Gottfried Mayerhofer

 

 

Predica n. 10

 

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La parabola dei lavoratori nella vigna

Nella domenica di settuagesima[1]

( VIa del Tempo Ordinario )

 

[Matteo 20, 1-16]: «“Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all'alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. E accordatosi con loro per un denaro come salario giornaliero, li mandò nella sua vigna. E uscito alla terza ora, ne vide altri che stavano oziosi al mercato: ‘Andate anche voi nella vigna; vi darò ciò che è giusto’. Ed essi andarono. Uscì di nuovo alla sesta e nona ora e fece altrettanto. All’undicesima ora però uscì e trovò altri che se ne stavano oziosi e disse loro: ‘Cosa ve ne state qui oziosi tutto il giorno?’. Essi gli risposero: ‘Nessuno ci ha preso a servizio’. Egli disse loro: ‘Andate anche voi nella vigna, e ciò che sarà giusto, vi sarà dato!’. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: ‘Chiama gli operai, dà loro il salario, e comincia dagli ultimi fino ai primi!’. Allora vennero quelli che erano stati a giornata all’undicesima ora e ricevettero ciascuno un denaro. Quando però arrivarono i primi, costoro pensarono che avrebbero ricevuto di più; ed anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. E nel ritirarlo però, mormorarono contro il padrone dicendo: ‘Questi ultimi hanno lavorato un'ora soltanto e tu li hai trattati come noi che abbiamo sopportato il peso e il caldo della giornata’. Il padrone però rispose ad uno di loro e disse: ‘Amico mio, io non ti faccio torto. Non ti sei accordato con me per un denaro? Prendi ciò che è tuo e vattene. Ma io voglio dare a quest'ultimo quanto ho dato a te. Oppure non posso fare io delle mie cose quello che voglio? Sei tu invidioso perché io sono così buono?’. Quindi gli ultimi saranno i primi e i primi saranno gli ultimi. Molti, infatti, sono i chiamati, ma pochi gli eletti’.”»

(Nel gennaio 1872)

1.         Questa parabola, così come molte altre, aveva lo scopo di rendere più facilmente comprensibili agli ebrei di quel tempo, verità spirituali sotto forma di parabole e rappresentazioni tratte dalla vita pratica. Inoltre, a quei tempi – come ancor oggi in Oriente – il linguaggio figurato e simbolico era più in uso di quanto lo sia oggigiorno, dove, per tutte le informazioni, si preferisce l'esposizione diretta.

2.         In queste parabole c’è sempre un profondissimo senso spirituale che, così com’era appropriato per quei tempi, avrà sempre lo stesso valore anche per tutti i tempi a venire.

3.         Noi vogliamo ora esaminare un po' più da vicino questo senso spirituale, e rendere evidente il suo significato, perché esso è la cosa essenziale, il nocciolo, – la parabola è solo il suo guscio o involucro esteriore.

4.         Vedete, in quella parabola Io dissi: «Il Regno dei Cieli somiglia ad una vigna». Il senso spirituale di queste parole va riportato al vero e proprio concetto di ciò che è, proprio, una vigna.

5.         Vedete, una vigna è un pezzo di campagna sul cui terreno, mediante la piantagione delle viti, la sostanza eterica della terra si trasforma in sostanza spirituale, il grappolo d'uva in vino. Con la scomposizione degli elementi, le sostanze più grossolane sono trasformate in sostanze più fini e più spirituali.

6.         Oltre al terreno però, che cosa è in particolare ancora necessario per la completa maturazione dell'uva?

7.         È necessaria la luce del Sole; poiché senza questo risvegliatore dall'alto, non si sviluppa nessun prodotto spirituale dalla terra. Il Sole con i suoi raggi di luce deve prima risvegliare gli elementi dormienti nel terreno, aiutare a spiritualizzarli con il suo calore, e così, attraverso la circolazione nella vite, attraverso le radici, tralci, foglie e fiori, deporvi il supremo che, alla fine, dopo il suo processo di scomposizione, mostra visibilmente quale esuberante elemento spirituale stava nascosto nell'uva, elemento che tuttavia inizia a manifestarsi soltanto quando l’uva ha cessato di essere tale.

8.         Qui avete quindi la vigna, nella quale tre cose – vale a dire: terra, acqua e luce – devono concorrere per produrre qualcosa di spirituale per un gradino più elevato.

9.         Ora vi sarà già più facilmente comprensibile il paragone del Mio Regno, o del Regno celeste, con una vigna, se voi applicate al Mio Regno la spiegazione su menzionata.

10.    Nel Mio Regno, allo stesso modo, il supremo è soltanto spirito; questo spirito, però, incorporato in esseri spirituali, può essere conseguito solo da prodotti inferiori della Creazione che sottostanno allo spirito. Così come l'intero processo di formazione del vino, dall’umore succhiato della radice della vite, fino al mosto che fermenta nella botte, è una costante trasformazione, purificazione e raffinazione delle sostanze, in ugual modo anche nella Mia intera Creazione tutte le cose create – avanzando sempre in avanti – sono purificate e raffinate, finché, dopo la loro fine come materia, col crollo della consistenza, può venir fuori la parte spirituale con una più leggera, più eterea veste. Così come le radici della vite assorbono dalla terra le sostanze idonee che servono all'ulteriore formazione dell’intera pianta, in ugual modo le radici di ciò che un tempo fu spirituale, risiedono nella materia. Qui sono i suoi primi inizi, da qui si sprigiona ciò che è idoneo a raggiungere un grado superiore e, dalle tenebre della crosta terrestre, s'innalza nell'aria più fine. Poi luce, aria e acqua fanno qui la loro parte, per completare il processo di spiritualizzazione e trasformare degli elementi solidi della terra in elementi liquidi, i quali possono più facilmente contenere ciò che è spirituale e più nobile, quando, cresciuti e superate le basse regioni, compenetrati dalla luce e dal calore, possono abbandonarsi facilmente agli influssi delle regioni più alte.

11.    In modo corrispondente avviene anche il processo di educazione per l’abitante dei Miei Cieli spirituali.

12.    Attraverso il raggio di luce e di verità dall'Alto, deve essere estratto dalla materia grossolana quell’elemento dormiente nella tomba, poi purificato, fino a risvegliare in esso l'impulso a salire sempre più in alto. Lo vedete sulla vostra Terra, come tutto si apre un varco, lottando dalla materia più grossolana a un’esistenza più leggera, attraverso tutte le classi del regno della terra al regno vegetale e animale, e da lì, sempre continuando a evolversi, salire in alto, fino all'uomo, e così formare il primo gradino spirituale verso il Mio Regno. Egli è già uguale all'uva, nella quale giacciono già preparati, tutti gli elementi per il delizioso vino.

13.    Anche nell'uomo, tutto è formato e costituito in modo tale che l'influsso dall'alto sia il più forte, e quello dal basso il più debole. Perlomeno così fu da Me destinato. In seguito, nel corrispondente passo di questa parabola, sarà discussa la degenerazione e la deviazione dell'uomo da questa via da Me tracciatagli.

14.    Con la decomposizione dell'involucro umano, l'uomo passa nel Regno degli spiriti, dove si ripete spiritualmente il medesimo processo.

15.    Come il più basso spirito vincolato nella materia solida ascese in precedenza fino al più alto gradino che è possibile sulla Terra, vale a dire fino all’uomo, così nel Regno degli spiriti egli dovrà ricominciare da semplice anima umana per progredire fino al massimo spirito angelico, anzi fino a Me stesso.

16.    Sotto quest’aspetto, quindi, il Regno dei Cieli somiglia a una vigna, poiché nell'uno come nell'altra si compie il processo di purificazione dal grossolano al più fine, dal solido al più mobile, dalla materia allo Spirito. In questo Regno celeste, quale vigna – come dice la parabola – un padrone di casa va quindi a cercare operai che lavorino nella vigna.

17.    Ciò che il proprietario di una vigna cerca in senso terreno, Io lo cerco in senso spirituale. Anch'Io cerco anime che comprendano se stesse e la Mia Creazione, e si prestino a osservare i Miei comandamenti d'Amore; anime che, con i loro insegnamenti e il loro esempio, dovranno contribuire a liberare gli spiriti vincolati nella materia, per ricondurre di nuovo a Me – e precisamente purificato, raffinato e spiritualizzato – ciò che un giorno uscì da Me.

18.    Come il padrone di casa, il mattino presto, esce e trova i primi che stanno oziosi e li assume per il lavoro, anch'Io esco e cerco di agire già nei primissimi anni sulle anime umane, per renderle idonee per il Regno Mio. Come questo padrone della vigna esce ad ore diverse, per trovare nuovi operai, anch'Io cerco di riconquistare nelle differenti età, nella giovinezza, nella virilità e perfino nella vecchiaia, coloro che, fino a quel momento Mi avevano perso e non sapevano quale fosse la loro missione in questo mondo, e quale il loro scopo nell'altro.

19.    Come i Miei figli si trovano nelle differenti fasi della vita, così anche – in misura maggiore – si trovano i popoli, in parte nell’infanzia, in parte nella giovinezza, nella virilità o nella vecchiaia. Anche i popoli percorrono il medesimo cammino dell’evoluzione, come il singolo uomo nelle sue fasi della vita.

20.    I primi inizi di una Dottrina per il Mio Regno furono i tempi della Fede, che corrisposero all’infanzia. Vennero poi i tempi dei dubbi e delle domande: quelli della giovinezza. Più tardi seguirono i tempi della chiara consapevolezza: quelli della virilità; e infine il periodo che precede la trasformazione imminente: quello della vecchiaia.

21.    La Mia prima Venuta coincise con il tempo della giovinezza dell'umanità, quando gli animi risvegliatisi cominciarono a criticare e a interpretare ciò che fu loro dato come religione, e da cui ebbero inizio le differenti professioni di fede. Ora, per non privare totalmente l'umanità della sua esistenza spirituale in quel periodo di grossi interrogativi, apparvi Io, proprio in quel tempo, e salvai così il bene accolto nell’infanzia, rimossi ciò che era stato attaccato da complicate fantasticherie, e ridiedi così all'uomo la sua dignità spirituale, dignità che sarebbe altrimenti andata perduta nell’egoistico movimento mondano.

22.    In quest’età giovanile, in cui la massima esaltazione e la massima umiliazione andarono di pari passo, Io andai a cercare i Miei operai per la Mia vigna celeste. Per compiere la loro missione molti salirono come martiri sul rogo, sui quali dovevano andare altri, ma non loro.

23.    Sotto questo movimento e l'andare e venire di grandi idee, tra dottrina spirituale e materialismo, maturò l’età virile dell'umanità. Il Mio seme, posto nella giovinezza, portò i suoi frutti, sebbene in molti luoghi degenerati. E di nuovo Io uscii, e raccolsi i combattenti per il Mio Regno – e li trovai, anche se in scarso numero. Alcuni osarono di nuovo separare il grano dalla pula, affinché nella matura età virile, nonostante il chiaro discernimento, non fosse di nuovo soffocata tutta la semina spirituale a causa di interessi mondani. Iniziarono le guerre di religione e le persecuzioni, si voleva combattere con fuoco e spada, con odio e vendetta, ciò che si sarebbe potuto vincere solo con l'amore e la tolleranza.

24.    Passò anche quest’età virile col suo carattere più serio. Coloro che volevano istupidire e accecare il mondo con le loro idee, caddero nella fossa che avevano scavato per altri. Essi andarono incontro a una riforma che sarebbe stata completamente diversa da come se l’immaginavano.

25.    E così i Miei operai, anche se non avevano compiuto tutto, certo per lo meno contribuirono notevolmente a preservare dalla distruzione, dalla decomposizione, la pianta dello Spirito, che contiene il purissimo Vino del Cielo.

26.    Ora Io vengo nuovamente nell'età senile dell'umanità, nella quale essa è matura per andare incontro, presto, a una trasformazione spirituale. Di nuovo Io cerco i Miei operai e ne trovo già parecchi. Sebbene, nell’età senile dell'umanità – come in quella d’ogni singolo uomo – ci siano molte abitudini che non sono facili da estirpare, tuttavia la forza delle circostanze contribuirà notevolmente ad allontanare con violenza, ciò che con dolcezza e amore non vuole cedere a un qualcosa di meglio.

27.    Così Io assunsi e inviai i Miei operai; e quando questi saranno giunti un giorno nel Mio Regno, si potranno unire agli altri, già arrivati prima, per celebrare con loro la festa della vittoria, e condividere la corona del merito.

28.    Io chiamai tutti gli uomini a questa via di purificazione, ma solo pochi sono riusciti a essere chiamati eletti, i quali, trionfando su miseria, afflizioni, preoccupazioni e lotte, hanno sempre tenuto alto il Mio vessillo della Fede. Molti hanno anche sofferto, e sopportato, nelle loro pie ma sbagliate intenzioni, fino a rasentare il fanatismo. Costoro saranno nell'Aldilà quelli che mormoreranno quando vedranno che, al tempo della vita, coloro che essi guardavano forse con disprezzo, saranno i primi a ricevere la ricompensa. Essi erano stati in verità anche i prescelti, però a loro mancò la forza per divenire eletti; così dovranno stare a vedere come gli ultimi saranno i primi, e i primi, gli ultimi.

29.    Tuttavia l'eterno Amore, che tutto equipara, saprà anche lì, quali mezzi usare per guarire le ferite del proprio orgoglio, alla cui base stavano false opinioni.

30.    Voi, figli Miei, e l'intera umanità, siete entrati adesso nell'età senile. Si avvicina il tempo del dissolvimento, – in senso spirituale, si avvicina il tempo della Mia ultima Venuta. Perciò l’inquietudine negli animi: perché essi hanno il presentimento oscuro del prossimo cambiamento delle cose terrene e spirituali! Perciò questa fretta di estirpare il male, ancor prima di questo tempo, per non esser colti di sorpresa da avvenimenti in cui non basterà ciò cui si è creduto finora! Perciò lo zelo degli operai giunti la sera, per recuperare in queste poche ore di vita spirituale ciò che non sono riusciti a compiere fino a quel momento!

31.    Così il padrone della vigna sarà presto occupato con il pagamento del salario. Così anch'Io assegnerò presto le corone e le palme della vittoria a coloro che – sia prima che dopo – erano i veri rappresentanti e divulgatori della Mia Dottrina.

32.    Badate anche voi, affinché non siate annoverati soltanto tra i chiamati ad ascoltare la Mia Parola, bensì che siate annoverati tra gli eletti che, come i lavoratori diligenti in una vigna, ancora al tramonto della vita di un’umanità senile, hanno contribuito in maggior misura a strappare al rigido, crudele operato del mondo, tutta la spiritualità possibile che, dopo il processo di fermentazione, dovrà portare frutti spirituali nel Regno celeste! – Amen!

 

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[1] Settuagesima: settanta giorni prima di Pasqua.