Presentazione libro

 

Jakob Lorber, il profeta sconosciuto

 

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a vicenda umana di Jakob Lorber (1800-1864) è presto detta: una vita semplicissima, povera di eventi, una vita umile tutta dedicata, a partire dai quarant’anni, all’ascolto di una Voce che gli parlava dentro e che, per 24 anni, cioè finché visse, gli dettò i tanti volumi di un’opera chiamata globalmente Nuova Rivelazione: un messaggio di speranza e salvezza per l’uomo del Duemila che, troppo spesso, vive lontano da Dio.

Lorber, che era musicista, cominciò a udire la Voce all’improvviso, mentre dal suo villaggio natale, Kanischa presso Marburg, l’odierna Maribor in Slovenia, che al tempo suo faceva parte dell’Austria, stava per trasferirsi a Trieste dove gli era stato offerto un vantaggioso posto di maestro di cappella; una sistemazione per la vita. Appena però ebbe scritto le prime parole che la Voce gli dettò, Lorber rinunciò a tutto, rimase nella sua modestissima abitazione, visse dando lezioni di musica, non si sposò mai e per 24 anni si dedicò al grande compito che, ne era convinto, il Cielo gli affidava.

Gli scritti di Lorber parlano della creazione, illustrano il progetto di Dio per la salvezza degli uomini, ampliano i Vangeli senza sostituirsi ad essi e contengono inoltre una quantità di affermazioni relative all’epoca futura. Si tratta soprattutto di affermazioni di tipo scientifico, relative all’astronomia, alla fisica, all’atomo e alle particelle elementari, alle più elevate conquiste della scienza e della tecnica: tutte cose che al tempo di Lorber non erano comprensibili, ma che all’uomo di oggi risultano chiare. Lorber stesso non comprendeva gran ché di quello che scriveva, ma aveva fiducia che ogni cosa un giorno sarebbe stata compresa.

Per dare qualche esempio: nelle sue opere Lorber parla del doppio carattere – corpuscolare e ondulatorio – della luce, e spiega le cause della formazione della luce bianca, violetta e rossa in un’epoca in cui tali conoscenze erano ancora di là da venire; prevede l’invenzione di strumenti che oggi sono di uso comune, come il radiotelegrafo, il telescopio e il radiotelescopio; descrive le galassie, gl’immensi spazi cosmici, i quasar e la struttura dell’universo. Parla dell’uomo primitivo e dei primi tempi della vita sulla Terra; predice l’esistenza delle onde elettromagnetiche, scoperte poi da Hertz nel 1887, cioè 23 anni dopo la morte di Lorber e utilizzate concretamente da Guglielmo Marconi per la telegrafia soltanto nel 1903.

È ovvio che al tempo di Lorber affermazioni come queste incontrassero molto scetticismo, e non a caso la Voce gli disse che i suoi scritti erano per l’uomo del Duemila. E in effetti la constatazione della credibilità delle affermazioni scientifiche di Lorber, possibile soltanto oggi, è destinata a dare credibilità anche alle affermazioni filosofiche e religiose che costituiscono lo scopo ultimo dei dettati: anche questo fu rivelato a Lorber, il quale accettò ogni cosa con fiducia, sicuro che tutto avesse un senso che nel tempo si sarebbe rivelato.

Qualche accenno per dare un’idea della qualità degli scritti, che personalmente trovo straordinari. Secondo quanto fu dettato a Lorber, la materia nel senso concreto del termine non esiste. Tutto è energia, ovvero forza spirituale suddivisa in particelle infinitesimali (scintille di vita primigenia): affermazioni che concordano con le più recenti scoperte della fisica nucleare. L’intero universo è costituito da queste particelle originarie che oggi chiamiamo elettroni o quanti, che altro non sono che “pensieri divini resi autonomi”.

Dio è spirito eterno e infinito, origine di tutto ciò che è. I suoi più alti attributi sono amore, saggezza e forza di volontà. Il suo spirito pervade tutto l’universo, il quale emana da una sorta di sole spirituale e ad esso ritorna. Questo centro di energia è eternamente attivo e creativo, e tutta la creazione è un gigantesco processo di evoluzione e perfezionamento dei pensieri e delle idee di Dio. Processo che si svolge nel corso di periodi enormi, per noi inimmaginabile, suddivisi da tempi di quiete.

La creazione materiale visibile con la quale siamo confrontati e di cui facciamo parte è stata preceduta dalla creazione spirituale: Dio ha creato a propria immagine grandi esseri spirituali (i primi arcangeli) capaci di chiamare alla vita altri esseri spirituali simili a loro. Sorsero così legioni di esseri spirituali (gli angeli) ai quali fu affidato il compito di operare in base al comandamento dell’amore di Dio e del prossimo. Essi erano però tutti dotati del libero arbitrio e una parte di loro, guidata da Lucifero, cadde preda dell’egoismo e del desiderio di potere. Essi furono così banditi dalla presenza di Dio, e fu per dare inizio al loro “volontario ritorno” che fu creata tutta la creazione materiale. Questo grande processo di ritorno e redenzione è, in base agli scritti di Lorber, un segno dell’amore di Dio che tutto abbraccia.

È interessante notare che Lorber, trattando del progetto di Dio per il recupero della “grande anima di Lucifero” e di coloro che sono caduti con lui, delinea in pratica una sorta di teoria evoluzionistica, in quanto parla di forme di vita che dal regno minerale e vegetale s’innalzano fino al regno animale e umano.

Quando il creato fu maturo al punto da poter comprendere la suprema manifestazione dell’amore divino e fu capace di sviluppare il concetto di “Dio-Padre”, scrive ancora Lorber, il Signore scelse la Terra, minuscolo corpo celeste, per esprimere compiutamente la sua misericordia nella persona di Gesù.

Nonostante i suoi insegnamenti la maggior parte degli esseri umani giunge però alla fine della vita in uno stato che è ben lungi dall’essere perfetto – e in questa condizione raggiunge le sfere sottili del mondo ultraterreno. Ed ecco che a Lorber fu dettato un insegnamento dinamico che mostra come nell’altra dimensione esistano infinite possibilità di evoluzione che, alla fine, per vie a volta anche penose, conducono tutte al perfezionamento. Infatti, scrive Lorber, il divino progetto di redenzione non conosce condanna eterna.

Le anime che lasciano la vita ancora in stato di immaturità pervengono, dopo la morte, in un aldilà che può essere paragonato a una sorta di vita onirica. Qui sono oggetto di un progetto educativo che, a seconda dei casi, risulta gradevole o anche doloroso. Cielo e inferno non sono quindi luoghi, ma stati di evoluzione dello spirito. Le anime che sulla terra si sono purificate fino a raggiungere l’amore autentico per Dio e per il prossimo pervengono a una nuova beatificante realtà. A seconda della purezza e della forza del loro amore, la loro visione interiore le rende capaci di percepire livelli sempre più elevati delle divine dimore, di godere sempre più dell’amore del Padre e di cooperare in misura crescente alle opere della creazione intesa come manifestazione di tutto ciò che è.

Questo straordinario quadro è quello che mi ha maggiormente coinvolto nell’opera di Jakob Lorber, che ebbi modo di conoscere molti anni fa, quando mi fu chiesto dall’editore Armenia di tradurre dal tedesco il libro fondamentale di Kurt Eggenstein Jakob Lorber, lo scrivano di Dio, oggi purtroppo non più disponibile. Un libro che oltre a raccontare la storia di vita di Lorber espone nel migliore e più esauriente dei modi i contenuti degli scritti dettati dalla Voce.

Credo che oggi i tempi siano maturi per una miglior conoscenza di Jakob Lorber e saluto quindi con molto piacere questo nuovo volume che, me lo auguro, consentirà a un numero grande di persone di far propria la straordinaria saggezza di questi testi che ci coinvolgono da vicino, perché destinati proprio a noi, esseri umani degli anni Duemila.

 

Paola Giovetti

 

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