi, quando il principe ebbe udito questo, il suo cuore traboccò; dai suoi occhi sgorgarono lacrime gioiose di compassione e lodò per questo molto l’anziano dicendo:

       13.      “Sentire questo, mi dà una grande gioia! E poiché hai agito in modo così silenziosamente nobile, e nella tua povertà sei stato per l’estraneo un padre e prima ancora anche salvatore della sua vita, così d’ora in poi voglio essere il padre che si prende cura di tutti voi! E poiché il fanciullo estraneo è un orfano, allora portatelo da me, e d’ora in poi non vi sarà più alcun orfano! Poiché io sarò suo padre e la principessa sua madre. Ed ora lasciate questa dimora e venite con me; il mio grande castello avrà spazio per voi. Ma qui, dove si trova questa dimora, deve essere eretto un monumento eterno e portare il vostro nome”.

       14.      Ebbene vedi, Mio caro A.W., questa storia, ed impara da essa quello che tu vorresti sapere! Poiché io sono il Principe, tu sei il povero uomo ed il tuo figlio bisognoso è l’estraneo trovato nel bosco!

       15.      Fa quanto puoi e non pensare il come, quando, dove, per che cosa, perché, per quale motivo, e con quale mezzo. – Né per che cosa potresti ben impiegare convenientemente l’ammalato e debole fin dal ventre materno. – Vedi, si troverà bene il modo. Conduci l’angelo assai diligente a Me nella sua debole prova[28], e sii oltre a ciò pieno di serenità ed abbi un occhio attento su di lui! E tu sperimenterai in lui così tanto che ti gioverà interiormente.

       16.      Vedi, i Miei figli sono una grande benedizione alla casa che essi possono abitare. Poiché Io sono il loro vero Padre e non cesserò mai, per l’eternità, di essere tale! Non ho bisogno di dirti altro, perché non lo sopporteresti. Ma tieniti pronto. Io voglio visitare la tua casa. Perciò dico Amen, il tuo Principe e Padre! Amen.

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Cap. 106

Infruttuosi insegnamenti divini

28 febbraio 1841, dalle 15,15 fino alle 19,45 del pomeriggio

Le seguenti spiegazioni sono l’inizio di una serie di comunicazioni che sotto il titolo “Le dodici Ore” sono pubblicate in uno scritto separato.

Scriventi: K. G. L. – Andr. ed Ans. H. – J.L. parlò dal Signore:

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 1 [I Ora] nel libro “Le dodici Ore”)

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Cap. 107

Quattro domande nella Luce spirituale

16 marzo 1841, dalle 16 fino alle 17,30

Le quattro figlie di Anselm Hüttenbrenner posero di nuovo una domanda ciascuna con la preghiera di ottenere la risposta mediante il servitore Jakob Lorber.

Esse desideravano spiegazione su “Giuda Iscariota” – il “Numero sconosciuto” – il “Nodo Gordiano” – i “Quattro elementi”.

Scriventi: le quattro figlie menzionate. – Il Signore parlò attraverso il Suo servitore Jakob Lorber qui di seguito:

         1.        O figliole! L’argomento che avete scelto è davvero molto rilevante! Ma anche se nella vostra testa comprendeste tutti gli elementi, allora somigliereste ad un ricco stolto che non sa che cosa deve fare con la sua ricchezza, e perciò la sotterra nelle sue casse, dove tutto il suo abbondante denaro gli è utile tanto quanto se non l’avesse.

         2.        Anzi, con questa grande voglia di simili tesori nella testa, sareste non meno uguali ad un Giuda Iscariota, il quale Mi mise in vendita per trenta denari. Poiché vedete, chiunque si arricchisce con qualunque cosa [per amor di se stesso], sia con la scienza oppure con l’oro, costui è uguale a questo traditore. Poiché se non riceve tutto questo da Me, oppure non se lo guadagna almeno per il grande Amore per Me e per il suo prossimo, allora egli è – esattamente come un Giuda Iscariota – un ladro ed un rapinatore, poiché [da egoista] si appropria di tutto questo e quindi pecca a spese Mie.

         3.        Non sono forse il fuoco, l’aria, l’acqua e la terra cose che Io ho fatto traendole da Me!? Non è forse ogni numero un segno di confine dell’infinità preso a prestito dall’Ordine Mio!? Come può qualcuno ricevere tutto questo in qualche altro modo se non dal puro Amore per Me, oppure, se è di fede vivente, direttamente dalla Bocca Mia!?

         4.        Anche se qualcuno sapesse quando cominciò ad ardere la prima scintilla – e gli fossero noti anche tutti gli atomi e miasmi dell’aria – ed avesse contato tutte le gocce dell’acqua dal punto centrale fino alla superficie della Terra – ed avesse contato con un microscopio ogni pulviscolo della stessa, tutto il muschio sugli alberi e sugli scogli rocciosi ed avesse scrutato ogni pianta, ogni cespuglio ed albero ed avesse dato a ciascuno un proprio nome – anzi, se a lui stesso nelle sue ricerche non fosse rimasto sconosciuto alcun essere del regno animale sia per quanto riguarda la specie come il numero – e fosse progredito così tanto nell’arte del calcolo e della misura al punto che fosse in grado di calcolare la grandezza, il movimento, la distanza, la luce ed il peso di ogni stella fissa con la più esatta precisione, in verità tutto questo non gli tornerebbe molto più utile di quanto tornerebbe utile a qualcuno che si prendesse la briga di contare tutti i granelli di sabbia che vengono impiegati nella costruzione di una casa.

         5.        E se volete, care figliole, farvi un vero concetto di un effettivo “nodo gordiano”, allora osservate la testa di un tale scienziato [prepotente ed egoista] il quale, anche se non qui, di certo nell’aldilà, troverà quella stessa soluzione come accadde con il nodo simile dell’avaro Iscariota, quando pendette sotto un grande ramo ed il principe dell’Inferno gli mostrò ciò che fece una volta [con il nodo gordiano] l’eroe macedone.[29]

         6.        Ma se studiate tutti gli elementi, o figliole, non studiateli con la testa, bensì afferrateli nel vostro cuore dall’Amore per Me; allora troverete in poche [cognizioni] più di quanto abbiano mai trovato tutti gli scienziati nella loro folle presunzione fin dalla creazione del mondo.

         7.        In verità voi non arriverete a nessun “nodo gordiano!”, ma il grande “Numero sconosciuto” che nessun sapiente del mondo ha ancora trovato, vi decifrerà prodigiosamente ogni fiorellino! Poiché ascoltate, care figliole, questo “Numero sconosciuto” sono Io Stesso, il vostro caro Padre buono!

         8.        Perciò fate i conti in modo assai diligente nel vostro cuore e tranciate il nodo delle vostre giovani brame mondane dall’amore per Me con la tagliente spada dell’abnegazione di se stessi!

         9.        O figliole! Voi non potete immaginare quale scambio vantaggioso voi farete qui! Perché quello che si cela sotto il numero velato, che a voi è ancora “sconosciuto”, lo verrete a sapere soltanto quando avrete sciolto il vostro nodo [delle brame mondane].

       10.      Chi studia con la testa, impara con difficoltà ed in modo improduttivo. Ma nel cuore un pulviscolo solare diventa un mondo! Perciò apprendete nel cuore ciò che studiate! Allora lì Io, il vostro caro, Padre buono, diventerò per voi un Insegnante. Amen.

       11.      Questo dico Io, il vostro caro, buono, Padre santo!

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Cap. 108

Schiavitù, collegamento con i defunti, Padre nostro, mangiatoia, ore di riposo

Ulteriori domande nella luce spirituale

13 marzo 1841, dalle 16,15 alle 19,15

Con la preghiera di chiarimento attraverso il servitore Jakob Lorber, esse fecero diverse domande. Maria H.: “Com’è possibile che i poveri schiavi ed i deportati possano sopportare il loro terribile destino?” – E Wilhelmine H.: “I nostri quattro fratelli e sorelle defunti si ricordano di noi?” – Paulina H.: “Come si deve pregare il Padre nostro perché porti frutto?”. – Julie H.: “Cosa significa la mangiatoia, nella quale Tu, o Signore, fosti messo quale bambinello?”. –- Paul H.: “Come deve trascorrere uno studente le ore di ristoro compiacenti a Dio?”.

Scriventi: i cinque fratelli e sorelle menzionati. – Il Signore risponde attraverso il Suo servitore J.L. come segue:

         1.        Cari figlioli! Ho ben sentito le vostre domande, ma pensate al fatto che qualcuno può domandare in due diversi modi e che questa domanda di duplice natura corrisponde alla duplice natura della vita; vale a dire che una domanda può essere rivolta secondo l’esteriore naturale oppure secondo l’interiore spirituale, come anche o proviene dall’uno oppure dall’altro.

         2.        Ora giudicate voi stessi su quale base e terreno sono maturate le vostre domande. Pensate se vi sono state suggerite da una superficiale curiosità di sapere, oppure se esse hanno origine nella necessità d’amore veramente preoccupata del vostro cuore. Poiché vedete, c’è un’infinita differenza tra l’uno e l’altro modo di domandare.

         3.        Chi domanda per una superficiale e semiforzata brama di sapere, somiglia alla domanda di un cieco, il quale domanda premuroso dei differenti colori di un quadro. Ma se il suo paziente amico gli descrive precisamente tutti i colori, pensate forse che il cieco potrà davvero farsi una qualunque idea dell’armonia dei colori e di tutte le sue sfumature ed incrementi di luce?

         4.        Cari figlioli, Io non voglio mostrarvi dove sono sorte in voi le domande. La vostra stessa comprensione della Mia fedele risposta vi mostra già, in modo chiaro come il Sole, il luogo di nascita delle vostre stesse.

         5.        Per quanto riguarda le prime due domande, è poco importante se sapete o non sapete come sia possibile agli “schiavi” sopportare i loro maltrattamenti e perché viene da Me tollerato che vengano esposti a sevizie simili e se inoltre i vostri “fratelli e sorelle trapassati” si ricordino di voi. Ma tutto dipende dal fatto che in ogni occasione vi ricordiate bene nel vostro cuore di Me.

         6.        Infatti, chi Mi ha rivolto il suo cuore pieno d’amore, con fede vera in Me, di questi anch’Io Mi ricorderò sicuramente molto di più. Ma se Io Mi ricordo di qualcuno nella Mia Misericordia, come può costui domandare ancora cosa fanno coloro che dimorano in Me! Oppure credete voi che i vostri fratelli e sorelle dimorino in Me senza vita? Pensate che ciò che è trapassato nella Vita di ogni vita sia capace di morire?

         7.        Soltanto il morto non è capace di nessun ricordo. Ma chi è vivo e vive in Me, costui riceverà certamente, anche dalla Mia Sapienza che lo pervade, un ricordo che potrà guastare il vostro ricordo innumerevoli volte.

         8.        Ma per quanto concerne il “Padre nostro”, le cose riguardo a questa preghiera stanno allo stesso modo della domanda con la quale Mi si chiedeva come la si deve recitare, perché porti frutto. Infatti, chi non la recita nello spirito e nella verità, a costui essa serve esattamente nella misura in cui al noto cieco serve la spiegazione dei colori.

         9.        Come può dire [lo spiritualmente cieco]: “Padre nostro”, se non si è mai dato la pena di riconoscere il Padre nel suo cuore attraverso l’amore ed attraverso la fede vivente, e non Gli si è mai avvicinato nello spirito e nella verità?

       10.      Come può dire costui: “Che sei nei Cieli”, se egli non conosce né il Padre ed ancor meno il Celo!? Come può costui dire: “Sia santificato il Tuo Nome!”, se egli non conosce il Mio Amore, ancor meno la Mia Parola vivente e perciò è impossibile che conosca la Vita della vita e la Santità di ogni salvezza e di tutto il rinnovamento proveniente da Me, cosa che è unicamente il Mio Nome inesprimibile!?

       11.      Come può costui dire: “Venga il Tuo Regno!”, se egli è attaccato con tutti i suoi sensi, come una pianta parassita, all’albero che deve portare il frutto, cioè attaccato a questo mondo!? Come può costui dire: “Sia fatta la Tua Volontà” se egli non si è ancor mai sforzato di riconoscere la Mia Volontà e verso ogni comandamento, per quanto facile, nutre nel suo cuore o una grande tiepidezza oppure spesso già nella sua gioventù nutre una durissima disobbedienza e prende alla leggera al massimo grado ogni cosa che porta in sé la Vita eterna!?

       12.      Come può costui dire: “Dacci il Pane della vita” se egli non ha la minima idea nel suo cuore del pane implorato, ma ben una gran voglia di divorare nel suo stomaco, che rappresenta il vero e proprio cuore principale di tali infruttuosi oranti!?

       13.      Come può costui chiedere: “La remissione dei suoi peccati”, se il suo cuore è ancora pieno di impurità, dato che in esso non si trova che ira, invidia, superbia, gelosia, insolenza ed ancora molti altri vizi del genere!? Ascoltate, per il raggiungimento fruttuoso della remissione dei peccati, ci vuole di più che non aver nemici perché si sta vivendo un momento di prosperità. Infatti, per chi non ha alcun nemico, che senso ha pregare: “Rimetti a me i miei peccati, come io li rimetto ai miei nemici”. Con questo Io non voglio dire che vi dovete procurare dei nemici per poi avere qualcosa da perdonare; ma con ciò Io voglio dire che il vostro cuore deve essere al di sopra di ogni offesa, di qualunque genere possa essere. Altrimenti con la vostra preghiera attirate sul vostro collo invece del perdono, il giudizio e la condanna.

       14.      Come può dire costui: “Non indurci in tentazione”, se egli per primo non Mi conosce affatto, e per così dire, prega nel vuoto, e che, anche se lo risparmio senza che lui ne sia consapevole, da una qualunque tentazione, ma egli stesso, come un ossesso, corre di pericolo in pericolo, di abisso in abisso, di morte in morte!?

       15.      Vedete, com’è dunque una tale preghiera! Non somiglia ad un folle che prega un grande benefattore per ricevere aiuto, ma quando l’ha ottenuto lo getta in parte nel fuoco, in parte nell’acqua sporca, in parte in puzzolenti scarichi di fogna ed in parte in spazzatura e fosse piene di putredine mortale? Pensate: a che cosa serve il dono ad un simile stolto!

       16.      Come può alla fine costui dire: “Liberaci dal male”, se egli con tutta sollecitudine si precipita egli stesso in ogni male!?

       17.      Se volete recitare questa preghiera in modo fruttuoso, allora dovete pregare nello spirito e nella verità e riflettere bene su cosa occorre per raccogliere il vero frutto di questa preghiera, altrimenti da essa deriverà il contrario della grande benedizione per voi come per ogni altro.

       18.      Ma per quanto riguarda le due ultime domande, allora quella sulla “mangiatoia” è una domanda di certo infantile, ma alla quale non vi può essere data nessuna appropriata risposta, ma ancor meno una per voi comprensibile, poiché prima deve essere dischiuso il senso interiore, per afferrare un mistero troppo profondo perfino per gli arcangeli.

       19.      Perciò sforzatevi di fare delle vostre “ore di riposo” in silenziosa quiete e vita ritirata del vostro animo, delle ore consacrate a Me, allora presto potrete provare quanto sono oltremodo buono e pieno d’Amore Io, il Padre vostro. Ed in verità, in un minuto Io potrò darvi di più che tutto il mondo in mille anni.

       20.      Ma se le vostre ore di riposo vi servono per qualcos’altro, allora proverete anche altrettanto sicuramente quanto sconosciuto, inesplorabile ed inflessibile Io sono solito rimanere per coloro che preferiscono il lordume del mondo ed ogni inganno di Satana a Me.

       21.      Infine riflettete molto bene da Chi vi arrivano queste Parole! Fate in anticipo conoscenza con Me! Fatevi il “Giudice” per “Amico” e l’eterno, grande “Iddio” per Padre vostro, allora contemplerete lieti e senza paura quando Io tuonerò i Miei Giudizi su questa Terra!

       22.      Perché Io verrò al mondo come un Giudice inflessibile, ma, in verità, ai Miei figli Io verrò come il più affettuoso, miglior Padre santo!

       23.      Perciò aspirare al Padre, allora vivrete eternamente nel Grembo del Mio Amore. Amen!

       24.      Questo dice Colui che voi dovete prima di tutto cercare e riconoscere come Padre. Amen!

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Cap. 109

Per il primo anniversario della Nuova Rivelazione

Preghiera di ringraziamento del servitore Jakob Lorber

Domenica, 14 Marzo 1841

Domenica, 14 marzo 1841, l’ultimo giorno del primo anno della Venuta e Rivelazione invisibile, ricchissima di Grazia, del nostro santissimo, amorevolissimo Padre, la cui prima comunicazione avvenne nella nuova Parola vivente di Domenica, 15 marzo 1840, di mattino dopo le ore 6.

O Signore! Tu Padre santissimo migliore di tutti! È già trascorso un anno dall’ora memorabile, nella quale Tu Ti sei ricordato di noi tutti, ed a noi indegni hai iniziato a comunicare la Tua Parola vivente.

O Signore! O Padre! Come dobbiamo ringraziarTi, con quale lingua lodarTi e magnificarTi, poiché tutti insieme non siamo degni di una, ed ancor meno di così tante sante Parole ed ammonimenti di salvezza totale!?

O Tu santissimo, eccellente Padre! Vedi, noi non abbiamo che un cuore ancora molto impuro, che è proprio nostro. Il bene però che è all’interno non è nostro, bensì eternamente Tuo. E così sia dunque anche il più giusto riconoscimento il fatto che è Tuo e non nostro, l’unico ringraziamento, l’unica lode e l’unica ricompensa che siamo in grado di offrire a Te. E questo bene e vero proveniente da Te, o santo Padre, è una goccia del Tuo Amore in noi!

Dal tuo grande Amore ce li hai dati, di questo siamo certi in noi. Così con questo permettici anche adesso, come sempre, di offrirTi, in questo Tuo santo Amore che è proceduto in noi da Te, il nostro più giusto riconoscimento del fatto che vorremmo cominciare ad amarTi sempre di più. Infatti soltanto nell’Amore possiamo portarTi un sacrificio a Te gradito, e precisamente con quell’Amore santo da Te dato. E così accogli dunque misericordioso questo ringraziamento da noi poveri peccatori!

E poiché noi tutti vogliamo rallegrarci veramente di cuore del Tuo santo Nome, oggi, nel santo memorabile anniversario come anche in futuro in ogni attività ed amorevole volontà, esaudisci la nostra preghiera e vieni anche Tu da noi, affinché non avvenga che rimaniamo orfani, – perché Tu, nostro Padre santissimo, sei diventato Tutto per noi e senza di Te nessuna delizia ci piace più e non ci piacerà più in eterno.

O santo, miglior Padre, ascolta la nostra filiale preghiera e vivifica noi tutti con la Tua santa Presenza! Amen!

J.Lorber

 

 

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Cap. 110

Sulla venuta del Padre in Gesù

Risposta del Padre al servitore

Nello stesso anniversario, 14 marzo 1841

         1.        Ebbene, allora scrivi dunque una breve Parola che vi deve annunciare la Mia Venuta in mezzo a voi! Poiché se Io vengo come Padre, vengo nell’assoluta quiete del cuore. I Miei tuoni vi annunciano soltanto il Dio vicino, e le tribolazioni il grande, inesorabile Giudice, come del resto tutte le vaste Creazioni vi annunciano il grande, potente Creatore e Signore di ogni cosa.

         2.        Ma se nel vostro cuore provate un tenero Amore per Me, il vostro buono Padre santo, allora sappiate che Egli non è lontano! Poiché nessuno Mi può amare se non ha il Mio Amore. Ma nessuno può avere il Mio Amore da qualcun altro se non da Me. Chi però ha il Mio Amore, costui ha anche Me che sono l’eterno Amore Stesso.

         3.        Ma se il Mio Amore sarà presso di voi, allora certamente anch’Io sarò presso di voi! Ma qualunque cosa facciate nel Mio Nome, la fate nel Mio Amore. Ma ciò che fate nel Mio Amore, lo fate anche in Me. Ma chi è in Me ed opera in Me, anch’Io sono in lui e presso di lui.

         4.        Ma se Mi invitate a venire da voi, come potrei non fare ciò per cui il vostro cuore ha un vivente desiderio!? E così dunque chiedete a voi stessi anche oggi nel cuore, ed il vostro Amore per Me vi annuncerà facilmente se e quando verrò!

         5.        Vedete, Io sono Uno che insegue l’amore fino alla fine di tutti i mondi. Perciò amate e credete – allora Io sarò in mezzo a voi ed in voi – questo ve lo annuncerà fedelmente la grande consolazione nel cuore.

         6.        Ma ascoltate, quando Io verrò, non dovete occupare troppo il vostro stomaco e prestare orecchio ad ogni genere di chiacchiere mondane; conversate invece come i due discepoli che s’incamminarono verso Emmaus, così parteciperete anche voi alla loro gioia. Se invece fate come le donne sciocche e le meretrici senza senno e senza amore, allora il vostro Padre santo non potrà trattenersi troppo a lungo in mezzo a voi.

         7.        Lasciate che il mondo sia ciò che è, poiché Io sono più di tutto il mondo! Lasciate che i governanti siano ciò che sono, perché Io sono più di tutti i governanti! Lasciate che le meretrici siano ciò che sono, piene di infedeltà nei loro cuori, poiché il Mio Amore è più dolce, più fedele e più delicato di tutte le donne e meretrici avide del mondo e senza valore; poiché in verità, in questo tempo nessuna vergine ha più un amore. Essa ama nell’uomo soltanto ciò che egli ha oppure è; per l’uomo lei non darebbe un centesimo, figurarsi se cedesse il suo forte, vanitoso amor proprio.

         8.        Lasciate che gli eruditi mondani siano ciò che sono, poiché la Mia Grazia compensa infinite volte incalcolabili eruditi! Lasciate che la chiesa esteriore sia ciò che è, e prendetevi al su posto come simbolo il ragno; esso col bel tempo stende ampiamente la sua tela predatrice per catturare diverse specie di animaletti in questa per il satollamento del suo grosso ventre, ma quando è in arrivo un tempo diverso, in verità questo animale si dà molto da fare per proteggere la sua opera dalla distruzione; presto però arrivano forti venti dalle alture e violenti acquazzoni e pongono fine alla sua rete predatrice! Ma ora guardate agli avvenimenti di questo tempo, ed Io vi dico che presto vi accorgerete che è così! Io però sto più in alto e più in profondità di ogni Chiesa! Perciò guardate a Me, voi che ora Mi avete già un po’ riconosciuto nel vostro cuore; allora i vostri orecchi non saranno mai molestati dall’ecclesiastico strepitio di denti. Poiché il puro amore, che è l’unica vera Chiesa attraverso la vivente fede ed attraverso la Parola vivente, non strepita!

         9.        E così parecchie cose simili evitatele per Amore Mio – e considerateMi come un buon Amico che vuole allontanarsi troppo presto. – Quando colui che si sta allontanando in fretta vede come la sua amata lo abbraccia forte, allora egli torna indietro e non lascia la casa prima d’aver conquistato completamente la sposa!

       10.      Dunque fate anche voi come una tenera sposa! Non ascolta forse di nascosto l’amato alla porticina della sua amata, prima di entrare da lei nella stanza, per sentire magari una lode segreta dalla bocca sua? Ma non appena l’ha sentita, come si riempie di gioia ed attende con impazienza che la porticina si apra! Ed una volta entrato, allora esclama con Pietro e Giacomo: “Signore, è bene stare qui!”.

       11.      Ma se troverà la sua prescelta immersa in pure contese stolte, discutendo di sciocchezze oppure perfino lodando un altro – ascolta, allora l’amato, come voi siete soliti dire, “si laverà di torno” segretamente e lascerà stare la stolta prescelta con tutta la sua stoltezza!

       12.      Così dunque pensate anche che Io non sempre entro in casa dalla porta, ma attendo anche davanti alla porta! Se sento ciò che Mi è gradito, allora prendo alloggio; dove non lo sento, allora lascio soltanto l’impronta dei Miei passi nella polvere!

       13.      Se Mi volete avere come Ospite, allora fate ciò che è gradito all’Ospite, così Io entrerò. Ma una volta entrato, non lasciateMi nuovamente andare, anche se Mi mostrassi a voi costretto ad andarmene! Ed in verità, se farete ciò che è giusto, Io rimarrò in mezzo a voi adesso e sempre!

       14.      Ma ascoltate: soltanto nel puro amore del vostro cuore voi riconoscerete che l’alto, permanente Ospite, è il vostro santo Padre buono che è venuto a voi, e con Lui il Regno Suo! Amen. Questo dico Io, l’alto Ospite quale vostro santo Padre buono! Amen.

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Cap. 111

Giusta venerazione dei santi

20 marzo 1841, dalle 16,45  fino alle 19,30 di sera

Le quattro figlie di Anselm Hüttenbrenner posero delle domande con la preghiera di ottenere risposta attraverso Jakob Lorber.

E precisamente Maria domandò: “In che modo si deve venerare i santi?”. Guglielmina: “Qual è il modo giusto di amare il Signore?”. Paolina: “In Principio era la Parola e la Parola era presso Dio e Dio era la Parola; cosa significa quest’inizio del Vangelo di Giovanni?”. – Julie: “In che cosa consiste la vera umiltà?”

Scriventi: queste quattro sorelle. Il Signore rispose misericordioso a ciò attraverso il Suo servitore come segue:

         1.        Care figliole, è dunque proprio così difficile trovare ciò che si vuole? Se qualcuno sente fame, gli ci vorrà molto per cercare per sé un qualche cibo affinché lo sazi? Oppure, chi ha sete, andrà forse costui, spinto dalla sete bruciante, da una sorgente all’altra a gustarne le acque che saranno adatte a spegnere la sua sete ardente? In verità, egli rimarrà presso la sorgente più vicina e qui estinguerà la sua sete. Vedete, questo sia per voi anche il caso!

         2.        Che voi tutte siate ancora molto affamate ed assetate nello spirito, certo lo avvertirete sicuramente se consultate solo un poco l’intelletto del vostro cuore, che è lo “stomaco” dello spirito e, se v’interrogate solo un poco sull’essenza delle innumerevoli cose che vi circondano e sulla vita interiore dello spirito a voi ancora del tutto sconosciuta.

         3.        Basta che guardiate soltanto fuori nel grande complesso della Creazione e poi nella grande dispensa dello spirito, allora in futuro non vi sarà più difficile, soprattutto se riflettete ancora sul fatto che nella Mia Luce, che vi viene destinata attraverso l’Acqua vivente proveniente dal pozzo di Giacobbe, un pulviscolo solare s’ingrandirà fino a diventare un mondo!

         4.        Ma se già un simile [pulviscolo solare] diventa così grande e traboccante di meraviglie a voi ancora sconosciute, quanto grandi diventeranno per voi quelle cose rispetto alle quali un pulviscolo solare affonda nel nulla oppure si perde quasi del tutto, e pensate che si tratta soltanto di un granellino di sabbia, figurarsi poi se si tratta di una pietra, di un albero, di un monte, di un animale oppure perfino di un uomo stesso!

         5.        Dopo che vi è stato mostrato come potete trovare più facilmente, in un caso futuro, un cibo adatto per il vostro satollamento, così voglio darvi ora ciò che avete domandato dopo una ricerca piuttosto faticosa.

         6.        Per ciò che riguarda dunque la venerazione dei santi, qui non vi dico che questo: venerate con il vostro amore ed umile obbedienza soltanto l’unico Santo, così con tale venerazione, l’unica valida, verranno anche venerati tutti i santi a voi conosciuti e sconosciuti nel modo più conveniente! Perché soltanto a Me spetta ogni venerazione, ogni lode, ogni ringraziamento, ogni riconoscimento ed ogni adorazione. Soltanto attraverso di Me ed in Me tutti gli uomini saranno glorificati, se essi prima hanno glorificato il Mio Nome nel loro cuore attraverso il vero amore e la vivente fede nello spirito e nella verità.

         7.        Ma affinché possiate comprendere ciò meglio e più profondamente, allora, oltre a ciò, ricordate che Io soltanto sono la Porta per la Vita. E chi non entra attraverso questa Porta, costui è un ladro ed un rapinatore. Perciò: chi è aggravato e stanco oppure è un ammalato pieno di malanni, costui venga a Me, affinché Io lo ristori e lo fortifichi. Poiché questo egli non lo troverà mai in qualche modo altrove che solo presso di Me ed in Me!

         8.        Per quanto riguarda la seconda domanda, ebbene, chi ama esclusivamente Me ed il prossimo suo attraverso di Me, soltanto costui Mi ama giustamente. Chi Mi ama così, costui è colui che Mi ama nello spirito e nella verità! Infatti, come potrebbe costui amarMi diversamente, poiché Io Stesso sono l’eterno Spirito di ogni Amore, di ogni Potenza e Forza ed allo stesso modo l’eterna Verità!

         9.        Chi dunque Mi ama così, costui è colui che osserva i Miei Comandamenti! Ma chi osserva i Miei Comandamenti, da costui Io verrò nella Mia Trinità come Padre, Figlio e Spirito e prenderò dimora nel suo cuore e quivi Mi rivelerò attraverso la Parola vivente che era in Principio ed [in eterno] era [ed è] presso Dio, poiché Dio Stesso era, è e sarà in eterno la Parola, sostanziale in tutte le cose, quale l’eterna Vita, Amore, Luce, Forza e Potenza di eternità in eternità.

       10.      Ma chi Mi ama giustamente in questo modo, costui è anche umile di tutto cuore. Oppure può forse un superbo amare qualcuno? Non è forse vero che nella superbia il disprezzo sta alla base di tutto ciò che lo circonda!? Il superbo non vuole scorgere niente di superiore sopra di sé; anche se non potesse elevarsi al massimo apice della follia ed ancora ubbidiente si dovesse sottomettere ad uno a lui superiore, egli lo farebbe solo per proprio interesse. E se afferra qualcuno con un amore apparente, allora ciò equivale a voler dire: “Poiché non posso dominarti col potere, allora ti voglio prendere con l’astuzia e renderti mio schiavo!”.

       11.      Altrettanto dice anche l’avido ai suoi amici, e nello stesso modo si esprimono i vanitosi fidanzati del mondo alle loro stolte fidanzate; poiché tutti questi innalzano i loro favoriti soltanto con la medesima intenzione che ha un’aquila che porta in alto con sé una tartaruga per ottenere poi qualcosa con la sua caduta!

       12.      Vedete, care figliole, da tutto questo viene fuori che soltanto la persona realmente umile può amarMi veramente, vale a dire nello spirito e nella verità!

       13.      Ma chi Mi ama così, costui Mi ama come la Parola vivente ed eterna che è Gesù Cristo, e la Vita eterna e tutte le cose attraverso di Lui! Ma chi ama Gesù Cristo, il Crocifisso, e Lo glorifica dinanzi al mondo e Lo professa con grande gioia del suo cuore, costui lo glorificherò anch’Io, quale Lo stesso Gesù Cristo, e lo professerò dinanzi al Padre, vale a dire egli verrà trasfigurato al cospetto della Mia Divinità ed ogni santità della Stessa.

       14.      Chi dunque Mi ama e Mi glorifica ed in questo modo viene a sua volta glorificato, allora in una tale glorificazione di certo non ci rimetteranno anche tutte le Mie Membra che sono i santi nei Cieli! Poiché ciò che Io prendo, non lo prendo per Me, bensì per voi e per i fratelli vostri.

       15.      Chi Mi dà qualcosa, costui la dà a tutti. Ma chi la dà a qualcun altro, costui è uno stolto, poiché ciò che egli dà non lo riotterrà indietro, ed il dono non giungerà agli interessati, ma verrà calpestato come un frutto acerbo sotto l’Albero della Vita.

       16.      Care figliole, non considerate questo Dono come un dono umano, bensì come un Dono che è pieno di Vita! Afferratelo bene nel vostro cuore ed agite di conseguenza, allora riconoscerete che la Parola è tutto in tutto e riconoscerete come la Parola sia presso Dio e Dio Stesso sia la Parola in eterno! Amen.

       17.      Proprio questo vi dice questa Parola da se stessa! Amen.

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Cap. 112

Fondamento ed essenza della seconda Vista

(dallo scritto di Lorber “Le dodici ore” la 10° Ora)

21 marzo 1841, dalle 16,45 fino 19,45

Scriventi: K. G. L. - Andr. ed Ans. H. – Come ascoltatore: F.S

 

(segue la citazione della X Ora)


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Cap. 113

Il figlio perduto

(Dallo scritto di Lorber “Le dodici ore” 11° Ora)

23 marzo 1841, dalle 15,45 fino alle 18,30 di sera

Scriventi: K. G. L. - F. G. - Andr. ed Ans. H.

 

(segue la citazione dell’XI Ora)

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Cap. 114

Il grande uomo cosmico ed il suo ritorno

(dallo scritto di Lorber “Le dodici ore”. 12° Ora)

25 Marzo 1841, dalle 16 fino alle 20,45

Scriventi: K. G. L. - F. S. - Andr. ed Ans. H.

 

(segue la citazione dell’XII Ora)  [versetti 1 – 26]

 

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Cap. 115

Gli “stracci” del figlio perduto

25 marzo 1841 (continuazione)

(segue la citazione dell’XII Ora)  [versetti 23 – 27]

 

 

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Cap. 116

Giustizia ed Amore

25 marzo 1841

Dall’Opera Principale di Jakob Lorber scritta negli anni 1840 -1842 “Il Governo della Famiglia di Dio” sia qui ridato, quale saggio del contenuto, un discorso dell’illuminato Enoch rivolto agli altri padri dei tempi primordiali! Nella parte qui in questione di tale Opera sono descritte le condizioni dei discendenti di Adamo che abitavano sulle alture. Sotto la guida del patriarca, difficile da comprendere, questi “figli delle alture” erano stati suddivisi in “figli del mattino”, del “mezzogiorno”, della “sera” e della “mezzanotte”. Durante un giro di Adamo, di Enoch e degli altri capostipiti attraverso le regioni dei “figli delle alture” si mostrò il caso spiacevole di questa scissione priva d’amore della comunità del popolo. E questo fornì l’occasione per il seguente ammaestramento, attraverso la bocca del profeta Enoch rivolto ad Adamo ed ai progenitori. (Vol. 1, cap. 81, 16-26)

         1.        Enoch però si alzò e parlò: “O padre Adamo! Vedi, la ragione sta nel fatto che tu, per effetto del tuo precedente senso di giustizia, angosciosamente severo e fondato più sul timore di Dio che non sull’Amore per e dinanzi a Lui, hai fatto certe distinzioni fra i figli, in modo che ne hai destinato alcuni a dimorare ad Oriente, e questi sono felicissimi, gli altri a starsene a mezzogiorno, affinché si dovessero sempre considerare inferiori ai prediletti dell’Oriente, ed ancora quegli altri ad abitare ad Occidente, perché ti sono sembrati tardi nello spirito per il fatto che al mattino si lasciavano spesso vincere dal sonno, ed infine hai destinato con durezza gli ultimi a dimorare a Settentrione, per il fatto che in qualche abitudine esteriore non volevano condividere la tua opinione.

         2.        Oh vedi, diletto padre Adamo, se tu fossi stato già allora animato dall’amore dell’eterno Padre santo come lo sei adesso, di certo i tuoi giudizi sarebbero risultati completamente differenti! Solo che la nuda giustizia, anche se circondata da tutti i raggi della sapienza, è opprimente e dura, se dalla sua profondità, anche se dovesse essere un po’ nascosto, un benefico e lieve raggio d’amore non compenetrasse con influssi benefici tutte e sette volte i dieci ammassi di rocce appuntite che sprigionano dalle loro vette l’acqua dell’infruttuosa sapienza.

         3.         Vedi, proprio come l’acqua che cade pesantemente da grande altezza non vivifica l’erba, ma anzi la distrugge e la uccide, e sotto il potente grondare non permette che si trovi altro che pietre lavate e dure, proprio così è anche la nuda giustizia che, cadendo dall’altezza incommensurabile della Sapienza, uccide e distrugge la vita interiore. E una volta che la vita è diventata simile ad una pietra morta, lavata sotto l’intenso rovescio dell’acqua, allora diventerà molto difficile tirar fuori di una pietra simile una qualunque pianticella vivente!

         4.        Infatti la pesante e incessante pressione dell’acqua della giustizia e della sapienza avrà tolto via il terreno morbido e tenero di prima, arrivando così fino alla dura pietra e poi avrà anche incavato e lavato la pietra già resa morta. Ma che cosa sarà ora della pietra?

         5.        In verità, prima che attraverso un potente fuoco dell’amore venga trasformata nuovamente in morbida terra, ogni seme sparso su di essa seccherà ed infine morirà completamente! . . .

         6.        Se questi figli, fratelli e sorelle di pietra non si possono ammorbidire ed intenerire attraverso tutto il potente amore, allora una maggiore quantità d’acqua della più sapiente giustizia potrà fare ancor di meno.

         7.        Noi però dobbiamo imparare dal nostro eterno, santo, amorevolissimo Padre Stesso, come Egli guida tutti i Suoi esseri viventi: gli uccelli del cielo, grandi e piccoli, non sono confinati né ad Oriente né ad Occidente, né al Meridione, né al Settentrione; gli animali delle foreste vagano in tutte le direzioni; perfino i pesci nell’acqua e tutti i vermi non hanno tracciato nessun muro come ostacolo ai loro movimenti ed alle loro dimore…

         8.        O padre, sciogli gli inutili lacci della giustizia e del rigore, ed uniscili con il legame onnipotente del santo Amore, affinché la sapienza dell’Amore diventi per loro una guida libera; e tutti, illuminati poi da questi nuovi raggi, si riconoscano come figli dell’Uno e dello stesso Padre santo e, così giubilando, si stringeranno poi al tuo cuore paterno e ti cingeranno con ardenti braccia frementi d’amore e ti chiameranno padre diletto!

         9.        O padri! In una goccia di rugiada d’amore vi è più forza e santa potenza che in un mondo saturo della giustizia più savia, se questa non ha l’amore per fondamento! Amen”.

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Cap. 117

Guscio di chiocciola, spina di rosa, crisalide, nido d’uccello

Domande nella Luce spirituale

27 marzo 1841, dalle 16 fino alle 9,15 della sera

Le quattro figlie di Anselm Hüttenbrenner posero ognuna una domanda con la preghiera di risposta attraverso il servitore Jakob Lorber.

Maria: “Che cosa ci mostra un guscio di chiocciola?”

Guglielmina: “Che cosa significano le spine delle rose?”

Paolina: “Che cosa c’insegna la crisalide di una farfalla?”

Giulia: “Che cosa significa un nido d’uccello?”.

Scriventi: le quattro ragazze ed il loro padre Ans. H. Il Signore rispose misericordioso attraverso il Suo servitore come segue:

         1.        Queste quattro domande, care figliole, sono da paragonare all’agire di un uomo che si trovava in una grande stanza del tesoro ed al quale era liberamente permesso di scegliersi, da questi molti tesori che racchiudevano la camera, quattro oggetti secondo il proprio desiderio. Poiché egli era completamente abbagliato dal grande splendore di questi tesori, alla fine divenne incerto nella sua scelta e non sapeva che cosa dovesse prendere. Scaduto però intanto il tempo dell’apertura della camera del tesoro, lo stolto indeciso, ora ancora più confuso a causa della vicina chiusura, alla fine, nell’improvvisa precipitazione, per non uscire a vuoto dalla camera, afferrò l’oggetto più vicino.

         2.        Ma non appena giunse all’aperto, tirò fuori il suo tributo preso dalla camera del tesoro e lo osservò. Ma quanto spalancò gli occhi ora lo stolto allibito quando, invece del presunto oro, argento e pietre preziose ed altre cose di valore, scorse nella sua mano quattro scheletri mezzo putrefatti!

         3.        Ebbene vedete, Mie care figliole, una tale “stanza del tesoro” sta aperta ogni giorno per voi, e potete prendervi ciò che volete e quanto volete! Ma come mai voi, come quest’uomo, non prendete oro, argento, pietre preziose ed altre cose di valore, bensì cose che non sono più sostanziose degli scheletri menzionati!?

         4.        Così voi oggi avete preso per primo un “guscio di chiocciola!”. Che cosa vi avrà fatto poi la vivente chiocciola che l’avete cacciata di casa? Altrettanto avete menzionato la “spina di una rosa”! Che cosa vi avrà fatto l’intero roseto che avete preso da esso propri ciò dal quale non procede nessuna vita e nessuna riproduzione. Così avete preso anche una “crisalide”! Allora avreste dovuto prendere prima un bruco vivente! Infatti, la crisalide è una cassa da morto del bruco. Ed infine siete venute fuori addirittura con un “nido d’uccello” estremamente morto! Perché non avete piuttosto preso l’uccello dal nido – poiché è un essere animato – invece del nido morto!?

         5.        Che cosa direste a questo punto se Io volessi animare queste quattro cose morte e da esse sorgessero poi viventi gusci di chiocciola, spine riproduttrici, crisalidi saltellanti e nidi d’uccelli svolazzanti!?

         6.        Dite: questo non vi sembrerebbe come un carro in corsa che si allontana, ma che invece di essere tirato da cavalli viventi, trascinasse dietro di sé due cavalli morti!? Oppure che cosa direste se poteste incontrare un albero che fosse piantato nel terreno con la cima e le sue radici si estendessero nell’aria; ed invece di portare frutti, alle radici pendessero delle spine disseccate!? Oppure, cosa direste se doveste incontrare un cuoco che riempisse le sue pentole, invece che con del cibo, con dei carboni ardenti, ed al posto del fuoco ammucchiasse ogni genere di cose commestibili!? Oppure cosa direste se, durante la costruzione di un ponte sull’acqua, i costruttori disponessero i piloni ad arco verso l’alto, ma la passerella del ponte venisse messa nell’acqua!?

         7.        Vedete, care figliole, proprio come sono tutte queste insensatezze presentate, così sono le quattro cose che voi avete richiesto oggi, le quali, se Io le animassi, non si presenterebbero per il vostro cuore molto meglio del carro menzionato, dell’albero, del cuoco e della passerella sotto l’acqua.

         8.        Ma poiché ormai avete portato alla luce queste cose, così Io voglio, nonostante ciò, fare per voi ancora qualcosa da questo e mostrarvi perché questa volta non avete fatto nessuna presa migliore.

         9.        Ebbene vedrete quali “cose rare” Io farò per voi traendole da queste! Anche se queste cose vi sembreranno un po’ strane, riflettete sul fatto che, per questo momento attuale, non ho potuto far altro che vi potesse giovare di più.

       10.      Guardate: dal “guscio della chiocciola” Io vi ho fatto, in modo artistico, uno specchietto davvero grazioso! In questo specchietto colei che ha posto questa domanda dovrebbe guardarsi più spesso durante il giorno, ed un po’ alla volta lei vi riconoscerà che un uomo che tende soltanto verso cose futili e mondane, somiglia certo ad un simile guscio di chiocciola vuoto che ha divorato e perduto il suo abitante vivente, poiché proprio questo abitante interno ha incorporato se stesso in questo morto, rigido guscio (in un certo senso consumando se stesso). Oppure, affinché lo comprendiate più facilmente, Io dico che la chiocciola vivente si è fatta, così un po’ alla volta, da se stessa il guscio; ma poiché ora il guscio in questo modo è diventato troppo grande e pesante ed il resto, vivente, della chiocciola non poteva più venir fuori di questo guscio troppo ingrandito, le parti esigue sporgenti non possedevano nemmeno più la forza di muoversi verso un qualunque posto per nutrirsi, così alla fine anche la poca vita si raggrinzì fino alle fondamenta del guscio ed infine consumò se stessa, vale a dire si ritirò marcendo fino ad un punto che, come vita completamente morta, si attaccò al guscio morto.

       11.      Ma per questo, tu interrogante, hai portato all’attenzione una cosa simile, perché nel tuo esteriore hai ancora abbastanza affinità con la stessa. Rigetta perciò quanto prima da te questo morto “guscio di chiocciola”, il quale rappresenta le brame esteriori, affinché alla fine non ti tocchi il destino della chiocciola!

       12.      Vedete, questa è l’opera artistica che Io ho potuto prepararvi da questo “guscio di chiocciola!”. Guardatevi tutte qui dentro, ed agite di conseguenza, allora vivrete.

       13.      Ma cosa dobbiamo fare della “spina”? Qualcosa di piccolo che se ne potrebbe fare vi frutterebbe poco; perciò vogliamo dare a questa spina una più grande dimensione e mettere poi quest’opera come parafulmine su di un edificio, e così questa pianta acuminata, come l’arbusto, ora così ingrandita, viene lasciata sull’edificio con la caratteristica di assorbire elettricità.

       14.      Considera te stessa come un simile edificio, nel quale dimora un abitante vivente! Metti su questa casa questo parafulmine, che è fatto di un quadruplice metallo, come lo è l’oro dell’umiltà, l’argento della modestia, il ferro della fedeltà e della perseveranza, ed il piombo dell’inclinazione alla vita domestica, allora questa spina parafulmine ti proteggerà dalla caduta dei fulmini satanici che incendierebbero la tua casa con tutte le cattive passioni, così che tu saresti facilmente rovinata nelle fiamme mortali delle tue infiammate passioni.

       15.      Per questo Mi hai dato la “spina”, perché tu, inconsapevolmente, percepivi dentro di te questa pena. Io Perciò dico: inconsapevolmente, perché il tuo “abitante addormentato” (la Scintilla spirituale divina) ti ha messo in bocca questo, insinuandosi segretamente.

       16.      Ma che cosa devo trarre dalla “crisalide” morta? Io vi dico anticipatamente che non ci sarà da fare molto di prezioso con essa. La cosa migliore che ci si potrebbe ancora fare, sarebbe una piccola cassa da morto, e così vogliamo soffermarci su questa.

       17.      A che cosa è destinata una cassa da morto? È vero, a nulla, se non all’accoglienza di un morto! E che cosa accade con la cassa insieme al morto? Essi vengono seppelliti nella fossa della putrefazione.

       18.      Che cosa diresti tu, se dovessi vedere uomini che, al posto del vestito, si volessero avvolgere con una cassa da morto! Presa dalla paura, non cadresti forse a terra mezza morta, specialmente se di notte incontrassi gente con indosso casse da morto? Io ti dico però che questi che indossano casse da morto potrebbero, come le farfalle dalle loro crisalidi, risorgere a vita eterna. Ma le ragazze moderne vestite all’ultima moda portano appese molte cattive casse da morto intorno ai loro corpi, dai quali difficilmente risorgerà una splendida farfalla alla vita eterna. Infatti, questa veste-cassa da morto rende il corpo una fossa di putredine, nella quale la vita è consumata dai vermi dell’egoismo, della vanità, della superbia e dell’orgoglio fino all’ultima goccia.

       19.      Perciò Mi hai dato questa “crisalide”, perché il tuo interiore, che ancora non immagini, è oppresso da una simile necessità! Quindi vestiti piuttosto con la veste dell’umiltà, della profonda modestia e della grande, perseverante ricettività per ogni bene d’amore e verità di fede, allora dalla tua “crisalide” sorgerà un giorno una meravigliosa farfalla per la vita.

       20.      Ora avremmo il “nido d’uccello!”. Immaginatevi cos’è il nido d’uccello quando l’abitante è volato via e lo stesso è lasciato in balia di tutti i venti, poiché l’abitante non trova più nessuna sicurezza, nessuna protezione, nessun calore e nessun nutrimento in esso! Voi direte: “Esso non serve più a nulla!”. Ed Io dico: avete risposto bene! Perciò anch’Io per questa volta non posso più fare altro con questo nido, come non posso fare più nulla con un uomo quando egli, a causa della sua incoscienza, è arrivato al punto in cui i Miei “uccelli celesti”, che sono per così dire la voce della coscienza nell’uomo, sono volati via dal “nido dell’Amore” interiore che venne edificato nel cuore.

       21.      Questo nido verrà poi anche abbandonato ai cattivi venti. Ma se volete sapere come si chiamano questi “venti”, allora ve lo voglio dire. Il primo vento si chiama leggerezza, il secondo vento si chiama tiepidezza per ogni cosa seria, vera, buona e perciò bella. Il terzo vento è la pigrizia che si compiace di sé e che ama la comodità che scaturisce dalla tiepidezza. Ed il quarto vento è alla fine lo sprofondare in ogni genere di follie e torbide faccende mondane ed infine, da queste, nella totale dimenticanza di Dio. Perciò badate bene che il vostro nido non venga abbandonato, altrimenti voi stessi diventerete un simile “nido d’uccello” abbandonato e, tra i cattivi venti, imparerete a conoscere il suo destino.

       22.      Per questo la quarta ragazza ha dato una tale cosa morta, perché gli uccelli [celesti] ancora trattenuti dentro di lei, glielo hanno messo sulla lingua [per ammonimento]!

       23.      Vedete, care figliole, così oggi Mi avete esposto inconsapevolmente le vostre malattie! Io da questo vi ho preparato delle medicine ben efficaci. Utilizzatele secondo la Mia paterna, amorevolissima prescrizione, allora ravviverete nuovamente in maniera prodigiosa i vostri morti gusci di chiocciola, farete della spina morta un assimilatore di vita, dalla morta crisalide vedrete sorgere una nuova magnificenza e nel vostro nido rinascerà l’interiore l’uccello dell’araba fenice ad una nuova ed eterna vita e non lascerà mai più lo stesso. Poiché essa stessa uscirà da questo, magnificata, per la vita eterna. Amen.

       24.      Ricordate bene Chi vi ha detto tutto questo! Ascoltate, Egli è il vostro vero Padre santo, santo, santo! Amen.

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Cap. 118

Passione del Signore, digiuno, povertà, amore

Quattro domande nella Luce spirituale

9 Aprile 1841, dalle 15,45 fino alle 19,45 di sera

Scriventi: Ans. H. e le sue quattro figlie. Sugli argomenti summenzionati il Signore misericordioso ha comunicato attraverso il Suo servitore quanto segue:

         1.        Dunque, quando fate delle domande, allora fatele bene! Poiché alla base di tali domande si trova ciò che ad ogni uomo è necessario più di ogni altra cosa.

         2.        Voi avete in verità presentato la vostra semplice richiesta non sotto forma di una domanda, ciò nonostante le parole date non sono che domande provenienti dal vostro cuore, la cui particolare risposta vi è data ora. La grande risposta però [vi verrà data] soltanto quando, attraverso la considerazione delle particolarità, la troverete in voi. Cioè, la particolare risposta è una guida che vi mostra come deve essere fatta la vita umana nello spirito e nella verità, piena d’amore e di fede vivente, per poter giungere con sicurezza attraverso questa vita poi alla vita interiore dello spirito ed alla fine, soltanto attraverso questa, giungere a Me. Ma chi giungerà a Me, costui giungerà anche alla risposta universale non solo alle domande poste da voi, ma anche a quelle infinite che sono contenute in queste quattro.

         3.        Poiché in verità, se voi comprendeste nel vostro cuore il grande mistero della Mia Passione, tutti gli angeli del Cielo verrebbero eternamente a scuola da voi pieni di riverenza e gioia sublime e, alla fine della scuola, ritornerebbero sempre arricchiti di incommensurabili meraviglie.

         4.        Se voi sapeste digiunare giustamente nei vostri cuori, in verità, dopo non fareste più domande su questo! Poiché con un simile digiuno Io sarei già divenuto da tempo un Padre visibile per voi, potendo così darvi poi di più con il più leggero soffio che con mille parole.

         5.        Se voi comprendeste nel vostro cuore che cos’è la vera povertà, in verità, già ora sareste più ricchi di parecchi principi del Cielo. Infatti, nella vera povertà si trova un tesoro davvero grande, il quale non è misurabile con alcuna misura terrena! La vera povertà è quella che viene nutrita eternamente con la Mia Parola – come anche leggete che il Vangelo deve essere predicato ai poveri. La vera povertà viene quindi anche intesa nel senso che essa è uguale per gli “affamati” e per gli “assetati” i quali pure vengono saziati pienamente dalle Mie Parole.

         6.        Ed alla fine se comprendeste nel vostro cuore soltanto l’Amore, in verità, allora sarebbe realizzata in voi la grande richiesta che Io rivolsi ai Miei apostoli quando dissi loro: “Siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro nei cieli!”. Cari figlioli! Che cosa pensate voglia significare questa richiesta? Vedete, questa vuol dire né più e né meno che soltanto nella “piccolezza” alquanto grande l’uomo deve somigliare in tutto completamente a Me! Se soltanto poteste farvi solo un concetto più solido della Mia Grandezza, Potenza e Forza e di tutte le Mie infinite Perfezioni, allora potreste certo farvi anche un piccolo concetto di quale possa essere il significato di quando Io vi dico che anche voi dovete diventare così perfetti come è perfetto il Padre vostro in Cielo. Poiché quando il “Figlio” ha reso i Suoi partecipi della Sua Eredità, affinché Egli spartisca perfettamente da fratello la grande Eredità del Padre, allora anche questo non vuol dire altro se non che anche i Suoi devono giungere alla stessa Giustizia, alla stessa Potenza e Forza dello Spirito di Dio, le quali sono proprie del Figlio nel Padre e del Padre nel Figlio dall’Eternità.

         7.        Tuttavia, prima che Io vi chiarisca tutto questo un po’ più da vicino, vogliamo ritornare alla risposta particolareggiata delle vostre quattro domande principali.

         8.        Per ciò che riguarda la Mia Passione, Io ho patito nel Mio Corpo come ogni altro uomo, e precisamente nello stesso ordine come voi lo leggete nei Vangeli. Ma poiché l’io umano sofferente racchiudeva in sé ancora un altro Io divino, allora questa Passione era anche doppia, vale a dire che c’era quella esteriore, fisica, e quella interiore, divina.

         9.        In che cosa consisteva la Passione esteriore, voi lo sapete – ma in che cosa consisteva la Passione divina, questa è un’altra questione. Affinché possiate farvene un concetto, allora immaginatevi quale possa essere il significato di quando l’infinito Iddio, in questa fase di Passione, si ritirò dalla Sua infinita ed eterna Libertà e prese la Sua Dimora nel cuore del “Figlio” sofferente!

       10.      Ebbene vedete, la Mia esteriorità venne oppressa mediante l’amara Passione fino al punto della morte. La Divinità che stava nel Cuore dovette però vincere la morte e l’Inferno dal punto più interiore. Ora immaginatevi il sofferente uomo-Dio che venne a trovarsi tra due fuochi: dall’esterno Mi opprimevano la morte e l’Inferno con tutta la loro potenza così a lungo, finché la Mia Vita naturale venne spinta fino al punto più interiore del Mio Cuore. Dall’interno però la Divinità agiva contro questa pressione con tutta la Sua infinita Potenza e Forza e Si lasciò spingere fino ad un punto soltanto ad opera dell’Amore stesso.

       11.      Ora immaginatevi nuovamente: la stessa Potenza e la stessa Forza che potrebbe con un soffio distruggere in un attimo tutto ciò che vive e si muove nell’intera Infinità, la stessa Potenza e Forza che tutte le Eternità ed Infinità non afferrano, che chiamarono ad esistere da Sé stesse l’intera infinita Creazione – oh, ascoltate! – la stessa Potenza e Forza, nella Loro pienissima Totalità, si lasciarono, come già detto, così tanto opprimere in un punto dalla Loro Infinità, che l’oppressione fu la più grande Umiliazione volontaria della Divinità in Me!

       12.      Se voi siete in grado di afferrare solamente un po’ nel vostro cuore quale sofferente lotta Io, quale eterno Amore, ebbi qui a sostenere, allora potete di certo farvi anche un piccolo concetto di cosa vada inteso con la Mia Passione.

       13.      Questa Passione durò fino al punto in cui Io gridai sulla Croce: “È compiuto! Padre, nelle Tue Mani raccomando il Mio Spirito!”, ovvero, con altre parole: “Guarda, Padre! Il Tuo Amore ritorna a Te!”. E subito furono strappati, dall’infinita Potenza di Dio, tutti i lacci della morte e dell’Inferno. L’eterna Potenza imperversò fuori con violenza moltiplicata all’infinito. Tutta la Terra, toccata dall’Onnipotenza di Dio, tremò. Volontariamente essa aprì le sue tombe e spinse fuori alla vita i prigionieri.

       14.      E poi questa stessa Onnipotenza passò oltre ogni Creazione visibile, riempì di nuovo in quel momento l’Infinità. E tutti i soli in tutti gli spazi senza fine ritirarono la loro luce in sé per il timore assai grande dinanzi dell’Onnipotenza di Dio che li toccava nuovamente. Ma che la Divinità in quella nuova uscita in quel momento non abbia distrutto ed annientato tutto, fu solo a causa dell’Amore che ora era nuovamente congiunto totalmente in Essa.

       15.      Ebbene vedete, Miei cari figlioli, questo è quanto potete afferrare per comprendere “la Mia Passione”! Sennonché vi è occultato in questo ancora dell’Infinito, nel quale voi avrete ancora da esplorare per Eternità, e questo precisamente per trovare cose sempre più grandi ed infinite. Poiché ciò che Io ora vi ho detto, sta, rispetto alla pienezza, nella stessa proporzione di come un punto sta rispetto all’Infinità.

       16.      Ma quando digiunate, allora digiunate nel vero rinnegamento di voi stessi per puro Amore per Me, in tutto ciò che il mondo vi offre, così giungerete con un simile giusto digiuno al “Pane celeste”.

       17.      Come una sposa il giorno delle sue nozze depone tutte le sue vesti precedenti, si lava in tutto il corpo, poi indossa la sua veste nuziale e si adorna con ogni genere di fiori e di pietre preziose per piacere allo sposo quando arriva e la porta in casa sua, proprio così voi dovete spogliarvi col giusto digiuno delle vostre “vesti mondane” [dell’egoismo], lavarvi con l’acqua vivente ed indossare poi la veste del vero Amore [per Dio], dell’innocenza e di ogni umiltà ed adornarvi con ogni genere di fiori e pietre preziose provenienti dalle opere dell’amore [per il prossimo]!

       18.      E quando poi arriverà il grande Sposo e vi troverà così ben preparati, allora anch’Egli farà ciò che è stato detto dello sposo della parabola. E quando poi vi troverete nella Sua Casa, qui Egli vi aprirà una stanza del tesoro e vi donerà gli incommensurabili tesori della vita eterna, la quale è una conseguenza della Mia amara Passione ovvero della Redenzione.

       19.      E ciò che è il digiuno, lo è anche la povertà. Poiché in verità, chi non è diventato povero in tutte le cose del “mondo”, costui non entrerà presto nel Regno Mio, finche non avrà restituito fino all’ultimo centesimo. Vedete, questa è dunque la vera povertà nello spirito e nella verità!

       20.      Ma che la povertà volontaria sia da preferire infinitamente a quella costretta, si comprende così tanto da sé che una discussione più dettagliata su ciò sarebbe superflua al massimo grado. Poiché la povertà costretta può equivalere alla volontaria solamente con l’abbandono totale alla Mia Volontà ed al Mio Amore.

       21.      Ora però domandatevi: Qual è la condizione di una sposa verso il suo sposo per il quale non nutre nessun amore nel suo cuore? Si adornerà dunque lei così tanto per quella certa ora, sapendo che il disprezzato verrà? Attenderà forse quest’ora con grande desiderio del cuor suo? Io vi dico: niente affatto! Poiché lei maledirà ed imprecherà tanto quest’ora nel suo cuore. Non si laverà, ma piuttosto s’imbratterà con ogni genere di sudiciume, e terrà addosso le sue vesti di ogni giorno e cospargerà il suo capo con la cenere, ritenendo che, quando lo sposo in questione verrà, si indignerà dinanzi a lei ed abbandonerà il desiderio suo.

       22.      Ed in verità, quando lo sposo verrà e troverà così la sua sposa, Io vi dico che egli non la prenderà (se egli somiglia a Me), ma lascerà volentieri questa donna disamorata a colui al quale lei ha promesso il suo amore.

       23.      Ebbene vedete, poiché una sposa si adornerà solamente per lo sposo adatto, se lei lo ama, allora vi diventerà anche facilmente ben chiaro che, senza amore per Me, non c’è da pensare a nessun digiuno ed a nessuna povertà e quindi anche a nessun ornamento nuziale. Ma allora non seguirà neanche nessun “portare a casa” della sposa, il quale “portare a casa” non è altro che la redenzione dalla morte alla vita.

       24.      Vedete come stanno le cose rispetto alle vostre domande! Nella Mia Passione c’è l’Amore. Il digiuno e la povertà sono la Passione dell’Amore. E la Passione dell’Amore è l’ornamento del digiuno e della povertà. E nell’ornamento, che è la Passione, c’è la Redenzione. Quindi l’Amore, la Passione e la Redenzione sono una e la stessa cosa.

       25.      Chi dunque ama così come vi è stato mostrato, costui si è reso partecipe della Redenzione, e la sua parte sarà uguale alla Mia. Come però lo sposo divide tutti i suoi beni con la sposa, così sarà anche nella Mia Casa. Allora riconoscerete cosa vuol dire: “Siate perfetti, com’è perfetto il Padre vostro nel Cielo!”.

       26.      Amen! – Questo dico Io, proprio lo stesso Padre nel Cielo! Amen.

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Cap. 119

Preghiera

Il miglior mezzo educativo

Il 18 aprile 1841, pomeriggio

         1.        Ascolta tu, Mio caro Andreas-volenteroso, per quanto riguarda tuo nipote L., egli è paralizzato da uno spirito indolente nell’operoso zelo della volontà. Perciò non sarà facile instillargli l’entusiasmo per ogni bene mediante qualche mezzo coercitivo, e questo precisamente finché questo spirito non sarà fuoriuscito da lui.

         2.        Spiriti di questo genere però non sono da scacciare se non con una continua preghiera, questo non significa pregare forse per lunghe ore, bensì significa attenersi in quella ferma e vivente fede e fiducia alla preghiera nel Mio Nome, nella quale unicamente ogni supplica può trovare e troverà sicura concessione.

         3.        Ma quando la preghiera ha raggiunto la giusta forza della fede, lo so soltanto Io. La riuscita si dispone sempre secondo la forza autonoma della stessa. Più questa si mantiene salda ed irremovibile nel Mio Nome, tanto più sta vicina anche la riuscita, riuscita che sta sempre nel totale ed indubbio abbandono, nella pazienza ed in ogni amore e mansuetudine.

         4.        Ma quando questa ha raggiunto il giusto grado, lo so soltanto Io, come già detto. Perciò in ogni preghiera la pazienza non deve essere lasciata fuori, affinché ognuno si esamini da se stesso quanto potentemente egli tiene al Mio Nome.

         5.        Ad ogni preghiera però deve essere aggiunto: “Signore, non indurci in tentazione, ma liberaci dal male!”. Fa anche tu lo stesso, allora riuscirai ad ottenere che tuo nipote diventi uno zelante uomo volenteroso.

         6.        Fa però in modo che preghi spesso con te e digli che anche lui stesso deve pregare diligentemente e dominarsi. Quanta più fatica gli dovesse costare, tanta più gioia gli preparerà la vittoria riportata su di sé nel Mio Nome. Questo è il mezzo migliore ed infallibilmente il più efficace!

         7.        Del resto ogni mezzo che germoglia in te dal Mio Amore, è un mezzo valido che conduce allo scopo un po’ alla volta. I mezzi che umiliano sono i migliori, mezzi che sono da impiegare solo quando si dovesse manifestare uno spirito ribelle in un grado considerevole. Infatti, gli spiriti indolenti hanno per lo più presso di sé piccoli spiriti ribelli come fedeli compagni. Ma come già detto: una preghiera incessante è contro tutto il mezzo migliore!

         8.        Tra l’altro, Mio caro volonteroso, in tutte le tue figlie bada soltanto alla formazione del cuore! Infatti soltanto questo conta presso di Me. Tutto il resto non ha per Me alcun valore. Ed anche se le tue figlie sapessero più di Salomone in tutta la sua sapienza, allora tutta la tua fatica sarebbe uguale a quella dell’alchimista, la cui impresa è sempre diventata cenere.

         9.        Insegna perciò alle figliole ad essere umile e ad aver fiducia nel Mio Nome, allora diventerai un buon operaio nella Mia Vigna e sarai soddisfatto del Mio Salario in eterno! Amen.

       10.      Questo dico Io, Colui nel cui Nome è nascosta tutta la Potenza e tutta la Forza!

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Cap. 120

Vera fortuna

21 aprile 1841, mattino

Se qui ad uno è destinata

del Mio Amor la Pace santa,

a chi il Padre vuole dare

dalla Pienezza Sua nuova Vita,

colui che ha il Padre accolto

e chi nel Suo cuor è giunto,

costui in verità mai deve trepidare.

Se desiderio di Me ha solamente,

un tendere vivente egli sente

che lo fuggono peccato e mondo,

in questo caso Io l’ho già afferrato

con tutti i Miei “pizzichi” d’Amore.

Sì, nelle Mani Io lo porto

per la sua vita completare!

 

         1.        Vedi, Mio caro Anselm zelante della parola, Io non ti auguro nulla in modo umano, bensì ciò che Io ti auguro, questo te lo do anche subito – e te l’ho già dato ed ho ancora dell’infinito in riserva per te, se soltanto lo vuoi accogliere.

         2.        Vedi, Io ti voglio dare tutto in abbondanza: “Argento, oro e pietre preziose” dal Mio Cuore paterno! Ti do argento per le tue figlie, oro per tua moglie, e te però Io voglio adornare con tutte le pietre preziose!

         3.        Ma credi saldamente nel Mio Nome! Edifica su di esso come su di una roccia di diamante! Ed ama sopra ogni cosa Me, il tuo ultrabuono, Padre santo, allora scorgerai presto la grande meraviglia della Forza e della Potenza del Mio Nome Gesù nel cuore tuo!

         4.        Questo dico Io, il Padre tuo santo. Amen!

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Cap. 121

Essenza dell’Ordine e vera Misericordia

25 aprile 1841, le 9,30 del mattino

Preghiera del servitore:

O Signore, Tu nostro santissimo Padre eccelso! Non vorresti dire a me, povero peccatore, cosa si deve pensare di questa nuova istituzione delle cosiddette “Misericordiose sorelle grigie”, affinché si possa essere in grado di dare una giusta risposta di valutazione ad un’eventuale domanda su quest’ordine all’apparenza benefico. Perché altrimenti potrebbe facilmente accadere che, in un modo o nell’altro, venga dato un giudizio ingiusto. O Signore, perdona la mia grande presunzione se io oso domandare a Te come ad un uomo. Soltanto Tu sei certamente nostro Padre! Allora perdona i figli stolti se le loro domande somigliano ad essi! Amen!”

         1.        Allora scrivi: questa domanda è davvero oltremodo sciocca! Come puoi tu domandare una cosa simile!?

         2.        Non hai tu ancora mai letto un Vangelo? DimMi, in quale occasione Io ho mai fondato un ordine e, meno di tutto, un ordine femminile? Oppure i sogni che furono fatti da alcuni fondatori di ordini biliosi e deboli di vista appartengono anche ai Vangeli?

         3.        Che cosa dissi Io agli apostoli? Che dovevano essere fratelli tra loro in tutto amore, questo Io dissi loro! Come chiamavano gli apostoli tutti gli uomini secondo il Mio Comandamento? Nient’altro che “Cari fratelli” e così via. Che centrano dunque le caste?[30]

         4.        Ma tra voi dovete essere di un Ordine del puro Amore per Me, quali puri figli di Uno e lo stesso Padre e come redenti dello stesso genere mediante la Mia Incarnazione! E dovete essere una e la stessa amorevole, caritatevole casta di fratelli e sorelle nella vivente Potenza della Mia Parola e del Mio Nome, perché tutti voi siete stati resi, attraverso lo stesso Gesù Cristo, figli del Mio Amore, Misericordia e Grazia.

         5.        Ma quando degli uomini – anche se in parte con oneste intenzioni – si separano dagli altri per formare in questo modo una certa casta virtuosa ed eroica, nella quale solo pochissimi possono essere accettati, come può risultare da ciò una benedizione per il popolo, se tutti non sono come uno ed uno come tutti?!

         6.        Uno non può certo essere nello stesso tempo un tessitore, sarto, calzolaio, fabbro ecc.; ci deve essere una differenza dei lavoratori come delle classi secondo l’esteriore. Ma non è così secondo l’interiore! Lì tutti devono essere reciprocamente dei puri e semplici fratelli e sorelle caritatevoli e pieni d’amore!

         7.        Che tipo di misericordia può mai essere una misericordia che si fa pagare? Oppure si deve ritenere che la misericordia consista soltanto nella cura dei malati?

         8.        Io dico: chi non esercita misericordia come un libero seguace della Mia Parola ed il Mio Amore, e questo con tutte le sue forze senza ricompensa, Io guarderò la sua opera come quella di un animale che deve eseguire nel suo ordine giudicato sempre una e la stessa opera, poiché non può e non deve fare altro a causa dell’ordine giudicato, ma le sue opere però sono niente affatto “opere”.

         9.        L’uomo libero deve anche operare liberamente e senza vincoli nell’ordine infinitamente libero del Mio Amore eternamente libero se egli desidera che Io consideri la sua opera per qualcosa. Ma chi opera sotto un certo ordine fissato e spesso sotto l’ancora molto più miserevole clausura[31], costui raramente vale più di un fannullone costretto a compiere un determinato lavoro; egli non bada mai al lavoro, ma soltanto ai soldi della pigione.

       10.      Questo ti basti come risposta alla domanda che non era affatto degna di Me! In futuro però risparmiaMi domande del genere! Poiché istituti sfarzosi del mondo sono un abominio per Me! Chi però esercita misericordia, costui la eserciti in segreto e non davanti agli occhi di tutto il mondo!

       11.      Questo dico Io, Colui che guarda soltanto alle opere svolte nel segreto! Amen. Amen. Amen.


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Cap. 122

La vera Chiesa

         1.        Una chiesa è Chiesa soltanto se insegna la Mia Volontà e predica la Vita proveniente dall’Amore, il Quale versò il sangue sulla Croce per la Terra intera, anzi per la Creazione intera.

         2.        Ma una chiesa che benedice soltanto se stessa e maledice tutto il resto, è come un avaro che augura a tutti la morte per potersi impadronire di tutti gli averi. Ma passerà prima un cammello attraverso la cruna di un ago che un simile “avaro” nel Cielo.

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Cap. 123

Sulla benedizione della Croce

28 aprile 1841, pomeriggio

         1.        La Croce è una vera necessità della vita! Se la vita non ha nessuna difficoltà, allora si disperde e si dissolve come una goccia di etere. L’anima che non porta nessuna croce si indebolisce, muore e si perde nella notte della morte.

         2.        La difficoltà della vita invece è un recipiente della stessa, nel quale essa viene consolidata come un diamante, diamante che è soltanto una goccia di etere solidificata, sebbene non una goccia di vita.

         3.        Perciò ciascuno prenda la croce sulle sue spalle e Mi segua in tutto amore; così conserverà la sua vita eternamente!

         4.        Chi addolcisce la sua vita, costui la perderà. Chi invece la crocifigge e la lascia crocifiggere da Me, costui la conserverà per tutte le eternità.

         5.        Questo dico Io, il Crocifisso. Amen!

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Cap. 124

Sulla morte e necessità della morte

29 aprile 1841, sera

         1.        La morte del corpo è l’ultima pena della vita ed è in un certo qual modo l’essere inchiodato alla croce.

         2.        Se non ci fosse la morte del corpo, ogni vita andrebbe perduta. Invece mediante la morte del corpo la vita viene raccolta e rinsaldata, affinché, dopo il distaccarsi del corpo perfino nel caso peggiore possa continuare comunque ad esistere ancora come qualcosa.

         3.        La paura antecedente la morte, che è ad essa connessa, è quindi l’atto di unificazione della vita che prima era già fin troppo spesso dispersa in tutti i venti del mondo.

         4.        Perciò accade anche, ed è oltremodo necessario, che coloro che tengono al mondo devono provare una morte spesso estremamente amara. Infatti, se non accadesse questo per la Mia immensa Misericordia, essi verrebbero del tutto annientati in eterno.

         5.        E che tali [anime mondane], dopo l’aspra morte terrena, pervengano ad una condizione estremamente priva di libertà, ciò accade di nuovo ugualmente al solo scopo di evitare che la loro vita, che nella morte corporale si è raccolta con difficoltà, si volatilizzi nuovamente e vada infine totalmente perduta.

         6.        E così perfino la cosiddetta morte eterna piena d’angoscia e tormento, non è altro che una conservazione della vita, operata attraverso la Mia grande Misericordia.

         7.        Ma quegli uomini che già nella loro vita corporea hanno raccolto la loro vita in Me attraverso la rinuncia, l’umiltà e l’amore per Me, in verità, costoro non proveranno molto della paura per la morte corporale. Ed una volta che la navicella della loro vita terrena si sarà polverizzata contro gli ingannevoli scogli del mondo, allora il viandante dirà senza dolore ed affanno: “Io sono al sicuro con i miei averi!”.

         8.        Impegnatevi dunque ad unificare in Me già qui la vostra vita, così un giorno la morte del corpo vi apparirà come appare un grande sole nascente al viandante notturno che si trova su una costa del mare che è piena di abissi e scogli.

         9.        CredeteMi che è così, ed allora nessuno più vi ruberà la pace interiore!

       10.      Questo dice il Signore della vita e della morte! Amen. Amen. Amen!

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Cap. 125

Il Segno del Figlio dell’uomo

Il 1° maggio 1841, mattino

Ans. H. chiese una spiegazione su Matteo cap. 24,30: “E poi apparirà nel cielo il segno del Figlio dell’uomo. Allora tutte le stirpi della Terra gemeranno e vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del cielo con grande potenza e magnificenza”.

Il Signore rivelò quanto segue attraverso il Suo servitore J.L.:

         1.        Non sapete voi dunque quale differenza esiste tra il “segno” ed il “Figlio dell’uomo?”. E non sapete che cosa si deve intendere con “cielo?”.

         2.        In verità, voi non potete immaginarvi nulla di più sciocco che scorgere nel cielo stellato un cosiddetto crocifisso. Chiedete solamente a voi stessi che cosa gioverebbe al mondo se si potessero vedere non soltanto uno, ma un’intera legione di crocifissi nel cielo!? Per questo motivo gli uomini diventerebbero forse migliori nel loro cuore? Oh, certamente e veramente no!

         3.        Non ci sarebbero subito a portata di mano gli scienziati pronti a dichiarare che tutti questi crocifissi sono prodotti ingannevoli escogitati dai preti?! E non vorrebbero forse dimostrare che tutti questi crocifissi sospesi nel cielo non sarebbero altro che una formazione aerostatica e sarebbero saliti grazie a un’intesa tra collegi gesuiti!?

         4.        Vedete, quest’effetto ed ancora parecchi altri, un tale fenomeno produrrebbe nel mondo scientifico! Sì, scienziati ancora più eruditi in matematica potrebbero perfino cercare di chiarire tali fenomeni sulla via dell’ottica.

         5.        Ma cosa ne direbbe l’uomo comune? Io vi dico che costui diventerebbe subito muto ed immobile per l’enorme paura. Lui, infatti, secondo l’errato insegnamento inculcatogli, avrebbe la certezza che “il giorno del giudizio” è davanti alle porte.

         6.        E così quest’apparizione in primo luogo ucciderebbe gli scienziati, perché essi l’avevano uccisa in precedenza con la loro opinione e spiegazione; mentre l’uomo comune, nell’istante della prima comparsa [di quell’apparizione], sarebbe ucciso in tutta la sua libertà. libertà che dovrebbe essere sempre attiva. Questa sarebbe quindi l’utilità di una tale apparizione!

         7.        Che la cosa starebbe in questi termini, lo potete desumere se solo rivolgete lo sguardo con un po’ di attenzione a quel tempo nel quale da certi profeti sapientoni sono già state pronosticate parecchie “fine del mondo” e vi accorgerete di come allora una parte degli uomini si disperavano, una parte ridevano ed una parte si davano alla baldoria ed altre specie di stravizi. Ma se già tali vuote profezie produssero tali cattive conseguenze, ora immaginatevi che cosa produrrebbe una croce gigantesca che stia sospesa tra le stelle?! Che Io vi descriva più da vicino le conseguenze mortali di una tale apparizione non c’è bisogno!

         8.        Ma con “cielo” è da intendersi: la complessiva Verità della Fede proveniente dalla Parola, Verità che è la “Chiesa” nella sua autenticità.

         9.        Il “segno del Figlio dell’uomo” invece è l’Amore nuovamente risvegliato in questa Chiesa, con tutti i suoi attributi celesti come: misericordia, pazienza, mansuetudine, umiltà, rassegnazione, ubbidienza e sopportazione di tutte le pene della Croce. Vedete, questo segno vivente del Figlio dell’uomo apparirà nel Cielo dell’interiore, eterna vita e non ucciderà, ma renderà sommamente viventi.

       10.      In tale occasione ovviamente le “stirpi della Terra avide del mondo” piangeranno, si lamenteranno e gemeranno, poiché tutto il loro inganno infernale, che consiste negli innumerevoli articoli di compravendita, andrà completamente fuori corso. Poiché gli uomini del mio Segno non avranno più molto a che fare con i trafficanti del mondo, i mediatori ed i cambiavalute.

       11.      Costoro volgeranno invece i loro occhi soltanto là dove vedranno il “Figlio dell’uomo venire sulle nuvole del Cielo con grande Potenza e Magnificenza!” che è la Parola vivente nel cuore degli uomini, ovvero il Mio eterno Amore nella piena completezza, e perciò è “di grande Potenza e Magnificenza”. E le “nuvole del cielo” sono l’infinita Sapienza stessa in questa Parola vivente. Vedete, questa è dunque la breve interpretazione di questo testo delle Scritture!

       12.      Le “nuvole” stesse però nell’Aldilà vi accoglieranno nel Regno Mio e saranno la vostra dimora in eterno. Ciò significa che soltanto là voi riconoscerete in modo perfettamente chiaro nella letizia sublime la grande Potenza e Magnificenza del Figlio dell’uomo.

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Cap. 126

Sulla primavera spirituale

1° maggio 1841, pomeriggio

Guglielmina H. domandò. “Che cos’è la primavera e che cosa si può imparare da essa?”

Scriventi: Ans. H. – Guglielmina H. – Giulia H. Il Signore rispose attraverso J.L.

         1.        Per quanto riguarda la primavera, c’è da dire che essa, sotto l’aspetto naturale, non è altro ciò che ogni uomo sperimenta il mattino dopo il risveglio, vale a dire un’attività risvegliata di tutti gli spiriti della vita.

         2.        Quando questi [spiriti della vita] vengono risvegliati dal loro sonno mediante la luce ed il calore crescente, allora riprendono daccapo la loro regolare attività. Tutti i sensi si dischiudono; lo stomaco denuncia il suo bisogno di nutrimento, e tutti i liquidi del corpo cominciano un’attiva circolazione.

         3.        Vedete, proprio così è anche nella grande Natura! Eoni senza numero di spiriti [della natura] vengono risvegliati attraverso la luce ed il calore del Sole dal loro rigido sonno invernale, cominciano di nuovo la loro attività vegetativa ed iniziano a formare ed a sviluppare ogni genere di piante, erbe, arbusti ed alberi come anche innumerevoli eserciti del piccolo mondo animale, e tutto questo secondo l’Ordine stabilito.

         4.        Vedete, questa è la primavera naturale! Ma cosa si può imparare da essa? Io vi dico: moltissimo!

         5.        Voi sapete in che modo essa sorge naturalmente, vale a dire attraverso la luce crescente ed il calore.

         6.        Ebbene vedete, quando ascoltate con fervore e fedeltà la Mia Parola o leggete la stessa, allora si avvicina altrettanto il grande Sole spirituale alla vostra zona invernale nordica del cuore che è ancora fredda dal punto di vista terreno o mondano. Questa “Luce solare” dispensa anche, gradualmente, sempre più calore, che è l’amore per Me, per la vera attività vitale spirituale.

         7.        Quando ora questo comincia a procedere, allora nell’uomo è subentrata la “Primavera spirituale”.

         8.        Ma come accade con la primavera naturale che, oltre alle molte piante ed animali utili, ne risveglia anche altrettanti di velenosi e dannosi alla vita, così è anche con la primavera spirituale: con essa vengono risvegliati nell’uomo anche molti velenosi e dannosi spiriti cattivi, ragion per cui anche le tentazioni al peccato diventano poi più potenti di quanto non siano nel rigido inverno senza vita, che è la tiepida usualità mondana dell’uomo.

         9.        Perciò, in questa primavera spirituale l’uomo deve somigliare ad un attento giardiniere, il quale purifica accuratamente i suoi alberelli e piante dai bruchi dannosi ed estirpa ogni malerba, affinché la vita degli alberi e delle piante nobili non subisca danno alcuno.

       10.      Chi in questo modo purifica diligentemente il suo albero della vita da tutte le brame e passioni maligne con strumenti vigorosi, che sono l’abnegazione e l’umiltà, costui vedrà premiata poi certamente anche nell’estate e nell’autunno la sua attività con i più stupendi frutti diventati maturi.

       11.      Questi frutti però non sono altro che l’apparizione del “Segno del Figlio dell’uomo nel cielo”. Le “stirpi della Terra” sono le maligne brame e passioni eliminate. Ed a ciò segue “la venuta del Figlio dell’uomo sulle nuvole del Cielo con grande Potenza e Magnificenza!”.

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Cap. 127

Notizie sulla Luna

1° maggio 1841, dalle 16 fino alle 18

Giulie H. domandò: “Che cosa è la Luna? Esistono anche lì uomini così come qui?” Scriventi: Ans. H., Giulia H. e Guglielmina H. In risposta alla domanda di Giulie H. sulla Luna il servitore Jakob Lorber ricevette in quel giorno ed in altri giorni seguenti un’ampia comunicazione sulla natura della compagna della nostra Terra e sulla vita che si trova sulla stessa.[32]

 

(segue la citazione del cap. 1 dell’opera su "la Luna")

 

 

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Cap. 128

A Gesù

Preghiera

4 maggio 1841

O mio amatissimo Gesù! Aiutami, affinché io possa esserTi ubbidiente in tutto e non vacilli né a destra né a sinistra, bensì che io sia sempre concentrato su di Te, Tu che sei l’unico Promotore e Perfezionatore di tutte le Opere buone!

Io mi dedico tutto a Te, mi abbandono completamente a Te e mi metto con tutti i sensi e membra ai Tuoi santissimi piedi. Io mi abbandono a Te con tutti i miei alla Tua santissima Volontà, alla Tua migliore e purissima Previdenza, alla Tua divina Protezione ed al Tuo amorevolissimo, assai misericordioso Governo!

Tu sei il vero, unico Padre, Iddio e Signore! Nessuno è uguale a Te e fuori di Te non esiste più nessuno! Noi tutti siamo nelle Tue Mani; perciò fa con noi come piace a Te, e lascia che la Tua santissima Volontà sia fatta completamente su di noi, in noi e mediante noi!

Poiché la Tua Volontà è Amore su Amore, Grazia su Grazia e Misericordia su Misericordia! Perciò facci anche essere sempre ed eternamente soltanto strumenti della Tua Grazia e puri ricettacoli del Tuo Amore, della Tua Misericordia e del Tuo Onore. Oh, fa che noi, in virtù del Tuo infinito Amore, possiamo sempre esaltare degnamente il Tuo santissimo Nome sopra ogni cosa dal nostro essere interiore, sia nella vita oppure nella morte! Amen.

Oh, io sono indegno della Tua così grande Bontà, o mio Gesù, Padre mio, Iddio mio e Signore, Tu che ti dimostri sempre così infinitamente amorevole con me! Perciò io Ti voglio anche eternamente lodare, amare ed esaltare ed ovunque e sempre glorificare il Tuo santissimo Nome!

Onore, lode, ringraziamento ed amore siano resi a Te, o Dio, come Padre, Figlio e Spirito Santo, ora ed in tutta l’Eternità! Amen.

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Cap. 129

Preghiera del cuore

4 Maggio 1841

O Padre, Signore e Dio, noi Ti lodiamo, Ti ringraziamo! Te, Dio e Padre, la Creazione onora dappertutto, tutte le stelle e tutti i cieli sono pieni della Tua Gloria! Tutti gli angeli e tutti gli eserciti celesti servono sempre la Tua Volontà! Cherubini e Serafini cantano ad alta voce: “Santo è l’Iddio nostro, Santo è il Padre nostro! Tutte le terre, tutti i mondi, tutti i cieli sono pieni del Suo grande Nome!”.

Ah, Dio mio e Padre, soccorri, soccorri, soccorri, affinché questo Tuo Nome santissimo, potente e forte sopra ogni cosa, possa essere santificato assai degnamente anche da noi ed attraverso di noi! Non permettere che possa essere insudiciato con pensieri, parole od opere! Abbi pietà, abbi pietà di me, dei miei e di tutti gli uomini!

Vedi, Dio Mio e Padre, Tu mi hai dato misericordioso nel cuore una chiara luce e mi facesti conoscere e provare la segreta Sapienza che è nascosta e che è scaturita e scorre soltanto dal Tuo infinito Amore e Misericordia nel mio cuore ancora estremamente impuro! Oh, nascondi il Tuo divino Volto dinanzi al mio misfatto e metti, metti, metti in me, o Dio e Padre, un cuore puro e dammi uno spirito sicuro, sì, dammi il Tuo Spirito Santo!

Non respingermi, o mio Dio e Padre! Consolami, consolami, consolami sempre col Tuo Amore e Grazia! Ah, Padre mio, Dio e Signore, convertici Tu, allora sì che saremo convertiti! Aiutaci, allora sì che saremo soccorsi! Ed abbi pietà di tutti gli uomini, anime e spiriti! Amen. O mio Gesù, nel Tuo santissimo, potente e forte Nome sopra ogni cosa. Amen!

 

 

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Cap. 130

Un consiglio migliore ed una vera consolazione

Per i figli di un defunto.

5 maggio 1841

         1.        Tutti gli uomini non sono creati per questo mondo, bensì per la grande Casa del Padre nell’aldilà – e precisamente in un modo o nell’altro! Come fu la loro vita nel mondo, così sarà anche la loro condizione in quella eterna, grande Casa!

         2.        Colui che Io metto alla prova – ed in verità non lo faccio invano! – di costui Io voglio e lo farò diventar qualcosa, poiché egli è già nella Mia Scuola. Uno studente deve però accettare di sostenere la prova se vuole essere qualcuno.

         3.        Presso di Me nessuno viene respinto all’esame, ma ognuno può superarlo, o già qui oppure sicuramente nell’Aldilà.

         4.        Chi invece fugge i Miei lievi esami e diventa un malvagio fuggiasco, costui è poi messo alla prova dal mondo e da Satana per vedere se è abile per la malvagità.

         5.        Io accolgo ognuno in ogni momento nella Mia Scuola. Ma chi non vuole diventare più che un guardiano di porci, un custode di asini oppure uno che dà il foraggio ai buoi, e trova nell’immondizia la sua beatitudine, in verità, costui non sarà mai turbato né nella sua carica, né nel suo diletto!

         6.        Voi però – ascoltate e comprendetelo – siete nella Mia “Università”![33] Io vorrei farvi diventare qualcosa di grande! Perciò anche alcune [speciali] prove in questa Scuola superiore non vi devono sorprendere.

         7.        Io ho preso con Me la lebbrosa [per la quale Mi avete chiesto aiuto] e l’ho risvegliata alla vita, togliendole il carico impuro del corpo maleodorante. Vorreste nuovamente risvegliarla alla morte!?

         8.        Perché sei afflitto se ho preso tua sorella per Me? Le è forse accaduto qualcosa di male? O voi di poca fede! Credete che la perdita di vostra sorella opprima il vostro cuore? Oh, no, dico Io, la vostra debole fede è ancor sempre la vostra più grande pena!

         9.        Poiché chi crede ed ama nello spirito e nella verità, costui sarà sempre pieno di gioia e gratitudine nel cuore, perché egli vedrà benissimo nella luce più chiara il fatto che Io, il suo eterno, santo, affettuosissimo Padre, faccio in ogni tempo soltanto il Meglio!

       10.      O figlioli, riconoscete, riconoscete una buona volta che Io sono il vostro amorevolissimo Padre che in ogni prova eleva e moltiplica migliaia di volte la vostra vita!

       11.      RingraziateMi con cuore gioioso, perché ho subito dato gratuitamente alla vostra sorella la vita eterna nel Regno dei figli, e da lì le spiano una via luminosa nel grande Santuario del Mio eterno Amore paterno!

       12.      In verità, è così! Chi può ancora essere in lutto se egli Mi ama e si attiene fermamente al Nome Mio!?

       13.      Così siate sereni e d’animo lieto! Infatti vostra sorella è ora già ultrabeata nel Grembo Mio! Qui invece [nel mondo terreno] già in cinque mesi sarebbe stata perduta per l’eternità insieme al marito! Come e perché – con il tempo non vi sfuggirà!

       14.      Ora però tutto è bene e rimarrà bene in eterno! Perciò gioite ed esaltate sempre il Nome Mio!

       15.      Questo dico Io, il vostro vero Padre e Fratello. Amen!

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Cap. 131

Il tempo delle tre bestie dell’Apocalisse

7 maggio 1841, pomeriggio

Domanda: che cosa significa l’Apocalisse di Giovanni cap. 13, versetti 15–18 «E gli venne concesso di dare lo spirito all’immagine della bestia, perché potesse parlare e facesse in modo che quelli che non adoravano l’immagine della bestia venissero uccisi. E faceva sì che a tutti, a piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e servi, fosse posto un marchio sulla mano destra o sulla fronte, affinché nessuno potesse comprare o vendere se non chi avesse il marchio col nome della bestia oppure il numero del suo nome. Qui si mostra la sapienza! Chi comprende, costui calcoli il numero della bestia, poiché esso è un numero umano: ed il suo numero è 66».

         1.        Nel Mio Nome scrivi pure che Io so già che cosa vi manca!

         2.        Con le cose assai lontane i vostri “occhi prolungati” non bastano per scorgerle. Con gli oggetti mediamente lontani voi ne vedete solo la corteccia parziale. E di quelli molto vicini non vedete nulla, perché vi stanno troppo vicini e per questo offrono anche troppo poco interesse.

         3.        Questi versi dell’Apocalisse sono da toccare con mano, eppure voi non riuscite ad afferrarli! Sì, quanto più qualcosa è facile, tanto più siete ottusi! La prossima volta però chiedete quello che vi sembra più facile! In verità, voi ne diverrete certamente più umili di quanto non diventiate con questi quattro versetti troppo facili! Ed ora fate attenzione:

         4.        Innanzi tutto in questo capitolo si parla di tre bestie: in primo luogo del drago principale, in secondo luogo della bestia che esce dal mare con sette teste e dieci corna, e in terzo luogo, di una bestia simile ad un agnello con due corna sulla testa.

         5.        Chi sia il drago principale, ne saprete certo già qualcosa dopo che vi ho già fatto sufficiente menzione così spesso, e in particolare nelle “Dodici Ore” del Mio nemico mortale.

         6.        Ma se volete riconoscere la seconda bestia, allora rivolgete i vostri occhi all’egoismo che vi sta vicino, e troverete confermati in esso tutti gli attributi! Essa esce dal “mare” di tutte le avide brame ed ha “sette teste”, cioè per ogni Comandamento dell’Amore per il prossimo, una propria testa con “dieci corna”, mediante le quali, da una come dall’altra testa, vengono ugualmente contrastati tutti i dieci comandamenti [di Mosé]. Una “testa ferita” è il furto e la rapina punibile dappertutto. Ma questo danneggia forse la bestia in qualche modo? Oh, no, perché questa testa ferita viene completamente guarita mediante tutte le leggi politiche dello stato e del commercio. E così tutto il mondo vive sotto tali leggi e vi agisce in conformità, e così si prende gioco ogni giorno dell’Agnello e dei Suoi Comandamenti.

         7.        La terza bestia sorge dalla terra, ha l’aspetto “dell’agnello”, ha però anche “due corna”. Che cosa è questa? Io vi dico che questa vi sta più vicino di tutte! Essa è l’industria generale che sostiene molto la bestia acquatica che alla fine addirittura idolatra, la quale con le sue due corna tende direttamente contro i [principali] Comandamenti dell’Amore[34]. Per avere conferma che sia così, basta che guardiate l’America e l’Inghilterra e così via!

         8.        Ma quanto questa terza bestia sia proprio una tale industria, ve lo mostrano per esempio i crudeli maltrattamenti dei bambini nelle fabbriche inglesi e americane, dove i medesimi devono spesso lavorare dalle cinque fin oltre le nove di sera, sempre in piedi, quasi seminudi, e questo, spesso già dal loro ottavo anno di vita. Ad essi non viene impartita nessuna istruzione, all’infuori di quella della loro destinazione di schiavi industriali!

         9.        Oh, se poteste scorgere l’essenza dell’industria con Me e attraverso di Me, voi direste: “O Padre, sì, questa è certamente il drago stesso!”.

       10.      Non usa forse questa terza bestia ogni violenza della seconda, la cui testa ferita venne guarita? E non fa essa in modo che, quasi da tutta la Terra, cioè almeno dai suoi altolocati abitanti, la seconda bestia ferita venga adorata completamente? Non si parla forse ovunque di re adorati, di principi e di altri fondatori e inventori (industriali)!? Non vengono forse eretti a loro, monumenti in tutto il mondo? Non fa essa forse i segni più grandi e lascia cadere fuoco dal cielo, cioè non insegna in modo assai razionale, davanti agli uomini ciechi, come se tale zelo fosse la vera essenza di ogni religione e la venerazione più degna di Dio, quando non addirittura la migliore adorazione?! – Quanto questa è una rapina pura e semplice del fuoco dal cielo, quella di far credere agli uomini che Io possa essere adorato anche attraverso l’orrore! (Ma questo durerà soltanto ancora un breve tempo!)

       11.      Oh, guardate la corruzione degli abitanti della Terra! L’immagine della bestia con la ferita da spada di tutta la giustizia politica è ora completamente vivente! Gli uomini furono costretti a sollevare quest’immagine con il loro sangue! E ora campeggia e parla ed ordina, uccide e viene adorata da tutti i vermi e i leccapiedi, che per questo vengono titolati “scienziati” e “giornalisti”, e ancora da una innumerevole quantità di “mosconi”[35], i quali devono avere qualcosa di tutto per guadagnare qualcosa senza lavorare.

       12.      Ma se ora qualcuno non vuole adorare questa bestia, allora presto s’accorgerà quale ora terrena sia suonata per lui!

       13.      Questo però è lo “spirito” [oppure la “vita”] nell’immagine della bestia, che l’egoismo e l’avidità di tutti i grandi del mondo hanno raggiunto al culmine massimo, che è il numero completo 666, in cui l’egoismo è pari a 600, il fuoco celeste rapinato è pari a 60 (cioè il Comandamento divino è impiegato dieci volte per interesse personale!) e l’amore per il prossimo è solo pari a 6 (cioè equivale alla perfettissima schiavitù)! Invece di dare per un centinaio, si pretende per un centinaio!

       14.      Guardate e comprendete ora la descrizione della “mano destra” e della “fronte” tanto nei grandi quanto nei piccoli, nei ricchi e nei poveri, nei liberi e nei servi! Non è forse essa l’avidità di dominio, o attraverso il potere oppure attraverso l’intelletto mondano!? Dite: qualcuno può fare qualcosa senza questo segno!? Che cosa vale senza questo segno, l’uomo per l’uomo? In verità, Io vi dico: se qualcuno di voi ha delle figlie, le darà forse ad un uomo “non segnato”, oppure esse pretenderanno uno “non segnato”? Può qualcuno, se non ha ricevuto un segno oppure una carica dalla bestia, fare ancora una qualche fortuna mondana!?

       15.      Voi stessi siete “segnati”, eccetto il Mio servitore che Io fino adesso ho potuto conservare con grande fatica non segnato. Ma Io vi dico, se permettessi che egli pretendesse una delle vostre figlie, voi lo guardereste seriamente in modo strano e consigliereste a lui, cortesemente, di desistere da questo, poiché non si potrebbe fare per il motivo che egli è “non segnato”!

       16.      Ma se già agireste così con uno che Io vi ho messo come luce nella notte delle notti, cosa fareste se qualcun altro “non segnato” pretendesse una cosa simile da voi? – Io dico: voi lascereste piuttosto murare vive le ragazze! – Comprendete bene!

       17.      Io sono del parere che ora il “segno” vi dovrebbe essere abbastanza chiaro! Chi può dunque comprare e vendere senza questo segno?

       18.      Ma i “42 mesi” sono presto alla fine, perché i comandamenti dell’amore per il prossimo sono già stati applicati oltre 5 volte 7 all’egoismo. Io però vi dico di cercare di estirpare il “segno” attraverso il Fuoco del Mio Amore, allora giungerete presto alla vera vita interiore!

       19.      Per questo, però, proprio adesso è così difficile giungere alla vita interiore da Me e in Me, perché il “segno” brucia ognuno spingendolo fuori nel mondo[36]. Perciò lasciatevi ri-bruciare da Me fuori dal mondo della bestia attraverso il Mio Amore; allora troverete la Vita, ora e in eterno!”.

       20.      Questo dice il Santo, il Grande, il Primo e, l’Ultimo! Amen! Amen! Amen!

 

 

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Cap. 132

Dio e mondo

10 maggio 1841, pomeriggio

Giovanni 7,7: “Il mondo non può odiare voi, ma odia Me; perché Io testimonio di esso che le sue opere sono malvagie”.

         1.        Ascolta tu, che Io ho caro! In questo versetto nelle parole del Mio prediletto Giovanni sta quella grande Verità che tutti coloro che non sono del mondo non stanno nelle grazie del mondo, poiché essi attraverso Me ed in Me, non provano alcun piacere nelle sue opere inutilmente malvagie.

         2.        In verità il mondo non vi odierà come odia Me, Io che ho sempre testimoniato contro le sue opere; ma esultate se il mondo vi disprezza! Poiché chi viene disprezzato per amor Mio, costui può essere pienamente certo del fatto che Io non sono lontano da lui.

         3.        Vedi, il mondo somiglia ai cani da tartufo ed alle aquile. I primi fiutano la vita nascosta e l’aquila, una carogna per miglia e miglia.

         4.        I cani da tartufo non cercano in verità la pianta, ma soltanto un arrosto[37] e scavano perciò nella terra e si danno da fare per cercare la pianta allo scopo di non perdere l’arrosto già spesso assaporato. Ma quando sotto i tartufi tarda a venire l’arrosto, allora i cani sono difficilmente idonei a cercare i tartufi, i quali diventano per loro soltanto un oggetto di disprezzo.

         5.        Vedi, tali “servi dell’arrosto” in realtà non sono dei veri e propri cercatori di tartufi, perché i tartufi non sono mai stati l’oggetto della loro ricerca, bensì lo è sempre stato l’arrosto! Ma quando tali servi ti piantano in asso sprezzanti, allora rifletti sul fatto che Io, il più odiato del mondo, ho innestato in te un “tartufo dell’Amore” e non ho dato in aggiunta nessun arrosto mondano. Perciò lascia questi “cacciatori di arrosto” e non aver alcuna paura in te di loro, poiché a loro non importa il tartufo, ma soltanto l’arrosto!

         6.        Le aquile invece si radunano quando avvertono una carogna. Vedi, Io sono una “carogna” per il mondo. Infatti esso Mi fugge e Mi odia peggio di una carogna! Esistono però un’infinita quantità di uccelli del mondo e soltanto molte poche aquile fra di loro. Solo che non è sufficiente nutrirsi come le cornacchie con le aquile alla “carogna della vita”, ma tu stesso devi diventare un’“aquila” se vuoi che per te esca fuori una vita dalla “carogna”! Vedi, chi non rinascerà di nuovo dalla “carogna”, costui non entrerà alla Vita. Al mondo in verità la “carogna” puzza in modo insopportabile, ma non così alle “aquile”, perché per esse è colma dei più sublimi di tutti i profumi.

         7.        La “carogna” è però il più fedele riflesso del mondo e mostra allo stesso la sua vera figura. Ed il mondo la odia per questo, perché è un riflesso delle sue cattive opere. Ma le “aquile” non odiano il chiaro splendore putrido della “carogna”, perché esse sanno che, attraverso la putredine della “carogna” viene assorbita ed estirpata la loro propria.

         8.        Ma come Io sono una “carogna” per il mondo, così il mondo, nell’aldilà, lo sarà per Me e per tutti i Miei angeli in eterno [una carogna]!

         9.        In verità, se volete vivere, dovete essere “appestati” da Me, ed il mondo vi deve voler fuggire a causa della peste del Mio Nome e deve erigere una barriera dinanzi al vostro respiro. Ma quando vi accorgerete di questo, allora rallegratevi, poiché siete già sicuramente “infettati” dalla “peste della Vita eterna”. Altrimenti il mondo farebbe con voi quello che fa se foste come lui. Soltanto che non siete più del mondo, ma siete diventati tutti quanti del Mio Amore; allora valete anche sempre meno per il  mondo.

       10.      In verità, se il mondo percepisse cosa accade di nascosto in voi attraverso Me, allora vi fuggirebbe peggio che la vera e propria peste.

       11.      Ma il mondo non può odiarvi per questo, poiché esso non sa cosa c’è in voi. Ma odia Me oltre ogni misura, poiché sa quello che c’è in Me, vale a dire un duro specchio che incessantemente gli rinfaccia i suoi orrori.

       12.      Ora guarda cos’è che oggi Io ti porto per regalo! Un’odiosa “carogna” puzzolente! E ti invito a mangiar con “l’aquila” la “carogna”, per diventare “aquila” tu stesso! Anzi, Io ti voglio perfino appestare per il mondo e dinanzi al mondo!

       13.      Solo che non ti devi preoccupare! Vedi, Io Stesso, per il mondo, sono la “peste” più grande e la più odiata. Non aver paura della Mia peste, poiché essa è l’eterna Vita stessa! Beato te che sei stato infettato dalla Mia peste, poiché in essa tu vivrai in eterno la Vita del Mio Amore.

       14.      Infatti Io sono la “carogna” della Vita, e questa “peste” è il Mio Amore in eterno. Amen! Questo te lo dice Colui che tutto il mondo odia, perché testimonia eternamente contro di esso. Amen.

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Cap. 133

Ascoltate, guardate ed apprendete!

Sabato, 15 maggio 1841, di mattino

         1.        Cari figlioli, se Mi seguite, allora seguiteMi completamente in tutto!

         2.        Non vi venga voglia di camminare nelle “profonde valli, fosse e voragini” che spesso sono piene di insetti dannosi, di aria impura e non raramente pieni di litigi, di discordia, di odio e di ogni ruberia e reciproca maledizione tra i vicini, ma venite con Me volentieri sui “monti e sulle alture”! Là apprenderete tutte le volte o un sermone della montagna o una trasfigurazione oppure un satollamento con poco pane oppure una purificazione dalla lebbra, oppure una vittoria sulle più forti tentazioni, un risveglio dalla morte [spirituale] e molte cose simili per voi adesso ancora inesprimibili!

         3.        Sì, portate con voi perfino i bambini, e dovrete riconoscere del tutto chiaramente anche in loro la benedizione dei monti. E chi è debole nel corpo, costui non deve temere i monti benedetti, perché le loro cime sono avvolte dai fortificanti aliti degli spiriti della vita. In verità, sui monti e sulle alture volteggiano schiere beate ed adornano le vette profumate con fiori aurei dell’eterno Amore.

         4.        Oh, fate già oggi la prova per vedere se gli abitanti dei monti sono tali da svergognare parecchio i litigiosi abitanti delle valli, dei villaggi, dei mercati e delle città. L’ospitalità cristiana dimora ancora inviolata soltanto sui monti! L’affabile concordia non dimora nelle città della pianura, nelle vallate e nelle fosse; dovete cercarla soltanto sui monti; là essa è di casa, sia tra le piante, così tra gli animali ed appunto non raramente anche tra gli uomini.

         5.        Oh, fate in modo che due nemici mettano piede sulle vette profumate delle Alpi! Non di rado voi verrete a sapere e vedrete che i nemici si scambieranno carezze come amici. Anche il lupo, questo feroce animale avido di sangue, non di rado va sulle montagne alla ricerca di quell’erba che l’istinto gli dice che per lui è salutare, ma, così facendo, risparmia il gregge delle pecore belanti intende al pascolo.

         6.        E rivolgete lo sguardo indietro nel tempo ai primi padri della Terra! Essi abitavano sulle alture dei monti! Sul Sinai che svetta verso il cielo Io diedi a Mosè le Tavole sante sulle quali, con caratteri d’oro della Vita eterna, un tempo furono sottoscritte ed incise leggi del tutto libere per gli uomini della sudicia pianura. Non c’è più bisogno di parlarvi di tutti i monti santi, e nemmeno della scuola dei veggenti e dei messaggeri della Parola eterna proveniente da Me.

         7.        Andate dunque più spesso sui monti e trattenetevi assai volentieri sugli stessi! Là verrete a conoscere sempre in pienezza la Benedizione dell’eterno Amore del Padre santo.

         8.        Il monte Kulm, che già una volta Io vi ho consigliato, darà a colui che ne scalerà per amor Mio la vetta verdeggiante, quello che un giorno diede il monte Tabor a Pietro, Giacomo ed al Mio Giovanni. Ma ascoltate, Io non dico “deve” e non dico “per forza deve”, dico soltanto: chi può e chi vuole, segua Me, il suo Maestro e Padre, allora verrà presto a sapere perché al popolo Io proferii dal monte la Predica del Cielo! Il tempo è a vostra scelta, ma prima andate, meglio è; questo tenetelo a mente! Amen.

         9.        Questo dico Io, il Padre santissimo, per voi pieno d’Amore! AscoltateLo! Amen. Amen. Amen.

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Cap. 134

Il monte Kulm

Il 22 maggio 1841,15,30 fino alle 20,00

Scriventi: K.G.L. – Andr. ed Ans. H.

Sul viaggio intrapreso Mercoledì 19 maggio 1841 da Jakob Lorber e da alcuni amici sul monte Kulm presso Pischelsdorf nel distretti di Graz, il Signore rivelò benignamente quanto segue attraverso il Suo servitore:

(NB. Invece di andare da Graz a Weiz, per giungere sul monte Kulm, abbiamo preso la deviazione per Gleisdorf. Ed invece di andare direttamente da Gleisdorf verso Pischelsdorf, siamo giunti sulla Ilzerstrabe, e precisamente Sonnabendkirken (Sinabelkirken), da dove ci siamo diretti a Pischelsdorf. Il monte Kulm venne scalato solamente di sera alle 18,30).

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 37 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 135

Anime nei cimiteri

Visione del servitore come dono aggiuntivo al monte “Kulm”

25 maggio 1841, pomeriggio

    Scriventi: K.G.L. Andr. ed Ans. H.

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 38 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 136

Sugli spettri, atti eroici e d’amore

25 maggio 1841, pomeriggio (continuazione)

 

         1.        Voi penserete nel vostro interiore: Queste apparizioni [sulla via del ritorno dal monte “Kulm” viste dal servitore nel cimitero], anche se spirituali, non hanno proprio nulla di tanto straordinariamente eccellente nel loro aspetto! È vero che spesso alcune apparizioni dal mondo dello spirito non offrono, nella loro possibile esteriorità, nulla d’eccezionale per l’occhio. Ma con tutte le apparizioni spirituali funziona così: più grandi esse sono sotto l’aspetto spirituale, tanto più di poca importanza sono sempre nella loro manifestazione esteriore. Più grandiosa però si presenta una qualsiasi apparizione spirituale, tanto poco è in sostanza.

         2.        Avrete spesso sentito e letto che in certi vecchi, decrepiti cosiddetti castelli feudali, hanno spesso luogo grandiosi fenomeni ed “apparizioni di fantasmi” al punto che, parecchie province e paesi, ne ottengono una conoscenza completamente poco rassicurante. E se aveste l’occasione di assistere voi stessi ad una simile “apparizione di fantasmi” notturna, allora esclamereste certamente: “Ah, questo è certo qualcosa di straordinario!”. E se, come molti altri uomini, vedeste come tali detestati principi castellani gettano o portano in giro di notte pietre ed altri oggetti, in verità, voi non sopportereste, dinanzi alla pura grandezza, la straordinarietà di tale apparizione per tutta la vostra vita!

         3.        Se Io però in quei momenti vi aprissi il vostro occhio spirituale, allora giudichereste una simile apparizione non molto diversamente da come se aveste incontrato alcuni monelli per strada che si divertono a compiere alcuni insignificanti scherzi monelleschi!

         4.        La minuscola apparizione di due moscerini che si accoppiano, di cui a voi non importa nulla, supera in grandezza ed importanza tutte le apparizioni di fantasmi nei castelli dai tempi antichi fino a voi ed ancora in avvenire.

         5.        La stessa cosa (del resto) succede anche con le “gesta” degli uomini! Tra questi ci sono degli “eroi” che migliaia e migliaia di anni fa hanno compiuto le cosiddette gesta più grandiose e che ancora oggi vengono decantate e fatte rinascere da mille cantastorie per il misero ricordo. Ma in verità, Io vi dico che quando un giorno vi verrà aperta la grande biblioteca nel Mio Regno, allora vi cercherete dentro con inutile fatica un po’ di questi “eroi dalle grandi gesta”! Vi meraviglierete molto invece di come in questi eterni libri della vita si riferisca spesso, non osservato da nessuno, di un atto d’amore compiuto completamente in segreto, segnato grandiosamente per tutti i tempi eterni da sempre nuove meraviglie!

         6.        Se ad uno di voi fosse per esempio capitato in qualche modo d’incontrare su una via qualsiasi un povero uomo tormentato oppure un povero fanciullo abbandonato – non importa di quale razza – e gli aveste dimostrato misericordia, in verità questo atto già da solo prevarrebbe su tutte le grandi gesta di tutti gli eroi del mondo, i quali fecero macellare uomini a migliaia ed ancora a migliaia, come se essi stessi fossero, come Me, signori sulla vita e sulla morte, mentre non possono di certo dar la vita neanche soltanto ad un filino d’erba secco. Ed anche se lo potessero, quanto piccola sarebbe una simile azione rispetto a quella attraverso la quale voi non avete animato soltanto un filo d’erba, ma avete animato, Io vi dico, infinitamente più che un filino d’erba; ascoltate e comprendete bene: attraverso tale azione voi avete dato la vita ad uno dei fratelli Miei!

         7.        Se ora riflettete sulle infinite differenze che intercorrono tra una simile grandiosa mattanza di uomini e l’animare un filino d’erba, e da qui fino all’animare un fratello immortale, allora vi diverrà certamente chiaro perché nella Mia Biblioteca non esistono affatto tali gesta eroiche terrene, e perché altri atti [d’amore] notati spesso così poco sulla Terra, suscitino nel Mio Regno una così straordinaria, dico, eterna meravigliosa sensazione.

         8.        Con questi atti d’amore apparentemente piccoli sulla Terra, accade proprio come se qualcuno con la punta di uno spillo avesse inciso il suo nome nella tenera corteccia di un giovane alberello, dove poi il nome cresce come l’albero stesso. E se l’albero potesse crescere all’infinito, come nel Regno Mio, allora anche il nome crescerebbe con l’albero stesso all’infinito, tanto che ogni singolo tratto inciso, alla fine diventerebbe un campo infinito, sul quale nuove ed innumerevoli meraviglie potrebbero avere un grande spazio per manifestarsi.

         9.        Perciò, Miei cari amici: ovunque voi andiate nel Mio Nome e qualsiasi cosa vediate ed osserviate in questo Nome, se volete osservare qualcosa di veramente grande, allora rivolgete i vostri occhi su cose piccole e su avvenimenti apparentemente insignificanti!

       10.      In verità, sentirete senza sforzo nel vostro spirito cosa è più grande: un Sole Centrale splendente oppure la lacrima di un povero fanciullo piangente. In verità, se avete asciugato la lacrima ed avete offerto all’affamato anche soltanto un magro pezzetto di pane, allora avete fatto di più che se aveste creato un trilione di soli centrali e li aveste nuovamente distrutti.

       11.      Poiché questi e tutti i mondi con le loro magnificenze un giorno passeranno e saranno ridotti a nulla, ma dagli atti dell’amore usciranno, al loro posto, soli e mondi imperituri e cresceranno e diventeranno più magnifici in tutte le eternità delle eternità, e voi scorgerete in questo la grande Magnificenza del “nuovo Cielo” e della “nuova Terra”, che saranno e già sono adesso: pure, imperiture opere dell’eterno Amore, come i [mondi] attuali sono invece opere dell’ira e della Sua Potenza mortale.

       12.      Date perciò amore a tutti senza differenza e, secondo le possibilità, aiutate chiunque abbia bisogno del vostro aiuto, allora le vostre opere saranno perfette e voi lo sarete nelle vostre opere – come Io, il vostro amorevolissimo Padre nel Cielo, sono perfetto.

       13.      Questo lo dico Io, Colui al quale è più caro il piccolo che il grande. Amen!

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Cap. 137

Amore divino ed amore umano

Ad una giovane anima per l’onomastico

28 maggio 1841, mattino

         1.        A colei che ha un nome maschile ed è una figlia di Anselmo-zelante e di E.H.P.W. e festeggia oggi il giorno non molto significativo del suo onomastico terreno, scrivi la seguente parolina da parte Mia, affinché possa da ciò nuovamente riconoscere la Voce del Padre già spesso udita nella culla, per il cui motivo da piccola era così piagnucolosa quando non si presentava subito la dolce Voce del Padre.

         2.        Gabiela! Ti è divenuta estranea la Mia Voce di Padre? Non Mi ami più così come Mi hai amato nella culla?

         3.        Gabiela Mia! Non devi dimenticarti di Me! E non devi rivolgere di nascosto dalla finestra il tuo cuore a giovani uomini dalla figura slanciata desiderosa di matrimonio, e precisamente rivolgendo lo sguardo oggi a questo, domani a quello e dopo domani ad un terzo e così via, ma devi pensare sempre a Me e rivolgere il tuo sguardo ed il tuo cuore a Me ed amare solamente Uno! E questo Uno sono Io, il tuo santo, affettuosissimo Padre.

         4.        In quest’amore, l’unico giusto, tu vivrai poi felice nel tempo e nell’eternità nel grembo del Padre tuo!

         5.        Vedi, cara Gabiela, l’amore umano non serve a nulla se non proviene dal Mio Amore.

         6.        Ma se tu, proveniente da Me, vorresti piegarti a qualcuno, allora accertati che sia in possesso del Mio Amore! Se lo è, allora è uguale a te ed è al tuo cuore il più vicino. Ma se non lo è, allora consideralo come un fratello errante che cammina ancora fra Cielo ed Inferno e rivolge i suoi occhi più agli abissi dell’eterna notte che a Me, al “Padre”, a lui ancora completamente sconosciuto.

         7.        La luce del giusto amore ti volgerà alla Luce, dalla quale tu e la Luce di questo amore provenite nello spirito. Ma colui che scruta l’abisso farà volgere il tuo occhio là dove ha rivolto il suo proprio. Quando il tenebroso abisso avrà consumato la sua vista e col prossimo passo cadrà nello stesso, allora la sua caduta ti costringerà a cadere insieme a lui. E poi sarebbe difficile ritrovarti nell’abisso di ogni notte e liberarti dalle catene che un cattivo amore mondano avrebbe mille volte forgiate intorno al tuo cuore delicato.

         8.        Perciò, Mia cara Gabiela, ama soltanto Me! Anzi, sii o diventa completamente innamorata di Me come una Maddalena! E con il cuore guarda soltanto colui che Io, colmo del Mio Amore, ti presenterò! Di ogni altro però abbi stima ed amalo in quanto anch’egli è un uomo!

         9.        Verso i poveri sii però compassionevole e per coloro che gravemente errano e cadono prega Me, il tuo Dio e Padre, allora sarai perfettamente la Mia cara, felice Gabiela – qui e là nel Mio Grembo eternamente!

       10.      Questa parolina sia per te un preziosissimo dono per il tuo onomastico terreno! E nel percepire di nuovo il tuo proprio nome interiore, rifletti però sul fatto che Io, il tuo eterno, santo, affettuosissimo Padre, non sono da te lontano, ora come in eterno! Amen.

       11.      Pensa a Me, cara Gabiela! Io, il Padre tuo, ti dico che tu sei la Mia cara Gabiela e tale devi rimanere eternamente! Amen. Amen. Amen.

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Cap. 138

Vita e morte

6 giugno 1841

Nella morte tu vivrai – e nella vita morirai! – E così la vita è nella morte la morte nella vita!

La morte è la vita. E chi non ha la morte, a questi la vita non è propria.

Su tutto ciò che qui vuole vivere, vorrebbe vivere e deve vivere, deve giungere la morte.

La vita giunge attraverso la morte, ed essa è il seme della vita!

Chi dunque ama, che egli viva, costui sfugga la vita, allora la otterrà. Infatti tu devi soccombere alla morte, altrimenti sei un “seme non seminato”.

La morte veramente morta è però il peccato! Amen.

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Cap. 139

Importanti cenni dell’educazione

20 giugno 1841

         1.        Andreas H.-volenteroso vorrebbe sapere cosa si deve fare con un “vaso di porcellana” se lo stesso avesse ricevuto imprudentemente, con un urto, qualche piccola “crepa”, così che ora facesse trapelare il nobile succo (che doveva raggiungere in questo vaso soltanto il suo completo invecchiamento come il vino) e perciò facesse anche temere che il nobile succo alla fine si perda completamente e nel vaso incrinato rimangano soltanto le vinacce che appartengono al mondo.

         2.        Ascolta, un tale vaso è difficile da rinsaldare finché vi si trova dentro ancora un qualche liquido e quindi mantiene la crepa costantemente umida, tanto che il grasso stucco resinoso non può far presa.

         3.        Ma se ti accorgi che il tuo vaso ha già avuto delle perdite da tempo, allora sarà anche già diventato un po’ vuoto in alto. Vedi, allora prendi il vaso ed inclinalo in modo che il vuoto si trovi proprio sotto la crepa. Riscalda poi la parte incrinata del vaso e mettici sopra lo stucco, così il vaso si ricomporrà facendo sparire la crepa. E il nobile succo rimasto indietro non potrà più filtrare ed alla fine perdersi completamente, ma si conserverà bene, specialmente se tu inoltre togli il tappo e lo riempi completamente con il cucco dell’amore filiale e poi lo chiudi nuovamente bene con il tappo dei doveri filiali mostrati chiaramente verso Dio e verso la volontà dei genitori.

         4.        Ma ascolta: tu devi mettere da parte la giovane “pietra angolare”! Perché altrimenti il vaso corre sempre un nuovo pericolo di esser col tempo completamente rotto. Tu comprendi cosa Io intendo!

         5.        Tua moglie però ha troppo poco amore per i bambini. E tu a causa della tua carica non puoi sempre stare con loro. Ma quando un giorno la “giovane vite” comincia a germogliare, allora essa cerca un oggetto per circondarlo di tralci. Se non sono stati messi dei “sostegni”, allora la vite afferrerà l’albero più vicino e si arrampicherà intorno allo stesso. Ma quando poi anche questo ha messo il suo folto fogliame, allora col tempo la vite viene dapprincipio indebolita e spesso alla fine viene anche del tutto rovinata.

         6.        Ma poiché tua moglie difetta in “sostegni”, che qui sono l’amore materno, allora prendi in casa un’onesta insegnante, vale a dire una che sappia trattare con amore, consiglio ed azione i tuoi “piccoli tralci femminili” e che sappia guidarli con il proprio esempio personale ed i propri stimoli virtuosi, allora ti sarà risparmiata molta fatica e nel Mio Nome tutto andrà nuovamente bene.

         7.        Per i ragazzi però prendi in casa un qualsiasi uomo comprensivo e posato che serva loro d’aiuto morale e pratico. Ed oltre a questo fa venire un capace cosiddetto insegnante di scuola, allora anche lì ti troverai bene nel Mio Nome.

         8.        Ma non trascurare la religione con le ragazze e trattieniti a pregare con loro e fai lo stesso anche con i ragazzi, allora noterai presto e molto facilmente nella tua casa abbondanza di benedizione.

         9.        E fissa ai giovani un orario in cui devono fare ed imparare l’una e l’altra cosa in modo saldo e determinato, allora li abituerai prematuramente al necessario ordine che è la solida base di ogni sapienza ed ogni amore.

       10.      E così agisci, credi ed ama; allora ti andrà bene nel Mio Nome.

       11.      Comprendi bene da Chi arriva questo Consiglio! Amen.

 

 

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Cap. 140

Educazione materna dei figli

24 giugno 1841

         1.        Ascolta, tuo figlio è dominato da tre spiriti di specie maligna! Ed il numero uno è: il magnifico grande indolente!

         2.        A questo però si sono aggregati dal basso, altri due! L’uno mira sempre ai divertimenti, in qualunque cosa essi consistano! – Questo spirito, per sua copertura, trascina lo spirito della contraddizione, della riluttanza segreta o manifesta, e così anche d’ogni menzogna e d’ogni inganno.

         3.        Vedi, il primo è indolente e non vuole nessun’attività; bensì ciò che gli interessa è: godere pigramente. – Il secondo è, per così dire, il suo buffone di corte. Ed il terzo è la sentinella e provvede o deve piuttosto provvedere che allo spirito dell’indolenza – che vuol sempre fare cose piacevoli – non debba capitare nessun danno.

         4.        Vedi, questa è la vera, nascosta causa [del male dell’anima del figlio], causa che è un’inconsapevole conseguenza del fatto che il ragazzo, al contrario delle ragazze, è stato troppo protetto dalla madre, per la qual ragione egli da bambino divenne di nascosto troppo libero nella volontà, ed in tua assenza faceva ciò che voleva, ben sapendo che le sue sorelle, per paura degli ammonimenti materni, non potevano riferirti nulla di tutte le sue segrete mascalzonate, ed anche non osavano [ciò che succede un po’ ancora al giorno d’oggi].

         5.        Tuttavia, ciò che Io non considero come colpa alla madre, non glielo considerare nemmeno tu, poiché l’amore materno è per lo più completamente cieco all’impulso del suo cuore e non si accorge di come qui venga covata una vipera dopo l’altra attraverso quest’ardente amore cieco.

         6.        Tuttavia, poiché ora la cosa sta in questo modo, è assolutamente necessario aiutare di nuovo l’ammalato. E questa è la ricetta:

         7.        Primo: pretendi per il futuro da tutti i tuoi figli un’aperta confessione su ognuno.

         8.        Secondo: ora non lasciare più nessuna libera volontà al ragazzo! Perciò, per ristabilirsi, ordinagli una determinata occupazione assai precisa, occupazione che lui deve sbrigare nel modo più puntuale sotto pena di una rigorosa punizione; allora presto sopprimerai in lui la [vuota] voglia di divertimento.

         9.        Terzo: prima di ogni occupazione fagli recitare il “Padre nostro” ad alta voce per un quarto d’ora, e precisamente sempre assai lentamente e considerando bene le parole e poi diversi passi adatti dai Salmi di Davide, dai Profeti e così qualcosa dal libro del Siracide. In questo modo si libererà presto dalla sua cattiva compagnia.

       10.      E questo lo può poi far proseguire costantemente per la vita eterna e per la sicura conquista della Mia Grazia, Grazia che ha più valore di tutte le alte scuole delle scuole.

       11.      Quarto: tu però non devi affliggerti in te stesso, vale a dire nel tuo cuore, ma pensare che Io, il tuo Padre celeste, affido sulla Terra a tutti i miei seguaci una croce che è a loro più adatta, contro la quale essi non devono mormorare, bensì sacrificare tutto a Me. Agisci così; allora pavimenterai ai tuoi figli la loro strada con pietre preziose.

       12.      Quinto: non ti legare troppo all’esito della scuola [mondana], tu sai comunque quanto conta presso di Me! Cosa importa se qualcuno diventa idoneo a servire il mondo un anno prima oppure un anno dopo!? Ma tutto dipende da quanto presto egli Mi riconoscerà e comincerà ad amarMi! Perché non dal mondo, ma da Me procede ogni Vita!

       13.      Sesto: non devi ascoltare ciò che il ragazzo vuole, poiché tutto ciò proviene dalle segrete insinuazioni di quegli spiriti influenti dall’esterno, i quali vorrebbero ottenere il loro ingresso in un modo o nell’altro. Anche nella scelta della propria posizione sociale c’è sempre l’amor proprio e la propria volontà nei ragazzi, poiché essi vorrebbero diventare soltanto ciò cui la loro sensualità è più incline, vale a dire secondo l’impulso dei cattivi spiriti che dimorano in loro!

       14.      Settimo: non devi trattar da meno gli altri ragazzi, il Pietro deve essere come il Paolo. Ed anche al più piccolo non concedere ciò che desidera, a meno che preghi; ed allora dagli soltanto un terzo di quanto è necessario per la sua soddisfazione. Così starà bene nel corpo e crescerà il più possibile con una docile volontà.

       15.      Vedi ed osserva esattamente questi sette punti, allora noterai presto altri risultati nel tuo ragazzo.

       16.      Ma dì alle ragazze che lo lascino tranquillo e non lo devono stuzzicare con parole senza valore, in cui non vi è molto amore fraterno; esse devono invece pregare per il fratello non ancora risvegliato ed amarlo così com’è, anziché, come già detto, irritarlo e solleticarlo con continue provocazioni di ogni genere. Tua moglie però deve comportarsi come ti comporti tu!

       17.      Se però uno qualsiasi dei fratelli o delle sorelle vede che il ragazzo fa qualcosa di strano, allora lo devono riferire a te, come già osservato dapprincipio, segretamente ed apertamente; però, ben inteso, questo sia fatto per amore e non per una specie di accusa fatta per vendetta! Poiché per un’accusa vendicativa che magari avviene ancora mentendo, l’accusatore potrebbe venir dolorosamente punito da Me!

       18.      Ma se noti un’occupazione inutile del ragazzo, a questo punto imponilo a lui il giorno seguente e, se questo non dovesse bastare, allora imponila anche per parecchi giorni, in modo che egli la compia puntualmente così come i suoi compiti di scuola, sotto la più rigorosa punizione; e tu lo renderai libero in breve tempo da ogni voglia di divertimenti sensuali!

       19.      Comprendilo bene ed agisci di conseguenza! Tutti i tuoi figli però sono più o meno un po’ indolenti in una o nell’altra cosa. Perciò sta attento a tutti! Non lasciarli andare nelle altre case che ora sono ovunque piene di vipere, serpenti e scorpioni! Quanto è facile prendervi una maligna eredità!

       20.      Ora Io ti ho mostrato tutto tranne una cosa. Agisci esattamente di conseguenza nella fede e nell’amore, allora sperimenterai la Potenza della Mia Parola.

       21.      Questo te lo dice il tuo Emanuele, il Grande e Santo sopra ogni cosa, in tutto Amore! Amen.

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Cap. 141

Rinnovamento naturale e spirituale della casa

Il 26 giugno 1841, dalle 15,45 del pomeriggio

Scriventi: K.G.L. – Andr. ed Ans. H. – Domanda: J.G. chiede spiegazione se e fino a qual punto ci troviamo in compagnia di uno spirito protettivo (“Patrono”).

A questo il Signore rispose misericordioso attraverso il Suo servitore J.L. nel modo seguente:

         1.        In base a come è costituita la fede presso gli uomini, così è fatto anche l’effetto della stessa. Infatti la fede è quel potente legame attraverso il quale vengono legati l’un l’altro il corpo, l’anima e lo spirito.

         2.        Ma è impossibile possa avvenire un effetto nel mondo fisico che non debba basarsi nel mondo spirituale. Ora se qualcuno sente un qualunque bisogno, cioè finché egli stesso si rapporta in modo naturale con il mondo naturale, allora egli cerca presto un qualunque mezzo che lo aiuti in maniera corrispondente ai suoi bisogni. Ma poiché ogni uomo, nella sua esistenza iniziale, è necessariamente solo naturale, allora egli per questo sa poco dello spirituale, né lo vede, né lo sente, – e questo perché, come già detto, egli stesso è ancora naturale.

         3.        Ma come tutto il naturale è fragile, così lo è anche l’uomo secondo il corpo.

         4.        Che cosa fa un padrone di casa se nella sua dimora si mostrano delle crepe oppure altri generi di difetti, i quali gli fanno temere che, se non ci pone presto dei rimedi, la casa alla fine diventerà instabile tanto che non potrà opporre resistenza neanche ad una piccola scossa? Il padrone non prenderà forse subito i provvedimenti [adatti] per darle nuovamente la necessaria stabilità? Egli lo farà sicuramente, dato che è molto convinto di farlo essendo consapevole del cattivo stato della sua casa.

         5.        Cosa pensate voi, quali provvedimenti potrebbe prendere questo padrone? Non dovreste metterci molto ad indovinare, e presto lo troverete intento a far esaminare la sua casa da un esperto costruttore. Quest’ultimo però dice al padrone: “Ascolta, amico mio! La situazione della tua casa è grave, infatti il difetto che si mostra alle pareti proviene dalle cattive fondamenta. Cosa ti servirà se faccio coprire le mura crepate con calcinacci e le intonaco sia all’interno che dall’esterno!? Non appena verrà una qualunque piccola scossa, essa ti seppellirà insieme ai tuoi sotto le macerie”.

         6.        Ma quando il padrone della casa apprende questa brutta testimonianza dall’esperto costruttore, allora egli si spaventa per il grande cattivo stato della stessa e si consulta tra sé: “Che cosa devo fare ora? Devo credere a questo esperto costruttore, demolire la casa completamente e costruirne una nuova dalle fondamenta, cosa che certo comporta spese considerevoli? Oppure devo consultare altri esperti in questo settore e fare esaminare ulteriormente la mia casa difettosa?”.

         7.        Dopo aver pensato così, discute con se stesso: “Per quanto riguarda il consiglio del primo esperto costruttore, in sé e per sé è vero. Ma se devo costruire una nuova casa, allora questo consiglio non mi serve a niente per quanto riguarda la riparazione di questa casa difettosa. Poiché una nuova casa si può costruire dappertutto; qui però si tratta della necessaria riparazione dell’esistente casa difettosa!”.

         8.        Quindi si passerà ad una nuova consulenza, per la quale vengono chiamati non solo uno, ma parecchi mastri costruttori. Ebbene, alcuni sentenziano come il primo, altri invece propongono mezzi su come questa casa possa essere nuovamente riparata, in modo da diventare tanto solida come una nuova dalle solide fondamenta,

         9.        Che cosa pensate voi ora, per quale opportuno rimedio si deciderà il padrone? Certamente per nessun altro se non per il secondo.

       10.      Ebbene vedete, il corpo di ogni uomo non è altro che una casa mobile dello spirito.

       11.      Questa casa è spesso minacciata da molteplici pericoli. Questi pericoli sono in un certo qual modo già vere crepe nella stessa oppure sono disposte così che la casa, a causa delle esperienze delle altre case, potrebbe ricevere in qualche modo crepe pericolose per la vita.

       12.      Poiché l’uomo naturale vede bene questo, cosa c’è di più ovvio del fatto che egli si consigli in diversi modi per sapere in quale modo e maniera più conveniente potrebbe riparare nuovamente la sua casa già diroccata come se fosse una nuova, oppure, quando dalla sua ancora piena di crepe, vede altre case completamente diroccate, allora egli pensa come potrebbe preservare la sua dai danneggiamenti.

       13.      Anch’egli si rivolge dapprima – secondo il consiglio della Parola che Io qui ho pronunciato a tutti gli uomini – a Me, quale il principale Mastro costruttore. Ma questo Mastro Costruttore pretende che la casa decrepita venga completamente abbattuta e sullo stesso posto ne venga costruita una nuova e solida a partire dalle fondamenta.

       14.      Soltanto che un tale consiglio costa troppo al padrone delle casa. Perciò egli si rivolge anche ad altri esperti costruttori che sono tali almeno secondo la sua opinione. Di questi, molti lo consigliano come il Mastro costruttore principale, per cui essi non hanno la sua approvazione. Altri però, che non si attengono saldamente ed indubbiamente alla Parola del grande Mastro costruttore, gli danno il consiglio della riparazione con la quale egli possa, per così dire, conservare e consolidare la sua casa come una nuova; questo consiglio viene anche seguito per primo dal padrone della casa abbindolato.

       15.      Ma pensate che questo consiglio è forse un buon consiglio? Per il proprietario è buono, poiché corrisponde al suo desiderio. In sé e per sé però non è buono, perché la casa otterrà soltanto una solidità apparente, ma non reale.

       16.      Vedete qui l’effetto della fede! Questo legame unisce ora il proprietario della casa coi bisogni della casa stessa e con l’aiuto apportato alla stessa a lui perfino non troppo costoso. Ma com’è la fede, così è anche l’aiuto! Chiedete però a voi stessi: come si presenta questo presso di Me?

       17.      Io voglio darvi una piccola parabola che vi deve servire da specchio spirituale, nel quale dovete vedere l’immagine di un proprietario di casa, il quale, volendo evitare la spesa, alla fine gli costa molta più fatica e lavoro far intonacare la sua casa invece di demolirla subito e farne costruire una nuova e solida, sotto la direzione del grande Mastro Costruttore.

       18.      Questa è la parabola: un tale ha la più completa e la più convinta consapevolezza del fatto che il monarca di uno Stato è un uomo così affabile e buono, al punto che ognuno che gli domanda qualcosa, la ottiene senza alcuna ulteriore obiezione. Malgrado sia a conoscenza di questo, il bisognoso però non ardisce presentarsi davanti alla soglia del monarca, ma striscia intorno a tutti i cortigiani, i quali alla fine gli rendono così difficile l’accesso al monarca che gli pare una pura impossibilità raggiungerlo ed ancor meno ricevere qualcosa da lui.

       19.      Perciò rimane anche presso i cortigiani e si affida completamente a loro e corrisponde con il monarca nel servilismo più incomprensibile.

       20.      Il monarca però vede una simile titubanza; ed affinché al supplicante non venga fatta nessuna violenza, lo lascia anche in quest’umiliante servilismo fino al momento in cui il re perde la pazienza constatando che, con tutta la sua sconfinata bontà ed affabilità, i poveri uomini si lascino indurre, da altri avidi mediatori, a temere l’aiutante principale ed a cercare aiuto presso coloro che non possono mai aiutare, e anche se lo potessero non lo vogliono perché sono interessati, ed anche per il fatto che il monarca li guarderebbe male se si volessero arrogare qualcosa che era, è e sarà sempre ed unicamente affare del monarca stesso.

       21.      Vedete, come dimostra questa parabola, così è con l’uomo che cerca aiuto da qualunque altra parte che non unicamente presso di Me.

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Cap. 142

Sull’unico e vero “Patrono”

26 giugno 1841, continuazione fino alle 19,45

         1.        Se qualcuno crede nell’aiuto e nella guida di certi spiriti ed angeli protettori, costui è uguale a colui che sa bene che il monarca è estremamente buono, ma per paura di non poter essere gradito al monarca e di poterlo infastidire con la sua presunta inettitudine, allora stringe un legame con altri esseri protettori e soccorritori e crede alla fine che costoro [solamente] lo abbiano aiutato seriamente o protetto dai pericoli, mentre soltanto il monarca, quale principale signore della casa, ha fatto avere all’uomo di poca fede il suo aiuto e la sua protezione attraverso coloro ai quali il debole di fede si è appellato.

         2.        Riflettete questo una buona volta giustamente in voi! Voi sapete che tutti gli uomini e tutti gli spiriti ed angeli non sono che Pensieri sostenuti liberamente da Me, i quali ricevono sempre la loro vita e il loro tutto da Me, e precisamente ciascuno ha quel tanto che, secondo il Mio eterno Ordine, è esattamente più conveniente per lui.

         3.        Ma se ora uno va dall’altro e gli dice: “Aiutami in questo e quello!” – e se poi l’altro vuole aiutare il richiedente come da se stesso, non succede allora proprio così come quando un cieco volesse guidare un altro cieco, ed un morto alitare la vita ad un altro morto, oppure uno assai triste volesse consolare un altro assai triste?

         4.        Io vi dico che ogni uomo, spirito ed angelo ha abbastanza per provvedere a se stesso, e non ha nemmeno un atomo in più per poter provvedere da sé ad un altro.

         5.        Ma chi viene a Me – qualsiasi sia la sua necessità – e stringe il legame vivente della fede intorno a Me, l’unico Vivente, come non dovrò essere con lui per il fatto che si è legato a Me attraverso la fede vivente?

         6.        Su questa via della pura Verità esiste perciò soltanto un unico vero Spirito protettore – e questo sono Io Stesso!

         7.        Tutti gli altri “spiriti protettori”[38] provengono da una debolezza di fede causata dall’istituzione avida di lucro della Chiesa esteriore.

         8.        Ma poiché gli uomini vi si sono appellati, vi si appellano ancora adesso e vi si appelleranno in futuro, così per il momento, per lasciare inalterata la libertà degli uomini, non rimane altro che concedere il Mio Aiuto e Provvidenza ai deboli di fede sulla via della presunta intermediazione.

         9.        Dall’altro lato però non dovete pensare che per questo motivo l’attività d’amore dei beati cessi; solo che essa non è fatta così come la debole fede insegna. Ma poiché tutti i beati sono in Me, come Io in loro, così essi sono anche resi beati da uno e dallo stesso Amore del loro Padre santo e sono, da questo, vivificati per tutti i tempi eterni.

       10.      Non c’è un uomo su questa Terra al quale non siano assegnati spiriti provenienti da un mondo migliore. E questi spiriti si adoperano anche costantemente di guidare colui al quale sono destinati, alla Luce ed alla Vita di ogni Vita.

       11.      Ma da dove proviene e che cosa è questa premura estremamente attiva nell’amore di tali spiriti? Non sono Io forse che opero tutto questo in loro?

       12.      Com’è poi veramente ingiusto quando l’uomo Mi evita e cerca aiuto presso coloro che da se stessi non hanno nulla, ma ricevono tutto soltanto da Me!

       13.      Ma cosa vuole l’uomo [cercare altrove], quando sa che Io, quale l’Altissimo, vorrei divenire un solo uomo con lui, anzi perfino un fratello, affinché possa comprendere con questo che Io, più di ogni uomo, sono umile e mite di tutto cuore ed estremamente indulgente, e non sono un Dio lontano, ma un Padre e Fratello vicinissimo a voi – tanto che la vostra stessa vita è più lontana da voi che non Io Stesso.

       14.      Solo nel caso in cui l’uomo abbia seriamente paura della vita ed abbia fatto amicizia con la morte, allora non può afferrare la vera Vita, e tende la mano in lontananza e per grandi vie verso ciò che gli è comunque più vicino, e tiene per così dire, costantemente nel palmo delle mani. Poiché in un altro modo certamente la sublime Sapienza potrebbe trovare puramente impossibile (così com’è impossibile trovare un cerchio quadrato) che un uomo che ama la vita non vorrebbe (poiché lo può fare soltanto se lo vuole) prima di tutto afferrarla alla radice.

       15.      Ma andate indietro e cercate in ogni Vangelo, cercate in tutti gli apostoli e negli altri divulgatori della Mia Parola, e mostrateMi un qualche passo nel quale venne insegnato di affidarsi anche a determinati “spiriti protettori” oltre che a Me. Oppure non si dice piuttosto nel Vangelo: “Venite tutti a Me, voi che siete affaticati e stanchi, perché Io vi voglio tutti ristorare!”.

       16.      In quest’invito qualcuno è forse escluso oppure è raccomandato alla protezione degli angeli? – Certamente no! – Ciò che lì è detto, è detto per l’intera Infinità e per tutta l’Eternità!

       17.      Ma chi di voi vorrebbe poi ancora sostenere che questa Mia Parola non è perfetta, oppure che Io in quel tempo non ho tutto convenientemente ponderato e Mi sono accorto soltanto più tardi di qualcosa di meglio? Una tale ipotesi irriterebbe perfino ogni sovrano del mondo, il quale è comunque imperfetto in ogni parola proveniente da lui stesso. Come potrebbe sostenersi tale ipotesi riferita a Me!?

       18.      Vedete, perciò una tale fede [nel protettore] è simile ad una pianta parassita sull’albero della vita. Ma chi non vorrà sostenere che la pianta parassita assorbe la sua vita da nient’altro se non dall’albero sul quale si trova?

       19.      Ma che cosa è il frutto dell’albero, e cos’è il frutto della pianta parassita? Soltanto sull’albero cresce il vero frutto. Chi lo mangia, a costui il frutto è sufficiente per la vita. Ma per quanto riguarda il frutto della pianta parassita, il suo succo può servire al massimo a catturare, se fosse possibile, gli stessi uccelli del cielo per la morte.[39]

       20.      Vedete, così succede con tutto ciò che non si unisce a Me, vale a dire ciò che non viene edificato con Me a partire dalle fondamenta! Questa allora è o una casa imbiancata oppure è una pianta parassita sull’albero della vita, di cui una cosa è utile come l’altra.

       21.      Io soltanto sono la Via, la Verità e la Vita! Chi non raccoglie con Me, costui disperde!

       22.      Un tralcio che è separato dalla vite, non si seccherà presto e mai porterà frutto? Chi perciò ha bisogno di qualcosa venga a Me e creda, così la riceverà!

       23.      Chi è oppresso da un qualsiasi dubbio, rifletta che il dubbio è soltanto una conseguenza del fatto che non cammina con Me e non si lascia attirare da Me. Ma chi ha un dubbio, costui venga a Me e creda; allora gli sarà fatta luce su quanto lo ha fatto dubitare.

       24.      Chi è cieco e sordo e zoppo e paralitico e muto e posseduto, costui venga a Me e creda, allora troverà certamente l’aiuto più sicuro!

       25.      Ma beninteso, Io non sono un Dio piccolo, ma un Dio ultragrande; perciò chi vuole afferrarMi, questi allarghi le sue braccia ampiamente, vale a dire che Mi deve abbracciare perfettamente e non solo pensare che Io potrei aiutare se volessi. Bensì deve pensare che Io lo voglio aiutare sempre il più possibile. Se egli concilierà questo in se stesso, allora la sua fede diventerà davvero vivente.

       26.      Ma può capitare, espresso secondo la vostra misura, che qua e là qualcuno tragga la sua fede vedendo qualche apparizione di spiriti protettori, in particolare quelle che si manifestano nel regno del cosiddetto sonnambulismo.

       27.      Qui Io dico: queste apparizioni di spiriti protettori che si manifestano in queste occasioni, non sono nient’altro che creazioni della propria fede ed hanno una grande somiglianza con quei sogni nei quali all’uomo, in ogni genere di circostanze, giungono in visione in modo figurato e vivente ciò che ha pensato nello stato di veglia in modo estremamente vivo, non nel suo intelletto, ma nel suo animo.

       28.      Come però da un lato queste visioni oniriche rappresentano qualcosa, così anche tale apparizione menzionata nei sonnambuli non è soltanto una vuota apparenza, ma essa è anche qualcosa di reale. – Ma cos’è questo reale? – Questo reale, in effetti, non è altro che una creazione della propria fede in unione con l’amore che tutto realizza.

       29.      Infatti, nessun uomo può cercare aiuto in qualsiasi cosa se egli prima non crede e poi abbracci la stessa amorevolmente e fiduciosamente con il suo animo. E già uno scultore materiale non può portare a termine nessuna scultura se prima, per così dire, non l’abbia creata in se stesso.

       30.      Ma come l’ha creata? Egli dapprima s’immaginò un oggetto. Quest’oggetto gli piacque. Ma poiché gli piacque, egli l’afferrò nel suo animo ed in un certo senso s’innamorò della sua idea. Ma non appena ha abbracciato la sua idea con l’amore, allora egli, se ne possiede la capacità, la trasformerà immancabilmente in un’opera.

       31.      Ebbene vedete, così avviene con le apparizioni, in particolare nel cosiddetto stato di sonnambulismo, nel quale soltanto le illusioni ottiche cessano, e le creazioni proprie si dissolvono come nebbie quando non soltanto l’anima, bensì lo spirito vivente del sonnambulo si risveglia[40]. In tale stato (che avviene in verità molto raramente) i sonnambuli poi menzioneranno ben poco tutti gli “spiriti protettori” ecc. precedentemente osservati, poiché lo spirito, nella chiara contemplazione, vede, ode e riconosce soltanto l’unico e solo grande Spirito protettore di tutti gli spiriti protettori.

       32.      Ma per ciò che riguarda, oltre alle apparizioni sonnambuliche [di spiriti protettori], anche le apparizioni create da quei religiosi fanatici, certo possederete voi stessi già tanta saggia intelligenza da non avere, come i pagani, la stoltissima credenza che tutte queste fantasticherie sono da prendere come moneta sonante accanto alla Mia luminosissima Parola, né crederete alla fine, magari anche solo per un quarto, che perfino le immagini di legno, di pietra e dipinti di certi “patroni” possano prestarvi aiuto.

       33.      Io vi dico: “Una fede simile non è minimamente migliore di quella dei servitori di Baal!”. Se già un uomo vivente non può aiutare suo fratello, e nella Scrittura si legge che tutto l’aiuto umano non giova a nulla – che cosa potrebbe fare solo un legno intagliato oppure una qualunque materia morta?

       34.      O forse vorreste perfino essere dell’opinione che nelle occasioni di soccorso gli “spiriti protettori” stessi si trovano nelle loro immagini materiali? Questo poco vi dovrà convincere più che a sufficienza che non è così.

       35.      Prendete per esempio la migliore immagine che rappresenta Me Stesso appeso alla croce, contate tutti i crocefissi nel mondo cattolico ed anche nell’altro mondo cristiano, dei quali ne esistono a volte già in una singola casa qualche dozzina di varie grandezze; dovrebbero forse tutte queste immagini assieme aiutare di più che una sola, oppure le più grandi dovrebbero avere più forza di quelle piccole?

       36.      Oppure dovrebbero forse i Cristi benedetti essere più potenti di quelli non benedetti, e l’immagine benedetta in un altare maggiore dovrebbe essere ancora molto più potente di un’altra in una cappella laterale?! Non vedete voi la sciocchezza di primo acchito?

       37.      Ma se già Io, quale il vivente Soccorritore Stesso, non ho bisogno di nessun uomo, anzi neppure di un angelo e tanto meno poi di un’immagine scolpita (perché quando Io aiuto, allora aiuto nello Spirito e nella Verità, e non nel legno, nella pietra e nel colore!), ebbene, quale forza ed efficacia potranno dunque avere le immagini degli “spiriti protettori” dato che questi stessi non hanno in sé e per sé alcuna forza ed efficacia soccorritrice?

       38.      Mettiamo però il caso che essi avessero da sé, secondo la debole fede, una qualunque forza soccorritrice, ma venissero implorati nello stesso tempo da molte centinaia di migliaia di uomini che sono inginocchiati davanti alle loro rispettive immagini – come dovrebbe fare un tale indivisibile spirito protettore a correre rapidamente qua e là attraverso tutte le sue immagini per non arrivare in nessun luogo troppo tardi con il suo aiuto?

       39.      Oppure voi credete che uno spirito possa essere presente dappertutto nello stesso tempo? Lo Spirito eterno può certo farlo, poiché tutte le cose sono in Lui. Ma uno spirito creato mai lo potrà fare in eterno, poiché egli, in rapporto a Me, è soltanto uno spirito finito.

       40.      Ma quale uomo può meditare mille pensieri in una volta sola? Il pensiero però è certamente solo un’attività dello spirito ed un guardare dell’anima, la quale accoglie in sé i pensieri, o meglio, le opere spirituali provenienti dallo spirito, come esteriormente accoglie in sé i grandi Pensieri ovvero le Opere visibili dell’eterno Spirito di Dio. Ma se in voi lo spirito può pensare solo in modo semplice, ossia solo un pensiero dopo l’altro in successione, allora esso stesso è certamente soltanto semplice ed indivisibile, e perciò può contemplare solo a poco a poco le Opere Mie, Opere che Io con un Pensiero tengo fissate nella massima chiarezza, e questa contemplazione non finirà mai neppure in tutte le eternità. Come potrebbe egli, poi, nella veste di qualche “patrono”, essere presente ad aiutare con la stessa forza in tutte le immagini, ed essere presente anche in tutte nello stesso tempo?

       41.      Ma gli spiriti [umani] che sono giunti nell’altro mondo, vengono guariti soltanto a fatica da questa “malattia” degli spiriti protettori. Ed accade molto spesso che tutti i presunti “spiriti protettori” devono essere allontanati da loro. Se, infatti, questo non accadesse, allora la maggior parte dei cattolici romani Mi eviterebbe e si rivolgerebbero ai loro spiriti protettori.

       42.      Non c’è bisogno di andar molto lontano, ma proprio adesso, mentre scrivete questo, i poveri spiriti corrono confusamente qua e là e cercano con ogni zelo i loro “patroni”. Però Me – che vado loro incontro visibilmente come un Fratello ed un amorevolissimo Padre, e rendo loro noto che essi devono cercare e trovare solamente Me, Mi sfuggono in tutta serietà, ed i più audaci Mi pregano addirittura che Io li possa portare dai loro spiriti protettori.

       43.      Vedete, se tale stoltezza si trova così radicata perfino presso gli spiriti che già dimorano nell’aldilà, quali prove contro tale stoltezza possono allora fornire tutte le “apparizioni” [di spiriti protettori] su questo mondo materiale, e precisamente per colui che nella fede aspira allo spirito dell’Amore vivente e della vivente Verità?

       44.      Perciò, se la vostra casa è in cattivo stato, oppure temete un qualche danno, allora rivolgetevi sempre solamente a Me, a Me che sono il più intelligente Mastro costruttore di case per le anime ed il più sicuro generoso Spirito protettore di tutti i protettori – e potete essere certi che quando Io demolisco una casa, sono anche in grado di costruirla di nuovo, sicuramente sufficientemente solida, ai prezzi più bassi ed al più presto.

       45.      E pensate che un monarca come Me non ha affatto bisogno di nessun mediatore, bensì: Io Stesso sono Tutto in tutto!

       46.      E chi vuole venire a Me, costui venga e Mi troverà sempre a Casa, e precisamente proprio così come se Io non avessi nient’altro da fare che servire unicamente colui che Mi cerca.

       47.      Quindi fidatevi ed edificate su di Me! Perché Io sono un solido Fondamento!

       48.      La casa di chi edifica su questo Fondamento non si creperà mai in eterno, infatti, chi prende il materiale da Me, costui lo riceve vivente, come Io Stesso sono l’unico Vivente e dono la Vita ad ognuno che la cerca presso di Me.

       49.      Cercatela anche voi presso di Me, allora vivrete eternamente! Amen. Questo dico Io, l’unico Che ha e dona la Vita. Amen.

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Cap. 143

Grido dalla profondità

Domenica, 27 giugno 1841, mattino

O mio Dio e Signore, mio amorevolissimo Gesù! Vedi, ora vengono su di me ogni genere di afflizioni ed angustie. Non bado a quelle del corpo, ma a quelle dell’anima. O Signore, Tu le conosci tutte ed a Te è ben noto ogni disagio dell’anima mia ed ogni malattia! O tu, onnimisericordioso Gesù, Tu Soccorritore di tutti i soccorritori, Tu Guida delle guide, Tu dolcissimo Maestro e sublime Pastore, Tu che cerchi ogni pecorella smarrita tanto a lungo, finche viene trovata per l’eterna Vita, oh vieni, vieni, vieni anche da me povero, debole peccatore e servitore senza valore e risolleva ancora pietosamente la mia anima abbattuta, che è ancora molto debole nell’amore per Te!

Oh, fa in modo, mio amatissimo Gesù, che io Ti possa amare infinitamente più di tutto, di tutto al mondo!

O Signore Gesù, vedi, il mio cuore è oppresso da certe ingrate, sconsiderate parole dalla bocca di coloro verso i quali Tu ti mostrasti sempre così disponibile ed amorevole e li cercasti quando stavano sull’orlo dell’abisso e li guidasti subito sulla via sicura della Tua Grazia e Misericordia. Oh, libera il mio cuore da simile pressione e lasciami andar via fino alla fine del mondo piuttosto che vedere la Tua santa Parola bestemmiata da qualcuno, anche soltanto minimamente o con l’intelletto, che non vuole e non può afferrare la Tua Sapienza, oppure con l’incredulità che si beffa di tutto e calunnia tutto ciò che va oltre i bisogni del suo corpo.

O mio Dio e mio Signore, mio amatissimo Gesù, abbi pietà di me, confortami nella mia miseria, affinché io possa nuovamente rivivere ed essere pieno di serena attività secondo la Tua santissima Volontà!

Consola e fortifica però anche tutti coloro che hanno accettato la Tua grande Grazia e Misericordia in questo tempo assai tenebroso, nel quale Sole e Luna non danno più luce e tutte le stelle sono cadute già da tempo dal cielo; per la qual ragione la Terra è diventata come un Inferno nel quale dominano egoismo, superbia, orgoglio, menzogna, inganno ed ogni genere di vergognosa malvagità.

Oh, non lasciar cadere quei pochi, ma afferrali e lascia giungere misericordioso anche all’occhio del loro spirito un raggio della Tua soavissima, anzi sublime Luce di tutti i Cieli, affinché possano riconoscere d’ora in poi sempre di più la Profondità interiore spirituale e celeste e le Sublimità della Tua indicibile Grazia e Misericordia (e da parte mia del tutto assai immeritate) che scendono attraverso la mia mano e la mia penna)! Amen.

Ma avvenga sempre soltanto la Tua santissima Volontà! – Amen.

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Cap. 144

Risposta dall’Alto

Domenica, 27 giugno 1841, mattino

         1.        Sta tranquillo e non rendere te stesso inattivo per il fatto che gli uomini non possono diventare così sapienti e potenti come Lo sono Io Stesso e Lo sarò in eterno!

         2.        Poiché vedi, dov’è colui che possa entrare in una disputa di Sapienza con Me, e questo ancora con l’intelletto mondano!? In verità Io ti dico che costui sarebbe nondimeno più assennato se agganciasse un amo ad una lenza da pesca e la tenesse su una lunga canna in su nell’aria per catturare con essa, come dei pesci, le stelle del cielo, piuttosto che stendere la rete fatiscente del suo intelletto per catturare nella stessa la Mia eterna Sapienza e scomporla poi secondo il suo piacere!

         3.        Ma poiché la Mia Grazia è sempre duplice, vale a dire che proviene dall’Amore e dalla Sapienza, non è forse per ognuno da scorgere chiaramente il fatto che solo ciò che [proviene] dall’Amore è per i figli un vero “Pane” per la Vita eterna!? Il “Vino” della Sapienza viene dato solamente per l’attenuazione dell’intelletto mondano, affinché l’uomo possa vedere da ciò che tutto il suo stolto sapere naufraga in questa “pietra angolare” che è una vera ed aspra “pietra del pianto”, una pietra di ogni scandalo!

         4.        Quando Gesù parla a voi nel cuore e vi predica la Sua Misericordia, allora potete comprendere ciò che dice affinché possiate giungere alla Vita. Se vi attira il Padre, allora potete anche lì riconoscere la Sua Voce. Ma quando viene su di voi lo Spirito di Dio e vi insegna la Sapienza, allora voi ritenete, qualora il vostro intelletto non possa afferrare l’irraggiungibile Altezza e Profondità, che lo Spirito di Dio sia o in contraddizione con Se Stesso, oppure che lo strumento, attraverso il quale lo Spirito ha parlato, sia cattivo e dia la Parola in modo diverso da come esso l’ha percepita. Ma non vi accorgete che, così facendo, vi opponete allo Spirito!?

         5.        Cos’è dunque più grave: contendere con lo Spirito dell’eterna Sapienza, oppure sostenere, con una parola dell’intelletto, che lo Spirito abbia scelto uno strumento incapace, oppure ritenere perfino che l’uomo [mediatore] tragga tutto di propria iniziativa dalle sue dita, cosa che equivale altrettanto ad affermare che il mondo ed anche tutto ciò che è su di esso, si sia creato da se stesso.

         6.        L’uomo [scettico] dice: “Se la faccenda non ha una matematica certezza, chi la può accettare come completamente vera? Due per due fa quattro, questa è una verità accertata ed è perciò illuminante per chiunque!”.

         7.        Ma Io dico: bada bene, tu saggio della tavola pitagorica, che la tua sapienza così sicura non venga svergognata in modo eccessivo! Poiché se tu non comprendi altro della scienza del calcolo che soltanto il fatto due per due fa quattro, in verità, allora hai abbastanza sapienza da diventare un guardiano di buoi! Come può venir qualcuno da Me con una tale sapienza dei numeri per sfidarMi con essa a motivo della Verità e della Sapienza, visto che egli non ha di certo mai compreso ed anche mai comprenderà che due per due può fare anche cinque, sei, sette, otto, nove e così di seguito può dare qualsivoglia prodotto all’infinito.

         8.        O vanità dell’uomo cieco! Quanto sanno gli uomini e quanto acute sono le loro sentenze! Misurano il cielo con il compasso, tirano giù dal cielo i Miei soli come piselli e li osservano poi con l’acuto microscopio del loro intelletto mondano da cima a fondo, tanto che a loro [secondo la loro opinione], non sfugge quasi nessun atomo! Determinare la grandezza, la distanza, il moto e lo scopo delle costellazioni, per loro è soltanto un puro passatempo! E tutto questo perché, perché sanno che due per due fa quattro. Sì, questo significa certo aver raggiunto molto nella sapienza!

         9.        Ancora due cose tuttavia sfuggono a loro per la piena sapienza che quasi Mi batte, e precisamente: “la quadratura del cerchio” ed il cosiddetto “perpetuum mobile”[41]. Se essi l’ottengono, allora sarà la Mia fine! Se Io fossi capace di provare un timore, potrei quasi cominciare ad avere un po’ di paura; gli uomini potrebbero poi cominciare nuovamente a costruire una bella “torre di Babele”; questa costruzione pericolosa non sarebbe nemmeno più possibile fermarla con una confusione linguistica, poiché ora esistono interpreti di tutte le lingue! Oppure potrebbero anche, con la sapienza nettamente in crescita, costruire perfino strade ferrate, quando non addirittura navi spaziali per tutte le stelle e poi magari bloccare e sparare duramente contro un Sirio oppure ancora un altro Sole Centrale più grande e probabilmente anche più ricco d’oro, come il territorio della Cina, forse addirittura con duemila cannoni da quarantotto libbre!

       10.      Vedi, quante cose ho Io da temere! E con che cosa Mi difenderò, poiché nel Cielo in effetti non ho cannoni, bombe, granate, obici e cartocci!? I cinesi vengono sottomessi e tuttavia hanno trincee e batterie – come si difenderanno le stelle senza batterie!?

       11.      Vedi, quali pericoli, e tutto questo perché due per due fa quattro! Se fossi come te, allora anch’Io potrei forse esclamare e dire: “Grazie a Dio che gli uomini non hanno ancora scoperto la “quadratura del cerchio” ed il “perpetuum mobile” e neanche lo scopriranno mai! Perché nel caso di queste scoperte, la sventura sarebbe pronta!

       12.      Ma esistono già adesso uomini nel Nord America ed anche in Inghilterra che Mi negano e contestano la Mia esistenza perché con la Creazione della Terra ho assolutamente dimenticato la progettazione della ferrovia estremamente utile. Come non sarebbe dovuto venire in mente una cosa del genere ad un Dio veramente sapiente?! Se già l’uomo sembra essere composto di pura industria, come non lo dovrebbe essere Dio, ammesso che Egli esista ed abbia creato l’Universo!? Ma poiché in natura non si trovano da nessuna parte ferrovie e forse anche nessuna nave a vapore, allora non può esistere neanche nessun Dio che certamente avrebbe anche creato tutto se Egli fosse da qualche parte! Vedi, quale sapienza perfino nelle strade ferrate!

       13.      Ma Io ti dico: “Sta con Me senza paura! Anche se non ho cannoni e nessuna nave a vapore e di linea, ho comunque un Polmone molto forte ed una Lingua al posto giusto! Ed il Mio Respiro è più forte di tutti i cannoni! Ed attraverso la Mia Lingua ogni sapienza umana deve essere uccisa a parole!”.

       14.      Riporta perciò sempre diligentemente sulla carta quello che tu percepisci! Poiché Io ti rivelo ciò, affinché con questo venga posata al mondo una nuova pietra angolare e di confine, sulla quale cadranno molti che non cammineranno sulla via, indicata in essa, dell’umiltà, della totale abnegazione, della pazienza, della mansuetudine e di ogni amore!

       15.      Ma colui che Mi ha invocato ed al quale Io do un giusto dono, costui deve accogliere ciò che gli viene offerto in modo sempre riconoscente ed osservarlo precisamente! Ma se non lo fa, che cosa importa in futuro a Me ed a te!?

       16.      Lasciamo dunque crescere sul campo quello che vi è seminato fino alla maturazione! I Miei mietitori sanno già da tempo che cosa deve accadere! Beato colui che non si scandalizza di Me!

       17.      Ai sapienti mondani deve però venir un giorno predicata la Mia Grazia attraverso un mulino a chiodi, così che i loro denti dovranno stridere come pesanti catene che trattengono nelle carceri più profonde parricidi, matricidi e fratricidi. Amen!

       18.      Sta perciò tranquillo, poiché tu sai chi è Colui che ti rivela tutto questo. Amen! – Io, il tuo Gesù! Amen.

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Cap. 145

Il pianeta Saturno

5 luglio 1841 pomeriggio dalle 16,30 alle 19,30 di sera

Scriventi: Andr. H. - Il servitore di Dio J.L. dettava.

Con questo dettato cominciò la grande comunicazione sulla natura e destinazione del pianeta Saturno appartenente al nostro sistema solare e sulla vita del mondo vegetale, animale ed umana che si trova su questo corpo mondiale. Questa descrizione si ampliò in molte singole comunicazioni per più di un anno fino al 29 luglio 1842 [42].

Dalla prima comunicazione del 5 luglio 1841 siano citate le parole qui di seguito! Il Signore descrive in primo luogo brevemente la notevole grandezza e distanza dal Sole del pianeta, menziona lo strano anello ed i numerosi satelliti che conferiscono a questo corpo mondiale un’impronta tutta particolare, e poi continua:

(citazione “Saturno” cap.1,11-14)

(segue la citazione del cap. 1 della Comunicazione "Saturno")

 

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Cap. 146

Beneficenza ipocrita

11 luglio 1841, prima delle sette del mattino

Per E.H. e A.H. – Zelante!

         1.        Vorreste forse seguire un avido consiglio traditore e tendenzioso di una sorella e cognata estremamente debole e sciocca che tresca con i servitori di Babele!? Vedete, questa comincia assai sottilmente a vendicarsi di Me presso di voi per la sua vile casta sacerdotale oltremodo cieca (o piuttosto questa casta sacerdotale attraverso di lei)!

         2.        Ma Io dico che ad essi diventerà difficile leccare il pungiglione! Chi Mi vuole tentare, costui avrà presto fatto il suo ultimo passo!

         3.        Ma se l’altra tua sorella, che è maritata, vuol fare un’opera di bene che sarebbe a Me gradita, allora deve soltanto cercare miseri e poveri orfani ed adottarli. Facendo così lei si preparerà un tesoro per il Cielo, altrimenti se lo preparerà per il mondo, e quella che è la ricompensa del mondo la riceverà nell’aldilà.

         4.        Se però vi dovesse essere superfluo un qualsiasi fanciullo da Me donato, posso riprenderlo nuovamente indietro in ogni momento. E poi non avrete bisogno di mandar via da voi un bimbo seguendo un consiglio avido di mondo e per di più proditoriamente maligno, affinché possa diventare, fuori dei vostri occhi ed orecchi, un traditore precoce della Grazia Mia che scende su di voi!

         5.        Comunica però alla sorella tua ipocrita e trescante con la casta sacerdotale, che tu saresti disposto ad accogliere ancora tre bimbi piuttosto che lasciarne andar via uno da te prima del tempo. E dille che in futuro farebbe meglio ad occuparsi soltanto di se stessa, affinché si liberi del suo tenebroso spirito sterminatore! Poiché è di questo che ha bisogno! Non si deve preoccupare di nient’altro.

         6.        Questo spirito che la possiede è però uno spirito di un trapassato della casta sacerdotale di Babilonia, [in altre parole] di un discepolo della morta chiesa esteriore del mondo, ma non di una Chiesa che serve Me, di cui essa era già innamorata prima pazzamente, come attualmente è innamorata di uno che fa dell’Inferno il Cielo e viceversa, e fa di Me un diavolo di ogni morte, mentre invece fa della materia morta un eterno dio vivente!

         7.        Oh, che misero truffatore truffato, cieco come una talpa e venale mercenario della tiara romana! Io però vi dico: “State in guardia e fate molta attenzione agli attentati di Satana! Poiché egli li commette in segreto per vanificare l’Opera Mia!”.

         8.        Serbate i vostri figli e conduceteli a Me! Allora Io li accoglierò già qui e nell’aldilà non soltanto come figli adottati, bensì come veri figli e provvederò a loro nel modo migliore sempre ed in eterno. Alle tue sorelle però sta in testa solo il convento, il quale è già una prigionia del corpo ma molto di più ancora una prigione spirituale dei morti, dalla quale ancora molto pochi sono proceduti alla vita!

         9.        Ma come siano da Me stimati i [sopra] descritti travestiti “benefattori” di casta, questo ve l’ho già dato da riconoscere, in modo sprezzante in alto grado, in occasione della comunicazione sulle “sorelle grigie”. Ma ora Io vi dico: maledetto sia quel “benefattore” che qui porta un abito di propria fattura per farsi [altezzosamente] notare come tale! Chi non pratica il bene [in modo disinteressato e] completamente di nascosto, costui è un operatore del male!

       10.      Perciò custodite i vostri fanciulli soltanto sotto il vostro tetto e provvedete ad essi nel Mio Nome, allora Io sarò veramente il loro Padre!

       11.      Questo vi dice il Padre vostro, che è santo, santo, santo. Amen.

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Cap. 147

Sul segreto dei monti

Poetiche espressioni per la “Kleinalpe”

15 luglio 1841

Il 14 luglio 1841 J.L. - G.B. Andr. Jos. ed Ans.H. con un tempo favorevole salirono sulla vetta più alta della Kleinalpe presso Űbelbach e si trattennero – incuranti di una persistente, fredda tempesta dall’ovest – per tre ore sulla vetta, da dove potevano essere viste chiaramente le più importanti alte montagne dell’Alta Stira come anche le città di Judenburg e Leoben. Il 15 luglio venne poi comunicato al servitore del Signore J.L. la seguente comunicazione:

Scrivi! C’è da percepire una Parola deliziosa dalle altezze dei monti sulla libera, bella vetta della Kleinalpe:

 

1 Cosa fissi tu, lì a quei monti in fila, schiera stanca,

dove vette scoscese offrono a Me, al Creatore, la fragranza loro?

Riconosci la colpa tua! Ed impara ben da questi eroi,

tutto ciò che t’annunciano del Padre tuo, del loro Creatore.

Come stanno lì arditi e potenti, questi grandi testimoni,

e mai vogliono, come voi fate, tacer della Grandezza Mia!

Intorno alle loro sacre vette spesso girano nebbie gioconde

e li aiutano silenziose ad esaltare ringraziando il Padre grande.

E gioiosi venti sulle alte vette stormiscono possenti,

per annunciar che là le rocce cominciano il Mio inneggiamento.

 

2 Tu temi, debole veggente, dinanzi alle altezze imponenti,

rabbrividisci quando puri spiriti dell’Alpi ti spirano attorno,

quando venti freschi qualche lacrima dagli occhi tuoi carpiscono!

Ma se potessi tu vedere come eoni di fiocchi bianchi si foggiano

che solerti dalle stanche nuvole con gioia si modellano,

e poi con cura questi su tutti gli alti campi di muschio si cospargono,

e se potessi tutto questo con gli occhi del tuo spirito scorgere

e vedere a che fine possa tutto questo lavoro dello spirito valere,

allora gridar vorresti solamente: “Chi le Opere di Dio osserva attento,

ha godimento vero! Esse la Potenza gli mostrano del Padre santo!”.

 

3 Avete visto i monti dell’altopiano disposti arditamente

ed avete anche nel loro grembo i bassi nani pietrosi contemplato.

Tutti avete visto l’alto “Schwab” ed il “Reiting” profumati spiccare,

il “Prediger-Stuhl” ed altri monti con le nuvole lottare.

Oh, udite parlare queste straordinarie formazioni montuose!

Udite la voce loro nella debolezza sabbiosa del vostro cuor pietroso!

Così essa brevemente suona: “Tu, fragile uomo su questa Terra!

Tu contempli di delizie ebbro, ammutolito per la fatica nostra,

la sublime magnificenza in noi. Eppur se tu venissi avanti,

rabbrividir potresti alle nostre catene dinanzi della prova pesanti!”.

 

4 Ed altre parole vi mettono nel cuore i monti ancora,

intelligibili così: “Guardateci ed osservate le antiche bare,

come nell’aria stiamo e imponenti svettiamo,

così anche in noi un gran numero di morti sempre portiamo.

E se il misericordioso Amor divino non ci volesse raffreddare,

in verità la furia tempestosa il territorio presto colmerebbe.

Poiché coloro che dobbiamo saldi nei nostri corpi solidi trattenere

vorrebbero, infiammati, proprio in un’ora la Terra trasformare.

Ma per impedir questo e la pace a voi preservare,

dobbiamo al vostro posto il peso grande sopportare!”.

 

5 Oh, lasciatevi nel cuor profondamente infondere le forti parole dei monti!

poiché agli orecchi vostri di nuovo mettono lingua ancora,

percepibili così: “Quando le nebbie leste ci circondano,

le nostre alte sommità avvolgendo, vedete, a noi fan visita allora

sublimi esseri assai potenti, già di morti guardiani antichi,

e con il loro amore gli spregiatori di Dio in noi acquietano

con quantità di lacrime infinite dagli occhi dell’Amore.

Coloro che il dono dell’amore in noi premurosi in sé assorbono,

per risorgere alla vita libera, questi vengono poi risvegliati,

e gradualmente a quella più elevata, come a voi uomini vien dato”.

 

6 E poiché per voi dei monti già sta la bocca aperta,

così ascoltate ciò che il soffio dell’altezza vi sussurra ancora:

“Quando sulle nostre teste spirano freschi, poderosi venti,

tanto che non potete restar più a lungo su di noi scrutando,

quello è il momento che s’innalzano legioni a nuova vita

e tendono, con premurosa fretta, verso le pianure del regno vegetale.

Per raggiunger quanto prima tale méta prestabilita,

si riuniscono del liberarsi in nebbie secondo antiche usanze

e poi come leggera pioggia cadono su pascoli vegetali,

dove esse, nuovamente vivificando, se stesse ergono alla vita.

 

7 E quando ci ricoprono nel tardo autunno i primi fiocchi,

per cui ogni calda vita attiva ad evitarci ha cura,

anzi perfino qualche gaia fonte in caduta gelida si blocca,

e così sulle nostre libere ampiezze della vita tutto tace,

allora ti fa cenno, esploratore, un nuovo tempo, di restar a lui fedele

con il tuo orecchio ed occhio. Poiché lì comincia ad agitarsi

verso l’alto e verso il basso. In ogni luogo non vedi che il bramare

verso una forma solida, per annunciar se stessa come vita.

Infatti, è questo il tempo della nostalgia, in cui tutto vorrebbe ritrovarsi.

Per questo ogni spirito si lascia volentieri da altri vincolare.

 

8 E quando poi il pieno, fedele inverno è arrivato,

allora non raramente viene il compatto nostro petto angustiato.

Ci raggiungono, infatti, dell’alto nord i giudici pacieri,

cospargono presto i nostri profondi solchi con la canaglia loro

di profonda neve ed assai rigido ghiaccio, opprimendoci per prova.

Oh, vedete, allor non c’è diletto a camminar sulle nostre altezze.

Perché ogni vita libera è allora così duramente afferrata

che mai potrà provare il dolce traboccare dell’Amore.

E quando anche il legame del nord strappa il soffio della primavera

allora non ritorna più nessuna vita alla terra natia primiera!

 

9 Soltanto quando la muta canaglia di neve e ghiaccio è arretrata,

quando una calda primavera ha l’inverno cancellato,

ritorna allora la vita vegetale ben fortificata.

Ma mai più ritornano i canti degli uccelletti congelati.

Perfino gli uomini, che il nord sul nostro dorso ha soverchiato,

difficilmente verranno più dai raggi del nostro Sole ristorati.

Tuttavia se compromessa una vita libera qui è stata

ad opera di un agire troppo pacifico del nostro nord assai fedele,

per questo allora nessun si deve troppo di noi monti lamentare.

Poiché per tali imprigionati comincia un’altra vita ad albeggiare!”.

 

10 E così vi può servire da “bandiera” questa canzonetta,

con la quale potete ottener dei monti conoscenza assai facilmente

e comprendere ciò che Io ancora vi darò, anche più agevolmente.

In verità, voi potete con questa “bandiera”più di un dubbio eliminare.

Poiché è più facile andar sui monti e gli altri da lì guardare

che capir da dove viene sugli stessi un tal delizioso albeggiare.

Per questo Io ho dato prima del più grande dono questa “bandiera”

nelle vostre mani, affinché essa vi esorti dapprima fedelmente

del fatto che il Mio prossimo dono si riverserà in Sapienza,

che voi attraverso questa “chiave” potete dischiudere facilmente.

 

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Cap. 148

Lo scopo dei monti

17 luglio 1841, dalle 15,45 alle 19 di sera

Scriventi: Andr. ed Ans. H. In questo giorno ottennero dal Signore attraverso il Suo servitore J.L. quanto segue come dono concernente la Kleinalpe:

 

(segue la comunicazione pubblicata al cap. 40 nel libro “Testimonianze dalla natura”)

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Cap. 149

Fariseismo di oggi

19 luglio 1841, pomeriggio

         1.        Non oggi, bensì domani comincerai a scrivere l’Opera principale![43]. Oggi ti affliggono e ti preoccupano tanto scioccamente le prediche e le diffamazioni di alcuni duri superciechi papisti che sono pieni di egoismo, i quali o mirano ai tesori mondani, o mirano almeno verso la corrotta vita dei piaceri celesti non molto migliore di quella turca, (questa vita di piaceri celesti naturalmente non esiste da nessuna parte e mai esisterà in nessun luogo). Essi però Mi lodano ed elogiano, quando va ancora bene, soltanto per via di un certo cielo, ma per lo più solo per apparenza, a causa dei beni del mondo e di alte cariche onorifiche, e non vi è quasi nessuno fra di loro che Mi lodi, preghi oppure ami per amore di Me Stesso.

         2.        Ma affinché di ciò tu ed ognuno [di uguale sentimento] insieme a te, possa trovare in sé il più sufficiente, il più tranquillizzante conforto, allora considera dapprima, nel 23° capitolo di Matteo, il versetto 13, 14 ed in particolare il 15! Questi versetti ti mostreranno a sufficienza come stanno le cose con il fariseismo d’oggi, rispetto al quale quello giudaico era soltanto un modello profetico preparatorio.

         3.        Poi però volta pagina e leggi il 23° capitolo di Luca, e precisamente il versetto 13,14 e 15! Lì troverai la testimonianza di Pilato su di Me ed una grande rassicurazione per te! E vedrai ancora una volta anche il vero rapporto d’amore dell’attuale fariseismo verso di Me. Oppure tu credi che se Io venissi oggi nel mondo e volessi contrastare al Papa il suo dominio, egli non si ergerebbe contro di Me più iracondo di quanto non fece un tempo Kaifa?!

         4.        In verità, egli si adopererebbe presso tutti i reggenti per avere il permesso di bruciarMi pubblicamente sull’ardente rogo, come esempio scoraggiante sotto la più orribile ed eterna maledizione infernale, come il più grande arcieretico. Io comunque vengo crocifisso giornalmente e ad ogni ora molte migliaia di volte, come anche vengo venduto e tradito! Lo comprendi tu!?

         5.        Nel 13° capitolo di Giovanni però, e precisamente nel versetto 18, troverai chi e che cosa sono ora i privilegiati “mangiatori di pane” e “bevitori di vino”, e come sono disposti per lo più verso di Me. Poiché in verità, questi sono coloro che Mi hanno sempre calpestato con i piedi!

         6.        Comprendilo bene: per loro Giuda era soltanto un cattivo profeta, ed essi sono ora in corpore ciò che era Giuda nell’immagine maligna!

         7.        La tua e la vostra condizione però misuratela secondo il terzo capitolo, versetti 12-14, della lettera di Paolo ai Romani. Qui vi troverete chiaramente come stanno le cose con voi, e cosa dovete fare continuamente! Poiché di giorno le opere delle tenebre non servono; chi disputa, costui disputi con le armi della luce e lasci andare in rovina i mangioni ed i beoni nelle loro camere fortificate! Voi però siate onesti in ogni cosa e non tenete ai mangioni e beoni, ma tenete a Me in tutto amore, pazienza e mansuetudine ed attirateMi in questo modo – allora vivrete!

         8.        Ma quando vi prendete cura del corpo, fatelo in modo che non diventi esuberante, altrimenti potreste facilmente soffocare nella carne ed in tutto ciò che è della carne! Comprendetelo bene! Poiché voi tutti avete ancora molta “carne”! Ma chi cade preda della carne, costui si alza più pesantemente che un elefante completamente carico caduto in un pantano.

         9.        Perciò anche voi scrivetevi il versetto 14 di quella lettera menzionata in modo che resti fissato saldamente nel cuore, allora camminerete su una via spianata! Amen.

       10.      Questo dico Io, Colui che i costruttori hanno rigettato ed a Cui hanno continuato sempre a dare addosso, ed ancora in futuro Gli daranno addosso, Amen.

Ringraziamento del servitore

O Tu, mio amatissimo Signore Gesù, Tu vero Consolatore! Ovunque e sempre Tu trovi la Parola di conforto più efficace e più giusta per noi poveri, deboli peccatori! Per questo Ti siano resi eterni ringraziamenti, eterna lode ed ogni nostro amore e devozione! Ed in ogni tempo alleluia ed osanna a Te nel santissimo Nome Tuo!

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Cap. 150

Parola ammonitrice e di conforto

31 luglio 1841

         1.        Così scrivi dunque una breve Parola ammonitrice e di conforto a Th.M.H., la quale tiene in alto onore le “Prigioniere nello spirito e nel corpo”[44] per un amor di casta per Me, le quali tengono molto di più ai religiosi che a Me, e così talvolta anche più ai santi del calendario che a Me, e di più alle cerimonie ed usi pagani che a Me, e di più ad un libro di preghiere latino che esse non comprendono, che a Me, e si onorano tra di loro ed onorano i religiosi molto più di quanto onorano Me, ed ancora ritengono la confessione superiore al vero pentimento ed al perdono dei peccati. Per questo poi anche si confessano continuamente, ma anche dopo la confessione ricadono subito nuovamente nei loro peccati precedenti. Ed esse ritengono qualunque inganno monastico una verità incontestabile, però fuggono la Sacra Scrittura e considerano una grande, riluttante eresia se qualcuno volesse leggere il Libro della Vita e del santo Amore. Ma un libretto di insignificanti preghiere di un ipocrita monaco fortemente farisaico, lo ritengono invece una vera chiave per il Cielo!

         2.        O povere cieche! Ad esse un giorno verrà accesa una luce più chiara, se soltanto non hanno tralasciato l’umiltà interiore magari a causa della loro privilegiata santità di casta monastica e se non si ritengono segretamente migliori di una qualunque altra persona libera che non vive in un convento.

         3.        Questa sia dunque la Parola ammonitrice e di conforto per Th.M.H.:

         4.        Tu cerca innanzi tutto Me attraverso la vera abnegazione, l’amore interiore, la pazienza e la mansuetudine! Infatti, se cerchi soltanto Me, anche Mi troverai. E quando mi avrai trovato, allora avrai trovato tutto. Poiché soltanto Io sono il più grande Tesoro di tutti i tesori e sono più di tutti i mondi e tutti i Cieli!

         5.        Se tu Mi cerchi, allora devi cercarMi in te e non in altri! Perché può essere cercato al di fuori Colui che è costantemente di casa in te e ti aspetta!? Come tu non vivi la tua vita in un corpo estraneo, bensì nel tuo proprio, così devi cominciare anche a vivere in Me e cercare Me in te! Lì Mi troverai di certo! Poiché per te Io vivo solamente in te! E se non fosse così, come potresti tu vivere, respirare, pensare, sentire, percepire, riconoscere e poi pregarMi!?

         6.        Vedi, questa è la giusta via che conduce a Me! Ogni altra conduce sempre su false strade. Perciò cammina su questa via liberamente, con coraggio e senza timore, allora troverai ben facilmente e presto la méta desiderata e soltanto allora comprenderai e riconoscerai anche quanto è soave il Mio Giogo e quanto leggero il Mio Carico!

         7.        Ma prendi anche volentieri in mano il Nuovo Testamento e leggilo con attenzione, allora vi scoprirai ben presto la scuola della vera Vita. E se comincerai ad agire di conseguenza, allora sarai sommersa da torrenti dell’eterna Luce e dai tuoi lombi scorrerà Acqua vivente!

         8.        Sii anche sempre serena nella tua miseria! Perché quanta minor quota ha qualcuno del mondo e dei suoi idoli morti, tanto più egli è presso di Me e tanto più ha investito in Me la sua eterna quota immortale ad interessi altissimi! Perciò sii lieta, poiché Io ti sono vicino più di quanto tu creda!

         9.        Ma quando prendi in mano il Nuovo Testamento, allora concentrati prima sul 15° capitolo di Giovanni e considera in esso il versetto 17 fino al 23! In questi passi troverai un grande tesoro nascosto. Esso ti verrà dischiuso e tu ammirerai con occhi stupiti la “vera chiave” con la quale aprirai facilmente la cameretta nella quale Io ti aspetto in te! Amen.

       10.      Questo ti dice il tuo vero Sposo attraverso il servitore indolente. Amen!

       11.      N.B. La chiave oppure il Regno dischiuso, è già mostrata negli ultimi quattro versetti di questo capitolo, cioè nel versetto 24, 25, 26 ed in particolare nel 27. Poiché ciò che qui è detto agli apostoli, è detto a tutto il mondo! Questo te lo dice il Primo e l’Ultimo. Amen

 

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Cap. 151

Istruzioni al servitore scrivano

L’8 agosto 1841

1. Ebbene scrivi! Perché Io so già da tempo cosa volete tu e Andreas H. ‘volenteroso’, e vi rispondo questo :

2. Tu, Mio servitore, rifletti bene su quale carica ti è stata concessa da Me e quanto hai ancora da fare, prima che sia terminata soltanto l’Opera principale (il “Governo della Famiglia”). Infatti, per far questo, d’ora in poi avrai bisogno, dopo i tuoi scritti, ancora di tanto tempo quanto ne hai impiegato finora per scrivere ciò che adesso è già esistente. Vedi, una cosa simile richiede da te, usando l’operosa diligenza, ancor quasi un anno, poiché non sei proprio lo scrivano più spedito. E sarebbe bene se tu potessi impiegare quotidianamente cinque ore per questo.

3. Infatti, gli argomenti ancora da trattare dell’Opera principale sono: una permanenza di tre giorni presso Adamo dove accadranno delle cose straordinarie della massima importanza per chiunque che le vorrà leggere. Poi seguirà il ritorno nelle pianure e una breve panoramica su ogni popolazione terrestre di allora. Poi la morte di Adamo e, a poco a poco, la storia di tutti i suoi figli delle stirpi principali a voi note, fino a Noè; e così, la mescolanza dei figli di Jehova con le belle figlie delle pianure del mondo. Poi, passando velocemente in rassegna le guerre di Jehova, la chiamata di Noè, i predicatori di penitenza inviati da lui nelle pianure, l’impulso di Noè per la costruzione dell’arca, il suo schernito e compromesso lavoro, i suoi guardiani. Poi i grandi terremoti, i segni visibili nel firmamento, e infine il diluvio con tutti i suoi fenomeni, prima e dopo, e da lì, ancora alcuni sguardi fino ad Abramo e al sommo sacerdote Melchisedec, e ancora alcune parole supplementari.

4. Solo allora sarà portata a conclusione l’Opera principale, alla quale saranno poi ancora da includere delle “Parole fondamentali supplementari” già date, che a suo tempo saranno maggiormente chiarite.

5. Vedi, questo ha, e tuttora esige, l’Opera principale! E ci sono ancora una grande quantità di Testimonianze della Natura e la rivelazione del Cielo stellato, così come del mondo degli spiriti in ogni luogo, sui soli e tra i soli, tra i corpi mondiali, i satelliti e le comete.

6. Allora calcola come te la caverai con tutto questo, in due anni! Infatti, per allora dovrà essere terminata, vale a dire, se lo volete e v’importa qualcosa di questa.

7. Se invece a voi non importa tanto, allora ho già altra gente cui assegnare l’incarico, e precisamente in altri paesi, dove accoglieranno tali grandi Doni e li perfezioneranno fino all’ultimo capoverso.

8. Vedi, Io non ti dico ciò che devi fare, tuttavia, se hai la Mia Parola, allora devi dedicare quotidianamente, almeno, con eccezione delle feste, sulle otto ore per due anni per ultimare tutto ciò che per adesso è della massima importanza.

9. Ciò perché gli uomini, da questo, dovranno riconoscere presto, alla perfezione, quanto sia stoltamente vano tutto il loro fare con le attività mondane!

10. Per quanto riguarda invece la tua restante attività, specialmente nel linguaggio del suono, hai la tua libera volontà. Ed è sempre un peccato della pigrizia se l’uomo trascura con leggerezza ciò che ha ottenuto da Me, prima che Io glielo tolga in un modo o nell’altro.

11. Vedi, Io ti ho reso in spirito un precettore del cuore e dell’amore per gli uomini, e l’incarico che ti ho dato è di far questo, e inoltre, di conformare la tua vita stessa secondo la Parola. Non ti sarà riconosciuto alcun merito per il fatto di aver ricevuto questo, essendo solo una grande Grazia per chiunque la ottiene; invece, come merito, è considerato unicamente il vivere secondo la Parola in tutto amore, pazienza, mitezza, in ogni fede e fiducia, in ogni abnegazione e docile sopportazione di qualsiasi croce e sofferenze varie, affinché, in questo modo, il cuore sia perfettamente purificato da ogni scoria del mondo.

12. E così avrai già abbastanza da fare con quest’incarico educativo, e difficilmente potrai assumertene un altro. E puoi abitare ovunque, solo, non accanto ad una qualunque meretrice, beninteso!

13. Quando con tutto questo, il ‘volenteroso’ (Andreas Hüttembrenner) sarà servito, allora la tua benedizione potrà, in segreto, rafforzare i suoi figlioli, e tu lo potrai aiutare comunque anche nel tempo libero in diversi modi. Ma una cosiddetta posizione come precettore, con tutto ciò che essa richiede, attualmente per te non è possibile accettarla. E se ci vai, allora va’ lì completamente inosservato (nello spirito?), poiché in un certo qual mondo in quel luogo non deve accorgersi di te, altrimenti si potrebbe irritare potentemente per questo, – e voi, poi, a causa sua.

14. Questo comprendilo bene, poiché un certo qualcuno osserva con cento occhi i tuoi passi e sta in agguato per trovare qualcosa che gli dia nell’occhio. Quando il ‘volenteroso’, un giorno cambierà carica e posto, allora potrete stare insieme senza preoccupazioni. Nel frattempo, però, solo con la dovuta prudenza!

*

15. Dunque, ascolta tu, ‘volenteroso’: certa [gente] crede lo stesso che il servitore (Lorber) impartisca a te e ai tuoi figlioli segrete lezioni sul luteranesimo e su tutti i cosiddetti eretici anticattolici, e che la musica sia solo una copertura politica.

16. Se ora il servitore Lorber disdicesse qui tutto a un tratto, e poi venisse ad abitare da te, ‘volenteroso’, questo potrebbe causare molto facilmente alcuni piccoli dispiaceri. Perciò, per evitarlo, l’attuale attuale del servitore la si deve tenere ancora per un mese e mezzo, e per tempo v’indicherò ben Io come tutta l’intera faccenda sia da concludere.

17. Inoltre, nel frattempo il servitore non deve cambiare ancor troppo il suo ordine presso Anselm, lo Zelante della Parola, questo significa, che se viene a stabilirsi da te, ‘volenteroso’, egli deve ancora, almeno da due a tre volte alla settimana, stare da lui a pranzo, o altrimenti, come di consueto, [recarsi da lui] possibilmente ogni giorno.

18. Ma soprattutto tu, ‘volenteroso’, devi accordarti in modo conveniente anche con tua moglie, se lei dovesse porre delle domande al servitore sul vostro accordo, poiché coloro che sono molto parsimoniosi, cercano sempre di semplificare perfino i bisogni più necessari. Tu comprenderai bene com’è da intendere questo.

19. Su questo Mio consiglio riflettete bene e agite di conseguenza!

20. Questo lo dice Colui a cui tutte le cose sono conosciute! Amen! Amen!

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Cap. 152

Consiglio per gli operai della vigna

10 agosto 1841, mattino

         1.        Ascolta! Così suonano le parole nel Consiglio dell’eterna Sapienza ed Amore del tuo Signore, tuo Dio, tuo Creatore, tuo Redentore e – soltanto per questo motivo – Padre tuo che è santo, santo, santo:

         2.        Se tu vuoi aggirarti nobilitante con persone dell’altro sesso, allora osserva dapprima la profondità a te ancora nascosta del tuo cuore! Pensa che qui non vi è alcuna differenza visibile [esteriore] tra semenze utili e buone e quelle inutili, malignamente velenose.

         3.        Il cuore inesplorato è simile ad un terreno non concimato nel quale la malerba mette radici prima del frumento. Perciò non lasciarti fuorviare dalle belle semenze, perché tu non sai quali frutti ne potrebbero venir fuori!

         4.        Tu puoi, in verità, avvicinarti ad ognuno nel Mio Nome, ma il Mio Regno non lo troverai da nessuna parte se non solamente presso di Me, mediante la fede, l’amore e la completa abnegazione – ed ascolta, questo avverrà soltanto quando potrai dire nel tuo cuore con la massima fedeltà, completamente distaccato dal mondo:

         5.        “Signore, eccomi! Il mondo mi è diventato un abominio. Tu invece sei Tutto per me, Tutto, Tutto! Io ora non voglio più nulla che Te solamente!”.

         6.        Vedi, soltanto allora Io posso venire! Dove puoi essere utile, lì agisci nel Mio Nome e fa attenzione alla profondità ed ai veri sentimenti del tuo cuore! Là, infatti, ci sono ancora semenze di ogni genere. Io però voglio soltanto benedire ciò che tu farai, nel Mio Nome, a coloro che Io ti ho dato!

         7.        Per quanto riguarda colei della quale tu domandi, allora rivolgi un occhio al cielo e vedi se sia possibile darle un qualche aiuto nella sua miseria. Con l’altro però guarda a terra per vedere se da qualche parte ci siano per lei pietre preziose. Ella deve piuttosto rivolgere entrambi gli occhi, gli orecchi e specialmente il suo cuore immediatamente a Me, allora troverà il Tesoro più grande e riceverà in tutto l’aiuto necessario!

         8.        Ma tu custodisci e purifica il tuo cuore, affinché, se un giorno Io volessi venir da te all’improvviso, esso sia così preparato che Io non debba essere costretto a ritirarmi, oppure addirittura a tornarMene indietro! Rifletti: di Uno solo c’è bisogno! E chi si è scelto quest’Uno, costui si è già scelto la parte migliore!

         9.        Questo dico Io, il tuo perseverante Redentore ed incessante Rigeneratore! Amen. Amen. Amen.

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Cap. 153

Una nuova Luce dell’Amore

26 agosto 1841

Lettera da Greifenburg all’amico e più tardi biografo di Jakob Lorber: Karl Gottfried Ritter von Leitner in Graz.

Amatissimo, stimatissimo amico! Per me sarebbe impossibile rendere degnamente con la penna dalla mia forza anche soltanto un pulviscolo solare di tutto ciò che qui ho doppiamente visto[45], sentito e percepito ed ancora vedrò, sentirò e percepirò! In verità, per paesaggi di questa specie l’uomo dovrebbe essere provvisto di cento occhi, orecchi e cuori! Infatti, con i sensi ordinari qui si diventa una vera e propria persona spiritualmente avara ed insaziabile, poiché la grande, convincente pienezza meravigliosa rende quasi impotenti e con ciò ci si deve sempre chiedere premurosamente: “Che fare con tutta quest’immensa grande quantità? Come porterò quest’immenso raccolto sotto il mio misero tetto?”.

È vero, qui c’è troppo del grande e del buono, specialmente per un occhio spirituale. Io tralascio tutti gli alti monti e non voglio neanche menzionare tutte le molte rarità naturali, meno di tutti i numerosi luoghi seriamente degni di nota e simili; ma per ciò che riguarda l’attività naturale-spirituale, qui io vi dico, caro amico, che in un modo tanto notevolmente visibile e ben comprensibile a prima vista non mi sarebbe mai venuto nemmeno in sogno! In verità, se qui un cieco, anche soltanto con un po’ d’aiuto medico-spirituale, non dovesse diventare subito vedente, allora io stesso dovrei diventare un negatore di Dio. Infatti, chi qui non diventa credente in modo vivente, per costui sul serio ogni battesimo ed ogni cresima sono una pura rovina! Qui io ho fatto esperienze di cui prima non avevo nessun’idea. Mi è stata accesa una luce completamente nuova. E nei raggi di questa rara luce io vedo un mare infinito di meraviglie su meraviglie, di cui in un certo senso l’una supera del tutto l’altra!

Carissimo amico! Per il momento non posso dirvi altro che per ora ho già ricevuto nella penna così tante cose dal mio sommo Dettatore, e nutro la speranza più viva di ricevere ancora molto di oltremodo raro. Ed in secondo luogo oso aggiungere l’osservazione conclusiva che queste mie raccolte spirituali – tanto per iscritto quanto all’occasione favorevole oralmente – saranno per voi non senza interesse che le sarà spiritualmente utile!

Infatti, all’inizio così [la Voce] diceva in me: “Vedi, Io ti dono una Luce nuova! Non è abbastanza perforare la corteccia delle cose così come il legno ed il midollo, ma [si tratta di vedere] che cosa sarà della corteccia e del legno e del midollo. Chi lo vuol vedere, costui faccia in modo di guardare bene, affinché veda bene! E chi vuole ascoltare, costui ascolti bene, affinché senta tutto! E chi vuol percepire, costui metta la sua mano al petto e conti ogni battito suo e consideri di quali sentimenti era assediato ciascun battito! Soltanto dopo verrà messo in condizione di guardare se stesso e tutte le cose nel loro vero fondamento. Comprendilo bene! Poiché vedi, questa è una nuova Luce dell’amore che ti mostrerà il frutto che si sta maturando nel midollo, il midollo nel legno ed il legno nella corteccia. E così com’è stato il tuo agire, altrettanto sarà la vita eterna in te! Vedi, questa è una nuova Luce. E ciò che qui riceverai, ti dovrà essere dato in questa nuova Luce Amen. Comprendilo bene! Amen”.

Vedete dunque, carissimo amico, a giudicare da questo poco, potete aspettarvi con diritto parecchio che vi farà certamente assai molto piacere. Io sono ora soltanto un raccoglitore, spero però di diventare al più presto anche un comunicatore! Intanto però io ho soltanto un augurio per voi, carissimo amico, come anche per gli altri cari amici, che questo mio semplice scritto possa trovarvi nella salute migliore!

L’Amore e la Grazia del Signore Gesù Cristo sia con voi ora ed in eterno! Amen. Questo è il desiderio più ardente del vostro eternamente affettuoso amico e fratello nello spirito.

Jakob Lorber

[servitore del Signore]

 

 

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Cap. 154

Sulla morte di una figlioletta

23 ottobre 1841, mattino

         1.        Dì questo, nel Nome Mio, a colui che io trovai degno di visitarlo e di prenderMi la sua più giovane figlioletta dal mondo, ragion per cui egli molto si affligge e piange, e non riflette bene sul fatto che sono Io che gli concessi una grazia simile, la cui grandezza egli certo non riuscirà a comprendere per l’eternità.

         2.        Se però ad Anselm H.=Zelante, un sovrano del mondo avesse detto: “Non vorresti affidarmi la tua fanciulla, affinché io la educhi a diventare una grande principessa e, quando l’età e l’istruzione raggiunta saranno in misura sufficiente, io la investa poi anche con la corona di molti paesi e ne faccia subito una grande e regnante principessa, regina ed imperatrice?”, – non sarebbe allora Ansem H.=Zelante fuori di sé dalla gioia anche già solo ed unicamente a motivo della seria, grande offerta, e non cercherebbe anche di mostrare all’imperatore in ogni possibile maniera la propria gratitudine!?

         3.        Oppure: se un qualsiasi buon sovrano venisse da lui e nominasse la sua fanciulla unica erede di una grossa parte dei suoi beni, che cosa vorrebbe fare in tal caso Anselm H.=Zelante al sovrano? Oppure: se venisse un principe regnante e chiedesse la mano di una delle sue figlie quale futura imperatrice, respingerebbe allora Anselm H.=Zelante un tale aspirante sposo dalla sua casa?

         4.        Ma che cos’è tutto questo in confronto al fatto che Io vengo a fare tutto ciò in un senso vivente, eterno ed infinito! E come può allora Anselm H.=Zelante lasciarsi andare ai gemiti, al pianto ed al cordoglio?!

         5.        Oh, quanto è ancor debole quest’atteggiamento! Non occorre forse, per un aiuto straordinario, anche un mezzo straordinario? Oppure non deve la medicina essere adeguata alla malattia affinché il male abbia fine? Ma chi è che va dal medico e gli mostra la ferita e poi quando il medico gli mette sopra un unguento salutare allora piange e s’affligge non appena l’unguento comincia a portargli guarigione? Oh, vedete quanto siete ancora ciechi!

         6.        Quando le scarpe vi stringono, allora voi chiedete costantemente aiuto; e se alla fine Io vengo ad aiutarvi ed a rendere liberi e saldi i vostri piedi vacillanti, allora divenite pieni di tristezza! Perché questo? Perché essendo il vostro cuore ancora cieco, voi in verità cercate aiuto, ma il mezzo di sicuro soccorso lo temete e lo fuggite!

         7.        Vedi, Io ti ho mostrato ora una strada piana ed ho forzato una porta ferrea ed ho demolito un grande muro di divisione! Attraverso un gran deserto ho collocato condutture d’acqua di sorgente per condurvi in modo vivificante l’Acqua viva! – Vedi, il deserto fiorirà – e tu te ne vuoi affliggere?!

         8.        Oh, in futuro impara a conoscerMi meglio! Poiché Io sono il Padre tuo! Come puoi affliggerti se il Padre tuo santo ti visita nel sommo Amore e riordina la tua casa?

         9.        Perciò in avvenire non affliggerti più! Poiché Io, il tuo santo amorevolissimo Padre, ho voluto così! Rifletti su questo e vivrai eternamente! Amen.

 

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[1] Borgomastro di Graz

[2] Anselm Hüttenbrenner, compositore e musicista austriaco e intimo amico di Lorber e fratello di Andreas.

[3] Come una spirituale similitudine per la condizione di fede.

[4] Vale a dire il Figlio dell’uomo, Gesù.

[5] Un amico di Jakob Lorber

[6] Karl Gottfried von Leitner, segretario comunale in Graz, amico e poi biografo di Jakob Lorber.

[7] Società chiusa di divertimento, tradotto alla lettera: fonte di ricreazione.

[8] Per esempio la sorgente di Andritz

[9] Probabilmente la stampa degli scritti di Lorber

[10] A quei tempi (1840) esisteva un elenco di libri “proibiti” redatto dal sant’ufficio che è rimasto in vigore fino agli anni 60. L’indice entrò in vigore con l’inquisizione romana nel 1530, voluta da papa Paolo III.

[11] Antiche misure austriache.

[12] Vedi dal vecchio Testamento, Samuele.

[13] Nelle argomentazioni sul rapporto compiacente al Padre verso le chiese, specialmente verso la romana.

[14] Perché nella loro fede predominava la comprensibile, dogmatica giustizia di fede, prima dell’assennatezza divina e dell’amore dei grandi mistici e campioni dell’amore. Confrontate per esempio la disputa dogmatica di Lutero con Zwingli a Marburg! La sua posizione verso l’epistola di Giacomo (Cap. 2)! La relazione dell’insegnamento di fede dogmatica e l’amore del suo catechismo! N.d.E.

[15] Ingannevoli riflessi atmosferici. N.d.E.

[16] Compenso giornaliero corrisposto ad un lavoratore quando presta servizio fuori sede.

[17] È da notare che qui come in altri punti Jakob Lorber riceva nel suo cuore dalla voce dello spirito nuovamente un umiliante “ceffone”, come Paolo aveva da provare sempre la sua “trave nella carne” – “affinché non si elevasse al di sopra della grande Rivelazione”. Nei falsi profeti in questo punto è da osservare sempre l’opposto. Le loro “Comunicazioni” abbondano non raramente di vanità o ben calcolata egoistica esaltazione “dell’amato” e “prescelto” strumento. I “ceffoni” attraverso Jakob Lorber devono essere interpretati invece come un segno della vera umiltà, e per questo anche della vera chiamata di questo messaggero di Dio. (L’editore).

[18] Vale a dire portato nell’Ordine.

[19] Chiamata anche chiesa “Mormone”.

[20] Koppenhof sopra Haberbach presso Lustbichel.

[21] Luca 16,8.

[22] Matt. 10,34-36

[23] Jakob Lorber

[24] Vale a dire che si unisce così tanto alla natura dell’uomo che esso non è più considerato come anormale.

[25] “Eternamente” vale a dire tanto a lungo quanto un essere caduto, con la sua libera volontà, persevera nell’ordine contrario. (vedi ‘Robert Blum’ vol. 2 cap 226. N.d.E.).

[26] Finché egli non operi una vera conversione del cuore! N.d.E..

[27] Vedi nota precedente.

[28] Vale a dire nella sua debolezza imposta a lui per prova.

[29] Alessandro il Grande, re della Macedonia, recise con la spada il nodo di Gordio nel 333 a.C. N.d.E.

[30] Cioè con l’istituzione spirituale presuntuose di caste o classi. “Casta” significa: stirpe o posizione separata. N.d.E.

[31] Cioè segregazione monastica.

[32] Le intere comunicazioni sulla Luna si trovano nell’opera di Lorber “Terra e Luna”.

[33] Scuola superiore della Figliolanza di Dio.

[34] Ama Dio sopra ogni cosa e il prossimo tuo come te stesso! N.d.E.

[35] Speculatori di borsa.

[36] Cioè spinge fuori nel mondo e nella sua ingannevole natura.

[37] Che ricevono dai loro padroni come ricompensa per la loro ricerca. N.d.E.

[38] Vale a dire i cosiddetti ‘Patroni’. Ogni uomo ha spiriti ed angeli protettori chiamati da Dio, ma questi agiscono, nel pieno Potere di Dio, inosservati nella loro funzione e non vogliono essere chiamati ed onorati, ma guidano tutto l’amore e tutta la fiducia dell’uomo sempre “all’unico vero e sublime Spirito protettore”, il Padre in Gesù. N.d.E.

[39] La pania, materia vischiosa, ricavata dalle bacche del vischio, una pianta parassita che vive sugli alberi da frutto, era usata per la cattura degli uccelli. N.d.E.

[40] Ulteriori notizie nel “Grande Vangelo di Giovanni”, Vol. 4, cap. 42

[41] Moto perpetuo

[42] Vedi l’Opera di Lorber “Saturno”

[43] In quel periodo erano messi per iscritto da Jakob Lorber “Il Governo della Famiglia di Dio” e “Saturno”.

[44] Suore del convento N.d.E.

[45] Vale a dire dal punto di vista corporeo e spirituale.