RIVELAZIONI DI DIO

a

 


Gottfried Mayerhofer

1807 – 1877

 

 

Giardinetto dell’Amore

 

 

Comunicazioni ricevute attraverso la Parola interiore

tra il 1870 e il  1875

 


 

 

 

Estratto n. 38 dalla raccolta Lebensgarten di nuovi scritti teosofici editi nel 1894

dalla “Casa Editrice della Nuova Teosofia” del successore di Johannes Busch

 

Titolo originale: “LIEBE, DAS GRUNDGESETZ ALLES LEBENS

ISBN       978-88-98788-27-9 

 

Questa edizione a cura di: “Amici della nuova Luce”

Sito internet:  www.legamedelcielo.it

 

Traduzione di Ingrid Wunderlich e Antonino Izzo

 

Copyright © by Casa editrice GESÙ La Nuova Rivelazione

Via Vittorio Veneto, 167  /  24038 Sant’Omobono Terme (Bergamo)

Tl. 347.1041176 – fax. 035.851163

E-mail:   damianofrosio@tiscali.it

Sito internet:   www.gesu-lanuovarivelazione.com 

 

 

INDICE

 

                                        Prefazione

Cap. 1       25.04.1870        «Ma i loro occhi furono impediti, così da non riconoscerlo» (Lc. 24,16)

Cap. 2       27.04.1870        L’unguento di Nardo  (Mc. 14,3)

Cap. 3       23.07.1870        L’amore fraterno, l’amore per il prossimo, l’amore umano

Cap. 4       16,09.1870        Il termometro dell’amore tramite il numero 666

Cap. 5       18.09.1870        Principesse del Cielo (ancora sul numero 666)

Cap. 6       19.09.1870        Dio è Amore, ma un Amore divino potente, non un debole amore umano

Cap. 7       17.10.1870        Raccogliete opere d’amore come semina di perle per la beata eternità

Cap. 8       1.11.1870          Per la valutazione dell’amore   (sul n.  666) e un supplemento

Cap. 9       4.12.1870         «Se non diventerete come questi fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli» (Mt. 18,3)

Cap. 10     18.12.1870        Sull’amore e le preoccupazioni familiari

Cap. 11      9.01.1871         Ancora alcuni cenni sul regolamento della provvidenza d’amore per la propria famiglia

Cap. 12     26.01.1871        Ama con fedeltà

Cap. 13     11.02.1871        L’amore nell’azione

Cap. 14     21.05.1871        Dio è Amore  (I)

Cap. 15     24.05.1871        Sul dare le elemosine  (I)

Cap. 16     3.06.1871         Altro sull’amore

Cap. 17     1.07.1871         Amore con sapienza

Cap. 18     3.07.1871         La Parola ovvero il più grande nel più piccolo

Cap. 19     6.09.1871         La pazienza fa maturare i frutti dell’eterno amore

Cap. 20     29.10.1871        Il bacio

Cap. 21     22.12.1871        Continua ad amare, figlio mio!

Cap. 22     24.12.1871        Perché il tendere di due all’unificazione è una legge fondamentale dell’amore?

Cap. 23     26.12.1871        Le basi del linguaggio dell’amore, per comprendere la natura

Cap. 24     12.01.1872        Amore per il prossimo

Cap. 25     13.01.1872        Dio è Amore (II)

Cap. 26     28.01.1872        Il giusto amore, alla maniera celeste e terrena

Cap. 27     13.02.1872        Sul dare le elemosine   (II)

Cap. 28     25.02.1872        L’amore è da regolare tramite la sapienza, come la forza del vapore attraverso le macchine

Cap. 29     6.03.1872         Sul commiato

Cap. 30     9.12.1872         La nostra missione sulla Terra, ovvero, il perduto riconquistato paradiso dell’amore

Cap. 31     7.03.1873         I due Comandamenti dell’Amore

Cap. 32     7.02.1875         “Diventa figlio” – Sulle sette Caratteristiche divine e il loro centro: Amore e Misericordia

Cap. 33     28.03.1875        L’amore

Cap. 34     15.06.1875        Impara ad amare, se vuoi veramente vivere!

 

 

Prefazione

 

Afferrare i pensieri del Padre, mettersi in comunicazione con Lui, dovrebbe essere l’obiettivo di ciascun figlio che ama il suo Creatore e che si schiera dalla parte delle forze del bene. Chiunque abbia avuto modo di ascoltare la ‘Parola’, la ‘nuova Parola’, e riconosce in essa lo spirito proveniente dall’Alto, riconosce in spirito la presenza della forza del Padre che ci creò, e ora dovrebbe tendere con tutte le sue forze a diventare un tutt'uno con questa ‘forza’ e lasciarsi guidare dalla stessa, per divenire un tutt’uno con le forze del Cielo, per essere strumento per i fratelli, quale collaboratore e co-aiutante per la redenzione di quanti vogliono capire la propria origine, e desiderano lasciarsi guidare da quelle forze spirituali che guidano tutto per il bene.

Mayerhofer, dopo aver conosciuto l’Opera di Jakob Lorber, diventò uno di questi, e a Trieste, insieme ad un piccolo gruppo di preghiera, diventò uno strumento capace di eseguire la Volontà dell’Iddio vivente e gli fu concesso di ricevere parole elevate che non potevano non essere prese in considerazione da chi, a quel tempo, aveva già riconosciuto nella venuta spirituale del Signore un aiuto all’umanità, dettati consolatori che dovevano essere presentati ai fratelli per risollevarli dalle ristrettezze e dalle difficoltà del tempo.

Alla fine del 19° secolo, la spinta a ricercare lo spirituale era la guida di diversi gruppi di preghiera, per controbilanciare il continuo materialismo sempre più imperante, con la tecnologia che iniziava ad imporsi grazie all’utilizzazione della corrente elettrica, lasciando presagire un impulso in tutte le discipline scientifiche. Gruppi e circoli di preghiera desiderarono avere un rapporto diretto verso il soprannaturale, guidati da quella nuova Parola che in Germania cominciava a diffondersi. E anche in Italia iniziò a diffondersi, grazie a quel piccolo gruppo triestino guidato da un tedesco, da dove poi continuò a lasciare il suo segno. Gottfried Mayerhofer, bavarese di nascita, di famiglia benestante per quel tempo, come lo potevano essere coloro che ricevevano un introito fisso dallo stato, come lo aveva il padre, essendo stato anche lui un ufficiale dell’esercito tedesco, dopo aver passato quattro anni in Grecia, appena trentenne seguì la moglie, anch’essa benestante, a Trieste, quindi rinunciò sia alla carriera militare che allo stipendio, che non ricevette più per il resto della sua vita. Tuttavia, la sua continua aspirazione alla ricerca dello spirituale gli consentì di conoscere l’opera di Lorber e quindi di adeguarsi a far crescere sempre più la Scintilla spirituale che ciascuno di noi ha nel proprio cuore.

In questa breve raccolta il tema guida è quello dell’amore, dettati scaturiti in massima parte da risposte che il Signore dava agli amici di Mayerhofer facenti parte della sua comunità, tramite i quali, solo adesso, a distanza di oltre 140 anni, nel pieno di un tempo ancora più oscuro sotto l’aspetto spirituale, è finalmente possibile leggere quali erano i rapporti con la Conduzione dall’Alto, e come dovremmo anche noi cercare di comprendere che, senza il Signore nella nostra vita, senza il riconoscimento dell’amore per Dio e per il prossimo, non può esserci nessuna possibilità di salvezza. Non si tratta di abbracciare la fede in una qualche religione, perché nei dettati della nuova Parola non c’è mai nessun invito a lasciare la propria fede religiosa, ma solo a comprendere lo spirituale del proprio cuore, a ricercare il rapporto diretto con quella particella spirituale che è in noi affinché cresca la fede in Dio, il Quale è ‘Amore’, fede che può essere espressa nel riversare un tale amore verso il prossimo.

Il Signore si esprime con parole semplici, ma nello stesso tempo di profondo significato che chiariscono però molti dubbi. Risposte a domande che l’umanità sempre si è posta, e che solo con una guida dall’Alto è possibile avere la certezza che un tale unico Dio, incarnato nella figura di Gesù, non desidera altro che essere amato a Sua volta, per diventare un giorno ‘Padre’, e guidare amorevolmente tutti i Suoi figli che riconoscono in Lui la paternità acquisita in un altro tempo, di cui qui su questa Terra, senza la reminiscenza, non ci è consentito ricordare.

L’editore

 

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Cap. 1

 

«Ma i loro occhi furono impediti, così da non riconoscerlo»

[Luca 24,16]

25 aprile 1870

1. Questo testo di per sé sembra insignificante, ed è solo la conseguenza del precedente, dove viene detto: “Ed essi” – cioè i discepoli – “camminavano con Lui”. Ma poiché nei Vangeli non sta scritto niente di ciò che non riguardi anche voi, così come l’intera umanità, allora vogliamo osservare il testo più da vicino. Quindi, il testo dice: «Gesù venne dai Suoi discepoli sulla via, parlò con loro e secondo la sua volontà i loro occhi furono impediti così da non riconoscerLo».

2. Ma perché Gesù fece questo? – Perché durante il viaggio voleva prima prepararli affinché sopportassero la Sua presenza, dopo averLo creduto perso perché morto, ed anche perché della Sua resurrezione non avevano ottenuto ancora niente, se non delle lievi indicazioni dalle donne, alle quali però non volevano del tutto prestare fede.

3. Ciò che accadde a quel tempo ai discepoli da parte Mia, e come furono preparati per sopportare poi meglio la Mia presenza, questo accade ancora adesso a tutti coloro che Mi cercano, e che in tutti i tempi hanno avuto spesso il desiderio ardente di Me. Anche a tali cuori ardenti non Mi posso mostrare subito, ma per primo insegno loro, come per esempio attraverso la bocca dei Miei servitori, a riconoscere un po’ alla volta la Mia Parola. Se talvolta questa è stata riconosciuta, allora deve essere compresa, e la fede che proviene da Me, sarà consolidata, perché senza la fede, che è la Mia Parola, essa non può ottenere l’ingresso nei cuori dei ricercanti.

4. Se però essi riconoscono una buona volta la voce del Padre e la sentono nel loro interiore perché diffonde un dolce calore, allora i ricercanti vengono guidati sempre oltre, cullandosi in dolci presentimenti. Tuttavia ‘i loro occhi sono ancora trattenuti’, affinché non Mi riconoscano del tutto, ma, non appena l’entrare in sé e il penetrare nelle Mie parole d’amore diventa sempre più forte e la Luce della fede sempre più chiara, allora un po’ alla volta dalle luminose immagini nebbiose di sentimenti deliziosi e dolci presentimenti, comincia anche a mettersi in chiaro che dietro a queste parole c’è nascosto ancora molto di magnifico; le immagini nebbiose ottengono forma, e dal tutto si profila poi, in primo luogo dal grande Creatore di tutto ciò che è creato, la dolce immagine di un Padre vestito con l’abito dell’Amore.

5. E come accadde presso i Miei discepoli che poi Mi riconobbero quando spezzai il pane, ugualmente Mi riconosceranno poi i ricercanti in tutto ciò che è creato, vedendo loro stessi – in parte rinati – germogliare lo spirituale in tutte le cose, come propaggini spirituali del Mio Io. Questo risveglio della conoscenza spirituale però è troppo potente per essere sopportato per lungo tempo. Esso è altrettanto come presso i Miei discepoli, dove questi s’infiammarono d’amore dopo averMi riconosciuto, ed Io per non distruggerli dovetti di nuovo renderMi invisibile. E solo quando furono più quieti, subentrai di nuovo mostrando loro le Mie ferite, tolsi loro la paura di Me che non ero un semplice Spirito, bensì un Uomo come loro, e solo più tardi, con l’ascesa al Cielo, sparii spiritualizzato ai loro sguardi.

6. Così accade per l’appunto adesso presso di voi, Miei cari figli! Ad alcuni di voi gli occhi sono ancora impediti, non Mi riconoscono ancora o non lo possono, bensì sospettano solo il Divino. Però quanto più oltre saranno guidati, tanto più chiara diventerà loro la Mia Parola e il Mio Io; e se alla fine giungeranno al punto da poter sopportare la più grande Luce dai Cieli senza timore, allora cadrà la benda dai loro occhi, e a quel punto potranno al tempo stesso scorgere e sopportare nel Suo splendore il Gesù come Padre e Creatore.

7. Anche durante il vostro precedente atto della comunione, quando Io fui in mezzo a voi, si levò in parecchi cuori il desiderio: “Se adesso il Padre volesse mostrarsi visibilmente, quale giubilo, quale beatitudine sarebbe questa!”

8. Miei cari figli! Io certamente ero tra di voi, tuttavia non ho voluto permettere alle vostre anime questa gioia, finché ancora eravate troppo catturati dai legami terreni; non lo avreste sopportato, e allora il vostro postumo operare, memore della Mia visibile apparizione, sarebbe stato costretto, tanto che tutta la vostra libera volontà sarebbe scomparsa! Anche i vostri occhi furono trattenuti, così che non Mi riconobbero perché anche voi non eravate maturi e ancora non preparati ad una tale Mia grazia, che (prima) sarebbe stata solo dannosa, e non avrebbe esercitato un effetto benefico sulle vostre anime!

9. Guardate la luce del Sole com’è benefica, come risveglia ogni vita! Ogni creatura si rallegra della sua vita sotto questo dolce influsso della luce e del calore, e tuttavia guardare direttamente in faccia questo portatore di benedizione, chi potrà osare senza il pericolo di diventar cieco? E perché questo? Perché i vostri occhi terreni non sono creati per sopportare tutto il potere di questa luce. Così come l’improvviso penetrare di questa luce nella retina del vostro occhio provocherebbe una effetto aggrottante e un grande afflusso di sangue, a cui potrebbe seguire la cecità; altrettanto sarebbe la Mia Luce spirituale oppure Io stesso, visibile di fronte a voi, schiacciando i vostri cuori, tanto che voi, non sopportando il suo influsso, vi accascereste, e solo quando risorgerebbe il raggio di un altro mondo dolcemente e soavemente nella vostra anima, solo allora, avendo abbandonato il terreno, invece di guardare con gli occhi della materia, ora guardando Me con occhi spirituali, potreste sentire che cosa Io posso essere e sono sempre stato per gli amati figli!

10. Ma per ora nel corpo terreno dovete aver pazienza, così anche i vostri occhi vengono trattenuti, affinché possiate percorrere lentamente e indisturbati nella vostra libera volontà la via della rinascita, finché alla fine, liberati completamente da tutti i legami terreni, lo spirito Mi possa riconoscere liberamente come la sua Fonte originale, il suo sommo Amore e desiderio ardente! Qui dovete accomodarvi per sentirMi attraverso le Mie parole, dovete imparare ad amarMi, imparare ad esercitare attivamente la Parola data come proveniente da Me, e poi verrà già l’ora in cui, non come là presso i discepoli quando dovetti di nuovo nasconderMi davanti ai loro occhi e riapparire più tardi, esclamando loro: «Non temete, sono Io!», altrettanto un giorno esclamerò anche a voi: “Non temete! Colui che avete ipotizzato così a lungo, che avete portato amandoLo nel cuore, adesso, dopo che Lo potete sopportare, adesso sta dinanzi a voi. GuardateLo! Adesso potete sopportare lo splendore della Sua Luce, e nella forma divino-umana, nel vostro stesso riflesso, potete amare il vostro Celeste Padre e Creatore di tutto cuore, in eterno e per sempre. – Amen!”. Questo come consolazione e fortificazione della fede da Colui che, sebbene a voi invisibile, nondimeno è il Padre sempre presente! – Amen! Amen! Amen!

 

 

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Cap. 2

 

L’unguento di nardo[1]

[Marco 14,3]

Trieste, 27 aprile 1870

 

«E trovandosi a Betania nella casa di Simone il lebbroso, mentre era a tavola venne una donna con un vaso di alabastro pieno d’unguento di autentico nardo di grande valore, e rotto l’alabastro, versò il profumo sul capo di Lui».

1. Ti meraviglierai del fatto che ti ho dato da scegliere questo testo, affinché tu possa di nuovo dare un pezzo di pane spirituale all’affamato di Luce; soltanto che, quando Io scelgo un testo, allora so bene perché lo scelgo e per che cosa è necessario per voi la sua più precisa spiegazione.

2. Quello che è accaduto veramente su di Me con quella donna, come dice il testo summenzionato, secondo l’apparenza non è nient’altro che un atto di adorazione della Mia persona da parte di questa donna, versando acqua (profumata) sul Mio capo, a quel tempo molto cara che si poteva acquistare per una somma molto consistente. Ma poiché questo testo, come tutti, ha un triplice significato, allora vogliamo osservarlo un po’ più da vicino, e vedremo che cosa vi è di spirituale e adatto a voi; non da pensare al vero senso celeste che è afferrabile solo per i Miei angeli e precisamente i Miei primi. Quindi alla faccenda!

3. Il testo dice: «Io sedevo a tavola presso un lebbroso». Che cosa vuol dire veramente questo? Vuol dire che Io, il più puro Santissimo Uomo e Dio, non disdegnavo di frequentare il peggiore dei peccatori, perché la lebbra è appunto solo una rispondenza: così come il corpo può essere pieno di impurità, così può esserlo anche l’anima. Nel corpo, se la natura è ancora forte, espelle in modo violento ciò che è estraneo – veramente maligno – dal suo corpo; e poiché una tale espulsione normalmente non avviene in modo pacifico, bensì sorge una guerra simbolica, ovvero l’infiammazione tra l’espulso e il rimanente, così è anche con l’anima, la cui lebbra sono passioni e cattive abitudini.

4. Non appena è subentrata questa svolta, perché l’anima ha una consapevolezza migliore di se stessa, vuole allontanare da sé il peccato e il male, e nemmeno in questo caso si svolge in modo pacifico, bensì la corona deve essere conquistata con la lotta.

5. Come stavo seduto con il lebbroso a tavola e condividevo con lui il suo pasto, così siedo con ognuno alla tavola del suo cuore, non appena vedo il processo di espulsione, e con il peccatore condivido le sue sofferenze, vale a dire che lo aiuto a portare ciò che per lui, da solo, è troppo difficile, e poi lo guarisco completamente dalla lebbra dei suoi peccati, affinché venga poi a stare più vicino a Me.

6. Il testo continua: «Venne una donna che Mi amava, Mi cercava e Mi trovò»; e dopo, «…versò l’unguento di nardo, prezioso a causa del suo alto prezzo». Ciò vuol dire altrettanto che la donna, disprezzando i tesori terreni, li gettò via tutti e rompendo il vetro colmo del prezioso unguento di nardo, volle dimostrare all’Io spirituale della Mia persona, proprio attraverso il disprezzo di ciò che davanti agli occhi del mondo ha un valore, che il Mio capo, in altre parole il Mio Spirito, è più prezioso di tutti i tesori del mondo.

7. Così lo dovete fare anche voi! Fate come la donna, riversate tutti i vostri tesori sullo spirituale del Mio Amore, che poi li distribuirà altrettanto ai più bisognosi, e ritenete unicamente lo spirituale. – Versatelo sul “Mio capo”, la sede dello Spirito e dell’Anima; tutto è vano ciarpame e vuota schiuma, solo il Mio Amore e la Mia Parola è valevole, essa conserverà sempre il medesimo valore e non lo perderà mai, mentre tutto il resto è passeggero!

8. Quello che la donna fece in quel tempo, vi deve servire come esempio, perché lei non ha dato del superfluo, ma per comprare questo costoso profumo che ha sacrificato a Me, dovette rinunciare a parecchio altro; ma lo fece perché Mi amava, e tutti gli unguenti di nardo del mondo non le avrebbero sostituito il Mio Amore e la Mia Grazia! La sua azione fu registrata nel Vangelo come eterno esempio, come l’uomo deve maneggiare e usare i tesori terreni, paragonati con i Miei tesori spirituali.

9. Ogni nobile azione, in particolare quando è avvenuta fisicamente e spiritualmente per i Miei poveri, trascurando i propri bisogni prediletti, verrà onorata nei Cieli e annotata nel Mio grande Libro della Vita. Operate e fate solo molto del bene ai vostri fratelli, affinché un giorno possiate pretendere da Me un grande capitale con percentuali di interessi!

10. Vedete, una povera donna Mi donò il suo ultimo avere, comprò un unguento con cui un giorno venivano unti e lavati solo principi e re, lo versò sul Mio capo e con ciò volle comunicare questo: “Quello che riverso qui, non è niente! Questo evapora sul capo del mio unico, eterno grande Creatore e Signore! Qui tu eri come unguento di nardo in una bottiglia, godibile solo al maggior offerente; ora evapora sul capo del mio Creatore e Padre. Disperditi in singole piccole particelle, affinché poi parecchi possano rallegrarsi al tuo buon profumo. Prima eri per uno, adesso devi essere per molti!”

11. Come Mi volle onorare la donna, così Mi dovrebbero onorare anche gli uomini! A Me dovrebbero dare tutte le ricchezze, affinché poi anche altri possano aver parte alle stesse, e dovrebbero trattenere per sé solo ciò che è il Mio capo nella rispondenza, vale a dire la parte spirituale! Se il mondo facesse questo solo nel più piccolo, quanti cuori batterebbero più leggeri, quante lacrime verrebbero versate di meno, e quante belle, meravigliose ore della consapevolezza di una azione divina avrebbe in più l’umanità.

12. ‘La donna versò l’unguento di nardo’, comprendetelo bene: – lei diede il più prezioso che i suoi mezzi le consentivano, per onorare Me! Non dell’olio insignificante e a buon mercato, ma spezie che avrebbero diffuso un buon profumo. Così anche voi non dovete dare alcun centesimo né soldo ai Miei fratelli, ai Miei poveri, perché con questi non diventate poveri, e il ricevente non diventa ricco. Per voi non è un sacrificio, e per lui non è una gioia! Se volete dare delle vere elemosine spirituali, dovete dapprima imparare a rinunciare a ciò che vi è caro, e rinunciarvi volentieri, perché solo in tal modo avrete dato una gioia ai vostri fratelli e alle vostre sorelle; solo allora sentireste quanto appaga di più il dare, che il prendere!

13. Questo è il vero e proprio grande senso della Mia unzione con l’unguento di nardo; riflettetelo bene e seguitelo, e verranno versati anche su di voi fiumi di benedizione e pace, se seguirete l’esempio di questa donna che diede tutto per guadagnare Tutto!

14. Voi vedete come in ogni versetto della Sacra Scrittura c’è dell’infinito per tutti i tempi, perciò vi dono di tanto in tanto tali spiegazioni, affinché possiate comprendere che ciò che Io dissi e fu scritto su di Me, conserva sempre la sua Forza divina e, dato che è da Me, viene anche eternamente conservato. – Amen! Questo per l’osservanza, come un piccolo cenno sulla vostra terrena via di prove dal vostro affettuoso Padre, oltre alla Sua benedizione paterna! – Amen! Amen! Amen!

 

 

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Cap. 3

 

L’amore fraterno

L’amore per il prossimo

L’amore umano

23 luglio 1870

1. Qui tu hai tre parole che a prima vista, come concetto spirituale, dicono veramente tutte la stessa cosa. Voi infatti non dovete amare di più il fratello della parentela fisica che il prossimo, e dovete amare gli uomini in generale come vostri fratelli!

2. Questo è così come l’ho detto in parecchie occasioni nei Miei Vangeli, con l’amore del samaritano, con l’amore per il prossimo e con l’amore fraterno. –

3. Che Io abbia scelto queste tre parole, non è per ripetervi questo equivalente amore in tutte le tre parole, bensì per ricordarvi ulteriormente che, sebbene tra tutte le tre parole non debba esserci nessuna differenza nella loro interpretazione e fattiva realizzazione, voi purtroppo fate delle differenze e spesso molto significative, per Mio disappunto, sovraccaricando i vostri figli, fratelli, sorelle e altri parenti con benefici e regali, mentre il vostro povero fratello che bussa alla porta lo liquidate con alcune belle parole oppure con un paio di monetine.

4. Questo è il motivo del perché ho scelto queste parole, e inoltre voglio ancora dimostrarvi che, se con le vostre azioni volete contare sulla gratitudine, proprio presso i parenti troverete in genere molto meno riconoscimento per i vostri servizi d’amicizia, che presso persone del tutto estranee.

5. A dire il vero, la consanguineità ha un leggero legame delle anime, cosa che unisce spiritualmente i differenti discendenti di uno e dello stesso capo famiglia, e nei tempi antichi era il legame più intimo, il più vero e sincero; tuttavia i tempi e gli uomini sono cambiati, e gli uomini attuali si sono molto allontanati dalla Fonte primordiale dell’amore del tutto disinteressato, con il quale anche al tempo di Adamo le famiglie si amavano reciprocamente, dove la proprietà dell’uno era anche patrimonio comune per tutti.

6. Adesso, invece dei rapporti di cuore, sono subentrati rapporti di interessi mondani che uniscono o separano i membri di una famiglia.

7. Osservate solo le figlie. Per queste i loro genitori sacrificano fin dal loro primo respiro, il riposo e le felicità, per renderle un giorno raggianti, e ora, come ricompensa una tale figlia le molte e lunghe notti di una madre passate a vegliarla? Non appena è matura e si sposa, e con il suo compagno entra in nuove condizioni di vita, allora quasi dimentica la casa paterna; l’amore per suo marito e più tardi per i suoi figli, rimuove quasi del tutto quei bei sentimenti dell’amor filiale, e se talvolta non ci fossero interessi di eredità, qualche figlia rinnegherebbe in molti casi sua madre e suo padre, e si atteggerebbe come se non li avesse mai conosciuti.

8. Con il figlio la faccenda è altrettanto così, con la sola differenza che per lui non è l’amore per sua moglie, ma piuttosto la consapevolezza della sua autonomia che poi gli suggerisce questo pensiero: ‘Adesso non ho più bisogno dei miei genitori!’. Questo è quasi sempre il modo di pensare dei figli, così come prima ho descritto quello delle figlie, se future eredità o simili non lo costringono ad altre azioni.

9. Ma ora Io domando: “Chi è veramente colpevole in tutto questo?”. – Vedete, i colpevoli sono gli stessi genitori, i quali sono proceduti con i loro figli o con cattivi esempi del disamore e dell’ingratitudine, oppure hanno dato loro solo un’educazione mondana superficiale, invece che quella di un cuore, indottrinandoli con una massa di cose che occupano bensì la testa, ma lasciando freddo e vuoto il loro cuore, oppure cose non idonee per la vita pratica e animica, che più tardi sono state di nuovo dimenticate.

10. Vedete, proprio adesso tali figli che sono stati educati in questo modo dai loro genitori, poi educheranno così anche i loro figli, e riceveranno di nuovo da questi l’ingratitudine, con la quale hanno ricompensato essi stessi i loro genitori per le notti di veglie piene di affanni e preoccupazioni.

11. Da quanto detto, risulta che tali figli e parenti, essendo guidati da interessi di denaro e di rango, sono come il vento autunnale che ammucchia le foglie dai differenti alberi, appunto tali, da non essere legati da nessun legame d’amore l’un l’altro, e a causa della loro posizione sociale nel mondo, credono di essere autorizzati a ricompensare i benefici con l’ingratitudine, piuttosto che come un amico o un estraneo oppresso, al quale aiutandolo, gli sembrate un messaggero del Cielo.

12. Quest’ultimo conserverà la vostra azione sempre nel ricordo, vi penserà sempre benedicendovi; mentre i primi resteranno dell’opinione che per via dello stesso nome e della stessa origine, sia dovere e obbligo della parentela di sostenerli in caso di miseria, avendo questi parenti con i loro sostegni non solo salvato i membri della loro famiglia, ma anche davanti al mondo il loro stesso nome e il proprio onore.

13. Così è fatto il vostro amore per il fratello e la sorella, e si troveranno pochi esempi come eccezione; al contrario, molti dove non l’amore, bensì – cosa che non dovrebbe mai aver luogo tra tali parenti – solo invidia e vendetta determinano l’operare come motivo principale. Ora avete un’immagine del vostro sociale amore fraterno come esso è, ma non come dovrebbe essere.

*

14. Ora passiamo all’amore per il prossimo. – Anche qui gli uomini mancano in maniera rilevante, perché tra prossimo e prossimo fanno una grande differenza, mentre dovrebbero accettare la Mia parabola del samaritano che ho menzionato nella Bibbia come base fondamentale. – In genere il ricco ha compassione solo per i ricchi, solo per i nobili oppure per gli altolocati, solo per quelli che stanno con loro sullo stesso gradino.

15. Quando un ricco impoverisce completamente per l’eccessiva avidità a causa di cattive speculazioni, oppure con una vita dissipata ha consumato tutto il suo, allora a tutti gli altri simili ricchi dispiace. Essi sostengono l’impoverito per quanto possibile, lo sorreggono affinché diventi di nuovo benestante e, nel suo modo sbagliato di vivere, possa di nuovo continuare a vivere secondo quella posizione – come loro si esprimono – come aveva vissuto prima, nella quale non aveva guadagnato il pane col sudore della sua fronte, bensì saccheggiando tutto ciò che mille altri hanno guadagnato con grave fatica, per il suo vantaggio, ritenendo che questi, non essendo cosi ricchi, erano canaglie di cui non uno era degno della sua attenzione.

16. Ciò è così anche per molti nobili che si credono posti più in alto, perché essi nacquero in condizioni migliori pur senza il loro contributo e senza alcun loro merito. Un conte o un barone sostiene l’altro con ogni mezzo, se a causa del gioco o per altre cause ha forse sperperato il suo patrimonio, e spesso anche quello degli altri a lui affidato.

17. Per tali nobili avventurieri tutto il mondo nobile ha di solito simpatia e compassione, sostiene il vizio con gioia, mentre gli stessi chiudono la porta sul naso all’operaio forse diventato povero senza sua colpa, e non lo mandano nemmeno da Me, bensì dal Mio avversario.

18. Questo è l’amore per il prossimo come viene spesso esercitato nelle classi superiori, in quelle classi di uomini che si avvalgono dell’educazione e credono che nelle loro vene scorra del sangue diverso da quello che scorre nelle vene dei proletari.

19. Dove si può ancora trovare l’amore per il prossimo, perché la miseria sta sempre davanti alle porte e non lascia indurire il cuore, bensì lo mantiene caldo, è nelle classi inferiori; là si possono trovare ancora degli esempi – come Io li vorrei chiamare – di un ‘amore cristiano per il prossimo’, anche se è raro. Tuttavia, lì si trova più spesso che in quelle classi superiori, dove il muro di separazione della nascita e del denaro è ancora un ostacolo insormontabile per il cittadino o per il contadino impoverito.

*

20. Ora vengo all’amore umano. – Qui molti chiederanno certamente: “Cos’è questa faccenda? Non amiamo forse gli uomini nei nostri parenti, e in quel prossimo di uguale posizione? Cosa dobbiamo metterci a fare con questo amore? – Per primo, esso è un quadro fantasioso del cosmopolitismo che si aggira solo nelle folli teste esaltate; per secondo, se volessimo aiutare tutti gli uomini, diventeremmo già al primo tentativo poveri in canna, e di certo non avremmo aiutato stabilmente i restanti uomini”.

21. Così giudica la maggior parte degli uomini, perché in loro non è emersa nessuna idea superiore che quella alla quale li guida l’egoismo e la conservazione dei propri interessi. La massa degli uomini che non possiede nessuna religione, non riesce ad afferrare nessuna idea superiore al sentire che tutti gli uomini, creati secondo l’Immagine divina, hanno gli stessi diritti ma anche gli stessi doveri su questa Terra, i cui uomini avvolti nei loro sudici vizi non possono comprendere come potrebbe esistere un amore umano che, elevato al di sopra di tutte le sette religiose, nazionalità, posizione sociale e colore, possano riconoscere il fratello in ogni uomo, – perché da Me fu dotato di una Scintilla divina.

22. Questi elevati sentimenti non crescono in un’anima bassa, incorporata in un uomo; non crescono nella palude dei vizi e delle passioni egoistiche, – no! Essi crescono su alture spirituali dove soffia l’aria più pura, concedendo sul mondo e sul suo lato spirituale opinioni superiori, e dove, al cospetto di un Creatore onnibuono e onnimisericordioso che chiama tutti gli uomini ‘figli Suoi’, anche loro possono dire: “Quello che il Padre nostro ha accettato come figlio, allora non ci dobbiamo vergognare di abbracciarlo con il nostro amore fraterno e amore per il prossimo”.

23. Oh, lassù, in quegli spazi di pace dove non ci si smarrisce nelle passioni mondane, dove quiete e perdono accanto alla tolleranza per gli errori degli altri hanno sempre il loro domicilio, – lassù pochi degli abitanti di questa Terra entrano a forza. Solo lassù l’uomo entra nella sua vera dignità; là non esistono sbagli non perdonati, là tutto è solo perdono, e anche il più grande malvagio non trova nessun occhio iracondo, ma solo un occhio di compassione, nessuna spada della vendetta, bensì la mano fraterna di uno a lui pari che non lo vorrebbe lasciar cadere, ma attirare al suo cuore.

24. Lassù tutto è fuso insieme: sia l’amore fraterno, sia l’amore per il prossimo, sia l’amore umano; e come primo e fattibile esempio vi sto Io solo come Creatore e Padre, tra la meravigliosa immagine del passato Figlio del carpentiere.

25. Arrampicatevi lassù, figli Miei! Solamente là il vostro cuore, purificato da tutte le passioni, troverà la vera pace e la vera quiete. Là troverete in e attraverso l’uomo, il Padre, il Fratello e il Prossimo – in Me e nel vostro prossimo, – là vi è anche perdono e dimenticanza.

26. La collina dove c’è il panorama celeste si trova al di sopra di tutto l’ingranaggio; là nessun fratello manda via l’altro con belle parole, bensì con belle opere, con vero conforto per le sue sofferenze. Là scorre miele in chiari ruscelli dalla bocca delle anime spiritualizzate, e la bile, come elemento estraneo nel corpo umano per la separazione del bene dal male nel cibo preso, là manca del tutto; infatti, là non vi è più nulla di male da eliminare, perché tutto il torbido e il male è rimasto nel pantano dell’affaccendarsi umano.

27. Sì, figli Miei, lassù su quell’altura circondata da soavi soffi angelici, sta anche il Padre vostro che vi esclama: “Venite quassù, Miei cari figli! Qui c’è la Mia dimora, qui avrete tutta un’altra visione! Da quest’altura non potrete più distinguere le colline dalla pianura, – qui appare diritto e piano tutto ciò che laggiù vi appariva scabroso e accidentato tra il tumulto di tutte le passioni!”

28. A questo punto spalancate le vostre braccia, diventate uguali a Me, padri dei respinti e consolatori degli afflitti, e con queste tre parole – trasferendole nella vita reale – scorgerete il più alto dei Miei Cieli nel petto, e vedrete tutto il terreno non più con occhi materiali, non più con gelosia e invidia, bensì con amore e misericordia, così come Io stesso guido e giudico il vostro mondo e tutti gli altri. Là non sarete più uomini, bensì semidei, secondo l’Immagine di Colui che vi ha messo a disposizione qui di nuovo uno dei più grandi ineffabili godimenti, se voi, invece del mondo e le sue seduzioni, vorrete seguire solo il Suo soave insegnamento e i Suoi esempi. – Amen!

 

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Cap. 4

 

Il termometro dell’amore tramite il numero 666

16 settembre 1870

(Ai componenti del circolo triestino)

1. Dopo che voi, spinti in parte dalla curiosità, in parte anche perché non potete afferrare il vero senso di questo numero 666, allora voglio mettere a tutti voi un piccolo lumicino, affinché possiate trovare il giusto sentiero sulla via della vostra vita.

2. Ciò che il numero 666 significa veramente, lo sapete bene oppure perlomeno lo sospettate; ma come si possa raggiungere questo numero nello spirituale animico perfezionamento, non vi è ancora del tutto chiaro. – Dunque, allora ascoltate:

3. In tutti i Miei Vangeli ho sempre parlato dei due Comandamenti che comprendono tutti gli altri, vale a dire: «Amate Dio sopra ogni cosa e il prossimo come voi stessi!». – Questi Comandamenti sono facilmente pronunciati, ma non sono compresi così facilmente nel vero senso interiore, e ancor meno sono veramente esercitati.

4. Quando dico: “Amate Dio sopra ogni cosa!” e indico simbolicamente quest’amore col numero 600, allora con ciò voglio dire questo: se l’amor proprio è il numero 6, allora c’è bisogno 100 volte tanto dell’abnegazione di se stessi per raggiungere nell’uomo il numero completo dell’amore per Dio.

5. Per quanto riguarda l'amore per il prossimo, questo significa certamente: ama il prossimo tuo come te stesso! Ma in questo caso ciò non è inteso come se voi ‒ essendo il 6 la misura base per l'amor proprio e il resto è 660 – dobbiate amare il vostro prossimo appunto solo così come questa cifra 6 esprime per voi; no, questo vuol essere inteso diversamente: voi dovete trattenere per il vostro bene fisico 6 parti; sacrificare per il prossimo 60 parti e per Dio 600 parti.

6. Ora ognuno metta la mano sul cuore e chieda a se stesso: ‘Quanto è grande la vostra capacità di spirito di sacrificio espressa con un numero?’. – Vi assicuro, perché Io non calcolo secondo le belle parole ma secondo le belle azioni, allora risulterà in voi un piccolissimo numero per Me, e uno ancora più piccolo per il vostro prossimo; infatti, ciò che è veramente l’amore per Dio e l’amore per il prossimo, ve l’ho già spiegato e rivelato ampiamente.

7. Tuttavia, Io so che voi volete vedere espressa in numeri perfino com’è la misura del vostro cuore; ebbene, allora voglio rivelarvi anche questo, e così ascoltate:

           fratello M        ha questi numeri        335 – 27 – 18

           sua moglie        “        “          135 – 3   – 35

           l’altra sorella     “        “          214 – 16 – 74

8. Dunque, cosa significano questi numeri lo sapete. – Sapete anche come potete ordinare questa sproporzione. – Perciò vi consiglio questo: fate in modo di portare questo rapporto numerico in sintonia, così che il numero che devono avere i Miei figli, diventi col suo giusto peso, vale a dire: 600 – 60 – 6, ovvero 600 per Me, 60 per il prossimo, e la piccola sommetta 6 per voi stessi.

9. Là sopra sta chiaramente espresso in cifre come stanno le cose veramente con voi, – e per cambiarle a vostro favore non vi dovrà mancare la Mia benedizione. – Per oggi vi basti così! – Amen!

10. P.S. – Tua sorella M. I. arrivata or ora, desidera altrettanto vedere espresso con un numero davanti a Me e davanti alle sue sorelle il valore della sua vita, allora riferiscile che i suoi numeri dell’amore sono: 420 – 48 – 12. Lei stessa deve rintracciare il resto. – Amen!

 

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Cap. 5

 

Principesse del Cielo

(Ancora alcune parole sulla cifra 666)

18 settembre 1870

1. Sulla comune via che porta a Me, le tue compagne femminili si sono smarrite nel dubbio fin dalla Mia precedente parola, dove – come esse stesse, perché lo desideravano – han voluto vedere dinanzi a sé il loro valore spirituale in cifre. Ciò perché ne sono venuti fuori dei risultati che non hanno corrisposto ai loro desideri, dal momento che pensavano le avrei lusingate, proprio perché appartenenti al sesso femminile, pensando che avrei avuto un po’ più di riguardo verso di loro, oppure – come usate dire voi – avrei proceduto in modo un po’ più gentile.

2. Che le tue sorelle si siano sentite deluse nelle loro speranze perché i numeri sopra citati non hanno corrisposto alle loro aspettative, e ora sono nel dubbio su cosa fare per ottenere un giorno un numero migliore nella lista di guida e di situazione, dimostra a sufficienza che di tutto ciò che finora è stato loro scritto e presentato, del vero e proprio senso come le Mie parole sono da comprendere, esse non hanno nessuna traccia; infatti, tutto ciò che sentono lo riferiscono solo alle circostanze mondane, alle condizioni mondane, e anche queste le vorrebbero disporre il più comodamente possibile, affinché nessun sacrificio troppo grande fosse preteso da loro, e dalla loro vanità non fosse pretesa nessuna grande abnegazione. È proprio questo il punto: perché non hanno mai compreso che cosa significa veramente, essere figlio Mio!

3. Già in un’altra Parola ho messo a cuore di tutti voi di ponderare bene cosa significa voler diventare figlio Mio, e ora, per portarlo ancora una volta davanti ai vostri occhi, voglio cercare di rendervelo metaforicamente comprensibile.

4. Se per esempio un re o un imperatore volesse prendere una o l’altra delle tue sorelle come figlia, e lei stessa si recasse alla sua corte e là fosse ordinato di concederle tutti gli onori come ai suoi figli legittimi, – che cosa farebbero ben le tue sorelle?

5.La prima cosa sarebbe naturalmente quello di prepararsi. Ci si informerebbe presso tutte le riviste di moda, anzi presso tutte le corti come ci si dovrebbe vestire al mattino, a mezzogiorno, alla sera, come al teatro, nelle passeggiate e alle feste da ballo.

6. Inoltre, come ci si dovrebbe comportare in certe occasioni pubbliche, di cosa parlare, di come andare, di come ci si siede, di cosa si fa con le mani e – ancor più di tali sciocchezze – rappresentare la sua posizione tanto perfetta, da sembrare come se fosse stata abituata ed educata fin dalla nascita a queste gentilezze cerimoniali.

7. Giorno e notte non ci sarebbe fine del rompicapo, l’una o l’altra si domanderebbe continuamente ogni sera nella solitaria camera da letto: “Ho fatto o detto qualcosa di sconveniente oggi? – E come lo posso evitare domani o in simili occasioni?”, affinché nessuno abbia qualcosa da rimproverare ed abbia del tutto l’apparenza come se fosse nata quale figlia di un re o di un imperatore!

8. Se ora volessi usare questa immagine al Mio tema, vale a dire a chiamarvi ed offrirvi di diventare figli Miei, figli del Creatore dell’infinito – verso cui le figlie di un re o di un imperatore scemerebbero naturalmente in un nulla – che cosa fareste dunque di fronte a quest’invito?

9. Vi adoperereste forse proprio con una tale fretta ad indossare il vestito della festa della vostra anima, vale a dire un corpo immacolato e non macchiato? – Ovvero: studiereste le parole dello Spirito e dell’eterna beatitudine che Io vi ho già dato a migliaia, per insegnarvi il linguaggio dei Miei Cieli? – Ovvero: impieghereste adesso tutto il fervore per imparare le maniere ed atteggiamenti come si addice nel Mio Regno spirituale in maniera conforme ai Miei figli?

10. ‘Maniere’ significa qui: l’amore, parole d’amicizia e di conforto che dovete concedere ad un fratello o a una sorella infelice, il quale o la quale si avvicina a voi supplicando.

11. Sotto ‘atteggiamenti’ Io qui intendo: buone azioni e parole, con cui dovete far riconoscere la nobiltà della vostra anima ed incoraggiare gli altri con il vostro esempio.

12. Oppure: avete pensato tutto il giorno a diventare degni di Me, sia nello scansare i cattivi pensieri e le cattive parole, sia mediante delle belle azioni dell’abnegazione e dei piccoli sacrifici? – Ovvero: avete riflettuto giornalmente alla sera: “Come ho vissuto e operato l’intero giorno, per meritare il nome ‘figlio di Dio’?”

13. Vedete, Miei cari, con tutti i Miei ammonimenti, discorsi e conduzioni, se prendete ben a cuore quest’immagine della figlia del re e del figlio di Dio, allora troverete quanto siete ancora indietro da ciò che Io voglio far di voi.

14. Anzi, se vorrete essere sinceri con voi stessi, troverete abbastanza pietose queste precedenti parole dei valori spirituali del vostro cuore espresse in cifre, ed ammetterete che anche con l’indicare questi numeri ha prevalso di più il Mio Amore e Grazia, che il Mio severo giudizio.

15. Nel precedente dettato vi ho detto che il valore del progresso spirituale si trova nella capacità di sacrificio! – Imparate quindi dapprima a rinunciare e a desistere; subordinate i vostri desideri e brame a scopi superiori, e la vostra consapevolezza di aver fatto del bene, di aver aiutato qualche infelice attraverso qualche rinuncia, vi metterà presto in chiaro quali cifre meritate, e come i rapporti delle stesse – sia verso di Me che verso il vostro prossimo, o verso voi stessi – siano più facili da migliorare.

16. Non ingannatevi: siate severi verso voi stessi e indulgenti verso gli altri! Esaminatevi ogni sera nella solitaria preghiera su quanto avete fatto durante il giorno e che cosa vi rimane ancora da fare!

17. Non prendetela troppo facile col prendervi il posto di ‘figlio Mio’; Io non scherzo! – È vero che innominabili benedizioni sono preparate per quelli che raggiungono la meta posta loro da Me, solo che questo non va del tutto facilmente, né su vie piane né senza lotta.

18. Se doveste svolgere il ruolo di una figlia di re sulla vostra piccola Terra, quanta fatica prendereste su di voi, per non fare brutta figura; – e voi credete che essere figlio Mio sarebbe forse un compito minore? – Riflettetelo bene! Sì, Io ho incommensurabili gioie, ma non si ottengono facilmente!

19. Comprendete una buona volta ciò che vuol dire il fatto che Io, il Creatore di tutto il visibile e dell’invisibile, vi ho scelti per far di voi ‘figli Miei’, e poi, quando avrete afferrato questo concetto chiaramente – ma del tutto chiaramente – allora esaminate le vostre cifre, e troverete che le stesse sarebbero dovute risultare molto scadenti.

20. Nondimeno, questa conoscenza vi dovrebbe spronare ancora di più a cominciare, per lo meno adesso con serietà, a fare tutto ciò che è nelle vostre forze per diventare degni di questa somma Grazia che avete davanti a milioni dei vostri prossimi!

21. Quindi agite finché l’aria terrena muove ancora i vostri polmoni e il sangue caldo della terra il vostro cuore, affinché, quando arriverà il giorno della resa dei conti, non entriate vuoti, ma con numeri importanti nel Mio Regno, per poi completare là con leggera fatica ciò che avete cominciato qui con lotta e sofferenze.

22. Questo vi esclama il vostro Padre appassionato, che volentieri chiarisce i dubbi, ma da voi pretende anche una forte serietà nell’operare, affinché non siate chiamati figli Suoi solo secondo il nome, ma lo siate veramente anche nei fatti! – Amen!

 

 

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Cap.6

 

Dio è Amore, ma un Amore divino potente, non un debole amore umano

19 settembre 1870

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. Riferisci a tuo fratello: Io onoro il suo desiderio di pregarMi per sua sorella nello spirito, affinché la strappi dal dilemma dei dubbi, delle preoccupazioni e degli errori.

2. Ma anche se entrambi Mi pregate con insistenza, Io vi chiedo: “Per che cosa devo dunque aiutare?”

3. Devo forse – appunto perché voi lo volete – togliere dalla bocca dell’ammalata la guarente medicina (in forma di croce), affinché invece di guarire in fretta, la stessa diventi ancora più malata (nell’anima)?

4. Oppure, devo accondiscendere ai vostri desideri che, in verità, da parte umana sono del tutto lodevoli, ma non concordano sempre con i Miei scopi (e intenzioni superiori dell’Amore)?

5. Allora, dovete nondimeno ammettere che Io conosco le vie migliori e più brevi sulle quali un’anima è da portare sulla retta via, e che oltre a questo so anche quando è ora di somministrarle queste medicine (un giorno era una baronessa capricciosa e ora è una donna saggia).

6. Vedete, vostra sorella deve imparare a purificare la sua anima attraverso un bagno di lacrime, sospiri e notti insonni. Nient’altro la potrà aiutare! Si aggrappa ancora strettamente, come un nuotatore nell’acqua a una tavola, alle sue idee mondane e all’abituale errato modo di pensare.

7. Ma per quanto lei sia attaccata alla stessa (alla tavola), anche questa gliela devo strappare; e solo quando si crederà vicina all’andare a fondo, solo allora le tenderò la mano (nel giusto momento) come Salvatore. Infatti, solo allora la sua mano sarà anche degna del tutto nel suo valore.

8. Lasciate fare solamente a Me, Io conosco il male, ma conosco anche i mezzi per sanarlo; perciò non interferite, ma lasciate agire e operare Me come voglio, e tuo fratello e sua sorella vedranno chiaramente solo alla fine che solo così e in nessun altro modo era possibile la salvezza, per poi poter rinunciare liberamente a tutti i pregiudizi mondani e dedicarsi a Me e al Mio insegnamento, e in tal modo diventare completamente ‘figlia Mia’, proprio così e in quale modo lo volevo Io. – Amen!

 

 

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Cap. 7

 

“Raccogliete opere d’amore come semina di perle per la beata eternità!”

17 ottobre 1870

(Ad una conoscente del circolo triestino)

1. Riferisci alla sorella tua in spirito, che essa deve rimanere assolutamente presso di Me, poiché solo presso di Me vi è pace e gioia, senza trascurarMi nel suo prossimo; infatti, quello che lei fa ai più poveri nell’amore, vale per Me!

2. Adesso, quando comincerà di nuovo con crescente salute a gioire della sua vita, dovrà anche pensare a tutti quei bisognosi ai quali può procurare alcuni momenti gioiosi nella loro triste vita.

3. Lacrime di ringraziamento e di gioia sono le perle più stupende nell’aldilà, – se le raccolga, e un giorno indosserà gli ornamenti più belli e si vedrà circondata da spiriti giubilanti che poi le esclameranno:

4. “Non ti ricordi più? Anch’io ero bisognoso, ero povero sulla Terra, ma tu mi hai ristorato, rivestito, nutrito. – Sii benedetta tu e Colui che ti ha insegnato questa carità!”

5. Allora, figlia Mia, starai lì meravigliata, non saprai dove dovrai guardare, se agli spiriti giubilanti oppure a Me che, poco distante, con aria sorridente e con sguardo paterno colmo d’Amore, allargando le braccia verso di te, ti esclamerò:

6. “Conosci ora il valore delle buone opere, il valore della stupenda consapevolezza di aver fatto questo? – Vieni qui, figlia Mia, ricevi la ricompensa al Mio petto, entra nella beatitudine che ti sei meritata!”

7. E un tale momento,  non sarà degno della sopportazione e della sofferenza? – Ricorda queste Mie parole! È il Padre Celeste che te le manda per la tua salvezza e per la tua pace! – Amen!

 

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Cap. 8

 

Per la valutazione dell’amore

(di nuovo una Parola nel rapporto 666)

1° novembre 1870

(A due conoscenti del circolo triestino)

1. Dopo che poco fa hai letto alcune parole precedenti sul valore spirituale numerico del cuore umano, allora anche due altre sorelle, in parte per curiosità, in parte per vera brama di sapere, vorrebbero conoscere come va con l’orologio del loro spirito.

2. Io però ora domando: “Se volessero dare uno sguardo nel proprio cuore, non potrebbero loro stesse trovare il vero valore? O devo essere proprio Io a dir loro che valore hanno davanti agli occhi Miei?

3. E se la proporzione non è quella desiderata, cosa succederà? – Invece, dal momento che esse credono piuttosto che sarebbe meglio sentire dalla Mia bocca il loro giudizio che trovarlo da loro stesse, allora dì loro:

– la signora v. T-i  ha questi numeri       327 – 52 – 16

– l’altra sorella ha questi altri                 285 – 48 – 19

in altre parole: ad entrambe manca quasi un ulteriore metà della dedizione a Me, poco per la capacità di sacrificio per il loro prossimo, ed hanno qualcosa di più del doppio della misura dell’amor proprio.

4. Se dunque questo rapporto di numeri deve essere regolato, allora devono cominciare a rimuovere in sé il troppo e riportarlo sul registro del prossimo, e allora il numero per Me aumenterà già da sé.

5. Ti faccio scrivere tutto questo così, ma se daranno anche esecuzione, questa è un’altra cosa! – Dì loro che se hanno intenzioni serie, Io già le aiuterò, ma se volevano sapere soltanto le condizioni del cuore senza avere la vera intenzione di migliorarle, allora l’indicazione dei numeri non serve a nulla. Oppure serve tanto poco, quanto mostrare a una donna vanitosa il proprio aspetto nello specchio, cosicché, se non è soddisfatta con ciò che vede lì, crederà che lo specchio menta, e quindi che lei sarebbe più bella di quanto si è vista nello stesso.

6. Perciò, Miei cari figli, non scherzate con le Mie parole come spesso accade in certe serate dove vengono esercitati giochi mistici che vi dovrebbero svelare il futuro, dove spesso vengono fuori anche risultati che – se fossero veri – all’uno o all’altro non piacerebbero.

7. È una grande missione che voi avete da svolgere, e con tutta la serietà vi sarà difficile farlo a sufficienza, – come quando attraverso frivole domande scoprite le vostre debolezze, dove già in anticipo non avete avuto il proponimento, se questi numeri non sono di vostro gradimento, di volerli migliorare.

8. Qui vi ho dato i numeri. Riflettete Chi ve li ha dati, e agite di conseguenza per migliorarli. Solo così potrete rendervi degni del Mio Amore e della Mia Grazia. Riflettete su questo, e la Mia benedizione vi dovrà accompagnare nel vostro aspirare. – Amen!

 

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SUPPLEMENTO

in risposta alla domanda di una terza sorella

1° novembre 1870

9. Non scherzate, figli Miei, con cose che dovete prendere seriamente, molto più seriamente di quanto voi credete. Anche l’altra tua sorella vuole veder valutato il suo cuore. Lei proprio non sa che vi sta ancora molto del mondano, e adesso, con il passo che pensa di far tra poco, corre il rischio di precipitare ancor di più nel mondano!

10. Anche lei vuol conoscere i numeri. Vuol sapere quanto grande è il suo amore per Me, per il prossimo e per se stessa. – Orbene, con lei stessa cominceremo al contrario:

il numero del suo amor proprio  24

                      per il prossimo     36

                                 per Dio   218

quindi nell’insieme non così male e non così bene. – Deve soltanto diminuire il primo numero, come le due suddette sorelle, e cercare di migliorare il secondo, allora verrà a stare forse più vicino al Mio Cuore, cosa che in futuro le costerà più lotta che prima; ma se penserà più spesso a Me, allora potrà già migliorare il rapporto numerico con salda volontà! – Amen!

 

 

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Cap. 9

 

«Se non diventate come questii fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli!»

[Mt. 18,3]

 

4 dicembre 1870

1. Hai chiesto alla tua piccola cerchia se non avessero da porre una domanda a Me, – e vedi! A nessuno è riuscito di trovar qualcosa che fosse degno di Me e di loro; solo un fratello ha citato alcune parole dal Vangelo di Giovanni, e così vogliamo almeno prendere queste e, con le stesse, rivolgere alcune parole alla tua piccola compagnia. – Queste parole sono:

2. «Venite a Me, voi tutti che siete stanchi ed aggravati, affinché Io alleggerisca il vostro peso e vi ristori!». – Quasi duemila anni fa ho espresso queste parole ai Miei discepoli, e oggi vi dico nuovamente: “Venite qui, voi che siete aggravati e stanchi, affinché Io vi ristori!”. Infatti, anche voi siete aggravati, e precisamente con la sola differenza di non sentire tanto la pressione del peso. Tuttavia, se voleste guardarvi un po’ di più nei vostri cuori, trovereste molto che è veramente un peso per il vostro spirito, e se effettivamente conosceste il vostro peso, sarebbe vostro dovere liberarlo da questo.

3. Perché vi ho dato queste parole? – Vedete, proprio perché non sapete che cosa dovete chiedere. Questo vi fornisce la chiara dimostrazione del fatto che voi credete che il vostro cuore sia abbastanza puro da non necessitare di alcuna purificazione.

4. Vi espongo queste parole perché con le stesse vi voglio svegliare dal comodo sonno dello spirito nel quale minacciate di sprofondare. Guardate solo nel vostro interiore, e troverete ancora qualcosa che è da migliorare ed eliminare.

5. Per diventare figli Miei, dovete mettervi all’opera molto più con rigore nell’analisi della vostra casa spirituale, allora troverete già che ho ragione ad esclamarvi che dovete caricare su di Me i vostri pesi.

6. Non dovrei essere Padre se non agissi così. Perciò riconoscete dapprima il Mio Amore per voi, per poi risvegliare il vostro, e per amare come Gli è dovuto un Padre che nello stesso tempo è anche Creatore e Signore dell’intero Universo. Per essere degni di Lui dovreste essere molto più scrupolosi e coscienziosi con il vostro cuore; nello stesso si trovano ancora molti fili iniziali di certe debolezze che, per quanto adesso siano deboli, possono accrescersi a lacci. Cercate di diventare figli Miei, perché “chi non diventa come questi fanciulli”, come dissi un giorno, “non entrerà nel Regno dei Cieli!”

7. Conoscete il significato di queste parole? Comprendete ciò che Io intendevo con ‘fanciulli’? – Voi avete solo un oscuro presentimento, ma non un chiaro concetto; perché il concetto di un cuore infantile, come lo intendevo allora, è molto più alto di come voi considerate in genere i bambini.

8. Con ciò volevo dire: “Dovete diventare bambini nel senso celeste! Dovete rimuovere dal vostro cuore tutto ciò che non può andar d’accordo con un filiale senso celeste”. – ‘Senso filiale’, significa mettere tutta la fiducia nel Padre! E dove c’è piena fiducia, c’è amore illimitato; dove c’è amore, c’è volontaria obbedienza, ovvero consegnare tutti i propri desideri e preoccupazioni a Me, al Padre!

9. Perciò vi esclamo: “Venite qui, voi che siete stanchi e aggravati – (il perché siete stanchi e aggravati, questo lo so Io al meglio) – affinché vi ristori!”. Diventate di nuovo bambini! Confidate in Me e amate solo Me! E allora con il cuore acceso d’amore troverete mille domande, per sapere sempre di più dal Padre quale sarà un giorno la ricompensa per colui che ha meritato il nome di ‘figlio Mio’! – Così intendevo la Mia chiamata a voi. Prendetela ben a cuore, e un’altra volta, quando lascerò diramare di nuovo la chiamata a voi per la domanda, non sarete più così imbarazzati come oggi! – Amen!

 

 

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Cap. 10

 

Sull’amore e le preoccupazioni familiari

 

18 dicembre 1870

 

Domanda: “Non si deve essere preoccupati per la situazione materiale, particolarmente se si ha famiglia, – oppure, con l’adempimento del proprio dovere, lasciare tutto il resto al Padre?”

 

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. Risposta: : tuo fratello ti domanda fin dove uno deve provvedere alla sua famiglia, o se deve lasciare tutto a Me! – A questa domanda Io rispondo con un’altra domanda: “Chi ha messo al mondo i figli? Tu, oppure Io?”. – La risposta sarà che sei stato tu il padre materiale! Ovvero: essi ti sono stati dati attraverso la Mia concessione. – Bene! Allora tu sei anche obbligato a provvedere al sostentamento e nutrimento materiale e spirituale; in altre parole, devi provvedere ai tuoi figli fisicamente, affinché non siano ostacolati nella loro formazione spirituale, e spiritualmente sei di nuovo obbligato a mostrar loro questa via che li conduca solamente là dove essi un giorno potranno essere chiamati degni del loro Padre Celeste, quali figli Suoi.

2. Che presso gli uomini le preoccupazioni e l’amore paterno e materno vadano spesso troppo oltre e indirizzano il loro sguardo sempre al futuro per procacciare ai loro figli un’esistenza felice secondo concetti mondani, dimenticando il presente, questa è un’altra faccenda, e quasi sempre è anche un calcolo sbagliato; infatti, ciò che Io voglio fare di questi figli, quali vie e attraverso quali condizioni li voglio guidare per far di loro, uomini secondo il Mio intendimento, questo non interessa ai genitori, ed è qui che essi sbagliano, quando si occupano troppo della sorte futura dei loro appartenenti.

3. Essi devono soltanto amministrare con scrupolo gli stessi, come ogni altro bene affidato; per quanto riguarda la formazione spirituale e fisica, devono fare quel che devono, e poi lasciare il resto a Me.

4. Questa è poi un’educazione che promette prosperità; tutto il resto non si chiama educare, bensì deformare!

5. Tanto su questa faccenda. Adesso penso che a tuo fratello sarà già più chiaro su quanto ha chiesto prima. – Amen!

 

 

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Cap. 11

 

Ancora alcuni cenni sul regolamento della provvidenza d’amore per la propria famiglia

9 gennaio 1871

1. O uomo, rimani nei limiti della conoscenza che Io, l’eterno Amore, ho destinato per te[2]. – Io so meglio di tutti che questo ti basta, e usandolo vantaggiosamente ti condurrà al mattino della Luce spirituale, al mattino del sorgere in te del Mio Sole di grazia.

2. Sii come la mosca[3]! Attraversa il mondo, inosservato come questa. Adempi come lei la tua santa missione per diventare figlio Mio, e come la mosca sotto la sua veste poco appariscente senza sfarzo né splendore cela comunque una quantità di elementi di luce e di vita, proprio così anche tu, sebbene in posizione sociale modesta sotto il semplice involucro del corpo umano, puoi celare una pienezza spirituale d’amore, di vita e di verità, tale da trovare il tuo vero valore solo in un’altra effettiva vita di Luce.

3. Rimani col tuo proposito. Metti la tua volontà, la tua provvidenza mondana, la tua famiglia e tutto ciò che ti è più caro, nelle Mie mani; esse sono le migliori istituzioni assicurative per tutto ciò che può venire.

4. Lavora fin dove spetta alla tua professione, per assicurare a te e alla tua famiglia un’esistenza terrena libera da preoccupazioni. Di questo tu sei loro debitore, – ma per ciò che riguarda altre importanti speranze e desideri, metti anche questi nelle Mie mani, come nel miglior armadio resistente al fuoco, là Io li custodirò per te, e a tempo debito te li restituirò con abbondanti interessi, solo forse non quando tu, ma quando Io lo stimerò meglio di tutti.

5. Confida in Me, Padre tuo Celeste! Egli ti ha guidato finora su differenti vie adeguate a te, dove avresti già dovuto essere da lungo tempo. Finora credevi di avere per te una volontà, ma ora comprendi che se vuoi procedere spiritualmente ed essere tranquillo in tutte le condizioni, allora la tua volontà deve sfociare nella Mia.

6. Questa, figlio Mio, è l’unica vera via che porta alla quiete, alla consolazione e al Mio Cuore. Seguila sempre, e ti provvederà con chiaro giudizio delle future condizioni, ti farà apparire il mondo per quello che è veramente, e ti aprirà un incommensurabile campo spirituale che si estende nell’infinito, mentre le aspirazioni mondane saranno ridotte al minimo.

7. L’anno è terminato per te con un buon proposito, comincia il nuovo con questo proposito di buone azioni, e mai ti mancherà la voce e la mano del Padre tuo sempre amante anche in quest’anno, ma le sentirai perfino più chiaramente. – Amen!

 

 

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Cap. 12

 

Ama con fedeltà

26 gennaio 1871

1. Miei cari figli, perseverate nel vostro amore per Me! Confidate in Me – Padre Celeste vostro!

2. Anche se tutto passa e il mondo si polverizza in frantumi, il Mio Regno spirituale sta saldo, come anche il Mio Amore! La Mia casa non è costruita sulla sabbia, come il mondo caduco con le sue gioie.

3. Quando una buona volta avrete trovato il Cielo nel vostro interiore, allora lasciate scrosciare la tempesta e soffiare i venti, – rimanete al sicuro in casa nella silenziosa cameretta del cuore, là prospera la vostra pace e la vostra quiete.

4. Tu, Mia cara figlia che adesso hai chiare prove del Mio Amore e della potenza della Mia Parola, non lasciare la Mano che ti ha guidato finora, riscaldati al Mio petto, e godrai beatitudini di cui migliaia dei tuoi prossimi non hanno nessun concetto.

5. Rimani fedele al tuo Sposo spirituale, Egli ricompenserà il tuo amore con le gioie del Cielo, verso cui tutte le gioie terrene sono solo vano scintillio.

6. Presto riacquisterai completamente la salute, e poi, quando la risvegliante primavera ti manderà soavi arie nel tuo petto inspirante, allora si risveglierà anche in te la primavera spirituale in tutto il suo splendore e la sua magnificenza, e come la Terra si adorna poi un po’ alla volta con i fiori più delicati, così si adornerà anche il tuo cuore con pure opere d’amore verso il tuo prossimo, e con sentimenti di gratitudine verso di Me.

7. Così come vorresti esclamare poi in mezzo alla magnificenza verdeggiante del nuovo Ospite veniente: “Oh, quanto è bello il mondo!”, altrettanto vorrei anch’Io poter esclamare: “Oh, quanto è bello un cuore innamorato!”

8. In primavera fluisce nuovo calore attraverso tutta la Terra, – lascia anche tu scorrere nuovo amore riscaldante attraverso il tuo cuore, e da’ prova con le opere che le Mie parole non sono cadute su un terreno sterile, bensì sulla nuova primavera di vita risvegliata nel tuo cuore, attraverso quella semenza che porta frutto come maturazione di un corpo spirituale e, nell’autunno, come raccoglitore dell’operato, ti possa poi mettere la corona della vittoria!

9. Questo per te, Mia cara figlia, e per tuo marito la Mia pienissima benedizione!

10. Unitevi e legatevi spiritualmente sempre di più, e allora potrete trovare il Padre in tutti gli angoli del vostro cuore e della vostra essenza! – Amen!

 

 

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Cap. 13

 

L’amore nell’azione

11 febbraio 1871

 

(A due componenti del circolo triestino, per H. e P.)

1. Ho visto con compiacimento e grande soddisfazione come voi un po’ alla volta acconsentite progredendo ai Miei desideri, ma poiché Io sono un Dio, uno Spirito, e vorrei anche essere Padre vostro, allora s’intende da sé che, pur se animati anche con la migliore volontà e vorreste fare solo ciò che Mi piace, nonostante ciò, con i vostri propositi mancate migliaia di volte, scossi ancora dal mondo con le sue influenze e dalle prove mandate da Me, e venite allontanati temporaneamente dalla via sulla quale volevate procedere così determinati.

2. Tu, Mia cara figlia, che Mi hai afferrato con tutto il fervore, vorresti amare soltanto Me e unirti con Me, ma questo amore che tu hai per Me non basta, se non lo eserciti anche nella vita pratica.

3. Sappi che presso di Me hanno il vero valore soltanto le opere, quelle nobili opere che ti portano più vicino a Me, perché le opere sono targhe commemorative permanenti, mentre i sentimenti dell’amore, dell’elevazione, per quanto possano essere puri ed elevati, non possono essere fissati permanentemente in un petto umano, ma compaiono solo per momenti passeggeri, come fuggevoli messaggeri nella vostra anima, che solo nell’aldilà diventano beatitudine duratura.

4. La tua fervida preghiera ti aiuterà a procedere, ma il risultato per la tua anima dovrebbe sempre essere quello di dimostrare, attraverso le opere, ciò che Mi hai presentato con le belle parole. Ebbene, qui ti voglio aiutare un po’, affinché tu possa trovare la giusta via, e il tuo cuore debba e possa diventare per Me una costante dimora! – Così ascolta:

5. In molte occasioni del Mio cammino terreno, e anche nei due grandi Comandamenti dell’amore, ho equiparato l’amore per il prossimo a quello che riguarda Me; perché se là si dice “Ama Dio sopra ogni cosa!”, allora questo deve significare che l’amore per Me è illimitato. Se ora esprimo un secondo comandamento “Ama il prossimo tuo come te stesso!”, allora con ciò voglio indicare propriamente la stessa cosa, perché l’amore dell’uomo per se stesso, nel senso materiale e spirituale, è altrettanto così grande che non possono essere posti dei limiti, cosa che è particolarmente chiaro quando questo amore reprime tutti gli altri impulsi in un cuore umano, dove poi come pessima caratteristica l’estremo amor proprio (egoismo) è diventato non più celeste, bensì infernale, e non permette più nessun amore per il prossimo.

6. Qui noi non vogliamo parlare di quest’ultimo, bensì rimanere con quello giusto, ‘l’amore di se stessi’ che si deve dare anche al prossimo, e precisamente col sacrificio del proprio amore può aumentare quello verso il prossimo.

7. Ebbene, figlia Mia, invece della sola vita dei sentimenti, qui comincia la vita delle opere. È questa raccolta di opere nobili che alla fine dà all’anima dell’uomo spirituale il suo vero valore dinanzi a Me e dinanzi a se stessa.

8. Quindi, figlia Mia, a questo punto mettiti la mano sul petto e domandati: “Ho agito sempre secondo i Comandamenti di queste Leggi del Padre mio, del mio caro Gesù? Ho anch’io – come Lui – scritto qualche ingiustizia e offesa, che il mio prossimo mi ha fatto, nella sabbia? Ho già esclamato anch’io, come Lui «perdona loro, Signore, perché non sanno quello che fanno!». Ho pregato anch’io per i miei nemici e ricompensato il male con il bene? Ho pensato anch’io alle parole del Mio Redentore, dove dice: «Quello che avete fatto a un povero, lo avete fatto a Me!»?”

9. Vedi, Mia cara figlia, se tieni così un’ispezione nel tuo cuore, allora emergerà qualche grave macchia con cui dovrai ammettere a te stessa che non sempre hai seguito il Mio esempio.

10. Dunque vedi, tu asserisci di amarMi. Ma come l’amore si dimostra nel modo migliore unicamente tramite le parole oppure attraverso dei santi proponimenti, questi devono anche essere realizzati, per dimostrare all’oggetto amato, mediante azioni validissime, che le parole d’amore indirizzate all’altro, devono essere assai profondamente sentite, e non devono essere menzogne, bensì devono diventare come splendide azioni di verità.

11. Finora un po’ alla volta ho purificato il tuo cuore con amare prove, questo è vero, tanto che la Mia Parola vi ha trovato accesso, e tu hai potuto comprendere come Mi si deve amare e come questo amore possa compiere grandi effetti in un’anima, anzi perfino in un corpo!

12. Ora il tuo cuore è aperto al Mio insegnamento d’amore, e in questo modo sei stata portata più vicina al Mio Cuore di un gradino; adesso però viene il secondo gradino sul quale devi salire, se vuoi diventare figlia Mia nel pieno senso della parola. Tu vuoi che il tuo amore, che dal cuore fluisce incontro a Me in magnifiche, beate parole profondamente sentite, debba essere altrettanto corrisposto con l’Amore di cui Io, quale Padre tuo e tuo Gesù, sia capace. Bene, adesso per il completamento dell’insegnamento, viene il suo adempimento: la pratica, ovvero l’esercizio!

13. Mia cara figlia, comincia quindi con nobili azioni, con tolleranza verso le debolezze degli altri, a trattare tutti coloro che ti circondano con umiltà e amore, ovvero affinché i rapporti ti possano riportare sulla via. – Comincia ad essere severa con te stessa e clemente verso gli altri, e ti creerai un Cielo nella consapevolezza di aver agito in modo da conservarti le fuggevoli ore godute nella beata preghiera.

14. Solo allora riconoscerai il tuo Gesù in tutta la Sua grandezza e mansuetudine, quando apprenderai quali beatitudini può procurare l’amore per il prossimo praticato con riguardo a Lui.

15. Poi sentirai anche più spesso la voce del Padre tuo e di Gesù in te che ti esclamerà assai cara e gentile: “Così è giusto, figlia Mia! Continua sulla via della vita d’amore che ora hai intrapreso, ed entrerai sempre di più in comunione con Me; allora diffonderai un Cielo intorno a te e possiederai la cosa più grande nel tuo stesso interiore”.

16. A questo punto il tuo cuore batterà tranquillo in tutto ciò che la Mia mano ti darà o ti toglierà, – come potranno anche giungere degli avvenimenti che, in unione con Me, il mondo non ti potrà più nuocere, né alcuna lingua sacrilega avrà più un pungiglione per te, perché nell’amore si spianano e, con dolci parole, scivolano via i colpi che il mondo vorrebbe guidare contro di te, perché …tu sei con Me ed Io con te! Che cosa vuoi di più? E anche se poi dei minuscoli vermiciattoli terreni ti volessero diffamare, è un potente Dio che poi ti tiene nelle Sue braccia come figlia Sua! Comprendi quello che ti dico, e tendi a ciò. La lotta e la fatica ne valgono la pena!

17. Ama il tuo Gesù tanto quanto puoi, e sii rassicurata, Egli ti ama e ti ha amato sempre, ancora molto più di quanto un cuore umano possa mai afferrare e sopportare.

18. Finora hai sentito la Mia Potenza e il Mio Amore, essi erano solo momenti di estasi; qui invece ti ho dato un cenno per goderli continuamente. Confida in Me! E diventa ciò che Io voglio fare di te, nel pienissimo senso della parola!

19. Questo per il tuo meglio te lo augura il Padre tuo in Gesù! – Amen!

 

 

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Cap. 14

 

Dio è Amore

( Ia parte, la seconda al cap. 25)

Trieste, 21 maggio 1871

1. Sì, hai ragione, Dio è Amore, perché se non fosse Amore, allora nessuna stella splenderebbe nel grande spazio etereo, non arderebbe nessun Sole-centrale che porta benedizione e gioia a tutti gli altri soli secondari con pianeti e comete, né vedresti gli stessi aleggiare intorno nella danza del circolo vorticoso; non esisterebbe nessun Cielo, dove spiriti provati gioiscono della loro vittoria e, continuamente avanti, passando di delizia in delizia, giungono da beatitudine in beatitudine.

2. “L’amore!”, cos’è dunque veramente l’amore? Vedi, figlio Mio, l’amore è un desiderio di simpatia, è una fonte di gioie; esso vuole preparare solo queste. L’amore non conosce distruzione, nessun dolore e nessuna amarezza; l’amore è un eterno continuo piacere nell’oggetto amato, un affaccendarsi continuo sacrificando tutto, fare tutto per gli altri e nulla per se stessi. Esso è l’alito riscaldante che spira attraverso l’intera Creazione e porta il consenziente con irresistibile impeto all’uguaglianza.

3. Quindi hai ragione, figlio Mio, se nell’amore e per l’amore non ci fosse il prodotto di dolcezza d’animo, indulgenza, perdono, compassione, consolazione, gioia, benedizione e retribuzione, il mondo non esisterebbe così com’è, molto sarebbe da tempo distrutto, molto altro formato diversamente; solo la pazienza con gli sbagli provoca il perdono degli errori, ricompensa per i torti subiti e rende possibile che, nonostante tutti i dissensi, tutta la disobbedienza del mondo degli spiriti lasciati liberi, tutto deve di nuovo ritornare alla Fonte primordiale da dove è proceduto.

4. Come il mondo materiale, quale espressione di spiriti consolidati ritorna dopo eoni di spazi di tempo, purificato nel suo precedente mondo spirituale primordiale, così anche l’umanità, dopo tutti gli smarrimenti dello spirito umano, ritorna di nuovo all’Amore, a quell’Amore come Divinità personale, ritorna di nuovo a Me.

5. Così ritorna il figlio perduto[4] al Padre suo, così il mondo spirituale smarrito[5] al suo Creatore. Se Dio non fosse Amore, come avrebbe potuto creare degli spiriti liberi? Come avrebbe potuto Egli, assistendo così pazientemente al loro affaccendarsi, assistendo a tutte le loro ribellioni contro le Sue Leggi, invece di punirli, cancellare con amore gli errori dal grande Libro della Creazione, e riparare odio, ira e vendetta con amore, perdono e dimenticanza?

6. Se Dio non fosse 'Amore’, come si sarebbe potuto abbassare fino a questo punto, scendere sulla vostra Terra, poter dare la più grande dimostrazione del Suo Amore per le Sue creature e per tutti gli esseri creati, e compiere il più grande atto di una umiliazione che per un uomo di questo mondo sarebbe già gravissimo, men che meno per un Creatore in un certo qual modo la cosa più inconcepibile?

7. E se l’Amore non fosse Amore, dove sarebbe la vostra conduzione? Dove l’intervento in tutte le vostre condizioni, la soave ispirazione e l’influire in ogni cuore umano che desidera consolazione da un mondo spirituale del tutto diverso, dopo che quello materiale non ha più nessun sollievo per lui?

8. Per Amore per voi Mi sottoposi come Uomo alle sofferenze più dure; per Amore per i Miei esseri creati confermai con il Mio corpo sulla croce il vessillo di una religione che, elevata al di sopra di tutte le umane vicende della vita e dell’affaccendarsi, rimarrà sempre la stessa, rimarrà sempre la religione dell’Amore, del Perdono e dell’eterna Grazia e Benevolenza paterna. Per Amore riscaldai i cuori umani per qualcosa di meglio che soltanto per dei bisogni e interessi materiali-mondani. Per Amore elevai tutti voi alla più alta beatitudine, alla delizia spirituale, alle eterne gioie celesti.

9. Come una volta, nel giorno in cui andai dai Miei apostoli a porte chiuse e versai lo Spirito del Mio Amore su di loro, fortificandoli per il loro grande compito d’insegnamento, proprio così vengo adesso e vengo sempre continuamente nei cuori degli uomini, e lì verso il torrente del Mio Amore, spiritualizzo ciò che in loro è di materiale, e se il cuore dà ascolto alla Mia voce amorevole, allora lo guido lontano dal grossolano e dal mondano su in quelle Altezze dove impera eternamente solo l’Amore, dove solo il legame di una Benevolenza e Grazia paterna tutto abbracciante congiunge tutto insieme, e là li unisco e li attiro sempre di più nelle Mie vicinanze; come sono venuto anche in te, Mio caro figlio, nel tuo cuore, là dove ho versato il balsamo di un Amore mai terminante, e nella fede in una vita più alta e più bella ti ho fortificato.

10. Ora non ho più bisogno di venire a te a porte chiuse sotto un vento burrascoso, come un giorno dai Miei discepoli abbandonati, no! Adesso vengo da te come soavi soffi d’amore nel tuo cuore che è sempre aperto per Me, cuore che, come un delicato fiore, volge il suo calice gioioso ai raggi del Sole riscaldante dell’Amore paterno, là con delizia e beatitudine beve a sorsate ciò che gli presenta l’Amore riscaldante, e poi attraverso la propagazione dei profumi balsamici, con l’emanazione di un beato sentimento di gioia nei cuori degli altri, dà anche a loro un alto godimento dell’Amore tutto vincente.

11. Come un giorno si librarono sulle teste dei Miei apostoli delle fiammelle di fuoco, così si libra adesso sul vostro capo il raggio della Mia Grazia d’amore. Rallegratevene, e particolarmente tu, Mio caro figlio, che voglio allevare anche sotto le sofferenze, non disperare nel Padre tuo, nel tuo Gesù,

Egli è il Padre tuo, Egli è l’Amore!

E questo Amore non punisce, guarisce soltanto, e ti guida in regioni superiori dove poi, guardando indietro, riconoscerai certamente tutta la sofferenza sopportata come una necessaria scalinata, dove alla fine il tuo Gesù ti esclamerà: “Ora guarda indietro, figlio Mio, alla vita passata che hai trascorso! Potevo Io guidarti diversamente per averti laddove tu hai adesso il diritto di riposare dalle tue amare sofferenze, vale a dire al Mio petto, col cuore ebbro di una grande beatitudine di un Amore paterno che mai muterà, per goderlo a pieni sorsi?”. – E cosa credi tu che Mi risponderai? – Vedi, te lo voglio dire, affinché un giorno tu lo possa ricordare, allora dirai:

12. “O Signore, Padre, e mio molto amato Gesù! Perdona al figlio se spesso mormorava, perdonalo quando dimenticava le Tue parole sulla croce alla fine della Tua più grande Opera d’amore e d’umiltà: ‘Perdona loro, o Padre, perché non sanno quello che fanno!’.”

*

(Parla lo scrivano) :

13. Anch’io esclamo ora a Te: «O Padre, perdonami, io non sapevo ciò che facevo!’. Come Tu, o Signore, in quel tempo hai contrassegnato il più grande Atto d’amore con le più grandi parole che poteva esprimere soltanto l’Amore, allora lascia valere anche per me, povero e debole figlio, le Tue parole, versa in me ogni ora ciò che un giorno librava sulle teste dei Tuoi cari discepoli; versa anche in me, povero e debole figlio, il Tuo raggio d’amore, affinché anch’io, come un giorno i tuoi apostoli, possa adempiere la missione a me affidata, dove ora, alla fine di ogni sofferenza e lotta, devono splendere eternamente nel mio cuore solo le ultime e le prime parole di questa comunicazione: Dio è Amore!»

*

14. Questo per la vostra fortificazione sulla via fino al Mio Cuore! – Amen!

 

 

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Cap. 15

 

Sul dare le elemosine

( Ia parte, la seconda al cap. 27 )

24 maggio 1871

(Ad una conoscente del circolo triestino)

1. Alla domanda: come deve comportarsi la sorella riguardo alla distribuzione delle elemosine, Io dico quanto segue: essa deve domandare al suo cuore, nel quale troverà la sua dovuta risposta!

2. Ingrassare gente pigra e oziosa col dare elemosine, da Me non è considerato come merito; quindi distribuiscila così come te lo dice il cuore e come ti consigliano i buoni amici.

3. Ognuno deve lavorare! L’ho fatto anch’Io durante il Mio cammino terreno, quindi lo deve fare anche ognuno dei Miei figli. Questo lo dico a tutti voi, perché senza lavoro ciascuno diventa facilmente pigro, ozioso e capace di ogni vizio; perciò, figlio Mio, bada presso i tuoi parenti di spingerli con le buone al lavoro, il che è un’elemosina ancora più grande del denaro. – Questo ti dice il Padre tuo più Santo, il Quale ha molta gioia quando fratelli e sorelle si aiutano l’un l’altro, e l’uno aiuta a portare le sofferenze dell’altro! – La benedizione sia con te. Continua a prendere sempre più a cuore il Mio insegnamento. Io posso aver gioia solo in ciò, e in nient’altro.

4. Il Mio insegnamento è la Mia carne e il Mio sangue: solo con l’osservanza di questo voi potete essere chiamati ‘Miei unti’, (oppure ‘eletti’), e così il Regno di Dio viene in e a voi! – Amen!

5. Con la Mia benedizione a tutti coloro che ci tengono; e non dimenticate che solo con l’osservanza dei Miei insegnamenti la si può ottenere! – Amen!

 

 

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Cap. 16

 

Altro sull’amore

3 giugno 1871

(Ad una conoscente del circolo triestino)

1. Cara figlia, dopo aver saputo che vuoi sentire soltanto le Mie parole, allora, invece che al Mio scrivano, voglio rispondere alle tue righe, e tramite la Mia risposta portarti più vicino a Me.

2. Ascolta dunque: cara figlia, hai perfettamente ragione quando cominci a cercare nell’intera natura, anzi in tutto, solamente Me, e vedere il Mio Amore dal quale tutto è proceduto. Quanto più ami, tanto più in alto sali, e quanto più sali, più ti si apriranno i misteri della Mia Creazione e della Mia stessa Essenza.

3. Quando dici che la parola ‘nessuno è buono che unicamente Dio!’, – l’hai compresa solamente adesso, allora con ciò dimostri anche a sufficienza di aver capito che tutto ciò che è creato contiene del bene perché proviene da Me, che è un’emanazione da Me, e proprio per questo non può essere diversamente da come sono Io stesso, vale a dire: buono!

È solo l’abuso che può rendere tutte le cose nemiche dell’uomo,

laddove le stesse furono create solo per il suo meglio.

4.Figlia Mia, continua a comprendere solo Me e il Mio Amore come espressione nel mondo visibile e invisibile, e allora ti diventeranno sempre più chiare e più nette tutte le Mie conduzioni e disposizioni e, riconoscendo, comprenderai sempre di più la grande concatenazione di tutto il Creato: “Senza amore non c’è vita, e senza vita nessun progresso!”

5. In tutto Io ho posto delicatamente e dolcemente questa Scintilla del Mio Amore, e solo un amorevole, mansueto, bonario cuore può scorgere il suo effetto e percepirlo in se stesso; se tu non fossi stata portata a questo gradino di vita spirituale, la natura, con tutte le sue meraviglie, sarebbe rimasta per te un muto e incomprensibile libro.

6. Così ti sei lasciata risvegliare, guidare, e accompagnare da Me, e già comprendi, anche se i Miei mezzi per te non erano proprio molto graditi, che era solo una mano amorevole che, guidandoti attraverso sofferenze e dolori, attraverso rassegnazione e abnegazioni – tuttavia solo per uno scopo santo – voleva guidarti lontano e al di sopra di tutto il mondano!

7. E così sei arrivata al punto dove noi due, finalmente ci comprendiamo, dove le Mie parole d’amore non ti sono più dei misteri, non ti sono più dei geroglifici, e dove nel tuo cuore arde adesso la fiamma che splende nell’intera natura, o meglio, la fiamma dell’Amore, cominciando dal più grande Sole Centrale fino alla più piccola lucciola!

8. Sì, figlia Mia: ama solo molto, molto fortemente Me, il Padre Tuo! AbbracciaMi con tutto il tuo fervore, c’è un Cuore paterno che batte per te, la cui pulsazione non è altro e non può essere che Amore e, solamente, Amore!

9. Confida in Me. – Io, che spingo al perfezionamento i mondi nelle loro orbite determinate, – Io, che guido milioni e milioni di esseri, tutti sulla via dell’amore che porta a Me, ai Miei Cieli, vedi, Io ho posto voi e tutti gli spiriti e gli angeli, liberi nella Mia Creazione, guidandovi, invece che attraverso le Leggi, con nessun altro comandamento che quello dell’amore. Infatti, Io voglio avere intorno a Me degli esseri volontari, e non costretti, e proprio per questo l’amore è quel potente legame che, intrecciato in tutte le forme, in tutte le condizioni della vita attraverso il suo soave impulso ed obbligo, riunisce gli elementi affini – siano questi materiali o spirituali – che ho uniti l’uno all’altro, e poi riporto di nuovo a Me come un tutto, ciò che ho posto fuori nel mondo come singolo.

10. Così la singola scintilla è un ardente presentimento di una superiore origine spirituale che vive e tesse anche nella più piccola cosa creata, unita con i suoi elementi affini, l’eterno canto di lode e d’amore che sale a Me, di cui non è per niente o solo poco consapevole, finché – iniziato dagli uomini – procedendo attraverso tutti i gradini spirituali fino all’angelo più alto nei Miei Cieli, consapevole di se stessa, divampa come vera e propria scintilla d’amore, e comincia solo là a sentire una beatitudine nell’esercizio dell’amore nelle opere d’amore.

11. Ecco, figlia Mia, sei arrivata anche tu al punto dove ti si è sollevata un po’ la cortina davanti ai grandi misteri della Creazione, dove il dolce Raggio dell’Amore divino ha portato il tuo cuore, solcato dai dolori, al calore balsamico della vita spirituale, dove ti è divenuto comprensibile il grande inno di lode che giornalmente risuona dall’intera Creazione, su a Me; come figlia Mia, come essere cosciente, intona anche tu, in questo giubilo di ogni creatura, il tuo inno di lode che è balsamo per il Mio Cuore paterno, che in te ha guadagnato ed ha allevato un’anima per Sé.

12. Continua quindi a vedere in ogni fiore, in ogni bestiola, una creatura a te affine. Essi sono tutte propaggini del Padre tuo! E quando avrai compreso la soave voce della Mia natura durante solitarie passeggiate, quando inconsapevolmente imparerai ad apprezzare coloro che Mi amano, solo allora ti diventerà vero e chiaro l’amore per il prossimo, l’amore per il tuo simile in tutta la sua grandezza; solo allora riconoscerai il Padre nei Suoi spiriti liberamente dediti, e imparerai ad amare veramente, solo allora comprenderai perché Io, come Dio, l’Amore, ho sopportato per voi e per tutto il Mio mondo degli spiriti, sulla croce come Uomo, la lotta mortale della vostra natura con perseveranza, e perché proprio in questo supremo momento dell’abbandono ho potuto pregare per i Miei nemici, e – dopo aver fatto questo – con le parole ‘È compiuto!’, potei porre fine al grande Atto di Grazia.

13. In tutto ciò che ti circonda vi sta un forte e profondo senso, ma il senso e la sua profondità spirituale in quest’ultimo Atto d’amore e di spirito di sacrificio, voi figli, come anche i più grandi spiriti, mai lo comprenderete completamente, quale grado d’amore deve essere quello da poter muovere volontariamente un Creatore onnipotente a tale umiliazione.

14. Perciò ama, figlia Mia! Ama Me con tutto l’ardore, con tutto il fervore! – Ama il tuo prossimo con tutte le tue forze!

15. Ricorda che anche il tuo prossimo è immagine Mia. Perdonagli i suoi smarrimenti, le sue false opinioni del mondo, e le sue stesse vie.

16. Ama il prossimo perché Io lo amo, e raccogli delizia e beatitudine per il tuo stesso cuore! Spargi uguali sentimenti negli altri cuori, e se là non comincia a divampare un uguale fiamma, cova comunque sotto la cenere, e questa scintilla coperta sotto la cenere delle passioni mondane verrà poi curata da Me, e a tempo debito verrà già ravvivata.

17. Vedi, figlia Mia, ti ho dato un accompagnatore sulla via della tua vita: tuo marito, che prima era come te sulla via che porta a Me. Accompagnalo, e in tal modo sii con lui una fiamma sola, la medesima dello stesso amore che splende incontro a Me. Continuate entrambi, Miei cari figli, a camminare tranquilli sulla via sulla quale Io vi guiderò; finora non vi ho guidato senza una meta, e così abbiate fiducia! Quanto più imparate ad amare, tanto più vi sarà comprensibile la Mia benedizione, la benedizione che, fluendo nei vostri cuori, vi guiderà alla spirituale, eterna, grande meta: diventare figli Miei!

18. Adesso suppongo che abbiate di nuovo afferrato l’amore un po’ più profondamente, più spiritualmente e in modo più elevato, ma esiste una descrizione ancora più elevata di questa scintilla proveniente dal Mio Cuore. Tuttavia, quanto poco potreste sopportare Me nella Mia magnificenza  come Creatore di un Universo e, oltre a ciò, continuare a sussistere, – tanto poco potreste afferrare la Parola e il suo significato spirituale che dice: ‘L’Amore di un Dio!’. Dovete accontentarvi con quest’amore di un Padre; quello che è vicino al vostro cuore; quello di un Dio che non sarà mai comprensibile per qualcuno, ma che può essere solo presentito perfino dall’angelo, come anche da voi!  – Amen!

 

 

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Cap. 17

 

Amore con Sapienza

1° luglio 1871

(Ad una desiderosa d’amore)

1.Mia cara figlia! Tu hai già di nuovo rivolto parole d’amore e di salda fede al Mio scrivano, tua guida spirituale, e come tu dici che le Mie parole ti fluiscono attraverso il cuore e la penna dello stesso, altrettanto scorre di ritorno a Me anche la tua preghiera attraverso di lui.

2. Continua solo ad amare così! Credi, e confida nel Mio aiuto; allora questo aiuto non ti mancherà mai!

3. Se non puoi amare così come vorresti, allora questa è proprio la caratteristica dell’illimitato amore. Vedi, se Io non avessi posto all’Amore delle barriere attraverso la Sapienza, allora non esisterebbe nessuna Creazione, nessun altro essere vivente, poiché l’Amore spingerebbe o attrarrebbe gli amanti l’uno accanto all’altro che non sarebbe poi possibile nessuna soave attrazione, nessun dolce, riscaldante calore di un essere colmo di delizia; sarebbe un  reciproco spingersi, uno strappare a sé, il che avrebbe per risultato non un’eterna vita, bensì un’eterna distruzione.

4. Così, invece, Io ho posto all’Amore le sue sagge barriere, l’ho separato attraverso involucri corporei, dove in verità può essere perseguita una continua unione, che però non è mai possibile completamente, e in verità per un buon motivo: perché il risultato sarebbe proprio l’opposto di ciò che voleva proporsi.

5. Vedi, voglio parlare con te in maniera umana. Cosa credi tu, cosa rende più beato: un abbraccio che due cuori amanti possono ripetere più spesso, dove un cuore colmo di ardente amore sente deliziato i battiti del polso dell’altro, dove poi le anime unite s’incontrano spiritualmente nello sguardo e possono ripetere questo beato godimento quante volte vogliono, oppure un abbraccio senza limiti che, pur durando in eterno, tuttavia non procurerebbe mai una sazietà di ciò che l’anima amante veramente vuole, perché essa vuole amare e amare, e proprio quest’illimitato impulso la consumerebbe invece di conservarla?

6. Perciò vedi, Mia cara figlia, Io ho spinto nel mezzo la materia, ovvero, spiritualmente, la forma, affinché fosse la mediatrice e la quietante potestà che, all’impulso dell’amore, mette veramente delle barriere, ma per mezzo di queste, esso diventa conservatore e promotore.

7. Solo così può essere ottenuto un mondo, una continuazione a sussistere del Creato, poiché in tutto c’è l’eterno impulso dell’unione, oppure la costante attrazione di ciò che è concorde. Questo è il grande impulso che vincola mondi a mondi, esseri ad esseri, cuori a cuori, anzi perfino la materia apparentemente senza vita ha le sue leggi di assimilazione (di collegamento).

8. La lotta dell’atomo più basso, dalla sostanza materiale fino all’impulso d’amore dell’angelo più alto nella Mia vicinanza, – è solo una e la stessa cosa: non è altro che l’Amore tenuto nelle rispettive barriere mediante la Sapienza!

9. Se non ci fosse quest’impulso, oppure, se si potesse raggiungere così facilmente il proprio appagamento, che cosa e dove sarebbe un mondo? Dove una Creazione? E dove lo scopo perfino di un Creatore, per creare cose ed esseri che, invece di mantenerli eternamente, li distruggerebbe per (troppo) Amore?

10. Quindi, figlia Mia, come vedi, da ciò che ti ho detto finora risulta che l’argine che senti in te non è la tua carne o il risultato di un’anima non ancora purificata, oppure la sua unificazione ancora imperfetta con lo spirito, bensì che il Padre tuo Celeste proprio attraverso queste barriere materiali ti mostra un’infinita grande serie di gradini sui quali potrai costantemente salire in alto e, così, sentire sempre di più le delizie dell’Amore, e imparerai a tollerare ma senza giungere mai ad una (assoluta) sazietà, altrimenti questa sarebbe la tua morte, e non la tua vita!

11. Perciò: ama! – E ama più forte che puoi! – Ama Me, sì, ama Me nel tuo prossimo, come fratelli e sorelle spirituali, e ama Me nella Mia natura; perché anche gli oggetti, ai vostri occhi apparentemente senza vita, sono sempre anche solo prodotti dell’Amore, prodotti di un Amore divino che, se non fosse ciò che realmente è, non potrebbe mettere tali sentimenti nel tuo cuore, sentimenti che spesso s’impadroniscono di te come un presentimento proveniente da un mondo superiore, quando per esempio vedi la bellezza di un fiorellino, oppure senti il soave canto di un gorgheggiante usignolo. Ovunque c’è la stessa voce che dà all’uccellino il suo sospiro d’amore e a te le tue parole d’amore.

12. Rimani solamente sulla via che hai ora intrapreso, essa ti condurrà a Me, ti mostrerà l’amore che adesso ti abbraccia come un dolce presentimento in forme maggiori e più chiare. Quanto più ami, vale a dire ami spiritualmente, tanto più il mondo diventerà più bello per te, e tanto più apprenderai che ci vuole solo un cuore amante per coprire – come Io stesso faccio –anche gli errori, le passioni, anzi perfino i crimini degli uomini con il velo dell’Amore, provando invece dell’ira, sdegno e disprezzo, solo compassione, porgendo al primo penitente peccatore o peccatrice, con lacrime di partecipazione negli occhi, la mano fraterna per l’aiuto.

13. Tu sei già sulla via per diventare una vera figlia spirituale del Mio Amore. Già fiorisce questo fiore della tolleranza nel tuo cuore molto provato. Già splende la Luce della tolleranza cristiana dalle tue azioni; per vero hai ancora da lottare con le sofferenze del tuo corpo, tuttavia pazienza, anche questa si accrescerà, spunterà anche per te il giorno in cui vorrai morire di delizia ai Miei piedi, per via della riconoscenza e grazia che ti ho concesso, e allora si aprirà per te un nuovo percorso di vita, perché riconoscerai sempre di più che nell’esercizio dell’amore per il prossimo c’è la vera via che conduce al Mio Cuore.

14. Quanto più aiuti gli altri, tanto più sarai aiutata tu stessa (da Me). Allora l’amore troverà la sua vera occupazione, la sua vera sfera d’azione. A questo punto opererai nel piccolo come Io opero nel Grande e, al di sopra delle piccolezze della vita umana, al di sopra degli errori del tuo prossimo smarrito, si aprirà per te un Cielo pieno di delizia e beatitudini, che solo allora ti mostrerà quanto sia stato ben saggio e intelligente da parte Mia porre delle barriere all’Amore, perché solo così esso sarà diventato un dispensatore di vita e di calore, invece di un potere distruttore.

15. Ora avete di nuovo una Parola da Me che vi deve fortificare, consolare e guidare. Seguite solo le Mie paterne ammonizioni e l’impulso del vostro cuore, e troverete in gioco il Padre e il Suo Amore in tutto ciò che vorrete intraprendere.

16. Come la Mia mano, come l’Onnipotente interviene ovunque, – e anche deve intervenire, così conduce anche i destini dei mondi, degli spiriti e degli uomini, e li guida tutti alla comune meta, alla meta di una futura unificazione nell’Amore, come il legame che abbraccia tutto, ed ha attirato anche i vostri cuori a Me, al Padre Celeste vostro, il Quale anche qui vi dà la benedizione. – Amen!

 

 

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Cap. 18

 

La Parola

ovvero

Il più grande nel più piccolo

3 luglio 1871

 

(Da una lettera al fratello J. Busch di Dresda)

1. Dopo che nulla è accaduto nel mondo materiale e spirituale, cosa che non avrebbe il suo scopo, allora anche questo stimolo del loro animo sarà stato volutamente concesso, in parte per eliminare i loro stessi dubbi, in parte invece per lasciare ai miei fratelli e sorelle, e di conseguenza forse anche all’umanità capace di assorbire una testimonianza permanente, come devono essere comprese le condizioni del tempo, l’Apocalisse di Giovanni e l’emissione dello Spirito Santo da parte del Signore, ed essere così forse lo strumento per benefici spirituali per molti, di cui non può essere misurata ora la loro portata! Perciò sia lodato e glorificato Colui che può operare delle cose grandi con mezzi così semplici!

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(Fin qui la lettera, poi continua il Signore)

2. Sì, Mio caro scrivano, e anche tu, Mio caro figlio, così è nell’amministrazione della Mia casa; compiere il più grande con mezzi minimi, questo è il gradino più alto dello Spirito!

3. Guardate solo l’operare degli uomini, le loro percezioni, le loro macchine, il loro modo di guarire, e vedrete ovunque che, proprio perché non vogliono confidare in Me, ma sulle loro stesse forze, devono fare così molti giri per trovare ciò che un rinato nel Mio Spirito scorge a prima vista, il quale comprende ‘il perché’ e ‘per che cosa’, e vede davanti a sé all'istante il mezzo e lo scopo perfezionato nello spirito. Perciò adoperatevi anche voi per giungere il più presto possibile alla chiarezza, affinché anche voi impariate a comprendere e a riconoscere il mondo, gli avvenimenti e il vostro stesso cuore. Nulla è più facile che operare miracoli davanti alla massa limitata nello spirito. Ci vuole solo l’illimitata fiducia in Me, e anche il ponderato impiego di tale aiuto solo nel caso del bisogno, e non per curiosità o scherzo, perché allora fallirà ogni esperimento. Tuo fratello (*B.) soffre in ogni caso di un ‘difetto cardiaco’, egli soffre di scetticismo, cerca sempre nel nuovo ciò che nel vecchio è già stato detto e spiegato mille volte. Egli condivide questo errore con molti dei tuoi ascoltatori, perciò ho lasciato esprimere verso di te, per iscritto, il suo desiderio; era il suo, ma questo sonnecchia ancora in parecchi cuori, e così ho soddisfatto lui e voi e ancora molti altri che in seguito cercheranno il Mio pane. Così spesso un’innocente domanda di un singolo diventa una colonna commemorativa per l’eternità! – O Miei cari figli! Voi non sapete e non comprendete cosa c’è veramente nascosto nel più piccolo. Vedete, gli astronomi Mi cercano nello sconfinato, incommensurabile spazio, e questo spazio è solo una piccola distanza che va oltre la loro facoltà di comprensione, senza avere nessuna cifra per poter esprimere e immaginarsi queste distanze. Si fermano, sbalorditi e confusi; e se anche un’eternità li vince con le sue ampiezze mai misurate, tuttavia non Mi cercano, non cercano Colui che sarebbe comprensibile dapprima nel più piccolo, invece che nel più grande. I chimici che vogliono scomporre l’etere, l’aria e tutto ciò che per loro è visibile e toccabile, tutti loro cercano nel grande Colui che è comprensibile solo nel piccolissimo atomo, nella forza più piccola. Il geologo scava tra ossa fossili e specie di pietre rivoltandole, vuol calcolare l’età della sua dimora, la Terra, le sue rivoluzioni, le sue epoche di sviluppo.

4. Povero necroforo[6]! Interroghi i morti per i viventi, i loro resti ti diranno bensì: ‘Noi siamo stati una volta’, ma il quando, questo lo deve solo indovinare, perché nessuna voce da lì gli annuncerà quando ho edificato e di nuovo distrutto delle Creazioni nella Mia Sapienza, per fare della vostra dimora, la Terra, alla fine, ciò che potrebbe essere adesso, se anche voi uomini foste come vi ho creato Io: un paradiso per i Miei figli giubilanti incontro a Me! – Soltanto, ‘ciò che non è, può ancora divenire!’, così dice uno dei vostri proverbi, ed Io aggiungo che proprio adesso sono in questa fase, far da questo globo terrestre ciò per il quale l’ho veramente creato. Il lavoro è in pieno corso, soltanto che opero di nuovo a modo Mio, dal piccolo nel grande. E così vedrete anche voi, come da parole spesso solo delle parole gettate lì, si svilupperanno gli avvenimenti più grandi, come un giorno dalla Mia Parola: ‘Sia fatto!’, è sorta un po’ alla volta un’intera Creazione nel giusto Ordine.

5. ‘La Parola’ è un Mio dono all’intero mondo degli spiriti, e anche all’umanità, è ‘la Parola’ che risveglia, che stimola gli spiriti, li spinge a gradini superiori. La Parola è la base del discorso, il discorso è la base dell’operare, e l’operare è la base per progressi spirituali! Un giorno risuonò questa piccola parola ‘Sia fatto!’ e continua ancora a risuonare, il suo suono penetra di eoni in eoni stimolando e risvegliando; perché questa non è materia, ma Spirito. Si presenteranno e comunque devono anche presentarsi con quest’arma spirituale (la Parola) abusi con la Parola spirituale, come lo vedete anche oggigiorno; perché l’uomo è libero di rivolgersi verso l’Alto o verso il basso; tuttavia anche qui è il risultato finale che serve nuovamente ai Miei scopi.

6. Vedete, figli Miei, nella Mia Creazione voi siete ancora quasi meno che creature microscopiche in confronto a quegli uomini che esistono là, con corpi giganteschi che supererebbero tutte le vostre fantasie, e nonostante ciò, invece di questi uomini enormi, ho scelto voi per figli, sono venuto Io stesso sulla vostra Terra, più piccola di un granello di sabbia, e anche qui vi ho nuovamente mostrato che Io sono nel piccolo il più grande. Mentre quegli uomini giganteschi hanno spiritualmente ancora una lunga via per riconoscere Me come Colui che sono veramente, così voi – corpicini microscopici – avete uno spirito nello stesso, al quale perfino l’Infinità è spesso troppo piccola. E come la piccola ‘Parola’ è portatrice di tutto lo spirituale, così anche voi, piccoli esseri nella Mia grande Creazione, siete destinati a diventare i portatori della Mia dottrina d’amore in tutti gli spazi; e di nuovo si giustifica il fatto che solo nel più piccolo dimora il più grande, come in una semenza di un albero giace nascosto un eterno bosco che mai svanirà, finché esisterà una Terra sulla quale il seme potrà continuare il suo processo vegetale. E così la Parola è l’eterno seme di un mondo di spiriti che mai finisce, ed è un progresso mai cessante. Perciò confidate nella Mia Parola, essa è la Sorgente primordiale di ogni amore, di ogni benedizione che fluisce a voi attraverso la stessa. Leggetela spesso e molte volte, immergetevi in una singola parola, in ogni parola espressa da Me si trova un’eternità. L’infinità che non potete comprendere nello spazio e nelle distanze, sta chiaramente davanti a voi nella più piccola parola.

7. Come ‘la Parola’ partorisce eternamente del nuovo, guida eternamente a nuovi pensieri, a nuove idee, a nuove azioni e progredisce sempre, e da ciò conferma la sua Infinità, altrettanto vedete creato dalle due forze primordiali ‘Magnetismo’ ed ‘Elettricità’[7], attrazione e repulsione, un infinito mondo di soli, pianeti e comete, ai quali un giorno esclamai la parola ‘Sia fatto!’. Là, dove i vostri sguardi con nessun telescopio possono più afferrare un raggio di Luce, là in quegli spazi operano queste due forze, le due piccole Leggi, continuamente creando paradisi ed eden per le Mie creature, là alita ancora lo stesso Soffio dell’Amore tutto abbracciante che compenetra anche il vostro petto in momenti beati.

8. Anche là Io sono il Padre, sebbene non così conosciuto come da voi, ma sempre Lo stesso, Colui che guida anche là tutti gli esseri e le creature, li guida ad un lontano mondo degli spiriti che si erge ampiamente al di sopra della materia, li guida all’eterna beatitudine e delizia. E dove di nuovo nella forma di una singola parola del Mio Io, splende la Mia Creazione e prescrive a tutti gli esseri creati la meta nella suprema luce raggiante, questa parola che eternamente non passa è sempre la parola operante nello stesso modo, che non vi abbandonerà mai, dalla culla fino alla tomba. Questa parola è: “Amore!”, l’Amore del Padre vostro che può sentirsi come Padre solo quando i Suoi figli capiscono e comprendono del tutto questa parola.  – Amen!

 

 

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Cap. 19

 

La pazienza fa maturare i frutti dell’eterno Amore

6 settembre 1871

(Ad un componente del circolo triestino)

1. Non così, mio caro figlio, Io vengo allo scopo. Lo spirituale, il più nobile nella natura umana, deve maturare su altre vie, diverse da quelle che tu immagini. (in altre parole, non così veloce con passo tempestivo, come lo vorresti tu).

2. Guarda questo fiore spirituale come sboccia bello nella soave ombra del dolore e della sofferenza, (dove da una piccola donna capricciosa ed egoista si deve sviluppare liberamente una figlia di Dio); mentre, se lo facessi come vuoi tu, cioè se la trasferissi nella sfavillante luce solare della corporea salute, essa – invece di svilupparsi dolcemente e lentamente – si disseccherebbe rapidamente.

3. Perciò piano, figlio Mio. Se ami tua figlia adottiva spirituale, dopo che vi ho guidati spiritualmente insieme, perché vi legano altri legami (di vite precedenti) che ora non potete conoscere, sii dunque rassicurato: anche se il tuo amore per lei è grande, tuttavia il Mio è ancora molto di più!

4. Lei vorrebbe sprofondare spesso nelle tue braccia, perché l’amore vuole attirare a sé tutto ciò che ama. Solo che per te dovrebbe seguire un lasciar-andare, perché voi, e ogni anima, siete destinati per altre missioni.

5. Solamente quando un giorno verrà il momento in cui tua figlia potrà sprofondare nelle Mie braccia, solo là vi sarà questa vera e permanente beatitudine, la quale in te è solo debole e momentanea, mentre in Me è forte ed eterna.

6. Quello che voi, creature sulla Terra, sentite dell’amore, anche se ci sono i più potenti affetti che fanno pulsare più velocemente il vostro cuore, sono comunque solo deboli inizi, dolci presentimenti verso quest’Amore che Io sento per voi, e che Mi smuove ad attirarvi al Mio Cuore paterno su differenti (e come ora qui straordinarie) vie.

7. Te, Mio caro scrivano della Mia divina Parola (d’Amore), Io ti conosco, tu vorresti render felice il mondo intero, vorresti veder soddisfatti tutti gli uomini e guidare tutti sulla medesima via che conduce a Me. Tu vorresti vedere esercitata in altissimo grado su questo globo terrestre, pace e concordia, amore per il fratello e amore per Dio. Tu vorresti, come tua figlia adottiva sofferente, guarire l’intera umanità in un colpo solo.

8. Anch’Io vorrei fare lo stesso,  e nonostante ciò non posso e non devo farlo. Anch’Io devo permettere sofferenze e miseria, per colpa e senza colpa, e non posso sopprimere questo, perché Mi costringe uno scopo più alto, più grande e più spirituale, cioè, a subordinare la vita mondana a quella spirituale; e quando la tua anima è mossa a compassione dove vedi soffrire questa figlia e non puoi aiutare, allora spesso lo sono anch’Io ancora di più.

9. Consolati quindi con Me, piccolo padre spirituale di un piccolo gregge; ciò che tu senti nel piccolo, Io lo sento nel grande, con la sola differenza che – se tu avessi il Mio potere – probabilmente faresti delle sciocchezze, cosa che presso di Me non può essere il caso.

10. Continua ad andare sulla via (della preoccupazione d’amore) come adesso; ama i tuoi figli spirituali come te stesso, e sprona tutti ad amare Me sopra ogni cosa, e a suo tempo vedrai già chiaramente che Io sono comunque una Guida migliore di te.

11. Dà un’occhiata a questa Mia figliola. Che cos’era? Che cosa è adesso? Certamente tu non l’avresti portata laddove l’ho portata Io; perciò riconosci il Mio potere e il Mio Amore, e frena la tua impazienza. Tutto ha il suo tempo (necessario per la maturazione), e un giorno avrete tutti, pace e tranquillità; allora non dimenticate mai che proprio al di sopra di tutti gli apparenti contrasti della vita – come il Sole sopra ogni afflizione umana – così solo l’Amore del Padre vostro è la potente forza che guida tutti voi (alla miglior meta)! – Amen!

 

 

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Cap. 20

 

Il bacio

29 ottobre 1871

1. Vedete, Miei cari figli, voi usate questo segno dell’amore in differenti condizioni e situazioni della vita, e ciononostante nessuno di voi sa il perché ha scelto proprio questo segno per esprimere i suoi sentimenti, e ancor meno che cosa sia veramente, oppure cosa significa spiritualmente!

2. Dal momento che questo segno dell’amore, cominciato dalla culla fino alla tomba, è intrecciato nella vostra vita, allora voglio darvi su questo alcuni chiarimenti, tramite i quali potrete riconoscere quanti alti adempimenti spirituali si trovano spesso in un unico atto, di cui non potete farvene nessuna idea, né con tutte le riflessioni, la minima ragione!

3. Per venire ora al significato spirituale del bacio, devo cominciare dalla parte materiale per mostrarvi come, sulla via materiale del contatto, vorreste provocare dello spirituale, cosa che naturalmente non può essere permanente, e proprio per questo, l’atto del bacio viene anche ripetuto spesso in differenti situazioni.

4. Ora alla faccenda: voi (in Trieste) più volte avrete già visto un polipo di mare che con i suoi tentacoli può irretire la sua preda, e poi fissarsi alla stessa con i suoi vasi linfatici, come poi usa questi vasi linfatici anche per fissarsi e tenersi agli oggetti, e così affrontare il potere delle onde del mare o delle correnti marine, oppure quando minaccia un pericolo aggrapparsi con più tentacoli ad un solido oggetto e poi potersi difendere liberamene con i restanti.

5. Ebbene, che cosa fa il polipo con i suoi vasi linfatici? E come sono fatti questi per essere utili al loro scopo?

6. Vedete, vogliamo cominciare dapprima con la struttura di questi strumenti succhiatori: essi consistono di una quantità di piccole pompe pneumatiche, attraverso le quali l’animale assorbe l’aria sotto lo spazio cavo delle ventose e poi, attraverso la pressione dell’aria esterna oppure dell’acqua, si può tener stretto, e precisamente con la massima facilità e senza sforzo.

7. La fuoriuscita di queste escrescenze aspiranti è quindi in primo luogo di estrarre l’aria (o l’acqua) racchiusa intanto nell’altro oggetto. Dunque, dopo che l’aria insieme alle sue parti costituenti è necessaria anche all’altro corpo per la sua continuazione, allora il polipo, attraverso questo processo, sottrae al corpo a cui è appiccicato qualcosa del suo stesso principio di vita e se ne appropria.

8. Ebbene, ciò che il polipo fa meccanicamente attraverso la costituzione delle sue ventose, lo fate tutti voi uomini con l’atto del bacio, perché presso di voi altrettanto la bocca viene contratta come una ventosa, e in tal modo attraverso l’aspirazione dell’aria si accoglie però ancora un’altra, anzi due altre sostanze nel corpo e nella propria anima: per primo si accoglie una piccola particella di estraneo magnetismo vitale, e per secondo un altro fluido animico che, in tali momenti diventa più libero e si può comunicare agli altri.

9. Come il polipo si sente meglio quando può legare più strettamente a sé l’altro oggetto voluto attraverso i suoi tentacoli aspiranti, così succede anche all’uomo quando, nell’atto del baciare crede di aver stretto più vicino a sé l’altro corpo vivente o non vivente, dove poi oltre alla piacevole sensazione del contatto esteriore si aggiunge ancora il contatto animico, il quale dà all’anima del baciante un presentimento di unione permanente che, purtroppo su questa Terra e con questo corpo pesante non può essere messa in atto, fino a che un giorno degli elementi più fini saranno il vostro involucro, dove il confluire di due anime nel baciarsi potrà essere percepito più chiaramente e più a lungo!

10. Che il bacio si estenda anche fino alla libidine sensuale, è naturale, perché anche dietro questo atto giace sempre nascosto pure un senso più alto, più spirituale, che è conosciuto e compreso da pochi.

11. L’amore, questo legame tutto abbracciante che tiene insieme la Mia intera Creazione e la attraversa, proprio questo amore nei suoi momenti più alti è senza parole. Suoni, parole, anzi perfino sguardi, sebbene da occhi raggianti d’amore sono troppo poco per esprimere ciò che l’amore vuol dire all’oggetto amato, esso spinge al contatto per procurare attraverso lo stesso un confluire di due anime.

12. Qui è ‘il bacio’ che, attraverso il saldo fissaggio delle labbra, vorrebbe saldare a sé eternamente l’oggetto amato, dove l’anima in questo contatto vorrebbe dare interamente tutto il suo io all’altro oggetto amato, per ricevere di nuovo in cambio da lui il proprio.

13. ‘Il bacio’ è uno di quei momenti dove due anime si sentono come una cosa sola, sebbene solo per momenti, e dove nessun linguaggio possiede espressione per esprimere ciò che si è sentito nel baciarsi.

14. Questo è uno di quei momenti in cui l’anima vorrebbe elevarsi al di sopra della sua fragile natura mondana, ma purtroppo è fattibile solo per breve durata. Allora deve lasciare di nuovo questo contatto per effettuarlo ancora più tardi.

15. Così è il legame spirituale delle affinità tra le anime, quello di unire ciò che è simile che passa attraverso la Mia intera Creazione, e dà agli esseri secondo le loro individuali disposizioni spirituali, spesso dolci presentimenti di un mondo superiore, affinché non si debbano perdere troppo nel fango della materia.

16. ‘Il bacio’, un semplice contatto delle labbra, passa come testimonianza d’amore attraverso tutte le situazioni della vostra vita, – la madre alla culla del suo bimbo appena nato non sa dire niente allo stesso, non ha nulla da spiegare, ma un bacio esprime tutto ciò che lei vuol dire.

17. Il bacio del rivedersi, della separazione, perfino ancora al bivio in un altro mondo, è l’ultima espressione di un’anima che, senza parole, non riesce più a dir niente all’altra, non può più annunciar niente. Nel bacio l’anima unisce tutto. Nel bacio vuol dare tutto e prendere tutto ciò che le permettono le circostanze e le condizioni del tempo. Ed è solo il bacio dell’amore il riconoscersi di due anime che sono fatte l’una per l’altra. Chi può descrivere questo primo bacio? Nessuno di voi uomini. Ma andate di là nel regno degli spiriti, e i Miei angeli vi potranno dire che questo bacio proviene dalla loro Patria, solo che presso di loro non viene mai profanato o abusato attraverso la sensualità.

18. Voi un giorno riceverete questo bacio anche da coloro che sono andati dall’altra parte prima di voi, dove là, purificati e raffinati, vi aspettano con impazienza. Là appena comprenderete e imparerete a provare anche voi la fusione di due anime in una, di cui il bacio è solo una debole immagine, e sulla Terra come unico simbolo del Mio grande Amore per voi e per tutto il Creato, durerà finché lo spirituale sarà rivestito di materia.

19. Il Mio grande Amore divino che con voi non può venire in contatto corporeo, ma soltanto con il contatto spirituale, vi ha dato questo atto del bacio per l’impiego istintivo; perché nel bacio voi fissiate labbra su labbra nei momenti sublimi. Vedete, figli Miei, le labbra sono uno strumento principale del linguaggio, della parola, della comunicazione spirituale per mezzo di strumenti corporei.

20. Ebbene, dove le labbra come strumento di linguaggio ammutoliscono, qui l’amore presta loro ancora l’ultima, la più alta espressione del contatto con l’altro essere, al quale vorrebbe dare o riversare in esso tutto il suo io, tutta la sua anima. E così, l’imprimere delle labbra sulle altre è l’atto dove la comunicazione corporea ha la sua fine, e quella spirituale il suo inizio.

21. Il bacio è l’unione di due anime in un tutto, e questo segno dell’amore esisterà finché Io sarò l’Amore stesso in Persona!

22. Se sapeste cosa significa ‘amare’, anche ‘il bacio’ sarebbe ancora troppo poco per voi; ma voi non comprendete il Mio Amore, dove il contatto con qualsiasi oggetto è una profanazione della ‘dignità dell’amore’.

23. ‘L’Amore divino’, questo legame spirituale tutto riconciliante, tutto abbracciante, vi ha dato il bacio quale segno che dovete riconoscere in tutti i momenti solenni la pietra terminale, dove due mondi si separano e tuttavia confluiscono di nuovo!

24. L’Amore, quello infinito che costituisce il Mio Io e secondo la Sua immagine siete stati creati voi e tutti gli esseri, non dovete praticarlo solo in singoli momenti con il bacio, non dovete dare solo ‘il bacio della riconciliazione’, il ‘bacio fraterno’, no! Dovete diventar stabili, cosa che questo bacio esprime in siffatti momenti. Dovete sempre tenervi attivamente stretti il prossimo, continuamente attraverso atti d’amore, come il polipo il solido oggetto come sostegno; attirarli sempre più vicini a voi, e godrete senza sosta anche l’atto del bacio con tutti i suoi sentimenti mondani e spirituali, perché l’unificazione con i vostri fratelli è l’unificazione con Me!

25. L’avvicinarsi al proprio prossimo, la riconciliazione, il perdono dei suoi errori, è l’aspirar l’aria delle labbra similmente al polipo, è spiritualizzazione del materiale, è pregustazione della vostra futura esistenza, è ingresso nel Mio Cielo, è il primo bacio spirituale del Mio stesso Io che – se fosse possibile adesso – non potreste sopportare e continuare a vivere!

25. Perciò, figli Miei, non abusate del bacio per effetti sensuali o perfino per il tradimento; in tal modo danneggiate la vostra e la Mia natura spirituale. Usate questo atto solo nei momenti più alti, dove il linguaggio è troppo povero per esprimere al vostro prossimo l’amore che sentite per lui. Il bacio tra di voi deve essere solo il segno della pace, della riconciliazione e dell’amore.

26. E così anche voi sarete accolti un giorno dagli spiriti nel Mio Regno, dove poi cadrà il velo che vi separa da loro e da Me e, con l’imprimere delle labbra non avrete più bisogno di dire all’altro: “Fratelli, noi siamo prodotti spirituali, prodotti di un Padre che è solo Amore, che diffonde solo Amore e vuole avere solo amore corrisposto. Sia Egli lodato e glorificato! Egli ha messo in un tale piccolo atto ‘il bacio’, un così grande godimento spirituale che, sebbene solo per momenti, rimuove l’uomo dal mondano e lo conduce nelle vicinanze di coloro che sono figli dell’Uno, quell’Uno che non cesserà mai, né ha mai cessato di far di noi ciò che voi siete diventati già da lungo tempo!”. – Amen!

 

 

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Cap. 21

 

Continua ad amare, figlio Mio!

22. dicembre 1871

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. AmaMi di tutto cuore! Riconosci il Mio Amore in tutte le creature, in tutti gli esseri, come gli stessi con tanta fervente operosità conducono il simile al simile! Stringi legami più stretti, avviane di nuovi, e là dove odio e discordia hanno forse fatto nascere una inimicizia, unisci di nuovo con il balsamo dell’umiltà ciò che arroganza o presunzione hanno separato!

2. Ama Me, Padre tuo, di tutto cuore! Dimostralo con le tue opere e pensieri che vuoi diventare ed essere un figlio degno di Me, di un Dio, di un Padre affettuoso!

3. Ama Me, così come Io l’ho dimostrato spesso ai Miei apostoli e discepoli indicando al mondo dei bambini e dissi: «Finché non diventerete come questi, non entrerete nel Regno Mio».

4. Sì, l’amor filiale, senza falsità, senza pensieri segreti, senza interessi particolari, questo donarsi completamente nelle mani di un Padre amorevole, questa irremovibile fiducia che ‘da lì non può venire nulla di male, bensì solo del bene’, questo dimenticare tutto il resto e cercare solo lo sguardo soddisfatto di Colui che comprende l’amor filiale e lo può anche di nuovo ricompensare come lo merita, solo questo amore può renderti costantemente felice, ricompensarti di tutto e, in mezzo a tristi condizioni e circostanze, mantenerti la vera quiete nel cuore, cosa che nessuno può, eccetto Colui che è l’Amore stesso!

5. Guardate sulla vostra Terra, come il bambino nelle difficili situazioni si aggrappa al padre, mentre di solito la madre stessa ha perduto il proprio equilibrio, senza dare più conforto al bambino supplicante. Altrettanto lo è nello spirituale, nella grande lotta del mondo.

6. Tua madre era per te il mondo con tutte le sue impressioni fin dal primo istante, da quando fosti cosciente di te stesso.

7. Il mondo ti ha sedotto con braccia d’amore, ma non di continua durata; sei cresciuto al di sopra dello stesso, hai aspirato a qualcosa di più alto, più spirituale, all’Amore del Padre. Certamente hai dovuto pagarlo a caro prezzo con dolori e sofferenze; sul giaciglio del malato ti ho purificato, come il metallo nobile può essere portato alla fusione solo attraverso il violento fuoco, e così anch’Io ho portato alla luce del giorno l’oro che giaceva nascosto nel tuo cuore, della cui presenza tu stesso non eri consapevole.

8. L’immagine raggiante dell’amore splende ora nei tuoi occhi. Hai vinto su quella tenerezza materna, e corri a passi veloci incontro al Padre. Corri! – Giunto da Lui, solo allora potrai riconoscere il passato nel suo vero valore, e il futuro misurarlo giustamente. Solo nelle Sue braccia e al Suo petto saprai apprezzare che cosa significa la sofferenza, se un tale Amore e quiete che mai finisce ne è il risultato finale.

9. Questo, figlio Mio, te lo dice il Padre tuo che ti guida, che ti conduce e ti inizierà in godimenti spirituali sempre più elevati. Se anche questi dovessero essere pagati a caro prezzo, nondimeno sarebbero degni del prezzo, perché solo il risultato finale ti mostrerà la nullità di tutto il mondano e la grandiosità e l’importanza di tutto lo spirituale.

10. Esistono due vie della vita: una dalla materia e una nella materia. Tu segui la prima, e ogni giorno ti libererai sempre più dal materiale. E più te ne liberi, più sarai rivestito con lo spirituale incorruttibile. Più volterai le spalle al mondo, più il Sole spirituale dell’Amore ti illuminerà il volto e potrai diffondere sullo stesso lo splendore come fanno gli angeli. Così precisamente che lo stesso non diventerà soltanto un fedele riflesso del tuo interiore, ma agirà anche sugli altri come influsso magnetico e li stimolerà all’imitazione.

11. ‘Padre!’ dice la grande parola con la quale resi felice il mondo con la Mia passata discesa sulla vostra Terra. ‘Padre!’ fu la grande Parola che là si sviluppò dall’importante espressione per tutti gli esseri: Dio, Signore di tutto il visibile.

12. ‘Padre!’ ancora oggi è la vivente, attiva parola, come espressione dell’infinito Amore, indicando non solo che l’Amore del Padre dura in eterno, bensì che questo può giungere solo a coloro cui il Padre ha impresso il Suo Amore, la Sua Umiltà e la Sua Mansuetudine come unica aggiunta spirituale, e che Egli riconosce come Suoi veri figli solo coloro che dimostrano questa caratteristica, come Lui nel grande, così essi in tutto il corso della loro vita la dimostrano con l’adempimento del secondo comandamento dell’amore per il prossimo.

14. Così è il legame allacciato che lega il Padre al figlio e il figlio al Padre, così avvolge un legame, il legame dell’amore che avvolge i cuori consenzienti delle creature, le quali tutte, giubilanti, un giorno si stringeranno a Lui, al Padre di ogni essere creato.

15. E come un giorno Gesù abbracciò i fanciulletti, quando corsero incontro a Lui con amore, anche i Suoi veri figli qui maturati, e venendo poi dall’altra parte tenderanno a Lui in tutto amore e umiltà, – smuoveranno ancora il Padre dei padri, il Signore dei signori, il Sovrano dei sovrani, all’esclamazione: «Lasciate che i fanciulli vengano a Me, perché di loro è il Regno dei Cieli!». – Amen!

 

 

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Cap. 22

 

Perché il tendere di due all’unificazione è una legge fondamentale dell’amore?

24 dicembre 1871

1. Sì, hai ragione Mio scrivano, quale debole idea umana di un Dio che, in più, deve essere anche Padre vostro!

2. Chi Mi è più vicino: l’ultimo verme che striscia ai vostri piedi, oppure il più grande spirito angelico che governa su mondi e ai gradini del Mio Trono ammira la Mia Grandezza, ma anche il Mio Amore?

3. Vedi, la figlia del tuo amico è malata di nervi, però è malata anche nell’anima, sottraendo alla sua anima il cibo di cui veramente ha bisogno per il suo procedere.

4. Spesso, quando siede lì sognando, e sulle sue guance scorrono lacrime, allora è il lamento dell’anima che induce i nervi corporei alla compassione.

5. Le sue lacrime non sono lacrime di dolore, bensì sono lacrime di nostalgia per qualcosa che lei presagisce, ma ancora non conosce.

6. Nessuna parola umana asciuga queste lacrime, solo Io so asciugarle. Ma ci si deve anche donare del tutto a Me; allora lascio stillare il balsamo del conforto nel cuore stanco. Dove manca quest’abbandono, là è inutile anche il conforto.

7. Vedi, il tuo amico e fratello vorrebbe avere una spiegazione del perché due corpi o due anime tendono all’unione/unificazione. E perché quest’unione è una delle Mie Leggi principali della Creazione? – Perché Mi son recato come Dio, come Cristo, sulla Terra e là, del pari, ma con altri mezzi, ho teso alla stessa unificazione?

8. Ecco, figlio Mio, per spiegare tutto questo e poi ritornare di nuovo alla domanda suddetta a motivo della figlia, devo condurti molto indietro, in altre parole agli inizi della Mia Creazione, affinché tu possa riconoscere come già allora era necessario, come primo principio fondamentale dell’Amore, quest’unione di due cose o esseri in un tutto.

9. Ebbene, ascolta dunque: per fartelo comprendere devo spiegare con esempi mondani le superiori cose spirituali, affinché tu comprenda poi più facilmente che ciò che un uomo fa, mai è cresciuto sul proprio campo, ma sono Doni di grazia ereditati e donati da Me, suo Creatore.

10. Vedi, in tutto il vostro agire spirituale voi avete sempre un pensiero segreto del perché fate questo o quello. Questo pensiero segreto è in genere il giudizio del prossimo, dal quale volete essere onorati e apprezzati, anzi spesso perfino invidiati.

11. Ebbene: cosa significa tutto questo? Tutto questo, con altre parole vuol dire: il mio agire e operare deve avere uno scopo, più per gli altri che per me stesso. e questo, ancora una volta espresso con altre parole, significa: l’amore è lo stimolatore per le azioni, le quali poi, regolate attraverso la sapienza, devono di nuovo risvegliare amore presso gli altri, e così dall’amore operante restituire di nuovo il proprio amore attraverso il riconoscimento del suo tendere.

12. In questo modo due esseri o due spiriti si avvicinano, trovano attraverso un terzo – che ugualmente entusiasma i due– il legame che li unisce in uno.

13. Ebbene, ciò che qui ti ho spiegato, l’ho anche fatto quando creai il mondo materiale.

14. Io non ho creato il mondo per Me, ho creato il mondo e i suoi spiriti affinché tutto, materia e spirito, salendo di gradino in gradino, debba riportarMi, di nuovo unito, tutto ciò che ho distribuito separato nel singolo.

15. Così in principio sorse il mondo materiale, e dapprima quello spirituale, dove Satana quale primo e più grande spirito doveva essere il Mio – come dite voi – ‘complemento matematico’ (come la donna per l’uomo, destra e sinistra, negativo e positivo).

16. Satana s’insuperbì, rivolse il suo potere, dato da Me a lui, contro di Me, ed Io fui costretto a bandire questo grande spirito nella materia, dove egli, dal momento che non vuol ritornare come un tutto, deve ora prendere la via che porta a Me in particelle, finché il rimanente non sarà più capace di nessuna resistenza, e dovrà, o cadere per l’eternità, o rialzarsi per l’eternità.

17. Io ho creato l’intero mondo materiale e spirituale, affinché nel godimento degli esseri creati, nel loro stesso amore che si è rivolto a Me, restituisco il Mio, e così gli spiriti vedono il libero ritorno nel Mio grembo! –

18. L’Amore creò, la Sapienza regolò il creato, e la riconoscenza di questi purissimi motivi da parte degli spiriti (e uomini) unì poi gli stessi con Me, in modo da dover diventare un solo Pensiero e un solo Sentimento.

19. Quando disposi il mondo e accanto a tutte le tentazioni lasciai ai singoli individui la libertà, allora dovetti nondimeno anche indicare agli spiriti creati nel vero e proprio senso più alto ciò che Io intendo nel divenire Uno, e a questo scopo precedetti Io stesso con l’esempio, divenni Uomo, Mi rivestii nella materia e cominciai il corso di vita che conoscete, sia l’inizio come anche la sua fine.

20. Mi spogliai come Figlio dell’Amore e conservai solo la Sapienza, cioè la consapevolezza della comprensione della Mia origine, e la visione nella grande opera della Mia Creazione.

21. Così mostrai all’intero mondo degli spiriti la possibilità di poter soddisfare la Mia pretesa, posi per voi uomini la pietra terminale del più alto ideale esempio che un uomo – se vuole – può compiere, e quando compii la Mia missione, come là Mi espressi, ritornai al Padre Mio, in altre parole ritornai al Mio Amore.

22. Ebbene, ciò che è l’unificazione o unione di sentimenti di due esseri in uno, questo nel vostro mondo terreno è l’impulso all’unione di due esseri di differente sesso, in un tutto.

23. Perciò l’impulso spirituale per raggiungere ciò che esisteva già molto prima di ogni Creazione (materiale), ed esisterà anche in tutta l’infinità dei tempi.

24. Che cosa è ora presso gli esseri spirituali, vale a dire presso morali e buoni esseri viventi, il mezzo legante, ovvero il terzo riunente? Vedi, figlio Mio, questo sono Io, quale espressione del supremo Amore; Io, quale quintessenza di tutte le possibili sfumature, come potrebbe esprimersi l’Amore che è espresso in una parola come ‘Amore paterno’, che tutti i rami secondari possono completare solo parzialmente.

25. Quindi Io, come l’Amore supremo, sono il Vincolo comune che tiene tutto insieme, e il conoscitore del suo sé si porta più vicino a Me e al suo spirito complementare, e così, sempre, unisce Due in Uno.

26. Quindi ciò che doveva essere l’amore coniugale, un camminare insieme di due verso una e la stessa meta, cioè avviando la sua unificazione con Me, questo deve diventare la comunione degli spiriti, il che verrà compresa ancora molto oltre questa breve vita errabonda, verrà compreso soltanto là, dove nessun corpo materiale solido ostacola più le ali dell’anima, ma unita con l’amato spirito complementare secondo le Mie Leggi, Mi restituirà di nuovo con infinito amore ciò che Io ho messo dentro di loro.

27. E vedi, figlio Mio, quando tua figlia versa lacrime di nostalgia per qualcosa d’inconsapevole che lei non conosce ancora, allora è l’oscuro impulso verso di Me, dove lei però non è pratica della via.

28. Abbi ancora solo un po’ di pazienza, e presto saprai quanti mezzi ho a disposizione per tranquillizzare il cuore che cerca, e per porgerle il balsamo che la condurrà sulla retta via, vale a dire sulla via che la porta a Me.

29. Si metta solo il velo, con tutta la fede, con tutta la fiducia di cui è capace un cuore filiale, e sentirà da se stessa il cambiamento nel suo cuore. Da ciò dovrà sorgere la fede che Io posso aiutare, e poi dovrà seguire l’amore che darà a questa fede la forza, e infine la salda fiducia che soltanto Io so meglio di tutti cosa e quando le serve.

30. Si rivolga a Me in preghiera, e l’Amore del Padre non abbandonerà l’amor filiale. – Amen!

 

 

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Cap. 23

 

Le basi del linguaggio dell’amore per comprendere la natura

26 dic. 1871

(Ad una componente del circolo triestino)

1. Miei cari figli, prima ancora che trascorra il calcolo del vostro tempo di quest’anno, voglio farvi giungere ancora una parola, una parola d’amore e di grazia, affinché possiate giudicare meglio quello futuro, per lo meno attraverso l’anno passato. Tu, Mia cara figlia, sei progredita notevolmente nella conoscenza di te stessa, hai imparato a conoscere e ad amare particolarmente di più il tuo Padre Santo; il seme non è caduto sul suolo arido, ma su un buon terreno, e porterà già in quest’anno qualcosa, e nel prossimo porterà ancora frutti migliori.

2. Solo, immergiti spesso nelle Mie parole, leggi e rifletti sulle stesse e ancora di più sul loro significato, e scoprirai in esse ulteriori tesori che ti chiariranno di più il Mio Io e il tuo.

3. In alcuni momenti di santa consacrazione hai percepito il valore del Mio Amore, hai sentito quale celeste delizia vi si trova nel poterMi chiamare ‘Padre’ tuo; e nondimeno, figlia Mia, ci sono ancora superiori, ancora più beati gradini della beatitudine che quelli che tu hai gustato. Esiste ancora una superiore scuola dello spirito per l’uomo che progredisce, dove è accolto sul punto della spiritualizzazione, dove il mondo e il suo corpo non gli è più molesto, non gli è più un fardello, ma diventa ben per lui il contrario, perché considera il mondo e il corpo come quegli strumenti per mezzo dei quali egli può manifestare più attività.

4. Vedi, figlia Mia, se Io non avessi creato per Me tutto il mondo materiale e spirituale, allora mancherebbe anche a Me, al Signore onnipotente, un oggetto, anzi l’oggetto principale, nel quale posso manifestare la Mia Potenza e dimostrare il Mio Amore.

5. Questo succede anche a voi uomini. Senza il prossimo sareste, nel migliore dei casi, entusiasti spirituali, ma non fattivi esecutori del Mio divino insegnamento.

6. Perciò deve esistere il mondo! Perciò dovete avere anime rivestite con un corpo, dove il primo è sempre in contraddizione con l’ultimo, affinché esista una costante lotta, un costante stimolo, per far vincere alla fine il nobile principio spirituale.

7. A che serve al gigante la sua forza, se non la può usare? Per che cosa possiede questa forza? Per nulla! Sarebbe, infatti, come se, invece di avere una forza da gigante, avesse quella di un bambino.

8. Non turbarti perciò quando intorno a te scorgi continuamente due fattori contrastanti che vorrebbero distoglierti dalla retta via; essi devono proprio esistere per portarti sulla diritta via, tu devi solo valutare giustamente il valore di entrambi. – Allora nel tuo cuore ritornerà quiete e pace, perché riconoscerai il tentatore da lontano e, con ferma volontà, ti sarà facile la resistenza.

9. Quanto più diventerai maestra del mondo e del tuo io, tanto più comprenderai anche il collegamento spirituale che esiste già da lungo tempo tra gli uomini e il mondo animale, anzi, per un occhio formato spiritualmente, perfino piante e pietre non sono mute[8]. Tutto testimonia della Mia Potenza, del Mio Amore e della Mia Bontà. Solo lo spirito e non l’uomo del mondo può leggere questi geroglifici.

10. Cerca di diventare come questo, e sentirai meraviglie su meraviglie, scorgerai un linguaggio della resa, del sacrificio e dell’abnegazione, e comunque un eterno canto di lode per Me che, se tutti gli uomini lo comprendessero, dovrebbe agire solo svergognandoli.

11. Ora Tu vuoi chiederMi: “Come devo fare per giungere a tale vista e udito spirituali, per udire ciò che a milioni è nascosto?”

12. Vedi, figlia Mia, ti voglio dare questo come dono per il nuovo anno, perché questo giorno è il giorno dei desideri e dei regali, e se i vostri congiunti e conoscenti terreni sono tutti così generosi, dovrei dunque Io, il Padre Celeste, farMi svergognare dagli uomini? – Oh, no, anch’Io voglio contribuire con il mio obolo, soltanto che il Mio dono – secondo Me – è diverso dagli altri doni in uso per il nuovo anno.

13. Ebbene, ascolta dunque: per ottenere questa vista spirituale e quest’udito spirituale, si deve trovare la base in se stessi, invece di cercarli nel mondo esterno; se li avrai trovati e ti eserciterai giornalmente per diventarne maestra, allora il mondo interiore della Mia natura si aprirà ai tuoi sguardi e ai tuoi nervi dell’udito; (per percepire anche il linguaggio dell’eterno Amore). Ebbene, che cosa devi veramente fare?

14. Vedi, figlia Mia, dapprima devi cominciare con la tolleranza degli errori altrui; nessuna parola di collera, di risentimento o d’invidia deve procedere dalle tue labbra; devi giudicare con mansuetudine tutti gli uomini e trattarli con ulteriore indulgenza, compiangerli come figli perduti, e non condannare.

15. Se a questo riguardo sarai diventata maestra della tua vecchia natura, allora sii rassicurata, il mondo otterrà presto per te un altro aspetto. Dove tu adesso vedi lotta, disordine e ingiustizia, ecc, lì troverai allora solo necessarie conseguenze di smarrimenti e malintesi.

16. La natura, eternamente uguale ti apparirà più amabile, più comprensibile; nel suo silenzioso operare, a causa delle confusioni del mondo, troverai una compensazione che non avrai da nessun’altra parte che soltanto in essa. Là inizialmente presentirai la Mia voce, più tardi la percepirai, e alla fine la sentirai chiaramente, e attraverso il suo stesso eterno linguaggio ti riconcilierai con il babilonico del mondo, imparerai a comprendere che proprio attraverso il chiasso del mondo il linguaggio della natura diventa apprezzabile, e così ti si aprirà una fonte di diletti che prima non avresti mai conosciuto né compreso. Ogni cinguettio di uccello che nello splendore del Sole si rallegra della sua vita, diventerà per te un inno di lode per Colui che gli uccellini inconsciamente, e tu con piena coscienza del tuo amore, potete abbracciare. Infatti, Io come Padre Mi lascio amare da ciascuno secondo il suo modo di vedere. Io comprendo il linguaggio dell’amore ovunque, sia nel canto di un grillo oppure nel gorgheggiante canto di un usignolo, oppure nel cuore umano dal fervore giubilante che viene incontro a Me.

17.   Adoperati quindi in questo nell’anno veniente, e anche tuo marito non sarà più nel dubbio con se stesso, credendo egli che nel sostegno del prossimo si sostenga solo la materia!

18.   No, figlio Mio, qui hai torto se pensi così! Devi ben sostenere spiritualmente il tuo prossimo, ma dapprima devi aiutarlo materialmente, e solo dopo conquistarlo spiritualmente per te. Così avrai fatto a lui ciò che il mondo e il tuo stesso io fa a te stesso.

19.   Il mondo e il corpo pretendono da te altrettanto aiuto materiale, tuttavia anche aiuto razionale, ma a ciò si deve annodare l’influsso spirituale.

20.   Tu vorresti liberarti del mondo, dai suoi influssi e dal tuo stesso io. Caro figlio, che cosa ti rimarrebbe poi per dimostrare a Me che tu, compenetrato effettivamente dal Mio insegnamento, vuoi realizzare in pratica ciò che tanto ti entusiasma nelle parole?

21.   I mezzi d’impedimento sono i migliori promotori per il progresso, come le medicine amare sono i migliori mezzi di guarigione. Senza entrambi, l’anima s’indebolisce, il corpo s’infiacchisce. Perciò cerca anche tu, figlio Mio, di portare i tuoi dubbi sotto il tetto (della pace d’amore), affinché tu possa andare incontro più sereno agli avvenimenti dell’anno veniente.

22.   Rimani presso di Me, e lascia il mondo essere mondo. Se vuoi essere un attento osservatore degli avvenimenti politici e sociali, allora troverai la conferma delle Mie parole, e dove altri tremano e si lamentano, indicherai con sguardo tranquillo in alto e dirai: “Quello lassù non inganna! Seguire unicamente Lui è il nostro (dolce libero) dovere!”. Questo, in dono per il prossimo anno, con la Mia benedizione! – Amen!

 

 

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Cap. 24

 

Amore per il prossimo

12 gennaio 1872

1. Mio caro figlio, nella tua ultima lettera che hai inviato al Mio scrivano, c’è tutto il tuo cuore con tutti i suoi dubbi e opinioni di Me che non reggono. Io guidai e guido parimenti anche altri, così che, stimolati dalla Mia Parola, venga alla fine in superficie tutto ciò che, dormendo nell’intimo, non lascia venire il cuore umano al giusto chiarimento; e così anche in questa tua ultima lettera hai tirato fuori ciò che giaceva ancora come non digeribile nel tuo stomaco spirituale.

2. Vedi, figlio Mio, questa è appunto la differenza tra una parola proveniente da ME e quella di un uomo (o di uno spirito), perché la prima nasconde in sé dell’infinito, mentre la parola dell’uomo, sebbene spesso non uguale, viene afferrata e compresa perlopiù dopo una breve riflessione.

3. La Mia Legge dell’Amore, in riferimento al prossimo, dove si dice: «Ama il tuo prossimo come te stesso!», sembra così facile, così semplice da comprendere anche per i minorenni, e nonostante ciò – come lo insegna l’esperienza – i vostri uomini più saggi e dotti di Dio, ed anche voi, figli accolti da Me stesso nella scuola, non l’avete del tutto compresa pienamente nel pratico senso spirituale.

4. Anche tu fai parte di quelli che dubitano e si lambiccano il cervello, i quali cercano bensì il Vero, ma camminano continuamente su vie errate, e non riescono a conciliare questa semplice Legge dell’Amore con le loro condizioni di vita; perché tu, come molti altri, non sapete, dove e come è da esercitare l’amore per il prossimo, per unire assieme tutt’e due, per trovare la completa pace di coscienza nella certezza di aver fatto bene e di non aver danneggiato il prossimo.

5. È questo conflitto che spinge anche te all’esternazione dei tuoi dubbi, e d’altra parte dà a Me un’altra occasione di mostrare a te e agli altri una via sulla quale poter soddisfare entrambi, i tuoi dubbi e gli obblighi verso il prossimo, come completamento della prima Legge dell’Amore:

– «Ama Dio – sopra ogni cosa!» –

6. Dunque, allora ascolta: adesso voglio illuminare più da vicino i tuoi dubbi, nel grande e nel piccolo.

7. Vedi, figlio Mio, nell’intera grande estensione della Creazione, cosa che vi ho già spiegato altre volte[9], ti ho fatto vedere la figura umana come forma di base di tutto ciò che è creato; tu sai anche che perfino il mondo materiale come quello spirituale, come complesso totale, ha un rivestimento che eguaglia la figura umana oppure anche la Mia.

8. Ebbene, se osservi il corpo umano, noterai inoltre che lo stesso sussiste di diverse parti o organi che, insieme, costituiscono l’uomo, danno e conservano allo stesso la sua vita e dopo che sono consumati cominciano di nuovo la via del ritorno attraverso la morte e la decomposizione, per dissolversi nelle semplici sostanze che servono poi per base a nuove combinazioni, a nuove creazioni.

9. Dalla disposizione del corpo avrai anche imparato che dal movimento dei singoli vasi, dalle fibre e dalle cellule procede la vita; con il primo battito del polso o, ancor prima, con il primo sviluppo della vita, nell’embrione, tutto comincia a vibrare, a muoversi, a svilupparsi, e nel prendere e nel dare, nello scambio di sostanza, si determina la vita, la mantiene e poi alla fine la distrugge o la scompone di nuovo.

10. Ebbene, ciò che puoi osservare nell’organismo umano, lo trovi sulla tua Terra, di nuovo esclusivamente in altre condizioni in ogni creatura vivente, e perfino la natura in e per sé apparentemente morta segue queste Leggi; solo che nella stessa il ‘prendere e dare’, ‘l’edificare e distruggere’, non è così visibile come nei prodotti viventi del vostro globo terrestre.

11. Quello che ora puoi osservare nell’uomo, nell’animale e nel regno minerale e vegetale, se impieghi la luce del tuo occhio spirituale, questo è proprio il caso anche in tutti i mondi, nei soli e nei pianeti, quindi in tutto il mondo materiale e anche perfino nel grande mondo degli spiriti.

12. Come nell’uomo esistono tessuti cellulari, vasi capillari e intrecci di nervi, sistemi di vene e di arterie, e in più milioni di milioni di sostanze ancora più fini e parti costituenti i singoli organi, e gli organi stessi alla fine costituiscono l’uomo, così esiste nel complesso dell’intera Creazione visibile e invisibile lo stesso rapporto, la stessa subordinazione per il meglio dell’insieme, lo stesso principio per la creazione, conservazione e dissoluzione delle singole parti, a causa della continuazione del tutto.

13. Come nel corpo degli animali e degli uomini esistono organi importanti, più importanti e molto importanti che influenzano la vita, e una cosa sta sotto l’altra, e tutti insieme esistono per l’esistenza dell’intera vita materiale, altrettanto nel regno degli spiriti e nei grandi mondi ci sono le stesse classificazioni che hanno costituito, formato e modellato il medesimo, “il perché è così e non diversamente”.

14. Il mondo continua a formarsi materialmente, sempre rinnovandosi, sempre creando, sempre distruggendo (la forma indebolita) spiritualmente il medesimo. Il materiale lotta per lo spirituale, lo spirituale per il Divino; e così è creata una serie di gradini dove ogni cosa creata sta sul gradino dello sviluppo, soddisfatta con la sua posizione, rivolge lo sguardo non indietro, bensì in avanti, e in nessun luogo sente in sé un bramare verso ciò “che era”, bensì un bramare verso “ciò che diventerà”, che sprona, stimola e condiziona così la sua vita e lo scopo della sua vita.

15. Ebbene, ciò che nell’intera Creazione materiale e spirituale è la Legge fondamentale di ogni vita, ciò che là nel grande condiziona esistenza, stabilità e dissoluzione, questo è nella vita sociale degli uomini nuovamente legge fondamentale; anche qui, analogamente agli organi del corpo umano, esistono differenti gradini spirituali e materiali, i quali, anche se prodotti mediante la convivenza di molti in grandi luoghi, come città e paesi, tuttavia alla fine dovrebbero avere un grande scopo finale solo nel collettivo operare.

16. Così ci sono operai che producono oggetti (produttori), e nuovamente altri che usano questi oggetti prodotti (consumatori) o per l’addolcimento della loro vita oppure di nuovo per un altro lavoro, così ci sono coloro che obbediscono e coloro che comandano, poveri e ricchi; dappertutto, secondo l’educazione ricevuta, è diversa la concezione del mondo e, mentre ognuno suppone di possedere i diritti, tutti lavorano per l’esistenza di un unico mondo, per l’esistenza del Mio mondo spirituale.

17. Come gli uomini sono spiritualmente diversi, anzi perfino fisicamente non ce ne sono mai due completamente uguali e perfino nel corpo la parte destra non è del tutto simmetrica alla sinistra, così anche il differente impiego del voler aiutare, ovvero l’amore per il prossimo, è differente per ognuno, precisamente così che quello che per uno è buono, per l’altro può essere cattivo.

18. Ebbene vedi, figlio Mio, adesso siamo giunti là, dove puoi dare un più profondo sguardo nella Legge dell’amore per il prossimo che, in apparenza, è così semplice. Guarda: dalla condizione culturale dell’umanità ora vivente, sono procedute le differenti condizioni sociali e il bisogno che lega l’uno all’altro. Questi sono gli organi di un grande corpo statale, come gli stessi organi che costituiscono il corpo umano.

19. Ebbene, per esercitare l’amore per il prossimo nel senso spirituale secondo la Mia Volontà, ti rimando al tuo stesso procedere, come quando introduci qualcuno nel Mio insegnamento, come lo ricevete voi già da lungo tempo.

20. Se vuoi guadagnare qualcuno per Me, che cosa fai? Ecco, tu – come dite voi – ‘non cadi subito con la porta in casa’, non esponi subito al cieco, all’improvviso, il suo occhio al Sole di grazia, ma provi se può sopportare un piccolo raggio di Luce, e vedere come lo accoglie! A seconda di questo risultato, calcoli i tuoi successivi passi, perché una luce troppo penetrante accecherebbe e danneggerebbe il vedente, e al cieco non servirebbe nemmeno.

21. Quello che tu fai ora con questa domanda, applicalo anche in riferimento al tuo prossimo: fa a lui del bene solo quel quanto, secondo la tua opinione, che non gli sia di danno. Porgi all’assetato un calice, ma non un fiume di una bevanda fortificante. Con il primo calice si rafforzerà, con il secondo verrebbe forse derubato dei suoi sensi, e tu non lo avrai aiutato, bensì danneggiato. Là avrai soddisfatto il momentaneo bisogno, ma qui avresti sostenuto un vizio.

22. Nel dare, vale altrettanto come prima legge il mantenere saggiamente la via di mezzo, e anche qui vale la massima: «Siate semplici come colombe, e prudenti come serpenti!»

23. L’errore più grande che finora ha sempre condotto a risultati errati, è quando, perfino uomini buoni, per conformarsi alle Mie Leggi, le vogliono adempiere solo nel senso letterale, dove generalmente s’ingannano e causano più danni che procurare del bene.

24. Voglio citarti alcuni esempi, – ascolta dunque: ammettiamo che nel tuo entusiasmo per il Mio insegnamento hai preso la decisione di privarti di tutti i tuoi averi; tu– secondo la parola del Vangelo – dai tutto ciò che hai ai poveri, o per lo meno a coloro che davanti a te si sono presentati come tali. Credi con questa azione di aver corrisposto alla Mia Volontà e alla Mia Legge? Per niente! Per intanto ti sei privato di tutto; oggi, come credi, hai fatto molto del bene, ma domani tu stesso sarai più povero di coloro cui hai dato ieri. Così facendo, non solo ti sei privato di tutti i tuoi averi, ma per il futuro ti sei perso anche l’occasione di fare del bene e, in certi casi, di asciugare qualche lacrima che sarebbe colata da un occhio per gratitudine.

25. Perciò, il giusto aiutare non è proprio così facile come si crede. Tu Mi obietti contro: “Io come cristiano ho fatto il mio dovere, e questo il Signore me lo metterà in conto; se poi il mio dono sia stato utile o dannoso, non mi riguarda più!”. Forse tu giudicherai così. Io però ti dico che come cieco cavalcatore della parola hai creduto sì di aver fatto qualcosa di buono, ma forse con il tuo dare intempestivo e magari esagerato, hai allontanato da Me un’anima che Io volevo guidare a Me sulla via del bisogno. Se tu avessi dato con moderatezza, allora per il momento sarebbe stato aiutato, e per il futuro non sarebbe stato danneggiato; invece, liberare in una volta un povero da tutte le sue preoccupazioni, è pericoloso, perché egli dimenticherà subito il suo stato precedente e non potrà esprimersi facilmente in quello nuovo.

26. Il miglior dare a un bisognoso è quando si procura loro un lavoro – se è possibile – affinché lavorando, guadagnino il loro pane; il che è meglio che andare come oziando di porta in porta. E dove questo non può essere, allora fate così come Io dissi un giorno: «Nutrite gli affamati e vestite gli ignudi», ecc. – Questo non danneggia nessuno, e allo stesso modo rivolgete il cuore a voi stessi e a Me; tutto il resto, invece, degenera facilmente nell’abuso!

27. Come ho già detto prima, esistono differenti situazioni nella società umana. Così come tu hai una quantità di uomini sotto di te che, a seconda della nascita e delle circostanze – sia colpevoli o innocenti – devono vivere in condizioni misere, altrettanto vedi molti oppure te stesso che sono – come si dice – inseguiti dalla fortuna, e spesso non sanno proprio cosa farsene di tutto il denaro o dei beni che possiedono, senza citare gli onori e le alte posizioni che essi occupano, forse dalla nascita, oppure perché con l’intelletto ben calcolatore hanno saputo utilizzare le circostanze per poter andare avanti.

28. Ebbene, verso di questi il tuo amore per il prossimo si deve manifestare solamente in quanto verso di loro, se ti hanno dato fiducia perché ti considerano come uomo giusto, mantieni pura la tua coscienza e adempi nel modo dovuto ciò che hai promesso loro con l’assunzione del tuo impiego pubblico.

29. Il tuo potere deve ricorrere a nessun’altra sfera d’azione, al massimo attraverso l’intercessione di operare del bene là, dove i propri mezzi non sono sufficienti.

30. Per quanto riguarda il bene spirituale di coloro che sono posti al di sopra di te, lascia fare soltanto a Me, troverò Io i mezzi giusti per renderli morbidi a tempo debito, affinché poi la propria sfortuna renda il loro orecchio più disposto verso il forestiero.

31. Tu opera così nella tua sfera d’azione, offri sempre con amore, ma da’ solo tanto quanto ritieni per bene secondo le circostanze, e il resto lascialo poi a Me.

32. Il mondo com’è adesso, con l’inseguimento a beni di fortuna ad ogni prezzo e con ogni mezzo, è ciò che nel tuo corpo è il naturale corso o il logoramento degli organi stessi. I ricchi, i potenti del vostro mondo che potrebbero fare di questa Terra un paradiso di pace,  a loro capita come agli organi rovinati di un uomo a causa dei suoi godimenti disordinati. Così come gli organi nel corpo umano hanno il loro saggio scopo e adempirebbero certamente anche lo stesso finché il loro campo misurato non viene superato,  altrettanto quelli posti più in alto finché non dimenticano lo scopo per il quale sono qui come parte di un organismo più grande. Appunto adesso, dove essi tralasciano quelli che stanno sotto di loro completamente senza curarsene, volendo solo estendere all’infinito la loro sfera d’azione e di potere, a loro succede come ai singoli organi nel corpo umano, e se uno vuol conservare la propria esistenza a spese dell’altro, egli va incontro al suo dissolvimento. E adesso, dove nella vita del vostro Stato altrettanto non esiste più un giusto equilibrio tra il ricco, il benestante e il povero, adesso coloro che stanno in alto vedono con spavento come i loro piedi non stanno su un solido terreno, e l’edificio artificialmente innalzato, presto privato dei suoi fondamenti, crollerà in polvere, e poi dallo stesso, sopra gli elementi non più utilizzabili, verrà costruito un edificio più robusto, il quale, basato su un lavoro più sobrio, ma anche su un guadagno modico, colmerà queste grandi voragini tra ricco e povero. (Triste ma vero; tuttavia la maggior parte starà pensando: “Ci reggerà ancora!” – “Ma dopo di noi, il diluvio!”).

33. Come queste circostanze fatali, cagionate attraverso l’abuso, accelerano la distruzione dell’insieme, altrettanto nel piccolo, nell’esercizio dell’amore per il prossimo, quando la Mia Parola, capita male, conduce ad esagerazioni così come potete vederle dappertutto!

34. Quali risultati hanno ed hanno avuto gli anacoreti (asceti) che volevano condurre  una vita nella sola contemplazione, e quante volte li ha castigati la loro stessa natura? E a che cosa erano utili per il loro prossimo? Quale fu il risultato della loro vita corporea? Dove sono state commesse le azioni più scandalose, se non proprio in quelle mura che dovevano essere santificate a Me!?

35. Cos’è l’intero sacerdozio del culto cristiano e della maggior parte dei popoli cattolici romani, i quali hanno trasferito tutto il valore principale solo sull’esteriore e, con ciò, adorandoMi nel culto e nelle cerimonie, credono di aver fatto tutto ciò che appartiene ad un cristiano?

36. Dappertutto troverai eccessi fanatici, vizi e vendetta, ma nessun amore riconciliante, nessuna tolleranza con le debolezze del prossimo. Da nessuna parte lo potete leggere meglio che nella storia della cultura dei vostri popoli stessi, come spesso questa semplice Legge dell’amore per il fratello e la sorella sia stata mal compresa.

37. Perciò, Mio caro figlio, esercita tu l’amore per il prossimo nel senso del tuo Salvatore. Scrivi le ingiustizie e le debolezze degli altri sulla sabbia, e le loro provocazioni nel fondo del tuo cuore. Elevati più in alto, più in alto al Mio fianco; guarda da lì a questa confusione e al mondo operoso degli spiriti con sguardo chiaro, e presto comprenderai dove e come è da esercitare e da praticare l’amore fraterno o per il prossimo.

38. Elevati dalla cloaca delle opinioni e dei pregiudizi umani. Diventa spirito! Penetra con lo sguardo l’intera Mia Creazione con l’occhio spirituale, e ovunque potrai scorgere che le stesse cause hanno il medesimo effetto.

39. Non attribuire a nulla un valore più grande di quanto ne abbia veramente riguardo allo spirituale, e allora riconoscerai più facilmente dove e come si possa sostenere materialmente il fratello e aiutarlo spiritualmente, in quest’occasione ti diventerà chiaro come la Mia Parola nella sua semplicità, una volta predicata solo a poveri pescatori, possa diventare una fonte di Luce e di gioia per il cuore umano, quando la mano generosa, accoppiata con saggia avvedutezza, aiuta là, e solo in modo tale che il procedere verso la consacrazione spirituale non venga con ciò interrotta, ma piuttosto favorita.

40. Elevati a Me, figlio Mio, all’unico Figlio carpentiere, il Quale, semplice come nacque, semplice come visse, nella Sua piccola sfera d’azione, come Uomo, ha fatto la cosa più grande, insediando di nuovo l’uomo nella sua dignità spirituale, gli ha restituito ciò che aveva perduto, e così ha trasformato la catena dell’egoismo e del dominio materiale, come Dio – degno di Sé – in quello dell’amore, della tolleranza e della riconciliazione.

41. Elevati al Sofferente sulla croce, e se hai compreso chiaramente le Mie parole e le Mie leggi, allora guarda a Me, ed esclama, come esclamai un giorno Io, riconoscendo tu precisamente la tua missione come uomo: “Ti ringrazio, o Signore, adesso so come devo amare Te e come amare gli uomini! È compiuto!”.  – Amen!

 

 

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Cap. 25

 

Dio è Amore

(IIa parte, segue alla prima del cap. 14)

Trieste, 13 gennaio 1872

1. Sì, Miei cari figli, così dovete fare, vi dovete fortificare nella sofferenza e nella lotta, vi dovete purificare e raffinare, affinché la Mia Parola possa fluire in voi sempre più potente, e possiate riconoscere sempre di più Colui che, sebbene spesso mal compreso, ha tuttavia solo pensato per il vostro bene spirituale, e anche da amare sofferenze vi prepara dolci godimenti.

2. Tu, Mio caro figlio, hai già più volte sperimentato e sentito il Mio potere, fin dove e quanto grande può essere il suo effetto; in te il grande Iddio si è trasformato in un Padre affettuoso. Continua ad avvicinarti a Me e a comprenderMi! Vedi, ovunque guardi, tutto è Mia Creazione e quindi è un prodotto spirituale (perché Mio), per questo solo lo spirito comprende la sua voce. Il più piccolo verme come l’ultimo Sole mondiale che splende nell’incommensurabile spazio, sono tutti di origine spirituale, e sotto il loro involucro, per quanto possa essere differente, vi è nascosto solo dello spirituale.

3. Impara a comprendere il linguaggio della Mia natura, e imparerai a conoscere il tuo stesso cuore! Impara a leggere nel libro della stessa, e nessuna pagina nella tua vita animica interiore ti rimarrà indecifrata; ovunque sperimenterai lo stesso linguaggio e lo stesso risultato che sussiste solo di tre parole: “Dio è Amore!”. Questa parola ti echeggia dallo stridere di un grillo, tanto quanto dal linguaggio estasiato di una bella anima umana; nel primo, ad esso inconsapevole, e nell’ultimo, con parole profondamente sentite nello spirito posto da Me in lei.

4. Attieniti saldamente al tuo Dio, al Padre tuo! Esiste un solo Padre Celeste, e una sola verità spirituale che, sebbene espressa in milioni di forme e modi, come fine ultimo è sempre un inno di lode a Lui che, con amore, per amore e attraverso l’amore, ha creato tutto, mantiene tutto, e riconduce di nuovo tutto a una comune méta: a Sé, all’eterno Amore stesso.

5. Quello che la Parola risveglia come espressione spirituale, come canto, come necessaria effusione di benessere e piacere interiore nel mondo cantante, stridente e ronzante, nell’ascoltatore che pensa spiritualmente lo risveglia del pari il raggio di Luce proveniente da molti milioni di miglia, quando sviluppa calore, quando si riversa attraverso il corpo e induce così l’anima sensibile altrettanto al canto di giubilo.

6. Il calore è vita, e la vita è amore, perché vita non vuol dire altro che: rallegrarsi della propria esistenza. Invece la gioia è il prodotto dell’amore, il prodotto dell’unica verità che Io stesso rappresento, e che ho innestato in tutti gli esseri, e attraverso la quale viene conservato l’intero infinito regno materiale e spirituale. Quello che è l’effetto naturale della luce del Sole materiale, è spiritualmente la Mia Parola d’amore che, personificata, sparsa in tutta l’infinità, Mi restituisce questo grande saluto degli spiriti; perché ovunque e da tutte le parti intona così a Me:

7. “Noi siamo stati inviati da Te nell’infinità per annunciare la Tua magnificenza, per confermare la grande Legge dell’Amore, e sempre perfezionandoci, a poco a poco ritornare di nuovo a Te, per poi, quando sarà caduto l’involucro materiale, proseguire di nuovo il processo spirituale di purificazione su gradini più alti”.

8. Ovunque, dove battono dei cuori, ogni battito è un’espressione della Mia grazia e della Mia vita d’Amore! Infatti, dove pulsa un cuore c’è vita, dove c’è vita c’è amore, e dove c’è amore, ci sono anch’Io, l’eterno Focolare di questo divino, riscaldante, conservante e spiritualizzante Raggio.

9. Perciò amaMi, figlio Mio! Lascia sguazzare la tua anima in questo sentimento di delizia, in tal modo si spiritualizza e del pari si raffina il corpo. Ciò che è materia, diventa sostanza animica. Dove l’anima è sana, il suo involucro non può essere né malato né sofferente; infatti, dove c’è la salute, come sinonimo di amore, là la malattia come sinonimo di odio ha perduto il suo effetto, ha perduto il suo pungiglione! L’amore riscalda e ammorbidisce; l’odio raffredda e indurisce. Pertanto, quanto più ami, tanto più si ritira tutto il patologico, finché dall’ultimo angolo del corpo è fuggito l’ultimo atomo di sostanza malata, e un’anima unita con il Mio Spirito intona il grande Alleluia d’amore in un tempio materiale degno di lei, e con ciò, spiritualizzandosi, può slanciarsi in alto a Me.

10. Questa è la via del tuo corpo, della tua anima e del tuo spirito. Cerca di percorrerla il più presto possibile, affinché poi nelle Mie braccia, nelle braccia del divino Amore, tu possa assaggiare appieno quell’amore per il quale ho creato e creo, mantengo e guido tutto, e perciò Io stesso, diventando perfino un Uomo, ho dato ancora sulla croce a voi tutti la prova suprema di ciò che l’Amore paterno può fare per i Suoi figli, per salvarli un giorno tutti, affinché ci sia

un solo Pastore e un solo gregge!  – Amen!

 

 

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Cap. 26

 

Il giusto amore, alla maniera celeste e terrena

 

28 gennaio 1872

1. Secondo la maniera celeste non ci si deve preoccupare di nulla, tranne che unicamente “…dell’amore e della conoscenza di Dio, per tutto il resto provvede il Signore”.

2. Hai citato questo passo dal ‘Sole spirituale’[10] per avere una guida per via del tuo dubbio sul quale, appoggiandoti, vuoi regolare e dimostrare il tuo amore per Dio e per il prossimo. Parole simili le trovi anche nei vangeli, le quali esprimono lo stesso senso soltanto con altre parole, per esempio dove Io dissi ai Miei discepoli: «Non preoccupatevi del domani, perché ogni giorno ha il suo affanno!», oppure quando dissi loro: «Guardate i gigli nel campo, essi non lavorano, non tessono, e tuttavia la veste di Salomone è niente rispetto al loro splendore», oppure quando vietai ai Miei discepoli di portare con sé due giacche, ma di portare solo una sacca e un bastone, ecc. – Tutti questi testi menzionati hanno in sé del vero, e questo deve essere osservato, ma interpretarli letteralmente è sbagliato, è storpiato.

3. La prima frase che tu menzioni, è già confutata nella prima parola, leggendola alla maniera celeste. Dove sei adesso? Sei già nel Cielo, oppure ancora sulla Terra? Vedi, ogni rapporto nel quale capita un uomo o uno spirito, ha anche le sue leggi, secondo le quali si deve operare. Quindi tu, vivendo sulla Terra, non puoi agire così come nel regno degli spiriti, com’è in uso nel Cielo; devi modificare questi concetti. Qui sulla Terra, con le tue azioni, puoi procurarti beatitudini celesti attraverso la tua stessa consapevolezza, ma non puoi agire e trattenere questi sentimenti in modo duraturo, oppure mettendo da parte completamente il piano fisico, perché sei uomo e non uno spirito. Tu devi cominciare da altri principi e concetti. Vedi, Io vi voglio guidare là, e precisamente con una sola domanda che dovresti porre a te stesso con ogni azione, e la domanda è questa: “Come, e sotto quali condizioni posso operare il maggior bene?”. Riguardo a ciò ti risponderà il tuo stesso cuore: ‘Quando impiegherai i beni della Terra che il Padre Celeste ti ha affidato, affinché con i tuoi doni non causerai nessun danno; e ti rimarranno sempre abbastanza mezzi per ulteriori beneficenze’.

4. Dove puoi fare di più, se condanni te stesso alla miseria, o se aiuti i poveri secondo misura, come e dove puoi?

5. Vedi, al tempo Mio c’erano anche i ricchi e i benestanti, i quali in parte erano Miei amici, ed Io non presi loro nulla, bensì diedi perfino ancora di più; e lo feci perché sapevo come loro dovevano utilizzare i beni di fortuna della Terra, e li diedi a loro per questo motivo, per esercitare la virtù dell’amore per il prossimo su grande scala.

6. I versetti dal Vangelo sopra menzionati erano più adatti a quelle condizioni nelle quali vivevano i Miei discepoli e nelle quali dovevano ancora giungere; era loro commisurato un grande compito, perciò essi dovevano – per poter seguire Me – abbandonare moglie e figli, casa e podere, perché come ricompensa il mondo sarebbe diventato la loro casa, e l’umanità la loro famiglia.

7. Devi perciò saper adattare tutto alle circostanze, perché altrimenti ti succederà come a quei singoli uomini che fanno troppo grande abuso di tutti i mezzi e sostanze che sono stati dati loro da Me per il sostentamento temporale.

8. Considera le cose più semplici che, usate male, procurano malattia e morte, mentre se usate moderatamente sono per la salute e per il benessere dell’uomo. Vedi, fuoco e acqua, ecc., quale effetto mortale con l’abuso, e quale benedizione nell’impiego regolato.

9. Le vostre nuove cure e nuovi mezzi di guarigione scoperti, come agiscono quando li guida la ragione? E quale ne è il risultato, quando l’esagerato fervore conduce all’estremo?

10. Perciò, lascia al tuo spirito l’impulso verso l’unificazione con l’anima; segui i suoi desideri, ma uniscili alle tue condizioni di vita nelle quali ti ho posto, e sii rassicurato che Io sapevo meglio di tutti che, sotto queste condizioni, il frutto del tuo spirito sarebbe giunto il più facilmente possibile alla maturazione. Vedi, ciò a cui tu aspiri volentieri, è da paragonare con quegli uomini che in tempi antichi morivano come martiri per il Mio insegnamento. Io non pretendevo da loro questo sacrificio; essi sarebbero stati per Me di più grande utilità se fossero rimasti in vita. Ora essi stanno qui ben come esempio del più alto sacrificio per se stessi, ma Mi sarebbero stati molto, ma molto più utili se nel fervore della loro funzione non fossero andati troppo oltre, ed avessero dimostrato attraverso più lungo tempo, a poco a poco, ciò che volevano compiere in una volta con un colpo con la loro eroica morte. – (anche un importante cenno per il fanatismo spirituale)

11. Anche i dubbi di tuo marito in riferimento all’amore per il prossimo “nel senso di Gesù”, come lui dice, fanno parte di questo; anche a lui non vuol diventare del tutto chiaro che non dipende veramente dal dare quello che si dà, ma come lo si dà.

12. Nel come si trova il senso celeste di Gesù. Con l’amore spirituale per il prossimo devono essere portati i sacrifici materiali, allora verrà diffusa ovunque la benedizione del senso divino, del senso di Gesù. La semenza sparsa porterà frutti, anche se non sempre per il beneficiario, ma per il donatore.

13. Così deve essere esercitato l’amore per il prossimo; così lo esercitai Io durante il cammino della Mia vita, e così anche voi dovete osservarlo. Solo allora entrerà nel vostro cuore la vera e autentica pace.

14. La Scintilla divina, il Mio Spirito dell’Amore posto in voi, troverà poi nutrimento e potrà aspirare alla sua unificazione con l’anima, allora – anche se rivestita con materia terrena – l’anima opererà in modo divino.

15. Allora anche tu, Mio caro figlio, vedrai risplendere veramente le parole della croce che ti ho dato nello splendore raggiante della luce della sofferenza, quindi considererai le condizioni che vanno contro la tua vita spirituale come necessarie, e le sfrutterai come gradini del bene spirituale, sopportando facilmente anche la tua croce della vita terrena con rassegnazione e dedizione alla Mia volontà.

 

 

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Cap. 27

 

Sul dare le elemosine

(IIa parte, segue alla prima del cap. 15)

13 febbraio 1872

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. Mio caro figlio, poiché vedo che le Mie parole che t’invio di quando in quando, non riesci a portarle bene sotto il tetto, ed esterni sempre dei dubbi e le serbi ancora di più, allora ti voglio aiutare ad uscire anche da questo lambiccarti il cervello, affinché tu debba riconoscere che nelle Mie parole non ci sono contraddizioni, bensì là vi domina il migliore accordo; ma nei tuoi punti di vista non sembra così, là scambi talvolta il senso spirituale con quello letterale.

2. In un capoverso e affermazione che ti chiarisce inspiegabilmente un impulso percepito da tempo, tu ne afferri il senso spirituale. In un altro che dalla gioventù hai accolto solo letteralmente, come parzialmente hai accolto dei versetti dalla Bibbia, ti arresti ai concetti superficiali. Se ora vuoi impiegare l’uno o l’altro, allora trovi obiezioni perché hai dimenticato che volevi mescolare il materiale con lo spirituale, cosa che non è possibile.

3. Vedi, il Mio ultimo consiglio riguardo al dare elemosine, al sostenere i bisognosi, in riferimento alla povera vedova nel Vangelo, al consiglio che Io diedi ai Miei discepoli, in riferimento a Giovanni Battista, a Lazzaro e a Kisjonah (nel Grande Vangelo di Giovanni); tutti questi differenti esempi provocano in te un costante avanti e indietro. Tu vorresti operare completamente per Mia soddisfazione, ma non vuoi sottoporre le tue abituali intenzioni ad una più matura riflessione; e in questo modo incorri in disaccordo con il tuo interiore.

4. Ora voglio illuminare con poche parole tutti i tuoi scrupoli di coscienza da un altro lato, e forse Mi riuscirà di tranquillizzarti, affinché tu così non sia più nei dubbi nel tuo fare e lasciare, cosa è giusto e cosa non è giusto.

5. In una delle Mie ultime parole rivolte a te, ho detto che non devi dar via tutto[11], affinché nell’ulteriore fare del bene ti rimangano ancor sempre dei mezzi. Se ti ho fatto scrivere ciò, è stato per questa ragione: che nel tuo fervore di compiacerMi tu debba moderarti, perché come in Me, così anche nella Mia intera Creazione, l’Amore governa attraverso la Sapienza e viene limitato, così anche tu devi far saggio uso dei mezzi a tua disposizione. Se fosse soltanto l’amore, e se potesse operare come vuole, già da lungo tempo non esisterebbe più nessun mondo; sarebbe distrutto, e precisamente soltanto per amore! – È la Sapienza che regola questa illimitata Caratteristica di Dio, e per mezzo di ciò produce quest’armonia delle cose, come deve sussistere nel mondo, se questo deve essere conservato. Te lo voglio spiegare più da vicino attraverso degli esempi.

6. Osserva l’intera Mia natura, per quanto ti è conosciuta sulla Terra. Guarda questo divorare di un animale attraverso l’altro. Guarda quanto spesso sembra tormentosa la morte dell’uno che un altro si è scelto per nutrimento. Guarda il ragno, il serpente gigante, il leone, la tigre, la iena, il lupo, l’aquila, l’avvoltoio e altri uccelli rapaci, i pesci nel mare, dove esiste un eterno assassinio Guarda i terremoti ed altri devastanti avvenimenti della natura che lasciano dietro di sé disgrazie e devastazioni come loro tracce.

7. Tutti questi fenomeni non sono di certo segni di un Amore che tutto governa, perché l’Amore vuole diffondere solo delizie e beatitudini, e non può avere nessuna gioia in questa carneficina, come avviene nell’intera natura organica e anche nelle distruzioni nella natura inorganica. L’Amore non può approvare un tale aspetto, non può non sanzionarlo; e nonostante ciò, accade, ed è stato constatato nelle leggi naturali della procreazione degli esseri, come inevitabilmente necessario e in eterno.

8. Che cosa dici tu dunque a tali dati di fatto, che Io, l’Amore, Io, il Padre che tutto mantiene, non soltanto permetto, bensì ho prescritto questo perfino come ‘obbligo’ a così tanti esseri viventi a causa della loro conservazione?

9. Qui, con altre parole, tu hai un’immagine dei tuo stessi atteggiamenti. In te vive l’amore, e questo vorrebbe solo consolare ovunque, vorrebbe solo aiutare, vorrebbe solo render felice, solo che questo sentimento deve essere limitato, come presso di Me il Mio infinito Amore è limitato per ogni creatura creata. Il Mio Amore viene limitato attraverso la sua aggiunta Sapienza, e in te lo deve regolare il tuo intelletto che ti è stato aggiunto, affinché anche presso di te il necessario serva come guida al delizioso!

10. Nel Mio regno della natura con tutti questi orrori che vedi, è determinante la Sapienza per regolare fin dove può andare l’amore senza danneggiare, e in te è l’intelletto che può ponderare circostanze e situazioni, dove può essere fatto effettivamente del bene, oppure dove viene sostenuto ancor più il vizio.

11. Quando uno è sprofondato nella povertà attraverso i propri errori, ed Io lo permetto, dal momento che proprio in queste condizioni gli uomini sono più facilmente riportabili a Me, allora non Mi può essere gradito quando cerchi di attenuare delle punizioni che Io ho inflitto agli uomini affinché, materialmente, possano diventare certamente più poveri, ma spiritualmente più ricchi.

12. Nella strage del mondo animale si trova un altro motivo più profondo sotto queste apparenti crudeltà, il che determina l’innalzamento fisico[12] da una specie all’altra, il perché voi uomini non lo potete comprendere, ma Io vi posso assicurare che è soltanto l’Amore guidato dalla Sapienza ad ordinare questo, e col tuo fare del bene al tuo prossimo, l’amore deve essere anche la misura delle tue azioni quale motivo più interiore.

13. Un padre o una madre non manifesta spesso più amore, proprio nel rifiutare ciò che desidera il fanciullo di corte vedute, che nel concedere? Solo con l’amore esagerato di genitori accecati che concedono tutto, si causa la completa rovina spirituale dei figli!

14. Riconosci quindi da tutto quanto è stato detto, che Io so bene come la pensi, e vorrei solo vedere le tue azioni in sintonia con le Mie parole! Fa’ sempre come ti dice il tuo interiore: dai dove ti sembra necessario, e non rovinare, bensì migliora solamente!

15. Ciò che si trova nell’esempio della vedova, colà fu detto solo ai giudei, per stimolare la loro capacità di sacrificio e per mostrar loro che talvolta è necessario negare qualcosa a se stessi, al fine di aiutare gli altri, perché il dare, solo così ottiene il suo vero valore spirituale. Infatti, dare per amore è bene, ma dare per amore per il prossimo è meglio, e dare per amore per Me e mettere in fondo i propri interessi, è ancora meglio! Questi tre modi di dare devono essere esercitati alternativamente, ma ognuno non deve essere spinto al gradino più alto, dove tutti e tre produrrebbero il risultato sbagliato.

16. Lascia anche in te che l’amore venga guidato dalla sapienza; la Parola che Io diedi ai Miei discepoli è niente altro che la stessa dove dice: «Siate semplici come colombe, ma astuti come serpenti!», il che vuole dire quanto: “Amate, ma lasciate che il vostro amore sia regolato e moderato dall’intelligenza!”

17. L’esempio di Giovanni Battista e il consiglio ai Miei discepoli è solo per loro e per colui che deve predicare la Mia Parola al mondo. In primo luogo, come Giovanni, deve precedere con l’esempio dell’astinenza; in secondo luogo, come i Miei discepoli, non aver nessuna patria e nessuna proprietà, come Io stesso, e come dissi al giovane di Naim e, in un’altra occasione, al fariseo: «Ecco, gli uccelli hanno i loro nidi e le volpi le loro tane, ma il Figlio dell’Uomo non ha nemmeno una pietra dove poter poggiare il Suo capo!»

18. Questi esempi sono quindi per altre sfere d’azione, per più grandi missioni, dove tutto il mondano deve essere rinnegato, e solo il divino-futuro deve essere tenuto davanti agli occhi.

19. Perciò, figlio Mio, cerca di adattare con sapienza il Mio insegnamento alle tue condizioni; ricordati che tu sei uomo, che tu vivi con altri uomini e dipendi perfino da questi! Lascia il fervore del tuo amore servire con sapienza insieme al Mio stesso esempio come linea di condotta secondo la Mia natura. Sii sempre memore che presso di Me nemmeno l’azione vale qualcosa, se il pensiero di base non era nobile e puramente morale. Io guardo solo alla volontà, e non all’opera; perciò tu vedi molti che potrebbero fare e non vogliono, e altri che vorrebbero e non possono! I Miei calcoli per le anime sono del tutto differenti da quelli che voi uomini stessi fate: spesso Io addebito qualcosa di forte che nei vostri registri viene descritto come debole, e talvolta cancello del tutto qualcosa che da voi sta profondamente annotato! A voi, infatti, sfuggono i delicati inizi da dove qualcosa si sviluppa, mentre presso di Me viene tenuto in considerazione tutto ciò che raddoppia il valore di un’azione, oppure glielo toglie del tutto!

20. Perciò sii calmo, figlio Mio! Unisci sempre solamente l’amore con l’intelligenza, e talvolta ascolta anche la Mia voce nel tuo interiore, e in casi critici questa voce sarà per te certamente il miglior segnavia! Rimani con queste Mie parole: giudica e tratta il tuo prossimo con indulgenza! Solo così potrai collegare le Mie parole dal Cielo con l’agire sulla Terra.  – Amen!

 

 

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Cap. 28

 

L’amore è da regolare tramite la sapienza, come la forza del vapore attraverso le macchine

25 febbraio 1872

 

(A due conoscenti del circolo triestino)

1. Miei cari figli, le vostre lettere al Mio scrivano sono sempre colme di dubbi sulle differenti parole che Io vi mando di quando in quando, questo perché non riuscite a conciliare i concetti dell’amore per Dio e dell’amore per il prossimo, e come entrambi non possono essere sufficientemente adempiuti del tutto con la vita pratica, così come la stessa si forma per voi.

2. Specialmente tu, figlio Mio, sembra che ti urti a volte qui, a volte là a delle contraddizioni, ed Io ti dico che nelle Mie parole non ve ne sono, ma il modo e maniera del punto di vista della tua stessa situazione e posizione ti rende difficile la chiara comprensione di quelle parole che Io mando a te, e attraverso di te a molti altri, dove però nel corso del tempo ognuno troverà di nuovo dei passi che, secondo la sua individualità e le sue stesse condizioni, si possono fondere e praticamente realizzare con le condizioni solo a lui proprie.

3. Tu vorresti esercitare l’amore per il prossimo nella stessa misura come lo feci un giorno Io e i Miei discepoli, preso nel senso più alto, e vorresti privarti di tutto il materiale lasciando del tutto a Me la preoccupazione per il tuo benessere fisico.

4. Questo è l’impulso dell’amore, e se tu lo seguissi, allora ne avresti un risultato che non ti appagherebbe per niente, tanto meno appagherebbe Me. L’amore più alto senza la guidante sapienza non può sussistere, altrettanto meno può sussistere l’amore per il prossimo senza l’intelletto ordinante.

5. La Mia Sapienza pose all’Amore quei confini tra i quali può sussistere la Creazione, il suo principio, la sua continuità e il suo sviluppo in costante progresso.

6. Nel tuo operare durante il tuo tempo di vita deve comunque essere dappertutto l’amore l’unico motore o motivo dell’azione; invece il consigliere deve essere il tuo intelletto che Io posi anche in te.

7. Per questo ti voglio dare un giusto esempio pratico: vedi, la forza dell’acqua aeriforme – il vapore – che cosa produrrebbe o avvierebbe se l’intelletto calcolatore non avesse assegnato alla stessa i confini entro i quali essa può agire ed essere utile?

8. Quanta utilità materiale, e indirettamente anche spirituale, porta questa forza con saggio uso; e invece, quale spaventoso carattere distruttivo può essa prendere quando, non rigorosamente sorvegliata e custodita, dovesse rompere le sue barriere, e farebbe ben più di quanto l’uomo voleva o desiderava.

9. Il vapore che non conosce limiti, è come l’amore, e vorrebbe estendersi sopra tutto. Le macchine con le loro parti, costituenti di serbatoi, tubi, viti, ecc., fatti di differenti metalli, sono rispettivamente come la sapienza o forza intellettuale espressa in forme che, a seconda delle circostanze, usano il vapore in un modo o nell’altro.

10. Nella vita tali viti, valvole, tubi e pesi sono rispettivamente le condizioni che mostrano le vie indicate all’amore per il prossimo ispirato da Dio, quando lo stesso vorrebbe degenerare, affinché con troppo grande fervore non venga causato danno, invece che utilità.

11. Così, figlio Mio, devi considerare anche le tue stesse condizioni. Anche a te stanno sulla via, viti, valvole e pesi che non ti lasciano agire come vorresti. In verità, talvolta mormori per questo, come anche il vapore si ribella contro questi vincoli, e tuttavia solo per mezzo di questi impedimenti la vita spirituale è conciliabile con quella materiale, ed è possibile un procedere e una meta soddisfacente.

12. Perciò rimani anche tranquillamente nella condizione nella quale ti ho posto Io, affinché tu possa usare al meglio, senza recidere a te stesso tutti i mezzi per l’esercizio dell’amore per il prossimo come reale dimostrazione dell’amore per Dio, e dopo ogni azione sentirai sempre in te il regolatore che ti convincerà che hai agito solo secondo i Miei desideri, e non diversamente.

13. Come in ogni macchina a vapore è naturalmente il vapore la cosa più importante, così anche in te deve essere l’amore il fattore principale e il motivo basilare di tutto l’operare. Solo questo può darti quiete e conforto, e poi ti ho già detto tanto spesso che presso di Me vale la volontà e il movente, e non l’azione stessa; infatti, talvolta devo intervenire per fermare, dove un fervore troppo grande condurrebbe a sbagliati risultati.

14. Bada a questa parola, e ti darà Luce com’è capitato a Mia figlia, tua moglie, con le ultime parole su “Sangue e acqua”[13].

15. Nel corpo umano non è il sangue (coagulato) oppure solo l’acqua linfatica (siero) che vivifica il corpo, bensì, solo entrambi insieme; la sostanza del sangue (i globuli) unita con l’acqua del sangue, è il portatore di vita dell’intero organismo, come suo promotore e conservatore.

16. Come in tutta la Creazione il Mio Amore unito con la Sapienza opera tutto, così nella vostra vita devono essere congiunti amore o cuore con l’intelletto, similmente come il vapore con la disposizione materiale procura risultati che non possono essere raggiunti in altro modo.

*

17. A te, figlia Mia, Io dico: “Confida in Me!”. Anche se ti dovessero colpire ancora più sofferenze che, in parte, potranno ben causare danni, in generale però sono necessarie, e in fin dei conti solamente utili.

18. Guardati solo dagli errori fatti da te stessa, perché tu stessa dovrai anche ripararli dal momento che li hai commessi tu, ed Io stesso in verità te l’ho concesso per renderti più prudente, affinché in questo modo impari ad evitare cose ancora peggiori!

19. In tutta la natura esistono leggi, ed Io non le posso cambiare, al massimo posso accelerare il loro processo, per cui per certe cose il decorso diventa più corto, e precisamente per la benedizione tua e di tutti gli uomini! – Amen!

 

 

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Cap. 29

 

Sul commiato

6 marzo 1872

(Ad una conoscente del circolo triestino)

1. Mia cara figlia, tu pretendi una parola sul significato spirituale del commiato, e Me lo implori con la preghiera. Tu stessa hai realizzato questo significato nel suo modo più alto e spirituale, prendendo congedo da tutte le opinioni (errate) che hai avuto finora del mondo e del suo affaccendarsi, ed hai esclamato al materiale un addio, gettandoti del tutto nelle braccia dello spirituale.

2. Proprio adesso in cui consideri il mondo esterno visibile soltanto come una Mia veste esteriore, per mezzo della quale Io sono più comprensibile per l’uomo e dove egli – se Mi cercasse – Mi troverebbe prima e più facilmente, proprio adesso dove tu, secondo l’apparenza, prendi congedo dalla precedente opinione, dove il mondo esterno ha lasciato in te solo un amorevole, piacevole impressione dell’amore e dove cominci a vedere ovunque non il materiale, ma solo lo spirituale, proprio adesso riconoscerai anche che non esiste nessun addio, nessuna separazione, ma che in tutte le situazioni, i cambiamenti e i coinvolgimenti possano anche capitare, il tutto non è spiritualmente separato, bensì eternamente collegato.

3. Se hai il ricordo di quelle ore in cui nei momenti di separazione o di addio hai notato quanto amore e affezione racchiuse il tuo cuore per l’amico e l’amica separati, così adesso, munita di sguardi spirituali e di opinione superiore, noterai nel Mio mondo dell’Amore che una lontananza non può separare gli spiriti, e che le anime rimangono unite come lo sono state, e attraverso il legame spirituale del Mio Amore, sempre lo saranno.

4. T’inganni se credi che questo sentimento della separazione o la scena del commiato sia doloroso per te. Assolutamente no! Con lo sguardo rivolto a Me riconoscerai che gli esseri che si amano possono essere certamente separati fisicamente, soprattutto quando ognuno, finché è in questa scuola di prove della vita terrena, deve adempiere la sua missione in maniera individuale a lui propria. Nondimeno, nel tuo cuore avrai anche chiaro davanti a te l’assicurazione che deve esistere ben ancora un’altra condizione, nella quale i cuori che sono uniti in armonia e sintonia, tendendo sulla via che porta a Me, non possono più essere separati spiritualmente; e questo stato si trova in quel mondo dove una separazione fisica non è possibile, ma è ben un’unione spirituale, lo scopo e la vita principale.

5. Che cosa rimarrebbe a voi uomini per l’altro più grande e spirituale mondo, se qui vi avessi già dato tutto? Invece devono esistere ancor più alti godimenti, persistenti beatitudini e permanenti gioie che poi risarciranno i Miei figli, i Miei pazienti e combattenti per il Mio insegnamento, per tutto ciò che hanno sopportato qui per Me e per il Mio Amore!

6. Ci devono essere godimenti ancora superiori che passano attraverso il cuore umano solo come dolci presentimenti, spesso in singoli momenti, e dove, come tu stessa lo avrai sperimentato spesso, il linguaggio umano non ha parole, ma al massimo ha un occhio entusiasmato colmo di lacrime. Con un bacio, dato con tutto il fervore e nella più alta delizia, un amico, un’amica o un parente, stretto con tutta la forza ad un cuore che batte con passione, si può sentire solo minimamente quanto amore inespresso può passare attraverso un cuore emozionato, dove tutto questo non è materia grossolana, bensì è uno spirituale, eterico veicolo che, come rivestimento di un’anima elevata spiritualmente, può mostrare e far leggere completamente ciò che racchiude il petto umano, quello che è capace nel suo sommo volo al braccio del Mio Amore, e dove anche tali sentimenti possono essere sopportati e goduti permanentemente.

7. Proprio per questo il mondo è così predisposto, affinché possa esclamare all’uomo ad ogni passo:

8. «Viandante tra materia e spirito, non ti legare a nulla di terreno! Nulla è permanente, tutto è transitorio, anche tu stesso! Godi le gioie del mondo nel senso spirituale, come il tuo Signore e Creatore con amorevole Mano paterna le ha messe nella materia e poste in essa.

9. Non pretendere dalla materia nessuna stabilità, nessuna quiete, non pretendere dai tuoi sentimenti terreni nessuna costanza!

10. Qui su questa Terra e nell’intero Universo materiale non esiste nessun arresto, nessuna quiete, ma è un eterno venire, un eterno prender congedo.

11. Non ti aggrappare perciò a nulla di passeggero, perché non puoi arrestare le leggi della persistenza, ma elevati oltre la materia, lascia parlare la tua Scintilla posta da Dio in te, ascolta il Suo linguaggio, ed essa ti dirà:

12. “Tu, propaggine di un eterno Iddio rivestita di polvere, propaggine di un eterno Creatore, di un eterno Padre amante! Alza il tuo sguardo oltre tutto l’esistente! Peregrina nella polvere, ma non temere nessuna separazione! La materia si separa solo apparentemente, e questo soltanto per unirsi in altre unioni su gradini superiori e in altre forme! Quello che fa la materia, questo è anche il tuo destino, ma solo sulla via più breve e nel volo spirituale; anche per te non c’è commiato, non appena sarai consapevole dell’eterno legame spirituale! Per te, che sei nel mezzo tra Terra e Cielo, perfino la morte non potrà avere nessun pungiglione, non appena tu, elevata oltre la materia, avrai negli occhi solo lo scambio spirituale della stessa!

13. Per te non esiste nessuna separazione, nessun addio, e anche se una separazione corporea impone catene ai sentimenti abitudinari, seguiranno tante più gioie ancora maggiori, le gioie del rivedersi, del ritrovarsi in quei mondi e spazi che eternamente esistenti possono ben ricompensare in un minuto ciò che hanno causato anni di separazione terrena!”».

14. Perciò, figlia Mia, continua a cercare nella Mia natura il Mio Spirito dell’Amore; impara a leggere e a comprendere il libro dell’Amore, impara ad afferrare, nei soavi sussurri dell’aria di primavera, nella piacevole fragranza dei fiori, nel gioioso cantico degli abitanti dell’aria, come nel ronzio di una diligente ape o nel mormorio di un ruscello, solo la Mia voce. Impara da tutte le apparenti distruzioni, morie, separazioni e allontanamenti, ad afferrare l’Insegnamento che in tutto quello che si svolge davanti ai tuoi occhi, proprio sulle macerie della decomposizione, sulla distruzione attraverso avvenimenti elementari, dove così aspri congedi dalla cosa più cara, dalla vita, viene preparato per tante creature, vi è comunque l’Amore paterno tutto abbracciante che in questo modo esercita le Sue creature e i Suoi figli a renderli degni, proprio attraverso il più aspro e il più amaro, della cosa più alta!

15. Attraverso cosa sei diventata te stessa, ciò che tu sei adesso veramente? Guarda indietro, erano sofferenze, scene d’addio di ogni genere, dove hai dovuto deporre ciò che da tempo eri abituata, ed hai amato finché hai aperto il tuo occhio spirituale al Mio mondo spirituale. Come nella tua vita hai potuto leggere dalla tua stessa esperienza questa scala dello sviluppo spirituale, così avviene nell’intera Creazione; e ben per colui che, alla fine è arrivato là dove sei tu, dove si scorge dappertutto la mano e l’Amore del Padre. Costui avrà finalmente riconosciuto la sua missione, per lui non esisterà nessuna materia, più nessun addio, bensì un eterno, perdurante sentimento di delizia, perché ha imparato a comprendere il Mio Amore, espresso in milioni di forme del mondo fisico da dove tutto gli esclama: “Dio è uno Spirito e Lo si deve adorare nello spirito e nella verità!”

16. Perciò, figlia Mia, continua ad amarMi! Continua con illimitata fiducia e fede a tener stretta la Mia mano paterna che ti porgo! Passo dopo passo godrai nuove meraviglie, nuove beatitudini, e solo allora comprenderai, nel senso più profondo, che cosa vuole significare: “Al puro tutto è puro!”

17. Un animo quieto, dedito a Me, che ha imparato a comprendere il Mio linguaggio d’amore nella natura ed ha imparato a origliare nel proprio cuore, questo animo non si lascerà scacciare dal suo tempio della pace da piccole prove.

18. Chi è quieto interiormente lo è anche in mezzo agli avvenimenti del mondo, egli è in costante dialogo con Me; i Miei spiriti entrano in lui, dimorano in lui, lo consolano e istruiscono. Per lui non esiste nessun mistero, nessuna domanda inesplicabile; dappertutto egli trova armonia e riconosce nelle apparenti contraddizioni il Mio Amore, la Mia intenzione di guidare tutto al gradino superiore.

19. Così ho guidato anche te, dall’ombra alla Luce. Perciò, deliziati nel Mio Amore e nella Mia Grazia, e come il Sole materiale diffonde ovunque calore e vita, così mostrati anche tu nelle tue azioni come colei che diffonde vita e calore d’amore in tutti coloro che le Mie disposizioni ti guideranno sulla via.

20. Allora nessun congedo, nessuna separazione ti causeranno più sofferenza, ma troverai ovunque non singoli casi, ma un susseguirsi di circostanze che dietro gli apparenti dispiaceri possono preparare le delizie più alte sotto l’aspetto spirituale. – Amen!

 

 

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Cap. 30

 

La nostra missione sulla Terra

ovvero

il perduto e riconquistato paradiso dell’amore

 

9 dicembre 1872

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. Mio caro figlio, poiché non smetti di domandare, Mi costringi di nuovo ad ammonirti e renderti attento a ciò che ti ho già detto spesso, vale a dire che non ponderi convenientemente le Mie parole e – come voi dite – non hai imparato ‘a leggere tra le righe’.

2. La tua precedente domanda ‘sullo stato iniziale di Adamo ed Eva prima della caduta nel peccato, come dopo’, e la prova che tu citi, del perché ‘voi tutti dovete ritornare là da dove siete venuti’, tutto questo dimostra quanto poco hai afferrato ciò che ti ho dato poco fa, e quanto poco ancora hai compreso da dove voi tutti siete venuti e dove dovete andare!

3. Dunque: quale stato iniziale di Adamo ed Eva vuoi conoscere? E se ti descrivo la loro figura, il loro aspetto spirituale e fisico, diventerai da ciò più intelligente? Questa conoscenza, ti porterà forse più vicino alla meta sulla via della tua vita?

4. Se domanderai a te stesso, allora la tua risposta sarà: “Per nulla! Bensì, apprenderò solo qualcosa che non avevo ancora letto, ma lo avrei già potuto trovare da tutto ciò che mi era stato dato prima, se solo avessi sforzato un po’ il mio stesso intelletto!”. Anche questa risposta, che veramente dovresti dare tu a te stesso, te la devo dare Io. Solo per accontentarti in qualcosa, allora ti voglio dire questo: in primo luogo, per il fatto che Adamo ed Eva sono usciti direttamente dalla Mia mano, gli stessi corrispondevano del tutto anche all’esigenza di un’opera della Creazione nell’interiore e nell’esteriore. In loro giacevano certamente i germi della loro origine (in parte da Satana), cioè le cattive passioni, ma sonnecchianti come nei bambini. Io sapevo bene che gli stessi si sarebbero risvegliati a suo tempo ed avrebbero contribuito molto alla lotta del materiale con lo spirituale nell’uomo; conoscevo bene le conseguenza nel dare libero corso alla volontà, ma solamente così gli uomini potevano e possono diventare figli di un Padre divino.

5. La caduta nel peccato che troverai in un’altra parola spiegata da un’altra parte[14], ti chiarirà poi il resto che qui non voglio ripetere, perché anche quest’atto – così come molti altri – è stato malinteso oppure malamente compreso.

6. Lo stato della prima coppia umana dopo la caduta, ovvero dopo la conoscenza di ciò che prima non sapevano, è da prendere spiritualmente solo così come Io stesso lo ispiro in ciascuno che vuol seguire le Mie parole e il Mio insegnamento, ed ho designato questo durante il Mio cammino terreno con le parole: “Io non son venuto per portarvi la pace, bensì la spada!”. Questo stato, in primo luogo, dell’essere cosciente di quanto molteplici sono gli influssi della natura corporea e del mondo che impediscono sempre all’uomo di perfezionarsi spiritualmente, e in secondo luogo, la coscienza che diventa sempre più fine, ovvero l’ascoltare di più la voce interiore. Questi due fattori designano simbolicamente la distruzione dell’intero Universo che i due primi uomini hanno sentito interiormente dopo il loro primo peccato. Per loro la tempesta e la devastazione era all’esterno, perché le sentivano nell’interiore; e solo quando la fredda necessità dimostrò loro che ‘l’accaduto non poteva essere cancellato’, solo quando, invece delle parole consolanti della propria coscienza si risvegliò in loro il proposito di non fare più nulla contro i Miei comandi, solo allora il loro interiore divenne più quieto, il mondo attirò di nuovo su di sé l’attenzione. Tuttavia, questo sguardo innocente con il quale essi osservavano prima lo stesso, questa consapevolezza dell’onnipotente potere della propria volontà perché ancora del tutto unita alla Mia di comandare alla Terra e agli esseri viventi su di essa, questa consapevolezza, portava al fatto che i fiori e i frutti sorridevano ancora certamente ai caduti, solo che il petto, cosciente della colpa, avvelenava questo godimento. Tutto era certamente bello, ma non come prima, e questo designò lo stato di Adamo ed Eva prima e dopo la caduta.

7. Prima potevano alzare orgogliosi il loro capo, perché, dal momento che erano proceduti dalla Mia mano, sapevano di essere degni della stessa; più tardi sperarono, supplicarono questa Grazia per via del Mio infinito Amore. Ma non fu più lo sguardo libero, innocente, ma quello consapevole della colpa che essi intentarono contro il Cielo, senza ancora sospettare minimamente quali conseguenze avrebbe avuto il loro primo passo sbagliato per l’intera umanità futura!

8. Tu dici di voler conoscere questo stato, perché tu, come tutti gli uomini, vuoi ritornare a Me.

9. Ebbene, da ciò che vi ho preceduto vedrai chiaramente che anche voi uomini, tutti, ognuno di voi, dovete attraversare questo periodo della prima caduta fino alla conoscenza.

10. Come un giorno Adamo procedette puro dalle Mie mani, così procede ogni fanciullo, puro dal grembo della madre.

11. Innocenza e non conoscenza è il primo periodo; colpa e conoscenza il secondo.

12. Al fanciullo è puro tutto ciò che più tardi perde questo bagliore, non perché non lo possiede più, ma perché il cuore, cosciente della colpa, trasmette la sua colpa al mondo esterno.

13. Perfino le forme esteriori del corpo umano perdono la loro rotondità e morbidezza; il paradiso perduto della quiete spirituale s’imprime allo stesso. E come Adamo un giorno dubitò nel suo potere sulla natura, altrettanto dubitate anche voi, perché sapete che, anche se lo possedete, non ne siete degni!

14. Per restituire, specialmente nel tempo attuale ai Miei pochi seguaci, questa fiducia del potere nella propria volontà e nella Mia Grazia inesauribile, per fortificare la stessa in loro e, con ciò, facilitar la via che porta a Me, mando queste e molte altre parole, affinché essi non disperino, in parte nel perdono degli errori commessi come un giorno Adamo, in parte nella possibilità di annullare e migliorare il passato attraverso il nuovo e il meglio (di pareggiare, di far penitenza).

15. Infatti, come un giorno esclamai ad Adamo: «Adamo, dove sei?», ed egli rispose: «Signore! sono ignudo, e mi vergogno di uscire dinanzi a Te!», altrettanto esclamo di nuovo adesso a ciascuno. E anche se deve rispondere: “Sono spogliato di tutto e mi vergogno di confessare la mia nuda colpa dinanzi a Te!”, Io comunque stendo la Mano paterna e, come un giorno ad Adamo, così perdono ancora fino ad oggi i suoi posteri, se gli stessi Mi si avvicinano pentiti.

16. Adesso il precedente stato di Adamo è per voi uomini posto in un’età in cui non sapete ciò che fate; in altre parole: nel primo tempo dell’infanzia. E proprio per questo avete tali soavi reminiscenze fin nelle età più avanzate, in quelle ore dove per il puro tutto è puro!

17. Erano le vostre ore paradisiache che non ritorneranno più, ma anche per voi non hanno nessun’altro valore che al massimo di spronarvi a conseguire con sforzo coscientemente ciò che incoscientemente avete goduto!

18. Anche Adamo aveva nostalgia di quel tempo quando nella Mia mano aveva il mondo ai suoi piedi, e Me dall’Alto nelle sue vicinanze. Solo attraverso amare lotte l’errore avvenuto doveva essere espiato e riportato lo spirituale che era andato perduto animicamente e materialmente.

19. Così come a lui, succede anche a voi. E quanto più il mondo vi viene incontro ostile, tanto più comprenderete il Mio Amore e il Mio insegnamento. Quanto più bramate a quello stato paradisiaco, lo raggiungerete; e se esteriormente non è possibile, per lo meno interiormente sì, dove voi, come un giorno negli anni dell’infanzia, potrete di nuovo vivere in sintonia con la natura e sentire dal suo tessere e operare, unicamente la Mia voce!

20. Questa è la via di tutti: dall’infanzia all’uomo maturo e, indietro, dall’uomo al bambino!

21. Non invano un giorno Io dissi: «Se non diventerete come questi fanciulli, non entrerete nel Regno dei Cieli!»

22. Questo stato paradisiaco della fiducia di Adamo e il suo amore per Me deve di nuovo ritornare. Dovete dapprima diventare ‘bambini’ in questo senso, per diventare più avanti figli Miei! Questa è la via e la missione di tutti.

23. Prima, impara questo, figlio Mio, e qualcosa che per te adesso è ancora oscuro ti diventerà più facile da spiegare. Scompariranno quei tuoi dubbi che sono ancora rimanenze della vita intellettuale; allora, come un bambino, troverai più facilmente la via che porta a Me, via che come uomo ti è sbarrata da ogni parte con pure fantasticherie.

24. Perciò osserva le Mie parole, e riconosci la Mia intenzione che da Adamo non è cambiata, e sforzatevi esclusivamente con l’obiettivo di diventare figli, ma figli di un regno dove sarà raggiunto di nuovo il paradiso, se l’uomo lo ha trovato anzitutto nel suo stesso interiore!

25. Cerca quindi quest’ultimo in te, e poi non ti mancherà il primo (stato)! Lotta di nuovo per ciò che un giorno ti fu donato inconsapevolmente, ed entra nel primo stadio di Adamo, dove poi il successo ti insegnerà che un paradiso per cui hai lottato, è più beato di quello che ti è stato donato inconsapevolmente.

26. Questo, per consolazione e pace del tuo cuore sempre tormentato da dubbi, dal Padre tuo Celeste! – Amen!

 

 

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Cap. 31

 

I due Comandamenti dell’Amore

 

7 marzo 1873

(Ad un conoscente del circolo triestino)

1. Mio caro figlio, come hai potuto smarrirti in un vicolo cieco, tanto da poter nutrire tali dubbi sulle Mie parole, e lasci solcare il tuo cuore già completamente consacrato a Me, con tali fantasticherie? Cosa vuoi dunque veramente? Vedi, Io ti dico che tu stesso non lo sai, ma affinché tu possa imparare di nuovo a vedere chiaramente e raggiungere la tua pace, allora ti voglio anzitutto spiegare i Miei due Comandamenti ancora più in profondità di quanto è successo finora, e mostrarti oltre a ciò, chiaramente, cosa reggono le lettere e qual è il senso spirituale e cos’è il senso celeste contenuto nelle stesse, senso che tu non hai ancora rintracciato del tutto, e perciò non lo puoi nemmeno giudicare completamente.

2. Tu stesso confessi apertamente che la lettera o la parola individuale può essere afferrata diversamente da ognuno secondo il suo gradino spirituale, e dici e assicuri che, nondimeno, può esistere una sola verità. Sotto questo riguardo hai anche ragione, tuttavia presso di te l’applicazione di questa frase è sbagliata; ed è proprio per questo il disaccordo, ovvero il venir fuori dalla presunta quiete celeste, come ricorre in te proprio adesso, dove per te pensavi una comoda vita contemplativa e volevi escludere del tutto il mondo a te circostante e le sue condizioni. Nella Mia Creazione è tutto così ordinato, che ogni errore contro le Leggi, sia esso morale o fisico, si punisce da sé. Tu vuoi crearti un tuo mondo ideale separato da quello reale effettivo, e perfino dalle Mie parole devi scorgere che questo non va. Tu puoi portare nel tuo interiore un mondo animico, un modo spirituale, e nondimeno conservare, fedele a te, solo la tua quiete e la tua pace in mezzo al confuso movimento dell’umanità distorta e, nella beata consapevolezza, aiutare a ciò anche altri ricercatori e dubbiosi. L’impiego dei mezzi e l’osservazione delle condizioni e circostanze devono essere però del genere che le stesse siano giudicate solo nel loro vero valore. Disimpegnarsi completamente dal mondo è tanto poco possibile, quanto è possibile al tempo di vita ‘uscir dalla pelle’ – come dite voi – e andar poi, dove?

3. Guarda il Mio stesso cammino di vita sulla Terra. Mi sono ritirato? Volevo forse guidare e rendere felici solo i buoni che Mi seguivano? O non ho piuttosto cercato, come ogni medico, i malati invece dei sani? Non ho anche detto: «Non vi porto la pace, bensì la spada!», il che vuol dire:

“Non son venuto per dondolarvi completamente nel vostro comodo vacillamento religioso per approvare i vostri falsi concetti, ma per mettere nel vostro cuore la spada del dubbio, affinché vi si risvegli dal comodo dolce sonno, e l’uomo cominci finalmente a comprendere una buona volta, che non è così facile essere uomo come lo volevo Io e per il cui scopo lo creai, ma che è ancora molto più difficile essere chiamato ‘figlio Mio’, figlio di un grande Essere spirituale, anzi del più sublime Essere spirituale, affinché un giorno abbia il giusto diritto a tutte le beatitudini che ho conservato per coloro che, non solo comprendono Me e il Mio insegnamento, bensì, agendo secondo questo, ne hanno fatto il loro secondo io”.

4. Due Comandamenti! I due Comandamenti dell’Amore che Io ho introdotto quali due sostegni principali sui quali poggia l’intera Mia Creazione, essi erano e dovevano essere anche i due soli Comandamenti dell’Amore, perché l’Amore è il fattore fondamentale di ogni essenza ed è l’unica Caratteristica della Mia stessa Essenza. Infatti, se Io non fossi ‘Amore’, allora non avrei avuto nemmeno bisogno di una Creazione, né di altri esseri che Mi restituissero questo sentimento d’Amore nella gratitudine per la loro stessa esistenza e per riconoscimento per tutto ciò che Io ho creato, per rendere a tutti gli esseri, comprensibile ed afferrabile, il Mio Amore. E quanto più un essere comprende i Miei due Comandamenti, tanto più egli stesso trasmetterà amore anche agli altri e, conquistandosi così la pace, alleggerirà agli altri la loro sorte.

5. Adesso si tratta della giusta comprensione di questi due Comandamenti, comprensione che a te manca ancora, e tu barcolli qui e là tra il senso letterale e quello spirituale. Per aiutarti ora a riconquistare la pace perduta – come ti ho promesso prima –voglio spiegarti più precisamente questi due Comandamenti dell’amore e, con questa spiegazione, mostrarti che tu hai certamente già letto questi Comandamenti e vi hai riflettuto, ma non li hai ancora mai afferrati nel modo come voglio Io e come questa comprensione ti potrebbe dare quiete e una giusta norma durante tutto il tuo percorso terreno.

6. Ebbene, ascolta dunque: Il primo comandamento dice: «Ama Dio sopra tutto!». Cosa vuol dire questo, veramente? Cosa significa effettivamente, presso l’uomo, questo ‘tutto’? Vedi, tu hai spesso già letto, riflettuto ed espresso questo comandamento, e tuttavia non te ne sei mai reso conto di cosa vuol dire questo ‘tutto’. Se infatti lo vuoi esercitare, allora devi avere di certo una misura, un certo limite entro il quale si muovano le tue azioni che ti possono dare o togliere la pace. Vedi, questo ‘tutto’ ti indica un tale limite.

7. Ma cos’è questo ‘tutto’ secondo la forza del pensiero umano? Questa parola è così piccola e così grande a seconda che lo spirito umano stesso ponga a sé le sue richieste, poiché all’uno il suo mondo si limita ad una cerchia molto piccola, all’altro pone davanti a sé una grande sfera d’azione. All’uno, povero dalla nascita e povero in facoltà spirituali, il suo tutto è pronunciato con poche parole; all’altro, sovraccarico di ricchezze e con ambiziosi piani che si ergono lontano, abbracciando spesso un’intera parte della Terra e milioni di uomini, il suo tutto è un artefice di piani eternamente mai terminanti ed un tendere ad eseguire gli stessi. E ancora, per un altro che vive solo della formazione del suo intelletto attraverso l’erudizione, a questi la ricerca di nuovi misteri della natura, di nuove leggi della natura, è il suo intero mondo spirituale, così l’interpretazione di questa singola parola: ‘tutto’, è milioni di volte differente

8. Se soltanto vorrai approfondirti in questa parola, tu qui vedrai qual grandioso mondo spirituale ti si apre, quale diversità, quale molteplicità, e nonostante ciò vi è celato solo quest’unica verità come base fondamentale, la quale può essere riassunta in poche parole: “Sacrifica tutto ciò che può esserti caro e di valore, …all’amore per Dio!”

9. Sotto quest’unico punto si raccolgono tutte queste diversità e molteplicità dell’espressione ‘che cosa l’uomo ama più di tutto’, tanto da considerare tutto questo, il minimo; e l’amore per il suo Creatore, suo Signore e Padre, dovrebbe essere molto più grande che l’attaccamento ad altre cose che sul cammino della sua vita gli sembrano come le più importanti e le più elevate.

10. Se dunque anche tu vuoi amare il tuo Dio secondo le tue condizioni come Egli merita, allora in tal caso devi essere pronto a sacrificare tutto, prima che tu possa perdere questo amore per Lui.

11. Così suona il primo Comandamento. Esso esige un illimitato, superiore, spirituale amore; amore che sia degno unicamente del Creatore, e può rendere l’uomo capace di condividere un giorno questa dignità con il suo Dio, nel rapporto di Padre e figlio. Questo Comandamento “Ama Dio sopra tutto!”, significa anche che l’uomo in tutti i rapporti nei quali può capitare, debba sempre operare secondo la Volontà del Padre e subordinarsi continuamente a questa Volontà. Chi ha scolpito in sé così questo pensiero divino, che tutto ciò che fa lo esercita unicamente in considerazione delle disposizioni di una superiore amorevole Mano paterna, questi ha lottato facilmente per la sua quiete e la sua pace, visto che si accontenta di ogni risultato, sia che i suoi desideri vengano esauditi oppure no. Egli, infatti, subordina tutto al sublime amore per il suo Dio, per il Padre suo. Considerato così, il Comandamento sarà allora adempiuto in ogni esercizio: a Me darà gioia, e all’esercitante darà la sua quiete e la sua pace.

12. Il secondo Comandamento, che per vero è ancora solo il primo, tuttavia nell’interpretazione pratica dice:

«Ama il prossimo tuo come te stesso!»

perché proprio l’amore di Dio può essere dimostrato, e al prossimo, provato e manifestato tramite le opere. Ciò perché l’uomo spirituale può riesercitare solo negli esseri viventi l’amore razionale; egli può ben conoscere intorno a sé il sasso, l’aria o l’acqua, secondo le sue impressioni, ma amare – amarli spiritualmente – lo può solo quando anch’essi, liberati della veste materiale, gli appaiono come particelle del Mio stesso Io. Il vero, cioè l’attivo amore come si dovrebbe amare il prossimo, è la misura: ‘come se stesso’. Ora qui siamo di nuovo arrivati allo stesso punto come sopra con il ‘tutto’ del primo Comandamento.

Cosa significa dunque ‘…come se stesso’?

13. Questa parola ‘stesso’ è pure così elastica e capace di molte interpretazioni, cominciando nell’uomo con la più alta potenza dell’egoismo, e finisce con la completa distruzione di questo amor proprio col suicida. Tra questi due estremi si trova tutto un mondo di concetti, opinioni e punti di vista che, proprio come gli individui stessi, possono essere giusti in ognuno, e nell’insieme sono comunque tutti falsi.

14. Perciò, amare il prossimo come se stesso, considerato dal punto di vista umano, è sottoposto a molte interpretazioni, mentre come secondo comandamento dell’amore dato da Me, contiene comunque una sola verità, e questa, con altre parole, significa:

“Quello che non vuoi sia fatto a te,

non farlo neanche tu agli altri!”

15. Qui davanti a te questa Legge sta nella sua semplice verità, e se tu stesso osservi in questo senso tutti i rapporti e sei memore di questo, allora troverai certamente sempre la giusta misura, fin dove Mi è compiacente l’esercitare l’amore per il prossimo.

16. Tu a questo punto dici: “La volontà senza l’azione sarebbe una cosa non saggia!”; qui hai completamente torto, poiché il Mio mondo è spirituale, e là vengono soppesati i motivi e i pensieri, e le azioni sono il risultato dei primi, in quanto regolati così che il loro adempimento o non-concessione sono adeguati oppure no alla grande rete spirituale del progresso di tutti gli esseri creati. Come fautori voi siete tutti ciechi operai, perché, se poteste fare ciò che volete, non vedreste comunque le conseguenze di ogni azione, ma Io sì; e così devo ben attenuare spesso l’entusiasmo attraverso ostacoli, e là risvegliare il pigro attraverso avvenimenti, oppure costringerlo all’azione.

17. Nulla nella Mia grande Creazione sta da solo, tutto è collegato; dalla piccolissima particella eterea fino al più grande Sole Centrale è una catena di causa, conseguenze ed effetti, e come è nel materiale, così è nello spirituale.

18. Nessun uomo, se vuole adempiere la sua missione, può allontanarsi da questa catena, separare la propria vita dalla vita comune. Dove però accade, allora si punisce da se stesso. Il secondo comandamento dell’amore per il prossimo è appunto questo legame, il quale incatena l’uno all’altro, e la norma finale di questo comandamento è il confine fino a che punto un tale fratello, una tale sorella, deve andare.

19. Perciò anche tu, non attenerti al senso letterale; da questo non ti sorgerà nessuna pace. L’esercito dei dubbi ha agitato il tuo spirito, ora cerchi di riconquistare la tua quiete, ed Io posso indicarti la via con poche parole, e queste parole sono:

“In ogni situazione agisci verso il tuo prossimo in modo che il motivo sia sempre l’amore per Dio, e l’amore per il prossimo sia l’espressione di questo amore per Dio”.

20. Non preoccuparti delle condizioni nelle quali devi vivere. Le condizioni sono una parte della Mia Opera. Tu puoi imprimer loro l’impronta della Divinità attraverso il tuo stesso operare; puoi diventare nei tuoi e in tutti i rapporti, un angelo consolatore per il sofferente. Tu puoi, attraverso la consapevolezza della più nobile volontà, presentare anche la più piccola, più insignificante azione come un altissimo esempio di sacrificio dell’amore per Dio e per il fratello.

21. Non è l’azione stessa che nobilita ed eleva il tuo animo, è la volontà con la quale la compi. Lascia a Me il resto; anche tu sarai ingannato, cioè talvolta adopererai i tuoi doni per degli indegni, ma questo non riguarderà più te, riguarderà il ricevente, e anzitutto anche Me. L’essere ingannati, anche se lo si subisce più tardi, è un insegnamento, non una triste esperienza per te, e deve ricordare la Mia Parola: «Siate prudenti come serpenti e, oltre a ciò, semplici come colombe».

22. In futuro diventa più prudente nel dare, e non lasciar dominare solo l’amore, ma anche l’intelletto, fin dove lo permette il tuo discernimento di riconoscere il vero dal falso.

23. Finché vivi tra gli uomini, li devi prendere come sono, e non pretendere come dovrebbero essere; inoltre Io già troverò un po’ alla volta i mezzi per portarli tutti sotto un unico tetto.

24. Guarda Me, come un giorno ho vissuto tra gli uomini, e quale insegnamento vi ho lasciato per ristabilire di nuovo la vostra dignità spirituale; segui questo insegnamento dell’umiltà, della tolleranza e del volonteroso sacrificio, e ritorneranno di nuovo la tua pace e la tua quiete che credi ora di aver perduto.

25. Ricorda sempre: tu sei uomo e devi vivere tra gli uomini, e solo nella sopportazione delle loro debolezze crescerà la tua forza spirituale. Non guadagnerai nulla dall’isolamento da loro, perché il tuo spirito non procederà in avanti dal momento che gli mancherà il nutrimento, la resistenza contro il suo stesso principio vitale, che è appunto lo stimolatore al progresso spirituale, al perfezionamento spirituale.

26. Allora, figlio Mio, adempirai poi i Miei due Comandamenti dell’amore nel vero senso della parola, e diventerai per Me un degno figlio, qui e nell’aldilà! – Amen!

 

 

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Cap. 32

 

“Diventa figlio”

Sulle sette Caratteristiche divine

e il loro centro: Amore e Misericordia

 

7 febbraio 1875

(Ad un conoscente L. del circolo triestino)

1. Mio caro figlio, già da lungo tempo vedo che ti anima un unico desiderio, vale a dire: smuovere tua moglie alla fede che tu ritieni come l’unica giusta. E poiché finora non ti è riuscito di raggiungere il tuo scopo, allora Mi metto in mezzo Io per illuminarti più da vicino il vero motivo del perché non ti è riuscito.

2. Vedi, figlio Mio, la tua concezione sulla Mia Essenza e sulla Mia Creazione è troppo distante dal modo di pensare di tua moglie, perché lei, nata in un paese dove il sistema cattolico romano della forma di religione era una faccenda principale nell’educazione, ha portato con sé ancora molti residui di quel tempo fin nella sua età più matura, che per ribaltarli, francamente non è possibile, ma possono essere attenuati con prudenza attraverso convincenti argomenti. Tuttavia, per provocare in tal modo un equilibrio tra di voi, tu ancora Mi vuoi comprendere principalmente con la ragione, mentre lei Mi vuol giudicare col cuore.

3. La tua idea di Me è proprio l’idea di un uomo che, come creatura finita, vorrebbe comprendere un Dio infinito. Ma questo, figlio Mio, è fatica sprecata, perché voi uomini e tutti gli esseri creati, potete sì in un certo qual modo avere una vaga idea della Mia Essenza, ma è inattuabile comprenderla in tutta la sua pienezza.

4. Tu immagini il tuo Dio come Universo, come ‘ovunque’ e ugualmente ‘da nessuna parte’, saldamente esistente. Ma qui ti voglio domandare solamente: “Come pensi tu di te stesso? Dov’è la tua anima, dove il tuo spirito? Sono essi nel cuore, nella testa, nel sangue, oppure altrove?”. Vedi, figlio Mio, a questa domanda puoi risponderMi tanto poco, quanto alla domanda: “Dove sono Io, l’Iddio?”. Infatti, l’anima che senti come qualcosa di certo, è in te. Ma dove? Per decifrarlo è qualcosa di difficile, perché tutto il tuo organismo è costituito in modo che ovunque, perfino negli ultimi vasi capillari, può essere notato l’agire di un’anima operante, edificante e conservante; in particolare nelle malattie, dove ognuno può osservare in sé con quale fretta l’anima vuole spesso riparare di nuovo le lacune dove vengono disturbate le funzioni dell’organismo, oppure come vorrebbe manifestare un influsso sulle ferite causate dal mondo esterno sull’organismo umano, su vie che non sono quelle ordinate. Voi chiamate questo slancio della riparazione ‘febbre’, e purtroppo cercate troppo spesso solo di reprimere la stessa ciecamente (invece di regolarla soltanto), dove proprio la natura vorrebbe guarire più velocemente di quanto lo possono i vostri dottori.

5. Ora ti ho dimostrato che l’anima nel tuo corpo è ovunque, e comunque non è da nessuna parte; l’anima, che attraverso la Scintilla divina viene sempre spinta a qualcosa di superiore, che solo ad ossequiare la materia o le passioni sensuali. Anche questo hai sentito spesso, e per questo mancano tutte le prove.

6. Dunque, per passare alla tua opinione sul Mio Io, allora ti dico che come nel tuo corpo i nervi vivificano tutto, conservano tutto, e un complesso di nervi nella vicinanza del cuore, dei polmoni e dello stomaco è il principale punto centrale della vita in generale da dove tutto viene nutrito e guidato, lo stesso, anche per quanto riguarda la vita vegetativa, può essere accettato più facilmente come la vera sede dell’anima. Voi chiamate questo centro ‘plesso solare’, ovvero ‘sede del movimento involontario’. Qui in questa sede c’è la prima vita che si manifesta, ed è l’ultima scintilla della vita che si spegne. Tutte le altre funzioni degli organi dipendono da lì e possono perfino essere sostituite quelle della testa attraverso il plesso solare, cosa che potete notare nel sonnambulismo, dove il cervello è inattivo e viene rappresentato e sostituito attraverso il plesso solare.

7. Ebbene, Mio caro figlio, ciò che puoi osservare e comprendere nel tuo stesso corpo fin dove ti è possibile, è lo stesso anche in riferimento a Me. L’Universo, ovvero l’Infinito, è del pari il Mio involucro, la Mia dimora, la Mia sfera d’azione; nello stesso Mi sono creato i singoli organi, corrispondenti a quelli del vostro corpo, e gli stessi esseri creati hanno a loro volta, come ogni cosa, le loro formazioni organiche che, nella rispondenza, somigliano a quelli del vostro corpo oppure ad ogni corpo animale, di cui perfino l’interiore di tutti i mondi materiali non é escluso; poiché vedi, figlio Mio, Io come Dio ho creato molto poco come nuovo da osservare, ho messo nel mondo solo poche forme, poche leggi per la loro formazione e poche leggi morali[15]. «… e uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova: Maestro, qual è nella legge il più grande comandamento? E Gesù gli disse: “Ama il Signore l’Iddio tuo con tutto il tuo cuore e con tutta l’anima tua. Questo è il più grande e il primo comandamento. Il secondo, simile ad esso, è: “Ama il tuo prossimo come te stesso. Da questi due Comandamenti dipende tutta la legge e i profeti”». La grande molteplicità   che vedi, sono solo modificazioni, come una specie di giochi di uno e lo stesso pensiero o idea.

8. Proprio per questo vedi gli spiriti nell’altro mondo sempre con la medesima organizzazione umana, come erano da uomini, sebbene secondo i vostri concetti non hanno bisogno di parecchi di questi organi, il che però, come conclusione, non è corretta.

9. Quando Io creai il mondo, sia quello spirituale come quello materiale, i primi spiriti erano rivestiti con grandi poteri, perché nella conduzione di un grande mondo di spiriti essi avevano anche bisogno di potere.

10. Ebbene, di questo potere, che tu lo creda oppure no, ne abusò un grande spirito; questi ebbe il coraggio di usurparlo, e non rimase nessun altro mezzo che, dal momento che non Mi voleva seguire come un Tutto, costringerlo al ritorno diviso in differenti (innumerevoli) particelle; a questo scopo fu creato l’intero mondo materiale, dove solo nella materia gli spiriti legati devono percorrere ciascuno in lungo e in largo la propria via, purificandosi di gradino in gradino, e un po’ alla volta salire verso l’alto, per giungere alla fine là, da dove sono provenuti. A lui, al (caduto) portatore di luce (Lucifero), per la propria sussistenza fu lasciato molto poco della sua individualità.

11. Come ti ho detto prima, che ogni essere creato ha i suoi organi che a loro volta corrispondono di nuovo alle Mie sette Caratteristiche, altrettanto è stata motivata anche la differenza dei sistemi mondiali, dove l’insieme rappresenta una figura umana, sia del regno dello spirito oppure del regno della materia, rappresenta in sé un tutto racchiuso, mentre nell’interiore di questo Uomo-Macro-Cosmo[16] i complessi mondiali somigliano nella rispondenza ai differenti organi del corpo umano.

12. Nondimeno, le Mie sette Caratteristiche che tu non conosci, te le voglio enumerare, affinché cominci a comprenderMi fin dove ti è possibile.

13. Vedi, figlio Mio, quando qualcuno vuol compiere qualcosa, quest’azione deve avere nondimeno un pensiero o un motivo, in altre parole deve esserci un ‘perché’. Ebbene, quando creai il mondo, sia il mondo spirituale che materiale, il Mio primo motivo fu la caratteristica principale del Mio Io, – l’Amore.

14. Ma cos’è l’amore? Vedi, l’amore è la caratteristica da cui viene fatto tutto per gli altri e nulla o molto poco per sé.

15. Io, come Dio infinito, secondo le Mie Caratteristiche volevo avere una comunicazione, un regno di sentimenti condivisi che sentisse con Me la Mia grandezza, e mediante questo sentimento Mi rimpiazzasse nuovamente il Mio Amore. Questa è la prima caratteristica principale di tutte le Mie creazioni, di tutte le Mie azioni e operazioni.

16. Invece con questo, l’Amore nella sua sconfinata brama di far sempre del bene, non causò il contrario. Allora, come seconda caratteristica doveva anche essere pure assoggettata la Sapienza, la quale fa stare l’Amore in confini regolati, e così aiuta l’Amore alla conservazione di ciò che ha chiamato alla vita, appunto, per amore.

17. La terza caratteristica del Mio Io fu in seguito la facoltà per eseguire anche ciò che Io volevo come Amore e Sapienza, ovvero l’onnipotente Volontà. Anche voi, infatti, avete amore e sapienza secondo la misura umana, ma vi manca la forza per poter anche eseguire ciò che volete.

18. La quarta caratteristica è l’Ordine, affinché tutto, messo al suo giusto posto, degno di un Dio, creato una volta sola, portando in sé il principio della riproduzione, possa sussistere continuamente.

19. Quindi, non appena c’è questa Volontà, allora come conseguenza deve sorgere anche l’immutabile pensiero, secondo l’Ordine divino, di eseguire con perseveranza ciò che l’Amore aveva pensato, la Sapienza regolato, la Volontà deciso, e l’Ordine stabilito; a questo, quindi, si aggiunse quale quinta caratteristica l’irremovibile Serietà nell’esecuzione del pensato e del deliberato.

20. Pertanto, la sesta caratteristica è la Pazienza, perché misi in libertà la Volontà, cioè creai esseri liberi che potessero decidere di sé e da se stessi. Se vogliono avvicinarsi a Me o allontanarsi da Me, allora dovevo necessariamente aver pazienza negli eventuali smarrimenti; infatti, senza di questa, Io già da lungo tempo avrei dissolto l’intero regno materiale creato.

21. Perciò la Pazienza è la base del settimo Spirito, cioè la Misericordia, dove il perdono, invece della punizione, è il motivo principale di tutto l’operare. A cosa servono, infatti, l’Amore, la Sapienza, la Volontà, la Serietà, l’Ordine e la Pazienza, senza la Misericordia che, invece di richiamare tutto su vie stabilite con un rigore da Giudice, ritenendo ogni azione imprevista come attenuante, anziché la severa esigenza dell’Ordine, mette ben in pratica la dolce parola di conforto dell’Amore, come motivo di tutte le azioni[17]?

22. A queste sette Caratteristiche corrispondono spiritualmente i vostri organi interiori, e quando Io stabilii queste Leggi come Leggi fondamentali nei Miei mondi e nel regno degli spiriti, volevo per l’appunto dare all’inizio la più grande conferma, ancora per Amore e Misericordia, affinché ciò che comandai fosse anche eseguibile. E così, dividendo la Mia Essenza, Mi sottoposi alla Missione di discendere come Uomo sulla vostra Terra, assumendo sia tutte le virtù che le passioni umane[18], combattendo le stesse e subentrando perfino nelle condizioni più povere, tenendo alta la dignità spirituale dello spirito umano, per subire perfino la morte più vergognosa dell’uomo, affinché uomini e spiriti dovessero riconoscere il settimo Spirito della Misericordia in tutta la sua grandezza, il che è possibile attraverso di Esso come se racchiudesse, per l’appunto in Sé, tutte le altre Caratteristiche.

23. Infatti, dove non esiste l’amore, non è possibile nessuna Misericordia; dove le azioni, meditate o avventate, non giudicate mediante la Sapienza vengono messe nella loro vera Luce, non è possibile né Ordine, né Serietà, né Pazienza con gli erranti.

24. E così, per i Miei esseri creati a immagine Mia, Io ho compiuto per Amore ciò che solo un Dio poteva compiere, e ciò starà lì come eterno Ideale per tutti gli uomini, come possono raggiungere e sostenere la loro dignità spirituale per essere chiamati un giorno ‘figli Miei’.

25. Vedi, figlio Mio, con l’intelletto non vai lontano; per comprendere tutto questo ci vuole il cuore, ovvero un animo filiale che deve e può presentire ciò che l’intelletto non è in grado di decifrare.

26. Perciò smetti di voler comprendere ciò che per voi uomini non è afferrabile! Scendi dal trono come un uomo che ragiona, e diventa bambino, come un giorno dissi ai Miei discepoli: «Se non diventate come questi fanciulli, non potrete entrare nel Mio Regno!». In altre parole, se voi uomini non volete afferrare in modo infantile, con filiali cuori pieni di fiducia, giudicherete sempre e soltanto umanamente, e proprio per questa ragione afferrerete falsamente.

27. Vedi, figlio Mio, è la tua astratta opinione religiosa mezza panteistica[19] che ti tiene lontano dalla tua compagna di vita (dalla moglie). Abbandona il sistema costruito solo per te, avvicinati alla sua confessione, e nel contempo purifica la stessa dal culto, e predicale la pura moralità, la divina Verità, di cui ne esiste appunto soltanto una, e per tua soddisfazione sentirai poi dalla sua bocca che ti dirà: “Adesso, L., adesso ti comprendo, perché parli una lingua comprensibile per me. Ora sviluppi idee per me comprensibili e anche sensibili, idee che non sono così in contrasto con quelle che ho imparato, bensì purificano i miei concetti, confermano i miei sospetti, e così, nel tardo autunno della mia vita, mi danno la speranza che, quando il Signore mi chiamerà, il mio ritorno in Patria sarà leggero, e la mia esistenza nell’altro mondo, sopportabile!”

28. Tu parli anche di precedenti storie simili come quella del Mio cammino terreno come Cristo. Sì, amico Mio, già sei volte sono stato sulla Terra ed ho cercato di salvare il popolo umano dalla rovina[20] e comparirò anche la settima volta, e precisamente tra non molto, per cercare di salvare per l’ultima volta ciò che è possibile salvare, prima di lasciare l’intero globo terrestre alla sua rovina materiale e spirituale.

29. L’Amore fu il Mio primo motivo per l’intera vasta Creazione; amore innestai nei cuori di voi uomini, affinché vi accompagnassi dalla culla fino alla tomba, e per Amore non tralascio mai di dimostrare, in parte attraverso gli uomini e perfino attraverso il regno degli spiriti, che i vostri sistemi escogitati, per quanto possano essere anche logici, sono comunque soltanto umani lavori abborracciati, e che esiste un altro mondo, che però è formato diversamente da come ve lo immaginate.

30. Perciò confidate nelle Mie parole, e non date ascolto solo agli influssi del vostro intelletto! Esso è per la vita pratica terrena, là potete inventare, costruire dove e come volete, ma nello spirituale cessa il percepire. Là dove non si vede niente, si deve sentire; dove la comprensione umana non è più sufficiente, si deve credere.

31. Batti questa via. Prega pure ogni giorno a Me. Io voglio esaudire la tua preghiera, ma oltre a questa, mostrarti anche la via dove puoi portare te e la tua compagna più vicino a Me.

32. Questo è lo scopo di questa parola. Osservala bene e opera di conseguenza, e presto scorgerai che avevo ragione su quando ti ho consigliato: “Cessa di essere più erudito, e indossa le scarpe dei bambini!”. – Amen!

 

 

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Cap. 33

 

L’amore

 

La legge fondamentale di ogni vita spiegata dal Signore

come Chiave principale per il Regno dei Cieli,

ovvero l’amore per Dio e per il prossimo,

la condizione del vero benessere

28 marzo 1875

1. Già parecchio ti ho detto sul significato e sulla sua profondità di questa parola. Quasi in ogni parola che vi ho dato è menzionato l’amore, e nonostante ciò nessuno di voi, per non pensare degli altri, ha compreso in tutta la sua pienezza ciò che significa ‘amore’, cos’è e come deve essere afferrato ed esercitato praticamente. E così voglio mandarvi di nuovo un Raggio di Luce del Mio Amore che vi dovrà dare un ulteriore chiarimento sull’essenza di questo Amore ed illuminarvelo più da vicino.

2. Vedete, figli Miei, “amore”, questa parola è pronunciata facilmente, e di solito non si pensa ad altro che ad un concetto nebbioso oppure all’amore sensuale o sessuale come lo conoscete sulla vostra Terra, come lo esercitate e, purtroppo, interpretate male e ne abusate.

3. Questo amore, com’è in uso da voi, non deve essere il contenuto di questa parola, bensì quell’Amore che Io stesso rappresento, che determina il Mio, e che è la nota fondamentale dell’intera Creazione sulla quale si basano tutte le Leggi dell’Universo, e ben spesso in singoli casi splendono come un debole raggio di Luce attraverso lo spesso tessuto della vostra natura sensuale, e vi fa sentire che esiste ancora un gradino del tutto diverso di sentimenti, che qui sulla Terra sono soltanto presentiti, in parte compresi, ma mai possono essere del tutto trattenuti.

4. Questo Amore, che è la caratteristica principale del Mio Io ed è anche il portatore di tutto il Creato, questo Amore non ha confini né fine, è in sé sempre lo stesso, stabile e duraturo, e solo attraverso il suo vero concetto possono essere comprese e praticate le due Leggi fondamentali del Mio Regno spirituale; infatti, ‘Ama Dio sopra ogni cosa’, sarà compreso solo allora, quando dapprima sarà stabilito il concetto “Dio”, e poi il concetto “Amore”. Altrettanto la seconda Legge: ‘Ama il prossimo tuo come te stesso’, potrà essere compreso e praticato nel vero senso solo allora, quando il concetto prossimo e quello dell’amore per lui, sarà inquadrato nei suoi limiti.

5. Il concetto ‘Dio’ è per voi tutti tanto differente, che val la pena afferrare dapprima veramente in modo giusto questa idea, affinché erronee immaginazioni non conducano a false conclusioni.

6. Ebbene vedete, figli Miei, per comprendere la parola ‘Dio’ e ciò che significa, dovete staccarvi del tutto dalle vostre idee mondane, poiché il pensiero di un Dio senza inizio né fine non è afferrabile per un essere finito. (2° Giov.: «…l’uomo naturale, – nulla, lo spirito, – Tutto».)

7. Solo dall’esistente dovete trarre la conclusione che al di sopra della materia esiste un grande regno degli spiriti, dove governano Leggi che nella materia trovano un’espressione visibile, ma che accanto o al di sopra di questo dato di fatto non rinnegabile, deve esserci anche un Legislatore, il Quale ha regolato tutto in modo che l’umano fantasticarci sopra non potrà mai condurre a un risultato afferrabile, perché appunto le Leggi sono di natura divina, mentre il sentenziare su ciò è di origine umana.

8. Inoltre dalla materia potete afferrare che, sebbene disciolta nei suoi elementi primordiali, tuttavia niente si lascia trasformare in nulla; perciò la materia è apparentemente altrettanto indistruttibile come lo spirituale, ad ogni passo dimostra in essa la sua immortalità.

9. Da questo, l’infinita durata, nonché il suo inizio mai avuto, risulta chiaro che l’idea di Dio può essere solo presentita, ma mai compresa, perché barriere indiscutibili limitano la stessa nella facoltà di pensare e comprendere.

10. Se ora si è stabilita l’idea di un Dio, allora è naturale la seconda domanda: “Quali Caratteristiche ha, oppure avrà, fin dove le stesse sono comprensibili e afferrabili per un essere creato, e fin dove le stesse si trovano espresse dappertutto nella materia visibile?”

11. Ebbene, qui gli attenti osservatori, nella loro ricerca, inciamperanno ovunque in una certa paterna Provvidenza (teologia) che ha pensato a tutto, ha ordinato tutto, così che accanto al bisogno della fame si trovano i mezzi per il satollamento, accanto alla paura del pericolo si trovano i mezzi per la salvezza, il che conduce del tutto naturalmente alle Caratteristiche, come perfino l’uomo nel suo stretto vivere in comune, come anche nella vita animale, si trova la Provvidenza paterna, la cui base fondamentale non può essere altro che ‘Amore’, vale a dire amore per i Suoi figli, il che in un Creatore dell’Universo trova la Sua espressione come amore per tutto il Creato e doveva essere così, prima ancora che fossero creati i mondi, perché il pensiero del creare doveva precedere all’atto stesso. Ora siamo di nuovo giunti alla vera e propria parola ‘Amore’, che deve essere lo scopo di questo insegnamento.

12. Quindi la domanda è: “Com’è fatto quest’Amore che ha potuto creare tutto il regno visibile e invisibile dell’essere, e precisamente così come noi vediamo la Creazione materiale e presentiamo in parte quella spirituale?”

13. Per spiegarvi quindi quest’Amore, devo esporre dall’esempio della natura visibile, ovvero dal materiale lo spirituale, affinché vi sia comprensibile e vi possiate elevare più facilmente su questo punto di vista, da dove da questa grande prospettiva è possibile dominare su tutto il Creato.

14. Quando osservate la natura, vi colpirà l’Ordine che da nessuna parte c’è un salto, bensì ovunque vi è solo un dolce passaggio da gradino a gradino, da una cosa all’altra, e già questo da solo vi dimostra il primo punto principale di questo Amore dove esso si mostra, e ciò significa: Mansuetudine!

15. Quell’amore che unito alla sapienza ha come conseguenza un eterno procedere, un eterno crescere di sentimento in sentimento, questo amore, proprio perché è un amore universale, onnicomprensivo, vuole che ogni passaggio sia dolce, affinché esso descriva solo amorevolmente la via del progresso, e al massimo disponga insieme a grandi dissidi, solo la serietà del severo Giudice, per raggiungere il suo (supposto) scopo.

16. Così un po’ alla volta si sono sviluppati i mondi dalla forma vaporosa fino al corpo solido e fino alla dimora per esseri viventi. Anche se sulla vostra stessa Terra potete rintracciare tracce di grandi rivoluzioni di massa, queste rivoluzioni furono preparate solo a poco a poco, così che perfino l’ultima grande epoca di capovolgimento non fu così terribile come vi sembra.

17. Perfino la morte degli animali, per quanto possa sembrar crudele, dovette servire ad altri per nutrimento. La morte non è così crudele come credete voi; per primo perché l’animale non conosce la morte stessa, bensì vuole solo sfuggire al dolore, e per secondo perché fino alla consumazione è già subentrata l’inconsapevolezza. Anzi, certi animali hanno nella loro arma di distruzione perfino una specie di veleno, ma solo per la loro preda, la quale già al primo contatto rende incosciente, dove poi il processo della dissoluzione in altri organismi procede senza volontà e in modo indolore (nonostante apparenti spasmi dolorosi).

18. La mansuetudine è un grande principio dell’amore, perché l’amore non vuole nulla di male, nulla di duro, e perciò voi stessi lo potete notare in altre cose, come per esempio i colori dell’arcobaleno che passano dolcemente l’uno nell’altro, come i toni dell’armonia si fondono dolcemente attirando lentamente il cuore e il sentimento più in alto, di gradino in gradino, e come al vostro trapassare, perfino la morte nell’uomo cosciente conduce lentamente nel regno degli spiriti, dove inizierà la sua carriera come spirito, così come ha terminato la stessa come uomo.

19. A questa mansuetudine è assoggettato l’Amore provvidente per il bene fisico e spirituale, per mezzo del quale è provveduto che l’animale trovi istintivamente il suo nutrimento che, allo stesso tempo, serve come preparazione per il suo passaggio a un gradino superiore. Nell’uomo sono la sua ragione e il suo intelletto che lo aiutano ad inventare e scoprire ciò che è necessario per la sua vita temporale, affinché poi si possa dedicare di più allo spirituale.

20. L’amore, oltre a queste caratteristiche, ha ancora la caratteristica della stabilità. Tutto ciò che l’Amore ha creato, lo ha fatto così che l’atto della creazione fosse necessario una sola volta, e più tardi la conservazione dello stesso stava già fissato nei semi, il che caratterizzò ogni cosa o ogni essere in ciò che doveva essere o diventare un giorno!

21. Così nell’intera Creazione, ovunque guarda il vostro occhio oppure penetra il vostro spirito indagatore, voi vedete che l’Amore fu il primo Pensiero fondamentale, e cioè Amore per tutto nella stessa misura, l’Amore che indicò ai grandi Soli mondiali la loro orbita altrettanto bene come indicò al più piccolo verme la sua via che deve percorrere per adempiere, come verme, la sua missione e servire come nutrimento ad un altro animale come fondamento per la sua esistenza.

22. Quindi il Mio Amore è universale, un Amore tutto comprendente; esso non conosce nessuna differenza, nessuno stato di rango e di nascita, proprio il contrario delle vostre opinioni. Il Mio Amore ha creato mondi ed esseri, ma non per dominare su di loro. Lontano stava da Me il pensiero di dominio, bensì il Mio Amore ha creato gli esseri per ottenere indietro da questi il loro stesso amore, secondo la misura dell’intendimento.

23. Il Mio Amore ha creato tutto, per riconquistare dal Creato, attraverso la conoscenza dello stesso, l’amore degli uomini dotati di spirito, affinché su tutti i mondi e Soli attraverso la Creazione riconoscessero innanzitutto il Creatore, e poi dovevano imparare ad amarLo, poiché l’Amore vuole solo amore corrisposto, e non un piegarsi da schiavi davanti alla Potenza.

24. Il Mio Amore creò tutti gli spiriti e uomini ‘liberi’, con libera volontà, perché dovevano ritornare senza costrizione a Me, dal Quale erano proceduti. Il Mio Amore tiene perciò stretto anche il vessillo della mansuetudine e della tolleranza proprio perché ciò che fu creato libero può anche errare. Proprio solo attraverso l’errore può e deve riconquistare autonomamente la sua stessa dignità, perché l’Amore come Spirito-Dio vuole avere intorno a Sé solo esseri spiritualizzati e indipendenti che si sono conquistati la loro vittoria, ai quali tutte le beatitudini non dovevano essere date nel sonno, senza fatica e senza lotta (e quindi anche senza consapevolezza della vittoria).

25. Così era ed è il Mio Amore, l’Amore di un Padre che ama i Suoi figli, ma li perdona anche, quando mancano, spesso inconsapevolmente, contro le Leggi del loro amorevole Padre.

26. Vi ho fatto scrivere tutto questo, affinché vi allontaniate dal vostro spirito di casta, e non crediate che uno sia qualcosa di meglio di un altro, al quale nascita e condizioni hanno riposto una posizione subordinata.

27. Mi si può amare di tutto cuore come Dio, solo quando le Mie Caratteristiche sono state comprese, e nella Mia visibile natura trova espresse solo quelle che sono degne di un Dio. Solo allora l’uomo può amare Dio sopra ogni cosa, non appena ha afferrato quanto altamente Dio rappresenti appunto quelle sublime Caratteristiche che determinano la somma Nobiltà di Spirito al di sopra di tutto il Creato, e dov’è possibile ben un costante avvicinarsi, ma mai un raggiungimento.

28. Per quanto riguarda l’amore per il prossimo, lo stesso trae origine dall’amore per Dio e riconduce nuovamente al primo Amore, poiché solo chi ha afferrato completamente per primo il concetto di ‘chi è il suo prossimo’, e per secondo ‘fin dove deve servire l’amor proprio’ come misura per l’amore per il prossimo, può amare il prossimo come se stesso, e indirettamente attraverso questo amore dimostri al suo Dio che ha compreso le Leggi dell’Amore e vuole esercitare liberamente proprio per amore per Dio, l’amore per il prossimo nella pienissima misura.

29. Già sopra vi ho mostrato quanto Mi erano e Mi sono sempre stati lontani i pensieri di dominio, e proprio che questa dimostrazione conduce all’amore per il prossimo. Infatti, se riconoscete tutti gli uomini come fratelli e sorelle come li considero Io come figli Miei, solo allora si manifesterà anche nel vostro cuore la mansuetudine e la tolleranza, giudicando per prima cosa gli errori degli altri più leggermente, e per secondo, volendo dimostrare al prossimo null’altro che solo del bene, perché l’amore, nel grande come nel piccolo, vuole solo rendere felice e mai umiliare, anche se ne avesse il diritto.

30. Così, l’amore per il prossimo deve essere la scala sulla quale l’uomo, arrampicandosi, giunge all’amore per Dio come merita Dio quale Signore dell’Universo, e come Egli lo può anche esigere, tanto più che perfino sulla vostra piccola Terra esistono dimostrazioni storiche per ciò che Egli ha fatto per voi uomini, come anche per tutto il Suo Regno degli spiriti.

31. Voi tutti dovete potervi librare a questo amore per il quale Io, durante il Mio cammino di vita, vi ho fornito abbastanza prove, come perfino in generale, abbracciando l’intera umanità, non riconobbi nessuno al di sopra e nessuno al di sotto di Me, bensì volevo essere Tutto di tutto, Padre, Fratello, Figlio!

32. Così dovete comprendere le parole quando dissi: «Amate anche i vostri nemici», oppure: «Se qualcuno vuole da voi la veste, dategli in aggiunta anche il mantello», oppure ancora come quando invocai sulla croce: «Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno!»

33. Questo Mio Amore universale verso tutto il Creato vi deve infiammare di ardore, se volete diventare figli Miei, e il vostro amor proprio, che è posto da Me come misura dell’amore per il prossimo, deve essere così disposto che non dovete voler nulla per voi stessi che solo ciò che è giusto e non ferisce la vostra dignità umana. Infatti, dovete solo fare del bene al prossimo, ma non voler trasferire un amore esagerato per il corpo, per esempio anche sul corpo degli altri, il che è l’errore di molte madri, perché attraverso questo, viziano e abbagliano i loro figli, e con ciò cagionano solo del male invece che del bene.

34. Al di sopra di ogni piccola differenza di rango e di nascita, al di sopra di ogni debolezza umana, il vostro amore deve essere uguale al Mio e deve essere rivolto sempre soltanto a fare del bene, a lenire sofferenze, a confortare ed aiutare, altrettanto come faccio Io che, accanto al Mio grande Regno degli spiriti e ai complessi mondiali, non dimentico il più piccolo animale, bensì sono il medesimo Creatore e amorevole Padre per il più grande spirito angelico come per il più piccolo verme.

35. Così, al di sopra dei pregiudizi umani, il vostro amore deve salire in alto a Me, gradino dopo gradino, nobilitando il vostro stesso spirito e la vostra anima, esercitandovi nell’amore per il prossimo nel puro senso spirituale; infatti, solo così è esercitato il vero amore per Dio come dovrebbe essere sentito e afferrato da tutti.

36. Nella vostra vita di prova esistono certamente momenti in cui sentite un raggio di questo Amore cosmopolita, tuttavia solo per breve tempo, allorquando vi balena un grande pensiero del generale benessere dell’umanità, e così sperimentate qualche piacevole ora quando voi, avendo trovato un soggetto amato, vorreste dare allo stesso, tutto, sangue e vita, allorquando vorreste mettere ai suoi piedi tutto ciò che avete, soltanto per essere ricompensati con uno sguardo d’amore!

37. Vedete, a tali momenti di delizia vi è alla base questo grande Amore che Mi mosse a creare il grande Universo, a popolarlo con esseri che percepissero amore e vita, i quali però, altrettanto creati dall’Amore, devono venirsi incontro solo attraverso il legame dell’amore ed essere legati da questo amore.

38. Tali momenti sono raggi di quell’amore per il prossimo come Io lo sento per tutto, come esso non vacilla mai, ed è sempre lo stesso perché appunto, colui che veramente e spiritualmente ama come amo Io, è anche a Me altrettanto fratello e prossimo!

39. Solo l’interiorità di tale amore è ciò che vi è difficile mantenere, perché le condizioni terrene e sociali offuscano continuamente la vostra vista spirituale, e perciò vi riesce solo a momenti di trattenere sentimenti che un giorno furono messi interi nel vostro cuore, per prendervi là una dimora permanente.

40. L’uomo come Io l’ho creato, era del tutto diverso da come siete adesso; a lui obbediva l’intera natura, egli conosceva solo il governo dell’amore, e l’odio era lontano da lui. Io gli posi solo un Comandamento come prova della sua obbedienza, e quest’unico Comandamento non l’ha osservato; scacciò se stesso dal paradiso dell’Amore universale e dovette accontentarsi tutt’al più solo col sessuale e sensuale amore che, un po’ alla volta, lo trascinò così in basso da scendere al punto sul quale lo vedete adesso, dove si è spogliato già di tutto ciò che è santo, di tutto ciò che è spirituale, inseguendo solo i bisogni più bestiali, piuttosto che quelli spirituali del suo io.

41. E come sarà nell’altro mondo quando dovrà lasciare questo? La risposta è molto facile e dice così:

“Ugualmente ciò che egli stesso ha fatto qui!”

42. Perciò: ‘elevatevi!’. Alcuni di voi stanno già agli sgoccioli della loro vita, ma breve è il tempo che ancora rimane per migliorare ciò che avete sperperato per anni. Il tempo non si ferma, sfugge, ad ogni battito di polso passa un secondo nell’eternità, da dove non ritorna mai più, e neanche vi riporterà mai più ciò che in questo istante oppure attimo avete fatto o tralasciato! Consideratelo bene, queste sono parole importanti che Io vi dico. Elevatevi dai vostri errori innati della disuguaglianza, della lotta di classe e della voglia di dominare; elevatevi al punto dove sto Io come Maestro, circondato da beati spiriti angelici che Mi lodano, Mi amano e Mi cantano l’Osanna, proprio perché Io sono Colui che devo essere, vale a dire il Padre amorevole che ha creato il mondo e il regno degli spiriti solo per Amore, per raccogliere di nuovo amore, ma non un amore unilaterale, nemmeno solo in singoli momenti d’entusiasmo, bensì amore costante e persistente che abbia sempre negli occhi il Mio stesso Amore come ideale, e così ci si possa avvicinare al Mio trono dove, come un giorno dissi, sono conservate per loro beatitudini che nessun occhio umano ha mai visto e nessun orecchio umano ha mai udito.

43. Questo è lo scopo di questa Parola, per svegliarvi dal vostro vaneggiamento, affinché non crediate, se avete dato a un povero qualcosa del vostro superfluo, di aver fatto già chissà quale sacrificio. Questo non è ancora per nulla amore per il prossimo, né amore per Dio.

44. Il Mio Amore per il prossimo sta ancora ampiamente più in alto, perché si estende anche sugli esseri non ragionevoli che stanno sotto di Me.

45. Siate tranquilli e pazienti verso gli animali, proprio come verso il vostro prossimo, poiché sappiate che laddove non vi inseguono leggi di polizia, laddove potete agire liberi e senza costrizione, là si mostra di quale spirito siete figli!

46. Contro la legge del governo voi non peccate, perché temete l’immediata punizione; invece contro le Mie Leggi dell’Amore osate peccare cento e mille volte, perché non Mi vedete, perché non Mi presento subito come Giudice castigante a punirvi, appunto perché Io sono il Dio dell’Amore e non dell’ira; ma più di tutto siete voi stessi a punirvi con tale atteggiamento, attirando in basso la vostra anima e il vostro spirito nel fango delle passioni, e vi mettete spesso sullo stesso piano degli animali irragionevoli, mentre voi siete provvisti con caratteristiche del tutto differenti, e come signori del mondo visibile vi dovreste comportare diversamente, per diventare degni cittadini del Mio mondo spirituale e, oltre a questo, pure figli Miei.

47. Quest’ultima condizione non si conquista così facilmente come credete voi; per questo, come Io stesso ve l’ho mostrato, ci vuole senso di sacrificio, ci vuole un grande sentimento umanitario e un costante sguardo a Colui che vi ha dato già molto, per bollarvi a ciò che tutti voi vorreste volentieri essere e diventare: vale a dire figli Miei!

48. Se però devo conferire questo titolo a qualcuno, questi deve tuttavia almeno in parte tendere alle Mie Caratteristiche e farle proprie, per quanto gli sia possibile durante il breve viaggio della sua vita, affinché poi, quando sarà giunto nel regno degli spiriti, Io gli possa porgere la Mano in aiuto e rendergli possibile gli ulteriori progressi.

49. Io ho introdotto nell’intero mondo le Leggi dell’Amore, secondo le quali tutto è stato creato, tutto sussiste, si conserva e si perfeziona; esse sono Leggi dell’Amore che valgono come base fondamentale di tutti gli esseri spirituali, e sono Leggi dell’Amore che nobilitano voi uomini, vi spiritualizzano e possono guidarvi più vicini a Me. Queste Leggi sono immutabili, come lo sono Io stesso; chi pecca contro, punisce solo se stesso, rendendosi difficile il procedere e giunge in condizioni che non sempre sono le più piacevoli. Ed è proprio per questo che Io, quale amorevole Padre, vi voglio in anticipo mostrare la via, e risparmiarvi così qualche fatica e lavoro, affinché queste Leggi non vi diventino Leggi dell’obbligo, bensì vediate e godiate il sentiero che ho destinato per tutti coloro che hanno compreso e imparato ad afferrare Me, la Mia Creazione e le Mie Leggi dell’Amore! – Amen!

 

 

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Cap. 34

 

Impara ad amare, se vuoi veramente vivere!

 

15 giugno 1875

(Ad una conoscente del circolo triestino)

1. Vedi, Mia cara figlia, finora sei venuta per altri motivi e in altri stati d’animo, e adesso ti separi di nuovo da qui, già cambiata parzialmente nell’interiore; una soave luce di un crepuscolo spirituale ha preso posto nel tuo cuore, solo che non puoi misurare il suo potere e la portata della stessa, in quanto agirà sul futuro corso della tua vita.

2. Ho anche concesso ai tuoi parenti, quale madre e fratello a te vicini, che si avvicinino di più a te affinché ciò che ti giunge dalla bocca dei tuoi congiunti venga in parte completato e rafforzato, e così tu sia preparata con tutti gli strumenti che sono necessari per usare il materiale da costruzione per l’edificazione del tuo io spirituale.

3. Solo una cosa è essenziale, e questa è l’amore, come deve animare tutti i Miei figli e come lo stesso deve anche essere esercitato praticamente, così da dare all’uomo, quiete e conforto. Solo che tu non conosci ancora questo amore come Io vorrei che fosse riconosciuto da tutti voi e come è necessario per afferrare la Mia Parola e adempierla praticamente nella vita.

4. Vedi, figlia Mia! Io, se può esserti utile, ti devo dire la verità: guarda, la tua intera vita porta finora ancora pochissime tracce di questo amore come deve essere, se deve somigliare a quello dal quale Io ho chiamato in vita l’intero Universo, lo voglio conservare e anche continuare a farlo esistere.

5. Questo amore si chiama amore pieno di abnegazione; questo amore è quello che, proprio perché amore è Amore divino, trova il massimo godimento solo quando può dare agli altri gioie e piacevoli momenti, e trova la massima soddisfazione quando attraverso sacrificio, mansuetudine e bontà, ottiene ciò che su altre vie non sarebbe stato possibile.

6. Di questo amore tu puoi presentare poche prove, poiché, se metti la mano sul tuo cuore, troverai che per tutto il corso della tua vita hai voluto difendere le tue stesse idee più di quanto avresti sacrificato i tuoi desideri per gli altri. Ovvero, avresti potuto mostrare agli altri, con mansuetudine, bontà e dolce atteggiamento, come essi dovevano essere verso di te, e tu avresti agito sempre secondo i tuoi principi verso di loro.

7. Questo amore e questa tolleranza, quest’abnegazione e mitezza, con le quali Io stesso un giorno vi ho preceduto come esempio, questo amore è il pilastro principale del Mio insegnamento, è il fattore principale per procedere spiritualmente in avanti, ed è la Mia richiesta principale se vuoi comprendere e sfruttare le Mie parole come conviene agli uomini, creati ad immagine Mia.

8. Finché tutto intorno a te non alita amore, finché non riuscirai a leggere tra le righe il Mio Amore nella vita del più piccolo insetto che striscia nella polvere dinanzi a te, oppure nel più piccolo fiore che delizia il tuo occhio o il tuo olfatto, finché con tutti gli smarriti non avrai compassione, perdono e dimenticanza per amore per Me, finché non considererai questo come primo principio del tuo pensare e operare, fino allora non entrerai nella vera pace dello spirito che ti viene incontro da tutte le Mie parole.

9. Finché non comprenderai il Mio Amore divino tutto abbracciante che vuol fare solo del bene e non punire, che vuol solo ricompensare e mai contraccambiare il male, finché non sentirai e comprenderai che tu, quale Mia creatura devi somigliare a Me, che devi seguire le Mie Caratteristiche, fino allora tutto il leggere, pensare e operare sarà inutile! Infatti, solo questo grande Amore generale imprimerà anche a te il marchio della nobiltà dell’anima; solo attraverso di esso tu potrai procurarti una vita tranquilla per te e per gli altri, e attraverso di esso puoi comprendere i Miei Comandamenti dell’Amore, e proprio per amore puoi anche facilmente adempierli.

10. Questo deve essere il risultato della tua permanenza qui sulla Terra, questa deve essere la base di tutte le tue future azioni, e poi potrai vivere in pace con il tuo circondario su questa Terra e con i tuoi accompagnatori di un altro mondo (spiriti protettivi); i terreni ti benediranno, e gli ultraterreni si rallegreranno dei tuoi stessi progressi. Così diventerai poi cittadina di due mondi, di cui già lo eri, quando vedesti la luce del mondo.

11. Osserva questo, figlia Mia! È il Padre tuo Celeste che ti dà queste parole, affinché tu possa riconoscere la Sua mano che mai ha ritirato da te, perché Egli è proprio soltanto l’Amore in Persona, e non soltanto vi esclama continuamente che dovete venire a Lui, ma si offre ancora di portare con voi il peso di una breve vita di prove, affinché nell’aldilà possiate giungere alla vostra meta più liberi e più rapidamente.

12. Torna a casa, figlia Mia, torna nella tua casa paterna! Diventa per il padre tuo, solo una figlia che raddolcisce sì per delle ore, ma non deve amareggiare per un solo minuto, per non parlare di un’ora, ‘quell’uomo’ cui tu devi tanta gratitudine.

13. Comincia in casa a trasferire nella vera vita le leggi morali dell’amore; tieni ogni sera con te stessa la resa dei conti, fin dove hai fatto del bene agli altri, fin dove hai estirpato del male da te stessa, poiché, come non si può costruire una casa in un giorno, altrettanto meno si può migliorare se stessi in un giorno, ma si può raggiungere questo scopo solo un po’ alla volta.

14. Dapprima impara a riconoscere i tuoi errori, e poi cerca di migliorarli, cerca di evitare occasioni per la tentazione, e diventare così figlia Mia, figlia che non conosce nessun’altra Legge che quella dell’Amore, come ho già mostrato Io a tutti tanto spesso in parole e opere, e questo può essere raggiunto solo attraverso la comprensione del Mio insegnamento. – Amen!

 

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[1] Nardo: unguento, balsamo ricavato da piante profumate, quali lo spigo e altre lavande.

[2] Vedi “Il Governo della Famiglia di Dio”, Vol. I cap. 56, v. 33-35.

[3] Vedi l’opera “La mosca” di Jakob Lorber.

[4] Il figlio perduto: con ciò è inteso Lucifero caduto nel suo allontanamento dal Padre, per lui invisibile, e quindi la perdita dell’eredità e della vita nel Regno, come invece l’ebbero gli angeli non caduti.

[5] Il mondo spirituale smarrito: con questo termine sono intesi tutti gli spiriti-angeli che seguirono il primo caduto, quel terzo che deve essere recuperato insieme al primo. Ma anche, sono intesi tutti gli spiriti, caduti e non caduti, cioè anche coloro che dopo aver attraversato almeno una incarnazione, si perdono volontariamente nel disconoscimento di un Padre-Divinità, e perciò, nella loro nuova condizione temporanea, il Padre resta per loro ‘il Creatore,. quindi in una condizione di giudizio, finché accetteranno volontariamente il ritorno.

[6] Necroforo: becchino; composto da nekròs ‘morto’ + phoròs ‘portare’.

[7] Vedi “Segreti della Creazione” cap. 2 e 3 dello stesso autore.

[8] Ricordiamo alcune rivelazioni del 1840 a Jakob Lorber in “Testimonianze dalla natura” in cui il Signore lasciò parlare una sorgente e una rupe.

[9] Un’idea della grandezza della Creazione ci fu data tramite Jakob Lorber nel 1841 nell’opera “Le dodici Ore”, nell’ultimo capitolo, la dodicesima Ora.

[10] Una rivelazione a Jakob Lorber del 1842/1843 dal titolo “Il Sole spirituale”, qui citato al vol. 2 cap. 100,3

[11] Il riferimento è al dettato del 12.01.1872 versetto 24.

[12] Il termine ‘fisico’ è da intendere in maniera più estesa, perché in altre rivelazioni è già stato spiegato che è l’anima che si eleva con successive incarnazioni in corpi sempre più elevati spiritualmente, dal minerale, al vegetale all’animale fino all’uomo. Quindi l’innalzamento dell’anima è certamente, ma successivamente, anche un innalzamento fisico.

[13] Vedi il dettato del 16.02.1872 pubblicato al cap. 48 della raccolta “Giardino dei giorni di festa”.

[14] Il riferimento potrebbe essere quello dettato a Jakob Lorber nel 1852 in GVG vol.2 – cap. 224 e G.F.D. vol. 3 cap. 24)

[15] Confrontare in Matteo cap. 22, versetti 36-40.

[16] Vedi un'altra rivelazione data attraverso Jakob Lorber nel 1841 dal titolo “Le dodici Ore”, il cap. 12.

[17] Per l’approfondimento di questo concetto si rimanda il lettore al Grande Vangelo di Giovanni vol. VII cap. 18.

[18] Vedi l’opera rivelata nel 1842 a Jakob Lorber “L’infanzia di Gesù” ai cap. 298-299.

[19] Panteismo: tendenza filosofica che identifica Dio col mondo e con la natura.

[20] Vedi di J. Lorber nell’opera “Il Governo della Famiglia di Dio”, vol. 1, cap. 46: 1) nella guida dei figli di Adamo fino al diluvio. – 2) Come Gesù. – 3) Nello spirito della Parola dei veri profeti. – 4) Nella grande povertà degli infelici del mondo nel grande tempo dei tempi. – 5) Interiormente nello spirito d’amore e di ogni santità [nella Parola degli ultimi mistici]. – 6) Interiormente in tutti coloro che bramano Dio e sono pieni d’amore per affrontare il tempo del giudizio. 7) – Sulla nuova Terra, con la presenza permanente per tutti, come al tempo di Adamo.