Gottfried Mayerhofer

 

Predica n. 12

 

 

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La guarigione di un cieco

Nella domenica di Quinquagesima[1]

( VIIa del Tempo Ordinario )

 

[Luca 18, 35-43]: «Accadde però che egli, mentre si avvicinava a Gerico, un cieco sedeva lungo la via e mendicava. Ma poiché il cieco sentiva passare la gente, domandò che cosa fosse successo. Allora gli risposero: "Passa Gesù di Nazareth!". Ed egli gridò e disse: "Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!". Quelli che procedevano in testa però gl’intimarono di tacere, ma lui continuò a gridare ancora più forte: "Tu Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Gesù allora si fermò e ordinò che glielo portassero. Quando glielo portarono vicino, egli gli domandò: "Che cosa vuoi che io faccia per te?". Il cieco rispose: "Signore, che io possa vedere". E Gesù gli disse: "Sii vedente! La tua fede ti ha aiutato". E subito egli divenne vedente, lo seguì e glorificò Iddio. E tutto il popolo, alla vista di ciò, diede lode a Dio.»

(Il 21 gennaio 1872)

1.         Qui avete un esempio, in cui la salda fede di un cieco, nella Mia Onnipotenza, gli ha ridato la luce dei suoi occhi.

2.         Quanti ciechi ci sono adesso sulla vostra Terra che avrebbero un gran bisogno della luce, e tuttavia, solo pochi tra loro sentono la brama a recuperare la luce degli occhi!

3.         La maggior parte è soddisfatta della propria cecità spirituale, e si è assuefatta ad essa così come un cieco nato che, privo del senso della vista dalla nascita, ha così affinato e perfezionato i suoi rimanenti sensi, in particolare quello del tatto, al punto che quest'ultimo, sostituisce in lui quasi totalmente quello della vista. Essi sono soddisfatti della loro condizione, perché non ne conoscono una migliore, e non si compiangono per la mancanza della vista, poiché non hanno nessun concetto di ciò che sia veramente la luce, e del suo effetto.

4.         Come questi ciechi nati, continuano a vivere materialmente in questo modo, così migliaia di uomini continuano a vivere spiritualmente. Con l’educazione e le circostanze, mai fu detto loro qualcosa della Luce spirituale, dei gradi superiori di comprensione, perfino delle cose materiali. Per loro esistono solo i concetti materiali. Essi credono che tutto sia materia, che la materia sia il vero e proprio mondo, che tutto scaturisca dalla materia e tutto ritorni ad essa.

5.         A questa specie di uomini completamente ciechi, appartengono anche quegli scienziati e naturalisti che, con l’errata direzione dei loro studi, si sono privati perfino dell'ultima scintilla di Luce spirituale. I primi sono ciechi e non sanno perché, – i secondi vogliono essere ciechi, poiché la Luce, se irrompesse su di loro, non si accorderebbe al loro modo di pensare e di vivere.

6.         Oltre a questi, soddisfatti della propria cecità, c'è ancora un’altra specie di ciechi che nutre il desiderio di diventar vedente. Sono coloro che, come i mendicanti ciechi, siedono ai margini della vita, e ai passanti, quando quelli si accorgono di loro dal rumore che fanno, chiedono cibo spirituale, affinché diventi sopportabile, o addirittura sanata la loro cecità.

7.         Tali ciechi sono quegli uomini che sul cammino della loro vita si sono imbattuti in certe cose che li hanno indotti alla riflessione, e sulle quali volentieri vorrebbero aver luce e risposta, ma non riescono a liberare se stessi dalle tenebre. Sono quelle persone dedite alle cerimonie religiose, attribuendo ad esse più valore di quanto ne abbiano veramente. In casi particolari essi sentono benissimo che sopra questo culto c'è qualcosa di più elevato, di più spirituale, che potrebbe dare loro il vero e proprio conforto nelle cadute, quando la sapienza umana li abbandona.

8.         Questi uomini siedono sulla grande via della vita degli spiriti che stanno progredendo. Mendicano la carità spirituale, affinché anch’essi non rimangano attaccati in eterno alla zolla di terra sulla quale li ha messi il proprio destino, bensì possano prendere il volo spirituale, volo che tocca ad altri, e che sentono passar loro velocemente dinanzi. Molti percorrono questa grande strada strategica del progresso spirituale; però non tutti si sentono chiamati e sollecitati ad aiutare i supplicanti, come anche, non tutti danno l'elemosina a un mendicante, ma soltanto chi ha compreso più precisamente il concetto dell'amore per il prossimo. Così a questi mendicanti spirituali è offerto solo un misero sostentamento, giacché nessuno – sia per mancanza di forza, sia per mancanza di conoscenza – può dare ai mendicanti ciò che essi chiedono veramente, vale a dire la visione spirituale, visione che solo pochi dei passanti possiedono completamente.

9.         Ma affinché, appunto, sia esaudita la richiesta di cibo divino di questi affamati, i quali anelano alla luce della verità, e sia ridata la vista a coloro che, già attendendoMi da tanto tempo, hanno voluto aspettare con fiducia incrollabile che Io, il grande Portatore di Luce, dessi loro in tutta pienezza ciò che altri avrebbero potuto offrirgli solo parzialmente, – allora Mi sono messo in cammino Io stesso.

10.    Come il mendicante presso Gerico riconobbe da lontano la Mia voce e Mi chiamò implorando: «Tu, figlio di Davide, abbi pietà di me!», altrettanto, nell'angustia della loro anima, molti M’invocano – e in pienissima fiducia – che Io ascolti la loro supplica. A costoro Io posso dare tutta la Mia Luce di Grazia, poiché la loro fede li ha aiutati. Essi sono fermamente convinti che sia Io Colui che può portar loro la Luce spirituale, mostrando la giusta via per il raggiungimento della beatitudine. Costoro Io rendo vedenti, e pongo nel loro cuore le parole: «Sii vedente, la tua fede ti ha salvato!».

11.    Tali ciechi eravate voi tutti, figli Miei, che ho ritrovato fra i molti, perché voi già da lungo tempo, per impulso e necessità interiore, Mi avete cercato e avete sentito in voi che le nozioni di fede cui vi hanno iniziato nella religione cristiana, non sono sufficienti a dare sempre il giusto conforto per tutti i casi della vita umana.

12.    Io vi feci assaporare parecchie medicine amare, per guarirvi quanto prima dalle assurde e false vedute che il mondo mise dentro di voi. Coinvolgendovi in determinate situazioni, Io v’istruii mediante complicazioni delle circostanze, facendovi precursori della Mia Dottrina che fra breve dovrà essere riconosciuta sull’intero globo terrestre, quale unico insegnamento, affinché voi non abbiate a dimostrarlo solo con le parole, bensì anche con le azioni ciò che le parole esprimono.

13.    Ad alcuni di voi Io diedi la facoltà di percepire la Mia voce direttamente nel proprio interiore, così che la Mia vera e propria Dottrina, come Io l'ho stabilita per l'intero universo in eterno, non sia di nuovo falsificata e interpretata diversamente da come la diedi ai Miei discepoli durante il Mio cammino terreno.

14.    A quei tempi, e per le generazioni successive, Io dovetti spesso avvolgere la Mia Parola in parabole e massime mistiche; Io sapevo, infatti, ciò che le successive generazioni avrebbero fatto di questa Parola. Io sapevo quanti sconvolgimenti avrebbe provocato la Mia Parola nella vita sociale, e quante persecuzioni e vittime innocenti sarebbero costate ai Miei seguaci. Io parlai in parabole affinché i nemici, nonostante tutto il fervore di distruggere il nocciolo del Mio Insegnamento, fino ad oggi rosicchiassero solo il suo involucro.

15.    Adesso che l'umanità è divenuta più matura e, anziché eliminare solo singole cose dall'attuale edificio religioso, è disposta a gettare nel mucchio l’intero edificio con i suoi abitanti, è giunto il momento in cui il vino chiaro in generale non può più causare effetti nocivi, ma per la maggior parte, unicamente effetti fortificanti. Ora i ciechi sulla grande strada verso il Mio Regno spirituale sono in grado di accogliere la Luce che già da qualche tempo si riversa in pienezza su di loro. Ora è giunto il momento in cui il grande edificio del dominio sacerdotale sarà abbattuto – come un giorno le mura di Gerico – dai suoni delle trombe della Mia Dottrina divina, affinché ai ciechi, in attesa dietro queste mura, sia data la visuale libera sulla valle del Giordano, nelle cui onde Io Mi feci un giorno battezzare, e dove echeggiò la voce dei Cieli: «Questi è Mio Figliolo, nel Quale Io Mi sono compiaciuto!».

16.    Così anche voi dovrete esser battezzati, e divenir vedenti mediante la Mia Parola e la Mia Luce proveniente dall’eterna sorgente del fiume inesauribile della Grazia Mia, affinché anch'Io possa esclamare: Voi siete i Miei figli, nei quali Io Mi compiaccio! Voi siete quelli che, battezzati con il Mio Spirito e dotati della vista spirituale, dovranno dare ai ciechi – che sulla via della vita si accosteranno a voi – la Luce che Io vi ho dato in così grande pienezza e già da così tanto tempo.

17.    Preparatevi a essere degni allievi del figlio del Carpentiere, del Maestro e Riconciliatore sulla croce, e del Dio e Padre che, al di là di tutta la spazialità, ha scolpito in tutta la Creazione a grandi lettere luminose le Sue due leggi dell'Amore!

1.         Preparatevi a diffondere la Luce dove i ciechi ve la implorano, affinché anch'essi possano essere partecipi della Grazia e, con l'informazione diretta, abbiano a riconoscere sulla via più breve, ciò che altri hanno riconosciuto, spesso solo molto tardi, dopo tormenti e lunghe pene, che Io – il Signore e Creatore di tutto ciò che esiste – sono anche il Padre che mai rifiuta qualcosa al supplicante, se ciò serve al suo bene, e volentieri apre gli occhi al cieco, affinché esso riconosca e apprezzi il Padre suo nella semplicità di Gesù, e nella magnificenza del Creatore!”. – Amen!

 

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[1] Quinquagesima: cinquanta giorni prima di Pasqua