Paul Otto Hesse
Il libro che spiega all’umanità il perché deve accadere il Giudizio profetizzato
Titolo in lingua originale: “Jüngster Tag”
Casa Editrice Turm – Bietigheim/Wuertt
Traduzione di Ingrid Wunderlich
Revisione a cura degli “Amici della Nuova Luce”
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Il Giorno del Giudizio si avvicina e la vibrazione manasica aumenta la sua intensità |
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Il tempo odierno rispondente alle dieci vergini |
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Il corso infinito del tempo, che comunque è ciclico, rinnova la Terra e gli abitanti |
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Il canto dei nibelunghi |
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Le future condizioni di vita |
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Luce su luce, e la notte non sarà più |
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I due rami d’ulivo |
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Nella luce il linguaggio è superato, ma si perde di nuovo nella successiva oscurità |
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Il flauto magico, non solo un’opera lirica |
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Il senso dell’ego, la coscienza nell’uomo per smuoverlo alla vita |
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La forza dell’Amore e della Sapienza provenienti dallo spirito dell’Amore |
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L’essenza dei 14.000 – Il pittore Pompeo Batoni |
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La religione in India |
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Il cristianesimo abbraccia tutte le religioni, tratta dell’Amore, la Pietra angolare, la voce di Dio: Gesù! |
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La grande piramide di Cheope |
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Lo Spirito dell’Amore è un dono del Padre |
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La Sfinge, ovvero: l’uomo-animale |
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La grande piramide nella rispondenza spirituale |
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Le lunghissime epoche dell’uomo sulla Terra |
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Il presente scritto considera la Parola che è stata data fin dall’inizio e che esisterà sempre come stella conduttrice della vita nell’esistenza terrena, «la luce splende nelle tenebre…» [Gv. 1,5], per descrivere l’illusione e la realtà della conoscenza dello Spirito.
Se l’ego parla al lettore con la voce dell’anima, nel modo in cui il lettore è in grado di percepirla nella propria coscienza, egli si convincerà del fatto che la Parola, che esiste fin dall’inizio, è la voce silenziosa in noi stessi, poiché risiede nella parte immortale dell’uomo fin da quando egli è comparso, e che non si può immaginare come non-esistente.
Questa Parola come voce interiore è un insegnamento puramente spirituale in noi (Religio) che, se l’osserviamo, rende più sopportabile la nostra esistenza terrena. Da un tale Religio, come un eterno Vangelo, proviene la Sapienza primordiale. Questo linguaggio nascosto dell’Onni-Spirito, quale rivelazione della Legge spirituale di tutta la vita, è percepibile all’orecchio interiore come l’Origine dell’amore, percettibile e riconoscibile dall’uomo, e mette in vibrazione in modo creativo l’universo e i nostri pensieri, quando viviamo consapevolmente tale vibrazione d’amore.
Vibrazione che, in queste comunicazioni, viene chiamata vibrazione manasica[1] perché smuove i pensieri, e diverrà visibile all’uomo mortale nel Giorno del Giudizio come un’irradiazione ultraterrena finale, perché in quel Giorno la natura creerà le condizioni, e modificherà la Parola in un’apparizione di luce.
La cosmologia del Giorno del Giudizio, quale rivelazione dell’Onni-Amore e Onni-Sapienza, è menzionata così come viene ricevuta dall’anima dello scrittore, a testimonianza della verità degli insegnamenti di Gesù. Dalle stesse rappresentazioni risulta che l’effetto vivente dell’anima guarita, è in effetti una vera e propria scienza esatta, come le scienze di coloro che si occupano delle manifestazioni fisiche della vita. Tutto ciò che è sorto in modo creativo obbedisce consapevolmente o inconsapevolmente alla potente e vigorosa spinta primordiale dell’amore spirituale, e perciò, amore e sapienza sono dei concetti inseparabili nell’unità creativa, come la rivelazione della verità della vita perfetta.
Lo scrittore è consapevole della forza viva della vibrazione manasica, e l’ha equiparata a una vicissitudine duratura di una felicità esistenziale non spiegabile a parole, desiderando che il lettore possa portare l’utilizzo di questo amore fino a un’esperienza interiore, di cui alcuni amici spirituali dello scrittore hanno già riconosciuto l’effetto benefico e la verità che riposa nell’intensa presenza dell’anima riguardo alle questioni della vita.
Lo scrittore vorrebbe mettere in chiaro fin dall’inizio, che il presente lavoro è una rivelazione che è molto più grande dell’anima del figlio, poiché egli dona con gratitudine agli altri queste comunicazioni ricevute. Esse sono sorte nello Spirito di Gesù, con la conoscenza anche di altre confessioni religiose e di insegnamenti delle sapienze degli antichi maestri e degli avatar dell’India. Lo scrittore riferisce anche il linguaggio muto della grande sfinge e della Piramide di Cheope in Egitto, che nel senso della voce della coscienza come organo uditivo dell’anima, annunciano la Sapienza primordiale a colui che è in grado di vedere e ascoltare.
Lo stimolo di indirizzare questo Scritto a una cerchia più ampia di lettori è lo Spirito guaritore della vibrazione d’Amore dello stesso universo, di cui l’anima dello scrittore, nella conoscenza della vibrazione manasica, ha scritto le Comunicazioni essenziali non come ispirazioni, bensì in modo immutato, precisamente nella sequenza in cui gli sono giunte. Tuttavia, i suoi scritti non possono ambire a nessun diritto alla forma esteriore stilistica, ma vogliono operare naturalmente sul lettore, così com’è magari in una sorta di diario.
I disegni sono stati fatti dall’autore stesso, con l’intento di aggiungere alle ispirazioni la cosmologia del Giorno del Giudizio, il più comprensibilmente possibile.
L’afflizione spirituale e materiale fa diventare vivido un ricordo cosciente, l’avvenimento nel luogo del Golgota, più di quanto sia mai stato prima il caso. È la Pasqua del 1949, che rende manifesto un mondo d’afflizione e di disperazione, e tuttavia splende la luce nell’amore, promettente una resurrezione dello spirito che anima la carne e la cui presenza comprendiamo ancora così poco.
Possa contribuire questo scritto ad aiutare a promuovere la comprensione, e risvegliare a nuova vita l’amore tra gli uomini.

- figura 1 -
Il Giorno del Giudizio si avvicina e la vibrazione manasica aumenta la sua intensità
1. La lancetta dell’orologio del mondo segue ben ordinato le eterne Leggi della Creazione del mondo, ancora una volta verso l’ora della mezzanotte. L’ora della mezzanotte perché l’umanità della Terra, profondata nelle apparizioni esteriori di questo mondo, …dorme!
2. Misurato agli avvenimenti del tempo degli ultimi cinquemila anni, i pochi anni che stanno ancora separando l’avvenimento mondiale cosmico che modificherà ogni vita terrena nel suo significato, appaiono come solo pochi minuti di attesa, dove si aprirà l’oscuro sipario che cela il potere della natura, che si sottrae al campo visivo delle condizioni d’esistenza fino a ora.
3. Il nostro sistema solare deve poi entrare di nuovo, perché previsto nel piano della Creazione del mondo, per il rinnovamento dello stato spirituale e anche sostanziale nell’esistenza della pienezza di luce delle condizioni originarie della natura e della vita.
4. Senso e scopo della comparsa di Gesù era di preparare l’umanità alle nuove condizioni d’esistenza spirituali. Rispetto alle condizioni del tempo di allora, Gesù ha adempiuto questa alta missione. Egli ha offerto Sé stesso in sacrificio a questo Amore. Il Giorno del Giudizio, quindi, il Suo ritorno è il rinnovamento del Patto d’amore tra il Padre e la vita da Lui creata. È il Giorno in cui la Parola, che esiste fin dal principio della Creazione, diventa luce. Ma solo l’Amore può far irradiare questa luce cosmica in un fenomeno brillante.
5. Con la conoscenza di questo Amore, Cristo ha dato anche l’indicazione all’umanità tramite gli annunci profetici, mediante degli insegnamenti istruttivi per un comportamento spirituale per l’importante Giorno della fine dell’oscurità, quando il nostro sistema solare entrerà nella sfera del raggio cosmico dell’universo.
6. Per quanto si tratta del Giorno del Giudizio, quindi del ritorno del primo Giorno della Creazione del mondo, che comporta delle condizioni del tutto nuove della natura per la rivelazione dell’esistenza terrena, non sono soltanto di importanza gli annunci della ricomparsa di Gesù, ma anche le rivelazioni sanzionate dai profeti prima della nascita di Cristo.
7. Già 3000 anni fa Daniele diede chiarimenti sugli ultimi tempi, di cui molti si avvereranno poco prima dell’inizio degli eventi sulle sue parole, per trovare una grande comprensione.
8. In effetti, lo stato nel quale sarà posto molto presto il nostro intero sistema solare, è manasico, cioè corrisponde alla costituzione della materia atomistica dell’atomo che diventa triplicemente efficace.
9. Quando nel Giorno del Giudizio questo atomo, agendo in modo triplice, diventerà un’attività cosmologica complessiva, allora avrà la caratteristica di splendere nel mondo sostanziale dei fenomeni per mezzo di ogni particella, e sotto la premessa di una vibrazione del tutto determinata, che fa diventare visibile le sensazioni d’amore e soprattutto questi sentimenti che corrispondono ai pensieri degli uomini nel modo e nel genere vibratorio come fenomeni di raggi.
10. Questo fenomeno cosmologico è designato qui, in seguito a ulteriori spiegazioni, come vibrazione manasica, perché questa vibrazione porta all’apparizione visibile i processi dei pensieri, per quanto queste possono smuovere l’anima dell’uomo.
11. Sotto le condizioni attuali della natura, l’alter ego che reagisce a queste vibrazioni è visibile solo per pochi singoli uomini, per quanto costoro hanno conquistato per questo, la maturità spirituale. Ma ogni uomo possiede come costante accompagnatore del suo corpo di carne e sangue anche questo portatore di consapevolezza. Esso reagisce in noi come coscienza come l’io immortale sulla Parola dell’Amore del Padre, del Creatore, del Generatore, dello Spirito Santo, oppure, comunque Lo si voglia designare. Secondo la dottrina cristiana, ‘la luce’ nell’oscurità è perciò la Parola che l’umanità non ha afferrato. Alle attuali condizioni della natura l’alter ego (stesso) che reagisce a queste vibrazioni, è visibile solo a pochi singoli uomini, per quanto costoro ne abbiano conquistato la maturità spirituale. Tuttavia ogni uomo possiede anche questo portatore di coscienza come costante accompagnatore del suo corpo di carne e sangue. Esso reagisce come coscienza in noi come l’immortale io alla Parola d’Amore del Padre, del Creatore, del Generatore, dello Spirito Santo, oppure, comunque Lo si voglia descrivere. Secondo la dottrina cristiana la luce nell’oscurità è, per conseguenza, la Parola, che l’umanità non ha capito.
12. Gesù ha spiegato l’essenza del Padre dicendo sovente di Sé, «Io e il Padre siamo ‘Uno’» – «Il Padre è in Me, e Io sono nel Padre». Dopo di ciò il concetto ‘Padre’ è Tutto in tutto, Egli è lo Spirito che compenetra in modo onnipresente l’universo e da Cui procede tutta la vita. Perciò non ci si può immaginare Dio Padre nella Figura umana di una persona. Per questo motivo, Cristo dice anche che «…nessuno ha visto il Padre», da cui risulta che la rivelazione del Padre può anche svolgersi solo spiritualmente, e che ogni singolo uomo deve essere creato in modo tale che sia anche possibile un’intesa del genere spirituale con il Padre. La nostra coscienza è perciò l’organo uditivo interiore spirituale del corpo manasico imperituro e allo stesso tempo, anche l’organo parlante dello stesso. È la bocca attraverso la quale parla Dio, e attraverso questa bocca è anche possibile l’intesa spirituale con il Padre, …l’Onni-Spirito del Generatore, del Creatore, …o qualsiasi denominazione vogliamo accreditarGli.
13. L’uomo sarebbe un essere imperfetto se non possedesse le possibilità spirituali di rimanere in costante contatto con il lato spirituale e nascosto della natura, che è pure così vicino alla realtà come il mondo sostanziale. Tramite un tale contatto egli è in grado di promuovere nella loro crescita i cinque sensi spirituali che procedono dai cinque sensi del corpo.
14. I cinque sensi corporei più bassi corrispondono nel loro significato subordinato, semplicemente, alle pretese della vita di desiderio e brama, e tutte le impressioni che richiamano, hanno poca influenza alla crescita dell’essere superiore e del suo corpo manasico.
15. Solamente l’ordine della vita dei pensieri e la trasformazione della stessa, quando tende al predominio sulla vita egoistica del desiderio, è lentamente in grado di risvegliare il nostro corpo spirituale dallo stato della non-partecipazione, e in questo modo preparare i cinque sensi spirituali sotto l’influenza dell’amore sapiente-cosmico allo stato manasico del Giorno del Giudizio. Una tale auto contemplazione spirituale ce la trasmette Gesù con la parabola delle dieci vergini.
16. Nel periodo dell’oscurità, del rimanere nascosto spiritualmente dell’amore, i cinque sensi carnali e i cinque sensi spirituali somigliano all’Intoccato. Questo Intoccato può giungere alla rivelazione solo quando per questa, nel Giorno del Giudizio, saranno adempiute le condizioni cosmologiche della natura, dove il nascosto entra nel mondo visibile della comparsa raggiante.
17. In questo, il paragone con le vergini presentato dall’Intoccato è stato scelto molto bene, perché le dieci vergini sono uguali ai dieci sensi, di cui cinque sono stolte e cinque sono intelligenti, e quindi, è l’uomo stesso che corrisponderà a queste dieci vergini nel Giorno della luce. In quel Giorno saranno accesi questi dieci sensi e, simbolicamente, possono possedere l’olio solamente le cinque intelligenti, dove quest’olio prezioso è l’amore.
18. Anche se l’attuale stato dell’oscurità permette solo a pochi uomini di guardare talvolta oltre la recinzione che circonda pacificamente in modo cosmologico la nostra esistenza, e anche se d’altronde non possiamo vedere niente dell’involucro manasico del nostro corpo spirituale – a causa della perdita temporanea delle condizioni naturali non adempiute – questo portatore della coscienza partecipa comunque vivacemente a quelle situazioni di vita decisive, dove le leggi spirituali della Creazione del mondo vengono infrante.
19. L’alter ego in noi, come stato di vita divina e che sopravvive alla morte terrena, in un certo senso sorveglia dopo l’onnipresente esistenza di una vibrazione manasica il nostro corpo mentale. Con ogni stoltezza che vogliamo commettere e che s’infrange in ogni caso contro i dieci Comandamenti della vita, la voce interiore della coscienza si fa sentire. Questo stato è quindi una vibrazione cosmica onnipresente, la cui legislazione riguarda l’intero universo.
20. Ogni accusa dal nostro alter ego non sorge dalla nostra capacità, bensì si avvicina a noi cosmicamente dall’esterno su questa causa onnipresente e provoca sovente urgentemente la decisione della nostra coscienza. Con delle infrazioni contro lo Spirito della vita, la propria vita viene aggravata secondo la vivacità della coscienza, e questa, secondo le proprie colpe, si trova nello stato di un’accusa silenziosa nascosta.
21. È molto importante riconoscere questo fatto, perché quest’influenza che agisce su di noi dall’esterno sulla nostra vita dei desideri e delle brame, sovente ci è molto scomoda, così scomoda che quasi non la riteniamo necessaria dello sforzo di degnare questa vita vicino alla realtà, a una ricerca amorevole. Molti accettano persino questo stato spensieratamente come un fatto inevitabile, che è senza alcuna importanza per la personale vita propria. Perciò siamo troppo facilmente inclini a non vedere tali fenomeni di correzione della vita, e che comunque rappresentano il mistero più delizioso dell’esistenza, quando si sondano seriamente le cause.
22. Se talvolta dedichiamo l’attenzione a questo processo spirituale ciò che in effetti merita, allora alla coscienza si dischiudono delle elevatezze luminose della conoscenza divina. Si potrebbe dire che lo svolgimento di una tale ricerca conduce a una psicologia metafisica, e anche a delle conoscenze filosofiche che non permettono nessun dubbio sul significato e sulla pura conoscenza del concetto ‘amore’, che spieghi anche esaurientemente la Parola dell’Onni-Spirito nella sua lingua attuale.
23. Se una buona volta pensiamo che nonostante il nostro allontanamento, la voce della coscienza attraverso cui l’Onni-Spirito non si stanca di parlarci continuamente, di guidarci sempre e costantemente sulla giusta via della conoscenza, e che questo avviene per amore, per preservarci dalla sofferenza, – allora un giorno comprenderemo l’infinita Longanimità, la Bontà e la Sopportazione che Egli impiega per condurci alla vera destinazione spirituale, e in questo modo, alla beata delizia della vita.
24. Chi una volta percepisce questo perfetto Spirito della Creazione con profonda gratitudine e con tutto il cuore nell’intimo legame e con dedizione, non potrà più che corrispondere a questo Amore divino nella sua onnibontà e taciturna bellezza, e di elevarla anche oltre ogni amore umano, e metterlo generalmente al primo posto in tutte le situazioni della vita.
25. Un amore così corrisposto al Padre stabilisce poi quella vibrazione nel corpo spirituale manasico, che rende possibile diventare ‘uno’ con Dio, il Padre, in un colloquio nascosto.
26. Un tale stato beato di una conoscenza interiore bella, spirituale e inesprimibile delizia di vita, come il raggiungimento della conoscenza dell’immortalità, Gesù lo descrive come il Regno dei Cieli, a cui sono invitate le dieci vergini che hanno preso il prezioso olio dell’amore per il Padre nelle loro lampade.
27. Così si spiega anche abbondantemente il senso nascosto del primo Comandamento e l’amore per il prossimo in genere, dato che il Padre è nella vita di ogni creatura e la nutre tramite un tale Amore.
28. Su questo tema sarebbe da notare psicologicamente, che delle personalità con facoltà artistiche con delle caratteristiche geniali, auto creative, vengono particolarmente ispirate da questa vibrazione manasica. Loro sperimentano l’amore cosmico, sulla cui origine non hanno quasi mai la chiarezza. Se queste personalità agissero consapevolmente in questa vibrazione cosmologica di pensieri, tutti i loro talenti potrebbero aumentare enormemente nel bello, nello spirituale.
29. Il gradino più elementare di questa vibrazione d’amore trova la sua espressione nell’amore sessuale, che purtroppo nel tempo attuale si trova troppo pronunciato sotto il potere suggestionale della brama. Perciò questo amore si identifica con la bassa personalità e nel suo esaudimento imperfetto rimane un’illusione, le cui delusioni non hanno bisogno di essere calcolate qui, perché gli avvenimenti del tempo parlano già un linguaggio incisivo. Tuttavia, proprio per questo, un uomo provato dalla sofferenza, che qui ha pagato con la forza dell’anima, saluterà anche di riconoscere tra illusione e vero amore.
30. La vibrazione manasica è una vibrazione d’amore che muove l’intero cosmo. E’ il respiro spirituale del Padre che per l’esistenza è tanto necessario come l’ossigeno per l’aria, che i nostri corpi devono assumere per conservarsi in vita. Sulla brama sessuale giace perciò la nostalgia d’amore del divenire uno, dell’accoglienza del respiro del Suo Amore.
31. Quanto sia forte questo desiderio, ce lo spiega meglio Paolo, che dice: «Perciò l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due diverranno una sola carne. Questo mistero è grande; dico questo riguardo a Cristo ed alla chiesa». [Ef. 5, 31-32]
32. Il mistero dell’amore si riferisce alla più profonda profondità sul conclusivo divenire uno con il Padre, e carnalmente, l’uomo e la donna sono ugualmente uno come il Padre e il Figlio Lo sono spiritualmente e con coloro che sono diventati figli tramite la Dottrina di Gesù. E dunque, se vogliamo comprendere l’amore nel suo rapporto alla vita sessuale, e formarci alla vera felicità, allora deve essere fondamentalmente riconosciuto che l’uomo da sé, finché si trova tra la morte e la rinascita, non può dare nessun amore. Egli lo riceve tramite il Padre, e se la sua coscienza oppure il suo alter ego reagisce già alle vibrazioni cosmiche della vibrazione manasica, allora la consapevolezza della delizia di un amore terreno è più potente tra i partner nella loro dimensione, quanto più questi si rendono conto della vibrazione dell’Amore divino.
33. Per un uomo diventato figlio è perciò difficile trovare nella vita terrena un partner oppure un completamento spirituale per il suo alter ego. In coloro che sono diventati figli, che hanno trovato la più sublime delizia d’amore e beatitudine d’esistenza nell’unione con il Padre, si trasforma anche la voglia sensuale della brama della passione carnale in una delizia spirituale di fervore divino. Pertanto, se un figlio non trova una base completamente altamente spirituale, rimane quasi sempre solo, per non deludere la delizia d’amore verso il Padre.
34. Nello stato temporaneo dell’oscurità dell’esistenza terrena abbiamo perciò da discernere tra l’illusione e il reale amore divino.
35. Il mistero dell’amore, a cui fa cenno Paolo, consiste nel fatto che i sentimenti d’amore tra l’uomo e la donna rappresentano l’ante-gradino per il divenire ‘uno’ con il Donatore dell’Amore come il Padre. Finché l’uomo considera se stesso come il donatore dell’amore, il suo bisogno dell’amore rimane catturato nell’ambito del potere di suggestione dei bassi desideri e brame. In questa consapevolezza d’amore spiritualmente imperfetta, l’amore è poi un’illusione, perché raggrinzisce nella contemplazione del perituro.
36. Solo quando un uomo riconosce che la felicità beatificante della delizia d’amore è il Dono più sublime del Padre onni-spirituale, solo quando lo stesso uomo riconosce che la sua anima rappresenta un canale per trasmettere oltre questa delizia ricevuta per effonderla a coloro che sono mossi dalla fame d’amore, allora l’Amore ricevuto dal Padre si spiritualizza e si trasfigura in una felicità duratura, indistruttibile dalle influenze terrene. Un tale matrimonio sanzionato e vissuto nella consapevolezza del Padre si trova sotto l’influenza della vibrazione manasica e aumenta continuamente tra i partner in una felicità inesprimibile dell’esistenza, e la felicità della vita ricevuta rifluisce con cuore grato al Padre, per cui si crea quel contatto spirituale, che allora rende davvero degno d’amore il concetto dell’Amore.
37. Quello che noi generalmente comprendiamo sotto ‘amore’, è un fuggevole impulso di una sensazione di delizia di un’illusione egoistica, che si identifica con il perituro di questo mondo e passa velocemente come tutto il perituro, e poi crea degli stati di sofferenza che non possiamo comprendere.
38. Tutti gli stati di sofferenza nel mondo dell’esistenza terrena sono da ricondurre alla mancanza dell’amore spiritualizzato per il Padre, la Cui voce, cercando amore, troppo spesso non viene ascoltata nella nostra coscienza. Per una tale omissione il nostro organo interiore della favella e dell’udito in noi diminuisce, essa ci rende sordomuti nel campo spirituale della Creazione del mondo, e poiché dal corpo vivente, lo spirito che sopravvive a questo, essendo ancora più vivente, non si può pensare di esserne senza, è stolto in una omissione della cura di crescita dell’anima, di voler rendere responsabile per questo lo Spirito della Creazione, se le Sue importantissime Leggi non vengono osservate. In seguito alla libertà dello spirito lasciata all’uomo da parte del Padre e della coscienza, l’uomo stesso è responsabile per le sofferenze causate soltanto da lui stesso.
[indice]
Il tempo odierno rispondente alle dieci vergini
1. Ogni uomo possiede come costante accompagnatore del corpo fisico un involucro raggiante o aura, così da poter trasmettere il contatto spirituale con gli stati spirituali della Creazione del mondo, quando riesce a risvegliare questo alter ego a una vita consapevole. La via per raggiungere quest’alta meta, in India viene percorsa da sempre dagli yogi che nell’auto contemplazione spirituale, nella loro vita aspirano al dominio dei desideri e delle brame. Ma anche gli insegnamenti di Gesù conducono, mediante la giusta conoscenza dell’amore, al risveglio dell’essere spirituale in noi e al risveglio dei cinque sensi spirituali che corrispondono alle cinque vergini avvedute nella parabola.
2. Nell’era dell’oscurità nella quale viviamo dopo lo sprofondamento di Atlantide da circa 10.000 anni, le condizioni della natura permettono solo molto raramente di vedere quest’involucro raggiante, oppure la Dimora di Dio, e anche allora è possibile solo sotto particolari premesse particolarmente favorevoli. Questo portatore spirituale della coscienza, abbandona il corpo carnale alla morte naturale, per così dire, lo strumento del cammino terreno continua a esistere nella piena coscienza.
3. Se non possiamo prendere una conoscenza percepibile sensualmente di questo fatto in vista del potere avvolgente della natura, allora questo è da motivare con il fatto che gli attuali stati naturali atomistici per via della mancanza di effetti stimolanti manasiche, non permettono un irradiare. Questo ha anche un motivo molto saggio. All’interno di un tratto di tempo all’incirca di 10.000 anni sotto queste condizioni dell’oscurità, devono vivere insieme terrenamente degli uomini buoni e cattivi, ovvero, dei sapienti e degli ignoranti. Se questi uomini differenti nella propria essenza potessero prendere conoscenza visibile dei loro pensieri, allora non sarebbe possibile uno sviluppo spirituale verso l’alto.
4. Unicamente nel Giorno del Giudizio la natura, nella sua maestosità spirituale, adempirà la necessità dell’irradiare dell’aura manasica. Per questo, gli uomini che in vista dello sviluppo spirituale non hanno fatto nessun progresso, usciranno dallo sviluppo per un tempo da 1.000 fino a 2.000 anni, se non reagiranno alle vibrazioni degli stimoli che la vibrazione manasica provocherà, non appena il nostro sistema solare entrerà nella zona del raggio del Sole-Centrale[2]. Potranno risplendere unicamente gli uomini che hanno sviluppato in sé le vibrazioni d’amore necessarie per questo. Perciò anche Gesù ha detto: «Uno viene preso, l’altro lasciato».
5. Paolo spiega questo stato, presentando questo corpo divino spirituale come del corpo spirituale imperituro. In questa connessione parla anche del ritorno di Gesù nel Giorno del Giudizio, e che a quel tempo non tutti si addormenteranno. «Il mistero nel ritorno di Gesù consiste anche nel fatto che il marcescibile deve rivestire l’immarcescibile» [1 Cor. 15,51-53]. Da ciò risulta chiaramente, che Paolo ebbe occasione di osservare le vibrazioni dei raggi manasici negli uomini e considerale come forme di fenomeni naturali il Giorno del Giudizio.
6. Per la promozione della crescita spirituale dell’alter ego, sono previsti nel cosmo, nel piano della Creazione ogni circa diecimila anni, con un’interruzione da 1.000 a 2.000 anni, delle epoche che ritornano periodicamente, per procurare una volta, affinché lo sviluppo dell’umanità trovi la risalita nella libera decisione della scelta tra il bene e il male, tra l’amore e la sofferenza, per propria iniziativa – nel buio del potere avvolgente della natura e per ricondurre l’umanità, che per esperienza si smarrisce costantemente nell’ambito della legge della natura – mediante il soggiorno nella luce primordiale nell’Ordine della Legge della Creazione del mondo. Se questo non avvenisse, allora l’evoluzione spirituale della vita sarebbe impossibile, perché la maggior parte degli uomini non baderebbe per nulla all’unica e vera destinazione della loro esistenza.
7. Dopo certi spazi di tempo nei quali all’uomo viene lasciata la libera decisione, a causa del suo allontanamento naturale che aumenta sempre di più dalle leggi spirituali della natura negli ultimi tempi – e noi viviamo in questo – crescono le difficoltà e le pene spirituali. L’uomo, in un certo senso, si smarrisce nel modo di vivere unilaterale, predisposto nelle forme esteriori dei fenomeni della natura. In quale enorme dimensione ciò è possibile, lo dimostra proprio ora, senza commentarvelo, il tempo attuale, nel quale, nonostante le istruzioni cristiane, tutte le dieci vergini sono addormentate, perché si considera il Giorno del Giudizio per un’illusione fantastica di un modo di pensare non adeguato al tempo, che finora non si è adempiuto. La sostanza preziosa dell’olio, lo splendore luminoso dell’amore spiritualizzato, viene perciò riversato del tutto spensieratamente dai vasi (corpi).
8. Tutto è stato previsto da Gesù dalle stesse contemplazioni come sono precedute qui. «Ora, tardando lo sposo, tutte divennero sonnacchiose e si addormentarono» [Mt.25,5]. Gesù sapeva che solo i cinque sensi spiritualizzati dell’alter ego possedevano l’olio menzionato nella Sua parabola sul Giorno del Giudizio, quella vibrazione manasica che all’inizio degli avvenimenti cosmici farà sorgere i bei fenomeni ultraterreni.
9. Questo è infatti il caso e corrisponde allo sguardo del contemplatore che ha già potuto vedere questo meraviglioso stato. Alla minima avversione inespressa – già con un sospetto verso un altro essere umano – l’aura manasica si ritira a un bagliore oscuro. Da ciò diventa comprensibile che cosa Gesù ha inteso quando diceva che allora ci si deve guardare di camminare nella sua nudità.
10. Immaginiamoci una volta, in vista di questa visione, quale pretesa porrà questo nuovo stato d’esistenza nel decorso della via dei nostri pensieri; allora, anche senza una più precisa spiegazione, diventa comprensibile il fervore, la dedizione e l’amore, che Gesù ha impiegato per scuotere l’umanità.
11. In effetti, non sono attualmente addormentati così tanti uomini, nella consapevolezza spirituale vivente dell’amore? Non sono un segno forte di mancanza di questo amore, l’indigenza e l’afflizione del tempo? E questo tempo, non è un richiamo ammonitore e una pietra angolare per tutti coloro nelle cui mani è dato di impedire oppure escludere ogni ulteriore sofferenza?
12. La trascuratezza della nostra posizione spirituale nei confronti del potere spirituale della natura che cerca l’amore, come le circostanze lo insegnano, è così gigantesca, che la nostra coscienza non è da dichiarare libera da una colpevole omissione, poiché la nostra coscienza è la luce che splende nelle tenebre, e allo stesso tempo è anche la Parola che vuole insegnarci nella libera decisione che ci è stata lasciata, di fare buon uso delle nostre scienze.
13. Quando nel Giorno del Giudizio all’ingresso del nostro sistema solare nella zona del raggio del Sole-Centrale cambieranno fondamentalmente le condizioni di vita sulla nostra Terra, allora la coscienza non può più nascondersi, e il patto che Dio ha fatto con gli uomini, diventa di nuovo evidente, perché la vita interiore trova un’espressione visibile.
14. Gesù vide questo Giorno imbastito che irromperà all’improvviso, con gli Occhi dell’Amore di cui solo il Figlio sa, e preoccupato nello Spirito, Egli dice, che «…tutte le stirpi della Terra piangeranno e vorranno nascondersi».
15. La verità che Gesù, come il Figlio primogenito, ha annunciato all’umanità, vuole sanzionare questo trattato ancora una volta nell’ultima ora, perché la scadenza degli avvenimenti cosmici è venuto così vicino da poterlo toccare.
16. Dunque, nel Giorno del Giudizio non sarà pretesa la perfezione dal singolo uomo come la possiede il Figlio, oppure – che è la stessa cosa – un avatar, ma semplicemente la vibrazione beata dell’animo che percepisce l’Onni-Spirito nella Creazione del mondo con il piacere d’esistere.
17. «A meno che un uomo non nasca di nuovo, non può contemplare il Regno dei Cieli!» Queste parole di Gesù si riferiscono alla figliolanza con il Padre, e il divenire uno con Lui è la rinascita nello Spirito Santo. Proprio l’Onni-Spirito è questo Spirito Santo e, come già spiegato, si rivela come una lingua senza suono nella nostra coscienza, come l’organo d’espressione del nostro alter ego. Ogni volta che la nostra coscienza si muove, l’Amore del Padre si avvicina a noi, cercandoci. Questo è l’eros cosmologico, che non dovremmo respingere oppure perfino rifiutare, bensì amare, perché solo tramite Lui è possibile un’esistenza degna di un uomo.
18. Se un uomo riconosce l’Amore del Padre che gli parla senza emettere alcun suono e risponde con il cuore grato, allora si adempie il patto che Dio ha fatto con gli uomini, e viene adempiuto dall’Onni-Spirito della Creazione. Questo amore che ora si sviluppa in lui, che tutto comprende, è la porta e la via per trovare nell’oscurità la luce della creazione del mondo. Gesù ci ha indicato questa via, e chi vi cammina sa anche che le Sue parole sono veraci: «Nessuno viene al Padre se non per mezzo di Me!»
19. Solo un uomo che adempie queste precondizioni spirituali secondo la Legge della Creazione giunge alla figliolanza, e in questo cammino diventa uno con il Padre.
20. Così sono anche da comprendere le Parole di Gesù «Io e il Padre siamo uno». Questo divenire uno corrisponde alla parabola del figlio perduto che Gesù ha menzionato. L’uomo che nell’oscurità non sa nulla dell’esistenza del Padre, è il figlio perduto che vive di vinaccia, perché non conosce la delizia dell’Amore divino, quella beatitudine esistenziale che sorge da un sapiente amore corrisposto per il Padre.
21. Attraverso quest’amore sapiente verso il Padre, si forma nell’alter ego la vibrazione manasica, per mezzo della quale il Figlio può entrare in contatto spirituale vivente con il Padre e anche con gli altri Suoi figli nelle diverse sfere della Creazione. Nel Regno di Dio, che verrà eretto in modo cosmico il Giorno del Giudizio per 1.000, fino a 2.000 anni, gli uomini che hanno raggiunto il dominio sulla loro vita inferiore dei pensieri, brame e desideri, e durante il rimanere nello stato d’oscurità per diecimila anni diventeranno figli, splenderanno nella loro aura manasica come dei Soli, e saranno amici fraterni di tutti gli uomini che sono certamente accettati, ma che non hanno ancora raggiunto la perfezione.
22. Meno favorevole si formerà la vita per tutti gli uomini che non saranno accolti dall’irradiazione cosmica, essendo esclusi dal processo dell’evoluzione per circa 1.000, fino a 2.000 anni, e le loro anime potranno continuare a svilupparsi solamente quando il sistema solare uscirà di nuovo dall’Anello del raggio del Sole-Centrale e sprofonderà nello spazio del mondo dell’oscurità.
23. In vista di tutte queste rivelazioni ci viene incontro la Sapienza, la Grandezza e la Bontà divina del Padre, che al debole da nuovamente altre possibilità nella successiva epoca di diecimila anni di oscurità, per recuperare ciò che ha mancato di fare; dato che tali anime devono attendere – come viene qui spiegato chiaramente – che è per propria colpa. Anche quest’interruzione per tutti quegli uomini che non hanno raggiunto la vibrazione manasica è prevista nel piano della natura della Creazione, Gesù la considera nello Spirito del Padre, e in questo amore Egli dice: «Signore, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!»
24. Tutti coloro che sono divenuti figli dopo la caduta di Atlantide, saranno post-ordinati secondo il Primogenito Figlio Gesù nell’ultima epoca dell’oscurità di diecimila anni, secondo la promessa che gli insegnamenti di Gesù devono essere diffusi come testimonianza su tutti i popoli della Terra, quando subentrerà la fine di quell’epoca dell’illusione e a cui sarà dato il cambio tramite il Regno di Dio.
25. Nel mondo si muovono per questo già delle forze che annunceranno la conoscenza dell’Amore divino, che sono come avatar e divenuti figli, dei vasi colmi d’amore della rivelazione, dai quali defluisce quell’olio come sostanza spirituale luminosa che trasmette la forza di guardare al Giorno della luce con imperturbabile fiducia e senza timore.
26. Voi uomini terreni potete comprendere solo ciò che è l’Amore se avete educato il vostro organo interiore dell’udito e della favella all’auto contemplazione spirituale, in uno strumento vivente dell’intendimento con il Padre, affinché si comprenda il senso generale tutto comprendente del primo comandamento e di quello dell’amore per il prossimo.
27. Solo pochi anni separano l’avvenimento del Giorno del Giudizio che supera tutte le premesse umane, e perciò è stato permesso di mettere in chiaro in modo cosmologico l’affidabilità delle promesse profetiche e cristiane.
28. L’apparizione di Gesù il Giorno del Giudizio non è da aspettarsi in una figura terrena-corporea. (confr. Matt. 24,23-30). Gesù apparirà in questo divino Giorno nella trasfigurazione del Cristo nella luce primordiale, in quell’irradiazione di luce cosmica che qui viene spiegata come vibrazione manasica, e nella quale splenderanno anche tutti gli uomini che saranno accolti.
29. Il Cristo stesso, come Gesù ci ha vissuto e insegnato con l’esempio, è nella nostra coscienza l’onnipresente vivente lingua del Dio Padre. La ‘luce’ è anche presente nell’oscurità (nel nascondimento) in ogni uomo mediante la propria conoscenza. Quest’auto conoscenza ci dà la certezza della nostra immortalità.
[indice]
Il corso infinito del tempo, che comunque è ciclico, rinnova la Terra e gli abitanti
1. Il Sole si muove a una velocità di circa ventinove km/sec., e con lui il seguito dei pianeti, le loro lune e le comete nel sistema chiuso, nell’infinito spazio dei mondi.
2. Quando ci rendiamo conto di questa velocità secondo la misura terrena e ci immaginiamo un qualunque corpo che corre una volta intorno all’equatore della Terra, questo impiegherebbe circa ventidue minuti, per superare questa distanza.
3. Dunque, anche la nostra Terra sviluppa nel suo corso intorno al Sole una velocità che corrisponde circa al Sole nella sua orbita negli spazi dei mondi. Da ciò risulta che la Terra può raggiungere una velocità doppia quando incontra un evento particolare nello spazio dei mondi. Una velocità di circa cinquant’otto chilometri al secondo è inimmaginabilmente grande, e all’occhio di uno spettatore sembrerebbe come un fulmine.
4. Sul movimento del Sole nello spazio dei mondi secondo lo stato della scienza astronomica, non sappiamo nulla di preciso. Nell’astrofisica si stima un’orbita del sole di circa 25.800 anni. Da tradizioni storiche dell’ante periodo è noto che il punto di primavera, che attualmente si trova a circa quindici gradi nel segno astronomico dei pesci, continua a muoversi, nonostante l’incomprensibile velocità dello spostamento del sistema solare, infinitamente lento in direzione verso Est, e che sono necessari circa 2000 anni per percorrere un segno zodiacale. L’astrofisica dell’Est e gli insegnamenti spirituali collegati a una spiegazione del cosmo, stabiliscono il tempo dell’orbita del sistema solare a 21.000 anni; ma noi, a seguito delle rivelazioni, supponiamo nel significato del Giorno del Giudizio che il tempo dell’orbita sia di 24 000 anni.
5. Per rendere generalmente comprensibile il significato cosmologico di questo Giorno, se ci subordiniamo a una rappresentazione schematica, in seguito, molto presto si potrà riconoscere che basta una determinata illustrazione per dare uno sguardo nell’universo, così che la nostra consapevolezza storica e anche la precisazione del tempo a millenni, cambia fondamentalmente, ossia è interrotta, in modo che si stende la più profonda dimenticanza sui grandi periodi che si trovano nel mezzo, così come gli avvenimenti della Creazione che si ripetono a turno in continui ripetuti decorsi periodici.
6. Questa dimenticanza, da ricondurre alla nostra incapacità spirituale, di afferrare il fondamento originario del piano divino della Creazione, riguarda persino il piccolo periodo della nostra vita originaria tra la morte e la rinascita dell’ego nelle molte reincarnazioni che ogni anima umana ha già sperimentato in modo del tutto inconsapevole (le molte forme di vita attraverso i quattro regni della natura). La reminiscenza di una vita terrena passata è possibile solo in pochi uomini, perché per questo le facoltà spirituali dell’alter ego sono troppo poco sviluppate. Benché questo sapere sia conservato nel nostro ego – biblicamente come ‘il Libro della vita’ – la nostra consapevolezza non vi reagisce finché infrangiamo le Leggi dello Spirito. Gesù, nella sua insuperabile grandezza spirituale, sapeva della parte imperitura del corso della Sua vita, quando – senza essere compreso dagli altri – disse: «Prima che Abramo fosse, Io ero!»
7. Questa incapacità del ricordare è anche la causa che la nostra attuale epoca di cultura di circa diecimila anni, che tra breve tempo sarà conclusa, si rende conto soltanto di epoche storiche relativamente molto brevi degli ultimi tremila anni. Il tempo che è più antecedente entra del tutto nel buio dell’incoscienza, benché nella considerazione delle ricerche scientifiche geologiche possiamo dire con certezza, che l’età e l’abitabilità della Terra mediante gli uomini va indietro molto oltre i 100.000 anni.
8. Da tutte queste deduzioni risulta l’indubbio stato di fatto, che nel decorso delle condizioni di vita cosmologica subentrano degli avvenimenti della Creazione completamente travolgenti che si sottraggono alla nostra ricerca scientifica, perché interrompono il continuo sviluppo storico dell’umanità. In vista di una tale constatazione non abbiamo nessun motivo, di guardare magari in una arroganza del tutto ingiustificata della ricerca storica, oltre a delle culture dimenticate di antichissimo tempo antecedente, che non già come noi stessi, avrebbero sviluppato una comunità su tutto il globo terrestre.
9. Il breve periodo di tempo dello sviluppo storico di tremila anni che in tali osservazioni si aprono al nostro campo visivo spirituale, compare come un piccolo dipinto in miniatura della vita propria della nostra personalità, che non si rende conto della continuità della vita.
10. La nostra esistenza fisica primordiale che ritorna costantemente e periodicamente quando l’ego invia dalla sfera spirituale un rampollo nel mondo dell’esistenza materiale, con la morte – o espresso meglio: quando l’ego come corpo spirituale dei pensieri abbandona il corpo carnale che si decompone nelle particelle originarie della materia – viene immerso dal potere avvolgente della natura nella dimenticanza, proprio così come la conclusione di un era di diecimila anni di oscurità, la cui vera vita giunge alla rivelazione terrena soltanto nel Giorno del Giudizio.
11. In quel Giorno ci renderemo conto, che non esiste nessuna morte nel senso come ci inganna l’illusione dell’esistenza dell’era di diecimila anni di oscurità, che piuttosto, la vita ha un senso spirituale divino, il cui onnipresente Amore vuole maturare nell’essere divino. Perciò, anche questo trattato parla della vibrazione manasica, che vuol descrivere una vibrazione d’amore delle sette sfere della vita spirituale.
12. Questa vibrazione è pienezza di suono, ritmo e armonia con le Leggi della Creazione del mondo, e i suoi accordi sono più potenti di quelli di un’orchestra musicale che riesce a elevarci temporaneamente oltre il grigio giorno terreno, perché gli accordi che si ritrovano nella nostra anima hanno nella loro sublimità un suono permanente che si riempie con l’Amore che tutto abbraccia. Questo è lo stesso Amore come lo ha annunciato Gesù e come Egli lo ha immesso nell’animo umano, affinché nel Giorno dell’Adempimento diventi un’illuminazione visibile.
13. Realizziamo ancora una volta, che il nostro sistema solare ha bisogno di circa 24.000 anni per completare un’orbita intorno al Sole-Centrale, e che in questo spazio di tempo possiamo spaziare su appena tremila anni di sviluppo storico; allora, con questa osservazione si presenta al nostro occhio spirituale anche la caducità di tutte le nostra abitudini di vita spirituale e il loro limite. In un tempo molto reve ci troveremo davanti al grande avvenimento che sconvolgerà il mondo, che cancellerà la lavagna deli ricordi umani, precisamente e veramente così come certamente Gesù ha pronunciato, che «le Sue Parole non passeranno!».
14. L’astrofisica orientale riconosce il centro del movimento del Sole nell’Alcyone (η Tauri), la stella più luminosa delle Pleiadi, che formano la costellazione a sette stelle. Di queste costellazioni, Dio parla a Giobbe – com’è possibile una tale intesa, qui è già stato spiegato – [Giobbe 38,31]: «Sei tu che stringi i legami delle Pleiadi, oppure, potresti tu sciogliere le catene di Orione?»
15. Qui, dunque, è da cercare la sede e la Forza secondo la domanda del Padre, per trovare la congiunzione della costellazione a sette con il nostro sistema solare, e anche per dare delle indicazioni alle funzioni dei movimenti delle costellazioni. Chi ha orecchie per ascoltare, riceva alla chiamata d’amore al Padre anche la Sua risposta, perché non vi è nulla di nascosto che non ha da essere scoperto.
16. Tutti i movimenti delle costellazioni nel cosmo vengono causati tramite la pressione e la frizione della luce nello Spazio, proprio così anche le rotazioni del corpi celesti. Solo sulle istruzione ricevute su questo ci sarebbe da scrivere un libro, ma per la comprensione di questo scritto sia detto solo il necessario che contribuisce al chiarimento delle congiunzioni, come sono menzionate nel dialogo di Giobbe con il Padre.
17. La settima sfera del cosmo è colma dalle particelle più finissime e atomiche non più scissibili del ‘Fohat’[3]. La parola ‘Fohat’ proviene dal tesoro della lingua tibetana e qui spiega il fondamento dell’Assoluto, che si esprime nella potenza creativa del pensiero cosmico in tutti gli stati d’esistenza subordinati, per esempio, anche negli effetti dell’elettricità. La parola Fohat viene sovente impiegata nella letteratura esoterica, e qui il concetto è così ampio, che difficilmente si può trovare un’espressione più indicativa.
18. Secondo la conoscenza metafisica, l’atomo noto a noi scientificamente, si fa dividere sette volte anche nella serie degli elementi ricercati. La scienza esatta ha dimostrato fisicamente la scindibilità dell’atomo tramite la teoria degli elettroni e questa conoscenza corrisponde alla sostanza astrale conosciuta metafisicamente. Dunque, con ciò non è esaurita l’ulteriore scindibilità. Fisicamente sarebbe ancora possibile scindere ancora una volta l’elettrone; ma questo processo non è stato ancora scoperto. Sarebbe già da rimandare nel regno dei fenomeni di luce e corrisponderebbe alla sostanza mentale metafisica e ai movimenti vibrazionali dei nostri pensieri stessi. Nel Giorno del Giudizio questo processo della scissione sarà provocato cosmologicamente attraverso l’entrata del sistema solare nella zona di Raggio dell’Anello luminoso del Sole-Centrale primordiale.
19. Una scissione fisica che vada oltre secondo le leggi della vita terrena è impossibile, perché la vita, nei suoi fenomeni fisici, è sottoposta unicamente a una triplice scindibilità atomica.
20. La sostanzialità a forma di fohat dell’universo si raddensa verso ogni corpo celeste e trova p.e. nella costituzione atmosferica di un pianeta la sua costituzione più massiccia. Per arrivare su una stella, ogni raggio di luce deve descrivere una parabola spezzata e appuntita, per cui, in seguito alla pressione e alla frizione della luce nella materia atomistica, delle particelle si spostano lateralmente dopo la spinta della pressione della luce di una parabola, causando un vortice oppure la stessa rotazione.
21. Su questa legge della natura riposa anche l’inclinazione dell’eclittica del nostro sistema solare, causata tramite l’irradiazione del Sole-Centrale primordiale, come anche dal vortice della materia atomicstica nella quale orbitano i pianeti. Perfino la Luna della Terra è sottoposta a un tale vortice, che a sua volta è causato dal nostro Sole. Attraverso una tale pressione di luce e la rispettiva frizione della luce attraverso l’effetto dell’infrazione della luce della parabola, tutti i corpi celesti si trovano costantemente secondo il loro peso nell’equilibrio del movimento secondo la legge. Perciò è completamente impossibile che nel cosmo possano scontrarsi delle stelle, il che potrebbe causare la fine di un mondo. Inoltre, sono le comete che nel loro effetto di luce dimostrano la verità di questi fenomeni, perché la pressione della luce solare spinge la sua materia luminosa distolta dal Sole nella forma di una parabola nel cosmo. Allo stesso modo tutti i corpi celesti sono legati tramite gli effetti fisici della luce, e con ciò è spiegato anche sufficientemente il testo biblico che parla del legame delle sette stelle, di cui fa parte anche il nostro sistema solare secondo la comunicazione biblica.
22. Similmente come Saturno che è circondato da un anello di una sostanza materiale visibile, che – perché composto di particelle sostanziali luminose – è visibile all’osservazione, così anche il Sole-Centrale delle sette stelle, di cui fa parte anche il nostro Sole, è circondato da un anello chiuso in sé della più fine materia manasica, che al passaggio del nostro sistema solare concede uno spazio tale da permanervi all’interno per il tempo da 1.000 a 2.000 anni con invariata velocità dell’orbita di 29 km al secondo. Attraverso questo anello di sostanza manasica il nostro sistema solare deve passare con un’unica orbita in circa 24.000 anni per due volte. L’entrata è secondo la promessa di Gesù il Giorno del Giudizio, nel quale si rivelerà all’umanità il Regno di Dio, il Suo Patto, che Egli ha fatto con gli uomini, e che separerà secondo la mentalità gli amorevoli dai disamorevoli.
23. Le emanazioni di questo anello del raggio cosmico si sottraggono nella loro costituzione sostanziale alla ricerca astrofisica. Essi diventano evidenti alla percezione sensuale degli uomini solamente quando vi entrano le costellazioni del sistema solare. L’anello del raggio atomistico del Sole-Centrale ha la caratteristica di mettere le costellazioni che penetrano in lui in un bagliore di luce fosforescente molto lontane oltre le loro atmosfere, ed esercita degli effetti stimolanti sulle auree manasiche degli esseri viventi, fin dove costoro dimostrano per ciò la necessaria ricettività, se hanno raggiunto la stessa necessaria vibrazione. Questo è lo stato che qui viene descritto come vibrazione manasica, quello stato interiore dell’anima spirituale che osserva ovunque i miracoli della Creazione con amore, e che effonde questa sensazione dell’amore anche al mondo circostante. Questo stato lo raggiungono particolarmente quelle anime che riconoscono l’Origine di questo amore, il Donatore dello stesso, il Padre, e irradiano di ritorno a Lui la delizia trasmessa di tale amore nell’amore corrisposto.
24. Sotto l’influenza della velocità, con la quale orbitiamo nello spazio, questo avvenimento irromperà in effetti come un fulmine su un’umanità totalmente sorpresa, e donerà al Giorno di questo avvenimento cosmico la consacrazione della giusta rappacificazione con l’Onni-Amore del Creatore.
- figura 2 -
25. Dopo questo avvenimento, per l’ulteriore esistenza risulteranno delle condizioni di vita completamente nuove come finora conosciute, stati della natura differenti nei generi che forniranno alla parte sopravvissuta dell’umanità, come anche al mondo animale e vegetale, un aspetto nuovo.
26. L’immagine della tabella sopra riportata cerca di rendere comprensibili questi processi cosmologici che si ripetono costantemente a distanze di tempo regolari ogni circa diecimila anni.
27. Tra un lasso di tempo molto breve c’è da aspettarsi di nuovo un tale evento. Il giorno e l’ora, come in genere il preciso inizio dell’evento, rimangono sconosciuti per motivi che Gesù stesso aveva spiegato prima. All’improvviso e del tutto sorprendentemente, il nostro sistema solare entrerà con la velocità menzionata nella presentazione all’inizio, nella fine sostanza atomistica della sostanzialità invisibile manasica (confr. su questo il punto ‘A’ della rappresentazione della tabella).
28. Su tutti gli uomini che vivranno sulla Terra nel momento di questo evento, i processi potentissimi dell’avvenimento cosmico devono fare un’enorme impressione, quasi incomprensibile. I processi straordinari che qui si manifesteranno, sono così straordinariamente portentosi e inimmaginabili, che di questi, degli uomini impreparati avranno un’indescrivibile paura e terrore. Tutte «…le potenze della natura della Terra e del Cielo si muoveranno» [Mt. 13,25 – 24,29], e perciò l’insolito di questo stato come si annuncia qui all’occhio spirituale, deve essere dapprima comunicato a tutti coloro che sono rimasti desti in Gesù, affinché osservino preparati i futuri avvenimenti della natura e non debbano sentire né paura né terrore. I profeti e i veggenti dell’antichità hanno fatto a noi uomini della Terra nel presente delle precise indicazioni che sembravano inimmaginabili, dei cambiamenti cosmici in arrivo che qui non devono essere solo confermati, ma che si lascino spiegare in modo convincente secondo lo stato dell’odierna scienza.
29. Anche se la ricerca fisica non è ancora riuscita a scindere l’elettrone – forse è una benedizione per l’umanità che ne è all’oscuro, – ma dei procedimenti cosmici ci insegnano che con la Terra possiamo passare attraverso la sostanza luminosa di una cometa, senza che a questo fatto sia da attribuire una qualunque particolare importanza. L’umanità non subisce alcun danno con determinati passaggi, anzi non se ne accorge quasi, se la ricerca astronomica non ci darebbe la certezza di un tale passaggio. Invece un uomo che ha sviluppato la capacità di vedere in tali passaggi i movimenti circolatori della materia della cometa che brilla molto chiaramente, lui sa che le sue vibrazioni sono più fini degli elettroni visti anche da lui. Inoltre, è caratteristico che gli elettroni si muovono abbastanza pigramente nei confronti delle vibrazioni, molto più veloci della loro ulteriore scissione avvenuta. Questa differenza visibile nei fenomeni del movimento, si dimostra anche nella contemplazione dell’aura astrale e mentale dell’uomo stesso. Le formazioni che brillano nelle più diverse fluorescenze colorate, simili a nuvole e animate del corpo astrale, si comportano estremamente lente in confronto alle vibrazioni molto vivaci verso l’alter ego racchiuso in un’aura d’un complesso di raggio da arcobaleno che si mostra in miliardi di raggi finissimi. Entrambe le aure si differenziano anche attraverso questi fenomeni tipici, e chi è diventato veggente, può anche riconoscere dalla contemplazione, se vede il corpo causale oppure – come è quasi sempre il caso – il corpo astrale.
30. Che cosa sono le comete? Una volta erano dei pianeti ed erao sottoposte come questi alle leggi del movimento. Furono catturati dai pianeti più potenti e formarono le loro lune. Durante la penetrazione circolante del corpo celeste più debole attratto dai pianeti più forti, ora si svolge uno strano processo chimico-fisico. Il pianeta d’attrazione spinge fuori l’atmosfera del planetoide in modo penetrante, come anche tutte le particelle sostanziali, chimiche di costituzione finissima che non si legano con le proprie situazioni d’aggregazione. Durante questo processo cosmico la materia elettronica si scinde parzialmente e assume nel cosmo un fenomeno luminescente che si muove secondo delle particolari leggi nel vortice dello stato atomistico dell’aggregazione del sole. La pressione della luce che – come già detto – sviluppa nello spazio una forza di spinta a forma di parabola, forma una coda dalle componenti primordiali della materia decomposta luminescente, rimaste di un tale pianeta catturato, che deve sempre stare opposto al sole, perché deve obbedire alla sua pressione di luce. In Saturno si sono evidentemente formate delle situazioni d’aggregazione mediante la contemporanea cattura di più planetoidi di origine chimico-fisica che non sono stati espulsi da Saturno e mostrano il fenomeno degli anelli. Da ciò risulta, che originariamente Saturno non aveva nessuno di questi anelli. Considerato esotericamente, anche i pianeti si nutrono ed hanno parte alle leggi della natura che valgono generalmente per il cosmo.
31. Le precedenti osservazioni per la spiegazione dei fenomeni cosmologici nel Giorno del Giudizio hanno dovuto essere menzionati, perché l’immagine fisica dell’atomo che assume l’effetto luminescente, potrebbe creare problemi a molti lettori che si occupano poco e per nulla con l’esoterismo, per seguire così esaurientemente le successive presentazioni affinché ne risulti una comprensione convincente.
32. La nostra scienza fisica ne fornisce certamente un paragone, che qui deve anche essere tenuto in considerazione per l’ulteriore osservazione, che però può dare solo una piccola indicazione dei reali processi cosmici che sono in arrivo. È l’esempio dell’autocombustione del gas. Questa dipende dalla caratteristica del platino finemente distribuito (melma di platino). Il solo contatto della melma di platino con il gas luminoso che fuoriesce provoca la combustione dello stesso.
33. Immaginiamoci la nostra Terra, come anche gli altri pianeti del nostro sistema solare, che diventino delle gigantesche palle di gas intorno al loro solido nucleo, e immaginiamoci inoltre la situazione che l’anello del Sole-Centrale non percepibile con i nostri sensi sarebbe la melma di platino invisibile, allora il contatto dell’anello del Sole-Centrale con le palle di gas, per effetto dell’autocombustione, farebbe incendiare le stesse.
34. Tuttavia questa combustione non è materia combustibile secondo i concetti terreni, bensì unicamente il fatto che i nostri atomi terreni assumeranno delle caratteristiche luminescenti, essendo più intensive della stessa forte luce solare. In questa sostanzialità luminescente atomistica, che è innocua per l’uomo, questi si mostreranno alla percezione dei sensi – similmente come nei raggi röntgen (raggi x)[4]– nelle situazioni della vita, essendo chiusi a noi prima di questo avvenimento.
35. Dato che anche nella materia animata negli uomini e negli animali assume queste caratteristiche della luminescenza in variazioni molto differenti, con ciò diventano possibili i più differenti effetti. Noi sappiamo convinti degli amorevoli insegnamenti di Gesù, che solo gli uomini vengono illuminati da coscienti fenomeni di luce quando essi sono nella Sua vibrazione d’amore, che qui viene chiamata vibrazione manasica.
36. Dio Padre si rivela in questa irradiazione, e dato che Gesù e il Padre sono ‘Uno’, anche tutta la vita animica che è divenuta uno con Gesù e il Padre, viene assunta e diventa evidente tramite questa luce.
37. Dai cambiamenti da aspettarsi dell’ulteriore vita terrena – come già fatto notare – i profeti hanno esposto dei quadri molto eloquenti. Gesù nelle Sue esposizioni si limitò a indicare soprattutto gli atteggiamenti di comportamento che in quel periodo indicarono agli uomini il comportamento spirituale, che è certamente desiderato, oppure, detto meglio, necessario per l’accoglimento delle vibrazioni dei raggi manasici.
38. Secondo la costellazione dei pianeti, come avranno la loro posizione verso il Sole proprio nel Giorno del Giudizio, ci sarà sicuramente da aspettarsi degli effetti differenti per l’uomo della Terra; in generale i processi seguiranno le stesse leggi della natura di una meccanica celeste ordinata, che prenderanno il loro corso non influenzati da questi avvenimenti.
39. I pianeti, cioè quelli che nella direzione del percorso dell’orbita del Sole penetreranno prima di questo nella zona di luce dell’universo, s’illumineranno subito come delle palle di fuoco, in modo che secondo le indicazioni profetiche sembrerà davvero come se le stelle stiano cadendo dal cielo.
40. In realtà, si attiverà quella caratteristica del raggio dell’anello del Sole-Centrale che mette in vibrazione la sfera manasica molto estesa di un pianeta. In seguito alla penetrazione nel raggio dell’anello, la sostanza cosmica rivelerà l’effetto luminoso delle parti costituenti manasiche di tutti gli atomi.
41. All’umanità non ancora preparata a una tale inimmaginabile grandezza di tali potenze della natura, un determinato avvenimento del cielo agirà naturalmente in modo molto spaventoso. All’osservatore terreno lo spettacolo gigantesco darà l’impressione come se un corpo celeste bruci, così si potrebbe davvero aver paura in attesa delle cose che riguarderanno la nostra stessa Terra.
42. Questo processo cosmico, di per sé, nonostante il suo effetto enormemente spaventoso all’osservatore, è però innocuo e insignificante.
43. Gli avvenimenti che seguiranno e i cambiamenti geofisici causati da questo, che riguarderanno il nostro pianeta, saranno essenzialmente e significativamente molto più penetranti.
44. Se la nostra Terra al momento dell’avvenimento si troverà dietro il Sole e se questo percorso seguirà un’orbita che la porterà nel raggio dell’anello, nel caso più sfavorevole, rispettando la velocità che sarebbe da considerare nel movimento del sistema solare, ci si dovrà aspettare un’oscurità di 110 ore, finché la Terra stessa entrerà nello stato di quel raggio.
45. In un certo qual modo la Terra barcollerà dentro a questo nuovo stato, il che verrà comunicato in modo molto convincente con annunci di veggenti e profeti. All’interno del sistema solare durante questo processo le forze dell’equilibrio saranno modificati in modo astrofisico. Un tale cambiamento si manifesterà sia all’entrata sia all’uscita dall’influenza del raggio.
46. Questi fenomeni sono provocati dal fatto che all’interno del vortice rotante delle piante, ora luminoso, ridurrà il colpo di luce causato dal Sole, per cui la velocità di rotazione diminuirà. Per lo stesso motivo l’asse polare cambierà la sua posizione. Si raddrizzerà dalla sua posizione obliqua ora di circa 20 gradi (23° 26’).
47. Un tale cambiamento della posizione dell’asse polare è già sufficiente per trasformare completamente l’immagine geografica della Terra.
48. In seguito ai cambiamenti astrofisici e dei disturbi dell’equilibrio sulla superficie della Terra, si manifesteranno delle inondazioni. A causa delle sostanze ardenti liquide sotto la crosta terrestre, che si muoveranno anch’esse, ciò avrà per conseguenza delle eruzioni di immani dimensioni. Una gran parte dell’acqua marina, in seguito a tali eruzioni penetranti, scorreranno in inimmaginabili caverne terrestri, in modo che particolarmente nella zona dell’equatore della Terra sorgeranno nuove parti terrestri.
49. In seguito alla riduzione della forza di sfregamento dei raggi di luce che (non) cadranno come prima dal Sole sulla Terra, si ridurrà il loro effetto di calore, in modo che le condizioni climatiche in vista dell’abitabilità della Terra saranno modificate. Le vibrazioni del raggio dei fenomeni di luce manasica non possono produrre nessun calore. Benché nel nuovo stato non si potrà più vedere il Sole, questo continuerà a produrre il calore come prima mediante la frizione della luce nell’atmosfera, che è necessario per la conservazione della vita.
50. Questa vita si svolgerà soprattutto ai due lati dell’equatore a sud e a nord fino al 40° grado di latitudine, poiché le regioni della Terra che si trovano al di fuori di queste zone vitali, in seguito alla riduzione della temperatura, ghiacceranno. Perciò, in queste regioni subentrerà una glaciazione periodica per la durata da 1.000 a 2.000 anni, sempre e regolarmente in ogni quasi diecimila anni, quando il nostro sistema solare si troverà nell’anello del raggio del Sole-Centrale. I presupposti della nostra esatta scienza che tali glaciazioni si sono manifestati costantemente dopo lunghi spazi di tempo, sono perciò giuste, solo che la glaciazione non avviene un po’ alla volta, ma inaspettatamente all’improvviso con l’avvento del Giorno del Giudizio (confr. l’immagine).

- figura 3 -
(La parte in nero sarà nella glaciazione)
51. La temperatura delle zone a ridosso dell’equatore scenderà a quella nota nella zona più temperata, e poiché in questo nuovo stato non esisterà né giorno né notte e non si potrà più vedere le stelle nel Cielo perché durante la permanenza del sistema solare nell’anello del raggio del Sole-Centrale la Terra sarà costantemente circondata da luce fluorescente, si potrà constatare il giorno e la notte unicamente nel raffreddamento dell’emisfero della Terra distolta dal Sole. In questo modo si potrà fare la sorprendente constatazione che la velocità della rotazione della Terra sarà notevolmente diminuita, il cui motivo della velocità di rotazione ridotta è già stato indicato: si ridurrà in seguito alla diminuita forza di spinta della luce solare.
52. Queste indicazioni sono già sufficienti a darci un’idea di ciò, in quale modo radicale cambieranno le concezioni e abitudini della vita degli uomini avuti finora mediante i nuovi stati e nuove condizioni della natura.
53. Anche se in vista di importanti processi della natura molti uomini dovranno lasciare la loro vita terrena, con tali fenomeni di questo grande Giorno non si tratta per niente della fine del mondo, come questo viene creduto sovente. Gli uomini colpiti in questo modo conserveranno i loro involucri manasici, che in seguito saranno visibili, e dimostrerà loro la continuazione della propria vita, così che la morte così tanto temuta dagli uomini sarà solo un cambiamento della forma esteriore. Solo la circostanza diventerà un fatto certamente visibile e coinciderà con le comunicazioni bibliche che riferiscono del Giorno del Giudizio in cui i morti risorgeranno, alcuni per la vita eterna – che sono coloro che possono continuare a incarnarsi – mentre gli uomini non accettati dal cambiamento atomistico, devono aspettare circa duemila anni e più, finché si offrirà loro di nuovo una tale possibilità nel successivo periodo di oscurità. Pertanto, quando nella Bibbia si dice che i Cieli si muoveranno, allora non significa altro che lo stato che ora è nascosto a causa dell’oscurità, che esisterà comunque, o in un modo o nell’altro, allora sarà visibile e manifesto a ciascuno.
54. Come avrebbe potuto dire Gesù ai Suoi compagni di sofferenza che furono stati crocifissi con Lui: «Oggi stesso sarai con me nel Paradiso!»? – Con “risurrezione dei morti” non dobbiamo intendere che le tombe si apriranno e ne usciranno degli uomini in carne e ossa, bensì, che i defunti compariranno nella luce manasica negli involucri immortali dei loro corpi imperituri. In seguito al divenire visibile di questo fatto, per lo spazio del tempo della luce, la morte non sarà più[5]. Nell’abbandono del corpo terreno gli uomini riconosceranno che non sono morti, ma che avranno assunto un altro stato d’esistenza. Chi durante il cammino della sua vita terrena si sarà creato degli amici in Cielo, lo sarà già. – Per la maggior parte le descrizioni date qui sono dei doni di figli e fratelli della luce altamente spirituali. Il Padre si manifesta in tutte le anime che Lo amano, indipendentemente se vivono ancora nei loro corpi terreni oppure se lo abbiano già abbandonato. Nella lingua della coscienza divenuta vivente, oppure del corpo astrale oppure dell’ego imperituro, si potranno udire, e quando li si chiameranno, verranno volentieri; decidendo con molta cura quali segreti/misteri possono comunicare. «Dove due parlano con amore di Me, là Io sono in mezzo a loro». Anche Gesù dice questo con lo stesso criterio, e la Sua risurrezione è una conferma per lo stato che diverrà manifesto nel Giorno del Giudizio.
55. Per tutti gli uomini che ora rimarranno sulla Terra dopo questi enormi sconvolgimenti della natura e che devono continuare la loro vita terrena nella forma modificata, risulta una situazione dell’esistenza completamente nuova, mentre delle anime defunte che ora possono già vedere, diventeranno di grande aiuto, perché tutto ciò che è mortale, dopo l’esistenza terrena, non appena la vibrazione manasica sarà in qualche modo raggiunta, entrerà nel servizio dell’amore. E poiché quelli che fino allora saranno creduti morti, potranno muoversi fulmineamente nei loro involucri manasici, e non come gli uomini terreni legati al lento movimento dei loro corpi, essi condurranno gli uomini in luoghi riparati, dove intanto saranno fuori pericolo dai minacciosi flutti ed eruzioni della Terra.
56. L’atmosfera della Terra si trasformerà poi in un mare di luce fluorescente, che diffonderà giorno e notte per la durata di circa duemila anni il suo bagliore di luce originario. E dato che questa luce richiamerà in ogni singolo atomo degli effetti manasici, tutti gli oggetti saranno anche irradiati da tutte le parti, e perciò non potranno formare – come finora – delle ombre negli effetti di luce.
57. L’effetto illuminante di questo fenomeno radioso supererà qualunque immaginazione. Esso corrisponde all’elettrone scisso che la nostra scienza non ha ancora scoperto, benché l’inventiva fisica non viene negata allo spirito umano. Perciò questa irradiazione non si può comparare con nessun fenomeno attuale di luce terrena, bensì avrà un effetto molto guaritore e promuoverà la crescita delle piante. La durata di vita del corpo terreno sarà notevolmente prolungata tramite l’effetto stimolante di questa luce.
58. Attraverso le superfici della Terra liberate dall’acqua dei mari, mediante gli sprofondamenti della Terra come anche attraverso delle eruzioni molto estese, la Terra sarà come riformata in modo nuovo dalle forze della natura e dall’onni-scienza del Creatore e così profondamente arata, in modo che la produttività sotto l’influenza della luce sarà straordinariamente grande e molteplice, affinché l’approvvigionamento della popolazione della Terra possa essere benedetto grazie a dei raccolti molto abbondanti.
59. Le sostanze sensibili alla luce, note dalla chimica, perderanno il loro effetto sotto l’effetto della luce originaria, perciò delle riprese fotografiche in questo stato saranno impossibili.
60. Anche il mondo animale si troverà sotto l’influenza dei fenomeni radiosi che irromperanno inaspettatamente, gli animali che temono la luce saranno trattenuti a distruggere la vita animale e quella degli uomini.
61. L’uomo stesso riconoscerà allora l’inutilità di una lotta sulle considerazioni del mondo e delle idee, che in seguito all’imperfezione sarebbero in forte contrasto con le rivelazioni dell’Amore della Creazione del mondo che risplenderà nella luce originaria. Ogni uomo soggetto a queste nuove condizioni della natura, riconoscerà oramai, nella luce della luce, che solo il corpo terreno cade alla distruzione, e dopo un tale ego imperituro se ne separerà in uno splendore luminoso, e continuerà a partecipare alla Vita con piena consapevolezza e privo dei legami terreni.
62. Le parole di Gesù: «Non temete coloro che possono uccidere il corpo ma non possono uccidere l’anima» diventeranno luce in tutta la loro portata. In vista del fatto, che la vita, nonostante la perdita del corpo terreno, troverà la sua continuazione, determinerà anche l’inutilità di guerre devastanti. Il senso e lo scopo della vita avrà assunto con il cambiamento della nostra Terra, il Giorno del Giudizio soprattutto un carattere spirituale. Gli uomini e gli animali cercheranno, anche rispetto a quest’avvenimento, soprattutto del nutrimento vegetale.
63. Le vibrazioni manasiche del raggio (cosmico) compenetreranno nel loro effetto tutti gli elementi e richiameranno dei fenomeni a noi finora inimmaginabili. Così, p.e., è impensabile che da qualche parte esista uno spazio buio; non ne troverà uno pari nemmeno nelle più profonde profondità della Terra!
64. Da tutto ciò è già evidente di quale estesa dimensione i nuovi fenomeni nella vita cambieranno le considerazioni avute finora, e con quali nuove impressioni l’uomo farà amicizia nel nuovo regno da vivere.
65. Come già menzionato, l’umanità rimasta dopo i processi della natura, dovrà espatriare nella cintura dell’equatore che comprende circa 80 gradi di latitudine, dato che le atre parti della Terra al di fuori di questa cintura saranno glaciali.
66. La coincidenza di molti ricercatori che sostengono che i segni nelle culture dell’America del Sud e del Centro America dimostrano notevoli segni, con questi nuovi riferimenti conquistano notevole considerazione. Profeticamente è anche stato predetto che in Gerusalemme si sprigioneranno delle fonti (di acqua viva), e agli abitanti della Palestina nel tempo dei cambiamenti sarà consigliato di fuggire sui monti. Da ciò risulta che la Palestina sarà soggetta soltanto in minima parte a un cambiamento geologico, che fa apparire per certa pure l’abitabilità di questo Paese, visto che si trova nella nuova regione della Terra. L’annuncio profetico che pure molti sopravvissuti andranno poi in Palestina nel nuovo stato, risulta dall’emigrazione dei popoli nella regione di vita della zona dell’equatore.
67. In seguito alle enormi catastrofi della natura c’è da aspettarsi che la densità della popolazione della Terra sarà così diminuita, che gli uomini accettati dalla vibrazione manasica avranno sufficiente possibilità di stabilirsi nuovamente.
68. Il miracolo più grande in questa Nuova Creazione diventerà l’uomo stesso, e tutti coloro che hanno gettato al vento gli insegnamenti di Gesù e rinnegati, dovranno riconoscere troppo tardi quale inestimabile valore avevano in realtà questi insegnamenti. Ogni abitante della Terra vedrà indubbiamente chiaro e dovrà convincersi di ciò con i propri occhi, che nello stato d’esistenza precedente aveva reso difficile la vita non soltanto a se stesso, ma anche a molti dei suoi simili. Le caratteristiche richieste dal Padre nel nuovo Regno e insegnate da Suo Figlio Gesù come necessarie per l’anima, devono ora, quasi duemila anni dopo il loro annuncio, sostenere la prova fin dove riguardano la vita del singolo.
69. Nella fluorescenza della luce manasica ogni pensiero e la sua percezione finora nascosta deve diventare nel suo effetto sull’amore per il prossimo una visibile vibrazione, che ogni uomo produrrà da se stesso in seguito al suo portatore di coscienza manasico. Qui nessun sentimento di simpatia può essere illuso mediante delle forme esteriori, perché queste vibrazioni sono degli effetti visibili di stimolo della coscienza e saranno indicate dal proprio ego secondo la luce. La coscienza di un uomo in questo nuovo stato di vita può quindi essere vista in modo del tutto manifesto. Allora non ci sarà bisogno di ulteriori spiegazioni e assicurazioni, per convincere qualcuno della sincerità e coscienziosità della mentalità, per cui, delle assicurazioni di giuramento sono superflui.
70. A ciascun uomo fin dalla comparsa di Gesù è stato dato abbondantemente del tempo per preparare la sua vita interiore in modo che animicamente poteva raggiungere almeno il gradino più basso di una co-vibrazione nella vibrazione manasica dell’amore. Chi non adempirà queste condizioni, non potrà essere accettato dall’irradiazione secondo le leggi immutabili del potere cosmologico della Creazione e, per motivi evidenti, non sarebbe nemmeno capace di vivere nel nuovo stato dell’esistenza.
71. In effetti, l’uomo nel nuovo stato della vita, sarà ciò che pensa e che sente. Dei figli del Padre nel Regno veniente splenderanno ugualmente immutabili, mentre altri accettati splenderanno ancora in modo imperfetto, perché dovranno eliminare le ultime debolezze del loro essere. Gesù fa notare anche nei Suoi insegnamenti, quando diceva: «…allora ognuno badi di camminare nella sua nudità», con ciò, Egli intendeva, secondo la luce, l’imperfezione. Nella Sua amorevole cura non fece mancare questa circostanza.
72. Nel futuro Regno della luce dobbiamo riconoscere una pausa di respiro senza tempo del nostro pianeta, che allo stesso tempo sarà anche un rinnovamento di vita. Ciò è simile allo stato senza tempo, che adesso si sperimenta dopo aver deposto il nostro corpo fisico.
73. In questi stati il nostro ego non può raccogliere delle esperienze, che saranno fatte soprattutto nel mondo di spazio e tempo.
74. Da ciò risulta il dato di fatto, di quanto straordinariamente importante è la vita terrena nel nascondimento (oscurità) per l’ego, e a quale Sapienza divina corrisponde la Creazione.
*
Colmami, o PADRE, con la Tua luce!
Con la chiarezza di cui parla l’Amore!
Finché cammino ancora nel tempo e nello spazio,
lasciami vedere in modo saggio l’Albero della vita.
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Il canto dei nibelunghi
1. Dopo le beatitudini ognuno riceve la corona della vita che gli spetta, e mentre il singolo si trova in uno splendore della Creazione divina come lui sulla Terra è stato in grado di amare ed ha anche sofferto per questo amore fin dove lo ha dato in modo altruistico, molti soffrono per il loro assoluto egoismo.
2. Per la comprensione della saga tedesca, sia qui ricordata una sapienza esoterica sigillata, la quale si rivela solo al sapiente in tutta la sua grandezza di bellezza mimetizzata che trova la sua espressione nel ‘canto dei nibelunghi’[6]. Qui sia premesso che non è mai stato trovato il testo originale, e che i più dotti ricercatori della storia si sono occupati della ricostruzione del canto, senza presagire il senso segreto e nascosto dello stesso. Perciò le azioni esteriori – come si esprimono nella saga – sono venuti così in primo piano della contemplazione, che quasi non si sospetta che dietro al mitico decorso della tragica sofferenza menzionata dell’amore tra Sigfrido e Krimilda si trova l’opera spirituale del Maestro tra i maestri della Sapienza.
3. I testi del canto che furono composti rimasero conservati in genere così, che vale la pena di toccare qui il senso esoterico della saga.
4. Sigfrido era un giovane autoconsapevole quando abbandonò la corte dell’Olanda. Il potere di un’auto consapevolezza lo spinse fuori dalla casa paterna, e questa capacità di tendere all’auto conoscenza lo condusse in un bosco.
5. Nella solitudine del bosco, nel silenzio nascosto dell’interiore contemplazione, legato ai miracoli della maestosa natura, trovò il suo io reale, che era inconciliabile con le abitudini della regale vita di corte.
6. Del tutto colmo di queste osservazioni, egli trova il fabbro, che in realtà rappresenta la vera vita interiore, a cui ora si dedica completamente. Il maestro di questo fabbro era Dio stesso in lui, e la spada che il fabbro forgiò è la conoscenza spirituale del suo alter ego. Egli è occupato totalmente con questo lavoro, che egli stesso spinge nel suolo l’incudine ed il maestro (il suo ego) è soddisfatto, che ora lascia la bottega del fabbro. Oramai entra nella valle dei serpenti e delle rane; in verità è l’ampia arena della vita umana con le sue brame, passioni e desideri indomabili. L’impurità di una tale vita lo induce a farvi passare sopra un fumo, cioè lui va con fervore contro i malfattori e gli ingiusti. Qui riconosce che dovrebbe uccidere ancora in se stesso un grande nemico. Questo è il drago del dubbio e dell’auto inganno.
7. Nella lotta contro il drago, che può essere vinto solamente tramite l’ordine nella vita dei pensieri e tramite un compito disinteressato di desideri e brame egoistici, nel bruciare queste caratteristiche ancora basse scorre il grasso. Questo grasso è simbolicamente la riconoscenza della sapienza, nel quale ora Sifrido fa il bagno.
8. È questa conoscenza che lo unisce all’Onni-Spirito che opera nel suo ego e gli fornisce la protezione dale tentazioni e dalle aggressioni. In questo modo Sigfrido raggiunge l’ante-gradino dell’iniziazione esoterica nei misteri dell’operato divino nella natura, nascosti all’ignorante, – egli è cornuto simbolicamente, cioè non soccombe più ai sussurri dell’illusione, dato che contempla continuamente la spiritualità rivelata della natura, ma nella sua lotta non ottiene la più sublime rivelazione, non trova l’amore per l’Altissimo. Perciò cade su di lui una foglia di tiglio, perché, chi non trova l’amore superiore, deve cercare la nostalgia dell’unione d’amore con l’amore inferiore per un partner umano, e può contemplare i miracoli della Creazione solo con occhi che contemplano in modo astrale, che lo rendono ancora vulnerabile, cioè non lo pongono libero da una sofferenza animica. Unicamente l’uomo che ama il Padre ne è libero.
9. Il nostro Sigfrido era in grado di togliere al nano Elberico il berretto di mimetizzazione che rende il possessore invisibile per altri uomini. Questa è certamente una grande azione sulla via dell’unificazione con l’ego. Il berretto di mimetizzazione è quindi la facoltà dell’anima di abbandonare il corpo terreno dormiente con il corpo astrale nel profondo sonno, e di essere presente pienamente consapevole là dove si vuole essere. Questo dato di fatto si descrive come esteriorizzazione (liberazione del corpo astrale dal corpo terreno). Come questo sia possibile, non deve essere spiegato qui, ma che questa facoltà può essere conquistata con una determinata maturità è confermato dall’autore di questo trattato e non è una mitica fantasia.
10. Un uomo molto altruistico è predestinato per questa facoltà. Il nano Elberico nella sua piccolezza è il simbolo dell’egoismo. Chi dunque ha superato l’egoismo, ha vinto anche il nano Elberico e può fare uso della facoltà di usare il berretto di mimetizzazione, cioè essere consapevolmente al di fuori del corpo e agire coscientemente mentre il corpo dorme. Se però qualcuno abusa di questa facoltà per scopi egoistici, sarà colpito da una dura vendetta. Sigfrido doveva perciò espiare questa mancanza.
11. Il canto dei nibelunghi descrive tutto questo. Sarebbe troppo scavare oltre nei particolari esoterici. Sia ancora detto solo questo, che il tesoro dei nibelunghi rappresenta simbolicamente dei tesori spirituali che sono sorvegliati eternamente dal piccolo nano Elberico, secondo le leggi immutabili dello sviluppo dell’anima verso l’alto dell’umanità. È solo l’egoismo dell’uomo che ostruisce la via verso i tesori e lo tiene legato nei lacci della vita inferiore (bassa).
12. Il modo in cui l’autore dei nibelunghi tratta gli avvenimenti storici scelti e sparge in questi delle segrete rivelazioni comprensibili solo a un maestro della sapienza, fanno riconoscere la piena grandezza dell’opera da maestro. Il canto comincia con le parole del fallimento di Krimilda, che l’amore crea soltanto sofferenza – e termina tragicamente con l’adempimento di questa sofferenza, – e questo perché l’amore dell’Onni-Spirito non è stato contemplato dagli amanti, il Quale è proprio il Donatore di ogni Amore. L’imperfezione di questo amore insufficiente viene espresso dalla foglia di tiglio che nella cornificazione di Sigfrido cade sulla sua spalla.
13. Inoltre, il ‘canto dei nibelunghi’ conferma che anche in questo trattato è spiegato il fatto che un amore perfetto tra due persone è pensabile solamente quando gli amanti si rendono conto della Fonte da cui fluisce questo amore.
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Le future condizioni di vita
1. Quando il Giorno del Giudizio con la sua pienezza di luce cosmica trasfigurerà visibilmente il Padre nella grotta di Dio presso gli uomini, allora si adempiranno le caratteristiche richieste e necessarie alla vera vita umana e, con ciò, anche nostalgie e desideri di molti uomini, per curare la comunione dell’Amore del Padre nella grande famiglia degli uomini.
2. Allora saranno date in un modo del tutto naturale le condizioni percepibili per ciascuno, le quali causeranno la forma cosmologica della società.
3. Per comprendere la forma cosmologica della società della futura vita in comune dell’umanità, ci si deve rendere conto spiritualmente delle condizioni della natura in modo del tutto diverso: la superficie della Terra che formerà le zone descritte dell’equatore per il futuro spazio vitale, finora è stato poco accessibile alle influenze culturali in seguito alle condizioni climatiche tropicali. È stato quasi per diecimila anni un paese primordiale con scarsa popolazione, come se una saggia previsione l’avesse conservato per il nuovo paese degli uomini futuri.
4. Dato che nel cambiamento degli assi polari è certamente da aspettarsi che enormi superfici della Terra che oggi sono ancora sommerse dall’acqua marina, saranno prosciugate, allora ne risulta per il tempo del regno della luce sulla Terra per circa da 1.000 a 2.000 anni, sufficiente spazio vitale per lo sviluppo delle nuove necessità di vita.
5. Queste stesse potranno svilupparsi solo in modo del tutto disinteressato, perché l’uomo trasfigurato in questo spazio di tempo, procreerà solo per mezzo delle anime della stessa caratteristica, tramite degli esseri che hanno raggiunto il gradino della vibrazione manasica.
6. In seguito a ciò, e in questo, perfino gli annunci biblici confermano la luce degli insegnamenti di Gesù – si vivrà insieme, senza timore, e tra gli uomini non capiterà nulla di vile o di indegno. Gli uomini accolti nell’Amore del Padre dall’irradiazione della luce originaria, riconosceranno subito se un’azione è indegna, perché allora cammineranno nella loro nudità, ossia, le loro auree perderanno l’apparenza e si concentreranno in un bagliore simile a fumo, nuvoloso. La più grande vergogna in questo nuovo stato sarà di apparire in una tale debolezza davanti agli altri uomini.
7. Durante il tempo dell’irradiazione della luce originaria, la Creazione si troverà nella sua bellezza svelata, com’è stata creata all’inizio nello Spirito del Padre. Ogni singolo uomo dovrà poi provvedere ai suoi bisogni.
8. Anche questo fatto è riportato nella Bibbia nella previsione profetica di Isaia 65,22, dove si dice: «Non costruiranno più affinché un altro abiti, e non pianteranno più affinché un altro mangi…»
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Luce su luce, e la notte non sarà più
1. Le osservazioni che adesso saranno descritte qui, risultano dal cambiamento astrofisico degli assi polari della nostra Terra come sono da aspettarsi certamente nel Giorno del Giudizio. Vi è già stato indicato che la luminescenza della nostra atmosfera e della materia atomica che la circonda ancora in modo inimmaginabile fino a molto lontano, ben oltre a questo nostro globo terrestre, per quanto abbia le caratteristiche manasiche della natura fisica, continua come prima a opporre degli ostacoli ai raggi del Sole, anche se in modo invisibile, magari come un filtro. Il fenomeno scintillante delle particelle atomiche è un fenomeno della natura che non produce nessun calore, è una luce fredda, ma ha la caratteristica di diminuire notevolmente i raggi della luce del Sole che cadono in modo parabolico nella forza di frizione e di spinta. Questo causerà il raddrizzamento dell’asse polare e ne rallenterà la rotazione. La diminuita frizione della luce dei raggi del Sole che continueranno come prima a dare calore, e restano invisibili nell’entrata della luce originaria, produrranno anche meno calore a causa di questa diminuzione.
2. La differenza di temperatura causata da ciò cambierà talmente le condizioni climatiche, che il calore del Sole non avrà più nessuna influenza sulla vita degli uomini. L’equatore perderà le sue caratteristiche tropicali e corrisponderà quasi al clima che abbiamo oggi in Spagna. Ed è del tutto da presupporre certamente, che tutte queste influenze cosmiche all’interno del sistema solare avranno anche un effetto di cambiamento sull’orbita della luna della nostra Terra, benché di questo astro non si potrà più notare nulla.
3. Sarà anche uno strano fenomeno che la luce del Sole non si lascerà più scindere in uno spettro; ma per questo splenderanno le auree degli uomini nei colori dell’arcobaleno; e più un uomo sarà perfetto, più voluminoso apparirà la sua facoltà di splendere. Si cercherà anche invano un arcobaleno come fenomeno della natura, ma per questo, l’uomo stesso ne porterà i colori nella sua aura. È il Patto, che il Padre ha concluso con gli uomini, che sarà rinnovato nel regno della pace.
4. Quando dopo la lunga notte, l’inattesa pura luce bianca del Regno di Dio circonderà raggiante i pianeti e non vi sarà più nessun dubbio sull’immortalità dell’umanità, allora il Sole calerà per lungo tempo. Non lo si potrà più vedere, nonostante splenderà come prima sul mare di luce per circa da 1.000 fino a 2.000 anni, che circonderà poi la Terra.
5. Gli uomini riconosceranno soltanto nella frescura che la Terra ruota e che il suo emisfero è distolto dalla ricezione dei raggi caldi, ma questo stato non sarà da confrontare con la notte come la conosciamo attualmente, perché ovunque si troverà il bagliore immutato raggiante della luce originaria, e né Luna né stelle splenderanno verso la Terra.
*
Così la Creazione è rinnovata!
All’improvviso, dopo una notte buia,
mutata, Egli che guarda in giù,
il PADRE che l’ha creata!
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I due rami d’ulivo
1. I due rami d’ulivo ai due lati del candelabro sono la luce e la tenebra della settupla Creazione rivelata. Tutte le anime che saranno accolte entreranno nella luce il Giorno del Giudizio, mentre le anime abbandonate rimarranno nell’oscurità finché questa irromperà di nuovo dopo circa da 1.000 a 2.000 anni all’uscita del sistema solare dalla zona del Raggio dell’universo dopo un turno eterno.
2. La separazione degli uomini nel Giorno del Giudizio, alla mano sinistra e destra del Padre corrisponde all’insondabile sapienza e utilità della Creazione del nostro sistema solare, e il suo collegamento con la costellazione a sette. Così un ramo d’ulivo corrisponde allo spazio di tempo della luce e dell’Amore che ritorna costantemente, che dura da 1.000 a 2.000 anni e che noi bramiamo nel Padrenostro, mentre l’altro ramo d’ulivo comprende lo spazio di tempo di quasi diecimila anni, che ora si trova poco prima della conclusione e che accompagna la Parola: «La luce splende nelle tenebre, e le tenebre non l’hanno compresa». La luce è la Parola del Padre che ci parla nell’onnipresenza, e l’organo uditivo di questa amorevole voce interiore è la nostra coscienza; la legge d’amore – i dieci Comandamenti – sono per questo la guida, per rendere cosciente la Parola dell’Amore.
3. Questa Parola interiore educa l’uomo obbediente nell’oscurità di un figlio o avatar, all’unione con il Padre, mentre il futuro Regno di Dio come luce, crea in genere la possibilità di comprensione di tutte le anime, indipendentemente se sono ancora nel corpo terreno oppure lo abbiano già deposto, per cui non c’è più bisogno di un intendimento verbale.
4. La coscienza umana in sé anche già in questo stato dell’oscurità, la lingua di tutte le lingue di tutti i popoli della Terra, diventa l’organo di comunicazione di tutti i popoli nello stato del Regno della luce nell’espressione aurica della capacità di radiazione nella vibrazione manasica. Allora possiamo vedere subito ciò che pensiamo e vogliamo. In ciò, la Parola nel nuovo stato di vita è diventata luce.
5. Nell’attuale stato dell’oscurità, la luce che splende e che l’umanità non l’ha capita, è la nostra coscienza, per mezzo della quale si può udire la Parola interiore nel contraccambiato amore per Dio.
6. Sia ancora spiegato che l’albero della conoscenza del bene e del male è identico al ramo d’ulivo dell’oscurità, e che l’albero della vita corrisponde al ramo d’ulivo della luce. Entrambi gli stati corrispondono cosmologicamente al giorno e alla notte del regolare ritorno dell’era della luce intorno alla Stella-Centrale della costellazione a sette. Il Giardino dell’Eden ovvero il Paradiso, è la creazione della luce nella quale sussistono entrambe le condizioni (gli alberi), e il candelabro a sette – l’amore rivelato – ricolma ogni vita con queste sette sfere. Fin dal principio della Creazione – dal primo Giorno della Creazione – esiste la luce primordiale, e perciò ogni rientro nel circolo del sistema solare è pari al Giorno del Giudizio.
7. Al desiderio e alla brama di mangiare dell’albero della conoscenza del bene e del male, segue l’azione: lo sprofondare dell’anima umana nel corpo carnale, che dura finché il figlio perduto ritrova la via del ritorno al Padre, per ritrovare la luce dell’Amore nell’era dell’oscurità, per ricondurlo in alto, a Dio.
8. Come l’uomo esce dall’ingarbugliamento animale della sua esistenza terrena ino alla conoscenza del suo essere divino, lo spiegano nella lingua manasica dell’auto conoscenza due testimoni di pietre antecedenti:
9. La grande Sfinge esclama a ogni uomo in questo linguaggio muto della conoscenza: “Tat twam asi!”: “Questo sei tu!” – Tu sei crudele come un leone e porti comunque, con questo corpo animalesco, il volto umano.
10. Non lontano dalla grande Sfinge, la grande piramide spiega nelle camere e nei corridoi la via nella stessa lingua manasica muta, per ricondurre alla conoscenza della luce e, con ciò, alla figliolanza con Dio.
11. Entrambi gli edifici sono uniti nel senso e sono un luogo d’insegnamento della sapienza originaria nell’Egitto. Come la Parola divina vuol essere compresa in noi stessi in modo muto, così vogliono essere comprese anche le due opere edificate nella loro muta grandezza. Perciò in loro manca qualsiasi iscrizione, perché Dio Padre non parla con dei suoni, che sono simili alla bocca umana, ma nella Parola che passa attraverso la nostra coscienza e tocca i nostri cuori, nella silenziosa contemplazione del silenzio solenne.
12. Anche la grande piramide mostra nel suo edificio tecnico i sette stati dell’esistenza della Creazione, e i due rami simbolici d’ulivo, ovvero i figli della luce e dell’oscurità, risultano dal fatto che la metà del nord della piramide spiega la risalita spirituale dell’uomo nell’oscurità, mentre la meta del sud mostra all’uomo che riconosce la sua ulteriore risalita nella perfezione della luce.
13. La grande sala nella parte del nord dell’opera corrisponde con i suoi sette risvolti alla rivelata Creazione settupla, e il suo profilo si trova proporzionalmente nel rapporto all’edificio complessivo della piramide. I due canali dell’aria, che sfociano nella parete sud della camera regale, rappresentano che un uomo che ha raggiunto questo alto gradino dello sviluppo, è diventato uno con l’Onni-Spirito, che rimane in comunione con il Padre tramite la luce divenuta Parola.
14. Il sarcofago nella camera regale spiega che il figlio, o avatar, ha deposto il suo essere egoistico e con questo le passioni, le brame e i desideri dopo la continuazione della vita terrena – le sue catene – e in tal modo ha sviluppato la capacità di entrare spiritualmente nelle sfere più alte della Creazione. Un tale uomo somiglia quindi alle cinque vergini avvedute, e le piccole camere che si trovano al di sopra della camera regale indicano perciò, che sono delle dimore spirituali nelle sette sfere del Padre, preparate al figlio che ha vinto il mondo.
15. La grande piramide è edificata su una roccia, e l’eredità della Sapienza originaria è conservata fino al giorno d’oggi nella muta lingua dell’espressione manasica attraverso i millenni. Gesù, che era stato in Egitto, sapeva del senso dell’opera, quando la paragona alla Casa come il Regno dei Cieli che è edificata sulla roccia e non sulla sabbia.
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Nella luce il linguaggio è superato, ma si perde di nuovo nella successiva oscurità
1. È stato circa diecimila anni fa quando l’umanità della Terra è passata dal Regno della luce, uno stato che si ripeterà di nuovo, e presto l’oscurità troverà la sua fine. L’uomo che durante il soggiorno nella luce originaria da allora ha dimenticato di farsi comprendere se non attraverso i suoni della gola, doveva sviluppare nuovamente un’altra possibilità dell’intesa reciproca.
2. Eppure, così, all’improvviso come sarà l’entrata, avverrà l’uscita dalla zona di luce dell’universo, quando l’asse polare della nostra Terra s’inclinerà di nuovo, quando la pressione della luce dell’irradiazione del Sole diventerà di nuovo pienamente efficace. Perciò nell’uscita accadranno gli stessi fenomeni della natura come all’ingresso dell’avvento.
3. L’uomo uscirà di nuovo dalla luce originaria, per l’oscurità, e dovrà formare di nuovo la possibilità dell’intendimento.
4. Dato che il suo strumento della favella, in seguito alla durata del tempo, diminuirà, ricominciando a mormorare oppure a runare, per rafforzare l’intendimento si creerà dei segni intagliati, che in parte ci sono noti ancora come ‘rune’. Da questi primitivi inizi si è formata la lingua di oggi, che proprio ora, poco prima del ritorno all’epoca della luce, si è formata ad un’alta perfezione. L’umanità ha avuto bisogno per questo, di quasi diecimila anni.
5. Dal tesoro del linguaggio indo-germanico del tempo originario si è formata per esempio la rune, che significa, tanto quanto vivere, e che rappresenta una croce coricata, simile al segno della moltiplicazione, essendosi formata la sillaba “ge”, che nella lingua tedesca lo stesso significato indica ancora gli inizi della lingua.
6. ‘Ge-wissen’ (co-scienza) significherebbe perciò saper-vivere, ‘ge-müt’ coraggio di vita e Ge-ist Geist (Spirito) tanto quanto come vita, che è l’essenza. Nei primi stadi dello sviluppo, inoltre, la modulazione dell’intendimento era più interiorizzata e più spirituale. Così nel Sanscrito si trovano ancora delle descrizioni di parole riferite alla descrizione di stati dell’anima che oggi non comprendiamo più.
7. La nostra coscienza che sarà dimostrata il Giorno del Giudizio nella pienezza della luce originaria cosmologica, se si è sviluppata nella natura a tal punto da accogliere la trasfigurazione dell’essere assoluto, è la paura di molte vite terrene. La dimentichiamo tanto quanto gli stessi stati dell’era della luce e della tenebra che distano millenni, attraverso i quali il Sole raggiante ci conduce nell’ambito di tali avvenimenti…, e tuttavia la vita continua senza interruzione nel costante cambiamento della forma nell’esistenza. Se l’ego dell’uomo di questo mondo muore, si libera del corpo terreno, sale verso la sfera nella quale attendono come lei delle anime sensibili per la rinascita nella luce. È del tutto indifferente dove si trova la coscienza come ego, se ovunque è circondata dalla luce del Padre.
8. Nella vita umana è perciò la più sublime delizia e la percezione della felicità, che non si può esprimere a parole, di essere custoditi in questa beata consapevolezza dell’Amore divino. Nell’ora in cui un uomo diventa consapevole di questo dato di fatto, cade su di lui quella manna che in questo trattato viene spiegata come vibrazione manasica. Perciò è così importante raggiungere questo stato nella vita terrena per risvegliarsi veramente con questa, solo alla reale e verace vita.
9. La nostra coscienza come voce dell’ego, unita con il Padre, è già stata innumerevoli volte ospite su questa Terra – è il libro della vita nel quale è segnata la somma dell’esperienza spirituale – e questo libro della vita sarà aperto tra breve, quando all’improvviso la nostra Terra entrerà nella luce originaria.
10. Quante volte, forse già millenni fa, è stato aperto con successi negativi quando il Sole ci ha condotto sulla sua orbita nel Regno della luce? Come altrimenti potrebbe dire Gesù di Sé: «Prima che Abramo fosse, Io ero!»? [Gv, 8,58].
11. Se almeno una volta immaginiamo quanto intensivo è lo sconvolgimento geologico e geografico della superficie della Terra quando essa entra ed esce lasciando vedere i minimi segni delle passate ere e delle loro culture, allora la consapevolezza dell’uomo non dovrebbe affatto rimanere attaccata alle cose concrete della vita, e la potenza della natura collabora a distruggere l’unilateralità di tale tendere. Ogni volta si rivela nuovamente l’alternarsi dell’esistenza nella forma. Solo le leggi di questa vita rimangono immutate, come anche l’Amore come la sua animazione.
12. Dall’era dell’oscurità di Atlantide dopo l’ultimo passaggio nella luce della Terra, sono rimasti solo pochi resti mitici di quel ricordo, che si perdono insondabili nel buio del tempo antecedente. Così avverrà anche qui di nuovo, quando la Terra avrà passato il passaggio nella luce da aspettarsi in breve; non ci sarà più nessun ricordo di ciò che è stato, e fin dal fondamento sotto le circostanze più primitive si forma in altre forme una nuova cultura di millenni. L’immagine proiettata qui, mostra con grande chiarezza quanto lentamente – come una lumaca – si svolge un tale tratto di tempo, e quanto poco ciò è consapevole agli uomini della Terra. Le parole profetiche: «…nessuno penserà più alle cose passate» [Is. 65,17], confermano in tutto il suo volume la luce riconosciuta di questo grandioso morire e divenire.
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Il flauto magico, non solo un’opera lirica
1. L’opera “Il flauto magico”[7], che in realtà può essere compresa da soli pochi sapienti, allo stesso modo come nel ‘Canto dei nibelunghi’ – è intrisa di sapienza, di conoscenza dell’Onni-Amore e dell’onnipresente Parola, nel senso della vibrazione manasica qui spiegata.
2. Il tema dell’opera, scritta da Emanuele Schikenader, sottopone al testo gli insegnamenti della sapienza dell’antico Egitto che – come già menzionato – sono sanzionati nella grande piramide. Dimostra anche l’opinione fondamentalmente diversa del concetto amore.
3. Tamino (Ta-min) e Pamina (Pa-min) è qui la coppia graziata di subordinare all’Onni-Amore il loro amore attraverso la riconoscenza dei loro reciproci rapporti. In questo modo giungono nel godimento della più sublime delizia di un amore, che può essere trovata soltanto da pochi mortali. Il legame indissolubile che lega Tamino con l’amore del Padre (qui con Osiris), si trasferisce come dono dell’Onni-Spirito a Pamina, la regina della notte, perché ogni donna dell’era dell’oscurità o della madre del mondo riconosce la luce mediante la figliolanza del suo uomo verso il Padre. Isis è il concetto della madre del mondo, del grande inganno e illusione che Tamino deve superare. Tra due che si amano così non esiste più nessuna sofferenza e nemmeno nessuna delusione, perché i loro legami d’amore nel Padre come anche nella madre del mondo, sono diventati uno.
4. L’opera dimostra del tutto, secondo la luce, che una tale delizia d’amore conduce sulla via cosparsa di spine della sofferenza, e che a colui che finalmente riconosce su questa via di accettare anche le sofferenze più profonde, non gli viene donato niente, che infine, si trasformano nelle delizie più sublimi del divenire uno.
5. Il flauto intagliato da una quercia vecchia millenni, che il Padre ha dato a Tamino, è proprio, nella luce, l’alter ego in noi, il cui organo d’espressione è la nostra coscienza come lingua o parola o suono. Come già spiegato prima, questo suono è radicato dalla sfera spirituale dell’universo nell’amore verso il Padre nell’amore corrisposto per gli uomini.
6. Tra Tamino e Pamina l’origine dell’amore non è più un segreto, ma diventa un’infrangibile, immutabile alta delizia. In confronto, Papagheno e Papaghena sono gli amanti ignari, esposti al destino sconosciuto del mondo, e di Isis – della grande illusione – e perciò il loro amore deve passare attraverso la sofferenza. Finché l’uomo crede che proprio l’amore viene da lui stesso, vive nell’illusione dell’inganno. Questo inganno è divenuto così grande, che oggi abbraccia l’intero globo terrestre nella confusione spirituale.
7. Persino gli attori e gli artisti cooperanti di quest’opera, quasi insuperabile nella sua grandezza, sono quasi sempre ignari del senso spirituale che qui, nella simbologia del tema, doveva giungere all’espressione, che però, dettata dall’ignoranza, rimane inosservata.
8. Poiché degli artisti per natura formano del tutto inconsapevoli la vibrazione manasica in una parziale vicissitudine, l’effetto di quest’opera potrebbe essere notevolmente aumentato se ci si predisponesse con più consapevolezza. Questo riguarda inoltre tutte le Opere di Wagner[8].
9. In seguito alla mancanza dell’amore riconosciuto e il loro collegamento interiore del nostro spirito con l’uiverso, la cultura di questo mondo appare oggi come un velo impenetrabile di una nebbia plastica, in cui le opinioni si confondono come delle figure fantasmagoriche insicure senza luce e senza forma.
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Il senso dell’ego, la coscienza nell’uomo per smuoverlo alla vita
1. L’effusione dello Spirito Santo fin dall’inizio del nostro calcolo del tempo del cristianesimo ricade insieme all’ingresso del sistema solare in una specie di pre-gradino di una vibrazione cosmica, che porta il carattere preparativo all’avvenimento in attesa del Giorno del Giudizio.
2. Precisamente in questo periodo è comparso Gesù, anche per preparare l’uomo attraverso il Suo insegnamento alla trasformazione dell’umanità della Terra. La cultura che abbraccia oggi il globo terrestre è il risultato di questa vibrazione d’amore. È importante in quanto dimostra chiaramente e indubbiamente che con l’ingresso della vibrazione spirituale cosmologica preparatoria del progresso, la cultura è diventata enorme in tutti i campi della conoscenza. Tuttavia, l’avvenimento stesso dimostrerà anche in modo convincente, che questo progresso è solo intellettuale, ed è soprattutto una conquista per promuovere lo sviluppo e la formazione della vita materiale percepibile.
3. In tal modo le scienze dello spirito sono passate oltre, stimolando una scienza simile all’esatto dell’alter ego: – ego=coscienza; perciò non si è più trovata la forza dello spirito di stare nell’equilibrio con una ricerca concreta.
4. Perciò la nostra esistenza terrena non è più in grado di svilupparsi in modo soddisfacente, perché viviamo solo una vita a metà e abbiamo trascurato la parte spirituale che appartiene ed è necessaria alla vita.
5. L’unilateralità di quest’opinione della vita è in contrasto con le immutabili leggi della natura dell’universo, ed è perciò l’unico vero motivo che crea sofferenza al mondo. Nonostante la vibrazione dello spirito che è in grado di comunicare attraverso il cosmo fino al nostro organo d’espressione, la coscienza – perciò anche questa conoscenza è esatta – non possiamo far uso delle conquiste culturali degli ultimi 2.000 anni che potrebbe proteggerci da questi stati di sofferenza.
6. Noi abbiamo considerato questi effetti cosmologici della vibrazione d’amore, che viene qui descritta come vibrazione manasica, come non essenziali alla vita. Nonostante la posizione d’aiuto che ci offre questa vibrazione stessa della natura e nella quale Gesù ci ha introdotto mediante i Suoi insegnamenti, oggi stiamo inermi di fronte a questi fatti accresciuti.
7. Esiste una sola possibilità: guidare l’ulteriore corso dei pensieri secondo questa unilaterale considerazione del mondo! Questa possibilità consiste nel fatto di inserirLo nella legge spirituale dell’Onni-Amore e anche di subordinare i concetti intellettuali delle nostre osservazioni in questa potente Legge. Infatti, non c’è alcun dubbio sul fatto che questa Legge dell’Onni-Amore sia un Potere che comanda attraverso la sofferenza di riconoscerLo in tutta la Sua grandezza e forza creativa orginaria.
8. Come l’uomo rimane vivo solo attraverso la continua assunzione di cibo, così anche la sua parte spirituale ha bisogno di cibo spirituale, e questo è il grande Amore che il Creatore ha immesso abbondantemente nella nostra anima per la percezione d’inesprimibili delizie. Considerato che noi, nell’assunzione e nella comprensione di questo nutrimento, ne restiamo affamati, la nostra parte spirituale si è rimpicciolita e non è più in grado di vivere secondo le Leggi originarie della Creazione, di vivere in un modo com’è inevitabile e necessario la sua destinazione creativa.
9. In breve tempo sperimenteremo il fatto che in realtà, quando si compirà nel cosmo il grande Giorno della vibrazione manasica, solo pochi uomini ne hanno assunto questo cibo.
10. L’apostolo Paolo dichiara nel conoscere la sua coscienza – quindi con tutta la ragione e con tutta la luce – colmo dell’influenza della rivelata vibrazione d’amore dallo Spirito Santo, che, pur se avesse avuto tutta la conoscenza e tutta la sapienza del sapere e conoscesse tutti i misteri, senza l’amore sarebbe stato nient’altro che un bronzo risonante o un cembalo rimbombante [1° Cor, 13,1].
11. Solo la viva forza del sapere e la conoscenza dell’Onni-Amore rende l’uomo un essere beato come corrisponde all’immagine dell’uomo creativamente perfetto, preservandolo dalle stoltezze dell’intelletto imperfetto, il quale crede solo nel decorso fisico visibile dei fenomeni della vita.
12. Qual divina Sapienza e buona previsione è alla base del piano della Creazione, in cui, prevedendo, le debolezze umane trovano riguardo, venendo costantemente guidate, a distanza di tempo di circa 10.000 anni, a questo Amore rivelato, per 1.000 fino a 2.000 anni.
13. Chi è stato guidato finora da questo Amore già nella vita terrena, non ha bisogno di esserne ulteriormente convinto; sarà comunque felice di sapere quanto infinitamente grande e inesprimibilmente bello si manifesta questo amore come valida legge cosmologica generale nell’infinito cosmo, e come ha inserito l’imperfezione dell’intelletto legato alle cose materiali nell’ambito di tali avvenimenti.
14. Questo Amore rende evidente dei fatti nella loro grandezza che vanno oltre in confini del nostro sistema solare, un conoscere l’amore che la Parola spiega: «Nessun occhio ha veduto e nessun orecchio ha mai udito, ciò che mai entrò in nessun cuore umano, quello che Dio ha preparato per coloro che Lo amano» [1° Cor. 2,9].
15. Proprio così convincenti diventano le parole: «Ma a noi Dio lo ha rivelato mediante il Suo Spirito, perché lo Spirito investiga ogni cosa, anche le profondità di Dio» [1° Cor. 2,10]. Pertanto, se vogliamo spiritualizzare così la nostra conoscenza, allora è necessario rispondere all’Amore che è fin dal principio, e dal quale è generalmente sorta ogni vita.
16. Perciò la spinta originaria del nostro ego è la spinta spirituale dell’Amore che abbraccia le spinte della nostra vita terrena dei sensi, per diventare uno con la delizia dell’Amore della Creazione. Questa Legge abbraccia tutta la vita nell’universo infinito.
17. Abbiamo solo bisogno di far seguire il nostro organo spirituale dell’espressione e dell’udito a questa spinta spirituale originaria dell’Amore, per trovare la conferma per questo mediante la lingua della nostra coscienza. La coscienza nell’uomo è l’altare di questo Amore.
18. Che in effetti esiste un collegamento interiore dell’anima spirituale con l’armonia dell’Onni-Spirito, ce lo dice il nostro procuratore interiore che sorveglia questa Legge dell’Amore, – nascosto all’apparenza del mondo. Finché un uomo sente percettibilmente nella sua coscienza un’accusa, sta come accusato davanti al Potere ultraterreno, onnipresente di questo Amore.
19. Anche se di tali accuse, in seguito all’ignoranza che abbiamo del destino della nostra vita, vogliamo prenderne conoscenza solo molto malvolentieri, pur essendo degli amorevoli ammonimenti del Padre per richiamare lo smarrito affinché non prenda nessun danno spirituale, e per quanto accade spesso percettibilmente, in un certo qual modo noi somigliamo a dei poppanti dell’onni-sapiente madre natura che devono ancora essere nutriti con il biberon, per rimanere viventi.
20. Se talvolta ci ponessimo davanti al nostro occhio spirituale con l’amore corrisposto nel Piano provvidenziale, con la costruzione della Creazione divina così meravigliosa nel suo genere, allora riconosceremmo dal decorso del tempo di ere, di magari 2.000 anni, che queste si estendono a mo’ di ventaglio fin dall’inizio della caduta, fino all’avvenimento del Giorno del Giudizio sulla via di sviluppo dell’umanità, ogni circa 10.000 anni.
21. Un continuo diminuire e accrescere della vibrazione cosmologica dell’amore, si crea come vibrazione manasica e trova nell’effetto complessivo un ego del tutto secondo la legge nelle anime degli uomini ricercatori, che non sono stati creati solo fisicamente, ma prevalentemente secondo l’immagine spirituale di Dio. Tutti costoro cercano il paradiso perduto. Se in questa ricerca e nella fame dell’amore errano oppure sono sulla via giusta, lo decide nel maestoso silenzio lo stato della vita spirituale interiore del singolo stesso.
22. Se il graziato di questo contatto d’amore trova il Padre, allora lo si riconosce nelle delizie che diventano per lui un’esperienza animica e continuativa, e allora l’attenzione dell’Onni-Spirito viene introdotta quasi sempre attraverso un particolare evento terreno, che per l’interessato è di una forza convincente manasica nella quintessenza – lo stato spirituale dell’Hydra quintupla dell’ego – che terrenamente si manifesta nei cinque sensi corporei. Questa vivente vibrazione d’amore non esercita solo un’insolita alta influenza sulla conservazione della salute, ma anche sulla guarigione che qualche importante medico di quel tempo ha riconosciuto.
23. La maggior parte delle malattie mentali sono da ricondurre all’esclusione o al deperimento di quella vivente forza originaria spirituale del nostro ego o coscienza, da cui, come su un altare dell’amore, fluisce la vera vita. Molti dei colpiti – in quanto non esistono dei disturbi delle funzioni neurologiche – non lo sanno. Tutti hanno fame della forza originaria dell’Amore, la luce che compenetra tutto nell’oscurità. Così scompare poi il ‘Ge-müt’ (l’animo), cioè il coraggio della vita, e con ciò la forza stimolante della vita, per cui non devono mancare nemmeno le necessità spirituali. Per determinate sofferenze dell’animo non esistono pillole, perché il vero mezzo di guarigione consiste unicamente nel fatto di ritrovarsi bene nell’onnipotente Amore della Creazione, e trovare e osservare il destino superiore della parte spirituale in noi stessi.
24. Attualmente dei noti medici sono giunti a una notevole conoscenza osservando il processo di guarigione in cui i pazienti che credono in un destino superiore della vita guariscono più velocemente di quelli che rifiutano una tale fede. Questa circostanza da sola dimostra il grande significato che la nostra vita interiore ha nella conservazione della felicità durante la sua esistenza. La povertà, sia che si manifesti nella vita della personalità singola, sia nell’ambito di interi popoli, non è altro che una pietra di prova affinché sia osservata vita spirituale che fa parte di quella terrena. Lo stato di miseria è perciò un segno che nella conduzione della nostra vita non vengono osservate le leggi della Creazione, in quanto non siamo stati creati per soffrire, ma gioire dell’esistenza. Questo succede quando siamo in armonia con tutte le leggi della vita, in particolare con lo Spirito guaritore dell’Onni-vita, che è rivelato attraverso la forza vivente della coscienza, e che è la spinta originaria dell’Amore, del divenire Uno con il Padre. Da questo essere uno, fluisce la delizia piena di vita e la forza della beatitudine di una sicurezza ultraterrena che supera anche i tempi della tribolazione, persino quando questi appaiono per quanto difficili e la disperazione si manifesta ancora così grande nella sua dimensione opprimente della vita. Ogni vita procede comunque come previsto nel piano d’amore della Creazione, allo stesso modo di come la morte terrena dell’uomo lo avvia alla parte spirituale della sua vita in un’altra forma d’esistenza. Il Giorno del Giudizio è l’ora della nascita nella quale sperimentiamo questo fatto in modo terreno e in cui nella memoria dell’umanità sulla Terra viene cancellato un’era di quasi diecimila anni di sviluppo sulla grande tavola della memoria storica. Questo è necessario, e tutto ciò avviene per Amore, il quale si rivela come forza vitale della sapienza di tutti i fenomeni della vita, che va molto oltre all’infinito dei confini limitanti dell’intelletto umano nella sua silenziosa sublimità.
25. Il nostro ego è come una coscienza, è l’organo sia uditivo sia della favella. Come organo uditivo spirituale trasmette intanto la Volontà dell’Onni-Spirito secondo la Legge nella Religio (istruzione) e ogni infrazione dei dieci Comandamenti della vita vi trova un’ammonizione nell’onnipresente Potere della vibrazione manasica come manifestazione dell’Onni-Amore. Se quest’organo viene ostacolato nella sua efficacia, allora subentrano dei disturbi della vita spirituale che hanno per conseguenza ancora un pregiudizio dell’esistenza terrena. L’istruzione (religio) è intanto spiritualmente dominante, ammonendo oppure accusando secondo il dato di fatto e aggravando. Se questo organo è intoccato nella sua disponibilità d’accoglienza, allora reagisce alla vibrazione d’amore dell’Onni-Spirito e viene a conoscenza di fatti, di cui l’intelletto umano insufficiente non riesce generalmente a farsi nessuna idea.
26. Poi sorge ancora attraverso la pre-ghiera (Ge-bet), la richiesta per la vita oppure, più giustamente, la vita della preghiera, il dialogo interiore tra l’ego e l’Onni-Spirito, mediante l’invocazione; in questo modo si forma l’organo della favella della nostra parte spirituale nella vita come percezione silenziosa della lingua di tutte le lingue, trasmessa tramite la coscienza in noi. Naturalmente un tale intendimento spirituale viene raggiunto solo tramite la crescita dell’anima e di tutti i maestri della sapienza, anche dei veggenti dovevano percorrere questa difficile via che conduce a questa alta meta della conoscenza. In ciò è da tener presente che oltre alla risposta dell’amore portato al Padre, deve stare anche la purezza della vita, dei pensieri, dei desideri sotto la costante sorveglianza dell’ego, che in questo amore e nella delizia dell’esistenza impara dalla vita una volta divenuta corporea e spirituale, a non creare più delle notevoli colpe verso gli effetti guaritori dell’Onni-Spirito e delle sue leggi di vita.
27. Chi ha deciso di percorrere questa via della purezza, chi supera le tentazioni che gli si oppongono su questa via, un giorno i suoi sforzi verranno ricompensati tramite il primo segno di partecipazione dell’ego alla vita terrena. Poi sarà quasi sempre la forza convincente dell’estensione della consapevolezza a dei fatti che non sono accessibili ai cinque sensi corporei subordinati, la prima tappa sulla via più ampia del divenire uno con il Padre, che terminerà con la consapevolezza di essere ‘figlio’. Questo evento viene accelerato mediante l’aiuto della vibrazione d’Amore nel cosmo, che il Padre irradia nell’effetto onnipresente sulla nostra vita interiore, nella stessa misura in cui noi corrispondiamo a questo Amore divino riconoscendo nella delizia la felicità dell’essere.
28. Chi in questa sicurezza e nella fiducia della promessa felicità, sapendo della vibrazione manasica, tende a fare il suo meglio per mettersi in sintonia con le Leggi della vita spirituale, non andrà a mani vuote nel Giorno del Giudizio e prenderà viva parte agli effetti dei fenomeni mutati della natura. In quel Giorno dell’Amore, dove finalmente terminerà l’oscurità dell’era dei diecimila anni, splenderà la luce, e insieme alla luce la vita, come è sempre stato fin dal principio della Creazione ed esisterà nell’eternità nello splendore immutato della magnificenza della perfetta unione dell’Amore e della Sapienza.
29. L’albero della vita come rivelazione dell’amore, e l’albero della conoscenza del bene e del male, della Sapienza, starà poi graziosamente nel Giardino dell’Eden nell’era della luce originaria della Creazione del mondo, e quale uso ne farà poi l’uomo, di mangiare del legno di entrambi gli alberi, lo rivelerà l’ultraterrena magnificenza del ‘Giorno’, insieme a noi, quando il mortale irradierà nell’immortale Casa di Dio.
30. Nella sua divinità, l’ego – la cui voce è la coscienza – sarà sempre esistente. Non nasce in modo terreno, prende solo parte nella forza dell’onnipresente vibrazione d’amore all’esistenza terrena, ed è il dominatore della vita mentale che si apre, umana, dell’intelletto. Quando un giorno sarà giunta l’ora in cui riconoscerà la sua origine divina, allora si adempiranno le parole annunciate nel Cantico della Sapienza:
“Nella Mia Divinità sono innata,
il Signore nel Tutto!
Chi conosce la Mia vocazione divina
e il santo mistero della Mia umanizzazione,
dopo la morte non nascerà mai più;
è liberato dal corpo, libero dal peso delle cose terrene,
e non sprofonderà più giù – verrà a Me!
Chi Mi onora, lo eleverò in alto verso di Me”.
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La forza dell’Amore e della Sapienza provenienti dallo spirito dell’Amore
1. In rapporto al cosmo, noi ci troviamo poco dinanzi alla significativa questione dell’adempimento dell’ultima previsione, che il Vangelo del Regno di Dio sarà diffuso come una testimonianza in tutto il mondo e a tutti i popoli, prima che venga la fine.
2. Di per sé – come possiamo riconoscere da queste presentazioni – la religio (istruzione) dell’Onni-Spirito del Piano di Creazione viene promossa tramite la vibrazione manasica, della vibrazione dell’Amore onnipresente, la cui prestazione d’aiuto rende possibile al ricercatore di stabilire il divenire uno con la sua parte spirituale della vita. Questa è la via dell’auto conoscenza, oppure, secondo gli insegnamenti della sapienza indiana, la via del Brama Chinta.
3. Allo scopo di sostegno e di promozione di questo destino provvidenziale della natura e della legislazione, compaiono tuttavia di tanto in tanto degli annunciatori come figli o avatar chiamati dal Padre, che indicano la via.
4. Tutte le religioni sono orientate alla stesso e unica meta, seguendo la spinta originaria dell’Amore onnipresente per essere da guida all’umanità così che tenda alla Sapienza per l’unione con l’Onni-Spirito, il Padre, ossia, l’Origine dell’esistenza.
5. In realtà non esiste nulla di separato nella contemplazione generale tra le singole confessioni, loro perseguono uno e lo stesso orientamento: la meta, che richiede il riconoscimento come risultato finale.
6. Fin dove si tratta che l’una o l’altra confessione promuove di più la conoscenza della Sapienza, a questa deve aggiungersi la conoscenza dell’Amore, e analogamente alla conoscenza dell’Amore, la Sapienza.
7. La necessaria tribolazione del presente diventa perciò l’ora di nascita delle scienze con le confessioni religiose del mondo, e le due opinioni finora sviluppatisi separatamente diventano, riconoscendosi, un’unica testimonianza del destino di ogni forma di vita.
8. A questo punto le parole profetiche di Gesù trovano l’adempimento per ciò che riguarda tutto il mondo prima della fine dell’oscurità, e solo questo adempimento potrà lenire un po’ l’afflizione spirituale come anche quella materiale prima della fine, e rendere più sopportabile la vita. Anche la fede diventa secondo ciò una conoscenza convinta, perché ogni essere umano è destinato, prima del principio originario della Creazione, a sperimentare come unità nella sua anima, la conoscenza dell’Amore e della Sapienza.
9. Così la conoscenza del significato dell’emanazione dal cosmo come onnipresente vibrazione, che può diventare vivente nel nostro ego mediante l’organo spirituale della coscienza, conduce a una comprensione complessiva di una forza spirituale alla quale dedicare solo la propria attenzione, per farne l’uso previsto creativamente.
10. Allora la confessione delle sapienze di tutte le religioni diventa altrettanto un riconoscere complessivo dell’amore sapiente, così da trasformare la fede in una protezione consapevole. Il silenzioso potere della natura che irradia tutto di luce originaria, anche nell’oscurità, si riversa rendendo felice come delizia beatificante nel nostro animo e crea in questo modo quel coraggio, che nella vita è in grado di vincere ogni situazione di avversità. Questa è la Luce che splende nelle tenebre, che noi non abbiamo ancora capito. È il Fuoco santo, inestinguibile, che è diventato efficace con l’avvento di Gesù, affinché si arda per il Suo ritorno nel Giorno del Giudizio.
11. Il Giorno del Giudizio è la stessa Nuova Rivelazione, nello stesso modo come comunicato qui con la conoscenza spirituale scientifica. In quel Giorno si trasformerà il fenomeno terreno della natura, adempiendo le condizioni necessarie per rendere evidente all’umanità questa luce dell’Amore ancora nascosta.
12. In quel Giorno non chiederemo più nulla, perché la luce originaria dell’Amore la renderà contemplabile e spiegherà il reale scopo dell’esistenza in un rinnovato approfondimento della nostra vita spirituale. Allora non ci sarà più nessuna contesa sulle confessioni religiose e le scienze, perché tutto sarà luce nella forza dell’Amore guaritore. I due figli dell’olio, la Scienza e l’Amore (ved. la Bibbia: sono da intendere come Leggi della Creazione) stanno poi di nuovo come l’Albero della conoscenza del bene e del male e come Albero della vita sulla Terra trasformata in paradiso, e ci sarà un solo Dio che esiste fin dal principio come Amore e Sapienza in uno.
13. L’Amore e la Sapienza sono perciò un concetto inseparabile della vita perfetta, e chi vuol sentire la Parola che era fin dal principio e che sarà eternamente, lo può tramite la forza dell’onnipresente Spirito dell’Amore nella sua coscienza mosso da questa voce interiore, che è da fare prima e dopo il Giorno del Giudizio. Questo è il religio (l’istruzione) di tutte le confessioni religiose e la Legge della vita più sublime nell’incommensurabile, ampio cosmo, e perciò, l’Amore e la Sapienza come testimonianza nell’essere cosmologico della natura stessa, è un concetto inseparabile della rivelazione del Padre.
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L’essenza dei 14.000 – Il pittore Pompeo Batoni
1. Sia il religio (l’istruzione), come vogliamo riconoscerlo del tutto in modo naturale con la Sapienza amorevole che rende felici nel piano della Creazione, trovando l’adempimento attraverso la nostra coscienza, non è comunque del tutto così semplice trovare la via che renda possibile un chiaro discernimento della volontà umana e la Volontà divina.
2. Sono i nostri stessi pensieri a contatto con i desideri e le brame egoistiche dell’intelletto imperfetto che cospargono il sentiero della conoscenza con le spine, e questi pensieri che un uomo si porta dietro, somigliano a un grave peso, anche se terrenamente non si possono pesare. I pensieri possono formare la nostra personalità e il nostro ego a una consapevolezza superiore dell’esistenza e condurre in alto, ma possono anche distruggere e, oltre alla sofferenza, provocare anche il tormento più amaro.
3. I nostri pensieri, essendo sotto il controllo della coscienza, causano gli avvenimenti terreni e ruotano intorno all’apparenza terrena della personalità, sono dei messaggeri alati della volontà predestinata all’azione. Questi messaggeri sono dei mediatori non riconosciuti e quasi sempre inconsapevoli finché si identificano solo unilateralmente con i reali fenomeni e i processi fisici, perituri, dell’esistenza. Un uomo che non sa nulla del suo destino spirituale e imperituro, vive perciò per lo più una vita istintiva tra gioie e godimenti terreni, contribuendo poco ad aumentare la vibrazione alla vibrazione d’amore dell’universo, per prendere parte in modo felice alle delizie spirituali dell’esistenza. Qui la parte spirituale dell’ego dorme, mentre la manifestazione fisica della stessa può far riconoscere unicamente l’illusione, le tentazioni ingannevoli della vita terrena, e per lo più ne soccombe. Dato che i pensieri di tali uomini sono esaminati solo poco tramite l’ego o la coscienza, allora si accumulano in modo incontrollato ed esigono inesorabilmente quell’attenzione che si occupa soprattutto dei processi terreni dell’esistenza.
4. Quali pensieri scorrono qui nella consapevolezza! Essi vengono e vanno come aggrada loro, e molti di loro ottengono con il tempo un tale potere sulla personalità bassa, che questa obbedisce incondizionatamente, alle insinuazioni tentatrici, seducenti e lusinghiere, che sono incomparabili con la vibrazione d’Amore del cosmo, perché proprio l’ego non è abbastanza sveglio per respingere dei pensieri disamorevoli.
5. Perciò un uomo può diventare così schiavo di certi pensieri, oppure, tramite la partecipazione dell’organo uditivo interiore, la parte spirituale dell’ego, diventare padrone e maestro dei suoi pensieri e desideri.
6. Nella conoscenza della forza guaritrice della vibrazione manasica, i pensieri diventano dei servi fidati che adempiono in modo ubbidiente l’Amore del Padre. Sul loro venire e andare, comanda poi la partecipazione dell’ego che si sforza di diventare ‘uno’ con la parte materiale dell’uomo. La perfetta unione dell’ego con la parte mortale del nostro stesso essere, conduce a un’inesprimibile delizia sapendo di essere diventato un ‘figlio del Padre’.
7. I pensieri sono perciò delle forze da non sottovalutare, i cui effetti, a seconda con cui l’attenzione dell’ego prende parte ai pensieri, possono causare delle conseguenze buone oppure svantaggiose.
8. Il potere ingannevole della natura, che opera come illusione – come ‘Maya’, ossia ‘la madre dei mondi’, anche come ‘Isis’ secondo gli insegnamenti della sapienza egiziana, e secondo la confessione cristiana come ‘oscurità’ – esiste nell’involucro delle forze spirituali del cosmo, per creare i contrasti della vita che conducono all’auto consapevolezza.
9. L’esistenza terrena diventa così la tentatrice dell’ego, e questo, fino al momento in cui esso riconosce la realtà. Ogni misticismo è un cercare la realtà della vera vita di un ego che presagisce, che non è ancora pienamente risvegliato. Trovare questa vita nell’inganno e riconoscerla spiritualmente nell’essere stesso, è il frutto della pur riconosciuta necessità dei contrasti proceduti per questo dal cosmo. L’uomo che riconosce la luce, vede entrambi: l’illusione e la realtà, e quando vede spiritualmente la via che conduce alla conoscenza, comprende che il misticismo su questa via è un accompagnatore che ha tenuto sveglio in lui l’Onni-Amore, finché questo festeggerà in lui stesso la resurrezione. Lo stesso riguarda anche le confessioni religiose e la fede in esse.
10. L’uomo che osserva la realtà, che forma ogni pensiero tramite l’ego ascoltando nell’interiore e poi segue l’amorevole voce del Padre, è nella luce perfino quando all’intelletto umano inferiore non appare rosea la via indicata dall’ego. L’uomo d’intelletto nella sua illusione non può perciò comprendere del tutto l’uomo spirituale, e sovente è incline a considerarlo un fantasioso. Il mondo dei pensieri dell’illusione e della realtà sono proprio così differenti come il perituro e lo spirito che lo muove, che nella coscienza dell’ego rivelano l’Amore e la Sapienza.
11. Perciò non dimentichiamo mai nell’evocazione dei pensieri, ciò che questi determinano per la nostra vita con il valore della realtà, solo quando vengono accettati dal nostro ego stesso mediante la coscienza in noi tramite il proprio giudizio, e solo allora diventano obbedienti alla volontà d’azione.
12. Un’azione causata da moti egoistici, da passioni di una vita d’indomito istinto, è sempre la causa della sofferenza e un caos di pensieri inutili che aggravano il produttore e lo rendono inidoneo per una contemplazione spirituale più elevata. Perciò simbolicamente il nano Alberico è come mistificazione, il custode dell’amore e della sapienza, che può rivelarsi secondo la grandezza dell’altruismo, e può rivelarsi allo spirito non aggravato attraverso la vibrazione d’amore della vibrazione manasica secondo le leggi immutabili della vita, così da poter oltrepassare i limiti dell’intelletto umano legato terrenamente. Qui si separano i mondi del pensiero e non s’intendono tra loro, perché uno è aggravato, l’altro non lo è, e non si identifica più con l’esistenza terrena.
14. Da ciò vediamo del tutto chiaramente e inequivocabilmente, quanto sia importante per la nostra vita, a formarci in ogni caso un proprio giudizio ed evitare possibilmente di renderci dipendenti dal giudizio estraneo.
14. L’auto conoscenza è perciò solo possibile sulla via nel trovare da se stessi il giudizio dell’ego. Questo viene accelerato attraverso il sapere dell’Onni-Amore, che può essere ottenuto pure soltanto attraverso l’ego.
15. L’amore attivo crea pensieri dell’esternazione e tali dell’altruismo; esso è beato dalla delizia della felicità dell’esistenza ultraterrena nella purezza della sua dedizione, così da diventare consapevole nell’ego, e influenzare benevolmente le vibrazioni dell’Onni-Amore e riconoscerLo.
16. Come nelle personalità di qualità morali che creano artisticamente, così anche l’amore attivo si trova quasi sempre inconsciamente nella vibrazione dello Spirito e dell’Amore dell’Onni-Amore, e percepisce come presagio le delizie della beatitudine dell’esistenza. Rendere sapiente questo presagire, è il compito prevalente di questo scritto, i cui pensieri – ricevuti dall’ego dal mondo della realtà, e del comune sperimentare di spirito e corpo – vogliono essere indicatori della via. Questi pensieri sono perciò, nel loro significato fondamentale, non il prodotto dello scrivente, ma provengono dall’origine dell’Amore sapiente, e vengono trasmessi in questo amore.
17. In vista della comprensione del significato cosmologico del Giorno del Giudizio e degli effetti della vibrazione manasica – che poi diventerà un’evidente esperienza per tutti gli uomini – la spiegazione di Gesù è istruttiva e diventa comprensibile attraverso il senso delle indicazioni scritte qui.
18. Nel 17° capitolo del Vangelo di Luca i discepoli di Gesù sentono parlare dell’ultimo tempo e che in quel tempo, «…uno sarà preso, l’altro abbandonato». E a questa risposta, essi riprendevano: «Signore: dove?». Ma Egli disse loro: «Dov’è la carogna, là si radunano le aquile!»
19. Quest’espressione si riferisce all’ego che in quel Giorno assumerà una caratteristica raggiante, oppure, in mancanza di maturità, rimarrà non ricevibile, perché è logico che nell’universo risplenderanno solo quei pensieri che si trovano nella vibrazione d’amore della vibrazione manasica.
20. Con ‘carogna’ (il perituro e il marcescibile), Gesù descrive le faccende terrene dell’esistenza con le quali l’uomo s’identifica quando considera solo i fenomeni fisici sensuali della vita come unica vera esistenza. L’aquila sono i pensieri che in una tale considerazione della vita non hanno parte alcuna all’avvenimento cosmologico dell’involucro luminescente dell’ego, e perciò diventeranno il motivo per cui un tale uomo non sarà accolto dall’irradiazione.
21. Questo lo ha presentato anche Gesù come dimostrazione della luce nella vita reale, cosicché la vita dei pensieri dalla parte spirituale per la crescita dell’ego deve essere considerata proprio come quei pensieri che devono occuparsi con le esigenze terrene del corpo perituro. Perciò è necessario essere i dominatori dei propri pensieri per poter dare soprattutto solo a questi l’attenzione, per non pregiudicare la felicità dell’esistenza.
22. Un uomo che vuole seriamente che dei pensieri disamorevoli – per quanto siano inutili e procedano dalla vita personale, egoistica, e non dall’ego stesso – debbano abbandonarlo, sarà sorpreso quanto facilmente essi si lascerebbero respingere. In certe situazioni della vita si libera l’ego dalle catene dell’illusione e così ci si può occupare più chiaramente con la parte spirituale dell’essere e guidarlo lentamente alla realtà dell’esistenza vivente
23. Quanti uomini concedono di ospitare pensieri inutili, e sono disturbati perfino di notte da tali pensieri, e spesso ne soffre notevolmente lo stato di salute. Mentre dei pensieri altruistici causerebbero solo uno stato di soddisfacente, di riposo, di contentezza, che sarebbe in armonia con la vibrazione d’amore dell’universo.
24. Nonostante, in effetti. è di fondamentale importanza la sorveglianza dei pensieri, no soltanto al fine del nostro benessere fisico – e in tal modo anche per la formazione di un proprio giudizio dell’essere dell’ambiente – ma per comprendere in genere la partecipazione spirituale della nostra coscienza che vive nell’ego.
25. Quanto minima sia in effetti questa partecipazione dell’ego nella vita terrena, e quanti pochi sforzi vengono fatti dall’umanità a fine di rendersi conto delle leggi terrene e spirituali e i loro effetti, lo dimostra da solo la circostanza che secondo la rivelazione tramite Lorber (confr. il cap. 14) ci sono 144.000 uomini di Dio, sulla fronte di costoro sta scritto il Nome “Padre”. Sono uomini che hanno conquistato la totale maestranza sulla vita dei loro pensieri nell’amore e nella sapienza, e i cui involucri dell’ego risplenderanno grandemente in modo ultraterreno nel Giorno del Giudizio, come tabernacolo di Dio. Questi 144.000 nello spazio di tempo di 10.000 anni sono proceduti dall’oscurità come figli o avatar, e attendono, eccetto pochi che attualmente hanno un corpo terreno nelle diverse sfere delle condizioni d’esistenza, il ‘Giorno sia con noi’. Essi non sono macchiati con femmine, perché amano di più il Padre, che una donna, il che non esclude che possano condurre una vita in comune con una partner nello stesso spirito.
26. Dato che tra breve la nostra Terra deve passare nuovamente nel cosmo sotto i fenomeni già menzionati, che a tutti gli uomini diventerà evidente la vibrazione manasica, diventa evidente anche la promessa secondo la quale viene annunciato l’eterno Vangelo (Ap. 14,6)
27. Gesù descrive questo eterno Vangelo come unica testimonianza; esso è, come già detto, la conoscenza dell’amore e della sapienza nel loro concetto di reciproca appartenenza, che solo l‘ego può comprendere.
28. In retrospezione al repentino spazio di tempo nell’oscurità che sta per finire, poiché in 10.000 anni solo 144.000 anime avranno conquistato la figliolanza, risulta il fatto che ogni sette anni dalla vita terrena procede un solo figlio che adempie quelle caratteristiche che il Padre ha rivelato nel Suo Amore, quando i pensieri dell’uomo seguono la voce della coscienza del suo ego.
29. Se pensiamo che la Terra viene popolata da miliardi di uomini, allora per nostra propria vergogna dobbiamo constatare che un tale risultato è più che minimo, e ci parla come una muta accusa che rende comprensibile le Parole di Gesù: «molti sono chiamati, ma solo pochi vengono eletti», e riscattati.
30. Di conseguenza, molte anime che saranno accolte dall’irradiazione, rimarranno ancora nelle debolezze della vita dei pensieri quando si adempirà l’atteso grande Giorno.
31. Se consideriamo da questo campo visivo spirituale – il monte sul quale stanno i 144.000 – il tempo della tribolazione che precede il Giorno del Giudizio, questo ci appare in effetti come l’ultimo tempo lasciato all’umanità nella consapevolezza della riflessione interiore di tutte quelle anime che attraverso l’introspezione sono ancora da conquistare per l’evento del grande Giorno. Le cifre dell’ultimo tempo della crescente popolazione di tutta la Terra non è un caso, ma questo aumento del numero degli abitanti è una grazia per tutti coloro che durante il tempo dell’illusione oppure dell’oscurità sono rimasti indietro negli sforzi di raggiungere l’onda vibratoria della vibrazione.
32. Nella comprensione dell’amorevole vibrazione che colmerà il cosmo, che ci sarà rivelata biblicamente come l’effusione dello Spirito Santo, tutti i pensieri che riguardano sia la vita fisica sia quella spirituale, saranno per così dire messi su un nominatore, e poi agiranno con il minimo impiego di energia. Dobbiamo solo porre l’ego all’ascolto e alla chiamata (preghiera) dall’assenza di partecipazione nella cooperazione dell’esistenza fisica alla somma istanza del nostro giudizio, per constatare questo dato di fatto.
33. Un giudizio colto da una fonte estranea, rappresenta i pensieri chiamati all’effetto, nella cui formazione il proprio ego non ha preso parte. Perciò non possiedono nemmeno la forza di una nostra convinzione interiore, quindi sono inutili e, nella loro ulteriore diffusione, sotto determinate circostanze, ciò significa un’inutile unica dispersione di forza spirituale e fisica, perché ogni pensiero è già energia.
34. Da tutto ciò si comprende quanto sia necessario mettere il nostro intelletto umano e la comprensione del giudizio sotto la funzione spirituale dell’ego ed esaminarlo da se stesso attraverso l’organo uditivo interiore. Una tale conoscenza nella vibrazione spirituale, diventa una forza sempre più spirituale, come anche fisica, dello sviluppo creativo di un modo di vivere predeterminato, in modo tale che con il minimo sforzo del pensiero, crea di più, in colui che non si preoccupa della funzione secondo la legge naturale della vita dei pensieri.
35. Attraverso la non osservanza della partecipazione dell’ego nella vita dei pensieri, nell’umanità sono stati eretti dei muri di pensieri che nella loro grandezza e dimensione del pensare hanno contribuito poco nell’illusione di impedire una condizione di afflizione che non ha ancora raggiunto il suo stato più basso.
36. Non dipende da ciò che pensiamo, ma come pensiamo!
37. La volontà dell’ego che attraverso la coscienza fa che noi percepiamo in noi stessi, corrisponde all’Amore dal quale è proceduta ogni vita. Questo Amore pulsa come vibrazione rivelata attraverso l’intero universo, ed è lo Spirito santo e guaritore nella vita corporea dell’intera umanità, è la luce che splende nella tenebra!
38. Chi segue mentalmente la volontà dell’ego nella propria ricerca del giudizio, comprende la vibrazione d’amore descritta qui scientificamente, che come una magnifica sinfonia spirituale dalla melodica bellezza, crea delle delizie spirituali che percepiamo là dove il nostro amore diventa accessibile per puri pensieri, e che perciò, nel mondo, possono anche creare solo pietre miliari di prestazioni geniali, davanti alle quali stiamo in una tale conoscenza d’ammirazione, quando le osserviamo secondo questo punto di vista.
39. La volontà dell’ego è perciò Volontà divina!
40. I pensieri prodotti da questa conoscenza seguono per amore corrisposto all’Onni-Amore la Legge della Creazione secondo i dieci Comandamenti dello Spirito guaritore, e il sapiente, per amore, non rattrista più il Padre.
41. Con questa riflessione gli sforzi e l’aggravio dell’animo decadono (coraggio di vivere), perché l’animo è predeterminato a percepire le delizie spirituali dell’esistenza, da cui fluisce il coraggio per la vita che consiste nel riconoscere l’Onni-Amore. I pensieri che sorgono da un tale modo di pensare, essendo purificati sotto la partecipazione dell’ego, operano in sé con il minimo impiego di energia, e nello stato beatificante del riposo pacifico, sono la fonte della forza delle prestazioni creative della massima qualità spirituale.
42. Secondo Stosch (1912) le ispirazioni sono le dirette immissioni di rivelazioni divine, in particolare quelle bibliche, considerate come inspirazione dello Spirito Santo.
43. Ogni ego, che risveglia alla vita l’organo uditivo interiore dello spirito, in un serio sforzo verso la vibrazione d’amore nel cosmo, si trova intanto in uno stato spiritualizzato di elevata felicità d’esistenza. Da questo stato si sviluppa poi lentamente il deliziato se stesso nella vibrazione dello spirito della vibrazione manasica, la quale rende ricettivi gli organi della favella interiore, la consapevolezza delle percezioni che crescono molto al di là dei confini del sapere intellettuale umano.
44. Nelle personalità con uno spiccato talento artistico dalle qualità spirituali di un’originalità auto-creativa, avviene sovente in modo inconscio – molto spesso in uno stato di entusiasmo – e in particolare nelle opere musicali, dove, dalla vibrazione del tono, è possibile riconoscere quanto intensamente lo spirito dei compositori creativi viene mosso grazie alla vibrazione manasica.
45. In questo movimento dell’animo (coraggio per la vita) si sviluppa la prescritta possibilità secondo la legge della natura, secondo la Volontà divina, nella vita dei pensieri non aggravati di ricevere ispirazioni, chiamando tutte le personalità creative delle belle arti e letteratura ad attività animata e le colma sovente in modo tanto intenso, che in ciò gli interessi materiali vengono considerati come cose secondarie alla vita.
46. Inspirazioni, insufflazioni di tal genere fanno entrare lo spirito umano – distaccato da pensieri, materiali, legati terrenamente – in mondi mentali superiori di belle armonie, spirituali, da cui fluiscono intuizioni e ispirazioni interiori come rivelazione vivente della vera vita dell’unione di spirito e corpo. Nel campo visivo spirituale di una tale esperienza, tutta l’esistenza terrena appare come una rivelazione unita all’amore e alla sapienza.
47. Tuttavia, non solo la trovata del suono delle creazioni musicali ci apre la comprensione del vibrare e suonare dell’onni-soffio dell’Amore, il cui ritmo ci porta più vicini alla comprensione della vibrazione manasica, ma anche rare opere d’arte della pittura ci fanno riconoscere fin dove questa vibrazione d’amore nella meditazione religiosa del creare sia persino l’esperienza dell’artista stesso.
48. La dimostrazione di una tale esperienza interiore è il pittore italiano Pompeo Batoni[9], nato il 5 febbraio 1708 a Lucca, morto il 4 febbraio 1787 a Roma. Esporre tra le sue opere è ‘lo sposalizio di Amor’, che con una contemplazione sensibile, sotto l’osservanza della necessaria predisposizione spirituale, si riconosce in esso un amorevole vibrazione.
49. Il quadro, nell’originale, mostra dal centro fino agli angoli, delle diagonali incrociate, tre mani che stanno in relazione reciproca. Due di queste mani sono da considerare puramente spirituali, quelle di ‘Amor’ come simbolo dell’amore, che come simbolo del patto tiene pronto un anello per infilarlo, e la mano di un angelo che come simbolo della luce sostiene la mano di colei che sta per sposarsi, mentre l’altra sua mano tiene la fiaccola della luce, che nella luce deve illuminare il patto da concludere, se il grande amore deve affluire nella piena bella forza spirituale. La mano sinistra di Amor chiude il contatto per una tale felicità d’amore, tenendo la mano destra di colei che sta per sposare.
50. Nella vergine che si sta sposando il pittore simbolizza l’umanità. L’angelo che volteggia sulle nuvole a destra del quadro, dalla sua bocca insuffla le potenze ultraterrene all’uomo che – nell’amore e nella luce – conclude un patto, la delizia spirituale come ispirazione dell’amore sapiente, solo come tale è motivata la vera felicità della vita nella gioia dell’esistenza non offuscata.
51. Come per rafforzare il dato di fatto, nei cocchi di Amor non sono visibili delle frecce, che potrebbero ferire un patto concluso su una tale base.
52. L’arco rilassato di Amor si trova a sinistra del quadro nella mano di una figura femminile che è seduta su un carro entrato su una nuvola, la cui mano tesa vuole rappresentare la libera volontà simboleggiata da una coscienza non aggravata. Il carro stesso come espressione di pace viene tirato volteggiando da una coppia di tortore e il maschio guarda in alto in aspettativa alle mani rappresentate al centro del quadro, che vogliono sigillare questa pace d’amore interiore nell’amore e nella luce.
53. L’intera armonia del quadro multi cromatico ha già un effetto elevante, il contemplatore viene rallegrato di più per la maestosità del senso spirituale, che qui è stato donato al mondo postumo dal pittore Batoni come una vera esperienza della sua anima. L’insufflare dell’ispirazione è riprodotto qui in questo quadro sotto l’osservanza delle condizioni spirituali secondo la legge della natura nella bellezza della forma perfetta.
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La religione in India
1. L’India, è il Paese che alleva ancora dei maestri e yogi nel ritiro dell’auto contemplazione secondo un’antica tradizione, e ricevono dei tesori spirituali di conoscenza secondo l’esempio storico, anche se spesso non sono compresi dai paesi di cultura occidentale. In questo Paese si è affermata una contemplazione religiosa di chi rinuncia al mondo – una tradizione quasi intoccata dalle influenze della civilizzazione occidentale, la quale, avvantaggiata dal clima e dalla formazione più semplice, cura delle necessità di vita nella natura della via intrapresa dell’auto consapevolezza, che è da considerare diversamente da quella dell’occidente.
2. Gli insegnamenti di sapienza indiana aspirano al totale dominio del corpo, alla conoscenza, mentre le istruzioni cristiane annunciano il divenire uno con l’Onni-Spirito, spiritualmente e sotto l’osservazione dell’amore. La via per la conoscenza dell’eterna luce, che nel religio indiano conduce dal basso verso l’alto, diventa nelle istruzioni cristiane una questione puramente spirituale.
3. Entrambe le contemplazioni, come lo dimostra in chiari pensieri la dottrina dei Veda, conducono a far comprendere che l’ego viene trattenuto nel mondo ingannevole dell’irrealtà, da cui non risulta nulla di vero e di reale, finché si riconosce che è una componente immortale, imperitura dell’Onni-Spirito.
4. Queste contemplazioni si completano perfettamente e in modo indiscusso in vista della via intrapresa, in modo che nel calcolo del tempo cristiano si sono reciprocamente ben fertilizzate in modo spiritualmente bello ed hanno promosso la comprensione del vero senso e scopo della vita.
5, Se in India cerchiamo delle tracce belle, spirituali, come risultato della vibrazione manasica qui spiegata, allora riconosciamo nella lingua del Sanscritto nell’anandamaya kosha l’involucro del se stesso deliziato come componente dell’anima spirituale, mediante la quale trasmettere consciamente oppure inconsciamente la vibrazione d’amore nel cosmo, la beatitudine dell’esistenza che nell’esclusione di tutte le funzioni corporee rende gli yogi capaci di ricevere le ispirazioni più sublimi.
6. Presso le devadasi[10], le danzatrici indiane del tempio, la dedizione dell’estasi divina procedente dall’ego è un movimento di danza del tutto naturale che rappresenta la letizia interiore e la delizia percepita in ciò nel modo più puro nell’arte della danza in genere. L’approfondimento mistico dell’essere sprofondati in sé – rapiti nella percezione sensuale-erotica – diventa qui un movimento d’espressione della grazia più sublime che supera di gran lunga le danze d’arte di altro genere e anche i balli di società.
7. Con il ritmo della trovata del suono si uniscono i movimenti interiori con una meditazione fluttuante unite nell’ego, comparabile, nell’esistenza, a una percezione di delizia beatificante. In ciò la concentrazione della danza è rivolta semplicemente alla dedizione più grande possibile, al divino in movimenti vivi fino a formare una vicissitudine terrena. Questo è certamente l’effetto più puro che la vibrazione manasica dell’onni-vibrazione è in grado di esercitare sull’arte della danza.
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Il cristianesimo abbraccia tutte le religioni, tratta dell’Amore, la Pietra angolare, la voce di Dio: Gesù!
1. Le più antiche dottrine della sapienza indiana considerano l’Onni-Spirito come l’indivisibile Brahman, che si rivela nella molteplicità della vita. Questo Brahman (Brama) nel suo effetto è infinito ed eterno. Nella sua perfezione è l’Unità divina.
2. Da questa Unità è proceduto l’ego dell’uomo, il quale è predestinato innanzitutto a raggiungere come puro essere spirituale la conoscenza onni-comprendente, universale.
3. Nello stato della Creazione originaria, l’ego è ignaro della rivelazione della Creazione materiale. Solamente quando secondo le Leggi spirituali dell’universo, esso scende nella sostanza del mondo materiale e si riveste con i corpi degli stati di coscienza che esistono al di sotto della sua vera Patria, ed è in grado di accogliere la conoscenza della molteplicità delle forme dell’esistenza.
4. Dato che il Brama come onni-Spirito è Tutto in tutto, allora anche l’ego proceduto da questo Spirito non è una parte dello stesso, bensì è l’intero Brama indivisibile stesso, da cui risulta che l’ego nello stato di una incarnazione possiede tutte le caratteristiche di un essere consapevole, nell’Onni-Spirito.
5. Non conoscere il vero destino dell’uomo non è un semplice ammanco di un talento magari non previsto, bensì una colpevole omissione di riflessione. Le conseguenze sorte da una tale omissione creano la sofferenza del mondo, per cui anche per questo motivo l’uomo stesso ne è responsabile.
6. Finché l’uomo non si rende conto di questa portata, finché non si subordina riconoscendo il suo destino divino nell’esistenza terrena, egli rimane ignorante, e così non sa cosa potrebbe sapere e cosa non dovrebbe pensare o agire secondo una conoscenza migliore.
7. Quando l’ego ha dato talvolta il motivo per un’incarnazione e si allontana dalla sua Patria originaria, dalla luce, nel potere avvolgente della natura, deve dimorare in quest’oscurità finché ne trova la via d’uscita che riconduce alla sua origine. Questa via può essere trovata solo tramite un’auto consapevolezza proceduta da un’auto contemplazione spirituale, e quanto più un uomo vive a fondo una tale conoscenza spirituale, tanto più si libera dal potere ingannevole della natura.
8. Nella misura in cui l’ego si rende conto di questo dato di fatto, conquistando il dominio sui portatori coordinati della coscienza, allora i pensieri, le idee, i desideri e le brame che producono un azione, corrispondono anche agli abiti che indossa l’ego quando procede sulla via rendendosi conto dell’immortalità nell’esistenza terrena, e in questo modo trova la sua destinazione divina.
9. In India i ricercatori della luce percorrono la via in questo sforzo di subordinare il corpo terreno ai suoi desideri e brame, così come i pensieri che ne risultano, alla volontà superiore dell’ego, e renderli obbedienti a questa volontà. Pertanto, questa via dell’auto contemplazione conduce dal basso verso l’alto e, com’è generalmente noto, anche alle facoltà animiche, che in ciò gli yogi sono in grado di sviluppare naturalmente. L’Hata-Yoga ha lo scopo principale di trasportare il corpo così perfetto, in uno stato di calma, come se il suo possessore non lo possieda affatto.
10. Determinati esercizi per la rinuncia, conducono anche a far tacere temporaneamente i desideri e le brame attaccate all’esistenza fisica, come anche tutti i pensieri che procedono dall’irrequietudine, perché solo nella calma perfetta si può raggiungere il più profondo approfondimento di sé, da cui sono da intendere i miracoli che degli yogi veramente credibili possono produrre e che noi uomini di cultura della civiltà occidentale comprendiamo troppo poco. La maturità più alta in una tale educazione conduce alla definitiva meta del dominio della vita terrena, il che consiste nella consapevole esperienza di una beatitudine esistenziale; cosa che non viene compresa nell’occidente, per il fatto che la curiamo troppo poco secondo le Leggi spirituali della vita.
11. Se dopo questa breve panoramica osserviamo l’insegnamento originario della sapienza, allora devieremo poco dall’insegnamento di Gesù, solo per ciò che riguarda l’istruzione cristiana nel suo messaggio d’amore, affinché si possa percorrere la via dell’auto consapevolezza dall’alto verso il basso, e perciò si pretende l’esame dello spirito. Un tale esame conduce anche al dominio dello spirito sui fenomeni sostanziali della vita e della disciplina del corpo e dell’anima.
12. La conoscenza dello Spirito Santo porta alla comprensione di tutte le conoscenze religiose note, alla conoscenza dell’amore rivelato in esse e al sapere della coscienza nella quale la voce, ovvero la Parola dell’Onni-Spirito mediante la vibrazione manasica, diventa una comprensione viva. In effetti, in questo modo tutte le confessioni religiose del mondo diventano un’unica testimonianza dell’Amore e della Parola che è in ogni vita fin dal principio della Creazione.
13. La nostra filosofia conosce attualmente soltanto che abbiamo una coscienza ammonitrice e giudicatrice. Questo sapere da solo non è sufficiente, per spiegare l’alto compito che chiarifica veramente solo il vero senso di tutte le istruzioni religiose e che consiste nel sapere in quale rapporto sta generalmente la nostra coscienza verso l’universo e verso la vita.
14. Il Giorno del Giudizio all’ingresso del nostro sistema solare nella zona del raggio cosmico, questa coscienza come organo d’espressione dell’ego, non diventerà solo il futuro mezzo di comunicazione durante il tempo della glaciazione e dell’atmosfera della Terra trasformata in luce, ma un fatto della legge naturale che deciderà sull’ulteriore vita di ogni singolo uomo.
15. In sé, è la voce del tuono che viene menzionata nella Sacra Scrittura e che finora non abbiamo ancora compreso, il che, tuttavia, renderà chiara con abbastanza insistenza al campo visivo dell’occhio spirituale la perplessità del tempo presente e la sofferenza che ne andrà di pari passo.
16. Da tutto ciò vediamo chiaramente quanto sia importante considerare come espressione molto importante della vita, conoscere la nostra coscienza tramite la quale passa ogni religio (istruzione) in seguito all’ispirazione tramite la vibrazione d’amore del cosmo. In una coscienza aggravata, l’Amore come forza vivente della vita, come effusione dell’Onni-Spirito, non può riversarsi.
17. Gli insegnamenti di Gesù, dopo una coscienziosa valutazione di una rivelazione spirituale del cosmo nel suo rapporto verso gli insegnamenti dalla sapienza indiana, sono i più ragguardevoli, perché formano la Pietra angolare verso le impronte di Dio in Egitto. Questa Pietra angolare incorona come un’amorevole rivelazione il Candelabro settuplo della Creazione del mondo come conclusione della settima sfera d’esistenza. Spirito e Amore come unità compatta, sono perciò inseparabili e delle correnti di forza eterne esistenti della vita, che conducono all’ultima e più sublime conoscenza dell’esistenza.
18. Secondo la visione cosmologica nel grande Piano della Creazione divina, ci troviamo direttamente davanti al dato di fatto che le impronte in Egitto, come la grande piramide, vogliono rendere comprensibile simbolicamente il regno dell’oscurità e la luce dell’ispirazione nello stesso linguaggio della coscienza, affinché quest’impronta diventi la muta pietra di memoria a sanzionare l’eterno Vangelo, in cui le necessità del tempo renderanno necessario cercare la pietra di conclusione che è stata rigettata.
19. Questo si realizza letteralmente vero nel momento in cui noi andremo incontro in breve tempo alla trasformazione della nostra Terra. A tutte le religioni e confessioni del mondo manca l’ultima conoscenza della consapevolezza e dell’amore, come in verità, l’ha annunciato Gesù quando disse: «Non avete mai letto nella Scrittura, della pietra che i costruttori hanno rigettato, che è diventata pietra angolare? Questo fu fatto dal Signore, e ciò sta meravigliosamente dinanzi ai nostri occhi» [Mt. 21,42].
20. Oggi i popoli della Terra cercano questa Pietra – la vibrazione cosmica di un Amore che abbraccia tutto – nonché la comprensione di questo, poco prima della conclusione di uno spazio di tempo di quasi 10.000 anni dopo l’ultima vita cosmica nell’irradiazione della luce primordiale dell’universo, in cui ora devono entrare di nuovo per riconoscere con evidenza la rivelazione di questo Amore.
21. La Parola, la voce della nostra coscienza, esistendo fin dal principio della Creazione e istruendo ogni singolo uomo nell’amore, diventa un fenomeno splendente dei pensieri; La capanna di Dio è il nostro ego immortale, diventa visibile nelle condizioni naturali mutate, perché avvolge il nostro corpo. È la luce che splende anche nell’oscurità e c’è fin dal principio primordiale della Creazione.
22. La voce di tuono che parla a noi nascosta nella coscienza, è la voce del Padre. Se l’ascoltiamo dentro di noi, allora quell’Amore affluisce nella nostra vita, la colma con la forza della vera e perfetta gioia dell’esistenza. L’involucro come rivelazione del raggio nel Giorno del Giudizio è il nostro ego o essere imperituro, eternamente esistente e immortale, che dopo molte incarnazioni deve assumere una forma terrena, finché attraverso l’auto consapevolezza ritrova l’Amore del Padre e riceve attraverso questo Amore, la perfetta Sapienza.
23. La croce ansata[11] vuole dimostrare questo processo dell’immersione dell’ego nello stato dell’esistenza terrena, mentre l’ansa rappresenta simbolicamente l’ego, il tronco trasversale, la separazione della luce dalla tenebra, e il tronco verticale portante il palo, la discesa dell’ego nell’oscurità.
24. Come perle allineate su una corda, sono le esperienze nell’ego di molte vite terrene che esso ha già vissuto nel corpo terreno, e per molti uomini terreni la vita terrena attuale è una delle perle più preziose, immersa nell’oscurità, affinché in pochi anni il suo valore venga misurato nell’irradiazione della luce originaria, e questo, secondo la misura dell’amore da cui è proceduta.
25. Quando l’ego si trova nello stato dell’incarnazione terrena – nonostante la sua Patria rimanga eternamente nella luce originaria – allora può trovare influenza sull’intelletto umano solo attraverso la voce della coscienza. Se però l’intelletto egoistico è chiuso verso questa coscienza, allora si chiudono anche i canali dell’Amore e della Sapienza, che possono illuminare l’intelletto umano e farlo diventare uno con l’ego.
26. Questi canali si aprono all’uomo che comprende nello stato dell’auto consapevolezza mediante l’ispirazione, in seguito alla vibrazione manasica che vibra nel cosmo infinito come respiro di Dio. Quello che nella beatitudine del percepire l’Amore del Padre e ciò che si desidera altruisticamente si chiede a Lui, può diventare così un esaudimento spirituale, libero dalla sofferenza mediante la contemplazione spirituale dei dieci Comandamenti della vita, i quali non aiutano alla guarigione solo l’intelletto di un corpo marcescibile, ma percettibilmente l’ego che anima questo perituro.
27. Perciò in questo stato dell’immersione dell’ego nella vita terrena sono possibili delle cose che sono solo per l’ego, sveglio dei processi naturali secondo la legge nell’unione con l’intelletto, che però non si può spiegare ulteriormente in modo semplice all’intelletto chiuso.
28. Tutte religioni del mondo si sforzano in modo serio di condurre l’umanità sulla retta via della conoscenza, avendo per meta finale il divenire ‘uno’ dell’intelletto con l’ego. Questa via è l’auto consapevolezza, e ogni religio (istruzione) passa attraverso la coscienza di ogni uomo, nell’amore corrisposto verso il Padre che lo ha creato. Questo amore corrisposto è molto importante, perché trasporta l’ego nella vibrazione dello Spirito Santo onnipresente nell’universo, attraverso il quale soltanto è possibile l’intesa con il Padre. Gesù ci ha trasmesso la rivelazione dell’Amore, e il suo eterno Vangelo è la Lingua del Padre, che è in ogni essere umano che Lo voglia ascoltare.
29. Il solo semplice sapere d’intelletto erige delle barriere di pensieri in cui l’ego si racchiude, e perciò non può giungere alla rivelazione della vita perfetta. Quante vite terrene avrà già vissuto in una tale restrizione, senza contribuire alla sua esperienza più elevata?
30. Tutto questo vuol dirci anche la croce ansata e ancora qualcosa di più, perché forma la contemplazione fondamentale per l’edificazione della grande piramide in Egitto.
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- figura 4 -
La grande piramide di Cheope
1. Il reale significato della grande piramide è rimasto nascosto agli egiziani fin nell’ultimo tempo, proprio come il vero significato della croce ansata. Nelle considerazioni religiose sottoposte a differenti cambiamenti, il culto del Sole è rimasto al primo posto. L’ego non viene menzionato da nessuna parte nelle registrazioni dei papiri. Eppure, i costruttori della piramide conoscevano precisamente il simbolo della croce ansata e l’hanno posto alla base dell’opera.
2. Della reincarnazione dell’ego, al tempo della costruzione della grande piramide, ne erano al corrente solamente i maestri in India, e da lì deve perciò procedere l’influenza che la croce ansata ha trovato in Egitto, perché nell’uso della lingua degli antichi egizi questa parola significa ‘vita’ e si trova come geroglifico fino alla dismissione della scrittura con i geroglifici.
3. La piramide di Cheope descrive questa vita nelle camere e nei corridoi, il che coincide anche perfettamente con la sapienza originaria dei maestri indiani. Che Cheope fosse un maestro della conoscenza della vita risulta dal fatto che ha fatto imprimere le sue insegne nelle cinque camere superiori più piccole che si trovano al di sopra della camera regale. Queste camere simboleggiano l’idra, ovvero la capacità di percezione spirituale dell’ego, il gradino più alto della conoscenza umana.
4. Il costruttore ha dedicato la grande sala della piramide all’auto consapevolezza dell’ego. Le pareti laterali sono costruite da sette strati di pietre sporgenti, che rappresentano i setti stati d’esistenza, i quali coincidono anche biblicamente con le sette braccia dei candelabri. Tutt’intorno nel terzo strato di pietra della grande sala si trova una giuntura. Questa giuntura è nel rapporto con il simbolo della croce ansata e fa notare il significato del tronco trasversale della stessa, per cui i cinque organi dei sensi corporei dell’intelletto nell’oscurità, e nell’illusione, sono da discernere dai cinque sensi spirituali dell’ego. Gli ultimi si riferiscono agli stati d’esistenza dell’ego che si trovano al di sopra della giuntura e della sua vera Patria. Gli stati dell’esistenza che si trovano al di sotto della giuntura corrispondono all’evidente mondo terreno dell’intelletto, delle brame e desideri e dell’esistenza fisica. Perciò la giuntura separa nel terzo strato di pietre – i quali raffigurano il pensare – i pensieri in coloro che appartengono al mondo terreno e quelli che hanno per l’ego un valore permanente.

- figura 5 -
5. Con ciò la giuntura indica il potere avvolgente che consiste nell’oscurità, come dell’esistenza peritura dell’illusione, e allo stesso tempo annuncia il messaggio confortante che c’è ancora qualcosa al di sopra della giuntura, che pone l’ego ancora davanti a dei compiti spirituali più elevati della conoscenza dell’amore, quando è ricolmo di sapienza che la camera regale vuole simboleggiare.
6. L’immagine aggiunta a queste spiegazioni mostra la diagonale attraverso la grande sala, il che corrisponde anche alla progettazione dell’edificazione della piramide, spiegato ancora più precisamente.
7. Dapprima deve essere indicato quale significato ha davvero il geroglifico ‘vita’ nella forma d’espressione della croce ansata per questo testimone di pietra.
8. La supposizione di alcuni egittologi, che i due canali d’aria che terminano nella camera regale siano previsti per motivi religiosi e che abbiano un determinato significato, è giusto. Questi canali d’aria sono una testimonianza dimostrativa della vibrazione della vibrazione manasica che percepisce l’amore in cui si trova l’ego desto quando ha raggiunto l’alta maturità di avere la comprensione per la camera regale come auto consapevolezza e conservarla in eterno per la futura vita.
9. Questi canali d’aria collegano l’ego fisico con la Creazione della luce originaria, e per mezzo della vibrazione dello Spirito Santo dell’Amore seguono tramite essa le ispirazioni finora comprese così poco, per istruire l’intelletto legato alla Terra tramite la partecipazione dell’ego in modo illuminante della bontà e della grandezza del Padre mediante la Voce senza suono della coscienza.
10. Tutti questi segni ci parlano con la lingua muta del cosmo, come ispirazioni oppure come insufflamenti divini del tempo passato, che riportano nuovamente alla memoria il geroglifico vita com’è nella realtà. Questo conferma pure l’immortalità dell’ego che proviene dal Padre, affinché esso risorga in Lui alla vita indipendente. Per adempiere questo compito previsto, è temporaneamente ospite nel mezzo del corpo umano di questa Terra. Nel Giorno del Giudizio vedremo che siamo immortali, e contempleremo anche nei presunti defunti il loro ego, che è libero dal peso del terreno.
11. Da ciò impariamo dunque di sfruttare ancora i pochi giorni, che ci rimangono fino al grande Giorno della luce, per unirci in uno con l’ego nella conoscenza del messaggio dell’Amore dell’eterno Vangelo di Bontà e Sapienza divini.
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Lo Spirito dell’Amore è un dono del Padre
1. Quando lasciamo influire in noi lo Spirito dell’Amore che opera nell’universo con i pensieri purificati dell’ego nel consapevole amore corrisposto verso l’eterno Uno che ci parla nella magnificenza del silenzio, allora non si apre solamente l’orecchio interiore, ma in noi ci dischiude la bellezza dell’intera Creazione con occhi veramente vedenti in un’indicibile maestosità, perché quando l’intelletto egoistico si è liberato una volta dal mondo d’immagine e dei pensieri dell’esistenza peritura e sa dell’Amore da Cui è proceduto, allora l’ego afferra la delizia della vita reale.
2. Allora da una figura terrena verso l’altra non c’è più nessun altro amore che sia più grande dell’amore per il Padre, perché tutto ciò che l’intelletto umano crede di sapere dell’amore nel legame terreno, viene acceso tramite lo Spirito e tramite la Sapienza del Padre in Cui vive l’ego, e anche questo è solamente in grado di percepire la delizia spirituale dell’amore, perché è nel Padre, e il Padre in lui gli parla.
3. Quanta sofferenza nell’amore, nell’amore corrisposto tra gli uomini, si annullerebbe se sapessero e riconoscessero chiaramente che nessun mortale può dare amore da se stesso. Questo amore si può riversare nell’ego solo con dei pensieri puri, ma questo suo affluire con una delizia giubilante si interromperebbe subito nel momento in cui l’intelletto egoistico disturbasse con pensieri impuri l’armonia di questo Amore verso lo Spirito Santo. Chi esamina questo dato di fatto nell’auto consapevolezza, in ogni caso può convincere se stesso della luce quanto l’uomo è debole a donare questo amore ricevuto nello Spirito divino, oppure conservarlo in una costante vibrazione manasica. Questo è possibile solamente quando ci rendiamo conto che ogni percezione dell’amore è un dono del Padre datoci per formare in modo perfetto la vita e agire in modo auto creativo. È la felicità più sublime dell’esistenza, sapere di essere amati, ma questa è anche la sofferenza più amara, non sapere l’origine di un tale amore.
4. Realmente e veramente può amare quell’ego che aspira unicamente a essere uno con il Padre nella contemplazione dell’amore. Dove due uomini nel loro reciproco amore amano il Padre più di se stessi, solo allora c’è la certezza di un sincero amore che crea la delizia più sublime.
5. Se parliamo di tale amore del cuore, allora questo cuore è il giubilo battente dell’ego che dimora in esso e che fa pulsare in noi il sangue, diversamente con la sua delizia, di quanto sia il caso, dove l’ego sta accanto non partecipe. Non possiamo perciò aspettarci da nessuna persona un sincero amore, se nega lo Spirito Santo nell’universo, se vive costantemente con la sua coscienza in disaccordo. Qui ogni espressione dell’amore è l’illusione senza contenuto dell’intelletto legato alla Terra, creando sofferenza a se stesso e al mondo circostante.
6. Tu, uomo, che cerchi l’esaudimento della tua nostalgia d’amore in un’altra persona seguendo l’istinto originario del tuo ego nell’oscurità dell’esistenza terrena, sappi che tra i mortali nessun amore è più grande di quello del Padre che parla a te nella tua coscienza.
7. Il Padre indica la via in tutte le religioni del mondo attraverso i Suoi figli; Egli è in te stesso tramite la voce della tua coscienza. In tutte le lingue e presso tutti i popoli la coscienza attraverso l’Amore del Padre è perciò la lingua unitaria di tutti gli uomini, e in loro, anche la Parola che è fin dal principio come l’eterno Vangelo, il religio (istruzione) di tutte le istruzioni o religioni e confessioni.
8. L’eterno Vangelo di cui parla Gesù, che verrà insegnato nell’ultimo tempo come testimonianza prima della fine, non è perciò un nuovo insegnamento, ma semplicemente la conoscenza rivelatrice della quintessenza di tutte le religioni del mondo, cioè il fatto che la Parola che è fin dal principio, è la voce della coscienza in ogni uomo. Perciò la nostra coscienza è la bocca di Dio, e ogni Parola che passa da questa bocca, proviene dall’Amore del Padre e promuove quella comprensione che senza la cooperazione della coscienza non può essere riconosciuta la luce.
9. La luce consiste nel fatto che l’Amore e la Sapienza sono i concetti inseparabili della vita, e che la vita perfetta deve diventare Amore e conoscenza, affinché lo Spirito guaritore dell’universo possa diventare efficace in ogni vita.
10. Anche se questa luce diventerà sorprendentemente realtà nel Giorno del Giudizio, è necessario sapere innanzitutto che esiste un solo Dio che annuncia tramite la Parola l’eterno Vangelo in ogni singolo uomo che apre la sua coscienza a questa parola, affinché la luce dell’Amore illumini ogni conoscenza della vita.
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La Sfinge, ovvero: l’uomo-animale
1. La Sfinge eretta davanti alla grande piramide è stata compresa tanto poco nel suo vero significato, quanto la simbologia della croce ansata. Essa, nel suo linguaggio muto, ci dice: “Tat twam asi”, - “Questo sei tu!”
2. L’uomo che usa solo l’intelletto insufficiente, che non sa nulla della Sapienza dell’Amore dell’universo, somiglia all’uomo-animale che vive fino in fondo soltanto le basse brame e voglie. Il simbolo dell’animale, secondo le esposizioni della Sacra Scrittura, lo portano tutti quegli uomini, che seguono dei pensieri egoistici e che amano gli altri uomini più che il Padre. Tali uomini non possono sentire nessun amore che crea le inesprimibili delizie dell’Amore divino. Essi comprendono solo l’amore scimmiesco noto nel costume popolare, sia nella vita famigliare, sia nelle altre faccende dell’amore.
3. L’uomo che porta il simbolo dell’animale, che è ancora lontano dalla conoscenza del suo vero destino divino, è perciò uno strangolatore che disturba crudelmente la pace e l’armonia del Piano divino dell’Amore nella Creazione.
4. Secondo l’Apocalisse di Giovanni, gli uomini nei quali il simbolo dell’animale è scritto in fronte, non sono accessibili agli effetti guaritori della vibrazione manasica, perché non vibrano nell’Onni-Amore. Perciò non possono essere neanche accolti dalla luce primordiale del Padre.
5. oi vediamo anche nel linguaggio muto, e tuttavia, così portentoso del colosso di pietra nel deserto, che rappresenta l’uomo-animale così convincentemente reale nella vita, una coscienza che parla in modo muto. Si rivolge alla cultura del mondo come un segno dell’ammonimento. Richiama in grandezza silenziosa con voce di tuono: “Questo sei tu!”
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La grande piramide nella rispondenza spirituale
1. Anche il marchio del Padre in Egitto, la piramide di Cheope, parla con il linguaggio divino della coscienza, e tutti i figli che il Padre ha inviato nell’oscurità, venivano istruiti tramite lo Spirito guaritore della coscienza, per annunciare all’umanità l’eterna Luce.
2. Non appena la coscienza sente la Parola, quando si trova nella vibrazione d’amore dell’ego che è collegato con l’Onni-Spirito, così silenziosa e maestosa parla a noi anche la piramide.
3. Lei spiega nelle camere e nei passaggi la via che deve percorrere l’intelletto legato alla Terra, per comprendere l’eterno Vangelo e sentire la lingua del Padre che può sentire chiunque riconosca l’Amore dello Spirito guaritore nell’Onni-Spirito. Dio si rivela solo alla coscienza dell’uomo, e perciò unicamente il ‘figlio’ conosce il Padre e solo il Padre conosce il figlio, perché entrambi sono ‘uno’ nello spirito. Perciò nessuno può vedere il Padre, perché Egli è l’Amore-Spirito che opera nell’universo incommensurabile e che si rivela solo tramite la vibrazione manasica.
4. La grande Sfinge come simbolo dell’uomo che porta il marchio dell’animale, non per caso si trova poco distante dalla grande piramide. La Sfinge caratterizza il semplice intelletto dell’uomo, che da solo non è sufficiente a comprendere la vita perfetta. Questo lo deve sapere anche il contemplatore, per comprendere interamente l’interno della piramide.
5. Il Padre stesso ha comunicato, secondo la Sacra Scrittura, sull’unica via possibile della comprensione, cioè dell’ispirazione, il senso dell’opera al costruttore, e secondo quella Sapienza ci parlano anche queste pietre che millenni fa furono assemblate in modo magistrale.
6. Esse sono state conservate per la fine dei giorni e corrispondono, secondo la parabola di Gesù, alla casa che è stata edificata sulla roccia e non sulla sabbia. Il suo linguaggio è tanto convincente, quanto quello della Sfinge.
7. Qui il Padre stesso parla agli uomini in memoria di Suo Figlio Gesù, secondo il Quale sono stati ordinati 144.000 figli e avatar che provengono da tutti i popoli, e da tutte le lingue che conoscono l’eterno Vangelo. Questi hanno percorso la via difficile che conduce al monte, all’altura del Padre, e perciò conoscono i misteri che esistono fin dall’inizio del mondo, e che rimangono celati all’intelletto di chi è legato alla Terra nella considerazione materiale unilaterale della vita.
8. Perciò osserviamo che cosa vuol dirci l’interno della piramide:
9. «I pensieri, le brame, l’esistenza corporea si uniscono dalla settupla destinazione dell’ego nelle tre parti della triplice contemplazione della vita che si rivelano all’intelletto umano. Sono le tre parti della piramide.
10. Attraverso il piombino questo triangolo decade in due parti. Queste parti corrispondono ai due figli dell’olio. Sono la luce e la tenebra che attraverso il piombino verranno rivelati il Giorno del Giudizio. Il piombino, ossia il verticale del triangolo, corrisponde perciò al grande Giorno, nel quale sorprendentemente lo spazio di tempo dell’oscurità sarà tramutata cosmologicamente in quello della luce. Attraverso l’asse della piramide, che biblicamente è il piombino, la parte nord dell’edificio viene separata dalla parte sud dello stesso.
11. La parte nord mostra all’intelletto umano le tre vie che sono presenti, per trovare dall’auto consapevolezza l’unica via possibile che conduce all’unica vera ed eterna vita. La parte nord corrisponde all’epoca di tempo di circa 10.000 anni dell’oscurità, come al figlio dell’olio.
12. La parte sud è l’altro figlio dell’olio; questo corrisponde allo stato cosmico di luce da circa 1.000 a 2.000 anni. Deve mostrare quale possibilità era stata data a ogni uomo, per raggiungere la camera tre oppure la camera regale. Ma sono solamente 144.000 gli ego che hanno trovato fuori dall’oscurità la luce, e in questa sono perfetti.
13. Entrambe le parti sono la Legge dell’Amore e la Legge della conoscenza fin dal principio del mondo, non deve avvenire tramite l’esercito o la forza, ma attraverso lo spirito. Sull’ego divenuto dai tre stati evidenti della carne si trovano i tre stati spirituali dell’esistenza a cui è predestinato l’ego, che però vengono rivelati soltanto al figlio. Questi sette candelabri, tutti insieme sono gli stati di vita della Creazione, e in ogni singolo di questi stati si riversano sette canali (tubi) di essenza dello spirito di tutti gli stati che provengono dalla coppa. L’olio è l’Amore che splende nelle tenebre, e la Parola rende vivente l’ego nella coscienza come organo della favella. Gli occhi del Padre attraversano i sette regni dell’esistenza della Creazione; sono anche gli occhi dell’ego che è creato secondo l’immagine del Padre.
14. Secondo i risultati di misurazione si determinano i sette stati di coscienza, di cui all’ego sono evidenti dapprima i tre inferiori che corrispondono ai sette strati di pietra della grande sala a sette livelli di altezza sovrapposti di cui ciascuna è di 21,14 m. Da ciò si calcola l’altezza originale della piramide in 147,96 m.
15. L’ego proveniente dalla luce trova l’ingresso nell’oscurità (della parte nord della piramide) attraverso l’atto naturale della procreazione. Segue la via dello sviluppo di un corpo, e là, dove la via che conduce in basso tocca la roccia massiccia, avviene la nascita terrena. Mentre da qui il corpo carnale percorre la via verso il basso alla camera uno, che rappresenta simbolicamente la caducità di tutto il terreno, l’ego cerca la via verso l’alto, verso la luce.
16. Il corridoio che conduce in alto attraverso lo sviluppo fisico e l’educazione dello stato dell’esistenza l’uno, è già destinato fin dal giorno della nascita ed è molto importante per la conoscenza dell’ego che cerca. Questo risulta dal fatto che rimane sovente chiuso all’ego, perché questo passaggio è bloccato da pietre di granito, che le mani degli uomini fino al presente non hanno potuto allontanare. Queste pietre vogliono dire: “Voi genitori, osservate nell’educazione di un figlio la sapienza, che conduce alla conoscenza della luce della vita come viene spiegata qui nel linguaggio delle pietre. Dovete preparare la retta via che conduce fuori dall’oscurità alla luce!” (ved. immagine Nr. 6)
17. Quando l’ego si è abituato all’esistenza del mondo terreno, allora raggiunge il gradino due, dove diventano viventi le brame e i desideri con il pensare e l’operare autonomo. Qui si aprono due vie significative. Un percorso conduce a livello orizzontale alla camera due (camera della regina), l’altro va oltre ripidamente verso l’alto attraverso la grande sala.
18. All’ego rimane lasciata la libera scelta di percorrere spiritualmente una di queste vie. La via più comoda è quella orizzontale, che conduce alla camera due. Su questa camminano innumerevoli ego, che non sanno nulla della loro vera Patria, circondati dal potere avvolgente della natura. Si affidano completamente ai loro desideri e brame intellettuali e credono solo all’intelletto errante, che la vita terrena sia l’unica reale. Rimangono attaccati alla camera 2 nella loro vita dei pensieri. Anche se sentono parlare di una Rivelazione superiore della vita, come dice la nicchia in questa camera, loro seguono lo stesso il basso istinto dell’esistenza dell’uomo che ha scritto in fronte il marchio dell’animale. Come indicano i due tronchi del canale, la luce della conoscenza non penetra fino a loro. Perciò l’ego rimane inattivo in una tale vita e la sua incarnazione non lo porta a vibrare nella vibrazione manasica. La vita terrena di tali ego è perciò mancata, dato che da una tale esistenza non si possono sviluppare i cinque sensi spirituali.
19. Tutti coloro che camminano sulla via verso la camera due – sono milioni di ego – non hanno nessuna possibilità di essere accettati il Giorno del Giudizio nella vita superiore della luce. Somigliano alle stolte vergini che sonnecchiano e non hanno con sé l’olio per le lampade. Il piombino del Padre separa questa camera dalla partecipazione alla luce, perché la linea nel mezzo mostra che in questo Giorno rimane nell’oscurità.
20. Gli ego che seguono la via che conduce più verso l’alto attraverso la grande sala, percorrono la vera via della vita, certamente difficile, e troppo facilmente si scivola sul suolo liscio, ma la Parola accompagna l’ego che tende verso l’alto nella Sala della vita, perché ai due lati trova il sostegno nella coscienza che corrisponde alle rampe laterali che si trovano ai due lati della sala, servendo come sostegno nello sforzo di giungere più in alto.
21. Ai due lati delle rampe si trovano degli avvallamenti, che rappresentano simbolicamente delle coppe nelle quali il sapere dell’intelletto lascia indietro delle brame e dei desideri, i quali alleggeriscono i pensieri e formano la via più altruistica. Quasi alla fine del percorso terminano le rampe, perché dopo il superamento delle ultime debolezze, l’ego resiste ai pensieri delle tentazioni e si rende conto della liberazione dalle catene della vita più bassa.
22. C’è da superare ancora un gradino molto alto per raggiungere purificati da ogni tentazione il gradino dell’esistenza mentale numero tre. L’amore per il Padre deve essere più grande che non quello per qualunque altra persona.
23. I sette strati di pietra alle pareti laterali della sala, che somigliano a sette candelabri, che li devono rappresentare, vogliono far notare simbolicamente che il pensare dell’intelletto umano con riferimento agli oggetti terreni, è caduco. Lo dimostra la giuntura che separa tenebra e luce, perché il totale amore e conoscenza colma l’ego solo negli stati dell’esistenza più elevati da quattro a sette.
24. Tutti gli uomini che percorrono la via nella grande sala, fanno parte del grano che viene raccolto secondo la parabola di Gesù da tutti i popoli e lingue della Terra. Sono gli ego che vengono accolti (illuminati) secondo la bontà dell’altruismo conquistato il Giorno del Giudizio.
25. L’ego, che ha raggiunto l’alta perfezione sul gradino dell’esistenza numero tre, riconosce la propria imperfezione del pensare. Esso supera il gradino due, l’inganno, e s’inchina davanti all’Amore e alla Sapienza, per entrare nell’anticamera della camera tre. Una botola si trova precisamente sulla linea in mezzo alla piramide; lei permette l’ingresso nel Regno della luce del Padre per degli insegnamenti ancora più elevati, e separa il mondo terreno dal mondo spirituale dell’Amore. Ci sono tre colonne: Pensare – istinti – azioni; ricevono l’olio dell’Amore divino e trasformano i cinque sensi carnali in quelli dello Spirito. Lo indica la tavola di granito, presso le quali si trovano cinque scanalature incise. Rappresentano i cinque talenti menzionati nella parabola di Gesù, che l’ego ha apportato ai cinque prestati (perituri).
26. L’ingresso all’anticamera sotto la botola è misurato oltremodo basso. Ci si deve inchinare profondamente quando lo si passa. Il passaggio stretto si apre ai singoli ego che hanno raggiunto la maturità prima dell’avvenimento del Giorno del Giudizio, mentre la maggioranza degli uomini terreni lo deve passare solo dopo l’epoca di tempo di 10.000 anni di oscurità.
27. Il passaggio rappresenta in genere la tribolazione che subentrerà prima, perché gli eco che lo raggiungeranno non saranno compresi da coloro che si troveranno ancora in uno stato di ignoranza, e che perciò saranno oppressi ingiustamente e verranno perseguitati senza badare alla coscienza.
28. Come lo dimostra ulteriormente l’anticamera, un figlio oppure un avatar, deve aver portato al pieno sviluppo l’idra quintupla del suo ego, così che tutti i cinque sensi terreni siano del tutto nell’Amore del Padre. Lo dimostra del tutto chiaramente la tavola di granito con le cinque scanalature. Un ego che adempie queste premesse è esposto particolarmente a questa afflizione, perché essa supera di gran lunga tutti gli altri nella perfezione della vita.
29. Che questo sia davvero così, lo dimostra il percorso pure così basso che conduce dall’anticamera alla camera tre (camera regale). Come l’apprendiamo tramite la tavola di granito, solamente il figlio ha accesso a questa camera, perché è completamente sveglio nella vibrazione manasica, e il suo amore corrisposto verso il Padre è come quello del Padre, che è diventato uno con l’Amore del Padre. Il sarcofago posto nella camera tre è simbolicamente la conoscenza dell’ego, di chi ha superato la morte fisica. Ora non ha più bisogno di discendere e dimorare nell’oscurità, per mangiare dell’albero (legge) della conoscenza. Perciò il sarcofago è vuoto. All’ego oramai divenuto vivente affluiscono continuamente delle ispirazioni dal mondo della luce, ciò significano i due canali che sfociano ai due lati nella camera. Per mezzo di tali ispirazioni, l’ego riceve anche delle istruzioni per conoscere gli stati dell’esistenza nascosti al mondo terreno (che si trovano al di sopra della giuntura) e di rimanere costantemente in contatto con i suoi amici celesti. I pensieri vengono e vanno come il vento. Le camere piccole da 3 a 7 che si trovano al di sopra della grande camera tre mostrano il contatto che si verifica in questo modo con le sfere superiori, le quali corrispondono biblicamente al candelabro con le sette lampade.
30. La grande piramide è stata eretta secondo il linguaggio convincente delle pietre assemblate tramite la possibilità di un intendimento e istruzione, come lo insegna la camera tre, per rendere vivente la Vita-Sapere , che è la co-scienza dell’ego. Perciò ci parla nel linguaggio della coscienza, che è il linguaggio di tutti i popoli e lingue; questo linguaggio è nel suo silenzio la voce di tuono e a questa corrisponde la portentosità di quest’edificio, che non è stato eretto sulla sabbia, ma, come le eterne Leggi imperiture del Padre, sulla roccia.
31. Ci troviamo cosmologicamente di nuovo davanti alla botola nel piombino, come lo mostra anche la piramide di Cheope nella grandezza muta, come se ogni pietra fosse per ciò una testimonianza vivente, perché, come il pomo che scolpito dà la misura che si trova nella parte anteriore della botola, e secondo la quale la piramide è stata eretta, così il Giorno del Giudizio viene misurato in ogni singolo, secondo la misura dell’amore, che lui porta nella sua coscienza dell’Amore del Padre.
32. Questo è l’eterno Vangelo dell’Amore e della Sapienza del Padre e viene confermato tramite il messaggio d’amore che Gesù ha annunciato all’umanità duemila anni fa. Quello che la piramide vorrebbe ancora dirci, in questo scritto non può essere toccato. Secondo le eterne Leggi riconosciute qui, deve essere detto unicamente l’essenziale che serve a lenire le tribolazioni dell’umanità.
Piramide Cheope
- figura 6 -
Le lunghissime epoche dell’uomo sulla Terra
1. Se portiamo indietro la lancetta del grande orologio del mondo per un intero passaggio di circa 24.000 anni, allora vedremmo l’umanità che si è trovata davanti agli stessi avvenimenti a cui saremo sottomessi tra breve del tutto inaspettatamente. Anche allora si concluse un’epoca di tempo di quasi 10.000 anni nella storia della nostra Terra, di cui non riusciamo farci nessuna idea.
2. Anche allora il sistema solare era nel punto A (vedi figura n.2) dell’irradiazione cosmica della luce originaria con tutti i singoli fenomeni, come sono già stati spiegati all’inizio di questo trattato. Quanto portentosamente può svilupparsi con questi fenomeni l’inimmaginabile potenza dei processi della natura, ci si può fare un qualche concetto osservando i mammut glaciali trovati in Siberia. In seguito all’improvvisa diminuzione della temperatura, dalle zone dell’equatore delle masse d’aria che affluiscono verso i poli devono creare degli uragani che nella loro inimmaginabile velocità e forza si possono pensare solo raramente, e cioè, in una tale occasione.
3. Essi devono spostare delle montagne d’acqua di insolita grandezza, trascinando con sé e distruggendo tutto ciò che si mette sulla loro via. Se poi la Terra ondeggia in direzione opposta contro tali potenze scatenate della natura, allora è immaginabile come un tale monte d’acqua possa percorrere all’istante migliaia di chilometri ed essere trasportato all’improvviso dai tropici nelle zone glaciali del Nord, in cui poi con le insolite basse temperature che vi regnano, si irrigidisce pure così velocemente.
4. I particolari della trasformazione della natura sono stati descritti all’inizio così precisamente, che all’incirca ci si può fare un idea della vita futura che sorgerà. Tutti i fenomeni della vita sono predisposti prevalentemente alla vita interiore, alla conservazione del corpo fisico solo alla necessità più estrema. La stessa vista dei nostri occhi che adesso possono osservare in lontananza, non sarà più così acuta come l’abbiamo fino a ora, a causa della futura atmosfera splendente. In questo stato modificato si predisporrà verso un ambiente ristretto di processi percepibili.
5. Sotto l’aspetto cosmologico, l’entrata del sistema solare nella zona di irradiazione dell’universo e il suo dimorarvi per circa 1.000 - 2.000 anni, è l’unificazione della madre dei mondi, come stato terreno dell’oscurità con il Padre, come lo stato di luce.
6. A questo alto tempo di nozze, Gesù invita come Sposo gli ego dell’umanità, perché Egli è il Figlio, che è stato inviato dal Padre a compiere la Volontà del Padre e la Legge della vita. L’abito nuziale sarà la Capanna di Dio, l’ego che – quando si troverà nella vibrazione manasica dell’Amore – splenderà nel Regno della luce.
7. La madre dei mondi riporta continuamente al Padre gli ego viventi della luce in periodi di tempo di circa diecimila anni, che sono divenuti in essa nella luce del Sole che separa il giorno dalla notte. Nel tempo di quest’unificazione dello stato ‘senza tempo’ dell’esistenza umana sulla Terra, tutti gli ego che sono nell’Amore del Padre e non hanno ancora mangiato dell’albero della conoscenza, hanno l’occasione nell’incarnazione o incorporazione, mentre i figli perfetti restano presso il Padre; infatti, il Regno di Dio che ritorna costantemente e anche il Regno della luce eternamente esistente, di cui noi abbiamo nostalgia nel Padrenostro, è il paradiso che abbiamo perduto e che dobbiamo ritrovare. In questo si trovano evidenti poi i due alberi nella libera volontà di tutti gli ego viventi.
8. L’uscita del sistema solare da questo stato si svolgerà come nel punto B (vedi fig. 2) con tutti gli ego che hanno mangiato la mela, che trovano gioia nella vita terrena. Così si ripete ogni volta ancora la nota caduta biblica nel peccato, la caduta nell’oscurità, quando sorge un nuovo tratto di sviluppo dell’umanità. Anche gli ego, che nel Giorno del Giudizio non sono stati accettati, possono partecipare ancora una volta a questo nuovo tratto di sviluppo.
9. La rispettiva entrata e uscita del sistema solare nel previsto stato di luce originaria dell’universo, corrispondono rispettivamente al piombino dell’Amore creativo e della provvidenza del Padre. Entrambi gli stati sono umanamente di una grandezza quasi inimmaginabile di eterno Amore nei giorni in cui avvengono, mossi da forze elementari della natura che superano ogni misura d’immaginazione umana, perché anche l’uscita scatena delle forze della natura di immensa dimensione, e con un forte esercizio della luce solare causa lo sciogliersi di immense masse di ghiaccio che si sono formate durante il tempo della glaciazione.
10. L’umanità deve ricominciare a vivere un’epoca di circa 10.000 anni con epoche di cultura sotto condizioni completamente mutate, che essendo componenti non essenziali della loro vita cadono alla caducità e alla dimenticanza. Solamente la grandezza spirituale dell’ego che ne procede è l’essenziale.
11. Così è stato anche allora circa a 22.000 anni fa. L’umanità doveva creare dalle fondamenta, senza alcun mezzo ausiliario di cultura, nemmeno essere capace dell’intendimento acustico di una lingua, formarla e mantenersi. È stato l’ultimo spazio di tempo di cultura di un mitico Atlantis, i cui luoghi di cultura si erano trovati là dove ora l’Oceano atlantico è separato da due continenti. Un ricordo oscuro come resto di questa parte del mondo è l’isola sprofondata Poseidonis. Nulla, proprio più nulla sappiamo di quella cultura. Mistico ed è ancora in un certo oscuro ricordo, l’uso di una forza eterica che chiamavano vril, né che questa forza e il suo abuso deve essere stata una grande piaga per la loro umanità.
12. Perciò è strana la circostanza che anche noi oggi, poco prima della conclusione di uno spazio di tempo di cultura, abbiamo la conoscenza dell’energia atomica (1939!), che può diventare una piaga, se non viene custodita con le mani dell’amore.
13. Il nostro ultimo passaggio attraverso l’anello del raggio del Sole-centrale si è svolto tra C e D (vedi fig. n.2) di circa 12.000 anni fa. Il tratto di cultura sviluppato si trova poco prima della cancellazione dalla memoria della storia del mondo e cadde pure anch’essa nella grande dimenticanza, come tutte le precedenti, di cui il semplice intelletto umano non sa nulla.
14. E ora è giunta di nuovo la mezzanotte e ci sono proprio così tanti ego di cui dieci vergini dormono. Ogni vita segue le leggi della coscienza in noi stessi, e poiché ce n’è così poca, è necessaria la tribolazione del tempo per risvegliare l’ego!
15. Osserviamo ancora una volta il quadrante del grande orologio del mondo, così i suoi 24.000 anni, essi somigliano a quattro quadranti, di cui l’uno e il tre rappresentano il più profondo abbassamento dell’umanità nel sapere d’intelletto materiale, mentre il due e il quattro servono al rinnovamento.
16. La madre del mondo, il Sole, la conservatrice della vita sostanziale, da tempi immemorabili conosce i misteri del Padre. I suoi raggi riscaldanti restituiscono l’amore pieno di luce, per far vivere l’esistenza terrena, ma in questa grandezza solare la pienezza di luce del Padre è ancora più grande e maestosa, per trasmettere la bellezza spirituale a coloro che Lo amano in se stessi.
17. Il Regno dei Cieli trasmette cosmologicamente tutta la forza della conoscenza e dell’amore come l’eterno Vangelo nella nostra coscienza il Santo Spirito del Padre che qui viene portato vicino alla comprensione come vibrazione manasica.
18. La Parola che procede attraverso la bocca di Dio – attraverso la nostra coscienza, è il cibo spirituale dell’ego, per far riconoscere la bellezza e anche la maestosità della vera vita nell’infinito universo. Inconsciamente, la vibrazione di una tale conoscenza riempie, nella solenne dedizione, tutti gli uomini creativi nell’arte, nella letteratura e nella scienza. Tali uomini sono particolarmente chiamati a sapere, che questo essere spinto al creare in modo creativo fluisce dalla Fonte della forza della vibrazione d’amore dell’Onni-Spirito. Questo vibrare e risuonare si rivela all’orecchio interiore nella sua forza che rende beati e forma così il Regno dei Cieli che è in noi stessi.
19. Sorridendo al di sopra di tutti gli sforzi e dell’essere gravato degli uomini, splende un Sole promettendo felicità. Questo orbita incontro al Regno della luce del Padre con il suo seguito di pianeti, di lune e comete, e in un silenzio raggiante di silenziosa bellezza, conserva il segreto dell’Onni-Amore, dell’Onni-Sapienza e dell’Onni-Bontà.
1. L’autore di questo scritto, Paul Otto Hesse, è deceduto il 30 dicembre 1958 dopo una breve malattia in un ospedale a Berlino. Egli, come tali uomini, ci ha lasciato, paziente ed abbandonato dagli uomini. Mentre noi pubblichiamo il suo libro invariato nuovamente nella seconda edizione, onoriamo contemporaneamente colui che è nell’Eternità, la cui visione spirituale e fertilità è da ammirare. Ma secondo una indicazione interiore, che l’autore del libro “Il Giorno del Giudizio” ha ricevuto, oltre ad una relazione nel fascicolo Nr. 10 della rivista “Il cembro” non sono comparse ulteriori pubblicazioni su questo tema, Tutto l’essenziale, che potesse servire al bene, sarebbe già stato detto in questo libro.
2. Viviamo in un’epoca in cui le condizioni terrene si acutizzano in modo significativo e minacciano di sfuggire nella loro arbitrarietà alle mani degli uomini. Che ogni responsabilità ricade sull’uomo, una ragionevole riflessione non lo dovrebbe negare. L’avvenimento cammina bensì in un certo senso oltre agli uomini, ma non ferma il decorso cosmico dell’avvenimento mondiale; egli è esposto ai suoi effetti – Uno più Supremo sta al di sopra di lui! Ma è dato nelle mani dell’uomo come si vuole comportare, se per o contro Dio, se per o contro di sé, se per la sua sussistenza oppure per la sua distruzione. Nessuno può chiamarsi di non essere interpellato sul fatto di non venire mai richiamato. Per questo ha i suoi profeti ed il loro più grande, Cristo, è passato sulla Terra. All’uomo è detto indubbiamente, dove si trova la decisione. L’uomo può sapere che cosa serve per la sua salvezza; perché la infrange continuamente, attrae a sé l’avvenimento contrario. Egli però è ancora in grado di dominarlo e non ha bisogno di cadergli vittima, se non tradisce lo Spirito di Dio, se non rinuncia alla sua anima.
3. Gli scienziati del mondo si stanno accingendo a spezzare le limitazioni della nostra madre Terra. Da ogni conquista della tecnica viene fatta una sensazione propagandistica, per addormentare l’umanità. Ma oggi più che mai si può sollevare la pretesa: spezzate anche spiritualmente le limitazioni create da voi, affinché lo sguardo si chiarisca per i grandi collegamenti spirituali di tutta la vita ed infine per Dio, nostro Creatore.
Johannes Imhof - Editore della rivista “Il cembro”
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L’umanità deve passare due volte in un “Anno solare” di circa 24 000 anni, attraverso il grande forno di dissoluzione e purificazione, come il sole nell’anno “terreno” attraverso estate e inverno.
Lo sconvolgimento di questa volta, davanti alla quale si trova l’umanità, secondo la visione di Hesse, è descritta con le sue parole la “vibrazione manasica”, che lui vede in correlazione con il ritorno spirituale di Cristo.
Il libro di Hesse vuole preparare e informare sul modo di un grande avvenimento cosmico in arrivo, di cui parlano con indicazioni e immagini, quasi tutti i profeti dell’antichità fino al presente.
[1] La “vibrazione manasica” è un concetto esoterico e spirituale che si riferisce alla vibrazione o frequenza della mente superiore (Manas), cioè la parte dell’essere umano collegata all’intelletto, alla coscienza e alla dimensione spirituale. Non è un termine scientifico, ma appartiene al linguaggio della filosofia occulta e della teosofia.
[2] Sole-Centrale: è uno dei componenti del Globo-involucro, una particella di un immenso sistema di soli di inimmaginaria grandezza. [vedi spiegazione del Globo-involucro]
[3] Il termine Fohat indica, nella tradizione esoterica e teosofica, la forza vitale universale, l’energia cosmica che collega lo spirito alla materia e rende possibile la manifestazione dell’universo. Deriva dal tibetano, usato da Helena Blavatsky nella sua opera “La Dottrina Segreta”.
[4] Wilhelm Conrad Röntgen fu il fisico tedesco che nel 1895 scoprì la radiazione elettromagnetica che oggi chiamiamo raggi X. In suo onore, la radiazione fu inizialmente chiamata “raggi Röntgen”
[5] Rilevante è quanto rivelato a Jakob Lorber nel 1860 e riportato nel “Grande Vangelo di Giovanni“ vol. 2 cap. 215,16 in cui viene detto: «Però gli uomini, i quali sono già pienamente rinati nello spirito durante la loro vita corporeo-mortale terrena, regneranno poi per sempre in questa nuova epoca, quali puri spiriti e angeli, ed essa resterà del tutto affidata alla loro guida. Invece gli uomini di questo tempo che non avranno raggiunto la perfezione spirituale, saranno, in questa nuovissima epoca della Terra, posti su questa con corpi immortali, ma in uno stato di grande povertà e dovranno in gran parte adattarsi a servire spesso molto duramente ciò che a loro riuscirà quanto mai amaro, poiché anche troppo chiaro sarà in loro il ricordo dell’iniziale felicissimo stato nei loro corpi mortali! Quest’epoca durerà molto a lungo, in attesa del momento in cui finalmente tutto sarà trapassato allo stato di esistenza puramente spirituale secondo l’eterno progetto di Dio! Ecco, questo è il decorso dell’Ordine di Dio di tutte le cose, di ogni divenire, di ogni esistenza e di ogni sussistenza!».
[6] “Il canto dei Nibelunghi” (Nibelungenlied) è un poema epico medievale scritto in alto tedesco medio agli inizi del XIII secolo. Racconta le gesta dell’eroe Sigfrido, la sua morte e la vendetta della moglie Crimilde, culminando in una tragedia che coinvolge la corte dei Burgundi e il re degli Unni, Attila.
[7] “Il flauto magico” (Die Zauberflöte) è un’opera lirica di Emanuel Schikaneder musicata da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1791, che racconta il viaggio iniziatico del principe Tamino e della sua amata Pamina, tra prove di coraggio, amore e saggezza, con forti simbolismi massonici e filosofici. Tamino, giovane principe, viene salvato da tre dame della regina della notte, Egli riceve dal sacerdote un flauto magico che ha il potere di trasformare la tristezza in gioia e proteggere chi lo suona. Papageno, un buffo uccellatore, accompagna Tamino nella missione. Anche lui cerca la sua compagna, Papagena. La regina della notte affida a Tamino il compito di liberare sua figlia Pamina, prigioniera del sacerdote Sarastro, ma Sarastro non è un tiranno, egli rappresenta la saggezza e la luce, contrapposta all’oscurità della regina. Tamino e Pamina devono superare prove di silenzio, coraggio e fedeltà. Alla fine, grazie al flauto magico e alla loro forza interiore, trionfano sull’oscurità. L’opera è al tempo stesso un’opera di intrattenimento e un messaggio spirituale: il cammino verso la luce e la saggezza attraverso l’amore e la virtù.
[8] Wagner è stato un compositore, poeta, regista teatrale, direttore d'orchestra e saggista tedesco.
[9] Pompeo Batoni fu un artista di fama internazionale, capace di fondere tradizione barocca, classicismo e sensibilità moderna. La sua eredità è visibile nei ritratti aristocratici e nelle grandi tele religiose, che lo rendono una figura chiave dell’arte europea del Settecento.
[10] I devadasi erano donne indiane consacrate al servizio di una divinità o di un tempio, dove svolgevano funzioni rituali, artistiche e religiose. La tradizione, nata in epoca antica, si trasformò nel tempo fino a diventare controversa e spesso legata a sfruttamento e prostituzione. Il termine devadasi deriva dal sanscrito: “serva di Dio”.
[11] La croce ansata, chiamata anche Ankh o “chiave della vita”, è un antico simbolo egizio che rappresenta la vita e l’immortalità.