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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1928

Libretto  II

 

Vita di Gesù

 

Gesù a 25 anni con Giulio, poi al lavoro con Giacomo presso il vecchio Zaccheo fa vivere avvenimenti interiori

 

 

[commento al libro II]

 

INDICE

 Cap. 1         Gesù e Giacomo, sulla via che porta al nuovo posto di lavoro

 Cap. 2         Alla locanda di un vecchio oste, l’incontro con Giulio

 Cap. 3         Con Giulio, Gesù dialoga sul ‘Padre’ in noi

 Cap. 4         Presso il vecchio Zaccheo

 Cap. 5         Commenti tra il giovane Zaccheo ed il vecchio Zaccheo

 Cap. 6         Avvenimenti interiori sotto il cielo stellato

 Cap. 7         Al mattino del Sabato, sulla collina – Nuovi avvenimenti interiori

 Cap. 8         Giacomo benedetto nella quiete del Sabato

 

 

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Cap 1

Gesù e Giacomo sulla via che porta al nuovo posto di lavoro

                         1.      Freschi in un bel mattino marciano per le campagne Giacomo e Gesù con gli attrezzi del mestiere in mano e sulle spalle. Taciturni attraversano per lungo tempo villaggi e borgate, finché Gesù rivolgendosi a Giacomo gli domanda: “È ora finalmente quieto il cuor tuo?”.

                         2.      “Ancora non completamente”, – risponde Giacomo, – “francamente sono già abituato a camminare come un muto accanto a Te. – Vedi, fratello mio Gesù, non ho dimenticato niente, io spero e credo! Ma poiché una volta finalmente mi permetti di parlare e noi due siamo soli, – allora, mio Gesù, permettimi di essere aperto e Ti dica: questo è stato un tempo difficile! – Difficile per noi, difficile per Te! E ora dimmi solamente: tutto questo era ed è necessario?

                         3.      Il dispiacere a casa; il vecchio padre Giuseppe quasi non riesce più a far niente. E Tu, Gesù, Tu uomo buono, riesci sempre a rimanere solitario, muto e schivo? Hai dimenticato così velocemente ciò che Tu stesso ci hai insegnato? – Quando Io rileggo le annotazioni, mio buon Gesù, allora credo di star seduto sulla Porta dell'eterno Cielo. Ma se adesso considero il Tuo comportamento, siedo alle porte dell'inferno, e conflitto su conflitto si trova nel mio cuore. È ben vero, Tu compi il Tuo dovere meglio di tutti noi; pure non posso comprendere questo Tuo comportamento.

                         4.      Quando Tu eri ancora fanciullo allora venivi dal Tuo Giacomo, e ora che ci potremmo comprendere ancora meglio, ora Tu mi eviti? – Mi meraviglia soltanto che il padre abbia permesso che noi due dovessimo vivere e lavorare per circa quattro settimane lontano da casa, e che Maria, Tua madre, l'abbia senz'altro approvato”.

                         5.      Risponde Gesù: “Mio Giacomo! Non fare troppe domande in una volta! Tutto doveva avvenire così, perché Io volevo così! E che abbia scelto te per questo viaggio di lavoro, alla fine lo comprenderai da te stesso. Bada bene a tutto! Non emettere giudizio su nulla, nemmeno sulla più piccola cosa! Perché tutto ha il suo motivo! – E che Io non sia più venuto, come da bambino, a te nella scuola della vita, trova la sua soluzione nel fatto che non ne ho più bisogno. Io però ti do, fratello Mio Giacomo, il buon consiglio: vieni ora tu quanto più spesso puoi da Me e fatti consigliare da Me! Perché nel Mio Cuore vive pienezza ed ultragrande ricchezza.

                         6.      Quanto avreste potuto essere tu e voi tutti felici, se – memori delle meravigliose Rivelazioni piene di Grazia – aveste creduto ed aveste con ciò contribuito al fatto che tutto si sarebbe potuto risolvere più facilmente e più velocemente. Oggi, Mio Giacomo, Io sto veramente non soltanto con uno, ma con due piedi sul vero Terreno di Dio, e quello che Mosé soltanto sentiva, Io lo so: questo terreno è sacro! E dove potevo acquisire tutto questo? – Vedi, soltanto nel silenzio e nella solitudine! Con una potente, solida Volontà dovevo dominare il Mio Cuore. Grave per Me e per voi; voi non volevate comprendere questa Mia necessità di Vita. Per questo – divenni taciturno – e chiuso.

                         7.      Tutto il dispiacere nella casa di Giuseppe bruciava nell’anima Mia; ho versato lacrime su lacrime, e dolore su dolore trafiggeva il Mio Cuore. Esso voleva gioire con voi, voleva anche essere lieto e giocondo. – E sarebbe stata certo la morte, la morte spirituale per molti. È facile parlarne quando lo si ha già superato; ma credi, ancora molto, molto è da superare! – Che la madre si preoccupasse e soffrisse terribilmente, è comprensibile; ma che voi l’abbiate sostenuta nel suo falso agire e reso perfino ridicolo il santo amore che ci legava (perché lei Mi amava soltanto come figlio suo) era ingiusto, amaramente ingiusto! Ma ora anche questo è superato! E il periodo della nostra vita ora veniente, finché siamo ancora insieme, sarà ben più affettuoso e tranquillo.

                         8.      Ascolta, Mio Giacomo! Io volevo essere adesso in questo tempo solo con te e lavorare. Non impiegherò forze soprannaturali di nessuna specie, perché il ‘Mio tempo’ non è ancora venuto! – Ma in casa di Zaccheo, dove lavoriamo, lascia a Me, come il più giovane, il piano e l’iniziativa del lavoro. Abbiamo una buona reputazione come carpentieri; e Zaccheo, quale un discendente della stirpe di Abramo, deve essere preparato per il lavoro al Regno di Jehova. E lui deve più tardi – per tutte le Eternità – diventare un’importante testimonianza.

                         9.      Certamente Io non posso dire che sarà così o così – o che Io lo voglia! Perché la volontà dell'uomo deve essere per Me sacra, anche la tua! E per questo fondamentale Principio di vita, in futuro voglio fare tutto così che non sia esercitata nemmeno la più piccola pressione. Fa attenzione a questo, Giacomo fratello Mio! E così rimaniamo silenziosi per un po' di tempo, nel prossimo villaggio trascorreremo la notte.

                       10.   Quindi sii memore delle Mie Parole”.

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Cap. 2

Alla locanda di un vecchio oste, l’incontro con Giulio

                         1.      Così i due continuano il loro cammino, Giacomo col cuore in conflitto, e Gesù con sul suo volto un’aria meditabonda. –

                         2.      Dopo un lungo, faticoso cammino raggiungono la locanda. Secondo il costume dei giudei si lavano i piedi e chiedono nel Nome di Jehova da mangiare, da bere e un giaciglio per la notte, cosa che l’affabile oste promette loro volentieri.

                         3.      Dalla stanza attigua giunge un caotico chiasso di gozzoviglianti soldati romani; ma entrambi fanno come se questo non li riguardasse.

                         4.      Dopo aver mangiato e bevuto, il vecchio oste viene e domanda come stanno. Gesù ringrazia con Parole amichevoli e chiede poi all'oste: “Poiché tu ci hai domandato con buona intenzione e buon sentimento, allora permetti anche a noi di chiederti: Sei tu felice e soddisfatto?”.

                         5.      Allora il vecchio oste Lo guarda con i suoi occhi penetranti dicendo: “Giovane amico! Tu sei veramente il primo che mi domanda di soddisfazione e felicità. Ma se devo risponderti sinceramente, devo dire: 'No!'. Poiché dispiacere su dispiacere colma il mio cuore. Senti questi stranieri quante arie si danno? – Come si comportano da signori, e si deve assistere impotenti quando imprecano su tutto ciò che ci è sacro. Se poi vengono i templari, e ci si lamenta per il proprio dispiacere, allora secondo loro non abbiamo pregato ed offerto abbastanza! E quanto ho sperato che la nostra bella patria diventasse nuovamente degna di ospitare tutti i giudei come uomini liberi e felici, amati e benedetti dal Signore Iddio Zebaoth!

                         6.      Ora sono diventato canuto e vecchio; chissà quando potrò raggiungere i miei padri! – E quanto ho sperato nel Salvatore, nel Messia! Come ho accumulato in silenzio amore su amore, bene su bene, per onorare Colui che guiderà fuori il nostro popolo dalla babilonia romana! Circa 25 anni fa passarono di qui su cammelli dei savi e sacerdoti indiani e ci diedero qui a questo tavolo notizia e speranza di Uno che era nato a Betlemme e che doveva essere chiamato da Dio a liberare il paese dall'invasore e doveva portare la Luce in tutte le tenebre. Talvolta del ragazzo prodigio si sentiva parlare ancora dopo anni, ma, – ora che sono piegato dall'età – scompare speranza su speranza”.

                         7.      Risponde Gesù: “Tu, caro locandiere, ci hai detto più di quanto volevi;– ma attratto dall'amore in noi per te, tu non potevi tacere. Poiché ti dico: Io comprendo il tuo ardente desiderio, la tua speranza e anche il tuo dolore. – Anche nel Mio Cuore vive la saldissima fiducia: presto verrà la liberazione! Presto verrà il tempo! – Certo, tu difficilmente lo vedrai. – Ma ora va dai tuoi ospiti, ti chiamano”.

                         8.      La porta si apre, e con le guance arrossate viene un sottufficiale al nostro tavolo e c’invita entrambi ad entrare nella stanza accanto, visto che anche noi siamo soli. Ma Io rifiuto ringraziando e poi lo invito: “Siediti pure al nostro tavolo! Vedi, abbiamo camminato quasi tutto il giorno ed abbiamo ancora un lungo viaggio davanti a noi, perciò abbiamo bisogno di riposo. Ma un momentino ancora possiamo rimanere insieme”.

                         9.      Il sottufficiale guarda Gesù e gli porge la mano dicendo: “Se ti guardo così, allora qualcosa si muove nel mio cuore che mi rende oltremodo giulivo. – Non può essere per il vino bevuto. – Con te potrei stringere subito amicizia!”.

                       10.   Gesù si alza da tavola, gli porge la mano destra e dice: “Allora il tuo desiderio deve essere esaudito! – Adesso, in quest'ora, Io ho nient’altro da offrirti che la Mia Amicizia. Ma verrà un tempo in cui la Mia Amicizia sarà per te la più grande felicità. Io sono così per natura. Quando una volta riconosco un uomo come amico, allora voglio renderlo completamente felice. E il Mio Amore deve essere come un Sole nascente che avvolge tutto in ultrachiaro splendore. E così sii felice! Chiamami ‘il tuo Gesù’, ed imprimi a fuoco l’Immagine Mia nel tuo cuore, quando sarai lontano e dovrai compiere il tuo dovere. Poiché vedi, anche nel Mio cuore Io ti ho accolto e ti voglio amare e benedire!

                       11.   Tutto il Mio cuore è colmo dell'unico pensiero: soltanto come fare affinché tutti gli uomini possano riconoscere quale grande felicità li attende, se rivolgono la loro attenzione a fare gli altri felici. Vedi, tu sei un pagano, Io sono un giudeo. I nostri cuori però non domandano: ‘Chi sei tu?’ - ma noi due ci siamo lasciati afferrare dallo stimolo dell'amore, per separarci – ben secondo il corpo – ma non più secondo l'amore! –

                       12.   Io sono – Colui che sono! Il Mio grande Compito sta dinanzi a Me come un meraviglioso paesaggio visto dal monte, e vedo chiaramente la via che devo percorrere. Quando sarà venuto il tempo, allora annuncerò al mondo in ascolto che il loro odierno falso ed assurdo operare è la rovina del mondo intero. E che ogni uomo deve lavorare e darsi da fare solo in sé, per spezzare le catene che ci legano veramente ‘con il mondo’ così strettamente.

                       13.   GuardaMi tranquillo, Mio caro Giulio! Io conosco il tuo nome, ma non da oggi, già da lungo tempo ti conosco, e anche tu desidererai conoscerMi più da vicino. Dammi la tua parola d'onore di tacere su ciò che ti dico, e questo giorno diventerà per te pieno di benedizione! Tu guardi ‘Colui’ del Quale tuo fratello ti raccontò così tanto e ti mise nel cuore: «Se incontri Gesù, allora trattieniLo! TrattieniLo – se possibile – tanto stretto affinché Egli diventi amico tuo!».

                       14.   Certo, il Mio fratello Giacomo è stato qui testimone di così tante meravigliose potenti Rivelazioni di Dio. Ma anche a lui è accaduto come a tuo fratello Cornelio: essi non hanno ancora riconosciuto lo Spirito in Me. Ma tutto ha bisogno del tempo suo! Tu però riconosci l'eterno Dio dei giudei e Lo accogli in te! È Lui che può darci la Forza di rimuovere tutte le catene, tutti gli impulsi di oscure passioni, tutti i cattivi istinti in noi. Allora tu comprenderai le Mie Parole!

                       15.   Tutte le beatitudini hanno la loro origine nella propria interiore dimora del cuore! Ma finché ancora delle passioni dominano completamente l'uomo, non potrà sorgere in lui nessuna vera felicità!

                       16.   Tu domandi: «Come ti devo comprendere, mio Gesù?». Io ti dico soltanto questo: osserva i tuoi soldati quando sono in servizio e fuori servizio, quando sono sobri e quando sono pieni di dolce vino. Allora scorgerai la Mia risposta! Poiché – se ti dicessi tutto ciò che ti serve, ti sarei d’inciampo nella tua futura felicità. Ma se trovi tutto da solo, allora pensa a Me, e benedicendoti Io ti sosterrò nella lotta con te stesso! –

                       17.   La più grande felicità dell'umanità consiste nell'essere ‘senza desideri!’ – Ma i gradini per questa felicità non portano verso l’alto, all’onore e alla gloria, ma verso il basso, al ‘non-voler-essere niente’, ad essere pronto a ‘servire’ al ‘sacrificio ed animo soccorritore’.

                       18.   Tu sei un romano, che è un uomo di volontà. Quindi vuoi, e noi non ci separeremo mai più in eterno, anche se siamo lontani fisicamente l'un dall'altro. Ma in questo, pensa come Me: chi ha la Mia Amicizia, non può essere amico del mondo! Perché tutto il mondo è vuoto, marcio e malato, malato da morire!

                       19.   Per questo Io Mi preparo alla lotta contro il mondo, per servire coloro che Mi concedono la loro amicizia, per aiutarli a raggiungere la magnifica meta!”. –

                       20.   Ora entra nuovamente il vecchio oste, e Giulio dice: “Mio caro oste! Portaci ancora un boccale di vino e due coppe, perché io ho stretto amicizia con questo giovane artigiano, e questo deve essere festeggiato”.

                       21.   L'oste esce fuori; ma prima manda ancora un lungo sguardo a Gesù. – Nella stanza regna il silenzio ed è come se quanto detto da Giulio ricevesse ancora vita. Poi viene l'oste, pone un boccale di vino sul tavolo e vuole riempire le coppe. Ma Giulio dice: “Lascia che versi io stesso! …a Te, mio Gesù, per primo! …poi a te, Giacomo, e a te, oste, come testimone, …e a me per ultimo!”.

                       22.   E così Giulio prende la coppa colma nella mano sinistra, afferra con la destra la mano sinistra di Gesù e dice: “Vieni! Brindiamo alla nostra amicizia, e voi confermate, affinché lo Spirito e l'essenza del puro, vero amore fraterno e d'amicizia ci leghi finché siamo uomini! – Affinché oscuri, torbidi tempi non portino dubbi nella nostra amicizia, bensì che ci aiutiamo e ci serviamo in tutti i tempi del bisogno”.

                       23.   Allora Gesù prende ancora una volta la Parola dicendo: “Così sia, e così rimanga per l’eternità!”. Con sorso vigoroso i tre svuotavano le coppe, – Gesù però lentamente, sorso dopo sorso, come se volesse gustare ogni singola goccia. Poi Gesù prega: “O caro Giulio! Ora lasciaci soli. Vorremmo andare a riposare perché con il sorgere del Sole dobbiamo proseguire”. –

                       24.   Giulio non vuole sentir ragioni e crede che il giorno che vive oggi sia un’eccezione; ma Gesù rimane fermo e determinato e dice: “Ora vogliamo per oggi prender commiato. E se Dio vuole, allora ci rivedremo presto nuovamente!”. –

                       25.   E Giulio, senza domande, prende nelle sue due mani la Testa di Gesù ed imprime sulla fronte e sulla bocca un caldo, lungo bacio e dice: “Così, mio Gesù! Affinché tu rimanga costantemente nei miei ricordi, mi son preso ciò che faceva tanto volentieri mia madre! E il tuo amore diventi la mia forza!”.

                       26.   Poi si affretta alla porta. Allora Gesù ancora una volta dice: “Giulio! Quello che tu Mi hai fatto oggi in e per amore, lo farò Io – nello Spirito – giornalmente, se tu non Mi smarrisci dal cuore! – E così ‘l'Amore’ ti benedica!”.

                       27.   Sorpreso è il vecchio oste e non sa raccapezzarsi: un romano stringe ‘amicizia’ con un giovane giudeo? – A questo, Gesù dice: “Sì! – Credi tu forse che tra i romani non ci siano uomini ai quali dobbiamo rendere il massimo rispetto? Io sono pienamente cosciente di non aver reso felice un indegno con la Mia Amicizia. Giulio, infatti, da solo è migliore di tutti coloro che appartengono al tempio di Gerusalemme. E non esagero quando dico: voglio donare il Mio Amore e Amicizia piuttosto a dieci di fede differente, che ad un sacerdote della casa di Jehova! Non farti ingannare! Sii obiettivo, e rimani benevole, allora anche i tuoi occhi contempleranno la Salvezza che serve al popolo! – E ora andiamo a dormire”. –

                       28.   E così si conclude un importante giorno sul sentiero che porta alla Sua meravigliosa meta!

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Cap. 3

Con Giulio, Gesù dialoga sul ‘Padre’ in noi!

                         1.      Al mattino di buon’ora – appena spuntano i primi raggi del Sole – i due si ritrovano già nella sala con il vecchio oste, il quale non vuole rinunciare a porgere la mano a questi ospiti straordinari, prima della loro partenza. E così siedono per fare colazione. Dalla cucina si ode un canto dai Salmi di Davide intonato dagli altri abitanti della casa.

                         2.      Allora il vecchio oste dice a Gesù: “Caro giovane amico! Perdona me vecchio perché non vi comprendo nella vostra giovinezza! Come ti è stato possibile stringere amicizia con i nostri nemici che sono pagani? Non è quasi credibile con quale leggerezza tu tratti gli altri! E del fratello tuo ti curi appena? Veramente non riesco proprio a comprenderti!”.

                         3.      Gli risponde Gesù: “Mio caro oste! Tu uomo fedele e giusto! Forse, oltre al Mio padre adottivo, non ve n’è un secondo come sei tu. Ma lasciati dire questo da Me: tu non hai nessun’idea della vera Vita, per non parlare del sapere! Vedi, quello che Io ho fatto e faccio, è dalla Vita dell'Amore di Dio! Quello che tu fai, è l’osservanza di rigide leggi!

                         4.      Vedi! Il Mio Principio e Scopo della Vita è: rendere felici – e deliziarsi nella felicità degli altri!

                         5.      Tutto ciò che è creato è destinato alla e per la felicità degli uomini. Ma l'uomo tracciò dei confini, s’impadronì di cose che dovevano servire a tutti, e così sorsero le differenze, dove l'uno non ha nessun sentimento per le bellezze spirituali e s’immerge senza danno nel godimento dei sensi, e l'altro per preoccupazioni ed angosce non può trovare gioia per queste bellezze. Ma Io amo tutto il bello e vorrei rendere bello anche tutto il brutto.

                         6.      Nel petto di questo soldato ho scorto un’anima bella. Perciò ho avuto piacere per questa ed ho potuto mettervi un Pensiero dell'Amore come Vita proveniente da Dio, Vita che un giorno splenderà in bellezza attraverso la Grazia di Dio.

                         7.      Anche in te Io scorgo un desiderio, un impulso – ma non può realizzarsi. Il tuo animo è orientato diversamente. Tu servi riluttante i romani e li consideri nemici, come avversari di Jehova. Io ti dico fuori dal Mio Spirito: non posso affatto immaginarMi un araldo migliore, come l’oppressione di un’occupazione straniera! Essi frenano il tempio da cose che porterebbero certamente al paganesimo. E qualcuno è costretto a riflettere su questo ‘perché’ e ‘per che cosa’.

                         8.      Infatti, tutti i giudei giustamente pensanti ed obiettivi sono amici dei romani e incoraggiano senza dubbio in loro il riconoscimento dell'eterno Iddio! I romani non combattono Dio e il culto di Dio, ma essi ragionano obiettivamente su tutti i dogmi e precetti del tempio e le loro false, avide tendenze!

                         9.      Perciò sforzati a fare tutto spontaneamente e volentieri ciò che Dio permette, e in te sorgerà la vita. Ti risveglierai dal tuo lungo sonno e riconoscerai ‘i segni’ del nostro tempo.

                       10.   Guarda Me! Io, di gran lunga il più giovane, conosco questa Vita meglio di te, anche se tu hai raccolto esperienze di mille anni terreni. Perché Io sono in intima unione con lo Spirito che portò all’esistenza da Sé te e tutta la Creazione. E anche se oggi come semplice artigiano ho ancora bisogno di pane e guadagno, diventerà comunque manifesto a tutto il mondo attuale, quando sarà giunto il Tempo Mio: che il Regno dei Cieli è venuto a loro. Se tu potessi renderti conto che Io ho soggiornato come Ospite in casa tua, in verità d’ora in poi tu saresti ultra beato! Ma tu lo riconoscerai soltanto un giorno nel Mio Regno.

                       11.   Il nostro cammino continua, ma ti lasciamo la nostra Benedizione d'Amore! Cerca di accoglierMi nel tuo cuore, così come hai accolto ognuno dei tuoi figli – allora gli anni che hai ancora da vivere diventeranno per te una serata estiva, e sarai felice al ricordo di essere stato insieme a Colui che ti può preparare eterna felicità. E ora, nel Nome di Jehova, vogliamo proseguire! L'Amore e la Benedizione di Dio rimangano presso di voi!”. –

 

                       12.   Prima che il vecchio oste si possa render conto, rapidamente ci allontaniamo da lì e, in adorazione nel cuore, ci affrettiamo sulla strada sterrata.

                       13.   Ecco che ad un bivio ci aspetta un drappello abbastanza numeroso di soldati in file ben ordinate; e come siamo vicini, viene avanti il comandante subalterno e ci fa salutare. Noi ringraziamo e poi viene avanti Giulio – poiché è lui che ci aspettava – e ci prega di accettare la sua scorta, poiché i suoi sottoposti fanno soltanto esercitazioni di marcia e la meta non ha nessuna importanza.

                       14.   Gesù fa cenno di sì con la testa, e Giulio impartisce allora l'ordine di continuare la marcia. Egli stesso rimane indietro per proseguire con Gesù e Giacomo. Gesù porge la Mano a Giulio dicendogli: “Ti ringrazio che ieri sera hai ordinato ai tuoi soldati di cercarsi un giaciglio, perché Io, quale tuo migliore Amico, avevo urgentemente bisogno di riposo. Con questo tu Mi hai reso un grande servigio. Ma a te renderai un servigio mille volte maggiore se tu questo ‘comando al riposo’ lo indirizzi a te e al tuo interiore! Puoi comprendere questo?”.

                       15.   Risponde Giulio: “Sì! – e no! – mio ottimo Gesù, perché il senso del tuo discorso mi conduce alla mia vita interiore. – Ma io non so ancora bene: ‘Per quale motivo?’. – –

                       16.   Vedi, tutta la mia educazione fu diretta a fare di me un uomo di cultura, di onore e di riguardo e di occupare il mio posto. Di essere possibilmente giusto con tutti, di evitare il peccato e cattiveria e di riconoscere il più forte. E con ciò hai la ‘mia immagine’. – Ma se hai ancora qualcosa da aggiungere, allora ti prego per questo, quale mio amico, intimamente”. –

                       17.   “Caro Giulio! Io ti conosco, e questo già da molto tempo! E poiché Io so tutto quello che si svolge in te tra dovere e onore, e conosco anche la tua buona, onesta volontà, per questo Mi son fatto trovare da te! E se tu credi che lo voleva il caso, allora Io ti dico che non esistono casi e non possono esistere, ma soltanto guide della vita! –

                       18.    Io ho bisogno di te, perché conosco la tua volontà! Tu Mi hai esposto la tua educazione, e così lascia che ti esponga la Mia: dalla prima giovinezza Io sono cosciente della Mia Missione. Il Mio padre adottivo era ed è severo e giusto e sempre si adopera di adempiere la legge di Mosé. Così anche a Me venne inculcata la consapevolezza: la legge è da adempiere!

                       19.   E così in infantile obbedienza e con energia ferrea, in Me si sciolse qualcosa che a te potrebbe sembrare inesplicabile. Così in Me si unì il Mio Spirito con lo SPIRITO di ogni Vita. Ma intravedevo anche tutti i grandi ostacoli che ancora M’impedivano di divinizzare in Me, come un uomo totalmente libero, tutto ciò che era legato e incatenato.

                       20.   Così vissi una vita nell'interiore. – Esteriormente facevo e faccio il Mio dovere verso ognuno. Ma interiormente sono già da tempo slegato e svincolato dall'esistenza terrena. Oggi Mi chiama con un cenno, vittoria e ricompensa. E meglio e più magnificamente nessun imperatore o principe può ricompensare, come sono ricompensato da Dio! Sebbene, infatti, Io sia un abitante della Terra, porto tutti i Cieli e tutte le Magnificenze e tutta la Potenza e tutta la Vita – in Me!

                       21.   Mi occorre soltanto un breve tempo ancora, per attendere la Chiamata del Padre Mio celeste, alla quale Io voglio rispondere subito, quando sarà venuto il tempo. Non fare domande, tu lo verrai a sapere presto, e allora ti diventerà chiaro parecchio di ciò che oggi Io non ti posso dire. Sii certo: mai Mi solleverò contro la legge e il tempio. Ma mostrare a tutti gli uomini come l'uomo deve essere e come deve vivere, sarà il Mio Compito più sacro!

                       22.   L'umanità si ottenebra sempre di più. Qui paganesimo, là idolatria! Qui superstizione e là incredulità! Questa è in generale l'esteriorità dell'uomo. A questo si aggiunge ancora l’avarizia e l’ambizione, unita alla più grande cattiveria. Dimmi, Giulio Mio, potresti tu tacere se fosse in te Verità e Luce, Forza e Consapevolezza – e, in più, uno Spirito che ti spinge come l'acqua viene spinta fuori di una sorgente? –

                       23.   Tu dici in te: ‘No!’, – e per questo Io ti dico: anch’Io non posso e non tacerò, ma Mi metterò totalmente al servizio del Mio Padre celeste, il Quale vive in Me e Mi rivela tutto!Ma senza il Suo Spirito Io non sono più di te. Ed anche tu puoi sciogliere il tuo spirito dall'essere animico passeggero, così che Esso ti serva e ti mostri la vita nella sua pienezza.

                       24.   Risponde Giulio: “Mio Gesù! Come posso afferrare tutto questo così velocemente e comprendere così giustamente? – Ciò che io ho vissuto con te in queste poche ore, è per me troppo nuovo ed inafferrabile. Poiché qui tu non sei più un debole, piccolo uomo, dunque tu sei un inviato del tuo Dio?! – Ma allora non riesco a comprendere bene perché eviti il tempio, poiché pure tua madre è stata allevata nello stesso? (sebbene a causa della sua gravidanza venne nel più grande conflitto con il tempio)! –

                       25.   Vedi, da Cornelio sono stato informato anche di questo; ed avrei dato molto se fossi potuto rimanere sempre accanto a lui. Con profondo affetto egli raccontava cose meravigliose di te, cose a cui quasi non potevo credere; ma poi le notizie cessarono. – Quanto si rallegrerà quando verrà a sapere che tu sei rimasto lo stesso, ed egli ti sarà sempre fedele per il tempo della sua vita! Puoi continuare a parlare del Padre tuo che vive in te?!

                       26.   Dimmi, …questo non lo comprendo: ‘Chi? Che cosa? – e, dov'è il Padre tuo? Posso vederLo anch'io, come vedo te – oppure si nasconde Egli dietro al fato, dietro al quale si nascondono i nostri déi? – Vorrei pregarti dal profondo del cuore di liberarmi dalla mia poca chiarezza, affinché impari a comprenderti completamente, e deponga ciò che ho coltivato per anni inutilmente”.

                       27.   Risponde Gesù: “Sì, Mio caro Giulio, tu chiedi molte cose. Ma se la risposta ti soddisferà, – non voglio ancora indagarlo nel Mio Spirito. Perciò ascolta: il Padre Mio da Eternità in Eternità – è lo Spirito di ogni Vita proveniente da Dio e si chiama: l'eterno infinito Amore.

                       28.   L'amore di tua madre per te, dimMi, Giulio Mio, chi, che cosa e dove esso era? – Esso era proprio come un santo, invisibile impulso, un sentire e percepire e viveva soltanto nel cuore della buona madre tua. – E ciò che voleva quest’amore, mani e piedi, occhi, orecchi e bocca lo portavano a compimento.

                       29.   E così vive in Me questo santo amore come una vita piena di potenza e consapevolezza! E ciò che in tua madre erano mani e piedi e tutte le membra, – Lo sono Io nella Mia stessa persona. Soltanto là le membra compiono meccanicamente la volontà, mentre Io lo faccio coscientemente e volontariamente e sempre lo farò!

                       30.   Hai compreso quest’immagine? Tu fai cenno col capo, ma il dubbio vive nel petto tuo; perché per te è troppo nuovo il senso di tutto il Mio discorso.

                       31.   Tu hai udito parlare del Dio dei giudei, il quale dovrebbe dimorare nel tempio a Gerusalemme ed attesta la Sua presenza con fiamme splendenti, tu conosci tutte le manovre ingannevoli del tempio e ti meravigli della stupidità dei giudei, ma hai mai pensato alla tua?! – Io penso diversamente – e sono certo informato di tutto!

                       32.   Perciò comincia da te! Accogli ogni Parola di Dio nel tuo cuore: ogni Parola è un cristallo! Protetto e conservato è un possesso meraviglioso, ma se cade a terra, non soltanto puoi perderlo, ma può anche rompersi; e l’hai perduto per sempre.

                       33.   Soltanto chi accoglie la Mia Parola e dispone la sua vita di conseguenza, questi comprenderà chi è il Padre Mio e cosa Egli è e cosa vuole! – Ma Egli può vivere soltanto nel cuore di coloro che Lo seguono volontariamente come nello Spirito stesso!

                       34.   Egli era da Eternità in Eternità! E questo Spirito si chiama: AMORE! – AMORE! – AMORE!

                       35.   Io, come Figlio dell'uomo, ho scelto il vessillo dell'Amore. Con questo Mi sono arricchito in fedeltà e scrupolosità nell'accettazione ed adempimento dei Suoi Comandamenti nello Spirito dell'Amore, così che nel Mio Cuore non vive altro che questo MIO eterno meraviglioso PADRE!

                       36.   E come fedele Testimone della Sua essenza Io ti porgo nuovamente la mano per il patto di fratellanza. Vedi, Io ti dico che ho bisogno di te! E ora che Mi riconosci come Colui che vuole testimoniare della vera Vita di Dio nell'uomo, allora ti prego: proteggi tu i Miei, poiché Io dalla Forza di Dio in Me, non lo posso fare!

                       37.   Vedi, voglio evitare Nazareth e tutti i luoghi dove ho vissuto da fanciullo e giovinetto, affinché tutti gli abitanti non debbano essere costretti ad accettare qualcosa, mentre il loro interiore è ancora contrario. Certo tu puoi facilmente esaudire questa preghiera poiché in futuro sarai spesso da quelle parti.

                       38.   Anche tu, Mio Giulio, non accettare mai qualcosa che il tuo cuore non potrebbe confermare! Soprattutto in futuro cerca tutto in te e troverai Me, il tuo Gesù, il tuo Amico e Fratello!

                       39.   Ci dobbiamo separare, perché la tua carica, il tuo dovere richiede altre vie! Ma ciò nonostante pensa alle Mie Parole! Vivificale in te dal profondo – e sarai libero da tutti i dubbi! Non cercarMi altrimenti che solo in te! Fa sì che la Mia Immagine e il Mio Spirito sorgano in te, e potrai intendere, …Me! – E in modo amabile comunicherai anche tu, presto, con il Padre Mio; come Io comunico con Lui!

                       40.   È abbastanza per oggi! Al ritorno nella nostra casa paterna t’incontrerò di nuovo. Poiché il Mio tempo non è ancora giunto. Richiama i tuoi soldati, affinché riposino ed Io li possa benedire al passaggio! – E così, sii benedetto dalla Forza dell'eterno Amore, dal tuo Gesù! Amen!”.

                       41.   I due continuano il cammino, ed in breve tempo sono scomparsi dagli sguardi di Giulio e dei soldati. Giulio rivolgendosi a questi dice: “Voi avete visto un uomo che è diventato il mio migliore amico, da quest’uomo procedono torrenti di felicità, verità, luce e forza, ed egli diventerà una potente benedizione! Imprimetevi la sua immagine e le sue sembianze! Egli è un inviato del Dio dei giudei e non disprezzerà nemmeno noi tutti, ma, secondo la sua testimonianza amerà anche noi! Ed ora… dietro front!”.

                       42.   Nel frattempo Gesù e Giacomo continuano il cammino verso la loro meta. E senza posa e riposo, senza parlare con la bocca, ma tanto più nel cuore, arrivano, spinti dalla Forza del Signore, al calar del Sole alla loro meta. –

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Cap. 4

Presso il vecchio Zaccheo

                         1.      Essi sono attesi dal vecchio Zaccheo, il quale ora non fa nulla di più urgente che ospitare i nuovi arrivati e concedere loro ristoro.

                         2.      Non ci vuole molto, così tutto è ordinato, e il fratello Giacomo brama ardentemente il riposo. Ma Gesù vuole parlare con il Suo ospitante e committente di alcune cose ancora, perciò dice a Giacomo: “Fatti indicare la nostra camera e nel frattempo va a riposare. Fra un paio d’ore ti raggiungo”.

                         3.      Il vecchio Zaccheo dà ora istruzioni affinché i due ospiti possano andare a riposare. Ma Gesù rimane col padrone di casa per discutere del lavoro da eseguire. Nel corso del colloquio Gesù dà ragione a Zaccheo sul fatto che una grande sala come fabbricato aggiunto alla spaziosa casa avrebbe rimediato alla mancanza di spazio lamentata finora.

                         4.      C'è legname in gran quantità e vengono impiegati anche alcuni operai e servitori. Quando si deve parlare del salario, dice Gesù: “Mio caro Zaccheo, rimanga ciò che hai concordato con Giuseppe, il Mio padre adottivo! E con ciò sia concluso nuovamente il nostro contratto”.

                         5.      I due s’intrattengono ancora per un po’, finché Zaccheo chiede di Giuseppe, di Maria, dei fratelli e anche del ragazzo prodigio. – Gesù sorride e dice: “Stanno tutti bene. Ed è sempre ben fatto quando è adempiuta la Volontà di Dio, del Signore nostro! Giuseppe ora è stanco; il peso degli anni grava sulle sue spalle ed ha nostalgia dei suoi padri. Maria sta bene, come se diventasse sempre più giovane, e nell'adempimento dei suoi doveri non c'è nessuno uguale a lei. I fratelli provvedono al loro lavoro il meglio possibile; e il ragazzo prodigio? – è da tempo passato, perché non c'è mai stato.

                         6.      Se tutti gli amici e vicini fossero rimasti fedeli alla promessa fatta a Giuseppe, ossia di tacere di Lui, allora storie e leggende non avrebbero preso il loro corso, cose che hanno causato al vecchio padre Giuseppe parecchie lotte e qualche prova di fede.

                         7.      È purtroppo quasi sempre il caso che tutto ciò che è elevato viene insudiciato e altre cose basse vengono presentate come oro davanti alla grande curiosità degli uomini.

                         8.      Voi due, tu e Giuseppe, siete stati dei buoni amici, ma per quanti anni non vi siete visti? Tu avresti guadagnato molto, moltissimo, se fossi rimasto in contatto con la casa di Giuseppe, ma ora non parliamo di questo. Possiamo parlarne ogni sera.

                         9.      Una preghiera rivolgo ancora a te, anche a nome di Mio fratello: lasciaci nella tua casa la massima libertà, finché rimaniamo qui, poiché sono abituato a rimaner da solo per un’ora al mattino presto! E se di sera per la benedizione serale dovessimo essere assenti, allora scusaci, perché noi due ci procuriamo ore complete di pace alla vista delle magnifiche costellazioni. In casa di Giuseppe non è mai sorta disarmonia per questo, e in casa tua Mi sento anche come a casa Mia”.

                       10.   Il giudeo acconsente con la testa e domanda se, di quando in quando, non potesse anch’egli prendervi parte, cosa che viene subito accettata con gioia.

                       11.   E così termina la giornata.

 

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Cap. 5

Commenti tra il giovane Zaccheo e il vecchio Zaccheo

                         1.      Ora seguono giornate d’intenso lavoro, ma alla vigilia del Sabato ed il Sabato che segue regna nella casa di Zaccheo la massima quiete. Suo figlio, anche lui di nome Zaccheo, viene in visita a casa dai genitori e si rallegra in sommo grado sul lavoro già molto avanzato, dicendo al padre: “Ascolta, questo è veramente un capolavoro dei due carpentieri; – e che speciale, ingegnoso lavoro! E' stato proprio bene chiamare i Nazareni!”.

                         2.      “Sì, figlio mio, hai ragione! Ma tu non puoi immaginare quanto sono attratto dai due; – soprattutto dal più giovane! Sai, ho trovato un tal procedere consapevole, una tale modestia e buone maniere, che non trovi tra i più ricchi, cosa che mi procura il più grande piacere stare ad osservarli”. –

                         3.      Dice il giovane Zaccheo: “Sì, ma dove sono oggi: nella sinagoga?”. –

                         4.      Risponde il vecchio Zaccheo: “Non lo so! Perché entrambi sono già usciti insieme di primo mattino ed è ben difficile che ritornino ancora oggi, poiché il maggiore ha portato con sé pane e vino. D’altra parte questi due sono, ogni giorno che passa, un grosso mistero. Pensi che parlino insieme? – Nemmeno una parola, nemmeno un suono, soltanto un lieto, allegro cenno del capo. Talvolta anche una stretta di mano, come due innamorati, e di più non si vede e non si sente nulla”.

                         5.      “Ma padre, è questo dunque possibile? – Deve pur aver luogo un’intesa? Osserva soltanto l'ottimo lavoro, qui non ha certo lavorato ognuno con la sua propria testa! – Sai una cosa? – Sabato prossimo invitali a rimanere presso di te; anch'io vorrei conoscerli. Mi hai incuriosito. Ora però non parliamone più!”.

*

                         6.      Più tardi i due rientrano a casa. Hanno fatto visita ad un buon amico, al quale Gesù un giorno rese un grande servigio.

                         7.      Nei giorni successivi lavorano ancora molto; poi alla vigilia del Sabato Zaccheo stesso riferisce ai due il suo desiderio e prega di rimanere domani, Sabato, a casa, poiché suo figlio, che vive fuori, vorrebbe volentieri conoscerli.

                         8.      Allora Gesù dice: “Sì, mio caro Zaccheo! Anche noi vorremmo conoscerlo meglio. Siamo qui già da quindici giorni e ci siamo quasi solo visti. E tu sai: dal vedersi, sorge il desiderio di comunicare.

                         9.      Tuttavia ho Io un buon motivo di rimandare il Mio desiderio. Ma Mi rallegra tanto di più di conoscerci più da vicino. Permettici quindi di finire soltanto; in otto giorni siamo pronti, allora ci riposeremo ed insieme potremo servirci dei Doni che l’eterno Creatore ha concesso ad ognuno.

                       10.   Stasera però vogliamo ancora andare sulla collina e ristorarci al bel Cielo stellato!”.

 

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Cap. 6

Avvenimenti interiori sotto il cielo stellato

                         1.      Tutti e tre vanno in silenzio sulla collina vicina ed occupano posto sotto un albero. Per un po' guardano ed ascoltano come gli uccellini si augurano la buona notte; poi si fa silenzio e, rapida sopravviene la notte. La luna sorgente diffonde un debole chiarore e il Cielo splende in una magnificenza portentosa.

                         2.      Allora Zaccheo apre la bocca dicendo: “Da settantadue anni dimoro in questo angolino della Terra e non ho mai avuto la consapevolezza di quale bellezza offra il Cielo di notte. Mai ho visto il Cielo come oggi. O Signore! Quanto sono belle le Opere Tue, perché possiamo rallegrarcene, e in questa bellezza ottenere un saggio di come Tu hai edificato i Tuoi Cieli spirituali!”.

                         3.      Ora parla Gesù: “Miei cari! Così belli come le stelle splendenti, così quieto e tacito come la serena, bella serata, e così come agiscono le stupende costellazioni armoniosamente sui nostri cuori, così fu creato l'uomo. – Che cosa sono tutte quelle magnificenze nell’infinito cosmo rispetto a quelle non immaginate e non viste nel proprio cuore! – Come in pace e nel santo ordine una stella serve l'altra con la sua luce, e con questo genera vita, così dovrebbe un uomo servire l'altro col santo patrimonio ereditato dai Cieli, col quale ogni uomo è provveduto.

                         4.       Allora la nostra Terra sarebbe ancora più che un paradiso! Sarebbe il luogo e il posto, dove per le più grandi Beatitudini non esisterebbe nessuna espressione! Perciò, chiudiamo i nostri occhi e più strettamente la nostra bocca e guardiamo all'interiore, affinché nella volta celeste del nostro cuore sorgano anche per noi delle stelle e ce ne possiamo rallegrare!”.

                         5.      Subentra un lungo silenzio. – Ma all'improvviso Zaccheo comincia a parlare: “Ora vedo meraviglie – su meraviglie! È come se non fossi più sulla Terra, ma su una di queste belle stelle”. –

                         6.      Allora Gesù gli dice: “Taci ancora un’oretta, poi ne parleremo! – Avvenga dunque!”. – E così i tre uomini siedono come se dormissero; soltanto qualche respiro profondo indica che sono ancora svegli.

*

                         7.      Poi Gesù dice: “Ora alzatevi e andiamo in casa, affinché il vecchio padre Zaccheo non si raffreddi nella frescura notturna!”. E così tornano indietro silenziosi a casa.

                         8.      Là tutti sono già andati a riposare, perché tutta la casa si è preparata al Sabato quando nessun tipo di lavoro deve essere svolto.

                         9.      Arrivati nella stanza, i tre si mettono comodi e poi Zaccheo comincia dicendo: “Sì, cari amici, e soprattutto Tu, mio caro Gesù, spiegami ciò che abbiamo vissuto oggi! Se non sapessi che sono stato sveglio, allora crederei di aver sognato! Ma è così meraviglioso!”.

                       10.   Allora parla Giacomo: “Ti prego, raccontaci la tua esperienza, affinché anch'io possa veder tutto chiaramente”, – e Gesù, accennando con la Testa, da’ il Suo consenso.

                       11.   “Sì, lasciami raccontare”, comincia Zaccheo, – “Mi trovavo su un alto monte, sulla cima più alta, dove non vi era posto per un secondo uomo – e guardavo in lontananza il paesaggio tanto bello, il mare con le navi e barche e mi rallegravo del bellissimo panorama.

                       12.   Allora, ad un tratto il Sole si oscurò! – Si fece buio, come se venisse un grosso temporale, ed io volevo tornare indietro. Ecco che non potevo ritornare, poiché era troppo ripido e non si vedeva nessuna via. Cominciai ad avere angoscia e preoccupazione per me e la mia esistenza e  mi fecero divenire sempre più inquieto, – eppure nessuna via d'uscita! Si fece sempre più buio, mi venne paura e cominciai ad invocare e pregare:

                       13.   «O Jehova! Aiutaci! Non ci abbandonare! Perché qui minaccia la rovina!».

                       14.   Infatti, malgrado fossi solo, nella preghiera e supplica pensai a voi, e ansiosa e supplichevole divenne la mia invocazione; sarei volentieri sprofondato a terra, ma non mi fidavo, perché era troppo piccola la cima su cui stavo. Mi sembrava come se in lontananza ci fosse un lampeggiare; ma non riuscivo a riconoscere più nulla a causa della fittissima oscurità.

                       15.   Ecco, quando non seppi più cosa fare, venne verso di me una bella, piccola, scintillante stella, così come se ne vedono quasi giornalmente nel cielo, e più si avvicinava, più grande diventava e anche intorno a me diveniva più chiaro.

                       16.   La stessa veniva sempre più vicina, e la sua luce divenne chiara come il Sole. Adesso era già molto vicina e mi sembrava che fosse una chiara splendente nuvola e si avvicinava sempre di più. Volevo gridare e non potevo. Percepivo la vostra vicinanza e non potevo fare nessun segno. –

                       17.   Ecco, all'improvviso la nuvola passò attraverso di me! Ci stavo nel bel mezzo e speravo che se ne andasse. Allora mi accorsi che non era più una nuvola, bensì mi trovavo ad un tratto in un giardino! Tutta la luce, tutto ciò che era estraneo, era scomparso. Mi trovavo di nuovo da qualche parte sulla Terra, eppure mi era tutto estraneo e sconosciuto.

                       18.   Mi guardai intorno e cominciai a muovermi; allora mi sembrò come se avessi le ali, tanto potevo andare veloce e ora mi allontanai rapidamente – eppure – senza meta!

                       19.   Bellezze meravigliose contemplai durante il mio viaggio, e letizia mai sospettata attraversò il mio cuore. Allora all’improvviso mi prese angoscia grande; ero solo. E così mi passò ogni letizia e con ciò scomparve anche il senso per il bello.

                       20.   Sotto una palma, che aveva un’altezza e mole incommensurabile, mi misi a sedere e cominciai a riflettere sulla mia situazione. – Allora poco lontano vidi scorrere un piccolo ruscello. Ci andai, vidi ed assaporai l'acqua. Oh, aveva il sapore del vino migliore, e allora bevvi ancora una volta con due mani a pieni sorsi, e passarono ancora nuove letizie nel mio cuore.

                       21.   Così alla fine mi raccapezzai di nuovo, mi rivolsi a Jehova. Mi inginocchiai con riverenza e riuscii a dar sfogo al mio cuore! Ringraziai per i benefici e pregai per un cambiamento della mia situazione; perché vivere nel meraviglioso paradiso e da solo? – dite, cari amici, questo diventa un tormento!

                       22.   Ecco che ad un tratto arrivò da lontano un uomo, e voi sapete chi era? – Tu! Gesù, Tu stesso eri! Ma il tuo volto era serio e la tua barba più lunga; soprattutto, il Tuo arrivo era molto più dignitoso che adesso. Mi venisti incontro, mi porgesti la Tua mano e dicesti: «Sì, Zaccheo, la tua preghiera sarà esaudita! Però tu stesso devi animare e popolare questo tuo mondo! Ed a questo scopo ti voglio mostrar la via! – Io, Gesù di Nazareth, il Figlio dell'Uomo, secondo l'amore interiore, il Figlio di Dio!».

                       23.   Poi sentii: «Ma ora alzatevi, …e andiamo in casa!».

                       24.   Allora i miei occhi si aprirono, mi vidi tra voi, e tutto era come prima. Questa è la descrizione veritiera della mia esperienza vissuta, ma chi di voi può darmi una luce che possa soddisfarmi?”.

                       25.   Allora risponde Gesù: “Caro Giacomo! Racconta anche tu al nostro amico e padre di casa la tua visione!”. –

                       26.   Giacomo dice: “A Te innanzi tutto, o Signore e Dio Jehova Zebaot, sia lode e ringraziamento per le nuove così meravigliose rivelazioni di Grazia!

                       27.   Mi trovavo qui sulla collina e guardavo le stupende stelle. – Allora fu come se fossi sollevato dalla Terra e portato da morbide Braccia, e venni premuto ad un Petto di un Essere che non riuscivo ancora a riconoscere.

                       28.   Allora l'Essere parlò: «Oh non temere, tu fedele servitore e pastore del nostro fedele Iddio, il quale ha preso carne e sangue al par di te! – voglio portarti nella tua magnifica, bella dimora, affinché tu possa deliziarti e fortificarti secondo le tue necessità!».

                       29.   Tra miriadi di stelle, allora una ci venne incontro. Noi corremmo verso di lei e in pochi attimi non fummo solamente là, ma sulla stessa stella, che era un grande, grande meraviglioso mondo.

                       30.   Si vedevano giganteschi palazzi, ogni immaginabile magnificenza, ogni ricchezza a profusione. Le strade erano strette, ma luminose, lastricate con oro e argento, e gli uomini, quanto erano belli! …ma semplici; portavano un mantello candido come la neve e una cintura intorno alla vita! Le donne e le ragazze portavano i medesimi vestiti, nei capelli solo un cerchietto d’oro tempestato di rubini.

                       31.   Così ci vennero incontro e ci salutarono con un magnifico canto di benvenuto. – Ovunque spaziassero i nostri occhi, vedevamo solo persone liete, felici e beate! E un grido risuonò dal centro della moltitudine, «Benvenuto! Chi viene nel Nome del Signore!».

                       32.   Seguì un gran silenzio. – Un coro di cantori con arpe ed altri strumenti si schierò dinanzi a noi, e un inno o Salmo, risuonò così grazioso e bello, come io non l’ho mai sentito in vita mia.

                       33.   E, immaginatevi, allora dimenticai di riconoscere Colui che mi aveva portato lì sulle Sue potenti Braccia, e ad un tratto era scomparso! –

                       34.   Non mi mancava niente, poiché il nuovo e magnificamente bello catturò completamente i sensi miei. Allora si avvicinò a me un uomo attempato dall’aspetto molto bello, nella mano destra portando una coppa mi disse: «O signore di questa tua casa! Sii benedetto nel Nome del Signore! Ma non rifiutare la bevanda, come dimostrazione del nostro amore per te! Aspettiamo con ardente desiderio il tuo ritorno! Noi sappiamo che il Tuo tempo non è ancora giunto, tempo in cui Tu devi ancora svolgere il santo servizio d’Amore nella grande Opera di Dio; ma fortificati, affinché anche noi veniamo fortificati attraverso il Tuo amore per noi!».

                       35.   Io presi la coppa e bevvi; allora il mio interiore si colmò, …volevo gridare… Allora, amato Gesù, sentii la Tua Voce: «Andiamo in casa!», ed ero di nuovo veramente il Giacomo che ero prima!”.

                       36.   Gli occhi del vecchio Zaccheo si spalancano sempre di più e non finisce più di scuotere la testa, poi dice: “Sentite! Non è strano tutto questo? – Per me è sommamente incomprensibile!”. –

                       37.   Risponde allora Gesù: “Miei cari, amati amici! Sì, tu caro padrone di casa, – è tutto in ordine! Solamente che ti è nuova quest’esperienza! Vedi, quando tu, Zaccheo, hai escluso i tuoi sensi, il tuo essere naturale ha cominciato ad allontanarsi e tu hai contemplato, in immagini e rispondenze, il tuo stato interiore. L'alta cima del monte rappresentava la tua giusta vita dinanzi a Dio. Tutte le bellezze del tuo mondo naturale però non poterono resistere quando si trattò di penetrare nel tuo vero mondo spirituale. Non la stella venne a te, ma tu fosti attirato a lei e fu allora che riconoscesti il tuo vero mondo interiore, mondo che un giorno sarà la tua Patria eterna. Tutte le bellezze del tuo mondo interiore, sono le conseguenze del tuo giusto e savio modo di pensare; e poiché ti sei sforzato ad osservare la legge di Mosé, allora questo tuo nuovo, vero e proprio mondo, era in grado di offrirti come ringraziamento, una bevanda! Ma che tu non abbia incontrato nessun abitante, sta nel fatto che in tutta la tua vita non sei mai andato oltre la legge nel purissimo, disinteressato amore. – – Tu hai offerto e credevi di aver fatto abbastanza. Per questo Io sono venuto da te, non soltanto nel tuo mondo spirituale, ma anche nel tuo naturale, – per mostrarti la via che conduce alla Vita proveniente da Dio – alla vera beatitudine e felicità!

                       38.   Vedi, essere felice significa rendere felice, …e con l'ingiusta mammona, lenire lacrime, soccorrere e incoraggiare, ciò che procura preghiere di gratitudine e benedizione per te e la tua casa!

                       39.   Ogni benedizione dal cuore grato diventa un abitante del tuo mondo interiore, che eternamente ti servirà con gratitudine e lavorerà per la tua felicità!

                       40.   Ed ora non voglio dirti di più che questo: tu puoi credere e disporre la tua futura vita di conseguenza, ma puoi anche continuare con la tua vecchia vita! Io, infatti, non dico: ‘Fa questo!’, o ‘Fa quello!’, …il tuo cuore deve essere decisivo e l’impulso dell'amore ti porterà chiarezza. –

                       41.   A te, fratello Giacomo, non ho bisogno di dirti che: ‘Continua a fare il tuo dovere, …e in avvenire taci dinanzi a tutti’.

                       42.   E ora vogliamo andare a riposare. – Buona notte! – La benedizione di Dio sia con voi!”. –

                       43.   Gesù s’inchina davanti al vecchio padron di casa e con Giacomo abbandona la stanza.

                       44.   Ma che cosa fa costui? Egli rimane seduto al tavolo e riflette su ogni Parola ben molte volte, e mormora parole incomprensibili. –

                       45.   Poi alla fine si alza e dice: “Devo prima consultarmi con mio figlio; ora però vado anch’io a dormire”, – ma non trova nemmeno un minuto del sonno ristoratore.

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Cap. 7

Al mattino del Sabato, sulla collina

Nuovi avvenimenti interiori

                         1.      Le ore passano, e Zaccheo è in piedi per primo, per attendere di nuovo i due amici nella mattina del Sabato. Non ha bisogno di aspettare a lungo, che la porta si apre ed entrano Gesù e Giacomo nella stanza. Essi sono sorpresi di trovare l'uomo anziano già sveglio e dopo il saluto comunica loro che non ha dormito, perché il suo interiore era troppo agitato. –

                         2.      Allora Gesù dice: “Ma non hai invocato Iddio il Signore, affinché ti togliesse la tua agitazione?”.

                         3.      Costernato Zaccheo guarda Gesù e dice: “Sì, giovane amico, potevo io farlo? – Tutti i miei pensieri erano occupati su quanto ho vissuto e non mi ha permesso di arrivare ad un chiaro modo di pensare, finché mi sono proposto di consultare mio figlio. – Ma ora che siete qui, mi sento meglio; – ma adesso andiamo a fare colazione!”. –

                         4.      Gesù però rifiuta modesto e dice in tono amabile: “Non ci accompagneresti di nuovo sulla collina? Se ieri notte abbiamo visto il cielo così bello, deve essere ancora più bello al sorgere del giorno!”. E Zaccheo dà risposta affermativa con un cenno del capo.

                         5.      Pian piano i tre salgono sulla collina e il Sole comincia a colorare l'orizzonte di un rosso splendente. Come Zaccheo vuol dire qualcosa, parla Gesù: “Vogliamo osservare tutto tacendo, affinché non ci sfugga nulla, ma proprio nulla!”. –

                         6.      E così i tre si siedono con il volto verso il Sole nascente, sulla panca di muschio fresca di rugiada.

                         7.      Quiete e silenzio provocano uno svincolarsi dal terreno, e con attenzione Zaccheo e Giacomo osservano tutti gli avvenimenti nel cielo e nella valle sotto di loro. Gesù sembra essere come spiritualmente assente; soltanto profondi sospiri e profondi respiri rivelano la Sua presenza.

                         8.      Il Sole sale sempre più in alto e gli occhi dei due si sentono stanchi di tanta delizia, infatti Zaccheo dice a  Giacomo: “Ora ho visto abbastanza di meraviglioso e mi ha del tutto ristorato! Ma Tu, mio caro Gesù, sembra invece che hai dormito. – Poiché hai avuto gli occhi più chiusi che aperti”.

                         9.      Risponde Gesù: “Niente affatto, Mio vecchio e buon Zaccheo, perché già da tempo Mi sono abituato: tutto ciò che tu guardi con i tuoi occhi come fuori da te – lo contemplo in Me! Vedi, infatti, tutto quello che tu hai visto è stato ristoro e godimento per il tuo mondo dei sensi! Ma ciò che Io contemplo in Me, è Vita su Vita nel Mio mondo del cuore! Ma Io ti domando: che cosa è stato che ti ha tanto preso? Raccontalo liberamente, affinché la Verità venga liberata dall'apparenza!”.

                       10.   Ora comincia Zaccheo: “Innanzi tutto, affinché non mi venga nessun biasimo, lasciami ringraziare Iddio: Dio! Tu Eterno! Nessuno è come Te, e tutto è Tuo! La Tua Creazione mi dà testimonianza che Tu sei bello e magnifico! E per il fatto che io stamani abbia potuto contemplare questo, Ti ringrazio, e nello stesso tempo anche in nome di questi due giovani amici! – E così accogli in ginocchio il mio e nostro ringraziamento! Amen. –

                       11.   Ebbene, cari amici! Io guardavo e vedevo come la Luce in lotta con la tenebra – è divenuta vincitrice! Come, infatti, divenne visibile la corona del nascente Sole mattutino, era quasi tutto così illuminato che mi divennero visibili le più piccole nuvolette. Era comunque come se queste chiare nuvolette rappresentassero dei veli che erano sostenuti da mani invisibili, per farmi riconoscere che veramente la Terra non sarebbe affatto abbastanza degna di accogliere in sé questa Luce!

                       12.   Ma più il Sole saliva in alto, tanto più diminuivano le chiare nuvolette, finché non ne scorsi più. Veramente, allora anche non potevo più guardare nel Sole! – Ma tanto più i miei pensieri divenivano occupati con gli avvenimenti della natura. – Nella valle vedevo ancor solo dei lembi di nebbia, ma non si abbassavano, bensì erano assorbiti dalla luce del Sole, e poi tutto diveniva vivente! Uccelli, coleotteri, colombi, galline, tutto cercava con fervore… e cercava acqua e cibo. – E poi non guardai più, ma facevo confronti e nonostante tutto divenni stanco di delizie! La Terra, infatti, è comunque magnifica e bella in maniera paradisiaca, e così rivolsi la parola a Giacomo”. –

                       13.   Ora Gesù rivolto a Giacomo dice: “Non vorresti anche tu raccontare la tua visione?”. –

                       14.   Giacomo comincia: “Sì, miei cari! Il mio cuore è traboccante e abbondantemente ricompensato per quanto la Terra finora mi ha dato come sofferenza. Nel Sole nascente, infatti, vidi un Uomo che mostrava sentimento soltanto per la nostra Terra; non una sola volta voltò il Suo sguardo dalla Terra. Allora mi sembrò come se incalcolabili esseri si avvicinassero a Lui ed udii: «O Signore! Tu Vita di ogni Vita! Tu Luce di ogni luce! Permettici di precederTi, per prepararti il terreno affinché la Tua Verità, il Tuo Essere pieno di Luce diventi proprietà della Terra da Te così tanto ardentemente amata!». –

                       15.   E Lui rispose: «Un fervido Grazie, voi fedeli del Padre Mio, per la vostra volontà! Ma non è ancora il tempo! – Poiché da solo e come primo devo compiere 'la santa Opera!'. Ma alla fine dei grandi Tempi, allora avrò bisogno di voi: per sostenere coloro che vogliono completare la Santa Opera!».

                       16.   Ed affettuose e benedicente le sue Mani si stesero verso la schiera, per poi, rivolto alla Terra, inviarle torrenti di fluido. E così anch'io feci dei paragoni e deplorai di essere già adesso un abitante della Terra. Perché io pensavo, là Lui parla: ‘Da Solo – e, come Primo, Io devo compierlo!’, mentre in tempi lontani: ‘Ogni uomo sarà capace di fare questo’! – E poi venni strappato dai miei pensieri”.

                       17.   Allora parla Gesù: “Avete parlato giustamente e bene, ma cercate anche la spiegazione, essa vi verrà!”. –

                       18.   Allora Zaccheo prega: “Carissimo giovane amico! Non ci racconteresti anche Tu quello che hai visto e osservato, come dicesti, in Te?”. –

                       19.   Risponde Gesù: “Sì, volentieri, dovete ascoltare! Questa volta ho soltanto visto come tu, Zaccheo, e tu, fratello Giacomo, riposavate al Petto del Padre Mio santo! E nella vostra felicità Mi si riversò una santa gioia! E di questa Io ne avevo bisogno come corroborante per la Mia Lotta animica! – E ora basta! Andiamo in casa! Un messaggero ti attende e vorrebbe parlare con te, caro Zaccheo!”.

                       20.   Lentamente ritornano. Gesù, in mezzo, afferra per mano a destra e a sinistra i due, e senza proferir parole giungono alla meta.

*

                       21.   Un messaggero va incontro a Zaccheo e porta notizia che Zaccheo, il figlio, non può venire nella casa paterna per la visita del Sabato, perché importanti lavori e trattative col comando romano lo trattengono. Arriverà soltanto a metà della settimana e prega pure di cuore di non lasciar partire i due Nazareni prima che lui stesso abbia parlato con loro.

                       22.   Pensoso Zaccheo mostra a Gesù questo scritto; – ma Gesù dice: “Io conosco il contenuto. Lo desideravo così, e così è stato, affinché tu trovi oggi il tempo di giungere con te e in te alla celebrazione del Sabato! E così ci congediamo! Domani per il lavoro noi due saremo nuovamente qui!”. –

                       23.   Zaccheo prega: “Rimanete qui pure oggi, altrimenti io sono solo”.

                       24.   Allora velocemente s’intromette Giacomo: “Non pregare Gesù perché modifichi la Sua Volontà, poiché pregheresti inutilmente! Una Sua Parola è come mille”. –

                       25.   Allora dice Gesù, afferrando le mani di Zaccheo: “Vedi, per causa tua oggi ti lasciamo, affinché tu divenga padrone della tua propria libera volontà! Poiché per quello che tu decidi, deve avvenire per libero impulso! – Se Io fossi tutto il giorno ospite tuo, non verresti per nulla ad un’indipendente decisione! Perciò rimanga così, perché così è meglio! E ora sii benedetto per la giusta celebrazione del Sabato in te!”.

                       26.   E così i due si allontanano e vanno in sala, per satollarsi, nonostante il Sabato! Sul tavolo, infatti, c’è ancora la colazione del mattino non toccata.

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Cap. 8

Giacomo benedetto nella quiete del Sabato

                         1.      Poi escono e dirigono i loro passi verso un boschetto vicino. Allora Gesù dice a Giacomo: “Ti ringrazio intimamente, perché Mi riconosci e non Mi sveli! Pure ti prego: vedi in Me soltanto il ‘fratello tuo’, finché sarà venuta la soluzione ed ‘il tempo’! – Anch'Io, infatti, scorgo in Me ancora qualcosa che è legato e irrisolto!

                         2.      E poiché non volevo lasciarti solo, allora facciamo sì che concludiamo questo giorno in silenziosa, contemplativa quiete in solitudine, affinché i desideri che cominciano a farsi sentire ci diventino nella loro radice fondamentale sostegno fortificante! – Poiché Io ti dico, Giacomo Mio: questo è adesso il servizio più santo in noi stessi! Per essere armati un giorno per il grande Servizio nell'Opera del Signore!.

                         3.      Risponde Giacomo: “Caro Gesù! La Tua Volontà sia fatta! Ma di una cosa Ti prego: io vengo ancora troppo facilmente in dubbio. Quando ti osservo così umano, allora vedo che Tu sei come me. Mangi, dormi, lavori come me. Talvolta però vedo che Tu non puoi essere un uomo, puoi essere soltanto Dio! Allora mi sorge la domanda, e così incorro nel vecchio male! Oh, poiché siamo soli, dammi chiarezza!”. –

                         4.      Risponde Gesù: “Mio caro Giacomo, la troverai in te! E ciò che hai trovato, non lasciartelo riprendere da concetti umani! – Significherebbe ‘legarti’, se volessi darti spiegazione sul Mio Essere. E in ogni caso non diventeresti libero dal dubbio. Dubbio e ricerca sono lotte, e attraverso la lotta si arriva alla meta! Questo sia il tuo motto, come lo è anche il Mio! Soltanto ciò che hai conquistato con fatica, …rimane tuo, …per l'Eternità! – Vedi, infatti, per te, uomo, l’importante è: ciò che tu sei, – e ciò che fai, …è: come stai dinanzi a Dio e agli uomini! In amabile armonia tutto si completerà! – E così mai diventerai una palla da gioco dei tuoi pensieri e dei capricci che ne derivano! – Quanto più diventi saldo, tanto più reale è il tuo mondo, nel quale ieri hai potuto guardarti intorno! – E così in seguito tieni conto di questo! – In breve tempo saremo una cosa sola in tutto! Hai tu compreso questo?”. -

                         5.      “Sì, mio Gesù! Tu sei la mia salvezza, e senza di Te io sono nulla! La Tua Volontà – possa essere la mia! – Benedicimi, affinché diventi degno di osservare la vera celebrazione del Sabato accanto a Te; ma in unione, senza parlare, con Te!”. –

                         6.      E così Gesù lo benedice dicendo: “Affinché diventiamo 'Uno' – in eterno! Amen!”. –

                         7.      Si fa silenzio intorno ai due; e i cuori divengono gonfi d'amore! E in questo silenzio ‘lo Spirito’ che a tutti gli uomini dà conforto e forza, delizia e beatitudine, viene nuovamente fortificato!

                         8.      Così i due non hanno altro desiderio che soltanto maturare, per diventare atti a servire come strumento dell'eterno Amore!

                         9.      Il giorno volge al tramonto; allora si alzano e tornano indietro senza parlare, verso casa, per consumare la cena e prendere alloggio per la notte. –

                       10.   E così …seguiteMi – nella cameretta interiore! -  Amen!

 

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