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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1932

Libretto  V

 

Ultimi giorni nella casa paterna

 

Gesù a 30 anni con Nathan, Gabriel, Maria e i fratelli

Guarigione di Ada

Annuncio della partenza

 

 

 

 

INDICE

 

 Cap. 1           Nathan mette alla prova Gesù, prossimo alla partenzaenza la prova Gesùiete gli “

 Cap. 2           Giuseppe nell'aldilà

 Cap. 3           Nathan come amico

 Cap. 4           Gesù come Medico ed amico dei bambini – Guarigione miracolosa di Ada

 Cap. 5           Messaggio di Gabriel – Gesù gli annuncia: “Dio è diventato Uomo!”

 Cap. 6           Annuncio a Maria della ‘Chiamata interiore’

 Cap. 7           Maria annuncia la raggiunta Meta di Gesù

 Cap. 8           Il sogno di Nathan – Una parabola

 Cap. 9           Gesù racconta il Suo Mondo interiore

 Cap. 10         La consacrazione dell’anima di Gesù sulla collina

 Considerazione postuma  (dell’editore tedesco)

 

 

 

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Cap. 1

Nathan mette alla prova Gesù, prossimo alla partenza

                         1.      La dipartita del vecchio Giuseppe non ha apportato nessun grande cambiamento nella casa, poiché il figlio maggiore Gioele, secondo gli accordi col vecchio padre, ne ha preso gli affari e la guida. Maria si occupa come prima delle faccende domestiche e in cucina e in casa regna l’ordine più grande. Mentre però Giuseppe, come padre di famiglia, aveva assunto anche la responsabilità in faccende della vita eterna e tutti i figli si adattavano di buona voglia alle sue predisposizioni, con eccezione di Gesù che serviva Iddio a modo Suo, questo rapporto ora cambia considerevolmente, Giacomo e la madre Maria, infatti, ora si attengono a Gesù.

                         2.      “Ti saluto in Dio! Fratello Gioele!”[1], con queste parole entra Nathan, uno degli anziani di Nazareth, nel laboratorio di Gioele e continua rimproverando: “Adesso vi vediamo assai raramente nella sinagoga! Sembra anche che non avete bisogno di essere consolati, poiché non visitate il luogo di sepoltura di vostro padre. Non sapete più di che cosa siete debitori al servizio di Jehova?”

                         3.      “Fratello Nathan”, risponde tranquillo Gioele, “dal tuo punto di vista come sacerdote la tua domanda può essere giustificata, e così ti voglio rispondere: nostro padre, anch’egli uno dei più anziani, curava il servizio divino e la preghiera qui in casa e nessun sacerdote ce ne ha fatto un rimprovero. Io ho preso su di me la casa e tutto ciò che è della casa, quindi anche i diritti; ed anche se nella comunità non sono un anziano, lo sono però adesso nella casa di Giuseppe. Il nostro servizio divino ci ha sempre dato il necessario, perciò mi meraviglia che proprio tu, che eri così d'accordo con nostro padre, vedi ora nell'ordine della nostra casa una mancanza!”.

                         4.      "Fratello Gioele, ti stupisci che io venga da voi; ma che tutta Nazareth si stupisca di voi, non lo vedete? Innanzi tutto vorrei parlare con te di tuo fratello Gesù, Egli, infatti, è peggiore di un pagano. A Giuseppe abbiamo perdonato molto per la sua debolezza verso Gesù; ma tu non hai bisogno di avere nessun riguardo verso di lui, poiché è figlio di seconde nozze".

                         5.      "Tu Vieni da me a causa di Gesù?", chiede Gioele stupito.

                         6.      "Sì! Già da anni sentiamo i vostri lamenti su Gesù. Vi siete preoccupati ed avete pregato per giorni e notti intere, perché Jehova vi potesse aiutare, e ora per voi non esiste più nemmeno una sinagoga! Noi sappiamo che Gesù non partecipa ad alcun servizio divino; e mentre tu tieni la tua devozione in casa, Lui va per altre vie". – "Sì, perché non parli con Gesù stesso?", domanda Gioele, "vedi, Egli è lì che arriva!". –

                         7.      Gesù entra, saluta e vuole andare al suo banco da falegname. Allora Gioele Gli va incontro e dice: "Gesù! Nathan si lamenta di noi, soprattutto di Te, se vuoi puoi parlarne con lui".

                         8.      "Sì, sono venuto a presentare un'accusa", dice zelante Nathan, "non Ti si vede mai al servizio divino, le devozioni serali e mattutine in casa non Ti piacciono, e te ne vai nel frattempo per vie solitarie e forse anche proibite".

                         9.      Gesù risponde: "Sono queste tutte preoccupazioni che hai a causa Mia, oppure ti ha spinto anche qualcos’altro qui? Ti lamenti che noi, e con ciò intendi Me e Mia madre, non veniamo più da voi. Ma ti sei mai chiesto una volta se la sinagoga soddisfi anche noi? Mia madre andrebbe ben volentieri al servizio divino, ma per quanto riguarda Me, Io mai ne sono stato soddisfatto!". –

                       10.   "Gesù, questo tu dici a me? Tu dici ad un unto che il nostro culto divino non Ti soddisfa! Ricorda, io ho più di settant'anni e Tu non ancora trenta. Vergogna, sentire questo da voi!".

                       11.   "Tu la chiami vergogna se Io, come uno di molti anni più giovane, confesso a te apertamente e liberamente la Mia opinione? Ringrazia che non rivelo la vostra vergogna; perché può essere dimostrato che voi avete messo un occhio su Mia madre da quando Giuseppe non c’è più! E soltanto per questo, Nathan, la madre mai più può venir da voi, poiché anche lei vi ha riconosciuto. Io però servo Iddio a modo Mio, e questo Mi da di più che la vostra sinagoga!". –

                       12.   Nathan si irrita: "Ecco! Io vengo per informarmi sulla salute della vostra anima e ricevo da Te questa risposta, che cosa devo dire? – Vedi, io vengo a Te con santa serietà!".

                       13.   Gesù dice rassicurante: “Ascolta, amico Mio, Mi dispiace; ma nemmeno nei tuoi confronti posso modificare il Mio Essere, ed oggi ti voglio dire che il Sognatore Gesù, l’originale, è più pericoloso di quanto sembra! E per questo non spaventarti, poiché una volta dovete pur venirlo a sapere. Io sento in Me la vocazione di spiegare al popolo il suo vero Dio e il Suo eterno Regno! Ma voi avete estirpato ogni buona, vera fede in Dio e nel Signore Zebaot con la vostra ipocrisia e i privilegi che gode il tempio. Ora si deve credere solo in voi. Solo voi siete gli ‘eletti e unti’ e lasciate languire il popolo per la Verità su Dio e per il vero culto divino. Sapete ben agitare la sferza senza scrupolo, potete emettere leggi e caricare sul popolo enormi oneri fiscali e tuttavia annunciate: Questa è la Volontà di Dio, a causa della vostra mancanza di fede! Ma vi sbagliate! Non avete fatto i conti con Dio! Io potrei dimostrarti dalle Scritture tutto il vostro essere ed agire assurdo, ma sarete anche abbastanza scaltri nel trovare delle scuse al vostro agire con altri testi delle Scritture. Per questo, Iddio Mi ha mandato nella vostra tenebrosa notte ed oscuro mondo, per illuminare come un fascio di luce tutto il vostro agire e vivere perverso. Chi ora vuole accogliere in sé questa Mia Luce e comincia ad agire di conseguenza, costui comprenderà interiormente che tutto ciò che Io testimonio, non è da Me, bensì da Dio. Ma chi vuole metterMi le mani addosso prima del tempo, si brucerà a questa Luce!".

                       14.   "Oh, – di questo non mi devo irritare, giovanotto che non cerca la compagnia dei suoi fratelli di stirpe e di fede e che è in relazione più con i romani, i pagani ed empi, che con i propri fratelli! – Ma non sei il primo al quale il tempio farà cambiare idea! Vergogna, ignominia su di te e la tua casa paterna, provocare una miseria simile!".

                       15.   Gesù risponde severo: "Nathan! Chi ti dà il diritto di oltraggiare così Me e la casa di Giuseppe? Hai ben il diritto di informarti su tutte le condizioni qui in casa di Giuseppe; ma ingiuriarci va oltre ogni tua competenza! Perciò ritira queste brutte parole, affinché tu non sia il primo che si bruci su di Me!".

                       16.   "Che cosa? Tu fanfarone e sognatore, mi vuoi minacciare?"

                       17.   "Nathan! Lo zelo va bene, ma eccesso di zelo danneggia! Puoi insultare Me, Io ti perdono, perché tu non sai che cosa stai facendo con questo. Ma affinché tu non causi danni maggiori, rimani qui muto, finché non ritirerai l'insulto dalla casa di Giuseppe!". Tranquillo Gesù ritorna in casa. Gioele però rimane e continua a lavorare.

                       18.   Nathan vuole montare in collera; ma mani e piedi sono diventati pesanti come il ferro. Vuol chiamare, gridare, ma non viene fuori alcun suono. Nell’interiore oppone energicamente resistenza per questa situazione, ma rimane impotente – indifeso.

                       19.   Quando Gesù in casa incontra sua madre, dice: "Madre, di là c'è il primo che voleva mettersi sulla Mia strada, per impedirmi ciò cui il Mio Interiore Mi spinge! Ma non ha insultato solo Me, ma tutta la nostra casa, e ora gli do l'occasione di riconoscere la sua ingiustizia e ripararla!"

                       20.   "Gesù! – Sii prudente! Non tendere troppo l'arco! Perché è più facile recare un’ingiustizia che mostrare un beneficio! Certo, io credo in Te, credo nella Tua Missione, – però controllaTi, perché anche in Te c'è ancora inquietudine e lotta".

                       21.   “Madre! Tu cara, buona donna! Il tuo Amore è bene celeste e diventerà benedizione per la Terra! Ma l'Amore non deve nemmeno diventare stoltezza. CrediMi, Io penetro questo fariseo! Il suo interiore è ora ancor pieno di furia e odio, ma si cambierà!".

                       22.   “Gesù! – Forse sarebbe possibile anche un'altra soluzione; il tempio, infatti, è e rimane la casa di Jehova. E come Tu dicesti un giorno, quando Ti cercavamo e ti trovammo nel tempio: «Non sapete che Io devo essere nella casa del Padre Mio!» [Lc. 2,49]. Mio Gesù, non c'è un'altra via – che quella che Tu stesso tracci?”. –

                       23.   "Madre! Tu parli e pensi ancora in maniera molto umana. Ma Io cerco di realizzare il Divino, non l'umano. Se Mi fossi scostato soltanto di un pollice dall'alta Meta a Me prefissata, tutta la Mia Lotta sarebbe stata inutile e il destino dell'intera umanità suggellato! Continua a comprenderMi ed abbi anche tu pazienza!".

                       24.   "Certo, Gesù mio! Io vorrei comprenderTi completamente, vorrei servirTi con tutto il mio amore materno e vorrei risparmiarTi ogni delusione".

                       25.   "Madre, se vuoi imparare a comprenderMi, allora devi procedere con Me anche interiormente. Non guardare più agli uomini o alle loro disposizioni, ma devi diventare del tutto sicura, completamente cosciente di te stessa. Soltanto allora cadrà ogni barriera che nell'interiore ci separa ancora dal nostro Padre celeste! Credi tu, carissima madre, che Io sarei completamente figlio tuo se non fossi stato prima Figlio di Dio? – Tu domandi: come mai questo, non sei tu da lungo tempo il Figlio di Dio? Vedi, ben Io lo sono, perché sono da Dio! Ma vorrei esserlo da Me stesso! E mentre, attraverso la più grande fedeltà e straordinaria dedizione nella costante obbedienza verso la Voce di Dio nell'interiore, compio tutto ciò che è necessario per il Mio Perfezionamento, divento come uomo, Suo Figlio, e mostro con ciò a tutti gli uomini la via, per diventare essi pure, veri figli di Dio!". –

                       26.   "O mio Gesù! Se non sapessi da tempo ciò che Tu vuoi, mi smarrirei in Te! – Ma dimmi: quando sarai pronto? Quando comincerai la Tua grande Opera? – È così bello tra noi adesso! – Non ci manca nulla, nemmeno padre Giuseppe; ma rimarrà così? – Diventa per me tanto difficile tener lontano tutte le preoccupazioni per Te, preoccupazioni che di tanto in tanto affiorano di nuovo!".

                       27.   “O madre Mia! – Io non ti posso dire, quando e come verrà in Me la Chiamata! Ed è anche bene così, allora Mi posso ancora esaminare ogni giorno se Sono veramente Uno col Padre. – Come trovo Io quiete nel pensiero: ‘La Mia ora non è ancora venuta!, così deve consolare anche te. Tutti verrete un giorno riccamente ricompensati per questo, per averMi aiutato, affinché Io raggiunga questa maturità – veramente da Me – di essere il Figlio di Dio!". –

                       28.   Nel frattempo Gioele, sostenuto da precedenti esperienze, non ha badato oltre a Nathan ed ha continuato tranquillamente il suo lavoro. Ora viene Giacomo con i suoi utensili nel laboratorio, vede Nathan e lo saluta alla maniera dei giudei; allora gli cade all’occhio la realtà di Nathan e soltanto adesso lo osserva più attentamente. Nathan interiormente è agitato, ma non può dir niente. Allora Giacomo domanda: "Che cosa ti è successo, Nathan, perché sei così muto e interiormente lo stesso così agitato; posso fare qualcosa per te?".

                       29.   "No!", dice serio Gioele a Giacomo. "Egli ha accusato Gesù ed offeso tutti noi e ora deve rimanere muto e in silenzio, finché non ritira quest’insulto!".

                       30.   Dice Giacomo: "Oh, allora Gesù può aspettare a lungo poiché Nathan è inconciliabile! – Ma non potremmo pregare Gesù di porre fine a questa situazione?". E quando incontra Gesù presso la madre, Giacomo dice subito: "O Gesù, Ti prego, dà la libertà a questo templare perché ha un aspetto da far pietà!".

                       31.   "Caro Giacomo, ti commuove soltanto il suo aspetto?", risponde Gesù. "Sarebbe più giusto che tu ti lasciassi commuovere dal suo stato interiore, perché questo ti mostrerebbe un’immagine diversa. Non gli viene fatto nulla di male; questa lezione deve soltanto servirgli, non danneggiarlo. Egli deve finalmente riconoscere che Io non sono più il Gesù silenzioso! Proprio Nathan, infatti, ha concorso di più ad addossarmi la reputazione di sognatore e cocco di mamma".

                       32.   "Ma Gesù! – Allora vuoi rendere pan per focaccia? Se ora venisse qualcuno e vedesse Nathan così, dovrebbe supporre che non fosse più giusto di senno".

                       33.   "Non ti preoccupare di ciò che faccio Io, Mio Giacomo! Tu dovresti certo conoscere il tuo Gesù, e che non Mi è possibile rendere pan per focaccia. Soltanto in vero amore Io potrei contraccambiare. Lasciamo perciò prendere alle cose il loro corso".

                       34.   "Gesù! Forse io potrei aiutarlo, se Tu lo permetti! Vorrei cercare di fargli cambiare idea". –

                       35.   "Fratello Giacomo! In onore del tuo buon cuore e la tua buona volontà, Io non te lo vieto. Ma ricorda: qui non si tratta di Me, si tratta della Verità interiore, e che, dove Io comincio un'Opera, la vorrei anche terminare! Presto, presto sarà il tempo in cui Io potrò dire: «Fa questo!», oppure: «Fa quello!» (ora non ancora). – "Carissimo Gesù! Quando verrà il tempo?", chiede Giacomo apertamente, "anch'io bramo il giorno e l'ora in cui diventerà manifesta in Te tutta l’assopita magnificenza! Allora nulla mi tratterrà di stare completamente al Tuo fianco, perché Tu significhi la Fortuna dell'umanità!". –

                       36.   "Lascia andare, fratello!", ribatte Gesù. "E tu, madre, dacci da mangiare, gli altri saranno presto qui!".

                       37.   "E Nathan?", domanda Maria angosciata.

                       38.   "Costui rimarrà fermo finché giunge alla decisione di chiedere perdono a noi, e soprattutto a te!".

                       39.   "Gesù! Questa è la Tua irrevocabile Volontà? – Non permetti di trattare con Te?".

                       40.   “Maria, esiste soltanto Una Volontà che Io riconosco, e questa è la Volontà di Dio", dice Gesù seriamente. “Iddio non lascia mercanteggiare con Sé. Egli è determinato in tutto! Oppure credi che vi era qualcosa di indeciso quando il patriarca Abramo discuteva con Dio a causa di Sodoma e Gomorra? Sii certa, se Abramo avesse saputo che vivevano soltanto cinque giusti in queste città, avrebbe detto: ‘Per amor di questi cinque – Ti prego di essere Misericordioso’ [Genesi 18, 22-33]. Ma Abramo stesso era in dubbio, se ve n’era soltanto uno, e così Dio volle provare soltanto l'amore di Abramo e la sua fede. Tu puoi scrutare l’intera storia dell’antico popolo ebreo ed ovunque troverai: Dio è determinato in tutto il Suo Agire e Operare. La Mia via è chiara e piena di luce. Perché in Me ora vive la Certezza: tutto ciò che Io voglio, riuscirà, poiché tutte le Forze stanno al Mio comando! E così Io dico anche a te: non Mi trattenere! Io so che cosa devo fare! Nessun potere della Terra né dell'Inferno possono farMi vacillare in questo, perché in Me c’è Dio, e le Sue Forze sono le Mie!”.

                       41.   Maria si spaventa, perché da tempo Gesù non parlava così seriamente.

                       42.   Ora vengono gli altri figli per mangiare, e allora Gioele dice a loro: "Ascoltate, fratelli, ci si lamenta di noi perché andiamo poco al culto divino! Nathan, che ci ha riferito questo, e in più ha anche offeso gravemente la nostra casa, è ora dall’altra parte del laboratorio e non può muoversi dal suo posto, perché Gesù gli ha dato da assaporare una prova della Sua Potenza! Ma io vi prego di cuore: non lasciate che si scorga cosa si dice di noi, ma accogliete tutti con amore e mostratevi concilianti”.

                       43.   Giacomo dice: "Fratelli! Gioele ha ragione! Rimaniamo soltanto nella quiete e nell'amore, questa è la protezione migliore contro la cattiveria degli uomini. Noi sappiamo però chi c’è in mezzo a noi, e perciò non dobbiamo temere il mondo! – Guardiamoci soltanto di non far trapelare nulla di questo, perché renderemmo difficile l'Opera al nostro Fratello Gesù! Da quando non c'è più il padre, vi è doppia benedizione su di noi! Io sono dell’opinione che Gesù seguirà adesso sempre di più la Sua Vocazione interiore, e noi vi vogliamo contribuire affinché la Sua Opera si completi".

                       44.   "Mio caro Giacomo, lascia questi discorsi”, dice serio Gesù. “poiché faccio solamente ciò che Io voglio e devo! Voi tutti però dovete soltanto essere muti su di Me, allora nessun uomo ed anche nessun templare oserà avvicinarsi a voi. Ma se in questo non sarete prudenti, allora il nemico di tutto l'Amore e Verità si accorgerà anzitempo di noi, così che poi avrò da lottare e combattere più duramente, perché Io non soltanto sento i nemici invisibili, ma li vedo pure! Quante volte vi stupite del Mio star da Solo. «Gesù va a pregare…», ben dite voi, ma non potete comprendere che soltanto nella preghiera e nel silenzio interiore è possibile la crescita in Dio! Se Io avessi trascurato questo, non Mi troverei così vicino alla Meta e non vedrei così chiaramente i compiti che Mi attendono ancora!”.

                       45.   Maria però durante il pranzo non riesce a rimanere interiormente tranquilla, perché il templare non le esce dalla mente. Allora Gesù le dice: “Madre! – Pazienta ancora soltanto un poco; presto verrà il momento che potrà nuovamente muoversi! – Solo ancora un po’ di tempo rimarrò con voi! Presto il Padre Mi chiamerà per il lavoro, per l'Adempimento! Allora vi lascerò e andrò là dove il ‘Padre Mio’ ha bisogno di Me!”. –

                       46.   "Gesù! Non ci lasciare!", – esclama Gioele spaventato. – "Abbiamo da ringraziare il Tuo Amore per così tanto bene e quanta ingiustizia Ti abbiamo fatto spesso. Oh, se fosse con noi il padre Giuseppe!". –

                       47.   "Fratelli! Vostro padre Giuseppe sa tutto anche adesso, e il suo amore si adopera sempre a tenere lontano da voi tutto ciò che vi potrebbe danneggiare. – E proprio oggi vorrei fornirvi una prova di questo, in segno della grande Grazia e Magnificenza di Dio, perché anche voi siete diventati più maturi! Ma ora state tutti in silenzio e nell’intimo completamente quieti!” –

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Cap. 2

Giuseppe nell'aldilà

                         1.      Intorno agli oggetti nella stanza si riflette un luminoso splendore, poi dinanzi ai loro occhi scompaiono anche le pareti e tutti si ritrovano in un meraviglioso giardino. Palme alte come case ed alberi da frutta carichi pesantemente con maturi e profumati frutti stendono i loro rami e fanno una deliziosa ombra, ombra che però non rinfresca, bensì riscalda. Sotto questi alberi siedono molti esseri puri, simili agli angeli e godono di questi dolci frutti. Giuseppe, come proprietario e signore di questo giardino, non mostra alcuna traccia di vecchiaia e stanchezza, bensì lieto, e pieno di vita, invita i suoi ospiti a servirsi.

                         2.      Uno di loro ora parla: "Fratello nel Signore! Una grande, potente domanda ci preme, e noi speriamo di apprendere da te la soluzione. Tu provieni dalla Terra. Hai vissuto il più grande Atto di Grazia che mai un essere mortale abbia potuto vivere, e così noi ti domandiamo: non hai tu un gran desiderio di ritornare sulla Terra, poiché il Signore non si trova qui, ma lì?! Noi non possiamo immaginarci che tu, che hai portato il Signore nelle tue braccia, possa essere felice ora che sei lontano da Lui!".

                         3.      "O miei cari", – risponde Giuseppe sorridendo, – “allora non vedete che qui io sono felice totalmente? – Poiché ciò che voi v’immaginate come beatitudine, era per me soltanto un primo gradino. Voi dimenticate che allora ho ben portato il Signore di tutte le Eternità nelle braccia, ma non nel cuore! Ma ora Egli vive in me, ed io vivo in Lui! Questo è molto più grande di tutte le beatitudini immaginabili sulla Terra! Che cosa è, infatti, ogni creatura, che cosa sono tutti gli esseri senza di Lui? Nulla! Il Suo soffio può disperdere via tutto! Che cosa siete voi nel vostro mondo? – Un nulla, malgrado tutta la sapienza e discernimento! Un soffio da Lui, infatti, e tutto può cessare! Ma chi si adopera di portare Iddio e la Sua Vita in sé, si procura e si forma in Forze provenienti da Dio, e nulla può mai distruggere qualcosa di queste opere!

                         4.      Guardate questo mio mondo con i suoi giardini! Essi si estendono in tutta l'Infinità e potrebbero nutrire non soltanto tutti gli uomini di questa mia Terra, ma anche tutti gli esseri del vostro mondo. Vedete, quanto mi sforzai un giorno come uomo terreno, di adempiere tutto nella Legge, per quanto mi era in qualche modo possibile, allora non crebbe in me soltanto la coscienza: ‘Io servo Dio’, ma: ‘Dio serve anche me’. E con questo crebbero sempre di più anche le mie facoltà di servire l'Eterno-Imperituro! E in questo, vivo ora anche qui! Se mai dovesse sorgere in me il desiderio o l’anelito: ‘Oh, se potessi essere ancora una volta con i miei cari sulla Terra’, allora un tale desiderio è anche già adempiuto non appena l’anelito ha raggiunto il giusto grado! Ma il mio Signore, il meraviglioso e santo Iddio – Lo porto in me quale ricordo vivente! E quando un giorno la Sua Opera prevista dall’Eternità sarà compiuta, allora Egli sarà personalmente ovunque l'Amore avrà raggiunto il grado più perfetto!”.

                         5.      Sorpresi, i meravigliosi esseri spirituali odono questo discorso di Giuseppe, allora si avvicina un angelo e gli dice: "Fratello nel Signore! Anche i tuoi figli hanno potuto godere oggi del tuo amore! E presto giungerà il momento, in cui il Signore inizierà la Sua Opera visibile e udibile per tutti!".

                         6.      Ora lentamente svanisce quest’avvenimento spirituale alla vista di Maria e dei fratelli. – Allora Gesù dice: "Fratelli! Siete ora convinti che il padre Giuseppe possa partecipare qui a tutto? Proprio come voi, anche lui è informato sul Mio proposito ed anche lui ne contribuisce nello spirito, affinché la Mia Opera riesca! E ora, state ancora un momento in silenzio, perché Nathan si è vinto – e sta venendo".

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Cap. 3

Nathan come amico

                         1.      La porta si apre – e… "Grazie a Dio che siete qui, perché vorrei chiedere a tutti, anche a Te, Gesù, perdono!", dice Nathan entrando, e porge la mano a Gesù e a Maria. "Ho agito male nei vostri confronti, e ora comprendo la mia ingiustizia! Perdonatemi, e non portatemi rancore, ma tacete di fronte a tutti!".

                         2.      "Caro Nathan", dice Gesù, "è giusto da parte tua che tu sia venuto ed abbia chiesto perdono. Non faccio nulla più volentieri come perdonare! E se tu avessi agito cento volte peggio nei confronti Miei e nei confronti della casa di Giuseppe, ti avrei perdonato se avessi pregato per il perdono dalla profondità del tuo cuore".

                         3.      "Siate ringraziati per questa Parola! Ma abbiate anche pazienza; perché io sono diventato grande e vecchio nello spirito sbagliato! Ma posso anche credere che mi abbiate perdonato tutto?".

                         4.      "Credilo!", dice Gesù, "e per conferma vieni, siediti a tavola e prendi parte al nostro semplice pasto".

                         5.      "Che cosa? Anche questo? Oh, quanto vi ho giudicato male. Voi ricompensate cattiveria con amore?".

                         6.      “Non fare domande, Nathan! È la più grande felicità del Figliuolo dell'Uomo, quando uno smarrito riconosce il suo errore! Ma se vuoi anche tu diventare ed essere felice, allora cerca di guarire gli smarriti da falsa ed assurda illusione, e Dio te lo ricompenserà apertamente! Il tempo è venuto, tempo in cui Dio si rivela a voi e vuole ancora rivelarsi; e allora Iddio non può prima chiedere ai templari e ai suoi servitori: ‘Posso Io?’. C'è un santo Soffio intorno a questo Spirito! Perciò, se vuoi diventare veramente felice: riconosci il tuo vero, più interiore io! Perché Iddio guarda solamente al cuore, e mai s’indirizza secondo gli uomini”.

                         7.      “Gesù! Tu parli come se conoscessi Dio meglio di me! Ho bensì sperimentato una prova della Tua Forza e non vorrei guastarmi una seconda volta con Te; ma quello che Tu dici qui è per me troppo incredibile! Anch'io, infatti, conosco la storia del popolo d'Israele ed ho letto parecchie Rivelazioni di Dio in Mosé e nei profeti! Ma da dove prendi Tu questa Forza, è per me inspiegabile, e tale e quale la Tua fede sulle Rivelazioni di Dio!”.

                         8.      "Nathan, prima mangia e bevi alla nostra tavola, affinché anche l'ospitalità sia soddisfatta!”, – dice Gesù. – “Di tutto il resto ne parliamo più tardi, perché non vorrei importi nulla! Vorrei ottenere solo una cosa: che tu rinunci ad ogni inimicizia che ti ha così esasperato contro la casa di Giuseppe! – Sii nostro amico, come sei stato amico di Giuseppe! Allora supererai anche ogni bassa passione, e ci rallegreremo quando verrai da noi. Non devi però pensare di Me che Io operi in grazie a forze estranee o addirittura maligne; perché allora ti allontaneresti da Me e dell’Essenza Mia!".

                         9.      "Gesù, Gesù! Tu, Uomo-mistero!", esclama Nathan. "Una volta strapieno d'Amore, poi di nuovo pieno di Forze misteriose! Dall’altra parte in laboratorio il castigante, e qui il puro opposto! Che cosa è davvero autentico in Te? Se io non conoscessi così bene i tuoi genitori e fratelli, dovrei supporre che porti in Te due nature!".

                       10.   “Nathan! Ancor mai nessuno ha potuto dir di Me che non gli avessi offerto Amore! – E quello che accadeva di straordinario nella nostra famiglia, era a causa Mia. Ma se supponi che in Me ci siano due nature, allora Io ti dico: ti sbagli di grosso! Il Mio Interiore è anche il Mio Esteriore! Ma in te come in tutti gli altri uomini, l'interiore è del tutto diverso dall'esteriore!".

                       11.   "Che cosa intendi con questo? A tal punto non ti comprendo per nulla!", dice Nathan.

                       12.   “Perché tu non Mi vuoi comprendere!", risponde Gesù. "Un uomo, infatti, che agisce diversamente da come parla e pensa, è di doppia natura, poiché il suo interiore è il contrario di ciò che manifesta nell’esteriore. Ma quando un uomo si sforza di essere sincero, per manifestare veramente il suo interiore verso l'esteriore, egli ha superato l’uomo esteriore ed è diventato ‘Uno’ con il suo interiore! Questa è stata la Mia Lotta fino ad oggi. E quando Io lottavo con Me in santa serietà, allora voi ridevate sul sognatore e stravagante. Ma ora si vede l'effetto di questo Mio divenir Uno in Me! Lascerò Nazareth e soltanto allora essi riconosceranno che cosa hanno perduto in Me! Chi sono, infatti, i Miei amici all’infuori dei Miei fratelli? Romani, tenebrosi pagani, ma in compenso uomini migliori ai quali era facile riconoscere la Mia buona e sincera Volontà. Ma voi e, più di tutti, i templari, vi siete solo beffati di Me. Vedi, se tu pensi che Io voglia convertirti al Mio pensiero, allora ti sbagli di nuovo! – Perché vorrei ottenere soltanto questo, che tu rimanga il vecchio amico della casa e confermassi la tua amicizia quando Io qui non ci sarò più. Io, infatti, sarò odiato dal tempio, perseguitato e disprezzato; ma questo deve valere soltanto per Me! Provvedi tu allora che l'odio non passi su Mia madre e sui fratelli!".

                       13.   "Gesù, questo Te lo prometto! Ma come avviene che tu fuggi davanti al tempio e ne hai paura? Se Tu porti, come dici, delle Forze in Te per superare tutto, perché non le metti alla prova nel tempio e dinanzi ai suoi servitori? Qui devo di nuovo dubitare e Ti devo dire che Tu non Ti comporti come uno che ha davanti qualcosa di Grande!". –

                       14.   “Nathan, se tu Mi conoscessi, sapresti che non sono capace di avere paura. Perché il Padre che è in Me, Mi ha dato tutto il Potere! Ma Io non sono chiamato a trasformare il tempio, ma come un vero Uomo a testimoniare dell'eterna, vera Vita di Dio nell'interiore e per splendere dalla Luce, la quale Luce è Dio come eterno Amore stesso! – Ma questo per te è indifferente, altrimenti ne avresti potuto discutere già diverse volte con Giuseppe".

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Cap. 4

Gesù come medico ed amico dei bambini

Guarigione miracolosa di Ada

                         1.      I fratelli si recano ora nuovamente al lavoro. All'improvviso si ode un gran vociare nel cortile. Con impeto la porta è spalancata – una donna, seguita da due bambini piangenti, corre verso Maria e chiede aiuto con parole urlate; perché la vedova del terreno vicino sarebbe caduta ed apparentemente si è rotta una gamba.

                         2.      Maria vuole andare subito; allora dice Gesù: "Madre, tu rimani qui con la vicina e i bambini! Nathan è medico, ed Io l’accompagnerò".

                         3.      Nathan domanda sorpreso: "Che cosa vieni a fare tu?".

                         4.      Risponde Gesù: "Mio Nathan, Io vengo con te, poiché vorrei dimostrare che anch'Io ho compassione".

                         5.      Entrambi vanno senza parlare. – Presto raggiungono la casa e già entrando vedono che la donna soffre veramente grandi dolori. Quando Nathan la vuole visitare, geme ancora più forte. Allora dice Gesù: "Tu la fai soffrire ancora più del necessario! Scostati, e lasciaMi toccare la frattura".

                         6.      "Tu? – Tu sei un carpentiere e non un medico!".

                         7.      "Anche come carpentiere si può essere medico!", – risponde Gesù, – e lo spinge a lato. Poi Gesù stende le due mani e benedice la donna; s'inginocchia, pone delicatamente le Sue Mani sulla parte fratturata ed immediatamente cessa il suo pianto e – dopo pochi minuti è tutto guarito! Ora Egli conduce la guarita al suo giaciglio e dice: "Ecco Ada, ora rimani coricata tranquilla e ringrazia il tuo Dio che ti ha guarito dal più profondo del cuore! In futuro però pratica il detto: chi va piano va sano e va lontano!".

                         8.      Senza comprendere, Nathan ed anche Ada guarda Gesù. Lui però dice: "Credete alle Mie Parole e date onore a Dio! Dio, infatti, può soccorrere soltanto là dove Gli viene portata la fede!". Poi si volta per andare. Lo segue lo stupito Nathan che alla fine dice:

                         9.      "Gesù! Che cosa è stato nuovamente questo? – Tu diventi per me sempre più misterioso! Perché la donna era caduta a morte; era già subentrata la cancrena".

                       10.   “Sì, Nathan, qui necessitava soccorso immediato! – Io però volevo dimostrarti che un uomo, quando diventa in sé Uno con Dio, dispone anche di Forze che ha ricevuto da Dio. In fondo qui ha soccorso soltanto Dio, ed Io ho dato la Mia Volontà confidando per questo nel Suo Aiuto!”.

                       11.   "Così potresti aiutare anche altri – anche me?", domanda Nathan.

                       12.   "Certo! – Se tu potessi credere che non Io, ma Dio in Me ti aiuterebbe, allora anche tu potresti sperimentare la Bontà e l'Aiuto di Dio".

                       13.   "Gesù, Gesù! Questo lo afferri chi può, io non lo posso! Questo è troppo per me, uomo già vecchio! Perciò perdonami, devo andare a casa, altrimenti divento matto!".

                       14.   "Va in pace, ma non dimenticare di ritornare! Perché potrebbe venire un tempo che Mi cercherai inutilmente!". I due si separano – Gesù meditativo, Nathan però spinto dallo spirito dell'inquietudine. –

 

                       15.   Gesù va a casa. Maria nel frattempo è riuscita a calmare i bambini e a rimandare a casa la vicina. Guarda Gesù e capisce subito: Iddio clemente ha nuovamente portato aiuto! "Forse non era così grave?", domanda lei.

                       16.   "È stato ancora peggio! E senza aiuto i due fanciulli sarebbero diventati orfani! Ma nuovamente si è adempiuto il Mio Desiderio: Dio ha dato e Io sono stato il servitore". Gesù ora racconta tutto, ma a bassa voce, affinché i due fanciulli non vengano a sapere la Verità!

                       17.   Maria tiene le sue mani sul cuor suo battente e domanda: "O Gesù! Che cosa sarebbe successo se non ci fosse stato il Tuo aiuto?".

                       18.   "O madre! – avresti proprio avuto due bambini in più! E non ti sarebbe stato sicuramente difficile far le veci della madre".

                       19.   "Dov'è Nathan? – È rimasto ancora là?".

                       20.   "No, è andato a casa! Ma non troverà pace, perché Io gli sono diventato un mistero troppo grande!".

                       21.   "O Gesù, perché è così difficile comprenderTi? Perché? A noi è successo la stessa cosa, e quanto ne abbiamo sofferto? Vedi, queste domande sempre ritornano".

                       22.   "Madre Mia", risponde Gesù dolcemente, "Io vorrei domandarvi: ‘Perché siete voi così difficilmente accessibili per lo Spirito di ogni Vita?’. Quanto, piena di Luce si mostra ed annuncia a Me ogni Vita, perché Io ho lottato attraversando ogni perché! Voi in ogni caso sareste giunti alla massima beatitudine se aveste posto tutte le domande, tutti i dubbi dietro di voi ed aveste messo al loro posto la fiducia. Che cosa Mi ha dato questa Forza nella lotta? – La Mia Fiducia! – Non in Me stesso, no, ma nel Mio, e anche vostro Dio, Dio che vive in Me ed Io attraverso Lui! Qui sta il Mio fondamento, e su questo Io ho edificato! Lo riconobbe già Mosè. Questo fondamento della Fiducia in Dio è fondamento sacro, pertanto è diventato per Me ancora mille volte più luminoso! Ma finché questo fondamento e base, per quanto sacro possa essere, non diventa proprio tuo, devi tu temere di poterlo perdere! Dio, l'Eterno, è il Mio vero Fondamento di Vita, ed Io sento in Me sempre di più la Sua Forza e la Sua Potenza! E la Sua Magnificenza Mi riempie con tanta Luce che Io voglio vivere solo secondo la Volontà e i Desideri del Mio Dio! O Maria! O donna e madre! – Per questa Mia santa Essenza e Vita, vi manca ancora tutta la giusta comprensione!".

                       23.   "Ma Gesù, ancora non Ti comprendiamo?". – dice Maria spaventata. – "Quante volte ti rallegrasti perché Ti comprendevamo, e oggi Tu dici nuovamente così? Sei veramente incomprensibile!".

                       24.   "Sì, madre! Questo doveva essere detto, perché voi vi occupate ancora troppo della Mia Persona! E proprio questa è la strada più lunga! Voi dovete occuparvi soltanto dello Spirito in Me, soltanto allora molto di Me vi sarà chiarito. Oggi avete visto il vecchio padre Giuseppe nell'aldilà! Ma voi credete che egli sia ancora attaccato alla vecchia legge e ai profeti? – Oh, no! Il suo spirito interiore, che anch’egli ha ridestato alla vita con duri sacrifici, gli ha creato il suo meraviglioso mondo! E questo Spirito è l'eterno primordiale Spirito di Dio, e questo Spirito giace come scintilla anche in tutti voi".

                       25.   "Gesù! Quando parli così convinto, allora qualcosa mi dice: sì, Tu hai ragione! Ma quando sono nuovamente sola, la via mi sembra troppo lunga perché anch'io possa raggiungere questa meta!". –

                       26.   Allora si apre la porta ed Ada, la guarita, entra. I suoi due bambini le saltano incontro e la tirano verso la madre Maria.

                       27.   Ada però dice commossa: "O Tu, buon Gesù! Qual beneficio mi hai reso! Terribile era, infatti, il dolore che dovevo sopportare! Mostrami solo per una volta le Tue Mani, perché nessuna mano mi ha mai sfiorato in questo modo dolce e delicato. E tutto il dolore è stato subito attenuato".

                       28.   "O donna, che cosa devo aver fatto Io?", ribatte Gesù. "In tutto è sempre importante che non ci si perda e si guardi queste cose con occhi giusti! Ringrazia Iddio, e dà a Lui l'onore. Tutto il resto è del male! Vedi, la tua fretta ed il cattivo umore che avevi ti ha privato d’ogni prudenza; e così non poteva accadere diversamente: sei caduta! Ma Dio non manda la sofferenza per tormentare, ma permette la sofferenza soltanto per mettere alla prova! Prendi da quest’incidente il meglio per te, e loderai e ringrazierai soltanto Dio, il Signore!".

                       29.   Ora arrivano anche i fratelli, perché anche loro sono venuti a sapere dell'incidente, e Giacomo dice: "Non mi stupirei se Ada ricevesse da questo ancora una grande fortuna! Perché veramente Gesù non è ancora andato espressamente da nessun ammalato; soltanto quando incontrava per strada dei sofferenti, allora aveva per loro, prodigioso conforto e parole d'Amore".

                       30.   La vicina ora prende i suoi bambini e vuole congedarsi, allora dice Maria: "Ada, non dimenticare le Parole del nostro Gesù e ritorna!".

                       31.   "Mai dimenticherò il servizio d'Amore che Tu mi hai mostrato oggi ", dice lei a Gesù. "E per tutto il tempo della mia vita penserò alle Tue Mani; perché da loro affluisce Balsamo e Forza!".

                       32.   "Va con Dio! – Comincia tutto soltanto nel Suo santo Nome, e sii benedetta adesso e in futuro!", risponde Gesù.

                       33.   La fanciulletta però si accosta a Gesù e dice: "Tu caro, buon Gesù, hai guarito la mia mamma! Per questo io Ti vorrò sempre bene! E quando prego Dio, Lo pregherò affinché Tu possa guarire anche gli altri!".

                       34.   "Fallo, Mia piccola Lea, e serbaMi assai caro, perché anch'Io ti ho cara; e così puoi anche venire spesso a trovarMi, ma prima devi sempre chiederlo alla tua mamma".

                       35.   La piccola Lea si stringe a Gesù, mentre il maschietto sta di fianco e non ha il coraggio di fare lo stesso. Ora la vedova ritorna a casa con cuore grato con i suoi bambini; ma nel suo intimo sorge un grande presentimento: Gesù è più che un uomo comune!

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Cap. 5

Messaggio di Gabriel

Gesù gli annuncia: “Dio è diventato Uomo!”

 

                         1.      In casa di Giuseppe i fratelli parlano ancora animatamente del caso. Gesù però esce in silenzio, dirige i Suoi passi verso una collina e tiene, come sempre, la Sua meditazione. I Suoi pensieri vagano nel passato e, …dopo un po', …nel futuro.

                         2.      "O Padre, Tu Amore dell'Amore! Tu Essenza dalla quale provengono tutte le Beatitudini! Di nuovo Io sono in Me unito con Te! O Tu Amore! Tu santa Vita! – Quando Mi chiami all'Opera? Un intimo ardente desiderio occupa l’Essere Mio! – ed Io vorrei servirTi completamente, soltanto servirTi, servirTi!".

                         3.      Gesù è solo. – Intorno a Lui si fa silenzio e santa quiete c’è anche in Lui. Da lontano s’ode ancora il richiamo di una civetta e veloce scende la notte. Una notte limpida, e il cielo stellato sta nel raggiante splendore più bello. – Una stella cadente si libera ed attraversa un pezzo di spazio cosmico. Ma Gesù quasi non vi rivolge lo sguardo, poiché Egli contempla dall’Interiore la regione e il cielo stellato.

                         4.      Ecco che sta dinanzi a Lui una figura luminosa, s’inchina profondamente e dice: "Signore! Signore! Nel grande Universo si sente un nuovo Impulso, un santo Soffio, e tutti gli esseri sono invasi dal desiderio di apprendere in Verità da dove viene quest’Impulso! Noi sappiamo che Tu sei sulla Terra! Sappiamo che è la Tua santa Volontà di tacere su questo! Ma Signore! Signore! – Ora non possiamo più tacere, perché il Tuo interiore splende su questa Terra come un sole! O Signore! Perché tacere ancora? – Perché non possiamo – come Te – agire e collaborare?".

                         5.      "Fratello Mio, tu Mio Araldo! Tu fosti il primo che annunciò un giorno la Mia venuta e la Mia discesa, e di gioia il tuo cuore raggiava come un sole a mezzogiorno! Tutti i beati e tutti coloro che erano sulla via migliore per diventarlo, giubilavano, esultavano e credevano che questa fosse la più grande magnificenza. Ma Colui, al Quale toccò tutto il giubilo e tutta la gioia, si avvolse totalmente nell'umano e la gioia si raffreddò! Ma da allora essi vissero nella speranza che tutte le Magnificenze si dovessero un giorno certo rivelare. – Voi tutti avete compreso fedelmente il vostro servizio e nemmeno uno avrebbe meritato un biasimo. – Ma, Mio caro Gabriel, il tempo non è ancora venuto! Come voi tutti aspettate la ben nota Chiamata da Dio, così aspetto anch'Io! – E sempre è ancora da provare, se anche tutto, anche il più piccolo in Me, è davvero nuovamente spiritualizzato!".

                         6.      "Signore! Signore!", dice Gabriel. "Noi, quali Tuoi fedelissimi servitori stavamo talvolta nella Tua vicinanza, nel luogo in cui Tu opponevi tutte le Forze nel Tuo interiore alle forze basse. Noi potevamo soltanto stare a guardare, potevamo soltanto implorare nel nostro interiore: O Signore, permettici di aiutarTi! Ma la Tua Volontà non ci dava il Suo permesso! – Il nemico di ogni Vita ha dato con ciò da fare anche a noi; ma in nessun singolo caso poteva egli farci vacillare. Ora è subentrata un'altra condizione, perché tutto l'umano obbedisce alla Tua Volontà! Ed in tutte le sfere celesti ogni abitante sente: o Terra, ora il tempo è compiuto, in cui tu quale creazione più piccola meriti la più grande attenzione. Poiché tutti nutrono la speranza: Il Signore ora scioglie la maledizione che grava su tutta la Creazione; e Tu, quale Gesù, sei entrato nel Punto centrale!".

                         7.      “Certo, fratello Mio", risponde Gesù in tutta serietà. "Tutto questo è giusto e vero. Ma ricorda: si conservano soltanto quei frutti che sono veramente maturati! Oh, ma non è ancora a questo punto. Occorre ancora molta lotta, molta fedeltà ed umile dedizione! Ma una cosa ti dico oggi: “Annuncia a tutto il mondo: ‘L'Opera della Redenzione è entrata nell'ultimo stadio!’. Non più misteriosamente il Figlio dell'Uomo nasconderà tutto, ma deve venir rivelato: Dio è divenuto Uomo!”, e tutto l'umano viene con questo reso capace di divinizzare tutto in sé! Ora si tratta ancora di perfezionare quello che è stato strappato vittoriosamente al nemico di ogni Vita. Ora continuate a compiere il vostro servizio nel vecchio spirito di sacrificio!”.

                         8.      L'angelo s’inchina profondamente – e Gesù è di nuovo solo.

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Cap. 6

Annuncio a Maria della ‘Chiamata interiore’

                         1.      Poi Gesù va a casa dove Maria è ancora occupata. Come Lui entra, lei guarda in alto; ma Gesù le va incontro e dice:

                         2.      “Madre! – Ora sono alla meta! E non rimarrò più a lungo in casa con Te e i fratelli. Tu sai di cosa si tratta. Io non posso lasciare inascoltata ‘la Chiamata!’, poiché d'un tratto tutto Mi è chiaro! Ciò che oggi era ancora oscuro, adesso è diventato in Me piena Luce! Ora Io sono unito con voi e non posso più separarMi, anche se dovessi essere lontano fisicamente per miglia. O Maria, se tu potessi soltanto sentire la Gioia in me, diresti: Gesù, perché rimani ancora a Nazareth? – E Io dovrei risponderti: solo ancora poco tempo, – perché Io non faccio nessun passo senza la santa Volontà di Dio profondamente riconosciuta! Quello che ho fatto e operato fino ad oggi, l'ho fatto veramente da Me, poiché Io vedevo giacere le mete di Dio ben luminose, ma come fuori di Me. Tutto il Mio lottare e combattere valevano per l’inferiore, per l'umano, poiché si opponevano al Divino in Me. La lotta conclusiva è stata facile e non era da paragonare con quella iniziale. Ora, infatti, non opero più Io, bensì il Padre o Dio adesso opera in Me! Di questo oggi ho preso chiaramente piena coscienza”.

                         3.      "Gesù!", – esclama Maria. – “È questa la santa Verità, oppure non potresti sbagliarTi?".

                         4.      "Donna! Perché non vuoi crederMi?", – le risponde Gesù. – “Perché sei la prima che oppone dubbi a tali Mie Parole? Ricordati: ogni uomo può sbagliare, ma non Dio! – E Dio adesso dimora in Me! E ora andiamo a riposare".

                         5.      Ma Maria non può prender sonno, perché ciò che da tempo presentiva è ora diventato realtà: Gesù smette di essere suo Figlio e sta ora così considerevolmente al di sopra di lei! – Dove e come inizierà Egli la Sua Opera? – Ma poi si addormenta – e rapida trascorre la notte.

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Cap. 7

Maria annuncia la raggiunta Meta di Gesù

                         1.      Tutti si sono alzati per tempo e Maria prepara la colazione. Giacomo va da lei e dice: “Maria! Gesù oggi ha lasciato nuovamente vuoto il suo giaciglio; dove può essere andato?" –

                         2.      “Giacomo, abbandona ogni preoccupazione per Gesù!", – risponde Maria. – “Egli è la nostra Salvezza, come tu sai da tempo; e stanotte mi ha annunciato: «Ora sono alla Meta!». Ah, Giacomo, se fossimo anche noi così avanti, allora ogni preoccupazione ed ogni lotta avrebbe una fine”.

                         3.      Gesù entra. Amorevolmente saluta madre e fratello e rivolgendosi a Maria dice: “Maria! Lascia alle spalle già adesso tutte le preoccupazioni! Perché Iddio si può rivelare nella Sua Magnificenza solo là, dove Gli andrà incontro vera fiducia filiale! CrediMi, e tutti i Cieli saranno pronti a servirti”.

                         4.      “Gesù, toglimi il peso dal mio cuore, perché io sono ancora tua madre". –

                         5.      “Anche lo rimarrai!", – risponde Gesù pieno d'Amore. – "Non scandalizzarti di nulla, poiché Io sono uomo e figlio tuo! Ma il Mio Spirito interiore è Dio da Eternità in Eternità! Perciò rimani nel puro amore e Noi saremo una sola cosa!".

                         6.      Ora tutti si siedono per la colazione, Gioele intona il cantico e tutti si uniscono in coro; soltanto Gesù tace. – Terminato il cantico mangiano in silenzio; poi Gioele si alza e domanda: "Gesù, vieni oggi con noi? – C'è molto da lavorare, e io vorrei finirlo per il calar del Sole!".

                         7.      "Gioele, fratello Mio! Lasciaci festeggiare oggi e domani! Il tuo lavoro è finito, perché Io volevo così! Chissà, quando saremo ancora una volta insieme così uniti? – Nathan non ha pace e presto sarà qui. Allora anche voi dovete sperimentare tutta la grande Bontà e Magnificenza di Dio".

                         8.      "Gesù, caro fratello", – dice Gioele commosso, – "non abbiamo vissuto abbastanza magnificenza? Certo, da tempo abbiamo sospettato la Tua partenza, poiché sei adesso così tanto lieto e libero. Ma giacché sediamo tutti ancora a tavola, allora Ti prego nel nome di tutti i fratelli: Gesù! – se non Ti abbiamo aiutato nella Tua lotta e tanto spesso non Ti abbiamo compreso e Ti abbiamo fatto del male, allora perdonaci la nostra debolezza e serbaci caramente come fratelli Tuoi!"

                         9.      "Mio Gioele e voi fratelli! Non c'è bisogno di questa preghiera! Rimanete fedeli e sinceri in tutta umiltà; e lasciate agire su tutto il vostro fare lo Spirito dell'Amore! Allora saremo una cosa sola e uniti fedelmente in ed attraverso l'Amore del Padre, e voi siete e rimanete fratelli Miei qui, come anche nell'Eternità!".

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Cap. 8

Il sogno di Nathan

Una parabola

                         1.      Come Gesù ha parlato, viene Nathan e chiede indulgenza per il fatto che è venuto così di buon mattino, perché: "Gesù e voi, ascoltate, io non ho pace e non so dove iniziare e dove finire! Da ieri c’è in me una situazione miserevole, e posso pensare come voglio, non vengo a nessuna chiarezza. Pregando mi sono rivolto a Jehova; invece di quietarmi sono diventato l'inquietudine stessa. Stanco mi rivoltavo sul mio giaciglio. E quando alla fine mi sono addormentato, ho avuto un sogno strano, sogno che mi ha reso, dopo il risveglio, ancora più inquieto".

                         2.      Dice Gesù: "Ma Nathan! Tu come sacerdote dovresti cavartela d’impaccio con te stesso e mostrarci un’immagine migliore di te! Poiché tu sai che il consiglio umano raramente serve a qualcosa".

                         3.      "Sì, Gesù! Tu potrai aver ragione; ma sei Tu la causa della mia inquietudine! – Posso raccontarvi il sogno?".

                         4.      "Puoi raccontarlo tranquillamente, a causa dei fratelli; perché Io conosco il tuo sogno", risponde Gesù.

                         5.      "Cosa? – Tu lo conosci? – Come puoi conoscerlo?".

                         6.      "Nathan, se Io voglio, – nulla Mi è nascosto!".

                         7.      Nathan si stupisce e poi racconta: "Faticosamente cercavo di dormire e di dimenticare, perché la mia ignominia e vergogna divennero evidenti, non mi passavano di mente. Generosamente voi, e soprattutto Tu, Gesù, mi avete steso la mano ed avete rinnovato il vecchio patto d'amicizia che esisteva già da tanto tempo. Io ho pensato ed agito in maniera volgare e vile ed ho ricambiato amore con invidia e odio! Non mi volevo convincere che Tu, Gesù, mi hai guardato in trasparenza – e lo potevi dimostrare coi fatti! – Alla fine mi sono addormentato ed ho sognato molto animatamente: sono il proprietario di un grande terreno, ho molto personale, molto bestiame e grandi campi. Esco ed ispeziono le stalle. Il bestiame muggisce, non ha foraggio! – Cerco il personale per mandarli a prenderlo; essi stanno pigramente appoggiati e dicono: «Nathan, non abbiamo più foraggio! – Nei campi è già stato tutto raccolto! Anche noi non abbiamo pane; e il grano è finito; procurane dell'altro!». – Allora grido io atterrito: «Cosa? Niente foraggio per il bestiame e niente pane per noi? – Ma non è possibile!». – Allora mi venne per risposta: «Accertati da te!». – Io corro fuori nei campi. Nessun’erba, nessun foraggio; tutto raccolto e non era ricresciuto niente, poiché non aveva piovuto da settimane. Vado nei campi di grano. Il raccolto è dell’altezza di un uomo, ma quando mi avvicino, nel gambo non vi sono spighe. Corro negli altri campi – nemmeno qui nessuna spiga! Allora mi lascio andare crollando e piango amaramente. – Allora arrivi Tu, Gesù, e domandi: «Nathan, che cosa hai perduto che piangi così amaramente?». – E io dico: «Guarda lì i campi in magnifica abbondanza, ma senza spighe. Che cosa sarà? Perché ora non manca soltanto il pane, ma anche la semina». – Allora Tu dici: «Qui neanche Iddio ti può aiutare, poiché qui tu vedi solamente il frutto della tua semina». Mi sveglio e, oh, spavento, risuonano le Tue Parole: «Ciò che vedi è il frutto della tua semina!». O Gesù! Che cosa significa tutto questo? Dammi nuovamente la mia quiete!".

                         8.      “Nathan, Io non posso ridarti la tua quiete, perché non te l'ho presa. Nessuno ti può dare indietro qualcosa che prima non ha ricevuto o preso da te. Ma è una circostanza particolare che ti ha portato in questa lotta ed è: Dio, l'Eterno, è a te clemente; Egli ha incrociato la tua volontà! Con questo sogno Egli ti mostra il tuo mondo interiore. Se tu ora morissi, vedresti nel tuo mondo la stessa cosa – con la sola differenza: da questo sogno c'era ancora un risveglio per te. Ma lì, nell'aldilà, la tua situazione potrebbe durare per delle eternità. Poiché: come la semina – così il raccolto!".

                         9.      "Ma Gesù!", – domanda Nathan terrorizzato. – "Non ho dedicato tutta la mia vita a Jehova? Non L’ho servito fin dalla tenera età ed ho osservato la Legge e i profeti, per quanto bene potevo? E ora tutto questo dovrebbe essere nulla? O Gesù, allora sarebbe meglio che io fossi diventato un pagano e servitore di Baal".

                       10.   “E saresti caduto ancora più in basso nella tua miseria!", – risponde Gesù. – “Il tuo terreno, infatti, ti ha portato ancor sempre steli, anche se senza frutto! Ma come ti sentiresti se tu, nella notte e oscurità, non sapresti che fare, e intorno a te ci fossero solo rocce e dure pietre? Non è ancora troppo tardi. Ancora puoi coltivare nella speranza e nella fede il tuo terreno, e noi tutti ti vogliamo aiutare. Nathan! Perché non Mi vuoi comprendere? Lascia prima di ogni altra cosa cadere ogni paura e timore dinanzi a noi e pensa: noi siamo tuoi amici!”.

                       11.   "Gesù! Gesù! Io non ti capisco, ben sento il vostro amore, ma che cosa devo fare? – Che cosa è necessario per portare nuovamente in me pace e tranquillità?".

                       12.   "Caro Nathan, una parabola deve darti la risposta. Perché questa è una faccenda seria e dipende unicamente dalla tua forte volontà! – Vedi, un padre aveva tre figli. Il maggiore, dotato con grandi doni spirituali, affascinava il mondo con le sue creazioni artistiche e scientifiche, e la sua fama giunse quasi fino al Cielo. E come cresceva la sua fama, cresceva anche la sua ricchezza, ma interiormente era povero, egli, infatti, non aveva nessun vero amico, e nelle ore di silenziosa solitudine si sentiva terribilmente raggelare, perché il suo cuore bramava ardentemente qualcosa d'altro, e questo non gli era dato. Il secondo figlio era di un carattere leggero; come guadagnava, così dissipava! Tutto ciò che toccava, riusciva; ma la sua leggerezza faceva nuovamente tutto svanire. Egli era amato finché aveva dei mezzi; ma quando non possedeva più niente, era solo e il pentimento rodeva il suo cuore. Il più giovane, un uomo silenzioso e malaticcio, amava la solitudine. Gli animali nel bosco erano i suoi amici, gli uccellini erano i suoi compagni; piuttosto soffriva egli stesso la fame che in inverno patissero i suoi beniamini. Una volta vennero da lui i bambini del vicinato ed egli insegnò loro delle cose meravigliose. Essi impararono da lui a conoscere non soltanto la natura e le sue creature, ma anche ad amare! In inverno però, poiché non potevano incontrarsi, ai fanciulli mancava molto il loro insegnante, il loro benefattore. Questo giovane figlio diventava sempre più felice, malgrado sofferenze e pene, perché egli possedeva l'amore dei suoi simili; e questo amore divenne la forza e la grande ricchezza del suo cuore! Così, caro Nathan, hai qui la storia dei tre figli. Cerca di immedesimarti e riconosci a chi tu somigli!".

                       13.   Attentamente non sta ad ascoltare soltanto Nathan, ma anche la madre e i fratelli; e così dice Maria: "Ma Gesù, è dunque la storia già finita? – qui manca certo ancora la fine!". –

                       14.   "Certo, hai ragione! La fine però dovete trovarla voi stessi, poiché è soltanto una parabola".

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Cap. 9

Gesù racconta il Suo Mondo interiore

                         1.      In quest’istante entra la piccola Lea nella stanza e dice: "Madre Maria, la mia mamma mi manda a dire se può venire da te, perché vorrebbe sapere molte cose, – e posso venire anch'io insieme?".

                         2.      Maria risponde: "Dì a tua madre che se lo permette il suo dovere, lei è benvenuta di cuore; e tu, piccola Lea, puoi sempre venire da noi, perché io amo i bambini obbedienti".

                         3.      "Anche Gesù ama i bambini?". –

                         4.      "Chiedilo a Lui stesso; Egli è seduto lì a tavola".

                         5.      "Gesù, Ti arrabbi se Ti chiedo qualcosa?"

                         6.      "Oh, no, bambina Mia! Non posso affatto arrabbiarMi, perché Io amo tutti gli uomini, quindi anche i bambini!"

                         7.      "Anche i cattivi?" –

                         8.      "Sì, piccola Lea, Io amo anche i cattivi; poiché per la maggior parte non sanno che sono cattivi". –

                         9.      “Oh, allora sei un uomo strano! La mamma dice sempre: «Si devono evitare gli uomini cattivi»”. –

                       10.   "Sì, certo, anche la tua mamma ha ragione! Ma quelli che si evitano, si possono lo stesso amare! Ora tu non lo comprendi ancora, ma quando sarai più grande, imparerai a comprenderMi. Ma ora va, tua madre ti aspetta". –

                       11.   Poco dopo viene Ada con Lea, e lacrime di gratitudine le scorrono quando saluta Gesù: "Oh Tu buon Uomo! Quanto Ti abbiamo disconosciuto, e ora, hai fatto di noi dei debitori!".

                       12.   "Niente affatto, cara Ada. Ma già che sei qui, allora avremmo anche noi una preghiera per te. Vedi, possono verificarsi delle situazioni che la madre ed Io non siamo a casa e restiamo lontani per settimane o mesi; allora nessuna mano che fa ordine, nessuna donna di casa è qui. Ecco che i miei fratelli qualche volta, anche se lavorano lontano da casa, certo avranno bisogno di tanto in tanto dell'aiuto femminile. – Saresti tu disponibile di rendere alla casa di Giuseppe questo servizio?".

                       13.   "Ma Gesù, come puoi domandare, poiché soltanto amore per amore, soltanto bene e bontà venivano dal padre Giuseppe! E oggi dovrei dimenticare? Oh, no! Il vostro amore è come un Sole ed ho digiunato per questo amore e quasi mi sono consumata. Quanto era bello quando il padre Giuseppe parlava della potente Benedizione di Jehova e degli insegnamenti dei grandi profeti. Ma tu, Gesù, per la maggior parte non c’eri ed hai perduto molto; vorrei tanto sapere dove stavi e perché non rimanevi a casa.” –

                       14.   "Cara vicina Ada, voler sapere tutto non è bene!”, – risponde Gesù. – “Ma poiché anche Nathan ha il diritto di venire a sapere ancora alcune cose di Me, cose che spesse volte lo sconcertano, allora voglio mostrare a tutti voi una parte della Mia lotta e battaglia interiore. Vedete! – la maggior parte Mi conosce soltanto come il silenzioso, semplice figlio del carpentiere! Ma dall’infanzia viveva in Me un impulso per il Divino, per ciò che dava alla Mia Anima il vero, giusto slancio – per trovarsi là dove si tratteneva ‘il Santissimo!’. Con interiore, santa gioia Io sperimentavo come si facevano sentire su di Me e in Me sempre più ignobili bassezze! E riconoscendole, Me ne liberavo, spesso solo dopo enormi sforzi! Sì, Io riconoscevo un potente ‘dissidio’ in Me, dissidio che separando voleva mettersi fra Me e il‘santo Bramato’. In Me sorse una grande difficile domanda: fin dove sono sottoposto veramente a quest’ignobile, falsità ed assurdità? Parole o pensieri però non potevano sciogliere questa domanda. Per liberarMi da questa piaga, da questo impulso nell’ignobile che minacciava di soffocare tutto il più Elevato, anch'Io afferrai potenti mezzi! Così frequentai spesso contrade solitarie e analizzai il Mio Essere fin nei minimi particolari. Qui vissi meraviglie su meraviglie e fui rapito nelle Magnificenze che Mi erano così dilette e note, come se non vi fossi mai stato separato.

                       15.   Un'altra volta sperimentai nuovamente ‘feccia e Inferno’, ma ne rimasi immune in seguito alle precedenti serie lotte in Me. Ancora un'altra volta andai nei mercati e piste da ballo, lasciai tutto ciò che era ‘mondo’ e il suo seguito, agire su di Me; ma come un Trasfigurato, come uno Elevato su tutto questo, potei rimanere anche qui integro. In mezzo a peccato e vizio Mi sentivo protetto come da una corazza che non lasciava penetrare nulla! Sì, cosciente discesi nelle ‘anime’ degli smarriti e traviati, che Mi si rivelavano come un grande, grande ‘mondo’ – ed ho peregrinato attraverso parecchi oscuri burroni e parecchi deserti. Ma nonostante tutto Io conobbi solamente l’anelito che vuol soccorrere, e ancora non può! Quest’anelito divenne sempre più potente in Me. Sempre di più fuggii al Mio naturale-umano e cercai poi nel Mio più interiore, fino a qual punto anche questo si sarebbe impegnato ad operare soccorrendo e salvando. – Allora contemplai il Mio proprio Io – ed una beata gioia attraversò tutto l’Essere Mio. «Chi sei Tu che Mi rendi così beato?», Gli esclamai. – «Io sono Te! – e Tu sei Me!», mi suonò in risposta. E ogni Parola fu come Musica santa, è Vita santa e nuova, insospettata Gioia fu in Me. Ma d’altra parte dovevo anche compiere i Miei doveri terreni come uomo, come fratello e come figlio. E vedete, cari fratelli, per qualcuno di voi avrei detto parole incomprensibili invece di gentilezze, ma non poteva essere. Poiché con lettere di fuoco era impressa in Me “la Legge”, e quindi la Mia aspirazione e sforzo tendeva soltanto all’adempimento di questa Legge in Me! [Geremia 31, 31-33]. E finalmente ora la grande Meta da gran tempo bramata è raggiunta: Io e Dio siamo Uno!».

                       16.   Maria domanda preoccupata: "Gesù, per Te non esiste nessun errore? – Se fosse soltanto illusione, la Tua unificazione con Dio? Qualcuno già credeva di essere giunto alla Meta, ma non aveva fatto nemmeno il vero inizio! Nella vita, infatti, esiste molto errare e troppa confusione".

                       17.   "Maria! Quando potrai dunque credere che è così? – Devono dunque sempre parlare prima i fatti per convincerti? Soltanto la libera, pura fede genera Forza. Tutto il resto è di poco valore!".

                       18.   "Mio Gesù, non volevo dubitare di Te! Tu vai comunque per la Tua strada, sia che crediamo in Te oppure no! Andrà così ben a molti Nazareni, essi vedranno e sentiranno, e lo stesso non potranno credere".

                       19.   “Non ti preoccupare, per questo crederanno altri e contempleranno come Me le Magnificenze di Dio!”.

                       20.   Anche la piccola Lea presta attenzione ad ogni Parola che Gesù dice, e sembra come se l'avesse anche compresa. Allora va da Gesù e chiede: "Gesù, mi passa ancora per la testa: come puoi amare i cattivi – quando hai riconosciuto la cattiveria come tale? – La mamma ha sempre paura che noi potremmo diventar cattivi!".

                       21.   "Lea, – fa attenzione! Io ti voglio assai bene, ed anche tu lo vuoi a Me! – non è vero? Lo credi tu?". –

                       22.   "Sì, io Ti credo!".

                       23.   "Ma se una volta tu sei disobbediente, credi tu che Io poi non ti voglia più bene?".

                       24.   "Ma allora, potresti volermi meno bene, perché non sono più la Lea che Tu ami!". –

                       25.   "Certo, bambina Mia! Ricordati per tutti i tempi: ama tutti gli uomini, – ma non l'umano in loro! Ama per quanto tu puoi e desideri amare – ma il male e il cattivo mai! Pensa sempre: Dio ha creato te, ma anche tutti gli altri! Dio è il Bene; e l'uomo ha ricevuto soltanto del Bene come Dono proveniente da Dio. Il cattivo però è sempre una parte del male, che non deve essere commesso – ma deve sempre essere superato! E soltanto chi lo supera è un vincitore sul male! Lo hai capito?".

                       26.   "Sì, mio Gesù, ho sentito e compreso! Io però voglio lo stesso evitare gli uomini cattivi, perché potrebbero rubarmi il mio amore per Te!" –

                       27.   “O bambina Mia! Vieni al Mio petto e pensa che Io sia il Tuo Padre vivente nel Cielo! – ma taci quando noi grandi parliamo, perché tu sei ancora piccina!". – Ora la piccola Lea si stringe forte a Gesù. Ma Gesù continua a parlare: "Questa fanciulla ha uno spirito particolarmente acuto e scorge cose che a certi adulti sono ancora lontane, e per tali fanciulli ci vuole doppia cautela". –

                       28.   "Perché questo?", – domanda la madre di Lea.

                       29.   "Perché tutti coloro che hanno un grande, potente spirito dall'Alto, non devono essere trasferiti così profondamente nell'animale e materiale, ma nell'essere spirituale. Come un albero, quando diventa grande e vecchio, è sempre intento ad immergere le sue radici nel terreno in profondità e larghezza ed a diventare sempre più resistente, per poter affrontare tutte le tempeste e pericoli – così succede anche a noi uomini. Per questo dobbiamo radicare profondamente nel regno terreno spirituale – se vogliamo resistere! Quanto più profondamente c’inabissiamo nella pura, vera Vita di Dio, tanto più ce ne appropriamo. Solo gli indolenti e i superbi stanno presto sradicati sul terreno e piangono, e Dio deve soccorrerli. Ma Iddio ha disposto tutto così saggiamente che ognuno deve essere l’artefice della sua stessa felicità!"

                       30.   Riflessivo, Gesù osserva Nathan – poi continua a parlare: “Nathan, non guardarMi così incredulo, il tuo interiore, infatti, è come uno specchio, ed i tuoi pensieri stanno dinanzi a Me come un libro aperto. Se tu non ti sentissi come lo sconfitto, vorresti ora questionare con Me! – Ma Io ti dico, non ci siamo incontrati per questionare e disputare, bensì per unirci! Diventa umile e piccolo, e impara da Me, perché sei sulla giusta strada nel tuo interiore! Solamente ‘servire Dio’ – sia anche la tua santa missione!”.

                       31.   "Gesù, da dove attingi la Tua Sapienza e Potenza?", domanda Nathan quasi inorridito. "Non può essere che Sapienza, Potenza e Discernimento siano ammassati nel Tuo Cuore, come s’immagazzina grano o vino! Perché non vi sta scritto nulla in Mosé o negli altri Scritti, come si ottiene questo?".

                       32.   "Nathan! Perché spiritualmente voi dormite per la maggior parte della vostra vita, come ora qui dorme e sogna Lea. Di più non voglio dirti, poiché tu stesso devi trovare la Verità". –

                       33.   Ada porta via la piccola Lea dal Grembo di Gesù, la posa su una panca e si scusa per la sua bambina.

                       34.   Ma Gesù dice: "Ada, Io amo sempre i bambini, e la piccola Lea Mi ama particolarmente, perciò non preoccuparti per lei. Tu però potresti occuparti con Maria per preparare un pranzo. – Noi invece, cari fratelli e tu Nathan, vogliamo andare sulla collina; fra due ore saremo nuovamente di ritorno!".

                       35.   Dice Gioele: "Fratello, che cosa dirà di noi la gente che oggi non abbiamo eseguito nessun lavoro!".

                       36.   “Sta tranquillo, Gioele! – Che di noi non si parli molto bene, è noto; ma per questo non li puniremo. E poi c'è Nathan in mezzo a noi. – Perciò niente preoccupazioni! Non badare al dire e al fare della gente, bensì mostra tu agli uomini ‘il tuo spirito interiore ridestato’, – e loro staranno zitti!”.

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Cap. 10

La consacrazione dell’Anima di Gesù sulla collina

                         1.      Ora s’avviano verso la collina e lì si mettono comodi.

                         2.      Gesù osserva: “Nathan, ti sei stancato molto della strada? – Allora adesso riposa, perché per accogliere grandi, potenti pensieri, si deve essere riposati. Ma Io non Mi stanco, se non voglio, eppure ieri e nemmeno oggi ho dormito, bensì vegliato. – È lo Spirito in me che Mi tiene sveglio.

                         3.      Cari fratelli! Ebbene ascoltate che cosa ho da dirvi qui: ora vi lascio e vado per la ‘Mia strada!’ Voi sapete che fin da Noè è bramato ardentemente il Salvatore: da Abramo – atteso direttamente! Iddio il Signore ben procurò delle possibilità affinché lo Spirito proveniente da Dio potesse essere nell'interiore di ogni uomo il dominatore di tutto, e anche l'esecutore. Questo però non è riuscito ancora a nessuno. Bensì fu raggiunto del grande da singoli, e gli uomini ottennero da questo, Benedizioni su Benedizioni; ma nessun valore è rimasto permanente. Ora a Me è riuscito in tutti questi anni che voi Mi conoscete a sottomettere tutto il carnale-animico allo Spirito! – Io ora compio nel puro Spirito di Dio un'Opera di valore che rimarrà eternamente, e questo verrà a vantaggio di tutti gli uomini e di tutti gli esseri!

                         4.      Tu, fratello Gioele, sei l'erede del padre Giuseppe; ma tutti gli uomini, tu compreso, sono poi Miei eredi! Ciò che Io lascio agli uomini, sarà appena riconosciuto, a meno che non venga la grande, potente miseria che afferra tutti gli uomini e li porta dopo lungo, faticoso smarrimento, finalmente a cambiare dal loro pensare e fare mondano e credere allo spirituale – che Io voglio mostrare e dare a loro – e poi venir dietro di Me!”.

                         5.      "Caro Gesù", dice Nathan meditabondo, “Tu sei stato in Nazareth causa di preoccupazione come mio figliolo. Tutti si piegavano alla Legge e alle Parole di Dio, solo Tu seguivi le Tue proprie vie. Ma ora devo crederTi, perché Tu mi ci costringi, infatti non Ti posso contraddire! Ma io, come sacerdote, ora domando a Te, Gesù, – da uomo ad uomo: ‘Non sbagli nemmeno Tu? Sei così convinto delle Tue Idee, da poter gettare la Tua Vita nel piatto della bilancia?’. Vedi, talvolta si perviene ad una tale Forza interiore e pienezza di Vita, che si crede di essere un gigante; ma il giorno dopo – oh, ma quanto ci si sente di nuovo piccolo e scoraggiato!”.

                         6.      “Caro Nathan, il tuo discorso è certamente buono e vero per qualcuno, ma non è da applicare su di Me. Ho esaminato, infatti, Me stesso da parte a parte e nelle prossime settimane affronterò le Mie ultime prove. Poiché vinta – è la Mia carne e, nella Mia Anima, – tutto è spiritualizzato! Ci sono però ancora prove da presentare ai grandi, potenti oscurantisti nell'aldilà! Perché anche lì Io lancio i Miei Raggi di Vita. Anche agli abitanti nel grande regno degli spiriti deve essere data l’occasione di vedere – ciò che voi vedete. Tutti i Cieli sono aperti! Attraverso gli Spazi dell'Infinità suona un Cantico e un Giubilo! Perché su questa Terra si rivela adesso Dio – quale ‘il santo Amore!’, e vuole che tutti, proprio tutti vengano aiutati”.

                         7.      C’è silenzio intorno a Gesù. Nessuno osa dire una parola; anche Nathan è sopraffatto. E in questo silenzio si celebra una consacrazione interiore. –

                         8.      Dopo, Gesù continua: “Fratelli! Nello Spirito dell'eterno divino Amore Io vi ringrazio, perché voi Mi avete aiutato fin qui, lasciandoMi fare. Ma in quest'ora vi metto a cuore una grande ed urgente preghiera, e questa è: non diventate orgogliosi e altezzosi quando sentirete parlare di miracoli e opere del vostro Fratello Gesù! Poiché accadranno cose possenti! – E il tempio non starà tranquillamente a guardare quando convincerò i migliori per la Mia Dottrina di Vita. Rimanete umili, rimanete piccoli e silenziosi, ma unitevi sempre ancora più intimamente con lo Spirito in Me. Perché questo Spirito è Dio di Eternità in Eternità! – Allora sarete benedetti non solamente per il tempo, ma per le Eternità! – Non sarete benedetti perché Io sono ed ero vostro Fratello – oh, no, ma perché la benedizione procede solamente da Dio che ora vuol dimorare e deve dimorare anche in voi. D’ora in poi tutti gli uomini sono fratelli, se essi lottano e combattono per lo Spirito che vive in Me, e questo Spirito si chiama: Amore – Amore – Amore, d’ora in poi non esiste più nessun Cielo localizzato, perché tutto diventa Cielo, dovunque questo Spirito dell'Amore divino è la base fondamentale della Vita!

                         9.      D’ora in poi non esistono più maledetti e dannati, perché l’Amore divino è Misericordia e soltanto Misericordia! D’ora in poi ad ogni cuore umano è aperta una via che porta al Cuore di Dio e deve per tutti, tutti, ridondare a Benedizione. Ma se uno non percorre questa via del Cuore e non la vuole percorrere, deve attribuire a se stesso se non può trovare in sé nessun Cielo. Poiché, fratelli, ascoltate: in Principio era l'eterna Parola che chiamò tutto all'Esistenza con il suo «Sia Fatto!». Questa Parola era Dio stesso! E questa Parola è ora diventata in Me vivente. Così vivente che ho smesso di essere qualcosa per il Mio proprio Io! E ciò che ora sono diventato, Lo sono diventato attraverso questa vivente Parola di Dio!”. –

                       10.   "Fratello Gesù", dice Gioele, “Tu ci fai ammutolire con il Tuo discorso! Tu ci dici che dobbiamo essere preparati, quando andrai via da noi. Perché non dici: ‘Venite, andiamo insieme; perché voi avete il maggior diritto di seguirMi!’. Quante Magnificenze abbiamo già vissuto grazie a Te, e che noi Ti amiamo, questo lo sai meglio di quanto lo possiamo esprimere”.

                       11.   “Caro Gioele, hai dimenticato che non ci possiamo mai e poi mai separare? A che cosa servirebbe il vostro venire insieme se rimanesse soltanto esteriore? Naturalmente non respingerei nessuno; ma il Mio consiglio è: ‘Rimanete a Nazareth e diventate una Luce in queste tenebrose mura! E date a tutti gli uomini, Amore e una vera Luce!’ – Questo sia il Mio desiderio per voi in quest'ora; ma ora andiamo a casa – poiché la madre ha preparato il pranzo; e tu, Nathan, sei nostro ospite!”. –

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Considerazione postuma

Prima che la Chiamata di Dio da lungo tempo bramata potesse giungere a Gesù, per cominciare la Sua santa Opera di Redenzione, Egli dovette passare attraverso grandi prove per dimostrare la divina ‘Forza del Redentore’ del Suo Amore come invincibile a Sé ed agli altri.

Gesù, quale il prescelto Salvatore di tutti gli errori umani, doveva poter tener testa alle brutte avversità dei simili, non soltanto pieno di calma, ma saper redimere odio ed invidia dalla maledizione delle loro tenebrose intenzioni.

Ma questa santa Chiamata di Dio non Gli venne portata da un angelo, ma echeggiò nella Sua Vita più interiore mediante la chiarezza della consapevolezza illuminata: Dio ed Io siamo ora una cosa sola!

Che cosa vuole significare, questo essere Uno di un uomo con il Fuoco primordiale di questo Amore di Dio tutto abbracciante, lo leggiamo per esempio già nel libretto III, cap. 4 e nel libretto IV, cap. 4.

Ma si trovano così tante sante e portentose Rivelazioni dalla nostra stessa vita interiore ancora tra le righe, che ogni libretto dovrebbe essere letto tranquillamente ben sette volte – per riconoscervi per proprio conto questi segreti e trasformarli in proprie parole, affinché diventino esse nostra proprietà!

L’editore tedesco

 

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[1] Gioele è il figlio maggiore (Gjoel) dei cinque figli di Giuseppe avuti dalla prima moglie [“Vangelo di Gicinque figli di Giuseppe avuti dalla prima moglieacomo”  di Jakob Lorber - cap. 13,7]