Gottfried Mayerhofer

 

Predica n. 51

 

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La parabola della zizzania nel campo

 

Venticinquesima dopo Pentecoste

 ( XXXIIa del Tempo Ordinario)

 

[Matteo 13, 24-30]: «Gesù espose loro un'altra parabola: “Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò del buon seme nel suo campo. Ma poiché tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò zizzania in mezzo al grano e se ne andò. Quando poi la messe crebbe e portò frutto, ebbene si trovò anche la zizzania. Allora i servitori andarono dal padrone di casa e dissero: ‘Signore, non hai tu seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene dunque la zizzania?’. Egli rispose loro: ‘Questo l’ha fatto il nemico’. Allora i servitori dissero: ‘Vuoi dunque che andiamo e la raccogliamo?’‘No!’, egli rispose, ‘affinché non succeda che, cogliendo la zizzania, con essa estirpiate anche il grano. Lasciate crescere entrambi insieme fino alla mietitura, ed al tempo della raccolta dirò ai mietitori: raccogliete prima la zizzania e legatela in fastelli, che la si bruci; il grano però riponetelo nel mio granaio’.”»

(Il 2 maggio 1872)

1.         Le parabole di questo capitolo[1] contengono l'intera storia della Mia Dottrina e della Mia Creazione, dall'inizio alla fine. La storia della Mia Dottrina, affinché vi si mostri su quali differenti terreni agiscano essa e le Mie Parole; e la storia della Mia Creazione, perché vi si metta davanti agli occhi, chiaramente, come la Parola divina della massima consacrazione dello Spirito, salendo di gradino in gradino verso l’alto, trovi la sua espressione nei milioni di mondi. E così com’è differente l'impressione della Mia Parola su ognuno dei milioni di uomini, così anche il processo di sviluppo di ogni mondo è differente l’uno dall’altro.

2.         Le parabole come Io le presentavo al popolo di Israele erano prese dalla vita comune, in modo che gli ascoltatori le potessero facilmente comprendere, ma nella parabola destinata a questa domenica, nonostante ciò, essi non compresero chi tra loro fosse da paragonare al terreno buono, chi al terreno pietroso e chi alla via sulla quale cade il seme sparso invano.

3.         Questa parabola testimonia come Io vorrei, con opere e parole, convertire gli uomini al miglioramento, ma che il buon seme, poiché il mondo vi si mescola con i suoi piaceri, prospera solo sporadicamente in qualche luogo, e in genere non porta quei frutti che, conformi alle parole provenienti dalla Mia bocca, potrebbero essere richiesti. Vi dimostra poi, che alla fine la raccolta separerà il buono dal cattivo, e i buoni riceveranno la giusta ricompensa, gli ostinati e i maligni, invece, dovranno attraversare la lunga via della materia, finché avranno abbandonato tutte le impurità, e nel Mio Cielo e nel Regno dello Spirito potranno unirsi come un suono spirituale alle armonie lì dominanti.

4.         Vedete, dalla caduta di Lucifero, nell’intera Creazione il buono, o leggero, che è lo spirituale, ha la propria opposizione nel malvagio, o pesante, che è il materiale!

5.         L'immensa quantità di spiriti che caddero con Lucifero e che, quali portatori della materia, furono in essa legati, classifica l'intera Creazione mondiale secondo il contenuto spirituale, e per questa ragione i mondi sono più o meno, sotto l'aspetto morale-spirituale, leggeri o pesanti, cosa che non vuol dire altro: in tutti i mondi è espresso il grande principio delle supreme caratteristiche del Mio proprio Io, quale supremo Amore con tutte le proprietà da esso dipendenti!

6.         Se insegnai ai Miei discepoli, e venni Io stesso sulla vostra Terra, questo non aveva nessun altro scopo che annunciare il Mio Regno spirituale a tutti gli esseri creati, le sue leggi e i suoi principi fondamentali. Quando Io insegnai sulla Terra, non dissi nulla di nuovo, bensì sempre la stessa cosa, che avevo inculcato a tutti i Miei spiriti dal principio del mondo, vale a dire: quale doveva essere il loro scopo finale, e quali le loro aspirazioni. Perfino alla materia con i suoi spiriti in essa rinchiusi, Io misi dentro l’impulso a lottare per il perfezionamento, per spiritualizzare in tal modo la parte esterna, gli elementi della materia stessa, affinché essa, in accordo con l'interiore, alla fine si potesse innalzare alle più elevate potenze dello sviluppo della vita, dalla pesante pietra fino all'uomo cosciente di se stesso; il quale uomo poi – con la consapevolezza della sua missione – dovrà egli stesso spiritualizzare la propria parte materiale finché, quando il suo esteriore sarà divenuto spiritualmente uguale al suo interiore, sarà maturo per l’accoglienza nel Mio Regno.

7.         Al passaggio di queste fasi corrisponde la parabola del seme; il seme sparso, infatti, cadendo su terreno differente, produrrà prodotti differenti secondo gli elementi che troverà lì per il suo sviluppo. La messa in libertà della natura umana, ossia il libero arbitrio, presuppone questa differente interpretazione della Mia Dottrina così come Io la predicai un giorno ai Miei discepoli, e come adesso la comunico di nuovo solamente a pochi, su questa Terra. Gli uomini, stando nel mezzo tra i due poli del bene e del male, devono naturalmente mostrare anche reazioni differenti, in base a come essi vogliono, o possono, comprendere la Mia Dottrina.

8.         Come i mondi nella Mia intera Creazione sono differenti in milioni di modi, e per questo esprimono simbolicamente la differente comprensione della pura Verità, altrettanto differenti sono gli uomini con milioni di differenze, considerando ogni singolo come un mondo spirituale a sé stante.

9.         Da queste parabole scorgete quindi il vasto significato del ‘seme’, e della parola ‘Sia fatto!’, che Io pronunciai un giorno e prosegue ancora oggi, e alla fine riunirà tutti gli spiriti in un unico Regno spirituale, sebbene singoli mondi e individui dovranno percorrere vie più lunghe, ed altri, vie più corte.

10.    La Mia Parola, o anche l'espressione dell'Amore in ogni suo significato, racchiude l'intera Creazione e tutta la Mia Dottrina. Questo dimostra che Io ho dato solo leggi d'Amore, e precisamente soltanto due, le quali però hanno valore solo quando l'una completa l'altra.

11.    Queste leggi d'Amore sono il seme che Io, materialmente, ho seminato in tutta la Mia Creazione e, spiritualmente, nel cuore di tutti gli esseri ragionevoli. Il germogliare di questo seme, secondo l'influsso più o meno grande del mondo materiale, comporta sia il progresso verso il bene, sia il regresso verso il male, verso il materiale.

12.    Memore della libertà dell'uomo e di tutti gli spiriti creati, doveva dunque germogliare anche la zizzania tra il buon grano, come Io dissi allusivamente nella parabola. In questo caso, gli uomini che non percorrono la retta via, riconosceranno solo alla fine del loro percorso di vita terrena quanto si siano allontanati dalla vera e propria via che conduce alla loro salvezza. Essi nell'altro mondo dovranno poi ricominciare questa lotta dall'interno verso l'esterno, sotto altre condizioni e con pochi mezzi e grandi ostacoli, lotte che in molti credevano concluse, con la fine avvenuta su questo mondo.

13.    Ciò che per ogni uomo, quale piccolo mondo spirituale, è la morte fisica, per l'umanità sulla Terra è la fine di tutto il materiale, la fine di tutte le tentazioni mondane che avverrà ancor prima del Mio Ritorno, poiché dopo di ciò avrà il suo inizio il Regno spirituale sulla vostra Terra, e il Mio seme – ovvero la Mia Parola – porterà ovunque gli stessi frutti.

14.    Là tendono tutti i Miei preparativi nel vostro tempo! Sulla vostra Terra, infatti, è purtroppo dominante già più zizzania che buon grano, si trova quasi soltanto terreno pietroso e sabbioso, e rovi e cardi sono le piante principali che ne deturpano la superficie. I Miei falciatori sono già da lungo tempo all'opera, e con tutti i mezzi estirpano la zizzania che cresce rigogliosamente, ma andrà ancora peggio, proprio perché l’uomo libero ha acquisito un cuore quasi di pietra, sul quale, appunto come su una dura pietra, un tocco non lascia più nessuna traccia, bensì tutto scorre via senza scalfirne la superficie.

15.    Provvedete anche voi, affinché nel vostro cuore non germogli qualche zizzania delle cattive passioni, favorite da influssi mondani! Io dico a voi, come un giorno ai Miei ascoltatori: «Chi ha orecchi per intendere, intenda, e chi ha occhi per vedere, veda. Ci sono, infatti, ancora molti che purtroppo hanno orecchi, ma non sentono il vento spirituale che soffia attraverso l’intera Creazione, e hanno occhi, ma non si accorgono del raggio di luce proveniente dal Mio eterno Regno dello spirito che comincia ad illuminare poco a poco ogni angolo della vostra tenebrosa Terra, affinché quando vi ritornerò, come Re della Luce, non vi sia più nessuna ombra, nessuna oscurità.

16.    Ci sono ancora molti che vanno a caccia solo di godimenti e di beni mondani, non vogliono riconoscere nessun mondo spirituale, nessun elevato principio spirituale, nessun Dio come Creatore. Essi sono come i rovi e i cardi. Allontanatevi da loro! I loro aculei vi fanno percepire che potete avvicinarvi solo con prudenza a tali apparenti filosofi e scienziati. Essi, come sta scritto, saranno gettati nel fuoco, nel fuoco dei tormenti e delle sofferenze. Solamente poi, purificati dopo lunga lotta, potranno prender parte al Regno spirituale che prima hanno così fermamente rinnegato.

17.    A loro sono destinati i fenomeni naturali e le epidemie che li porteranno via in massa. Altri, con la perdita di persone care, saranno ammoniti in seguito a ciò, che esiste ancora un altro mondo oltre a questo naturale-materiale. Il loro risveglio sarà triste, e certo li dovrò risvegliare, perché Io non voglio perdere un solo atomo, tanto meno un'anima umana, che Io un giorno creai a Mia immagine, tanto interiormente, quanto esteriormente.

18.    Imparate anche voi ad ascoltare, ma con orecchi spirituali, ciò che Io vi dico, ciò che vi dicono gli avvenimenti del mondo, e ciò che vi esclama l'intera natura: "C’è un solo Dio, e questo è un Dio d'Amore!".

19.    Incurante del terreno, Egli sparge il Suo seme, sia che si tratti di strade militari o di terreni pietrosi, sia anche tra rovi e cardi. L’uomo è libero, e il seme può perciò operare secondo l'individualità di ogni singolo; ma alla fine, sarà raggiunto ugualmente lo scopo che Io avevo davanti agli occhi come Seminatore.

20.    Nonostante i differenti terreni coltivabili, alla fine verrà lo stesso un abbondante raccolto, l'eternità Mi assicura il successo. La Mia Parola, dopo che ha passato tutte le fasi, dopo essere stata calpestata dall’uno con i piedi, e accolta da altri con cuore pieno di gioia, deve in ogni caso produrre lo stesso risultato; poiché la Mia Parola – il seme – è Parola divina, e perciò può e deve migliorare e spiritualizzare il terreno su cui cade, se anche non su questa Terra, allora certamente nell'aldilà.

21.    La Mia aspirazione, e lo scopo di questa comunicazione, sono solamente per abbreviare questa via agli uomini e facilitar loro il procedere in avanti. Perciò, il ripetuto monito in questo capitolo: «Chi ha orecchi per intendere, intenda.

22.    Comprendetelo e afferratelo bene, e agite in conformità, e sentirete in voi stessi se il seme è caduto su un terreno buono, o su un terreno pietroso! – Amen!

 

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[1] Il cap. 13 di Matteo con le parabole: il seminatore; la zizzania; il chicco di senape; il lievito; il tesoro nascosto; la perla preziosa; la rete; (vedi Predica LII).