Gottfried Mayerhofer

1876

 

Estratti da

“Accenni sull’Insegnamento di guarigione, dieta e vita”

[libretto n° 48 – capitoli 120-135]

 

Nascita, vita e morte

 

 

 

 

Raccolta di Scritti della Nuova Teosofia

Casa Editrice della Nuova Teosofia (J. Busch)

Bietigheim/Germania


 

INDICE:        Nascita   Vita  -  Morte

 

La nascita

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[N.T. n° 48 – cap. 120, 5-8]

5. Non vuoi far passare il tuo onomastico senza lasciare ai tuoi confratelli un segno commemorativo. Io so bene che in questo giorno non hai pensato al tuo onomastico, ma alla parola ‘Gottfried’ (Pace di Dio) di cui hai già ricevuto tempo addietro una parola da Me.

6. Ebbene, questa volta invece di darti una parola, te ne voglio dare tre, e precisamente così che nelle stesse non sarà illuminata la parte spirituale del già noto e detto, ma persino ciò che la scienza sa riferire su queste tre parole ervocitate, le quali sono note o comprese da pochi, ma da molti persino totalmente negate.

7. Inutile e vana è ogni tendenza: devo restare a questa frase che vi ho già messo spesso davanti agli occhi, voi non vedete, né percepite o udite nulla, vivete alla giornata, credete solo nel materialmente visibile, ma non riconoscete, né afferrate o comprendete il Portatore e Motore spirituale di tutti le apparizioni materiali – siano esse in, intorno oppure al di sopra di voi – e così queste tre fasi della vita dello spirito e del corpo dell’uomo vi devono di nuovo dare una conferma che la cosa principale, il perché e la spiegazione di tutti i fenomeni, di tutti i misteri e persino apparenti contraddizioni, devono avere certamente la loro origine, dove di solito voi stessi non cercate. Ebbene, dunque, alla faccenda:

8. La prima parola è ‘nascita’, cioè il visibile ingresso di un’anima legata in un corpo umano nel regno materiale di una vita in generale. Dall’atto del concepimento fino all’atto della nascita la scienza medica vi ha comunicato e dimostrato molte cose, ma non è mai riuscita a scoprire il segreto Tessitore che unisce tutti questi fili come in una rete, affinché venga al mondo un tutto ordinato, un’organizzazione umana nel piccolo che, con il primo respiro dall’aria atmosferica, ricade poi nel generale processo di trasformazione e progresso, a cui ogni materia è e deve essere sottoposta.

 

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[N.T. n° 48 – cap. 121, 1-6]

1. Vedete, già altrove vi ho detto che la procreazione è un atto creativo nel quale vi concedo un certo diritto che, altrimenti, nell’intera Creazione appartiene unicamente a Me (ved. Nella parola su “La sensualità” del 10.11.1870), ma che proprio questo atto sia un Mio Attributo, e non dipende dalla vostra volontà, lo potete vedere tutti i giorni, perché lo stato della gravidanza subentra quando voglio Io, e non quando volete voi! – Già dall’esperienza (se aveste più comprensione dell’agire spirituale in genere) dovreste riconoscere che vi è un perché, per il qual motivo in una famiglia ci sono figli in abbondanza, e in un’altra, totale sterilità, la quale preoccupa spesso proprio le classi superiori presuntuose della vostra società, dove qualche vanitoso bellimbusto vorrebbe un erede che potesse, degno della sua posizione, di nuovo spendere e sperperare le sue ricchezze rapinate!

2. Persino col sesso dei singoli figli – se femmina o maschio – ho di nuovo Io da pronunciare la Parola più importante, perché Io so meglio di tutti quali cambiamenti sorgeranno dall’avvenimento, se il nuovo arrivato appartiene all’uno o all’altro sesso. Tutti questi sono solo dei singoli indizi con i quali vi voglio dimostrare che ovunque un effetto spirituale deve determinare risultati materiali.

3. Se vogliamo passare dalla concezione stessa e poi osservare con occhio attento l’intero svolgimento dell’embrione, allora vi voglio presentare un paragone che deve essere attuato attraverso le tre parole: nascita, vita e morte, e questo paragone è quello di una rete da pescatore, che prima e dopo la nascita viene distesa, usata nella vita, e poi morendo viene di nuovo dissolta maglia dopo maglia, nodo dopo nodo.

4. Vedete, dopo tutto, le ricerche scientifiche vi mostrano come primi inizi dell’embrione, due punti, i quali sono collegati per mezzo di un delicato filo. Uno di questi punti diventerà il cervello, l’altro il cuore, e il filo che li collega, la spina dorsale o colonna vertebrale.

5. Esse sono le prime maglie della rete da pescatore, maglie che potrebbero rappresentare simbolicamente l’inizio, come un filo e due nodi, da cui poi viene stesa l’intera rete come un tessuto cellulare diversificato annoda e serra in un tutto la casa di tutta l’organizzazione umana.

6. Così, iniziato da questi due punti microscopici, si sviluppa da un lato l’intero sistema di nervi e dall’altro quello delle artiere, vene e capillari degli importanti vasi sanguigni, il primo come stimolatore e motore, l’ultimo come esecutore, espulsore e perfezionatore che completa lentamente in un determinato tempo il corpo umano con l’aiuto della vita materna, – finché subentra il momento in cui la vita materna non ha più nulla a che fare con quella ora nascente, ed essa la deve espellere dal suo corpo, affinché la lasci al suo ulteriore sviluppo sotto altre condizioni e altre influenze di una Guida superiore, dove la prima vita inconsapevole nel corpo materno, è in verità il fondamento, l’inizio, ma non lo scopo principale, né può essere la fine.


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[N.T. n° 48 – cap. 122,  1-6]

1. Così vengono costruiti tutti gli organi nel corpo umano, poiché con la prima pulsazione del cuore nell’embrione, l’anima messa dentro comincia la sua opera, e continua il costruito, e precisamente con i mezzi che essa trova nel corpo materno e con l’aggiunta che riceve continuamente dalla vita materna.

2. A seconda se ora questi mezzi sono sani e nello stato normale oppure contengono elementi inservibili, anche il nuovo essere che deve nascere riceverà conforme a ciò la durata della sua vita, le sue sofferenze o le gioie, dove oltre agli squilibri fisici ne soffriranno persino anche quelli spirituali, cosa che lo dimostra la decadenza della razza umana e la propagazione di ogni possibile malattia, poiché la maggior parte di queste non sono errori commessi da se stessi, bensì sono malattie ereditate, le quali mettono molti ostacoli sulla via dello sviluppo spirituale su questo mondo, non potendo, attraverso le malattie, essere completata l’opera del progresso spirituale, e spesso questo progresso viene riservato per l’aldilà, dove però il miglioramento non può avvenire facilmente come potrebbe avvenire qui!

3. Non appena il fanciullo è uscito dal corpo della madre ed entra nel circuito della vita planetaria, allora la sua vita (intanto) è puramente vegetale; poiché gli strumenti dei quali con il tempo l’anima si dovrebbe servire per la manifestazione della sua vita interiore sono ancora troppo delicati, non sopportano uno sviluppo spirituale, e dapprima si deve aspettare che occhio, orecchio e lingua si abituino a ricevere le impressioni dall’esterno, di rimettere le stesse all’anima, e poi di nuovo restituire retroattivamente al mondo esterno, ciò che l’anima, come essere spirituale, vuole comunicare agli altri esseri spirituali.

4. Per il neonato il latte materno è il primo nutrimento; questo latte non è solo un prodotto delle ghiandole, ghiandole che si trovano nel seno della madre, bensì esso è il prodotto dell’amore, il primo amore materno mai percepito, che nel poppante scorge un organismo umano formato dal proprio corpo materno, e con il latte vuol continuare l’ulteriore sviluppo dello stesso, dato che questo non era più concesso nel suo corpo, e altri fattori e altri elementi sostituiranno in breve tempo anche questo latte.

5. In questo modo la vita vegetativa va crescendo lentamente, l’organizzazione corporea diventa un po’ alla volta strumento dell’anima che vi dimora, e il tempo seguente dimostra poi come l’anima, servendosi sicura dei suoi strumenti, comincia il lento percorso evolutivo, dove, traboccante di forza vitale materiale, mette in primo piano movimenti bruschi, impetuosi moti d’animo, come ridere o piangere, e impetuosi sforzi, come desideri prediletti.

6. Così il fanciullo cresce per diventare ragazzo, o ragazza, così si sviluppa l’orientamento conforme al sesso; l’educazione compie poi ciò che l’anima non può far da sola, e così ha inizio la vita più seria tra smarrimenti ed errori, tra desideri non esauditi e amare esperienze, dove le condizioni della famiglia, inclinazioni e avvenimenti mondani, motivano l’ulteriore vita che, le condizioni successive, riconducono di nuovo là, da dove essa è proceduta.

 

 

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[N.T. n° 48 – cap. 123, 1-8]

1. Se avete mai osservato attentamente una rete da pescatore (cioè un certo tipo), allora avrete notato che all’inizio la rete ha aperture più ampie, e poi raccogliendosi sempre più strettamente finisce in un sacco, dove perfino il più piccolo pesciolino non può più sfuggire.

2. Quello che ora voi notate in questa rete, questo è anche il caso con l’uomo dalla nascita; nel corpo materno le maglie della rete sono grandi, lì si tratta di costruire solo il corpo materiale, niente limita questa operazione, ciò che la madre riceve attraverso il mondo esterno, tutto diventa bene comune tra lei e il bambino.

3. Non si presentano questioni serie, poiché l’anima (forza vitale) del bimbo ha ancora le mani legate, non può fare quello che vuole, perché gli organi non sono capaci di prestarle la minima obbedienza, tanto più che all’inizio gli organi si costruiscono un po’ alla volta. Quanto più questa costruzione progredisce, tanto più l’anima tende ad arrivare al punto dove, in parte indipendente dalla madre, può prendere in mano le redini.

4. Il tessuto diventa sempre più stretto e più serrato, non lascia più passare tutto, afferra tutto per utilizzarlo per la costruzione del proprio corpo, per preparare così il corpo umano affinché diventi un abile strumento per l’anima, così che alla fine tutte le impressioni mondane e spirituali conducano alla meta, come anche il pescatore usa la sua rete, vale a dire per guadagnarsi il suo sostentamento e adempire la sua missione terrena.

5. Così i delicati fili intessuti nell’embrione diventano sempre più forti, sempre più stretti, si uniscono in gruppi, in maglie e nodi, che poi sono abbastanza forti da utilizzare convenientemente tutto il difficile e il facile che il Costruttore della vita fa entrare nella rete vitale, per la costruzione del proprio io spirituale.

6. È il Soffio spirituale della Mia Onnipotenza che compenetra tutto, a concedere all’embrione la forza per l’ulteriore sviluppo, per perfezionarsi secondo le leggi generali; È esso che mette dentro, l’anima nello stesso; è esso la Forza per combattere tutti gli ostacoli, a provvederlo un poco alla volta con quei mezzi, affinché l’anima, posta nello stesso, possa manifestarsi per la sua utilità e quella degli altri, per provocare così, gioia e amore, per diffondere e godere di questi lei stessa; perché il Mio Regno, dal quale provengono tutte le anime, è un Regno della gioia e del godimento spirituale, Regno che spetterà naturalmente solo a coloro che possiedono gli elementi idonei per sentirsi bene in questo futuro Regno (vale a dire nell’Amore).

7. Se il primo risveglio della forza materna consiste solo in due punti e in un sottile filo, dove il primo punto rappresenta la vita spirituale e l’altro la vita materiale, e il filo ervo il collegamento di entrambi, allora lo stesso è il caso nella vita dell’aldilà; anche là esistono i due punti e un filo conduttore, nel quale lo spirituale proveniente da Me e conducente a Me e viventi nelle anime che, entrambi, uniti attraverso l’amore, tendono a una sola meta.

8. Anche là c’è la rete con le sue maglie larghe e strette che circonda tutto, la quale tende ad afferrare tutto sempre più strettamente, affinché anche là (nel mondo spirituale), dopo che la nascita ha avuto luogo nel corporeo, quella spirituale (la rinascita) si svolga più facilmente, dove un corpo spirituale-eterico dovrà avvolgere un’anima perfetta che ha avuto il suo inizio in due punti nel corpo materno, e possa di nuovo rinnovare e continuare la sua nascita spirituale nell’altro mondo, vale a dire come vita spirituale ed eterna per la salvezza del proprio io, e come vittoria sulla materia, come Mia discendente, da dove è proceduta e dove deve ritornare! Amen!

[indice]

 

La Vita

 

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(Continuazione dell’11.11.1876)

[N.T. n° 48 - cap. 124, 1-7]

1. Nel capitolo precedente vi ho detto come è lavorata la rete da pescatore, come un nodo dopo l’altro la completa; così è iniziata la vita, dalla formazione embrionale fino alla vita completa, e l’uomo diventa più autonomo, più saldo e, fissandosi più compatto, può anche affrontare tutte le tempeste della vita.

2. Là vi ho mostrato come dalla vita vegetativa del neonato al seno materno, fino all’età di ragazzo o giovinetto, si formano a poco a poco le diverse facoltà, ma di solito solo in natura più indocile, dove la rete della vita è aperta e lascia penetrare tutto nelle sue fessure ampiamente aperte, perché l’indole giovanile non pensa a nessuna conseguenza e non conosce pericoli.

3. Adesso vogliamo procedere di un passo e osservare la rete da pescatore come complesso, sia dell’organismo materiale, come anche da strumento riguardo allo spirituale, come lo stesso viene usato, affinché con ciò sia dimostrata chiaramente la necessità della sua esistenza dall’inizio, dalla nascita, come per mezzo di ciò l’ulteriore impiego. Ebbene, ascoltate dunque:

4. Vedete, la rete da pesca, quando viene immersa nell’acqua per l’uso, è agganciata normalmente tra due barche da pescatori. Ambedue trascinano la rete in avanti, e in questo modo vengono catturati la maggior parte dei pesci che incontrano sulla loro strada.

5. Queste due barche da pescatori sono ora giunte presso gli uomini (come rispondenza) alla loro vita materiale e spirituale, alla quale vanno incontro legati al corso della vita terrena, e accoglie in sé tutto ciò che incontra, adeguandolo allo scopo della loro vita, quando all’inizio, come nella rete da pescatore con le sue ampie aperture viene fatto passare anche molto di inutile e si comincerà a riconoscere solo negli anni successivi – come nella rete col tessuto lavorato più strettamente – che devono essere presi in considerazione anche i piccoli avvenimenti e le loro conseguenze, e si devono attendere i pesci grossi, ovvero che dalle circostanze inattese dipenda sempre la propria salvezza o la propria felicità.

6.] Le due barche da pescatori trascinano la vita umana nella concatenazione di tutti gli avvenimenti mondani, sempre in avanti e nelle differenti direzioni, volendo l’una il materiale e lo spirituale l’altra, dove la rete materiale, a causa della propria colpa, riceve qualche strappo, e anche spiritualmente non si pensa al miglioramento.

7. Così procede il processo della vita, spalancata e piena di speranza è la rete per brame e desideri. Tutto vi passa dentro o attraverso, procura brecce o strappa con violenza i fili della vita. Sempre gli avvenimenti corrono verso il tessuto più stretto della rete, là vengono trattenuti saldamente, esaminati più attentamente, sfruttati di più; là, nella consapevolezza più quieta, si risvegliano le prime domande: “Da dove? Per dove?”. Là soltanto l’uomo comincia a comprendere quanto di importante, spesso di grande, ha perso negli anni della sua gioventù; quanto ha lasciato rovinare o trascurato, che se tornasse indietro sfrutterebbe del tutto diversamente. – Così qualche grosso pesce si aggroviglia nelle fessure spalancate della rete della sua vita, la strappa perché mancava la mano abile per afferrare lo stesso e farlo proprio.


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[N.T. n° 48 - cap. 125, 1-7]

1.Tra godimenti materiali e momenti spiritualmente migliori, il tempo della vita scorre, mostrando già qualche errore, qualche danno nella rete della vita; anche la corrente alla quale viene sospinta, non è rimasta la stessa. Larga e con sponde piane era il suo inizio graziosamente provveduta, ma sempre più strette, sempre più ripide diventano le sponde, la visuale precedentemente molto aperta viene limitata, la prospettiva resta coperta da oggetti più vicini, e alla fine non rimane niente altro che la visuale diretta in avanti o indietro, fin dove lo permettono le svolte della corrente vitale. Tutto si presenta come un filo d’argento! Una strisca d’acqua che, inizialmente, scorreva tranquilla, adesso ancora di più attraverso rocce, rallentata da ostacoli e cascate gettate là, e così la rete della vita è minacciata assai spesso con la totale lacerazione della stessa.

2. Così qualche pesciolino, spesse volte anche qualche grande pesce viene gettato fuori bordo, riconosciuto come inutilizzabile perché non si è potuto adoperare, oppure perché la conservazione dello stesso avrebbe conseguenze ancora peggiori che la messa in libertà. –

3. La vita procede sempre verso l’alto e in avanti, inarrestabilmente va incontro agli avvenimenti tra due guide opposte, spirito e materia. – Per dove? Chi lo sa precisamente? Chi ha un giusto concetto di ciò che deve venire o verrà? – L’unica cosa certa è solo il fatto di riconoscere che la rete della vita comincia a diventare logora e sempre più inutilizzabile; quanto più si vorrebbe trattenere e utilizzare negli anni avanzati proprio tutto ciò che il corso della vita ci ha portato, tanto meno la rete vuol trattenere, e la si strappa. Medici e medicine, sacerdoti e predicatori cercano di rattoppare, ma non hanno i mezzi necessari, né gli adatti strumenti, o i fili sufficienti, essi portano con sé solo elementi puramente usati e logori che, nella rete asciutta, forse si tratterrebbero, invece non appena vi penetra l’acqua del corso della vita, si mostrano come inutilizzabili. Perfino le barche da pescatori diventano non impermeabili, l’una brama di tornare indietro, l’altra viene spinta in avanti.

4. Così scorre la vita umana sotto costante paura e speranza, tra gioie e sofferenze, dove gli uomini non sanno godere le prime e sfruttare le ultime.

5. Tutti gli ostacoli nel corso della vita si moltiplicano, si ha bisogno di più forze per l’avanzamento, e con sgomento – se ne trova sempre di meno.

6. Il barcaiolo materiale rifiuta il suo aiuto (quello spirituale), mentre quello spirituale esige la resa alla sua volontà.

7. La rete, strappata da mille ostacoli e appesa tra le due barche, nulla tiene più ciò che le nuota incontro  o vi passa attraverso, oppure non è più utilizzabile; i fili sono allentati, logorati, non sopportano né peso, né possono porre alcuna resistenza.

 

 

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[N.T. n° 48 - cap. 126, 1-8]

1. Così la rete della vita, trascinata da due differenti barche, va’ incontro alla stretta valle, alla porta più buia, dalla quale scaturisce il flusso della vita, e oltre la quale i calcoli umani non sono sufficienti.

2. La vita con tutte le sue belle e seducenti regioni del tempo della gioventù, dell’età più matura, tutto è passato alle sponde del corso della vita, tutto al momento ha dilettato, al momento vivificato e al momento portato gioia.

3. Da lungo tempo dall’orizzonte sono scomparse tutte le belle idee e aspettative nutrite del futuro fugace, come lo scorrere passato della riva fu la sua venuta e la sua scomparsa.

4. Vanitoso è il mondo, e inutile fu l’impulso a tenere stretti i piaceri materiali mondani; essi, scomparsi, lasciano indietro, al massimo, il ricordo, come tanti sogni che mai ebbero sperato o desiderato, mai qualcosa di reale.

5. Così procede il grande processo vitale cominciato da due punti nell’embrione, tessendo la sua rete della vita, utilizzandola per il proseguo davanti a sé, fino alla sua fine, la morte, o il continuo morire a poco a poco di tutto il goduto, maglia dopo maglia di tutta la rete della vita, disciolta negli elementi primitivi dai quali fu presa, restituendo alla materia ciò che le spetta, e solo il guadagnato spirituale viene portato insieme attraverso la stretta porta d’ingresso nella vita dell’aldilà. –

6. Sì, figli Miei, se veramente sapeste che cosa è la vita nel senso spirituale, se poteste comprendere chiaramente quale compito vi è veramente misurato qui su questa Terra, agireste in modo del tutto diverso di quanto realmente fate, disporreste del tutto diversamente la rete della vostra vita, la usereste del tutto diversamente e non oscillereste tra le due guide sempre indecisi a quale delle due vi dovete veramente affidare, bensì, come dissi una volta: «Date all’imperatore ciò che è dell’imperatore, e a Dio ciò che è di Dio!», in altre parole, utilizzate il mondo materiale in modo che ne debba derivare il guadagno spirituale, e precisamente per due motivi: primo: perché il guadagno spirituale è più duraturo; e secondo, perché la vita spirituale nell’aldilà è anche molto più lunga di quanto lo è la vita materiale, anzi nell’aldilà essa è eterna.

7. Ma così, purtroppo, vi vedo solo barcollare come storditi: non prestate affatto fede alla vita spirituale, e anche a quella materiale vi prestate poca attenzione. Vedo, come non intendete usare tutto il Bene che vi ho messo sulla via della vostra vita, osservandovi sempre smaniosi nel flusso vitale mentre percorrete in avanti la riva, dove credete di trovare certi tesori, nel cui luogo sarebbero ben da costruire buone capanne, ma in realtà non vi è sostegno. Io vedo, come voi – abbagliati dal mondo materiale – vi lusingate sempre al pensiero: ‘Per lo spirituale c’è ancor sempre tempo!’, e tuttavia non potete arrestare il presente, né richiamare il passato.

8. Così vi perdete per vostra stessa colpa la futura missione. Voi sprecate il vostro tempo e le vostre forze, e arrivate alla stretta porta d’ingresso nella vita spirituale come un’anima riempita con voglie materiali, la quale, anche se porta con sé queste brame nell’aldilà, in quel luogo non le può adoperare, né le può utilizzare.

[indice]

 

La morte

 

 

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(Continuazione del 13.11.1876)

[N.T. n° 48 - cap. 127, 1-12]

1. Perciò tante parole, tanta molteplice illuminazione della vita umana verso tutte ogni cosa, affinché giungiate alla comprensione che è inutile volersi opporre alle Mie Leggi. Questo atteggiamento non aiuta per niente; questo mondo nel quale voi vivete è proprio diverso di quanto avreste voluto averlo volentieri, e il succesivo aldilà è ancora molto più diverso da tutto ciò che voi pensate, e né quello materiale né quello spirituale cambierà a vostro favore, ma entrambi sono e saranno come Io li ho fatti, secondo i Miei Consigli, e non come qualche erudito o filosofo vorrebbe costruire gli stessi per la sua comodità!

2. Perciò aprite i vostri occhi, guardate il mondo come esso è, usatelo spiritualmente come dovete, e la morte non vi sarà nulla di spaventoso, nulla di sorprendente, perché essa vi guiderà non all’annientamento, bensì in una terra dalla quale un giorno siete venuti, e nella quale dovrete di nuovo ritornare.

3. Così la rete della vostra vita deve raccogliere pesci spirituali in quantità sulla via della sua vita, e con questi elementi confezionare la necessaria veste dell’anima per l’aldilà.

4. Anche il pescatore getta la sua rete per pescare, tramite la quale, in parte per il suo nutrimento e diretto guadagno. Fate anche voi altrettanto! Voi siete esseri spirituali, e spirituale deve essere il vostro guadagno.

5. Questo è il compito della vostra vita! Ben per colui che lo comprende e, dando al mondo solo il valore che ha veramente, si senta con ciò liberato da molte delusioni e speranze frustrate. Amen!

 6. Qui ci troviamo ora alla conclusione dell’intero viaggio, e davanti a noi c’è la destinazione finale di tutta la vita terrena corporea, una porta buia dalla quale scaturisce il flusso della vita e un ingresso incerto attraverso il quale ogni vivente deve passare: – morire, …oppure la morte!

7. Che cos’è dunque questa conclusione della vita terrena? Come avviene, e qual è la conseguenza di questa?

8. Queste sono domande che inquietano spesso l’uomo e lo fanno sobbalzare di spavento tra divertimenti rumorosi o magnifici godimenti.

9. La cosa più amara di tutto, però, è proprio il pensiero che nessun essere può scansare questo passo, e tutti devono passare attraverso questa buia porta.

10. Cosa attende poi dietro questa porta l’uomo e l’animale? Chi lo sa con certezza com’è veramente? Sapete solo che non sarà come vorreste volentieri che lo fosse.

11. Ebbene, dal momento che vi ho già dato diverse parole, e precisamente su differenti processi finora inesplorati nella natura visibile e invisibile, allora questa parola vi dovrà diventare un anello di questa catena, spiegandovi ancora come la morte diventa la conclusione di questa vita, e così forma un perfetto nesso con quello che è stato appena detto su ‘nascita’ e ‘vita’, come parola finale delle tre citate all’inizio.

12. Iniziando dalla prima parola sulla ‘nascita’ vi ho guidato attraverso il labirinto della formazione del corpo materiale, da lì con la successiva separazione dal corpo materno fino all’autoconsapevolezza; poi con la parola ‘vita’ attraverso tutte le fasi della stessa, dalla vita dei giovani o di ragazze esuberanti, fino al vegliardo o donna anziana, mostrandovi nel paragone di una rete da pescatore, dapprima il suo inizio, poi il suo tessuto, dopo il suo uso, e ora siamo arrivati al punto dove alla porta d’ingresso nell’altro mondo non serve più questa rete da pescatore, e secondo l’eterna legge di trasformazione nel Mio regno della natura, sono anche già stati dissolti un po’ alla volta i singoli fili e nodi di cui era fatta la rete, il bottino della rete stessa adoperato per l’utilità propria e di altri, e ora – per rendere possibile un procedere – deve essere prodotta, dalla rete precedente, un’altra rete da pescatore.

 

 

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[N.T. n° 48 - cap. 128, 1-7]

1. Prima di trattare tutto ciò che è necessario per l’aldilà, ci vogliamo occupare dell’atto del morire, del suo procedimento come del suo seguente naturale percorso, perché gli uomini, per impulso innato, conservano la loro vita il più a lungo possibile, impiegando tutto per conservarla – per lo meno come essi credono – da loro stessi.

2. Ebbene, la morte ha migliaia di cause sul perché essa subentra, dato che di solito l’uomo la provoca per propria colpa o, in genere, per intervento estraneo, e precisamente prima di quanto sarebbe stato destinato nell’organizzazione originale.

3. Nel vostro linguaggio avete un’espressione ben appropriata per il morire, che (purtroppo) raramente è fuori luogo per descrivere giustamente il decesso di un uomo morente e quest’espressione è: “Addormentarsi nel Signore!”, il che vorrebbe dire questo: il trapassare del figlio, per decrepitezza, in uno stato di vita vegetativa, in certo qual modo uscire inconsapevolmente dal mondo, come si è entrati nello stesso da neonati.

4. Un tale atto lo potete contare come rarità tra la razza umana attualmente vivente, come le sette meraviglie del mondo antico, poiché, ciò che indicate spesso negli annunci di morte come decrepitezza (marasmus senilis), non è per nulla ciò che Io intendo, dove un dolce trapasso conduce l’uomo vivente nell’altro Regno affinché non debba esserci nessun salto, bensì una dolce morte dell’involucro materiale, e deve aver luogo una simultanea vestizione della veste spirituale.

5. Ora presso di voi, dove in virtù del vostro modo di vivere (artefatto) siete pieni di sostanze estranee al vostro organismo, e lo ostacolate soltanto nelle sue funzioni, con ciò accelerate la morte e la provocate prima. Adesso molti uomini passano anzitempo immaturi in un aldilà, come una mela caduta troppo presto dall’albero, non avendo adempiuto lo scopo della vita terrena e sentendosi stranieri anche nell’aldilà.

6. Io vi dico: la rete da pescatore durante il viaggio si disfa a monte, nodo per nodo, maglia per maglia, tuttavia, durante questo dissolvimento materiale, si forma un’altra rete spirituale per un'altra esistenza, e questa rete viene prodotta da sostanze più fini delle materiali, e così dalla rete della vita strappata e lacerata, se ne forma un’altra per il mare dell’infinità.

7. Di conseguenza, quanto più velocemente e in fretta un uomo deve scambiare il temporaneo con l’aldilà, tanto meno, di là, la rete è pronta per servirgli. Egli, quindi, arriva nell’aldilà pieno di lacune, poiché non può portare con sé la rete temporanea materiale, e la futura non esiste ancora o non è ancora completata per adoperarla.

 

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[N.T. n° 48 - cap. 129, 1-7]

1. Questo vi sia in generale un piccolo accenno su come si dovrebbe vivere qui, se nell’aldilà si deve recuperare il tralasciato senza delle difficili lotte.

2. Per quanto riguarda l’atto del morire stesso, anche questo lo dovremmo osservare un po’ più da vicino, affinché qualcuno vada incontro più tranquillo a questo passo inevitabile. Che voi tutti dobbiate morire – come detto – lo sapete, per sfortuna, solo troppo chiaramente, nondimeno ci sono in circolazione molte idee su come questo morire avvenga veramente, tanto che coloro che stanno intorno a un morente, giudicano in genere del tutto diversamente di quanto lo è in realtà, e qualche apparente sofferenza di colui che lotta per la vita, viene considerata come dolorosa, dove spesso il morente non sente proprio più niente.

3Per spiegarvi più da vicino il morire, vi devo dire in anticipo che la morte, come suo ultimo atto, il morire stesso, non subentra solo all’ultimo momento, ma questo processo continua già dalla nascita, iniziato come scambio di sostanza, finché il ricevuto giornaliero non basta più per il dispendio quotidiano, e allora deve essere cagionata una fine del processo vitale, poiché gli organi non ricevono più il necessario contributo per la conservazione del corpo, oppure essi stessi vanno incontro alla dissoluzione per mancanza di mezzi di sostentamento.

4. La rete della vita, con il tempo, perde la sua durata, non tiene più nessun filo, e così i buchi diventano sempre più grandi, finché alla fine, la rete lavorata da un filo ininterrotto si dissolve un po’ alla volta da se stessa.

5. Questa è la procedura nel corpo umano! L’anima, invece, per operare secondo la sua missione, ha bisogno di un organismo intero, organismo che non sia esposto a nessun disturbo o arresto nel processo di vita, e perciò, dove ci sono buchi, cerca di riparare gli stessi con fretta febbrile, facendo questo dall’inizio della vita fino alla fine, finché è possibile. –

6. In caso di malattie le viene spesso inviato aiuto attraverso medicine che lei stessa usa finché gli organi stessi le sanno impiegare; ma se anche questo non va più, allora cessano tutti gli sforzi, le energie nel corpo e quelle assimilate dal mondo esterno non bastano più, l’orologio va sempre più lentamente, finché si ferma, o per una rottura, oppure per mancanza di forze vitali. – Ecco che avete un’immagine come la morte si fa avanti lentamente sempre più imponente, e si può ancora sentir la vita solo attraverso lente pulsazioni.

7. Per quanto riguarda i dolori, le deformazioni delle membra e dei muscoli, che si presentano in malati molto gravi, è solo una lotta dell’anima, perché lei vorrebbe nuovamente ristabilire con forza lo stato di salute, sforzandosi di raddrizzare ancora le membra che si muovono sotto influssi (e leggi) cosmiche; ma è inutile: la vita sta per finire, e l’anima deve separarsi dalla dimora a lungo abitata e calarsi in altre condizioni, che lo voglia oppure no!

 

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[N.T. n° 48 - cap. 130, 1-9]

1. L’uomo stesso, poiché diminuisce costantemente l’attività nervosa, avverte poco di questa lotta, ed è immerso più in una vita da sogno nella quale si modificano le immagini dell’aldiquà e dell’aldilà, e a lui sembra come un addormentarsi, tanto che nessun uomo sa effettivamente dov’è davvero, e solo il suo risveglio più tardi gli mostrerà dove si trova in realtà.

2. Da tutto questo, voi vedete che nell’ultimo atto del morire è cessata ogni resistenza, l’uomo è già diventato un po’ alla volta insensibile, il suo passaggio nell’aldilà non è così spaventoso come spesso sembra a coloro rimasti qui.

3. Inconsapevole metto l’uomo nel mondo, e dolcemente lo rimuovo di nuovo dallo stesso. Così è stata la Mia Volontà! Quando, in via eccezionale, dei rimorsi e un troppo grande attaccamento al suo corpo – di un’anima mondanizzata – rende più difficile la separazione dallo stesso, questi sono singoli casi, sono colpa degli uomini e della loro educazione sbagliata, così come la loro vita passata è una pregustazione di ciò che li aspetta di là; perciò poi si fa innanzi pure il pensiero penoso che, di tutto il male che hanno commesso per tutta la vita, niente più potrà essere annullato, e da lì dovranno forse ancora stare a guardare le conseguenze di queste azioni. (Le vostre opere vi seguiranno)

4. Così com’è il vostro mondo attualmente, questi casi accadranno in numero crescente, tanto più che migliaia di uomini non credono né in una continuazione della vita, né in un’esistenza del Mio stesso Io, mentre un minimo sguardo nella Mia Creazione potrebbe dimostrare loro facilmente entrambi.

5. Naturalmente l’intero mondo materiale riceve un’altra opinione, quando l’uomo è gettato sul letto dell’infermo, dove dapprima deve imparare ad ammettere cosa valgono veramente tutti gli apprezzamenti, titoli e dignità, senza la salute per godere degli stessi.

6. Allora s’impadronisce di loro un raccapriccio, ma quasi sempre è troppo tardi, il corpo è rovinato dal troppo godimento, la rete della vita è talmente lacerata che rifiuta il suo servizio, e così si aggrappa poi a una boccetta di medicina, cerca guarigione ovunque, ma non nell’interiore, perché là è rimasto buio, là si è contribuito in tutto a distruggere ogni fiammella dell’origine spirituale.

7. In questo modo, in seguito il morire è doloroso. Così la morte è ‘la regina degli sgomenti’, perché essa indica all’uomo l’oscura porta del coperchio della bara, dove in breve tempo il suo molto amato corpo andrà in putrefazione, dissolvendosi in altre sostanze, cessando tutte le forme prosperose, tutte le arti di toelettatura, e il fetore pestilenziale staccherà l’uomo dai cari resti, ed egli si allontanerà con ribrezzo da un oggetto che un giorno aveva avvolto con amore, anzi con libidine.

8. Qui, profondamente sotto la terra, derubato della luce e del calore, si svolge il processo di decomposizione; e proprio perché l’uomo ama così intimamente la luce, la luce del Sole e la vita esuberante rabbrividisce davanti all’ultimo luogo di riposo dei suoi resti corporei, dove dallo stesso, al non credente non risplende più nessuna luce confortante.

9. Oh, voi di vista corta! Anche adesso nel vostro tempo si vuol ritornare all’antica usanza che era usuale nei tempi pagani, tempi in cui si bruciavano le salme. Questo esprime l’attuale spirito del mondo del tutto come esso è: materiale ed egoistico, che pensa solo all’utile! Infatti, una volta che si sarà introdotta la cremazione nel generale, allora sarà subito presente lo spirito speculatore dei chimici, e si dimostrerà quale utilità si può trarre ancora dalle ceneri delle salme cremate, in modo che perfino dai trapassati non rimarrà altro che il ricordo, mentre, come adesso, quando qualcuno va al cimitero e trova un posto dove giace sepolto un amato congiunto, (sebbene l’anima non sia più nel corpo) vi è comunque qualcosa di materiale che lega ancora alla zolla di terra del cimitero i pensanti e sensibili uomini, anche quest’ultimo sentimento dovrà scomparire sotto la pressione dell’egoismo, sotto l’impeto del capitalismo!

 

 

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[N.T. n° 48 - cap. 131, 1-6]

1. Infatti, pensate solo una volta – ammesso che abbiate a casa un’urna con le ceneri di un amato defunto – quale pensiero gradevole o superiore vi possa afferrare la vista di una casseruola piena di cenere che somiglia all'incirca a quella che la vostra signora ha preso dal forno! A un volo dell’anima, s’intona molto meglio un salice piangente e un sempreverde, per decorare una tomba, piuttosto che una casseruola riempita di cenere!

2. Lascio a voi stessi giudicare e comprendere ciò: cancellare e rimuovere tutto lo spirituale dalla vita umana, è il più orribile progresso, tra la natura animalesca, che gli uomini possano fare (sul quale si perderebbero anche completamente), se non ci fosse la Mia mano a risvegliare tutti da questa vita materiale temporale, con il suono della tromba dell’apostolo Giovanni e con le coppe dell’ira degli angeli, che però gli uomini stessi hanno versato su di loro.

3. Non abbiate paura, figli Miei, dinanzi alla morte, non è così nera come ve la dipinge il vostro sacerdote; essa è un dolce angelo che vuole solo sostenere l’uomo morente nell’ultima lotta, e apparirà sempre deliziosa a colui che già qui sulla Terra ha vissuto spiritualmente, poiché già qui era più di là che di qua.

4. Solo gli uomini materiali si spaventano dinanzi alla morte, perché non hanno mai conosciuto nulla dello spirituale. Perciò, l’abbandonare il corpo sembra loro così terribile e triste.

5. Adesso Io vi domando solamente: “Che cosa volete, se questo corpo non serve più a nulla e vi rifiuta il servizio di tutti i godimenti e brame? Non è anche un tormento, il lottare con le sofferenze giornaliere, il non poter vivere materialmente e non poter morire spiritualmente?”

6. Tra i mondani, attualmente, la morte è un apparente cessare dell’esistente, invece è solo la scomposizione dell’inutilizzabile e una nuova formazione sul gradino superiore. Così è la Mia Legge, e se ugualmente, migliaia e migliaia non credono e non vogliono saperne nulla, è comunque così e non diversamente! L’uomo si sforza inutilmente di costruirsi un altro mondo, ma è inutile, egli non raggiungerà mai il suo, quindi è meglio rassegnarsi al Mio, per quanto meglio lo possa; perché la delusione rimane sempre dalla parte sua, e non dalla Mia. Quale aspetto avrà veramente questo ‘altro mondo’, ve l’ho già indicato in parte in altre parole; l’idea esteriore dello stesso corrisponderà sempre all’interiore dell’uomo, perché solo così esso potrà entrare in lui con un’armoniosa azione reciproca, e proprio per mezzo di ciò diventerà più facile anche il suo procedere.

 

 

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[N.T. n° 48 - cap. 132, 1-7]

1. Il morire, quindi, visto sotto l’aspetto spirituale, non è da considerare un atto così spaventoso come la fantasia dell’uomo e i suoi concetti (sbagliati) appresi in gioventù glielo colorano, ma un atto di lenta dissoluzione della rete della vita, un arresto dell’orologio della vita, affinché l’anima, che durante la vita era stata intimamente unita e  fissata saldamente al corpo, può dissolvere lentamente le sue maglie e i nodi della rete materiale, e allo stesso tempo farne una futura, spirituale.

2. Se il tessuto della vita materiale dell’intero corpo ha annodato tanto intimamente in voi l’anima e la scintilla divina proveniente da Me, per tessere un tutto dalla trinità, allora ovviamente la rete spirituale dovrà possedere meno sostanze di materia grossolana e piuttosto delle più fini, con cui si potrà poi di nuovo formare un individuo del tutto ultimato nel regno spirituale, per contrastare lì, l’infinito senza spazio.

3. Come la pietra cade velocemente a terra e là, a causa della sua gravità, deve giacere finché si scomporrà in piccole parti e alla fine anche in polvere, dalla quale potrà di nuovo solo sollevarsi in aria, mentre una leggera piuma oppure un polline può essere portato con il minimo venticello nelle regioni superiori dell’atmosfera, – altrettanto le anime andate dall’altra parte con le loro brame materiali, vengono attirate giù alla Terra e non sono in grado di nessuno slancio, finché ciò che voi chiamate carattere o individualità non si divide in singole particelle ed elimini da sé il cattivo e il pesante, per poi librarsi più in alto con gli elementi spirituali più leggeri. Invece quell’anima già qui più spiritualizzata, potrà compiere il suo distacco dalla materia più facilmente e, senza alcuna difficoltà, seguire lo slancio verso l’alto!

4. Qui avete dunque l’intero ciclo della vita umana terrena, cominciata dalla formazione dell’embrione, dalla prima vita manifestatasi nella materia, fino alla dissoluzione in elementi spirituali, riassunto in poche parole.

5. Vi ho dato queste parole affinché vi sia chiaro come cominciate e come cessate essere cittadini di questa Terra! Vi ho mostrato simbolicamente nella forma della rete il suo inizio, prosecuzione, uso e dissoluzione, dove né l’uno né l’altro è così misterioso come lo credete voi e molti altri.

6. Secondo la Legge della Mia eterna Volontà, dall’embrione si forma l’intero edificio osseo, il sistema nervoso e gli organi necessari per la vita, solo per servire all’unico scopo superiore e spirituale come mezzo per l’adempimento della missione dell’anima, – proprio secondo la medesima Legge si forma l’embrione spirituale per il mondo successivo, nel continuo estinguersi della materia e del metabolismo spirituale.

7. Com’è arrivato il bambino nel corpo materno al punto in cui il nutrimento attraverso la madre non ha più nessuno scopo e viene perfino espulso dal suo organismo e consegnato al mondo materiale, altrettanto alla fine della vita, col morire, avviene similmente; il mondo non ha più nessuna parte nella formazione del futuro uomo spirituale, e lo consegna avendolo curato e protetto durante tutta la vita, ma solo ad un altro mondo del tutto diverso dal suo, nel quale – mentre il bruco striscia nella polvere sulla Terra, la farfalla sgusciante dal suo bozzolo attraversa facilmente l’aria, nutrendosi con le sostanze più fini e più delicate del polline, invece al bruco era assegnato cibarsi con le cellule delle foglie o della corteccia dell’albero, per il proseguimento della sua vita.

 

 

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[N.T. n° 48 - cap. 133, 1-9]

1. Perciò state tranquilli e non vi spaventate, confidando in Me. Io sono un Padre dell’Amore e della Pace, non ho nessuna gioia se i Miei figli tremano dinanzi a Me!

2. Io ho creato l’intera Creazione per Amore, e ho disposto per tutti gli esseri l’ingresso nella vita e l’uscita dalla stessa in modo che – nonostante l’apparenza di crudeltà col nutrimento degli animali, dove uno deve vivere dell’altro – l’atto mortale dello stesso è spesso ripugnante solo allo spettatore, mentre l’animale che non conosce la morte, ha già da tempo perduto la sua coscienza, prima che il dente del leone o della tigre lo sbrani completamente.

3. Il passaggio da una vita all’altra è disposta in tutti gli esseri viventi in modo che entrano in altre condizioni, senza sapere come ne sono arrivati.

4. Date un’occhiata alla vostra vita da sogno, su cosa è veramente per l’uomo desto: nulla, o per lo meno ha il minimo significato, perché egli non la conosce e non la sa interpretare!

5. La vita degli animali è parimenti più sogno che vera vita, e anch’essi giungeranno alla più chiara conoscenza, quando dovranno abbandonare questa vita.

6. Così tutto è subordinato alla Mia Volontà, tutto percorre la via che è necessaria per la conservazione del tutto, e proprio per questo non dovete giudicarMi secondo i singoli casi; poiché – come voi dite – l’uovo non potrà mai essere più saggio della gallina!

7. Voi vedete transitare tempeste e bufere che distruggono tutto, lamentate la perdita della proprietà, la perdita di vite umane, ecc., ma dimenticate, accanto a questo, che tali singoli eventi elementari, dove colpiscono, rendono sì tutto spaventoso, ma nell’insieme portano solo benefici e sono avvenimenti necessari per il bilanciamento di diverse condizioni climatiche, portando spesso morte a dei singoli, ma vita al tutto.

8. La nascita di una creatura porta spesso la morte alla partoriente, oppure, viceversa, che il nato sotto i dolori entra presto di nuovo nel Regno da dove è venuto.

9. Tutto questo e migliaia di altri casi sono contraddizioni apparenti contro la Legge dell’Amore da Me tanto spesso a voi presentata! Solo che voi non vedete le conseguenze di un’azione, non vedete il risultato di un avvenimento della natura, voi vedete solo l’atto stesso, giudicando secondo i vostri concetti umani, senza riuscire ad elevarvi su un gradino superiore, come l’umano dove predominano altre opinioni e altri mezzi; per voi il bambino viene partorito con dolori, e l’uomo, come il ragazzo, il giovinetto e il vegliardo, è tormentato con preoccupazioni e sofferenze, e perfino alla sua morte non lo abbandona la paura di un’altra vita, di cui egli dubita, dato che non sa se ne esiste una oppure no, e come sarà formata.

 

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[N.T. n° 48 – cap. 134, 1-10]

1. La vita terrena (per voi) comincia con sofferenze e dolori e cessa con sofferenze e dolori, e ciò nonostante (vi dico): prendete questa vita considerandola da un punto di vista spirituale più alto come Io l’ho predisposta, come Io la giudico, come poi si dispone del tutto diversamente!

2. La materia perde il suo valore, il mondo i suoi stimoli, e un grande piano spirituale della vita sta dinanzi a voi, che può essere raggiungo solo così, come sono ora le condizioni del mondo.

3. Che cosa sarebbe la vita senza contraddizioni, senza basse passioni? Uno strisciare senza lotta, oziosa, senza significato e senza scopo, dalla nascita fino alla tomba.

4. Dove sarebbe il valore della virtù, dell’umiltà o della rinuncia, tramite la perseveranza di combattere contro tutto l’avverso, per raggiungere una meta spirituale superiore e conservare la dignità spirituale degli uomini?

5. Quale valore avrebbe per voi la luce, se non conosceste l’oscurità? Vedete, la vita è lotta, le sostanze elementari si contendono tra loro inconsapevolmente in tutto il Mio Universo, opponendosi a vicenda!

6. Un mondo lanciato negli ampi spazi dell’infinità, vorrebbe seguire in linea retta la direzione dovuta alla prima spinta, ma non può, poiché un altro Potere lo attira a sé, per deviarlo dalla primiera direzione e costringerlo ad orbitare intorno a un altro Mondo, per fargli adempire così il suo scopo e la sua missione, il che non sarebbe mai stato possibile su diritte vie ininterrotte, perché nel progresso rettilineo questo mondo sarebbe arrivato in altre regioni, dove non ci sarebbe stato nessun elemento, nessuna sostanza disponibile alla sua formazione. Qui, dove fu creato, è il suo posto, qui trova il necessario per la sua formazione materiale e spirituale e per tutti gli esseri che vivono su di esso, qui esso è idoneo per sé e per gli altri!

7. E così come questo mondo, orbitando intorno a se stesso e intorno al suo corpo centrale, sviluppando luce e calore, vivifica tutto, mantiene tutto e conduce oltre, – così anche l’uomo e ogni essere vivente, nel piccolo, perfino la materia apparentemente inerte è, come ogni cosa, al suo posto; sotto queste condizioni egli doveva nascere, sotto queste circostante produrre la sua vita e, sotto queste condizioni del compiuto corso della vita, esalare il suo spirito, perché tutto è una catena di cause ed effetti che non escludono perfino le libere azioni dell’uomo, poiché le azioni sono affidate ben alla mano dell’uomo, ma non le sue conseguenze. Là Io conduco e governo, guido tutto, dai più grandi corpi solari ai più piccoli pianeti, secondo le loro missioni spirituali.

8. La formazione spirituale, l’ascesa spirituale a Me, al Mio Regno degli spiriti, è lo scopo finale di tutto il Creato.

9. Gli uomini devono diventare figli Miei! Tuttavia, per raggiungere questa figliolanza devono essere meritori, e la consapevolezza che deve essere conquistata lottando, il che per loro, solo così avrà un valore, e non cadendo nel grembo senza fatiche potrà generare una consapevolezza di dignità spirituale!

10. Perciò, perfino la vita umana dalla nascita fino alla morte, osservata materialmente, rimarrà un eterno mistero, e starà aperta solo all’occhio spirituale, dove, lontano e al di sopra di tutto il mondano e il materiale, il trionfo dello spirito sulla materia, al vincitore, porgerà la palma della vittoria, dopo essersi svincolato dalla vita vegetativa del bambino, lottando per tutta la vita e, combattendo coraggiosamente fino alla fine per una migliore sorte superiore in un altro mondo egli, guarderà tranquillo nell’occhio della morte alla sua dissoluzione materiale, , e avrà riconosciuto la Mano superiore che ha posto sotto la materia, come sopravveste, il creato spirituale, il formato spirituale, dandogli dello spirituale come ricompensa per il tormento della vita terrena.

 

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[N.T. n° 48 - cap. 135, 1-8]

1. Così, figli Miei, concepite la vita, allora riconoscerete in tutto il percorso della vita mondana il suo scopo superiore, e perfino il separarsi dall’ambito dei vostri cari non vi sarà così doloroso, poiché saprete: non esiste nessuna separazione, ma il breve distacco materiale sarà ricompensato più tardi con una lunga vita insieme, premesso che voi, stando tutti sullo stesso gradino morale, occuperete proprio lo stesso mondo degli spiriti!

2. Per rendervi più facile il venire, il rimanere e l’andare da questo mondo, vi è stata data questa Parola; chi l’afferra come Io l’ho data e dettata a te nella penna, troverà quiete e pace persino nelle perdite più gravose, perché saprà che non tutto l’apparente è il vero essenziale.

3. Ma per coloro che prendono in mano solo occasionalmente queste Mie parole, per ingannare con loro il tempo, per inseguire di nuovo, dopo averle lette, i loro godimenti e brame materiali, – per costoro si formerà poco diletto pacifico, e precisamente con ragione, perché non meritano neanche di più!

4. Chi vuol rimanere attaccato al mondo, …che vi rimanga attaccato! Se non vuol abbandonare il mondo, dovrà ben lasciarlo e girargli le spalle, quando il suo organismo comincerà a non essere più utilizzabile per il servizio mondano; allora, pur volendolo, non lo potrà più, e riceverà questo come risposta.

5. Triste, anzi veramente senza speranza è un separarsi, una morte, uno sporgersi fuori da questo mondo, se l’intera vita non porta nessun altro risultato che delusioni e speranze frustrate, dove nessuna fede e nessun raggio di gioia ha illuminato da un altro mondo, l’oscurità materiale durante tutta la vita. Tali uomini hanno pronunciato a se stessi la loro sentenza: essi erano tenebrosi durante la loro vita, e in una tenebra passeranno dall’altra parte, dove poi avranno tutte le ragioni per rabbrividire davanti alla stessa.

6. Per tali uomini sono state date queste parole, non avendo essi mai riconosciuto la voce del Padre, e avendo rinunciato per lungo tempo al nome ‘figli Suoi’.

7. Fate attenzione a non diventare tali uomini; in tal caso il Mio aiuto vi sarà inutile! Io posso dare parole, metterle nel vostro cuore, ma voi dovete interpretare il loro senso e vivere e imparare a operare secondo lo stesso!

8. Questo è il vostro compito! Io faccio il Mio, nel senso completo della Mia forza d’azione; quindi sta a voi fare il vostro, se la vita non deve diventare una valle di lacrime, se la morte non deve diventare la regina della disperazione. Amen!

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