Franz Schumi

 

 

Insegnamenti

SUL Padre nostro Gesù

 

da

conferenze pubbliche

 

Svoltesi dal 23 maggio al 10 giugno 1902

e pubblicate in Graz da

Franz Schumi

 

 

Scritti teosofici cristiani

n. 80

vol. 1

 

 

 

Pubblicazione in lingua tedesca a spese dell’autore - 1902 -

Stampato da F. E. Baumann, Bitterfeld

Titolo originale: „Kundgaben unseres Vaters Jesus

Traduzione e revisione a cura degli

“Amici della nuova luce”

 

Date storiche citate

 

789 a.C. = Michea profetizza su Gerusalemme

668-626 a.C. = re Assurbanipal raccoglie un archivio di iscrizioni cuneiformi a Ninive

594-572 a.C. = Ezechiele scrive il suo libro

525 a.C. = riduzione in macerie di Tebe tramite il re persiano Cambise

281-277 a.C. = traduzione in greco delle Sacre Scritture

85 a.C. = distruzione totale di Tebe tramite il re egizio Tolomeo Latiro (nonno di Cleopatra)

4082 / 68 a.C. 7 settembre = nascita di Giuseppe

4135 / 15 a.C. 8 ottobre = concepimento di Maria da Anna e Gioacchino

4136 / 14 a.C. 9 luglio = nascita di Maria

4151 / anno 1 a.C. 22 marzo = sorteggio al tempio di Maria assegnata a Giuseppe

4151 / anno 1 a.C. 4 aprile ore 10 = annunciazione dell’angelo Gabriel

4151 / anno 1 a.C. 13 aprile = Maria va’ da Elisabetta a Gabatha

4151 / anno 1 a.C. 23 luglio = Maria torna a Nazareth

7 d.C. = nascita di Giovanni l’evangelista

22 d.C. 14 novembre = morte di Giuseppe a 98 anni

30 d.C. 21 Aprile = inizio dei 40 giorni di digiuno di Gesù

33 d.C. 20 Marzo ore 7 = ingresso di Gesù-Re a Gerusalemme

33 d.C. 25 Marzo = la via crucis di Gesù fino al Golgota

33 d.C. 27 Marzo ore 3 = resurrezione di Cristo

33 d.C. 7 Maggio ore 14 = Ascensione di Cristo

33 d.C. 17 Maggio ore 9 = Pentecoste

38 d.C. = Maria va’ ad abitare da Lazzaro

48 d.C. 12 dicembre = sparizione del corpo di Maria a 60 anni

70 d.C. = distruzione di Gerusalemme

102 d.C. = morte di Giovanni l’evangelista a 95 anni

135 d.C. = la Giudea diventa un deserto

363 d.C. = distruzione totale del luogo della vecchia Gerusalemme

 

Indice

 

Cap. 1        Varie dimostrazioni che la Bibbia è un libro sacro di profezie divine che sono andate in adempimento

Cap. 2        Dimostrazioni territoriali e storiche sulla Fenicia

Cap. 3        Prove territoriali e storiche sull’Egitto

Cap. 4        Prove territoriali e storiche su Babilonia

Cap. 5        Prove territoriali e storiche sull’Idumea, il paese dei filistei e dei cretesi

Cap. 6        Prove territoriali e storiche sulla terra d'Israele

Cap. 7        La grande profezia su Gesù Cristo, che Egli era l'incarnazione di Dio Padre e Creatore del mondo

Cap. 8        Chiarificazioni dello scrivano

Cap. 9/a     Le grandi e decisive contraddizioni tra la Teosofia cristiana e quella indiana

Cap. 9/b     Gli asceti indiani ovvero i mortificatori della carne

Cap. 9/c     Le oscenità davanti ai templi indiani

Cap. 10      Ulteriori motivazioni della verità

Cap. 11      Ora una parola agli oppositori della verità

Cap. 12      Decisiva parola di chiusura

Cap. 13      Rivelazione di Dio sui dati storici della vita di Gesù, di Maria e di Giuseppe

Cap. 14      Discorso per la fondazione di una società teosofica cristiana

Cap. 15      Statuti dell’associazione Teosofica cristiana

Cap. 16      Ordine della lettura nelle riunioni pubbliche del lunedì

Cap. 17      Cos'è la Teosofia e cosa ha per scopo?

 

 

 

«Miei cari figli, diffondete dappertutto il Mio puro Insegnamento, tenete conferenze, fondate associazioni e raccoglietevi in spirito d’amore per Me, vostro Padre in Gesù! Le pagine successive vi porteranno nuove rivelazioni».

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(conferenza di Franz Schumi)

 

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Cap. 1

 

Varie dimostrazioni che la Bibbia è un libro sacro di

profezie divine che sono andate in adempimento

 

[profezie su Ninive]

1. Egregi presenti, vi saluto con il saluto divino del nostro spirituale Principe della Pace, Gesù Cristo: la pace sia con voi!

2. Il Nome di Dio Onnipotente è il Santo del presente. Siamo in un tempo di lotta tra la luce e le tenebre, gli uomini hanno bevuto il veleno della sapienza intellettuale negante Dio e in tal modo sono diventati morti nello spirito del loro amore per Dio e per il prossimo, e quindi sono caduti in tutti i vizi che mostra la pseudo sapienza.

3. Certamente c'è ancora un Dio che guida la storia del mondo, c'è ancora lo stesso Dio di cui le Sacre Scritture riferiscono prove così magnifiche del Suo Amore e della Sua Sapienza, e quindi è compito degli uomini stringersi intorno a questo Dio che imprime di verità la storia stessa del mondo, poiché non si tratta più di domandare se c’è un Dio, ma ci si può riferire a prove inconfutabili e dire: “Davanti a noi ci sono prove che nessun uomo può estirpare e distruggere!”. Qui c’è una sacra profezia divina, è il Libro [la Bibbia] al quale molti poteri oscuri hanno inserito i loro cervelli altrettanto oscuri per la verità dimostrata, per spogliarla e privarla del suo santuario. Ma invano è stato il loro tenebroso spiegamento di forza e il loro sforzo contro questo Libro sacro, poiché la verità delle sue parole risplende davanti a noi in una nuova magnificenza, e ora s’avvicina il tempo di mostrarvi questa santità e sollevare il velo oscuro che è steso sulle profezie, per levarlo attraverso la storia davanti a voi, e mostrare la verità nella sua sublime intangibilità.

4. La storia di questo Libro è iniziata nei tempi primordiali della razza umana. Documenti scritti riguardanti la creazione del mondo e dell'umanità esistevano già all'inizio del decimo secolo[1], quando Jehova diede le Scritture agli Adamiti; solo che queste annotazioni sono andate perdute nella tempesta del tempo e giacciono nascosti nella terra del Giappone, che però nel prossimo futuro daranno testimonianza del passato Governo divino sulla Terra come monumenti visibili.

5. Tuttavia, nella memoria del popolo primordiale queste annotazioni non andarono perdute, bensì sopravvissero, e perciò le annotazioni geroglifiche e cuneiformi.

6. Nel 1854, secondo Graßmann: "Luogo e tempo della storia biblica dell'Antico Testamento", pagina 37, Hormuzd Rassam trovò nelle rovine di Ninive (nell'odierno Kuyundschik) un archivio di iscrizioni cuneiformi incise nell'argilla, che furono raccolte negli anni dal 668 al 626 a.C. dal re Assurbanipal dagli archivi del tempio dell'Impero babilonese.

7. Secondo questi documenti di Babilonia e di Ninive, si viene a sapere che nell'anno 1656 dopo la creazione di Adamo, oppure nell'anno 2495 prima di Cristo, in quel tempo in Egitto furono eseguiti documenti incisi, un diluvio che non ebbe luogo né nell'impero assiro né in quello babilonese, ma secondo questi documenti il diluvio[2] deve aver avuto luogo solo in Georgia e viene descritto proprio come lo riporta Mosè[3].

8. Queste iscrizioni cuneiformi incise nell'argilla che furono rinvenute nella stanza dei leoni del palazzo reale di Ninive, sono ora conservate al British Museum di Londra.

9. Ora guardiamo una fonte che è la diretta Parola di Dio; questa, comunque, nella sua associazione sta con la scienza dei dotti archeologi del mondo.

10. Negli anni dal 1840 fino al 1864 a Graz visse un povero, ma eccellente musicista di nome Jakob Lorber, egli era guidato dallo spirito dell'arcangelo Raphael e questo Raphael è il sacerdote primordiale di Dio di nome Enoc che, com’è noto, non morì, ma raggiunse la seconda rinascita come Elia e fu trasformato in spirito. Il padre di Enoc era il noto patriarca Jared al tempo di vita di Adamo. Questo Jared è tuttavia l'arcangelo Gabriel che portò il messaggio divino alla madre di Gesù, Maria.

11. Questo Lorber scrisse tra il 1840 e il 1844 il “Governo della famiglia di Dio” ovvero la Creazione primordiale, in cui sembra che il diluvio si sia abbattuto sull'antica città di Hanoch con i suoi 500 sobborghi e 12 milioni di abitanti, dove adesso si estendono il Mar Caspio, il lago d’Aral e gli Urali.

12. Tramite Lorber fu descritto questo in un tempo in cui non si conosceva ancora altra fonte storica che la storia della creazione di Mosè. Tuttavia, il fatto che entrambi i rapporti negano il diluvio universale mondiale e lo relegano nell'area dell’Asia russa, ha in sé qualcosa sulla quale il mondo erudito dovrebbe tenerne conto; infatti, il “Governo della famiglia di Dio” di Lorber è un libro di cui ogni persona logicamente pensante deve dire: “Qualcosa del genere sta al di sopra delle capacità della ragione umana, qualcosa di così impossibile, e avvolto in immagini corrispondenti così alte, che la ragione umana senza illuminazione divina non può affatto afferrare, poiché solo a Dio è possibile dettare e scrivere tali cose”.

13. Lorber scrisse solo libri esoterici e trascendenti dettati direttamente da Dio. Dai molti suoi meravigliosi scritti, il cui autore è Dio, va evidenziato particolarmente quanto segue: oltre al “Governo della Famiglia di Dio”, c'è il “Sole materiale” con le sue sette fasce che, con la sua formazione interiore, rappresenta la straordinaria Sapienza e Onnipotenza di Dio nella Sua Creazione; poi segue “Saturno” com'è costituito fisicamente, oltre al “Sole spirituale”, con la descrizione del Cielo e delle condizioni spirituali nell'aldilà. Il Sole spirituale mostra tanto chiaramente che il suo contenuto supera di gran lunga l'immaginazione umana. Infine, seguono i dieci imponenti volumi del “Grande Vangelo di Giovanni”, il Vangelo originale o del cosiddetto resoconto, che riporta tutti i viaggi, gli insegnamenti, gli avvenimenti e le opere prodigiose dei tre anni d’insegnamenti di Gesù.

14. Questi libri hanno un contenuto spirituale e trascendente talmente elevato, che ogni lettore pensante razionalmente li giudica molto al di sopra delle ragionevoli facoltà umane. Essi sono in se stessi la prova incontestabile che la Teosofia cristiana non è solo perché Dio stesso parla sempre agli uomini in prima Persona esprimendosi così: "Io, Gesù, vostro Dio e Padre ", ma principalmente per il pensiero soprannaturale dell'Autore, che è puro e autentico Insegnamento dell'Amore di Dio e Padre nostro Gesù Cristo.

15. Basandosi su Mosè e sugli scritti cuneiformi egiziani, “Il Governo della Famiglia di Dio” fornisce allo stesso tempo una meravigliosa prova che Jakob Lorber, il quale tra l'altro è vissuto come un uomo del tutto comune senza alcuna formazione scientifica superiore, è stato un autentico profeta di Dio; e che c'è un Dio Onnisciente che sa dir cose che nessun uomo ha mai sentito; infatti, Lorber terminò “Il Governo della Famiglia di Dio dieci anni prima che si sapesse qualcosa delle iscrizioni cuneiformi egiziane, e il libro fu stampato tre anni prima che Hormuzd Rassam[4] trovasse le iscrizioni cuneiformi a Ninive.

16. Questa è una stupenda prova che la letteratura teosofica cristiana non è un inganno o un'eresia, ma un santo Insegnamento dettato da Dio e dato agli uomini per vivere e agire di conseguenza.

17. Ora veniamo alle profezie della Bibbia che dichiaravano in anticipo la storia della Fenicia, dell'Egitto, di Babilonia e della Palestina, centinaia e migliaia di anni prima.

18. Ora si dirà: “Sì, queste profezie furono scritte in quello stesso tempo quando ebbe luogo la catastrofe, e poi si diede loro un'aureola antica che si fece mettere in circolazione per una profezia di Dio, che in un modo e nell’altro ebbe luogo molti anni prima”. Solo che questa irragionevole pretesa si può contrastare per il fatto che 70 saggi dell'alta scuola di Alessandria negli anni 281 fino al 277 a.C. tradussero in greco le Sacre Scritture di tutti i profeti ebrei da Mosè fino a quel momento, e le trasmisero al mondo sotto il nome di “Septuaginta[5] e quindi si fece valere la verità davanti alla malvagità degli uomini, poiché questa traduzione non può essere accusata di menzogna e inganno. Perciò, in queste Scritture la verità della Parola profetica di Dio splende con le fiamme indissolubili della storia, conservata indelebilmente per gli uomini per tutti i tempi del mondo, sulla quale ci si può appoggiare in ogni momento. Allora queste sante prove della Verità divina devono essere esaminate secondo il loro contenuto, per porre una volta per tutte un solido fondamento di autentica fede, sul quale deve essere edificata la salvezza dell'anima. Adesso passiamo alla prova della verità.

 

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Cap. 2

 

Dimostrazioni territoriali e storiche sulla Fenicia

1. Nella terra della Fenicia che confinava con la Galilea e la Siria lungo la riva del Mar Mediterraneo, una volta c'era la città di Tiro di cui parlò il profeta Ezechiele, il quale tra il 594 fino al 572 a.C. ricevette delle profezie per il suo libro, e nel capitolo 26, versetto 13 e 14 scrisse le seguenti parole di Dio: «Allora porrò fine al suono del tuo canto... Non dovrai più essere ricostruita!». Questa profezia si è adempiuta letteralmente, poiché Tiro è scomparsa senza lasciar traccia, così che perfino la sua passata vera posizione è diventata sconosciuta. Fu per primo Nabucodonosor, re di Babilonia, che devastò la città, e ciò che ancora rimase fu spazzato via dalla Terra 240 anni più tardi da Alessandro Magno.

2. Da Tiro ci rivolgiamo a Sidone, più tardi capitale della Fenicia. Qui al tempo di Gesù, come narra la storia della Sua infanzia, che Giacomo, il figlio più giovane di Giuseppe annotò[6], risiedeva lo zio[7] dell'imperatore Augusto, Giulio Quirino, di nome Cirenio Quirino, come governatore dell'Asia e dell'Egitto. Questa città esiste ancora e possiede tuttora circa diecimila abitanti. Ha le sue mura, il suo castello e le sue rovine.

3. Nel libro del profeta Ezechiele, capitolo 28, i versetti dal 20 fino al 23 contengono una profezia su Sidone, nei quali dice: «E manderò pestilenza e spargimento di sangue nelle sue vie; e in mezzo ad essa cadranno a terra quelli uccisi dalla spada; poiché dovranno conoscere che Io sono il Signore».

4. Questa profezia contiene parole determinanti che la città sarà punita perché ha dimenticato Dio, ma nella profezia non c’è il giudizio che sarà distrutta. Per vero, essa fu distrutta completamente sotto Artarerres Ochos, ma gli abitanti erano assenti a causa dei loro impegni mercantili. Quando ritornarono a casa la ricostruirono, ed essa esiste ancora oggi.

 

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Cap. 3

 

Prove territoriali e storiche sull’Egitto

1. Ora alziamo lo sguardo a Tebe: con le sue cento porte[8] era la più antica capitale dell'Egitto, ricca di tutti i beni e magnificamente costruita. Al suo apice la popolazione era di un milione e trecentomila abitanti, ma in campo metteva 70.000 guerrieri. Tuttavia gli abitanti, accecati dalla loro ricchezza, gozzovigliavano nel lusso e nello sfarzo, come solo delle menti intraprendenti di quel tempo potevano escogitare, e la vita viziosa si propagava assai potentemente. Perciò il profeta Ezechiele ricevette la seguente profezia con circa 50 anni di anticipo:

2. (Ezechiele, capitolo 30, versetti 14-16): «Io, Jehova, farò passare il giudizio su Tebe. Estirperò i suoi abitanti, e Tebe dovrà essere smembrata».

3. E di fatto, nell’anno 525 a.C. Tebe fu ridotta in macerie dal re persiano Cambise. La città fu ricostruita, ma nell'anno 85 a.C. seguì il secondo colpo sotto il re egiziano Tolomeo Latiro, il nonno di Cleopatra, che la rase al suolo.

4. Questa città gigantesca è per voi una stupenda prova della verità della Parola divina delle Sacre Scritture. Il geografo romano Strabone, che la visitò nel 25 a.C., trovò le rovine della città animata con villaggi sparsi qua e là.

5. Essa, che 60 anni prima era una regina del fasto e della magnificenza egiziana orientale, stava lì smembrata in alcuni villaggi, dimostrando la verità della parola profetica della Bibbia, infatti, essa è ancora oggi un mucchio di rovine smembrata in 9 villaggi dell’antica città, come la Parola di Dio aveva annunciato in anticipo il suo destino.

6. Dopo la distruzione di Tebe si erse un'altra famosa città di nome Menfi che, come capitale, prese più tardi il posto o il rango di Tebe, e nel suo periodo di massimo splendore contava più di mezzo milione di abitanti.

7. Essa è menzionata nel 30° capitolo, 13° versetto del profeta Ezechiele: «Estirperò gli idoli da Nof, che significa Menfi, e ne distruggerò le immagini».

8. Questa profezia fu comunicata nell'anno 578 avanti Cristo; e Strabone, che visitò la città nell’anno 25 a.C., la trovò densamente popolata, in dimensioni prossime ad Alessandria, che era allora la città più ricca e più splendida dell'Egitto. Strabone parla dei suoi dèi, dei templi e delle statue.

9. All'inizio del VII secolo d.C. Menfi era la residenza dei sovrani d'Egitto. Ma quando la città del Cairo fu fondata nelle vicinanze, gli abitanti si spostarono gradualmente dalla città vecchia e presero in parte i suoi materiali da costruzione per ampliare e sviluppare la nuova città del Cairo.

10. Nel XIII secolo il viaggiatore arabo Abdul-Latif la visitò e trovò ancora le rovine della città, di cui riferisce quanto segue: “Le sue rovine presentano ancora all'occhio dell’osservatore una raccolta di opere meravigliose (a causa della grandezza e fasto della sua precedente esistenza) messe in disordine, e che l'uomo più eloquente si sforzerebbe invano di descrivere".

11. Tale testimonianza le fu data da quel viaggiatore 600 anni fa. E cosa rimane oggi di questa città? Vedete, la sentenza divina è andata in adempimento in maniera così perfetta, che un secolo fa perfino l'ubicazione dove stava un giorno Menfi era già oggetto di controversia. Ad eccezione di due resti, tutti gli idoli, immagini, templi, la città e tutto ciò che conteneva sono scomparsi.

12. Una speciale valutazione merita la profezia sulla terra d'Egitto. In Ezechiele capitolo 29 viene profetizzata l'imminente conquista dell'Egitto da parte di Nabucodonosor, re di Babilonia. Gli egiziani dovranno essere portati in prigionia e il paese dovrà essere un deserto per 40 anni. Alla fine di quel tempo dovranno ritornare, ma la loro grandezza non sarà ripristinata.

13. La sentenza della rovina viene annunciata in Geremia, capitolo 46, versetto 11, con le seguenti parole: «Sali a Galaad e prendi degli unguenti, vergine figlia d'Egitto; ma è inutile che tu moltiplichi i medicamenti, non c’è guarigione per te». In Ezechiele, capitolo 29, versetto 15 sta scritto: «Non si dovranno più elevare sui pagani ed Io li renderò piccoli, affinché non debbano dominare sui gentili». Inoltre, in Ezechiele, capitolo 30, versi 4 e 6, sta scritto: «Le sue fondamenta saranno abbattute... e la superbia della sua potenza dovrà cadere».

14. Nonostante questa profezia, l’Egitto, ancora all'inizio del VII secolo del computo del tempo cristiano, era così potente che gli eserciti maomettani, sebbene gonfi di vittorie, indugiavano ad attaccarlo.

15. La profezia andò fino all'anno 638 dopo Cristo, quindi con altri 1200 anni di anticipo, l'Egitto cadde prima sotto i devastatori maomettani e non si riprese più. La sua caduta proseguì lentamente ma costantemente. Certamente gli egiziani non dovevano essere estirpati e sterminati, ma viene messo in rilievo solo la grande umiliazione dell'Egitto: «Doveva essere un regno umile. Dovrà essere il più basso dei regni e non si eleverà più al di sopra dei popoli».

16. L'ultimo punto di questa profezia è quello determinante, in Ezechiele, infatti, capitolo 30, versetto 13, si dice che, sebbene il regno continui a sussistere, tuttavia nessun principe indigeno avrebbe dovuto regnare sull'Egitto. Questa profezia si è pienamente e letteralmente adempiuta. Nel 525 a.C. l'Egitto fu conquistato dai Persiani sotto Cambise e per i successivi 170 anni la sua storia non è che una narrazione di rivolte più o meno coronate da successo, fino a quando fu totalmente soggiogato nel 350 a.C. da Ochos. Da quel tempo fino al presente nessun principe indigeno ha governato il paese. Ha cambiato spesso i suoi padroni, ma tra tutti loro non c'era nessuno dei figli d'Egitto.

17. Il popolo, gemendo sotto una terribile oppressione, aveva cercato la liberazione dall'esterno, ma mai dai suoi figli, poiché secondo le parole della Bibbia non c'è stato più nessun principe del paese d'Egitto. Vedete, così la storia del mondo ha impresso il sigillo della verità sulla Parola divina della Bibbia.

18. Con la Bibbia nella mano e la sua storia, vogliamo considerare ancora altre profezie sull'Egitto, le quali rivelano l'aspetto e il destino dell’intero paese. La mano della decadenza dovrebbe essere posta anche sui fiumi e sui canali. Leggiamo in Ezechiele capitolo 30, versetto 12 l'importantissima profezia: «Prosciugherò i fiumi»; e in Isaia capitolo 19, versetto 6 sta scritto: «Le acque del mare si prosciugheranno, e il fiume si ridurrà e si prosciugherà. E i fiumi emaneranno fetore; i fiumi (o canali) dell'Egitto diventeranno piccoli e asciutti».

19. Omero chiama il Nilo, “l’Oceano”, e gli antichi come i nuovi egiziani lo hanno chiamato semplicemente “il mare”, ovvero il mare del Nilo. I fiumi, torrenti o canali che dovrebbero prosciugarsi ed emanare fetore sono i bracci del Nilo, i quali scorrevano attraverso il delta e riversavano le acque del gigantesco fiume nel Mar Mediterraneo. La profezia ha impresso profondamente il marchio della verità sui fiumi e sui canali dell'Egitto. Il fiume era famoso per i suoi setti bracci. Erodoto osservò che due di questi, gli attuali estuari Damietta e Rosetta, erano in origine artificiali e quindi parla di cinque sbocchi. Adesso, come già da lungo tempo, non ci sono altri estuari navigabili all'infuori di questi due, che Erodoto designa come "opere umane". Perfino questi sono accessibili solo per piccole imbarcazioni. Gli altri cinque estuari del fiume sono stati da tempo impantanati, e il loro corso è a malapena rintracciabile sulla grande pianura alluvionale e attraverso il reticolato dei canali e laghi, che si trovano tra il mare e questo punto. I fiumi sono quindi diventati asciutti, e invece di scorrere nel loro vecchio letto, sono diventati acquitrini e paludi puzzolenti, come la Parola divina della Bibbia lo aveva annunciato all'umanità in anticipo 2500 anni prima.

20. I monumenti e i racconti degli antichi scrittori vi mostrano nel Nilo un fiume sulle cui rive crescevano iris e canneti, che era il luogo di residenza di una moltitudine di uccelli selvatici, e portava i profumati fiori di loto sulle sue acque. Oggi in Egitto si vedono pochissimi canneti o piante acquatiche, il famoso papiro è quasi completamente estinto e il loto è pressoché sconosciuto ad eccezione nelle paludi vicino al Mediterraneo. Anche questo è stato profetizzato da Isaia: «Canne e canneti appassiranno, e l'erba presso le acque seccherà, e ogni seme appassirà e perirà» (Isaia 19:7). Papiro e loto formavano una parte della ricchezza dell'Egitto, quest'ultimo è stato punito con la scomparsa di questa ricchezza e la profezia si è dimostrata come verità.

21. Una profezia simile è stata fatta per quanto riguarda la pesca. I pesci erano così abbondanti che la classe più povera degli abitanti viveva quasi interamente di pesce, e i re ne ricavavano grossi introiti. Ma in Isaia 19,8 stava scritto: «I pescatori faranno cordoglio, e tutti coloro che getteranno l’amo nel Nilo si lamenteranno, e quelli che getteranno la rete sull'acqua saranno afflitti». Con la decadenza dell'Egitto le peschiere e le loro condutture dell’acqua furono trascurate, e perciò i pescatori piansero e si lamentarono, e furono addolorati per la perdita del loro nutrimento e del loro guadagno.

22. Con la decadenza e l'impoverimento dell'Egitto anche i mestieri andarono in declino e scomparvero, e così avvenne secondo le parole della profezia: «Esisteranno con vergogna coloro che lavorano il lino con i pettini e tessono la tela bianca. E i pilastri del paese (cioè i pilastri della società, ovvero i ricchi e i nobili, con la cui protezione erano promossi i mestieri) verranno frantumati, e tutti coloro che lavorano per il salario saranno afflitti (poiché non ci sarà nulla da fare). All'Egitto non riuscirà nessuna delle opere che intraprenderà il capo o la coda, la palma o il giunco» (Isaia 19, 9-10-15 secondo la traduzione inglese).

23. Il capo e la coda qui menzionate sono nomi di rispondenza di coloro che guidano e di coloro che eseguono, come l'alto ramo di palma e la modesta canna dell'alto e del basso, dell'aristocrazia e della massa del popolo. L'Egitto, il cui commercio era perfezionato e completato al massimo grado, è oggi ciò che la profezia disse in anticipo 2500 anni fa, perché tutto si è avverato precisamente.

24. C’è ancora molto altro oltre a questo di cui parlano le profezie, ma sarebbe troppo lungo citarle tutte. Tutto questo dimostra solo che le profezie sono Parola divina, perché sono andate in adempimento: l'Egitto è ora un paese delle rovine, è un mostruoso luogo di sepoltura dell'arte e dello splendore del passato, e le sue attuali dimore sono, per così dire, dimore sopra le tombe. Non si può dire che una sola città antica si sia conservata.

25. In quanto al carattere dei suoi padroni, viene scritto in una chiara, forte parola: «Venderò il paese nelle mani di gente malvagia» (Ez. 30,12). Poiché Dio non è un mercante, il vendere a gente malvagia significa la consegna senza resistenza del paese nelle mani di un nemico. Descrizioni più recenti dell'Egitto lo chiamano il paese della schiavitù e della tirannia, e parlano del dispotismo dei brutali regnanti egiziani. Di Ali Bey[9] si diceva: “Come i suoi predecessori, egli considerava l'Egitto come sua proprietà privata e gli indigeni come animali, sui quali poteva disporre a suo piacimento”.

26. La storia dell'Egitto è quindi un marchio d’infamia della razza umana tra i governanti come gente malvagia, e i loro sudditi che vengono trattati come schiavi.

27. Inoltre in Ezechiele, cap. 30, versetto 12 si dice: «Devasterò il paese e ciò che c’è in esso per mano di stranieri». E vedete, dall'invasione dei Persiani nel 525 a.C. fino ad oggi, ci sono stati differenti stranieri che devastarono il paese e lo trattarono male portandolo nell’odierna profonda desolazione. Tutto è opera di cattiva gente straniera che le profezie annunciarono prima.

28. Al giorno d’oggi, nell'epoca del negazionismo intellettuale di Dio, non si riconosce più la punizione divina, ma sono tutti solo eventi storici, politici, naturali ed elementari; invece le Sacre Scritture, questa Bibbia tanto vituperata, parla con prove inconfutabili: Dio solo è la Verità, le Sue parole sono sante e infallibili, mentre sono gli uomini bugiardi, come lo testimoniano Daniele, Davide e altri profeti.

29. Gli egiziani dei tempi primordiali hanno avuto la stessa religione come gli adamiti, ovvero più tardi quella dei cristiani primitivi, poiché essi sono adamiti immigrati, solo che il benessere, il lusso, la potenza e la grandezza li resero barbari brutali sui poveri pagani, prigionieri stranieri che come schiavi dovevano costruire ed erigere i loro edifici e le stupefacenti opere d'arte. E come un giorno agirono con i loro schiavi, essi subirono la stessa sorte fino alla generazione attuale. Dio non lascia impunite le atrocità che si fanno ai Suoi figli, chiamati "uomini", ma presto o tardi segue la punizione. La Bibbia sta lì come testimone vivente che, con l’adempiere o il non adempiere il Comandamento divino, gli uomini attirano su di loro o la protezione, la grazia e il favore di Dio, oppure attirano eventi terribili che, come un filo rosso, corrono attraverso la lunga storia egiziana ed ebraica, dando testimonianza della Verità.

30. Nondimeno, si avvicina un tempo in cui Dio avrà pietà del suo povero, oppresso popolo. Come riferisce Isaia capitolo 19, versetti 20-25, Egli manderà loro un Salvatore e Maestro che li salverà. Perché il Signore sarà conosciuto dagli egiziani, e allo stesso tempo gli egiziani conosceranno il Signore. In quel tempo Israele sarà unito come terzo all'Egitto e all'Assiria, e ci saranno benedizioni all’interno del paese che Jehova, il Signore dei mondi, benedirà dicendo: «Benedetto sia il mio popolo d’Egitto e l'Assiria, opera delle Mie mani, e il Mio popolo ereditario, Israele!» E chi è questo popolo ereditario Israele? Ogni uomo che adempie i Comandamenti di Dio e gli Insegnamenti di Gesù è un membro di questo popolo.

 

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Cap. 4

 

Prove territoriali e storiche su Babilonia

1. Dall'Egitto ci rivolgiamo alle pianure babilonesi della Caldea. Le profezie sulla Caldea, che le sue città sarebbero diventate terra desolata, arida e sterile, si sono adempiute. La terra bella, fertile e ricca, dove il grano produceva da due fino a trecento volte tanto, è ora una terra desolata e sterile. Tutto porta il sigillo delle profezie letteralmente adempiute.

2. Babilonia, la città più bella dei regni citati, l’eccellente splendore dei Caldei, Dio promette di sconvolgerla come Sodoma e Gomorra (Is. 13,19). Vi si raduneranno le bestie del deserto, e le loro case saranno piene di pipistrelli, e gli struzzi vi dimoreranno, cani selvaggi abbaieranno nei suoi palazzi, e gli sciacalli nei raggianti castelli (Is. 13,21-22). Babele diventerà un cumulo di pietre. I nascondigli della torre di Nimrod sono abitati da leoni, ecc. Isaia e Geremia profetizzano del suo luogo desolato, sterile e arido. E proprio così come era stato profetizzato, si è verificato, lentamente ma sicuramente, poiché, di fatto, vi sono stati trovati accampati dei leoni, come riferisce Urquhart[10].

 

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Cap. 5

 

Prove territoriali e storiche sull’Idumea, il paese dei filistei e dei cretesi

1. Da Babilonia ci spostiamo in Palestina, dove esistono molte prove dell'adempimento della Parola profetica. Certamente si può dire che, per caso, una o due profezie siano andate in adempimento, e quindi non c'è nulla di eccezionale in esse, solo che se si esaminano attentamente le molte ed estese profezie e il loro adempimento attraverso l’innegabile storia, perché provata, e le prove sul posto che sono innumerevoli e colossali, allora cessa la pretesa del caso e di abile pre-calcolo, perché se al giorno d’oggi ci si dichiara altamente colti, i popoli della preistoria quali stupidi e barbari, come si può allora negare il massimo rispetto a un libro che racconta fatti con centinaia e migliaia di anni di anticipo, che nessun uomo poteva conoscere e che si sono avverati parola per parola, mentre, nonostante l’alta cultura, nessuno può dire da un giorno all'altro: accadrà esattamente così e non altrimenti? Come si potrebbe parlare di sano intelletto, se la verità viene negata di fronte a fatti provati e visibili, e la stessa viene distorta in bugie?

2. Parecchi profeti profetizzarono sul futuro dell’Idumea o Edom, con Petra, la città di pietra che secondo l’antichissima lingua sanscrita è chiamata Sela (çalia vuol dire "roccia") (2° Re 14,7), dove il numero di città distrutte mostra che il paese era densamente popolato.

3. La Filistea fu sterminata e devastata con i Filistei e i Cretesi, insieme alle loro grandi città: Ekron, Asdod, Askalon, Gath e Gaza, e molte colonie popolate; Filistea, infatti, era una terra con grandi città, famosa per la sua ricchezza e per il suo splendore, per la sua sapienza e valore militare del suo esercito e della sua flotta, per i suoi nobili e per i suoi guerrieri, per i suoi mercanti e per i suoi maestri artigiani.

 

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Cap. 6

 

Prove territoriali e storiche sulla terra d'Israele

1. Ora lasciamo la costa della Palestina e passiamo alla terra d'Israele.

2. Il profeta Mosè annunciò la punizione d'Israele oltre 1500 anni prima (Lev. 26,27-34) se non avesse seguito gli ammonimenti del Signore, e siccome non li seguì, la punizione le accadde più volte; ma alla fine, se non fosse servito a nulla, gli Israeliti sarebbero stati cacciati dal loro paese e dispersi tra i pagani, il che in parte avvenne negli anni 70 dopo Cristo, ma completamente nell'anno 135.

3. Le loro città sarebbero dovute diventare deserte, e di fatto l’intera Giudea divenne un deserto dopo il 135 d.C., dove lupi e iene vagavano ululanti per le strade delle città diventate deserte.

4. Antiche descrizioni delle parti più fertili e densamente popolate del paese citano quanto segue: “Le rovine giacciono così fittamente su colline e valli che, in alcune parti, c’erano tre antiche città su due miglia quadrate e che, prima di tutti gli altri paesi nel mondo, questo paese è una terra di rovine. Difficilmente c'è una collina tra le tante che si trovano entro l’orizzonte che non sia ricoperta dai resti di un'antica fortezza o di un’antica città".

5. In molte parti del paese non si vede nient'altro che rocce brulle, montagne aride, voragini spoglie e campi carsici[11]. La terra promessa, infatti, una terra del benessere, dove scorreva latte e miele, è stata trasformata in una terra aspra e pietrosa in seguito alla disobbedienza verso Dio. Oggi, in molti luoghi, porta l'immagine della terra di pietra "Carso, tra Carniola e Trieste”.

6. Secondo la lingua primordiale, il nome Canaan, come il Padre Gesù spiegò allo scrivano (Schumi), significava “Terra del benessere”. Se ora si osserva la terra di Canaan in una prospettiva panoramica, essa appare pietrosa e triste rispetto a com’era una volta, dove l’Eden stava nei suoi territori lungo il Giordano. Infatti, non lontano da lì, dove il fiume Jabok sfocia nel Giordano, su Adamo e sulla sua discendenza si abbatté la grande disgrazia. Così dice la rivelazione del Padre Gesù a Schumi.

7. Sì, perfino i pellegrinaggi cristiani al sepolcro del Redentore furono già menzionati in Deuteronomio (29,21). «Stranieri verranno da terre lontane che faranno evidenziare i giudizi visibili di Dio». La profezia dipendeva dalla vittoria del cristianesimo che, dopo 1800 anni, sotto Costantino il Grande, fece della Giudea una “Terra Santa” della fede cristiana.

8. Amos profetizzò il destino su Betel, uno dei più antichi santuari nel paese di Giuda (Amos 3,14 5,5).

9. Il terribile giudizio su Samaria si legge nel profeta Michea (1,5-6) .

10. Su Cafarnao Dio emise in Gesù il giudizio personalmente: «Tu scenderai fino all’inferno!» (Mt. 11,23), ed è scomparsa totalmente dalla scena così che oggi non si sa nemmeno dove una volta era la sua posizione.

11. Su Gerusalemme il profeta Michea (3,9-12) portò il terribile giudizio della sua distruzione e annientamento 789 anni prima con le seguenti parole: «Ascoltate, voi capi della casa di Giacobbe e voi principi della casa d'Israele, che edificate Sion con il sangue e Gerusalemme con l'iniquità. Perciò per causa vostra Sion sarà arata come un campo, e Gerusalemme diventerà un mucchio di rovine, e il monte del Tempio un'altura ricoperta di vegetazione». Il Tempio era una meraviglia del mondo, ma Gesù profetizzò il suo destino circa 40 anni prima, dicendo che di questo non sarebbe rimasto che pietra su pietra (Mt. 24,2).

12. L'attuale città saracena di Gerusalemme copre solo una piccola superficie più esterna della passata città regale che contava un milione di abitanti.

13. Quello che accadde con Gerusalemme sotto Tito nel 70 d.C. è ben noto, e ciò che rimase della città quella volta fu spazzato via dalla faccia della terra e distrutto nella rivolta ebraica dell’anno 135 d.C.

14. Sotto l'imperatore romano d'Oriente Giuliano, l'apostata, nell’anno 363 Dio confermò la Sua profezia come adempiuta attraverso eruzioni vulcaniche e non permise più che Gerusalemme fosse costruita nella sua vera vecchia posizione. Tuttavia Gerusalemme, secondo molteplici profezie (Is. 2,3-4), in futuro risorgerà di nuovo, come il Padre lo ha rivelato allo scrivano, e si può desumere anche dalla profezia di Geremia (Ger. 31,4-14 / 27-40) che diventerà un centro spirituale della vera fede in Cristo.

15. Un santo timore reverenziale afferra l'uomo quando legge per intero le molte profezie che sono diventate una terribile verità, profezie che man mano si sono letteralmente adempiute.

16. Perciò tenete in onore la Bibbia, essa è – a parte la storia politica dell’uomo che rivela le debolezze umane con alcuni errori attraverso le traduzioni così come le opinioni proprie degli scrivani e le distorsioni di coloro che se ne approfittano in quanto contiene profezie e insegnamenti divini d'amore – un libro sacro, perché glorifica Colui che l'ha fatto scrivere, e le spiegazioni storiche sulle profezie adempiute di John Urquhart sono di fatto il sigillo di Dio che questo libro è un libro delle Verità divine, e accanto ai nuovi libri teosofici cristiani, che sono la Parola personale dettata da Dio Gesù Cristo, nessun altro libro ha lo stesso valore.

 

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Cap. 7

 

La grande profezia su Gesù Cristo, che Egli era l'incarnazione di Dio Padre e Creatore del mondo

1. Dal momento che ogni profezia nella Bibbia è intangibile Verità divina, certamente nessuno che pensi logicamente e ascolti la verità delle profezie adempiute vorrà affermare dicendo: “Sì, tutto è stato storicamente dimostrato come verità, ma la storia di Gesù Cristo è certamente non vera! Egli era un Uomo come noi!”. – O tenebra sconfinata! Se tutto il resto corrisponde e costituisce una verità intangibile, quali motivi potrebbero esserci per provare il contrario? Perché la più grande profezia della Bibbia, che è passata attraverso tutti i profeti dai giorni di Adamo, non dovrebbe essere verità? Perché la più grande profezia della Bibbia dovrebbe improvvisamente rendere Dio e i Suoi profeti per puri bugiardi, senza che si potesse fornire alcuna prova di questa negazione della verità? Non si sono letteralmente adempiute tutte le profezie su Cristo che furono scritte migliaia e centinaia di anni in anticipo? La Septuaginta[12] greca, quando tutte le profezie furono tradotte in greco 280 anni prima di Cristo, non dimostra che non si può parlare di alcun inganno o di qualsiasi tipo di frode storica? Il grande profeta Isaia non riferisce nel 7° e 9° capitolo della nascita e della discendenza divina del Neonato Gesù? Non dice che il Fanciullo nascerà da una vergine e mangerà miele e burro, il che nel linguaggio spirituale vuol significare che sarà colmo d’Amore e Sapienza divina? Isaia, non sta dicendo con questo, che il Fanciullo sarà l'incarnazione di Dio elencando i Suoi Nomi divini?

2. Egli è “Meraviglioso” come Creatore, perché in questo nessuno può imitarLo; Egli è “Dio Padre dall'eternità”; Egli è “Consiglio” di Dio Padre ovvero dell'Amore in Dio, quindi la Sapienza divina; Egli è la “Potenza” di Dio, che è chiamata Spirito Santo; è un “Campione” di virtù e caratteristiche divine ed è un “Principe” della pace (spirituale), perciò Egli è profetizzato dal profeta Michea che un Signore dell'eternità verrà da Betlemme (Michea 5,1). E c'è un Signore all’infuori di Dio la cui discendenza è fatta risalire ai giorni dell'eternità? E non esclama il profeta Zaccaria (9,9), con più di 500 anni d'anticipo: «Esulta tu figlia di Sion», il che significa: tu casto amore, una rocca celeste di Davide, «e tu giubila figlia di Gerusalemme!», che significa: tu casto amore d'Israele, gioisci, il tuo Re viene, quando Gesù il 20 marzo dell'anno 33, cioè la domenica delle Palme, come il Re divinamente unto della vita spirituale degli uomini entrò a Gerusalemme! I nomi divini e gli appellativi di Gesù sono spiegati ampiamente nel libro “La Santa Trinità”, secondo i dettati di Dio e sostenuti dallo scrivano di questo libro con prove provenienti dalla Bibbia, quindi non può esserci più nessun dubbio che Cristo fosse Dio e che unicamente la Dottrina di Cristo è il vero Insegnamento di Dio, tutte le altre religioni sono invece statuti umani di indirizzo filosofico-religioso, che mai e poi mai portano direttamente a Dio, perché non ci può mai essere più di una verità, e questa viene da Dio secondo le profezie adempiute della Bibbia. Perciò Cristo disse: «Io sono la Via, attraverso il Mio Insegnamento dell'Amore e della Sapienza; sono la Verità, perché sono Dio, e sono la Vita, perché lo spirito dell'aria creatrice del mondo, senza il quale nessuno può vivere; in esso, infatti, c’è l'Amore della vita, la Sapienza della formazione e la Potenza dello sviluppo e della perfezione. E nessuno viene alla contemplazione di Dio se non attraverso di Me, cioè solo se Mi si riconosce come Dio, poiché il Padre, quale Amore in Dio, dimora in Me, ed Io, la Sua Sapienza, sono in Lui attraverso il Mio Amore. Io e il Padre siamo quindi Una cosa sola, poiché chi vede Me vede il Padre, perché Io sono il Portatore del divino Amore, che spiritualmente si chiama Dio Padre».

3. Ora passiamo a un altro argomento.

 

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Cap. 8

 

Chiarificazioni dello scrivano

1. Le profezie adempiute vi insegnano che dovete aver riverenza davanti al vostro Dio Gesù Cristo Jehova Zebaoth, amarLo come Padre, poiché Egli è il vostro supremo Benefattore, e dovete adempiere i Suoi santi Comandamenti.

2. Anche se i segni visibili dell'indignazione Divina per il modo di vivere degli uomini non sono sempre visibili esteriormente, il campo spirituale interiore, che dovrebbe essere illuminato dal Sole dell'Amore divino, è tanto più avvolto nella profonda notte della mondanità la quale, dopo la morte del corpo carnale, forma nell’uomo il mondo delle tenebre e dei tormenti della coscienza, ossia il cosiddetto inferno.

3. Ma non si pensi che Schumi sia un biblico. Al contrario, egli legge solo quei passi della Bibbia che servono a confermare l’autentica fede; come teosofo cristiano egli legge piuttosto gli insegnamenti originali di Gesù nei dettati divini dei libri teosofici cristiani che ogni uomo comprende facilmente, ma non gli estratti difficili o perfino non comprensibili dall'originale del Nuovo Testamento in dieci grossi volumi. Chi, infatti, non ha letto l'originale del Nuovo Testamento non può interpretare correttamente neanche il notissimo estratto dello stesso nelle sue oscure immagini di rispondenza.

4. Perciò non viene neanche detto: leggete le profezie nella Bibbia, bensì: leggete il libro “Le profezie adempiute, ovvero il sigillo di Dio sulla Bibbia”, di John Urquhart.

5. D’altronde, il titolo del trattato vi dice chi è il vero e proprio autore di questo scritto, e che Schumi scrive e fa solo ciò che l'eterno Amore del Padre Gesù gli dice che è buono e giusto. Perciò il testo non è scritto come se Schumi vi parlasse, e alcuni chiarimenti vi rivelano conoscenza e comprensione soprannaturale.

6. Ora inizia il nono capitolo, in cui la Luce della Verità divina arriva al pubblico, per mettere in primo piano l'Insegnamento divino dell'Amore e della Sapienza contro la sapienza della filosofia religiosa dell'uomo.

 

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Cap. 9

 

Le grandi e decisive contraddizioni tra la Teosofia cristiana e quella indiana

1. Gli insegnamenti religiosi indiani di Buddha Gautama (566-486 a.C.) poggiano l’intero processo spirituale sul karma e sulla reincarnazione. Quest'ultima si ripete ogni 1000 fino a 1500 anni. Ahimè, questa è certamente una triste consolazione per i suoi seguaci, poiché essi sperano solo in un discutibile progresso da mille a mille anni, mentre nella religione cristiana bastano pochi anni di sforzi per raggiungere la perfezione nello spirituale. Inoltre, in questa religione non si può mai giungere al proprio amorevole Dio, Creatore e Padre spirituale e vederLo, come nel cristiano, poiché la credenza dell'uomo indiano è che nell'aldilà Dio è anche il suo Giudice inesorabile.

2. Alcuni fior fiori religiosi della Teosofia indiana provenienti dal libro particolarmente riconosciuto "Karma e Yoga" del filosofo religioso Svami Vivekananda, dovrebbero aprirvi gli occhi, considerando quale grande sciagura per la vera vita dell'anima umana contengono i libri della teosofica indiana, di fede propriamente filosofica, che l’allievo inesperto assorbe con piena fede, e quindi diffonde una nebbia furtiva e anti-divina sul suo cuore e sul suo intelletto; perché Dio è l’Amore, e governa il mondo attraverso l'Amore e non attraverso la sapienza.

3. Sebbene il libro contenga molto di anti-divino, bisogna prenderne solo alcuni passaggi e illuminarli, perché per tutto si richiederebbe troppo tempo. Questi passaggi sono:

4. La prima frase tratta dal libro, alla pagina 73 dice: “Non possiamo tracciare una linea di confine e dire: questo atto è completamente buono e questo è completamente cattivo. Non c'è azione che non contenga in sé il bene e il male allo stesso tempo. Nello stesso momento in cui respiro per vivere, probabilmente uccido migliaia di microbi nell'atmosfera, facendo del male agli altri”.

5. O sconsiderato filosofo! Allora, perché glorifichi il Buddha Gautama e lo rendi uguale a Dio, dal momento che per tutta la sua vita non ha fatto altro che boccheggiare l’aria e uccidere milioni di microbi, quindi egli era nient’altro che un massacratore!

6. Il filosofo in questione continua ad insegnare e dice: “Non possiamo respirare né vivere, senza danneggiare gli altri, e ogni boccone di pane che mangiamo viene tolto dalla bocca di altri. La nostra sola vita spinge fuori altre vite o le uccide”.

7. Beh, queste sono idee ben profonde! E quindi, questa dovrebbe essere una famosa filosofia e opinione religiosa secondo cui non siamo altro che comuni malfattori reciproci, ladri di vite e massacratori nel mondo, perché noi, per vivere, dobbiamo anche respirare, mangiare e bere!

8. Segue ora una spiegazione divina: “I microbi stabiliscono la giusta consistenza del sangue, e sono lì per alzare la sua caratteristica spirituale; poiché il sangue è lo strumento principale dell'anima nel corpo, con il quale essa lavora, forma e mantiene il corpo umano”.

9. A pagina 83 sta scritto quanto segue: “La più grande debolezza s’insinua di solito sotto l'apparenza della più grande bontà e forza. È debolezza pensare che qualcuno dipenda da me e che io possa fare del bene a qualcuno. Nessun mendicante dipende dalla nostra carità, non un'anima dalla nostra gentilezza, nessuna dal nostro aiuto”.

10. Con le seguenti parole si predica l'insensibilità materialistica verso il prossimo; mentre Cristo ha insegnato: «Ciò che avete fatto al più piccolo dei Miei figli, lo avete fatto a Me (al vostro Dio), e sarete divinamente ripagati, perché il Mio Spirito dimora in ogni uomo e riceve spiritualmente i benefici dei Miei figli per i loro fratelli e sorelle».

11. A pagina 94 viene insegnato: “…che è puerile aspettarsi e sperare in una continuazione della vita e in un Cielo, come ripetizione di questo presente mondo”.

12. Vedete, questa è una religione molto triste, una religione che ristora i suoi seguaci con tali inconsolabili parole!

13. A pagina 96, sulla base di quanto detto sopra, si insegna: “È certo, quindi, che c'è una sola possibilità per raggiungere la perfetta libertà, la meta dell'umanità, e precisamente con la rinuncia a questa piccola vita, a questo piccolo universo, a questa Terra, al Cielo, al corpo, al senso terreno, rinunciando a tutte le cose”.

14. Se si volesse fare una rivelazione divina sul fine e lo scopo della vita umana sulla Terra con tali parole del filosofo religioso indiano, non c'è né un senso sano né un motivo spirituale-divino in queste parole.

15. Il compito dell'uomo non è quello di rinunciare al mondo e al Cielo, bensì l'uomo deve considerare la creazione del mondo e tutto ciò che c’è in esso come un’opera dell'Amore, della Sapienza e dell'Onnipotenza divina e, come figlio del suo Dio e Padre, utilizzarlo per la salvezza della sua anima e del suo corpo, ed essere grato al Padre per il fatto che in tal modo gli ha dato differenti mezzi per promuovere la salvezza della sua anima e poterla spiritualizzare e divinizzare, e in tal modo trasferirla gradualmente nelle condizioni celesti, dove soltanto inizia la vera libertà dell'uomo.

16. A pagina 101 si legge quanto segue: «Ogni azione, oppure ogni pensiero egoistico, ci fa aggrappare a qualcosa che sta dietro, e subito siamo fatti schiavi. Ogni volta che si dice: "Io" e "mio", ci lega subito una catena che ci rende schiavi, e quanto più diciamo: "Io" e "mio", tanto più la schiavitù cresce e la miseria aumenta. Non dite nemmeno “mio figlio” nel vostro animo. Rallegratevi del figlio, ma non dite “mio”. Se lo fate, verrà la sfortuna. Non dite "casa mia", non dite "il mio corpo". Qui sta l’intera difficoltà. Il corpo non è né vostro, né mio, né di nessuno».

17. Vedete, con tali insegnamenti si uccide nell'uomo ogni stimolo per la conoscenza del proprio io, dell'umanità, del divino e della verità, poiché l'uomo può ben dire "ioʺ, e "mioʺ, perché con queste parole non commette ancora alcun peccato, ma non deve elevare il proprio "io" al di sopra del piano di uguaglianza con altri uomini a lui pari e considerare la sua proprietà, possa essere il suo corpo, suo figlio o sua moglie, come un santuario superiore, dinanzi al quale tutti devono inchinarsi, e non deve voler godere della sua casa e delle sue ricchezze solo per se stesso nell'egoismo materialistico, poiché allora agisce sì contro l'Insegnamento divino dell'amore per il prossimo.

18. La pagina 108 porta un insegnamento che decisamente non corrisponde alla verità, esso dice: “I più grandi uomini del mondo sono trapassati sconosciuti. I Buddha e i Cristi che vedete, sono, in confronto a loro, solo uomini di secondo grado. Centinaia di loro hanno vissuto e operato silenziosamente in ogni paese. Se ne vanno in silenzio e, col tempo, i loro pensieri trovano espressione nei Buddha e nei Cristi, e questi ultimi vi diventano noti”.

19. Alla pagina 109: “I più elevati raccolgono idee in silenzio, e gli altri, i Buddha e i Cristi, vanno predicando e operando di luogo in luogo. Gli uomini più elevati sono quieti, silenziosi e sconosciuti, i quali in verità conoscono il potere del pensiero”. (??)

20. Questo insegnamento sembra come se gli oziosi fannulloni siano i più grandi saggi e benefattori del mondo, presso i quali perfino Dio stesso dovrebbe andare alla loro scuola della sapienza.

21. Svami Vivekananda dice inoltre: “Gli uomini più elevati non possono essere attivi. Coloro la cui intera anima è entrata nel sé, i cui desideri sono rinchiusi nel sé, per questi non c'è opera. Essi sono i più elevati dell'umanità, cosicché non possono operare. Ma, a parte questi, tutti devono operare”.

22. Ora seguite una vera dichiarazione dall'Alto: «L'Amore divino è incessantemente attivo giorno e notte; altrimenti il mondo non esisterebbe. Un minuto di inattività divina porterebbe l'Universo in un caos e alla distruzione reciproca dei mondi della Creazione. Sono proprio l'Amore divino come magnetismo, e la Sapienza divina come elettricità, nei quali la Divinità si manifesta come Amore, Sapienza, Grazia e Onnipotenza traboccante, come attiva forza di volontà, che mantengono e promuovono tutto ciò che esiste, vive, cresce, si muove, pensa e crea nell'infinita Creazione. Tutto questo è la Divinità attiva nella natura e nello spirito».

23. Questa dichiarazione, come contrasto dalla pura verità contro la filosofia religiosa indiana, vi dovrebbe aprire gli occhi e gli orecchi e illuminare la ragione, affinché sappiate dove dovete andare nell'insegnamento della vera fede divina, per non cadere vittime della filosofia storpiata come statuto umano religioso.

24. Alla pagina 124/5 Svami Vivekananda insegna: "Avete diritto all'opera, ma non ai suoi frutti". – Inoltre domanda: "Perché dovremmo fare del bene?” – E argomenta la risposta come segue: “Perché ci piace, ma non chiediamo altro. Fare il bene perché è bene fare il bene. Colui che fa il bene per andare in Cielo, si lega. Dice il Karma Yogi: ogni opera che viene fatta per un motivo, invece di renderci liberi, forgia un nuova catena per i nostri piedi. Se pensiamo di guadagnare o conquistare il Cielo con un'opera o l'altra, giungeremo in un luogo chiamato ‘Cielo’ e vedremo anche tutte queste cose che saranno una catena in più per noi".

25. In contrasto a questo caos di insegnamento anti divino c’è quanto segue: Gesù, l’unto Re divino dall'eternità, come annuncia il profeta Michea, insegnò agli uomini: «Ama Dio sopra ogni cosa e invece il tuo prossimo come te stesso, dal momento che è tuo fratello, perché è un figlio di Dio; infatti, nessun occhio ha mai visto, nessun orecchio ha mai udito e nessun cuore ha mai sentito, ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano e, da questo amore, fanno il bene».

26. Ebbene, quale religione sembra migliore: quella degli uomini che vi incatenano in schiavitù, o quella del vostro Dio che vi promette beatitudine e gioia inconcepibili facendo il bene?

27. Gesù insegnò certamente che si deve essere disinteressati nel fare il bene, ma aggiunse che si deve compiere il bene per amore a Dio, e allora Dio sarà la ricompensa; e vedete, questo è più che possedere il mondo intero. “L'egoismo di amare Dio per possederLo come Padre degli uomini” è dichiarato da Gesù, legittimo e buono, e perciò gli uomini devono amarLo e devono fare di tutto per possederLo un giorno come Sposo delle loro anime.

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Cap. 9/1 - Gli asceti indiani ovvero i mortificatori della carne

28. Nel 1895 il giornale “Das Interessant Blatt” in Vienna ha pubblicato le descrizioni e le dimostrazioni sull’ascetismo degli indiani ed ha mostrato con immagini e parole quale sconfinata follia si pratichi lì.

29. Stare su un piede solo per trent’anni di seguito o tenere con una mano un ramo d’albero e tenersi in posizione sospesa, non è niente di speciale lì, così come soffrire la fame e la sete, perché è necessario per la mortificazione del carne. Basta una manciata di riso crudo per il sostentamento della vita per un’intera settimana!

30. Persone ragionevoli ritengono tutto questo esplosioni di fanatismo, dove il corpo si smagrisce fino allo scheletro per privarlo di ogni forza per la vita materiale, come accade in India, per buffoneria o follia religiosa.

31. Dio ha posto l'uomo nel mondo affinché possa usare qui il corpo di carne, adeguatamente nutrito, come strumento materialmente attivo dell'anima, per tutte le occupazioni prescritte, e affinché l'anima, con un corpo ben nutrito, possa intraprendere la lotta contro le voglie della carne e combatterle nel mondo; altrimenti dovrà fare la stessa cosa nell'aldilà in condizioni cento volte più difficili, perché lì non c’è né morale né altra polizia che vieterebbe di fare qualcosa.

32. Se l'uomo ha raggiunto già qui il successo come combattente contro i desideri della carne, allora ne è immune quando entra nel regno degli spiriti. Ma se un uomo che si nasconde dalle donne tra quattro mura per non vederne nessuna e per non peccare con uno sguardo senza garbo né modo, o perfino si mortifica su questo strappandosi la carne dal corpo per i morsi della fame, improvvisamente muore ed entra nel regno dello spirito, allora è sbagliato, poiché lì vede tutto da cima a fondo secondo natura, com’è creato, e lì i desideri selvaggi della libidine si risvegliano in lui, e il povero uomo auto-ingannato, sopraffatto dagli stimoli, poiché nell’aldiquà non ha sostenuto nessuna prova contro la carne, comincia a cacciar di frodo e cade completamente nel pantano peccaminoso della lussuria carnale.

33. Il corpo carnale dell'uomo deve essere qui adeguatamente nutrito affinché si possa tirare avanti bene durante il tempo stabilito della sua vita, altrimenti questa si accorcia e si va nell'aldilà ancora immaturo. Finché gli uomini vivono sulla Terra, devono combattere apertamente e liberamente faccia a faccia con il satana della seduzione e della libidine, e non nascondersi fuggendo la lotta, poiché senza lotta non c'è vittoria, e senza vittoria non c'è ricompensa.

34. Una religione che approva tali insensate mortificazioni della carne, come quella dell'India, non è una religione divina, perché Dio non ha mai imposto mortificazioni della carne, quindi è una religione di fanatici ignoranti che si deve solo compiangere, ma non invidiare o addirittura imitare; poiché Dio pretende il contrario di ciò che fanno questi fanatici. Gli uomini sono responsabili del proprio corpo verso Dio ed hanno certamente la libertà, ma non il diritto di procedere in tal modo contro la Legge divina.

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Cap. 9/2 - La vita meretrice in India

35. Alcuni conoscitori della vita in India riferiscono che non hanno mai incontrato una vita così meretrice come lì.

36. Quando Adamo ed Eva commisero fornicazione, la Sapienza divina, come l’inavvicinabile Santità in Dio, emise la sentenza: «A causa della disobbedienza verso la proibizione saldamente introdotta, che era una legge obbligatoria incondizionata, ogni discendente di Adamo, come compagno peccatore nello spirito dei progenitori del genere umano, dovrà riacquistare il Cielo perduto attraverso grandi sofferenze e morte sulla croce. Ma poiché l'amore in Dio non acconsentiva a questo, la Sapienza divina in Cristo dovette soddisfare la sentenza emessa; perciò Cristo ha dovuto soffrire, perché Dio non ritira più ciò che pronuncia per Amore o Sapienza. Così Cristo ha dovuto soffrire per tutti noi quelle pene e la terribile morte sulla croce, che altrimenti ognuno avrebbe dovuto patire per se stesso».

37. La domanda sorge qui in tutta serietà: “Non dovrebbero dunque gli uomini essere grati per questo al loro Dio, in Cristo, e seguire semplicemente i precetti religiosi del loro Dio, Padre e grandissimo Benefattore che ha sofferto ed è morto per loro?”

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Cap. 9/3 - Le oscenità davanti ai templi indiani

38. L'archivista di stato di Baden in Karlsruhe, il dott. Otto Henne am Rhyn, in un suo libro riferisce di scene talmente abbiette che hanno luogo con i fachiri, che il popolo li considera dei santi viventi davanti ai templi dell'India, che già queste cose sarebbero state dichiarate una meschina e immorale oscenità, se solo si chiamassero col giusto nome.

39. Anche se nella religione cristiana non tutto è secondo l'insegnamento di Cristo, nessuno può di certo parlare di scandalose scene pubbliche del genere più basso (come in India) davanti alle chiese cristiane.

40. Quindi, a che scopo cercare la salvezza della vostra anima in India, dal momento che lì c'è una palude molto profonda di immoralità e superstizione nel popolo?

41. Ci sono anche alcuni buoni chicchi di grano nei libri buddisti, ma tra questi ci sono anche differenti semi di erba cattiva che rovinano e avvelenano lo stomaco. Ma poiché il semplice lettore non riconosce questi chicchi velenosi, per questa ragione si dovrebbe procedere accuratamente quando si prendono in prestito i libri; perché coltelli, forchette, forbici, aghi e luci non sono adatti per bambini piccoli.

42. Col prestito di un libro, ognuno è responsabile davanti a Dio per la salvezza del prossimo quale figlio di Dio, allora date in prestito solo autentici libri divini, ma non quelli ambigui.

43. Svami Vivekananda, il cui libro “Karma e Yoga”, come già accennato, costituisce l’insegnamento fondamentale della religione indiana, insegna a pagina 105 perfino il panteismo materialistico, dicendo: "Il Karma Yogi (ovvero colui pratica la direzione del proprio destino), non ha bisogno di avere alcun insegnamento religioso. Non ha bisogno di credere in nessun Dio, non ha bisogno di chiedere cosa sia la sua anima o di pensare a qualche speculazione metafisica o trascendentale”.

44. Vedete, egli non avrebbe potuto predicare la negazione di Dio ed elevare l'uomo a Dio di sé in modo più chiaro!

45. Svami Vivekananda insegna in tutto il libro una completa mortificazione di tale amore, amore che farebbe qualsiasi cosa per affetto sincero o, come dice lì: "attaccamento”, poiché questa secondo lui è schiavitù della vita.

46. Questo strano filosofo non sa che Dio ha posto nell'uomo una forza di vita interiore che deve accettare e vincere la lotta contro il mondo di Satana, e tuttavia lui, Svami Vivekananda è considerato una luce dall'India.

47. Un amore senza una certa dose di egoismo, per quanto piccolo, non esiste affatto. Si domanda: perché gli uomini mangiano e bevono? La risposta è questa: perché l'egoismo della fame e della sete li spinge con tutte le forze a soddisfare la conservazione di se stesso; inoltre: perché lottano con le tribolazioni della vita? Perché li lega l'amore per la vita, altrimenti si suiciderebbero. Si domanda ancora: perché amano un secondo essere? Perché l'amore li attira e li lega; e perché generano figli? Perché l'amore per la procreazione e l'autoconservazione li spinge e li anima; ma perché amano i genitori, il vino, le donne, i bambini, la musica e il canto? Perché le virtù e le inclinazioni nobili, quando sono praticate esattamente secondo l'Insegnamento divino, sono permesse perché questo è fondato in Dio per l'adempimento della legge della natura e della conservazione della vita, ma sempre cum grano salis[13], cioè: adempiere la legge, ma temere Dio, affinché non si prevarichi i limiti dell'Ordine divino.

48. Cristo disse: «Chi per Amor Mio abbandona case, fratelli o sorelle, oppure il padre o la madre, moglie o figli, oppure campi, riceverà il centuplo ed erediterà la vita eterna» (Mt.19,29).

49. Vedete, se qui si volesse interpretare materialmente le parole di Gesù, si dovrebbe immediatamente fare delle osservazioni alla promessa e chiedere: “Sì, e dov'è allora l'harem per le cento mogli?” Infatti, se ogni moglie ha 5 figli, allora l'harem dovrebbe essere così grande che 500 bambini dovrebbero avere abbastanza spazio per viverci e saltellare infantilmente, quindi questo Harem dovrebbe avere anche 100 abitazioni per 100 genitori e, parimenti, per centinaia di fratelli e sorelle, mentre Gesù, con questo, intendeva tutte le inclinazioni peccaminose, maggiori e minori, concupiscenze e desideri, per i quali, se si abbandonano del tutto, si raccoglieranno gioie e beatitudini inesprimibili, e quindi per questo si erediterà l’eterna vita celeste.

50. Ogni uomo è messo al mondo da Dio affinché, lottando, raggiunga la vittoria sulle inclinazioni, sulle voglie, brame e vizi peccaminosi, al fine di ottenere la ricompensa della vita eterna; ma nel mondo è anche per lasciare un frutto vivente della sua esistenza come riproduzione del genere umano, poiché per questo ha ricevuto l'amore da Dio che lo lega alla vita, alla moglie e ai figli, ai genitori e ai fratelli.

51. Svami Vivekananda, alla fine del suo libro “Karma e Yoga”, esalta il Buddha Gautama come il più grande profeta e il più perfetto degli uomini mai nati, dal momento che superò tutti in perfezione.

52. Dio è l'Uomo più perfetto spiritualmente secondo le Sue virtù e caratteristiche, ed ha creato il primo uomo Adamo a sua immagine spirituale, ma il primo uomo Adamo ha perso questa immagine spirituale divina con il peccato, e con ciò è diventato un animale libidinoso e attraverso di lui tutti i suoi discendenti.

53. L'immeritata adulazione di cui sopra dice apertamente che Buddha supererebbe anche Dio in Cristo, il che è inequivocabilmente dato da comprendere da varie affermazioni nel libro indicato. Cosicché, gli uomini razionalmente pensanti e spiritualmente maturi, non abbisognano sapere di più per allontanarsi dalla religione indiana con ribrezzo.

54. Con gli insegnamenti e i libri della Teosofia indiana, gli uomini si sono completamente allontanati dall’autentico sentiero che conduce alla meta per diventare figli di Dio, e attraverso il loro insegnamento del karma e della reincarnazione si perdono in un labirinto di eresie, attraverso il quale non raggiungono nessuna vera meta per migliaia di anni.

55. Sarebbe una triste testimonianza della Sapienza e dell'Onnipotenza di Dio se Dio non conoscesse nessun’altra via per far progredire spiritualmente i Suoi figli che doverli continuamente reincarnare sulla Terra. Dio stesso insegna molto diversamente al riguardo.

56. La differenza tra la Teosofia indiana e quella cristiana consiste in questo: che l'indiana deriva dalla filosofia religiosa dei saggi indiani, mentre quella cristiana deriva dall'Amore divino di Gesù. Da qui le grandi contraddizioni tra questi due insegnamenti, perché le credenze filosofiche umane e la Sapienza divina che è radicata nell'Amore di Dio, sono incompatibili; esse si differiscono come l'acqua piovana torbida e la chiara sorgente di montagna.

57. Questa è stata la ragione per cui Buddha Gautama ha impiegato 2.000 anni per giungere alla chiara visione che l’Insegnamento di Cristo che di là gli annunciarono i messaggeri di Dio, è per l’appunto l’insegnamento di quell'essere superiore che Dio gli aveva rivelato in anticipo di 500 anni prima della nascita di Cristo, che sarebbe venuto dopo di lui.

58. Buddha ha poi accettato la religione cristiana puramente spirituale, come fu annunciata ai primi cristiani, e ora sono già trascorsi 500 anni che Buddha dimora nelle condizioni felicissime del Cielo superiore, Cielo che il Padre ha aperto solo per quei figli di Dio che riconoscono Dio in Cristo e Lo amano e Lo glorificano come loro buon Padre. Buddha Gautama, quindi, non è più un buddista indiano, bensì un cristiano che riconosce Cristo come Dio e Creatore del mondo.

59. Si può essere introdotti nelle tenebre della fede dagli insegnamenti filosofici, ma appena si riconosce chiaramente la verità, si lascia la tenebra e si segue la luce, come ha fatto lo stesso Buddha Gautama.

60. I libri teosofici indiani insegnano: Teosofia in tedesco significa: "Conoscenza superiore". Questa traduzione non è corretta. Teosofia è una parola greca attraverso la quale Cristo è stato rivelato dall'apostolo Paolo come "Sapienza divina"(1° Cor. 1,24). Da questa Sapienza, che è la Luce ingenita proveniente dall'Amore divino, l'Anima di Gesù Cristo è stata formata dall'Onnipotenza di Dio nella forma di un corpo umano spirituale. Per questo, Cristo è chiamato "Figlio di Dio" perché dall'Amore divino nacque la Sapienza divina, come dalla fiamma ardente nasce la luce. La vita di Dio, infatti, è un mare spirituale di fiamme d'Amore, e la luce spirituale che fluisce da questo mare di fiamme d’Amore, è la Sapienza divina.

61. L'anima di Cristo era dunque la Sapienza divina personificata, e questa insegnò agli uomini come devono vivere e agire per essere felici.

62. Quindi la Teosofia cristiana è la verità suprema dettata e data da Dio Padre Gesù attraverso i suoi medium scrivani dal divino Amore e Sapienza che forma gli uomini, se vivono e agiscono di conseguenza, a figli di Dio, quindi a dèi, e perciò rifluisce nel mare della Divinità.

63. Ci sono differenti libri di fede buddista, solo che l'uomo non sarà soddisfatto con la loro monotona fredda sapienza, se prima non è già stato introdotto nelle altezze soleggiate della vita d’amore celeste attraverso il calore dell'Amore spirituale dei libri di Dio Padre Gesù. L’uomo può, se è spiritualmente maturo, non riconoscere più altri libri religiosi. Tuttavia, ancora un libro deve essere qui menzionato, esso è intitolato: "Luce sul cammino", al quale non viene negato l'apprezzamento, solo che questo libro non è di origine indiana, ma un fiore esotico della religione cristiana egizia, trapiantato nel giardino religioso buddista e, con ciò, derubato della sua magia d'amore.

64. Importante in esso è la pagina 15. Qui viene insegnato: “Si lasci Dio combattere in noi per noi, e si riporterà la vittoria della vita!

65. Questo insegnamento è un errore: l'aiuto di Dio è al fianco dell'uomo, ma l’uomo stesso deve combattere e lottare per conquistare la vittoria della vita, perché i figli di Dio devono combattere con il Satan del mondo e venir fuori dalla battaglia come eroi vittoriosi; solo allora possono aspettarsi con certezza che diventeranno figli di Dio e quindi eredi della dignità divina.

66. In verità, il libro è scritto magnificamente, ma, come detto, è spesso rivestito di una fanatica filosofia religiosa orientale basata su principi cristiani che può entusiasmare solo gli entusiasti dell'Orientale; infatti, la sapienza si addobba sempre con ogni possibile cianfrusaglia, ma manca del vero principio vivificante. Invece, la verità è modesta e si veste solo della semplice veste dell'Amore divino, e l’Amore soltanto è vita, poiché esso è luce e calore che crea la vita.

67. Il più grande errore nella Teosofia indiana è che all’allievo non si forniscono i mezzi con cui poter giungere alla luce e alla liberazione dall'assalto delle tentazioni, mentre nella Teosofia cristiana all’allievo viene dato nelle mani un candelabro con sette virtù luminose di Gesù, le quali lo aiutano a penetrare molto rapidamente in tutte le profondità della Divinità. Ecco perché un teosofo cristiano zelante può raggiungere di più in 7 anni, che l'indiano in 7 reincarnazioni, cioè (secondo loro) in 7 - 10.000 anni. Egli, infatti, vede Dio personalmente, parla con Lui e dimora presso di Lui come Suo figlio, cosa che, secondo il Suo Insegnamento, il teosofo indiano non può ottenerlo nell'eternità. Egli rimane come un domestico nella casa del Signore eternamente assente, mentre il teosofo cristiano è un figlio nella casa del Padre, dove egli può parlare personalmente con suo Padre e, come figlio, rallegrarsi di tutti i favori paterni. Egli solo è l'erede dei regni divini che si chiamano regni celesti; mentre i domestici sono esclusi da tutto questo. E vedete, tutto ciò è la causa e l’effetto dell’autentica e della non autentica fede.

68. Il teosofo cristiano non ha bisogno né di una chiesa, né di sacerdoti, né di cerimonie per la salvezza della sua anima, poiché l'apostolo Paolo insegna che nel cuore di ogni uomo dimora il Santissimo, lo stesso Dio Padre Gesù Cristo[14]. Dunque, se l'uomo cammina secondo l'Insegnamento delle virtù di Gesù, allora la sua anima è l'eterno sommo sacerdote che ogni giorno, attraverso il suo modo di vivere spirituale ed evitando i peccati, si sacrifica continuamente al suo Dio, e con ciò purifica il suo corpo dai desideri carnali e lo rende un tempio vivente di Dio, come Cristo stesso insegna[15].

69. Dio è uno Spirito e chi Lo vuole adorare deve adorarLo nello spirito del suo cuore amante e nella verità mediante l'attività d’amore per il prossimo. Perciò, figli del Dio Onnipotente, siate misericordiosi verso ognuno e non dite solo con fredde parole che amate il vostro prossimo, poiché l'amore non sta in questo, ma amatevi gli uni gli altri attraverso atti d’amore che solo questi contengono in sé la verità; infatti, chi semina miseramente mieterà anche miseramente; chi invece semina in benedizione raccoglierà anche in benedizione.

70. Gesù disse: «Io sono la Via, perché attraverso il Mio virtuoso modo di vivere si giunge a Dio e Padre vostro che è nel Cielo; Io sono la Verità, perché l'Amore divino e la Sapienza formano anche nell'uomo le divine virtù e caratteristiche della verità se le si usa insieme attraverso la pratica; e sono la Vita, perché l'Amore fondamentale in Dio attraverso la luce e il calore forma la vita e sostiene il tutto.

71. In verità, in verità vi dico: chi crede in Me avrà la vita eterna, poiché Io sono il Pane della vita. Io sono la Luce del mondo; chi segue Me non camminerà nelle tenebre, ma avrà la Luce della vita».

72. Gesù Cristo come Dio è il puro Amore; e perciò chi rimane nell'Amore dimora in Dio e Dio in lui. Per questo, Gesù disse ai Suoi discepoli: «Amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi. Allora, infatti, vi si riconoscerà che siete Miei discepoli, se vi amate gli uni gli altri, perché l'Amore è il compimento della Legge divina».

73. Chi crede in Cristo, Lo ama e cammina secondo i Suoi insegnamenti, riceverà ciò che scrisse Paolo: «Nessun occhio ha visto, nessun orecchio ha udito e nessun cuore ha provato ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano». Ma il Regno di Dio è dentro l'uomo, poiché è l'Amore spirituale che va ben oltre i concetti materiali dell'uomo.

74. Amore, Umiltà e Pazienza sono le virtù di Dio con le quali Egli governa il regno di Satana che gli uomini chiamano "mondo", e procede con misericordia e indulgenza verso gli errori inconsapevoli dei Suoi figli. La stessa cosa devono fare anche gli uomini verso gli errori e le debolezze dei loro fratelli e sorelle, poiché Gesù disse: «Siate perfetti com’è perfetto il Padre vostro che è nei Cieli; perciò, tutto quello che non volete sia fatto a voi, non fatelo neanche agli altri!»

 

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Cap. 10

 

Ulteriori motivazioni della verità

1. Voi avete riconosciuto la Luce del mondo (Gv. 8,12), il divino Sole centrale della verità della vita spirituale in Cristo, perciò chiedetevi: a che scopo dover correre dietro ai fuochi fatui indiani? La vera religione di Dio, infatti, deve essere inviolabile, perciò rivelata e data da Dio stesso. Invece le religioni che sono sistemi filosofici o statuti umani che non vanno d’accordo con l’Insegnamento di Cristo, che rendono onore, prestigio, denaro e supremazia a coloro che le diffondono, ma anche tenebra spirituale, istupidimento e sciagura per l'anima dei credenti, non sono religioni che portano a Dio!

2. Ci si sbaglia di grosso nel considerare Gesù come un povero proletario, poiché i Suoi primi protettori furono i funzionari dello Stato romano, Cornelio e Quirino, quest'ultimo era, secondo Luca (Lc. 2,2), governatore della Siria. Il Nuovo Testamento, in verità, non riferisce tale fatto, ma questo è solo un piccolo estratto, un ventesimo della storia della vita, degli insegnamenti, delle opere e dei miracoli di Gesù che oggi si possiede, come quei libri di cui parla l'evangelista Giovanni: «Ma ci sono molte altre cose e miracoli che Gesù ha fatto (Gv. 20,30) che, se si dovessero scrivere oggi, credo che il mondo non le capirebbe a causa della loro straordinarietà».

3. Nei tempi moderni, dal momento che l'umanità è progredita spiritualmente molto più in alto, Dio li ha fatti trascrivere tramite Jakob Lorber a Graz dal 1840 al 1864 dettandole Lui stesso e facendole mettere giù per iscritto da questo Suo scrivano prescelto.

4. Oltre ai già citati funzionari statali Cornelio e Quirino, Gesù ebbe relazioni anche con i re Ouran del Ponto[16] e Abgaro di Edessa in Frigia. Con quest'ultimo, Gesù stette in corrispondenza epistolare, di cui danno testimonianza sette lettere e risposte stampate. Quindi ebbe relazioni anche con differenti grandi personaggi, come con il borgomastro di Gerusalemme, Nicodemo che, allo stesso tempo, era anche un sacerdote superiore (come oggi un vescovo preposto del capitolo), inoltre ebbe relazioni con alcuni rettori e studiosi delle sinagoghe di quel tempo, e così con gabellieri, con peccatori e con proletari, trattenendosi ovunque come un Padre amorevole tra i Suoi figli, con i quali parlava e insegnava, indifferentemente se appartenessero ad una condizione sociale superiore o inferiore.

5. In genere si domanda: chi, dall’inizio, avrebbe potuto dare da mangiare giornalmente a 70 discepoli, più tardi a 12 apostoli unitamente ai seguaci, se fosse stato un uomo comune? E come avrebbe potuto diffondersi come verità il miracolo del satollamento di oltre 5.000 persone che aveva intorno a sé sul monte presso il Mar di Galilea, non lungi da Cafarnao, se non fosse stato avallato come un fatto generalmente noto tra i contemporanei di Cristo?

6. Anche se si è un aderente o un seguace della Teosofia, non ci si deve definire teosofo, perché teosofo significa essere un servitore di Dio. L'uomo diventa teosofo solo mediante il battesimo di fuoco dello Spirito Santo, come lo divennero gli apostoli a Pentecoste; un vero teosofo che non pecca più, si diventa comunque solo con la seconda rinascita, raggiunta da Enoc, da Elia e da Maria, i quali non morirono ma furono trasformati in spiriti. Quindi, noi non siamo teosofi o sapienti di Dio, dal momento che non siamo perfetti come lo era Dio nel corpo di Gesù, perché l'anima di Gesù è stata formata dal raggio di Luce della Sapienza divina. Tuttavia, un seguace della Teosofia, cioè un teosofo, può essere chiunque abbia la volontà di portare a compimento gli insegnamenti della Teosofia secondo le sue capacità spirituali, anche se lentamente, ma certo sempre procedendo.

7. Comunque, non si creda che nella Teosofia, come insegnano i buddisti, ognuno possa credere, parlare, fare e lasciare quello che vuole, poiché questa non è Teosofia, bensì filosofia del mondo. La libertà di farlo esiste, ma l'Insegnamento divino, ovvero la Teosofia, ci prescrive ciò che l'uomo deve fare o non fare. Chi invece non vuole adempiere i comandamenti di Dio, percorre la via che non conduce a Dio, ma lontano da Dio.

8. Naturalmente, non si prescrive a nessuno di fare così e non diversamente, ma si ha pazienza fino a quando il seguace è maturo per comprendere la verità e percorrere lui stesso le giuste vie.

9. Non ci sono dogmi nella Teosofia cristiana che, filosoficamente, chiamiamo sistemi religiosi o statuti umani, ma ben il possibile adempimento dei 10 Comandamenti di Dio e il vivere e operare secondo le 7 virtù di Gesù che il caro Padre Gesù ha spiegato così meravigliosamente nel 'libro delle preghiere teosofiche cristiane'.

10. Il primo dovere del figlio è quello di conoscere i suoi genitori biologici, accettare i loro ordini e portarli in adempimento. L’anima è il figlio spirituale del suo Dio Padre e quindi ha verso Dio gli stessi doveri che il figlio ha verso i suoi genitori.

11. Gli uomini mondani si urtano nel fatto che loro, come uomini istruiti, debbano pregare, “poiché”, essi dicono, “questo è per i contadini, mentre noi siamo già oltre, il che significa che non siamo più contadini stupidi”. Anche nella religione buddista non viene insegnata la preghiera.

12. Dalle profezie adempiute abbiamo prove inconfutabili che Gesù era l'incarnazione di Dio; e vedete, Dio stesso ci ha insegnato, attraverso il corpo umano di Gesù, sul monte Garizim presso Samaria, a pregare nel modo seguente: «Lodate e glorificate Dio dicendo: Padre nostro che sei nei Cieli», cioè nel nostro cuore che Ti ama, «sia santificato per mezzo di noi», tuoi figli che ti amano il Tuo Nome divino, «venga a noi il Tuo Regno mediante l'adempimento dei Tuoi comandamenti, e la Tua santa Volontà sia fatta nel Cielo del nostro cuore che Ti ama, così anche sulla Terra che noi abitiamo». Solo adesso, dopo la lode e la glorificazione di Dio, viene la preghiera per le cose materiali e spirituali: «Dacci, caro Padre, il pane quotidiano e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Qui, in questa sentenza superiore, l'uomo pronuncia o la salvezza e la benedizione, oppure la maledizione e l’inferno su se stesso, perché pronuncia il giudizio: «Come noi facciamo con i nostri simili, così fa anche Tu verso di noi»; la preghiera si conclude con la richiesta: «Padre, noi siamo pieni di vizi, caratteristiche malvagie, brame e voglie, perciò non ci indurre nelle tentazioni della carne secondo le inclinazioni malvagie della nostra sapienza intellettuale, ma ammoniscici attraverso la coscienza che è la volontà ispiratrice del Tuo santissimo Amore, piuttosto liberaci da ogni male. Poiché Tuo è il Regno, la potenza e la gloria nell’eternità, Amen!»

13. Dal Vangelo originale di Gesù Cristo in dieci volumi (il G.V.G) è noto che Cristo nobilitò e spiritualizzò il Suo corpo materiale, che Si umiliò enormemente, che pregò molto e, nell'orto del Getsemani, stette sulle ginocchia per un'ora e mezza esprimendo la preghiera come nessun uomo ha mai pregato per amore del prossimo in una tale tremenda abnegazione.

14. Vedete, se Dio nel corpo umano vi ha dato questo esempio superiore su come dovete vivere e pregare per santificare il vostro corpo, allora non dite mai più: “Questo è per i contadini”, poiché chi lo dice si prende gioco di Dio, e in tal modo si allontana da Lui.

15. La storia dei fondatori degli orfanotrofi, Georg Müller in Inghilterra e William Quarrier in Scozia, nel nostro tempo sono stelle splendenti della fede e dell’incrollabile fiducia in Dio, poiché questi uomini non hanno mai chiesto sostegno a nessuno e tuttavia hanno ricevuto milioni in aiuto, e tutto questo solo attraverso fervente preghiera disinteressata. Georg Müller disse: “Le mie preghiere sono state esaudite più di diecimila volte”.

16. Io stesso, lo scrivano di questo, ho già sperimentato in Graz parecchi miracoli attraverso la preghiera più intima, tanto che quelle persone su cui furono operati possono testimoniare.

17. Mosè ed Elia, non sono stati i più grandi profeti dell'antichità? E non sono stati proprio questi due, accanto a Cristo, i più grandi oranti del Vecchio Testamento?

18. Perciò, se volete venire a Dio, al Padre vostro, dimorare presso di Lui e godere della beatitudine celeste, dovete osservare e adempiere i Suoi santi comandamenti e insegnamenti, e non stabilire voi stessi dei sistemi pseudo-filosofici e statuti umani agendo secondo la vostra volontà; infatti, Cristo stesso, come divina Sapienza o Teosofia, quando parlò all'Amore in Dio che dimorava nel Suo cuore, disse: «Padre, sia fatta la Tua, e non la Mia Volontà!». – Così anche voi dovete compiere la Volontà di Dio, ma non la propria, perché altrimenti non giungerete al Padre, se volete essere più assennati di quanto sia Dio, Padre vostro, che vi ha dato i comandamenti e gli insegnamenti attraverso i quali potete elevarvi a figli di Dio e quindi a dèi.

 

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Cap. 11

 

Ora una parola agli oppositori della verità

Non tutti mi crederanno che ciò su cui tengo lezione si basi sulla verità, ma non posso rivolgermi a costoro, poiché chi non vuol comprendere ed accettare le verità spirituali, tradisce se stesso, mostra che è ancora immaturo per comprendere le verità spirituali superiori, e allo stesso tempo rivela che a causa del suo modo di vivere e delle relazioni peccaminose con uomini simili a lui, è morto nello spirito, e che il suo cervello è stato offuscato da uno strato di nuvole oscure di sapienza intellettuale, il che costituisce il Satan, ovvero l'avversario del Divino e della verità, proprio come colui il cui intelletto è stato reso morto per le verità spirituali attraverso la letteratura o le eresie religiose che negano Dio. Perciò non posso disputare con tali persone a causa della verità, ma dico loro apertamente in anticipo di chi sono figli spirituali, in modo che sappiano che si tradiscono con la loro aperta contraddizione, che essi sono i morti che camminano nel corpo di carne tra i viventi nello spirito.

 

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Cap. 12

 

Decisiva parola di chiusura

1. Le associazioni e le società teosofiche indiane sono state permesse dal governo con i nomi “Associazione teosofica” o “Società teosofica”, ma questo nome ha lo stesso significato di "Associazione di Gesù Cristo", poiché Cristo, come Dio, secondo la profezia del profeta Isaia (9,5), era, secondo il Suo Spirito, lo stesso Dio Padre dall'eternità, mentre secondo la Sua anima era il Consiglio di Dio Padre, e questo Consiglio non può essere altro che la Sapienza divina attraverso la quale ha creato il mondo, di cui Paolo dà testimonianza nella prima lettera ai Corinzi (1,24) e Pietro nella Lettera agli Ebrei (1,2).

2. Perciò queste associazioni dovrebbero diffondere il vero insegnamento teosofico, ma non la filosofia religiosa buddista, poiché, con il nome "Associazione teosofica” o "Società teosofica", vengono invece presentati gli insegnamenti di Buddha Gautama, nei quali, come è già stato dimostrato, si esibisce il filosofo religioso Buddha, che era solo un uomo comune, per la santissima Sapienza di Dio, per il Cristo e quindi per Dio, l'Onnipotente Creatore dell'infinita e innumerevole moltitudine di mondi solari, pianeti e stelle, e quindi lo si presenta anche per il Padre della razza umana. Vedete, tali concetti rovesciati sono stati introdotti nell’investitura della filosofia religiosa del buddismo indiano, poiché certamente non può esistere più di un Dio e quindi anche una sola Sapienza divina o vera Teosofia, e perciò solo in Cristo può esserci la verità dell'Insegnamento divino, ma non nella filosofia religiosa indiana, che falsamente viene indicata come "Teosofia".

3. Solamente Cristo è la Teosofia o Sapienza divina e portatore della Divinità e dell’Infinità. Egli solo è la Luce che risplende nella magnificenza divina sui Suoi figli e li illumina alla verità e alla vita.

4. Le caratteristiche dell’autentico Insegnamento di Cristo sono un intimo, umile e attivo amore zelante per Dio; un amore d’indole mansueto e disinteressato per il prossimo; una umiltà di fronte a chi è più in alto e più in basso di se stesso, perché la divinità di Cristo dimora nel petto di ogni uomo come Padre pieno d’Amore, ma anche come giudice premonitore; inoltre ha una pazienza rispettosa verso le debolezze, i vizi e le cattive caratteristiche dei propri simili; ha una purezza e castità dei pensieri, parole e azioni; ha un amore disinteressato sia verso i privilegi come anche verso i bisogni del prossimo; ha una purezza, una verità e un’unità nelle opinioni religiose che promuovono la concordia e l'amore reciproco tra gli uomini. Questi sono i segni distintivi delle caratteristiche e delle virtù divine del vero cristianesimo tra gli uomini, che però gli immaturi nello spirito e gli arroganti non possono e non vogliono comprendere giustamente.

5. Voi avete riconosciuto in Cristo il vero Dio e Padre degli uomini, quindi solo questa è la verità teosofica che viene insegnata come verità dagli iniziati e illuminati nella lettura delle Sacre Scritture e negli scritti teosofici cristiani. Invece è impossibile sostenere che ci sia verità nella filosofia religiosa indiana, perché proprio attraverso i libri religiosi indiani si contorcono le verità della Bibbia in falsità, come la storia della passione di Cristo, il regno millenario e altro, è trascinata nel fango e con ciò il vero Dio e i Suoi profeti e apostoli sono chiamati "bugiardi", perché le dichiarazioni profetiche e apostoliche vengono rivestite in rispondenze filosofiche e per mezzo di ciò la verità si trasforma in menzogna.

6. Secondo il “Governo della Famiglia di Dio” di Lorber, secondo le antiche iscrizioni cuneiformi dell'impero assiro babilonese, secondo le testimonianze storiche locali in Fenicia, Egitto, Babilonia e Palestina, è dimostrato che se qualcuno, dopo aver letto o sperimentato queste prove inconfutabili, che perfino i negatori di Dio non possono cambiare, e tuttavia non vuole aderire alla verità, …bestemmia consapevolmente Dio, poiché ignora le verità divine dimostrate e stabilisce altre interpretazioni senza senso. Inoltre, egli bestemmia Dio in Cristo perché ritiene Cristo come uomo, rifiutando la verità dimostrata, e preferisce credere e insegnare sistemi filosofici di fede che sono decisamente diretti contro la Verità divina dimostrata. Pertanto, egli designa Dio direttamente per bugiardo, poiché nega la triplice dichiarazione di Cristo in Giovanni (Gv. 10,30; 12,45; 14,9) che Egli è Dio Padre stesso, come Isaia (Is. 9,5) già lo descrisse come Fanciullo; con questo definisce anche i profeti e gli apostoli come bugiardi, ingannatori e falsi profeti, poiché rigetta le loro annotazioni, insegna e diffonde un falso profetismo contro Dio e contro i Suoi veri profeti e apostoli.

7. La religione filosofica buddista non è per noi, poiché siamo cristiani e vogliamo rimanere cristiani.

8. Le associazioni teosofiche hanno certamente il nome giusto, ma un falso insegnamento soprattutto in Europa, poiché all’infuori della Turchia è composta soltanto di Stati cristiani, quindi non si deve correre dietro a nessuna religione che dissacri o profani Dio in Cristo, ma soprattutto in Austria non deve verificarsi questo, che per mezzo di contro spiegazioni pubbliche, la verità dimostrata che gli apostoli hanno diffuso, sia bollata come menzogna, inganno e falso profetismo, perché a capo del governo c’è un sovrano che porta il titolo di maestà regale imperiale ed apostolica, e ciò rifletterebbe una strana luce sul sovrano.

9. Perciò in futuro si legga solo dai libri della Teosofia cristiana, libri che Gesù stesso ha dettato e dato ai Suoi figli per il dopo vita, perché questa è l'unica vera religione che conduce direttamente a Dio, al caro Padre degli uomini.

10. Vedete, Dio Padre vostro in Gesù è un Amore così alto e inconcepibilmente caldo che, sebbene dimori nel cuore di ogni uomo, nondimeno si lascia dire e fare tutto ciò che i Suoi figli malvagi si permettono ed hanno l’ardire di fare di fronte a Lui, finché percorrono le vie della sapienza intellettuale del mondo.

11. Attraverso l'Amore infinito, l'Umiltà, la Longanimità e la Misericordia Egli persegue il Suo scopo finché vince gli uomini e li porta a Sé, anche se dovesse tirarli fuori dal più profondo o più basso inferno.

12. È perciò per voi la massima felicità di potervi considerare figli del Dio Onnipotente. Ci può essere qualcosa di più alto, come poter parlare con piena convinzione così: “Io sono un uomo, ma allo stesso tempo un figlio di Dio, perché Dio è il Padre Mio. Io sono stato creato e messo nel mondo per combattere fino alla fine la battaglia della vita contro Satan e il suo regno di desideri e concupiscenze terrene, sotto la guida del mio Dio, Padre e Salvatore Gesù Cristo che dimora nella mia anima, affinché io possa un giorno venir fuori dalla lotta come un eroe di virtù e caratteristiche divine e poter dire, tornando nella casa del Padre: caro Padre, Tu mi hai messo nell'infinità per accettare la battaglia della vita e conquistare la corona della vittoria contro il mondo del peccato. Ora mi trovo qui, carico di trofei vittoriosi della dignità divina della mia discendenza dinanzi a Te, mio Dio e Padre, Tu che sei il Creatore e Signore del mondo infinito.

13. Il mio corso della vita terrena è ora compiuto, eccomi qui per essere accolto da Te nella Tua casa della Santità divina, e per ricevere la mia eredità come un dio sotto il dominio del mio Dio e Padre nella magnificenza, come re divino sul dominio del mondo stellato e solare che Tu, Padre, hai creato e preparato per me, e governarli con le virtù dell'amore con cui ho vinto nel mondo il Satan della carne e il suo regno del peccato. Amen!

 

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Cap. 13

 

Rivelazione di Dio

sui dati storici della vita di Gesù, di Maria e di Giuseppe

 

Graz, 7-10 giugno 1902

(Il Padre Gesù, su fervida preghiera, rivela, attraverso Franz Schumi, i giorni storici della vita di Se stesso, di Maria e del padre putativo Giuseppe)

1. Nell'anno 4151 dopo la creazione di Adamo, il 4 aprile, alle 10 del mattino, Maria si recò al pozzo con la brocca per prendere l’acqua per inumidire i fili di porpora e scarlatto che stava filando per la cortina del Tempio davanti al Santo dei Santi. In questa occasione, Maria udì l'arcangelo Jared-Gabriel che le portò il messaggio divino per il concepimento del Messia.

2. Trentatré anni dopo, questa nuova e ultima cortina si strappò in due alla morte di Gesù, come eterno segno memorabile che la parete divisoria tra Dio Padre e i Suoi figli era stata rimossa una volta per tutte attraverso l'espiazione del peccato originale sulla croce.

3. Il 13 aprile (4151 dopo Adamo) Maria si recò da sua zia Elisabetta a Gabatha, dove il fanciullo Giovanni, già di oltre 5 mesi, divenuto poi il Battista al Giordano, saltò nel grembo materno e le disse sommesso attraverso il suo spirito divino: «Madre va in fretta, poiché è la madre del mio e del tuo Signore, del mio e del tuo Dio che bussa alla porta e ti visita in pace!» Maria rimase poi con la zia Elisabetta fino al 23 luglio.

4. Il 7 gennaio, tra le 12 e più 10 minuti[17] del mattino, il Bambino Gesù venne al mondo.

5. Si diceva: nessun profeta vien dalla Galilea (Gv. 7,52). Ma Gesù, per vero, non era un profeta, bensì il Messia, e del quale le Sacre Scritture non dicono che non potesse venir dalla Galilea. Del resto, Gesù non nacque in Galilea, ma nella città natale di Davide, dove lui stesso era stato un grande profeta.

6. Quindi Gesù, il Principe della pace divinamente unto di vita spirituale, venne dalla tribù di Giuda dove c'erano i profeti. Sebbene Egli fosse stato profetizzato come un grande Profeta, se si tiene conto delle Sue profezie riguardo alla distruzione del Tempio e di Gerusalemme e sul popolo d'Israele essendo stato il Gesù-Messia, in realtà era Jehova stesso che una volta aveva profetizzato attraverso i profeti.

7. Il 15 gennaio alle 3 del pomeriggio ebbe luogo nel Tempio la circoncisione di Gesù. Nello stesso tempo avvenne anche la purificazione di Maria (festa della candelora) e fu introdotta nel Tempio.

8. In quell’occasione gli occhi spirituali del pio Simeone si aprirono e vide il Fanciullo Gesù risplendere nella Gloria celeste e molti angeli intorno a Lui che, stando in piedi in profonda umiltà, adoravano il Fanciullo. Allora Simeone disse pieno di commozione: «Signore, ora lascia che il tuo servo vada in pace; io, infatti, ho visto il Salvatore dei popoli del mondo, come Tu l'hai annunciato». Come Simeone, anche la chiaroveggente Hanna vide e quindi lodò Dio e disse a tutti coloro che aspettavano il Messia che Egli era già nato e dimorava tra il popolo. Lei fu chiamata profetessa nel Nuovo Testamento. Secondo l’illuminazione che mi è stata data dal padre Gesù, questo non è corretto, bensì lei era una "chiaroveggente" e vedeva cose passate e future, e da ciò raccontò varie cose, per mezzo delle quali ricevette il soprannome di "profetessa".

9. Il 17 gennaio, prima delle 6 del mattino, tre pii astrologi vennero dalla Persia (che sono erroneamente chiamati 3 re) per adorare il Bambin Gesù come Re dei re e Signore dei signori dell'eternità.

10. Questi tre vennero in compagnia spirituale e precisamente: Gaspare in compagnia dello spirito di Adamo come spirito primordiale della razza umana. Melchiorre il Moro venne in compagnia di Caino, il capostipite degli africani, e Baldassarre in compagnia di Abramo, come capostipite della stirpe d'Israele prescelta da Dio per essere la stirpe dei popoli della Terra e precisamente con le reincarnazioni, attraverso le quali attualmente vivono come cristiani 144.000 israeliti, cioè 12.000 da ciascuna delle dodici tribù.

11. Il 19 gennaio, alle sette e mezza del mattino, Giuseppe si mise in cammino con tutta la sua famiglia e andò, con la lettera che aveva ricevuto dal capitano Cornelio Quirino della casa imperiale di Roma, a Sidone in Fenicia dal fratello di Cornelio, Cirenio Quirino, il quale, in seguito ad un miracolo, condusse lui stesso la famiglia di Giuseppe a Ostracine in Egitto con la propria nave e lì diede loro una villa insieme a un podere rurale per il loro sostentamento.

12. Alle otto e mezza del mattino i soldati vennero a Betlemme come sgherri di Erode e iniziarono il terribile bagno di sangue tra i piccoli bambini innocenti, di cui il profeta Geremia profetizzò 602 anni prima:  «Così dice Jehova: a Rama si ode un grido, un lamento e un pianto amaro; Rachel piange sui suoi figli perché non ci sono più». L’analogia di Rama per Betlemme si riferisce all'antica città dei profeti, Rama, il luogo di nascita di Samuele, che nel 1080 a.C. vi fondò la scuola dei profeti, da cui uscirono poi tutti i profeti, mentre Betlemme era la regale città dei profeti Davide e Cristo; infatti, con Cristo cessò il tempo dei profeti del vecchio patto, Cristo è stato l'ultimo e più grande Profeta dei profeti, perciò Betlemme era la grande Rama da cui venne fuori lo stesso Jehova, il Dio dei profeti. E in questa Rama, la grande madre d'Israele pianse sui bambini innocentemente massacrati, che Erode fece uccidere per assicurarsi il trono regale che temeva di perdere a causa del Messia, come il Neonato re spirituale d'Israele.

13. I grandi avvenimenti che accaddero alla nascita di Gesù sono descritti nella “Storia dell’infanzia di Gesù”, perciò non necessita citarli qui.

14. Nell'anno 5, il 13 novembre, la famiglia di Giuseppe tornò da Ostracine dell’Egitto a Nazareth ed occupò di nuovo la tenuta locata che abitava precedentemente. Gesù visse lì come un bambino prodigio fino al Suo dodicesimo anno. Dal dodicesimo anno, dopo la scena dei tre giorni nel Tempio, iniziò la vita di mortificazione per il mondo. Nel 20° anno di vita fece ancora alcune opere miracolose, e dopo seguì la Sua deificazione fino all'età di 30 anni, lavorando come falegname nella casa di Giuseppe.

15. I sapienti del mondo non riescono a comprendere questa possibilità che Dio si lasciasse partorire e vivesse come un semplice artigiano. Ma essi non considerano che nemmeno Dio riesce a comprendere come possano essere così stupidi e tenebrosi da preferire di essere discendenti delle scimmie darwiniane piuttosto che essere figli di Dio Padre.

16. Nell'anno 30, il 21 aprile, fu l'inizio dei 40 giorni di digiuno di Gesù nel deserto di Betabara, nascosto dietro una roccia e non lontano dal luogo dove battezzava Giovanni. Fu qui che il Satan (Mt. 4,3) della carne, cioè la fame, Lo tormentò: «A cosa ti serve questo? Ti puoi creare il pane dalle pietre!» (essendo la natura di Cristo così forte nella fede come Spirito di Dio e quindi disposta a sfidare e vincere la fame del corpo di carne). E di nuovo venne la tentazione che Gli sussurrò come Uomo: «Perché digiuni, Tu sei certamente il Messia, quindi un Uomo sopra tutti gli uomini che non hanno bisogno di preghiera e digiuno, poiché Tu sei senza peccato!»; infine, la tentazione umana venne a Lui per la terza volta, e allora i pensieri di orgoglio si levarono in Lui sussurrandoGli: «Afferra il potere divino in Te, e tutto dovrà obbedirTi, fare e credere come Tu comanderai!». Tuttavia, Egli superò queste debolezze umane in umiltà di cuore e andò da Giovanni Battista il 1° giugno, umiliandosi pubblicamente come peccatore, per vincere completamente la debolezza umana del proprio corpo e per mostrare come ogni uomo deve umiliarsi dinanzi Dio. A questa umiltà divina erano corrispondenti le virtù degli angeli che poi Lo servirono.

17. Vedete, questa è stata la vera e propria tentazione così come il Padre Gesù il 9 giugno mi ha spiegato le immagini mistiche della tentazione di Satan in modo umanamente comprensibile e corrispondente alla verità, perché il Satan materiale è proprio l’avidità della carne, il quale anche nel caso di Gesù è stata utilizzata dallo spirito grossolano dell'anima trasformata e consolidata in materia del vero spirito Lucifero-Satana che è imprigionato nell'inferno più basso e da lì lascia che i suoi raggi spirituali dell'ombra notturna si insinuino furtivamente attraverso la Terra, appestando animali e uomini. Questo vero spirito del Satan non avrebbe di certo osato avvicinarsi a Cristo (Gesù) come suo Dio dominante su di lui e tentarLo nello Spirito cristico!

18. Ora sorge la domanda: “Perché allora il digiuno era necessario e buono, dal momento che Cristo (Gesù) era senza peccato?”. Vedete, questo fu il perfetto soggiogamento dello spirito impetuoso della carne avida, e nello stesso tempo era l'esempio per gli uomini di digiunare e pregare quando il Satan della carne trascina impetuosamente nella tentazione a peccare, e quindi agire contro i comandamenti di Dio. Cristo non aveva effettivamente bisogno di digiunare, ma questi allo stesso tempo erano i simboli o gli attributi per gli uomini su cosa e come devono fare quando il Satan delle proprie umane debolezze si avvicinava a loro con la tentazione di farli peccare.

19. Nell'anno 33, il 20 marzo, prima delle 7 del mattino, avvenne l'ingresso a Gerusalemme (domenica delle Palme), dove Gesù, come Principe spirituale della pace delle anime, si fece esteriormente introdurre in maniera solenne a Gerusalemme come Re d'Israele.

20. Il 25 marzo Gesù patì e morì per il peccato originale che i discendenti di Adamo hanno commesso un giorno nello spirito animico originario di Adamo[18]. Il 27 marzo, alle 3 del mattino, avvenne la resurrezione di Cristo, in quanto il corpo di carne fu di colpo trasformato in Spirito dall'Onnipotenza divina sotto forma di una potente luce elettrica. Perciò, da quel momento in poi, Cristo non è mai stato visto, se non quando apriva agli uomini gli occhi spirituali, come è stato dimostrano chiaramente dalle Sue ripetute apparizioni e sparizioni dopo la resurrezione.

21. Il 7 maggio, alle 2 del pomeriggio, ci fu l'Ascensione di Cristo alla presenza di molti dei Suoi fedeli. Il 17 maggio alle 9 del mattino ci fu il battesimo di Pentecoste degli apostoli con i doni dell'Amore, della Sapienza e della Potenza dello Spirito Santo di Cristo, di cui si può leggere lo svolgimento celestiale nel libro "La Teosofia cristiana", mentre lo svolgimento sulla Terra nel libro "La Santa Trinità".

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Maria

22. Nell'anno 4135, l'8 ottobre, ovvero 15 anni prima di Cristo (Gesù), avvenne il concepimento spirituale di Maria attraverso Anna, moglie di Gioacchino, di cui sono riportati maggiori particolari nel libro: "La Teosofia cristiana".

23. Nell'anno 4136, il 9 luglio, ovvero 14 anni prima di Cristo (Gesù), Maria nacque e fu allevata e custodita nel Tempio con la massima cura fino ai suoi quattordici anni di vita, poiché l’intera servitù del Tempio, di cui ce n’erano diverse centinaia, sapeva, per convinzione personale, che lei era stata concepita in modo spiritualmente trascendentale dalla settantaquattrenne Anna; e poiché Maria era di discendenza regale proveniente dalla casa di Davide, da cui doveva venire il Messia, che si aspettava con grande desiderio, stava sotto speciale controllo e la si proteggeva come una propria pupilla.

24. Nell'anno 4151, il 22 marzo, Giuseppe, come discendente del re Davide, ricevette, con un doppio miracolo al sorteggio nel Tempio di Gerusalemme, la vergine Maria quattordicenne, figlia spiritualmente concepita da Anna, moglie di Gioacchino, per la custodia, che però più tardi, dal momento che Maria, come madre, doveva avere un marito, fu unita in matrimonio al quasi settantenne Giuseppe. Solo che Giuseppe non le si avvicinò mai come marito né prima né dopo la nascita di Gesù, perché questo matrimonio era solo un pretesto per proteggere Maria dal disonore e dalla lapidazione. Le adultere colte sul fatto e quelle che concepivano illegittimamente e non potevano mostrare un uomo che le sposasse, venivano lapidate. Tuttavia, le peccatrici pubblicamente riconosciute erano esentate da questa punizione.

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Dettato del 10 giugno 1902

25. Maria visse a Nazareth ancora cinque anni dopo la Mia Ascensione, poi, dal momento che tutti i figli di Giuseppe erano sposati e le loro mogli attendevano alla stessa casa, si trasferì da Lazzaro a Betania, dove visse in amorevole concordia in comunione di Maria, Marta e Lazzaro, fino a quando ritornò da Me 12 anni dopo la Mia Ascensione all'età di 60 anni.

26. Lei era sempre sana e fresca di giovinezza, e crebbe sempre più nel più grande amore per Me, tanto che negli ultimi tempi visse quasi in una costante estasi, poiché vedeva con piena chiaroveggente la magnificenza della Mia divinità come un giorno i tre discepoli sul monte Tabor. Il 12 dicembre dell'anno 48, lei era sola con l'apostolo ed evangelista Giovanni che venne a visitarla e pregava insieme a lui. All’improvviso nella stanza lampeggiò potentemente, Giovanni, che era inginocchiato accanto a Maria, la vide in quell’istante scomparire velocemente: la grande fiamma dell'amore spirituale per Me aveva dissolto la sua carne e l’aveva trasformata in spirito. Perciò non si può parlare di una visibile ascensione di Maria. Maria c'era e non c'era più.

27. Giovanni operò fino all'anno 60 come apostolo dei Giudei con gli altri apostoli, e percorse ampie distanze per visitare le comunità in Giudea, Palestina, Fenicia, Siria ecc. fino al Mar Nero, dove regnava il re Ouran e poi Mathael[19], con i quali un giorno Gesù aveva avuto relazioni. Poi si trasferì da Kado, il signore dell'isola di Patmos, dove scrisse il Vangelo di Giovanni e lo pubblicò nell'anno 70. Nell'anno 98 ricevette, avvolte in immagini spirituali, la “Rivelazione” della storia del mondo fino ai nostri giorni e oltre. Nell'anno 102 morì nel suo 95° anno e riposa su Patmos. Da lì intraprese i viaggi missionari dall'anno 60.

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Giuseppe

28. Giuseppe nacque il 7 settembre dell'anno 4082 dopo la creazione di Adamo, ovvero 68 anni prima di Cristo. I suoi genitori erano Jacob il carpentiere di Nazareth ed Elisabetta, sua moglie, anche lei di Nazareth ed entrambi discendenti della tribù di Davide. Giuseppe, all'età di 40 anni, sposò Tamara, una cittadina di Nazareth e anche lei della stirpe di Davide. Da Tamara ebbe cinque figli: Gioele, poi Joses, Samuel, Simeone e Jakob[20]. Tamara morì cinque anni prima che Maria fosse data in custodia a Giuseppe. Gioele aveva 28 anni al tempo della nascita di Cristo e Jakob [Giacomo], il figlio più giovane di Giuseppe, ne aveva 16.

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Relazione sulla morte di Giuseppe

29. Gesù parlava e spiegava ai presenti la Sua personalità con le seguenti parole: «Ciò che porto innanzi al Padre nel Mio cuore, Egli lo fa, e ciò che vuole il Figlio, lo vuole anche il Padre nell’eternità, e non c'è mai una differenza tra la Volontà del Padre e la Volontà del Figlio! Poiché credeteMi: Padre e Figlio non sono due, ma in tutto perfettamente Uno». (cioè: l'Amore come Padre e la Sapienza come Suo Figlio sono sempre in Dio una cosa sola e non due, di cui Gesù per l’appunto era il rappresentante di entrambi).

30. Su questo rispose Joses, il secondo figlio di Giuseppe[21]: «Signore e fratello! Tutti noi lo crediamo, e come non dovremmo crederlo, dal momento che siamo stati sempre intorno a Te da quando sei nato e abbiamo visto segni in un numero stragrande che ci hanno annunciato fin troppo bene chi Tu sei. Il fratello Jakob ha scritto un intero grande libro, dalla Tua nascita fino al Tuo dodicesimo anno[22], da questo tempo fino alla Tua età attuale non hai dato più alcun segno (tranne che nel Tuo ventesimo anno), ed hai lavorato e vissuto con noi come un Uomo comune, tanto che quasi avremmo dimenticato chi Tu sei, se la morte del nostro amato padre Giuseppe, avvenuto un anno fa, non ci avesse dato una potente spinta.

31. Quando, infatti, Giuseppe spirò tra le Tue braccia, le sue ultime parole furono accompagnate da un sorriso beatamente trasfigurato, e queste ultime parole furono: “O mio Dio e mio Signore! Come sei benevolo e misericordioso con me! Oh, ora vedo che non c'è nessuna morte; vivrò eternamente! O mio Dio, quanto sono meravigliosi i Tuoi Cieli! Figli, guardate Colui che ora sostiene con il Suo braccio il mio capo morente! È Questi il mio Dio e il mio Creatore! Oh, com'è beato morire tra le braccia onnipotenti del proprio Creatore per questo miserabile mondo!”

32. Dopo queste parole egli spirò e noi piangemmo ad alta voce; solo Tu non piangesti. Ma abbiamo capito perché non hai pianto! E vedi, da quel momento non potemmo mai dimenticare chi Tu sei; perché Giuseppe lo espresse con le parole più chiare nell'ultima ora della sua vita terrena! Come potremmo ora non credere a tutto quello che dici, dal momento che sappiamo molto bene chi sei veramente

33. Giuseppe morì nell'anno 22, il 14 novembre, all'età di 98 anni.

 

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Cap. 14

 

Discorso per la fondazione di una società teosofica cristiana

1. Cari presenti, l'amore dell'eterno Padre mi guida e mi detta le parole che vi esprimo. È volontà del nostro Dio e Padre Gesù che il Suo vero Insegnamento sia conosciuto e diffuso, e quindi noi, figli Suoi, dobbiamo raccogliere le forze per portare a compimento questa santissima Volontà. Adesso vorremmo fondare una “Società teosofica cristiana” che dovrà avere il compito di far conoscere agli uomini i puri insegnamenti di Gesù.

2. Miei cari e degni fratelli e sorelle nello spirito del nostro Dio e Padre Gesù, vi invito e vi prego, nel Nome di Gesù: prendete in mano l'esecuzione di questa faccenda senza esitazione, senza indugio, con forza di volontà e con vigore. Gli statuti sono qui allegati, c’è solo da compilare una istanza all'autorità, allegare in copia gli statuti e la questione sarà risolta.

3. Quindi, tutti i presenti che sono disposti ad unirsi all’associazione devono farsi conoscere dal fautore dando subito il loro indirizzo esatto oppure dopo la lettura degli statuti, sia questo per corrispondenza oppure com’è conveniente, affinché si abbia quanto prima le fondamenta su cui si deve e si può costruire! Tutto il resto dipende dall’ammontare dei membri, e ciò dimostrerà chi è in favore per il puro Insegnamento di Cristo! Quei cari presenti che vogliono intervenire attivamente alla realizzazione dell’associazione, si mettano per cortesia in contatto con me e promuovano la causa con tutto lo zelo che merita, poiché io solo sono troppo poco versato con tutto, per poter trovare così facilmente un locale adatto e tutto ciò che è necessario.

4. Il mio compito è principalmente il lavoro spirituale, cioè presentare la Verità del Vangelo di Cristo e molto altro.

5. Prendiamo in mano il santo vessillo della divinità della nostra alta discendenza, quali figli di Dio, e sforziamoci di nobilitare spiritualmente noi stessi e i nostri fratelli e sorelle, divinizzandoci attraverso le virtù di Gesù, poiché noi, come figli di Dio, siamo chiamati a diventare dèi perché Dio è il Padre nostro.

6. Guardate questa nostra Terra, essa sembra grande per i nostri concetti terreni, e tuttavia è solo una milionesima parte della grandezza del Sole; e ancora ci sono mondi solari, planetari e stellari, contro i quali il corpo gigantesco del nostro Sole sembra un granello di sabbia tra gli innumerevoli milioni di mondi giganteschi, le cui grandezze sono di dimensioni più incredibili. Il nostro Sole, che è distante da noi 150 milioni di chilometri, ha bisogno di otto minuti e mezzo per inviarci i suoi raggi di luce; a quale distanza pensate debba trovarsi l'ultima stella, dal momento che è così lontana che la sua luce ha bisogno di oltre 3.700.000 anni per raggiungere la nostra Terra? Gli astronomi sanno che l'Universo è un mare luminoso di creazioni gigantesche, rispetto alle quali la nostra Terra appare solo come un mondo molto piccolo. Essi sanno raccontare molte cose portentose sull'Onnipotenza di Dio, tuttavia i nostri libri teosofici cristiani raccontano molto, molto di più; essi raccontano ciò di cui gli astronomi non hanno alcuna idea, cioè delle creazioni interiori che sono qualcosa di completamente straordinario. Lì ci sono grandezze e rarità che tendono alle cose più incredibili, e tuttavia sono vere. Infatti, cosa dovrebbe essere impossibile al Dio infinito e onnipotente, nel cui grembo giacciono tutte queste grandi creazioni, le quali superano ogni immaginazione umana e su tutte queste creazioni Egli si erge con il Suo Spirito come Spirito cosmico dell'infinità, avvolgendole e governandole?

7. Magnetismo ed elettricità sono i fattori determinanti del mondo. Questi due, comunque, sono l'onnipotente forza di Volontà di Dio,che si chiama Spirito Santo. In questi due sono nascosti, per i nostri occhi materiali, l'Amore e la Sapienza, attraverso i quali Dio pensa e crea. Perciò non chiedete più cos'è Dio e dov'è Dio! L’infinita Creazione rappresenta il Suo Amore, le forme, le caratteristiche e la direzione delle Sue opere, la Sapienza della Sua ragione. Perciò, l'insegnamento della verità ci è comprensibile, poiché essa dice: "Dio è dappertutto!". Infatti, Egli è l'aria eterica, è lo Spirito nell'Universo, da Lui è preso tutto, tutto è formato e creato dalla Sua onnipotente Volontà. Egli è tutto ciò che è visibile e invisibile, perché contiene in Sé il mondo spirituale. Egli non ha né un inizio né una fine nel Suo concepibile riguardo.

8. Il Suo Amore è così grande che nessun uomo vivente nel corpo di carne può sopportarLo nello stato assoluto, poiché esso consuma e spiritualizza immediatamente il corpo di carne com’è accaduto con Pura, con l'arcangelo Zuriel, con Enoch, con Elia e con Maria. Ma questo amore, entrato nell'esistenza fisica, è il fuoco divorante con cui Egli alimenta i vulcani che hanno un potere così terribile, consumante e distruttivo.

9. Gli uomini sono i creatori delle loro condizioni sulla Terra, e Dio è l'Adempitore del destino che si sono creati con le loro virtù o i loro vizi. Perciò non si cerchi sempre la risposta nelle affermazioni neganti Dio dicendo che tutti sono solo avvenimenti naturali ed elementari del mondo. No! Si cerchi la spiegazione degli avvenimenti del mondo nella vita degli uomini, sia che vivono ed agiscono secondo i comandamenti di Dio oppure contro Dio.

10. Si lasci gli uomini scellerati insegnare ai creduloni che non c'è Dio e che l'uomo è una scimmia nobilitata; si lasci questi spiriti tenebrosi cercare il loro nido d'origine nel giardino zoologico e si elevino nello spirito a quelle altezze luminose dove la divinità dell’uomo splenderà un giorno in magnificenza mai immaginata, poiché Dio è Padre nostro, perciò è il nostro futuro non appena diventeremo spiritualmente abbastanza maturi per diventare ciò che è il Padre nostro. Siamo stati creati per diventare dèi e siamo eredi dei giganteschi mondi menzionati, che poi riceveremo per governarli come re divini. In noi c'è lo spirito di questo Dio onnipotente che crea e guida i mondi, e quindi anche noi diventeremo un giorno creatori di nuovi mondi, come ci insegna il caro Padre Gesù nei nostri scritti teosofici cristiani.

11. Perciò consideratevi estremamente onorati di prendere il vessillo della vera fede per questo Dio onnipotente e amorevole Padre nostro, ed ergiamoci a campioni della verità. Sul Golgota, infatti, Egli ha compiuto per noi l’atto più nobile perché puramente divino, atto di redenzione dal peccato originale. Adesso mostriamo anche noi che siamo degni figli di questo Dio e Padre onnipotente, e facciamoci sorgere il Sole del divino Amore per la verità e la vita in Dio, Amen.

 

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Cap. 15

 

Statuti dell’associazione Teosofica cristiana

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1. Fondazione dell’associazione

1. La fondazione di un’associazione Teosofica cristiana si basa sulle tendenze del presente trattato e sugli statuti qui stabiliti, e deve essere notificata alle autorità. La fondazione è nelle mani degli uomini che vogliono dar vita all’associazione o alla società e questa determina anche l'ordine del giorno dell'assemblea:

- fondazione della società;

- elezione del consiglio di amministrazione;

- determinazione del pagamento delle quote;

- fondazione della biblioteca;

- sfera di attività dei membri.

2. Elezione dei singoli membri della direzione: ogni anno si scelgono di nuovo i singoli funzionari che compongono la direzione. La data e l'ordine dell'assemblea generale sono fissati dal presidente e sono annunciati pubblicamente o su invito in busta aperta.

3. L'elezione del presidente avviene con particolare riguardo alla conoscenza, all'operosità e alla dipendenza di una persona dall'intera associazione nell'assemblea generale, mediante votazione. La validità dell'elezione deve essere ottenuta con la maggioranza dei due terzi dei voti espressi, quindi a questo scopo deve aver luogo la discussione e consiglio preliminare su chi deve essere eletto. Ogni vero membro, senza distinzione di sesso, ha diritto di voto. L'eletto è quindi colui che ha la prevalenza sulla gestione complessiva dell’associazione nelle sue singole sezioni e provvede per il corretto sviluppo della gestione complessiva. Egli provvede per le conferenze necessarie, fornisce informazioni ed ha voce in capitolo in tutte le faccende.

4. Dopo il presidente, la persona più importante è il cassiere, nelle cui mani sta tutta la gestione del denaro, dato che ha cura e registra le entrate e le uscite dell’associazione. Tuttavia, il presidente ha un contatto costante e la conoscenza di ciò che entra in denaro e di ciò che si spende, poiché egli è la prima persona a consultarsi con il consiglio su tutto, e a determinare gli acquisti o le spese.

5. Il bibliotecario gestisce la biblioteca dell’associazione. Egli dà in prestito i libri e li riprende alla restituzione. Si annota quindi il prestato e chi è che prende in prestito insieme alla data e annota esattamente il giorno in cui ha ricevuto indietro i libri. Prende in consegna i contributi di abbonamento dei membri lettori, oppone la firma per quietanza in modo da averne un prospetto, e consegna il denaro al cassiere. Per facilitare il maneggio, è meglio che il prestito avvenga secondo le regole di una biblioteca pubblica. Il prestito dei libri è fatto secondo le credenziali da parte dei membri o legittimazione legale da parte di chi prende in prestito.

6. Il segretario registra tutte le mozioni e risoluzioni importanti in un ordinato verbale che funge da direzione per lo sviluppo e la gestione dell’associazione, e i verbali vengono usati come libro informativo. Questi verbali sono conservati nei locali dell’associazione. Gli uffici della presidenza sono di solito amministrati gratuitamente.

7. Se nel corso dell’anno un membro del Consiglio Direttivo si dimette, deve essere eletto un sostituto in modo che l'attività possa continuare regolarmente.

8. Il Consiglio di amministrazione dell’associazione: la gestione dell’associazione è esercitata dalle persone nel Consiglio. Dove ci sono pochi membri, anche una singola persona può occuparsi di tutto.

9. Queste persone si prendono cura di tutto ciò che è necessario per la direzione dell'associazione e discutono decidendo le misure che sono utili al mantenimento della salute e dell'ulteriore sviluppo dell'associazione.

10. Il presidente in carica ha il diritto di disporre liberamente delle sovvenzioni all’associazione e del patrimonio della stessa in immobili così come risponde agli scopi della società. Egli è l'unico proprietario nei confronti del pubblico ed è responsabile delle sue azioni solo nei confronti dell'intero consiglio.

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2. Gestione del denaro

11. Le rendite dell’associazione provengono dai contributi mensili pagati dai soci; dai versamenti mensili dei soci lettori per il prestito di libri dalla biblioteca dell'associazione; dagli aiuti che i soci contribuiscono volontariamente ai fini dell’amore per il prossimo, e dalle donazioni da quelli posti per lo sviluppo della società.

12. Le spese dell’associazione consistono nell'affitto dei locali del circolo; nell'acquisto di libri e scritti e per la rilegatura dei libri; per l'acquisto di mobili e utensili; infine per le opere dell’amore per il prossimo, sotto cui s’intende principalmente il nutrimento spirituale, ma talvolta ci sono anche spese materiali in questa direzione, spese che possono essere anche cospicue se il bisogno lo richiede e se sono disponibili i mezzi. In questa direzione, l'uso del denaro, soprattutto per scopi missionari per la nobilitazione degli uomini, deve essere lasciato alla presidenza. I nomi degli interessati e le somme delle spese non saranno menzionate pubblicamente, perché secondo l'Insegnamento di Gesù, la mano sinistra (la sapienza) non deve sapere cosa dà la mano destra (l’amore); e chi dà le sue donazioni sui giornali sotto nominazione del suo nome, non dà nulla per la sua salvezza animica, non ha investito nessun tesoro per acquistare il Cielo nell'aldilà, perché si lascia ripagare dal mondo con lodi e onori attraverso il pubblico strombazzare sui giornali. Così suona l'Insegnamento di Gesù negli scritti teosofici cristiani. Chi preferisce fare da sé i propri doni ai poveri, risparmia il lavoro alla presidenza. Ma chi distribuisce, deve dispensare soprattutto doni spirituali, di cui si può andare a prendere informazioni presso la presidenza. Della gestione dei soldi se ne occupa il cassiere, che deve essere sempre una persona assolutamente affidabile, il quale registra le entrate e le uscite in modo che la sua gestione del denaro non debba essere esposta a nessuna critica o calunnia. L’associazione, attraverso la presidenza, accetta ogni donazione che gli uomini, preoccupati per la loro salvezza dell’anima, le fanno, ma non investe alcun capitale morto, ma solo capitale vivente, cioè distribuisce doni spirituali e materiali in modo che sia i donatori che chi ne usufruisce siano felici; di questo, i donatori dei doni d'amore o dei legati testamentari devono tenerne conto in modo speciale e uniformarsi di conseguenza: «Quello che semini qui, si raccoglierà di là». Così insegnò Gesù ai galati e ai corinzi attraverso l'apostolo Paolo.

13. Con l’eventuale scioglimento dell’associazione, il patrimonio della stessa spetterà ad un’altra associazione teosofica cristiana in quel luogo per il quale la maggioranza dei membri si è espressa con lo scioglimento. Lo stesso vale se l’associazione viene sciolta o bandita dalle autorità. Se il patrimonio è grande, deve essere distribuito tra diverse associazioni, oppure devono essere fondate con questo patrimonio delle associazioni teosofiche cristiane in altri luoghi. In nessun caso, tuttavia, il patrimonio deve essere distribuito tra i membri e rimanere lì, perché in questi casi potrebbero facilmente insinuarsi elementi egoistici per trarne un vantaggio dalla distruzione dell'associazione. In genere, uno scioglimento dell’associazione è inammissibile finché la presidenza presiede onestamente la gestione. In tal caso è lui stesso il giudice nell’associazione, perché può facilmente accadere che aderiscano membri che, in segreto, tendono allo scioglimento della stessa, con calunnie, controversie e cose simili. Se questo è il caso, allora la presidenza, se amministra onestamente i suoi uffici, ha il mandato di espellere tali membri senza ulteriori indugi, se non producono nessuna prova del loro diritto all’opposizione, perché in un’associazione teosofica cristiana tutto deve essere eseguito e ottenuto con amore, umiltà, mitezza, calma, tolleranza e unità; ma non con odio, arroganza, vendetta, intolleranza, lotta e discordia.

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3. Nome e sede dell’associazione

14. La Società Teosofica cristiana ha la sua sede in Graz[23] e le sue tendenze e sforzi sono diretti a risvegliare ed accrescere l'amore per Dio e per il prossimo con la pubblicazione e la diffusione dell'autentico Insegnamento di Cristo, il che comprende la Bibbia e i libri teosofici cristiani. Perciò i membri dell’associazione nell'amore fraterno si preoccupino tra di loro solo del miglioramento delle virtù morali e spirituali, ed escludano dalla loro associazione ogni espressione che non armonizza con l'amore per Dio e per il prossimo. Né razza, né credo, né nazionalità, né classe, né sesso hanno una posizione speciale nell'insegnamento di Cristo, ma il soffio dell'autentico amore per Dio, il Padre Gesù, affratellano gli uomini a veri figli di Dio, che si porgono la mano attraverso l’amore reciproco.

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4. Ammissione dei soci

15. Nessuno è escluso per essere accolto nell’associazione, a meno che non abbia caratteristiche e vizi marcati che non si accordano con gli insegnamenti della Teosofia cristiana. Perciò un membro può essere espulso se è colpevole di ulteriori colpe che minacciano di privare l’associazione del rispetto, dell'ordine e della concordia buona, amorevole e fraterna, e perciò non abbia più pretese nell’associazione, né in una né in altra direzione.

16. Chi desidera aderire all’associazione teosofica deve essere in chiaro nel suo interiore se è versato alle tendenze dell'autentico Insegnamento di Cristo, e deve perciò consultarsi bene con gli insegnamenti più importanti di Gesù se li trova adatti per il suo sentimento. Chi tuttavia ha amore e desiderio per la verità e per il bene della salvezza della sua anima, non ha bisogno di pensarci molto, ma può comunicare la sua adesione osservando le prescrizioni dell’associazione. Queste prescrizioni sono comunque le seguenti:

17. L'interessato deve indicare il suo indirizzo esatto e dichiararsi, a mezzo della propria firma, di essere d’accordo con le tendenze dell'associazione ed essere disposto a promuovere, secondo possibilità, gli sforzi della stessa.

18. La firma di adesione deve avvenire su un modulo la cui testata riporti l’iscrizione: “Dichiarazione di adesione con approvazione delle tendenze teosofiche cristiane e gli statuti dell’associazione”. Il modulo, largo mezzo foglio, sia suddiviso in sezioni:

- 1°, anno e giorno di adesione;

- 2°, nome e cognome;

- 3°, stato;

- 4°, vicolo (via, piazza);

- 5°, numero civico, piano, numero di porta;

- 6°, annotazioni.

19. I membri ammessi hanno tutti i diritti nell’associazione, possono votare ed essere eletti essi stessi; possono presentare proposte e anche tenere conferenze, se queste sono state esaminate nella seduta interna dell’associazione.

20. Membri lettori. Tuttavia, nessuno che in sé non senta ancora una ferma convinzione della scelta è obbligato ad aderire immediatamente come membro effettivo. In questo caso egli paga, come il socio effettivo, una quota di iscrizione di 1 corona e, in aggiunta, la quota associativa di 1 corona per due mesi di utilizzo gratuito dei libri della biblioteca dell’associazione all’attenzione del bibliotecario, il quale provvederà ad incassare il denaro e lo consegnerà al cassiere. La quietanza sul tagliando staccabile è fornita con l'indirizzo del pagatore, quanto e dà e fino a quando ha pagato. Colui che prende in prestito deve essere sempre munito di questo tagliando, se il bibliotecario glielo richiede per motivo di controllo. Con questo foglietto il pagatore acquisisce anche il diritto di presentarsi a tutte le riunioni del giovedì dell’associazione; tuttavia con questo non ha ancora acquisito alcun diritto di voto o altro diritto societario. Dopo il decorso due mesi può aderire, o uscire, o anche chiedere un prolungamento della prova e versare di nuovo una corona per altri due mesi. In questi quattro mesi può benissimo aver raggiunto la convinzione se le tendenze dell'autentico Insegnamento di Cristo gli corrispondono o meno.

21. La differenza tra i membri veri e quelli che leggono è solo che i membri che leggono non hanno il diritto di partecipare alle questioni dell’associazione; i membri reali, invece, possono utilizzare i libri come i lettori senza dover pagare alcun costo aggiuntivo.

22. Le quote associative devono essere effettuate per lo meno a 1, 2 o 3 corone insieme all'inizio del mese.

23. L'ammissione all'associazione è effettuata dalla presidenza, se nessuna obiezione determina la non accettazione, le cui ragioni non devono essere menzionate. Non si faccia comunque nessuna richiesta speciale, ma si sia perfetti com’è perfetto il Padre nel Cielo e si cerchi solo di migliorare, nobilitare e spiritualizzare, come il Padre che cerca di portare verso l’alto i peccatori stessi dall'inferno più basso, senza ripudiarli, se tendono al miglioramento!

24. Come detto, ogni singola persona paga una corona di iscrizione e una mezza corona di contributo associativo mensile, ma dove possibile in rate di più mesi insieme, in modo da risparmiare molto tempo per la scrittura. Se il capofamiglia (padre o madre) vuole iscrivere anche gli altri figli adulti, paga solo la metà per ogni ulteriore membro della stessa famiglia: 50 hellers o 50 pfennig. Su richiesta alla presidenza, i contributi possono essere ridotti oppure condonati se la necessità lo richiede. I membri del Consiglio direttivo e i membri che ricoprono particolari cariche possono essere esentati dal pagamento delle quote se le circostanze lo indicano chiaramente. Essi sono certamente la classe lavoratrice. Chi è debitore del contributo per tre mesi sarà sollecitato e, se non segue il pagamento, sarà cancellato dall'elenco dei soci.

25. I nuovi membri devono esaminare attentamente se vogliono riporre alla presidenza la fiducia nella corretta gestione dell’associazione o meno. In quest'ultimo caso devono piuttosto prendere distanza dall’entrare.

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5. La biblioteca dell’associazione

26. La biblioteca dell’associazione contiene perlopiù libri con dettati diretti dell'Amore divino e quelle opere e periodici che predicano solo amore e diffondono la verità divina. I libri che non concordano con la Verità divina non devono essere acquistati, né prestati, né distribuiti. All’opposto, i libri che sono compatibili con il puro Insegnamento divino, anche se non sono dettati da Dio, vengano acquistati, letti e dati in prestito. Proprio attraverso i libri l’associazione cerca di far conoscere e diffondere la tendenza dell’autentico Insegnamento di Cristo tra gli uomini di ogni ceto, confessione e nazione.

27. La diffusione della buona lettura è quindi il fine e lo scopo dell’associazione, per cui è anche suo compito far leggere i nuovi libri prima che siano prestati per la lettura, affinché non entrino furtivamente false interpretazioni della Bibbia da parte di coloro che non sono chiamati da Dio a questo, oppure di altri insegnamenti religiosi da parte di divulgatori di dottrine eretiche che formano la zizzania tra il grano divino delle parole del Padre.

28. Il contenuto dei libri e degli scritti teosofici cristiani viene contrassegnato come “occultismo” perché, in effetti, sono di contenuto trascendentale e contengono relazioni, insegnamenti e descrizioni da tutti e tre i regni del mondo degli spiriti: inferno, paradiso e Cielo.

29. Dal momento che la fondazione della biblioteca è costosa, i membri sono cortesemente invitati a rendere possibile questa fondazione, in parte con sovvenzioni, in parte con donazioni di libri teosofici cristiani e con altri corrispondenti.

30. La biblioteca dell’associazione possono usarla solo i membri effettivi e i lettori, e questi sono obbligati a mantenere i libri in buone condizioni; ma per risarcire un danno, perché troppo danneggiati o resi inutilizzabili, devono essere sostituiti con altri nuovi.

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6. Parole del Padre

31. I dettati di Dio non sono né del 'medium del Padre' né dell'associazione teosofica, ma di Paternità divina, perciò né lo scrivano né l'associazione è responsabile del contenuto, ma l'autore dettante. «Io, l'Onnipotente, il Padre e Giudice degli uomini, posso dire e fare ciò che trovo per buono».

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7. Serate di incontro dei membri dell’associazione

32. Le serate all’interno dell’associazione alle quali hanno accesso solo i membri, hanno luogo ogni giovedì alle otto di sera nella sala riunioni dell’associazione, durante le quali all'interno della cerchia dei membri si tengano confidenziali discussioni reciproche e siano accolte ogni genere di relazioni, richieste, domande e risoluzioni per l'ulteriore sviluppo dell'associazione.

33. Se all’interno delle serate dell’associazione, alcuni membri o anche dei non membri come ospiti vogliono eseguire gratuitamente canti e musica, ciò è consentito se il canto e la musica non contravvengono al Divino. Secondo l'Insegnamento del Padre negli scritti teosofici cristiani, non solo è permesso il canto e la musica corale, ma tutto ciò che non è osceno e offensivo, quindi inni di lode alla gloria di Dio di contenuto ecclesiastico ed extraecclesiastico; inoltre canti che non portano il cuore al mondo, ma lo elevano all'Onnipotente.

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8. Conferenze in pubbliche serate dell’associazione

34. Ove possibile, l’associazione deve tenere un'adunanza pubblica ogni lunedì alle otto di sera, durante la quale si tengano differenti conferenze e si risponda a domande spirituali che riguardano la fede cristiana. L'ingresso a questi incontri è gratuito per tutti coloro desiderano comportarsi quieti e silenziosi, poiché si tratta di esporre pubblicamente l'autentico Insegnamento di Cristo. Se l'associazione può utilizzare il locale gratuitamente, allora non venga preteso nessun biglietto d'ingresso, altrimenti sia richiesto un piccolo contributo per coprire le spese del locale, della luce, ecc.

35. Ogni scienza può essere presentata solo se non contravviene all’insegnamento della Teosofia, cioè deve dare in tutto la gloria a Dio e lodarLo come Punto centrale in ogni cosa, perché tutto ciò che è nobile e sublime ha l’efflusso in Dio, che si tratti di astronomia, botanica, medicina naturalista, storia religiosa, archeologia, arte e scienza o qualsiasi altra cosa che sta in collegamento con le leggi divine e la creazione, ecc., poiché anche i libri teosofici cristiani contengono tutti i tipi di scienze. Tuttavia, a nessuno deve essere permesso di esporre qualcosa senza che sia stato precedentemente esaminato dal comitato, affinché opinioni darwiniane e negazioniste di Dio non appestino il cuore degli ascoltatori. Conferenze altezzose che esaltano solo gli uomini come inventori e scopritori, riconoscendo solo la natura senza Dio, sono escluse dalle conferenze dell'associazione. Le associazioni che non hanno ancora membri spiritualmente maturi, i quali possono giudicare tutto perfettamente, dovrebbero solo far leggere dagli scritti del Padre; un'eccezione è fatta per gli oratori il cui orientamento spirituale già si conosce, che non parlano contro le tendenze della Teosofia. Teosofi stranieri dell’Insegnamento di Cristo ma noti, sono benvenuti come ospiti oratori; quelli sconosciuti devono prima annunciare la loro conferenza per iscritto, poiché oggi è il tempo dei molti Cristi, dei quali il Padre Gesù un giorno profetizzò e di cui avvisò.

36. I discorsi politici violenti contro lo Stato e quelli di altre fedi non sono approvati dall'insegnamento di tolleranza di Gesù e perciò inammissibili, perché i membri devono adoperarsi per l'amore, l’umiltà, la mansuetudine e la tolleranza in ogni caso e verso ognuno. Perché drizzare e giudicare gli uomini è faccenda di Dio, mentre gli uomini devono prima volgere gli occhi al proprio ego e cercare di sradicare da sé tutto l’empio; allora non toccheranno gli errori, gli abusi e gli illeciti degli altri. Si deve prima illuminare se stessi con il buon esempio, perché dal frutto si riconosce l'albero, e di solito si stende la mano verso un frutto buono e non verso uno cattivo. Non con l’imprecare sugli errori degli altri, ma con buoni insegnamenti di sapienza, condizioni morali e vivendo e agendo secondo gli insegnamenti di Gesù, gli uomini devono essere attratti.

37. Dove non vengono formate associazioni teosofiche cristiane e non possono aver luogo conferenze pubbliche, ci si può aiutare con la lettura dei libri teosofici.

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9. Regole di comportamento reciproche tra i membri

38. Tutti i membri, senza distinzione, sono cortesemente esortati ad adottare uno stile di vita semplice, sobrio, attivo e morale, per evitare dannosi stimoli voluttuari che danneggiano e rendono malati l'anima e il corpo, prendendo in considerazione in modo del tutto particolare gli insegnamenti dei libri teosofici cristiani a motivo della propria eterna salvezza, e poi vivere ed agire di conseguenza, poiché essi formano le chiavi per il Regno dei Cieli.

39. Nessun membro può, finché esiste l'attuale ordine mondiale, insistere sulla parola 'fratello' o 'sorella' e, a causa di questa designazione, rompere arbitrariamente le barriere dell'ordine sociale; poiché il servo resta servo e il padrone rimane padrone. Soprattutto, ogni appariscente esteriorità nel saluto e nell'incontro che distinguerebbe i teosofi dalle altre persone, dovrebbe essere evitata nella vita pubblica e nel movimento. L’adempimento dell'insegnamento della Teosofia, infatti, non sta nelle esteriorità, come nel rivolgere la parola: "Tu", "Fratello", "Sorella"; inoltre, nel gesto della mano, baci, sguardi d’amore o guardarsi negli occhi, ma solo e unicamente nell'amore più intimo per Dio e, attraverso questo, nell'attività fraterna dell’amore per il prossimo, e in più nell'unità di fede, sulla quale viene costruito il reciproco amore e armonia tra gli uomini. Considerate e riflettete voi stessi sulle grandi differenze e abissi oggi esistenti tra la classe dei serventi e quella che dà il pane, e tra coloro che comandano e coloro che obbediscono, per comprendere la correttezza e la verità di questo capoverso. Gli uomini non diventano angeli con la lettura dei libri teosofici, ma solo vivendo e operando rigorosamente secondo l'Insegnamento di Gesù. La religione non abolisce le differenze politiche tra 'superiore' e 'inferiore', finché l'attuale ordine mondiale è tutelato dalla legge dello Stato; perciò non possono essere applicate presunzioni ed eccessi tra i membri che, senza auto concessione dell'interessato, escono subito sul dare del tu e cose simili. L'amore, l'umiltà e la pazienza gli uni verso gli altri devono formare i segni distintivi del rispetto nel comportamento e nei rapporti reciproci. Il rispetto reciproco è fondato sugli insegnamenti teosofici. Ad ognuno è prescritto di comportarsi in maniera gentile, educata e premurosa. Cristo ha insegnato ben l'uguaglianza, ma anche il rispetto reciproco. Bisogna amare ogni uomo, ma anche rispettarlo in umiltà, perché Dio dimora in lui!

40. Solo tra i teosofi progrediti inizia la legge dell’uguaglianza. L'umiliazione o l’abbassamento di sé è quindi una questione prediletta della maturità spirituale della ragione di ogni individuo, perciò a nessuno può essere imposto in modo arbitrario qualcosa o essere forzato con violenza o grossolanità.

41. Gli errori dei singoli che ancora si formano nella vita teosofica, non devono in alcun modo essere considerati come segno caratteristico dell’associazione nel suo insieme, per bollarla in maniera ingiusta. “Ognuno darà la risposta per se stesso davanti al Giudice eterno”, dice l’Insegnamento cristiano.

42. La relazione dei non sposati tra di loro deve strutturarsi secondo l'insegnamento del sesto comandamento[24], che è così spesso e in molti modi spiegato nei libri teosofici cristiani. Chi ama discorsi immorali e conduce lui stesso una vita che dà scandalo, deve stare lontano dall’associazione fino a quando non sarà diventato costumato in parole e nella condotta pubblica.

43. Unioni d'amore oneste che mirano al matrimonio e alla vita familiare non sono un’indecenza verso lo statuto dell'associazione. Tuttavia l'interiore emozione sentimentale non deve mai diventare visibile nelle riunioni dell’associazione, perché gli altri membri si metterebbero subito a criticarla. Perciò deve essere mantenuta una decenza di fronte al pubblico come se si fosse in chiesa. Questa è una norma inevitabile se non si vuole essere criticati o addirittura espulsi, per prevenire scandali e critiche.

44. Oltre a partecipare all'opera dell’amore per il prossimo, ogni membro deve essere diligentemente impegnato a crescere nella conoscenza di Dio. Questo accade in primo luogo partecipando regolarmente alle riunioni e con l’ascolto delle conferenze che vi si tengono, così come con lo studio delle opere teosofiche che la biblioteca dell'associazione tiene, perché oltre alla Teosofia indiana esiste anche un termine che si chiama "Teosofia biblica", alla cui cima però ci sono i medium, ovvero i profeti di Dio, i quali possano spiegare la Bibbia fedele alla verità solo attraverso la rivelazione diretta di Dio a loro. Si leggano perciò le opere teosofiche cristiane dettate da Gesù, per poter cogliere la Bibbia nelle sue mistiche parole di verità.

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10. Escursioni dell’associazione

45. L'associazione organizza anche escursioni a cui tutti possono partecipare. In tali occasioni valgono le regole dell’associazione per quanto riguarda i discorsi, i canti e la musica, quindi la decenza e il costume secondo gli insegnamenti teosofici.

 

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Cap. 16

 

Ordine della lettura nelle riunioni pubbliche del lunedì

1. Molti non sanno orientarsi bene su cosa si deve leggere e riferire nelle serate in cui si riuniscono teosofi e persone mondane, perciò qui deve seguire una guida secondo la quale ci si deve indirizzare all’incirca, e questa è:

2. Dalle 7,30 alle 8 di sera c'è il prestito e il cambio di libri.

3. Alle 20:00 il saluto ai presenti, meglio di tutto il saluto cristiano: "Sia lodato Gesù Cristo!", oppure: "La pace sia con voi!" – Poi inizia la lettura della riguardante predica domenicale di Mayerhofer, sul n. 30 degli scritti teosofici cristiani di Bietigheim.

4. Dopo la predica si legga qualcosa dalle rivelazioni del Padre dagli scritti di Lorber o di Schumi, o anche da "Un giorno e adesso" se contiene qualcosa di importante per il pubblico in generale. I dettati d’amore e di esortazione nel "Un giorno e adesso” non tutti sono per lezioni pubbliche, perché bisogna tener conto che ci sono ospiti tra i presenti della libera assemblea, ai quali si devono esporre solo insegnamenti importanti, ma non cose per le quali non hanno né senso né predilezione nel loro mondo, per evitare che, con sorrisi beffardi, si bestemmi Dio che ha dato i dettati. Ma se dovesse accadere che questo avvenga, allora si dica con tono pacato: “Noto tra i presenti coloro che sembrano non capire che qui s’insegnano e si espongono gli insegnamenti teosofici e non quelli filosofici della cultura mondana. Vi chiedo quindi di comportarvi decentemente, affinché gli altri che hanno il senso e la comprensione della verità divina, non si sentano irritati e indignati per l’atteggiamento sconveniente”.

5. Il passo da leggere deve sempre essere preparato in anticipo e, se necessario, presentarlo nelle riunioni dei membri del giovedì e discusso se è adatto per la lettura o per tenere una conferenza, in modo che tutti i teosofi e gli ospiti presenti siano soddisfatti. Non ci si deve indirizzare secondo le proprie opinioni, ma secondo le opinioni di quei presenti che non sono a favore di tutto.

6. Se qualcuno desidera esporre qualcosa liberamente e non ha il dono dell’oratoria, allora deve leggere il suo discorso per iscritto, in modo da poter presentare le sue idee in modo fluido e non provocare gli ascoltatori alla risata e alla derisione.

7. Cose altamente trascendentali dal Sole materiale e spirituale, da Saturno e simili non si devono presentare in riunioni pubbliche, perché per la comprensione e la fede in queste cose si richiede amore, umiltà e fede in Dio. Si consideri che gli uomini mondani non hanno per lo più nessun senso di immaginare e comprendere l'Onnipotenza divina, perché non possono farsi una rappresentazione corrispondente di Dio che presso di Lui non c'è niente di impossibile, perché essi giudicano soltanto secondo i loro sensi e concetti terreni.

8. L'intera conferenza deve durare circa un’ora: infatti, si deve sempre cercare di riempire l'intera serata da una a un’ora e mezza, perché per sedute più lunghe ci deve sempre essere qualcosa di molto interessante e avvincente. Se la conferenza è breve, allora si intraprendano differenti cose, in modo da occupare il tempo di un'ora. L’argomento deve essere calcolato già prima, quanto tempo ci vuole, per attenersi al tempo giusto.

9. Prima della conclusione, se c'è ancora un po’ di tempo, si legga la preghiera della sera e del mattino dal libro delle preghiere, o qualcos’altro che sia adatto a tutti in generale. Si possono comunque intraprendere le preghiere a piacimento, per la qual cosa anche le offerte del mattino e della sera di Witschel possono essere utilizzate vantaggiosamente.

10. Se nell’associazione ci sono membri che possono cantare splendidi canti spirituali, allora può essere cantato qualcosa per diversivo.

11. Alla fine possono essere poste domande riguardanti la vita spirituale e rispondere sia immediatamente, sia con riferimento a libri che trattano e rispondono alla domanda posta.

12. All’incirca così si strutturi la conferenza degli incontri pubblici del lunedì, che può essere modificata in differente modo secondo gli statuti della società o dell'associazione.

 

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Cap. 17

Cos'è la Teosofia e cosa ha per scopo?

 

(Questa spiegazione deve essere data all'inizio della conferenza se sono presenti nuovi ascoltatori.)

1. «Cari presenti! Dal momento che la nostra assemblea ha attirato ancora una volta nuovi ascoltatori, deve seguire la spiegazione di cosa sia la Teosofia e qual è il suo scopo.

2. La Teosofia è l'Insegnamento divino proveniente dalla Sapienza di Dio “Gesù Cristo”. Il suo compito è di esporre l’autentico Insegnamento, come Gesù stesso l'ha insegnato e fatto trascrivere attraverso i Vangeli. Essa aspira a dimostrare, attraverso un’indagine sempre più approfondita in questo Insegnamento, per mezzo delle continue rivelazioni divine del Nuovo Testamento, che c'è un Dio, che l'uomo ha un'anima, che quest'anima continua a vivere dopo la morte del corpo e quindi c'è un regno degli spiriti. Quindi si tratta di tre prove principali, contro le quali il materialismo di oggi che nega Dio, nega l'anima e la sua sopravvivenza dopo la morte, combatte con tutti i mezzi che gli stanno a disposizione.

3. La Teosofia è puro Insegnamento spirituale di Dio e non ha nulla a che vedere con le cerimonie, perché Cristo stesso ha insegnato: “Dio è spirito e chi vuole adorarLo deve adorarLo nello spirito del suo amore nel cuore e nella verità attraverso le opere dell’amore per il prossimo nei poveri, nei bisognosi e nei malati, perché essi sono figli di Dio e fratelli e sorelle di tutti gli uomini”.

4. Essa ha quindi lo scopo di guidare gli uomini alla vera conoscenza e istruirli in tutto ciò che è buono, nobile, spirituale e divino, affinché impieghino correttamente lo scopo del loro cammino sulla Terra, che è la scuola di prova della carne per gli uomini, in modo che un giorno possano giungere a Dio, al loro Padre spirituale. Questo è quindi l’obiettivo e lo scopo della Teosofia, che si sforza di diffondere la pura Luce di Dio e il vero amore umano tra gli uomini».

 

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[1] Fu nell’anno 919 (dalla creazione di Adamo), quando Jehova comparve agli adamiti, i quali attraverso il loro grande amore Lo mossero ad apparire, dove Egli parlò a lungo attraverso il corpo di un angelo di un altro mondo, insegnò loro e si trattenne in loro compagnia. Fatti storici riportati nel libro “Il governo della famiglia di Dio” in tre grossi volumi, rivelato a Jakob Lorber nel 1840-1843. Infatti, Dio può essere indotto ad apparire solo attraverso un grande amore.

[2] Quindi un diluvio per purificare la terra del peccato, e non un diluvio universale. Così a poco a poco la storpiatura della parola biblica viene illuminata.

[3] L’autore Grossman, nel suo libro “Vecchio Testamento, vol. 1, cap. Urquart – “Scoperte e la Bibbia” pag. 37 - 58-292.

[4] Hormuzd Rassam era un assiriologo che fece una serie di importanti scoperte archeologiche dal 1877 al 1882, tra cui le tavolette di argilla che contenevano l'Epopea di Gilgamesh, la letteratura più antica del mondo. È accettato come il primo archeologo mediorientale e assiro conosciuto dell'Impero Ottomano. Più tardi nella vita, emigrò nel Regno Unito, dove fu naturalizzato come cittadino britannico, stabilendosi a Brighton. Rappresentò il governo come diplomatico, aiutando a liberare i diplomatici britannici dalla prigionia in Etiopia.

[5] La versione dei Settanta (dal nome lat. Septuaginta; indicata pure con LXX o  secondo la numerazione latina o greca) è la versione del Vecchio Testamento in lingua greca. Essa è la traduzione di un testo ebraico antico leggermente diverso dal testo tramandato dal giudaismo rabbinico.

[6] Si tratta del libro: “L’Infanzia di Gesù” rivelato di nuovo all’umanità attraverso Jakob Lorber 1843/1844, dopo che nel 325, al Concilio di Nicea, fu definito apocrifo, e così si perse nel corso dei secoli.

[7] In altre rivelazioni la parentela di Cirenio con l’imperatore Augusto risulta essere come fratello (probabilmente non della stessa madre) e non zio.

[8] Tebe per i Greci, Uaset per gli Egizi, definita la città dalle cento porte da Omero (Iliade IX, 383), fu edificata in una zona popolata almeno fin dal Paleolitico Medio.

[9] Ali Bey al-Kabir (in araboعلي بك الكبير) (1728–1773) fu un condottiero mamelucco in Egitto. Soprannominato Jinn Ali ("Ali il Diavolo") e Bulut Kapan ("Cloud-Catcher"), Ali Bey salì alla ribalta nel 1768 quando si ribellò contro i suoi governanti ottomani, rendendo l'Egitto Eyalet dell'Impero Ottomano indipendente per un breve periodo. Il suo governo terminò in seguito all'insubordinazione del suo generale più fidato, Abu al-Dahab, che portò alla caduta e alla morte di Ali Bey.

[10] Chi è questo Urquhart lo riferisce direttamente il Signore: «Nell’erudito ricercatore biblico storico John Urquhart, infatti, Io ho fatto venire al mondo un uomo che tenesse alto il vessillo della Verità divina, e combattesse con successo contro le potenze oscure dell’inferno, assegnandole all’ignoranza e alla menzogna. Sotto l’impeto di quest’argomentatore vennero alla luce del giorno i falsi profeti con le loro false ipotesi ed esposizioni, e sfracellarono le loro vanterie di sapienza, rimbalzando sulla roccia della Verità che il potente combattente di questa Verità ha eretto contro di loro, come le impetuose onde del mare s’infrangono sulla rocciosa costiera».

[11] Carsismo: processo per cui l’acqua piovana cadendo su una regione calcarea scioglie e asporta il carbonato di calcio del calcare, in seguito a ciò, essa tende a sparire nei canali sotterranei determinando l’irregolare topografia propria di queste regioni.

[12] Septuaginta: la prima traduzione greca dell’Antico Testamento dall’originale ebraico.

[13] Cum grano salis: «con un pizzico di sale», cioè con almeno un po’ di discernimento, di buon senso; si dice specialmente del comportamento di chi esegue una direttiva, con discernimento compatibile con le circostanze.

[14] 1° Cor. 3,16-17 / 6,19; Rom. 8,11; 2° Cor. 6,16 / 13,5.

[15] Gv. 2,19; 2° Cor. 3,5.

[16] Grande Vangelo di Giovanni di J. Lorber Vol. 3 cap. 88

[17] Teosofia cristiana cap. 8,12, da intendere la mezzanotte e dieci minuti.

[18] Si confronti l’ulteriore spiegazione nel Libro delle preghiere teosofiche cristiane” cap. 3,15 / 3,25.

[19] “Grande Vangelo di Giovanni” nel volume 3 al capitolo 87 e 88 è narrata la storia di questi due personaggi.

[20] Secondo la Rivelazione del Signore nell’opera dal titolo “Il Vangelo di Giacomo” ovvero “L’infanzia di Gesù” di Jakob Lorber 1843/44 – cap. 10,6 / 13,8 / 168,1, Giuseppe dal primo matrimonio ebbe cinque figli: Gioele, il figlio maggiore, poi Joses, Samuel, Simeon e Jakob. Quest’ultimo, chiamato da noi Giacomo, il più giovane, era maggiore di 16 anni rispetto a Gesù, e quindi fu lui che Lo accudì nella Sua fanciullezza. Da notare che Maria fu data in sposa al vecchio Giuseppe a 14 anni per accudire i suoi figli rimasti orfani.

[21] “Grande Vangelo di Giovanni” comunicato a Jakob Lorber volume primo capitolo 230.

[22] Si tratta del libro rivelato a J. Lorber “L’infanzia di Gesù”.

[23] Questi statuti sono scritti in modo da poter essere usati per la fondazione di Associazioni Teosofiche Cristiane in tutti gli stati tedeschi, e quindi il nome del luogo può essere cambiato come richiesto e può essere usato il nome del luogo dove tale associazione deve essere stabilita.

[24] “Non commettere adulterio”