Un aiuto per il lettore

 

Comprendere la vita di un fratello che ha ricevuto in dono ‘la parola interiore’, significa entrare in un mondo sconosciuto, in una dimensione esistente al di fuori del tempo e dello spazio che la realtà della vita materiale, finché non si passa ‘oltre’, non ci consente di percepire. Infatti, esaminando più da vicino la vita di un fratello rinato, si comprende che solo raggiungendo quel nuovo stato si può tendere a non far più parte di questo mondo, e ciò avviene solo grazie allo spirituale che consente di dare uno sguardo all’imperituro, al celato, all’immenso e invisibile mondo da cui tutti noi proveniamo. È solo allora, solo quando un continuo rifluire d’immagini e impressioni che possono presentarsi ai nostri occhi spirituali, ci sarà permesso di vedere ‘oltre’, di percepire interiormente e spaziare nell’infinito.

Ma può il finito comprendere l’infinito? E come può il finito giungere là dove non c’è una fine?

In questo piccolo mondo sul quale viviamo l’esistenza terrena, limitata a un esiguo tempo – che nel suo svolgersi quotidiano ci porta a sperimentare come sia veramente breve la vita vissuta, e che il domani procede inesorabile diventando già ieri – non è facile credere così agevolmente che ‘dopo’ possa esistere un ‘oltre’, un oltre senza fine, un tempo senza limiti, un luogo senza spazio. E tuttavia, percepire qualcosa di tale infinito, grazie all’esperienza di quel credente che vi si è avvicinato, provoca in colui che riconosce tal esperienza, l’immediato desiderio di fuggire da questa vita, per lasciar tutto di qui e spaziare quanto prima in tale infinito. Proprio perciò nella vita dei santi, taluni atteggiamenti che spesso conducono ad accettare le afflizioni fino al martirio, restano incomprensibili per i non credenti. Il che può essere paragonato a ciò che accade in certuni quando, avendo essi vissuto una gioia o un piacere, ne vanno poi continuamente alla ricerca per tutta la vita, per ripetere e ritrovare a qualunque costo quelle sensazioni.

Un rinato non torna più indietro! Cosicché, chi poté conoscere la personalità di Georg Riehle, restò attratto da quel suo mondo interiore che lui così spesso cercò di esternare, indicando nelle sue innumerevoli conferenze ciò che percepiva, per spingere il più possibile tutti i presenti a ricercare lo spirituale, cioè il contatto con la Divinità, sia tramite la preghiera, sia mettendo in pratica i Comandamenti. La vita di Riehle fu un continuo ‘dare al prossimo’, mediante ‘la Parola’ ricevuta interiormente che egli tante volte espresse proprio in occasione di tali conferenze, rimarcando che il Padre è sempre presente nell’umanità, accanto a ciascuno di noi, e può essere percepito se Lo si rende vivente con un cammino di vera fede messa in pratica.

In questa ulteriore raccolta preparata dagli amici di Georg di quel tempo – suoi più stretti collaboratori che vissero alcuni episodi della sua vita – sono state riunite altre undici di quelle conferenze tenutesi nel 1936, in cui a volte il Signore interveniva direttamente tramite Georg. Perciò anche il titolo ‘Ore nello spirito di Betania, è come un ritrovarsi al tempo di Gesù all’ascolto di quegli insegnamenti, come stare presenti tra i discepoli che Lo seguivano, quando spesso si ritrovavano tutti nella tenuta di Lazzaro in Betania.

La semplicità dei concetti esposti a un pubblico variegato, non sminuisce la profondità del contenuto spirituale nella sua autenticità di vita vissuta, poiché in questi brevi appunti, pur se a volte sembra mancare l’interconnessione tra una frase e l’altra, a causa dalla precarietà nel riportare tutte le espressioni di Georg nel miglior modo possibile, non sappiamo se con la stenografia o se a volte con i primi registratori portatili, in quei tempi di difficoltà e senza la tecnologia odierna, tale contenuto ci consente comunque di percepire lo spirito di questo nostro fratello rinato, il quale dedicò tutta la sua vita a rendere partecipe il prossimo del mondo spirituale presentato, mondo che ci attende dopo la vita terrena.

 

Amici della Nuova Luce

 

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