“Io ti rendo lode, o Padre, Signore del Cielo e della Terra,
perché hai nascosto queste
cose ai savi e intelligenti,
e le hai rivelate ai piccoli fanciulli!”
[Matteo
11,25]
“Lo Spirito Santo però, che il Padre vi manderà nel Mio nome,
v'insegnerà ogni cosa e vi rammenterà
tutto quanto Io v'ho detto”
(Giovanni 14,26)
Segreti della
Vita
Traduzione dall’originale tedesco “LEBENSGEHEIMNISSE”
dalla 5a edizione tedesca del 1996
Questa edizione a cura di: “Amici della nuova Luce”
Sito internet: www.legamedelcielo.it
Traduzione di Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo – 2009
ISBN
978-88-95947-39-6
Copyright © by
‘Casa editrice Gesù La Nuova Rivelazione’
Via Vittorio Veneto, 167
24038 Sant’Omobono Terme (Bergamo)
Tl. 347.1041176 – fax. 035.851163
E-mail: damianofrosio@tiscali.it
Sito internet: www.gesu-lanuovarivelazione.it
(Dalla Parola
"Crescere" del 24 settembre 1875 – cap. 22):
---------------------------
Cap |
Titolo |
Data |
1 |
30. 06. 1870 |
|
2 |
9. 07. 1870 |
|
3 |
13. 07. 1870 |
|
4 |
18. 07. 1870 |
|
5,I |
28. 07. 1870 |
|
5,II |
28. 07. 1870 |
|
5,III |
29. 07. 1870 |
|
5,IV |
29. 07. 1870 |
|
6 |
4. 08. 1870 |
|
7 |
4. 10. 1870 |
|
8 |
30. 01. 1871 |
|
9,I |
14 . 01. 1871 |
|
9,II |
14 . 01. 1871 |
|
9.III |
14 . 01. 1871 |
|
10 |
22. 02. 1871 |
|
|
Forza, sostanza,
spirito (continuazione) |
23. 02. 1871 |
11 |
22. 10. 1872 |
|
12 |
25. 11. 1872 |
|
13 |
11. 11. 1872 |
|
14 |
14. 11. 1873 |
|
15 |
9. 08. 1872 |
|
16 |
La vita (la sua vera essenza ) |
12. 08. 1872 |
17 |
24. 02. 1873 |
|
18 |
La vita (nella Luce dell’Amore) |
19. 03. 1873 |
19 |
14. 01. 1875 |
|
20 |
14. 07. 1876 |
|
21 |
Pentecoste 1875 |
|
22 |
"Crescere" |
13. 09. 1875 |
|
"Crescere" (continuazione) |
24. 09 1875 |
23 |
9. 11. 1875 |
|
24 |
28. 03. 1876 |
|
25 |
5. 02. 1877 |
|
27 |
22. 09. 1870 |
|
28 |
8. 12. 1870 |
|
29 |
6. 07. 1871 |
|
30 |
7. 05. 1870 |
|
* * * |
||
31 |
Allegato
(continuazione sulla musica) di J. Lorber |
2. 05. 1840 |
---------------------------
۞
Ricevuto il 30 giugno
1870
1. Tu hai scelto
qui tre parole, e non potevi scegliere più giustamente e più ampiamente in
tutta la ricchezza di vocaboli del linguaggio umano; infatti, queste parole
designano il concetto di tutto il Creato, il sussistere dello stesso e la sua
durata!
2. Vedi, tutto ciò che è
creato da Me, è stato creato nella Luce, gli fu data la Vita, e
per Amore, non fu mai più eternamente distrutto.
3. Che cosa esiste nel grande
circuito dell’infinità che non debba la sua esistenza e la sua eterna
continuazione a queste tre parole così ricche di contenuto?
4. Con la luce ha inizio la
vita, con la vita l’amore. La Luce rappresenta la forza creativa, l’eterno
partorir del nuovo, sempre defluendo in tutte le direzioni dell’infinità,
risvegliando vita, scacciando le tenebre, e poi, attraverso l’Amore, la
conservazione del Creato, e sempre causando nuova Creazione.
5. Con la luce si sviluppa il
calore, e il calore corrisponde alla vita; poiché dove domina il freddo, cessa
la vita, lì l’amore non ha più nessun punto d’appoggio. Poiché anche l’amore
non è altro che lo zelo infiammato di veder tutto perfettamente felice e
saziato.
6. Dove quindi la luce con i
suoi dolci raggi stimola gli elementi dispersi per l’attrazione e la
repulsione, lì con questo movimento e assimilazione si genera il calore,
oppure, dove c’è movimento, là c’è vita.
7. La vita però vuole essere
saziata, vuole essere tutto in tutto, e ciò può realizzarsi solo attraverso
l’amore.
8. L’amore vuole conservare la
vita, mentre l’odio la vuole distruggere. Dovunque voi guardiate, lì troverete
questi elementi nella lotta con i poli opposti.
9. La luce deve gestire la
lotta con le tenebre, la vita con la morte e l’amore con l’odio, quali poli
opposti. E quanto più i primi vogliono conservare e attirare tutto,
altrettanto, gli altri vogliono respingere e distruggere tutto.
10. Voi vedete dunque
nell’unione dei primi tre la Mia divinità, quale conservatrice eterna di
tutto il Creato, e negli altri tre il polo opposto, Satana con la sua
freddezza e la sua furia distruttrice.
11. Così si trascina la lotta
iniziando dall’angelo, fino all’ultimo, durissimo e assai vincolato spirito
nella materia; sempre lottando, l’amore attraverso la luce ottiene la vita, e
distrugge le tenebre insieme alla morte e all’odio.
12. Avete così in queste tre
parole con i loro opposti, l’unico Principio conservatore di tutto il
Creato. –
13. Quando Io, la Luce stessa,
Mi decisi di creare anche fuori di Me degli spiriti che dovessero amarMi, comprenderMi, e un po’
alla volta uguagliarMi, allora fu dato il primo
impulso del divenire; per questo voi leggete nei libri di Mosè: “Tutto era
deserto e vuoto, e il Signore creò la Luce!”.
14. Con la Luce si svegliò
l’attività degli elementi, e gli spiriti cominciarono a diventare consci di
loro stessi, ad attrarsi e a respingersi. Con la Luce cominciò la Vita;
poiché anche la distruzione, per quanto sembri tanto crudele, ha spesso per
base lo scopo più alto e più bello di avvicinarsi alla Luce suprema, venendo ad
abbandonare le forme inferiori per assumere quelle più elevate, che sono più
vicine alla Luce universale.
15. Non appena fu risvegliata
la Luce e poi la Vita, non appena il Creato cominciò a compiacersi della sua
esistenza nello splendore dell’eterna Luce fondamentale proveniente dai Cieli,
allora fu risvegliato il terzo pensiero che doveva riunire tutte queste
creature del mondo visibile e invisibile; esso era l’Amore, il pensiero di
base della Luce e della Vita che quell’Amore voleva conservare, sempre
perfezionando, eternamente, tutto ciò che si compiaceva della sua esistenza.
16. Così i purissimi angeli,
l’Amore personificato, furono dotati con la più grande Luce e, a causa della
Vita intensissima, inviati a comunicare, dalla pienezza del proprio io, a tutti
gli altri esseri viventi della sostanza di Grazia che essi avevano ricevuto in
tale misura, e ne avevano a loro disposizione.
17. Gli altri esseri, così
fortificati, illuminati e riscaldati, si riunirono, riconoscendo la loro alta
meta e, giubilando e lottando, tesero ora incontro alla stessa. Lo spirito
basso ruppe con gioia il suo guscio ostacolante che gli impediva di proseguire
in avanti; esso distrusse la sua stessa esistenza, per raggiungerne una più
alta, dove poter sorbire più luce, più vita e più amore dall’unica Fonte
primordiale.
18. Quindi, ciò che voi, alla
cieca, definite distruzione, non è altro che un liberarsi per raggiungere un
gradino più elevato, poiché un tale spirito ha dovuto sopportare la materia già
fin dalla sua prigionia nella forma, ed ora aspetta solo il momento della
caduta di questo vincolo, ed esso, da solo, oppure unito con il legame d’amore
a mille altri dello stesso sentimento, può occupare un posto più alto nel
grande circuito delle Creazioni.
19. L’Amore, il calore totalmente
beatificante che sgorga dalla Luce primordiale, è quello che stimola lo spirito
a compiere da sé il suo destino, e così ritornare gradatamente alla Fonte
primordiale della Luce, dalla quale esso è provenuto.
20. Così accadde a tutti gli
spiriti angelici. Già i vostri predecessori chiamarono quell’uno, anche se
adesso è un angelo caduto, ‘Lucifero’, portatore di luce.
21. Sì, questi era un
portatore di luce in tutti i vasti spazi della Mia Creazione; ma poiché egli,
conscio della sua incommensurabile Grazia ricevuta da Me, si vide dotato di un
potere come nessun altro, allora lasciò che il suo calore, attraverso la sua
luce assai sviluppata, si tramutasse con gran violenza nell’opposto dell’amore,
cioè in odio, proprio contro Colui che lo aveva rivestito di tanto potere; e
ancora oggi egli è, quale principe angelico caduto, il Mio più acerrimo
avversario che resterà libero ancora per un breve tempo, ma poi dovrà scegliere
precisamente se vuole accogliere le Mie tre prime grandi Parole della Creazione,
oppure perseverare nei suoi poli opposti.
22. Non gli riuscirà più a
lungo di scegliere vie traverse e schivare abilmente il Mio impulso a ritornare
a Me; egli dovrà presto dichiararsi categoricamente, se vuole volgersi
all’eterna Vita della Luce e dell’Amore, oppure all’eterna morte delle tenebre
e del freddo!
23. E anche voi uomini, ai
quali Io ho acceso una scintilla di Vita divina nella vostra anima per mezzo
della Mia Luce di Grazia, riflettete su che cosa portate veramente nel cuore!
Voi portate nel petto, Luce divina, Vita d’Amore del Padre vostro!
24. Egli vi ha dato questa
trinità come pegno della vostra provenienza, del vostro inizio e della vostra
meta finale; non vi giocate con leggerezza questi doni divini che voi, consci
di essi, avete avuto in più come doni di grazia, prima di milioni di altre
creature. Comprendete bene la Luce divina, donata e infusa con Amore che
costituisce la vita della vostra anima e del vostro spirito; ricordatevi del
Donatore che vi ha pagato un giorno, quali figli, con il Suo sangue tra
amarissime sofferenze, Egli vuol far di voi ciò che dovete essere nel grande
circuito degli esseri creati; non dimenticate, è il Suo Amore che vuole
condurvi all’eterna vita, avendovi Egli acceso la Luce della conoscenza e della
coscienza divina!
25. Tendete alla perfezione
che vi è possibile raggiungere come esseri creati, affinché un giorno possiate
sopportarla oltre ai tre doni[1]
ottenuti nella potenza più elevata! – Poiché la Mia Luce divina, irradiando da
Me in tutti i vasti spazi, non ha limiti, e risvegliando sempre nuova vita,
vuole un giorno riunire amorevolmente tutte le cose create, e vederle
schierarsi intorno a Colui che è la suprema Luce della Vita e dell’Amore!
26. In tal modo, Miei cari
figli, dovete considerare queste tre parole; esse hanno in sé la sorgente
primordiale di ogni essenza, sono le fondamenta su cui si basa tutto ciò che è
creato. Senza di esse non esiste nessuna essenza e nessuna creatura vivente, e
dove esse mancano, ha termine ogni progresso; qui c’è la morte, le tenebre e
l’eterno odio!
27. Là c’è un angelo della
Vita con una corona della vittoria e vestito con una veste di luce, per
dimostrare, che la trinità delle Caratteristiche di Dio riporta sempre la
vittoria, e chi invece si oppone, e alla Luce preferisce le tenebre, alla vita
la morte e all’amore l’odio, deve nascondersi fin nei più remoti angoli della
Terra!
28. Avanti, figli Miei, tutto
preme. L’Amore, l’amore mai sazio che dà tutto per riavere indietro
nuovamente tutto, la Luce che tutto illumina affinché sia bandito ogni
angolo oscuro dalla Creazione, e la Vita che ha come conseguenza solo
movimento, cambio di forma e avanzamento da un gradino all’altro, tutti e tre
vi esclamano: “Senza di noi non c’è nessun mondo, nessun passato e nessun
futuro! Noi siamo i portatori nel più intimo del supremo Signore; noi
esprimiamo il Suo intero ‘Io’!”.
29. Avanti quindi, voi
discendenti della Luce! Lanciatevi in alto là dove non tramonta più nessun
sole, dove nessuna morte si scambia più con la vita, e nessuna disputa, nessuna
collera né odio, interrompono l’armonioso e stupendo concerto dell’Amore!
30. Ascoltate le angeliche
armonie che penetrano attraverso tutte le infinità portate mediante queste tre
parole; esse sono il perpetuo cantico dell’Unico Signore e Creatore, Padre
vostro, il Quale trova tutta la Sua felicità e la Sua beatitudine solo quando
vede che le creature che Egli ha creato, gioiscono di Lui, Lo amano e imparano
a comprenderLo sempre di più. La Trinità, tanto
spesso male interpretata, è solo in queste tre potenti parole e, nel piccolo,
sta in ogni essere creato, per potersi formare con il seme fino alla massima
potenza di un angelo di luce che sta ai gradini del Signore di tutti i Cieli!
31. Figlioli, riconoscete il
vostro grande dono! Siate orgogliosi di poter diventare figli Miei, esultate!
Verrà un tempo, dove voi, dotati della vista spirituale, guarderete attraverso
gl’incommensurabili spazi dell’eternità e, dal trono del Padre fino all’ultimo
spazio, dove penetra ancora un solo raggio di luce, potrete intendere i
principi fondamentali della Sua Essenza, distribuita in milioni e milioni di
essenze, nel grande armonioso cantico a Suo onore!
32. Tendete perciò a diventare
degni di questo gradino dell’illuminazione; tendete a diventare nel senso vero
e proprio, figli Miei, e allora sentirete che:
Ben negli spazi e stelle tutte
in ampiezze e lontananze smisurate
del Padre irradia Luce e Vita solamente.
Dove il Suo Amor col grande non si vanta
solo col minimo cerca di trovare
ciò che ‘l Suo Spirito al (In)-finito potrebbe legare!
Là c’è la Vita della Luce e dell’Amore
quale supremo del divino impulso puro.
Tre è il numero delle parole di contenuto grave,
esse continuamente risuonano di luogo in luogo.
Mai lasciate i suoni celesti attenuare,
che sviluppano solo il bello spirituale!
Dove Luce, Vita e Amor non spira
là della Creazione tutto il compiacimento manca;
ma dove esse dominano sempre tutte in pace,
là si spiegherà l’Amor del Padre anche!
Perciò solo sulla benedizione del Padre
con fiducia costruite,
Egli darà ciò, cui ognuno tiene:
il raggio di Luce, lo stimolo della Vita
e la gioia dell’Amore,
anche se per questo vi scansano i
caduti.
Perseverate in Me – nella Luce, nella Vita e nell’Amore,
della Creazione di Dio voi così curate gl’impulsi spirituali.
Solo chi con queste tre parole si
consacra
quale figlio Suo, il supremo Padre si
rallegra,
questi ha di base la sostanza, l’Amore,
quale miglior semenza
per la Mia figliolanza, e quindi – così
sia!
۞
Cielo,
Inferno, Terra
9 luglio 1870
1. Mi hai
pregato per tre parole, e la spiegazione a queste s’intende da sé. Ebbene, Io
ti ho dato queste tre parole dal ricco contenuto: ‘Cielo’, ‘inferno’
e ‘Terra’. Ora vogliamo vedere che cosa si potrà tirar fuori da
queste di rilevante, di edificante e di istruttivo per voi e per l’intera
umanità.
2. La prima delle tre è quella
che ha il significato più grande, così che perfino con la sua pronuncia dovete
alzare il tono e portare i muscoli della lingua in una tensione maggiore, se
volete pronunciarla come merita di essere pronunciata.
3. Sapete voi però che cosa
esprimete veramente con questa parola? No, non lo sapete, ma potete solo
presentirlo, poiché vedete – ‘Cielo’
è, e indica, il sublime luogo di residenza, il soggiorno degli spiriti più
elevati, e anche la Mia permanente dimora. Cielo è la massima potenza di tutte
le beatitudini, dove gli spiriti nella Luce più pura, senza passioni, senza
errori, adempiendo unicamente le Mie più alte, particolari caratteristiche,
conducono una vita di beatitudine che voi qui mai potete comprendere, né appena
immaginare.
4. In verità, anche in questi
luoghi esistono differenti gradi di perfezionamento; sì, il perfezionamento non
finisce mai, perché Io, creando sempre del nuovo, lascio che si sviluppino
nuovi campi d’azione.
5. Dai Cieli partono tutte le
scintille vitali provenienti da Me, mediante i Miei più grandi spiriti
angelici, fin negli strati più bassi, dove arde ancora senza fiamma solo una
scintilla del Mio Io, racchiusa nella pesante materia. Nei Cieli che si trovano
molto al di sopra di tutti i globi cosmici e sistemi solari materiali creati,
irradia eterna quiete ed eterno Amore; là vi è – adempiendo per amor Mio i Miei
ordini e desideri, essendo il primo principio di base della sublime Vita
spirituale per raggiungere le Mie caratteristiche – la più grande beatitudine.
6. Là, nei Cieli più alti, dove
regna l’eterna armonia degli spiriti, vi è anche semplicità, umiltà e amore per
il prossimo nel grado più elevato, la cui espressione sono Io stesso.
7. Là Io ho predisposto la Mia
residenza così come doveva essere secondo i Miei pensieri e desideri in tutta
la Creazione, e sarà anche così dopo incalcolabili corsi di tempo, quando tutto
lo spirituale perduto, attraverso prove purificatrici e con lotte, sarà
ritornato a Me.
8. Quando questo sarà il caso,
allora, come già dissi una volta, tutti i mondi saranno trasformati; poiché
tutti avranno adempiuto il loro scopo come scuola di prova e di purificazione,
ed eseguito ogni cosa, e naturalmente dovranno poi predisporsi anche
diversamente per esseri spirituali più elevati ed essere provveduti del più
grande splendore, magnificenza e beatitudini, affinché poi, proprio questi
spiriti purificati trovino ancora nuova sostanza per il loro successivo
perfezionamento, per la loro superiore maturazione spirituale, perché senza
fine è lo spazio, senza fine sono i gradini della perfezione, e senza fine sono
Io stesso – quale supremo Tutto in tutto!
9. Questo Cielo spirituale,
dove l’eterna e soave Luce di Grazia proveniente da Me si riversa in tutti gli
spiriti, dove le più pure armonie infondono agli orecchi spirituali il più
grande desiderio di Me nei cuori, è la quintessenza del Mio illimitato Amore
espresso in suoni, colori e parole.
10. Là tutto vive in tutto, e
ognuno si vede beato solo nella beatitudine dell’altro!
11. La massima elevazione –
sia essa in preghiera, in poesia oppure in canto, di cui voi uomini sulla Terra
siete capaci, e che, come voi la esprimete, ‘vi eleva fin nei Cieli più alti’,
vi offre l’assaggio di un’esistenza migliore; là nei Miei Cieli, infatti, c’è
il grado più alto delle beatitudini, e precisamente come una sensazione
permanente e non transitoria.
12. Io non ve lo posso
spiegare, e ancor meno posso farvelo sentire, come uno spirito lì si sente;
perché non lo sopportereste nel vostro involucro terreno, e poi sulla Terra
tutto vi farebbe venir la nausea se poteste ritenere solo un ricordo di un
istante di tali beatitudini; anche questo Io ve lo dico solo per spronarvi,
affinché comprendiate quali godimenti vi aspettano un giorno, godimenti
preparati da Me per chi sostiene la prova, come ricompensa per la sua
perseveranza e per il suo amore per Me.
13. Questo vi dico qui, dai
Cieli più alti, dove nessun giorno si alterna con la notte, né freddo con
caldo, né vita con morte, dove un uguale, costante ed eterno mare di Luce
circonda gli spiriti beati e illumina tutto il loro ambiente, là vi è anche
rappresentata, di nuovo spiritualmente, tutta la creazione degli altri mondi,
come per esempio se voi guardate un fiore, il cui colore delizia i vostri occhi
e il suo profumo tocca piacevolmente i vostri nervi, però non conoscete il loro
significato spirituale, non conoscete la loro sostanza spirituale, né ciò di
cui essa consiste, né ciò che di spirituale scorre su e giù nelle loro cannucce
o capillari, quale pura emanazione di una natura più elevata che appartiene al
Sole, la cui luce è la madre del colore e del profumo di questo fiore, e sta in
collegamento fino alle sublimi e più fini potenze superiori.
14. Vedete, questo fiore si
trova anche nei Miei Cieli come riflesso spirituale di tutto il Creato; oh, se
voi poteste vedere là questo fiore – in forma solo di luce, in colore solo
luminescente, e sentire il suo profumo nella più alta rispondenza spirituale di
un eterno cantico del suo Creatore!
15. Solo là voi comprendereste
che cosa vuol dire ‘contemplazione
spirituale’, e solo allora riconoscereste veramente quanto ottusi sono su
questo mondo i vostri sensi. Non siate però allarmati per questa condizione dei
vostri sensi su questa Terra; riflettete che solo la saggia mano del vostro
affettuosissimo Padre ha disposto così, e i Suoi scopi, sebbene voi qui non li
comprendete né potrete mai comprenderli del tutto, sono certo fatti in maniera
che essi abbiano sempre come fondamento la massima Sapienza e Amore, e che vi
devono essere delle valide cause perché tutta questa beatitudine vi tocchi solo
dopo lunghe lotte e spazi di tempo, e anche non a tutti, ma solo a singoli
(secondo il loro amore).
16. Miei cari figli, se
volessi farvi gustare tutto questo in una volta (ciò che riservo solo a coloro
che Mi amano veramente, e che quindi aspirano in tutta serietà a diventare
figli Miei), così senza lotta, tali inesprimibili e grandi beatitudini
sarebbero per voi senza grande valore e senza stimolo duraturo, perché non le
avreste riportate da voi stessi, ma, per così dire, ottenute solo in dono, e
per la verità, senza fatica; ragion per cui, il loro valore sarebbe solo a metà
e di breve durata.
17. Solo quello che si ottiene
lottando con impegno si gode in piena misura, come il merito, così anche il
salario!
18. Un principe o un re che è
nato come figlio di re, di che cosa potrà vantarsi quando un giorno una corona
adornerà il suo capo? Siate certi, per lui è di gran lunga più indifferente di
quanto credono quelli che gli sono sottoposti. E che cos’è un re di nascita,
rispetto ad un uomo che, con tutte le sofferenze fisiche e spirituali, ha
lottato e ha raggiunto alla fine il suo scopo che non ha mai perso di vista!
Egli è una genialità, mentre l’altro non è forse nessuna grandezza, e pur nella
sua alta posizione, talvolta è una vera nullità.
19. Perciò, chi vuole
diventare figlio Mio, per il quale Io ho conservato le più grandi beatitudini,
si deve anche guadagnare questo nome; solo allora benedirà tutte le lotte e le
sofferenze che l’hanno condotto a quel grado di beatitudine, dove lo spirituale
di ogni essenza comincerà a diventargli comprensibile, e là, proprio
nell’adempimento e nell’esercizio di tutti i doveri dell’angelo, inizierà la
somma beatitudine per uno spirito creato. E poiché una volta Io affermai che
ogni uomo porta in sé l’intero universo, allora egli porta anche in sé, sebbene
solo in piccola (misura), questo Cielo appena descritto.
20. Con ogni buona azione, con
ogni vittoria riportata sulle sue passioni, penetra un raggio di Luce di questo
piccolo Cielo d’Amore, dalla sfera del suo spirito nel suo petto umano. È un
raggio transitorio, un presentimento, un giubilo dell’anima, ma (purtroppo) non
durevole; è solo un momento, dove lo spirito mostra all’uomo che cosa egli
porta in sé, cosa diventerà un giorno, se persisterà fedelmente nel difficile
cammino della vita.
21. Di ciò lo spirito
nell’uomo lascia all’anima solo un soave alito, nient’altro! Il raggio dal
Cielo era solo un’esortazione che vuol significare:
22. “Non vacillare, e
persevera! Un giorno, e per sempre, avrai ciò che qui, con la velocità di un
fulmine, ti passa accanto solamente!”.
23. Perciò non scoraggiatevi,
figli Miei, il Cielo vi sta aperto. Fin dove lo permette la vostra costituzione
fisica e spirituale, qualche volta ve lo faccio anche percepire, per
incoraggiarvi. Di più non potete sopportare! E anche se qualcuno di voi fosse
in grado di sopportare di più, allora sarebbe infelice in mezzo agli altri
uomini, e invece di progredire con zelo sul suo sentiero, spossatezza e disperazione
lo schiaccerebbero a terra. Perciò riflettete che Io, Padre vostro, ho disposto
tutto ben saggiamente, così come lo possono sopportare i figli Miei e, da
questo, trarne anche vantaggio. –
24. Ora vogliamo passare all’inferno.
25. Ciò che vi ho detto dei
Cieli, pressappoco lo stesso potete accettare dell’inferno, ma – come s’intende
da sé – in senso opposto.
26. Comunque, non vi rivelerò
tanto dell’inferno, della sua natura e disposizione, perché non fa piacere
neanche a Me pensare ad esso, e produce anche poca utilità descriverlo con
precisione. Vi basti sapere che esso esiste sul serio, e più precisamente, per
Mio e vostro danno. Eppure, per dirvi almeno qualcosa di quest’antagonista dei
Miei Cieli, voglio solo accennarvi che esiste, e in parecchi dipartimenti e
gradi che rappresentano i differenti gradini di malignità, nel cui centro c’è
la sede dello stesso Satana!
27. Satana, come male
personificato, quale opposto a Me, è l’espressione di tutte le passioni che
sono l’opposto delle Mie caratteristiche; così, per esempio, mentre Io voglio conservare tutto per Amore, egli
vorrebbe – per odio verso tutto il Creato – distruggere
ogni cosa, perché in primo luogo è proceduto da Me, e in secondo luogo,
perché soprattutto è creato.
28. Se andasse secondo la sua
volontà, egli creerebbe sempre creature di tutte le specie, non per compiacersi
nella loro esistenza, ma solo per gioire (satanicamente) nella loro
distruzione, e poi ancora ricreare del nuovo, per ricominciare il gioco sempre
daccapo.
29. I suoi spiriti
subordinati, che come esseri viventi furono creati da Me, sono così ottenebrati
che hanno gioia solo nelle tenebre – come i Miei angeli nella Luce – e sono,
più o meno, vicini a Satana, secondo l’intensità della loro malvagità, e
distribuiti in e sulla Terra in differenti parti, dove rincorrono i loro
divertimenti (diabolici), sforzandosi di somigliare il più possibile al loro
signore, e provano la più grande gioia quando, con tutti i possibili inganni,
allontanano gli uomini dalla buona o miglior via, e li portano sulla loro
strategica ampia strada.
30. Poiché in loro, come nel
loro signore, c’è solo amore satanico, ed essi si rallegrano di inculcarlo
anche nei cuori degli uomini che vogliono dare ascolto al loro influsso.
31. Lì essi non mancano di
presentare alle loro vittime il mondo e i suoi divertimenti il più
gradevolmente possibile, imprimendo in loro solo astuzia, inganno, libidine e
diletto per le più basse passioni, e li rendono così maturi, per diventar loro
degni ‘fratelli’.
32. Voi Mi chiederete: “Ma
come hai potuto Tu, Creatore, lasciar sussistere così potenti orde di spiriti
maligni accanto al loro signore? Perché non annienti con una decisione sovrana
tali esseri che sono così contrari ai soavi impulsi del Tuo Amore e delle Tue
caratteristiche divine?”. – E ancora: “Perché li hai relegati proprio in e
sulla Terra, mentre nell’infinito orbitano pure milioni di altri mondi e soli,
i cui abitanti possono andare incontro indisturbati al loro mutamento di
correzione e purificazione, senza essere esposti a simili piaghe? E solo noi,
che ci chiami ‘figli Tuoi’, per i quali sei venuto proprio su questo piccolo
globo terrestre e qui hai sofferto e sopportato proprio a causa nostra; perché
siamo dunque proprio noi quelli che, da un lato siamo i favoriti, dall’altro
invece siamo i più tormentati ed esposti a tutte le seduzioni e tentazioni?”.
33. Miei cari figlioli, questo
rimprovero che voi Mi fate qui, pensato come uomini di questa vostra Terra, è
da parte vostra del tutto naturale, ed Io Mi devo perciò giustificare presso di
voi, affinché, sebbene l’apparenza non lo testimoni, nondimeno riconosciate che
Io sono sempre l’affettuosissimo e più buon Padre, ed ho predisposto da
immemorabile tempo tutto, solo per il vostro meglio, e condurrò anche sempre, tutto
per il bene dei Miei figlioli.
34. In una precedente
comunicazione già feci menzione di un angelo caduto, il quale, nella sua
caduta, trascinò con sé anche un’infinità di altri spiriti. E nel "Governo
della Famiglia di Dio"[2]
vi ho anche spiegato che tutta la sostanza della sua intera essenza animica, fu poi suddivisa in particelle e legata nella
materia da lui presa, e ora, sul gradino del perfezionamento, essa ritorna un
po’ alla volta nuovamente a Me[3];
inoltre, che tutto ciò che è nato sulla Terra, se non sono spiriti di altri
mondi che furono qui trasferiti per la vita di prova allo scopo del
raggiungimento della Mia figliolanza, sono tutti rimanenti parti del caduto, le
quali devono percorrere la stessa via come tutti gli spiriti legati nella
materia.
35. Inoltre, ho ancora detto
che proprio questo spirito angelico caduto fu scacciato appunto sulla Terra
dove c’è il Mio semenzaio per i Miei Cieli, e che qui egli opera più di tutto,
per dispetto a Me e alle Mie disposizioni.
36. Vedete, tutto questo ve
l’ho già spiegato in precedenza, e anche il ‘perché’ – perché dovevano esserci
le più grandi tentazioni e pericoli proprio là, dove spiriti e anime si sono
posti per scopo di guadagnarsi il Mio Regno e di portare, in mezzo all’inferno
e alla dannazione, la croce della sofferenza e dell’amore a Mio onore e a
disonore del Mio più grande avversario; e che, nonostante tutte le seduzioni e
tutti gli apparenti piaceri con i quali Satana colma i suoi futuri rampolli,
per attirarli nella sua rete e, più tardi, indennizzare ogni divertimento e
ogni piacere con mille tormenti dell’inferno, pure ci sono delle anime su
questa Terra che si oppongono a tutte le sue tentazioni, voltano la schiena a
tutte le sue grandiose promesse e tengono alto, tra sofferenze e lotte, il
vessillo della fede, dell’umiltà e dell’amore, e un giorno vorranno appartenere
non a lui, ma completamente soltanto a Me! –
37. Quando Satana si separò da
Me, dovetti lasciare a lui e al suo seguito la propria libertà, libertà che
ogni spirito deve avere, per diventare spirito libero degno di Me.
38. Il ritorno a Me deve
avvenire dall’interiore e spontaneamente, non con regole coercitive; proprio
per questa ragione Io devo sopportare il comportamento di questo Mio
grandissimo avversario con la sua cova e devo lasciarli agire e operare come
vogliono, fino a quando non pregiudicano il Mio Ordine stabilito.
39. Ma di tutto ciò che essi
fanno, il risultato ha sempre per conseguenza esattamente il contrario e l’opposto
di ciò che vogliono ottenere, e questo è il trionfo della buona causa che anche
il male, anzi il peggio di ciò che la Creazione può mostrare, deve e può
contribuire solo al suo (e al loro) stesso miglioramento e per l’inoltro del
bene in generale.
40. Proprio per questo Satana,
con il suo regno, è anche confinato là dove gli è data l’occasione di tentare
tutto ciò che gli è possibile, per far valere la sua teoria di vita contro la
Mia; anzi, gli fu perfino permesso di tentare personalmente Me stesso durante
il Mio pellegrinaggio terreno, Io che non ero uno Spirito creato, bensì il
Creatore di tutto il Creato (e di lui stesso). Io, infatti, non lo evitai,
quando Mi incontrò come uomo[4]
esposto a tutte le passioni umane, così egli osò anche con l’Altissimo
l’esperimento, che gli fu pure concesso; ma con quale risultato lo sapete,
affinché potesse poi, col tempo, riconoscere nel grande come nel piccolo che
tutto il suo sforzo è inutile, che attraverso tanti corsi di tempo ha opposto
invano opposizione, e precisamente, contro Colui che lo creò, e Questi, se egli
oggi volesse ritornar pentito, lo accoglierebbe a braccia aperte come un
‘figlio perduto’, così come ve l’ho già una volta rivelato nelle ‘Dodici Ore’, come non in una volta,
bensì un po’ alla volta accade e anche accadrà.
41. Quello che Io dissi dei
Miei Cieli, che ogni spirito umano li porta in sé nel piccolo, tale e quale è
anche il germe dell’inferno o la voglia di peccare e di agire contro l’Ordine
Mio, o l’inferno in piccolo nel petto di ogni uomo.
42. Esso è lì perché la virtù
senza la conoscenza del suo opposto, il vizio, non sarebbe virtù, e l’amore
senza il suo contrario non sarebbe amore! Se non ci fosse l’oscurità, voi non
sapreste apprezzare la luce; se non ci fosse l’agghiacciante impressione del
freddo, non comprendereste la piacevole sensazione del calore che affluisce un
po’ alla volta.
43. Dove si trova il Mio
‘semenzaio di figli’, qui doveva anche esserci la scuola della vittoria e il
dominio di tutte le passioni!
44. Che cosa sarebbe la vita
senza lotta? Un monotono trascorrere del tempo, senza essere coscienti di come
uno va e l’altro viene. La vita non avrebbe nessuno scopo, nessun sapore!
45. Così come il sale nelle
vostre pietanze, in tutte le erbe, metalli, piante, e perfino nell’aria e anche
nel vostro stomaco per la giusta digestione, costituisce un elemento importante
che stimola alla vita e la favorisce proprio mediante tale stimolo, –
altrettanto è il sale della vita spirituale, la tentazione o la tendenza
(inclinazione) a pensare e agire diversamente da come si dovrebbe agire
veramente. Proprio con questi opposti e questi mezzi stimolatori è rafforzata
la vostra parte migliore, la vita fisica e spirituale in voi è conservata
attraverso questo nutrimento, è assicurata la sua sopravvivenza e aumentata la
gioia di aver conquistato ancora un nuovo gradino del perfezionamento, e più
precisamente – di averlo conquistato con la lotta e la rinuncia, mentre al
contrario, nel progresso senza impedimenti, non sareste coscienti del progresso
stesso.
46. Quando il Sole del mattino
fa scendere i primi raggi sui campi della vostra Terra, come giubilate voi
andando incontro all’intera natura vivente! Tutti gli esseri, ognuno a modo
suo, cinguettano, tubano o ronzano il loro cantico alla luce e al loro
Donatore; perfino la goccia di rugiada che pende alla foglia di una pianta di
muschio, rivestendosi col bagliore adamantino, riflette su di essa il grande
arcuato emisfero di luce e, risplendendo, si rallegra, per così dire, della
luce (del giorno) ritornata dopo l’oscurità! E perché? Perché dalla sera fino
al mattino seguente, la notte e l’oscurità hanno fatto sentire a tutte le
creature viventi il valore della luce!
47. Così è anche riguardo allo
spirituale! La soave coscienza dell’amore spirituale, dell’avanzamento
spirituale e della vita animica spirituale più
elevata, è riconosciuta dall’anima di un essere creato solo quando essa ha
riconosciuto gli abissi e le errate vie che l’hanno minacciata sul suo sentiero
di prove; solo allora, quando l’anima ha conquistato un piccolo gradino, si
rallegra di questo e rinnova tutte le sue forze per la conquista di uno
successivo e così aumenta lo stimolo, la gioia e la benedizione, non tanto per
la condizione migliore che ha raggiunto, ma per gli ostacoli che sono stati
superati.
48. Vedete, figli Miei, che
cosa sarebbero tutti i Cieli senza l’inferno! Quanto manca ad altre creature in
altri soli e mondi in beatitudine che è riservata solo ai figli Miei, perché le
altre creature in altri mondi e soli conoscono solo luce, e poca, o niente
affatto, oscurità.
49. Avete ora ancora
rimproveri da fare sul perché l’inferno sia così vicino a voi e perfino in voi?
Oppure non vorreste, ringraziandoMi, forse domandarMi più inferno, affinché possiate lottare ancora di
più, soffrire ancora di più, solo per meritare il nome di ‘figli Miei’ in più
abbondante misura?
50. Siate perciò tranquilli,
Io so che cosa vi serve per la scuola di prove, non chiedete più di quanto vi è
dato da Me, e siate assicurati – ne avete abbastanza con ciò che vi carica la
Mia amorevole mano; se fosse di più, allora sarebbe una mano punitiva, e
questa, Io, quale Padre vostro, non ce l’ho![5]
51. Ora vi ho così mostrato
come perfino l’assoluto cattivo, anzi il cattivissimo nell’intera Creazione,
con il suo fare e operare, è nondimeno da Me impiegato e sfruttato per la
benedizione di tutto il vivente, e come Satana, con i suoi assistenti, invece
di nuocerMi, deve contribuire nell’insieme proprio
per la massima benedizione![6]
*
52. Ora vogliamo passare alla
vostra residenza, quale terza parola su indicata: ‘la Terra’,
affinché possiate vedere anche lì nuovamente l’Amore e la saggia accortezza del
Padre vostro in tutta la Sua magnificenza!
53. Con l’espressione della
Parola ‘Cielo’, [Himmel] dovete aumentare il tono
della vostra voce, e con la parola ‘inferno’ [Hölle]
lo dovete abbassare, e avrete già notato come per pronunciare ognuna di queste
parole abbia luogo un differente movimento muscolare nell’organo della lingua,
e vedete, con l’espressione della parola ‘Terra’ [Erde]
questo movimento muscolare è di nuovo differente, dovendo per questo aprire
ampiamente la bocca (tre differenti specie di suono).
54. Vedete, con l’espressione
di queste tre parole nella vostra lingua e i movimenti dell’organo del
linguaggio ad essa appartenente, è tutto così ordinato che gli spiriti, i quali
conoscono meglio di voi le formule di rispondenza della Creazione, trovino nei
movimenti dei muscoli nella bocca già scritto e annotato tutto ciò che significano
l’una o l’altra parola pronunciata.
55. Con la parola ‘Cielo’ [Himmel] avete visto com’è collegato l’innalzamento della
voce con la descrizione dettagliata della stessa, con la parola ‘inferno’ [Hölle] dove la bocca nell’espressione deve esser chiusa come
una tana, non vi sarà sfuggito lo stretto legame di questo movimento muscolare
con la descrizione dell’inferno, dove inoltre la parola ‘Cielo’ [Himmel] è pronunciata con lo sguardo verso l’alto, e
‘inferno’ [Hölle] con lo sguardo verso il basso, – e
certamente mai verso l’alto; e infine la ‘Terra’ [Erde],
con l’apertura della bocca proprio in larghezza.
56. Abbiamo discusso le prime
due, adesso ci rimane ancora l’ultima parola espressa in larghezza e la sua
rispondenza spirituale, la Terra stessa, quale vostra residenza, per sottoporla
ad una più accurata riflessione.
57. Che per la parola ‘Terra’
[Erde] si debba dilatare ampiamente la bocca, anzi,
che con l’espressione di questa parola si debba tirare in su le labbra e
mostrare la bianca fila dei denti, significa che col significato spirituale
della Terra, come lì le labbra sono tirate in su come una tenda e mostrati i
denti, con la Terra, in senso spirituale, è tirata indietro la parte più
tenera, vale a dire la carne, e le parti più solide e compatte – il morale,
oppure i denti – sono da prendere in considerazione.
58. Ebbene vedete, Miei cari
figli, nella rispondenza spirituale i denti significano, come parti solide
simili alle ossa, la permanente e prima tappa, tanto nell’uomo come nella
Terra, che – in primo luogo – dà all’aspetto del viso una bella forma, quella
del bello morale all’intero esteriore dell’uomo e, in secondo luogo, nella
Terra perfino come corpo, genera la sua forza di vita interiore, il bello della
sua superficie.
59. I denti significano
inoltre, anche l’animico-morale, il primo organo
spirituale digerente che dovrebbe separare nella vita mondana il bene dal male;
e come nella bocca per la masticazione dei cibi, con i denti si mescola il sale
nei succhi gastrici della saliva, tale e quale è il sale, corrispondente allo
stimolo di agire sempre contro il bene. E lottare contro questo stimolo e alla
fine anche vincere, è il vostro compito principale.
60. Qui su questa Terra voi
ricevete tutto mescolato, bene con male, amore con odio e vita con morte;
questo significa che facilmente si confondono entrambi l’uno con l’altro,
oppure ogni cosa si trasforma facilmente nel suo polo opposto.
61. Se avete abbastanza forza
da espellere il cattivo e maligno, allora il male, ogni qual volta riuscirà ad
avvicinarsi a voi, non determinerà nessun’impressione duratura sulla vostra
anima e, nell’Aldilà, scomparendo del tutto, solo il bene sarà il vostro vero
valore!
62. Che con l’espressione
della parola ‘Terra’ voi dovete allargare molto la vostra bocca in direzione
orizzontale, nella rispondenza significa che la vostra Terra sotto l’aspetto
spirituale, sebbene fisicamente piccola, giunge lontano oltre tutti i sistemi
solari, anzi, fino ai Miei Cieli; essendo questo piccolo pianeta, per primo, la
dimora dei Miei figli, e per secondo, è stata anche la Mia, dove attraverso
sofferenza e morte, Io ho riportato la vittoria sul male.
63. Se conosceste un po’
meglio questo linguaggio dello spirito, scoprireste, in ogni parola che si
riferisce a Me, il senso spirituale più importante e molto più grande, e non vi
accontentereste della comprensione esteriore della parola – simile alla
corteccia – ma provereste, nello scoprire il contenuto interiore, molta più
gioia e beatitudine di quanto vi è venuto alla mente.
64. Inoltre sapreste che ogni
popolo, secondo il gradino spirituale in cui si trova, in alto, più in alto,
oppure al massimo, si rivelerà nelle sue parole ed espressioni riferite a Me;
oppure credete forse, come credono di dimostrare i vostri filologi, che le lingue
siano state inventate? Oh, qui siete in un grosso errore!
65. Le parole non sono sempre
state fatte con gli oggetti inventati e i nuovi bisogni di un popolo, bensì la lingua – quale prodotto dello spirito – andò
sempre in parallelo con la concezione spirituale di un popolo. Lo potete
vedere voi stessi dalla storia delle nazioni, come con l’ascesa o il tramonto
di una nazione anche la sua lingua si elevava o tramontava, e con la scomparsa
di una nazione scompariva anche completamente la sua lingua (come lingua
vivente).
66. Il linguaggio è l’espressione dell’anima[7]. Più il linguaggio è alto e bello,
tanto più grande è l’intensità della sua espressione, cosa che solo gli spiriti
sanno apprezzare, oppure i risvegliati mediante il Mio Amore e la Mia Grazia, i
quali poi, sotto i differenti cambiamenti dei muscoli della bocca e della gola,
tra i suoni cinguettanti, schioccanti, gorgheggianti e fischiettanti che,
combinati in un modo o nell’altro, stabiliscono l’una o l’altra parola, svelano
un significato spirituale superiore che vi è divenuto incomprensibile come i
geroglifici di un paradiso perduto!
67. Così la Terra, in ciò, è
anche differente da molti altri mondi. Mentre in quelli domina un solo modo
d’esprimersi (linguaggio) e tutte le creature percorrono solo l’una e la stessa
via, sulla Terra esistono migliaia di lingue differenti, come sottospecie di
una sola[8].
E così all’abitante della Terra, oltre alle molte prove della sua pazienza e
perseveranza, in questo modo s’impone ancora questa che, se vuole essere in
relazione con i fratelli di altre nazioni, deve imparare la loro lingua per far
comprendere cosa egli pensa e sente, oppure, se vuole imparare qualcosa dai
suoi fratelli stranieri o comunicare qualcosa lui stesso, deve farsi capire in
quella lingua.
68. Nella misura in cui
considerate la Terra, dai popoli più selvaggi fino a voi nazioni civilizzate,
allora vedete la piccola Terra con i suoi spiriti inquieti estendersi su tutto
il conosciuto. Veramente ovunque fa leva il proprio interesse personale; solo
questo fa incontrare i popoli, qui imparano a conoscersi, ad apprezzarsi e ad
amarsi l’un l’altro.
69. Gli esploratori della
natura, delle stelle, dell’interno e della superficie della Terra, cedono le
loro scoperte all’umanità, come bene comune, scoperte che Io ho fatto trovare
al singolo per Grazia; essi eseguono, anche senza saperlo, solo i Miei e non i
loro piani, e così Io educo l’anima di questa Terra che un giorno fu, per un
breve tempo, anche la Mia dimora, per una vita migliore.
70. Ora i pensieri degli
uomini con velocità fulminea corrono da un polo all’altro, ed essi stessi vanno
da un luogo all’altro su strade ferrate simili ad una bufera di vento.
71. Le strade sono di ferro, e
la maggior parte di chi vi viaggia sopra ha il cuore anche di ferro (almeno per
i loro fratelli umani); ma non importa. I Miei scopi, pur con le veloci
comunicazioni tra città e villaggi e all’incontrarsi degli uomini che dimorano
in tali luoghi, sono favoriti più di quanto credono tutti i costruttori e i
proprietari di ferrovie.
72. Io qui ho spesso messo
insieme alla rifusa, in un vagone, – Cielo, inferno e Terra, oppure
spiritualmente, uomini buoni, cattivi o materialmente pensanti. Nel salire essi
erano ancora, pressappoco, della propria opinione, nel discendere forse
l’inferno ha strappato dal Cielo e dalla Terra una permanente scintilla
istruttiva, con la conversazione che (l’interessato) non dimenticherà mai più
per tutta la sua vita.
73. Così Io eseguo i Miei
piani, utilizzando anche questo viaggio fatto in compagnia; dove prima era
separato da rigidi circoli delimitati, lì faccio subentrare la dimenticanza dei
pregiudizi, e sebbene l’interesse personale, l’impulso per i piaceri e il
danaro, siano la ragione del perché gli uomini s’incontrano, viaggiano in altri
paesi, si espongono a pericoli d’ogni genere, ugualmente Io ho raggiunto il Mio
scopo, vale a dire lo scopo dell’affratellamento. Adesso ci vuole ancora solo
un potente colpo e un impulso spirituale, e gli uomini staranno qui come
fratelli, uniti, per seguire Me quale eterno Pastore! Allora il significato
spirituale della Terra sarà anche adempiuto, e sarà il tempo nel quale Io
personalmente ritornerò tra voi, dopo che gli indocili saranno allontanati e
saranno rimasti solo i volonterosi.
74. E così, Miei cari figli,
voi vedete come Cielo, inferno e Terra, nel grande come nel piccolo, devono
seguire solo gli scopi dell’Amore, l’idea fondamentale della Mia Creazione.
75. Non calcolate però secondo
gli anni, per ciò che vi ho appena detto qui, presso di Me il tempo non esiste!
Io non conosco né giorno né notte per misurare spazi di tempo; presso di Me è
sempre giorno, sempre splende il Sole dell’Amore, il quale splende e splenderà
per tutti, finché tutti non avranno trovato la via che conduce a Me, al loro
affettuosissimo e buonissimo Padre!
76. Ora Io credo che anche tu
possa essere soddisfatto con questo supplemento, esso è di nuovo una luce nelle
grandi vallate della Mia Creazione. Riflettete bene su quale Amore e Grazia Io
vi concedo, da quando vi porgo tanto pane spirituale, affinché nessun dubbio
possa più sorgere nel vostro petto, come se non tutto ciò che voi vedete, fosse
opera della mano del Padre!
77. Questo, per consolazione
con la Mia benedizione! Amen!
۞
Salute,
malattia e morte
13 luglio 1870
1.
Qui di nuovo hai tre parole
che, prese nel senso naturale e cosa esse significano veramente, sono
facilmente decifrabili.
2.
Salute significa lo stato normale della
vostra vita vegetativa, quando tutti gli organi adempiono le loro funzioni così
come devono adempierle, e proprio per questo non vi creano nessuna difficoltà
nell’attendere al vostro lavoro della vita, come di far fronte al vostro
sviluppo spirituale e occupazione materiale.
3.
La salute, la vera salute, in un corpo è solo
quando l’uomo non è cosciente dei movimenti e delle funzioni dei suoi organi.
Dove subentra un disturbo in questi movimenti che interessa uno o più organi
esprimendosi in senso opposto, esso vi procura fastidio o dolore, l’anima
diventa afflitta perché si sente ostacolata nel suo operare attraverso il
corpo, e da questo malessere e sofferenza insorge ciò che voi chiamate
malattia.
4.
Se questa condizione si propaga, se ancora
più organi rifiutano il loro servizio, oppure sono disturbati nelle loro
funzioni da singoli organi sofferenti, allora questo malessere si estende,
l’intero processo di vita è interrotto, e con la cessazione della regolare
assunzione di nuove sostanze vitali e dell’eliminazione del consumato,
sopravviene alla fine il necessario arresto dell’intera macchina, ciò che voi
chiamate morte.
5.
Quindi avviene la decomposizione del corpo
tenuto insieme come individuo nei suoi precedenti, primitivi elementi. L’anima
invece, spogliata del suo involucro, deve cercarsi un’altra veste, un altro
corpo, dopo che il precedente è diventato inutile e non più utilizzabile.
6.
L’apparente vita corporea è finita e ne
comincia una spirituale che, con i suoi gradini e gradazioni (crescita),
secondo com’è disposta l’anima, tendente verso l’alto oppure verso il basso,
segue una nuova vita spirituale, dove le funzioni del corpo sono sostituite
dalle funzioni della vita dello spirito, e l’anima si perfeziona formando se
stessa.
7.
Questo è il percorso della vita nell’Aldilà.
Ma affinché questo percorso diventi facile e dolce, la salute del corpo sulla
Terra materiale, per quanto possibile, deve emulare anche la salute dell’anima
e mantenersi di pari passo con lei.
8.
Poiché, così come la salute del corpo condiziona
e favorisce il benessere dello stesso, altrettanto all’opposto la salute
dell’anima condiziona quella del corpo, dove le funzioni spirituali dell’anima
non sono disturbate da ombre e turbamenti delle passioni.
9.
Quando lo spirito dimorante nell’uomo può
esercitare la sua regolare influenza sull’anima, lì anche il corpo è sano, anzi
nell’insieme, come nelle sue singole parti, si esprimerà la bellezza morale
dell’anima corrispondente alla sua forma, e ciò accade nella maggior parte dei
casi sul volto dell’uomo, dove tutte le inclinazioni, gli smarrimenti e le
passioni dell’anima si riflettono senza volerlo. Voi non potete leggere il
linguaggio delle linee ondulate e angolate che in ogni volto manifesta lo stato
della sua anima, altrimenti scorgereste, in questo vero specchio dell’anima,
certe cose che, invece di attrarvi a molti uomini, ve ne respingerebbero.
10.
Prudentemente Io non ho permesso che questo
segreto della fisionomia fosse rivelato a tutti, come il Mio caro Lavater[9]
ha immaginato; perché con questa chiara lettura del carattere di ogni persona
sul suo stesso volto, a molti uomini sarebbe reso più difficile il progresso
per il miglioramento spirituale, anzi, a più di uno, perfino reso impossibile.
11.
E così permetto che sotto il manto di un
adulante discorso, oppure di acquisite maniere cortesi, anche un diavolo possa
giungere alla compagnia dei buoni, senza che gli altri abbiano di questo il
minimo sentore; e così, attraverso la parola, la via che porta alla compagnia
non è interrotta, per fare col tempo qualcosa di meglio anche dall’essere
smarrito, cosa che sarebbe impossibile se ognuno riconoscesse subito nei tratti
del viso del suo prossimo, di quale spirito egli è figlio, perché dal maligno
ognuno si terrebbe certamente lontano, e al maligno stesso non rimarrebbe altro
da fare che comunicare con i suoi simili, oppure l’isolamento e la mancanza di
comunicazione lo renderebbero ancora più cattivo di quanto lo era già prima.
12.
Nell’Aldilà, veramente è diverso, lì ogni
spirito conosce l’altro al primo sguardo, così può evitare ciò che è cattivo, e
associarsi a chi lo eguaglia, oppure è migliore di lui. Perciò la grande
difficoltà che c’è là di migliorarsi; perché là il riconoscere è la
prima cosa, come qui sulla Terra la prima cosa è il nascondere.
13.
Perciò, figli Miei, sforzatevi di avere anime
sane, non mettete nessun ostacolo agli influssi dello spirito, lottate contro
tutto ciò che potrebbe insudiciare la vostra anima e potrebbe forse anche
lasciare impronte spiacevoli sul vostro volto.
14.
Siatene certi, queste impronte delle passioni
sul vostro volto, nella vostra forma come nella mano e nel movimento di tutto
il corpo, oppure nella sinistra luce per voi non troppo esplicativa che sgorga
copiosamente all’occhio, non sono in vostro potere, qui non aiuta nessun
nascondimento dei pensieri, per quanto li possiate tener segreti, in altre
parole mascherare. Tuttavia non potete nascondere l’impronta di uno sguardo
cattivo o poco rassicurante, se esso incontra un occhio puro, conscio di nessuna
colpa, toccando in modo sgradevole lo stesso, e poi ammonisce l’anima alla
ritirata, mentre dietro parole e maniere ricche di fiori, sta appostato il
serpente del tradimento.
15.
Perciò sforzatevi di dar salute alla vostra
anima, affinché il vostro occhio possa guardare liberamente in faccia ognuno
chiaramente e senza falsità.
16.
Siatene certi, nell’uomo non vi è nulla di
più grande spiritualmente, che di più lasci riconoscere la sua superiore
provenienza e la sua nobiltà ereditata da Me, come un occhio espressivo, uno
sguardo pieno di mitezza, dolcezza e amore!
17.
Nell’occhio si riflette esteriormente
l’intera natura materiale; dall’occhio l’intero mondo dello spirito emana
raggi, cominciando dai Cieli più alti fino all’inferno più basso.
18.
Finché
porterete nel cuore la Mia parola, finché sarete attaccati a Me e non al mondo,
fino allora anche la vostra anima sarà sana, anzi diventerà sempre più sana, e questo stato di salute
crescerà in modo tale che il corpo, nello stato di precedente salute, è stato
ancora solo un ostacolo per la vostra anima nel suo progredire, dove poi
l’anima, spiritualizzata attraverso il Mio insegnamento, la Mia Parola e la Mia
Grazia, avrà bisogno, come organo, anche di un involucro spirituale e non più
di un involucro materiale.
19.
Quando sarà sopravvenuta questa condizione,
allora Io vi leverò questo carico che avete trascinato durante tutta la vostra
vita terrena, e lo scambierò con un corpo etereo che lascerà trasparire ancora
più sensibile il vostro interiore e assumerà completamente la forma
corrispondente al vostro io interiore.
20.
Diventate perciò, belli spiritualmente, e
nell’aldilà avrete poi, tale e quale un rivestimento spirituale che
corrisponderà alla giovanile e imperitura bellezza del vostro spirito, e
diventerà sempre più bello, sempre più nobile e più trasparente.
21.
Come la malattia del corpo è un disturbo
nelle funzioni dei suoi organi, altrettanto è un disturbo delle funzioni
dell’anima il non vivere secondo le Mie leggi e il non vivere secondo il
Mio insegnamento. L’anima stessa è sottratta dal vero sentiero attraverso la
cupidigia mondana, oppure attraverso le passioni animiche
come odio, collera, ambizione, ecc., ed essa (l’anima) vive un’apparente e non
una vera vita nello spirito; vive per le cupidigie della sua parte materiale,
cioè del corpo, e alla fine con questo diventa essa stessa materiale, perde di
vista la sua intera destinazione e smarrisce così tutto il suo compito e la sua
missione su questo globo terrestre, globo che doveva essere una scuola di
prova, per imparare qui a dominare dapprima le passioni e in seguito ad
eliminarle completamente, per giungere come puro tono spirituale nelle Mie
sfere spirituali.
22.
Essa, l’anima mondana, invece di tendere
verso la salute spirituale, ha preferito la malattia spirituale, e invece di
avere il desiderio di eliminare sempre il male e assorbire nuove cose buone,
nuova vita, ha fatto esattamente il contrario, è passata anziché alla vita,
dalla malattia alla morte! Già con la vita fisica essa invece ha smesso di
utilizzare il corpo per i suoi scopi e spiritualizzarlo, ha perduto tutto il
nobile che Io ho dato come bene fruttifero, ha incarnato in se stessa l’animico, spirituale, ed è diventata puro corpo, oppure,
detto con altre parole, ha commesso su se stessa un assassinio spirituale!
23.
Se poi tutti i mezzi per tirar fuori un’anima
simile dalla sua incarnazione sono diventati impossibili, allora Io sono
costretto a scomporre quest’involucro nel quale una tale anima si è seppellita.
24.
Quale rivestimento avrà essa poi nell’altro
mondo, e quale aspetto avrà, potete facilmente immaginarlo! Certamente non una
veste di luce, perché già su questa Terra non è stata un’amica di questa, bensì
dell’opposto, del materiale, un’amica delle tenebre! –
25.
Qui hai le tre parole istruttive e
ammonitrici per voi e per coloro che un giorno le leggeranno.
26.
Possano tutti riflettere bene su quello che
fanno e su quali vie essi camminano! Le Mie leggi del mondo materiale e
spirituale sono immutabili, e al peso materiale corrisponde il peso spirituale,
ed è così come il Mio Paolo disse: “Come l’albero cade, così rimane a
terra!”. Guardatevi, affinché non cadiate come legno inutile, mezzo
putrefatto, ma come rami e ramoscelli verdeggianti per una vita migliore e più
bella!
27.
Il tronco seccato dell’albero, quando cade, rimane
a terra immobile e senza vita, non ha un germoglio, né un elemento vitale in sé
che possa stimolarlo ad una vita futura, esso si decompone e marcisce, passa in
altra forma ed elementi che, in brevissimo tempo, non conservano più nessuna
traccia della sua forma precedente come parti integranti di un albero.
28.
Non così con i verdi rami e ramoscelli. Se
questi cadono sul terreno umido, dove si trovano ancora per lo meno elementi
nutritivi, allora metteranno facilmente radici nella fertile terra, cominceranno
a sollevarsi, si sentiranno di casa nella loro nuova esistenza, produrranno
foglie, fiori e frutti e, secondo il terreno – così saranno anche i prodotti.
29.
Il nobile del ramo, unito con gli elementi
nobili della terra, trasformerà i ramoscelli caduti in una specie più bella e
più nobile e li guiderà su un gradino più vicino alla loro destinazione.
30.
Così anche voi, Miei cari figli, sforzatevi
di diventare ben sani spiritualmente, eliminate ogni ruggine di malattia
spirituale, e quando alla fine anche voi avrete bisogno di un rivestimento
migliore di quanto non lo sia stato il vostro corpo materiale fino a quel
momento, allora potrete cadere come ramoscelli freschi di vita sul Mio vitale
suolo spirituale, dove l’Amore è il concime, e l’umiltà e l’amore per
il prossimo, la terra, là
stendete le vostre braccia come radici nel terreno e verso il concime.
Lasciatevi innestare, affinché il chicco di grano qui seminato, diventi là un
ramo nobile, e per mezzo della nuova terra il risultato sarà che verranno
frutti ancora superiori e più spirituali. Così poi, sempre di continuo,
mediante le vostre azioni e il vostro amore per Me – nobiliterete sempre
più i vostri frutti, frutti sempre più nobili e superiori, fornendo prodotti
spirituali, vi avvicinerete sempre di più a Colui che vi ha già tanto spesso
nutrito con frutti spirituali dell’altro mondo e vi ha dato la bevanda
dell’eterna acqua della vita per le vostre anime assetate.
31.
Ricordatevi bene che, sotto qualsiasi forma,
Io vi ho propinato anche cibo spirituale, la Mia sola premura è sempre che voi
siate allevati come anime sane, non con malattia carica di morte, ma destinate
alla vita eterna.
32.
Questo con la Mia benedizione paterna, figli
Miei (per il giorno odierno) – del vostro Padre buono! Amen!
۞
Corpo, spirito
ed anima
18 luglio 1870
1.
Queste tre parole sono già state discusse spesso nelle
Mie comunicazioni, e voi avete già un concetto di ciò che sono ‘corpo’,
‘spirito’ e ‘anima’ in generale, e in special
modo cosa significano in senso spirituale.
2.
Ma poiché in
tutte le parole provenienti da Me, sta l’infinito e sempre del nuovo, potremmo
da loro trarre ancora dello spirituale; così vogliamo provare se, anche da
queste parole, possiamo ricavare ancora un altro significato che forse potrebbe
essere importante altrettanto quanto il precedente, oppure ben ancora più alto
e più maestoso!
3.
Poiché i Miei
insegnamenti procedono gradualmente, e la definizione di corpo, oppure di materia, oppure di spiriti legati nella stessa, oppure
– le Mie idee e i Miei pensieri fissati nella materia – corrispondono alla
vostra facoltà di comprensione, allora Io voglio, adesso che siete più maturi e
avete già dato un profondo sguardo nei segreti della Mia Creazione, illuminarvi
proprio questa parola ‘corpo’ da un altro lato, e quindi svelarvi un nuovo
campo per l’ammaestramento della vostra anima e per la conservazione del vostro
spirito, affinché in questo possiate scorgere che, quantunque Io riporti parole
già usate e spiegate prima, posso ugualmente trovar sempre, oltre alle
spiegazioni date in precedenza, ancora altri lati a queste, così che possiate
scoprire nell’argomento nuove meraviglie e nuove dimostrazioni del Mio Amore e
della Mia Sapienza. Sì, se volessi provarlo, allora mostrerei, voltando questa
parola ancora mille volte, sempre nuovi lati al vostro sguardo sorpreso.
Dunque, veniamo al fatto:
4.
Come vi ho
spiegato nelle precedenti comunicazioni, lì ‘corpo’ era sempre
l’equivalente di ‘materia’ e ho dimostrato che nella materia non vi è
veramente nulla di materiale, ma solo un legame spirituale; oppure vi ho detto
che la materia sono i Miei pensieri e le Mie idee fissate che rimangono
racchiusi e incorporati nella materia o corpo finché Io non li ritiro!
5.
Queste
spiegazioni sono tutte giuste, per primo perché significano il vero, e per
secondo perché ve le ho date Io.
6.
Ma se
vogliamo comprendere questo concetto di ‘materia’ o ‘corpo’ da un altro lato,
allora dapprima Io domando: cosa
significa veramente la parola ‘corpo’?
7.
Vedete,
partendo dalla base per poi salire gradualmente in su, lungo la grande scala
delle Mie Creazioni e della Mia stessa Essenza, dobbiamo dapprima stabilire il
concetto di una parola e non fermarci così distrattamente all’espressione della
parola ‘corpo’, senza indicare più da vicino la sua essenza. Ebbene dunque,
cominciamo così come gli scolari, quando imparano a leggere con l’abc.
8.
‘Corpo’,
questa parola indica veramente una cosa separata (a parte) on dimensioni
(estensioni) in larghezza, lunghezza e profondità, che è una cosa finita e
distaccata, esistente per se stessa nel mezzo della sconfinata infinità!
9.
Il corpo è
perciò un qualcosa che occupa uno spazio, ha un rivestimento che separa appunto
il suo essere individuale dall’intero Essere universale generale.
10.
Un corpo però
può, proprio per questo, attraversare tutti i gradi d’intensità e peso, può
sottilizzarsi all’infinito, per voi non più ponderabile, come anche trovarsi
raddensato fino alla più dura specie di pietra come granito o meglio detto
‘elemento della solidità terrestre’.
11.
Esso rimane
sempre un corpo, un qualcosa esistente di per sé, che può assumere diverse
dimensioni, e precisamente in stato vaporoso immensamente grande, però in
condensazioni estremamente piccole, che poi attraverso l’impulso
dell’attrazione e assimilazione dell’affine, possono formare pietre, terre,
mondi, sistemi solari, ecc.
12.
Corpo è perciò, come parola, l’espressione di un qualcosa
di corporeo esistente di per sé, di divenuto, di estratto e separato
dall’Essenza universale, stando lì per sé del tutto indipendentemente.
13.
Il corpo si
può scomporre all’infinito fin dove i vostri occhi e strumenti ve ne consentono
l’estrema percezione, tuttavia esso esisterà ancor sempre, e come grandezza
avrà le sue dimensioni da tutti i tre lati, sebbene per voi non più
comprensibile, tanto poco come i limiti; allora cessa la sua divisibilità, e ha
il suo inizio lo spirituale in esso legato.
14.
Senza corpo
non esisterebbe nessuna Creazione visibile!
15.
Esistono
corpi o materie che sono sì trasparenti e imponderabili, come la luce e
l’elettricità, soltanto che sono tali solo per i vostri occhi, ma non per gli
occhi dello spirito.
16.
Per i vostri
occhi è invisibile tutto ciò che lascia passare il raggio di luce e non lo
respinge dalla sua superficie; riflettete però – voi non vedete gli oggetti e
nemmeno quello che cade su di loro, bensì li vedete solo attraverso il raggio
di luce da loro rimbalzante.
17.
Un raggio di
luce che fugge nell’infinito, voi non lo vedete.
18.
Se dunque
qualcosa ha corpo, ma è molto piccolo nella densità, questo non è esistente per
il vostro occhio, e se non ci fosse l’arte dello scindibile[10] che vi mostra parecchi ‘elementi’ dove credevate di
aver a che fare con uno solo, come ad esempio l’aria nella quale vivete e che
inspirate, la decomponete chimicamente nei vostri polmoni estraendo la sostanza
vitale in essa contenuta e poi espirate di nuovo, eliminando il consumato o
carbonizzato.
19.
Tutti questi
elementi sarebbero per i vostri occhi non esistenti, mentre essi sono tangibili
per il vostro corpo, poiché, quando ‘il sale dell’aria’ oppure, come voi dite,
‘l’ossigeno’ manca, ed è presente solo il ‘carbonio’,
la vita per voi cessa, e ogni essere vivente si abbandonerebbe alla morte se
dovesse inspirare solo quest’ultimo. Tale e quale è anche col terzo elemento
principale dell’aria, l’azoto!
20.
Nell’atmosfera
però vi sono ancora una quantità di altre sostanze, le quali tutte hanno un
corpo, tuttavia per i vostri sensi sono imponderabili.
21.
Ciò che
nell’aria è già denso, si trova raffinato nell’etere; e quanto più l’aria si
avvicina alla Terra circondandola, tanto più essa contiene parti grossolane e
dense. L’aria si condensa nell’acqua in liquido e diventa perfino solida come
ghiaccio, mentre così condensata, senza calore, è diventato un solido, compatto
corpo.
22.
Dall’acqua
partono poi i gradini della condensazione fino ai più densi e pesanti metalli e
pietre del contenuto terrestre.
23.
Queste
sostanze così tirate fuori e separate dall’Essenza universale che sono indicate
col nome di ‘corpo’, rappresentano l’intera Creazione dei Miei pensieri fissati
in ordinata sequenza di gradi. Qui Io, cominciando dal primo atomo
imponderabile, e tuttavia corporeo, ho costruito l’intera successione di cose,
l’una più perfetta dell’altra, fino a Me stesso, attraverso tutti i sistemi
solari e i globi cosmici, fino ai Miei più alti Cieli, nei quali anche i più
tenui rivestimenti dei Miei pensieri creativi hanno certo ancora qualcosa di
corporeo, che tuttavia – misurato con i vostri sensi – sarebbe un qualcosa di
supremamente spirituale!
24.
L’esistenza
di quest’intero mondo corporeo è assicurata semplicemente per mezzo di ciò che,
come gli spiriti affini volentieri si associano, così anche tutte le sostanze
elementari o corpi di natura affine non possono resistere a un grande impulso
della forza di attrazione e, conforme al Mio pensiero creativo in loro
dimorante, si dispongono in certe quantità, stabiliscono talvolta determinate
forme da Me pensate, oppure si mostrano all’occhio corporeo in figure irregolari.
25.
Tutto questo
mondo corporeo, sebbene l’una separata dalle altre, tuttavia legate attraverso
il medesimo vincolo dell’Amore, è il portatore visibile e invisibile dei Miei
pensieri, oppure, la scintilla del Mio Spirito posta in essi , è più o meno
legata.
26.
Ciò che
spinge questi corpi ad attrarsi oppure a respingersi secondo determinate leggi,
per assumere questa o quella forma, è l’impulso che hanno ricevuto da Me
dimorante in essi, ed è veramente lo spirito legato nella materia, poiché
‘spirito’ (qui spiriti della natura) o ‘forze della natura’, come le chiamate
voi, sono le stesse cose.
27.
Lo spirito
è il necessario impulso operante in ogni corpo, per conservare a lungo la forma
che esso si è modellata secondo la sua intelligenza, come l’esistenza
dell’involucro del corpo corrisponde allo spirito ivi contenuto.
28.
Lo spirito,
elevato sopra ogni fugacità come vostra forza naturale, è quello che,
rinchiuso, rende il corpo ciò che esso veramente è.
29.
Se il corpo subisce
una trasformazione, allora lo spirito naturale che in esso dimora, fuoriesce e
si divide in particelle spirituali, oppure si unisce con altri spiriti
(naturali) uguali, per formare uno spirito più elevato sul gradino della Mia
scala della Creazione, rivestendosi poi con un altro corpo in base alla sua
intelligenza.
30.
La materia,
oppure il corpo, precedentemente tenuto insieme, passa poi in parte nella
trasformazione su un gradino verso l’alto, e in parte su un gradino verso il
basso.
31.
Lo spirituale
nel corpo spinge il medesimo alla trasformazione, e lo spirito, seguendo il
proprio impulso, realizza di nuovo un altro pensiero creativo, riportando così
la materia (l’animico) alla sostanza purificata, da
dove essa era provenuta, oppure mediante l’unione con altri corpi più elevati
avvicina gli stessi nel Mio grande universo del perfezionamento come soggiorno
di spiriti intelligenti.
32.
Cos’e
veramente lo spirito?
33.
Con questa
parola s’intende, dopo quanto detto sopra, veramente un qualcosa d’incorporeo.
34.
Anche in
certe liquidità si sviluppa, nel loro più elevato perfezionamento e
dissolvimento, un fluido etereo, sia per via naturale sia per via chimica,
fluido che non è più tangibile con i rozzi sensi, bensì talvolta solo mediante
i nervi olfattivi.
35.
Questa specie
di ‘spirito’ però, non è ancora quello che Io intendo spiegarvi, poiché questo
è ancor sempre un corpo, quantunque di specie fine.
36.
Ciò che Io intendo con ‘spirito’, è
un’emanazione proveniente da Me, una propaggine della Mia potenza divina,
la quale, anche se limita il suo potere nella sua sfera d’azione, tuttavia è
qualcosa di indistruttibile, mai annientabile.
37.
Questi sono
gli ‘spiriti naturali’ che tengono unita l’intera Creazione, che le assicurano
la vera esistenza e l’eterna durata, perché essi, quali emanazioni provenienti
da Me, devono essere immortali, come lo sono Io stesso.
38.
Spiriti, o
corpi legati nella materia, sono gli strati più bassi della Creazione, sono i
suoi pilastri fondamentali; senza di loro non esisterebbe nessun corpo, senza
di loro la luce del Sole si perderebbe nell’infinità, poiché è solo per mezzo
di ciò che essi mantengono i corpi nel loro stato, e questi oppongono così alla
luce una superficie compatta, e più precisamente, in ogni possibile forma essi
operano attraverso la luce – in parte raccolta e in parte riflessa – le
migliaia e migliaia di bellezze della cosiddetta natura muta, verso la
grandezza spirituale piena di vita.
39.
Il corpo
esiste per lo spirito in esso dimorante, lo spirito si manifesta poi come
scintilla del Mio Io nei gradi più elevati dell’organismo vivente, come una
potenza superiore più o meno conscia di se stessa, come ‘anima’.
40.
Esso (lo
spirito) vivifica il corpo e gli dà il grande principio della vita, iniziato
dal più basso spirito rinchiuso che, con le facoltà di elevarsi gradualmente
più in alto e in corpi più elevati formati mediante un’anima vivente, per
essere sempre più consapevole della sua essenza, e poter comunicare la gioia
dell’esistenza anche ad altri esseri.
41.
Così il terzo
gradino della scala della Mia Creazione è la successione degli esseri animati, dove lo spirito già più
libero si è edificato un’altra dimora intelligente nella materia come corpo, in
virtù della quale si può esprimere di più e con la sua dimora materiale
procedere anche più a piacimento.
42.
Questa vita animica comincia negli animali più bassi, i quali oltre al
corpo ingegnosamente organizzato, secondo la loro individualità, hanno ancora
questo per sé, che la maggior parte possiede anche la libertà di movimento.
43.
Il corpo si
presenta qui, già come servitore, e non come un signore nel regno minerale.
44.
L’anima
usa il corpo per la sua conservazione e per i suoi bisogni della vita, guidata
veramente ancor sempre attraverso lo spirito come ‘istinto’ oppure danda[11] della natura, con la quale lo spirito stimola ora
l’anima a questo, oppure a quello.
45.
Un movimento
libero ha per conseguenza sempre un grado più elevato d’intelligenza, poiché se
Io permetto a un’anima di muovere il suo corpo liberamente, allora le devo dare
anche l’impulso su come e quando e per quale scopo essa deve muovere lo stesso.
46.
In questa
serie di gradini la sostanza corporea si va movendo ora liberamente verso
l’alto, sempre lottando verso quei gradini dove lo spirito offre il massimo di
ciò che il Creatore poteva dare alla macchina o al corpo in fatto di ogni
possibile intelligenza spirituale, e alla fine l’anima, conscia della sua
posizione nella Creazione, riconosce la sua origine, che la piccola, spirituale
scintilla divina, racchiusa nell’ultimo atomo, ha elevato se stessa a una
potenza cosciente, e ora, rivolgendo lo sguardo verso l’alto, comincia a
comprendere la sua origine e la sua discendenza dall’Altissimo.
47.
Questa chiave
di volta di tutti i mondi corporei, spirituali e animici,
è l’uomo, che Io ho creato a Mia
immagine e ho posto come compendio tra due mondi, il materiale e lo spirituale,
con l’impulso di spiritualizzare il mondo fisico per mezzo della sua anima, di
aprire al suo spirito dotato di tutte le capacità divine la porta per
l’Altissimo, affinché – mediante il suo influsso – l’anima diventi uno spirito,
e il corpo, invece di essere come finora il suo involucro materiale, un giorno
diventi il suo corpo spirituale, che poi nello spirituale presenta di nuovo
tutto ciò che il corpo possedeva nel corporale, e così, spiritualizzato,
diventi un veicolo corporeo di finissima sostanza – la sua più splendida veste
per il nobilissimo spirito dell’uomo!
48.
Qui, Miei
cari figli, avete la grande serie di gradini della Mia Creazione, dai primi
atomi in formazione e le più piccole monadi, fino alla Mia ultima opera, fino
all’uomo, da dove poi, nella formazione spirituale, la stessa cosa comincia di
nuovo, fino ai Miei ultimi Cieli, dove gli spiriti più puri con i sottilissimi
corpi di luce prendono – per la massima purificazione – la vostra possibile
sostanza corporea dallo spazio della Creazione, come rivestimento delle loro
anime divine, e possono usare lo stesso (rivestimento), come voi potete usare
il vostro corpo che è composto di sostanze grossolane.
49.
È una lunga,
ma certo non impossibile via fin lì.
50.
Applicatevi,
figli Miei, a divenire ciò per cui Io vi ho destinati su questa sequenza di
gradini, questo significa di slanciarvi al punto estremo del corporeo-materiale e per il primo inizio del mondo dello
spirito, dove la porta della luce e della conoscenza si aprirà da se stessa, e
dove scorgerete dinanzi a voi lo spirituale incommensurabile, e dietro di voi
il corporeo mai terminante o ‘mondo dei sensi’, e in mezzo a tutto questo – Colui che ha creato tutto e trova gioia
solo quando le Sue creature che Lo chiamano ‘Signore’ e ‘Dio’,
avranno ora imparato a chiamarLo ‘Padre’.
51.
Quando un
giorno potrete contemplare tutto questo con uno sguardo, allora anche Lui non
sarà più lontano da voi, Lui che, anche se avete sofferto, sopportato e lottato,
vi dimostrerà che senza tutte queste tribolazioni terrene non sareste là, dove
poi godrete veramente, questo significa il sublime concetto di mondo corporeo,
spirituale e animico, un Amore
paterno, come può farvelo sentire solo Colui che qui vuole darvi con queste tre
parole, di nuovo una piccola dimostrazione di quanto Egli desideri che voi –
seguendo i Suoi insegnamenti e lasciando andare tutto il corporeo-mondano,
– aspiriate soltanto ai Suoi godimenti celesti! Amen!
۞
Fanciullo,
ragazzo, uomo, vegliardo
oppure
Inverno, primavera, estate e autunno
oppure
Le quattro epoche della Creazione di mondi e terre
infine
Vita dello spirito, dell’anima, dell’angelo e di Dio
28 luglio 1870
1.
Qui hai quattro parole provenienti dalla vita umana
come anche provenienti dalla vita della Terra e dalla Creazione. Tutte queste
sono suddivise tra loro in periodi. Le prime significano le quattro fasi (gradi
del divenire) di un uomo, oppure i suoi periodi di vita, con riferimento al suo
sviluppo corporeo e spirituale.
2.
Ciò che ora
sarà qui detto dell’uomo, vale, alla sua maniera, anche per i popoli, i quali
devono passare questi quattro periodi nella loro educazione spirituale, così
come i grandi periodi nell’educazione di tutta l’umanità.
3.
Per iniziare
qui conformi alle regole con questi molti significati e spiegazioni, e anche
per terminare razionalmente con l’uno, poi rivolgersi all’altro per spiegarlo,
mostrando col primo la sua relazione spirituale, passando successivamente al
terzo, secondo la medesima sequenza, introducendovi poi nel Mio laboratorio, e
alla fine illuminando ancora altre quattro grandi parole spirituali nel loro
altissimo significato, possiate scorgere il tutto in armoniosa prospettiva, –
allora vogliamo suddividere queste grandi parole che ti qui do in più sezioni,
e quindi con il primo, vale a dire con la spiegazione delle prime quattro
parole, far precedere il lato naturale. E così attendete, Miei cari figli, ciò
che di bello il Padre di nuovo svilupperà qui per voi!
I ) Fanciullo, ragazzo, uomo e vegliardo
1.
Qui avete dinanzi a voi i gradi del cammino di un uomo,
verso l’alto e verso il basso, durante il suo percorso di vita su questa Terra.
Corporalmente va verso l’alto e verso il basso su questa scala, spiritualmente
dovrebbe andare solo verso l’alto.
2.
Il ragazzo o
il fanciullo, nato indifeso, rinchiude la sua anima in una vita di sogno, egli
non sa, e non riconosce nulla, deve prima imparare tutto, perfino i suoi
pensieri, che con lo sviluppo del suo io si moltiplicano, deve esprimerli in un
linguaggio che, inizialmente, è incompleto, poi man mano che il corpo e la
facoltà di comprensione progrediscono, esso diventa sempre più chiaro e caratteristico.
3.
Lo spirito,
quale scintilla proveniente da Me, rimane tranquillo, racchiuso nel più
interiore del cuore; esso stimola solo qua e là l’anima a perfezionare il
proprio corpo secondo la legge, per poterlo usare come strumento idoneo, e
portare per un’altra vita nell’Aldilà il corpo animico
perfezionatosi regolarmente dal corpo terreno trasformato, quando questo non
servirà più all’anima come involucro, ed essa ne avrà bisogno di un altro.
4.
Nel ragazzo o
fanciullo, tutte le passioni dormono ancora, tutt’al più sono il capriccio e
l’ira che si rivelano; queste sono le prime piante parassite che gettano i
tralci intorno al giovane tronco della vita, vi si aggrappano e, se non arriva
un aiuto al tempo giusto, privano l’intero albero delle sue forze, trasformando
i suoi umori e forze in queste due malerbe. Crescendo poi, queste
caratteristiche guastano l’uomo completamente, dovendo egli, come schiavo di
queste passioni, rinunciare quasi del tutto ad ogni progresso spirituale, e
procurano molti dispiaceri a lui e anche agli altri che vengono con lui in
contatto.
5.
Capriccio e
ira sono alcune delle caratteristiche più potenti della natura satanica;
Satana, infatti, a causa della prima, non vuole prendere la via che conduce a
Me, e a causa della seconda non può concedere accesso nel suo cuore alla pur
minima traccia d’amore che lo renderebbe, anziché furente, più mite.
6.
Così accade
al fanciullo, giacché spesso degli sciocchi genitori invece di lottare contro
queste caratteristiche con tutte le loro forze, ancora le sostengono, credendo
che, se non si concede al fanciullo ciò che vuole, lo si danneggi nella salute,
oppure sono subito pronti con la sconsiderata scappatoia: “Il fanciullo non
comprende ciò che vuole; quando sarà più grande, sarà già diversamente!”.
7.
Stolti
genitori! Sì, sarà diversamente; ciò che, come fanciullo, esprimeva con lacrime
e suoni inarticolati, si trasformerà più tardi contro di voi in durezza e
parole offensive, poi con la sua crescita e con il vostro indebolimento, forse
degenererà in azioni manesche, dove riceverete in pagamento la vostra bella
semina così come l’avete meritata.
8.
Il fanciullo,
che si sviluppa a poco a poco come una pianta e vuole stendere sempre di più le
sue braccia fuori del seno materno nel vasto mondo, per afferrare proprio ciò
che sta più lontano da lui, cresce con la conoscenza, e con la conoscenza
crescono le passioni, e con le passioni cresce la voglia di soddisfarle.
9.
Arrivato così
ad un’età in cui questi impulsi d’energia spirituale, animica
e fisica, ancora come mischiati l’un con l’altro, devono essere purificati, si
avvicina la necessità dell’insegnamento e della scuola, il fanciullo dovrà
ricevere un concetto su cosa è bene e cosa è male, cosa è permesso e cosa è
proibito, cosa è virtù e cosa è peccato.
10.
Qui, in questo
stadio di purificazione di tutte le voglie e desideri giovanili, i genitori e
gli insegnanti devono mobilitare tutto per arginare in un severo letto
delimitato, il torrente della baldanza giovanile quasi straripante di tutti i
desideri, passioni e brame, e porre a lui ostacoli, ‘affinché non esca dai suoi
argini stabiliti’.
11.
Qui l’anima
comincia ad imparare la prima assai seria parola dell’uomo spirituale, essa è
il trattenimento delle sue passioni, la forza di opporre ai suoi desideri un
limite, e ai suoi impulsi e suggestioni un giusto sì, oppure un no!
12.
Con la scuola
e con l’esempio dei genitori, quali prime guide, si entra in un campo
successivo, la navicella della vita del fanciullo già più risvegliato nello
spirito e nell’anima, scorre tra gioco e studio, istruzioni e punizioni
nell’adolescenza; venendo in contatto tanto con altri a lui pari, quanto con
altri più elevati o più anziani, la giovane anima è spinta a far domande su
cose che, per la verità, ha ben accettato da bambino senza volontà, ma senza la
convinzione nel suo interiore per la spiritualizzazione del suo stesso io.
13.
Con
l’ingresso in una sfera di vita più elevata, che in realtà è ancora piena di
punti di vista ingannevoli, cominciano le domande: “Ma perché questo? Perché
quello?”.
14.
Conformemente
alle spiegazioni, nell’interiore si costruisce l’uomo spirituale, nel giovane
si muovono alla fine anche gl’impulsi sessuali, si sente attratto dal sesso
femminile, il che nei suoi anni scolastici gli era indifferente, spesso perfino
ripugnante.
15.
Quest’impulso,
così pericoloso per la natura scatenata, è certo uno dei più salutari, poiché
esso frena spesso le passioni più grossolane di un fanciullo viziato, e ciò che
non era possibile alla madre, al padre e all’insegnante, lo frena ora uno
sguardo da un occhio pieno d’amore e felicità d’animo di una fanciulla, la
quale non è conscia che, in questa magnetizzazione spirituale, si compie
qualcosa che è compreso solo nei Cieli, e là troverà un giorno la sua giusta
spiegazione, mentre qui, su questa Terra, si lascia dietro solo una lieve
reminiscenza, purtroppo non permanente.
16.
Con
l’ingresso di questo punto di svolta nella vita del giovane, è fatto il primo
passo verso l’età adulta; l’amore, che il giovane inghirlanda con rose che gli
fa vedere un cielo aperto ma che non può ancora comprendere né afferrare,
questo amore, dapprima rivolto solo all’oggetto della sua inclinazione, lo
guida poi alla consapevolezza dell’uomo e dei suoi serissimi doveri.
17.
Così il giovane impetuoso transita nell’uomo
avveduto, dove le condizioni di vita diventano più serie, ed egli, non vivendo
più da solo, bensì cercando una compagna per la vita, dall’esistenza di singolo
entra in quella della famiglia, nella quale deve combattere di più le sue
passioni in una più seria concezione della sua stessa vita, e dove, per
mantenere se stesso e i suoi familiari, gli si impongono dei doveri di cui da
fanciullo non aveva nessun presentimento, da giovane nessun concetto, e dei
quali solo come uomo può comprenderne adesso tutta la portata.
18.
Come un
gioviale, fresco torrente, il fanciullo saltava
su tronchi e sassi; arrivato in pianura, avendo in sé ancora della sua
velocità dovuta alla caduta tra i monti, scroscia via allegro come torrente
della vita tra rive infiorate, ma sempre più perdendo la sua velocità e,
diffondendosi sempre più nella pianura, scorre verso l’età adulta.
19.
Come uomo, con i suoi nuovi bisogni della
vita, nuove preoccupazioni e nuovi doveri verso la sua famiglia, entra già in
uno stadio dove l’uomo spirituale-animico in lui, formato
sempre di più secondo una determinata legge, ha iniziato la tendenza o verso il
bene, vale a dire la via che porta a Me, oppure l’opposta, ossia la via che
porta lontano da Me.
20.
Così il suo
torrente di vita prosegue, cercando, dubitando, costruendosi un proprio io da
quanto incontrato, diventando sempre più quieto, uscendo glorioso da tutte le
lotte e i dubbi, alla fine, da fiume tranquillo, va incontro lentamente alla
vecchiaia, dove il movimento quasi cessa, e – veramente, come il criceto dovrà
vivere da sé del capitale raccolto durante la stagione estiva della vita,
perché difficilmente sopraggiungerà del nuovo, e tutto ciò che riguarda il
corso della vita umana è fatto fino alla fine con le sue illusioni e le sue
gioie – ora finalmente deve mettere nel granaio il raccolto delle opere
compiute.
21.
Così il
vegliardo si trova al margine di una vita corporea visibile, dietro di sé un
passato che mai più ritornerà, dinanzi a sé un futuro poco chiaro, tra due
mondi, uno visibile e l’altro invisibile, aspettando il momento in cui il suo
tempo di vita andrà a finire, e il pendolo del suo corpo, il cuore, così spesso
agitato, si fermerà!
22.
Ben per il
vegliardo che alla fine, dopo violente lotte e molteplici disagi, si è per lo
meno salvato tanto che la veste della sua anima, anche se non uguale, si è
tuttavia avvicinata al prototipo della Mia immagine; ben per lui se, anche se
tardi, ha ugualmente riconosciuto la sua missione su questa Terra, il suo Dio e
Signore e l’altro mondo; egli aspetterà tranquillo il momento della separazione
in cui saranno scambiati gli abiti, e lascerà il mondo senza timore e senza
rimorsi, perché, anche se tardi, ha trovato il Padre suo, il suo Creatore che
gli metterà lassù, conformemente al suo cuore rimasto sempre fresco, di certo
anche una fresca veste giovanile, affinché là, quale giovane eternamente bello,
e diventando sempre più spirituale, si possa avvicinare sempre di più a Me, sul
gradino del perfezionamento, per diventare del tutto degno del nome – ‘figlio
di Dio!’.
23.
Qui avete la via
del fanciullo, del giovane, dell’uomo e del vegliardo, rappresentatovi in pochi
abbozzi.
24.
Adesso
vogliamo vedere come queste epoche di vita concordano con le corrispondenti
stagioni del vostro globo terrestre, e fino a che punto, inverno, primavera,
estate e autunno, esprimono in modo simile lo stesso spirito con il fanciullo,
giovane, uomo e vegliardo; questo è ciò che dovrete apprendere nel seguente capitolo in un senso
ancora più alto! Dunque:
II ) Inverno, primavera, estate e autunno
28 luglio 1870
1.
Qualcuno qui domanderà: come può l’inverno, dove la
natura è da paragonare piuttosto con la morte, come può l’inverno, dove invece
del calore, quale fonte di ogni vita, domina il freddo, sinonimo di morte, –
come può l’inverno essere paragonato con la vivace natura di un fanciullo, dove
tutto manifesta vita e tutto abbonda di vita?
2.
Eppure, miei
cari dubbiosi, non esiste esempio più bello che paragonare la vita del
fanciullo all’inverno e alla sua vita, e come proprio questo, legato da un
vincolo spirituale, mostri la stessa cosa nella sua essenza.
3.
Aspetta solo
un po’, amico Mio, ed Io ti presenterò l’inverno, creduto così morto, tanto
vivente e tanto caldo, com’è la vita del fanciullo; solamente, non vogliamo
esaminare la cosa dal punto di vista della solita esposizione dei vostri poeti
e letterati, bensì dal punto di vista dal quale Io lo ritengo buono di
considerare la faccenda alla Mia maniera. Ebbene, ascolta dunque:
4.
Vedi, amico
Mio, se tu confronti l’intera vita vegetativa dell’infanzia e la sua vita animica, allora, come ho detto all’inizio, è una vita da
sogno, una vita in cui tutto il bene e il male, tutto il giusto e l’ingiusto,
dormono ancora il profondo sonno dell’incoscienza, sotto il manto
dell’innocenza; poiché innocenza è solo quello stato in cui non si è coscienti
di nessuna colpa, ma anche non si conosce niente, poiché con il riconoscimento
dell’innocenza, la medesima ha cessato di essere.
5.
Come questa
vita da sogno del fanciullo in cui, come in un embrione, tutte le passioni e
tutti gli altri impulsi nascosti dormono tranquilli uno accanto all’altro, e
aspettano solo la condizione migliore del corpo che li racchiude per potersi
poi fortificare e sviluppare, egualmente – vedi, Mio caro amico, quale
opportuno paragone e quanto spiritualmente sia vicino! – egualmente giace sotto
il manto di neve (bianco è appunto il colore dell’innocenza) tutta l’esistenza
futura di una parte del globo terrestre sepolta nel sonno, aspettando solo
finché un potere superiore, il calore del Sole, sollevi questo manto
dell’innocenza, lo annienti, e lasci libero corso a migliaia e migliaia di
forme di vita, affinché ognuna possa, secondo la sua destinazione, agire e
conseguire lo scopo della propria esistenza.
6.
Come nel
fanciullo si manifestano buone e cattive caratteristiche con la formazione del
corpo, così si manifestano nella vita terrena, con la natura risvegliante,
altrettanto l’influsso pacifico e le influenze ostili; all’inizio, come le
passioni nel fanciullo, dimorano tranquillamente insieme sotto il manto gelido
della neve, poi si separano lottando e combattendo, e così, in continua lotta,
vanno incontro alla primavera oppure a un tempo di sviluppo migliore, dove
tutto il vivente su questa Terra si rinvigorisce già di più, resistendo anche
alla lotta degli elementi e altri influssi, e può sopportare la stessa
vittoriosamente.
7.
In primavera
tutto spinge inconsapevolmente incontro alla propria destinazione; la
pianticella diventa albero, prepara tutto per adempiere, un giorno come albero
il suo scopo, e gli animali costruiscono dimore per la loro nidiata, di cui non
sanno ancora la provenienza. – Tutto lavora e tesse; distruggere e riedificare,
cambiar forma e rinascere sono compiti del globo terrestre; è il suo tempo
giovanile che spesso produce deformità e formazioni anomale che non hanno posto
nel circuito dell’ordinario, e più tardi saranno di nuovo eliminate, come nel
giovane le sue sciocchezze e gli sventati errori.
8.
Così la
natura s’inghirlanda nella primavera risvegliata con i fiori più belli, come il
giovane con le guance rosse, e va incontro lentamente all’età adulta, il
periodo della maturazione dei frutti che devono risultare dai germogli e dallo
spingere della primavera, perfettamente nell’intenzione del Creatore.
9.
L’estate, o
l’età virile, è già molto calda, all’uomo scorre il sudore dalla fronte per il
guadagno del suo pane quotidiano; all’albero che porta frutto manca spesso
l’acqua o l’umidità, per nutrire i suoi pargoletti che sono le foglie e i
frutti, e per portare questi ultimi a maturazione.
10.
Proprio così
sta qui l’uomo, spesso disperato lascia cadere le braccia stanche, come
l’albero le sue foglie; una bufera, una grandine, gli strappa i suoi figli, i
frutti prodotti solo con fatica.
11.
All’uomo le
malattie rubano i suoi rampolli, la sua compagna; e dove entrambi, uomo e
albero, non si aspettano più nessun conforto e aiuto, là spesso una tempesta
ammassa nuvole di benedizione e pioggia; quest’ultima si riversa in torrenti
sui campi e prati assetati, feconda e umetta la natura morente, purifica l’aria
e, guarda, l’eterna forza della natura, mai perduta, ridesta di nuovo tutti gli
esseri; la tempesta è superata, parecchie cose sono perdute, ma in compenso con
mille altre sostituite.
12.
Nell’uomo,
quando, piegato dalla disgrazia, non sa trovare più aiuto, quando il tutto,
forse anche l’edificio della religione, edificato dalla giovinezza, è crollato
con la tempesta del destino, allora una chiara scintilla si accende in Oriente;
all’inizio è una piccola stella, ma essa sale sempre più in alto,
s’ingrandisce, diventa sole, Sole di Grazia con la Mia immagine nel mezzo e,
circondato col Mio insegnamento come un fascio luminoso, illumina l’animo
lacerato dell’uomo, versa nel suo cuore, dolcemente, conforto e luce, e fa
sentire, a chi è profondamente provato, forse per la prima volta l’assaggio
spirituale di un Cielo, il presentimento di un Amore divino!
13.
L’uomo si
rialza, comprende la Grazia del Padre suo e benedice i rovesci del destino che
l’hanno colpito, e alla fine riconosce che essi non avevano nessun altro scopo
che condurlo nelle braccia di Colui che le aveva già aperte da lungo tempo per
accoglierlo, e che non aveva nessun altro modo per attuarlo, se non con
un’apparente presunta sfortuna.
14.
Così l’uomo
diventa poi maturo per la vecchiaia, come l’albero matura i suoi frutti per la
stagione autunnale. Alla fine arriva l’autunno, la forza della natura che,
durante l’inverno dormiva tranquilla sotto la coltre di neve e in primavera
risvegliò tutto a nuova vita che fu attiva in estate per portare tutto alla sua
destinazione, si è calata verso l’autunno, è divenuta stanca, ha compiuto il
suo scopo e va nuovamente a dormire.
15.
Le foglie
cadono, l’albero, che di solito stava in pienezza rigogliosa, perde la sua
forma esteriore, e presto, come scheletro e carcassa, mostrerà è vero le
fondamenta di base che portarono tutto il prodotto, ma il bel colore, la
freschezza della vita è passata, l’albero riposa per iniziare in un altro anno
ciò cui è destinato, perfetto come nel passato, oppure però anche all’opposto,
al dissolvimento, avvicinandosi in altri elementi.
16.
Così è
altrettanto con l’uomo, un po’ alla volta va incontro alla vecchiaia;
l’energia, la pronta decisione, comincia a diminuire, il colore del volto si
modifica, l’incanutire dei capelli (annunciando il ritiro del ferro nel sangue,
quale portatore di attività) diviene sempre più rilevante. Il mondo esterno si
chiude sempre di più, e il vegliardo comincia una vita interiore, come l’albero
in autunno, quando anche in lui cessa la circolazione degli umori rinnovati e
prosegue un lento operare interiore, sottratto allo sguardo umano.
17.
Così l’albero
attende la sua destinazione per l’anno successivo secondo la sua attività, se
passarlo come legna per il fuoco o per servire ad altri scopi, oppure se, come
albero, forse nobilitato, portando frutti migliori e più belli, deve procurare
all’uomo nuovamente piaceri fisici e spirituali, fisici con i suoi prodotti
materiali, e spirituali attraverso la sua contemplazione con riferimento al
Creatore e Signore infinitamente buono.
18.
Tutti i
frutti e i prodotti dell’intera natura che servono per nutrimento agli esseri
viventi, passano, con i loro differenti usi, a un gradino spirituale più
elevato, servendo alla conservazione di esseri più elevati, aiutando a favorire
la loro parte corporea e a perfezionare la parte spirituale.
19.
Ciò che sono
i frutti con i prodotti della terra, lo sono presso l’uomo le opere; esse
aiutano chi si trova al limite della vita terrena a costruire il suo io
spirituale, per portare anche lui a un gradino più elevato.
20.
Ciò che qui
vi ho detto, riguardante il regno vegetale e animale tanto come l’uomo nei suoi
quattro periodi di vita, questo ha altrettanto la sua medesima condizione
presso interi popoli e nazioni.
21.
Anch’essi
hanno i loro periodi infantili, giovanili, virili e senili; sono guidati da Me
un po’ alla volta sulla via della conoscenza, attraverso sventure, guerre,
malattie devastanti ed eventi d’ogni genere, finché anch’essi raggiungono la
loro altezza spirituale e possano elevarsi, singolarmente come individui,
oppure nell’insieme, come nazioni, in sfere superiori, secondo come era la loro
propensione nell’osservare i Miei consigli e ammonimenti, laddove poi un popolo
giungerà prima alla maturità, l’altro più tardi.
22.
Qui avete la
seconda serie di parole del nostro titolo – inverno, primavera, estate e
autunno; – adesso vogliamo slanciarci a un punto di vista superiore e da
lì, al par di Me, osservare la Mia Creazione nella sua graduale attività, dove
poter contemplare più chiaramente di nuovo il Mio Amore e la Mia Sapienza che
mira solo alla felicità dei Miei esseri creati!
III ) Le quattro epoche della Creazione di mondi e terre
29 luglio 1870
1.
Poiché tutto, ciò che Io faccio, accade sempre solo
secondo uno e lo stesso principio di base, ed è determinato come un atto
creativo, a produrre qualcosa di corrispondente allo scopo, e secondo questo
principio di base sviluppare tutto il resto gradualmente e, perfezionandolo,
deve ricondurre tutto nuovamente a Me, – così è anche in questo caso l’intimo
rapporto tra i due capitoli in precedenza citati e questo attuale, dove vi
mostrerò di nuovo ciò che prima, allo stesso modo, è stato presentato nei quattro
periodi della vita umana, e poi nelle quattro stagioni o epoche di sviluppo e
maturazione. Solamente, che qui è stato eseguito in dimensioni più grandi e in
eoni e eoni di tempo, prima che i gradini già citati potessero affacciarsi alla
vita.
2.
Ho fatto precedere
gli altri capitoli, perché, standovi più vicino, erano per voi facilmente
comprensibili, così da poter poi entrare più rapidamente in questo terzo punto
e raccapezzarvi meglio.
3.
Come
nell’infanzia avete visto svilupparsi la vita spirituale-animica
per grandi cose future, e come nell’inverno sotto la coltre di neve tutto il
vivente e vegetante attende la sua liberazione, così un giorno anche nello
spazio infinito tutto era confuso, mischiato e in un persistente stato di
quiete, finché la Mia potente Parola lo risvegliò dal suo sonno all’attività.
4.
Le Mie
idee e pensieri della Creazione, partendo dal più semplice, posero di nuovo
in ogni semplicissima cosa, la facoltà di generare dalla stessa, innumerevoli
sue pari, esse erano quelle che diedero il primo impulso all’infinita massa
eterica, dove finora tutto dimorava tranquillamente insieme, senza brame
attrattive o repulsive; – e quando la Mia Volontà diede loro il primo impulso,
allora cominciò il divenire, l’associarsi del simile col simile e la
repulsione del diverso.
5.
I singoli
elementi si separarono, spinti da forze spirituali, oppure si riunirono sotto
Mie determinate leggi di ordini corrispondenti; iniziò la vita, il
formarsi da sé. Ciò che prima giaceva nell’etere ancora scomposto, senza limiti
di larghezza, lunghezza e profondità, cominciò a formarsi, a modellarsi. Anche
qui cominciò il corrispondente processo dell’infanzia, oppure, lotta degli
elementi sotto la coltre di neve, non appena il primo raggio dell’impulso
spirituale risvegliò le anime infantili, oppure, non appena il primo raggio di
Sole che riscalda e porta vita, ruppe il gelido guscio della neve, dentro il
quale milioni di vite vincolate attendevano la loro liberazione.
6.
La grande
primavera del divenire cosmico prese il suo inizio, e i mondi, i globi cosmici
e i soli entrarono nell’infanzia, dove non tutto era ancora separato, dove
ancora dei processi di fermentazione eliminavano le loro parti turbolenti dal
Sole principale o Sole centrale, le quali poi, attraverso lo stesso processo
diventarono soli più piccoli, e questi, dopo lunga frammentazione e
separazione, divennero singole parti ancora più piccole per essere terre
orbitanti intorno ad essi come fanciulli.
7.
I soli
mondiali nella loro immensa grandezza dovevano, detto in senso figurato,
attraversare tutto lo stato infantile. Non quietamente, ma con violente
perturbazioni dovevano percorrere il loro processo evolutivo, attraversare
rivoluzioni nel loro interiore come sulla loro superficie, il ché modificò
sempre sia il loro interiore sia il loro esteriore, come nel giovane le potenti
passioni della sua natura giovanile lasciano indietro tracce nel suo interiore
spirituale e nell’esteriore corporeo.
8.
Così proseguì
la lotta, con distruzione di cose già divenute e il loro rinnovamento in un gradino
superiore, – tutto spingendo in avanti, finché alla fine fu stabilito un
equilibrio tra l’interiore e l’esteriore, e i soli mondiali come quelli
secondari e le loro terre passarono nella loro età virile, dove subentrò un
percorso regolare del loro processo di vita, e i violenti sconvolgimenti e
distruzioni un po’ alla volta dovettero far posto a un ordine regolare, e da
dove, sempre portando in sé l’impulso verso il perfezionamento, tutto lo
spirituale vincolato attraverso la materia, nei mondi e soli modificò un po’
alla volta le sue forme e i suoi involucri, e così attraverso molti milioni di
gradini, tutto andò incontro alla sua superiore meta spirituale.
9.
In questo modo anche i mondi, soli e terre, dopo lunghi grandi spazi di
tempo, entreranno nella vecchiaia, dove poi la maggior parte della forza vitale
sarà consumata e trasformata in elementi spirituali, la materia modificata –
uguale all’albero quando ancora c’è solo il suo scheletro senza foglie e frutti
– e nell’uomo il corpo consumato non può più servire come dimora e strumento
alla sua anima progredita, essendo la rigida materia solo un impedimento allo
spirito raffinato.
10.
Così andrà
quindi con i mondi, soli e terre; se un giorno avranno accresciuto la loro
attività fino al punto che nella veste esteriore degli stessi tutto sarà
consumato, e resterà solo il grande e potente impulso nell’interiore che
costringerà ancora di più a procedere ulteriormente, allora anche questo
complesso spirito interiore dei grandi mondi, come l’anima nell’uomo, disperderà
il guscio divenuto inservibile, guscio che finora è servito come rivestimento e
organo dell’attività, e da questo sarà creato più spiritualizzato e
perfezionato un sistema superiore di mondi, soli e terre, dove in confronto a
questo, l’attuale Creazione si comporterà in futuro come la scoria col ferro,
il quale ha eliminato la prima da sé, perché questa, in relazione al ferro e al
suo impiego, non è più adoperabile.
11.
Queste sono
le grandi epoche della Creazione, come procedono da eternità nello spazio
infinito e ciò che eseguiranno fedelmente secondo il loro scopo dopo spazi di
tempo per la cui durata voi non avete nessuna cifra, e per la quale non vi è
possibile pensarne alcuna, durante la quale si compirà la Mia Volontà.
12.
All’attuale
Creazione materiale ne seguirà una spirituale, come ne segue una spirituale alla vita umana terrena, dove anche i
prodotti e gli esseri viventi, dopo tale cambiamento, avranno un’esistenza
corrispondente su un mondo edificato su gradini superiori.
13.
Adesso voglio
mostrarvi un’altra scala spirituale ancora più alta della precedente, e questa
scala dello spirituale e suprema, fino a Me stesso, si chiama: “Vita dello spirito, vita
dell’anima, vita dell’angelo e vita di Dio”
IV ) Vita dello spirito, vita
dell’anima, vita dell’angelo e vita di Dio
29 luglio 1870
1. Con vita
dello spirito Io intendo veramente
la vita di tutti quegli spiriti, o forze della natura, che determinano la
coesione dell’intero universo materiale, o la stabilità di tutti i metalli,
pietre e terre e la loro durata.
2. Questi spiriti, che
costituiscono in ogni cosa i veri portatori di tutte le forme, di tutti i
prodotti come di tutti gli esseri viventi, all’infuori degli abitanti di corpi
celesti a Me somiglianti, sono su differenti gradini, secondo la loro
intelligenza certamente pure scintille divine messe da Me stesso in tutto
l’esistente; quindi, gli stessi determinano l’esistenza delle cose e il loro
perfezionamento, salendo da un gradino all’altro verso l’alto. Essi però non
sono ancora personalità, bensì solo intelligenze, in quanto agiscono sulla
materia nella quale essi sono legati per la sua esistenza; e ad ogni gradino
esistenziale più elevato lo diventano ancora di più, quindi dapprima presentandosi
come impulso, e più tardi come anime di animali, passando un po’ alla volta in
un essere spirituale cosciente di se stesso.
3. Questi spiriti nel grande
Regno spirituale sono ciò che nel fanciullo sono i sonnecchianti impulsi e
passioni, e gli embrioni giacenti sotto la neve, tanto giacenti nei semi delle
piante come anche nei germi animali, sono i primi inizi che attendono solo il
primo impulso per iniziare la loro vita e la loro attività, sforzandosi poi di
salire dagli strati più profondi per giungere all’adolescenza, fino a che sono
guidati come anime più consapevoli, tuttavia ancor sempre al guinzaglio del
generale grande spirito della natura che spira attraverso tutti i mondi e
spazi, e incita tutto il Creato ad adempiere il suo scopo, e a voi è conosciuto
come istinto.
4. La vita animica comincia in una già più limitata compiuta
forma, e le è già data la proprietà della riproduzione mediante semi o
procreazione, e più è alta nella vita animale, anche più o meno le è dato
libero movimento.
5. Essa è come l’adolescenza
con i suoi impulsi e per apprendere caratteristiche come preparazione per
arrivare all’uomo, al punto culminante di quest’esistenza.
6. La matura pianta o albero
ha germogli già più elevati, e l’anima in essi dimorante stimola già verso
qualcosa di più elevato, verso la transizione al regno animale. Essa è però
ancora legata saldamente alla zolla di terra. Esistono certamente anche alcune
erbe e piante rampicanti cui è proprio perfino un movimento che le spinge in
avanti, e questi sono perciò i più prossimi passaggi per il libero e vivace
regno animale. Le anime degli animali, cominciando dai primi molluschi e
animaletti infusori, fino alla scimmia – l’animale che sta più vicino alla
vostra forma, ma solo alla vostra forma, non alla vostra anima – spingono tutte
già verso il perfezionamento, in un certo grado, hanno anche questa
caratteristica, di lasciarsi perfezionare, e anche lo raggiungono, specialmente
quanto più stanno vicino all’uomo e vengono in contatto con lui.
7. Esse nobilitano la loro
intelligenza sempre di più e anche dopo la loro morte vanno incontro alla loro
destinazione con passi più veloci delle anime che stanno più lontane dall’uomo,
come per esempio gli animali che vivono nelle profondità dei mari e dei laghi e
nelle più fitte foreste e regioni selvagge, i quali, invece di provare una
propensione per l’avvicinamento all’uomo, sono di questo i più grandi nemici, e
invece di deliziarsi e scaldarsi nella sua vicinanza, attentano perfino alla
sua vita.
8. La maggior parte delle
altre anime animali sono dotate di tanta intelligenza, quanta ne è possibile
per avvicinarsi a voi uomini, e se voi sapeste quanto amore, dedizione e
docilità si trova spesso in tali anime, le quali si sentirebbero felici se un
alto spirito umano si occupasse di loro, certamente vi stupireste che simili
caratteristiche siano presenti in queste bestiole, tanto che parecchi uomini si
vergognerebbero e sarebbero indotti a ritirare sommessamente la loro stolta
idea di essere i dominatori di tutto il Creato.
9. Tutto questo regno animico, con i suoi milioni e milioni di differenti
gradazioni, è come la fine dell’età giovanile che preme alla maturità
dell’uomo, o carattere virile, e lì trova il suo punto fermo su tutte le terre
nell’ultimo creato, ma già abilitati con pure facoltà spirituali e
caratteristiche umane, come immagine di un eterno Dio tutto abbracciante.
10. Qui e in tutte le
creazioni materiali, l’uomo termina la serie di gradini spirituali, e con la
sua lotta verso l’alto e attività spirituale – dovendo spiritualizzare la sua
anima, per salire sempre più in alto come essere spirituale – va incontro alla
via per raggiungere la vita angelica, una vita che corrisponde, nel
senso spirituale, all’età virile, dovendo là eseguire compiti più grandi, più
seri, e precisamente non più per se stesso, ma per molti altri milioni di
esseri spirituali, per il cui progresso spirituale deve essere provveduto.
11. Questo corrisponde alla
vita familiare dell’uomo, quale il più grande semenzaio per i figli di Dio.
12. Per questo gradino della
vita angelica sono però predestinati soprattutto gli abitanti della vostra
Terra, mentre tutti gli altri esseri umani viventi e abitanti su altre terre e
mondi solari, se vogliono divenire figli Miei, devono sopportare questa via
dell’incarnazione sulla Terra; poiché all’infuori di questa per Me non ne
esiste nessun’altra, ciò significa alla Mia più prossima vicinanza, dove poi
Io, come corrispondente alla vecchiaia umana, quale Spirito perfetto vivendo
solo nella Mia più intima Essenza, sono il Polo finale stesso e il Punto
culminante di tutto il Creato, di tutto l’esistente e di tutto il vivente.
13. Questa è dunque la vita
di Dio, una vita per sé, e certo – attraverso tutti – per tutti, il punto
centrale, il punto finale e anche, come mostrato in precedenza, il punto
iniziale, immaginando la Mia azione e la Mia potenza come la forma di un
cerchio senza fine, partendo tutto da Me, passa tutte le fasi (gradini) dei
possibili cambiamenti e poi sempre ritorna più nobilitato nuovamente a Me.
14. Qui avete quindi i quattro
gradi della vita spirituale: nella materia legata come incosciente, nell’anima
come attività cosciente, nello spirito come liberamente lasciata a se stessa, e
in Me come Dio, Creatore e Signore dell’intera Creazione, quale solo governante
e reggente, e più precisamente rappresentando anche questo gradino altissimo
come il più nobile e sublime, invece di maneggiare come un giudice inesorabile
le redini di tutte le cose create, opero solo con le più dolci caratteristiche,
e precisamente come Padre, tenendo unito tutto solo con Amore, abbracciando
tutto, e così con dolcezza, riconducendo tutto al Mio Cuore paterno!
15. Comprendete perciò bene,
figli Miei, dopo che vi ho srotolato qui un po’ alla volta tutta la Creazione
come un immenso panorama, quale posizione voi occupate in questo Regno
spirituale di esseri e spiriti viventi.
16. Comprendete la vostra
posizione, comprendete per che cosa siete stati prescelti e perfino con quale
sacrificio Io vi ho pagato, per far di voi, tra miriadi di esseri, ciò che il
Mio Amore paterno vi ha destinato!
17. Aspirate all’adempimento,
afferrate la Mano paterna che vi vuole innalzare a Sé del tutto nelle Sue
vicinanze; questa Mano paterna vi vuole risparmiare tante vie gravose e
interminabili, affinché arriviate assai presto da Chi non conosce nessun’altra
gioia che vedere rispecchiarsi tutta la Creazione delle Sue grandi idee e
pensieri, nello spirito e nei cuori dei Suoi figli, e come ricompensa per tutto
ciò che ha fatto, Egli desidera da voi solo il riconoscimento e solo il diritto
che possiate correre incontro a Lui esclamando: “Padre! Chi siamo che Ti
ricordi di noi!”.
18.
Affinché Io, stendendo come Padre
le Mie braccia verso di voi, possa rispondervi: “Voi siete quelli per cui vi ho
creato! Vale a dire, per essere
figli Miei!”. Amen. Amen. Amen!
۞
Fanciulla,
ragazza, madre e moglie
4 agosto 1870
1.
Poiché
la tua compagnia è in maggioranza del genere femminile, e proprio questo genere
ha tanto essenziale influsso sull’educazione spirituale dei Miei figli, allora
voglio, per amor di queste tue sorelle, dare anche a loro alcune parole,
affinché le une riconoscano cosa veramente avrebbero dovuto fare, e le altre
possano tenere in considerazione ciò che a loro rimane ancora da fare, in parte
per meritare il nome di figlie Mie, in parte per operare così che tutte le
anime che metterò loro nelle mani possano essere guidate, secondo la Mia più
alta disposizione, anche sulle Mie vie. Ora dunque alla faccenda:
2.
Vogliamo iniziare, come col precedente dettato, in quattro parti, vale a
dire con la giovinezza, ossia con il primo stadio come fanciullo, oppure – espresso
secondo il sesso – come fanciulla.
3.
In primo luogo, dopo la nascita, dove non esiste nessuna differenza
sessuale riguardo a impulsi e passioni, dove solo la vita vegetativa è del
tutto predominante, qui nel fanciullo o nella fanciulla non si mostra
nessun’altra differenza che solo nella disposizione fisica; mentre nella
fanciulla predomina l’organismo più debole, più quieto, sofferente e passivo,
nel fanciullo traspare già il temperamento impetuoso e vivace che più tardi
darà allo stesso il suo carattere, in confronto di quello più tenero e più
debole della fanciulla.
4.
Quest’età è dunque nei due sessi la stessa; tutte le passioni e virtù
dormono quieti il sonno dei giusti, finché altre condizioni li risveglieranno
alla separazione e alla lotta, dove poi altrettanto nella fanciulla sono i
capricci e l’ira, le prime due maligne caratteristiche, le stesse che si
manifestano, come lo abbiamo mostrato, nel fanciullo.
5.
Ciò che lì ho detto su questi due impulsi, vale anche per la fanciulla,
solo che qui il capriccio è una passione ancora più pericolosa; mentre
il fanciullo negli anni a venire possiede più forza di volontà per domare prima
questa caratteristica, la fanciulla, più debole, non può resistere
all’incitamento e quindi è anche confermata ancora più facilmente in tutto il
suo fare, perché, come sesso debole, trova ovunque compiacenza. La compiacenza
verso i suoi capricci, però, più tardi preparerà alla ragazza e madre cattive
ore, venendo essa in contatto con l’altro sesso che, da Me stesso, è stato
stabilito per dominare, e non per essere dominato. Questo è
quanto, su queste due caratteristiche.
6.
Chi delle tue sorelle dovesse educare dei fanciulli, tenga ben conto di
queste due erbe velenose. Poiché, per quanto la donna sia stata creata per
stabilire, ovunque si presenti, la pace e la benedizione tra animi eccitati,
altrettanto al contrario può cambiare il più bel Cielo in un inferno, se lei
stessa non ha la forza di domare queste caratteristiche maligne. Dalla qual
cosa derivano poi le più cattive conseguenze, non solo per la capricciosa e
collerica donna stessa, ma per i propri figli e nipoti, cui essa trasmette come
un danno cancerogeno.
7.
Ciò che nel fanciullo, col suo avanzamento negli anni, la voglia di
lottare, il voler essere più forte degli altri e il dominare sui suoi compagni
è un’inclinazione preferita, questa passione nella fanciulla è, all’opposto, la
vanità. Il fanciullo vorrebbe essere considerato come il più forte, il
più agile e più intelligente dei suoi compagni di gioco, ed essere temuto come
tale, la fanciulla invece vorrebbe essere la più bella e la più ben vestita (e
più incantevole) tra le sue amiche; la prima passione si trova veramente anche
nel fanciullo, ma è una passione di gran lunga non così pericolosa com’è quella
nella fanciulla, poiché in lei, tal gelosia, ha una portata molto più grande.
8.
Essa, la
gelosia, è la passione peggiore e più terribile che scaccia
dall’animo femminile tutte le caratteristiche migliori, legandosi con odio,
collera e vendetta, ed è così, come dissi un giorno in una Mia parola: “Se
volete vedere Satana in persona, allora guardate solo una ragazza vanitosamente
acconciata, oppure una donna gelosa!”
9.
Sì, una donna che si lascia dominare solo dalle passioni, è una furia in
persona. Poiché nell’uomo, nonostante il sentimento di vendetta ed ira, domina
di solito di più la ragione; nella donna invece non c’è più nessun pensiero
razionale, ma solo il cuore, la sede di tutto il più nobile o di tutto il più
cattivo, è il conduttore e portatore di tutte le sue trame e i suoi progetti.
10.
Una donna, specialmente quando è in una posizione favorevole, per dar
forza alle sue passioni, è in grado, se le fosse possibile, di devastare la
Terra intera, e sarebbe capace di guardare con sguardo gelido lo scorrere di
fiumi di sangue e lo spargere ovunque miseria; se ora la sua vendetta è
soddisfatta, se solo la sua presunta ambizione lascia poi, nella sua anima
satanica, la dolce consapevolezza: tu sei vendicata!
11.
Guardate la storia dell’umanità del vostro globo terrestre, come, da quando
il sesso femminile ha smesso di essere il subordinato, da quando ha cominciato
ad uscire dalla sua vita domestica, dalla sua stessa sfera, quanta sventura ha
sparso sull’umanità, sia nella vita familiare, sia nella vita dello Stato,
mentre proprio per questo sesso era stata da Me pensata la palma della
vittoria! Grazie al suo potere passivo della dolcezza sulle passioni
impetuose del maschio, adesso trionfa con le arti di Satana, istiga e induce
l’uomo, anziché alla vittoria attraverso l’amore, alla decadenza e alla
completa rovina per la sua ambizione; cosicché Io devo ora di nuovo intervenire
per liberare l’uomo da queste ferite con spine e da Me dovevano essere le sue
catene di rose, e per espellere dal cuore femminile queste cattive e maligne
passioni mediante miseria, povertà e malattia, affinché la Mia Creazione
ritorni nella sua giusta direzione, nella quale la donna deve essere il
sostegno (aiuto) dell’uomo, la pacificante, e non la parte imperiosa e la sola
dominatrice su questa Terra.
12.
Vi ho premesso tutto questo, per mostrarvi dov’è arrivata veramente
questa stirpe femminile da Me dotata con tante nobili caratteristiche, e che
solo in pochi cuori hanno posto ancora dei sentimenti migliori dell’ambizione e
della vanità.
13.
Vi ho mostrato come una scintilla, poco considerata nella giovinezza,
possa diffondere un giorno intorno a sé funeste sventure per l’incendio
attizzato, affinché vediate da che cosa dovete guardarvi voi stessi, e da che
cosa dovete proteggere i vostri fanciulli.
14.
Ora vogliamo considerare l’immagine da un altro lato, vale a dire come
veramente Io creai la donna, come in lei misi dentro tutto, per non essere
d’impedimento al Mio scopo!
15.
Voglio adesso presentarvi la donna nelle sue quattro età come dovrebbe
essere, come solo su questa via lei possa giungere alla Mia figliolanza e così
corrispondere del tutto alla sua missione su questa Terra.
16.
Ciò che è necessario per l’educazione, ve l’ho già accennato all’inizio.
Cercate di mantenere mansueto il cuore di una fanciulla, destate in lei
per tempo l’amore, l’amore che tutto placa, per Me e per il prossimo; destate
in lei la compassione, poiché se un cuore impara a sentire la sofferenza
di un’altra persona, allora cerca anche di aiutarla, per quanto gli sia
possibile. La compassione mantiene il cuore tenero e pronto a portare
aiuto dove può, allontanando molte altre cattive brame e pensieri che,
altrimenti, occuperebbero un cuore orgoglioso dove vi è posto solo per se
stesso.
17.
La compassione conduce al rispetto, all’uguaglianza con il prossimo, ed è esattamente il contrario
dell’orgoglio che domina l’illusione di essere qualcosa di meglio degli altri.
18.
La compassione, questo fiore proveniente dalla corona dell’amore per il
prossimo, addolcisce la vita, attenua ogni dolore e conforta in ogni situazione;
– e a chi ho dato Io proprio più mezzi per esercitare il più efficacemente
possibile questa compassione?
19.
Non vi ho dato, Mie amabili figlie, le più belle e morbide forme, dolci
tratti del viso, occhi pieni di sentimento, al cui sguardo, toccato dalla
compassione fino alle lacrime, nessuno del sesso più forte può resistere?!
20.
Non vi ho concesso una voce dolce, il cui suono carezzevole doveva
alitare balsamo sulle altrui ferite?
21.
E com’è adoperato tutto questo dalla maggior parte di voi? Io devo
distogliere il Mio sguardo da questo quadro che ora potrei esporre dinanzi ai
vostri occhi, se volessi descrivere cosa è fatto adesso con questi doni divini,
e davvero non a Mio onore! Ora però basta con questo, ritorniamo alla nostra
donna come Io la creai.
22.
Vegliate dunque su queste pericolose caratteristiche nel cuore giovanile
di una fanciulla. Una volta diventata giovinetta sarà troppo tardi – anche solo
il pensarlo – di estirpare impulsi mal diretti; poiché lì, in
quest’infiorescenza, il cuore femminile conduce a vele spiegate le sue passioni
incontro ad un lui non ancora chiaro, dove lei vede realizzate, come madre e
compagna di vita di un uomo, o tutte le sue belle idee di una vita domestica, e
così nel porto di una vita familiare potrà pensare ad altre gioie, oppure dove,
delusa in tutto, dovrà provare la nuda verità che forse non aveva mai sentito
proprio dalla bocca di colui, dal quale prima aveva creduto che le sarebbero
venute incontro solo latte e miele; e se nei fatti è così cambiato, allora ciò
sarà un giusto compenso per l’errata educazione che ha ricevuto da fanciulla e
da ragazza, la cui colpa dovrebbe cadere più sui suoi genitori e meno sul suo
capo.
23.
Ma proprio per l’aggravio della colpa altrui si diventa giudiziosi, e
così la dura realtà mitigherà forse le passioni di una sposa novella che, come
madre, resa accorta proprio grazie all’esperienza, non educherà i suoi figli
così come fu educata lei stessa.
24.
Così Io di nuovo guido sempre gli animi smarriti attraverso le proprie
spiacevoli esperienze là, da dove prima non dovevano allontanarsi.
25.
La madre al letto del figlio ammalato guarda poi in alto a Me, e
distogliendo il suo cuore dalle vane cose del mondo, rientra nel suo interiore
e qui vede spesso con un brivido come le sembri devastato e vuoto. Questi sono
i suoi giorni di prova, i suoi giorni di rassegnazione (superamento di se
stessa), e così, mentre da giovane credeva che nel matrimonio proseguisse più
che mai il divertimento mondano, essa vi trova, invece che nottate passate
vegliando con piaceri e danze, giorni senza gioia, notti piene d’affanni e
preoccupazioni di portata mai immaginate.
26. L’occhio, un giorno umido di
lacrime di gioia che, al compagno della vita, inviò il primo sguardo d’amore,
adesso è forse di nuovo altrettanto pieno di lacrime al letto della malattia o
morte di un prediletto; le lacrime di gioia l’allontanavano da Me e dalle Mie
parole, le lacrime di dolore sono invece nuovamente le prime guide che la
riportano a Me. Poiché Io sto nella stanza solitaria spesso accanto ad una
madre in lutto con braccia aperte, vedo sanguinare il cuore materno, vedo
precipitare le sue speranze come un castello di carte, e – o gioia paterna! –
dalle rovine delle speranze crollate spunta fuori un fiore celeste; è il fiore
della fede e della silenziosa rassegnazione alla Mia Volontà.
27.
Ciò che non è stato possibile con gioie e divertimenti mondani, ciò che
è rimbalzato invano agli orecchi sordi della fanciulla e giovinetta, qui al
letto di un figlio malato fiorisce, – ciò che perfino l’amore non poteva, l’ha
compiuto la paura, essa Mi ha restituito un cuore che, in altre circostanze,
sarebbe andato perduto.
28.
Ora conoscete, Miei cari figli, le Mie intenzioni, e come Io so guidare
anche i Miei figli non così facilmente arrendevoli!
29.
Io permetto spesso a molte del vostro sesso di vacillare nella grande
confusione della vita da un divertimento all’altro, da un godimento all’altro.
Soltanto, siatene certe, quando Mi preme di salvare un’anima, allora adocchio
il momento, e l’uccellino che prima svolazzava così libero e lieto nell’aria
dei divertimenti, siede poi lì, abbassa le ali e li dimentica completamente per
alzarsi da terra, perché proprio a terra è attaccato ciò che a lei era più
caro.
30.
Così la madre prosegue sulla sua via spinosa, e raramente è ricompensata
per ciò che ha sopportato per i suoi figlioli, ma proprio per questo,
riconoscendo meglio di tutti le futilità del mondo e le sue idee e abitudini
assurde, si volge poi un po’ alla volta a Me, – e quando un giorno tutte le
inquietudini sessuali si sono quietate, allora anche la donna comincia a
trovare un miglior sostegno, o nel compagno della vita, prima non tanto
considerato, o cerca sostegno solo presso di Me, dove troverà anche aiuto e conforto
a sufficienza.
31.
Perciò, Mie care figliole, voi, che per la maggior parte siete già
passate sul sentiero delle lacrime e della sofferenza, voi, cui ho usato
misericordia rendendovi partecipe della Mia parola, non scoraggiatevi! Il
vostro passato non sarà da Me messo troppo in conto, come alcune forse credono,
e il vostro futuro ve lo voglio addolcire per quanto Mi è possibile, affinché
non dobbiate dimenticare Me e i Miei insegnamenti!
32.
Questo vi sia detto per consolazione da Colui che vi ama e vi benedice
altrettanto come tutti i Suoi figli! Amen!
۞
4 ottobre 1870
1. Dopo che hai letto ieri in un libro spiritico[12] queste tre parole, e non ti
escono dalla testa, allora voglio darti, su tua preghiera, anche alcune parole
su questi tre importanti attributi che sono molto necessari, specialmente per
te e per la tua intera compagnia; infatti, anche voi mancate in fede, ancor di
più in fiducia, e certezza quasi non ce n’è. Così ascolta dunque:
2. La fede, questa
bella e nobile parola, la quale esprime che l’uomo, oppure il suo essere
spirituale, si dona completamente a ciò che ha afferrato come verità, e su
questa edifica il suo futuro comportamento per conservare la sua pace,
basandovi le sue future beatitudini – questa fede, quanto pochi la possiedono,
e se anche si trova nei singoli, quanto è minima la sua dose!
3. La fede è la base
fondamentale in tutto, come ho detto solo poco fa nelle Mie parole al tuo
dubbioso amico. Senza fede non esiste nulla che possa essere motivato
spiritualmente. La fede, nei primi concetti del fanciullo, è il primo vincolo
che lo lega a sua madre e al suo mondo. Ciò che la madre mette nel cuore del
fanciullo, vale a dire al suo fiducioso spirito che ha grandi aspirazioni, egli
l’accetta e vi crede; egli è convinto che sua madre gli dichiari solo la
verità, ne ha ferma convinzione – stretta da vincoli spirituali e corporei –
come l’unica accettabile, mediante la quale è in collegamento con lei e con il
mondo circostante. La fede, in queste prime verità impresse è spesso così
incessante che, se è pura e sincera, dimostra la sua forza anche negli ultimi
giorni della vecchiaia, e l’uomo non dimentica gli effetti che gli fecero i primi
insegnamenti trasmessi negli anni giovanili che egli accolse infantilmente del
tutto come venienti da sua madre, e nel suo cuore li custodì come i primi
tesori spirituali.
4. Così molti di voi uomini
esclameranno spesso: “Oh, bel tempo la prima giovinezza, quando io,
ingenuamente, ascoltavo i racconti istruttivi di mia madre e accettavo tutto
per vero, anzi, non era possibile altrimenti; ciò che lei allora mi metteva nel
cuore, ancora oggi, nonostante tutte le avversità della vita e le esperienze
avverse, è nondimeno non cancellabile da questo”.
5. Sì, la fede, questa virtù
di dipendere con infantile semplicità a ciò che si riconosce come verità,
proprio questa fede è il primo fondamento che introduce l’uomo nel tempio della
pace e gli dovrà servire come sostegno, contro tutti i dubbi che si
precipiteranno su di lui.
6. Se ora utilizzo la fede nel
senso religioso, che cosa doveva essere allora prima! – Il vessillo santo, cui
l’uomo infiammato giura di non lasciare mai più, quale fondamento di tutti gli
insegnamenti e verità che vi sono dati da Me, una volta visibilmente e ora
invisibilmente, mediante l’influsso spirituale!
7. Parecchi hanno già giurato
su questo vessillo, lo difendono fino all’ultimo respiro e spesso anche
suggellato col proprio sangue. Quanti altri invece l’hanno abbandonato e non vi
sono mai più ritornati! E quanti hanno anche lasciato degenerare il loro bel
fervore di fede in fanatismo iracondo che sfociò poi nell’infamia, come lo può
dimostrare in abbondanza la storia del sacerdozio fino al giorno d’oggi.
8. Con la fede è come col
fuoco; il fuoco, un elemento così benefico e utile per chi lo usa saggiamente,
è così terribile per chi non se ne cura e ne trascura gli effetti, e alla fine,
invece di essergli utile, sarà in grado di procurargli il più grave danno.
9. Tutto ciò che Io ho creato,
ha due lati, uno buono e uno cattivo; altrettanto la fede, come
puro abbandono alla Volontà divina che diffonde un soave calore sul cuore
umano, – e quanto è bruciante, furente, divampante e intollerante, se usata da
mano cattiva, essa all’uomo che cerca la pace, al posto di un piccolo lumicino
come segnavia, gli mette in mano una torcia incendiaria!
10. Perciò, figli Miei,
guardatevi dagli estremi, soprattutto in questo tempo; prendete la fede come un
balsamo guaritore e badate bene che non diventi per voi un veleno divorante!
11. Per andare completamente
sul sicuro, credete solo a Me, ascoltate solo la Mia voce nel vostro cuore,
questa non inganna, e non lasciatevi sedurre da scaltri commentatori della Mia
parola che seguono solo il loro stesso interesse. Qui vale la parola: “Ciò
che sentite e leggete, esaminatelo; trattenete il buono, ed eliminate il
cattivo!”.
12. Se osserverete sempre
fedelmente questa regola nella vostra vita, allora il vessillo della fede per
voi sarà sempre il santissimo palladio[13]
con il quale troverete con sicurezza la via per la vostra beatitudine e per il
Mio Cuore.
13. Ma, affinché consolidiate
sempre di più la vostra fede, dovete possedere anche la seconda parola in sommo
grado, vale a dire, dovete porre incondizionata fiducia nelle Mie
parole, infatti, se considerate la cosa più precisamente, fede e fiducia hanno
all’incirca lo stesso significato.
14. La fede è la ferma
accettazione della verità, e la fiducia è, in sostanza, null’altro che la
convinzione più intima che il detto e accettato con fede, non può essere altro
che verità, e condurrà alla meta finale desiderata solo avendo la certezza che,
operando in un modo o nell’altro, la fede troverà conferma attraverso l’azione.
15. Per designarvi questi due
concetti con una metafora più da vicino, mettiamo il caso che un uomo si sia
smarrito in un bosco e non trovi più nessuna via d’uscita; allora incontra
(come) per caso un altro che, per raccogliere legna, vi si era inoltrato; lo smarrito
domanda all’altro la via che deve percorrere per uscire dal bosco e il
legnaiolo gli mostra precisamente la direzione che dovrà prendere. Lo smarrito
crede alla dichiarazione del legnaiolo, segue la via indicata, fidandosi
fermamente che lo porterà fuori del bosco.
16. Qui avete la differenza
tra fede e fiducia, rappresentato in metafora; se ora volete applicare
quest’immagine alla vostra stessa vita, al riconoscimento del Mio insegnamento
e all’esecuzione pratica dello stesso, allora vi devo dire che voi credete a
parecchie cose da Me dette, ma non avete la ferma fiducia che, applicandole e
vivendole, la conseguenza di questo sarà il risultato desiderato e previsto.
17. Questo deriva dal fatto
che, se pur in apparenza credete a ciò che Io dico nei Miei Vangeli e nelle Mie
parole ora dettatevi, tuttavia non avete la fiducia illimitata su quanto è
detto, e allora vi va proprio come allo smarrito nel bosco che prima ho citato;
se egli non presta fede incondizionata al legnaiolo, se non è fermamente convinto
e fiducioso che la via indicata sia l’unica vera. Allora, cominciando a
diventare indeciso e tormentato dai dubbi, non troverà la via d’uscita dal
bosco,
18. Così vi succede che spesso
credete, siete convinti, almeno per il momento, ma appena si deve andare
all’attuazione del creduto, allora sorgono le leggere ombre del dubbio, a volte
qui a volte là un “perché!” oppure “chissà, agendo così, se il successo sarà
come mi è stato annunciato”, ecc.! Manca la fiducia, e il tutto, così
fervidamente creduto, non aiuta, oppure: le parole senza opere sono vuote
risonanze!
19. Quindi alla giusta fede
deve accompagnarsi la giusta fiducia; la prima è l’albero piantato, la seconda
il fiore che ne è germogliato, e la terza – la ferma certezza che deve
essere ottenuta come frutto. Dove queste tre caratteristiche agiscono unite in
un cuore, lì vale la Mia parola che un giorno pronunciai ai Miei discepoli,
dove essa dice: “Se voi credete e irremovibili volete, allora vi si
sposteranno anche le montagne!”. Questo vuol dire: se avete la fede nella
potenza della parola, espressa con la ferma fiducia dell’infallibilità, allora
ci sarà anche la ferma certezza che quanto si desidera dovrà seguire!
20. Ma dove si trova riunita
in qualcuno di voi questa triade di caratteristiche divine? Ovunque esistono
fede superficiale, poca fiducia e niente affatto certezza. Cento volte ve lo
ripeto: “Agite e vivete secondo le Mie parole, e vedrete meraviglie!”.
21. Le più belle
caratteristiche della fede, coronate con la fiducia incrollabile, accresceranno
la vostra convinzione celeste che anche voi come Me potrete comandare agli
elementi, e verso tutte le ordinarie leggi della natura potrete fare cose che
agli altri dovranno apparire come miracoli, perché essi non sanno che la vostra
volontà, collegata alla Mia, è la prima legge, dinanzi alla quale le altre
leggi si devono piegare.
22. Io so molto bene che a
ogni tentativo sorgeranno in voi dubbi in quantità; poiché tale intromissione
nell’essenza delle Mie leggi della natura può osarla proprio solo uno che è
divenuto un rinato, e invoca in sé il Mio aiuto per tali opere, solo se
queste sono necessarie per il miglioramento degli uomini, e non per scherzo,
desiderio smodato di gloria o vanità, dove anche un buon esito lo pianterebbe
in asso.
23. Io vi dico solo che è
possibile, e già i Miei discepoli e altri uomini infiammati ci sono riusciti,
ma non si può ottenere così facilmente se queste tre caratteristiche – la fede,
la fiducia e la certezza – in un uomo non sono sviluppate al massimo
grado.
24. La ferma certezza della
riuscita è il frutto della fede e della fiducia, lavorate su questo.
25. Consolidate dapprima la
vostra fede, affinché non vacilli come una canna, ma stia ferma come un muro;
poi edificate su questo muro di fondazione l’edificio incrollabile della
fiducia, e il completamento del tutto vi darà poi la certezza che in questa
casa, costruita su tale basamento, potrete affrontare tutte le tempeste
dall’interno e dall’esterno, e seguire non ostacolati la via del vostro
perfezionamento.
26. Questo, figli Miei,
significano queste tre parole!
27. Anche tu, Mio caro
scrivano, soffri molto in mancanza di queste tre virtù; e se queste virtù
dovessero essere espresse in numeri, anche come amore per Dio, per il prossimo
e per se stessi[14],
allora il risultato numerico sarebbe molto ridotto per te e non a tuo
vantaggio. Infatti, tu hai poca fede, ancor meno fiducia, e quasi nessuna
certezza che, le Mie parole che Io ti ho dato, andranno in adempimento, anche
se te lo devo ripetere giornalmente: lascia parlare la gente, rimani presso di
Me! Presso di Me c’è la verità, e nessuna bugia!
28. Solamente, che Io conosco
il tuo cuore e le tue ragioni che ti spingono al dubbio. Esse sono prove che ti
mando Io. Tu le supererai, e allora i tuoi capitali della fede, della fiducia e
della certezza già aumenteranno, affinché tu possa arricchire anche gli altri
della tua compagnia con questi doni, e poi – anziché come adesso l’ultimo –
diventerai il primo. Rifletti su queste poche parole, esse contengono molto, come
in tutto ciò che fluisce dalla Mia bocca. – (Qui incluso dal dettato del 20
gennaio 1871):
29. “Voi tutti però non dovete pensare che Io
l’abbia scelto come Mio scrivano per le sue particolari caratteristiche morali,
come se fosse migliore di voi. Niente affatto! Io l’ho scelto perché le sue
condizioni gli lasciano più tempo di adattare le sue conoscenze a Me per lo
sviluppo di spiegazioni più elevate che un altro non potrebbe afferrare così;
ma per il suo valore morale e la fiducia in Me, egli sta non meglio che molti
di voi. Proprio per questo non dovete credere, quando si presenta alle vostre
adunanze, che Io sia con lui, allora gli rendereste una venerazione che va
ampiamente oltre la sua sfera. Qui è come con un padre che scrive ai suoi
figli, egli è solo la penna o l’intermediario, niente di più! Quando ricevete
una cara lettera, che cosa bramate ardentemente di vedere nella lettura della
stessa? Certamente non la penna con la quale la lettera è stata scritta, ma l’autore
stesso”.
30. Così anche lui è un uomo
come tutti voi, con le sue debolezze e difetti, con i suoi desideri e
preoccupazioni; altrettanto egli lotta giornalmente per liberarsi da tutto
questo, spesso Mi prega anche di richiamarlo dalla valle di lacrime, e proprio
con questo dimostra, come tutti voi, che possiede molta poca fiducia in Me, e
ne dovrebbe avere molta di più. Da tutto questo vedete che ovunque la debole
fiducia presso di voi è la principale mancanza e l’impedimento maggiore per il
vostro avanzamento.
31. Voi tutti non avete ancora
compreso il perché Io vi sveli e vi spieghi le profondità della Mia Creazione,
e tutte le più intime pieghe del Mio Io divino. Vedete, Miei cari, tutto questo
accade per infondere proprio ciò che manca a tutti voi, questa è la fiducia
in Me. Poiché quando sorvolate con Me gli spazi incommensurabili della
Mia infinità, quando vi apro i Miei Cieli spirituali, vi faccio presentire
quanto vi attende ed è preparato per voi; quando vi spiego il Mio stesso Io,
che è solo Amore e vuol di nuovo solo Amore, quando vi dimostro fin nei più
piccoli atomi che Io, come Creatore e Padre, conservo tutto con lo stesso
Amore, con questo non voglio altro dimostrarvi che un Essere, dotato di questa
potenza e forza come Io Mi mostro a voi, certo dovrebbe essere degno di
fiducia, e che in confronto alla Mia Onnisapienza e
Onnipotenza il vostro agire e operare deve sprofondare in men
che niente.
32. Riflettete su queste poche
parole, in esse vi è molto, come in tutto ciò che fluisce dalla Mia bocca;
immergetevi nel senso di ciò che vi è dato, e non riconoscerete solo conforto e
pace, bensì, ciò che è la cosa principale, riconoscerete sempre di più il
vostro modo di vedere, dove potrete poi consolidare il vacillante e così
avvicinarvi a Me.
33. Nessuna parola che vi
mando attraverso il Mio servitore, era ed è ancora senza il suo scopo; Io ho
portato proprio adesso davanti agli occhi del Mio scrivano anche queste tre
parole, perché proprio adesso nella vostra compagnia qualcosa comincia a diventare
vacillante; qui non vi è nessuna vera vita spirituale, – molti di voi vivono di
nuovo solo per i loro affari e le loro idee predilette, dimenticano Me e il Mio
insegnamento quasi del tutto, e in loro pensano solo se, per caso, l’uno o
l’altro ha tenuto un discorso in questo senso.
34. Vegliate e pregate,
affinché non cadiate in tentazione! Non scherzate con la Mia Grazia! Io non la
concedo così, come credono parecchi di quelli che si occupano di Me e del Mio
insegnamento solo quando non hanno nient’altro da fare. Dovrebbero stare
attenti, un fulmine a ciel sereno potrebbe spaventarli e poi costringerli, per
necessità, a riconoscere che hanno considerato come cosa secondaria ciò che
veramente doveva essere la cosa principale!
35. Chi non sa del Mio insegnamento
e vi pecca contro, non è tanto punibile; ma chi ha letto il Mio insegnamento, e
crede ad esso così, a metà, e non dimostra nessuna vera fiducia riguardo al
compimento e pensa con nessuna certezza al raggiungimento del vero scopo,
allora Io sarò costretto a svegliarlo mediante un diretto scuotitore, affinché
non cada nel sonno delle cose mondane e dimentichi la Mia scuola spirituale!
Oggi ammonisco ancora: chi, all’infuori di Me, sa che cosa farò domani?
La vostra crosta terrestre[15]
sulla quale vivete e camminate tranquillamente, compiacendovi della vostra
vita, sotto i vostri piedi è vuota; questa sottile crosta copre terribili
abissi, e voi con ferma fede e solida fiducia alzate lo sguardo a Me nella più
grande sicurezza, nella speranza che Io non sprofondi questa sottile crosta e
così faccia gustare a tutti una morte inaspettata! Voi vi coricate tranquilli
su questi abissi, mentre sotto i vostri piedi avvengono forse inconcepibili
lotte degli elementi, vi coricate con ferma fiducia e certezza di alzarvi il
giorno dopo di nuovo sani e fortificati. Perché in questo caso avete tale
fiducia, e nelle cose spirituali, no? Vedete, perché credete che non lo farò! E
perché non lo farò? – Perché vi fidate di un Padre affettuoso che non punirà i
Suoi figli con lo sterminio senza motivo! Che cos’è quindi la vostra fiducia?
Essa è che l’auspicato, vale a dire la costante concessione della Mia Grazia
che Io vi do, non vacillerà!
36. Ebbene, se in questo punto
avete una così salda fede, fiducia e certezza in Me, allora permettete anche a
Me di pretendere da voi – anche se non in questa scala di longanimità divina,
ma in indulgenza umana – che possiate avere in cose spirituali un’altrettanta e
più solida fede, fiducia più forte e certezza più grande; affinché possiate comprendere
che tutto ciò che Io vi ho già dato è solo per il vostro meglio e non per Mio
divertimento, ma accade solo per concedervi l’onore – di poter divenire figli
Miei.
37. Voi pretendete da Me Grazia
illimitata, e Io pretendo da voi amore illimitato. Nello scambio di
queste due condizioni, guadagnate solo voi, volendo Io dotarvi di un potere che
dovrà farvi signori dell’intero Creato!
38. Se dunque vi metto in
prospettiva una simile grande Grazia, allora Mi sia anche permesso di
risvegliare quelli che, per una volta, sono sulla via che conduce a Me – nel
caso che durante il cammino siano caduti dal sonno – con dolci scosse, come
faccio adesso con voi, affinché possiate accorgervi che non si può camminare
sulle Mie vie con occhi chiusi, ma si devono tenere ben aperti, orecchi e
occhi, per non perdere la giusta via e non capitare sulla via sbagliata.
39. Ancora una volta, quindi,
ricordatevi tutto quello che vi do qui! Vegliate e pregate, affinché non
cadiate in tentazione! – Questa sia la vostra massima per la costante crescita
nella ferma fede, fiducia e certezza! – Amen!
۞
Il linguaggio
30 gennaio 1871
1.
Ieri sera due dei tuoi fratelli hanno discusso sullo stile,
o sul modo di formare le parole che ci sono spesso nei Miei dettati fatti a
voi, e che, secondo le vostre idee, non sempre sono adeguati alla grammatica
tedesca.
2.
Tuo fratello M-ch per primo ha fatto l’osservazione critica sullo stile che
ha riscontrato più volte e che voleva modificare, ma è dovuto nuovamente
tornare alla sequenza di parole da Me posta, su cui tuo fratello Lks. gli ha risposto molto bene: “Si devono leggere le Mie
parole non con la testa, bensì col cuore, allora il senso sarà sempre chiaro!”
3.
Ebbene,
poiché l’ultimo ha ben colpito il chiodo in testa con la sua osservazione,
allora voglio darti qui la spiegazione soprattutto sulla maniera e il modo di
esprimersi, sulla giusta formazione delle parole, e infine su una verità
fondamentale che attraversa tutta la Mia Creazione, e inizia proprio dal dubbio
mosso da tuo fratello M-ch e termina con il grande
uomo spirituale.
4.
Prima però di
introdurci completamente nella spiegazione particolareggiata di questa domanda,
perché il Mio stile si differenzia spesso dal vostro, dobbiamo, come ovunque,
iniziare dal vero motivo e dire:
5.
“Cos’è il linguaggio? Come si è formato? E chi è stato il vero regista che ha
stabilito la successione delle parole, come voi siete ora abituati a leggere, a
scrivere e a pensare?”.
6.
Partendo
sempre dal più semplice – si giunge più facilmente ad una vera e valida
conveniente conclusione, che poi, costruita su una solida, semplice e ferma
base, come una casa costruita sulla roccia, non sarà neanche mai possibile far
crollare.
7.
Quindi ora
per cominciare con la primissima domanda: “Che cos’è il linguaggio?”, allora
dobbiamo rispondere:
8.
Il linguaggio
è un composto di differenti suoni che sono emessi dall’organo della bocca, e
nella loro diversità esprimono, ora singolarmente, ora messe insieme, una
parola, e la parola – un concetto.
9.
Quanto più
basso sta un popolo su un gradino di formazione spirituale, tanto meno ha
necessità e tanto poco ha bisogno di parole per indicare le sue esigenze e i
vari oggetti.
10.
Il linguaggio,
quindi, sorse cercando di imitare, mediante suoni articolati e toni prodotti, o
la voce di certe cose che esprimevano un suono, o s’inventavano veri e propri
suoni che dovevano esprimere l’uno o l’altro bisogno, sia del corpo che
dell’anima; così come anche adesso lo trovate ancora nel linguaggio infantile,
dove in ogni famiglia dal primo balbettio del fanciullo fino alla sua migliore
comprensione, ogni bimbo ha il proprio modo di comunicare ciò che vuole
veramente.
11.
Ciò che voi
vedete giornalmente nei fanciulli, questo era un tempo anche presso i primi
uomini, dove anche loro dovevano inventare molte parole, ma mediante il
collegamento interiore con il Mio mondo degli spiriti, ne impararono anche
molte altre che, sempre in rispondenza, significavano il rispettivo oggetto
spirituale.
12.
Dopo la
moltiplicazione degli uomini, già dopo la caduta del primo uomo, per la cui
ragione fu interrotta la comunione spirituale, e fino al tempo vostro, si sono
formati a migliaia i linguaggi e i modi secondari di parlare; gli uomini non si
comprendono più, e devono studiare le lingue dei popoli con i quali vogliono
mettersi in contatto, perché altrimenti non sarebbe possibile un’intesa.
13.
Queste
parecchie migliaia di lingue adesso esistenti, hanno anche subìto, dalla loro
origine fino al tempo attuale, naturalmente anche molti cambiamenti; alcune
sono progredite, alcune altre regredite, secondo la condizione culturale e la
formazione spirituale dei popoli stessi.
14.
Ma ovunque,
dove una lingua esiste o esisteva, uno dei suoi tratti caratteristici,
all’infuori dei nomi linguistici peculiari di oggetti e concetti, era anche il
modo di mettere insieme le parole in una frase, e alla fine, pure il modo di
tracciare le stesse per iscritto o con raffigurazioni.
15.
Con la sintassi, dove appunto i tuoi due
fratelli si scambiavano i loro pensieri riguardo alla solita maniera da Me
adoperata, la prima domanda è: “Come deve essere utilizzata la stessa veramente
nel modo giusto?”
16.
Ora vedete,
qui ci stiamo avvicinando là dove Io, per l’appunto, Mi esprimo spesso
diversamente dal vostro abituale modo di scrivere.
17.
Per spiegarvi
questo, dobbiamo introdurci in una discussione e dapprima domandare: “Che
cos’è una frase?”. Una frase è l’espressione di un pensiero, alla cui base
sta, o la spiegazione di un concetto o quella di un’azione.
18.
Se dunque
voglio chiarire un’azione, allora nella frase dovrebbe seguire prima il verbo operante, come atto
di volontà dell’azione, e solo dopo la parola indicante l’azione.
19.
Almeno nel
linguaggio di ogni spirito si stabilisce dapprima il pensiero base ‘voglio fare
qualcosa’, e poi viene: ‘cosa voglio fare.
20.
Così per
esempio nella Bibbia si legge: “Ed Egli creò la Luce!”, e non: “Egli
ha la Luce creata!”[16], come voi siete abituati a scrivere; la parola
‘creare’ precede a quella della luce.
21.
Ebbene, nei
Miei dettati si trova molto spesso questa stessa formazione delle parole, e Lks. aveva perfettamente ragione: va letto col cuore,
questo significa, spiritualmente, poiché è giusto come Io l’ho dettato e come è
d’uso in tutte le lingue antiche dell’Oriente e dell’Asia e ancora anche in
alcune lingue moderne. Nella vostra lingua invece è proprio evitato di aver
cura di intercalare il sostantivo tra il verbo ausiliario e primario, anzi
spesso sono interpolate frasi intere, così che solo alla fine viene il vero e
proprio verbo che indica cosa deve veramente accadere.
22.
Dopo che alla
base sta in tutto un ‘perché’ spirituale, così anche qui è di nuovo lo
spirituale che giustifica la Mia sintassi, e ‘spirituale’ è scambiato con
‘cuore’, il che vuol dire quanto: mettere da parte la vostra vita
intellettuale, e pensare col cuore come gli spiriti Miei! Allora la
Mia sintassi vi sarà completamente giusta. Invece, non appena vi deviate dal
linguaggio interiore animico e passate alla vita
cerebrale oppure esteriore, allora perdete anche quest’ordine, com’è successo
anche con la scrittura del linguaggio.
23.
Le antiche
lingue dell’Asia e dell’Africa sono tutte come le lingue universali degli spiriti! Queste dovevano essere scritte in
modo leggibile da destra a sinistra,
mentre con quell’attuale dell’umanità, vivente secondo l’esteriore o secondo
l’intelletto, è usato proprio il contrario, vale a dire da sinistra a destra.
24.
Anche questo
rovesciamento accenna di nuovo alla stessa differenza, come del materiale e dello spirituale.
25.
Nel
materiale, come per esempio nel corpo umano, il lato sinistro è il lato del
cuore, da dove il sangue si diffonde in tutto il corpo, esso è il lato positivo
o spirituale; il lato destro, invece, dove il sangue è portato al polmone e più
tardi di nuovo indietro al cuore, è il lato negativo e materiale.
26.
Ciò che è
comunicato mediante l’orecchio all’organo uditivo e sensitivo dell’anima,
oppure all’uomo spirituale, dal mondo esterno, è il lato negativo, e ciò che
l’anima attraverso i suoi strumenti comunica al mondo esterno, è il positivo.
27.
Ogni cosa ha
altrettanto due lati, un lato destro e uno sinistro, un lato negativo e uno
positivo, un lato interiore e uno esteriore.
28.
La pelle
umana all’interno è il lato sinistro positivo, di fuori il destro – negativo!
Essa come positivo secerne, cambia poi il polo, e assorbe come negativo; cosa
che in ogni attimo avviene innumerevoli volte; infatti, attrazione e
repulsione, attrito e calore generato, distruzione e nuova creazione è il primo
principio della vita![17]
29.
L’occhio,
come organo d’accoglienza delle impressioni, è negativo, invece positivo come
specchio dell’interiore.
30.
Tutto ciò che
qui è descritto come ‘positivo’ e ‘negativo’, si trova anche nella vita
spirituale, detto con altre parole, un avvicinamento e un allontanamento da Me
e dalle Mie Leggi!
31.
Nei primi
tempi, quando gli uomini e i popoli stavano ancora più vicini alla vita
spirituale, inventarono il loro linguaggio secondo la loro condizione
spirituale; com’era la loro formazione delle frasi, così il loro modo di
scrivere. Come però col tempo decaddero dalla grande legge naturale e batterono
la via sbagliata, molte lingue nuove invertirono stile e modo di scrivere.
32.
Gli uomini
che sostituirono il linguaggio del cuore-spirito col linguaggio-intellettuale-cerebrale,
decaddero da Me e dalla propria missione, e perciò apparve loro anche nella
natura qualcosa di completamente rovesciato, ciò che agli uomini naturali,
allora viventi semplicemente, appariva proprio giusto.
33.
Quindi
vedete, come dal cuore, per il cuore o attraverso il cuore, oppure attraverso
l’intelletto, è un su e giù, un avvicinarsi e un allontanarsi, un miglioramento
e un peggioramento.
34.
Ciò che prima
vi ho detto della pelle, vale per ogni frutto, per ogni albero e per ogni cosa;
ovunque ci sono due elementi attraverso cui l’intelligenza si manifesta
dall’interno al mondo esterno oppure dal mondo esterno riceve impressioni,
dappertutto positivo – negativo, dappertutto destro – sinistro, dappertutto
avvicinamento e allontanamento, eliminazione e assorbimento, diritto o
rovescio.
35.
Così continua
nell’intera Creazione – fino al grande uomo cosmico, le cui viscere sono puri
soli, comete e pianeti, e fino al grande uomo-cosmico-spirituale
ancora senza fine, le cui disposizioni interiori sono puri Cieli delle specie e
beatitudini più differenti.
36.
Anche questi
assorbono, per la loro stabilità, dall’esterno, ciò che poi in sé inverte in
spirituale, ed elargiscono oppure mandano fuori ciò che all’uomo cosmico manca
di spirituale.
37.
Là domina
anche il giusto Ordine, là il cuore è il Mio Cielo nel centro del grande Polo
positivo che lascia fluir fuori tutto il bene, e gli spiriti nel mondo
materiale – il polo negativo, Mi riportano nuovamente tutto lo spirituale
purificato, dove però deve prima essersi cambiato da negativo in polo positivo,
per cui ricomincia il cambiamento.
38.
Questa è la
grande legge fondamentale della Creazione, Io, l’Amore – il polo positivo, e
voi e i Miei spiriti e angeli, come parti assorbenti – il polo negativo, finché
dopo molto assorbimento e respingimento, il che equivale al movimento o alla
vita, alla fine il Mio polo positivo, esistente come Spirito eterno e
immutabile, se ne starà lì solo, e tutto l’assorbito spiritualizzato uguale a
Me godrà poi l’eterna pace e beatitudine, dove potrà avvenire solo e sempre una
soave attrazione, ma mai più una repulsione![18]
39.
In verità,
fino ad allora passeranno eoni ed eoni di spazi di tempo; ma una volta accadrà
che spirito e materia, così purificata e spiritualizzata, rinnegherà i suoi
principi dati come primo impulso, e vivrà quieta accanto e l’un nell’altro,
cosa che un giorno doveva assicurare la sua continuazione a sussistere solo con
lotta e scioglimento, e dove esisterà unione tra ogni cosa.
40.
Ebbene, Miei
cari figli, cominciando dalla breve domanda e dalla risposta di Lks. fino all’uomo spirituale, voi vedete intrecciato e
intessuto lo stesso legame in tutte le Creazioni; là basato come breve domanda
della sintassi nella vostra lingua, e qui in lontananze immense per voi
inconcepibili come forza di attrazione e repulsione.
41.
Da questo
potete scorgere quanto poco ci vuole per scoprire e spiegare una grande verità,
una grande legge fondamentale del Mio divino governo; certamente però, per
questo, è necessario anche Colui che ve la possa spiegare; Colui che ha
tracciato la stessa via a tutti questi grandi e piccoli mondi, a tutti questi
prodotti, siano essi spirituali che materiali; e per questo ci vuole il Padre
vostro che vuole spiegarvi tali grandi meraviglie in poche domande, e con ciò
mostrare nuovamente quanto poco ci vuole a comprendere, per primo la Mia
grandezza, e per secondo il Mio Amore, e imparare ad apprezzarli! Amen!
۞
Linguaggio,
arte, musica
14 gennaio 1871
1.
Queste tre parole caratterizzano tre cose che ricorrono
in tutti i mondi e soli, essendo esse la vita e la leva principale per il
progresso nello spirituale. Le potete trovare dappertutto, conformate alle
condizioni di grandezza dei corpi celesti, e agli uomini nel loro sviluppo
spirituale.
2.
Poiché ora
questi tre importantissimi fattori di vita si trovano proprio ovunque, e senza
di essi non sarebbe possibile nessuna vita, anzi nessuna conoscenza reciproca o
conoscenza del mondo spirituale, e alla fine nessuna conoscenza del Mio
edificio della Creazione e del Mio stesso Io, allora, ovviamente, innanzi tutto
si presenta la domanda:
3.
Cos’è
veramente il linguaggio? – che cosa l’arte? – che cosa la
musica?, – inoltre: perché tutti questi tre sono necessari? E cosa c’è
nascosto di spirituale sotto queste manifestazioni che si rivelano nella vita
esteriore, sia in parole o in suoni articolati, nella forma o in idee espresse
attraverso piani ristretti, o comunicate attraverso il suono che non può essere
compreso, ma solo sentito?
4.
Così passiamo
alla prima domanda:
I
) -
Che cosa è il linguaggio?
1.
Il
linguaggio è – come vi ho già accennato in una precedente parola – una
comunicazione dell’interiore di un essere, attraverso il mondo esteriore, ad un
altro.
2.
Questo linguaggio
è ora differente, esso può esprimersi con suoni articolati, con gesti e segni o
con suoni inarticolati.
3.
Tutte le lingue contengono suoni articolati, attraverso i quali ogni
spirito umano comunica al suo prossimo ciò che gli vuole far comprendere.
4.
Questo
linguaggio, secondo il grado di cultura spirituale dell’uomo, è differente in
tutti i mondi e corpi solari; più l’anima è nobile, tanto più nobile è la
lingua; più trascurata è la prima, tanto più povera è l’ultima.
5.
Dopo che il
linguaggio per mezzo dei suoni all’anima umana non basta, allora essa vuol
rafforzare con gesti corrispondenti il contenuto del suo modo di dire, per la
qual ragione si forma un linguaggio a gesti che, alla fine, è compreso
perfino da molti uomini anche senza parole; dopo di ché, presso di voi si è
perfezionata la cosiddetta mimica, ossia il linguaggio dei gesti, specie nelle
vostre esibizioni artistiche, dove un iniziato con i soli gesti può esprimere
tutto ciò che gli è vietato dire a voce durante la rappresentazione.
6.
Infine c’è il
linguaggio dei segni, di cui fa parte, per esempio, quello che, presso
di voi, se ne servono i sordomuti; anche i ciechi si servono di segni che sono
palpabili, è dischiuso il regno spirituale, per quanto possibile attraverso il
senso del tatto, quindi integrando l’udito, si può completare l’uomo interiore.
7.
L’altro
linguaggio dei segni, – vale a dire quello di esprimere e fissare parole a
segni, e mediante questi, esprimere sentimenti – appartiene al linguaggio
formale, e troverà solo sotto la parola "arte" la sua più vicina
discussione, dove sarà dimostrato perché tutti gli uomini devono avere dei
segni per la comunicazione, e come questi sono sorti.
8.
Ora, vengono
ancora i suoni inarticolati, i quali però non esprimono nessun concetto, bensì
stati d’animo, come gioia o dolore, e sono dati non solo all’uomo, quale essere
ragionevole, ma, più o meno a tutte le creature, per esprimere il loro
benessere o malessere; anche quest’imperfetto modo di esprimersi fa parte del
regno dei suoni, del quale poi vi sarà dato un esempio più chiaro e
comprensibile.
9.
Ora, il
linguaggio, perché è universale? Perché è una necessità per un essere vivente?
Queste sono ora le domande alle quali voglio innanzitutto rispondervi.
10.
Ebbene
vedete, un’anima, sia di un uomo sia di un animale, è un essere vivente che
accoglie in sé sempre le impressioni del mondo esterno, le assimila
spiritualmente, le elabora per il suo stesso io e poi, con il risultato di
questo, a causa del suo innato amore per i suoi simili, vuole comunicare ciò
che sente, ciò che vive, e come l’ha reso utile per il proprio vantaggio.
11.
Quanto poco
Io, come Creatore della Mia grande opera meravigliosa, posso solo ammirare
questa stessa e cerco cuori partecipanti che condividono con Me le Mie gioie, e
come poi godo nella gioia degli altri esseri ancora di questa gioia nella Mia
stessa opera, tanto poco un essere vivente può trattenere in sé le impressioni
del mondo esterno, le quali continuamente influiscono su di lui; così egli deve
comunicare ad altri i suoi sentimenti e pensieri risvegliati, deve incitare gli
esseri di sentimenti affini alla simpatia, alla condivisione del piacere, e per
soddisfare quest’impulso, l’anima inventò il suo linguaggio articolato o non
articolato, per comunicare ai suoi compagni di viaggio, sul sentiero della vita
terrena, ciò che le era troppo da trattenere, lasciando solo sentire
l’informazione di quest’ultimo ad altri, raddoppiando il vero godimento di ciò
che aveva ricevuto.
12.
Questa
necessità di comunicare, voi la trovate nei deboli suoni inarticolati presso
gli animali, in suoni articolati presso gli uomini, e presso gli spiriti e
angeli supremi in forme plastiche spirituali e non più espresse ad alta voce,
ma parole ed espressioni sentite, dove tutto ciò che nel materiale è comunicato
mediante suono o tono, là è percepito e compreso solo attraverso la rispondenza
spirituale, e precisamente in una lingua di cui voi non potete avere nessun
concetto, perché solo la velocità del pensiero potrebbe essere applicata come
unica misura per un simile concetto-immagine.
13.
Il linguaggio è quindi in generale qualcosa di
‘spirituale personificato’.
14.
Il mondo
interiore si manifesta attraverso il mondo esteriore, tutti i progressi nello
spirituale si determinano con ciò; senza di questo la Creazione sarebbe solo a
metà, anzi ancor meno di mezzo lavoro malfatto.
15.
Tutti gli
animali hanno un linguaggio, e questo significa un certo modo di poter
comunicare, sia attraverso suoni, sia attraverso gesti; un animale deve poter
far comprendere all’altro ciò che vuole, altrimenti la Creazione sarebbe senza
impulso.
16.
L’amore e il
suo opposto, l’odio, si esprimono negli esseri in gesti adeguati, oppure in
suoni.
17.
La vita
spirituale non sarebbe possibile senza linguaggio e senza comunicazione; perché
solo attraverso lo stesso c’è vita, c’è vita comune, progresso comune!
18.
Io che ho
creato il mondo con tanti milioni di spiriti ed esseri, vi domando: – cosa
sarebbe il mondo senza linguaggio? Che cosa sarebbero tutte le Mie meravigliose
disposizioni, dove rimarrebbero i veri fattori spirituali dell’intera
Creazione, l’amore, la gioia, la delizia della beatitudine, se la loro
espressione fosse rifiutata agli esseri viventi?
19.
Tutti gli
esseri viventi morirebbero sotto l’impressione del mondo esterno, se non
potessero liberarsi di ciò che gonfia il loro cuore pieno di gioia, oppure che
l’opprime di dolore!
20.
Dov’è
possibile un assorbimento, deve anche essere possibile uno svuotamento,
altrimenti non ci sarebbe nessuna vita, nessuno scambio spirituale, e nessun
progresso spirituale! Comunicare è una necessità vitale, è l’unico legame che
unisce tutti in uno, è il vincolo che unisce gli animali agli uomini, gli
uomini agli spiriti, e gli spiriti, uomini e animali, a Me.
21.
Questo
vincolo comune – così incompleto e limitato presso l’ultimo animaletto-infusore,
fino al linguaggio infiammato di un angelo supremo – è il prodotto dell’Amore, poiché senza amore non vi è nessun
linguaggio, e senza linguaggio, nessun amore! –
22.
Così vedete
questa necessità come un elemento necessario dell’intera Creazione, anzi, come
il suo pilastro fondamentale; poiché senza linguaggio ogni essere rimarrebbe
come fu creato, senza linguaggio non vi sarebbe nessun progresso, senza
progresso nessuna vita, nessuno scopo perché qualcosa dovesse essere creata.
23.
Questo
vincolo spirituale che ci avvolge tutti, ci unisce e lega tutti in una
famiglia, ci vivifica e avvicina l’uno all’altro, questo vi conduce a Me, e Me
a voi; questo vincolo è il grande principio di vita che dappertutto dove
regnano luce, vita e amore, unisce tutti a uno scopo comune, innalza voi, Mie
creature, e Mi fa sentire, per la seconda volta, il valore e la bellezza della
Mia Creazione, la prima volta come Creatore, e la seconda volta in una luce
molto più bella, nella dilettevole Luce di un Padre verso i Suoi figli!
24.
Questo
linguaggio che con l’espressione di belle e gioiose sensazioni mostra l’animale
in una luce più bella, e presso l’uomo fa risplendere il suo meraviglioso
occhio, innalza la sua voce e fa vibrare con letizia il suo intero organismo;
questo linguaggio è l’espressione tramite cui la parte interiore di un essere
rivela fino a qual punto abbia afferrato le impressioni dall’esterno e quanto
le abbia comprese spiritualmente e giustamente.
25.
Perciò, oltre
all’informazione attraverso il linguaggio, è anche il frutto dell’assimilazione
spirituale di tutte le impressioni del mondo esterno, il giusto e ben formato
discorso, o la restituzione modellata in belle forme che, espressa con
entusiasmo dall’anima, deve provocare nuovamente entusiasmo; ed è così da
intendere quando nel Vangelo di Giovanni si legge: “In principio era la
Parola, e la Parola era Dio!”. Sì, all’inizio era la Parola, e la Parola
ero Io!
26.
Senza la
Mia Parola, nessuna Creazione, senza
Creazione nessun essere, nessun amore, senza amore nessuna vita, e senza vita
nessuna partecipazione!
27.
Io ero dal
principio «la Parola», questo
significa l’espressione e prototipo di un eterno concetto, e proprio perché Io
ero la Parola, dovevo riportare indietro, accanto a tutti i prodotti
spirituali, quale prima necessità, anche la Parola o l’informazione attraverso
la Parola tutti i Miei esseri creati che Io avevo messo fuori nell’eternità
attraverso la Parola, affinché essi, lottando e combattendo, Mi restituissero,
con parole, gesti e suoni, ciò che Io misi dentro di loro nella prima Parola.
28.
In principio
era la Parola, ‘Parola’ come quintessenza di un’idea, e alla fine di tutti i
periodi della Creazione tutto il vivente si sarà nuovamente riunito in una
parola, e questa Parola sarò nuovamente Io!
29.
La Parola, che
per Amore creò esseri e mondi, raggiungerà di nuovo, come Amore, il suo punto
culminante nelle sue creature, e alla fine, nello spirituale uomo-celeste, in
Me come centro, sarà glorificata nuovamente attraverso tutti gli esseri creati.
30.
Così il
concetto dell’infinità è simile ad un cerchio.
31.
Da Me
procedette la Parola: ‘Sia fatto!’ che risuonò in tutti gli spazi senza
fine, ed essa fu!
32.
Tutto
divenne, tutto visse, tutto amò e si annunciò e percorse il suo piano di avanzamento
attraverso eoni di corsi di tempo, e un giorno ritornerà a Me spiritualizzato,
reso bello e trasfigurato, con l’invocazione:
33.
“Padre! Tu un
giorno esclamasti «Sia!». Ebbene vedi, i Tuoi figli hanno risposto a questa
chiamata e stanno ora dinanzi a Te, giubilando e benedicendo il loro grande e
potente Creatore e Padre; infatti, qui noi stiamo come prova vivente – è stato!
– E così, proceduti dalla Parola e ritornati alla Parola, è completato il ciclo
del periodo creativo, e ne inizia uno nuovo ed eterno – in Te e con Te!”. – Amen!
1.
Ebbene, nel
precedente capitolo avete compreso e chiarito il linguaggio come comunicazione
e parola spirituale; ora ci rivolgiamo all’arte, ossia all’impulso che si trova
in tutti gli uomini di rappresentare i loro pensieri e concetti in forme oppure in immagini!
2.
Qui gli
animali devono rimanere esclusi, perché ciò che essi eseguono in maniera
‘artificiosa’, è stabilito dalla natura del proprio io, e serve solo per la conservazione
e la riproduzione; per questo gli animali eseguono i loro lavori artificiosi
istintivamente e non con premeditazione, e perciò non è possibile in loro
neanche un progresso e nessun miglioramento.
3.
L’arte,
oppure l’impulso di tradurre quanto visto in segni, immagini o forme plastiche,
è altrettanto un linguaggio dell’anima. Essa è, come appunto è stato detto del
‘linguaggio’, l’impulso di riprodurre quel che si è osservato, con la sola
differenza che, come nel linguaggio in toni e suoni articolati è svelato lo
stato interiore dell’anima, così nell’arte, come linguaggio in forme e segni,
l’anima spinge a disporre le sue impressioni preferite in forme, segni e
immagini saldamente dinanzi a sé, di rivestirle in forme materiali e assicurare
così, a queste impressioni di cose del mondo esteriore, un contenuto
permanente, dilettandosi alla sua vista per poter, in un certo qual modo,
ripetere spesso tali impressioni.
4.
Questa
necessità si basa dunque sul voler fissare il fugace svolgimento di un
discorso, oppure il contenuto di ciò che si è pensato, o detto, o contemplato.
5.
Tutti i
popoli e tutti gli esseri umani-spirituali in tutti
gli altri mondi, hanno in comune con voi quest’impulso, dappertutto vive
l’arte, solo in maniera differente, così che essa corrisponde solo al gradino
spirituale degli esseri là viventi, e da ciò è riconoscibile la loro
interiorità.
6.
Anche sulla
vostra Terra voi vedete come i popoli di bassa condizione, stando su un piano
culturale inferiore, provano gioia nel dare a certe impressioni piacevoli una
durata permanente attraverso immagini disegnate, dipinte e formate.
7.
Voi vedete
crescere gradualmente queste immagini con l’io spirituale dei popoli e delle
nazioni; all’inizio, esse imitano quanto visto nella natura, pian piano lo
idealizzano, lo stilizzano, credono di abbellirlo, secondo i loro stessi
concetti culturali. L’ideale migliora, si arricchisce, e quanto più l’uomo è
spirituale, tanto più belle sono le sue idee e, di conseguenza, anche le sue
immagini e prodotti sono formati corrispondenti a queste, perché egli vuole
imprimere alle sue creazioni, dappertutto, l’impronta della Divinità.
8.
L’arte ha i
suoi periodi, come lo stato di cultura spirituale dei popoli; questi vanno in
su e in giù, e con essi il loro modo d’immaginare e il modo di concepire il
mondo spiritualmente. Così avete sulla vostra Terra popoli che, da una grande
altezza di formazione spirituale, sono scesi nuovamente, per eccesso di
godimento o per deviazione dalla via della loro destinazione, al gradino più
basso, e con essi sono scomparsi la loro arte e i loro prodotti spirituali.
Nelle loro idee vivono ancora solo specie diverse di un modello spirituale di
concezione del mondo, e così anche le rappresentazioni del contemplato sono
come immaginarie caricature della natura, nelle quali non si può trovare più
nulla di un’idealizzazione spirituale.
9.
Il
linguaggio, questa fugace riproduzione del percepito e del vissuto, si voleva
mantenere in modo permanente per se stesso e per altri, e così sorse la lingua
scritta o disegnata, dove determinati disegni o immagini dovevano designare
concetti corrispondenti alla loro forma.
10.
Anche questa
necessità, coltivata già da tempi antichi, sperimentò le sue trasformazioni
secondo l’istruzione dei popoli, iniziando con la scrittura ideografica, alla
fine con la scrittura grafica e la sua moltiplicazione, con la stampa, facilitò
l’annotazione di ciò che si voleva esprimere e si pensava, e così fu prodotto
per tutti un bene comune che una volta era concesso di godere soltanto a pochi.
11.
L’arte nel
suo senso più alto è quindi null’altro che la realizzazione d’idee spirituali dell’anima, dove questa, mediante
la simpatia suscitata, vuole comunicare anche ad altri quel che prova e pensa,
e sente la necessità tangibile di riprodurle, perché crede che ciò faccia anche
ad altri la medesima o, per lo meno, simile impressione, e mediante questo
procedimento essa gode, nel piacere degli altri, doppiamente il proprio
vedendolo riflesso su di sé.
12.
Così l’arte è il legame tra popoli e nazioni; l’arte lega insieme come un terzo cuore, che
altrimenti passerebbero uno accanto all’altro freddamente; questo stretto
legame che, come linguaggio, se non fissato con segni, riscalda solo
fugacemente i cuori, ora invece li attrae l’un l’altro vicini e li conduce così
insieme di nuovo a un gradino spirituale più elevato e quindi anche più vicino
a Me, questo legame dell’arte figurativa è il lato materiale, come il
linguaggio è il lato spirituale.
13.
Anche il
mondo sarebbe più povero senza l’arte; attraverso di essa un ricco animo
privilegiato, colmo di grandi idee, dona ai suoi simili, piaceri di cui questi
non avevano prima nessun presentimento, li conduce in un mondo più bello, più
elevato, mostra loro nell’ideale riproduzione della natura lo spirituale che Io
ho messo in tutto, cosa che però non fu dato a ognuno di scoprire.
14.
Mentre la
parola pronunciata si dilegua nell’aria, lasciando solo l’impressione generale
di ciò che ha espresso, e stimola ad altri pensieri e sequenze d’idee,
l’immagine tenuta ferma dall’anima di un Mio prodotto creativo, oppure un
momento rappresentativo della vita spirituale dell’uomo, è un punto
d’incitamento perpetuo; in ciò, l’uomo, immergendosi, riconosce nelle sue
forme, di nuovo nella natura, il Creatore e Padre, e impara ad amarLo e onorarLo. – Qui Io parlo
solo dell’arte nel senso più nobile, non memore degli abusi, dove questo dono
divino, la forza dell’immaginazione e il dono della rappresentazione, è usato
dall’uomo in modo indegno per scopi completamente diversi.
15.
Così l’arte,
sempre perfezionandosi, continua a vivere in ogni istante spiritualmente, come
una parola scritta; anche se non è compresa da molti, il suo stimolo è
nondimeno operante in ogni osservatore e differente secondo la formazione
spirituale dello stesso.
16.
In tutti i
mondi, come anche presso di voi, l’arte è coltivata e trasferita nella vita
domestica, adoperata per i templi, le case di preghiera e d’abitazione, per
esprimere, come da voi, i concetti che questi esseri hanno del loro Dio e
Creatore, e come fanno predominare anche nel loro lavoro domestico lo
spirituale o il materiale.
17.
Dappertutto,
da ciò, come presso di voi l’arte è coltivata per amore, potete giudicare lo
stato spirituale degli uomini di questi mondi.
18.
Poiché, se
nel linguaggio è dato all’altro fugacemente lo spirituale, e lì è accolto
favorevolmente, così anche per mezzo dell’arte, dove altrettanto è dato un
giudizio da altri sul modo e maniera di cosa e come è creato, c’è la giusta
scala della formazione interiore di un popolo.
19.
Lo spirito è dappertutto il mezzo vincolante tra gli
uomini, gli spiriti e Me!
20.
Il linguaggio
insegna concetti e idee messe nelle parole e nelle frasi, l’arte invece
realizza pensieri in colori, forme e segni, e così unisce quest’applicazione
fissata del pensato e percepito, come scala tra modellatore e osservatore, tra
il creante e l’educante a gradi superiori, gli uomini con Me e il Mio Regno
degli spiriti, l’uno dando, gli altri accogliendo!
21. L’uno si innalzò a Me e al Mio Regno durante la
Creazione, e l’altro, contemplando il Creato, sente l’idea di base del
Modellatore attraverso la materia, essa lo tira magneticamente in un’altra
sfera di associazione d’idee, che non erano le sue, gli lascia percepire ciò
che l’altro ha e cosa a lui manca, e in questo modo sprona la sua stessa anima
a scalare il monte dell’entusiasmo, dove la natura, l’espressione del Mio Amore
per tutto il Creato, personificato in così stupende forme (a lui) sempre
esclama: “Venite qui, voi che siete aggravati e stanchi, affinché Io vi
ristori!”. Nella contemplazione di una scena naturale, di una bella
immagine umana, di una grande nobile azione, ovunque l’osservatore trova
realizzata la massima che a lui esclama ogni fiorellino a ogni passeggiata,
dicendogli: “Respira a pieni polmoni l’Amore del tuo Creatore e Padre che lo
ha riversato ovunque, per dimostrarti ad ogni respiro, quanto sono insipide le
gioie del mondo e quanto poco ci vuole per essere felici e soddisfatti!”.
22.
Se
l’osservatore di un’immagine di un uomo potesse leggervi tutte le
caratteristiche spirituali che l’uomo stesso dovrebbe avere come riflesso
spirituale del suo Creatore, e purtroppo non ha, se vedesse perfino quanto sia
in alto l’idea della forma umana sotto l’aspetto spirituale, e la immaginasse
inoltre con tutte le sue mancanze, e tuttavia non può fare a meno di ammettere
quanto sia egli stesso lontano da quest’ideale dell’umanità; e se oltre a ciò
pensasse che, nonostante i suoi errori, la potente mano del suo Creatore e
Padre lo colma giornalmente con grazia immeritata, allora anche lui dovrebbe
esclamare: “Cosa sono io, o Signore, che così amorevolmente Ti ricordi di me!”.
23.
Così, e in
molti altri modi, la (puramente nobile) arte figurativa stimola
nell’osservatore sentimenti e idee che rimangono tutti eterni ammonitori per il
progresso, ed eterni stimolatori per l’entusiasmo, al fine di non trascurare di
tendere là, dove, come nell’artista, quale prodotto spirituale proprio di una
vita più bella, tali sentimenti dovranno un giorno per tutti diventare un bene
comune; così che alla fine, sia nel linguaggio con suoni articolati, sia in
forme fissate, s’introduca ovunque il filo spirituale che porta avanti tutti
silenziosamente, come al guinzaglio, sul gradino spirituale dove, da mondi a
mondi, da soli a soli, linguaggio e arte sempre migliorati e perfezionati, si
avvicineranno spiritualizzati sempre di più a Me, scorgeranno, fin nel Regno
celeste spirituale, Me come Centro, come ‘Parola’ e Prototipo di qualsiasi
forma, e come Uomo Io farò gustar loro nuovamente, nella più elevata delizia, le
impressioni spiritualizzate che tutti hanno provato con l’ascolto di un
discorso entusiasmante o con la contemplazione di un’immagine sublime come
riproduzione della Mia Creazione che non avrà mai una fine!
24.
Così l’arte,
come spirituale scultrice delle Mie grandi idee nella Creazione, attrae le
anime a Me, e ciò che il linguaggio stimola, l’arte conserva; e per colmare la
triade della trinità, allora si figura nei suoni e moti di sentimenti
inesprimibili ancora la musica – e perciò passiamo all’ultimo elemento di
questa trinità, e Io vi dimostrerò dove questa ha termine, come iniziò, e come
alla fine, tutto, riunito spiritualmente, rappresenta Me, la Mia Creazione
materiale e spirituale in una sola immagine, cioè in Me stesso come ‘Parola’,
‘Forma’ e ‘Suono’. Amen!
1.
Ora siamo
giunti al terzo fattore dell’umana vita spirituale, vale a dire al linguaggio
del sentimento o dello spirito, un linguaggio che non può essere tradotto in
parole, perché le sue origini, come dell’incompreso mondo delle creature,
possono essere solo presentite da quest’ultimo.
2.
Questo
linguaggio voi lo definite generalmente ‘musica’; ma sebbene sentiate musica
nelle stanze, nel bosco, nell’aria e talvolta anche sotto la crosta terrestre,
tuttavia non conoscete il suo significato spirituale, cosa esso sia, né perché
e né quale sia stato il suo vero significato originario.
3.
Ebbene
vedete, col linguaggio in toni articolati Io vi ho spiegato che l’anima
escogitò un mezzo, costretta da impressioni esterne e forzata da necessità
interiori, di comunicare se stessa, e di cosa il suo interiore era colmo; vi ho
inoltre spiegato l’intero seguito, la sua origine, il suo effetto e la sua fine.
4.
Nell’arte vi
ho mostrato come questa vuole esprimere il linguaggio figurato in segni,
immagini e forme materiali ciò che, nel linguaggio, procede in parole troppo
rapide; già in quest’ultimo modo di esprimersi si mischia un altro modo di
parlare, poiché se Io volessi chiamare il primo il ‘linguaggio della testa’,
allora il secondo dovrebbe essere il linguaggio della mano o dell’azione. Qui
invece già si mescola, col più elevato entusiasmo, anche il linguaggio del
cuore o del sentimento, che in verità anche al primo, il linguaggio a parole,
vi si ricorre spesso, tuttavia solo in elevatissime cose divine, dove cessa la
conoscenza e ha inizio la fede!
5.
Adesso
vogliamo occuparci dell’ultimo linguaggio, più elevato e caratteristico degli
spiriti, ossia del linguaggio del sentimento. Ascoltate dunque:
6.
Quando
un’anima, permeata da elevati sentimenti, si abbandona agli influssi della
natura fin dove questi possono penetrare nel suo interiore attraverso l’organo
dell’udito, allora i suoni che giungono all’orecchio con le onde acustiche,
sono talvolta di natura così elevata che nello spirito dimorante al centro
dell’anima, risvegliano un ardente desiderio per la vera precedente patria,
sicché poi l’anima prova un certo qualcosa che si avvicina ad un piacere
spirituale, ma non può essere rappresentato da voi in parole, segni, immagini e
forme; ebbene, questo confluire di differenti suoni, composto da ritmo,
profondità e altezza, è proprio ciò che voi conoscete con il nome di ‘musica’;
essa è un vibrare dello spirito nel mezzo della sua celletta, un fremito
di delizia, provocato dalla vibrazione di onde eteriche che, altrettanto
animate, si sfregano l’una contro l’altra e l’un l’altra si spingono fino
all’oggetto dell’influsso, sviluppando calore, sciogliendo i vincolati
armoniosi spiriti giacenti negli elementi eterei, cosicché questi, ebbri di
gioia, liberi dalla loro prigionia, si librano in gioiosa estasi, e nella loro
esultanza emettono uno o più suoni, i quali, giunti alla membrana
dell’orecchio, risvegliano i sentimenti concordi all’interno dell’uomo
spirituale, comunicando questo sentimento all’anima e perfino anche al corpo!
7.
Dopo che
questi suoni, quale un prodotto spirituale, possono essere comunicati di nuovo
solo ad uno spirito, quindi compresi solo da questo, allora questo linguaggio è
all’anima non accessibile, come essa, ancor troppo poco unita con lo spirito,
può ben presentire, deliziarsi in gioie future, ma non se le può rendere
comprensibili!
8.
Perciò anche
la musica, con la sua grande potenza, passa incompresa nel cuore umano e su
ogni altro essere di questa Terra; ognuno ne percepisce la grandiosità, ma ‘il
perché’ nessuno lo conosce.
9.
Per cogliere
queste onde sonore-eteree, o per produrre perfino toni somiglianti, voi ora
avete inventato differenti strumenti che sono adatti a produrre queste
vibrazioni delle eccitate onde eteriche, anche nei materiali dai quali sono
congegnati, per produrre somiglianti vibrazioni degli elementi stessi,
liberando anche lì, spiriti legati di uguali sentimenti.
10.
Questo
liberarsi e mescolarsi con gli spiriti liberi dell’etere, dà poi ad ogni
strumento il proprio suono, dove in alcuni strumenti devono concorrere due, tre
o più oggetti differenti per produrre il giusto tono, così che con questo lo
scopo possa essere raggiunto!
11.
Ora però, per
sapere come siete arrivati alla vostra musica, vi devo dapprima dire che
l’impulso di esprimere i propri sentimenti interiori mediante toni
inarticolati, voi, così come tutte le creature viventi, lo avete ottenuto così:
12.
Quando un
vento d’amore si leva attraverso l’intera Creazione risvegliandola, stimola ed
eccita tutto, dove né l’animale né l’uomo sa il perché è così lieto e il perché
si sente così di buon umore, qui l’uomo sente un soave impulso che, non nel
discorso, non nell’immagine né nella forma, no, bensì nel canto, nel gridare,
nel giubilo, ottiene il suo finale soddisfacimento; e proprio questo sentimento
è ciò che stimola l’uomo al canto e al giubilo, stimola anche l’animale –
ognuno a suo modo – a ringraziare il Creatore e Autore del suo delizioso
sentimento, e precisamente in suoni che non vogliono esprimere nessuna parola,
tuttavia individualmente molto di più che parole![19]
13.
Dopo che Io,
come Creatore, non ho creato nessuna natura morta, ma una natura che Mi viene
incontro festosa[20], così anche negli organi degli animali dalla vita
emotiva già più elevata, misi disposizioni permanenti che permettono
l’emissione di suoni, affinché essi possano servirsene in intonazioni piene di
presentimenti spirituali-profetici; e quindi è dato agli esseri, ai quali manca
il linguaggio in parole, quello ampiamente superiore, il linguaggio dei suoni!
14.
Così vedete
gli uccelli canterini, ognuno dei quali, a modo suo, Mi porta il
ringraziamento, quando a causa del calore, oppure, che è la stessa cosa, il
loro interiore freme di gioia a causa dell’amore!
15.
Così vedete
l’allodola quando, il mattino presto, il primo raggio del Sole colpisce il suo
occhio, si prepara a spiccare il volo, e cantando e giubilando sale sempre più
in alto, e più in alto sale – tanto più le è facile dar libero corso ai
sentimenti imprigionati nel petto, e tanto prima può liberarsi del suo cantico
a Me dedicato, finché, giunta nelle altezze come un piccolo punto, Mi manda
l’ultimo saluto, e la legge inesorabile della gravità l’attira nuovamente a
terra, dove ricomincia, poco tempo dopo, nuovamente lo stesso volo, ottenendo
sol sempre il medesimo risultato.
16.
Se voi
poteste comprendere i differenti canti del mondo dei volatili, ronzanti e
cinguettanti che, in primavera, con nuova rinnovata attività della natura, al
sorgere del Sole Mi vengono incontro ogni giorno, voi uomini, che vi credete
saggi, dovreste incantucciarvi vergognandovi a causa della vostra empietà e
crudeltà, dal momento che tra tanti esseri a Me affezionati, solo voi state lì
con cuori duramente chiusi, sebbene lasciate passare il vigoroso soffio
primaverile attraverso i vostri polmoni; ma con questo pensate – chissà a cosa
– solamente, non a Me!
17.
Questa
melodia degli uccelli e le diversità del loro canto, sapete voi da dove
provengono?
18.
Vedete, anche
questo vi voglio dire; poiché dovete sapere che nessuno strumento da voi
inventato ha in un altro luogo la sua origine se non nella natura degli stessi
esseri creati, dove l’attento osservatore del mondo animale diede poi allo
strumento gli aggiustamenti somiglianti che poi perfezionò, e dal cui
miglioramento sempre più perfezionato sono sorti gli strumenti musicali presso
di voi attualmente[21] usati.
19.
Vedete, per
molti strumenti, soprattutto quelli a fiato, serviva come norma la gola umana o
animale, dove nella laringe l’intero congegno fino al condotto, la trachea,
sono fissati gli apparati vibratori e tremolanti, come i circuiti cartilaginosi
nella laringe stessa, poi la glottide, in cui sporge la piccola lingua
vibratoria che, nei suoni, secondo l’altezza o la profondità della stessa,
modifica le sue vibrazioni, e attraverso l’oscillazione della colonna d’aria
nell’interno della trachea e attraverso la sua stessa vibrazione, emette il
suono che l’anima vuol produrre, il quale suono poi, urtando alla volta del
palato, ottiene il suo caratteristico tono.
20.
Quello che lì
è la glottide, queste sono, nello strumento ad arco, le incisioni nel legno per
la maggior parte a forma di ‘S’, le pareti a volta corrispondono al palato,
come fondo di risonanza ecc.; così con un’osservazione molto seria in ogni
strumento, com’è d’uso presso di voi, riconoscerete come primo principio
fondamentale l’organo vocale umano o animale.
21.
Ma poiché
come la grandezza dell’organo, così anche la voce deve essere differente, e in
particolare negli uccelli la bocca è modellata secondo un’altra forma, vale a
dire come becco, allora anche lì il suono è formato di nuovo in modo
particolare, com’è conveniente ad ogni uccello canterino.
22.
Una grande
differenza che contribuisce anche nel modificare i suoni, la loro vibrazione e
modulazione, è quella che, come nell’uomo così negli animali, l’aria inspirata
è diversa da quella espirata; nell’aria da inspirare sono contenuti altri
elementi vincolati, e nel corpo dell’animale essa è assorbita, elaborata e
scomposta chimicamente; nel canto degli uccelli, per esempio, il suono è per lo
più composto dagli elementi dell’aria inspirata e espirata, vale a dire da
elementi per gli uccelli vivificanti ed estinti. Ebbene vedete, proprio per
questo il tono del canto di ogni uccello è differente, perché nell’inspirazione
esso assorbe ben l’aria comune, ma nell’espirazione espelle solo quella
inutilizzabile, e quella espulsa è qualcosa di diverso in ogni animale, come
anche nell’uomo; così il suono che producono queste sostanze espulse in unione
con l’aria – oltre ai differenti organi canori – è anche differente, e anche in
questo riguardo è così dappertutto; da un semplice processo di una e la stessa
sostanza, la diversità del suo impiego è quella che dimostra nuovamente la Mia
Divinità e la Mia Potenza, essendo Io in grado anche qui, come sempre, di fare
con poco, molto.
23.
Vedete, c’è
ancora un motivo che nell’intera natura ha grande influsso. Di certo voi
saprete dalla storia della natura che la maggior parte degli uccelli canori,
poveri in magnificenza di piume e colori, dimora sull’emisfero nord della
vostra Terra, mentre sull’emisfero sud gli stessi superano, in sfarzo di
colori, notevolmente i loro colleghi del nord, ma in compenso nel canto sono
stati trattati così come da madre snaturata che, proprio i più guarniti
emettono lo schiamazzo più brutto. Ebbene, questo ha di nuovo il suo motivo
nella semplice spiegazione spirituale della musica.
24.
L’emisfero nordico
terrestre, con il polo nord, è la parte che dal grande spazio eterico assorbe
lo spirituale per la Terra, e il polo sud, col suo grande massiccio montuoso, è
il luogo da dove il consumato della Terra si riversa nuovamente nello spazio
eterico.
25.
Ora vedete,
la parte settentrionale corrisponde alla parte superiore del corpo umano, dove
hanno la loro sede capo, cuore e polmone, la parte meridionale corrisponde alla
parte inferiore dell’uomo; la Terra d’altra parte è anche, sopra uomo e sotto
donna, sopra positivo e sotto negativo, questo significa: nel nord predomina
lo spirituale, e nel sud il materiale!
26.
Nel nord è
operante l’influsso del grande etere e del Sole sullo spirituale, lì essa
produce anche nei prodotti della terra, non la grande varietà, ma ben le piante
più sostanziose, più nutritive. Piccoli e inosservati sono la sua vegetazione e
il suo mondo animale, ma altamente spirituali.
27.
Nel sud è
l’opposto; là è segnato tutto con grosse cifre: ciò che nel nord è solo
vegetazione piccola, nel sud è grande come albero, ma produce poco frutto,
poiché il sud è il polo dove la Terra espelle le sostanze consumate, e dove
queste si levano di nuovo nell’alto dell’etere atmosferico fin verso
l’equatore, impregnando tutta la vegetazione con molti elementi, i quali
favoriscono la sua crescita e rivestono gli uccelli di sostanze che hanno per
conseguenza una rifrazione diversa dei raggi di luce nei colori del loro
piumaggio. E così il sud distribuisce le sue forze vitali unite con gli
elementi consumati dell’interno della Terra, e favorisce ben la crescita
esteriore, mentre nel nord l’esteriorità sembra trascurata, ma la natura
interiore spirituale è tanto più accresciuta.
28.
Per questo la
grande forza canora e la diversità degli uccelli nel nord, e il grande sfoggio di
colori degli stessi nel sud.
29.
Qui, nel
nord, domina il penetrante raggio divino del grande uomo-spirituale, e là, nel
sud, l’influsso dell’uomo-mondiale; qui sapienza – là forma; qui spirito – là
materia!
30.
E se ora vi
poteste slanciar fuori per origliare l’armonia delle sfere dei mondi che vi
circondano, allora trovereste anche là questi contrasti, là nella testa e nel
cuore la magnificenza dello spirito, e nella parte inferiore la magnificenza
dei colori e delle forme: qui vita dell’amore, là vita dell’intelletto; e
avanti in alto fin nel Cielo spirituale il suono si raffina sempre di più,
diventa sempre più armonioso, più puro e melodioso, perché lì, dominando anche
più vita spirituale, anche di più è parlato e compreso solo il linguaggio della
vita del sentimento.
31.
Lassù nel
grande uomo spirituale, dove la musica ha raggiunto la sua purezza suprema, là
nel centro c’è poi nuovamente in Me, come tutto abbracciante, il suono
personificato nel Mio Io, là vibra tutto, luce, aria e suono, e così – pulsante
di delizia mai percepita – si accresce la vita spirituale fino alla massima
potenza.
32.
Solo là è
compresa la vita del sentimento; là si vedono, in ogni vibrazione, onde
purissime di aria e luce e, in rispondenza, le più belle parole d’amore e
preghiere di ringraziamento mai espresse in una forma; là vive la poesia che,
altrettanto solo a motivo del ritmo rimeggiato e dei
suoi toni analoghi, suona all’elevato ascoltatore come prosa; là l’armonia vive
nei cuori degli spiriti e nella fusione dei suoni; là vi è solo un tono
come suono fondamentale che serve a tutti come base, e compenetra tutto,
e questo Tono sono Io!
33.
E così,
iniziando dal linguaggio che là è la sapienza dei Miei spiriti,
l’arte che là sono le forme spirituali primordiali di tutto il
Creato, e infine la musica, che là è il linguaggio dei sentimenti
del più interiore, dove nessun linguaggio ha parole per questo, dove
tutto può essere solo percepito, né pronunciato né formulato; là è
unificato tutto ciò che qui appare come trinità separata: – in linguaggio, arte
e musica; in sapienza, forma e amore; oppure causa, effetto e movente; oppure
passato, presente e futuro; essenza – essere e divenire; calore – luce e vita;
pensiero – concetto e idea; Gesù – Uomo e Dio, che ora sta dinanzi a
voi.
34.
Là, nel
centro, sta il Padre vostro che, sostenendo con le Sue braccia la Sua
Creazione, i Suoi esseri creati, e ristorandoli col cibo della Fonte divina,
invita tutti voi: “Utilizzate il linguaggio per istruire gli altri;
utilizzate l’arte per entusiasmare gli altri; utilizzate la musica per mostrare
agli altri la via che porta al sentimento e a Me!”.
35.
Come Io dissi
un giorno in un cantico: “Senza suono nulla è fatto nascere”, lo stesso
dico adesso: “Senza vita del sentimento non esiste Creazione spirituale!”.
36.
Dove agisce solo
l’intelletto, oppure è osservata solo la forma esteriore, ma manca il
sentimento, là vi è solo mezza, o del tutto nessuna vita spirituale, là vi è
solo progresso vegetativo.
37.
Dove invece i
battenti delle porte del cuore sono spalancati, e all’orecchio spirituale, per
mezzo delle onde sonore dell’atmosfera, giungono reminiscenze spirituali di un
mondo più bello e più spirituale, là vive la vera vita del sentimento, la vita
che, sebbene forse povera in delizia per gli orecchi, certo è ricca in pienezza
di vita, e trova, nel suo punto culminante, lontano e su tutti i mondi
materiali e spirituali, tutto nel Centro di un’unica Essenza, nel Mio Io.
38.
Aspirate ad
unirvi con Lui, tendete là; là, dove il linguaggio, le forme e la musica
spirituale personificate in tutte le Creazioni, staranno dinanzi ai vostri
occhi, là otterrete un giorno la soluzione di molti altri misteri della
Creazione che qui, non compresi in mille anni, potranno invece essere afferrati
e compresi con uno sguardo soltanto!
39.
Questa è la
vostra meta! – Ora sapete se vale la pena sottomettersi ai dissapori (e
fatiche) durante il percorso della vita terrena, per ritrovare un giorno là,
nel suono purissimo, il Padre vostro che vi ha fatto presentire tante bellezze
e beatitudini durante la vostra illusoria vita terrena!
40.
Lottate
dunque! Vale la pena – divenire un figlio di Colui che, per uno sguardo
d’amore, vi può donare sistemi solari e sistemi mondiali! Amen!
۞
22 febbraio 1871
1.
Queste tre
parole indicano cose su cui gli uomini si fanno moltissimi concetti errati, e
in particolare le prime due procurano molte difficoltà ai materialisti, perché
credono di avervi trovato l’intero universo, il fondamento della sua origine,
esistenza e continuità, nella cui spiegazione, un Dio, oppure un Essere
spirituale che governi tutto, è stato completamente messo da parte.
2.
Dunque,
poiché proprio i materialisti, oppure gli attuali ‘professori altamente
eruditi’ di geografia, zoologia e geologia gettano qua e là queste parole
presentandole come primi principi, e con ciò credendo di aver detto tutto in
tutto, allora dobbiamo nondimeno – se vogliamo dimostrare chiaramente a questi
abili signori professori la loro inattendibilità – cominciare con i concetti di
queste parole; poiché si deve sapere innanzi tutto, cosa si adopera come
utensile prima di incominciare un lavoro, dove solo dopo con il giusto uso
dell’uno o dell’altro attrezzo è dimostrata l’abilità del maestro.
3.
Dunque: “Che cosa è, o cosa vuol dire veramente,
forza?”.
4.
Vedete, voi
signori eruditi che vi considerate saggi, voi che dopo tutto l’investigare e
l’esaminare, arrivate di nuovo proprio là da dove siete partiti, voi che volete
stabilire la forza come un fattore dell’intero mondo visibile e invisibile,
vedete, Io vi devo dire che la forza, questa parola molto esaltata sui
frontespizi dei vostri libri, non indica nulla di qualcosa a sé stante, né di
unico, ma solo il prodotto di un altro fattore invisibile che voi proprio non
volete ammettere, dichiarando di buona lena: “La forza è una legge della natura
che equivale al movimento, oppure alla vita”.
5.
Ora però
domandiamo a questi eruditi: se tutto il vostro mondo consiste solo di materia
e di espressione di forza, chi allora dà a questa forza l’impulso che deve e
può esprimersi così e non diversamente, e con la sua espressione agisce sempre
sul secondo articolo di fede della vostra scienza, la materia?
6.
Voi vedete
rotolare un sasso giù dal monte o cadere giù dall’alto, e avete subito la
conclusione pronta: “È la forza o la legge di gravità, la forza di
attrazione della Terra che strappa il sasso derubato al suo basamento, finché
avrà di nuovo raggiunto un’altra base solida e resterà fermo lì, aspettando
un’altra ‘forza’ che intraprenda con esso qualcosa di diverso!”
7.
Ebbene, se Io
dovessi andare a scuola da questi scienziati, allora domanderei, dopo aver
appreso i loro sapienti motivi: “Come ha
creato il mondo se stesso, e come conserva se stesso e distruggerà se stesso?”.
Signori Miei! Voi mi avete dimostrato l’effetto di una forza, questo è vero,
anzi Io stesso ho provato e trovato questi principi da voi addotti, confermati;
ma vorrei tuttavia sapere, giacché non posso vedere la forza, ma unicamente
percepire i suoi effetti: “Che cosa essa
è veramente?”. Io vorrei volentieri avere una spiegazione a questo
riguardo!
8.
I signori
scienziati subito rispondono unanimi: “La forza è una legge della natura, senza
la quale la natura stessa non potrebbe esistere!”
9.
“Bene!”, dico Io, “Avete ragione!”. Ora però vorrei
anche sapere: “Abbiamo noi nella natura un esempio in cui una cosa dia leggi a se stessa?”, poiché voi, signori Miei, non supponete nessun
Legislatore, sebbene Mi volete liquidare con il concetto di ‘legge della
natura’; ora, Io sono proprio uno di quegli allievi che vogliono volentieri
sapere tutto e non possono accontentarsi solo con mezzi termini o niente
affatto importanti, anche se ‘scientifici’!
10.
I signori
scienziati si adirano con un allievo che vuol sapere più di loro stessi e Mi
voltano le spalle, e così sono poi costretto a raccapezzarMi
da solo nel caos dei termini scientifici, perché la nave degli scienziati si è
arenata sul fondale poco profondo delle loro ‘leggi della natura’[22].
11.
Ebbene,
poiché tante persone parlano di ‘forza’, ‘forza della natura’, ‘impulso’,
‘ripercussione’, ‘gravità’, ‘pressione’, ‘forza di attrazione’ ecc., allora
vogliamo cercare di farci prima un’idea su che cosa sia veramente ‘forza’; poi
vedere come questa si manifesta nella natura e come agisce sulla vita organica
e inorganica, forza che dà la vita, toglie la vita, la costruisce e distrugge,
diventando così la conservatrice dell’universo.
12.
Dunque,
innanzi tutto: cos’è la forza?
13.
Vedete, forza
non è altro che un’espressione osservabile in una cosa che deve cambiare o il suo
posto o la sua forma secondo un altro oggetto agente su di essa, il che avrà
per effetto un movimento, un ingrandimento, un rimpicciolimento o perfino un
morire visibile all’esterno o all’interno della cosa stessa.
14.
Ora, questa
pressione di un oggetto estraneo su un qualunque altro è nient’altro che
l’impulso giacente nel secondo essere di sottrarsi agli elementi agenti che lo
circondano, è l’impulso della quiete, come opposto del movimento.
15.
La pietra
vuole rimanere tranquilla distesa, in pratica vuole persistere in unione con la
sua base, dove tutte le sue parti, fin nei più piccoli atomi, nella loro
estensione di larghezza, lunghezza e profondità, non si sentono disturbati.
16.
Appena quindi
un altro oggetto agisce sulla pietra per strapparla alla sua confortevole
quiete, il suo intero essere si oppone; tutte le parti in essa che diversamente
giacevano immobili, duramente racchiuse l’una nell’altra in perfetta quiete,
tutte queste parti cominciano o ad estendersi, oppure, se possibile, a
contrarsi, ad andare in vibrazione. In breve, la pietra, a causa della sua
resistenza contro l’altro oggetto agente su di essa, non è rimasta più la dura,
inanimata pietra che era prima, ma ha trovato vita, tutto in essa si muove e
vibra.
17.
Ora, qual è
il risultato quando un oggetto, altrimenti quieto, viene a trovarsi in
movimento? Vedete, il risultato è che esso deve abbandonare la sua forma e la
sua condizione finora avuta, ed è costretto a divenire qualcosa d’altro; poiché
i suoi elementi non sono più così legati come prima, e la forza agente consegue
proprio per questo il predominio, scompone e disgrega la pietra e, se
possibile, dissolve anche i suoi elementi in polvere.
18.
Alla forza di
gravità, oppure alla forza di attrazione
della Terra sulle sue parti costituenti, si oppone dunque sempre un’altra forza, cioè la forza o l’impulso a distruggere tutto l’esistente e di
formare dallo stesso ancora del nuovo.
19.
La forza,
come si manifesta e come l’uomo può vederla e sentirla agire, è quindi un altro
fattore che non si trova né nella pietra né nei suoi dintorni, ma è
condizionata e animata da altri elementi che portano quest’ultima al
cambiamento della sua forma e della sua condizione, toglie vita, produce vita,
quindi distrugge e nuovamente edifica, e così assicura l’eterna stabilità solo
con ciò che essa, sempre distruggendo, genera del nuovo.
20.
Questa forza
si manifesta in tutte le possibili direzioni e sotto diverse forme, è la causa
determinante della stessa, quindi una potenza superiore che, volendo
manifestarsi come forza è solo apparente; perciò, forza, come cosa indipendente, così come la intendono i signori
scienziati materialisti, non esiste
proprio, non è mai un fattore indipendente di vita, bensì il prodotto di
due fattori superiori, vale a dire di quiete e movimento!
21.
Per mezzo di
questi due importanti principi fondamentali dell’intero universo il mondo
esiste, è stato creato, ed è conservato e trasformato ancora in qualcosa di
nuovo.
22.
La quiete si manifesta anche nel secondo
nome che noi le potremmo dare, vale a dire nella materia, e l’attività vitale,
agendo su di essa, che tutto mantiene e tutto vivifica, è lo spirito, il
quale è lo stimolatore della forza, il coordinatore della materia e quindi il fattore principale dell’intera vita; poiché senza spirito non c’è nessuna vita,
senza vita nessuna materia, e la materia non ha bisogno di nessuna forza;
poiché la forza è il prodotto proveniente dai primi, manca questa,
allora manca tutto!
23.
Ora avremmo
messo in chiaro la forza. Adesso possiamo passare alla seconda su cui questa si
esprime, in pratica alla materia; poiché la forza può esistere solo dove esiste
resistenza, e la materia, come materiale, fornisce appunto, con le parti
costituenti, la resistenza fisica nel principio della quiete, dove si contrappone
al movimento e diviene così visibile come forza.
24.
Ora
domandiamo: “Cos’è la materia?”. E gli scienziati dicono:
“Materia è tutto ciò che è capace di un’estensione in lunghezza, larghezza e
profondità!”.
25.
“Bene!”, ora
continuiamo a domandare: “In che cosa consiste la materia?”. E gli
scienziati dicono ancora:
26.
“La materia è
composta di tutto ciò che si trova nell’intero universo, o scomposto oppure
compatto; ‘materia’ è tutto ciò che si può chiamare elemento fondamentale della
Creazione”.
27.
“Bene!”, ma
ora domandiamo: “Quante materie esistono dunque, e come si possono
differenziare o separare l’una dall’altra?”
28.
Qui gli
scienziati dicono di nuovo: “Noi abbiamo trovato nell’analisi chimica
un’infinità di materie, le quali sono (per noi fino adesso) indissolubili, e
l’universo è costituito da queste; le sue differenti mescolanze producono poi
tutto ciò che possiamo vedere o sentire fisicamente; queste mescolanze, oppure
- come essi dicono - ‘combinazioni chimiche’, sono però sottomesse a
determinate leggi, dove l’una è la legge dell’attrazione, l’altra quella della
repulsione”.
29.
Ora
domandiamo di nuovo: “Ma, signori Miei, già di nuovo voi parlate di leggi,
dove alla fine, nondimeno, Io dovrei presupporre un Legislatore”.
30.
Essi a ciò
rispondono: “Amico, non è detto! Le materie, singolarmente, hanno
caratteristiche differenti, per cui è permesso loro solo l’una o l’altra
mescolanza, oppure avvicinamento, altre invece, per loro, sono
un’impossibilità”.
31.
Ebbene, dopo
aver visto che con i signori professori non possiamo ancora venirne a capo,
allora ci dobbiamo nuovamente affidare a noi stessi e ai nostri cinque sensi, e
a noi stessi porre quindi la domanda: “Che
cos’è la materia?”. – E il nostro interiore ci dice semplicemente:
32.
“La materia è proprio nulla!”. La ‘materia’ è
un’espressione troppo generica che, messa tutta in un crogiuolo, non permette
più nessuna differenza! Se si volesse indicare come materia tutto ciò che
esiste nel mondo visibile, non si saprebbe alla fine nessun nome singolo per le
combinazioni di masse solide e fini, rigide e mobili.
33.
‘Materia’ è
quindi tutt’al più il grande spazio-eterico oltre la sfera dell’atmosfera
terrestre, dove tutti gli ingredienti sono insieme scomposti, i quali
appartengono a tutte le altre combinazioni per la creazione dei corpi celesti e
la loro specie di aria che li circonda.
34.
Solo là c’è ‘materia’, cioè la grande dispensa per l’edificio universale;
ma in su e intorno alla Terra, la materia non è più ‘materia’, ma si trovano
già, a seconda dello scopo, elementi legati
insieme che poi, esposti ad altre potenze superiori, come vita, movimento o forza, costretti a trasformazioni, a
cambiamenti di forme, modificandosi di nuovo in altre forme, si presentano come
qualcos’altro, in una nuova forma, dopo che in quella precedente la sua azione
è venuta a cessare.
35.
Qui, su
questa Terra, la materia è già così legata che una separazione nelle sue forme
originarie non è più possibile; i suoi singoli elementi, infatti, sono così
strettamente legati che solo in questa strettissima fusione stabiliscono un
altro insieme e si oppongono a qualsiasi separazione artificiosa; allora i
signori scienziati, credono di aver scoperto delle ‘leggi’, o cosiddette ‘leggi
della natura’, perché a loro non riesce ciò che invece una Potenza superiore,
lo Spirito su tutto agente, opera con facilità!
36.
I naturalisti
e scienziati, che naturalmente vedono qui solo qualcosa con cui la natura
svolge i suoi processi con grossolani o grandi mezzi, questi signori non
comprendono che, nonostante il loro negare, esiste tuttavia qualcosa che sta
più in alto delle loro analisi chimiche, dei loro microscopi e telescopi, dei
loro barometri, elettrometri, termometri, anemometri e altri metri ecc.; ciò
che osservano negli alambicchi e distillatori, sono tutti grossolani processi! Essi vedono dentro ben una grande conseguenza,
ma non la comprendono. E poiché non vogliono accettare nessun Signore e
Legislatore, allora attribuiscono a queste sostanze l’intelligenza, e dicono:
“Esse seguono solo questo e quell’impulso”, come essi stessi seguono il proprio
impulso materialistico, cioè quello della follia, quasi sapessero o vedessero
veramente qualcosa.
37.
Ciò che per
loro nella natura è un mistero e anche nel loro stesso corpo sarà e rimarrà una
domanda da loro mai troppo spiegabile, come cioè hanno relazione materia e
spirito, o come la massa cerebrale, di certo qualcosa di materiale-visibile,
produca solo dello spirituale, oppure come avviene il ‘metabolismo’ nel proprio
corpo così che essi possano rallegrarsi di una vita sana; questo, cioè lo
spirito, non lo vogliono trovare!
38.
Questi
signori – che nella natura non vogliono riconoscere nessun Signore, nessuna
Potenza superiore, e tuttavia nel loro stesso corpo possono vedere ogni giorno,
anzi ad ogni ora, come lo spirito è in grado di disporre della materia – questi
signori suppongono nella natura una legge che plasma forza e materia, cosa che
essi vedono dinanzi a sé in maniera visibile e sentono, in maniera invisibile,
ma nel loro corpo, dove tutto questo procede allo stesso modo, qui non vogliono
riconoscere nessuna legge della natura, qui invece essi vogliono essere i soli
autocrati di se stessi.
39. “Quanto siete deboli e limitati, voi poveri ciechi!”.
Questa voce vi risuona da oggetti viventi e anche da oggetti apparentemente
morti nella natura visibile, dappertutto essi vi esclamano:
40. “Noi siamo! Ma non per caso o secondo le vostre
‘leggi’ concatenati, ma siamo formati insieme da e attraverso una potenza
superiore. Ci attraiamo e ci respingiamo reciprocamente secondo l’individualità
del singolo, e tutto questo solo per procurare a voi increduli, un piacevole
soggiorno su questa Terra, e anche se non lo volete sentire, lo stesso gridiamo
sempre a voi presuntuosi sapientoni:
41. Noi siamo! Ma non siamo ‘forza’, non siamo ‘materia’,
come voi ciechi credete – noi siamo ‘spirito’, cioè spirituale legato,
spirituale sciolto, spirituale creante in forme e di nuovo distruggente le sue
forme, per uscire alla fine, da tutta questa lotta, spiritualizzati, e
dimostrare a voi che, nell’intera natura, tutto è spirito, e vi manca per
questo solo lo spirito dell’intendimento, e nonostante le rivelazioni della
natura visibile e invisibile, non volete piegarvi al riconoscimento: sì, adesso
riconosciamo di non sapere nulla! Quando questo grido si sarà rivelato nel
vostro cuore e nella vostra testa, solo allora avrete fatto il primo passo a
quel grande scopo che proprio questo grande Spirito vi ha stabilito, Spirito
che vi tratta con tanta longanimità e grazia, e impiega ogni possibilità per
dimostrarvi che Egli – uno Spirito – non può creare nulla di materiale, ma solo
dello spirituale!”.
42.
Ebbene,
adesso che vi ho mostrato pressappoco l’assurdità di tutti gli edifici della
dottrina materialistica, passiamo al nostro campo, per dimostrare a tutti i non
credenti (di buona volontà) che non sono né ‘forza’ né ‘materia’, ma che esiste
solo ‘spirito’, solo ‘spiriti’,
e un sommo Creatore
spirituale! Amen!
il 23 febbraio 1871
43.
Ieri dunque
abbiamo sostenuto che solamente lo spirito è la componente ed il supporto
principale dell’intero universo; adesso dobbiamo anche dimostrare ciò che
abbiamo sostenuto ieri.
44.
Ebbene vedete, la prima domanda che qui emerge è
proprio questa: Che cosa è veramente
‘spirito’, e di che cosa quindi è fatto?
45.
Per rispondere a questa domanda avremo ben qualche
difficoltà, tuttavia cercheremo di rendervi chiaro questo mediante un esempio,
affinché possiate ben distinguere ‘spirito’ da ‘espressione di forza’!
46.
Dunque vedete, per fare un esempio: qualcuno vuole
cominciare un determinato lavoro che secondo la sua opinione, iniziato
logicamente e perseguito con coerenza, deve produrre un certo risultato. Ora,
per realizzare questo, afferrerà prima un’idea, poi la riesaminerà e
rifletterà, dopo passerà in spirito l’intero percorso della realizzazione
dall’inizio alla fine, inoltre, dopo che tutto è stato precisamente esaminato
ed individuato, si procurerà i mezzi e materiali necessari per questo, e così
lavorerà, mescolerà e combinerà questi sotto la costante azione della prima
idea afferrata, finché verrà fuori il risultato procacciato.
47.
Ebbene, se volete immaginarvi questo processo molto
chiaramente, allora osserverete che l’idea spirituale, o la vivente potenza
operante che porta in sé tutte le capacità di fare tutto da tutto ciò che vuole
e che potete anche chiamare vita,
cioè vita interiore, questa è potenza (potere-volontà); quindi la portatrice,
promotrice e creatrice di tutto il compiuto. Tutto ciò che questa potenza vuole
usare per il suo scopo, lo deve dapprima penetrare con la sua propria forza,
affinché un po’ alla volta sotto l’azione di questa forza si combini il tutto
in un’unica costruzione, e poi, manifesti in realtà l’idea prima afferrata.
48.
Questa spiritualizzazione
della materia, o impiego della materia per una azione, questo risveglio
nella materia degli elementi-spirito dormienti per un comune agire, è quindi la
vera vita o la ruota motrice
dell’intera macchina; questa vita-forza
motrice che sta al di sopra di tutti gli elementi ponderabili ed
imponderabili è dunque veramente ‘lo
Spirito’, il quale poi, secondo tutte le sue graduazioni fino a Me, l’unico
Creatore e Signore del Creato, racchiude in sé tutto ciò che questa Potenza può
essere nella somma istanza.
49.
Dopo di ché, però, questa Potenza deve essere
naturalmente anche attrezzata a tale riguardo, affinché anch’essa possa creare
qualcosa di logico o coerente, conseguenza che voi riconoscete come legge della natura, così è anche naturale
che, se qualcosa è stata creata conseguentemente all’esistenza, lo stesso
principio primordiale (causa fondamentale) che ne cagionò la creazione, non
vuole la sua distruzione, bensì la sua conservazione; quindi anche questa
potenza spirituale deve avere ‘un compiacimento’ nella cosa creata, cosa che
non è altro che affezione. E cos’altro è ‘affezione’ se non amore? – Lo stesso
di come l’avversione o lo stimolo per la distruzione del Creato dovrebbe essere
designato come odio.
50.
Di conseguenza proprio per questo Egli è lo Spirito
primordiale o la sublime Potenza, perché Egli è il creante, operante Principio,
perché Egli è Vita imperitura, è
anche l’Amore, oppure, detto con altre parole:
51.
La Potenza sublime – Iddio – è Amore!
52.
Dove c’è Amore, non è possibile nessuna distruzione,
nessun odio!
53.
Quindi, se lo Spirito nella Mia Persona, quale
eterno, indipendente Io deve avere la caratteristica principale dell’Amore come
Principio di base, allora è naturale che Io devo anche possedere tutte le altre
caratteristiche che appartengono all’Amore, le quali non possono esistere senza
di esso, e senza le quali non può esistere l’Amore.
54.
Queste caratteristiche sono: la Mansuetudine, la
Pazienza, la Perseveranza (Coerenza o anche Fedeltà), l’Umiltà; e poiché tutte
le cose create sono Prodotti Miei, per così dire figli Miei, così è manifestato
negli stessi anche l’Amore paterno nel massimo grado.
55.
Ebbene vedete, per creare qualcosa il Creatore deve
immettere pur qualcosa del Suo Io nella cosa creata, affinché la stessa a Lui somigliante
sia degna del suo Creatore!
56.
Per chiamare quindi in vita l’universo con tutti i
suoi mondi e soli, con il suo regno vegetale, minerale ed animale, dovevo pur
aggiungere ad ognuna di queste parti una certa quantità del Mio Io, in modo che
a tutte le cose dell’universo sia congenito un graduale risalire ed un impulso
a ritornare nuovamente in Me; per il fatto che il simile sente sempre verso il
simile l’attrazione per l’avvicinamento, c’era quindi in ogni cosa creata una
parte spirituale condensata, come voi lo potete afferrare e comprendere, oppure
venivano concentrate parecchie piccole particelle in un maggior volume (forma),
affinché, a seconda della caratteristica affine delle particelle spirituali
stesse, fissassero poi queste più o meno l’un l’altra densamente così da
formare un corpo.
57.
In questo modo ebbe quindi origine tutto ciò che voi
chiamate materia, sia in leggeri elementi sciolti o volatili, o solidi fino
alla pietra più dura, questa inclusa.
58.
Ovunque c’è e c’era la componente principale spirituale
che ha prodotto in differenti unioni con un suo pari o altri, più grandi o più
piccole masse più o meno dense.
59.
Un eloquente esempio lo avete nell’acqua, la quale
come mobile, leggero elemento, si trasforma facilmente col calore in vapore; ma
al contrario, appena fuoriesce un certo grado di calore dalle sue particelle o
singoli atomi, diventa un massa rigida e solida di ghiaccio.
60.
Qui c’è soltanto la differenza che l’acqua diventa
ghiaccio a causa della mancanza di calore o di amore delle singole parti l’una
verso l’altra, mentre nell’intero mondo creato, proprio l’amore unisce tutto;
poiché l’amore costringe tutto ad attrarsi reciprocamente, e proprio a causa di
questo impulso di avvicinarsi l’un l’altro quanto il più possibile, provoca
l’altro importante fattore di vita dall’Amore, cioè il Calore, il quale
anche a causa della sua inseparabile comunione con esso è sinonimo dell’Amore.
61.
Dove ora l’Amore
ha riunito particelle spirituali di
sentimenti affini, lì sorge una pressione
deliziosa o calore; dove si sviluppa calore, lì comincia un graduale
liberarsi, una tendenza verso una
migliore posizione, una unione più bella, più elevata; in una parola sorge
l’altro fattore visibile, la vita.
62.
Dove non c’è Amore – non c’è nessun calore, e dove
non c’è calore – nessuna vita!
63.
Questa
Vita, come prodotto del Calore e dell’Amore, o prodotto dallo
sfregamento reciproco del movimento delle singole particelle spirituali legate,
produce ancora un altro fattore della Creazione, cioè dove c’è calore c’è attrito,
dove c’è attrito, nel caso
intensificato si sviluppa calore, e
dove aumenta il calore, sorge il consumo o la liberazione delle particelle spirituali in altre forme, più alte,
più leggere, le quali manifestano il gioioso liberarsi attraverso forti vibrazioni
o fremito, e questa manifestazione si chiama poi alla fine, luce!
64.
Quindi: dove c’è Amore, c’è calore, dove c’è calore – c’è
vita, dove c’è vita – c’è luce!
65.
Ora abbiamo messo insieme questi tre momenti principali che fanno parte
di una Creazione, i quali aiutano
questa a creare e ad esistere, e senza i quali nulla esiste; infatti in tutto
ciò che è creato è predominante sempre l’uno o l’altro fattore, e dove cessano
tutti questi tre portatori-di-vita, non c’è nessuna
Creazione, nessuna vita, nessun calore, ma morte, freddezza e distruzione,
oppure dissoluzione, affinché queste parti disciolte possano di nuovo ritornare
nel circuito del vivente.
66.
Ebbene vedete, ‘Forza’ è quindi nient’altro che l’impulso
spirituale di creare del nuovo dall’esistente; questo sforzo che si
esprime nella realtà, i vostri naturalisti lo riconoscono come legge della
natura.
67.
‘Materia’ non è altro che lo spirituale raddensato il quale, come voi
qui sulla Terra vedete, ha perso già da lungo tempo la sua forma primitiva in
elementi grossolani più solidi visibili non più come materia, bensì è materia
che proprio sotto l’influenza reciproca del potente sul più debole, del più
grande sul più piccolo, ha per conseguenza la loro decomposizione e
cambiamento, per rendere liberi gli spiriti ivi rinchiusi e per avviar loro
sulla via per gradini più elevati.
68.
Questo decomporre o influenzare dell’uno sull’altro
si manifesta ai vostri occhi come ‘vita’, come la grande legge della natura del
‘nascere e morire!’, dove l’uno, dissolvendosi, deve completare l’altro, per
poter così iniziare a percorrere la grande scala e la via del ritorno a Me.
69.
Dove quindi i vostri scienziati intuiscono solamente
leggi della natura, le quali noncuranti delle loro idee seguono solamente la
Mia Volontà, proprio là vive e si sviluppa nient’altro che vita spirituale, una
vita che sta ampiamente oltre tutto l’afferrabile di come le idee ed i concetti
dei vostri scienziati si possano lanciare.
70.
E proprio perché lo spirituale non si sottomette
alla loro volontà e non vuole diventare patrimonio comune solamente per loro,
allora hanno deciso di fare meglio a negarlo completamente.
71.
Per loro non esiste nessun Dio, nessun Legislatore,
sebbene suppongono delle leggi nella natura; per loro è ‘la materia’ che si fa
leggi di propria iniziativa, quindi una materia intelligente?! –
72.
Per loro le leggi sono soltanto un certo ‘bisogno’.
Secondo i loro concetti nell’universo si scioglie tutto in elementi materiali e
comincia da lì di nuovo il suo circuito a mo’ di macchina; per loro non esiste
nessun miglioramento, bensì un eterno ‘rimaner-nel-vecchio’.
73.
Se loro (gli scienziati) si accontentano di
diventare essi stessi dopo la decomposizione un pezzo di ‘ossigeno – carbonio –
azoto’, o altrimenti un altro ‘elemento’ ponderabile
o imponderabile, Io non ho nulla in contrario; posso perfino adempiere questo
desiderio e lasciarli galleggiare come una porzione di specie di aria per
alcuni milioni di anni nell’atmosfera di un pianeta; arriverà poi certamente il
tempo, dove anche questo stato sognato diventerà estremamente molesto alla
consapevolezza che si dovrà esprimere, poi però da una particella di aria
soltanto, fino all’anima di un uomo, la via sarà qualcosa di lento e
difficoltoso!
74.
Finora come uomini liberi gli lascio fare ciò che
vogliono. È già stato con la maggior parte il caso, che quando questa
dissoluzione di tutte le cose così decantata a freddo si avvicina anche a loro
sotto forma di morte, allora vorrebbero perfino ritrattare tutto quanto hanno
scritto, se solo fosse possibile, ed essi stessi poi indietreggiano smarriti
dall’immagine sconfortante che si erano fatti del mondo e l’hanno voluto far
credere anche agli altri.
75.
Se il Mio sconfinato Amore e la Mia Misericordia non
fosse con questi figli smarriti, Io dovrei ben procedere diversamente con loro;
ma così agisco come un vedente che perdona anche al cieco, se questi s’imbatte
in lui oppure addirittura lo getta giù, infatti il cieco non sa cosa ha fatto.
76.
Lo spirito è ovunque, e se i
vostri filosofi e scienziati lo vogliono negare, per quanto e ogni qualvolta lo
vogliano, senza spirito non ci sarebbe nessuna Creazione, non splenderebbe
nessun sole nel cielo e non vi sarebbe nessuna vita!
77.
Soltanto lo spirito è l’elemento spirituale che
procura vita, che imprime all’irrigidito un impulso bello, che dona ‘Vita’
all’apparente, intorpidita materia, e spinge tutto al canto di giubilo per il
sommo, sublime Spirito, a Me, quale Amore personificato. –
78.
Senza spirito non vi sarebbe nessun amore, e che
cosa sarebbe la vita senza amore!? – Un caos, una natura fredda, niente che
riscalda, niente che consola, niente che santifica!
79.
Perfino nella vostra terrena vita umana che cos’è la
vita senza Amore? Dove esiste un sentimento che uguagli l’amore? Che cosa rende
anche la natura bella e sublime? Che cosa risveglia anche nella musica a
sentimenti sublimi? Che cosa entusiasma, riscalda il povero, sofferente,
paziente cuore?
80.
È il raggio dell’Amore che vi ispira attraverso la
natura materiale, che compenetra le sfere spirituali invisibili, vi scuote, vi
spinge ad un abbraccio, ad un avvicinarsi ad un’altra personalità, dove
percepite nuovamente il battito di un cuore che batte come il vostro per il
bello e santo.
81.
Che cosa sarebbe tutto il visibile, se questo
vincolo spirituale non attraversasse ogni essere vivente, e che cosa Mi
unirebbe a voi, voi a Me e Mi attirerebbe a voi, se non fosse l’Amore?
82.
Questo beato, santo sentimento, che dai limiti
sensuali della vostra natura va ancora più lontano oltre tutte le stelle, fin
là, dove in eterna beatitudine e quiete vi attende Colui che vi ha dato questo
Dono come Suo proprio Io e vi vuole far sentire che senza l’Amore il mondo
sarebbe stato creato inutilmente!
83.
Considerate questo mondo come nient’altro che un
panorama spirituale, dove gli spiriti uniti in mille specie di forme
rappresentano sempre e soltanto la stessa cosa e vi gridano, come il raggio di
luce di un sole distante da voi milioni e milioni di miglia, come il verme che
striscia ai vostri piedi, tutti si accordano nello stesso cantico: “Dio è Amore!”
84.
Sì, Io sono ‘l’Amore’, Io sono ‘lo Spirito’ che ha
creato tutto amando, che amando, tutto mantiene.
85.
Io sono l’Iddio che un giorno discese per voi su
questo piccolo pianeta, per compiere la Mia più grande Opera d’Amore e di
Umiltà.
86.
Sì, Io sono l’Iddio che come Spirito o sublime
Potenza non vuole star da solo nella Creazione.
87.
Io sono l’Iddio che vuole essere Padre e vedere
intorno a Sé dei figli amanti che possono in verità percepire la Sua Potenza,
ma Lo devono solamente amare!
88.
Questi sono i motivi per i quali Io ora non smetto
di richiamare sempre di più alla vostra mente:
89.
Non dimenticate la vostra origine! Voi siete Mie
creature, siete prodotti spirituali! Cercate con le vostre azioni di divenire
figli Miei, degni di Me!
90.
Perciò tutti i Cieli e tutte le profondità della Mia
Creazione vi gridano, affinché possiate percepire ovunque lo stesso richiamo:
91.
“Amate Iddio sopra ogni cosa, perché Egli è Amore!
Egli ci ha creato per Amore – e soltanto per Amore! Cercate di diventare degni di
Lui, affinché le Sue Parole a voi non vengano sprecate!”
92.
Così si dice dappertutto. Risvegliate nei vostri
cuori gli stessi sentimenti, ed allietate il Padre vostro col vostro amore, e
dimostrate a Lui lo stesso nel vostro prossimo; questo desidera il Padre
vostro! Amen!
۞
Sulla dignità
dell’uomo
22 ottobre 1872
1.
Ebbene, su quest’argomento del vero significato
dell’espressione ‘dignità dell’uomo’, esistono tante opinioni, quanti ne esistono
di uomini istruiti o educati, poiché i popoli selvaggi e i rozzi uomini
trascurati non hanno nessuna idea di cosa significhi il nome uomo,
neanche come se ne possano rendere degni.
2.
Solo dove
l’uomo etico è educato e istruito moralmente, solo là si può supporre di poter
trovare un’idea della vera dignità dell’uomo, dignità che tuttavia deve essere
di nuovo differente secondo l’educazione e la professione della vita.
3.
Ciononostante,
tutte queste idee in uso e predominanti sul concetto ‘dignità dell’uomo’, non
sono il motivo del perché Io voglia spiegare e dirvi in cosa consiste veramente
tale dignità; voglio invece solo aiutarvi ad unire appunto la Mia dottrina con
la vita pratica, e così, posti come esseri tra due mondi, diventare degni di
corrispondere in spirito e anima al grande pensiero-creativo del Padre vostro
celeste; poiché anche voi, sebbene abbiate già ricevuto molto da Me, non avete
ancora la giusta idea di cosa voglia significare veramente ‘dignità dell’uomo’,
poiché troppo spesso vedete negli altri come essi pretendono per sé questo
titolo, cercando anche di rivoltarlo e spiegarlo secondo la loro cupidigia e
passione, per essere, secondo la loro brama, ognuno alla sua maniera, un uomo
degno!
4.
Ora per
meglio comprendere la dignità dell’uomo e per meglio afferrare quanto segue,
vogliamo nuovamente iniziare con il concetto della parola, farla risalire dalla
radice della sua origine e stabilire poi il vero significato e valore della
stessa, come dovrebbe esser d’uso presso di voi, e come Io la intendo!
5.
Vedete, la
parola ‘dignità’ proviene dal ‘divenire’, e la parola ‘divenire’
è veramente una parola derivante dal pensiero creativo che fu dato, come
fondamento della Mia Essenza, all’intero mondo visibile; infatti, senza il
‘divenire’ non vi sarebbe nessun sole, nessun pianeta, nessun grande regno
mondiale e nessun grande regno spirituale, poiché solo con l’espressione ‘Sia
fatto’ Io ridestai l’intera infinità, dando l’impulso per la beatitudine
degli esseri creati e per la beatitudine del Mio stesso Io che è l’Amore
personificato, la cui espressione ‘Amore’, però, vuol significare solamente –
fare e creare tutto per gli altri, e trovare nella comprensione e nel
perfezionamento degli altri la propria beatitudine e la propria delizia.
6.
Con
l’espressione ‘Sia fatto!’ fu data
però anche la legge e la via, e cosa dovesse essere ogni prodotto spirituale o animico, oppure per quale grado di perfezionamento esso era
destinato, dove naturalmente gli spiriti legati e raddensati nel mondo
materiale dovevano percorrere un’altra via, diversa da quella delle legioni di
spiriti posti liberi e coscienti di se stessi del Mio mondo dello spirito senza
fine.
7.
Ora, con il
‘divenire’ sorse naturalmente anche la domanda se, specialmente gli spiriti
posti liberi, lasciati a se stessi, sarebbero anche diventati quello che
dovevano diventare, vale a dire, se essi sarebbero diventati ciò che Io con
loro avevo per scopo.
8.
Con la parola
‘divenuto’ sorse uno stato che, se corrispondente alle Mie intenzioni,
equivaleva al titolo ‘dignità’ o ‘degno’, tale e quale come da voi sulla Terra
conferite a qualcuno una ‘dignità’, oppure chiamate ‘degno’ uno che ha meritato
questa posizione, oppure, con le sue qualità quale uomo spirituale, ha meritato
il titolo ‘degno’.
9.
Ciò che quindi
voi indicate come dignità, esprime veramente che quell’uomo, che riveste una
dignità o merita di essere chiamato degno, possiede quelle caratteristiche che
lo nobilitano come essere spirituale – dovendolo elogiare per qualcosa di
meglio di quanto il restante gran numero del suo prossimo potesse conseguire.
10.
Quest’idea di
dignità che voi avete in generale, proprio quest’idea, ma solo in un’altra
scala, ho anch’Io con riferimento alle creature da Me create.
11.
Quando Io
creai sulla vostra Terra il primo uomo, lo posi come voi ponete un alto
funzionario rivestito di una dignità, concedendogli il potere di comandare su
molto, di essere più elevato di tutte le altre creature create sulla stessa.
Gli concessi pieni poteri mediante le sue qualità spirituali quale Mio
discendente, quello di essere ciò che Io l’avevo voluto fare, cioè ‘diventare
signore della Terra!’. Così egli doveva sfruttare le sue capacità per il meglio
di se stesso e per il bene di tutto il mondo che lo circondava.
12.
Ma perché
potesse comprendere anche la sua stessa dignità solo nel senso che Io volevo
fosse compresa, lo lasciai libero, gli permisi di usare tutti gli impulsi posti
in lui, per il bene o per il male, affinché potesse innanzi tutto riconoscere
che la dignità consegnata a lui da Me sarebbe esistita solo quando egli fosse
stato in grado di disciplinare le sue caratteristiche, impulsi e brame, non
come macchina, ma come essere libero, di propria iniziativa, e che avrebbe
potuto raggiungere la dignità spirituale solo nel dominio delle sue passioni,
per la qual cosa gli diedi tutti i mezzi per raggiungerla e per essere un degno
anello di congiunzione tra il legato e il completamente libero mondo degli
spiriti.
13.
Io esclamai a
lui il ‘divieni!’, e lui divenne o diventò – che cosa? – lo potete vedere
adesso ovunque; purtroppo, non quello per cui Io l’ho chiamato! Invece di
barone è diventato schiavo delle sue passioni, e così, ha totalmente invertito
la sua destinazione e abusato e degradato la natura che lo circonda; e da qui
derivano anche tutti gli inconvenienti che ora perseguitano l’umanità riguardo
allo spirituale e al materiale, con mali e sofferenze di ogni tipo. L’uomo,
infatti, contrario alla sua alta destinazione, invece di rendersi degno di Me,
si è allontanato dalla via della rettitudine, è divenuto ‘indegno’ di chiamarsi
‘uomo’, dopo che Io, un giorno, infondendogli il Mio soffio spirituale, lo
volli improntare per un figlio del Mio grande Regno degli spiriti, che egli può
raggiungere adesso solo per grandi vie indirette, e lottando con ogni specie di
mali e sofferenze.
14.
Dopo che gli
uomini sono giunti così lontano con la loro presunta scienza e sapienza, nel
rendersi il più confortevole possibile questa parola ‘dignità dell’uomo’, dopo che l’egoismo, quale polo opposto del Mio
Amore e dell’amore è diventato, in generale, il pallino principale dell’attuale
umanità vivente, e dopo che, proprio a causa di queste follie anche la misura
dello smarrimento da parte vostra e la misura della Mia pazienza comincia
altrettanto a finire, proprio questa parola vi è data di nuovo per salvare così
qualcuno dalla rovina generale, affinché non debba perdere del tutto la sua
dignità – l’unica sua parte del mondo spirituale!
15.
Certamente
questa Parola, come tutte quelle Mie che vi ho fatto pervenire attraverso il
Mio scrivano, adesso è accessibile solo a pochi; ma pazienza, gli inconvenienti
della vita umana porteranno presto ancora qualcuno nel vostro campo, cosicché
alla fine, dopo aver tentato di tutto, ma invano, egli entrerà da voi e vi
pregherà con le parole:
16.
“Amici e
fratelli! Non avete voi nessun conforto, nessun balsamo per la mia anima ferita
a sferzate? Lo sento, ho perso la dignità dell’uomo, l’ho calpestata con i
piedi, e adesso, in cui chiedo conforto e pace da tutte le chimere che mi sono
state elogiate come sapienza, come dogmi religiosi, adesso queste si dimostrano
tutte inaccessibili, non convincenti. Come un’immagine nebbiosa, ogni sogno di
una razionale, ragionevole apparente sapienza, svanisce. Ridatemi la dignità
dell’uomo spirituale, affinché io mi senta come uomo, come un essere spirituale
che un giorno uscì puro dalla mano di un affettuoso Creatore, e possa adesso
nuovamente ritornare a Lui, degno di Lui!”.
17.
Allora, figli
Miei, saranno le parole che Io vi do oggi, che porteranno balsamo e conforto
all’assetato, e lo costringeranno al grido, con lo sguardo rivolto in alto: “Che
cosa sono io, o Signore, che Ti ricordi di me?”.
18.
Questo è lo
scopo di presentare a voi e a tutti i ricercatori la ‘dignità dell’uomo’
nuovamente con chiari tratti di luminosa chiarezza, affinché il chiedente,
l’assente, il dubbioso, possa riconoscere quanto se n’è allontanato e dove si
trovino i mezzi per riconquistare il paradiso perduto.
19.
Voi però
sapete come Adamo agì contro il Mio Ordine, egli perse il suo paradiso, vale a
dire, perse la coscienza della sua dignità spirituale, e proprio questa perdita
precipitò i suoi discendenti fino al giorno d’oggi, nella babele di false idee,
falsi concetti e falsa ideologia della vita e del mondo, cose che, tutte
insieme, non sono altro che l’eterna aspirazione di recuperare una dignità
spirituale che innalzi l’uomo oltre tutto il materiale, oltre tutto il
sensuale, e gli permetta di scorgere, oltre le rovine della devastazione e
disgrazie, con sicurezza un altro mondo, dove tutte queste calamità, che alla
fine riguardano solo il suo benessere fisico, svaniranno nel nulla, e sarà
riconosciuto il perché fu loro permesso, chiaramente e facilmente, quale mezzo
per lo scopo, d’innalzare l’uomo sprofondato nel materiale, di nuovo a cittadino
del mondo spirituale, ciò per cui Io un giorno lo avevo creato, e che anche
dovrà nuovamente diventare, per quanto egli faccia tante scappatelle; è solo
questione di tempo, ma la meta finale non cambia! Ciò che Io ho dato, deve
tornare nuovamente a Me, poiché era Mio e dovrà tornare ad esserlo!
20.
Ora, dopo
avervi mostrato con poche parole cos’è la ‘dignità’, come vi è stata data da
Me, e come da voi uomini è stata profanata, vi devo anche dimostrare e mettere
rigorosamente dinanzi agli occhi, con ferme parole conclusive, che cosa
significa veramente dignità dell’uomo secondo la Mia idea, affinché anche voi
otteniate un chiaro concetto di ciò che Io vi diedi, e di cosa posso di nuovo
pretendere da voi, così che possiate corrispondere ai Miei desideri.
21.
Ebbene
vedete, figli Miei! La dignità dell’uomo è veramente nient’altro che il continuo operare, pensare e volere
secondo le Mie Leggi dell’Amore!
22.
Io,
l’espressione dell’Amore, vi ho creato per amore. Voi, così creati, per quanto
stia in vostro potere, dovete aspirare a diventare proprio uguali a questo
Creatore che in voi pose la scintilla dell’Amore.
23.
Questo è il
vero concetto basilare dell’Amore, della dignità dell’uomo che,
dominando le sue passioni dell’ira, dell’odio o della vendetta, agisce, soffre
e sente tutto, solo per amore, fa tutto solo per gli altri.
24.
Così il
materiale uomo corporeo con le sue necessità umane, santificato e
spiritualizzato attraverso la fiamma superiore di un Amore divino, diviene
sempre più degno della sua vera origine, e capace di comprendere meglio il suo
Creatore e di avvicinarsi a Lui!
25.
La dignità
dell’uomo consiste quindi solo nel soggiogamento di tutto il non nobile, sia in
pensieri, parole o opere! – Solo così l’uomo è innalzato oltre l’animale, con
cui ha in comune nondimeno parecchie caratteristiche; ma proprio
nell’utilizzare queste caratteristiche per scopi nobili, di abbellire
spiritualmente anche la più semplice brama sensuale, di darle un aspetto più
nobile, di attribuirgli moventi superiori, questo nobilita l’uomo, gli
restituisce la sua dignità ereditata, per mezzo della quale egli diventa un
cittadino di un regno dello spirito che un giorno sarà la sua dimora
permanente.
26.
L’uomo non si
nobilita con un comportamento convenzionale nei confronti delle regole della
decenza e delle leggi dello Stato. No! L’uomo nobilita la sua stessa coscienza
quando ha la consapevolezza di aver fatto tutto solo per i più nobili, più
elevati moventi, e cioè per amore, per amore verso il suo Creatore, per amore
verso i suoi concreati.
27.
Non
l’azione contrassegna il valore, ma il ‘perché’ tale azione è avvenuta! L’uomo vede sì l’azione, ma solo due ne conoscono il
movente – Io, e colui che agisce, dove Io rappresento in lui la
coscienza lodativa o punitiva.
28.
Cos’altro
sono i ‘rimorsi di coscienza’ se non l’inquietudine di aver contravvenuto alla
propria dignità spirituale? Perciò, ogni volta che intraprendete qualcosa, se
vi sorprendono dei pensieri, state attenti, affinché essi non vi degradino;
poiché ognuno porta in sé il suo libro della vita, e alla fine della sua
carriera potrà scorgere in un’immagine, quale fisionomia[23] (espressione del viso) otterrà il suo uomo spirituale
con la separazione da questo mondo; poiché il riflesso della vita mondana
vissuta, sarà l’espressione della veste dell’anima, dove la somma di tutti i
pensieri, desideri e brame, rappresenteranno l’uomo spirituale, dimostrando
così agli altri spiriti come egli si è formato non fisicamente, ma come si è
formato spiritualmente.
29.
Che questa
forma dell’immagine umana, dalla più nobile fino a quella deformata, debba
avere naturalmente milioni di specie di gradazioni, s’intende da sé. Ognuno
s’imprime il volto come ha vissuto; quanto più è conforme alla sua dignità,
tanto più pure le forme esteriori dell’anima esprimeranno lo spirituale
interiore! Anzi già adesso, sebbene non in ognuno, si può leggere quale anima
nasconda l’uno o l’altro corpo, dove nel corpo umano è certamente possibile
ancora tanta finzione, cosa che nell’altro mondo viene a cessare.
30.
Per questa
ragione vi mando queste parole e vi esclamo:
31.
Vivete degnamente! Lasciate andare ogni apparenza, e
mostratevi anche agli altri come uomini, come Io creai un giorno il primo;
uomini che portano in sé la scintilla dello Spirito immortale, uomini che
proprio attraverso tutti i precedenti avvenimenti, come la Mia stessa divenuta
uomo[24], furono creati e destinati per così grandi scopi!
32.
Non
screditate la vostra dignità, siate severi verso il vostro mondo dei pensieri,
esso è il primo seduttore che vi porta troppo facilmente sul ponte adatto, dal
nobile all’ignobile.
33.
La dignità
dell’uomo è il vostro unico santuario, attraverso di essa diventate tutto,
senza di essa sprofondate giù nel mondo animale, diventate simili a bestiali
creature materiali che non sono degne di una scintilla divina, anzi, in verità
diventate ancora più che animali; poiché quando l’animale commette azioni che
sono crudeli e maligne per i vostri occhi, questi non le sa giudicare, esse
stanno nella sua natura. L’uomo invece, proprio per questa ragione profonda sotto
all’animale, perché egli ha la facoltà di giudicare le sue azioni e i suoi
pensieri e ponderarli, ed è ben conscio di dover fare qualcosa di completamente
diverso, tuttavia opera l’opposto, perché lusinga la sua natura sensuale, ma
non quella divina.
34.
La dignità
dell’uomo è il palladio[25] che dovrebbe essere mantenuto santo, e in questa
purezza si trovano la quiete e il conforto in casi di disgrazia d’ogni genere,
perché questo palladio porta alla fiducia in una portante mano paterna, la
quale, anche se in apparenza è punitiva, vuole solo recare un miglioramento per
amore!
35.
Questa
dignità dell’uomo rende gli uomini angeli, così come la perdita della stessa li
trasforma in diavoli dalla forma umana.
36.
Se non fosse veramente
proprio questa tanto malintesa ‘dignità’ il pilastro principale o principio
fondamentale di tutti i pensieri e opere, non ve la spiegherei così da vicino,
affinché possiate fare attenzione rigorosamente su voi stessi e possiate
riconoscere in ogni ora e in ogni giorno, – quanto spesso manchiate o siate nel
peccato, proprio contro questa dignità in pensieri, parole e opere!
37.
I pensieri
impuri, in verità, passano inosservati e inascoltati ai contemporanei, ma rimangono
saldati al vostro uomo animico. Là un giorno,
altri leggeranno con terrore come tanti portatori di dignità del vostro mondo
non possiederanno più alcuna scintilla di dignità umana, dignità che Io avevo
affidato loro quale immagine Mia sul percorso della loro vita.
38.
Lasciate
perciò questi altolocati concordare le loro faccende con se stessi; anch’essi
verranno in situazioni, se non in questo, certamente nell’altro mondo −
dove esseri, che qui s’incontrano in amicizia, fuggiranno con orrore e spavento
l’uno davanti all’altro.
39.
La delusione
arriverà, quand’anche tardi, però per gli indegni ancor sempre troppo presto!
Serbate perciò puro il vostro mondo dei pensieri! Lasciate splendere lì la
vostra dignità umana come pura fiamma dell’amore, della tolleranza e del
rispetto e, anche se i vostri simili non lo comprenderanno, godrete il Cielo
già sulla Terra, Cielo che qui sarà solo fugace, ma un giorno, permanente in e
intorno a voi!
40.
Vedete, figli
Miei, se Io non sapessi cosa vi aspetta ancora sul vostro percorso terreno, non
vi metterei così questa dignità umana nel cuore, ma un buon medico già sa,
quando vede sintomi di malattie, disporre mezzi come regole di prevenzione,
affinché quando si presenti uno di questi sintomi, la malattia possa essere
prevenuta.
41.
Così anch’Io!
Presto si accumuleranno disavventure su disavventure, il processo di
fermentazione e separazione deve andare incontro alla sua fine, l’aria
spirituale del vostro pianeta, come spesso l’atmosfera materiale, è colma di
vapori temporaleschi, la scarica dovrà seguire, e proprio per questo Io vi
consiglio:
42.
“Fuggite
in Me! Non offendete la vostra dignità umana; poiché
solo così avrete fiducia in Me, e non in voi stessi!”. Solo così potrete
affrontare tutte le tempeste, giacché questa dignità spirituale v’innalza oltre la vita ordinaria, vi fa
scorgere i più grandi mali in un’altra luce e riempie i vostri cuori con
fiducia e sicurezza nel vostro Padre nei Cieli, il Quale, proprio perché la
maggior parte dell’umanità ha già da lungo tempo perso la sua dignità, deve permettere
tali mezzi, al fine di raggiungere con ristrettezze e calamità ciò che
diversamente sarebbe stato raggiunto con la bontà!
43.
La dignità
dell’uomo o la consapevolezza spirituale – ‘io
non sono di questo mondo, ma di un altro, migliore e imperituro’ – questa
consapevolezza innalza l’uomo, anche se deve soffrire sotto questi disagi delle
condizioni generali, certamente fuori, oltre questo mondo terreno, e gli
succede come a uno che si trova su un alto monte, egli abbraccia con lo
sguardo, con indifferenza, la confusione e il movimento sotto di lui, e gioisce
di una prospettiva più grande, più ampia e più bella. Allora, presto sorgerà in
lui il pensiero:
44. “Oh, perché questi uomini sono così ciechi e, a causa
delle cose mondane, laggiù, nel fango delle più basse passioni, dimenticano
l’essenziale, quel che essi dovevano veramente essere! Ah, se non mancasse loro
il coraggio, se osassero arrampicarsi su da me, quanto troverebbero ridicolo,
quanto sciocco, tutto ciò che a loro appare ora così importante, tanto
inevitabilmente necessario; quanto rabbrividirebbero al pensiero che tutto ciò
che essi credevano di aver conseguito, l’avevano pagato proprio solo con la
perdita del loro unico bene, con la perdita della loro dignità spirituale!”.
45.
Così penserà
uno che si è tirato fuori del fango e dal sudiciume delle più basse passioni ed
ha recuperato la sua dignità; così dovete pensare anche voi, voi che da lungo
tempo ho colmato di grazie e parole di luce, affinché, consci della vostra
dignità umana, vi possiate rallegrare dell’elevato punto di osservazione sul
quale Io vi ho posto e, sempre memori della vostra dignità, tendere poi a
diventare anche voi stessi degni per quello che già spesso vi ho chiamati ad
essere, vale a dire, Miei diletti figli! Questa chiamata paterna è solo per
coloro che sanno preservare la propria dignità umana, poiché preservandola,
essi otterranno sempre più dignità, per diventare figli Miei, ciò che in
pratica , Io volevo che lo diventasse con la creazione del primo uomo, ma
purtroppo non lo è diventato!
46.
Siate quindi
severi! “Vegliate e pregate, affinché non cadiate in tentazione”, così
esclamai un giorno ai Miei discepoli. In quel tempo sapevo bene il perché, e
ora ve lo dico di nuovo: “Vegliate e pregate, affinché mai vi degradiate, e
rimanete sempre fedeli a ciò che, attraverso tante parole provenienti da Me,
potete facilmente decifrare”, ossia
solo attraverso la nobiltà dell’anima, può essere raggiunta, consolidata e
conservata la dignità dell’uomo, senza la quale tutto il leggere e il pregare
non giova a nulla! L’uomo interiore deve somigliare a Me, allora la sua
immagine esteriore sarà già adatta un giorno anche al suo ambito spirituale
nell’Aldilà. E perciò, aspirate di venire nell’altro mondo, dotati di un volto animico-spirituale; è meglio prepararlo già qui, che
volerlo ottenere soltanto là! Qui ci vuole la ‘dignità dell’uomo’. Là, la
‘dignità dello spirito’ è un altro gradino che ha per fondamento la dignità
dell’uomo, ma senza questa dignità, quella spirituale non è raggiungibile!
47.
Io vi
preparo, nel breve percorso della vita terrena, a compiere ciò che là è
ampiamente più difficile da raggiungere. Seguite perciò le Mie parole, esse
vengono dal Padre vostro che vuol rendere degni di Lui proprio voi, che però
non lo potete diventare se prima non sarete diventati degni di voi stessi!
48.
Questo per
rispetto per voi e per tutti quelli che, assetati e affamati, verranno da voi
perché vogliono nuovamente ottenere ciò che, consapevoli o inconsapevoli,
spesso incuranti, hanno perduto; e questa è – la loro stessa dignità, come
assoluto unico appoggio nel mezzo della vita, tra lotte e privazioni d’ogni
specie, come ancora della fiducia, della speranza e dell’amore! Amen!
۞
Il mondo dei
pensieri
25 novembre 1872
1.
Vi ho già detto molto sulla Mia Creazione, vi ho
lasciato dare tanti sguardi nei profondissimi segreti della Mia Essenza
spirituale, vi ho spiegato l’azione reciproca tra spirito e materia, vi ho
spiegato l’importanza e la necessità del grande Sole centrale così come dei più
piccoli animaletti infusori, vi ho dimostrato come tutto sia in relazione, come
tutto formi una catena partendo da Me fino all’ultimo atomo indissolubile. E
ciò nonostante, manca ancora la spiegazione principale per tutto questo, la pietra
cardine, o fondamentale, così come la chiave di volta della Mia Creazione, del
Mio Io e di voi stessi, e questa chiave di volta o primo motore di tutto
l’esistente che è stato, e sarà sempre la causa prima di tutto, …è il pensiero, da dove si dipartono poi tutti gli altri
fili. Questo pensiero, e l’intero mondo dei pensieri quali solo fattori
spirituali, deve ora essere srotolato dinanzi ai vostri occhi come un grandioso
panorama, da dove potete ottenere una prospettiva, ma solo spirituale
sull’intera Creazione, su tutto ciò che è esistito e ancora esisterà!
2.
Senza un
pensiero, infatti, non sarebbe sorto o creato nessun regno degli spiriti e
nessun mondo materiale, e anzi, se Io avessi voluto rappresentarvi la Mia Essenza
spiritualmente, allora avrei dovuto rappresentarvela sotto il pensiero
dell’infinità! Poiché solo questo pensiero caratterizza il Mio Io
completamente, Io che sono infinito, in tempo, spazio e potenza!
3.
Se volete
trasportarvi col pensiero nel tempo più remoto, quando non splendeva ancora
nessuna stella nel firmamento e nessun sole orbitava intorno all’altro, in quel
tempo, quando perfino il regno degli spiriti non era ancora stato creato,
proprio in quel tempo in cui esisteva solo il Mio pensiero, Io solo ero,
splendevo ed esistevo!
4.
Intorno a Me
tutto era buio, immobile e senza vita, solo Io vivevo, e proprio come vivente,
eterno Pensiero, splendevo unicamente da solo in tutta la Creazione, o meglio
detto, Io solo avevo la consapevolezza dell’Essere, dove proprio il
pensiero-vita, e la vita-luce, era presente da solo come promotore della vita.
5.
Vedete, là il
mondo consisteva solo di un Essere, di un Pensiero nell’etere infinito, con
tutti i suoi elementi dormienti, espresso in altre parole, dimorante nel suo
Centro, il Mio Io viveva ed era esistente!
6.
Là
soltanto Io seppi: – Io sono, Io vivo!
E se volete comprendere in minima parte questa condizione, allora confrontatela
con la vostra, dove anche voi in tutta la Creazione, con la consapevolezza di
essere un tutto separato, state in mezzo alla stessa, e ognuno è cosciente di
cosa vuol significare: Io sono, io vivo.
7.
Voi dite: ‘Io
sono’, e ciò nonostante accadono in voi migliaia e
migliaia di altri differenti processi senza che ve ne rendiate conto. Voi esclamate:
‘Io sono!’, e la vostra veste animica-spirituale che
si estende fino all’ultimo vaso capillare della vostra pelle, abbraccia tutto
il vostro io, senza che vi accorgiate dell’estensione o trasformazione del
corpo umano.
8.
Così è ed era
un giorno anche il Mio Io. Io vivevo, tutto il Mio Essere abbracciava l’etere
infinito, e avevo bisogno solo di un impulso dall’interno, per stimolare questa
parte esteriore molto estesa mai terminante del Mio Io all’attività
vivificante!
9.
Il pensiero fu quindi la prima cosa della creazione;
fu esso che per intanto creò dello spirituale, e poi dello spirituale nel
materiale.
10.
Senza il
pensiero, nulla si mosse dal Centro, dal Mio Io! E fu quindi il mondo dei
pensieri che, per intanto animato in ogni singolarità espressa, diede l’impulso
ai Miei spiriti posti al di fuori di Me e al Mio mondo materiale al divenire,
ad esistere, a conservarsi e a perfezionarsi.
11.
Così dovete
propriamente anche voi concepire il mondo dei pensieri come un mondo
spirituale, astratto, dove sono proprio loro (i pensieri) i primi animatori,
elaboratori e conservatori di tutto ciò che si chiama mondo visibile e
invisibile, spirituale e materiale!
12.
Il Mio primo
pensiero, quindi, quando creai il mondo e nella consapevolezza degli spiriti e
degli esseri viventi volevo veder rispecchiarsi il Mio stesso Io, rimanendo
però sempre la relazione come luce al riflesso, il Mio primo pensiero fu
quindi: ‘Sia fatto!’, e con questo, tutto fu animato, partendo dal Mio
interiore fino all’ultimo atomo; l’assimilazione del consenziente iniziò
spiritualmente, come più tardi materialmente, e ciò che causano le funzioni nel
vostro corpo fin nelle più piccole fibre di vita, questo era anche presso di Me
il caso. Da un pensiero del divenire si svilupparono milioni e milioni di conseguenze,
come risultato di causa ed effetto; dappertutto fu il pensiero il principio
stimolante e le sue successive elaborazioni degli ulteriori risultati, da
dove alla fine, da un pensiero pensato da Me come Dio e Creatore infinito,
sorsero le grandi famiglie-spirito e il grande mondo materiale, che sono eterni
come Lo sono Io, e altrettanto lo sono i Miei pensieri creativi, come anche il
loro corso di sviluppo, formazione e perfezionamento sono del pari, eterni o
infiniti, sempre procedendo in avanti, sviluppando un pensiero dall’altro,
completando e progredendo.
13.
Ho dovuto
premettervi tutto questo, affinché possiate ottenere almeno una lontana idea
del pensiero, della sua sfera spirituale e della sua portata, e comprendere
come il pensiero, formandosi da se stesso, possa infine far nascere un mondo
pieno di altri pensieri, e come alla
fine, tutto ciò che esiste è solo il rivestimento visibile di un invisibile
mondo spirituale dei pensieri.
14.
Ho dovuto
anteporre tutto questo, perché di solito voi non riflettete sul significato di
una parola, e pensate che non valga la pena penetrare nella sua più profonda
visione spirituale. Poiché del pensiero, dell’idea, voi parlate spesso e, in
verità, così distrattamente, che è sorprendente come, quali esseri
intelligenti, discendenti di un Essere spirituale quale sono Io, possiate aver
di Lui simili concetti superficiali, cosa che vi colloca direttamente come
abitanti di due mondi, cioè di un mondo infinito spirituale, e di uno materiale
che si rinnova eternamente!
15.
Dopo avervi
dimostrato che il pensiero è la cosa principale in tutto il Creato, dopo avervi
spiegato come anche l’ulteriore perfezione è il fattore che, dopo essersi
formato, esercita un influsso spirituale sulla materia che lo circonda,
vogliamo dunque ritornare alla nostra sfera spirituale della Creazione in
cerchi più stretti, i quali stanno a voi più vicini, i quali vi sono più
rapidamente afferrabili e comprensibili, poiché in parte toccano la vostra
stessa vita, in parte costituiscono totalmente perfino la vostra vita
spirituale e materiale, ne formano la stessa, la conservano e la perfezionano!
16.
Qui, infatti,
sta il punto dove Io vi rendo attenti, perché come nel grande spazio della
Creazione i mondi si formavano e modellavano attraverso il pensiero vivificante,
proprio così si forma e si modella la vostra veste materiale terrena, oppure
l’espressione esteriore nel vostro uomo-animico,
attraverso la peculiarità del mondo dei pensieri in lui dimorante, il quale poi
imprime il modello alla parte esteriore, come allo spirituale nell’interiore.
17.
Così voi
vedete come questo grande mondo dei pensieri sia realmente il vero mondo
spirituale, secondo il quale un giorno tutto sarà giudicato e classificato;
poiché fu il pensiero il primo elemento stimolante presso di Me, e così è anche
in ogni essere vivente il fattore che misurerà un giorno le azioni e gli atti
da qui provenienti, e imprimerà il loro pieno valore o il valore solamente di
nome.
18.
Quando
chiamai fuori nei vasti spazi il primo pensiero per il divenire dell’intero
mondo visibile e invisibile mediante il ‘Sia fatto!’, tutto iniziò a formarsi
secondo la Mia Essenza, e poiché Io, quale Dio infinito, come Essere, sono solo
l’Amore unito con l’infinita Sapienza, posso creare solo dello spirituale o
materiale che Mi è simile. Così anche i mondi e perfino gli spiriti furono
creati come potevano corrispondere al Creatore dell’Amore e Sapienza stesso,
vale a dire, essi erano tutti perfetti, senza errori, regolati secondo leggi
divine a mantenersi, a perfezionarsi e così corrispondere al Mio grande scopo
come Creatore.
19.
Quel che ho
fatto Io in quel tempo, e come le Mie opere corrispondono al Mio Io come
Creatore ed eterna Essenza d’amore, altrettanto è anche presso di voi, quali
esseri spirituali, il vostro tratto esteriore la fedele immagine
dell’interiore; ma presso di voi è il caso che non riusciate a leggervi nulla
l’un dall’altro di cosa l’anima abbia spesso disegnato in lettere geroglifiche
sul vostro volto, dove solo qualche volta l’occhio, quale specchio dell’anima,
appunto, come voi ben lo chiamate, rivela cosa riluce fuori dall’interiore, che
lo vogliate oppure no!
20.
La scienza,
che un giorno voleva stabilire un zelante difensore della verità e dell’amore –
la fisionomia, è proprio per il bene dell’umanità che non fu seguita
ulteriormente, altrimenti nel mondo le cose andrebbero assai diversamente se un
uomo potesse riconoscere nell’altro, di quale spirito egli sia figlio!
21.
Come però ciò
accade, anche questo ve lo voglio spiegare, affinché vediate come nell’intera
Creazione sia tutto uguale, e ciò che nel grande è una legge costante, lo è
altrettanto nel piccolo!
22.
Prima vi ho
affermato che la consapevolezza: ‘io vivo’, colma l’intera anima umana e con
essa, nella stessa misura, la parte esteriore corporea terrena, così come tutto
il Mio grande Cosmo è colmo della Mia divina consapevolezza di vita, e là vi è
la precisa impronta di questa.
23.
Quello che
ora avviene nella Mia Creazione, dove tutto, formandosi secondo le Mie leggi
divine, può produrre solo del divino, del superiore e del bello, poiché in
tutti gli elementi della Creazione, uscendo dal centro, dal Mio Io fin negli
ultimi spazi, ovunque dove può splendere un mondo, ovunque seguendo il medesimo
principio di tutto il Creato, c’è l’impronta e l’espressione del Mio Io in differenti
corrispondenti immagini e creazioni. Proprio così è anche in voi il mondo dei
pensieri, il quale procede parimenti senza il vostro contributo, e forma più o
meno i differenti organi che sono necessari per l’esecuzione del pensiero, e
più precisamente eseguono quest’adempimento attraverso un processo di
svolgimento meccanico, con cui la pelle, o altrimenti altri singoli organi,
formano e producono poi fedelmente nell’esteriore l’ovvio rivestimento di ciò
che nell’interiore uomo animico sono i pensieri
prediletti dell’uomo.
24.
Attraverso i
pensieri, o mondo dei pensieri, il meccanico processo della vita è accelerato,
trattenuto o addirittura distrutto; a seconda di come i pensieri stimolano i
nervi, altrettanto è l’effetto dei nervi sugli organi che essi utilizzano come
conduttori. E così perfino la salute, la malattia o la morte stessa, non tutto
è una conseguenza del disturbo delle funzioni nel corpo umano, ma il lieve
invisibile pensiero che fa vibrare i nervi e accelera il processo di
espulsione o ricambio, è questo il vero promotore di un corpo sano o ammalato,
è questo lo scultore di un corpo bello o brutto, e poiché la maggior parte
delle passioni lascia indietro le sue tracce come risultato dei pensieri
custoditi con amore sul volto dell’uomo, così anche le forme di volti belli e
brutti sono l’espressione della vita animica
interiore.
25.
Voi vedete da
questo sommesso ma continuo operare di una vita animica
spirituale, quali gioie e quali sofferenze per l’uomo ne derivano, e come poi
di nuovo funzioni di vita disturbate, reagenti sullo spirito, perfino lo
oscurano, dove poi l’uomo giudica il mondo, le condizioni e se stesso del tutto
diversamente da come dovrebbe essere veramente il caso, e da cui poi derivano
le conseguenze – malattia, sofferenza, immobilità, oppure perfino una morte
prematura!
26.
Tutto questo
proviene dal mondo dei pensieri che, agendo sul corpo, e il corpo di nuovo
sullo spirito, dispone anche l’uomo ad altre conclusioni, ad altre azioni che
esercita anche su altri uomini, famiglie e stati – poiché tutto è una catena
spirituale – dove i risultati spirituali sperimentano un’altra piega,
specialmente quando uomini rivestiti di potere, spiritualmente malati, portano guai e sofferenze a popoli interi.
Questi, non tutti comprendono il perché accade così a loro, e non verrebbe loro
nemmeno mai in mente che un’idea prediletta di un sovrano logori la sua salute,
lo costringa ad altre conclusioni, e così diffonda indicibili miserie, delle
quali di solito è attribuita la colpa a Me, mentre Io, con tutto ciò, non ho
niente a che fare che solo di utilizzare nuovamente, per il bene, ciò che
causano di male tali uomini malati, spiritualmente e fisicamente.
27.
Se voi
considerate così l’intero invisibile mondo dei pensieri che fluttua qui e là,
che diffonde abbondante sostanza per il bene e per il male, spesso da un
singolo uomo su migliaia e milioni, come un sasso gettato in acque quiete che
forma anelli circolari finché questo movimento interrompe la quiete dell’acqua
in punti lontani, dove i minuscoli abitatori di queste ultime rive non
comprendono né possono sospettare che la causa è quel sasso gettato spesso per
capriccio, cosicché le loro dimore sono distrutte e i loro piccoli uccisi, così
il mare dei pensieri è un eterno ondeggiare e fluttuare.
28.
In tutti gli
esseri viventi fermentano i pensieri, salgono come bolle d’aria da acque
stagnanti, tutto pensa, sente, si cerca le sue condizioni per migliorare la
propria vita, costruisce tutto, distrugge tutto, sperimenta, si sforza di
decifrare dal conosciuto lo sconosciuto. Così questo grande mondo dei
pensieri è quindi veramente il fattore principale della Mia Creazione; poiché
questo mondo è sconfinato, è eterno come il Mio, e se le circostanze lo
favoriscono, è infinito!
29.
Perciò badate
bene di tenere a freno questo mondo spirituale dei pensieri, procurate di
pensare solo come si conviene ai figli Miei, poiché il pensiero è lo scultore
del vostro involucro al di qua, come la vostra impronta per l’Aldilà. Là
giungerete con il risultato di ciò che i pensieri hanno lasciato indietro sulla
vostra Terra; qui è celato a voi e agli altri, ma non là. Dall’esterno
l’involucro si volge verso l’interno, e com’è all’interno così è anche
l’espressione all’esterno. Là non domina nessuna finzione, e non esistono
segreti dinanzi agli altri, ognuno vede i pensieri nell’altro, e conforme ad
essi, il valore o disvalore morale dell’individuo.
30.
Questo mondo
dei pensieri, quale portatore spirituale della materia, proprio per questa
ragione è così potente, perché infaticabilmente crea del nuovo, costruisce,
distrugge, modifica e cambia, e in questo modo non isola nulla per sé, però,
visto come un tutto, ha perciò la massima importanza, perché, in qualsiasi modo
possano giungere le circostanze, dal pensiero lievemente ascendente e di nuovo volatizzandosi, ne deriverà l’azione, le cui
conseguenze poi non staranno più nella mano del pensante come singolo, ma
apparterranno a tutto il mondo spirituale e materiale.
31.
Non ci si può
immaginare meglio l’infinità se non nel concetto di un mondo dei pensieri;
poiché tutte le velocità conosciute, tutte le distanze e spazi di tempo,
spariscono di fronte alla velocità del pensiero, di fronte alla sua potenza e
al suo effetto, specialmente quando la potenza glielo concede e l’effetto lo
favorisce.
32.
Così abbiate
cura anche voi, figli Miei, di camminare degni di Me nel grande regno del mondo
dei pensieri, e se s’insinua in voi un pensiero non permesso, allora
estirpatelo o sorvegliatelo, perché dal pensiero al suo divenire azione, c’è
un breve salto, e le conseguenze di ciò graveranno su di voi come promotori
del pensiero!
33.
Non
lusingatevi con l’idea: ‘Erano solo pensieri! Fino all’esecuzione vi sono i
suoi saggissimi sentieri!’. Non è vero! Con questo ingannate voi stessi,
poiché, come vi ho detto sopra, se esiste l’occasione, allora il pensiero
diventa azione, e questa, anche se seguita da un pentimento, non si può
cancellare, essa sta come fatto, come una colonna commemorativa sul vostro
sentiero della vita, di cui vi potrete poi rallegrare o vergognare!
34.
Non per nulla
vi ho dato questa parola. Tutto ha il suo perché, e anche qui sta alla base un
grande ‘perché’, perché Io so troppo bene quanto voi ve la prendiate leggera
con il pensare, considerandolo proprio come il più debole, mentre è veramente
il più forte; infatti, il pensiero è una potenza spirituale, e con tali
forze non c’è da scherzare!
35.
Io vi devo
istruire e rendere ancora più sensibile il vostro peso della coscienza, perché
voi appartenete per l’eternità al Mio regno degli spiriti e solo per breve
tempo al regno materiale.
36.
Imparate a
pensare di vostra iniziativa! Imparate a pensare logicamente! Imparate a
pensare moralmente! Questi tre modi
di pensare devono divenire familiari per voi, poi leggerete il futuro
facilmente, giudicherete il presente facilmente, costruirete meglio il vostro
io spirituale e potrete prepararvi come si deve per l’altra vita.
37.
Cercate di
non perdere mai, nel mondano mare mosso dei pensieri di milioni di esseri, il
timone del vostro uomo spirituale, il pensiero vi renderà felici o vi
condannerà; questo è il vostro valore interiore, che è il solo definitivo per
ora e per sempre.
38.
A che serve
se gli uomini v’idolatrano e voi stessi vi dovete accusare di debolezza e
d’incostanza? Voi un giorno dovrete compiangere gli idolatri per la loro
follia, e anche il vostro stesso io.
39.
Il mondo dei
pensieri, come registro del vostro stesso io, è il vademecum che vi
accompagnerà, è il vostro foglio di via qui, e il vostro passaporto per
l’Aldilà, dove poi sarà tutto registrato, il che vi renderà riconoscibili e
darà il tratto alla bilancia per la vostra successiva abilitazione!
40.
Cercate di
evitare pagine bianche nel vostro libro della vita come segno del tempo non
utilizzato, ma cercate anche di evitare che su quei fogli siano annotati
pensieri di cui vi dovreste vergognare se degli estranei ne prendessero
visione.
41.
Il
pensiero umano è la vostra fotografia vivente, la Luce dello spirito la dipinge; cercate che riesca positivamente e
vi mostri come dovete essere, se volete un giorno esser chiamati ‘figli Miei’.
42.
La luce del
Sole materiale non risparmia nessun difetto di una persona ripresa su una
fotografia, essa, sulla carta suscettibile a questa luce, riporta
implacabilmente tutto, così anche la Mia Luce spirituale della verità; anche
questa mostra l’immagine dell’uomo che viene nell’Aldilà come il suo
uomo-pensiero interiore l’ha costruito durante la vita terrena. Ben per colui
che esce bene da questa verifica-pensiero, e tranne alcune macchie di errori
senza volontà, presenta comunque un’immagine di sé che corrisponde alle regole
della bellezza, dell’amore e della sapienza che Io ho messo come primo pensiero
in tutto il mondo e in tutti gli esseri!
43.
Questo è
tanto sul pensiero. Riconoscete e ponderate le Mie parole! Il tempo, il
tempo che inghiotte tutto, vi ruba minuto per minuto, la vita passa come un
sogno, e nell’eterna Luce del Mio mondo degli spiriti vi attende un risveglio,
dove pensieri e cose imponderabili per questa vita, cadranno pesanti nel piatto
della bilancia dei valori morali, poiché là, spiriti pesano spiritualmente e
indicano nuovamente a ognuno il proprio percorso spirituale!
44.
Così questa
parola vi è stata data per mostrarvi il ponte della materia che vi è dato già
qui, per riportarvi il diritto di cittadini di un mondo nel quale voi un giorno
foste, e nel quale dovrete nuovamente tornare! Una volta lo siete stati come
propaggine divina dei Miei pensieri della Creazione, e presto dovrete ritornare
là quali uomini spiritualmente purificati, avvicinandovi sempre più a Me e agli
spiriti Miei! Amen!
۞
Padre nostro!
11 novembre 1872
1.
Molte
migliaia blaterano questa preghiera del giorno, spesso molte volte, e
difficilmente qualcuno tra loro comprende cosa dica veramente, oppure cosa Io
volevo dire con questa, quando la insegnai ai Miei discepoli.
2.
Anche voi che siete istruiti già meglio di molti altri e su questa
preghiera avete ricevuto da Me stesso già diverse spiegazioni, anche voi
comunque non sapete, nel più profondo e purissimo senso, quale sia il
contenuto, altrimenti non la recitereste solo con lo sguardo rivolto in alto a
Me, e non potreste considerare come uguale nessun’altra preghiera formulata.
3.
Per inviare ora nuovamente un raggio di luce nel vostro cuore, che dovrà
illuminarvi da un altro lato le meraviglie del Mio mondo degli spiriti, voglio
spiegarvi più da vicino questa preghiera e le parole in essa contenute,
affinché possiate riconoscere cosa vuol dire che un Dio, un Creatore e Padre
amorevole, v’insegni tale preghiera, e riconosciate quanto di spirituale si
trovi in quelle parole che Io lasciai ai Miei discepoli e all’intera umanità,
per entrare con Me in comunione spirituale, e inoltre, ancora per afferrare
completamente le condizioni mondane così come quelle spirituali dell’uomo, e di
come questa preghiera, quale supplica a Me, rappresenti la preghiera che un
figlio possa esprimere al Padre suo.
4.
Quindi adesso vi voglio spiegare parola per parola, frase per frase
quest’unica preghiera del Mio peregrinante tempo sulla Terra; voglio svelarvi
il suo profondo senso e arricchirvi così di un grande tesoro.
5.
Se volete tener presente le condizioni del tempo in cui Io suggerii
questa preghiera ai Miei discepoli, allora riconoscerete facilmente quale
enorme differenza vi fosse quando mostrai ai Miei contemporanei, contro ogni
usanza religiosa, già nelle prime parole della Mia preghiera, quanto poco essi
stessi comprendessero i loro libri religiosi, e quanto poco sapessero
interpretarli spiritualmente; poiché mentre ai giudei era severamente proibito
nominare invano il nome del loro Dio, considerandolo un Dio della vendetta e
dell’ira, e tutt’al più proprio per questo lo imploravano spesso, più per paura
che per fiducia in Lui, così Io insegnai loro nelle prime due parole ‘Padre nostro’ a superare questo abisso
tra quel loro Dio e Creatore e gli uomini, e fare del severo giudice un Padre
affettuoso.
6.
Solo attraverso questa parola già fu giustificato il successivo
contenuto della preghiera. Un figlio, infatti, poteva pregare così suo padre come
Io lo avevo insegnato ai Miei discepoli, ma nessun uomo in quel tempo poteva
implorare il suo Dio per cose che, secondo la consuetudine di allora, sarebbero
state troppo futili perché un Dio, che s’immaginava lontano dietro le stelle
negli spazi inaccessibili, se ne potesse occupare!
7.
La parola ‘Padre’, e ancora il più significativo ‘nostro’,
era dunque quella grande differenza che tirava giù il Dio lontano, fino alla
vita umana, e permetteva all’uomo di abbracciare come figlio infante il suo
Creatore con amore, mentre in tutte le altre concezioni di titoli divini,
perfino presso i popoli pagani con i loro dei, mancava proprio solo questo
amore unico e vero!
8.
Così il primo inizio di questa preghiera fu anche il più grande e il più
potente impulso per elevare un animo ad un devoto entusiasmo; infatti, la dolce
chiamata ‘Padre!’ – ‘Padre mio!’, oppure, come in questa preghiera il concetto
dell’amore per il prossimo è alla base nel più profondo significato, ‘Padre nostro!’, è la più grande, più
potente leva per risvegliare una fiducia in Colui che si prega, in modo che
questa preghiera sia anche ascoltata e che il Padre concederà all’uomo, quale
figlio, ciò che è meglio per la sua vita mondana e quella spirituale!
9.
La successiva espressione dice: ‘nei
Cieli’. Queste parole hanno un doppio significato, primo, se io ho un Padre
che ha la sede e la costante beatitudine nel Cielo dei puri spiriti, allora
s’intende da sé che io o provengo da lì, o almeno, se mi rendo degno di Lui,
posso giungere un giorno nella vicinanza di Colui che mi ha permesso di chiamarLo ‘Padre’.
10.
Il secondo significato di queste parole è che un Padre nel Cielo deve
essere un’Essenza che, nonostante io Lo abbia trasferito là, deve essere pure
onnipresente e onnipotente, perché altrimenti la mia preghiera è vana, Egli non
la sentirà, oppure non potrà adempiere ciò per cui io Lo prego.
11.
Inoltre si deve prendere in considerazione che il Padre nostro nel
Cielo, come Spirito, deve essere implorato proprio per questo anche
spiritualmente e in profondissima devozione, se voglio considerare anche solo
un poco la Sua grandezza e la mia piccolezza. Questo lo testimonia anche la
successiva espressione, dove si dice: ‘Sia
santificato il Tuo Nome!’. Poiché solo chi ha compreso le prime parole nel
senso più profondo, potrà afferrare cosa vuol significare: sia santificato il
Tuo Nome!
12.
Vuol significare che, a differenza di un padre mondano, il Padre nel
Cielo, come Spirito, può essere onorato degnamente solo quando non si abusa del
nome dell’Essere supremo con invocazioni, asserzioni e giuramenti, e non Lo si
tira giù nei traffici mondani; poiché questo Creatore che vi ha permesso di chiamarLo Padre, è troppo sublime e tu, proprio come
figlio, sei posto troppo in alto sul gradino spirituale di tutti gli esseri
pensanti. Poiché solo quando afferrerai e comprenderai completamente il nome
‘Padre di tutti, Padre nostro’,
quando afferrerai completamente la posizione di questo Padre, cioè nel Cielo
quale luogo di eterna gioia, e agirai di conseguenza, solo allora potrai farti
avanti con la preghiera: ‘Venga il Tuo
Regno!’. Solo allora sarai degno che questo Regno del Cielo, questo
paradiso dell’anima, scenda anche nel tuo stesso cuore e ti faccia sentire là,
nel piccolo, ciò che ti attenderà un giorno in scala più grande.
13.
Solo nell’adempimento di queste prime frasi, l’uomo è degno di essere
accolto in un regno di quegli spiriti che riconoscono il Creatore dell’universo
come loro unico Dio e loro unico affettuoso Padre.
14.
Ma, affinché questo regno sulla Terra diventi un regno permanente,
allora è necessario che la Volontà, o Legge divina di un Essere supremo che tu
puoi chiamare Padre, siano anche adempiuti sulla Terra; infatti, questo
conferma, come prova della frase precedente, la seguente, dove dice: ‘La Tua Volontà sia fatta, come in Cielo così
in Terra!’. Solo allora, quando gli uomini, riconoscendo e apprezzando la
loro origine spirituale, adempiranno le Leggi dell’Amore per Dio e per il
prossimo, solo allora sarà possibile che il Regno di Dio scenda e faccia della
vita terrena di nuovo il paradiso, dal quale i primi uomini furono scacciati.
Solo allora, quando sulla Terra, come in Cielo, queste Leggi dell’Amore saranno
volontariamente sempre adempiute, solo allora sarà possibile pace permanente,
così come costante quiete.
15.
E quando là volli far comprendere ai Miei discepoli come la vita terrena
potesse essere abbellita, allora Io dissi loro spiritualmente che, sebbene la
paradisiaca vita di gioia in genere non si ottenga cosi facilmente, è certo
possibile ai singoli raggiungere, nel loro cuore, questa pura gioia di
consapevolezza non offuscata, e così avere una pregustazione di ciò che li
attende in tempi futuri e in regioni superiori!
16.
Così il potere della preghiera deve provocare una condizione, anche se solo
momentanea che, per sé confortante e rassicurante, possa dare all’anima forza e
potenza per l’ulteriore cammino della vita.
17.
Ma affinché quest’elevazione spirituale, in cui l’anima s’innalza a Lui,
al Padre di tutti gli esseri viventi, non sia offuscata da inconvenienti
mondani, in modo che anche sulla Terra il vostro cammino di vita porti frutti
per altri, e voi non alziate lo sguardo con lacrime della miseria e del dolore
a Lui, allora si collega alla precedente preghiera spirituale quella mondana, vale
a dire: ‘Dacci sempre il nostro pane
quotidiano!’. Solo chi ha il suo pane quotidiano può eseguire i suoi
obblighi mondani e anche, dove è necessario, aiutare il suo prossimo.
18.
Che Io, come Gesù, abbia insegnato così questa preghiera ai Miei
discepoli, aveva il suo motivo, perché proprio l’elevazione spirituale e il
nutrimento spirituale sono possibili in pienezza solo quando il corpo, come
necessario mezzo di collegamento tra qui e là, non soffra sotto la pressione
delle circostanze!
19.
I Miei discepoli dopo la Mia dipartita, dovettero talvolta in seguito
ben digiunare, e a loro mancò il necessario; perciò Io ricorsi a questa
preghiera, così che anche i bisogni terreni potessero essere ottenuti da Me, e
che l’uomo non si abbandonasse all’opinione errata di poterMi
implorare solo per cose spirituali!
20.
La preghiera, come la diedi Io, comprendeva in sé l’intera vita
pellegrina umana, così come tutti i dieci comandamenti, oltre alle Mie due
grandi Leggi dell’Amore.
21.
Essa doveva essere pratica, adatta per tutte le circostanze della vita,
e procurare all’uomo, in qualunque situazione potesse trovarsi, esprimendola
con tutto il fervore e con profondissima comprensione spirituale, quel conforto
e quella quiete che solo a un Dio, a un celeste e affettuoso Padre, è possibile
dare. – Così segue l’altra frase: ‘Rimetti
a noi i nostri debiti!’, il che è una confessione aperta di come gli
uomini, proprio come uomini e non come esseri o figli spirituali di un Padre
celeste, siano in grado di agire contro le Sue leggi, di mancare o, come si
dice, di peccare.
22.
La preghiera per il perdono dei peccati include in sé la confessione di
debolezza; essa dimostra che l’uomo orante oppure il figlio supplicante,
riconosce le sue debolezze che è in grado di peccare, e anzi spesso anche
contro voglia, dove in verità c’è la volontà di resistere, e tuttavia, o le
proprie passioni oppure il mondo, sono troppo potenti, così che egli manca dei
migliori propositi e perciò si rende indegno proprio di questo Padre celeste.
23.
Allora, tormentato dal pentimento, il figlio deve gettarsi ai piedi del
Padre suo celeste, deve confessarGli la propria
colpa, e deve però anche, proprio con quest’assicurazione di miglioramento,
proporsi di portare quest’ultima con sé negli ulteriori passi del mondo, ciò
che è espresso nella frase successiva, vale a dire: ‘come noi li rimettiamo ai nostri debitori!’. Questo deve essere il
proponimento; proprio come il Padre nel Cielo è capace solo di perdono e di
Amore, e non di odio e di vendetta, così anche voi, sebbene in misura minore,
dovete agire divinamente, oppure, degni del vostro Padre celeste, perdonare a
coloro che vi hanno fatto del male; una parola di grande significato,
soprattutto in quel tempo dove si diceva: "Occhio per occhio,
ecc.", dove la vendetta era permessa, anzi, era perfino annoverata tra gli
attributi divini di Jehova!
24.
Così vedete come questa preghiera abbracci tutte le passioni umane,
prenda in considerazione tutto l’Alto ma anche tutto il basso; e così con poche
parole nella forma di una preghiera, faccia del viandante creato su questo
mondo, quale uomo, un cosmopolita spirituale, se egli osserva queste poche
parole che un giorno fluirono dalla Mia bocca!
25.
Ma, affinché questo proposito stabilito non venga a naufragare, allora
questa preghiera contiene appunto nella frase successiva, la vera causa che
rende spesso l’uomo infedele e lo costringe ad agire diversamente da come
vorrebbe. È il suo ambiente e la concatenazione delle circostanze che gli
preparano tentazioni da cui non sempre ne esce vincitore.
26.
Sebbene queste tentazioni nel mondo siano necessarie – perché senza
lotta non c’è rafforzamento nella fede e nella fiducia in Me – allora l’uomo
riconosce pure la debolezza che si trova nel suo duplice organismo, vale a dire
quell’animico e quello spirituale, che non sempre è
padrone di se stesso, e proprio per questa ragione implora in questa preghiera
‘Non indurci in tentazione!’, il che
spiritualmente vuol dire: “O Padre, abbi pietà del Tuo debole figlio e
aiutalo affinché non soccomba troppo spesso, anche contro la sua volontà, alle
tentazioni che altri gli preparano!”.
27.
Solo nel sincero riconoscimento della propria impotenza si trova tutto
il fervore di una preghiera ad un Onnipotente che si fa chiamare dagli uomini
‘Padre’, e proprio questi uomini Egli vorrebbe educare ed elevare a figli Suoi!
–
28.
Finché in un cuore dominano orgoglio o troppa stima delle proprie forze,
nessuna preghiera o supplica sincera può giungere a Me. Così come un giorno
dissi, così è ancora oggi, dove si dice: “E quando avrete fatto tutto ciò
che è possibile agli uomini, allora sarete lo stesso ancor sempre pigri
servitori!”.
29.
L’uomo, in qualunque condizione si possa trovare, in qualunque
circostanza abbia da combattere, deve sempre considerare che lui ha fatto la
minima parte, Io invece la maggiore!
30.
Così crescerà la sua fiducia in Me, così egli otterrà combattendo la sua
quiete e la sua pace, e solo quando cadrà contrito dinanzi a Me esclamando: “Signore!
Che cosa sono io che Ti ricordi di me!”, riconoscerà quanto poco bastano le
sue forze per arrivare alla sua eterna meta spirituale, e solo allora
comprenderà quanto vale l’aiuto del Padre suo spirituale e quanto sia
differente da ciò che altri uomini gli possono concedere!
31.
Questa confessione, che senza di Lui, l’unico vero e sempre lo stesso
Padre, nulla è possibile, solo questa confessione può indurre l’uomo, dopo che
ha riconosciuto la sua impotenza, all’esclamazione con la quale chiude questa
preghiera, dicendo:
32.
‘Poiché ora comprendo che senza
il Padre mio nel Cielo io sono un nulla, allora Lo prego che mi possa tener
lontano da ogni male’, oppure, come si esprime la preghiera: ‘Liberaci da ogni male!’. La liberazione, o anche
assoluzione da tutto il commesso, con o senza volontà, dovrà naturalmente
avvenire, altrimenti nessun progresso sarebbe possibile, e non sarebbe
fattibile diventare un figlio del Padre nel Cielo.
33.
Proprio perciò questa preghiera chiude anche con l’invocazione: ‘Allontana
da me ogni pericolo’ che potrebbe riportarmi
indietro sul mio percorso, invece che avanti. Perdona ciò che ho commesso e
impedisci il cattivo che verrà.
34.
Solo così l’uomo potrà trovare anche una quiete, un conforto in una
preghiera che gli dimostra, in poche parole, tutta la sua posizione come uomo e
figlio di Dio; figlio che è un essere tra due mondi, materiale e spirituale, e
a quest’ultimo deve andar dietro, se vuole esser degno di quel nome con il
quale egli invoca il Creatore di tutto l’esistente.
35.
Perciò questa preghiera inizia con l’invocazione al Padre e termina con
la preghiera proprio a questo Dio, il Quale, se non fosse Padre, non potrebbe
liberare l’uomo dal suo male, non potrebbe perdonarlo, non potrebbe infondergli
fiducia!
36.
Così, figli Miei, invocate questa preghiera a Me, pensate con la prima
invocazione non a voi soltanto, no! Abbracciate con l’invocazione ‘Padre
nostro!’ l’intera umanità che ora, più che mai, è una massa di figli
smarriti che stanno andando incontro, senza volontà e senza scopo e meta, alla
rovina, perché la maggior parte ha dimenticato, o addirittura rinnegato proprio
questo Padre, non sapendo e non volendo sapere che Egli è nel Cielo che li
attende, per abbracciare un giorno, tutti con braccia appassionate.
37.
Pregate a Lui, al Padre di tutte le creature, perché Egli possa
perdonare quando il Suo nome è profanato e trascinato nella polvere, invece di
essere santificato. Pregate affinché il Regno della pace, della permanente
beatitudine che troneggia proprio in quel Cielo che è la Sua dimora, possa
scendere anche da voi, in modo che non si proceda uomo contro uomo in eterno
odio e contesa, ma che fratello verso fratello adempiano in parole e opere
l’amore per il prossimo nel senso più alto, perché solo allora il mondo potrà
diventare un paradiso, quando la Volontà del Padre nel Cielo è fatta anche
sulla Terra!
38.
Pregate in modo che a tutti gli uomini sulla Terra non manchi il pane
quotidiano, affinché tutti possano davvero rallegrarsi del Sole nascente, e non
maledicano un giorno che, al massimo, dovrà illuminare solo miseria.
39.
Invocate così nella Mia preghiera il ‘Padre nostro’, allora
saranno perdonati i vostri peccati nella misura in cui voi stessi sarete
indulgenti verso gli altri. Le tentazioni poi diminuiranno, proprio perché,
rafforzati nella fede, potrete combatterle più facilmente ed esser liberati
così da ogni male, perché sarete divenuti puri – ‘al puro tutto è puro’,
e dove, anche se forse all’inizio avrete vacillato o mancato, adesso,
rafforzati attraverso la fiducia in Me, potete passate davanti ai pericoli che,
già da qualche tempo, per voi hanno perduto il pungiglione della seduzione!
40.
Invocate così la Mia preghiera che Io ho dato duemila anni fa ai Miei
figli e discepoli locali, e ora la ridò a voi, attuali Miei prescelti!
41.
Riconoscete quanto di sublime e di bello vi sia in queste parole, e con
ciò comprenderete anche che, quando un Dio v’insegna a pregare, Egli vi mette
in bocca parole dalle quali traspaiono una profondità illimitata di verità e
un’infinita beatitudine per chi, come Io dissi un giorno, Mi adora in spirito e
verità, poiché in questa preghiera c’è dapprincipio del sommo spirituale,
legato poi con verità mondana, dove voi inizialmente di certo, consci della
vostra origine divina, implorate il Padre in Cielo, ma nel seguito non
dimenticate le debolezze e i difetti della natura umana; e mentre nelle prime
parole piene di adorazione vi inchinate davanti al grande Creatore quale Padre
vostro, più avanti Lo supplicate per il Suo aiuto riconoscendo le vostre
debolezze, affinché Egli non vi faccia dimenticare, nel fango delle passioni
sensuali, la vostra provenienza spirituale!
42.
Così dovete invocare il ‘Padre nostro’, e il Padre vostro farà
sentire, a voi come figli, il Suo Amore paterno in pienissima misura, se anche
voi, come Lui, vorrete esercitare in concreto, invece di castigo, vendetta e ira,
solo amore e perdono nel cammino della vostra vita; allora è vostro il Padre
che voi, in questa preghiera, con cuore così toccato, avete ricordato nella Sua
Grazia, nella Sua Potenza e nel Suo Amore che mai appassisce, volendo
riconoscere accanto alla Sua grande
Onnipotenza, pentiti, la vostra impotenza! Amen!
۞
La Parola
14 novembre 1873
1.
Semplice è il titolo, e tuttavia così importante e
pieno di profondità, tanto che voi ve ne stupirete; poiché attraverso la parola
un giorno si formò tutta la Creazione e ancora oggi ogni parola è un motivo di
formazione o creazione. Come questo è da intendersi, ve lo illuminerà ciò che
segue più da vicino.
2.
Innanzi tutto
dobbiamo chiarire che cos’è la parola, per afferrare il suo significato
nella massima profondità; poiché senza una base sicura, senza la chiara
consapevolezza di ciò che si vuole veramente spiegare, non può germogliare
nessun risultato ragionevole dal concetto in esame.
3.
La ‘parola’ è
quindi, per dirvelo in breve, nient’altro
che un pensiero personificato che, maturato a concetto, si manifesta solo come
parola, e proprio per questo è un atto creativo; così come porta in sé
anche la trinità, il che è dimostrabile in tutte le creazioni, vale a dire spirito, anima e corpo,
analogamente con: pensiero, concetto e parola.
4.
Così come in
ogni cosa creata dimora un’anima, ben inteso non sempre conscia di sé, la quale
guidata dal Mio Spirito forma la materia, la conserva e la trasforma, tale e
quale una parola è un concetto personificato, creato mediante il pensiero.
5.
Nella
Creazione fu dapprima lo spirito, in pratica il Mio Spirito che assegnò ad ogni
cosa la sua esistenza interiore, il suo tempo e la sua trasformazione.
6.
Questo
adoperarsi è la sua anima che plasma il materiale secondo leggi primordiali,
mantiene e, di nuovo distruggendo, lo perfeziona ulteriormente, spiritualizza o
lo guida nuovamente a Me, allo Spirito primordiale!
7.
Così il
pensiero è il principio stimolatore che si forma in concetto; e questo concetto
consegue forma, contenuto e significato solo attraverso la parola, il segno
visibile di una creazione invisibile.
8.
E così come
il Mio pensiero-Dio, esternandosi quale idea-Creazione o concetto, solo nel
mondo visibile ottiene un involucro, anche se ancora in forma sottile, solo
così, attraverso quest’ultimo atto, ogni cosa creata, pensata e immaginata è
messa come un tutto nel tutto, e nondimeno esiste per sé separata.
9.
Da questa
spiegazione, applicata alla ‘Parola’, ne consegue la sua importanza, perché
anche la parola, di per sé libera, è una cosa separata, e tuttavia collegata
con l’intero mondo dello spirito che, certamente per sé, secondo l’espressione
di un pensiero o concetto in quanto a profondità o sapienza, è qualcosa di
differente, singolare, e ciò nonostante un insieme concatenato con tutto
l’esistente.
10.
Come nella
Creazione una cosa influisce sull’altra e la condiziona, così che nessun essere
creato o cosa prodotta materialmente può sottrarsi a questa sfera, altrettanto
poco ‘una parola’ si trova senza alcun successo, senza effetto su altre nel
mondo dello spirito, poiché proprio la parola, un prodotto spirituale auto
creante, stimolante, fondamentale in tutte le condizioni della Creazione,
proveniente dal pensiero, concetto, e attraverso l’uso del mondo materiale
visibile, è un segno fisicamente visibile di una vita spirituale.
11.
Con la
Parola, come vi riferisce la storia della Creazione di Mosè, Io creai il mondo!
12.
Con la Parola
‘Sia fatto!’ Io misi fuori tutte le singole parti spirituali del Mio Io,
assegnai i loro giusti periodi di sviluppo, il loro processo d’inizio, di
esistenza e di cambiamento, per ritornare, dopo una conveniente prova, di nuovo
purificate e perfezionate a Me e nella Mia vicinanza, per iniziare lì, su
gradini superiori, per mezzo di potenze spirituali, una nuova vita di
avanzamento e di perfezionamento che, in un continuo crescendo, non avrà mai
fine, perché Io, il Creatore della stessa, sono altrettanto infinito!
13.
E poiché Io
sono veramente infinito e devo anche esserLo come
Creatore, allora è naturale che tutto il Creato non potesse essere formato
difettoso o mancante, perché il difetto sarebbe stato pure infinito, come il principio
secondo il quale fu creato.
14.
Quindi
nessuna cosa da Me creata permette un vero miglioramento o nobilitazione, ma
ben un processo di perfeziona-mento, migliorandosi un po’ alla volta per
avanzare su gradini superiori, che però già nel primo embrione era
preventivamente stabilito e ben concepito.
15.
Queste
caratteristiche della Mia Creazione espresse in generale come nel singolo, nel
materiale, si ripetono altrettanto nello spirituale e nella vita animica; poiché il pensiero, il concetto e la parola da ciò
derivante, hanno lo stesso collegamento spirituale, il medesimo infallibile
principio che ha in generale la Mia Creazione, con la sola differenza che un
pensiero animico sbagliato, deve produrre un concetto
e una parola sbagliata, così come il Mio pensiero, concetto e parola, deve
produrre eternamente solo del bene. Quindi il cattivo, errato pensiero, dovrà
conseguentemente produrre, mediante ciò che si forma di errato nella parola e
nel suo effetto verso l’esterno e verso altri derivanti effetti, secondo la sua
origine, altrettanto un risultato cattivo e sbagliato.
16.
Voi vedete
quindi da tutto quanto è stato detto, che anche le parole provenienti dalla
bocca degli uomini o degli spiriti sono tali e quali infallibili come le Mie,
solo con un altro valore, perché negli esseri creati la perfezione della vita
dell’anima, o dello spirito, non può essere portata in paragone con il Mio Io;
poiché Io, come Dio, come l’Amore stesso, posso pensare, agire e parlare solo
secondo questi principi, mentre spiriti subordinati e liberi, quali sono i
creati, possono pensare, parlare e agire con o senza volontà in senso
contrario, ma nel loro stesso comportamento si trova già fondata la conseguenza
naturale di tale procedimento, da cui proviene la frase: “Ognuno che pecca
contro le Mie leggi, dovrà attribuire a se stesso le conseguenze, perché la
trasgressione alle Mie leggi si punisce sempre da sé!”.
17.
Tutto questo
doveva precedere per rendervi attenti su quanto è importante, su quanto è
essenziale riflettere prima di pronunciare una parola, su cosa volete veramente
dire con questa, poiché la parola è nel vostro potere, ma il suo effetto
e la sua portata sono di molto, lontani, oltre la vostra sfera, poiché
ogni parola pronunciata non vi appartiene più, appartiene all’intero mondo
degli spiriti e delle anime, appartiene all’infinità, dove, agendo sempre
continuamente, essa procura, secondo la sua origine, del bene o del male!
18.
Qui è il
luogo dove devo anche farvi notare come, e dove sia la Mia influenza sul vostro
fare e operare, senza per questo pregiudicare il vostro stesso libero arbitrio.
19.
In pratica Io
vi lascio pensare e parlare, ma l’effetto del pensiero personificato, l’effetto
della vostra parola su altri, lo conservo per Me stesso; qui infatti, Io
concateno i collegamenti tra anime e spiriti, cosicché anche il male progettato
dovrà servire all’utile, anche se spesso in modo indiretto, come voi dite nella
massima: “Con l’esperienza si diventa saggi!”.
20.
Io non tolgo
alla parola il suo effetto buono o cattivo, Io dispongo solo le condizioni così
che all’uomo non mancheranno ammonimenti, o di afferrare la parola del bene con
tutto l’ardore dell’amore e di realizzarlo, oppure di scorgere il male in tempo
debito e poi agire, affinché non sia persa la propria individualità!
21.
Per questo la
vostra massima non è errata, quando dite: “L’uomo vede, e Dio provvede”.
Sì, è così! Voi potete pensare e anche dire, come espressione del pensiero, ciò
che volete, ma il raggiungimento dell’effetto del discorso rientra nella Mia
sfera, perché è una richiesta al Mio mondo dello spirito che voi con la
‘parola’ vorreste influenzare, e qui anch’Io ho ‘da dire la Mia’.
22.
Così come vi
ho già dato nel ‘Mondo dei pensieri’ la grande portata e la propria operosa
vita dei prodotti dello spirito come pensieri, tale e quale vi do qui la grande
portata e importanza di una parola, prescindendo ancora dalla vera analisi
della profondità di ogni parola stessa, o del concetto o del pensiero che essa
contiene e tangibilmente esprime.
23.
Perciò,
preoccupatevi sempre di due cose principali: primo, di riflettere
bene sulle vostre parole, riguardo al danno o all’utilità che potreste
cagionare con queste, e secondo, di badare bene al contenuto o al
significato di una parola; le ‘parole’, infatti, sono portatrici di potenze
spirituali che spesso, sotto poco, nascondono molto.
24.
Con la parola
attraverso di Me venne alla vita una Creazione piena di grandezza e bellezza, e
con una parola voi potete, pronunciandola al tempo giusto e nel luogo giusto,
diffondere luce e causare del bene, dove i più grandi angeli fino nella Mia
vicinanza sentono ancora una conseguenza di questa semplice espressione di
un’anima che Mi ama.
25.
Parole
d’amore diffondono ovunque amore, gioia e beatitudine; parole di tristezza, di
odio o d’invidia, l’opposto. Esse devono operare così, perché già con
l’espressione vi sta in loro il germe. Perciò applicatevi di prestare ascolto
dapprima alle Mie parole, di esprimere solo parole che contengono del divino e
devono causare solo del bene, così otterrete in voi e intorno a voi pace e
tranquillità!
26.
Vi devo
nuovamente citare una massima, perché tali massime, per la maggior parte, sono
maturate su un fondamento puro e non mancano mai il loro effetto, e questa
massima dice: “Una buona parola trova un buon posto”. Sì, una buona parola
non mancherà mai, anche se non del tutto desiderato, di produrre certamente un
effetto simile anche presso un acerrimo nemico. È la potenza del contenuto che,
o vince, o disarma l’avversario!
27.
Guardate ai
Miei anni d’insegnamento, quanto erano pesate, quanto erano scelte le Mie
parole, poiché Io ho parlato, discusso e predicato, non soltanto per questi tre
anni del Mio magistero terreno, bensì per l’eternità.
28.
E se queste
parole ancora adesso non sono state completamente approfondite e afferrate in
tutto il loro significato, è perché nelle stesse sta proprio il germoglio del
divino, e nessuna potenza può distruggere questo nocciolo interiore, oppure
sostituirlo con qualcos’altro!
29.
Le Mie
parole erano, sono e rimangono portatrici di Luce, portatrici d’Amore, Amore che è disceso dal Cielo per ricondurre voi,
minuscoli abitanti della Terra, e un immenso mondo degli spiriti, nuovamente su
nel Cielo.
30.
Così la
parola, questo piccolo seme spirituale, dovrà sempre racchiudere del bene,
affinché, caduta sul buon terreno, porti fuori nuovamente del bene.
31.
La parola
è il granellino di senape che, messo nel buon terreno, crescerà in albero della
fede, sotto la cui ombra gli angeli e
gli spiriti, così come tutte le anime, si dovranno rallegrare della benedizione
celeste.
32.
Afferrate
così il concetto di ciò che è una parola, quale profondità e quale portata vi
dimorano, e misurerete anche le vostre stesse parole, saprete giudicarle e, in
aggiunta, procederete anche cautamente nell’esprimerle, avendone compreso e
afferrato in tutto il significato il loro infinito e permanente effetto.
33.
Allora
comprenderete anche meglio come Io abbia potuto creare un mondo intero con una
parola, se riuscirete a immaginare chiaramente quale infinito possa essere
nascosto in una di queste.
34.
Scopo di
questa Mia parola era di dimostrarvi, di spiegarvi tutto questo e rendervi
attenti su tanti abusi che voi fate con il dono del linguaggio, affinché
possiate ancora riconoscere quanto piccoli siano gli inizi di molti grandi
infiniti, dove vi stupireste davanti alla loro grandezza, le cui origini le
avete ignorate completamente.
35.
Leggete
allora il primo capitolo del Mio Giovanni: “In
principio era la parola, e la parola era con Dio, e Dio era la parola! In essa
c’era la vita, e la vita era la luce degli uomini! E la luce splende nelle
tenebre, e le tenebre non l’hanno compresa!”.
36.
Proprio per
questa ragione ogni Mia parola dovrà adesso nuovamente illuminare un po’ alla
volta questa tenebra, oppure gli animi tenebrosi degli uomini, affinché alla fine
‘la tenebra’ comprenda la parola che fin dall’inizio era ‘la Parola’ presso
Dio; e attraverso Dio o attraverso di Me vi ha portato Luce e Vita, sebbene non
fosse afferrata dalla maggior parte, e anche oggi giorno è ancora respinta con
scherno e disprezzo!
37.
In principio
era la Parola, e la parola rimarrà anche eternamente ‘la
Parola’.
38.
La Parola era
Dio! In pratica, fu la Parola che creò materialmente e spiritualmente, per
Amore, un mondo pieno di grandi creazioni, affinché le creature potessero
riconoscere che l’Amore non può star da solo, ma deve aver qualcuno cui
dimostrare il Suo Amore, e dallo stesso, a causa del Suo Amore, essere
nuovamente amato e onorato!
39.
La Parola dell’Amore creò mondi pieni di splendore,
pieni di meraviglie; la Parola dell’Amore non poteva creare altro che spiriti
amanti; la Parola dell’Amore risvegliava
amore, perché essa stessa era Amore.
E così, possa anche presso di voi, ogni parola, risvegliare amore, perché
l’Amore è il legame (onni-) potente che conduce cuori
ai cuori, e solo nell’amato oggetto, con il suo contraccambio, il proprio amore
ne gode completamente.
40.
Così Io creai
la parola e il mondo, così voi create il vostro mondo spirituale intorno a voi.
L’amore è vita, è la luce degli uomini; la luce riscalda, illumina. E così
possano le vostre parole essere sempre e solo parole d’amore; possano riscaldare,
illuminare e diffondere intorno a voi, vita-amore, affinché l’effetto della
parola d’amore giunga fin nell’infinità, altrettanto come un giorno la Mia
prima Parola creativa, spargendo sempre Amore, sempre delizia, unendo spiriti,
anime e corpi attraverso questo dolce vincolo, affinché la trinità della
Creazione, la trinità della Parola porti anche triplice effetto, effetto che
spiritualizzi la materia, nobiliti l’animico e liberi
lo Spirito divino, per ritornare con tutto riunito, là, da dove un giorno è
stato mandato fuori mediante ‘la Parola’.
41.
Così possa
‘la Parola’, quale portatrice di Luce e di Vita, ovunque diffondendo
beatitudini e gioie, essere accolta da voi in voi e comunicata agli altri.
42.
Per afferrare
questo nel suo intero contenuto, vi deve servire il breve senso di tale lungo
discorso: “Riflettete la parola prima che sia espressa, perché le sue
conseguenze sono per voi incalcolabili!”.
43.
Così sfuggite
certe ore amare, in cui forse vi pentireste dei discorsi precipitosi,
condannandovi poi davanti al tribunale della vostra stessa coscienza.
44.
Per
risparmiarvi questo, non temo nessuna fatica per farvi comprendere in così
differenti modi che tutto il visibile è solo cosa secondaria, lo spirituale
soltanto è l’unico portatore, conservatore e giudice di tutto l’esistente!
45.
Così potete
comprendere ancora meglio che, tanto nella semplice parola quanto nella più
seria, si trovi sempre più significato di quanto voi spesso supponete, e come
le conseguenze e l’importanza della parola che dura in eterno, vi possono anche
ricordare la vostra responsabilità, affinché non usiate un bene così prezioso,
come la parola e il linguaggio, per cose inutili, come anche dovrete
valorizzare il tempo impiegato per questo solo in modo che nessun minuto sia un
minuto perduto!
46.
Voi siete
figli di un’eternità e di un eterno Dio senza fine, comportatevi di
conseguenza, affinché in ogni parola possa splendere il vostro inizio e il
vostro futuro; allora la parola nella vostra bocca, quale portatrice di luce e
di vita, diffonderà anche solo luce e vita, e troverà nei benevoli orecchi e
cuori devoti il suo eco, come si conviene ad una ‘Parola dell’Amore’.
47.
In principio
era la Parola, e la Parola ero Io! Così anche per voi la parola deve
qualificare il vostro io, non deve uscire nessuna falsa, nessuna cattiva parola
dalle vostre labbra che non sia testimone che voi siete figli di quel Creatore
che un giorno chiamò dal caos una Creazione, dove anche il più piccolo atomo fu
testimone del Suo Amore e della Sua Bontà.
48.
Così deve
essere il vostro comportamento nel mondo degli spiriti, quando un giorno
dovrete giustificarvi di cosa, dove e come avete parlato, affinché non una parola vi faccia salire
il rossore in viso, e potrete dimostrare che voi, sempre memori della Mia
Parola, avete usato le vostre, ben scelte, per il meglio degli uomini! Amen!
۞
9 agosto 1872
1.
Già parecchi di voi e anche molti altri si sono rotti
la testa sul perché esistano tanti differenti animali, la cui utilità voi, come
uomini, non riuscite a comprendere, e che oltretutto, secondo il vostro
principio estetico, non hanno neppure una forma piacevole all’occhio e anzi,
secondo il vostro dire, taluni sono anche brutti, dovendosi aspettare da Me,
quale Creatore, che tutto ciò che Io creo debba essere degno di Me, e pertanto,
significherebbe che io avrei dovuto creare tutto, rivestito con le forme più
belle.
2.
Così
giudicate voi, così giudicano molti uomini e naturalisti, i quali vorrebbero
trovare ovunque, le cose come loro se le immaginano, e non come Io le ho volute
secondo la Mia Sapienza.
3.
Ebbene,
secondo quanto dice il vostro proverbio: “Ogni uccello canta come gli è
cresciuto il becco”, si deve perdonare a questi eruditi signori, e così a
qualche almanaccone e critico quando, nella sua
cecità, parla di cose che non comprende e mai comprenderà.
4.
Per darvi
comunque una dimostrazione di quanto Io sia indulgente, e quanto Lo sia sempre
stato con i Miei figli minorenni, perdono loro anche questi giudizi ridicoli e
maldestri, e inoltre voglio che, almeno tra un piccolo numero dei Miei seguaci,
domini un’opinione migliore al riguardo, quindi anche qui voglio ancora – come
già in altre occasioni – farvi dare uno sguardo dietro il velo di Iside, e
dimostrare ai Miei seguaci e adoratori che non tutto ciò che ai loro occhi nel
mondo si presenta così, è fatto in modo tanto maldestro, e che ‘il vecchio Dio’
sapeva già da molto tempo prima quello che faceva, perfino prima che mettesse
in atto soltanto l’idea se un cuore umano dovesse battere o meno! Or dunque,
alla faccenda!
5.
Voi vedete
tanti animali il cui motivo esistenziale non lo potete comprendere, dovendo, nonostante
ciò, ancora supporre – per quale motivo Io li abbia creati, poiché certo vi
deve essere alla base un ‘perché’.
6.
Vedete, se
voi comprendeste veramente la vostra aritmetica come si usa nella Mia casa,
anziché avere solo un piccolo e lieve presentimento del profondo senso della
vostra matematica, allora comprendereste più facilmente tante cose.
7.
È vero, la
matematica o l’arte del calcolo v’insegna a dedurre il noto dall’ignoto; essa
v’insegna a pensare regolarmente e a dedurre regolarmente, da uno all’altro. Ma
ugualmente, tra questo pensare e dedurre, esiste sempre di nuovo il divario tra
un essere creato, limitato, umano, e un Dio che, anche se vede la stessa
conclusione da voi scoperta nella matematica, nondimeno voi calcolate, deducete
e pensate ancora in tutt’altro modo, come figli ancora deboli e minorenni di un
potente Dio e Signore.
8.
Da questo
segue dunque che, se applicate la vostra scala del pensare e dedurre alle Mie
parole, sorgono sempre delle lacune, dove il pensare umano non basta, perché vi
sta frammezzo un pensiero divino.
9.
Voi, per
esempio, conoscete una quantità d’insetti il cui utilizzo non comprendete, la
cui piaga però la sentite giornalmente se non ve ne proteggeste con tutti i
mezzi; voi conoscete una quantità di altri animali che vivono solo per
consumare altri esseri che si trovano sotto di loro, i quali vivono solo a
causa della preda.
10.
Voi conoscete
una quantità di altri animali noti ai vostri occhi solo attraverso il
microscopio, e provvisti di una potenza riproduttiva, di una durata di vita,
davanti alla quale gli animali più elevati e perfino l’uomo stesso deve
ampiamente indietreggiare.
11.
Quindi nel
mondo animale voi vedete una quantità di contraddizioni che non potete
spiegare, eppure, se osservaste con attenzione solo uno di questi, allora
constatereste che è stato creato con un organismo tanto meraviglioso, ed è
conservato con una così grande accuratezza, affinché la sua specie non
scompaia, da farne scaturire la naturale conclusione che, osservando la
struttura di un tale animale, la sua vita e la sua immensa riproduzione, ci
deve essere un grande motivo se ho provvisto un tale minuscolo animaletto con
qualità che Io stesso ho rifiutato a voi uomini intelligenti, figli Miei!
12.
Allora state
qui tra dubbi, senza sapere che cosa pensare della cosa creata, che cosa del
Creatore.
13.
Vedete, per
illuminarvi quest’anomalia (eccezione alla regola) un po’ più da vicino, allora
vi devo condurre su un campo del tutto diverso del materiale; poiché dobbiamo
iniziare con lo spirituale, al quale la materia serve solo come rivestimento!
14.
Solo con
occhi spirituali si può scorgere ciò che rimane nascosto in eterno all’occhio
materiale, e anche a quello dell’intelletto.
15.
L’idea di un
Dio, com’Essenza spirituale, ha per conseguenza che già dal principio le Sue
Creazioni devono essere prodotti spirituali!
16.
Se però un
Dio vuol creare un mondo o un’espressione visibile della Sua divinità, allora
deve anche stabilire una certa serie di gradini nelle cose create, la cui serie
di gradini corrisponde al legittimo pensiero e deve esistere come base
fondamentale dell’esistenza e della conservazione del mondo creato; poiché solo
così è possibile poi una vita, un tendere e uno spingere in avanti del più
basso verso il più alto che, nella parola o concetto del ‘sorgere’, ‘esistere’
e ‘perfezionare’, trova il suo giusto scopo.
17.
Tutto il
creato ha quindi, più o meno, un principio spirituale come base fondamentale;
in ogni essenza si trova qualcosa del Mio divino!
18.
Dunque, come
questo divino può e deve estendersi a successivi gradini, così gli è stabilito
anche un corpo analogo, una predisposizione interiore analoga e un’analoga
durata di vita.
19.
In natura non esistono salti, bensì costanti e leggeri
passaggi da un animale all’altro! Sono
questi passaggi che poi resero necessarie più d’una Creazione che, come membri
intermedi, resero possibili proprio queste preparazioni di passaggio da un
gradino all’altro, e queste classi intermedie, prese nel senso spirituale, sono
proprio quegli animali che vi danno tanto fastidio, perché non sapete per quale
motivo essi veramente esistono.
20.
Nelle vostre
deduzioni dimenticate del tutto che, per un avanzamento nel senso spirituale,
così come deve pensare il Creatore di un universo, sono necessari altri gradi
di logica, completamente diversi dai vostri.
21.
In molti di
questi animali però, è stato qualcos’altro il motivo della loro forma e della
loro vita; vale a dire non solo per servire come membri intermedi e creature di
passaggio, bensì anche di essere ancora un’altra interazione all’impulso del
progresso spirituale di esseri a loro ampiamente superiori.
22.
Vedete, le
cimici, pidocchi e pulci e tutti gli altri insetti che vi tormentano
particolarmente, sono per voi degli stimolatori spirituali, così che curiate il
vostro corpo e il vostro alloggio, affinché il primo meritatamente allo spirito
intelligente, e il secondo, con l’attenzione sul principio della pulizia,
favorisca anche la vostra salute, per non andare su e giù come maiali nella
sozzura e nel sudiciume.
23.
Questi
animali e ancora altri seccatori dell’uomo, nel corso della loro vita hanno
missioni superiori assai più di quanto voi crediate; in essi si realizza il
gradino di mediazione da una piccola intelligenza a una gradualmente poco più
elevata, rivestita di un corpo, il ché per voi non è veramente comprensibile
che, con una riproduzione in forza e resistenza superando ampiamente le vostre,
essi potrebbero ben mostrarvi (se consideraste con gli occhi dello spirito i
gradini spirituali), quanto ci vuole per rendere ricettiva una scintilla divina
inferiore, anche solo per una milionesima parte d’intelligenza superiore.
24.
A migliaia e
migliaia di animali inferiori non è per nulla possibile svilupparsi più in
alto, e devono intraprendere il percorso graduale di avanzamento solo perché,
quale nutrimento per animali superiori, a migliaia soltanto essi diventano
capaci di formare insieme un singolo animale posto più in alto.
25.
I più piccoli
infusori e monadi, come voi li chiamate, nonché i vermi dei coralli e altri
crostacei, esistono solo per aiutare a costruire la vostra crosta terrestre con
i loro corpi, e a fornire con questo la solidità dell’involucro della Terra,
come pure le necessarie quantità di minerali e pietre che essi, dalla fluida
acqua del mare, trasformano in più solido il loro stesso corpo, e attraverso di
questo in consolidate montagne o rocce.
26.
Se ora spesso
milioni di tali animali possono vivere in una goccia d’acqua soltanto, allora
comprenderete certo voi stessi che lì la forza produttiva dovrà essere
straordinaria per produrre, nel tempo da Me stabilito, una crosta terrestre con
le sue montagne, la quale porta tutto su di sé con facilità e può resistere
alla forza di espansione degli elementi trasformati in vapore all’interno della
stessa.
27.
Vedete,
presso di voi il soldato deve provvedere al suo vestiario, al suo
sostentamento, anzi a tutto ciò che gli è necessario con la paga a lui
assegnata[26]. Non esiste nessuna strada carrozzabile nel vostro
paese i cui frequentatori non debbano pagare queste strade e la loro
manutenzione, mediante pedaggi imposti. L’intero complesso dello Stato del
vostro impero, vive ed esiste solo perché tutti quelli che vivono nei suoi
confini devono pagare le necessità di tutto lo Stato con i suoi funzionari e
re, in modo che tale Stato, che di per se stesso non ha soldi, sia solo
l’amministratore del denaro ad esso affidato.
28.
Come voi fate
in uno Stato, così faccio Io nei mondi! Ogni mondo si deve costruire, deve
mantenersi e perfezionarsi da sé, per poi, al passaggio in altre condizioni,
deve aver preparato in sé le necessarie forme!
29.
Gli animali
più piccoli appena percettibili con i vostri occhi nudi, formano la vostra
crosta terrestre, contribuiscono alla vita di milioni di altri animali e
aiutano ad abbellire e a solidificare la superficie della Terra; gli animali di
poco superiori, nei quali la Mia divina scintilla già formata quasi come senso,
può appropriarsi già di più cose, devono essere i portatori e i sostenitori di
animali che stanno ancora più in alto, e così gradualmente avanti fino
all’uomo. Dove ci sono grandi forze produttive, ci sono nelle vicinanze anche
consumatori di queste forze, i quali assegnano a questa riproduzione i giusti
limiti, affinché non si oltrepassi la giusta misura!
30.
Così esiste
l’armonia del tutto. Dallo spirito vincolato in una dura pietra fino all’uomo
libero, passa un sottile vincolo di assimilazione, per cui uno esiste
attraverso l’altro, uno si perfeziona attraverso l’altro e così, attraverso
l’uomo, può ritornare di nuovo nel regno dello spirito dal quale è proceduto.
31.
Spiegarvi il
motivo e il perché esistono gli animali, dai più piccoli infusori fino
all’elefante, non basterebbero degli anni; perfino per rappresentare
chiaramente solo una classe di molluschi più bassi, il perché siano formati
così, il perché queste piccole particelle di intelligenza della vita vegetale
siano in questa forma, in questo elemento, sia esso acqua, terra o aria, e
perché siano necessari tali cambiamenti affinché un tale animale, all’apparenza
trascurato, debba essere formato così e non diversamente, per corrispondere al
proprio scopo.
32.
Voi dovreste
quindi dapprima riconoscere queste disposizioni e i suoi ‘perché’, prima di
venire alla domanda del perché c’è ora tutto il regno animale, quale sia lo
scopo e su quale scala.
33.
Dov’è la
vostra scienza che potrebbe spiegare questo? –
34.
Guardate solo
in un corpo vivente un piccolo fascio nervoso. – Che cos’è? È esso il
conduttore, è esso il propagatore della vita organica e animale? Esso vive,
oppure propaga solamente la vita?
35.
Tutte queste
domande dovrebbero essere discusse prima, se volete comprendere tutto il regno
animale. E dove sono i libri che basterebbero per darvi il filo attraverso
questo labirinto dei ‘perché?’.
36.
Qui l’uomo
sta come cosa finita al confine della sua conoscenza, al confine della sua
facoltà di comprensione; qui comincia il Dio, il Creatore, che all’uomo può
dire solamente: “Figlio minorenne, come vuoi tu, con il tuo limitato
intendere, comprendere ciò che un Dio, un Essere infinito, ha creato? Una fibra
nervosa è, e rimane per te un mistero! Come vuoi tu solo criticare e giudicare
un essere creato, il quale consiste di milioni di parti che, sotto differenti
forme, ne esprime soltanto una, vale a dire il gradino di una particella dello
spirito, un minimo del grande Creatore che ritenne necessari proprio tutti
questi preparativi per non interrompere per sempre, anche a una piccola
scintilla, la capacità di avanzamento? Dov’è la tua, dov’è la Mia sapienza? Una
cosa sola ti permetto: che tu, esplorando con occhio spiritualmente risvegliato
la Mia Creazione, possa imparare a presentire e ad amare Lui, il grande
Creatore, come il Padre tuo spirituale! Ma comprenderLo,
questo sta oltre i confini di tutto il regno dello spirito stesso; solo Io,
infatti, sono perfettamente infinito, mai creato, e voi, per quanto vicini a
Me, siete, quali esseri creati, eternamente finiti e imperfetti!”.
37.
Comprendete
questo, figli Miei! Afferratelo, e allora potrete anche facilmente comprendere
che, come con il lento procedere di una particella dello spirito in singoli
esseri e classi, altrettanto la forma esteriore di questi animali deve essere
adeguata ai bisogni dello spirito e al bisogno del corpo ad esso dato!
38.
Come presso
voi uomini nel viso e nell’intera forma si esprime in parte il lato interiore
spirituale e si può riconoscere un po’ l’uomo nei suoi tratti, se in lui dimora
una nobile oppure una comune anima umana, così anche la forma stessa
dell’animale più basso, fin nella vicinanza dell’uomo, fino alla scimmia, è
sempre l’espressione della scintilla posta in esso, perché coi sensi e
facoltà non ancora sviluppati, anche le forme non possono eguagliare le idee
estetiche di una suprema forma di spirito umano, perché proprio questo spirito
nella sua minorità necessita ancora di altri bisogni, di altri dispositivi per
poter corrispondere al suo scopo; lo spirito stesso nella sua forma spirituale
è qui ancora un embrione del minimo grado di istruzione, e perciò può, semplice
com’è, essere solo semplice anche nel suo involucro che lo avvolge!
39.
L’unica cosa
determinante nella forma degli animali è la regione nella quale essi devono
vivere, moltiplicarsi e riprodursi; questo richiede in uno, mille piedi, in
altri addirittura nessuno; in uno un occhio, in altri molti occhi; in uno un
apparato per il tatto, in altri molti; ma la forma esteriore è ovunque
l’espressione materiale del grado sul quale si trova la scintilla spirituale
che vi è rinchiusa.
40.
E perciò
trovate spesso animali che voi, perché giudicate dall’alto in basso,
riconoscete come brutti; ma se poteste guardare spiritualmente dal basso verso
l’alto le classi e gradi che un tale spirito deve attraversare, fino a giungere
ad una coscienza maggiore di se stesso, allora trovereste la forma conveniente
per il suo isolamento come la più appropriata, la quale può corrispondere solo
così e non diversamente al suo bisogno spirituale e mondano.
41.
Voi avete
dedotto tutti i vostri concetti della forma estetica da quella umana, avete
preso la forma umana come base fondamentale, come modello di riferimento,
perché anch’Io un giorno ho formato voi a immagine Mia, ma le forme degli
animali non possono essere giudicate secondo quella umana, perché proprio negli
animali la forma interiore spirituale non è terminata, non è del tutto
chiaramente espressa e ha bisogno ancora di molte aggiunte prima di potersi
avvicinare spiritualmente e materialmente a quella umana. E perfino là, dove si
avvicina di più all’uomo, come la scimmia quale animale, manca l’unica cosa ma
la più elevata, ciò che rende l’uomo, ‘uomo’, vale a dire la liberazione dalla
danda[27] della natura (istinto) e il supremo dono spirituale
del libero arbitrio datogli da Me come chiave di volta della Creazione,
emancipato (separato) dall’istinto, come essere libero, libero anche da tutte
le catene e legami della sua natura a lui subordinata, e libero di essere
signore di se stesso e signore spirituale della Creazione!
42.
La forma di
un ragno, di un coleottero, di un altro insetto, di uccello o di animale a
quattro zampe, è data altrettanto bene secondo dei principi estetici conosciuti
a Me soltanto, che l’individuale primo principio del bello, come il suo sbocco
nella forma umana lascia immaginare, è ancora troppo celato sotto l’influsso
che doveva imporgli dimora, mezzi nutritivi e scopo della sua esistenza.
43.
La forma
spirituale celata è qui già manchevole, e tale deve essere anche il suo
involucro; ma potete essere certi di questo: vi è una catena d’idee attraverso
tutto il mondo organico che prepara lentamente una forma dall’altra, introduce
l’una nell’altra, sempre aggiungendo, sempre perfezionando, finché sarà stato
raggiunto nel corpo umano la chiave di volta di tutto lo sforzo che,
cominciando dalla pietra dura, ha sviluppato fino a lui, all’uomo, l’idea
logica o matematica di un essere supremo, di un Dio che nell’uomo voleva creare
un’immagine simile a Lui, spiritualmente (e formalmente), al quale tutti gli
altri esseri animali guardano in alto, pieni di rispetto, sebbene non
riconoscono, ma certo intuiscono in lui il loro signore, ma anche il loro amico
e la loro meta suprema!
44.
Non prendete
però l’uomo com’è diventato adesso, immaginatevi invece l’uomo come Io l’ho
creato, come dalla Mia mano uscì puro e immacolato, un’immagine di Me e un
sublime prodotto di capacità spirituali e dalla più bella forma materiale!
45.
Così la
forma dell’uomo era un giorno la vera espressione del suo spirito discendente
da Me, così dovrà anche di nuovo diventare!
46.
E quando si
sarà così nobilitato, anche il mondo animale che lo circonda, parteciperà a questa
nobilitazione; esso non rimarrà indietro; così l’uomo, sebbene nobilitato,
rimane nondimeno nelle condizioni come deve stare rispetto al mondo animale che
lo circonda, e come Io un giorno l’ho creato.
47.
Una volta
l’uomo comprendeva il mondo animale meglio di adesso, quest’ultimo un tempo
obbediva anche meglio all’uomo e non si comportava in modo ostile contro di
lui; solo che l’uomo si allontanò dalla sua forma primitiva[28], “egli divenne
diverso, mentre il mondo animale è rimasto lo stesso”, e così il mondo
animale guardò l’uomo attuale con più soggezione e più paura, come suo nemico,
perché, a molti animali, proprio l’uomo è conosciuto solo per le sue intenzioni
ostili; il rapporto soave che regnava in principio tra i due è distrutto, e al
posto dell’amico fu messo quello dell’inesorabile egoistico dominatore.
48.
Adesso l’uomo
è spesso costretto a proteggere la propria vita dall’attacco degli animali che,
in altri tempi, stavano quieti ai suoi piedi, e obbedivano solo al suo comando.
49.
Così l’uomo
ha abusato della propria libertà, facendo del pacifico mondo un covo di
assassini, dove naturalmente possono dominare solo paura e odio, ma nessun
amore, nessuna fiducia più.
50.
Voi, voi
pochi che ancora credete in Me e nella Mia dottrina, a voi invio queste righe,
affinché possiate riconoscervi una nuova prova, come Io Mi adopero, senza
toccare la vostra libertà che vi ho dato, per farvi di nuovo diventare
quell’uomo che un giorno uscì dalla Mia mano, e come questo globo terrestre
dovrà nuovamente diventare un paradiso, un Eden per i suoi abitanti!
51.
A voi queste
righe, affinché possiate leggervi l’Amore e la bontà infinita che Io ho per voi
e con voi, così che con questo non vada persa nessuna particella animica o spirituale che un giorno inviai fuori nei lontani
spazi della Mia Creazione, ma affinché dapprima essa sia rispettata come si
deve e contribuendo il più possibile al suo perfezionamento, tutte le creature
– semplici e complicate, infusori, monadi, animali e uomini – possano arrivare
un giorno, sulla lunga via del perfezionamento, di nuovo purificate e maturate
nel Regno dello Spirito, da dove Io le avevo inviate per sopportare la loro
vita di prova attraverso tutti i gradini del Mio Regno spirituale e materiale
e, unite col sublime e intelligentissimo Spirito della Creazione di mondi e
terre, possano formare nell’Uomo, un
tutto a Me compiacente!
52.
Allora cos’è
il breve senso delle molte parole? Che solo l’Amore è il fattore principale
che, sebbene in principio esso separi gli spiriti, ha certamente il solo scopo
di vederli alla fine tanto più intimamente uniti (perché perfezionati)!
53.
Nondimeno,
per apprezzare come si deve quest’unione, come spiriti provenienti da Me, essa
deve essere conquistata e meritata, poiché solo ‘al merito spetta la sua
corona!’.
54.
La
consapevolezza dell’aver conquistato, dona la beatitudine del possesso. –
55.
Perciò
cercate anche voi di conquistare ciò che Io vi ho posto davanti, affinché del
nome ‘figli Miei’ quali immagine Mia, siate anche degni e meritevoli!
56.
Per ottenere
ciò, sono tutte queste Luci di grazia che
Io vi mando di tanto in tanto affinché possiate riconoscere sempre di più che,
tanto nella più piccola monade quanto nel vostro prossimo, il medesimo Dio vi
predica sempre la stessa cosa, ciò che anche la natura ad ogni passeggiata e ad
ogni pulsazione vi esclama:
57.
“Non
dimenticate mai per cosa siete stati creati! Approfittate di ogni momento e di
ogni parola proveniente da Me per far fronte a questo scopo”, poiché presto verrà il tempo in cui il grano sarà
separato dalla pula, e ben per coloro che si sono serviti di tempo e parola,
cosicché allevati a grano come vivificante pane fruttifero per il Cielo,
possono continuare fiduciosi la via del perfezionamento, quando Io verrò come
unico Pastore a raccogliere le Mie pecorelle sotto la Mia protezione, cosa che
fra breve anche avverrà! Amen!
۞
La Vita
[la sua vera essenza]
12 agosto 1872
1.
Vedete, sotto questa parola sta nuovamente tanto di misterioso,
tanto di compreso falsamente e mal dimostrato dai vostri eruditi, naturalisti e
medici, che Io Mi sento indotto ad accendere di nuovo una luce che dovrà
splendere nell’eternità, a voi e a tutte le future generazioni!
2.
“Che cosa
è dunque la vita?”. Ebbene, se
volessi rispondere a questa domanda così come è formulata dai vostri uomini
colti, allora dovrei anch’Io esprimerMi falsamente
come loro, poiché tutti prendono l’effetto per la causa, il prodotto per il
fattore, giudicando solo secondo ciò che per loro è visibile e palpabile.
3.
Se volessi
descrivervi la vita secondo una precedente parola nel suo rapporto, in cui ho
detto: “Dove c’è luce, c’è calore, dove c’è calore, c’è vita!”[29], spiegherei di nuovo l’effetto visibile o
manifestazione della vita per il prodotto proveniente da luce e calore. Con
questa parola odierna invece non voglio dirvi né l’una né l’altra cosa, ma
voglio mostrarvi la vita da un lato
più profondo e altamente spirituale, per convincere qualche dubbioso e negatore
di Dio della sua effettiva miscredenza, affinché anche lui, convinto da
argomenti validi, non possa far altro che credere o presentire ciò che finora
ha rinnegato con così grande ostinazione.
4.
Ora passiamo
al fatto; dunque, la domanda è: “Che cos’è la vita?”
5.
Vedete, se prendo
la cosa così come si manifesta ai vostri sensi, allora ‘vita’ è ovunque si
rende manifesto un cambiamento, uno scambio, un movimento; voi dite: “Questa
pianta, quest’animale, quest’uomo vive!”. – Laddove la vita non è visibile
né percepibile ai vostri sensi, come nel regno minerale, là voi non supponete
più nessuna vita, bensì al massimo un regolare cambiamento di sostanze, secondo
cui anche la pietra, per quanto lentamente o impercettibilmente, va incontro a
un cambiamento, tuttavia, come voi credete, un cambiamento involontario, un
cambiamento condizionato dagli influssi di altri elementi agenti su di essa.
6.
Così voi
considerate la vita. I vostri botanici, con il loro zelante studio, vi
dimostrano la circolazione degli umori nelle piante; essi, fin dove giungono i
loro microscopi e altre analisi chimiche, vi dicono come e di che cosa
consistano l’albero, la foglia, il fiore e il frutto, vi spiegano le fibre, i
canali e il midollo degli alberi e delle piante, ma con ciò vi spiegano solo i
portatori e i conduttori della vita, ma non la vita stessa.
7.
I vostri
anatomisti sezionano animali viventi e morti. Nel martirio dei primi e nella
mancanza di vita di questi ultimi, certamente per vie sbagliate, quando la vita
è ormai sfuggita, cercano il suo effetto. Essi vi spiegano i nervi, la materia
bianca e la materia grigia, come fattori di sentimenti e movimenti; vi spiegano
la vita organica e la vita istintiva nell’uomo, trovano per la maggior parte
anche il punto centrale da dove ogni vita parte; vi spiegano alla fine anche il
cervello con le sue sinuosità, ramificazioni, le sue simpatizzazioni
e la sua dipendenza dall’altro sistema nervoso, come dei nervi volontari e
involontari; vi spiegano la struttura dei nervi come conduttori della volontà e
della potenza vitale, ma la vita stessa non la sanno approfondire, – perché il
nervo, come un cavo telegrafico che comunica alle membra umane la volontà
dell’anima o della insita vita, questo non lo sanno! Dicono solo: “Il nervo
è costruito e creato così da servire come conduttore”, ma il fluido che
anima questo telegrafo, la potenza vitale stessa, è a loro sconosciuta, e anche
lo rimarrà, finché cercheranno solo con l’intelletto, perché il pensiero che è
portato avanti nelle sinuosità del cervello fino alla lingua o alla penna che
scrive, questo fattore imponderabile (incorporeo) non lo potranno mai sondare,
sebbene provenga dal cervello!
8.
Il pensiero è
un prodotto dello spirito, e come e perché esso sorga, lo vede e comprende solo
l’uomo-spirito profondamente vedente.
9.
Questa vita,
che sta ancora più in alto dell’organica e animale, proprio per questa ragione
è ancora meno spiegabile; poiché, né la massa del cervello né i nervi derivanti
da ciò, potranno mai dirle chi o che cosa li rende capaci di comunicare il
mondo interiore a quello esteriore, oppure di quest’ultimo accogliere le
impressioni nell’interiore e utilizzarle per l’ulteriore edificazione dell’uomo-animico!
10.
Invano certi
materialisti si scervellano per ricondurre tutti i moti e i fenomeni nella vita
umana, come pure nell’animale o nel vegetale, alla legge chimica di
assimilazione, ma essa è, e rimane un’eterna conclusione sbagliata; poiché,
quando i vostri scienziati vi elencano tutti gli elementi di cui è fatto il
vostro corpo, oppure quello di un animale o di una pianta, quando dimostrano
che questo o quello è fatto di fosforo, calcio, ferro, sale ecc., allora Io
voglio dir loro soltanto: prendete tutti questi elementi primitivi e
mescolateli, si formerà forse da questo un’arteria, una vena, un fascio nervoso
o addirittura un cuore pulsante?
11.
Vedete,
deboli ciechi scienziati, voi potete ben scorgere che nella vita organica certi
elementi di base, nella loro mescolanza, entrano in combinazione e di nuovo
producono altre sostanze di ordine superiore, ma tutto questo laboratorio
chimico non riuscirà ad ottenere da queste sostanze nemmeno un filo d’erba,
tanto meno un essere vivente provvisto di una vita organica!
12.
Per questo ci
vuole un’altra forza che trasformi i materiali grezzi del mondo delle pietre e
del mondo minerale secondo altre leggi che quelle dell’attrazione o della
repulsione, e da ciò formi degli
organi come portatori di vita organica. Qui ci vuole un’altra legge, un’altra
vita, e proprio questa vita che per
voi e per tanti altri è un mistero, è lo scopo della Mia parola odierna.
13. È questa vita che nella pietra spinge al suo cambiamento, che la fa nascere, morire o dissolvere in altri elementi; è questa vita che costruisce nella pianta i suoi organi, negli animali viventi determina la loro guida istintiva, e nell’uomo, raccogliendo ogni vita precedente della pietra e della pi