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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1933

Libretto  IX

 

Passaggio per Emmaus

 

Prime apparizioni ai discepoli Simone e Kleophas e poi in Gerusalemme

[Luca 24, 13-35]

 

 

 

 

INDICE

 Cap. 1      La notizia si diffonde

 Cap. 2      Simone e Kleophas sulla strada per Emmaus

 Cap. 3      In casa di Kleophas: “La Croce è il grande punto di svolta!”

 Cap. 4      Simone e Kleophas sulla via per Gerusalemme

 Cap. 5      Gesù appare ai discepoli in Gerusalemme

 

 

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Cap. 1

La notizia si diffonde

                         1.      Una bella chiara giornata estiva rende nuovamente tutti gli uomini un po’ più lieti; gli ultimi tre giorni (dal Venerdì santo) si è posato sul loro animo come un tenebroso incubo, da quando avevano saputo: “Gesù è morto!”. Gesù è andato perduto per tutti i poveri e ammalati, Gesù manca a tutti, anche a coloro che non Lo vogliono ancora comprendere bene! Egli è al centro dei discorsi in tutte le case di Gerusalemme e di tutto il circondario!

                         2.      Ad un tratto viene da qualche parte la notizia: “Gesù non è più nel sepolcro! Egli deve essere resuscitato dalla morte!”.

                         3.      Come un fuoco che si propaga rapidamente, inarrestabile, questa notizia corre di casa in casa, ma in nessun luogo si riesce a sapere qualcosa di preciso.

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Cap. 2

Simone e Kleophas sulla strada per Emmaus

                         1.      Lungo la strada maestra di Gerusalemme si ferma una truppa di soldati romani; due uomini di Emmaus, Simone e Kleophas, corrono veloci verso di loro, salutano il comandante e chiedono: “Signore! Noi siamo cittadini di Emmaus; facciamo parte degli amici di Gesù di Nazareth. Cattive notizie ci hanno riferito della Sua morte sul Golgota; per questo l'inquietudine ci ha spinto fuori casa, per venire a saperne di più, ma lì dovrebbero dominare dei disordini, e così non abbiamo ancora osato recarci nella città di Dio. Oggi però abbiamo sentito che Gesù non sarebbe morto! Egli sarebbe apparso ad alcuni, allora un dubbio tormenta il nostro cuore; e così chiediamo a te qualche informazione, signore, se puoi e vuoi dirci qualcosa sugli ultimi giorni in Gerusalemme!”.

                         2.      “Cari uomini”, – risponde il comandante, – “purtroppo è vero: il vostro amico Gesù è morto di una morte violenta! Egli è stato messo in croce! Veramente non è stato possibile aiutarLo, poiché Egli ha preso su di Sé ogni colpa ed ha accettato tranquillo anche la Sua sentenza di morte! Riguardo alle voci che Egli sia risorto dai morti, anche noi abbiamo già sentito, ma non possiamo venire a sapere niente di più preciso, perché siamo stati richiamati. Io non l'ho conosciuto, ma vi devo dire per vostro conforto: chi ha potuto conoscere un tale Uomo da vicino e lo ha avuto per amico, costui è davvero da chiamarsi fortunato! Ma incamminatevi e andate voi stessi a Gerusalemme; là verrete a sapere di più”. – Egli saluta brevemente e dà ai suoi uomini il comando di continuare la marcia.

                         3.      Dopo un lungo silenzio Kleophas domanda: “Simone! che cosa dici ora?”.

                         4.      “Caro fratello”, risponde costui, “che cosa dobbiamo ancora dire? Il nostro amato Signore e Maestro non è più! Oh, qual dolore! E noi non abbiamo fatto niente per la Sua liberazione! Io ne soffro troppo, perciò voltiamoci e andiamo a casa. Oh, se potessi offrire la mia vita soltanto perché Lui vivesse ancora!”.

                         5.      “Tu cara, fedele anima!”, – risponde Kleophas. – “Il tuo dispiacere è anche il mio! Ma chi come te è stato tanto spesso con Lui, non dovrebbe sentirsi così abbattuto e sconsolato! Perché ciò che voi e noi tutti abbiamo potuto ricevere da Lui come Verità, rimane eternamente indimenticabile! Anche a me addolora la Sua morte! Ma riflettiamo: la Sua vita e il Suo amore, il Suo agire e fare, tutto questo continua a vivere e deve continuare ad operare! E per questo non dobbiamo essere troppo afflitti!”.

                         6.      “Fratello”, – dice Simone, – “io vedo che anche tu senti un profondo dolore! E malgrado ciò, vuoi dimostrarmi che la mia afflizione non è giustificata? Puoi tu dunque comandare al tuo cuore, se piange? Puoi tu sorridere se esso sanguina in te? O fratello, qui soltanto Uno potrebbe aiutarci e Quest’Uno ci è stato tolto!”.

                         7.      “Fratello Simone”, – replica Kleophas, – “la tua sofferenza esprime parole profonde, ma non dimenticare ciò che il Maestro ci disse un giorno: chi si trova in profonda sofferenza e cordoglio, venga a Me! Io lo consolerò e veramente lo aiuterò! E trasformerò in gioia ogni sofferenza e ogni cordoglio!”.

                         8.      Pieno di dolore Simone dice: “O fratello Kleophas! Le tue parole consolanti sono come rugiada mattutina per la mia anima ferita! Ma esse non leniscono la mia sofferenza! – O Gesù! Perché? Perché hai lasciato accadere questo con Te? Tu, il Puro! Tu, il Divino qui sulla Terra! E ora è vano tutto lo sperare!”.

                         9.      Kleophas sente l'amaro dolore del suo amico, e il suo occhio vaga intorno come cercando aiuto. Allora vede venire a passi rapidi verso di loro un Forestiero; Kleophas si ferma, ed anche Simone lo guarda sorpreso. Ora Colui che viene saluta: “La Pace sia con voi!”.

                       10.   Essi ringraziano. “E anche con te! …fin nell'Eternità!”, e gli domandano: “Dove porta la tua via? – Noi ritorniamo ad Emmaus, che è la nostra città natale”. –

                       11.   Il Forestiero risponde: “Anche la Mia via conduce ad Emmaus, e ancora oltre. Già da lontano ho sentito il vostro triste discorso e Mi sono perciò affrettato a venire da voi, poiché il vostro dispiacere causa anche al Mio cuore sofferenza e cordoglio”.

                       12.   Simone domanda sorpreso: “Come ti può opprimere veramente il nostro cordoglio, dal momento che noi stessi non ne possiamo essere la causa! Ma se già senti e soffri con noi, allora tu conosci forse anche la causa del nostro dolore?”.

                       13.   “Certo!”, – risponde il Forestiero. – “I vostri discorsi Mi hanno già rivelato abbastanza di questo. Io però penso che voi esageriate e diate troppo spazio ai vostri sentimenti! Oppure deve essere qualcosa di veramente enorme che non è paragonabile a nulla!”.

                       14.   “Caro amico!”, – dice Simone, – “Allora vieni veramente da tanto lontano da poter essere così ignaro? – Ascolta: noi siamo profondamente addolorati per Gesù di Nazareth! – L'amico e soccorritore di tutti i poveri! Non c’è uomo in tutta la Giudea che non sia colpito da questa grande sciagura, ad eccezione dei templari e dei romani! Gesù, infatti, è morto, ci è stato strappato con violenza! E noi tutti ci aspettavamo da Lui grandi Cose!”.

                       15.   Il Forestiero risponde gentilmente: “Io comprendo totalmente un simile dolore, poiché proviene dalla vostra anima che era colma di così lieta speranza! Sembra però che voi vi dimentichiate una cosa, e questa è: Gesù perseguiva solamente una grande Meta! E soltanto con la Sua morte questa meta poteva essere raggiunta, vale a dire: “L'adempimento di tutte le speranze, che Dio, l'Eterno, aveva messo in Lui!”. Oppure pensate che il sacrificio di Gesù avesse soltanto lo scopo di preparare un trionfo al Suo avversario?!”. –

                       16.   “Caro amico!”, – risponde Simone, – “Tu affermi che con la morte di Gesù sono state adempiute le speranze di Dio! Tu puoi aver ragione, infatti, appare verosimile; ma le nostre speranze sono svanite e noi dobbiamo rimanere asserviti e oppressi. È come se il Sole si volesse distogliere dai nostri campi benedetti, come se tutti gli amici si nascondessero, e tutti i nemici prendessero di nuovo il sopravvento! Vedi, la nostra fede era: soltanto Lui può e salverà il nostro popolo! A che ci può servire la voce di alcune donne che Gesù sia stato visto e che Egli vive, se ora abbiamo la certezza che Egli è morto! Ciò che la morte stringe nelle sue braccia, non lo dà indietro”.

                       17.   Il Forestiero dice seriamente: “Simone! Il dolore per Gesù ti rende cieco e sordo, e ti fa dimenticare tutto ciò che Gesù disse a voi e a tutti, tanto spesso! Questo non ti fa onore! – E se tutti i Suoi discepoli dovessero aprire i loro cuori ad un dubbio simile, allora veramente l'avversario e nemico di ogni Vita guadagnerebbe enormemente in potenza e forza. Certo, il tuo dolore è grande, e ogni dolore Mi è sacro, perché Io so, ogni dolore passa dapprima attraverso il Cuore di Dio! Ma, sei tu cosciente che con questo tuo dubbio anche al tuo Gesù arrechi un dolore grande? Anzi, ancora di più! Anche a Dio tu arrechi questo dolore! Poiché Gesù con il Suo sacrificio e morte voleva adempiere soltanto la Volontà di Dio, per mostrare con questo a tutti gli uomini, la via della loro redenzione”.

                       18.   Simone replica sorpreso: “Fratello nel Signore, quali parole usi tu? Sei anche tu Suo discepolo di cui soltanto io non so? Sei anche tu uno di quelli che Egli ha chiamato, affinché la Sua dottrina sia ulteriormente diffusa? Oh, parlaci di Lui, affinché io diventi nuovamente sereno!”.

                       19.   Anche Kleophas dice: “Sì, fratello! Le tue parole celano in sé il tono che ci manca! Il tono della speranza! Quanto è doloroso per noi sapere che Egli non c’è più! Se soltanto non Gli fosse stato inflitta questa indicibile sofferenza della crocifissione! Vedi, Egli sapeva tutte le cose! Perfino i romani erano Suoi amici, infatti, Egli chiamava anche loro ‘fratelli Miei!’. Oh, perché non invitò i Suoi amici e discepoli, a lottare contro questa grande, grande ingiustizia? Perché? Oh, chi ci può dare una risposta?”.

                       20.   Il Forestiero risponde pieno di fiducia: “Gesù stesso, fratelli Miei! Poiché anche se è morto secondo il corpo, – non vive Egli in voi? Le Sue parole, il Suo amore e le Sue opere non diventano già viventi in voi? Non vi dicono che non può essere e non può accadere diversamente!? Non doveva la Sua morte aver lo scopo che Egli, il Morto, vuole ora risorgere spiritualmente nuovo tra i Suoi fedeli e seguaci, per destare in ognuno la consapevolezza: “Anch'io voglio ora cooperare nella Sua grande Opera di Redenzione, la quale con la Sua morte violenta, ha subito un arresto”. Cari fratelli, Gesù stesso vi mostra che stava nel ‘Piano’ dell'eterno Amore di Dio soffrire questo e di morire nel Corpo! Non domandate più: ‘Perché?’ – ‘Perché?’ – Poiché questa domanda dei Suoi amici è peggiore della più grande ingiustizia che Gli infliggono i fratelli uomini ciechi e smarriti! Tu, fratello, sei un risvegliato, un uomo già ridestato dallo Spirito di Gesù! La tua fede e il tuo amore per Lui devono creare in te la ‘Sua Vita’ e generare ‘nuova Vita’ negli altri, non ostacolarla! Tu conosci Mosè e i profeti, e voi conoscete tutte le Promesse! Ricorda, se Dio vuole stroncare ogni inimicizia che esiste tra Lui e il nemico della Vita, deve essere impiegato anche il giusto mezzo per lo scopo! E questo Mezzo era ed è: ‘Gesù!’, e Lo rimarrà, finché sarà eliminata ogni ostilità”.

                       21.   Simone dice sorpreso: “Fratello nel Signore! Io non riesco a seguirti bene e ti prego, non fraintendermi. Che cosa intendi veramente con questa inimicizia fra Dio e il nemico della Vita? Con questo intendi il maligno? Se questo è il caso, perché la lotta non fu apertamente condotta contro Satana? Al Maestro sarebbe stato cosa facile, con l'aiuto degli angeli, rendere innocuo questo nemico di ogni Vita divina”.

                       22.   Il Forestiero risponde ammonendo: “Simone, così comprendi tu il tuo Maestro? Colui che ha vissuto tra voi come il più piccolo di tutti, che vi ha servito con un Amore così che la Terra e i suoi abitanti non hanno ancora conosciuto! Simone! Il tuo cuore non si spaventi se ti esclamo: anche te Egli aveva scelto e degnato di diventare un combattente della Sua santa Causa! Ma tu sei in un enorme errore se sei attaccato così alla Persona di Gesù, dal momento che si tratta solamente del Suo ‘Spirito’, della Sua potente Vita ed Essenza interiore! E ‘questo Spirito’ che Gesù portava dentro di Sé – nel mentre Egli viveva esteriormente come ogni altro uomo – questo Spirito è proprio il ‘Mezzo’ che costringe il nemico a ritornare all'Ordine interiore di Dio e alla Vita con Dio”.

                       23.   “Fratello nel Signore!”, – dice Simone, – “Vorrei ringraziarti per questo grido ammonitore che mi hai dato, se il dolore per Gesù non fosse così grande! Ma poiché sembra che tu sia informato meglio di me, allora ti domando: non esisteva veramente nessun altro mezzo che la Sua morte sulla Croce? Ed aveva Dio veramente l'Intenzione di usare questo mezzo su Gesù? Rifletti: un Dio della Vita e dell'Amore non ha nessun riguardo per Colui che Egli stesso ci ha mandato, e pretende da Lui obbedienza, obbedienza fino alla morte sulla croce! Con questo, però, non è ancora la fine, infatti, anche noi e tutti i discepoli dobbiamo aspettarci di patire come Lui la stessa morte! Io sono alla fine, e non riesco a raccapezzarmi! O Gesù! Se Tu vivessi ancora, con quanta facilità potresti eliminare ogni dubbio”.

                       24.   Il Forestiero domanda serio: “Simone! Perché procuri al tuo Maestro, al tuo Gesù e Salvatore nuovo dolore oltre alle Sue ferite? Tu certo sai, come dice Isaia, che Egli prenderà per amor nostro su di Sé ogni sofferenza, tutte le nostre malattie e i nostri dolori! E per i nostri peccati e misfatti sarà torturato, anzi subirà la morte – affinché noi fossimo liberati da ogni male e potessimo trovare nel Suo Amore la nostra pace! (Isaia 53, 4-6). Inoltre ti voglio dire ciò che Isaia ancora dice, che per coloro che sperano in Lui e credono in Lui, sorgerà un vero Salvatore, che li introdurrà nella meravigliosa Gerusalemme e solo allora sarà l'adempimento di tutti i desideri e brame di Dio come anche dei Suoi figli! Tu pensi che fu un ordine di Dio, questa morte sulla Croce? Oh, no, fratello Mio! È stata la libera volontà, l’impulso dal più intimo cuore di Gesù, portare questo Sacrificio e di esserLo Lui stesso! E Dio, l'Eterno, ha accettato questo Sacrificio e Lo ha per questo elevato e Lo ha posto come Signore sopra tutto ciò che vive nel Cielo e sulla Terra! Ma se fosse stata esercitata su di Lui la più piccola costrizione, allora ora giubilerebbe l’Inferno insieme ai suoi accoliti. Questa morte di Gesù sulla Croce è ora il bivio sul quale tutti gli abitanti dell'Inferno e quelli che sono ancora in contrasto con Gesù, non si raccapezzeranno facilmente! Proprio ciò che ti opprime e fa aumentare il tuo dolore, vale a dire la Croce del Golgota, deve per tutti diventare la Via e l’Ancora di salvezza. Ognuno deve passare davanti a questa Croce! Nessuno la può evitare, poiché porta in sé la condizione fondamentale: solo attraverso questa Croce passa la Via che conduce alla vera Vita con Dio! Puoi ora tu comprendere le Mie Parole, Mio Simone ed anche tu, Kleophas?”

                       25.   Kleophas risponde lieto: “Sì fratello! In me si è fatta più luce, e tutta la tristezza è scomparsa! E penso che anche Simone è convinto che il Signore non poteva per nulla morire, senza lasciare a noi e tutti gli uomini, qualcosa di ciò che Egli stesso è! Guarda, là si trova la mia dimora; vieni ed entra con noi e donaci ancora di più del tuo amore e della tua sapienza”.

                       26.   Il Forestiero vuole rifiutare e dice: “Vorrei proseguire! Il Mio Cuore, infatti, preme a rendere felici anche altri. Voi ora siete a casa, e la pace ritornerà nei vostri cuori”.

                       27.   Kleophas però prega: “Caro fratello, il giorno volge al tramonto e presto sarà notte! Rimani con noi e prendi parte alla nostra semplice cena. Tu hai nutrito i nostri cuori con il cibo proveniente dal tuo cuore e ci hai tolto tanto dolore e cordoglio, perciò fa che anche noi ti possiamo fortificare e ristorare!”.

                       28.   Il Forestiero sorride benevole e risponde: “Ebbene, allora sia, perché lo vuole l’impulso del vostro cuore”. Nell’entrare in casa Egli dice: “E così la Pace del Signore sia con te e con la tua casa!”.

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Cap. 3

In casa di Kleophas: “La Croce è il grande punto di svolta!”

                         1.      La moglie di Kleophas vede arrivare i tre, porta l’acqua e lava i piedi dapprima al Forestiero, poi a Simone e infine a suo marito; poi saluta il Forestiero con le parole: “Signore, salutato sii tu nel Nome del Signore, e la tua benedizione sia la nostra pace!".

                         2.      Il Forestiero le risponde dolcemente: “Donna di Kleophas! Il tuo desiderio e volontà sono esauditi, se rimani sempre in quest’umiltà! E la pace in te sia la tua forza e l'adempimento!”.

                         3.      Ringraziando si ritira in cucina; Kleophas la segue e dice: “Hanna, a questo Forestiero io devo molto! Prepara una buona cena e disponi nella camera di sopra un giaciglio; perché l'ospite rimane da noi per la notte”.

                         4.      Piena di gioia Hanna risponde: “O Kleophas! Non faccio niente più volentieri di ciò che ora chiedi, poiché l'Ospite ha dato a me altrettanto quanto a te! Ma, come mai ti riferisci al tuo Ospite come ad un Forestiero? Per me in ogni caso non è estraneo! Devi avere una cattiva memoria, altrimenti dovresti sapere Chi hai portato in casa!”.

                         5.      Kleophas si scusa e dice: “Hanna, non gli abbiamo chiesto il suo nome: una cosa però sappiamo, è uno dei nostri, uno che crede anche nel Maestro! Ma sbrigati, affinché sia pronta la cena!”

                         6.      Hanna sorride e replica: “Sì, va pure! Le tue parole, infatti, mi disturbano nel mio raccoglimento. – Ma a te, o Signore, voglio preparare una cena come Tua madre non potrebbe farlo meglio!”.

                         7.      Nel frattempo Simone prende posto con il Forestiero nella grande sala e dice invitante: “Mettiti pure comodo, nella casa del fratello Kleophas si sta bene, perché la grazia e la benedizione del Signore poggia visibilmente sulle sue fondamenta. Purtroppo entrambi sono soli, per questo egli vede di buon occhio ospiti ed amici intorno a sé, e Hanna, sua moglie, è felice se può servire tutti”.

                         8.      Il Forestiero dice benevolmente: “Simone, anch’Io prendo alloggio volentieri là dove amore e ospitalità sono il vanto della casa. Il più grande vanto di un vero uomo, infatti, è servire, ma con un cuore pieno d'amore e abnegazione! Se Io non vi avessi incontrato e voi foste ora rincasati, ed alcuni amici e fratelli vi avessero attesi con cuori ansiosi, perché anche loro, al par di voi, avevano perduto la pace, – dimMi: quanto vi sarebbe bastato l'amore e l'ospitalità di questa casa? Voi avreste, insieme, aumentato ancora di più il dolore e il dubbio dei vostri cuori, invece di diminuirli. Perciò il più grande amore e l'ospitalità più fervida è là, dove il discepolo può testimoniare con gioia, in tutto l’essere suo, della Magnificenza del Signore! Vieni, Kleophas, e ascolta anche tu ciò che Io dico adesso: mai la Terra è stata maggiormente arricchita come in questi giorni, in cui la Magnificenza di Dio si è potuta rivelare sul Golgota, finalmente! – Finalmente è riuscito al nostro Iddio di portare all’esistenza un'Opera che è nata dal liberissimo amore e dedizione di un Uomo” – (Non dall'Onnipotenza di Dio). Il massimo, in Gesù, non era che Egli operasse Miracoli e confermasse con i fatti che Egli è un Signore e Maestro, bensì che con la Sua morte sulla croce è stata creata una possibilità di portare a tutti gli uomini la vera Redenzione! E questa Redenzione è ora un fatto compiuto! Gesù, infatti, vive! E dove Gesù può vivere in ogni tempo futuro (come Spirito dell'Amore), quivi è aperta la Porta per il Regno della vera Vita”.

                         9.      Molto meravigliato Simone domanda: “Fratello, tu hai già visto e parlato con Gesù? Oh, dimmi, dove, – dove Lo possiamo trovare? Oggi stesso, anzi subito voglio correre da Lui; perché tutto il mio sentimento ed aspirazione è ora rivolto solo a Gesù”.

                       10.   Il Forestiero domanda dolcemente: “Simone, ti rammenti ancora che cosa disse il Maestro quando prese congedo da noi per proseguire la Sua via? Non disse Egli: «Nello Spirito rimango presso di voi e tra voi, se voi rimanete nel Mio Spirito!». Perché sei ancora attratto dalla persona di Gesù, persona che era solamente il punto di raccolta della Sua interiore divina Essenza dell'Amore? O Mio Simone, tanto avreste dovuto appropriarvi dal vostro Maestro, perché in vostra presenza nessuno avrebbe dovuto sentir la mancanza del Salvatore! Sarebbe la massima delizia di Gesù se i Suoi veri discepoli si considerassero nel Suo Spirito come custodi dell'alto, santo Bene; Bene che Egli ha lasciato a tutti! – a tutti con la Sua volontaria morte! Considerate ora in questo senso il Suo vivere e morire e mettete adesso tutte le vostre speranze nello Spirito Suo, allora svanita è tutta l’afflizione! – e la Sua Vita si rivelerà presto in voi, – e poi anche intorno a voi” .

                       11.   Kleophas dice pieno d’ammirazione: “O fratello e amico del Signore! Mai ti ho visto intorno al Maestro e malgrado ciò il tuo linguaggio è il linguaggio del Suo Spirito! Come avviene che non sei sfiorato dal dolore per Lui? La tua meravigliosa testimonianza per il Maestro, infatti, mi dimostra che il tuo interiore è libero da sofferenza e dispiaceri! Certo, ogni parola che tu ci hai dichiarato è vivente verità; ma vediamo in noi stessi quale lunga via ci attende ancora, prima che giungiamo a tali agognate mete. Tu hai detto: ponete tutte le speranze nel Suo Spirito! Ma, ci è permesso e lo possiamo ancora? Tu ci hai detto parole di vita, …e così potrai anche guardare nei nostri cuori e scorgere il mucchio di macerie che deve dapprima essere di nuovo riordinato. O amico, chi ha figli e figlie, …e li vede sfiorire prima del tempo, ha bisogno di ben altre forze per tenere insieme il suo cuore, altrimenti crolla! E tu ci hai trovato in questo stato! Infatti, che noi non possiamo ancora considerare la Sua morte nel senso tuo, ti sarà ben comprensibile!”.

                       12.   Con amore il Forestiero risponde: “Kleophas, non hai bisogno di scusarti per il tuo cordoglio e dolore; poiché il Maestro conosce tutto! Soltanto per questo Io sono venuto da voi, per sciogliere questi legami che voi stessi avete intessuto nei vostri concetti ancora troppo umani – intorno all'Uomo-Gesù. La Sua morte ha eliminato tutto l'umano da Lui e vuole rivelare a tutti il Salvatore che vi ama! E quanto più voi ora continuate in questo sentimento la Sua meravigliosa Opera, tanta più forza scaturisce in voi ed ordina tutte le macerie ed ancora falsi concetti nel senso di Gesù: «Chi Mi ama, farà la Volontà del Padre Mio celeste! Perché Egli Mi ha mandato in questo mondo, affinché lo stesso diventi felice a mezzo Mio» [Giov.14,21]. Così suonavano le Sue Parole a voi! E ognuno che farà ciò che voi ora potete fare nello Spirito e nell’intendimento di Gesù al vostro prossimo, costui assaporerà la beatitudine che Gesù assaporò durante tutto il tempo, – in cui Egli adempì totalmente la Volontà di Dio, del Padre Suo celeste! Vedete, poteva Egli retrocedere spaventato dinanzi al più sublime Atto d'Amore, Amore che doveva coronare l’Opera Sua con cui poteva finalmente davvero essere ristabilita la Via e il Collegamento tra Dio e l'uomo? Se Gesù avesse avuto ancora più Vita da sacrificare, avrebbe dato di buona voglia tutto senza esitazione! Perché si trattava di salvare la Vita Interiore di tutti i figli degli uomini dalla loro schiavitù! E ora voi, che siete Suoi discepoli, siete anche i primi che dovete testimoniare da e di questa Vita in voi!».

                       13.   Simone ringrazia: “Caro, caro fratello, quanto è necessaria una tale testimonianza lo vedo in me! Quanto poco ti è costato e già sentiamo nel cuore il segreto impulso di questo Spirito proveniente da Dio. È ovvio che non me lo lascerò più sottrarre, poiché il nemico della Vita deve vivere al di fuori del mio cuore, finché esiste in me la consapevolezza dell'unione con Dio! E così ti ringrazio, fratello mio, come ringrazierò anche il Maestro! Sentivo ben le tue parole come dei colpi di martello nel mio petto, ma adesso sono per me Pane e Acqua della Vita! Oh, se fossero qui tutti gli altri fratelli, quanto si rallegrerebbero e si mostrerebbero grati al par di me”.

                       14.   Il Forestiero istruisce ulteriormente: “Simone! Solamente ora che tu pensi ai tuoi fratelli, diventi totalmente libero dall’oppressione dei tuoi dolori! Cosa sono, infatti, i propri dolori, se Io posso guarire gli altri? Nient’altro che l’impulso per l'effetto di questa libera Vita di Dio dentro di Me! Ma se ti avvolgi nel tuo dolore e perfino ti lamenti, interrompi il flusso della Vita, e tutto il mondo in te ed intorno a te è incatenato ed asservito, se non addirittura frantumato, e tale e quale il Soccorritore e Salvatore in Te! – Vedete! Tutto il mondo non è così come esso appare, – ma come tu lo vedi dalla tua vita interiore! Se in te sei un uomo libero e lieto, compenetrato dalla vera Vita di Dio, quindi un figlio di Dio, allora non pensi al tuo dolore! Tutti i desideri in te però tendono a rendere il tuo mondo circostante altrettanto libero e lieto! E presto ti staranno a disposizione Forze divine per portare aiuto! Se però sei un uomo lamentoso, tormentato da inquietudine e agitazione, allora ti irrita ogni anima lieta, e in te si accumulano forze che vogliono soltanto disturbare e distruggere! E il mondo intorno a te appare tenebroso e brutto! Vedete, quali contrasti! E così nella Vita e nell'Esempio di Gesù trovate tutto! Ma se Gesù avesse pensato a Sé, vivendo soltanto per i Suoi propri Desideri, allora tutti gli uomini sarebbero dovuti rimanere senza conforto, senza sostegno e senza speranza per una beata Vita interiore, la quale si deve rivelare non soltanto nell'aldilà, ma già qui nell'esistenza terrena! ‘Io sono un buon Pastore’[Giov. 10], sono state le Sue Parole, e come vero Pastore Egli si preoccupava anche per il futuro! Il vostro futuro però è il Suo Spirito in voi! Egli, infatti, è: l’Alfa e l’Omega! – L'Inizio e la Fine di tutte le cose”.

                       15.   Reso felice, Simone si rivolge al suo amico: “O fratello Kleophas! Che cosa diciamo ora a ciò che abbiamo sentito? Non è, – come se il Signore e Maestro stesso ci annunciasse questa santa Verità di Vita? Il mio interiore è colmo della santa Vita come se fossimo intorno al Maestro! In verità, non c'è quasi più nessuna differenza!”

                       16.   Kleophas gli risponde un po’ preoccupato: “Simone! Simone! Non ricadrai anche tu di nuovo nello spirito di apprensione e dispiacere rendendo difficile la vita agli altri? A me, infatti, sembra come se tu ti lasciassi troppo influenzare dal nostro amico. Ma è anche vero che tu, amico e fratello, con il tuo amore e la tua partecipazione ci hai liberato dal nostro dolore, e in me è davvero come se Gesù non fosse più nella morte! La Sua morte è stata un ammonimento anche della mia morte, perché ho potuto dimenticare così presto le Sue parole! Ma ora mi sento bene, e in me è subentrata una vita tutta diversa. Domani mattina veniamo con te, ed io so che tu troverai il dove; perché da te splende già la Vita che ci deve rendere liberi! Fratello Simone, non la pensi come me?”.

                       17.   Simone acconsente lieto: “O fratello Kleophas, non domandare; questo s'intende da sé! A te però, fratello da lontano, vorrei ancora domandare: Gesù è davvero risorto come devono aver raccontato alcune donne? Se ci hai dato tanto della Vita del Maestro, forse anche di questo sei informato. Anche tu stesso hai usato l'espressione: Gesù vive! Certamente tu userai questa parola nel senso spirituale; ma io intendo ora, se Egli è veramente uscito dal sepolcro, e se Lo vedremo precisamente come vediamo te, potremo parlare e andare con Lui?".

                       18.   Il Forestiero replica serio: “Fratello! Questa domanda è scaturita non dalla tua vita di Dio, bensì dalla tua anima! Anche qui però non voglio nascondervi la giusta risposta, quindi ascoltate: Gesù vive! Come Egli stesso ve lo ha promesso! Non ha Egli detto: «Abbattete questo tempio, ed in tre giorni Io lo riedificherò!» [Giov. 2,19]. Sì! – Gesù vive! Ora Egli vive in un Corpo indistruttibile e rialza tutti i cuori che il dolore e la pena per Lui avevano piegato! Sì! Gesù vive e realizza il Suo Amore – che annuncia: «Io non vi lascerò orfani! Mi nasconderò soltanto per breve tempo; ma poi ritornerò, per non separarMi più da coloro che Mi amano veramente!» [Giov. 14,18]. E ora comprendete: per vedere questo Gesù risorto e vivente in eterno, ci vuole una fede vivente, la quale però non permette il minimo dubbio nell’interiore vita del cuore! Solo dove questa fede diventa vivente, il cuore è preparato per colui che non può mai più morire! In tale autentica vivente fede, infatti, muore in verità il Figlio dell'Uomo-Gesù sulla Croce e perfino nel dolore mortale ancora glorifica la Vita del Suo eterno Padre! Ma per questo la Vita dello Spirito interiore proveniente da Gesù diventa vivente nel proprio cuore e da lì germoglia come frutto, come indistruttibile Vita spirituale del Redentore! E quindi è vero ciò che Io vi annuncio: Egli morì, affinché i Suoi …vivessero! Ma solo coloro che ricevono questa nuova Vita proveniente dalla Sua Vita dello Spirito che ha superato ogni morte e ogni giudizio! Fratello Simone, puoi tu ora credere che Egli vive veramente?”.

                       19.   Simone risponde entusiasmato: “Fratello nel Signore! Come tu lo presenti, sono costretto a dirti: ‘Sì, Egli vive!’, ma perché il mio cuore è pieno d’inquietudine? In me sento dire forte: ‘Sì! – Egli vive!’. Nel mio ardente desiderio però mi vedo spinto a dirti: vorrei vedere Gesù così, come Egli ha vissuto come Uomo! Così come Egli vive ancora nel mio ricordo! – Ed io credo che soltanto allora la mia brama si calmerebbe!”.

                       20.   Il Forestiero serio continua a parlare: “Fratello Simone, ascolta ciò che ora Io ti dirò: non lasciarti trarre in inganno dalla tua brama di vederLo esteriormente! Poiché tu sai dalle Scritture, quale astuzia può usare il nemico di ogni Vita! – A colui che può perfino vestirsi con una veste angelica, non sarebbe per nulla difficile imitare l'esteriore del Figlio dell'Uomo! Ma ciò potrebbe essere l'adempimento del tuo desiderio? Non ti è ancora possibile vivere completamente nell’interiore ed immergerti nella Vita dello Spirito del tuo Maestro e Salvatore Gesù? Soltanto allora sarai libero da tutti i desideri esteriori e sarai rafforzato interiormente! Come vuoi tu operare nell’intendimento del tuo Maestro, se alimenti ancora in te l’ostacolo che si chiama ardente desiderio? O Simone, per voi è ora iniziato un altro tempo, un tempo del puro produrre ed operare spirituale! Questo tempo, infatti, ha bisogno di testimoni! Testimoni che interiormente del tutto liberi e fortificati e con tutte le forze dedicano la loro vita a Colui che è la Vita e dà la Vita! La brama genera solo fame, ma nessuna Vita! Perciò cerca ora soltanto in te ciò che ti aspetti ancora esteriormente dal tuo Gesù!

                       21.   Quando il Maestro nella più difficile lotta combatté in Sé e con Sé, anche in Lui emerse una speranza! E questa speranza divenne desiderio ed infine tormento! Perché riguardava voi, i Suoi discepoli e fratelli! Solo un unico, sereno sguardo dai vostri occhi sarebbe stato per Lui adempimento, e i Suoi tormenti sarebbero stati notevolmente diminuiti! Egli, infatti, sperava e bramava da voi: piena comprensione per ciò che Gli comandò l'Amore, …per l'Amore! …l'Amore per tutti gli uomini ed esseri asserviti! – Ma quando in Lui dovette morire questa speranza e desiderio, ne sorse uno spirituale, più grande, più potente! E fortificato interiormente, per Lui esisteva adesso soltanto un Volere e Compimento: per il Padre! – Oh, fratelli Miei! Se voi non comprendete tutto questo e lo vivete in voi, non potrete diventare Suoi veri discepoli e seguaci! Perché soltanto in Lui vi è la vera Vita, e questa Vita divina, …è la Luce per l'umanità errante! Chi porta in sé questa Luce divina, lascia dietro di sé ogni speranza e desiderio terreno. Ora soltanto una cosa ha importanza: lasciate anche in voi morire ogni futilità! – Allora Egli non vivrà soltanto tra voi, ma in voi! E il Suo Spirito vi sostituirà la Sua presenza esteriore”.

                       22.   Dice Simone impressionato: “Fratello, fratello! Tu ci metti in imbarazzo sempre di più, ed ammetto che hai pienamente ragione! Ma hai toccato un punto che io non posso afferrare: questa Sua brama doveva morire anche in Gesù? Sì? È possibile questo? Soltanto se un desiderio si realizza, io sono libero e lieto! Ma il nostro Signore e Maestro cui nulla era impossibile, doveva immergere di nuovo nel Suo Cuore qualcosa di non adempiuto? Questo, io non lo comprendo! –Poi però hai detto ancora: «Un nuovo, spirituale, potente desiderio sorse in Lui e fece irrompere la Volontà in Lui di portare al Compimento tutto per il Padre!»”.

                       23.   Il Forestiero continua ad ammaestrare: “Simone! Pochi soltanto verranno a sapere ciò che tu hai sentito e ciò di cui hai domandato! E così ascolta: il Signore e Maestro nella più grande lotta della Vita era solo! Da nessuna parte c’era speranza di aiuto o assistenza, perché il Suo esplicito ordine a tutti gli angeli e servitori dell'eterno Iddio era: «LasciateMi da solo! Perché Colui che Mi può aiutare ed assistere, è in Me, ed è il Padre!». Ma Gesù era ancora Uomo! Egli aveva ancora occhi che cercavano comprensione per la grande Opera da compiere! Ancora, Egli era Uomo con un cuore che bramava ardentemente di rafforzarsi attraverso uno dei Suoi fratelli. Voi però guardavate lottare il Maestro senza comprensione nel Getsemani, e nessuno di voi ebbe il coraggio di mettersi al Fianco Suo e dire: ‘Signore! Succeda quello che vuole, …la mia vita appartiene a Te!’. – Questo sarebbe stato l'adempimento della Sua speranza e desiderio! Voi volevate combattere, sì! …ma non, portare, non, soffrire insieme! Allora morì l'ultimo umano che c’era in Lui!

                       24.   Ma in Lui sorse un Pensiero più grande: – un Qualcosa che Lo rese forte e volonteroso! E questo Pensiero divenne una chiara Consapevolezza, un Fatto vivente, colmando allora il Suo interiore con l'unico Volere: «Non più la Mia, ma solo la Tua Volontà sia fatta!» [Luca 22,42 - Matteo 26,42]. Allora fu come se tutti gli esseri spirituali superiori che Lo videro combattere e lottare, Gli volessero dimostrare la loro profonda gratitudine ed offrire a Lui le Forze! (che adesso potevano offrirGli!). E un angelo raccolse tutte queste Forze irradianti come in una lente ustoria e Lo rafforzò nel Suo Volere di nuovo sorgente in Lui! [Luca 22, 43]. Centinaia, anzi migliaia di anni passeranno, …e allora soltanto si rivelerà che cosa ha consolidato il Signore e Maestro di ogni Vita nella Volontà di sopportare e morire per la Sua grande, santa Opera di Vita! In quest'ora venne riportata combattendo la più grande di tutte le Vittorie! E quello che poi seguì, poté essere più facilmente sopportato! Perché la Volontà dello Spirito venuta fuori creò continuamente nuove Forze in Lui! A questa, ora voi e tutte le stirpi a venire, dovete ringraziare che adesso è stata aperta una Via che porta tutti di sicuro alla meravigliosa Meta della Vita! Ciò che voi avete scoperto e sperimentato sul Golgota, è stato il coronamento di tutto ciò che prima si era formato e scolpito nel cuore di Gesù, per dare ora, visibile all’intera Infinità, la dimostrazione promessa da tutte le Eternità: Dio, …è Amore! …e Amore è, ed era, la Vita in Dio!

                       25.   D’ora in poi ognuno che si appropria di questo Amore, vivrà dallo Spirito vincitore del Getsemani e del Golgota! E nessun nemico né avversario potrà osare mettere le mani addosso a questo Santuario della Vita! In questa Vita irradiante, Gesù non è più un Ospite della Terra, ma è ritornato nella Sua Proprietà. E questa Conoscenza celeste, questa Consapevolezza, Gli divenne chiara in quella difficile Ora! – Perciò, cari fratelli, non siate afflitti! – Poiché Egli vive là, dove i Suoi figli e i Suoi fratelli vegliano! Là, dove un cuore filiale è compenetrato dallo Spirito della gratitudine: Tu hai fatto questo per me, affinché io ora possa vivere una vita nella Tua grazia, una vita della gioia e dell'adempimento!”.

                       26.   Hanna ha ascoltato l’intero discorso del Forestiero, ma i due fratelli non si sono accorti di lei; allora il Forestiero si rivolge a lei e dice: “Vieni anche tu vicino, ed ascolta ciò che Io dirò ancora ai due, poiché è importante per tutti! Poiché non soltanto gli uomini e discepoli del Signore, ma tutti gli uomini, sia grandi o piccoli, sia poveri o ricchi, sono chiamati ad essere portatori di quella potente Via di Dio, per operare e realizzare secondo la Volontà del Salvatore! Perché ora non avete più a che fare con ‘la legge’, – ma con lo Spirito del Salvatore, e i vostri compiti sono da risolvere soltanto in questo Spirito! Non domandate: ‘Quali compiti ci attendono?’, – ma siate sempre pronti a percepire in voi la chiamata! Poiché Colui che chiama al lavoro, dà anche l'istruzione! Ma come assolvere i compiti, è lasciato al vostro libero amore e sapienza! In voi si trovano ancora macerie, causate dalla morte di Gesù; ma siete voi stessi che dovete nuovamente fare ordine! Perciò riflettete quanto duramente ha lottato il vostro Maestro, quando si trattò di sciogliere in Lui gli impedimenti, per adempiere completamente la Volontà di Dio! – Ma ricordate anche l'altra faccenda: Lucifero è ora il vinto, e il suo odio è sconfinato! Non esiste angelo che non compianga questo grande, e pur caduto così profondamente e smarrito fratello! Ma con la morte del Signore sul Golgota – anche per lui la Via per la Libertà, per ritornare a Dio, è possibile soltanto adesso: attraverso il Golgota![1]. La Croce, che doveva togliere al Figliolo dell'Uomo tutto il Divino, è diventata il grande Punto di svolta per tutti! Così come ognuno può ora afferrare il libero diritto di lasciare agire anche su di sé lo Spirito del Golgota, per accrescere in sé la consapevolezza: ‘Gesù, il Salvatore, vive anche in me! E la Sua Vita sia la mia forza che mi aiuta a superare in me tutto il mondano!’. –, così che ora non è più possibile riportare questa vittoria in un altro Spirito! La Croce non è solamente il simbolo delle sofferenze e delle prove, ma anche il Segno dell'Eletto! ‘Preservarsi nella Croce’, infatti, significa: aprire in sé tutte le porte alla vera, eterna Vita”.

                       27.   I fratelli si guardano muti! – Poiché Hanna ora vede che l'Ospite non parla più, esce silenziosa e prepara la cena. I tre però tacciono, e ognuno è profondamente scosso. Quando le vivande sono pronte, Kleophas prega: “Fratelli! Ci attende il pranzo, e Dio ci ha dato il diritto di benedire! Così benedici tu il cibo e ringrazia per noi”. –

                       28.   Benedicendo il Forestiero leva le Sue mani sul cibo, prende il pane, lo spezza e dice: “Gustatelo nel Nome del Signore, affinché diventi in voi Forza per l’anima e il corpo, e siate colmi della gratitudine, con la quale Io ero colmo, così che ho potuto adempiere la Volontà del Padre in Me totalmente! Amen”.

                       29.   “Signore! – sei Tu?”, esclamano nello stesso tempo Simone e Kleophas e saltano per afferrarLo con le loro mani, ma – il posto è vuoto! Il Signore è scomparso! – Ora si guardano, e Simone dice sconvolto: “Era – il Signore! – Oh, – perché non Lo abbiamo riconosciuto prima? Quanto dolore deve averGli causato nel Cuore! – Noi, Suoi discepoli, non vediamo per tanto dolore e cordoglio nemmeno il Signore presso di noi! Colui che ci ha reso liberi così amorevolmente da tutte le pene! Noi però non abbiamo udito la voce del nostro cuore che ammoniva: ‘È il Signore! – Costui è il Signore stesso!’.”.

                       30.    “Simone, sì! – era il Signore!”, – dice Kleophas. – “E soltanto Lui sa perché voleva rimanere estraneo; non battevano, infatti, potentemente i nostri cuori, come se volessero protestare contro la nostra cecità? Ma io ti dico, il Signore voleva così, altrimenti avremmo dovuto riconoscerLo!”.

                       31.   Simone esclama agitato: “O fratello! Ora sei tu in errore! Il Signore voleva che noi non Lo riconoscessimo? No! Io penso diversamente! È bensì vero che i nostri occhi furono trattenuti, – ma era la nostra debolezza, la nostra umanità che non voleva vedere una via d'uscita dalla nostra afflizione. E in questa debolezza il Signore è venuto da noi e ce ne ha liberato! Perciò oggi stesso voglio andare dai fratelli e portar loro il grande annuncio: il Signore – vive!”.

                       32.   Ora parla Hanna: “O voi uomini, voi stolti! Come mai che io sapevo chi era l'Ospite? Prima che Egli parlasse a me, io sapevo: questi è il Signore! Quando tolsi la polvere dai Suoi piedi, scorsi i segni dei chiodi, e così osservai le Sue mani, – anche lì notai i segni delle ferite! Allora Lo salutai come il Signore, …e il Suo ringraziamento è stato per me un dono dai Cieli!”.

                       33.   Kleophas domanda stupito: “Come? Hanna, tu Lo hai riconosciuto e non hai detto nulla?”.

                       34.   Hanna sorride e replica: “Certo! …ma tu eri sordo e cieco, e soltanto il Signore poteva renderti di nuovo vedente e udente. Ora affrettatevi dai fratelli e portate loro l'annuncio: «Il Signore non è più nel sepolcro, bensì Egli è stato da noi, – e ci ha rivelato profondi Misteri della Sua Vita!». – Vedete, anche senza le Ferite le Sue Parole mi avrebbero fatto tendere gli orecchi! Quale forestiero, infatti, potrebbe saper cose che sono note soltanto a noi? E quale forestiero potrebbe mai impegnarsi in tal modo per il Salvatore Gesù? – Tutto però è bene così! Il Signore ha ottenuto che voi non vi lamentaste più, ma che foste nuovamente lieti e, ora, potete consolare gli animi angosciati degli altri”.

                       35.   Simone domanda sorpreso: “Hanna, da quando difendi così la causa del Maestro? Prima questo non era il caso, al contrario, tu hai spesso sostenuto: «Così non può sempre continuare»”.

                       36.   Hanna gli spiega: “Simone, hai ragione: io ero soltanto una donna di servizio e mi dovevo accontentare delle briciole che rimanevano! Ma oggi il Signore mi ha benedetto! Ed io sento in me ancora l’energia della Forza vitale che da Lui è passata a me! Avrei sempre voluto giubilare delle Sue Parole: «Il tuo desiderio e volontà sono esauditi se rimani sempre nell'umiltà! E questa pace in te – sia la tua forza e l'adempimento!». O voi uomini! Comprendete ciò che significa essere benedetta da Lui! La Sua Pace è la nostra forza e adempimento! Non ho più bisogno d'altro per la mia vita terrena. La Sua Pace mi sorregge! La Sua Pace è il mio sostegno e mi dà la certezza: Egli vive! – Egli vive! – anche se gli altri non lo possono credere. Quale stato beatificante Egli ha creato in me con le poche Parole? Voi avete parlato con Lui per un'ora, e malgrado ciò siete passati accanto ad ogni beatitudine!”. –

                       37.   Simone conferma: “Hanna, certo, tu sei la più felice! Ed io mi rallegro per la tua felicità di certo veramente meritata. Che noi non abbiamo riconosciuto subito il Signore ci ha fatto è vero perdere delizie, che sperimentano soltanto gli angeli eccelsi; ma non è abbastanza felicità sapere: il Signore è venuto da noi! Da noi, che stavamo in afflizione e dubbio! E ci ha reso liberi e lieti!”.

                       38.   Hanna conferma conciliante: “Sì, Simone, non vogliamo contendere su chi è più felice! Certo il Signore stesso è venuto da noi ed ha portato la Pace alle nostre anime. Ma io penso che il Signore abbia avuto con questo un motivo del tutto particolare e perciò io vi dico: prendete ora il cibo da Lui benedetto; perché il Signore non ha fatto questo inutilmente! E ricordate le Sue Parole che vi devono riempire di gratitudine per continuare ad operare e a lavorare per Lui con gioia maggiore! Perché allo stesso modo come eravate voi nel dubbio, – così molti altri ancora saranno in afflizione per Lui”.

                       39.   Presto il pasto è terminato; Hanna ha invogliato il loro zelo a dimostrare a Lui con le opere, la loro gratitudine. E così si congedano e si affrettano verso Gerusalemme, benché si faccia già notte.

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Cap. 4

Simone e Kleophas sulla via per Gerusalemme

                         1.      I due uomini sono interiormente occupati con ciò che hanno vissuto; ognuno aspetta che l’altro dica qualcosa, ma nessuno vuol profanare il silenzio, e così vanno avanti silenziosi a passo rapido. Sulla via vengono loro incontro due uomini; ma soltanto quando sono molto vicini si riconoscono nella pallida luce lunare. Ed uno saluta: “La pace sia con voi!”. – Egli si rivolge a Kleophas e domanda: “Ebbene, fratello Kleophas, dove volete andare ancora? La mezzanotte è vicina! Che cosa è successo che non può attendere fino a domattina presto?”.

                         2.      Risponde Kleophas: “Fratello Giuseppe, noi abbiamo vissuto il Miracolo più grande di tutti i miracoli: il Maestro Gesù è risorto dalla morte e noi abbiamo parlato con Lui! Questo vogliamo annunciarlo a tutti i fratelli che ancora piangono in angoscia e dolore per Gesù!”.

                         3.      “Voi avete visto Gesù?”, – domanda Giuseppe stupito. – “Egli vive davvero? – Noi veniamo da Gerusalemme, là domina il dubbio e ogni genere di dicerie, ma nessuno sa ciò che è vero e ciò che non è vero. Al fratello Efraim hanno perfino affermato che Gesù sarebbe stato nel tempio in compagnia di due angeli, ed avrebbe fatto i conti col sommo sacerdote”.

                         4.      Kleophas domanda attonito: “Fratelli, voi avete creduto a questa diceria? Il nostro Maestro Gesù, che si è fatto flagellare e uccidere, avrebbe adesso fatto i conti con i Suoi nemici? Lo avrebbe certo potuto fare facilmente da Uomo! Ma Egli ha preferito soffrire da Innocente, piuttosto che lottare per il Suo diritto! Ma ora che abbiamo parlato con Lui, sappiamo perché è dovuto avvenire tutto questo! Ma non tratteneteci, abbiamo molta fretta; poiché ogni ora di ritardo potrebbe mettere in pericolo l’Opera Sua”.

                         5.      Domanda Efraim: “Fratelli, che cosa volete ottenere nel mezzo della notte? Se Gesù vive, Egli stesso saprà che cosa c’è da fare. Del resto non riesco ancora a crederci; poiché quello che la morte ci toglie, è e rimane per noi uomini, morto. Perciò tornate indietro tranquillamente e lasciate tutto il veniente al nostro Maestro!”.

                         6.      Gli replica Simone: “Fratello Efraim, noi sappiamo come stavamo prima, ed adesso abbiamo motivo di rallegrarci! Perché il Signore stesso ci ha portato questa gioia. Quando Gesù come Salvatore portava la guarigione agli ammalati e metteva fine a parecchie miserie, ti era gradito; ma dal momento che non ti portava nessun vantaggio terreno, Egli era meno che tuo amico; e quindi per te non è così importante che Egli viva oppure no! Per noi però è la cosa più importante! Perché se Gesù è veramente risorto dai morti, allora possiamo nuovamente sperare! Vieni Kleophas! La nostra meta sono i nostri fratelli; anche a loro questa gioiosa e felice notizia farà bene: il nostro Gesù vive!”.

                         7.      Simone e Kleophas si congedano con brevi parole e dirigono i loro passi verso Gerusalemme. Gli altri due però rimangono indietro colpiti, e Giuseppe domanda: “Che cosa c’è ora veramente di vero? Sai, per oggi non è certo il caso di riposare. Corriamo dai due e andiamo con loro; poi alla fine verremo a sapere la pura verità!”.

                         8.      Risponde Efraim: "Giuseppe, tu parli come se questa fosse la cosa più facile del mondo. Come posso venire con voi dai Suoi discepoli, dal momento che ho mostrato così poco interesse per Gesù mentre era in vita, e ancora adesso non sono fuoco e fiamme per Lui. Se Egli è veramente risorto, allora è stato un peccato patire tutti i dolori e le sofferenze”.

                         9.      Giuseppe si irrita e dice: “Scettico! Allora rimani da solo, – in me sento un'attrazione per Gesù! Se Egli vive, – quale felicità! Allora Egli libererà sicuramente ancora il Suo popolo, poiché non sarà più possibile distruggerLo! Ma la cosa più sconvolgente è: prima la sofferenza, poi la morte e ora una nuova Vita! Perciò, fratello Efraim, io corro dietro ai due”.

                       10.   “Allora va, sognatore!”, – borbotta Efraim. – “Io preferisco la mia tranquillità”.

                       11.   Giuseppe però non sente più queste parole, egli, infatti, corre dietro ai due, ma non riesce a raggiungerli subito. ‘Non fa nulla’, dice fra sé, ‘li troverò lo stesso; perché essi prenderanno alloggio solamente nella locanda di Lazzaro!’. In conseguenza di ciò percepisce nel suo interiore una sensazione di felicità, così che esclama forte: “O Signore e Salvatore Gesù! Perché non Ti sono corso dietro quando Tu vivevi ancora? Adesso solamente sento in me quest’impulso, adesso in cui hai dimostrato che la Tua Parola non era tono e suono, bensì Verità! Oh, fammi trovare la certezza che Tu sei veramente ancora presso di noi!”.

                       12.   Simone e Kleophas però continuano imperterriti la loro corsa, e Simone dice: “Fratello Kleophas! L'amore dà le ali ai nostri piedi, siamo già arrivati vicini di un bel pezzo alla meta! Guarda, anche le stelle nel cielo rivelano la gratitudine che devono al loro Creatore con il loro splendore! Io penso ancor sempre ciò che il Signore disse sulla gratitudine! Come intendi tu questa Sua Parola?”.

                       13.   “Fratello”, – risponde Kleophas, – “come è da intendere diversamente se non di sforzarsi a diventare com'era il Maestro stesso. Non a parlare soltanto così, no, soprattutto imparare a pensare così come Egli pensava! Tutti i Suoi pensieri si rivolgevano al santo Padre Suo! E in questa comunione Egli non conosceva altra Meta che Dio, e fare la Sua Volontà! – Tutti gli altri pensieri erano soltanto la conseguenza del Suo interiore collegamento con Dio! E ora comprendo anche tutte le Sue Parole in modo diverso! Vedi, noi che credevamo in Lui, speravamo nei vantaggi, speravamo nella liberazione del nostro popolo asservito! E per questo noi facevamo quello che Egli pretendeva da noi. Ma, voleva anche Gesù ciò che noi speravamo da Lui? Sempre Egli evidenziava: «Fate secondo le Mie Parole, allora comprenderete che non Io, bensì il Padre nel Cielo ha parlato a voi». E così, Egli, in verità, accettò il nostro amore, ma ci mostrò sempre che cosa significava il vero Amore. Soltanto adesso io so, …che cosa è l’Amore, fratello Simone! E il mio agire nei confronti di Gesù sarebbe oggi differente, poiché or ora in me riprende vigore la consapevolezza: esserGli sempre grato, perché mi ha scelto a lavorare per Lui, ma non di lavorare dal mio spirito, ma dal Suo Spirito! E questo ci mancava! Vedi, ti voglio dimostrare che anche in quest'ora noi non andiamo a Gerusalemme dallo Spirito di Gesù, ma dal nostro spirito! Egli disse, e nel Suo Amore c'era un Piano preciso: – «Andate dagli altri per annunciare la grande Gioia!». Noi andiamo, e il Suo Amore ci ha messo davanti ad un meraviglioso compito, compito che però non abbiamo considerato come ora lo scorgo in me! I due vicini, Giuseppe ed Efraim, infatti, erano posti a noi come compito! Non avremmo dovuto separarci così facilmente da loro; dovevamo cercare di mettere ai due insistentemente nel cuore la grande Esperienza, tanto che anche loro avrebbero dovuto credere: il Signore vive! – Se la loro fede fosse diventata una tale certezza, soltanto allora, fratello Simone, il nostro amore fraterno avrebbe fatto abbastanza, e perciò saremmo stati grati al Signore per la grazia che noi oggi viviamo! Ma così la mia gioia è già smorzata, poco fa, infatti, abbiamo mancato!”.

                       14.   Simone dice pensieroso: “Fratello mio Kleophas! Nelle tue parole è racchiuso un senso profondo e pura verità, ma io credo che tu ora giudichi troppo severamente te e il nostro operare. Tu puoi aver ragione, ma allora ogni mancata azione sarebbe un'accusa! Ma chi vuol sostenere che il Signore abbia voluto diversamente? Io credo che tu qui vada troppo oltre! Non è il nostro amore che ci spinge dai fratelli? L'amore e la gratitudine non è una come l'altra?”.

                       15.   “Fratello, tu non hai afferrato il senso!”, – replica Kleophas, – “Ed anche se volessi spiegartelo, avresti comunque di nuovo delle obiezioni, perché tutto quello che vedo in me non si può esprimere a parole! – Ma questo ti rivelo: ciò che il Maestro nella Sua esistenza terrena – non ci poteva ancora rivelare, lo può fare adesso! Egli però lo può rivelare soltanto a coloro che Gli sono venuti talmente vicino che, quando sono collegati con Lui, trovano in Lui stesso tutto ciò che Egli tiene a disposizione per loro nella Sua infinita Bontà, Amore e Misericordia”.

                       16.   Sorpreso Simone domanda: “Kleophas, intendi dire con le tue parole che il Signore ci avrebbe voluto dire ancora di più di quello che abbiamo udito oggi da Lui, ma che qualcosa Lo ha trattenuto di parlare con noi del tutto apertamente?”.

                       17.   “Fratello!”, – replica solenne Kleophas. – “Io ti dico: questa non è soltanto la mia opinione, ma adesso è convinto riconoscimento! Il Signore, infatti, ha potuto darci solamente ciò di cui noi avevamo bisogno! Ma con ciò Egli ha mosso il mio spirito interiore! – E se ora penso a quanto è stato detto, io trovo il Signore molto più meraviglioso di prima! Quale meraviglia è allora se in me diventano viventi nuovi pensieri, nuovi torrenti di vita? E, fratello Simone, – quando il Signore dà, Egli dà a cuore aperto! Così io guardo nel Suo cuore ora per me aperto e vi trovo ancora molto, molto di non espresso! Perciò ti dico ancora una volta: noi abbiamo deluso il Signore! Quei due, infatti, ci erano stati messi come prova, …e il Signore aveva messo in noi una speranza!”.

                       18.   Simone domanda agitato: “Fratello, non possiamo completare domani quello che è rimasto incompiuto oggi? Io credo che si possa ancora recuperare ciò che abbiamo perduto”.

                       19.   “Quello che è perduto, è perduto!”, – risponde Kleophas. – “Come non posso più richiamare l'ora passata, così anche un'occasione mancata non si può più recuperare! Ma il Signore è buono! Quello che noi non possiamo, è cosa facile per il Signore! Non si tratta di adempiere la Sua Volontà, perché Egli è il Signore e Maestro, bensì, di adempiere la Sua Volontà perché Egli vuole fare di noi i Suoi eletti! Egli vuole farci simili agli angeli Suoi! – Ora dobbiamo imparare a considerare la Sua Vita interiore come nostra proprietà! Così che la Sua Vita e la mia non presentino più nessuna differenza in ogni situazione della stessa! O fratello, non senti tu in ciò la Grandezza, la Magnificenza? Egli, il mio Salvatore e Dio mio, pose in me la facoltà di sentire e percepire ciò che Egli stesso come Signore e Maestro sentiva e percepiva, quando Egli si congiungeva con me! Grande è il Signore e potente la Sua Forza! Ma per questo Amore che qui si rivela, mi mancano tutte le parole”.

                       20.   Risponde Simone commosso: “Fratello mio! Immagino ciò che provi, ma io stesso mi trovo ancora come nella nebbia! La Persona di Gesù, infatti, vuole a me quasi scomparire davanti allo Spirito di questo Amore proveniente da Lui! Qui c’è un crocevia per me, e per questo non riesco più a seguire ulteriormente le tue sensazioni. Nella Persona di Gesù mi è venuta incontro una Vita che mi ha profondamente afferrato, fino nel più interiore. E l’adempimento di ogni brama sarebbe appunto quella di diventare con Lui – completamente una cosa sola!”.

                       21.   Allora parla Kleophas: “Simone, Simone! – Che cosa ha detto il Signore? – “Non farti trarre in inganno dalla tua brama!”. – Secondo i tuoi concetti, la Sua Vita potrebbe venire a te solamente nella Persona e nella Figura di Gesù? Ma come vuoi comprendere la Sua Parola: «Ma quando viene il Consolatore, – Questi vi guiderà in ogni Verità!» [Giov. 14,16 e 26]. – Fratello, fratello, da dove verrà questo Consolatore? Dov'è Lo stesso, adesso? E Chi è il Consolatore? Non è la Vita risorta divenuta nuova in noi, proveniente dal Suo Spirito d'Amore che provoca la consapevolezza: ‘Soltanto Tu, Signore Gesù, puoi essere il vero Consolatore! Poiché dove Tu vivi, opera la Tua Verità e la Tua Vita!’. Ma la Sua Vita dello Spirito vuole essere riconosciuta e poi afferrata! Gesù, infatti, non ci ha mai detto: ‘Io sono il Signore e Dio tuo!’, bensì: «CercaMi, figlio Mio! Volentieri Io Mi faccio trovare e voglio darti ciò che tu desideri! Mi devi cercare però dal tuo liberissimo filiale impulso del cuore». Vedi, mio Simone, così io riconosco ora l'Amore di Gesù e trovo Lui stesso in me!”.

                       22.   Dubbioso replica Simone: “Fratello, ci stiamo allontanando l’uno dall’altro, invece di unirci! La tua concezione è troppo alta per me. E poi, fratello, – come puoi dimostrarmi che questo tuo attuale concetto dell'amore sia migliore del mio? In Gesù io vidi tutto il bello e buono! In Gesù ho il Modello che del resto cercavo invano nella mia vita terrena. Nei lunghi anni passati insieme a Lui ho trovato ciò che mi mancava nell'interiore e nell'esteriore per rendermi felice e soddisfatto! – E ora tu dici: «Noi abbiamo mancato e deluso il Signore!»? Fratello, io penso che sempre qualcosa ci ha unito, qualcosa che ci colmava di gioia! Abbiamo sopportato insieme giubilo e sofferenza, e mai c'è stata una stonatura nella nostra amicizia; ma ora non capisco: come puoi sostenere nel tuo fervore qualcosa per il quale ti mancano tutte le prove!”.

                       23.   Con quieta benevolenza Kleophas risponde a questo: “Fratello Simone, io non posso e non mi separerò da te! Il fatto che l'eterna e magnifica Grazia mi abbia fatto trovare qualcosa dentro di me, è appunto l'impulso o la spinta di continuare a cercare sul terreno dell’assoluta abnegazione! Ma ciò che tu non vuoi comprendere, è che tu vuoi avere tutto per te, – – soprattutto Gesù! – mentre io vorrei donare tutto, anche il mio Gesù! Se tu credi che mi manchino le prove, allora ti sbagli: presto sarà qui Giuseppe che ci sta correndo dietro! E questa conoscenza l'ho trovata in me, perché così il Signore me lo annuncia nel mio cuore. E ora dì tu stesso: non è questa vita risvegliata in me, e che si annuncia in questo modo, più magnifica del tuo struggimento? Vedi, il Signore dà! – e ci dà molto anche senza essere stato richiesto! Egli sa quello che è necessario ed opportuno! Come insisteva il tentatore nel deserto: «Fa pane, …dalle pietre!» [Luca 4,12 - Marco 1,13 - Matteo 4,3], ma il Maestro sapeva perché non lo fece! E quando fummo presenti al satollamento dei 5000, Egli sapeva da tempo ciò che era necessario per saziare tutti gli ascoltatori! Anche – senza che uno solo avesse chiesto: «Signore, la moltitudine ha fame, – procura Tu il pane». Non trovi anche dentro di te qualcosa di grande che è ancora inespresso? Ora però viene Giuseppe, vogliamo aspettarlo!”.

                       24.   Prima che Simone possa replicare, arriva di corsa Giuseppe e dice: “Vi ho trovato! – Dio sia lodato e glorificato! Mi sono già fatto seri rimproveri; – poiché se Gesù è veramente risorto ed è stato da voi, allora noi tutti possiamo anche continuare a sperare che Egli libererà ancora il Suo popolo da ogni vincolo e schiavitù! O fratelli, perdonate i miei precedenti dubbi, poiché adesso rivivono in me nuove grandi speranze!”.

                       25.   Nonostante la gioia dell'arrivo di Giuseppe, Kleophas ammonisce: “Caro, non inganni anche te? È veramente l’impulso del tuo cuore che ti spinge a Gesù, oppure i vantaggi terreni sono i moventi delle tue speranze? Io ti dico anche: Gesù non è morto per risorgere dalla morte come un Vincitore sui Suoi nemici e di giudicarli ora continuamente, ma Gesù è morto – affinché tutti coloro che credono in Lui, ricevano una vita totalmente nuova! La Sua Resurrezione – è il Sigillo, è la firma valida per tutte le eternità come Suo lascito a tutti i Suoi figli: «Io vivo! Ed anche voi tutti dovete destarvi attraverso di Me a questa meravigliosa Vita di Dio!». Perciò scrutati seriamente! Poiché il Signore, il nostro Maestro, non vuole più essere Signore da Sé, ma vuole essere il Signore dall'Amore per i Suoi figli! Egli ci dona la Sua Vita dello Spirito, affinché attraverso la Sua Vita in noi riceviamo le Sue Benedizioni e quali benedetti possiamo continuare a lavorare nella grande Opera di Salvezza del Signore”.

                       26.   Giuseppe risponde grave: “Fratello Kleophas, le tue parole sono come una spada, ma anche come balsamo. Tu sei buono con me, sebbene ero io che in passato talvolta mi allontanavo da voi e non vi ho sostenuto come tu e voi altri l'avreste meritato per amore di Gesù! Io però penso che, se il Maestro fosse qui, Egli non mi scaccerebbe, ma sarei il benvenuto! Io posso aver sbagliato, essendo stato il mio interesse per Lui così misero, ma ora, fratello, qualcosa mi ha afferrato interiormente, e questo mi attira potentemente verso di Lui! Oppure pensi che sia soltanto presunzione?”.

                       27.   Rallegrato Kleophas dice: “O fratello Giuseppe! Il Signore conosce il tuo desiderio, – e così sii certo: Egli fa la Sua parte, fa anche tu la tua! A lungo andare, infatti, non è sempre bene pregare soltanto, ed ancor sempre solo pregare che il Signore venga da noi – e ci aiuti secondo il nostro desiderio! Finché il Maestro ha vissuto tra noi come Uomo, Egli ci ha dato e ci ha servito come Uomo, come un Fratello! Ma ora che tutto l'umano è stato deposto da Lui ed Egli viene da noi nella sua vera Natura celeste, allora, cari fratelli, vogliamo darci premura di diventare per i nostri fratelli i donanti e i servitori! Egli, infatti, ora è Padre nostro, e noi siamo figli Suoi! Così come Egli ci ha insegnato questo dare e servire col Suo esempio, così vogliamo noi seguirLo e verremo colmati da Lui e dal Suo Spirito! Però non c’è nulla che possiamo chiamare nostro! Tutto è Suo e proviene da Lui! E se a te, Giuseppe, viene il pensiero: ‘Voglio andare da Lui!’, allora sii rassicurato che anche questo pensiero è stato messo da Lui in te, per far di te un uomo desideroso e ricercatore. È naturale che nella tua anima si facciano sentire ancora influenze estranee; ma l'amore per il Signore ed il crescente desiderio di essere unito a Lui sempre più strettamente, creano luce e chiarezza su quanto succede in noi! Perciò, fratello Giuseppe, rallegrati! Sei sulla strada giusta, perché ci hai cercato e, ora, anche trovato! Certo presso di noi non trovi il Signore! Ti mostriamo però la via per giungere a Lui, affinché tu la possa poi trovare da solo …in te!”.

                       28.   Giuseppe si meraviglia e dice: “Fratello Kleophas! Come mai oggi parli un linguaggio così convinto che in precedenza? Sono stupito di te. Sarebbe certo comprensibile se a parlare così a me fosse Simone, poiché lui è già un discepolo del Signore; tuttavia io penso anche che non conti affatto chi mi mostra la giusta via per giungere alla meta! Ma non infastidirti se lo stesso vengo ancora con una domanda: il Signore sarebbe risorto dalla morte, è il grande annuncio! Va bene! – Voi, infatti, Lo avete visto e Gli avete parlato; ma io domando: era forse la Sua morte il segnale che noi ci dobbiamo unire più strettamente e riconoscere in Lui soltanto ora il nostro vero Salvatore? Deve essere avvilente per i Suoi nemici, prima il trionfo: ‘Questo nemico delle antiche leggi mosaiche non c’è più! Siamo noi i signori!’, e ora Gesù viene fuori dalla tomba e dice: «Non sono più morto, bensì vivo!». Cari fratelli, io vi esorto a non dimenticate quest'ora, affinché la Sua Vittoria diventi anche la nostra”.

                       29.   Kleophas ammonisce di nuovo: “Fratello Giuseppe, ti sbagli di grosso! Il Signore vive! Ora però Egli vuole vivere nei cuori dei Suoi figli! Per me questo non necessita più di nessuna ulteriore dimostrazione, perché già sento in me Energia e Forza proveniente da Lui! E così soltanto ora riconosco l'unico compito, quello di mostrarmi degno di questa Grazia! La tua domanda però non fa trasparire nessuna fede, ma sempre ancora dubbi. Giuseppe, riconosci: nuove domande causano nuovi dubbi! Tu da vecchio giudeo dovresti saperlo! Perché non vuoi credere assolutamente alla nostra testimonianza? Ricordati: il rapporto del Signore e Maestro con noi è ora diverso! Poiché Egli ora non è più Uomo e nostro Servitore, ma è il Signore ed eterno Padre, com’è stato promesso in Isaia. Ora poiché una cosa si è avverata, deve avverarsi anche l'altra, e così, fratello Giuseppe, io vado fino ai più estremi concetti su Gesù! Ed in questo c'è in me meravigliosa quiete e sicurezza! Perciò non ti stupire, non domandare, ma credi! Credi anche qui, dove non vedi ancora! Egli è adesso l'Esistenza meravigliosa piena di Grazia che, dove uno dei più piccoli, se nel suo cuore si offre al Signore, anch’Egli già si rivela: «Guarda! Non temere – Io sono con te!»”.

                       30.   Giuseppe si stupisce e trova soltanto le parole: “Fratello Kleophas, qui devo tacere; perché il tuo linguaggio dimostra che in te c’è una Vita che io non riesco ancora ad afferrare! E malgrado ciò ti dico: vorrei vedere Gesù e ristorarmi alla Sua Vista, vorrei chiederGli perdono e consolarmi nelle Sue Parole! Le tue espressioni, infatti, mi suonano troppo potenti! Fratello Simone, cosa ne pensi?”.

                       31.   Simone sorride benevole e risponde: “Giuseppe! Io ti dico che noi due siamo ancora grandi stolti. A noi accade come a molti! Cerchiamo ancora qualcosa che abbiamo già in mano da tempo. Quanto ci ha dato oggi il Maestro stesso! E nel cuore, spinge e ammonisce, vorrebbe spezzarsi per tanto amore; ma il freddo intelletto edifica argini e baluardi, così che la nuova Vita non può passare! Ora sono sufficientemente guarito! Poiché ti confesso che il fratello Kleophas ha afferrato la Nuova Vita e già ce l'ha annunciata! Oh, quanto mi sono ora chiare le parole: «Ecco, viene l'ora, anzi è già venuta, che voi sarete dispersi, ognuno per conto suo, e Mi lascerete solo! Io però non sono solo, perché il Padre è con Me» [Giov. 16,32]. Quanto sono vere le Sue Parole e quanto aveva ragione! E cosa era la Sua Forza? Il Padre è con Lui! Fratelli, questa parola la faccio anche mia: ‘Il Padre, – è con me!’. Così come fece Gesù, in questo Spirito anch'io, Padre, voglio servirTi! Perché Tu sei anche Padre mio, Tu sei il Padre di tutti noi!”.

                       32.   In quell’istante scende una grande stella cadente ed illumina a giorno tutta la zona. Dopo la sua scomparsa però è come se fosse notte fonda; ma poi brillano di nuovo anche le stelle!

                       33.   Allora parla Kleophas: “Volete ancora avere una risposta migliore di come or ora ci è stata data, in cui tutti gli elementi testimoniano come sono sottomessi alla Vita e alle Leggi provenienti da Dio? Perciò, anche per noi, soltanto una cosa conta: adempiere con gioia la Volontà del vivente e santo Maestro Gesù! Allora il mondo saprà: il nostro Maestro vive! Ma se in voi non muore il desiderio di libertà esteriore e vantaggi materiali, allora Egli non può e non si rivelerà in voi, – né può mostrarSi a voi! «Il Mio Regno non è di questo mondo!» [Giov. 8,23 - 18,36], disse la Sua santa bocca. Egli vive in questo Regno! Ed affinché noi possiamo vivere con Lui nel Suo Regno, Egli stesso ha spalancato le Porte con la Sua Resurrezione! Credetemi, cari fratelli: al Signore sarebbe stato risparmiato molto, molto, se noi avessimo afferrato meglio il senso dei Suoi discorsi e lo Spirito del Suo Amore. La Sua morte non ci avrebbe disperso, ma raccolti e uniti ed avrebbe fatto maturare in noi il Suo Spirito, Spirito che dona così tanto volentieri, – e serve tutti!”.

                       34.   Simone dice commosso: “Fratello Kleophas, ora ti comprendo meglio! Mi dispiace che prima seguivo le mie vie! Ma sia ringraziato il Signore! Mi sono di nuovo ritrovato, e ora comprendo anche come pensi tu. Come si rallegreranno quando noi porteremo loro questa gioiosa notizia!”

                       35.   “Fratello”, – risponde Kleophas, – “chissà se anch’essi sono scoraggiati così come lo eravamo noi? Dove saremmo, se il Signore non ci avesse liberato? Ma affrettiamoci e lasciamo riposare la bocca, ma in compenso lasciamo parlare tanto più vivacemente i nostri cuori!”

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Cap. 5

Gesù appare ai discepoli in Gerusalemme

                         1.      A Gerusalemme la notizia “Il sepolcro, – è vuoto!”, ha suscitato una grande eccitazione! I templari non si fanno più vedere, e così gli amici del Signore possono muoversi un po’ più liberamente. Nella locanda di Lazzaro c'è pure molto movimento: un andirivieni, un domandare e rispondere, ma nessuno sa qualcosa di preciso. La mezzanotte è passata, ma in casa nessuno pensa al sonno; Pietro, infatti, ha portato la notizia che il Signore è stato visto dalle donne! Ed il desiderio di tutti di rivederLo, diventa ora sempre più forte. A questo punto si apre la porta ed entrano Simone, Kleophas e Giuseppe; essi vengono accolti con gioia e gli arrivati sono contenti di trovare qui i fratelli.

                         2.      Pietro domanda loro subito: “Fratelli miei! Che cosa vi spinge di tanto importante a Gerusalemme nel mezzo della notte? È lo struggimento e il desiderio di vedere il Signore? Allora vi devo dare la triste notizia: Il Signore non è ancora stato qui! il Signore ci ha fatto bensì dire dalle donne che Egli vive; ma noi non Lo abbiamo ancora visto!”.

                         3.      “Fratello Pietro”, – risponde Simone, – “e anche voi tutti che aspettate qui con ardente desiderio la Grazia di vedere il Signore stesso, – io vi annuncio il lieto messaggio: noi abbiamo parlato con il Signore! Sì, Egli è entrato con noi in casa di Kleophas! Noi però abbiamo procurato poca gioia al Signore, perché i nostri cuori e sentimenti erano ancora pieni di paura, preoccupazione e dolore per Lui! Egli è venuto da noi come Forestiero, come Uno che non sa nulla, – e si fece narrare da noi il nostro dolore. Quanto meravigliosamente benefiche erano le Sue Parole consolatrici! – Egli però ha detto anche che per i discepoli del Signore non è cosa degna permettere che dubbi mettessero il cuore in tumulto! E comunque c’è voluto tanto tempo, prima che Lo avessimo riconosciuto! Ora noi veniamo per dirvi: non abbiate paura di nulla! Perché il Signore sa tutto ed è preoccupato per tutti!”.

                         4.      “Racconta!”, – pregano i fratelli. – "Racconta e dicci: che aspetto aveva? E che cosa vi ha detto?".

                         5.      “Fratelli”, – risponde Simone, – “questo non lo si può raccontare! Perché quando il Signore è venuto da noi, eravamo diversi da quello che siamo adesso! Perciò vorrei pregarvi, fratelli, facciamo come un tempo: manteniamoci silenziosi e badiamo a noi e al nostro interiore! Come mai, infatti, il Signore non è ancora stato qui? Non ne dovremmo essere noi stessi la causa? Se il Signore si è rivelato all’uno o all'altro, allora Egli lo poteva solamente quando il loro amore adempiva le condizioni necessarie per la Sua Venuta. Fratelli, dov'era il nostro amore quando il Signore soffriva? Dov’era l’amore che era necessario per rafforzarLo? Era svanito come pula al vento, e noi Lo abbiamo lasciato solo! Noi speravamo che Egli avrebbe schiacciato i Suoi nemici!

                         6.      Ma questa speranza era illusoria e non poteva realizzarsi. Egli però rimase solo nel Suo dolore! Solo, con la Sua Missione! Ora sappiamo dalla Sua bocca ciò che è necessario fare, e portiamo in noi la gioia della Sua Promessa e conosciamo anche i mezzi per continuare a lavorare nell'Opera della Sua grande Redenzione”.

                         7.      “Quanto mi rende felice”, – dice Pietro, – “sentire che il Maestro è stato da voi! Ora, infatti, so che visiterà anche noi! Il tuo rimprovero, caro Simone, non è del tutto ingiustificato! Ma ora che il Signore vive e ci da prove del Suo Amore e non ci serba rancore per le nostre debolezze, allora vogliamo prestare orecchio solo al Maestro su quanto Egli ci dirà! Fratelli miei, è stato un tempo pieno di afflizione, ma anche un tempo in cui dovevamo apprendere: senza di Lui non possiamo più vivere! Allora vogliamo implorarLo: ‘O Signore e Maestro! Vieni anche da noi e consola i nostri cuori, così che possiamo diventare nuovamente felici’.”

                         8.      Ora parla Kleophas: “Fratelli, è giusto se preghiamo e viviamo nella speranza che Egli verrà anche da noi e continuerà ad aiutarci e a sostenerci, ma non dovrebbe esserci ancora qualcos'altro che soltanto pregare e sperare? Io perciò penso, poiché il Signore e Maestro ha dato a tutti noi tali prove inconfutabili del Suo Amore, nei nostri cuori dovrebbe rivivere ancora qualcos'altro. – Non pensate voi che andrebbe meglio per noi e staremmo meglio con noi stessi se ora potesse penetrare un giubilo attraverso i nostri cuori, …ed annunciasse potentemente, ma senza parole: ‘Il Signore vive! Sì, io Lo sento presso di me e in me!’. Allora non accadrebbe certamente più che un dubbio possa renderci inquieti. Per quello che il Signore ha fatto ed ha dato a tutti noi, i nostri concetti umani sono troppo piccoli! È incomprensibile per l'intelletto umano! Possiamo misurare il Dolore del Signore? Possiamo ancora parlare soprattutto della Sua sofferenza? Fratelli, solo se c’immergiamo totalmente nel Suo Amore, lo possiamo. Altrimenti no! Perché il dolore e le sofferenze del Signore c’insegnano a tacere! Ora che il Signore ha superato ogni Sofferenza, ci ha dato la possibilità di diventare anche noi vincitori! La via che conduce lì non è lontana, poiché essa porta nel mio cuore! Fratelli, là è il luogo dove posso sentirmi unito con il Signore! E là è anche il luogo da dove posso porgere a tutti gli uomini, il giusto conforto proveniente dall'Amore del Padre in Gesù. Più cosciente ed intima è l'unione con Lui, tanto più forte si ridesta il desiderio anche di dare e di servire! – Il nostro amore per Lui è anche il Suo Amore in noi! E quanto più profondamente amiamo il Maestro, tanto più possiamo anche già servire il prossimo! E il prossimo più vicino a me, è e rimane il mio Gesù! La giornata di ieri mi ha fatto scorgere tutta la nostra miseria, dal momento che il Signore era morto e per noi non era più! Ora però questo nuovo giorno che sta per sorgere vede un altro Kleophas! Il Signore, infatti, vive, ed io vivo con Lui! La mia vita ulteriore deve essere sostenuta dall’unica volontà, restituire a Te, o buono e fedele Gesù, la Tua parte dell'Amore per me con tutte le forze che stanno a mia disposizione”.

                         9.      I fratelli guardano meravigliati al fratello Kleophas, come il suo io, nell’infiammato discorso, decide di mettersi solamente al servizio dell'Amore di Gesù. E così parecchi si sentono ammoniti a causa della loro ansia e pena, e si fa silenzio nella grande sala. – Le parole di Kleophas vibrano come un incantesimo costrittivo in tutti i cuori e nulla può rompere questo santo silenzio!

                       10.   Soltanto dopo un po' di tempo Kleophas comincia di nuovo: “Fratelli nel Signore! Al Signore di ogni Vita e di ogni esistenza sta nel Suo cuore l’apprensione per noi! Quanto volentieri Egli vorrebbe rendere noi tutti completamente liberi! Ora però che ha dimostrato che è il Signore su ogni Vita e ogni morte, per Lui è difficile aiutarci nel modo in cui noi eravamo abituati. Egli non è più Uomo, – ma nostro Dio, nostro eterno Padre che ci ha dato tutto, tutto e nulla ha trattenuto per Sé! E con ciò che Egli ci ha dato e ci ha lasciato, dobbiamo e possiamo ora – edificare e portare a compimento in noi un mondo del tutto nuovo! Noi non siamo più …uomini piccoli, uomini che dovevano spaventarsi di chiunque, anche del più piccolo nemico della Vita! Oh, no, cari fratelli! Ora siamo figli Suoi! Suoi figli conquistati con il sangue del Suo cuore! E sapere questo, portando questa Sua vita indistruttibile proveniente da Lui in noi, ci obbliga e ci sprona al ringraziamento e alla lode! – Oppure qualcuno tra noi la pensa diversamente? – Non pongo questa domanda invano, infatti, scorgo in voi, nonostante ciò, ancora piccoli dubbi! Ma che cosa significa un dubbio, per quanto piccolo sia, l'ho sperimentato a sufficienza in me”.

                       11.   I fratelli ora diventano irrequieti e bisbigliano tra loro. Perciò ora parla Filippo: “Fratello Kleophas, il tuo discorso suona come musica; ma temo che non sia venuto fuori del fondo del tuo cuore, ma soltanto dal tuo nuovo entusiasmo per Gesù! Vedi, con il Maestro tutto era naturale, e perciò non era nemmeno possibile trovare una contraddizione nei Suoi discorsi. Tu e Simone avete visto il Signore ed avete parlato con Lui, e ciò nonostante dici: «Il Signore vive adesso in me, e ora non può accadere nulla che mi possa far sorgere dubbi!». Caro fratello! – Io penso che anche noi conosciamo il Signore! Nonostante il preannuncio della Sua sofferenza e della Sua morte eravamo abbattuti e lo siamo ancora! Io confesso francamente che vorrei volentieri crederti, ma in me duole qualcosa che non si quieta finché anch’io non vedrò il Signore! Le tue parole potranno avere le migliori intenzioni; ma interiormente rimango lo stesso di prima”.

                       12.   Kleophas risponde tranquillo: “Fratello Filippo! Mi dispiace per il fatto che hai bensì udito le parole ma non hai afferrato il loro senso! Tu dimentichi anche che ho sottolineato: il rapporto del Signore con noi deve ora diventare differente! Il Signore, infatti, è adesso solo Spirito e Vita e ci dà ora una Vita proveniente dal Suo Spirito! Così come Egli è morto nel mondo esteriore, così deve anche morire come uomo nel nostro mondo interiore e poi nella nostra fede risorgere di nuovo spiritualmente come il Signore, come il Vincitore, come il Salvatore! Se la tua fede non è in grado di attuare ciò, allora ti dovranno costringere delle delusioni prima di riconoscere questo! Credi! Anche se non vedi! Perché Egli ne ha posto in tutti noi il fondamento! Ora è Lui il nostro Fondamento sul quale edifichiamo! E chi respinge questo Fondamento, respinge se stesso; ma chi respinge se stesso, allora a costui anche Dio non può più portare aiuto! Cari fratelli, il Maestro è venuto solo per mostrarci il Padre? Oppure ci ha portato il Padre stesso? Questo deve essere in noi una chiara certezza! E così io, attraverso Gesù, il nostro Maestro dell’Amore, ho un eterno Padre, allora non saprei cosa mi dovrebbe trattenere di considerarmi come figlio Suo! Fratelli, voi avete dimenticato quello che il Maestro ci ha sempre detto: «Chi ama Me, costui ama anche il Padre Mio e può anche compiere le Opere che Io compio dallo Spirito del Padre Mio!» [Giov. 14,12]. Perciò fate sì che possiamo essere veri fratelli ed essere uniti in uno nello Spirito di Gesù! Allora, …allora Egli ci rivelerà il Suo Amore e sarà personalmente tra noi”. Kleophas tace. – Ma il prodigio – che il Signore sia stato dai due – a tutti sembra troppo grande, perciò essi ora tempestano di domande Simone.

                       13.   Pietro però dice: “Fratelli, abbiamo dietro di noi un tempo in cui le più grandi Opere meravigliose ci lasciavano indifferenti, e ora vi fate prendere dalla febbre del Miracolo di vedere il Signore? Quali Consigli ci ha dato il Maestro l'ultimo giovedì? E, cari fratelli, non dimenticate le Sue Parole: «Voi siete Mia Proprietà! Consideratevi Miei fratelli destinati già dalle Eternità! E rimanete uniti con Me, allora non potrà colpirvi nessun’avversità» [Giov. 15,4]. E, cari fratelli, che cosa è accaduto nel frattempo? Il Signore è ritornato nella Sua Proprietà, lasciando noi indietro con l'incarico: «Continuate la Mia Opera per la Gloria del Padre Mio, e non dimenticateMi! Allora Io continuo a vivere e operare in voi!». Sembra, cari fratelli, come se il Signore e Maestro ci fosse stato preso; ma è proprio il caso contrario! Ora è Egli anche nostra Proprietà! Poiché il nemico di ogni Vita non ha fatto i conti con la Sua Resurrezione! Perciò silenzio, manteniamoci silenziosi, cari fratelli, affinché il Signore possa venire anche da noi!”.

                       14.   Anche Simone e Kleophas vorrebbero esortare i fratelli alla calma, ma è come una grande massa d’acqua che è agitata da tempesta e uragano, fin nelle più intime profondità. E sempre più intensamente si viene all’espressione: “Solo il Signore stesso ci può dare certezza!”. E proprio quando Kleophas si accinge a replicare qualcosa, – il Maestro sta tra di loro!! “Pace! Pace sia con voi! – e non temete! Sono Io stesso, infatti, a voi e vi porto la Pace e la Quiete! Ora guardate voi stessi: nessuna morte e nessun sepolcro han potuto trattenerMi nelle catene del più tenebroso potere della morte! Perché in Me c'è Luce! Io sono la Luce! Credetelo, anche quando vi mancano le prove! Alla Mia Vita dello Spirito, infatti, non si possono mettere barriere! Ma chi accoglie Me, ha accolto in sé anche la Mia Vita! Fratelli Miei! Guardate queste Mie mani e questi Miei piedi! Essi sono soltanto il segno esteriore del Mio Amore per voi! L'altro, il segno interiore però, portatelo voi all'umanità! Allora Io ricorderò con Gioia, tutti i dolori che ho sopportato per voi e tutti gli uomini. Ciò che fino ad oggi non è ancora venuto in mente a nessun uomo, a nessun angelo, ora voi lo dovete riconoscere ed afferrare! Per questo però ci vuole la fede vivente! Ora che Mi vedete, voi credete! – Ma beato, beato colui che crede senza vederMi! – Nel suo cuore si deve riversare un torrente di Forza e di Benedizione! Poiché d’ora in poi si deve rivelare ogni Magnificenza della Mia Vita, là dove fede e amore – generano una nuova Vita dello Spirito! Una Vita proveniente dalla Vita divina! Luce proveniente dalla Luce divina, e Amore proveniente dall'eterno Padre! Questa sia la Mia Promessa a voi!! Ma tutto questo può compiersi solamente quando Io non sarò più visibile tra voi!”.

                       15.   Tutti si precipitano verso il Signore, Egli pone le Sue Mani trafitte benedicente sui loro capi e dice ancora una volta: “Vegliate! – e rimanete in questo Mio Spirito! Allora anch'Io posso rimanere in voi! Siate benedetti dalla Pienezza della Mia Forza e del Mio Amore! E continuate la Mia Opera, affinché ciò ridondi per voi e per tutti ad eterna Salvezza! Amen!”.

                       16.   Il posto dove stava il Maestro è vuoto! Ma ora è anche scomparsa ogni tristezza, e la grande gioia ravviva tutti i cuori: Egli vive! – Egli vive! – – Morte, dov’è il tuo pungiglione? – Inferno, dov'è la tua vittoria? – Il Signore ha superato vittorioso, veramente, Inferno e morte!

                       17.   I fratelli si separano felici. Kleophas, Simone e Giuseppe rimangono nella locanda, e la gioia di essere nuovamente uniti col Signore, genera Forze che non fanno sorgere nessuna stanchezza. In santo silenzio passano essi il resto della notte. Il veniente giorno però mostra chiaramente il loro nuovo compito che sta nel cuore di ognuno come con lettere di fuoco: portare a tutti il messaggio: il Signore è risorto! – è veramente risorto! – Egli ora vuole vivere nei nostri cuori! Amen!

 

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[1] Vale a dire: attraverso la volontaria morte in croce della sua stessa volontà.