Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

Libretto  XXIII

 

Giovanni l’apostolo come nuova guida

( II parte )

Giovanni in predicazione a Gerusalemme e ad Efeso

Morte di Maria e di Giacomo

 

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Titolo originale : ‘ERLEBNISSE  MIT  JESUS’

 

Edizione in lingua italiana a cura del gruppo:

Amici della nuova Luce   -   www.legamedelcielo.it

ISBN  978-88-98788-30-9

Copy©right Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione

Traduzione di Antonino Izzo – 2018

Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione

Via Vittorio Veneto, 167 - 24038 Sant’Omobono Terme  (Bergamo)

Tel./Fax: 035.851163 - Cell.: 347.1041176

E-mail:  damianofrosio@tiscali.it

Sito casa editrice: www.gesu-lanuovarivelazione.com

Sito:           www.jakoblorber.it

 

 

[commento al libro XXIII]

 

INDICE

 Cap. 1           Premessa

 Cap. 2           Colloquio con un sacerdote persiano e due mercanti persiani

 Cap. 3           In Gerusalemme Giovanni consola dei nuovi fratelli

 Cap. 4           Il mondo dell’aldilà confermato da un ora di visioni

 Cap. 5           Una grande retata di schiavi per liberarli, e Gesù li benedice

 Cap. 6           Morte di Maria e di Giacomo

 Cap. 7           L’interiorizzarsi di Giovanni e la presenza di Gesù

 Cap. 8           Giovanni in Efeso – Insegnamenti eretici del sacerdote Boétos

 Cap. 9           Maternus è la nuova guida in Efeso – Boétos si indurisce, poi capitola davanti all’amore e a Gesù

 Cap. 10         Viaggio per mare da Efeso a Smirne e la terribile tempesta

 

 

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Cap. 1

Premessa

                         1.      Il tempo che Giovanni è stato con Gesù, è stato il più lungo. Gesù ha compiuto la Sua Opera, quella della Redenzione, ed i discepoli hanno seguito le orme del loro Maestro. Per loro sono ore edificanti, quando ripensano ai tempi vissuti con il loro Maestro. Ora la serietà del presente porta come conseguenza altre esperienze. Se con Gesù avevano vissuto delle Magnificenze, ora sperimentano dei Cieli che edificano in se stessi nell’Amore e nello Spirito del loro Maestro. Visioni ultrameravigliose e Rivelazioni sono la conseguenza della loro vita d’amore che ora si manifesta. Il fatto che la madre Maria si trovi di solito presso Giovanni in Gerusalemme, vi contribuisce molto, mentre gli altri fratelli vanno di città in città, di paese in paese, equipaggiati con la Forza del Maestro; invece Giovanni rimane spesso in Gerusalemme e per tutti è: fratello, sacerdote e servitore.

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Cap. 2

Colloquio con un sacerdote persiano e due mercanti persiani

                         1.      La vita lo ha messo su un gradino dal quale può parlare e servire tutti e, per i suoi fratelli, se talvolta capitano in una brutta situazione, diventa nel senso più vero della parola il rappresentante del Maestro.

                         2.      Più intimamente è legato con Giacomo, il fratello del Signore, poi con Pietro. L’intera comunità oltre a Giacomo non ha con nessun altro una così gran confidenza che proprio con Giovanni. Così è comprensibile che la casa di Maria diventi una casa dell’Amore ed un luogo di salvataggio.

                         3.      Quanto sono irritati i sacerdoti quando devono sperimentare, come gli affamati d’amore e di verità vanno continuamente nella Casa dell’amore. È fatto qualche tentativo per distruggere l’odiata dimora, ma sempre senza successo. Giovanni, grazie al provvedimento di un romano, ha ottenuto che alcuni soldati romani fossero messi in questa casa per la protezione.

                         4.      Sempre più grandi diventano i compiti dei fratelli, ma anche continuamente la miseria di coloro che cercano. I fratelli sono spesso lontani per settimane, anzi per dei mesi, allora Giovanni ritiene ancora di più suo dovere rimanere in Gerusalemme.

                         5.      Ancora una volta tutti i fratelli sono in viaggio. In questo tempo vengono da Giovanni dei mercanti forestieri dalla lontana Persia per conoscere alla fonte, la Verità e la vivente Forza che essi hanno sentito descrivere in Persia con eloquenza grande. A loro si è associato un sacerdote pagano persiano di nome Karsna. Anche costui tiene assai seriamente alla Verità.

                         6.      Giovanni nel suo amore accoglie questi uomini, e presto è trovato il giusto contatto che li unisce tutti. Maria, che è giusto presente, viene invitata da Giovanni di rimanergli a fianco aiutandolo nel caso ce ne fosse bisogno.

                         7.      Il sacerdote pagano va senza preamboli diritto allo scopo e domanda:  “Che cosa c’è con Gesù che deve essere risorto dai morti? Chi è Sua madre e chi Suo padre, e come ha trascorso la Sua giovinezza? Corrono così tante voci su quest’Uomo. Vorrei volentieri venire a sapere la Verità”.

                         8.      Risponde Giovanni: “Ecco qui, questa è Maria Sua madre. La generazione e la nascita di Gesù è però un miracolo grande”.

                         9.      Come Giovanni tace, il sacerdote continua a domandare: “Perché Miracolo? Non è ogni nascita di un uomo un Miracolo?”.

                       10.   Dice Giovanni: “Certo, ma intorno a Gesù c’è ancora un mistero che l’intelletto anche il più assennato non afferrerà mai completamente. Già i profeti hanno profetizzato la Sua Venuta ed hanno annunciato che Egli sarebbe nato da una Vergine; e così è anche accaduto”.

                       11.   Dice il sacerdote: “Amico, come devo comprendere questo? Noi siamo certo uomini esperti!”.

                       12.   Risponde Maria: “Amico che vieni da lontano, per quanto possa sembrare incredibile, io ho concepito Gesù senza l’intervento di un uomo e Gli ho anche dato la vita senza dolore. Mi fu data la Promessa mediante un angelo che divenne visibile ed udibile. Ero quasi ancora bambina e non comprendevo né l’angelo né in seguito gli uomini che mi facevano notare la mia condizione. Allora fu per me un tempo amaro ed il tempio fece di tutto per far luce sulla situazione, poiché ero stata allevata nel tempio ed affidata poi al vecchio Giuseppe per la tutela.

                       13.   Dovemmo bere l’acqua maledetta[1], e poiché non ci causò nessun danno, divenne evidente la nostra innocenza. Quando il piccolo Gesù nacque, vennero anche dei vostri connazionali ed onorarono questo fanciullo come un re. Gesù crebbe come gli altri fanciulli; ma già a due anni parlava dalla sapienza più grande come uomini versati. È impossibile raccontare tutto questo in breve tempo. Ma la cosa più importante non è la Sua Persona, bensì lo Spirito dimorante in Lui”.

                       14.   Replica il sacerdote: “È senz’altro difficile credere questo, ma a mio parere la persona è tanto importante quanto lo Spirito del Quale Egli è stato animato. Ma prego di non avercela a male per il mio dubbio. Su di Lui si raccontano cose incredibili, perciò io non temo nessun sacrificio per venire a sapere la Verità”.

                       15.   “Amico, sii rassicurato”. – Risponde Giovanni. – “Noi ti serviamo nello Spirito di Gesù ed abbiamo soltanto un desiderio, che tu possa comprenderci precisamente. Riguardo alla Nascita di Gesù in tempi lontani sarà da annoverare tra i dubbi. Noi tutti però siamo stati testimoni della Sua Vita, del Suo Agire ed Operare. Tuttavia sarà per te e tutti gli altri molto più difficile afferrare la Sua Essenza ed il Suo Spirito, di come lo fu una volta per noi. Noi abbiamo contemplato la Sua Umanità come la Sua Magnificenza che Egli ci ha rivelato, ma non in parole, bensì veramente in fatti. Voi che siete venuti per conoscere la Verità su Gesù, siete voi stessi compenetrati dalla Verità se Gli rendete possibile di accogliere ed accettare il Suo Spirito. Questo Spirito è Amore, Amore e sempre di nuovo Amore; ma non un Amore che è cieco, bensì accoppiato con la più sublime Verità. Quando gli uomini s’incontravano con Gesù, spesso la Sua Umanità provocava scandalo. Voi che conoscerete soltanto il Risorto, e precisamente secondo lo Spirito, non avete più nulla a che fare con la Sua Umanità”.

                       16.   “Amico mio”, – dice il sacerdote, – “è assai incoraggiante per noi se ci dai la promessa di conoscere Questo risorto. Per te questo è facile; ma per noi sorge di nuovo la domanda: questo Gesù Risorto è Lo stesso che voi avete conosciuto come Gesù uomo? Molte forze si manifestano nella natura esattamente come nel soprannaturale”.

                       17.   “Qui devo darti ragione”, – risponde Giovanni, – “ma chi ha vissuto con Lui come noi per degli anni, ha vissuto la Sua Morte e la Sua resurrezione, non s’inganna più. Ma la cosa più importante ancora non è che noi siamo convinti della Sua resurrezione dai morti, bensì che ci colma il Suo Spirito, Spirito che Egli ci ha promesso molto tempo prima della Sua morte. Ottenere questo Spirito è la cosa più importante; perché in questo Suo Spirito perviene a me ed a noi tutti, la Forza e la Sapienza Sua. Se una volta hai sperimentato questo su ed in te, allora cessano tutte le domande su Gesù, perché allora hai accolto la sua Vita con il Suo Spirito e sei diventato un uomo nuovo. Che cosa significherebbero anche tutte le Verità senza il Suo Spirito, e che cosa sarebbe la fede in Lui, se non foste rianimati da Lui! Nulla potrebbe soddisfarvi a lungo; ma nello Spirito e nella Vita di Gesù ogni vita ha ottenuto un nuovo valore, e le questioni dell’Eternità sono risolte”.

                       18.   Il sacerdote replica: “Ma nessuno che è morto è tornato indietro, e finora siamo rimasti senza nessuna speranza”.

                       19.   “Non noi, cari amici”, – risponde Giovanni, – “la morte, infatti, ora non ci spaventa più. L’Amore di Gesù per tutti coloro che credono in Lui e vivono nella Sua Dottrina ha vinto la morte, ed ha promesso loro una Vita eterna. Questa Vita eterna però non è rivelata soltanto dopo la nostra morte del corpo, bensì già qui durante la nostra vita terrena; e voi potete essere sicuri che tutte le Porte nell’aldilà mi sono aperte”.

                       20.   Dice un altro: “Amico, quello che tu ci dici non si è ancora sentito. A te devono stare aperte tutte le porte nell’ignoto aldilà? Come dobbiamo comprendere questo?”.

                       21.   Risponde Giovanni: “Non diversamente da com’è data a me in ogni momento la possibilità di guardare coloro che dimorano nell’aldilà. Ti stupirai se ti dico che sei accompagnato da un giovane uomo che ti ha molto amato. È il figlio di tuo fratello; egli ha perduto la sua vita in un incidente coi carri che ti sorprese durante un viaggio. Tu stesso ne soffristi poco danno. Ma fosti inconsolabile, poiché avevi promesso a tuo fratello di badare scrupolosamente a suo figlio”.

                       22.   “È vero, questo mi è effettivamente accaduto”, – conferma il mercante, – “ma mi è inspiegabile come tu possa sapere questo, e… che questo mio Karkas, profondamente compianto, sia sempre presso di me!? Sapere questo è per me un mistero”.

                       23.   Dice Giovanni: “Se questa prova ti è ancora troppo poco, allora sappi: questo Karkas che ti accompagna ti manda a dire di non concludere nessun affare con i templari, perché tu verrai usato per una grande cattiveria”.

                       24.   Dice il mercante al sacerdote: “Ascolta, amico Karsna, che cosa si deve ora credere? Adesso non devo nemmeno concludere l’affare con i templari, per il quale mi sono così adoperato; che cosa dici tu ora di tutto questo?”.

                       25.   “Mi trovo davanti ad un grande mistero”, – risponde Karsna. – “se si avvera tutto ciò che dice questo discepolo, allora ogni ricerca per un'altra Verità non ha più nessuno scopo, quindi siamo alla meta del nostro desiderio. Ma fatti rivelare ancora di più dal discepolo, perché io ne ho il più grande interesse”.

                       26.   “Non ammetto di rivelare ancora di più!”, – dice Giovanni, – “O voi credete a queste prove datevi, oppure non lo fate! Se v’interessa seriamente la Verità, allora questo poco vi sia già più che sufficiente, perché io non sono qui per chiacchierare di cose spirituali, ma per annunciare la Vita proveniente da Dio. Poiché tu sei un sacerdote, ancora una volta ti dico: lasciati afferrare da questa Verità e porterai la Vita proveniente da Dio alle anime a te affidate. Finora la superstizione e l’ignoranza di questi uomini non ti hanno ancora spinto seriamente alla Verità; ma come puoi esistere se alcuni tuoi membri pretendessero ora da te delle prove, come tu le hai pretese da me? Io non ho bisogno di temerli, perché sono in possesso dell’eterna Verità. Ma che cosa puoi offrirmi tu come prove se ti domando dei tuoi dei e dei morti che hai amato? Io con questo penso a tua moglie che non hai potuto convincere della verità dei tuoi dei e che nell’aldilà non è ancora giunta alla Sorgente della Vita”.

                       27.   “Che uomo sei che conosci anche questo?”, – dice Karsna. – “La credevo morta, e tu dici che non è ancora arrivata alla Sorgente della Vita!”.

                       28.   Dice Giovanni: “Amico, la Vita proveniente da Dio mi fornisce questo come prova per voi. Pensate che legga i vostri pensieri? Allora avete ragione. Io però non conosco soltanto i vostri pensieri, ma anche cose del vostro passato, alle quali non pensate più da qualche tempo. Per esempio, tu che ancora mai ti sei dato la pena di afferrare la vita dei tuoi déi, non puoi lavare i peccati della tua gioventù e fino ad oggi non sai ancora perché i tuoi figli hanno gli occhi così malati. Quanto si lamentava tua moglie di questa disgrazia. Invece ne sei stato tu stesso la causa. Non hai mai riflettuto che in gioventù accecavi gli uccellini catturati e ti divertivi grandemente quando gli uccelli ciechi non sapevano più dove volare? Non ti è mai venuto in mente che un tale animale doveva anche cercare il cibo e così ora non lo poteva più trovare?”.

                       29.   “Tu sai anche questo?”, – dice il sacerdote. – “Sono quindi le sciocchezze della mia gioventù la causa del perché i miei figli hanno gli occhi ammalati? Oh, quanto è crudele il destino; i miei figli devono espiare la stupidità del loro padre!”.

                       30.   Dice Giovanni: “Non parlare di destino, ma pensa alle eterne Leggi di una Divinità! L’eterno Iddio e Creatore del Cielo e della Terra che si poteva manifestare in Gesù, il Figliuolo dell’Uomo, ci ha fatto conoscere ancora molto di più. Anche a te sia detto che soltanto l’eterno Iddio può guarire gli occhi dei tuoi figli, se credi in Lui e vuoi riparare secondo la Sua Volontà tutto ciò che hai trascurato di fare nella tua vita”.

                       31.   Risponde Karsna: “Amico, qua la mia mano, io voglio credere, anche se tutto dovesse rivolgersi contro di me! Tu conosci i miei pensieri e sai che sono sincero, e questo perché, perché hai ben accertato dei fatti, ma non mi fai nessun rimprovero, ma mi assicuri perfino la guarigione. Ti ringrazio per questo e fammi conoscere la Sua Dottrina!”.

                       32.   Risponde Giovanni: “Presto verrai a sapere della Dottrina, ma dapprima vorrei venire in chiaro con i tuoi amici, infatti, anche loro sono venuti per amore di Gesù”.

                       33.   Ora uno dei mercanti dice a Giovanni: “Amico, è per me una grande gioia che sono finalmente arrivato ai gradini del vero Tempio di Dio. Per questo non ho bisogno di chiedere niente, ma soltanto di ascoltare. Tutto ciò che hai detto ai miei amici, è come se lo avessi detto a me, e perciò è per me una gioia ringraziarti, perché sei stato così sincero e non temi di dichiarare la Verità al nostro sacerdote. Ora lui ti ha ringraziato, e che mantenga anche la sua promessa fatta ne sono convinto, io lo conosco. Che sua moglie però non debba essere ancora alla Sorgente della Vita è doloroso, ma che cosa si può fare, lei veramente non vive più?”.

                       34.   Dice Giovanni: “Non più secondo il corpo, tuttavia lei ha la vita secondo lo spirito e l’anima, proprio come noi, con la sola differenza che noi portiamo ancora la carne, l’involucro della nostra anima. Anche lei, mediante la Grazia di Dio, è qui insieme e testimone di ciò che è stato detto. Un Dio che è Amore e Vita, non ha nessun piacere nella rovina delle Sue creature. Con la Sua incarnazione in Gesù Egli ha creato dei mezzi e delle vie, affinché anche coloro che non potevano conoscere il Messaggio del Suo Amore e della Sua Dottrina, si possano rivolgere a Lui. Perciò siate senza preoccupazione per coloro che vivono sotto la Sua Protezione, ma preoccupatevi piuttosto di voi stessi, affinché afferriate e riconosciate la Vita, ed in questa conoscenza, impariate una buona volta a conoscere voi stessi! L’uomo com’è adesso va incontro alla sua rovina, se non si ritrova in Dio. Ma ritrovarsi in Dio significa: cercare Dio e la Sua Verità e rimanere poi in questa Verità trovata. Se l’uomo è fino a questo punto, allora gli è aggiunto ciò che gli serve per il suo ulteriore sviluppo, attraverso lo Spirito della Grazia che procede come una Sorgente proveniente dalla Verità di Dio. Nessuno può mai dire che ne sia stato svantaggiato”.

                       35.   “Questo ti è riuscito bene con l’Aiuto di Dio, caro amico; ogni parola, infatti, è penetrata nel mio interiore come una Verità. Soltanto sulla moglie di Karsna sono ancora allo scuro”.

                       36.   Risponde Giovanni: “Accontentati della Verità che ti è divenuta Verità, poiché sappi: non è bene sapere troppo in una volta. Credi in Gesù che è risorto dai morti; perché tu sei venuto per amor Suo, ed io ti dico che oggi sperimenterai ancora molte cose meravigliose”.

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Cap. 3

In Gerusalemme Giovanni consola dei nuovi fratelli

                         1.      Maria entra nella stanza: “Giovanni, sono venuti ancora dei fratelli; li riceverai oppure devono ritornare un’altra volta?”.

                         2.      “Oh, no, madre Maria, portali pure dentro, questi fratelli sono predisposti e non sono più degli estranei”.

                         3.      Maria allora porta quattro fratelli da Giovanni che lui saluta in maniera affettuosa. Allora dice uno: “Giovanni, non posso più andare avanti; sono senza appoggio e sostegno. Ora anche i miei figli sono diventati vittime dei templari. Che cosa devo fare?”.

                         4.      Risponde Giovanni: “Fratello, prima di tutto non rammaricarti e non perderti in lamenti. Non ti ricordi più delle magnifiche dimostrazioni del Suo Amore e ti sei dimenticato che il nostro meraviglioso Maestro con il Suo Amore, Potenza e forza è superiore a tutta la cattiveria dei templari? Oh, fratello, quanto stai piccolo ora dinanzi al nostro Dio e Salvatore Gesù”.

                         5.      “Sì, Giovanni, hai ragione e fai anche bene a dirmi questo; ma vedi, la miseria e la sofferenza sono più grandi che tutto il mio sapere”.

                         6.      “In questo caso ti sbagli, caro fratello, perché la miseria e la sofferenza devono guidare appunto interiormente su gradini che rivelano delle magnificenze ancora maggiori. Tu dici di essere senza sostegno, ma in ciò non rifletti che tu stesso hai interrotto il sostegno e l’appoggio del Signore. Proprio in queste ore di prova si tratta di attenersi più che mai al Signore e rendere viventi le Sue Promesse. Non ha Egli detto che non vuole lasciare né trascurare nessuno; non ha Egli detto che vuole adempiere ogni preghiera se viene espressa nello Spirito Suo? Guarda, la nostra casa è visitata per la maggior parte da seguaci del Suo Amore e da coloro che Lo cercano. E ciò nonostante non è ancora mai successo che un templare abbia potuto disturbare la nostra pace. Puoi immaginarti perché succede questo? Te lo voglio dire io: perché ci siamo affidati completamente al Signore”.

                         7.      “Giovanni, ti credo; ma che cosa devo fare affinché i miei figli siano nuovamente liberi?”.

                         8.      Risponde Giovanni: “Rimanere completamente calmo, fratello, e restare in costante collegamento col Signore; ed ora stai tranquillo e libero interiormente dalla paura; perché il Signore può intervenire efficacemente soccorrendo soltanto là, dove Gli si dimostra piena fiducia”.

                         9.      I mercanti che hanno sentito ogni parola, chiedono ora a Giovanni di che cosa si tratta veramente. Giovanni spiega ai forestieri come il tempio, con i suoi sgherri, vada sempre in cerca di perseguitare e sterminare i seguaci della Dottrina di Gesù.

                       10.   “Questo fanno i vostri sacerdoti?”, – s’indigna il mercante. – “Dove rimane il vostro diritto come cittadini nella città di Dio?”.

                       11.   “Oh, fratelli”, – replica Giovanni, – “il tempio si prende ogni diritto. Noi giudei siamo impotenti di fronte alle macchinazioni dei templari, ad eccezione di coloro che si sono affidati totalmente al Signore. Ma perfino là sono da attendersi le più grandi prove. Soltanto con la Grazia donataci da Dio ci è possibile sfuggire alle insidie e quindi non portare i templari in un giudizio ancora maggiore”.

                       12.   “Come giudizio maggiore?”, – domanda il mercante. – “Perché non ricorrete all’auto difesa? Quello che osano i templari, lo potete fare anche voi”.

                       13.   “No!”, – dice Giovanni. – “Questa non è la Volontà del Signore, le Sue Parole sono univoche e chiare: siate prudenti e senza falsità, allora sarete giusti. Convertire un sacerdote non è nostro compito, poiché il Signore stesso ha fatto tutto il possibile in questo riguardo; ma noi siamo al sicuro nel Signore, se siamo completamente del Suo Spirito. Qui in questo fratello proprio questa prudenza non è stata impiegata, infatti, è un’impossibilità per coloro che sono uniti col Signore che Egli lasci andare a fondo i Suoi figlioletti”.

                       14.   Dice il fratello: “Giovanni, non giudicare in modo sbagliato la situazione; nonostante la massima prudenza dei miei figli, un traditore si è infiltrato fra i credenti, diversamente non si può spiegare”.

                       15.   Interviene il mercante: “Amici, mi preme di sapere anche qui la verità; non si può dunque portare aiuto?”.

                       16.   Risponde Giovanni: “Certamente che si può aiutare, migliaia di fratelli sono stati liberati con l’Aiuto del Signore, ma per questo ci vogliono cuori coraggiosi”.

                       17.   Dichiara il mercante: “Io tenterei! Nessun sacrificio mi sarebbe troppo grande; perché anche i templari sono soltanto uomini, e quello che possono loro, deve essere possibile anche agli altri”.

                       18.   Continua Giovanni: “Fratello, dici sul serio? Saresti pronto ad ogni sacrificio? Sì, vedo in te che sei pronto, ed ora sii assicurato che il Signore può adoperare anche te per questa grande Opera di soccorso”.

                       19.   In conseguenza di ciò il fratello si avvicina piangendo al mercante e dice con eccitazione: “Oh, amico, se ti riuscisse a liberare i miei figli, come potrei ringraziarti!”.

                       20.   “Non devi parlarne con me, caro amico; se,infatti, oso qualcosa, allora lo faccio soltanto per amore di Gesù, perché qui ho potuto conoscere la Verità su di Lui. Il Suo Spirito e la Sua Essenza sono a me ancora estranei; soltanto questo io ho afferrato, che Egli deve essere infinito Amore, altrimenti non troverebbe preoccupazione e cura affinché tutti pervengano alla Sua Vita. Ma te, Giovanni, ringrazio particolarmente, perché sei sincero e nel tuo amore non risparmi nemmeno i tuoi fratelli e riveli chiaro e tondo ciò che giustifica il Signore”.

                       21.   “Hai detto bene”, – dice Giovanni. – “con l’Aiuto del Signore ti riuscirà anche di compiere l’opera di soccorso. Sul come, dobbiamo ancora pazientare. Ma tu sii ringraziato già in anticipo per la tua intenzione; ed ora lasciate stare tutto ed appoggiamoci completamente al Signore: Egli ci farà conoscere ogni cosa. Ora però vogliamo dapprima consumare un piccolo pasto, affinché i nostri corpi siano fortificati. Facendo questo anche gli altri devono prendere la parola”.

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Cap. 4

Il mondo dell’aldilà confermato da un ora di visioni

                         1.      Maria ha insistito per preparare un piccolo pasto; ed in quell’istante viene nella stanza dove siedono i fratelli e dice: “Fratelli, venite e prendete con noi del cibo; l’Amore mi ha ordinato di prepararlo. Voi forse già per la giornata intera non avete mangiato nulla”.

                         2.      “Hai ragione!”, – conferma il sacerdote Karsna. – “Nell’impulso verso la Verità non abbiamo percepito la fame, ma ora già la sentiamo molto”.

                         3.      Durante il pranzo, il sacerdote Karsna viene ancora una volta a parlare dei defunti e dice: “Amici, non prendete a male la mia preghiera; io non riesco a venire in chiaro su ciò che ho sentito di mia moglie”.

                         4.      “Ed io con Karkas”, dice l’altro.

                         5.      Risponde Giovanni: “Amici, presto il terreno sarà maturo per ulteriori Rivelazioni, concedetevi il tempo! Dapprima saziatevi e gustate un sorso di vino, affinché il vostro spirito sia ravvivato”.

                         6.      Giovanni non è subito compreso, ma quando il vino fa il suo effetto, si accorgono che cosa egli intendeva. Essi diventano loquaci e pieni di vita. Ciò non di meno Giovanni smorza il loro entusiasmo e dice: “Fratelli miei, potete ora comprendere che a Colui al Quale dobbiamo tutto, posso io portare pienissima fiducia? Colui che ci ha dato questo vino e ci può rendere lieti e felici, non potrebbe fare ancora di più? O fratelli miei, che cosa è la nostra vita rispetto alla Vita proveniente da Dio, e che cosa sono tutte le cose della nostra vita rispetto alle cose che in Dio rimangono in eterno nostra proprietà! Per me non esiste più nessuna separazione fra l’aldiquà e l’aldilà; perché entrambi mi sono dischiusi: l’aldiquà mediante la Dottrina di Gesù e l’obbedienza verso la stessa, e l’aldilà mediante la Grazia che sperimentiamo giornalmente con ed attraverso il Signore.

                         7.      Voi lamentate la morte del Signore. Per noi invece la Sua morte è l’espressione del Suo eterno Amore. Senza la sua morte nessuna vita sarebbe pensabile in eterno, e la Sua Dottrina dell’Amore si appiattirebbe e non produrrebbe nessuna Vita. Ma così Egli è Vincitore su ogni morte ed ogni giudizio ed ha apposto ad ogni Vita l’impronta dell’Eternità. Ma chi si può far strada attraverso i mezzi di Grazia del Suo Amore per il sommo Amore, costui porterà anche la somma Vita in sé, ed il Signore, come la Vita stessa, si dichiarerà sempre più a coloro che hanno in sé la Sua Vita e la rappresentano all’esterno. In questa vita il Signore ha tolto i confini fra l’aldiquà e l’Aldilà, secondo l’Amore della Vita sorta nello Spirito, e così Egli vuole che attraverso la Sua Grazia voi scorgiate tutti coloro che vi sono uniti nell’amore e possiate intrattenervi con loro”.

                         8.      Allora gli amici scorgono tutti quelli che volevano dir loro così tante cose. Dopo un’oretta, i loro occhi sono nuovamente chiusi.

                         9.      Il mercante dice: “Giovanni, non ci vogliono altre parole; io rimango con il mio proponimento e ne sono stato perfino rafforzato. Karkas è completamente trasformato con il tuo insegnamento e, se può, egli vorrebbe rimanere presso di te. Egli non è disponibile per il tempio; là dimorano cornacchie nere e canaglie rosso sangue. Se ora posso considerare quest’ora come un Dono del Salvatore miracoloso, allora, caro Giovanni, – qui hai tu la mia mano – io rimango tuo”.

                       10.   Dice Karsna: “Giovanni, non oso più esprimere desideri o qualcosa di simile; perché quello che ho visto, è stato prima pieno di paura e poi più tardi bello, Ora non so: siamo più fortunati noi oppure coloro che sono tornati a Casa? Noi, perché ci stanno ancora aperte le vie delle Grazie, oppure gli altri, perché le hanno superate. La Via e la Grazia per noi sono cose del tutto nuove; ma a loro tutte le porte sembrano essere chiuse, perché la loro sorte è soltanto lamento e pentimento. Certamente un portatore di Luce mi ha fatto delle promesse, ma ha fatto rilevare che costerà ancora molta fatica ed abbondante buona volontà; poi è diventato luminoso e pieno di Sole”.

                       11.   Il fratello, preoccupato, nel frattempo sorride delicatamente e dice: “Fratelli, siamo degli stolti che ci preoccupiamo. Oh, quale impulso nel mondo dell’aldilà; mai avrei creduto che avessimo tali soccorritori; peccato che non possiamo vederli sempre. Allora non saremmo così scoraggiati”.

                       12.   Dice Giovanni: “Fratelli, non per nulla il Signore prodiga la Sua Grazia. Oltre a ciò anch’Egli ha le Sue Intenzioni. Dapprima con te, caro fratello che sei da gran tempo iniziato nella Sua Dottrina e Conduzioni di Grazia; purtroppo però ti è venuto poco in mente che devi dare dapprima il diritto ed anche i mezzi ai soccorritori spirituali: il diritto, essendo tu sempre pieno di fede e fiducia, ed i mezzi, confermando l’Amore del Signore. Nel riconoscimento affluiscono dal tuo cuore Forze di Vita, e soltanto da queste Forze di vita gli aiutanti spirituali possono esserti soccorritori.

                       13.   Anche a voi altri fratelli, che avete potuto guardare per la prima volta dietro la cortina della tomba, io testimonio che i viventi nell’aldilà vivono in un mondo del tutto diverso. Da un lato noi uomini viviamo nel mondo di Grazia del Signore, mondo che Egli ci ha dischiuso mediante la Sua morte e Resurrezione, dall’altra parte i deceduti vivono nel loro mondo o dell’amore che hanno portato con sé nell’aldilà. Sì, portato con sé, cari fratelli, perché nell’aldilà nessuno, nemmeno noi, potremo avere di più di quello che portiamo dalla Terra come bene spirituale. Gli uomini che non hanno mai potuto conoscere niente del Signore, là verranno ammaestrati, ma sul loro terreno e nella loro sfera. Ora però è molto difficile allontanare qualcosa da sé in modo da esserne libero. Infatti, da dove prendo i mezzi qui, giacché dipendo soltanto da ciò che ho portato con me? Noi uomini abbiamo in questo mondo di Grazia ancora le nostre mani ed i nostri piedi e, soprattutto, fratelli e sorelle: mediante la Grazia ci è offerta l’occasione di esercitarci nell’amore. Attraverso questo amore attivo crescono i nostri mezzi e forze di genere spirituale e rimangono nostre per l’eternità.

                       14.   Tua moglie, Karsna, è difficilmente accessibile: i suoi vecchi dei sono come marchiati a fuoco nell’anima sua e ci vorranno ancora molti richiami, prima che se ne spogli. In genere non immaginatevi che il Signore esaudisca a noi come ai deceduti senz’altro ogni desiderio, oppure passi sopra le Sue proprie, eterne Leggi. La Legge più grande che il nostro Dio stesso si è fatto propria, è quella che Egli mai impone ad un uomo o essere spirituale la Sua Volontà, anche quando soffre i più grandi dolori, oppure si mette su un terreno a Lui ostile. Egli rimane fedele e può intervenire soccorrendo soltanto là, dove il cuore si rivolge a Lui nel libero amore. Anche noi uomini non possiamo fare altro che pregare e ringraziare ed essere attivi nell’amore fraterno. In tutto il nostro fare la nostra mira però sia sempre rivolta al servire, come il Signore e Maestro ha servito noi uomini, e di lottare per lo Spirito che Egli ci ha fatto come eterno Dono sul Golgota”.

                       15.   I fratelli rimangono ancora a lungo, ed alla separazione dice il mercante: “Giovanni, prima che io prosegua il viaggio, tu devi sapere che mi sforzerò di servire il Signore e Maestro. Le tue parole sono in nessun caso Parole umane, e le Rivelazioni non sono sorte dalla tua volontà, ma sono pura Opera di Dio; perciò non mi rivolgo a te, bensì a Dio, Dio che tu ci hai rivelato in maniera così bella, come hai creato l’occasione che Egli si è potuto rivelare a noi”.

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Cap. 5

Una grande retata di schiavi per liberarli, e Gesù li benedice

                         1.      Dopo tre settimane piene, ecco che ritorna il mercante e riferisce che ha comprato oltre 500 schiavi e che li porterà nella sua patria. Egli domanda a Giovanni se vuole esaminare gli uomini e dar loro una parola per il viaggio.

                         2.      Giovanni accetta; ma non vuole farlo in Gerusalemme, affinché il tempio non abbia nessun sospetto.

                         3.      Si procura un carro e, con due fratelli, Giacomo ed Andrea, va al campo nel quale il mercante li ha portati.

                         4.      Viaggiano un giorno intero, e quando tramonta il Sole, raggiungono il luogo di sosta. Gli uomini che si trovano in questo gran trasporto, non sospettano che vanno incontro alla loro liberazione. Tutti sono dell’opinione di essere stati venduti come schiavi, così pregano Iddio che al loro nuovo padrone possa dare un cuore clemente e buono.

                         5.      Il campo è disposto alla solita maniera. Gli uomini si sono cotti il loro cibo nelle buche di cottura; ecco che arriva il carro con i discepoli. Sorpresi li riconoscono. Ma poiché essi sono schiavi, devono tacere ed aspettare se fosse dato loro il permesso di farsi riconoscere.

                         6.      Dopo che i discepoli sono stati ospitati e provveduto ai cavalli stanchi, dagli accompagnatori è dato l’ordine: le persone devono sedersi insieme nel campo in ordine e senza distinzione. Curiosi che cosa questo avesse da significare, si mettono in breve tempo in ordine. Poi viene il loro nuovo padrone con i discepoli.

                         7.      “Lodato sia Gesù Cristo”, – dice il persiano con voce forte e chiara, – “soltanto adesso posso parlarvi, poiché voi ed io siamo al sicuro. Io vi ho comprato per prepararvi un destino abbastanza buono. Mediante la Grazia del vostro Dio, Dio che ora è anche il mio, ho potuto ardire di mettermi nel pericoloso affare di comprarvi. Non ho nessun diritto di mercanteggiare uomini, e quindi restituisco a tutti voi la libertà. Dovessi io, ieri ed oggi, aver ripreso l’uno o l’altro un po’ duramente, gli chiedo ora perdono. E adesso vi domando: chi di voi vuole ritornare a Gerusalemme? Lo faccio subito riportare indietro, ma pensate al pericolo di essere di nuovo catturati dal tempio! Chi però vuol venire con me, a costui sarò un giusto padrone. Io ho grandi possedimenti e non sfrutterei la vostra libertà. Gli altri miei schiavi al mio ritorno riceveranno la libertà al par di voi, poiché anch’io sono stato liberato mediante la Grazia di Dio dalle catene di una falsa idolatria. Chi di voi vuole rimanere con me, rimanga al posto suo; ma chi vuole tornare indietro, esca fuori e si metta a destra!

                         8.      Soltanto molto in pochi escono.

                         9.      Allora dice il persiano: “Ecco, amici miei, ora ci facciamo dire qualcosa dai discepoli del Signore Gesù; perché noi non vogliamo andare nella nostra nuova patria senza congedo e senza la Benedizione del Signore. Per questo ho pregato i discepoli di mostrare a voi ed a me quest’Amore”.

                       10.   Giovanni quindi viene fuori e dice: “Fratelli miei, sorelle e figlioletti, commosso dall’atto d’Amore che vi ha restituito la bramata libertà, vi porgo le mie mani nello Spirito di Gesù e mi rallegro di potervi servire. La gioia che noi tutti sentiamo nel nostro cuore è però anche la Gioia del Signore e Maestro Gesù, ed Egli vi dice attraverso di me: «Siate lieti e sempre grati, perciò è riuscito di salvarvi, figlioletti miei, dalle catene del Mio avversario. È un grande sacrificio che era necessario portare ed un Dono del Cielo, e così tu, figlio Mio, accogli per questo il ringraziamento, perché hai portato questo sacrificio per amor dei tuoi fratelli e sorelle. Per questo tuo amore accogli la Mia Grazia e ricevi, figlio Mio, la Mia Benedizione unita al Dono di contemplare tutti coloro per i quali Mi pregherai nel Mio Spirito di Gesù. Ti vengo incontro con questo Dono, perché tu non volevi prevenirMi con la brama verso questo. Usalo giustamente, e Benedizione ti sboccerà fuori da questo.

                       11.   Ma voi, figlioletti Miei, ringrazio perché Mi siete rimasti fedeli e non vi siete fatti incantare dalle promesse del Mio avversario. Siate giusti servitori al vostro nuovo padrone e ricordate che nella vostra nuova patria siete i chiamati ad edificarMi là una nuova Betania e così fondare un luogo di cura nel tempo della miseria e della tribolazione che sopravverrà sugli uomini qui ed in ogni luogo. Non posso impedire il giudizio, perché lo spirito dell’anticristo mira solo ad uno scopo oltre tutte le Leggi della ragione umana: batterMi e strappare a sé il dominio su ogni Vita. Anche ai Miei angeli non posso dare un'altra Parola che quella che do a voi; perché da questo momento può diventare ed essere figlio Mio soltanto colui che si dichiara per Me nella libertà del suo amore. Voi lo avete fatto, e perciò vi benedico anche come figli Miei, quali figli ora voi siete divenuti portatori dei Miei Cieli, Cieli che però devono essere dapprima dischiusi in voi attraverso il vostro Amore.

                       12.   Se voi sapeste qual Dono avete ricevuto con questo; ma soltanto il futuro ed il vostro sviluppo lo renderà evidente. Mai più avrete bisogno di pregarMi:Signore vieni a noi e rivelaci il Tuo Amore’, ma Io sarò con ed in voi sempre ed in ogni tempo, e la Mia Parola rimarrà il vostro Luminare ed il vostro Segnavia in tutte le situazioni della vita. Chi però sorgerà totalmente nel Mio Amore e nello Spirito Mio, a costoro Io diventerò visibile come vi divento visibile adesso. Rallegratevi nel Mio Amore; questo deve essere il ringraziamento per le vostre preghiere. Rallegratevi, affinché la gioia diventi un bene comune tra voi, e rallegratevi affinché anche tutti coloro che saranno intorno a voi, sperimentino lo Spirito del Mio Amore, della Mia Gioia e della Mia Pace attraverso di voi, figlioletti Miei. Così vi benedico visibilmente con le Mie mani, mani che vi annunciano la testimonianza del Mio Amore, e vi benedico con la Mia Bocca, affinché l’intera Infinità venga a sapere come il Padre vostro ricompensa l’amore e la fedeltà, e vi benedico con il Mio Cuore, affinché veniate a sapere dov’è la vostra Patria eterna – nel Mio Cuore. Amen. Amen. Amen»”.

                       13.   Il Salvatore e Padre poi passa visibilmente ancora una volta tra le file, posa ad ognuno la Mano sul capo e dopo si mette dietro i discepoli, dopo di ché Egli visibilmente scompare.

                       14.   Tutti sono profondamente commossi. In questo solenne silenzio risuona la voce di Giacomo: “Diletti cuori, quale Atto d’Amore abbiamo potuto vivere adesso! Il nostro amato Padre, Gesù e Salvatore ci ha benedetto con le Sue mani, con la Sua bocca e con il Suo Cuore, visibile a noi ed a tutto il mondo degli spiriti. In Verità, tali Atti di Grazia sono stati vissuti raramente, e perché? Perché voi cari fratelli e sorelle avete perseverato nella fedeltà per il vostro Salvatore. A quale meravigliosa esperienza vi ha destinato l’eterno Amore: alla soglia di una nuova vita diventate voi figli del Suo Amore ed innalzati al Cuor Suo, ed il vostro nuovo padrone viene accolto in quest’unione, in modo che accanto al Padre celeste ricevete in aggiunta anche un padre terreno, dotato con le Grazie del Cielo.

                       15.   Queste Grazie impegnano nuovamente e vi mettono nella situazione di diventare dei portatori di uno Spirito per il Quale migliaia devono lottare per tutta la loro vita. Questa santa posizione, nella quale vi ha elevato ora l’eterno Amore, fa di voi però anche degli eredi del Suo Amore e della Sua vita. Come i Suoi Cieli sono diventati proprietà del Suo Amore, anche voi dovete diventare proprietari di Cieli meravigliosi, affinché voi che amate, possiate offrire a tutti in eterno un Cielo che li renderà i vostri coabitatori. Così andate ora con gioia nella vostra nuova patria e sappiate che i nostri cuori rimangono con voi, e quando il Signore vi manderà un testimone, allora accoglietelo, come se il Signore stesso venisse da voi! Poiché con lo stesso amore con il quale accoglierete i servitori del Suo Amore, può anch’Egli essere vostro Servitore. Accogliete ora anche la mia benedizione proveniente dal mio Amore, vi sia forza e consapevolezza del mio Amore attraverso la Grazia di Gesù! Amen”.

                       16.   Allora coloro che prima erano usciti, vanno da Giovanni e dicono: “Fratello Giovanni, a questa promessa preferiamo anche noi andare con il nuovo fratello; informeresti tu i nostri cari a casa che siamo in buona protezione e viviamo nella giusta Grazia del Signore?”.

                       17.   “Volentieri, fratelli!”, – dice Giovanni. – “Porterò con gioia la lieta notizia ai vostri congiunti e così liberarli dalle loro preoccupazioni. Ora sapete anche che proprio voi siete stati l’occasione che il vostro nuovo padrone abbia ricevuto quest’impulso proveniente dall’Amore di Gesù e voi tutti sperimentate ora questo Atto del più meraviglioso Amore!”.

                       18.   Ora anche loro pregano il nuovo padrone di accoglierli nella sua casa, cosa che viene loro gioiosamente concesso. Allora si leva un giubilo che non si può descrivere.

                       19.   Tutti adesso sono liberi da paura e preoccupazione, ed i discepoli hanno una difficile posizione: essi devono annotare tutti i nomi, affinché i congiunti possano essere informati; dopo un’ora abbondante anche questa è fatta.

                       20.   Nel frattempo il persiano ha descritto ai suoi amici tutto ciò che ha vissuto e che sperimenterà ancora; infatti, questa gioia degli uomini salvati e liberati ha attirato un enorme numero di beati. Anche se lui non può udire le loro parole, in tal modo egli sperimenta una delizia indescrivibile. “Oh, amici”, esclama, “che cosa significa questa gioia in confronto al sacrificio che ho dovuto portare; oh credetemi: perfino se avessi dovuto sacrificare tutto il mio patrimonio, questa gioia non sarebbe stata pagata troppo cara. Il più felice è Karkas, il quale è venuto da noi con un giovane, ma ultramagnifico amico e, a quanto pare rimarrà anche insieme a lui. No, questa semplice e davvero ultragrande bellezza! Ma chi di voi potrebbe vedere una volta sola quest’irradiazione che proviene dai discepoli stessi! Ora ho la certezza che nessun avversario potrebbe causare loro alcun danno”.

                       21.   Allora vengono i discepoli, la faccenda ora è sbrigata. “Adesso possiamo vivere ancora per tutta la notte il nostro amore”.

                       22.   Giacomo integra al persiano tutto ciò che è degno di essere conosciuto, e tutti ascoltano anche le sue parole, parole che sono genuine Rivelazioni.

                       23.   La notte, straordinariamente bella e tranquilla, fa presto posto all’aurora.

                       24.   Ora gli aiutanti cominciano a preparare la colazione, ed i discepoli si congedano dai loro fratelli e sorelle, perché l’ultima ora vogliono ancora essere soli con il persiano. In quest’ultima ora si rivela ancora una volta l’eterno Amore attraverso Giovanni, e Karsna, che tace a tutte le Parole, ma è il più animato con il cuore, è abilitato dall’Amore ad essere uno strumento di guarigione. Quale atto di dedizione sperimentano i fratelli attraverso Karsna!

                       25.   “D’ora in poi non voglio più essere sacerdote, ma soltanto fratello nel senso dell’Amore del Salvatore. O Gesù, che ho potuto vederTi in tutta la Tua Grazia, Tu che hai trasformato tutto il mio essere ed hai attizzato in me un fuoco così che posso esser Tuo servitore! Ora scorgo la Grazia Tua in me, e questa Grazia è come una Sorgente che elargisce in me Luce e sempre nuovamente Luce”.

                       26.   Karsna non può più continuare a parlare, la vita interiore prende il sopravvento cosicché cade in ginocchio e piange di gioia e gratitudine. Giovanni gli impone le mani e dice: “Fratello, sorgi del tutto nell’Amore di Gesù, affinché la Sua Vita si riveli attraverso di te! Non temere a causa del passato, ma guarda con sguardo libero al futuro, affinché tu possa essere del tutto mediatore al servizio dell’Amore nello Spirito Suo!”.

                       27.   Ancora una volta i fratelli si abbracciano, poi i discepoli salgono sul loro carro che è circondato da tutti gli altri, salutano ancora una volta, ed un’esperienza della Grazia assai meravigliosa è terminata. Giovanni rimane in piedi nel carro e benedice finché può vedere il campo. Poi anche i rimasti indietro si preparano per la partenza.

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Cap. 6

Morte di Maria e di Giacomo

                         1.      A Gerusalemme le cose peggiorano sempre di più. Maria esce poco da casa, e poi mai da sola. Anche i discepoli diventano più prudenti, soltanto Giacomo rimane quello di prima. Giovanni non lascia Maria mai da sola in casa. I templari colgono quest’occasione per spargere cattive voci su Maria, la santa’, e Giovanni, ‘l’ipocrita’. Queste voci hanno per conseguenza che molti seguaci evitano la casa e rimproverano gli altri discepoli.

                         2.      Maria soffre molto di questa situazione, e Giovanni è costretto ad abbandonare Gerusalemme per un po’ di tempo. Egli approfitta dell’occasione per far visita alla comunità neo fondata. Anche là giungono le brutte voci, ma ci vogliono soltanto poche parole e l’immagine di Maria è nuovamente pura, così che viene quasi divinamente venerata pressoché da tutte le sorelle e fratelli. In questo periodo in cui Maria è quasi sola e circondata soltanto da pochi fedeli, si compie in lei una grande maturazione, e si avvicina sempre di più al suo amato Gesù.

                         3.      Giovanni non sospetta nulla di tutto questo. L’amore per la madre del suo Maestro, la quale attraverso l’Amore di Gesù è diventata a lui stesso madre, vede soltanto un compito, spezzare l’aculeo a tutti i falsi pensieri che avessero potuto insudiciare l’immagine di Maria, e così l’eterno Amore lo spinge a tornare nuovamente a Gerusalemme.

                         4.      Ritorna alla vigilia di un Sabato. La casa di Maria è piena di amici che lo attendono, Maria, infatti, ha ricevuto il messaggio che, colui il quale per amor della sua reputazione si era allontanato, sarebbe ritornato dall’esilio che egli stesso si era imposto. Quanto grande è la gioia che Giovanni è di nuovo tornato. I presenti però, quando vedono la gioia del rivedersi e l’abbraccio dei due, un’ombra si posa sulle anime loro.

                         5.      Giovanni, notando questo, dice: “Fratelli e sorelle, di quale spirito siete dunque posseduti perché profanate quest’ora solenne del nostro incontro? Ciò che è la massima gioia per i Cieli e per tutti i beati, lo intorpidite con la vostra non libertà ed impurità. Purificate il vostro cuore e diventate liberi in voi stessi. – Non esprimerò più una parola a voi, se tali pensieri turbano nelle vostre anime questo puro Amore.

                         6.      Maria è commossa per la serietà di Giovanni e dice: “Giovanni, e voi cari amici, in me molto è morto sin dalla morte di mio Figlio, ma quest’ora ha dato, a ciò che viveva ancora come proprio nell’anima mia, il colpo mortale. Mai sono stata più vicina al mio Gesù come negli ultimi giorni, ma quest’ora mi ha portato la totale dedizione a Lui. Ciò che voi ed il mondo direte di me, non mi toccherà mai più; perché il mio posto è ora presso il mio Gesù. Ringrazio tutti per il vostro amore, ed ora mi voglio liberare completamente per amor della vostra salvezza, affinché il nemico di ogni Vita non venga in un giudizio maggiore”.

                         7.      Maria piange, porge ad ognuno la sua mano ed abbraccia ancora una volta il suo Giovanni; poi s’inginocchia e tiene un colloquio con il Figlio suo Gesù. Il suo sguardo si trasfigura sempre di più, sempre più splendenti diventano gli occhi suoi, dal suo corpo si diparte uno splendore così che tutti si meravigliano. Ecco, una luce di un chiaro fulmine, e profumi riempiono la stanza, e – Maria non c’è più. Le sue vesti giacciono come un mucchietto di cenere al posto dove lei pregava. Tutti sono molto emozionati, e Giovanni dice: “Fratelli, ora Maria è completamente dal nostro Maestro e Padre Gesù – – –”.

                         8.      Questo ritorno a casa di Maria è l’esperienza più grande della sua vita; da questo momento in poi egli è soltanto Amore ed è unito ancora più intimamente con il suo Maestro nell’Amore. Dove c’è bisogno di Giovanni, egli è là; dove c’è bisogno d’Amore, egli ha i più grandi successi. Anzi, perfino i templari temono il suo sguardo tagliente; nessuno, infatti, come Giovanni, sa riconoscere ed esprimere così chiaramente i loro pensieri, in modo tale che sono colti da paura. Ma anche nelle cose avvenire Giovanni diventa chiaroveggente. Le sue visioni assumono il carattere di Rivelazioni dirette; spesso non è più compreso dagli altri. Ora Giovanni non rimane più in Gerusalemme, ma si lascia guidare dallo Spirito, Spirito che per lui è l’eterno Amore stesso, ed in ciò trova anche la conferma dall’esterno. Arriva sempre all’ora giusta, egli è sempre là, quando è necessario, e può tuttavia sempre soltanto dire: “Figlioletti, amatevi, affinché tutto possa respirare soltanto amore, pace e gioia”.

                         9.      Spesso i più vecchi non lo comprendono più; mentre i discepoli sono attaccati a lui. Perfino i suoi fratelli, i vecchi discepoli, sono stupiti come il loro Giovanni diventa sempre di più un padre’.

                       10.   A poco a poco uno dopo l’altro essi sono strappati con la morte dalle loro file, ma Giovanni rimane lo stesso. “Figlioletti, un giorno toccherà anche a noi”, dice, “ma siate accorti, affinché non anticipiamo il Padre nostro. Egli è Amore, e noi vogliamo diventare amore, possa essere quel che vuole. Egli è Amore, e tutto deve essere puro amore. Tutti i Cieli guardano a noi, e tutti gli angeli sono pronti a servirci, ma ad ognuno soltanto secondo il suo amore. Sforziamoci a non deludere nessuno, allora non deluderemo nemmeno il nostro eterno Padre; e Questi è Colui dal Quale provengono tutte le Benedizioni che apparentemente hanno la loro origine in noi e possono provocare anche Benedizioni maggiori presso gli altri”.

 

                       11.   Ora accade nuovamente un avvenimento che non passa senza impressione presso i cristiani di Gerusalemme: la morte di Giacomo[2], il quale è stato buttato giù dai templari dai pinnacoli del tempio. Molti vengono da Giovanni e dicono: “Fratello Giovanni, come avviene che il Padre nostro e Maestro Gesù permetta questo? Ha mancato Giacomo, l’intrepido e pieno di forze, oppure la colpa è nostra?”.

                       12.   “O figlioletti, non fate domande!”, – risponde Giovanni. – “Giacomo con la sua morte ha glorificato soltanto l’Eterno Amore e dato il suo contributo di sangue, affinché il giudizio venga tanto prima. Certamente il nostro eterno Padre avrebbe potuto impedirlo, ma non con l’Amore, bensì con la Sua Onnipotenza, ed a chi sarebbe servito questo? In ogni caso non a noi. Giacomo sapeva che cosa gli doveva capitare, e lo avrebbe potuto evitare con la Forza proveniente da Dio, se lo avesse voluto. Innanzi tutto però Giacomo non voleva stare sopra del suo Maestro, ma come Lui, ha lasciato accadere con sé tutto, affinché ai nemici di Dio fossero tolte tutte le loro armi. Poi Giacomo sapeva che la morte non sarebbe stata nessuna cosa spaventosa, ma un’esperienza beata, per la quale tutti i nemici lo avrebbero un giorno invidiato. Inoltre egli ha riscattato con la sua abnegazione una Vita che era destinata per testimone. Adesso è nella Vita liberissima, e tutto il legato al terreno è tolto dall’anima sua. Se voi lo poteste vedere, allora sarebbe finita la vostra quiete; perché causerebbe dolore a Giacomo, se egli si dovesse nascondere per amor della vostra salvezza”.

                       13.   Allora i fratelli si meravigliano ed ammirano Giovanni, perché in questa quiete ed amore non dice una parola di indignazione, di lamento o di rimprovero, ed essi rimangono silenziosi.

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Cap. 7

L’interiorizarsi di Giovanni e la presenza Gesù

                         1.      Giovanni diventa ancora più tranquillo, le sue visioni aumentano sempre di più, e soltanto verso pochi è ancora espansivo.

                         2.      Le sue visioni annunciano la distruzione della città di Dio, Gerusalemme. In questo, tuttavia, Giovanni non è compreso. Gli uni pensano: strano, di solito il nostro Giovanni è amore puro, e qui vede egli soltanto del male; gli altri però dicono: perché ora ad un tratto questo cambiamento improvviso? Se dunque i nostri sacrifici non sono abbastanza, riveli insomma a parole chiare, cosa è necessario ancora.

                         3.      Giovanni però dice solamente: “Figlioletti, amatevi e fate dell’amore il vostro dovere; perché presto ci sarà un tempo in cui vorreste volentieri amare e non lo potete più. Se volete rimanere risparmiati, cercatevi il vostro pane fuori di Gerusalemme. Vedete la decadenza di Betania; da quando non c’è più Lazzaro, anche là è penetrato un altro spirito. Lazzaro ce l’ha messa tutta per dare ai suoi fedeli un altro posto; perché voi esitate? Vi deve dunque prima convincere la gravità, quando è troppo tardi? Le mie esortazioni sono Esortazioni del Signore, e le mie visioni sono date a me dall’amore per voi, affinché nessuno si possa poi lamentare e scusare”.

                         4.      Molti credono, ma gli altri creano scompiglio, e nel suo dolore Giovanni si rifugia dal suo Maestro dell’Amore: “Mio Gesù, che cosa devo fare ancora? Non esiste dunque nessun mezzo per evitare il terribile? Gli uomini non ritengono possibile che l’Amore possa essere così duro, e non vogliono credere che tutto questo accadrà; io sono alla fine, ora vieni Tu e soccorri con il Tuo Amore e la Sapienza Tua!”.

                         5.      Ecco che il Maestro sta dinanzi a lui e dice: “Mio Giovanni, Io e te siamo diventati una cosa sola, e vengo a te con la stessa domanda: che cosa devo ancora fare? Non posso più impedire il male, come anche tu non puoi impedire il dubbio dei tuoi fratelli. Credi tu che Io possa compiere la Mia Opera di Redenzione con l’Onnipotenza Mia? Tu sai bene quanto Me che tutto deve avvenire così, perché gli uomini lo vogliono così. Quando pregate: Signore, la Tua Volontà sia fatta in noi e con noi’, allora Io vi dico: o figlio, la tua volontà sia fatta ora e sempre, perché Io non voglio più essere un Signore, bensì un Padre. Posso fare ancora una cosa sola, e di questa sola cosa tu sai. Perciò non lasciarti scoraggiare; perché per tutti coloro che Mi amano come il Padre loro, sono e rimango il Padre che provvede fedelmente, e per tutti coloro per i quali Io sono soltanto un Signore, non si staccano dalle loro leggi. Per te c’è ancora una via d’uscita, vale a dire che nel tuo amore provvidente tieni pronto un Cielo, nel quale Io posso accogliere tutti coloro che vuoi proteggere nel tuo amore”.

                         6.      “Ma, Padre mio, io devo tener pronto un Cielo? Pur dicesti che vuoi provvedere Tu alle dimore per coloro che credono in Te!”, replica Giovanni.

                         7.      “Certo, mio Giovanni, credere in Me significa: vivere in Me! Ma chi non vuole accettare l’Amore proveniente da Me attraverso di te, costui esclude se stesso dal Mio Amore, e perciò provvedi tu per i tuoi fratelli, affinché non Mi colpisca il rimprovero del nemico della Vita!”.

                         8.      Allora in Giovanni si fa più leggero ed egli vede un vasto mare le cui onde si muovono dolcemente. Il Sole brilla nel suo splendore, ed ogni onda rispecchia la Sua immagine. In ognuno di questi soli raggianti Giovanni scorge l’Immagine del suo amato Maestro.

                         9.      Il mare diventa sempre più grosso, e sempre più imponente diventa l’impressione che causano i soli che si rispecchiano in esso; allora egli dice: “Padre, ora mi hai detto più di quello che volevo sapere. Adesso non ho più paura, perché il Tuo Amore è più grande di quanto un uomo o angelo possa afferrare. Tu vuoi essere soltanto Quello, nella misura in cui Ti afferra l’Amore, e vuoi e puoi aiutare soltanto là dove l’Amore Te ne dà la possibilità. La mia volontà sia la Tua e la Tua Volontà la mia, o Padre; una tale Umiltà la puoi dare senza parole soltanto Tu, poiché per questa non esiste nessuna parola”.

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Cap. 8

Giovanni in Efeso

Insegnamenti eretici del sacerdote Boétos

                         1.      Le situazioni peggiorano sempre di più in e intorno a Gerusalemme. Nessuno è più al sicuro, e poiché i romani sono andati via, dall’esterno non esiste più nessun aiuto. Ci sono ancora pochi discepoli soltanto che possono fortificare i fratelli. Giovanni da lungo tempo non è più in Gerusalemme, poiché lo Spirito lo spinge via alle comunità oppresse. I romani hanno concentrato ovunque i loro soldati, ed il cerchio intorno a Gerusalemme si stringe sempre di più, ma in città gli uomini stessi non sospettano nulla. Ora si compie il Giudizio, e la Promessa: «Non rimarrà che pietra su pietra»[Lc. 19,44], si adempie letteralmente. In tutto il paese della Giudea sembra scatenarsi l’inferno; Giovanni però si trova già in Efeso.

                         2.      Là, nelle comunità fondate da Paolo, lo attende il suo grande lavoro. In alcune comunità va proprio male, perché si vuol diffondere falsi concetti ed un falso spirito. Si distingue soprattutto un sacerdote di nome Boétos, al quale è dato il dono della guarigione ed ottiene anche un gran successo. Giovanni però nel suo Amore vede profondamente e va dal sacerdote, il quale in verità predica di Gesù, ma Lo rifiuta nella Sua Umanità. Egli pensa che Gesù abbia camminato come Figlio di Dio su questa Terra soltanto in un corpo preso in prestito mediante la Potenza di Dio, e perciò sarebbe stato anche facile per Gesù andare sulla Croce. – Con i successi del sacerdote in fatto di guarigioni, gli stolti gli credono. Giovanni non ha una situazione facile, e soltanto mediante la sua perseverante predica: “La Parola si è fatta carne ed ha dimorato tra noi”, può chiarire lentamente questo grande errore.

                         3.      D’altro avviso è il sacerdote. Convertito con la Grazia del Signore e compenetrato dalle Forze dell’Amore di Gesù, non vuole comunque capacitarsi che Gesù sia nato come fanciullo e che sia stato allevato ed educato come qualsiasi altro fanciullo. Non vuole entrargli nella testa che Gesù come giovane figlio dell’uomo dovette proprio come ogni altro uomo riconoscersi e lavorare su di sé e sulla sua anima, e lottare duramente.

                         4.      “Giovanni, tutti voi come Suoi discepoli conoscete Gesù nella Sua Potenza e Magnificenza, ed ora tu Lo vuoi mettere sul terreno sul quale stiamo noi uomini? No! Gesù è così al di sopra di tutti gli uomini che sarebbe peccato parificarLo a costoro!”, continua il sacerdote.

                         5.      Risponde Giovanni: “Io ho conosciuto Gesù come Uomo lottante e combattente ed ho fatto mia la Sua lotta. Tu credi di abbassare Gesù se Lo vedi come Uomo sul nostro stesso piano, ed io ti dico: con ciò tu Lo elevi soltanto e fai di Gesù un Uomo perfetto quale Egli è ancora oggi e lo sarà in eterno. È proprio questo il grande ed irraggiungibile, che Egli abbia potuto così spiritualizzare tutto il basso nella carne, tanto che in Lui alla fine non c’era più nulla di carnale, ma soltanto ancora del Divino. Proprio quello che tu vuoi è l’arma migliore per il nemico della Vita, e con il tuo servizio tu stai nel campo del nemico. Se Gesù avesse portato un corpo soltanto per l’Onnipotenza di Dio, difeso da ogni moto umano e sensuale, allora Egli non sarebbe stato accessibile all’Amore che vuole soccorrere anche il più abbietto e più smarrito. Gesù, infatti, creò un Amore ed un Cielo dapprima in Sé e poteva rivelarci proprio anche questo Amore ed il Cielo creato in Sé.

                         6.      E noi tutti abbiamo visto questa Magnificenza, una Magnificenza del Padre che era il Suo Amore, e perciò è stato rivelato a tutti noi: Dio è divenuto Uomo, nato da una donna e morto sulla Croce come i due malfattori crocifissi con Lui. Egli fu sepolto come ogni altro uomo, e come Primo ed Unico è di nuovo risorto mediante la Potenza e Magnificenza a Lui propria dalla morte alla vera ed eterna Vita, e porta un Corpo che non può mai più morire o essere distrutto. La Sua Vita attuale perverrà anche a tutti coloro che credono in Lui e nella Sua Incarnazione”.

                         7.      Risponde Boétos: “Giovanni, tu dici certamente molte parole, ma in fondo puoi dimostrare tanto poco quanto lo posso io. Vedi, quanti ho potuto aiutare con la Grazia di Gesù. Che anche tu, Giovanni, possa guarire gli ammalati, non ne dubito, ma nemmeno tu andrai oltre”.

                         8.      Giovanni però dice: “O povero fratello, in quale smarrimento ti sei perduto; la tua fede non è che smarrimento, poiché in te c’è il dono della guarigione. Gesù ha permesso di fare questo nel Suo Nome, poiché avviene pur sempre nel Suo Nome. Ma tu stesso porti in te già un altro Gesù, un Gesù che è molto lontano dal vero ed eterno Gesù. Ti sei ben appropriato delle parole che l’apostolo del Signore ti ha rivelato, ma tu, come servitore della Sua Parola, sei anche impegnato ad entrare nell’Essenza che costituisce appunto il presupposto che, la Sua Parola data a noi, diventi il vero cibo per anima e corpo. La Sua Essenza d’Amore e di Vita è l’innegabile dimostrazione della Sua divinità, e fa di noi appunto uomini nuovi. Soltanto come uomini nuovi possiamo esclamare: Abba, diletto Padre’ e ci possiamo considerare figli Suoi, figli che con la Sua morte e col Suo Sangue versato ha reso capace di accogliere questa Sua Essenza e questa Sua Vita”.

                         9.      Il sacerdote ed anche gli altri non comprendono totalmente ciò che è stato detto. Uno che è stato guarito, di nome Maternus, dice: “Caro fratello Giovanni, io devo la mia salute al Salvatore Gesù, e tuttavia non cambia nulla, poiché rimarrò anche debitore a questo Salvatore. Che beneficio ho io se Gesù è Uomo oppure Spirito? Poiché anche Dio è Spirito e vuole essere adorato in Spirito, come ha detto Paolo?”.

                       10.   Giovanni gli risponde: “È bene, fratello mio Maternus che mi dici questo. Tu veramente sei anche grato, ma non sei felice, perché il tuo stesso spirito interiore non viene toccato dallo Spirito di Gesù. Tu dici: Anche Dio è Spirito, in primo luogo però Dio è veramente Dio’. Oggi non ti è ancora noto che proprio lo Spirito di Dio dà al nostro spirito la testimonianza che noi siamo figli Suoi. Soltanto questa testimonianza ti rende veramente libero e pieno di pace e gioia; e soltanto allora la cornucopia del Suo Amore, oltremodo meraviglioso, sarà riversata su di te. Ti è mai stata rivelata la vita di coloro che hanno ricevuto il Suo Spirito? Scuoti negando la testa. Hai mai vissuto la Magnificenza che vivono coloro che non soltanto si chiamano figli Suoi, ma si muovono anche come figli Suoi? Oh, quanto lontani siete ancora dal vero Amore di Gesù e del Salvatore, e quanto poco conoscete il vostro vero e meraviglioso Gesù!”.

                       11.   Dice Maternus: “Giovanni, come potevi conoscere il mio vero nome, io vivo qui sotto nome straniero. E che cosa intendi con le tue parole?”.

                       12.   Risponde Giovanni: “Fratello, nient’altro che dovete credere nel vero Salvatore Gesù e risorgere nel Suo Spirito. Il tuo nome me lo ha rivelato proprio questo Gesù, Colui che vorrebbe colmarvi tutti con il Suo Spirito, per amor della vostra Salvezza e della vostra Redenzione. Gesù solo può colmare tutto con il Suo Spirito, e soltanto Gesù come Uomo perfetto può rivelarci il vero Dio. Perciò nessuno può giungere a Dio se non soltanto colui che crede in Lui e si sforza di vivere così come Egli ha vissuto come Figlio dell’Uomo. Chi adempie queste condizioni vedrà Gesù come ha operato come Figlio di Dio ed opera ancora; e quando io faccio qualcosa in questo Suo Spirito, non sono io che opero, ma Gesù. Io sono soltanto il mezzo o lo strumento del Suo Amore, Potenza e Magnificenza.

                       13.   In voi non è stata ancora mai risvegliata la brama di vivere per una volta questo Gesù e di vederLo per lo meno una volta sola? Non è ancora sorto il desiderio in voi di glorificare questo meraviglioso e vivente Gesù? Mi guardate con grandi occhi e pensate: Chi finora ci avrebbe potuto dire questo? Non basta la testimonianza di Paolo?’. Sì, basta; ma poiché voi nella fede morta e nella vostra fredda sapienza passate insensibili sulle sofferenze degli altri, non vi viene in mente di diventare – uguali a questo Gesù – anche voi salvatori e figli di Dio. Soltanto chi vuole questo seriamente riuscirà, e chi cerca questo lo troverà. Anch’io posso esservi soltanto segnavia, e le mie parole non sono veramente le mie, bensì sono Parole di Dio; ma questo, voi dovete crederlo ed agire di conseguenza”.

                       14.   Dice il sacerdote Boétos: “Hai sprecato molte parole, ma non ci hai dato una Rivelazione. Dacci la prova che è veramente il vivente Uomo Gesù che ti usa come mezzo! Voglio accettare volentieri il tuo insegnamento, perché a me sembra come se tu tenessi più all’atteggiamento della dottrina che all’effetto dei Doni di Dio”.

                       15.   Gli risponde Giovanni: “Povero fratello, tu chiami spreco di molte parole quello che ho detto al fratello Maternus? E ciò nonostante ogni Parola era una Rivelazione proveniente da Dio. Vorresti avere delle prove; ebbene le avrai: e così io voglio che tu perda il tuo dono di guarire gli ammalati finché non riconosci giustamente il vero Dio e Salvatore stesso e credi nelle Sue Parole. Ma affinché la comunità non sia privata del suo soccorritore, allora perverrà al fratello Maternus la Forza ed anche la manterrà. Tu, fratello Maternus, vieni a farti imporre le mani, ed a chi tu le imporrai nella vivente fede in Gesù, il vero e vivente Figlio di Dio e Salvatore, costui sarà sanato all’istante. Ma ricorda bene, tu ottieni questo Dono gratuitamente, e gratuitamente devi impiegarlo”.

                       16.   Allora Boétos sorride e dice: “Giovanni, non farti deridere! Se voglio, posso guarire quando voglio. Non mi faccio imporre niente neanche da te. Gesù qui o là, se Uomo o Spirito; ho sempre avuto la forza, e già per questo tu non sei nella condizione di togliermela”.

                       17.   Senza rispondere una parola a ciò, Giovanni impone le mani a Maternus e dice: “Accogli il Dono dallo Spirito dell’Amore e dalla Grazia di Gesù, e tutto ciò che vuoi in questo Amore ed in questo Spirito, ti verrà. Sorgi completamente nel Suo Amore e nessun nemico sarà mai in grado di toglierti di nuovo questo dono”.

                       18.   Molti sono presenti quando Giovanni impone le mani a Maternus, e vedono come risplende nella santa Serietà. Uno dice: “Fratello Giovanni, questo è stato un sacro fuoco e sento che le tue parole sono da stimare più alte delle parole di Paolo. Anche Paolo dava un valore superiore all’osservanza dei Comandamenti ed all’osservanza della Dottrina dell’Amore, ma dicci: perché dai la massima importanza a credere che Gesù sia stato un Uomo come noi?”.

                       19.   Risponde Giovanni: “Fratelli, ascoltate: se Gesù non fosse stato Uomo come noi, Egli non sarebbe potuto diventare il nostro Redentore dalla morte e dal giudizio. Se, infatti, gli uomini avessero una Vita eterna proveniente da Dio, allora essi non avrebbero avuto bisogno di un Redentore, ed ognuno potrebbe essere il suo stesso redentore, se potesse adempiere tutti i Comandamenti morali. Purtroppo però l’uomo è caduto troppo profondamente nella sua carne e nei suoi sensi, così che la conseguenza era la morte della sua carne ed anche del suo spirito. Perciò Dio stesso venne in Gesù come Uomo e ristabilì l’unione con l’Eterno ed i mezzi per raggiungere la Redenzione attraverso Gesù, il Figlio di Dio. La morte ha bisogno di un Redentore, non la Vita, e tutti gli uomini sono tanto segnati dalla morte finché non si volgono alla Vita proveniente da Dio. Se Gesù non fosse stato Uomo come noi, il nemico di ogni Vita avrebbe celebrato un eterno trionfo sull’Opera della Redenzione; perché allora la Crocifissione del Figlio di Dio Gesù non sarebbe stato nessun Sacrificio del Suo Amore, bensì un’opera teatrale. Le Sue ultime Parole però sono state: «È compiuto», ed in queste Parole sta la Lettera di Riscatto di Gesù per i Suoi.

                       20.   Comprendete ora che non posso assistere più a lungo a questo errore, errore che produce tra di voi i suoi effetti così funesti? Siate coscienti dell’Amore e della Grazia di Gesù; siate sempre grati delle Benedizioni dell’Amore di coloro che servono nello Spirito Suo, ed accrescete con ciò l’amore per Colui che vi ha già sempre amato. Questo Gesù con il Suo Sacrificio ha vinto ogni morte ed ogni giudizio ed ha dato a tutti la Promessa che Egli vuole essere nel Suo Spirito sempre là dove viene vissuto il Suo Spirito, e vuole essere attivo nel Suo Amore, là dove viene dato spazio appunto a questo Amore di Gesù. Ora dipende da voi glorificare questo Gesù, – ma nel Suo Spirito, affinché il nemico della Vita non possa più sminuire le Benedizione del Suo Amore”.

                       21.   “Giovanni, ti ringrazio! Ora, infatti, sento anche in me la Forza ed una gioia che potrei abbracciare tutto”.

                       22.   Conclude Giovanni: “Tienila ferma, Maternus, perché questa è la Vita risvegliante ed operante proveniente da Gesù, dal nostro Signore e Maestro, ma non lasciarla essere soltanto una Vita stimolante, bensì una Vita attiva che vuole essere vissuta fino in fondo in ogni tempo”.

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Cap. 9

Maternus è la nuova guida in Efeso

Boétos si indurisce, poi capitola davanti all’amore e a Gesù

                         1.      Allora si aggiungono ancora molti altri, fra di loro una donna con un ragazzo che è malato di epilessia. Quando scorge il vecchio sacerdote, va da lui e dice: “Boétos, mio figlio è di nuovo malato; è già tutto il giorno che ti cerco perché tu lo possa aiutare”.

                         2.      “È bene che vieni da me”; – risponde Boétos, – “allora posso provare subito se questo discepolo del Signore può mantenere francamente la dichiarazione che io avrei perduto il dono della guarigione”.

                         3.      Il sacerdote va dal ragazzo che è rimasto sotto la sorveglianza di sua sorella e gli impone come al solito le mani sul capo. Egli nota ora che da lui non fluisce più nessuna forza. Ciò nonostante posa le sue mani sul capo del ragazzo. Dopo un po’ di tempo però il ragazzo comincia a smaniare, e bava sorge sulla sua bocca; ecco che allora la madre non riesce più a tranquillizzarlo. Lei si lamenta tra le lacrime: “Che cosa ho fatto, perché il mio ragazzo non vuole star fermo come il solito; ho pregato così intimamente il Salvatore”.

                         4.      Dice Giovanni che è stato a guardare tranquillo come gli altri: “Maternus, imponi tu le mani al ragazzo nel Nome del Signore, e non aver paura, poiché la Magnificenza dell’Unigenito Figliolo Gesù Cristo deve essere manifestata”.

                         5.      Allora Maternus impone le mani sul capo del ragazzo e dice: “Gesù, Tu buon Salvatore e Redentore, compenetrami Tu con la Tua Forza ed aiuta questo povero ragazzo affinché diventi libero e sano. La Tua santa Volontà sia fatta, ora e sempre. Amen”.

                         6.      Allora il ragazzo si calma, il suo aspetto diventa più mite, e dopo un po’ dice a Maternus: “poni ancora una volta le tue mani sul mio capo, mi ha fatto tanto bene, mia madre te ne ringrazierà”.

                         7.      Allora Maternus piange e dice: “Se ti fa bene, vieni ragazzo mio, ma non vogliamo nemmeno dimenticare il ringraziamento, perché ora so che soltanto Gesù ha soccorso. O Gesù, quanto siamo stati poveri che dovevamo essere dapprima costretti per riconoscerTi. Tu però hai visto la nostra incredulità e ci hai di nuovo aiutato ad ottenere la giusta fede mediante il Tuo discepolo Giovanni. Ti ringrazio, Tu buono e vero Salvatore, e liberaci tutti, affinché la Tua Opera non patisca a causa della nostra miscredenza. Benedici tutti noi, soprattutto nostro fratello Boétos, affinché Ti riconosca in modo giusto e possa essere di nuovo il nostro sacerdote e soccorritore di tutti, ma attraverso la Tua Grazia ed il Tuo Amore che ora abbiamo sperimentato in modo così copioso!”.

                         8.      Boétos però dice: “Lasciatemi andare; non sono degno che io rimanga tra voi. Riconosco la mia stoltezza, ma non posso ancora umiliarmi, perché pretendevo da voi fede in me. Tu, Giovanni, per vero hai agito bene, perché hai agito nel Nome del Signore, del tuo Maestro Gesù, ma io non sono ancor sempre convinto che appunto proprio Gesù, lo stesso Gesù che intendo io, sia nato da una donna”.

                         9.      Dice uno: “Boétos, che cosa hai veramente con il tuo Gesù quando dici: Gesù che intendo io? Esistono dunque due Gesù?”.

                       10.   “Ma naturalmente, il Gesù che intendo io, ed il Gesù che intende Giovanni”.

                       11.   “Ma questo è insensato, fratello, come puoi tu, quale nostro sacerdote, essere così frivolo; può esistere certo soltanto un Gesù, Giovanni lo deve pur sapere”.

                       12.   “Fratelli, lasciatemi in pace!”, – dice Boétos. – “Io stesso non riesco ancora a comprenderlo. Da Giovanni avete sentito: Gesù sarebbe nato da una donna, e la mia opinione che Gesù avrebbe portato soltanto un corpo apparente, non è ancora stata confutata abbastanza. Come se oggi fosse importante se Gesù è nato oppure è stato creato in modo particolare!”.

                       13.   “Tu, spirito ribelle!”, – dice Giovanni. – “Se già non vuoi credere al più grande Miracolo di tutto l’Amore, allora almeno non impedire più agli altri di sperimentare questo Amore. Proprio questa è la mossa più grande del nemico della vita, non riconoscere l’Incarnazione di Gesù oppure di Dio, per non disturbare gli uomini nella loro tiepidezza. – Ascoltate tutti: se Gesù non è risorto dalla morte, allora non esiste per noi uomini anche nessuna Resurrezione! Se Gesù non è Uomo nato da una donna, allora anche Dio mai si potrà rivelare come Uomo; perché per potersi rivelare ai suoi figli umani, Iddio doveva creare a Se stesso il mezzo. Egli lo creò, divenendo Lui stesso Uomo, si sottopose ai Suoi Comandamenti e dovette conseguire tutto da capo su Se stesso, perché a Lui, per amor di questa Redenzione, era e doveva essere ora sbarrata la via per l’Onnipotenza”.

                       14.   Dice un altro: “Giovanni, Paolo non ha mai parlato così chiaramente, ed ha in ogni caso posto valore alla fede in Gesù. Abbiamo anche vissuto delle ore di Grazia quando Gesù si trovava tra noi in Spirito; ma nessuno Lo ha ancora visto. Tu risvegli in noi la brama per il Signore; io per vero non so se sia giusto desiderare di poter vedere Gesù una volta”.

                       15.   “Fratelli miei”, – risponde Giovanni, – “vedere Gesù non è la cosa più importante, ma amare Gesù è scopo e compito della vita. Ed in questo Amore di Gesù servire tutti gli uomini quali fratelli miei, è poi il ringraziamento per il fatto che ho potuto riconoscere Gesù, come Egli quale Uomo ha lottato per tutti noi e ci ha strappato per così dire con forza al nemico della Vita ed alla morte e giudizio. Questo Gesù è tra di noi in Spirito e vorrebbe rivelarSi come Dio, Padre e Fratello; ma non lo può, perché Gli togliete la possibilità con i falsi concetti sulla Sua Vita e sull’Essenza Sua”.

                       16.   “Fratello Giovanni”, – dice un altro, – “come devo intendere questo: dobbiamo essere colpevoli noi perché Dio non può rivelarsi? Ora non so più che cosa devo ancora fare. Noi dobbiamo aver tolto a Dio la possibilità, ma com’è possibile questo? Allora Dio sarebbe il più Debole e noi i più forti! Spiegaci questo, oppure ritorniamo alla nostra antica fede”.

                       17.   “O voi deboli e figli minorenni che siete ancora! Come vi devo spiegare anche questo ancora, se non volete separarvi dai vostri vecchi e confusi concetti? Credete voi che Maternus avrebbe potuto guarire il ragazzo se fosse rimasto bloccato nelle sue vecchie opinioni? Chiedeteglielo; egli vi darà la giusta risposta”.

                       18.   Maternus in quest’istante è del tutto colmo di un santo impulso e dice: “O fratelli, sorelle e figlioli miei, qual Vita si muove in me e quale felicità che potrei piangere e nello stesso tempo ridere di gioia. Piangere, perché mi sento così infinitamente beato, e ridere, perché noi tutti siamo ancora così stolti e disputiamo su chi sia il più stolto. Vedete, Giovanni viene da noi e ci porta un meraviglioso Gesù, un Gesù che conosce il nostro lato umano, e perché? Perché Egli stesso come Uomo, proprio come un altro uomo, ha vissuto fra gli uomini. Nelle poche ore, da quando ho riconosciuto questo ed ora sono anche convinto che non può essere diversamente, vedo Gesù in un’altra Luce, e questo mi fa vedere anche il mio lato umano nel modo del tutto diverso. Certo, Paolo ci ha portato il vero Gesù, ma – noi ne abbiamo fatto un altro. Noi l’abbiamo fatta facile, facendo di Gesù, il Crocifisso e Risorto, una vittima sacrificale, ci lasciamo lavare i nostri peccati dal Sangue Suo e non abbiamo pensato affatto di cambiare la nostra vita; il Suo Sangue, infatti, ci libera da tutti i peccati. Oh quale sconfinato errore, per questa Grazia, rimanere nella vecchia vita!

                       19.   Gesù però era Uomo e come uomo ci ha dato un esempio. La Sua Vita era dedizione, come abbiamo sentito, servizio e preparazione affinché potesse portare il sacrificio che era necessario per diventare il nostro Redentore. Certo, per Dio sarebbe stato facile dare al Figlio dell’Uomo Gesù un corpo apparente, ma allora il Sacrificio del Golgota non sarebbe stato un Sacrificio. Ma Gesù era Uomo, e capace di soffrire proprio così come ne siamo capaci noi ed allora il Sacrificio sul Golgota è diventato per me qualcosa del tutto diverso, vale a dire l’Aurora di un nuovo Giorno di Vita, nella quale ora la mia vita terrena ha ottenuto tutto un altro senso ed un altro scopo.

                       20.   Dio però, poiché mi è divenuto molto più Magnifico e Soave, Egli può rivelarSi a me anche del tutto diversamente che prima, dove mi dovevano bastare Mosé ed i profeti. Perciò, fratelli e sorelle, comprendetemi, poiché io sono uno dei vostri ed anche lo rimarrò. Così anche in me ora è divenuto vivente un ardente desiderio, contemplare una volta Lui, il meraviglioso e magnifico Salvatore Gesù, ed anche se soltanto da lontano, affinché la Sua Immagine diventi in me sempre più vivente”.

                       21.   Dice Giovanni: “Maternus, ora hai afferrato il vero Spirito di Gesù, e adesso ti consiglio: non ostacolare questo Spirito e fa buon uso della Grazia che hai ricevuto! Diventa d’ora in poi un salvatore per i tuoi fratelli e sorelle e ricorda che in ogni fratello ed in ogni sorella deve anche sorgere un nuovo salvatore e figlio di Dio, per la salvezza di tutti e per la Gioia del Signore. Voi altri però amatevi e rimanete in quest’amore; perché soltanto in questo amore Egli può essere e rimanere in noi, fra noi e presso di noi. Tutto quello che facciamo in questo Amore è così come se Egli stesso lo avesse fatto, e comunque Egli ci vuole ricompensare come se lo avessimo fatto noi. Se avete degli ammalati, allora portateli a questo vostro fratello, però nella fede che soltanto Gesù li guarirà. Ma chi entra totalmente nella Volontà del Signore, troverà in sé la Sorgente di ogni Vita, e Gesù Si mostrerà come l’Ultramagnifico. Così ricevete la Sua benedizione, e la Sua Pace diventi la vostra parte ed il Suo Amore, la vostra vita!”.

 

                       22.   Giovanni rimane ancora a lungo in Efeso ed opera con ricchezza di benedizioni nelle comunità vicine, e l’Immagine del Maestro dell’Amore sorge in tutti i cuori molto più delizioso ancora.

                       23.   Maternus diventa un fratello che comprende Giovanni in ogni cosa, e la sua brama di contemplare il Signore diventa sempre più grande. I suoi successi nelle guarigioni fanno scaturire gioia e gratitudine, ma Boétos si perde sempre di più. Il dono della guarigione gli era molto di più che la Grazia del Signore, e Maternus ne soffre molto.

                       24.   Durante un Sabato, nel quale si radunano tutti, perché Giovanni vuole mettersi in viaggio per raggiungere un’altra comunità, Maternus non lascia in pace Boétos; egli deve semplicemente venire con lui all’ufficio divino che tiene Giovanni.

                       25.   Sono venuti tutti, e tutti sono incuriositi per vedere come si sarebbe comportato il loro vecchio sacerdote, sacerdote che essi hanno abbandonato; ma Giovanni nel suo vecchio modo d’amare è puro amore. Egli va subito incontro a Boétos, lo afferra per mano e lo conduce all’altare, dove serve la comunità. Boétos non può opporre minimamente resistenza; infatti, non si aspettava questo amore, e la comunità riconosce in questo amore per lo smarrito, il purissimo Amore di Gesù.

                       26.   “Diletti cuori”, – dice Giovanni, – “sarò a lungo lontano da voi secondo l’esteriore, ma il mio cuore ed il mio amore rimangono presso di voi. Lasciateci essere ancora una buona volta ben uniti intimamente nell’Amore di Gesù e tutto ciò che sta dietro di noi, sia e rimanga per noi scuola ed educazione. Tutto il bello ci rende liberi, e tutto il brutto ci rende maturi per nuove scuole della vita. Oggi è il giorno della gioia, di una gioia che portiamo al nostro Signore e Maestro. Proprio come noi bramiamo la gioia, così la brama anche il Signore, e così dice il Signore, nostro Padre e Dio di Eternità in Eternità: «Amati figlioletti! grazie per il vostro amore e per la gioia che mi avete fatto particolarmente in questo giorno, ma anche in tutti gli altri giorni. Perciò spalancate il vostro cuore affinché voi tutti percepiate il soffio del Mio Amore, e così apro i vostri occhi affinché possiate contemplarMi nella Grazia Mia. Come voi avete portato gioia ed adempimento al Mio bramante Cuore, così anch’Io oggi posso portarvi gioia ed adempimento. Non dovete però contemplare soltanto Me, ma anche tutti coloro che sono venuti con Me e gioiscono come voi, e vogliono anche dimostrarsi riconoscenti. Figlioletti, tenete fermo un tale santo amore, perché questo amore è il vincolo trainante che unisce tutti, e questo amore è il ponte che unisce Cielo e Terra. Sorgete in piena Libertà, affinché il Mio Amore diventi Salvezza per tutti voi!»”.

                       27.   Quello che in Efeso non è ancora accaduto, si compie adesso in queste ore: angeli e beati si mescolano tra la comunità, il Signore però va da uno all’altro, ed ognuno può intendere che cosa Lui dice. Tutti possono anche parlare con i beati, e più volte diventa forte la domanda: “Perché viviamo soltanto oggi questa Grazia?”.

                       28.   Allora giunge loro la risposta: “Noi eravamo sempre qui, ma voi eravate ancora non-liberi, perché non avete lasciato agire abbastanza amore per il vostro fratello smarrito, ed ora guardate lì, come il Signore si fa toccare dal fratello vostro; guardate lì, come egli bacia le ferite ed i piedi al Signore. Ma ora sperimentate anche la Grazia, come egli viene accolto dal Signore!”.

                       29.   Così tutti gli occhi si rivolgono a Boétos, come il Signore lo prende per la mano, lo rialza e gli dice: “Alzati, figlio Mio, e renditi completamente libero! Quest’ora deve essere anche per te la dimostrazione che Io sono Amore, vero Amore. Io non ho dimenticato quello che Mi hai portato nell’amore, e ciò che è vissuto in te di falso, ha fatto ora posto al bello e al vero. Mi hai pregato di darti la Forza, affinché tu potessi dimenticare questo tempo funesto, ma vedi, questo non lo posso fare; Io però l’ho dimenticato da Me, e così anche tu lo devi dimenticare da te.

                       30.   Posso soltanto fortificare il tuo volere; e se vuoi essere di nuovo un vero fratello e servitore per Me e per i tuoi fratelli, allora siilo! Non Io ti ho sottratto il servizio, ma sei stato tu stesso. Hai dimenticato che sono venuto a voi nel Mio Giovanni per liberarvi dal vostro errore. È riuscito, ed ora sorgi in un nuovo Spirito d’Amore e di Vita proveniente da Me, vostro Salvatore e Redentore! Io non voglio essere il Determinante, ma il Supplicante; attraverso il vostro amore per Me vi sarà sempre data l’occasione di compiere nei vostri fratelli quello che volete fare a Me”.

                       31.   Allora il Signore ancora una volta benedice tutti i presenti ed i loro occhi vengono chiusi, ma le sensazioni e la beatitudine rimangono.

                       32.   Dice Giovanni: “Figlioletti, quest’ora è stata un’ora di Grazia che non dimenticherete mai e poi mai. Avete visto e sentito come il nostro santo Padre e Dio si trova tra di noi come un Fratello, ed Egli stesso ha appianato quello che ancora non era piano. A nessuno è toccato un rimprovero; perciò lasciate stare tutto il passato ed adoperatevi a crescere sempre di più nello spirito che avete vissuto in quest’ora, affinché il nostro santo Padre possa sempre rallegrarsi in mezzo a voi, e la Sua Gratitudine vi farà vivere Beatitudini per le quali nemmeno un angelo ha parole.

                       33.   Ora vado via per un tempo. Secondo la Volontà del Signore vostro fratello Boétos sarà di nuovo il vostro servitore. Portategli piena fiducia; in lui, infatti, conoscerete la Parola del Signore che vi sarà e rimarrà segnavia e Luce nella vostra vita ed esistenza terrena. Non smorzate lo Spirito, e siate grati per i Doni provenienti dallo Spirito Suo!”.

                       34.   Dice Boétos: “Fratello Giovanni, è veramente la Volontà del Signore che io possa di nuovo servire i miei fratelli? Ho agito indegnamente. Maternus è di gran lunga più degno”.

                       35.   “Fratello, è la Volontà del Signore!”, – risponde Giovanni. – “Maternus ti sosterrà come il tuo giusto e vero fratello; più uniti voi sarete, tanto più salda starà la comunità. Voi eravate giudei, in futuro si aggiungeranno molti che sono pagani. Non fate nessuna differenza fra voi e loro; perché quello che viene unito nell’amore, questo appartiene allo stesso genere. Ma voi, efesini, applicatevi sempre di più nell’amore ed imparate a comprendervi tutti! Non appellatevi agli uomini, ma sempre soltanto al Signore e Maestro Gesù; perché vivere in Lui significa anche: essere compiuto in Lui.

                       36.   Così vi benedico nel Suo Amore e nello Spirito Suo, e la Sua Pace rimanga parte della Sua Vita in voi! Amen”.

                       37.   I fratelli rimangono ancora a lungo insieme, e Giovanni ha molto da testimoniare ancora, poiché gli avvenimenti di questo giorno sono per tutti un Miracolo dell’Amore.

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Cap. 10

Viaggio per mare da Efeso a Smirne e la terribile tempesta

                         1.      Boétos e Maternus accompagnano Giovanni per un bel pezzo di strada. Ma poiché la sua meta è Smirne, la città portuale, Giovanni cerca di arrivarci con una nave, cosa che anche gli riesce.

                         2.      Gli uomini dell’equipaggio sono greci e tengono poco alla fede giudaica. Il proprietario della nave Nausicles non è interessato a Giovanni, perché è giudeo; ma l’apostolo non si lascia mettere in imbarazzo e porta presto un discorso su Gesù il Crocifisso e Risorto.

                         3.      Stanco e quasi triste il proprietario della nave guarda Giovanni: “Amico mio, molto, quasi troppo ho sentito di Lui, ma chi mi garantisce la Verità? Un discepolo, Paolo era il suo nome, ha potuto ben convincere molti, ma non ho mai avuto la fortuna di parlare con un apostolo del Crocifisso; e di ciò che sento da terzi, ci tengo poco”.

                         4.      Dice a lui Giovanni: “Oggi e nei giorni venienti avrai abbastanza occasione di discutere con un discepolo del Signore. Da ragazzo dodicenne già conoscevo Gesù e L’ho seguito, quando Egli mi chiamò di seguirLo. Non credere però che ti voglia guadagnare per la Dottrina del Salvatore Gesù. Perciò ti dico subito che testimonio sì del Mio Maestro, ma lascio a te la totale decisione. Ed ora ti do un consiglio: fa attenzione, ancora oggi avremo una grande tempesta che darà molto da fare alla tua nave. Ma non temere, poiché il Mio Dio e Salvatore Gesù è anche un Signore su tutte le tempeste”.

                         5.      “Amico, come puoi sapere che ci sarà una tempesta?”, – domanda il marinaio. – “Le previsioni del tempo sono, oggi, particolarmente favorevoli”.

                         6.      Nausicles, credi alle mie parole, se vuoi rimanere risparmiato da danni; perché quello che mi dice il Mio Signore e Maestro, è e rimane Verità!”, – insiste Giovanni.

                         7.      “Come sai tu il mio nome, e come può il tuo Dio e Maestro dirti qualcosa se Egli non è qui?”, – chiede sorpreso Nausicles. – “Com’è il tuo rapporto col tuo Dio? Per i miei dei, io offro sacrifici, tutto il resto lo lascio ai sacerdoti. Dei qui e dei là; finora non ho ancora ottenuto nessuna prova della loro realtà; tutto è natura, e questa ha le sue leggi. Oggi una tempesta? No, non lo credo ancora, perché ne mancano tutte le premesse. Come ti devo chiamare? Voi sacerdoti siete tipi incomprensibili!”.

                         8.      Nausicles, chiamami Giovanni. Nella mia giovinezza sono stato pescatore. Da quando mi chiamò Gesù, sono pescatore di uomini. Per essere sacerdote non sono adatto, poiché non voglio essere maestro ma, per tutti, fratello e servitore, anche per te e la gente sulla tua nave”.

                         9.      Dunque tu sei Giovanni! Il tuo nome m’ispira fiducia, ed i tuoi occhi rivelano una dolcezza paterna. I miei uomini però sono grandi bruti e devono essere trattati duramente. Avrai una difficile situazione con la tua fraternità e servitù; è meglio che rimani da solo e molto nella mia vicinanza”.

                       10.   “Ti ringrazio per il consiglio!”, – risponde Giovanni. – “Ma rimane come ti ho detto. Non mi favorire, è sufficiente che abbia ricevuto un posto sulla tua nave”.

                       11.   “Giovanni, sii prudente! I miei uomini non possono soffrire i giudei. Questi in genere non hanno qui una buona reputazione, poiché i vostri sacerdoti sono trafficanti di schiavi”.

                       12.   Nausicles, io ti dico: erano! Perché in Gerusalemme non esiste più un tempio. La punizione dell’eterno Iddio ha distrutto Gerusalemme e quasi tutti gli abitanti, se non sono prigionieri dei romani, o sono fuggiti o sono morti”.

                       13.   “Giovanni, è vero questo? Quando è successo?”. – domanda sorpreso Nausicles.

                       14.   “Solo in questi giorni il mio Dio mi ha rivelato questo e mi ha fatto vedere le rovine”, risponde Giovanni,

                       15.   “Giovanni, ora esageri; come me lo puoi dimostrare? Non farlo sentire ai miei uomini!”.

                       16.   Nausicles, la tempesta odierna sia la prova, non avrai pace per tutta la notte, e ti prego: prendi delle precauzioni, mi dispiacerebbe per te, poiché hai in ogni caso caricato della merce preziosa”.

                       17.   Nausicles guarda a lungo Giovanni, poi dice: “Giovanni, poiché mi preghi, voglio farlo; ma taci davanti alla mia gente, almeno oggi; io la conosco”.

                       18.   Dopo impartisce le sue istruzioni e fa legare a bordo tutto, eccetto le vele. C’è un buon vento, e presto giungono in mare aperto, Nausicles sorride su questo preannuncio di una tempesta, ma tace anche quando la sua gente gli chiede perché facesse legare tutto, “Temo che venga una tempesta”, è la sua risposta. Una risata è la risposta di rimando.

                       19.   Non passano due ore che si mostra ad ovest del cielo una nuvola gialla, il vento si rovescia, ed il mare scaraventa onde alte parecchi metri. Ora anche Nausicles crede in una tempesta. Indica con la mano l’ovest del cielo, dove già si spingono avanti delle nuvole giallo-nere come un muro gigantesco. Giovanni osserva tutti i preparativi, guarda attentamente il cielo e vede con gli occhi spirituali lo slancio gigantesco di potenze distruttive, potenze che si sono unite con gli spiriti della natura. Nel silenzio si unisce con il suo Maestro e benedice queste potenze oscure, le quali però con fulmini cercano di annientare la sua benedizione.

                       20.   Giovanni non si lascia fuorviare; anche quando i precursori della tempesta si fanno già sentire, egli benedice instancabilmente. Nausicles viene da lui e dice: “Vieni in fretta giù; presto ci sarà un putiferio, e c’inzupperemo per bene. Hai in ogni modo avuto ragione, e sono contento che io abbia seguito le tue parole”.

                       21.   Si fa sempre più buio, e dopo un’ora si scatena una tempesta che spinge innanzi a sé intere montagne ondose. Giovanni non lascia il suo posto. Gli uomini lavorano come lo permettono le loro forze. È un miracolo che l’albero non si spezzi. Come un guscio di noce la nave è sballottata qua e là. Gli uomini si meravigliano che Giovanni non abbandoni il suo posto. Egli benedice imperterrito la tempesta, le fatali onde d’acqua e la pioggia tempestosa adesso cominciano.

                       22.   Ora Giovanni si mostra nella sua grande fede. Egli comanda alle potenze oscure di tacere nel Nome di Gesù Cristo. Ancora una volta un terribile scoppio. Segue fulmine su fulmine, poi si fa quiete. Le montagne d’acqua diventano sempre più piccole, soltanto la grande pioggia non smette ancora. Ora quasi tutto è calmo, eccetto la pioggia, Giovanni va, inzuppato fino all’osso, sotto coperta dove gli viene offerto un mantello asciutto.

                       23.   Nausicles lo raggiunge e dice: “Giovanni, che strano uomo sei tu! Dimmi solo una cosa: perché non sei sceso prima sottocoperta, tu come pescatore devi certo sapere a cosa si va incontro in una tempesta”.

                       24.   “Appunto per questo sono rimasto in coperta, perché io so, e più precisamente su comando del mio Dio”.

                       25.   “Del tuo Dio? Io sono stupefatto, si è mai sentito questo? Non ridere di me, Giovanni, qui c’è sicuramente qualcos’altro dietro”.

                       26.   “Hai ragione, Nausicles, c’è molto dietro; ma esporti tutto questo, non è consigliabile, perché tu non lo potresti afferrare. Se però ti prego:Resta vigilante!’, – questo ha i suoi motivi; il maltempo, infatti, non è ancora per niente superato, ma credo che il peggio sia passato”.

                       27.   “Giovanni, ora credo alle tue parole, e così rimani qui sotto al caldo; se la situazione si aggrava, te lo farò sapere”.

                       28.   “Questo non è necessario, Nausicles; il mio Maestro, Signore e Dio mi avvertirà in tempo utile. Ma io ti dico: sarebbe potuto essere molto peggio”.

                       29.   È come Giovanni ha detto, la pioggia non cessa, dopo appena un’ora scoppia di nuovo una tempesta. Giovanni nel frattempo è andato di sopra; sta di nuovo allo stesso posto e benedice temporale e tempesta; ma il temporale diventa sempre più impetuoso. Giovanni chiede aiuto al suo Maestro, poiché le potenze non vogliono piegarsi. Ora ha scorto il nemico che causa il temporale, e può adesso rivolgersi direttamente a lui. La risposta è una tempesta ancora maggiore. Gli uomini si legano di nuovo strettamente, ma Giovanni rimane al suo posto.

                       30.   Nausicles vuole annodare una fune intorno a lui, ma l’apostolo fa cenno di no, oltre a ciò diventa adesso buio pesto.

                       31.   Giovanni sta come una roccia nella tempesta. Egli comanda quiete e silenzio nel Nome del Signore; ma la tempesta non vuole tacere. Ben dieci volte Giovanni comanda quiete e silenzio con tutta la forza della fede. Allora un fulmine illumina all’improvviso la notte ed in questo bagliore egli vede il Signore come comanda alla tempesta quiete e silenzio. All’istante tutto è calmo. Nausicles come anche gli altri uomini vedono il chiaro fulmine, al quale non segue nessun tuono. Questo strano fulmine ha spaventato più che la tempesta. Ma come si stupiscono che all’improvviso la tempesta è passata ed allo stesso tempo si mostra un meraviglioso cielo stellato. Da sottocoperta vengono portate delle torce per verificare quali danni ha causato la bufera, ma Giovanni dice: “Mettetevi a riposare, i danni possono essere riparati domani; ma non dimenticate il ringraziamento!”.

                       32.   Eccetto la guardia, tutti si recano sottocoperta.

                       33.   Giovanni rimane sveglio. Si chiede ancor sempre come mai che la sua benedizione era così debole e la Forza del Signore in lui non è bastata. Pieno di esuberante sentimento avrebbe voluto abbracciare tutto, perché il Maestro gli è venuto in aiuto visibilmente. Egli deve infondere al suo sentimento espressione nella preghiera: “Mio Gesù, Tu meta e contenuto della mia vita, Tu vieni in Aiuto nella più grande miseria e non lasci al nemico il trionfo, perché abbia potere sui figli Tuoi. Mio Gesù, è derivato dal fatto che sono diventato debole?”.

                       34.   Ecco che un angelo di luce sta dinanzi a lui e dice: “Fratello mio, calmati, il Signore stesso doveva intervenire e mettere fine all’imperversare della tempesta, per risparmiare l’avversario che voleva colpire il Signore stesso. Ed ora guarda tutte le vittime dell’egoismo e falso amore di tutti coloro che credono di potersela cavare senza un Dio!”.

                       35.   Giovanni vede un’enorme schiera di esseri sconfitti come guizzanti serpenti di fuoco, ed esseri che non avevano ancora nessuna forma.

                       36.   Egli guarda l’angelo con aria interrogativa: “Fratello, cosa deve significare tutto questo? Questi esseri non possono certo essere ritenuti responsabili. Fra loro ci sono ancora perfino spiriti della natura; che cosa vi hanno a che fare questi?”.

                       37.   “Soltanto per amor del tumulto; guardati intorno e riconosci com’è stato mobilitato l’intero mondo degli spiriti, affinché tu non dovessi giungere alla tua destinazione!”.

                       38.   “Ti ringrazio fratello per le tue indicazioni; ora sono informato e comprendo anche l’impulso in me di andare a Smirne”.

                       39.   Dice l’angelo: “Fratello, è una gioia servire voi figli, voi trovate sempre la cosa giusta. La vostra vita interiore precede la nostra. Perciò ho chiesto per me il servizio di poterti servire. Io rimango nelle tue vicinanze”.

                       40.   “Puoi mostrarti anche agli altri, caro fratello, oppure sei vincolato a direttive?”.

                       41.   “Non vincolato, ma in una tale libertà nella quale vivi tu io non mi muovo, poiché sono soltanto un servitore del nostro Dio”.

                       42.   “Lo so fratello, ma per me è una gioia sapere che posso operare sotto la tua particolare protezione. Ora vado di buon animo verso il mio nuovo luogo operativo”.

                       43.   Al mattino la nave sembra avere un brutto aspetto: il mare ha gettato ogni sorta di lordume in coperta, anche tutte le funi sono ancora bagnate e si lasciano difficilmente lavorare. Ma dallo spuntar del Sole soffia un vento fresco, e tutti sono lieti e di buon umore.

                       44.   Giovanni s’intrattiene spesso ed a lungo con i marinai. Essi accettano il Vangelo del Salvatore Gesù. Lo ascoltano volentieri, e Nausicles ha vera gioia in Giovanni.

                       45.   Egli gli domanda: “Dimmi: come ci sei riuscito a fare della mia rozza gente tali uomini volenterosi?”.

                       46.   Nausicles, perché non domandi a te stesso, per quale ragione finora non ti è riuscito a tirar su dai tuoi uomini dei fratelli?”.

                       47.   “Sì, Giovanni, ancor mai ci ho pensato; semplicemente sono miei servitori e qui vale la mia volontà”.

                       48.   Nausicles, anche per i tuoi fratelli è importante soltanto la tua volontà, con la sola differenza: come servitori fanno soltanto il loro dovere, come fratelli però vogliono accontentarti, affinché tu abbia in loro sempre più gioia”.

                       49.   “Ahimè, Giovanni, non ci ho mai pensato. In verità ho sempre cercato gioia da loro, ma sperimentato poco”.

                       50.   “Non c’è da stupirsi, fratello, dà soltanto gioia a tutti, e sperimenterai gioia su gioia. Proprio questo era il più grande e più  meraviglioso lato della Vita del Maestro: portare gioia ed amore, ed il raccolto era anche corrispondente”.

                       51.   “Sì, ma perché allora Gerusalemme doveva cadere? Perché dovevano venire tutte queste amare situazioni, questi orrori e tempi dolorosi? Giovanni, non c’è una contraddizione?”.

                       52.   “Tutto questo non poteva essere fermato nemmeno dal Signore, perché gli uomini volevano così. L’uomo è il prodotto della sua educazione e del suo modo di pensare, e come la semenza, così è il raccolto. Molti che credevano nel Signore sono stati risparmiati da tutti i mali, ma anche molti sono diventati vittime, perché non osservavano i consigli del Suo Amore e della Sua Sapienza. Anch’io sono circondato da pericoli; pensa a questa notte, oppure puoi immaginarti che se il Signore non fosse stato il nostro Protettore, ce la saremmo passata così liscia? Io ho ancora altre prove”.

                       53.   Domanda Nausicles: “Come, prove? Questa me la devi spiegare”.

                       54.   Risponde Giovanni: “Non posso spiegarti tutto, perché tanto non mi comprenderesti; ma tieni conto del fatto che al nemico della Vita non va bene che io vada a Smirne e sostenga e fortifichi quivi la comunità. Non dimenticare mai le ore che siamo stati insieme, e lascia diventare in te ogni parola udita un cibo per l’anima tua, e vedrai come diventerai libero e lieto in Dio. Inizia e diventa amore, e tutto il mondo intorno a te avrà un altro aspetto! Amatevi come veri figli del nostro Dio, allora sperimenterete la cosa più meravigliosa: come Dio in Gesù è diventato il Fratello di tutti noi!”.

 

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[1] Maria si riferisce all’acqua maledetta che era una prova dell’innocenza che doveva superare l’accusato per essere scagionato. Vedi Jakob Lorber. “L’infanzia di Gesù” al cap. 11, 26-30.

[2] Non si sa quale Giacomo sia, se il fratello di Giovanni apostolo, oppure il fratello di Gesù. N.d.R.