(Estratto dal libro “Mondi nell’aldilà”)

 

Sulla donazione degli organi

 

 

Titolo originale: Welten des Jenseits

Scrittrice: Jana Haas, in lingua tedesca

Dalla casa editrice Knaur sono già stati pubblicati dall’autrice:

-Angeli custodi’

-Arcangeli e la nuova era’

-Guarigione con la forza degli angeli’

-Attraverso l’anno con gli angeli’

 

 

 

 

Presentazione

Jana Haas proviene da Kasachstan/Russia e già dal 1992 vive in Germania. Fin dall’infanzia ha il dono della chiaroveggenza. È in grado di vedere il mondo spirituale così chiaramente come quello materiale. Con la conoscenza che le viene data da questo mondo, è in grado di spiegare agli uomini i collegamenti con il mondo spirituale. Tiene numerose conferenze, seminari e istruzioni. Attraverso libri, conferenze, TV e stampa è diventata nota a  un grande pubblico. Jana Haas vive oggi vicino al Lago di Costanza.

Nel libro “Mondi dall’aldilà”, l’autrice Jana Haas dedica un capitolo alla donazione degli organi, affrontando l’argomento da una prospettiva spirituale ed esoterica, con riflessioni sull’impatto che l’espianto può avere sull’anima del donatore. Nata in Kazakistan e residente in Germania, l’autrice è nota per i suoi scritti su spiritualità, sulla vita dopo la morte e le comunicazioni con il mondo invisibile.

Il contenuto descrive delle esperienze e visioni dell’aldilà, con capitoli dedicati a vari temi spirituali e pratici. Nel capitolo sulla donazione di organi, Haas riflette sul significato dell’espianto dal punto di vista dell’anima, sostenendo che il prelievo di organi da persone non pienamente coscienti, può avere conseguenze spirituali. Non è presentato come verità assoluta, ma come ‘intuizione’ o esperienza personale.

Anche se sotto l’aspetto medico la donazione degli organi viene vista come una pratica che prolunga la vita fisica, tuttavia non viene preso in considerazione la dimensione spirituale dell’individuo; secondo Haas, l’anima del donatore può vivere un trauma, se non è consapevole o non ha scelto liberamente il sacrificio. Perciò, si invita tutti a considerare la donazione non come atto medico, ma come scelta spirituale che coinvolge la volontà e la coscienza.

Amici della Nuova Luce

 

 

 

 

Introduzione

cap. 1       La mia via medianica

cap. 2       Spiritualità nel tempo odierno

cap. 3       Il senso della nostra esistenza

cap. 4       L’anima immortale

cap. 5       L’edificazione del Cielo

cap. 6       Gli angeli e il loro operare

cap. 7       Il morire – un passo oltre la soglia

cap. 8       La via attraverso i mondi astrali superiori

cap. 9       Il momento della morte è predeterminato?

cap. 10     Accompagnamento nel trapasso

cap. 11     Elaborazione del lutto

cap. 12     Paura della solitudine

cap. 13     L’Ultimo Giudizio

cap. 14     Il livello astrale e i mondi astrali inferiori

cap. 15     Mondi astrali paralleli

cap. 16     Inferno, purgatorio e diavoli

cap. 17     I defunti come spiriti

cap. 18     Occupazione tramite i defunti

cap. 19     Come possono comunicare i deceduti con quelli che sono rimasti?

cap. 20     Reincarnazione e karma

cap. 21     L’incontro di anime nell’aldilà e l’accordo per una nuova vita terrena

cap. 22     La nascita nella vita terrena

cap. 23     Sulla donazione degli organi

cap. 24     Una vita celestiale già sulla Terra

cap. 25     In conclusione

Indicazioni sull’autrice

 

 

 

Cap. 23 – Sulla donazione degli organi

1. Nell’espianto di organi si deve considerare la faccenda da due lati. Da un lato c’è il ricevente per il quale la donazione degli organi rappresenta sovente un notevole miglioramento della qualità della sua vita, e per il progresso medico in questo campo esso rappresenta un grande arricchimento. Se si considera la faccenda dalla parte del donatore, allora la donazione di un organo da parte di un parente sano del donatore è un meraviglioso servizio d’amore. Precisamente così stanno le cose – ad esempio – nel trasferimento della cornea dell’occhio di un morto.

2. Nel prelievo di altri organi, invece, arriviamo a dei limiti etici. Il problema qui è che, con l’entrata della morte, gli organi da prelevare diventano inutili, poiché, per poter prelevare degli organi “vivi”, da parte della medicina è stato definito il momento della morte. Se come segno della morte subentrata valeva prima l’arresto cardiaco e la respirazione, adesso è stata stabilita una nuova definizione del momento della morte, cioè: la morte cerebrale!

3. Questo significa che si designa una persona come morta quando ancora batte il suo cuore, e pertanto vive ancora. Attraverso l’aver stabilito delle ferite cerebrali, i medici considerano il fatto che il paziente morirà nel giro dei successivi giorni. A questo punto si tratta effettivamente ancora chiaramente di una persona vivente, la cui anima forma ancora un’unità con il corpo, e che ora avrebbe bisogno di un amorevole accompagnamento del morire, per poi poter lasciare andare pacificamente il corpo e iniziare la salita nella luce, verso il Cielo.

4. Dunque, se si lasciasse giungere a questa persona un tale servizio naturale affinché muoia pacificamente, allora a questo punto, dopo la morte subentrata, la maggior parte degli organi sarebbe inutilizzabile per il trapianto. Per poter conservare gli organi necessariamente viventi-freschi, la medicina ha preposto, senza esitare, il momento della morte e, in tal modo, ha equiparato l’irreversibile mancanza di certi comparti cerebrali alla morte del corpo umano. Si tratta di persone i cui organi vengono prelevati per attivare artificialmente il processo della morte su presunti ‘donatori’ ancora viventi, e la cui morte inizierà di colpo con il prelievo dei suoi organi.

5. Se un uomo gravemente ferito viene destinato a donatore dei suoi organi, il suo status cambierà immediatamente, cioè, da ‘paziente’, cioè da morente, diventerà una ‘salma’ vivente. Ora non si tratta più del bene di questa persona, ma della conservazione dei suoi organi utilizzabili, quindi si baderà esclusivamente della conservazione del corpo allo scopo delle funzioni vitali. Quindi la definizione di “morte cerebrale” stabilisce la morte della persona esclusivamente nel cervello. Nel prelievo degli organi, l’uomo, il “morto cerebrale”, viene poi narcotizzato, dato che altrimenti accadrebbero ancora dei movimenti spontanei, aumenti della pressione sanguigna, come anche reazioni di sudorazione. Il personale che si occuperà dell’operazione lo preparerà a questo, poiché deve predisporlo al prelievo degli organi mentre è ancora ‘vivente’.

6. Bernhard Jakoby descrive nel suo libro “La vita dopo” alcuni esempi impressionanti, tra l’altro, il caso di ‘Sven’ diciannovenne, che era stato ferito in un incidente ed era in pericolo di vita. «Il medico dell’incidente ha deciso di trasferirlo per il prelievo degli organi nell’unica clinica di Hannover. Là è stata constata la sua morte cerebrale. L’incidente era accaduto nel primo pomeriggio e poco dopo, verso le ore 19,30 arrivarono i suoi genitori. Quando si chiese loro il consenso per la donazione degli organi, la madre rifiutò, dato che aveva l’impressione che suo figlio non avesse in nessun caso un aspetto di “morto”. Invece il padre, infine, accettò. In seguito, quando la madre vide per l’ultima volta suo figlio poco prima del funerale, restò scandalizzata:  il figlio aveva l’aspetto di molti anni più vecchio, i suoi capelli erano diventati bianchi. Sembrava come se avesse subito una gravissima lotta nella morte, – tormentosa», e continuò sempre a chiedersi che cosa fosse successo.

7. Io, collegandomi ai mondi spirituali, ho cercato questo ragazzo, Sven, ed ho trovato la sua anima catturata in un completo shock, e irrigidito. Attraverso questa pesantezza emozionale, l’anima era continuamente attratta sempre più profondamente nei mondi astrali inferiori. Dalla sua indole, in origine un essere di luce, la sua anima con un processo di morte ‘normale’ avrebbe trovato in modo relativamente veloce la via nella luce nei mondi astrali superiori. Invece attraverso il grandissimo shock, la sua anima era ora completamente bloccata, attirandola nella pesantezza. Il prelievo dei suoi organi aveva danneggiato in maniera incredibile sia il suo pacifico trapasso, sia il suo ulteriore sviluppo nell’aldilà, il che, secondo ogni probabilità, resterà anche nelle sue future incarnazioni. Invece di un processo di distacco che normalmente sarebbe durato alcuni giorni, in quel modo il suo corpo è stato spinto velocemente a morire. L’anima, in ogni caso già irritata dall’incidente, dovette assistere come il corpo con il quale era ancora legata veniva aperto per mezzo di seghe, e tagliato e macellato. Questo inafferrabile shock lo aveva fatto invecchiare spontaneamente, tanto da fargli diventare i capelli bianchi.

8. Nell’aldilà ho potuto parlargli, e quando gli spiegai la sua situazione, l’anima ha potuto risvegliarsi dal suo irrigidimento dovuto allo shock e cominciare la sua risalita dall’oscurità del regno dei morti verso la luce. In seguito, dopo circa sei mesi, quando l’ho potuto risentire, era già nella quinta dimensione dei mondi astrali superiori. Attraverso la forza della sua personalità, nonostante l’esperienza immensamente emozionale di shock che ha terminato la sua vita terrena, ha potuto ritrovare la sua fede nel bene e nella luce di Dio. E adesso sta lasciando dietro di sé la sua esperienza precedente, insieme all’evento dello shock per rapportarsi come essere spirituale nella grazia di Dio. – Ora, quando prendo nuovamente contatto con lui, mi riconosce subito e mi ringrazia per l’aiuto. Non riesce ancora comprendere che i suoi genitori abbiano potuto commettere su di lui una tale azione disumana. Secondo ciò che mi ha dichiarato, questa cosa era stata la più terribile che abbiano mai potuto fare. Egli mi ha confermato che la sua anima in quel momento si trovava ancora nel corpo. La profanazione del suo corpo, come anche il prelievo degli organi, gli aveva causato indescrivibili dolori ed esra rimasto scioccato. Mi ha pregato di riferirlo all’umanità affinché anche ad altre persone potrebbe accadere lo stesso trattamento nel prelievo degli organi, e lui avrebbe voluto comunicare loro il suo chiaro disappunto sull’attuale tecnica di trapianto.

9. Dopo il colloquio con me aveva trovato più pace e si era potuto dedicare ancor più alla sua salita nella luce, lasciando andare sempre più la sua vita passata.

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10. Quando a un morente, a un cosiddetto ‘morto cerebrale’, vengono prelevati gli organi, allora questo dovrebbe avvenire solo con il consenso espresso consapevolmente dal donatore, in anticipo.  Se un uomo decide di voler donare i suoi organi e lo fa consapevolmente mettendosi a disposizione come donatore, allora questa è un’altra situazione di partenza. Quando ci si occupa di un prelievo degli organi, si dovrebbe spiegare – prima – al morente, anche tramite la possibilità di un contatto spirituale e pregando, la sua situazione, e così esortare l’anima ad abbandonare il corpo morente e andare verso la luce.

11. La scienza, nel procurarsi degli organi è esortata urgentemente a trovare un'altra via per la preparazione degli stessi, piuttosto che dichiarare morta una persona i cui organi – eccetto le parti cerebrali – funzionano ancora, e il cui cuore batte ancora, e la cui anima dimora ancora nel corpo!

 

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