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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

1932

Libretto  VII

 

Battesimo di Gesù e poi nel deserto

 

L’attesa del Messia

Il battesimo nel Giordano

Il terribile digiuno nel deserto

L’unione col Padre

[Matteo 3]

 

 

battesimo2

 

INDICE

 Cap. 1     Discorsi su Giovanni il Battista ed il Messia veniente

 Cap. 2     La danza dei veli

 Cap. 3     Partenza per Bathabara

 Cap. 4     Battesimo di Gesù nel Giordano  [Mt. 3,11-17]

 Cap. 5     Scena I        Gesù nel deserto

                Scena II       Gesù Uomo-Spirito e gli spiriti erranti

                Scena III      Incontro al Giordano con alcuni spiriti tenebrosi

                Scena IV     Gesù digiuna e nel deserto incontra Andrea ed altri spiriti affamati

                Scena V      Incontro con lo spirito Pio trasportato sul mondo della madre trapassata

                Scena VI     L’ulteriore sacrificio del digiuno porta l’Uomo-Gesù verso la Sua Divinità

                Scena VII    Gesù al Giordano con i pescatori Tobia e Simone

                Scena VIII   L’unione col Padre

                Scena IX     L’ultima tentazione nel deserto, e poi splende la Stella di Betlemme

 

 

Personaggi

 Joram             l’oste di una locanda tra Tabor e Naim

 Hiram             un mercante

 Thomas          un simpatizzante di Giovanni

 Esra                un simpatizzante di Giovanni

 Hanna            moglie dell’oste Joram

 Thirza             figlia di Hiram

 Mira               moglie di Hiram

 Giovanni        il Battista

 Horeb             il capo di un gruppo di spiriti tenebrosi

 Achim            uno spirito tenebroso

 Andrea           uno spirito affamato, nel deserto

 Pio                 uno spirito tenebroso

 Arabella         una trapassata vivente come anima su di un mondo della Creazione

 Tobia              un anziano pescatore di Bethabara

 Simone           un anziano pescatore di Bethabara

 

 

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Cap. 1

Discorsi su Giovanni il Battista ed il Messia veniente

                         1.      Ora la grande sala degli ospiti comincia nuovamente ad animarsi, e l'oste Joram si separa da Gesù col cuore battente; egli, infatti, intuisce qualcosa di Grande. Gesù però siede come indifferente ad un tavolo; ma tanto più il Suo interiore lavora animatamente.

                         2.      Joram mette una coppa di vino ed un grosso pezzo di pane davanti a Gesù e si scusa perché a causa del suo servizio deve lasciarLo solo. Gesù sorride. Joram però si rallegra. Il suo occhio, infatti, afferra uno Sguardo pieno d’amore e di bontà da parte di Lui.

                         3.      È un andirivieni; ad un tavolo si sente il nome “Giovanni”. Tutti tendono gli orecchi e ora uno racconta: “Dei templari vennero da lui ed egli rinfacciò loro con santo ardore le loro malignità e ipocrisie; ma costoro lo derisero; uno disse apertamente: «Giovanni, finché sei per noi un procacciatore, sopportiamo il tuo modo di fare. Ma se tu dovessi continuare su questo tono, allora noi sapremo porre una fine al tuo agire e questo, presto, …molto presto!»“.

                         4.      Giovanni rispose grave: «Voi potete aver ragione, e raggiungerete anche questo scopo. Ma non prima che sia venuto Colui che con la Sua Luce illumina ogni oscurità. Colui che accenderà un fuoco che riduce in macerie e cenere tutto ciò che non è di Dio e di Jehova!».

                         5.      Essi urlarono con rabbia: «Lascia pure venire il tuo spirito di fuoco! Ci opporremo anche a Lui e Lo schiacceremo, così come abbiamo schiacciato tanti bestemmiatori!». –

                         6.      Giovanni rispose loro: «Voi genia di serpenti e razza di vipere! Piuttosto va tutto il mondo in rovina, prima che voi possiate vietarGli di parlare e operare!», – e si rivolse alle centinaia di uomini che si erano radunati sulla riva del Giordano. Giovanni indossava una veste di pelle di cammello ed una cintura di cuoio; e la sua figura scarna, i suoi lunghi trascurati capelli gli davano l’aspetto di un asceta”. –

                         7.      L’oratore tace, ma una domanda sorge nella sala intorno a Giovanni ed intorno all'Uomo veniente. “Che cosa significa questo”, grida un altro, “perché il tempio dunque tace su quanto accade? Noi non abbiamo mai il diritto di sapere la verità? O Giovanni vive in una falsa illusione, allora è doppiamente dovere del tempio di convincerlo della sua follia, oppure Giovanni è a conoscenza di Colui che deve venire! – Allora è dovere del popolo intimare Giovanni ad essere più chiaro. Domani m’incammino e vado a Bethabara”.

                         8.      “Allora vengo anch'io”, dice un altro, “perché chi potrebbe rimanere tranquillo quando il ‘Messia’ potrebbe venire da un momento all’altro?!”.

                         9.      In quell’istante entra il mercante Hiram con sua moglie e ode ancora le ultime parole pronunciate ad alta voce. Ora va al tavolo e saluta: “La pace del Signore sia con voi! – Voi parlate del Messia, di Colui che deve venire? Dì, Thomas, che cosa sei venuto a sapere? – Tu sai come vanno le cose per tutti noi!”.

                       10.   Risponde Thomas: “Hiram, fratello nel Signore, là, nostro fratello Esra è stato da Giovanni nel deserto ed è dell’opinione che Giovanni possa dare precisa informazione; oltre non ti posso dire nient’altro”.

                       11.   Dice Hiram: “Sai, fratello Thomas, io ho conosciuto un giovane uomo che ci saprà dire qualcosa di meglio; ci atteniamo a costui”. Soltanto ora Hiram vede Gesù seduto all'altro tavolo. “Lì, a quello io mi riferisco!”, – e rapido va da Lui.

                       12.   Gesù però dice: “Hiram, il tuo invito, invito che porti nel tuo cuore, l'ho accettato ed ho informato Joram che questa sera vogliamo rimanere ancora insieme. Invita anche i tuoi fratelli Thomas ed Esra, nonché i tuoi figli, – e grande salvezza capiterà alla tua casa”.

                       13.   Hiram si stupisce: “Gesù! Come potevi conoscere questo pensiero? – Insomma, dimmi soltanto, da quando mi conosci? Io ti devo già aver visto nella mia esistenza pellegrina, Tu, infatti, non mi sei più estraneo”.

                       14.   Gesù risponde con calma: “Hiram, fa secondo le Mie Parole, ti sarà di grande benedizione! Ma di una cosa ricordati: non fare troppe domande! Perché il Signore sa di te e sa di tutto! Nel Suo Decreto è già deciso da Eternità: aiutare tutti voi; ma prima deve giungere il tempo per questo”.

                       15.   Hiram prega: “Caro Gesù! La Tua Parola fa bene al mio cuore; ma la brama di conoscerTi meglio, fa sorgere in me molte domande, e per questo, Ti prego, placa il mio desiderio”.

                       16.   Dice Gesù: “Mio Hiram, andiamo nell'altra camera. Pensa prima al tuo benessere fisico e poi continueremo a discutere”. E così avviene. L'oste Joram apparecchia già la tavola per Hiram e vengono anche sua moglie, i suoi figli e la figlia. Anche Thomas ed Esra si sono presentati e durante la cena si parla soltanto di Giovanni e del re che deve venire; Gesù però tace durante questa conversazione.

                       17.   Poi Joram fa sparecchiare, – e ora finalmente può entrare agio e quiete nella grande sala. Gli altri ospiti, per lo più mercanti, per riposare si sono sdraiati sulle panche nella stanza degli ospiti. In cucina Hanna dà disposizioni per il giorno seguente; poi anche Joram ed Hanna si recano da Hiram e così è raccolta una piccola compagnia.

                       18.   Di nuovo è Esra che comincia a parlare del re veniente e del Messia, l'oste Joram domanda: “Esra, i tuoi sensi sono certo buoni e i tuoi occhi acuti; dì, che impressioni hai avuto di Giovanni come araldo del re veniente?”.

                       19.   “Joram, qui non si può dire molto”. risponde Esra, “Giovanni ha sì molti seguaci, ma lui stesso si è da tempo ritirato dalla società umana. Egli vive in una spelonca e tutta la sua vita è una vita di espiazione e pentimento. Tutto in Giovanni è stanco. Soltanto i suoi occhi brillano e rivelano una singolare vita interiore. Più di tutto, predica del Liberatore che deve venire”.

                       20.   “Liberatore?”, domanda Joram. “Liberatore? – Questo non riesco ad afferrarlo! Noi, infatti, vogliamo aiutare a ristabilire ‘un nuovo Regno’, e i nostri mezzi sono certo consacrati ‘al re come al Messia’.”

                       21.   Hiram dice: “Fratelli, chiediamolo una buona volta a Gesù; ho l’impressione che da Lui otterremo l’informazione migliore”.

                       22.   “Ben detto!”, conferma l'oste. “E Tu, caro, giovane Gesù, dà a tutti noi una risposta soddisfacente!”.

                       23.   “Cari amici”, dice Gesù, “tutto posso fare per voi, ma non dare una risposta che vi soddisfi. Poiché una risposta come la desiderate voi, vi rafforzerebbe soltanto nella vostra debolezza e deformerebbe l'Immagine dell'Atteso ancora di più. Soprattutto lasciate stare le segretezze, perché Colui che viene non ha bisogno del vostro aiuto. Non sta scritto: «la Magnificenza del Suo Regno non avrà fine?», – – e di nuovo in un altro passo: «…che Egli sarà povero – ed anche deve rimaner povero!». – Cari amici, non vi starà bene se Io vi dico: Colui che verrà rifugge ogni violenza, ma umiltà e dedizione sono i Suoi potenti sostegni”.

                       24.   Hiram si alza dalla sedia, va verso Gesù e dice: “Gesù, uomo meraviglioso! Tu sai più di noi e di Giovanni. I Tuoi Discorsi provocano l'impressione come se Tu già conoscessi il Messia! Dicci, che aspetto ha Egli e che cosa farà?”.

                       25.   “Hiram, e voi cari amici”, risponde Gesù meditativo, “purtroppo devo procurarvi dolore, perché il Messia non realizzerà le vostre attese. Egli viene dagli ammalati e dai deboli, dagli stanchi ed affamati, e offre il Suo Aiuto ovunque è necessario. La Sua Missione riguarda le anime del Suo Popolo che è prigioniero e legato dell’illusione più falsa, dall'egoismo e dalla presunzione. Le Sue armi sono Amore! Le Sue Azioni sono Amore; e dai Suoi seguaci pretende soltanto Amore, Amore e nuovamente Amore! Il Suo Regno, nel quale Egli regnerà, è un Regno dell'Amore e della Pace. E nessun nemico sarà mai in grado di distruggerlo. Non domandate dove si trova, perché è dappertutto ed ha la sua Origine e le sue Radici nel più intimo del cuore umano”.

                       26.   Chiede Joram: “Tutte le nostre fatiche sono state quindi vane se il Messia è diverso da come noi l'aspettavamo?”.

                       27.   “Niente affatto”, risponde Gesù, “ma ora riconoscete i vostri compiti e continuate a cercare nel giusto fervore, ma senza denaro e beni. – In verità, Io vi dico: ogni Parola – ogni atto d’Amore, anche il più piccolo – per tutti diverrà la più ricca benedizione!”.

                       28.   “Caro Gesù”, domanda Hiram riflessivo, “come si spiega il fatto che Tu vuoi andare da Giovanni nel deserto, poiché, secondo il Tuo dire, sei informato meglio di lui?”.

                       29.   Gesù risponde: “Amico Mio Hiram! – È giusto che tu faccia questa domanda, così almeno nel tuo cuore scompare anche questa ombra. Ebbene – ascolta: è lo Spirito in Me che Mi spinge là; ed è a causa di Giovanni. Accontentati di questa risposta, presto, infatti, sentirete altro. Ma se volete il Mio Consiglio, allora andate anche voi nel luogo dove Giovanni insegna, poiché i vostri affari qui sono già terminati. Là conoscerete il Messia, ed Egli stesso vi rivelerà la Sua Volontà!”.

                       30.   Joram esclama agitato: “Gesù!, Tu nascondi qualcosa! – Tu sai più di quanto dici. Non siamo noi degni della Tua franchezza?”.

                       31.   Gesù risponde dolcemente: “Joram, Io so tutto e conosco anche i tuoi pensieri. Ti voglio però annunciare: devo prima essere stato da Giovanni, poiché lo Spirito in Me pone questo come Condizione. Io non domando perché e per che cosa, tutto, infatti, viene rivelato a colui che è obbediente ed umile verso la Volontà divina! Ben potrei prevedere e voler sapere tutto; ma non lo faccio, perché soltanto l'eterno e vero Spirito di Dio in Me ha la Conduzione”.

                       32.   Hiram chiede ancora: “Gesù, chi Ti da’ la prova che in Verità è l'eterno Spirito di Dio che Ti vuole istruire e guidarTi in tutte le cose? Oppure non hai ancora riflettuto che questi potrebbero essere anche i Tuoi propri Pensieri? Suona bello dalla Tua bocca, ma per noi, Tuoi ascoltatori, è importante sapere: parla attraverso di Te la pura, schietta verità?”.

                       33.   “Amico Mio, e tutti voi che siete qui riuniti”, risponde Gesù, “lasciatevi dire con Amore una Parola e non pensate che Io soffra di presunzione. A Me non è possibile dire qualcosa d'altro che la purissima Verità, perché Io sono da parte a parte Verità. Da quando sono in grado di pensare, viveva sempre in Me il principio: essere soltanto vero e sincero. Infatti, se vuoi raggiungere nella vita molte e grandi cose, comincia dapprima solo con te e sforzati per quanto possibile almeno di conoscere te stesso per distinguere che cosa in te è vero e che cosa non vero. Ma se consolidi sempre più la tua volontà di rigettar fuori di te tutto il falso e menzognero, – allora l'amore per la Verità afferra il tuo interiore, ed un potente Soccorritore ti starà accanto nella lotta per l'autentica Verità in te. Più grande la lotta, più magnifica la vittoria! Infatti: chi è diventato Verità, può anche rappresentare e rivelare agli altri la Pienezza delle Verità divine. Ma chi ancora domanda oppure pensa se questo in lui ora è vero, costui sta ancora lontano dalla sua vita interiore e parecchie delusioni, parecchie sofferenze gli procureranno ore infelici. Ma poiché Iddio, il Santo ed Eterno, è pure da parte a parte eterna Verità, questa Verità può dimorare anche soltanto presso la Verità. E così vive in Me già la magnifica e più bella prova: Io sono in e con Dio e con la Sua Vita, Uno! Nessun altro pensiero che Dio! Nessun altro impulso che solamente con Dio, e nessun'altra Vita se non soltanto la Vita di Dio che vive in Me. Questa è la mia confessione. E per questo Io compio soltanto la Volontà del Mio Dio e del Padre Mio nel Cielo!”.

                       34.   “Mio caro, giovane Amico!”, dice Hiram stupito, “ma così non ha parlato ancora nessun uomo e secondo quanto so nemmeno un profeta! Che in Te si trovino delle facoltà, lo hai dimostrato oggi a sufficienza; ma che Tu possa essere con Dio, con Jehova, completamente Uno, non lo posso verificare. Ma se Tu esprimi la pura e più schietta Verità, allora potrai anche compiere Opere di Dio. E quindi è già meglio mettersi con Te in buoni rapporti, perché con Signori grandi non è bene mangiare allo stesso tavolo”.

                       35.   “Mio caro Hiram”, risponde Gesù gentilmente, “tu parli umanamente, e per questo le tue parole non Mi fanno male; ma se potessi seguirMi veramente nello Spirito, allora Mi comprenderesti meglio. Rifletti ciò che Io oggi ti ho già rivelato, ed inoltre rifletti: ogni operare proveniente dallo Spirito dell'eterno Amore di Dio avviene soltanto per libera decisione! Ma se tu, riconoscendo così il Mio Spirito divino, vuoi adeguarti a Me, allora deve avvenire da nessun altro fondamento che dal puro amore fraterno. Vedi, Io ho accettato senza riserva il tuo invito, non il minimo pensiero di un vantaggio Mi ha indotto. Accetta anche tu tale e quale il Mio Amore e il tuo cuore diventerà libero ed esulterà interiormente, perché è entrato in un’unione che veramente esisteva già da eternità, ma a te inconsapevole. Tu ti sei lambiccato il cervello oggi pomeriggio sul pensiero: dove, dove sono stato insieme a Gesù? Il Mio Nome, infatti, ti sembrava conosciuto, e così Io ti dico: noi non ci separammo per Eternità. E quando ci separammo, Io ti esclamai: «Nella vita terrena ci ritroveremo!»“.

                       36.   Hiram implora: “O Gesù, Tu uomo misterioso, fermaTi; perché il Tuo essere diventa sempre più pieno di misteri! Davvero, mi sembra così! – Ma ancora mi manca la fede, e perciò Ti prego, perdonami a causa della mia incredulità!”.

                       37.   Gesù dice: “Hiram, Io non pretendo da te nessuna fede, per questo non hai fatto nessun torto. Ed Io ti dico: nulla sta tra noi! In breve tempo già Mi riconoscerai completamente, allora tutto ciò che ti è ancora oggi così incomprensibile ti sarà chiaro”.

                       38.   Ora si alza Joram, va da Gesù e dice: “Tu caro Gesù! Hiram ha ragione quando dice: Tu sei un uomo pieno di misteri. Ma se rifletto a tutti i Tuoi discorsi, allora emerge in me anche qualcosa di Tuo padre Giuseppe. Tu eri già un ragazzo misterioso ed eri ostinato, quando Ti mettevi qualcosa in testa. Penso ancora quando Tu avevi tredici anni. I Tuoi genitori andarono in pellegrinaggio al tempio, ma tu non andasti con loro. Un anno prima dicesti: «Non sapete che Io devo essere nel luogo che appartiene al Padre Mio?» [Luca 2,49] E un anno più tardi, …Tuo padre Giuseppe ti avrebbe volentieri punito, perché avesti il coraggio di dire: «Se siete così attratti dal tempio, perché non andate ad abitare a Gerusalemme? – Tu, padre Giuseppe, e tu, madre Maria, voi due sapete che Dio non dimora più nell'Onnisantissimo del tempio, e malgrado ciò ne siete attratti con violenza?». I Tuoi genitori tacquero; ma io pensai tra me: questo ragazzo lo metterei a posto io! Ora Tu sei cresciuto; ma io credo: piuttosto crolla il mondo, prima che Tu cambi la Tua opinione”.

                       39.   “Caro Joram, tu Mi hai proprio riconosciuto”, risponde Gesù, “ma Io non ho ‘un’opinione!’. Poiché fintanto hai ancora un’opinione, tante volte potrai anche cambiarla. Io però porto in Me la Vita, santa Vita dalla Pienezza di ogni Vita. E quello che possiedo in ‘Vita’, è Mio, Mio per tutte le Eternità, perché è conquistato nella lotta più dura! Per oggi non chiedete altro. Perché in breve lo Spirito di ogni Vita guiderà anche voi in ogni Verità”.

                       40.   La compagnia radunata al tavolo si stupisce di queste Parole cariche di contenuto, e nessuno osa dire ancora qualcosa.

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Cap. 2

La danza dei veli

danza

                         1.      Allora Thirza, la figlia di Hiram, si alza, s'inchina davanti a Gesù e comincia a cantare e a danzare. Canta il Salmo [n.24]: “Egli è il Re! – Egli è il Re! Il Re degli eserciti! – Tutto il mondo giubila! – Tutto il mondo giubila, perché è il Re degli onori! A Te ogni Onore! A Te ogni Onore, perché Tu redimerai tutti noi”. Lei muove con perizia artistica il suo velo e il suo corpo malleabile diventa sempre più pieno di vita – diventa arte perfetta.

                         2.      Si ferma davanti a Gesù e volteggia il suo velo sulla Sua Testa così che sembra come se Egli portasse una corona.

                         3.      Gesù dice serio: “Thirza, ti ringrazio! – Ma non permettere che ciò che germoglia in te diventi passione. Il mondo non sa ancora niente di Me. Quando sarà venuto il tempo e l'ora, anche tu Mi riconoscerai!”.

                         4.      Hiram e tutti guardano a Gesù e alla ragazza immersa nell'ardore. Ma Gesù dice: “Miei cari! Quello che voi maturi e esperti non potete ancora afferrare e comprendere, questa giovane figliola lo intuisce. Ma anche qui vale il detto: nessuno può dare qualcosa che egli stesso non abbia ricevuto prima! Solo lo Spirito dimorante in lei le ha rivelato questo”. –

                         5.      “Allora saresti Tu, …l'Atteso?”, chiede Joram lentamente, “Colui che è atteso da noi con tanto ardente desiderio?”.

                         6.      “No, amico Mio, costui non sono Io”, – risponde Gesù, – “e non lo può essere, perché voi aspettate uno del tutto diverso. Ma voi siete pur ostinati, perché il pensiero del re veniente si è così radicato con i vostri stessi desideri. Avete arruolato amici su amici per le vostre idee, ma voi tutti avrete delusioni. Poiché Io sono venuto per rivelarvi ‘la Volontà di Jehova’. E ‘la Sua Volontà’ diventa in Me Azione! Non penetrate in Me, ma venite insieme alle sante acque là nel deserto e contemplerete e verrete a sapere poi ‘La Volontà di Dio!’.”

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Cap. 3

Partenza per Bethabara

                         1.      Thomas ed Esra parlano fra loro e pensano che non sarebbe un errore andare insieme a Bethabara; ed Hiram dice a Joram: “Perché non dovremmo fare anche questo sacrificio?”.

                         2.      Gesù però dice: “Amici, qui non si può parlare di un sacrificio. – Se avete offerto al vostro veniente re già più di un sacrificio materiale, allora anche questa piccola fatica vi porterà ben grande Benedizione! Infatti quando sarete guariti dai falsi concetti che dimostrate al Veniente e Atteso, la vostra vita otterrà solamente allora il suo vero contenuto. Pure tutto il passato voi lo considererete come qualcosa di perduto. Ma il Vero Veniente colmerà la vostra vita interiore con Forza e Potenza. E lo scopo della vita di ogni esistenza splenderà dinanzi a voi nei colori più belli. Ora vi lascio soli, e tu, Hanna e Joram, portateMi nella camera a Me preparata. Non chiedeteMi di rimanere, perché quello che ho detto – ha valore! E così auguro a tutti voi un riposo benedetto”.

                         3.      Gesù si mette a riposare. Ma presso i rimasti la conversazione diviene sempre più animata, infatti: chi è Gesù? È la domanda principale.

                         4.      Hiram però dopo un po' dice: “Lasciamo al futuro darci la giusta risposta! Gesù, infatti, non può certo dire: ‘Io sono il re! – Volete essere i Miei vassalli?’. Lasciamo andare Gesù, Egli già saprà ciò che ci è necessario».

                         5.      Ora si fa silenzio, e tutti vanno a riposare. Hanna però non riposa, bensì cuoce il pane per il viaggio; e quando il mattino tutti si svegliano, un profumo di pane fresco circonda l’intera casa.

                         6.      Nella grande sala gli ospiti si siedono per la colazione; ora appare anche Gesù e saluta cordialmente i presenti. Joram, come oste, vuole impartire la benedizione del mattino; allora dice Gesù: “Miei cari amici! Anche qui, in questo vostro fare, tacete con la bocca, ma parlate più col cuore! E benedite, benedite, perché la benedizione è necessaria! Nella benedizione si rivelano le Forze del vostro amore e dell'eterna Vita di Dio. Ogni giorno che comincia, se benedetto – diventa non soltanto per voi, ma anche per il mondo circostante Benedizione. Perciò manteniamoci silenziosi, e benediciamo ciò che ci sta a cuore!”.

                         7.      Dopo un silenzio interiore Gesù continua e dice: “Hanna, madre di questa casa! Mentre noi dormivamo il tuo amore ha prodotto questo pane profumato per renderci felici. In verità, il Padre Mio saprà ricompensarti! E il tuo amore diventi un fondamento della Vita, sul quale troverai in te ancora parecchio di magnifico!”.

                         8.      In silenzio, consumano tutti la colazione; poi Gesù prende congedo e i quattro amici Lo accompagnano lungo la via che porta a Giovanni.

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Cap. 4

Battesimo di Gesù nel Giordano

[Matteo 3, 11-17]

battesimo3

                         1.      La giornata è calda. Joram e Hiram portano i viveri che le loro donne Hanna e Mira hanno riposto con cura in una sacca. Si fa frequentemente sosta, ma non si parla molto, poiché una certa timidezza s’introduce nei quattro nei confronti di Gesù. Soltanto nel tardo pomeriggio raggiungono il luogo dove predica Giovanni. Già da lontano si vede molta gente che si accampa intorno al guado; ci sono perfino alcuni cammelli – una prova che conferma da quanto lontano si viene a cercare il predicatore del deserto.

                         2.      Quando Gesù con Hiram, Joram, Thomas ed Esra si avvicinano al luogo dove predica Giovanni, c'è straordinariamente molta gente intorno a lui. E Giovanni scorge i nuovi venuti.

                         3.      Gesù si siede su di un sasso alto mezzo metro e gli altri fanno altrettanto; molte pietre, infatti, grandi e piccole stanno intorno. In questo istante un raggio di luce cade su Gesù, raggio che si può appena vedere, perché sul Suo Capo ed intorno a Lui c'è Luce, soltanto Luce!.

                         4.      In tal modo lo spirito interiore in Giovanni riconosce il Salvatore, ed egli testimonia ad alta voce: Vedete, Questi è l'Agnello di Dio! [Giov. 1, 29]. Guardate, lì viene Colui al Quale io non sono degno di sciogliere i calzari! Ecco Colui che libererà il popolo da ogni male!. Gesù però tace. Giovanni diviene sempre più eloquente e la sua voce diventa un uragano, quando esclama: “Questi dovete seguire, perché Egli è il Promesso!”.

                         5.      Gesù ora va lentamente da Giovanni e dice: “Fratello! Io vengo a te nello spirito dell'Amore, e la pace sia con te! Esso Mi spinge a te, per adempiere la Volontà del Signore; e nella tua spelonca unito con te e con il Signore, …attenderemo il mattino del giorno nuovo!”

                         6.      “O Gesù! Io non sono degno che Tu venga nella mia misera spelonca!”, replica con gravità Giovanni. “Perché Tu sei il Promesso!”.–

                         7.      “Giovanni! Hai tu dimenticato che noi siamo fratelli e che ci unisce un solo spirito, lo spirito del servire?! Vedi, nel servire siamo uguali!”

                         8.      Giovanni implora ancora più seriamente: “Signore, va via da me, perché Tu sei santo; ma io porto in me ancora troppo della polvere terrena!”.

                         9.      “Allora sia fatta la tua volontà!”, risponde Gesù rinunciando. “Ma fratello Mio Giovanni, domani ritorno! Allora voglio fornirti la prova che Io ti amo ardentemente ed intimamente e non penso alla tua polvere terrena. – La Pace sia con te!”.

                       10.   Gesù si allontana e va dagli amici; questi però non riescono a spiegarsi questa scena. “Aspettate domani”, dice Gesù, “allora tutto vi si rivelerà!”.

                       11.   I quattro si allontanano con Gesù. In una cavità rocciosa fanno sosta e si preparano per mangiare. Ma Gesù non prende nessuna specie di cibo e nessuna bevanda per sé. Gli altri si stupiscono. Joram tuttavia dice: “Gesù, così non va bene. – Noi mangiamo e tu digiuni? – Allora vogliamo digiunare anche noi, per essere completamente uniti con Te”.

                       12.   “Amici Miei”, dice rattristato Gesù, “dispiacere e dolore colma il Mio Cuore. Sono venuto qua con una grande speranza e trovo Giovanni così, come non volevo trovarlo. Ben lo spirito gli rivela che Io sono l'Atteso. Egli però ha creato una frattura che lo separa da Me. Giovanni si sente pieno di colpa e polvere dalla Terra, – e vuole purificare se stesso con mortificazioni ed estremo adempimento del proprio dovere. E questo, amici, è ciò che ci separa!”.

                       13.   “Non possiamo essere d’aiuto e rendere attento Giovanni del suo errore?”, chiede Thomas. “Perché anche a me la vita non è estranea; ma con l'aiuto di Jehova si può ottenere molto”.

                       14.   “Lasciate stare, cari amici!”, risponde serio Gesù. “Consumate il vostro pasto, esso è benedetto. Ma Io vado ancora una volta in solitudine”.

                       15.   “Allora vengo anch'io”, dice Hiram deciso, “perché la zona qui non è completamente sicura”.

                       16.   “Resta qui! …e quando sarò abbastanza stanco, tornerò al vostro bivacco”. – Così Gesù va da solo sulla collina, gli altri però discutono su come avrebbero potuto aiutarLo.

                       17.   Thomas dice: “Fratelli! Egli è certo l'Atteso, …naturalmente non secondo il sentimento nostro! Sì, abbiamo sperato invano che avremmo trionfato sui nostri nemici. – Questi però viene come Liberatore dei poveri e sottomessi; certo la Sua Missione sarà una missione ricca di spine”.

                       18.   “Non riesco a crederlo ed afferrarlo!”, dice Joram. “È meglio che chiediamo a Giovanni. A cosa serve allora tutta la nostra speranza e brama? Non può certo essere nella Volontà di Jehova che noi fossimo per sempre in schiavitù, poiché noi siamo il Suo popolo”.

                       19.   “Sì, tu puoi aver ragione”, risponde Hiram, “ma la Missione di Giovanni e di Gesù non potrebbe provocare qualcosa di più grande? Perché dobbiamo tutti fare penitenza, come predica Giovanni, dal momento che l'Atteso vive già tra noi? Se riconosciamo questo nella giusta luce, allora soltanto comprenderemo Gesù. In Lui, infatti, viene la Luce che in noi è spenta. Giovanni ha testimoniato: «Egli è la Luce; io invece sono testimonio della Luce!». Domani chiederò a Giovanni di confermarmi chi è veramente Gesù, …e ora, che cosa dobbiamo fare?”.

                       20.   Joram dice: “Ben detto, fratello! Ora però vogliamo cenare”. E così parlano di questo e di quello e il pasto gusta loro particolarmente. Presto si fa notte, – ma Gesù non si vede; i loro richiami rimangono senza risposta, e così si coricano per riposare. Soltanto nel mezzo della notte Gesù rientra, benedice i dormienti e si corica pure Lui per un sonno leggero.

                       21.   Spunta il nuovo giorno. Dal Giordano giungono dei venti rinfrescanti e i quattro si destano. Gesù però dorme ancora, e Joram dice a bassa voce: “Venite, fratelli, lasciate Gesù continuare a dormire; chissà fino a quando ha vegliato questa notte. Gli lasciamo qui la sacca con i viveri. Noi adesso facciamo visita a Giovanni, poi ritorniamo in questa grotta e facciamo con Lui colazione”. Così si allontanano e vanno in direzione del Giordano.

                       22.   Passano delle ore. – Al guado, dove Giovanni predica, c’è già molta gente, anche templari e scribi. I nostri quattro amici incontrano molti conoscenti e poi compare Giovanni con i suoi discepoli. In men che non si dica è circondato e cominciano le domande intorno al Promesso e Liberatore: “Chi, e che cosa, è il Promesso? – Chi sei tu?”. –

                       23.   Giovanni però dice: “Io sono soltanto uno che grida, un predicatore nel deserto! [Giov. 1, 29]. Preparate la via al Signore – e raddrizzate i Suoi sentieri! come sta scritto in Isaia [Isaia 40,3]. Io vi battezzo con acqua – ma Colui che viene dopo di me, costui battezzerà col fuoco!” [Matt. 3, 11].

                       24.   “Allora il tuo battesimo è inutile, se viene un altro e più Forte!”, – gli si risponde.

                       25.   Ma Giovanni replica: “Prima che io fossi, – Egli era! Nella Sua mano c'è il ventilabro. Egli spazzerà la Sua aia. Raccoglierà tutto l’utilizzabile, ma tutto l'inservibile lo consegnerà al fuoco!” [Matt. 3, 12]. E la Sua Predica opera potentemente e molti si convertono e si fanno battezzare.

                       26.   “Ebbene cosa dici tu?”, dice Thomas a Joram. “Dobbiamo chiedere altro? – Qui hai sentito abbastanza, infatti, secondo Giovanni Gesù non diventerà mai e poi mai un re. Perché un re come lo bramiamo noi, dovrebbe avere un altro araldo, un altro precursore!

                       27.   E così, come ora conosco Giovanni e Gesù, rifiuteranno entrambi ogni violenza contro i nostri oppressori!”. –

                       28.   Joram risponde: “Thomas, come t’immagini il nuovo Regno, se Gesù ora assumesse il potere?”.

                       29.   Ad un tratto Giovanni dice ad alta voce, indicando a Gesù: “Guardate! Questi è l'Agnello di Dio che toglie i peccati del mondo!”. Tutti gli sguardi si dirigono là dove indica Giovanni, – e con passo lento, in una semplice veste bianca – (in mezzo a tutti i colori variopinti degli altri), avanza Gesù verso la moltitudine. Il Suo sguardo è serio; – i Suoi riccioli biondi sono mossi dal vento, e ancora una volta Giovanni dichiara: “Guardate, Questi è l'Agnello di Dio!”. – Con riverenza Gli si fa posto; …tutti tacciono.

                       30.   “La Pace sia con te e con tutti voi!”, – dice ora Gesù. E benedicendo la Sua Mano va lentamente da destra a manca. “E ora, Mio Giovanni, amministra secondo la Volontà di Dio in Me il battesimo!”

                       31.   “Mai potrei battezzarTi”, – esclama Giovanni; – “prima devo io farmi battezzare da Te!”. Ma Gesù risponde dolcemente: “Lascia stare! Perché così ci conviene: adempiere ogni giustizia!” [Matt. 3, 15].

                       32.   Ora Giovanni battezza – Gesù! …E come Gesù è battezzato e sale dall'acqua, un meraviglioso splendore abbraccia il Cielo intero. E da questa magnifica Realtà echeggia una tonante, meravigliosa, benefica Voce: Questi è il Mio amato Figliuolo, – nel Quale ho il Mio Compiacimento! [Marco 1,11].

                       33.   Gli amici si guardano stupiti, …e ora parla Thomas: “Fratelli, volete ancora altre prove? Qui c'è il Cristo, ed Egli redimerà anche noi!”

                       34.   Con i Suoi luminosi occhi azzurri Gesù guarda tutto il popolo, ed una sottile commozione passa attraverso tutti i cuori, perché troppo meraviglioso è l'intero avvenimento. – Poi Egli dirige i Suoi passi verso i quattro e dice: “Amici, andate ora nuovamente a casa! – Io però resto ancora alcuni giorni qui in questi paraggi, prendetevi pure la vostra sacca, perché non ne ho bisogno. Non dimenticate ciò che avete sentito e vissuto qui, come anch'Io non vi dimenticherò. Il Mio eterno Padre in Me Mi mostra la Via che ora ho da percorrere. – E il Mio Amore Mi attrae sempre là, dove c’è da prestare aiuto, dove c’è da guarire e rendere felice. Ma se avete desiderio di Me, allora cercateMi nel vostro cuore, e lì Mi troverete, e allora esulterete! Perché coloro che Io amo, li rendo felici! – Ma chi ama Me, costui sarà reso felice dal Mio Padre santo con vera gioia celeste!”

                       35.   Gli amici tempestano Gesù di ritornare con loro; ma Gesù rifiuta e dice: “Non la Mia, bensì la Volontà di Dio, del Padre Mio, sia fatta ora ed in ogni tempo! – E così andate in pace, accompagnati dalla Mia Benedizione, compenetrati dalla Verità che dai Cieli voi avete udito!”

                       36.   Ora finalmente gli amici si congedano da Gesù, e in Lui riconoscono il Salvatore e Redentore! – Gesù però va solitario nel deserto e nessuno Lo segue.

                       37.   Ancora una volta la sofferenza vuole opprimere il Suo Cuore; – allora alzandosi Egli dice: “Padre! …sono Tuo, e dalla Tua mano prendo tutto ciò che giova a Me e a tutti gli uomini! Solo Te voglio glorificare! Nessuna sofferenza deve più opprimerMi. Solo l’Amore deve render felice Te e tutti gli uomini di questa Terra!”.

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Cap. 5

Scena ( I )

Gesù nel deserto

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                         1.      È notte. – Nel limpido cielo stellato le meravigliose costellazioni salutano ed annunciano pace, la Pace di Dio. Una santa quiete avvolge Gesù, il quale ascoltando e guardando dentro di Sé, siede su una roccia in mezzo al deserto. Non si distingue nulla, perché la notte ha tutto avvolto con la sua ombra; ma intorno a Gesù tutto splende in una meravigliosa luce. S’ode un leggero scorrere della sabbia, poiché un leggero vento comincia a soffiare dall’oriente; allora Gesù solleva la Sua testa, e i Suoi occhi luminosi non si stancano di guardare questo gioco della sabbia. Da lontano si sentono grida di animali erranti ed in cerca di cibo, infatti, il fiuto svela loro la vicinanza di un uomo. Gesù guarda appena in quella direzione dove gli animali ruggiscono – Egli, infatti, è tranquillo; si sente sicuro e lieto. Le Sue mani cingono un ginocchio, e ora parla:

                         2.      Padre, Padre Mio! – Mi sento completamente in Te, e la Mia Felicità è sconfinata! Scorgo i Miei Compiti in piena luce e chiaramente e vedo anche la riuscita. – Poiché Tu Sei in Me! Nessun'altra Vita che la Tua, e nessun altro Desiderio porto Io in Me che quello che Tu porti in Te. O Padre Mio! Tu sei il Mio Io, ed Io sono Te! – Nulla può separarCi, poiché la Mia Anima è del tutto compenetrata dallo Spirito dell’adempimento, dallo Spirito della Tua eterna Essenza primordiale”. –

                         3.      “Così deve anche rimanere”, risuona in Lui, finché tutto è compiuto!”

                         4.      “Amen!”, dice Gesù. “Amen!”, risuona in Lui; …e in Lui c’è piena Letizia e pura felicità.

 

*

                         5.      Un angelo sta dinanzi a Gesù, s’inchina pieno di riverenza davanti a Lui e dice: “Signore! I miei fratelli mi hanno pregato di chiedere a Te di poterTi servire, poiché alla loro preghiera non venne loro nessun accoglimento. È per loro umiliante vivere nello splendore e nella sovrabbondanza, mentre Tu, o Signore, vuoi vivere ancora in povertà e in umiltà. Per noi tutti è incomprensibile che Tu, o Signore, vuoi perfino ancora rimaner solo!”. –

                         6.      “Mio fedele Rafael”, dice Gesù, “tu conosci tutte queste condizioni. Quindi sai anche che a Me, come Figlio dell'Uomo, sta a Cuore soltanto il raggiungimento della meta prefissata! Dì a tutti i tuoi fratelli che Io non Mi scosto nemmeno di un pollice da questa via e che non posso portare più nessun falso impulso in Me, per essere con l'eterno santo Padre pienamente e totalmente Uno. Quello che faccio e che farò, lo faccio dalla Vita e dalla Forza dell'eterno Padre. Il Padre Mio sa tutto! Ed Io so tutto dal Padre; perché sono Uno con Lui! Presto, presto verranno giorni e ore, in cui verrà appagato anche il vostro desiderio di servirMi! Ma ora devo stare ancora da solo – per il Mio bene, per il vostro e per l'intera umanità!”.

                         7.      “O Signore, …soltanto la Tua Volontà sia fatta!”, – e Gesù è di nuovo solo. Ancora una volta il Suo sguardo va nell'interiore, e davanti ai Suoi occhi spirituali rivive ancora una volta il Suo santo ed alto Compito. Vede popoli lottare, li vede andare e venire e di loro rimangono soltanto ombre; – esseri di ombre: idee viventi che ottennero nei loro falsi concetti della vita e nel loro amore rovesciato bensì diritto all’esistenza, ma erano in sé privi di ogni solido fondamento di Vita. Ed Egli scorge in loro il desiderio verso la vita – oppure mancanza.

                         8.      Egli vede oltre: come per gradi sorgono personalità, uomini e veggenti, i quali, spinti dallo spirito interiore, istruiscono popoli, secondo la vita di Dio maturata in loro. Questi già riconoscono in Gesù la Vita più potente di Dio. Essi vorrebbero accennare a Lui e dire: ‘Ecco il Soccorritore e Redentore di tutti noi’, ma non riescono ancora ad esprimerlo, perché a loro manca ancora il giusto concetto per la Sua grande Opera di redenzione.

                         9.      Gesù alza benedicendo la Sua Destra: “Anche per voi sorgerà un mattino, quando sarà compiuta la Mia Opera iniziata!”.

                       10.   Appare una nuova immagine in chiarezza davanti a Suoi occhi: Egli scorge la Terra quale aldiquà, come la vita imperfetta, – e il Cielo quale aldilà, come la Vita perfetta.

                       11.   Un lungo ponte, ma molto, molto debole unisce i due mondi, ma frammezzo c'è un fiume dai potenti flutti; e in questi flutti vivono a loro volta animali voraci e brutti.

                       12.   E Gesù vede come qui nell'aldiquà la lotta è così difficile, – e la magnifica meta quasi irraggiungibile. E vede l'ultima aspra prova, dove al di qua del ponte stanno due angeli con una bilancia e una spada e troppo spesso devono dichiarare: ‘Pesato, …e trovato troppo leggero’. Ma all'altra riva stanno schiere di esseri bianco vestiti nell’attesa con rami di palme nelle mani.

                       13.   Anche qui benedicendo Gesù alza le Sue mani e dice: “Anche voi vi rallegrerete con Me quando sarà costruito un nuovo ponte dall'Opera del Mio Amore! E nessuno dovrà più essere esaminato, se è idoneo per il Cielo! La Mia Vita, infatti, diventerà per tutti in futuro un Indicatore di via nella vera Vita; ma senza questa Mia Vita interiore nessuno troverà l'ingresso per il Cielo interiore!”.

                       14.   Ora sorge una terza immagine: davanti a Gesù si presentano tutti i patriarchi, tutti i profeti e Gli mostrano in una mano il Libro dei libri, nell'altra mano le Tavole della Legge, – e si inchinano profondamente dinanzi a Lui. Gesù li benedice con entrambe le Mani e dice: “Andate in Pace! Presto anche il vostro anelito sarà appagato, perché sono Io l'Adempimento!”

                       15.   Gesù chiude gli occhi; Egli riposa nello Spirito al Petto del Padre Suo e sorride felice.

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Scena ( II )

Gesù Uomo-Spirito e gli spiriti erranti

                         1.      Si fa sempre più chiaro; il Sole sorge incandescente e colora in lontananza il Cielo con il suo splendore. Gesù è ora di nuovo completamente Uomo e attende il giorno che spunta: “Oh, vieni, giorno, e benedetta sia la tua luce, affinché Io possa operare secondo la Volontà del Padre santo. Ma tu, tu Terra insieme ai tuoi abitanti, sii benedetta dalla somma pienezza della pura Vita di Dio!”. –

                         2.      Gesù scende dalla roccia e si reca alla poco profonda acqua che scrosciante prende il suo corso verso il Giordano. Si lava le mani e il viso e si ristora col puro fresco sorso d’acqua. Il Suo sguardo esplora il paesaggio ma non si vede nessuno; veramente è lontano mezza giornata di viaggio dal luogo dove Giovanni insegna e battezza.

                         3.      Ora si guarda il paesaggio. Intorno a Lui si trovavano alti gruppi rocciosi, qui e là ci sono alberi contorti e molta, molta alta sterpaglia con robuste radici. Dai pochi alberi gocciola il miele e le api sono diligentemente operose.

                         4.      Gesù comincia a raccogliere alcuni rami d'alberi che si spezzano facilmente; e quando il Sole ha raggiunto il punto più alto, Egli può fermarsi all'ombra della capanna da Lui stesso costruita. Si fa sentire un po' di fame e così il miele e le tenere radici sono il Suo unico nutrimento.

                         5.      Soddisfatto siede davanti alla Sua capanna, …e ascolta il vento. Sono suoni di domande e di lamenti che sono portati a Lui da esseri che qui sentono che ‘l'Agnello, che porta i peccati del mondo’ si trova nelle vicinanze. Ancora non vedono Gesù, ma Gesù parla a loro: “Anche a voi Io porto il Pane della Vita e vi mostro la via che porta alla vita interiore! In questa vera vita però voi arriverete soltanto quando avrò compiuto la Mia Missione. Fino allora esercitate amore e pazienza!”.

                         6.      Ora essi Lo vedono. Timidi si avvicinano, ma per loro è un mistero: là l'uomo – che sia Egli ‘l'Agnello’? – Un uomo! E questo ci vede? – Allora uno prende il coraggio e dice: “Noi ci avviciniamo a Te in pace, poiché Messaggeri di Dio ci hanno annunciato che Tu saresti anche il nostro Liberatore! E se Tu ci senti, allora Ti preghiamo per una risposta”.

                         7.      “Io ho udito la vostra preghiera”, risponde Gesù, “e il Messaggero mandatovi da Dio ha detto bene. Ma ‘Liberatore’ posso esserLo soltanto per coloro che credono in Me e nella Mia Missione, – e fanno poi le opere che Io faccio in disinteressata attività d'Amore. Ma tutto ciò che Io faccio, Me lo ha prima ordinato il Padre Mio”.

                         8.      “Chi è il Padre Tuo, e dove sei stato generato?”, chiede lo spirito. “Volentieri Ti vogliamo credere, se Tu puoi liberarci da questa monotonia della nostra esistenza”.

                         9.      “Ascolta, tu che sei stato un pessimo sacerdote ed un servitore di Dio ancora peggiore”, risponde Gesù serio, “avresti potuto fare proprio nella tua lunga esistenza terrena quanto basta da poter sapere chi è Colui di Cui parlano i patriarchi e i profeti! E che nessuno può ereditare il Regno di Dio, …se prima non è diventato ‘erede!’.

                       10.   Ben padroneggiavi i libri di Mosè e di parecchi profeti. Ma quando dovesti deporre il tuo corpo, quasi tutto fu dimenticato; e se tu non avessi l'amore e la fedeltà di alcuni della tua sinagoga, staresti ora qui completamente solo. Ma per il diritto di essere ritenuto anche come ‘erede’, non hai fatto la più piccola cosa, la decima, infatti, era per te più importante che il più facile Comandamento ricevuto per mezzo di Mosè”.

                       11.   “Tu parli come un Signore”, dice lo spirito del sacerdote, “e le Tue Parole sono più taglienti di una spada assai affilata. – Ma Tu sei ancora Uomo ed usi un principio come se anche noi fossimo ancora uomini. Noi ci siamo avvicinati a Te pacificamente, ma le Tue Parole ci tolgono ogni speranza di liberazione”.

                       12.   “Calma, amico Mio”, dice Gesù, “proprio perché sono anch’Io Spirito, come te e voi tutti, – con la sola differenza che Io porto ancora il Mio corpo di carne, posso parlare con voi come con i Miei simili. E così ti dico: non procederai di un passo se tu e i tuoi che stanno con te non vi sforzate di restituire tutto ciò che avete ricevuto ingiustamente. Tu scuoti senza comprendere la testa e pensi: cosa significa questo – e non ti sei mai chiesto una volta a chi apparteneva l'offerta che il popolo portava al Signore? Voi dovete bensì vivere dell'offerta, perché ogni servizio merita la sua ricompensa, ma tutto il resto appartiene ai poveri, e quindi vi siete resi colpevoli di furto verso i poveri. Pensi che Dio possa perdonarti se semplicemente preghi di liberare te e gli altri? – Io ti dico: ancora per delle eternità tu resterai su questo terreno che non può darti niente, ma ti prenderà ancora l'ultima cosa, la ‘speranza’. Perciò sforzati di imparare da Me abnegazione, dedizione e riconoscimento. Io non voglio dirti di andar via, e finché rimango qui in questa solitudine, potete essere testimoni ed ascoltatori della Mia Vita spirituale”[1].

                       13.   Il sacerdote si ritira; gli è passato tutto il coraggio di dire ancora una parola; tuttavia riferisce agli altri fedelmente e in verità come si sente nel cuore.

                       14.   Ma Gesù benedice questi ciechi. – E ancora una volta si fa silenzio intorno a Lui; come già prima, c’è quiete in Lui. Nello Spirito Egli si affretta nelle profondità della Sua propria Anima, – e nella ricerca esaminatrice esercita critica alle emozioni che ancora potrebbero intromettersi disturbanti tra Lui e l'eterno Padre.

                       15.   Ora invia Pensieri d'Amore, di Misericordia e Compassione nella Sua Anima a Lui aperta. Egli diviene colmo della sublime Letizia e Comunione interiore, e così esclama: “Venite tutti ed accogliete l'Amore e la Grazia del Signore! Perché la Sua Bontà e Amore durano eternamente, e la Sua Misericordia giunge fin nell'abisso più profondo!”. – Forte risuonarono queste Parole compenetrate dal più grande Amore, ed un eco risuona: “Perciò vogliamo essere come una cosa sola – e Tu sii per tutti gli uomini ‘Fratello!’.”

                       16.   “Padre, Tu Magnifico!”, risponde Gesù, “quanto Ti ringrazio! Io posso essere per tutti un Fratello mediante la Tua Volontà santificata in Me. Ora non sono più solo! – Fin dove può giungere il Mio pensiero, fin dove giunge il Mio desiderio, fin là voglio colmar tutto di beatitudine e felicità! Perché il Tuo Amore, o Padre, Mi mostra come fratello anche colui che è perfino Tuo nemico ed avversario, e considera la Tua santa Vita divina come vita da nulla. Così Io Ti voglio ringraziare, vivendo soltanto la Tua Volontà! La Tua Volontà sia fatta! Amen!”.

                       17.   Il Sole s’avvia al tramonto. Gesù siede davanti alla Sua capanna e guarda quieto nel cielo crepuscolare tinto di rosso; il tratto pacifico del Suo volto diviene quasi solenne, perché in luminosa chiarezza sorge in Lui nel Suo mondo interiore un nuovo Sole di Vita.

                       18.   Ed Egli vede in sé un secondo Gesù, il Quale, irradiato dal Sole che è sorto in Lui, sta nella chiara luce. Da questo Gesù Egli vede come dagli occhi, dalla bocca e dalle due mani provengono raggi, e la Luce di questi Raggi si diffonde dal Suo mondo interiore e diventa un Messaggio per la Terra intera. Anche le schiere di spiriti che Gli stanno intorno scorgono questa meravigliosa apparizione luminosa come una pioggia di stelle.

                       19.   Quando il Sole è ora del tutto tramontato e l'oscurità giunge velocemente, la capanna e il luogo intorno a Gesù sono illuminati. E così si avvicina un altro dalla schiera di spiriti e domanda: “Signore, dobbiamo noi adorarTi? Perché Tu sei non uomo, e non spirito. Se il Tuo Volto non fosse così solennemente pacifico, dovrei temere, ma così mi sento attratto a Te, e io Ti prego di poterTi servire!”.

                       20.   Gesù risponde: “Tu sbagli se supponi che Io sia né uomo né spirito, perché Io sono entrambi. Oggi non ho ancora bisogno del tuo servizio, ma servi tu i tuoi fratelli, e allora anche tu vivrai nel tuo interiore la gioia che vive in Me. Come Io gioisco di essere unito con l'eterna Vita di Dio, così anche tu gioirai poi di essere unito nello Spirito dell'Amore con tutti i tuoi fratelli”.

                       21.   “Signore, dove prendo io qui i mezzi per servire?”, domanda lo spirito. “Qui non c'è altro che deserto; se non ci fossi Tu, chissà dove saremmo andati”.

                       22.   Gesù dice: – “Tu sei convinto di essere così povero? Che cosa ho portato Io in questo deserto? Guarda, soltanto un Cuore pieno d'Amore, un Cuore pieno di ardente desiderio di aiutare tutti, tutti, e la consapevolezza: Io sono unito con Dio! DimMi, non potresti avere questo anche tu? Vedi, se tu sei reso ancora attento dagli avvenimenti fuori del tuo mondo interiore, essi ti vogliono dire che te ne devi appropriare. E se lo fai, riconoscerai Colui che ti consiglia questo. Così va in pace, e benedetto sia il tuo volere e il tuo agire! Amen”.

                       23.   “Amen!”, dice il fortunato. Nel suo cuore, infatti, risplende fiocamente una Scintilla dall'Amore raggiante di Gesù.

                       24.   Ora Gesù riposa nella capanna. Pieni di devozione tutt’intorno si raccolgono gli spiriti che si trovano qui; e angeli senza numero sono felici di proteggere Colui che è tutta la loro Vita e Felicità. Essi tengono serrata guardia, perché sanno che anche il nemico sta in agguato.

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Scena ( III )

Incontro al Giordano con alcuni spiriti tenebrosi

                         1.      Con l’inizio del nuovo giorno Gesù si desta. Rende grazie a tutti i suoi aiutanti e prega: “Santo Padre! Un nuovo giorno e un nuovo compito sta dinanzi a Me! Un puro, grande e santo Amore si muove in Me, per immergersi completamente nel Tuo Io, nella Tua Vita, Vita che vuole innalzare ognuno, chiunque sia, se appena si alzano le mani in preghiera. O Tu Padre Mio, anche questo giorno deve appartenere completamente a Te, ed Io voglio veramente rallegrarMi di Te!”.

                         2.      Gesù benedice, e …Raggi di Luce e di Vita si diffondono nell’Universo, – e poi ha bisogno di un po' di silenzio per ritrovarsi di nuovo nelle cose terrene intorno a Lui. Dopo essersi rinfrescato e di nuovo saziato come il giorno prima, s'incammina e va verso il Giordano che è raggiungibile in circa tre ore. Il Suo cammino attraversa rocce, grandi e piccoli alberi storpi ed arbusti scarsamente cresciuti; ma Gesù non vi bada, perché in Lui c'è un impulso di giungere al Giordano, e dopo alcune ore di cammino nella sabbia, su vie impervie, Egli raggiunge la Sua meta.

                         3.      In lungo e in largo nessun uomo, sebbene si veda già una vegetazione maggiore alle rive del Giordano. Animali selvatici ed alcuni mansueti caprioli vedono già da lontano arrivare il Viandante, ma non mostrano alcuna paura, bensì cercano perfino la vicinanza dell'uomo veniente, come fosse loro amico. Gli occhi di Gesù s’illuminano, Egli, infatti, sente in Sé la Potenza di incontrare anche questi animali con Amore. “Oh, se potessi togliervi ogni paura, ogni sgomento, quanto felice ne sarebbe il Padre Mio! – Ma per far questo ci vogliono ancora infiniti corsi di tempo”, – dice Gesù, e benedice l’ambiente circostante.

                         4.      Da lontano lungo la riva sta arrivando una carovana, Gesù si nasconde dietro delle piante perenni e la lascia passare. La carovana è accompagnata da spiriti tenebrosi avidi di lucro, e costoro scorgono la Luce interiore emanata da Gesù! Subito si affrettano verso di Lui, Lo circondano e si chiedono: ‘Cosa significa questo?’. Essi sanno: costui è un uomo! Ma il misterioso splendore nel Suo Corpo mette tutti loro nella più grande curiosità.

                         5.      Gesù vede tutti, ma non dice nulla. E così l’uno domanda all’altro: “Che cosa vogliamo fare veramente qui, poiché costui è certo ancora un uomo! – Un altro dice: “Sì, ma che uomo! – Non riesco a staccarmi, perché questi raggi sono per me un magnete dal quale non riesco a sottrarmi”. – Un altro dice a sua volta: “A me succede la stessa cosa, …ma a che cosa ci può servire? Costui è certo ancora un uomo!”.

                         6.      Uno però, con espressione smaliziata e tratti brutali, esclama: “Cosa c'importa di quest'uomo, da Lui non c'è niente da prendere; poiché non ha con sé nemmeno una sacca! Possa nutrirsi della Sua Luce, ma noi proseguiamo con quelli là!”.

                         7.      Gli altri si oppongono e dicono: “Noi rimaniamo qui! Perché qualcosa di così benefico e rassicurante non l'abbiamo sentito da tanto tempo. – Tu però puoi andare tranquillamente per la tua strada!”

                         8.      “Si, ma con voi, perché avete da obbedirmi!”, replica l’altro. “E così vi ordino: venite, proseguite con me!”

                         9.      “No, noi rimaniamo e vedremo chi è più forte, tu o noi”.

                       10.   Digrignando i denti il capo deve riconoscere la sua impotenza, e così parla in un altro tono: “Ma amici, – non litighiamo! Se volete rimanere, rimango naturalmente anch'io, ma ci sfugge un grosso guadagno!”.

                       11.   “Tu hai sempre il guadagno davanti agli occhi, ma non hai ancora dato niente a nessuno; e noi potevamo imprecare, lamentarci e litigare, – dovevamo sempre soltanto stare a guardare come gli uomini s’ingannavano tra loro, e questa era anche la nostra unica gioia. Ma costui non ha l'aria di un mercantucolo o truffatore – e così per adesso io rimango qui”.

                       12.   “Anch'io!”, esclamano quasi tutti. – E così il tenebroso compagno rimane da solo.

                       13.   Horeb! Come mai che ad un tratto sei rimasto solo?”, domanda Gesù.

                       14.   Spaventato l'interrogato guarda a Gesù e dice: “Tu mi conosci? Tu ci vedi? Chi sei – e che intenzione hai?”.

                       15.   Dice Gesù: “Horeb! – Non ti devo nessuna giustificazione, e chi sono Io, – per il momento non ti è ancora utile, perché non hai ancora risposto alla Mia domanda a te rivolta. Faresti però meglio a disporti come i tuoi compagni, poiché essi hanno scelto la parte molto migliore”.

                       16.   Replica Horeb: “Non Ti capisco! Come puoi sapere che questi sono più assennati di me? Tutti loro sono ancora novizi qui nel regno degli spiriti. E come poi tu possa darmi buoni consigli, è per me un miracolo”.

                       17.   Gesù risponde: “Eppure come uomo credevi ai miracoli; perché nel Regno degli spiriti non ne dovrebbero accadere?”. –

                       18.   Dice Horeb: “Così non andiamo avanti, ma senza di Te nemmeno, poiché questi trovano tanto compiacimento in Te. Forse potresti consigliare ai miei compagni di andare per la loro strada”.

                       19.   Gesù risponde: “Non vedo proprio perché Io debba fare qualcosa che renderebbe i tuoi compagni ancora più infelici. Le nostre mete prefisse sono molto distanti – e così io ti domando alla presenza dei tuoi compagni: qual è veramente la tua meta?”.

                       20.   Horeb dice con scherno: “Domanda ridicola questa! – Per quale ragione abbiamo bisogno di una meta? L’importante è che troviamo soddisfacimento e non ci annoiamo”.

                       21.   “E tu pensi che potrebbe continuare sempre così?”, – chiede Gesù. – “Come ti predisporresti se i tuoi compagni ti abbandonassero e tu rimanessi da solo? Sembra, infatti, che tu non ti renda ancora conto che ti muovi su un terreno completamente sconosciuto e sei diventato soltanto coabitatore di un mondo estraneo che corrisponde certamente al tuo mondo interiore. Se questi uomini, nelle cui sfere ora tu vivi, venissero ad altre concezioni ed altre conoscenze, che cosa faresti tu? Tu, infatti, saresti subito sbandato e solo!”

                       22.   Dice Horeb: “Non riesco ad afferrare il tuo discorso e non ci capisco niente!”.

                       23.   Risponde Gesù: “Ebbene, allora taci, …ed Io parlerò con gli altri! – E così vieni tu, Achim, e rispondi alla Mia Domanda: che cosa hai sentito quando Mi hai visto?”

                       24.   Risponde Achim: “Come posso rivolgerTi la parola dal momento che non Ti conosco? Ma ciò che ho sentito quando Ti ho visto, non riesco ad esprimerlo a parole, perché né nella mia vita terrena né qui nel Regno degli spiriti, ho mai vissuto questo sentimento. Ma ciò che emana da Te deve essere qualcosa di molto, molto bello, io, infatti, non potevo separarmi dalla Tua Vista”.

                       25.   “Bene, Achim, la tua risposta Mi ha soddisfatto. E così ti voglio dire il Mio Nome: Io Mi chiamo Gesù e vengo da Nazareth! Quello però che vive in Me è Compassione e Misericordia per voi. Io vorrei aiutarvi e procurarvi una felicità duratura”.

                       26.   Riprende Achim: “Gesù? – Oh, Gesù! – Il Tuo Nome è singolare! Ma se Tu puoi aiutarci ad ottenere una felicità duratura, non abbiamo certamente nulla in contrario; ma a quali condizioni?”.

                       27.   “Achim, se già ti sei sentito felice quando sei venuto nella Mia vicinanza, perché domandi delle condizioni? Non riesci a credere che se Io provo per voi Misericordia, vorrei anche aiutarvi, senza che da questo provenga per Me un guadagno? GuardaMi! Io non chiamo Mio proprio nulla di terreno; soltanto ciò che Mi sono conquistato nella lotta con Me stesso è Mio, e questo è l'Amore del Mio eterno Padre. E questo Amore vi porge il Cuore e le due Mani per aiutarvi!”.

                       28.   “O Gesù! – Adesso ti comprendo! Ora molto mi è chiaro. E così Ti prego: sì, aiutaci! E grati vogliamo fare tutto ciò che renderà felice anche Te. Poiché ora io non guardo soltanto nei Tuoi occhi, ma anche nel Tuo cuore. O Gesù! Tu Amico degli smarriti, Tu amico dei poveri ed abbandonati, Tu ci hai fondato una casa nel Tuo cuore dove noi possiamo vivere felici! Oh, rimani con noi, …ed anche noi vogliamo rimanere sempre con Te!”.

                       29.   Dice Gesù: “Caro Achim! Felice sei tu su quanto hai visto; ma ancora più felice tu sarai, se farai tua la Mia Vita! La Mia Vita, infatti, …è Amore, e ciò che tu scorgi in Me, devono scorgerlo tutti i tuoi fratelli in te. Allora diventeremo fratelli, e tutto ciò che ancora ci separa della nostra vita, sarà superato dal grande Amore divino”.

                       30.   “Basta, caro, caro Gesù!”, prega Achim. “Siamo ancora troppo legati con la vita terrena passata e non siamo ancora per nulla degni di diventare fratelli Tuoi! E poi ho dimenticato: noi siamo spiriti, Tu però sei ancora uomo!”.

                       31.   Gesù gli spiega: “Caro Achim! Quanto detto dovrà già rimanere, poiché Io posso scorgere anche il tuo mondo interiore e vedo in te una buona volontà, volontà che vuole volentieri piegarsi alla Volontà divina. – Ma se tu sei degno di diventare Mio fratello, dipende dal Mio Amore, e questo ti ha già innalzato a fratello. Ora dipende da te se lo vuoi diventare, e precisamente dalla tua stessa attrazione interiore verso di Me. Poiché il vero e giusto amore fraterno può scaturire soltanto da un profondissimo affetto interiore del cuore. Che Io sia ancora Uomo non ha nessun’importanza per te e per tutti voi, poiché sono anche un abitante del mondo degli spiriti”.

                       32.   “Caro, caro Gesù”, dice ora Achim, “chiedi quello che vuoi, io farò tutto per Te, perché Tu sei Amore! O Gesù, io sono qui – pieno di invidia, avidità e gioia maligna. Fa di me quello che vuoi, perché il Tuo Amore mi ha conquistato!”.

                       33.   Dice Gesù: “Allora sii a Me benvenuto, – come fratello Mio, e renditi degno di questo Mio Amore! Agisci verso i tuoi fratelli così come Io agisco con te, e poi dovrà cominciare una nuova vita: una vita della gioia e del libero servire, dalla santa Vita del più sublime Amore di Dio. E ora guardati accanto; un nuovo fratello si è associato a te, per servire tutti voi!”.

                       34.   Achim si guarda intorno. Un meraviglioso angelo lo saluta e dice: “Fratello nel Signore! – È Volontà di Dio che io guidi te e i tuoi fratelli nella casa destinata a voi. Là vi attende una Grazia particolare, perché l'Amore e la Misericordia di Dio è sconfinata. E così ti prego che tu e tutti i tuoi fratelli mi seguiate”.

                       35.   “O magnifico messaggero ed angelo del Signore”, risponde Achim, “soltanto se lo desidera Gesù di Nazareth io ti seguo; altrimenti preferisco rimanere qui. – Poiché dalla mia esistenza nel Regno degli spiriti non mi è ancora capitata la grazia e la delizia di essere veramente felice. Ma qui con Gesù c'è felicità e delizia nello stesso tempo, perciò preferisco rimanere qui”. –

                       36.   Dice Gesù: “Fratello Achim, seguilo! – poiché soltanto nel seguire e nell'adempiere il Mio Consiglio si trova in te la radice di tutta la felicità interiore e di tutta la Vita! Sii rassicurato, ci separiamo soltanto esteriormente! Rimani nel Mio Amore, e rimarremo uniti per tutte le Eternità!”

                       37.   “Quand’è così, caro, buon Gesù”, dice Achim, “allora lo seguo volentieri! Ma quale Potenza si deve trovare nel Tuo Amore, che perfino gli angeli Ti servono! E così Ti ringrazio e cercherò di realizzare con tutte le forze quello che Tu, o magnifico e meraviglioso Gesù ci dirai. Ma tu, caro amico e messaggero del Signore, lasciami ancora parlare con i miei fratelli, affinché anch’essi vengano volentieri con noi”.

                       38.   L'angelo dice: “Fa secondo il tuo amore, e la Benedizione di Dio sia con te!”.

                       39.   Achim è colmo di felicità ed all'improvviso è molto cambiato; dai suoi occhi splende la felicità solare e così egli dice: “Fratelli miei, – perché non posso più chiamarvi diversamente, – avete sentito che cosa ci ha detto il Magnifico, Egli vuole in verità, felicità e benessere per tutti noi; e così vi prego di non sollevare dubbi. Anch'io, infatti, rimarrei molto volentieri qui con Gesù, ma la Sua Volontà è che noi seguiamo l'angelo; e così vi domando: siete tutti d'accordo?”. –

                       40.   “Sì, sì”, esclamano tutti, …ma uno grida: “Niente da fare! Voi appartenete a me e non al parolaio! Che cosa, infatti, avete ottenuto qui? Soltanto belle parole ma nessun fatto. Voi siete ancor sempre gli stessi, e l'Uomo Gesù? Costui è soltanto un uomo! E quest'angelo? Ebbene non l'abbiamo ancora visto prima!”.

                       41.   “Horeb! Il tuo dominio su di noi è finito!”, dice Achim. “Un altro Potere ci ha afferrato – il Potere dell'Amore! Se tu ci avessi amato, nulla ci avrebbe separato. Ma tu ci hai reso schiavi della tua volontà e ci hai addossato costrizione su costrizione per seguirti. Ora pretendi di lasciar da parte Felicità e Vita e continuare ad appartenere alla vecchia esistenza senza quiete. No, fratello mio Horeb, questo per noi non è più messo in discussione!”.

                       42.   “Non chiamarmi fratello!”, grida Horeb irritato. “Perché finora sono stato io la vostra guida! Mi avete giurato fedeltà, e io pretendo da voi obbedienza”.

                       43.   Dice Achim: “Horeb, hai dimenticato che l'uomo meraviglioso ti ha detto che presto potresti rimaner da solo. Questa circostanza ora s’avvera; poiché noi seguiamo l'angelo, ma ti preghiamo: cambia il tuo sentimento e vieni con noi!”.

                       44.   Dice Horeb: “Mai e poi mai! Andate pure, troverò anche altri compagni”.

                       45.   “Fratello! Noi seguiamo l’invito dell'angelo”, dice ancora Achim.

                       46.   L'angelo s’inchina davanti a Gesù, fa cenno a tutti, e così i volonterosi esclamano: “Grazie, amico, per il tuo Amore!”. – Ma Gesù li benedice in silenzio.

                       47.   Horeb vede questo e vorrebbe più di tutto intrattenersi con Gesù, ma guarda anche verso coloro che si allontanano in fretta, come facilmente attraversano il Giordano e si meraviglia, poiché i venienti all'altra riva vengono salutati affettuosamente da esseri di luce. Vi è una lunga tavola con posti a sedere, tutti sono accolti con pane e vino e puro giubilo risuona da quella parte.

                       48.   Ma Horeb rabbuia il suo volto ed ancora di più il suo cuore, e così si rivolge verso nord[2]. Pensieri tenebrosi colmano tutto l’essere suo, poi diventa notte intorno a lui, e tutto scompare al suo orizzonte.

                       49.   Gesù però sente compassione, poiché dalle Sue labbra risuona: “Eppure verrà ancora il tempo quando anche tu, accecato, riconoscerai il Mio Amore per te!”. Ora benedice Horeb con entrambe le Mani e poi gli altri seduti a tavola.

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Scena IV

Gesù digiuna e nel deserto incontra Andrea ed altri spiriti affamati

                         1.      Gesù è ora nuovamente solo al Giordano e riposa all'ombra di alcuni arbusti. Il Sole brucia veramente; si presenta fame e sete, ma Gesù non ha nulla con cui poter quietare la Sua fame; così va alla riva e si rinfresca, ma l'acqua è troppo calda perché beva.

                         2.      Gesù è raccolto completamente in Sé; in Lui sorgono i Pensieri: ‘Non ho affatto bisogno di bere quest'acqua stantia, poiché se volessi, quest'acqua sarebbe …vino!’. Ecco, in Lui sorge uno scrosciare, come se si riversassero cascate d'acqua, e lo scroscio diventa tono. E ora risuona come arpe eoliche, e fame e sete in Lui sono scomparse.

                         3.      Gesù ringrazia: “Padre! Tu Magnifico! Tu hai pane ed acqua in sovrabbondanza! Tu sei preoccupato per Me, Figlio Tuo e conosci il veniente; per questo hai aperto il Tuo Cuore ed hai fatto risuonare in Me la Tua Chiamata di Paterno Amore. – FortificaMi in avvenire! Poiché soltanto Tu sei Forza, Tu sei la Sorgente della Vita! Ed ora Io Ti contemplo nuovamente in Me!”. Gesù è fortificato; ma Egli riconosce: quanto anche in Lui vive ancora d’umano! – E così dice a Se stesso: ‘Costa molto regnare nel mondo interiore come un vero amministratore. Esistono ancor sempre forti vincoli che opprimono in Me la Vita interiore. Ma Tu, Padre di ogni Vita, sai perché! E così riconosco la Tua Volontà: che Io Mi confermi anche in queste prove del tutto come Figlio Tuo e diventi Testimonianza per tutti gli oscurantisti!’.

                         4.      Egli trascorre la giornata riposando; soltanto al calar del Sole s’incammina sulla via del ritorno, e con il sopraggiungere della notte Egli ha nuovamente raggiunto la Sua capanna. Nuove schiere di spiriti, richiamati da altri, osservano il Suo sonno. Essi presagiscono del Grande, ma non sanno che anche schiere di angeli meravigliosi sorvegliano questo luogo! –

                         5.      Gesù si sveglia. Il Suo corpo è spossato per l’insolito digiuno, e così rimane fino a mezzogiorno nella capanna. Un leggero dormiveglia Gli fa dimenticare fame e sete. Ma quando il Sole raggiunge il suo punto culminante, Gesù si cerca nutrimento; ma non Gli è molto gradito. E, di nuovo, ma più forte, viene il pensiero: ‘Perché adesso ho fame?’. –

                         6.      Allora scorge i molti spiriti che Lo circondano, e questi hanno fame, enorme fame! Gesù fa cenno ad uno. Pronto, costui viene e dice: “Signore! La Tua chiamata di venire da Te, la adempio con un cuore pieno di ardente desiderio, e ora sono qui. Ma noi vediamo che anche Tu sei tormentato dalla fame – ma non possiamo offrirTi nulla, poiché noi stessi non abbiamo nulla”.

                         7.      Gesù dice. “Io non ti ho chiamato per chiedervi qualcosa. Ma la fame che sento nel Mio Corpo, la scorgo anche in voi. – E per questo voglio aiutarvi, e voglio mostrare a tutti voi: la via per il satollamento spirituale!”.

                         8.      Lo spirito domanda stupito: “Signore, Tu vuoi aiutarci? …e Tu stesso sei povero! Vorresti saziarci, e Tu stesso hai fame? O Signore, come puoi farlo?”. –

                         9.      Gesù risponde: “Permettendovi dalla forza del Mio Amore per voi uno sguardo nel Mio mondo interiore. E così vi dico: «Guardate cosa è possibile all'Amore!»”. – – Davanti agli occhi dei molti spiriti sorgono paesaggi e fattorie; diventano visibili giardini di magnificenza e bellezza, e figure luminose passano correndo facendo cenni e salutando.

                       10.   La misera capanna di Gesù è diventata come un tempio. Al centro si trova un altare e davanti a questo altare ora si avvicina Gesù, prende il pane e lo benedice. Viene un angelo, lo prende dalla Mano di Gesù e lo porge ad ognuno perché ne prenda un pezzo. Ora Gesù prende il calice che pure sta sull'altare. Un altro angelo lo prende e fa che ognuno se ne ristori. Sull'altare si trova ancora un vaso vuoto; Gesù vi soffia dentro, divampa una fiamma e si diffonde un fine, buon profumo.

                       11.   I presenti, saziati e fortificati, stanno in balia del vissuto e sono silenziosi, completamente silenziosi. – Gesù li benedice ed esclama: “Andate in pace! Presto suonerà anche la vostra ora della liberazione; ma fino ad allora servitevi l’un l’altro, come io ho servito voi! Allora servirete Iddio e contribuirete alla riuscita della grande Opera di Redenzione!”. – L'immagine è scomparsa.

                       12.   Sorridendo Gesù sta dinanzi a coloro che sono ammutoliti dallo stupore e dice ad uno: “Andrea, adesso credi ancora che Io sia tanto povero, oppure credi che sia stata soltanto un’illusione? Vedi, hai ancora del pane nella tua mano, pane che per puro stupore hai dimenticato di mangiare”.

                       13.   “Signore, cosa mi succede? Che cosa abbiamo visto?” – domanda Andrea. – “Tu hai voluto farci guardare nel Tuo mondo interiore, ma è stato bello come un Cielo. Oh, vivere in questo mondo dovrebbe essere vera beatitudine!”.

                       14.   Gesù risponde: “Andrea! Anche in te si trova celata tale bellezza; certamente per te e per voi tutti ancora inconsciamente. Se però ti sforzi ad essere non solamente timorato, ma a diventare vivente nell'amore, anche a te tutto questo diventerà cosciente”.

                       15.   “Chi sei Tu, o Signore?”, domanda Andrea. “Che ci puoi dire e mostrare questo? Ben gli altri hanno affermato che Tu saresti l'Agnello che porta i peccati del mondo e saresti il Redentore! Tuttavia, Tu hai l'aspetto di un uomo comune, ma compenetrato da un’indole buona”.

                       16.   Gesù dice: “Il tuo cuore umile e devoto, caro Andrea, ha reso possibile che tu vivessi quest'ora di Grazia. E se tu avessi esercitato amore anziché rigore, allora avreste avuto già da tempo pane e cibo in abbondanza. Io sono Gesù che è atteso da molte migliaia per portare aiuto e per fondare un Regno Nuovo! E questo Mio Regno comincia nel Mio Terreno interiore, e giunge così lontano come lontano giunge il Mio Amore. Diventa però afferrabile e visibile soltanto per coloro che credono in Me e nella Mia Missione. Le Benedizioni del Mio Regno però potranno essere percepibili da ognuno, anche da coloro che sono da Dio lontani. Puoi Tu comprendere questo?”. –

                       17.   Andrea è stupefatto: “Tu sei Gesù? Tu, Colui che io persi di vista; ma ora che vivo nello spirito, mi doni nuovamente il Tuo Amore? O Gesù! Perché non Ti ho potuto comprendere prima? Io credo che nella vita mi sarebbe stato risparmiato molto!”.

                       18.   “Non essere triste per questo”, gli risponde Gesù, ”bensì destati ora finalmente e diventa vivente ed introduci i tuoi fratelli nella vita spirituale che voi avete potuto contemplare in Me. Adesso Mi conosci; ora amaMi e diventa un vero servitore per i tuoi fratelli dallo spirito dell'eterno Amore!”

                       19.   “Gesù! Gesù!”, esclama Andrea, “volentieri, per quanto lo permettano le mie forze; ma perché offri proprio a me il Tuo Amore?”.

                       20.   Dice Gesù: “Andrea! Tu Mi hai già amato, veramente a modo tuo, quando vivevi ancora come uomo. Ed è proprio una Mia caratteristica restituire ogni amore mille volte di più. Ma se vuoi veramente diventar felice, allora ama e servi i tuoi fratelli! Guarda questo angelo, egli vi guiderà in una esistenza nuova e migliore. Ma se vuoi rimanere unito con Me, allora non dimenticare che Io, Gesù, amo intimamente te e i tuoi fratelli! Andate in pace, e benedetta sia la vostra volontà e il vostro operare! Amen!”.

                       21.   Andrea afferra la mano dell'angelo che gli è offerta in segno di saluto, e subito sono tutti rapiti. Gesù però li benedice, perché Egli sa dove essi vanno.

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Scena ( V )

Incontro con lo spirito Pio trasportato sul mondo della madre trapassata

                         1.      Egli passa il pomeriggio riposando nella Sua capanna. Prima che il Sole tramonti completamente si satolla di nuovo con radici e miele; nel Cuore c’è un moto di ringraziamento per questo Dono di grazia, e soltanto allora il cibo diventa per Lui un ristoro. Allora Egli esclama: “Padre, Tu Amore! – Padre, Tu Vita di ogni vita! Solo la Tua santa Volontà sia fatta e si unifichi in Me ancor sempre di più, affinché anche l'ultimo diventi il primo, e il primo, l'ultimo in Me!”.

                         2.      Gesù ora passa la notte, fresca di rugiada, seduto davanti alla Sua capanna. Allora ritorna il tenebroso Horeb con uno spirito ancora più tenebroso, e bestemmiando e schiamazzando fanno un gran baccano intorno a Colui che sta tranquillamente seduto. Gesù però fa come se non li vedesse, e così si confondono e non sanno se sono visti e sentiti.

                         3.      Alla fine dice uno, di nome Pio, ad Horeb: “Amico, mi hai mentito quando mi hai detto che quest'uomo ci vede e dispone di grandi Forze. Ma sembra che non sia così, altrimenti ci avrebbe dato almeno una risposta”.

                         4.      Risponde Horeb: “Aspetta soltanto, quello che ti ho detto è verità, infatti i miei compagni si sono volentieri chinati alla Sua Volontà e mi hanno abbandonato”.

                         5.      Dice Pio: “Bene, aspettiamo ancora un po’, poiché non perdiamo nulla, ma mi meraviglia il fatto che hai portato proprio me da quest'uomo; Egli non sembra male, ma non ci servirà a niente”. –

                         6.      Osserva Horeb: “Dipende, io non mi fido di lui”.

                         7.      Pio sorride e dice: “Allora evitaLo, se hai paura! Hai paura di quest'uomo, e frequenti me che tutti evitano?”. –

                         8.      “Non pavoneggiarti per questo”, risponde Horeb freddo, “perché anche tu troverai il tuo maestro! Io non avrei mai pensato che sarei rimasto solo, e ora è avvenuto proprio così come me lo disse costui. Quando si è soli ed è buio ovunque, allora sorgono ogni sorta di pensieri. Ma la cosa pericolosa è che io non posso proprio dimenticare questo Gesù, e al pensiero di incontrarLo di nuovo, è diventato perfino un po' più chiaro intorno a me, tanto che ho potuto almeno trovare te. Ma con Gesù io non sono ancora in chiaro”.

                         9.      Pio vuol replicare qualcosa, – allorquando Gesù domanda ad alta voce: “Horeb! Chi porti nelle Mie vicinanze? Sei tu disposto a cambiare il tuo sentimento?”.

                       10.   “Non sono tornato per cambiarmi!”, dice Horeb. “In verità, non ci ho ancora pensato. Ma questo Pio, che è stata una guida di grandi carovane, non vuol credere che Tu disponi di Forze, alle quali non è facile resistere”.

                       11.   Gesù dice amichevolmente: “Ebbene, Pio, vuoi misurarti con Me, oppure che intenzioni hai?”. –

                       12.   “Tu ci vedi e ci senti?”, chiede sorpreso Pio. “E sei ancora uomo! Di conseguenza non sei da disprezzare! Ma per me non è ancora per nulla provato che Tu debba essere un uomo tanto straordinario, poiché eviti la compagnia dei Tuoi simili. Se sei Colui che ha descritto Horeb, allora voglio riconoscere le Tue Facoltà, ma che Tu possa essermi utile o dannoso, ne dubito molto”.

                       13.   Gesù dice: “Pio, ti dico, Io posso esserti molto utile! Ma se tu Mi metti da parte, allora danneggi te stesso, e tristezza colmerebbe il Mio Cuore”.

                       14.   “Perché?”, domanda Pio. “Che cosa Ti riguarda il mio destino? Tu sei ancora uomo, ma io non più”.

                       15.   Gli risponde Gesù: “Che Io sia ancora Uomo o non uomo è di secondaria importanza. La cosa più importante è, se tu lo ritieni possibile che viva in Me qualcosa che è superiore a tutti, anche a te”.

                       16.   Dice Pio: “Prima dovrei sapere che cos'è che vive in Te, poi ti darò risposta. Ma non credere che dica sì a tutto, poiché anch'io ho fatto molte esperienze”. –

                       17.   “Ebbene, allora ascolta!”, risponde Gesù, “tu come uomo, hai portato in te il tuo Dio che doveva guidarti e condurti fino alla massima perfezione, ma ora stai dinanzi a Me come spirito, misero ed abbandonato. Dov’è ora questo tuo Dio, e che cosa era ed è Egli ancora?”.

                       18.   Dice Pio: “Questa non è una risposta su ciò che io voglio sapere. Che io debba portare in me Dio, mi è nuovo! In sostanza non conosco nessun Dio, poiché Egli non si è mai fatto vedere, e io non credo nemmeno che ci sia un Dio”.

                       19.   Gesù gli dichiara solenne: “Pio, il tuo interiore è colmo di rancore e spietatezza, perché nulla ti è riuscito nella vita terrena. Ma non hai mai pensato che fosse proprio Dio che ha sempre ostacolato il tuo egoistico operare. Vedi, come avviene però che Io Mi sento sempre unito a Dio e conosco precisamente la Sua santa Volontà. Tu pensi: ‘Che fanatico!’. Ma ti voglio fornire una prova della verità delle Mie Parole. – E così chiedi qualcosa che Dio ti debba fare. Io sono pronto ad eseguirlo!”.

                       20.   Dice Pio sorpreso: “Dici sul serio? Guai a Te, se Ti permetti di scherzare con me, io Ti distruggerei!”.

                       21.   “Pio, perché non credi?”, chiede Gesù. “Domanda qualcosa come ti ho detto, e soltanto dopo discuteremo!”.

                       22.   Dice Pio incredulo: “Allora fa che adesso per una volta diventi giorno, e tutta la zona abbia l'aspetto del luogo dove sono nato ed ho vissuto da bambino!”.

                       23.   Gesù sorride: “Allora tieni le tue mani davanti agli occhi, affinché la Luce non ti accechi! E così sia!”. –

                       24.   Pio tiene i suoi occhi chiusi. Lentamente ritira di nuovo le sue mani – e si spaventa; poiché dinanzi a sé vede la fattoria nella quale è nato, precisamente ancora gli stessi alberi e così emette un urlo. Allora entra in casa. Là è seduta sua madre al vecchio tavolo. Lo guarda gioiosa e gli dice: “Figlio! Sei finalmente tornato a casa? Ed hai trovato la pace che fa di te di nuovo un essere felice?”.

                       25.   Pio balbetta: “Madre! – Madre! – Non io sono tornato a casa, ma mi ha portato qui un uomo di nome Gesù. Un attimo fa vivevo ancora nel paese dei giudei – e adesso sono qui, …in Arabia?”.

                       26.   “Figlio! Che cosa dici?”, chiede la madre, “Dov'è l'uomo? È questo – o quello? No! È questo! Vedo i suoi occhi così buoni rivolti a me. E quindi Ti ringrazio, Gesù, perché mi hai riportato a casa mio figlio. Quanto gioirà il padre!”

                       27.   “O donna!”, dice benevolmente Gesù. “Per amor di tuo figlio gli ho esaudito il suo desiderio, perché tu hai pregato così spesso Iddio di essere pietoso anche con lui. La tua preghiera è stata ora ascoltata, ma lui non può rimanere qui, perché deve ritrovare se stesso. Perciò godetevi quest'ora come un dono del Cielo ed imparate ad amare e comprendere Dio!”

                       28.   “O uomo! Come parli Tu!”, dice la madre. “Tu sei certo un uomo! Noi però siamo abitatori di un altro mondo, mondo che prima era molto estraneo e sconosciuto per tutti noi; ma grazie alla grande Bontà di Dio ci siamo familiarizzati e ora possiamo fare molte altre cose di come avremmo fatto come uomini[3]. Sapevamo che anche nostro figlio Pio viveva già nel grande mondo degli spiriti, e così abbiamo spesso pregato Iddio di farci vivere un'ora nel rivederci. Ma chi sei Tu? – E con quale Forza hai potuto operare questo?”.

                       29.   Risponde Gesù benevolo: “Donna, …e madre, chi sono Io te lo dice già tuo figlio. E ciò che Io opero, lo opero dalla Forza dell'Amore che è Dio da Eternità in Eternità! Così come il tuo amore per tuo figlio Pio è una propaggine da Dio in te, così è in Me il Mio Amore, la stessa Vita, come in te. Con la differenza però che la vita dell'amore in te è stata limitata dai tuoi propri ristretti concetti, mentre in Me questa Vita è cresciuta nella grande Vita di Dio e Mi ha reso Uno con Dio. Io conosco Dio, e Dio conosce Me! Io non sono un attimo senza Dio e in ogni tempo conosco la Sua santa Volontà!”.

                       30.   La madre di Pio dice: “Oh, che uomo felice devi essere Tu, Tu che possiedi questa rara Grazia di essere unito con Dio! Allora potresti anche, senza perder qualcosa, far sì che mio figlio possa rimanere qui? Poiché Dio Ti ha comunicato la mia preghiera per mio figlio, così prego anche Te: lascia qui il mio Pio, affinché si ritrovi e che diventi un uomo o uno spirito lieto”.

                       31.   Dice Gesù benevolo: “Arabella, esistono preghiere che non possono essere ancora esaudite, perché ne dipende la salvezza dell'anima. Come tu stessa hai già provato nel tuo essere qui, questo mondo spirituale è organizzato precisamente così come quello terreno, dove l'Ordine è il fondamento ed ogni organizzazione deve regolarsi secondo le leggi. Vedi, Pio, tuo figlio, non resisterebbe a lungo qui, perché in lui vive ancora un impulso a diventare qualcosa di grande. E finché questi impulsi ed inclinazioni false e sbagliate non sono ordinati nelle Leggi delle condizioni vitali dell'eterno Ordine di Dio, esse operano dividendo e impedendo. Ma tu come madre, puoi esercitare su di lui tutta la tua influenza. Forse accetterà i tuoi buoni consigli – e diventerà umile!”

                       32.   Arabella prega subito: “Pio, figlio mio! Hai sentito ciò che ha detto il saggio uomo Gesù? Hai tenuto tutto il senso delle Sue Parole davanti agli occhi? È una Grazia che tu sei qui e per questo devi ringraziare Iddio e quest'uomo Gesù! Oh, se solo tu potessi rimanere qui, qui nella tua casa paterna, dove braccia amorevoli di madre possono curarti e l'amore paterno vuole darti ciò di cui hai bisogno per diventare nuovamente lieto e buono! O Pio, la scelta non può essere difficile: qui casa paterna e amore, …e fuori senza casa e solo!”

                       33.   “Madre, madre, smettila!”, esclama Pio dolorosamente, “quanto volentieri vorrei restare qui, ma in me vive qualcosa che è più forte di te e del tuo amore. Quanto spesso ho già lottato e combattuto con questo, ma non c'è nulla da fare. La mia vita interiore è la mia fatalità, perché forze estranee mi trattengono e mi costringono ad essere maligno e violento! Non ho trovato ancora nessuno che fosse superiore a queste forze. Ora vengo guidato ad un Uomo e già il mio mondo interiore è in frantumi; poiché a Costui, …io non resisto!” –

                       34.   “Che importa se non sei più quello di prima”, consola la madre, “poiché la tua forza e superiorità su altri non ti ha permesso di trovare la tua casa paterna. Ma questo Gesù, quest'uomo colmo di Dio, ti porta semplicemente qui e fa di me l'essere più felice; perché ora ti ho nuovamente come un tempo per poterti stringere al mio cuore. Il mio interiore mi dice già che un giorno ritornerai a casa definitivamente, anche se ora vieni ancora spinto ad andare lontano senza meta. Sì, figlio mio, va di nuovo, prima che venga il padre! Risparmiamogli il dolore, perché tu certo sei perduto, finché tu stesso non troverai la via del ritorno. O Gesù! Lo sento, dobbiamo pensare alla separazione. Di una cosa però Ti prego, Tu nobile uomo: serba mio figlio nel Tuo Ricordo! La Tua Forza giunge lontano. Ma fa giungere il Tuo Amore più lontano di quanto è immaginabile umanamente, ed io so, Tu lo salverai dalle catene delle false potenze”.

                       35.   “O donna e madre Arabella!”, dice Gesù, “tutto ciò per cui tu preghi, lo sa già l'eterno Dio e Padre e ti dà l'assicurazione: per quanto è possibile, tutto accadrà secondo la tua preghiera! Prima però deve avvenire un cambiamento in tuo figlio. Tieniti fermamente alla preghiera e tocca in spirito il suo cuore; perché soltanto amore e perdono possono rendere possibile questo cambiamento. Qui nel vostro mondo regna la massima libera volontà, e soltanto alla libera volontà si aprono le Porte per il Regno dei Cieli. Per questo non si può parlare nemmeno con tuo figlio di costrizione o di una persuasione per indurlo al ritorno. Ricordati anche di Me e prega Iddio affinché anche il tuo mondo interiore sia colmato dallo Spirito che riempie Me. Allora sentirai in te forza e nuova vita che ti darà il pieno compenso per tutto ciò che hai lasciato. Ma tu, Pio, prendi congedo, perché il tempo che l'Amore di Dio ti ha concesso qui è scaduto!”

                       36.   Ancora una volta Arabella abbraccia suo figlio e dice: “Figlio! Tieniti a Gesù! Presso di Lui anche tu troverai il compenso di cui ha parlato a me, e poi ritorna, tua madre ti aspetta!”.

                       37.   Un bacio, …e Gesù, Pio ed Horeb sono di nuovo davanti alla capanna nel deserto.

                       38.   I due stanno lì completamente meravigliati; – alla fine Pio domanda: “Gesù! È stata realtà oppure soltanto un’illusione? Mi è impossibile credere che questa sia stata realtà!”.

                       39.   Dice Gesù: “Pio, Mi consideri un Uomo che t’inganna oppure che si permette uno scherzo? Oh, Pio –volevo dimostrarti che tutte le tue forze sono nulla rispetto alle Mie. Ma d'altra parte non sono le Mie proprie, ma Forze di Dio; e tu volevi ottenere delle prove della Sua Esistenza. Voi due avete bisogno d'aiuto, aiuto che però potete ottenere solamente se bandirete da voi ogni orgoglio e superbia e diventate così volonterosi come coloro che sono andati via da voi! Vi potrei dimostrare quanto sono grati per la felicità di essere stati liberati dalla loro vecchia, assurda follia, davanti a loro, infatti, sta un futuro d'oro, mentre il vostro è senza speranza. Con voi non serve il molto parlare, perché voi stessi siete sempre stati astuti e vi consideravate signori. Mentre Io potrei essere ‘Signore’, ma in Me è l'eterno Dio e Padre: il SIGNORE; e Io rimango Figlio Suo e servitore!». –

                       40.   Pio prega: “Gesù, non dire più una Parola, ho bisogno di quiete. Questa cura è stata troppo faticosa, e la mia situazione è tutt'altro che bella. E tu, Horeb, dovrai rimaner solo, per me, infatti, è impossibile venire ora con te, perché ho trovato il Mio Maestro!”.

                       41.   Horeb però dice: “E io? Che cosa sarà ora del conflitto in me? Tu pensi che mi sia rallegrato quando ad un tratto sei stato con me e Gesù a casa tua? Tu non hai per nulla pensato che anch'io ero presente ed ho sentito e visto tutto!”.

                       42.   Pio dice: “Possa ora Gesù essere o no il Figlio di Dio, Egli ha esaudito il mio desiderio e per questo io Lo voglio servire!”.

                       43.   “Pio, se tu Mi vuoi servire, Mi sei di cuore il benvenuto”, dice Gesù, “ma soltanto nello Spirito dell'Amore divino! Io non ho bisogno che Mi faccia servire, perché Io stesso sono venuto sulla Terra soltanto per Servire. Ma se vuoi essere Mio servitore, allora servi con Me i tuoi fratelli. E con Horeb puoi cominciare subito il tuo servizio. Chi serve Me, serve Dio, e Questi ti ricompenserà. Per questo Io ti voglio benedire!”.

                       44.   Pio domanda stupito: “Dimmi, Tu uomo misterioso: perché hai scelto me, essere tenebroso e colmo di odio perché Ti possa servire? Perché non Ti allontani da noi nella Tua Purezza? Noi potremmo causarTi indicibile danno nel Corpo e nell'Anima, così come abbiamo già avvelenati migliaia con il nostro essere”.

                       45.   “Perché vi amo!”, risponde Gesù, “Perché il vostro mondo pieno di oscurità, pieno di odio, falsità e inganno, non può resistere davanti al Mio Amore universale. Soltanto un singolo Raggio di Luce proveniente dal Mio Mondo pieno di Luce e Vita, inviato nel vostro mondo, fa di voi degli esseri assolutamente felici. Perché davanti a questa Luce tutta l'oscurità deve cedere, perché essa è Luce proveniente da Dio e Vita proveniente dall'eterno Amore di Dio. Per questo Io vi offro il Mio Amore e Misericordia, per proteggervi dall'Inferno che comincia già a crescere in voi. Afferrate questo ora, poiché potrebbe durare un tempo indicibilmente lungo, prima che vi giunga ancora la chiamata: risvegliatevi, e convertitevi”.

                       46.   Subentra un lungo silenzio. Nessuno vuol dire una parola, ed anche Gesù tace. Ma nelle file degli angeli si diffonde un giubilo ed una gran gioia. Poiché con l’espressione di Gesù: ‘Perché Io vi amo’, il Suo Cuore s'infiamma in una Luce meravigliosa, e questa Rivelazione è per loro uno sguardo nel mondo interiore di Gesù che trasporta gli angeli al culmine della gioia sublime.

                       47.   Gesù li saluta con la Mano, ed un suono simile ad uno scrosciare corre attraverso l'etere, gli angeli, infatti, cantano: “Lodato sii Tu, Signore – Dio – Zebaot, e glorificato sia il Tuo Amore! In mezzo al deserto Ti sei edificato un Trono, e da lì Tu annunci a tutti gli spiriti tenebrosi: «Anche per voi Io porto in Me Amore!». Alleluia! – Alleluia! – Amen!”.

                       48.   Gesù ringrazia e dice: “Andate in pace; e sia in voi Pazienza, finché tutto sia compiuto!”.

                       49.   Pio osserva Gesù e sente anche le Parole pronunciate a bassa voce, e così domanda: “Gesù! Ci sono ancora altri esseri oltre a noi due, poiché Ti ho visto salutare e Ti ho sentito parlare?”

                       50.   “Sì, hai visto e sentito bene”, risponde Gesù, “c’erano dei servitori di Dio spinti dal desiderio di vederMi. E così li ho ringraziati per il loro Amore. Ma essi non erano qui soltanto per vederMi, ma perché tutte le magnificenze della loro Patria senza di Me, – per loro sono un nulla. Ti meravigli di queste Parole e non le comprendi; ma poiché vuoi diventare Mio servitore, allora intendi anche questa notizia e portala profondamente in te: anch’Io possiedo un Regno! Esso è invisibile per tutti coloro che non Mi conoscono. Ma per coloro che Mi conoscono, il Mio Regno è qualcosa di così grande e meraviglioso che vorrebbero sempre viverci. Ed anche tu puoi diventare servitore di questo Regno, se adempi le condizioni che sono: servire, servire e sacrificare!”.

                       51.   Pio rabbrividisce a queste Parole, esse penetrano nel suo cuore come martellate; poi egli dice: “O tu, uomo misterioso! Che cosa procede da Te e quale felicità devi poter preparare a tutti gli esseri? Oh, concedimi soltanto uno sguardo nel Tuo Regno, e Ti ringrazierò in eterno, poiché Tu mi hai conquistato!”.

                       52.   “Pio, volentieri esaudirei anche questo tuo desiderio”, dice Gesù, “ma con ciò servirei Me, non te. Allora, infatti, saresti costretto a riconoscere qualcosa che devi trovare da te stesso. Io per te vorrei essere e rimanere solamente ‘Gesù’ e non influenzarti nelle tue decisioni, perché Io sono ancora Uomo e quindi ho anche da adempiere tutte le Leggi, finché sarò perfetto nello Spirito!”.

                       53.   Domanda Pio: “O Gesù, sei in collera con me, perché ho preteso troppo nella mia audacia? Oh, perdona il mio errore!”.

                       54.   “Pio! Va in pace per la tua strada!”, gli risponde Gesù. “Non un istante Mi hai fatto incollerire, e per quanti peccati potresti avere e la tua coscienza fosse aggravata come un monte, ti direi lo stesso: Va in pace per la tua strada, e cerca la giusta via, dove puoi trovare coloro ai quali hai arrecato ingiustizia. Ma se dovesse esserti difficile riparare la tua ingiustizia commessa, allora pensa a Me e a quest'ora, pensa che Dio nel Suo infinito Amore ti ha lasciato vivere. Qui ora non puoi rimanere più a lungo, perché il tuo mondo è un altro diverso dal Mio! Ma se vuoi seriamente ciò che ti sei prefissato, allora cercaMi, – ma in te, …e Mi troverai! La via per giungere lì si chiama Amore!”.

                       55.   “Gesù, quanto mi rendono felice le Tue Parole”, dice Pio, “e quanto volentieri vorrei rimanere qui con Te! Comprendo però che non posso stare con Te o con altri uomini; ma Ti prego, dove devo andare ora? Tu hai detto: ‘Va per la tua strada!’, ma da quando mi trovo nel regno degli spiriti, non ho visto ancora nessuna via, ancor meno una strada”.

                       56.   Conclude Gesù: “Amico Mio, davanti a te c'è una strada che puoi percorrere se soltanto lo vuoi, e questa si chiama: servizio a tutti i miei fratelli! Nel momento in cui vorrai servir loro per libero amore, da te fiammeggerà una luce e rischiarerà il tuo ambiente circostante, e dopo alcune prove e difficoltà giungerai anche alla tua meta. La forza per questo la otterrai da Me, se Mi porti con Amore nel tuo cuore. Così ora va in pace! – La Mia benedizione ti accompagni!”. –

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Scena ( VI )

L’ulteriore sacrificio del digiuno porta l’Uomo-Gesù verso la Sua Divinità

                         1.      Gesù è solo, poiché Pio ed Horeb sono sottratti per Sua Volontà alla Sua Sfera. Gesù guarda di nuovo dentro di Sé e ringrazia: “O Padre, Tu santa Vita in Me! Santificato sia il Tuo Nome e glorificato il Tuo Amore. Come fiaccole incendiarie la Luce del Tuo Amore illumina tutta la vita interiore e, come raffiche di fuoco, rischiari ogni oscurità. Servendo e seguendo solamente Te, Io porto in Me la Tua Vita, e questo è il sommo Adempimento!”.

                         2.      Quiete, santo silenzio c’è intorno a Lui, somigliante alla Pace che c’è nel Suo interiore. Ora Gesù si appoggia per riposare e cade in un profondo sonno, dal quale Si risveglia soltanto quando il Sole è al massimo. L'acqua che scorre dolcemente ha calmato bensì la Sua sete, ma il bisogno di alimento abituale si fa nuovamente sentire. E ora si tratta di superare completamente anche questo desiderio terreno! I Suoi Pensieri vagano bensì a Nazareth nella casa della madre, ma con questo il desiderio di pane non diminuisce; e così Egli si adagia nella Sua capanna, rimuove ogni pensiero e lascia spazio soltanto all'unico Pensiero: “Padre, Tu sei il Mio sostentamento, e compiere la Tua Volontà sia il Mio nutrimento!”. –

                         3.      E la santa Vita in Lui annuncia, fluendo dolcemente: ‘Ogni sacrificio genera nuova Vita!’. Davanti all'Uomo Gesù si rivela ora l'intera Creazione come un Altare del Sacrificio. – E nuovamente in Lui si annuncia: ‘L’Uno lasci la Sua esistenza, affinché l’Altro viva!’. – Così Egli in ogni morire scorge sorgere del nuovo. E dal nuovo sorgere si formano esseri che s’inchinano dinanzi a Lui. E uno dice: “Il Tuo Spirito di Sacrificio ci ha chiamato all'esistenza. Oh, donaci anche della Tua Vita, affinché compiamo il nostro dovere ed utilizziamo il nostro essere secondo la Tua Volontà di Sacrificio!”.

                         4.      In Gesù si fa Luce, e la Luce proveniente da Lui è il loro adempimento. – In Lui risuona: ‘Quando sarà compiuto il più grande Sacrificio, la Via per ogni Vita sarà appianata!’. Ora Gesù si alza e li benedice: “Andate in pace, la vostra volontà possa divenire una sola cosa con la vostra azione!”. – Viene un angelo e prende la schiera sotto la sua custodia; essi s’inchinano e vanno verso Oriente[4].

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Scena ( VII )

Gesù al Giordano con i pescatori Tobia e Simone

                         1.      Gesù si cerca un po' di cibo e trascorre la notte pregando. Fortificato interiormente e lieto, al mattino abbandona il suo posto e corre a passo veloce verso il Giordano, nelle vicinanze di Bethabara. Egli non guarda né a destra né a sinistra e segue soltanto l’impulso dello Spirito in Lui.

                         2.      Dopo aver camminato per ore ed ore, giunge nella vicinanza del Giordano ed incontra due pescatori che vogliono portare il loro pescato nella zona dove si trova Giovanni, poiché lì si trovano sempre visitatori che comprano pesci; l'afflusso di forestieri, infatti, è ancor sempre grande. I due pescatori vedono arrivare Gesù da lontano e Lo attendono, perché essi credono che anche Lui vada da Giovanni. Gesù saluta: “La Pace del Signore sia con voi!”, ed essi ringraziano: “Fino in tutte le eternità!”.

                         3.      Uno di loro, di nome Tobia, domanda: “Fratello nel Signore, da dove vieni? – Qui in lungo e in largo non esiste nessun’abitazione o locanda, avresti potuto smarrirti facilmente nel deserto”.

                         4.      Gesù risponde: “Non preoccupatevi! Conosco bene la zona e non ho bisogno di nessuna guida, perché potrei essere Io stesso guida attraverso quest’intera regione desertica. Locanda è ovunque, perché ovunque la Terra è di Dio. Pesi non ho da portare – nemmeno nel cuore; e del resto Dio è con Me!”.

                         5.      “Sei un uomo strano”, dice Tobia. “Vieni dal deserto e malgrado ciò sei ancora lieto! Non hai paura che bestie feroci che vi si trovano in gran numero ti possono assalire? Non hai, infatti, con te nemmeno un bastone; questa io la chiamo leggerezza”.

                         6.      Dice Gesù: “Niente affatto, perché anche un bastone non potrebbe proteggerti; ma la Mia fiducia nella protezione di Dio Mi protegge”.

                         7.      Chiede allora Tobia: “Tu sei convinto che la Tua fede e fiducia siano sufficienti in un tale pericolo? Noi sappiamo bene: ‘Non si deve tentare Iddio!’, ed usare prudenza vuol dire essere assennati”.

                         8.      “Tobia, Io ti conosco e vedo nel tuo cuore”, dice Gesù, “e vedo molto del bene, poiché anche tu sei della fede: Jehova è il Mio Creatore e Conservatore! Tu sei grato per ogni piccolo dono; ma poi sei anche dell’opinione di aver fatto tutto il tuo dovere verso Dio. Io comunque la penso diversamente; penso che esistano così tanti uomini che ringraziano, e che ben anche pregano per il bisogno della vita quotidiana. Ma ce ne sono pochi che pensano: ‘Ma Iddio esiste solamente per dare? Non dovrebbe rallegrarsi Dio se uno o l'altro Gli portasse qualcosa?’. – Così Mi sono riproposto di servire Dio in questa maniera e di fare del Mio Cuore un Altare del Sacrificio, sul quale arde sempre ed in ogni tempo la fiamma del Mio Amore. Ma l’Amore senza fiducia è impensabile; e così vive in Me piena fiducia nella protezione dell'Amore di Dio”.

                         9.      Risponde Tobia: “Ascolta, giovane uomo, Tu non hai del tutto torto, ma io sono diventato vecchio e grigio nella fede dei miei padri. Voi giovani la intendete diversamente, come lo dimostra anche Giovanni il Battista; ma se questo sta bene a Dio, non lo so”.

                       10.   Risponde Gesù: “Tobia! Sii certo che Io non scuoto alla tua fede o pretendo di fare qualcosa contro la tua coscienza, ma puoi esaminare seriamente le Mie Parole. Chi ti fornisce la prova che i tuoi padri abbiano creduto giustamente? Nessuno, se il tuo cuore, tutto l’essere tuo interiore, non può fornirti la prova. Vedi, Io so sempre ciò che è giusto o non giusto per Dio, perché Io sento Dio dentro di Me!”.

                       11.   “Giovane uomo, non commettere uno sbaglio!”, Lo ammonisce Tobia. “Perché Dio non fa crescere impuniti gli alberi della presunzione nel Cielo. Si può essere d’accordo con quello che dici, ma il Tuo aspetto rivela qualcos’altro. E che Tu abbia dietro di Te giorni non buoni, lo si vede da lontano; poiché non sei il primo che vediamo venire dal deserto. La Tua gaiezza che notiamo in Te, può anche essere illusione”.

                       12.   “Caro, vecchio amico, adesso ti sbagli di grosso!”, risponde Gesù. “Perché ricordati: Io so quello che faccio e devo fare! E che non sia andato nel deserto senza scopo, puoi crederlo veramente! Ma se tu pensi che l'Uomo affamato abbia un aspetto miserevole, ti sbagli. Anche la fame, infatti, si può calmare con la fiducia. – Tu Mi guardi incredulo e pensi ora in te: ‘Quando, chiederà del pane che io porto con me?’. Ma ti dico: Io non ho bisogno del tuo pane, poiché Dio Mi ha dato la prova che può sostenerMi anche senza pane e frutta”.

                       13.   Dice Tobia: “Non temi, giovane uomo, di sostenere qualcosa che è assolutamente assurdo: calmare la fame con la fiducia? – Oh, se ora Jehova ti dovesse esaminare, allora vorrei vederTi dopo un paio di giorni come ti lamenteresti torcendo le mani di disperazione per la tua follia troppo grande!”.

                       14.   Risponde Gesù: “Mio caro Tobia e tu, Simone, credete alle Mie Parole se vi dico che da sette giorni non ho visto né mangiato del pane. Certamente c'era in Me anche il desiderio di altro cibo che radici e miele selvatico, ma Io so perché il Padre celeste impone a Me, al Figliuolo dell'Uomo, queste prove. Ed è per Me una soddisfazione molto grande sapere: Io ho adempiuto totalmente la Volontà di Dio, che gustare con piacere il vostro pane. Voi avete sentito da Giovanni: «Dopo di me verrà Uno di Cui io non sono degno». Non avete ancora riflettuto che ‘Lo Stesso’ possa presto venire? E che cosa insegnerà Costui? Io posso soltanto dirvi che il vostro affare avrà poi un aspetto tutto diverso da oggi! Voi vi portate dietro il pesce nel deserto per i curiosi forestieri soltanto per ottenere maggiori guadagni, poiché voi dite: ‘Là, dove non c’è d’aver niente, sono pagati prezzi migliori!’. Questo è indegno per un giudeo credente! Il vostro cuore non si spaventi per queste Mie Parole ma, proprio per amor vostro, Iddio Mi ha inviato a voi, per farvi questo richiamo: «Credete e fidatevi dell'eterno Iddio, allora nulla vi mancherà!». – E nessuno che abbia creduto in Lui è ancora andato in rovina”.

                       15.   Dice Simone: “Chiunque Tu possa essere, le Tue Parole mi scuotono! Ed hai ragione; non era soltanto preoccupazione per il pane quotidiano, bensì cupidigia. Ma che cosa dobbiamo fare adesso? Non possiamo trascinar con noi per giornate intere i pesci pescati finché arriviamo nuovamente a casa. A casa contano sul guadagno, proprio oggi, infatti, la vita c’impone grandi pesi”.

                       16.   “Portate tranquillamente i pesci ai forestieri”, risponde Gesù, “ma soltanto al prezzo che otterreste dai vostri vecchi clienti. Dio ve lo ricompenserà! Se però vi dovesse essere dato di più, siete liberi da avidità di guadagno, e la vostra coscienza non vi peserà”.

                       17.   “Avverrà secondo la Tua Volontà!”, dice fermamente Simone. “Ma ora vorrei volentieri sapere: chi sei e qual è la Tua Meta? Che Tu, infatti, debba avere una meta importante, me lo suggerisce il cuor mio; e uno non va nella solitudine di questo deserto per nulla. Sei uno di coloro che manda fuori Giovanni per insegnare la venuta del Regno dei Cieli? Allora Ti posso comprendere, poiché il digiuno e la preghiera è una parte principale dell'insegnamento di Giovanni”.

                       18.   Risponde Gesù: “Ascoltate entrambi, Io sono proprio come voi, – Pescatore! I Miei pesci però sono diversi dai vostri. E i pesci di oggi siete voi! Voi conservate tutti i pesci invenduti in apposite casse ed aspettate l'occasione finché vi porta guadagno e pane. Ma Io conservo i Miei pesci nel Mio Cuore e li amo come Miei fratelli, e questo è il grande guadagno per il Mio mondo Interiore. Ma tutti coloro che Io porto in Me, li ama anche il Padre Mio celeste. E così Egli benedice volentieri Me e tutti coloro che Io porto con Amore in Me”.

                       19.   “Quello che Tu ci dici adesso, suona come musica dai Cieli”, risponde Simone, “ma quest’armonia ci è ancora estranea, poiché ci deve giungere prima piena comprensione per il Tuo Amore. Oh, quanto bella sarebbe questa Terra, se fossimo tutti uomini uguali a Te! Allora non avremmo più bisogno di sperare e di aspettare il nostro Salvatore e Redentore!”.

                       20.   “Certo, fratelli Miei, perché così vi chiamo adesso, voi avete ragione! Ora però se il veniente Redentore non corrisponde a queste vostre attese, che cosa succederà? Se già Giovanni predica: «Fate penitenza!», che cosa dovrebbe insegnare il Veniente a parer vostro? Ci tengo molto a sentire la vostra opinione, – poiché voi avete anche sentito da Giovanni: «Egli è già arrivato!»“.

                       21.   “Caro amico, e anche fratello”, dice Simone, “a questa domanda per noi non è possibile rispondere, perché non ho ancora riflettuto quale Dottrina ci porterà l’ardentemente Atteso. Da un lato il tempio, – dall'altro lato i romani; da entrambi veniamo duramente oppressi, allora il compito di Colui che verrà sarà un compito difficile! Del fatto che ‘Egli sia già qui’ non abbiamo ancora notato nulla; ma se solo potessi parlarGli una volta, il mio ardente desiderio sarebbe appagato, e tutto ciò che considero mio, lo affiderei a Lui!”.

                       22.   Domanda Gesù: “Simone, non sei un po' avventato nel tuo ardente desiderio? Se ora venisse uno e dicesse: ‘Sono Io Colui che deve venire!’, come ed in che cosa tu Lo riconosceresti? Poiché anche un ingannatore potrebbe dire: ‘Sono io, colui nel quale già speravano i padri’.”.

                       23.   “Tu fai paura al mio cuore!”, risponde Simone. “Anche in questo, infatti, io non ho ancora pensato. Ma poiché già ne parliamo, dimmi, hai Tu già pensato al Liberatore? E come dovrebbe Egli essere, da ottenere subito la certezza: ‘È Questi, …e nessun altro!’.”

                       24.   Risponde Gesù: “Fratello Simone, non ti ha dato il Creatore un cuore che può sentire e percepire? Perché deve tutto essere misurato con l'intelletto? In Verità, Io ti dico, tutti gli uomini starebbero meglio se ciò che si muove ed agita nel cuore, fosse messo in azione di più nell’attività esteriore. Voi due siete avanti negli anni, avete portato nelle vostre braccia figli e nipoti, e il vostro cuore era colmo di gioia. E speranze passavano come un santo presentimento attraverso il vostro interiore. Amore filiale conquistava il vostro cuore, e l'intelletto non s’intrometteva, poiché qui si trattava di amore. Tutti gli uomini sono figli uguali dinanzi a Dio, e l'Amore di Dio può voler per loro soltanto il giusto al par di un padre o una madre. Vedete, tutto il popolo si trova o va barcollando sull'abisso, poiché essi conoscono il loro Dio e Creatore soltanto secondo il Nome. Ma se ora Dio sceglie qualcuno che si è reso degno per questa Missione e lo manda come Protettore dei santi Diritti di Dio e del Suo Amore in questo mondo terreno, esiste allora ancora un dubbio, come Questo tanto ardentemente bramato ed atteso debba essere? Ma solamente così che si debba dire: ‘Costui è il vero Figliuolo del nostro grande Iddio, del nostro Padre celeste!’. Questo Figlio però vorrà solamente ciò che il Padre vuole. E Padre e Figlio saranno una cosa sola, come sono una cosa sola fuoco e luce. Voi però non sapete quasi più niente del ‘Padre’ vostro, perciò è questo Mio linguaggio così estraneo per i vostri orecchi. Ma aprite i vostri cuori e sentite e percepite ciò che vi agita; e la stessa cosa sentirete e percepirete quando il Bramato starà di fronte a voi”.

                       25.   “Dinanzi a Te si deve tacere”, dice Tobia, “perché la Tua Lingua è troppo onnipotente, infatti, in una sola volta ci rivela tutti i nostri errori! E per questo Ti dico direttamente e apertamente: io considero Te per Colui che deve venire, perché nessuno lo può illuminare come lo fai Tu! – Ma tu, popolo mio, tu Israele! Quale delusione ti sovrasta! Perché Tu non ci libererai dall’oppressione e da tutte le catene che ci siamo messi nel nostro tepore e cecità. Ora Ti capisco! – Un santo Soffio, un presentimento attraversa il mio cuore: noi dobbiamo diventare figli e fratelli, e quello che noi diamo in offerta a Dio ed al tempio, lo dobbiamo noi stessi sacrificare prima nel nostro cuore. Solo allora impariamo di nuovo a conoscere il nostro Dio e, attraverso Dio, …il Suo Unto!”.

                       26.   “Fratello Tobia!”, esclama lieto Gesù. “Non il tuo intelletto, bensì il tuo cuore ti ha annunciato questo! E così rallegrati! Perché come tu Mi riconosci e Mi accetti come l'Atteso, …così hai anche riconosciuto ed accolto Dio! Ma tu, Simone, che cosa dici ora a tuo fratello Tobia?”.

                       27.   “Che siamo stati grandi stolti!”, risponde Simone. “Il nostro cuore, infatti, batteva forte, ma il nostro intelletto non lo voleva ammettere. Ora però siamo dinanzi a Te e Ti preghiamo: perdonaci, per non averTi voluto riconoscere subito!”.

                       28.   “Vi ho chiamato fratelli”, dice Gesù, “e fratelli rimaniamo! – Ma tacete ancora per un po' di tempo dinanzi al mondo, finché Io stesso Mi riveli al mondo. Ancora resterò solo, finché saranno adempiute tutte le condizioni, e per questo, ritorno in solitudine nel deserto. Non temete per Me, poiché in Me tutto deve essere ben preparato, poiché tutte le potenze dell'oscurità sono anche contro di Me. Certo, Io non porto libertà e salvezza a chi non crede in Me e alla Mia Missione. Ma ciò che voglio portare a tutti voi, sono i mezzi per sciogliervi dalla pressione dei peccati e dalle catene e legami che vi rendono prigionieri. Accettateli! Essi si trovano in ognuno di voi, e questi mezzi vi vengono chiaramente rivelati nei vostri cuori. Perciò abbiate ancora pazienza, ma piena fiducia!”. –

                       29.   “Signore!”, prega Simone. “Se Tu ci hai considerato degni e ci hai dato tanto ed hai posto una certezza in noi che possiamo dire: «Sì, Tu lo sei!», dicci il Tuo nome, perché anche se ci hai comandato di tacere, il nostro cuore vorrà ben chiamarTi per nome!”.

                       30.   “Fratelli”, dice Gesù, “Io sono Gesù di Nazareth, figlio del carpentiere Giuseppe. Ma la Mia Vita interiore si chiama: Emmanuel = Dio di Eternità in Eternità! Se voi pensate a Me, dovete pensare anche a Dio. E quando pregate Dio, allora ricordatevi di Me con Amore. Perché solamente ciò che si ama, – può unirsi ed unificarsi. Ora sedetevi e gustate il vostro pane, affinché Io benedica voi e il cibo!”.

                       31.   Entrambi guardano Gesù, – e Lui fa cenno col capo; allora si siedono sulla sabbia e tolgono il loro pane dall'involucro. Simone lo spartisce in tre parti e dice: “Signore, non solamente benedici, ma gusta con noi ciò che hai benedetto! Oh, esaudisci questa preghiera!”.

                       32.   “Fratelli”, dice Gesù, “benedetto sia il vostro amore e il pane; e il vostro cuore si riempia della consapevolezza di aver servito Iddio. Ma oggi mangiate da soli, il vostro amore, infatti, è già stato il satollamento per l’anima Mia. Ma è Volontà del Padre Mio che Io ritorni di nuovo alla Mia capanna. Lo Spirito della pace e della forza, in futuro, vi colmi e vi faccia divenire assennati! Amen!”.

*

                       33.   Prima ancora che i due si rendessero conto, Gesù si avvia a passo veloce sulla via del ritorno; perché il pane esercita un forte desiderio in Lui, così che Egli esclama: “Padre, fa che Io sia completamente compenetrato dalla Tua santa Volontà! Perché soltanto Tu sei Colui che può mantenerCi!”.

                       34.   Quiete sopravviene, profonda quiete; e così Egli prosegue verso la Sua capanna. Ma più a lungo cammina, tanto più è oppresso dalla fame, alla quale si associa ora anche la sete. In lungo e in largo però non c’è altro che sabbia – soltanto qua e là ci sono sparsi isolati alberi storpi, i quali tendono come ammonitori i loro rami verso il cielo. Ma avanti, soltanto avanti! – Lui sente l'ammonimento, perché i Suoi passi sono spiati da esseri tenebrosi, esseri che vanno girovagando nel deserto e cercano vittime per il loro odio inestinguibile.

                       35.   Lenti diventano i Suoi passi, …e finalmente può calmare la Sua sete, Egli, infatti, giunge nelle vicinanze del gruppo roccioso dove è eretta la Sua capanna; – ora è a casa! A casa in una poverissima capanna!

 

                       36.   E a Nazareth, Maria dice: “Dove sarà Gesù? – Quanto era bello quando Lui era a casa!”.

                       37.   Ogni miseria scompare. – La Sua capanna viene avvolta da una Luce così chiara che Egli stesso se ne stupisce, ed una Voce esclama: “Figlio Mio! – Un nuovo Cielo è edificato e nuovo splendore e nuova Vita è il Frutto della Tua Volontà di Sacrificio! Perciò Ti prego: resisti, affinché Io e Te rimaniamo una cosa sola!”.

                       38.   Queste Parole suonano come accordi d’arpa, udibili anche per tutti gli angeli e spiriti e un eco ritorna: “Affinché Io e Te – rimaniamo una cosa sola!”. –

                       39.   Gesù si mette comodo davanti alla capanna e risponde: “Padre! Tu, Eterno! Tu, Vita di ogni vita ed esistenza! Tu preghi Me, il Figliuolo dell'Uomo? – Tu Ti preoccupi per Amor Mio e per la riuscita della Mia difficile Opera! E certo sei Tu stesso che qui opera e agisce. Perché Tu sei in Me, …ed Io …in Te! Come diventa ora tutto vivente intorno a Me! Io vedo tutto pieno di Vita e Movimento. Ogni Vita è un’unica Testimonianza da Te e di Te e diviene visibile a Me come Luce di raggiante Magnificenza! Ma questi Tuoi Cieli e tutte le magnificenze in essi Tu li consideri nulla; Tu vuoi soleggiarTi nel Cielo che Tuo Figlio Ti vuole erigere e costruire nel suo Territorio più interiore del cuore. Oh, perciò lasciaMi solo servirTi nel Mio completo interiore Amore del Cuore, vivere per Te ed essere Tuo, affinché non vi sia niente in tutta l'Infinità che possa separarci! La Tua Volontà sia la Mia e sia fatta in tutti i tempi! Amen!”.

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Scena ( VIII )

L’unione col Padre

                         1.      Ora Gesù vive in silenziosa dedizione e quiete, unito con la più sublime Vita di Dio; e la Sua Anima è rapita sempre di più dal terreno e dal materiale. Nessun desiderio, nessuna brama viene più risvegliata in Lui, e l'Amore eterno Gli si annuncia di nuovo e dice: “Figlio Mio, il Tuo Spirito di Sacrificio è ricambiato! Ciò che non è mai accaduto a nessun uomo, Tu l'hai potuto ricevere e gustare. Tutto ciò che ora hai accolto è provenuto da Me, dall'eterno Amore, e tuttavia è stato solo ciò che Tu hai sacrificato a Me nel più spontaneo Amore, e questo Te l'ho restituito riccamente benedetto, affinché germogli e cresca in Te a nuova Vita. – Tuttavia, il Tuo Compito non è ancora terminato, poiché deve essere rivelato ancora qualcosa di più grande, ma se Io sono in Te e Tu in Me, tutto il grande è piccolo, e tutto il piccolo è grande. Adesso, l’unico Mio ardente desiderio sei Tu! Come Padre proteggo il Tuo operare, e Ti esclamo: ‘Figlio Mio! Tu Figlio dell'uomo, completa la Tua Opera e riportaMi l'Uomo!’.”.

                         2.      Gesù ne è consapevole: ‘L'eterno Amore Mi mette davanti a nuovi compiti’, e se ne rallegra interiormente. – Ora ringrazia ancora una volta, si appoggia in spirito al Padre Suo, e in Lui è come se Egli stesso avesse cessato di vivere, ma la Vita del Padre ha ancora una volta rinnovato tutto. – Tutto in Lui è come nuovo, ma non estraneo. Ciò che prima in Lui era desiderio e struggimento, ora è soddisfazione e adempimento. E così, interiormente, Egli è un altro, e certamente è Lo stesso. “Padre…”, esclama Egli beato, “…che cosa hai fatto di Me! È quasi impossibile vivere in questa Vita meravigliosa!”.

                         3.      “Figlio Mio!”, riecheggia dentro di Lui, “Tu sei solamente ciò che hai fatto di Me, …in Te! Poiché, Tu ora porti in Te la Mia Anima e la Mia Vita! E, chi Mi cercherà, potrà trovarMi solamente in Te. Amen!”

                         4.      Ancora una volta Gesù percorre nello Spirito il Suo mondo interiore, ed altamente soddisfatto esclama: “Padre, …tutto ciò che Io ho trovato e contemplato in Me, è Opera Tua ed è compenetrato dal Tuo Spirito, ora nulla in questo mondo terreno ha ancora alcun diritto nel Mio interiore! Oh, fa che a Te appartenga completamente anche la Mia carne e il Mio sangue, affinché rimanga idonea fino al completo adempimento!”

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Scena ( IX )

L’ultima tentazione nel deserto, e poi splende la Stella di Betlemme

                         1.      Così passano i giorni, uno dopo l'altro. – Gesù quasi non se ne accorge, si cerca miele e radici per calmare la Sua fame, visto che ha ancora altri bisogni, …fino a quando vengono nuovamente da Lui, Pio e Horeb, e portano con loro uno spirito caduto molto profondamente in basso.

                         2.      “Signore!”, dice Pio. “Nella consapevolezza di renderTi un servizio, io porto con Horeb questo fratello smarrito e perduto. Egli sostiene di conoscerTi e ride della nostra stoltezza, poiché ci sforziamo, secondo le Tue parole, di essere utili agli altri. Costui sostiene che Tu sei certamente il Bramato, ma avresti perduto la partita perché non hai vinto Lucifero!”

                         3.      Gesù risponde: “Pio! Io ti dico: gli stolti sostengono di aver sempre ragione; ma non importa cosa Io sostengo, né cosa faccio! Ogni asserzione, infatti, è solo un’opinione, ma ancora nessuna vera vita. La Mia vita interiore è contrassegnata dal Mio Operare e dipende solamente dal Mio eterno Padre. Quello che Egli vuole, Io lo faccio e lo manterrò anche in avvenire!”

                         4.      “Così l’ho asserito anch’io giustamente”, dice Pio. “Ma costui vuole misurarsi con Te. Ogni insegnamento da parte mia è rimasto senza successo”.

                         5.      “Mio caro Pio”, dice Gesù, “lascia anche questo a Me. Non volevi anche tu misurarti con Me, e tuttavia siamo diventati buoni amici?”

                         6.      “Sì, mio caro Gesù”, risponde Pio, “ma io temo per Te! Infatti, costui non vuole provarTi nella Tua Forza e nella Tua Sapienza, ma nella Tua Pazienza, nel Tuo Amore e nella Tua Fiducia in Dio”.

                         7.      “Fratello Mio”, dice dolcemente Gesù, “finché ti preoccupi per Me, fino ad allora tu non Mi conosci, e con questo incoraggi i Miei avversari. In tal modo non danneggi Me, ma tanto più te, poiché ciò che è ancora preoccupazione in te, può e deve diventare certezza: chi sono Io e cosa sono per te! – Solo allora è posto in Te il saldo fondamento, e su questa roccia devi costruire e fondare per te la tua opera della vita; in questo, Io ti fortificherò e sosterrò!”

                         8.      “O Signore! Tu fai di me un eterno debitore!”, esclama Pio. “Oh, perdonami, perché non ho fatto di più per Te!”

                         9.      “Allora va e recupera il perduto”, dice Gesù, “e Dio te lo ricompenserà! Ma questo poveretto[5], completamente influenzato da Satana, non vogliamo respingerlo da noi. Perciò potete rimanere del tutto tranquillamente vicini a Me e vi sarà rivelato lo Spirito dell'Amore e della Pazienza”.

                       10.   Pio e Horeb si tirano indietro dal beffardo sghignazzante e si stupiscono della sua sfacciataggine. Egli guarda Gesù come uno che sta in agguato.

                       11.   Gesù riconosce: ‘Costui Mi metterà alla prova!’, – e nel Suo Cuore si ridesta il riconoscimento per la fame, per la sete e per tutta la sofferenza animica della tenebra spirituale, tenebra che vuole insinuarsi in Lui dall'esterno. In Lui si fanno sentire nuove forze, per testimoniarGli: l'eterno Amore Mi mette davanti a nuovi Compiti! Ed è con gioia che esclama: “Padre, sono pronto!”. – Ora stende ampiamente le Sue braccia; nello Spirito abbraccia tutti gli uomini e tutti gli spiriti, e pregando, benedice la Terra con i suoi abitanti.

 

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                       12.   Ora segue la tentazione com’è descritta dagli uomini chiamati da Dio – [Matteo 4,1-11 e Luca 4,2-13]. E poi, finalmente, …il tributo alla Terra è pagato! Nessun potere della Terra, nessun potere dell'oscurità può più osare di misurarsi con Colui che è diventato un Maestro. Un Maestro di ogni Vita. Perché Egli domina in Sé tutto ciò che si oppone alla Vita proveniente da Dio. Ora per Lui non esiste più nessun nemico, poiché Egli ha vinto tutto ciò che è terreno, e tutto il Suo interiore è consacrato alla Vita dell'Amore!

                       13.   Attraverso tutti i Cieli va un Giubilo e un Tripudio! ‘La Stella di Betlemme’, infatti, splende a tutti gli esseri annunciando: ‘Solo in questa Luce e in questa Vita può venire a voi la vera Pace!’. Amen!

 

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[1] Come noi sappiamo dalle rivelazioni di Lorber e di Swedenborg, nel mondo dello spirito tutto intorno all’anima si manifesta visibilmente all’esterno ciò che si pensa e si percepisce interiormente.

[2] Verso nord, come rispondenza di uno stato completamente freddo e senza luce.

[3] A conferma del trasferimento su altri mondi dopo la dipartita dalla Terra, vedi B.Dudde dettato n.4590.

[4] Come rispondenza: incontro al Sole sorgente.

[5] Tra le tante Comunicazioni donate dal Signore, una in particolare si riferisce alla tentazione del deserto a chiarimento delle caratteristiche dell’interlocutore citato nei Vangeli di Matteo 4,1-11 e Luca 4,2-13. Veniamo così a sapere che egli non è Satana come viene considerato dagli esegeti, anche se nel Vangelo viene così apostrofato da Gesù, ma è soltanto uno spirito posseduto da Satana, ovvero quello di Nabucodonosor [cfr “Spiegazioni ai testi biblici cap. 8,39], così come qui attraverso Seltmann viene confermato. [cifr. "GVG" vol.9 cap.134 di J.Lorber]