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Scene deliziose della Vita Terrena di Gesù

Ricevute in visione da Max Seltmann

Libretto  XIV

1934

 

Pentecoste!

Scene interiori di Ursus con Teofilo trasportati spiritualmente sul loro mondo

Il dono dello Spirito Santo

[Atti 2, 1 – 2, 5]

 

 

 

INDICE

 

 Cap. 1     Ursus e Teofilo nel loro mondo precedente spiegano la Croce come segnavia

 Cap. 2     La grande svolta dopo l’Ascensione di Gesù

 Cap. 3     Una testimonianza degli amici di Gesù davanti ai templari

 Cap. 4     Ursus disputa con i templari – Esortazione all’amore di  Lazzaro che gli dona una visione interiore

 Cap. 5     Le domande dei cinque forestieri ­ – Due messi del tempio per la decima

 Cap. 6     Festa di ringraziamento per il raccolto in Betania

 Cap. 7     I discepoli ricevono lo Spirito Santo [Atti 2, 1]

 Cap. 8     Pentecoste!  [Atti 2,5]

 Cap. 9     Partenza da Betania

 

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Cap. 1

Ursus e Teofilo nel loro mondo precedente spiegano la Croce come segnavia

                         1.      «Tutta la vostra tristezza verrà tramutata in gioia!» [Giov. 15,20]. Questa promessa si è subito adempiuta! Poiché dopo l’Ascensione di Gesù, nei Suoi Cieli tutti i cuori si sentono pieni di quiete, forza e pace.

                         2.      Demetrio nel frattempo ha acquistato la casa del sacerdote Enos, e la dona in proprietà alla madre di Gesù. Maria però la mette subito a disposizione dei discepoli, e grazie a ciò essi ricevono una fissa dimora a Gerusalemme, e ora sanno dove possono incontrarsi facilmente in ogni momento. I discepoli sono anche più felici, e al calar del Sole ritornano pieni di slancio a Gerusalemme.

                         3.      In Betania la sera della festa dell'Ascensione al Cielo si radunano ancora tutti gli ospiti presenti, e Ursus prega con il cuore traboccante, di poter parlare a tutti. “Amici e fratelli”, – comincia egli, – “presto anche noi lasceremo la nostra cara Betania, e per questo vorrei comunicarvi qualcosa della meravigliosa esperienza che il Signore ci ha donato nell'ultima notte. In un primo momento credevo che fosse un vivido sogno, dal momento però che il fratello Teofilo ha vissuto la stessa cosa, deve essere stata assoluta realtà!”.

                         4.      “Io già lo sapevo”, – conferma Lazzaro, – “che voi due questa notte avete ricevuto una straordinaria consacrazione, e noi ascoltiamo e condividiamo volentieri questa singolare Grazia del Signore in voi, vissuta contemporaneamente”.

                         5.      E Ursus racconta: “Quando ieri sedevamo sul monte degli ulivi[1], il Signore ci benedisse silenziosamente, e all'improvviso a me sembrò di camminare su una strada diritta, piena di luce. Davanti a me in lontananza c'era una grande città; a destra e a sinistra, dei giardini e campi in straordinaria magnificenza. Mi voltai, allora vidi il fratello Teofilo accompagnato da un forestiero venire dietro di me; ci guardammo, ci porgemmo la mano, e Teofilo disse esplicativo: «Costui è la nostra guida, ma non so dove siamo diretti, poiché mi trovo soltanto adesso su questa strada».

                         6.      Io osservai la nostra guida che era vestita con un lungo mantello bianco tenuto stretto da una cintura d'oro tempestata di pietre preziose. In tono amichevolmente serio ci disse: «Secondo la Volontà del Signore io ho l'incarico di condurvi nel mondo della vostra vita precedente, e non appena varcherete la soglia che vi porta nella vostra casa paterna, otterrete il ricordo del passato. Ma non si tratta soltanto del bello che voi vivrete, ma piuttosto del grande che i vostri precedenti padri ed antenati dovranno conoscere a mezzo vostro intorno al più grande e più splendido miracolo dell'Amore di Dio! Io non sono soltanto la vostra guida, ma anche vostro servitore e volentieri pronto a rispondere alle vostre domande».

                         7.      Allora io domandai: «Dicci: dove siamo veramente? E dove conduce questa strada? Mi sembra tutto così incomprensibile, così meraviglioso!».

                         8.      Amichevolmente la nostra guida rispose: «Siamo qui in un mondo, per il quale la Terra non ha nessun nome, poiché essa non lo vede, e perciò non lo conosce. La strada sulla quale camminiamo, si trova veramente in voi, e la meta è la vostra casa precedente. Lontani e separati dal meraviglioso scopo della vita non vi venne in mente, quanto vi eravate allontanati da questa terra natia, fino a che il Signore entrò nella vostra vita».

                         9.      Domandai io: «Tu dici che entriamo nel mondo che in precedenza era la nostra terra natia, ma chi ci dimostra questo?».

                       10.    La guida rispose: «Il vostro stesso ricordo, l'improvviso riconoscimento: sì! Questa era la mia casa paterna! Conosco tutti questi uomini! Anche i vostri fratelli, padri ed antenati vi riconosceranno, e allora il ricordo in questa vita terrena vi sarà come un sogno! – Riflettete però, dal momento che il Signore vi dimostra la più grande Grazia con questo, allora vorrete anche adempire il meraviglioso compito che qui vi attende».

                       11.    Ebbene arrivammo alla porta di una grande, splendida città. I tetti a forma di torre e le cupole scintillavano nella luce chiarissima, ma un sole io non lo vidi. Prima ancora di bussare, la porta si aprì. Entrammo e ci avviammo lungo un viale costeggiato da alberi ombrosi. A destra e a sinistra scorgemmo molti uomini radunati; un venerando vegliardo con lunghi candidi capelli e barba bianca venne verso di noi, prese Teofilo e me per mano e disse benevolmente: «Benvenuti Tschia e Tschena! Il vostro arrivo ci è stato già annunciato da un messaggero del Cielo!», e inchinandosi davanti alla nostra guida, continuò a dire: «Che tu sii ringraziato per la tua fatica di aver condotto qui senza pericoli i nostri fratelli, ed hai compiuto il tuo incarico». – Tutti ci circondarono giubilanti ed esclamarono: «Benvenuti! – Benvenuti!».

                       12.    La nostra guida però disse: «Non c'è bisogno del vostro ringraziamento esteriore, poiché siamo servitori del grande Iddio; e la nostra grande gioia consiste nell’adempiere la Sua Volontà! Ora però ascolta l'ordine del mio come anche del tuo Signore: quando la vostra festa avrà raggiunto il culmine, dovrò riportare questi vostri fratelli sulla loro Terra! Perciò io prego di dar subito inizio a questa festa, festa che dovrà essere per entrambi una profonda esperienza e consoliderà il fondamento della loro consapevolezza, ma deve anche far di voi figli liberi e felici del grande Iddio!».

                       13.    Ad un segno del pastore capo risuonò un canto, e tutti noi ci recammo verso un’elevata piazza all’aperto. Ovunque l’occhio guardava, c’erano uomini già in attesa, e ci colse un giubilo che non trovava fine. Su questa piazza in festa c’era un Tempio aperto, soltanto delle alte colonne reggevano un ampio tetto; ma nel mezzo stava un piccolo altare che era ben visibile da tutti i lati, infatti, tutt'intorno, dieci gradini conducevano su. Il Tempio era fatto di pietre trasparenti verde e gialle che scintillavano e brillavano come diamanti.

                       14.    Di nuovo risuonò un meraviglioso canto: «Salute a Te, – Tu grande eterno Iddio! Tu che sei Luce, Potenza e Sapienza! Salute a Te e a tutti i Tuoi popoli che ricevono da Te Luce e Forza, ed essi con la Tua Sapienza tramutano in servizio a Dio! Salute a Te! – Salute a noi!».

                       15.    Durante questo canto il pastore capo pregava; verso la fine però andò davanti all'altare e disse solennemente: «Miei cari figli e figli dei figli! Secondo la Volontà del grande Iddio ho ricevuto il seguente incarico: ‘Disponi che la tua comunità si raccolga per una solenne festa! Tutti voi, infatti, dovete ricevere notizie dei portentosi avvenimenti avvenuti sulla Terra, avvenimenti che hanno suscitato profonda emozione nell’intera Creazione senza fine, e venire a conoscenza del santo Prodigio del divino Amore che vuole tramutare gli abitanti di tutti i mondi negli esseri più beati!’».

                       16.    Io domandai al luminoso latore di questo Messaggio di Dio: «In che modo dobbiamo celebrare questa festa?».

                       17.    Lui rispose: «Riunisci tutti in solenne silenzio ad una festa, dove essi non devono preparare come altare nient’altro che soltanto il loro cuore! Tutto il resto ve lo annuncerà il Signore e grande Iddio attraverso i vostri figli Tschia e Tschena che Egli manderà a voi dalla Terra per questo servizio! Essi sono venuti da noi accompagnati da questo messaggero di Dio. Perciò, figli miei, aprite i vostri occhi e orecchi, anzi, aprite il vostro cuore per ricevere il messaggio che il santo Iddio ci ha riservato!».

                       18.    Risuonò uno squillo di tromba, – allora tutti i presenti si prostrarono in preghiera e rimasero interi minuti in solenne silenzio.

                       19.    Allora la nostra guida, che era l'angelo Rafael, si portò davanti all'altare e ad un suo cenno tutti si alzarono da terra; poi disse ad alta voce: «Abitanti di questo mondo solare! La Volontà del grande Iddio che ha creato tutti i mondi, mi ha inviato a voi per portarvi una gioia che vi renderà felici in eterno. Come voi sapete esiste il pericolo che tutto ciò che qui è bello e magnifico, vada comunque incontro alla rovina, se voi tutti, dal più piccolo al più grande, non usate la necessaria cura di conservare il vostro mondo in questo stato meraviglioso! Ma voi sapete anche, attraverso precedenti messaggeri del Signore, che il nemico di tutto il bello e magnifico cercò un giorno di sedurvi, cercando di risvegliare in voi uno stimolo che vi avrebbe fatto abitatori insoddisfatti e irrequieti di questo bel mondo. Avete fatto bene a fidarvi dei messaggeri del Signore, e per questo, il grande Iddio vi ringrazia e vuole offrirvi un dono di Grazia mediante questi fratelli. Voi avete già avuto notizia che anche il santo Iddio stesso è diventato Uomo su quella Terra che ora serve a questi vostri fratelli come dimora e luogo di istruzione, per offrire a tutti i Suoi esseri creati, l'incommensurabile Grazia, in modo che ora, secondo il loro proprio libero volere e operare, possano diventare pure, figli beati del grande Iddio! I vostri due fratelli me ne sono testimoni; ora essi vi parleranno e v’istruiranno secondo il santo impulso nel loro cuore».

                       20.    Ora andò all'altare Teofilo, alzò la mano in segno di saluto e disse: «Fratelli! …sorelle! ...padri e madri! In un primo momento mi era come se avessi vissuto solo un gravoso sogno, da quando ero assente da qui, …ma adesso, so che sono ancora un abitante della Terra, e mi è permesso di rimanere con voi soltanto per poco tempo, voi che un giorno siete stati tutti così vicini al mio cuore! Sì, il vostro mondo è un Cielo! – un Cielo rispetto alla nostra tenebrosa Terra! Tutto il vostro modo di vivere è una delizia, ma così tanta felicità può rendere facilmente stanchi e indolenti.

                       21.    Noi sulla nostra Terra conosciamo certamente anche delizie e felicità, ma attraverso molti conflitti e sofferenze veniamo sempre spronati ad amare lotte, per questi beni, poiché il nemico di tutto ciò che è Divino, con il suo potere e astuzia, ha soppresso ogni pura gioia e buonumore nei cuori degli uomini, per la qual ragione imperversa discordia, ambizione e assenza d'amore. In questa grandissima miseria di profonda afflizione e lontananza da Dio, Egli, l'onnipotente Creatore di tutti gli esseri e mondi, ha avuto pietà della povera Terra e dei suoi corrotti abitanti ed è diventato Egli stesso, …Uomo! – Uomo come noi, per spianarci una via di salvezza fuori di ogni errore dell'ignoranza, e ritornare alla raggiante pace e beatitudine interiore, per vivere nella Vicinanza di Dio! Questo Dio-Uomo – denominato Gesù – ha superato vittoriosamente tutte le tentazioni dell'amor proprio che Gli si presentavano, con la Forza della totale abnegazione maturata in Lui, e per questo è divenuto un Signore su tutte le Forze in Sé, come anche su tutta la grande natura! Egli ci ha dimostrato in Umiltà e Amore, come ogni uomo può far sua la legge della Volontà di Dio dimorante in lui, e mediante tutti i Suoi Insegnamenti sul giusto cammino di sviluppo di tutte le caratteristiche divine nell'uomo e l'effetto sovrastante delle Sue risanatrici Forze miracolose, Egli si è eretto un monumento imperituro in molti cuori.

                       22.    Il Suo scopo era di insegnarci un Amore di Dio totalmente nuovo, per destare in noi l'amore disinteressato per il prossimo come per tutti i caduti, affinché imparassimo a seguirLo diventando collaboratori attivi nella Sua grande Opera di Redenzione. Il nemico di Dio però ha talmente influenzato gli uomini deboli ed ha fuorviato perfino i sacerdoti, tanto che hanno condannato questo divino Salvatore e Redentore di tutti i mali ad una morte ignominiosa sulla Croce! Ed Egli, …permise che ciò accadesse senza opporre resistenza!

                       23.    Voi rabbrividite alle mie parole e vi chiedete: ‘Ma che cosa ha a che fare con noi tutto questo?’. O miei cari, moltissimo, moltissimo! Perché questo grande seduttore non si limita a noi e alla nostra Terra, no, egli cercherà di impigliare anche voi nelle trappole sue, per depredarvi della santa pace nel vostro mondo interiore! Noi ora siamo qui per mostrarvi questa via di salvezza, e festoso deve essere l'atto in cui vi viene rivelato il simbolo sublime di questo Amore liberatore, per diventare anche il vostro Segnavia per giungere alla Vita interiore di Dio.-

                       24.    Con la morte sulla Croce di Gesù, divenne evidente per tutti noi, più che mai, che, …Dio vive! Come Egli si è sempre preoccupato per il benessere di tutte le Sue creature, e come, porge alle anime smarrite il solo giusto mezzo per ritrovarLo, per rendere il loro cuore, veramente e in eterno, felice! Il simbolo della Sua Croce non è solamente il compendio del purissimo e santissimo Amore di Dio per i Suoi figlioli, bensì, nello stesso tempo, il Segnavia a sottomettersi totalmente, mediante la volontaria, spesso dolorosa soppressione di tutti gli effimeri desideri e inclinazioni terrene, alla santa Volontà di Dio e, con ciò, arrivare alla nostra superiore perfezione! Quindi, ora annunciateci: avete voi l’intenzione di farvi vasi d'accoglimento e portatori di questo Suo Spirito? Tuttavia unicamente la vostra liberissima volontà deve qui decidere!».

                       25.    Dopo un breve silenzio il pastore in capo diede un segnale e disse: «Tschena! (Teofilo) figlio e fratello di tutti quelli che si trovano qui, il tuo discorso ci ha dato un'immagine del vostro mondo che ha scosso profondamente tutti, ma nello stesso tempo ci ha dato anche un’amabile speranza e una promessa. Però, non abbiamo ancora bisogno di andare in cerca di un Salvatore e Redentore, dal momento che qui viviamo in una regione solare e siamo degli esseri solari, sebbene sia già accaduto che la nostra vita felice, …abbia reso alcuni, apatici e stanchi. Dello Spirito di Dio noi sappiamo che è un Fuoco che consuma tutto! Perciò ci accontentiamo di deliziarci ai Raggi della Sua maestosità di Luce. Che cosa ci serve di più? Da quando possiamo pensare, è stato così, e speriamo che rimanga anche sempre così! Quindi, ho parlato esprimendo il sentimento di tutti!»

                       26.    A questo punto, io (Ursus) andai all’altare, benedissi tutti con il segno della Croce e dissi: «Miei cari! Quest'ora di Grazia sarà presto alla fine, e noi dobbiamo ritornare sulla nostra Terra. Ma sento un dolore nel mio cuore, perché voi, amati, non siete ancora in grado di comprendere il senso e lo spirito delle nostre parole. Perciò voglio provare a scuotere il vostro cuore, affinché riflettiate sulla grande Grazia che noi qui vi vogliamo portare! Miei cari! Al Signore e Creatore di tutti i mondi deve stare a cuore moltissimo il portare a voi questo Suo Messaggio di Grazia attraverso di noi! Io so che in questo tempo gli abitanti di tutti i mondi sono informati di questi santi avvenimenti sulla nostra Terra, affinché tutto il potere del nemico sia vinto dal fondamento, e gli uomini diventati liberi si formino da se stessi a figli del grande Iddio. Egli, infatti, il santo Iddio e grande Spirito, vuole essere amato da tutti gli uomini e vuole essere un Padre per tutti gli esseri! Per questo, Egli, come Gesù, ha rivelato a noi uomini questo Suo grande Amore, che vive nel Suo Cuore per tutte le Sue creature. Un Amore, per il quale noi non troviamo nessuna espressione! Un Amore che non badò alla propria Vita, ma si preoccupò per il benessere di tutti i figli Suoi! Un Amore che ha vinto perfino la morte, e ha tolto ad ogni morte il potere dello sgomento! Volete che io vi dica ancora di più di questo Amore?».

                       27.    Il pastore capo pregò: «Continua a parlare, Tschia! (Ursus), le tue parole sono come una freccia che penetra in tutti i cuori, ma non ferisce. Continua a parlare, poiché ardentemente desideriamo sapere ancora di più di questo Amore!».

                       28.    Quindi continuai: «Allora aiutatemi a preparare una traversa lunga e una corta, affinché il segno stesso di questo sublime Amore vi possa parlare!». E così avvenne; in breve tempo furono a disposizione traverse, chiodi e utensili, e così eressi una Croce come l'avevo vista sul Golgota! La innalzai in alto sull'altare e la feci tener ferma da Teofilo.

                       29.    Tutti gli occhi erano fissi su di noi, allora dissi ad alta voce: (Ursus) «Miei cari! Qui voi vedete una Croce! Finora il segno della massima ignominia per doverci morire; ma d’ora in poi per tutte le eternità sarà il segno sublime del più grande Sacrificio d’Amore! Su una Croce simile, l'Amore di Dio diventato Uomo, rese la Sua Vita e, con ciò, adempì la Promessa che il Creatore un giorno fece ai primi uomini della Terra, quando caddero vittime delle tentazioni del nemico della Vita, e per questo dovettero rinunciare al rapporto paradisiaco con Dio! Attraverso questo spontaneo Sacrificio mortale per i Suoi figli smarriti, lo Spirito che viveva nell'Uomo-Dio-Gesù, venne totalmente liberato e venne porto a noi uomini come eterno Dono, per ristabilire l’intimo rapporto con Dio! Soltanto, è connessa la condizione unica: credi, e affidati a questo santo Amore di Dio, il quale ti vuole aiutare in ogni necessità; e tu, fai ogni sforzo perché questo Amore ottenga spazio anche in te, per far di te, da un debole uomo terreno, un radioso figlio di Dio! Poiché, chi si appropria della Vita Interiore di Gesù e del Suo Amore disinteressato, in questi cresce e fiorisce tutto il celestiale come da sé!

                       30.    Guardate questo Simbolo! In tutti i Cieli viene eretto come Ornamento sublime sull'altare dell'adorazione divina, e in silenzio annuncia ad ognuno della più grande azione d'Amore del nostro santo Dio e Padre. D’ora in poi ogni uomo può diventare figlio Suo. In ogni tempo e ora, l'Accesso al Cuore del Padre, per noi, sta aperto, e ci possiamo deliziare e saziare al Suo indulgente Amore paterno. Se ora anche voi, miei cari, volete conquistarvi questa nuova Vita, allora d’ora in poi lasciate che parli a Lui solo l’amore del vostro cuore! Con ciò, la nostra missione è qui terminata, missione che vuole far di voi, beatissimi figli di Dio, se potete credere alle nostre parole e volete vivere nell’Amore del Suo Cuore!».

                       31.    Poi dissi ancora: (Ursus) «Così come sulla nostra Terra il più piccolo può ora rivolgersi a Lui pregando: ‘Nostro caro Padre! Tu che dimori nel cuore dei Tuoi figlioli! Compenetraci totalmente con il Tuo Amore! Affinché il Tuo Regno si estenda in ogni dove e la Tua santa Volontà diventi completamente nostra, e non ci sia più nessuna differenza tra il Tuo Cielo e la nostra Terra! Dacci il nostro pane quotidiano, affinché impariamo a dividerlo in ogni tempo con gli altri! Rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi vogliamo rimetterli volentieri a coloro che ci sono debitori. Non permettere che le tentazioni ci indeboliscano, ma rendici forti contro ogni male! Perché Tu sei Amore! ...e Forza! …e Tua è ogni Vita, dall'essere più minuscolo fino alla sublime Magnificenza, per il tempo e per l'Eternità! Amen!’. – Così potete pregare anche voi, e le porte davanti ai vostri cuori non si chiuderanno più. Poiché dove Dio, l'Eterno, dimora come Padre, i Suoi figli non sono più creature, ma eredi e rappresentanti del Suo grande, potente Regno. Ora sta a voi: ‘Volete diventare figli del santo Dio-Padre, oppure rimanere servitori del grande Spirito-Dio?’. – La vostra libera volontà sia quella decisiva per la vostra formazione futura».

                       32.    M’inchinai profondamente dinanzi alla Croce, poi dinanzi ai presenti e così scesi i gradini dell'altare.

                       33.    Allora il pastore capo disse a tutti: «Figlioli! Avete udito questo santo messaggio dalla bocca dei vostri fratelli, così semplice e chiaro! Che cosa volete che io risponda loro? Devono essi lamentarsi presso il loro Signore e santo Iddio dicendoGli: la nostra missione è fallita, perché questi abitanti non sanno ancora apprezzare la fortuna di diventare figli dell'Altissimo? Oppure devono dire: essi giubilano e la gioia nel loro cuore è grande. Essi si sentono già adesso figli del loro Dio».

                       34.    Allora si levò un giubilo come la Terra non conosce uguale, e il pastore in capo solennemente promise: «Noi vogliamo diventare Suoi figlioli! Noi vogliamo vivere come figlioli di Dio! Questa Croce però deve rimanere il Segno visibile che vogliamo adoperarci per renderci degni di questo grande Amore paterno!».

                       35.    Nuovamente un grande giubilo! Poi vennero delle fanciulle e adornarono la Croce con meravigliosi fiori. Disse il pastore in capo: «Lasciate che la portiamo nel nostro grande Tempio, e con questo adorniamo il luogo che è consacrato al santo Spirito-Dio. Ma tu, tu guida dei nostri fratelli, che ci hai portato il meraviglioso messaggio, consacrala tu dallo Spirito di Colui che servi. E consacra noi, affinché diveniamo liberi dai nostri antichi concetti!».

                       36.    Tutti s'inginocchiarono e pregarono. – Poi la Croce adornata venne afferrata da forti braccia e portata nel grande Tempio; e gli altri seguirono in silenzio.

                       37.    Colà giunti, Rafael si appressò all'altare, benedisse la comunità ed aggiunse: «Adornato dall'amore dei vostri cuori, sta ora il Simbolo della Redenzione eretto davanti a voi come segno dell'unione tra Dio, vostro amato, santo Padre, e voi, figli di Dio in divenire! Lo Spirito di questa Croce, quale espressione del sublime e perfettissimo Amore di Dio, venne espresso nelle Parole di Gesù: ‘Io vi ho amato fino all'ultimo respiro! AmateMi! …e voi tutti vivrete!’. Una vita dell'amore e della gioia sia il vostro unico pensiero, allora il Cielo si abbasserà a voi e farà del vostro mondo, un nuovo Cielo! E se, colmi di desiderio, esclamerete: ‘O Padre, noi bramiamo ardentemente la Tua Presenza!’, allora Egli esaminerà il vostro Amore e verrà poi Egli stesso da voi e vi benedirà. Ma siate già adesso benedetti da me, dallo Spirito del sublime Amore, Amore che ci rivela questa Croce, affinché diventiate benedizione per gli altri. La Pace del Signore sia con voi! – Amen!».

                       38.    «Ora lasciate che ci congediamo! Il Signore chiama a nuovo servizio, e così avvenga anche qui la Sua Volontà». – Così ci separammo e ci avviammo verso casa per la stessa via. Ma mi sembrò tutto così cambiato, tanto che domandai (Ursus) alla nostra guida: «Questa è ora un'altra via?».

                       39.    Rafael rispose: «Ursus e tu Teofilo, ascoltate! Anche questa via si trova in voi, con la sola differenza: prima del vostro compito avete percorso la vostra via, e con cuore gioioso siete arrivati alla meta! Ma ora percorrete le vie del Signore, e il vostro cuore è colmo d'Amore, Amore che non chiede ringraziamento, ma desidera ardentemente ringraziare il Signore. Così fate secondo il santo impulso del vostro cuore, e siamo già alla meta!».

*

                       40.    A questo punto mi destai come da un sogno, mi ritrovai sul monte degli ulivi, dove il Signore sedeva tra noi, e volevo parlare, ma i Suoi occhi dissero: ‘Taci! – finché Io sono ancora con voi!’. Questa è stata la nostra esperienza. Sì, essa vive ancora in noi, come anche il fratello Teofilo me lo conferma!”.

                       41.    Allora Lazzaro dice ai presenti: “Fratelli miei! Voi avete ora contemplato e vissuto soltanto un pulviscolo delle Sue Magnificenze. Che cosa proverete quando il Signore realizzerà completamente il vostro sentire, pensare e fare! – Ma per oggi basta, andiamo a riposare, il nuovo giorno, infatti, pretende nuovi doveri e nuove forze! E così vi voglio benedire nello Spirito di Gesù, affinché a nessuno manchi il torrente di Grazia proveniente dalla Magnificenza del Suo Amore!”

                       42.    Così tutti cercano le loro camere e riposano nella Benedizione del Suo Amore.

                       43.    Soltanto l’acceso Ursus non riesce a trovare la quiete, con i suoi pensieri, infatti, è là dove è stato poco tempo prima in spirito. E in lui sorge l’ardente desiderio: ‘Se solo potessi essere là ancora una volta, parlare ancora una volta con il pastore in capo. Troppo poco ho detto e troppo poco descritto la Grazia che noi sperimentiamo qui sulla nostra Terra!’.

                       44.    Ed ecco che si fa meravigliosamente chiaro intorno a lui, l'angelo Rafael gli sta dinanzi e dice: “Ursus, perché il tuo sentimento ti attira lontano e ti lasci con ciò derubare del necessario sonno? Guarda, il Signore, tuo Dio ed eterno Padre, placherà in te ogni brama, quando i tuoi pensieri e sentimenti saranno pervasi dalla consapevolezza: Padre! Io sono qui! Come Tuo figlio voglio essere sempre pronto ad adempiere ogni servizio! Ma Padre, senza di Te non esiste riuscita!’. In Te, mio Ursus, brucia un fuoco, ed esso ti spinge al servizio; ma io ti do questo consiglio: sii completamente calmo interiormente ed esteriormente, affinché si raccolga tutta la forza, e tu sperimenterai in te quanto c’è di più grande, vale a dire: che il tuo Dio e Padre santo, vive in te!. Ciò che dava al Maestro di Vita Gesù la sicurezza, era la consapevolezza che gli faceva sentire: ‘Io e Dio siamo Uno’. Sii anche tu così sicuro, solo allora camminerai sulle Vie di Dio, allora la Sua Pace sarà il tuo retaggio”.

                       45.    Senza attendere risposta, l'angelo scompare, ma in Ursus brucia la brama ancora più violentemente di sentire e vedere il Risorto stesso. Allora risuona in lui lievemente: «Non ti basta il Mio Amore?».

                       46.    Ursus si guarda intorno, ma ovunque intorno a lui è buio. Allora cade sulle ginocchia ed esclama: “Padre! Adesso sono figlio Tuo! Ora so: hai scelto anche me e preso il mio cuore come dimora! Oh, me fortunato! Io so, Tu mi sei vicino! Allora deve appartenere a Te anche la mia vita, perché Tu Ti sei donato a me! – Ora posso giacere in Te! …giacere nella Tua Pace!”.

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Cap. 2

La grande svolta dopo l'Ascensione di Gesù

                         1.      Al mattino presto le mani diligenti si mettono in moto perché si tratta di lavorare per molte persone. Quando Demetrio entra nel soggiorno, Lazzaro lo saluta amichevolmente, ma allorché vede sul suo volto un’ombra, gli domanda: “Fratello! Oggi non sembri contento, cosa opprime il tuo cuore in questo meraviglioso mattino?”.

                         2.      “Il tuo amore opprime l'animo mio, caro Lazzaro”, – dice Demetrio meditativo, – “poiché la nostra permanenza a Betania, insieme alla nostra grande carovana, è certo un peso per voi, e di un risarcimento non vuoi saperne nulla! Così mi sento spinto a dirti: io penso alla nostra separazione”.

                         3.      “Mio Demetrio, queste preoccupazioni sono certamente superflue!”, – gli risponde Lazzaro. – “Voi sapete: tutto ciò che qui riceviamo è un Dono del Signore! Inoltre, i tuoi hanno collaborato nei giardini e nelle piantagioni ed hanno fatto molto lavoro utile. Perciò ti prego di rimanere tranquillamente ancora due settimane mio ospite, ci sono, infatti, da attendersi ancora particolari benedizioni dal Signore”.

                         4.      “Fratello Lazzaro”, – dice Demetrio, – “il tuo Amore è forza che rassicurante trabocca su di me. Io sento che oggi è subentrato in me un mutamento in seguito alla straordinaria dipartita del Signore di ieri e suppongo che questo sarà così anche per gli altri. Finché Egli come Uomo si trovava nei vostri paesi benedetti, i vostri pensieri correvano da Lui e liberavano in voi delle forze che favorivano la conservazione della vostra esistenza. Ma ora Egli se n’è andato da noi! Come vuoi adesso cercare il Signore con i tuoi pensieri e sentimenti? Da oggi il mondo non è diventato differente intorno a noi?”.

                         5.      “Fratello mio Demetrio”, – risponde Lazzaro meditativo, – “i tuoi pensieri non sono privi di base, anch'io ho osservato oggi l'ambiente con occhi differenti! Mi è sembrato come se la misura del dovere fosse diventata molto più grande, come se mi trovassi da solo, come colui che porta per tutto la responsabilità! Tuttavia in me sento come se la coscienza mi ridesse la quiete dicendomi: siamo tutti del Signore! Il Suo Amore ha provveduto ed ha creato in noi un monumento. Un unico pensiero al Suo Atto d'Amore sulla Croce è come un torrente di Benedizione che ridesta tutti i pensieri e sentimenti a nuova azione! Che il Signore non sarebbe rimasto come Uomo per sempre sulla Terra, lo abbiamo sentito spesso dalla Sua bocca. Così del pari ci annunciò la Sua Sofferenza e morte. Ci ha lasciato però anche tanta pienezza di promesse, ed alcune di queste sono già adempiute! Ma per quanto spesso questi avvenimenti precipitassero, non ho mai smesso di pensare o agire diversamente!”.

                         6.      In quel momento entra Marta nel soggiorno e dice a suo fratello: “Lazzaro, oggi non ce la facciamo; e con la colazione faremo più tardi del solito. Mi sembra come se le nostre mani siano inabili al lavoro”.

                         7.      Risponde Lazzaro: “Ti sbagli, sorella, il tuo cuore non è libero dalla tristezza, perché il tuo amore per il Signore ha dovuto subire un dolore, simile al giorno del Venerdì santo! Ora Egli certamente se n’è andato, ma con la Promessa: «Io ritornerò!». Preparati a questo interiormente, in modo che, se Egli tornasse già oggi, il ‘benvenuto’ per Lui risplendi alla porta del tuo cuore. Allora ti sbarazzerai anche tu dei pensieri che vogliono rallentare il tuo fare e operare! Pensa a Maddalena, quale pienezza interiore di Lui trapela da tutto il suo modo di fare e da tutti i suoi discorsi! Lei semplicemente non può ammettere il pensiero: ‘Il Signore se n’è andato da noi, dal momento che Egli non se ne potrà mai andare dal suo cuore’. Consigliati con lei, e ritornerà la tua quiete”.

                         8.      Verso mezzogiorno, quando molti ospiti se ne sono andati da Betania, Lazzaro vuol predisporre un viaggio a Gerusalemme con Ursus e Teofilo, per visitare i fratelli nella loro nuova dimora. “Domani, infatti, che è Sabato, è sconveniente andare in città”. Pure Demetrio ed Enos vogliono unirsi a loro e pregano di prendere insieme anche la madre Maria, poiché vogliono consegnarle la nuova casa.

                         9.      Strada facendo viene loro incontro il locatario della locanda e vuole chiedere informazioni riguardo a tutte le nuove voci che riguardano la dipartita del Maestro da questa Terra.

                       10.    “Calmati, fratello mio”, – risponde Lazzaro, – “tutto ha le sue cause naturali. Sì, il Signore è tornato a Casa oppure è ritornato nella Sua Casa Paterna, poiché era la Sua eterna Determinazione: porgere a noi uomini il bene celeste finché divenissimo capaci noi stessi di occuparci della liberazione interiore. Così non abbiamo sofferto nessuna perdita, bensì abbiamo ottenuto un guadagno inconcepibile, poiché adesso la formazione interiore della nostra vita dello spirito produrrà i suoi effetti così come la curiamo secondo il nostro Amore! Ora è compito dei fratelli curare tutti i cuori nell’intendimento del Maestro e contrastare l'influenza di falsi concetti con calma e determinazione”.

                       11.    Nella casa di Enos i discepoli sono piacevolmente sorpresi nel vedervi entrare i fratelli di Betania. Pietro afferra la mano di Demetrio e dice colmo di gratitudine: “Fratello! Ora consideriamo questa casa come la Casa del Signore! Ancora qualche volta ci mancherà certamente la Sua vicinanza benevola e beatificante, ma noi sappiamo: nello Spirito, Egli è con noi e tra noi, secondo il grado di come noi siamo con Lui! Gli eventi degli ultimi quaranta giorni sono stati quasi come un sogno! Nell'ora del supremo pericolo e disperazione Egli venne in mezzo a noi, annientò tutti i dubbi e produsse in noi differenti, più viventi concetti di Lui e dell’Essenza Sua, così che oggi non desideriamo altro che: la Sua santa Volontà – possa essere la nostra volontà! E l’eredità del Suo Amore, possa diventare bene comune!”.

                       12.    Risponde Demetrio: “Posso comprendere i vostri desideri, ma il mio cuore brama qualcos’altro, qualcosa che è ancora inespresso. È per me come per Ursus della massima importanza sapere: dov'è andato Gesù? Visibilmente Egli è scomparso ai nostri sguardi, ma tutti abbiamo ricevuto la Promessa: «Egli ritornerà così come Lo avete visto salire in Cielo!» [Atti. 1,11]. Per voi il Maestro è Spirito, per me Egli è Personalità, perciò ti prego, fratello Pietro, dammi chiarimento”.

                       13.    Allora Pietro risponde: “Fratello Demetrio! Io vorrei che le mie parole possano soddisfarti e non ti abbandoni a falsi concetti. Anche per noi il Maestro è completamente Personalità! La Sua Vita, modo di fare e operare non divengono assolutamente inefficaci a causa della Sua morte e della Sua Resurrezione, al contrario: la Sua Vita come Uomo sta sempre in primo piano, e sarà sempre d’esempio per tutti noi! Proprio questo, infatti, era lo scopo principale per cui l'eterno Amore del Padre si è fatto Uomo! Quando Lui, negli ultimi quaranta giorni è venuto da noi nel Suo indistruttibile Corpo spirituale, era comunque Lo stesso Gesù, come nella Sua Vita Corporea, con la sola differenza: la Sua Carne ci nascondeva l'Uomo di Luce che operava nel Figlio dell'Uomo-Gesù, ed eseguiva efficacemente tutto ciò che l'eterno Spirito primordiale poneva come una Legge in Lui.

                       14.    Dal nostro Maestro cadde l'involucro. Davanti ai nostri occhi doveva accadere questo Miracolo, affinché noi Lo vedessimo in tutta la Sua Gloria e Magnificenza! Ma quando Egli velava per amor nostro la Sua Magnificenza, lo faceva solo per darci ora l'occasione, di manifestare tutte queste magnificenze e di esternarle, magnificenze che Egli nella Sua Provvidenza Paterna, pose in noi simile ad un seme di grano!

                       15.    Noi tutti sappiamo che la Sua morte per noi significa la Vita, ma ogni vita deve una volta morire se non si manifesta attività su attività! Solamente in quest’attività liberiamo ‘lo spirito in noi’, spirito che è il Suo Dono di Grazia per tutti i figli degli uomini, e rimaniamo perciò in costante unione con il Signore che – come Dio – è in ogni dove!

                       16.    Anzi, ancora di più! Il Grande e Portentoso è ora manifesto: come il Figlio dell'Uomo, Gesù, ha messo in movimento in Sé tutti i mezzi possibili per unirSi con l'eterna Divinità, per operare e agire solamente dallo Spirito di Dio, così ora la Divinità è legata all'Amore di Gesù e alla Sua Essenza, mediante il grande, portentoso Sacrificio di Redenzione, in modo che noi crediamo: ora non esiste più nessuna Divinità senza Gesù! Ciò che noi percepiamo con i nostri sensi, lo ha creato sì Dio, ma l’esistenza eterna è data solo attraverso Gesù, poiché il Suo Amore ha ora creato i mezzi che ne garantiscono la conservazione. Perciò la nostra esistenza e la nostra vita vale per quest’Amore di Gesù, affinché la Sua Opera trovi la sua continuazione e tutti gli uomini possano sperimentare le Benedizioni del Suo Amore!”.

                       17.    Allora dice Demetrio: “Caro fratello Pietro! Su per giù anch’io mi sono immaginato così la grande Grazia di Dio! Ma tra immaginazione e realtà c'è spesso una grande differenza! Durante il nostro lungo viaggio e col nostro soggiorno nel Paese benedetto dei giudei abbiamo vissuto molte cose, ma presso nessuno ci è stata ancora esposta l'interpretazione come tu or ora ce l’hai chiarita. Ti do pienamente ragione, ma i tuoi connazionali condivideranno la tua opinione? Non sono finora abituati ad essere coloro che ricevono solamente, mentre il carattere fondamentale della meravigliosa Dottrina di Gesù rappresenta il dare?

                       18.    Ci saranno migliaia e migliaia che pregheranno e chiederanno doni che il Signore, nel Suo Amore per tutti, dovrebbe dar loro. Tu dunque vorresti essere con i tuoi fratelli colui che dà, come lo era Gesù!”.

                       19.    Risponde Pietro: “Così è anche! Nella comunione con Gesù abbiamo imparato a riconoscere il grande, come il dono più piccolo e più insignificante, dato nello spirito giusto, possono far crollare tutte le barriere che qui esistevano. Ma se vogliamo diventare Suoi seguaci, allora può essere soltanto nello spirito del dare, spirito che apriva al Maestro i cuori, ed eliminava tutto ciò che divideva e fondò una comunità spirituale che esisterà in eterno. Così l'Operato di Gesù sta dietro di noi come esortatore e come prova della Sua Fedeltà e Unificazione con lo Spirito del Padre in Lui! Ma davanti a noi sta il grande, santo Compito di Gesù, compito che Egli ha messo nelle nostre mani: noi non ci apparteniamo più, ma apparteniamo a Lui e a tutti gli uomini, perché attraverso la Sua grande Misericordia e Provvidenza nelle nostre mani, sta il bene ed il male spirituale di tutti gli uomini!

                       20.    Non pensare che io dica troppo o che esageri. Al contrario, io rivelo ancora troppo poco di quello che il Maestro vorrebbe vedere in noi realizzato! Il mondo sta nel potere del male, ma all'influsso di tutte le potenze distruttive è stata posta una barriera, insegnandoci il Maestro non soltanto il giusto mezzo, ma l'ha anche vissuto d'esempio per noi!

                       21.    Non pensare però che ora ci sarebbe possibile bandire tutto il male e tutta la bassezza dal mondo! E anche se parlassimo con la lingua di un angelo, questo non ci riuscirebbe. Ma il Maestro, ora Signore di Eternità in Eternità, ci darà il Suo Aiuto. Egli sarà la nostra Guida e anche Custode, e così la Sua Opera dovrà un giorno aver successo! Eternamente inviolabile rimarrà l’immensa Opera Sua!

                       22.    In tutti i Mondi e in tutte le Regioni, gli esseri guardano a questo portentoso Evento; essi, infatti, presagiscono ciò che noi ora sappiamo: la potenza del maligno è spezzata! Nonostante la nostra debolezza ed imperfezione possiamo chiamarci figli Suoi! La Sua morte diventa la nostra Salvezza e la Sua Ascensione al Cielo la nostra vittoria! Ovunque, dove tu sei, puoi portar lì anche il Signore! Nei cuori di coloro che credono questo, mediante il destante amore filiale per l'eterno Dio e Padre, tu puoi posare la Pietra fondamentale per un Tempio, per un Cielo, nel quale il Maestro in eterno vuole dimorare!”.

                       23.    Dopo queste parole subentra un breve silenzio, ma poi parla Ursus: “Fratello Pietro! È bene che io afferri le tue parole come tu lo desideri, tuttavia ti devo dire che ci vuole una certa immaginazione per poter dire: ‘Il Signore è qui!’ – Per me, per esempio, sarebbe impossibile parlare di Lui se non avessi la possibilità d'immaginarmi che Egli è qui! Certo, potrei immaginarmeLo solamente così come L'ho potuto vedere nel Suo Corpo indistruttibile, mentre voi, che siete vissuti con Lui, ve Lo potete immaginare come quando Egli ancora viveva nella carne”.

                       24.    Allora Pietro risponde: “Fratello! Non abbandonarti a queste immaginazioni, affinché Egli non diventi per te un'immagine fantasiosa! Per svolgere il nostro compito secondo la Volontà del Signore, non è necessario aggrapparsi ad immaginazioni esteriori, perché il Signore deve essere in noi la Cosa più interiore! Esteriormente, infatti, il maligno ti può ancora ingannare! Tutto può essere imitato, anche l'immagine che ti fai del Maestro. Se però la Sua preziosa immagine vive in te, illuminata dal tuo Amore, suscita poi da se stessa ciò che è necessario per lottare e produrre, e ti fornisce la prova che, simile ad una sorgente zampillante, tutta la vita preme dall'interno verso l'esterno!

                       25.    Il Maestro una volta disse: «Non preoccupatevi di quello che direte, al momento giusto vi verrà dato!». Poi ci educò in modo che noi potessimo percepire nel nostro petto la ‘Sua cara Voce’ che ci ammoniva e istruiva! Ma ciò che ora seguirà, in seguito alla Sua Ascensione al Cielo, sarà ancora più portentoso ed intenso, dal momento che, secondo la Sua Promessa, dovrà essere dato a tutti un Aiuto, un Consolatore!

                       26.    Affinché ora al nemico di ogni Vita non sia offerta nessuna possibilità d'attacco, questa Vita o la Forza del Suo Santo Spirito si può manifestare soltanto come più intima effusione; ma soltanto in coloro che sono strettamente uniti col Signore mediante il loro umile, fervido Amore. Anche noi speriamo che il ‘giorno’– spunti in noi! E quest'ora diventerà un Evento per tutti gli abitanti di questa Terra. Come il giorno del Golgota ed in Betania la Sua Ascensione al Cielo divenne per tutte le Infinità il Prodigio di tutti i prodigi, così la Sua Effusione d'Amore, come santo Alito proveniente dai Suoi Cieli, diventerà il Segnale all'Attività per i Suoi figli, qui sulla Terra! Da quell'ora in poi non ci sarà più da indugiare! Anche tu verrai poi afferrato da questa Forza dell'Amore liberatore del Salvatore Gesù. Allora ti svanirà l'immagine di Lui, poiché la sensazione di indipendenza nella Sua Forza ti darà sicurezza e fede incrollabile!”.

                       27.    Dice Ursus: “Fratello Pietro! Le tue parole mi danno già oggi forza e consapevolezza, e mi rallegro di aver sentito questo da te! Con dei testimoni come te e i tuoi fratelli, si deve riuscire a dare alla Terra quello spirito che deve educare gli uomini a veri figli di Dio. Vorrei essere stato anch'io testimone di tutto questo sin dal principio della Sua Attività d'Amore, per appartenere anch'io, al par di voi, alla categoria degli eletti”.

                       28.    “Fratello Ursus! Consolati con i molti che come te hanno potuto riconoscere il Signore solo più tardi. Ma una cosa ti dico: tu sei vicino al Cuore di Gesù proprio così come lo siamo noi! Non il tempo e tutto il vissuto con Lui fa il seguace per combattente e discepolo, bensì soltanto l'Amore, con il quale si vuole servire il Maestro! Con la forza di volontà del più intimo amore che tutto vuole avvolgere, tu ti doni completamente al Signore! Tutto il resto segue da sé, perché Egli è l'Alfa e l'Omega! – Il Principio e la Fine! Allora veniamo portati da Lui, e tutto ciò che facciamo e pensiamo, opera poi così come se l'avesse fatto Lui stesso!”.

                       29.    La conversazione subisce un'interruzione, poiché la madre Maria ha provveduto per un rinfresco, e tutti si mettono comodi sul terrazzo. Lazzaro però si sente inquieto, i suoi pensieri corrono alla locanda, e così se ne va ben presto via con Demetrio e Ursus; Teofilo però lo lascia presso i fratelli.

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Cap. 3

Una testimonianza degli amici di Gesù davanti ai templari

                         1.      Nella locanda di Lazzaro tutti gli spazi sono affollati, qui si vuol conoscere la Verità sulle voci dell'Ascensione al Cielo di Gesù. Il locatario ha annunciato ai suoi ospiti l’imminente visita di Lazzaro, e quando egli entra nella grande sala degli ospiti con i due romani, viene salutato da tutti con aspettativa.

                         2.      Lazzaro prega benevolmente: “Fratelli, calmatevi, io porto un felice messaggio! Voi sapete che il Maestro stesso ha rimosso ogni confusione sulla Sua morte e sulla Sua Resurrezione, ed ha fortificato tutti i cuori nella fede alla Sua Missione, così che sarà difficile scuotere questo amore ed attaccamento a Lui! Ma, cari amici e fratelli, il Signore non ha potuto continuare a venire, come negli ultimi giorni, dall’uno o dall'altro, poiché con questo la Sua Opera era minacciata da un grande pericolo, cioè – l'umanizzazione della grande Opera di Redenzione! Così Egli ha dovuto, per amore dell’Opera Sua, ritornare nella Sua Patria Originaria, per rafforzare da lì lo Spirito del Suo Amore e della Sua Forza che germoglia e cresce nel cuore dei Suoi fedeli e portarli verso la maturazione! Egli se n’è andato nella consapevolezza che ogni fratello fedele vi aspirerà: continuare la Sua Opera nel proprio interiore e, se possibile, perfezionarLa anche in se stesso!”.

                         3.      Allora si fa avanti un vecchio giudeo; duro è il suo volto e ostinata l'espressione, quando egli dice: “Ecco! Quindi non puoi dirci altro del tuo Maestro, il quale s'intendeva così bene ad attirarvi tutti nel Suo potere, così che non sapete più distinguere il vero dal falso. Ma il tempio che Lui voleva distruggere, e in tre giorni di nuovo riedificare, esiste ancora! Noi siamo ancora lì, e avremo un occhio attento su di voi. Tu, Lazzaro, mi fai particolarmente pena, potresti essere re di Gerusalemme, e ora sei solo il vassallo di un giustiziato! Quando finalmente finirà la magia del tuo Gesù?”.

                         4.      Ursus monta in collera, ma Lazzaro lo trattiene e dice al giudeo: “Geremia! Il potere del tempio esiste ancora solamente ai vostri occhi, ed esso sarà distrutto! La magia del nostro Salvatore Gesù, però, presto comincerà! Certamente vi siete conquistati la dubbia fama di aver giustiziato il Migliore e più Nobile degli uomini, ma questo è potuto succedere solo perché Egli ha voluto che accadesse su di Sé!

                         5.      Voi, però, non immaginate quale servizio avete reso con ciò all'intera umanità, attraverso il Suo dolorosissimo Sacrificio mortale; infatti, a noi tutti si è rivelato lo Spirito, Spirito di cui il Maestro era totalmente colmo! Questo Spirito inonderà i Suoi seguaci, colmerà tutti con forza e perseveranza, finché l'Opera sarà compiuta! Questo Suo Spirito, però, metterà alla gogna anche ogni menzogna e malvagità! Perciò, caro Geremia, rallegriamoci, non appena questo Spirito liberatore dell'Amore di Gesù colmerà ogni cuore!

                         6.      Oppure tu e i tuoi compagni siete dell'opinione che la grandiosa e sublime Dottrina del Maestro di Nazareth troverebbe già la sua fine con la morte Sua? Così come il Maestro è risorto dalla tomba ed ha portato a tutti noi il felice Messaggio: «Io vivo! e voi dovete vivere attraverso di Me!», così anche continuerà ad esistere la Sua Dottrina, e verrà diffusa molto al di là dei confini della nostra patria”.

                         7.      Alla fine, Geremia risponde: “Lazzaro! Tu eri, sei e rimani un sognatore! Proprio tu hai appoggiato il Nazareno più di tutti nel Suo pericoloso operare! Non basta che a suo tempo ti sei lasciato indurre all’inganno dichiarando dinanzi al popolo che eri morto e sepolto e di nuovo risvegliato dalla morte! Sei diventato perfino il maggiore divulgatore della più grande menzogna: il vostro Maestro sarebbe risorto dai morti! E ora Lo lasciate andare in Cielo? Tutti voi però avete fatto i conti senza di noi, i guardiani ed eletti della casa di Jehova! La mano del Signore vi punirà pesantemente!”.

                         8.      Ora si leva Ursus ed esclama eccitato: “La mia mano si metterà pesantemente su di te, affinché tu ti renda conto che cosa cagioni con i tuoi discorsi pieni di odio. Vi chiamate servitori di Dio? Vuoi che ti dica cosa sei e cosa meriti? Dovresti essere tenuto prigioniero tu! E precisamente, tanto a lungo finché hai vomitato la prova della Verità che il nostro Lazzaro sia un bugiardo, come tu lo hai or ora accusato. Tu credevi di potertela sbrigare facilmente con Lazzaro, perché lui deve rispettare la tua veste e la tua posizione! Ma ascolta ciò che ti dico io come romano: la tua veste e la tua posizione da noi passano solo in seconda fila, ho a che fare io col tuo modo di pensare! Perciò, non attenderti indulgenza! O tu porti la prova della tua accusa, oppure ritiri le tue parole con pentimento e chiedi perdono! Se non lo fai, ti consegno a un tribunale romano, poiché Lazzaro, come suddito romano, sta sotto la protezione dell'imperatore!”.

                         9.      Lazzaro vuole replicare qualcosa, quando Demetrio prega di desistere: “Fratello, lascia fare ad Ursus, lui porterà tutto a buon fine; è così il suo modo di fare, prendere la cattiveria alla radice!”.

                       10.    Risponde Lazzaro a bassa voce: “Puoi aver ragione, ma l'amore può portare al successo, solamente accoppiato con la pazienza”.

                       11.    Geremia si spaventa alle pesanti parole di Ursus, ma dopo essersi ripreso, dice: “Che cosa ho a che fare con te, con un pagano? Io non ti temo giovanotto, né temo la tua minaccia; infatti, io sto sotto la protezione di Jehova! Ma ricordati, è pericoloso atteggiarsi a giudice su di noi, perché il tempio ha la propria giurisdizione!”.

                       12.    Risponde Ursus: “Bene, vedremo fino a qual punto la menzogna vince! Che tu non causi altri danni, me ne occuperò io”.

                       13.    Ora si fanno avanti altri templari e cercano di ricondurre alla calma Ursus e Lazzaro, ma Lazzaro dice: “Siete stati proprio voi stessi che avete causato quest’inquietudine! Io sono sempre pronto a trattare con voi. Che non mi vediate di buon occhio, lo so già da tempo, però i beni di Betania li avete sempre accettati!”.

                       14.    Risponde uno: “Ne abbiamo tutto il diritto, perché la Terra appartiene a Dio, e quindi è nostra, ma non ti diamo per perso, altrimenti anche tu, Lazzaro, saresti già diventato una vittima del tempio, come il tuo Maestro. Il Nazareno è morto, …e deve rimanere morto! Questa è la nostra volontà; all’infuori di noi nessuno deve avere un’altra volontà”.

                       15.    Ora Lazzaro si alza e dice agli altri ospiti, i quali cominciano già a borbottare: “Amici e fratelli, state calmi! Non lasciatevi confondere da questo mucchietto che non vuole e non può credere al Maestro e Salvatore Gesù! Al contrario, rallegratevi, perché presto, molto presto verrà l'ora in cui tutti i cuori saranno scossi come da un turbine! In cui ognuno di noi sarà un gioioso discepolo e degno seguace del nostro Maestro! E dove tutto il mondo dovrà sapere: Egli vive! – Egli vive! – Certo, c’è ancora qualche incredulità da superare, poiché, come avete appena visto, il tempio non vuole ammettere di aver commesso un’ingiustizia! Tuttavia alcuni dei sacerdoti si pentono già oggi di aver acconsentito alla condanna del nostro Maestro. Egli, al Quale la morte non poteva nuocere, è e rimane Vincitore! Per questo il chiasso degli ostinati non deve farci perdere la calma!”.

                       16.    Ursus cerca il locatario, gli va incontro e scambia con lui alcune parole a bassa voce, poi anche in lui ritorna la quiete.

                       17.    Poi uno degli ospiti prega Lazzaro per avere un chiarimento sull'aspetto e il comportamento del Maestro dopo la Sua Resurrezione, e conclude: “Infatti, non si riesce bene ad immaginare, – come Egli vi è apparso!”.

                       18.    Risponde Lazzaro: “Fratello, se dovessi descriverti il Suo aspetto, correrei il rischio – poiché ci sono ancora presenti dei nemici di Gesù – di dare ancora motivo per nuove astiosità. Allora sarebbe certo meglio che nostro fratello Demetrio, il quale non ha mai visto il Salvatore nella Sua Vita terrena, vi descrivesse come Lo ha incontrato. Allora anche gli avversari potrebbero apprendere una testimonianza su di Lui da uno che non è giudeo! Dunque, fratello Demetrio, raccontaci della tua esperienza con il Signore!”.

                       19.    “Cari amici”, – comincia Demetrio, – “seguo volentieri l'invito del nostro fratello Lazzaro, poiché vorrei testimoniare dinanzi a voi della meravigliosa Bontà e Amore del Risorto. Per mesi mi sono intrattenuto a Cesarea presso il fratello Marco, per vedere almeno una volta il Salvatore Gesù e riottenere per mezzo di Lui la mia salute. Quante volte avevamo sperato che il Salvatore entrasse qui una buona volta; tutti gli ammalati si aggrappavano in spirito a Gesù. Ma quanto dolorosamente delusi rimanemmo, quando due sacerdoti, con gioia maligna, ci portarono l’annuncio funesto della Sua morte violenta. Fratelli, risparmiatemi di descrivervi il nostro dolore. Un mondo andò in frantumi! Qui, nostro fratello Ursus, il quale soffriva più di tutti, come primo ebbe la Grazia di parlare con il Risorto. Certo Egli non si fece subito riconoscere, bensì dapprima stabilì nel cuore di Ursus nuovamente consolazione, quiete e pace. Poi Egli stesso venne in mezzo a noi – con occhi raggianti – e in una bellezza tale che non si può dimenticare. Le Sue ferite non suscitavano spavento; le Sue Parole però erano balsamo, risuonavano di un Amor tale che penetravano direttamente nel cuore.

                       20.    Così ci espose il Suo grande Piano d'Amore e ci diede la meravigliosa Promessa di essere e rimanere sempre presso coloro che si fossero mantenuti fedeli a Lui e che avessero creduto fermamente nell’Aiuto Suo! Alla fine ci benedisse e ci rese tutti liberi dai nostri mali del corpo, cosicché non ci fu tra noi che giubilo e gioia solamente.

                       21.    Chi non lo volesse credere, intraprenda pure il viaggio e si lasci convincere sul posto. Io metto la mia vita in pegno per la Verità delle mie parole. A voi templari però dico, non spingetevi troppo oltre! Infatti, giocarsi una Grazia è amaro, ma presentare una Grazia come prodotto dell'Inferno, per questo anche la Misericordia cessa di essere misericordiosa! Perciò prima esaminate – e poi parlate”.

                       22.    Il vecchio Geremia però non riesce a rimaner tranquillo; appena Demetrio tace, egli dice: “Anche tu insieme al tuo Ursus sei diventato una vittima di questo mago e non ti accorgi di quanto siete ingannati. Invece di cercare la Verità alla fonte, vale a dire nel tempio, vi attenete a coloro che si sono dedicati al mago e ingannatore. È tempo di mettere fine a quest’attività”.

                       23.    Ursus vuole scattare, ma nella sua mano brucia il segno della ferita, così domanda calmo: “Amico mio, tu credi che noi siamo così facilmente da ingannare e non sapremmo distinguere la Verità dalla menzogna e la Realtà dall'apparenza?

                       24.    Rispetto alla tua età io sono un ragazzo, ma ho già visto molte cose del mondo e conosco ogni specie di usanze presso gli uomini con i quali sono venuto in contatto. Di ciò che ho vissuto di malvagità, non ne parlo volentieri. Ma ciò che ho vissuto di bene, lo vorrei testimoniare con mille lingue! La cosa più bella e magnifica però l'ho vissuta con Gesù, il Crocifisso e nuovamente Risorto!

                       25.    Al mio arrivo in Cesarea, incontrammo per primi due sacerdoti che ci mostrarono subito, quali viaggiatori, apertamente odio e scherno. Allora voi volete sostenere che la divina Verità sia da ricercare solamente presso di voi? Quale differenza poi, quando siamo arrivati qua, da coloro che si chiamano seguaci di Gesù!”. –

                       26.    Geremia però rimane irriducibile. Dice egli cinicamente: “Anche a voi romani presto sarà tolto qui il dominio! Chi non rispetta il tempio è un nemico di Jehova, come anche il Nazareno era un nemico del tempio e quindi un nemico di Dio e doveva morire!”.

                       27.    Ursus si eccita di nuovo ed esclama intensamente: “Uomo! Se già la sublime Dottrina Sua stava in opposizione a voi e al tempio, come volete allora valutare le Sue Opere? Io pretendo una chiara risposta!”.

                       28.    “Ringrazia se ti degno ancora di una risposta”, – dice Geremia, – “anche tu, infatti, sei compenetrato dallo Spirito che proviene dal Nazareno. Se Egli operava Miracoli, perché non ne operò mai nel tempio? Perché il potere di Belzebù non giunge fin lì!”.

                       29.    Ursus si rivolge a Lazzaro e chiede pieno di dolore: “Fratello! Perché lasciate offendere il Maestro così impunemente? La vostra pazienza è certo ammirevole, ma qui è fuori luogo! Che fosse il Maestro a tollerare tali discorsi peccaminosi, lo potrei comprendere, perché in ultima analisi tutti loro dipendono dalla Sua Bontà. Egli era Perfetto e, oltre ogni concetto, elevato al di sopra della loro malignità! Ma noi, quali imperfetti, corriamo il rischio di subire del danno se non ricusiamo sufficientemente le loro parole”.

                       30.    “Non ti agitare, e mantieniti calmo! – prega Lazzaro. “Ciò che tollera il Signore, lo dobbiamo tollerare anche noi! Un giorno verrà il momento in cui anche loro dovranno riconoscere che hanno agito ingiustamente!”.

                       31.    Ora è portato in tavola pane e vino e tutti si ristorano. Geremia però domanda a Lazzaro: “Come v'immaginate ora veramente il futuro? Secondo quanto voi dite il Nazareno è ritornato nella Patria Sua! Che cosa decidete di fare ora? Anche in avvenire volete evitare il tempio e i suoi servitori?”.

                       32.    “Amico mio”, – risponde Lazzaro con tutta quiete, – “come ci disponiamo rispetto al tempio, dipende unicamente da voi. Noi abbiamo chiara indicazione dal nostro Maestro e sempre ferventi seguiremo la Sua meravigliosa Dottrina d'Amore, poiché sappiamo, nell’obbedire e seguire la Sua Dottrina, continuiamo a costruire la grande Opera che Lui ha iniziato tra noi uomini nel Suo inesprimibile Amore e Misericordia! – Certamente la Sua Parola: «È compiuto!», fu una soddisfazione per tutti quelli che conoscono l’Opera Sua! Per noi, però, questa Parola sarà uno stimolo ad imitarLo, così che anche noi alla fine della nostra vita potremo dire: ‘Ci è riuscito, nello Spirito del Suo Amore, di aver vissuto d’esempio per la Terra e per i suoi abitanti, di nuovo, il Suo Sacrificio sul Golgota!’. In questo non ci potrà ostacolare nessun tempio né uno dei suoi servitori! Perché il Signore nello Spirito è sempre in noi e tra noi! Non possiamo fare nulla da noi stessi, ma tutto con Lui ed attraverso di Lui! Come il Suo Amore e la Sua Grazia diventa nuova in noi, tutti giorni, e la Sua Parola è per noi, promessa e speranza, così mediante la Vita e l’essere unito con Lui ci riusciremo. Non abbiamo bisogno di riferire quello che è passato, ma il presente e l’esistente testimonieranno della Sua Vita, Vita che diventa in noi viva e sempre più vivente!

                       33.    Io penso che proprio tu dovresti conoscermi, i miei rapporti con voi sono sempre gli stessi di prima. Siete voi che vi siete separati da me e non avete rispettato la pace della mia casa, avete portato a Betania inimicizia invece di amicizia! Io invece, dallo Spirito di Gesù, mio Signore e Maestro, ho ancor sempre la vivente speranza che voi riconosciate il vostro errore e ritorniate alla Verità e nel giusto Ordine proveniente da Dio”.

                       34.    Ora arrivano nuovi ospiti, e precisamente Enos con Pietro e Giacomo. Lazzaro ne è sorpreso, egli non sa che il locatario ha predisposto, su preghiera di Ursus, il loro arrivo. Anche Geremia e gli altri templari riconoscono Enos.

                       35.    I fratelli salutano: “Sia lodato Gesù Cristo!”. – Gli altri ringraziano: “Per l'Eternità! Amen!”. I templari non ringraziano.

                       36.    Quando i nuovi arrivati occupano posto accanto a Lazzaro, Geremia si alza, addita Enos ed esclama ad alta voce ed eccitato: “Guardatelo, il traditore! Mi meraviglia che tu abbia ancora il coraggio di venire a Gerusalemme! Ma più ancora c'è da stupirsi che Jehova non ti abbia punito per il tuo tradimento verso il tempio!”.

                       37.    Enos, del tutto compenetrato dallo Spirito della Misericordia, dice in tutta quiete: “Geremia! E voi miei ex amici! Vi meravigliate di me, perché il mio comportamento ha provocato in voi l’ira più grande! Innanzi tutto vi comunico che sono separato dal tempio in perfetto ordine; qui c'è il certificato sottoscritto dal sommo sacerdote stesso. Inoltre vi dico che sono profondamente pentito di aver servito così a lungo il tempio! Quando non sapevo ancora niente di un’altra esistenza e di un’altra vita, il mio sentimento era devoto al tempio e consideravo nemico chiunque era contro di noi. Quindi anche Gesù, il grande Salvatore!

                       38.    Con la pena e le lotte interiori del mio Ruben ho imparato a conoscere in primo luogo la durezza e la spietatezza di tutti quelli che, ancora oggi, si chiamano servitori e unti di Dio. Il mio sentimento divenne vacillante. Ma poiché il tempio considerava questo, già come tradimento, e mi minacciò, accettai l'aiuto del nostro caro Lazzaro, e conobbi in Betania un modo di vivere del tutto differente, modo che mi ha reso interiormente così lieto e felice, come non mi sono ancor mai sentito nella mia vita! Ma ancora non ero convinto della Divinità di Gesù, finché mi venne la Grazia di vedere e parlare al Risorto stesso! Le Sue Mani trafitte mi hanno certamente mostrato la più grande colpa della mia vita, ma Egli stesso non espresse nessun rimprovero, nessuna accusa!

                       39.    Cari fratelli, tutto questo Amore e Misericordia mi schiacciarono a terra, così che non credevo di potermi mai più rialzare! Allora la Sua bocca mi parlò: «Io sono Redenzione e Perdono!» e le Sue mani benedicendo si posero sul mio capo. Ecco, fratelli miei, allora seppi da che parte dovevo stare.

                       40.    Quando penso agli orrori, alle durezze del tempio e, accanto, mi raffiguro l'Amore di Gesù, non deve essere difficile comprendere il mio comportamento! A questo si aggiunge ancora che mia moglie è stata guarita attraverso di Lui, e ora è così felice con i miei figli! Quale Grazia! Ho potuto riconoscere pienamente la Divinità e la Missione di Gesù, mentre coloro che siedono sui seggi di Mosè, considerano tutta questa Grazia davanti ai loro occhi come il prodotto dell'Inferno, non sospettando che proprio soltanto loro sono i tollerati.

                       41.    Quante volte Gesù, il Signore, avrebbe potuto distruggere il tempio e noi tutti, quante volte Egli ci disse che era venuto per adempiere la Legge di Jehova e non abolirla! Rialzare e sostenere i deboli erano i fondamenti del Suo operare. Che cosa abbiamo fatto noi? Noi abbiamo annientato e distrutto ciò che non ci conveniva, ed abbiamo perfino ucciso il più grande Benefattore dell'umanità! Così io mi ergo dinanzi a voi come uno che è stato accolto da Lui, che però può anche dire: il libro della mia colpa è stato strappato, la mia colpa è stata cancellata dallo sconfinato Amore e Misericordia del Signore, il Quale è Dio da Eternità in Eternità! Egli ci ha lasciato, ma i Suoi fedeli portano la Sua santa eredità profondamente nel loro petto ed attendono la chiamata del loro Signore e Maestro. Quando verrà questa chiamata – può essere domani ma anche più tardi – allora tutti voi scorgerete la Potenza, la Grandezza e Magnificenza di Gesù!”.

                       42.    Geremia sorride cinicamente, allora Enos domanda di nuovo: “Fratello! Perché non credi alle mie parole e vorresti lanciarmi contro qualcosa di cattivo per offendermi? Perché non hai ancora tu stesso riflettuto su questo e non sei giunto a porti la grave domanda: ‘E se il Maestro Gesù avesse ragione e noi tutti fossimo i sedotti dal nemico della vita?’. Vedi, eravamo uniti nei principi, una lunga vita ci legava l’un l’altro, e tuttavia eravamo nell’intimo così lontani. Mi sento spinto a consigliarti: torna indietro, sei ancora in tempo! Puoi ancora accogliere la Grazia di sperimentare un Cielo che colmerebbe il tuo interiore con la gioia più grande. Ciò che è capitato a me, può capitare ad ognuno. Senza abbandonare il tempio oppure diventarne infedele, puoi far tuo lo Spirito di Gesù, Egli è e si chiama: Amore, – Pazienza, – e Misericordia! Queste tre caratteristiche fanno di te un discepolo di Gesù ed un benefattore del prossimo tuo! Perciò abbandona il tuo scherno e la tua beffa e bada che anche tu non diventi una vittima del nemico della vita! Ma tu, Signore Gesù! Tu che sei tra noi in Spirito, benedici queste mie parole! A Te per la gloria, …e a noi per il bene! Amen!”.

                       43.    Molte mani si tendono verso Enos, ma egli dice: “Fratelli, il Signore è Tutto, perciò ringraziamo Lui! Se volete sapere qualcosa di più, qui c’è Lazzaro, e là c'è Pietro e Giacomo! Adesso è anche possibile entrare in ogni momento in contatto coi fratelli, dal momento che gli stessi ora si trovano nella casa che fu mia. Non abbiate paura dinanzi agli uomini, il Signore sia il vostro retaggio! Egli soltanto sia la nostra roccaforte e ferma speranza! Come mi ha così meravigliosamente protetto e, in più, mi ha reso felice con la Grazia Sua, tanto Egli ama tutti!”.

                       44.    Geremia diventa taciturno. Ma tanto più gli altri ospiti diventano pieni di vita, il loro timore davanti ai templari, infatti, è scomparso. Allora uno dice: “Così ci manca soltanto il Maestro!”. –

                       45.    Ecco che Pietro si alza, dicendo: “Fratelli nel Signore! Con queste parole esprimiamo bensì la nostra brama di vivere uniti a Lui, lieti momenti oppure ore. D'altra parte però con ciò riveliamo anche: non L'abbiamo ancora …in noi! Vedete, prima che il Signore ci lasciasse, ci fece la meravigliosa Promessa: «Io, – sono presso di voi, – tutti i giorni!», ed io stesso ho già sperimentato: come il meraviglioso Maestro mantiene questa Sua Parola data!

                       46.    Se voi tutti poteste percepire con me, come mi sento Uno, ed unito, col Maestro, vi rallegrereste tutti, proprio come mi rallegro io! Io, infatti, vi dico: il Signore Gesù è venuto di nuovo, certamente invisibile agli occhi miei, ma nell’intimo così magnificamente, così pieno di Forza e Sicurezza, tanto che nel mio abbandono potrei operare attraverso il Suo Spirito come Egli stesso operava. Credetelo, e non dubitate nemmeno un istante che Gesù, – è qui tra noi! Poiché il Signore e Maestro vuole: ‘Che tutti, tutti gli uomini vengano soccorsi e ricevano la Vita eterna!’. Anzi, questa è la Vita eterna: che noi crediamo nella Sua Missione e ci appropriamo del Suo Spirito che si è rivelato sul Golgota a tutto il mondo e a tutti i mondi”.

                       47.    Ora uno degli ospiti si avvicina a Pietro, prega per l’ascolto e dice: “Pietro, le tue parole mi colmano di nuova speranza, anch'io, infatti, credo nel grande Salvatore Gesù! Da tempo mio fratello è ammalato, potresti anche tu, come il Salvatore Gesù, guarire gli ammalati?”.

                       48.    “Se tu credi”, – risponde Pietro, – “e la tua preghiera sorge dal più profondo del tuo cuore, allora porta tuo fratello ammalato, affinché la Forza e la Magnificenza di Gesù si riveli e si manifesti nuovamente: Egli è in mezzo a noi!”.

                       49.    L'uomo corre subito fuori della casa.

                       50.    Geremia però si eccita di nuovo, ed esclama ad alta voce: “Volete continuare a tentare Iddio? Non basta che il Nazareno abbia tolto la reputazione al tempio e ai suoi servitori dinanzi al popolo?”.

                       51.    Ma Pietro risponde freddamente: “Se ti senti interiormente abbastanza forte da aiutare il fratello che brama ardentemente aiuto, allora ti vogliamo sostenere volentieri nella benedicente intercessione. Ricorda però che non può mai essere considerato peccato, se uno vuol portare all'altro aiuto e conforto. Chi viene al Signore e Maestro pregando, costui viene anche liberato dai suoi malanni. Ma se il grande Salvatore vuole continuare la Sua Opera attraverso di noi, dovrebbe essere questo tentare Iddio?”.

                       52.    A questo punto Geremia tace. –

                       53.    Ma Pietro, completamente colmo dello Spirito di Gesù, continua a parlare con fervore: “Fratelli! L’uno lo dica all'altro, e ognuno si sforzi di operare con ciò che vive in lui del Signore e Maestro! La necessità del prossimo e la sua speranza nell'adempimento sia la nostra necessità! Allora sentiremo, come ci immedesimiamo sempre di più nel grande compito che il Maestro ci ha affidato: aiutare tutti e spiritualmente servire! Noi questo compito l'adempiamo e l’adempiremo, perché la Sua Parola: «Io sono presso di voi!», sarà la Forza radicale di tutte le nostre azioni!

                       54.    Non solo noi, quali Suoi discepoli, dobbiamo pensare ed agire così, oh no, tutti. Anche tu, fratello Geremia, potresti sperimentare il miracolo, perché tu, prima un nemico di Gesù, puoi diventare ora un seguace e sostenitore del Suo Spirito d'Amore e di Verità. Ti può sembrare incredibile, perché sei radicato nell'odio, e devi odiare ciò che è contro di te e il tempio. Ma proprio perché sei un avversario e odiatore, è possibile convincerti che, dove vive odio e orrore, potrebbero vivere anche, amore e affezione”.

                       55.    Ora si apre la porta ed entrano due uomini e una donna (è colui che porta suo fratello paralizzato e la moglie di lui). Già da lontano si vede che l’infermo che viene portato deve soffrire grandi dolori, i suoi occhi, infatti, sono infossati, il suo volto testimonia notti insonni, e il suo passo è difficoltoso e trascinante. La moglie si guarda intorno impaurita e si spaventa quando vede i sacerdoti. L'ammalato però guarda soltanto a Pietro che premurosamente si prodiga intorno a lui.

                       56.    “Siamo qui”, – dice il supplicante, – “non è stato facile portare qui mio fratello; le sue forze volevano spesso venir meno, soltanto la speranza di un aiuto lo fortificava”.

                       57.    Dice Pietro a Geremia: “Qui vedi un infelice che brama la salvezza, al quale la salute è la cosa più importante. Vuoi tu che egli venga aiutato? Qui vi si offre un'occasione per dimostrare la vostra missione divina, e convincere noi tutti che voi templari siete gli eletti e unti di Dio!”.

                       58.    Geremia tace, quest’invito è per lui sgradevole, ed anche per gli altri templari questa domanda è spiacevole.

                       59.    Pietro però continua: “Se qui taci, come deve il tempio recuperare la sua reputazione? Il vostro silenzio, non è un triste segno e una confessione della vostra impotenza? Con il solo parlare non si migliora nulla! Solo nel volere e nell’operare si rivela di che Spirito si è figli!”.

                       60.    Il silenzio avvolge gli uomini, – allora la moglie domanda: “Sei tu uno di coloro che stavano intorno al Salvatore? Dimmi quello che devo fare, perché grande è il mio dolore quando vedo mio marito torcersi continuamente nei dolori”.

                       61.    “Credi nel Signore Gesù! Egli solo ti sarà Soccorritore e Salvatore! Noi siamo soltanto Suoi testimoni”, risponde Pietro.

                       62.    Ma la donna continua a domandare: “Dove devo andare affinché Lo incontri? Dalla Sua Resurrezione, infatti, nessuno ancora ha sentito dove Egli ha preso dimora”.

                       63.    Dice Pietro: “Donna! Il Signore e Salvatore Gesù è ovunque, dove cuori anelanti e desiderosi bramano a Lui. Ed egli esaudirà ogni preghiera, se essa viene dal profondo del cuore e serve alla salvezza dell'anima”.

                       64.    E rivolgendosi all'ammalato, dice ancora: “Fratello! Sento con te la tua sofferenza e il tuo dolore. Credi anche tu vivamente nel Salvatore così come tua moglie? Vedi, io sono un uomo come te, ma colmo della volontà di aiutarti. Ma senza la fede da parte tua che Gesù può e vuole aiutarti, mi sarebbe impossibile, poiché la tua fede è la porta che tu apri alla Sua Forza risanatrice. Anche se i tuoi occhi non Lo vedono e gli orecchi tuoi non possono ancora udire le Sue Parole, ti è comunque data nel tuo cuore la possibilità di sentirLo, pregarLo e ringraziarLo!”.

                       65.    Dice sottovoce l'ammalato: “Io credo in Te, Tu salvezza del mondo! Io credo! – Permettimi di pregarLo!”. –

                       66.    Allora Pietro pone le sue due mani sul capo dell'ammalato e dice in preghiera: “Signore Gesù! Il Tuo Amore non finisce mai e fa di noi portatori dello Spirito Tuo! Qui c’è un figlio ammalato che da Te brama aiuto! MostraTi anche qui, come sempre, quale il grande Soccorritore e Salvatore! Amen! – Ma tu, fratello, rallegrati! I Suoi occhi ti guardano pieni d’Amore e le Sue mani ti benedicono! E allora io ti dico: alzati! …il Tuo Salvatore Gesù ti ha soccorso! …ed ha nuovamente annunciato: Egli vive tra di noi!”.

                       67.    Allora dice l’appena guarito: “Oh, Gesù, dove sei? Ti voglio ringraziare con tutto l'ardore del mio cuore, e la mia bocca deve soltanto confessare d'ora innanzi la Tua Potenza e Magnificenza! Oh, che cosa sono io che Tu ti ricordi di me e sei così clemente! Voi fratelli, guardate qui! Le mie membra storpiate e doloranti, – sono guarite! E questo soltanto mediante la Grazia del Salvatore Gesù!”.

                       68.    Allora dice Pietro: “Andate a casa e lodate e ringraziate nel cuore il buon Dio, il Quale ci è stato rivelato in Gesù ed ha fatto di noi mediatori dello Spirito Suo! DonateGli tutto il vostro amore e tutta la vostra vita, come Egli vi dona nuova vita proveniente dal Suo Amore”.

                       69.    Geremia non riesce a comprendere come questa guarigione fosse potuta avvenire così velocemente, e guarda le membra diritte del guarito. Egli dice: “Se non avessi visto con i miei occhi le mani storpiate, allora crederei anche qui in un inganno. Ma dimmi, com’è potuto accadere tutto questo?”.

                       70.    Allora risponde Ursus al posto del guarito: “Tu sei ancora dell'opinione che questo non accade per la giusta via? Vedi, ti dai una cattiva testimonianza, poiché dove si tratta di cose che non sono di tutti i giorni, dovresti manifestare un altro zelo, per conoscere la pura Verità! Come puoi ora sussistere dinanzi a te e dinanzi ai tuoi fratelli ai quali insegni la Parola di Dio e li esorti ad osservare sempre i Comandamenti di Mosé! Se ti senti veramente obbligato a proteggere la santità del tempio, ed essere il suo vero servitore, allora dovresti poter dire anche di te: nelle mie opere, tutto il mondo deve riconoscere che io sono un servitore del grande Jehova! Se non lo puoi, allora accetta la Mano di Gesù che si porge a te attraverso di noi e lasciati guidare nel tuo mondo interiore, affinché tu riconosca quanto ti trovi vicino all'abisso. È ben vero che ci hai minacciato, ma noi vogliamo vederti felice, così che anche tu possa dire: ‘Sono diventato un altro uomo, un uomo nuovo, e questo soltanto mediante l'Amore liberatore del Risorto!’.”

                       71.    “Tu sei un giovane romano”, – risponde Geremia, – “sei compenetrato dallo Spirito del Nazareno ed hai buone intenzioni. Rifletti però che io sono vecchio e non posso chiamare bianco ciò che finora ho visto nero. L’ammetto: la mia opinione su Gesù ha subito una potente scossa; ma inserirmi nella vostra comunità, è pretendere troppo. Ammetto: sono stato battuto, – ma non convertito! Lasciatemi in pace, come io non voglio nemmeno più disturbare la vostra!”.

                       72.    I templari lasciano in silenzio la locanda. Gli altri ospiti però vogliono ancora sentir qualcosa della dipartita di Gesù in Betania, allora Pietro dice: “Fratelli, lasciateci andare per oggi! Presto la Promessa del Maestro si adempirà. Soltanto allora saremo tutti compenetrati in maniera vivente dalla gioiosa consapevolezza: ora posso, attraverso Gesù, incamminarmi sulle nuove vie che conducono alla meta suprema, all'unione tra Dio e l'uomo!

                       73.    Fate attenzione che il vostro amore per Lui ed il prossimo non si raffreddi, ma diventi sempre più vivente, poiché la vita interiore del fratello, il Maestro la mette fiducioso nelle nostre mani. Essere sempre pronti a questo, è la nostra parola d’ordine. Che tutti noi andiamo incontro a grandi compiti, lo sappiamo. Affinché il Sacrificio che Gesù ha portato, non sia stato portato invano, il nostro amore e la nostra intima fiducia in Lui devono trovare i mezzi che rimuovono in noi tutte le cose che hanno finora impedito il nostro sviluppo per il Divino!

                       74.    Non permettete mai e poi mai che sorgano dei dubbi o magari sfiducia, così facendo, infatti, porgete la mano al nemico della vita per concludere alleanza. Siate intrepidi e forti! Lo potete essere. Nessuno può più vantare un diritto su di voi se non solamente il Signore e Maestro. Perciò vogliamo ringraziarLo con tutto il nostro amore. E ciò che abbiamo ancora nel nostro cuore, lo mettiamo in spirito ai Suoi piedi. La Sua Grazia e la Sua santa Pace sia con noi! Amen!”.

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Cap. 4

Ursus disputa con i templari

Esortazione all’amore di Lazzaro che gli dona una visione interiore

                         1.      I compiti dei discepoli non sono diminuiti, bensì aumentati, il tempio, infatti, non si vuole adattare a ciò che si afferma come Verità. Betania è assediata da tutti coloro che cominciano a nutrire dei dubbi a causa dei templari sull'Ascensione al Cielo di Gesù, i quali strappano più d’uno dalla sua sicurezza che in sostanza è soltanto tiepidezza. Le diffamazioni dei sacerdoti diventavano sempre più nefaste, tuttavia i discepoli esortano alla pazienza e, ancora, alla pazienza.

                         2.      Ursus però cresce interiormente e così una mattina dice a Lazzaro: “Fratello! Oggi sono passati sette giorni dal grande Avvenimento sul Monte degli ulivi. In questi giorni il nemico ha celebrato grandi trionfi, infatti, dove il Signore ha rialzato i cuori e consolidato la fede, il nemico ha lavorato in senso opposto. Perciò dobbiamo difenderci!”.

                         3.      “Fratello Ursus”, – risponde Lazzaro, – “anche a me si strappa quasi il cuore se penso a quanto velocemente vengono da certuni dimenticati l'Amore e le Benedizioni del Maestro. Ieri sono stato dall'oste della locanda a Gerusalemme; il tempio si allarga ovunque e fa diffondere, attraverso servitori pagati, molte cose non vere sul Signore. I fratelli però si mantengono silenziosi, tuttavia sono pieni di speranza ed attendono con ardente desiderio il momento promesso, quando essi, spinti dallo Spirito, potranno testimoniare ed attestare della Vita del Maestro e della Verità dei Suoi Insegnamenti! Qui in Betania alcuni cercano certamente ancora la loro salvezza, ma spesso vanno via insoddisfatti, poiché viene richiesta fedeltà nella fede. Nonostante tutto però si schiera un gran numero intorno ai discepoli, poiché essi operano cose sorprendenti nello Spirito di Gesù Cristo. Così adesso si misurano le forze! – Se seguo il mio sentimento, allora entro tre giorni accadrà la decisione!”.

                         4.      Ursus non è per nulla soddisfatto che devono trascorrere ancora tre giorni inutilmente, e dice: “Fratello! Io faccio una cavalcata fino a Gerusalemme. Mi sento attratto direttamente nel covo in cui il Signore viene coscientemente calunniato. Dovrei essere privo di onore, se tollerassi solo un’ora ancora queste menzogne. Non abbiamo abbastanza aiuto, se vogliamo essere combattenti ed esecutori nello Spirito Suo? Non stanno a nostra disposizione abbastanza forze, nella lotta per la Sua meravigliosa e santa Meta? I templari considerano il nostro silenzio solo come debolezza!”.

                         5.      “Fratello Ursus! Non prevenire alla Volontà del Signore”, – cerca di tranquillizzare Lazzaro, – “tutto ha il suo tempo e necessita del suo tempo. Io posso comprenderti, tu non puoi stare inattivo. La tua gratitudine nei confronti del Signore vorrebbe farti fare cose per le quali forse non è ancora tempo. Ma se ti senti sollecitato, allora va’ a trovare i fratelli e sperimenta là lo Spirito che li rende così pieni di speranza. Ecco che arriva Demetrio, comunica a lui la tua intenzione e segui tranquillamente l’impulso del tuo cuore”.

                         6.      Così avviene e, in breve, Ursus è sulla via che porta a Gerusalemme. La sua meta è la locanda. È circa mezzogiorno quando entra nel cortile e consegna ad un servo il suo bellissimo destriero. Nella grande sala si trovano alcuni templari che discutono animatamente con alcuni forestieri. L'oste porta pane e vino, e come indifferente Ursus segue il discorso dei presenti. Con provocanti menzogne i templari calpestano ogni buon pensiero riguardante il Salvatore Gesù.

                         7.      Allora uno dei forestieri dice: “Certamente io non posso credere molto alle vostre parole, poiché i messaggeri che avevano essi stessi udito gli insegnamenti e visto le Opere del Nazareno, erano degni di fede. Dare la vista ai ciechi e l’udito ai sordi è qualcosa che non è mai accaduto finora nel paese dei giudei! Ci rammarichiamo che siamo arrivati troppo tardi, avremmo volentieri parlato con il Nazareno stesso”.

                         8.      “Ciò di cui voi vi rammaricate, è la vostra fortuna”, – replica un templare, – “chi, infatti, si è votato al Nazareno, non se ne libera più, poiché Egli stava in collegamento con Belzebù. Se così non fosse, non sarebbe riuscito al tempio di neutralizzarLo. Si può ben diffondere la voce che Egli sia risorto, e ora, perfino salito in Cielo, questo non cambia nulla al fatto che il Nazareno era il più grande ingannatore, e i suoi seguaci gl’ingannati”.

                         9.      Ursus si alza dal suo posto, si avvicina al sacerdote e dice energico: “Ho sentito le tue parole e le ho pesate giustamente, tu sei pronto a fornire per questo le prove della Verità? Poiché secondo le tue parole anch'io sarei un ingannato! Ma non pensare d’avere un gioco facile, perché io sono, come tu vedi, un romano, al quale la Verità è ciò che è più alto e più sacro! D'altra parte ti dico – io conosco Gesù!”.

                       10.    Allora risponde il sacerdote: “Cosa ti riguarda la nostra conversazione con questi forestieri? D’altra parte tu sei tenuto a rispettare la mia dignità di sacerdote e non mettere in dubbio le mie parole!”.

                       11.    Risponde Ursus: “Allora, perché sei un sacerdote, credi di poter mentire e calunniare impunemente? Credi tu che tutti dovrebbero credere ciecamente a ciò che voi ritenete giusto e bene? Non ti rendi conto che si tratta di Gesù Cristo, di Colui che è promesso da centinaia di anni ed atteso con ardente desiderio dal vostro popolo? Molti hanno sperimentato la Divinità della Sua Missione, ed anche voi sapete che con la Venuta di Gesù, la Scrittura ha trovato pieno adempimento. Se Gesù fosse nato a Roma ed avesse compiuto là le Opere Sue, tutti gli altari sarebbero stati distrutti, e a Lui sarebbe stato innalzato un tempio da servire solo all’onor Suo e alla Sua Glorificazione. Ma io so che voi amate soltanto i tesori di questo mondo e la vostra fama di essere servitori di Dio fa di voi dei barbari! Come volete sussistere quando Egli ritornerà nello Spirito e nella Potenza che distrugge ogni menzogna e la rivela ad ogni spirito?”.

                       12.    “Non ti preoccupare, noi ci difenderemo!”, – ribatte cinicamente il sacerdote. “Abbiamo schiacciato la testa alla nuova Dottrina, sarà facile rendere le membra innocue. Io so bene che Betania è il vostro punto d'appoggio, ma ci sarà ben un'occasione per distruggere questo vostro rifugio”.

                       13.    Allora Ursus si eccita ed esclama: “Ringrazia Iddio che sono un discepolo di Gesù, altrimenti dovresti espiare con il tuo sangue questa offesa al mio amico Lazzaro e al mio Creatore e Salvatore Gesù! Se ti appropri il diritto di poter offendere impunemente perché sei un sacerdote, allora da romano potrei prendermi il diritto di punirti; poiché chi offende un romano cade sotto la legge. Lazzaro è ora un romano, e la Verità è il suo onore. Quindi: o ritiri le tue parole, oppure comprova che corrispondono a verità”.

                       14.    Gli altri sacerdoti cercano di calmare gli animi, ma Ursus è irremovibile. Chiama l’oste e gli chiede un messo che deve andare a prendere una guardia romana. A questo punto i sacerdoti cambiano tono, ammettono di agire su ordine del sommo sacerdote, e chiedono indulgenza.

                       15.    Ursus si rivolge ai forestieri e dice: “Qui vedete come il nemico della vita si sforza di distruggere la meravigliosa semina del Salvatore Gesù! Non basta che si sia eliminato Colui che era il Salvatore dei poveri e ammalati. Ora si commette il peccato ancora più grande, vale a dire voler eliminare Colui che è per le nostre anime Forza e Sostegno, Colui che mediante il Suo immenso Sacrificio è diventato il Mediatore tra Dio e l'uomo, e con la Sua Resurrezione ha dimostrato a tutto il mondo che Egli è in Dio e, Uno, con Dio! Venite con me, vi porto da coloro che Lui a scelto.

                       16.    A voi, però, sacerdoti della casa di Jehova, do un buon consiglio: rimanete nel vostro tempio! Io disporrò che venga messa una guardia in questa locanda, per arrestare chiunque volesse causare del danno ad essa oppure alla casa di Betania, oppure calunniare il proprietario! Dal momento che vi attenete a Mosé, vi deve anche essere servito con Mosé: «Occhio per occhio! – Dente per dente!». – L'amorevole Insegnamento di Gesù: «Amatevi come Io ho amato voi!», vi è odioso, quindi non stupitevi di questi miei severi provvedimenti”.

                       17.    Il locatario si rallegra di queste parole espresse con la massima severità e dice: “Finalmente una parola al momento giusto, poiché non avrei sopportato più a lungo questi templari!”.

                       18.    “Confida in Dio”, – lo consola Ursus, – “il nostro lavoro non è vano!”.

*

                       19.    Breve è il commiato, e nel giro di mezz'ora Ursus con i cinque forestieri giunge nella casa di Maria. Quanto però si meraviglia nel vedere che nella grande sala, simile ad una sala di preghiera, ci sono molte persone presenti. La gioia reciproca è autentica; ma ancora di più si rallegrano i forestieri che ora finalmente sono alla fonte e possono attingersi Luce presso coloro che sono stati testimoni della Vita di Gesù.

                       20.    Quando Ursus racconta la vicenda nella locanda, Giovanni diventa molto serio! “Fratello”, dice lui, “la severità è una cosa buona, ma perché la severità, se l'Amore ha certo molte più possibilità di vincere? Vedi, noi viviamo nel tempo della preparazione più seria, sebbene i nostri cuori siano colmi d’impulso all'azione. Noi sappiamo: il Signore non è soltanto in mezzo a noi, bensì in ogni singolo in mezzo a noi; ma così, che ora vediamo tutto completamente in modo diverso, riconosciamo diversamente e vogliamo adempiere i nostri compiti soltanto nel Suo Intendimento! Tu puoi aver agito secondo la migliore volontà, ma devi sempre riflettere: come avrebbe agito in questo caso il Maestro? Rifletti, se tu, per servire alla grande Opera, hai ancora bisogno dell'aiuto altrui, essa rimane ancor sempre un’opera umana! Il Maestro non conosceva nessun altro Aiuto che la Forza che Gli era propria! Sia che Egli operasse per aiutare, oppure per tener lontano da Sé i nemici, Egli operava tutto solo da questa Forza che era Sua Proprietà! E guarda, questo periodo qui tranquillo ci conduce sempre più profondamente nel nostro stesso io. Ancor mai eravamo a conoscenza, quanto meravigliosamente l'uomo è provveduto; adesso però, in cui non abbiamo nessun altro punto d'appoggio, sperimentiamo in ogni momento l'Aiuto dall'Alto come Forza! Noi abbiamo vissuto con il Signore una vita, come la vivono i fanciulli nella casa paterna, dove c'è tutto in abbondanza. Ci siamo lasciati guidare senza preoccupazione, finché anche per noi giunse il momento della serietà.

                       21.    Quando il Maestro ci lasciò, eravamo abbattuti, finché Egli stesso compì in noi il Miracolo della Sua Forza. Quello che non è stato possibile in tre anni e mezzo, è stato compiuto in questi sette giorni, così che ci rallegriamo di poter testimoniare del Suo Amore proveniente dalla Sua Forza! Ciò che i nostri occhi hanno visto nel e dal Maestro, lo dovevamo ammirare. Cosa però ci è possibile in questa nostra Fede diventata vivente, non dovranno riconoscerlo soltanto i contemporanei, no, ma anche l'avversario!

                       22.    Perciò, fratello Ursus, il Suo Spirito e la Sua Vita in te diventi anche la tua forza e il tuo potere! Vedi, tu Lo conosci come il più eccelso di ogni Magnificenza! Ora testimonia anche tu così di Lui, affinché il mondo riconosca in te la Magnificenza Sua!”.

                       23.    Ursus porge al fratello Giovanni la mano e conferma: “Tu colpisci sempre nel segno! Quando scompariranno una buona volta anche in me i residui del passato?”.

                       24.    “Quando non agirai più dall’amore tuo, ma dall'Amore di Gesù!”, è la risposta di Giovanni.

                       25.    “Ma qual è l’indice di paragone”, domanda Ursus meditabondo, “per sapere se agisco dal mio amore o dall'Amore di Gesù?”.

                       26.    Allora Giovanni risponde: “Ursus! Quando vuoi ripagare con la stessa moneta, agisci come un uomo senza conoscenza migliore! Ma se ricompensi il male con il bene, sei compenetrato dallo Spirito e dall'Essenza di Gesù!”

                       27.    I forestieri sono profondamente commossi da questo discorso di Giovanni, e uno chiede: “Portate in voi la solidissima convinzione che trovate dal vostro Gesù in ogni tempo pieno Sostegno? Purtroppo troppo tardi siamo venuti a conoscenza di quest’Uomo meraviglioso, delle Sue Opere, Miracoli e Insegnamenti! Ancora però non riusciamo a renderci conto del fatto che Egli non ci sia più! – Ci pare come se debba entrare dalla porta da un momento all’altro e dire anche a noi qualcosa di amorevole o meraviglioso”.

                       28.    Risponde Giovanni: “Amici, il Signore doveva ritornare nel Suo eterno Regno per amor della beatitudine degli uomini; ma il Suo meraviglioso Piano d'Amore deve essere rivelato a tutti gli uomini! Per questo Egli si è ridestato in moltissimi luoghi, dei testimoni che continueranno la Sua santa Opera di Salvezza completamente nel Senso da Lui voluto. Certamente è stata una Grazia senza eguale vivere con Lui come Uomo e Fratello! Il più grande e meraviglioso però è destinato a coloro che Lo afferrano nel loro cuore e vivono completamente dallo Spirito Suo! Noi sappiamo però che il Signore è sempre presso coloro che vogliono essere dalla Sua pienezza di Grazia e dalla ricchezza del Suo Amore un vero servitore e soccorritore per il prossimo. Compenetrati dallo Spirito di ogni Vita, siamo usciti dalla vita di tutti i giorni ed abbiamo riconosciuto che la Terra, con tutti gli abitanti, significa soltanto una vita apparente, vita che ottiene un vero valore e contenuto soltanto se l'uomo diventa una nuova creatura attraverso Gesù Cristo! Questo miracolo si svolge un po’ alla volta in ognuno che lo vuole seriamente, e così Cielo – e Terra – diventano per noi la stessa cosa!”.

                       29.    Dice uno dei forestieri di nome Gregorio: “Quanto amorevoli risuonano le tue parole, e quanto è grande l'immagine del Salvatore che tu ci presenti. È per noi appena afferrabile, con quale sicurezza tu testimoni dell'eterno Iddio e Signore! Dopo le tue parole brevi, ma piene di significato, Gesù doveva essere una sola cosa con l'onnipotente Creatore; poiché se non fosse così non potrebbe certo accadere che noi uomini diventassimo uomini nuovi. Questo sarebbe un miracolo di tutti i miracoli! Conosco molti uomini che sacrificherebbero metà del loro patrimonio se potessero diventare un altro, un uomo nuovo”.

                       30.    Risponde Giovanni: “Fratello, tutti quelli che vedi qui, sono già diventati più o meno uomini nuovi mediante la Grazia del Signore. Questo però lo opera soltanto la propria volontà, la quale si sottomette totalmente alla Volontà del Signore. Noi tutti abbiamo imparato dal Signore come Egli sottomise completamente la propria Volontà alla Volontà di Dio. Ma questa Volontà di Dio deve essere dapprima giustamente riconosciuta. Anche voi e tutti gli uomini dovrete riconoscere ed apprezzare la Sua giusta Volontà, e soltanto in questo immergersi nella Volontà di Dio andiamo incontro a Gesù. Nonostante ciò l'uomo rimane libero più di quanto ci si possa immaginare, nessuno, infatti, viene mai costretto a fare o a lasciare qualcosa. Anzi, dico ancora di più: Gesù può essere qualcosa soltanto per quei cuori che nella decisione della loro libera volontà sono compenetrati dal volere e dal desiderio di compiere tutto per Gesù! I tempi sono seri, poiché ci attendono compiti portentosi, ma noi li assolveremo, dal momento che ci domina soltanto una volontà, e cioè di vivere soltanto per Lui, per il nostro Signore e Maestro, il Quale non ci ha insegnato soltanto l’Amore, bensì ha vissuto d'esempio questo Amore. Anzi ancora di più: dinanzi alla grandezza del Suo altruistico Amore e dolorosissimo Sacrificio mortale tutto deve tacere! E questo Amore edificherà nei cuori di coloro che cercano conforto presso di Lui un monumento vivente che resisterà a tutte le tempeste del mondo!”.

                       31.    Gregorio dice ancora: “Desidererei poter afferrare tutto questo così come tu lo presenti, e mi riterrei felice se potessi chiamare mia questa Vita meravigliosa. Perciò vi prego anche in nome dei miei fratelli: lasciateci rimanere presso di voi finché avremo afferrato questa nuova Vita”.

                       32.    Risponde Giovanni: “Volentieri ve lo accordiamo, però non qui, bensì in Betania. Rimanete presso il fratello Lazzaro. Lì vive lo stesso Spirito che vive qui, e là vi sono delle possibilità che renderanno il vostro soggiorno il più gradevole possibile; il fratello Ursus vi accompagnerà”.

                       33.    Ora ai forestieri è offerto pane e vino; ad Ursus quest'incarico non è proprio gradito, poiché avrebbe preferito rimanere presso i fratelli a Gerusalemme.

                       34.    Giovanni però dice dolcemente: “Fratello! Non far sorgere in te ciò che potrebbe opprimere la nuova Vita! Vedi, la vita in Betania mostrerà ai fratelli qualcosa di molto più importante e portentoso che qui in Gerusalemme, dove è soltanto predicata o pregata! Anche tu, a lungo andare, non ti sentiresti bene qui, perché vedi, qui si parla molto del Signore e della nuova Vita, ma in Betania è vissuta! Qui c'è la parola – là c'è l'azione”.

                       35.    I fratelli trascorrono con Ursus e i cinque, ancora un’ora; poi alcuni dei fratelli si offrono di accompagnare i forestieri a Betania, poiché Ursus deve ancora una volta ritornare alla locanda per prendere il suo cavallo. Con tutto ciò si ricorda di andare al comando, per assicurarsi alcuni soldati per il mantenimento dell'ordine nella locanda. Questo però gli è rifiutato, poiché a Gerusalemme si trova soltanto una guarnigione molto scarsa.

                       36.    Soltanto adesso egli comprende quanto ha ragione Giovanni, e chiede interiormente con umiltà al Signore di perdonarlo e di avere pazienza con lui. Nel suo cuore però si agita la nuova Vita! Come degli accordi d'arpa risuonano in lui e si formano le parole: ‘Rimani sempre nella quiete, e custodisci nel profondo del tuo cuore la Mia immagine, affinché rimanga sempre vivente in te! Tu, infatti, non sei stato chiamato per testimoniare della Mia Vita come Figliuolo dell'Uomo, bensì di Colui che è risorto – e vive in te!’.

                       37.    Quanto felice lo rende quest’esperienza nel bel mezzo dei forestieri! Quanto si sente innalzato nei confronti di tutto il mondano! Una Parola del mio Salvatore – e d'un colpo il mondo mi appare tutto diverso! Ora si deve dire: “Venga adesso quello che vuole, io sono presso di Lui!”.

*

                       38.    Così giunge alla locanda; con una stretta di mano Ursus si congeda dall’oste, e presto con il suo stallone arabo raggiunge i forestieri sulla via per Betania. Egli smonta, e il magnifico destriero segue da sé, al che i forestieri si stupiscono molto. Ursus spiega loro: “Questa è opera soltanto dell'Amore! È vergognoso che l'uomo riconosca così poco tutti benefici dell'eterno Creatore anche attraverso gli animali, e per questo Lo ringrazi altrettanto poco!”.

                       39.    Quanto si stupiscono i forestieri di questa Verità così semplice, queste parole, infatti, cadono su un terreno preparato.

                       40.    I fratelli si congedano e tornano indietro e, discorrendo profondamente, gli altri giungono a Betania. Come sempre, anche questi forestieri sono accolti gentilmente e sperimentano ora la Verità che si trovava nelle parole di Giovanni: qui in Betania vive l'azione! – La sera riunisce di nuovo tutti gli ospiti nell'ora solenne dedicata alla preghiera, in cui Lazzaro con parole provenenti dal cuore rende testimonianza del grande e magnifico Amore del Salvatore e Redentore. Così conclude: “Quello che Lui era per noi, non lo dimenticheremo mai, ma quello che è per noi adesso, il nostro prossimo non lo deve mai dimenticare! Così noi cooperiamo ad edificare la grande Opera e reclutiamo molti cuori che a loro volta verranno compenetrati dal Suo grande Amore di Redentore!”.

                       41.    E poi tutti vanno a riposare. Lazzaro rimane però ancora a lungo insieme a Demetrio e Ursus, e a quest’ultimo chiede: “Come hai trovato i discepoli a Gerusalemme?”.

                       42.    “Diversi!”, – risponde Ursus. – “Essi non sono più coloro che devono essere guidati; dal momento che ognuno è diventato una guida. Il loro modo di fare è ancora lo stesso, però ho notato che essi sono già compenetrati dalla Forza e dalla Verità dell'eterno Spirito di Dio, e malgrado ciò vogliono mantenersi ancora nel silenzio”.

                       43.    Risponde Lazzaro: “Allora anche il mio presentimento è giusto, perciò di buon mattino della festa di Pentecoste[2] vogliamo andare a Gerusalemme. Grandi eventi gettano sempre in anticipo ombre! Là anche noi sperimenteremo come il Signore manterrà la Sua Promessa!”.

                       44.    Ora Ursus riferisce a Lazzaro la sua esperienza con i sacerdoti e del saggio insegnamento ricevuto da Giovanni.

                       45.    Lazzaro però dice: “Fratello, io sapevo che dovevi fare quest'importante esperienza, l'Opera del Maestro, infatti, è fondata sull’Amore, tuttavia ancorata nelle fondamenta che sono Pazienza e Umiltà! Non volere di più di quello che vuole il Maestro. Riconosci chiaramente la Sua Volontà in te, allora il tuo spirito penetrerà da sé nelle profondità della Sapienza della vera Vita di Dio. Non è grande colui che vuole convertire interi popoli con l'insegnamento della Sua Parola, bensì colui che fa propria la Volontà di Dio profondamente riconosciuta in sé, diventando così l'esempio di popoli interi”.

                       46.    Allora Ursus risponde modesto: “Fratello Lazzaro, quanto profondamente ti siamo debitori! Ora so anche perché non volevi lasciarci partire. Che cosa sarebbe stato se io, sotto l’impulso del mio cuore, fossi capitato fra uomini estranei? La meravigliosa Dottrina d'Amore del Salvatore avrebbe sofferto una deturpazione che si sarebbe accostata ad un recondito egoismo. Ora però vedo più profondamente e riconosco sempre più chiaramente il santo-grande Amore del Signore e Maestro, …ed i nostri compiti! Oh, quale spirito ci vuole per offrire questo Amore anche a colui di cui so: egli è il mio traditore!”. –

                       47.    Allora Lazzaro pone la sua mano sul capo di Ursus e dice: “Ursus! Adesso sorge in te la nuova aurora! Su questa via ora segui il Maestro! In futuro ci saranno molti apostoli che però non saranno ancora in grado di afferrare il Signore nella Sua intera grandezza, ed anche nella profondità. E per questo la Sua elevata, e tanto sublime Dottrina d'Amore, dovrà subire parecchie deturpazioni. Ma per quanto riguarda me, e ora anche te, vogliamo esternare il Suo Amore, così come Lo abbiamo trovato nel profondo del nostro cuore, affinché il prossimo ed ognuno possa tale e quale sperimentare la Forza e la beata Certezza del Suo Amore, come io e te abbiamo vissuto questa Forza e Certezza, quando il Signore ci fece la Grazia di renderci felici con il Suo Amore!

                       48.    Ora siamo noi i portatori dei Suoi grandi Pensieri d'amore. Quanto più cerchiamo di vivere totalmente nello Spirito Suo, tanto più estinguiamo un po’ della colpa di coloro che sono stati la causa della Sua Venuta! Se vedi l'umanità che si trova profondamente nel peccato come sedotta, come una vittima dello spirito della menzogna, allora compassione e misericordia colmeranno anche il tuo cuore, e devi essere cosciente di quale grande fortuna ti è toccata! Così in futuro il tuo occhio sia rivolto a Colui che ti ha reso felice e ti ha elevato dall’abisso in alto fino a Sé, ma anche a coloro che vivono ancora nell’abisso e nell'ignoranza su Dio. Tutto il resto fallo poi dallo Spirito, al Quale tu devi riconoscenza eterna!

                       49.    Così è per me e sperimento giornalmente la conferma che il Signore e Maestro è l'Adempimento di tutti i desideri! Più grande è il compito, maggiore il dispiego di forze, e tanto più magnificamente zampilla la Sorgente della Forza Sua. Così ho sperimentato il Maestro! Così Lo sperimento giornalmente in me! Perciò, mio Ursus, sperimenta solamente quest’unico meraviglioso Salvatore e Maestro d'Amore, e proponiti quest'unico compito, affinché migliaia sperimentino così, attraverso di te, il Salvatore, Signore e Maestro, e i quali vorrebbero anche percorrere le vie del Suo Amore e della Sua Verità!”.

                       50.    Ursus, profondamente commosso, afferra la mano di Lazzaro e dice: “Fratello! Ti ringrazio per il tuo amore che proprio adesso mi ha portato una grande conoscenza! Ho potuto scorgere nel mio interiore, come un grande popolo, uguale al popolo d'Israele un giorno, danzava con fervore intorno al vitello d'oro. Io volevo distruggere questo loro idolo nella mia eccitazione, allora il mio occhio fu attirato sulla collina del Golgota. E la Sua Voce risuonò completamente sommessa: «Volevo redimere voi smarriti, perciò ho sacrificato il Massimo e Mi Sono accomunato a quanto vi è di più basso, per portarvi, con potenza d'aquila, alle supreme altezze. Ma il vostro amore per il materiale vi ha reso ciechi e vi ha creato un cielo soltanto per il passeggero! Ciò nonostante però il Mio Amore non riposerà, finché il vostro spirito si scioglierà e porterà tutto quanto c’è di basso in voi quale offerta di ringraziamento alle supreme Altezze».

                       51.    Mentre ascoltavo così queste parole, vidi delle figure luminose che si affrettavano ad andare tra la folla e con la loro destra sfiorarono il volto di parecchi uomini. Questi ultimi lasciarono la grande massa e si misero da parte, poiché il mondano movimento non gli poteva più piacere. Così mi affrettai ad avvicinarmi a loro ed alzai la mano mostrando il Golgota! Allora essi esclamarono: «Più nessun’opera morta! Noi bramiamo ardentemente dal Vivente qualcosa che ci renda viventi!».

                       52.    Io divenni triste, poiché sentivo la mia povertà. Soltanto il Golgota era il mio possesso. Allora un’immagine di Luce corse verso di me, la sua mano sfiorò il mio volto, e in me e intorno a me si fece chiaro! Ora vidi come molte scintille di Luce sfavillavano dal Golgota attraverso tutti gli spazi del Cosmo, e chi veniva colpito da una di queste scintille, correva verso il Golgota. Così soltanto pochi rimasero presso il vitello d'oro. Intorno al Golgota però essi stettero pregando stretti stretti e restarono in attesa. Ora potei parlare. Ora mi sentii ricco. Vita su vita, infatti, mi afferrava, e mi sentii dire: «Ascoltate tutti, ciò che la Vita vi annuncia: la Vita sorge là, dove il cuore trova la via del cuore, e per amore non può riposare e fermarsi, finché non ha trovato e salvato l'ultimo uomo!»”.

*

                       53.    Allora anche Demetrio si rallegra e dice: “Quanto giustamente hai contemplato il tuo divenire e volere! Mi sento invaso da grande gioia al pensiero che hai afferrato questa forza dallo Spirito del Golgota”.

                       54.    “Non afferrato”, – risponde Ursus, – “bensì questa Forza era qui, come è qui il calore quando mi colpisce il raggio del Sole”.

                       55.    “Ora andiamo a riposare”, – prega Lazzaro, – “affinché nella quiete del nostro mondo interiore il pensiero possa maturare per l'azione! Il Suo richiamo: «Lazzaro! Vieni fuori!», continua a risuonare e significa: spogliarsi di tutto ciò che è vecchio ed essere pronto nel nuovo Spirito della Resurrezione! Allora noi siamo come frangiflutti in mezzo alla risacca di tutto l’operare falso e maligno degli smarriti! Giorno dopo giorno santi compiti si presenteranno a noi e sempre vi troveremo una buona soluzione, se dal giusto Spirito non ci scosteremo nemmeno di un pollice”.

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Cap. 5

Le domande dei cinque forestieri

Due messi del tempio per la decima

                         1.      Così il venerdì trascorre lavorando sodo, poiché tutto è predisposto per il Sabato e la festa di Pentecoste. I cinque forestieri si uniscono a Demetrio e Ursus e trascorrono l’intero giorno nella piantagione; e qui essi sperimentano come lo spirito della letizia e della dedizione è la forza motrice che spinge a lavorare così tanto per Lazzaro!

                         2.      Allora uno dei forestieri domanda a Demetrio: “Come può Lazzaro mantenere così tutto questo? Ci sono centinaia di persone e molti animali, tutti devono essere assistiti e provveduti; oltre a ciò questa magnanimità e generosa ospitalità! Qui è come se vivessimo un miracolo!”.

                         3.      “È proprio così”, – risponde Demetrio, – “ciò che generalmente viene considerato impossibile, qui trova il suo adempimento, poiché vi è una benedizione del tutto meravigliosa sull’intera operosità di Lazzaro! Inoltre ho appreso che questo amore ed ospitalità veniva già esercitata dal padre[3] di Lazzaro e per questo al Signore e Maestro piaceva qui in modo così particolare. In quest’autentica cordialità, in quest’atmosfera libera e gaia, ogni cuore è attirato verso l’alto, e i pensieri dell'Eternità arricchiscono di nuovo la propria vita interiore”.

                         4.      “Oh, di quale santo concetto di Dio ci si appropria qui”, – replica l'interlocutore, – “ma ci manca ancora la cosa più importante: chi e che cosa è veramente Gesù? È ben vero che abbiamo appreso su di Lui già parecchie cose dai Suoi discepoli, ma il nostro ardente desiderio di Lui non è stato con questo colmato. Egli non c’è più! I nemici della Sua Dottrina d'Amore Lo hanno eliminato. I templari non riconoscono nulla di buono nel Salvatore, in Colui che tutto il popolo vorrebbe riconoscere come il Messia promesso!”.

                         5.      A questo punto risponde Ursus come spinto dallo Spirito interiore: “Miei cari amici e, beninteso, anche fratelli, a questa domanda e alla vostra brama di Lui, la giusta risposta può darvela soltanto Gesù stesso! Ogni cosa necessita del suo tempo per maturare, così anche qui per voi. Io stesso ho fatto delle meravigliose esperienze. Quanto più cercavo e mi consumavo desiderandoLo, tanto più mi spingeva la brama verso la personalità di Gesù, pensando che se Lo avessi potuto incontrare, tutto l'ardente desiderio sarebbe stato definitamene colmato. Anch'io stavo davanti al fatto: Egli è morto! Che cosa può essere per me ancora un morto? – Finché Egli stesso venne da me, mi permise di guardare nel Suo proprio Interiore e mi rivelò: «Tutto questo che Io porto in Me, vive anche in te! Ridestalo mediante l'amore per Dio e per il tuo prossimo, allora porti la Mia Vita in te, e il Mio Spirito ti rivelerà tutto!».

                         6.      E simili esperienze le hanno vissute anche altri fratelli. Anche a voi sarà mostrata la via che conduce a Lui nei vostri propri cuori, e la risposta alla tua domanda: ‘Chi e che cosa è Gesù?’, te la darà poi il tuo stesso io! Così vi posso dire per consolazione: Gesù è, per ognuno, – ciò che ognuno fa di Lui! Per uno, Egli è l’Uomo, per l'altro, il Salvatore. Per me Egli è l'unico Signore, l'eterno Iddio che mi ha fatto riconoscere il mio essere e la mia vita più interiore! Dal mio Amore per Lui ora posso trasmettere ad altri la Sua Vita e lo Spirito Suo. L’impulso del mio cuore a servirLo, è come un torrente di Grazia della Sua Pienezza di Vita, perché nel servire si trova il più grande seguito. Così vengo alla risposta: Gesù è per me tutto il contenuto della mia vita!”.

                         7.      Gregorio, uno dei forestieri che finora ha sempre taciuto, dice ora ad Ursus: “Tu giovane amico, nel mio cuore vive già una gioia che mi rende quasi senza parole! Il tuo zelo, la sincerità nel tuo essere di voler somigliare a Colui che noi cerchiamo con fervore, ha fatto di me, tuo amico. Abbiamo già sentito dire e predicare molto sulla successione di Gesù, ma la vita di coloro che vogliono dimostrare qui a Betania il Suo Amore, per me è qualcosa di totalmente nuovo. Perciò sorge in me la domanda: ‘Agiscono i discepoli di Gesù e tutti i Suoi amici così, perché è l'espresso desiderio del vostro Salvatore, oppure è lasciato completamente alla vostra libera volontà? E in che modo volete servire tutti gli altri in questo Spirito?’.

                         8.      “Volentieri”, – risponde Ursus, – “voglio cercare di rispondere alla tua domanda. Vedi, c'è una enorme differenza in questo servire alla grande Opera della Sua Salvezza per l’umanità! Qui, dove gli uomini si accingono ad entrare al servizio del grande Maestro della Vita, ci saranno soltanto pochi che afferrano già il più profondo senso della Sua Dottrina di Redenzione! Noi tutti viviamo ancora sotto l'influsso del tempo passato, in cui l'Amore del Maestro ci voleva spianare la via, per fare di questa Terra un Cielo. Certamente la Sua morte ha potuto far deviare parecchi seguaci, ma Egli stesso nella Sua intera Magnificenza si è presentato come Vincitore su ogni morte tra i Suoi fratelli umani ed ha reso tutti noi nuovamente felici e lieti! Ora il Signore è ritornato nel Suo eterno Mondo primordiale, poiché, secondo le Sue proprie decisioni, la Sua Missione come Figlio dell'Uomo è totalmente adempiuta. All'umanità è stato rivelato: Dio è diventato Uomo per mantenere la Sua Promessa e per spianare una nuova via verso l'Essere divino per tutti coloro che sono stati coinvolti nel mondo esterno dal nemico della Vita.

                         9.      Ma l'uomo dimentica troppo facilmente l'alto scopo della sua vita, poiché è interessato soltanto alla riuscita dei suoi propri piani! Vedi, perciò qualcuno ora crederà: se quest’Amore del Salvatore si realizzasse su questa Terra, si potrebbero realizzare anche i miei propri piani. – Ancora altri si atterranno alle Sue Parole e alle Sue Promesse, e cercheranno in queste l'adempimento dei propri desideri. Un'altra parte ben riconoscerà la grandezza ed immensità della Sua Dottrina, ma solo di ciò vorranno predicare nel Suo Nome.

                       10.    Per quanto tutto questo sarebbe anche buono e degno di lode, la profonda brama di Dio rimane comunque inappagata. L'uomo, infatti, non è ancora abbastanza maturo per riconoscere che in serietà esistono due modi di servire Dio. Tutti quelli or ora nominati vogliono servire dalla Verità per l'assoluta Verità di Dio. Dio però …vuole essere amato! E per appagare questo profondo desiderio di Dio, non c'è bisogno di essere grande, ricco oppure erudito, ma diventare soltanto desto, silenzioso e pieno di umiltà verso la Volontà divina, affinché la Vita di Dio assopita in noi non subisca nessuna restrizione. E per servirLo nelle Sue sante intenzioni d'Amore, devo farmi colmare totalmente dal Suo Amore, affinché mi possa lasciar guidare, dirigere e spingere dal Suo Spirito! Vivere da Lui senza il Suo Spirito, senza il Suo Influsso, è inconcepibile! Ma se la Sua Vita vuole veramente operare in noi, fratello Gregorio, Egli non ha bisogno di costringerci, e non riflettere troppo, poiché in questo libero Amore di Dio non possono più esistere ombre, oppure esitazioni! La Vita di Gesù è e rimane per noi un eterno esempio, ma lo Spirito che animava Gesù, è il Conservatore di ogni cosa e la Forza che dà l’impulso a sempre nuove Creazioni. Nulla potrà essere contrapposto a questa Forza, a questa Vita, per quanto si tenti di fare, perché Egli, quale Signore e Creatore del Cielo e della Terra è proprio questa Forza e questa Vita stessa! Rifletti però, poiché in questo Suo Spirito sono riuniti il purissimo Amore e la più sublime Sapienza, e perciò il nostro operare da questo Spirito può essere solamente il più puro e il più pieno d’amore! Non posso aggiungere altre parole su questo, altrimenti finirei col restringere la Vita proveniente da questo Spirito liberissimo!”.

                       11.    Gregorio ringrazia Ursus e dice ancora: “Tu mi sembri un precursore del Sole nascente, e i miei presentimenti sono già quasi prossimi alla realizzazione! Ma Iddio deve avere un Suo saggio motivo per affidare soltanto a poche anime i Suoi più profondi misteri. Se anch'io potessi essere così vicino alla meta, quanto ne sarei felice!”.

                       12.    Gli risponde Demetrio, “La puoi raggiungere presto, poiché dove il desiderio di Lui spinge il cuore, presto c'è l’adempimento! Perciò ognuno abbia cura che tutto ciò che vive nel suo cuore, sia trasformato dallo Spirito dell'Amore in una Creazione nuova! – Ecco che arriva Lazzaro. Egli ci cerca!”.

                       13.    È proprio così! Lazzaro si è affrettato per arrivare dai suoi ospiti, ed esclama giulivo: “È tutto a posto! Ora possiamo celebrare il giorno del Ringraziamento! Il grano è stato portato nei granai, e questo è stato possibile soltanto con l'aiuto della tua gente, caro Demetrio, la quale è stata instancabilmente attiva; ora ci sono un paio di giorni di riposo per tutti. Andiamo a casa, perché sono necessari ancora dei preparativi per la festa”.

                       14.    Sulla via che porta alla casa padronale, Gregorio ringrazia Lazzaro ancora una volta con parole commosse. “Non avrei mai creduto nella mia vita che tra i grandi contrasti che ci sono nel mondo si potesse formare una tale vita piena di armonia”, dice egli ancora, “ma questi fatti e la gioiosa volontà di tutti ci dimostrano quale buon Spirito regna qui! Se io stesso non avessi grandi poderi, rimarrei qui e diventerei uno dei vostri”.

                       15.    Risponde Lazzaro: “Questo puoi farlo anche senza rimanere qui in Betania! Porta con te questo Spirito buono che tu stai facendo tua proprietà e crea nella tua patria una seconda Betania, allora sperimenterai anche tu la Grazia e la Benedizione che procede da tale azione! Ciò che l'uomo sperimenta, è semina e raccolto nello stesso tempo. Ma quello che si trova tra semina e raccolto, è Grazia su Grazia! Perciò noi diamo l'onore a Dio che ci ha reso maturi per la Grazia Sua!”.

                       16.    Risponde nuovamente Gregorio: “Ogni parola è così vivente, così semplice e malgrado ciò così grande! Quanto dovete esservi sentiti bene quando il Salvatore Gesù si trovava tra voi!”.

                       17.    Dice Lazzaro: “Non meglio di oggi, poiché noi sappiamo: Egli è con noi tutti i giorni con il Suo Amore, la Sua Forza e la Sua Benedizione, e questa consapevolezza fa di noi degli uomini forti”.

*

                       18.    Un lavorante viene loro incontro correndo e prega Lazzaro di tornare a casa, poiché il tempio ha mandato dei messi per parlare con lui. Ma Lazzaro dice calmo: “Per questo non ci affretteremo, anzi arriveremo sempre troppo presto!”. – Ed è così. I templari, infatti, si sono agitati per aver dovuto aspettare così a lungo, ma Lazzaro dice cordialmente: “Avreste dovuto annunciarvi! Abbiamo dovuto adoperare tutte le mani per riporre il grano nei granai, ma voi volevate subito raccogliere anche là dove non avete seminato. Se siete venuti a prendere la vostra parte, eccola pronta per voi! Ma non lascerò più portare il grano a Gerusalemme, bensì dovete venirlo a prendere voi stessi. Mi considerate sempre come l’abbietto, come un figlio della notte, ma il bene che ricevete da Betania lo prendete volentieri. Ora però dovete prendervelo da voi stessi, nessun servo, nessuna serva vi dovrà per questo aiutare! Questa è la mia volontà! Se non siete d’accordo, allora il grano rimane qui per i poveri. Questi vengono volentieri, troppo volentieri a Betania”.

                       19.    I templari protestano e cercano a tutti i costi di far cambiare idea a Lazzaro, ma Lazzaro rimane fermo! E così se ne vanno amareggiati; una nuova sconfitta che con ostinato rancore registrano sul conto del Nazareno e con ciò dimostrano: Gesù è ciò che l'amore dell'uomo fa di Lui!

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Cap. 6

Festa di ringraziamento per il raccolto in Betania

                         1.      Quando poi la cena è terminata, Lazzaro invita tutta la sua gente e gli ospiti sulla collina, per celebrare lì la solennità della festa di ringraziamento per il raccolto. Vengono accese le fiaccole per illuminare la notte in arrivo, e i portatori di queste, formano un ampio cerchio intorno a tutti i radunati. La moltitudine intona un gioioso salmo di lode e ringraziamento, poi si fa silenzio, e Lazzaro comincia a pregare ad alta voce: “Benigno e grande Iddio! Tu, Amore di ogni Amore! Tu, Vita di ogni Vita! Noi siamo qui per ringraziarTi in intima gioia. Ovunque dirigiamo il nostro sguardo, vediamo le dimostrazioni della Tua Potenza e Magnificenza, vediamo come la Tua Bontà ha disposto tutto così amabile e meraviglioso. Tu stesso nel Tuo Amore per noi uomini, hai fatto diventare loquace il Tuo Cuore traboccante, così che sappiamo: Tu sei in mezzo a noi nello Spirito e nella Verità! Una vita piena di Grazia sta dietro di noi, ma davanti a noi c'è ora il compito di realizzare negli altri la Tua Vita di Grazia! Rimani quindi con noi, e facci sempre ricordare che senza di Te e senza la Tua Benedizione non possiamo nulla! Dacci la forza di superare tutta la tenebra in noi e vivere un giorno a venire che elargisca soltanto Luce e Vita. Benedicici! – Noi siamo Tuoi! E lo vogliamo anche rimanere in grazia al Tuo Spirito Santo! Amen!”. – “Amen!”, rispondono tutti.

                         2.      Continua a parlare Lazzaro: “Fratelli e sorelle! Là, dove il Signore ordina la casa, tutto è soddisfacente e felice! Possiamo esserlo anche noi. E così in quest'ora ringraziamo il Dio di ogni Amore e il Padre di tutti i figli, per la Grazia che noi possiamo essere gli esecutori della Sua Volontà. Ma essere portatore della Volontà significa anche: cercare di accrescere tutta la vita piena di grazia, affinché la salvezza che attraverso Gesù, il Risorto, è diventata nostra, diventi di tutti, bene comune. Il nostro meraviglioso Maestro è ritornato nella Sua Patria, per sostenerci da lì in questa nostra volontà. Così Egli rimane in costante unione con noi che Lo amiamo così intimamente. Ma amarLo significa nuovamente: aiutare ad avanzare la Sua Vita posta nel nostro interiore e, operare sempre nello Spirito del Suo Amore misericordioso!

                         3.      Oggi, alla vigilia del giorno del ringraziamento per il raccolto, ci rendiamo conto quanto l'uomo è dipendente dagli influssi che favoriscono oppure ostacolano ogni sviluppo, e come l'uomo, in seguito alla sua alta predisposizione, dovrebbe essere in grado di star lontano da ogni cosa nociva, favorendo invece molto più ancora tutto ciò che è buono! All'uomo è andato perduto questo prezioso possesso, e per questo sono subentrati in lui soltanto desideri e cupidigie. Ma ora il Maestro di ogni vera Vita ci ha mostrato come l'uomo può di nuovo entrare in possesso di queste Forze perdute e testimoniare con questo della sua unione con il Signore ed eterno Iddio.

                         4.      Il raccolto è sempre il prodotto di una semina, e quest’unione con l'eterno Iddio è la conseguenza della nostra vivente fede nel Suo Amore e il nostro umile abbandono alla Sua Volontà! – Allora fate che la nostra vita sia un lieto ringraziamento, perché anche Iddio vorrebbe ringraziarci per il servizio che noi prestiamo ai nostri fratelli! E come il nostro cuore è colmo di gioia e gratitudine, cosicché né cordoglio o preoccupazione ci devono mai più affliggere, così tutti gli uomini devono partecipare alla nostra gioia, poiché soltanto nella vera gioia sei tu in grado di ringraziare veramente. Figli riconoscenti esaltano, in tutti i modi, il meraviglioso Bene del Padre loro! Facciamo perciò in modo di essere dei figli legittimi e che lo diventiamo sempre di più, per via del Suo santo Amore!”.

                         5.      Ora Lazzaro tace. Non si rendono conto dell'oscurità esteriore, perché le molte fiaccole ad olio nelle mani degli uomini che stanno in piedi formano tutt'intorno un grande cerchio luminoso; e le parole provenienti dal cuore hanno disposto tutti di gaia gratitudine.

                         6.      Enos guarda Lazzaro con aria interrogativa, – e questi fa cenno di sì col capo. Così Enos si mette al fianco di Lazzaro, benedice, come sacerdote, tutti coloro che sono radunati e continua: “Fratelli miei, …ed anche voi sorelle! Al grande e santo Iddio è piaciuto riversare i Suoi Doni in ricca pienezza nel grembo della nostra Terra. Mediante la Sua Grazia Egli ci ha fatto amministratori di questi Beni, ma mediante il Suo Amore paterno ci fa fatto …figli! Così Egli ci ha tolto tutte le preoccupazioni, affinché potessimo ringraziarLo in vera gioia! Ma, fratelli miei, non esiste felicità che sia veramente non offuscata. In tutta la nostra gioia e la nostra sicurezza, mestizia striscia intorno al nostro cuore, poiché l'Amore di ogni Amore è molto disconosciuto e l’ambizione ha reso tanti cuori duri come pietra. Io confesso: sono diventato canuto e vecchio, eppure la Dottrina di Gesù ed il Suo Amore per tutti gli uomini erano per me uno scandalo. Attraverso l’ambizione e l’odio però io stesso venni guidato nella sofferenza e nella necessità, fino a che cuori benigni seguaci della Dottrina del Salvatore mi aiutarono e mi guidarono in un mondo totalmente diverso, mondo che conosce soltanto pace e luce solare! Un sacerdote …è un seminatore! Così dice a me il cuor mio: soltanto in questa nuova esistenza e nuova vita io posso essere un seminatore e posso, mediante un’ininterrotta attività, estinguere gradualmente la colpa che il Salvatore Gesù ha pagato anche per me con il Suo Sangue.

                         7.      Tempi verranno in cui la Sua Parola sarà predicata in tutti i paesi, verrà anche un tempo in cui miseria e sofferenza faranno quasi disperare gli uomini! Ma su tutti i tempi vi starà la Croce, e rammenterà ed inviterà esortando a cercare quiete e pace, presso Colui che pure dalla Croce, confermò il Suo Amore misericordioso per tutti gli uomini! Colui che preferì morire per la liberazione dei Suoi figli dalla materia, piuttosto che rimanere senza figli per delle Eternità! Perciò professo qui: Tu mio Gesù, Tu mi hai dato una nuova vita che spinge all'attività e così sia fatta sempre soltanto la Tua santa Volontà! – Amen!”.

                         8.      Completamente commossa la moltitudine ascolta – e subentra un silenzio che invita ognuno ad entrare nel proprio interiore.

                         9.      Dopo un po' Lazzaro invita a sé Tobia, il suo lavorante più anziano, e lo prega di esprimere anche lui alcune parole, e ciò avviene. – Tobia, una vecchia e venerabile figura con barba e lunghi capelli bianchi, comincia: “Adempio volentieri la preghiera del nostro signore della casa e datore di lavoro e voglio testimoniare della beata vita che rende esultante dallo Spirito della vera letizia. Non è soltanto la vita pacifica che qui regna, non soltanto la consapevolezza: noi siamo provveduti! Ma qui è lo Spirito che ci anima e colma così. Quanto ci è vicino il Cielo e quanto ci è diventata estranea la Terra! Perché? Perché l'Amore di Dio tiene ampiamente spalancate le porte per la Vita più santa e più intima di Dio.

                       10.    Dove è uno che potesse dire: mi è stata rifiutata la Grazia! Dov’è colui che pregando e cercando sia passato dinanzi alla vera Salvezza senza accorgersene, e dove ci sarebbe ancora qualcuno che possa dire: questo Amore e questa Grazia non è stata di mio gradimento? Non ci sarà nessuno, al massimo coloro che sono ancora ebbri del falso spirito. Per costui io piango con il Mio Salvatore, il Quale vuole portare a tutti con cuore pieno di ardente desiderio, felicità e salvezza. Soltanto il raccolto di tutto il Suo Servizio d'Amore è stato scarso, un servizio che ha reso tutti gli uomini eterni debitori! Ma come sarà il raccolto, quando tutte le promesse saranno adempiute? Quando attraverso miseria e sofferenza e mediante guide meravigliose ogni figlio dell’uomo dovrà riconoscere: tutto è così transitorio e privo di valore senza il Dio amorevole, il Padre di tutti i figli.

                       11.    Allora io esclamo: fanno bene quei molti che piangono il loro Benefattore, il quale in costante Amore provvedeva e si preoccupava per il bene di tutti noi. Egli è scomparso ai nostri occhi, ma tanto più vuol venire vicino ai nostri cuori! La Sua Parola a noi pronunciata diventa di ora in ora più vivente, e la Sua Grazia che tutto abbraccia fa di noi un braciere ardente che vuole distribuire sempre più calore e luce. Come un torrente impetuoso si riverserà la Sua Verità nei cuori dei Suoi fedeli ed abbatterà il più solido baluardo del principe delle tenebre. È ben vero che ci siamo congedati dal nostro Salvatore che tanto contava nella nostra vita, tanto era Grande; ma ora tutti noi esclamiamo: Benvenuto a Te Caro! Benvenuto a Te Buono! Il mondo è troppo piccolo e non ci può più separare dalla Tua Vita. Ora la Tua brama è adempiuta! – Ora il Tuo Spirito è giunto alla breccia! I Tuoi messaggeri attendono la Tua Chiamata, e dal Tuo Spirito sono pronti a posare una nuova semenza nel terreno grembo materno dei Tuoi figli umani. Vedo in spirito, come Luce su Luce, come Vita su Vita scaccia l'oscurità e ogni morte! E come il Messaggio della Tua Pace di Dio e del Cuore fa di questa Terra il punto di partenza del Tuo meraviglioso Amore!

                       12.    Così venite, voi portatori di fiaccole! Unitevi in una sola fiamma, ed oggi, alla vigilia del perfezionamento della Sua meravigliosa Opera divina, date alla Terra ed ai suoi abitanti umani e spirituali la dimostrazione: Gesù è la nostra Luce e la nostra Vita! Ciò che da tempi infinitamente lunghi era nascosto, ci è oggi rivelato: l’eterno Amore del grande Iddio, unito ai Suoi figlioli, vuole lasciare in eredità alla Terra e a tutti i mondi il Suo santo Spirito, affinché venga a cessare ogni ostilità!

                       13.    Quale Grazia essere ritenuti degni di collaborare, attraverso lo Spirito Suo, all’edificazione della grande, santa Opera di Redenzione! Così splendete, voi fiamme, quale testimonianza di Colui che con cuore fiammeggiante e santo fuoco d'amore ci ha fatto vivere il giorno odierno, dove possiamo annunciare con cuori gioiosi: la Luce splende nella tenebra e non smetterà mai di ardere, finché tutte le tenebre si dovranno arrendere alla Luce! Così ora, ringraziate nel vostro cuore e mediante le opere vostre, perché il mondo ha fame del vostro ringraziamento, ha fame di testimonianza di questa Luce, Luce che si deve rivelare attraverso di voi come Forza e santo bene di Vita! Allora dacci Tu, o Signore e Maestro Gesù Cristo, la Benedizione! Essa è il lascito del Tuo Amore, affinché anche noi ne veniamo compenetrati, per poter come Te benedire e servire tutti. Così fa che la Tua Volontà diventi la nostra volontà! Amen!”.

                       14.    Di nuovo si fa silenzio, – finché Lazzaro dice: “Ora andiamo a riposare, affinché di questo meraviglioso Spirito, nulla si esteriorizzi appiattendosi. Ciò che l'eterno Amore ci ha riservato, lo abbiamo ricevuto in ricca misura. Domani, per il Sabato, sia raccomandato per tutti voi un vero riposo! Ognuno faccia liberamente secondo l’impulso del proprio cuore e Dio sarà con noi! Amen!”.

                       15.    Anche Lazzaro è nell’intimo molto commosso e infine dice ancora ai suoi ospiti: “Domani è Sabato, ma il giorno dopo è Pentecoste, allora vogliamo riunirci con i fratelli in Gerusalemme!”.

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Cap. 7

I discepoli ricevono lo Spirito Santo

[Atti 2, 1]

                         1.      In quei giorni tutti i discepoli rimangono strettamente uniti in casa di Maria, ed in questa concorde unione, nel silenzio ed attesa più intima, il loro interiore si è liberato delle ultime esitazioni. Lo Spirito di Dio opera potentemente nel loro essere, finché anche l'ultimo ostacolo, che l'intelletto e l'amor proprio ha ancora innalzato, è scomparso. La sera del Sabato[4] i discepoli siedono sul terrazzo della casa e sono tutti colmi di crescente brama, ma anche pieni di speranza nella Promessa di Gesù!

                         2.      Questa notte quieta ha reso il loro cuore particolarmente silenzioso e ricettivo, e in Pietro si sviluppa lentamente una chiarezza e consapevolezza di ciò che prima era solo speranza, così che esclama improvvisamente: “Vivo qualcosa di portentoso e del tutto meraviglioso! Mi è sembrato come se io entrassi nel Signore, come se fossi un essere senza carne e sangue e potessi prendere dimora nella Figura e nella Persona di Gesù, anzi, nel Suo involucro umano!”.

                         3.      Egli tace – poi continua sommesso: “In realtà la cosa è differente. Sento un santo alito intorno a me, e ora vedo il Maestro in me. Egli diventa sempre più grande, io non sono più nulla! Sì, vedo solamente il Maestro nella mia forma, nel mio involucro! Egli è come d’oro trasparente, nel Suo Cuore però splende una fiammella che emana una luce colorata ed illumina con questa i moti più intimi del cuore. Adesso splende già tutto il Cuore ed irradia come un Sole che però non abbaglia. Questi Raggi escono fuori da me e, oh meraviglia, in questa Luce posso penetrare l’intera Creazione! Questo Splendore diventa sempre più chiaro e diviene una brace rovente in me; ora la mia forma svanisce e vedo solamente il Maestro nella Sua più intima Gloria!”.

                         4.      Pietro tace di nuovo, come immerso in devota contemplazione, poi esclama in divampante riconoscimento: “Signore! – Tu non sei solamente Figlio, Tu sei il Creatore stesso! Tu sei Dio! …l'Eterno, …il Santo! …e nostro Salvatore!”.

                         5.      Pietro respira profondamente, ora egli ha il presentimento di che cosa vuol per noi significare il Nome ‘Dio’! Il suo volto diviene sempre più luminoso ed anche dalle sue mani escono dei sottili raggi di luce. Giovanni afferra la destra di Pietro e porge la sinistra a Giacomo; costui a sua volta porge la mano agli altri, in modo che si forma una catena. Un beatificante torrente di Luce colma ora tutti e con cuori supplichevoli: “Compenetra anche me con la Fiamma!”. Contemplano anch’essi questa luce in sé e sperimentano in loro la Divinità come vivente Forza di Fuoco, come il Suscitatore di ogni Vita!

                         6.      Giovanni dice commosso: “Fratelli! Ora il Signore ha adempiuto la Sua Promessa! Il Suo proprio Spirito Santo ci ha compenetrato! Questo Santo Spirito come Luce proveniente dalla Sua Luce primordiale, come Forza proveniente dalla Sua Forza di Fuoco primordiale, come Chiarezza proveniente dalla Sua Sapienza, vuole prendere dimora in noi e in tutti gli uomini! – Come si sta facendo chiaro in me, comprendo che si deve prima diventar in se stessi viventi, per poter ridestare questa nuova vita negli altri! Ora sono veramente consapevole: tutto ciò che Gesù come nostro Maestro non ci poteva dire, lo troviamo ora in noi stessi come vivente Verità. Egli è il nostro Dio! Gesù, come Uomo, con il Suo spontaneo Sacrificio, fece posto nel Suo Petto all'eterna Scintilla di Dio! Ma a noi, Suoi testimoni, ci dona questa Sua Forza di Dio guadagnata, e fa di noi, portatori del Suo Spirito Santo, affinché, con questa Forza di Luce, sia superato tutto il separante che si vuole ancor sempre mettere tra Dio e il diveniente figlio di Dio”.

                         7.      Pietro si alza, e le sue parole sono piene di fermezza quando dice: “Ancora mai ho provato e percepito così questa santa scintilla di Dio in me come Forza e Luce! Io vedo: Dio, l'Eterno, diventa per noi visibile ovunque, infatti Egli è in noi ed ha ridestato il nostro centro di Vita! Per questo ogni Parola del Maestro viene illuminata nel suo eterno significato come dall'interiore! Davanti a noi c'è ora il grande compito: annunciare a tutti questa Sua Parola in questa Luce! In questa Luce però tale compito diventa per noi una necessità!”.

                         8.      Pietro continua meditativo: “Dal momento che ora questo splendore sbiadisce in me, rimane comunque un ardente impulso che mi procura sempre più profonda conoscenza su Gesù il Signore! Egli è veramente Dio – di Eternità in Eternità! Il Suo grande Amore per l'umanità ha fatto di noi Suoi discepoli e testimoni. Spinti da questo nuovo Spirito Santo che ci è stato donato, parliamo e testimoniamo gioiosamente del Suo Amore per tutto quanto da Lui creato, e possiamo così agire e operare alla Sua santa Opera di Redenzione!”.

                         9.      Ogni riserbo è improvvisamente superato, questa nuova esperienza, infatti, indica una precisa meta: la realizzazione di tutti i portentosi compiti che Gesù, quale Figlio di Dio e dell'uomo, voleva vedere realizzati. Così questo Spirito Santo diventa in loro Colui che incita, ma anche Colui che colma di felicità e crea una raggiera di gioia intorno ai discepoli che, come riflesso, si ripercuote anche sugli altri. D’ora in poi essi sono coloro che donano! La Sorgente della loro forza è Cristo, che vive e opera nel petto loro.

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Cap. 8

Pentecoste!

[Atti 2,5]

                         1.      In questa speciale gioiosa festa molto popolo si reca al tempio, dove già nell’atrio si formano due partiti, gli uni sono insoddisfatti delle disposizioni adottate dai templari, gli altri parteggiano per il tempio; e così minaccia una contesa, quando la parte migliore dirige l'attenzione sui discepoli di Gesù che stanno appena arrivando ed esclama: “Ecco arrivano loro, costoro noi vogliamo ascoltare!”.

                         2.      Sorge un’agitazione ed è aperta una via; i templari però si sono ritirati nel tempio. Tutti guardano ai discepoli che, in gioia ultraterrena, stendono le loro mani in atto di benedire. Quando gli stessi salgono i gradini che portano nel vestibolo, Pietro si volta e benedice ancora una volta il popolo intero.

                         3.      In questa benedizione la scintilla della sua Vita divina divampa di nuovo e vivifica anche gli altri suoi fratelli. La moltitudine ascolta silenziosa le sue parole pronunciate con convinzione dallo Spirito di Verità, parole che destano comprensione per la nuova Vita e per la Forza che lo costringe a parlare.

                         4.      La moltitudine vuole ascoltare ancora di più, e così sono spinti anche gli altri discepoli a testimoniare apertamente del grande Amore liberatore del Salvatore. E cosa memorabile – essi vengono compresi totalmente, dal momento che tutti i discepoli attraverso Gesù testimoniano di questa nuova Vita dal fuoco del loro cuore, e non dalla volontà. Non uno solo può chiudersi alla Verità di aver appreso o sentito qualcosa che non abbia beatificato l’animo suo! Quanto più i discepoli si lasciano guidare dallo Spirito più interiore, tanto più trasfigurati divengono i loro volti. Nel loro cuore l'eterno Amore ha acceso un sacro fuoco, fuoco che ora passa ardente di cuore in cuore, di amore in amore, e le sue fiamme come vita ridestata rimuovono tutto ciò che appartiene all’intelletto. Su di loro c’è uno splendore come proveniente da luminose alture, e sembra di sentire un mormorio ed un fremere, come una risonanza proveniente dai vestiboli del tempio, come un’eco proveniente dall'alto edificio che doveva essere consacrato alla Santità della Parola di Dio! I discepoli parlano in modo sempre più convincente, finché il cuore della moltitudine stessa giunge nel vivo entusiasmo. Ora si sperimenta l’adempimento della Promessa! Tutte le barriere sono cadute! Questo Spirito Santo ha chiuso le porte al falso sapere dell'intelletto, ed ha aperto un'altra porta, quella della conoscenza che conduce direttamente al cuore e nell'animo.

                         5.      Ognuno sente il linguaggio del suo cuore, sente come il Dio dell'Amore parla al suo interiore! E a quest’avvenimento nessuno può sottrarsi. Molti sono persuasi, ma a molti più ancora fa venir la fame, e chiedendo il vero Pane della Vita anche i loro cuori divengono maturi per lo Spirito che ci consola e ci guida in ogni Verità!

*

                         6.      Nella locanda di Lazzaro c'è giubilo grande: ora il Maestro ha mantenuto la Sua Parola data! Si è creato un collegamento che parte dal Suo Cielo e giunge fino alla Terra, collegamento che nessun nemico, nessun avversario può più ostacolare! Quante volte il Maestro lo aveva accennato dicendo: «Quando non sarò più tra voi, nessuno dovrà sentire la Mia mancanza!». Anzi, ancora di più: «Ognuno potrà parlare con Me, – chiunque lo vuole, in qualunque momento oppure in qualunque ora!». –

                         7.      Ora è compiuto! L'Aiuto, la Guida e il Consolatore proveniente dai Cieli è diventato Proprietà di questa Terra, poiché la Forza del Fuoco di questo Santo Spirito non è apparenza, non sorto da circostanze temporali, ma è un libero Dono di Colui che ora vuol prendere posto e dimora nei cuori ricettivi. Così Gesù ha mantenuto la Sua Promessa e dona molto di più di quanto è atteso, vale a dire: pane dai Suoi Cieli, Luce dalla Sua Luce e Forza dal Suo Spirito primordiale! –

                         8.      Per Ursus e Teofilo quest’esperienza è diventata una scala per concetti su Dio più elevati! Come dall'alto essi scorgono tutti gli eventi di Grazia in una Luce molto più meravigliosa! Ora sperimentano ancora una volta in tutta la sua realtà: Dio è Vita! …e Dio dona sempre nuova Vita per mezzo dello Spirito Santo che è promesso a tutti mediante Gesù Cristo! Lo Spirito della Pentecoste è rinnovamento per la gioia! Lo Spirito della Pentecoste è la continuazione e il compimento della Sua grande Opera di Redenzione.

*

                         9.      Gli ospiti rimangono a Gerusalemme; nessuno sente stanchezza, per tutto è predisposto al meglio, e senza difficoltà sono appagati tutti i desideri terreni e spirituali.

                       10.    Demetrio prende da parte Lazzaro e dice: “Fratello, presso di voi ho vissuto molte cose divine, ma la più portentosa è quella che ho vissuto oggi! I posteri non l’afferreranno e non la comprenderanno. Questa Forza e il Fuoco della nuova Vita nei fratelli, ha generato in tutti noi una nuova Luce! Ti ringrazio per averci ancora trattenuti qui; se, infatti, fossimo ritornati in patria, non avrei mai potuto vivere questo Evento grandioso e potentissimo! Ma ora ho una preghiera che non puoi rifiutarmi: permetti che sostenga tutte le spese di oggi, e tutti i forestieri devono essere miei ospiti. Tu non vuoi saper nulla di un ringraziamento per tutte le spese, spese che sono comunque molto elevate. Perciò permetti che almeno oggi per una volta io faccia il padrone della casa; mi pare come se anche il Signore e Maestro ne abbia gioia”.

                       11.    Risponde Lazzaro: “Fratello, tu sai quanto volentieri io esaudisco ogni preghiera, allora sia il tuo desiderio soddisfatto. Io mi sento già tutto il giorno come ospite ad un banchetto nuziale. Queste sono gioie preliminari delle eterne Beatitudini che in modo naturale ci permettono già di sentire adesso pur essendo ancora sulla Terra, ciò che spetta a tutti coloro che, totalmente nel Senso da Lui voluto, sono degli amministratori dei Suoi Beni e portatori dello Spirito Suo. Rechiamoci di nuovo dai nostri ospiti; nessuno ha bisogno di sapere se l’oste sei tu oppure io, ma ognuno deve sentire: oggi io gusto tutto alla tavola dell'eterno Amore! Ma, fratello, considera ancora una cosa: oggi non vedi nemmeno un singolo templare. Non ha l’eterno Amore provveduto più di noi? Per nessuno quest’Amore sarebbe stato un Dono meraviglioso se ci fossero stati tra noi dei sacerdoti ostinati ed esacerbati. Così invece vedi soltanto gioia e gratitudine. Perciò non lasciare mai sbiadire il ricordo di questo giorno, bensì rimanga in te vivente e presente! Poiché è Pentecoste! – e possa sempre rimanere in noi la Pentecoste della gioia”.

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Cap. 9

Partenza da Betania

                         1.      Dopo questo portentoso evento di Pentecoste, Demetrio fa pressione per la partenza; e così Lazzaro organizza ancora un banchetto d'addio in Betania, al quale sono invitati i discepoli e i molti amici e forestieri. Per il giovedì, tutta la casa è addobbata a festa; la madre del Signore però è già venuta in anticipo dalle sorelle di Lazzaro, poiché a Gerusalemme si sentiva superflua. Ursus e Teofilo sin dall'Ascensione sono inseparabili, e Teofilo molto volentieri sarebbe voluto partire con i romani, ma Ursus non lo accetta. Egli dice: “Fratello, rimani qui! I fratelli possono aver bisogno di te più di quanto ne abbia io. La mia vita è circondata di pericoli e nel deserto si deve fare a meno di molte cose. Per noi romani il dovere è tutto, e le preoccupazioni per gli uomini e le merci che ci sono affidate non sono poche. È ben vero che abbiamo la meravigliosa Promessa che il Signore è in ogni tempo con noi e ci protegge secondo il grado della nostra fede e della nostra fiducia; ma non avrei pace se ti capitasse un incidente. Perciò rimani! Il Signore ti ha assegnato un altro campo d'attività!”.

                         2.      A questo, Teofilo non può controbattere nulla ed anche Demetrio concorda con Ursus.

                         3.      Verso mezzogiorno la casa è già piena di ospiti, e i discepoli portano anche degli amici, nei quali il desiderio per la Verità è prepotente. Nel frattempo sono offerti dei rinfreschi, il banchetto, infatti, deve iniziare solo al calare del Sole. Ogni abitante di Betania si fa il dovere di mostrare a tutti i visitatori la vera essenza dell'Amore che deve colmare ognuno dall'interiore. E sincera meraviglia ed immensa soddisfazione è l'eco per il loro amore e il loro comportamento. Molti conoscenti si avvicinano anche ad Enos ed esprimono la loro gioia per il fatto che lui abbia trovato una nuova vita in Betania. Ma i più circondati sono i discepoli, nel loro cuore, infatti, vive raggiante gioia e consapevolezza della forza.

                         4.      Un greco dice a Pietro: “A me sembra tutto così grande e portentoso se m’immedesimo effettivamente nella Vita del vostro grande Maestro, e così domando: questa discesa dello Spirito di Pentecoste, come la Nascita e la morte del vostro Messia, era già prevista sin dall'Inizio del mondo? Quanti testi delle Scritture hanno profetizzato la Sua Nascita come anche il Suo Sacrificio, ma che di questa Grazia ultraterrena del Suo Spirito i Suoi discepoli dovessero averne parte, non mi è noto dalle vostre Sacre Scritture!”.

                         5.      “Caro amico e fratello nel Signore”, – risponde Pietro, – “questa tua domanda è più che giustificata. Tutte le Promesse di Dio all'umanità sprofondata nella materia si rivolgono al futuro Salvatore e Redentore, che ora nella Persona di Gesù ha compiuto completamente questa Sua santa Missione! Ogni Promessa però è nello stesso tempo una Rivelazione di Dio e racchiude tanto del così elevato e Spirituale, che colui che cerca con fede, vi troverà ancora qualcosa che fino allora non è stata ancora pronunciata. Ma è evidente che se Egli, il Maestro, il Quale secondo Isaia si chiama: eterno Padre e Principe della Pace, fa, di tutti coloro che vivono nel Suo Spirito, Suoi prescelti, a loro non rifiuterà la Forza dello Spirito Suo. Noi siamo stati testimoni della Sua Potenza, Forza e Magnificenza, e voi siete testimoni di ciò che il Suo Spirito ci dona! Il Suo Spirito in noi può ora volere qualcos'altro di quanto voleva Lui stesso?

                         6.      La vita e la morte del Maestro era l'adempimento della Scrittura! Con la Sua Ascensione Egli ha portato via tutto ciò che ancora viveva in noi nella Sua Personalità! Questa Pentecoste però è stata il giorno del nostro battesimo con il Suo Fuoco, in cui Egli nello Spirito ha offerto la Sua eredità a tutta l’umanità. Poiché vedi: ciò che Gesù offrì in Sacrificio nella Sua Umanità, lo pretese da Lui la Legge! Ciò che però noi vogliamo sacrificare, come eredi e come portatori dello Spirito Suo, è libero amore proveniente dalla liberissima volontà! Ma ciò che avviene per libero amore, è sopra di tutte le Promesse!”.

                         7.      Il greco ringrazia; in lui sorgono nuove chiarezze, ma il comune segnale risuona dalla casa padronale. È ora di radunarsi nella grande sala da pranzo, e così termina ogni conversazione per non ritardare la festa. La sala è addobbata molto bene; su tutti i tavoli stanno pronti candelabri per essere accesi, e servitori vestiti di bianco corrono avanti e indietro. Quando tutti gli ospiti hanno preso posto, Lazzaro dà l’ordine di servire il pranzo; viene offerto carne di pollo e agnello, inoltre verdura, pane e deliziosi frutti, altri servitori riempiono con vino fresco le coppe.

                         8.      A questo punto Lazzaro si alza e dice: “Amati e cari fratelli! L'eterno Amore ci saluta e benedice la nostra festa! Anche il mio amore vorrebbe avvolgervi con le forze che provengono da Gesù, per dimostrarvi quanto sono felice in questo Spirito. Siatelo con me! E così vogliamo pregare insieme: ‘Signore! Abbiamo il desiderio di tenere con Te questo banchetto! Sii con noi nello Spirito, e accetta il ringraziamento per il fatto che possiamo anche noi benedire nel Tuo Nome! Così sia benedetta quest'ora che possiamo vivere qui per Grazia Tua! Sii benedetto tu, fratello e sorella, che vuoi essere totalmente colmato con lo Spirito di Gesù, e sii benedetto tu, cibo e bevanda, affinché ci fortifichi per l'attività del nostro amore!’.”

                         9.      Ora tutti prendono del cibo molto ben preparato. Nonostante la presenza di molte persone, su tutti c’è solennità, e le reciproche conversazioni sono tenute a bassa voce. Il giorno volge al tramonto, i candelabri sono accesi e i tavoli sparecchiati. Tutti tacciono, perché tutti sanno che ora comincia l'ora consacrata.

                       10.    Lazzaro dice: “Cari ospiti! Noi tutti sentiamo che le settimane passate, con le loro poderose prove, ci hanno unito interiormente con vincoli potenti. Tutte le nostre difficoltà sono state superate insieme, e così è anche nell’ordine che la nostra gioia sia goduta insieme. Questa serata però è nello stesso tempo anche una festa d'addio, poiché molti di voi ritornano nel rispettivo paese; ed anche i nostri cari fratelli Demetrio e Ursus vogliono lasciarci con tutta la loro carovana. Il dovere chiama ognuno al posto suo, ma il ricordo di questi meravigliosi avvenimenti rimarranno e potranno sempre rendere il passato nuovamente vivente! Così vi prego tutti: correte in spirito, quanto più spesso potete, qui a Betania! Collegatevi con noi che conosciamo soltanto un’aspirazione: diventare una sola cosa con lo Spirito di Gesù!

                       11.    Fratelli miei! Andate incontro anche ai vostri nuovi doveri spirituali con cuore gioioso, la Terra, infatti, attende coloro che liberano ciò che è legato e vogliono redimere ciò che è giudicato, affinché cessino tutte le tentazioni che vogliono attirarci verso il basso e diventino viventi nuove speranze che ci portano verso l’Alto! Ma la speranza di tutti noi – è ‘Gesù’ – e sempre di nuovo, ‘Gesù’! Perciò, fratello Pietro, porgi ora ai fratelli il Pane spirituale che il Maestro in te tiene a disposizione per noi, e tu, fratello Giovanni, dacci poi per questo la benedizione!”.

                       12.    Allora comincia Pietro: “Cari fratelli! Con la Grazia di Gesù posso parlare a voi dell'Amore che si è rivelato a tutti noi così meravigliosamente! Negli ultimi giorni abbiamo sperimentato quanto di Celestiale è sceso sulla Terra per renderci felici e per risvegliare in noi un desiderio, desiderio che non può essere soddisfatto da ciò che è terreno! Ora possiamo testimoniare di ciò che abbiamo vissuto, di quello che il Maestro ci ha dato nel Suo Amore, affinché diventi nostro, e come Proprietà venga ora agli altri rivelato! Non aspettatevi in quest'ora nulla che quieti la vostra brama di sapere, ma accogliete nel vostro cuore ciò che, venendo dal cuore, vi è offerto, vale a dire che adesso è finalmente giunta l'ora per tutti, in cui ognuno deve mettere a disposizione tutta la sua personalità alla causa del Signore e Maestro!

                       13.    Il santo momento è giunto in cui tu, fratello o sorella, puoi diventare un punto centrale di raccolta! Ogni promessa del passato sul Redentore e Salvatore passa ora a te, e tu uomo diventi l'anello di congiunzione tra l'aldiquà e l'aldilà, tra Cielo e Terra. Il Suo santo Lascito in noi: perfezionare la Sua Opera iniziata! – ci pone dinanzi a nuovi compiti! Ma il primo e più grande è: voler essere niente, per riconoscere sempre più chiaramente la Sua Volontà! Allora possiamo anche contare sulle Forze che nascono in noi e fanno di noi custodi e portatori di Luce e Verità!

                       14.    Quello che abbiamo vissuto esteriormente con il Maestro, del Suo Amore, Potenza e Magnificenza, scompare di fronte a ciò che il Maestro, quale Padre amorevole vuole essere ora interiormente! Poiché la Pentecoste che abbiamo vissuto, non ritornerà mai più! Essa vivrà solamente nel ricordo! Essa è stata la Pentecoste del Signore!

                       15.    Ora però anche tu, fratello, devi vivere la tua Pentecoste, dove tu, quale nuova Creazione in te, puoi porgere questo Spirito di Gesù come tua libera proprietà alla Terra. In cui tu, come salvatore, puoi dare un'altra direzione e un altro sviluppo a molte anime erranti!

                       16.    Dovunque si volgano i vostri occhi, voi vedete esseri che lottano, creature sospiranti. La loro salvezza non può procedere secondo le Leggi, ma soltanto attraverso il loro libero volere! Perciò Gesù porge la Mano, come Salvatore di tutti, anche a colui che è caduto profondamente, per renderlo degno di afferrare con la sua libera volontà la Grazia salvifica e l’Amore beatificante del Salvatore. Questo ce lo dimostra: …il Venerdì Santo! Ma a tutti gli avversari Egli ha rivelato la Sua Forza e Potenza divina mediante la Sua Resurrezione, ed ha dimostrato loro che Egli è la Vita, …e vuole dispensare Vita! Egli ha piantato la Sua santa Pace come le pianticelle più delicate nel cuore di tutti gli scoraggiati. Come una madre premurosa Egli ebbe cura dei chiamati e ne ha fatto degli eletti! Al Suo Amore è riuscita la Sua Opera più splendida: la Pentecoste!

                       17.    Tu santo Giorno! Tu hai portato all'eterno Iddio la prova che il Suo Spirito, che è in tutti i Cieli Colui che regna e conserva, ora è impiantato sulla Terra nel cuore di quegli uomini che si riconoscono Sua Proprietà! Da ora in poi non esiste altro servizio divino che il servizio al nostro prossimo nello Spirito di Gesù dell’Onni misericordioso!”.

                       18.    Pietro tace! – Le sue parole ardenti hanno infiammato anche gli altri – e silenzio regna in tutti i cuori! –

                       19.    Ora si alza Giovanni, guarda amorevolmente negli occhi di tutti, li benedice e parla: “Siate benedetti nello Spirito di Gesù! Spalancate il vostro cuore ed aprite le porte, affinché si diffonda in voi la Sua Luce, quella luce che nasce in voi attraverso l’Amore per tutti gli esseri! È vero che è avvenuto l'inafferrabile: Dio – è divenuto Uomo! E noi abbiamo visto la Sua Magnificenza! Ma Egli non è venuto per mostrarci i Suoi Cieli e la Magnificenza Sua, bensì che diventiamo testimoni della Sua Dottrina d'Amore e di Verità! Perciò noi, Suoi testimoni, non possiamo tacere, noi, infatti, sappiamo: c’è ancora una lunga strada fino alla totale unificazione con l'Eterno.

                       20.    Con i miei occhi spirituali ora sperimento la Grazia di guardare nelle Sfere dei beati. Con quale gioia e diletto essi prendono conoscenza dello Spirito che deve portare alla Terra e ai suoi abitanti la liberazione dalle catene e dai vincoli, in cui il nemico di ogni Vita tiene avvinghiato ogni essere e cosa esistente!

                       21.    Di nuovo posso scorgere angeli che con il cuore assai ardente vengono da noi uomini di questa nostra Terra e vorrebbero portare aiuto, ma devono tacere, perché deve essere riservato agli uomini terreni spezzare da sé le sue catene, e liberare egli stesso lo spirito nel suo interiore che porta in sé la capacità di diventare una sola cosa con Dio, l'eterno Padre, il Signore dell'Infinità!

                       22.    Voi non potete ancora comprendere con quale riverenza un angelo assiste al destarsi della vita nel petto di un figlio di Dio! Egli sa: questa nuova Vita, – è il Cristo che ritorna! E a questa Vita è data la possibilità di creare un nuovo Cielo e una nuova Terra!

                       23.    Cristo Gesù però non poteva darci questa meravigliosa Vita, ma solo vivere d'esempio per noi la via interiore! Ma ridestato attraverso lo Spirito di Pentecoste ora puoi, fratello e sorella, trasmettere come vita propria, ciò che hai trovato in te con la Grazia di Gesù!

                       24.    Come Gesù, nostro Maestro, poteva soltanto testimoniare del Cielo che era Suo proprio, così devi anche tu ora testimoniare di ciò che è diventato tuo attraverso Gesù! Quello che, proveniente da te, chiami ancora tuo, appartiene alla Terra e deve svanire! Quello però che è divenuto tuo mediante Gesù, ti appartiene per tutte le Eternità e sta a disposizione del tuo libero amore.

                       25.    La Pentecoste deve sempre rimanere! In te, infatti, il Salvatore vorrebbe vedere la Sua immagine e il portatore del Suo Essere, affinché il Suo santo Spirito dischiuda anche in te la Sorgente di ogni Forza.

                       26.    La Pentecoste deve sempre rimanere, poiché ci dà la certezza: mediante il Suo Amore e la Grazia Sua sono diventato il Suo vero figlio e Suo erede!

                       27.    E la Pentecoste deve sempre rimanere, affinché mi possa annoverare agli eletti che nello Spirito di Gesù sono chiamati a cooperare all’edificazione dell'eterno Regno di Dio!

                       28.    Fino ad oggi tutte le benedizioni venivano dall'Alto, perché Dio, l'Eterno e Misericordioso, non poteva chiudere il Suo Cuore davanti alle preghiere degli uomini. Ma lo Spirito di Pentecoste porta le Benedizioni dall'Alto e dal basso, perché al figlio di Dio amorevole e benedicente è concessa la grazia di trattenere su questa Terra, mediante la forza della sua fede e il potere del suo amore, Colui che è l'eterno Padre e Principe della Pace!

                       29.    Per quanto grande e incredibile vi possa sembrare, tuttavia questo è riservato a tutti coloro che hanno una fede vivente. Tempi verranno e tempi passeranno, ma la Vita dello Spirito che la Pentecoste ha portato alla Terra, non tramonterà! Così aspettiamo un nuovo Cielo e una nuova Terra, nei quali Gesù vivrà come Padre, come Re e sommo Sacerdote, quale Gesù, nato da te, oh, uomo, dal momento che Dio ha generato in te la Sua Vita! Riconoscete ora il vostro compito! Riconoscete la Grazia e santificate ogni vita! Dio, infatti, è Vita, e Vita è perfezione! Accogliete così la benedizione proveniente dal mio cuore! Essa sia per tutti voi la dimostrazione: Dio vi ama! La Grazia di Dio stimoli i vostri cuori al vivente operare, e l'Amore di Gesù sia la vostra eterna Salvezza! Amen! – Andate in Pace! In fedele memoria rimaniamo una cosa sola”.

                       30.    Alle parole di Giovanni segue un profondo silenzio, – ma quando Lazzaro mette al cuore dei fratelli: “Siate liberi e dimostrate che siete veri fratelli!”, rimangono ancora insieme fino a dopo mezzanotte. Ma ai discepoli spetta il compito di impartire ancora una vera benedizione d'addio agli ospiti in partenza. Anche Demetrio si congeda da tutti gli abitanti, e Ursus dice di nuovo: “Ci rivedremo! Davanti a me sta come un mattino di primavera! È la nuova Vita proveniente da Dio che, attraverso la Pentecoste – è diventata ora la mia Vita!”.

 

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[1] Vedi libretto 13 al cap. 9

[2] Pentecoste – il 50° giorno dopo Pasqua. Una particolare gioiosa festa di ringraziamento per il buon raccolto del grano. [Esodo 23, v. 16]

[3] Padre di Lazzaro: vedi la sua storia raccontata da Gesù nel “Grande Vangelo di Giovanni” di J. Lorber al vol. 4 cap. 138 - 139.

[4] Nove giorni dopo l’Ascensione.