Scene spirituali nell’aldilà

Ricevute in visione da Max Seltmann

Libretto  XXV

 

La Patria ritrovata

 

Il cammino spirituale di una giovane cieca nell’aldilà, dove essa insegna ai fratelli bisognosi a crescere nell’amore

 

 

L’immagine è di Monia Marzotto: dipinto ad olio su pannello "La bambina con il cestino"

 

 

Traduzione dal libretto originale in lingua tedesca dal titolo: ‘Heimgefunden’

Copyright © by Lorber Verlag

Copyright © by Associazione Jakob Lorber 

1a edizione in lingua italiana a cura del gruppo:  Amici della nuova Luce

Traduzione di Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo – 2013

 

 

 

INDICE

                 Antefatto

 Cap. 1      Liberata dal terreno

 Cap. 2      Irruzione nella Vita

 Cap. 3      Struggimento per il Redentore

 Cap. 4      Incontro alla Vita

 Cap. 5      Gioia nel servire

 Cap. 6      Libertà nel servizio dell’amore

 Cap. 7      Quietata è finalmente ogni brama

 Cap. 8      Nuovi compiti – nuove Beatitudini

 Cap. 9      Amore senza fine

 Cap. 10    Vita nell’amore

 Cap. 11    Presso gli smarriti

 Cap. 12    Pronta per nuovi compiti

 Cap. 13    Ogni inizio è difficile

 Cap. 14    Missione felicemente compiuta

 Cap. 15    Preparazione per l’Opera di redenzione

 Cap. 16    Nell’inferno

 Cap. 17    Magnifico successo

 Cap. 18    La crescente conoscenza

 Cap. 19    Una festa nello Spirito di Gesù

 Cap. 20    L’amore non finisce mai

 Cap. 21    Il grande prodigio dell’Amore

 Cap. 22    Senza amore nessuna riuscita   

 Cap. 23    Sguardi nel mondo interiore

 Cap. 24    Finalmente ancorata saldamente

 Cap. 25    Di beatitudine in beatitudine

 Cap. 26    Nella provata fornace incandescente

 Cap. 27    Salvati mediante l’amore

 Cap. 28    Il mondo senza amore

 Cap. 29    L’amore indesiderato

 Cap. 30    Sapienza senza amore

 Cap. 31    Superare tutto tramite l’amore

 Cap. 32    La Patria ritrovata

                 Postfazione

 

 

PERSONAGGI

 

 Gesù                                il Signore e Padre santo

 Hanny                               la giovane chiamata anche Hanna e Johanna

 Helene                             nonna di Hanny

 Martha                              una sorella di servizio

 Madre                               un’insegnante

 Madre Anna                    un angelo guida

 Padre Hendrick               un angelo guida

 Lisa, Christa, Rosel,

 Lena, Dora                      le custodi nella casa dell’Amore     

 Gotthold                            abitanti di un mondo

 Heinrich                            abitanti di un mondo

 Johann                             abitanti di un mondo

 Friedewald e Hulda        abitanti di una casa

 Liebegott                          uno spirito amico di padre Hendrick

 Gregor                              uno spirito recuperato

 Emil                                   uno spirito maturo

 Anton, Robert e Maria    anime recuperate

 Paul, Frida e Ida              anime recuperate

 Bruno e Marien               gli abitanti di una casa

 Christian e Auguste        abitanti di un’altra casa

 Gotthard                           un angelo

 Lorenz, Meinhard

 e Dietrich                          tre anime amiche recuperate

 Josafa                              un vecchio sacerdote

 Johann e Minna              abitanti di una casa

 

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Antefatto

Questa figlioletta di cui narra la storia (Hanny, chiamata anche Hanna e Johanna), nacque nell’anno 1918. Più tardi ci si accorse che era cieca. A due anni subì un’operazione chirurgica a Lipsia, per la qual ragione le fu donata un po’ di luce. L’anno seguente, per una disattenzione, subì una forte scottatura al petto e fu a lungo tra la vita e la morte. Come segno, le rimase sul petto una cicatrice da ustione che rappresentava una grande croce.

L’anno dopo precipitò dal secondo piano della casa dove abitava, ma non le successe nulla; fu trovata che giocava in giardino.

Poi si ferì l’occhio con una forchetta, ma dopo tre giorni guarì di nuovo. Ora fu anche evidente che nello spirito non fosse normale, nonostante le sue grandi facoltà. Danzava come la migliore ballerina e per la musica aveva una poderosa memoria. Talvolta ripeteva cantando una melodia, sentita solo una volta, ancora dopo mesi e anni, ma nel suo modo di parlare, che estranei non potevano comprendere. Dopo la sua sterilizzazione[1], che doveva essere eseguita secondo la legge di allora, perse tutte queste facoltà. Anzi, da quel momento si svolse in lei un cambiamento che peggiorò le sue condizioni a suo svantaggio, così che più tardi dovette essere ricoverata in un sanatorio, dove poi morì all’età di 21 anni.

 

 

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Cap 1

Liberata dal terreno

Ritrovarsi nell’aldilà senza rendersene conto, e avere l’aiuto della nonna – Hanny è accompagnata da altre ragazze-spiriti, che stanno nel suo stesso piano-asilo, per incominciare il cammino spirituale

 

1. Hanny si risveglia in uno stupendo giardino, si guarda intorno, allora una voce dice:

2. “Non temere, piccola Hanny, io sono con te, non ti spaventare, ora non ti può accadere più nulla, sei libera dal terreno, libera dalla tua sofferenza”.

3. “Libera? Ma dove mi trovo, posso vedere proprio bene! Adesso vedo anche te. Chi sei tu? Dov’è la sorella Lina?”.

4. “Sei da me, da tua nonna, Lina non può venire qua, perché tu sei morta”.

5. “Morta? Morta! Posso andare a casa, da mamma e papà?”.

6. “No, Hanny, non ancora, devi prima essere totalmente libera dal tuo corpo malato, ti devi affidare a me e non avere più paura, perché gli uomini non ti potranno più far nulla. Io ti porto da buone e care sorelle che ti vorranno bene. Là dimenticherai il tuo dolore e tutte le tue sofferenze, poiché il tuo corpo malato è rimasto sulla Terra”.

7. “Sì, ma da nessuna sorella, preferisco andare a casa da mamma e papà, sarò obbediente”.

8. “Oggi non ancora, piccola Hanny, forse domani; vieni, ti porto da buone sorelle, le dovrai avere ben care”.

9. “Riceverò là anche abbastanza da mangiare, e non soffrirò il freddo?”.

10. “Puoi mangiare quanto vuoi, e là c’è sempre un bel caldo, là nessuno soffre il freddo”.

11. “Allora posso anche andare a trovare papà?”.

12. “Figliola, tu ora sei piena di trepidazione e piena di paura; sei libera da tutto il terreno e dovrai entrare nel Regno della beatitudine. Abbracciami forte, tienimi stretta così; ora la mia preghiera è stata esaudita, posso portarti via in un’esistenza meravigliosa”.

13. Hanny tiene abbracciata la nonna, dopo alcuni minuti questa dice: “Ecco, mia Hanny, siamo qui, dove potrai salire i primi gradini che faranno di te una libera figlia”.

14. Una giovane sorella prende in consegna Hanny, e dice: “Ti chiami Hanny? Sei cordialmente la benvenuta! Non guardarmi così piena di paura, io ti vorrò molto bene”.

15. La nonna accompagna le due, che si dirigono verso una bella casetta, dove dimorano ancora molte ragazze della stessa età.

16. La sorella dice: “Vi porto qui un timido uccellino, vogliatele tutte molto bene, perché ha dovuto molto soffrire”.

17. “ Sorella Martha, chi è questa magnifica sorella? Rimane qui anche lei?”.

18. “No, ragazze, è la nonna di Hanny, ed è uno spirito angelico beato. Lei ci ha portato Hanny, che un paio d’ore fa è stata liberata dalla sua sofferenza terrena”.

19. “Un paio d’ore fa? Perché noi siamo dovute rimanere così a lungo nell’incertezza, e abbiamo dovuto implorare, chiamare e pregare?”.

20. Allora, dice la nonna: “Figliole, voi non avete dovuto provare ciò che lei – ora vostra sorella – ha dovuto provare. Vi è stato insegnato molto: potevate guardarvi intorno nel vostro mondo, avete sentito le preghiere di vostra madre, come lei ve le ha insegnate. Vostra sorella Hanny, invece, non ha avuto nulla di tutto ciò. Era quasi cieca, solo i raggi del Sole o delle lampade le hanno dato un po’ di luce. Malata nella testa e malati i nervi, la fanciulla era nata per la sofferenza. Nessun interesse in Dio e nel Salvatore. Ha passato giorni, settimane e anni, nella sorte più dura che possa colpire uno; la casa paterna era per lei perduta. Perciò amate questa vostra sorellina! In lei c’è un buon nocciolo, vi darà ancora molta gioia. E tu, Martha, fedele custode dell’amore, rallegrati del servizio che l’eterno Amore ti ha offerto, ciò è una Grazia immensa. L’Amore di Gesù sia la vostra vita, il vostro amore, la vostra forza e la vostra beatitudine”.

21. Presto le ragazze diventano vivaci, ognuna vuole rendere felice Hanny, ma questa è timida. Ora si mangia, pane con miele, e si beve del buon latte. Hanny ha una gran fame, allora Martha dice: “Hanny, qui nessuno ti toglie qualcosa, tutte ti daranno ancora del loro, se non dovessi saziarti. Non sei più nel sanatorio, ma in un asilo, dove dovrai ancora imparare molto, e deporre ogni paura che ancora vive in te”.

22. “Asilo? Io vedo tutte voi, dove sono i bambini? Sei tu sorella Martha?”,

23. “Sì, Hanny, rimani con me e dimmi ogni cosa, voglio farti dimenticare tutto ciò che hai dovuto sostenere”.

24. “Martha, devo di nuovo andare nell’istituto, dove c’è freddo? Ho dovuto tanto soffrire il freddo”.

25. “No, Hanny, qui non fa freddo, dappertutto è caldo, dappertutto è bello e tutti sono buoni con te. Anche tu però devi essere buona, e fare tutto ciò che ti dico; dovrai imparare molto. Poi ci dovrai raccontare molto dei tuoi genitori e dei tuoi fratelli e sorelle, i quali oggi sono tristi perché hanno una Hanny malata che non ha potuto imparare nulla. Ora ti voglio far fare un giro. Vieni, dammi la tua mano, non aver paura, qui non c’è nessun dottore, nessun capo infermiere, ma care, buone fanciulle come lo diventerai anche tu.

26. Ora guarda, là ci sono le tue sorelle che raccolgono fiori, e là ce ne sono alcune che raccolgono ciliege e fragole, vuoi mangiarne un po’? Sì? Allora vieni, andiamoci subito. Ragazze, portate un po’ di fragole per Hanny! Ecco, queste vanno bene”.

27. Qui le fanciulle salutano la timida Hanny. Una dice: “Ti chiami Hanny? Oh, che bel nome! Io mi chiamo Lisa, vuoi prendere le fragole? Sono ben mature, assolutamente dolci. Ce ne sono molte, ecco, prendile tutte”.

28. Hanny si riempie subito la bocca di fragole, e Martha dice: “Ma Hanny, mangia lentamente! Hanno un buon sapore, guarda, qui nessuno ti prenderà nulla, ma ti portano tutto ciò che vuoi”.

29. Lisa dice: “Hanny, vado a prendertene altre, ne vuoi ancora? Oppure devo portarti le ciliege? Aspetta un momento, torno subito”.

30. Dice Martha: “Hanny, non è bello qui da noi? Guarda là, viene Lisa saltellando con molte ciliege! Ecco, molto bene Lisa, vieni, accompagnaci. E poiché hai già dato spontaneamente delle tue bacche e ciliege, dovrai anche rimaner sempre con lei. Non vuoi voler bene ad Hanny?”.

31. “Oh, sorella Martha, ti ringrazio, voglio proprio essere buona con Hanny e volerle bene”.

32. “Allora andiamo avanti”. Lisa cammina accanto a lei. Giungono in una piccola casa molto bella, dove finestre molto grandi fanno passare molta luce. Ai lati si trovano dei letti.

33. “Dormirai qui con Lisa, mia Hanny, finché non sarai veramente a casa. Voi mangerete ai tavoli. E ora vieni, andiamo un po’ avanti”. In tre escono nel giardino. Alti arbusti tolgono la visuale, ma in compenso prosperano stupendi fiori. Il sentiero va sempre avanti, ma non è un sentiero, è un suolo di muschio molto morbido. Allora Martha dice:

34. “Figliole, a me piace se voi avete vera gioia, ma vogliamo di nuovo tornare indietro, perché Hanny non è ancora abituata a camminare. Hai tu già visto fiori e arbusti simili?”.

35. “No, avevo gli occhi malati, ma ora vedo tutto; posso staccarmi un ramo? A casa ho sempre staccato dei rami nel bosco”.

36. “Lo puoi, Hanny; dopo, però, non lo devi gettar via, ma portalo con te e mostralo alle altre, affinché gioiscano con te”.

37. Uno stupendo cespuglio bianco ha affascinato Hanny. “Ah, quanto sono belli! Sorella Martha, posso averne un mazzo?”.

38. “Quanti ne vuoi, Hanny! Tu, Lisa, fa’ ancora un mazzo per tutte, affinché la gioia diventi ancora più grande!”.

39. Quando Lisa spezza i rami, dagli steli stilla latte. Hanny lo nota, allora Martha dice: “Quando hai sete, puoi berne il succo, esso è dolce come lo zucchero. Non si deve raccogliere niente di mala voglia; anche la pianta, infatti, è un dono di Dio, del nostro Padre Santo. Sulla pianta i fiori fioriscono a lungo, mentre nel mazzo appassiscono presto. Abbiamo abbastanza fiori da decorare la casa e le sorelle. Ora porta questi meravigliosi rami, perché ora in te comincia a muoversi la vita”.

40. Hanny è rimasta in silenzio. Le novità la stimolano poco, è proprio impaurita. Ora giungono alla loro piccola casetta, dove le altre hanno apparecchiato la tavola.

41. Il posto destinato a Hanny è decorato con fiori. Martha si siede alla sua destra, Lisa alla sinistra. Le altre portano pane con fragole e latte.

42. Martha benedice i cibi e ringrazia il Donatore di tutti i doni per questo regalo, poi si mangia.

43. “Hanny, ti piace questo pane”, chiede Martha, “e queste bacche?”.

44. “Buono, molto buono! Ma dov’è il forno?”.

45. “I pani ci arrivano pronti, e non finiscono, anche se venissero ancora cento Hanny affamate”.

46. Presto sono tutte sazie, anche Hanny. Alcune sparecchiano, e nel frattempo portano una figura di Cristo e la posano davanti a Martha sul tavolo.

47. “Conosci tu quest’Uomo?”, chiede Martha ad Hanny.

48. “No?! Non vorresti conoscerLo? È il nostro Guaritore, che rende sani tutti gli ammalati, anche te”.

49. “Guarire, guarire? Io non sono più malata, e posso vedere, e sarei morta?”.

50. “Sì, lo siamo anche tutte noi, e perciò tu sei ancora malata: perché hai ancora tanta paura. Non devi più avere nessuna paura, siamo tutte buone con te, tutte noi trenta ti dimostreremo amore. E ora parliamo del nostro buon Guaritore che può rendere tutti sani. Voi altre però cantate prima un bel canto del nostro Guaritore alla nostra Hanny”. Esse cantano:

 

51.La paura è passata, la sofferenza è finita,

ogni male del cuore è terminato

nella gioia e nella Luce ora viviamo

e straripa il nostro cuor di esultanza,

perché tutto il vecchio è passato.

O dolce Amore, delizia beata,

rimani eternamente il Sole del nostro cuore;

penetra Tu nei nostri cuori

e lasciaci nel Tuo splendore

diventar puro Amore.

Oh, vieni da noi, Gesù Cristo, Signore,

guarisci col Tuo santo Amore

ciò che è malato ancora;

col Tuo Spirito colma i nostri cuori,

che ci indichi per il Padre la via,

poiché ora con Te tutto è diventato nuovo.

 

52. “Ebbene, Hanny, è stata bella? Sai cantare anche tu? No? Presto lo imparerai. E ora, ragazze, andiamo a riposare, per esaminarci”.

53. Hanny osserva come le altre si mettono sui letti e, alla sorella, domanda se non si svestono e se si fa anche buio.

54 “No, mia Hanny, non abbiamo bisogno del sonno, solo riposo, tu ne hai più bisogno; tu hai molto dietro di te, e devi prima ordinare tutto. Uno spogliarsi non esiste. Quando sarai in ordine, riceverai una veste nuova, e la terrai finché ne riceverai nuovamente un’altra.

55. Ora corichiamoci. Tu in questo tuo letto. Chiudi gli occhi, e vedrai lo stesso, ma non ciò che è intorno a noi, bensì ciò che vive in noi. Più tardi imparerai a comprendere tutto, devi però volerlo, così che diventi felice e lieta”. –

56. Hanny fa progressi, subentra un fervore di imparare, lo spirito giacente in lei comincia a far pressione, così che Martha la deve respingere in tutta pazienza. A questo, si aggiunge anche un fervore di lavorare con le altre. Hanny non si riconosce più.

57. Alcune volte viene la nonna, allora Hanny non è più una fanciulla intimorita, ma si dimostra una ragazza diligente.

58. La vita terrena non è ancora dimenticata; ci sono, infatti, ancora momenti in cui il vecchio animico e il basso vogliono di nuovo predominare, allora Marta è la fedele custode.

59. Così, attraverso lo spirito, Hanny impara a conoscere la sua nuova destinazione, e arriva l’ora della separazione.

 

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Cap. 2

Introduzione alla Vita

 

Primo incarico: badare a un giardino e osservare. - Hanny è premiata del suo amore con una nuova veste. - Per ricompensa, chiede di rendere partecipi della sua gioia anche le altre amiche lasciate. - Le è concesso, e tutte si ritrovano.

 

1. Un messaggero conduce Hanny verso Mezzogiorno, e tutte l’accompagnano. Nessun dolore però, solo gioia anima i loro cuori. “Noi ti seguiamo!”, esclamano tutte, Lisa invece dice:

2. “Hanny, non dimenticarci nella tua felicità, alla quale vai incontro: l’Amore di Gesù è calato su di te particolarmente”.

3. Docile, lei segue il messaggero, e presto è raggiunta la meta: un paesaggio insolitamente bello, con molte casette e grandi giardini. Molte sono venute per l’accoglienza, in media sono tutte ragazze della sua età. Una donna più anziana, ornata con un gioiello splendente nei capelli, prende Hanny in consegna e dice:

4. “Sii benvenuta di cuore! La benedizione di Dio per il tuo ingresso!”.

5. Anche qui c’è molto lavoro, da imparare c’è ancora di più. Un unico sentimento però avvolge tutti i cuori, i quali fanno tutto il possibile per gareggiare nell’amore. Si lavora in giardino, s’impara molto attraverso l’osservazione, ma soprattutto si riconosce la sofferenza.

6. Qui, in pratica, si esercita il senso dell’aiuto. Hanny, con il suo spirito sveglio, impara a guardare dentro le meraviglie dell’Amore, così che la sua vita terrena le si rivela in una luce completamente diversa, e il vero Spirito di Gesù può farsi strada.

7. Prima di tutto, lei crede all’insegnante di sua madre, la quale sulla Terra ha conosciuto essa stessa molta sofferenza. Entrambe si fondono insieme in una volontà di diventare grandi e mature, affinché si possa aiutare, aiutare e liberare. In una tale ora compare di nuovo la nonna. Hanny le vola incontro, e un raggio splendente d’amore le avvolge insieme.

8. Ora tutte si possono ritrovare, e nella cerchia familiare è descritto dalla beata madre, in modo ancora più magnifico, il santo Amore. Ciò che ancora avanza della Terra è solo un ricordo. “Quando una volta sarete entrate nei campi beatissimi, tutto si sarà sciolto in nulla. Mille anni di sofferenza terrena saranno compensati da un’ora di beatitudini, ciò che imparerete qui ridonderà di benedizione per tutte. Non l’amore dovrà essere indennizzato per la sofferenza sopportata, oh, no, ma ravvivare, per rendere liberi dalla sofferenza. Nell’Amore voi potrete salire, per diventare veri figli di Dio; chi invece nella più profonda sofferenza diventerà liberatore e redentore, sarà diventato portatore del magnifico Spirito di Gesù.

9. In nessun tempo ancora, che l’Eternità conosce, la sofferenza è diventata così grande come adesso. L’eterno Amore ha bisogno di figli compenetrati dal Suo Spirito, per lenire la sofferenza e per estirpare la colpa che il falso spirito e la falsa illusione hanno accumulato in ammassi enormi.

10. In tutti i Cieli vi è cordoglio su cordoglio per tutti gli smarriti e i perduti, anzi, il Signore stesso piange su quelli che Egli vorrebbe rendere felici come figli Suoi e che, comunque, andranno perduti irrimediabilmente, se non sorgeranno presto veri salvatori e soccorritori.

11. Una volta poté rivelare il Suo Amore come Gesù, poté morire sulla croce per la salvezza di tutti, ma fu ancor più tradito e ingannato. Il nemico di ogni vita crede di essere il signore, ma ai figli viventi dovrà essere dato di aprire di nuovo la porta chiusa della Vita. L’Amore del Padre dovrà essere rivelato ancora più magnificamente, e non con le parole, bensì col soccorso. Questo io vorrei dirvi figliole, e soprattutto a te, Hanny, che sei stata scelta per essere uno strumento dell’Amore. Dunque vieni qua, figlia mia, affinché io ti benedica, e inginocchiati, così che tu possa ricevere la ricompensa che l’eterno Amore t’invia attraverso di me. Sii quindi ora benedetta nell’Amore e attraverso l’Amore, e consacrata per l’opera dell’Amore da Gesù nostro Signore e Dio. Amen”.

12. Hanny è sollevata da terra. Ecco che ha indosso un’altra veste di un colore celeste chiaro, una cintura d’oro intorno al corpo e un cerchietto nei capelli, che è adornato con una pietra splendente.

13. Lei di questa magnificenza si spaventa, ma l’insegnante dice: “Hanny, ora sei ricompensata per il tuo fervore, e presto andrai via da noi, per compiere la tua missione: non hai nessun desiderio particolare in quest’ora gioiosa?”

14. “Certamente, carissima madre, vorrei andare a prendere Lisa! Potrei visitarla e portarla con me?”

15. “Ma volentieri, figliola, e noi vogliamo pregare il Padre Santo affinché Egli ti mandi un messaggero, perché non puoi ancora andare da sola”.

16. Nello stesso istante c’è già qui un messaggero, e dice: “Amate sorelle, la vostra preghiera è già stata esaudita prima che fosse pronunciata. Io la condurrò là, e anche la riporterò. La Volontà del Signore è la nostra vita”.

17. “Se vuoi, Hanny, possiamo andare subito. Oppure hai ancora qualche desiderio?”.

18. “Oh, sì! Vorrei portare con me fiori e grappoli d’uva per le altre, e per Martha, un mazzo speciale, solo un momento. E tu, cara madre, non vuoi venire con noi?”.

19. “Se è tuo desiderio, molto volentieri, figlia mia. Io, infatti, sono padrona del mio tempo, che è consacrato completamente all’Amore. E ora corri, e fa’ bene ciò che ti serve per rallegrare le tue sorelle”.

20. Un breve distacco, uno splendore degli occhi, ed ecco che i tre, felici, vanno per la loro strada. In un rapido volo attraversano bellezze di cui Hanny per la prima volta viene alla giusta consapevolezza.

21. Vedono molte sorelle e fratelli, e comincia un gioioso salutare. Allora Hanny chiede se anche costoro siano dei beati.

22. “Sono beati come lo sei tu, figlia mia. Essi dimorano qui già da lungo tempo, e non hanno nessuna brama per una destinazione superiore. Tu però sei all’inizio. Questi erano già ricchi sulla Terra, ma tu fosti povera; questi vivono dell’amore che hanno portato con sé dall’esistenza terrena, ma tu lo hai dall’incommensurabile Amore del Signore e dalla Grazia Sua. A costoro è attaccato ancora molto del terreno, mentre tu sei già stata purificata attraverso la sofferenza e puoi precorrere molto attraverso la sollecitudine dell’Amore”.

23. “Oh, mia buona nonnina, talvolta penso che questa magnifica esistenza debba scomparire e cominciare di nuovo la vecchia miseria, allora già tremo. E perché? Perché il caro Guaritore non si fa vedere nemmeno una volta. Dimmi: hai tu già parlato con Lui?”.

24. “Hanny, Egli è spesso con noi, e sono ore di pura felicità. Ma sappi: quando sarai matura per sopportarLo, Egli verrà anche da te. Soltanto, non pensare al vecchio e passato, ma vivi il futuro, e allora il presente diventerà gioia. Ora guarda, là ci vengono già incontro di corsa le tue sorelle. Come sono felici per te!”.

25. Esse sono veramente le sue prime sorelle che l’hanno aiutata nei primi momenti a superare tutto il terreno.

26. Allora Hanny porge il magnifico mazzo di fiori alla sua Martha, e dice: “Sorella Martha, dal mio giardino ho raccolto questi fiori per te, essi testimoniano dell’amore che tu mi hai insegnato. Lisa, ti voglio abbracciare, perché vengo per portarti da noi”.

27. Quale gioia è questa! Esse non riconoscono più la timida Hanny. Compenetrata da freschezza e letizia, testimonia dell’Amore che lei ha potuto sperimentare. Il messaggero di Dio sorride per questo fervore. Quando poi i grappoli d’uva sono distribuiti e mangiati da tutti, anche dal messaggero di Dio, i cuori si dischiudono più che mai. Questa è la vita proveniente dall’Amore secondo il Cuore di Dio.

28. Allora Martha, dice alla nonna: “Sorella nel Signore, è un miracolo con la fanciulla! Se esamino attentamente il mio servizio, è l’unico caso in cui un essere umano ha fatto un tale progresso. C’erano certamente tempi in cui si doveva venirgli incontro con volontà ferrea, all’Amore però era sempre aperta la porta”.

29. “Sì, è un miracolo, cara sorella Martha, ma un miracolo proveniente dal sommo Amore. Se vedessimo Hanny nel suo precedente aspetto e conoscenza, ciò non sarebbe più tale; il Santo Dio e Padre, infatti, ha appianato la via all’angelo nel modo più meraviglioso per la sua libera esistenza di figlia, e lei compirà ancora qualcosa di grande nell’Amore. Guarda come parla liberamente con le sue sorelle su grandi e sante cose; vorrebbe volentieri portarle tutte con sé”.

30. Il messaggero si avvicina e dice: “Amate, nel Signore, è la più grande gioia per il mio cuore vedere quest’Amore, ed è magnifico che per i più piccoli, la cosa più alta sia sempre così semplice e naturale, e conduca alla vera beatitudine. Quanto spesso sperimentiamo l’adorazione del Signore, è certo solenne, ma spesso manca il fuoco che riscalda tutto, come io lo vedo qui, di nuovo”.

31. “Hai ragione, fratello mio; perciò le ore in cui si rivela la vera gioia celeste sono anche della massima beatitudine”.

32. Secondo il calcolo terreno del tempo, sono trascorse delle ore, ma è come un attimo, quando il messaggero dice:

33. “Amate tutte, la mia missione volge alla fine! Calmate la vostra gioia, ma non lo spirito. Vi dovrete di nuovo separare, perciò prendete commiato solo esteriormente, poiché interiormente non siete separabili.

34. Tu, sorella Helene, vai in fretta nuovamente alla tua nuova destinazione, mentre io potrò ritornare solo dopo il dovere compiuto. Ti ringrazio per il tuo amore attraverso il quale vi ho potuto servire”.

35. “Fratello, noi siamo tutte del Signore. La Sua Vita è la nostra essenza e il Suo Amore, la nostra gioia, felicità e soddisfazione. Nel Suo Spirito, ci rivedremo”.

36. Non difficile, bensì leggero diviene il congedo. Lisa è infinitamente felice di poter andare con Hanny. Ora lei sa anche di essere stata ritenuta degna per il lavoro del Signore. Tutte le accompagnano, mentre la madre rimane ancora un po’ con Martha e le sue affidate, per parlare con loro di cose grandi.

37. Presto i tre raggiungono la loro meta. Da tutti attesi, e gioiosamente salutati, sono poi condotti giubilando a casa, dove li aspetta un pasto d’amore. Lisa e Hanny non si separano, entrambe gareggiano nel servizio d’amore. L’insegnante però ha altre tre fanciulle, Christa, Rosel e Lena. Questa le unisce con le due inseparabili, e fa loro sapere che presto saranno chiamate per un lavoro indipendente. Allora la gioia è grande. L’insegnante circonda affettuosamente le cinque, per calmare il loro desiderio di sapere sempre di più della loro futura attività.

 


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Cap. 3

Struggimento per il Redentore

 

Primo incontro con gli abitanti – La brama manifestata per Gesù, accende amore

 

1. L’insegnante, secondo la sua saggia maniera, lascia vivere le cinque del tutto secondo il loro impulso interiore, lasciando anche libero il loro comportamento, così avviene che esse fanno questo grande viaggio di esplorazione nel loro grande meraviglioso mondo; dove incontrano molti anziani, e anche fratelli e sorelle coetanei. In quest’occasione imparano molto; esse, infatti, somigliano a loro in tutto, tranne che per l’ardente desiderio di vedere il Signore. Costoro, infatti, appagati della loro sorte, vivendo completamente di gioia e delizia, fanno ciò che vogliono i loro curatori e tutrici ma Hanny non è d’accordo su questo. A una visita di vicini, essa chiede ad alcune sorelle che vi dimorano, se ci sia stato già una volta anche il caro Guaritore e Padre Santo, allora una di loro risponde:

2. “Saremmo ben lieti se ci fosse data una tale fortuna, ma a noi basta abbondantemente questa nostra vita. La nostra vita terrena ci aveva preparato certamente alcune ore felici, e delle cattive non si parla volentieri. Io non saprei che cosa deve ancora mancare nella nostra felicità. Il Signore è il Signore, rimane a Lui se ci vuol visitare. Io sono felice di poter vivere in questo mondo, di poter vivere nelle Sue bellezze”.

3. “Potrai aver ragione, cara sorella, ma io la penso diversamente. A me non è andata bene così come a te, di poter raccontare di ore felici della mia vita terrena. Io non ho sofferto nessuna miseria. I miei genitori mi amavano molto, e intimamente. Mai ho visto, però, quanto era bello il mondo, mai ho potuto rallegrarmi con altri, come loro si rallegravano. Solo quando son venuta in questo mondo spirituale ho provato l’Amore Divino, e ho anche provato che devono esistere molte, molte stupende bellezze e beatitudini, delle quali la più grande è certo quella di poter frequentare personalmente il Signore.

4. Se il Signore ci ha donato già tanto amore, bontà e grazia, perché non dovrebbe anche donarci la più grande Grazia: aver relazione con Lui? La mia beata nonna mi ha insegnato che devo avere un amore e un ardente desiderio di Lui, del buon Guaritore e Padre, più grande ancora, e solo allora maturerò per questa Grazia. Così come la pensi tu, cara sorella, non giungerai mai a questa beatitudine”.

5. “Potrai avere ragione, ma non sarebbe come andare oltre i confini dell’Ordine? Ciò che ci è stato donato in grazia, ci deve bastare; perché aspirare a una grazia ancora maggiore? Non è già stupendo, questo mondo?”

6. “Certamente, mia cara sorella, ma la brama per il nostro Padre Santo, non è anche una Grazia Sua? Ciò che appartiene a Lui e proviene da Lui, deve servire alla nostra beatitudine! Qui certamente io non oltrepasso i confini dell’Ordine! Al contrario, dove ancora ci sono confini, ci sono pure ancora barriere, e secondo il mio parere, siamo sempre solo noi stessi che mettiamo barriere o confini; poiché mai l’eterno Amore di Dio nel Suo Amore, potrà mettere dei confini, altrimenti questo mondo stupendo sarebbe disabitato”.

7. “Non lo posso comprendere! Tutti, tutti sono beati”.

8. “Certamente, cara sorella, beati attraverso la Grazia e l’Amore di Gesù. Ma che cosa hai fatto tu, per allietarLo? La nostra vita e il nostro pensare somigliano a una campana che con la sua voce può solo annunciare ciò che l’uomo mette in essa, ma per noi ciò è qualcosa di completamente diverso. Se tutto ciò che ci è dato, deve servire per renderci felici, perché il Signore, quale il Primo, dovrebbe esserne escluso? Se tu fossi vissuta in una miseria come ho vissuto io, a te la miseria sarebbe conosciuta. La nostra vita deve essere consacrata ai miseri e agli ammalati, perché il Signore stesso vive ancora molto tra i miserandi”.

9. Ancora molti altri ascoltano questa conversazione, anche l’assistente; questa allora osserva:

10. “Figlia mia, tu sei sulla via migliore per diventare una figlia del Suo Amore. Qui, infatti, ancora nessuna porta l’ornamento sulla fronte. Da quanto tempo dimori già in questo mondo?”.

11. “Solo da poco tempo, madre mia, e non è merito mio se sono cresciuta così, ma è stata somma Grazia. Proprio perciò glorifico l’Amore e la Grazia, e aspiro a mostrare ad altri quest’Amore”.

12. “Ti comprendo perfettamente, figlia mia, ma queste hanno bisogno di molto tempo ancora prima che la vita irrompa in loro come in te; anche per me sono ore della più pura felicità e somma beatitudine, quando viene il Signore stesso o uno dei Suoi servitori, anche se è solo per breve tempo”.

13. “Ma, cara madre, perdonami se ti domando: sono davvero tutte così soddisfatte e senza nostalgia? La nostra insegnante ha risvegliato giustamente la brama giacente in noi, e ci ha sempre fatto comprendere come la nostra felicità e beatitudine siano solo a metà, perciò ardiamo nell’amore per il nostro caro e buon Guaritore e Padre, e non vediamo l’ora che Egli venga”.

14. “Figlia mia, vorrei che tutti i figli fossero come te, colmi di nostalgico desiderio! Allora la nostra patria sarebbe ancora molto, molto più bella”.

15. Durante il ritorno verso casa, Lisa dice: “Hanny, io credo che tu abbia acceso un fuoco struggente nelle sorelle, e vorrei che da questo si sviluppasse un frutto; allora tutte rimarrebbero felici a lungo. Noi siamo certamente anche beate, proprio perché il desiderio di essere completa proprietà del Signore, è diventato così grande!”.

16. “Sai, Lisa, la madre ci darebbe già la giusta risposta. Una cosa è certa: senza amare giustamente il Signore, non c’è nessuna beatitudine! Dove saremmo noi, senza il Signore e il Suo Amore salvifico?

17. L’ultima dimora della mia vita terrena era il primo gradino per l’inferno. La brama nella mia casa paterna era soffocata, poiché miseria e tempo di guerra l’avevano vietata da sé. In aggiunta, ero afflitta da una sofferenza che era inguaribile. Ora è venuto il Signore stesso e ha fatto ciò per cui io avevo pregato il mio padre corporale. Egli mi ha portato nel Suo Regno dell’Amore e della Grazia. Attraverso l’auto osservazione ho trovato molto, ma la cosa più bella di tutte che ho trovato è questa: il Signore è il nostro Padre migliore e fedelissimo Guaritore, e il mio più grande desiderio è di vederLo, poterLo ringraziare e abbracciarLo una buona volta”.

18. “Ma, Hanny, Egli è enormemente Santo, e noi siamo peccatori! In segreto, ho ancora un po’ paura”.

19. “Io non più, io non conosco nessun peccato. Se ho fatto delle sciocchezze, dovevo espiare, che cosa ho ancora da fare col peccato? Peccato e amore non si tollerano. O io pecco, allora sono senza amore, oppure amo, allora non mi potrà dominare nessun peccato”.

20. “Hanny, adesso ti sei smarrita”, dice Christa, “Paolo disse: siamo tutti peccatori e manchiamo della gloria che dobbiamo avere dinanzi a Dio”.

21. “Per voi potrà essere giusto, per me invece no! Che cosa sapevo io di Dio? Nulla! Per me non esisteva nessun comandamento, di conseguenza non poteva esistere anche nessun peccato. Sono stata punita per la mia mala creanza e stupidità. Ma, devo dire, altri facevano sciocchezze ancora più grandi, e sapevano che esisteva un Dio”.

22. “Sì, Hanny, fin là non arriva la nostra conoscenza. Appena ritorneremo, la nostra insegnante potrà darci la giusta spiegazione. Io penso che non dovremmo parlare più di questo, per non rattristare il Signore”.

23. Ripercorrono in silenzio la via. Grande è la gioia, quando esse riferiscono dei molti che hanno visitato; solo Christa è rimasta in silenzio.

24. In un momento favorevole, essa dice all’insegnante: “Madre, noi cinque non siamo d’accordo su un punto. Aiutaci, affinché ciò non diventi una pena del cuore”.

25. “Va già bene Christa, io lo sapevo che sarebbe successo, finalmente è giunto il momento che ho sempre atteso! Quando le altre si recano al riposo, allora venite da me nella mia stanzetta”.

26. Christa invita le altre dalla madre insegnante, che già le aspetta. Oh, quanto volentieri esse vanno da lei.

27. “Ecco, figliole, mettetevi comode, nella mia cameretta siete completamente figlie mie. Quindi, che cosa hai da domandarmi, mia Christa?.

28. “Mammina, io non sono del tutto d’accordo con Hanny, che dice: ‘Io non conosco peccato, poiché non conoscevo Dio e anche nessun comandamento’. Io sostengo che noi siamo peccatori e manchiamo della gloria che dovremmo avere dinanzi a Dio. Hanny risponde: ‘Che cosa ho io a che fare col peccato? Peccato e amore non vanno d’accordo: o io pecco, allora sono senza amore, o io amo, allora il peccato non mi potrà sfiorare’.”.

29. “Sì, Christa, che tu non comprenda la tua Hanny, lo credo volentieri, ma comprendo anche molto bene Hanny, e mi rallegro del suo punto di vista. Rifletti su chi era Hanny, e chi eri tu! Il nostro sviluppo qui nel Regno degli spiriti può evolversi solo sul fondamento che abbiamo avuto come esseri umani. Le tue fondamenta erano buone, nel tuo interiore ti attenevi a Dio; perciò hai avuto una scuola facile qui nell’eterno Regno degli spiriti. Hanny invece non ha avuto nessuna base per la sua Vita eterna, le doveva essere insegnato tutto, solo qui, nel Regno degli spiriti. Per questo lei ha avuto una buona e amorevole assistente, la quale ha avuto una rigorosa assegnazione dal messaggero dell’Amore. Una cosa è certa, Hanny vi ha superato tutte, poiché solo gli spiriti più puri sostengono il suo punto di vista; e anche in futuro, voi vedrete che in Hanny non vivrà il minimo spirito giudice, mentre voi dovete prima esserne educate. I vostri compiti, infatti, non sopportano nessuno spirito giudice, poiché voi dovrete diventare aiutanti e assistenti, per rendere altri gioiosi e felici nel senso dell’eterno Amore di Gesù; oppure credete che verranno solo dei beati, alle vostre cure? Oh, no! Verranno anime smarrite, misere e povere, che giungono direttamente dalla Terra e che devono attraversare i primi sviluppi. Costoro saranno affidati alle vostre cure. Questi vostri futuri compiti sono l’immensa Grazia del nostro Santo e fedele Dio e Padre Gesù. Per questo servizio servono solo anime forti, che sono del tutto compenetrate dall’Amore; credi tu, Christa, di poter assumere questo servizio? Puoi ritirarti in ogni momento se non ti senti abbastanza forte; di Hanny lo so per certo, lei non riesce nemmeno ad aspettare il momento che arrivino le sue sorelle terrene malate, sorelle che lei vorrebbe rendere liete e libere. Non è vero, Hanny?”.

30. “Sì, madre, è vero! Vorrei cercare di renderle felici col più grande amore e grande fervore, affinché si levino di dosso la loro paura e dimentichino la loro miseria, come io stessa l’ho potuta dimenticare, mediante l’Amore del Signore. Christa, Rosel e Lena, sarà magnifico questo lavoro per le povere e misere anime, non abbiate paura ma ferma fiducia: il Signore ci aiuterà”.

31. “Sì, mia Christa, ora comprendi Hanny? Che cosa è peccato, mi puoi dare tu la giusta risposta?”

32. “Così come te lo aspetti, forse no! Invece, mammina, dacci tu la risposta; perché trovi sempre quella giusta”.

33. “Allora ascoltate, figlie mie; in nessun Cielo voi troverete la parola, peccato. Peccato è un concetto proveniente dal campo nemico, e solo Dio ha il diritto di giudicarlo, poiché esso è il frutto proveniente dall’amore infernale. Fino a che Dio non ha dato delle Leggi, anche il peccato è stato considerato come tale, ma quando Egli, come Gesù, disse: «Io vi do un nuovo comandamento, che vi amiate come Io ho amato voi», allora ogni peccato è venuto a cadere; poiché adempiuto il comandamento dell’Amore il peccato sarà peccato solo là dove l’uomo stesso lo farà diventare tale. Negli occhi dell’eterno Amore misericordioso esistono solo malati, smarriti e guidati nell’errore dal falso spirito.

34. Se guardi un tale peccatore con questi occhi dell’eterno Amore misericordioso, puoi diventare per lui soccorritore e salvatore; se invece lo guardi con i tuoi occhi di giustizia, tu lo dovrai condannare. Eliminate perciò da voi il giudice, e riflettete su questo: se l’eterno Amore non vi avesse cercato o trovato, che cosa sarebbe stato di voi? Non esseri felici ma esseri da compiangere!

35. Non è stato facile educarvi fino a questo vostro punto! Era sempre necessaria infinita pazienza e amore e continuamente amore, finché alla fine il vecchio io umano è crollato, e in voi è diventato vivente il nuovo uomo d’amore.

36. Un giorno vi condurrò in una siffatta scuola, dove vivono tali esseri. S’intende, solo se vorrete e non avrete paura”.

37. “Madre, portaci, affinché scompaia in noi il giudice. Quanto è bene che tu ci abbia detto questo”.

38. “Or bene, sia! Saremo là presto! Noi lo vogliamo e, guardatevi intorno, ci siamo! Fate silenzio, e non vi spaventate, l’Amore del Signore è Amore anche nell’inferno!”.

39. Davanti a una casa tetra, l’insegnante bussa alla porta. Un custode apre, e chiede loro che cosa desiderano. “Lasciaci entrare, è la Volontà del Signore, perciò non preoccuparti”.

40. “Entrate, per voi la via è libera!”.

41. È completamente buio, si vede appena qualcosa. Ci sono edifici giganteschi, ma non si vede nessun uomo. Proseguono, ecco che arrivano a una chiesa.

42. Entrano. C’è un servizio religioso, non sono visti né sentiti. All’altare sta un sacerdote, e davanti a lui una piccola cerchia di ascoltatori. Sull’altare ci sono due candelabri che diffondono una luce molto debole, e una figura che rappresenta un uomo, il quale però non è riconoscibile. Il sacerdote dice:

43. “Si parla tanto di Dio, ma nessuno ancora Lo ha mai visto. Dio è un fato, un mistero; per uomini colti come noi, è un punto interrogativo. Disponete la vostra vita secondo la vostra ragione e cercate di rendervi devoto ognuno, allora vi andrà bene. Guai, se qualcuno domina su di voi, diventerete schiavi in eterno; corrompete per voi gli uomini, affinché essi vi servano, e sarete i signori e loro dominatori.

44. I miei messaggeri hanno annunciato una grande pesca di uomini, i quali cercano pane e lavoro; fate uso dell’astuzia, affinché vi riconoscano come amici. È d’obbligo la fretta, concludiamo la nostra conferenza”. Rapidamente lasciano la chiesa e corrono verso la strada che giunge da Occidente. Ed ecco, ne arrivano alcuni. Oh, che aspetto hanno! Quasi nudi, pendono giù da loro stracci di vestiti, e la fame prorompe dai loro occhi. Il prete nella veste sacerdotale li saluta, e dice:

45. “Poveri infelici, da dove veniate, qualunque Dio o uomo vi abbia portato in questa situazione, lo colpisca una maledizione più grande mille volte. Noi abbiamo ancora un cuore, perciò venite nelle nostre case: siamo ben disposti a darvi alloggio e cibo, se entrate ai nostri servizi”.

46. Si fa avanti uno e dice: “Signori, vi deve aver guidato qui un Dio! Siamo in una misera condizione; se avete lavoro e pane, allora dateceli, ma deve essere in fretta, abbiamo fame”.

47. “Ma certamente! Venite con noi, affinché troviate un ordine. Ecco, entrate in questa casa, qui è già tutto apparecchiato per voi”.

48. Su lunghi tavoli si trovano pani duri, che per una buona parte sono già ammuffiti, e una bevanda che non ha odore né sapore.

49 Il prete li esorta: “Venite, voi poveri, e troverete sollievo in questo pane e vino. Fortificatevi! Dopo potrete andare al lavoro, che vi farà dimenticare la vostra miseria”.

50. Quando gli affamati vogliono spezzare il pane, questo è duro come la pietra, ma non c’è un coltello, né un mezzo per spartirlo; allora dice il portavoce al prete:

51 “Venerabile padre, non si può avere qui un coltello? Il pane è duro come pietra, non si può spezzare, e con i nostri denti non lo possiamo masticare”.

52 “Io non ho un coltello a portata di mano, provate ancora; si deve poter spezzare”.

53. Non c’è verso, allora dice il portavoce: “Cerchiamo noi stessi, dobbiamo pur trovar qualcosa”.

54. Il prete però lo impedisce, e dice: “Qui è il posto assegnatovi, e qui dovete rimanere”.

55. Dice il portavoce: “Sembra quasi che la tua veste sacerdotale sia un’ipocrisia o una maschera; procuraci un coltello, o io stesso andrò a cercarlo!”.

56. “Aspetta, ti porterò io un coltello!”. Con ciò il prete lascia la stanza, ma non ritorna. Aspettano a lungo, ma non viene nessuno. Allora l’oratore si mette in moto e va a cercare il padrone. Va attraverso diverse stanze; adesso sente parlare; e ciò che sente, lo fa star male.

57. “Come puoi essere tanto sciocco da offrir loro tanto pane, senza che abbiano lavorato un’ora? Se la gente non è al lavoro entro un’ora, riceverai tu un sacco di botte, e niente da mangiare”.

58. Il portavoce di soppiatto torna indietro e grida: “Gente, prendete il pane, e andiamocene! Questi sono aguzzini, ancora peggiori di quelli dai quali ci siamo staccati”.

59. Prendono frettolosamente il pane, travasano le brocche ed escono correndo dalla porta. Ecco che arriva un mascalzone assai smilzo, e urla: “Rimanete qui, voi ladri di pane, questo pugno vi potrebbe piacere”.

60. Poiché nessuno si ferma, il mascalzone percuote uno di loro con il suo forte pugno sulla testa, tanto che costui stramazza. Quando vuol colpirne un secondo, un altro prende una brocca e colpisce lui in faccia. C’è un urlare, e un fracasso, e sopraggiungono gli altri che battono i poveretti con duri oggetti. Allora l’insegnante dice: “Venite, figliole, qui non c’è più da aiutare. Questo spirito infernale può essere aiutato solo con il più aspro giudizio; poiché questi sono già come perduti”.

61. In pochi attimi esse sono di nuovo nelle camerette di riposo, allora l’insegnante dice: “Ebbene, figliole, che cosa pensate di ciò che avete visto?”.

62. Parla Hanny: “Madre, io ero in un simile inferno, e sono lo stesso stata liberata, allora posso solo dire: se conoscessero il Salvatore e il Suo Amore, non si comporterebbero così; essi sono degli infelici che si rendono sempre più infelici con il loro odio”.

63. Dice Christa: “Madre, non avrei mai creduto che esistessero tali bestie umane; se costoro si possono aiutare, lo sa solo Dio”.

64. Dice la madre: “E tuttavia saranno ancora salvati, quando, è incerto. Essi si riducono in questo stato attraverso il loro stesso spirito storpiato, dove l’inferno consumerà tutto ciò che in loro c’era ancora di buono. Quando poi, dopo tempi di più gravi tormenti, verrà il pentimento, allora verrà anche l’alleggerimento.

65. Ne avete abbastanza di questi contrasti, oppure ne volete ancora di più?”.

66. Parla Christa: “Mammina, è abbastanza, e ti ringrazio per la tua fatica; ma io questo non lo vorrei più vedere. Oh, quale grazia, pace in noi, pace intorno a noi, e tutto riflette di delizia e felicità!”.

67. “Allora sforzati, Christa, di comprendere Hanny. In lei c’è ancora amore per i perduti. Seguitela pienamente, affinché questa scintilla d’Amore diventi un tizzone, e siate mature per la santa Opera del Signore”.

 


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Cap. 4

Incontro alla Vita

 

Nuova destinazione: da madre Anna  – Prima, immergersi nell’interiore, e dopo, subito al lavoro nei campi/giardini – La guida anche attraverso padre Hendrick.

 

1. Presto anche qui suona l’ora della separazione, un messaggero di Dio in veste raggiante conduce le cinque nel luogo della loro nuova destinazione. Esse sono attese dalla loro nuova assistente e condotte nella loro nuova casa, che è una piccola casetta con un magnifico ambiente interno. Ci sono però solo tre pareti, è aperto verso Oriente, con un panorama sul magnifico paesaggio montano, che è straordinariamente bello. Nella stanza c’è un grande tavolo a forma di croce, presso il quale stanno molte sedie; sul tavolo i fiori più stupendi in vasi d’oro cristallino.

2. “Ecco, ora mie nuove figlie, qui, nella vostra futura casa, io vi porgo il benvenuto. Per voi tutte, io sono madre Anna, non solo secondo il nome, ma anche nel vero amore, e spero di vivere molto presto l’ora in cui noi diventeremo completamente sorelle. L’Amore previdente mi ha posto sopra di voi, e mi rendo conto dell’enorme Grazia proveniente da Dio. Il messaggero di Dio mi ha informato sulla vostra vita ed esistenza passata e perciò vorrei farvi dimenticare il trascorso e, così, sollecitare in voi lo spirito vivificante, affinché diventiate completamente figlie indipendenti di Dio, secondo il Cuore del nostro amato e Padre Santo Gesù.

3. Ora voglio stringervi una ad una al mio cuore in segno dell’inestinguibile unione nello Spirito di Gesù Cristo.

4. Tu sei Christa, figlia mia, giaci un momento qui, al mio cuore, circondata dalle braccia della madre; non dimenticare un istante, quale Grazia tu sperimenti. Io, infatti, sono messa al santo posto di sostituire per te il Guaritore.

5. Tu, Lisa, vivi anche tu l’attimo di essere circondata dalle braccia della madre, braccia che ti assisteranno, finché tu stessa avrai la maturità.

6. Tu, Hanny, riposati un istante nelle mie braccia. Perché di nuovo hai una madre che veglierà su di te nello Spirito di Gesù. Se sei nel bisogno, qui al mio cuore sarà presto passato.

7. Tu, Rosel, non esitare, ma corri! Nel mio cuore già molte hanno trovato il riposo che è necessario per dimenticare, e godi l’attimo per il quale tante t’invidiano.

8. Tu, Lena, non rimanere indietro, poiché l’amore afferra volentieri ciò che vorrebbe tenere eternamente. Allora godi in pace ciò che brami, io sostituirò per te volentieri tua madre.

9. Così, siete ora diventate figlie mie, come ne ho già molte, perciò venite da me nella mia casa che, spero, visiterete molto spesso. La casa è là: dall’esterno sembra ancora ben triste, ma, come voi sapete, tutto dipende dall’interiore. Verso Oriente ci sono molte piccole case, dove dimorano già molte nel vostro spirito, e là, verso mezzogiorno e sera, tutto è ancora disabitato. Io spero che si animerà presto.

10. Adesso io condivido l’abitazione con un fratello, padre Hendrick. Su questa casa è posto veramente lui come padrone, secondo la Volontà del Signore, però egli è ancora un po’ timoroso, poiché ama ciò che è piccolo, non appariscente, e vorrebbe rimanere un fedele servitore. Vogliategli bene quando verrà da voi, e aiutate alla grande Opera del Signore”.

11. Alle cinque fanciulle piace stare presso madre Anna; il suo modo è così semplice, così naturale! Si deve volere un gran bene a lei. Allora dice Hanny:

12. “Oh, madre, hai saputo fondere i nostri cuori insieme con il tuo: vorrei seguirti in tutto, così che anche noi possiamo rifugiarci presto nelle braccia del Guaritore, come nelle tue braccia abbiamo potuto vivere un attimo la dolcezza del tuo amore. Io ho un desiderio ardente per quest’attimo, aiutami, madre Anna, poiché fintanto questo mi mancherà, non sarò in grado di amare così come vorrei. Tu sai, vorrei colmare il mondo intero con lo struggimento che mi pervade, e rendere felice il mondo intero, così come io sono stata resa felice”.

13 “Sì, Hanny, capisco te e il tuo struggimento, e tuttavia non ti posso aiutare, perché sta già tutto in te. Posso solo indicarti la via, affinché tu e le tue sorelle vi sviluppiate secondo il grado del vostro amore. Ora, ancora una parola sui vostri compiti.

14. Questo luogo somiglia al precedente dal quale voi venite, però è infinitamente più grande; là eravate le assistite, qui siete voi assistenti. Non voglio darvi nessuna direttiva di ciò che avete da fare, ma v’inizio solo nella vostra funzione, che vi è stata trasmessa secondo la Volontà del sommo Amore. Come la adempirete, è vostra stessa faccenda, e qui sono convinta che opererete per amore e attraverso l’amore. Così vi benedico come rappresentante dell’eterno Amore, affinché tutto ciò che farete, possa di nuovo risvegliare amore. Amen!

15. Qui c’è ora un piccolo spuntino con del buon pane che il Signore stesso ci fornisce, e alcuni frutti che maturano da noi. Sia benedetto attraverso la Grazia di Gesù, affinché in voi diventi amore. Amen! Ebbene, figliole, vi piace qui da me?”.

16. “Molto, madre! Il pane che abbiamo gustato nel posto precedente, anche ci è piaciuto, ma non come questo”.

17. “Sì, figliole, questo dipende dal genere d’amore di cui si è animati. Più esso è puro, tanto migliore è il pane. Nei Cieli il sapore è di una tale bontà che non esiste nessuna parola per descriverlo. Col tempo riceverete ancora più conoscenza. Qui da me io vi guiderò sempre di più nelle profondità della Divinità, ma far risplendere la vostra luce secondo il vostro amore, io non posso, questa è faccenda del vostro cuore. Ora, vogliamo riposare e immergerci nel nostro interiore, affinché esso diventi il nostro esteriore!”.

18. Così tacciono, e sperimentano nuove delizie.

19. “Adesso venite, fanciulle, dai vostri assistiti che vi aspettano colmi di curiosità e pieni di nostalgia. Ma a te, Hanny, io passo sui tuoi capelli una fascia per fermarli, affinché le tue assistite non vedano ancora il dono dell’eterno Amore; esse devono essere tutte sorelle pari a te”.

20. Le fanciulle sono circondate da un giubilo che fa battere ancor più i loro cuori, poi Anna dice:

21 “Ecco, figliole, ora amatevi, affinché tutto possa essere per benedizione! Qui è il vostro posto, santi compiti vi attendono e, ricordatevene sempre, affinché ogni cuore diventi un tempio di Dio, del tutto degno dell’Amore del nostro Guaritore Gesù”.

22. Anna lascia tutte le fanciulle con cuore benedicente. E nel suo cuore stesso c’è una beata quiete, e santa pace, poi dice:

23. “O tu miglior Padre e amorevolissimo Guaritore, vieni al più presto, affinché sia quietato l’ardente desiderio di noi tutte!”.

24. In questa casa ci sono circa duecento abitanti, e ci sono già alcune assistenti che ora impartiscono istruzioni alle cinque, le quali già hanno notizia di dover andare in un altro posto.

25. È un lavoro gioioso, come sono volenterose quelle persone, un tempo così povere, ed ora, invece, enormemente felici.

26. Il lavoro è tanto. Il giardino è molto grande, principalmente, vi sono coltivati fiori, e poi meloni, e frutta che continua sempre a maturare. Allo stesso tempo c’è frutta ancora in fiore, oltre a quella che cresce e che è già matura, e di un gusto tanto buono che è impossibile descrivere. I meno abili devono lottare continuamente contro l’erbaccia. Così il lavoro nel giardino è molto vario, ed è un rallegrarsi del successo ottenuto, così che a tutti splende dagli occhi la felicità.

27. Nella casa, dove tutte trovano posto, si lavora sull’uomo interiore; qui c’è adesso madre Anna che dà gli ncoraggiamenti. Quando gli assistiti giacciono sulle sedie a spalliera davanti alla casa, e fanno l’interiore contemplazione, le cinque visitano madre Anna. C’è sempre qualcosa di nuovo e degno della vita; sono ore di pura felicità. Un giorno viene padre Hendrick, allora le fanciulle gli volano incontro per salutarlo. Questi però è così spaventato, e il fascino del loro amore lo conquista tanto, che non può rispondere al saluto, ma madre Anna accomoda tutto.

28. Un messaggero porta nuove ragazze, anche alcune più anziane, ma in quale stato e miseria! Allora è Hanny che prega madre Anna di poterle assistere. Tra loro ci sono delle sue conoscenti, le quali hanno bisogno di doppio amore. Madre Anna acconsente.

29. Hanny ottiene una nuova casetta, più piccola dell’altra, ma precisamente uguale nella forma e nell’arredamento, solo, nella camera ci sono ancora letti per le ammalate. Con quale dedizione lei cura ora le sue protette, non fa mancare loro nulla; il suo amore è ricompensato con successo, ed esse si risvegliano, diventano a poco a poco viventi e accolgono anche lo spirito, che qui è amore e salvezza di tutte.

30. Un po’ alla volta conoscono meglio padre Hendrick, poiché dopo una sua visita da madre Anna, che significa per tutti un’ora di festa e di gioia, ne seguono altre. Sì, padre Hendrick esprime dei desideri. Egli ha bisogno di fiori per i suoi amici, ha bisogno di ghirlande per le nuove case che qui sorgono e sono tenute pronte per l’accoglienza di nuovi fratelli. Così c’è molto lavoro ma ancora più gioia. Solo una cosa manca, il buon Guaritore Gesù!

31. Alla fine arriva il momento in cui una buona volta, Hanny, con le sue protette, può visitare padre Hendrick e madre Anna. Tutte promettono di essere obbedienti e molto affettuose, poiché nonostante tutta la buona volontà, talvolta irrompe ancora l’ira o il malumore presso l’una o l’altra, sebbene Hanny sia molto vigilante. Così partono, adornate con magnifici fiori nei capelli e nelle cinture; ognuna reca uno stupendo mazzo di fiori in mano, e a passo lento, vanno verso la casa dell’amore. Quando vi arrivano, non c’è nessuno. Hanny dice: “Questo è giusto; allora adorniamo molto bene la casa di madre Anna. Lei avrà una gioia quando vedrà il vostro amore! Qui ci sono abbastanza ciotole e vasi, la stanza deve essere un mare di fiori!”.

32. Come sono occupate le fanciulle, nelle quali non si scorge nessuna sofferenza, ma solo gioia; tutto è preparato ancor più magnificamente, finché alla fine si adempie secondo la soddisfazione di Hanny.

33. Poiché madre Anna ritarda ancora, dice Hanny: “Venite, voi cari cuori, riposate su queste sedie; qui noi riposavamo sempre così, e madre Anna ci raccontava tanto del grande Amore del Salvatore. Perciò anch’io vi racconterò qualcosa, ma dovete ascoltare in silenzio e far diventare tutto vivente”. Allora si fa un giusto silenzio. Hanny descrive come il buon Salvatore Gesù, anche come Uomo, amava i poveri e gli ammalati, li aiutava e ne guariva molti. La cosa magnifica però era che Egli promise di rimanere nelle Eternità in tale Amore, finché non ci sarebbero stati più né malati né miseri. “Guardate”, dice lei di nuovo, “guardate in lontananza, quali bellezze si rivelano a noi, e perché? – Affinché si fortifichi il nostro cuore, e non crolliamo quando Egli stesso verrà un giorno da noi. Dovremo diventare prima forti abbastanza. Adesso siamo ancora troppo deboli per questo, ma vogliamo amarLo, perché Egli ci ha salvato da tutte le necessità e da tutte le miserie. La nostra preoccupazione dovrà essere di amare ancor di più, allora ci spetterà anche la grande felicità. Quando pensiamo ai nostri genitori e fratelli e sorelle, come devono vivere nel mondo pieno di guerra e odio, di sofferenza e bisogno, e ancora molte più preoccupazioni, solo allora noi sappiamo quali beatitudini sperimentiamo. E che cosa abbiamo fatto per queste beatitudini? Nulla, tranne che prendere! Mammina Anna ha ragione quando dice: ‘Il vostro prediletto deve essere Gesù: Lui compensa tutto, padre, madre, Terra e Cielo; prima però deve appartenere tutto a Lui, allora Lui apparterrà anche a noi!’.

34. Ecco, guardate, là, paparino e mammina stanno arrivando!”.

35. Esse balzano in piedi velocemente; Anna le ha già notate, tutte corrono da lei, e abbracciano la madre in amore ardente.

36 “Ma, figliole, non così impetuose! Volete dimenticare completamente padre Hendrick?”.

37. Un po’ esitanti, esse stringono la sua mano ma Hanny dice: “Paparino, non avercela a male se abbiamo salutato mammina in maniera così impetuosa; l’amiamo tanto, lei viene da noi anche molto più spesso di te”.

38. “Va bene così. Hanny, sono contento di vederti, sei diventata una figliola capace, il Salvatore si rallegrerà di te!”. A questo punto Anna vede come le fanciulle hanno adornato la sua casa, e dice: “Figliole, figliole, lo avete fatto magnificamente! Per una gioia così, allora dovrò dare a ognuna un bacio. E tu, Hanny, che lo hai fatto, vieni qua: con questo, io libero la tua fronte e tutte dovranno vedere quanto il Signore ti ama!

39. Ecco, mia Hanny, sfavilla nell’amore per l’Amore, splendi come una figlia dell’Amore e sii compenetrata dal Suo Spirito!”.

40. Allora gli occhi delle altre si spalancano, quando la pietra preziosa splende nei colori più magnifici sulla fascia della fronte della loro sorella.

41. “Ecco, figlie mie, ora venite affinché io vi porga la ricompensa per il vostro amore!”. Quando le assistite hanno ricevuto il loro bacio, Anna dice: “Figliole, grande è la Grazia e l’Amore del Signore; già molti abitanti ci sono stati dati per propri nel nostro mondo, e voi dovrete sacrificare ancora molti fiori. Presso molti di loro, i giardini sono ancora senza fiori, ed essi devono lottare duramente con l’erbaccia. Volete voi piantare volentieri dei vostri fiori nei loro giardini?”. Parla Hanny: “Mammina, tutti, se tu lo desideri. Dobbiamo cominciare subito?”.

42. “Aspetteremo ancora un po’, poi potrete cominciare. Padre Hendrick vi condurrà lì, e vi ricondurrà indietro.

43. Ora però, vediamo se vi posso offrire qualcosa. Dopo il molto parlare, gusterete alcuni buoni frutti”.

44. Quanto piacciono, non si può descrivere, essi provengono dai Cieli più alti!

45. Secondo i concetti terreni, le fanciulle rimangono per alcuni giorni presso madre Anna; ma per loro, sono come brevi ore.

46. Anna vorrebbe anche descrivere le sue esperienze di vita vissuta che lei ha vissuto con il Padre Santo, cosa che tutte ascolterebbero volentieri ancora una volta. “Deve essere un giorno di riposo, un sabato, poiché ciò che entra in questa casa, dovrà essere colmato per lungo tempo dallo Spirito dell’Amore. Andate quindi di nuovo alla vostra attività, affinché diventiate più grandi nello spirito e più ricche nell’amore”.

 

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Cap. 5

Gioia nel servire

 

Svolgimento del lavoro nei giardini: pulizia e piantagione

 

1. Hendrick non rimane tanto a lungo; egli cerca sempre un’occupazione, è sempre in azione, poiché “non si sa quando viene il Signore!”.

2. Quando le fanciulle tornano a casa con canti gioiosi, lo incontrano, allora Hanny domanda:

3. “Caro paparino, dove sono i giardini nei quali non crescono ancora fiori? Mostraceli pure! Quale vita senza gioia devono vivere quei poveri uomini!”.

4. “Hanny, noi lo sappiamo per nostra esperienza, ed io desidero anche di non dimenticarlo; si potrebbe, infatti, facilmente diventare arroganti. Nella vita terrena si dice: ‘Nulla è più difficile da sopportare, che una serie di buoni giorni!’. Qui si vivono i buoni tempi, e si diventa così più beati, ma la più grande beatitudine è di rallegrarsi nella gioia degli altri”.

5. Veramente senza una salda convinzione, Hendrick va con le fanciulle. Arrivano sulla via che conduce al nuovo agglomerato. L’ordine della mano amorevole si è fermato, ed egli, Hendrick dice:

6. “Vedi, Hanny, anche qui ci dovrebbe essere presto giusto ordine, perché le persone sono un po’ indietro con i loro giardini; si dovrà avere semplicemente giusta pazienza. Esse sono qui, in questo mondo, per mettersi in ordine, e per questo hanno bisogno di attività.

7. Due volte io ho avuto la fortuna di invitare tali infelici, senza alcun senso per la Vita divina, e poterli anche tenere. E ogni volta ho sperimentato una tale grande gioia, che ho avuto ardente desiderio di dare nuovamente gioia ad altri”.

8. Risponde Hanny: “Padre Hendrick, anch’io sperimento questo, ma quelli là non lo afferrano ancora giustamente; quante cose ci sarebbero da fare, dove noi siamo così ricchi in beni. Guarda questi miseri giardini, e come i suoi miseri possessori si tormentano. Ahimè, non riesco a star qui a guardare, devo entrare una buona volta da loro!”.

9. Nel giardino, un uomo, con la sua donna, è così immerso che non nota per nulla le molte fanciulle e Hendrick. Egli si spaventa, quando Hanny si avvicina a lui e augura loro il saluto e la pace di Dio. Ora vedono anche le altre, allora l’uomo si rattrista, e dice:

10. “Non è stato ancora possibile andare avanti; la terra è buona ma c’è molta, molta erbaccia, con le sue profonde radici; e non si riesce ad avanzare; appena si pensa di aver finito, subito spunta già nuova erbaccia”.

11. “Non c’è da meravigliarsi, caro uomo, perché con l’estirpazione voi lasciate cadere la semenza; guarda, raccogliete i tuberi di semenza matura e poi estirpate l’erbaccia, allora certamente nessuna nuova semenza di erbaccia vi toglierà la vostra gioia della vita.

12. Venite, voi amate, aiutiamo i nostri amici! Essi sono tristi, perché il loro lavoro non porta la gioia che essi si aspettano”.

13. “Non è solo questo, ci opprime l’incertezza: dove sono i nostri figli? Noi siamo deceduti e tagliati fuori di tutto. Dobbiamo rimanere soli in questa casa?”.

14. Dice Hendrick: “Io posso assicurarvi che tutto avverrà diversamente, se riconoscerete il vostro sbagliato e falso. La vostra vita futura dipende solo dal vostro sviluppo, noi e l’eterno Dio vi vogliamo aiutare, voi, però, dovete dimenticare la Terra. Dove sono i vostri figli, ve lo rivelerà Dio, quando troverà il momento adatto; ma per questo è necessario che vi rivolgiate a Lui, e Lo cerchiate.

15. ‘Vedi, Io faccio tutto nuovo’, Lui dice, ma ognuno, deve anche farlo accadere. Osserva le fanciulle, come ti aiutano appassionatamente! Parla con Hanny, che è l’assistente di questa schiera, e tu sperimenterai le meraviglie di Dio. Allora non dirai più che ti opprime l’incertezza, bensì ti renderai conto di essere nelle cure di Dio”.

16. “Tu m’infondi di nuovo coraggio! Volevo già disperare, è semplicemente una disperazione e una miseria, ammettere che la nostra vita terrena è stata una vita sprecata, nonostante non abbiamo avuto nessuna vera miseria. Mi sforzerò di condurre una vita ordinata”.

17. “Fallo però con zelo”, dice Hanny, “altrimenti non procederete nemmeno di un passo! Avete solo motivo di ringraziare. Voi, infatti, avete avuto una vita terrena che, rispetto alla mia, era un purissimo Cielo. Non crediate che io avrei fatto progressi senza ferrea volontà! Guarda, tu avevi ancor sempre la conoscenza, altrimenti non saresti qui, e grazie all’eterna Grazia di Dio e Gesù, hai già un tuo terreno. Se una volta verrai nei nostri giardini, allora vedrai tutto ciò che è possibile all’Amore. Adopera ogni diligenza verso di te e ogni amore verso gli altri, e sperimenterai la gioia! Ora ci separiamo! Venite, voi care, venite, andiamo a casa! Paparino vorrebbe andare dalla madre nella sua casa”.

18. Nel giardino è stato liberato un grosso pezzo di terreno, allora Hanny dice: “Guardate, siete state diligenti! Presto dovremo portare fiori e piante, altrimenti il giardino non sarà bello”.

19. Presto tutte sono premurose in questo, scelgono i fiori che vogliono trapiantare, Hanny però dice:

20. “Siate ben parsimoniose con ciò, in molti giardini sono necessari fiori e arbusti; ora abbiamo un compito, e lo vorremmo anche adempiere totalmente. Possiamo andare a prenderne da Lisa e Christa: andrò a trovarle subito”.

21. Come sono contente le fanciulle nel vedere la loro Hanny. “Che cosa? Vuoi andare tu a prendere fiori e arbusti? Non esiste! Veniamo tutte con te e facciamo, del giardino deserto, un paradiso”.

22. Allora dice Hanny: “Non così in fretta, dapprima devono essere aiutate le persone. Non avete ancora visto un campo di erbaccia così. Tutte le buone piante e gli arbusti, sono rovinati. Dovremo impegnarci molto, allora diventerà una santa riuscita; e non dimenticate anche ceste e frutti; i loro frutti, infatti, non sono ancora maturati nell’amore”. Ora arrivano anche Lena e Rosel, e in loro non c’è nessun’esitazione, tutte vogliono collaborare.

23. Con molte ceste, completamente piene con i frutti più belli, e provviste con i necessari attrezzi, esse vanno con gioioso canto verso il nuovo agglomerato. Hanny e Lisa davanti, le altre seguono. Presto hanno raggiunto la prima casetta. A questo punto vengono loro incontro tre uomini, e domandano dove pensano di andare.

24. Dice Hanny: “Siamo alla meta. Combattere l’erbaccia, aiutare la gente a ottenere un bel giardino, affinché sperimenti la gioia”.

25. “Va bene, ma chi vi manda?”, chiede il più anziano.

26. “Nessuno, è solo l’amore che qui preme. Veramente padre Hendrick non lo deve sapere, ma quelle povere persone non provano nessuna gioia”.

27. “Voi siete delle vere bricconcelle! Un contingente di collaboratrici così non è ancora stato visto. Per conto mio, aiutate quanto volete; mi starà bene se le persone si metteranno in ordine”.

28. Dice Hanny: “Allora dividete voi le ragazze, perché voi sapete quanti giardini sono da rimaneggiare. Abbiamo bisogno di avere una panoramica, sapere quanti fiori e arbusti sono necessari; noi siamo 250 ragazze, e tutte collaborano volentieri”.

29. “Come ti devo chiamare, figlia mia?”.

30. “Io sono Hanny, e questa è Lisa”.

31. “Va bene, Hanny, io sono Gotthold, questi è Heinrich, e questi è Johann; sono precisamente 24 giardini. Se in ognuno lavorano dieci, ci sarà molto da ottenere, e i poveri cuori saranno molto sollevati”.

32. Questa volta è andata veloce. Tutte sono allegre e liete, così che i proprietari dimenticano le loro preoccupazioni e, più tardi, si fanno dare dei frutti. Si lavora sempre di buona voglia, i mucchi di erbaccia sono altissimi, finché alla fine Gotthold dice a Hanny:

33. “È abbastanza! Ma sarebbe bello, se ci fossero subito anche piante sul posto”.

34. “È possibile! Ogni assistente con le sue ragazze li andrà a prendere, e pianteranno i loro fiori e arbusti. Io mi avvio subito. Presto saremo di ritorno. Tu però, caro padre Gotthold, puoi informare Lisa, Christa, Rosel e Lena che io vado già a prendere piante e fiori da trapiantare”.

35. Con la più grande celerità, Hanny e le sue protette portano grandi ceste piene di piante e fiori, così che il giardino ottiene subito un aspetto assai leggiadro. Le altre fanno lo stesso, così che Gotthold dice:

36. “Quest’operazione di soccorso è riuscita magnificamente!”.

37. Quando Hanny, con le sue protette, ha terminato, entra nella casa data come proprietà a Friedewald e sua moglie Hulda. È riferito molto della loro vita terrena, che Friedewald non può dimenticare. Hanny però dice: “Io sono contenta di non doverci più pensare. Il mio lavoro, le mie assistite mi compensano di tutto, così che il tempo terreno scompare sempre di più dalla mia memoria. Non c’è nemmeno nulla da perdere, al contrario: l’Eternità mi dà la più grande speranza. Solo, bisogna essere molto attivi e diventare maturi e degni di poter dare il benvenuto al buon Guaritore e amatissimo Padre. Allora si procederà verso l’alto, più rapidamente che finora”.

38. Chiede Hulda: “Sorella Hanny, non hai nostalgia dei tuoi genitori e fratelli e sorelle? Io sto quasi morendo di struggimento per i miei figli!”.

39. “Io non più, sorella Hulda, perché qui è possibile far loro visita. I miei genitori si rallegrano che io sia libera da tutta la sofferenza e, redenta attraverso il nostro Signore Gesù, attraverso la Sua magnifica Grazia. Vieni dapprima nel giusto ordine, lascia irradiare nel tuo cuore l’Amore del Signore, affinché ne esca di nuovo amore, e potrai tu rendere felice gli altri”. – “Si, ma come lo posso fare? Io conosco troppo poco il Signore, non so quasi più niente di Lui. Come può irradiare il Suo Amore nel mio cuore?”. – “Dimenticando la tua stessa sofferenza e cercando di lenire la sofferenza degli altri. Guarda, la tua vicina porta dolore per suo figlio, perché lui non si è mai dato pensiero per lei; portale amore, vedrai come sarà lieta, quando sarete tutt’uno nel gioire e nell’amare”.

40. “Sì, Hanny, ma tu sei ancora troppo giovane, conosci troppo poco la vita, perciò sei così gioiosamente pronta ad aiutare. Io invece sono oppressa e non sono mai stata veramente lieta, tanto da dubitare che ci riuscirò”.

41. “Ma Hulda, sorellina, come puoi dubitare, dove c’è il Signore Gesù stesso che rende felici, liberi e lieti? La mia vita terrena è stata, dalla culla fino alla tomba, secondo l’espressione umana, rovinata, e proprio per questo ora posso osare di tendere la mano all’Altissimo. Al Signore Gesù non interessa più la mia vita terrena, ma la mia vita attuale, e il mio atteggiamento verso questa vita non Gli è insignificante. Se fosse per Lui, infatti, saremmo tutte presso di Lui. Noi invece abbiamo ancora tanto di separante, che dovrà aspettare, essendo Egli il solo a sapere quando tutto il separante sarà eliminato. Pensate al vostro giardino: esso è la giusta immagine della vostra vita interiore. Anche noi abbiamo dovuto darci un gran da fare, perché vi prosperava ancora troppa erbaccia. Ora anche presso di voi è stato raggiunto un grande progresso, l’Amore ha aiutato, e la Sua magnifica benedizione d’Amore si mostrerà stupendamente in tutto!”.

42. Arrivano Lisa, Christa, Rosel e Lena con le loro assistite, accompagnate da Johann e Heinrich, allora Hanny dice:

43. “Ora prendiamo presto congedo, e torniamo compatte a casa; l’Amore però, vi benedica e vi renda felici completamente!”.


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Cap. 6

Libertà nel servizio d’amore

 

Dopo il compito manuale, le ragazze interiorizzano un viaggio nello spirito – Hanny racconta il suo, dubbioso, nella città dorata – Visita non autorizzata da Liebegott con i suoi fratelli – La dolce sgridata da madre Anna – Hanny giustifica con il sogno

 

1. Quando le fanciulle entrano di nuovo nella loro casa, sono lietamente commosse. Tutto è ordinato nella più elegante bellezza. Dove l’occhio dirige lo sguardo, lì c’è qualcosa che suscita il loro entusiasmo.

2. Dice Hanny: “Guardate, voi amate, quanto siamo ricche! Potevamo offrire solo poco, e invece raccogliamo ricca gratitudine. Io ho già controllato nei giardini, non manca la minima cosa, così propongo di immergerci nella profondità del nostro cuore e lasciar diventare vivente lo spirito in noi. Anche se non possiamo ancora salutare il Signore stesso, allora ci guidi il nostro spirito fino ai gradini della Casa del Padre, che diventerà propria a ognuno, quando tutto sarà completamente redento. Così sia fatta la Sua Volontà, per mezzo dell’amore e della gioia!”.

3. Come sempre, le fanciulle s’immergono nel loro interiore; c’è il giusto silenzio, e pace. Solenne come in un tempio, spira un dolce profumo da una all’altra. Le fanciulle sono sole, ognuna per sé, come hanno sempre fatto; nessuna si occupa dell’altra. Per i concetti umani sono ore, per loro, soltanto minuti. Hanny è la prima ad alzarsi, ha un’espressione pensosa sul volto, e dice:

4. “Venite, alzatevi, ho vissuto qualcosa di molto importante! Dobbiamo andare dalla madre, senza il suo consiglio non vorrei intraprendere nulla!”.

5. “Sorella Hanny, noi vogliamo rimanere qui”, dice una di loro, “poiché là non troveremo padre Hendrick e madre Anna: questi sono da Friedewald e la sua donna. Io mi sono trasferita là, nello spirito, per ispezionare ancora una volta il mio lavoro, e ho visto come i due vi sono entrati”.

6. “Puoi aver ragione, mia Dora, io invece sono stata nell’eterna Casa del Padre, e non ho potuto incontrarLo”.

7. “Racconta, racconta, cara Hanny, il Padre non era in Casa?”.

8. “Ebbene, ascoltate: mi sono trasferita nell’eterna Casa del Padre: era troppo grande la mia brama di vedere almeno una volta da lontano il buon Guaritore Gesù. Così sono passata dai nostri giardini e corsa in volo in lontananza, dove contemplavo da lontano la Città dorata, con le raggianti e scintillanti torrette.

9. Finalmente ero là, le porte erano aperte; magnifici uomini raggianti, d’ambo i sessi, andavano nelle strade e nei giardini, i quali erano cento, anzi, mille volte, più belli dei nostri. Gli uomini discutevano, io comprendevo il loro linguaggio, ma nessuno si accorgeva di me. Mi sentivo sola, nel più magnifico splendore. Contemplavo le case, le costruzioni, e ho visitato anche un tempio di stile assai splendido, e ricco di sontuosità. Le finestre splendevano in tutti i colori, sull’altare stava una croce fulgente; poiché avevo ancora un mazzo di fiori in mano che volevo portare al buon Guaritore, l’ho messo davanti alla croce, per avere le mani libere al fine di congiungerle: volevo pregare.

10. Allora è venuto da me un sacerdote, doveva essere molto vecchio, e ha detto: ‘Che cosa cerchi qui, figlia mia?’.

11. Io ho risposto: ‘Cerco il Guaritore Gesù, ma non riesco a trovarLo! Vuoi tu dirmi dove Lo posso trovare?’.

12. Ha risposto il vecchio sacerdote: ‘Figliola, il Santo Dio e Padre non è qui presso i beati, ma là, dove vivono gl’infelici; là, Lo devi cercare. Egli viene qua pochissimo; è come se l’Eterno e fondamentalmente Buono scarichi qui il Suo dolore, e corra via di nuovo!’.

13. ‘Nessuno vuole accompagnare il Signore sulla via verso gli infelici?’, ho chiesto al sacerdote. Allora egli ha risposto:

14. ‘Questo luogo con la sua beatitudine è il nostro mondo: noi usufruiamo, riconoscenti, di ciò che il Santo Dio ci ha preparato, e ci rallegriamo quando possiamo dare il benvenuto a Lui oppure ai Suoi messaggeri. Ma tu ritorna nel tuo mondo, forse avrai la fortuna di poterLo accogliere una buona volta. Questi fiori però lasciali qui, in segno del tuo amore per la croce’.

15. ‘Io tengo più al Signore che alla croce, e ti ringrazio per la luce che mi hai dato; adesso, infatti, cercherò il Signore presso i poveri!’. Vedete, mie care sorelle, perciò vorrei parlare con madre Anna. Un mondo così meraviglioso, meraviglioso, ed i suoi abitanti così insensibili! Se avremo una buona volta la fortuna di poter salutare il Guaritore, allora non Lo lasceremo più andar via, oppure andremo con Lui. Io penso che voi la pensiate certamente come me!”.

16. Allora c’è un giubilo, c’è un esultare, come se il Signore fosse qui presente. Esse sono diventate una cosa sola nell’ardente desiderio dell’Amore.

17. Dice Hanny: “Sapete una cosa? Andiamo a cogliere dei fiori e aspettiamo la madre, oppure andiamole incontro. Essa ci potrà già dare più chiarimenti. Io non riesco a capire perché il Padre Santo non era a Casa”.

18. Le fanciulle preparano volentieri grandi mazzi dei fiori più belli, poi vanno alla casa di madre Anna. Lei, infatti, non c’è! “Niente di grave”, dice Hanny, “andiamo loro incontro. Anna ed Hendrick avranno comunque gioia quando ci vedranno arrivare tutte”.

19. Esse percorrono la via conosciuta; ma non giungono comunque alla meta. “Ci siamo forse smarrite?”, dice Hanny, “il paesaggio mi sembra del tutto sconosciuto. Andiamo avanti ancora un po’: ci guarderemo intorno e poi torneremo di nuovo indietro”.

20. Dice Dora: “Hanny, qui devono aver lavorato delle persone, e la via non può essere stata spianata da lungo tempo, poiché vi sono accatastati grossi mucchi di cespugli. Guarda, Hanny, là c’è una casa”. Le fanciulle si fermano e si consultano: devono davvero andare verso la grande casa? Difficilmente si potrà incontrare lì madre Anna. Un’altra dice: “Possiamo andare a vederla, non abbiamo avuto nessun divieto e, chissà se è abitata”.

21. Dice Hanny: “Ebbene, allora venite, andiamo e verifichiamo chi vi abita”. Avanzano con curiosità, il paesaggio diventa sempre più bello; ora sono presso la casa, e un uomo viene incontro amichevolmente alle fanciulle, e dice:

22. “Vi saluto nel Nome del santo Amore! Voi siete certamente le figlie di padre Hendrick e madre Anna”.

23. “Sì, siamo noi”, risponde Hanny, “la nostra visita non era stata prevista, ma è solo casuale; abbiamo intrapreso una via sbagliata”.

24. “Ma per questa ragione siate voi tutte cordialmente le benvenute! Chiamo la mia gente che è in fondo al giardino, si rallegrerà veramente”.

25. Egli prega insistentemente le fanciulle ad entrare in casa, che è molto spaziosa, poi chiama nel giardino: “Venite, gente, abbiamo visite!”.

26. “Io sono fratello Liebegott; abbiamo costruito noi questa casa, ci serve per il riposo e per la contemplazione. Era un vero luogo deserto, quando abbiamo cominciato qui, ma il Signore ha ricompensato il nostro zelo. Ora è veramente bella”.

27. “Io sono sorella Hanny, e queste ragazze sono mie assistite. Tutte sono arrivate al punto da non ricadere più nella loro vecchia sofferenza, e accolgono a poco a poco il nuovo spirito di Vita”. Entrano le persone, la loro espressione è lieta. Chissà da quanto tempo non hanno visto un volto gioioso. Allora Liebegott dice: “Salutate le care ospiti, esse sono le figlie di madre Anna, della quale io vi ho riferito molto”.

28. Il saluto è maldestro, Hanny subito nota che i fratelli non sono liberi, nonostante la gioia che manifestano. La stanza è pulita; ma qui non c’è nemmeno un singolo fiore, oppure, qualcosa che possa deliziare l’occhio. Allora dice Hanny:

29. “Voi sorelle, adornate pure con i vostri fiori questa stanza, affinché anche i fratelli abbiano un po’ di gioia. Qui proprio non mi piace: non c’è amore”.

30. Dice Liebegott: “Sorella, che cosa intendi? Ho mancato io in qualcosa?”.

31. “Fratello, il tuo nome non si adatta a te. Tu, infatti, non devi solo essere ammonitore, ma anche portatore di questo spirito. Se osservo i tuoi fratelli, ripenso alla vita nel sanatorio. Mi viene freddo al solo pensiero. Anche questi tuoi fratelli hanno vissuto là quella vita miseranda, c’era certamente disciplina e ordine, ma nessun amore. Hai già provato una volta con il vero amore?”.– “Ma, sorella Hanny, la mia gente lavora attivamente, è volenterosa e lieta di vivere una vita nella soddisfazione e nella sicurezza, non ho il minimo motivo di lamentarmi”. – “Potrà essere, fratello Liebegott, ma ai fratelli, manca la cosa migliore e più bella: l’amore per il Signore e Guaritore Gesù. Guarda le mie sorelle, anch’esse sono compagne del sanatorio come i tuoi, parla con loro, oppure ancora meglio, vieni a visitare noi e i nostri giardini. C’è differenza come dal giorno alla notte. Chiedi alle mie sorelle di Gesù, della Sua vita e della Sua esistenza, ti stupirai della loro conoscenza. Esse amano innanzi tutto il caro Guaritore con una passione ardente, e Lo vorrebbero avere presto una buona volta in mezzo a loro. Come stanno invece le cose, presso di te?”.

32. “Sorella Hanny, hai ragione! Io stesso non sono ancora all’altezza di poter riferire molto di Gesù. Da dove dovrei anche averne conoscenza?”.

33. “Ma, fratello, tu eri certamente cristiano nella vita terrena. Adesso, nell’Eternità, dovresti arrivarci da te stesso, che una vita senza l’amore per Gesù è solo una vita a metà. Oltre ciò, ci hai salutato nel nome dell’Amore di Gesù. Posso parlare una volta ai fratelli?”.

34. “Volentieri sorella, e io sarò il più attento”.

35. I fratelli si sono tutti seduti, come sempre mangiano. Le fanciulle, poiché non ci sono vasi, hanno legato i fiori in un tralcio, e formati nella parola ‘Gesù’. Ora stanno in semicerchio, e Hanny dice:

36. “Venite sorelle, prima cantiamo ai fratelli una canzone sullo splendore del Sole e dell’Amore”. Allora risuonano le chiare voci: “O cara dorata luce solare, penetra profondamente nei nostri cuori, ecc”.

37. Oh, come si stupiscono i poveri fratelli! Essi non hanno ancora mai sentito qualcosa di simile. Liebegott è commosso fin nell’intimo.

38. Quando hanno terminato, dice Hanny: “Fratelli miei, io ringrazio il nostro Guaritore Gesù, perché con le mie sorelle ho potuto preparare a tutti voi questa gioia. Sì, io non potrei mai più stare senza questa gioia che ricevo dallo Spirito d’Amore di Gesù. Anch’io, come le mie sorelle, eravamo escluse dalla felicità, la nostra vita non era vita, era un vegetare come quello di un animale. Ora però Gesù, l’affezionato Salvatore e amorevole Padre, ha formato la nostra vita diversamente, togliendoci dalla vita terrena e ponendoci in una libera esistenza. Noi lo abbiamo compreso: tutto ha solo mezzo senso senza Gesù, solo mezza felicità! Senza il Suo Spirito d’Amore, non abbiamo ancora la vera beatitudine, e Lui stesso ci manca ancora per la nostra felicità, perché non siamo ancora abbastanza mature. Madre Anna, quale angelo beato, è la nostra custode, lei stessa mi ha detto: ‘Non Lo vedrai prima che tu sia matura!’. Questa perciò non è delusione ma gioia anticipata, un presentimento della veniente felicità, cosa che ci sprona a diventare, sempre di più, Amore. Vorrei donare la felicità anche a tutti voi, ma io sono solo una debole ancella dell’Amore. Qualcosa però potete già fare: amarvi giustamente, eliminare dal cuore tutto ciò che è stato portato qui dall’altra parte. Pensate che il buon Guaritore Gesù vuole erigere la Sua dimora nel petto di ogni uomo. Cominciate ad avere ardente desiderio di Lui, Cui dobbiamo così tanto, allora entrerà gioia in voi! Io so: vi rallegrate del vostro lavoro nella quiete in cui vivete, ma questo non è nulla in confronto alla gioia che ci dona Gesù. Egli pensa sempre di rallegrarci, e questo, io e le mie sorelle lo abbiamo riconosciuto, perciò il nostro ardente desiderio è solo: Gesù, e di nuovo, Gesù.

39. Non potreste anche voi decidervi, e cominciare ad amare Gesù? Egli ci ha da lungo tempo amato, e ha scritto i nostri nomi nel Suo Cuore. Perciò anche il Suo Nome deve essere scritto nel nostro cuore e splendere come un sole. Guardate questi fiori, essi ci esprimono il Suo Nome; tenetelo stretto per la vostra salvezza ed eterna beata esistenza”.

40. Dice Liebegott: “Oh, sorella Hanny, è impossibile tu possa aver detto queste parole da te stessa, è un miracolo sperimentare questo. Ma non ci hai ammonito invano. Sì, cercheremo di amare Gesù! Non penserete d’ora in poi anche voi così, cari fratelli?”.

41. Allora esplode un giubilo che non finisce, poi Hanny dice: “Fratello, non è questa la ricompensa migliore che adesso ricevi? Ora hai conquistato i fratelli, e ti sarà portato amore. Come ringraziamento, nel tempo più prossimo, noi adorneremo il vostro giardino con fiori, affinché anche il Signore Gesù possa rallegrarsi, quando verrà da tutti voi. Tu sperimenterai la gioia proveniente dall’Amore. E ora vogliamo separarci, esteriormente. Interiormente rimarremo uniti attraverso l’Amore per Gesù”.

42. Per la commozione, Liebegott quasi non riesce a parlare, ma un fratello dice: “Oh, rimanete qui, siete così belle; quando sarete lontane diventerà di nuovo buio”.

43. “Questo non può essere, fratello mio! Noi dobbiamo curare i nostri fiori, e dobbiamo essere diligenti, per rendere belli i nostri giardini. Ritorneremo, voi però dovrete diventare ben amorevoli, e pensare sempre che anche al buon Salvatore, quando una volta verrà, dovrà piacere stare presso di voi”.

44. Allora tutti si rallegrano, e un altro dice, con occhi imploranti: “Cantate ancora un canto, era così bello, così bello!”.

45. Allora tutte le fanciulle cominciano a cantare:

   Quando il Salvatore, il nostro Salvatore appare come Padre,

   e i figli, e i figli allora intorno a Sé riunisce,

   oh, allora ci rallegreremo e beati diventeremo,

   perché il Salvatore, Padre nostro, da noi scende volentieri

   e il Padre, il nostro Gesù, con noi vuol esser felice.

46. Ora è finita con i fratelli affamati d’amore. Si abbracciano ed esclamano: “Diventeremo figli, diventeremo figli!”.

47. Liebegott li vorrebbe calmare, ma Hanny dice: “Fratello, lasciali stare, l’amore prorompe! Vedi? Doveva essere risvegliato. Esseri come noi, dove ogni sofferenza era accumulata, hanno bisogno di una sveglia vigorosa: lasciali in quest’amore, anzi incoraggialo, e vedrai le meraviglie dell’Amore, come il mio sviluppo è anche una meraviglia dell’Amore. Io non ho fatto altro che seguire i consigli che mi ha dato la sorella Martha. Afferrato con la più grande fatica, ma afferrato; ora sono compenetrata dal fuoco del Suo Amore e questo aiuta sempre di più. Adesso dobbiamo separarci nel Nome di Gesù, però lasciamo qui il nostro amore!”. – Qual parlare è sulla via verso casa, e le fanciulle sono completamente colme di gioia, ma Hanny dice: “Se solo la madre non fosse a casa, perché questo è stato solo un lavoro a metà. Ora abbiamo dato speranza ai fratelli, ed essa avrà un’infinità di dubbi”.

48. Come, infatti, giungono nelle vicinanze della casa, sono anche già notate da padre Hendrick. Allora le fanciulle volano lì, e vogliono salutare la madre. Lei però è assolutamente seria, e dice:

49. “Ma che aspetto avete, che cosa vi è capitato di esaltante? Vi devo rimproverare! Come potete preparare dei giardini così pieni di meraviglie? Non sapete che il Regno dei Cieli ha bisogno di violenza, per essere reso bello?”.

50. Dice Hanny: “Mammina, non essere così seria! Ti rallegrerai certamente come noi; oppure avresti preferito che i fratelli fossero rimasti all’inizio? Noi li abbiamo aiutati solo a superarlo. Ora per loro è più facile: infatti, distribuire solo fiori, non è ugualmente un sacrificio dell’Amore?”.

51. “Hanny, figliola, avresti però potuto dirmelo, allora sarei venuta con voi. Perché in quelle persone c’è ancora molto spirito mondano. Devi stare attenta”. – “Ahimè, madre, se ci stai rimproverando, allora sgridaci forte, perché veniamo da Liebegott e dai poveri fratelli. Là, abbiamo provocato un incendio del fuoco dell’Amore”.

52. “Sono senza parole, figliola: io ho la responsabilità su di voi, e tu vai così libera e lieta nel campo di quelli che hanno bisogno ancora di grande purificazione, là dove io stessa, non mi arrischio andar da sola!”.

53. “Nemmeno noi eravamo sole, madre, perché il buon Salvatore era con noi! E non ero ancora mai stata così libera e lieta: sentivo in me una gioia, e nessuna paura”.

54. Dice Anna a Hendrick: “Ebbene guarda, fratello Hendrick, ora Hanny ti ha prevenuto, poiché è compito tuo guidare i fratelli in una maggior conoscenza”.

55. “Sai, cara Anna”, risponde Hendrick, “ora potrei sbagliare, a causa tua; tu sei l’Amore stesso e l’angelo buono di tutti noi, e adesso non ti piace il corso d’amore di Hanny. Questo me lo devi spiegare!”

56. “Sì, Hendrick, è la preoccupazione per le fanciulle. Esse non sono ancora molto salde per dare sostegno e aiuto ai fratelli malati e smarriti, devi comprendermi”.

57. “Certo, Anna, ma guarda come sorridono della tua paura! Essa è certamente superflua”.

58. “Hendrick, sii prudente! Ricorda sempre che ancora molto di ciò che è stato portato qui dalla vita terrena, è una forza che non può essere spinta via. Il Signore non inutilmente dice: ‘vegliate e pregate!’.”.

59. “Mammina”, aggiunge Hanny, “io ho anche promesso ai poveri fratelli di adornare, con le sorelle, i loro giardini, e tu certamente lo permetterai! Voi due verrete con noi. Oh, siamo felici di aver portato gioia!”. – “Mi rallegro con voi, figliole, ma ...”.

60. “Nessun ma, mammina! Prima ero là, nella meravigliosa Casa del Padre, gli uomini erano belli. Le loro case, i loro palazzi, indescrivibili. Il tempio un’opera d’arte, ma loro non badavano a me, che ero semplice. Di amore non ho sentito nulla, e la cosa peggiore era che il Padre Santo non era a Casa. Egli sarebbe stato dagli infelici, così mi disse il sacerdote. Allora in me è sorto un impulso di cercare anche il Padre, non importa dove. Là, in mezzo ai beati, io ero insoddisfatta, e presso i malati ero invece beata. Dimmi mammina, come mai questo?”. –

61. “Perché tu hai accolto l’Amore. Ora non temo più per te, figliola mia! Agisci del tutto liberamente in quest’Amore, e presto sarai matura per cose più grandi. Disponi tutto, affinché i tuoi fratelli in attesa non siano delusi”.


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Cap. 7

Quietata, è finalmente ogni brama

 

Ritorno da Liebegott con padre Hendric – Buona missione d’aiuto ai disturbatori e a Gregor. – Incontro con un Ospite, ma è riconosciuto da Hanny. – Preparazione del Natale: canti, buona uva, … e l’Ospite è presentato alle amiche. – Il caro Gesù le ricompensa con casa, giardino, nuova vita, vestiti, e compiti promessi.

 

1. Hanny corre con le sue amate verso la loro casa e il loro giardino, in cerca dei fiori più belli, di arbusti e cespugli. Come sono tutte beate ed entusiaste di rendere bello e produttivo il giardino ai poveri fratelli, i quali hanno dovuto portare anche la pesante sofferenza terrena!

2. Dopo un gradevole riposo e spiritualizzazione, tutte prendono piante e frutti maturi, e si recano da madre Anna per portarla con loro nella più bella opera d’Amore. Non c’è però nessuno, le stanze sono vuote, e nessuna traccia di padre Hendrick, allora Hanny dice:

3. “Perché aspettare ancora? Venite, andiamo lo stesso, perché i fiori e le piante devono essere piantati nel terreno”.

4. Giunte là, cominciano subito a piantarli. Nel suo zelo, Hanny non si accorge che là ci sono anche padre Hendrick, madre Anna e, con loro, un affabile uomo. A una chiamata lei corre veloce, saluta i tre, e viene a sapere che l’altro sarebbe il giardiniere.

5. Questi dichiara la sua gioia per l’amore e lo zelo di Hanny.

6. I tre rimangono finché le fanciulle hanno piantato tutte le piante e tutti i fiori, poi vanno in casa dai fratelli.

7. Tutti i frutti che Hanny ha fatto portare, sono benedetti da Hendrick, distribuiti e consumati con gioia.

8. Si trattengono solo un breve tempo, poi ritornano insieme alla casa dell’Amore.

9. Madre Anna dice: “Hanny, porta le tue assistite alla giusta quiete, poi vieni da me e dal nostro caro ospite; porta però con te Lisa, Rosel, Christa e Lena”.

10. È bello e silenzioso, intorno al caro ospite, il quale parla molto a Hendrick, Johann e Heinrich, e istruisce anche Hanny sullo struggimento che il Padre Santo porta in Sé per tutti i figli Suoi.

11. Ora tutti sono disturbati nella loro quiete da nuovi forestieri che vogliono causar del male a Hendrick.

12. Quando Hendrick va da questi disturbatori della pace, Hanny, presa da interiore impulso, prega di poter essere con lui, ed è esaudita.

13. Poiché presso Hendrick si trova un tizio che si è separato dai disturbatori della pace, c’è molto chiasso. Un buon pane, e parole ancora migliori, sono riusciti a convertirli, eccetto costui, di nome Gregor. Ora Hanny lo vuole conquistare, cosa che anche le riesce con l’aiuto di Dio. Quando quest’opera di soccorso è terminata, e Hanny ritorna da madre Anna, l’ospite sta giusto per andarsene, dopo aver accompagnato le cinque fanciulle alla loro casa e visitato i loro giardini.

14. Le assistite hanno fatto buoni progressi, e i giardini sono nelle migliori condizioni, perciò Egli è assai soddisfatto, e non lesina con la lode, promettendo di ritornare.

15. Hanny gli si attacca, mentre le sue assistite si dedicano ancora alla quiete. Lo accompagna fino alla porta, ma lui osserva:

16. “Mia Hanny, è bello che tu voglia accompagnarmi, ma non ce n’è bisogno, poiché posso separarmi da voi in una maniera più leggera. Io però ti dico: tu hai dato una grande gioia al mio cuore, perché hai portato Gregor all’intendimento”.

17. “Oh, gioco di mano, caro fratello, dove nel nostro Salvatore Gesù abbiamo un aiuto così meraviglioso. Senza il Suo aiuto, certamente, non sarebbe venuto fuori nulla! Ma dimmi, carissimo fratello: non ti piace proprio da noi? Perché te ne vai così in fretta? Vieni nella nostra casa, ti prego di cuore, e benedicila. Mi sembra come se questo manchi ancora nel nostro lavoro, nella nostra felicità”.

18. “Più tardi, Hanny, devi aver pazienza! Non dire nulla, il Signore conosce tutto: il tuo amore, la tua aspirazione e, come hai già detto oggi, il desiderio ardente”.

19. “Ma ciò nonostante non riesco a portare alla calma il mio cuore! Sulla Terra sono quasi morta per la sofferenza, e qui non posso quasi continuare a vivere per lo struggimento. Aiutami! I tuoi occhi mi rivelano che mi puoi aiutare”.

20. “Allora vieni al Mio petto, Hanny, e prova, come ogni battito di polso ti rivela che Io ti amo!”.

21. Allora lei Lo stringe strettamente. Lacrime di felicità sgorgano copiosamente dai suoi occhi. Con ogni respiro lei prova che qui c’è un Cuore, in cui pulsano solo Amore e Dedizione.

22. Alla fine si calma, poi dice: “Finalmente Ti tengo, e ogni struggimento è quietato. Sei Tu stesso, e mi hai liberata, mio fedele Gesù! No, non dire nulla, Sei Tu, e non potrei amare nessun altro e servirlo, e se dovessi morire, io non Ti lascerò più. Tu, infatti, sei il più ardente struggimento della mia vita. Oh, quanto mi sento leggera adesso! La Tua Parola si è adempiuta. Dobbiamo essere liberi, e attraverso di Te io lo sono finalmente diventata.

23. Oh, tu, miglior Salvatore Gesù, poiché ora sono libera da tutto, adesso dico: vieni assai presto nella Tua Casa che Tu mi hai dato come patria, e compi la Tua Opera anche nelle mie sorelle”.

24. “Volentieri, Hanna [Hanny], quando il tempo sarà compiuto, e non un minuto prima! Avrei potuto dire: ‘prendiMi, Io sono Colui che tu ami!’, ma lo dovevi provare da te stessa, perciò, Mia prediletta, non Mi tradire. La tua bocca dovrà tacere, solo il cuore potrà sentire e percepire. Quando anche le tue sorelle raggiungeranno il giusto grado di maturità, allora sarò Io che porterò loro il pieno adempimento. Ora voglio stringerti al Mio petto, e questo bacio è il sigillo che nulla ci potrà più separare. Rimani nel Mio Amore e nello Spirito Mio, allora sarai figlia Mia per sempre!”.

25. Hanny torna nella sua casa come in un sogno. Le fanciulle sono ancora nella loro quiete. Lei si siede adagio sulla sua poltrona a spalliera e sogna del suo Gesù.

26. Madre Anna ha degli incarichi. È Natale, la festa dell’Amore, deve unire tutti. Le cinque la devono abbellire con le loro assistite, e qui c’è molto da imparare. Madre Anna porta il materiale: la nascita di Gesù e le sue apparizioni con gli angeli; l’amore genera forze. Madre Anna è raggiante, le figlie non hanno solo compreso, bensì vivono per questo compito. Hanny invece cura i suoi grappoli d’uva per il suo Prediletto, il Salvatore Gesù. Lei sa che nel giorno del Suo compleanno terreno, Egli li riceverà dalla sua mano, e nella sua gioia anticipata pregusta la più grande beatitudine.

27. Padre Hendrick porta a tutti gli inviti per la santa festa dell’Amore, solo gli ultimi, Gregor e compagni, dovranno essere esclusi. Johann e Heinrich hanno una posizione più difficile, ma promettono di essere presenti.

28. All’ora stabilita, tutti arrivano alla casa dell’Amore, dove è tutto preparato a festa per l’accoglienza di sorelle e fratelli. Le fanciulle intonano in saluto un inno di giubilo, poi si fa silenzio. Madre Anna dice:

29. “Fratelli e sorelle e voi figliole, l’Amore ha chiamato e voi avete risposto. Purtroppo non potevano essere invitati tutti, a causa del loro sviluppo. Così, nel Nome del Signore, diamo inizio alla nostra festa, onorandoLo così come abbiamo fatto nel paradiso. Trasferitevi prima nel vostro interiore, visitate i vostri cari nella valle di lacrime, poi correte nel luogo, dove i vostri corpi o ceneri vanno incontro alla putrefazione. Tra un’ora di tempo terreno vi chiamerò”.

30. Quando il tempo dato è trascorso, Anna dice: “Figli, ora intonate al Signore un inno di giubilo”.

31. Allora echeggiano le limpide voci. Un giubilo e un’esultanza scaturiscono dal loro cuore e si propaga nel cuore degli altri. Poi vengono Lisa, Christa, Hanny, Lena e Rosel, e interpretano la nascita di Gesù, il giubilo e l’annuncio degli angeli che madre Anna ha insegnato.

32. Esse cantano:

         OnorateLo, perché magnifico su tutto è nel Santuario,

         promuovete tutt’intorno sulla Terra pace e benvolere.

         Sia ogni contesa pareggiata, ogni ostilità annullata.

         Natale, Natale, spalancate le porte,

         raddrizzate le vie.

  

   Gli altri:

Aperto il Cielo noi vedremo

         la Parola eterna noi comprenderemo,

         il Fanciullo santo riconosceremo

         e, presi dall’amore, col Suo nome Lo chiameremo.

         Col beato nome GESU’ CRISTO,

         nel quale è rinchiusa la salvezza nostra.

 

33. Le cinque:

Guardate la mangiatoia, là giace come Pargoletto nato,

         venendo dal grembo del Padre, eletto come Salvatore.

         ben umile, giace Lui come Fanciullo piangente,

         per tutti coloro che sono malati e perduti, sofferente.

 

   Gli altri:

Perciò vogliamo essere tutti felici,

         perché Dio vuole essere Padre nostro,

         e che il buon GESU’ CRISTO

         è ora nostro Fratello diventato.

 

34. Durante questo canto, arriva il Giardiniere e si mette tra Anna e Hendrick.

35. Hendrick dice: “Per la stupenda festa manca ancora solo il Signore, il nostro stesso amato Gesù. Vogliamo ben sforzarci di amarLo, così che Egli possa presto essere qui. Il nostro caro fratello però è però con noi. Sii cordialmente il benvenuto, e rimani qui, il più a lungo possibile.

36. Voi, figliole, portate ora tutti i vostri frutti, e i grappoli d’uva che il vostro amore ha fatto maturare; fortificatevi e saziatevi, affinché diventiate tutte gioiose e quanto mai viventi.

37. E Tu, Padre Santo, quieta Tu il nostro struggimento, come le figliole quietano la nostra fame. Il Tuo Amore sia la nostra vita, finché Tu porterai piena Redenzione”.

38. Allora ben cento fanciulle distribuiscono i loro frutti tra i presenti. Hanny però va da Hendrick, Anna e il Giardiniere, e vuol dire qualcosa. Allora il Giardiniere mette il dito indice sinistro sulla bocca, e accetta un grosso grappolo d’uva che Hanny Gli porge. Poi anche Anna e Hendrick ne ricevono uno, ed Hanny dice:

39. “Lasciateci ben ringraziare per quest’amore che noi teniamo come dono nelle nostre mani, affinché il nostro cuore si colmi del Suo Spirito il Quale ci chiama così volentieri figli Suoi. Tutto il passato è svanito, lo abbiamo appreso con la nostra visita nel terreno; ora apparteniamo alla nuova Vita che Lui, come Gesù, ci ha dato. Perciò a Te, o Padre Gesù, Tuo deve essere tutto il mio amore per adesso e per ogni tempo. Salute, Gesù!”

40. Oh, quanto sono buoni i magnifici frutti, come risplendono gli occhi. Tutti vorrebbero giubilare, ma non osano. Allora Hendrick dice: “Voi cari, rendetevi tutti liberi, la parte solenne della festa è passata, e la seconda parte non deve ancora finire; rallegratevi e gioite tutti, guardate le case e i giardini, prendete confidenza con tutto, e chi vuol tornare a casa, può andare”.

41. Allora Hanny va ancora una volta dal Giardiniere e parla a lungo con Lui, poi raduna le sue ragazze, parla con loro, e se ne vanno insieme verso casa: il giardiniere ha promesso di far loro visita. In tutta fretta la casa è adornata, qualche fiore ottiene ancora un altro posto, e un cesto con i più stupendi grappoli d’uva è messo sul tavolo.

42. Hanny nel frattempo guarda sempre lungo la via, e finalmente Egli arriva a passi lenti, contemplando i fiori a destra e a manca. Lei Gli corre incontro e, in un istante, giace al Suo petto. Poi dice:

43. “Padre, caro Padre, poiché sei qui, entra nella Tua Casa! Tutte Ti aspettano col più grande struggimento!”.

44. Le fanciulle si stupiscono che Hanny sia così in confidenza con Lui. Lei Gli prepara la sedia a spalliera, tutte Gli si siedono in semicerchio intorno; Hanny, ai Suoi piedi.

45. Ora Egli riferisce della Sua gioia per loro, loda il loro zelo e il loro amore, poi i fiori e i frutti; questi, infatti, sono la vera immagine del loro cuore. Poi domanda se esse vogliono rimanere sempre qui, oppure andare verso una sfera d’azione più grande.

46. Parla Hanny: “Oh, Tu Padre mio, mio Salvatore! Tu, Tu mi hai ordinato di tacere davanti alle mie sorelle. Io però non ci riesco, perché vorrei veder quietato ogni struggimento. Non posso più stare zitta. Voi amatissime, venite tutte, venite! Questi è il nostro Padre stesso, che ha degnato della Sua presenza la nostra casa. Venite, dateGli il benvenuto come nostro Padre e Redentore, e siate certe, Egli non vi respingerà”.

47. Allora tutte fanno ressa intorno a Lui, ed Hanny si mette da parte, per lasciare che Egli accolga su di Sé una tempesta d’amore.

48. “Ma, figliolette Mie, non siate così impetuose! Se Io non vi amassi così, non sarei qui. Ora la vostra gioia è perfetta, e anche nel Cielo c’è gioia per voi. Non dovete però mollare, bensì rendere in voi il Mio Amore sempre più perfetto. Io potrei trasferirvi in un Cielo, le cui bellezze vi abbaglierebbero, ma non sarebbero l’immagine del vostro amore. SiateMi fedeli, ma siate anche fedeli reciprocamente, e siate sicure: Io vi amerò sempre come figlie Mie. Se avete un desiderio, esprimetelo! Adesso sono presso di voi, esprimetelo, affinché Io lo possa adempiere!

49. Hanny si fa avanti, e dice: “Caro Padre e miglior Salvatore, lasciami qui e dammi nuovi malati, malati che io posso preparare per Te e per la Tua Opera; le mie sorelle invece amano i fratelli presso Liebegott. Potrebbero essere là servitrici dell’Amore, del Tuo Amore, e raggiungere così la loro maturazione?”.

50. “Cara Hanny, non rifiuto la tua preghiera, ma innanzi tutto è ancora necessaria una scuola tramite Anna. Ma perché vuoi ottenere con preghiere nient’altro che solo un lavoro difficile? Il tuo desiderio è adempiuto, i malati sono sulla via verso di te, e troveranno posto nella tua casa, la quale ora sarà ancora una volta tanto grande internamente”.

51. “Oh, Padre mio, ora va bene, sono così colma di gioia! Ti devo ancora una volta abbracciare, e dovrai sopportare la mia gioia, giacché mi hai reso felice ed enormemente beata”.

52. Dopo avere stretto il Signore così forte al suo cuore, e averLo abbracciato a cufficienza, Anny Gli porta ancora una volta dei grappoli d’uva, e Lo prega di mangiarli.

53. Il Padre però domanda: “Figlioletta, l’uva è per tutte, e adesso deve essere doppiamente buona. Io voglio ricompensare il vostro amore!”.

54. Allora diventano tutte completamente felici, uno splendore s’irradia da loro, davanti ai loro occhi scorrono degli avvenimenti. Ora tutte sanno che solo attraverso la loro via crucis, potevano raggiungere questa chiarezza. E l’uva ha un sapore che è indescrivibile! Esse vorrebbero esplodere in un giubilo, ma il Padre Santo dice:

55. “Figliolette, figliolette, moderatevi, questo è solo un inizio della vostra beatitudine! Ora andate prima fuori, ispezionate i vostri giardini, ispezionate la vostra casa, e solo dopo potrete dirMi se Io non ho compensato tutto ciò che vi doveva la vita terrena”.

56. Allora le fanciulle corrono fuori, Hanny però rimane, e dice: “Io lo so, mio ottimo Padre, che Tu puoi donare bellezze su bellezze, ma io preferisco Te, perciò rimango qui. Quando sarai andato via dai poveri e dagli ammalati, avrò abbastanza tempo e occasione per ammirare il Tuo dono. Invia molti malati da me; sarà questo il dono più grande!”. Le fanciulle ritornano precipitosamente, e dicono:

57. “Hanny, Hanny, che meraviglia. Non riconosciamo più i nostri giardini, ora abitiamo in una casa completamente diversa: è più grande per lo meno dieci volte!”.

58. “Benissimo, allora potranno trovarvi posto anche cento volte tanti, e ancor di più; il nostro caro buon Padre e Salvatore ce la riempirà, e spero che collaboriate tutte!”.

59. Il Signore si alza, esortandole: “Figliolette, non esiste nulla di più santo della Vita! Ora avete ricevuto una pregustazione del Cielo, ma non può sempre rimanere così, poiché da voi deve essere scacciato ancora molto, molto del vecchio spirito dell’io. Il mezzo migliore è l’amore e la cura dei poveri e degli smarriti: quanto più grande diventerà il vostro amore, tanto più grande sarà la vostra forza. Quanto più maturo sarà il vostro amore, tanto più grande diventerà il vostro mondo. Vedete, quanto felice sono Io tra i figli dell’Amore! Il Mio Amore però Mi spinge dai poveri, dai malati e i non redenti, perciò non posso rimanere tra voi, ma vi devo nuovamente lasciare. Voi però avete gettato il ponte che porta al Mio Cuore, desiderando dare gioia e di nuovo gioia. Non mollate! Se credete che la vostra forza non basti, allora chiamateMi, e non con la bocca, bensì col cuore. Così avrete la Mia benedizione d’Amore. E tu, mia Hanny, ora dovrai ricevere un’altra veste, corrispondente al tuo amore interiore. Siate tutte felici nel Mio Amore, e ancor di più attive nel Mio Spirito, affinché il Cielo vi si dischiuda completamente”.

60. Ancora una volta a ognuna Egli porge la mano, poi si fa condurre fuori da Hanny.

61. Quando lei ritorna dalle altre, esse dicono: “Hanny, non ti sei ancora vista? Guardati! Tu splendi come il Sole”.

62. “Oh, ragazze, non parlatene! Presto anche voi splenderete ancora di più, quando diventerete veramente viventi nell’Amore. Siete ora finalmente soddisfate, con il nostro Guaritore Gesù?”.

63. “Oh, Hanny, non ci saremmo arrivate, se tu non ci avessi aiutato in questo. Dicci: come hai saputo che Egli è il nostro Salvatore Gesù?”.

64. “Sì, qui non c’è niente da spiegare, non potevo più far tacere il mio cuore! I Suoi occhi tradivano ciò che la Sua bocca doveva tacere! – Ma ora dobbiamo essere ben sagge: il nostro Gesù ha piena fiducia in noi, vogliamo rimanere completamente nel Suo Spirito e non chiacchierare così della scuola. Come Egli non ci poteva dire: ‘Io sono il Padre, il vostro Gesù!’, così anche noi non dobbiamo dire a nessuno: ‘Egli è il Signore!’, ma dovranno accoglierLo i loro cuori e, altrettanto, rivelarLo. Ora ispezioniamo la nostra casa; io sospetto che avremo nuovi arrivi”.

 


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Cap. 8

Nuovi compiti – nuove beatitudini

 

La casa si trasforma per contenere le nuove arrivate. – Buon servizio di Hanny e Lisa. – Ogni gesto d’amore produce cambiamenti al mondo esteriore. – Una prova per Lisa che riconosce il Salvatore.

 

1. Tutte vanno in giardino, la gioia e l’entusiasmo non hanno fine. Ecco che Hanny vede arrivare madre Anna e padre Hendrick. Corre da loro veloce, ed è affettuosamente abbracciata da Anna, la quale dice:

2. “Hanny, è quietato ora ogni struggimento? Le altre non sono così felici come lo sei tu, perché i loro cuori non hanno ancora riconosciuto Gesù. Tu però di nuovo sarai posta dinanzi a grandi compiti: nella tua casa, infatti, sono state alloggiate nuove malate completamente povere e smarrite. Due messaggeri di Dio ti aspettano, e vorrebbero terminare la loro missione”.

3. “Ma dove, madre? Io non le ho viste!”.

4. “Sì, figlia mia, sono state alloggiate nella tua casa, al piano superiore. Le curerai con Lisa, fintanto che potranno essere guarite. Lisa ha già delle direttive, ecco che arriva. Vai ora nel nome del santo Amore alla tua opera, allora traboccherà per tutti una meravigliosa benedizione”.

5. Lisa arriva, e dice: “Hanny, posso lavorare insieme a te? Hai tu già visto le ammalate?”.

6. “Non ancora, Lisa, ma affrettiamoci e andiamo da loro, affinché i messaggeri di Dio siano liberati dal loro dovere. Madre Anna, non vuoi venire con padre Hendrick?”.

7. “Non ancora, Hanny, ma verremo presto”.

8. Le due fanciulle raggiungono a passo veloce la loro casa, e salgono la scalinata, che prima non c’era. Di sopra c’è una piccola anticamera. A Hanny tutto sembra così conosciuto! Entrano, aprono le porte e, sorpresa, guardano nella sala; è come se Hanny dovesse svenire: si trova nella sala superiore del castello Colditz. Lisa dice alcune parole, allora Hanny si riprende. – Davanti a lei s’inchinano due angeli, e uno dice:

9. “Sorella nel Signore, il nostro Dio, l’eterno Amore, ordina di alloggiare queste sessanta malate nella casa dell’Amore. È avvenuto secondo la santa Volontà del Signore; altro non ci è stato dato. Noi stiamo dinanzi ad un rompicapo: ci chiediamo come voi due riuscirete a padroneggiare queste pericolose malate, poiché noi, solo col nostro potere, e la forza di volontà, siamo riusciti ad adempiere un tale dovere”.

10. “Vi ringrazio, magnifici messaggeri e servitori di Dio”, risponde Hanny, “è stato un nostro particolare desiderio rivolto al Signore stesso, poter curare queste malate. Esse sono sorelle mie, tra le quali io ho vissuto. Come l’eterno Amore ha trovato i mezzi per farmi guarire, così anche noi, attraverso la Grazia del Signore, troveremo mezzi per la loro guarigione. La Sua Volontà è la nostra volontà, e la nostra opera deve essere l’opera Sua!”. – Allora una malata getta un grido, e immediatamente, Hanny corre là, senza scambiare più una parola col messaggero. Lei vede un uomo in camice bianco, pensa sia un dottore, ma quando Gli è proprio vicino, riconosce in Lui il Signore.

11.“Padre, Tu qui! Io credevo che Tu fossi un dottore”.

12. “Taci, Hanna [Hanny], voglio anche essere solo il ‘Dottore’, per amor di tutte, poiché per te e Lisa sarebbe troppo. Ti meravigli di essere qui, dal tuo stupendo mondo, in questa desolata, triste stanza? Ma rifletti: queste malate non possono ancora sopportare il tuo splendido mondo; tutto deve essere misurato secondo il loro mondo interiore, altrimenti esse non si potranno salvare! Oppure sei pentita di averMi pregato per avere nuovi malati?”.

13. “Oh, no, carissimo Padre. Sono così spaventata solo perché mi sento debole, ma poiché ora sei qui Tu, va’ tutto bene! Dimmi però, Padre mio: perché vuoi lavorare qui, non riconosciuto come Dottore?”.

14. “Hanna [Hanny], è per amor delle malate, le quali hanno dovuto sopportare questa sorte quasi da innocenti, come l’hai sopportata anche tu; non è per Me, come Padre, il più santo dovere riparare ciò che il mondo ha mancato di fare?

15. Perciò sii ben calma, ecco che arriva Lisa”.

16. Ah, quale agitazione c’è tra le malate! Esse soffrono terribilmente per la fame, e ci vorrà la massima dedizione; ma un po’ alla volta, saranno pur saziate.

17. Quanto spesso Lisa piange, ma quando sopraggiunge il Dottore, lei rivive, e anche le malate perdono ogni paura; e le anima una gioia indomabile, quando Lui va attraverso la sala e si fa riferire da Hanny. Purtroppo la gioia non dura a lungo, il Dottore è presente sempre più raramente. Compare solo nel più gran garbuglio, e subito torna di nuovo la calma.

18. Lisa è scoraggiata, perciò chiede a Hanny: “Come fai, ad essere così piena di speranza? Secondo me, le malate rimarranno con la vecchia antifona. Ora, colme di gioia, e dopo colme d’ira e di odio. A che cosa serve se piangono e si pentono, per poi diventare ancora peggiori?”.

19. “Oh, Lisa, perché abbandonarsi a pensieri tanto tristi! Non abbiamo abbastanza motivo per gioire? Potremmo tornare indietro in ogni momento, e rinunciare a questo lavoro, ma io non ci penso nemmeno, perché anche loro sono figlie del nostro Padre Santo, e so che guariranno!”.

20. Domanda Lisa: “Hanny, quale segreto hai col Dottore? Voi siete così in confidenza. Perché non posso essere come te? Quando c’è lui, tutto in me giubila, vedo tutto in luce più rosea; ma quando di nuovo non c’è, è come se tutta la gioia fosse passata. Mi puoi dare una spiegazione?”.

21. “Certamente, Lisa, lo vorrei, ma non posso; tu stessa devi scrutare il tuo cuore, devi esaminarti e lasciarlo parlare; per quanto volentieri io ti voglia aiutare, non posso”.

22. “Perché no? Siamo diventate soccorritrici di altre, perché non anche di me?”. – “Perché tu non sei più malata nell’anima, ma solo nel cuore; rivolgiti al Dottore stesso e abbi per Lui la giusta filiale fiducia”.

23. Le malate ora sembrano risvegliarsi alla vita, il difficile è superato, e il Dottore non si fa quasi più vedere; allora Hanny dice a Lisa: “Portiamole una volta tutte fuori”.

24. Piene di gioia, vanno tutte in giardino, e là le malate possono muoversi, completamente libere, secondo il loro piacimento.

25. A questo punto sopraggiungono madre Anna e Hendrick, e tutte le precedenti assistite, portando cesti colmi delle più belle albicocche.

26. Per Lisa e Hanny, vedere ed essere lì, è tutt’uno, è una gioia! E quando però le assistite portano le albicocche alle malate, il giubilo non vuol cessare. Allora ogni compito difficile è dimenticato. Anche madre Anna riferisce che, di nuovo, sono stati accolti tanti infelici e sottoposti alle cure di Friedewald, ma mancano i giusti aiutanti. È stato raggiunto certamente molto, ma in loro, la giusta compassione e l’amore liberatore ancor sempre non si sono accesi al chiaro fervore.

27. “Sì, purtroppo”, ammette Hanny, “e perché? Perché è il Guaritore a cercarli ancora tutti, invece di essere loro, a cercare il Guaritore!”.

28. Dice Lisa: “Hanny, tu pensi che nemmeno io abbia trovato ancora il Guaritore?”.

29. “Sì, Lisa! Finché sarà Lui a cercare te, tu non Lo avrai ancora trovato, e questo è importante anche per la liberazione delle altre. Non solo l’amore per il Guaritore, bensì Lui in noi ci rende capaci, e solo così diventiamo veri soccorritori!”.

30. Anna esclama: “Hanny, vieni nelle mie braccia, per queste parole ti stringo al mio petto! Ecco, ancora un bacio, ora non mi sei più figlia, ma sei diventata mia sorella. E tu, Lisa, lasciati guidare solo dal tuo cuore! Guarda, queste assistite di Hanny sono più felici di te; poiché ciò che tu sospiri, loro l’hanno già in tutta pienezza”.

31. “Madre Anna, in cosa ho mancato?”.

32. “Figlia mia, tu hai meritato ogni lode, ti sei applicata con tutte le forze del tuo amore, e tuttavia, hai in ogni caso dimenticato qualcosa. Chiedi al tuo cuore, esso ti darà la piena risposta. Perché non vuoi osare la cosa più grande? Chi non risica, non rosica!”.

33. A questo punto arrivano tutte le malate, e madre Anna ha le lacrime agli occhi, quando vede i volti deturpati, dai quali splende la gioia.

34. Allora Hanny dice: “Ragazze, intonate un canto a madre Anna!”. Ed esse cantano:

   Quando il Salvatore, quando il Salvatore, compare come Re

   e raduna i Suoi, i Suoi completamente intorno a Sé,

   oh, allora essi splenderanno e beati lor saranno,

   perché il Salvatore, quale Re, li chiama figlioletti Suoi.

 

35. Madre Anna, con le assistite, prende commiato da Hanny e Lisa. Dopo che queste sono scomparse dalla loro vista, Hanny chiama tutte a raccolta, per tornare di nuovo nella loro sala.

36. Quanto si meravigliano Lisa ed Hanny! Le grate alle finestre sono scomparse, la sala è molto più bella e più grande, i letti spariti; vi sono solo sedie da riposo, e invece di lunghe tavole, vi sono tavolini e sedie.

37. Dice Lisa: “Hanny, me lo puoi spiegare? Questo è certamente un miracolo”.

38. “Sì, Lisa, un miracolo dell’amore, significa progresso delle malate. Presta attenzione, in breve esse cominceranno a domandare!”.

39. Oh, quanto ha ragione Hanny! La loro vita diventa molto più libera e lieta, il pane è sempre migliore, e sono portati anche frutti migliori; ma la cosa più importante è che le assistite diventano più quiete. Anche se costa ancora molta fatica e pazienza, convincere tutte che sono decedute, e non più malate e stolte.

40. Le più giovani comprendono prima e più facilmente delle più anziane, ma la sala più grande, le finestre senza grate, il panorama più libero e il cibo migliore, sono certamente dimostrazioni di beni celesti che possono essere offerti solo dalla Grazia di Gesù.

41. Così la sala di malati è diventata una sala di studio, una scuola che serve solo alla salvezza dell’anima. Allora Hanny dice a Lisa:

42. “Potresti rimanere una volta da sola con le sorelle? Io vorrei andare da madre Anna e padre Hendrick. In me c’è un desiderio di vederli, e non lo vorrei rimandare”.

43. Ora Lisa rimane sola; non ha bisogno di aver paura, poiché sulle malate non c’è più nulla da temere. Mentre lei s’intrattiene con alcune, ecco che arriva il Dottore nel Suo camice bianco, e saluta le malate e Lisa nel Suo bonario modo.

44. Lisa è spaventata, il suo cuore trema potentemente, e dall’agitazione non riesce quasi a parlare. Il Dottore però domanda:

45. “Lisa, perché hai paura di Me? Ti ho già dato una volta il motivo, per questo?”.

46. “Non è timore o paura: vorrei sgridare me stessa, e non so che cosa mi succede, ora che anche Hanny è assente”.

47. “Preferiresti che Hanny fosse qui? Quanto spesso hai pensato di averMi una volta per te sola, e ora che è accade così, hai paura?”.

48. “Sì, caro Dottore, questi erano spesso i miei pensieri, se io come spirito posso avere pensieri; ma sono legata, e non mi vengono grandi, santi pensieri”.

49. “Non è nemmeno necessario, Lisa. Innanzi tutto deve crescere la tua conoscenza, affinché il terreno del tuo cuore possa diventare totalmente puro, e diventare un portatore della vera Vita di Dio. Che cosa ti blocca dunque nel tuo sviluppo? Non hai tutto ciò che ti sarebbe necessario per questo? Vedi, Hanna [Hanny] è molto più libera, perciò le riesce anche di più, e che voi due abbiate passato ancora una volta la dura scuola, ciò deve appunto servire completamente alla vostra beatitudine.

50. Lo so, talvolta ti scoraggiavi, e perché? Perché in te vive ancora troppo del non liberato. Per Hanny è più facile, poiché nella vita terrena essa ha potuto spogliarsi molto più di te; ma essere beata, veramente beata, è possibile solo quando tutto in te si volge alla vera Vita, a una Vita che è raggiungibile solo attraverso l’amore, e l’amare”. – “Sono consapevole di questo, caro fratello; mille volte io volevo già raggiungerla, ma non ci sono riuscita. Mi manca il mio Guaritore Gesù! Tutti i bei discorsi, tutto il fervore perdono in forza, perché non ho ancora mai avuto la vera Grazia di incontrarLo. Diversamente, Hanny. Lei non può lodare abbastanza il Suo Amore, la Sua Bontà e Misericordia, e questo comincia a dolere. Anch’io Lo amo. Perché rimane lontano? Lui sa certamente che nel mio petto non vive altro che solo Lui e nuovamente Lui”.

51. “Lui lo sa, cara Lisa! Tu però Lo ami come donna, e non come figlia. Quando tutto il sensuale si fonderà nello spirito d’Amore celestiale, quando Lo riconoscerai in te, solo come Padre, come Guaritore, come tuo Dio e Signore, e da questa conoscenza passerai a un Amore ardente, Egli non indugerà un minuto nel rivelarSi a te. Perciò abbandona il tuo amore di donna e fa sorgere l’amore filiale, amore che vuole solo rendere felice il Padre Santo.

52. Ora vieni, Lisa, vogliamo dire ancora qualcosa di amabile alle sorelle: esse si struggono per una stretta di mano, oppure per una parola, provenienti da Me”.

53. Ed è, infatti, così. Queste, ascoltano il discorso senza intendimento, ma quando il buon Dottore dice vere care parole, accarezza l’una, stringe al petto l’altra, ad alcune dà una parola scherzosa, la loro gioia non ha fine.

54. “Ora però rallegratevi bene nel silenzio! Presto proverete qualcosa di grande, se imparerete a esaminarvi e a diventare assolutamente obbedienti, costringendo voi stesse a credere che il vecchio male non potrà più irrompere. Volete voi sperimentare il magnifico? Allora seguiteMi e credete alle Mie Parole. Esse vogliono obbedienza! E tu Lisa, segui le Mie Parole, affinché anche tu possa rinascere del tutto”.

55. Lisa dice piangendo: “Fratello, non andar via da me così! Quando non ci sei, tutto è buio, e io mi devo dapprima ritrovare. Rimani! Rimani! Lo sento! Tu, infatti, sei più che un dottore, e un tale Amore come il Tuo, lo può avere solo il Guaritore! Se il mio amore è peccaminoso, permettimi di amarTi solo una volta, ben intimamente, allora potrò perlomeno vivere e nutrirmi del ricordo”. – “Allora vieni Lisa, ed ama fino a saziarti. Io non conosco nessun amore peccaminoso, ma solo un amore bramante!”. Allora Lisa vola al Suo petto e piange di gioia. Quando si è quietata, dice:

56. “Sei Tu, verso Cui gridava il mio cuore! Sei Tu che hai dato alla mia esistenza Luce e Vita! Solo Tu puoi essere l’eterno Padre, perché da Te veniva la beata gioia nel mio cuore! O Padre mio, mio Salvatore, non prendertela con me. Io, una peccatrice, e Tu il Santo! Non farmela pagare, se ho avuto così poco potere su di me. Ora mi sento bene”.

57. “Mia Lisa, fa in modo di amarMi di più, allora il Mio Spirito sarà in te la tua Guida e Stella Polare. Se tu fossi una peccatrice, Io non sarei qui, dove sono, dove comincia il Cielo e i Miei figli lo ravvivano. Ora però rimani a Me fedele, per la salvezza di tutti!”.

58. “Oh, mio Gesù, rimani alcuni istanti ancora! Lasciami guardare ancora una volta profondamente nei Tuoi occhi e, solo un’unica volta baciare la Tua bocca. Solo allora, si acquieterà ogni struggimento!”.

59. Allora lei lo abbraccia ancora una volta, preme un lungo bacio sulle Sue labbra, pone le sue mani sulle Sue spalle, e dopo averLo guardato profondamente negli occhi, dice:

60. “Mio Gesù, Padre mio da Eternità in Eternità, ora sono libera dall’oppressione, dalla quale non potevo difendermi; ora io so di non avere più nessuna colpa dinanzi a Te. Esigi da me il più grande servizio, lo voglio adempiere con gioia. Ora so che non Ti potrò perdere mai più!”.

61. “Lisa, figlia Mia, coloro che Io amo sono completamente liberi, mai pretenderò un servizio; ma con sollecitudine chiedo che essi si debbano servire del Mio Amore e delle Mie Forze che così volentieri Io elargisco per la salvezza degli smarriti e dei perduti. Hai guardato nei Miei occhi: sarebbe stato a Me più caro se tu avessi guardato nel Mio cuore, perché in quel caso avresti sperimentato la Mia eterna Misericordia. Ma ciò che adesso ancora non conosci, potrai farlo certamente più tardi. Allora ti voglio benedire in modo particolare, in ringraziamento del tuo amore. Fa che in te sorga completamente la Mia Vita da Salvatore. La Mia Grazia e la Mia santa Pace siano la tua parte eterna. Amen!”.

 


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Cap. 9

Amore senza fine

 

Nuovi arrivi di povere anime. – Le ragazze vorrebbero aiutare visibilmente, e ottengono una magica coppa di vino, poi offerta ai poveri. – Nuova trasformazione della casa e il Giardiniere si manifesta. – La cena del Signore con pane e vino.

 

1. Ora Lui se ne va. In lei c’è un giubilo: solo ora sa che cosa significhi essere beata.

2. Hanny si rallegra che anche Lisa abbia ora afferrato la Vita, poiché le assistite sono trattate con molto più amore, ed esse sono tanto riconoscenti. Ora vanno fuori in giardino, giù dalle altre, e tutte si sforzano di dimostrare amore con fiori e frutti. Esse sono istruite sui differenti lavori che servono solo alla purificazione della propria anima.

3. Lisa, che si trova in un fuoco d’amore, è la più zelante; lei vuole solo dar gioia al suo Gesù.

4. Nell’andare in giro le assistite imparano molto dalle altre, e anche il grande egoismo ha dovuto far posto a un amore fraterno. Quando però queste incontrano un gruppo di poveri esseri, completamente miseri e deperiti, che Friedewald, con i suoi fratelli, ha preso in amorevole custodia, la compassione aumenta. Poiché nessuna può soccorrere, piangono e chiedono a Hanny che cosa si possa fare, non potendo quasi guardare la sofferenza di questi uomini.

5. “Nient’altro possiamo fare per loro, che pregare, affinché la forza della preghiera li avvolga. Essi non lo sanno nemmeno di essere perduti e smarriti. Friedewald li porterà nell’ordine, ed è bene che non ci vedano, perché non andrebbe a nostro vantaggio”.

6. “Com’è possibile questo? Certo essi hanno occhi come noi!”.

7. “Sì, ma il Padre Santo ha posto il Suo Ordine, così che noi ben li vediamo, ma loro non noi, poiché non siamo ancora entrate nella loro sfera. Esseri senza amore, è come se non avessero sfera. Quando una buona volta l’amore avrà assorbito completamente il nostro io, allora la nostra sfera giungerà lontano, molto lontano, e questo ci renderà capaci di poter sempre servire.

8. Friedewald ci vede, ma non può venire da noi, altrimenti i poveri resterebbero senza sorveglianza, e causerebbero molto danno”.

9. “Ma, sorella Hanny, questo però è triste! Non può dunque soccorrere l’Amore del Guaritore?”.

10. “Certo, ma loro non vogliono ancora nessun Guaritore; qui nell’eterno mondo conta solo la propria volontà”.

11. “Questo è strano: se anche Friedewald li può soccorrere, perché il buon Guaritore no?”.

12. “Perché Friedewald è il mediatore del Salvatore. Anche voi eravate così misere, e non avevate nessuna volontà che solo il vecchio male, cosa che sulla Terra ha fatto di voi degli esseri assolutamente infelici. E quanto siete felici, adesso? Un giorno, quando la vostra volontà e il vostro amore apparterranno del tutto al buon Salvatore, allora sarete ancora mille volte più felici, e diventerete magari anche mediatrici, per fare di esseri poveri, miseri e perduti, felici figli di Dio”.

13. “Sorella Hanny, il Salvatore non viene da noi perché siamo così cattive? Oppure, perché portiamo ancora brutte vesti?”.

14. “Tutto ha bisogno del suo tempo. Per il Salvatore Gesù nessuno è troppo cattivo, o troppo sporco. Tutti, tutti godranno il Suo Amore di Padre e Salvatore; ma la non-libertà dell’anima e dello spirito, e l’impurità dell’anima, sono la barriera che separa il Salvatore. Non riconosciuto, invisibile, Egli è sempre con noi, e aspetta sempre, finché è riconosciuto e visto. Il Suo cuore è colmo d’Amore e Misericordia, e traboccante di ardente brama per i Suoi figli, ma deve aspettare”.

15. “Sorella Hanny”, dice un’altra, “questo non può essere, perché io ho un tal grande amore per Lui, e vorrei fare di tutto. Se Lui fosse qui, lo dovrebbe sapere”.

16. “Infatti, lo sa, Dora, e guarda: come dimostrazione Egli ha dato per te questa coppa di dolce vino. Ecco, assaggialo: lo puoi bere”.

17. A questo punto tutte si stupiscono, quando vedono la coppa riempita. “Dora, prendilo! Esso è per la dimostrazione del Suo Amore!”.

18. Con due mani, lei prende la coppa: “Proviene da Lui? O mio buon Salvatore, perché Ti nascondi davanti a me? Tu però sai già che io Ti amo”.

19. Dora ne prende un sorso, “Oh, assaggiatelo solo una volta, qual magnifico sapore! Ecco, Hanny, ma solo un sorso, affinché basti per tutte!”. Il vino basta per tutte, anzi ancora abbonda nella coppa mezza piena, allora Dora dice:

20. “Hanny, posso tenere la coppa, oppure la devo di nuovo restituire?”.

21. “La puoi anche tenere; ma che cosa ne vuoi fare?”.

22. “Sorella Hanny, posso darne una volta a quei poveretti là, da assaggiare?”.

23. “Lo puoi, ma te lo sconsiglio. Il buon Salvatore ha visto la tua premura, e lo hai gustato con le sorelle. Ora però bevetene tutte, affinché sia fortificato il vostro spirito; la coppa non si svuoterà. Dopo pregheremo Friedewald di venire a prendersi la coppa, quando andremo oltre. Sei d’accordo?”.

24. È proprio così, la coppa non si svuota. Quando passa da una mano all’altra, diventa ogni volta nuovamente piena. Si pone la coppa su un cumulo di erba cattiva, ed Hanny esclama:

25. “Friedewald, qui c’è un saluto dell’eterno Amore per tua fortificazione!”. A un tratto, tutte sono avvolte in stupende vesti azzurre che lasciano libere le braccia; anche l’aspetto è quello di persone guarite.

26. Quale gioia, quale giubilo! Cantando, vanno verso casa. Per strada incontrano madre Anna e padre Hendrick.

27. “Venite con noi”, dice in maniera semplice Hanny, “ci è stato dato tanto di bello, e dovete saperlo tutti”.

28. Nella casa c’è di nuovo uno stupore. La scala per il piano superiore è molto più larga, e di marmo bianco, ma morbido, come se fosse un tappeto; nella sala, invece, è come al piano di sotto, tutte le pareti sono provviste di grandi finestre, così che si possono vedere i grandi giardini. I tavoli sono disposti in forma di croce, e sopra vi stanno fiori in quantità in coppe e vasi. A un capo del tavolo c’è un vassoio con bicchieri.

29. Quando ora tutte contemplano le magnificenze, echeggiando esclamazioni del più grande entusiasmo, Dora nota il vassoio con i bicchieri.

30. “Oh, guarda, sorella Hanny, i miei bicchieri musicali: posso suonare con questi?”.

31. Detto ciò, lei afferra già il bastoncino e, con questo, sfiora i bicchieri.

32. Si leva un suono meraviglioso, poi Dora intona una melodia (inno dalla Cavalleria Rusticana di Mascagni), così delicata, così tenera, che nessuna si muove dal suo posto, diventando così silenzioso, finché lei non ha finito. Allora tutte si accalcano lì, e vogliono vedere, ma Anna dice:

33. “Figliole, appartiene a tutte voi, Dora è la vostra maestra. Lei vi offrirà belle cose, e ricordate, non deve essere un passatempo, bensì edificazione. Nell’ora odierna vi è arrivata la ricompensa di essere salvate. L’eterno Amore ha adornato la vostra casa, Lui vi ha adornato con vesti chiare e vi ha equiparato alle altre; ora però, si tratta di essere non solo salvate, bensì di diventare anche salvatrici. Avete visto presso Friedewald degli esseri poveri, e quasi perduti. È necessaria un’enorme misura d’amore, pazienza e perseveranza, per far dimenticare anche a loro la Terra, che li ha segnati così terribilmente con il timbro del suo spirito mondano, proprio come è successo a voi, quando eravate nella più profonda miseria. Ora però guardate con occhi illuminati la vostra redenzione attraverso Gesù il nostro Signore; nello stesso modo, devono anche tutti sperimentare la Grazia ed essere salvati con la vostra assistenza, sulla quale conta il Signore Gesù, il Salvatore e Padre di noi tutti. Volete voi, essere figlie Sue?”.

34. Esse lo promettono, e vogliono essere del tutto secondo la Volontà del Signore. “Allora venite presto da me e da padre Hendrick! Ora il vostro essere e la vostra vita si dovranno sviluppare in e attraverso il Signore, per la salvezza vostra e degli altri”.

35. Una vita completamente diversa si svolge ora nella casa e nel giardino di Hanny. Da sopra in sotto, non c’è più nessuna differenza, solo una cosa non è ancora un bene comune: che il Giardiniere sia il loro eterno Dio e Padre. Ora è fatto insieme ogni lavoro, e anche tutte insieme si accingono al riposo; è addirittura sorprendente tutto ciò che è rivelato loro attraverso lo Spirito.

36. In una pausa simile arriva inaspettatamente il Signore, che la maggior parte di loro ancora considera il ‘Dottore’. In un attimo è portato dal giardino ciò che è più bello e migliore. La tavola, alla quale Lui ha occupato un posto, somiglia a una fiaba di fiori. Le assistite, che sono ancor sempre dell’opinione di dover la loro guarigione al Dottore, vorrebbero volentieri esprimere ancora di più la loro gratitudine. Egli però dice:

37. “Figliole, amate Me, e tutti quelli che vengono da voi, non importa di quale condizione sociale essi siano, e se siano i più smarriti; tutti, tutti hanno bisogno di un Redentore e Salvatore! Non dovete gettare via il vostro amore, bensì da voi deve sgorgare un profumo di vera beatitudine, tanto da invalidare tutto ciò che è cattivo e guasto, e portare al miglioramento ciò che è falso e sbagliato. Questo Amore è la Mia Vita, e in un tale Amore Io vorrei vivere in e tra voi, cosicché anche voi viviate in Me”.

38. Allora Dora va da Lui e dice: “Caro, buon Dottore, Tu già da molto tempo vivi in noi! Tu, infatti, sei il nostro silenzioso amore, e spesso sogniamo di te, ad eccezione di Hanny e Lisa, perché per loro Tu sei già il buon Salvatore Gesù. Sì, Hanny e Lisa, ecco! Voi vi stupite che noi lo sappiamo, ma appunto per questo, vi amiamo anche molto, così che nulla ci potrebbe più separare da voi. Ora però Ti vorrei pregare, caro Dottore, rivelaci il Tuo nome. Tu ci chiami col nostro nome, con tutte sei ugualmente buono, e noi, sappiamo solo che Tu sei il buon Dottore”.

39. “Sì, Mia cara Dora, riguardo al Mio nome, è una faccenda così: tutti quelli che Mi hanno riconosciuto giustamente, possono esprimerlo giustamente; tutti gli altri invece no! Noi siamo nel grande, grande Regno degli spiriti, che in eterno non avrà mai una fine. Ciò che è espresso solo con la bocca secondo l’intelletto, somiglia a una grande bugia, ciò che invece proviene dal cuore e scaturisce dalle labbra, è Verità e Vita, secondo il punto di vista del cuore.

40. Perciò il Mio nome non deve esprimere nessuna bugia, bensì Verità e Vita. Tutta la Vita viene dall’eterna Vita primordiale di Dio, che è appunto eterna. Di conseguenza Dio e Vita sono una cosa sola, come anche Amore e Vita, sono una cosa sola. Mi hai compreso, Dora?”.

41. “Adesso Ti ho compreso! Posso darTi una risposta con i miei bicchieri musicali? Tu sorridi, quindi, è sì”.

42. Ora Dora si siede davanti ai suoi bicchieri, suona e canta:

         Aprite le porte e spalancate i portoni,

         che possa entrare nel coro di giubilo il Re di tutti i re.

         Ma chi è il Re, e il Cui cuore è colmo d’Amore?

         Il Salvatore di tutti i salvatori.

         Così entra nel nostro cuore

         e guidaci tutti come figli Tuoi verso il Cielo,

         Tu, Padre di tutti i padri.

 

43. Allora il Padre si alza, e dice: “Dora, questa è la giusta risposta che è venuta dal tuo cuore; ora siete tutte soddisfatte, così?”.

44. Ciò che segue, non si può descrivere: un uragano di gioia che non vuol finire! Allora, il Padre dice:

45. “Figliolette, Mi avete ora riconosciuto, finalmente? Quante volte Mi sono intrattenuto presso di voi con cuore ferito, per guadagnarvi del tutto per Me? E questo è possibile solo al Mio Amore, Amore che Io soltanto, sono in grado di dare. Ora che Mi avete finalmente accolto, avete accolto anche il Mio Amore, e solo adesso sarete beate. Che Hanna [Hanny] e Lisa non dovessero tradirMi, era Mio desiderio, poiché Io voglio essere riconosciuto e amato del tutto liberamente.

46. Ora ascoltate ancora, figliolette Mie! Alla fine siete sfuggite completamente allo spirito del mondo, ma non siete ancora del tutto libere da lui; perciò esercitatevi bene nell’amore, crescete nella fede e nell’umiltà! Solo allora, il Mio Spirito potrà compiere in voi l’Opera di redenzione e prepararvi per il servizio nello Spirito Mio.

47. Tra gli uomini della Terra, che lì dimorano come animali e si distruggono a vicenda, il Mio Amore è ancora solo un opaco barlume, e la loro salvezza sta su piedi indeboliti. Che cosa dovrà essere di loro quando arriveranno nell’Eternità? Io non li potrò accogliere; e i Miei angeli non li comprenderanno, poiché la loro vita è fondata sull’eterna Legge, perciò rimangono ancora solo i Miei figli per l’Opera responsabile, il cui numero però non è grande abbastanza da condurre i milioni di esseri umani smarriti e perduti nell’eterna Casa del Padre. Potreste voi rinunciare alla beatitudine di vivere con Me e decidervi, come Hanna [Hanny] e Lisa, di dedicarvi volentieri all’opera di salvezza e liberazione?”.

48. Allora dice Dora: “Padre, posso darTi la risposta con i bicchieri? Tu sorridi!”. Allora lei suona e canta:

         O Gesù, Padre mio, la Vita mia sei Tu,

         una Vita colma di delizia e felicità.

         O Gesù, mio Salvatore, il mio tendere sei Tu,

         un tendere pieno di fervore e vera abilità.

         O Gesù, Padre mio, Tuo sia il mio cuore,

         e Tuo il mio amore in me.

         Oh, prendimi e introducimi nel Tuo Cuore,

         d’ora in poi appartengo solo a Te, solo a Te.

         Prendi il mio amore, sì ora è Tuo, sì eternamente Tuo,

io sono, infatti, per l’eterno del tutto Tua figlioletta,

         del tutto e per l’eterno Tua figlioletta. Amen.

 

49. “E questa è anche la vostra risposta, figlie Mie? Sì, la leggo scritta in fondo al vostro cuore, e ora voglio anche rendervi felici, per averMi procurato una tale grande gioia!”.

50. Dalla porta spalancata irrompono due magnifici angeli in raggianti vesti; uno, porta una brocca e una coppa, l’altro un vassoio con pane bianco; pongono tutto davanti al Signore, poi vanno all’armadio a muro e prendono dei bicchieri. Mettono davanti ad ogni sedia un bicchiere, s’inchinano e si mettono di nuovo alla porta.

51. Allora il Signore dice: “Venite, figliolette, sedetevi nel giusto ordine: voglio tenere con voi il pasto d’amore! Venite, Miei fedeli, distribuite il pane e il vino. Oggi voglio saziarMi alla tavola dei figli, affinché essi maturino per l’eterna tavola del Padre!”.

52. Dopo la distribuzione del pane e del vino, gli angeli si fermano dietro al Signore, poi Egli dice:

53. “Prendete e mangiate, Mie amate figlie, fortificatevi con questi doni, affinché essi rafforzino il vostro amore e il vostro animo, così che non diventiate deboli nell’Opera più santa della Mia Misericordia”.

54. Che pane e che vino sono questi! Tutto ciò che è stato gustato finora, è un’ombra rispetto a questo pane, e la cosa meravigliosa, è che esso non finisce, ma rimane sempre lo stesso grande pezzo. Solo i bicchieri si svuotano, ma sono di nuovo riempiti con la brocca, e nemmeno questa si svuota. Così le donne rimangono sedute a lungo e ascoltano con santa devozione le soavi ed affettuose Parole del loro Padre Santo. Ora Egli dice: “Figliolette, secondo l’esteriore Io Mi separo da voi, ma interiormente rimaniamo uniti. Voi, Hanna [Hanny] e Lisa: impersonate del tutto il Mio Amore e la Mia Vita; e voi altre, impersonatevi d’ora in poi nel pane e nel vino, per la salvezza di tutte. E ora venite al Mio petto e ricevete la ricompensa del Mio Amore paterno!”.

55. A questo punto, sono vestite tutte con vesti bianche, come le portano già Hanny e Lisa, e beate accolgono il più grande beneficio della loro vita: ricevere la Vita al petto del Padre Santo. Così, a suon di beato pianto, il Padre se ne va dai Suoi liberati. Gli angeli s’inchinano profondamente davanti a loro. La brocca e la coppa, così come il vassoio, rimangono come permanente ricordo.

 


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Cap. 10

Vita nell’amore

 

Accoglienza dei redenti. - Una visita della nonna di Hanny con un fratello elevato, che insegna ed esorta a essere nell’amore per Dio e per le povere anime, e chiama Hanny col nuovo nome di Johanna. – Il ritorno del Padre, e la proposta per nuovi compiti a Lena e Johanna con l’aiuto di due messaggeri.

 

1. Comincia una Vita completamente nuova. La cura del giardino è la cosa principale, per aver sempre nuovi frutti e fiori da offrire a quelli che sono residenti nel loro mondo. Esse suscitano infinite delizie dovunque si rechino. Al loro amore tutto è possibile. Quando però Hanny parla del Salvatore, allora i cuori s’incendiano e la nostalgia di vedere anche una sola volta Colui che provvede loro in modo così straordinario, cresce sempre di più. Questo è lo scopo delle molte visite che i redenti fanno. Dopo ogni ritorno si fa una silenziosa quiete, ed essi consacrano sempre di più il loro mondo interiore all’Amore, Amore che è l’eterna Vita.

2. Durante una tale ora di consacrazione, arriva un magnifico fratello, e la nonna di Hanny. Un raggio d’amore e di beatitudine si sprigiona dai due, quando entrano nella sala e danno a tutti la benedizione.

3. Hanny riconosce subito sua nonna, e osserva: “Ora la nostra gioia è grande! Siate assai calorosamente benvenuti nello spirito dell’amorevole Padre! Prendete posto, e rimanete presso di noi per un po’ di tempo”.

4. “Lo facciamo volentieri, mia Hanna [Hanny], anche la mia gioia è perfetta, poiché so che ora sei custodita nella Casa del Padre. Hai superato ogni sofferenza? Vorresti volentieri ritornare nel mondo, dal quale sei uscita?”. – “Madre della madre mia, questo è il mio mondo! Qui, io aspetto ogni ora poveri e malati che hanno bisogno del nostro amore e delle nostre cure; qui posso lavorare, qui, dove lo stesso Padre Santo ha operato e agito in abnegante Amore e Pazienza, così che tutte le mie sorelle sono ora redente. Sarebbe un cattivo ringraziamento, se io aspirassi a beatitudini che non sono beatitudini, ma solo magnificenze”.

5. “Mia Johanna [Hanny], ti ringrazio per la tua dedizione all’Opera del Padre Santo, noi non siamo venuti per portarvi via da qui, ma per guidarvi ancora più profondamente nella grande Vita proveniente da Dio nostro Signore e Padre Santo. Ora questo fratello vorrebbe servirvi nel suo amore”.

6. Egli dice: “Amate sorelle nel Signore, per il nostro amato Padre, la nostra gioia è la Sua gioia, la nostra beatitudine è la Sua beatitudine e il Suo Amore è la nostra vita; tutti noi, che nella santa aspirazione siamo solo servitori e sacerdoti del Suo Amore, sperimentiamo anche la forza di un tale Amore. Quanto povero sarebbe il grande mondo, senza questo Suo Amore, e quanto piccola ogni sofferenza, rispetto a ciò che dona la Vita proveniente da Lui. Voi tutti, come uomini, eravate da compiangere, quanto poco si è reso attento a voi lo scopo della vostra vita, e perché? Perché il senso di ogni vita è rivelato solo quando si riconosce giustamente la stessa vita. Anch’io, nella mia esistenza terrena, ho avuto solo un compito: procurare una patria per i poveri, i poverissimi e i più miseri dei miseri, che doveva lenire e far dimenticare loro ogni sofferenza e miseria. Certamente non sempre ciò riusciva, perché ci dominava ancora troppo l’umano. E ora vengo allo scopo della mia visita da voi. Nei vostri occhi io vedo lo splendore della gioia e dai vostri cuori procede una delizia che, per amore, vorrebbe ottenere la cosa più grande: ma adagio, mie care sorelle. Il vostro amore è ancora gratitudine, e questa vostra gratitudine dovrà far posto in voi a una nuova vita. Il meraviglioso Padre, il Cui Amore voi possedete, non vuole la vostra gratitudine, bensì voi stesse, interamente. Tutto ciò che vive in voi, non è ancora diventato completamente Sua proprietà. Non spaventatevi se io vi dico questo, bensì rallegratevi, affinché anche il meglio del meglio, migliori ulteriormente. In tutti gli insegnamenti di angeli e servitori della Sua potenza e magnificenza, vi è mostrata una via che dovrà far di voi dei completi servitori del Suo Amore. Solo però quando tutto in voi diventerà amore vivente, potrete accogliere la Sua Luce. E proprio nella Sua Luce, tutto diventerà manifesto. Dovrete diventare perfette, com’è perfetto il nostro amato Padre e Salvatore. La vostra brama è la migliore dimostrazione dell’imperfezione in voi; l’adempimento, però, non è la perfezione, bensì solo un riposare, un rafforzarsi per il raggiungimento della perfetta Vita. Quanto eravate beate quando il Signore, il nostro amato Padre, dimorava tra voi e vi serviva tutte! La vostra patria divenne il Cielo. Vi domandate spesso: perché il Signore, il nostro buon Padre, non è sempre presso di noi? E un nuovo struggimento spinge all’adempimento di essere presso di Lui; ma anche Lui, che conosce il vostro desiderio, ha desiderio dei Suoi amati figli. Vi siete già una volta domandate: ‘come potremmo quietare il desiderio del Padre?’. Ciò che nessun servitore o angelo potrebbe dirvi, lo può un figlio compenetrato dal Suo Amore. Egli vuole completamente sostituire il Padre. Nessuno deve, o può sentire la Sua mancanza. Chi sente Suo figlio, sentirà anche il Padre, chi sorge del tutto nella Sua Vita di Salvatore, potrà sostituire anche il Salvatore. Nel giusto Spirito del Salvatore diventa manifesta la Vita del Padre Santo, e Lui stesso, come Vita di ogni vita, come Amore dell’amore, dimorerà sempre nella loro casa e nel loro cuore. L’intero universo è pieno delle più meravigliose Creazioni, ma figli che vivono solo da, in, e attraverso di Lui, ce ne sono molto pochi. I compiti adempiuti solo mediante la Sua potenza e forza, Lo rallegrano; ma quando un figlio, per quanto sia ancora tanto piccolo, può giacere al Suo santo petto, nel Suo meraviglioso Spirito di Salvatore, solo come un singolo fratello o sorella, fa di Lui il più felice Padre di tutti.

7.Vedete, mie amate sorelle, questo è amore, e non deve essere un grazie, bensì Vita, santa Vita, come si abbassò Gesù giù dalla croce del Golgota, del tutto profondamente nel petto dell’uomo, per risorgere come Figlio di Dio, il Quale ha solo un Amore: quello del Padre Suo, e che porta in Sé solo uno Spirito che procede da entrambi, per dimostrare l’eterna e sempre eterna Divinità, che però si può rivelare solo mediante la condizione dei figlioletti. Questo io avrei da dirvi. E il Padre mio, in me, dice:

8. ‘Figlioletti, figlioletti, tutto ciò che vive ancora in voi, fatelo diventare amore. Il Mio Amore vi ha destinato per grandi compiti, perché sulla Terra tutto s’irrigidisce in oscurità e notte. Grandi diventano la miseria, il freddo, la paura e la pena, ma voi, quali figli Miei, dovete diventare i loro liberatori. Amen! Amen! Amen!’.”.

9. Tutti tacciano ancora a lungo, allora dice Hanny: “Amati, le vostre parole penetrano profondamente nel mio cuore e mi rivelano nuovamente un nuovo Amore del Signore. Ora però vorremmo rallegrarvi con una bevuta del vino d’amore che il Padre Santo ci ha donato, e che offriamo solo a quelli che ce Lo fanno conoscere ancora più da vicino. Così vogliamo cominciare, e osservare le vostre parole come Sue Parole, e il vostro amore come Amore del Padre Santo”.

10. Dice il fratello: “Johanna [Hanny], ora risorgi nel Suo Spirito, lasciati sempre portare da questa Sua Vita di Salvatore, allora il tuo futuro compito ti preparerà delizie infinite”.

11. I due rimangono ancora a lungo tra loro, visitano i loro giardini e la loro occupazione, e tutti li accompagnano lontano, fin dove è loro concesso. Poi tornano a casa come i più felici di tutti i felici. L’intera sala si è riunita per una festa, poiché quei cari amici sono venuti in visita, e vi regna una gioia come mai potrà esserci sulla Terra.

12. Il momento culminante della festa, però, è quando il Padre Santo stesso arriva e ringrazia tutti, nella maniera più grata, per l’amore accordato ai malati e ai perduti.

13. Il Padre Santo in mezzo ai Suoi figli, dice: “Figlioletti, la vostra allegria fa bene al Mio Cuore, l’avete meritata, poiché non è stato facile il lavoro che avete prestato ai poveri e ai malati. Chi di voi vuole essere esonerato da questo duro servizio, Io l’esonero subito, e gli voglio preparare una delizia degna di tutti i Cieli”.

14. Dice Johanna [Hanny]: “Padre, io vorrei rimanere qui e, completamente nelle Tue intenzioni, aiutare ad esaudire la nostalgia che nei poveri e malati è così viva. Qui è la mia patria dove, con la Tua Grazia e Amore e con la Tua forza e assistenza, io ho potuto allevare per Tua gioia sorelle felici e sane. Solo per una cosa Ti prego, caro Padre: vieni più spesso! I nostri cuori Ti bramano, la Tua personale presenza è la nostra più grande beatitudine!”.

15. “Vedi, Johanna [Hanny], le tue parole Mi sono care, perché provengono dal tuo amore. Ma poiché vuoi rimanere al Mio Servizio, voglio inviarti due messaggeri, i quali condurranno te e Lisa dagli smarriti, affinché raggiungiate una stabilità ancora maggiore. Potrei renderti forte come lo è un Raphael, ma ciò sminuirebbe la tua gioia. Potrei attribuirti sapienza e forza, ma perderesti in amore. Allora ti lascio come sei, e Io so che rimarrai nel Mio Spirito redentore”.

16. “Oh, Padre mio, quanto sei buono, potessi io amarTi ancora più intimamente! Sì, mandami i messaggeri. Ma, caro Padre, perché deve venire con me solo Lisa, e non anche le altre tre? Esse Ti amano forse più di me e, nel loro zelo, non sono meno di me”.

17. “Johanna [Hanny], non ancora. Il loro amore, il loro zelo è grande, ma il Mio occhio di Padre vede più di te. Rimanga la Mia Parola per amor di te stessa. Vedi, figlia Mia, grande è la schiera intorno a te che vive in vera beatitudine, però sono sorelle, e il numero dei veri aiutanti è piccolo”.

18. “O mio buon Padre, allora dammi solo la Grazia di essere utile per i fratelli smarriti, poiché, caro Padre, in fondo sei Tu stesso che operi e crei tutto. Oh, colmami del tutto con il Tuo Spirito, e non essere adirato, caro Padre! Prendi ancora il pasto con noi, ma non come l’ultima volta, quando Tu ci hai beato così riccamente, e poi sei scomparso”.

19. “Rimango volentieri, Mia Johanna [Hanny], fa servire il pasto; ma affinché non siate in imbarazzo, tutto dovrà essere già pronto”.

20.Così è! Nel tempo più breve immaginabile, tutti siedono alla tavola in festa. Dora intona un canto con i suoi bicchieri, e a tutti sembra come se le note risuonino ancora più magnificamente.

21. Il Padre già benedice i cibi, pane e vino e magnifici frutti, poi dice:

22. “Figlioletti, accogliete nel vostro interiore ogni Parola che Io vi dico in quest’ora: questo pasto è nuovamente un pasto d’amore, che vi dovrà rendere forti e felici. Non pensate di essere beati, perché ogni sofferenza è tramutata in gioia e ogni afflizione in letizia, solo attraverso la Grazia Mia. La vostra beatitudine è ancora minima; ne esistono tali, ancora migliaia di volte maggiori, ma voi non le potreste ancora sopportare. Per vostra grande gioia, però, vi dico:

23. Sto volentieri tra voi, e il Mio Cuore è colmo di Gioia! Non dimenticate i vostri affidati: moltissimi, infatti, vi aspettano con ansia, e voi sapete quanto è amaro dover vivacchiare senza amore e senza gioia. Come voi non potete ancora sopportare beatitudini maggiori, altrettanto non potete sopportare stati infernali. Perciò fortificatevi, affinché vi possano essere affidati compiti maggiori. Il nemico fa grande raccolto. Tutti credono che, sol perché sono così paziente e longanime, Io non esista più; ma il loro risveglio sarà amaro e oltremodo doloroso. Voi Mi conoscete come Amore, come Padre e Salvatore, ma quelli Mi dovranno conoscere come Dio e come Giudice, e ciò non allevierà i loro tormenti. Voi avete potuto adempiere bene il vostro compito, poiché il vostro amore era rivolto solo a quelli che sospiravano la liberazione. Potreste circondarvi amorevolmente anche di quelli che non Mi amano, e che Mi odiano? Non dovete darMi una risposta, poiché posso già leggerla sul fondo della vostra anima. Perciò guardate volentieri nel vostro interiore, e verificate se tutto, anche la cosa più segreta, sia animata dal Mio Spirito di Salvatore. Quando il vostro amore sarà uguale al Mio, solo allora saranno anche aperte tutte le porte, e vi affluiranno molte più forze, ma non dalla Mia Potenza, bensì dal vostro stesso amore. Scaldatevi allora nel Mio Amore e nella Mia Luce, affinché possiate illuminare gli smarriti! Crescete ancora di più nel Mio Spirito, affinché possiate soccorrere dove minaccia lo sfacelo! La Mia benedizione però vi rimanga, affinché voi tutti diventiate benedizione per gli altri”.

24. Secondo i rapporti terreni, il Signore resta tra loro tre giorni, poi Egli dice:

25. “Figlioletti, ora Mi separo esteriormente da voi, ma interiormente non Mi posso separare; d’ora in poi, però, dovrete in ogni tempo consigliarvi con Me nei vostri cuori, poiché compiti maggiori richiedono anche maggior sapienza, maggior cautela e prudenza e, soprattutto, maggior sicurezza. Dovrete appropriarvi di tutto, perché Io non vi dono niente di nuovo, ma v’indico solo ciò che sta da lungo tempo in voi. E ora, venite ancora una volta al Mio petto e fatevi abbracciare, affinché vi fortifichiate per il vostro servizio alla Mia, e ora anche alla vostra opera”.

 


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Cap. 11

Presso gli smarriti

 

Una missione di osservazione, in una grande città della Terra. – Anime di uomini appena defunti si ritrovano nella stessa sfera infernale, senza rendersi conto della loro nuova condizione. – Il giudizio secondo il proprio interiore.

 

1. Tutti accompagnano il Padre Santo fino alla porta, poi ritornano sommamente felici da madre Anna, che saluta le sue sorelle con gioia celestiale.

2. C’è tanto da raccontare dei nuovi arrivati, i quali hanno dovuto passare attraverso duri sgomenti e ora hanno finalmente trovato una patria.

3. Allora si annunciano due magnifici angeli presso Anna, per venire a prender Lisa e Hanny.

4. Anna è felice di poter dare alle due una benedizione speciale, e dice: “Da qui, dove è avvenuto il vostro ingresso, potete andare sotto sicura protezione nel mondo del nemico della Vita, per imparare a conoscere la miseria dei poveri e dei perduti, per sperimentare lo spirito che ha sbarrato tutte le vie, affinché nulla vi sia estraneo. Così andate, il nostro amore vi accompagna sulle vostre vie!

5. Voi invece, magnifici fratelli, fortificatevi con una bevuta del vino che queste figlie hanno torchiato con il loro amore, a motivo della grande opera”.

6. Dopo aver bevuto, uno degli angeli dice: “Sorelle, i nostri cuori sono colmi di gioia nel potervi servire. È per noi la più grande delizia, dimorare tra coloro che il Santo Dio e Padre ha prima anche abbracciato, ma non possiamo rimanere: la nostra volontà è l’eterna Legge del santo Ordine. Noi siamo esecutori dell’eterna Volontà di Dio e non possiamo deviare per amor dell’Ordine. Al ritorno potremo trattenerci un po’ di tempo presso di voi, ma adesso si tratta di eseguire la Volontà del Signore”.

7. Un breve commiato, poi Hanny e Lisa vanno con i due attraverso la porta e rimangono presto invisibili ai rimanenti. Nel più breve tempo, i quattro giungono in una città di milioni di abitanti; la vista da lontano è angosciosa, ma l’angelo dice:

8. “Non abbiate timore, non vi spaventate di nulla. Ciò che vedrete e sentirete è proprietà del nemico della Vita, che è impotente davanti a noi. Voi ora iniziate un nuovo corso della vostra vita. Siete chiamati ad adempiere compiti più grandi, perciò l’eterno Amore vi fa sperimentare delle condizioni di cui non avete avuto ancora nessun presentimento. Finora il vostro amore toccava i poveri, i malati e gli smarriti, i quali senza alcuna colpa erano capitati nella loro triste esistenza; adesso però siamo da perduti e accecati, che per propria colpa sono giunti nella loro miseria, e non sanno ancora quanto sono infelici.

9. I compiti da adempiere sono però molto duri, perché ci troviamo in mezzo alla sfera del nemico della Vita, ma con la Potenza e la Grazia di Dio noi saremo invincibili. Così vogliamo avvicinarci a questa città nel Nome del Signore, ma prima avvolgiamoci con questi mantelli!”.

10. Privati di tutto il loro splendore, con volto molto serio, si avvicinano a passi lenti ad alcune case incendiate, dove alcuni uomini si sforzano di spegnere il fuoco. Ma sono pochi, poiché la maggior parte, si trova negli scantinati.

11. L’angelo dice: “I nostri sguardi devono essere rivolti meno agli uomini, poiché noi siamo cittadini del mondo spirituale, e il nostro lavoro riguarda le anime che sono prive della loro carne; tuttavia essi a malapena sanno di non essere più esseri umani. Tenetevi strette a me, adesso entriamo nella sfera degli uccisi!”.

*    *    *

12. Intorno a loro tutto è tetro e grigio. Quando gli occhi si sono abituati al buio, essi vedono molte figure che si sforzano di salvare qualcosa dalle macerie. Emettono grosse bestemmie, forti grida, mentre altri perseverano silenziosi nei dolori.

13. Hanny sussurra all’angelo: “Non possiamo aiutare questi poveri uomini? Devono sicuramente soffrire atroci dolori”.

14. “Non ancora, cara sorellina, il tempo per il nostro aiuto è ancora lontano; osserva solo tutto intorno a te e non ti spaventare, non siamo ancora visti né sentiti. Costoro non sanno ancora di essere morti, e i loro corpi giacciono ancora sotto le macerie”.

15. Adesso alcuni riescono a liberarsi, e urlano verso gli altri; a loro volta anche questi urlano, ma per chiedere aiuto. Uno di loro, grida: “Vedete come liberarvi, io devo prima cercare assolutamente di venirne fuori. Ho una bruciante fame, e sete; è stata una sciocchezza non aver portato nulla nello scantinato”. Alcuni sono del tutto liberi, allora uno di loro dice:

16. “Dove sono rimasti gli altri, per liberarci dalle macerie? Qui lo vedete di nuovo: abbiamo organizzato e sempre pagato, e adesso che abbiamo bisogno d’aiuto, non vediamo nessuno. Da quanto tempo già, veramente, ci troviamo qui sotto? Secondo la mia fame, per lo meno tre giorni, quanto abbiamo sgobbato!”.

17. “Avete ragione, signor vicino, ma ora fuori, all’aria! Qui odora davvero come nella tomba: avevo già paura di essere morto!”.

18. “Anch’io! Ma, non avete un accendino, o un lume, con voi? Se solo non fosse così buio! Non si può riconoscere nulla. Afferriamoci per mano, andiamo a cercare un passaggio; si deve certo trovare una via d’uscita”.

19. Cadono sulle macerie e si arrampicano su ruderi e cenere, ma non trovano una via d’uscita. Ora incontrano altri che si sono potuti liberare, però in loro non c’è nessuna gioia.

20. Uno dice: “Un bell’affare, siamo in trappola, qui non ne veniamo fuori. Si deve tuttavia sapere che siamo ancora nel nostro scantinato! Se la fame aumenta, potrà diventare perfino simpatico!”

21. “Non dipingete ancora il diavolo alla parete, si accorgeranno presto della nostra mancanza. Finora tutti i seppelliti sono stati liberati, dobbiamo proprio aspettare”. Aspettano, ma dopo un po’, uno dice: “Diavolo ancora una volta! Da ore siamo qui seduti, ma non si sente il minimo segnale che ci stiano cercando, e c’è da disperarsi; nessuno ha qualcosa da mangiare con sé? Non si può quasi più sopportare la fame!”.

22. “Qualcosa deve pur succedere!”.

23. “Che cosa deve succedere? Nulla! Qui creperemo come sepolti vivi. Qui sotto, infatti, ci troviamo almeno già da una settimana. Deve solo presentarsi qualcuno, a offrirmi qualcosa, e gliele suonerò di santa ragione! Prima ci costruiamo le nostre case, ci vantiamo delle nostre istituzioni sociali, ci armiamo per una guerra con i nostri soldi, e alla fine siamo catturati come mosche in una trappola”. – “Fatela finita! Col borbottare non cambia nulla! La guida ha organizzato tutto al meglio, presto saremo liberati”.

24. Alla fine tutti sono liberi, e stanno insieme. Ma, invece di consolarsi, uno di loro domanda: “Dov’è mia moglie, i miei figli, qualcuno li ha visti?”. Egli chiama, ma nessuna risposta. Anche gli altri chiamano i loro parenti, ma nulla si muove. Dice uno:

25. “Non si spiega, dobbiamo cercare e trovarli! Non è possibile essere in uno scantinato, e perdersi”. Presto lo spazio è perlustrato tastoni; non li trovano, allora uno dice: “Questo è terribile, proprio da diventare pazzi! Non possono certo averci dimenticati, dobbiamo trovare una via d’uscita”.

26. Cercano di nuovo, e alla fine trovano una fenditura nella parete, da dove si possono togliere alcune pietre. Lavorano febbrilmente, e infine, con il più grande sforzo, ottengono un buco attraverso la parete, in modo da poter passare strisciando, ma trovano di nuovo null’altro che macerie. È diventato ancora più buio, la prospettiva di uscire è scarsa. Si accoccolano insieme, imprecano e maledicono se stessi e gli altri; allora dice uno:

27. “Prepariamoci alla nostra ultima oretta. Poiché solo la morte ci potrà liberare da questa pena”.

28. “Ma io non voglio ancora morire! Adesso che ho una bella esistenza, nessuno mi parli di morire”.

29. “Va bene, parliamo della vita: ma da questa non saremo più liberati. Dobbiamo uscire da questa fossa, ma come? Provvedete voi a questo, eroe della vita. Che cosa perdo io con la mia vita? Essa, anzi, a mala pena conveniva. Certamente, chi come voi ha avuto sempre buoni giorni, vorrebbe volentieri conservar la sua vita!”.

30. “Tacete, prego, con le vostre considerazioni. È una disgrazia e basta! Saremo liberati!”.

31. “Sì, saremo liberati, ma quando? Chissà, quanti sono stati sorpresi. Dove sono le donne, i figli, i vicini? Forse noi siamo morti e continuiamo in ogni modo a vivere come s’insegnava a noi prima. Questo sarebbe un disastro – morti, e lo stesso, viventi. Assai difficile da concepire!”.

32. “Se teneste la bocca chiusa, puzzone! Non è abbastanza, sedere nell’oscurità e aver fame?”.

33. “Cosa? Mi chiamate puzzone? Levatevi dai piedi, oppure ve la vedrete, bellimbusto presuntuoso! Ancora una sola parola, e saranno botte!”.

34. L’uomo si alza e colpisce intanto un altro. Si viene ad una baruffa, e presto c’è una massa confusa. Una pietra si stacca, poi l’intero ammasso di macerie scivola nel burrone con quelli che se le danno reciprocamente. Forti grida e urla coprono il fracasso causato dalla massa scivolante, poi c’è silenzio. Gli uomini siedono in una cava di pietre, si cercano con calma, si chiedono come stanno e trovano alla fine un posto solido, con suolo compatto. Diventati un po’ più sicuri, vanno in perlustrazione. È notte tenebrosa, continuano a sentire uomini piangenti, e li trovano anche, ma non ha luogo un saluto tra loro, piuttosto, solo la domanda: “Avete qualcosa da mangiare?”.

35. Diventa scomodo, hanno fame e, avendo ora anche freddo, errano nella cava di pietre; nessuno può dire all’altro dove siano. Ne arrivano sempre di più, così che ora il numero è grande.

36. È presente uno che ha una buona voce, egli dice: “Quanti siamo dunque veramente? Deve essere successo certamente qualcosa con noi. Nessuno ha dunque una torcia elettrica, per guardarci intorno?”.

37. “Sì, qui c’è una lanterna, ma è già esaurita; eppure è necessario trovar la via d’uscita”.

38. La lanterna cede già al primo lampeggiare, ma ecco che qualcosa divampa chiaramente, una figura sta lì, e sentenzia:

39. “Non sforzatevi di sfuggire da questa vostra prigione. Voi siete morti, i vostri corpi giacciono sotto le macerie della vostra grande casa e attendono la putrefazione. Potrei condurvi fuori, se siete disposti a umiliarvi e a fare tutto ciò che vi suggerisco. Poiché io sono un messaggero dell’eterno Iddio”.

40. Una generale risata risuona in coro, poi quello con la voce forte dice: “Non scherzare, hai ancora altre barzellette in campo?”.

41. “Se tu le chiami barzellette, quando invece vi è indicata una via per la salvezza, allora vi voglio esclamare tre parole: ‘Solo Gesù aiuta!’.”.

42. Allora la risata diventa ancora più grande, ma la figura già non c’è più. Il portavoce deride ancora lo scomparso.

43. Dice uno: “Era giusto deridere qualcuno che ci voleva aiutare, e ritenerla una barzelletta, se egli ci ha detto che noi saremmo morti? In ogni caso, abbiamo commesso una stoltezza. Non abbiamo potuto trovar nessuna via d’uscita, ma quello è entrato ed è uscito”.

44. A queste parole segue un silenzio; essi sono afferrati da uno sgomento che è poco rassicurante.

45. L’angelo commenta: “Ciò che abbiamo sperimentato adesso, è stato un preludio: lasciamoli al loro sgomento, tra alcune ore l’immagine cambierà. Osserviamo un’altra schiera che fa parte di costoro”.

46. Di nuovo un campo di macerie, di cenere e ruderi, molti esseri con volti affamati stanno accoccolati insieme, e uno di loro sbotta:

47. “Se solo potessi afferrare quel mascalzone che ci ha portato in questa vita da cani, vedrebbe suonata la sua ultima ora! È una vigliaccheria dimenticarci!”.

48. “Ma perché non lo vuoi capire? Noi siamo morti!”, insiste un altro, “questa condizione, infatti, è assolutamente triste, e io sono di quest’opinione: lasciamo le preoccupazioni della nostra esistenza terrena, e cerchiamo di pregare così come facevamo da bambini”.

49. “Se non sai far nulla di meglio, allora chiudi il becco. Noi siamo uomini moderni e non abbiamo bisogno di preghiere; in futuro, lascia quindi stare queste chiacchiere”.

50. Un altro interrompe: “Ma che tono è questo? Se si è nel bisogno, ognuno può far sentire la sua proposta, e se voi siete così moderno, allora vi prego di essere anche un po’ più educato”.

51. Adesso arrivano molti, molti altri; non si può dire il numero a causa dell’oscurità. Uno di loro dice:

52. “Finalmente incontriamo qualcuno! Ora però presto, cerchiamo qualcosa da mangiare, o da bere, per calmare la nostra fame e sete”. Prima che gli altri potrebbero replicare qualcosa, hanno rovistato anche il posticino più piccolo, ma senza trovare nulla; allora diventano grossolani e bestemmiano, mentre gli altri si pigiano in un angolo e non si arrischiano a dire più una parola.

53. “Chi c’è qui insieme con noi, lo dobbiamo sapere. Ci sono ancora uomini viventi, qui? Questi non ci possono servire per il nostro progetto”.

54. “Qui ci sono uomini!”, dice il moderno, “e noi siamo circondati dalle macerie!”.

55. “Fate vedere chi siete! Ah, siete voi, eroi. Vi chiamate uomini, e siete comunque solo spiriti come noi! Non siete dunque ancora guariti dalla vostra follia umana? Dove avete lasciato il vostro intelletto! Forse nel vostro scantinato di ricovero? Allora guardate qui: noi siamo molte centinaia, e abbiamo un agevole posto. Quanto era grande il tuo scantinato? Dov’è la tua comodità che ti sei creata? Dove sono i compagni della tua casa? Presuntuoso uomo super moderno! Aspetta, da noi imparerai indigenza ed espiazione, perché ci hai sempre considerato dall’alto in basso! Io ti conosco già da lungo tempo, e ora dovrai imparare a conoscere noi, popolo sciocco!”.

56. “A un tale discorso, non do assolutamente nemmeno una risposta, villanzoni! È triste, rinnegare la vostra umanità”.

57. Segue una gran risata, poi uno dice ai nuovi: “Non serve più a nulla: datevi tranquillamente al pensiero che siamo tutti morti! Nessun uomo, nessun Dio ci potrà aiutare; qui ognuno è il prossimo di se stesso. Da quanto tempo non ho più mangiato nulla, e vivo ancor sempre! Talvolta è terrificante, questa fame, e ancora più terrificante quest’oscurità. Il prossimo passo potrebbe già portare all’abisso, laddove non si vede nulla”.

58. “Il tuo linguaggio è più sensato, caro uomo. Ma tu credi veramente che sia finita con la nostra vita terrena? Non ci posso nemmeno pensare, mi viene un brivido”.

59. “Tuttavia lo dovrai sperimentare, che è così; presta attenzione a tutto, e presto ti convincerai”.

60. Allora arriva il precedente urlatore: “Che cosa avete voi da nascondere? Qui non c’è nulla! Nel Regno degli spiriti non esistono i cosiddetti migliori, là sono tutti uguali; adesso diamoci da fare, affinché possiamo uscir fuori da questo buco!”.

61. Alcuni vengono alle mani e trascinano gli altri; questi si difendono, si scatena una rissa, dove si strappano l’un l’altro i vestiti dal corpo.

62. Durante la rissa, la grigia oscurità si è colorata di rossastro, così che tutto fa un’impressione sinistra.

63. Dice Hanny. “Non possiamo aiutare questi poveretti? Certamente essi soffrono grandi tormenti, in quest’atmosfera!”.

64. “Non ancora, cara figlia del Signore! Noi non siamo qui nemmeno per aiutare, ma per osservare lo sviluppo di quelli che non ebbero mai bisogno di un Dio. Più tardi, quando la mia missione sarà terminata, potrai agire secondo il tuo amore. Ora però presta attenzione: la faccenda si fa seria!”.

65. Arrivano nuove schiere. Sul loro volto si vedono miseria, privazione e odio. Sono state attirate dalle grida. Nelle loro mani portano randelli, che però ardono come fiaccole e causano un terribile fumo. Non è diventato per nulla più chiaro, solo più rosso. Si precipitano su quelli che si bastonano e li battono con i loro randelli, così che tutti giacciono come uccisi. Perquisiscono ogni angolo, ma non trovano nulla. Perciò la loro ira diventa molto più grande. Ora si muovono quelli che giacciono come morti, li afferrano saldamente, li tirano e li trascinano fuori dalla loro buca e li precipitano in un’altra più profonda e più larga, dalla quale sale su un fumo puzzolente. L’opera di ricerca dei folli va ancora oltre; adesso trovano anche gli altri, i quali nelle loro macerie speravano nell’aiuto. “Finalmente”, dice uno, “siete venuti per liberarci! Avete portato qualcosa da mangiare?”.

66. “Da mangiare? Voi vi stupirete, noi stessi siamo arsi dalla fame! Ma ora, fuori dal vostro paradiso: adesso vi restituiamo ciò che ci dovete da una vita!”.

67. Essi si difendono, ma sono costretti dalle fiaccole ardenti, privati delle loro vesti e cacciati avanti, finché dal luogo della loro afflizione sono spinti fin nell’abisso”.

68. Osserva Johanna [Hanny]: “Non si può quasi più guardare: se dovessi guardarlo sempre, dovrei dubitare nel Dio dell’Amore! Posso chiedere perché Dio si comporta in maniera così silenziosa? Se ci penso, con quanta fatica noi siamo state conquistate! Perché non questi?”. – “O figlia del Signore, ciò che tu adesso sperimenti, è ben l’inferno, ma la cosa peggiore deve ancora venire. L’eterno Iddio conosce ogni cosa, ma per salvare ancora costoro per la Vita eterna, Egli deve far avvenire queste cose; essi, infatti, erano uomini duri di cuore, il cielo era la loro pancia, e il borsello il loro dio. Gli oppressi, nella loro cieca ira, esprimono solo ciò che si è accumulato nella loro vita terrena come odio”.

69. “Che cosa accadrà adesso? Le loro grida mi toccano in ogni caso il cuore. Quando ero ancora nell’istituto, dovevamo accettare talvolta qualche grido, ma erano malati”.

70. “O figlia del Signore, anche questi sono malati. Tutto quello che qui vediamo, è purificazione. Se fossero rimasti ancora uomini, come lo erano secondo l’esteriore, la loro scuola sarebbe stata molto più facile. Nei figli del Signore non deve mai sorgere, nel modo più assoluto, il pensiero che alcuni potrebbero andar perduti; perché il Signore ha dato la Sua stessa Vita per la salvezza di tutti. Egli pone ogni fiducia in quelli che hanno fatto proprio il Suo Spirito, e li provvede con forza e potenza, secondo il loro amore. Perciò abbiate solo pazienza per gioire, poiché dietro ogni servitore del Suo Amore stanno molti aiutanti. Ora aspettiamo ancora un po’, poi comincerà un nuovo atto. E continuate a stare calme. La Volontà del Signore è la nostra forza e la nostra protezione!”.

71. Ora i quattro guardano ancora più da vicino i molti infelici. Quello che ai loro occhi sembra come un abisso, è una pozza di fango. Poiché la maggior parte è stata denudata delle proprie vesti, il fango nero aderisce al loro corpo e non riescono a pulirlo, per quanto si sforzano. Occupandosi di ciò, si guardano intorno e, nonostante l’oscurità, ora si possono tuttavia riconoscere. Sono in molti, e tra loro ci sono anche donne.

72. “Dove siamo capitati?”, domanda l’uno all’altro: “non c’è dunque nessuna via d’uscita?”.

73. “Temo di no! Ora, infatti, mi rendo conto di non essere più uomo, bensì defunto; poiché una siffatta sventura non è possibile che accada a un uomo. Appena suonò la sirena, andammo nello scantinato, sentimmo esplosioni; poi a un tratto tutto fu silenzio, la luce si spense e, ora, afflizione su afflizione”.

74. “È impossibile essere morti! Parliamo, sentiamo fame e sete e, innanzi tutto, dolore; non solo nelle braccia e nelle gambe, che sembrano sane, ma in tutto il corpo; non si riesce quasi a sopportare. Se solo venisse un aiuto!”.

75. “Questo ce lo siamo giocato! Non possiamo più essere aiutati, poiché la mano che ci è stata offerta per la salvezza, noi l’abbiamo rifiutata, considerandola come una barzelletta, e ridicolizzandola. Ciò che ora sarà, è completamente incerto”.

76. “O Dio, o Dio, quale afflizione! Morti e tuttavia viventi, sani e tuttavia malati, quasi irrigiditi dal freddo e interiormente brucianti di febbre; chissà quanto tempo durerà questo!”.

77. “Eternamente, io temo. Ora, infatti, non abbiamo più bisogno di nessuna dimostrazione della continuazione della vita dopo la morte, poiché noi viviamo e, il come, lo dimostra la nostra situazione. Adesso si tratta di essere d’accordo, e di cercare una via d’uscita. Il mondo dello spirito non ha nessuna barriera: si dovrà certamente trovare una via, per uscire da questa pozza di fango”.

78. Gli altri, che hanno sentito questo discorso, scoppiano in un lamento, così che non si può più comprendere nessuna parola. Allora uno di loro grida: “Silenzio! Abbiamo bisogno di qualcuno che agisca e pensi per noi, perché qui non possiamo rimanere in eterno; nemmeno Dio può volere questo!”.

79. “Hai ragione tu, amico. Dio non voleva la nostra sventura, ma la volevamo noi, e perciò nemmeno Lui ci può aiutare. Come uomini, siamo stati troppo moderni per credere in un Dio, ed ora il nostro moderno modo di pensare si è amaramente vendicato. Io ritengo esclusa una salvezza, credo piuttosto che diventerà peggio”.

80. Silenzio generale, poi scoppia un vociare; le donne accusano gli uomini, gli uomini diventano grossolani e presto è di nuovo il più gran putiferio, che minaccia di nuovo di degenerare in violenza. Allora un fulmine squarcia l’oscurità, tutto è spaventoso, e un angelo con la spada fiammeggiante sta davanti a loro, e dice:

81. “Se ci tenete alla salvezza, allora umiliatevi, e come prima cosa, scacciate una buona volta da voi l’inferno, cercando di riparare ciò che avete accumulato in voi come colpa. Dio è giusto per tutti quelli che credono in Lui e vivono secondo la Sua Volontà, Egli è per loro un Padre e un Salvatore. Per quelli invece che mai hanno bisogno di Lui, anzi, che hanno anche tolto la fede ad altri, Egli è un Giudice inesorabile, e a costoro sarà difficile cancellare ogni colpa. La mia missione riguardo a voi non è un giudizio, bensì un salvataggio per l’eterna salvezza.

82. Se rimarrete in questo spirito, vi aspetterà ancora di peggio. Se però deporrete la vostra arroganza, il vostro amor proprio e il vostro orgoglio, e cercherete, con cuore implorante, Gesù il Guaritore, vi verrà aiuto e salvezza; e non solo salvezza dalla vostra miseria, bensì salvezza per l’eterna guarigione”.

83. La figura dell’angelo è scomparsa; come uccisi dal fulmine, tutti giacciono tramortiti. Quando però essi vengono di nuovo alla consapevolezza, comincia una nuova afflizione. Alcuni si vogliono convertire, altri la considerano un’apparizione, ma non raggiungono nessun risultato.

84. Conclude l’angelo: “La nostra missione è finita! Costoro hanno bisogno ancora di un tempo per la fermentazione, poi si troveranno d’accordo quelli che vorranno esserlo. E sarà difficile separare da qui gli avveduti, perché gli altri vorranno impedirlo.

85. Toglietevi il vostro avvolgimento, ora devono vederci, anche solo per un attimo! Noi invece, affrettiamoci di nuovo ad andare verso casa nostra, dove ci attendono gli altri”.

 


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Cap. 12

Pronta per nuovi compiti

 

Ritorno alla casa del Cielo e commento sul viaggio. – Madre Anna insegna, e si propone di tornare reincarnata sulla Terra per aiutare. – Johanna ribatte la scelta di restare nel Cielo. – Un angelo parla del suo incarico di servitore e insegna la Volontà del Padre. – È festa per i nuovi arrivati.

 

1. Presto sono di nuovo nella loro meravigliosa casa. Hendrick e madre Anna sono arrivati ancora con molti dei loro assistiti, per avere i due angeli ancora un po’ di tempo in mezzo a loro.

2. Quando madre Anna chiede alle due: “Ebbene, figliole, che cosa ci avere portato di bello?”, entrambe piangono, poi Johanna [Hanny] dice:

3. “Che cosa sappiamo noi, del mondo degli spiriti? Proprio nulla! Qui c’è pace, felicità, e un Cielo; che cosa darebbero gli altri per avere solo una particella del nostro amore! O Tu, buon Padre, quanto deve ardere in Te lo struggimento, quando il Tuo occhio infinitamente buono vede gli smarriti! Il Tuo dolore per quelli che non vogliono il Tuo Amore paterno deve essere immenso, eppure, Tu non li abbandoni!”.

4.Tutti, tutti guardano alla loro sorella, che è sempre così premurosa, così gioiosa, ed ora invece è così afflitta. Gli altri non la comprendono, allora parla madre Anna:

5. “Non meravigliatevi, perché esse hanno visto cose per le quali non ci sono parole. Una volta si credevano nell’afflizione, ma era un paradiso, rispetto a coloro presso i quali hanno potuto trovarsi”.

6. Dice l’angelo: “Voi, molto amate, qui vivete una vita che, con diritto, può chiamarsi beata. Le bellezze del vostro mondo, del vostro Cielo, sono l’espressione del vostro amore, che avete potuto ottenere con la Grazia del Signore. Voi eravate ben riconoscenti, e avete veramente compiuto un buon lavoro. Come potevate crescere voi nell’Amore per il Signore e potevate arricchirvi alla Vita del Salvatore, proprio così si può arricchire anche l’anticristo; ogni mezzo gli è giusto per crescere in egoismo, odio e avidità di dominio. È una terribile lotta tra la Luce e la tenebra, e tutte le forze sono mobilitate per far uscire Dio, il Padre Santo e Creatore di tutte le cose, dal Suo Amore, Misericordia e Pazienza. Sì, il più grande desiderio del nemico della Vita, è di rimuovere Dio dal Suo massimo spiegamento di potenza, affinché l’Amore e le Sue Forze perdano il loro Potere e la loro Dedizione. Noi, quali Suoi servitori e portatori della Volontà, eseguiamo con santa serietà la Sua Volontà, e saremmo pronti a preparare ad ogni male e ad ogni cosa giudicata, un’eterna fine, affinché cessi finalmente ogni lotta; ma il Santo Dio e Padre di tutti gli spiriti e uomini, dice: ‘L’Amore in Me, che un giorno ha portato il più grande sacrificio per spianare a tutti gli smarriti e i perduti, una via per la Salvezza e la Redenzione, vuole anche adesso portare ancora il più grande sacrificio, confidando sui Miei figli, e al nemico dimostrare il più grande rispetto nel lasciare intangibile la sua libertà. Nel momento in cui impiego la Mia Potenza, Io Mi separo dal Mio Amore, e tutti i sacrifici saranno vani. Ma finché ho ancora figli che si servono del Mio Spirito d’Amore e Guaritore, voglio posticipare ogni giudizio e dedicarMi completamente alla speranza che tutto sia ancora guadagnato!’.

7.Vedete, voi molto amate del mio Signore: davanti a questo linguaggio, noi ammutoliamo, e nessun servizio è troppo piccolo per sostenervi nella lotta con i caduti. È la nostra più grande delizia, fortificarvi e sostenervi. Voi sentireste brividi di beatitudine, se poteste scorgere quelli che vi accompagnano in modo invisibile, anzi, quanto spesso è il Signore stesso che vi aiuta, senza che voi lo sospettiate. Da questo vedete quanto grande è la fiducia che il Padre celeste accorda ai Suoi figli, sebbene Egli sia l’onnipotente Iddio, Creatore di tutti i Cieli e mondi. Ciò che le vostre due sorelle hanno visto e vissuto oggi, è un pezzettino, completamente minimo, di ciò che il vile e falso partorisce; quanto si abbatterebbero i vostri cuori se potreste scorgere il male e falso nel loro effetto. Come voi siete state educate da una bellezza all’altra, dovete anche essere educate a sopportare un inferno dopo l’altro. Nell’attuale lotta tra Luce e tenebra è compartecipe l’intera Infinità, quindi non solo la vostra Terra e le sue sfere, ma tutto, perché si deve andare verso la vittoria finale. Non spaventatevi perciò di questo. Il Signore è Amore, Pazienza ed eterna Misericordia, e il suo obiettivo è la redenzione di tutti! Ben potrebbe la redenzione prendere un percorso più rapido, cercando la Sapienza vie che conducono alla redenzione; ma Lui, il Magnifico e Perfetto, vuol lasciare l’ultimo ai Suoi figli, affinché il nemico della Vita non sia vinto con la Potenza del Signore, bensì con l’amore dei Suoi prediletti, affinché egli [il nemico] diventi di nuovo la meravigliosa figlia della Sua Creazione.

8. Così rallegratevi del futuro lavoro, che vi costerà certamente pazienza e fatica, ma da cui tanto più riceverete grande gioia. Poco fa c’era in voi il grande desiderio: vedere il Signore e stare in Sua compagnia. Ora lasciate crescere in voi una brama ancora più grande: diventare guaritori e redentori per tutti quelli che non Lo conoscono ancora e, per opera del potere del nemico, ancora devono vivere senza di Lui”.

9. Madre Anna guida gli angeli attraverso il grande giardino, mentre molte centinaia di figli beati la seguono. Lisa e Johanna [Hanny] a sinistra, e a destra gli angeli. Fermandosi davanti alla casa più bella, lei dice: “Fin qui vi guido io, ora vi possono guidare i figli, poiché questo territorio è diventato loro proprietà attraverso il loro amore. Qui io sono ancora sorella, e ogni amore che sperimento è per me il dono più santo, tanto che volentieri vorrei portare ancora una volta la sorte terrena”.

10. Dice l’angelo: “O figlia del nostro Padre Santo, davanti a questo linguaggio noi vorremmo inchinarci! Sappiamo che tu conosci la vita terrena, e conosciamo la scuola che ivi hai praticato, e anche la tua guida qui, nel Regno degli spiriti; ma prima del perfezionamento, voler ancora una volta vivere quella scuola, reca in sé un mistero che certo sfugge alla nostra sapienza”.

11. “Sì, cari amici, è così! Nel mio interiore si fa sentire un nuovo impulso, poiché si tratta di diventare redentrice. Come voi avete descritto tutto così precisamente, tutte le ripercussioni del falso e anche del male, non deve l’Amore cercar nuove vie per liberare finalmente il Signore? In ogni vincolato c’è ancora vincolata anche la Sua Vita. In tutti gli smarriti e perduti lotta ancora il fratello spirituale proveniente da Dio. Se Lui, l’eterno e Santo Dio e Padre, come creatura mortale ha sacrificato la Sua Vita per spianare la via che porta nell’eterna Casa del Padre, non deve allora in me l’impulso nella più interiore essenza afferrare il pensiero struggente che ancora il Padre Santo porta in Sé come mistero? Io, come essere umano, ero già della ferma convinzione che ringraziare realizzi la cosa più grande del pregare. Vorrei anche continuare a ringraziare, e ringraziare dovrebbe essere lo stimolo non a compiere qualcosa di grande, ma qualcosa di meravigliosamente santo. Io, come beata, mi meraviglio spesso che voi angeli, e meravigliosi servitori di Dio, non possiate comprendere questo linguaggio”.

12. “O figlia del Signore, noi non possiamo trasformare la nostra essenza, poiché ci manca proprio ciò che fa di voi dei figli. Ciò che noi siamo, lo siamo da Lui, dalla Sua Divinità, Potenza e Sapienza, voi invece siete figli del Suo Amore, Grazia e Misericordia”.

13. Continua Johanna [Hanny]: “Questo non lo comprendo bene: non sono anch’io proceduta dalla Sua Divinità, come te? Non ho anch’io un giorno avuto una vita meravigliosa, prima di passare la scuola della vita terrena, e quindi poter considerarmi oggi come figlia Sua? Il Padre Santo mi ha lasciata libera di scegliere di ritornare nel mio mondo precedente, dove non esiste nessuna sofferenza, nessun dolore e delusione. Io invece ho preferito stare qui tra gli smarriti e i perduti, e perché? Perché il Signore stesso s’intrattiene qui, con il Suo completo Amore! Là Egli è Dio, e qui è Padre; là Egli è Luce, e qui è Salvatore; là è Sole, e qui è Calore; là tutti sono riceventi dalla Sua Onnipotenza, e qui noi siamo i donanti dal Suo Amore; là domina ancora la legge, qui invece il Suo Amore è la nostra vita!”.

14. L’angelo s’inchina profondamente, e soggiunge: “Davanti a questo linguaggio noi c’inchiniamo volentieri, e tutto il nostro potere sta come un nulla dinanzi a noi. Quanto volentieri io vorrei sempre essere servitore presso di voi! Tu, figlia del Mio Signore, sei più ricca di me, sebbene io abbia abbastanza potenza di creare Cielo e Magnificenze, ma dalla Forza e Onnipotenza del Signore, e secondo la Sua santa Volontà. Qui invece è sorto un Cielo puramente dal vostro amore, e questo, è vostra proprietà”.

15. “Sì, fedele messaggero angelico e rappresentante di Dio, del Creatore del Cielo e dei mondi. Hai detto bene che questo Cielo è nostra proprietà”, replica Anna, “una cosa però aggiungo ancora come figlia del nostro Padre: che questo nostro Cielo deve diventare anche proprietà di quelli che adesso vivono ancora nella notte e nell’orrore. Perciò noi siamo diventati figli: per andare a guadagnare all’affettuoso Padre i perduti e gli smarriti, e non dalla Sua divina Potenza, bensì attraverso il Suo santo Amore! Ecco, ora è stato detto abbastanza, quindi onoriamo i nostri cari fratelli, nostri ospiti. Preparate un pasto di gioia! Tutti vi devono prender parte!”.

16. E così avviene. I due angeli non possono elogiare abbastanza l’affetto che ha preparato la festa dell’amore. Tutto però diventa ancora più bello, quando lo stesso Padre Santo appare all’ultimo istante e benedice i figli.

17. Con i due angeli, Egli prende congedo; gli angeli sono necessari per altri servizi. Così è concluso un tempo di riposo.

 


 

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Cap. 13

Ogni inizio è difficile

 

Una spedizione nel regno delle tenebre presso anime non credenti e rissose. – Proposta di salvezza e offerta di pane e vino non sono però supportate da pentimento. – A causa della voragine, solo pochi chiedono salvezza.

 

1. Pensosa, dice Hanny a Lisa: “È arrivato il tempo, e sempre maggiore diventa in me l’impulso di non poter aspettare più a lungo. Forse ci riuscirà, di strappare all’inferno questi poveri e sofferenti. Qui c’è ancora sterminato spazio, lavoro e inoperoso amore, così che fiduciose noi possiamo osare ad andare nel mondo della morte. Sono già stata spesso nella mia terrena casa paterna, là ho potuto fare anche esperienze ma ora lo so: il tempo è giunto!”

2. Risponde Lisa: “Volentieri! Ma, da sole?”.

3. “Non da sole: l’immenso buon Padre sarà certamente con noi! Portiamo con noi Christa, Rosel e Lena, una brocca d’acqua e del pane”.

4. Le altre acconsentono, piene di gioia, e con la benedizione di madre Anna le cinque abbandonano la loro stupenda dimora. Strada facendo si unisce a loro un uomo che, su incarico dell’eterno Amore, dovrà essere loro vicino e sostenerle. “Chiamatemi Emil. Johanna [Hanny], io ti conosco già da lungo tempo, dalla tua vita terrena; noi altri c’intenderemo già”.

5. “Sei già stato a lungo nel mondo delle tenebre, fratello Emil?”.

6. Più a lungo di quanto voi avevate pensato, io sono stato un abitante di questa sfera. Solo al Padre Gesù devo la mia salvezza. Perciò, per amore, ho supplicato per i miei compagni di un tempo”.

7. “Allora tu puoi essere la nostra guida, poiché essi terranno più in considerazione un uomo, che delle fanciulle minorenni”.

8. “Johanna [Hanny], non sottovalutarti! Il tuo amore è la forza motrice, e lo spirito in te ti ha reso maggiorenne. Ora però stiamo attenti, in pochi attimi saremo arrivati”.

9. Intorno a loro si fa buio. Non si sono ancora resi conto della velocità con la quale essi corrono. Ecco che arrivano a una locanda, nella quale c’è moltissimo baccano.

10. Prudenti, si avvicinano. Ancora non sono visti, e per un po’ osservano con calma i litiganti. Ci sono abominevoli individui con sguardi colmi d’odio, donne impaurite con sguardi fissi e vestiti intorno al corpo laceri e logori da parte a parte. Il litigio si fa per il pane: le donne incolpano gli uomini, gli uomini invece le donne, finché la lite degenera in violenza. Allora entra Johanna [Hanny] con gli altri nella loro sfera, e dice con voce potente:

11. “Non vi vergognate, voi uomini, di percuotere le vostre donne? Invece di cercare ogni colpa in voi stessi, addossate ogni colpa alle donne, e aggravate ancor più la vostra situazione!”.

12. Sbraita uno dall’aspetto completamente selvaggio: “Ah, guarda questa, voi piccioncine delicate, siete appena entrate qui, e subito così villane. Avvicinatevi! Nella nostra noia, voi sarete un magnifico passatempo”.

13. “Ti sbagli! Noi siamo venute per offrirvi una mano d’aiuto, poiché voi tutti siete morti, siete esseri assolutamente miserabili, e vi potrà ancora aiutare solo la mano salvifica del Salvatore Gesù”.

14. Allora scoppia un tumulto, essi vogliono mettere le mani addosso alle fanciulle, ma, come se avessero afferrato un ferro rovente, gettano un grido e le lasciano di nuovo all’istante. Gli aggressori gridano ancora, ed ecco che si fanno avanti le loro donne, e domandano:

15. “È vero che siamo morti? Su di noi è entrata con impeto una disperazione dalla quale non troviamo nessuna scappatoia. Da dove venite?”.

16. “Se state tutti ben calmi e ragionevoli, e dominate in voi i vostri sentimenti d’ira e odio, potrò parlare, altrimenti no!”.

17. “Tu sei ancora una ragazzina, che cosa ci potresti mai dire? Non ci rimane però nient’altro da fare, che ascoltarti”. – “Hai saputo in ogni caso tenerti lontano gli uomini”, dice un’altra donna con faccia avvilita.

18. Johanna [Hanny]: “Uomini e donne, che mi crediate, oppure no, non cambia nulla al fatto che voi, come anche noi, siamo morti; con la sola differenza che noi siamo al sicuro nell’Amore del Salvatore Gesù, mentre voi siete perduti. La vostra vita terrena è trascorsa senza Dio, allora non può essere diverso che voi qui stiate rannicchiati nell’afflizione. Una cosa però la potete credere: anch’io conosco l’afflizione, e precisamente per mia stessa esperienza. La mia vita terrena è stato il destino più triste che una persona si possa mai immaginare, ma non fu colpa mia, perciò ho sperimentato dopo la mia morte del corpo, qui nel Regno degli spiriti, anche la più grande Grazia di Dio, Grazia che ho anche afferrato a piene mani. La vostra vita terrena potrà essere stata bella, a me per questo mancano i concetti, ma per ciò che ho sperimentato io in bello e magnifico, in questo mondo spirituale, mancano i concetti a voi. Mi potrebbe essere indifferente, se accetterete o no il nostro debole amore che vi potrebbe portar fuori di quest’afflizione; perché non si tratta della nostra, bensì della vostra beatitudine. Ma poiché il nostro magnifico Guaritore Gesù ci accorda nel Suo Amore, diritti e libertà, ecco che siamo alla ricerca dei perduti che potremmo portare con noi, nel nostro magnifico mondo, per fare di loro degli spiriti felici e beati, come lo siamo noi”.

19. Un uomo si avvicina, e replica: “Le vostre parole suonano promettenti, come non avevo ancora mai sentito, da quando vivo in questo lugubre angolo. Nella nostra vita, a me è stato promesso davvero molto, ma non si è ancora adempiuto nulla. Come potrai tu dimostrare soprattutto che saremmo morti, lo dovremmo certo sapere; la morte, infatti, è qualcosa di oltremodo gravoso, e io l’ho molto temuta, al tempo della mia vita”.

20. “Le tue parole si sono addolcite, perciò posso anche continuare a parlare con te, ma non servirà a nulla se tu, e voi tutti, non vorrete crederci. Della vostra morte e della vita non avete certamente bisogno di dimostrazioni: perché voi stessi siete la dimostrazione. Da quanto tempo non avete mangiato e bevuto? Da quanto tempo non avete eseguito nessun bisogno? Da quanto tempo non avete visto nessun cambio di notte e giorno, o visto mai il Sole, o la Luna? Quanto ciechi siete, come uomini, verso Dio, tanto ciechi siete anche verso voi stessi. Noi invece viviamo un’esistenza nella Luce, abbiamo il pane migliore, l’acqua migliore, anzi, anche vino, e i frutti migliori, e ancor mai tutto ciò è diventato di meno, piuttosto, di più. Guardate voi stessi: che cosa avete operato di buono nel vostro effimero corpo, in tempo e fatica, e quale aspetto avete adesso? Se queste non sono prove, allora ditemi: che cosa altro vi devo dimostrare?”.

21. “Sì, ragazzina, sei una creatura assolutamente raffinata, oppure un angelo. Ne abbiamo già sentito parlare spesso, ma chi ci può dare una risposta? Non è la nostra vita un completo, completo bruttissimo sogno, che non vuol prendere nessuna fine? E perché andar dietro a cose che sono irraggiungibili? Ciò che tu ci riferisci della bella vita, suona proprio bene; già da giovane io mi sono costruito castelli in aria, ma erano bolle inconsistenti; la realtà ha fatto esplodere tutto! Avreste potuto portarci piuttosto un pane, come dimostrazione, giacché certamente voi ne avete un bel po’.”.

22. “Il pane c’è già, ma come volete distribuirlo, se vi ha afferrato talmente la brama e l’avidità di possederlo da soli? Guarda: qui c’è un pane! Ma chi ne vuole, deve venire a supplicarlo! Io vi assicuro che ce n’è abbastanza per tutti”.

23. Sorge un tumulto. Alcuni vorrebbero gettarsi su Johanna. Allora si apre un’ampia voragine, dalla quale sorgono vapori. Essi si spaventano e indietreggiano, non badando a calpestare gli altri. Scoppia un conflitto, una baruffa. I più deboli non si possono più alzar da terra. Le fanciulle cercano di tirarsi indietro con raccapriccio, allora Emil dice:

24. “Rimanete, porgetemi le vostre mani, non desistete! Perché il Signore è con noi”.

25. Esse lo fanno. Allora da queste sei mani s’irradia un bagliore, e in questa luce, tutti smettono con la loro zuffa e guardano come affascinati. Poi il precedente portavoce si alza, e ammette:

26. “Ragazzina, hai ragione: siamo perduti senza salvezza! Al cospetto del pane, e della promessa che poteva bastare per tutti, si è adempiuta la tua parola: l’avidità e la cupidigia sono la nostra fine! Ora sì, io credo in un essere morto per tutto il mondo. Ma quale sarà la nostra sorte?”.

27. “Eterna perdizione, se non afferrerete la mano salvatrice che vi vuole aiutare. Con ogni azione che fate per avidità, voi peggiorate la vostra situazione e la vostra vita; invece se applicherete amore verso il vostro prossimo, la vostra vita migliorerà. Tu, però, hai mai visto uno che era nell’afflizione ed è stato così stupido da respingere la mano salvatrice?”.

28. “No, ragazzina; perché chi sta annegando, afferra perfino uno stelo di paglia”.

29. “E allora perché non volete afferrare la mano che vi si è offerta? Ve lo voglio dire io: perché dovreste smettere di dominare, e diventare esseri supplicanti, sommessi e modesti, ma il vostro indomabile orgoglio non lo permette”.

30. Un uomo, furiosamente urla: “Smettetela, con queste stupide chiacchiere; ci mancavate proprio voi! Chissà che cosa c’è sotto”.

31. “Anton, ora smettila di urlare! Io mi affido a voi fanciulle. E a te, uomo dall’aspetto buono; aiutatemi a quietare gli altri. Se potete proteggere voi stessi, allora avete anche il potere di aiutarmi”.

32. “Guarda, Robert, adesso ascoltami attentamente: forse non ne hai ancora abbastanza di noi? Ma aspetta solamente, le larve non rimarranno qui a lungo”.

33. Sul discorso di Anton, molti s’indignano, ma hanno paura davanti all’uomo furioso.

34. Dice Robert: “Vai piano, Anton, che tu sappia: il tuo potere su di noi è rotto! Queste fanciulle e l’uomo hanno potere pieno su di noi, altrimenti non sarebbero qui; e tu avresti potuto risparmiarti il dispiacere di poco fa”.

35. “Taci, altrimenti ti faccio vedere io!”. grida Anton. – Ma Robert ribatte: “Il tuo gridare non migliora la nostra sorte. Là, presso i tre, ci attende il pane e, forse, anche liberazione da quest’afflizione. Se soltanto non ci fosse la voragine, io sarei già di là presso di loro”.

36. Johanna: “Se lo desideri seriamente, allora prega il Signore ed eterno Iddio. Esseri come voi, infatti, devono imparare a pregare! Se la vostra preghiera per la redenzione viene fuori dalla vostra miseria, non siete ancora fatti per l’eterno Regno; perciò convertitevi, cioè tornate indietro dalla via che conduce alla rovina. Il vostro ritorno dovrà essere serissimo, e il desiderio, sacro”.

37. Dice Anton con gesti beffardi e ostili: “Robert, non lasciarti prendere alla corda come un idiota, chissà quali imbroglioni camuffati sono costoro! Dapprima dovremmo essere morti, poi ci fanno cenno con del pane, e ora dobbiamo per di più diventare bigotti. Un uomo non lo fa. Bastiamo a noi stessi, e non abbiamo bisogno di nessuno! Dovrà pur passare, una buona volta, la notte”.

38. “No, Anton, io non ti credo più! Da lungo, lungo tempo noi bramiamo altre condizioni. Se adesso buttiamo via l’aiuto, poi non ci aiuterà più nessun pentimento. Chi di voi vuole unirsi a me, e agire secondo le parole della fanciulla?”.

39. Anton nel frattempo vorrebbe intervenire, ma Robert ribatte: “Taci, adesso tutti devono avere la loro libera volontà! Innanzi tutto, nessuna violenza, perché questi sono più potenti”.

40. Pochissimi ammettono: “Voglio unirmi a te, Robert; poiché di Anton non c’è da fidarsi!”.

41. “Allora lasciateci diventare supplicanti. Il nostro ardente desiderio di cambiamento era già un pregare, ma non quello giusto. Chi di voi può ancora pregare? Nessuno! O Dio, quanto siamo sprofondati in basso! In questo stato sarà ancora possibile una salvezza?”.

42. Johanna: “Certamente, perché presso Dio è ancor sempre possibile la salvezza. Egli non respingerà nessuno che si rivolga a Lui, supplicandoLo sinceramente”.

43. Robert: “Ascoltate, la fanciulla c’infonde coraggio! Inginocchiamoci: o Dio, noi siamo grandi peccatori, ed è chiaro, senza il Tuo aiuto rimaniamo perduti. Sii clemente e misericordioso con noi tutti!”.

44. Una donna, prega: “O Dio, il mio cuore si è allontanato da Te; coscientemente mi son separata da Te, perché il mondo mi offriva più di Te. Ora ammetto la mia stoltezza e, Ti prego, fa che io mi rivolga di nuovo a Te in preghiera e sii con noi clemente. Aiutaci! Salvaci da questa rovina, affinché diventiamo nuovamente uomini liberi. Amen!”.

 


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Cap. 14

Missione felicemente compiuta

 

Continua la trattativa con le cattive anime fra le rovine. – Maria e Robert accettano e invitano altri a mangiare il pane offerto loro. – Anton rifiuta. – Il corteo si avvia verso l’inizio della salvezza.

 

1. I vapori cessano, la voragine si chiude, Johanna avanza e dice: “Il Signore usa clemenza e vi viene incontro, attraverso di me. Ora vi si domanda: volete anche adempiere le condizioni che rendono possibile la vostra conversione? In nessun caso la vostra vita potrebbe continuare così, come nel passato. La condizione è: amore per Dio e per il prossimo in tutta umiltà e modestia; tutto il resto verrà poi da sé”.

2. Robert: “Noi vorremmo, ma difficilmente potremmo, poiché amare Dio e il prossimo, è il contrario di ciò che noi viviamo adesso. La modestia mi è sempre stata estranea, ed essere umile era cosa giusta per gli inferiori. Tu vedi, difficilmente sarà possibile”.

3. Johanna sorride, e soggiunge: “Pensate a non essere più uomini arroganti, ma poveri esseri compassionevoli, diversamente, nel momento in cui respingerete la mano salvatrice, la vostra situazione peggiorerà di molto. È dunque così difficile abbandonare ciò che vi ha reso finora infelici? Oppure desiderate che il Signore debba coronare il vostro amor proprio, la brama di dominio e l’avidità, e prepararvi un paradiso dove potrete ancora dominare? No, e mille volte no! L’eterno Regno degli spiriti è la continuazione della vostra vita terrena.

4. Com’è la semina, così il raccolto. Ciò che avete qui, è la vostra stessa vita, e ora che vi offriamo aiuto e salvezza, non è possibile realizzarne le condizioni? Proprio tu: che cosa hai preteso dai tuoi dipendenti? Proprio per te non esisteva niente d’impossibile! Ciò che tu un giorno pretendevi, ora lo pretende Dio da te. È ingiusto questo? Io non voglio essere giudice, e rendervi difficile la salvezza. Siamo venuti per servirvi, per aiutarvi, spinti dall’impulso del santo amore per Dio e per il prossimo. Prima che noi raggiungessimo questa nostra santa condizione, abbiamo dovuto molto, molto deporre e umiliarci, finché l’ultima scintilla dell’amor proprio fu spenta; ma per questo siamo diventati esseri benedetti, felici e beati. Ora deciditi, e decidetevi voi tutti che avete ascoltato le mie parole! Questo vuol dire rispondere: sì, o no!”.

5. Si fa avanti la donna che ha pregato bene, e dice: “Io voglio fare tutto ciò che mi avete indicato. In questa vita, infatti, una continuazione è peggiore dell’inferno. Ciò che tu pretendi, è una sciocchezza rispetto a ciò che si pretende da noi. Quando è stata una volta udita la parola amore, oppure è mai stata vissuta? Quest’amore mi disgusta, ed è la più grande porcheria, perché qui non si è uomini, ma bestie. Io voglio fare molto di più di quanto voi pretendete, perché voglio uscire da quest’afflizione. Chi respinge quest’offerta è colpito dalla più grande cecità; piuttosto, inserviente presso gli esseri beati, che bestie presso le persone ripugnanti. Eccomi! Prendetemi come sono; vi voglio servire senza lamenti”.

6. “Sii benvenuta nel Nome del Signore, il Quale è il nostro amore. Presto benedirai quest’ora, ma che cosa ne sarà degli altri? Con questa stretta di mano io ti accolgo nella nostra comunità, e ti dico: il Salvatore è morto sulla croce anche per te e, con il Suo Amore, estingue anche tutti i tuoi peccati, e i tuoi trascorsi errori”.

7. Robert, che ha osservato tutto, esitante, si avvicina dicendo: “Anch’io mi voglio dichiarare per voi, poiché ora, dove manca Maria, non voglio rimanere più a lungo. Lei era la migliore di tutte, e sempre tranquilla; e tu, Maria, non me ne volere, se sono stato spesso così duro con te!”.

8. “Non vogliamo più parlare del passato! Un’altra vita comincerà, e questi amici ci prepareranno certamente una sorte migliore di quanto abbiamo dovuto sopportare finora”.

9. Johanna: “Così va bene, siate colmi di certezza e, soprattutto, abbiate fiducia. Ma, Robert, non vorresti invitare gli altri ad unirsi a noi?”.

10. “Lo vorrei fare! Se però ha un senso, è incerto. Perché essi sono duramente ostinati”.

11. “Non così! Devi credere nel successo, altrimenti non raggiungerai mai la meta. Non aver paura, perché, ora, sei sotto la nostra protezione”.

12. Robert, procedendo di alcuni passi, dice: “Dalla bocca di questa fanciulla avete sentito ciò che io desidero da voi e, vi prego, non riflettete più a lungo, e non rendetemelo difficile: venite con noi, in una vita migliore”.

13. Anton: “Certamente ti manca la tua bella, ed ecco perché ti sei deciso così rapidamente! Dunque, buon divertimento! Riderò da morire, quando ritornerete pieni di pentimento. Infiacchitevi presto, poiché il vostro affaccendarvi a vuoto mi mancherà proprio”.

14. Robert: “Le tue parole non fanno più male, Anton. In me è subentrato un desiderio migliore al cospetto dei beati. Ma voi altri, perché, perché vi lasciate ancora trattenere? Qui non c’è più nulla da guadagnare, al massimo, ancora da perdere”.

5. Arrivano alcuni, ancora esitanti. Quando però Johanna stende loro incontro le mani, essi affrettano i loro passi.

16. “Anche a voi porgo il benvenuto nel Nome del Signore. Presto sentirete le benedizioni del Suo Amore, allora sarà un ringraziare e sempre di nuovo ringraziare! Ora però venite, calmate la vostra fame e la vostra sete, qui c’è il pane; sarà sufficiente per tutti, anche se fossimo cento volte tanti. Nel Regno del vero Amore nessuno deve aver fame o freddo, l’eterno Amore provvede a tutto, e per tutti. Quindi prendete il pane, e datene a ognuno un grosso pezzo”. E, meraviglia, il pane subito aumenta di nuovo nelle loro mani.

17. Maria: “Oh, guardate, avete già vissuto una cosa simile? Il pane nelle mani cresce! È davvero un miracolo di Dio!”.

18. Johanna: “Non parlate tanto, mangiate una buona volta fino a saziarvi! Anch’io so cos’è la fame; dopo potrete parlare”.

19. Maria dà un morso, mastica a guance piene; mangia sempre di più, ma il pane non diminuisce, allora dice:

20. “Succeda ora quello che vuole, io non tornerò più indietro in nessun caso. Un pane simile, infatti, non l’avevo ancora mai mangiato e pensare che ero una gaudente; inoltre non diventa di meno! Sì, certo, Anton, tu arci ingannatore: qui la tua infamia si rivela. Tu avevi sempre parole, ma qui c’è pane. Ecco, assaggialo! Con questo alla fine potrai ammettere il tuo grande errore, e lascerai gli altri in pace, affinché tutti possano mangiare di questo pane”.

21. Anton non vuole, ma la brama degli altri è così grande che Emil si mette in mezzo, e dice:

22. “Calma, e nessuna violenza! Vostra sorella vi ha offerto il suo pane dal suo amore; è stato il suo primo atto d’amore, dopo il suo cambiamento, e voi glielo volete strappare? Una mia parola, e la terra si aprirà, come avete già sperimentato. Maria sta sotto la mia protezione, e guai a chi le fa qualcosa!”.

23. Tutti quelli che erano così avidi, fanno un passo indietro, e sono intimiditi.

24. Maria spiega: “È stato l’amore di quest’amico che vi ha impedito di essere volgari. Perciò non dovete solo assaggiare il pane, bensì dovete una buona volta saziarvi; quindi prendetelo, prendetene tranquillamente. Quanto più ne prenderete, tanto maggiore sarà il miracolo di Dio”.

25. Quando Maria va da uno all’altro, anche Robert prova il desiderio di distribuire il suo pane, e lo porge ad Anton. Costui lo prende, lo getta a terra e lo calpesta con il piede. Dopo di ciò si mette a urlare, perché nello stesso istante il suo piede brucia. Gli altri non ci fanno caso, poiché il loro desiderio è pane e, di nuovo, pane.

26. Allora Robert si giustifica dicendo: “Che cosa ho fatto? Certo, nulla di diverso da Maria!”.

27. Johanna: “Certo, non hai agito diversamente, ma a te non interessava servire il fratello tuo affamato, volevi solo colpirlo. Non vuole essere un rimprovero, ma ricorda che qui, nel Regno degli spiriti, volontà e azione sono la stessa identica cosa. Bisogna riflettere a ogni azione, con quale spirito si agisce. Guarda Maria, il suo volto risplende, perché lei per la prima volta opera questo veramente nel puro spirito. E ora vedi come puoi aiutare tuo fratello che si torce nel dolore”.

28. “Sì, ma che cosa posso fare? Il suo piede, purtroppo, è già ustionato”.

29. “Ma, fratello mio, povero nell’amore, si deve in ogni caso cercare di aiutare! Se il Guaritore Gesù avesse pensato così come pensi tu, non esisterebbe nessun mezzo e nessuna via per essere liberati. E per mostrarti come si fa, voglio provare io ad aiutare il povero sofferente”.

30. Johanna si avvicina ad Anton, il quale stringe i denti dal dolore ed emette parole che somigliano ad un’imprecazione, e soggiunge: “In questo tuo spirito, difficilmente migliorerà la tua condizione, anzi peggiorerà; ciononostante voglio cercare di aiutarti. Se io sono la causa del tuo eccesso di furore, allora permettimi che tocchi la tua gamba”.

31. Poiché Anton mormora qualcosa d’incomprensibile, lei passa la mano lungo la sua gamba, fino al piede, pregando: “Buon Guaritore, colmami con la Tua Forza, affinché io possa lenire il dolore del fratello. Ti ringrazio per il tuo Amore e la Tua Grazia e, mostraTi anche qui, come l’Amore di ogni amore e come il Signore di ogni Vita, mio caro Padre Gesù!”.

32. Il dolore è scomparso, il piede, però, rimane carbonizzato, allora Anton dice: “Non posso ringraziarti per il beneficio, poiché sono pieno di furore e odio; tu mi hai fatto del bene, anche se ti ho insultato”.

33. “Non ci tengo al ringraziamento, poiché dal mio Guaritore sono così riccamente ricompensata che tutto il tuo amore sarebbe solo un piccolissimo bagliore; ma ci tengo che tu possa diventare un membro della nostra comunità. Guarda, come questi per la prima volta sono stati così ben saziati nel Regno degli spiriti. Devo solo domandare: volete venire con noi, in una vita di gioia e di soddisfazioni? Io conosco la loro risposta. Essa suona: sì! Solo tu non vuoi. Credi tu che questa locanda sia la realtà, e credi di poter strappare a Dio, al Signore, qualcosa con le minacce? Non pensare che Lui, il Signore di ogni vita si lasci coinvolgere in una lotta con te, perché Egli sa che un giorno, tu e tutti gli altri dovrete tornare comunque a Lui. Ciò che però sta nel mezzo, è per te inimmaginabile. Il tuo amore interiore è uguale alla tua vita, e dà il peso alla bilancia. Finora hai avuto sorelle e fratelli, ancora sei nel tuo elemento terreno, e il tuo mondo ne è pieno. Presto sarai impoverito e solo, perché le tue sorelle e fratelli si sono decisi a seguire la nostra chiamata. Guarda là, come fanno amicizia con il mio magnifico fratello che è la nostra guida”.

34. Robert, al fianco di Johanna, esorta: “Anton, non farti pregare così a lungo, ammettilo: costoro vogliono il nostro bene. Si va certo incontro a una vita migliore”.

35. “Levati di torno, non voglio vedere più nulla! Non dire più una parola. Che cosa sai tu di una vita migliore, tu che finora ne hai conosciuta solo una cattiva? Il Cielo che ti accoglie si rallegrerà. Quando hai un paio di femmine, va tutto bene; tu, patriota delle femmine!”.

36. Robert vorrebbe accendersi d’ira ma Johanna dice: “Stai calmo e lascia tutto al Signore. Finché ti senti ancora offeso, tu sbarri la via che conduce al Signore, poiché anche per causa tua Lui si è lasciato offendere e sputare addosso, affinché l’Opera di Redenzione diventasse un’opera perfetta”.

37. Anton: “Ragazzina, se non fosse per te, lo avrei accoppato. Ti avverto, egli arrecherà il più gran disonore alla vostra comunità”.

38. Johanna: “Non ti preoccupare per questo, perché ciò che il Signore comincia, lo porta anche a termine magnificamente. Egli ha mezzi abbastanza, dove noi non abbiamo ancora nessun’idea. Ma ciò nonostante ti prego, fa per lo meno il tentativo e vieni con noi; puoi sempre tornare indietro, se il tuo interiore rimarrà insoddisfatto”.

39. Anton: “Ragazzina, tu non sai proprio cosa mi chiedi. Nessun diavolo entra in un Cielo, e mai io potrò diventare un bigotto come voi. Quando vedo tali bigotti già da lontano, mi sento male. No, no! Io non sono adatto a voi!”.

40. Johanna: “Tu hai un concetto completamente falso della vita che conduciamo noi, anche se Gesù, nostro Guaritore ed eterno Padre, è l’adempimento del nostro più grande desiderio. Di pregare e fare i bigotti non se ne parla minimamente: la nostra Vita è vita di ringraziamento, è un lavorare per gli altri, e questo è l’unico grande compito per essere felici. Credi forse che noi siamo venuti qui per far perdere il tempo a te e agli altri, e compiacerci della vostra disgrazia? Oh, no! Siamo qui per soccorrervi dalla vostra miseria, per mostrarvi le vie che dovete percorrere, per diventare portatori dello spirito che vuole rendere felici gli altri. È l’ultima parola che rivolgo a te! Chissà quando sperimenterai ancora una volta la Grazia, dove si offrirà a te la Mano salvatrice del Salvatore. Gesù, il Signore è certamente l’Amore di ogni amore, ma non getterà quest’Amore a nessuno sulla schiena: ognuno lo dovrà afferrare e tenerlo stretto, cosa che costerà ancora un grande sforzo! Oppure credi che passeremmo dall’afflizione, subito in un Cielo? Se io dico: vieni con noi, non potremo certo rimanere insieme, poiché ti aspetta lavoro, lavoro e di nuovo lavoro; non per noi, bensì per voi, per te, e solo per te”.

41. Anton: “Ragazzina, io ti credo, che tu voglia far del bene, ma non è possibile, il mio mondo è un altro. Finora sono io che ho fatto lavorare solo per me, e ora dovrei lavorare per gli altri? Questo sarebbe il puro opposto”.

42. Johanna: “Precisamente! Ma che cosa farai quando non avrai più nessuno che lavori per te? Poiché, tutti, tutti vengono con noi, e tu sei l’unico che non vuole; nemmeno l’eterno Iddio ti costringerà. Questa è la mia ultima parola rivolta a te! Hai calpestato con i piedi l’Amore di Dio, la tua ostinazione è stata più grande della fame. Quanto bramerai il pane che hai calpestato nel fango! Quando la fame delirante ti costringerà al cambiamento, allora pregherai, pregherai e, di nuovo, pregherai. Chi l’amore non gradisce, dovrà sopportare tutta la santa serietà. La tua volontà è per ora, e per tutte le eternità”.

43. Maria, che ha ascoltato ogni parola, dice a Johanna: “È davvero così, vuol rimanere indietro; allora vorrei piuttosto ancora rimanere anch’io con lui; egli ci ha fatto anche qualcosa di bene”.

44. Johanna: “Se tu fossi vedente, ti abbraccerei per questa parola: ma sei ancora cieca. Un cieco non può guidare un altro cieco! Diventa prima vedente, poi ti condurrò di nuovo qui. Tu devi imparare moltissimo, e ancora di più lavorare, poiché nel Regno degli spiriti un pensiero pesa milioni di volte di più che al tempo in cui eri ancora essere umano. Come essere umano erano, a tua disposizione, mezzi di Grazia, in forza della tua fede; qui possiedi solo ciò che hai portato con te, e questo è molto poco. Abbandoniamo ora il fratello Anton a se stesso, poiché, senza umiltà, nessuno può passare attraverso la porta della Vita. Gli vogliamo mostrare ancora un segno d’amore. Vogliamo lasciargli qui la brocca, giacché pane non ne abbiamo più. La vostra fame è calmata, spenta è la vostra sete; il resto lo lasciamo qui a lui”.

45.Emil, che nel frattempo ha già parlato con molti e spiegato alcune cose, si avvicina a Johanna e dice:

46. “Non vorresti andare tu in testa, ed io in coda? Oppure, come pensi di fare?”.

47. “Fratello, va nel Nome del Signore, io rimango in coda con Maria”.

48. Christa ha fatto prendere a tutti un sorso d’acqua, la quale è molto gradita, e non diminuisce, poi consegna la brocca a Johanna. Johanna mette la brocca in un angolo e dice ad Anton:

49. “Qui c’è ancora un sorso d’acqua per la tua sete, come dimostrazione che noi andiamo via da te senza odio. Gettala tranquillamente, ma con questo gesto tu rinunci all’ultima possibilità di una salvezza”.

50. Alla fine, lasciano la locanda. Il corteo va avanti, passa oltre i cumuli di macerie, villaggi desolati e misere rovine. Finalmente, si fa sempre più chiaro.

51. Emil davanti con gli uomini, le fanciulle con le donne, e in chiusura Johanna con Maria.

52. Interminabile è la via, sembra non finire mai, sebbene non ci siano più devastazioni. Davanti a loro c’è uno stupendo paesaggio. Fame e sete si fanno sentire presso molti, allora Emil si ferma e fa avvicinare tutti.

53. Egli prende commiato dal corteo, soprattutto dalle cinque, e dice: “Sorelle e fratelli miei, aspettate con pazienza, presto batterà la vostra ora di liberazione. Il mio servizio presso di voi è alla fine, non avete più bisogno di me, poiché voi siete volenterosi e volete diventare degni cittadini nel Regno della Grazia. Non perdetevi d’animo, ma abbiate fiducia; secondo la misura del vostro amore e della vostra fiducia crescerete nella Vita di Dio. La Grazia di Dio e l’Amore del Salvatore sia la vostra eterna parte!”


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Cap. 15

Preparativi per l’Opera di redenzione

 

La nuova destinazione per i salvati presso Gotthold, per badare alla bonifica dei giardini. – Dopo qualche tempo, una visita a Maria e Robert. – Rimpianti per Anton stimolano a preghiere e speranze.

 

1. Il magnifico fratello è scomparso. Ora Johanna e Maria si recano in testa al corteo, e in breve tempo vedono la loro patria futura, che all’esterno sembra completamente povera. Madre Anna e Hendrick sono gli unici che li aspettano; danno un cordiale benvenuto alla colonna e la conducono nella stanza di Hendrick. Questa è sempre così semplice, come all’inizio, tutti però, vi trovano posto. I tavoli sono apparecchiati con frutti e pane, e tutti occupano velocemente il loro posto, pur senza esservi invitati con insistenza. Sono molto stanchi, ma lieti di poter finalmente riposare, e aspettano le cose che qui dovranno avvenire.

2. Madre Anna esamina tutti, dice all’uno o all’altro una breve parola, mentre Hendrick tace. Parlare non è affare suo. Con esortazione si saziano tutti, e presto tutta la loro stanchezza è scomparsa.

3. Poi madre Anna annuncia: “Miei cari, avete seguito le cinque fanciulle, avete conosciuto nella vostra nuova patria la prima fortificazione, e ora avete bisogno di una destinazione per la vostra vita futura. Prima però dovrete visitare con i vostri occhi la vostra patria futura, e io vorrei anche rendervi chiaro l’ordine di questa casa, secondo il quale vi dovrete disporre. Chi non vuole e non si può disporre, esclude se stesso. Ognuno è anche lasciato libero di andarsene, se vuole. Voi stessi portate il vostro mondo in voi, e non lo sapete. È anche bene così; voi, infatti, vi sgomentereste per la trascuratezza, e la roba rubata che vi si trova. Voi, come noi, siete spiriti, e siete forestieri, e avete bisogno soprattutto di guida, istruzione e direttive.

4. Noi operiamo nello Spirito dell’eterno Ordine e dell’Amore misericordioso. Qui ognuno diventa nostro fratello e sorella, e nessuno ha bisogno di soffrire miseria. Secondo la misura della vostra crescita spirituale e della conoscenza, si formeranno il vostro essere e la vostra vita.

5. Ora alzatevi, affinché io vi possa mostrare la vostra guida e la vostra destinazione. Chi di voi ha desiderio di esprimersi con me, o con fratello Hendrick, ci troverà qui. Noi siamo stati incaricati dal Signore come amministratori, fin quando Egli stesso entrerà in questa casa. Venite nel Nome del Signore Gesù, benedetta sia la vostra volontà e benedetto il vostro amore”.

6. Quando escono, li aspetta Gotthold, che li saluta con amichevoli parole. Madre Anna dice:

7. “Questi è ora vostro amico, fratello e consulente, la sua parola è come la Parola del Signore, e la sua volontà è uguale alla Volontà di Dio. Quindi, fratello Gotthold, accogli questa schiera in tua custodia. Abbi la giusta pazienza e sii rassicurato, il Signore inserisce tutto nel Suo Ordine d’Amore”.

8. Le cinque sorelle prendono congedo e promettono di far loro visita presto, allora arriva Maria e dice:

9. “Ci volete lasciare? Non posso venire con voi? Proprio tu, Johanna che sei stata così buona e hai portato tanto amore: perché non possiamo più rimanere insieme?”.

10. “Tranquillizzati, Maria, il tuo mondo non è ancora preparato per la Vita, io però, spero che presto esso cresca in te, nello Spirito dell’eterno Amore. Sii dunque consolata: vi aspetta solo il bene, se volete il bene. L’eterno Amore vuole anzi il vostro meglio per la vostra salvezza, soltanto, vogliamo e dobbiamo confidare, allora tutti voi scorgerete presto non solo la Grazia di Dio, ma anche l’Amore misericordioso del buon Padre e Salvatore. Andate in pace, la vostra volontà, diventi in voi forza per il compimento”.

11. Gotthold fa un cenno, e tutti lo seguono.

12. Quanto sono liete le cinque, di essere accolte dalle loro amate sorelle! Sono circondate, finché alla fine torna la quiete ed esse apprendono tutto. La vita riprende il suo corso. Dopo un po’ di tempo Johanna dice a Lisa:

13. “Non vogliamo andare dagli ultimi che sono stati consegnati al fratello Gotthold? Il mio cuore è sempre con loro”.

14. “Succede anche a me, Johanna, io penso sempre a Maria, che è stata la prima a unirsi a noi; dovremmo esserle particolarmente grate”.

15. “Allora vieni, visitiamoli e portiamo loro un po’ di gioia; i fiori sono nel pieno del loro splendore”. Ambedue se ne procurano dei più belli, e così vanno alla loro destinazione. Presto vedono già da lontano, come sono operosi gli abitanti nella loro nuova casa: l’amore di Gotthold è magnificamente ricompensato! Egli non dà direttive, ma corregge soltanto, ed essi stessi si sforzano di prendere le loro decisioni; così cresce la benedizione dal luogo incolto che è dissodato da molti.

16. Già da lontano si vedono i frutti del loro lavoro.

17. Le due si avvicinano, e finalmente sono notate e salutate con gioia. Robert che, in pratica, senza volerlo è l’anima del tutto, dice a Maria:

18. “Guarda là, le amabili fanciulle, vengono a visitarci! Speriamo che si rallegrino, perché non abbiamo proprio un aspetto solenne”.

19. Esitante, Maria si avvicina alle due, e sussurra: “Quanta nostalgia ho avuto di voi, ora però siete qui. Purtroppo non possiamo offrirvi molto di bello, è necessario ancora tanto lavoro”.

20. “Maria, non ho io sostenuto che dovevate aver pazienza? Siate voi stessi nell’ordine, e sperimenterete meraviglie su meraviglie. Pianta questi fiori nel tuo giardino: essi prospereranno anche in questo terreno, perché vi è richiesto solo amore”.

21. Anche Robert, ringrazia le due con cuore strapieno e le conduce poi nella loro futura casa, che adesso all’esterno è ultimata.

22. Così le due fanciulle rimangono un po’ di tempo, poi Gotthold parla ancora di qualcosa con loro. Maria non vuole lasciarle andare; lei ammette:

23. “Io sono ancora troppo insignificante per la Grazia di Dio, e troppo impura alla vostra presenza, ma proprio per questo vi prego, ritornate al più presto; sento in me il cambiamento, sento che presto diventerò libera dai vizi del terreno, solo, non immaginavo dovesse essere così difficile. Gotthold è così pieno d’amore per noi, mai biasima i nostri errori e i nostri peccati, la sua parola è sempre: ‘Io non sono per voi un giudice, sono solo un fratello!’. In quest’amore si può lavorare bene. Ma, Johanna, la montagna di peccati non diminuisce lo stesso. Quando mi guardo, mi vergogno di me stessa, e non potrà certo continuare così!”.

24. “Ahimè, Maria, tu pensi forse che a noi sia andata meglio? Ciò che noi non eravamo in grado di fare, l’ha compiuto il Guaritore. Ti sei già rivolta a Lui piena di ardente desiderio? Senza di Lui, difficilmente verrai alla giusta quiete del Cielo, che nell’eterno mondo degli spiriti è la condizione fondamentale di ogni essenza”.

25. Maria: “Sì, e qui c’è il guaio: come mi posso rivolgere al Salvatore, che ho abbandonato così infedelmente? Io non avevo bisogno di Lui, il mondo era più che sufficiente”.

26. “Nonostante ciò, Maria, ti dovrai umiliare sempre di più. Il tuo cuore ti dovrà spingere nel desiderio ardente e nella brama di appartenere completamente a Lui; allora ti sarà facile, e ciò che vedi in te ancora come peccati ed errori, scompariranno mediante la Sua Grazia, il Suo Amore e la Sua Misericordia.

27. Provaci soltanto: il meraviglioso Salvatore Gesù non ha ancora respinto da Sé nessuno che lo abbia supplicato”.

28. Oh, come si rallegrano anche gli altri, quando Johanna e Lisa lodano il loro lavoro. Essi promettono di essere ancora più zelanti, e chiedono se anche loro otterranno il pieno perdono!

29. Johanna: “Ma, cari, se il Signore fosse in collera con voi, credete forse che sareste qui? All’eterno e Santo Dio, all’amorevolissimo Padre, non è mai venuto ancora in mente di punirvi, oppure di chiedervi spiegazioni, perché tutto ciò che vi siete accollati, lo dovete anche levar via voi stessi. Ma se diventate completamente umili, se cominciate ad amarvi, anche l’Amore vi verrà incontro a metà strada e vi aiuterà a rimuovere il vostro fardello. E se c’è uno tra voi che, per amore verso l’altro, prende su di sé il suo fardello, questi potrà sperimentare che presto diventerà libero, senza impedimenti, attraverso il compassionevole Amore e la Grazia di Gesù”.

30. Le due prendono calorosamente commiato. Nell’andar via, Maria domanda ancora se Anton, quello rimasto indietro, non sia ancora venuto: lei lo rimpiange molto.

31. Johanna: “Maria, se il tuo cuore ti spinge, prega per lui; già nel desiderio di volerlo aiutare, tu cammini sulle vie che conducono alla salvezza. Sii consolata, e presto, presto ti rallegrerai!”.

32. Lisa, sulla via verso casa, dice. “È sorprendente come tutti si adoperano! E Maria mi è piaciuta di più”.

33. “Anche a me, Lisa; purtroppo però, essi non hanno ancora afferrato il senso. Sono diligenti, e hanno avuto presto una bella casa. Ma quando saranno al punto da doverla offrire agli altri? Io spero che Maria ci arrivi presto, però dobbiamo anche aver pazienza”.

34.Così passa un tempo di quiete.

35. Johanna accoglie la chiamata del Padre, quella di far visita a Maria, e senza esitare, va verso la patria a lei destinata, la quale è abitata in modo semplice e modesto. Ora i giardini sono diligentemente preparati. È un lavoro duro, ma dà gioia. Anche il pane, piace loro sempre più, da una volta all’altra. Maria ha un’espressione meditativa in viso, in lei si è svolto un cambiamento. Lei prega, anche se da sola, e prega per il perduto Anton.

36.Gotthold le rimane molto vicino, poiché Robert ostacola la sua vita del cuore. Allora appare Johanna.

 


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Cap. 16

Nell’inferno

 

Una spedizione nell’inferno con Maria, Johanna e il Signore per recuperare Anton. – Ancora rifiuto, e i diavoli lo temprano perché diventi una loro guida sulla Terra.

 

1. Con le parole: “Ci siamo, Maria! Sei pronta a trasformare il tuo amore in azione?”, lei è salutata da Johanna.

2. “Oh, sì! Ma chi verrà con me? Non possiamo certo andare da lui noi due, così lontano!”.

3. “Maria, non ti angosciare! Chi cammina sulle vie dell’Amore non è solo, ma ben custodito. Il buon Salvatore ed eterno Padre sa tutto, anche della nostra debolezza, e benedirà mille volte il nostro amore, e soddisferà il tuo ardente desiderio”.

4. Con Gotthold sono espresse poche parole, poi egli concede il suo permesso e benedice le due.

5. Madre Anna le aspetta, abbraccia le fanciulle al suo cuore, e dice: “Andate nella consapevolezza della smisurata Grazia di Gesù. Benedizione su benedizione sia su di voi, perché volete andare a prendere il perduto. Noi vi accompagneremo con tutto il nostro amore”.

6. Così attraversano la porta. Maria osserva: “A me sembra che tutto sia più gradevole; troveremo anche la via che porta a lui?”.

7. “Maria, solo il Signore è la nostra Guida, poiché senza di Lui tutto è fatica sprecata. Vuoi che avremo successo? Allora, solo con Gesù, il Signore, l’avremo”.

8. Un uomo con la veste scura le aspetta. Lei riconosce subito il Padre Santo, ma sente anche interiormente il richiamo: “Non Mi tradire!”. Allora si domina, Lo saluta con parole pacate, e domanda: “Sei venuto per accompagnarci?”.

9. Egli risponde: “L’Amore Mi ha ordinato di servire voi due, poiché senza protezione è pericoloso andare nel furioso inferno. Disponete di Me, voglio congiungerMi del tutto alla vostra volontà”.

10. Johanna non riesce a parlare, per la traboccante felicità: lei ancor mai ha visto una tale accondiscendenza. Afferra solo le Sue mani, e le stringe. Ogni altra parola potrebbe tradire tutto.

11. Con rapidità essi giungono nel luogo della devastazione. Un’oscurità grigia, con vapori ascendenti, rende questo luogo ancora più raccapricciante.

12. “Siamo sul posto”, dice il Signore, “operate secondo il vostro amore e la vostra sapienza, e non spaventatevi di nulla, poiché anche nell’inferno il Signore è ancor sempre Signore”.

13. Johanna: “Hai sentito le Parole del nostro Accompagnatore? Non ti angosciare, non ci può accadere nulla, poiché l’amore ha occhi acuti! Andiamo a cercare Anton”.

14. Già da lontano, lo sentono strepitare in un grande campo di macerie. È sempre solo, si maledice, maledice l’intero mondo e soprattutto la sua esistenza immortale che gli ha preparato fame e tormenti sempre maggiori. Ora i tre entrano nella sua sfera.

15. Col volto contorto dall’ira, egli guarda gli arrivati. Vorrebbe emettere un’imprecazione ma Johanna lo blocca:

16. “La Pace del Signore sia con te!”.

17. Allora Anton afferra una grossa pietra e sta per scagliarla su Johanna, ma il Signore alza la Sua mano e ordina:

18. “Fermati, accecato, se non vuoi perdere in eterno per tua stessa colpa la Grazia di Dio! Dovrai restare unito strettamente alla pietra, finché siamo qui noi, e finché il tuo odio avrà trovato la sua fine; ma affinché tu non possa danneggiarci, siano le tue braccia senza forza!”.

19. “Che cosa volete voi qui? Io non vi ho chiamato!”.

20. Johanna: “Siamo venuti da noi stessi, per invitarti ancora una volta nella nostra comunità, dove l’amore fraterno è Legge suprema.

21. Noi sappiamo della tua vita perduta, conosciamo la tua immane afflizione, e ti vorremmo salvare dall’eterna rovina”.

22. “Adesso però levatevi dagli occhi. Se potessi, vi stritolerei!”.

23. Si fa avanti Maria, insistendo: “Anton, taci! Ti metti sulle spalle la morte. Non vuoi ancora capire che gli altri sono felici e soddisfatti della loro sorte? Anche se non viviamo in un Cielo, ci costruiamo un paradiso con l’aiuto del Signore e della Sua grande Grazia. Finora, ancora a nessuno è venuto in mente di ritornare alla vecchia vita passata, perché abbiamo tutto ciò che è necessario al nostro mantenimento. Solo io non sono tanto felice, perché mi manchi tu!”.

24. “Sta zitta, non voglio sentir nulla, e non ti credo! Oppure siete venuti per rendermi ancora più miserabile?”

25. Johanna: “Non è per niente necessario, renderti più miserabile, perché lo sei già abbastanza così; solamente, non lo vuoi capire, e speri in un buon esito, senza separarti dal tuo elemento. Ma ciò non avverrà, poiché tu, come signore del tuo stesso mondo, sei anche vincolato alle leggi giacenti in te. Come il tuo amore, così la tua vita! Ognuno, chiunque sia, deve passare attraverso la scuola dell’obbedienza. A nessuno può venire qualcosa di diverso, da quanto il suo amore dimorante in lui, esige. Ancora c’è tempo per seppellire il tuo odio in te. Gesù, nel Suo Amore salvifico, ti viene ancora incontro per mostrarti la via per la libera e vera Vita, e se rimani in questo tuo attuale stato, ti precludi sempre di più la possibilità di esservi condotto. Oppure ci vuoi far credere che la tua vita attuale, sia una vita gradevole e felice?”.

26. Anton tace. Vorrebbe sbarazzarsi dei tre, ma non può. Pensieri tenebrosi lo sconvolgono, ma è impotente in tutto, le braccia gli rifiutano il servizio, e deve portare la pesante pietra, che diventa sempre più pesante.

27. Come obbedendo a un comando interiore, Johanna e Maria tacciono, e guardano Anton che si tormenta pesantemente. Alla fine, dopo un lungo tempo, per lui infinito, egli dice al Signore:

28. “Toglimi di nuovo la pietra, non avete più nulla da temere da me. Sei tu il più forte!”.

29. Il Signore: “Bene che lo ammetti! Sii di nuovo libero e nel pieno possesso della tua forza, ma al minimo ripensamento, se non manterrai la parola, farò uso della Mia, di forza”.

30. Anton depone cauto la pietra, e confessa: “Non mi sento bene nella tua vicinanza, perché ancor mai sono stato servitore di un altro; ma cosa posso farci, se son fatto così? Si sarebbe dovuto educarmi diversamente”.

31. “Nel tuo accecamento credi che questa sia una giustificazione? Come uomo, sapevi tutto al meglio, e hai saputo rendere il tuo prossimo, tuo debitore. Anche qui, nel mondo degli spiriti, hai saputo importi come dominatore e spirito orgoglioso, finché alla fine il Signore ha intralciato i tuoi propositi e il tuo pensiero. Oppure credi che anche l’eterno Iddio dovrà esserti debitore? Come uomo, stavi sul terreno di Dio, e hai disprezzato i Comandamenti della solidarietà. Adesso, che sei privo della tua carne, stai sul tuo stesso terreno e raccogli ciò che hai seminato come uomo.

32. La tua sorte è ancora una sorte sopportabile, perché i fili dell’amore di questa donna coraggiosa sono legati a te. Non strapparli, o in modo veramente terribile verrà su di te la rovina.

33. Ancora sei padrone di te stesso. Anche in mezzo alla comunità di quelli che ti cercano, puoi ancor sempre considerare la tua libertà come tuo bene supremo. Ma quando ti afferrerà l’inferno, allora diventerai servitore e schiavo dei tuoi spiriti tormentatori prodotti in te, e la prospettiva di una salvezza diventerà sempre più difficile”.

34. “Io non so proprio che cosa volete! Lasciatemi pure dove sono, non ho nessuna voglia di venire con voi. E se ciò è la mia perdizione, che cosa v’importa?”.

35. Il Signore: “Moltissimo, poiché anche la tua liberazione fa parte della grande Opera di Redenzione”.

36. “Allora l’eterno Dio e Signore dovrà aspettare, finché mi starà bene. Adesso non ne ho nessuna voglia”, risponde l’accecato.

37 Il Signore però osserva: “Allora la sventura prenda il suo corso, e ciò nonostante, noi rimarremo nelle vicinanze”.

38. Johanna: “Padre, Tu sei Amore ed eterna Misericordia: davvero non è possibile nessuna salvezza? Fratelli con una simile volontà, potrebbero operare grandemente, nel Tuo Amore”.

39. “Sì, Johanna, hai ragione, non lo abbandoneremo! Solo, diventeremo invisibili per lui. Prendi Maria per mano: lei non si deve spaventare, deve essere forte, poiché abbiamo bisogno anche di lei per la grande Opera. Ora guardiamo fermamente Anton”.

40. Anton si guarda intorno, è di nuovo solo, e mormora fra sé: “Questi puri fantasmi demoniaci, sono scomparsi, e perfino senza essersi congedati. Questo lo chiamano dunque amore? Sono contento che siano andati via. L’uomo, volevo dire, lo spirito, era diventato tremendo. Ho di nuovo le mie braccia e, guai a chi mi attraversa la strada!”. Allora si fa un terribile fracasso, fuoco e denso vapore sgorgano copiosamente dalla terra, e causano fumo e forte calore; ben dieci uomini dall’aspetto spaventoso ora stanno intorno a lui, e gli intimano di seguirli.

41. “Io non vengo!”, grida, “andate via, non voglio avere nulla a che fare con voi, gentaglia!”.

42. Ordina uno di loro: “Rendetelo docile, ma svelti, altrimenti diventerà pericoloso!”.

43. Allora gli saltano addosso, cercando di afferrarlo. Anton si difende a lungo, ma alla fine giace a terra. Gli legano mani e piedi, portano delle pietre per fare un mucchio, e ve lo gettano sopra, poi gettano ancora pietre su di lui, finché ne rimane fuori solo la testa; infine portano del fuoco, con il quale essi devono essere in confidenza, e riscaldano il mucchio di pietre. Diventano sempre più affaccendati, alimentando nuovamente il fuoco, così che le fiamme lambiscono anche la testa di Anton. Egli urla forte dal dolore, e pur se i legacci sono ben bruciati insieme, e potrebbe liberarsi, non ha più forze. Ora, ancora geme dal dolore, ed è sfinito.

44. Maria afferra piangendo le mani dell’Accompagnatore e implora: “Tu buono, potente uomo, questo è troppo, non posso più guardare. È impossibile che possano esistere cose simili; non hai tu il potere di liberarlo dai diavoli?”.

45. “Sì, Maria, Io ne avrei il potere, ma non posso, e non devo, poiché qui nel libero Regno degli spiriti anche Dio è legato alle primordiali eterne Leggi. Se Anton diventasse umile e supplicante, allora sarebbe diverso. Inoltre, Maria, guarda Johanna com’è quieta: lei sa che su tutto questo agire, l’Amore del Salvatore tiene ancor sempre i Suoi occhi. Solo per te, tutto questo è estraneo. Quando però avrai veramente afferrato la Vita, anche la Luce dell’Amore t’illuminerà sufficientemente. Sii solo calma, e aspetta le cose che verranno. Mai dobbiamo abbandonare la speranza”.

46. I dieci uomini furiosi stanno intorno al mucchio di pietre; il fuoco è modesto, ma il basso ventre di Anton è quasi bruciato. Alle braccia quasi non si vede più carne, ma la forza ritorna. Anton rimuove le pietre ardenti e accenna a liberarsi, allora il capo grida:

47. “Fate attenzione, deve essere di nuovo legato!”. Allora Anton prende di mira il capo, afferra una pietra ardente e gliela getta al petto. Costui crolla, e gli altri si allontanano: hanno paura davanti alle pietre.

48. Quando Anton vede che è da solo con il capo, lo agguanta come un fagotto e lo getta sulle pietre ardenti. Poi si guarda, e si spaventa di se stesso.

49. Si siede in un angolo e guarda l’uomo che si è alzato dalle pietre. Costui si dirige verso di lui dicendo:

50. “Mi hai quasi fatto un danno, e per te sarebbe stato il più grande guaio; ma noi vogliamo conciliarci”.

51. “No!”, dice Anton, “io mai andrò con canaglie della tua specie. Che cosa ti ho fatto, da essere tormentato così?”.

52. “Ho sfidato le tue forze, e credi tu che queste sarebbero aumentate se non fossi stato messo alla prova? Devi diventare la nostra guida, poiché sulla Terra le cose vanno alla grande. La morte ottiene un ricco raccolto, e noi vogliamo assicurarci la nostra parte”.

53. “Che cosa?”, urla Anton, “mi volete avere per guida e capobanda? Andate via, altrimenti vi stritolo con le pietre, se scorgo solo uno di voi, siate sicuri di questo!”.

54. “Te ne pentirai pesantemente! L’avremmo passata bene con te; ma se non vuoi, andrà anche senza di te”.

 


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Cap. 17

Magnifico successo

 

Dopo la strigliata infernale, Anton medita e riflette sulla sua condizione. – Si bagna con alcune gocce dalla brocca, ma essa gli cade e si rompe. – Nel delirio, Johanna lo tocca e questi si rialza. – Maria lo convince a seguirli dopo averlo fatto bere abbondantemente. – Incontro con altri diavoli: zuffa e aiuto di Anton a due caduti che si riprendono. – Buona preghiera di volontà al cambiamento e Anton migliora il suo stato. – Arrivo dal loro precedente gruppo.

 

1. Anton è di nuovo solo. “E adesso? Come sono combinato! Se solo non ci fosse questo maledetto dolore, e questa delirante sete! Come sarei felice se fosse qui la ragazzina, o Maria con un sorso d’acqua. La brocca è già vuota da lungo tempo. Non voglio romperla, voglio solo guardare: forse ci sono dentro ancora alcune gocce. Ecco la brocca. Lascia che ti guardi ancora solo una volta, dopo potrai prendere la via di ogni carne. Aspetta però, cos’è questo? Ci sono dentro ancora alcune gocce!”. Con le dita ossute tocca dentro leggermente e si rinfresca la lingua. Strano però, che ci siano dentro pur sempre ancora alcune gocce! E così lecca ininterrottamente; la sete, però, diventa sempre più terribile. Allora parla ancora:

2. “O tu, brocca nella mia mano, perché non ti frantumo? Che cosa c’è sotto con te, che hai sempre un fondo umido? Posso nettare come voglio, e procuri sempre un po’ di umidità. È vero che sei un pezzo di quel paradiso di cui parlava Maria? E dove saranno adesso? Deve essere passato un lungo indiavolato tempo, da che sono state qui. E va bene: ciò che era, non torna più di nuovo”. Si occupa della brocca e riflette sulla sua miseria.

3. Maria chiede all’accompagnatore: “Tu caro, buon Amico, se solo dovessi e potessi portargli una brocca d’acqua, io credo che si potrebbe parlare con lui”.

4. “Lo puoi, Maria, ma aspetta ancora un po’; dove vuoi trovare così presto dell’acqua in questo deserto di pietre?”

5. “Hai ragione! Non vogliamo andare a prenderne un po’?”.

6. “Non è necessario, Maria; se Johanna prenderà la brocca in mano, sarà subito piena d’acqua. Ma Anton deve imparare a pregare”.

7. “Oh, allora le cose si mettono male! Per come lo conosco io, egli non pregherà”.

8. “Lo farà, Maria, credilo fermamente. Senza la tua fede, infatti, non arriverà a nessuna preghiera. E ora presta attenzione a ciò che succede!”.

9. Anton sempre più zelante tocca leggermente nella brocca, e a un tratto, questa gli scivola di mano e giace in frantumi a terra. Senza una parola, guarda al disastro e conclude:

10. “Ora è perduta ogni speranza, la fine della brocca è anche la mia fine! Nessuno mi crederà che sia andata in frantumi senza la mia volontà, e ora non so che cosa succederà”.

11. La sete diventa sempre più delirante, i dolori sono sempre più grandi; si sdraia e lecca i cocci, ma non ne ottiene nessun refrigerio. Gemendo, si lamenta:

12. “O stolto, potevo essere in paradiso! Ora tutto è finito; se solo potessi morire!”.

13. Rimane sdraiato, e continua a lamentarsi: “Venga quello che vuole, rimarrò sdraiato qui finché non arriverà la morte. O Dio, che io disprezzo, lasciami finalmente morire, morire, morire!”.

14. Invece non arriva nessuna morte, e i dolori bruciano ancora di più; si rigira da tutte le parti, e il tempo gli diventa eternità, un minuto, tormento senza fine.

15. Silenziosa, Johanna va verso di lui, dalle sue mani prorompe una gran luce: lei raccoglie i cocci, con gli ultimi frammenti, e la brocca è nuovamente intera e piena d’acqua. In silenzio, porge a Maria la brocca piena, poi con le due mani accarezza il gemente Anton. All’istante questi si drizza rianimato:

16. “Ragazzina, questo non lo dimenticherò mai più; mi hai tolto i dolori, ma non ti posso ringraziare, sono alla fine!”.

17. Johanna però ribatte: “Non è nemmeno necessario ringraziare, poiché non io ti ho fatto il beneficio, ma il Signore e Salvatore Gesù. Ed Egli farebbe a te ancora di più, se tu Lo pregassi con umiltà”.

18. “Ragazzina, io ho una sete delirante, e tu non puoi portarmi un unico sorso d’acqua! La brocca è andata in frantumi senza volontà da parte mia”.

19. “Anton, fin là io non ci arrivo, ma prega pure il Signore Gesù: Egli ancora a nessuno ha rifiutato una preghiera, se veniva dal cuore puro”.

20. “Pregherei, se Egli fosse qui! Se tu puoi, portaLo qui, oppure porta me da Lui. Sei sola qui, perché non hai nessuna paura?”.

21. “Io sono sola e non sola! Ti posso però portare Maria e l’Amico, essi sono già qui”.

22. Anton: “Maria, portami l’acqua, fammi bere: io brucio di fuoco interiore!”.

23. Maria: “Ti devi rivolgere alla nostra Guida: senza il Suo consenso io non lo posso fare, perché si tratta della tua salvezza”.

24. Allora Anton guarda il Signore, e dice: “Sì, Tu sei il più forte, e con le Tue braccia non vorrei avere nulla a che fare. I Tuoi occhi però sono buoni; a Te mi devo rivolgere per un sorso”.

25. “A chi chiede, sarà dato; perciò Maria può darti la brocca: è piena dell’acqua migliore!”.

26. Maria porge la brocca, che Anton prende precipitosamente e beve, beve, beve. Alla fine l’arsura è spenta, poi dice:

27. “Chiunque Tu sia, accetta il ringraziamento dalla mia bocca; perché io non ho nient’altro con cui ricambiare”.

28. “Invece, Anton, puoi ancora dare te stesso, non calpestando con i piedi l’amore che cerchi. Avresti potuto risparmiarti molto dolore, se fossi andato con gli altri. Essi sono provveduti e felici, perché vanno verso l’Alto, mentre tu nel frattempo hai fatto conoscenza con l’inferno. Ora ti trovi di nuovo al bivio. Se ti posso dare un buon consiglio, allora sia questo: non giocarti l’amore di tua sorella. Senza di lei, infatti, saresti diventato una vittima del tuo stesso odio!”.

29. “Potresti avere ragione, ma purtroppo io sono tanto stupido”.

30. Maria prende la brocca, e dice: “Qualunque cosa Anton, ma ora vieni con noi, dagli altri! Così anche tu diventerai tanto felice e colmo delle migliori speranze, ed è anche il mio desiderio saperti messo al sicuro”.

31. “Se potessi, adesso sarei deciso a far questo, ma guardami: non appartengo più a voi, sono marcato dai diavoli per l’intera vita!”.

32. Johanna: “Non dire così, ma alza i tuoi occhi e cerca il Signore e Salvatore, il Quale è stato soccorritore anche per noi. Presto dimenticherai tutto, se avrai fatto solo una volta conoscenza con il Suo Amore e la Sua Misericordia”.

33. “Puoi certamente aver ragione, ma voi non eravate così malvagie come lo sono io”.

34. “Non parlare più di questo, e vieni! Lasciamo questo lugubre luogo e affidiamoci completamente alla conduzione di questa Guida. Tu però devi volerlo volentieri”.

35. “Lo voglio! Poiché il futuro non sarà più difficile di com’è stato il tempo passato”.

36. Dice allora il Signore: “Maria, va con tuo fratello avanti, noi vi seguiremo immediatamente”.

37. Maria prende Anton per mano, e dice: “Ora la gioia entra in me, la mia brama è colmata, perché anch’io ho sofferto a causa tua; ma ora tutto andrà per il meglio”.

38. “Mi hai perdonato, Maria? Allora via, velocemente!”.

39. Passano attraverso i luoghi di rovine, e sempre più stretto diventa il passaggio. Finalmente giungono all’aperto, ed ecco che sono aggrediti con maledizioni e urla, e circondati da ben venti uomini dall’aspetto feroce. Uno di loro afferra Anton al braccio, e cerca di strapparlo da Maria. Allora Anton colpisce, e costui finisce muto a terra. Gli altri urlano di furore e lo attaccano, ma Anton ne afferra un altro e lo getta giù; allora tutti gli altri si ritirano.

40. “Svelti, via”, dice Anton, “qui è pericoloso!”. Maria però, obietta: “Anton, vuoi lasciare questi poveretti giacere qui? Eppur noi siamo sulla via che porta alla vera Vita”.

41. “Hai veramente ragione, ma non sono nostri nemici? Essi, infatti, ci volevano solo far del male”.

42. “E tu in cambio fa’ loro del bene! E con questo andremo più avanti”.

43. “Se lo pensi, allora li aiuterò”. Si china già verso uno dei due, lo solleva e dice: “Maria, non hai ancora un sorso d’acqua nella brocca? Con ciò lo voglio rianimare”. In un istante, costui apre gli occhi. Anton gli tiene la brocca alla bocca e questi beve alcuni sorsi. Poi dice:

44. “Io volevo la tua rovina, e tu mi rianimi con acqua fresca: non puoi essere così cattivo come si pensava di te!”.

45. “Ah, non parlare di questo, amico, bensì vieni con noi. Prima però vogliamo ancora dare un’occhiata all’altro: forse non è così malconcio”.

46. È così, infatti, solo un sorso d’acqua fa miracoli; ma quello trema ancora potentemente di paura. Dice Anton:

47. “Tremi perché hai tanto freddo, o hai dolori?”.

48. Risponde l’interpellato: “Sì, è per tutto questo, ma ancora più per la grande paura; perché dopo la grande disgrazia, non ho ancora avuto un momento buono”.

49. Come gli altri vedono che Anton è così preoccupato, si avvicinano esitanti, e uno di loro chiede: “Potremmo anche noi avere un sorso d’acqua? Stiamo morendo di sete. L’aria qui è tanto secca e torrida. Di te avevamo un'altra opinione”.

50. “Se non avete più brutte intenzioni, allora venite qui: quell’Uomo può fare molto più di me, io sono accolto solo per misericordia”.

51. Allora uno di loro ha l’ardire di andare dal Signore, e domanda:

52. “È vero che Tu potresti essere qualcosa di più? Noi siamo disgraziati, e non sappiamo più che cosa fare dalla fame e dalla sete”.

53. Il Signore: “Se il vostro desiderio di aiuto è serio, e se la vostra brama per un’esistenza migliore vi colma, allora siete sulla strada giusta! Se venite da Me, sia però a una condizione: che da voi scompaiano ira e odio. Voi siete spiriti e abitanti del mondo degli spiriti, e non più uomini; quindi, ogni aiuto è inutile. Così, prendete dapprima un sorso da questa brocca: tutto il resto non dipenderà da Me, bensì da voi”.

54. Johanna riceve un cenno, prende da Maria la brocca che è già piena d’acqua. Allora ognuno beve, ma la brocca non si svuota. Anche Anton chiede per sé ancora un sorso, Johanna glielo porge, e dice: “L’Amore di Gesù benedica questa bevuta, affinché ti sia concessa per la salvezza”.

55. Anton, con emozione, guarda Johanna, esita a bere, ma poi tira un lungo sorso esclamando:

56. “O Gesù, che Uomo devi essere stato Tu! Poiché in questa brocca c’era sicuramente del vino, e d’un tratto mi sento molto meglio. Ma mi dispiace di averla vuotata, poiché anche agli altri avrebbe fatto un buon servizio. Adesso però, non fermiamoci qui a lungo: andiamo finalmente fuori da questa fossa”.

57. Maria: “Sì, Anton, lo vorrei anch’io, ma dove vuoi andare con costoro? Li possiamo prendere con noi?”.

58. Il Signore è subito accanto a Maria, rassicurandola: “Maria, non ti preoccupare, e lascia parlare Johanna: lei conosce il Signore meglio di te, e presta bene attenzione, poiché tutto accade per il grande Amore del Salvatore”.

59. Johanna alza la mano e li saluta con le parole: “L’Amore di Gesù vi fa pervenire il Suo saluto e vi invita nella nostra comunità, la quale vuole solo la salvezza e il benessere degli altri. Voi siete ancora forestieri in questo mondo, in amore i vostri cuori sono poveri, perciò il Salvatore vi fa pervenire l’invito tramite me, e vi offre così il Suo aiuto. Esso suona: venite con noi nella nostra comunità! Di fatto, dovrete cambiare radicalmente la vostra vita, poiché voi siete senza qualsiasi fede e amore, e senza possesso di bene spirituale, ma lì ci sono molti che vi aiuteranno volentieri e vi saranno fratelli veri. Sono convinta che non vi deluderò, e che benedirete l’ora in cui mi avete dimostrato fiducia”.

60. Anton si fa avanti, e controbatte: “Ragazzina, non serve che tu parli tanto: l’Amico qui è migliore garanzia che, la cattiveria, per noi, avrà una fine. Mi potete credere, è da tanto, tanto tempo, da quando si sono separati da me i miei compagni. Come mi è andata, nessun uomo lo può descrivere. Guardate il mio corpo: questo l’ha fatto l’inferno proveniente da me! Guardate come splende Maria: questo l’ha fatto il Salvatore Gesù proveniente da lei! Noi vogliamo andare da questo Salvatore, anzi dobbiamo, altrimenti andremo tutti insieme in rovina. Io penso di parlare nel vostro sentimento, se dico all’Amico: ‘Sii Tu la nostra Guida, come sei stato una Guida per le sorelle. E perdona le mie diffamazioni, con le quali io Ti ho insultato”.

61. Il Signore: “Vedi, Anton, così Mi piaci di più. E poiché non posso certo portarti con noi nel tuo stato segnato dall’inferno, allora ti voglio toccare, e sarai soddisfatto”.

62. “Toccami, buon Amico angelico, e sarà una dimostrazione che mi hai perdonato; ma permetti che adesso m’inginocchi almeno dinanzi a Te!”.

63. Anton cade sulle sue ginocchia, mentre il Signore ponendo la Sua destra sul suo capo, dice:

64. “Lascia che l’amore diventi la tua vita, e rallegrerai anche il Salvatore; così, ora sii vestito!”.

65. Anton scorge subito il cambiamento: ora porta un lindo mantello grigio, ed esclama: “Ti ringrazio mille volte! Con lo stesso zelo con cui un giorno ho servito il mondo, io servirò d’ora in poi Dio. E per questo Ti prego, Signore Gesù: per il Tuo perdono e per la forza. Amen!”.

66. Gli altri vedono il cambiamento, osservano Anton, Johanna e il Signore. Uno di loro dice:

67. “Saremmo pazzi, se dovessimo ancora indugiare; noi veniamo con voi, se è possibile”.

68. Johanna conferma: “Potete! Voi siete invitati, e non perdete un minuto, poiché la felicità vi aspetta, essa si chiama: Gesù, il buon Salvatore”.

69. Così tutti, colmi di speranza, si mettono per strada, e ai nuovi sembra infinitamente lunga. A questo punto il Signore fa fermare il corteo, e dice a Johanna, così che tutti possano sentire:

70. “Johanna, qui Io ti lascio: hai la meta davanti agli occhi! Il Mio servizio è compiuto. Non essere triste, predisponete tutto per una grande festa, affinché tutti riconoscano il prodigio dell’Amore liberatore!”.

71. Una stretta di mano, e il Signore è scomparso. Gli altri chiedono: “Dov’è andato?”. – Anton domanda: “Chi era questo Amico?”. – Ma Johanna dice: “Non domandate, perché in voi tutto è ancora curiosità; in breve tempo saremo nel luogo della nostra destinazione, che è la mia patria, e diventerà anche la vostra. Quindi venite, nel Nome del Signore, che è l’eterno Amore!”.

72. Finalmente è raggiunta la meta. La porta sembra più grande. Hendrick e Anna aspettano il corteo, aprono la porta e li invitano tutti a entrare.

 


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Cap. 18

La crescente conoscenza

 

Anton è reintegrato nel gruppo come guida, ma preferisce essere l’ultimo, per adempiere la Volontà del Signore. – Maria va con Johanna nella sua abitazione per assistere oltre 1000 malati. – Quando viene Gesù, ne è attratta, Lo riconosce e le è data una nuova veste. – Preparativi per il Natale veniente.

 

1. Nella grande sala di Hendrick, per quelli che stanno arrivando, è apparecchiata una tavola con pane, frutta e latte. Anna, indicando la lunga tavola, annuncia: “Siate calorosamente benvenuti nel Nome del Signore Gesù! Fortificatevi dal lungo cammino che vi ha reso affamati e stanchi. Qui sarete ben al sicuro. Ma prima mangiate e bevete: questo ve l’ha preparato l’Amore”.

2. Anton: “Vi ringraziamo per il saluto di benvenuto, e per i doni d’amore. Certamente noi tutti non siamo degni del grande Amore, ma io credo di interpretare il sentimento degli altri, se dico: non vogliamo deludere il vostro amore e vogliamo dimenticare la nostra passata vita desolata”.

3. “Così va bene” dice Hendrick: “prima saziatevi, poi continueremo a parlare”.

4. Il pasto è buono; solamente, essi non osano servirsi.

5. Ma Anna li esorta: “Non siate così esitanti, prendete liberamente! Il pane non finirà mai, perché qui, alla tavola del Padre, non c’è nessuna mancanza in eterno!”.

6. Ora sono sazi, e ogni stanchezza è scomparsa; allora Anna istruisce i nuovi sull’ordine cui ognuno si dovrà subordinare.

7. “Tu, Anton, sarai la guida della tua piccola comunità. Fratello Gotthold t’istruirà in tutto, e con i tuoi fratelli vi preparerete una dimora secondo il vostro desiderio e il vostro amore”.

8. Anton: “Io non vorrei essere alla guida, ma se il Signore ordina così, allora sarò il più piccolo dei servitori. Ma, come mai dobbiamo prima prepararci una dimora? Per quanto ne so, sta appunto scritto che è il Signore a voler preparare la dimora”.

9. “Sì, Anton, hai ragione! Per tutti quelli che credono in Lui e fanno la Sua Volontà, questo è anche vero; ma voi, dove avete il frutto della fede? Voi dovete cominciare daccapo, e ci vorrà molto lavoro, molta fatica, poiché il luogo che diventerà la vostra dimora, sarà appunto la fedele immagine del vostro mondo interiore. Non vi voglio scoraggiare, e per consolazione v’informo che qui ci sono moltissimi aiutanti per servirvi. Ti devo però anche dare un dispiacere: Maria rimarrà presso Johanna. Anche lei dovrà dapprima rinascere, affinché più tardi possa occupare completamente il suo posto, dove l’eterno Amore la metterà. Più nessuna domanda, ecco che viene Gotthold! Preparatevi ad andare alla vostra nuova destinazione. Chi avrà desiderio di parlare, ci troverà sempre qui”.

10. Entra Gotthold, e saluta tutti assai amichevolmente, dicendo: “Tu sei il fratello che il Signore ha stabilito! Mi congratulo con te per questa magnifica funzione, e spero che adempirai il tuo dovere”.

11. Anton: “Tu sei dunque Gotthold! Io sono deciso ad adempiere totalmente la Volontà del Signore, ma tu dovrai aiutarmi. Perché finora io sono stato un diavolo”.

12. Gotthold: “Se il Signore ti ha chiamato a questo meraviglioso servizio, allora Egli ha anche tracciato una riga dietro il tuo passato. La prima cosa che ora hai da fare è questa: che anche tu tiri una riga dietro la vita tua, e quella di coloro che ti sono affidati. Con l’entrata in questo mondo ha preso il suo inizio, una nuova vita. Abbiate giusta pazienza, giusta fiducia l’uno per l’altro, e molto presto sarete enormemente felici.

13. Tu, Johanna, prendi con te Maria, però vieni presto a visitarci”. Così essi prendono congedo. Maria andrebbe volentieri con Anton ma Anna l’avverte:

14. “Figliola, il Signore sa tutto. La Sua provvidenza bada solo alla tua beatitudine e, nel nuovo, dimenticherai presto gli altri. Amen!”.

15. Ora Anna va con Johanna e Maria nella loro stupenda abitazione. Hendrick invece accompagna gli altri al loro nuovo luogo d’azione.

16. Quanto si stupisce Maria, nella casa di Anna! Quasi non osa muoversi davanti alla bellezza che si presenta ai suoi occhi; ma Anna dice, dopo averla stretta tra le braccia:

17. “Johanna, portala nella tua abitazione, e dì a tutte le sorelle che la festa di Natale dovrà essere festeggiata magnificamene da noi, e che vi devranno partecipare tutti, anche quelli che adesso hanno fatto sosta presso di noi. Tu, Maria, non ti spaventare davanti alle bellezze che si mostrano ai tuoi occhi, perché in te se ne trovano ancora di più meravigliose. Esse però possono essere generate solo nel vero amore. Ora, correte: gli altri sono già impazienti del vostro arrivo”.

18. Quali occhi spalanca Maria, quando passa attraverso i molti giardini: non finisce più di meravigliarsi!

19. “È questo il Cielo nel quale ci troviamo?”. domanda. Johanna però risponde: “Se per te è il Cielo, allora sì; ma esistono bellezze mille volte più meravigliose, e per queste noi non siamo ancora mature. Non pensare però che questi fiori e frutteti prima fossero così, oh, no! Li abbiamo fatti noi, solo con la Grazia e l’Amore di Gesù.

20. Là c’è la nostra casa: le sorelle già corrono per salutarci”.

21. “Oh, Johanna, nella mia veste scura e sudicia mi dovrò certo vergognare! Perché non mi hai detto che qui tutto è così meraviglioso?”.

22. “Oh, lascia tutto questo! Diventa amore, e tu splenderai ancora più fulgidamente di noi! Ora però, presta attenzione a quello che stai per sperimentare!”.

3. Entrambe sono circondate; nessuno riesce a dire qualcosa, la gioia è travolgente, è una gioia che la Terra quasi non conosce. Un giubilo, e nel giubilo entrano in casa. Allora Maria indietreggia di scatto! “Devo io dimorare in questa casa? Mi toglie il fiato!”, sussurra. Johanna allora la trascina alla tavola che l’Amore ha preparato.

24. Johanna riferisce del suo vissuto, descrive tutta l’afflizione. Compiange tutti, spiegando che l’eterno Amore è così preoccupato, e Lui stesso fa il Manovale per salvare gli smarriti.

25. Maria non comprende questo tanto bene. Allora, dice Lisa: “Johanna, ci sono nuovamente molti malati, e io vorrei andar di sopra: là hanno urgentemente bisogno di me! Riposati prima, poi vieni anche tu”.

26. “No, Lisa! Maria ed io veniamo subito con te, va’ pure avanti. Maria, ora ascolta: vuoi assumerti con me la cura dei malati? Anche per te, sarebbe una benedizione”.

27. “Lo voglio, Johanna! Insegnamelo, affinché io diventi finalmente una creatura utilizzabile”.

28. “Non così, Maria: l’Amore ti dovrà guidare, poiché ciò che verrà adesso è scuola, dura scuola. Dovrai dimenticare l’amore per il mondo passato, dovrai nobilitare in te l’amore per gli uomini e appropriarti solo di una volontà: diventare un soccorritore, come Colui che è diventato Soccorritore per te!”.

29. “Voglio tentare, Johanna, non mi lasciare! Io non posso far nulla senza il tuo amore!”.

30. “Allora vieni!”. Un cenno d’intesa, un saluto; poi, mano nella mano, salgono una scala.

31. Appena entrate nella porta dischiusa, entrambe ammutoliscono: una sala con forse mille letti, e molti tavoli e panche, si offre ai loro occhi; allora Lisa si fa avanti, e dice:

32. “Guarda, Johanna: tanti così non ne erano ancora arrivati! Ci sono molti malati gravi tra loro, e con ardente desiderio noi ti aspettavamo. E tu sei Maria! Sii per noi calorosamente la benvenuta! L’amore che sentiamo in noi per te, ti dovrà aiutare a portare il peso, affinché presto tu possa diventare libera e lieta. Gesù sia con te!”.

33. Maria impara ora a conoscere la miseria, ed è instancabile: fianco a fianco con Johanna fa ciò che le è ordinato. Quando proprio non ce la fa più, va con Johanna in giardino. Allora si raccoglie in sé, e questo la rende nuovamente coraggiosa.

34. Poi arriva il meraviglioso Padre, come Dottore in un camice bianco, e va con Johanna da letto a letto, da tavola a tavola, porgendo ovunque una parola buona, oppure dando una carezza sui capelli scompigliati. Allora un’ondata di gioia passa attraverso la sala, e le dimostrazioni di esultanza non vogliono finire.

35. Maria Lo guarda con sguardo penetrante, è potentemente attratta da Lui. Ma lotta contro questo, credendo sia la vecchia passione che l’attirava agli uomini. Poi, non potendo fare diversamente, va da Lui e implora:

36. “Dottore, perdonami, io devo almeno una volta stringere le Tue mani: l’infelice passione mi ha di nuovo afferrata! Perdonami, anche se mi butterai fuori, non posso fare diversamente!”.

37. “Maria, tu ora sei guarita: ecco qui le Mie mani!”.

38. Allora lei le afferra, e vorrebbe stringerle al suo cuore, ma scorge i segni dei chiodi. Si spaventa e grida:

39. “Cos’è questo? Tu sei Gesù! Oh, che cosa ho fatto io, infelice!”. Cade giù e piange, bagnando con le sue lacrime i Suoi piedi, ma non nota subito i segni dei chiodi su questi. Solo quando ha smesso di piangere, vede anche ai piedi i segni dei chiodi. Allora vuole fuggire. Lui però la trattiene, dicendo:

40. “Maria, dove vuoi fuggire? Tutto è, in ogni caso, Regno Mio! Io ho vera gioia per te, e per dimostrartela, ora avrai anche tu un’altra veste. Continua così, figlia Mia, libera completamente il tuo cuore, affinché ti nutra di un solo desiderio: diventare assolutamente amore, e anche tu essere benedizione per gli smarriti!”.

41. “O Gesù, allora non mi serbi rancore per il mio tradimento?”.

42. “Maria, ciò che hai fatto nella tua cecità, lo hai anche dovuto espiare; ma poiché hai spianato la via al tuo fratello perduto, hai riparato tutto. Impara con sollecitudine nella tua scuola attuale, allora afferrerai anche la Mia Vita, che è Amore e Misericordia. Solo stando nella Mia Vita, infatti, potrai crescere e maturare completamente. La Mia pace sia la tua forza, e il Mio Amore, la tua vita. Amen!”.

43. Il Signore è scomparso. Dopo una pausa, lei dice: “Oh, Johanna, se questo è il più celestiale, allora è anche alla fine. Guarda: ho una veste azzurra e un camice bianco. Ti devo però chiedere, Johanna: tu lo sapevi che il Dottore è il Salvatore Gesù?”.

44. “Certamente, Maria, ma nel nostro mondo è diverso che dal mondo terreno. E qui lo devi trovare da sola, affinché la tua vita interiore sia arricchita del divino e celestiale. Ora, sei felice?”.

45. “Sicuro! Io però mi sarei comportata diversamente”.

46. “Maria, noi qui non recitiamo, come a teatro! La Vita è una santa serietà, e non costringiamo a nulla; solo il tuo spirito che dimora in te, dovrà spingerti a migliorare, altrimenti non sarà possibile nessuna crescita”.

47. È il momento. Molte, molte mani sono attive per la festa di Natale in arrivo. I malati sono al punto che non usano più i letti. Nella sala tutto è diventato più confortevole e più gradevole. La permanenza all’aperto rende tutti molto più felici.

 


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Cap. 19

Una festa nello Spirito di Gesù

 

La festa del Natale, con canti e frutta. – Appare Gesù e lascia loro una Parola di conforto e benedizione.

 

1.Tutti vanno verso la casa di Anna. Con sorpresa, vedono una grande arena con diecimila posti. Nel mezzo una tribuna, dove trovano posto più di cento persone. Qui ci sono dei controllori che indicano i posti. Johanna, con i suoi assistiti, si sistema nella parte sud. Arrivano sempre nuove schiere di conoscenti e anche di sconosciuti; tutti sono collocati comodamente e senza difficoltà. È una gioia, una silenziosa accettazione di questa buona attività che la Terra proprio non conosce ancora.

2. Molti adornano la tribuna, e in brevissimo tempo i fiori sono il punto centrale di ogni spettatore. Intorno alla tribuna stanno in migliaia con strumenti musicali, e in vesti splendenti. I loro occhi brillano di gioia. Arriva madre Anna, con un meraviglioso angelo. Subito gli strumenti cominciano a suonare. Nessuno conosce quello che si suona, ma i toni afferrano i cuori di tutti. Allora l’angelo dice:

3. “Pace e gioia ci uniscono! Il mio saluto è anche il mio ringraziamento a voi, a voi che siete figli del mio Signore e Dio mio. Con cuore dolente e ferito vengo dai campi della vostra Terra passata, dove si fa della festa dell’amore la vittoria dell’odio. I miei occhi hanno visto miseria su miseria, afflizione su afflizione, il mio cuore però ha provato ancora più grande sofferenza, perché gli uomini guidati nell’errore, legano le mani di quelli che vorrebbero soccorrere e mitigare. Ho chiesto al Signore il permesso di vivere presso di voi la festa, perché anche voi, che siete ancora legati alla Terra, avete ancora bisogno di molto di ciò che a poco a poco diventerà vostro.

4. Le mie parole valgono innanzi tutto per quelli che sono ancora con la veste scura, e parlo a costoro nel Nome del Signore: siate consapevoli che ogni vita ha bisogno del suo adempimento, e vi sia chiaro che solo la vostra stessa volontà è il motore che vi farà avanzare nella vostra attuale esistenza. Se in questo santo giorno, che è festeggiato in tutti i Cieli, anche voi potete festeggiare in unione con dei beati, ciò è la più alta Grazia e il più grande dono d’Amore del nostro Dio e Padre Santo. Voi invece in vesti bianche e fulgenti, voi adornati con il premio dell’amore: irradiate tutti e tutto con l’Amore, che è la vostra Vita! Il vostro occhio sia rivolto ai poveri, il vostro cuore rimanga il luogo che offre ancora rifugio ai lontanissimi da Dio. Il vostro amore, anche per i Cieli non è rimasto senza importanza, perciò vi dovrete rallegrare anche dei beati che stanno vicino al vostro cuore. Preparatevi per gli ospiti celesti!”.

5. A un tratto, l’arena si fa ancora una volta più grande. Innumerevoli sono venuti dai loro cari, per rivelare ancora di più il prodigio dell’Amore di Dio.

6. Presso Johanna c’è la nonna Helene: la gioia del loro rivedersi è inesprimibile. I musici suonano melodie soavi, i più squisiti frutti sono portati sulla tribuna.

7. Fanfare suonano, un corteo di giovani fanciulle adornate, guidate da un’assistente raggiante, si recano sulla tribuna e rappresentano la scena di Betlemme, dove i pastori cercano il Neonato. Guidata da un angelo, una giovane dice:

         O beato momento, dove i miei occhi possono un Fanciulletto

         contemplare, nato in questa notte:

         Tu che sei venuto nel tempo dalle Eternità,

         e hai preso nelle mani tutti i poveri e gli smarriti!

Sii in tutti i tempi, il mio Pastore e il mio Paladino,

lasciami percorrere le Tue vie, come piace a Te soltanto.

         O beato momento, nato come Fanciulletto in questa notte,

         hai fatto me per figlio, hai eletto me per salvatore.

         Puoi andare nella notte, per ogni cosa illuminare,

         con la Tua Luce di Grazia ora Te stesso per rappresentare.

         O delizioso Atto di Grazia, cosa Tu ci sei diventato,

         la Tua Essenza interamente lasciami afferrare.

         O Gesù, Padre mio, oh, vieni, e presso di noi rimani,

         come noi presso di Te rimaniamo!

         Oh, ascoltate l’annuncio di gioia:

un giorno nato come Fanciulletto,

         esso risuonava da bocca angelica;

ma ora io esclamo come figlio

in quest’ora di Grazia:

         Tu, Gesù, sei la Vita, la Salvezza per il mondo intero,

         Ti vuoi dar del tutto come Padre,

dove Ti avvolge filiale amore.

         Qui questi doni sono da Te,

lasciameli ora distribuire,

         affinché tutti quelli che qui dimorano,

al fianco Tuo siano guariti.

 

8. Ora lei fa un cenno, e le fanciulle adornate prendono rapidamente i frutti che, in cestini graziosi, sulla tribuna aspettano di essere distribuiti. Esse corrono velocemente sui posti, dai presenti. Silenziosa e veloce si svolge la distribuzione dei frutti, ma i cestini non si svuotano, anzi, quanti più frutti prendono, tanto più essi aumentano. I cestini vanno di mano in mano, e quello che ne è tolto, s’integra da sé. I frutti sono portati anche nelle file di quelli vestiti di scuro, ed ora tutti hanno nelle mani questo prezioso dono, così che ancora una volta esso sia una gioia per tutti: il Padre Santo è diventato visibile!

9. Benedicendo, Egli alza le Sue mani, poi dice a tutti: “La vostra gioia è anche la Mia gioia, cari figlioletti, e nel Mio Cuore di Padre v’è somma beatitudine quando vedo crescere in voi la Mia Vita, e che vi appropriate del Mio Spirito di Salvatore. Io vengo dai luoghi della miseria più profonda, e vorrei ricordare ancora una volta, a voi che siete attivi nel Mio Spirito di Salvatore, che nessun Cielo e nessuna bellezza del Cielo può rallegrare il Mio Cuore come mi rallegrate voi, che ora siete strappati alla miseria, e fate della vera gioia e della vera Vita la vostra felicità. Il nemico di ogni Vita crede di poter festeggiare la vittoria su ogni Vita: egli schernisce il Mio Amore di Salvatore e glorifica il suo essere che si ritiene migliore del Mio Amore di Salvatore. Ma qui ora, guardando il vostro amore del cuore, che fa splendere i vostri occhi come candele accese, Io sono risarcito per tutto il dolore che il Mio Cuore ha afferrato nel tumulto del mondo tenebroso e smarrito. O figli, ascoltate: il Mio Cuore è sempre con voi! Il flusso del Mio Amore e la Mia Forza, non cesseranno mai di ravvivarvi! Ma vi prego di una cosa: nella vostra felicità non dimenticate i poveri! Gustate ora i frutti che il Mio Amore ha creato per voi; essi devono essere l’espressione del Mio Amore e del Mio ringraziamento. Amen!”.

10. Sebbene tutti, più di ogni altra cosa, correrebbero volentieri dal Signore, rimangono tuttavia calmi, e gustano il puro frutto dell’Amore del Padre. Poi le fanciulle cominciano a cantare, e i suonatori s’inseriscono coi loro strumenti. In questo meraviglioso oratorio, tutti dimenticano che anch’essi, un giorno, si sono trattenuti nella miseria.

11. Dopo ore, la festa è terminata, e i beati ritornano di nuovo nel loro Cielo, portando con sé l’espressione della gioia ricevuta; e i rimasti sono immensamente beati.

12. Così le schiere si perdono e ritornano nei loro stupendi luoghi di dimora. Gotthold, paziente, rimane con i suoi assistiti, finché questi possono raggiungere padre Hendrick e madre Anna, dove ci sono già Johanna con Maria, Lisa, Rosel, Christa e Lena. I loro assistiti sono condotti, tramite altri, nelle loro abitazioni, e il meraviglioso angelo li accompagna su ordine dell’eterno Padre, il Quale è in conversazione con Hendrick.

 


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Cap. 20

L’Amore non finisce mai

 

Dopo il saluto ai festanti, Anton è a colloquio col Signore, ma senza riconoscerLo. – Gli è offerto quel pane che non volle, e si pente. – Il piccolo gruppo dei grigi va nei giardini di Johanna. – Nuove scoperte, emozioni, profumi e case, piccole fuori ed enormi dentro. – I malati riconoscono Gesù ma Anton non ancora.

 

1. Arrivati da Hendrick, Anton non riesce a tenersi. Corre dal Signore, esclamando:

2. “Caro Amico, poiché ti rivedo per la prima volta, il mio cuore brama di ringraziarTi, e pregarTi di permettermi di ringraziare anche Johanna e Maria, che io quasi non riconosco più”.

3. “Fallo, Anton! Io sono informato del tuo lavoro e del tuo impegno: devi solo avere ed esercitare ancora più pazienza. Qui nel Regno dell’Eternità è assai diverso dalla Terra. Poiché dove tu sei e stai, è già il tuo regno, e se tutto ti va troppo lentamente, dovrai deciderti per il vero amore! Solo così avrai collaboratori, e anche soccorso.

4. Ecco, guarda quest’opera d’arte: l’ha creata solo l’amore, e nel tempo più breve immaginabile. Tu con i tuoi fratelli impiegheresti un’eternità! Va con loro là, dove Johanna e Maria esercitano il loro amore: allora avrai la risposta a molte domande che si muovono in te.

5. Saluta ora le tue sorelle, e non t’irritare per via della tua veste: quando sarà il tempo e l’ora, anche per te una veste di luce rivelerà la tua entità reale”.

6. Il saluto è caloroso ma Anton non è libero; egli scorge l’abisso che c’è tra lui e gli altri. Johanna lo esorta:

7. “Sull’abisso costruisci un ponte, esso si chiama amore! Abbi vera fiducia, e presto sperimenterai il prodigio dell’Amore. Ti sarà anche concesso visitarci, ma fino allora abbi pazienza! Anche i tuoi fratelli vorrebbero assaporare tutta la Grazia di entrare qui da madre Anna”.

8. Tutti si accalcano verso madre Anna, questa li accoglie: “Venite, figlioli, dovete entrare anche da me, ma non vi spaventate per le bellezze”.

9. Così, in casa, lei va avanti, ma loro non hanno il coraggio di avanzare. Allora arriva il Signore, con Hendrick, e dice:

10. “Venite dentro, amici, perché siete personalmente invitati: non urtatevi in nulla, altrimenti madre Anna avrà motivo di urtarsi in voi”.

11. Allora i fratelli si avvicinano. Anna li invita alla grande tavola, dove ci sono vino, pane e frutta in vasi d’oro trasparente.

12. Anton è angosciato, ma il Signore lo prende al fianco Suo. Ecco che ora siedono accanto, come fossero entrambi dei poveri peccatori, allora Egli dice:

13. “Rallegratevi della Grazia di sedere a questa tavola. Poiché chi ha mangiato e bevuto a questa tavola, ha ottenuto pieno perdono. Ovviamente nel vostro mondo interiore non può essere trasformato tutto il vecchio in nuovo così velocemente, ma voi non sperimentate come il Salvatore e l’Amore paterno vi aiutano? Tutti quelli che vivono qui e fuori, nei magnifici prati, erano uomini smarriti e in parte quasi perduti e, nondimeno, sono stati salvati. Essi sono felici nella loro esistenza. Anche voi lo sarete completamente e pienamente. Ora via i pensieri turbati, avanti lo sguardo nel futuro, e mano all’opera: essa riuscirà!”.

14. Madre Anna aggiunge: “Figlioli, l’Amore non finisce mai, di nuovo la tavola è apparecchiata per tutti voi! Mangiate con cuore allegro e riconoscente, affinché con l’Amore diventiate assolutamente felici e soddisfatti. Lasciatevi afferrare dalla vera Vita che ci è donata attraverso Gesù Cristo. Il Suo Amore e la Sua Benedizione agiscano su di voi. Amen!”.

15. Johanna prende il pane e, porgendolo al Signore, Gli domanda: “Non vorresti mangiare con me da un solo pane?” .

16. “Volentieri, Johanna, noi tutti mangeremo del pane! E sii assicurata, esso basterà per tutti!”.

17. Allora il Signore ne prende un pezzo e dà la metà ad Anton, lo spezza e dice:

18. “Dà la metà al fratello tuo, e così via. Basterà!”.

19. Così avviene. Tutti assaggiano di nuovo il pane, ed esso piace sempre di più. Allora Anton piange, chiedendo:

20. “Amico, perché gli uomini non sperimentano il miracolo? Ogni peccato cesserebbe, ed essi domanderebbero solo del Creatore e Donatore di questo pane!”.

21. “Anton, così dici tu adesso. Non è il miracolo giornalmente visibile sulla Terra? La Terra non produce tutto ciò che è di utilità, e giova agli uomini? E come stanno le cose? Adesso tu riconosci la Grazia e ti stupisci della tua domanda, così essa dimostra che stai conquistando gioia nella Vita. Continua così nel tuo agire, prenditi come forza motrice il vero Amore; allora non ci vorrà molto, e sarai felice”.

22. “Dio lo voglia”, dice Anton, “ne avrei bisogno! Solo, assai difficilmente posso dimenticare il passato. Se penso di aver calpestato con i piedi il meraviglioso pane, mi prenderei a schiaffi”.

23. “Abbi pazienza, Anton, presto l’avrai superato”.

24. Anton: “Lo dici tu che, forse, non hai mai peccato! Sì, se solo potessi parlare una volta col Salvatore Gesù, chissà, Lui mi potrebbe guarire. Mi cerco sempre il lavoro più difficile, per riuscire a dimenticare. Se però ci riposiamo un po’, il ricordo diventa di nuovo presente. Le cicatrici al mio piede e alla gamba sono già il marchio del mio grande peccato”.

25. Il Signore: “Anton, tu disconosci la tua condizione! T’intrattieni tra i beati, ora mangi alla tavola del Padre e non puoi slanciarti in alto alla gioia che si trova in tutti i Cieli? Vieni, Johanna, versaci del vino, affinché egli si ridesti alla Vita!”.

26. Johanna lo fa. Il Signore porge ad Anton una coppa piena del più puro vino, dicendo:

27. “Lascia che la tua vita diventi amore!”, Egli beve alcuni sorsi, e il Signore aggiunge: “Bevi, e dallo oltre: tutti devono sapere che il Signore è Amore!”

28. “Quale dono, questo vino!”, esclama poi madre Anna; “figlioli, prendete ancora di questi frutti e venite a visitare questo paradiso che l’Amore ha generato”.

29. I visitatori depongono la timidezza, poi vanno fuori, sotto la guida di Anna. Tutti non smettono di meravigliarsi.

30. L’arena è scomparsa. Al suo posto c’è un boschetto di fiori assai meraviglioso, che diffonde un profumo per il quale non esiste nessuna espressione in grado di descriverlo. Anna però li conduce oltre, in giardini più grandi, colmi di fiori e frutti. In fondo vi sono piccole casette bianche; due abitanti salutano e fanno un cenno. Quando essi si avvicinano, la gioia è grande. Johanna balza loro incontro, e avverte:

31. “Prudenza, non tradite il Signore!”. I visitatori si avvicinano.

32. Anna li invita: “Venite, entrate e guardate che cosa è possibile all’Amore”.

33. Anton però osserva: “Ma, amici, non si pretende troppo? Noi siamo in trenta, e qui, cinque vi entrano appena”.

34. Allora dice il Signore: “Ti sbagli di grosso! Non ha detto Anna: ‘guardate che cosa è possibile all’Amore?!’ ”.

35. I due abitanti di questa casa s’inchinano profondamente, ed ora i visitatori restano impressionati dalla grandezza che vi è all’interno, e della bellezza che si offre ai loro sguardi. In fondo si estendono meravigliosi giardini, nei quali passeggiano molti uomini.

36. Dice Anton: “Caro Amico, questa cosa non va nel verso giusto, e qui si ferma ogni mia capacità di comprensione: all’esterno, la più pura baracca di ciliegio e, all’interno, be’, non so proprio che cosa dire!”.

37. Il Signore però risponde: “Anton, pensa sempre che il Signore sia espressione del più grande Amore!”.

38. Vanno oltre, verso la casa di Johanna. Naturalmente questa è un po’ più grande, ma ha un aspetto grazioso, ed è bianca come la neve. Johanna dice:

39. “Entrate nel nome dell’Amore, e benedetto sia il vostro ingresso!”.

40. Non si trattengono a lungo al piano terra, essi si abituano lentamente alle bellezze e all’affabilità degli abitanti, il cui splendore degli occhi si trasferisce anche a loro, così che tutti dimenticano ciò che li angustiava. Allora si congedano e salgono di sopra. Là i malati si muovono liberamente, gli si avvicinano, e la loro gioia è grande: perché hanno riconosciuto il loro Dottore!

41. Le esplosioni di gioia che Anton sperimenta, lo afferrano completamente nell’intimo. Quale uomo deve essere stato questo Dottore, perché i cuori di questi deboli d’intelletto e malati Gli vadano incontro così raggianti. E, per prima l’assistente: come brillano i suoi occhi! C’è un’armonia che rende Anton completamente arrendevole. E poi, Maria: che cosa le è successo? Lei ha solo ancora occhi e orecchi per il Dottore. Non si sarà mica innamorata di lui? Glielo devo chiedere, pensa egli fra sé. Allora il Signore si volta, e dice:

42. “Anton, perché ti perdi di nuovo dove non troverai ancora te stesso? Non ti ho detto forse che devi sempre pensare: il Signore è Amore? Tutto il tuo pensare deve essere fatto col cuore, altrimenti non giungerai ad alcuna certezza!”.

43. Anton: “Sai, caro Amico, ogni parola è un mistero, e ogni sguardo che si dà, racchiude un arcano. Ci vorrà ancora molto, prima che io veda chiaro, ma sono diventato più ricco di una cosa: la consapevolezza che noi, come uomini, eravamo i più grandi stupidi, e la stupidità si appiccica addosso anche qui, come se la stupidità e l’uomo appartenessero allo stesso genere. Oh, caro Amico, non volermene per il mio discorso. Mi sono veramente perduto nelle bellezze di questo mondo!”.

44. Il Signore: “Anton, non nelle bellezze, ma nella tua stupidità! E ora fa sul serio, nello spirito dell’amore, poiché tutti quelli che vedi qui, sanno che l’Amore è la causa e il fondamento essenziale della vera Vita. E non un Amore che vuol godere, ma donare e aiutare”.

45. A una lunga tavola ci sono grandi e stupendi fiori, dal profumo indicibile. I visitatori se ne separano malvolentieri. Allora Johanna, incoraggiando:

46. “Prendetene ognuno un mazzo e portatelo a casa vostra; piantatelo nei vostri giardini, così i fiori non appassiranno e, per giunta, porteranno nuovi stupendi fiori. La mia missione è adempiuta, e spero di potervi visitare tutti. Una cosa però, devo dire a te, Anton: Maria non può ancora venire con te, poiché questo non dipende da noi, ma dal Signore. Solo Lui conosce ogni cosa; noi, invece, solo ciò che il Suo Spirito ci rivela. Andate in pace. Tu, caro Gotthold, sarai presto dispensato dal tuo silenzio, e dovrai parlare molto”.

47.Così i visitatori si separano dai malati e dagli assistiti.

48. Maria confessa ad Anton: “Anton, solo qui io sperimento il vero Amore! Sii assicurato, solo in quest’Amore è possibile diventare felici per tutte le eternità. Credi e spera, e allora ti riuscirà d’afferrare, come noi, lo spirito che rende veramente felici e beati. Getta via tutto il passato da te, e vivi completamente nello spirito di questa Vita che ora hai conosciuto, così sarai a Casa, dove il Padre Santo ti aspetta. L’Amore di Gesù, ti renderà forte!”.

49. Il Signore, invece, benedice coloro che se ne vanno, i quali salutano continuamente.

 


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Cap. 21

Il grande prodigio dell’Amore

 

Una proposta di Johanna a Maria: visitare il gruppo degli amici, e con due mazzi di fiori vi si recano. – Anton è cresciuto interiormente, ma deve ancora liberarsi dai desideri terreni. – Mangiano tutti squisiti frutti e Anton accetta di piantare i fiori nei giardini. – L’Amico forestiero lo aiuta.

 

1. Le fanciulle lavorano senza sosta. Maria ha ritrovato se stessa, e il suo cuore arde di struggimento quando pensa al momento in cui ha riconosciuto il Signore. Un caldo soffio passa sul suo cuore, e alla fine i suoi impulsi sensuali fanno posto a un santo anelito. Con enorme struggimento, lei aspetta il Signore.

2. In un momento simile, Johanna le propone: “Maria, non vogliamo andare una volta dai tuoi amici? Sento il loro ardente desiderio di noi”.

3. “Volentieri, Johanna, ma preferirei che fosse qui il buon Salvatore: ho un potente desiderio di Lui”.

4. “Se il tuo desiderio nasce assolutamente dall’amore, allora, Maria, Egli è anche già qui! Se però questo desiderio è un impulso proveniente dalla tua anima, allora esercita pazienza, poiché sappi: il Signore e Padre Santo ti darà ciò che serve per la salvezza tua e degli altri. Noi, però, vogliamo ancora dare una vera gioia ai tuoi e, anche nostri amici”.

5. Allora, preparato un cesto con i fiori più belli e molti frutti stupendi, le due prendono la via, accompagnate dalla benedizione degli altri. Madre Anna le aspetta con gioia. Quando arrivano, le conduce nella sua abitazione, per rallegrarle ancora una volta ampiamente. Innanzi tutto, prende Maria ancora al suo petto, incoraggiandola:

6. “Figliola, continua così, nell’ardore di quest’Amore che ora è diventato tuo; allora il tuo desiderio raggiungerà il grado che ti porterà al pieno adempimento. Ma pensi ancora troppo a te, e le bellezze perdono in splendore e magnificenza; se invece il tuo desiderio ardente sarà del tutto per il Signore per amor degli altri, allora avvolgerai con il tuo amore le bellezze che ti circondano, e tutto diventerà più bello. Non pensare che il Signore quieterà il tuo struggimento, quando Egli sarà del tutto presso di te; sii però rassicurata che sarai veramente felice soltanto quando sarai diventata servitrice nel Suo Spirito, e rappresentante del Suo santo Amore”.

7. Piene di gioia, le due passano da meravigliosi giardini e casette. Molti arrivano di corsa, per scambiare con loro solo un paio di parole di vera gioia e di comprensione, finché esse arrivano alle residenze dove Gotthold opera con gli altri.

8. Là vi è sorta una bella casetta, con un grande giardino antistante.

9. Robert, che è appunto presente, dice ad Anton: “Ecco, guarda: un nuovo raggio di Sole arriva adesso nella casa tua e dei tuoi fratelli! Sono venute qui, nientemeno che Maria e Johanna!”.

10. Anton accorre, porgendo alle due il benvenuto, e volentieri abbraccerebbe Maria, ma il cesto con fiori e frutti che esse potano, non glielo rende possibile. Colmo di gioia chiama Gotthold e quelli che lavorano nel grande giardino.

11. Quale gioia c’è, quando Anton conduce le due nella loro casetta, pregandole di rimanere abbastanza a lungo e di riferire dell’Amico che gli ha dato la possibilità di costruire con gli altri una nuova vita.

12. I fiori sono messi nei vasi, i frutti nei vassoi, così che la grande stanza si riempie del profumo più delicato, tanto che Anton osserva:

13. “Dovete aver portato ancora qualcosa, perché è impossibile che i fiori possano avere un profumo così incantevole; mi sento infinitamente bene, come ancor mai è accaduto nella mia vita”.

14. Johanna: “Presumi il giusto, caro Anton, l’amore che noi sentiamo e portiamo nei nostri cuori sarebbe sminuito, se espresso solo con le parole, perciò i fiori manifestano ciò che la nostra bocca preferisce tacere. Ora però, guidaci attraverso il tuo regno, affinché possiamo aver conoscenza anche del tuo amore”.

15. Qui tutti hanno lavorato energicamente, e Johanna non lesina con la sua lode ma Anton dice:

16. “Io lo sento che tutti siamo diventati diversi da com’eravamo prima, ma guarda, la mia vita precedente pesa ancora potentemente su di me. Sì, se potessi sradicare tutto, e fare come non fosse mai avvenuto, allora le prospettive sarebbero buone; oppure, se fosse qui quel buon Amico Spirito con la Sua forza e sapienza, Lui sì, che trasformerebbe molto in me. Ora penso: finalmente l’ho afferrato! Ma nell’attimo seguente, tutto è di nuovo col vecchio. Maria, mi manca!”.

17. Johanna: “Amico, da quando i frutti maturano in un giorno? Perché hai nostalgia di Maria? Lei stessa deve fare ancora i più grandi sforzi per maturare nello spirito, il che significa ‘la vera Vita’. Solo di ‘Uno’ che ti può essere di pieno sostegno tu hai bisogno, e questi è Gesù, il nostro buon Salvatore. Che cosa saremmo noi, senza di Lui? Che cosa e dove saremmo rimasti, se Egli non fosse venuto da noi? Guarda Maria: con l’aiuto del meraviglioso Guaritore lei è finalmente riuscita a diventar libera dall’infelice passione che stava nella sua anima. Da allora è stata anche demolita la barriera che la separava dal suo Salvatore e Signore”.

18. Anton: “Ti capisco, figliola! Anch’io voglio dimenticare drasticamente il passato, riparare la mia vita rovinata, e lotto nella preghiera per la liberazione, e sono per i miei compagni il migliore amico. Gotthold mai mi rimprovera, ma sono così lontano dalla meta, tanto che mi sento disperare”.

19. Johanna: “Caro amico, non mi dici nulla di nuovo! Proprio così è andata a me, a Maria e a tutti, tutti quelli che stanno nella scuola dello sviluppo. Noi non ci conoscevamo l’un l’altro, tutto era riposto sull’esteriore e ignoravamo l’interiore; l’esteriore, però, imprimeva impietosamente il timbro sulla nostra anima, la quale qui è il nostro corpo. Perciò esistono solo ‘un Aiuto’ e ‘una Salvezza’, attraverso Gesù, il buon Salvatore”.

20. Anton: “Figliola, lo voglio! Ho sì la volontà! Ma come sarà possibile?!”.

21. Johanna: “Tutto ciò che vuoi che si faccia a te, fallo tu prima agli altri! In te c’è ancora troppo della tua stessa volontà. Fa che la tua volontà diventi il più grande desiderio ardente, di essere per i tuoi fratelli non solo amico e compagno ma vero fratello; allora il tuo stesso spirito che dimora in te, sfonderà la barriera, e potrà essere un manovale allo Spirito del Salvatore”.

22. Anton è rattristato. Guarda Maria, e domanda: “Maria, tu mi ami! Anche tu mi parleresti così, come ha parlato Johanna? Questo significa perderti, perché io lo vedo chiaramente: tu sei colei che vive in me!”.

23. Maria: “Anton, io ho trovato il ‘grande Tesoro’, attraverso il Quale noi tutti, anche tu, possiamo diventare veramente beati: esso è il Salvatore Gesù. Finché vive in noi ancora qualcosa che non collima con quest’Amore del Salvatore, non si conseguirà la vera beatitudine. Mi rallegro molto di voi tutti, perché avete la volontà. Ora, però, fa diventare operante anche l’amore per il tuo Salvatore, e non quello sensuale, bensì il celestiale, il quale vuole solo dare e, di nuovo, dare. Lo so per esperienza che cosa costa, e credevo anche che non sarebbe stato possibile, ma ora io ti dico: nondimeno è riuscito! E sai tu chi mi ha aiutato in questo? Quel buon Amico!”.

24. Johanna mette la mano sulla bocca di Maria, dicendo: “Maria, i fratelli guardano con ansietà ai frutti: non vuoi distribuirli? Prega pure Anton che chiami tutti qui. Noi parliamo troppo e, certo, mancano ancora quelli che anche vogliono rallegrarsi”.

25. Anton si guarda intorno, ed ecco che si gratta il capo, e ammette: “Adesso ho veramente dimenticato gli altri: hai ragione tu, Johanna, penso troppo a me!”.

26. Allora va velocemente nel giardino, e chiama tutti ad alta voce. Quando tutti sono presso di lui, dice: “Venite, l’Amore è venuto da noi!”.

27. Ora tutti vogliono sapere, ma Anton dice solo: “Venite, e vedete!”.

28. Quando il saluto è terminato, Anton provvede a che tutti trovino posto. Maria distribuisce i frutti; nessuno, però, osa mangiare. Tutti guardano Anton e aspettano da lui una parola.

29. Johanna: “Anton, i tuoi fratelli non sono liberi: da che cosa potrà dipendere? La loro gioia non è ancora pura. Fa che in te il duro tratto caratteriale diventi amore, sii tu modello nell’Amore! E invece voi, fratelli, deponete ogni timidezza, affinché non solo la vostra casa, bensì anche il vostro interiore, diventi raggio di Sole! Mangiate con gioia i frutti nella vostra mano, ce ne sono qui ancora! Venite, non indugiate più a lungo: non li abbiamo portati per la contemplazione”.

30. Anton guarda Johanna e Maria, poi fa un cenno col capo agli altri e da’ un morso alla mela che ha in mano. Adesso esclama:

31. “Oh, che dono, o fratelli, non indugiate più a lungo. Mangiate, mangiate! In verità, qui si dimenticano tutte le preoccupazioni”.

32. Finalmente anche gli altri cominciano a mangiare, e solo allora la gioia diventa gioia. Ecco che uno di loro chiede a Johanna:

33. “Se anche nel nostro giardino potessimo piantare un albero così meraviglioso che portasse tali buoni frutti! Già il solo guardarli è una gioia, senza parlare del mangiarne!”.

34. Johanna: “Fratelli, gli alberi portano i frutti secondo l’amore che portiamo in noi; non solo gli alberi, ma tutto ciò che cresce nel nostro giardino è uguale al nostro amore interiore. Non è come sulla Terra, dove si lascia e si deve disporre tutto secondo le leggi. Qui nel grande Regno degli spiriti esistono certamente anche Leggi, ma l’amore dà loro il compimento. Mirate dunque verso ciò che può rallegrare gli altri, e tutto diventerà più bello e migliore!”.

35.Anton: “Johanna, esiste dunque qualcosa del genere, che oggi l’albero dia frutti aspri e più tardi di dolci?”.

36. Johanna: “Anton, perché dubiti della magnificenza di Dio che si rivela solo attraverso l’Amore attivo? Ecco qui: prendi questi fiori e piantali, ma nello spirito del vero amore fraterno, e il prodigio dell’amore per Dio diventerà manifesto”.

37. Anton: “Davvero? Allora proverò!”.

38. Johanna: “Ecco, prendi i più belli, essi sono le nostre piccole chiavi del Cielo [margheritine] che mai appassiscono, se sono piantate nel terreno”.

39. Anton: “Johanna, mi aiuteresti in ciò?”.

40. Johanna: “Volentieri!”.

41. Gli altri rimangono indietro. Anton prende i fiori, va verso il suo giardino e vuol subito collocarli ma Johanna dice:

42. “Anton, non così. Pianta i fiori prima nei giardini dei tuoi fratelli, allora prospereranno bene, e sii certo, per il tuo giardino ne rimarrà sempre ancora qualcuno. Se invece pensi solo al tuo giardino, essi basteranno a malapena per te. Nel frattempo vado di nuovo da Maria, lei ha bisogno di me”.

43. Anton pianta ora i fiori belli e grandi nei giardini dei suoi fratelli, ma più ne impiega, più questi non diminuiscono, piuttosto aumentano. Allora si meraviglia di un tale prodigio.

44. Doveva aver ragione Johanna? Su di lui scende una grande gioia, così da essere spinto a lavorare con sempre più diligenza.

45. Alcuni giardini sono già piantati, ed ecco che arriva un uomo solitario, e li ispeziona a destra e a manca. Anton pensa: chi sarà mai? È il primo uomo forestiero che si avvicina a questo luogo. Allora su di lui viene un’illuminazione: questi è nientemeno l’Amico forestiero che l’ha aiutato ad uscire dall’inferno. Gli corre incontro con i fiori nella mano, e lo saluta con visibile gioia.

46. Allora l’Amico forestiero chiede: “Anton, perché sei solo? Dove sono i tuoi amici? Ti hanno abbandonato?”.

47. “Oh, no, caro Amico, essi sono in casa, dove Johanna e Maria sono venute in visita. Io volevo solo piantare i fiori che le due hanno portato, affinché i nostri giardini avessero un aspetto un po’ più carino”.

48. “Hai fatto bene! Vieni, ti aiuto, così che finiamo presto e possiamo andare dagli altri. Voglio proprio vedere come siete maturati per la vostra felicità”.

49. “Sarebbe già bello, ma lascia che io stesso, pianti i fiori; in primo luogo vorrei seguire il consiglio di Johanna, e in secondo luogo, ciò  mi da’ gioia, perché così posso sperimentare un grande miracolo”.

50. “Perché miracolo? Nel Regno degli spiriti non esistono miracoli. Io dovrei pur saperlo”.

51. “Ebbene, se questo non è miracolo! Quando i fiori non diminuiscono, che cosa deve essere allora? I fiori piantati diventano insieme un grande mucchio, ma prima erano solo un mazzo!”.

52. “Anton, rimani con la tua convinzione, ma ora lascia lo stesso che ti aiuti, già per il motivo che ciò Mi dà gioia. Vieni, damMi la metà dei tuoi fiori, Io non sono un cattivo giardiniere; presto saranno piantati, e mentre lo facciamo Mi racconterai come ti è andata nel frattempo”.

53. “Sai, buon Amico, seguirò comunque il buon consiglio di Johanna e traccerò una linea dietro al passato, poiché se lo racconto ancora una volta, in me subentrerà nuovamente tanta amarezza. Nonostante la buona volontà, infatti, non sono andato avanti”.

54. “Ma no, Anton, hai un aspetto abbastanza buono. Allora hai sofferto miseria?”.

55. “Sì e no, buon Uomo. Dipende da com’è considerata la cosa. Qui non soffriamo fame e sete, e anche il lavoro va avanti; tuttavia c’è qualcosa che non va. Il peso terreno opprime ancora troppo, e poi, non riesco a dimenticare Maria: lei mi manca”.

56. L’Uomo è ora diventato del tutto zelante. I fiori volano nel terreno, e Anton suda, poiché non vuole rimanere indietro. Alla fine c’è ancora un giardino da adornare con i fiori, allora l’Amico osserva:

57. “Anton, guarda: Io ho ancora sette fiori! Quanti ne hai tu?”.

58. “Solo due, buon Uomo, ma non fa nulla, perché questo giardino è il mio; l’importante è che gli altri giardini diventino bellissimi, in modo che i fratelli possano rallegrarsene!”.

59. “Anton, piantiamo i fiori con molto amore: allora sì, sperimenterai il vero miracolo!”.

 


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Cap. 22

Senza amore nessuna riuscita

 

Il colloquio con l’Amico giardiniere presso la compagnia. – Paul riconosce il Signore e Lo bacia, Anton invece no.

 

1. I fiori sono piantati velocemente. Anton spera che si moltiplichino come negli altri giardini. È deluso, ma l’Amico domanda:

2. “Anton, perché hai ombre nei tuoi occhi? Speravi che i fiori si moltiplicassero, perciò sei deluso? Più tardi potrai coltivarne di nuovi dai semi, e accrescere così la magnificenza dei fiori secondo la tua gioia e il tuo piacere. Oppure ti spiace, di aver dato più generosamente agli altri?”.

3. Anton prende le mani dell’Amico, e confessa: “Vedi, caro Amico, io sono di nuovo caduto nel vecchio errore, ed è bene che Tu sia qui, altrimenti credo che avrei fatto la più grande stupidità e sarei andato a prenderli dai giardini dei fratelli, per non essere da meno”.

4. “Anton, Io credo che tu commetta una stoltezza, perché giudichi male i tuoi fratelli. Io piuttosto credo che essi ti ameranno molto di più. Quanta ragione avrò avuto lo vedrai quando verranno. Ecco, stanno già arrivando; abbiamo ritardato, e vogliono venire a prenderti”.

5. Arrivano tutti, anche Johanna e Maria. Quest’ultima vorrebbe precipitarsi sul Signore, Johanna la trattiene, dicendo:

6. “Ferma! Massima prudenza! Non tradire nulla! Tu sai che il Signore vuole essere riconosciuto da sé”.

7. A questo punto i fratelli si meravigliano dei loro giardini. S’informano poco dell’Uomo. Uno di loro, però, dice ad Anton:

8. “Fratello, fratello! Io non so che cosa devo pensare di te: il mio giardino è una pura meraviglia di fiori, mentre il tuo è così vuoto. Ho sempre avuto un certo timore di te, ma d’ora in poi ti voglio amare, perché sei certamente tu il migliore!”.

9. Anton: “Non dire così, Paul. Ringraziamo piuttosto Johanna, e il buon Amico. È Lui, infatti, che mi ha aiutato!”.

10. Paul: “Sì, ma chi è quest’Amico? È lo stesso del quale tu parli sempre tanto? Come si chiama?”.

11. “Se solo lo sapessi, Paul! Io so solo che Gli siamo obbligati con la massima gratitudine, poiché senza di Lui staremmo ancora nell’estrema miseria. Se penso alla festa e all’ospite, qualche volta anch’io sarei voluto diventare un così grande angelo!”

12. Paul: “Ma Anton, perché non Gli chiedi stato e nome? Credo a malapena che potrebbe arrabbiarsi con te”.

13. Anton: “Egli è un grande Medico, e i malati di Johanna rivivono letteralmente, quando Lui è presente”.

14. Paul: “Anton, credo che tu sia un grande stolto, a me non sarebbe difficile chiederGlielo. Lo farò al posto tuo. Io ho grande fiducia in Lui”.

15. Gotthold si consulta col Signore, allora Paul si avvicina, volendo ascoltare di nascosto il loro discorso. Ma il Signore gli domanda:

16. “Volevi qualcosa da Me? Io sono venuto per tutti! Sappi però, che non soddisfo alcuna curiosità. Il Mio Amore vuole la vostra eterna salvezza”.

17. Paul: “Caro Amico angelico, hai visto giustamente! Ma vedi, Anton Ti ama, eppure non sa chi sei. Io vorrei aiutarlo, e Tu mi puoi essere d’aiuto in questo, perché ho grande fiducia in Te!”.

18. Il Signore: “Paul, è lodevole da parte tua, e Io ti aiuterei anche volentieri. Però, perché non viene Anton stesso? Qui nell’eterno Regno degli spiriti può diventare ed essere di proprietà, solo ciò che ognuno guadagna da se stesso. Dunque, a lui non porterebbe nessuna utilità, piuttosto, un danno. E in ogni modo che importanza ha il Mio nome? Se ti dico il Mio nome, tu sarai ancor sempre lo stesso. Solo se Mi hai riconosciuto in te, ed accolto, secondo l’esteriore siamo evidentemente due, ma interiormente ‘uno’. Come anche, finché per te, il fratello Anton è ancora Anton, siete due; ma se lo riconosci bene, puoi supplire per tutto ciò che egli fa nel suo amore o nella sua debolezza. Allora sarai uno con lui! E allo stesso modo, dopo, raggiungerai il livello in cui potrai riconoscere veramente Dio e accoglierLo anche in te. Mi hai compreso?”.

19. Paul: “Compreso? No! Ma sospetto si tratti di qualcosa di grande, e di così naturale, al punto che non potrebbe esserci nulla di più naturale di questo. Posso parlare del tutto liberamente? Tu dici: se supplisco per il mio fratello, allora è raggiunto il livello. Dunque vorresti Tu, caro Amico, supplire anche per le mie stupidità?”.

20. Il Signore: “Ma certo! Poiché sappi, Paul: stupidità che sono commesse nel puro amore, sono comunque da correggere, e lì sorge sempre ancora qualcosa di magnifico. Il vero Amore, infatti, trova sempre dei mezzi per disporre tutto nel vero rapporto”.

21. Paul: “Ti ringrazio! Ora però, la prova, non Ti spaventare! Io, infatti, Ti dico che Tu non sei un Amico angelico e nemmeno un dottore, ma il Signore stesso! E poiché vuoi supplire Tu per le mie stupidità, allora faccio ciò cui mi spinge il cuore!”.

22. Egli abbraccia il Signore, imprime un bacio sulla Sua fronte, e dice: “Ora sto bene, anche se tutto crollerà!”

23. Il Signore: “Rimani nella tua fede, ma in ciò, non dimenticare i tuoi fratelli! Non a tutti è dato di conquistarMi con tempestività: ci vuole molta pazienza ma ancora di più, fiducia. Non Mi tradire, ma testimonia del Mio Amore e della Mia Comprensione. Nel fratello Gotthold hai un fedele sostegno. Va di nuovo da Anton, affinché anche in lui si faccia ordine”.

24. Quando Paul torna da Anton, questi è impaziente, e dice: “Paul, io non amo siffatte tenerezze che tu hai riservato al nostro Amico! Esse mi rammentano le mie misere debolezze che non riesco a superare. Hai ora saputo chi è Lui?”.

25. Paul: “Fratello del cuore, io non ho più bisogno di saperlo, poiché mi è stato rivelato il Suo Amore. Se tu, quando Lui ti ha aiutato a piantare i fiori, Lo avessi ringraziato nel modo giusto, ossia non con la bocca, bensì col cuore, allora sapresti forse più di me. Una cosa ti sia detta: se l’Amico mi dicesse ‘Paul, vieni con Me!’, io andrei con Lui senza indugio, fosse anche fino alla fine di tutto il mondo!”.

26. Anton: “Paul, tu sei un fanatico. Per me tutto è santa serietà, e mai più vorrei addolorare Dio. Poiché la mia colpa non è ancora stata espiata!”.

27. Paul: “Anton, tu non sei solo uno stolto ma un grande sciocco! Vivi già chissà da quanto tempo nel Regno della Grazia, e passi oltre al grande Amore che spira costantemente intorno a noi. Raccogliti finalmente, e non sottovalutare il tuo valore! Se non fossimo stati preziosi per il Signore, Egli non ci avrebbe cercato. Se il Signore ci avesse considerato ancora come i vecchi capri espiatori, allora questo meraviglioso Amico non sarebbe venuto da noi. Poiché tramite Lui è venuto da noi l’Amore liberante. Perciò: cuore aperto, e bocca chiusa! Peggio di come ci è andata, non ci potrà andare. Lo dimostrano certamente i fiori, quale meraviglia sia l’Amore”.

28. Anton: “Paul, vorrei che tu avessi ragione”.

29. Paul: “Ma che ragione, – credi, e osa qualcosa! Quanto hai osato, nel mondo terreno, mentre qui, nel Regno dell’Amore, rimani ancora un ragazzino! Guarda come tutti sorridono al mio discorso; anche il buon Amico mi fa cenno col capo. Quindi, ciò non può essere un errore”.

30. Johanna e Maria, che contemplano ancora i giardini degli altri, si avvicinano ora ad Anton. Allora Maria osserva:

31. “Anton, meravigliosi sono i giardini dei tuoi fratelli, ma il tuo diventerà ancora più meraviglioso, perché hai intrapreso la giusta via. Solo, mi è incomprensibile come tu hai potuto farlo”.

32. Anton: “Maria, a questo ha partecipato il buon Amico con il Suo aiuto. Piantare fiori deve essere la Sua specialità. Io, infatti, quasi non riuscivo a starGli dietro”.

33. Maria: “Anton, sei ora convinto che, cominciando dal Signore, e fino a me, che sono la più piccola, noi vogliamo la salvezza tua e quella di tutti? Non ti sei ancora reso conto di che cosa sia veramente l’Amore nella sua essenza fondamentale, e che cosa voglia? Finché in te esistono ancora queste confusioni, difficilmente ce la farai. Io lo so: quest’Amore è la vera Vita. Senza quest’Amore, in questo mondo non è assolutamente possibile uno sviluppo per la libera esistenza; perciò io non penso più a me, ma a come poter diventare completamente ancella soltanto e rappresentante di questo Amore. Da questa condizione mi è facile passare liberamente in un’esistenza migliore, e non ho più desideri per me, ma solo ancora per gli altri”.

34. Anton: “Maria, se lo potessi, anch’io non vorrei niente con tanto ardore!”.

35. Maria: “Anton, hai intrapreso tuttavia l’inizio, pensando per ultimo al tuo giardino”.

36. Anton: “Niente da fare! Johanna mi ha dovuto dapprima esortare a far questo”.

37. Maria: “Ma lo hai fatto in ogni caso, e con la visita di quest’Amico hai appreso che cosa possa produrre l’Amore. Egli ti ha aiutato, e i fiori non sono diventati di meno. Che cosa vuoi di più?”.

38. Anton: “Maria, non mi mettere alle strette! Sono proprio ancora la testa ostinata di sempre, e questo mi rende infelice”.

39. Maria: “Anton, allora non potrai essere più aiutato! Chi è cieco e stolto, lo potrà anche rimanere, ma tu, pensa seriamente alla Parola del Salvatore: ‘Il Regno dei Cieli ha bisogno di violenza!’, e s’intende, non violenza con la tua forza di volontà, ma col cuore. Tuo fratello Paul è stato mille volte più sensato di te, e anche se lo hai rimproverato di essere un fanatico, lui ora sta dinanzi alla porta spalancata della Vita, mentre tu non la vuoi vedere. Di più, non ti posso dire. Ora agisci secondo ciò che brama il tuo cuore”.

40. Anton vorrebbe reagire, allora guarda il Signore, il Quale gli sorride. Lentamente va verso di Lui, e dice:

41. “Amico, Tu sei ora l’Unico che mi potrebbe capire. Sempre si parla dell’amore, e adesso che ho bisogno di questo, i miei compagni mancano. Non voglio biasimare nessuno, ma è così, ad eccezione di Te”.

42. Il Signore: “Mio caro Anton, non vorrei perdere la buona opinione che tu hai su di Me, perciò preferisco tacere; ma che cosa diresti tu, se si dessero a un fanciullo sempre buoni consigli, e questi non li seguisse? Ora ti domandi: sono io un fanciullo così? Ho certo la migliore volontà! Allora Io ti dico, poiché conosco la vita: durerà ancora a lungo, prima che tu possa costruire una nuova vita sul tuo personale fondamento, piuttosto che sul fondamento che il Signore stesso ha posato come Redentore. Esemplare è il tuo fervore, ma ti paralizzerai nelle tue forze, poiché vuoi espiare da te stesso la tua colpa. Il sangue del Salvatore non è stato versato anche per te? Il Suo morire sulla croce non dovrebbe portare la Vita anche a te?”.

43. Anton: “Caro buon Amico, portami dal Salvatore Gesù, affinché io Gli possa riferire la mia miseria; se ha soccorso migliaia, potrà soccorrere anche me!”.

44. Il Signore: “Anton, tu hai un falso concetto dell’aiuto del Signore e Salvatore Gesù. Egli non vuole che noi elemosiniamo e imploriamo il Suo aiuto, ma il Suo Spirito deve diventare proprietà di ogni uomo, o spirito. Secondo la tua immaginazione, Egli dovrebbe trasferirti dal tuo mondo nel Suo mondo. Ma, hai riflettuto che per quasi quarant’anni hai vissuto nel mondo della Grazia, e in più, hai fallito? Tu pensi fra te: che cosa potevo fare io se sono stato educato così? Allora Io ti dico: hai un giudizio che poteva esaminare e ponderare tutto, e un cuore che poteva davvero percepire. E tuttavia la Parola di Dio ti era indifferente. Per la gente cosiddetta devota avevi sempre pronto il tuo disprezzo, però, proprio per questo, il Salvatore Gesù non ti ha mai lasciato cadere. E adesso Egli si sforza ancor sempre di guadagnarti per il Suo Regno, e per il Suo lavoro”.

45. Anton: “Amico: che cosa devo fare? Dillo con parole semplici e chiare”.

46. Il Signore: “Anton, ascolta: quando i discepoli domandarono al loro Maestro chi sarebbe stato un giorno il più grande nel Suo Regno, Egli disse: ‘chi tra voi sarà il più piccolo, questi sarà il più grande!’. Da ciò puoi desumere che ogni pensiero di dominio e ogni inclinazione che non concordano con i pensieri del Salvatore, dovranno scomparire completamente”.

47. Anton: “Ahimè, allora la lepre si trova nel pepe! Detto onestamente, io credo di essere ancora assai lontano nella conoscenza. Ora Ti credo che il Salvatore Gesù non mi potrà più aiutare”.

48. Il Signore: “Comunque sia, Anton, con la Sua forza Lui ti fortificherà, ti verrà nuovamente incontro con il Suo Amore, dovrai solo volerlo vedere; allora tutto diventerà più facile. Ora però, mostraMi anche la tua casa!”.

49. Anton: “Caro Amico, non la mia, bensì la nostra casa! E non io solo, ma ci devono essere tutti”.

50.Il Signore: “Anton, questo Mi rallegra! Informa i tuoi fratelli che vorrei entrare da loro”.

 


 

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Cap. 23

Sguardi nel mondo interiore

 

A tavola, Paul offre dei frutti a tutti dopo la benedizione del Signore, il Quale perdona loro i peccati commessi. – Anton, da solo col Signore, si getta ai Suoi piedi e chiede perdono. – Frida chiede aiuto a Johanna per comprendere i suoi errori ed è guidata, insieme con gli altri, a un’introspezione interiore, ciascuno nel proprio mondo spirituale.

 

1. Questa è una gioia, quanto volentieri conducono l’Amico nella loro casa! Presto tutto è stato visitato, ed Egli non lesina con la lode; solamente, osserva che tutto dovrebbe respirare amore, come per esempio questi fiori e questi stupendi frutti.

2. Anton: “È vero, caro Amico, ma il nostro amico Gotthold non ha detto ancora nessuna parola su questo; anzi, per lui era tutto giusto così”.

3. Il Signore: “Certo, tu però devi pensare che siete spiriti liberi, e non dovete operare secondo direttive e comandi, ma trovare questi in voi stessi, lasciando libero corso anche al vostro spirito indipendente!”.

4. Tutti occupano posto a tavola, allora dice Paul: “Io vorrei volentieri offrirTi di questi frutti che Johanna e Maria ci hanno portato. Rifiuteresti questo piccolo dono?”.

5. Il Signore: “No, Paul! Ma perché vuoi escludere gli altri? Devi solo essere convinto che il Signore benedirà il tuo amore, così che bastino per tutti!”.

6. Allora Paul prende il vassoio e lo porge al Signore; poi distribuisce a tutti. I frutti bastano, allora Anton confessa:

7. “Paul, avrei avuto paura di fare una figuraccia, se non fossero bastati”.

8. Paul: “Ma non sarei certo andato in rovina per questo. Ora però che abbiamo il giusto aiuto, tutto riuscirà. Solamente, avrei una preghiera per Te, caro, buon Amico. Comincia a farsi giorno: rimani con noi, affinché nella luce riconosciamo la Grazia, l’Amore e la Misericordia che Tu ci manifesti!”.

9. Il Signore: “Paul, ascolta, Io ritornerò; e non quando Mi pregherete, bensì quando i vostri cuori si saranno spalancati! E per dare la dimostrazione a tutti, Io vi dico che vi amo! E così, mangiate questi stupendi frutti che il nostro Paul ha distribuito e lasciate che tutto in voi diventi amore!”.

10. Allora tutti cominciano a mangiare, e mangiando, a tutti viene il pensiero che questi sono frutti provenienti dai Cieli, e di conseguenza, anche che il Signore non è lontano.

11. Anton è silenzioso; in lui lavora energicamente, e diventa attivo un ardente desiderio: trattenere qui quest’Amico! Anche gli altri diventano più vivaci e più liberi.

12. Johanna descrive la sua occupazione, le sue fatiche e le sue gioie e, con ciò, risveglia sempre più la brama per il vero Salvatore. Ma non basta: lei descrive anche la brama del Signore e Salvatore Gesù per i figli Suoi, poiché Egli è il Padre celeste stesso. Descrive la propria esperienza, e cioè, come nel mondo meraviglioso lei abbia cercato il Salvatore e ottenuto la risposta: il Signore non è qui, ma presso i poveri e gli abbandonati, finché tutti non Lo avranno trovato.

13. Allora Anton domanda: “Caro Amico, il racconto di Johanna è pura verità, oppure solo un’esperienza valida per lei soltanto?”.

14. Il Signore: “Come tu la consideri, caro Anton! Per Johanna non è solo un’esperienza, ma anche verità. Perciò è diventata più zelante, e presto lei riceverà la più bella ricompensa!”.

15. Aggiunge Johanna: “La più bella ricompensa è amare ed essere amata. Io sono operosa in quest’Amore attivo e, in eterno, sarò figlia Sua. Il Suo Amore paterno si rivela sempre di più, e fa scaturire in ciascuno di noi pensieri che tendono all’adempimento. Anche tu Maria, mi comprendi, adesso che sperimenti la grande beatitudine che solo l’Amore può dare! E voi, fratelli, siatene certi: se potrete imporvi la ferma decisione di considerarvi completamente fratelli, allora sarete anche entrati nella figliolanza di Dio, la quale vuole adempiere assolutamente la Volontà del Padre Santo.

16. O Padre Santo, quieta la brama, e fa che diventiamo grandi nell’amore! Fa che sperimentiamo il Tuo Spirito di Salvatore, così da poter alleggerire la sorte degli smarriti. Fa che non pensiamo più alla nostra felicità, perché sei Tu, la nostra più grande felicità. Fa che doniamo tutto ciò che il nostro amore scorge in Te. O Padre Santo, accetta il ringraziamento, perché hai preso a servizio il figlio Tuo; accompagnalo continuamente con la Tua benedizione, affinché tutti siano guadagnati per la Tua grande meta paterna. Amen!”.

17. I poveri fratelli si stupiscono che Johanna abbia potuto parlare così liberamente. Anton afferra la mano di Maria, e dice:

18. “Maria, non voglio promettere niente, ma una cosa so: io sono sul monte. Ritorna molto presto, sento che si avvicina l’ora della liberazione. Anche tu, Johanna, non mi dimenticare! Quando starai nella beatitudine più grande, prega per me, affinché io ottenga il pieno perdono”.

19. Johanna: “Fratello mio, ancora povero, ciò per cui tu mi preghi, io non lo farò, ma oso qualcosa di più grande, e ti dico: continua nell’amore per i tuoi fratelli! E ti dico anche, dallo Spirito del mio meraviglioso Padre Gesù: ogni colpa è cancellata e, da lungo tempo, cancellata attraverso il Suo Amore. Ora però cancella anche tutte le colpe che vedi ancora in tutti gli altri. Santa è la Vita, più santa ancora dell’Amore: afferrala! Allora avrai afferrato anche tu il Signore; perché Egli è la Vita stessa. Fa che le parole diventino nel tuo cuore verità, e ogni colpa sarà cancellata in eterno”.

20. Il Signore porge la Mano ad Anton, concludendo:

21. “Anton, Io volevo sollevare il tuo cuore ma Johanna Mi ha preceduto. Dipende ora da te, se vorrai e potrai riconoscere questa promessa come verità. Io voglio fare ancora di più. Così, fratelli Miei, ascoltate tutti: anche per voi sarà cancellata ogni colpa che sta ancora nel Libro della Vita, ma, per questo, dovrete amare l’Amore e far prevalere tra voi il vero amore fraterno, il quale renderà completamente liberi gli altri da ciò che di terreno essi hanno portato da questa parte e ancora gli resta attaccato addosso. Ora Io vi lascerò, ma il Mio Amore vi appartiene. Diventate liberi e felici, e preparatevi per i vostri futuri compiti. Quali veri figli di Dio, voi dovrete diventare liberatori attraverso la Sua Potenza, Grazia e Misericordia.

22. Così Io vi benedico, e la Pace del Signore sia sempre con voi! Amen!”.

23. Il Signore e le due si congedano da tutti. Anton rimane in fondo e, come ultimo, esce col Signore dalla casa. I fratelli accompagnano le fanciulle, Anton rimane indietro col Signore. Allora cade ai Suoi piedi, e premendo il suo volto nelle Sue mani, esclama:

24. “Signore e Salvatore, ora Ti ho riconosciuto! Io non dico ‘rimani qui!’, ma Ti prego, ritorna molto presto. Voglio darTi il benvenuto con i frutti dell’Amore. Ora che sono libero da ogni colpa, o Signore, Ti appartengo completamente; la mia vita sarà un ringraziamento! Se però incorrerò di nuovo nel vecchio errore, allora sii con me clemente, e la Tua Misericordia diventi la mia misericordia”.

25. “Allora Io dico, Amen! Mio Anton, ora che tu Mi hai riconosciuto, rimanga tutto come prima. Il tuo amore, però, ti sia da guida e adempimento!”.

26. Gli altri hanno notato la mancanza del Signore e di Anton, perciò li aspettano entrambi. Allora vedono come Anton sta inginocchiato dinanzi al Signore, e Paul ammette:

27. “Alla fine, la benda dai suoi occhi è caduta. Fratelli, guardate il prodigio del grande Amore del Salvatore!”

28. Johanna: “Fratelli, tornate di nuovo nella vostra casa, e trattenete Colui che ha fatto diventare figlio il nostro Anton! Ora la via è libera per la Vita. Rallegratevi, come ci rallegriamo noi!”.

29. Quando i due entrano nella loro abitazione, è tutta una gioia. Johanna però osserva: “Cari cuori, non così ad alta voce, affinché non ci sfugga la venuta del Signore! Abbiamo sperimentato qualcosa di bello, ma voi sperimenterete qualcosa di ancora più bello, quando sarete completamente guariti, diventerete liberi e felici e, come noi, sorelle e serventi. Voi, infatti, non dovrete rimanere per sempre assistiti, e questo non è certo vostra volontà. Noi siamo state presso fratelli che, nel loro smarrimento nella vita terrena, ancora ne sopportano le conseguenze così duramente, ed è costato loro molto, molto lavoro difficile, sbarazzarsi di tutto questo. Essi hanno dovuto costruirsi una casa, ottenere giardini, disboscando tutto e lavorando continuamente, affinché l’erbaccia non soffocasse ogni cosa. Ora il lavoro principale è fatto, ed essi non possono più ricadere nell’errore, poiché il Salvatore è venuto in mezzo a loro ed Egli stesso ha posto il fondamento per la vera beatitudine in eterno. Così Egli verrà anche da voi e vi preparerà per il Suo Amore, per la Sua santa Opera e per la Sua Vita”.

30. Una sorella si stringe a Johanna, e dice: “Ahimè, Johanna, perché ci fai attendere così a lungo il Salvatore? Perché ci vuole tanto tempo, prima di essere guarite?”.

31. “Ma Frida, non sai tu che il Salvatore, nella Sua smisurata bontà, ti ama sopra ogni cosa? Egli non esiterebbe un secondo, per visitare e guarire te e tutte le altre, ma così voi soffrireste nel vostro sviluppo. Vedi, l’eterno, misericordioso Amore vuole aiutare tutti voi, perciò tutto è ordinato da Lui in modo che, ciò che vi beatificherà in eterno, voi lo dobbiate conquistare dalla Sua Grazia. Egli è ben morto per tutti a causa del Suo immenso Amore, e ha portato una Redenzione; ma tu devi poter credere. Devi essere completamente d’accordo con tutto ciò che Egli ha pensato di darti. Lui sa tutto, solo quest’unica cosa non vuol sapere: quando tu sceglierai di voler appartenere completamente a Lui. Egli questo lo brama, e lo spera soltanto!”.

32. Frida: “Ma Johanna, allora il Signore e Salvatore soffre proprio come noi! È dunque questo possibile?”

33. Johanna: “Purtroppo è così! Egli, il Signore del Cielo e della Terra, il Creatore e Conservatore di tutte le cose, ha fatto l’uomo così grande al punto che egli possa, altrettanto come un dio e creatore, stare accanto a Lui e, con Lui, vivere nella più grande armonia e beatitudine. Purtroppo, però, l’uomo nel suo stesso amore ha abbandonato il fondamento sul quale avrebbe potuto in ogni tempo aver relazione con Lui, e le conseguenze sono riconosciute esattamente solo quando egli entra nell’Eternità. Per questo, ci esercitiamo personalmente a voler conoscere e approfondire ciò che ancora vive in noi, e che trattiene il Padre Santo a visitarci e a soccorrerci”.

34. Frida: “O Johanna, questo è difficile: riconoscere se stessi! Io lo sperimento già in me, infatti, non riesco a interiorizzarmi, come fai tu e le altre sorelle”.

35. Johanna: “Presto lo potrai fare anche tu, devi solo volerlo fermamente. E allora non dovrai irritarti, se scorgerai in te cose che non ti piacciono”.

36. Frida: “Oh, Johanna: mi potranno anche agitare immagini spaventose, ma certamente io non sono più una creatura cattiva, e amo tanto il Salvatore”.

37. Johanna: “Allora, vieni alla giusta quiete, mettiamoci mano nella mano nel giusto silenzio, e siine certa, con ciò imparerai molto”.

38. Ancora parecchi vogliono partecipare a quest’esercizio d’interiorizzazione. Allora si afferrano per le mani, e Johanna dice:

39. “Ora fate svanire il mondo esteriore, raccoglietevi in voi e prestate accuratamente attenzione a tutto ciò che avviene. Con nessun suono dovrete disturbare il silenzio degli altri”.

40. Secondo la misura del tempo terreno, hanno bisogno di due ore, poi Johanna dice: “Ora ergetevi di nuovo nella vostra realtà! Tu, Frida, riferisci ciò che hai contemplato in te. E voi altri, ascoltate, perché ognuno di voi ha sperimentato qualcosa di diverso, e vi dovrà essere data una nuova dimostrazione: quanto differente sia il mondo interiore di ognuno, e quanto è importante ciò, per il vostro sviluppo”.

41. Frida: “Ho chiuso gli occhi, sentivo l’energia proveniente dalla tua mano. Allora ho visto una stella rossa venirmi incontro, che diventava sempre più grande. Dopo un breve tempo, dove stava la stella, è comparso un uomo che portava sulla schiena uno zaino, nella mano destra aveva un bastone, e veniva verso di me.

42. Nonostante il suo sforzo per raggiungermi, la lontananza rimaneva ugualmente grande. Io ho pensato: l’uomo viene verso di me, e comunque non si avvicina. Che cosa succede veramente? L’uomo faceva la fatica più grande, ma non mi raggiungeva. Alla fine ha ammesso il suo fallimento, allora si è fermato, cercando probabilmente un punto d’appoggio per riposare. Non trovava nulla! Nonostante il suo guardarsi in giro, non scorgeva altro che sabbia, e alcune macchie di prato. Dopo un po’ sono arrivati degli uomini molto piccoli, ma erano villani. Essi hanno gettato all’uomo ancora più sul suo zaino. Egli si è difeso, ma i piccoli uomini cattivi l’hanno deriso e sono scomparsi.

43. Dopo un po’ sono arrivati nuovamente altri uomini, passando davanti. Allora il povero uomo ha detto: aiutatemi una buona volta a togliermi il peso dalla mia schiena, non riesco ad andare oltre. Ma essi, altezzosi, se ne sono andati, lasciandolo stare, e non degnandolo nemmeno di uno sguardo.

44. Dopo un po’, è giunta una madre col suo giovinetto di sette anni. Questa l’ha visto, è andata da lui e ha detto: ‘Ahimè, padre, oggi hai qualcosa di molto pesante sulla schiena! Ma dove vuoi andare con questo?’.

45. Ha detto il pover’uomo: ‘Ho ancora una lunga strada da fare. Mi manca solo un appoggio, dove poter sistemare una buona volta il mio carico. Vorrei riposare un po’, e da solo non riesco a metterlo di nuovo sulla mia schiena. Mi aiuteresti tu?’.

46. La madre: ‘Naturalmente! Il mio ragazzo dopo potrà procurare un carro, allora ne sarai libero. Lui potrà venire con te fin nel prossimo villaggio; oppure vuoi rimanere un po’ con noi?’.

47. Egli ha fatto solo un cenno col capo. Lei l’ha aiutato a togliere il carico dalla schiena, e vedendo che la sua giacca era sciupata, ha detto:

48. “Ma, buon uomo, non puoi caricarti così, questo non è certo necessario!’. Allora il povero uomo ha detto: ‘Non io, ma altri mi hanno addossato questo carico; e nessuno mi leva qualcosa! Io cerco e cerco, e non trovo nessuno che mi aiuti. Gli uomini sono ciechi e sordi, e senza disponibilità di cuore!’.

49. A questo punto tutto è scomparso davanti ai miei occhi, solo il carico è rimasto. Io però ero avida di sapere che cosa c’era veramente in quello zaino. Ho tolto alcuni involucri e, oh, spavento, c’erano animali vivi di ogni specie. L’involto è diventato stalla, dove accanto a maiali, vi erano cani e gatti, e anche altri animali, di cui si dovrebbe aver timore, poiché ho visto anche alcuni ratti. Allora sono fuggita, lieta che era stato solo un avvenimento”.

50. Johanna: “Ora Ida, riferisci tu la tua esperienza, ma senza timore, perché siamo fra noi e ci comprendiamo tutti”.

51. Ida: “Ahimè, sorella Johanna, c’è poco da riferire: io sono di nuovo a casa e, strano, mamma e papà non ci sono. Naturalmente mi cerco qualcosa da mangiare e mi metto comoda. Trovo, infatti, ciò di cui avevo ardente desiderio. Quando sono così nel più bello del mio banchetto, arrivano due fanciulli dei vicini e mi guardano, pieni di speranze. Faccio loro un cenno col capo. I due non dicono niente, ma la ragazzina mi tende incontro la mano, implorando. Allora io dico: ‘Andate tranquillamente di nuovo a casa, voi avete più di me da mangiare, perché io qui sono solo in visita!’. I due mi guardano pieni di rimprovero e, prima che io possa pensare qualcosa, scompaiono. A un tratto però, il cibo non mi piace più, ora so di aver commesso un errore. Ritorno nel soggiorno. Qui tutto è estraneo, tutto è completamente diverso; mi sento, a un tratto, abbandonata, e comincio a piangere. Corro fuori per cercare mamma, e mi risveglio dal sogno”.

52. Johanna: “Voi tutti potete riferire le vicende, ma non interpretare ciò che queste vi vogliono dire. Tu, Frida, puoi immaginare chi era l’uomo con lo zaino, e il suo strano contenuto?”.

53. Frida: “No, carissima sorella, e ancor mai ho visto quell’uomo nella mia vita!”.

54. Johanna: “Ebbene ascolta, e non ti spaventare! Quell’uomo nel tuo mondo corrisponde al Signore e Salvatore Gesù, sul Quale con i tuoi concetti sbagliati hai caricato tutto. Gli uomini piccoli e cattivi corrispondono al tuo amor proprio che accolla sempre nuovi carichi al Signore. Gli uomini altezzosi corrispondono al tuo amore per il mondo, il quale pensa solo a sé e mai agli altri. Con il tuo ingresso nella nostra comunità hai dato spazio al grande Amore del Padre, il quale si rivela nella madre col giovinetto, che ha sgravato il Signore e Salvatore. E con ciò hai ottenuto uno sguardo di quel che vive ancora nel tuo mondo”.

55. Frida: “Ma, sorella Johanna, questo è tuttavia spaventoso. Io non ne so proprio nulla. Il mio mondo, oppure come tu già hai detto spesso, sarebbe peggio di una stalla di maiali?”.

56. Johanna: “Sì, hai ragione, ma devi pensare che questi abitanti sono solo rispondenze. In realtà tutte le inclinazioni di questi uomini e animali giacciono in te, e perciò bisogna lottare, lottare e, di nuovo lottare, affinché il Signore, trovando una casa ripulita, possa interamente dimorare in te.

57. Tu, Ida, in questo stai notevolmente peggio! La tua vicenda, infatti, ha dimostrato che godi senza scrupoli le benedizioni dell’Amore, ma rimani povera nell’amore. Che ti sia sentita sola nel tuo mondo, e sia venuto su di te un pianto, è la tua fortuna, poiché la porta della Grazia è ancora aperta, e dovrai solo attraversarla. Il Salvatore aspetta tutti voi, e sarà qui, quando il vostro amore entrerà in quella maturità, senza la quale Egli non può venire incontro a tutti noi”.

58. Ida: “Sorella Johanna, questo è grave, eppure, io amo tanto il Salvatore, e mi struggo per Lui!”.

59. Johanna: “Sì, questo certamente Egli anche lo sa, meglio ancora di quanto tu Glielo possa dire, ma non è il giusto amore. Nei figli dei vicini, infatti, Egli è venuto a te come un bisognoso. Questo non è un rimprovero o una critica, ma un insegnamento; e solo attraverso l’insegnamento, potrai giungere alla Verità. Se lo fai, allora il tuo stesso spirito, il quale si manifesta continuamente in te come desiderio ardente, ti verrà in aiuto. Adesso basta. Andiamo nei nostri giardini, e vediamo che cosa è maturato in frutti”.

60. Maria dà gioia a tutti! In lei è vivente lo spirito che penetra sempre di più nella profondità della sua anima. Verso l’esteriore lei porta il suo essere purificato, così che tutti hanno la loro gioia.

61. Gli assistiti sono guariti, e presto verrà un messaggero che sistemerà questi cuori altrove. Johanna avverte un impulso del Signore in sé: lei sa, questo è il segno che le aspetta un nuovo compito, perciò con le sue sorelle ora desidera visitare Anton.

 


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Cap. 24

Finalmente ancorata saldamente

 

Nuova visita di Johanna da Anton, poi ricambiata da questi alla sua casa, che si è ancora ingrandita. – Meraviglia di Anton e Friedewald.

 

1. Maria: “Johanna, come puoi sapere tu, che il mio desiderio più segreto è di rivedere Anton?”.

2. Johanna: “Ma, Maria, non sai ancora che, quando due sono diventati una cosa sola, non può più insinuarsi nulla di estraneo tra loro? Il Signore rivela ogni cosa, anche cose come queste, che rallegrano, o rendono felici le mie sorelle”.

3. Più di trenta sorelle, adornate con fiori, e cariche di stupendi frutti, compenetrate dalla gioia, s’incamminano verso la casa di Anton.

4. Gotthold le aspetta con gioia, perché di Anton può riferire solo del bene. I giardini prosperano in pienezza, ovunque se ne scorge la mano amorevole e provvidente.

5. Anton è felicissimo, abbraccia Johanna e Maria, poi dice: “Vi ringrazio per tutto, voi, amate: ora non c’è più nessuna ricaduta! Mi sono sforzato, col clemente aiuto del Signore, affinché il nemico di ogni vita non avesse più il suo predominio in me”.

6. Johanna: “Caro Anton, ho saputo che l’amore ha riportato la vittoria, ora però, se arriveranno delle prove, mantieniti valoroso”.

7. Anton: “Johanna, se ti dico che mi sono sforzato, con l’aiuto del Signore, allora è anche così, e non ho più bisogno di nessuna prova, poiché ciò che sono, lo sono mediante la Grazia Sua. Il Suo Sacrificio sul Golgota non è stato vano, io Gli appartengo completamente, succeda quel che vuole. E allo stesso tempo i miei fratelli ora intendono l’Amore e la Grazia del Signore. Quanto ci rallegriamo di essere dei salvati! Questo te lo testimonierà Gotthold, il quale ci ha guidato nell’inesauribile Amore e nella Fedeltà nell’Essenza di Dio”.

8. Johanna: “Anton, sii per una volta del tutto aperto. Ti piacerebbe in eterno questo lavoro, questa gioia?”.

9. Anton: “Perché me lo domandi, Johanna? Non abbiamo abbastanza motivo di ringraziare? Non conosciamo nessuna miseria, ci comprendiamo, perché non mi dovrebbe piacere per sempre questa condizione?”.

10. Johanna: “Anton, voi siete dei salvati, siete felici, poiché siete stati sottratti alla miseria; ma, hai già riflettuto che ancora molti devono essere salvati? Guarda bene il nostro mondo: quanti potrebbero ancora trovare qui la felicità e la vera Vita, ma mancano salvatori e soccorritori! Potresti tu, da te stesso, diventare un salvatore per gli smarriti e i perduti? Guarda, il Signore ed eterno buon Padre rinuncia al ringraziamento proveniente dalla tua bocca, ma non può rinunciare al ringraziamento proveniente dal tuo cuore”.

11. Allora Anton afferra la mano di Johanna, e dice: “Johanna, posso e devo questo davvero? Pensa, quale uomo duro e brutale ero io! Non mi copriranno d’ignominia e di vergogna?”.

12. Johanna: “Ma Anton, non hai detto che ti sei sforzato? Che cosa ti preoccupa il sudiciume? Si tratta appunto di essere liberatore. E chi si trovava nel più profondo sudiciume, può comprendere meglio di tutti le miserie. Rifletti però anche: non è il Signore il primo, e miglior aiuto?”.

13. Anton: “Hai ragione, Johanna, e ti ringrazio per questo suggerimento. Tu mi mostri una via che fa di me veramente un servitore del Suo Amore. Ma, dimmi, Johanna: perché il Signore non viene più da noi? Quali errori facciamo ancora?”.

14. Johanna: “Nello Spirito Egli è in ogni caso tra voi. Ma che cosa dovrebbe ancora fare presso di voi? Io penso che la Sua presenza sia più importante presso i poveri e gli smarriti”.

15. “Di questo Gotthold non ha ancora detto una parola”, risponde Anton, “ma mi appare chiaro, e come un fulmine sta davanti a me un’immagine completamente diversa da quella che mi ero fatta del Signore. O Johanna, mi vengono i brividi, per quest’insondabile Amore che cerca solo i poveri e gli smarriti. Oggi mi hai dato il massimo che uno possa dare all’altro. Sia lode e ringraziamento al Signore!”

16. Le ore passano veloci; i loro cuori battono di gioia, con amore accolgono la meravigliosa consapevolezza: “Ci apparteniamo!”.

17. Johanna: “Fratello Anton, rimetti tutto al Signore! Anche Maria doveva maturare completamente, ma il momento, Lui solo doveva indicarlo. E ora, arrivederci a molto presto da noi, nella nostra casa dell’Amore!”.

18. In brevissimo tempo arriva Anton, con i suoi fratelli. Sosta da padre Hendrick e madre Anna. Ci sono ancora molti visitatori, e tra gli altri, Friedewald con la sua donna Hulda.

19. Per questo c’è una grande gioia, ma non sono del tutto d’accordo sulle loro aspirazioni. Friedewald è soddisfatto del compito a lui affidato, Anton desidera riceverne di nuovi. Ma sta a madre Anna, come rappresentante di questo meraviglioso mondo, di assegnare i nuovi incarichi. Durante la conversazione arrivano Johanna, Maria, Lisa, Christa, Rosel e Lena. Ciò che è offerto nell’Amore, è difficile da descrivere. La casa di madre Anna somiglia a un mondo di fiabe, mentre presso padre Hendrick tutto è rimasto uguale.

20. È un’ora di festa che tutti sperimentano, poiché madre Anna trova le giuste parole per impersonare lo Spirito del Salvatore, il Quale certamente si trova in molti come desiderio ardente, ma non ancora come loro proprietà.

21. Con queste parole termina il suo discorso: “Grandi, gravi tempi ci ammoniscono che siamo nati nella Grazia di Gesù e custoditi nel Suo Amore. Siamo beati, ma per che cosa siamo ammoniti? Dobbiamo diventare ed essere liberi e autonomi, e non sempre sperare e attendere l’ordine del Signore. Non è il Suo Spirito, diventato il nostro spirito, e il Suo Amore, la nostra vita? Perché allora i nostri pensieri vagano ancora nel mondo terreno, il quale porta ancora tanti non liberati, anche di noi?

22. Vedi, Anton, fratello mio, in te c’è il giusto fuoco, e come una valanga tu vorresti circondare tutto con il tuo amore rinato, ma non vuoi affrontare nuovi compiti senza l’ordine del Signore. Tu, invece, Friedewald, sei più tranquillo, poiché il tuo mondo è limitato. Vedi però, ciò che a te sembra ancora incredibile, per Anton è diventato un mondo nuovo. Il Signore ha sufficienti servitori per formare mondi che si supererebbero l’un l’altro in bellezze; ma passare in quei Cieli, – là il Signore vi è di rado Ospite. Perciò il Suo desiderio è per i figli, dove Egli è di casa, dove nessuna legge obbliga a qualcosa, bensì dove il puro Amore è creatore, e genera sempre qualcosa di nuovo.

23. Contemplate questa casa: l’amore filiale ha creato bellezze che rallegrano eternamente, e non stancano! Nel giusto spirito è presente anche il Signore, però non come Signore, ma come amorevole Padre, Soccorritore, Fratello e Amico.

24. In questo Spirito noi siamo guardiani del nostro mondo, custodi e soccorritori delle anime affidate a noi, ma anche creatori di nuovi pensieri e idee d’amore che, con impegno, si lasciano anche realizzare. In questa nostra comunità sono uniti oltre ventimila cuori fedeli. Che cosa ci dà allora la sicurezza e la forza di compiere tutto nello Spirito del Signore? La certezza: io sono figlio Suo, e sto qui in luogo del Padre. Ricordate: nessuno deve rimpiangere il meraviglioso Padre e Salvatore! E voi stessi avete ancora ardente desiderio della Sua personale venuta? Sorgete nel vero amore fraterno, affinché tutti i cuori splendano in magnificenza, chiarezza e forza per ogni salvezza e beatitudine, e anche per la beatitudine del Padre Santo.

25. Mangiate i frutti a vostro piacimento, e il vostro cuore vi mostrerà le giuste vie; poiché ricordando il motivo per il quale siete venuti qua, gioirete a vicenda!”.

26. Ora tutti si avviano per entrare nella casa dell’Amore presso Johanna e Maria.

27. Quando già da lontano vedono la casa più grande di molto, Anton domanda chi l’abbia costruita. Johanna lo informa che è stato l’eterno Amore stesso, e che per Lui non fa nessuna differenza, costruire una o cento case in un attimo.

28. Allora Anton guarda del tutto sconcertato Johanna, e dice: “Per il Signore tutto è possibile! Ora però vorrei sapere: perché invece noi abbiamo dovuto costruire la nostra casa col più grande sforzo?”.

29. Johanna: “Sì, talvolta è così! Quando si giunge in questo mondo, poveri e senza una ragione di vita, si deve appunto recuperare ciò che si è trascurato nella vita terrena. Sii certo: se nel tuo amore hai bisogno di dieci o più case, le avrai. Ciò che vuole il tuo amore, lo vuole anche il Signore; e non ti urtare mai in qualcosa, sia bello o non bello, ma regolati del tutto secondo l’Amore, e tutto verrà naturalmente. Ecco, ora ci siamo: nel Suo Nome siate affettuosamente benvenuti!”.

30. Anton è sorpreso: qui tutto è diventato molto più bello, e anche più grande, ma i molti, molti uomini ne occupano solo la più piccola parte. Allora osserva: “Johanna, da quando l’hai ingrandita, qui potrebbero trovar posto ancora dieci volte tanti”.

31. Johanna: “Anton, non ci ho proprio badato! Di questo, infatti, mi rendo conto: il Signore non ci vuole mai mettere in imbarazzo, quando l’amore filiale osa qualcosa che a un angelo sembra impossibile!”.

32. “Come mai?”, chiede Anton, “gli angeli non sono anch’essi portatori della Volontà del Signore?”.

33. Johanna: “Precisamente! Hai ragione! I figli invece sono portatori dell’Amore, di quell’Amore che ha sacrificato la propria Vita per portare e rendere possibile la Salvezza a tutti.

34. Tu non ti rendi ancora conto della grande miseria, ma quando la vita incalzante sarà diventata in te completamente tua, allora dimenticherai i tuoi stessi desideri e cercherai di donare vita nello Spirito del meraviglioso Amore del Padre e Salvatore. Pensa a ciò che madre Anna ha detto: ‘A nessuno deve mancare il magnifico Padre e Salvatore attraverso il nostro amore, e noi stessi bramiamo che il Signore venga ancora da noi personalmente!’. – Vedi, tu hai riposato sul Suo petto, e da allora tutta la tua vita è una vita nuova. Il Signore, infatti, ha messo la tua vita passata sul Suo conto, e ora aspetti che Egli venga, e ti dica ciò che sai già da tempo? Vedi, questi molti, molti cuori sono attaccati a noi in spirito di ringraziamento, e la loro gioia è la nostra gioia, ma manca ancora molto, prima che essi entrino nello Spirito che vuole del tutto redimere e liberare. I tuoi fratelli erano di cuore grato e volenteroso. Avresti tu anche il coraggio di guidare i renitenti, i malati e gli smarriti nello Spirito, fino a che questo li rendesse figli liberi? Se ti riuscirà, allora, fratello, sarai diventato vincitore nell’Amore, e servitore e rappresentante assoluto dell’Amore!

35. Ora venite, e guardate ciò che ci dona l’Amore. Non meravigliatevi di nulla, e rendetevi sempre conto che in voi questo è ancora molto più meraviglioso!”.

36. Essi assaggiano alcuni frutti, il cui buon sapore la Terra non conosce, poi tutti vanno nei giardini e nelle piantagioni, cosa che suscita in loro una grande meraviglia.

37. Anton, alla presenza del fratello Friedewald, osserva: “Johanna, non avresti dovuto darci questa gioia, poiché misera è la nostra casa, e là, noi non riusciamo a trovare un tale senso della bellezza”.

38. Johanna: “Ma, fratello, consideri così poco l’Amore del Signore? Noi non vogliamo creare bellezze, bensì allietare! Tutto è diventato così da se stesso, attraverso l’Amore del Signore e la Sua Grazia. Per che cosa hai bisogno del senso delle bellezze, se l’Amore è la tua sola necessità? In te tutto si trova in ogni caso ancora molto più meravigliosamente!”.

39. Parla Friedewald: “È difficile da credere, come Johanna sistemi tutto. Ci troviamo davanti al più grande mistero, e osiamo a malapena pensare, davanti a una simile formidabile magnificenza e grandezza”.

40. Johanna: “L’Amore del Padre Santo, che fa di noi tutti figli Suoi, è la cosa più semplice e più naturale che esista. Non è colpa del Padre, se tu sei ancora non-libero e prevenuto, ma è tua stessa colpa. Se t’imporrai per ottenere questa libertà, che farebbe di te un figlio libero, ti staranno certo a disposizione tutte le forze di Dio e la Sua Sapienza. Ma l’Amore, no; questo dovrai trovarlo tu, in te stesso, e dovrà essere la forza motrice di tutto il tuo volere e operare. In questa tua gratitudine, tu rimarrai più servitore che figlio, e i tuoi fratelli ti saranno appunto solo fratelli. Vedi, ciò che ti dico è la mia stessa vita, perché in ogni fratello io vedo un salvatore in divenire che potrebbe portare milioni di fratelli smarriti alla loro vera destinazione. In ogni sorella, una madre che potrebbe partorire vita infinita proveniente da Dio!

41. Vedi, per questo io non ho bisogno di nessuna maturazione nella mia anima, bensì solo della consapevolezza: io sono figlia Sua! La Sua morte sulla croce è il mio certificato di nascita, il Suo Amore, l’eterno lascito. Il pensiero che io possa sbagliare, proprio non mi viene, perché Egli stesso mi dona il Suo Spirito, tramite il quale devo agire e operare.

42.Vedete, cari fratelli, il Signore non una sola volta mi ha detto: ‘Se tu vuoi, io ti guiderò nel tuo mondo, che in bellezze rappresenta molto di più meraviglioso!’, ma io ho detto: lasciami qui, Padre mio; qui è il mio posto, perché si tratta di trapiantarvi la Tua vita. Se Egli quale Signore ed eterno Padre, ancor sempre va come supplicante da cuore a cuore, da anima ad anima, qual è allora il mio dovere, come figlia?”.


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Cap. 25

Di beatitudine in beatitudine

 

Continua la visita di Anton e tutti si recano in una vicina casa, da Christian. – Accoglienza nell suo mondo-casa e visita all’eremo dalle sette porte. – Nuove esperienze per comprendere il mondo interiore più profondo, poi il banchetto con pane e vino, e la presenza nascosta del Signore.

 

1. Passano davanti a delle piccole casette. Friedewald non ha ancora mai visto qualcosa del genere, e osserva:

2. “In una casetta così piccola, con intorno questa superba magnificenza, si dovrebbe riposar bene!”.

3. Johanna: “Vogliamo visitare per una volta una casa così, affinché anche tu possa sperimentare le meraviglie dell’Amore che è così infinito”.

4. “Noi tutti?”, dice Friedewald, “là c’entrano appena dieci persone, e noi siamo quasi mille!”.

5. “Vieni e guarda, fratello; là ci aspettano già il fratello e la sorella che sono proprietari della casetta. Non meravigliatevi! Poiché voi state sul suolo del più puro Amore di Dio!”.

6. Quasi curvati, attraversano la stretta porta, e si trovano in una stanza che contiene migliaia di persone; anzi, essa non è una stanza, bensì un mondo nel quale vivono molti, molti uomini”.

7. Friedewald: “Fateci tornare indietro, questi prodigi mi opprimono; davanti a quest’Amore di Dio, io rimango polvere e cenere!”

8. Dice il proprietario della casetta: “Siate salutati e benvenuti mille volte, voi sorelle e fratelli! Rimanete finché volete, e fateci deliziare nel vostro amore, che ci porta una gioia così grande. Ma a te, Johanna, io vorrei rimproverare più di tutti, perché non mi hai ancora portato neppure una volta le tue sorelle”.

9. “Non era ancora tempo, fratello Christian, e non c’è stata neanche occasione, poiché altri avevano bisogno del nostro amore. Rallegrati però, oggi il frutto sta maturando!”.

10. “Questo lo sento volentieri, Johanna, e anch’io posso darti una grande gioia: là nella casa successiva è venuto ad abitare un buon conoscente con la sua donna; entrambi ti hanno conosciuta bene nella tua vita terrena, e hai goduto un po’ d’amore attraverso di loro”.

11. “Allora devo subito andare a trovarli, perché per allietare, non si deve indugiare troppo a lungo!”.

12. “Così va bene. Tutti però rimanete ancora un po’ qui. Il mio cuore è traboccante, tanto che vorrei stringere ognuno al mio petto, e la mia Auguste riflette già su come potrebbe sorprendervi con delizie”.

13. Johanna invece propone: “Questo no! Oggi siamo noi quelli che portano. Le mie sorelle hanno provveduto abbondantemente, portando qualche meraviglioso mazzo di fiori che vi dovrà a lungo rallegrare”.

14. A questo punto Lisa, Christa, Rosel e Lena, con i fiori che gli assistiti hanno portato, cominciano a decorare le poltrone di riposo, mentre cantano la canzone: ‘O raggio dorato del Sole!’. Tutti sono silenziosi, e ascoltano il canto. Con questo cantare, però, sono attirati anche altri abitanti della casa, e presto in essa regna la più grande gioia.

15. Anton non sa cosa gli succeda, allora Christian e Auguste lo prendono in mezzo a loro e lo persuadono a osservare ancor di più e meglio, questo mondo.

16. “Perché proprio io?”, obbietta Anton, “Friedewald è, di gran lunga, il migliore”.

17. “No, fratello! In te c’è un fuoco divampante che io vorrei ancora alimentare. Tu sei in fermento. Con ciò il tuo amore rimane nell’orbita dell’Amore del Salvatore e puoi tranquillamente vedere cose che non conosci in nessun caso. Ci devono accompagnare solo Friedewald e le cinque giovinette. Non ci dobbiamo preoccupare per gli altri, poiché la mia donna ha a disposizione i giusti aiutanti”.

18. Anton guarda Johanna, lei fa cenno col capo, allora domanda che cosa sarà di Maria! Risponde Johanna: “Lei rimane qui con la donna di Christian, poiché il fratello Christian ha indicato solo noi cinque ad andare con lui”.

19. Senza dir molto, essi seguono Christian attraverso stupende piantagioni, giardini e case. Infine arrivano in un eremo, in zona deserta.

20. Christian: “Posso portarvi qui attraverso la Grazia del Signore. All’esterno piccolo e poco appariscente, la porta bassa ma larga, all’interno però si rivelerà a voi molto. Apriamo la porta, nel nome del Signore!”.

21. Quelli che entrano non vedono che sette porte. Christian spiega: “Questo eremo ha sette porte. Non sono chiuse, ma non vorrei che le apriste da voi stessi ed entraste nelle stanze, poiché là vi è ancora molto di estraneo e di sconosciuto. Voglio essere io la vostra guida, ma non dovrete parlare, non vi dovrete meravigliare né spaventare: dovrete solo guardare, ascoltare e percepire.

22. Qui alla prima porta c’è molto di ciò che vi è ancora noto dalla Terra, allora ci tratterremo di meno. Venite, entriamo!”

23. C’è buio nella stanza, ma si fa sempre più luce. Qui essi vedono una città, con molti, molti uomini che agiscono con precipitazione e di corsa; nessuno ha tempo. Diventano visibili grandi edifici e case commerciali, e una grigia foschia incombe su questa città.

24. Christian: “Ecco, guardate come nel mondo degli spiriti questi poveri, poveri uomini sono ancora catturati. Ci vuole qui ancora un lungo tempo, prima che si possa aiutare, poiché questa grigia foschia è il segno che essi sono ancora soddisfatti. Seguitemi alla seconda porta!”.

25 Anche qui il paesaggio è buio, ma presto si fa più luce. È una fiera, con molti, molti caffè-concerto, e molte persone acconciate. Si divertono, perché tutto è libero e non costa nulla; è una vita in movimento, uno spettacolo cento volte peggiore che nel mondo terreno.

26. Christian: “Anche qui ogni amore è prematuro; quest’affaccendarsi, infatti, è la loro vita. Andiamo alla terza porta”.

27. Là è già più chiaro, e si può abbracciare con lo sguardo il paesaggio. Vi sono, in una progressione, molte chiese. In ogni chiesa vi sono servitori che invitano i passanti, i quali sono riccamente curati. “Vogliamo visitarne una? Tu, fratello Anton, decidi in quale dobbiamo entrare”.

28. Anton: “Andiamo nella terza chiesa, perché è la terza stanza”.

29. Christian: “Io lo sapevo che avresti scelto la terza”.

30. Pieni di gioia ricevono dal servitore un trattato, ed entrano. Li accoglie una grande chiesa, addobbata con molte immagini e specchi, i quali sono concavi, rotondi, lunghi e anche larghi. In ogni direzione si può contemplare se stessi, e anche gli altri, cosa che talvolta causa parecchio buon umore. L’altare porta solo un ornamento: una candela ardente.

31. Christian: “L’unica cosa buona in questa chiesa è la candela. Sediamoci in una fila, e tratteniamoci un poco”. Arrivano sempre più visitatori, si stipano davanti agli specchi. Una campana suona, molti cercano posti nelle file, ed ecco che arrivano anche i sacerdoti, acconciati con talari variopinti. Un organo suona una melodia sconosciuta, un sacerdote pronuncia un paio di parole che non sono comprese; dopo, gli altri sacerdoti distribuiscono mostrine che hanno sulla parte posteriore una piccola immagine.

32. Christian dice: “Venite, non abbiamo bisogno delle loro mostrine! Ma rifiutarle sarebbe un insulto, poiché questi sacerdoti si potrebbero molto arrabbiare”.

33. Lasciano la chiesa e restituiscono al servitore il trattato. Christian nota: “Qui è coltivata solo la vanità, e sarebbe sbagliato se si volessero convertire questi uomini. Andiamo alla quarta porta”.

34. Vi entrano, e si trovano in una grande casa e in una grande sala. Alle pareti pendono ritratti di grandi personaggi, alcune effigi sono perfino guarnite con fiocchetti. Sono presenti molti uomini: è un’assemblea dei grandi, i quali criticano le condizioni sulla Terra. Gli animi sono accesi; gli uni sono felici, gli altri indignati. La conferenza diventa sempre più tempestosa. Allora si vede come le teste degli uomini diventino teste di animali. Dopo un difficile dibattito, stanno ancora di fronte solo bestie, le quali più di tutto preferirebbero sbranarsi.

35. Dice Christian: “Venite, qui possono intervenire solo spiriti forti. Convertire si presenta molto difficile, infatti, questi sono politici incalliti, e hanno anche un grande seguito che controlla le condizioni della Terra”.

36. Christian continua: “Al loro confronto i nostri malati sono certo esseri molto più ragionevoli; per lo meno conservano la loro sembianza umana!”.

37. Christian apre la quinta porta. È buio fitto, e molto tempo ci vuole prima che sia abbastanza chiaro. Tutti si trovano in un cimitero. Ci sono molte tombe fresche.

38. Christian: “Qui vi posso parlare, perché non siamo ascoltati né visti. La morte ottiene un ricco raccolto, e quasi tutti quelli che sono sepolti qui, si trovano ancora in, e presso le tombe.

39. Qui c’è un grande campo di lavoro per spiriti servitori, i quali lavorano con grande successo. Questi, infatti, sono vittime di questo tempo, perché non si sono preoccupati dell’Eternità. Molti di loro non sanno nemmeno di essere morti, e perciò accettano anche molto difficilmente la verità. Ci vorrà molto tempo, prima che si possa portar loro aiuto, poiché non vogliono pregare. Ora andiamo alla sesta porta. Qui si dovrà avere grande prudenza”.

40. Sono circondati dall’oscurità. Christian prende la mano di Anton, anche gli altri si prendono per mano, così Christian si tira dietro tutti. Stanno davanti a una grande tomba che ha una finestra, attraverso la quale si può guardare dentro.

41. Si è fatta un po’ più di luce. Allora Christian li fa guardare uno dopo l’altro, e ciò che essi scorgono è il prodotto del puzzolente orgoglio. Ecco che vedono uomini gonfiati come ranocchie, scimmie, pavoni e ogni altra specie di altri animali. La loro più grande gioia, però, è quando possono frugare nella carne degli altri con affilati coltelli.

42. Christian mette il dito sulla bocca, e tutti tornano indietro silenziosi. Poi spiega:

43. “Qui l’inferno è nel suo elemento! Qui ancor mai un angelo ha potuto servire con successo!. Essi dovranno essere purificati attraverso sofferenze e tormenti. Ora ci resta da visitare la settima porta. Ci vorranno pochi attimi, ma non è cosa per fanciulle, perciò, esse aspetteranno qui”.

44. Christian accenna ad Anton e Friedewald alla porta aperta. Guardano in una stanza, dove uomini di entrambi i sessi sono impegnati a mangiare e bere lautamente. Anton guarda Christian e dice, a bassa voce:

45. “Ma, esiste dunque una cosa così? Gli uomini mangiano genitali delle donne, e le donne, quelli degli uomini? E tutti schioccano le labbra, come se fosse il migliore cibo del Cielo!”. – “Continua a guardare”, dice Christian. I piatti si svuotano. Allora impazziscono quasi di libidine. Arrivano a tal punto che, con i denti, strappano a morsi la carne dei genitali degli altri e la mangiano con il massimo piacere.

46. “Venite, è abbastanza”, dice Christian, “questa è la cosa più brutta; qui non c’è niente da fare. Qui solo la malattia e il dolore possono operare il necessario, prima che costoro diventino ricettivi per una parola di vita dell’Amore e della Grazia di Gesù”.

47. Tornando verso casa, Anton dice: “Fratello Christian, se siete davvero abitanti liberati e beati di questo mondo, come mai in questo tuo mondo esistono ancora tali esseri e luoghi così infernali? Con le prime tre porte potrebbe ancora andare, ma con le altre?”.

48. “Hai domandato bene, fratello mio. Poiché ciò che abbiamo visto, si trova purtroppo ancora nel nostro mondo. Finché noi non saremo perfetti, anche lo sviluppo non sarà completato. Ci vorrà proprio una lunga evoluzione. Ciò che vediamo come effetto, giace ancora come seme in noi, ma se camminiamo sulle vie del Signore e cerchiamo di diventare completamente simili al Salvatore e Padre Gesù, quel seme del falso e sbagliato non potrà manifestarsi. Perciò è bene che diventiamo sempre più consapevoli di tutte le cose che attendono in noi la resurrezione. Quello che in me sta di legato, io cerco di scioglierlo negli altri. Ciò che deve vivere in me, io lo desto negli altri; per questo il Signore ci dà la forza e la riuscita!”.

49. Quando sono di nuovo rientrati, tutto è nella più grande gioia e armonia. Allora Maria domanda a Johanna: “È stato bello, Johanna?”.

50. Lei dice: “Maria, ciò che abbiamo visto sta, su di me come una nuvola pesante. Dobbiamo imparare ancora molto, appropriarci ancora di molto amore; solo con questo saremo armati davanti ai votati alla morte”.

51. Maria: “Sei triste, Johanna, ma per questo, io vorrei, e potrei esserti completamente d’aiuto!”.

52. Johanna: “Triste, no! Ma penso a quanto deve essere triste il buon Padre, perché tutto il Suo Amore ha avuto così poco successo. Non meravigliamoci dunque, se non abbiamo subito il risultato; non possiamo comprendere la grandezza della Pazienza del Padre. Quando saremo finalmente al punto da poterLo comprendere del tutto?!”.

53. Christian: “Johanna, l’Eternità ci porterà tutto, l’impulso in noi a essere degni rappresentanti del Suo Amore e della Sua Misericordia, attingerà forza dalla Sua Forza e Vita dell’Amore proveniente dalla sua Vita d’Amore. Per voi, cari Anton e Friedewald, gli avvenimenti siano solo un meditare su voi stessi, un esaminare e riesaminare il vostro amore, per capire fin dove potete andar dietro ai perduti.

54. Finora tu, caro Anton, hai potuto avvicinarti alla tavola del Padre mediante la Grazia Sua. Se ora diventi fratello – e chiunque lo voglia, potrà esserlo – , e mangerà alla tua tavola che il Padre celeste sempre apparecchierà. Vedi, come tutti i tuoi fratelli si saziano alla mia tavola, che per me è la pura tavola del Padre! E se ne arrivassero centomila, tutti sarebbero saziati, se in me l’impeto di essere vero fratello per tutti loro è vivente. Da ciò dipende la riuscita. Non ti meravigliare dunque, se i tuoi nemici saranno i primi che ti verranno incontro, poiché essi saranno spinti a cercarti dal loro odio. L’Amore però, quale unico mezzo, sarà capace di essere vincitore, e la gioia sarà per te la più meravigliosa ricompensa.

55. Per te invece, Friedewald, sarà più facile! Tu avevi meno nemici, ma chi potrà averti per amico, sarà eternamente tua proprietà. Ora andate avanti, l’eterno Amore sia la vostra Stella polare. La Grazia di Gesù sia sempre con voi e in voi!”.

56. Johanna dice: “Fratello Anton, vai con i tuoi fratelli nel tuo luogo d’azione, e non attendere più la chiamata del Padre, ma agisci secondo l’impulso ch’è in te!

57. E tu, Friedewald, vieni ancora una volta con tua sorella Hulda dall’amico del padre mio terreno: ti porterà certamente grande benedizione”.

58. Friedewald manda i suoi fratelli alla loro casa e promette di seguirli molto presto, poiché vuole prima accompagnare Johanna.

59. Johanna invia le sue sorelle dai suoi assistiti; esse dovranno portare velocemente molti meravigliosi fiori, e ciò vuol dire dar loro una grande gioia. Le sorelle corrono via come il vento e dopo pochi minuti sono di ritorno, ognuna con un abbondante mazzo dei fiori più belli.

60. Nel frattempo Johanna cammina tra Friedewald e Hulda, e insieme rivivono alcuni ricordi. Ecco che giungono nella casa di Bruno e Marien.

61. Anche questa all’esterno è piccola, si accompagna assolutamente alle altre. Essi sono attesi nel giardino antistante.

62. “Sii calorosamente benvenuta, piccola Hanny!”, dice Bruno. Marien invece la stringe tra le braccia, e dice:

63. “Sulla Terra era compassione, quando ti dimostravamo amore, ma qui è santo Amore che unisce i nostri cuori”.

64. “Anch’io ho gioia di potervi visitare. Qui anche le mie sorelle e i nostri assistiti, vi vorrebbero dimostrare il loro amore. Non avrete certo nulla in contrario, se nel loro amore abbelliscono ancora un po’ la vostra bella casa!”.

65. Marien: “Ma naturalmente, Hanny! Non è solo la nostra, ma è anche la Gioia del Signore”.

66. In pochi minuti la casa è adornata, ed è inconcepibilmente bella. Il tetto poggia sopra molte colonne, e ogni colonna ha un colore diverso. Nel mezzo c’è una lunga tavola con molte sedie ai muri; a destra e a manca vi sono meravigliose nicchie, e ognuna di queste, è di nuovo un mondo a sé.

67. Bruno: “Lascia che tutti occupino posto a tavola, come per un banchetto d’amore. Ciò che sulla Terra era per noi sacro dovere, qui è l’esigenza più grande. Quando nelle ore di quiete rivive di nuovo qualcosa di terreno, in me penetra talvolta un pentimento, e penso che avrei potuto fare ancora di più; ma ora sono libero, e tutti devono sperimentare nella mia casa, che è anche la casa del Padre, che cosa sia possibile al puro amore”.

68. Johanna vorrebbe dare alla sorella indicazioni per i posti a sedere, ma Bruno dice: “Lasciale muoversi del tutto liberamente, e anch’io lascerò a loro la scelta”. Allora esclama ad alta voce:

69. “Voi sorelle, ascoltate: Johanna con le sue sorelle sono mie ospiti, voi invece siete ospiti del Padre Santo; perciò occupate posto alla tavola solennemente adornata, tavola che voi, inconsapevolmente, avete abbellito per il meraviglioso Padre. Nella mia casa vi serviranno fratelli e sorelle. Noi siederemo là nella nicchia, così da poter abbracciare tutto con lo sguardo. Voi invece siete assolutamente libere, e fate così come se foste del tutto nella vostra stessa casa”.

70. Bruno invita Johanna con le sue sorelle, come anche Friedewald, a sistemarsi in questa nicchia, che somiglia a un palazzo magico. Una tavola con dodici sedie, invita a sedere. Ora giungono anche le sorelle serventi con pane e vino, e i calici più fini. Quando la tavola è apparecchiata, e i calici sono tutti riempiti, le sorelle serventi e Bruno occupano il loro posto.

71. Bruno si alza, e dice: “Voi figli del Padre mio celeste, non posso salutarvi uno ad uno, e anche non lo voglio, poiché non io, ma l’eterno Amore vi vuol salutare e ringraziare, per essere finalmente venuti qui. Mangiate il pane che è stato donato per queste ore di festa, e gustate il vino che l’Amore ha prodotto, affinché entrambi, pane e vino, diventino in voi Vita e Amore. Ognuno prenda il suo calice, e beviamo alla salute di tutti quelli che noi amiamo!”.

72. Bruno alza il suo calice, e soggiunge: “Tu, Padre meraviglioso, benedici noi e questo pasto, affinché diventiamo completamente una cosa sola con Te. Amen!”.

73. Allora tutti bevono, e stendono la mano per prendere il pane, che è tanto buono, mentre passa una gioia attraverso le file, come non è possibile sulla Terra. Anche quelli nella nicchia sono colmi di gioia, e i loro cuori diventano traboccanti di delizia e beatitudine.

74. Commenta Friedewald: “Non ho mai potuto sperimentare una gioia simile! Anche da noi era magnifico e bello, ma questa è una gioia diversa; non riesco proprio a capire perché”.

75. Bruno: “Sì, Friedewald, ti comprendo perfettamente. Da voi erano necessarie occasioni dall’esterno, per provare gioia e sentirvi beati, ma qui è un impulso dall’interno che produce tale gioia e beatitudine. Ciò che voi chiamavate gioia, era frutto del vostro amore. Ciò che provate qui invece proviene dal Signore che, nel Suo Spirito e, anche personalmente, è completamente tra noi”.

76. “Ma dov’è Lui?”, chiedono tutti come da un’unica bocca. Bruno e Marien sorridono: essi sanno che il Padre Santo serve come fratello, affidato alle cure di Hanny. Johanna Lo ha notato, e Bruno dice: “Là! Egli siede tra Frida e Ida!”. Le due sono lì senza sospettare nulla, ma i loro cuori ardono di gioia.

77. Adesso tutti Lo notano, perciò Bruno avverte: “Non rivelateLo! È l’espressione d’Amore del Padre Santo, servire senza essere riconosciuto. Puoi tu immaginare perché, cara Hanny?”.

78. “Non ho ancora riflettuto su questo. È perché Egli vuole risvegliare ancora di più l’Amore?”.

79. “Anche questo, Hanny, ma guarda: questa casa è fatta in modo tale che anche il nemico con i suoi spioni abbia occasione di osservare tutto con occhi acuti. Quando il Padre Santo col Suo Amore contrassegna quelli ancora immaturi, e che non appartengono ancora totalmente a Lui, allora essi sanno che questi sono perduti per loro. Perciò vi è gioia presso di noi, e invece là, nel campo nemico, vi è delusione”.

80. Anche quest’ora festiva volge alla sua fine. Il momento più bello però, è quando il Signore versa il vino a quelli nella nicchia e, su loro preghiera, ne condivide il brindisi.

81. Colma dei presentimenti più beati, Johanna guida i suoi amati verso casa.

82. Anche Friedewald e Hulda si separano, con la consapevolezza che un nuovo periodo comincia per la salvezza loro, e per quella degli altri.


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Cap. 26

Nella provata fornace incandescente

 

Sotto un impulso interiore, Anton vuole recuperare degli amici che sono ancora nell’inferno. – Parte la spedizione con Johanna, Lisa e altre donne. – Un angelo li segue per l’aiuto. – Anton nell’inferno invita gli ex amici terreni a seguirlo; alcuni accettano, altri restano, e sono accerchiati da diavoli.

 

1. Dopo un tempo brevissimo, Anton va da solo nella casa dell’Amore. Non può fare diversamente, l’impulso in lui è così potente che deve prendere congedo dai suoi amati e correre da Hendrick e madre Anna, dove è calorosamente accolto. Dopo un breve e beato intrattenersi, l’impulso lo induce anche da Johanna e Maria. Queste nuovamente lo aspettano, poiché il Signore lo ha rivelato loro.

2. Senza dar troppe spiegazioni, Anton dice: “Johanna, per me è ora: devo andare dai miei fratelli e sorelle smarriti, perché la loro miseria mi rende infelice. Lo sento, io appartengo a loro, e loro a me. Mi aiuteresti, tu?”.

3. “Volentieri, Anton; ma sappi che in seguito non avrai la tua parte di gioia, poiché ricorri a un aiuto estraneo”.

4. “Johanna, io non voglio proprio nessuna ricompensa, bensì che gli altri si trovino e gioiscano con noi. Non posso resistere più a lungo a tale impulso”.

5. “Se è così, Anton, allora non vogliamo temporeggiare: il tuo amore è anche l’Amore del Signore! Non ci vorrà una lunga preparazione, poiché noi siamo pronte. Questa volta però, sorelle mie, venite tutte con noi!”.

6. Questa è una gioia. Lisa abbraccia Johanna, e dice: “Finalmente siamo degne per opere più grandi. O meraviglioso Gesù, quanto buono sei Tu!”.

7. Dopo un breve commiato da tutti gli amati, inclusa madre Anna, essi s’incamminano verso quel mondo a loro conosciuto ma tenebroso. Corrono verso Ponente, dove li conduce una brutta strada.

8. Johanna domanda: “Anton, hai una meta stabilita, oppure vuoi lasciarti guidare dal tuo amore?”.

9. Anton: “Johanna, sono attirato dai miei amici, i quali anche vivono nel Regno degli spiriti, ed erano già morti, prima che io lasciassi la Terra”.

10. Allora viene loro incontro un angelo, saluta amichevolmente, e dice: “Io sono assegnato a voi come servitore, secondo la Volontà del Signore. Sono al vostro servizio con tutta la forza e la potenza che stanno a mia disposizione, poiché questo fratello è ancora inesperto. Dovete solo ordinare, e vi servirò prontamente e volentieri”.

11. Johanna: “Come ti possiamo chiamare? Io sono Johanna, questo fratello è Anton; Maria, Lena, Lisa e Rosel è la prima volta che vanno dai non redenti”.

12. “Chiamatemi Gotthard: anch’io come voi sono un servitore dell’Amore, ma il mio essere è severo come è severo Dio”.

13. “Questo non l’ho mai sentito ancora, che Dio debba essere severo; io Lo conosco dal lato più amorevole!

14. “Imparerai anche tu a conoscerLo da questo lato, poiché dove Dio è solo Dio, Egli è solo santa Serietà, santo Ordine e santa Verità. Anche tu, infatti, hai dovuto conoscere questo”.

15. “Ora ti comprendo, Gotthard, e il tuo servizio con noi ci legherà in eterno insieme”.

16. Gotthard suggerisce: “Avvolgetevi con questi mantelli: siamo già vicini a quelle sfere che non possono sopportare nessuna luce. Tu, Anton, non ne hai bisogno, poiché la tua veste è ancora di colore scuro. E di nuovo un buon consiglio, caro Anton: tu sei la guida di questa schiera. Come tratterai coloro che ci verranno incontro? È faccenda tua! Innanzi tutto non temere, e confida nel Signore, il Quale è tra noi nel tuo amore. E anche voi sorelle non temete, siate senza paura, e forti nella fede, poiché potete contribuire alla riuscita della santa opera. Io invece non potrò contribuire a nulla per la sua riuscita, ma dovrò proteggervi, secondo la Volontà del Signore”.

17. Giungono in una contrada abitata. Diventa sempre più buio, ma anche si fa visibile un chiarore rossastro, come di un incendio.

18. Dice Anton: “Là deve bruciare una città, secondo l’ampiezza del fuoco, deve trattarsi di un gigantesco incendio”.

19. “Ti sbagli, caro amico, questa è la sfera esteriore di quelli che voi volete visitare. Quanto più violenta infuria la discordia tra gli spiriti lì dimoranti, tanto più rosseggiante è per noi il loro aspetto. Sono esseri molto iracondi e litigiosi, e se andiamo lì in mezzo a loro, non avvertiremo nulla della chiarezza di quel fuoco. Quindi coraggio e fiducia: siamo alla meta!”.

20. Una moltitudine di spiriti è concentrata in uno spazio ristretto. Uno di loro ha tenuto un discorso che, all’apparenza, non ha avuto successo. Nella moltitudine, infatti, c’è un pigia pigia, e corrono spintoni. Parecchi vogliono andare là, dall’oratore, il quale ha parlato su di un malfermo monticello di sabbia.

21. Alla fine egli sale su di un altro sul monticello, e allora si fa silenzio. Egli dice: “L’oratore precedente ci ha fatto sperare in un qualche aiuto, ma ha dimenticato di dirci dove troveremo il pane, perché non io, bensì noi tutti abbiamo una terribile fame; egli è rimasto anche debitore di spiegarci soprattutto come siamo arrivati qui. È buio già da lungo tempo, quasi non ci riconosciamo più l’un l’altro, ed io ora domando: che cosa dovrà effettivamente accaderci e che cosa possiamo fare? A casa gli affari sono perduti, chi mi risarcirà i danni?”.

22. Uno di loro urla: “Hai sempre davanti agli occhi i tuoi affari, ma qui si tratta di cose ben più grandi: noi vogliamo essere i padroni, e non servi!”.

23. “Allora auguro a tutti voi molta fortuna. Io vorrei essere a casa, nel mio commercio!”.

24. Alcuni buttano a terra l’oratore dal suo monticello di sabbia, e manca poco che lo calpestino. Allora arriva un altro e va sul monticello di sabbia, aspetta un momento, poi dice: “Gente, nessuna lite! Siamo quasi giunti alla meta. Se state compatti dietro di noi, non esisterà potere che ci potrà scacciare. Tutta la città è nostra, tutti gli abitanti dovranno disporsi secondo quanto decidiamo noi. Gli indocili sono nelle prigioni. Ancora un po’, poi tutti elemosineranno il pane!”.

25. Anton arde di zelo, non ha più quiete; si spinge dall’oratore e riconosce in lui un suo acerrimo concorrente.

26. Lo investe costui: “Che cosa vuoi tu qui! Vuoi venire con noi?”.

27. Allora Anton dice: “No! Tutt’altro: esortarvi a venire voi, con me”.

28. “Allora ti sei scelto un brutto momento, perché il tempo è a noi favorevole!”.

29. Ora Anton diventa quieto; non va sul monticello di sabbia, ma dice ad alta voce: “Amici, ascoltate ciò che ho da dirvi: io vengo da un mondo di Luce e di Pace, dove vivono migliaia e ancora migliaia di esseri in gioia e soddisfazione. Pane e i migliori frutti, vino e i migliori succhi di frutta stanno a nostra disposizione, così che nessuno ha fame. Conosco molti di voi. E tutti voi, siete morti, come lo sono anch’io; siete spiriti e non più uomini, prigionieri della vostra cupidigia e avidità di dominio.

30. Che cosa volete ancora perseguire? Volete dominare su quelli che avete catturato, perché erano migliori di voi! Non vi è ancora venuto il pensiero che presso di voi, qualcosa non si accorda? Perché da voi non diventa mai giorno? Perché da voi non splende nessun sole, nessuna luna, né stelle? Da quanto tempo non avete più mangiato nulla? Queste sono realtà che dovrebbero incitarvi alla riflessione!”.

31. Allora l’altro gli urla: “Tu, spiantato! Hai fatto bancarotta, e ora vai a caccia, per prenderti degli stolti che ti dovranno di nuovo far salire? Paga prima tutti quelli che tu hai truffato! Oppure lo hai dimenticato, quanti sono andati in bancarotta a causa tua?”.

32. Anton si porta alla calma interiore, e aggiunge: “Non ho dimenticato nulla. Infatti, è per riparare la grande ingiustizia che vi ho causato come uomo, che sono venuto da voi. Credete questo, una buona volta: voi siete morti, e non avete più bisogno di cose terrene!”.

33. “Taci!”, urla il precedente oratore. “Tieni la tua verità per te, oppure impareai a conoscerci dall’altro lato. Ti abbiamo creduto una volta, e mai più ti crederemo di nuovo! Soprattutto, non allargarti troppo con la tua compagnia: con un pezzente come te non vogliamo avere più nulla a che fare!”.

34. Anton vorrebbe reagire, allora dice Johanna: “Fratello, se ti senti colpito dagli accusatori, allora la partita è persa! Rimani quieto in te: qui si tratta di glorificare l’Amore del Signore”.

35. “È più difficile di quanto pensassi. Non vedo più proprio nessuna via. Mi respingono. Prova una volta tu la fortuna”.

36. “Se ti posso servire, volentieri”. Lei si mette davanti all’oratore, e dice: “Amico, io non sapevo di aver arrecato sofferenza a te, oppure a un altro di voi! Io posso ripetere l’appello di Anton, e domandarvi: volete conservare questa triste vita in eterno? Perché è così come ha detto Anton: noi siamo spiriti, e non più uomini! Non lo volete credere, eppure è così e non altrimenti! A te, caro amico, non è ancora venuto in mente che sei separato dalla tua famiglia?”.

37. “Chi sei tu dunque, veramente, ad avere un tale interesse per noi? Se siamo morti o no, vi dovrebbe perfino essere indifferente; noi non vi abbiamo chiamato, perciò sparisci, altrimenti useremo la forza!”.

38. “Vorrei consigliarti, caro amico, di non essere così millantatore: la forza che voi possedete, infatti, è ben poca. Ma se non vuoi essere ragionevole tu, non hai tuttavia nessun diritto di impedire agli altri di esserlo, né d’impedire a noi di dirvi la verità sul vostro stato. Perciò ora mi rivolgo a voi, cari ascoltatori, e vi domando: siete veramente soddisfatti del vostro stato?”.

39. “No! No!”, gridano i presenti, “noi vogliamo andare a casa”.

40. Allora urla il precedente oratore: “Che se ne vadano, vi aiuterò io!”, e vuol percuotere Johanna.

41. Gotthard subito s’intromette, e intima: “Ancora una mossa, e sentirai tutta la durezza di Dio, tu impotente oratore chiacchierone!”.

42. A questo punto Gotthard è colpito, e all’istante, il braccio di quello che lo ha colpito è in fiamme.

43. La moltitudine indietreggia terrorizzata. L’uomo urla dai dolori, si getta a terra, vuole spegnere il fuoco: ma è inutile, il suo braccio continua a bruciare! Tutti sono terrorizzati di questa torcia ardente. Ora però costui corre via come spinto dalla furia.

44. Allora dice Johanna: “Non vi spaventate, cari amici: noi siamo venuti per servirvi, per aiutarvi, affinché giungiate a una vita giusta e vera! Che vostro fratello abbia dovuto incassare il rimprovero, è per sua stessa colpa; infatti, egli era stato avvertito da questo messaggero di Dio. Riflettete molto bene se volete accettare o no il nostro aiuto: noi siamo vostri amici!”.

45. Si fa avanti un uomo, e dice: “Quanto volentieri vorremmo credervi, e accettare il vostro aiuto, ma non è semplice. Siamo legati ai nostri creditori: sono loro, quelli cui dobbiamo obbedire”.

46. Anton riconosce l’uomo, e dice: “Lorenz, tu sai certamente chi sono, e da parte mia, tu non hai sofferto nessun danno. Io però ti dico: staccatevi dai vostri creditori, se perseverano sulle loro posizioni. Qui tutti i debiti sono pagati da Gesù Cristo, se si è disposti a credere in Lui, e a consacrare la propria vita a Lui. Allora tutto sarà nel giusto ordine, perché voi non siete più uomini!

47. Anch’io ho dovuto prima imparare a comprendere e a credere a questo. Che cosa avete fatto voi, da quando siete nel Regno degli spiriti? Nient’altro che cercato a vuoto, patito la fame e ascoltato ciò che i vostri creditori vi dicevano. Mentre io, con molti vostri amici, ci siamo ravveduti, abbiamo afferrato la mano soccorritrice di Gesù, e ora conduciamo una vita ben ricca in lavoro, e ancora più ricca in gioia”.

48. Allora molti si accalcano lì attorno, esclamando: “Dì di sì! Noi vogliamo una vita ordinata. Lorenz, non aver paura, il messaggero di Dio ha punito il nostro aguzzino perché lo aveva colpito”.

49. Ma poi ne arrivano degli altri, e sbraitano: “Lorenz, guai a te se diventi un traditore, siamo noi i padroni, e nessun altro!”.

50. Dice Anton all’angelo: “Caro messaggero di Dio, abbiamo bisogno del tuo aiuto. Qui, infatti, siamo impotenti. Guarda ora come si rimpicciolisce la grande moltitudine, davanti a quel paio di uomini”.

51. Risponde l’angelo: “Anton, io non posso aiutarvi, sono qui solo per proteggervi; parla però con Johanna, e vedi che cosa dice lei”.

52. Anton: “Johanna, hai sentito che cosa ha detto l’angelo? Che cosa succederà adesso?”.

53. Johanna: “Ma, Anton, perché sei così scoraggiato, e di poca fede? Non è il Signore tra noi, nel Suo Spirito? Perché non osi, nel nome del Signore, di imporre la tua volontà? Qui in questo mondo, vincitore è chi ha la volontà più forte. Abbi coraggio, e sii degno della grande Grazia che ti ha chiamato a diventare un soccorritore!”.

54. Anton rientra in se stesso, prega intimamente, poi dice: “Lorenz, vorrei continuare a parlare con te. E voi, che siete i loro padroni, adesso dovete tacere. Qui si tratta di aiutare quelli che cercano aiuto”.

55. Allora uno di loro grida: “Che cosa? Tu, fallito, vuoi ordinarci di tacere? Avrai immediatamente la tua ricompensa!”.

56. Anton riceve con una sferza un fendente al viso, ma ribatte: “Fermo! Nel Nome del Signore Gesù! Io ti perdono questo colpo, perché sei stato il più danneggiato a causa mia. Però ti dico: con un secondo colpo tu percuoterai il Signore Gesù, il Quale vive in me, e questo lo dovrai espiare pesantemente!”.

57. Allora costui alza il braccio per colpire. Anton tiene alta la sua mano, dicendo: “Nel Nome del Signore Gesù, getta via la sferza, altrimenti brucerai come ha bruciato il tuo amico!”.

58. L’altro indugia. A questo punto la sferza comincia a bruciare. Egli la getta subito via, e questa continua ad ardere sul terreno.

59. Anton prende coraggio, e dice: “Voi tutti avete sperimentato e imparato a conoscere la Potenza del Signore Gesù. Nessuno si spaventi per questo: noi vogliamo aiutarvi, perciò non pensate più a lungo e lasciatevi guidare in un’esistenza migliore.

60. Tu, Lorenz, chiama i tuoi amici: essi sono nostri amici! Tutti voi che volete, sarete accolti”.

61. Dice Lorenz: “Anton, dove ci vuoi portare? Se è vero che siamo morti, allora dicci: dove conduce il viaggio? Adesso tutto mi è spaventoso”.

62. Anton: “Lorenz, per tutto questo ci sarà tempo più avanti. Innanzi tutto raduna quelli che vogliono venire con te, affinché ci sia concordia tra noi”.

63. Anche Lorenz riflette, poi dice: “Gente, avete sentito che cosa vuole il nostro amico Anton? Chi vuol venire con me in un’esistenza migliore, può farsi avanti!”.

64. Molti vanno con Lorenz. Tra gli altri c’è ancora esitazione; allora si fa avanti Johanna e dice:

65. “È dunque così difficile credere in un’esistenza migliore? Se già non credete al vostro conoscente, credete per lo meno a me, a me che sono la più piccola ancella e servitrice del Signore Gesù. Ecco, guardatemi! Ho io l’aspetto di una creatura infelice e insoddisfatta?”. Si sfila il mantello scuro, lasciando vedere la veste raggiante, la fascia frontale sfavillante e la splendente cintura. Allora tutti sono come incantati. Johanna però si rimette addosso di nuovo il mantello dicendo: “Mi avete visto nella mia vera essenza. Non l’ho meritata in nessun caso, ma la devo solo all’Amore, alla Grazia e alla Misericordia del Signore Gesù, del vero ed eterno Salvatore e Redentore. Un tempo ero miserabile proprio come lo siete voi, e sono stata comunque accolta. Certamente ho dovuto imparare molto, e ancora di più, a levarmi di dosso ciò con cui ero cresciuta insieme. Ma sin dal primo soccorso e aiuto del Salvatore Gesù, sono comunque una salvata e redenta, e ho un solo un desiderio: che tutti coloro che vivono ancora nel falso e nello sbagliato, possano trovare il Signore di ogni Vita e di ogni Esistenza. Non esitate più a lungo, afferrate la mano salvatrice del Signore e Salvatore Gesù, mano che Egli vi tende incontro, attraverso di noi. Ringrazierete solamente. Ringrazierete, e mai vi pentirete”.

66. A questo punto, molti si accalcano attorno a Lorenz. Diventano sempre di più. Allora si fa anche sempre più chiaro, così che ogni volto può essere riconosciuto. Un centinaio, per lo più uomini, si fermano, non si uniscono a loro; allora Anton domanda:

67. “Fratelli, non volete andare con gli altri? Guardate là, presso di loro, com’è diventato luminoso e splendente! Che cosa vi trattiene ancora dall’afferrare la vera vita?”.

68. Dice uno di loro: “Anton, io non ti credo! Se deve esistere un Cielo, allora è impossibile che un mascalzone come te possa essere in un tale Cielo. Noi certamente non siamo i migliori, ma in confronto a te, eravamo puri agnelli. No, no, questo è un trucco con il quale tu ci vuoi adescare! E queste donne? Be’, preferiamo tacere! Presso di noi, la tua arte viene meno”.

69. Anton: “Amici, questa volta voi mi sottovalutate. Vi comprendo se dubitate che io sia un abitante del Cielo. Infatti, non lo sono; ma vivo in un mondo che io, con degli amici, abbiamo in primo luogo reso un paradiso. E poiché ho potuto sperimentare l’infinito Amore e la Grazia del Signore Gesù, il mio pensiero ritornava a voi. Vorrei così riparare nello spirito dell’Amore redentore, e cedervi il mio paradiso, dove si può vivere magnificamente e bene. Credetemi solo quest’unica volta ancora. Se resterete insoddisfatti, potrete di nuovo tornare indietro. Presso di noi c’è la massima e più grande libertà”.

70. Dice il precedente oratore: “Anton, io non sono contrario, e credo, nemmeno gli altri. Ma chi ci dà la certezza che tu sia sincero?”

71. Anton: “Dittrich, adesso ti riconosco: già da uomo mi hai sfiduciato! La tua prudenza è buona e anche nell’ordine delle cose, noi però, siamo spiriti. Quest’amico, un angelo e messaggero di Dio, è assegnato per la nostra protezione, così che sulle vie del Signore che ora percorriamo, non diventiamo vittime di diavoli, come voleva accadesse Meinhard. Oppure credi che il Salvatore Gesù ci dia il Suo angelo per diletto? Avete imparato a conoscere il suo potere. Non è questa una sufficiente dimostrazione?”.

72. Dittrich vorrebbe rispondere, ma in quel momento passa un mare di fiamme, che viene sempre più vicino. Anton domanda all’angelo che cosa significhi tutto ciò.

73. Questi risponde: “Fratello, adesso viene la prova. Costoro sono tutti innocui, essi sono tutti da convincere con i mezzi che l’Amore ti ha messo a disposizione. Adesso però vengono i diavoli, i quali sono accesi dalla fiaccola dell’ira. Accoglili nel Nome del Signore, e non temere. Quando la loro ira sarà sbollita, tutto sembrerà poi meno grave”.

74. Sono, infatti, arrivati. Circa un centinaio che agitano le fiaccole ardenti, e circondano l’orda che è rimasta indietro.

75. Lorenz è già andato avanti, su ordine di Johanna, poiché la strada conduce alla loro destinazione.

76. “Dove sono gli altri?”, sbraita uno ad Anton. – Questi però, dice: “Meinhard, il tuo odio è inutile, e impotente la tua collera, poiché noi siamo nella sicura protezione del Signore Gesù. A te, però, io dico che gli altri sono già sulla via che porta alla loro futura patria, dove regnano Amore, Pace e Gioia. Il tuo potere è finito! Dimmi invece: che cosa hai potuto offrire, in questo lungo tempo, ai tuoi amici? Niente, proprio niente!”.

77. Meinhard emette un gemito furioso, gli altri alzano le loro fiaccole e vogliono colpirlo. Allora l’angelo alza la mano, ed essi le gettano via, poiché queste sono diventate assai roventi. Solo il braccio di Meinhard continua a bruciare.

78. L’angelo fa il segno della croce su Meinhard, allora il fuoco si spegne; il braccio rimane ustionato, come altrettanto rimane il dolore.

 


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Cap. 27

Salvati mediante l’amore

 

Il capo dei dissidenti resiste ancora, ed è punito. – Johanna si mostra a tutti nel suo splendore di spirito, e ammonisce e invita. – Buon intervento di Anton che riesce a convincere Meinhard ad accettare l’aiuto e l’invito, e quest’ultimo invita, a sua volta, tutti i rimanenti diavoli a seguire la compagnia. – Tutti s’incamminano, mentre madre Anna e padre Hendrick vanno loro incontro e li accompagnano alla loro abitazione per offrire a tutti, pane, latte, e frutti. – Poi tutti vanno alla dimora di Anton, che s’è trasformata all’interno in un mondo in cui tutti sono accolti.

 

1. Johanna si presenta dal furente, e dice: “Nel Nome del Signore Gesù cessi il dolore, affinché tu riconosca che è nostra volontà salvare te e gli altri. Se vuoi accettare un consiglio, allora sia questo: credi che noi non vogliamo la tua sfortuna, ma la tua e la vostra salvezza. Se vuoi rimanere nel tuo elemento di cupidigia e avidità di domino, non ti ostacoliamo, ma pretendiamo che nemmeno tu ostacoli gli altri, se si vogliono separare da te”.

2. “Che cosa ho io a che fare con te? Sei forse in cerca di uomini? Seppur hai catturato Anton, con me non avrai la stessa fortuna!”.

3. “Il tuo sbraitare, la tua ira, sono solo impotenza! Ma per non irritarti ancora di più, voglio parlare nella mia giusta maniera con te e gli altri, e ti dico nel nome del Signore Gesù: taci, perché l’Amore misericordioso di Dio non è per i diavoli, ma è santa Serietà”.

4. Johanna si toglie il manto che l’avvolge, sta nella sua essenza luminosa e raggiante davanti alla grande moltitudine, alza la mano e dice:

5. “Nel nome di Gesù, io avverto tutti voi che volete annientarci in collera e furore! La Potenza del Signore è con noi, e la Sua santa Volontà è che tutti possano entrare nel Suo eterno Regno, se rigettano la loro precedente vita e si convertono! In altre parole: se vogliono vivere una vita diversa! Voi siete sprofondati molto in basso, e andare più in basso, quasi non si può più. Allora non vi si potrà tendere nessuna mano salvatrice, poiché nell’abisso più profondo la brama per Gesù è soffocata. A te, Meinhard, che adesso hai bestemmiato Gesù, nel nome del Signore Gesù restituisco il tuo dolore! Esso diventerà sempre più bruciante, finché non ritirerai contrito l’imprecazione. A voi tutti io consiglio: convertitevi, non lasciate passare inascoltata questa chiamata, altrimenti vi attenderà una vita nella più grande miseria e nel massimo bisogno”.

6. Meinhard si contorce dai dolori, vorrebbe imprecare, ma non riesce ad emettere una parola. Gli altri indietreggiano.

7. Anton va da Dittrich, e dice: “Non indietreggiare! Il potere di Meinhard è alla fine. I suoi accompagnatori sono creature deplorevoli, e tali e quali a voi, chiamate per la redenzione; se tu e voi non volete credere a me, credete almeno agli altri, per amor della vostra salvezza”.

8. Dittrich: “Potrai aver ragione, e il tuo pensiero è giusto, ma pensi che io pianti in asso Meinhard? Vedo la Potenza del Signore, ma non so che cosa c’è dietro di te. Tu pensi che io ti debba credere, ma quante volte ci hai ingannato? Quanto amare furono le conseguenze del tuo inganno, anzi è stato il tuo modo di agire che ci ha portato in questa miseria!”.

9. Anton: “Dittrich, riparerò tutto! Io sono stato accolto dal Signore Gesù. È stato il Suo infinito Amore che ha reso vivente in me il desiderio che mi ha guidato a voi, per aiutarvi e portarvi fuori dalla miseria, e strapparvi a colui verso il quale vi dirigete. Considerate che anch’io abbia dovuto assaporare la miseria fino all’ultima goccia. Vi prego di fidarvi di me!”.

10. Meinhard si contorce dai dolori. Anton va da lui, e insiste: “Meinhard, hai sentito ogni parola: perché soffri, quando ti è data la possibilità di liberarti da ogni dolore? Chiedi perdono a Gesù, al meraviglioso Guaritore, e sarai libero dalle tue sofferenze!”.

11. Meinhard ribatte duramente: “Sei tu colpevole di questa mia disgrazia! Chi ti ha chiamato? Adesso saremmo stati i padroni su tutti gli abitanti, ma tu con le tue donne, e quell’angelo camuffato, avete cancellato i miei calcoli”.

12. Anton: “Meinhard, perché vuoi rimanere sordo e cieco? Dunque è così difficile per te accogliere l’Amore, quando non ne hai nemmeno la più piccola parte? Rompi con tutti i concetti terreni! Tutto il terreno è solo immondizia aggravante! Qui siamo spiriti, e il mondo degli spiriti offre prospettive completamente diverse. Ciò che nella vita terrena potevi ottenere solo con i mezzi più sofisticati, ti cade gratuitamente nel grembo, se la tua vita respira amore”.

13. Meinhard ascolta attentamente, e domanda: “Che cosa hai detto? Anche qui si può essere padroni e possidenti?”.

14. Anton: “Sì, Meinhard, e non nello spirito dominante, bensì nello spirito servente. Guarda Johanna! Come creatura lei era una delle più povere e la più disprezzata, e la sua casa adesso è così grande che vi possono dimorare, come minimo, diecimila esseri, conducendo una vita come in paradiso. Nella sua casa trovi una bellezza che nessun principe terreno può vantare, e le sue compagne di casa la adorano come una madre, o una regina. Guardala! Il diamante, è il dono dell’eterno Amore per la sofferenza che lei ha dovuto portare!”.

15. Meinhard: “Anton, liberami dai dolori acutissimi, essi mi consumano!”.

16. Anton: “Lo farei volentieri, ma non posso! Qui nell’eterno Regno degli spiriti, una parola pronunciata è come una legge. Solo il Signore può farlo, perciò chiedi a Lui!”.

17. Forte, ad alta voce Meinhard si lamenta. Johanna lo avvolge col suo amore, e alla fine egli dice: “Signore, ho bestemmiato, ma se Tu vuoi, perdonami, e togli dal mio corpo questo il bruciante dolore”.

18. All’istante il dolore scompare; il braccio carbonizzato però dà testimonianza dell’ammonizione ricevuta.

19. Meinhard va da Johanna, e dice: “Tu, Johanna, sei una gran signora. Prego anche te per il perdono!”.

20. “Non è più necessario, caro Meinhard. Errare non è ancora un delitto, solo perseverare nell’errore può avere amare conseguenze! Noi siamo spiriti liberi, artefici della nostra beatitudine, come anche delle nostre sofferenze. L’eterno Ordine è naturalmente da osservare in tutte le cose, ma ciò è così semplice, così meraviglioso e bello, che lo può comprendere anche il più piccolo tra noi. In questo mondo, ciascuno di noi è, e rimane il suo stesso signore, come anch’io e tutti siamo il nostro stesso signore. Vedi, quest’Ordine è stato creato da Dio, ed Egli l’ha stabilito per eterna legge. E poiché Dio stesso si è fatto Uomo ed ha costruito in Se medesimo un mondo secondo l’Ordine da Lui posto, ha fatto del Suo Amore un Rifugio e un Cielo aperto per tutti quelli che Lo amano. Così anche noi dobbiamo, e possiamo, tenere aperta la porta del nostro stesso mondo, per quelli che amiamo. E poiché l’Amore non è la nostra stessa vita, ma vita del Signore, allora puoi immaginare che cosa serve per giungere a quell’Amore, che è accessibile a tutti, anche a te!”.

21. “Johanna, tu parli in maniera ragionevole: ma, hai dimenticato che io e i miei compagni siamo dei diavoli?”.

22. “Io l’ho dimenticato; ma questo, non ho dimenticato: che il Signore in me è anche Signore su tutti i diavoli! E non dipende nemmeno da che cosa pensi il Signore di te, ma da come mi pongo io verso di te. Al mio Signore e Salvatore è gradito tutto ciò che io intraprendo nel Suo spirito d’Amore, e perciò ti prego: accogli la proposta che noi ti offriamo!”.

23. “Ma, Johanna, che cosa sarà dei miei compagni? Essi saranno dell’inferno se io li abbandono!”.

24. “Ciò che tu farai con i tuoi fratelli, non è faccenda mia, ma tua; a me sta bene ogni cosa, perché qui c’è spazio per tutti”.

25. “Devo prima parlare un’ultima volta con loro, poiché senza di loro la mia vita non sarebbe nemmeno vita”.

26. “Fallo, noi aspetteremo volentieri!”.

27. Allora Meinhard dice: “Ascoltate, miei fedeli! Mi sono convinto a fondo che finora abbiamo vissuto in un grande errore. La mia opinione è questa: accogliamo l’invito! Se non ci piacerà, ritorneremo di nuovo alla nostra vita di prima. Io però, già adesso vedo che sarà un completo successo!”.

28. Sono tutti d’accordo, allora Meinhard aggiunge: “Reprimete le vostre passioni. Noi, infatti, vogliamo sfuggire all’inferno e alla rovina, e afferrare la vita, vita che ci è stata rivelata da questi fedeli dell’eterno Dio”.

29. Johanna annuncia ad alta voce: “Così io vi saluto nel nome del Signore Gesù, e vi do il benvenuto! Mai vi pentirete della vostra decisione. Che però non veniate da subito in un meraviglioso Cielo, vi sarà comprensibile. Vostro fratello Anton porterà i più grandi sacrifici per rendervi felici. Ascoltatelo! Egli vi offrirà la sua casa, dove avrete tutti posto. Mai più avrete fame o freddo, poiché il Signore dona in grande abbondanza!”.

30. Mentre si mettono in cammino, Anton dice a Johanna: “Johanna, avranno dunque tutti posto nella mia casa? Hai dimenticato completamente i miei fratelli?”.

31. “No, Anton! Ma tu dimentichi il Signore e la Sua paterna Provvidenza. Oh, Anton, quando sarai finalmente del tutto figlio Suo?”.

32. “Ahimè, Johanna, mi potrei prendere a ceffoni. E tu, Maria, che cosa dici?”.

33. “Io non dico niente, ma m’immedesimo nell’Amore misericordioso di Gesù”.

34. Lorenz, con la sua grande schiera, si ferma. A lui è così sgradevole andare verso una meta che non conosce, perciò prega che tutti possano aspettare. Grande è ora la gioia, quando sono di nuovo insieme; tutti hanno solo uno sguardo per la raggiante Johanna. Infine sono alla meta. Anton e Johanna assicurano che ora il cammino è concluso, e qui è la prima fermata.

35. Madre Anna benedice l’incalcolabile schiera e invita tutti a entrare, dove li aspetta una tavola imbandita.

36. Lei va avanti con Hendrick e, oh, miracolo! Si apre un immenso vestibolo, dove stanno preparati tavoli e tavolini con pane, latte e frutti. Allora Anton dice:

37. “Qui c’è nostra madre, la rappresentante del Salvatore Gesù; qui padre Hendrick, il portatore della Volontà di Dio. Qui ognuno ha il diritto di esporre tutti i desideri e le rimostranze: entrambi saranno per voi padre e madre”.

38. Parla madre Anna: “Amici, siate i benvenuti, vi attende l’Amore di Gesù! Sarete guidati alla vostra destinazione. Talvolta sarà dura, ma servirà alla vostra salvezza. Chi vuol tornare indietro, lo può fare, la porta è sempre aperta e non è sorvegliata. Chi non riesce a subordinarsi alla comunità, cessa di farne parte da se stesso. Io però, so che voi ripagherete il nostro amore di nuovo con amore e, altrettanto, la nostra fedeltà. Di pane non c’è nessuna mancanza, perciò prendete e gustate gratuitamente il dono del Signore, il Quale è clemente e immensamente buono.

39. Con impeto, tutti vanno all’assalto del pane e si saziano, poiché è da molto tempo che non hanno più avuto un vero pane tra i denti. Nella foga, non si sono accorti per niente del suo buon sapore ma madre Anna chiede se piace loro, e solo allora essi si accorgono di quel meraviglioso sapore; i frutti però richiamano davvero la loro attenzione; una cosa del genere, sulla loro lingua non è ancora mai arrivata. Ora tutti sono lieti, anche quelli che hanno seguito il gruppo mal volentieri.

40. Anna e Anton si accostano alla tavola: essi vedono solo facce riconoscenti. Qui e là Anna dice qualche parola, cosa che suscita nuovamente gioia. Allora, lei consiglia ad Anton:

41. “Ora, fratello, sta al tuo amore conquistarli tutti, e non ti urtare delle loro particolarità ma abbi vera pazienza. Che cosa ne pensi, se Johanna chiamasse le sue sorelle per rendere ancora più bella quest’ora? Potrebbero entrare in casa con un canto”.

42. “Sarebbe bello, farò a Johanna un cenno”.

43. “È già fatto! Subito dopo aver occupato posto, infatti, Johanna è corsa via con le sue sorelle, per andare a prendere le schiere tutte adornate”.

44. Non ci vuole nemmeno molto che arrivino le schiere beate con le loro assistite, e presto esse intonano canti che commuovono tutti. Anche gli esseri smarriti si stupiscono dei felici cantori, i quali sono tutti vestiti di bianco. Adesso, quando guardano i loro abiti scuri, si rendono anche conto di essere già stati perduti.

45. Allora Anna dice: “ Care sorelle, fratelli e figli, è il nostro modo di agire quello di rendere volentieri gioia e preparare delizie, perciò Johanna è andata a prendere le sue sorelle, che ora vi allietano.

46. Come siete voi adesso, così erano una volta anche questi esseri bianchi e beati. Io ho sorvegliato il loro sviluppo, e sorveglierò anche il vostro, affinché siate anche voi ben presto felici e beati come lo sono loro. Ascoltate però: per tutto ci vuole pazienza, fede e fiducia. Anton sia vostro fratello, sacerdote e guardiano; le sue disposizioni vi saranno di salvezza, ciò nonostante siete tutti liberi.

47. Vegliate l’uno sull’altro e gettate lontano da voi ciò che vi si è appiccicato di terreno. Come abitanti del mondo degli spiriti avete solo dell’eterno davanti agli occhi, perciò non meravigliatevi di nulla. Questo mondo ha precisamente le stesse leggi del mondo transitorio, e ogni abuso avrà amare conseguenze. Rallegratevi, siete stati accolti dal Signore! Egli ha pagato anche la vostra colpa col Suo Sangue, e ora diventerete figli riconoscenti attraverso la Sua Grazia, il Suo Amore e la Sua Misericordia.

48. Così andate in pace, accompagnati dal nostro amore e dalla nostra benedizione. Come vi accompagnano adesso uomini felici, così rallegratevi voi stessi, e non temete nessuna fatica, nessun lavoro; si tratta della vostra esistenza e della vostra vita”.

49. Anton non ha fatto molta fatica, poiché tutti lo seguono volentieri; soprattutto, vogliono avere la loro patria.

50. Ma il lui c’è una preoccupazione: i molti, molti uomini, e la piccola casa. Allora Johanna gli si avvicina, e dice: “Anton, perché sei non-libero? Non è il Signore l’Alfa e l’Omega, il Principio e la Fine?”.

51. Allora egli sorride, e ammette: “Hai ragione, sono uno sciocco. Io sarò una bella guida, per loro!”.

52. “Così sembra, Anton, allora Maria dovrà certamente rimanere qui. Questa però non è mia, bensì faccenda del Signore”.

53. “C’è qui il Signore, Johanna? Io proprio non Lo vedo ancora!”.

54. Finalmente giungono in casa di Anton. Tutti i suoi fratelli lo aspettano con ardente desiderio, Gotthold per primo; allora Anton gli chiede:

55. “Gotthold, aiutami! Come alloggerò i molti uomini? Essi sono migliaia!”.

56. “Il Signore ci ha aiutato, fratello mio, non ti spaventare davanti all’Onnipotenza di Dio! Ciò che noi non avremmo raggiunto in mille anni, è stata l’opera di secondi. Spalanca la porta, e dà a tutti cordialmente il benvenuto nella tua casa!”.

57. Allora Anton esclama: “Benvenuti in casa, e la pace e la benedizione di Dio sia con tutti voi!”.

58. Anton si stupisce più che mai: questa casa, infatti, è un mondo! Naturalmente con ancora molti giardini improduttivi, e case vuote. Le sorelle di Johanna hanno tutte istruzioni interiori di condurre le schiere nella loro dimora, così che, secondo il tempo terreno, è necessaria a malapena un’ora per dare a tutti la casa appropriata.

59. Nelle loro abitazioni essi trovano tutto il necessario, poi le sorelle si congedano dai nuovi arrivati con buoni consigli.

60. Adesso anche Anton è soddisfatto e assai felice. Ritrova la sua casa, i suoi fratelli e il Signore.

61. Gli cade ai piedi, e dice: “O Signore e miglior Salvatore e Padre, se non ci fossi stato Tu, dove sarei io! Oh, Ti ringrazio! Mille volte grazie, e dammi la giusta sapienza e il giusto aiuto!”.

62. “Anton, figlio Mio, così Mi piaci molto di più. Ora hai una grande famiglia, e a volte avrai delle preoccupazioni. Ti voglio lasciare Maria, la quale Mi ha pregato intimamente di poterti aiutare. La vuoi accogliere, come dono del Mio Amore?”.

63. “O Signore e Padre, Tu mi rendi infinitamente felice! Mi voglio render degno della Tua Grazia, ed essere completamente al Tuo servizio, Tuo figlio nel Tuo Spirito, ed anche Tuo servitore”.

64. “Allora accoglila. – Qui, Maria: ecco il tuo uomo in eterno! Anton, guarda, la tua donna! Io l’ho preparata per te:

   Rimanete a Me fedeli, affinché il Mio Spirito vi ravvivi. L’amore per la tua grande famiglia,

   richiede avvedutezza e sapienza. Perciò provvedi che Io sia e rimanga il Punto centrale

   in, e intorno a voi, allora diventerete l’opera perfetta che Io ho iniziato. La Mia benedizione

   sia come una Fonte che scorre. Il Mio Amore in voi la forza che prende tutto su di sé.

   La Mia pace in voi, che porta pace a tutti! Amen!”.

65. La gioia è immensa. Un banchetto nuziale è preparato, dove il Signore stesso è l’ospitante. Nella più grande gioia, Egli porge ad Anton e Maria una veste azzurra e bianca; tutti gli altri vecchi fratelli ricevono abiti splendenti.


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Cap. 28

Il mondo senza amore

 

Una richiesta del Signore a Johanna, per una spedizione sul mondo senza amore. – Lei chiede l’aiuto di quattro sorelle e l’angelo Gotthard le accompagna. – Incontro col sacerdote Josafa, che accetta la loro missione. Preparativi per la festa al tempio del giorno dopo. – Nell’attesa, visita a quel mondo, con degli esseri di luce di quel mondo.

 

1. Il Signore dice: “Figlioletti, ora devo ancora portare a casa Johanna. Prendete congedo da lei, poiché per un lungo tempo non la vedrete. Io ho per lei altri piani”.

2. Dice Johanna: “Non siate tristi ma gioiosi, perché quando il Padre Santo ha un’intenzione, vi sono sempre la più grande gioia, la più grande felicità e i più grandi compiti. Presto ci rivedremo. Il mio amore rimarrà sempre con voi”.

3. Presso madre Anna, fanno una sosta. Lei abbraccia ancora una volta Johanna, la bacia e dice:

4. “Johanna, il Signore ha bisogno di te in un altro luogo. Alle tue sorelle è provveduto meravigliosamente, e in questo stupendo mondo esse vanno incontro a tutti i compiti che una donna deve adempiere; grazie al tuo amore, ora sono pronte”.

5. Allora lei corre dal Signore e dice: “O Padre, come mi rallegro per le sorelle e per i fratelli; ma mi rallegro ancora di più per il nuovo compito che Tu mi darai”.

6. Il Signore: “Sì, Johanna, Io ho bisogno di te. Finora ho lasciato a te tutto ciò che il tuo stesso amore voleva, adesso però ho un bisogno: la Terra è in chiare fiamme, ed Io devo stare di fronte ad ogni miseria con mani legate, con malinconia e tristezza. Ci sono ben molti che Mi pregano per l’aiuto, ma Io devo, per amor della salvezza di tutti, essere muto e sordo. Nei grandi e meravigliosi mondi, i quali vedono anche la grande miseria di questa Terra, c’è indifferenza, non c’è ancora nessun desiderio di elargire forze, poiché a loro sono estranei il Mio santo Amore, il Mio struggimento, e soprattutto la Mia grande sofferenza. Potrei mandare degli angeli, ma allora sarebbe opera Mia, poiché essi agirebbero solo secondo il Mio mandato. I Miei figli invece devono agire secondo il loro stesso amore. Comprendi tu ora il Mio bisogno?”.

7. “Sì, Padre, ma dammi insieme Lisa, Christa, Rosel e Lena. Anche nel loro cuore, infatti, arde il desiderio di diventare assolutamente degne del Tuo Amore”.

8. Il Signore: “Per Me è tutto giusto, Mia Johanna, e non voglio nemmeno sapere come comincerai; dovrà essere completamente l’opera del tuo amore! Come prego te adesso, così ho pregato ancora molti, perché Io adopero la Terra come semenzaio e istituto di perfezionamento”.

9. “Caro Padre, quando potrò cominciare? Mi preme, poiché Tu sei il mio Amore!”.

10. Il Signore: “Potete cominciare subito. L’angelo Gotthard continuerà ad accompagnarvi, poiché anche lui, come voi, è un discendente di questo vostro precedente mondo”.

11. Johanna: “Mio buon Gesù, Padre mio, mio Tutto! Io non prendo nessun commiato, perché Tu sei personalmente con noi. Dovunque io vada, anche Tu sei con me, la Tua forza è in me, poiché senza di Te io sono niente!”.

12. Allora l’angelo Gotthard sta davanti alle cinque, e dice: “Sorelle, il momento è giunto: sia fatta la Volontà del Signore!”.

13. Ancora un abbraccio e un cenno giubilante, e a questo punto i sei scompaiono, calcando già nell’attimo successivo il mondo che Johanna conosce. Allora lei dice: “Qui io sono già stata: è il mondo senza amore!”.

14. Gotthard allora osserva: “Johanna, non avrai una posizione facile, poiché questi esseri sono molto orgogliosi e sapienti. Qui, noi non abbiamo ancora potuto conseguire nulla”.

15. Johanna: “Ti credo, fratello, e a me non importa nemmeno di arrivare oltre, ma vorrei portar loro l’Amore che rende liberi e lieti”.

16. Nel loro essere luminoso e raggiante, corrono verso il tempio che se ne sta lì, solitario e abbandonato. Gli abitanti, infatti, stanno facendo preparativi per una festa. Spoglia sta la croce sull’altare; allora Johanna dice: “Se solo avessimo dei fiori arrivati dal nostro giardino, allora sarebbe facile adornarvi questo tempio!”.

17. Dice Gotthard: “Se vuoi, sarò di nuovo qui in alcuni attimi”. Allora Johanna fa cenno col capo.

18. E così è. Non appena l’angelo è andato via, egli è di nuovo qui, con un enorme cesto dei fiori più belli.

19. I cinque cominciano ad infiorare la croce e i candelabri. Ci sono anche abbastanza tende, così che l’altare offre una vista meravigliosa. Allora si presenta un anziano sacerdote, saluta gli operosi e dice:

20. “Che cosa fate voi, qui? Noi adorniamo l’altare solo quando lo desidera il grande Spirito, ma finora non ho ancora ricevuto nessuna direttiva”.

21. Johanna s’inchina davanti al sacerdote, e dice: “Perdona, padre Josafa, perché abbiamo obbedito all’impulso del nostro cuore. Noi conosciamo il grande Spirito diversamente da voi. È nostra esigenza esprimere il nostro amore e ringraziamento, così come il grande Spirito l’ha posto in noi”.

22. Josafa: “O fanciulla, che lingua parli! È contro ogni sano intelletto umano, fare qualcosa per la quale non è stata data ancora nessuna direttiva. Tu asserisci di conoscere diversamente il grande Spirito. Questa è presunzione, e non saggezza!

23. “Caro padre, potrai aver ragione, perché tu sei solo un servitore e sacerdote di questo mondo bello e grande. Tu chiami il mio più alto e più santo sapere, presunzione e non saggezza, e certamente è così, come io ho detto. Quando un po’ di tempo fa, con la Grazia di Dio, eri inginocchiato presso quest’altare, fosti proprio tu a dirmi: ‘Il Signore non è qui, Egli è sulla Terra per cercare il perduto!’. Vedi, noi veniamo da questa Terra, con Lui abbiamo assaporato le più grandi beatitudini. Egli, che ci ha tirato fuori dalla più grande miseria, dalla più grande sofferenza e smarrimento, è diventato per noi non solo un Salvatore e Redentore, ma un Padre, il Quale merita il più grande ringraziamento e il più grande amore che sia possibile nel nostro modesto e semplice amor filiale”.

24. “Figliole, questo linguaggio io l’ho sentito da servitori del grande Spirito. È stato molto, molto tempo fa, quando ci fu data la notizia che il grande Spirito sarebbe stato sulla Terra povera di Luce, per portare a tutti la Redenzione. Ma qui, questa non è necessaria. Qui tutto è ordinato e predisposto saggiamente. Noi non conosciamo nessuna sofferenza e nessuno smarrimento, e neanche abbiamo il bisogno di conoscerli, ad eccezione di quelli che preferiscono vivere su quella Terra povera di Luce la scuola della vita. Ciò però accade per lo più su iniziativa di servitori del grande Spirito, i quali vivono in sfere superiori.

25. Non volete però dirmi quale scopo voi perseguite, con questa visita? Siete esseri provenienti dall’Eternità. Volete ancora una volta essere rivestiti con il corpo di carne?”.

26. Johanna: “Padre Josafa, noi non vogliamo nient’altro che sottoporre agli uomini e abitanti di questo stupendo mondo, una preghiera, e risvegliare in loro l’anelito di imparare a conoscere il grande Spirito così come Lo conosciamo noi e, se possibile, anche aver relazione con Lui”.

27. Josafa: “Figlia mia, io non t’impedirò questo, poiché certamente già non avrai nessun successo. Non vedo nemmeno perché, e per che cosa! Qui ci basta perfettamente adempiere le direttive degli angeli provenienti da sfere superiori”.

28. Johanna: “Padre Josafa, tu avevi certamente una moglie, e dei figli. Non ti è mai venuto in mente che una volta avrebbero potuto rallegrarti veramente da se stessi? Certo, ora che hanno raggiunto la loro indipendenza, questo sentimento ti è divenuto estraneo, perché voi tutti presentate l’amore – che per noi è la cosa suprema – come debolezza”.

29. Josafa: “Figlia mia, la ragione ci proibisce di ribellarci alle leggi che esistono per questo mondo. Perché aspirare a un grado superiore, giacché il nostro ci soddisfa totalmente? L’occhio del grande Spirito sosta compiacente su di noi, e questo è per noi gioia e beatitudine”.

30. Johanna: “Padre Josafa, tu non hai ancora riflettuto che il grande Spirito, che voi tutti adorate con la massima riverenza, potrebbe avere anche un ardente desiderio che i suoi liberi e meravigliosi esseri e creature vogliano prepararGli una volta una gioia, una gioia extra? Certamente voi avete delle leggi sagge, ma per quanto ne so, non c’è nessun divieto di esercitare l’amore, o di dare amore. Voi tutti sapete che il Signore ed eterno Dio s’intrattiene sulla Terra povera di Luce per completare la Sua opera di Redenzione cominciata là. Credi che noi, come anche voi, se Lo aiutassimo secondo le nostre deboli forze, raccoglieremmo la Sua disapprovazione? Io ho la più ferma convinzione che a Lui, al grande Spirito, al nostro meraviglioso Salvatore e Redentore, si debba preparare una gioia che ancora nessun angelo o servitore Gli ha preparato”.

31. Josafa: “Figlia mia, il tuo linguaggio è quello di un figlio minorenne, e il tuo desiderio quello di una donna matura; entrambi non sono proprietà della sapienza e possono portare più svantaggi che vantaggi, e di ciò, non ne abbiamo certo bisogno”.

32. Johanna: “Padre, allora anche l’opera di Redenzione ha da fare i conti con i più grandi svantaggi? Io sono di altra convinzione, poiché conosco la miseria, la sofferenza e il bisogno, e la raccapricciante disperazione non mi è estranea, poiché proprio questa è la forza motrice che lega il grande Spirito e Salvatore Gesù alla miseria che colma quella Terra. Il grande santo Amore deve essere certamente qualcosa di molto più grande e più poderoso, altrimenti il Signore ed eterno Dio, Creatore del Cielo e della Terra, rimarrebbe presso gli uomini belli e quasi perfetti e si delizierebbe della loro purezza; oppure, come sacerdote del grande Spirito, mi puoi menzionare un’altra spiegazione?”.

33. Josafa: “Figlia mia, ci è estraneo l’ardore del tuo cuore e ancor mai abbiamo indagato i motivi per i quali il grande Spirito ci evita e si trattiene là, dove si è indegni di Lui. Le Sue disposizioni sono per noi eterna Legge: stravolgerle, lo vieta la nostra sapienza”.

34. Johanna: “Padre Josafa, perché allora avete costruito questo tempio? Quest’altare con la croce disadorna, questa croce, non ricorda giornalmente e ad ogni ora, l’Amore che Egli ha vissuto fino in fondo come Gesù? Come vuoi unire la Sua morte sulla croce con la tua sapienza? Io lo so, vi rimarrà incomprensibile che Egli, come Signore su ogni Vita, possa essersi sacrificato al legno della maledizione e, con ciò, abbia portato la Redenzione che apre a tutti, a tutti, le porte della Vita. Anche a voi, che credete di non conoscere nessuna morte”.

35. Josafa: “Figlia mia, a questo tuo linguaggio io non voglio opporre nessun contrasto, perché non è il linguaggio di un messaggero del grande Spirito, ma come se fosse del Signore stesso”.

36. Johanna: “Padre Josafa, ora la via è libera verso i tuoi fratelli, e i loro cuori. A te non parla il grande Dio, bensì una figlia del grande Dio e Padre e rappresentante del Suo Amore di Redenzione. Ti prego, lascia che dimoriamo presso di te insieme all’angelo assegnatoci dal Signore”.

37.“Alla tua richiesta non c’è nessun ostacolo, figlia mia; ma se questo fratello è un angelo, io mi stupisco del suo silenzio”.

38. Dice l’angelo: “È la Volontà del grande Spirito, lasciare a questi Suoi figli piena libertà. Io sono assegnato solo alla loro protezione, perché il nemico di ogni Vita vuole impedire il libero amore dei veri figli. Per me è beatitudine sublime, questo servizio, poiché esso serve alla Liberazione e Resurrezione del vero figlio di Dio”.

39. “Di quale figlio di Dio parli, tu? Nel nostro mondo, noi sappiamo che il grande Spirito come Figlio di Dio ha messo il piede sulla Terra povera di luce, per portare una Redenzione”.

40. L’angelo: “Fratello nel Signore, a questa domanda Johanna darà una risposta, rivolta anche a tutti i tuoi figli. Io ho istruzione di non dare nessun insegnamento”.

41. Nella casa del sacerdote c’è pace e comodità. Dei cibi, i sei non mangiano nulla, perché il sacerdote è uomo. Qui però si trovano spiriti pieni di luce, con i quali i cinque s’intrattengono sapientemente; l’angelo però, tace.

42. Il sacerdote ascolta e guarda gli esseri di luce del suo mondo, come se anche loro fossero uomini ma Johanna percepisce distintamente che essi si muovono sullo stesso piano del sacerdote Josafa.

43. Quando i preparativi per la festa imminente sono terminati, il sacerdote riceve la notizia che tutto è pronto, com’è stato ordinato.

44. Solo ora i figli del sacerdote si accorgono dei sei. Chiedono al loro padre chi siano questi, allora Josafa dice: “Quando domani comincerà la festa della luce, lo verremo a sapere!”.

45. Gotthard suggerisce a Johanna: “Sarebbe di grande utilità, se andassimo ad osservare ancora qualcosa di questo mondo; questi esseri di luce ci accompagneranno”.

46. Johanna prega per questo. Nell’attimo successivo s’incamminano, accompagnati da meravigliosi esseri di luce, per magnifiche strade e stupendi prati. Ciò che vedono qui, va oltre i concetti terreni. Ovunque è la stessa cosa: grandi costruzioni, bellezze in palazzi e frutteti; gli uomini, nello stesso modo: belli ma freddi.

47. Johanna già lo sapeva, eppure questi uomini la toccano in ogni modo particolarmente. Allora lei domanda all’angelo se essi siano visti, o sentiti da costoro.

48. “No! Da questi uomini no! Solo i sacerdoti hanno il dono di dar loro la facoltà di vedere, se lo richiede la sapienza. Se tu hai il diritto di parlare, allora essi vi vedono, non prima”.

49. “Possiamo entrare una volta in una casa così grande?”, chiede Johanna, “finora abbiamo visto tutto solo dall’esterno”.

50. “Possiamo. Là c’è una grande casa con molti abitanti. Poiché le porte non sono mai chiuse, possiamo entrare subito”. Gli esseri di luce che li accompagnano rimangono fuori.

51. Nella casa è esattamente come all’esterno: certamente grande e bella, ma una stanza somiglia all’altra; gli arredamenti sono semplici, ma anche dappertutto uguali; gli uomini riposano dal loro lavoro, e sono taciturni. In un’altra stanza c’è musica, ma nessuno manifesta un qualche raccoglimento.

52. Gotthard guida i cinque oltre: grandi templi, grandi laghi, e sempre nuovamente grandi e sfarzosi palazzi. Allora Johanna domanda all’angelo: perché gli uomini costruiscono qui tutto così in grande, giacché le case sono abitate solo a metà?

53. “È il loro modo di fare! La sapienza è previdente, e una crisi degli alloggi significherebbe il contrario della loro sapienza. Qui è proprio diverso dal tuo mondo terreno: là l’interiore è il vero e stabile, qui invece lo è l’esteriore”.

54. “Ma allora gli uomini non sono così ricchi come sembra! Piuttosto vorrei definirli poveri”.

55. “Hai visto giusto! Qui non esiste ricchezza né povertà, poiché tutto è in abbondanza. Non c’è avarizia, ma nemmeno generosità. La vita familiare è l’opposto di quella sulla tua Terra. I figli non sono educati dai genitori, ma da educatori, e i matrimoni sono contratti come lo ordina il sacerdote. In ogni cosa la vita umana è regolata da leggi ferree. In questi uomini non esiste la propensione così spiccata per il bene e per il male, come da voi uomini della tua Terra, bensì essi hanno la loro misura. Sopra di questa, o al di sotto, tutto è possibile solo ai sacerdoti. Le malattie sono a loro estranee, e la morte è una continuazione della loro bella, ma secondo i tuoi concetti, povera vita”.

56. Gli esseri di luce si stupiscono delle risposte, ma Johanna esprime loro ciò che lei sperimenta, da quando è abitante dello spirituale ed eterno mondo.

57. Per gli esseri di luce questo è incomprensibile ma ora essi non hanno nessun desiderio di conoscere di più.

58. Johanna prega l’angelo di tornare di nuovo indietro: lei ha bisogno di silenzio e raccoglimento. “Devo prima mettere ordine in queste impressioni”, dice alle sue sorelle, le quali come Johanna non finiscono di stupirsi. Si accampano davanti all’abitazione del sacerdote, rientrando nel loro mondo, e raccogliendosi nella loro quiete.


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Cap. 29

L’amore non desiderato

 

Il tempio si riempie. – Inizia il sacrificio e il sacerdote attende i messaggeri del Signore. – Gli ospiti invece si presentano come divini messaggeri. – Johanna parla a tutta la comunità come se parlasse Gesù. – Il sacerdote si converte alla proposta e invita il suo popolo alla riflessione.

 

1. Il giorno dopo è sabato. Il sacerdote sacrifica già all’alba al suo piccolo altare domestico, fiori e piccoli frutti che i figli hanno portato dal giardino. Un buon profumo senza pari riempie la casa e sembra produrre un’atmosfera gioiosa tra i suoi abitanti.

2. Johanna domanda se il profumo proviene da questi. Gotthard lo conferma, e spiega che il buon profumo dovrebbe essere il segno che il sacrificio è stato accettato e gradito dal grande Spirito.

3. Dopo l’offertorio, il sacerdote saluta i suoi ospiti e consiglia loro di andare avanti, verso il tempio a colonne, affinché essi ricevano una spiegazione della gioia che anima tutti, quando sono invitati al tempio.

4. Così è! Da tutte le direzioni, su strade ben curate, arrivano schiere su schiere di uomini ben acconciati senza figli; molti portano graziosi cestini, che offrono ai servitori del tempio. Nonostante i molti uomini conversino, ciò non disturba, al contrario: tutto risuona come musica lontana.

5. I sei sono entrati nel tempio. Presso l’altare c’è una sopraelevazione, da dove essi abbracciano con lo sguardo l’arrivo dei visitatori.

6. “In quanti verranno?”, domanda Johanna.

7. L’angelo: “Diecimila non basterebbero, poiché tempio a colonne ha posto per tre volte tanti. In occasioni straordinarie, sarà occupato ogni posto”.

8. Ne arrivano sempre di più. Non si nota nessuna ressa, poiché ai posti si accede da tutte le parti, e ogni visitatore ha anche il suo posto stabilito.

9. I visitatori notano parecchi sacerdoti. Essi non manifestano nessuna gioia particolare, e non danno nessun’importanza ai visitatori forestieri.

10. Ora arriva il sacerdote Josafa, nella solenne veste sacerdotale, mentre gli altri sacerdoti portano le offerte che sono state consegnate dai visitatori, come fiori, arbusti e frutti. Josafa prende assai poco dalle offerte portate, e posa tutto sull’altare. Egli prega, e nel frattempo si fa sentire un accordo musicale da un coro che si è sistemato davanti all’altare. Poi Josafa si guarda intorno, come se aspetti qualcuno. Dopo una lunga pausa, mentre la musica non s’interrompe mai, egli va dall’angelo e dice:

11. “O tu, messaggero del Signore, parecchi messaggeri del Signore e di grandi Spiriti sono stati annunciati, ma è la prima volta che questi non si sono presentati per l’immolazione. Non possiamo, tuttavia, celebrare la festa senza i messaggeri?”.

12. Gotthard risponde: “Venerabile padre e sacerdote di tutti i tuoi figli, qui, queste cinque sorelle sono più che messaggeri del Signore, esse sono figlie Sue, figlie del Suo Amore paterno. È Volontà del Signore di ascoltarle”. Senza replicare una parola, il sacerdote si fa dare del fuoco. Tra la preghiera e il ringraziamento, incendia le offerte del sacrificio. Il fuoco fiammeggia vigorosamente, diffondendo un soave profumo.

13. La musica ora tace, e un uragano di voci s’inserisce: tutti i presenti intonano un canto, glorificando la grandezza e la potenza di Dio. Il canto dura finché arde il fuoco. Quando la fiamma si spegne, la cenere ancora fumante diffonde sempre maggior profumo, mentre il canto va disperdendosi.

14. L’anziano sacerdote si accosta all’altare, raccoglie la brace incandescente in un vaso, e annuncia:

15. “Figli, e figli dei figli, seguendo le istruzioni, noi ci troviamo qui per presentare adorazione, ringraziamento e sacrificio al grande Spirito, il Quale ci ha nuovamente inviato dei messaggeri che ci portano la Sua Volontà. Così vuole il Signore: che voi tutti li contempliate e ascoltiate ciò che Egli ha da farci sottoporre”.

16. Allora i sei diventano visibili a tutti i visitatori; Johanna si mette al fianco del sacerdote, benedice tutti i presenti, e comincia:

17. “L’Amore e la Grazia del Signore, la Sua santa pace, siano con voi! Il ringraziamento dalla vostra bocca è andato morendo, l’offerta, che fiammeggiava sull’altare, bruciata; ma il mio cuore non è colmato con la gioia, gioia che potrebbe diventare sublime beatitudine, se a tutti e a tutto non mancasse la vera consacrazione che il Signore stesso è in grado di dare. Qui noi cinque non siamo messaggeri per sottoporvi la Volontà del Signore, bensì inviati e rappresentanti dell’eterno, misericordioso Amore paterno, che vuol fare di tutti, tutti figli del Suo Amore. Le bellezze del vostro mondo dilettano certamente gli occhi, ma la vostra vita si svolge come un programma rigidamente stabilito, cosicché il grande Spirito e Creatore del vostro mondo, lasci inalterata la vostra esistenza. In quest’esistenza voi vi accontentate, e non presentite quanto vi manchi la cosa più bella, vale a dire, il Signore stesso. Noi che siamo avanzati tra i più grandi sacrifici, siamo qui per testimoniare del Suo infinito Amore, per ridestare lo spirito dormiente in voi, il quale, una volta ridestato, vi potrà guidare alle delizie più grandi, cioè al Signore stesso.

18. Non rabbrividite, per la grandezza di questo pensiero, poiché a noi, che ci chiamiamo figli, esso è la cosa più vicina e più naturale. Ciò che per voi sta in un’infinita lontananza, è per noi assolutamente vicino. Sì, noi, figli del Suo Amore, mai possiamo essere senza il Suo Spirito, poiché non possiamo fare nulla senza di Lui; e con Lui, tutto! Perciò, anche le parole che io dico, non provengono da me stessa, ma dal Suo Spirito. Ora voi non udite me, piccola creatura, bensì lo Spirito che ha fatto di me una figlia Sua.

19. Non è necessario parlare del vostro mondo, poiché lo conoscete tutti, ma è necessario parlare del mondo che il Signore e grande Spirito ha fatto per semenzaio e istituto di perfezionamento, dove Egli vuole allevare dei figli che siano chiamati e scelti per il sommo e il sublime. Tuttavia, io non voglio parlare di noi, bensì del Signore stesso, il Quale, come noi, divenne Uomo e rivelò a ciascuno la vera Vita.

20. Della vera Vita voi non sapete quasi nulla, vivete ancora nei limiti delle vostre leggi; al grande Spirito e ai Suoi guardiani finora è riuscito, di tener lontano da voi e dal vostro mondo il nemico di ogni vita, ma se rimarrà così, starà a voi farlo. Sì, a voi! Dunque ascoltate, e sorprendetevi di tali parole: il nemico di ogni vita, infatti, vuol soffocare ogni ordine proveniente da Dio, e sostituirlo con il suo stesso ordine, il quale dovrà distruggere tutto l’esistente ed espropriare Dio della Sua Potenza e Grandezza.

21. Dio ha creato una via tramite la quale può liberare e redimere tutto l’esistente che è catturato e giudicato, ed Egli stesso vi ha dato l’inizio sulla nostra Terra; diventando Egli stesso Uomo, ha adempiuto strettamente a tutte le Leggi che richiedeva il Suo ordine, e ha rivelato da Sé uno Spirito che finora era proprietà della Divinità. Il nemico della Vita conosce questo Spirito in tutta la sua grandezza, e costringe l’Uomo di Dio alla realizzazione di questo nuovo Spirito rivelato.

22. Gesù – così si chiamava l’Uomo di Dio – non indietreggiò neanche davanti alla più grande umiliazione, e sacrificò Se stesso. Morì sulla croce, com’è visibile a tutti voi nel piccolo tempio. Certamente, dopo la morte dell’Uomo di Dio, il nemico della Vita e il suo grande seguito trionfarono, ma dopo tre giorni tutti gli ostacoli furono superati: l’Uomo divenuto Dio-Gesù venne fuori dalla morte come la Vita stessa, e lasciò come libero ed eterno dono il Suo Spirito di Redenzione scaturito dalla croce, a disposizione libera di tutti, tutti, anche vostra!

23. Voi domanderete: che cos’è veramente questo Spirito di Redenzione? Noi non ne abbiamo bisogno, poiché viviamo già nel giusto ordine! Lo dite e domandate con ragione, perché tutto ciò che nacque dal nemico della vita, vi è totalmente estraneo e sconosciuto. Dio, però, quale eterno Amore, non vuole diventare sleale a Se stesso e distruggere il Suo avversario, ma è alla ricerca di mezzi per fare di tutto e di tutti, figli Suoi. Nel Suo infinito Amore Egli ha dato a tutti, a tutti la massima libertà, anche ai Suoi nemici. Questi però, sfruttarono la grande occasione, e fecero solo ciò che recava danno alla Vita di Dio e all’ordine da ciò risultante.

24. Sulla nostra Terra sembra adesso come se non esista più nessun Dio e nessun ordine. Gli abitanti si trovano in un annientamento che nessun mondo ha mai visto. Con parvenza di giustizia stanno uomo contro uomo, fratello contro fratello; l’odio peggiora di ora in ora. Su tutto, però, l’Amore eterno deve tacere, perché è in gioco la salvezza di tutti, di tutti!

25. Sarebbe un gran trionfo del nemico della Vita, se Dio si servisse della Sua Onnipotenza e ponesse fine alle devastazioni; significherebbe perdere il diritto all’Amore e alla Redenzione. Ma ciò che è impedito al grande e Santo Dio e Creatore a causa della Misericordia e Compassione dimoranti in Lui, lo può realizzare un portatore del Suo Spirito. Come portatore del Suo Spirito di Redenzione, la sofferenza dell’altro diventa la mia stessa, la miseria dell’altro la mia, e il dolore dell’altro il mio dolore. In questa consapevolezza che in me è diventata amore, Egli cerca dei mezzi che, ancora inutilizzati, anzi sconosciuti, giacciono in ogni uomo, e possono essere risvegliati e riconosciuti solo attraverso l’Amore dello Spirito di Gesù, o del Redentore donato a tutti noi.

26. Da quando Egli come Uomo di Dio divenne un Salvatore, ogni uomo attraverso il suo Amore, la Sua Grazia e Misericordia può diventare salvatore. Ogni pensiero proveniente da questo Spirito di Redentore diventa raggio di Sole, forza nascente e aiuto invisibile.

27. Vedete e udite, sorelle e fratelli miei provenienti da Dio: questo Spirito, questo meraviglioso Dono di Grazia, nato sulla croce, fa di ciascuno di noi un salvatore, ed è il ‘Figlio di Dio’ che deve giungere alla vera Resurrezione in tutti, anche in voi.

28. Senza il nascente Figlio di Dio in noi, tutti gli espedienti, di fronte al nemico della Vita, sono inutili e ci rendono deboli; ma in chi è riuscito a fare del proprio cuore una dimora per tutti gli smarriti, perduti e confusi, allora il Figlio di Dio è nato, e può risorgere nella sua grandezza, potenza e magnificenza. Così, in questo Spirito del Salvatore io amo e cerco di aiutare! Io non vi domando se anche voi volete essere come me soccorritori e redentori, oh, no; vorrei però domandare a ognuno di voi: non vorresti tu, fratello o sorella, conoscere una volta il Salvatore Gesù, il vero Dio, che divenne per tutti Padre e Fratello, e vederLo, parlare una volta con Lui, andare con Lui e sperimentare che cosa siano la vera felicità e la beatitudine? Comprendetemi bene: a ognuno è spianata la via che conduce alla vera Vita, e con essa ciascuno ha la possibilità di diventare un figlio, del quale Egli è l’eterno Padre Dio stesso, che ha ardente desiderio dei figli del Suo Amore”.

29. Ora Johanna tace; sente il gelo che le viene incontro, ed è già quasi scoraggiata, allora si muove in lei il Padre Santo: “Figlia Mia, non perderti d’animo. Nessun albero cade al primo colpo! Qui stai al posto Mio e semini la Mia semenza!”.

30. Il sacerdote precede di un passo al lato di Johanna, e commenta: “Figli, e figli dei figli, oggi udite un altro linguaggio, che quello di un messaggero di Dio! È mio dovere mostrarvi la differenza: i messaggeri di Dio venivano dalle sfere di Luce, questa figlia invece è venuta dalla Terra povera di Luce. I messaggeri di Dio comunicano il loro messaggio come l’hanno ricevuto, questa figlia invece non ha nessun messaggio, ma solo il suo amore vivente in lei, che vuole renderci ricettivi per lo spirito redentivo dimorante in lei.

31. Figli, e figli dei figli, ieri e anche oggi ho consideravo l’inutilità di promuovere quest’Amore, ma ora sono di un’altra convinzione, e mi domando: come mai ci dobbiamo accontentare dei messaggeri di Dio, mentre là sulla Terra – povera di Luce – il Signore e grande Spirito ha portato il più grande Sacrificio? Chi di voi può dare una risposta?”.


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Cap. 30

Sapienza senza amore

 

Alla domanda conclusiva di Josafa, nessuno risponde, e così Johanna gli dichiara che essi non sono un popolo maturo, poiché la loro sapienza viene dall’intelletto e non dal vero desiderio di amore filiale; quindi, anche i sacrifici esteriori nei loro templi, restano un abominio davanti al Signore. – Si recano al piccolo tempio della croce e lì aspettano insieme agli esseri di luce, mentre la croce è tutta circondata di luce.

 

1. La grande moltitudine continua a tacere, allora Johanna dice: “Padre Josafa, in voi tutti non è ancora mai arso il grande struggimento di vederLo e ascoltarLo, perché per vederLo e ascoltarLo e andare con Lui come figlio Suo ci vuole anche maturità. Non una maturità dalla sapienza raggiante e dal chiaro intelletto, ma una maturità di vero amor filiale, amore che fa degli uomini i cittadini del Cielo più alto e gli eredi del Suo eterno Regno”.

2. Josafa: “Figlia mia, che cosa bisognerebbe fare per raggiungere questa maturità?”.

3. Johanna: “Una parola dalla Sua bocca suonava così: ‘Se non diventate come questi fanciulli, non potete ereditare l’eterno Regno!’.

4. Oppure, padre Josafa, volete sostenere che questo vostro stupendo mondo sia vostra proprietà? Nel momento in cui il nemico della Vita sparge da voi la sua semenza, nonostante la vostra sapienza, siete consacrati alla morte. Perciò, la preghiera e il mio consiglio sono:

5. Rinascete come figli che anelano al Padre Santo e che hanno un solo desiderio: risorgere completamente nella brama e nello Spirito del Suo Amore liberante, Amore che ebbe origine, per tutti, sulla croce.

6. Diventate amore, come Lui, nostro Padre Santo, è Amore. Cercate di rendere vivente in voi ciò che vi fu posto come eterno dono proveniente dal cuore di Dio, allora sarete tutti sulla via che porta a Lui, e in voi quella via sarà libera, sulla quale anch’Egli vi potrà raggiungere”.

7. Josafa: “Ascoltate, figli, e figli dei figli: queste fanciulle sono più sagge di noi! Esse hanno in pienezza ciò di cui noi non abbiamo ancora nessun presentimento, e poiché la nostra sapienza c’insegna a non rifiutare nulla di ciò che ci potrebbe essere di utilità, pregherò le fanciulle di rimanere con noi, finché non ci sarà piena chiarezza. Rimanete perciò nelle loro spiegazioni, lasciatevi istruire, poiché la prospettiva di una Vita eterna non è certamente questa vita, e costoro invece hanno ricevuto la Vita da Colui che è la Vita stessa”.

8. Rivolgendosi a Johanna, egli domanda: “Sei soddisfatta di noi, figlia mia nel Signore?”.

9. Johanna: “Sì, padre Josafa, lo sono! Sarebbe però meglio se anche voi tutti foste soddisfatti di me. I vostri cuori sono difficili da scaldare, e io non posso difendermi da un dolore simile. Lascia finire questa festa, poi andrò con i miei al tempio della croce, per essere servitrice a ognuno di voi”.

10. “Ma, carissima figlia, vorresti abbandonare la festa, senza prender parte al sacrificio del ringraziamento?”

11. “Sì, padre Josafa, tutti questi sacrifici di ringraziamento sono proprio un abominio per il Signore! Lui guarda al cuore, e questo, Gli è ancora estraneo. Solo il sacrificio che Egli portò alla croce dischiude il cuore e ne fa un altare, dove l’uomo deve sacrificare il suo io, le sue concezioni e i modi di essere sbagliati; e, per questo, egli riceverà lo spirito che lo guiderà nella giusta Verità e Sapienza attraverso la Grazia del Signore Gesù Cristo.

12. Voi invece, sorelle e fratelli miei, accogliete anche dal mio amore la benedizione del Signore. Essa suona così:

13. ‘La Grazia del Signore Gesù Cristo e la Sua santa pace, sia con tutti voi!’. Amen”.

14. Johanna fa cenno col capo alle sue sorelle, allora dice Gotthard: “Cara figlia, vorresti abbandonare il campo? Io non vedo ancora nessun successo!”.

15. Johanna: “Caro fratello, il successo è più grande di quanto potremmo sospettare. Noi dobbiamo portare i cuori stessi alla fermentazione, poiché poco fa, in me c’era malinconia, ma adesso c’è grande, grande gioia. E sperimenteremo del più grande ancora!”.

16. Gotthard scuote il capo, l’andare via da questo posto gli sembra una sconfitta; Johanna invece la pensa diversamente. Vanno al tempio. Quando entrano, la croce è circondata da una luce meravigliosa. I fiori, l’altare, tutto ha un aspetto molto più grandioso.

17. Allora Gotthard osserva: “Cara Johanna, con la forza del Signore hai fatto qualcosa per dilettare i nostri occhi?”.

18. “No, fratello: questa è la risposta del Signore che non ci scoraggia, ma ci rende ancora più forti! Perciò rimarremo qui e aspetteremo. Io lo so: l’Amore del Padre otterrà la vittoria!”.

19. Occupano posto davanti all’altare, s’immergono nel silenzio e lasciano ancora una volta diventar vivo l’avvenimento. Allora arrivano un po’ alla volta gli esseri di Luce e sommergono di domande i cinque.

20. Il successo con questi esseri di Luce è molto più grande che presso gli uomini; esso va a finire in ardente desiderio: “Possiamo anche noi cercare il Signore, e attraverso di Lui ricevere la Vita?”.

21. Ora sopraggiunge l’anziano sacerdote Josafa, con alcuni anziani. Colpiti, si fermano, nel vedere con i loro occhi splendere l’altare così ultra meravigliosamente; poi percepiscono l’armonia dei loro beati, con i cinque. A questo punto, domanda Josafa:

22. “Che cosa dite ora, fratelli miei? È già stata vista una volta tale pienezza di Luce, in questo piccolo tempio? Il linguaggio di questi figli è più grande di quanto noi possiamo immaginare!”.

23. Dice un anziano: “Padre Josafa, dobbiamo consultare le comunità e non rattristare il grande Spirito; sul nostro operato, non c’è nessun’ombra! Solo questo, non riesco a comprendere: che le nostre offerte debbano essere un abominio per il Signore! Poiché tutti i messaggeri di Dio, apparsi finora, erano soddisfatti del nostro sacrificio di ringraziamento”.

24. Josafa: “Il nostro intelletto non vuole ammettere che il grande Spirito, al Quale noi dobbiamo il sacrificio di ringraziamento, e il Signore, che questi figli amano come un Padre, siano Uno, e Lo stesso Dio. Ammetto che abbiamo ancora molto da discutere con questi due esseri divini; e se la nostra comunità, e le comunità vicine, saranno con noi, io vedo davvero il nostro saggio intelletto oscurato da molte nubi”.

 

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Cap. 31

Superare tutto tramite l’amore

 

Josafa, a colloquio con i sei ospiti, comincia a comprendere la necessità di cercare il Signore, e fa domande sull’essere ‘figli’. – Johanna propone di condurli nel mondo dello spirito, e l’angelo lo consente. – Nel loro mondo sono ospitati in una casa dove c’è il Signore, che essi però non riconoscono; pur cominciando a desiderarne la presenza viva. – Ritorno a casa, con il proposito di esortare gli abitanti del loro mondo a cambiare.

 

1. Johanna saluta i venienti, e li benedice nel nome del Signore.

2. Josafa ringrazia, dicendo: “Figlioli, da quale fonte avete la Luce sull’altare, e oltre l’altare? Tale meravigliosa Luce i miei occhi ancor mai l’hanno vista”.

3. “Padre Josafa, non noi, bensì l’eterno buon Padre ci ha donato questa Luce!”.

4. “Era qui il Signore stesso, oppure uno dei Suoi messaggeri? Questa Luce meravigliosa, infatti, non può sorgere dal nulla!”.

5. “Nessuno dei due, ma l’Amore è creatore di tutto questo. Poiché noi non abbiamo operato dal nostro amore, ma dall’Amore del Signore, così anche l’Amore poteva solo di nuovo riflettersi, cosa che ha fatto scaturire la stessa Luce”.

6. Josafa: “Questa è la prima volta che è venuto fuori qualcosa senza il nostro intervento; che cosa possiamo dedurne, cari fratelli?”.

7. Dice uno: “Non possiamo fare altro che attendere nuove istruzioni; questi figli sono ben colmi di fervore ardente, del quale però non sappiamo quasi nulla”.

8. Johanna: “Cari amici, come uomini, la vostra prudenza potrebbe certamente essere buona, ma poiché siamo esseri dell’Eternità, a noi è assai più vicino l’eterno che il temporale; tuttavia l’Amore tramite il quale operiamo e testimoniamo, appartiene del tutto all’Eternità e include anche tutto il temporale. Non pensiate che le vostre abitudini, il vostro modo di essere e le vostre condizioni basilari di vita debbano essere cambiate, oh, no! Dovete però cercare in voi l’eterno, lo spirito che è una particella proveniente dallo Spirito primordiale, e che attende in voi la nascita, per elevarsi, e voi con lui, in una Vita d’Amore, di misericordia e di compassione. È questo spirito a far di voi figli, e di tutti gli uomini, dei fratelli e sorelle. È in questo spirito che voi spalancate la porta del vostro cuore per il grande Spirito, il Quale cerca una patria nel vostro mondo”.

9. Rivolgendosi a Gotthard, dice il più anziano: “Tu, solenne messaggero del grande Dio, che cosa ci consigli? Il linguaggio dei figli è a noi estraneo, e tuttavia non vorrei dir di no, sebbene io non abbia nessun motivo per cambiare la mia concezione di vita”.

10. Risponde l’angelo: “Caro amico, il linguaggio delle fanciulle è il linguaggio di quell’Amore che sperimentiamo solo in pochi. Per noi servitori è spesso incomprensibile come il Santo Dio e Padre si metta alla pari di questi figli. Per noi, il dono più grande è quando possiamo servire questi figli, davanti alla cui vita crescente in loro, c’inchiniamo in riverenza. Io conosco il vostro mondo, come anche i suoi abitanti, ma una tale felicità e gioiosità di vita, non è stata mai vissuta, come presso i figli del Santo e grande Dio.

11. In verità, in verità, io vi dico: queste fanciulle non scambierebbero la loro dignità filiale con le più grandi bellezze del vostro mondo, poiché per loro l’Amore del Padre Santo è la più grande grazia e beatitudine. Se osservo i vostri esseri di Luce, sulla cui bellezza e purezza non vi è nulla da eccepire, e osservo i figli che hanno costante accesso nei sublimi Cieli dell’Amore, allora, cari amici, non mi è difficile dedurre che i vostri esseri di Luce sono certamente solo povere marionette, mentre i figli sono colmi della Vita proveniente da Dio, Padre loro!”.

12. Josafa: “Fedele messaggero del grande Dio, tu sconvolgi la mia posizione come sacerdote e pastore di questi miei figli, e figli dei figli. Eppure io sono dotato di forze provenienti dal grande Dio, e opero secondo le istruzioni che il grande Spirito mi fa giungere. Ma come opererò, quando verranno ancora più numerosi i figli del grande Dio? Io ti prego, dammi un tuo consiglio”.

13. Gotthard: “Caro amico proveniente da Dio, anch’io sono solo un servitore come te proveniente da Dio, il Signore; anch’io, dispongo di forze con le quali potrei misurarmi con ogni nemico e, nonostante ciò, non posso andare oltre i limiti del potere, perché allora cesserei di essere un fedele servitore. Queste fanciulle invece, non hanno proprio nessun mandato. Nelle loro azioni, esse sono totalmente libere, conoscono solo una volontà e un’aspirazione, e in tutto il loro fare e in ogni cosa, operano così, come opererebbe il Santo Dio! Esse pensano meno di tutto a se stesse, ma il loro amore, la loro vita è il Signore stesso, e questo, nemmeno noi messaggeri del Signore lo troviamo presso gli abitanti di questo vostro mondo”.

14. Josafa: “La tua risposta è dura come la volontà irremovibile, e ora non c’è più bisogno di parole, poiché adesso io ci vedo chiaramente”.

15. Poi rivolgendosi a Johanna, egli dice: “Figlie del grande Dio, il vostro amore è riuscito a scuotermi nei miei fondamenti vitali! Lasciate me e i miei fratelli soli. Non vi nego la mia dimora, ma vi prego, rimanete nelle mie vicinanze, poiché avrò ancora bisogno di voi”.

16. Johanna: “Padre Josafa, la tua preghiera è sorta già dal tuo amore! Continua così: presto sperimenterai il prodigio dell’Amore”. – E così è. L’Amore rimane vincitore; la resistenza degli anziani diminuisce sempre di più, finché Josafa chiama i sei, poiché essi ora bramano di vedere il Signore e poterGli parlare.

17. Johanna: “Padre Josafa, finché tu sei ancora uomo, non ti sarà possibile, ma quando lo struggimento per il Signore e Dio, il buon Salvatore e Padre Santo, sarà ben più grande, allora l’eterno Amore ti trasformerà in uno spirito beato. Ricorda però che tu, come uomo, quale figlio di Dio in divenire, devi ancora adempiere pienamente una missione:

18. Insegna ai tuoi figli l’amore che senti in te, insegna ai tuoi figli che esiste solo una piccola via per l’eterno Cuore del Padre, ed è l’amore per il prossimo, poiché nel tuo prossimo vive l’eterna scintilla di Dio, la quale vuole risorgere a figlio di Dio. Ma per dare a te, padre Josafa, una volta l’occasione di sperimentarlo, allora tu, insieme ai tuoi fratelli, sii una volta tra noi, e non come ospite, sacerdote o uomo, bensì come fratello”.

19. Acconsentendo, Josafa si china, e Gotthard pone a lui e ai sette anziani, le mani sul capo. Allora da questi corpi sorgono bianchi e raggianti esseri di Luce, i quali sono salutati amorevolmente da Johanna.

20. E Johanna dice a Gotthard: “Fratello, guidaci secondo la Volontà del Signore nel luogo soave, dove Egli aspetta tutti noi. La Sua Volontà sia la nostra Vita!”.

21. In pochi attimi si trovano tutti in uno stupendo, magnifico giardino, dove dimorano uomini del tutto semplici.

22. Essi sono attesi in una piccola casetta dal proprietario, il quale, colmo di gioia, li invita a entrare.

23. L’affettuosa accoglienza, questo stato oltremodo magnifico proveniente dall’interiore, li colpisce, ma il fratello – che è il proprietario – sa rendere liberi i loro cuori, e li conduce a un tavolo, dove la sua donna siede con un Ospite.

24. Presto essi assaggiano i frutti oltremodo gustosi, come anche il pane e il vino, allora ogni dubbio scompare in Josafa, il quale esclama:

25. “Fratelli, fratelli, se tutto questo lo potessero sperimentare i nostri figli, si ridesterebbero come noi a una vita diversa! O Tu, grande Dio, nella Tua grandezza noi, [come sacerdoti] eravamo diventati idoli, mentre in questo Tuo Amore diventiamo anche figli! E tu, caro padre della casa, io ti ringrazio per il tuo amore che rivela una tale grandezza”.

26. Il padre della casa: “Caro fratello, il ringraziamento spetta al Signore! Solo a Lui, infatti, dobbiamo la beatitudine di poter rendere felici. Ma ora vieni, e guarda i nostri giardini, il nostro lavoro, i nostri compiti, affinché si accresca in te la brama di diventare come noi un cittadino del Cielo, dove il Padre Santo è il nostro amore, la nostra vita e la nostra esistenza. Il vostro mondo è incomparabilmente bello, ma rimane proprietà del Signore ed eterno Dio; questo nostro mondo invece è nostra proprietà per la Grazia del Signore che noi, mediante l’Amore proveniente da Lui, abbiamo formato in noi stessi in così tale bellezza. Perciò il Signore viene anche così volentieri da noi, poiché Egli è il nostro Amore e la nostra beatitudine”. Tutti gli occhi si riempiono di lacrime, anche quelli di Johanna e dei quattro; essi, infatti, nell’Ospite hanno riconosciuto il Signore. Egli fa cenno di tacere, cosa che loro comprendono assai bene.

27. Così entrano in contemplazione di un mondo che può dare solo beatitudini, vedono solo uomini felici, che sono tutti stati provati dalla sofferenza, perché nelle fasce intorno alla loro fronte, portano ciascuno dei splendidi diamanti.

28. Josafa si fa spiegare tutto, avendo individuato l’Ospite che, nella sua voce risonante, concede così volentieri ogni chiarimento.

29. Solo alla domanda: “quando verrà il Signore”, Egli dà una risposta negativa; poiché ciò dipende dalla brama per la Sua venuta, è questa che muove il Signore.

30. “Questo mi è incomprensibile, caro Amico! Anche noi abbiamo un ardente desiderio di vedere il Signore, e nonostante ciò a Lui non è ancora venuto in pensiero di visitarci”.

31. “Sei sulla strada sbagliata, caro amico; la Sua venuta, è anche un pericolo per i nostalgici. Come frutta immatura danneggerebbe la vostra salute, così anche agli immaturi la venuta del Signore non porterebbe la benedizione che Egli unisce con la Sua venuta. Il Comandamento supremo del Signore, che Egli dà a Se stesso, è la tutela della libertà dei Suoi combattenti e nascenti figli; oppure credi, caro amico, che se il Signore venisse da te all’improvviso, tu diventeresti subito un figlio Su?

32. Il Signore considera certamente tutti come figli Suoi; ma veri figli, essi lo sono solamente quando risorgono nel giusto spirito filiale, e cercano l’adempimento dei desideri del loro Padre Santo!”.

33. “O Amico, finora io non avevo mai riflettuto bene su questo, e la mia brama di vedere il Signore era solo per la soddisfazione dei miei desideri. Johanna ha capito di risvegliare in me ciò, ma Tu mi riveli l’ardente desiderio del Signore: avere figli liberi, che condividono, come Lui, il Suo struggimento!”.

34. “Adesso hai parlato bene! Lascia maturare tutto in te e, quanto più metterai nel cuore dei tuoi figli il vero amore e il desiderio ardente, tanto più sorgerai tu stesso nella vera essenza di figlio. L’Amore diventa struggimento e porta anche adempimento, di questo sii certo, poiché vedi, questi uomini trascorrono qui la maggior parte del tempo per rendere felici i loro fratelli e sorelle e, inoltre, senza dimenticare gli smarriti e i perduti. Ogni cuore conquistato diventa per loro, altrettanto, come se tu nel tuo mondo costruissi un nuovo tempio”.

35. “Ti ringrazio, caro Amico! Io vorrei che Tu potessi fare il possibile per essere una volta anche nostro Ospite; con ciò Ti potresti convincere fin dove siamo maturati nella nostra volontà e nel nostro desiderio di raggiungere la libera figliolanza di Dio”.

36. “Questo può essere possibile, caro amico. E ora vieni: abbiamo quasi dimenticato gli altri!”.

37. Essi hanno visto ancora molto, molto di bello, allora Gotthard dice a Josafa: “Fratello, io ho l’ordine di riportare indietro te, e i tuoi fratelli; Johanna si tratterrà ancora un po’ di tempo qui con le sue sorelle, poiché lo scopo del loro amore è adempiuto”.

38. Risponde Josafa: “È qui il Signore che ti ha dato l’ordine? Ti prego, rivelalo a me, affinché io Gli possa sottoporre il mio struggimento”.

39. Gotthard: “Il Signore è qui, ma tu Lo troverai solo con il cuore. Accontentati di ciò che hai vissuto e contemplato con i tuoi fratelli, e utilizzalo per la salvezza tua, e loro”.

40. Con la separazione Josafa conclude: “Cari amici, il mio intimo è colmo di gioia, adesso però sento dolore nel dover andare via da voi; ma la Volontà del Signore è da adempiere. Solo una preghiera io vi rivolgo: non dimenticateci nel vostro amore, poiché ora abbiamo davanti compiti su compiti”.

 


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Cap. 32

La patria ritrovata

 

Il ritrovarsi ancora col Signore, che vuole premiare Johanna donandole una casa propria. - Minna le dona un nuovo abito e un nuovo diadema, e il Signore la invita a entrare nella sua nuova casa. – Quale magnificenza essa è, e all’interno ci sono tutti i salvati da lei, che l’attendono. – Il brindisi di Johanna, e un’ultima parola dalla nonna-angelo Helene.

 

1. Johanna rimane con le sue sorelle presso il Signore. Solo adesso che gli abitanti dell’altro mondo sono andati via, esse possono togliere al loro amore ogni costrizione.

2. Il fratello e la sua donna [Johann e Minna] sono assai felici di avere le cinque più a lungo ancora presso di loro; il Padre Santo però, dice:

3. “Figlioli, Io ho ancora una missione da compiere, e vorrei che tu, Johann, e anche tu, Minna, Mi aiutaste. A Johanna ho destinato una dimora, dove lei potrà trovarMi sempre secondo il suo amore e il suo desiderio ardente; i suoi compiti richiedono la massima quiete. Siete tutti certamente una cosa sola con Me, ed è delizia sublime aver relazioni con voi, così come è anche per voi. Johanna potrà poi dare nella sua dimora liberissimo spiegamento al suo amore, per raggiungere quella maturità che le è necessaria, per essere considerata come colonna nel Mio eterno Regno”.

4. Insieme visitano tutte le loro sorelle e i loro fratelli, qua e là sostando secondo l’impulso del loro amore, che solo porta adempimento. Questo è il momento più bello per le cinque, di tutto ciò che hanno vissuto finora; spesso pensano alle loro sorelle e fratelli, allora il Padre Santo dice:

5. “Figliole, solo adesso avete riconosciuto la vostra eterna destinazione, e siete penetrate veramente nell’Essenza del Mio Amore. Dalla più profonda miseria, fin su ai luoghi dell’eterna pace, avete raccolto esperienze che sono radicate con la Mia Vita, con il Mio Amore e con la Mia Brama. Te, Johanna, ti condurrò Io stesso a casa nel tuo Regno, nella tua dimora, dove Mi troverai in ogni tempo, quando ti spingerà il tuo ardente desiderio e il tuo amore.

6. Tu Lisa, Christa, Rosel e Lena dovrete essere testimoni di come l’eterno Amore possa ricompensare tutto il vostro amare, servire e liberare”.

7. Christa: “O Padre Santo, non possiamo rimanere più a lungo con Johanna? Lei ci mancherà molto!”.

8. “Christa, e voi altre, ascoltate: anche voi andate incontro alla destinazione cui va ora incontro Johanna. Da questo momento in poi però, Johanna sarà uno spirito indipendente, mentre voi avete ancora bisogno di una guida. Johanna vi visiterà quando la sua brama la spingerà a voi, oppure voi stesse la chiamerete attraverso di Me. Rallegratevi con lei, affinché il vincolo d’amore vi leghi ancor sempre più intimamente, per il tempo e per l’Eternità”.

9. Chiede Minna: “Carissimo Padre, lascia a me, di adornare Johanna dal Tuo scrigno del Cuore come Tua sposa, Tua figlia, sorella e confidente!”.

10. “Minna, hai preceduto i Miei desideri: Mi rallegro del tuo amore!”.

11. Dice il fratello Johann: ”Caro Padre, il pasto d’Amore nella casa di Johanna è preparato, e mi ono attenuto completamente all’impulso in me. Non sarai certamente in collera con me, per averTi tolto il lavoro?”.

12. “In collera? No! Mio Johann, come potrei esserlo? Speriamo che tu abbia pensato a tutto, e che non abbia dimenticato nulla!”.

13. “Padre, caro Padre, non ho dimenticato nulla, perché Tu sei il mio Tutto!”.

14. Minna ha appena toccato Johanna, e lei ora sta lì, in veste raggiante, con una cintura tempestata dei rubini più splendenti, e un diadema nei capelli, arricchito con i più magnifici diamanti.

15. Le quattro sorelle si spaventano di tanta magnificenza.

16. Allora Minna osserva: “Va bene così Johanna, caro Padre?”.

17. “Minna, non sei andata troppo oltre con il tuo amore?”.

18. “Oh, Padre, per Te non esiste un troppo oltre! Tu mi hai dato tutto già prima. Johanna, tu invece non ti spaventare, davanti a te c’è una santa ora! E voi sorelle, rallegratevi, perché siete testimoni di quest’inconcepibile Amore e Grazia!”.

19. Allora il Signore prende per mano Johanna, e nell’attimo seguente entrambi si trovano in un meraviglioso giardino, presso una piccola casetta bianca come la neve, dalla quale ora esce la nonna.

20. “Padre, Tu caro e magnifico! Tu stesso porti Johanna. Com’è colmo il mio cuore di gioia più grande!

21. Sii benvenuta, Johanna!”.

22. Dice il Padre Santo: “Figlia Mia, ora sei a casa! Guarda questa tua dimora: essa è del tutto secondo i tuoi nostalgici desideri che il Mio Amore è stato ad ascoltare nel tuo amore. Finalmente sei a casa! Tutto è tuo, e tu sola potrai disporne secondo la tua volontà.

23. Ora vieni, conducici nella tua dimora!”.

24. “Io, caro Padre? Io, la piccola Hanny, deve guidare Te e gli altri?”.

25. “Sì, tu Johanna! Poiché ora sei un angelo come tua nonna, come Johann e Minna! Hai paura nella tua casa, dove ci sono solo amici? Non hai avuto paura nell’inferno, presso esseri estranei!”.

26. “Padre, hai ragione, sono diventata un po’ debole solo per un momento; Padre, adesso però Tu mi fortifichi, e non vorrei arrecarTi un disonore!”.

27. “Sia, figlia Mia! La Mia benedizione sia la tua forza!”.

28. Johanna apre la porta e dice a tutti: “Entriamo nel Regno dell’Amore, Regno che dovrà essere la patria di tutti!”.

29. Johanna si guarda intorno, e il suo cuore è sul punto di scoppiare! Tutto è così semplice e, ciò nonostante, così magnificamente bello. Le pareti sembrano aver vita, le finestre sono grandi e lasciano entrare raggi di luce che fanno risplendere tutto in un meraviglioso fulgore. Nel mezzo c’è una grande tavola, apparecchiata con i vasellami più fini.

30. Dice Johann: “Johanna, non ti spaventare del numero degli ospiti che sono invitati al tuo giorno glorioso: apri là la porta, e chiamali. Adesso, infatti, sei tu la padrona e rappresentante del Padre Santo!”.

31. Allora Johanna apre la porta, e guarda in una grandiosa sala, dove molti, molti ospiti l’aspettano in vesti raggianti. Sono tutti conoscenti che fin dalle prime ore l’hanno aiutata nell’aldilà, in ciò che adesso ha raggiunto. Lei dice:

32. “Sorelle e fratelli, l’Amore ha chiamato, e voi avete risposto. Vi ringrazio! Mille grazie per la vostra venuta! Occupate posto alla tavola del Signore: si tratta di ringraziare e glorificare Lui!”.

33. Non può stringere la mano ad ogni singolo, lei ha solo lacrime di gioia.

34. Tutti hanno trovato posto, e si affrettano già anche cuori pronti ad aiutare, portando del pane migliore, i frutti migliori e del vino ancora migliore. Allora il Signore si alza e dice:

35. “Figli del Mio Amore, una figlia beata è il motivo grazie al quale Io posso deliziarMi nel vostro amore! Quest’ora però è dedicata innanzi tutto a lei, a Mia figlia Johanna, che ci ha guidato nella sua dimora. A lei va il Mio ringraziamento, poiché nel suo cuore è potuto sorgere il Mio Spirito di Salvatore e Redentore, Spirito che porterà a tutti, a tutti gli esseri, la Redenzione. In questa santa ora dovete nuovamente essere tutti testimoni del Mio Amore paterno, della Mia fedeltà e della Mia riconoscenza.

36. Tu, Johanna, finalmente ti sei fatta valere, e hai trovato la via di casa che porta a Me, poiché tu avevi solo un’ambizione: possedere assolutamente Me, tuo Salvatore! A te è riuscito. La tua sofferenza passata, la tua vita, colma di rinunce, erano i gradini per risorgere nello Spirito, Spirito che pochi contemplano e riconoscono in Me. Ciò che Io non potevo dire e svelare a nessuno, tu lo hai presentito, e hai voluto realizzarlo nella tua anima coraggiosa: il Mio segreto bramare, sperare e desiderare! Sei stata fedele nel piccolo, perciò ti posso lasciare in un mondo che corrisponde unicamente al Mio Amore e alla Mia Misericordia.

37. Prosegui la Mia opera. Tutte le Mie Forze, l’Amore e la Sapienza, ti devono essere proprie!

38. Accogli la Mia benedizione e il Mio bacio paterno! Amen!”.

39. Johanna risponde: “Miglior Padre e fedelissimo Salvatore, Tu mi chiami figlia Tua! Mi trasferisci in un mondo, nel quale io devo padroneggiare e servire. A me mancano le parole per ringraziarTi, ma Tu sai come stanno in me le cose.

40. Finché sentirò in me ancora un impulso, esso mi verrà da Te; finché vedrò una sofferenza negli altri, sarà il Tuo Amore che mi spingerà ad aiutare! Io ti ringrazio, mio eterno e miglior Padre, Tu però avrai difficoltà a placare quest’ardore in me, poiché ora Tu stesso mi hai tolto quegl’impedimenti che ancora mi trattenevano per venire da Te!

41. Ascoltate tutti, sorelle e fratelli miei, voi fedeli aiutanti e sostenitori del Padre Santo! Anche il vostro struggimento è colmato, poiché io potevo maturare anche grazie al vostro contributo, per crescere in questa Vita ora a me donata in eterno. Il Signore e miglior Padre mi ha certamente posto molto in alto, ma ciò nonostante io rimango la vostra Hanny, la quale conoscerà sempre di nuovo soltanto un ardente desiderio: amare, servire e rendere beati!

42. In questo Spirito vogliamo unirci tutti ancor di più, e amare il Padre Santo dal nostro sacro Amore, che vuole da Lui e per Lui la cosa più meravigliosa. Beviamo insieme, affinché la Sua santa speranza di Redenzione trovi completo coronamento, e tutti si trovino a casa, nel santo Cuore paterno, come mi sono trovata a casa io stessa, grazie al Suo Amore e alla Sua Grazia, e unitamente al vostro amore!

43. Ora prendete tutti in mano le coppe riempite: questa bevanda tocca al nostro Padre e alla Sua eterna opera! Amen!

44. Ancora un sorso! Esso tocchi alla povera, lottante Terra e ai suoi abitanti, affinché il meraviglioso Spirito redentore diventi del tutto, e finalmente, sua proprietà! Amen!”.

45. Dopo il banchetto, è un gioire immenso. Tutti vogliono stringere Hanny al loro cuore. Ma il momento più bello, è quando il Padre Santo colmo d’Amore si tiene abbracciato con Helene, [nonna di Hanny-Johanna] e Johanna.

46. Helene dichiara: “Ora tu sei sorella mia, poiché da un unico Petto riceviamo Amore e Vita! Qui c’è adempimento, qui c’è quiete, Fonte di Luce e Potenza! A questo Petto c’è la vera patria! Chi si può stringere qui, senza timore e ansietà, sospinto dall’Amore del Salvatore, avrà davvero la patria ritrovata!”.

 

 

 

– FINE –

 

 

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[1] Si ricordi che siamo in Germania, e il 14 luglio 1933 fu varato il programma di eugenetica che, per preservare pura la razza, ogni individuo con delle malformazioni era sottoposto a sterilizzazione.