Complotto lunare U.S.A.

 

Complotto lunare

degli U.S.A.

nelle

Missioni Apollo

 

Il viaggio sulla Luna: la più grande bufala propinata all’umanità!

Chi cerca di nascondere la verità, probabilmente ha i suoi interessi, e sparge menzogne,

ma chi le appoggia senza giuste osservazioni per confutarle, è complice della stessa falsità,

e un giorno dovrà darne conto a Colui che ‘qui’ ci lascia liberi di operare, ma ‘lì’ ci giudicherà!

 

Luna vergine? luna_da_galileo [320x200] oppure: luna_allunaggi [320x200] Luna calpestata?

 

(da Wikipedia): «La cospirazione (anche complotto o congiura) è l'azione condotta da più persone per stabilire un accordo segreto per modificare, sovvertire, cambiare radicalmente, a volte con uso di mezzi violenti e coercitivi, un regime, uno stato, una situazione politica o di altro tipo».

 

Complottisti: appartengono a questa cerchia tutti quelli che ritengono esistente un complotto, al fine di identificarne il contenuto cospirativo e gli esecutori, e manifestarlo all’opinione pubblica o alle forze dell’ordine.

 

Anticomplottisti: sono tutti coloro che si attuano per dissentire le teorie dei complottisti, ritenendo insussistente il complotto ipotizzato.

 

Sulla questione ‘viaggi sulla Luna’, da oltre 40 anni si è aperta una diatriba che non accenna a diminuire, e le affermazioni tra le due fazioni - complottisti e anticomplottisti - lascia aperto il dibattito sulla loro autenticità, e nessuno si è veramente attivato per far luce sulla verità, analizzando senza essere di parte, tutte le prove che oggi è possibile recuperare attraverso i moderni mezzi della rete internet, e quindi, istituendo un certo «processo lunare», con un’accurata analisi delle prove e contestazioni, al fine di districare la matassa di dubbi e dicerie, schieramenti e supposizioni.

Se nessuno ha mai sollevato dubbi sull’autenticità dei viaggi degli Space Shuttle o sull’osservatorio spaziale che ruota attorno alla Terra a 400 km di altezza, è perché le immagini presentate sono tutte reali e a prova di qualunque contestazione! Ma allora, perché nei viaggi sulla Luna, non una sola volta, bensì in ciascuna missione, le immagini presentate dalla NASA hanno lasciato da sempre dubbi sulla loro autenticità?

 

Se tali dubbi sono rimasti, almeno nelle prime missioni in cui le immagini presentate sono veramente contestabili, è evidente che anche l’autenticità delle successive missioni ne è compromessa, ossia:

se le prime non furono vere, allora furono tutte false!

 

Infatti, anche alcuni anticomplottisti in parte ammettono che ‘solo alcune - le prime - furono false, ma per loro le ultime furono vere! Allora a questi chiediamo: “Ma se furono le ultime ad essere presunte ‘vere’, come avrebbero potuto falsificare in anticipo ciò che ancora non si conosceva?”. Solo se fosse il contrario, una tale possibilità scenica potrebbe essere presa in considerazione! Ma se la realtà visivamente ineluttabile, presentata nelle immagini durante il viaggio di andata (e molto raramente in quello di ritorno), fu sempre la stessa in tutte le missioni, come è possibile che le scene sul suolo lunare ­– movimenti degli astronauti, sfondi del suolo lunare, comunicazioni con Houston, inserite nei filmati delle ultime missioni che apparentemente sembrano autentiche, possano autenticare il viaggio verso e da, la Luna, se questo resta non certificato?

Se non riuscirono a rendere veritiero il viaggio, presentando delle immagini realiste – così come invece è stato fatto con quelle della stazione spaziale attorno alla Terra – allora anche quelle sul suolo lunare furono frutto di montaggi scenici fatte sulla Terra! Che poi sembrino ben fatte, non significa che arrivarono lì, ma che ci hanno saputo fare! Infatti, c’è un certo miglioramento scenico man mano che si analizzano le missioni successive, e ciò confermerebbe proprio la tesi del complotto quanto mai ben architettato, progettato nei più piccoli particolari sin dall’origine della decisione di comunicare all’umanità la volontà di andare sulla Luna nel 1969!

 

Agli anticomplottisti chiediamo: “Se le missioni fossero tutte vere, perché così tanti dubbi?”. Dovremmo credere che così tanti astronauti, tecnicamente e fisicamente preparati specificamente per compiere al meglio tutte le operazioni programmate, nel momento del loro lavoro a dare il meglio, furono tutti così ‘emozionati’, a tal punto da ‘dimenticare’ semplici atteggiamenti che ne avrebbero invece autenticato incontestabilmente la veridicità della missione? Già questa semplice considerazione, a una prima analisi, ci fa gridare allo scandalo: “Non è possibile!”.

Se gli elementi dubbi, probatori, fossero racchiusi in una singola missione, allora la tesi degli anticomplottisti sarebbe fattibile, poiché certe superficialità sarebbero da addebitare al caso, all’emozione, all’incapacità, e resterebbero relegati a quei singoli individui facenti parte di una stessa missione. Ma se gli elementi visivi lasciati come ‘prove’ dalla NASA, contengono in tutte le missioni elementi dubbi contestabili, e questi sono simili pur con delle piccole varianti, allora non c’è che una sola verità: la falsità scenica! Un complotto lunare premeditato, studiato nei più piccoli particolari, e architettato con grande capacità di ingegno, tale da mistificare la realtà e produrre elementi probatori quanto più perfetti all’analisi degli scienziati di allora, americani, russi, australiani, europei, cinesi, ecc., e di conseguenza, a tutta l’umanità del xx° secolo!

Ma adesso siamo nel XXI° secolo, e la tecnologia attraverso il PC e la rete internet mette a disposizione la possibilità di analizzare perfino gratuitamente tutti gli elementi scenici di così tanti viaggi, e quindi, ciò che venne prodotto ripetutamente per convincere alla Tv, milioni di telespettatori con singoli programmi e in diretta, oggi amplia la possibilità di verificarle e trovare tutti quegli indizi atti a dimostrare una tal ciclopica macchinazione, il cui bagget finanziario di allora era in grado di consentire enormi risorse.

Noi, quali acuti osservatori, cercheremo di analizzare alcune ‘prove’, affinché la verità possa avere la sua parte di gloria.

Si dia dunque inizio alprocesso’, poiché una sola prova a favore o contro, non può determinarne l’autenticità o la mistificazione! Pronti? Buon Viaggio!

 

INDICE

Un po’ di storia

Il viaggio

La tecnologia era agli albori

La discesa verso la Luna

Il sistema di sopravvivenza della tuta e il suo peso

L’immagine del suolo lunare non convince

Il Rovercompare’ nelle missioni Ap. 15/16/17

Le impronte degli allunaggi sono reali?

La partenza dalla Luna era possibile?

Numerose sonde andarono distrutte

Una vera stranezza sul casco

Il filmato sull’esperimento: martello-piuma

Sulle comunicazioni radio durante il viaggio

Sulle comunicazioni radio dal suolo lunare

Il sistema di sopravvivenza della tuta e il suo peso

La temperatura interna del LeM

Per quanto riguarda la sabbia

Sulle radiazioni solari

Sullo strano modo di camminare

Le immagini della Terra dalla Luna

Riepilogo date e posizione della Terra e della Luna di tutte le missioni Apollo

Tabellina riepilogativa

Il ritorno dalla Luna in automatico?

Il tempo per percorrere la distanza Terra-Luna / Luna-Terra era congruo?

Il viaggio di ritorno impossibile

L’impossibile splasdown nell’Oceano Pacifico

Conclusioni

La prova inequivocabile

 

I commenti (le prove):  Apollo 8  -  Apollo 10  -  Apollo 13  - Apollo 15 -  Apollo 17

 

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Un po’ di storia

Prima di tutto occorrerebbe entrare nel tempo di allora, poiché, 45 anni fa, il comportamento degli uomini, e i fatti storici, non sono come oggi, in cui i mezzi d’informazione riescono a dare molte più notizie e verità, quasi in diretta, rispetto ad allora. Inoltre, capire quanto era avanzata la tecnologia nel 1965, molto differente rispetto ad oggi, diventa importante. Perciò invitiamo a iniziare con calma a capire il tempo di allora, altrimenti, anche tutto il viaggio e poi le passeggiate lunari non potranno che dare solo fumo negli occhi, e rendere il ricercatore del tutto cieco, come qualche pseudo giornalista che continua a proclamare la veridicità di quei viaggi, …ma senza avere uno straccio di prova lampante, ma solo parole! Infatti, le immagini che presenteremo nella nostra avventura giuridico-lunare, dimostreranno esattamente proprio il contrario: sulla Luna, non ci potevano proprio andare!

Un documentario della RAI su Stanley Kubrik di 52 minuti, suddiviso in sei parti, ne darà un rara documentazione realistica del tempo di allora:

1/6 - [https://www.youtube.com/watch?v=wtUl9-0XIs8 ] Video bloccato per no copyright

2/6 - [ https://www.youtube.com/watch?v=JsDcC6QWakI ] Video bloccato per no copyright

3/6 – [ https://www.youtube.com/watch?v=kLjBF35YhBY ] Video bloccato per no copyright

4/6 – [ https://www.youtube.com/watch?v=43z0bqbL0ck  ] Video bloccato per no copyright

5/6 – [ https://www.youtube.com/watch?v=CAt_VHa7cS0 ] Video bloccato per no copyright

6/6 – [ https://www.youtube.com/watch?v=EBWuRofbw0k ] Video bloccato per no copyright

 

Nuova pagina youTube: [ La storia siamo noi – Il falso sbarco sulla Luna ] (Mazzucco)

Oppure un altro: [ Documentario sul falso allunaggio - Non siamo mai stati sulla Luna ]

 

Il viaggio

 

viaggio [320x200]

 

Lo schema della missione non è congrua rispetto all’iperbole reale del viaggio di andata e di quello di ritorno!

(vedi orbita viaggio reale)

 

Si trattava di ottenere la velocità necessaria per spingere tre astronauti e i loro mezzi di sostentamento nello spazio (del peso di circa 110-118 tonnellate tra: la torre di salvataggio / il modulo di servizio / il modulo di comando / il LeM / il terzo stadio) che dovesse – a quel tempo con una tale tecnologia – affrontare una simile missione così articolata:

Il Saturno V del peso totale di 3.000 t. al decollo (circa il 97% del peso era del propellente), doveva utilizzare i primi due stadi attivi (figura) per far entrare in orbita il peso utile max di 118 t. a circa 28.000 km/h in una quota orbitale a circa 188 km dalla superficie terrestre, più una piccola spinta di 10 secondi da parte del terzo stadio. Dopo un giro attorno alla Terra e la verifica delle strumentazioni, in un punto ben definito e calcolato mentre si trovavano dalla parte opposta alla Luna, veniva ri-acceso il terzo stadio per imprimere una accelerazione di ulteriori 10.000 km/h e raggiungere una velocità di oltre i 38.000 km/h e sganciarsi parabolicamente in un ellisse dall’orbita terrestre, liberarsi della torre di salvataggio, che aveva il compito di salvarli in caso di problemi nella fase di lancio, ruotare di 180 gradi e agganciarsi perfettamente ed ermeticamente con il modulo lunare LeM (facendo sparire la sonda di aggancio per ottenere un passaggio?) tirandolo fuori dall’ultimo stadio del Saturno V, sganciarsi da questo e proseguire nel viaggio fino alla Luna con la velocità inerziale acquisita. Il terzo stadio all’inizio veniva abbandonato al suo destino nello spazio, oppure, veniva data una piccola accensione per indirizzarlo dalla Terra verso la Luna come dichiarato per le missioni dall’Apollo 13 in poi, al fine di effettuare delle misurazioni d’impatto sul suolo lunare (supposto che avesse ancora del carburante! Questa è un assurdità delle assurdità!! Ma cosa avrebbe potuto provocare un guscio vuoto pesante al massimo alcuni quintali, a cadere su di un suolo/massa pesante miliardi di miliardi di miliardi di tonnellate? Assolutamente, un perfettissimo:NULLA!’.Probabilmente, neanche l’esplosione di una bomba atomica avrebbe provocato delle vibrazioni, al massimo in un raggio di un centinaio di kilometri!)

Durante il viaggio era necessario ottenere una rotazione costante per non surriscaldare le parti esposte al Sole. In questa fase, la forza di gravità terrestre avrebbe frenato progressivamente la loro massa fino a ridurne la velocità, man mano fino ai circa 5.000÷6.000­ km/h in corrispondenza della Luna e, con qualche aggiustamento di rotta, entrare perfettamente in orbita a circa 110 Km dal suolo lunare.

A questo punto dovevano attraversare il tunnel tra i due veicoli, in due e realizzare un ulteriore bloccaggio dei due portelli, e quindi sganciare il LeM al tempo stabilito per azzeccare un inizio di discesa (in caduta libera) frenandone la velocità inerziale di spinta (da 5.000÷6.000 km/h a zero, con l’ulteriore dispendio di carburante per vincerne la gravità) con la spinta del motore del LeM, opposta alla direzione inerziale, e cioè indovinando l’angolazione di caduta che iniziava sul lato nascosto, opposto all’allunaggio, fino a scendere verso la superficie sul lato visibile dalla Terra facendo uso di una prefissata energia, in modo tale da allunare senza sfasciare il delicato LeM ricoperto di carta stagnola, non conoscendo la compattezza del terreno, e sperare di non arroventarsi subito appena atterrati se i diretti raggi del Sole sulla superficie della Luna (si parla fino a 117° con il Sole oltre i 45°!), fossero stati troppo alti nel punto di atterraggio.

 

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Se il diametro della Terra è di 12.744 km e quello della Luna di 3.476 km, il rapporto è 3,6 volte.

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La tecnologia era agli albori

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Esisteva a quel tempo la tecnologia per realizzare ciò che progettualmente essi speravano di poter ottenere?

L’invio di sonde oltre l’atmosfera terrestre, la loro messa in orbita attorno alla Terra oppure verso la Luna, nonostante i molti fallimenti, non fecero desistere né gli americani né i russi, e impegnarono migliaia di tecnici e progettisti per preparare una missione così articolata. Era ancora il tempo dell’uso iniziale del PC – confinato però al livello del ‘Commodore 64’ – e tutte le sequenze/comandi, almeno fino al tempo della missione ‘Apollo13’ presentata come sfortunata (vedi a tal proposito un trailer del  film sulla missione di salvataggio Apollo 13 [2,34min], anch’essa un bluff!) erano pressoché operazioni manuali, cioè con degli interruttori da manipolare, e il PC serviva da promemoria temporale per la consecutività delle operazioni da svolgere.

Nei filmati con la diretta televisiva (a quel tempo), fu presentata la fattibilità della conquista dello spazio e poi della Luna, con tre missioni preparative (Apollo 8 / 9 / 10), e ben sei missioni comunicate andate a buon fine (Apollo 11, 12, 14, 15, 16, 17), più una recuperata dopo un presunto guasto (Apollo 13), di cui a parte ne commentiamo il falso viaggio.

 

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La discesa verso la Luna

 

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La tecnica della discesa verso il suolo lunare è esposta in modo articolato su Wikipedia (allunaggio Apollo) in cui si dovrebbe essere convinti delle fasi di questo presunto allunaggio. Si viene a sapere che dopo la fase di sgancio, il LeM allontanatosi di alcune centinaia di metri, accendeva il motore per imprimere una decelerazione. Ma esistono immagini di repertorio di una tale ‘frenata’, che si sarebbe dovuta vedere come se questo schizzasse dal campo visivo del Modulo di comando, a causa della variazione della velocità, visto che erano a sole poche centinaia di metri di distanza? No! Ma ben altro, propinato nei video con dei modellini! (vedi commento Apollo 8)

Dice Wikipedia che dalla missione Ap. 14 il Modulo di comando accompagnò il LeM fino a 15 km dalla superficie affinché questo risparmiasse il suo carburante a spese di quello del Modulo di comando. Quindi, necessariamente, esso avrebbe dovuto riaccendere il suo motore per riportarsi in orbita geostazionaria a 115 km dalla superficie per i successivi due/tre giorni di attesa, compiendo le decine di orbite lunari dichiarate (vedi tabellina). Ma esiste una qualche immagine realistica di una tale operazione? Nei video presentati dalla NASA si nota solo un costante, spezzettato allontanamento, quindi il concetto di una tale operazione, fu solo un altro, grande, FALSO! – Non ci sono prove!

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L’immagine del Sole sul suolo lunare non convince

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L’immagine del Sole visto dal suolo lunare in tutte le missioni è sempre simile, e ciò dimostra che tutte le sei missioni sulla pseudo Luna ebbero la stessa matrice, sebbene con delle piccole varianti. I complottisti sostengono che la luce che illuminava l’ambiente fosse il frutto di un escamotage scenica attraverso l’uso di uno stesso finto Sole costruito con un enorme proiettore e utilizzando telecamere e fotocamere con pellicole ad alta sensibilità e particolari lenti nel diaframma oculare, tali da illuminare gli oggetti, anche se in effetti essi potevano essere pochissimo illuminati.

Gli anticomplottisti affermano che la validità delle missioni è confermata proprio dalla impossibilità di illuminare una così grande porzione di finto suolo lunare, per cui dovevano ‘per forza’ essere sulla Luna. Invitiamo i lettori a vedere il filmato su Stanley Kubrick (il regista del film “2001 odissea nello spazio”), in cui il concetto della possibilità di filmare scene con un obiettivo avente una lente ‘particolare’, che desse luminosità anche in un ambiente scarsamente illuminato, fece sì che egli stesso non trovò pace, finché si recò alla NASA per scoprirne i segreti. (vedere l’ottimo servizio della Rai suddiviso in sei pezzi postato all’inizio al primo punto un po’ di storia )

Inoltre presentiamo un archivio fotografico a fondo pagina, tratto da un CD sulla Luna a cura dell’Istituto Geografico De Agostini di Novara (occorre Quick Time), in cui vengono presentate le migliori immagini del suolo lunare che si potevano trovare nel 1999, (Apollo 11/15/16/17) montate come un unica immagine a 360° del suolo attorno all’allunaggio. Tutte le incomprensioni su un montaggio scenico, restano!

 

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Il Rovercompare’ nelle missioni Apollo 15/16/17

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Il LeM non ha mai cambiato la sua essenzialità costruttiva, nonostante con gli Apollo 15/16/17 dovesse contenere anche il Rover. Ma come poteva contenerlo (circa m. 3,20 di lunghezza per 1,80 m. di larghezza) se il LeM nella parte bassa conteneva le attrezzature per la sopravvivenza e il motore per l’atterraggio? Dove stava lo spazio per il contenimento del Rover? Una soluzione fu ingegnosa: ripiegarlo!! Questo è almeno ciò che sembra nella foto esplicativa, in cui si vedono quattro grandi ruote ripiegate e molto vicine attaccate a un piccolo supporto. C’è perfino un video che dimostra come un bel Rover diverso da quello progettuale, molto più leggero, con le ruote trasparenti e un telaio ridotto all’essenziale per sostenere la consolle per il comando dei quattro motorini elettrici per le ruote e lo sterzo, ecc. [ http://www.youtube.com/watch?v=ObEjEEfnBj8 ].  Tuttavia, fino in time 0,36 c’è l’apertura lenta del portello/Rover, manca però proprio il ribaltamento delle ruote anteriori e la parte finale della completa ricostruzione manuale. La stranezza sono i gesti non naturali degli astronauti. Quella corda che uno di loro ‘tira’ in time 0.30­÷038 è una simulazione! Osservatela bene, poiché egli simula solo ciò che sarà fatto vedere nel filmato sulla Luna. La corda non si allunga, e dovrebbe essere rilasciata e non tirata, come infatti non lo è!

Nel video sulla supposta Luna per la sua estrazione dal LeM, l’unico in rete trovato è quello dell’Apollo 15 [ http://www.youtube.com/watch?v=-ShauSWcTC4 ] si vede lo stesso processo, il Rover però si costruisce da sé, come se nella fase progettuale avessero inserito delle enormi molle per farlo auto distendersi. In time 0,52 c’è uno strano bagliore – un lampo – che si nota al di sopra e dietro il LeM dovuto allo scoppio della carica che era servita per lo sganciamento dei legacci delle molle; i due armeggiano per molto tempo sul telaio, e almeno il secondo astr. senza fare effettivamente nulla, sebbene parlino molto (sarebbe interessante capire cosa si dicono), e alla fine lo spostano come se fosse molto leggero. Infatti, mancano i sedili e le batterie sotto, il gruppo di rice-trasmissione, l’antenna e la telecamera, e l’apparecchiatura per la trasmissione dei dati/video con la sua batteria autonoma, a tal punto che tutto il piccolo telaio sembra proprio diverso!! Ma era lo stesso telaio? Se la scena fu girata sulla Terra, è chiaro che il Rover in questa scena doveva essere molto più leggero di quello reale che compare dopo, per simularne la leggerezza.

E come hanno montato i successivi elementi con quei guantoni? E le batterie (sotto i sedili), possibile che avessero un autonomia così lunga e tale da fargli fare così tanti km? Nel video per la riparazione del parafango (36 minuti di lavoro!!! – Ap.17 rover riparato) si nota proprio la difficoltà per operare, che si poteva tradurre solo in un appoggiare, ma non fissare/montare. Potevano tali batterie avere un’autonomia sufficiente a restare in funzione per giorni, anche oltre la loro partenza? Nelle varie escursioni, con il terreno così accidentato, e andando a velocità non trascurabili, non hanno mai bucato le ruote con i copertoni trasparenti come fossero di plastica? C’è una sequenza di foto del Rover dell’Ap.17 (video Handschannll – 6.00 min) con la Hasselblad 70 mm. (da time 2.00), in cui tale Rover è enorme, mentre da time 5.32 sembra molto più piccolo, rimpicciolito senza gli equipaggiamenti!! ( foto1foto2foto3foto4foto5 ) Un giretto così, tanto per perdere tempo, …e far girare la testa ai terrestri!

 

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Le impronte degli allunaggi osservate da una sonda NASA sono reali?

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Che poi possano essere vere le impronte del Rover e del LeM rimasto sulla sua superficie, dimostrate dalle immagini propinate nel 2011 attraverso le immagini della sonda Lunar Reconnaissance Orbiter, è un vero schiaffo alla decenza, poiché i termini di proporzionalità di tali segni sono assurde!! Per convincersene, basterebbe produrre dei segni con un automobile su di una superficie sabbiosa sulla Terra, e osservare come cambia il paesaggio e i segni stessi quando ci si allontana su di un qualunque aeromobile a soli più di 1 km o anche 2 km di altezza.

(prima ipotesi): Se alla luce di così tanti dubbi in tutte le missioni è che non ci andarono mai, come hanno fatto a darci delle immagini di quel falso suolo lunare? Una spiegazione potrebbe essere che furono fatte sulla stessa enorme finta luna sulla Terra che la NASA aveva già fatto vedere nel 1965 già pronta per studiarla meglio, sulla quale furono riportati, ad esempio le supposte impronte del Rover lasciate dagli astronauti e che a nostro avviso servirono per i video di tutte le missioni: rotazioni orbitali, allunaggi e partenze.. - Che poi la NASA abbia detto che con tale sonda (Lunar Reconnaissance Orbiter nel 2009 e poi resi pubblici nel settembre 2011) sarebbero stati visibili tutti i siti e le abbiano propinate, è evidente che si tratta sempre di false immagini satellitari marchiate NASA. Sembra, infatti, il solito falso suolo lunare, con una strana illuminazione (non reale) di segni eseguiti sulla solita falsa Luna. Quello stesso suolo che si intravede dal finestrino del LeM nei filmati dei finti atterraggi, o partenze dal finto suolo lunare!

(seconda ipotesi): Se invece si potesse certificare che tali immagini – non espressamente timbrate dalla NASA - siano veramente quelle del suolo lunare nel punto di atterraggio delle dichiarate missioni, esse potrebbero essere state fatte da dalle sonde/robot che al tempo delle missioni servirono come ponte radio per certificare le trasmissioni registrate mandate in onda e captate allora dalle antenne terrestri. Quindi anche quei brevi segni sul vero suolo potrebbero essere state fatte allora da tali robottini poi rimasti evidentemente sul suolo, compreso il famoso ‘specchio’ (retroriflettore) che a tutt’oggi consente di calcolare ogni giorno la distanza esatta dal nostro satellite. Ciò non è una prova, tutt’altro, poiché anche i russi, hanno mandato due loro robot (Lunokhod 1 e 2) come retroriflettori, a tutt’oggi uno funzionante dopo averlo ‘ritrovato’ grazie alla LRO, la quale anche per questa ha fatto delle foto ingrandite che non si discostano molto da quelle fatte per gli Apollo, Infatti si notano anche per questa sonda/robot dei segni delle ruote, come quelle pseudo del Rover!! Quindi per noi è evidente che tra le vere foto della sonda Orbiter, ne sono state inserite altre ‘false’ per tacciare i complottisti. In conclusione – ed è più realistico – gli allunaggi li fecero delle sonde mandate con il terzo stadio dentro la sua pancia al posto del Rover, e poi allunate per realizzare il collegamento radio attraverso cui mandare le immagini e comunicazioni pre-registrate dalla Luna come se lì ci fossero i veri astronauti, e poi rimaste lì dopo aver fatto qualche giretto per dare dei veri dati alla NASA del vero suolo. –  In ogni caso: sempre di foto NASA si tratta!

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La partenza dalla Luna era possibile?

Immaginare una ri-partenza dalla Luna indovinando il tempo della partenza (calcolata con precisione, dissero – ma come?), la spinta (sempre, contro una gravità supposta dalle leggi di Newton) di un ulteriore motore che doveva essere contenuto dentro il mezzo/LeM superiore, e quindi con dei comandi diversi che per l’allunaggio con il tutto/LeM. Azzeccare la forza di spinta con una quantità di carburante contenuta dentro il mezzo/LeM superiore sufficiente all’accelerazione fino alla velocità di almeno 5.000÷6.000 km/h per allinearsi e inseguire il Modulo di comando in rotazione orbitale, e addirittura trovarlo (come dire: cercando un ago in un pagliaio), e far coincidere un ‘rendezvous con la tecnologia radar di allora e con guida manuale (come dire: una guida cieca nell’enorme spazio! - Con il binocolo?), e poi far coincidere un aggancio (che doveva aver funzionato perfettamente, senza essersi sfasciato nella prima operazione di aggancio!!), con la capsula/madre – tutte operazioni manuali – e quindi dopo essersi garantiti un aggancio perfettamente ermetico, togliendo la sonda di aggancio esterna dal di dentro dove avrebbe dovuto esserci un passaggio (ma c’era realmente?), visto che nella parte superiore delle prime capsule nel programma Mercury lo spazio era occupato dai paracadute, e riaprire i due portelli (esistevano realmente?) e ripassare nel Modulo di Comando con tutte le rocce raccolte…., le cui uniche riprese sono quelle sicuramente false dell’Apollo 13, e quelle dell’Apollo 9 che non possono essere certificate poiché proprio quelle dell’apertura sono a colori, intervallate da altre più realistiche in bianco e nero, scusate, bisogna essere proprio come Pinocchio nel paese dei barbagianni, in cui sperava di moltiplicare i suoi zecchini dopo averli sotterrati!

Abbiamo trovato una foto NASA del presunto passaggio nell’archivio dell’Apollo 11, che però, come foto, non può confermarne l’autenticità, poiché è simile a quella presente nel filmato dell’Apollo 13 che è certamente falsa! Portelli, agganci, tenute, non si vedono così! L’unica apertura è in un video dell’Apollo 9, ma è solo presunta, poiché in questo filmato è completamente pieno di ‘modellini’, mentre delle vere immagini in bianco e nero sono solo in time 7,15÷7,27 (ma non si nota nemmeno la mancanza di gravità – che erano quelle dell’epoca – mentre le uniche della presunta apertura sono a colori, sicuramente inserite a posteriori (time 5,25÷6.00):

(17 min.) - [ http://www.youtube.com/watch?v=xytZh161E7o ] (lo commenteremo a parte)

Vi invitiamo a osservare bene solo le estremità del modulo di comando e del LeM prima negli schizzi del progetto, e poi in quelli dove sparisce nella realtà, per capire se una tale operazione sia mai stata compiuta, oppure ci fossero degli agganci, (a meno che non ci siano delle immagini autentiche di tali passaggi, piuttosto che le facce – e molte – degli operatori a Houston) mentre la parte superiore del modulo di comando era – a nostro avviso – solo idonea a contenere gli alloggiamenti dei paracadute e mantenere la torre di salvataggio nella fase di lancio.

 

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Un fatto è certo:Numerose sonde andarono distrutte!’

Negli anni ’60 essi inviarono innumerevoli sonde che avrebbero dovuto allunare sulla Luna per la raccolta dei dati, e che invece andarono distrutte già nella fase di lancio o dopo la partenza, o dopo, che dovrebbe far pensare sul perché non sarebbe stato proprio possibile a quei tempi – oltre 40 anni or sono – riuscire in un’impresa titanica con degli esseri umani!

[ http://it.wikipedia.org/wiki/Programma_Luna ]

La sonda sovietica (Luna 3) che nel 1953 riuscì a fare le prime foto vere della parte nascosta della Luna, dimostrano quanta differenza ci possa essere nella rappresentazione della realtà con quella delle false missioni lunari. Essa completò la missione in oltre tre mesi (ci sono molti errori nel testo su Wikipedia), inviando solo 29 immagini. Mentre la Lunar Orbiter nel 1966 inviò oltre 1700 immagini prima di schiantarsi sul suolo lunare ( foto1foto2foto3foto4foto5 )

 

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Una vera e propria stranezza sul casco: “Perché si vergognarono di farsi riprendere?”

 

casco_su_luna [320x200] n.1   casco_reale [320x200] n.2 -  casco_vuoto [320x200] n.3 -

 

Quello indossato sulla Luna (n.1) è veramente particolare! Sembra enorme nella sua costituzione, poiché rappresentava una doppia copertura sussidiaria per coprire il vero e proprio casco pressurizzato (n.2) molto più piccolo nella sua essenza, e così tutelarsi con una triplice copertura dai raggi diretti del Sole. Il risultato è che esso copriva completamente il volto degli astronauti. Possibile, che MAI, in una sola missione delle sei, uno di loro alzò spontaneamente la visiera davanti alla video, anche in ombra, per salutare i suoi familiari o l’umanità che a milioni li osservava, e farsi così immortalare in pose mimiche esemplari?

   Dodici uomini in tempi diversi, con ore e ore di filmati, in qualunque condizione di illuminazione e posizione, anche armeggiando sotto il LeM, o nell’eseguire compiti su strumentazioni sofisticate all’ombra del Sole, senza mai alzare la visiera, neanche per…. dimostrare che effettivamente erano loro stessi - quelli partiti col razzo – che stavano lì su quello strano suolo? Addirittura, occorsero 18 anni (fino al 1987) per stabilire che non tutte le immagini presentate nella missione dell’Apollo 11 erano di Buzz Aldrin, ma che ‘una’ era certamente di Armstrong! Poi adottarono il sistema di segnare le tute con dei diversi stemmi, per l’identificazione.

   Come dire: “Non ve li faremo vedere mai, le nostre facce!”, stabilendo già dall’ora, dalla prima missione, lo stimolo per la nascita dei futuri complottisti. E perché una tale macchinazione, visto che – invece – proprio per annullare ogni futura domanda, essi avrebbero potuto – semplicemente - far vedere sempre, in ogni missione, di tanto in tanto le loro facce! Tuttavia, solo nel video dell’Apollo 17 (vedi video in time 19,38 citato più avanti), c’è una sola immagine di un astronauta (sembra Harrison Schmitt – n.3) che lascia intravedere il piccolo volto dentro il grande spazio del casco esterno, ma non sembra proprio ci sia il vero casco pressurizzato interno!

   Viene da pensare: poiché le riprese venivano effettuate sulla Terra, e quindi decadeva la necessità di respirare dall’unità di sopravvivenza (PLSS – Primary Life Support System – lo zaino), allora non era necessario nemmeno un casco pressurizato, e quindi potevano respirare l’aria direttamente attraverso quello grande opportunamente bucato da dietro, completamente oscurato!

 

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Il sistema di sopravvivenza della tuta e il suo peso

Le escursioni sul suolo lunare comunicate furono 14 così distribuite

 

Missione     n.EVA      durata x singola EVA                       totale su luna     orbite lunari          tempo per viaggio*

Apollo 11     1            2h e 31 m.                                           21h e 36m.           30                     103 ore

Apollo 12     2            3h e 56 / 3h e 49m.                              31h e 31m.           45                     110 ore

Apollo 14     2            4h e 47 / 4h e 34                                  33h e 30m.           34                     108 ore

Apollo 15     3            6h e 32m. / 7h e 12m. / 4h e 49m.       66h e 54m.           74                     105 ore

Apollo 16     3            7h e 11m. / 7h e 23m. / 5h e 40m.       71h e 2min.          64                     104 ore

Apollo 17     3            7h e 11m. / 7h e 36m. / 7 e 15m.         74h e 59m.           75                     93 ore

 

(* - il tempo del viaggio di andata dall’ora di partenza della missione fino all’allunaggio)

 

Il supporto vitale collegato alla tuta (lo zaino) chiamato Primary Life Support System (PLSS), durante le EVA (Extra-Vehicular Activity), era in grado di consentire un’autonomia di oltre sette ore, ma esso, insieme alla tuta, pesava oltre 100 kg. Nelle varie immagini video in cui si vedono saltare gli astronauti per dimostrare la differenza di peso sulla Luna, si può osservare comunque che tale dispositivo continuò a funzionare regolarmente, e che in tali salti, nonostante il suo peso, non si scorge alcun movimento di tale pesante zaino. Comunque aveva una massa! Ma se tale zaino non dimostrava alcun peso/massa, allora si può convenire che al suo interno ci fosse solo …polistirolo? Oppure esso era ermetico e conteneva elio per alleggerirli?

Anche per la temperatura interna della tuta, visto che le riprese non erano consecutive, un po’ di calore poteva essere sopportato per breve tempo. E poiché anch’essa nelle immagini sembra un po’ gonfia, ma non poteva essere di quel gas refrigerante del PLSS, allora anche un po’ di Elio dentro, con tutti i doppi strati indossati, non gli avrebbe fatto male.

 

 

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Il filmato sull’esperimento martello/piuma: ma cos’è?

piuma_martello [320x200]

 

Un altro punto degno di nota a favore dei complottisti, è il filmato presente nell’Apollo 15 relativo all’esperimento martello / piuma, prodotto per dimostrare a quei dubbiosi di allora che continuavano a dubitare delle immagini televisive, l’autenticità del suolo lunare. Osservatelo bene!! Non è facile poiché le immagini del video, come altre molte in rete, sono purtroppo sfocate!!! A occhio nudo, ripetendo la scena nel punto di impatto (time 1,03), si nota come il martello fosse di plastica o di gomma, e la piuma di metallo!

   Lo si scopre nel loro comportamento quando toccano il suolo. La piuma rimbalza! E se fosse vera piuma sarebbe stato proprio impossibile! Probabilmente era quella stessa piuma d’oro che successivamente fu presentata come testimonianza lasciata per la morte dei tanti astronauti che li avevano preceduti? Il manico del martello tenuto in mano ondeggia. E perché? - Non sembra nemmeno un vero martello, e nella sabbia non si conficca affatto, batte come su nuda roccia! Dove è finita sabbia della Luna? Forse spazzata via dal motore del LeM? Allora sotto il piccolo strato di sabbia, la Luna è fatta di roccia?

(1 min 23’’) - [ http://www.youtube.com/watch?v=KDp1tiUsZw8 ]

 

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Sulle comunicazioni radio durante il viaggio

(la nostra ipotesi): Se gli uomini dentro il Modulo di comando con alle spalle il modulo di servizio per gli elementi atti alla loro sopravvivenza (ossigeno, e carburante), non andò mai verso la Luna perché gli mancava la spinta sufficiente, era necessario che vi andasse qualcos’altro per certificare agli scienziati liberi e collaborativi (australiani, russi, tedeschi, inglesi), che effettivamente un tale viaggio si stesse svolgendo. Lo poteva fare in piena autonomia il terzo stadio del Saturno V, e raggiungere la velocità inerziale sufficiente ad arrivare fino alla Luna, come qualunque altra missione per la messa in orbita lunare o sul suolo lunare di satelliti/robot, fatte precedentemente del peso di poche tonnellate.

Infatti, considerando che il LeM non era affatto necessario, quel vuoto del razzo poteva contenere/nascondere gli elementi necessari allo scopo, affinché esistesse un trasmettitore per il viaggio di andata fino alla sua messa in orbita lunare, e un altro per le comunicazioni dalla superficie contenente anche gli strumenti che dal suolo lunare avrebbero dovuto in seguito certificare l’allunaggio in un punto dichiarato, e ratificare l’effetto doppler come reale. Il terzo stadio veniva abbandonato, oppure (dalla 13 in poi) veniva fatto precipitare sul suolo lunare (non commentiamo il perché di una tale idiozia!!).

Nel frattempo, i veri astronauti restavano zitti zitti a ruotare in orbita terrestre, in attesa del completamento della falsa missione. Sempre ché veramente essi partissero con l’Apollo, poiché, visto che le false immagini in assenza di peso potevano averle fatte precedentemente, la necessità di costruire una vera capsula e un vero Modulo di servizio, non sussisteva! (vedi il nostro commento sull’Apollo 13)

Quindi, secondo noi, tutto ciò che veniva fatto vedere in diretta erano solo video pronti, precedentemente girati, già doppiati con la voce dei veri astronauti, foto già acquisite fatte da sonde, che venivano mandate in onda come se si svolgessero in diretta, compreso il finto allunaggio, le scene sul finto suolo lunare, la ri-partenza e il randezvous fatti con modellini animati. Il finto viaggio di ritorno, non avendo nulla da offrire, sarebbe proceduto nel più teatrale silenzio.

 

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Sulle comunicazioni radio dal suolo lunare

Un elemento da tenere in considerazione è lo scambio dialettico tra gli astronauti sul pseudo suolo lunare e i tecnici sulla Terra. Invitiamo a seguire tali scambi, poiché nei vari filmati, anche quando essi sono sul Rover, le comunicazioni radio non scemano mai, sono fluide e senza alcun ritardo. Possibile che gli astronauti trasmettessero nel 1969 con la loro antennina sul casco – poiché non erano nemmeno collegati via cavo con l’antenna del Rover – fino alla Terra? E ricevevano pure!!! E ciò avveniva anche mentre il Rover camminava in tutte le direzioni e senza che l’antenna sopra di esso fosse puntata – almeno – verso la supposta Terra nel loro cielo! Certamente poteva essere utilizzata un antenna sul LeM diretta verso la Terra, e loro in ponte radio con questa, ma avessero fatto vedere almeno una volta, …un tale puntamento! Se dalla Terra sarebbe stato possibile ricevere un debole segnale ricevuto con le enormi parabole terrestri, loro con quale antennina ricevevano le comunicazioni dalla Terra?

 

 

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La temperatura interna del LeM

Una delle affermazioni dei tecnici NASA fu che durante il viaggio di andata, fu necessario imprimere una lenta rotazione alla navetta per evitare di surriscaldare le delicate apparecchiature del LeM, visto che era stato costruito per stare esclusivamente nello spazio. Ci si chiede: una volta sul suolo lunare, come potè resistere ai focosi raggi del Sole per quasi tre giorni consecutivi, senza arroventarsi nelle sue parti esterne esposte al Sole? Sebbene il Sole fosse basso all’orizzonte, non essendoci atmosfera, né venticello, i suoi raggi già dopo poche ore, e poi giorni, avrebbero dovuto surriscaldare la parte del LeM esposta. Esisteva un sistema di refrigerazione in grado di consentire il riposo degli astronauti durante il riposino tra la prima e la seconda, e tra la seconda e la terza EVA? Con quali batterie?

Sono gradite eventuali segnalazioni video che confermino una variazione della luminosità all’interno della capsula per tale rotazione della navicella nel viaggio di andata.

 

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Per quanto riguarda la sabbia

 Gli anticomplottisti affermano che non era possibile riprodurre sulla Terra l’effetto ‘pesante’ della sabbia, come se non ci fosse atmosfera. I complottisti ribattono che bastava semplicemente bagnarla abbondantemente alcune ore prima delle riprese, e ciò avrebbe comportato anche una cancellazione di eventuali impronte, ed essa sarebbe rimasta pesante con gli effetti che si notano nelle riprese. Queste, fatte in anticipo scegliendo una notte senza nuvole e senza luna, come se si svolgessero veramente sulla Luna, potevano essere mandate in onda al posto di quelle vere mancate.  Non necessariamente i finti astronauti sul finto suolo lunare dovevano essere gli originali attori, poiché sarebbe bastato che quelli veri doppiassero con la loro voce i filmati registrati opportunamente in anticipo. Oppure si può ipotizzare che alcune riprese furono fatte di giorno con obiettivi supersensibili ma oscurate da lenti. Successivamente, visto che i ‘media’ avevano cominciato a fare osservazioni sulle riprese di scarsa qualità, allora si dovette solo dimostrare un ritardo asincrono delle immagini, migliorandole attraverso l’utilizzo di persone esterne alla NASA, per dimostrarne la distanza (cosa che non era avvenuto nelle prime due, dove tale asincronismo era sfuggito – fonte ‘Focus’). Ma anche questo particolare non dimostra l’autenticità del segnale proveniente dalla Luna, poiché, come abbiamo ipotizzato, sulla Luna poteva già essere stato posto un ripetitore con una sonda inviata lì con il terzo stadio.

 

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Sulle radiazioni solari

Una sola considerazione deve far pensare, poiché in mancanza di atmosfera, senza nessuna schermatura per i raggi cosmici, sia anche per la temperatura supposta oltre i 40° con il Sole oltre i 30°, le macchine fotografiche e video camere di allora avrebbero dovuto essere comunque inservibili! Inoltre il cielo è senza luce, e quindi senza un orizzonte vero e proprio come invece in quelle di Marte. Lo sfondo, cioè l’orizzonte è inesistente, completamente nero, oltre il quale, a distanza non superiore ai 200÷300 metri, sembra esserci il baratro, né queste due immagini inserite in uno dei video della NASA sull’Apollo16, ‘il cielo stellato’ e ‘la Terra dalla Luna’, possono dimostrare una veridicità che non c’è.

Aspettiamo di vedere le immagini del suolo lunare dalla sonda cinese Yuto arrivata sulla Luna con il suo robottino il 14 dicembre 2013, dopo essere partita il 2 dicembre 2013 (12 giorni di viaggio), e atterrata in una zona alta della parte a noi visibile della Luna.

 

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Sullo strano modo di camminare

 

Non è il caso neanche di parlare dello strano modo di camminare dei falsi astronauti. Gli anticomplottisti chiedono: se le riprese furono effettuate sulla Terra, come poteva essere creato l’effetto del peso sulle spalle, che nelle immagini non era poi così eccessivo? Innanzitutto non è detto che essi fossero realmente pesanti così come si ostinano a dichiarare gli anticomplottisti come abbiamo commentato, e poi le riprese, essendo realizzate in anticipo, potevano essere lavorate e preparate con tutte le tecniche possibili, presentandole al rallentatore e ripetute a piacimento visto che i tempi di ripresa non erano consecutivi. Potevano essere fatte brevi riprese di 15-20 minuti, e i salti, se avessero avuto veramente PSLL, si sarebbero ben guardati di saltare così, a rischio di rovinare il preziosissimo e costosissimo zaino (dal costo di oltre un milione di dollari!). Possibile che in tutte le sei missioni, sono stati così sfortunati da atterrare sempre in degli avvallamenti che non consentirono loro di mostrare un panorama un po’ più esteso, cioè senza orizzonte, nemmeno dal Rover lunare, nonostante (dicono) che nella missione dell’Apollo 16 percorse più di 27 Km, ma che è molto diverso da quello reale fotografato dalla Lunar Orbiter dallo spazio nel 1966, le cui immagini servirono probabilmente per creare il finto suolo lunare? Se nella missione Apollo 16 essi andarono su per un altura, potevano completarne la scalata e mostrare un panorama dall’alto. Perché non fu fatto? In rete esistono moltissimi commenti filmati che ne riportano tutte le argomentazioni dei complottisti, affinché si rifletta sui dubbi sollevati, alcuni delle quali riportiamo a fine pagina.

 

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Le immagini della Terra dalla Luna

 

Un'altra considerazione è che in rete ‘stranamente’ esistono pochissime immagini della Terra dalla Luna. Nel filmato dell’Apollo 10 ne abbiamo ricavato una che - in rapporto alla curvatura del suolo lunare rispetto al suolo lunare mostrato dalla sonda Orbiter nel 1966 - la Terra è molto più piccola e sfocata, e se si dovesse allontanare l’immagine affinché si curvi il suolo lunare, la Terra diventerebbe ancora più piccola.

 Un'altra foto molto più definita, trovata in rete, in cui viene mostrata una  Terra enorme, è senz’altro falsa!

Possibile che nelle sei missioni andate a buon fine, con migliaia di scatti e ore e ore di riprese, alzando la video camera, o la macchina fotografica a pellicola, mentre scorrazzavano su quel suolo, non siano mai rimasti attratti dalla stupenda immagine della grande Terra vista dalla Luna, che è di diametro 3,6 volte più grande, tale da scolpirla e presentarla – piuttosto - in una miriade di immagini all’umanità?

 

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Riepilogo date e posizione della Terra e della Luna di tutte e missioni Apollo

fasi_missioni [320x200]

(Posizione della luna nella sua fase in rapporto alla data di partenza delle missioni)

   Per capire la veridicità delle immagini che si trovano nei video NASA delle varie missioni, cioè se esse furono scattate o riprese nell’epoca esatta della loro effettuazione, e non prima scattate da delle sonde spaziali, così da rappresentare un elemento di conferma o diniego sulla loro autenticità, è importante capire la fase lunare dei giorni della missione, affinché questo elemento – quale prova inequivocabile – possa essere preso in considerazione per confermare la fattibilità della specifica missione, o dichiararla FALSA. Esso è certamente l’illuminazione della Luna e della Terra come avrebbe dovuto essere, rispetto alle immagini presentate in ogni missione, durante il falso viaggio, la presunta visita alla Luna e nell’improbabile viaggio di ritorno.

   Poiché è chiaro, che se effettivamente ci andarono, e la fase lunare nei viaggi è simile, allora anche le immagini della fase lunare e della Terra vista nel viaggio dovrebbero essere simili, con la discrepanza di uno o due giorni, così come risulta dalla guida attraverso la tabellina riepilogativa. Se invece il viaggio fu un bluff, allora la mancanza di foto, oppure la loro diversificazione nelle varie missioni, oppure l’incoerenza delle immagini in rapporto proprio alla illuminazione dei due ‘testimoni’, Terra e Luna, lo dovrebbe dimostrare.

   In una pagina a parte cercheremo di raccogliere le immagini NASA per dimostrare come essi, avendo solo quelle delle sonde, hanno solo potuto diluirle nelle varie missioni, in cui si nota proprio attraverso questo elemento ombra/luce che non potevano trovarsi là dove avrebbero dovuto stare.

 (tutte le missioni Apollo il giorno della partenza/allunaggio/ritorno da Stellarium)  [ missioni_apollo.htm ]

Lista di tutte le missioni Apollo su Wikipedia : [ http://it.wikipedia.org/wiki/Lista_delle_missioni_Apollo ]

Tabellina riepilogativa

data partenza

missione

data rientro

giorni totali

fase Luna alla partenza

giorno allunaggio

tipo missione comunicata

21 Dicembre 1968

Apollo 8

27 dicembre

sei

1 giorno dopo luna nuova

primo giro attorno alla Luna

3 Marzo 1969

Apollo 9

13 marzo

dieci

1 giorno prima Luna PIENA

primo volo con il modulo LeM

18 Maggio 1969

Apollo 10

26 maggio

otto

1 giorno dopo Luna nuova

22/23 Maggio

primo volo con il modulo LeM attorno alla Luna

16 Luglio 1969

Apollo 11

24 luglio

otto

1 giorno dopo Luna nuova

20 luglio

primo allunaggio

14 Novembre 1969

Apollo 12

24 novembre

dieci

4 giorno dopo Luna nuova

19-20 nov.

primo allunaggio preciso

11 Aprile 1970

Apollo 13

17 aprile

sei

4 giorno dopo Luna nuova

 

allunaggio fallito ma fatto un giro attorno alla Luna

31 gennaio 1971

Apollo 14

9 febbraio

nove

2 giorni prima del 1° quarto

5 febbraio

primo astronauta programma Mercuri mette piede anche sulla Luna)

26 Luglio 1971

Apollo 15

7 agosto

dodici

3 giorno dopo Luna nuova

30/31 luglio

prima missione col veicolo Rover

16 Aprile 1972

Apollo 16

27 aprile

undici

2 giorno dopo Luna nuova

21/22/23 aprile

primo allunaggio sugli altipiani

7 Dicembre 1972

Apollo 17

19 dicembre

dodici

1 giorno dopo Luna nuova

11/12/13 dic.

ultimo viaggio sulla Luna

 

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Ritorno dalla Luna in automatico?

Ammettendo che fosse stato possibile il rendezvous, adesso dovevano solo sperare nella sufficiente spinta del modulo di servizio – sempre ché non fosse stato consumato troppo carburante nella fase di arrivo, correzioni, e mantenimento di rotta non tanto ellittica nelle numerose rotazioni orbitali lunari, – per indovinare esattamente il momento e la forza di spinta per accelerare, iniziando dal lato nascosto della Luna (ma di quanto per uscire dall’orbita lunare?), ed ottenere una velocità di uscita (non ne abbiamo trovato il valore) non tanto ellittica verso la Terra. E quindi pian piano essere attratti dalla forza di gravità terrestre che gli avrebbe pure fatto acquistare velocità nel viaggio. In corrispondenza della Terra, solo qualche piccola correzione di rotta, data la grande velocità acquistata (per l’Apollo 10 fu dichiarato che ottenne i 39.937 km/h), e sperare in un angolo di incidenza compreso tra i 6° e i 7° rispetto alla tangente sul limite dell’atmosfera terrestre!!!

Beh, qui si va oltre la fantascienza di Stanley Kubrick allora agli albori! Nello spazio non è come guidare un astronave dei film di fantascienza – ed a causa degli enormi pesi della navicella con gli astronauti, di massa oltre le 100 tonnellate, rispetto alle spinte utilizzate per il ritorno delle sonde telecomandate, quanto carburante contenuto nel Modulo di servizio avrebbero avuto bisogno per una tale unica spinta? E perché il tempo del viaggio di ritorno era simile al tempo di andata, visto che l’ellitticità della rotta, e quindi della distanza da percorrere era di molto inferiore?

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Il tempo per percorrere la distanza Terra-Luna / Luna-Terra era congruo?

orbita_ellittica1 [320x200] n. 1 -  orbita_ellittica2 [320x200] n. 2 -

 

La posizione della Terra e della Luna vista dallo spazio, non è congruente secondo l’ipotetico viaggio/progetto della NASA, poiché l’iperbole percorso in un tale viaggio, dipendeva dal tipo di spinta che doveva essere impressa per uscire fuori dall’orbita terrestre. Se la spinta era unica, allora l’iperbole, secondo Keplero, doveva essere molto ampia, tale da dimostrare l’effettivo tempo impiegato a percorrerlo. Circa 5 (cinque) volte la distanza Terra-Luna (vedi schizzo n.1). Se invece la spinta fosse stata data in due o più fasi, allora la distanza percorsa sarebbe diminuita (vedi schizzo n.2), e quindi anche il tempo effettivamente occorrente non avrebbe dovuto essere quello dichiarato (ad es. avrebbero impiegato solo 30 ore!!).

Sebbene la spinta del terzo stadio poteva essere utilizzata per più accensioni, fu dichiarato che esso, dopo la piccola spinta per realizzare il completo assetto nell’orbita terrestre a 28.000 km/h, per uscire da questa veniva acceso ancora una sola volta per imprimere un'unica spinta, e portare il complesso alla velocità di 39.000 km/h. e poi, dopo la manovra di aggancio della navetta ruotata per agganciare il LeM dalla sua pancia e tirarlo fuori, veniva abbandonato e poi guidato da Terra con qualche piccola correzione di rotta verso il suolo lunare.

È evidente che questa soluzione dichiarata era la n.1, cioè una grande ellisse che comportava un allungamento dell’orbita tale da allungare lo spazio per il percorso di andata che avrebbe comportato un tempo tra la partenza dalla Terra e l’allunaggio indicato in tabella (vedi su) di circa 70÷100 ore. Tale tempo, quindi, era circa lo stesso comunicato all’umanità occorrente per l’invio delle sonde verso la Luna con un vettore utilizzante un'unica spinta. Ma con degli uomini a bordo, la necessità di perdere tempo sarebbe stata proprio l’ultima cosa da fare!!! – Se effettivamente essi fossero andati, perché non adottarono più spinte con il terzo stadio, avendone la possibilità, al fine di diminuire il tempo del viaggio, anche di un solo giorno?

Ma se un tale viaggio fu effettivamente compiuto, perché nelle immagini della Terra che si allontana, o della Luna che si avvicina, nelle varie missioni, non c’è nessuna variazione della vista dei due astri a seconda della posizione della navicella durante tale viaggio in un vero percorso ellittico, mentre invece tali immagini le fanno vedere come se essi andassero in linea retta? Se essi fossero andati secondo un percorso così come hanno dichiarato e rappresentato negli schizzi del viaggio, a forma di e$$e schiacciata, glielo facciamo noi il calcolo. Quindi, con un percorso spaziale comprensivo di un orbita terrestre, e il percorso ad e$$e dichiarato, ipotizziamo abbondantemente sui 600.000 km, dovendolo percorrere a una velocità media di:

39.000-6.000 = 33.000:2 = 16.500 km/h

Allora, per completare il viaggio secondo il loro schema, sarebbero bastate: 600.000:16.500= 36 ore e 30 min. - Cioè un tempo, che avrebbe dovuto essere la metà di quello dichiarato! Però così, avrebbero dovuto far vedere altre immagini sia della Terra in allontanamento curvo, che della Luna in avvicinamento curvo! Ma non le avevano!!!

 

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Il viaggio di ritorno impossibile

percorso_viaggio [320x200] n. 3 -

Un'altra incongruenza è sul viaggio di ritorno, poiché la traiettoria ellittica derivata dalla spinta per uscire dall’orbita lunare (con una velocità che non siamo riusciti a trovare), che dovrebbe essere dell’ordine degli 8.000 km/h, avrebbe dovuto dare loro una spinta sufficiente per essere poi agganciati dall’attrazione terrestre (vedi schizzo n.3). In tal caso, la minore ellitticità rispetto allo spazio percorso nel viaggio di andata, avrebbe dovuto comportare un tempo notevolmente inferiore di quello dichiarato, ad esempio, con un percorso sui 500.000 km, il calcolo non supera le 30 ore!! Ma allora, perché ancora tre giorni?

 

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L’impossibile splasdown nell’Oceano Pacifico

 

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La più grande burla che potessero inventare fu il calcolo dell’esatto punto di ammaraggio sulla Terra dichiarato nell’Oceano pacifico! Per affrontare il viaggio di ritorno essi dovevano accendere il motore del Modulo di Servizio quando si trovavano nella parte nascosta della Luna, ed imprimere la spinta per l’accelerazione che gli avrebbe consentito di vincere l’attrazione lunare. Così come lo abbiamo visto nel loro schema sintetico (anche se noi adesso sappiamo che tale percorso avrebbe dovuto essere ben diverso, con una grande iperbole nel viaggio di andata e una più piccola per il ritorno), la domanda che porgiamo agli anticomplottisti è: “Come sarebbe stato possibile addirittura calcolare il punto di atterraggio sulla Terra se, in rapporto alla loro posizione ‘casuale’ nel momento della spinta dalla parte opposta alla Luna, la Terra si trovava in una posizione assolutamente indipendente dal loro viaggio?

Già sarebbe stata un impresa riuscire ad avere una traiettoria verso la Terra che consentisse loro di non perdersi nello spazio, visto che era necessario azzeccare un angolo di incidenza tangente all’atmosfera terrestre con un margine di errore di un solo grado!!! Figuriamoci, poi, calcolare anche tutto il tempo della missione in rapporto la rotazione terrestre, il cui calcolo avrebbe dovuto essere fatto in rapporto a:

- alla somma di tutte le velocità della navetta con l’accelerazione in andata dei primi due stadi;

- all’esattissima traiettoria orbitale terrestre;

- all’esatta spinta del terzo stadio in rapporto al momento della posizione di inizio spinta;

- al calcolo dell’esatta ellitticità del lunghissimo viaggio di andata;

- alla rotazione orbitale esatta attorno alla Luna in rapporto alla distanza dalla superficie per ogni orbita lunare;

- al calcolo esattissimo della velocità di rotazione;

- alla esatta accensione e spinta del modulo di servizio in rapporto al peso residuo comprensivo delle rocce lunari raccolte;

- alla esatta traiettoria ellittica di ritorno,

- alla sua esattissima velocità progressiva nel viaggio automatico ellittico di ritorno;

 

Tutto ciò, al fine di arrivare all’appuntamento dell’ingresso nell’atmosfera terrestre mentre la Terra si trovava nella posizione esatta tale da determinare con la sua posizione, la loro ‘caduta’ nell’oceano Pacifico, in un punto ben definito e calcolato con la sommatoria di tutte le distanze/tempi/velocità, calcolati così da determinare, …l’ora della partenza??? Ciò avrebbe dovuto comportare l’esatto orario del lancio da Cape Canaveral, in rapporto a tutti i tempi e velocità e percorsi ellittici con le esatte distanze da percorrere in ciascuna missione, precedentemente e assolutamente pianificata, compresi il numero delle rotazioni orbitali lunari stabilite precedentemente, in rapporto alla posizione della Terra dall’ora del lancio, fino alla sua esatta posizione nel momento del rientro! E riuscire in un tale calcolo, sin dalla loro prima missione con l’Apollo 8 e le sue solo ipotizzate 10 orbite lunari, fino all’ultima con le sue, sempre ipotizzate 75 orbite!?!?! Insomma: non è proprio, assolutamente, inoppugnabilmente possibile, nessun calcolo così esatto!!

Quanto meno, almeno in una missione, avrebbero dovuto far fare una o più orbite lunari (di circa due ore), al fine di predisporre il rientro in un area dell’oceano Pacifico (ben grande, sebbene con delle isolette sparse) racchiuse quindi in due fusi orari.

Oppure, se invece essi avessero dichiarato che la velocità di impatto nell’atmosfera terrestre fosse stata non superiore ai 28.000 km/h, allora una certa base di veridicità avrebbe potuto salvarli dalla immane bufala! Ma è proprio questa dichiarazione sulla velocità (dichiarata prossima ai 39.000 km/h), che dimostra come essi non fossero assolutamente in grado di fare alcun calcolo, figuriamoci quello perfettissimo che avrebbe dovuto consentire loro di ammarare esattamente in un punto dell’oceano pacifico previsto e conteggiato con un calcolo impossibile, così come è dimostrato con la capsula/procure dell’Apollo 13 ritrovata dai russi nel golfo di Biscaglia, ovvero a migliaia di chilometri dall’Oceano Pacifico, nonostante questa avesse solo fatto solo qualche orbita terrestre!

 

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Conclusioni:

 

Una cosa fu la progettazione dell’ipotesi sulla fattibilità dell’impresa titanica, altro fu la realizzazione del progetto per eseguirlo. Nonostante ci è stato comunicato che essi impiegarono faraoniche risorse e migliaia di progettisti, tecnici e aziende, e tutto avrebbe dovuto funzionare così come ci è stato presentato, – secondo noi – non avevano né hanno mai avuto la spinta sufficiente a spingere un peso così enorme come quello dichiarato di oltre le 40 tonnellate! Che il Saturno V fosse enorme rispetto agli altri suoi predecessori, non significa che avesse la spinta sufficiente per mettere in orbita e spingere quel peso oltre l’orbita terrestre! Una cosa è mandare verso la Luna e oltre una sonda di poche tonnellate, altra cosa è una spinta per un peso decine di volte più grande. Una conferma è il fatto che da allora nessun altro progetto ha inteso proporre di ritornare sulla Luna con un equipaggio. E come potrebbero?

Un confronto può essere fatto con i razzi per le navette Orbiter/Space Shuttle concluso e quelle delle missioni Apollo. Il primo a vuoto pesava circa 17,5 t. con la possibilità di un carico utile non superiore alle 10 t. quindi in totale circa 30 tonnellate. Il Saturno V doveva spingere anche il peso del 3° stadio con un carico utile dichiarato di 114 t. Diventa facile fare il conto. Tra 30 e 114 il rapporto è 3,8, ovverosia di quasi quattro volte. – Si domanda: “Quanto avrebbe dovuto essere grande un corrispondente razzo per spingere un peso di quasi quattro volte l’Orbiter?”. Noi riteniamo, così come affermato nel 1976 da William Charles Kaysing nel suo libro «Non siamo mai andati sulla Luna», che non avevano la spinta sufficiente!!

*

Agli anticomplottisti chiediamo: se veramente si svolsero le sei missioni verso la Luna, oltre quelle preparatorie 8/9/10 e in più quella ben architettata n. 13, in cui comunque un razzo partì verso l’atmosfera, perché avrebbero dovuto propinare all’umanità proprio negli elementi fondamentali dimostrativi, solo mezze prove, filmati taroccati, immagini limitate e strane di modellini, mentre per tutto ciò che riguardò la progettazione e riprese fatte alla NASA o a Cape Canaveral, o nella fase di lancio, c’è un ampissimo repertorio?

Possibile che abbiano risparmiato le pellicole proprio negli elementi autenticatori imprescindibili? Proprio negli scatti delle ‘prove’? – Suvvia, siate onesti: proprio quelle prove mancano!

C’è una sola spiegazione: negli anni settanta il giornalismo non aveva gli strumenti odierni ed essi non potevano prevedere lo sviluppo di internet, e quindi, dovendo propinare un falso, contarono sulla impossibilità che le immagini presentate alla TV, che sarebbero quindi state viste dal grande pubblico una sola volta sullo schermo per qualche secondo, supportate dal velo dell’orgoglio umano che viene spinto affinché creda di poter fare tutto, appoggiato da bravi e inconsapevoli presentatori, avrebbe convinto tutti, perfino gli stessi innumerevoli progettisti e personale che lavorò sì alla realizzazione di una tecnologia per far andare in orbita le navette, ma non sulla Luna! Poiché si trattava solo di ‘corrompere’ i pochi interessati ai lavori che sapevano, avendo a disposizione unbagget’ consistente per tapparsi la bocca, anche per quei pochi che dall’altra parte del mondo (i sovietici) osservavano con i loro strumenti dell’epoca. E poi, non è sempre esistita l’FBI per frenare qualunque impeto di dissenso in tutto ciò che i più esigenti vorrebbero conoscere?

Osservando i video NASA delle prime missioni, è così evidente che, non avendo prove, essi si dovettero adattare a produrre video di immagini recuperate precedentemente dalle sonde, diluendole nelle varie finte missioni, mentre restavano realistiche solo quelle fatte a Houston, e solo in parte quelle fatte dentro la capsula (modulo di comando), così come lo dimostrano i video delle varie missioni che commentiamo a parte. Allora viene spontanea la seguente riflessione:

- Se la missione Apollo 8 fu un emerito falso, e la mancanza di prove lo dimostra;    (le prove)

- se la missione Apollo 9 fu un altro falso, e la serie di foto e video lo dimostra;

- se la missione Apollo 10 fu un altro ripetuto falso, e le foto e i video NASA lo dimostrano;  (il commento)

come potevano essere vere, le immagini del suolo lunare delle missioni successive? Dovevano esserci andati!

- se con l’Apollo 12 si bruciò l’unica video camera e non esistono video sul pseudo suolo lunare, quindi, altre NON prove…;

- se con l’Apollo 13 fu tutto un ingegnoso bluff, e basta guardare il loro video NASA per vedere quante cavolate ci sono lì, in cui si portarono un cameramen per le riprese, e quindi erano in quattro e non in tre, e l’episodio dei russi trovarono un guscio di capsula che restituirono dopo due mesi…;  (il commento)

come potevano allora perfettamente riuscire le ultime missioni (14 – 15 – 16 – 17), visto che le immagini sulla Luna propinate sono state simili a quelle precedenti delle cinque missioni taroccate, sicuramente false?

Inoltre, con l’impossibilità di un calcolo per un ammaraggio diretto senza un ultima orbita terrestre, e ad una velocità di impatto nell’atmosfera terrestre circa doppia rispetto a quella dello Space Shuttle, abbiamo visto che sarebbe stato impossibile farli tornare sulla Terra e quindi, avendo questa certezza che ne certifica la falsità, cosa serve parlare del gran numero di elementi probatori che ne confermano il falso, sia dei viaggi che sul suolo lunare?

 

Con questa certezza dell’impossibilità di un ritorno in sicurezza, possiamo affermare che tutte le missioni furono solo l’effetto di ‘montaggi cinematografici’, utilizzando, per quelle nello spazio un enorme luna grande almeno 10-15 metri, e per il finto suolo lunare, un sito/un deserto al riparo da occhi indiscreti in notturna (la Terra è grande, e lo spazio attorno all’area 51 è un enorme segretissimo deserto), illuminato da un enorme proiettore, magari mobile per le riprese con il Rover, con telecamere dotate di quelle lenti che Kubrick era andato a cercare alla NASA.

 

 [indice]

La prova inequivocabile:

Se, come abbiamo visto, il punto di ammaraggio (impossibile splasdown) non poteva assolutamente essere calcolato in rapporto a tutte le variabili del viaggio, e che per la sua fattibilità essi avrebbero dovuto avere un ulteriore ‘quarto’ stadio, potente quanto il terzo, tale da imprimergli una decelerazione dai 39.000 km/h dichiarati fino a una velocità di molto inferiore ai 28.000 km/h, al fine di consentire loro di non fondersi nell’impatto con l’atmosfera terrestre a quella velocità, e quindi di entrare/restare nell’orbita terrestre per un ultimo giro e scegliere così il momento per la frenata ultima, per ‘cadere’ con una parabola controllata fin nell’Oceano pacifico, – perciò, in mancanza di questo 4° stadio che avrebbero dovuto portarsi dietro nel viaggio di andata, come avrebbero potuto tornare sani e salvi? Non sarebbero piuttosto caduti, come un asteroide – immolati – in un qualunque punto della Terra? …altro che ammarare!! E quindi, il Saturno V avrebbe dovuto avere quattro stadi e non tre! Una massa enorme con una spinta a tutt’oggi impossibile da realizzare!!! A meno che il razzo non possa essere assemblato direttamente nello spazio, …come per la nave Enterprise di StarTrek fantascientifica!

 

[indice]

C’è una sola risposta a tutta la loro messa in scena:

se ancora oggi non è possibile alcun viaggio con degli esseri umani, rimandato a dopo il 2020,

per calmare gli animi, verso, e – figuriamoci sopra – il suolo lunare,

essi non avrebbero potuto, mai e poi mai, farlo oltre quaranta anni fa!!

 

 

Amici della nuova Luce

 

& & & & &

 

 

- Archivio video missioni Apollo e altro dalla rete internet (un po’ di prove attraverso video commentati)

- Video impossibili

- Video particolari e strani

- CD ‘La Luna’ del 1999 edito dall’istituto Geografico De Agostini SpA di Novara (occorre Quick time)

 

Promemoria:

- Foto apparentemente vere commentate da noi : [ Foto archivio ]

- Tutte le fasi della Luna e della Terra nelle missioni Apollo da ‘stellarium’ :  [ missioni_apollo.htm ]

- Spiegazioni dei video e foto dall’Archivio fotografico dalla NASA:  [ LE PROVE ] (aggiornato al 20/02/2014)

- L’immagine della Luna con gli allunaggi delle sonde Surveyor/Luna e delle presunte missioni Apollo:  [ Luna-allunaggi ]

- Il sito NASA contenente tutte le immagini originali ad alta risoluzione delle missioni: [ http://www.apolloarchive.com/ ]

- La supposta ipotesi del viaggio completo e particolareggiato (4,17 Mb)  [ schema missione ]

- Mail per domande o prove da sottoporre: forum.luna@legamedelcielo.it 

- Risposte a domande su video o foto:   [ foto/video commentati ]

[indice]

[ Home sito ]  -  [ commento sull’opera “La Luna” ]

 

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