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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1929

Libretto  VIII

 

Il venerdì e il Sabato santo, nell’aldilà e nell’aldiquà

 

La crocifissione

Scene spirituali di Gesù sul Golgota spirituale con lo spirito di Giuda

Gesù nel tempio spirituale di Gerusalemme fra le anime dei mercanti

Lazzaro insegna

 

 

 

INDICE

 Cap. 1             Sul Golgota!

 Cap. 2             Il capitano è visitato da un angelo

 Cap. 3             Eventi sul Golgota spirituale

 Cap. 4             Giuda nell’aldilà dinanzi al Signore

 Cap. 5             Il Signore nel tempio spirituale

 Cap. 6             Il giorno del Sabato di Pasqua – Giuseppe d’Arimatea è catturato e poi liberato

 Cap. 7             Nella locanda di Lazzaro

 Cap. 8             Il Salvatore è già atteso nel tempio del Suo Regno spirituale

 Cap. 9             Gesù in mezzo a spiriti di mercanti giudei

 Cap. 10          Lazzaro spiega perché Gesù dovette morire

 

 

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Cap. 1

Sul Golgota!

                         1.      Impetuoso ed orribile risuona dalla moltitudine: “CrocifiggiLo – CrocifiggiLo!”, – ed attraverso gli uomini eccitati sembra che passi un'ondata d’ebbrezza sanguinosa. Un capitano della guarnigione romana, che staziona in Gerusalemme, segue attentamente le discussioni con Ponzio Pilato; la sua calma è ferrea! – e malgrado ciò segue con interesse interiore il procedere del triste avvenimento. Quando Gesù – una immagine del più profondo strazio – è riportato indietro, sembra come se questo capitano volesse correre verso di Lui ed intervenire nelle discussioni. Allora Gesù lo guarda con occhi che scuotono il romano fino nel suo più interiore. Poi il capitano esce; è troppo! – egli rimane nel vestibolo nell’attesa di ulteriori ordini.

                         2.      Ancora una volta segue un frastuono dall'esterno, e poi c’è silenzio mortale! È pronunciata la sentenza di morte e confermata dal popolo! Con denti stretti il capitano ascolta e poi attraversa agitato il vestibolo; ecco che appare un messaggero e gli reca l’ordine di presentarsi dal procuratore. Quivi giunto gli è dato l'ordine di eseguire ‘la crocifissione sul Golgota!’. Il capitano riceve in silenzio l'amaro incarico; ma dopo una breve pausa dice a Pilato: “Fratello mio! Non ho ancora potuto osservare in nessun criminale questa dignità, questa maestosità come in quest'Uomo! Ora, se quest'Uomo è innocente, che cosa succederà? Tu hai ben lavato la colpa dalle tue mani – con acqua, ma come vuoi lavare la colpa dalla tua coscienza? Io servo il mio imperatore, e tu sei qui il suo rappresentante! Quindi sia fatto secondo il tuo ordine! Dixi! – – Ma, fratello mio, ascolta: se sulla via o sul Golgota dovesse presentarsi un testimone della Sua innocenza, io impedirò l'esecuzione!”. Con queste parole il capitano esce ed impartisce il suo ordine. E così la Crocifissione prende il suo inizio. Sulla via verso il luogo dell’esecuzione ordina a tre comandanti della guardia del tempio di non muoversi dal suo fianco. Così poi raggiungono il Golgota con qualche inconveniente!

                         3.      Migliaia di persone curiose, uomini e donne, si sono radunate; il capitano però fa comunicare che tutti i bambini devono subito lasciare l’altura. Poi segue l'intimazione di non partecipare a quest’avvenimento con nessun suono, parola o perfino atti di violenza! E risuona uno squillo di tromba! – Il capitano emana ancora un invito che suona così: “Guardate quest'Uomo! In base alla vostra accusa è stato condannato a morte! Ma non trovo testimoni che sostengano il contrario della vostra accusa! Gesù, infatti, non si è difeso! Nessuno ha il coraggio per questo? In forza della mia autorità ve lo domando e vi do ancora dieci minuti di tempo. Ma tu, condannato a morte, preparati! Congedati se hai degli amici!”.

                         4.      Gli ufficiali del tempio guardano sorpresi il delegato del potere romano, i loro tratti sono pallidi; ed il capitano dice a loro: “Ascoltate, se qui accade un miracolo oppure si fanno avanti dei testimoni per l'innocenza del condannato, allora metto voi tre sulla croce, dovesse crollare il mondo! Perché un colpevole ha un altro aspetto! Aspettiamo dunque!”. – Dopo un po' si avvicina un sottufficiale e comunica che i dieci minuti sono passati. Allora il capitano dà un segnale perché il suo dovere glielo impone e la crocifissione comincia e, com’è noto, prende il suo corso.

*

                         5.      Quando Gesù pronuncia le Parole: «Padre! – Perdona loro! Perché non sanno quello che fanno!», – un ardente desiderio afferra il capitano, tanto che corre alla croce e cerca con cuore dolorante ancora uno sguardo di Gesù; e Gesù, senza badare al proprio dolore, lo guarda sorridente! Allora il romano sperimenta in sé una sensazione di felicità che sta in strano contrasto di fronte a questo luogo della più grande ingiustizia. ‘A me è stato perdonato!’, pensa lui, e si sente liberato. Poi va’ dai templari e dice: "Guardate a quale Uomo puro avete procurato la morte! Come vi volete giustificare? Avete mai visto un delinquente chiedere perdono al suo Dio e Padre per coloro che commettono su di lui la peggiore delle ingiustizie? Non è mai successo un fatto simile! Non ho mai visto nessun condannato che, destinato ad una morte talmente violenta, abbia espresso altri sentimenti se non fosse collera, ostinazione o paura”.

                         6.      E ulteriormente la fatalità prende il suo corso. Gesù sopporta con dignità i suoi terribili dolori; e Maria, destatasi dal suo svenimento, guarda in alto a suo Figlio; le sue dolci mani di madre si alzano cercando il palo della croce, raggiungono i piedi di Gesù, raggiungono i chiodi e risuona un grido che scuote profondamente tutti, popolo e soldati. Solamente una madre può sentir così per suo figlio! Una grande commozione attraversa il popolo, l’ebbrezza sanguinosa è scomparsa! Maria però guarda in alto, si alza e stringe i piedi sanguinanti e Gesù sorride a Sua madre! Con questo il cuore di Maria è colmato dallo Spirito della Forza e della Dedizione nell’imperscrutabile Volontà divina! – Ora si avvicina anche il discepolo Giovanni e riceve la sua particolare consacrazione dall'alto della Croce! – Un po’ alla volta molti abbandonano l’orribile luogo e si rifugiano in città; ma ora il capitano ordina: “Nessuno abbandoni questo luogo, finché io lo permetta! È stato un vostro desiderio! Ora badate che non vi capiti niente di peggio”. E subito egli impartisce l’ordine anche ai suoi soldati di impedire l'abbandono del luogo dell'esecuzione.

                         7.      Preso da profonda compassione il capitano ode le ulteriori parole di Gesù morente; poi il suo cuore lo spinge verso le tre donne, ed è sorpreso dalla sublimità del dolore della loro anima. Salutando si avvicina e prega Giovanni di dargli chiarimenti su Gesù e la Sua Dottrina. Giovanni gli racconta che il loro Maestro Gesù è stato un buon Amico dei comandanti romani Cirenio, Cornelio e Giulio, ma che Gesù stesso aveva accennato già a tutti loro che Egli un giorno sarebbe morto di una morte triste e disonorevole e che nessun uomo avrebbe mai potuto impedirlo, poiché questa era la santa Volontà di Dio! “…ed anche se questo oggi accade, – il nostro Maestro, il nostro Signore, supererà vittorioso anche la morte come Redentore!”.

                         8.       Sorpreso e commosso il capitano sta ad ascoltare, porge la mano a Giovanni e dice: “Ho già sentito spesso del Nazareno, ma non Lo avevo ancora incontrato. Se però Lo avessi riconosciuto prima così come oggi, non avrei eseguito questa crocifissione!”. – E rivolto ai templari esclama con voce minacciosa: “Voi, giudei e plebaglia del tempio, con voi faremo ancora i conti!”.

                         9.      “Non così”, – dice dolcemente Giovanni, – “vedi, per il nostro Maestro sarebbe stato semplice impedire tutto questo! Poiché tutte le Forze del Cielo e della Terra Gli stanno a disposizione! La Sua lotta di ieri nel giardino del Getsemani è stata forse maggiore che oggi! Lì Egli ha lottato con Se stesso, perché noi tutti, Suoi discepoli, divenimmo esitanti e non Lo abbiamo più compreso! Ma Gesù disse rivolto al Suo Padre Onnipotente: «Non la Mia – ma la Tua Volontà sia fatta!». Ora lasciami solo con le donne, – a noi tutti sanguina il cuore! Ti ringrazio per la tua compassione, pur essendo un pagano! Tu alleggerisci al nostro Maestro la lotta mortale; perciò vieni a Betania, da Lazzaro! Là troverai gli amici del nostro Maestro!”. – Ora Giovanni fortifica le donne; soprattutto soffre Maria Maddalena che sempre abbraccia nuovamente la Croce. Ancora una volta gli occhi di Gesù s’illuminano nel più grande Dolore – come ringraziamento per la dimostrazione d'Amore ricevuta.

                       10.   Il cielo si rabbuia, e subentra una grigia, desolante oscurità. Gesù chiede da bere; il capitano non può far altro che farGli porgere acqua amara mista con aceto imbevuta in una spugna. Sul Golgota diventa sempre più buio! – Quanto volentieri il popolo fuggirebbe, ma la paura dei romani trattiene tutti. Il capitano si rivolge ai templari e dice: “Cosa dite ora, voi che avete preteso la morte di quest'Uomo puro? Non vedete che è innocente?”. Ma i templari tacciono, ed il capitano continua: “Soltanto perché il Nazareno mi ha perdonato, tralascio tutto il resto! Ma badate che non vi capiti niente di peggio! Perché da questa vostra azione ingiusta sorgerà una cattiva semenza che dovrà portare a tutti voi la morte!”. Una terribile scossa di terremoto scuote all'improvviso la terra, così che tutti i presenti tremano di ansietà e paura. – Come un boato penetra nei loro orecchi l'esclamazione di Gesù: «È compiuto!». Gesù finalmente ha finito di soffrire!

                       11.   Il capitano grida sconvolto: “Oh, – Tu! – Dio! Che soltanto oggi riconosco! Ti ringrazio che abbrevi questa sofferenza! Da ora in poi servirò Te! Perché in verità, questo Gesù deve essere stato Figlio Tuo!”. Poi si avvicina alle donne abbattute. Allora seguono altre scosse di terremoto, la terra trema! Ora non è più possibile trattenere nessuno: la moltitudine rompe la catena dei soldati, anch’essi essi spaventati, e si precipita, come spinta dalla furia, verso la città vicina, nella quale parecchi imponenti edifici sono caduti vittime di questo terremoto.

                       12.   A poco a poco l'oscurità scompare, ed il Sole che volge al tramonto illumina ancora una volta il triste luogo. Il capitano fa radunare i suoi uomini ed ordina al suo sottufficiale di procurare delle portantine per le tre donne, affinché potessero giungere sane e salve a casa; poiché sono troppo deboli per camminare! Poi ordina: “Sorvegliate questo Crocifisso! Io corro dal procuratore”, monta sul suo cavallo e si precipita in città da Ponzio Pilato. Senza farsi annunciare corre nella sua abitazione, gli fa un dettagliato rapporto e chiede una forte sorveglianza della Salma di Gesù, poiché non si fida del tempio! Allora giunge già anche una delegazione del tempio da Pilato e chiede la deposizione della Salma di Gesù per la sepoltura. Il capitano però ottiene che questo avvenga soltanto sotto la sorveglianza romana!

                       13.   Allora Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea rispondono: “Non temere! Noi stessi siamo Suoi amici! Ma se tu vuoi aiutarci, avrai il nostro ringraziamento!”.

                       14.   Dubbioso il capitano guarda i due e dice: “Voi dite di essere amici del Nazareno? Ma dove eravate quando io chiedevo dei testimoni per la Sua Innocenza? Credetemi, se fossi stato io Suo amico – sarebbe stato distrutto il tempio piuttosto che Gesù crocifisso!”. Ponzio Pilato concede la deposizione della salma, allora il capitano nuovamente afferma: “Questo Nazareno ha subito da Innocente la morte!”. Poi si affretta a ritornare al Golgota, ma non può impedire che un soldato colpisca il fianco del Crocifisso con la sua lancia. Subito informa gli amici del permesso per la deposizione e la sepoltura e manda a prendere acqua, unguenti e biancheria. – Con sacro amore i Suoi amici portano il Corpo del loro amato Maestro al sepolcro scavato nella roccia; dopo la sepoltura, il capitano fa sigillare il sepolcro e ordina una stretta sorveglianza! Dopo che tutto è messo in ordine, egli si unisce alle donne ed a Giovanni, le quali si fanno portare sulle portantine su invito di Nicodemo in casa sua; e Nicodemo invita anche il capitano a partecipare alla cena presso di lui. Giunti nella sua casa le donne rimangono sole; ora, infatti, sentono doppiamente quanto sono sole! Gli altri però consumano la cena, ed il capitano si fa raccontare ancora parecchio dal padrone di casa e da Giovanni sulla Vita e sull’Operare di Gesù. Soltanto nella tarda notte si separa da loro e corre verso casa sua.

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Cap. 2

Il capitano è visitato da un angelo

                         1.      Arrivato in casa sua, il capitano resta seduto al tavolo fino allo spuntar del giorno e fa scorrere ancora una volta dinanzi a sé tutti gli avvenimenti. All'improvviso si fa un gran chiarore intorno a lui! Un giovane in veste splendente gli sta davanti, s'inchina e dice: “Caro amico! – L'amore per il nostro Dio e Creatore che ci ha permesso di assistere oggi alla Cosa più grande, mi spinge a te, per ringraziarti per ciò che hai fatto nell'inconscio impulso del tuo cuore! In questo Gesù, in Questo Figlio dell'Uomo, devi vedere nessun altro che il nostro Dio da Eternità in Eternità! Per Dio, il Creatore di tutti gli uomini ed esseri, non v’era più nessun’altra via, dopo aver tentato tutto, tutto per salvare la Sua Creazione e tutti gli esseri creati in essa dalla rovina interiore, se non diventare Egli stesso un Uomo terreno! Se Gesù avesse invocato dell'aiuto mondano, oppure avesse preteso dei testimoni, allora la polarità opposta a Dio, Lucifero, avrebbe trionfato! Questo profondo significato della Sofferenza e Morte di Gesù ha trovato anche corrispondente espressione per l'intera Creazione, quando il Sole si è oscurato e la Terra ha tremato! Tutti gli esseri spirituali guardavano al Golgota! Ma noi abitanti del Cielo eravamo qui impotenti, perché l'eterno Amore di Dio voleva così! Perciò comprendilo! – Ed anche tu imparerai a riconoscere le vie spesso dolorose, ma anche le mete sublimi che Dio ora ha dato corso per la salvezza delle anime degli uomini!".

                         2.      Colpito ed ammirato il capitano si alza, porge la mano al forestiero e dice: “Caro amico! Io non ti domando: ‘Chi sei?’, oppure ‘Come sei entrato qui attraverso le porte chiuse?’; oggi, infatti, ho vissuto già troppe cose meravigliose, ed il mio interiore è emozionato come non mai! Ma vorrei chiederti: «Dov'è Gesù adesso?», poiché Egli, secondo la Sua stessa dichiarazione, nonostante la Sua Morte sulla Croce, vuole rivelarsi a noi come ‘il Vincitore della morte!’. Se questo è vero, ed Egli è morto solamente perché in futuro ‘niente di mortale’ sia più in Lui, allora Egli deve certamente vivere da qualche parte! Ma come e dove? – Questa domanda non mi dà pace! E se tu puoi, aiutami, affinché io abbia chiarezza!”.

                         3.      “Mio caro amico e fratello”, – dice l'angelo, – “prima di tutto calmati completamente nell’interiore, affinché io possa mostrarti la Grazia del nostro Dio, – la Sua santa Misericordia! – ed il Suo Amore liberatore! – Entra in te stesso! Immergiti negli sguardi amorevoli che il nostro Signore e Maestro ti ha elargito, e presta attenzione a tutto ciò che poi sperimenterai! Io ti trasferirò con la Forza e la Bontà di Dio in uno stato spirituale affinché tu mi possa seguire! Però soltanto se mi segui volontariamente mi sarà possibile; ma senza la tua libera volontà non mi è permesso far questo! E se tu ora vuoi, allora ordina ai tuoi servitori che adesso non mettano piede in questa stanza; perché il tuo corpo non deve essere toccato per tutto il tempo in cui il tuo uomo interiore camminerà con me nel Regno Spirituale”.

                         4.      Il capitano fa come gli è ordinato e conclude poi con le parole: “Sì! – È la mia volontà! – Guidami, affinché in me si faccia chiarezza, – quiete e pace!”. L'angelo sfiora allora la fronte ed il cuore del romano, e lui cade in un profondo sonno! L'anima si libera come bella figura dal corpo del dormiente e, con l'angelo, alla velocità del pensiero, corre verso il Golgota!

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Cap. 3

Eventi sul Golgota spirituale

(in visione interiore al capitano)

                         1.      Nel luogo dell'esecuzione vedono un affollamento immenso di grandi schiere di spiriti! Gesù sta in una Luce che irradia tutto e mostra agli spiriti che si trovano ancora nella desolante, grigia oscurità, le Sue mani ed i Suoi piedi ancora sanguinanti. Come ad un silenzioso comando si apre tra gli spiriti uno stretto passaggio per i due venienti, e presto si trovano presso di Lui! Intorno a Gesù c'è un silenzio gravido di attesa, quando Egli dice: «Tutto quanto avete visto ed udito di Me, è stato Amore, santo Amore! E tutto il Mio operare è avvenuto da questo Spirito dell'Amore divino! Adesso però voglio dare a tutti voi una nuova conferma del Mio Amore liberatore. E così vieni, tu che sei stato crocifisso con Me ed al quale Io ho promesso: ‘Oggi stesso tu sarai con Me in Paradiso’ – vieni avanti senza esitare! Se sei stato testimone della Mia sofferenza, allora devi essere ora testimone della Mia vittoria! Ma una condizione è associata alla Mia promessa: che tu debba perdonare coloro che ti hanno ucciso!».

                         2.      Qui il ladrone s’inginocchia, balbetta preghiera su preghiera per il perdono della sua grande colpa, – e promette di estinguere tutto ciò che c’è ancora in lui come odio e male! A questo punto Gesù lo rialza e dice: «Allora va a prendere il Mio fratello perduto che ha messo egli stesso fine alla sua vita nella sua cieca passione e disperazione! Lo troverai nel tempio!».

                         3.      Il ladrone implora: «O Tu Maestro divino! La Tua Volontà sia fatta! Dammi coraggio e forza per questo, per il Tuo grande Amore!».

                         4.      E Gesù lo benedice e lo lascia andare. Poi dice agli altri: «Voi tutti che vi trovate nelle e presso le vostre oscure tombe! Volgetevi a Me, nella Luce! Tutti voi che oggi Mi udite, potete credere che Io sono Colui nel quale tutti i vostri padri speravano! Voi potete oggi contemplare Colui che vi apre la porta, porta che finora era chiusa! Ascoltate: non per giudicare Io voglio venir tra voi, oh, no, bensì per liberare! Perciò entrate in voi stessi! È il tempo di Grazia della vostra esistenza! Se oggi voi riconoscete Me ed accogliete la Mia Parola, potete venire tutti con Me al tempio, anche il più tenebroso, ed essere testimoni come compio anche lì la Mia Missione! Chi viene con Me, esce dagli elementi della morte per entrare nella libera, eterna Vita! Una cosa però dovete lasciare tutti indietro: il vostro odio – le brame e le passioni che si agitano ancora in voi! Poiché vedete: come Io ho operato e creato nell'Amore dimentico di Me, così in futuro è possibile essere in relazione con Me soltanto a coloro che operano pure in questo Amore disinteressato. Se volete seguirMi, allora riconciliatevi con tutti nel vostro cuore ed il seguito vi fornirà la prova che ci porgiamo le mani nello Spirito perdonante dell'Amore. Perciò venite tutti da Me, voi che siete stanchi ed aggravati e che siete in ansiosa attesa di Colui che vi può portare Aiuto nella vostra necessità! Colui che vi porge il Pane della Vita! Colui che vuole guidarvi da questa fredda, tenebrosa esistenza in una Vita d'Amore e di Gioia! Amen!».

                         5.      Quiete, santa quiete segue a queste Parole! Poi si fa avanti un vecchio, piegato dal peso dei suoi peccati, avanza verso Gesù, cade sulle sue ginocchia e balbetta: «Oh, Tu che vuoi portarci Luce e Vita, con quanta gioia noi tutti salutiamo la Tua venuta! Eternamente lunga è durata la nostra prigionia! Come musica celeste risuonano le Tue Parole così piene di promesse! O Tu! Tu che dici che ci ami, in Te vorremmo volentieri contemplare il Salvatore! Il Salvatore! – L'Unto! Ma ora che Ti vogliamo seguire, in noi si accumulano barriere su barriere! Noi non possiamo seguirTi, poiché soltanto Tu hai adempiuto la Legge! Ma noi ci sentiamo colpevoli, carichi di colpe! O Dio! – O Jehova! – La Tua Legge ci schiaccia! E ciò nonostante noi come spiriti abbiamo visto tutto il Tuo operare, abbiamo visto la Tua sofferenza, la Tua morte innocente! Abbiamo visto che hai offerto aiuto, grazia e perdono ad uno crocifisso insieme a Te! Oh, mostraci come può venire anche a noi la salvezza! Vedi, volentieri vorremmo tutti venire da Te, ma il serpente di Eva è la catena che ci lega alla bassezza! O Signore! – o Gesù! – Aiuta! – Aiutaci Tu, come hai così clemente aiutato gli altri!». Lacrime scorrono dagli occhi del vecchio.

                         6.      Gesù gli si avvicina, pone la Sua mano destra trafitta sul suo capo e dice: «Allora fatti coraggio nel tuo cuore, e riconosci liberamente, ma pieno di pentimento, la tua colpa ed abbi la volontà d’ora in poi di entrare nella vera Vita del disinteressato servizio d’amore! Poiché soltanto per questo Io vengo a voi, voi che siete stati testimoni della Mia più grande umiliazione ed avete potuto contemplare in Me il nuovo Spirito di grazia. Afferra ora questo nuovo Spirito e rivolgiti a Me! Perché in Me tu vedi Dio e Jehova!».

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Cap. 4

Giuda nell’aldilà dinanzi al Signore

(in visione interiore al capitano)

                         1.      Nuovamente in silenzio si apre un varco tra gli spiriti innumerevoli, – ed il ladrone Dismas sopraggiunge con Giuda mano nella mano! Tremante Giuda viene davanti al suo Maestro. Ma Gesù lo guarda con occhi fervidi d’Amore e dice: «Giuda! – Riconosci tu adesso, dopo tutte le tue sofferenze, che ‘La vera Vita’ si trova solamente nell'Amore? Vedi, migliaia Io ho potuto aiutare, ed anche a queste migliaia di migliaia il Mio aiuto presto giungerà, poiché già scorgono ed afferrano la nuova Vita di grazia! Tu però non hai badato alle Mie parole! – Alla Mia dottrina che innumerevoli cuori hanno atteso con ardente desiderio, e che doveva servire anche al tuo cuore per la salvezza! Per questo ti mostro ora le Mie ferite! Queste ferite diventano, per tutti coloro che camminano nello smarrimento, indicatori verso la Grazia che tutto perdona. A tutti coloro che sono qui – Io ho potuto dire: venite con Me! Io vi mostro la via per la Vita! A te però ora dico: tu devi trovare da solo la via che porta a Me! Tu, infatti, conosci la Mia parola, la Mia dottrina e la Mia attività! Giuda, non posso né consigliarti né aiutarti! Posso soltanto perdonarti!».

                         2.      Giuda cade prostrato davanti al suo Maestro e vuole abbracciare i Suoi piedi, allora Gesù gli dice nuovamente: «Giuda, tu misero! Quando eravamo ancora uomini, avrei potuto aiutarti, allora eri ancora ignaro! Ma qui, nel Regno della Vita spirituale, è decisiva soltanto la propria libera volontà! Ora sei un iniziato e puoi trovare la via verso l’Essere Mio soltanto attraverso il tuo sentimento ancora profondamente da abbassare! – In te ancora vive odio, ira ed amor proprio ferito! Ancora domina in te la vita del tuo intelletto mondano! Per questo però Io ti ho perdonato, perché hai agito nella cieca passione mondana! Ora però comprendi che il Mio Regno è un Regno spirituale! Il Regno della Vita eterna! E così fa tesoro delle Mie parole!».

                         3.      Agli altri Gesù dice: «Ora andiamo al tempio! Chi vuole, venga con noi!». Di nuovo si forma un passaggio. Gesù passa in mezzo alla schiera di spiriti, un corteo senza fine Lo segue ed entra con Lui nel tempio. È come se i muri si allargassero: tutti vi trovano posto; ma Gesù prosegue fino nel santissimo. Soltanto due rimangono indietro sul Golgota: Giuda ed il ladrone della croce.

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Cap. 5

Il Signore nel Tempio spirituale

(in visione interiore al capitano)

                         1.      Nel tempio domina la più grande confusione, perché la preziosa cortina che deve coprire il Santissimo, è strappata e non può più essere ricucita; per quanto è stato tentato, sempre si strappa di nuovo. Ora arriva Gesù con il gran corteo di spiriti che Lo seguono nel tempio ed entrano nel Santissimo. Ma nessuno dei sacerdoti, nessun uomo terreno, ha un'idea dell'imponente avvenimento spirituale che ora deve accadere qui nel tempio. L'angelo ed il capitano romano hanno nuovamente trovato il loro posto nelle vicinanze di Gesù; ed entrambi seguono, con il massimo interesse, tutti i discorsi e tutte le azioni. Angeli con trombe si avvicinano al Signore; e ad un segnale di Rafael che li guida, le fanno insistentemente squillare! Allora si aprono le tombe, le catacombe sotto il tempio, ed ovunque compaiono esseri spirituali in veste di sacerdoti e sommi sacerdoti. Uno di loro si fa avanti e chiede ad alta voce: «Che cosa significa tutto questo?».

                         2.      E Rafael, il messaggero di Dio, gli risponde: «Queste sono le trombe dell'ultimo Giudizio! Adesso è venuto Colui che vuole accogliere tutte quelle anime che vi erano state affidate! Ora il Signore riprende i talenti sui quali voi eravate posti nella vostra carica! Rallegratevi se sarete trovati giusti, altrimenti non vi andrà per il meglio!». Con sguardo severo e capo chino ora il sommo sacerdote va da Gesù, la Cui veste splende come illuminata dal Sole, come neve appena caduta. Ma quando il sommo sacerdote vede i segni delle ferite, si spaventa e cade come morto ai piedi del Signore. Ed i molti sacerdoti vedendo che la loro guida non si rialza più, cadono pure sulle loro ginocchia ed attendono impauriti le cose che devono accadere. Gesù si rivolge da tutte le parti, alza le mani trafitte e china il Suo capo. C’è un silenzio mortale tra la schiera degli spiriti; essi, infatti, non odono le voci dei templari qui presenti che ancora vivono nella carne! Ora risuona una dolce, delicata musica che aumenta fino alla pienezza, alla pienezza più potente, per poi di nuovo perdersi morbidamente e dolcemente.

                         3.      Allora il sommo sacerdote si ridesta, e Gesù gli dice: «Alzati! Oggi sono venuto Io stesso! Vi ho destato dalla vostra quiete, dal vostro sonno spirituale! Io, la Vita, ho spezzato le barriere! Io ho vinto la morte, per mostrare a tutti la via per la vera, eterna Vita! Fino nel più profondo del Regno degli spiriti è penetrato il messaggio della Mia esistenza sulla Terra! E molti potevano già ristorarsi alla Sorgente della Vita, ammaestrati dagli angeli Miei! Ma voi? Dove eravate voi? Come mai non Mi conoscete, e perché doveva prima squillare il richiamo delle trombe per aprire le vostre tenebrose camerette?».

                         4.      Allora finalmente il sacerdote si riprende e domanda: «Sei Tu il Signore? – Iddio! – Zebaoth? Oppure inviato da Lui? Il Tuo Occhio ha lo sguardo mite, ma le Tue mani e piedi portano i segni di uno che è stato crocifisso! Chi sei Tu? Prima, quando Ti ho visto nella Luce, mi ha sopraffatto il sentimento: Tu – sei – Dio! Ora però che vedo le Tue ferite, Tu non puoi essere – Dio. E non Colui nel Quale noi speravamo, Colui che deve venire per liberarci e Colui che verrà soltanto accompagnato da grandi, santi angeli! Ma io non vedo altro che popolo, molto popolo intorno a Te! Che Tu sia penetrato nei nostri luoghi di riposo non mi dimostra che sei l'Onnipotente! E la Tua veste, così bella e pura, non è per me una conferma! Poiché già parecchi sono venuti da noi e pretendevano di essere inviati di Dio! Noi però non li abbiamo creduti. Ma io, come servitore di questo santo tempio, sono responsabile, e così devo pretendere da Te di dirci, chi sei! Le trombe, che hanno squillato come trombe del Giudizio, possono anche essere false, e la musica, la bella, magnifica musica, può anche essere un prodotto di magia per attirarci fuori del tempio! Perciò parla ora Tu! Perché io, il sommo sacerdote, qui ho il diritto, poiché ci troviamo nel santissimo! È già da tanto tempo che la cortina si è strappata (spiritualmente a loro sembra così), per questo io non Ti caccio da questo santuario, poiché Dio tollera qui la vostra presenza!».

                         5.      Gesù dice: «Eljasib! Tu misero! Accecato! Per quanto tempo vuoi ancora rimanere qui? Non ti rendi conto che questo vostro tempio è soltanto apparenza o parvenza? Non hai ancora riconosciuto che il tuo servizio qui nel vostro ‘tempio fittizio’ è completamente privo di valore? Non ti sei accorto che sugli altari è sempre usato uno e lo stesso sacrificio? Non ti è ancora venuto il pensiero che, con i tuoi molti sacerdoti, fate solamente quello che vi piace? DimMi, quando volete cominciare a fare la Volontà di Jehova? Ti sei mai sforzato di indagare la Volontà di Dio? Sì, quando fosti unto, allora avevi i propositi migliori; e poiché nel cuore pregavi onestamente affinché Dio ti stesse sempre accanto nella tua nuova carica, perciò Io vengo ora proprio da te e ti rammento questo! Non ho mai dimenticato ciò che Io ti feci dire e promettere! Ma tu presto hai dimenticato il tuo Signore e Dio, il tuo Creatore, e tuttavia ti sei sentito bene nella tua alta carica!

                         6.      Io però dico a te ed a tutti voi: le vostre ore qui sono contate! Poiché non avete avuto nessun sentimento per l'eterno Divino, poteva essere che dormivate e vi riposavate sui cuscini e giacigli nel vostro tempio apparente; e mai poteste udire l'Annuncio dei grandi, santi avvenimenti sulla vostra Terra! Tu ancora non hai udito l'espressione di Simeone: ‘Signore! Ora lascia andare in pace il Tuo servitore; perché i miei occhi hanno visto il Salvatore!’ [Luca 2,29]. Se tu fossi stato sveglio, avresti anche tu potuto vedere le Meraviglie nel Figlio di Dio! Guardate sopra di voi! Scorgerete molti che conoscete, i quali già godono beatitudini, poiché hanno riconosciuto il grande Tempo della Grazia, Tempo che è iniziato per tutti coloro che riconoscono e scorgono in Me, Colui del Quale parla la Scrittura e che porta libertà e vita a tutti coloro che Lo amano, credono in Lui e Lo vogliono seguire! Perciò a voi è rivolta ancora una volta la Mia chiamata: ‘Abbandonate questo vostro assurdo atteggiamento!’. Poiché da lungo tempo siete nel Regno degli spiriti! Ed Io stesso, come Spirito e Vincitore della morte, vengo ora da voi per guidarvi alla vera Vita! Io vi dico che siete poveri, più poveri di quello che pensate! E soltanto attraverso di Me, quale vostro Messia, voi potete giungere alla consapevolezza: ‘Dio vi ama ancora oggi!’.

                         7.       Guardate qui: le Mie mani ed i Miei piedi, trafitti sul palo della Croce! Essi sono la dimostrazione visibile della Mia obbedienza alla Volontà di Dio e del Mio Amore che perdona tutti voi. La dimostrazione invisibile di gran lunga migliore vi verrà però solamente nel vostro cuore, se sentite che ho espiato ogni vostra colpa! Io pretendo da voi soltanto la fede e che Mi seguiate là, dove vi attende la vera Vita di un servitore di Dio nell'attività dell'amore disinteressato! Così Io ti domando, Eljasib: puoi tu crederMi?».

                         8.      «No! Io non Ti credo!», – replica aspramente il sommo sacerdote. – «Se Tu fossi il Messia, avresti dovuto sapere che questo luogo è il Santissimo, sebbene la cortina non lo nasconde più! Ed io ti dico in forza della mia carica: lascia questo santuario con le Tue schiere, affinché almeno noi possiamo nuovamente purificarci!».

                         9.      «Basta! Non dire più una parola, cieco pazzo!», – risponde grave Gesù. – «Ciò che è stato offerto a te oggi nella Luce della Grazia, lo dovrai cercare con molta fatica! Ma voi altri come la pensate in merito a tutto ciò? Volete continuare a vivere qui nella vostra illusione – o volete entrare nella Luce della Verità nel Mio Regno? Il Mio Tempo è misurato; poiché ancora ad altri voglio portare la Mia chiamata di grazia, a quanti attendono con ardente desiderio il tempo in cui Io verrò, per aprire le prigioni del loro errore! Quindi terminiamo qui la nostra missione! E tu, Mio Rafael, provvedi che, quando tutti coloro che sono di buona volontà hanno lasciato il tempio, queste mura apparenti cadano in rovine». – Ora gli angeli sollevano le loro trombe e sotto i loro suoni il Signore si avvia con i Suoi verso il Monte degli ulivi. Egli fa portare qui dagli angeli tutti i conquistati alle loro nuove destinazioni; e così il Signore ha nuovamente strappato un bottino alla morte spirituale.

                       10.   Quando nessuno più lascia il tempio, questo fallace edificio spirituale crolla tra fumo e fuoco e seppellisce il sommo sacerdote Eljasib con i suoi seguaci. A stento e torcendosi dal tormento e dolore si rialzano poi di nuovo dalle macerie ed ora avrebbero volentieri seguito Colui che li aveva pregati così seriamente; ma intorno a loro c’è buio, …e rimane buio!

                       11.   E così anche per il capitano è passata la notte, la notte spirituale nella quale ha finora vissuto; e si è fatta Luce nella sua conoscenza sul divino e sull'umano! L'angelo lo riaccompagna in casa sua, lo restituisce alla realtà terrena e dice: “Non credere di aver sognato o che sogni ancora! Credi vivamente! – Ama veramente! – E servi fedelmente Colui che hai riconosciuto come vero! Poi potrai anche in seguito contemplare le conduzioni del nostro meraviglioso Iddio! E così ora ti lascio. Non temere nulla! Da ora tu hai il dono della vista spirituale! E se è la Volontà del nostro santo Iddio, allora io ti guiderò ancora! E così agisca in avvenire la Volontà di Dio con noi ed in noi! Amen!”.

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Cap. 6

Il giorno del Sabato di Pasqua

Giuseppe d’Arimatea è catturato e poi liberato

                         1.      Il capitano è solo, ed il mattino che sta per spuntare lo avvisa dei suoi doveri. Non sente la minima stanchezza, prende la sua colazione ed in compagnia di alcuni soldati s’incammina per controllare le guardie lasciate al sepolcro. Dall'esterno egli trova tutto nell’ordine migliore; i soldati però riferiscono che durante la notte s’era sempre sentito un dolce, meraviglioso delicato canto, presentato da molti cantori e nessuno aveva pensato a dormire! Uomini, però, non ne sono venuti nella loro vicinanza. Il capitano crede ai suoi soldati e grato guarda su al Cielo! – Qui scorge nuovamente angeli meravigliosi e Gesù in mezzo a loro! Ora però si muove un dubbio in lui: cosa c’è qui di vero?

                         2.      Meditabondo guarda al sepolcro chiuso ed ora vede con l'occhio spirituale aperto: esso è vuoto! Ma si trovano dentro due angeli che lo guardano amichevolmente. Soltanto adesso è convinto della Verità delle sue vicissitudini spirituali! Ora egli sa: ‘Gesù vive!’, e gioia e felicità attraversano il suo interiore. In preghiera guarda in alto a Gesù, il Quale si trova in una veste di Luce raggiante come un Signore tra i Suoi.

                         3.      Gesù fa un amichevole cenno al capitano ed ora la sua felicità non conosce più limiti; egli corre quanto più velocemente può da Nicodemo, il quale si è appena alzato e gli racconta le sue vicissitudini spirituali e, che Gesù vive! Nicodemo, stupito, tende gli orecchi, ma crede al suo nuovo amico; e poi si recano entrambi al tempio.

                         4.      Nelle vicinanze del tempio il capitano vede nuovamente con l’occhio spirituale le rovine del tempio apparente e vede e sente come l'ex sommo sacerdote ed alcuni sacerdoti si chiamano l’un l’altro, ma non riescono a trovarsi a causa dell'oscurità e del grande cumulo di macerie. Il capitano racconta ora a Nicodemo anche gli avvenimenti vissuti nel tempio ed aggiunge il nome Eljasib. Allora Nicodemo si stupisce e dice: “Sì, Eljasib era un sommo sacerdote tanto tempo fa! Ma poiché ora non vuole riconoscere il Signore, dovrà ben cercare a lungo prima che egli giunga alla Luce”.

                         5.      Ora vanno nel tempio. C'è molta gente, ed i templari sono in grave imbarazzo a causa della cortina lacerata. Con sguardi maligni guardano il capitano, ma questi non li considera affatto, si congeda da Nicodemo e va da Pilato. Pilato viene con lui di nuovo in seria conversazione; e quando il capitano asserisce: “Io so che il sepolcro è vuoto! Gesù si trova come Vivente tra i morti! Io L'ho visto nella Gloria della Sua Potenza e Magnificenza!”.

                         6.      Allora Pilato ordina: “Aprite il sepolcro, affinché ci convinciamo della Verità delle tue parole!”.

                         7.      Il capitano però replica: “Non è necessario far questo! Il Nazareno sa l'ora in cui Egli stesso aprirà il sepolcro! E la Sua vittoria diverrà manifesta sui templari che gozzovigliano nella superbia! Io concedo loro questa lezione, perché il tempio perderà potentemente in considerazione. Avresti solo dovuto vedere come erano sconvolti quando stamattina ero nel tempio! Anche la cortina lacerata procura loro ogni genere di preoccupazioni, poiché appena viene cucita, si strappa nuovamente in due!”. Dopo queste parole si congeda da Pilato e chiede il permesso di andare a Betania. Giunto nuovamente a casa, si fa sellare dai suoi servi il cavallo e decide che uno di questi deve accompagnarlo. E cavalcano verso Betania.

 

                         8.      Strada facendo, non lontano da Emmaus, il capitano vede la sua guida spirituale venirgli nuovamente incontro. E già l'angelo esclama: “Scendi dal tuo cavallo, ho da darti un messaggio del nostro Signore e Maestro! Torna indietro e va a Betania solamente dopo la festa! Ora Lazzaro è nella sua locanda a Gerusalemme. Cercalo là!”. Ed ancora: “Giuseppe d’Arimatea, che si è occupato della salma di Gesù e che Lo ha fatto seppellire nel suo terreno, è stato imprigionato dai templari! Non c'è da aspettarsi nessun aiuto da Pilato; va e liberalo tu in forza della tua autorità che la carica ti conferisce; poiché sei tu che hai disposto la crocifissione, la sepoltura ed il sigillo del sepolcro di Gesù. È un nuovo crimine dei templari, perché essi temono ancora adesso il Crocifisso! Non ti preoccupare! Perché Gesù, il Signore, ti guiderà e ti metterà in bocca ciò che dovrai dire. Non temere! Dovrai nuovamente sentire la Grazia di Gesù! Gesù è con te!”.

                         9.      Scomparso è il messaggero di Dio! Il capitano fa marcia indietro ed a galoppo ritorna a Gerusalemme, nell’accampamento della guarnigione; egli impartisce l’ordine ad un drappello di soldati e va con loro nel tempio. Là giunto va dal sommo sacerdote e pretende la liberazione di Giuseppe d’Arimatea da loro imprigionato. Il sommo sacerdote ed i suoi consiglieri sono sorpresi, ma, nello stesso tempo, spaventati interiormente, e negano questo fatto.

                       10.   Allora il capitano si mette davanti a loro con atteggiamento e voce minacciosa ed esclama: “Se non portate qui spontaneamente ed in brevissimo tempo il prigioniero, farò perquisire dai miei soldati il tempio dal più profondo sotterraneo fino alla cupola più alta! E quando l'avranno trovato farò appiccare il fuoco in tutti i lati e farò distruggere l'intero edificio! Ho dovuto uccidere un Giusto a causa del vostro diabolico agire! Ma i prossimi sarete voi, quanto è vero che sono romano! Su un errore passiamo sopra volentieri e lasciamo operare la massima clemenza, ma tali delitti come li commettete voi sotto gli occhi dei romani nel Nome del vostro Jehova, verranno puniti con la più grande severità!”.

                       11.   Spaventati i sacerdoti si disperdono; ma uno si rivolge all’eccitato romano e dice: “Alto signore! Fa perquisire il tempio dai tuoi soldati; ti assicuro, io non so nulla dell’arresto di Giuseppe d’Arimatea! Egli è pure mio amico, e se dovesse essere scomparso, allora vogliamo anche noi cercarlo insieme a voi”.

                       12.   A questo punto l'angelo vestito da romano si avvicina al capitano e dice: “Io libererò il prigioniero dalle sue catene e lo porterò qui! Ma risparmia il tempio, il Signore lo vuole!”. In breve tempo il messo di Dio porta lo stremato Giuseppe d’Arimatea in lacere vesti, il quale ringrazia il capitano con le lacrime agli occhi.

                       13.   Il romano dice: “Mio caro amico! Ringrazia Colui che ci ha creato, e che vigila su tutti col Suo occhio acuto! Soltanto Lui devi ringraziare! Abbi ancora pazienza, presto, anzi molto presto sperimenterai il miracolo più grande!”. Nel frattempo gli altri sacerdoti si riuniscono e sono sorpresi di vedere il noto Giuseppe d’Arimatea in questo stato! E l'angelo conferma che tutti questi, ad eccezione di Caifa, non ne sapevano nulla.

                       14.   Allora il capitano si reca dal sommo sacerdote e gli dice in faccia: “Sei stato tu! Sta attento che la misura della tua infamia è colma! Ben per te che io sono un discepolo di Gesù! Altrimenti senza processo ti farei ora mettere alla croce sul Golgota! Che oggi rimani libero ancora una volta – devi ringraziare solo Gesù di Nazareth!”. Poi prende Giuseppe d’Arimatea in mezzo ed esce con i suoi soldati dal tempio e si reca poi nella locanda di Lazzaro, non lontano dal Monte degli Ulivi.

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Cap. 7

Nella locanda di Lazzaro

                         1.      I soldati del capitano si fermano in cortile ed in giardino; Lazzaro ed il locatario salutano il capitano e sono molto sorpresi di trovare il ricco Giuseppe d’Arimatea in un tale misero stato in mezzo ai romani. Lazzaro chiede perché conducono con loro questo galantuomo e dice: “Lasciatelo libero; signore, garantisco io per lui!”.

                         2.      Sorridendo il capitano ringrazia Lazzaro per questa prova d’amore, gli porge ancora una volta le mani e dice: “È diventato libero solamente per mezzo mio, in altre parole: sono stato lo strumento del grande Nazareno; il sommo sacerdote lo ha fatto segretamente catturare! Oggi ero già per strada per venire a Betania da te, quando ho ricevuto l'ordine da un messaggero di Dio che dovevo prima liberare quest’amico dalla sua prigionia e poi venire a cercarti qui nella tua locanda. Io ho obbedito, sono andato con i miei soldati nel tempio e ho preteso la liberazione del nostro amico! Allora mi è venuto in aiuto il messaggero di Dio nella veste di un mio soldato e lo ha liberato dalla sua profonda prigione. Poi è risultato che il sommo sacerdote ha compiuto quest’ingiustizia da solo, tutti gli altri sacerdoti non ne sapevano niente; e per questo, io penso, devo risparmiare i templari secondo la Volontà del Signore! Poiché la Volontà di Dio è adesso sacra anche per me!”.

                         3.      Lazzaro è molto sorpreso e viene poi a sapere tutta la triste vicenda, vicenda che Giuseppe d’Arimatea racconta: “Al mattino presto la mia prima intenzione era di andare in giardino, verso il sepolcro; sprofondato in preghiera mi fermai lì e poi andai attraverso una porta secondaria al ruscello che si trova sotto il mio giardino. Allora vennero cinque uomini che apparentemente conversavano senza cattive intenzioni; ma nel passarmi accanto m’infilarono un sacco sulla testa. Nel momento successivo avevo mani e piedi legati e mi portarono via. Dopo un lungo tempo mi resi conto che si scendevano delle scale e sentii un catenaccio e una trave fare un gran baccano; poi mi deposero a terra, mi sciolsero le catene e liberarono il mio viso; non avevo ancora visto questi uomini; ma uno disse beffandosi: «Ecco, ora puoi riflettere come può riflettere anche il sommo sacerdote su come ridurti al silenzio». Poi lasciarono il luogo e lo chiusero dietro di loro. In alto al soffitto c’era un lucernaio, troppo alto per arrivarci, e così non mi rimase nient'altro che aspettare; infatti, chiamare e gridare era inutile. Mi venne però un pensiero che mi rianimò: ‘Dio! – Il Signore Zebaot! Non mi lascerà cadere!’, – e così divenni meravigliosamente calmo. Rimasi seduto a lungo per terra, quando silenziosamente si aprì la porta, …un soldato romano entrò e mi condusse fuori tenendomi per la mano. Vidi ancora come il catenaccio fu rimesso a posto e la prigione nuovamente chiusa; poi venni portato al forum dei sacerdoti; ma questo capitano mi ha poi liberato completamente ed eccomi qui. Su una cosa però devo ancora meditare: che cosa penserà il sommo sacerdote, visto che il catenaccio è ancora al suo posto!”.

                         4.      Poi anche il romano racconta a questi amici che nella notte un angelo, un messaggero di Dio, è venuto a lui e lo ha portato nel mondo spirituale, dove Gesù, quale Signore, vive veramente ed insegna! Gli è stato anche permesso di guardare con gli occhi spirituali nel sepolcro ancora sempre chiuso – “Era vuoto!”.

                         5.      Lazzaro, colmo di santa gioia, esclama: “Oh, se ci fosse qui Maria!”, – ed in quell’istante entrano Maria e Maddalena con Nicodemo.

                         6.      Le due donne sono calme e rassegnate, ed alla loro vista il capitano si sente pieno d’ammirazione per la seria bellezza di tale grandezza d'animo! Quasi timido si rivolge a Maria e dice: “Soave donna e madre, comprendo il tuo dolore! Ma lascia che io ti dica: presto subentrerà la più grande gioia nel tuo cuore, infatti: infranta è la potenza della morte! Gesù – vive! Egli stesso mi ha lasciato intravedere questa Verità! – E porto profondamente nel mio cuore una promessa: Egli ci colmerà sempre con il Suo Spirito e la Sua Potenza!".

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Cap. 8

Il Salvatore è già atteso nel tempio del Suo Regno spirituale

(in visione interiore al capitano)

                         1.      E così subentra nuovamente gioia nei presenti. Anche Maria e Maddalena si sentono fortificate e sono colme di aspettativa. Quando si accorgono che il capitano guarda con occhi fissi un punto, diventano tutti silenziosi. Il romano comincia a parlare: “O cari amici, fatemi riferire ciò che adesso scorgo! Vedo un tempio colossale; l'ingresso viene raffigurato da due leoni che poggiano su due colonne[1], e l'arco che li sovrasta è adornato con fulgide pietre preziose in differenti colori. L'interno è una costruzione maestosa, magnificamente decorato. Sullo sfondo vedo un altare, sul quale arde una luce raggiante molto chiara. Ad ogni lato dell'altare sta un angelo, tenendo in una mano la spada rivolta verso il basso, nell'altra mano sollevata verso l’alto una corona tempestata di diamanti[2]. E davanti all'altare c'è Gesù, mostrando di nuovo le Sue Ferite; ed ora vedo il tempio riempito di innumerevoli uomini, ma tutti sono come trasparenti, quindi esseri spirituali.

                         2.      Come nel tempio di Gerusalemme anche qui viene un sacerdote; la sua veste è adorna di cordoncini ed orli d’oro e d’oro un gioiello che porta al petto. S’inchina fino a terra, si presenta dinanzi a Gesù e dice: «Signore, finalmente il Tempo è compiuto! Finalmente anche per noi batte l'ora in cui diventiamo liberi, dove il tempo è passato quando stavamo sotto la costrizione di fare sempre soltanto ciò che ci rendeva grandi e potenti nella vita terrena. O Signore! Tutti coloro che Tu mi hai affidato, io Te li porto qui, e così depongo nelle Tue Mani con fiducia e gratitudine il mio ufficio di pastore di anime. Oh, grazie, mille volte grazie che qui possiamo vederTi! Quanto eravamo felici quando i Tuoi angeli ci annunciarono che Tu preparavi le vie sulle quali noi possiamo camminare, per essere guidati nella Luce della Tua Sapienza, di chiarezza in chiarezza! Oh, Ti ringraziamo! Tu eterno grande Iddio! Tu hai realizzato le Tue promesse, Tu volevi un giorno aprire le porte della morte e della notte! E Tu, magnifico Figlio di Dio! Tu martire della Tua Verità d’Amore! Anche a noi venga il Tuo Regno dell'Amore e della Giustizia! Annuncia ancora la Tua Volontà! Che cosa dobbiamo fare, affinché diventiamo degni di seguirTi?».

                         3.      Gesù risponde amorevolmente: «Amici Miei ed anche figli Miei! Voi dovete riconoscerMi come Colui che doveva venire per liberare tutti i prigionieri, per liberare tutti coloro che erano legati! E dovete cambiare il vostro sentimento! Poiché da lungo tempo non siete più uomini, deponete tutto l'umano, e non temete di confessare liberamente e con gioia che voi siete tutti peccatori e che avete bisogno di Me quale Salvatore e Redentore! Tutto il resto dipende soltanto da voi!». Il sacerdote toglie le sue insegne; scioglie i legamenti della sua veste e vuol deporre tutto ai piedi di Gesù.

                         4.      Allora Gesù scuote il capo, e così il sacerdote mette l’ornamento addosso ad uno degli angeli di guardia, s'inginocchia davanti a Gesù e dice: «Signore e Redentore, eccomi, e parlo in nome di tutti i presenti! – (ora tutti s'inginocchiano con lui). Noi siamo pronti a fare tutto questo! Noi crediamo in Te e nella Tua Missione! Oh, perdonaci ciò che abbiamo fatto nella falsa illusione! E se vuoi punire, Signore, allora punisci soltanto me e lascia liberi tutti gli altri! – Fa che sia io ad espiare ciò che è stato mancato e peccato; infatti, essi fecero soltanto ciò che io consigliai loro!».

                         5.      Gesù allora si avvicina al sacerdote, lo guarda, lo rialza e dice: «La pace sia con voi! Io non vengo per chieder conto! Oh, no! Io vengo per aiutarvi, per mostrarvi la Vita nella sua massima magnificenza! Ma ciò che vi manca ancora è l'amore che perdona e che redime! Voi finora pensavate di aver fatto tutto ciò che vi rende giusti davanti a Dio con i vostri culti religiosi! Vi sbagliavate! Donare amore! Praticare amore! Conciliarsi amando! Ed aspirate solamente ad un’unica meta: rendere felici i poveri e gli oppressi! Questo vi manca ancora! E questo imparatelo ora da Me! Poiché Io sono Amore e Mansuetudine, Pazienza e Misericordia! Tutto l'Amore procede dal Padre! Il Padre però è la Mia Vita Interiore! Ed Io vi do questa Mia Vita intimissima d'Amore, se voi Mi date la vostra per liberissima volontà! Vedete: le Mie mani trafitte! Guardate: i Miei piedi trafitti! Questi sono e rimarranno per l’Eternità la prova esteriore del Mio Amore e della Mia Pazienza con tutti i caduti! L’interiore dimostrazione del Mio Amore però lo sperimenterete soltanto in voi, se operate secondo le Mie soavi Parole: amatevi! – e nutrite questo amore in voi col servire, col santo fervore, soltanto per compiacerMi e per sacrificare il vostro amor proprio! Se lo volete fare, allora alzatevi tutti e fortificatevi; i Miei angeli vi porgeranno il Pane e l'Acqua della Vita[3]».

                         6.      Ed ecco adesso compaiono schiere di angeli con brocche e pane nella mano per portare ristoro a tutti. Allora uno dei sacerdoti si avvicina a Gesù, s'inchina profondamente, Gli porge il suo pane ed il suo calice e dice: «Signore, se non è presunzione, vorrei offrirTi la bevanda! Bevi Tu la parte destinata a me, io ne sarei tanto felice!».

                         7.      Gesù gli risponde amichevolmente: «Fratello Mio, guarda, quanto il cibo piace a tutti, esso è il primo pasto dell'Amore che essi assaggiano! Ora vieni anche tu ed assaggiane con Me e non pensare più ai tuoi peccati! Perché se hai gustato con Me il Pane ed il Vino, anche tutto il passato sarà espiato! Io, infatti, sono la Vita e la Luce, sono il Pane ed il Vino! Gustane senza timore, affinché possiamo portare aiuto ai fratelli».

                         8.      Ora vengono gli angeli e si schierano intorno a Gesù: Egli però dice a tutti: «Figli Miei! Seguite i Miei fedeli servitori nelle dimore che l'Amore vi ha preparato! Ma tu, fratello Mio, rimani presso di Me! Tu devi vedere ancora di più delle Mie Misericordie!».” –

                         9.      A questo punto al capitano scompare l'immagine spirituale, e tutti sono profondamente commossi, perché hanno appreso qualcosa del loro Gesù! Anche il capitano è silenzioso. Uno sguardo dagli occhi interrogativi di Maddalena gli rivela il suo grande amore per il Signore, e non passa molto tempo quando lei si rivolge direttamente al capitano: “È troppo se domando: che aspetto aveva Gesù? Portava ancora tracce delle Sue sofferenze?”, ed i suoi occhi pendono dalla bocca del romano.

                       10.   Costui risponde: “Soave figlia di Sion! Gesù aveva l'aspetto di un Trasfigurato! I Suoi occhi risplendevano come gocce di rugiada che il Sole illumina; ed intorno alle Sue ferite c’era come una ghirlanda oscura. Gesù deve essere solamente felice! La Sua voce era soave e somigliava al suono di un’arpa eolica! Tutto il Suo comportamento era regale. E così Egli è il grande Vincitore! Ma tutti gli altri sono i vinti!”. Maddalena ringrazia amichevolmente, e Maria gli porge la mano, mano che il comandante bacia sentitamente. Poi subentra il silenzio, perché tutti sono intimamente occupati con Gesù.

                       11.   Più tardi Lazzaro prega i suoi ospiti di recarsi in giardino e rallegrarsi degli alberi e dei fiori, “…perché il nostro cuore era colmo di cordoglio”, dice, “ma ora tutto è trasformato in attesa! Mi diventa troppo stretto il petto per contenere questo! Oh, se lo sapessero tutti i discepoli e tutti gli amici! Ma dobbiamo ancora tacere secondo la Volontà del Signore; perché per noi Egli non è ancora risorto! Quello che ha visto il nostro capitano, lo ha visto soltanto nel suo spirito; ma Gesù ha promesso di venire da noi! Quindi aspettiamoLo!”. E così tutti lasciano la casa.

                       12.   Il capitano però rimane indietro perché egli vuol rimaner da solo. È troppo il vissuto in poche ore! Lazzaro rimane ancora alcuni minuti con lui e ringrazia ancora una volta per la dimostrazione d'amore ricevuta.

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Cap. 9

Gesù in mezzo a spiriti di mercanti giudei

(in visione interiore al capitano)

                         1.      Le incombenze chiamano fuori Lazzaro, e così il nostro capitano ha l'occasione di riflettere ancora una volta tutto con calma. Nello stesso tempo viene nuovamente trasportato in spirito da Gesù, che ora egli scorge in un grande giardino! Molto popolo, soprattutto mercanti con le loro carovane si sono accampati intorno al giardino; ma tutte quelle migliaia di persone non sanno nemmeno che sono morte, ed il commercio è ancora tutta la loro ambizione. Ora Gesù viene tra loro ed una grande schiera di redenti è al Suo seguito. Gesù nel Suo Amore misericordioso guarda tutti quegli smarriti, ed un cocente dolore si muove nel Suo Cuore, eppure alla maggior parte di questi spiriti è stato concesso di assistere alle Sue opere, alla Sua sofferenza ed alla Sua morte! Per loro però è stato soltanto uno spettacolo, e tutti questi avvenimenti non possono scuoterli dal loro falso, insensato amore per il mondano!

                         2.      E Gesù ora esclama: «Ascoltate tutti ciò che Io vi dico! Non Mi riconoscete? – Voi avete visto tutte le Mie sofferenze e tormenti![4] Dunque è già di nuovo tutto cancellato in voi? Riflettete, voi non siete più uomini terreni! – Voi siete spiriti che vivete nell’illusione di trovarvi ancora sulla Terra! Avete già riflettuto che cosa sarà, quando un giorno, tutta la vostra merce ed i vostri beni scompariranno? E perciò Io vengo a voi per annunciarvi che anche per voi è scoccata l'ora della liberazione, nella quale dovete convincervi che la vostra salvezza ed esistenza eterna per voi tutti si può trovare soltanto nel Mio Amore! Soltanto questo Mio Amore per gli uomini smarriti Mi diede la Forza di soffrire tutto, di sopportare tutto, affinché fosse preparata la Via sulla quale potete venire da Me ed Io da voi! Domandate a tutti coloro che hanno visto i miracoli del Mio Amore, ma ancora non Mi conoscevano; essi devono ammettere che Io non ho vissuto come Uomo tra gli uomini, ma come un Dio tra gli uomini! E se poi morii sulla Croce, lo feci soltanto per dimostrare che per Me nessuna meta era troppo lontana per voi come per tutti i figli della Terra, nessun peso troppo pesante e nessun lavoro di troppo! E così con la Mia morte ho creato una via d'accesso all’eternamente amante Cuore di Dio! Chiedete a tutti i Miei angeli! Ciò che essi hanno cantato alla Mia nascita è poca cosa in confronto a quello che hanno visto oggi! Chiedete a questi testimoni qui, e dovrete riconoscere interiormente che la più grande vita di grazia oggi vuole afferrare anche voi! E quindi Io vi domando: potete voi credere alla Mie parole?».

                         3.      Un vecchio giudeo si fa avanti e dice: «Sì, sei Tu! Gesù, Figlio del carpentiere Giuseppe! Come avviene però che vieni a cercare proprio noi? Noi credevamo che Tu fossi presso quelli nel tempio! Noi però non abbiamo più niente in comune con loro! La loro cupidigia, infatti, e la loro rigidità ci hanno portato ad un accorgimento migliore. Ma che cosa vuoi dunque fare presso di noi? Lasciaci la nostra pace, neanche noi vogliamo rubarTi la Tua. Ci dispiace che Tu abbia dovuto soffrire! Ma la Tua impotenza sulla Croce dice chiaramente che Tu stesso hai bisogno d'aiuto! Se ci troviamo ancora qui, è soltanto perché ci trattiene qualcosa di misterioso, altrimenti avremmo da gran tempo proseguito. Oppure hai Tu bisogno di noi? – Dicci se possiamo aiutarTi?».

                         4.      Esclama allora Gesù: «Guardate le Mie mani! Guardate il Mio costato ed i Miei piedi! Ecco qui le stigmate! – e chi le riconosce troverà anche comprensione per le Mie parole! Queste Mie cinque ferite mostrano a tutti che uno scopo preciso Mi fece andare sulla Terra! Perciò le Mie ultime parole suonarono “È compiuto!”. Non vi trovate in questo davvero niente da riflettere? Siate dunque convinti una buona volta che questa vostra esistenza non può durare più a lungo! Ed ora prestate attenzione: tutti i vostri carri e le vostre merci spariranno, affinché riconosciate in Me – il Potere, ma anche Colui che in Me è venuto a voi! È vero che Io sono il Gesù di Nazareth che voi conoscete, ma questo Io lo dissi soltanto del Mio corpo! Il Mio interiore è l'eterno Spirito di Dio! Con la Mia morte sulla croce, tutto il Mio transitorio in Me è stato compenetrato dall'eterno Spirito di Dio, così che non vi è più niente di transitorio in Me! Ed ora che Io ho realizzato e sono venuto per aiutarvi, allora sarebbe la cosa giusta da parte vostra esaminare voi e Me! Io ho il Potere e potrei dimostrarvelo! Mai però Mi avvicinerò ad un essere con la costrizione! Soltanto chi viene volontariamente sarà accolto! Oggi è per voi un tempo di Grazia! Sfruttatelo, affinché non abbiate da pentirvi della vostra ostinazione! Poiché tutto il vostro possesso d’ora in poi è solamente quello che vi è venuto dal vostro amore! Il Mio Amore vale per tutti gli esseri, quindi anche per voi! E tutto deve essere dimenticato, se voi dimenticate il vostro possedimento così effimero e cercate le Mie mete! Entrate nella comunione con i Miei angeli ed unitevi l’un l’altro nel puro Spirito dell'amore! Allora scorgerete in Me – Colui che fece sperimentare a Mosé ed Elia le magnificenze di Dio!».

                         5.      Pieni di stupore tutti odono questo Messaggio! Ma delusione e paura si mostrano sui loro volti, quando scompaiono le loro carovane e nessuno sa, dove tutto fosse finito. Allora il vecchio giudeo domanda al Signore: «Dicci, dove sono andate a finire le nostre merci? Tutto il Tuo discorso mira al fatto che noi Ti dobbiamo seguire! Sì, ma dove? Noi non sappiamo dove ci vuoi condurre, e così Ti chiediamo di darci una risposta!».

                         6.      Risponde  Gesù: «Ascoltate, tutti voi poveri! I vostri carri ed i vostri beni non sono scomparsi senza lasciar traccia, ma in realtà tutto questo non esisteva affatto, perché soltanto il vostro amore ha creato queste carovane nei vostri pensieri! Questi schemi ora non potevano più sussistere, poiché la vera Vita in Me spinge tutto ciò che sembra morto in nuove forme e genera nuova vita, nuovi effetti! Come si scioglie la neve quando il Sole diventa più caldo, così svaniscono anche tutte le apparenti verità in un niente dinanzi a Me! Ebbene riconoscete cosa e chi siete! La vostra esistenza terrena è già passata da molti anni! Ma come abitanti del vostro mondo finora non sapevate di essere morti e potevate osservare ancora tutti gli avvenimenti sulla Terra. Proprio tu hai delle prove dell'Amore Mio per te; e voi che siete della stirpe di Davide, sappiate che anch'io sono della stessa stirpe! E se ora Mi volete seguire, allora vi conduco anche là dove si trovano Abramo e Davide! Là incontrerete molti compagni di stirpe, e soltanto allora diverrete consci di quello che avevate perduto e poi Mi ringrazierete, perché avete anche riportato ciò che era perduto. Perciò esprimete ora la vostra volontà!». – Silenzio, un gran silenzio si fa intorno al Signore!

                         7.      Allora il vecchio giudeo s'inginocchia e prega di tutto cuore tra le lacrime, di perdonargli di non averLo riconosciuto subito! Ora però egli sa che il Suo Amore è sincero e le Sue Parole sono vere; ora egli Lo segue volentieri e vuole pregare anche gli altri di andare con lui, – dove il Signore li vuol portare. Gesù pone la Mano sul capo del vecchio e dice: «Alzati! Poiché ora Mi riconosci, non è necessario stare ancora in ginocchio davanti a Me! Piega il tuo sentimento! Ed il tuo cuore possa destarsi affinché percepisca il dolce impulso d'amore che è necessario per seguirMi!».

                         8.      Subito il vecchio si alza ed esclama ad alta voce: «Fratelli tutti, ascoltatemi! Ogni parola dalla bocca di Gesù mi scuote! Le Sue parole sono Verità! E se c’è uno che può portarci aiuto, allora è soltanto Gesù di Nazareth! Lasciamo questo luogo dove ciò che avevamo in possesso ci ha lasciato! Io credo che in Gesù troveremo tutto! Se Egli ha dato tanto, ha aiutato tanti, allora Egli aiuterà anche noi! La Sua morte è diventata per noi la Vita, e la Sua sofferenza, l’assoluzione dai nostri peccati. Egli stesso si è offerto di condurci là dove sono i nostri padri; e così io vi domando: volete venire anche voi?».

                         9.      All'unanimità risuona il «Sì!», – e così Gesù esclama: «Allora venite ed imparate a conoscere l'Amore e le Forze che si rinnovano costantemente! Amen!»”. Il capitano vede e ode ogni parola, ma poi la visione scompare!

                       10.   Quando tutti ritornano dal giardino, Lazzaro si accorge che il capitano deve nuovamente aver vissuto qualcosa interiormente; va da lui, gli mette la mano destra sulla sua spalla e dice: “Fratello, tienilo per te, affinché i nostri cuori rimangano quieti ed anche noi possiamo poi vivere questa comunione con Gesù!”.

                       11.   Le donne sembrano fresche e riposate; e si accordano di recarsi presto il mattino dopo al sepolcro, per adornare ed onorare ancora una volta il Corpo di Gesù. Poi parlano ancora di così tanti bei momenti che hanno vissuto con il loro amato Maestro. Maria Maddalena non può raccontarne abbastanza ed accentua ancor sempre che non potrebbe mai smettere di amarLo, perché tutto ciò che ha ricevuto, proviene soltanto da Lui, e che vorrebbe abbracciare ancora una volta i Suoi Piedi! “Vorrei soltanto riposare ancora una volta al Petto Suo, poi vorrei morire anch'io!”.

                       12.   Maria però dice: “Mia cara, smettila di dire queste cose! Non strappare il filo! Non far che si disperda la consapevolezza che Egli è il Signore! Egli non rimarrà sempre nel sepolcro! Ma noi dobbiamo amarLo solamente nello spirito, dato che Egli stesso ci ha amato così ardentemente! – Soltanto adesso mi diviene chiaro ciò che Egli ha realizzato e portato a compimento! Il Suo Amore deve diventare la nostra vita interiore! Nel Suo Amore Egli si trova invisibile tra noi! E così Egli ci colma con la forza dalla Sua Potenza, con la luce dalla Sua Luce e dona pace e quiete al nostro cuore!”. Soave risuonarono le parole della madre Maria, e per tutti è come risuonasse un’eco, dolce e delicato, e così si fa quiete intorno ai presenti.

                       13.   È sera. – Il capitano vuol ritornare con Nicodemo in città, ma Lazzaro gli fa notare che è sabato e che non sarebbe consigliabile andarci di notte. “Andate domattina presto, quando vanno le donne, allora sarà la cosa giusta!”. – E così tutti questa notte rimangono nella locanda di Lazzaro.

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Cap. 10

Lazzaro spiega perché Gesù dovette morire

                         1.      Quando tutti si accingono per recarsi a riposare, il capitano prega Lazzaro di rimanere con lui ancora un poco, poiché egli in tutto quest’avvenimento non trova ancora la giusta chiarezza. Lazzaro è con gioia consenziente e invita anche gli altri fratelli a donare ancora un'oretta al capitano. Le donne sono andate a riposare, e così gli uomini rimangono soli.

                         2.      Lazzaro si avvicina al capitano, pone le due mani sulle sue spalle e dice: “Mio caro capitano! È giusto da parte tua chiederci apertamente una spiegazione, se in te qualche cosa risulta ancora oscura. Sii convinto che secondo la Volontà del Signore verrà anche a te su questo, piena luce e comprensione! E così rivelaci che cosa ancora non ti è chiaro!”.

                         3.      Il capitano guarda i fratelli, su tutti i volti egli scorge una santa serietà e dice: “Fratelli ed amico Lazzaro! L'amore vissuto qui e lo spirito tra voi che qui si percepisce in modo così benefico, mi ha autorizzato a chiamare anche voi fratelli ed amico! E così vi prego di considerare la mia franchezza con lo stesso spirito e vi domando: perché Gesù di Nazareth, che era un giudeo, è dovuto morire proprio di questa morte pagana? – Non vi era nessun'altra possibilità che questa della più grande ignominia? Ed ancora: a quale alto scopo mirava Gesù con questo? E poi: come deve essere per me, un pagano, la Sofferenza e Morte di Gesù un Atto di redenzione e della massima Grazia di Dio? Vedete, questi sono punti che per me sono ancora terribilmente oscuri”.

                         4.      Lazzaro porge la mano al capitano e dice: “Caro amico e fratello nel Signore, non chiamarti più un pagano! Tu hai fatto in verità il tuo dovere, – perché non potevi fare diversamente! Ma quando il tuo occhio vagò intorno cercando, il Maestro scorse in te la preghiera del cuore per il perdono! Egli ti guardò con gli occhi del Suo Amore, ed il Suo sguardo ti annunciò piena purificazione! Con questo nel tuo spirito qualcosa si mosse e divenne vivente! Gustasti l'aria del paese d’origine e per un attimo fosti colmato di delizie dalle regioni eterne! Tu approfondisti queste impressioni nel silenzio della notte, e Dio stesso, nel Suo eterno Amore e Misericordia, ti ha inviato un messaggero e ti ha rivelato nello spirito ciò che milioni non vengono a sapere! Tu non potevi respingere la tua visione e dovesti riconoscere che l’ucciso Salvatore e Maestro Gesù vive, ma una Vita che non è percepibile con i nostri cinque sensi! Il tuo intelletto si opponeva ancora e doveva opporsi, e giustificata è la domanda: ‘Ma se non è possibile uccidere Gesù, perché allora questo tormento, sofferenza e questo obbrobrio?’.

                         5.      Vedi, mio caro fratello! Ciò che tu hai vissuto spiritualmente sul Golgota, è stata la Rivelazione della Sua più intima Essenza divina! E qui fu mostrato a tutti gli esseri, a tutta l'umanità, anzi all'intera Infinità, che il Fondamento primordiale di tutta la Vita Interiore sta nell'Amore divino per noi uomini e nella Sua Misericordia con la nostra condotta lontano da Dio! Tu comprenderai ciò che devo dirti adesso dallo Spirito del Signore! Egli, infatti, vuol mostrare anche a te questo grande ‘Perché?’ – e la sua soluzione. Attraverso Lucifero, il primo grande angelo, ma decaduto da Dio, legioni di angeli, poi di uomini, vennero spinti su un sentiero che tolse a tutti l'appartenenza all'eterna Patria della Luce! E così Lucifero divenne il nemico di ogni Vita proveniente da Dio!

                         6.      Dio però non è soltanto Creatore, ma vuole essere anche Padre ed è preoccupato per i Suoi figli che vivono nell'errore! Ora si trattava di trovare una via del ritorno, via che poté essere percorribile anche al più lontano da Dio! E dopo lunghi corsi di tempo alla fine Dio stesso poté rendere possibile questo come Uomo e nell'uomo! Ci porterebbe troppo lontano se volessi raccontarti tutto ciò che già so in merito; ma accontentati di quello che ti dico ancora adesso: nell’Uomo-Gesù si mosse precocemente la Vita interiore proveniente dal Suo eterno Spirito di Dio! Già nell'età infantile Egli sapeva della Sua alta Vocazione e Missione, ed a dodici anni era ampiamente superiore ai templari nell'interpretazione delle nostre Sacre Scritture; perché in Lui c'era ‘Vita proveniente da Dio!’, e Dio stesso era la Sua Vita!

                         7.      Delle lotte, esteriori ed interiori, e conflitti sempre più gravi Lo resero interiormente sempre più maturo e libero! Dio, infatti, poteva conquistare in Lui la ‘Vita’ soltanto fin dove, come Gesù, rinnegava liberamente in Sé tutto l'umano ed imparava a superarlo. La chiara consapevolezza: ‘Dio stesso vive in Me!’, creava Luce e Forza nel Suo mondo interiore! A questo si aggiunse l'Amore per la Sua alta Vocazione, e così Gesù conobbe soltanto ancora l’unico Desiderio: servire Dio in tutto ed operare solamente secondo la Sua Santa Volontà! Forze provenienti da Dio sempre nuove vivificavano il Suo Amore! Il Suo Amore però premeva verso l'Adempimento della Sua Missione ed Egli conosceva soltanto un desiderio: donare questo Spirito dell'Amore, questa Sorgente di ogni gioia, questa Miniera di eterna felicità, – anche a tutti coloro che ne hanno desiderio!

                         8.      Ma come poteva Gesù dimostrare questo Spirito di Dio nel Suo interiore al Suo prossimo, anzi, donarglielo? Egli bensì operò miracoli e potenti segni! Ben la Sua bocca espresse parole sante e meravigliose, ma di queste il mondo si poteva solamente inebriare! Bisognava portare un Sacrificio che avrebbe messo tutte le Sue opere finora compiute nell'ombra! Un Sacrificio, nel quale il nemico doveva andare in rovina, se avesse attaccato questo Amore e questa Vita spirituale proveniente da Dio! Ciò che Gesù soffrì, lo può misurare soltanto colui che Lo conosce! Ciò che Gesù sopportò, lo può misurare soltanto chi Lo ama! E se io mi trasporto nel Suo martirio e sofferenza, mi sento trasportato al Suo fianco! La Sua morte però diventa per me un lenimento del mio essere interiore, perché io sento soltanto adesso veramente il Suo infinito Amore per noi uomini ed imparo a sentire ed a comprendere!

                         1.      Sì, io scorgo adesso nel mio spirito che cosa ha provocato questo completo Sacrificio sul Golgota e provocherà ancora in ogni futuro! La Croce, il simbolo del disonore, è stata scelta da Gesù stesso quale segno della Vittoria sul peccato, il quale vi ha impresso sopra la sua impronta. Nel segno di questa Croce e nello spirito del Golgota scompare ogni colpa ed ogni peccato! (dinanzi a Dio!). Soltanto nel Segno della Croce e nello spirito del Golgota si aprono le nostre sorgenti interiori e si riversano nell’unico sentimento: ‘Sono stato aiutato in grazia del Salvatore e Redentore crocifisso! In me, infatti, comincia a pulsare una vita totalmente nuova e fa di me un uomo nuovo e diverso!’. In questo nuovo spirito della mia vita interiore non esiste più sofferenza, ma ancora soltanto scuole, perché Gesù stesso porta tutto con me ed è il Mio soccorritore.

                         2.      Vedi, tu non hai bisogno nemmeno di essere uno che professa con la bocca! Se però afferri questo nuovo Spirito che vuole aiutare tutti ad ottenere la salvezza, la vera felicità, e fai quello cui esso ti spinge, allora sorgerà interiormente la comprensione: non io, ma Gesù opera questa nuova Vita in me! Puoi ora afferrare questo e comprenderlo bene?”.

                         3.      Risponde il capitano: “Fratello ed amico Lazzaro! Afferrare sì, ma alla comprensione manca ancora! Poiché rifletti, tu e voi altri eravate amici di Gesù ed eravate iniziati nella Sua dottrina e nel Suo progetto! – Se ora la Sua morte, le Sue strazianti sofferenze devono destare in me questa Vita di Dio ancora dormiente, allora sorge ancora la domanda: non aveva Dio altri mezzi per attirare di nuovo a Sé l'umanità, e non esisteva davvero un'altra via d'uscita? Deve essere veramente qualcosa di terribile quando un uomo, che per anni non ha fatto altro che il bene, ad un tratto deve espiare per tutti come il più grande peccatore! Ora mi riferisco meno a Gesù ma piuttosto a voi, a tutti coloro che Gli erano affezionati e credevano in Lui; questo deve essere molto doloroso”.

                         4.      Risponde Lazzaro: “Caro capitano, “anche qui ti posso solamente dire che il Signore sapeva anche questo; la Sua bocca, infatti, espresse le parole piene di promesse: «Se Io non vado al Padre, a voi non può venire il Consolatore che vi guiderà in ogni Verità!» [Giov. 16,7]. È vero come tu dici: ‘E’ terribile se uno deve portare la colpa di tutti, in aggiunta ancora da innocente!’. Ma Dio stesso voleva così, affinché fosse tracciata una via per tutta l'Eternità, sulla quale tutte le sofferenze potessero trovare una fine! Gesù soffrì e portò nella Sua carne tutta la maledizione e tutti i peccati della nostra carne sul legno del martirio! E proprio questo Suo sublime servizio d'Amore, questo Spirito dalla più intima unione con Dio, creò le possibilità da Lui bramate: il nostro ritorno alla Sua Essenza!

                         5.      La morte di Gesù ha toccato anche noi nella vita, ed in noi è divenuto notte! Ma tanto più un giorno diventerà in noi splendente perché abbiamo ricevuto la Rivelazione: «Io vivo, ed anche voi vivrete!» [Giov. 14,19]. Questa sofferenza e morte significa, nella grande storia dell'umanità, la conclusione di un tempo! In primo luogo sin da quest'ora nessuno può più dire: ‘La più magnifica di tutte le magnificenze della nostra somiglianza con Dio è stata celata a noi uomini, perché siamo peccatori!’. Poiché Dio in Gesù ha rinunciato a tutte le Sue magnificenze ed in grazia a questo Spirito di silenzioso Amore liberatore pieno di abnegazione, ad ogni uomo offre la Chiave per raggiungere tutte le Sue Magnificenze.

                         6.      In secondo luogo: soltanto con la Sofferenza e Morte di Gesù è venuto così precisamente alla coscienza a noi ed a tutti gli uomini, il Suo vero, esemplare Servizio celeste! Poiché soltanto in questo Spirito del servire nell'amore gli uomini di nuovo diventano fratelli! Perché in questo Spirito ognuno soffre per gli altri e con gli altri; e così sono superati dolori e sofferenze, tristezze e miserie e diventano fonti di reciproca gioia e riconoscenza!

                         7.      Ed in terzo luogo, caro fratello: finalmente la vita degli uomini ha di nuovo un santo scopo! Questa Terra come nostro banco di prova è di nuovo santificata dal Signore! Su questa Terra deve di nuovo essere riportato nelle braccia del nostro Padre celeste tutto ciò che vive nell'errore oppure vi cammina ancora! Qui, sul Golgota dove si è svelato il Cielo di tutto l'Amore di Dio, dove Dio e l'uomo hanno stretto un nuovo Patto, è stato edificato un faro, dal quale si dipartono fuochi luminosi e raggi di luce come indicatori della via che ci annunciano senza posa: da qui soltanto venite a conoscere la vera e giusta ‘Vita’ nel vostro interiore! Vedi, in questi chiarimenti troverai risposte alle tue domande! E ciò che tu scorgi di triste e terribile nella Morte di Gesù, deve diventare per tutti noi una certezza liberatrice: ora noi siamo Sua proprietà! Poiché per noi Egli si è sacrificato! E per tutte le Eternità colui che nella sofferenza e morte di Gesù vedrà l'espiazione per ciò che deve essere espiato, potrà diventare veramente lieto e felice!”.

                         8.      Il capitano è sopraffatto da questa grandezza dell'Amore di Gesù, di cui Lazzaro ne può parlare con tanta semplicità, e dice: “Fratello! Ora c’è luce in me, e non ho bisogno d’altro! Poiché ciò che la fede e la conoscenza faranno ancora maturare in me, saranno poi anche dei pilastri basilari che nessuna tempesta potrà strappar via così facilmente! Però io stesso devo rivelare ancora questo: ci vorrà molto, molto tempo, prima che quanto udito oggi diventi proprietà dell'umanità! E molti ancora scenderanno nella tomba e si sentiranno abbandonati e respinti, poiché soltanto questa fede nell'Amore di Gesù può compiere per noi la più stretta unione con Lui! O Gesù, Maestro dell'Amore, quanto pochi Ti afferreranno nel Tuo Spirito primordiale, in questo Tuo Amore primordiale! E malgrado ciò Tu starai al fianco loro aspettando – e sperando! Oh, lascia che Ti afferri completamente! Lascia che anch’io, lo straniero, penetri nello Spirito del Tuo Amore! Colma Tu il mio essere con il Tuo Spirito! Ed io Ti voglio ringraziare con parola ed opere!”.

                         9.      Dice Lazzaro: “Così va bene, fratello mio, continua pregando! Allora hai già afferrato la nuova Vita che fa di te un figlio di Dio, e puoi penetrare nel Cuore di Dio che è aperto anche per te! Allora soltanto potrai attingere (anche per gli altri), quando avrai trovato in te la massima felicità: Gesù è in te, Egli ha scelto il tuo cuore come Sua Dimora! Allora tutto diventerà in Te ‘Vita’! Poi ogni membro servirà soltanto ‘questa Vita!’, Vita che divampa sull'altare del puro amore filiale! Credi fermamente: Gesù, nella più grande Sofferenza, era tuttavia felice! Perché nel Suo Spirito Egli vedeva già, quanto successo prometteva la Sua Semenza, la Sua Fatica e la Sua Lotta! Perciò, cari, cari fratelli, basta per oggi ed andiamo a riposare! Anche noi vogliamo continuare a vivere in questa fede che soltanto lo Spirito rivelatoci così meravigliosamente sul Golgota può darci tutta la Forza per vincere! Il Signore ha vinto e con Lui anche noi diventiamo ‘vincitori!’. Tu però, Tu fedele Maestro, fa che noi non Ti dimentichiamo mai! Perché Tu per tutti noi hai riportato la Vittoria – sul Golgota! Amen”.

                       10.   E poi sorge già all'orizzonte il raggiante Sole della Pasqua.

 

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[1] I due pilastri fondamentali, l’Amore per il prossimo e l’Amore per Dio.

[2] La pesante Legge e il raggiante Amore vincitore.

[3] Pane = il bene dell’operare. Acqua = riconoscimento dell’eterna Verità! Vino = Riconoscimenti celestiali dell’Amore.

[4] Come spiriti avevano assistito alle scene sul Golgota.