Gottfried Mayerhofer

 

Predica n. 50

 

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Gesù quieta la tempesta

 

Ventiquattresima dopo Pentecoste

 ( XXXIa del Tempo Ordinario )

 

[Matteo 8, 23-27]: «Gesù salì su una barca, e i suoi discepoli lo seguirono. E vedi, allora si scatenò nel mare una violenta tempesta, così che anche la barca fu ricoperta dalle onde; ed egli dormiva. I discepoli però accostatisi a lui, lo svegliarono e dissero: “Signore aiutaci, siamo perduti!”. Allora egli disse loro: “Perché, voi uomini di poca fede, avete tanta paura?”. Egli si levò e minacciò i venti ed il mare. Allora ci fu grande quiete. Gli uomini però si meravigliarono e dissero: “Chi è costui che i venti ed il mare gli obbediscono?”.

(Il 1 maggio 1872)

1.         Questo Vangelo narra di come un giorno, salito su una barca, quando si levò una violenta tempesta, poiché Mi ero addormentato, Io fui svegliato dai Miei discepoli, affinché imponessi la quiete alla tempesta stessa, e al mare.

2.         Ciò avvenne solo davanti ai loro occhi, sebbene anche quegli uomini che stavano a terra, avessero osservato come al Mio comando le onde si fossero placate e la tempesta fosse cessata. Così diedi ai Miei accompagnatori una nuova prova che Io non solo ero Signore della Vita e della morte, bensì anche Signore dell'intera natura visibile.

3.         Sebbene però quest’episodio abbia potuto aprire gli occhi a più di uno, su Colui con il Quale avevano a che fare, solo pochi compresero che Io, più che un uomo, ero il Figlio di Dio, ovvero Dio stesso. I Miei discepoli si persero d'animo, quando la tempesta aumentò la sua forza e, pieni di paura, Mi svegliarono, credendo che la loro fine fosse vicina. Eppure, giacché Io dormivo così tranquillo, non avrebbero dovuto pensarlo! A loro però non era ancora chiaro il concetto di ‘Figlio di Dio’, e per questa ragione in differenti casi si mostravano scoraggiati e in dubbio sulla Mia Onnipotenza, nonostante Mi avessero visto solo alcuni istanti prima, compiere atti che nessun uomo comune poteva compiere, bensì soltanto Colui che, oltre tutte le cose fisiche-materiali, tiene saldamente nelle Sue mani i fili dell'intera Creazione. Con prodigi, Io dimostrai loro spesse volte il Mio potere, eppure essi non riuscivano del tutto a familiarizzare con il pensiero di non aver a che fare con un comune uomo terreno, bensì con un Uomo divino. Sempre facevo disporre le circostanze così che, oltre alla Mia Dottrina, le Mie opere dovessero testimoniare ancor più chiaramente Colui che Mi aveva inviato. Perfino dopo la Mia morte, alla Mia ricomparsa tra di loro, ci fu chi ancora era scettico, come Tommaso, per esempio.

4.         Ciò che in quel tempo era così difficile credere, pur sotto il Mio diretto, visibile influsso, adesso che Io parlo per mezzo di scrivani espressamente destinati, oppure attraverso il cuore di ciascuno, è divenuto ancor più difficile e dubbioso. Adesso, devono e dovrebbero bastare le Mie parole, poiché il tempo della fede obbligata è passato, e di prodigi non ne saranno più operati, tanto meno saranno concessi con il concorso di altri uomini. Eppure, la maggioranza di quelli che ora credono alla Mia Parola, non è convinta per nulla dell'infallibilità della stessa. Anche loro si perdono al minimo pericolo come i discepoli, vale a dire, dubitano delle Mie promesse e delle Mie parole.

5.         La situazione, quando Mi trovavo con i Miei discepoli su una barca, corrisponde per ogni uomo alla sua stessa barca della vita, nella quale Io sonnecchio come Scintilla divina, finché sciagure d’ogni genere non lo spingono a cercare il suo rifugio presso di Me.

6.         Alla maggioranza degli uomini accade come ai Miei discepoli. Finché a loro non va male, non vengono da Me! Non appena però si credono perduti, essi m’implorano! Quando l'uomo è in una situazione penosa, in cui la fragilità di tutte le cose terrene gli mostra la maschera della nuda realtà, egli cerca di ottenere nell'interiore del proprio cuore, quel conforto e quella quiete che invano attendeva dal mondo esteriore. Fino a quel momento, anche in lui Io sonnecchiavo. Egli non Mi considerava come qualcosa di necessario e di reale, bensì come qualcosa d’immaginario insegnatogli, anzi inculcatogli da altri, per esempio i sacerdoti, solo per la ragione di accrescere il loro stesso potere, mentre il suo benessere spirituale non era mai preso in considerazione.

7.         Quando poi la navicella della vita, sferzata dalle tempeste del mondo, è sbattuta qua e là, allora sopravvengono paura, dubbi e timori. Si va cercando in tutte le dottrine che furono inculcate con l'educazione, sperimentando però con raccapriccio, che quei dogmi e quelle massime non sono adeguati per donare all'anima impaurita, pace e tranquillità. Allora l'uomo si rivolge allo Spirito divino sonnecchiante in lui, e cerca un sostegno nella parte interiore della sua stessa vita, fino allora non considerata, per non dover soccombere sotto la forza delle circostanze. E quando egli ha ritrovato questo tesoro interiore, quando ha compreso quanto poco valore abbia tutto il materiale, rispetto a una singola ispirazione proveniente da questo santuario, allora le onde si placano. Tacciono i venti delle passioni e delle preoccupazioni, e quiete e pace ritornano con lui nel mondo esterno; il mondo esterno stesso, infatti, non era fosco, ma lo era unicamente lo sguardo che ad esso si rivolgeva. Allora la Scintilla divina risvegliatasi nell’interiore, dirà all'anima impaurita: "Perché sei così timida, quando porti in te un tale Signore di tutte le cose materiali?".

8.         Vedete, in questo modo l’episodio sul lago ha la sua corrispondenza spirituale nella vita umana di ciascuno.

9.         Anche nella vita dei popoli c'è una scintilla di forza motrice divina che in certi momenti incita alla riflessione, affinché parimenti al singolo uomo, anche un intero popolo divenga consapevole della sua missione su questa Terra. Tutto ciò che avviene in questo mondo visibile, infatti, è solamente un semplice effetto dell'Amore, per mettere in risalto lo spirituale-animico nell'uomo.

10.    Questo processo avviene anche nella vita degli animali, delle piante e delle pietre, lì però è visibile solo agli occhi spirituali. Il prender forma, modellarsi e decomporsi di nuovo di tutta la materia, non è altro impulso che quello dello Spirito ridestato, il quale era prima legato e sonnecchiante nella materia. Il procedere verso l’alto di grado in grado, il perfezionarsi, non potrebbe avvenire se nel più intimo della materia non ci fosse lo Spirito ridestato dalle circostanze esterne.

11.    Come in quel tempo la barca con i Miei discepoli e con Me, rappresentava l'intero mondo scaraventato intorno sull'elemento mobile, sull'acqua, altrettanto è lo stimolo provocato dalle influenze esterne dello Spirito giacente nella materia, che spinge al progresso e al perfezionamento. I Miei discepoli dovevano parimenti essere spinti da varie circostanze, a progredire nella fede e nella ferma fiducia, per fortificarsi e non dubitare nelle future tempeste della vita.

12.    Lo Spirito nella solida materia, è un impulso inconscio che si manifesta nell'animale come istinto, nell'uomo come Scintilla divina sviluppata al massimo. L'uomo deve rafforzarsi nella consapevolezza che egli non è soltanto un abitante della Terra, bensì di tutto l’universo, il quale stando tra due mondi, ha rivestito su questa Terra il materiale, però è anche l'immagine spirituale di un Essere supremo, di un Creatore che dimora nell'infinito, ben oltre ogni cosa peritura. Egli vuole educare la Sua stirpe a quello per cui è stata creata: nobilitare la materia, spiritualizzare il grossolano e rigido, abitare eternamente un Regno dello Spirito, dove un giorno la materia stessa ebbe la sua prima origine, e dove dovrà trovare e troverà la sua ultima conclusione.

13.    Siate perciò anche voi solleciti a ridestare la Scintilla divina nell'interiore, a coltivarla e a comprenderla, e non perdete il coraggio sulle onde agitate della vita, sotto le tempeste delle passioni, delle condizioni e degli avvenimenti, come un giorno i Miei discepoli nella barca, ma siate sempre memori che il Padre vostro è presso di voi. Anche se la Sua voce non è sempre percettibile, Egli in ogni modo non dorme, come non dormiva il Mio Spirito divino nella barca dei Miei discepoli, ma attendeva solo pazientemente che un nuovo momento di timidezza manifestasse apertamente la debolezza dei Miei discepoli.

14.    Là Io comandai quiete ai venti e al mare; altrettanto, colui che Mi cercherà nel suo interiore avrà quiete e pace, tramite lo Spirito divino ridestato in lui, e potrà poi trasmetterle anche al mondo esteriore.

15.    Ricordatevi di queste cose, e non disperate se i vostri desideri non si realizzeranno subito, così come volentieri vorreste, ma rafforzatevi anche voi nella fede e nella fiducia sul vostro divino Spirito posto in voi! – Amen!

 

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