Commento

al libretto XXIII

 

“Scene deliziose”

di Max Seltmann

Giovanni l’apostolo, quale guida (II parte)

 

Cari amici lettori

Un'altra scena del tempo degli apostoli è pronta per essere scoperta, affinché si faccia luce tra le tante dicerie su Gesù, l’Uomo-Dio e sulla fede dei suoi discepoli nei primi anni del cristianesimo. Il personaggio principale è sempre Giovanni, in Gerusalemme con Maria, in Efeso con dei greci già convertiti da Paolo, e con dei greci non convertiti in un viaggio su una nave per Smirne. Il fine è quello di farci comprendere la sua dottrina e la sua fede crescente, completamente viva e permeata dello Spirito di Gesù che gli si rivela e lo guida in ogni azione.

La particolarità di questa Comunicazione, oltre a confermarci in alcuni passaggi, come quello dell’età di Maria all’atto del concepimento (cap. 2.14: «…erao quasi una bambina») e di Giuseppe («…fui affidata dal tempio al vecchio Giuseppe»), così come sappiamo attraverso gli altri mistici, ci viene presentato un linguaggio dell’epoca (e siamo al tempo della distruzione di Gerusalemme per opera dei romani), che dimostra una fede ferrea nella dottrina pura di Gesù confermata da continui segni soprannaturali, e ci fa capire anche gli sforzi dei discepoli per mantenerla tale con la semplice trasmissione orale derivata dal rapporto interiore con lo Spirito del Maestro.

Gli insegnamenti sono quelli conosciuti in altre rivelazioni, come ad esempio una malattia agli occhi ereditata per colpa di un comportamento maligno di un genitore, c’è un mercante osservante della Legge interiore che con un atto d’amore riceve in cambio il dono della chiaroveggenza, ci sono due episodi in cui i molti presenti vedono lo spirito di Gesù e parlano con gli spiriti che presenziano l’adunanza, e c’è il momento della chiamata nell’aldilà di Maria, la madre terrena di Gesù.

Ma il contenuto più importante riguarda il comprendere l’essenza di Gesù. Il Dio che si è fatto Uomo e, con la Sua umanità, soffrendo come un qualunque essere umano nonostante avesse la possibilità di svincolarsi dalla materia, dovette con la rinuncia, l’abnegazione, l’umiltà, creare un Cielo in Sé, e questo Cielo doveva comprendere tutta la Creazione, affinché neanche una briciola di onnipotenza potesse essere richiesta dal nemico della Vita quale una giustificazione per l’uso improprio di forze provenienti dalla Divinità.

Inoltre c’è anche un importante concetto sul dono delle guarigioni che proviene sempre da Dio, ma, a seconda dell’uso che se ne fa, lo stesso dono può essere usato dal maligno per deviare completamente il credente dalla vera fede. Infine anche una tempesta in mare, dove l’infuriare degli elementi ai nostri giorni viene dimostrato dagli scienziati come forza della natura, c’è qui un ulteriore insegnamento che invece tutto proviene dal mondo dello spirito, dove le forze del bene e del male lottano per rendere il nostro soggiorno su questa Terra ricco di benedizioni o maledizioni a seconda della nostra fede e del nostro amore a Colui che tutto creò.

 

Amici della nuova Luce

 

M.S.  Libro XXIII    Giovanni l'apostolo, quale nuova guida – parte II”

 

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