Paul Otto Hesse
(XX° secolo)
Paul Otto
Hesse, di origine tedesca, fu noto come un autore esoterico e visionario,
ricordato soprattutto per il libro “Der Jüngste Tag” (“Il Giorno del Giudizio”) pubblicato nel
dopoguerra in diverse edizioni; ma le sue idee, in certi contesti culturali
tedeschi, circolavano già negli anni ’40. Nei suoi
scritti, guidato dallo Spirito superiore, Hesse si muoveva tra scienza, filosofia e spiritualità,
mettendo in relazione cosmologia, profezie
e visioni apocalittiche, con un tono
a metà tra saggezza ed esoterismo.
Questo libro presenta un tema centrale riguardante il pianeta Terra con la
sua umanità, sul quale viene profetizzato un periodo
storico che si ripete ciclicamente ogni 12.000 anni, a ogni attraversamento del
nostro sistema solare sotto l’influsso diretto della luce dell’immenso
Sole-Centrale primordiale, e ciò innesca dei fenomeni di grandi crisi,
paragonate a un “crogiolo di purificazione”. Hesse parla di “manasiche
vibrazioni” (provocate da un’energia cosmica che produce una particolare
luminosità persistente per circa 1.000-2.000 anni) che si ripetono pressappoco
ogni 10.000 anni; fenomeni che comportano non soltanto modificazioni dell’asse
magnetico terrestre, ma anche un periodo di luce in cui la materia tutta viene completamente illuminata (appunto per un periodo di circa
1.000-2.000 anni) durante il quale l’essere umano accede a una vita
completamente nuova, condotta tra il materiale e lo spirituale, dove la morte è
bandita, e la Terra si trasforma completamente, a seguito di un'ampia
glaciazione dei poli e allagamenti e nuove terre emerse dal mare.
L’influenza
delle suddette “manasiche vibrazioni” sul pensiero,
la mente, i processi cognitivi superiori, sulla stessa anima umana, determina di
conseguenza anche un rapporto degli uomini con lo spirituale, che scuote la
coscienza collettiva, e che nel prossimo Giudizio si collega alla “seconda
venuta” di Cristo. Il libro
mescola profezie storiche, analisi
sociali e visioni cosmologiche, adoperando un tono istruttivo e mettendo in evidenza l’attuale arroganza umana, che
sprofonda l’essere e lo pone ben lontano dai piani astrali superiori.
Riflettendo
sul fatto che, in un contesto spirituale, tutto
l’esistente emana di continuo vibrazioni che emettono una frequenza specifica,
Hesse sviluppa concetti sull’universo come fossero suoi, pur accennando che gli
furono rivelati dallo Spirito, in questo modo: “Questi pensieri sono perciò, nel loro significato fondamentale, non il
prodotto dello scrivente, ma provengono dall’origine dell’Amore sapiente, e
vengono trasmessi in questo Amore”. – Infatti, egli non avrebbe potuto attingerli
dalla scienza di quel tempo, negli anni ’40, né comprendere in modo così ampio,
ciò che oggigiorno è possibile grazie ai moderni potentissimi telescopi, che
consentono di verificare le veridicità della grandezza dell’universo, molto al di là di come poteva essere compresa allora. Misteri, in
un certo senso nascosti, avendo egli inserito nel testo anche altri elementi
(“Il flauto magico” – “Il canto dei nibelunghi” – il pittore Pompeo Batoni – la Sfinge) che apparentemente – forse per via
degli obblighi imposti dal nazionalsocialismo del suo paese in quel periodo
storico – nulla avrebbero a che fare con il filo logico della Terra nel sistema
solare, della luce e le frequenze cosmiche periodiche.
Oltre alle insistenti
indicazioni sul concetto dell’ego – sottinteso anima -
che in questa ‘rivelazione’ viene ampliato, in riferimento all’essere che si è
allontanato dalla sua origine, anche le spiegazioni sulla piramide, veramente
inusuali, esplicative secondo la rispondenza spirituale, aprono ancor più il
campo della comprensione sull’Egitto, nonché sull’uomo, come dovrebbe essere,
se il suo interiore fosse sempre unito al suo Centro, all’amore, che altro non
è che una ‘vibrazione’, indicata in questo trattato con il termine ‘manasica’,
che non si trova in nessun altra rivelazione.
Volendo riassumere: l’universo segue cicli di circa 1.000-2.000 e 10.000 anni, durante i quali l’umanità
sempre rinnovata deve affrontare prove di incarnazioni
e purificazione, periodi di luce e di tenebra,
paragonabili alle stagioni della Terra, secondo leggi cosmiche inevitabili per tutte quelle anime – qui indicate
sempre come ‘ego’ – che sono ancora in cammino, finché non decideranno di
ritornare alla propria Fonte, come ‘luce’. La crisi oramai imminente, cui va
incontro l’umanità, secondo Hesse, non è solo materiale, ma soprattutto spirituale, e richiederà, tramite
l’affinamento delle vibrazioni, un cambiamento, un’elevazione nella coscienza
di ciascun essere umano.
Il suo libro: Il Giorno del Giudizio